LA DIFESA COSTIERA DEL REGNO DI SARDEGNA DAL XVI AL XIX SECOLO

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Ufficio Storico

STATO TvTACìCìJC)RE OELL'ESERCITO

FL1\ VIO RUSSO

LA DIFESA COSTIERA DEL REGNO DI SARDEGNA DAL XVI AL XIX SECOLO

ROJVIA, 1992


PROPRIETÀ LETTERARIA

Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale senza autorizzazione. © By SME - Ufficio Storico - Rom a 1992

Finito cli stampare nell' ottobre I992 nello stabilimento d'arti grafiche Gius . Laterza & Figli, Bari


PRESENTAZIONE

L'esame della organizzazione della difesa costiera di una qualsiasi regione appare quanto mai interessante perché le coste da sempre hanno rappresentato, soprattutto da un punto di vista militare, un ambiente geografico particolare, caratterizzato dalla duplice influenza che su esso ha la presenza contigua della terra e del mare. Tale particolarità ha comportato che, in questa fascia di contatto fra due ambienti così diversi, le modalità di condotta delle operazioni belliche terrestri e di quelle navali si siano sempre condizionate reciprocamente. Questo volume, che segue quello relativo al Regno di Napoli, è dedicato all'esame dell'organizzazione difensiva costiera della Sardegna che, nel XV secolo, appariva pressoché deserta e malarica, essendo la popolazione concentrata nei principali centri abitati, situati per la maggior parte nelle zone montagnose - le più facilmente d(fendibili - e le poche aree fertili, quasi tutte costiere, abbandonate a causa delle frequenti incursioni corsare. Queste peculiari condizioni geografiche, in connessione con la funzione strategica dell'isola quale base di appoggio - sia come scalo intermedio per il rifornimento di truppe e di squadre navali, sia come scalo marittimo commerciale - per le attività belliche nel lvfediterraneo, furono determinanti nella scelta di un sistema difensivo costiero adeguato, al quale fu demandato anche il compito di favorire e salvaguardare il decollo economico della regione. Tutto ciò rappresenta un caso limite per la difesa costiera che, come avveniva per il Regno di Napoli, non solo aveva lo scopo di d(fendere la ricchezza prodotta dalla terra, ma anche salvaguardarne il trasporto marittimo lungo le coste da un punto all'altro del paese. Il mio particolare e caloroso ringraziamento va all'ingegnere Flavio Russo, autore anche della precedente opera, la cui appassionata e competente ricerca ci consente di approfondire periodi storici di ampio respiro nei quali sono profondamente infisse le nostre radici.

IL CAPO DELL'UFFICIO STORICO



PREMESSA

Gli antefatti Il 12 Maggio 1560 mons. Parragues de Castillejo, arcivescovo di Cagliari, denunciava esplicitamente l'estrema inconsistenza difensiva in cui versava la Sardegna, e le relative responsabilità. Affermava infatti in una missiva l'illustre prelato: «A quest'isola approdano pochi bastimenti, perché si trova assediata da corsari barbareschi che hanno libertà di fare ciò che vogliono, giacché <lessa è abbandonata dal re, e tenuta in nessun conto dai suoi ministri e da tutto il mondo» 1 • Il quadro reale disgraziatamente non era affatto lontano dalle molteplici analoghe lamentazioni che da più parti incessantemente si levavano. Un pericoloso deserto litoraneo cingeva l'intero regno, appena punteggiato dalle rarissime cittadine costiere fortificate, a loro volta, di insignificante consistenza demografica . Queste peraltro, ad onta dei reiterati tentativi della corona, in merito alla sicurezza militare non ostentavano apparati difensivi poderosi o comunque moderni. Ulteriore conferma dell'esposto si desume già dalla presenza e dalle relazioni dell'ingegnere militare Rocco Capellino2 , inviato dall'imperatore Carlo V nel 1552 in Sardegna perché si occupasse, alla luce della sua acclarata esperienza professionale, della riqualificazione delle fortificazioni di Cagliari e quindi delle principali piazze sarde. Evidenziava al riguardo in una sua descrizione della Sardegna del 1577 l'attento ingegnere che l': «isola al circuito tiene molte isoiete et gran pescagione de chorali et pes(c)i in grandissima abondantia et tiene bonissimi porti et boni stancion per navi et galere abondanti de aqua et legnia et carni ma più acomodi a corsari che a cristiani, per esere dita isola molto vicina a la Barbaria ... »3 •

La puntualizzazione riproponeva ancora una volta la tragica realtà che si era fatta di secolo in secolo più insostenibile e che comprometteva qualsiasi potenziale evoluzione civile dell'isola, chiave strategica per le rotte militari e mercantili dell'Occidente mediterraneo. In verità alcuni sporadici ed episodici provvedimenti di difesa costiera zonale erano stati da tempo adottati, ma la loro irrilevanza, in funzione dei quasi 1500 km. di sviluppo litoraneo della Sardegna, la esponeva irreparabilmente alle funeste quanto frequenti razzie corsare, ed alle ancora più paventate ipotesi di invasioni musulmane. La vulnerabilità ad un attacco dal mare si era imposta in tutta la sua drammatica ineluttabilità già all'indomani dello sfaldamento dell'Impero Romano d'Occidente. Nel 551 infatti verso la fine dell'estate, Totila, sovrano ostrogoto, dalla Sicilia da lui appena conquistata, lanciava la sua flotta alla volta della Sardegna, che in breve capitolava agli attaccanti 4 •

La citazione è tratta da O. ALBE RTr, Le carte de/la Sardegna di Rocco Capellino, in «Nuovo Bollettino Bibliografico Sardo», nn. 70, 71, 72, 1970, p. 3 . .• 2 Le notizie relative a questo ingegnere mili tare cremonese non sono eccessivamente ampie. Di certo si sa che fu incaricato dall'imperatore Carlo V di provvedere all'aggiornamerllo delle fortificazioni sarde. Giunse nell'isola probabilmente nel 1552 e vi rimase per venti ann i. A Cagliari costruì il bastione di S. Giovanni (1568), e quindi si occupò di proporre anche per le altre città, Alghero, Oristano e Sassari, ipotesi fortificatoric. È presumibile che in buona parte tali progetti vennero anche eseguiti. Nel corso della sua permanenza in Sardegna redasse tra l'altro anche una carta geografica dell'isola, certamente su esplicita richiesta della dirigenza imperiale. Di certo nelle sue intenzioni contemplò la pubblicazione della stessa, dotandola per lo scopo di una dettagliata Relazione, comp ilata in almeno tre versioni successive. Purtroppo il suo desiderio non trovò alcuna attuazione pratica. 3 Dalla Relazione di Rocco Capellino nel Codice Barh. Latino 4414, p. 42, custodito presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. 4 Sull'argomento cfr . H. ScHREIOER, I Goti, Milano 1981, p. 236, ed ancora CAMllRIDGE UNrVERSITY P REss, Storia del mondo Medievale, lVIi!ano 1978, voi. I, p. 588, e q uindi E. Gmnots, Storia de/la decadenza e caduta dell'Impero Romano, Torino J 967, voi. II, p. 1634. 1


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

1. Carta del Regno di Sardegna.

Ma fu con la diffusione islamica, successiva alla morte di Maometto, che la precarietà esistenziale sarda toccò il suo apice. L'avvio sistematico si ebbe probabilmente nel 711 ad opera delle orde di Musa-ibn-Nuzayr basate in Spagna, che devastarono le principali città dell'isola. Da allora, per restare agli episodi più cruenti e rimarchevoli, nel 737 ancora un esercito musulmano, quello dell'emiro Abd Alah al Abhab, depredò la Sardegna e quindi nel 752-753 fu la volta di Abd ar Rahman, anch'esso proveniente dal norclAfrica, che razziò e massacrò la popolazione imponendo ai superstiti una taglia annua. La cronistoria potrebbe soffermarsi pure nell'812-1 3, e quindi nell'821-22, intorno all'850 e così cli seguito con una ricorrenza esasperante e crescente 5 • Per i sardi divenne pertanto logico affermare: «Jurat chie venit da-e su mare»6, ovvero: ruba chi viene dal mare! E purtroppo non si trattava soltanto di furto, ché anzi questo in una civiltà povera come quella

5 Approfondisce la trattazione 1-1. PIRr.NNE, Maomelto e Carlomagno, Bari 1976, p. 150, ed anche più dettagliatamente cfr. G. Mr.wNr, La Sardegna e la politica mediterranea di Pisa, Genova, Aragona, in Storia dei Sardi e della Sardegna, Milano 1988, voi. II, pp. 53-56 e sgg. 6 Da M. BRJGAGLTA, La geografia nella storia della Sardegna, in Storia dei Sardi .. . , cit., voi. J, p. 26.


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Premessa

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2. Rocco Capellino - 1• Carta della Sardegna (1 577). 3. Rocco Capellino - 2° Carta della Sardegna.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al X IX secolo

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4. Rocco Capellino - 3" Carta della Sardegna.

isolana sarebbe stato a dir poco inconcepibile, ma il pericolo concreto si estrinsecava su due direttrici ben precise. Da un lato vi era infatti la possibilità credibilissima di una occupazione stabile dell'isola da parte musulmana, di improba rimozione successiva; dall 'altro lo spopolamento irreversibile della stessa, salassata in abitanti e depauperata nelle risorse dalle incessanti scorrerie. Un impressiona nte effetto di tale atroce contesto traspare dal rapido desertificarsi della fascia costiera , con l'abbandono di centinaia di villaggi e l'ampl iarsi per contro della palude malarica, innesco di un processo a catena che muterà, parzialmente, direzione soltanto dopo !'Xl-XII secolo 7 • Una positiva battuta d'arresto all 'iniziativa islamica fu inferta finalmente nel 1016, allorché, essendo tornate le armate navali arabe in massa nelle acque sarde - dopo appena un anno - con l'orgoglioso obiettivo cli una definitiva conquista, vi furo no irreparabilmente sbaragliate dalla flotta cristiana 8 • Si ristabiliva così sotto l'egida delle forze pisane e genovesi un minimo di normalità e sicurezza. Come non correlare la sia pur timida ripresa insediativa alla ritrovata capacità combattiva occidentale, estrinsecatasi poi al massimo nelle crociate9 e maggiormente nel dominio delle flotte cristiane nel Mediterraneo?

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Idem , p. 27. Lo svolgimento della battaglia fu analizzato da C. MANr-RON l, Storia della A1arina Italiana, ri stampa anastatica Milano 1970, voi. I, p. 94, che così ri costruiva in merito: «Si levò all ' improvviso un ven to co ntrario ai Saraceni, le cui navi furono battute contro la costa; quin di i cristiani (assa i probabilmente i Sardi, no n i P isani e i Genovesi, ai quali quel vento sarebbe riuscito ugual mente pericoloso) poterono im punemente far macello dei naufraghi» . 9 Sull'argomento cfr. S. RuNCI MA N , Storia delle Crociate, Torino 1970, vo i. I, pp. 76-8 1, ed anche J. LEtlMANN, I Crociati, 8


a Premessa

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5. Raffigurazione cli una galera cinquecentesca .

Una conferma dell'ipotesi la si può riscontrare agevolmente nel riproporsi dei fattori negativi a partire dalla fine ciel XV secolo, allorché si ebbe un crescendo esponenziale della virulenza aggressiva islamica, nuovamente dal nord-Africa 10 • Ulteriore riscontro che l'accennata contrazione incursiva fosse dipendente dalla politica marittima occidentale è offerto dal significativo particolare che, intorno ai primi decenni del XII secolo, si registrano donativi da parte di alcuni giudici sardi in favore dei pisani e dei genovesi. Per questi ultimi, in particolare, è estremamente fon dato attribuire gli emolumenti proprio alla incessante opera di perlustrazione navale anticorsara, compiuta da sei loro galere nel corso di quegli anni1 1 •

Milano 1978, pp. 9-27. Circa il contrat.tacco occidentale puntualizza M. BLOCH, .La società feudale, Torino 1972, p. 20: «Nello stesso Mediterraneo, le cit.tà mercantili italiane - Pisa, Genova, Amalfi - eran passate all'o ffe nsiva dopo l'inizio del secolo Xl. Cacciando i mus ulmani dalla Sardegna, andando a scovarl i anche nei porti del Maghreb (dal 1015) e della Spagna (nel 1092), cominciarono allora il ripulimento di quelle acque, la cui sia pur relativa sicurezza ... aveva una cosi grande importanza per il loro commercio» . 10 Una accurata e documentatissima ricostruzione storica di quel periodo viene fornita da F. BRAUDEL, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'eià di Filippo Il, Torino 1976, voi. Il, pp. 887-958. Circa lo svilupparsi del pericolo nord-africano cfr. J .H. E1-u0Tr, La Spagna imperiale 1469- 1716, Urbi no 1982, pp. 55-59. Sempre in relazione allo stesso argomento cfr. F. CHAnoo, Carlo V e il suo impero, JVlilano 1985, pp. 56-60. 11 Precisa al rigu ardo G. MELo:-11, La Sardegna .. . , cit., pp. 64-65: «L 'anno successivo (l 107) Torchitorio elargi va anche a favore dell'elemento ge novese nel cagliari tano concessioni analoghe a quelle godute dai Pisani. Si tratta va, probabilmente, di un modo per ricompensare i Liguri dello sforzo compiuto nel pattugliare le coste sud-occidentali dell'isola .. . ». È curioso rileva re come fino al XIX secolo si sia sempre sostenuta eia pan.e de lla dirigenza sarda la necessità cli una squadra di solo sei galere


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La d(fesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Volendo approfondire le ragioni dell'eccessiva vulnerabilità della Sardegna sbalzano innanzitutto due elementi caratterìstìcì ed unici nella loro compresenza: ìl suo eccezionale sistema costiero e la sua ubicazione baricentrica fra le masse contìnentalì del Mediterraneo. Relativamente al primo, consistente nella fascia pianeggiante ad immediato ridosso del mare, vì è da sottolineare che esso era, e rimase tale fin quasi all'epoca attuale, l'unico areale dell'isola sul quale fosse possibile far coesistere a livello ottimale i centri resìdenzìali e le terre da coltivare, nonché ì terminali mercantìlì per l'importazione e sopratutto per l'esportazione delle derrate prodotte. Non è un caso che i più antichi insediamenti sardi già esistevano su questo spazio, come del resto sempre sullo stesso spazio sì impian tarono anche gli scali commerciali fenici. Non sfuggirono pertanto a questa logica né i romani, e basti ricordare Turris (Porto Torres), Carales (Cagliari) base della flotta militare distaccata da Miseno, ecc., né i bizantini poi, né gli altri successivamente 12 • La costa sarda perciò, dove abitata, a buon diritto racchiudeva la massima aliquota sociale, civile, commerciale e militare, divenendo a un tempo ambita residenza e ambita preda per quanto in essa concentrato in proporzione maggiore di qualsiasi altra contrada mediterranea. Come se non bastasse l'isola si trova quasi ad uguale distanza dalle coste dell'Africa, della Spagna, della Sicilia, e della Penisola - da Genova a Reggio Calabria 13 - non molto vìcìna da poter essere facilmente soccorsa dai suoì alleati, non molto lontana da non poter esser facilmente raggiunta dai suoi nemici. La conformazione delle sue coste infine, come giustamente osservava l'ingegner Capellino, era particolarmente idonea agli agguati ed agli sbarchi corsari. Acutamente scriveva alcuni anni dopo, agli ìnìzì del '600, in merito alla difesa costiera Gabriello Busca nel suo trattato di architettura militare: «Tutti i luoghi che sono al lito del Mare, o non molto lontani, sono sempre ìn guerra. Perché quando anco sieno in pace con le potenze confinanti, o vicine, o lontane vi sono i corsari, pubblici, et universali nemici. Da' quali è necessario ben guardarsi. P erché sempre stanno in agguato, et sempre vegliano per rubbarci, et fuorapprendercì ... » 1•1 • Tornando alle coste della Sardegna, anche eia una sommaria analisi si coglie una singolare disparità fra quella orientale, poco portuosa e quella occidentale al contrario estremamente propizia al riguardo, caratteristica che sembra quasi predestinarla ad una sua propensione verso il blocco spagnolo. Ne conseguì infatti, sin dalle più remote epoche, un agevole sviluppo delle relazioni con la sponda iberica. Su quella costa inoltre, sempre per ovvia derivazione, si edificarono le principali città sarde e si concentrarono i preminenti interessi, quasi volgendo le spalle al Tirreno. Della evidentissima asìmmetrìa si troverà una puntuale conferma anche nell'apparato difensivo costiero isolano, come meglio approfondiremo in seguito, struttura rigidamente dipendente dagli ìnteressì marittimi, commerciali, militari e sociali della costa sarda 15 • Che il complesso delle ricordate connotazìonì dell'isola generasse un tipo dì esistenza a dìr poco precaria ed asperrima si evince a sufficienza dalla sua popolazione, sempre particolarmente esigua. È questo forse uno deì rarissimi casi di sostanziale invarianza demografica protrattasi per oltre venti

per la perl ustrazioni delle estesissime coste dell'isola. La cifra molLo probabilmente scatu riva dall'essere quella massima compatibile con le risorse del Regno , e non già da valutazioni tattico-militari. 12 Cfr. L. ZEE'PEGNo , C. FJNzr, 111/a scoperta delle cmtiche civiltà in Sardegna, Roma 1978, pp. 31-48 . È del resto sintomatico che la pa rte più interna ed inaccessibile fu «saltata» dalla romanizzazione, divenendo per antono masia la Barbagia, con endemismi linguistici inusitati, ancora ai giorn i nostri. 13 A titolo di raffronto la distanza della Sardegna dalla Sicilia è di di 280 km, dalla Tunisia di 180, dalla Spagna di 430, dalla Francia di 280, dalla Toscana di 190 e dalle Baleari di 330. 14 G. BuscA, L 'Architettura Militare, Milano 1619, pp. 219-222. L'autore del trattato fu l'artefice delle fortificazioni che Emanuele Filiberto fece erigere nella Savoia e nella Bressa. Viene inoltre considerato da alcuni trattatisti coevi come l'ideatore dei sistemi di demolizione, ovvero fortificazioni nelle quali le opere esterne erano predisposte allo smanteJlamento volontario mediante il brillamento di opportune cariche esplosive, allorchè il difensore fosse pressato ad abbandonarle. La data della sua morte risulta punroppo altrettanto imprecisa di quella della sua nascita, ma non deve collocarsi al di là del 1620. 15 Cfr. ENc1CLOPEDIA M1LETARB, Milano 1933, alla voce Sardegna. Già in epoca fenicia del resto si manifestò tale significativa differenziazione fra la costa orientale e quella occidentale. Ne approfondisce le cause S. MoscAn, La civiltà mediterranea, Milano 1980, 1), 283.


Premessa

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6. Iglesias - Miniere di Campo Pisano.

secoli, attestandosi il numero complessivo di abitanti fino agli inizi del 1700 intorno alle 250.000 unità, con una densità tra le più basse d'Europa, dell'ordine di 5-6 ab/kmq 16 . Tenuto conto poi del concentramento urbano, l'isola appariva in genere ai visitatori pressoché deserta e malarica 17 . Questa singolare anomalia sarà determinante nella scelta di un sistema di difesa costiera congrua poiché, a differenza ad esempio del Regno di Napoli, nel quale si tendeva a far rientrare nell'ambito di questa anche la salvaguardia ciel patrimonio materiale - mobile ed immobile - , in Sardegna invece si perseguì suo tramite di favorire lo sviluppo stesso . È lecito pertanto equipararla ad una sorta - con vocabolo moderno - di infrastruttura che avrebbe dovuto, tra i vari compiti, farsi carico del decollo economico dell'isola. Rappresenta in tale ottica un vero caso limite per la difesa costiera, privo di qualsiasi riscontro nel bacino mediterraneo, pur contemplando per la sua estrinsecazione l'impiego di strutture usuali, quali appunto le torri di avvistamento litoraneo e le piazzeforti marittime. È ancora indispensabile ai fini di un'analisi del sistema difensivo, che pur con notevoli ritardi alla fine si riuscì ad attivare, ricordare in sintesi le risorse di scambio che ostentava l'isola già dall'alto medioevo . La conquista, o per meglio dire la dipendenza geopolitica della Sardegna da P isa e da Genova , conferma esplicitamente la natura mercantile del legame. In sostanza l'intera isola fungeva da grosso scalo navale. Di suo vi era come produzione di un ceno interesse e quantità, quella legata ai prodotti caseari della pastorizia, abbastanza ricercati tanto in Italia quanto in Francia, idonei quindi ali' esportazione.

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Sulla consistenza demografica della Sardegna, l\·1. B1uGAvLlA, La geografia ... , cìt., p . 22, così puntuali zza: «Dal Neolitico aglì inizi del XX secolo, attraverso quasi settemila anni, la popolazione sarda si è solLanto triplicata. O forse anche meno, se si accettano i calcoli che vogliono la Sardegna preistorica ... popolata da circa 250.000 abitanti, altreltanti quanti ne so no stati calcolati per la Sardegna romana. lvla le due cifre sono considerate sopravvalutate ... nel 1728 il primo censirnemo sabaudo calcolava in 310.000 gli abi tanti dell'isola. Ma erano scesi sino a 150.000 (6 abitanti per kmq) nel 1483, e sempre avevano oscillato intorno a queste cifre ... [a causa delle] pestilenze [quali quella de.I 1477, del 1527 ed ancora del 1652-56] ... [ed anche per le carestie conseguenti le] in vas ioni delle cavalleue... (1519, 1540, 1590, ... , 1629 ...) ... [e più .in generale delle morie di bestiame, della contrazione dei raccolti, della siccità ed in particolare della] malaria ... ». 17 La gravità della piaga della malaria era talmente condizionante che sotto il profilo strettameme militare per molte località si escludeva il pericolo cli attacchi nemici o addiri ttura di assedi, poiché l'eventuale assalitore sarebbe stato immediatamente neutral izzato dalle febbri. Soltanto intorno agli anni' 50 del nostro secolo si è posto fine a l flagello, avviando così concretamente lo sviluppo in tegrale dell'isola.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Analogo interesse rivestivano alcuni prodotti agricoli, come il grano , almeno nei momenti di massima produzione, ma proprio l' involu zione demografica e l'abbandono delle pianure costiere più fertili per il continuo pericolo delle incursioni, annullò l' attributo di «granaio» per la Sardegna. Lo scadimento peraltro riguardò anche la qualità del racco lto, che fu sempre stimata di poco pregio. Relativamente al settore minerario un ruolo significativo vantavano i giacimenti di piombo argentifero di Iglesias, la cui produzione, pur non essendo altissima fungeva comunque da valido supporto occupazionale ed economico, come anche del resto lo sfruttamento delle saline 18 . Una stima attendibile circa il tonnellaggio estratto del prezioso metallo deve ritenersi oscillante intorno alle 2,5 ton . annue. Rappresentava per i secoli antecedenti la scoperta del Nuovo Mondo dal 5 al 7% della produzione dell'intero Occidente. È interessante ricordare al riguardo che il prezioso metallo proveniente da oltre oceano variò sensibilmente tali dati, trasbordandosene in Europa in ragione di circa 100 ton . all'anno a partire dal 1503 fino al 1660 19 . Potrebbe a prima vista sembrare che le osservazioni che stiamo compiendo circa la natura geografica, economica e sociale della Sardegna esulino in qualche modo dall'analisi del suo sistema di difesa costiera. È pertanto indispensabile sottolineare che questo invece scaturì proprio dalla esatta conoscenza di tali parametri. «Per i monarchi, e quindi anche per Filippo II, era necessario cono_scere i propri territori e in q uesto campo l'opera degli ingegneri fu il complemento di quella portata a termine da altri professionisti : i loro rapporti sui luoghi che visitavano erano preziosi documenti per conoscere i territori e le popolazioni»20 . Non per niente il citato ingegner Capellino fra le principali mansioni svolte vantò anche la redazione di una serie di carte topografiche della Sardegna ed una relazione alquanto accurata circa le sue località costiere ed interne corredata delle rispettive risorse ambientali. Soltanto sulla scorta di tali dati si riteneva sensato procedere alla calibrazione dei sistemi difensivi. Ovvio quindi che per ricostruire la logica degli stessi sia necessario seguire un identico percorso. Da quanto innanzi accennato emergono a carico della Sardegna, tanto a livello geografico quanto a quello sociale ed economico, alcune singolarità, quasi delle sue specifiche peculiarietà. Il suo territorio relativamente fertile, è piuttosto montuoso sebbene non racchiuda montagne di altezza rilevante. Le sue coste sviluppatissime offrono pochi porti veramente validi ed a mala pena uno in quella orientale, dove per lunghi settori si può addirittura parlare di montagna costiera. La sua ubicazione nel Mediterraneo è baricentrica, ma ciò le torna a danno piuttosto che a vantaggio, almeno fino al XIX secolo . La sua popolazione non si incrementa né si rarefà, quasi come se fosse all'interno di un campo conservativo. Conseguenziale pertanto che anche politicamente in Sardegna si registri qualcosa di inconsueto. Tanto per citare ad esempio, la introduzione di funzionari bizantini detti Giudici - con poteri dirigenziali - supera e travalica abbondantemente la durata della sovranità di Costantinopoli, e si radica in una forma tipica ed esclusiva, dando origine per di più ad una quadripartizione dell'isola destinata a protrarsi anch'essa lungamente. La divisione in giudicati21 assimilerà la Sardegna ad una sorta cli confederazione, lontana da una propria unicità etnica. Lo stesso feudalismo vanterà tempi di sopravvivenza assolutamente inusitati altrove. L'aggregazione in forma cli Regno di Sardegna prenderà piede timidamente ed a fasi alterne, da

18 M. TA:--1GHER0N1, L'economia e la società della Sardegna, in Storia dei Sardi ... , cit.. , p. I 81, stima che la produzione delle sali ne: «i mmediatamente dopo la conquista. . . passate dal 1324 sollo il controllo catalano, .. . [fosse], annualmente 77 .000 quartini di sale, cioè più cli 100.000 quintali, dei quali ben 7 J.000 quartini destinal i all'esportazione}). 19 Precisa sempre M. TANGHERON1, L'economia ... , cit. , p . 182: «nel caso dell'argento disponiamo di cifre precise sollanto per il periodo aragonese, quando tutto l'argento estratto era obbligatoriamente collocato , ad un prezzo stabilito dal governo, presso la zecca iglesiente .. . E bbene si tratta di cifre di tutto rispetto, giacché si può calcolare ... che le min iere ed i forni dell'iglesiente producevano più di 2 .500 kg d'argento l'anno» . Circa poi la produzione di argento estratto nel nuovo Mondo, cfr. J.H. Eu wTT, La Spagna ... , cit., pp. 205-206. Infine per ulterio ri approfondimenti in materia cfr. F . BRAllOE1., I giochi dello scambio, Milano 198 1, voi. II, pp. 160- 162 . 20 Da A. CAMARA MuNOZ , Città e difesa dei regni peninsulari nella Spagna imperiale, in C. DE SETA-J. LE GoFF (a cura di), La città e le mura, Roma-Bari 1989, p. 83. 21 Cfr. S. PETRucc1, Storia politica e istituzionale della Sardegna medievale, in Storia dei Sardi.. . , c1l., pp. 54-154, ed anche, G. Mn.rA, La civiltà giudicale, in Sioria dei Sardi... , cit., pp. 193-218.


Premessa

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7. Posizione baricentrica della Sardegna.

quella utopistica di re Enzo 22 , tragicamente conclusasi come molte delle iniziative federiciane, fino alla definitiva attuazione sotto la Corona d'Aragona, con connotazioni sempre però più di colonia che di stato autonomo, meno che mai indipendente e sovrano. Senza addentrarci ulteriormente nella esposizione dettagliata del medioevo sardo , che peraltro non riveste ai fini del nostro saggio particolare interesse, abbiamo voluto ricordare tanto le dominazioni genovesi e pisane, come precedentemente quelle fenicie e puniche e quindi tra breve, sempre per grandi linee, quelle aragonesi-catalane, solo per meglio correlare quest'isola, in ogni momento storico, alla dinamica mercantile e militare delle potenze succedutesi alla sua guida. Infatti, come già accennato, originandosi la calibrazione del sistema di difesa costiera sarda proprio dalla sovrapposizione della griglia socio-economico-geografica alla sua evo luzione storica, ci sembra necessario procedere nella schematica sintesi degli avvenimenti rimarchevoli a ridosso del varo di questo. Gli aragonesi assunsero la signoria dell'isola a partire dal 1295 in seguito al trattato di Anagni23 . Nei termini di questo in concreto era contemplata, in cambio della rinuncia al trono di Sicilia eia parte di Giacomo 11 d' Aragona, la costituzione del «Regnum Sardinea et Corsicae» 24 • Non rappresentava per quanto accennato una novità assoluta, ma si trasformò in tale per la successiva longevità della nuova compagine. Per restare in un ambito puramente cronologico, le fasi salienti che scandirono l'occupazione dell'isola possono riassumersi neHe seguenti. L ' 11 aprile del 1323 iniziano le ostilità del giudice di Arborea contro Pisa. Quindi: «il 15 maggio Giacomo II invia un primo contingente: tre galere con 800 uomini al comando di Gerau y Dalmau de Rocabertì. Il 13 maggio partono 300 imbarcazioni sotto il comando

22 Cfr. E. KANTORow 1c:,: , Federico Il, imperawre, Milano 1976, pp. 670-673, ed anche, G. MAssoK, Federico II di Svevia, Milano 1978, p. 245 . , 23 La conclusione del trattato, e forse sarebbe meglio dire della stipula delle clausole della pace tra gli aragonesi ed i francesi sotto l'egida di Bonifacio VIII, avvenne per l'esattezza il 5 gi ugno 1295 . 24 Cfr. T. CF.10NT, Storia di Spagna, l'vlilano 1940, pp. 286-288.


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La difesa costiem del Regno di Sardegna dal X VI al XIX secolo

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8. A) Antica carta della Sardegna con le sue suddivisioni. B) La Sardegna ed i suoi due Capi.

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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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supremo dell'infante Alfonso, e sotto il comando diretto di Francisco Carroz. Su consiglio di Ugone, il 12 giugno i Catalani sbarcano a Palma di Sulcis; tra il 26 giugno e il 4 luglio inizia l'assedio di Iglesias, durante il quale gli Aragonesi stringono accordi con i Doria, i Malaspina, Sassari e Ugone d'Arborea. Iglesias cade il 7 febbraio 1324; il 13 febbraio l'infante è a Domusnovas. Il primo marzo ha luogo la battaglia di Lucocisterna, probabilmente nella zona dell'attuale via Fargario, verso Santa Gilla e l'aeroporto di Elmas. La battaglia si conclude con la vittoria aragonese, e dopo di essa inizia l'assedio di Cagliari. 11 Castello si arrende il I 9 giugno: Pisa cede al re d'Aragona tutti i suoi diritti in Sardegna e Corsica, l'infante retrocede in feudo alla repubblica pisana il Castello cli Cagliari, Stampace e Villanova, il porto e lo stagno, con il mero e misto imperio (giurisdizione totale) su tutto questo. Il 25 luglio l'infante si imbarca a Palma di Sulcis, e giunge a Barcellona il 2 agosto» 25 . La rapida scansione degli avvenimenti farebbe facilmente supporre che, al momento della partenza dell'infante, la Sardegna fosse saldamente nelle sue mani, un regno cioè unito e sostanzialmente riappacificato nella nuova dimensione dinastica aragonese. In realtà a quella data successe un periodo di violente sollevazioni indigene tese a scrollarsi di dosso proprio tale connotazione. Già sul finire dell'anno i Doria, i Malaspina e la stessa Sassari insorsero, disconoscendo di fatto il legittimo sovrano. Pisa, logicamente, non stette con le mani in mano tentando con qualsiasi mezzo di riconquistare il perduto possedimento . Alle ribellioni però sopravvennero le sconfitte e le immancabili rappresaglie: in alcune città come Cagliari, Alghero e Sassari si giunse alla totale sostituzione della popolazione con sudditi catalano-aragonesi . Ma neanche così la pace si ristabilì. F u soltanto intorno al 1420 che la Sardegna divenne a tutti gli effetti aragonese, o a voler essere pignoli all'indomani della battaglia di Macomer il 16 giugno del 1478 26 . Questa data, tuttavia, non deve essere intesa come quella iniziale delle disposizioni governative aragonesi che in effetti si ebbero già dal 1324, disposizioni che daranno vita ad un parlamento propriamente detto nel 1421, preceduto peraltro nel 1416 dalla istituzione del viceregno di Sardegna27 • «Secondo Ja tradizione della Corona d'Aragona ... la Sardegna viene incorporata ... come un regno autonomo ... (per quella infatti) ... in ognuno dei territori vi saranno Parlamenti che produrranno una legislazione specifica per ogni regno ... (pertanto anche questo) sardo è un'importazione dai territori iberici. .. (e) quando raggiunge la pienezza formale riflette un modello chiaramente catalano. Esso si strutturerà in tre bracci o stamenti: ecclesiastico, militare, e reale o delle città. Allo stamento ecclesiastico erano convocati i vescovi ed i prelati; al militare tutti i feudatari dell'isola; al reale o delle città i rappresentanti delle città reali, con privilegio di assistere alle riunioni» 28 . Se il matrimonio di Ferdinando d'Aragona con Isabella, erede al trono di Castiglia, avvenuto nel 1469, determinò l'unificazione delle due corone, premessa per la creazione dell'Impero Spagnolo, fu curiosamente soltanto l'anno dopo la battaglia di Macomer che: « ... nel 1479 l'intera Castiglia venne finalmente portata sotto il controllo di Isabella ... (e inoltre che) venne a morte anche Giovanni II di Aragona. Orbene, con la Castiglia pacificata e con Ferdinando salito al trono cli suo padre, i due sovrani - Ferdinando e Isabella - erano finalmente e congiuntamente re di Castiglia e di Aragona. La Spagna . .. era ormai una realtà concreta ... » 29 . Di quella realtà imperiale venne così a fare parte integrante anche la Sardegna, nel bene e nel male. Da quel momento si susseguirono lungo tutta la durata della dominazione spagnola i seguenti vicerè: 1479 1484 -

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Ximenez Perez Guglialme Peralta

Cfr. R. CoNoE, D. D E l\fouNA, La Sardegna aragonese, in Storia dei Sardi... , cit., voi. TI, pp. 258-261. Vi è negli autori una certa discordanza circa la data di questa celebre battaglia. Per molti infat.t.i è avvenuta il 19 maggio. Resta fermo comunque che Lramite la stessa Leonardo Alagon marchese d'Oristano fu sanguinosamente sconfitto dalle truppe aragonesi di Giovanni II cl' Aragona, comandate dal suo viceré Nicola Carroz. 27 La compagine imperiale messa insieme dalla Corona cl' Aragona fu in sostanza una sorta di C'Onfeclerazionc di stati sostanzialmente autonomi sotto il profilo legislativo ed amministrativo, retti da un particolare funzionari o regio, il Viceré. Esso compare in torno al quattordicesimo secolo, e si radicò nella dinamica imperiale spagnola . La carica per una singola persona durava per lo più tre anni, ma vi furono frequenti e considerevoli eccezioni. 28 Da R. CoNoE, D. DE MoLINA, La Sardegna ... , cit., p. 274. 29 Da J.H. En,oTT, La Spagna... , cit., p. 21. 26


Premessa

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1488 - Mendoza 1491, 24/11 - Dusay (lo è ancora nel 1497) 1511 - Rebolledo 1515 - Angel de Villanova (lo è ancora nel 1523) 1529 - Martin de Cabrero 1534 - Antonio Fakh de Cardona (Io è ancora nel 1543) 1550 - Fernandez de Heredia 1556 - Alvaro de Madrigal (lo è ancora nel 1562) 1570 - Juan Coloma d'Elba J 578 - Miguel de Moncada (lo è ancora nel 1583) 1593 - Gaston de Moncada d' Aytona (scadenza ciel mandato 1597) 1597 - Antonio Coloma, conte d'Elda 1604 - Pedro Sanchez de Caiatayud 1614/ l 5 - Carlos Borgia de Gandia 1617 - Alfonso d'Erill 1622 - Juan Vives de Canyamàs 1626 - Jeronimo Pimentel de Bayona 1632 - Antonio Jimenz de Urrea 1638 - Andrea Doria, principe di Melfi 1640 - F abrizio Doria, duca di Avellano 1644 - Luis Guillelm Moncada de Aragon 1650/51 - Gian Giacomo Trivulzio, cardinale 1653 - Conte di Lemos 1657 - Francisco de Mora y Conte Real 1663 - Nicola Ludovisi 1665 - Manuel de los Cobos, marchese di Camarassa 1668 - Francisco de Tutavilla, duca di S. Germano 1673 - Fernando Texarclo de Los Velez 1680 - Josè de Funes de Ossera 1680 - Filippo di Egmont 1682 - Antonio Lopez Ayala de Fuensalida 1686 - Duca di Montellano 1690 - Luis cli Moscoso Ossario di Altamira 1697 - Josè di Solis conte di Montellano 1699 - Fernando Moncada di San Giovanni 1703 - Ginesio Fernando Luis di Castro cli Lemos 1707 - Pedro Nuno Colon Il ruolo tuttavia che la Sardegna andò ad assumere all'interno del sistema imperiale spagnolo fu, e rest ò, comunque totalmente marginale, tranne forse che sotto il profilo puramente difensivo dell'intero schieramento in posizione antiturca ed antifrancese. «Secondo gli osservatori del tempo la Sardegna aveva scarso peso nella politica estera spagnola. Della Sardegna occorre dir poco - afferma nel 1559 l'ambasciatore veneto Michele Soriano - perché non ha mai dato né entrata né spesa al re, salvo quest'anno che bisognò mandarvi duemila fanti per dubbio dell'armata turchesca per aver Corsica tanto vicina .... La Spagna, a causa della povertà strutturale e delle deboli risorse economiche della Sardegna, assegnava all'isola soltanto una delicata funzione strategica, sia come essenziale punto di appoggio m ilitare nelle guerre mediterranee, sia come scalo intermedio per il rifornimento di truppe e di squadre navali. L'isola assolveva un triplice ruolo nel sistema strategico spagnolo: A) Nel 1550 viene considerata come l'avamposto di un triangolo difensivo che si incunea trasversalmente nel Mediterraneo occidentale, la cui base è costituita dalle fortificazioni della Catalogna, di Yalencia e di Alicante, i lati sono le tre isole cli Maiorca, di Minorca e di lbiza, e la punta di diamante è rappresentata dalle piazzeforti della Sardegna. B) Nella seconda metà del Cinquecento la Sardegna era inserita in una linea difensiva verticale che


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La d(fesa cosiiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

9. Piazza di sec. XVIII.

Orbetello,

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tagliava la strettoia tirrenica e si basava sulle munite piazzeforti dei presidi toscani (Orbetello, Port'Ercole, Santo Stefano, Talamone, Porto Longone, Ansedonia), sulle tor ri costiere della sponda orientale della Corsica genovese, del litorale laziale, sulle difese e sulle fortezze della Sardegna, del Regno di Napoli, della Sicilia giù sino a Malta come punto estremo di avvistamento e cli corsa dei Cavalieri di S. Giovanni, integrata dalle squadre di galere alla fonda nei porti di Genova, di Napoli, di Palermo, di Messina e, in misura minore, di Cagliari. La Sardegna, da questa prospettiva, po teva diventare la 'llave de Italia', come sosteneva nel 1562 l'ambasciatore spagnolo a Genova. C) La Sardegna come determinante punto strategico al centro del sistema mediterraneo iberico, fra la Sicilia e il Regno di Napoli da un lato, le Baleari e le coste spagnole dall'altro. È questo l'aspetto su cui si sono maggiormente soffermati gli osservatori del tempo. Nel 1685 - in anni cioè in cui le pretese 'imperialistiche' spagnole erano venute decisamente meno - un colto funzionario, Joseph de Haro, in un acuto memoriale sulla realtà della Sardegna presentato al consiglio d'Aragona, scrive che: '' la positura de su situacion la costituie casi esca/a precissa para et transito de las armadas, siendo un antemural de los dominios de Italia" ed inoltre "puede servir no solo para reparo de los accidentes que se experimentan en la navigacion, sino de centro desda e! qual se puedan tirar las lineas adonde lo pidiere la precission de las coniuncturas". Non a caso proprio nelle rade sarde di Cagliari e di Alghero vennero in parte allestite le due grandi spedizioni militari contro l'Africa del Nord, cioè quella contro Tunisi del 1535 e quella contro Algeri del 1541» 30 • La basilare funzione di antemurale strategico imponeva come prima condizione un potenziamento delle fortificazioni delle sue piazzeforti che, come più dettagliatamente andremo ad esaminare, in effetti si avviò in maniera consistente già nel periodo aragonese, con un continuo crescendo nel corso di quello spagnolo propriamente detto. Vi era però anche il delicatissimo ruolo di scalo marittimo militare e commerciale che in qualche modo andava protetto. L'isola infatti, pur non vantando un proprio significa tivo traffico costiero, costituiva un insopprimibile punto di passaggio obbligato, esigenza cli cui ben sapevano le miriadi di corsari, e non tutti barbareschi o turchi, che infestavano il Mediterraneo. Al riguardo è importante osservare che: «nonostante la precarietà politica che caratterizza il corso del Quattrocento, e in ispecie il cronico stato di guerra fra genovesi ed aragonesi di Catalogna, le rilevazioni ciel 1485, iscritte nel cartulario della cabella securitatum di quell'anno, mostrano che le quotazioni dei premi sono rimaste contenute nell'alveo di un secolo prima»31 • Tuttavia proprio eia

30 31

Da A. M ATTONE, La Sardegna nel mondo mediterraneo, in Storia dei Sardi .. . , cit. , voi. III, pp. 25-27. Cfr. G. G1ACCH ERO , Storia delle assicurazioni marittime, Genova 1984, p. 80.


Premessa

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IO. Le principali rotte del Mediterraneo.

queste si evince che i premi relativi ai viaggi da e per la Sardegna risultavano enormemente più cari di altri cli analoga se non maggiore distanza, conferma esplicita della minaccia corsara .. La situazione poi con il tempo andò ulteriormente aggravandosi a causa soprattutto dello stato di conflittualità endemica e perenne tra Francia e Spagna , tant'è che agli inizi del '600 Domenico Peri, autore del trattato Il negotiante così si esprimeva al riguardo, con diretta conoscenza ciel problema: «À tempi presenti ... sono infestate le marine, massime queste del Mediterraneo, non tanto da Corsari nemici del nome Christiano, quanto dalli Christiani medesimi assediando, per dir così, l'Italia con pregiudizio notabilissimo di molti Stati, della Negotiatione, e rovina de' Mercanti»32 • Che in mare aperto fosse pressoché impossibile proteggere i mercantili, salvo il far ricorso - come in realtà più volte si convenne - ai convogli scortati, appariva chiaro a qualsiasi esperto del settore. Ma dove i corsari, per evidente semplicità d'attacco, mietevano il maggior numero di vittime era nelle immediate adiacenze dei porti proprio perché lì il traffico risultava, tra vascelli in entrata ed uscita, molto più intenso, consistente, lento e prevedibile nelle sue rotte e manovre. Ne conseguiva perciò che, per evitare lo strangolamento commerciale, necessitava innanzitutto garantire l'inviolabilità di questi ultimi con idonee strutture difensive. Si sarebbe in tal modo allentata, se non altro, la sensazione di un assedio rigidissimo all'intera isola. Prioritario quindi fortificare i porti, in genere abbastanza modesti, e munire le loro adiacenze di un sistema cli avvistamento a breve raggio, una sorta di torri di controllo dell'epoca. 11 già citato Busca puntualizzava al riguardo : « ... alla punta ciel molo, et alla bocca del porto se d'altra miglior forma non sarà capace faccinsi due buonissimi torrioni. I quali vorrei che avessino due piani, uno poco rpiù su che a pelo d'acqua, et tanto solamente che l'onde non v'entrino per le cannoniere. Et a questo piano stesse J'artiglieria. Sopra li stesso piano una canna od una e mezza fosse un corridore che girasse intorno al di dentro, dove comodamente stessino i soldati con moschettoni grossi per tirare a nemici dentro e vascelli per alti che fossino ... » 33 • Quanto affermato dal trattatista rappresentava, tranne per il dettaglio della presenza e dell'altezza delle artiglierie, l'indiscussa soluzione canonica del descritto problema. 32 Da G .D. PERI, Il negoiiante, Genova 1633, parte III , p. 37. 33 Da G. BuscA , L'Archite/lura... , cit.., pp. 219-222.


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La dffesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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11. Sassari - I" Progetto di Rocco Capellino. I2. Sassari - 2° Progetto di Rocco Capellino.

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Premessa

Tale prassi in realtà si limitava all'erezione di alcune opere foranee, quasi una sorta di radi espedienti che potrebbero definirsi zonali, in quanto la loro validità e difesa riguardava il solo settore coperto, e non già l'intero perimetro litoraneo . La conferma dell'assunto la si coglie nella fioritura, sempre relativamente parlando, di simili strutture già sotto la dinastia aragonese , e l'assoluta inesistenza - anche per settori costieri estesissimi di qualsivoglia protezione, sia pure di semplice allertamento. «Un primo embrionale sistema di avvistamento costiero esisteva già nel periodo aragonese. Si trattava per lo più di torri poste a difesa dei porti caricatori o di qualche approdo significativo . In tutto non superavano la decina. Il sistema difensivo sardo del XV secolo si basava sulle due munite fortezze di Cagliari e cli Alghero , dotate di armi da fuoco, sulla rocca di Castellaragonese, strappata alla famiglia genovese dei Doria soltanto nel 1440, e in misura minore sui castelli e sulle mura di Sassari, di Bosa, cli Iglesias e di Oristano»34 • Traspare, a ben guardare, sin da queste prime annotazioni la sensazione che quanto perseguito in materia di difesa costiera in Sardegna ricordi piuttosto Ja tipologia autodifensiva di una grossa imbarcazione mercantile, che quella di un regno propriamente eletto. Analogamente alla prima infatti l'armatore si fa carico delle spese delle artiglierie cli bordo, non certo per il bene dell'equipaggio quanto piuttosto per la salvaguardia della sua proprietà e, soprattutto, dei proventi che essa gli procura continuamente. È in siffatta esemplificazione anche plausibile ritenere che lo stesso equipaggio da parte sua abbia in qualche modo sollecitato l'adeguamento: in ogni caso però l'obiettivo della difesa resta l'imbarcazione e gli utili da essa derivanti . Non vi è del regno, in altre parole, in materia l'autonomia decisionale, fi nanziaria, e d'intenti e meno che mai la sensibilità sociale del problema, quale considerazione primaria per attivare un qualsiasi dispositivo protettivo. È una visione difensiva assolutamente divergente da quanto in quegli anni lungo le coste mediterranee si andava febbrilmente attivando, pur nell' ambito della sovranità limitata di cui 'godevano' i diversi viceregni spagnoli . Chi però pagava una grossa aliquota dell'inadeguatezza difensiva dell'isola era la sua popolazione, sottoposta alle razzie turco-barbaresche con una frequenza esasperante. Il livello del dramma toccò il suo apice e si attestò a lungo su quella tragica quota, dopo il primo decennio del XVI secolo (Algeri come stato corsaro fu «fondata» nel 15 l 8 dai fratelli Barbarossa). Basti ricordare al riguardo che Carlo V nel 1535 riscattò a Tunisi ben 1119 schiavi sardi, per l'esattezza 644 maschi e 475 femmine, cifra che, rapportata alla popolazione del momento dell'isola - inferiore alle 200.000 unità dà già un impressionante riscontro del turpe fenomeno . E non fu che un singolo episodio! In pratica non passò anno del XVI secolo senza che una qualche grossa incursione turco-barbaresca funestasse l'isola, questo per tacere le minori e gli innumerevoli abbordaggi ai mercantili . Contro un siffatto stato di cose si invocò lungamente l'attuazione di congrui provvedimenti, che purtroppo, per quanto precedentemente esposto, si fecero attendere quasi un secolo, e furono peraltro di gran lunga inferiori alla specifica esigenza. Sarà appunto quella travagliata gestazione e la meschinità del suo parto l'argomento della nostra ricerca, condotta costantemente sulla stretta falsariga dei documenti coevi .

:i 4 Da A.

M,H TO NE,

Le isiiiuzioni militari, in Storia dei Sardi ... , cit., voi. III, pp. 66-67.



CAPITOLO PRIMO

Stato della difesa sarda prima di Lepanto

Genesi ed evoluz;one delle piazzeforN marittime Francesco d 'Austria-Este 1 scriveva, nella sua accurata Descrizione della Sardegna del 1812, che tale isola non : «può contare altra vera fortezza regolare, c he quella di A lghero, poi vi è il Castello cli Cagliari, che ba mura, bastioni, e una vecchia fortificazione un poco rovinata; poi vi è Castel Sardo (già Aragonese n.d .a .) . .. che è al m are verso la Corsica, ed è una piccolissima miserabile cittadina su un alto monte tutto scoglio, quasi inaccessibile, e che lo è solo d a una parte , p er cui vi si sale, e questo posto già dalla natura fortificato ha anche credo qualche fortificazione dell'arte, e artillieria. Del resto la Sardegna colle isole adiacenti non ha che qualche città cinta di mura con una ben semplice difesa più per un improvviso attacco di barbareschi che per a ltro; come p.e . ... la città di Bosa, quelle di O ristano e d'Iglesias ed anche Sassari hanno mura, hanno porte, ma nessuna sorte di fortificazione, né hanno artillieria ... Vi sono poi qua, e là nell'isola alcuni fortini, ossia ridotte fatte modernamente nei luoghi, ove sono da temere li sbarch i dei barbareschi, coi quali la Sardegna è sempre in guerra ... » 2 . Fatte salve le ricordate batterie e r idotte moderne , il giudizio, sebbene relativo al XIX secolo, trova una sua invariata corrispondenza anche nei secoli precedenti. Infatti le località nominate rap presentavano le sole che in qualche modo potevano vantare, già all'indomani della costituzione del Regno di Sardegna, un qualsiasi apparato difensivo perimentralc . Questo però presentava un'ampia escursione quali tativa andando da una semplice cinta , per lo più anacronistica e rabberciata, ad una cerchia bastionata propriamente detta, pienamente conforme alla tipologia coeva di una p iazzaforte marittima, dotata degli aggiornati ed indispensabili accessori ed attributi. A l riguardo è necessario, prima di addentrarci nella trattazione specifica, sinletizzare breveme nte le finalità e quindi le caratteristiche di una piazzaforte marittima quale appunto si andava delineando agli inizi del XVI secolo. «Fra le fu nzioni precipue di una piazzaforte . .. vi è la protezione id onea d ei mezzi navali in uso e di un grande porto, relativamente parlando. Quest'ultimo è l'elemento caratterizzante del complesso : in esso possono raccogliersi le navi militari , ed in esso trovano riparo i mercantili e quindi i com merci del Regno. Interesse prima rio p e rtanto è impedirne la conquista al nemico, che ne trarrebbe vantaggio incommensurabile in una potenziale invasione. Senza tale possesso non era credibile già nel XVI secolo alcun tentativo di operazione anfibia di vasta implicanza , p er l'impossibilità d i approvvigionare i contingenti s barcati. La piazzaforte marittima è quindi riconducibile ad un porto massicciamente difeso da mare ed anche eia terra, pe r evitarne la conquista alle spalle, con larga autonomia operativa e con ogni attrezzatura necessaria per la guerra terrestre e navale, il tu tto su scala urbana; logicamente diviene rim archevole, o ltrech é per la q ualità geomorfologica del suo porto, soprattutto per la sua ubicazione geografica, relazionata agli itinerari d'immissione a ll 'in terno del Paese, e quindi a l contesto militare dell'epoca. Si p ossono agevolmente distinguere in eminenlemente dife nsive, quando i l porto è esclusivamente mercanti le e le fortificazioni sono finalizzate alla salvaguardia del commercio, non raramente di importanza strategica come quello del gran o . .. e in offensive. In queste ultime i bacini sono

1 Tra n asi dell'arciduca Francesco IV, figlio di Ma ria Beatrice d 'Este e deJl ' arc iduca r:erclinanclo d'Austria. All'epoca del suo soggiorno nell'isola aveva 32 anni, e militava attivamenic contro la Francia napoleonica, motivo per cui il 3 I maggio I 81 I si rifugiò presso suo cognato il re di Sardegna. Quivi infa11i avrebbe dovuto ira l'altro riorganizzare i quadri ed i prigioncrieri di guerra italiani, in una son.a d i a rmata di li berazione filoinglese. ln prati ca però l'unico risulta lo co ncreLo dell'ambiziosa missione, protranasi per circa quatlro mesi, fu il saggio sulla Sardegna, peraltro di notevole inrcrcsse documenLario. 2 Da F. u' A uSTRJA-EsTE, Descrizione della Sardegna (1812), a cura di G. Bardanzellu, Roma 1934, pp. 66-67.


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al X IX secolo

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gli scali abituali della fl otta milita re, e gli impianti accessori comprendono arsenali e magazzini d i materiali bellici: attualmente si classificano come basi navali. T ramile questa seconda tipologia di piazzaforte marittima si provvedeva attivamente alla protezione navale dello Stato e quindi la loro rilevanza totale era di gran lunga superiore a quella precedente, come del resto il costo cli approntamento»3. Di siffatta connotazione la Sardegna p u rtroppo schierò sempre e sollanto quella di Alghero e in tono m inore - q uella di Cagliari. Sì deve però rimarcare, per concludere, che essendo le for tificazioni delle approssimative piazze sarde ed ificate sostanzialm ente in funzione anticorsara, o meglio a ntibarbaresca, per tale fina lità persino le più elementari e scalcinate risultavano congrue e dissuasive. Pertanto diviene necessario e coerente con il nostro saggio includere anche queste nella esposizione per schede, costituendo comunque le s tesse i rari caposaldi della difesa costiera antinvasiva ci el Regno cli Sard egna. Ciò premesso il nostro ideale periplo avrà percorrenza oraria a partire dalla capitale Cagliari, e no minalmente prima piazza sarda. La descrizione .storico-architettonica si attesterà incorno alla seconda metà del XVI seco lo, immed iatamente a ridosso della battaglia di Lepanto, quasi cioè in corrispondenza dell'avvio del programma edificatorio delle torri, ossia della difesa costiera a ntincu rs iva.

CA GLIAR I Nella sua plurimillenaria storia Kara/;s, nel cui etimo è ancora oggi riconoscibile la radice protosarda che ne ricorda la sua peculiarità di «roccia» e per estens ione di fortezza, ebbe perciò dall'origine una connotazione d i piazzaforte marittima d i primaria importan za strategica4 • L a città affacc iantesi su l goifo degli Angeli ricevette in realtà siffatta ind eleb ile impronta specialmente all ' indomani della conquista roman a - successiva ad un estesissimo d ominio punico - avviatasi concretamente nel 237 a.C. 5 e che a sua volta si sarebbe protratta per oltre sette secoli, fin quasi alla metà del 400. Pur in un contesto particolarmente atroce e devastante per l'irriducibile resistenza dei sardi\ mai ciel tutto piegata, l'isola gradualmente s i adeguò alla visione strategica dei suoi nuovi padron i e ne ospitò gli immancabili insediamenti militari . Tra q uesti per noi riveste significativo interesse quello che si ebbe a Cagliari di un gruppo della squadra navale d i Miseno, dalla cu i pro tezione, stando a Vegenzio7, l'isola dipendeva. Con ferma esplici ta ed abbondante di tale affer mazione sono le numerose iscrizioni funerarie ivi rinvenute 8 relative ad alti ufficiali d ella flotta, che altrimenti non t roverebbero giustificazione plausibile. Spiccano fra queste quelle di alcuni centurioni; comandant i nella marina imperia le di un intero equ ipaggio di una unità navale da guerra. Di certo C agli ari non fu l' unica base m arittima ro mana sarda ma senz'a ltro una delle principali, dotata pertanto di tutte le pertinenze tipiche di tale ruolo. Nel generale sfaldamento dell' impero q uesta dovette alla men peggio sopravvivere, t ant'è che non appena Bisanzio riaffermò in qua lche m odo

3

Da r. Russo, La difesa costiera nel Regno di Napoli dal XVI al XIX secolo, Roma 1989, pp. 46-48. Pun tua lizza in mer ito I. PR1NC IPE, Cagliari, Roma-Bari 19882 , p. ll: «no me, che st ud i recenti assegnano orm ai senza incertezze a una radice mediterranea Kar(ra), con signifìcaro di 'pietra', 'roccia'. Su qucsia base entrerà nell'uso comune la dizione Caralis o Karalis ... fino al Medioevo quando verrà sostituita dalla forma metatetica Calaris. Tl raddoppio della I ... in Ca/lari ... è documenra to già nel X III secolo, eia cui per influsso catalano-spagnolo si svolgerà l'attua le Cagliari». 5 Sull'a rgomento cfr. P . M 1,LoN1, La Sardegna e la Repubblica Romana, in Storia dei Sardi ... , cit., voi. I, pp. 2 13-234. 6 Cfr. S. F. BoJ<ul, Le sopravvivenze puniche nella Sardegna Romana, in Storia dei Sardi... , cit., voi. I, pp. 205-211. Basti inoltre considerare che ancora in piena età im periale, il territorio sardo era diviso in Romà nia - la parte colonizzata dai romani c quindi ritenu ta 'civilizzata' o co munque affidabile - e in Barbagia - que lla endemicamente cd irriducibilmente ribelle. A lla pri ma appartenevano le grandi pianure cd i centri rivieraschi, mentre all'a ltra l'area interna aspra e montuosa , popolata da infidi pastori. Secondo l'abituale logica romana quest'ultima fu di fatto isolata, esempio uheriore di conclusione dei conflitti imperialistici sostenuti dalle legioni in contesti geografici impervi. Sull'argomento cfr. r. Russo , Dai Sanniti all'esercito Italiano, Roma 1991, Parte Prima: !/secolo dei Sanniti. 7 Cfr . F.R. V EGF.N7.10, L'arte militare, risiampa a cura di A. Angelini, Roma I 984, lib. V,§ I, p. 179. 8 Cfr. P. M1:Lo'l1, La romanizzazione, in Storia dei Sardi ... , ci t., voi. T, p. 280. 4


Stato della difesa sarda prima di Lepanto

13. Le coste ed i dintorni di Cagliari in uno schizzo di Rocco Capellino .

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13

la sua autorità sull' isola, la città tornò ad essere sede di u n gerarca della flotta imperiale9 , riprova della sua invarianza strategica. Cagliari quindi continuò , sia pur drasticamente ridimensionata, ad essere u no scalo marittimo mercanti le e militare di una qua lche importanza. Curiosamente però a l crescere della potenza m usulmana nell'A frica del nord, corrispose un progressivo disimpegno della politica bizantina dalla città 10 • Probabilmente esulava dalla nuova sfera di interessi di Costantinopoli , forse per essere orm ai troppo periferica rispetto ad i suoi più remuneratìvi traffici o for se per le eccessive spese che una simile pro prietà comportava . Fortunatamen te anche per gli arabi la situazione era in sostanza analoga . Infatti, nonostante le ri petute scorrerie, i reiterati saccheggi e le efferate devastazio ni , la vo lo ntà di impossessarsene non riuscì mai a resistere alla prova d el tempÒ, fr ustrata certamen te dal negativo bilancio conseguente. In ogni caso dall'avvento del mille e per quasi due secoli il buio totale scese su Cagliari, lasciandoci unicamente ritenere, sulla falsariga di molteplici vicende sim ilari, che essa continuò in q ualche maniera sia pur marginale ed insignificante ad esistere quale porto commerciale e magari come sporadica base militare, per l' uno o per l' altro belligerante del momento . N iente però è lecito presumere circa sue eventuali strutture di fensive permanenti , delle quali - sia a livello documentario d 'archivio che d i ritrovamento archeologico - nulla ci è pervenuto. È soltanto agli inizi d el XIII seco lo che si rintracciano le p rime notizie concernen ti un castello u bicato nei pressi di Cagliari su d i una collina, costruito dai pisani, assurti nel fr attempo a nuovi detentori della città e di buona p arte dell' isola. Difficile però identificare nelle sca rne fonti coeve una precisa consistenza architettonica. In realtà sulla somm ità d i una collina dei di ntorni di Cagliari si ergono ancora i ruderi di un vetusto castello, e non appare del tutto escluso che possano in sostanza ricondursi alla fortificazione pisana.

9 Sulla riorgan izzazione imperia le bizantina cfr. A .H.M. Jo Ni.:~ , li tramonto del mondo antico, Bari 1972, pp. 210- 2 1 l. Cfr. anche D. Ono u ,Nsi:v, l i co111111011wealth bizantino, Roma-Bari 1974, pp. 63 e sgg. 10 Sull'espande rsi della potenza musulmana successiva alla morte di Maomeuo, cfr. R . FoLZ, A. Gi.;1uou , L. MussET, D. SouRDl3L, Origine e Jòrrnazione dell'Europa rnedievale, Roma-Bari 1975, pp. 238-346. Ecl anco ra , cfr. I I. P 11HìNNE , Maomello e Car/0111ag110 , Roma-Bari 1976, pp. 137- 165 .


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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14, A) e B) Cagliari - Forte S. Michele che racchiudei resti dell'antico castello del XTTI secolo .

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Stato della difesa sarda prima di Lepanto

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15. Veduta del Forte di S. Michele da Cagliari.

«Il castello di San Michele (Santu Miali secondo un toponimo di origine bizantina) fu costruito, come sostengono autorevoli storici, nel XIII secolo dai pisani che ne posero le fondamenta sopra le rovine cli un antico chiostro .. . L'edificio ... consta di tre torri quadrate (due pisane orientate ad est e a nord , ed una aragonese) disposte agli angoli della fortezza. La torre manca sul lato occidentale, mentre quella rivolta a sud è più alta delle altre .. . Vi sono dei terrapieni che costituiscono il recinto della fortezza che è ancora circondata da un muro e da un profondo fossato. Il castello è dunque isolato ed è possibile accedervi solo attraverso un ponte levatoio (situato a nord-est) che comunica con l'ingresso. L'importante opera ... costruita con pietre liscie e ben squadra te, presenta gli archi delle porte interne e di alcune finestre costruiti a 'tutto sesto' ... [in] stile romanico . Sopra la porta sono murati due stemmi in pietra: uno raffigura il castello, mentre l'altro è - molto probabilmente - ... di una potente famiglia pisana ... » 11 • In merito però alle strutture esterne in terra, molto più sensata appare l'ipotesi : «che dovrebbero far parte delle opere di fortifi cazione compiute contro la prevista invasione francese del 1793 e di cui appaiono tracce molto labili ... » 12 . Quanto innanzi citato - che conforta ampiamente la tesi sulla origine pisana del castello - non trova però indiscussi consensi, pur trattandosi comunque di una realizzazione medievale. Di certo la presenza pisana stabilmente insediatasi, oltre al discusso S. Michele, impresse una vistosa riqualificazione all'apparato portuale correlandolo alla città che contemporaneamente presero a fortificare, ammorsandone le possenti murazioni ai fianchi di una vasta collina . Su quella inoltre eressero altissime torri apicali, con soluzioni d'impianto di una tale validità da permanere in tutte le successive riedificazioni . «L'autentico colpo di genio dei pisani fu ... di impadronirsi di quel certo colle e di fortificarlo. È una svolta importante nell'evoluzione urbana e sociale di Cagliari, che per lunghi secoli verrà caratterizzata da una presenza così ingombrante e eia una funzione quasi esclusiva: quella militare. Con la differenza che mentre per i pisani Castello e fortificazioni erano solo il presupposto di un vivo dina-

11 12

Da A. ANG10N1, San Michele: quando il vero medioevo?, in «Altairn, Cagliari, agosto-senembrc I 980. Da F. Fo1s, li castello di San Michele, in «Almanacco di Cagliari», Cagliari 1976.


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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16

mismo ecoI).omico, i successivi dominatori li renderanno lo scopo stesso dell'esistenza della città. In mancanza di prove contrarie, il colle si può ritenere benissimo vuoto cli costruzioni di qualche significato quando i pisani se ne impadroniscono, e si presentava come una stretta rocca naturale, di forma trapezoidale, di circa venti ettari, col lato più corto rivolto verso la Marina e il lato più lungo, quasi uno strapiombo di una trentina di metri che non richiedeva alcuna opera muraria, ad oriente su un piano sensibilmente inclinato verso il mare. Non è possibile determinare con sicurezza le varie fasi cli costruzione delle torri e delle altre opere difensive: l'unico punto fermo riguarda l'edificazione delle spettacolose torri cli S. Pancrazio e del Leone, le prime due elevate rispettivamente nel 1305 e nel 1307 da tal Giovanni Capula architector optimus ritenuto di nazionalità sarda ... » 13 • In merito alla paternità del Giovanni Capula 14, è fatto esplicito riferimento nell'epigrafe, su lastra calcarea, murata all'ingresso della ·torre di S. Pancrazio che così lo celebra: +SUB ANNO MILLESIMO NOSTRAE REDEMPIONIS DUECENTESIMO NONAGESIMO QUINTO INDICTIONE SECUNDA DEI DUORUM DOMINORUM TEMPORE B. ALCATA RAYMUNDI DE BALNEO CASTELLANORUM TURRIS HAEC FUNDATA CU) OP ERARIUS FUIT CONSTITUTUS B. CARCOLASIUS PROVIDUS ASTUTUS UB1QUE LOCORUM ATQUE SCRIBA PUBLICUS SIBI ASSIGNATUS AEDITUS NOTARIUSQUE SIC DEPUTA-

Da I. PRINC IPE, Caglìari, cit., p. 45. Le noti zie biografiche relative a quest'illustre architetto sono praticamente inesistenti. Circa la sua asserita origine sarda le prove insistono esclusivamente sul cognome alquanto frequente nell'onomastica isolana. In nessuna altra località della Penisola del resto risulta aver operato tale arch itetto a qualsiasi livello, e ciò torna a conforto dell'ipoLesi. J3 14


Stato della difesa sarda p rima <li Lepanto

31

16. C agliari - Resti delle ro n ifica zion i pisane . 17. T orre d i S. P a ncrazio.

17

T US COELI COELORUM CEPHAS HUIUS FABRICAE OPERA SCEDULA ARCHITECTUS OPTIMUS J OHANNES CAPULA MURARIORUM PORTA BEATI SANCTI PANCRATII 15 •

Una seconda lapide di tono similare lo ricorda pure sulla torre clell' E lefante: P ISANO COMUNI, OMNtA CUM IIONORE CONCEDENTE DNO, CAEDANT, VIGORE, ET OPERA, MAX IMAE T URRIS ELEPHANT IS, fUND ATAL: IN NOMINE SUMM I TRIUMPHANT IS, SUB ANNIS CURRENT IBU S DOMIN I, M ILLEN IS TRECENTENIS, INDI CTIONE SEPT IMA, DOMINIS PRUDENTIBUS lOANNE C IORA, IOANNE DE VECCHIIS, ORA TIA DI VINA CASTELLI CALAR, CASTELLANIS ATQUE FIDELISS IMIS CIVIBUS PISAN IS CUI F UIT ELECTUS SAGAX OPERARIUS, P ROVIDUS SAP IENS MARCUS CADOLARIUS ATQUE S. DEDITUS ODO NOTARIUS ... COMPOSITOR HORUM ... CT CAP ULA IOANNES .. . MAGISTER NUMQUAM SUI O PERIS lNV ENTUS SIN ISTER 16 •

Quanto alla terza torre, altrimenti nota come quella del Leone: «oggi incorporata nel palazzo Boil che ne lascia in vista soltanto la porta - si può pensare per motivi stilistici e per via di logica costruttiva, essendo sorta contemporaneamente alle altre due e sempre sotto l.a direzio ne ciel C ., che sia stata

15 La dicitura della lapide è in tegralmente trascritt.a, previa comprensibile d ifficoltà ricognitiva, in «Archivio Sto ri co Sardo», vo i. V, Fase. 1-2, 1909, p. 338, Aneddoti e no1izie, Le forti fica1.io ni di Caglia ri secondo un cronista del scc. XV II. T rattasi del manoscritto cli P. Giorgio Ateo, un cappuccino del convento di S. Antonio da Padova in Cagliari, redatto presumib il mente imorno l'uhimo decennio del secolo XVI I. 16 Ibidem, p. 340.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

18. Bosa - Castello cli Serravalle. 19. Cagliari - Veduta idealizzata della città in una stampa del XVII secolo.

18

anche progettata da lui. Essa concludeva la cinta che si svolgeva dalla torre di S. Pancrazio, a nord, e passando a sud-ovest per la torre dell'Elefante, lasciava scoperto il lato orientale del quale si affidava la protezione allo strapiombo della roccia» 17 • È interessante osservare che, delle suddette torri, la meglio conservata appare queUa dell'Elefante, alta m. 35, peraltro del tutto analoga, con la sua pianta ad L, alle restanti. Una rastrematura, scandita da tre successive reseghe del paramento esterno, ne accentua la slanciata verticalità. Ottima appare ancor oggi la tessitura muraria, realizzata in conci calcarei squadrati, di provenienza limitrofa (Bonaria). La suggestione complessiva risultante conduce agevolmente ad accreditare una formazione toscana al progettista, tesi che ha indotto - motivatamente - ad intravedere un suo fattivo intervento anche per la torre mastra, nel coevo rifacimento, del castello di Serravalle, dei Malaspina, presso Bosa 18 • Al di là della eccezionale rilevanza architettonica è indubbio che sotto il profilo militare l'edificazione delle mura e delle vertiginose torri tradiva un contesto di paventata minaccia aragonese contro la città. 11 timore sembra anzi addirittura crescere con lo scorrere degli anni, tanto da imprimere in breve volgere a Cagliari la definitiva trasformazione in munitissima piazzaforte, forse tra le migliori del momento. La natura dei luoghi e le opere dell'uomo congiurano a connotarla come inespugnabile, fama del resto, alla luce dei successivi eventi bellici, pienamente meritata.

17

Dal Dizionario biogmfico degli Italiani, voi. XIX, 1976, alla voce: «CAPULA Giovanni», p. 272. Il G .F. FA RA, (1543-1591), insigne swrico sardo, nonché vescovo d.i Bosa, afferma che il castello dei Malaspina fu innalzato da questi nel 1112, esattamente sul colle Serravallc a circa 80 m. s.J.m. Gradatamente ai piedi del castello si andò aggregando un piccolo borgo. Però a differenza di qua nto usuale nell'urbanistica medievale, mai si fusero restando sempre due distinte realtà. Nei primi anni del '300 e forse proprio ad opera del Capula il suddetto castello fu ristruuurato ed ampliat.o, subendo una serie di passaggi di proprietà fra i Malaspina, gli Aragonesi e gli Arborea, pur non sostenendo veri e propri assedi. Ancora nel XIV secolo gli aragonesi ne dilatarono la cerchia aggiungendovi altre r.orri poligonali. Così nel XV secolo si applicarono ancora tre spalti terrapienati per le artiglierie. Nonostante ciò il castello iniziava la sua parabola ccmclusiva risullando or mai anacronistico anche per la Sardegna . Sporadici progetti di ripristino redatti nei secoli seccessivi non ebbero infatti alcun seguito. 18


Stato della difesa sarda prima di Lepanto

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«La cinta for tificata è quadrangolare, ma le porte, ciascuna cinta a sua volta di mura, fossi e dotata di po nte levatoio e di porta falsa, sono soltanto tre in corrispondenza delle tre torri maggiori , e di queste certamente più antiche : a sud quella ciel Leone per le comunicazioni con la M arina; a ovest col quartiere di Stampace quella dell'Elefante ... a nord verso i Campidan i e guardata dal non lontano castello di S . M ichele quella di S . Pancrazio ; nessuna comunicazione diretta, invece, con Villanova, sovrastata com'era dalla rupe rettilinea ... » 19 . Nella città risiedevano a ll'epoca circa 20.000 a bitanti, consistenza ·demografica intorno alla quale in effetti oscillò fra l'età romana ed il XIX secol o. Urbanisticamente non differiva poi dagli altri equivalenti centri medievali itali ani, con strade longitudinali strette e vicoli trasversali ancora più stretti, lungo i quali gravitavano basse casupole a due piani, senza alcun palazzo propriamente detto e meno che mai case-torri o signorili. Gli eventi militari che videro coinvolte di lì a breve le rievocate fortificazioni possono sintetizzarsi nella loro consegna agli aragonesi, comandati da Alfonso IV, avvenuta il 9 giugno del 1326. Cessava così dopo o ttanta anni il dominio di Pisa, e si instaurava quello aragonese, che a sua volta si sarebbe protratto per quasi un secolo e mezzo. Il nuovo sovrano int raprese immediatamente una vasta ristrutturazione delle difese cagliaritane, moltiplicandone la mitica poderosità, completando gli interventi intorno al 1345. Ma occorsero ben 31 anni perché queste subissero la prova dell'assedio, allorché g li Arbo resi le investirono e ne tentaro no lungamente la tenacia con assalti r ivelatisi inconcludenti. Altri studi di trasformazioni e di potenziamento aven ti sempre per oggetto le medesime fortificazioni si elaborarono, ed in parte si attuarono, su volere di re Martino nel 1396. Per imbattersi però in un significativo episodio ossidionale contro il Kastrum Ca/aris si deve attendere il 1473. Ed ancora una volta Je possenti mura urbiche non capitolano d i fro nte alle truppe Arboresi, co mandate da Leonardo Alago n. Analogo riscontro, appena t re anni dopo, frustrò gli sforzi di suo figlio Artaldo, che vide i suoi risoluti impeti infrangersi contro la micidiale murazione . L'intera dinastia aragonese si avvicendò pertanto al riparo delle inviolab.ili opere della capitale, esaurendosi infine nel 1516, anno in cui la Sardegna - facente parte dei beni della Corona d 'Arago-

19

Da I.

PRrNctrE,

Cagliari,

cit., p.

45.


La difesa costiera del Regno di S ardegna dal XVI al XIX secolo

34

na - si ritrovò sotto Carlo V. Fu q uesto l'avvio della dominazione spagnola, che si concluderà 240 anni dopo 20 . L'inserimento dell'iso la nella compagine imperiale asburgica avviene in un momento di profonde trasformazioni tanto a livello politico, quanto più sensibilmente a quello tecnologico. La straordinaria porta ta delle innovazioni sembra rappresentare quasi tangibilmente la conclusione del Medioevo, co n il defini tivo superamento delle sue secolari impostazioni. Anche per l'architettura e l'ingegneria mi litare si impose una rapida e radicale rielaborazione di tutto il repertorio canonico e formale, che spesso affondava i suoi stereotipi quasi nella preistoria21 • Sotto la pressione travolgente di una efficace e funzionale artiglieria, le pittoresche cinte turrite c merlate divengono pateticamente fragi li ed anacronistiche . TI tiro concentrato dei moderni cannoni impieganti proiettili di fe rro, le vede scrosciare rovinosamente dopo poche salve. L'insieme dei frettolosi espedienti escogitati ed attuati nella fase cosiddetta di «transizione» 22 , non offre più una credibile garanzia difensiva. Uno dei massimi esponenti d ella tradizione tecnica italiana, ovunque rin omato e stimato, Francesco di Giorgio Martini, al cospetto della inusitata potenzialità distruttrice delle procedure ossidionali che di anno in anno si andavano esplicando, scriveva sconfortato: «I moderni nuovamente hanno ritrovato un instrumemo di tanta violenza, che contro a quello le armi, gli studi, la gagliardia poco o ni ente vale, e che più è, in picciolo tempo ogni grossa torre si ruina e getta a terra, e certo t utte le a ltre macchine, vane e superflue si possono appellare ... »23 . La costernata testimonianza di un simile addetto ai lavori suonava come una sorta di necrologio nei confronti dell'ultima generazione di fo rtificazioni, quelle in pratica erette allo scadere della dinastia aragonese24 . Strut ture nuovissime e mastodontiche, però irrimediabilmente giubilate nella concezione, buone ormai a l massimo contro un assalto di predoni del mare. Ma laddove per l'importanza del sito la visione strategica lo imponeva, come ad esempio per la capitale o per la piazza marittima di Alghero, quanto sinteticamente esposto significava dover ripartire da zero in materia di fortifica:.done perim etrale. Una torre particolarmente alta ad esempio, del tipo cioè di quelle pisane di Cagliari, avrebbe offerto un magnifico bersaglio alle artiglierie d'assedio, ed una volta sbrecciata alla base sarebbe rovinosamente crollata, travolgendo centinaia di difensori, demolendo ampie sezioni di cortina e colmando con le macerie il fossato antistante : esito complessivo paragonabile all'esplosione di una grossa mina! È significativa al riguardo la relazione del Marchese di Pescara del 1523, che ne proponeva l' abbattimento o per lo meno la cimazione, in quanto le stesse potevano soltanto: «servierien a matar gente» 25 • Inoltre la stessa durezza dei conci lapidei delle mura coadiuvava i proietti nell'opera di demolizione, amplificandone e trasmettendone le sollecitazioni impresse dagli impatti. Nei medesimi anni Luttavia, proprio in Italia , si originò la risposta vincente della di fens iva, destinata a condizionare l'intera produzione architettonica in materia, per i successivi tre secoli. Passò alla storia come la «traccia italiana» 26 , e presupponeva strutture «morbide» per favorire l'assorbimento e lo smorsamento dei colpi. Muraglie terrapienate di notevole sezione trasversale, basse, inclinate e sfuggenti, ricche di studia te postazioni casam att:ate per la difesa radente, concretizzavano i capisaldi

20

Sull'a rgomento cfr. E . I30TT1 N1-M,, sSA , La Sardegna sotto il dominio spagnolo, T o rino 1902, pp. 33 e sgg. 21 In merito agli antichi ste reotipi dell 'architettura m ili tare cfr. r. RL."sso, Dallo srazzo alla cinta bastionata, in «L' Universo», IGM1, n. 4, 5, 6, Firenze 1983, pp. 597-624. Ed ancora sul medesimo argomento cfr. J. H,,R,1,,1so, L'arte della guerra nel mondo antico, Perugia 1978, pp. 143-158. 22 Circa le caratteristiche dell'archite11ura militare di transizione cl'r. A. C,\ss1 RAMELLI, Dalle caverne ai rifugi blindali, Milano 1964, pp. 309-384. Ed a ncora I. HnGu, Storia delle f ortificazioni, Novara 1982, pp. I 10- 122. l.l La citazione è tratt a da E. BRA vr. 11" , L'Artiglieria e le sue meraviglie, Mi !ano l 919, p. 86. Più in generale cfr. f. 0 1 G10Rc10 MAR 11N1, Tra flati di architettura ingegneria e arte militare, a cura di C. Maltese, Verona, ristampa 1967. Circa i limiti invece del Manini cfr. B. G1 uE, Leonardo e gli ingegneri del Rinascimento, Varese 1972, pp. 124-130. 24 Sulla incred ibile concomitanza cfr. F. Russo, La 111urnzione aragonese di Napoli: il limite di 1111 'era, Società Napoletana cli Storia Patria, Archivio Storico per le Province Napo leta ne, n. C lii , Napoli 1985, pp. I 12- 11 6. 25 Archivio Com unale cli Caglia ri, Regisrro delle ordinazioni, riportato da D. S<",,r-:o, Forma Kalaris, Cagliari 1934, pp. 155

e sgg.

u, Da \V.H . Mc Nr:11.1., Caccia al potere, Varese 1984, pp. 77-78.


Stato della difesa sarda prima di Lepan10

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teoretici della dilagante tecnica fortificatoria. N on più torrioni ma bastioni, non più feritoie ma troniere, il tutto in un contesto cli esasperato razionalismo. Lo sviluppo perimetrico delle cerchie iniziò ad assumere dimensioni assolutamente inusitate, giungendo in molti casi a superare co n la loro superficie quella da difendere. Ed i costi si incrementarono ovviamente in ragione esponenziale. Inevitabile, alla luce di quanto affermato, la totale riqualificazione almeno delle fortificazioni principali. Scopo prefisso non era so ltanto quello del loro adeguamento passivo alle artiglierie, ma soprattutto l'esigenza di render le idonee all'impiego di queste in funzione difensiva. Per molti storici del settore infatti fu proprio questa indilazionabile allivazione il motore della «traccia italiana». Per diretta volontà dello stesso Carlo V, Cagliari fu ritenuta idonea alla promozione. L'esplicita richiesta di ammodernamento delle strutlure difensive della capitale fu espressa infatti dall'imperatore dopo una sua personale ispezione, che, per quanto breve, lo documentò a sufficienza circa la loro inadeguatezza . Per la verità qualche premessa già vi era stata agli inizi del '500, proprio presso la torre di S. Pancrazio, mirante alla creazione di un moderno baluardo, per neutralizzare in qu alche modo la o rmai troppo palese vulnerabilità del settore. Il viceré Dusai ne fu l'artefice 27 , ma il sovrano, Ferdinando il Cattolico, venuto a conoscenza del progetto, lo giudicò dilettantesco e comunque velleitario. Pertanto gli intimò di avvalersi nell'avvenire, per simili imprese, di tecnici qualificati, cioè di «hombre de guerra y personas experimentadas» , onde evitare sperpero di denaro 2 x. Nel 1535, nel quadro dell'operazione di riconquista di Tunisi, l'intera flotta spagnola e dei suoi a lleati si raduna nel golfo di Cagliari. Il 10 giugno viene raggiunta anch e dalla nave dell 'imperatore che passa in rassegna la poderosa form azione: sono alcune centinaia di unità da battaglia, per l'esattezza l 18 galere fra quelle imperiali, quelle d i Andrea Doria, e quelle del re del Portogallo, ed almeno 70.000 uomini fra marinai e fanteria da sba rco. Una potenzialità offensiva immane. Il sovrano, dopo la rassegna in mare, decide di scendere in città. Il giorno 11 giugno sbarca, e scr iverà di lì a breve alla moglie: «he visitado a Caller que es la cabeza del reyno» 29 . La visita lo condu ce - dopo la messa di prammatica - alle fo rtificazioni , che l'imperatore giudica per quel che al suo occhio esperto appaiono: anacronistiche e necessitanti di riqualificazione radicale . Del resto la validità del sito quale piazzaforte marittima, con quella eccezionale flotta comodamente alla fonda, si perorava da sé . F u la logica scelta del momento e sarà la nuova ves te di Cagliari per i secoli a venire . Purtroppo però alla decisione d'intenti , sia pur imperiale, non fece segu ito un'altrettanta so lerte attuazione. I motivi probabilmente vanno ricercati da un lato nella cronica penuria di denaro, dall'altro, ancor maggiormente , nella grave situazione mi litare globale dell'impero, che imponeva interventi ben più urgenti altrove. La spedizione contro Tunisi 30 , nonostante il parziale successo, non aveva in concreto modificato gli equilibri di forze, ed il mancato sfruttamento del risul tato riproponeva il problema nord-africano. La sconfitta della Prevesa del 153831 , sebbene non stravolgente in termini numerici, lo divenne sotto il profilo psicologico, confermando nei turchi una pretesa superiorità . La Spagna pertanto, di fronte alla crescente minaccia, è costretta - a tappe forzate e con immani sacrifici economici e sociali - ad ampliare gli organici della flotta riarmandola. Onde ricreare per quanto possibile la dissolta credibilità dissuasiva, già nel 1541 si programma l' im piego dimostrativo della ricostituita macchina bellica . Obbiettivo prescelto è Algeri, spina nel fianco dello scacchiere occiden tale , e sordido covo di pirati e corsari barbareschi . La rilevanza d el1'operazione a nfibia è tale che l'imperatore in persona vi partecipa. Ancora una volta base di partenza è la Sardegna . Il ccncentramento delle squadre avviene nella rada di Alghero, dove Carlo V sbarca il 7-8 ottobre, riproponendo l'identico cerimonia le cagliaritano del '35, visita a lle fortific azioni compresa. Diversa-

27 28 29

°

3

31

Cfr. tvl . V,, i, rms, Le fo rt ificazioni dl!fla 'cittadella ' di Cagliari, in S111di Sardi, voi . XX V, 1978- 1980, Sassari 1981 , p. 462 . Da D. Sc ANo , Forma ... , cit., p. 60. Da J\. MAno:-1 E, La Sardegna nel mondo mediterraneo, in Storia dei Sardi ... , cit., voi. fil , p. 50. Cfr. R. PA NI:TTA , Pira/i e corsari turchi e barbareschi nel mare Nostrum, Torino 1981, pp. 68-81. Cfr. C. M AK FRONI, Storia della marina italiana, Ro ma 1987, pp. 325-345.


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20. Cagliari - Planimetria delle fortificazioni di Rocco Capellino.

20

mente da allora, però, quelle della piazza marittima catalana lo soddisfano , lasciandogli un senso di rassicurante validità. Dai bastioni del fronte a mare Carlo V vede cullarsi sulle onde 65 galere, J 00 navi grosse, 300 unità minori eia trasporto, più un numero imprecisato ma consistente di piccoli battelli destinati ai rifornimenti. A bordo almeno 12.000 marinai, agli ordini di Andrea Doria, ammiraglio della formazione. Le fanterie da sbarco invece, composte eia 24.000 soldati, dipendevano dallo stesso imperatqre e dal Gonzaga. Sotto l'ombrello protettivo delle bordate navali, il 23 ottobre avvenne lo sbarco che non trovò resistenza di sorta. Ben presto però la situazione si fece drammatica. Un violento fort unale si abbattè sulla flotta, recidendo gli ormeggi ed il sartiame ai trasporti che si andarono a fracassare in massa sugli scogli. Persino 1e galere non riuscivano a manovrare e gli equipaggi esausti abbandonavano agli elementi scatenati le unità, finendo così trucidati sulla spiaggia dove naufragavano. Le truppe, da parte loro, si ritrovarono private di qualsiasi appoggio e rifornimento, senza viveri e munizioni di sorta, con condizioni climatiche pessime. Inevitabile ed urgente la ritirata, per tentare di salvare almeno i malconci resti dell 'esercito imperiale. Ma ancora il maltempo si accanì, affondando altre imbarcazioni e ritardando di quasi un mese la partenza. Finalmente il 26 quel che restava della possente armata prese il largo. La disfatta lasciava facilmente prevedere, per la primavera successiva, una immancabile esplosione dell'attività navale, militare e corsara, turco-barbaresca . Le fortificazioni costiere più che mai andavano messe in condizioni di fronteggiarla . «Oscura è la ragione che tenne lontani i Turchi dai nostri mari nel '42 ... Ma l'anno successivo 1543 fu invece ricchissimo di avvenimenti navali, strettamente connessi colla politica generale europea»32 . In quell'anno infatti i corsari del Barbarossa sbarcarono persino ad Ostia terrorizzando la stessa Roma, saccheggiando, razziando e devastando da Reggio Calabria a Nizza 33 .

32

Idem, p. 357. TI Barbarossa in tale occasione è a capo della flotta turca, quale ammiraglio, e dispone di oltre l l O galere. La flotta militare ottomana mancava in massa dalle coste italiane dal 1480, ovvero dall'episodio di Otranto. 33


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21

21. Cagliari - Porta dei Leoni.


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Ovviamente i barbareschi non restarono inattivi lungo le coste sarde ed intensificarono anche lì le loro atroci incursioni, che si spinsero fin quasi a ridosso di Cagliari. «Dal 1541... le flotte corsare barbaresche divennero padrone incontrastate delle acque del Mediterraneo occidentale . La situazione si era notevolmente aggravata anche in seguito all'alleanza francoturca in funzione antispagnola che si concretizzava in azioni congiunte tra la flotta di Solimano , le galere barbaresche e la flotta di Francesco I e in attacchi comuni agli insediamenti costieri dei domini di Spagna ... Nel 1542 uno sbarco dei corsari di.Barbarossa sui lit orali dell'ovest viene sventato da 700 cavalieri miliziani agli ordini ·di Biagio de Alagon. Nel 1544 incursioni nel golfo di Oristano e nel 1546 nelle coste sud-occidentali .. . Nel 1548 le galere corsare bloccano la navigazione nel golfo del\' Asinara e nelle Bocche cli Bonifacio .. . Nel 1549 viene distrutta .. . Orosei ... Nel 1551 le razzie investono i litorali sud-occidentali e l'isola di S. Antioco. Nel 1552 tentativi di sbarco nel Sarrabus, nel Sulcis, nel golfo di Cagliari. .. » 34 . L'anno innanzi fortunatamente era giunto come viceré Fernandez de Heredia e la ormai improcrastinabile riqualificazione delle fortificazioni di Cagliari trovò finalmente un valido propugnatore. Stando alla tradizione corrente, questi inviò quale sollecito al riguardo una relazione, illustrata al sovrano dal governatore di Cagliari, don Gerolamo de Aragal. L'imperatore, vuoi per tener fede ad una vecchia promessa, vuoi per lo stimolo ciel precipitare degli eventi, oltre all'impegno formale, diede seguito al programma, nominando quale ingegnere - preposto alla redazione del progetto specifico, nonché alla conseguente direzione dei lavori - il cremonese Rocco Capellino. Da quel momento i tempi di attuazione sembrano assumere un andamento accelerato, tant'è che l'ingegnere giunto in Sardegna nel 1552, può già nel '53 dichiarare compiuto il bastione della Leona, intervallo che conferma pienamente la solerzia con cui furono affrontati i lavori. Nel 1568, l'opera del Capellino sarebbe stata praticamente ultimata, avendo richiesto appena quindici anni, tempo non eccessivo per quel tipo d'intervento: <<en espaco de quinze anos, empezando del ano 1553, fue en su tota! perfecion y cumplimento, el de 1568 con l'assistencia y traza de Roque Capellino ... » 35

In realtà, si deve ritenere che i lavori piuttosto che a compimento fossero soltanto «imbastiti»36 , sostanzialmente operativi però secondo la prassi funzionale del momento. Il Capellino, parallelamente all'avanzamento delle opere, redasse una serie di appunti ed annotazioni topografiche grazie ai quali è possibile ricostruire le fasi del suo intervento a Cagliari. Particolarmente utile è un rilievo planimetrico della piazza che appare frazionata in tre sezioni: il baluardo di S. Pancrazio, il Castello di Cagliari ed il borgo della Marina. Proprio il baluardo di S. Pancrazio fu l'oggetto iniziale della ristrutturazione del cremonese, a seguito della disastrosa conformazione. Alle sue deficitarie strutture furono quindi aggregate alcune bastionature, dotate di fossato antistante . In tal modo si veniva a proteggere specialmente il lato occidentale, nel quale si apriva l'unica porta del settore, attraversata eia una stradina che conduceva alla chiesa di S. Pancrazio. Appaiono ben evidenziate, all'incrocio dei due bastioni a nord, le cannoniere. All'interno del baluardo la compartimentazione originale permase, con il fossato ed il ponte levatoio. Entrambi gli ostacoli progressivi venivano a trovarsi sotto il tiro della torre di S . Pancrazio, che risultando - per i nuovi avancorpi - alquanto arretrata, recuperava una sua significativa validità, depurata della precedente vulnerabilità. Attraverso di lei si accedeva al Castello propriamente detto .

34

Da A. MATT01'E, La Sardegna ... , in Storia dei Sardi ... , cit., p. 41. Da G . ALEO, Successos genera/es de la !sfa y reygno de Sardegna despues dal di/uio ... , ms. fondo Baylle, Bibl. Univ. di Cagliari, Il, p. 721. 36 I bastion i venivano realizzati impiegando per la loro terrapienatura il materiale di risulta dallo scavo dei fossati. Questo ammassato nella forma approssimativa del bastione, e contenuto da strutture provvisorie in legno iniziava già cosi a fornire in caso di emergem:a la sua prestazione. Successivamente poi, ad assestamento compiuto della massa terrosa si procedeva alla costruzione delle murature di contenimento. La prima fase del lavoro, quella appunto della formazione del rilevaro veniva designata come «imbastitura». 35


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22. Cagliari - Progetto di Giorgio Palearo Fratin. Notare la modifica del bastione di S. Giovanni (S . Croce) del Capellino.

22 23. Cagliari - Progetto del Fratin per la modifica del bastione di S. Giovanni (S. Croce) del Capellino. 0,. I , '•

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23

L'intervento fu ultimato nel l 563 ed: «a testimonianza di quest'opera è un'iscrizione ormai perduta, riportata dallo Scano da un manoscritto della Biblioteca Universitaria di Cagliari, in cui è scritto che ... il viceré don Alvaro de Madrigal costruì " hoc propugnaculum divi Pancratii... ob frequentes ad nos classis turciae navigationes" »37 • In merito al Castello, il Capellino, analogamente a quanto attuato con il baluardo, non fortifica

37

Da D. ScANO, Forma ... , cit. , pp. 149-1 50.


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quasi il lato verso Villanova, di per sé abbondantemente protetto dagli strapiombi e dalle rocce d'impianto, ma vi conserva la vecchia murazione, spiccata sul ciglio tattico. A partire dalla Torre del Leone - che rispetta - vi erige un secondo bastione, ovviamente del Leone, a guardia della omonima porta. Fu questo il primo ad essere ultimato, nel 1553. Una deviazione di 90°, rappresentava da quel punto l'origine del nuovo perimetro difensivo prospiciente il borgo della Marina. Detta sezione appare serrata fra due bastioni pentagonali, parzialmente conformati, come il rilievo autografo attesta, con troniere 'traditrici' spazzanti la cortina interposta e le facce degli stessi. Vi è da osservare al riguardo che nel suddetto grafico i bastioni in questione sono privi di spalle rientrate - per il miglior defilamento delle troniere - privi cioè tanto di «musoni» che di «orecchioni»38 • Sulla linea marcata di perimetro però si osserva una seconda traccia sottile nella quale, invece, vi è chiaramente proposto l'arrotondamento da aggiungersi ai bastioni medesimi, del tipo perciò ad orecchione. Nei progetti dei Fratin39 il dettaglio risulta ormai acquisito, almeno per quei primi due bastioni, mentre permangono ancora oggi senza il caratteristico arrotondamento, probaJbimente non ritenuto indispensabile in relazione ad una loro presunta minore vulnerabiltà 40 • In ossequio alla tradizione militare, anche i citati bastioni vantavano un nome proprio, che era rispettivamente dello Sperone e di S. Antonio del Balice, minuziosamente citato nella legenda del progetto del cremonese. Parimenti sullo stesso documento è facile cogliere, in posizione alquanto più interna della cortina bastionata, la preesistente murazione turrita, in cui si apriva la Porta del Leone, difesa dalla sovrastante torre omonima. Appena scapolato il secondo bastione, quello di S. Antonio, il tracciato compiva una seconda virata di altri 90° circa, fiancheggiando Stampace (che l'ingegnere riporta nella sua dicitura pisana arcaica di «Sta in Pace»). Infatti a partire dalla Porta dell'Elefante - aprentesi immediatamente a ridosso dell'orecchione del bastione e guardata dalla reintegrata omonima torre - la cortina proseguiva, con andamento quasi rettilineo, fino al successivo bastione detto «de mosen Osai» che diverrà in seguito di S. Giovanni (quindi di S. Croce). Qui un'ultima deviazione ortogonale la ricollegava con il baluardo di S. Pancrazio. La configurazione planimetrica complessiva di massima risultante era quella di un grosso trapezio isoscele, ai cui vertici si ammorsavano i tre bastioni ed il propugnacolo di S. Pancrazio. Ma ancora un'altra area distinta venne fortificata dal Capellino: quella del borgo della Marina. Per le sue bastionature però si deve ipotizzare una edificazione radicale e non riquaJificativa. Ciò si giustificava per essere quella la zona a più alto rischio in caso d'assedio - come d'incursione - in quanto assolutamente priva delle asprezze orogenetiche che preservavano gli altri due settori. Obbligatorio quindi un più vasto ricorso all'arte. Sempre secondo il solito percorso orario gli elementi nodali difensivi del borgo, dal suo innesto con il bastione del Leone, possono così identificarsi: un primo bastione pentagonale, sul lato orientale detto «baluardo de S. lago», completato nel 1562, anch'esso dotato di cannoniere traditrici. A questo seguiva, in posizione verticistica, quello ricordato dal progettista come «baluardo de porto fangoso» alla cui gola - lato sud - si innestava il lungo molo, terminante a sua volta nel «baluardo de la

reina». La costa restava racchiusa così da due archi murari, separati al centro da una porta - chiamata logicamente di Mare - preceduta da un pontile appellato, per ovvi motivi e note reminiscenze storiche, dell'Imperatore. Quindi un altro bastione verticistico, quello di 'S. Agustino', inglobante il 'baluardo vetio de S. Agustina'. Il grafico del Capellino ci tramanda inoltre una vistosa palizzata che recingeva il porto interdicendolo. Il suo impianto quasi a semicerchiò la raccordava ai bastioni di

38

Cfr. ENCTCWPEfllA M1L1TARE, Milano 1933, alla voce: «Bastione» . I fratelli Giorgio e Giacomo Fratin, entrambi rinomati ingegneri militari, nativi cli Marconte in Svizzera, giunsero in Sardegna con molta probabilità nel J563, per la prima volta, con incarico ricognitivo circa quanto già costruito tanto a Cagliari quanto ad Alghero. Vi tornarono poi nel 1575 per subentrare al Capellino. 40 Nella planimetria schematica del gen. Pietro Marini, della fine del XVIU secolo ad esempio, il bastione del Balice appare dotato anche per la faccia nord di «orecchione». 39


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24 24. Cagliari - Bastione S. Giovanni (S. Croce) del Fratin.

Porto Fangoso e di S. Agustino. Un unico stretto varco, ostruibile perciò la notte tramite una catena, prassi universale per tutti i porti rinascimentali 41 , assicurava l'accesso ai natanti. Ancora un'altra tratta di cortina rettilinea fino all'ultimo bastione, il 'baluardo de S. Francesco', dopo il quale ed immediatamente prima di quello ad esso adiacente - nonché sovrastante - di S . Antonio si apriva una terza porta, attraversata da una strada proveniente, per quanto è possibile arguire, da Decimo, fiancheggiando la ch iesa di S. Francesco. È, a questo punto, ben evidente come la compartimentazione delle fortificazioni cagliaritane ne sia in sostanza la principale peculiarità. Tramite suo le tre distinte sezioni avrebbero potuto in caso di emergenza espletare una resistenza ossidionale autonoma e progressiva, che in pratica neutralizzava qualsiasi investimento alla piazza. Ci sembra opportuno, infine, ricordare in merito alla prestazione professionale del Capellino che questi: «pur godendo della piena fiducia delle autorità spagnuole, che non lesinarono nelle spese, ... nel corso della sua attività, inco ntrò non poche difficoltà, non solo per il lavoro in se stesso, chiamato com'era non a costruire ex novo una fortezza, ma a mettere le grandiose fortificazioni pisane ed aragonesi in condizioni di resistere all'attacco delle nuove artiglierie; ma anche a causa delle reazioni dei proprietari, le cui case devon o essere demolite per far posto alle nuove opere difensive» 42 . Non stupisce perciò che l'ingegnere fu coinvolto in accuse di appropriazioni indebite di materiali da costruzioni, accuse comunque che si risolsero senz'altro a suo favore, tant'è che la sua opera potè essere completa nel 1568 con il bastione di S. Giovanni. Ma nel 1563 si convocarono a Cagliari, al fine di

41

42

Cfr. F. Russo, La difesa costiera ... , cit., pp. 48-138. Da O. A1..sr.Rn, Le carte della Sardegna ... , cit., p. 14.


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periziare e consigliare circa le strutture fatte, e quelle eventualmente da farsi, i fratelli Giorgio e Giacomo Palearo Fratin, nativi della Svizzera e stimati ingegneri militari. La loro presenza sui lavori del Capellino get.ta qualche perplessità suUa pretesa indiscussa accettazione della sua opera da parte della corte, dubbi che si accrescono allorché questi ultimi, a partire dal 1572-75, assunsero la direzione dei cantieri delle fortificazioni cagliaritane, pur trovandosi ancora il Capellino in Sardegna, sebbene intento ad altri progetti.

ORISTANO Pur non potendosi assolutamente definire una piazzaforte marittima non fosse altro per non essere prospiciente il mare e per non possedere una congrua fortificazione, tuttavia tramite la foce ciel Tirso ad essa adiacente, la cittadina risultava - o per meglio dire avrebbe potuto - esser tale a buon diritto. La sua ubicazione geografica infatti posta a poche miglia dal mare, era lambita dal Tirso che dopo brevissimo corso formava un ampio estuario , nell'omonimo golfo. Gli aragonesi già dal XV secolo, consci della importanza strategica dell'ancoraggio ai fini della navigazione commerciale, e valutata peraltro la pericolosità che la risalita del corso d'acqua, da parte di eventuali incursori, avrebbe potuto rappresentare, vi impiantarono un massiccio torrione43 . Trattavasi cli un'opera di tipo eminentemente difensiva, dotata perciò di cannoniere superiori in barbetta, e troniere inferiori in casamatta, aprentesi logicamente con una scansione idonea a battere tanto il lido quanto il fiume. Un caposaldo isolato frutto perciò della tradizionale logica episodica, ma certamente significativo e quasi predeterminante. Da un punto di vista meramente storico la cittadina di Oristano non sembra rimontare oltre il mille, epoca comunque del suo decollo in virtù del trasferimento in massa della popolazione di Tharros 4 4 , al completo di vescovo e giudice, in quella nuova sede per sfuggire alle ormai insostenibili razzie ed incursioni saracene . È presumibile pertanto che il neonato centro urbano, pur restando legato al mare in quanto principale fonte di sostentamento degli abitanti sin da prima dell'esodo, dovesse esserne in qualche modo protetto dai tristemente noti pericoli. La semplice sua collocazione arretrata infatti - ma per quanto accennato con .invariata possibilità di fruizione costiera - non rappresentava di per sé una sufficiente garanzia. Aristanis, che tale era il nome originario dell'abitato antecedentemente all'incremento demografico , doveva perciò ostentare un minimo di apparato difensivo, suscettibile magari di potenziamento non molto oneroso. Quelle fortificazioni quindi, quand'anche misere, assunsero un valore detenninante agli occhi dei profughi, inducendoli a stimare una loro protezione nei confronti della minaccia che purtroppo ben conoscevano. È possibile così che, moltiplicandosi la popolazione e crescendo di pari passo le risorse materiali, si ponesse mano ad una sostanziale riqualificazione delle murazioni perimetrali. Rendeva del resto indifferibile una siffatta risoluzione la pressione offensiva concretizzata con il trascorrere dei secoli, non soltanto dai soliti pirati musulmani, ma anche dai nemici isolani, in conseguenza delle aspre guerre che i giudici di Arborea in continuazione intraprendevano, difensive ed offensive. «Una documentazione precisa si ha solo sulla costruzione, voluta dal giudice Mariano, della Torre di Porta Ponte edificata nel 1291, e della Torre di Porta Mare eretta nel 1293»45 • Di quell'intervento vi era esplicita menzione in due lapidi apposte sulla torre e sulla porta a mare che enunciavano rispettivamente:

43

Caratteristiche fondamentali di questo, noto come Torre Grande, sono: altezza m. 19, diametro m. 15 circa. È cli probabile fattura aragonese, come sembra testimoniare la presenza dell'intero repertorio formale dell'architeltura di transizione, dalla bertesca sulla porta d'ingresso, ovviamente soprelevata, alla stessa posizionat.ura delle cannoniere. 4 • Tha rros, di fondazione fenicia, era ubicata originariamente sulla Punta cli Capo S. Marco, quasi immediatamente sottostante alla torre cli S. Giovanni in Sinis, del XVI secolo. Sull'argomen to cfr. L. ZErrrGNO, C. Frnzr, Alfa scoperta defle antiche civillà in Sardegna, Roma 1978, pp. 114 e sgg. ed anche S. Mosc,rn , Italia archeologica, Novara 1980, pp. 150-157. 45 Da O. A LBc RTJ , Le carte... , cir.., p. 6.


Siato della d(fesa sarda prima di Lepanto

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25 . Oristano - Torre Grande.

25

(i) N NOminE DomiNI NostRI IHEsu CHRistl AMen. HOC OPus TURIJS HUlus ET (portam?) CIVITatis ARESTANI FECit FIERI DomiNUS M (arianus) VICECOMES De BASSO IUDEX ARBORee QUI FELIX DIU (vi) ET Post OBITUm In CHRisto QuIESCAT A (nno) MCCXC. INDicione III . REGni Elus ANno XXV C(urrente?)46 .

In NOminE DomiNI NostRI IHEsu CHRisti A.Men. HOC OPus HUJus TURRIS POST COnFECTIOnEM/PorTE PUBLICE HUlus MURi FACTUm FUIT I-lane TURREm/ET FABBRICAM MURI FECit FIERI DomiNus MARIAnus YICecomes/DE BASSO IUDEX ARBORee QUI FELIX DIU VIV/AT ET POS (teius o) BITUM UN CHRisto QUIESCAT/PRO CUius ANIMA QUICUMQUE HAS LJTERAS LEG/ERIT INTERCEDAT AD DomiNu.M MCCXCIII 4 7 •

«Tuttavia, l'Oristianese medievale non doveva essere molto diversa dalla città che sul finire del sec. XVI così descrisse il Fara: "Urbs Oristani, iuxta flumen Tirsum, in solo campestri quattuor milìum passum sita, procul a Capite sancti Marci passibus decem millibus, cincta moenibus et turribus a Mariano Iuclice Arboreensi, rotundiori forma, duas dumtaxat habet portas, unam nempe Pontis dictam, quae Circum versus , anno 1291, ab isso Mariano fuit condida; alteram, maris nuccupatam, quae ad meridiem, versus Sanctam iustam, vergit. fuit ab eodem , anno 1293, ut ex illarum inscriptionibus constat, fabricata "»48 . Sensato a questo punto ribadire l'esistenza intorno alla cittadina, almeno dal XIII secolo in poi, di una cerchia dalle numerose torri, con interassi fra queste a misura di tiro efficace di balestra,

46

Ibidem, nota n° 314-315, p. 6. Ibidem . 48 Da G.F. F,,R,\, De cronographia Sardiniae , circa 1570, riedizione Torino 1835, TI, p. 72.

41


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26. Oristano - Progetto del Capellino .

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mediamente cioè di m. 30-50. Presenti sicuramente due porte principali, di cui una presso un ponte sul Tirso - verso i campidani - e l'altra verso la marina. Puntuale ed incontrovertibile supporto a quanto affermato lo fornisce Rocco Capellino, tramite i suoi accurati rilievi preparatori all'ammodernamento delle piazze sarde. In essi, come riscontrato a suo tempo per Cagliari, e secondo la migliore etica professionale coeva, soleva tracciare lo studio di progetto sulla planimetria delle strutture esistenti, per meglio fornirne la portata innovativa. Ci è pervenuta in taLmodo una inconfutabile mappa della murazione medievale di Oristano, che ci consente significative precisazioni. È interessante tuttavia prima di riproporre l'andamento murario della cerchia, sulla traccia del nostro ingegnere, ricordare alcuni brani significativi della sua relazione esplicativa49 • «Capellino si recò ad Oristano nel 1554, e dopo aver studiato le condizioni difensive della città, stese una relazione che ci è pervenuta nel Codice degli Atti Parlamentari del vicerè de Heredia, e nella quale si legge: 'Lo loco que se recerca a li giorni de hogi per fortificare a comodità si he loco de pianura, et terragna a causa de meter la forteza in perfezione come seria far fosse ynterapienare et levare gli argini que noy soliam dire controscarpa que se fa fora de la fortezza a causa de levar quella batazia esiendo yo venuto yn questa regno de mandato de Sua Mag. tà per dar ordine alle fortezze arequeste del suo vigore che dovesse dir il parer mio sirca la cita di Oristano dopo que deto Oristano per esser un loco di pianura corno dito di sopra quale e compagnia espazosa que he loco de fortificare con tutte le comodità que se recerca, que he far muralia fosse e darli acqua terapieni he levar argini et anco a vezino al mar per tre milia de spazio esta comodo a tuta la ysola do modoque sii val dir dalcuno loc se questi fussero per recuperare la dita ysola per via de li paysani yn caso que fuosi occupata diro que he questo per que deto loco eata vicinato de molte habitazione et he paese grosso et como se sa que deta ysola per via de campagnia la forza sua he yn la gente de cavallo et de questa gli gnimici ne

49

È da notare che la planimetria di Oristano del Capellino non ci è pervenuta allegata alla relazione citata, né è custodita presso il medesimo archivio. Infatti questa si trova alla Biblioteca Apostolica Vaticana nel Cod. Barb. Latino 4414. Nonostante ciò è presumibile che quella allegata fosse sostanzialmente identica se non addirittura la stessa.


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pat.riano et li altri loci de dita ysola ne maritimi ad altri montagni de modo que de quelline sono e~terili ad altri montagni de modo que deto regno no si podria così fazi l recuperare per vie de alcun loco de questa ysola. f. to Rocho Capellino lngegnier de S. Mag. t.à'» 50 •

Ciò premesso circa la necessità di procedere all'ammodernamento delle fortificazioni urbane, passiamo ora a descriverle nello stato in cui apparvero al Capellino. La cerchia di Oristano si presentava con una configurazione planimetrica irregolare, in prima approssimazione costituita da tre Iati pressoché rettilinei, racchiusi da un quarto a contorno sinusoidale, impianto imposto chiaramente dall'esigenza cli adattarsi alla sponda ciel fiume che lo lambiva, a brevissima distanza. II Tirso veniva così ad assumere la funzione di un prezioso fossato 'umido', oltre logicamente quella di porto canale, ed era scavalcato da un ponte antistante una delle due porte, quella detta appunto Porta Ponte. Le torri della cerchia, di pianta quadrata - quasi certamente non dissimili da quelle più o meno coeve di Iglesias per quanto ci è dato arguire dal grafico - assommavano ad una trentina. Alcune più grosse si trovavano a protezione dei due varchi, che le attraversavano, e degli spigoli della murazione. Un apparato di porta più complesso, forse perché privo del vantaggio offerto dal ponte, che di certo nella sua sezione terminale sarà stato levatoio, si coglie a carico di quella a Mare, dotata di corte di sicurezza, espediente architettonico di arcaica concezione 51 • Per tale struttura perimetrale il cremonese elaborò con lodevole solerzia gli indispensabili potenziamenti integrativi . La soluzione escogitata, senza sconvolgere radicalmeme la preesistente murazione, la inglobava in un perimetro meno irregolare, conservandone gli stessi appigli tattici offerti dal fiume. L'intervento si concretizzava in sostanza nell'edificazione di sette bastioni - con almeno due nuovi segmenti contigui di cortina (spigolo est) - di concezione moderna e perfettamente articolati in ogni loro caratteristica formale e funzionale. II disegno infatti si sofferma ad evidenziare, nelle gole dei bastioni, la presenza delle troniere 'traditrici', quasi enfatizzandole mediante vistose fiammate: scaturendo queste da un locale quadrato, le accrediterebbero di tipo casamattato. Per rifinire a perfetta regola la prospettata fortificazione, l'ingegnere vi aggiunse un ampio fossato, dotato cli muro di controscarpa, come del resto la relazione già faceva supporre. È al riguardo ipotizzabile, per le quote obbligate del suo sterro, che questo fosse di tipo allagabile, trovandosi per giunta a ridosso di un grosso corso d'acqua e per di più nelle vicinanze del mare, dove è minore sia la sua corrente e che la conseguente erosione e, per contro, massima la portata in ogni stagione52 . Quale fu in pratica però il destino del progetto del Capellino? Di certo quando il capitano don Marcantonio Camos, una ventina di anni dopo, descrisse Oristano, ne ricordò la grande Torre sulla marina, soffermandosi quindi sulla necessità di procedere senza ulteriori indugi alla riqualificazione difensiva dell'abitato. A sostegno della richiesta offriva motivandoli con sincera partecipazione due ordini di ragioni. La prima, già esposta dal cremonese, insisteva sulla posizione geografica di Oristano, ottima per la radunata ed il concentramento cli grossi contingenti di cavalleria miliziana, indispensabile per un qualsiasi contrattacco, teso alla riconquista persino dell'intera isola. Peraltro l'abbondanza di molteplici generi alimentari in zona avallava il piano. La seconda, più squisitamente tecnica, si originava dall'essere la città in una pianura terrosa, dove

50

Tn Archivio Storico Sardo, XXII, 1939, p. 47. Per corte di sicurezza si intendeva neJJ'architettura militare lo spazio scoperto serrato fra le due porte di accesso di una qualunque fortificazione, racchiuso lateralmente dalle mura. In tal modo si evitava radicalmente il pericolo di un colpo di mano di un eventuale ar.taccante, che con mezzi insidiosi fosse ri uscito ad introdursi all'interno delle fortificazioni. 52 Condizione insormontabile per la perfel!a funzionalità di un fossato umido, ovvero allagabile, era la disponibilità immediata di un grosso corso d'acqua. Occorreva infalli che anche quella che andava a riempire i suoi meandri fosse circolante onde evitarne l'impantanan1ento e le immaginabili conseguenze. Occorreva inoltre che la quantità d'acqua fosse in ogni momento dell'anno sufficiente e in una posizione geografica tale da non temere alcuna ipotesi dì congelamento, che avrebbe in pratica neutralizzato l'ostacolo dalla stessa costituito. 51


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scavare i fossati ed imbastire, con il materiale di risulta, i bastioni, avrebbe comportato costi relativamente contenuti. Il progetto comunque, sebbene infinite altre volte sollecitato e riproposto, non trovò alcuna attuazione, tant'~ che Francesco d'Austria-Este nel 1812 - epoca in cui una fortificazione bastionata ancora sarebbe risultata valida, e per tanto affatto demolita, qualora mai eretta - , precisò: « ... (le città come) Oristano .. . hanno mura, hanno porte, ma nessuna sorte di fortificazione, né hanno artiglieria ... » 53 , intendendo ovviamente per fortificazioni solo quelle bastionate con le rispettive artiglierie . Per la sua felice ubicazione Oristano divenuta la capitale del giudicato di Arborea ne subì, come accennato, tutte le immancabili conseguenze belliche. Successivamente, dovette inoltre sopportare le immaginabili devastazioni connesse con il conflitto franco-spagnolo, in particolare tra il 1527-28, che toccarono però il loro acme nel 1637, allorché la città venne sottoposta ad una sorta di duplice saccheggio, da parte dei nemici prima e dei «liberatori» - il peggiore - poi .

ALGHERO Fu questa la piazza marittima per antonomasia, ed anche l'unica effettivamente adeguata con assiduità a simile ruolo, sempre relativamente parlando. Non a torto è stata considerata una fortezza adibita parzialmente a città, piuttosto che il contrario, rapportandosi gli imponenti dispositivi difensivi alla esiguità inusitata della sua popolazione civile e del suo agglomerato abitativo. La cittadina si aggregò con ogni probabilità intorno agli inizi del XII secolo, per fondazione genovese. Alcuni storici azzardano addirittura l'anno, che potrebbe essere stato il 1102, sebbene nessuna attendibile conferma paia suffragarlo . Per contro invece persino il nome stesso cli A lghero racchiude etimi non accertati ed accettati univocabi lment e: si è supposto tra l'altro derivare dalle alghe che prosperano nel mare antistante . Ma la sua assonanza con Algeri sembrerebbe però suggerire qualcosa di più nobile e qualificante. Al Ger infatti, in arabo, significa castello5' 1, definizione che calza a perfezione ad una minuscola fortezza urbana, specie tenendo conto delle frequentazioni, tutt'altro che sporadiche, compiute dai musulmani in Sardegna, ancor prima del mille. Potrebbe ancora sottintendere una casata, magari toscana, e basti in proposito osservare la somiglianza con il cognome del Sommo Poeta . Di certo Alghero si chiamò così sin dai più antichi documenti, peraltro molto scarsi e lacunosi55 . Come per il nome anche la peculiarità di ostentare dall'origine una spiccata connotazione da piazzaforte marittima - sia pur in miniatura - caratterizza Alghero. La acquisì in pratica appena all'indomani della sua fondazione, necessitando di una congrua protezione tanto il suo porto, ragion d'essere della stessa, quanto i suoi magazzini e non ultime le sue casupole di mercanti genovesi. Fu infatti proprio il porto, scalo marittimo floridissimo, e quin di ambito eia molti pretendenti, che obbligò i genovesi, quasi certamente quelli della famiglia Doria5 6-, ad erigere le prime fortificazioni . Non sembra però potersi escludere del tutto che alla base della prosperità del piccolo abitato rivierasco, vi sia stato «l'oro rosso» 5 ì, il corallo cioè e l'intera attività indotta dalla sua pesca. Tn questa dinamica l'ancoraggio cli Alghero pullulò di numerose barche coralline, specializzandosi, per la loro stagionale frequentazione, in centro di commercio del pescato. La sua funzione perciò si proporrebbe quale quella di un «generatore» dì ricchezza, piutLosto che di un «trasformatore», con conseguenze rimarchevoli sul suo apparato di sicurezza, sufficienti comunque a giustificare ampiamente la sua immediata e ridondante fortificazione.

53 Da F . o'AusTRIA-EsTE, Descrizione ... , cil., p. 66. 54 Cfr. T. PRINC IP E, Sassari, /Jlghero, Castelsardo, Porto Tof'J'eS, Roma- Bari 1983, p. 38 . 55 In un documento citato da I. PRr Nc 11•1; , Sassari... , ci i.., p. 38, la città è così menzionata: «quod mensura diti foci /lsal-

gueri)} . 56 Cfr. G.

MELONI , La Sardegna nel quadro della politica mediterranea di Pisa, Genova, Aragona, in Storia dei Sardi... , cit. pp. 64-65. 57 Sulla pesca del corall o in Sardegna, cfr. B. Lrvrm1No, li Comi/o, Bo logna 1983, pp. 70-71. Riguardo poi alla sua va lo rizza zione artistica nella s t.o ria cfr. G. T~sc rONG , li Comi/o nelle arti figurative, N apoli I 973 .


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27. La Rada d i Alghero cli Rocco Capellino. '

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28. Alghero - I suoi di nto rni straLegici rilevati da Rocco Capellino.

Non diversamente dalla tradizionale logica d 'insediamento , la particolare natura del sito d'impianto - su di un picco lo promontorio bagnato per tre lati dal mare - ne determinò la configura zione planimetrica, che permarrà poi sostianzalmente immutata per quasi sette secoli. La sua appartenenza invece alla sfera di interessi genovesi non si protrasse per un lungo periodo, pur perdurando la sua fedeltà alla Repubblica. Infatti già nel 1283, dopo uno strenuo assedio condotto dalla flotta pisana, la città dovette capitolare, ma fu dalla battaglia della Meloria58 che il destino

58 Per un ulteriore approfondimento sulla ba11aglia de lla Meloria cfr. C. MAN rn oN1, Storia della marina ... , cit., vo i. I I, pp. 105- 145 .


La difesa costiera del R egno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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29. A) Barca per la pesca del corallo - corallina .

29A

storico di Alghero risulta irreversibi lmente segnato. Nonostante ciò i suoi abitanti riuscirono a procrastinare il loro fagocitamento nei possedimenti della Corona d'Aragona - cui erano stati assegnati da Bonifac io VIII - per quasi sessanta anni . Paradossalmente ad acce!Jerarne l'attuazione giocò proprio la ormai acclarata rilevanza strategica . Nel 1353, pertanto, re Pietro rn d'Aragona volle la definitiva sottomissione dell' indomita piazza, intraprendendone nell'estate la conquista mediante una massiccia spedizione a nfibia . Nel corso delle operazioni la flotta aragonese, ingrossata da contingenti venezian i, si battè con quella genovese, nelle acque di P orto Conte, neutralizzandola . Soltanto le poderose fortificazioni salvarono allora Alghero d alla devastazione totale. ll 31 agosto dello stesso a nno però la piazza fu costretra a scendere a patti con gli assedianti, ottenendone garanzie stimate sufficienti per la cessazione della resistenza. Le sue porte finalme nte si aprirono all'aragonese . Ma, o per non essere state rispettate da parte delle sue truppe le clausole pattuite, o per essersi rivelata la sudditanza più umiliante del previsto, fatto sta che appena il sovrano si imbarcò la città insorse, massacrando la guarnigione rimastavi. L'affronto ingiu rioso ovviamente non fu tollerato: l'anno successivo quindi una nuova possente spedizione navale ed nuovo assedio si abbatterono sulla cittadina. Le mura ancora u na volta assolsero egregiamente il loro compito, ed i pochi difensor i, forse meno di mille tra uomini e donne, tennero con disperata baldanza testa agli attaccanti, numerosissimi . Profilandosi con il passar dei giorni per entrambi i contendenti un imminente tracollo, avendo da una parte la fame iniziato se non altro ad impensierire, e dall'altra a prendere consistenza lo spettro cli un sempre possibile contrattacco sardo, fu giocoforza addivenire ad un secondo concordato . In ottemperanza a questo il 22 dicembre le truppe regie rientrarono nella piazzaforte. Trattandosi comunque di una città traditrice, i suoi abitanti ne furono scacciati, anzi, secondo alcune attendibili ricostruzioni storiche, addirittura deportati a Majorca59 ed a Minorca. L'evacuazione, stante l'accennata esiguità numerica degli abitanti, non presentò particolari dif-

59

Da I.

P R1Nc1rE ,

Sassari... , cit.. , p. 54.


Stato della difesa sarda prima di Lepanto

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29. B) Corallina con a fianco il pescato.

29B

ficoltà. All'opposto irto di problemi si dimostrò il ripopolamento volontario. Infatti, per i reiterati precedenti, si imponeva tassativamente con individui solo di nazionalità catalana od al più aragonese. Si vararono pertanto deliberazioni vantaggiosissime per gli eventuali coloni - meglio definiti all'epoca quali «populadores» - specie per quelli che si fossero trasferiti con al seguito le rispettive famiglie al completo. In pratica però il risultato rimase deludente: la consistenza demografica di Alghero superava di poco quella dell'equipaggio di una galera! Basti pensare che ancora nel 1357 gli abitanti residenti non eccedevano il migliaio! Quanto esposto contrasta sensibilmente con la potenzialità economica del sito, prospiciente, come accennato, ricchissimi banchi corallini. Tuttavia, verso la fine del XIV secolo, Alghero aveva ormai acquisito le precipue connotazioni di una laboriosa cittadina catalana, in cui però la residenza era tassativamente interdetta, con drastiche ordinanze, ai sardi. Tutti i ricorrenti tentativi di Genova di riconquistare la sua base isolana espletati in quello scorcio storico, si infransero sempre contro le inviolabili fortificazioni, presidiate per giunta da una popolazione, per quanto ricordato, interamente catalana ed aragonese dalla indiscussa fedeltà alla corona. Anche quando i fran cesi nel 1412, osarono investire d'assedio la piazza, riportarono un esito sostanzialmente analogo a quello dei tradizionali pretendenti: le inviolabili mura avevano infatti inficiato sanguinosamente il tentativo. E forse fu proprio sotto tale incessante pressione nemica che Alghero maturò la consapevolezza del suo ruolo di primaria piazzaforte marittima. Spia sintomatica ne è il progressivo irrigidirsi della nofmativa di sicurezza adottata per la stessa quotidiana vita civile. La chiusura delle porte alla sera, ad esempio, assurge a rituale improcrastinabile persino quando a rimanerne fuori sarà un borioso viceré spagnolo! 60 Ovvie pertanto le incessanti manuntenzioni ed aggiornamenti dedicati alle sue fortificazioni. Non è quindi affatto casuale che proprio uno dei rari documenti dell'Alghero medievale pervenutoci sia un

60

L'episodio è ricordat(J da S.

RATIU,

Bastioni e torri di Alghero, Torino 1951, p . 16.


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30. A lghero - Torre dell'Esperò.

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verbale del 1364, rubricante i lavori di restauro da effettuarsi lungo la cerchia urbica, pedantemente descritta6 1 . Ed ancora nel 1424 si appaltavano sarciture di lesioni e di sgrottamenti di fondazione, prodotti come in tutte le piazze marittime - dalle mareggiate, nonché sostituzioni degli apparati a sporgere a mmalorati, per tacere degli aggiornamenti militari periodici. Invariato altresì, pure nel 1478, il divieto ai non catalani, aragonesi e veneziani, di risiedere nella città, meno che mai di notte. La cacciata degli ebrei dai possedimenti aragonesi 62 arrecò alle fortificazioni di Alghero un deleterio contraccolpo, in quanto veniva meno la classe sociale più facollosa e quella che in misura maggiore di ogni altra, ne sopportava gli onerosi mantenimenti . Basti ricordare ad esempio che alla loro contribuizione si accredita, già nel 1360, la costruzione della Torre di Porta a Terra , o per l' appunto Torre degli Ebrei, nota anche in seguito, quasi a volerne esorcizzare le origini, come di S. Croce63 . Per la cittadina, faticosamente ripresasi, si traltò di un vero tracollo economico che la depresse per alcuni decenni, costringendola quasi certamente a sospendere qualunque aggiornamento alle sue fortificazioni. La debilitazione invece giovò senza dubbio ai franc esi allorché nel 1527 attaccarono la Sardegna saccheggiando Sassari. Anche Alghero infatti ne pati l'iniziativa. Un violento assedio condotto da

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La trascrizione integrale del testo della pergamena redatta dal notaio Pietro Fuyani il 19 febbraio 1364, custodita nel1' Archivio Comunale di Alghero, è nell'opera di S. Rauu, Bastioni... , cii., pp. 37-44, con la relativa traduzione. Peraltro una dettaglìaca analisi del docum emo fu elaborata anch e da R. CATARDI, Le antiche fortificazioni di A lghero , in «Atti del VI congresso internazionale di studi sardi», voi. I , Cagliari 1962. 62 Preceduto da editti locali, come per esempio quello di Siviglia del 1483 , il definitivo bando di espulsione di tutti gli ebrei dai vari regni spagnoli fu firmato il 30 marzo 1492 a Granada. Ma molti dì loro: «soprattutto ... quelli che vivevano nei territori della Corona di Aragona, partirono ancor prima che venisse emanato l'editto di espulsione, da J.H . Euon, La Spagna imperiale ... , cit., p. 121. 63 Nell'Archivio di Stato di Cagliari (d'ora in poi A.S.C.), voi. B, f. 206. t., vi è copia di una carta reale datata 6 novembre 1360, nella quale risulta la concessione faua agli ebrei di erigere a loro carico una torre, che divenne per l'appunto «la torre degli ebrei» . Anche nella ricordata relazione del 1364 circa le fortificazioni dì Alghero così viene inequivocabilmente menzionata: « .. .la forra de sancta Creu la qual feren los juheus de Caller .. .».


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truppe franco-genovesi al comando di Andrea Doria, infatti, si abbattè contro le sue malandate muraglie. Ma a differenza dei secoli passati, queste non suscitavano più nemmeno negli stessi abitanti una motivata credibilità. Nel timore perciò di un assalto combinato da mare e eia terra, i difensori affondarono all'imboccatura ciel porto numerose coralline cariche di macigni, ostruendolo totalmente. Il draconiano espediente dettato dalla palese disperazione si rivelò a campagna conclusa il peggiore danno subìto dalla piazza, responsabile dell'annientamento, tra l'altro, della tradizionale lucrosissima attività della pesca del corallo. E fu un esplicito segnale d'allarme circa la sua inadeguatezza difensiva. Nel 1541 l'imperatore Carlo V, agli inizi cli ottobre, in procinto di salpare con la sua flotta per l'impresa algerina, sostò alcuni giorni ad Alghero, cogliendo l'occasione per ispezionare personalmente lo stato delle sue fortificazioni. Stando alla minuziosa descrizione pervenutaci dell'evento6 4, il sovrano per meglio valutare le opere nel loro complesso, si portò su di un'altura vicina e lì, soddisfatto, pronunciò il suo lusinghiero giudizio affermando: «bonita por mifè y bien assentada»65 • La frase però probabilmente fu indirizzata alla sola torre de l'Esperò, citi cui peraltro suggerì di incrementare l'altezza, piuttosto che alla cerchia nella sua interezza. Quali fortificazioni infatti avrebbe visto in quel momento da giustificare un suo così esplicito compiacimento? A partire dal 1500 si registrano ricorrenti petizioni da parte degli algheresi per l'ammodernamento delle opere della piazza ormai antiquate, previo sopralluogo di acclarati tecnici. Ferdinando il Cattolico , condividendo la pressante esigenza, incaricò il Dusay di periziarle. E qualcosa certamente si intraprese, specie intorno al 1510, sotto la direzione del governatore della città nonché ingegnere Gerardo Zetrillas66 . In ogni modo l'imperatore non contemplò affatto una cerchia bastionata, ma una anacronistica murazione turrita raffazzolata e rabberciata alla meglio, differenza significativa e rimarchevole, tale comunque da non poter certo suscitare in lui entusiasmi di sorta. Massicce quanto si voglia mura e torrioni, non appartenevano più al repertorio difensivo rinascimentale, e nessun militare al loro cospetto ne avrebbe tratto motivo di orgoglio. Ed infatti ad onta della proverbiale lentezza della burocrazia spagnola, appena pochi anni dopo l'ingegnere Rocco Capellino si pòrtò in Alghero per studiarne le ormai improcrastinabili nuove fortificazioni. Ancora una volta i dettagliati disegni del valente ingegnere, pervenutici nella duplice forma di rilievo dell'esistente e di progetto di massima, ci consentono alcune significative precisazioni. La prima di queste è insita proprio nell'essere il suddetto rilievo quello di una cinta turrita, conseguendone irrefutabilmente che fino alla met à del '500 questa fosse la sola ed unica fortificazione di Alghero, tanto da poter essere facilmente misurata. Nessuna traccia di bastionature, complete od in allestimento: la principale piazzaforte sarda è fino a quel momento racchiusa sempre nelle sue mura medievali! In merito a queste infine si impongono alcune sintetiche osservazioni. Innanzitutto esse appaiono differenziate, come logico, in fronte a terra - più robusto e con più torrioni propriamente detti - e fronte a mare, dall'andamento molto irregolare per l'adeguamento foraneo, scandito da numerosissime torrette a pianta quadrata , forse persino troppe per esser tali. Potrebbe trattarsi in realtà piuttosto cli contrafforti o di propugnacoli tattici aggettanti di piccola superficie67 • Su quell'arcaico dispositivo, comunque, quasi alla metà del XVI secolo si sarebbe dovuto

64 Trattasi del test.o catalano con relativa traduzione e note curato eia R. C."-RIA, in L '/1/guer, un popolo catalano d'Italia, Sassari 1981, pp. 349-369. 65 Tn T. PR INC IPE, Sassari ... , cit., p. 66. Di certo il sovrano dopo una ispezione ciel fronte a mare della piazza compiuJa a bordo di una lancia, completò il sopralluogo a cavallo per il restante front.e a terra: «que restava a veure de la pari de la 1erra». Nel corso di questa seconda fase avvenne con molta probabilità il famoso episodio. 66 In I. PRINCIPE, Sassari ... , cit., p. 72. 67 Non si evince del resto nessuna logica di posizionatura di queste per il reciproco appoggio. La presenza poi dei torrio ni rotondi ci sembra ulteriormen te suffragare l'ipotesi dell'essere quelle piuttosto dei contrafforti: la difesa infatti risult a concentrata proprio in questi, che non avrebbero avuto altrimemi, data l'abbondanza delle prime, alcuna ragion d'essere.


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31. Alghero - Studio di progetto per bastionatura di Rocco Capellino. 32. Alghero - Progetto di bastionatura di Rocco Capellino.


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33. Alghero - Bastione della Maddalena.

innestare il progetto del Capellino, tramite la prassi detta del «tracciamento interno», rispetto ad un ideale poligono6 s. È abbastanza semplice per noi sulla scorta dei suoi grafici individuare la logica d'intervento e ricostruire la dinamica dimensionale dell'elaborato. La prima infatti è inequivocabilmente finalizzata alla edificazione di una cinta bastionata in linea con i tempi , inglobante nel suo fronte a mare una vasta darsena, anch'essa fortificata. Per la seconda invece è interessante, data la rilevanza che assumerà la piazza, tratteggiarne per grande sintesi i criteri informatori. Variabile indipendente di ogni fortificazione coeva era rappresentata dalla gittata efficace delle artiglierie e dalla sua linearità69 . Funzione di queste risultavano pertanto sia l'interasse dei bastioni sia la loro configurazione planimetrica. Conferma l'asserto, pure per Alghero, la perfetta sovrapponibilità delle traiettorie dei tiri alle _direttrici di perimetro dell'erigenda struttura. Compito quindi del progettista era quello di rendere compatibili le prime con le seconde ed entrambe con l'area da rinchiudere, senza eccedere la disponibilità degli armamenti e degli stanziamenti economici, predeterminati per larga massima. E qui la cosa iniziava a farsi complessa. Presupposto concettuale inevadibile poi della traccia del progetlo era che qualsiasi punto esterno adiacente alle mura fosse battuto almeno da un pezzo, evitando minuziosamente ogni angolo morto o defilato, dove un attaccante avrebbe potuto annidarsi indisturbato.

68 Sull'argomento cfr. C. SACHcRo, Corso di.fortificazione permanente d'aitacco e di difesa delle piazze forti, Torino 1861, pp. 26-37. 69 Ancora agli inizi dell'800 tale condìzionam.cnto permaneva immutatQ, tant'è che con le regole di allora si possono agevolmente ritracciare le fortificazio ni del XVI secolo. Cfr. J .N. LAMY, Trattato teorico e pratico delle batterie, tradotto dal francese, Napoli l 830, pp. 329-347 .


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34. Alghero - Torre della Maddalena. 35 . Alghero - T orre S. Giacomo .


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36. Alghero - Porta di Mare. 37. Alghero - Cannoniera del bastione «Castìlla>>.


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Ciò premesso in p ratica , partendo da un primo cannone casamattato si prolungava la sua potenziale traiettoria, conducendola radente l'area da for tificare - o nel nostro caso all'andamento delle vecchie mura - fino ad un punto coincidente con il suo tiro efficace. Lì si originava la prima angolazione del poligono di iscrizione (ango lo di gola) , ovvero il vertice del secondo bastione. Questo corrispondendo per un a metà con il precedente, ne era il simmetrico completamento. Era così garantito ai suoi pezzi l'incrocio d ei tiri con quelli dell' altro, spazzando con il m icidiale fuoco radente e fiancheggiante70 il terreno antistante la sezione di cortina loro frapposta e, reciprocamente, le rispetlive facce . Procedendo in tale maniera si conseguiva la chiusura dell'intera superficie urbana in una murazio ne terrapienata di notevole ampiezza, da lla configurazione plan imetrica più o meno stellare, tanto maggiormen te vicina all'ideale geometrico 7 1, quanto minori fossero stati i condizionamenti geomorfo logici. Nel caso di A lghero , al pari di qualsiasi piazza marittima stante la duplice natura delle fronti , apparivano molteplici. Il Capellino in conseguenza progettò tre massicci bastioni completi, verso terra con relativo fossato, probabilmente allagabi le, ed ancora altri tre bastioni, irregolari, verso il mare. I rispettivi nomi, da quello dell'estremo nord a cui si innestava la darsena - detto Bastione della Maddalena- in senso orario, ci risultano essere: di Mo ntalbano, dello Sperone, di S. Yago, di S. An tonio, del Cascelazo . Almeno quattro di questi implicavano la fondazione in acqua e fatte salve le differen ze cli grandezza si possono ascrivere ad un'unica tipologia, quella a freccia con fianchi rientrati a «musone», ovvero rettilinei con casamatte q uadrate accessibili dall'interno della piazza, e troniere traditrici 72 • Il fossato , cavato in stretta corrispondenza con i bastioni , appare sul grafico sprovvisto ciel muro d i controscarpa, caratteristica ascrivibile con certezza a lla natura rocciosa del suolo, puntualmente del resto annotata dall'ingegnere. La descritta fortificazio ne bastionata insisteva su l servizio di 11 cannoniere casamattate, di cui tre binate, e di a ncora altre 3 in postazione semplice dietro la cortina . Complessivamente q uindi ipotizzando un pezzo per ogni troniera e cannoniera , la cerchia di Alghero per la difesa radente necessitava di almeno 17 cannoni, di cui la maggior parte di modesta giUata73 , ed i restanti invece di grosso calibro, obbligatori per fiancheggiare i bastioni estremi. fra questi spiccava quello che doveva battere il bastione in nalzato al posto dell 'antico Castelazo. L'im missione nella città era assolta da due sole porte : quella di terra, p receduta da un ponte parzialmente levatoio, e quella di mare comunicante con la darsena. P er q uest'ultima è da sottolineare che il suo accesso era «guardato» da 3 pezzi, e ciascun punto della sua superfice inoltre soggiaceva al tiro di almeno 1, spesso d i 2 sempre relativamente a quelli radenti , essendo tutti i restanti , postati in barbetta su lle cannoniere, di impro ba quantificazione. Il ricordato progetto non trovò immediata attuazione forse per i costi non ind ifferenti p ur nella semplicità e parsim oniosità delle opere, ma innescò invece una diatriba tecnica che si protrasse anche nei decen ni successivi. È sensato tu ttavia ammettere almeno l' avvio dei lavori, in ottemperanza a lla rievocata traccia, sebbene non co n l'energia necessaria . Ad o gni modo negli anni 1572-74 la città

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La preferen za accordata al tiro radente si originava dal fatto che un singolo proietto conservava intatta tutta la sua potenzialità mortifera fin quasi all'esauriment.o della gittata efficace, potendo percuotere persino più attacca nti. A di fferenza quindi di quello ficcante che si annullava nel punto d'impatto, quello radente vantava un numero di probabilità statistiche di colpire enormemente maggiore, rappresentando ogni punto della sua traiettoria un possibile impallo con un eventuale bersaglio. 71 Fra i tanti trat ta ti architettonico-filosofici che fiori rono sull'argomento cfr. G. V ASAR 1, La città ideale, a cura di V. Stefanelli, Roma 1970. 72 Ancora una volta i bastioni progettati dal Capellino appaiono con fianchi rientrati a «musone», soluzione che in u n certo senso appariva già al momento superata da quella a «orecchione». E questa volta, a differenza di Cagliari, sui grafici non compaiono correzioni di sorta. 73 Molteplici vantaggi facevano preferire per la difesa i pezzi di minor calib ro. Tnnanzitun.o essi pesavano d i meno, qu indi costavano di meno, e richiedevano meno uom ini per il brandeggio e la manovra. Consumavano pure meno polvere e si logoravano in conseguenza di meno, producendo non ultimo meno fumo. L'impiego del resto non trovava controindicazioni in quanto, a differenza di quelli d'assedio che avevano come finalità precipua lo sfondar muraglie, quelli di difesa dovevano semplicemente res pingere gli attaccanti.


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menziona in diverse circostanze i suoi baslio ni, forse i tre principali previsti dal Capellino per il fronte a terra.

CASTELSARDO La visione difensiva strategica della Sardegna sin dal medioevo si àncora ad una polarizzazione dell'iso la in capo di Sotto e di Sopra, i cui rispettivi centri nevralgici si identificavano in Cagliari ed in Sassari-Castelsardo, all'epoca detto Castel Genovese. li nome già ostenta a carico di quest'ultimo una esplicita a llusione alla sua funzione ed alla sua origine, che si perde comunque nell 'oscuro periodo successivo alla dissoluzione dell'Impero Romano. Nella accezione che ci riguarda però è effettivamente creazione dei genovesi e precisamente della famiglia Do ria, che nei secoli a ridosso del mille vi ebbe stabile dimora. Per l'esattezza si fa risalire al 1102 la presa di possesso ufficiale da parte della potente dinastia, che alcuni storici ritengono addirittura di origine sarda 74 . «Il castello, e più tardi la città con la sua cinta forti fica ta, venivano elevati di fronte al mare, in una singolare e meravigliosa posizione, disposti quasi ad arco sulla vetta e sul ripido fianco di un promontorio alto 114 metri, a picco verso il mare e digradante verso la terra dove tende a formare un piccolo istmo. È certo che la cinta fortificata raggiungeva il suo massimo sviluppo molto tardi, giacché, dal principio non vi doveva essere altro che il 'castello', circondato dalle case e dalle capanne, sotto la cui protezione erano state edificate» 75 . 11 sito d'impianto di per sé già fortissimo, arroccato come è su un minuscolo promontorio granitico strapiom bante, somiglia - ovviamente nelle debite proporzioni - per peculiarità di concezione difensiva e quindi di validità militare, a quello celeberrimo di Gaeta. Ad accentuarne la felice ubicazione contribuiva il du plice vantaggio di protendersi nello stretto di Bonifacio e di poter fruire di un suo esclusivo approdo marittimo, che quand'anche modesto assolveva una funzio ne basilare per piazza marittima. Cala di Frigiano, o di F ruisano76 , cosl appunto è ricordato il porticciolo sottostante alla rocca, ne rappresentava infatti l'indispensabile accesso al mare e la via di comunicazione più improba da recidere in caso d'assedio: ancora oggi una torre e u na spiaggia limitrofe ne tramandano l'antico toponimo. Una pressoché totale oscurità avvolge le prestazioni militari della minacciosa rocca durante i primi tempi della sua esistenza . Assedi ne dovette indubbiamente sostenere diversi, e forse p roprio in seguito al loro abituale esito infausto si generò e quindi d iffuse la fama di inviolabilità della fortificazione del capo di Sopra. Del resto proprio in relazione alla loro peculiare validità difensiva, uno straordinario destino derivò alle strutture murarie di questa piazza marittima dall'altezza d'impianto assolutamente inusitata per qualsiasi altra . Secondo la storia ad una originaria edificazione della rocca, detta di Bellavista , si susseguirono, con scansione ravvicinata, quella delle murazioni perimetrali e delle torri, sia del fronte a mare che di quello a terra, serranti il borgo, al punto da poter ascrivere il complesso risultante ad un unico e definito contesto architettonico. Orbene alcuni secoli dopo, quando la presenza della artiglieria iniziò a farsi determinante nella risoluzione degli assedi, l'eccezionale quota di Castel Genovese, sottraendo le sue fortificazioni al devastante confronto, ne vanificò la necess ità di adeguamento .

74 È interessante ricordare che molti studiosi, fra i quali lo stesso Manfroni, citano questa potente fanùglia con il suo cognome originario D'Oria, che solo successivamente diverrà quello ben a ltrimenti noto . 75 Da S. RATTU, Bastioni e torri di Castelsardo. La roccr{forte dai tre nomi: Castel Genovese, Castell'!lragonese, Castelsardo. Contributo alla storia dell'architellura militare, Torino 1953, p. 16. 76 Cfr. I. PR1r<c1Pf., Sassari... , cit ., p. 38, ed anche S. RATTU, Bastioni ... , cit., p. 8. ln merito poi alla Torre di Frigiano, F. Fo1s, Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna, Cagliari 1981, p. 50, precisa: «nella cala in cui c'è la torre segnalata da Rocco Capellino nella sua cana del I 577 esisteva il vero porto di Castclgc novese ... La torre è in gravi condizioni strutlurali... sorge ad ovesi della citià (cl fu punto geodetico nel 1837. È alta m. 11. 80 ha la porta d'ingresso a m. 5. 50 dal suolo. Il suo diametro è di m. 7».


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Castelsardo. 39. Castelsardo - Porticciolo.


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·e 40 40. Castelsardo - Schema planimetrico del 1625 .

Sostanzia lmente simili a se stesse perciò sopravvissero alla universale scomparsa delle opere med ievali, riproponendo inalterata persino la loro credibilità dissuasiva. La ristrettezza del sito inoltre frustrava qualunque ipotesi di variazione plan imetrica, e le stesse mareggiate, rovinose per ogni fronte a mare, si in frangevano innocue sulla parete d i granito sottostante al suo, scongiurandone finanche la m anuten zione straordinaria . Sulla base di quanto esposto è lecito perciò riguardare le strutture pervenuteci come origin:ili, o neHa peggiore delle ipotesi, come loro ricostru zioni sostitutive, mai comunque stravolgenti l'impostazio ne inizia le. In prima approssimazione la configurazione della piazza può essere paragonata ad un esagono , estremamente irregolare, del qu ale tre lati sono p rospicienti il m are , sebbene a grande altezza, e gli altri tre costituiscono il fronte a terra, adattato magistralmente al ciglio tattico della co llin a. Le opere difensive si articolano in una cinta perimetrale, molto spezzata nel suo fronte a mare - ma pur sempre di medievale con notazione - con torrioni fuoriuscenti dal filo dei segmenti di cortina. Nulla d i simile a veri e propri bastioni che, d ' altronde, data la quota sarebbero stati poco efficaci. Al vertice del p romontorio, ma in posizione eccentrica alla cerchia, quasi adiacente alla cort ina del fronte a terra, svetta la rocca. Ci ò premesso, per meglio approfond ire le caratteristiche minori della piazza - assodato che nessun suo rilievo, o grafico anterio re ad un sommario schema del 162577 ci è pervenuto - grazie alla

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L'unico grafico pervenutoci, almeno fino ad oggi, è quello conservato presso l'Archivio Generale di Simancas [d'ora in poi i\.G.S.), fondo Guerra Antigua, Lcgajo 915, illustrante la relazio ne del vicerè Giovanni Vivas, governante la Sardegna fra il 1623 cd il 1625. Si Lratta comunq ue più che di un preciso rilievo in scala d i uno schema in cui sono accentuate le struu.ure fondamentali della cilladina, senza alcun rapporto metrico con la realtà.


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41. Castelsardo - Interno ciel castello. 42. Castelsardo - Scorcio della costa dalle mura del castello.

ricordata invarianza è corretto affermare che anche da quest'ultimo: «possiamo ricavare con esattezza come fossero disposte le difese della porta principale di accesso verso il retroterra, quella secondaria verso il mare, e tutte le altre misure difensive disposte lungo la spiaggia perché fosse evitato che "nel gran vallone e due monticelli che guarda La Sinara fra i massi senza terra con vuoti" potesse "nascondersi gente che sbarcasse di nottetempo e che occultata dalle pietre potrebbe impedire i soccorsi (dal mare)" ... .. . a Castelsardo .. . rimasero invariate le vecchie mura con tutto il sistema fortifica torio edificato ... dai Doria ... e tramandato ai Savoia ... »78 • Si conferma infine sulla base della relazione allegata al suddetto schema planimetrico del 1625, estesa dal viceré don Juan Vivas, che: «le opere addizionali vennero poste soltanto nel retroterra. Esse formavano una semplice cortina di - rivellini - ; ma la cinta della città era sempre quella primitiva ... » 79 • In definitiva e in generale, Castel Genovese, che sarà poi Aragonese, e poi ancora Sardo, constava di una rocca apicale e di una cerchia turrita verso terra - eia dove si accedeva - e verso mare. Da questo lato in un secondo momento si praticò una seconda apertura, una sorta di postierla di emergenza, che immetteva alla spiaggia, detta «mandracho del socorro» 80 , dall'ovvia allusione. Di là infatti potevano sortire i messaggeri e soprattutto entrare i rifornimenti ed i contingenti alleati, sebbene l'inerpicarsi fino alla cima dell'altura presentasse notevoli difficoltà.

78

Da S. RATTU, Bastioni... , cit. , pp. 19-20. Ibidem, p. 20. 80 Il termine rnandrache nell'ant.ico castigliano starebbe ad indicare lelleralmente «ridosso di mare» ovvero una sorta di porticciolo difeso, con l'attribmo per di più del .5ocorro, che ne ribadisce la finalità. 79


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Il Vivas non mancava di segnalare nel suo rapporto - echeggiante in ciò molti altri ad esso precedenti - il gravissimo limite della piazza rappresentato dalla sua precaria autonomia idrica. Inesistenti ovviamente sul granitico scoglio qualsiasi sorgente o falda acquifera sia pur di infima consistenza, fu sempre giocoforza fare affidamento sulle cisterne . Queste però col tempo si ammalorarono progressivamente, tanto che la stima più ottimista sulla loro erogazione massima, non eccedeva per gli anni in questione i 15-30 giorni. La poderosa fortificazio ne pertanto, in ogni serio assedio, restava in balia dello spettro della sete. La definitiva risoluzione si fece attendere fino quasi alla metà del XVIl secolo, come ci attestano precisi progetti di canalizzazione e di filtraggio escogitati all'uopo . È imprescindibile a questo punto, per esauri re la scheda, una breve sintesi circa gli accertati coinvolgimenti bellici di Castelsardo. Dopo la battaglia della Meloria, 6 agosto l 284, la supremazia politica pisana subisce in Sardegna un profondo tracollo avviandosi alla rapida scomparsa. I Doria pertanto poterono agevolmente rafforzare i loro legami con Genova, e la rocca assunse un ruolo strategico nei traffici da e per la Repubblica. Verso la fine del Xlll secolo però anch'essa divenne virtualmente possesso aragonese, ma il suo concreto passaggio di proprietà fu tutt'altro che netto e scontato. Tra ribellioni dei vecchi castellani al nuovo sovrano, tra assedi e contrattacchi, si consumò infatti quel secolo e buona parte del successivo , senza che Castel Genovese finisse stabilmente nell'orbita aragonese. Ancora nel 1354 la piazza risulta infeudata a Matteo Doria, e l'anno successivo al nipote Brancaleone, sebbene con l'apparente assenso reale. Ed è sempre feudo dei Doria agli inizi del XV secolo, almeno fino a quando nel 1448 re Alfonso d'Aragona, dopo un asprissimo e lungo assedio ne ebbe ragione irreversibilmente. Per meglio sottolineare l'evento ne trasformò il nome ribattezzandolo Castel l'Aragonese: ciò nonostante per molti anni continuò a chiamarsi genovese. Istauratasi con la battaglia di Macomer la piena sovranità aragonese nell'isola, un intenso programma d i riqualificazione difensìva fu varato ed in tale contesto anche la piazza di Castell' Aragonese fu oggetto di restauri e riparazioni. Analoghi lavori si effettuarono nel 15 12: la fortezza tornava così ad estrinsecare la sua ottimale potenzialità. Un estremo episodio di riconquista da parte di Andrea Doria si registra nel 1527, allorquando abbinando un blocco navale - stretto dalle sue galere - ad un assalto da terra sferrato dai francesi, fu posto l'assedio alla rocca . L'operazione anfibia ebbe però esito infausto. Contribuì peraltro alla risoluzione dell'investimento da mare un furios o fortunale che disperse la squadra del Doria, facendo ricadere sulle sole forze francesi l'iniziativa. La loro evidente insufficienza militare sconsigliò, in breve volgere, la prosecuzione dell'impresa e la piazza tornò alla sua abituale inanità. Tuttavia pochi decenni dopo quell'episodio Castell' Aragonese, pur senza scadere ufficialmente di prestigio e d i rinomanza, non assolse più il ruolo di polo di riferimento strategico sardo, diretta conseguenza della sua vicinanza alla piazza di A lghero che, per gli immani lavori fortificatori compiuti e programmati, già si imponeva con ben altra rilevanza. Paradossalmente l'oblio che iniziava ad avvolgere la sue vetuste muraglie si generava proprio dalla loro mitica fama di inviolabilità. Il millantato credito infatti frustrava qualunque seria ipotesi di aggio rnamento delle opere, e la sua procrastinazione giubilava ulteriormente ed inesorabilmente la validità complessiva, rendendola di anno in anno frutto quasi esclusivo della felice posizione d'impianto. Unica eccezione fu la costruzione antistante di alcune piattaforme per artiglierie da costa, volute dagli spagnoli nel XVII secolo. Quale fosse poi il miserrimo livello esistenziale in cui si dibatteva Castell' Aragonese e la sua guarnigione intorno alla metà del '500, traspare dal seguente documento in cui il vicerè di Sardegna don Alvaro de Madrigal così rappo'rtava: «El Virrey de Cerdena. - A la muy alta y muy poderosa senora Ynfanta princesa Gouernadora generai de los Reynos de espana por Su Magest.ad - 6 de Junìo 1558 Muy Alta y muy Poderosa Senora .. .

. . .Ai soldati d i Castellaragonese si dovevano 12 paghe e io ho fatto prendere denari a prestito per dar loro sei paghe mentre se ne devono loro sette oltre quelle che correran no e ho già al presente fino a 100 soldati. Inoltre, per le vettovaglie non a ncora pagate, che si sono prelevate per il loro sostentamento , dai luoghi circonvicini al tempo degli altri viceré, sono dovuti 3.000 scudi all'incirca, ed essendo i fornitori gente povera cui sono state prese con promessa d i pagarle, conviene al servizio e sta


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43 . Castelsardo - Garitta e spalti verso il mare.

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alla coscienza di S.M. di provvedere il denaro necessario per effettuare il saldo, sia di esse che delle paghe ancora insolute . .. · ... Nuestro Sénor guarde prospere en muchos 1.n as Reynos y senorios corno sus criaclos y vasallos dessearnos. de Caller VI, de Junio 1558 ... Don Alvaro de Madrigai>> 8 '.

E forse proprio in seguito all'accorato rapporto, un minimo di interessamento si ripropose per l'antica fortezza. Più verosimilmente però furono alcune sinistre apparizioni della flotta turca, nello stretto di Bonifacio, a determinare un improvviso riacutizzarsi della necessità delle prestazioni difensive offerte dalla piazza, idonea come non mai contro i corsari ottomani e barbareschi, nonché contro i loro alleati, disgraziatamente vicinissimi, francesi 8 2 • Gli ordini pertanto nuovamente si promulgarono con motivata volontà di riqualificazione, se non delle strutture, almeno ciel servizio e delle prestazioni militari, a cominciare da quelle basilari inerenti alla guardia: «PER LA GUARDIA DE CASTELL ARAGONES Die XV I I rnensis octobris I 563 a nativitate etc. in Castro Aragones . . .

. . . Ordini che devono essere osservati dalla guardia della cit tà di Castell' Aragonese per aprire e chiudere le porte ... (Innanzitutto) - Vengano poste due sentinelle a ll'esterno della fortificazione una dalla parte delle scale del Frate e l'altra da quella del Romasino, le quali ogni giorno all'alba dovranno compiere la discoperta della costa fino alla città, dandone rapporto al Magnifico Podestà e Cancelliere. Senza di

81

A.G.S., Gueri-a Antigua, Legajo 67, f. 99, liberamente Lradotw . La stipula di quella che passò alla storia come l'Empia Alleanza tra la F rancia di re Francesco I e l'Impero Turco di Solimano, in funzione antispagnola, è datata 1536. Sinteticamente venne rievocata da P. SANDOVAL, Vida y hechos del emperador Carlos Quinto, Pamplona 1635, voi. II, p. 215, in questi termin i: «El rey de Francia despacbò sus ambaxadores al Turco, a pedir a Solyman que enviase contra el Empcrador su armacla». [Il re di f'rancia spedì i suoi ambasciatori presso il gran sultano Solimano per conv.ìncerl o ad inviare la sua floua co ntro i possedimenr.i del'imperatore Carlo Vl. 82


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ciò le porte resteranno chiuse, e si dovranno inviare attraverso una postierla alcuni uomini, a piedi ed a cavallo, per effettuare la suddetta ricognizione ... . . .Similmente una volta chiuse le porte non sia lecito né consentito nemmeno al suddetto Magnifico Podestà e Cancelliere ... di farle riaprire per nessuno, ad eccezione di S. Maestà, dell'illustrissimo signor Luogotenente Generale, e del nobile Governatore del Capo di Sassari e Lugodoro, ... dopo però che siano stati con certezza identificati ... .. . Similmente chiuse che siano dette porte nessuno si azzardi ad entrare o ad uscire, scavalcando le mura sotto pena della vita e della confisca dei beni . .. . . .Similmente che si pongano ogni notte quattro sentinelle per ciascuna porta ed anche tre uomini cli ronda ... ed essi non si possano allontanare dal loro posto fino all'apertura delle porte ... .. . Similmente dovrà farsi una ripartizione degli abitanti di detta città, nessuno escluso, di dodici in dodici in modo che possano così effettuare detti turni di guardia ... . .. Similmente che nessuna persona ardisca una volta che siano montate in servizio le sentinelle accostarvisi sotto pena di 25 scudi oltre la consegna per otto giorni nella fossa (cella di rigore sotterranea) ... la stessa pena verrà anche per la sentinella che accondiscenda ... ... P rovisa per Illustrem D. Locumtenentem Generalem in Regio Consilio die 29 octobris a nati vitate Domini anno 1563 Ferrer notarius et Scriba pro herede Serra>>83 .

Le torri costiere aragonesi I sovrani aragonesi, con il radicarsi del loro dominio in Sardegna, non si limitarono - nell'ambito della difesa costiera - alla sola riqualificazione delle piazzeforti ma'rittime, ma contestualmente eressero anche alcuni torrioni foranei . L'espediente non era affatto nuovo nella storia delle fortificazioni, vantando una casistica abbondantissima sia in Spagna, sia in particolare nel Regno di Napoli84 , dove già da diversi secoli rappresentava la risposta per antonomasia all'esasperante stillicidio delle razzie piratesche e corsare, islamiche e non. I massicci torrioni non offrono ad una approfondita indagine rimarchevoli affinità concettuali o strutturali con le torri costiere propriamente dette ciel periodo successivo, tranne che per l'essere impiantati sulle marine e avere come dimensione prevalente quella verticale. Più coerentemente andrebbero inclusi nella categoria dei forti a pianta circolare, con i quali condividono l'autonomia e la potenzialità cli resistenza, per non parlare della ridondanza dell'armamento e della guarnigione. Da essi pertanto ci si attendeva - oltre ad un ovvio allarme alla popolazione un intervento dissuasivo balistico, e magari nei casi più disperati un rifugio d'emergenza: ma non certo un allertamento semaforico su scala insulare, né una protezione continua alle acque del cabotaggio, di lì a breve definite territoriali85 . L'inserimento successivo nella catena delle torri costiere ottemperò ad una logica di risparmio e di celerità realizzativa, piuttosto che a una riconosciuta congruità fra i due manufatti: la loro abituale posizionatura a protezione di un ancoraggio, però, consentì motivatamente la suddetta operazione. In merito all'originario numero cli questi, non si erra di molto collocandolo intorno alla decina, alcuni dei quali ancora presenti pittorescamente sulle identiche suggestive marine. Altri invece, per ]'inglobamento nella squallida pletora di costruzioni per uso stagionale, hanno visto cancellato oltre al risalto anche il fascino romantico. Altri infine per le ingiure devastanti del tempo e degli eventi, spesso bellici, meno pietosamente, hanno subìto la totale ablazione, persino delle fondazioni.

83

A.S.C., P. 2, 270, con libera traduzione. Le prime ordinanze in materia di di fesa costiera med ian te torri di avvistamento, per il Regnc., di Napoli, possono farsi risalire al 1282. Sull'argomento cfr. L. SA NTORo, Castelli angioini e aragonesi nel regno di Napoli, Segrate I 982, p. 93. 85 La esatta definizione di «acque territoriali» inizia a riscontrarsi a partire dal 1625 con il 0Roz10, De jure belli ac pacis, per precisarsi ineq uivocabilmente nell'aforisma del Bynkershock del 1702: «Terre dominium finitur ubi armorurn vis~>, che sembra quasi una esplicita allusione alle artiglierie costiere delle torri, che in pratica delimitavano la fascia di mare antistante per il cabotaggio. 84


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Rientravano in tale novero quello di Porto Scuso, di Orist ano, di Bosa, di Alghero, di Porto Conte, cli Porto Torres86 . Alquanto dissimili, sembrano confermare con quella disomogeneità l'eccessivo protrarsi della loro edificazione, per cui si osservano accanto ad alcuni ostentanti resti dell'apparato a sporgere di medievale memoria altri dai quali occhieggiano strombate cannoniere rinascimentali. Nonostante ciò possono agevolmente ricondursi ad una unica matrice progettuale, consentendoci, fatte salve le menzionate lievi peculiarità specifiche, di descriverne uno solo per tutti.

TORRE DI BOSA Che il torrione di Bosa sia anteriore al 1528 lo dimostra indirettamente la relazione del Camos del 1572, allorché questi, descrivendolo, ricordava come l'adiacente foce del Temo fosse stata ostruita nel 1528, per paura dei francesi, con l'affondamento di enormi macigni, e da allora non ancora dragata 87 . L'interdizione a risalire il fiume costituiva un gravissimo danno per la cittadina che in quello trovava il suo porto-canale: pertanto mai si sarebbe edificata un'opera tanto rilevante per la protezione foranea, in assenza dell'ancoraggio. Il torrione perciò va ascritto con certezza al secolo precedente, e tale lo confermano abbondantemente i suoi criteri architettonici e fortificatori, tipici della 'transizione'. La sua scansione volumetrica ad esempio estrinseca un assoluto rispetto alla teoretica del Martini88 , suddivisa com'è in due sezioni, delle quali quella inferiore scarpata e piena mentre la sovrastante cava ed appiombata, separate da una modanatura a profilo torico - redondone - che assolveva la delicatissima funzione di deviare le schegge originantesi dalla frantumazione dei coevi proietti lapidei sul paramento d 'estradosso , Ed ancora, questo come gli altri, ad eccezione di quello di Porto Terres, è perfettamente circolare, di circa una ventina di metri di diametro, con un'altezza di poco inferiore. All'interno il piano agibile era logicamente quello della sola parte verticale, relegandosi nella sottostante una capace cisterna, tanto più necessaria in quanto, allora, il sito era una isoletta a circa m. 400 dalla costa, e non come attualmente ad essa collegato. L'introduzione avveniva mediante una scala volante esterna89 , ed attraverso un duplice ordine di serramenti con intercapedine di sicurezza. Al portone sormontato da una vistosa bertesca, infatti, succedeva una saracinesca, e l'angusto vestibolo interposto soggiaceva a sua volta ad una piombatoia ricavata nell'enorme spessore del muro, duplicato di quella di fuori. Guadagnafo l'interno, la pianta eia circolare diviene ottagona, ed alla mezzeria di ogni lato si spalanca una profonda e strombatissima troniera, per sette pezzi di piccolo calibro, essendo l'ottavo · vano destinato all'ingresso. Stante l'ampiezza della sala, e l'ingente peso della copertura adibita a piazza d'armi per i cannoni maggiori - delle cui sollecitazioni dinamiche occorreva tener debito conto - questa non fu voltata a cupola ma suddivisa in otto spicchi, insistenti a loro volta su altrettanti arcani in pietra da taglio magistralmente giuntata, tutti convergenti su di un unico poderoso pilastro centrale, sempre ottagono. Gattoni aggettanti guarniscono il perimetro d'imposta, lasciandoci indovinare un impalcato ligneo, supporto per una migliore abitabilità: ad una identica finalità va ricondotto pure il grosso camino che campeggia su di un lato del pilastro.

86

Circa le origini della torre ottagona di Porto Torres cfr. L P1<1NClPE, Sassari ... , pp. 24 e sgg. La procedura adottata in quella circostanza fu di caricare di scogli le barche coralline, sempre aJquanto numerose in zona per via della lucrosa attività, e quindi una volta in sito provocarne l'affondamen to. Disgraziatamente l'operazione inversa non presentava identica facilità , tant'è che per un analogo espediente il pono di Brindisi restò impraticabile per diversi secoli. 88 Questi infatti prescriveva sia il totale riempimento dei torrioni esposti al fuoco, che dovevano essere «sodi» , sia la loro scarpatura basale, sia infine la obliquità di tutte le superfici esterne delle fortificazioni, per annullare qualsiasi evenienza di impatto ortogonale. Meglio ancora dei suoi scritti valgono i suoi disegni a confermare tale pedissequa osservanza. 89 In tutte le torri costiere del XVI secolo, come del resto anche in quelle successive, l'espediente di sopraelevare il vano d 'ingresso trova puntuale riscontro. Ciò si può spiegare piuttosto che come una permanenza di un arcaico ritrovato difensivo, come l'impiego di un semplice d iaframma pur sempre validissimo contro attaccanti provenienti dal mare e quindi assolutamente sprovvisti di scale. Pertanto alla ingenuità architettonica della sopraelevazione faceva da contrappunto l'insufficienza degli attaccanti ristabilendo così il vantaggio a favore dei primi. P


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44. Torre di Bosa. 45. Torre di Bosa - Dettaglio bertesca. 46. Torre cli Bosa - Dettaglio piaua d'armi.


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Una seconda scala, però in muratura, ricavata nello spessore del muro, immette alla piazza sovrastante, dove nuovamente sette cannoniere in barbetta a doppia stombatura, di probabile fattura posteriore, scandiscono il parapetto: l'ottava posizione è occupala dall'imbocco della bertesca e della piombatoia. Evidente la perseguita isotropia difensiva dell'intera struttura, inutile in una comune torre costiera, contro la quale la minaccia balistica era asssolutamente direzionale. Al cli là della pura funzione militare, nel mastodontico torrione è ostentata una ricercatezza ed un virtuosismo architettonico, rimarcato persino dal bicromatismo delle pietre utilizzate, indiscutibili segni del momento, condannati peral tro inesorabilmente a scomparire in breve volgere 90 .

90 Le concessioni estetiche in materia bellica ebbero alcu ne volce contenuti ed estrinsecazioni demenziali, come ad ese mpio aJJorquando si pretese di istoriare co n motti ed imprese araldiche le palle di cannone, oppure quando gli stessi cannoni vennero get.tati in forma di leoni o di colonne doriche, con quali vantaggi per la durata d egli stessi e per l'accura tezza del loro tiro, facili da desumere. Nel settore architettonico la t ransizione si incaricò in breve volgere di cancellare simil i allucinant i dimostrazioni d i ouusa opulenza.


CAPITOLO SECONDO

li torreggiamento della Sardegna

Lepanto Alle ore 12 del 7 ottob re del 1571 appena un miglio di mare separava le armate navali p iù potent i che fino ad allora si erano fro nteggiate nel l'vlediterraneo . Circa 500 u nità da combattimento 1 , costituite per la massi ma parte da galere, erano infatti schierate fra l'una e l'altra formaz ione , pronte a serrare le distanze per dare inizio a llo scontro propriamente detto , che per l'epoca consisteva per lo più cli u na serie di fram mentari duelli di legno contro legno 2 • Era la maniera d i battersi sul mare, in auge praticamente da quasi due millenni e sostanzialmente immutata nelle modalità estrinsecative, come altrettanto invariata era del resto la morfologia delle imbarcazioni . U n unico indizio ad un attento osservatore avrebbe tradito che si stava per concludere un ciclo così incredibilmente esteso : sei grosse galeazze\ di infime prestazion i nautiche, ma pesantissimamente arm ate, tanto da poterle assimilare a vere cittadelle galleggianti, si cullavano innanzi allo schieramento delle galere cristiane, pronte ad imporre con il loro micidiale volume di fuoco, scaturente dagli oltre quattrocento cannoni 4 di cui complessivamente disponevano, un pesante tributo di sangue alle navi avversarie avanzanti per la p resa di contatto5 • 11 dettaglio sulle prime non doveue sollevare nei turch i eccessive apprensioni , ma già pochi istanti dopo l'inizio della manovra le precise bordate delle galeazze obbligarono le galere della mezzaluna alla voga arrancata, nel disperato tentativo d i sottrarsi al devastante quanto concentrato cain noneggiamento 6 • Il nuovo connotarsi della guerra sul mare prendeva così il suo avvio in un episodio marginale, nell'ambito di una battaglia per molti versi unica quanto epica. Ma la manifestazione che più di ogni altra si avviava a scomparire per semp re dalla logica della

1

La floua cristiana era formata da 105 galere d i Venezia agli ordi ni di Sebastiano Venier; 81 impe ri a li p rovenienti da Genova, Regno cli Napo li, Regno di Sicilia e dalla stessa Spagna agli o rdini d i don Giovanni d'Austria; 12 dello Stato della Chiesa agli ordini d i Marcantonio Colonna; 3 ancora di Genova, di Gian nandrea Doria; 3 dei Cavalieri di Malla agli ordin.i d i fra Pietro Giustinia n.i; 3 infine de i Savoia. Tota le complessiv~ 207 unità . Dall'a ltra parte vi erano schierate, agli ordini di A lì Pascia 220 galere e 60 fuste. Sull'argomento cfr. R. P ,,N~TTA , Pirati e corsari turchi e barbareschi nel lv/are Nostrum, Torino 198 1, pp. 239-240. 2 Agg iunge a l riguardo C . M,,NrnoN1 , Storia della marina italiana, r istampa anastatica, 1Vlilano 1970, voi. III, p . 289: «Una battaglia nava le c.ra galere no n po teva essere se non un co mballimen to d ' urto, poiché le artiglier ie non aveva no lunga gettata, specialmente le turche, che, seco ndo la re lazione del Cavalli, erano piccole e cli piccola portata». 3 Le caratteri stiche fond amen tali d i tale tipo di unità da combanirnen to vennero così riassu nte da A. G tH, 1.1n:vion1, Vocaholario marino e militare, rist.ampa anastatica, lVIilano I 967, alla voce Ga leazza: {<Bastimento da remo di alto bordo, e di

fonne gigantesche. Tu110 il pafamento di trentadue hanchi, sotio coperta. Scafo fungo settanta metri, largo e grosso più che il doppio delle galere ordinarie. Porta va tre alberi latin i: due castelli di baiterie in tre ordini. Trentasei cannoni grossi, sessantaquaiiro peirieri, mille ducento uomini tra marinai, soldati e rematori. Non era nave di fila, né di corso: ma condotta innan zi alla ji'onte di battaglia, proteggeva fa linea, sgominava l'ordinanza, e il metteva tra due fuochi» . Circa poi le cara u eristiche nautiche di simili imbarcazioni, e più in generale di q uelle da battaglia del I 500, cfr. F .C. LA NE , Le navi di Venezia ji'a i secoli X/11 e XVI, Torino 1983, pp. 295 e sgg. 4 Circa le accennate dispa ri tà tecnologiche fra gli arma menti occiclemali e quelli ottomani precisa meg lio G . I',,RKE R, L a rivoluzione militare, Bologna 1989, pp. 220-221: «dopo la vittoria cli Lepanto del 1571 , fu rono catturati soltan to dai veneziani circa 225 cannoni d i bro nzo, che fu rono quas i tutti fusi cli nuovo (co n rin forzi) perché, secondo il Consiglio dei D icci, ' il meta llo è d i qua lità scadent.e'» . In altre parole l'art.iglieri a nava le ottomana fu ri trovata troppo fragile per essere usata in ma ni era sic ura cd efficace . 5 Ilasti pensare in meri to che un proietto cli artiglieria t irato q uasi racleme l'acqua una volta raggiu nto il po nte cli una galera, sul quale gli uo mini a i remi vi erano cos tipati a «folla co mpatta» vi apriva un solco sanguinoso, smorzando la sua energia mortifera, dopo averne trapassato, secondo alcuni autori, fino ad una trenti na, con l'ovvio risu lta to cli bloccare l'u nità. 6 In merito alla compa rsa delle galeazze e de l peso che ebbero sulle successive battaglie cfr. R.A. PRESTON, S.F. W 1sr , Storia sociale della guerra, Verona 1973, pp. 152 e sgg.


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47. Baltaglia dì Lepanto - I due schieramenti navali.

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guerra sul mare era di natura diversa, insita nella stessa epicità di quello scontro immane: mai più si sarebbero affidate le sorti di una potenza, o peggio ancora di una confederazione cli stati, ad un unico risolutivo scontro, azzardando di vedere così in poche ore svanire completamente la propria forza e la propria sicurezza per ritrovarsi esposti, indifesi, alle ritorsioni nemiche. A Lepanto oltre 100.000 uomini 7 si batterono in un estremo tentativo cli cancellare dal mare l'op-

7

Sul totale dei partecipanti alla battaglia regna una cena discordanza fra gli storici, osciI.l ando la loro stima fra un minimo di 70.000 ad oltre 200.000. P er le caratleristiche delle unità partecipanti è estremamente credibile che non siano stati meno di 150.000. Cfr. J .F .C. FuLum, Le battaglie decisi ve del mondo occidentale, Roma 1988, p. 493.


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48. Raffigurazione di una galeazza.

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posta supremazia ed entrambi i vertici militari e politici accettarono il rischio esposto ritenendolo in qualche maniera congruo ai benefici ottenibili in caso di vittoria. Ad ottobre nel Mediterraneo il tramonto sopraggiunge abbastanza presto: ancora il sole non era scomparso dietro le onde , che la flotta turca, irreparabilmente sbaragliata, cercava per quanto possibile di sottrarsi alla totale dis truzione. Nella crescente oscurità della calante notte le poche e malconce fuste e galere di Ulagh-Alì, più tristemente celebre come il corsaro Uccialì, abbandonate tutte le prede che erano riuscite ad arraffare, si guadagnarono il mare aperto . Confondendosi con la massa nera della costa, e filando con spericolata manovra fra le scogliere affioranti di questa e l'estrema ala dello schieramento cristiano, dimostrando in ciò la sua ardita maestria, il predone pilotò il suo branco fuori dalla gabbia nemica. E fu uno dei pochissimi a farla franca, confermando quasi le potenzialità superiori che poteva ostentare la marineria corsara in qualsiasi circostanza. L'impero turco in quel momento non aveva ormai sul mare nessuna possibilità di difesa concreta e credibile, e nel giro di circa cinque ore era scaduto da superba compagine aggressiva a miserabile preda inerme. A Costantinopoli, allorché fu noto l'infausto esito della battaglia, si paventò di ora in ora la logica conclusione di sì brillante premessa, ovvero l'immancabile sbarco cristiano finalizzato ad assestare il supremo oltraggio, o per lo meno allo sfruttamento militare della indiscutibile vittoria8 • Ma ben presto apparve chiaro che questa fase non ci sarebbe stata, e fu per entrambe le potenze la più inusitata delle conclusioni. Da parte occidentale già la sera stessa a Lepanto - quando molti comandanti realizzarono cupamente che l'azione offensiva era esaurita e che si sarebbe fatta rotta per casa - iniziarono a circolare insistenti e destabilizzanti dicerie di presunti tradimenti e patteggiamenti con l'odiato avversario, voci che nel tempo lungi dal rientrare crebbero a dismisura fornendo uno di quei tanti esempi, di cui è ricca la storia, di vittoria tradita o comunque svenduta. Si trattava in realtà di una singolarissima situazione che vedeva contrapposta ad uno schiacciante successo ta ttico un 'altrettanto incontrovertibile sconfitta strategica9 •

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Cfr. C. M AN FRONr, Storia .. . , ci t.., voi. III, p. 501. Celebre al riguardo la frase del Pertcv, compagno d'armi di Alì Pascia: «la vittoria dei cristiani 'aveva tagliato la barba del sultano'». E la barba, era sottinteso, sarebbe ricresciuta. Cfr. J. D i;scoLA, La battaglia di Lepan;o, in Le grandi svolte della Storia, Milano 1974, voi. I, p. 433. 9


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Era indubbio infatti che i turchi non sarebbero restati con le mani in mano, prodigandosi invece al massimo per ricostruire quanto perso nel minor tempo possibile, come di fatti in breve avvenne 10 , e che pertanto quella occasione eccezionale per infliggere al nemico di sempre il colpo mortale, si vanificava a spregio persino delle non indifferenti perdite subite. Sui motivi, noti e non, della mutila vittoria occidentale sono stati profusi fiumi cl ' inchiostro, con analisi più o meno plausibili, tutte però incentrate sulla sola logica politico-militare, che indubbiamente stava alla base del comportamento delle armate, ma pochissime ricostruzioni hanno tenuto conto di un fattore di natura psicologica che, in seguito ebbe modo di estrinsecarsi ampiamente. La battaglia si era svolta infatti agli inizi di ottobre - epoca in cui le galere normalmente già venivano ritirate dal mare - non essendo la loro fragilissima struttura in grado di sostenere le condizioni anche di poco perturbate di questo, per tornare operative alla fine di aprile. Le rare volte che si volle, per disperata necessità o per incosciente fanatismo, contraddire questa immutabile realtà si erano sempre risolte con allucinanti catastrofi. Un banale fortunale, ad esempio, di forza sei bastava ad eliminare una agguerrita squadra in poche ore. Logico quindi che don Giovanni d'Austria ed i suoi gregari fossero tutt'altro che disponibili ad un protrarsi della campagna con l'inverno alle porte, specie con una flotta, senz'altro vincitrice, ma proprio per questo abbastanza provata e danneggiata negli scafi come negli equipaggi 11 • Di più mettere in gioco la recente supremazia schiacciante, così faticosamente acquisita, per un ipotetico traguardo futuro sembrava una temerarietà ingiustificata e nessuno dei confederati singolarmente preso, propendeva a correre tale rischio. Un risultato straordinario e quasi incredibile, del resto, era stato pienamente conseguito, anche con la sola dimostrazione incontrovertibile che i turchi potevano essere battuti e distrutti. E in quei frangenti pareva già moltissimo. Paradossalmente, quindi, Lepanto segnò per entrambi i contendenti 12 una precisa quanto concordante lezione: evitare, da quel momento in poi, di perseguire fanaticam ente qualsiasi scontro diretto in massa - propriamente detto risolutivo - che avrebbe potuto in quanto tale, nell'arco cli poche ore, gettare una grande potenza nella disperazione. Le flotte da battaglia sarebbero se mai servite quale deterrente, quale arma di dissuasione o di persuasione, ma non certo azzardate in un confronto all'ultimo sangue che non trovava più propugnatori, i turchi per primi. Lepanto chiudendo perciò il ciclo plurimillenario delle battaglie navali impostate esclusivamente sull'urto in massa degli schieramenti contrapposti, chiudeva anche il ciclo delle battaglie navali-duello, prefigurando per contro quello della politica delle cannoniere e delle crociere terroristiche effettuate da poderose squadre 13 • Quanto brevemente esposto, se da un lato liberava il l'vlecliterraneo da siffatti massacri 14 , dall'altro lo consegnava per ovvia conseguenza alle meno sanguinose, 1na non per questo meno crudeli, scorrerie dei corsari che si avviarono a rappresentare ancor maggiormente, specie per la marineria turca, la forza navale offensiva per antonomasia. Era infatti la corsa barbaresca la forma bellica in grado

10 Aggiunge in merito O. P1 , RKF.R, La rivoluzione ... , cit.. , p. 157 : «Nondimeno, con gran raccapriccio dei vincitori, nello spaiio cli set.te mesi i turchi avevano rim piazzato tutte le loro perdite ... ». Le navi ricostruite comunque non erano della stessa fattura delle precedenti, vuoi per il legname scadente e non stagionato, vuoi per la fretta di appromamento, vuoi per l'im perizia delle maestranze. Cfr. J.F.C. FuLLER, Le battaglie... , cit., voi. I, p. 502. 11 Le perdite cristiane ammomarono a circa 7 .500 uomini, dei quali almeno 2.300 veneziani . Aggiunge C. MJ\:sFRO N1, Storia ... , cit., voi. III, p. 500: «Dopo la ballaglia si raccolse il Co nsiglio di guerra per deliberare ciò che si dovesse compiere; ma lo stato delle galere, guaste, sfornite di remi, di vele, coi timoni e gli speroni rotti, con tamo num ero di morti e di feriti, consigliava ai vincitori ad affrettare il ritorno verso l'Italia, tanto più che la stagione era o rmai avanzata ed i tempi volgevano al burrascoso». 12 Aggiungono R.A. Pnr.sTON e -S.F. W1sE, Storia sociale ... , cit., p. 152: «l (urchi, traendo rapidamente partilo dalle loro perdite ed evitando ogni azione nava le, si accontentarono di difendere i loro possedimenti terr.i toriali. TI ri sultato di questa situazione fu che la minaccia turca rimase». 13 Cfr. sull'argomento W .H. Mc N1;11,1., èaccia al poiere, Varese I 984, p . 84. 1,1 E che tali foss~ro lo dimostra che persino da parte ottomana non venissero affrontati a cuor leggero. Afferma G. BournocL, Le Guerre, Milano I 961, p. 405: «Alla battagl ia di Lepanto, il grande ammiraglio turco esita dare le disposizioni per il combattimento perché gli semb ra che l'esito richieda troppe perdite, e vi è poi costrello dalle minacce dell'eunuco del servizio segreto del sultano che è al suo fianco».


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non solo di inferire uno stillicidio continuo e umiliante di perdite ma persino, qualora non affromata adeguatamente, cli mettere in ginocchio qualsiasi economia mercantile 15 • Lepanto perciò non rappresentò per il cabotaggio e per le popolazioni rivierasche della Penisola, delle isole e della stessa Spagna la vittoria capace di incatenare i corsari, ma purtroppo l'istigazione all'accentuazione a dismisura della loro virulenza. Si spiega in tal modo perché già all'indomani della gloriosa giornata fu necessario incrementare le fortificazioni costiere e spesso di crearne di nuove, anche nelle località che fino ad allora ne erano state prive, sulla falsariga di quelle innalzate pochi anni prima lungo le coste ciel Regno cli Napoli. Qui per volontà del viceré don Parafan èle Ribera, in perfetta continuità d'intenti con il suo celebre predecessore don Pedro de Toledo, si era varato nel I 563 l'ambizioso progetto cli difesa globale integrata clell' intero perimetro litoraneo del regno tramite una catena di torri armate. Nel breve volgere di appena sei anni queste furono in grado, almeno nella connotazione di larga massima, di entrare in servizio e dal J 569 il loro insostituibile impegno trovò conforto nell'allentamento significativo della morsa islamica 16 • Ovvio perciò che a quel dispositivo si facesse riferimento, l'unico apparentemente in grado di offrire un sufficiente margine di protezione. È emblematica al riguardo la procedura difensiva della Sicilia, anch'essa viceregno spagnolo. Fra gli uomini di spicco a Lepanto vi era stato Marcantonio Colonna, comandante in seconda della flotta confederata ed originariamente comandante in capo delle forze armate pontificie, già da lungo tempo esperte nella lotta anticorsara. Ebbene proprio a Marcantonio Colonna ed al suo celebre ingegnere militare, il senese Tiburz io Spanocchi 17 , battutosi intrepidamente sulla galera del suo amm iraglio, l'imperatore di Spagna F ilippo II fece ricorso al riproporsi della minaccia. Il Colonna pochi anni dopo, agli inizi del 1577, pertanto assurse al rango cli viceré della Sicilia 18 e lo Spanocchi, a sua volta, ebbe in conseguenza urgente incarico di accertare le difese costiere esistenti e quelle necessarie per la protezione della stessa, mansione che assolse con encomiabile zelo e che servì di modello per analoghe prestazioni professionali 19 • Si avviò così la sua prestigiosa carriera, che lo fece ascendere a consigliere tecnico-militare di fiducia del sovrano, conferma ulteriore della preminenza insita nel problema della difesa costiera dell'impero. P er la Sardegna la situazione appariva, se possibile, ancora più drammatica, acuita dalla sua distanza dalla terraferma e dalla sua insignificante densità abitativa e, non ultima, dalla sua connotazione geomorfologica. Non si escludeva infatti che un concertato attacco cli numerosi incursori, soppressi insidiosamente i suoi deboli presidi, ed installatosi nell'isola - del tutto autosufficiente in quanto a potenzialità alimentari - l'avrebbe potuta trasformare in minacciosa base avanzata, prospiciente le coste della stessa Spagna. L'esperienza degli insediamenti barbareschi sui lidi del nord-Africa e la loro successiva radicazione costringevano seriamente a ponderare la minaccia 20 • Il 1572 poi era esordito per la Spagna sotto lo spettro della guerra generalizzata. In gennaio, come se non bastasse, la Francia si alleava all'Inghilterra, moltiplicando a dismisura le preoccupazioni asburgiche. E dove la minaccia assumeva sembianze francesi a nord e turche a sud, era proprio in Sardegna. Vagliate perciò attentamente le crescenti apprensioni, l'imperatore in quei convulsi giorni sollecitò il viceré di Sardegna don Juan Coloma, ad attivarsi sull'esempio di quelli di Sicilia, ovvero commis-

15

,Cfr. F . Russo, La difesa costiera net Regno di Napoli, Roma 1989, pp. 142 e sgg. lbidem, pp. 139 e sgg. 17 Circa la figura di quell'illustre tecnico, nat0 a Siena nel 154 1 e rnorto a Madrid nel 1606, cfr. C. PR0M1s, Biografie di ingegneri militari italiani dal secolo XIV alla metà del XV!!!, Torino 1874, pp. 583-59 1. 18 Sull'argomento cfr. S. MAZZARELLA, R. ZA NCA, il libro delle torri - Le torri costiere di Sicilia nei secoli XVI-XX, Palermo 1985, pp. 45 e sgg. 19 Opera dello Spanocchi scat.urente da tale incarico fu: Descripciòn de las marinas del reino de Sicilia assì de la ccmtitad de los vecinos en cada pueblo comode /os rnillas y sus guardias, castillos, torres y gasto de todo come parecer por el ca/culo al pie deste papelfecho en lo ano MDLXX Vili, conservata presso la Bibl. Naz. di Madrid. 2 Cfr. C. MANCA, Il modello di sviluppo econornico delle città marittirne barbaresche dopo Lepanto, Napoli 1982, pp. 11 e sgg. 16

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49. Raffigurazione su tela del B.E. Murrillo della Madonna con ai piedi Ja falce di luna.

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sionando l'elaborazione di oculati progetti d'intenti e.di minuziosi studi di fattibilità circa una prima rapida fortificazione costiera dell'isola21 • Che il pericolo fosse univocamente prefigurato in quei frangenti ce lo conferma in pieno una relazione di Antonio Daria sempre del 1572 così enunciante: «se .. . si da' tempo al Turco di tornare a farsi potente in mare, ... et se detto Turco aprisse l'occhio a fortificare et provedere Portofarina tenendo in suo potere, come tiene Tunigi e Bizerta et di là attendesse all'acquisto dell'isola di Sardegna, con quanta difficoltà se gli difenderebbe, potendovi far traiettare quel numero de arabi gente da cavallo, che volesse essendo quell'isola copiosa delle cose a loro necessarie, né siandovi altro di difensibile che Cagliari, Larghiero et Castello Aragonese, i quali non sono inespugnabili, di modo che io per me dubito che ne riuscirebbe con sua intentione et siando padrone di tutta l'Africa, come pare che già resti, da qui pochi luoghi in fuor che S.M.t. vi tiene, che non sono medesimamente inespugnabili, quanto gli saria comodo l'acquisto delle isole di Maiorca, Minorca et Evizia et in quanto travaglio terrebbe del continuo la costa di Spagna .. . »22 •

La sicurezza della Spagna imponeva ancora una volta, al di là di qualsiasi altra motivazione, la difesa della Sardegna, mediante la ulteriore e rapida riqualificazione delle sue rade fortificazioni esistenti - oggetto da qualche decennio, come ricordato in precedenza, di approfonditi ammodernamenti - nonché all'erezione di una catena di torri analoga a quella del napoletano .

21 Sulla grande preoccupazione spagnola degli inizi del 1572 cfr. F. BRAcmm , Civiltà e imperi del J.'v!editerraneo nell'età di Filippo lf, Torino 1976, voi. Il, pp. 1185-1193 . 22 A.G.S., A.S., Estado, Napoles 1061, 95.


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Della vittoria di Lepanto pcrmase in ultima analisi un esaltante ricordo 23, a lungo rievoca to tanto nella storiografia coeva quanto nella produzione artistica e, non ultime infine, nelle celeb razioni liturgiche . Fu istituita infatti la festa della Madonna del Rosario in data 7 ottobre in commemorazione e ringraziamento del trionfale evento bellico. La stessa icon ografia mariana si arricchì dell'immagine, dal chiaro significato allegorico, della Madonna che calpestava la falce di luna 24 . Purtroppo però la falce di luna , spavaldamente garrente sui vessilli delle centinaia di imprendibili imbarcazioni corsare, avrebbe continuato a rappresentare l'incubo, per i du e secoli e mezzo successivi delle genti rivierasche, dei marittimi e persino degli stessi equipaggi delle navi da battaglia occidentali. Per la Sardegna iniziarono i preliminari del torreggiamento.

La relazione di don Marcantonio Carnos, capitano di Iglesias Sferzati dalle gelide raffiche del maestrale che urlando li costringeva ad intabarrarsi 1ielle loro svolazzanti nere uni form i, uno sparu to drappello a cavallo di ufficiali e funzionari imperiali, si accingeva nel cuore dell'inverno successivo alla gloriosa vittoria di Lepanto, a lasciare Cagliari per una improba quanto urgente missione. Comandava la pattuglia un giovane capitano di appena 29 anni, originario di Iglesias, di nobile famiglia e di accertata e poliedrica cultura: don Marcantonio Camos 25 • Suoi com pagni e collaboratori di speri mentata capacilà professionale erano un disegnatore topografo, tal Raxis, un appaltatore di fortificazioni, mastro Pixela ed un pilota della marina, padron Vincenzo Corso . L'apparente disparato assortimento, ulteriormente arricchito forse da un ingegnere militare e da qualche ufficiale d'artiglieria, non era affatto casuale dovendo ognuno dei menzionati contribuire, in ragione della propria esperienza, alla redazione di un delicatissimo progetto d'intenti, di vitale importanza per l'Isola. L'ultimo giovedì del gennaio del 1572 infatti, per ordine di don Giovanni Coloma, viceré e luogotenente generale di Sardegna, una speciale commissione intraprendeva il periplo del regno lungo le sue deser te marine, battute dai marosi . Compito della stessa era la identificazione dei siti ottima li d'impianto delle erigende torri costiere, necessità ormai indilaztonabile . Il sopralluogo tutt'altro che semplice e piacevole, e per l'impervietà degli inospitali lidi e per l'avversa stagione, doveva snodarsi sempre sull'estrema costa, per te rra fin dove possibile e per mare quando ciò fosse stato assolutamente precluso . Secondo la prassi dell'epoca vigente in materia, in ciò molto decisionista e moderna, l'individuazione di un caposaldo di avvistamento e difesa, da munirsi quindi eventualmente con una torre, conseguiva ad una sintesi di pareri quali quelli circa la potenzialità di ancoraggio e di sbarco limitrofa, la visibilità foranea e con la preced ente postazione, la vulnerab ilità del luogo e la validità dell'in tervento balistico antisbarco ed antiagguato, ecc., tanto per citare i principali. P erciò ognuno dei membri della commissione avrebbe dovuto notificare il suo convincimento ed i suoi suggerimenti specifici.

23 Sull'irnpa1to emotivo della vitt0ria furono composte migliaia di liriche, specialmente dagli spagn oli. Né i pitwri, fra i quali lo stesso Tiziano si solirassero alla stimolante tematica: fra loro, o lt re al citato, vi furono il Tincorctto, Andrea Vicentino, Paolo Veronese, ecc., senza contare le statue ereue un po' dappertutto ai protagonisti dell'eroica impresa. 24 Sull'argom ento cfr. L.B. VoN P,,sToR , Storia dei papi dalla fine del Medioevo, Roma I 924, voi. VI 11 , Pio V, pp. 332. Aggiunge inol tre al riguardo a p. 575: «Molte città, come ad es . Genova, fecero dipingere la Madonna del Rosario sulle loro porte ed altre introdussero nelle loro armi l'immagine di Maria che sta sulla mezza luna». 2 ' E. Pn.Losu, Un inedito rapporio cinquece11tesco sulla difesa costiera della Sardegna, in «Nuovo Bollettino Bibliografico Sardo», Cagliari, n. 21, 1959, p. 7, precisa sulla biografia ciel perso naggio: «nel 1557 era Capitano e Castellano della ... città [di Iglesias] il nobile don Francesco de Camos e nel 1573 la stessa carica era ricoperta da don March Antoni Camos, verosimilmente figlio del precedente... È da ritenere che i componenti la famiglia Camos - di piccola nobiltà -. ricoprissero frequentemente cariche pubbliche di fiducia ... Nella 'Enciclopedia Universal Tllustrada Europea-Americana', p. ll83 Caruos dc Requenses Marco Antonio è menzionato quale militare, teologo, predicatore e poeta, nato a Barcello na nel 1543 e morto a Napoli nel 1606. Premesse queste noLi zie, risulta evidente che Marco Antonio Camos inc.raprese, in qua lità di governatore d'Iglesias, il periplo della Sardegna nel 1572, all'età di 29 anni, e che nel 1575 assunse la carica di governatore di Alghero e comandante del Logudoro».


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50. Frontespizio della relazione di Marcantonio Camos .


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ValuLati e correlati con accortezza ed ocu latezza dal capitano Camos, seduta stante, si sarebbe stabilita la tipologia della postazione . QuesLa a ndava da quella di semplice avvistamen to - atalaya - priva perciò si significative opere murarie, a quella numericamente maggioritaria, d i vedetta su torre, cilindrica o a tronco di cono, leggera e poco armata - atalaya en torre senzil/a - ed infi ne a quella alqua nto rara cli concreta di fesa attiva, implicante l' erezione di un massiccio torrione, sempre cilindrico o tro nco conico , con diverse artiglierie - ata/aya en torre gal/arda-. Precisata la veste archittet onica del manufatto, il disegnatore ne fissava su bito il dimensionamento calcolato e la posizionatura topografica su di un accurato grafico numerato progressivamente 26 , facente da illustrazione a lla scheda cli pari cifra , elaborata come ricordato innanzi. li costruttore a sua volta ne valutava i costi di preventivo, allegandoli. Si originava in tal modo u n minuzioso documento che, unitamente alle motivazioni d'intenti, accertate dai tecnici, forniva dati di stima oggettivi , metrici cd economici, esaurendosi contestualmente. Per circostanze oltremodo fo rtunate quell'esaustivo studio di fattibilit à ci è pervenuto integralmente (ad eccezione purtroppo della documentazione iconografica del Raxis) consentendoci di ricostruire gli antefatti del grandioso programma fortifi catorio, meglio noto da allora in poi com e Torreggiamento del Regno di Sarc/egna2 7 • La preziosa opportunità, unica nel suo genere, assume pertanto valore esemplificativo per tutte le altre coeve realizzazioni similari, quand' anche di rilevanza preponderante, come quelle del Regno di Napoli, cli Sicilia, dello Stato della Chiesa, dei Presidi, e di Genova, tanto per restare in Italia, della cui gestazione poco sappiamo 28 • La puntigliosa completezza del manoscritto , la professionalc co mpilazione e la sua analitica esposizione, prospettandoci un vivido spaccato sardo, lo rendono im prescindibile dalla nostra esposizione. Il procedere perciò sulla sua inoppugnabile falsar iga lungo le marine dell' isola, consente tra l'a ltro la riproposizione documentaria di quella seconda metà del '500, con le paure, le miserie e le risorse degli a bitati e degli abitanti, nonché con gli entusiasmi e le speranze dei suoi redattori. Superflua in conseguenza l'abituale ipotizzazione storica, sempre alquanto soggettiva, e mai incontrovertibile, sostituita da una libera trasposizione del documento, tesa a coglierne gli elementi caratterizzanti e precipui , capisaldi teoretici del sistem a in claborazionc 29 , che sarann o perciò debitamente evidenziati. Per la prima volta avremo così i criteri ordinatori di simili grandiose realizzazioni difensive: « Relaçion de todas las costas maritimas de lo Reyno de Cerdena, y de los lugarcs a donde se deven hazer las torres y atalayas necessarias para cl descubrimicto y fortificacion del, denotando los numeros que scan fuera el lug ar de la discupcion hecha por el pintor segiuendo en todo las instructioncs y orden del muy ili. stre sénor Don Juan Co loma Lugartin iente y Capitan gn. al por su mg . en el dicho Reyno per cuya comission y mandado lo tengo a cargo yo Don Marco Antonio Camos Desglesies començando Juevcs ultimo de enero ano de milquinientos setenta y dos ... » 30 •

26 Poichè la numerazione riguarda anche le località non interessale dalla costruzione di una torre, deve ritenersi che tale doc umentazione grafica più che una sorta di progeuo di massima delle fortificazioni fosse soprattullo un rilievo dei siti, necessario proprio per giusri fica re le medesime . 27 Il primo a dar notizia dell'esistenza ciel prezioso documento giacente nell' Archivio di Simancas fu F. BRAunnL, Civiltà e.. . , cit., voi. Il , p. 907: «abbiamo i progetti particolareggiati della fortificazione dell ' isola verso il 1574. [la data era inesatta e nella nota relativa alla notizia così precisava] - Relacion de 10das las costas del Reyno de Cerdana, Sim. E, 327, documento cli estrema impo rtanza posteriore al 1574». In realtà il predetto doc umento era - nella sua prima pane - del 1572 ed E. P 1L1-0SU, Un inedito ... , lo trascrisse minuziosamente, senza pcrnlLrO Lradurlo. 28 Nei menzionati Sta ti infatti si fece ricorso a cavallo d i quegli anni a lla costruzione di torri per la difesa costiera, ed è presumibile per l'appartenenza al medesimo contesto culturale che l'iter seguito sia stato sostanzialmente identico, quand'anche più complesso per il maggior numero di manu faui e cli spesa consegueme. 29 Onde rendere al meglio sia pure in libera traduzione e riproposizione, ci siamo serviti per la terminologia specifica e qui ndi arcaica d i un raro vocabolario dell'epoca, per l'esattezza de l: Vocabolario Jlaliano, e Spagnolo , composto da Lo renzo Franciosi ni Fiorentino, pubblicato in Roma nel 1620, nel quale: «con facilità, e copia .. . si dichiarano, e con proprietà convenono wue le voci Toscane in Castigliano, e le Castigliane in Toscano». 30 «Relazione di tuuc le cos te marittime del Regno di Sardegna e dei luoghi dove si devo no edificare le torri e porre le vedet te


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51. La Sardegna nella cartografia del XVTTI secolo.


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52 52. La Sardegna ne lla cartografia del XVTTT secolo.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Base di partenza della spedizione, come accennato, fu Cagliari [I-Ca!lar)3 1 capitale del Regno, sede ciel Viceré e ciel Reale Consiglio . Brevi cenni quindi nella relazione, alla sua articolata ripartizione urbanistica e subito in argomento, ricordando che dall'altissima torre di S. Pancrazio una diuturna sorveglianza teneva in cosLante controllo tutto il movimento navale nell'intera rada e nel sottostante porto. Scelta logica cd economica perciò adibirla a capofila della catena perimetrale cli difesa e avvistamento costiero sardo. Annotate alcune osservazioni naturalistiche circa lo Stagno di S. Gi lda [2-Estanyo] ed il suo collegamento con il mare [3-Boca Antigua] si propose all'attenzione dei tecnici del Camos il primo sito da valutare tatticamente: la foce ciel Su Loi [4-So/uy] ruscello a corso perenne. L 'interesse della commissione traeva origine dalla risapur.a necessità ciel naviglio incursore cli approvvigionarsi idricamente32 , ogni quattro-cinque giorni al massimo, operazione tramandata nel gergo della marineria come «acquata». La ovvia contromisura di prammatica per la difesa costiera consisteva nell'interdire attivamente l'acquata, obbligo sufficiente abitualmente per l'erezione di una torre armata. In questo caso però padron Vincenzo Corso la evitò affermando che la scarsità dei fondali frustrava a qualsiasi natante l'atterraggio in zona. Ripresa la marcia, fu la volta di una insidiosa caletta, ricordata come [5-Timpador;J località adiacente Porto Foxi. Qui infatti, defilati da un costone roccioso, si sarebbero potuti appiattare due battelli a remi valutati fra gli 8 e i 10 banchi, connotazione lievemente inferiore al legno corsaro per antonomasia, la «fusta» 33 . Tassativo per impedire l'agguato al cabotaggio, un appropriato punto cli avvistamento. Si determinava così la prima torre prevista presso (6- Flum Davi] a 15 miglia da Cagliari , con cui la postazione di S. Pancrazio avrebbe dovuto mantenere la reciproca corrispondenza. Di Lipo semplice, per vedetta ordinaria espletata da due uomini, dotata di cisterna inferiore, sarebbe costala soltanto 200 scudi. Nessuna apprensione suscitava la sua leggerezza strutturale in quanto la irrilevanza dei fon dali scongiurava ogni offesa dai pezzi navali. Ad essa si devolveva la vigilanza su Timpaclori, Antigori, Porto Calci na e Sarrok. Sotto un profilo più spiccatamente mi litare attivato l'allarme, Lramite la sua segnalazione ottica (a fuoco od a fumo) indirizzata alla piazza di Cagliari, gli squadroni cli cavalleria miliziana di immediato contrasto ivi cli stanza, in breve tempo sarebbero affluiti ai suoi piedi. Quindi collegamento rapido con i soccorsi militari sulla direttrice più breve. Un'ultima annotazione infine - sintomatica della esaustività del documento - evidenziava in quei paraggi la presenza di foraggio per capre ed affini. Questo curioso dettaglio - peraltro sistematico nel corso della relazione - che d'ora in poi tralasceremo, quieLava l'interrogativo in merito alla potenzialità delle risorse alimentari locali per un'eventuale guarnigione, basilari in un contesto geografico tanto disabitato. Dopo altre 3 o 4 miglia di marcia la pattuglia s'irnbattè in [7-Puerto Morbon] ideale covo per due o tre piccoli vascelli in agguato, ragion per cui si stimò opportuno l'impianto della seconda torre ad (8-Adoberias] presso la marina di Pula. Anche questa si prescrisse cli tipo semplice, per vedetta ordinaria cli due uomini, con relativa cisterna. A giudizio cli mastro Pixella richiedeva gli stessi 200 scudi della precedente, con la quale corrispondeva da 5 migl ia . Alle secche antistanti si delegò la protezione dall'artiglieria navale. Un lavoro suppletivo si ritenne indispensabile per garantirle la perfetta visibilità, ovvero il deforestamento limitrofo assoluto, per un raggio d i un miglio. Nessun incremento di spesa fu calcolato in quanto da compiersi con il fuoco.

necessarie per la sorveglia nza e la fortificazione dello stesso, indicando con i nu1.n eri posti all'esterno del paragrafo relati vo al luogo in questione il grafico, attenendosi scrupo losa men te alle istruzioni ed agli ordini dell ' Illustrissirno Signor Don Giovanni Colorna Luogoteme e Capitano Generale di Sua Maestà nel suddetto Regno, su cui mandato avendo assu nto formale impegno, io Don Marcantonio Camos di Iglesias ne ho intrapreso l'a ttua;:ione a partire dall'ul t imo giovedì di gennaio del 1572». 31 D'ora in poi tra parentesi quad re saranno riportati nella dici tura originale del ma noscritto sia il nu mero che il toponimo, del quale si tenterà per quanto possibile di indicare la corrispondenza geografica contemporanea. 32 In meri to alla limitazione ope rativa delle unità corsare, o più in generale da guerra, remic he, cfr. F. Russo, La difesa cosiiera ... , cit. , p. 150. 33 Precisa,\. Guo1, JGLMOTT1, Vocabolario ... , cit., alla voce «fusta»: «Specie di piccoia galera, pi ù sottile, più fina, più veloce: armava eia dieciou o in ventid ue remi per banda, un solo albero a calcese, e un polaccone a prua. Metteva fuori due o tre pezzetli d'artig lieria, otto tromboncin i, e da ci nq uanta a cento tra soldati e marinari, tutti scapoli, che al bisogno facevan pure da rematori».


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Proseguendo la ricognizione si individuò nel Capo cli Pula [9-Cabo de Pula] il successivo sito d 'impianto di un'altra torre semplice, per vedetta ordinaria di soli due uomini. Il costo per presumibili difficoltà di approvvigionamento dei materiali ascendeva a 250 scudi. A mpio Io specifico settore di sorveglianza, spaziante dal Capo de S. Elia a Chia, includente pure la [10-Aguada de Pula] dal chiaro significato toponomastico. Impossibile tuttavia Ja sua interdizione, non reputata comunque pregiudizievole, per la tortuosità della costa: la corrispondenza ad appena 2 miglìa con la precedente, contro una media di oltre 12, comprova l'asserto. Per l'identico problema la piccola cala Colombo, invisibile dalla torre, sebbene non molto rischiosa, avrebbe dovuto essere ispezionata ogni mattina da una delle due sen tinelle. Gli aiuti gravavano sempre su Cagliari ormai a 22 miglia, per cui si prospettava l' utilizzo delle milizie appiedate territoriali in caso di urgente bisogno. Ancora inevitabile il disboscamento di un miglio all'interno. li Camos rilevava infine che essen do già operativa su quel settore una vigilanza ordinaria, a carico della capitale, sostituendola con quella della torre non si avrebbe avuto alcun aggravio cli spesa. Quanto alla vicina (] I-Pula] la relazione rammentava con amarezza che un tempo era un centro molto popoloso mentre al momento quasi disabitato. Eppure la fertilità dei terreni circostanti, qualora coltivati , avrebbero sfamato l'intera Cagliari: sorte disgraziatamente comune alla maggioranza dei centri rivieraschi, ragione non ultima del torreggiamento. E saurita l'accorata parentesi recriminati va, l' attenzione della commissione si concentrò sulla montagnola cli [1 2-Castellas] nelle adiacenze cli quella che sarà torre del Cortellazzo, feudo del conte di Quirra, dove si stabilì di erigere la quarta torre, di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini. Costo preventivato: 250 scudi. Corrispondente con quella di Capo di P ula a 10 miglia, ne distava ben 30 dagli squadroni di cavalleria cagliaritana, restando perciò a carico della mili zia territoriale l'onere dei soccorsi. Sotto la sua sorveglianza ricadeva la tratta costiera fra Pula e Chia, con alcune pericolose soluzioni di continuità, quali [13-Jogesal Arroyo] forse il torrente Foxi de Soli, e [14-Pedras de Fogu y Caladostia] presso Cala d'Ostia. Rappresentavano rispettivamente un ruscello a corso perenne, frequentatissimo dai corsari, e due calette abituale nascondiglio per i loro battelli. Ovvio quindi il ricorso ad una nuova torre , sempre per vedetta ordinaria per due uomini, ma questa volta più robusta e con adeguate fondazioni, trovandosi esposta al possibile fuoco navale. Il preventivo di mastro Pixella registra infatti un congruo incremento, ammontando a 350 scudi. L'interasse con quella di Castellas ascendeva a 6 miglia e la milizia di Pula ne avrebbe raccolto le richieste d'aiuti , distando ormai la capitale 36 miglia. Seguiva Chia [i 5-Quia] dove si stabilì di erigere un'altra torre semplice per vedetta ordinaria d i d ue uomini. 11 trovarsi adiacente ad un ruscello esentava dalla costruzione della cisterna, ma nonostante ciò, per l'impervietà del sito e per il disboscamento cli un miglio all'intorno, il suo prezzo raggiungeva 300 scucii. Otto miglia la separavano dalla precedente e 40 da Cagliari. Il soccorso di pronto intervento restava affidato alle forze locali, almeno fino all'arrivo della cavalleria della piazza. Tra i vantaggi conseguibili con la stessa i relatod sottolineavano ancora una volta la messa a coltura dei fert ili terreni circostanti. Il ricordato ruscello [16-Aguada de Quia] però, dove spesso i corsari si approvvigionavano, non rientrava nel raggio d'azione della torre, motivo non ultimo forse per obbligare i suoi uomini ad andarvi ad attingere l'acqua, in modo da tenerlo costantemente sotto controllo . A 50 miglia da Cagliari nei pressi di Capo Spartivento, due calette [17-Las Ganas], notoriamente rischiose per gli agguati, costrinsero alla prescrizione della settima torre, semplice e per vedetta ordinaria di due uomini, del costo di 300 scudi. La separavano da quella di Chia 5 miglia, ed esclusivamente le forze locali ne avrebbero raccolto gli allarmi. Ancora 5 miglia ed alla vista dei collaboratori del Camos si offerse il porto di Malfatano [J 8Mmfatta] capace di ospitare molte imbarcazioni a remi da 17-18 banchi, nonché tre o quattro galere, in assoluta sicurezza con qualsiasi condizione meteorologica. Implicito il valore strategico dell'approdo, e scontata pertanto un'altra torre, di tipo «gagliarda», per vedetta ordinaria di quattro uomini, armati con due pezzi cli artiglieria. A loro si demandava la protezione at.tiva del naviglio militare ormeggiato al suo interno. Il preventivo pervenutoci incredibilmente contenuto - appena 225 scucii - ci induce a presumere che nelle formulazioni cli quelli la maggior aliquota sia da imputarsi alla morfologia dei luoghi prescelti.


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Pula, quand'anche spopolata, costituiva il centro abitato più vicino, a 25 miglia, l'unico comunque in grado di fornire aiuti in caso di incursione. L'ubicazione strettamente finalizzata ciel massiccio caposaldo, frutto dell'analisi delle traiettorie e delle gittate balistiche scrupolosamente valutate, ne sminuiva sensibilmente però la validità ai fini della sorveglianza foranea. Infatti se le batterie da costa si ottimizzavano postandosi in basso3 4 , per contro le vedette ampliavano il loro settore cli avvistamento scrutando dall'alto. Le inconciliabili esigenze suggerirono alla commissione una articolazione d'impianto ridondante: si sarebbe cioè eretta oltre a quella gagliarda, supposta a Punta Caniniedo, anche una torretta in luogo elevato, da essa dipendente con fu nzioni di ripetitrice. Dei quattro uomini del presidio, perciò, uno distaccato in questa avrebbe assicurato la vigilanza e la corrispondenza, senza detrimento del servizio trovandosi appena ad un tiro cli archibugio dai colleghi. Il prezzo non avrebbe dovuto subire vistose differenze data la semplicità della seconda postazione. Un secondo ancoraggio ad appena 8 miglia dal precedente si trovava a ponente dell'Isola Rossa [19-Isla Roxa] nei pressi dell' attuale porto Teulada, noto ai giorni del Camos come Budello - era infatti un porto-canale - , toponimo ereditato in zona eia una torre. In esso si sarebbero potuti riparare in totale sicurezza, ed in ogni condizione atmosferica, numerosi velieri e galere. Dalle informazioni estorte ad alcuni prigionieri barbareschi, la commissione ebbe conferma inoltre che in quel remoto approdo i corsari solevano atterrare per rifornirsi. Inevitabile perciò l'impianto di una torre «gagliarda» con grossa cisterna, per vedetta ordinaria di quattro uomini, dotati di due pezzi d'artiglieria, con cui avrebbero virtualmente chiuso l'imbocco del canale ed interdette due piccole cale limitrofe. Sito idoneo allo scopo un impervio promontorio, quasi interamente circondato dal mare, il quale però proprio per essere così arroccato lasciava presagire ingenti difficoltà per un eventuale soccorso alla guanigione. Infatti contemplandosi con nessun'ombra di dubbio il bombardamento navale contro il torrione, il suo improbo sentiero d'accesso si sarebbe trasformato in una micidiale trappola, senza contare che la distanza di 45 miglia da Iglesias rendeva velleitari gli aiuti in tempo utile. A loro vo.lta i centri posti in un raggio di 20 miglia da quello, quali Piscinas, Santadi ed altri ancora, erano cli insignificante densità abitativa, per sperarne cli consistenti. Tuttavia il giovane capitano, n.e ll'intento di ridimensionarne il pericolo, non mancava cli far osservare che mai una squadra cli vascelli si sarebbe attardata a bersagliare la postazione, rischiando gravissimi danni, con l' unico intento cli uccidere due o tre uomini! 35 La maggiorazione strutturale, perciò , che ne ampliava la spesa a 400 scudi, si imponeva in definitiva per i due cannoni e per renderlo sicuro rifugio per la sua guarnigione nel caso malaugurato di assalto insidioso. La successiva stazione di avvistamento venne individuata presso [20-Cala Scura] nei paraggi dell'odierno porto Scudo, ad 8 miglia dalla precedente. L'eccessiva impervietà della costa dissuase immediatamente dall'erigervi qualunque opera. Liberi pertanto dalla vincolante incombenza si risolsero cli insediare le sent.inelle sulla sommità di monte Lapanu, a m. 318, donde dominare irraggiungibili tutr.a la rada. La disposizione si rendeva necessaria peraltro a causa della progressiva desertificazione ciel territorio, tant'è che a Capo Teulada [21-Cabo de Tablada] la relazione afferma testualmente che: «considerando el peligro de las guardias por sereste lugar el mas desierto e inhabitado de toda esta costa ... no se bara atalaja en este cabo» 36 •

In pratica la catena di avvistamento per evitare sterili temerarietà escludeva dal perimetro tattico l'intero promomorio, per ripartire da Punta di Cala Piombo [22-Cabo del Plomo] .

14 ' La posizione bassa sull' acqua rendeva mole.o più fac ile il tiro di. un a batteria da cosr.a ass imilando lo a quello rademe delle piazze. Poteva altresl sfruttare il rimbalzo sull'acqua della palla , amplificando in tal modo la git.tata. Sull' argomento cfr. G .B . P Ac ce:s, Trattato ragiona/o sulle diverse batterie, Napoli 1813, pp. I I 8-130. 35 Ancora agli inizi del XIX secolo l'affermazione del Camos mos trava perfetta validità. Scriveva infall i il gen. BR l ,\LMONT , La défense des cos1e.1·, Bruxe lles I 896, pp. 45: «u ne batterie de 4 cannons da 16 on de 24 .. . n'a rien à craindre cl ' un vaisseau armé de 100 cannons ... fe precisa ancora] Les anc iens a rtilleurs français .. . disaint.: 'une batterie de cote da 4 cannons ... do it avoir raison d' un va isseau de 120 cannons ... '». 36 «tenmo conto del pericolo che correrebbero le sentinelle per essere questo iluogo il più deserto e disabitato di tutta questa costa [q uella meridionale], non è da prendersi in nessu na co nsiderazio ne la sorvegliam:a su ques to capo .. . » .


. o delfa li torreggwment . Sardegna

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sa!·de f;-unaTorricartacostiere del XV III secolo.

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54. Golfo di Palmas in un rilievo settecentesco.

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Pur non essendo la nuova contrada affatto più popolosa, grazie al migliore collegamento viario con Iglesias, a 36 miglia, e con i centri di Piscinas, Santadi ed Arresi, tornava possibile l'impianto della decima torre, semplice per vedetta ordinaria, dotata di cisterna e preventivata 300 scudi . Si mantenne però la destinazione di tre uomini di presidio, proprio per la rilevante distanza dall'abitato da cui sempre dipendevano per il vettovagliamento. Intercorrevano tra questa e l'altra stazione apicale - sua corrispondente - circa 8 miglia e le era affidata la vigilanza fino all'insenatura di porto Pino. Questa ricordata nel manoscritto come [23-Cala Pi] non minacciando temibili prospettive, consentiva di delegarne la sorveglianza alla undicesima torre, quella di [24-Cala Susulia] località adiacente a Porto Botte. Di tipo semplice per vedetta ordinaria, sempre di tre uomini per il solito motivo, sarebbe costata 270 scudi, corrispondendo da 8 miglia con quella di Capo Piombo . TI soccorso continuava giocoforza a gravare sui contadini e sui pastori del luogo, non essendo credibile un pronto intervento della cavalleria né da Iglesias a 30 miglia né meno che mai da Cagliari. Vi è da sottoleneare al riguardo che il fare affidamento sui paesani non rappresentava affatto una rimarchevole carenza difensiva, in quanto come acutamente annotava il Capellino: «i sardi corono a le marine quando li turchi se sbarcano che queli in gran freta li fan inbarcare in laqua fin a la gola» 37 •

37

Dalla 3" Re lazione di Rocco Capelli no, co nten uta nel codice vaticano, Biblioteca Aposrolica Vaticana [d'ora in poi B.A.V.], Barb. Latino 4414, ff. 3v-4r.


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Agli inizi di febbraio, procedendo sempre alacremente, la scarna pattuglia raggiunse Porto Botte [25-Puerto Bottas] evidenziandone con l'ormai consueta precisione le caratteristiche salienti, quali l'esposizione ai venti, la qualità e la capacità foranea. Padron Vincenzo Corso stigmatizzò nel suo rapporto la scadente protezione offerta da quel riparo in caso di burrasca, non tale comunque da provocare secondo lui la perdita di qualche battello: ipotesi peraltro contrastante con le memorie locali. In conseguenza quindi della aleatoria potenzialità, si preferì tralasciarne la fortificazione, valutandolo inaffidabile strategicamente. Identica risoluzione pure per la foce ciel torrente Palmas , a meno di un miglio a nord [26-Rio de Palmas] assodato il suo corso stagionale. Un pizzico cli orgoglio traspare dal rigido memoriale allorché don Marcantonio Camos passa a descrivere (27-Palma de Sols] la costa di Palmas e quindi l'isola di S. Antioco [28 -Isla de Sanci Antiogo] territori governati in nome dell'imperatore dal capitano d'Iglesias, ovvero di sua giurisdizione. Campi fertilissimi ed in prospettiva ricchi cli ogni genere di risorsa agricola, idonei persino alla coltivazione intensiva dell'ulivo ed all'allevamento di qualsiasi tipo di bestiame, ma purtroppo tragicamente evitati per l ' insostenibile incubo turco . Nella inconsueta veste di aggiornato anfitrione il relatore ricordava infine la presenza di pittoresche rovine romane e quelle molto più recenti di un castello meclievale38 al centro dell'isola . Esaurita la parentesi emotiva, il documento rientra nell'abituale irreprensibile veste tecnico-militare ragguagliando circa una brulla montagnola di roccia, innalzantesi quasi sul vertice inferiore di S. Antioco : monte Arbus [29-Montarbu] m. 240. La sua desolata cima infatti fu designata a sopportare la dodicesima torre, di tipo semplice per vedet ta ordinaria di due uomini del costo di 270 scudi. L'inusitata quota d'impianto tradisce la rigida esigenza di ponti ottici molto lunghi onde contenere al massimo Je opere sulla disabitata isoletta. Si registrano per l'appunto ben 25 miglia per la corrispondenza con Cala Susulia ed altre 12 con la torre successiva, programmata sull'estremo opposto di S . Antioco, per l'esattezza sopra uno scoglio, pomposamente battezzato Isola dei F rancesi [30-Isla de /os F ranceses]. Questa - la Lreclicesima - sarebbe stata di tipo semplice per vedetta ordinaria di tre uomini, per l'ormai risaputo motivo. tvlunita di cisterna fu preventivata 200 scudi. Con Iglesias a 40 miglia i soccorsi immediati non potevano che essere ancora una volta quelli limitrofi rappresentati, in quel particolare contesto geografico, dai molti balestrieri che solevano aggirarsi per la caccia. Anche della singolare disposizione troviamo esplicita conferma nelle note del Capellino allorché ricorda che : «tuti teneno la sua balestra ... et chosi vano a defensar in le marine in quele pan.e che viene a esere asaltate eia turchi, e che saperà ben usa re in suo tempo de questa gente non è dubio che in parte saran causa de defendere e! regnio» 39 •

A quest'ultima postazione si delegava anche la sorveglianza sul Canale delle Colonne che separava l'isola cli S. Antioco da quella di S. Pietro [31-Is/a de St. Pedro], all'epoca assolutamente disabitata. Il Camos la tratteggia per «sentito dire», tramandandocela montuosa e coperta di lussureggianti boschi di pino, e pullulante di capre e maiali domestici, di cui l'autore non si spiega la provenienza. Vi si trovava un solo porto ottimo per numerose galere, quello detto Espalmador, attuale porto «Spalmatore di fuori». Il termine, in auge nella marineria remica, starebbe ad indicare verosimilmente .il calafataggio o forse meglio l'ingrassaggio dell'opera viva delle galere e delle fuste per accrescerne la velocità: prassi quest' ultima ciel naviglio militare e corsaro, il solo frequentatore occasionale dell' approclo 40 • Rientrati sulla costa sarda e ripreso l'itinerario presso l'odierno porto cli Coronjoavino, in località

38 L'affermazione del Camos no n trova att.ualmenle concreti riscontri, inducendoc i a ri tenere i ruder.i in questione, notevolmente più antichi, di origine punica. 39 B.A.V ., cod ., Barb. laL. 441. 4, 3v-4r. 40 Da E. LuxoRo, Tabarca e i tabarchini, Cagliari 1977, p. 33: << Da Spalmare-Termine derivante dalla lingua spagnola, il che ci conferma che le navi pirate vi facessero la 'calafarn ra col catrame'. Oggi 'Spalmatore' è una regione dell'Isola di S. Pietro, a ovest dell'abitar.o, molto bella, con spiaggia , pineta e albergo, che gli antichi chiamavano Spalmadore di fuori per distinguerlo da quello di demro poco distante dalla ciuadina chiamata oggi 'Spalmadureddu'}>.


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Serra Paringianu [32-Coronjo A vino] a 18 miglia da Iglesias, si riconobbe il sito della quattordicesima torre, di lipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini, del costo di 210 scudi. La corrispondenza con la precedente era di 6 miglia via mare ed oltre 30 via terra. Nel suddetto porto numerose galere e fuste avrebbero potuto ormeggiarsi in assoluta sicurezza, ad onta di qualsiasi fortunale. Inoltre, per la eccezionale disponibilità cli risorse alimentari della contrada, feudo di don Rayner Bellid, nessuna difficoltà si sarebbe sofferta per approvvigionare le ciurme! Il Camos esaurita formalmente la scheda, annotando che là sotto la sorveglianza della predetta torre si sarebbe potuto svolgere in assoluta sicurezza tutto il traffico nel braccio di mare fra la Sardegna e S . Antioco, notificò la possibilità di dotare le sentinelle cli un cavallo, esistendo un abbondante pascolo nei paraggi della stessa. Altre 8 miglia in direzione nord vicino al promontorio che separa lo Scoglio is Canneddas, presso Porto Paglia, da Portoscuso (33-La Canillas y Cala Scusi] la commissione prospettò l'erezione della quindicesima torre, semplice per vedetta ordinaria cli due uomini, del costo di 200 scudi . La distanza da Iglesias ridottasi a sole 16 miglia garantiva l'invio dei soccorsi montati, sebbene l'asperità ciel sito suggerisse l'impiego dei miliziani appiedati: l'esiguità demografica di Paringianu non consentiva però pericolose illusioni in merito. Il settore di vigilanza specifica spaziava verso sud da Portoscuso fino a Punta dell' Aliga ed all'isola di S. Pietro ad ovest. Nel caso poi la torre fosse stata armata con due «smerigli» 4 1 avrebbe pot uto arrecare notevole disturbo ai corsari che solevano rifornirsi d'acqua in una adiacente polla lim pidissima in riva al mare, consigliata anche alla guarnigione. Pure per questa fu ammessa la dotazione di un cavallo. V'è a questo punto della relazione una singolare incongruenza: il Camos, solitamente esaustivo, non fa assolutamente menzione del torrione di Portoscuso di evidente connotazione aragonese e quindi preesistente alla sua ricognizione, forse cli almeno un secolo. Infatti il suo arcaico apparato a sporgere, testimoniato chiaramente dalla raggiera di mensoloni in pietra ancora in opera, è retaggio medievale, estraneo alla difensiva tardo rinascimentale. Lecita pertanto delle due l'una: o la fortificazione non si inventariò perché «saltata», percorrendosi quel settore via mare, o fu realmente costruita successivamente, ma con la riesumazione di canoni giubilati 42 • La infida spiaggia di Gonnessa [34-Gonesa] aper ta e flagellata dai venti, impose una ennesima tappa. A tre miglia da questa svettava il cocuzzolo di S. Juans, forse la collinetta Corona Maria di m. 203, il più alto della formazione rocciosa ed il primo a comparire ai naviganti provenienti da ponente. Sulla sua sommità la commissione deliberò di insediare un posto di vedetta ordinaria di due uomini, senza alcuna torre. La disposizione del resto riproponeva razionalizzandola queUa già applicata dalla città di Iglesias, distante appena 5 miglia. Grazie all'altezza sull'orizzonte le sentinelle avrebbero potuto scrutare fino a Capo Teulada, e fino alle isole di S. Antioco e di S. Pietro. Comprensibile il conseguente vantaggiosissimo anticipo per 1'a1Jertamento 43 , da trasmettersi, per espresso suggerimento dei tecnici, mediante il rombo di uno «smeriglio» 4 4 •

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Co n il teremine smeriglio si indicava un p iccolo pezzo di artiglieria il cui calibro era contenuto intorn o le due, massimo tre libbre. La lungheaa dell'anima a sua volta oscillava fra le 24 e le 32 bocche. Trovava impiego ottimale proprio nella difesa costiera sia perché leggerne facile da maneggiare, sia perché la traiettoria dei suoi proietti aveva una ampia frazione d i tiro teso, rendendo facile la punteria anche a d istanze co nsiderevoli per l'epoca. Circa l'orig ine dei nomi dati alle tipologie dell'artiglierie, ricordanti per lo più o serpenti o rapaci, va collegata al parallelo implicito t.ra i pezzi suddetti e gli animali in questione, per la riconosciuta capacità com un e di colpire ed uccidere immediatamente. Cfr. E. BRA VETT A, L 'A rtiglieria e le sue meraviglie, Milano 1919, pp. 88- 109. In merito infine alle prestazioni balistiche di queste artiglierie nel settore della difesa costiera cfr. F. Russo, La difesa costiera ... , cit., pp. 158-1 70. 42 La torre fu probabilmen te eretta dagli aragonesi per la protezione delle tonnare adiacenti e del personale che vi lavorava. Subì nel tempo molteplici vicessituclini e trasformazioni tra le qual i anche una sostanziale ricostruzione dopo la devastazione subita imorno al 1750 ad opera dei soli ti corsari. F. Fo1so, Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna, Cagliari 198 1, p. 26, ne da le dimensioni principali, ovvero: «diametro cli m. 18 ed ... (altezza] di circa 12 metri.. .)). 43 Tra l' avvistamento del navig lio incursore ed il suo effettivo atterraggio in zona, potevano intercorre anch e diverse ore, tempo prezioso per l'evacuazione della popolazione limitrofa. Tale tempo era funzione della maggiore ampiezza del campo visibile, cioè in definitiva dell 'altezza della postazione di vedetta sul livello del mare. 44 Tra le segnalazion i, per lo più cli natura ottica, tip iche quelle a fuoco ed a fumo , avevano rnuavia uno spazio fonda-


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55. T orre di Portoscuso.

Corrispondente d'ordinanza della stazione la torre di Portoscuso , a 12 m iglia. Ad onta della presumibile inospitalità del sito, il piccolo presidio non avrebbe dovuto soggiornarvi all'addiaccio, poiché una capace cd acconcia caverna ivi esistente si prestava con lievissimi interventi a fun gere da confortevole abituro. F u il turno quindi della città di Iglesias [35- Ch,dad de Iglesias] abitua le residenza del giovane capitano, il quale anche per questa sembra volere propagandare i pregi con orgoglioso compiacimento . Apprendiam o in tal modo che la stessa si fregiava della sua incontrastata prior ità di fedeltà alla Corona d'Aragona, ricavandone per ovvia riconoscenza molteplici privilegi. Logicamente del tutto eccezionale la ferac ità dei campi limi trofi e la loro inusitata potenzia li tà di produzione granaria, degna di quella che il nostro autore proclama la migliore terra del Regno, beninteso allorché eliminata la minaccia corsara . Né tralasciò di evidenziare l'altività mineraria argentifera , significativa fonte di introito della corona, coacervo di ragioni che obb ligavano vieppiù ad una ridondanza difensiva del suo litorale. Lasciatisi alle spalle la città dell'argento, verso la metà di febbra io, Camos ed i suoi pervennero a [36-Cabo del Dado] adiacente a Cala Domestica, chiamato dai sardi monte, individuabile ai giorni nostri for se in m. Guarclianu di m. 537, toponiID:O cfnncontrovenibile significato. Nuovarnente su lla n uda sommità della montagnola si programmò l'i mpianto di un 'ennesima sta-

mentale quelle acustiche, come ap punto il rombo delle artiglierie. Queste ultime infatti non essendo direi:ionali, potevano raggiungere qualsiasi posto imerno da allertare, anche nelle abitazioni, prescindendo dall'attenzione degli occupanti. Van tavano inoltre un minor tempo di auiva:i:ione ed una immediata efficacia psicologica e non rischiavano di essere confuse con fuochi puramente pacifici accesi lungo la costa per qualsiasi moti vo.


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zìone di vedetta semplice dì due uomini, senza nessuna torre. La sua rilevante altezza, oltre a garantire un amplissimo settore cli sorveglianza, poneva le due sentinelle inviate da Iglesias al sì curo da qualsiasi pericolo. Come contropartita però una cli esse, ogni mattina, avrebbe dovuto effettuare una ricognizione diretta a Cala Domestica per sincerarsi che nessuna imbarcazione corsara vi fosse appostata. L ' ipotesi peraltro appariva al Camos alquanto remota, essendo la costa compresa fra Portoscuso e Capo Frasca rocciosa ed inficia, maì idonea all'ancoraggio, sferzata per dì pìù daJ maestrale, da.Ila tramontana e dal libeccio. La imprescindibile co rrispondenza avveniva con la precedente stazione ad 8 miglia. Poco innanzi all'alto promontorio Ja pattuglia s'imbatté nelJa foce del [37-Ftum A1ajor] Rio Mannu , torrente a corso perenne, utilizzato saltuariamente per «l'acquata». Fu subito scartata la costruzione di un'altra torre per la selvaggia natura del luogo, e soprattutto per essere effettuabile l'approvigionamento soltanto con una assoluta bonaccia, condizione per quanto ricordato rarissima. A [38-Cabo de Napo/es] presso l'odierno Capo Pecora, l'espediente d'installare le vedette sulla cima di una collina rocciosa trovò un'ulteriore applicazione. l toponimi di P. ta de su Guardianu, m. 477, e quello , ad esso immediatamente sottostante, di P. ta Guardia deis Turcos, m. 66, non consentono eccessivi dubbi circa l'ubicazione prescelta. 11 dettaglio poi che aì piedi di questo monte, citato come Ara, si trovasse la foce del Flum Mayor, alias Rio Mannu, cancella le residue incertezze. Due uomini quindi sì sarebbero avvicendati su quelle creste granitiche, nell'esasperante compito di sorvegliare ininterrottamente la marina verso sud, fino alla precedente stazione dalla quale distavano 12 miglia e verso nord per altrettante. I centri abitati cli Arbus e Fonni, feudi entrambi con Guspini del conte di Quirra, li avrebbero forniti, sostenendone parimenti l'onere della guardia. Estremamente indeterminata invece risulta l'identificazione della successiva stazione di vedetta, ancora una volta cli tipo apicale senza torre. [39 Sarba Cay] è il nome della collina, a due miglia dalla spiaggia, che ci fornisce la relazione, precisando che ne distava pure circa 15 da Guspini e 10 dalla sua antecedente. Trattasi però disgraziatamente di distanze itinerarie e non già cartografiche, per cui poco aggiungono in chiarezza. Lecite pertanto molte ipotesi tra le quali potrebbe preferirsi quella di P. ta su Pennoni, m. 273 , oppure, confortata dall'assonanza, di P. ta sa T urri cli m. 233. È in ogni caso evidente la scelta di preferire per la guardia le alture impervie in assenza di una fascia costiera coltivabile o popolata. L'arco di sorveglianza specifica includeva tre porticcioli detti del Triguo (?), di Pixina, Piscina o Peschiera, e cli Prama, Palma, nessuno dei quali degno realmente di tale appellativo, come giustamente puntualizzava il Camos. Il villaggio di Arbus avrebbe provveduto alla guardia. Superata finalmente la tormentata tratta la commissione fece sosta a [40-Cabo de la Frasca] Capo Frasca, per l'esattezza presso la punta di Canjanas, a 6 miglia verso il suo interno, in corrispondenza del porto di Flumentorgiu. Secondo la logica del piano s'imponeva una torre «gagliarda» per vedetta ordinaria di quattro uomini, muniti di due pezzi d'artiglieria, per la difesa attiva dell'ancoraggio. Tuttavia, poiché l'accesso alla darsena avveniva attraverso uno stretto canale di scarsissimo fondale, da dove a mala pena poteva scapolare una sola galera per volta, con opportuni accorgimenti persino una torre semplice sarebbe bastata. Nel primo caso il costo presunto ammontava a 400 scudi contro i 200 della più piccola, ambedue complete di cisterna. La corrispondenza con la postazione precedente ascendeva a 15 miglia, e la distanza dal più vicino centro abitato, quello di Pabillonis, a 25, da dove sarebbero giunti i soccorsi, unitamente a quelli di Monreale, rappresentati dalla cavalleria ciel conte di Quirra. L 'intero golfo cli Oristano costituiva l'area di vigilanza di questa sedicesima torre. Defilate invece due calette poco discoste dove, sebbene non reputate idonee all'agguaro, si sarebbero pur sempre potute nascondere nel corso della notte imbarcazioni nemiche, foriere cli sbarchi sull'albeggiare. Necessaria perciò la ricognizione appiedata mattutina di uno dei quattro uomini del presidio. In merito al porto di Flumentorgiu [41-Puerto de Flumentotju] una breve nota ne rimarcava l'inconsistente profondità, inducendoci a crederlo cli poco prestigio per l'epoca. Anche la Torre Grande di Oristano [42-Torre de Oristan] fu laconicamente liquidata accennandone la corrispondenza con la precedente e la sua ragion d 'essere ad interdizione della foce del Tirso, ed alla protezione dei mercantili che presso la sua base si ancoravano.


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57 56. Capo S. Marco - Chiesa di S. Giovanni in Sinis. 57. S. Giovanni in Sinis - Interno.


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Della cittadina ubicata circa tre miglia all'interno [43 -La ciudad de Oristan] il Camos rammenta la posizione alquanto insalubre per i tre stagni di acqua paludosa che la circondavano; positive invece per l'economia le sue pescherie, come pure la straordinaria ferti lità dei suoi terreni che , ad onta delle mortifere esalazioni, apparivano tra i più popolati della Sardegna. Movente primario però del decollo economico della località, insinuava discretamente il relatore, andava individuato proprio nel suo mastodontico torrione, che proteggendone i siti ne consentiva lo sfruttamento intensivo . Proseguendo il periplo verso nord, si offerse all'a ttenzione dei rilevatori Io stretto promontorio dell'antichissima Tharros, meglio noto come [44-Cabo de St. J\1arco] Capo S. I\1arco, proteso verso mezzogiorno nel golfo di Oristano . Lì, adattando un preistorico nuraghe 45 a fondazione scarpata, si programmò l'erezione della diciassettesima torre, di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini. Corrispondeva con la precedente massiccia opera aragonese a 10 miglia, gravitando per gli aiuti sugli squadroni cli cavalleria della città e dei suoi circostanti Campidani. Inutile la cisterna , per cui il prezzo non eccedeva i 180 scudi . Le sentinelle avrebbero potuto sorvegliare dalla sua piazza, oltre ovviamente il golfo cli Oristano, da Capo Frasca a P. a Maimoni, permanendo a carico della città, con vantaggio dell'amministrazione , essendo le medesime che già operavano. Da Capo S. Marco, su cui ancora si ammira la minuscola quanto stupenda chiesetta altomedievale di S. Giovanni in Sinis , testimonianza di un nobile passato e sua suggestiva permanenza, la pattuglia pervenne a [45-Cabo de las Salinas] odierno Capo Mannu (anche dal Camos citato quale Cabidurimannu), al cui ridosso si apre Cala Saline. La loro importanza produttiva, sommandosi agli abituali motivi, suggerì l'impianto della diciottesima torre, sempre di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini, comprensiva di cisterna interna. Il costo preventivato ammontava a 240 scudi e la corrispondenza con la precedente a 12 miglia , mentre 10 la separavano dal Campidano di Milis, da dove sarebbero affluiti i miliziani a cavallo in caso di allarme. Il raggio di avvistamento si estendeva fino a Capo Nieddu, a 15 km a nord ed altrettanto a sud, fino a P unta Maimoni. Rientravano pertanto sotto la sua vigilanza l'isoletta detta Mal (di) Ventre, cli pessima reputazione : «malventrius . .. commodam praebens stationem piratis»•G.

ed alcune insidiose calette. l rischi della località del resto, risaputi da tempo, avevano costretto i corallari lì operanti nella infida stagione estiva ad assoldare due vedette montate, per la ininterrotta perlustrazione foranea. Abbiamo appena incontrato il primo riferimento alla pesca del corallo ed all'espediente attivato dai lavoratori medesimi per la loro salvaguardia. Ad iniziare da quel pittoresco promontorio infatti si rinvenivano ad irrisoria distanza dalla riva, e con andamento all'incirca parallelo ad essa, copiosissimi banchi corallini, noti e sfruttati da secoli . Le lucrosissime formazioni si estendevano fin oltre Alghero, attirando, per ovvia conseguenza , su quel settore litoraneo torme di pescatori, marittimi, commercianti ed avventurieri in genere, tutti in qualche modo coinvolti nella remunerativa attività. La ricchezza scaturente dal prezioso «oro rosso»"7 consentiva in termini di protezione - occorreva pur sempre fare i conti con i corsari - lo schieramento di una nutrita compagine di vigilanti armati a cavallo, di vedette montate e appiedate, di lancioni - con le artiglierie costantemente pronte a far fuoco - per la diuturna ronda marittima, e finanche di alcune torrette in muratura. Logicamente il ridondante dispositivo diveniva operativo in concomitanza con la buona stagione, la sola ovviamente dedicata alla pesca, però disgraziatamente anche la stessa impiegata dai barbareschi per le razzie .

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L'espediente, che sarà più volte riproposto, ma che in pratica trova scarse co nferme, n asceva da lla necessità di elevare la quota delle torri sen;:a mod ificarne i costi, ed ancora dalla necessità di occupare una ben precisa posizione evitando d i dover abbattere il preesistente manufatto. Nel Regno di Napoli una analoga esigenza portò in alcuni casi em blematici all 'inglobamento nella nuova torre della più antica struttura. •G Da G.F. F,,RA, De Chorogmphia Sardiniae, seconda metà del '500 edito a Tori no, 1835, I , p. 8. In O. ALJJrnr 1, Le carte della Sardegna di Rocco Capellino , in << Nuovo bollettino bibliografico sardo», n n . 70, 71, 72, 1970, n. 70, p. 8. 47 Sulla pesca del corallo in Sardegna cfr. f,' _ P oDESTA, Genovesi e pescherie di corallo nei mari di Sardegna, in ,'Vfiscellanea di storia italiana, ser. III, voi. VI, Torino 1900.


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Il Camos, dando ancora una volta prova della sua connaturale praticità, realizzò immediatamente

i vantaggi derivanti dall'accorpamento di quel microsistema difensivo privato, nel maggior contesto dell'altro nazionale che andava elabo rando, cogliendone gli utili reciproci. Prendeva consistenza in tal modo un eccezionale esempio di protezione di un'attività mercantile marittima, foriero di molteplici sviluppi. Per meglio estrinsecarne le potenzialità il nostro capitano curò di trascrivere la peculiarità e la consistenza, punto per punto, dell'esistente, appreso in quei giorni, suggerendo contestualmente le necessarie integrazioni, che via via riproporremo. Presso la località di S. Caterina [46-Cala Catharina] feudo di don Angelo Zetrillas fu individuato il sito d'impianto della diciannovesima torre , di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini, del costo di 215 scudi. La corrispondenza era assicurata a 10 miglia con Capo Mannu, intercorrendone altrettante da Cuglieri per i soccorsi della cavalleria. L'esistenza di un pozzo di acqua potabile se da un lato rendeva superflua la cisterna, dall'altro purtroppo fungeva eia richiamo per i predoni ciel mare, ritrovandosi per di più adiacenti numerose calette, alquanto defilate, ottime per gli agguati ai mercantili in transito ed in special modo alle barche coralline. Per ottimizzare la vigilanza perciò si prospettò l'impiego di due esploratori, uno a piedi ed uno montato , che quotidianamente, sul fare del giorno, si sarebbero dovuti accertare dello stato dei luoghi. Concludeva quindi il Camos che una torre in quell'area non solo avrebbe ravvivato la langu ente agricoltura ma soprattutto la pesca del coraJlo e le attività ad essa connesse, con immediati e vasti benefici . A Capo Nieddu [47-Cabo Negro], cinque miglia a nord, per la sua conformazione arroccata ed impervia si stabilì di insediare in sommità, a quota m . 70, una stazione di vedetta ordinaria per due uomini. L'elementare espediente garantiva la continuità della catena ed evitava le sfibranti ronde a cavallo delle vedette dei corallari, conferendo al settore una configurazione difensiva stabile . Qualche miglio di marcia e la foce del Riu Mannu, presso punta di Foghe [48-Fogue de Olla] si propose all'attenzione della commissione. Non si trattava come fu subito chiaro di un ennesimo periodico corso d'acqua, ma di un vero e proprio fiume, per giu nta frequ entato tradizionalmente dai battelli turchi per l'acquata . Inevitabile pertanto l'erezione della ventesim a torre di tipo semplice, ma dotata di un antistante rivellino 48 , sul quale postare due «falconetti»49 , indispensabili per interdire il rifornimento idrico : costo preventivato da mastro Pixella 300 scudi. Anche questa torre si prospettava come vantaggiosissima per i corallari e per la loro attività, esente inoltre da spese di gestione, trasferendosi in essa le due sentinelle assoldate da quelli. Bosa ed i suoi dintorni furono fatti carico degli eventuali aiuti. Esaurita la tappa e ripresa la spedizione, la vista di una vecchia torre [49-La Colombwja], torre Columbargia, si parò innanzi alla commissione. Pessime le sue condizioni strutturali, tant'è che, riconosciuta valida per ubicazione, se ne prescrisse il restauro, ammontante a ben 100 scucii . La corrispondenza che i due uomini in essa destinati avrebbero assicurata era a cinque miglia con la precedente, e loro compito precipuo la sorveglianza delle due calette, rispettivamente a nord ed a sud del promontorio d'impianto, oltre all'o rmai prossimo golfo di Bosa, da dove dipendevano per gli aiuti . Nessuna spesa di gestione per i soliti motivi : previsti quale dotazione bellica due «smerigli», particolare che la correla alla pesca del corallo. Risalendo di altre dodici miglia la costa, il massiccio torrione di Bosa [50-Torre de Bosa] apparve nella sua imponenza ai tecnici ciel Camos. All' epoca esso s'ergeva su di un isolotto discosto circa 400 passi dalla terraferma, mentre al presente vi è collegato eia una stretta lingua di sabbia. Scopo del-

48 I. Hooo, Storia dellefort(/1cazioni, Novara 1982, p . 251: «Rivellino. Opera esterna costruita a l di fuori della cima di quelle principali, foggiata a V o a semicerchio, per coprire punti deboli o esposti... Alcuni, quelli medievali soprau uuo, hanno forme quadra te, rettangolari o tonde. È spesso dotato di pro prio fossato difensivo, collegato a quello principale». Nel caso in questione però il termine no n appare appropriato poiché sembrerebbe trattarsi al massimo di una piaao la per cannoni all a base della t0rre medesima. J 9 Con il nome di Falconetto si indicava la minore delle colubri.ne, ovvero dei cannoni a canna alquanto lunga . li suo calibro anelava da 1 a 4 libb re, per lo più però era di 2 .


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58. Torrione di Bosa. 59. Bosa - Castello cli Serra valle.


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60. Bosa - TI Temo verso la foce, con le concerie del sec. XVITT lungo la sponda .

l'opera per gli aragonesi fu la difesa d ella foce del Temo, una sorta di porto-canale: concezione confermata pure dal nostro relatore. Beneficiaria della comoda via d'acqua era la città d i Bosa (51-La ciudad de Bosa] aggregatasi a poch i chilo metri da l mare, a lle falde della col lina sormontata dal medievale castello di Serravalle, feud o dei Malaspina. All'epoca della relazione la complessa fortificazione già risultava fatiscente, larvata immagine di quella che: <<Cn otro tìempo se dovicra te ner por fu erte ... » 5o.

Quanto al suddetLo porto-ca nale, per il passato base delle corall ine, nel 1528 l'incubo di unarisalita da parte delle galere francesi ne aveva decretato la totale interdizione. In quella circostanza infatti gli abita nti, terrorizzati dalle prevedibili atrocità d i un eventuale saccheggio, vi affondarono n umerosi barconi - dopo averli costipati di enormi macigni - ostruendo lo in modo così perfetto da renderlo poi innavigabile persino alle più infime barche da pesca. Quarantaquattro anni dopo, il Camos lo rinvenne ancora in quella frustrante giacitura permanendovi non rimossi i ponderosi ostacoli sommersi, i quali per d i più, i m brigliando il naturale deflusso delle acque, ne provocavano l' im palud amento , ingenerando con miasm i ed ammorbate esalazion i un a mortifera insalubrità dell' aria. Venne subordinato perciò al ripristino delle originarie condizioni ambientali qualsiasi tentativo di sviluppo agricolo , quale q uello della messa a cultura dell'olivo.

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« . .. nel passato doveva reputarsi molw polente .. .» A.G.S., E 327, f. J J.


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Conclusa la parentesi senza dubbio gratificante presso il piccolo centro urbano, le asprezze della missione si riproposero agli uomini del capitano. La selvaggia costa rocciosa a nord di Bosa ne scandì l'avanzamento fino a (52 Punta de la Argent;naJ segnata oggidì solo per l'omonima lorre. Questa nel piano di fattibilità del 1572 costituiva la ventunesima , di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini, da erigersi appunto su quella aspra contrada, territorio della corona. Il costo per le intuibili difficoltà di approvvigionamento dei materiali ascendeva a 250 scudi, benché priva cli cisterna per la presenza di acqua nei paraggi. Corrispondeva da 5 miglia con la torre cli Bosa, alla cui cavalleria si delegarono i soccorsi . L'eccessiva ampiezza del settore di sorveglianza, includente Cala de A1ores-Cala de Moro, Cala Pina-Cala Rapina, Bon Portelo e Cala Gonesa, e l'abbondanza di foraggio nei dintorni consigliarono la dotazione di un cavallo per la guardia. Il dettaglio è l'ennesima conferma del tentativo di far rientrare il dispositivo difens ivo dei corallari, imperniato prevalentemente su perlustrazioni montate, nel nuovo programma. Ancora altre 5 miglia di tormentoso inerpicamento sulle balze granitiche strapiombanti in mare e l'erto monte Mannu di rn. 802 polarizzò l'attenzione dei rilevatori. Il luogo nella parlata logudorese si tramandava come Afarràggiu, dall'allusivo significato di scosceso, roccioso, ed il Carnos infatli lo cita come (53-Cabo del MararjoJ attuale Capo Marargìu. Qui per assoluta ineluttabilità, interrompendosi altrimenti per la massa del rilievo la continuità semaforica della catena, fu giocoforza decidere l'impianto della ventiduesima torre. Di tipo semplice, per vedetta ordinaria di due uomini, priva di cisterna in quanto l'acqua della Fontana de Bono era facilmente disponibile, sarebbe costata per la vertiginosa ubicazione ben 300 scucii. Per m eglio figurarsi le inusitate difficoltà connesse con la sua costruzione, basti al riguardo pensare che mastro Pixella escogitò di far giungere da Alghero, via mare sul ponte di barconi fino alla base della erigenda torre, il calcestruzzo già confezionato (equivalente arcaico delle nostre autobetoniere) e quindi di innalzarlo a piè d'opera a dorso di mulo. Deponeva infine favorevolmente alla realizzazione la ormai istituzionale presenza sulla brulla cima di vedette, tanto da essere toponomasticamente definita per antonomasia quella della Guardia i\1aestra. Su suo allertamento, nella deprecata ipotesi di assalto o cli sbarco, peraltro poco credibile, la bellicosa cavalleria di Bosa in meno di un'ora sarebba sopraggiunta alla marina violata. Un interessante spaccato concernente le modalità estrinsecative della sorveglianza in zona ci viene offerto a questo punto della relazione dell'Autore. La sezione foranea interposta tra le due ultime torri di progetto includeva ben cinque calette pressoché defilate, quindi insidiosissime, tanto più temibili in quanto prospicienti pingui banchi corallini, oggetto di ffenetico sfruttamento da aprile ad agosto. La persistenza e magari l'auspicabile incremento della lucrosa attività obbligavano pertanto all'ottimazione del dispositivo operante dispiegato dagli stessi pescatori, da articolarsi con uno schema minuziosamente ordinato. In pratica, associata l'inefficacia della sorveglianza diretta da parte di entrambi ì torrieri a causa della esasperata anfrattuosità della costa, si prescrisse l'assoldamento d i dµe esploratori a cavallo che ogni mattina avrebbero dovuto perlustrare le prime due calette, mentre un'altra coppia di esploratori prelevata dalle tre di torre Marrargiu avrebbe ispezionato le restanti. Particolare attenzione richiedeva quella detta della Cueva letteralmente Spelonca-Covo di ladroni - , assimilabile ad uno stretto fiordo incueneato fra le alte roccie che si serravano verso la loro sommità. Lì totalmente invisibili sia dal mare, sia - e qui stava il tragico - dal pianoro sovrastante, solevano appostarsi le fuste barbaresche, anche in numero dì quattro o cinque. Gli uomini preposti al settore avevano perciò escogitato un semplice espediente per sincerarsi, senza rischiare la vita, se in basso vi fossero presenze sospette . Giunti infatti sul ciglio della forra marina lanciavano al suo interno alcuni sassi, provocando immediatamente, per il fragore riecheggiato all'infinito dei loro impatti, il volo precipitoso e turbinante di miriadi di colombacci che in quell'orrido luogo nidificavano. Il frullio dei volatili tranquillizzava le vedette, indizio certo di assoluta normalità. Ma allorquando ai tonfi delle pietre nessun uccello faceva seguito, significava che questi già se ne erano fuggi ti disturbati eia insoliti visitatori: sul fondo quindi si nascondevano i fanataci razziatori! Quasi superfluo aggiungere che l'inusitata procedura, al pari del ricordato spiegamento , fu riproposta ad integrazione del torreggiamento zonale dal Camos , grazie pure alla sua gratuità ricadendone l'onere sulla città di Alghero. In funzione sempre della pesca del corallo si individuò a due miglia a nord di monLe Mannu, un 'altra collina rocciosa citata come [54-Monte 1'.1androne] corrispondente con sufficiente credibili tà


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61. Pianta dell'antica città di Alghero.

all'od ierno monte Tangone di m. 263, dove si programmò l'insediamento di un'ennesima stazione di vedetta, stavo lta straordinaria, di due uomini, priva di qualsiasi opera muraria. La impervietà della costa infatti la connotava a basso rischio: la teoria delle sue insenature, troppo anguste e deleterie per qualunque imbarcazione, infic iava ogni proposito d'agguato . La guardia a llora si giustificava esclusivamente nella stagione delle co ralline, estendendos i la sua sorveglianza fi no all'/ s/a Rubia, isola Pagliosa. Per analogo motivo si contemplò l'impiego di personale straordinario da interporsi a quello d'ordinanza : così due vedette a monte Satentre, forse P. ta Sos Attentos, per la vigilanza su Calajti, Cala Ittiri, ed ancora almeno tre esploratori rispettivamente all' Argentera, Punta A rgentina, a Costedau, Barisoni ed a Piedras Masrigue, per la perlustrazione degli immediati paraggi, ed infin e una quinta sentinella presso Sai del aygua, a protezione dei corallari, e come tale insieme agli altri a carico degli stessi. Risalita la costa di altre 12 mig lia, la commissione si im batté in una minusco la torre semplice detta [55-Pollari], torre P og!ina, per vedetta ordinaria di due uomini. L 'onere del mantenimento , e sicuramente a suo tempo della edificazione, era sopportato dalla città di Alghero, capitale indiscussa dell 'oro rosso . Riscontratala ben costruita ed integrabile nella catena in elaborazione, se ne evidenziò addirittura l'imprescindibile apporto. Inoltre poiché la sezione costiera posta sotto la sua giurisdizione includeva due cale - all'epoca Lome Mori e Cala Bona - sarebbe stato opportuno, per tema di sbarch i insidiosi stante la vicinanza della rinomata piazza marittima, mantenere a fi anco della usuale vigilanza le due vedette montate assoldate dai soliti corallari, tanto più che questi avreb bero do vuto continuare a pagarle. Una laconica scheda fu dedicata a [56-La Ciudad del A lguer] della quale il relatore ci notifica il suo essere la mbita per tre lati dal mare , la sua popolosità e la sua fo rtificazione, nonché la sua vocazione commerciale. Tuttavia osservava che, a seguito della pessima esposizio ne della darsena ai venti dominanti, molti mercantili preferivano andarsi ad ormeggiare a porto Conte, alcune miglia più a nord, dalla ricettività nautica leggendaria. Ciò determinava una inarrestabile contrazione dei traffici con il

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progressivo impoverimento della città, la cui unica fonte d'introito si profilava ormai solo il monopolio del corallo. Un'ultima annotazione segnalava la precaria potabilità delle sue fonti - inconveniente gravissimo per una piazza - a differenza per ironia del vino locale che godeva cli indiscusso prestigio . I primi timidi indizi della sopraggiungente primavera sorpresero l'alacre pattuglia in prossimità di Capo Galera [57- Cabo de la Galera] identificato cli primo acchito quale ottimo porto per numerose navi e vascelli . Perfettamente consci della sua validità alternativ a, gli abitanti di Alghero proprio in quei giorni vi stavano erigendo, in ossequio alla elementare logica difensiva degli ancoraggi, u na massiccia torre, cli quelle cioè cli tipo «gagliardo» da armarsi con due pezzi di artiglieria. Disgraziatamente la sua finalità precipua mal si conciliava, caso peraltro frequente, al compito di sorveglianza. Scontato quindi il ricorso all'ausilio delle vedette montate per la circostante ronda notturna, tesa a frustrare gli agguati antelucani. Nuovamente la ridondanza di personale si prescrisse per il per iodo cli pesca del corallo ed a carico dei soliti operatori, con int uibile sollievo degli striminziti bilanci militari. Una seconda torre , anch'essa esistente per volontà e protezione della marineria di Alghero , si ergeva presso Punta del Giglio [58-Torre del Livio] di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini . Il suo raggio cli avvistamento spaziava dalla rada della città, dalla quale distava 8 miglia e con cui corrispondeva, fino a Porto Conte: in forza di ciò i tecnici del Camos la gratificarono di integrazione nell'ambito del loro piano globale . Trentuno anni erano trascorsi da quando nella magnifica baia cli Porto Conte l' intera flotta imperiale si accingeva a salpare per l'infausta impresa di Algeri : qualcuno dei componenti della commissione doveva però ancora ricordare il fantastico apparato. Camos infatti nel descrivere (59-Puerto del Conde] sembra voler riecheggiare quelle gloriose memorie, affermando con orgoglio che in esso: «pueden est.ar dentro del la major de galeras y naves que se aya ya mas juntado» 51 •

esplicito riferimento all'eccezionale episodio. Passando poi ai dettagli metrici precisò che mentre la sua imboccatura misurava appena 3 miglia, la larghezza oscillava da un massimo di circa 10 ad un minimo cli almeno 4. All'interno di quell'amplissimo specchio di mare, tranquillo sotto qualsiasi traversia mete0rologica, si protendeva un esile promontorio che originava su entrambi i suoi lati due ottimi ormeggi, il migliore dei quali detto Port Pao. Lì, per la esorbitante pescosità delle acque, pure i corsari non rifuggivano dal gettarvi le reti. Purtroppo però anche semplicemente la loro salturaria e deprecatissima apparizione scompigliava , per periodi lunghi, la pacifica attività delle barche locali condannando alla disperazione, quando non peggio, gl'inermi abitanti. La ventitreesima torre trovò così la sua logica collocazione: sarebbe stata per quanto descritto di tipo «gagliardo», per tre uomini di guardia, armata inoltre con due cannoni. In merito a questi la relazione suggeriva la convenienza di costruire alla base della postazione un rivellino su cui postare la batteria, ottimizzandone le prestazioni . Il costo ovviamente eccedeva in modo consistente la media, attestandosi a 450 scudi. Dalla corrispondente torre del Giglio distava 5 miglia e 12 da Alghero , dalla cui cavalleria dipendevano i soccorsi. Lo sterminato ancoraggio, una volta fortificato, avrebbe manifestato a pieno la sua utilità non soltanto per i miseri pescherecci, per le coralline e per i mercantjli ma, rimarcava il Camos certo cli acquisire argomenti a favore del suo progetto, persino per la flo tta di sua maestà, tanto più che nelle immediate vicinanze sgorgavano famose e copiosissime fonti, in grado di rifornire un'intera squadra cli galere. U na di queste si trovava all'interno di una grotta, all'estremità del capo - probabilmente l 'attuale grotta Verde o grotta Ricami - nota allon~come Dragonara, talmente oscura che si rendeva indispensabile l'utilizzo di una lanterna per la ricognizione.

51

« .. . vi si potrebbe ormeggiare al suo interno la maggior squad ra di galere e di navi che ma i si sia congiunta ... » A.G.S., E 327, f. 13.


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62. Torre di Porto Conte.

La perorazione sortì lo scopo , tant'è che le cronache ci tramandano come tredici anni dopo su quel preciso promontorio circa un centinaio d i uomini, mentre si prodigava alacremente alla edificazione ciel torrione, fu catturato e tradotto in schiavitù eia un'agguerrita formazione corsara, aizzata indubbiamente proprio dall'avanzamento accelerato delle opere foranee 52 . Poco oltre la provvida caverna, si aprivano due calette (60-Cala Genovesa y Cala de Moris], adiacenti Capo Caccia, di improba sorveglianza, fortunatamente spazzate dalle violente raffiche del libeccio, che ne vanificavano la validità d'ormeggio. Tuttavia, suggeriva il relatore, nella stagione del corallo sarebbe stato auspicabile che ogni notte due uomini le presidiassero, escludendosi per l'impervietà dei luoghi la ronda a cavallo, onde scongiurare possibili traged ie. Un breve cenno a (61-Cabo de la Casa] Capo Caccia, più che altro per ricordare la presenza delle reali riserve dalle quali traeva nome, e quindi la descrizione dell'isolotto posto a circa un miglio dalla costa sarda detto [62-La Foradada] La Foradada: un alto scoglio cavernoso, dotato di entrata ed uscita. Nei suoi bui meandri non raramente le fuste barbaresche si annidavano invisibili, in numero a volte di tre o quattro in attesa delle ignare vittime. Unico rimedio, peraltro già espletato dai corallari, la ricorrente ispezione guardinga di una barca con quattro uomini. Non diversamente le due infide calette di Sorel e Mal Repos, poco più a monte, adiacenti Cala dell'Inferno, abbisognavano nello stesso periodo di analoga minuziosa perlustrazione.

52 Anche negli altri stati dove si era o si stava realizza ndo un analogo programma si registrarono azioni corsare finalizzate alla distru zione delle opere. Nel Regno di Napoli, ad esempio, il fenomeno raggiunse livelli tanto preoccupami che nei capirolati d'appalto delle torri si stabiliva esplici tamente che in caso di danneggiamento o di distruzione dei manu falli la regia corte fosse obbligata comunque a completarla. Ciò per foniire una indispensabile ga ranzia all'i mp resa appaltante che no n temeva in tal modo di veder vanificare il suo lavoro. Cfr. Archivio di Stato di Napoli (A.S. N. ), Poncio Torri e cast.elli, voi. I 15, rr. 60-63 .


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Alcune ore di marcia e la [63 -Torre lvfaestra], torre de la Pena Maestra, eretta su di un'alta roccia a quasi m. 250 a picco sul mare, fu visitata dal Camos. In essa due uomini prestavano turni di guardia ordinari a spesa della città di Alghero. La corrispondenza avveniva con Port Pao, distante 3 miglia, e con la torre ciel Giglio a 6. Da questa postazione lo sguardo vigile delle vedette spaziava su di un estesissimo settore costiero, restando sfortunatamente esclusa la sola lsla Plana, isola Piana, troppo distante. Anche in questo caso però il rischio non sembrava grave, imponendosi per uno scalo presso tale scoglio una assoluta bonaccia, in pratica alquanto rara in quei paraggi. Una formazione rocciosa di m . 362 riportata attualmente sulle carte monte Timidone dovrebbe coincidere con quella rubricata come [64-Los Lleones]. Sulla sua sommità, nella ormai ben nota stagione, risiedeva una stazione di vedetta di due uomini, corrispondente con la torretta successiva detta di (65- Porticho{J già esistente e prima di una ristretta serie di similari, erette esclusivamente in funzione della difesa delle barche coralline, da acquisire al sistema . Due pezzi di artiglieria e tre uomini di guardia ne costituivano l'armamento indispensabile, tanto più che nelle sue immediate vicinanze zampillava una sorgente perenne, conosciuta quale fonte [66Cantaro]. Le succedeva la [67-Torre de Gainge] dalla incertissima identificazione topografica: di certo fra questa e quella di Porticciolo si incontrava Cala del Vino, forse Cala del Turco, ed altre due o tre minori, tutte perlustrate da aprile ad agosto da una staffetta montata. Sua corrispondente a nord era la (68-Torre de lvfontegirat], monte Zirra oppure più probabilmente torre di Bantine e Sale, presso Porto Ferro, dove i pescatori di Sassari destinavano tre uomini , un cannone di medio calibro e due «smerigli» per la protezione delle barche che ai suoi piedi si ancoravano. Di un'ultima torre infine di tal genere, tramandataci quale (69-Torre Antigua] la commissione si limita laconicamente a ricordarne la ormai totale inutilità . Il montuoso Capo dell'Argentiera [70-La Argentiera] che in breve volgere fu raggiunto dai rilevatori, rappresentava un'ulteriore stazione di sorveglianza stagionale. Due uomini infatti dalla sua sommità scrutavano, durante i reiterati raccolti dei corallari , le sottostanti calette elette la Sai e la Calasa, le quali sebbene di infima ricettività nautica costituivano pur sempre un latente pericolo. Conseguenziale perciò l'erezione sull'estrema propaggine dello st esso capo [71-Pu nta de la Argentera] della ventiquattresima torre. Di tipo semplice per vedetta ordinaria di tre uomini, completa di cisterna fu preventivata 300 scudi, cifra che lascia agevolmente supporre la difficoltà di edificazione. Due «smerigli» si prescrissero quale dotazione bellica per l'attiva difesa del baricentro del delicato settore, spaziante fra m . Timidone e Capo Negro, ovvero per quasi 20 km. Simmetriche al promontorio, le maggiori cale a rischio, rispettivamente quella di Santo, S. Nicola, e quella cli Parma, Porto Palmas, dove per maggior prudenza si raccomandava esplicitamente la loro perlustrazione serale, essendosi verificati in quei paraggi nel passato frequentissimi dolorosi episodi. Sarebbe stato molto meglio, aggiungeva preoccupato il Camos, se quella cala di S. Nicola si fosse potuta «accecare», interdirla cioè, tramite magari ostruzioni inamovibili o almeno ricognizioni diuturne da lontano con un lancione, mentre da sopra la collina di La Pisanu, Lu Pisano m . 238, vegliare costantemente sull'altra. Aci 8 miglia a nord dell'Argentiera, con cui avrebbe corrisposto, ed a circa 2 a sud della foce del Flumini, presso (72-Punta de Cabo Negro] ancor oggi Capo Negro, si individuò il sito per l'erezione della venticinquesima torre. Di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini, priva di cisterna basale, avrebbe richiesto 225 scudi. La popolosità della costa fino a Capo del Falcone, la caratterizzava come una sezione ad alto rischio incursivo, tanto più che almeno due calette si rinvenivano sulla stessa. La loro insidiosa presenza consigliava di mantenere l'impiego di una vedetta a piedi, per l'esclusiva sorveglianza ciel corso d'acqua frequentato di tanto in tanto dai corsari, e di due esploratori a cavallo i quali quotidianamente dalla sommità di monte Cosso, m. Cossu m. 92, avrebbero scrutato la marina, e quindi ispezionata direttamente, il primo verso sud fino al Flumini ed il secondo verso nord fino al monte del Porro, adiacenze attuale I. dei Porri. I prevedibili aiuti sarebbero giunti dalla piazza di Sassari a 35 miglia, preceduti da quelli della gente dell'intera Nurra, notoriamente bellicosa. Il dispositivo così articolato avrebbe non soltanto protetto gli abitanti ma consentito una volta ancora lo sfruttamento dei terreni limitrofi, quelli appunto de [73 la Nurra] reputati fra i migliori dell'isola. Persino la carne prodotta in quelle contrade, affermava il giovane capitano, godeva della stima di più sostanziosa e saporosa della Sardegna. Proseguendo verso settentrione fu quindi raggiunta l'estrema propaggine nord-occidentale del Re-


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gno, un lungo promontorio proteso nel golfo deU'Asinara, lambente quasi l'omonima isoletta. Qui sulla sommità della principale altura, una collinetta di appena 111. 182, ricordata come [74-Monte Falcon] toponimo rintracciabile attualmente in Capo del Falcone , fu decretata l'erezione della ventiseiesima torre. Di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini, necessitante di capace cisterna, sarebbe costata 300 scudi. Pur non ostentando il punto d'impianto una quota rilevante, per la pianeggiante confo rmazione del territorio, garantì va un settore di sorveglianza amplissimo, spaziante dall'Argentiera a Porto Torres, includendo inoltre l'intero canale dell' Asinara di interesse strategico. La corrispondenza avveniva da 18 miglia con la precedente postazion·e di Capo Negro, e gli squadroni di cavalleria di Sassari a 34 le assicuravano i soccorsi . Ovviame11te per i primi aiuti avrebbe provveduto la fiera popolazione circostante. Prospiciente la descritta penisola si staglia l' Asinara, che la commissione logicamente non potette esimersi dal visitare . La [75-lsla de la Zinara] infatti, distando appena un miglio dalla Sardegna, forniva con le sue propizie cale, specie quella cosidetta Cala Grande (che si trova però in realtà sull'adiacente isola Piana) un comodo scalo ai corsari, sia per la presenza di acqua sìa per l'abbondanza di cacciaggìone, fra la quale spiccavano ì cervi ed i cinghiali. Il Camos in merito a Cala Grande, forse proprio per ovviare alla predetta inesattezza, puntualizzò ricordando che era nota altresì con ìl nome di Cala de la Oliva, dettaglio che la farebbero coincidere con quella effettivamente presente sul I' Asìnara con il nome di Cala d'Oliva. Non si ritenne comunque necessario insediarvi alcuna vedetta e meno che maì una to rre, dì certo in conseguenza dell'assoluta desolazione ìmperantevì . A primavera inoltrata la piccola pattuglia di rilevatori e di tecnici, abbandonata la costa orientale, avviò con la consueta efficienza la minuziosa teoria dì sopralluoghi lungo quella settentrionale. Il primo sito degno di interesse fu quello di [76-las Salinas] adiacenze attuale stagno di Casaraccio, presso Stintino. Si trattava cli una spiaggia sistematicamente tormentata da ogni razza di nemici, e dai corsari in special modo, per il cospicuo numero di mercantili che vi si affollavano, intenti al commercio del sale, ivi prodotto. In conseguenza di ciò già allora vi si ergeva una torre finalizzata non solo alla protezione del cabotaggio, ma contemporaneamente anche alla sicurezza di quelli che lavoravano all'estrazione del bianco sedimento e di quelli che lo caricavano sulle navi . Tale struttura non aveva al momento necessità, né peraltro possibilità, di corrispondenza essendo un classico esempio di episodio difensivo zonale. Ritenuta a prima vista idonea all'inserimento nel progetto globale , fu collegata visivamente con la erigenda di Capo f<alcone, dalla quale l'avrebbero separata 8 miglia, e 26 da Sassari. La sorveglianza non aumentava i costi in quanto da tempo operativa a carico della menzionata città . Relativamente alla foce del [77-Flum S. to Rio] odierno fiume Santo a circa 10 km a sud-est a corso perenne, dove le fuste barbaresche saltuariamente solevano prelevare acqua, il parere inequivocabile dei tecnici ne sconsigliò qualsiasi interdizione poiché il rifornimento sarebbe potuto avvenire indisturbato un poco più a monte, essendo località deserta. Si prospettava se mai la validità del sito, trasformandolo con oculatezza in micidiale trappola - di cui l'acqua sarebbe stata l'esca - per proficue imboscate a danno dei razziatori. In merito è interessante ricordare come nel «Parlamento del 1532 era stato deliberato che i mori catturati sulle spiagge dell'isola fossero condotti a Cagliari e venduti all'asta pubblica al miglior offerente e 'à beneplacit de la dignitat real', cioè del regio patrimonio cui spettava una percentuale del 5% ... [Per cli più] nei momenti di maggior tensione, si rinunciava a questo diritto a vantaggio di coloro che catturavano i barbareschi nelle marine e, sovente, si concedevano ad essi premi in denaro [da 8 a 12 scudi per ogni schiavo]»53 • È intuibile pertanto come la caccia ai predoni, laddove le connotazioni geomorfologiche la consentissero e l'indole bellicosa degli isolani la spronassero, rappresentava una sorta di «attività>> marittima tutt'altro che irrilevante e temuta, una variante tragica di «tonnara» umana!

53

Da A.

MATTONE ,

La Sardegna nel mondo mediterraneo, in Storia dei Sardi... , cit., p. 47.


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63. Pono T orres - L a to rre.

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Appena 5 miglia intercorrono tra la foce del Santo e quella del Riu ìv1annu, immediatamenle a ridosso di Porto Terres: in questa breve sezione di costa un esile quanto anonimo promontorio originava due calette, tramandateci come [78-Corbara Mana y Corbara Pitscina] rispettivamente a levante ed a ponente dello stesso. Sulla sua estremità si decise la costruzione della ventisettesima torre, di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini. Inutile la cisterna ed il costo preventivato non eccedeva i 250 scucii. La corrispondenza l'avrebbe collegata con quella delle Saline distante 10 miglia. Per i rinforzi militari si delegò la città cli Sassari a 16. Una terza caletta dall'emblematico nome cli Li Pertusi fu rinvenuta sempre nella medesima tratta foranea, la quale era accessibile mediante uno stretto canale fra due bassissimi fondali: è lecito identificarla con l'odierno Stagno di S. Gennaro, tanto più che il Camos ne propose la sigìllatura della bocca tramite l'affondamento di macigni, trasformandola virtualmente così in un piccolo stagno salmastro . La citata foce del Riu Mannu [79-Rio de Puerto Torres] non sollevò nella commissione particolari apprensioni, in quanto la sua vicinanza alla torre di Porto Torres [80-Puerto Torres] ne precludeva ogni sbarco. Alla fine del '500 la cittadina di origine romana 54 , antichità testimoniata dalle abbondanti vestigia all'epoca ben visibili, non costituiva un grosso scalo navale in quanto, come il Camos faceva rilevare, poteva contenere al massimo 8 o 9 galere, esposte peraltro alle raffiche del maestrale, tutt'altro che eccezionale. La predetta torre, di epoca aragonese, ubicata su Cabo de Mue!le, si collegò con la erigenda di Corbara dalla quale distava 4 miglia, e 12 da Sassari. La maggiore città del Regno ospitò per una breve tappa, in quella laboriosa primavera, il nostro Autore ed i suoi uomini, rifocillandoli con la sua ampia disponibilità dalle immaginabili sofferenze ed asprezze della pericolosa missione. [81-Sacar Ciudad] spiccava per la salubrità dell'aria, e non doveva essere cosa da poco in un contesto martorizzato dalle paludi e dalla malaria - salubrità prodotta dai freschi venti di tramontana e per l'inconsueta abbondanza cli ottima acqua potabile, altra rarità sarda. Un cenno doveroso all'antico castello, estrema permanenza di una remota possanza55 , retaggio della fierezza dei suoi abi-

sa Sulla storia di Porto Torres cfr. f. PR1NCWE, Sassari, Alghero, Castelsardo, Porto Torres, Roma-Bari 1983, pp. 17 e sgg. 55 In merito al castello di Sassari, O. ALBERTI , Le carte della Sardegna ... , cit., così lo descrive: «Prima ancora che il nucleo originario di Sassari fosse cinto di mura, esisteva un antico castello che risali va al secolo Xl... al suo posto nel 1230 o nel 1242 . . . ne sorse uno nuovo che, nel corso dei secoli, fu più volte restaurato e ra fforzato, pur restando uguale nelle sue strutture fondame ntali, che sono quelle di cui il Capellino ci ha lasciato un disegno e il Ì'ara una breve desc ri zione . Sorgeva nella parte alta della città e costirniva una specie di baluard o che sporgeva per tre lati dalle mura, quasi costituendo un'entità a sé, tanto che anche quando gli si addossarono le mura medievali continuò ad essere imeramerue circondato da un profondo fossato. Aveva una forma trapezoidale con quattro torri quadrate agli angoli e una q uin ta al centro della facciata che guardava verso la città. Alla base di questa torre si aprivano due porte, separate da un cortile interno ... Nel I 503 venne innalzat<), a maggior


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tanti, e la compiaciuta notificazione della presenza di un collegio di gesuiti per lo studio delle lettere classiche, tradiscono la sensibilità culturale del nobile capitano, manifestata reiteramente dalle sue osservazioni archeologiche e storiche pur nell'ambito della fredda esposizione tecnica. A sole 2 miglia da Porto Torres ben cinque famigerate calette, insidiosissime per l'incessante cabotaggio, determinarono l'impianto della ventottesima torre presso [82-La Rocca de Lay] adiacenze Marina di Balai. Di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini , priva di cisterna sarebbe costata 230 scudi. La corrispondenza ovviamente era con quella vicinissima aragonese, prestando ad entrambe man forte la cavalleria della «capitale settentrionale» a 12 miglia . Ad otto miglia ad est della predetta si decise la costruzione di un'altra torre, la ventinovesima, quella insediata su [83 -lvfonte Tramontana] odierna Punta Tramontana. Di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini fu p reventivata 225 scudi. Per i necessari rinforzi militari, pur ritrovandosi la postazione equidistante a sole 6 miglia tanto da Castel Aragonese quanto da Sorso, si preferì la seconda località per il miglior collegamento viario . La sorveglianza garantita dalle vedette in essa vigilanti avrebbe coperto Cabo Bianco, forse Punta la Cap ra , e principalmente due calette dette de Belves, tramite le quali infiniti danni e perdite erano stati inflitti agli abitanti dei citati due centri. Il motivo andava ricercato nella eccessiva vicinanza alla riva del mare dell'unica strada adducente alla antica rocca, sempre trafficatissima, richiamo perciò irresistibile per facili razzie e catture di inermi viandanti, lavoratori e mercanti. Ottima risoluzione perciò, annotava don Marcantonio, sarebbe stata nella stagione primaverile confermare gli esploratori montati per la perlustrazione litoranea fino alla fortezza, che di lì a breve s'impose con la sua arroccata configurazione alla vista della pattuglia. Un ripido e accidentato sentiero inerpicantesi verso le poderose fortificazioni apicali della rocciosa collìna venne percorso faticosamente dal Camos e dai suoi per accedere alla inusitatamente vertiginosa piazza marittima . [84-Castillo Aragonese] infatti, più per logica d'impianto che per opera dell'uomo, si reputava se non la migliore città-forte del Regno, per lo meno la più imprendibile. In realtà il giudizio tramandatoci dai tecnici nella relazione su tale struttura tende a distinguere la eccezionale validità clifensiva del luogo dalla sostanziale carenza cli aggiornamento delle sue opere: assenti del tutto persino le batterie sul fronte a mare! Eliminate però queste gravi carenze si poteva star certi della sua inespugnabilità . Quella che ai nostri giorni è designata come Costa ciel Paradiso manifestò alla commissione immediatamente la sua nota pericolosità, a partire da (85-Cala Agostina] odierna Baia Ostina, appena un miglio dopo il promontorio fortificato. La posizione della pittoresca insenatura la rendeva d isgraziatamente defilata alle sentinelle avvicendantesi sugli spalti della rocca, ragion per cui fu giocoforza imporre che quotidianamente, sul far dell'alba, un esploratore a piedi la ispezionasse scrupolosamente. Si tentava in tal modo di scongiurare l'atterraggio notturno di qualche brigantino barbaresco favorito dalla bonaccia, con conseguenze funeste per la gente dei paraggi. Lo scadere degli interassi fra le postazioni di vedetta indica in qualsiasi spiegamento difensivo costiero la presenza di una sezione a rischio, etichetta che aderiva perfettarnente alla Costa del Paradiso. Infatti appena a 4 miglia fu necessario prevedere un ennesimo caposaldo in prossimità di (86-Afonte del Ferro] adiacenza attuale monte Ossoni m . 348, probabilmente per l'esattezza a Punta P rima Guardia , dove si prescrisse l'erezione della trentesima torre . Di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini, pur non necessitando di cisterna ostentava il considerevole prezzo di preventivo di 300 scudi. L'anomalo costo è da imputarsi alla inconsueta esigenza di elaborate fondazioni, a differenza cli quelle sin qui incontrate innalzate in genere su rocce saldissime . La causa potrebbe imputarsi quasi certamente al litorale paludoso . Corrispondeva ovviamente con la piazza dalla quale dipendevano i principali soccorsi, mentre altri aiuti sarebbero potuti venire da Sedini a 6 miglia. Le motivazioni addotte per la costruzione, oltre a quelle note della Baia Ostina, rimarcavano la vulnerabilità - in sua assenza - della scala del Fraile, ovvero della vertiginosa sortita a mare di Castel Aragonese, che sarebbe rimasta esposta alle iniziative nemiche. Per

difesa della rocca, un an temurale, su cli.segno di Antonio Porzio ... Il castello non aveva alcuna comunicazione con l' esterno; ad esso si poteva accedere, attraverso un ponte levaroio, solo dall' interno della città ... nel 1878 ... ven ne interamente demoliro».


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contro dopo la sua entrata in servizio si sarebbero evitate le ronde notturne incessanti d'i quattro esploratori, due a piedi e due a cavallo, che la cittadina al momento sopportava, ripristinandosi l'agricoltura negli ottimi terreni delle contrade limitrofe irrigati dal Coghìnas. La sua foce [87-Fogue de Coguines] però non apparve difendibile con l'abituale logica , forse per l'eccessiva ampiezza o forse per l'accennata inconsistenza geologica del suolo. L'ipotesi dì una estesa palude costiera trova conferma nell'ampliarsi dell'interasse, che si innalza improvvisamente ad oltre 10 km, e nei toponimi rivieraschi quali Li Iunchi e La Padu ledda che designano il litorale fino a Punta Li Canneddi, ennesimo richiamo alla vegetazione palustre. Inutile pertanto presidiare i malsani acquitrini, nei quali peraltro nessuna fusta si sarebbe mai avventurata in cerca di inesistenti prede. Occorreva tuttavia mantenere la continuità ottica del sistema ed allo scopo i tecnici del Camos si avvalsero di un sensato espediente. Poco discosto dalla punta innanzidetta emerge un grosso scoglio granitico pomposamente indicato Isola Rossa [88-lsla Rosa]: lì si stabilì l'erezione della trentunesima torre. Di tipo semplice per vedetta ordinaria di tre uomini, dotata di una capace cisterna , sarebbe costata 250 scudi. La naturale impervietà del sito prescelto la prefigurava quale inattaccabile e qualora munita di un rivellino, per una batteria di alcuni pezzi di piccolo calibro, avrebbe potuto imporre un insormontabile rispetto di indiscussa necessità. Sotto la rassicurante presenza dei suoi cannoni, infatti, i floridi banchi corallini che prosperavano nel braccio di mare intercorrente fra lo scoglio e l'Isola, avrebbero finalmente conosciuto !"ingegno' dei pescatori, vanificandosi per di più qualsiasi aleatoria ronda a cavallo . La corrispondenza in tal modo rientrata a sole 8 miglia con la precedente postazione riannodava la catena semaforica, mentre la milizia del feudo di don Pietro Masa garantiva i soccorsi, stimati peraltro poco probabili, nonostante che il settore di sorveglianza si estendesse fino a Capo Testa. Circa 25 km più ad est un'altra foce di torrente interruppe l'avanzamento della pattuglia. Si trattava di quella del Vignola [89-Fogue de Vino/a] di insignificante pericolosità attrattiva in quanto fangosa e salmastra per tutta l'estate. Del resto a meno di 6 miglia da quella sulla sommità di un promontorio citato monte Rosso, monte Russu m. 89, si ergeva, o forse si stava in quei giorni edificando, od ancora meglio si sarebbe dovuta edificare di lì a breve - purtroppo la relazione in questo caso è insolitamente laconica ed ermetica - una di quelle torrette zonali presidiata da due uomini, compatibile con il sistema, tanto da esserne considerata la trentaduesima. Sempre nel f~udo di don Pietro Masa, su di un impervio pinnacolo di roccia si ubicò la trentatreesima torre, detta [90-La Testa] odierno Capo Testa, il cui costo, pur senza cisterna, ammontava a 300 scudi dei quali però soltanto 200 devoluti al manufatto, impiegandosi i restanti per la costruzione di una stradicciola di accesso alla stessa. In virtù della sua acrobatica posizionatura che la caratterizzava come inespugnabile, fu sottolineata nel memoriale l'inutilità dei soccorsi. E sempre in conseguenza della sua inusitata quota la sorveglianza godeva di un vastissimo settore di sorveglianza che andava dalla torre dell'Isola Rossa a 24 miglia, fino all'intero Canale di Bonifacio. Quanto alle calette limitrofe il Camos faceva osservare che esse erano molto basse e piene di scogli per cui assolutamente impraticabili ed inutili per ogni ancoraggio, ad eccezione di due soltanto, cala sa Reina e la citata foce. P eraltro la contrada risultava disabitata e priva delle benché minime risorse, tranne forse qualche capra. L'importanza della torre tuttavia andava ricondotta al commercio con Bonifacio ponendo fine agli abbordaggi della barche della Corsica tristemente dedite alla corsa ed al contrabbando. Inoltre per maggior sicurezza proponeva il Camos - qualora si fosse attivata la pesca del corallo lungo quella costa - di impiegare due vedette ed addirittura altre due in primavera. Un breve accenno infine aHe rovine antiche ancora visibili ed in particolare a due colonne, poste aH'imbocco della Baia di S. Reparata dove si ormeggiavano le barche. Fu la volta quindi dì [91-Longo Sardo] attuale Porto dì Longosardo, dove sì ritenne necessario l'impianto della trentaquattresima torre per la guardia ordinaria di tre uomini. Di tipo semplice sarebbe costata, sebbene priva di cisterna, 250 scudi a causa sempre delle impervietà ambientali. Soltanto 5 miglia invece la separavano dalla precedente e circa 30 dall'abitato di Tempio, da dove sarebbe dovuta giungere la cavalleria miliziana in caso di sbarco. Ai pastori perciò la difesa in prima istanza, essendo questi i soli frequentatori degli inospitali paraggi. I 11 merito al porticciolo non si sarebbero dovute nutrire eccessive apprensioni in quanto in esso 11011 potevano ormeggiarsi le maggiori unità ma al massimo qualche brigantino, e del resto la miriade di isolotti che caratterizzavano la zona poteva fornire ai corsari quanti approdi volevano.


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Quella che impropriamente veniva chiamata [92-Isla de S. Maria] e che in realtà come puntigliosamente faceva notare don Marcantonio era una penisola, oggi nota come Punta Sardegna, fu il sito prescelto per l'erezione della trentacinquesima torre. Di tipo semplice per vedetta ordinaria di tre uomini, dotata di cisterna, sarebbe costata 250 scudi. La sua ragion d'essere oltre alla scontata continuità della catena, 6 miglia la separavano dalla precedente, era insita proprio nelle suddette insenature, e nella sorveglianza del frastagliatissimo canale antistante. Per i prevedibili soccorsi, distando Tempio 30 miglia, era giocoforza far ancora una volta affidamento sui pastori e sui contadini della zona. Una breve citazione ebbe secondo la prassi abituale della commissione anche il [93-Rio de Lixia] fiume Liscia, notificato a corso perenne sebbene inadatto all'acquata. Un ottimo ormeggio finalmente fu individuato sulla costa orientale, al cui interno con qualsiasi condizione atmosferica avrebbero potuto trovare riparo molte grosse galere, [94-Porto Puddu] il cui nome ci è pervenuto inalterato. Si apriva a breve distanza dalla predetta foce e per la presenza in esso di una vena cli acqua dolce, sia pure stagionale, si ritenne opportuno farlo ispezionare quotidianamente da un esploratore a cavallo. Il Camos a questo punto conscio dell'ap parente contraddizione faceva giustamente rilevare che tutti i numerosissimi porticcioli e calette susseguentesi fra Capo Testa ed Arzachena si sarebbero certamente garantiti meglio con altrettante torri, ma ciò in pratica sarebbe stato di irrilevante validità. Infatti tanto il canale di Sardegna quanto le sue isolette costituivano validi ripari per le imbarcazioni corsare le quali, giocando sulla insignificante distanza dalla costa, godevano cli fatto di una assolutà impunità. Di conseguenza l'unica possibile precauzione applicabile consisteva nella semplice sorveglianza foranea e nella immmediata segnalazione di allertamento con fuochi alla postazione precedente ed agli eventuali abitanti limitrofi. Un analogo provvedimento interessò anche [95-Cabo del Orço] Capo d'Orso sulla cui sommità si prescrisse la vedetta ordinaria di due uomini, senza alcuna torre. La corrispondenza da S. Maria sarebbe ammontata a I O miglia di percorso e il settore nevralgico di sorveglianza si accentrava nel golfo di Saline. Appena più a sud della pittoresca roccia figurata si apre un profondo fiordo, di incomparabile bellezza. Gli uomini ciel capitano però furono interessati soprattutto dalla sua potenzialità ricettiva: [96-Puerto d'Arsaguena] golfo di Arzachena, dove una grossa squadra di galere avrebbe potuto soggiornarvi in perfetta sicurezza, con qualsiasi traversia metereologica. La validità strategica dell'ormeggio è rimarcata dal dettaglio che sebbene il bacino ricadesse in buona parte sotto la diretta sorveglianza della postazione di Capo d'Orso, ciò nonostante si programmò la erezione di una torre semplice - la trentaseiesima - per vedetta ordinaria cli tre uomini. L'esatta ubicazione avrebbe dovuto essere la sommità di monte Podrigoso, ed il costo sarebbe asceso a 250 scudi. Per i soccorsi a cavallo questo sperduto angolo ciel feudo di don Pietro Masa dipendeva ancora da S. Teresa di Gallura a circa 30 miglia di distanza. La eccessiva lontananza, come già in precedenza, investiva della difesa immediata gli abitanti dei vicini villaggi, che in questo particolare caso erano noti per eccellenti balest rieri 56 . Indispensabile il disboscamento cli un miglio all'intorno che comunque non avrebbe incrementato i costi dell'impianto. Ripreso il periplo ad oltre 6 miglia dal descritto golfo e ad almeno 3 verso l'interno una vistosa collina attrasse l'attenzione dei rilevatori. [97-Muros d'Arbada] da interpretare come monte Moro di m . 422, sovrastante Abbradori, fu pertanto il punto prescelto per la costruzione della trentasettesima torre. Questa si imponeva per essere la costa non soltanto frastagliatissima ma assolutamente inospitale persino per la sparuta e coriacea guarnigione di una postazione di vedetta all'aperto. La torre cli tipo semplice per vedetta ordinaria cli due uomini sarebbe costata 225 scudi e avrebbe corrisposto da 8 miglia con la precedente apicale. Il settore di sorveglianza includeva Cala Volpe e buona parte del

56 E . BornN1 M ,,ssA, La Sardegna sO{IO il dominio spagnolo, Torino 1902, propone al riguardo una sua traduzione tratta da Sigismondo Arquer, Sardinae brevis historia et descrip1io, Cagliari I 558: «Non han no si può dire armi; delle quali non una fabbrica esiste in tutta l'isola; le fanno venire dalla Spagna o dall'Italia. Per cacciare si servono quasi solo di balestre. Ma se pirati turchi o africani, approdano alle loro coste, facilmente I.i mettono in fuga o li fanno prigioni ... » .


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golfo cli Cugnana . Alla gente del posto si delegò la difesa in prima istanza per gli ormai noti motivi. In merito al porto situato nell'omonimo golfo [98-Puerto de Conjanas] pur stimato quale buon approdo per numerose galere, si gratificò soltanto di una perlustrazione quotidiana, non ricadendo per intero sotto la vigilanza della predetta torre. Non si poteva escludere infatti che uno sbarco notturno precedesse una temibilissima razzia mattutina contro la vicina Terra Nova, Olbia, come disgraziatamente già altre volte accaduto. Per il golfo di Marinella [99-La lvfarinella] funestato anch'esso eia ricorrenti incursioni si ritenne sufficiente la vigilanza espletata da m. Moro . L'ampio golfo Aranci si offerse in tutta la sua imponenza agli occhi della commissione nella luminosità dell'aprile sardo. Dall'alto di Capo Figari la tran·quilla distesa marina fornì un magnifico scenario mediterraneo. Ovvia l'edificazione sullo stesso della trentottesima torre. (100-Cabo de Figueri] sempre feudo del Masa, sul versante a mezzogiorno che avrebbe ospitato l'ennesimo caposaldo, di tipo semplice, per vedetta ordinaria di due uomini dal costo di 250 scudi corrispondendo con la precedente posta a 20 miglia. Indispensabile un esteso deforestamento circostante la torre teso eminentemente a favorire l'irruzione eventuale della cavalleria . Il settore di sorveglianza, particolarmente vasto, abbracciava l'intero golfo cli Olbia, nonché il canale di Tavolara fino a Capo Coda di Cavallo . La felice ubicazione arroccata della postazione la immunizzava da credibili assalti . Ad ogni buon conto la milizia di Terra Nova a sole 15 miglia rappresentava il miglior deterrente . La pattuglia raggiunse quindi [101-Terra Nova] città reputata come ricorda il Camos di antichissima origine. Le numerose vestigia e ruderi classici, a quell'epoca anche lì ancora perfettamente visibili, lo testimoniavano ampiamente. Ma in quei giorni durante le rapide procedure speditive, ben altri ruderi apparvero agli allibiti tecnici. Pochi anni innanzi su quei pacifici paraggi si era abbattuta una delle più devastanti ed stravolgenti incursioni barbaresche con le conseguenti immancabili atrocità, distruzioni, saccheggi e razzie. A guidarla un tristemente celebre predone del mare : Dragut57 . Le annerite macerie confermarono eloquentemente al giovane capitano l'importanza cli quanto stava progettando. Sulle sue annotazioni non si vergognò pertar.to di affermare, letteralmente accorato, che quei miseri avanzi di un centro abitato movevano a pietà. Come se non bastasse, la paura e la sfiducia conseguenti negli scampati avevano in pratica paralizzato la ricostruzione, per non parlare poi della povertà indotta dall'abbandono. Una sparuta torre adibita a guardia ordinaria rappresentava al momento l'unico apparato difensivo: il porto tuttavia apparve di eccezionale validità, caratteristica che indusse a ritenere conveniente ripristinarlo in una logica strategica più ampia ed efficace, collegando quel martoriato sito tanto per cominciare con la torre di Capo Figari a 12 miglia. Anche la presenza in quel comodo approdo cli un corso d'acqua perenne , il [102-Rio de Praduot Fanu], odierno fiume Padrogiano, contribuiva a motivarne il rilancio. Sull'opposto versante che cingeva da sud il golfo di Olbia, presso [103-Cabo Cariossa] Capo Cerasa, i tecnici del Camos stabilirono l'erezione della trentanovesima torre, da edificarsi sulla sommità della collinetta detta all'epoca Balda/a. Sarebbe stata del tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini, del costo di 225 scudi, a sole 7 miglia dalla sua simmetrica di Capo Figari ed a 10 da Terra Nova da cui dipendeva per i soccorsi, sebbene in esiguo numero per l'accennato spopolamento, per cui parve subito sensato fat affidamento su quelli di Tempio a 35. Sottoposto alla sua sorveglianza era [104- Puerto de S.t Paolo], porto S. Paolo, in cui si sarebbero pot ute ormeggiare molte galere , grazie pure all'abbondanza di acqua potabile. Quasi cli fronte al predetto porticciolo è situato a meno di 2 miglia l'isolotto cli Tavolara [105-ls/a de Tau/ara] che sembrò agli uomini del Camos, da bordo della loro unità d'appoggio, svettare verso il cielo per le sue alte cime, oscillanti in realtà ad oltre m. 500. Non si effettuò nessuno sbarco ricognitivo ma fu riportato il parere dei marittimi locali che affermavano esser le capre selvatiche le sole abitanti dell'inospitale scoglio, ad onta dell'accertata presenza di acqua saltuariamente attinta da vascelli in transito.

57

voi.

Sulla figura e le imprese di Dragut cfr . R. pp. 112-121.

r,

PAN JiTT,,,

Pirati e corsari turchi e barbareschi nel lvfare Nosrrum, Torino I98 1,


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64. Posada - Castello della Fava.

64

Chiusa la parentesi delle osservazioni nautiche, l'ispezione riprese con immutata pignoleria dirigendosi nuovamente verso sud . Tappa d'obbligo fu quindi Capo Coda di Cavallo [106-Cola de Cavallos], feudo della baronia cli Posada. Qui fu stabilita la erezione della quarantesima torre, cli tipo semplice per vedetta ordinaria di tre uomini. La ragione della lieve maggiorazione del presidio andava imputata, come scrupolosamente giustificò don Marcantonio, alla eccessiva desolazione dei luoghi unitamente ad una risaputa alta frequenza incursiva barbaresca. Pur essendo quindi lampante il rischio cui veniva esposta la stessa guardia, l'imprescindibile vincolo della continuità ottica della catena e quello non meno pressante, per quanto ricordato, della vigilanza zonale ne imponevano la costruzione . Il costo sarebbe asceso a 300 scudi e 9 miglia l'avrebbero separata dalla precedente mentre altre 25 occorrevano ai soccorsi provenienti da Posada per raggiungerla . Il settore di sorveglianza, una volta deforestato il Capo, si sarebbe esteso fino ad oltre 35 km a mezzogiorno, ovvero fino a Capo Comino. Evidente quindi la irrinunciabilità tanto di questa come della sua corrispondente a nord. Si legge nel manoscritto a questo punto il toponimo del sito d'impianto della quarantunesima torre [107-Punta de Su Murrona,ju] del quale però non siamo in grado di fornire una incontrovertibile identificazione. Tu ttavia grazie alla meticolosità del Camos sappiamo che la programmata torre si sarebbe dovuta erigere al di sopra - soluzione peraltro alcune volte già prospettata - o nelle immediate adiacenze di un grosso nuraghe. Ora il solo ciel genere pervenutoci è quello di Punta d'Ottiolu, sulla cui ubicazione concordano peraltro l'interasse d i 12 miglia fra le due postazioni e, non ultimo il significativo nome del promontorio sottostante, Punta de li Turchi. La torre in questione presupposta di tipo semplice per vedetta ordinaria cli due uomini, esente dalla necessità della cisterna, fu preventivata 200 scudi da mastro Pixella. Sotto la sua giurisdizione sarebbero rientrate due o tre calette, quelle cioè esistenti fino a monte Longu, dalle quali gli abitanti di Posada, a sole 13 miglia, ricevevano molti danni, in particolare eia quella nota allora come porto Cuadu. Il ricordato [108-Monte Longo] di m. 221, per la sua dominanza costiera venne prescelto per l'installazione di una ennesima postazione apicale di vedetta all'aperto per due uomini, necessaria soprattutto per mantere la corrispondenza con Posada, da cui dista soltanto 3 miglia, poiché proprio con la sua massa interrompeva la continuità ottica. Del resto nessun aggravio cli spesa ne sarebbe derivato in quanto già il paesetto soleva attivarla nella stagione del pericolo. Come per tutte le cittadi.ne ed i paesi rivieraschi di una certa importanza fin lì incontrati, anche di [109-Posada] il Carnos traccia una sintetica scheda. Apprendiamo perciò che l'originario nucleo abitato abbarbicato sopra una cresta di roccia strapiombante su tre lati, si completava in un pittoresco castello detto della Fava 58 , il quale sebbene antico e quindi militarmente obsoleto, grazie alla sua

58 A . CEsARAcc10,

E. EsPA, I castelli della Sardegna ceniro-orientale, LIX viaggio di Studio Nazionale 26 selt., 1 otl. 1978, pp. 13- 17: « Il Castello della Fava si eleva su una collinetta prospiciente il mare, con una difesa nat.urale pressoché inaccessibile


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

acrobatica posizionatura ed alla particolare tipologia di offesa prospettantesi, si prestava con facilità e successo ad essere inglobato nella linea di difesa ed avvistamento, in fase di programmazione, con pochissima spesa. Già allora del resto era presidiato normalmente da quattro soldati, uno dei quali si sarebbe in seguito potuto distaccare su monte Longu. Un'ultima annotazione la meritò il torrente che scorreva e sfociava alla base della minuscola rocca [110-Rio de Siniscola], alle cui acque, per l'intrepida fierezza dei cittadini, mai nessun incursore aveva potuto attingere ìmpunemente! Con l'inoltrarsi dell'aprile, la pattuglia raggiunse [I 11-Cabo Comin], Capo Comino, ancora terra dei baroni di Posada, dove sulla sua sommità, ad una cinquantina di metri sul mare, utilizzando una volta ancora - per sostruzione un massiccio nuraghe si prescrisse la costruzione della quarantaduesima torre. L'elevato costo di 300 scudi per una torre semplice, per di più non abbisognante di alcuna fondazione, già la dice lunga circa la sua ubicazione: ovvio quindi che per la stessa e per i suoi due uomini di guarnigione ordinaria, non si nutrisse alcun timore di offesa. I soccorsi pertanto non sembravano necessari, ma ad ogni buon conto 12 miglia la separavano dalla ricordata cittadina. La eccezionale validità ciel caposaldo trova ulteriore conferma nel suo settore di vigilanza esteso fino al Capo di Monte Santu, ad oltre 40 km. La tappa successiva ci offre un altro toponimo di improba localizazione: [112-Nurague del Aguila] ovvero letteralmente nuraghe dell'Aquila. L'unica località assonante con esso e sostanzialmente concordante per i dati distanziometrici è quella di Punta Nidu de Abile, che al di là del confortante significato si trova - e forse in ciò è la miglior conferma - a circa un miglio all'interno della costa, come appunto ricordato nella relazione. Qui si sarebbe dovuta edificare la quarantatreesima torre di tipo semplice per vedetta ordinaria cli due uomini, dotata di cisterna: fu preventivata 300 scudi. Non particolarmente ampio il suo settore cli sorveglianza, protraentesi fino a Cala Ginepro, ma comprendente due insidiose calette, di insignificante connotazione il cui nome era tutto un programma: - [l 13-Puerto de sas Cossas y Serra nude/e], assolutamente indifendibili ed anche defilate, tant'è che il Camos annotava che per la loro vigilanza sarebbero occorse almeno altre tre torri, di cui una su monte Furcadu, monte U rcatu m. 125, e due più innanzi. Inevitabile in alternativa una diuturna ronda a cavallo, mattutina e notturna, per la perlustrazione dei difficili paraggi. Proseguendo il periplo fu la volta di [114-Pun ta de Cala Que Imbarum] deformazione del vocabolo sardo indicante il ginepro, ragion per cui la esatta dizione odierna è appunto Cala Ginepro, allora terra di Orosei. Lì i tecnici suggerirono l'impianto della quarantaquattresima torre di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini del costo presunto di 250 scudi. Scopo preminente di quest'ultima sarebbe stata la funzione ripetitrice dei segnali, non presentando

verso occidente e mezzanotte, e con un ben articolato sistema di mura, torri e contrafforti verso oriente e mezzogiorno ... Le prime notizie certe sul Castello della Fava risalgono alla fine del secolo XIll, e sono relative alle lotte di predominio tra Pisa e Genova . ... Luigi Oggiano, è d'avviso che i pisani furono pro babilmente coloro che ... gettarono le fondamema e poi innalzarono le mura del potentissimo Castello . .. . Nel 1326 la Curatoria di Montai bo, e con essa anche il Castello della Fava, passano in possesso della Corona d'Aragona ... ... dal 1341 la Baronia di Posada viene ceduta in feudo ai signori Portogues ... [che la riducono] in est rem a miseria ... .. .Nel 1514 si registra una terribile scorreria barbaresca a Siniscola e nelle ville prossime al castello, soprattutto Posada e Lodè. Le popolazioni decidono perciò di abbandonare le terre costiere, per trovare più sicuri rifugi nella montag na. Onde evitare il peggio, l'autorità concede la costruzione di un borgo a lla periferia del castello ... mentre la rocca stessa viene adeguatamente fortificata. In questo periodo si organizza una difesa civile, munendo di balestra tutte le persone valide, ordinando frequenti ispezioni nella costa e creando pattuglie a cavallo ... In considerazione che le popolazioni sono sottoposte a snervanti turni cli milizia a piedi e a cavallo, viene concessa l'esenzione dal pagamento della quota del donativo Regio . In questo periodo il caricatoio della Fava viene munito con la erezione della torre di S. Giovanni. TI 2 giugno del 1623 i barbareschi approdano ... e prendono Posada, praticamente sguarnita per l'incuria cli don Francesco Portogues ... ». Si ebbero dopo quel drammatico episodio nuove disposizioni e nuovi sviluppi fortificai.ori, ma per il castello si avviava la fase di irreversibile declino.


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65. Arbatax - La torre del XVI secolo .

l'antistante marina per i suoi scarsi fondali eccessivi pericoli. Indispensabile perciò la deforestazione limitrofa: l'interasse con la precedente non eccedeva le 12 miglia contro le 5 da Orosei per i soccorsi. [115-Uroseì] piazzata ad un miglio dal mare, rappresentava l'abitato più vicino in assoluto alla costa di tutta la riviera orientale, peculiarità a quei tempi poco invidiabile. li suo territorio feracissimo costituiva il fattore attrattivo primario, abbondando infatti il frumento ed il bestiame, sinonimo di benessere generalizzato in un contesto isolano per lo più indigente. L'aria però non offriva uguale pregio: insalubre e appesantita dai miasmi delle vicine paludi forieri di mortifere febbri . La ragione per l'attento capitano andava individuata nello sbarramento che le catene dei monti posti a levante opponevano ai salutiferi venti freschi , causa del ristagno dei vapori e dell'eccessivo riverbero dei raggi solari 59 . Quasi all'altezza del 40° di latitudine si protendeva il Capo di Monte Santu [i 16-Monte Sancto] dove sulla sommità di Los Pitzos, forse sulla cima di quota 204, si convenne insediarvi una postazione di vedetta ordinaria . In realtà questa già risultava operativa da anni, a beneficio della cittadina di Baunei ed a sue spese, per cui non vi era aggravio per l'erario. La sua distanza dall'abitato fu stimata in 8 miglia di penosissimo cammino, mentre la corrispondenza t0ccava le 25. L'attivazione integrata di questa avrebbe comunque reso superflue le altre analoghe poste a discrezione. Costeggiato lo stagno di Tortolì la pattuglia pervenne ad Arbatax [117-Torre de Arbatax] fortificazione foranea nel cui interno due uomini assolvevano la guardia ordinaria da tempo. La corrispondenza di progetto la collegò con la postazione di Los Pitzos a 16 mi glia ed a 4 dall 'Ogliastra, cui si delegò l'onere dei soccorsi . Il settore di sorveglianza specifico si spingeva fino a monte Ferru m . 875, nei pressi di Capo Sferracavallo, coadiuvando nel delicato servizio anche alcune staffette montate ed altre a piedi. Tuttavia i risultati sembravano, a detta degli abitanti, infruttuosi, ed il Camos ne tenta una spiegazione funzionale, ipotizzando sempre sulla falsariga dei giudizi locali che, raggiunto con il favor delle tenebre Monte Santu, qualche fusta corsara costeggiando ad immediato ridosso della riva avrebbe potuto approdare al porticciolo di Ogliastra inosservata dalla torre. J\'1a, subito precisava, l'operazione descritta richieda va una rara capacità nautica o più verosimilmente il sonno delle sentinelle della torre!

59

È questa una delle prime analisi microclimatiche tentate in Sardegna, per spiegare l'instaurarsi della malaria.


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La dffesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Del giudicato di [118-0llastre] il capitano ricordò la sua giurisdizione su 23 paesi, il principale dei quali era Tortolì. Ricordò altresì come al suono delle campane si disponessero all'attacco oltre 2000 uomini d'arme, per lo più a cavallo, accorrendo dove .vi era minaccia. La terra pur essendo buona e ricca appariva malsana specie in primavera a causa degli stagni. Il commercio invece mostrava una confortante vivacità tanto da far soltanto suggerire larvatamente i vantaggi ad esso derivanti dall'impianto cli una torre gagliarda armata cli due cannon.i. Ad altre 8 miglia a sud in corrispondenza di [119-Punta Negra] sul litorale di Barì Sardo fu stabilita la costruzione della quarantacinquesima torre. Di tipo semplice per vedetta ordinaria cli due uomini si preventivò 250 scudi. La località era feu do del conte cli Quirra alla cui cavalleria miliziana, sparsa nel giudicato, fu delegato l'incarico dei soccorsi. Sotto la sua sorveglianza rientrava tutta la marina di Barì, compito che per l'ottimizzazione richiedeva un ampio disboscamento ciel luogo . Nessun aggravio di bilancio per le paghe delle sentinelle già abitualmente operative a carico della cittadina, dislocate in vari punti strategici. Poche miglia nella medesima direzione di marcia, ·per l'esattezza meno cli una decina, ed una grossa formazione rocciosa si parò innanzi ai rilevatori, svettante sulla costa con i suoi m. 875. Monte Ferru [120-Monle del Ferro] - descritto nella sua aspra natura, si prestava egregiamente ad ospitare un'ennesima postazione cli avvistamento apicale scoperta, garantendole un eccezionale settore cli sorveglianza, di oltre 70 km. Le vedette sarebbero state fornite dal non lontano paesino di Tertenìa, senza alcun esborso assolvendo eia tempo l'incombenza presso A1onte Cartucheddu, ovvero Punta Cartuccecldu, a Capo Sferracavallo. Non avevano ancora raggiunto la foce del Flomendosa presso Villapitzu che una collinetta di scarsi 200 m. attrasse la loro attenzione. Per gli uomini del Camos si trattava, come seppero dai locali , di [121-Punta di Monieroxo] toponimo purtroppo attualmente di improba ubicazione. È comunque coerente per una serie di riscontri incrociati presumerlo, se non in coincidenza, almeno in stretta adiacenza con Punta sa Modditzi. La validità del sito, la presenza di centri abitati di una qualche importanza, la foce stessa del fiume - risalibile dalle imbarcazioni mercantili - e la eccessiva distanza dall'ultima torre , determinarono la spesa di 230 scudi per l'erezione della quarantaseiesima. Di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini avrebbe assicurato la vigilanza su quel tratto di costa che, sebbene non ricettivo né meno che mai portuoso, presentava però delle minuscole quanto insidiose calette. In merito alla corrispondenza si registravano I 5 miglia con la precedente postazione e 4 o 5 cinque clalla ,menzionata cittadina, dalla quale sarebbero potuti sopraggiungere i soccorsi. La regione in questione andava, e va, sotto il nome di Serrabus [122-Serrabus ] ed era feudo del conte di Quirra, il cui castello si trovava nei paraggi dell'omonimo paesino presso la foce del Corr'e Cerbu 60 , un tortuoso torrentello. Il principale abitato era Muravera, che grazie alla sua posizione arretrata dalla costa di un miglio, ma lambita dal Flumenclosa, assurgeva a valido scalo commerciale. I restanti paesini in numero di quattro risultavano talmente vicini fra loro che usavano soccorrersi reciprocamente: l'insalubrità dell'aria costituiva il desolante problema anche di quei luoghi, specie a primavera e lungo la marina. Ripresa la marcia e percorse altre 6 miglia, un piccolo stagno costiero ai piedi di una collinetta , [123-Monte de las Salinas] impose un'altra tappa alla comitiva di tecnici. Quel litorale infatti deteneva una tragica reputazione presso i paesani a seguito delle ricorrenti razzie e catture di vittime che eia esso si erano originate. Il luogo , noto ai giorni nostri come Stagno cli Saline, reclamava perciò inevitabilmente un'altra torre, per l'esattezza la quarantasettesima. Di tipo semplice ovviamente per vedetta ordinaria di due uomini fu preventivata 250 scucii e non avrebbe creato aggravi economici per la guardia, già operativa a carico cli Muravera, a sole 3 miglia. Sarebbe stato inoltre, suggeriva il Camos, cli notevole vantaggio dare l'allarme con i fuochi all'intera regione, allertandola alla difesa.

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In mer ito al castc.Jlo di Quirra, risulta probabilmente esis tente intorno al mille. Sui suoi ruderi co munque nel secolo XIII i Giudici di Cagliari eressero quello che poi ne prese propriamente il nome. Nel 1324 passò agli Aragonesi che l'infeudarono due anni dopo a Berengario Carroz, i cui discendenti assunsero il titolo di marchesi di Quirra . Nel 1646 vi ebbe luogo un singolare episodio: una nave da guerra francese fece naufragio nelle immediate vicinanze. L 'equipaggio, forte di almeno 400 militari, associato che il castello era disabitato se ne impossessò imbastendo una successiva difesa. Avutane in breve ragione, le for;:e sarde smantellarono il relitto della nave e con le sue artiglierie incrementarono quelle poste a di fesa di Cagliari.


Il torreggiamento della Sardegna

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Fu la volta quindi di Capo f errato, [124-Cabo Ferrai], sempre nel feu do del conte d i Quirra, ed ancora una volta fu giocoforza stante la pericolosità acclarata dei luoghi , prevedervi l' erezione cli una ennes ima torre. Di ti po semplice per vedetta ordinaria di due uomini, questa qua rantottesima sarebbe dovuta costare 250 scudi inclusa la cisterna . La corrispondenza si manteneva nelle 7 miglia, mentre i soccorsi di Mura vera ne distavano I O. In zo na però si poteva fon datamente fare affidamento su numerosi elementi miliziani appiedat i di più pronto intervento . Questo n uovo scadere degl'interassi ci ripropone un'altra sezione costiera a risch io , conseguenza della eccezio na le tortuosità della costa e della sua lussureggiante copertura boschiva. Nella im possibilità di una ridondanza del sistema, si optò per una profo nda deforestazione tesa a favo rire a l massimo la sorveglianza foranea , incrementandone i margini di allarme. Il permanere comunque delle medesime avverse connotazioni indusse alla determinazione dell'impianto, a sole IO miglia della qu arantanovesima to rre, confermandoci il convincimento di trovarci in presenza della tra lla di gran lunga più esposta della costa orientale. A Cala Pira, per il Camos [125Cala Peras ] perciò si sarebbe dovuta erigere, con una spesa di 270 scudi, una torre di tipo semplice per vedetta ordinaria cli due uomini. I soccorsi per l'eccessiva distanza da Muravera, oltre 26 miglia, ricadevano sui miliziani limitrofi. TI suo settore specifico di vigilanza si estendeva praticamente fino al termine della costa orientale, ovvero fin quasi Punta Moléntis, dove si previde ancora un'altra torre, la cinquantesima. Il sito ci viene tramandato da d on Marcantonio come [126-Monte la Co/umbara] toponimo alqu anto indeterminato , da doversi supporre corrispondente solo median te i consueti riscontri incrociati distanziometrici, con una collina di m. 105 presso Punta Moléntis, come accennato . T rattasi in realtà dell'unico cocuzzolo litoraneo da cui sia possibile scrutare, in maniera analoga a quanto il Camosci descrive, cioè da Cala P ira a Punta s'O mini Mortu, gi ù sino a Porto Giunco e Capo Carbonara. Di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini sarebbe costata, con la relativa cisterna, 280 scudi. Circa la corrispondenza, 8 miglia la separavano dalla precedente e 30 da Quartu per i prevedibili soccorsi che, per la inusitata impervietà della contrada , apparivano allo stesso capitano molto aleatori e problematici, all'origine forse della costruzione immediatamente successiva di una vera e propria fortezza, nota come Fortezza Vecchia di Villasimìus61 • Pochi giorni prima della fine di aprile fu raggiunto il limite estremo della cos ta orientale, Capo Carbonara [127-Cabo de Carbonara] ancora feud o di Q uirra, dove fu decisa la cinquantunesima torre. Di Lipo semplice per vedeLta ordinaria d i due uom ini con cisterna interna ammontava in preventivo a 270 scudi ed avrebbe avuto corrispondenza con quella cli Columbara a 10 miglia. I soccors i affidati a Q uartu, lontano 25 miglia, obbligavano però in pratica al ricorso a lla gente dei paraggi sebbene appiedata. TI settore di sorveglia nza, unico nel suo genere, ostentava un'ampiezza angolare di quasi 300° . Doppiato il capo suddetto e g uadata la foce del Rio di Ruguru nel go lfo di Carbonara [i 28-Rio Aguada de Carbonara], frequentata dai corsari ma indifendibile mediante opere fisse, la pattuglia dirigendosi verso ovest raggiunse Capo Boi [1 29-Cabo Bot] , dove si stabilì l' impianto della cinquan taduesima torre, di tipo semplice per vedetta ordinaria cl i d ue uom ini. Il suo costo sarebbe stato di 250 scudi e la sua corrispondenza di 8 miglia. Alquanto r istretto il settore di vigilanza , li mitato verso Cagliari a pochi chilometri, ovvero fino ad un non meglio precisato Capo Vacca, altrimemi noto come monte F inoll. fl citato [I 30-Cabo Vacca], che non dovrebbe discostarsi mo lto dalla posteriore torre detta de su Fenugu, rappresentò il pen ultimo punto prescelto infatti per l'erezione della cinquantatreesima. Di tipo semplice per vedetta o rdinaria di due uomini si valutò 260 scud i, e Jesi affidò nel piano la vigilanza sul breve tratto di costa prospiciente . Per i soccorsi fu fatt o affid amento su Quartu a 18 miglia, mentre la corrispondenza restava contenuta nelle 7. L' ultima torre fu prevista a sole 5 miglia eia questa presso [13 }-Cala Sareyna], Cala Regina, possedimento della corona. Ancora una volta di tipo semplice per vedetta ordinaria di due uomini , il suo costo comprensivo della cisterna sarebbe ammontato a 260 scudi . Superata di lì a breve l'ennesima fo ce di torrente a corso perenne che proprio la predetta torre avrebbe dovuto interd ire, pervennero a

61

Sulle vicende di questa fortificazione del XVT secolo, riq ualificata poi dai piemo ntesi nel X VJTT, cfr. F. Fm s, Torri spagnole... , cit., pp. 114-116.


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Capo S. Elia [132-Cabo de S. t Elias] dove il Camos poté prendere visione di una torre operante, nella quale si espletava la guardia ordinaria e da cui ogni mattina partivano gli esploratori per la ricognizione a Cala Mosca . La separavano 10 miglia dalla precedente e soltanto 4 da Cagliari alla cui postazione di S. Pan crazio si collegava chiudendo il circuito foraneo. Concludeva pertanto il periplo il capitano di Iglesias don Marcantonio Camos nella: «jornada oy miercoles a 26 de Abril deste ano 1572»62 •

Esaurita l'estenuante ricognizione, affatto scevra da rischi e pericoli di ogni sorta l'Autore, prima di passare ad esporre le deduzioni conclusive, sente la necessità di sintetizzare in cifre la Sardegna costiera. Ci sembra indispensabile alla comprensione del piano stralciarne qualche brano: «(Nell'isola) vi sono 15 porti, 4 porti-canali, 105 cale di qualche importanza e ben 26 località litoranee note nelle quale in qualsiasi stagione è reperibile acqua potabile per rifornirvi i vascelli, escluse peraltro le isolette disabitate, non ritenute pertinenti alla relazione ... » 63 . Nel manoscritto alla citata enunciazione fa seguito una sorta di portolano minuziosamente aggiornato in merito alle distanze progressive, alle insenature con i loro pregi o difetti nautici, alle cittadine rivierasche, a sua volta premessa dell'accennata prolusione analitica. «Ai Muy III. Senor Don Juan Celoma del con. o de su Mag. d y su Vissorey en Cerdenia descurso de don Marcantonio de Camos sobre el descubrimiento de las costas maritimas de clicho reyno y fortificacion de aigunos puerto segun que por dicho Camos a sido designado per orden de su muy Ili. e senoria ... »6•.

«Le cose grandi allorché si riguardino all'insieme sogliono il più delle volte sembrare molto maggiori e più difficili di quanto poi siano in realtà una volta intraprese, di modo che raramente possiamo accertare quanta importanza rivestano se non le consideriamo e ponderiamo parte per parte, frazionandole e riducendole fino a che, essendo ben consci di ciascuna, possiamo elaborare un giudizio complessivo. Così fu di enorme saggezza che V.M. secondo il parere del suo Real Consiglio, determinò di inviare persone qualificate per la ricognizione e la descrizione di tutte le coste marittime di questo Regno, per stabilire la costruzione delle torri di avvistamento e cli quelle di difesa di alcuni porti dove fossero parse indispensabili. In tal modo dalla relazione oggettiva e scrupolosa conseguente, V .M. su ogni risoluzione è in grado di valutarne la spesa e l'utilità, nonché i vantaggi e gli svantaggi impliciti in un progetto di cotanta importanza e di cotanto comune interesse. Sebbene V .M. potrebbe avere la stessa relazione compilata da persone di più vasta esperienza e di maggior talento professionale, tuttavia la presente non è assolutamente inferiore per entusiasmo e volontà fattiv a, grazie ai quali le innumerevoli asprezze dei luoghi e le frequentissime avversità atmosferiche della cattiva stagione, per tacer~ gli immancabili pericoli connessi con la missione, furono di buon grado sopportati e superati dallo scrivente come dagli altri componenti la commissione, ovvero il topografo Raxis, l'appaltatore maggiore Pixella ed il pilota Vincenzo Corso. Ciascuno dei predetti, secondo le sue specifiche competenze, ha collaborato alla stesura del documento. Mi sembra perciò necessario a questo punto, dopo aver personalmente ispezionate le coste dell'intera Sardegna, evidenziare i benefici derivanti da tale progetto»65 . Proseguiva quindi il giovane capitano ricordando come nessun esercito accampato, per poderoso che fosse stato , si sarebbe potuto sentire tranquillo e sicuro di fronte al nemico qualora privo cli sentinelle. Il dettaglio poi che - come nel caso specifico - quest'ultimo risultasse di gran lunga

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« ... nella giornata di oggi, mercoledì 26 aprile di questo anno 1572». i\.G.S., E 327, f. 26, traduzione libera. 64 «AIJ 'ilustrissimo Signor don Giovanni Coloma del consiglio di Sua Maestà e suo Viceré in Sardegna - Ragionamento di don Marcantonio di Camos imorno alla vigilanza foranea del detto regno e circa la fonifieazione di alc uni suoi porti, secondo quanto lo stesso Camos ha potutO rilevare al riguardo per suo ordine». Segue traduzione libera. 65 A.G.S., E 327, f. 29. 63


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mìlitarmente inferiore, nulla toglieva alla funzione basilare della sorveglianza diuturna. Tramite la stessa infatti si inficiava la tragica sequela di catture di inermi abitanti ad opera di spietati corsari, garantendo una sicurezza esistenziale persino ad interi paesi e cittadine, quand'anche più o meno fortificati. Né mancavano, proseguiva l'autore, numerosi esempi antichi e moderni, confermanti la validità di un siffatto dispositivo foraneo: abbastanza trasparente l'allusione allo spiegamento torriero del Regno di Napoli, all'epoca operativo già eia tre anni, ed i cui benefici senza dubbio dovevano ormai esser ben noti persino in SardegnaM. Prevenendo una facile critica tesa al risparmio don Marcantonio, facendo sfoggio delle sue doti di retore, affermò che l'erezione di torri limitatamente ai soli porti e scali marittimi significativi - finalizzate cioè ad una protezione zonale - non solo non era affidabile ma addirittura deleteria. Infatti ad una blanda difesa dei siti prescelti - peraltro di insignificante numero - faceva da contrappunto un assoluto abbandono dei restanti litorali, dove per ovvia conseguenza si sarebbero abbattuti gli assalti corsari, certi della totale impunità ed assenza di qualsiasi rischio. Quasi a voler meglio ribattere il concetto appena esposto, il Camos sentenziò, forte della sua diretta esperienza, che le guardie costiere attuate allora in Sardegna gli erano apparse affette da due grosse carenze. La prima consisteva proprio nella loro scarsità in relazione al perimetro tattico, con il risultato che estesissime marine, e quindi altrettante fasce litoranee ad esse immediatamente retrostanti, giacessero prat icamente aperte ed indifese. L'assenza inoltre cli una catena di avvistamento azzerava spesso i tempi di allarme, condannando la popolazione ad un atroce destino. La singola torre pertanto lungi dall'assolvere un compito meritorio rappresentava una sorta di incentivo ai danni di altre località, dando per di più - a causa della sua unicità - una illusoria protezione persino ai limitrofi. Infatti per esperienze ricorrenti si sapeva di frequenti casi di sbarchi compiuti col favore delle tenebre al di là del raggio visivo di quella sparuta, con successive razzie mattutine sugli ignari e fiduciosi abitanti. Strettamente interdipendente dalla prima, la seconda deficienza riscontrata, ovvero quella del1'abbandono di tutti i terreni inclusi nella suddette fasce, peraltro i più fertili in quanto irrigui e pianeggianti, con conseguente deserr.ificazione ed impaludamento ciel territor io. Al fine di meglio valutare quanto ribadito, don Marcantonio ricordava come alcune incursioni si fossero spinte sino a 25 miglia verso l'interno, conferma esplicita tanto della desertificazione foranea quanto della sicumera barbaresca frutto della incontrastata impunità. Qualora invece i sardi fossero allertati dalle torri con sufficiente margine, con la loro ben nota indole bellicosa avrebbero potuto non solo fronteggiare positivamente la minaccia ma rintuzzarne persino l'arroganza, instaurando un deterrente salutare . Supponendo, insisteva con convinzione l'Autore, la Sardegna torreggiata, nella peggiore delle ipotesi i corsari sarebbero stati costretti ad attuare le loro imprese interamente nel corso di una singola notte, ipotesi priva di costrutto stante la distanza degli abitati dalle marine. Un minimo contrattempo infine, giocando in tal caso esclusivamente a favore della difesa, avrebbe reso se non impossibile per lo meno precaria la ritirata agli assalitori, privi del vantaggio della invisibilità. Economicamente e socialmente parlando inoltre il torreggiamento consentendo la messa a coltura dei ricordati fertili terreni avrebbe assicurato enormi proventi annullando l'indigenza endemica dell'isola, contribuendo - nota particolarmente grata alle orecchie del sovrano - a trasformarla in una sorta di inviolabile ed abbondante granaio avanzato, eliminando, non ultimo, le ricorrenti sollevazioni popolari. Analogo discorso per i prodotti derivanti dalla pastorizia, che avrebbero indubbiamente subìto un drastico salto di qualità e quantità fornendo inesauribili vettovaglie per la sempre affamata flotta imperiale. L'Autore, con l'esplicito intento cli tracciare un quadro esaustivo dei benefici scaturenti dal torreggiamento, non trascurò il settOJe dell'industria boschiva, ricordando come ad onta dell'acclarata abbondanza cli legname isolano, per le palesi difficoltà connesse con il suo sfruttamento e trasporto venisse impiegato quasi esclusivamente quello di provenienza genovese.

66 Il torreggiament.o del Regno di Napoli fu dichiararo operat.ivo nel J 569, ovvero appena sci anni dopo il suo avvio. In realtà pc'l'ò occorse almeno un allro secolo per conseguire la sua oUìmale configurazione.


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66. Sicilia: Siracusa - Ruderi della tonnara di Vendicari difesa dalla omonima torre.

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Sempre per restare nel settore industriale un immenso beneficio affatto trascurabile avrebbe arrecato l'attivazione, a somiglianza di quanto effettuato in Sicilia, della pesca del tonno in oppurtuni impianti protetti. Discorso sostanzialmente simile sebbene cli tutt'altra portata per la pesca de.I corallo. Entrambe le attività marittime al momento, pur sotto la sorveglianza come ricordato di numerose vedette armate, si effettuavano con immani rischi ed in maniera quasi furtiva e quindi scarsamente remunerativa. Per contro invece qualora il meritorio progetto fosse stato fatto decadere e la Sardegna non avesse schierato le sue torri, nessuna squadra di galere - altro argomento particolarmente apprezzato a corte - avrebbe potuto farvi scalo o base con sufficiente sicurezza. Gli ottimi porti isolani infatti non garantivano, militarmente parlando, alcunché. In conclusione a fronte degli incommensurabili benefici, primi fra tutti la possilità di poter salvare vite umane e navi dalle catture degli in fedeli, stava un costo non eccessivo, almeno in assoluto. Unico inconveniente, ed il nostro capitano avvertì la necess ità di evidenziarlo , forse per meglio porgere la capacità di sacrificio degli isolani per l'assolvimento cli un dovere sociale, era costituito dal rischio cui si dovevano necessariamente esporre le sentinelle. Queste, specie nei settori remoti cli coste impervie ed inospitali, tagliate fuori da qualsiasi contatto con il resto della popolazione, spesso dislocate ad alcune giornate di penosissimo cammino dal più vicino villaggio, avrebbero dovuto con la lora inamovibilità e fedeltà, a costo della loro stessa umilissima esistenza, garantire la continuità semaforica in ogni circostanza. Ma forse come giustamente osservava don Marcantonio il solo fatto di porvi degli uomini ed il loro sopravvivere in tali contrade, avrebbe certamente indotto altri abitanti a prendervi dimora, neutrali zzando progressivamente il grave pericolo. Quali erano però l'entità e la dislocazione, ed i costi richiesti, delle postazioni di semplice avvistamento che il Camos aveva progressivamente incontrato? Da un suo elenco allegato così possono sintetizzarsi: «La lista de las guardias ordinarias que se hazen hoy en este reyno de Cedena descande a parte las que se hazen en Torres de las quales non haze entracte ni salida ... >>6 7 •

67

«E lenco delle guardie ordinarie [da intendersi come abituali e continue] che si effettuano al presente in questo Regno di Sardegna designando a parte quelle compiute nelle Torri, e per le quali non si registra né spesa né introiti fiscali».


111

Il torreggiamento della Sardegna

LA CITTÀ DI CAGLIARI -

Sul Capo di Carbonara, due uomini a piedi Su quello di S. Elia N ella torre di S. Pancrazio Sul Capo di Pula

Num. rifer. [ 127] 68 [132] [l]

Uomini di guardia 2 2

[9]

2 2

[34]

2

[39] [45] [46]

2 2

[53]

2

[83] [86]

2

[40] [38] [39] [39] [40] [40]

2 2

LA CITTÀ DJ IGLESIAS -

Sulla montagna di S. L Juan (m . Corona Maria)

LA CITTÀ DI ORISTANO -

Su Sarba (Punta sa Turri) A las Salmas (Capo Mannu) Su monte Perdosu

2

LA CITTÀ DI ALGHERO -

Su Capo del Marrajo (Capo l'vfarrargio)

LA CITTÀ DI CASTELLO ARAGONESE -

Su Punta Spinosa Su Cala del Fraile

2

LA CONTEA DI QUIRRA (costa di ponente)

- Sexto in S. ta Liiorxia - Serruigoni su monte Ara - Arbus su Carbus Lassus - Guspini su Pranu Hagaia - S . Gavino e Pabilonis Surreadili - Parte lvfontis su Corru de Prama

2 2 2 2

LA CONTEA DI QUTRRA (costa di levante) -

Baunei su monte Santo Baunei su monte Doro Lotzora.i su monte Onozo Tortolì su monte St. Salvador Barì su monte Aratiz

- Ayzzu en Sese -

Tertenìa su monte Ferro Villapuzzo su monte Rosso Villapuzzo in S. ta Mària

[116] [ 117] (117] [ 119] (119] [ 119] [120]

2 2 2 2 2 2

[121]

2 2

[121]

2

68 Il numero tra parentesi quadre indica la scheda di trattaLione della località, ed in tal modo ripropone la stessa compilazione originale del Camos.


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

ll2

- Muravera

(122]

2

(48]

2

[49]

2

(86] [86] (86]

2 2 2

(90) [90)

[92) [98] [101]

2 2 2 2 2

[108]

2

(116]

2

[116]

[ 116]

2 2

(131]

2

SETRILLAS E PLANARGIA

- In Fogue Do/la PLANARGIA

- Sulla Colombarja EL CONDE DE OLIVA

- In contrada de A ng!ona, nella farinossa - In 1\1arinano - In Sancto Pedro DON PERO MASA

-

Agos y bordejada in Vino/a Tempio su monte Rosso Tempio a cabitza de vacca Caranjano nugues e lures e monte de pino Terranova su monte séècuri

BARONIA DE POSADA

- Su monte longo BARONIA DE URUSEI

- In S. ta 1\1aria - In aratta - Dorgali su monte de /osji·ancesos LA BARONIA DE QUART

- Sul monte di cala sa Reyna

A questo primo tabulato faceva immediatamente seguito un secondo, sempre sull'identico argomento con la sola differenza che in esso venivano elencate le guardie poste dai corallari e pertanto mantenute dagli stessi . In merito vi è da osservare che i compensi sono computati per lo più in libbre, libbre di corallo, che nella zona rappresentava per i lavoratori dìretti ed indiretti il denaro per antonomasia. «Lista de las guardias que hazen los corelladores en esto reyno» 69 •

69

«Elenco delle guardie poste dai corallari in questo regno ».


Il torreggiamento della Sardegna

113

BOSA A MEDIO JORNO -

-

In los so/lianas [45] due vedette a cavallo percepiscono ciascun mese 30 scudi, che ammontano per 5 mesi a A Cala Caterina e larquitto [46] due vedette a cavallo percepiscono al mese 8 scudi che per 5 mesi fanno (?) A cabo negro [47] due vedelte a cavallo percepiscono ogni mese 24 scudi che per 5 mesi fan no Afoguedolla [48] due vedette a cavallo, IO scudi al mese che per 5 mesi fanno 50 Sommano complessivi scudi Su monte Porro (49] una vedetta a cavallo guadagna libbre 13 ciascun mese che per 5 mesi divengono A la mola [49] una vedetta a piedi guadagna libbre 8 per ciascun mese, che per 5 fann o J\ Las Pesquellas [49] una vedetta a piedi guadagna scudi 7 ciascun mese, che per 5 diventano

150 104 120 100 65 40 35

A NORD DI BOSA -

A bon portelo [52] u na vedetta a piedi, 6 libbre al mese che per 5 assommano Su monte negro [52] una vedetta a piedi guadagna 6 libbre al mese, che per 5 fanno A cala Jinochio [53] u na vedetta a piedi prende 6 libbre aJ mese che per 5 fanno Su mararjo [53] una vedetta a piedi guadagna ogni mese 6 libbre che per 5 fanno Su monte mandrone [54] due vedette a pied i gaudagnano 22 libbre al mese che per 5 fanno Su castello barisone [54] una vedetta a piedi guadagna 8 libbre al mese che per 5 fanno Per la fregata che perlustra verso sud si spendono ogni mese libbre 190 che per 5 fanno Per quella verso nord invece 180 a l mese che per 5 fan no

30 30 30 30 110 40 975 920

LALGUER -

-

Su monte Marrajo [53] tre vedette ed un caporale, guadagnan o al mese rispetLivamente : 9 libbre cadauna e 10.8 il caporale, che per 5 mesi ammontano complessivamente a Su tangoni [54] un uomo percepisce 9 libbre che per 5 mesi fanno A la Palosa (54] un uomo a d 8 libbre per 5 mesi prende A et salto de/a Agua [54] un uomo ad 8 libbre per 5 mesi Su lla torre de pollari [55] due uomini a 28 lib bre a l mese per 5 mesi guadagnano A lomemort [55] un uom o ad 8 libbre per 5 mesi A Cala bona [55] una vedetta a cavallo 10 libbre per 5 mesi Sulla plaja (55] una ved etta a cavallo 10 libbre per 5 mesi A Capo Galera [57] una vedetta montta 10 libbre per 5 mesi A la cava de batal/a [57] un uomo ad 8 libbre per 5 mesi Alla matador de Juanserra [57] un uomo ad 8 libre per 5 mesi Nella torre del Livio (5 8] d ue uomini a 18 libbre per 5 mesi A Cala del Fraile [59] un uomo a 9 libbre per 5 mesi A puerto xao [59] un uomo a 9 libbre per 5 mesi A cala genoves [60] un uomo a l O libbre per 5 mesi A cala de morts [60] un uomo a 10 libbre p er 5 mesi Per i quattro uomini e la fel uca necessari per ispezionare la joradada (62] 20 scudi per 5 mesi ammontano a

142 45 40 40 90 40 50 50 50 40 40 90 45 45 50 50 280


ll4

La d(fesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

-

Inoltre per il comandante che prende al mese 18 scudi per 5 Nel gol/ de sorel/ (62] un uomo a 9 libbre per 5 mesi A malrepos [62] un uomo a 9 libbre per 5 mesi Nella torre m. ra [63] due uomini Su los leones [64] due uomini Nella torre di porticho/ [65) tre uomini Nella cala de lui (67] un uomo Su monte girat (68] un uomo a cavallo Nella cala de la sai [70] un uomo SuHa calassa (70] un uomo Sull' argentera 6 uomini A cabo negro 4 uomini Su monte cosso 2 uomini a cavallo Per la fregata del settore sud Per quella del settore nord

80 45 45 125 120 150 45

70 50

50 300 200 140

È ben evidente a questo punto come, sia pur in m aniera ap prossimata ed aleatoria, un grosso nucleo di vigilanza già risultava operante, spiegato nella sua massima espressione in concomitanza con la stagione della pesca del corallo. Sotto il profilo pratico perciò il progetto del Camos avrebbe fagocitato l'esistente riducendolo ed integrandolo e fornendogli per cli più le indispensabili strutture fisse, le sole garanti dell'ottimizzazione ciel sistema e dell'impiego im prenscindibile dell'artiglieria. Si sarebbe così trasformato da mero apparato di sorveglianza a schieramento di difesa parzialmente attiva e quindi dissuasiva. Ovviamente, e dai singoli preventivi allegati si percepiva progressivamente, il piano aveva un suo costo, che quand'anche non eccessivo presupponeva un congruo finanziamento, che logicamente il Camos si sentì in dovere di esplicitare. Innanzitutto per la catena di sorveglianza e cli difesa costiera secondo il programma si prevedevano 73 postazioni di vedetta - delle quali al momento se ne contavano già 9 espletate su torri a spese delle comunità limitrofe e quindi senza alcun gravame per la pubblica amministrazione - ragion per cui la deficienza scend eva a 64. Di queste ultime poi 10 erano state ubicate su alte colline, prive quindi di strutture murarie, con il risultato che le torri da erigersi ammontavano in Lutto a 54, di cui 50 semplici, cioè leggere eminentemente di avvistamento, e soltanto 4 massicce, armate con due pezzi di artiglieria, tipicamente difensive . Stando ai preventivi forniti da mastro Pixella il loro importo complessivo sarebbe assommato a 13. 920 scudi, cifra di tutto rispetto se relazionata alle disponibilità sarde. Circa gli uomini eia impiegare in quello schieramento, sempre secondo le stime via via formulate nella relazione, occorrevano 144 vedette ed almeno 10 staffette, delle quali 6 montate e 4 a piedi, percependo le prime i.I doppio del soldo delle seconde. P ertanto sotto il profilo puramente economico potevano farsi corrispondere in totale a 160 uomini. A questi però dovevano sottrarsi quelli già impiegati, per quanto precedentemente elencato, ovvero 86, per cui la deficienza sarebbe stata di soli 64, gli unici in definitiva da stipendiare. Poiché la mensilità abituale praticata per siffatta prestazione nel Regno era di 2,5 clucati7°, il costo della guardia sarebbe asceso ogni anno a 2220, cifra da reperire periodicamente per mantenere il sistema se mai realizzato ed attivato. Il giovane capitano mostra a questo punto un eccezionale acume politico, su pponendo che un simile esborso alla lunga dovesse risultare non sostenibile, meno che mai tramite nuove gabelle improponibili e comunque inesigibili, ma andasse invece reperito come rendita perpetua cli un bene dotale in ragione dell'interesse annuo, non rilevante, del 7%. In altre parole il sostentamento degli organici doveva presupporre un patrimonio iniziale dalla cui sola rendita ricavare gli oneri in maniera automatica e soprattutto continua.

70

È interessa nte ricordare che tale compenso non era quello praticato per i mi litari regolari spagnoli d i stanza in qualunque parte dell'impero. Infatti un caporale dell'esercito percepiva sempre 4 ducati al mese di stipendio, anche in Sardegna. Ciò conferma ancora una volta che il personale delle torri sa rde non era neanche di prove niem:a militare come invece quello delle napoletane, forse perché queste non furo no previste sin dall'inizio particolarme nte armate.


Il torreggiamento della Sardegna

115

Ciò premesso, per o ttenerla a quel tasso era necessario un capitale di 31.71 4 ducati da sommarsi ai fondi preventivati per la sola costruzione pari a 13.920. L'impegno risultante per il progetto ascendeva pertanto a 45 .604 ducati con la sola eccezio ne dell'artiglieria, per la quale sarebbero probabilmente bastati altri 2000 scudi per l'acquisto di «smerigli» e «falconetti», per cui il tutto diveniva, chiavi in mano, 47 .604 ducati. 11 problema quindi si spostava sul come reperire una simile massa di denaro ed il Camos, proseguendo la sua analisi, passa a suggerirne all'imperatore la maniera migliore. Al termine di un complicatissimo quanto minuzioso computo suffragato per giunta da abbondanti quadri riassuntivi e pedanti prospetti patrimoniali, così il nostro relatore lo enunciava per larga massima : «Se il Regno ossia le persone che abitano le zone marittime ... pagassero I' 1°70 del bestiame di allevamento (ovvero un capo ogni 100 di vacche, pecore, capre, suini - maschi e femmine di età superiore ad u n anno) e le restanti popolazioni stanziate all'interno dell'iso la, che percepiscono in pratica un minor beneficio delle rivierasche dalla realizzazione del sistema , versassero soltanto lo 0.5% sugli analoghi capi (ovvero uno su 200), ed ancora l' 1% sul frumento e il 2% sulla biada, il gettito sarebbe sufficiente a copri re il funzionamento dei suddetti posti cli vigilanza . Prendendo al riguardo come base le statistiche del 1571 - il più misero e scarso anno, sia per gli allevamenti che per l'agricoltura d i quanti si ricordino a memoria d'uomo nel Regno, e nel corso del quale morì la metà del bestiame e vi fu per giunta una profonda carestia - già si otterrebbe non solo il necessario per il mantenimento degli organici previsti, ma a nche un residuo che fornire b be in breve volger la somma ipotizzata complessivamente, consentendo una volta attiva te le rendite l'abolizione della tassazione straordinaria. In pochi anni perciò il sistema non solo si autofinanzierebbe ma si doterebbe anche, cessando di gravare sulla popolazione. Però affinché le università ed i signori del Regno intendano che in questa faccenda tutto si compie con trasparenza e rettitudine, sembra opportuno doversi promettere ed assicurare che V. M. concederà la libera esportazione del frumento e delle biade - ricavati attraverso il nuovo tributo - in modo eia poterne conseguire il maggior prezzo» 7 1 • Qu est'ultima richiesta apparentemente logica rappresentava eia un lato un contentino per l'economia isolana gravata da una forma cli ammasso obbligatorio per ragioni strategiche, dall'altro fo rse il maggior scoglio da superare, in quanto sottintendente il ripristino di una libera economia cli scambio, temuta per i mot ivi suddetti dalla corona . In teoria quindi la fatt ibilità sembrava garantita, ma non ci è possibile valutare esattamente l'impatto che tali disposizioni avreb bero prodotto sulla poverissima economia sarda, né gli archivi ci hanno restituito il giudizio espresso da Madrid in merito : molto probabilmente ad onta della crescente minaccia la risposta fu di tipo dilazionatorio, salvo magari procedere per l'immediato alla nuova imposizione prospettata .

7 1 Il perché della resistenza alla libera esportazione dei prodo tti agrico li regnicoli sarà più evidente nelle sue articolazioni strategiche nei capitoli successivi.



CAPITOLO TERZO

Varianti di progetto

La caduta de La Goletta La dettagliata relazione del progetto di difesa costiera del Camos, la cui stesura dovette avvenire tra i mesi cli maggio-giugno del 1572, fu consegnata al viceré Coloma con molta probabilità agli inizi dell'estate cli quell'anno, e eia questi quasi certamente inoltrata con sollecitudine a Madrid. Il clima però che vi trovò era ciel tutto diverso eia quello dell'anno precedente, clima che si era andato maturando a partire proprio dai primi mesi. L'astiosità tra Francia e Spagna, di antica memoria 1 , lungi dall'attenuarsi cli fronte al comune nemico, si era accresciuta a dismisura, facendo temere fondatamente un imminente confronto armato. In allarme pertanto sia la frontiera pireneica che le coste mediterranee , eia entrambe le parti. Parallelamente si temava di organizzare una nuova lega del tipo di quella vittoriosa a Lepanto , che in effetti venne ufficialmente sottoscritta il 10 febbraio dai delegati spagnoli e da quelli veneti2 . La forza risultante avrebbe dovuto essere al completo con la squadra pontificia e logicamente con quella di Malta, incrementatasi rispetto all'anno innanzi. Questo almeno in teoria. Come altrettanto teorico era del resto il bersaglio prestabilito, ovvero il Levante, dove l'azione avrebbe giovato innanzitutto agli interessi veneziani, alquanto precari. In concreto però gli obbiettivi non apparivano assolutamente convergenti fra i confederati, fattore questo di notevole instabilità. La Spagna da parte sua infatti vedeva di gran lunga preferibile ad una rischiosa, e per lei poco remunerativa grossa battaglia navale contro la ricostituita flotta turca, una pesante incursione, o per meglio dire una possente operazione anfibia tesa alla conquista del nordAfrica, spina nel fianco dell'impero 3 • L'impresa, in qualsiasi caso , però, ostentava disgraziatamente già all'atto della sua formulazione costi ingentissimi, poco compatibil i con lo stato affatto florido delle finanze imperiali , ragion per cui si dovette rinviarla cli settimana in settimana , frenando la motivata impazienza del valoroso don Giovanni cl' Austria suo comandante designaL0 4 • Pio V moriva il 1° maggio cli quell'anno\ ponendo cli fatto fine alla incentivazione del programmato attacco della lega alla potenza turca e riaprendo, per contro, il contenzioso sui possibili obb iettivi, primo fra tutti quello della costa barbaresca. Il 20 maggio infatti Filippo II annullava clamorosamente la partenza della sua squadra per il Levante, con la scusa di un probabile attacco francese . Si trattava in realtà del logico progredire della visione strategica spagnola, volta alla eliminazione del problema corsaro . Che questa fosse la volontà asburgica lo dimostra a sufficienza la scelta stessa della destinazione

1 P recisa F . B1uurm ., Civiltà e imperi del i\lledi1erraneo 11e/l'e1.à di Filippo Tl, Torino 1976, voi. II, p . 11 88: «Una guerra franco-spagnuola sembrava, infatti, imminente. I n maggio, Vespasiano Gonzaga, viceré di Navarra, mandava inqu ietanti rapporti sulle forze francesi nella regione. T utta la frontiera pirenaica, dall'A tlantico al Medi terra neo, era in allarme» . 2 Presero parte alla stipula della lega i de legati spagnoli Luis dc Requesens e suo fratello don D iego de Zuniga, il cardinale Pedro Pacheco, e i delegati veneziani Pao lo Tiepolo e Giovanni Soranzo . La forza militare prevista dagli accord i era alq uanto maggiore di qu ella de ll 'anno precedente, co ntando su 200-galere, 9 galeazze, 40 navi e 40.000 uomini. Lo schema operativo invece non differiva sostanzialmeme dallo sperirnenlaLO. 3 Cfr. F. IlRAUDEL , Civiltà e imperi ... , cit., p p . 11 94- 1195. 4 I solleciti d.i don Giovanni ci' A ustria tesi ad or.tenere dal Granvela, viceré del Regno cli Napoli dal 19 aprile 1571, le navi trovarono una sostanziale opposizione. I n data 21 febbraio infatti quest.i gli rispondeva esplicitamente a l riguardo: «Non so come si possa fare una spediiione così imporlance se nza denaro e senza soldati in numero s ufficience. Non vor rei, come ricordo d i aver scritto a Vostra Eccellenza, ch'El.la mettesse piede in Africa se non con un esercito conveniente». A.G.S . , E, 106 1, ff. 12, 13 , 14 - da Braudel. Rigua rdo poi a ll a figura del Granvela cfr. G. CoK1cuo, I viceré spagnoli di Napoli, Napoli 1967, pp. 118-126. 5 Su lla vita e sulla morte cli Pio V cfr. L. VoN PA STOR, Storia dei /'api, Roma 1924 , vo i. VIII , pp. 530-586.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

alternativa: Algeri 6 • A partire dal mese cli luglio pertanto ogni energia dell'apparato militare spagnolo risultò protesa alla espletazione del poderoso sforzo, che qualora coronato da successo avrebbe automaticamente estirpato, in un colpo solo, la piaga della guerra di corsa e di tutto il costosissimo indotto difensivo che implicava . L'imperatore, in definitiva, aveva condiviso delle motivazioni della lega soltanto il criterio cli massima di colpire i turchi , ma riguardo al come ed al dove con la prima occasione esternò esplicitamente la sua intima convinzione. In questo clima di febbri li preparativi e di spasmodica attesa dovette giungere sulla sua scrivania , oberata di ben altre incombenze e problemi7, la relazione del Camos, finalizzata per di più al semplice contenimento di quella minaccia che, se mai la campagna in allestimento fosse risultata vittoriosa, si sarebbe istantaneamente d issolta . Non richiede eccessivi sforzi immaginare l'accoglienza e l'interesse prestati al pur minuzioso ed accurato studio di fattibilità. Preoccuparsi di una difesa statica anticorsara quando si stava per scatenare un assalto anfibio per schiacciare l'esistenza stessa dei predoni nelle loro basi, aveva per lo meno un sapore di malaugurio! Regolarmente ricevuta, scorsa con intuibile sufficienza, ad eccezione forse della parte economica, puntualmente archiviata, la relazione d i don Marcantonio Camos, capitano cli Iglesias, finì negli immensi scaffali di Simancas, in attesa cli miglior fortuna. Delle sue accorate ed acute preposizioni nulla si attuò, meno che mai la costruzione di qualsiasi torre, ritenute in quella rovente estate un ben misero espediente di fronte alla superbia della flotta imperiale. Per pura prassi politica ed opportunistica, si comunicò al fiducioso estensore un assenso di massima, privo però di qualsiasi vincolante impegno. Disgraziatamente, come era del resto prevedibile, le proteste degli alleati circa la defezione spagnola dai programmati bersagli della lega non si fecero attendere, tant'è che il m1ovo pontefice Gregorio XIII8 espresse in materia il suo inequivocabile quanto repentino parere , condiviso peraltro persino dallo stesso don Giovanni, che sperava sempre di duplicare in qualche modo la gloria di Lepanto . Fu tra l'altro notificato all' imperatore che qualora Venezia si fosse sentita isolata contro la minaccia turca avrebbe concluso senza ombra cli dubbio una pace separata con Costantinopoli , e che il preteso pericolo francese ad una più seria considerazione risultava risibik Il 4 luglio pertanto la flotta spagnola, in perfetto assetto cl.a combattimento, fu raggiunta dal contrordine: l'impresa di Algeri - divenuta nel frattempo il segreto di P ulcinella - si rinviava sine die. Così la lega riprendeva a fo rmulare le sue fumose strategie. Anche la flotta turca in quei giorni lasciò gli ormeggi . Pur non essendo di molto inferiore sotto il profilo meramente numerico a quella dell'anno prima, potendo contare su almeno 220 unità da battaglia, risentiva in pieno dell'immane sforzo sostenuto per il suo approntamento 9 . 1n particolare la qualità tecnica e nautica delle imbarcazioni lasciava molto a desiderare, e questo già spiegherebbe a sufficienza la pavida prudenza con cui un simile prezioso apparato veniva governato . Alla dirigenza ottomana, infatti, non sfuggiva che una seconda disfatta non sarebbe stata in alcun modo sormon-

6

Cfr. F. BRAUD EL , Civiltà e imperi... , cit. pp. 936-942. Sull a figura d i Filippo Il traccia il seguente quadro T . CE1.w1, Storia di Spagna, Milano 1940, p. 534: «Egli passava la giornata intera al suo tavolo da lavoro nell'immensa reggia dell'Escuriale ... Quivi egli attese ad accentrare in se stesso la vita dello Stato, facendo affluire al suo scrittoio le pratiche di tutta la burocrazia centrale e provinciale, ridotta alla sterile e degradante funzione di copiacarte. Ma mentre per eccessivo zelo Filippo II compiva questo ingrato lavoro di emarginatore di pratiche, i funzionari spagnoli, cui veniva tassativamente vietata la più minuscola iniziativa, non potevano funzionare, neppure quando s'imponeva un provvedimen to urgente, e dovevano restare in attesa delle decisioni de l re, le quali arrivavano sovente troppo tardi ... ». 8 La volontà di Gregorio XIII fu particolarmente ferma nei confronti di una immediata ripresa della lega, non limitandosi a semplici enunciazioni ma esplicitandosi in scritti esortativi di eccezionale veemenza. 9 Annota C.M. Cr PoLLA , Vele e cannoni, Imola 1983, pp. 89-90: «È stato scritto che l'insuccesso dei musulman.i fu principalment.e dovu to alla mancanza di legnarne da costruzione. Secondo questa tesi, '.l a mancanza di legnarne sulle rive del Mar Rosso e del Golfo Persico' impedì. .. ai turchi cli allestire flotte efficienti. .. Non si può negare che la mancanza di legnarne creò dei problemi ai rn usulmani, ma essi riuscirono a superare questo genere di diffico ltà traspo rtando[lo] ... da altre zone ... La ragione essenziale del loro fallimento stava piut.t.osto in tecniche di guerra navale superate dai ternpi» . 7


Varianti di progetto

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tabile , non essendosi peraltro neanche ancora ripresi dalla prima. Le navi poi, costruite con legnami poco stagionati, non offrivano nessuna seria affidabilità operativa, ed il confronto con le occidentali - notoriamente tecnologicamente più elaborate ed evolute - deponeva in quel caso assolutamente a loro netto svantaggio 10 • Tuttavia sacrificando l'armamento ed alleggerendosi cli tutte le protezioni, le galere della mezzaJuna filavano ad una maggiore velocità delle loro avversarie, caratteristica da non sottovalutare in un combattimento mediterraneo, in particolare in fase di sganciamento. Ciò premesso il 7 agosto dopo una infinita serie di discussioni, abboccamenti, patteggiamenti e compromessi le navi della lega incrociarono la squadra turca, in una sorta quasi di riedizione infernale del 7 ottobre precedente. Molto lentamente le formazioni cristiane si schierarono, non diversamente da Lepanto, tentando con ingenua tracotanza di ripeterne la manovra. I turchi però dopo esasperanti quanto inconcludenti evoluzioni , perfettamente consci della loro deleteria vulnerabilità alla micidiale potenzialità di fuoco che dalla linea delle galeazze con facilità si profilava imminente, disperando cli venirne a capo, ruppero per primi il contatto. Per meglio coprire la forsennata manovra, con serrate salve di artiglieria, innalzarono una fitta cortina di fumo , dietro la quale filarono a voga arrancata 11 . Identico sviluppo coronò anche l'incontro, più che lo scontro , del successivo 19, esauritosi ancora una volta con i cristiani fermi dietro le galeazze ed i turchi in ritirata. Da entrambi le parti giocava, ed era ben evidente, la volontà irremovibile di non azzardare assolutamente la propria flotta e le azioni per conseguenza si estrinsecavano in vane schermaglie. Sempre in settembre, si ordinò il concentramento della flotta confederata nei pressi cli Corfù, con la tacita speranza di un grave errore turco, premessa per una altrettanto travolgente vittoria. E forse il 15 cli quel mese qualcosa del genere avrebbe potuto avverarsi, allorché la squadra del sultano si rifugiò al riparo dei cannoni di Moclone 12 • Lì, in una crescente apprensione ed in un inusitato disordine, for iero di ulteriori sventure, le galere della mezzaluna paventarono l'iniziativa cristiana. A bordo della squadra pontificia era al seguito di Marcantonio Colonna, anche questa volta, l'ingegnere senese Tiburzio Spanocchi già distintosi nelle acque di Lepanto. Valutata la situazione tattica alla luce della conformazione orografica dei siti in cui si era rintanata la flotta nemica, elaborò con encomiabile prontezza un attacco insidioso alla stessa, prospettando - con dettagliati piani - l'impiego cli brulotti e di altri artifici in modo da incendiarla alla fonda 13 • A don Giovanni fece difetto forse l'intraprendenza, e data la modalità a dir poco avveniristica dell'assalto prefiguratogli non può darglisi completamente torto. Ma l'occasione irripetibile trascorse senza niente di fatto e fu giocoforza ritirare la flotta . Senza dilungarci in eccessivi dettagli, con un simile andazzo la campagna si trascinò fino quasi al termine di ottobre, allorché le condizioni climatiche imposero la definitiva sospensione delle ostilità. Il 24 di quel mese don Giovanni sibarcava a Messina. Il fatale 1572 si concludeva registrando un vasto assortimento di speranze frustrate e cli pavidi tentativi, consegnando per giunta all'anno successivo gli irrisolti problemi mediterranei, a cominciare dalla tenuta veneziana già precaria nel trascorso. Il 7 marzo ciel 1573, infatti, la Serenissima stipulava con il sultano una sorta cli accordo militare-commerciale, o forse più propriamente una larvata capitolazione, implicante pesanti rinunce nel settore degli armamenti navali 14 • Gli alleati logicamente

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nasti pensare che l'uso della bussola fu introdoLLo soltanto nel XVII secolo sui battelli barbareschi, graiie ai soliti rinnegati. 11 Siamo forse di fronte al primo caso documentato di impiego nella guerra sul mare di una cortina fumogena per eludere l'avversario. L'ammiraglio che comandava la squadra turca che attuò l' espediente fu Euldj-Alì. 12 Che i turchi rinchiusi a l'vlodone attendessero da un momento all'altro l'attacco cristiano lo confermano le parole di Cervames, ricordami come in quella circostanza i nemici tenessero già prorni i loro effetti e le loro calzature per gettarsi immediatamente a terra ai primi segni di combattimento. Cfr . Don Qujo!e, I, XXXIX. 13 Tra le opere lasciateci dall'illust re ingegnere vi è appunto: Discorso sul modo di distruggere la jlolta Turca nel porto di 1\1odone, ms. del 1572, cilato da l Politi corne esistente presso Orazio Spannocchi. - Da C. PRm11s , Biografie ... , cit., p. 591. 14 Nelle umilianti condizioni sottoscritte da Venezia era contemplato fra l' a ltro un tributo annuo da pagare al sultano, oltre ad un versamento di 300.000 zecchini qu a le indennizw di guerra. Come se non bastasse la sua flotta non av rebbe dovuto eccedere le sessanta galere .


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nulla ne supposero sino al maggio, allorché si gridò al tradimento. La Spagna restava, in ultima analisi, sola a fronteggiare le armate ottomane, libera sì di perseguire finalmente i propri interessi, ma priva dell'appoggio basilare dei confederati. Si ebbe pertanto una fulminea ripresa, nell'impero di Filippo II, della corsa al riarmo esasperato, privilegiando ovviamente la flotta, impostando perciò a ritmo serrato nuove galere sugli scali di Napoli, di Messina e di Barcellona. L' ambizioso traguardo prefissato configurava una formazione eccedente l'avversaria, traguardo che se sotto l'aspetto tecnico appariva raggiungibile, quand'anche a costo di immani sacrifici, sotto quello della potenza motrice - ovvero dei forzati ai remi - non offriva credibili soluzioni altrettanto immediate 15 • Ed ancora una volta, in tale contesto nessuna attenzione fu riservata ai progetti di difesa costiera sarda giacenti sul medesimo scaffale . Le galere turche a giugno uscirono dalle loro basi sciamando verso il Mediterraneo centrale, con un sensibile ritardo sulle abitudini consuete, sintomo confermante ancora la scarsamente recepita volontà di impiego aggressivo. Operazione perciò di immagine più che cli sostanza: i dispacci d'altronde notificavano la sua risaputa non perfetta idoneità alla navigazione, essendosi accentuate le carenze tecniche emerse a suo tempo. L 'allarme come sempre fu diramante all'intero schieramento cristiano spagnolo. Per la Sardegna lo stesso don Giovanni volle che non si elesse il cambio alla fanteria di presidio, neppure quando l'estate toccò gli sgoccioli . Traspariva dalla disposizione la mai sopita paura di uno sbarco nemico in massa sulla debole isola, con conseguenze catastrofiche. Difficile per giunta interpretare la logica strategica turca alla luce delle sue inconcludenti manovre navali, ragion per cui l'allertamento non poté rienr.rare in quella torrida estate . Dall'Adriatico al Tirreno, dal nord-A frica all'Albania, in un succedersi incessante di avvistamenti e cli segnalazioni la flotta della mezzaluna sembrava vagare senza tregua e senza meta. Sullo scadere dell'agosto prese il largo anche quella spagnola, con il proposito più o meno manifesto di scontrarsi con l'avversaria, oppure di attaccare Algeri 16 . T piani non mancavano essendo da tempo in attesa di attuazione: se mai invece era la profusione di possibili obbiettivi a sollevare perplessità ed incertezze. Si prospettò quindi anche Tunisi, che trovandosi quasi a ridosso delle basi siciliane meglio si prestava ad un'operazione anfibia. Ed alla fine prevalse quel parere, con l'unica esigenza di attendere il rientro - per svernamento della squadra nemica - approfittando, grazie alla favorevole latitudine, con una notevole dose cli azzardo, degli ultimi giorni efositivi per l'impiego delle galere 17 • TI mitico 7 ottobre, secondo anniversario della vittoria per antonomasia, una lunga teoria di galere imperiali lasciò le acque di Messina alla volta di Tunisi, dove ad onta dei venti contrari giunse il giorno successivo. La Goletta infatti fu avvistata 1'8, e lo sbarco avvenne il 9 18 • 1110, senza incontrare resistenza di sorta, fu occupata la città, peraltro abbandonata dai suoi abitanti. In assenza di precise disposizioni, o forse sorpreso dalla stessa imprevista facilità dell'operazione, don Giovanni stimò conveniente presidiare la nuova conquista spagnola con una guarnigione di 8.000 fanti agli ordini cli Gabrio Serbellonjl 9 , validissimo ingegnere militare italiano e quindi capitano generale delle armate

15 La do manda cli forzati da adi bire ai remi era così impellente che i tribunali furono «sollecitati» a forni rli comminando tale pena con tragica facilità. Basti ricordare al riguardo che a Napoli, proprio in quegli anni, per il delitt.o d i «costruzione abusiva» erano previsti tre anni di remo nelle galere, da cui per estensione di significato l'atrnale termine <<galera» . Cfr. F . STRAZZULLo , Edilizia ed ur{Janislica a Napoli dal '500 al '700, Napoli I 969, pp. 81 e sgg. 16 Scriveva da Madrid un osservatore fiorentino, tal Del Caccia, al riguardo: «Si crede qu i ... che vi sarà qua lche spedizione contro il turco o contro Algeri o altrove, dato i grandi preparativi che si vedono fare, il denaro che si raccoglie, i nuovi arruolamenti in Spagna e il varo delle galere finite a Barcellona. Non si può infatti pensare che uno sforzo simile debba servire soltanto alla difesa contro la flolla turca» . Archivio di Stato cli Firenze, Mediceo, 4904, f. 86, da F. Brauclel. 17 Sulla vita a bordo alle galere, sulle loro caraueristiche tecnico-operative, e sul loro impiego stagionale cfr . .J. MERR mN, La vita di bordo nel medioevo, dai vichinghi al/e galee, Torino 1973, pp. 160-220. i s In tale circostan za furono fatti sbarcare 13.000 italiani, 9.000 spagnoli, 5 .000 tedeschi. 19 Fu un celebre ingegnere militare ed un valente capitano mi lanese. Nacque nel 1508 e rnorì nel 1580. Fu tra l'altro cavaliere di Ma lta e successivamente al servizio di P io IV nel 1560 fortificò in Roma la ci ttà leonina. Comballé quindi a Lepanto e divenne anche viceré della Sicilia. Fatto prigioniero a T unisi negli eventi in qu estio ne fu ri scattaro mediante uno sca mbio. Parteci pò quindi alle guerre di Fiandra.


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67. Il porto cli Messina nel I 578 rilevato da Tiburzio Spanocch i.

I~= = =~~ imperiali a Tunisi . La flo tta da parte sua, riprese il mare alla volta di Biserta, dove nuovamente la fortuna arrise a don Giovanni facendogli conquistare - sempre senza alcuna battaglia - un'altra città abbandonata, il 25 d i quel proficuo ottobre . Il 2 novembre l'armata ed il suo comandante rientrarono a Palermo . Sembrava una vittoria e delle più facili, ma aveva il difetto, tutt 'altro che trascurabile, di aver irritato profondamente i turchi, senza poter purtroppo opporre agli stessi, al momento della scontata riconquista, un su fficiente apparato militare. Ben presto infatti mantenere quelle conquiste aggrappate alla sponda ciel mare si rivelò estremamente problematico: persino rifornirle cli viveri richiedeva operazioni rischiose e continue20 . Approvvigionare gli oltre 10.000 uomini distribuiti fra Tunisi e Biserta implicò un incessante collegamento navale, non essendoci alcuna possibilità di attingere al retroterra africano . Né le finanze dei regni di Napoli e di Sicilia ostentavano in quel contesto risorse stornabil i a favore dei precari presidi . Con l'avvento ed il progredire del '74 la situazione iniziò a farsi drammatica. La d irigenza turca lasciava capire che per r ibuttare a mare gli sparuti avamposti bastavano i soli barbareschi e gli spagnoli lu ngi dal correre ai ripari si gingillavano tra una riunione e l'altra . Con l'estate alle porte, per il ritardo a comparire della flotta turca, si prese a sperare di potersi limitare al semplice vettovagliamento dell'altra sponda, ma l' 1 I luglio le temute galere della mezzaluna apparvero all'orizzonte del golfo di Tunisi , in numero di 230. La Goletta fu subito investita dall'assedio, e dopo una eroica quanto disperata resistenza di circa un mese, il 25 agosto capitolava. Il Serbelloni, a sua volta, che comandava il forte di T unisi si batté fino al 13 settembre, poi tutto fu perduto. La fl otta di don Giovanni in quei frangenti non poté in alcun modo intervenire: dopo una lentissima quanto incoerente preparazione, le navi iniziarono l' avvicinamento al teatro al termine quasi di settembre. Pochi giorni dopo, la notizia della dissoluzione

20 Era questa in definitiva la peggiore manchcvoleaa della logica tutt a spagnola di conquista territo riale med iante piccoli distacca men ti fort ificati dett i «presidi». Impossibi le per quelli presenti nel nord-Afr ica avvalersi delle risorse locali e per co ntro di fficilissimi da approvvigionare, stame pure la facili tà di deterioramento anche delle vettovaglie secche in tali condizioni cli matiche. La loro esistenza e quind i resistenza si dimostrò sempre aleatoria.

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delle conquiste africane raggiunse la squadra , stroncando sul nascere quell'estremo tentativo cli soccorso. TI 21 novembre rientrava in Spagna. Nemmeno nel campo turco però l'atmosfera della indubbia vittoria fu esente da recriminazioni : il conto era infatti salatissimo. I morti, secondo stime attendibili, ammontavano ad almeno I 5.000 tra rematori e soldati, per la maggior parte annientati dalle epidemie. per non contare altri 50.000 eliminati nel corso dei pur brevi assedi. Questi ultimi rappresentavano l'ennesima conferma che la procedura ossidionale, incubo delle armate turche, si risolveva, anche ad esito positivo, con ingentissimi tributi di sangue21 • La conclusione definitiva cli Lepanto potrebbe individuarsi proprio in questa marginale azione del I 574, che ratificò irreversibilmente le già affioranti tendenze. La flotta turca rientrava avendo in qualche modo lavato l' onta ciel '71, ma per l'avvenire non avrebbe incontrato mai più sulle sue rotte nemmeno le parvenze cli un significativo successo . Il Mediterraneo, tanto da una parte quanto dall'altra, restò privo di flotte militari attive e desiderose di confrontarsi. Commenta significativamente il Brauclel: «cosa curiosa: se Lepanto non servì a nulla, la vittoria turca di T unisi non fu più decisiva. TI von Torne, nel suo documentatissimo libro su don G iovanni d'Austria, racconta ... : 'La vittori a riportata dai turchi in Tunisia ... fu l'ultimo successo notevole ottenuto dalla potenza ottomana prima di cadere in una rapida decadenza.'» 22 • Il terrore comunque tornò a dilagare lungo la frontie ra marittima cristiana: nessuno infatti poteva lontanamente supporre che i fanatici musulmani fossero usciti così provati dallo scontro e soprattutto così poco propensi a cimentarsi ancora. La Spagna appariva isolata ed esposta con il suo sterminato impero da proteggere, con le sue estesissime coste da difendere, con i suoi vitali commerci e traffici eia salvaguardare. Per la Sardegna, dopo una parentesi di illusorie speranze di successi militari t ravolgenti, si riproponeva ulteriormente esasperato il secolare ed irrisolto problema. I corsari, infatti, non avrebbero tardato ad incrementare al parossismo la loro virulenta attività, aizzati anche da Costantinopoli, moltiplicando le loro spietate razzie, peraltro mai cessate del tutto, e forse pure consistenti aliquote della flotta militare turca non avrebbero a quel punto disdegnato raid pirateschi! Le fortificazioni si riproponevano - alla luce della acclarata superiorità tecnica occidentale l'unica risposta ~ffidabile: logica perciò la riesumazione del piano del Camos eia anni negletto. Ma se l'esigenza difensiva appariva anche maggiore a quella di due anni innanzi, le finanze per contro erano stremate, dissanguate da una guerra inconcludente quanto dispendiosa. Persino un misero sforzo in materia di fortificazione non trovava alcuna concreta prospettiva cli sovvenzionamento da parte dell'amministrazione imperiale. Il progetto del '72, sebbene di contenutissima portata, sembrò allora improponibile nella sua originaria impostazione, specie considerando che l'isola, in tempi brevi, mai e poi mai avrebbe potuto reperire i fondi indispensabili e che la Spagna, in qualche modo, avrebbe dovuto per lo meno anticiparli. Don Marcantonio Camos, motivato dalla volontà cli non far decadere per intero il vitale progetto, nel quale riponeva come molti suoi compatrioti le ultime illusioni di decollo economico e sociale del Regno, lo rielaborò, riducendolo sensibilmente, nei limiti ciel possibile. E nuovamente lo inoltrò all'imperatore.

Il secondo piano di difesa costiera del Camos del 1575 «S.G.M.tà Depues de la perclida de la Goleta de Tunes se me han offreçido algunas cosas, que aunque sea de la prudencia de V. Magrstas en tosas bien adverticlo, me ha pareçìdo hazer este officio, pues los que me han sido encomenclanclois del servicìo de V.M. en este reyno, me han hecho capaz de algunas

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Non rientrava infatti nella logica combattiva ottomana la conduzione scientifica di un assedio. La lo ro inferiorità tecnologica li penalizzava notevolmen te e come se non bastasse il loro fata lismo religioso contribuiva ad incrementarne le perdite. 22 Da F. BRAIJDEL, Civiltà e imperi ... , cit., voi. II , p. 1224.


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particularidades del Supp . co a V .M. atrebuya mi temeridades al zelo y clevocion que tengo a las cosas de V .M . d , y deseo que ellas a açierten muy a gusto de su Real y Cath. ca opinion, corno rnas convenga a conservacion y aumento de nuestra S. ta fe catholica, de la qual V. Mag, cl se ha mostraclo y muestra siempre verda - clero y principal protector. .. »23 .

Con questa debita introduzione si origina il secondo manoscritto di don Marcantonio Camos, redatto nel 1575, nel quale l'autore espone, facendola precedere da una premessa circa la sua fattibilità, potenzialità e necessità, una più modesta riedizione cli difesa costiera basata su torri . «Suppongo, stando a quel che più sembra, che V.M . reputi conveniente a qualsiasi costo ripristinare il ruolo difensivo de La Goletta, o per lo meno cli interdirne ai turchi la fortificazione e quindi la trasformazione in base corsara, mediante opportuni trattati. Si eviterebbe in tal modo il risorgere da essa di quella compagine cli predoni quali il Barbarossa e i suoi degni colleghi, che appunto da lì funestavano con le loro razzie l'Italia e le iso le mediterranee, delle quali invece tornerebbe a divenirne il rassicurante bastione. Beneficierebbero inoltre della sua fattiva presenza anche le m iriadi di imbarcazioni in transito nel canale di Sicilia, poiché queste sogliono per paura cli abbordaggi insidiosi, attua ti da quella genia annidantesi fra le isolette di S. An tiochio e S. P ietro, navigare quasi a ridosso della costa nord-africana , con il risultato che anche il minimo fortunale - alquanto frequente peraltro nel golfo del Leone - le costringe a riparsi su quella, dove unica protezione era proprio il suddetto avamposto . Ma tentare al momento cli riconquistare e quindi riarmare La Goletta per una serie di ragioni, molte delle quali ben note, non appare seriamente proponibile . Come se non bastasse non abbiamo credibili stime circa il reale potenziale militare turco , inducendoci questa pericolosa ignoranza a gravissimi rischi. Spesso infatti è accaduto che , proprio laddove ci ritenevamo molto ben disposti e fortificati abbiamo subito cocenti disfatte, specialmente allorquando le nostre basi gravavano in territorio nemico. In tal caso poi il mantenimento dei pres idi, come la recente esperienza ha dimostrato, risulta difficoltosissimo ed aleatorio , con ingenti costi sia in uomini che in mezzi, a fronte cli una scarsissima affidabilità . Sono così bastati appena quaranta giorni, ad onta delle sue massicce fortificazioni, per costringere La Goletta alla resa, e quello che incute maggiore preoccupazione e terrore è che persino Malta non ostenta migliori opere ad eccezione forse del forte di S. E lm o, unico loro spauracchio. Quanto affermato trova la sua ragion d'essere, da un lato, nella difficoltà cli ampliare gli organici dei presidi, dall'altro, nella assoluta ostilità degli indigeni nei confronti degli stessi, situazione diametralmente opposta a quella dei nostri avversari . Né molto sensato appare prestar fede ad eventuali trattati stipulati con i barbareschi o con i turchi in genere, essendo sufficientemente risaputa la loro poca fede. Qualcuno potrebbe tuttavia o b biettare che il mantenimento cli presidi in territorio nemico gioverebbe se non altro a convogliare l'attenzione di questo sugli stessi, monopolizzandone gli sforzi militari, stornandoli perciò da più vitali obbiettivi . A tale scopo ogni sacrificio parrebbe motivato e giustificato. Ma una 'tranquillità' conseguita in questo modo, non mi sembra affatto rassicurante in quanto poggerebbe comunque sulla discrezionalità avversaria. In altri termini il nemico potrebbe sempre attaccare, a suo imperscrut.abile giudizio , lì dove ritenesse più conveniente, con il facile pronostico che non trovandovi una adeguata resistenza, riporterebbe travolgenti vittorie. Ciò premesso mi sembra ottimo partito , per neutralizzare i danni che le ricordate perdite ci hanno inflitto, interdire ai turchi l'attuazione di quanto noi a nostra volta tentammo di realizzare, ovvero munire pesantemente La Goletta. Per un simile traguardo V .M. dovrebbe innanzitutto incrementare

23 1\ .G.S., E 327, «Dopo la perdita de La Goletta cli Tunisi mi hanno colpito alcune osservazioni, che sebbene la saggezza cli V.M . sia in queste ben informata, mi è JJarso tuttavia doveroso compiere questa incombenza. Ritenga pertant.o V .M. queste frulto del mio zelo e della mia devozione verso gli interessi della V. r-.faestà. Esporrò quindi cosa mi sembri conveniente per conservare ed accrescere la nost ra Sama Fede Cattolica, della quale V. M. si è sempre dimostra to tra i primi e più valorosi difensori. .. ». Segue tradu zione libera.


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considerevolmente il numero delle sue galere, almeno di tante quanto la riduzione di spese dovuta alle perdite ricordate lo consentirebbe. La potenza navale di una tal flotta si t radurrebbe automaticamente in potenza terrestre. La vittoria sul mare del 1571 conferma come una squadra di 200 galere sia sufficiente per lo scopo, frustrando prima del nascere, con il suo solo essere, qualsiasi disegno turco. Ogni fortezza dell'impero infatti risulterebbe virtualmente, in ogni momento, sotto la sua protezione. Persino la guerra corsara verrebbe immediatamente dissuasa da quella minacciosa macchina bellica. Si potrebbe, in ultima analisi, considerare le unità della squadra alla stregua cli altrettante fortezze con i relativi presidi ed armamenti, in grado però cli spostarsi verso qualsiasi angolo del Mediterraneo, incutendo con il loro comparire rispetto e soggezione. A questo punto tuttavia sarà indispensabile che V .M. sia garantita del possesso e della intangibilità delle diverse isole mediterranee dell'impero, necessarie quali altrettante basi, e prima fra tutte della Sardegna. Per questa infatti la preoccupazione deve essere se mai maggiore, essendo ubicata quasi di fronte alla sponda da cui salpano le fuste corsare, con l'ovvia conseguenza di assumere tutte le connotazioni di una frontiera. Frontiera per giunta a ben guardare non scio con i potentati barbareschi, ma anche con la stessa Francia. In virtù di queste puntualizzazioni ho atteso lungamente cli venir convocato da V .M. per esporre la situazione difensiva in cui versa al momento il Regno, notificando parimenti il conto che di esso può farne, e l'utilità che invece potrebbe conseguirne in un prossimo futuro. I suddetti argomenti avrei esposto quale persona direttamente esperta in materia, ovvero come chi abbia circuita l'intera isola, lungo tutte le sue marine, studiandovi i possibili accorgimenti difensivi, per incarico ricevuto a suo tempo di V.M. Espongo comunque anche ora nella presente relazione le mie ulteriori elaborazioni e valutazioni in materia». T raspare chiaramente nelle righe cli don Marcantonio la trascorsa cocente delusione circa il mancato apprezzamento del suo piano, tanto da rinfacciare quasi all'imperatore i vani anni di attesa. Traspare anche, e forse in dose maggiore, la piena consapevolezza di aver avuto sostanzialmente ragione in merito, ragione sancita in maniera incontrovertibile dai successivi eventi bellici. Forte pertanto di questa sua comprovata capacità valutativa, il relatore dopo l'esposizione di uno scontato programma cli potenziamento navale, quale panacea antiturca ed anticorsara - propugnato peraltro da ben altri consiglieri imperiali - , rico lloca astutamente in questa nuova visione strategica la sua riedizione ridotta ciel torreggiamento della Sardegna. Per meglio evidenziarne la convenienza la fa precedere da una analisi ciel quadro difensivo sardo, nelle sue tre componenti: fortificazioni, armamenti ed uomini. <<Premesso che V.M. può contare su pareri tecnici di gran lunga più qualificati ciel mio, esporrò tuttavia per sommi capi quello che mi appare basilare in materia di sicurezza militare, a cominciare dalla piazza di Cagliari. Questa per l'oculata scelta ciel sito potrebbe, con opportuni accorgimenti, divenire molto più potente cli quanto non sia al presente, senza alcun ulteriore aggravio cli spese. M olti interventi infatti furono compiuti insensatamente, parallelamente al sopraggiungere del denaro . Dalla pianta senza dubbio V.M. avrà facilmente rilevato che la massima vulnerabilità cli quelle fortificazioni si riscontra nella sezione adiacente S. Pancrazio. Da lì sarebbe necessario trarre una cortina fino alla chiesa, dove mediante la realizzazione di un possente bastione si terrebbero sotto controllo gli alloggiamenti situati su entrambi i lati, neutralizzando qualsiasi vantaggio al nemico. Pertanto nel luogo indicato va ordinata la costruzione cli un 'orecchione' verso la fossa di S. Giuliano, e la piattaforma della Cavallerizza, rinforzando la spalla del bastione dei Calderai che si trova molto errata. Quanto detto presume tuttavia che si perfezionino le opere della marina, che stanno in fase tanto avanzata, da non tollerare alcun rallentamento. Del resto le due fortificazioni appaiono talmente interdipendenti fra loro, che è prevedibile in caso cli caduta ciel castello una egual sorte per la marina. Senza contare poi che la fortificazione di quest'ultima, gioverà molto agli eventuali soccorsi in caso di assedio, in quanto il nemico quand'anche disponesse una numerosissima squadra di galere a bloccare il golfo, non potrà in alcun modo impedire che almeno tre o quattro avversarie riescano ad attraccarvi. Ma dovendos i inevitabilmente lasciare uno dei due lavori incompleto, è auspicabile assegnare la


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68. Alghero - Progetto di Giorgio Palearo Fratin per il fron te a terra .

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priorità proprio al Castello. Comunque resta mio fermo parere che entrambe le opere vadano ultimate con la massima solerzia. Circa infine la demolizione dei monasteri di S. Giovanni e di S. Francesco, non mi risulta esservi una impellente esigenza, tanto più che l'esecuzione è a nostra discrezione . Di quanto deficitaria sia la fortificazione cli Alghero, già V .M . tiene notizia. Non vi è cosa che stia come si conviene. L' ingegner Fratino, inviato da V.M. fu del parere che non si demolisse il bastione della Collina, dal momento che stava fatto, né lo controllò. :tvliglior progetto mi risulta però quello cli suo fratello, espresso con il disegno della tenaglia che si inerpica per la detta collina. Da lì dominerebbe l'area ed utilizzerebbe quale fossato il vallone esistente presso la Giustizia. Poiché questa mi

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70. Alghero - Progetto di

Jacopo Palearo Fratin per la fortezza sul colle di S. Giu-

liano.

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semb ra una scelta inevitabile, che V.M. comanderà di farsi questo od il prossimo anno, se ne è tenuto conto nel trarre il bastione del Rimedio , al momento in costruzione, di maniera che questo potrà corrispondere con quello senza alcuna successiva demolizione o modifica. Scrissi inoltre l'anno scorso a V .M. che il rafforzamento della cortina vecchia, nella sezione della Maddalena, si attuava in maniera sbagliata, in quanto l'innalzarne un'altra antistante - in aderenza - riduceva considerevolmente l'aggetto dell'omonimo bastione, con conseguente scadimento di validità difensiva, a carico di una tratta di per sé già debole. Trovandosi qui don Juan Canoguera edotto in merito al da farsi, comandi V .IVI. di fortificarsi una montagnola detta di S. Giuliano, sita a 2000 passi da Alghero. Questa è per natura molto arroccata ragion per cui, stando nelle nostre mani opportunamente strutturata, con due pezzi di artiglieria a lunga gittata in caso di assedio p rodurrebbe enormi perdite all'eventuale nemico che si acquartierasse sia all'interno sia all'esterno della città. In caso contrario invece, nella malaugurata ipotesi che fosse questo ad impossessarsi della suddetta collina, ci renderebbe difficoltosissimo l'invio dei rinforzi e dei soccorsi alla piazza. Alla luce anche degli altri e più autorevoli pareri in merito da V.M. ricevuti prima del mio, converrete pertanto che convenga dare ordine di costruire su tale collina alcune capaci cisterne ed anche alcune piattaforme in terra battuta e fascine per le menzionate artiglierie. Nessuna altra fortificazione più elaborata vi necessita: il sito, se mai se ne presentasse l'incombenza, sarebbe occupato dalla milizia - che all'ultimo censimento ammontava a 10.000 uomini - la quale facendo perno su quella disturberà pesantemente l'assediante. Per le prevedibili ingenti spese non è lecito prospettare al riguardo migliori opere difensive su quella, ma anche con le accennate la sua guarnigione potrebbe resistere per molti giorni ad un numeroso attaccante, logorandolo con frequenti sortite e colpi di mano. Qualora poi dovesse forzatamente evacuare l'alt ura, potrebbe pur sempre rientrare nella piazza, dove contribuirebbe attivamente alla difesa della stessa. A mio parere personale, con sufficienti scorte di viveri e di acqua, che rappresentano la vera difficoltà del programma, la resistenza della collina potrebbe estendersi per oltre trenta giorni, durante i quali l'attaccante non ardirebbe assalire la piazza per i suddetti motivi. Anche relativamente a Castel Aragonese l'anno scorso informai V.IVI., sottolineando che correva più serio pericolo di essere depredato dai ladri che cli essere assalito di proposito. La costa ad esso sottostante infatti è estremamente impervia ed importuosa. Grave appare la carenza - pressoché totale - cli acqua all'interno della fortificazione, cosa che potrà essere facilmente confermata. Ma nonostante ciò qualora V.M. avesse bisogno di riqualificare seriamente questa rocca, occorrerà poco


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7]

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71-72. Iglesias - Scorcio delle mura urb iche.


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lavoro murario in quanto già di per sé il sito è imprendibile: anche per eventuali strutture interne alla piazza la spesa appare irrisoria. Per concludere con le piazzeforti suggerirò a V .M. che se mai vi sia in Sardegna una città che convenga e meriti fortificare questa è Oristano, validissima all'uopo e per il sito - essendo quasi al centro ciel Regno - e per essere circondata da fertili territori e posta vicino ad un comodo porto . Al di là poi dei motivi strategici, che confermerebbero tale scelta - per tu tti la possibilità cli farvi confluire da entrambi i Capi la milizia - vi sono quelli cli natura tecnica, che presupporrebbero un rninimo costo per l'attuazione di siffatta opera. Ciò grazie alla natura del suolo, di morbido terreno, facile quindi a scavare ed a muovere per formare fossati e bastioni. In merito infine alla città cli Iglesias ricorderò il suo vecchio castello e la sua ultrasecolare murazione, necessitante di restauro e riqualificazione, per ricavarne un minimo di sicurezza urbana. Analogamente anche per Bosa e per il suo altrettanto giubilato castello» . La seconda relazione del Camos, esaurita la serie di osservazioni circa le fortificazioni esistenti, passa a notificare in dettaglio l'entità delle forze miliziane. Prendendo come base cli stima i censimenti dell'anno innanzi, il '74, ne ricavava una massa costituita eia circa 13.000 fanti e da 3.500 cavalieri, per un solo Capo, con l'ovvia conseguenza che in prima approssimazione la cifra totale si dovesse stimare intorno ai 30.000 fanti e 8.000 cavalieri 24 • Ma una simile compagine non risultò credibile nemmeno allo stesso relatore, tant'è che ne operò una drastica riduzione, riconducendola alla più attendibile valutazione, per l'anno in corso, di circa 12-15.000 fanti e 3.500-4.000 cavalieri: e il '75 non si riguardava quale un anno abituale, ma come uno di massimo allertamento difensivo per i ricordati motivi. Assodata la quantità numerica il nostro capitano affrontò la disamina della qualità della milizia sarda. Sebbene per unanime giudizio sotto il profilo motivazionale e combattivo venga ricordata da tutte 1e fonti quale ottima, sotto quello materiale, ovvero equipaggiamento, armamento ed addestramento risultava di infimo livello. Priva infatti di armi da fuoco, di elmetti e corazzatura in genere, di picche e di lance, nonché di idonei cavalli, tale milizia si connotava in definitiva come un 'accozzaglia turbolenta e sanguinaria, armata con attrezzi agricoli e balestre, priva di qualsiasi disciplina, di problematica affidabilità al di fuo ri della semplice difesa costiera, da riguardarsi poi alla stregua di una sorta di battuta di caccia ai corsari . Disgraziatamente aggiungeva don 1V1arcantonio: «nel regno non vi sono uomini esperti nella milizia e nelle discipline ad essa inerenti, tranne forse una ventina al massimo, per la fanteria e la cavalleria. Per tale motiv0 supplicai più volte V .M. di inviare alcuni istruttori ed alcuni veterani per lo stesso Consiglio di guerra . .. » 25 . Oltre all'addestramento una così rilevante massa paramilitare imponeva, nella ricorrente prospettiva di un'invasione turca fattasi allora meno ipotetica, per il suo impiego militare a fianco dell'esercito propriamente detto, la creazione di congrue riserve alimentari. Il problema di non facile soluzione, stante la endemica povertà dell'isola, fu aggirato magistralmente dal Camos tramite l'istituzione di un ammasso temporaneo delle quantità alimentari reputate necessarie per una stagione, salvo poi in quella successiva sostituirle con le nuove e vendere le vecchie. In tal modo non si sarebbe patito alcun aggravio economico, almeno perdurando la pace. L'ottimizzazione comunque della milizia secondo il nostro relatore avrebbe presupposto un corpo volontario di 2.500 cavalieri e 6 .000 fanti, vincolati da una rigida normativa, contemplante i seguenti articoli: - Che l'armamento fosse stato fornito dall'amministrazione imperiale, salvo poi recuperarne le spese con una trattenuta sulle mensilità degli uomini in servizio.

24

Massa armai.a che rapportata alla intera popolazione ne avrebbe costituito quasi il 20%, cifra indubbiamente eccessiva per l'epoca e per una così povera regione. È comunque di tutto rispetto anche quella più contenuta, pari a sua volta a quasi il 10%, assolutamente e di mollo eccedente gli organici miliziani degli altri regni spagnoli. 25 A.G.S., E 327, parte seconda, libera traduzione.


Varianti di progelto

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- Che ai mi liziani venisse riconosciu ta una pari dignità ed una identica paga rispetto ai so ldati regolari . - Che fosse fatto agli stessi obbl igo di mantenere in ottime condizioni le armi, ed i cavalli ben governati nelle scuderie. A lmeno una volta al m ese poi avrebbero dovuto subire una rivista nonché una parata generale, due volte l'anno, in ciascun Capo. A tito lo di indennità sarebbe stato corrisposto mezzo scudo a testa. Inoltre nel caso di servizio fuor i sede, si sarebbe dovuto elargire uno stipendio in ragione cli 3 scudi al mese, ed in caso di effettivo impiego militare di 4. - C he l'imperatore nominasse i capitani istruttori, fossero anche stranieri, fermo restando che comunque, potendolo, si dovessero preferire i regnicoli . Soldo ordinario per questi almeno 100 scudi annui , purché risiedessero presso le loro compagnie . - C he vi fosse la presenza cli un maestro dì campo in ciascun Capo, nonché cli un commissario generale di cavalleria e di un sergente maggiore, onorati da stipendi adeguati a l ruolo. - C he l'accesso alla m ilizia implicasse la libertà da qualsiasi impedimento personale e verso la giustizia. - C he ai capitani risiedenti presso le lo ro compagnie fossero elargiti 80 scudi annui. Ciò premesso, così si articolava il prospetto economico: P er P er P er P er P er Per

il so ldo della cavalleria paghe ordinarie n . 25 capitani paghe ordinarie n. 20 capitani fanter ia polvere da sparo, valutata in ql. 60 piom bo in proporzione ql . 240 la miccia in proporzione q l. 60 Tota le

16.250 2.500 1.600 720 960 300 22 .330

«Con questa spesa V.M. potrà evitare quella, d i anno in anno crescente, dovuta all'impiego di gente italiana, che viene dall 'esterno del Regno , avvantaggiandosi perciò delle cifre preclette»26 • Esaurita la d issertazione più generale in materia di autodifesa ciel Regno, il capi tano Camos si introduce nello specifico della difesa costiera propriamente detta, facendola precedere da una breve prem essa illustrante i vantaggi delle basi sarde per le galere imperia li. «Nel caso V.M. voglia incrementare il numero delle proprie galere, in nessuna altra parte del suo impero mi sembra che potrebbero aver m igliore base che in Sardegna . C iò sia per l'abbondanza delle vettovaglie, sia per essere le u nità così a portata di mano da po ter, in q ualsiasi istante intervenire, per proteggere attivamente le rotte per la Sicilia e per Napoli, e non ultimo, per lo stesso Regno . Nel caso perciò che V. M. persegua tal proposito, gioveranno le successive osservazioni . P er ritrovarsi la costa cli questo Regn o tanto deserta, si perderebbero ben presto le galere in essa distribuite, fino a che almeno non si erigessero le to rri di avvistamento, che V .IVI. a suo tempo d isse di voler costruire, secondo il piano ed i progetti da me redatti ed inviatovi . Quanto affermato principalmente lu ngo la costa d i ponente per essere la più portuosa, frastagliata e deserta, e quella che i vascelli naviganti fr a Italia e Spagna più toccano. Occorre aggiungere circa tale program ma che il piano cli fi nanziamento da m e elaborato, ovvero l'imposizione di u na tassa lieve e temporanea su l bestiame e sul grano, che allora mi parve sensato, adesso non lo sostengo più. Infa tti, secondo il giudizio di persone imparziali, non sembra un sistema equo in q uanto tutti i notabili di q uesto Regno , i signori ed i cavalieri, verserebbero la trattenu ta sul bestiame sempre con identico interesse dell' l OJo e dello 0,5%, pur essendo a volte in miseria, e non soltanto i benestanti che sono in grado di pagarla e che in 10 o 15 anni ne sarebbero stati fuor i. Né

26

È ini.eressame ricordare che le spese militari spagnole mos travan o dal 1556 in poi una crescita espo nenziale. Infatti ment re in quell' anno era no pari a meno di 2 mi lioni d i ducati, nel 1560 già raggiungevano i 4,5, e qu indi gli 8 nel 1570 ed ancora i 13 nel 1580. Parallelamente intorno al 15 75 il soldo arretrato per le truppe regolari toccava i 2, 17 mil ioni di ducati. Prospe11are quindi una riduzione di quest o costituiva un validissimo argomento.


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erravano alcuni teologi che sostenevano che V.M. solo con il beneplacito di Sua Santità avrebbe potuto imporre questa nuova tassa con tranquilla coscienza, poiché in tal caso sarebbe giusta e tollerabile in quanto destinata ad un be1ieficio comune per l'intera cristianità. Il nostro allertamento in armi e sulle torri, infatti, equivale in tutto ad una crociata, come del resto anche le altre operazioni militari di V .M., e riuscendo, perché credo che V .l'v!. non lascerà cadere tale programma, da una piccola spesa si otterrà un grande beneficio, ricavandone non ultimo sicuri ancoraggi per la flotta imperiale. Qualora invece V.M. non sia del parere di mantenere una squadra di galere in questo Regno, né voglia per ora che si torreggi l'intera costa, a mio parere però non dovrebbe tralasciare di fortificare almeno quella a mezzogiorno ed a ponente. Per maggiore esattezza da Cala Pira nel Capo di Carbonara, riportata nel prospetto originale con il numero 125, fino alla scheda dell'Asinara , numero 74. È quest a come affermato la costa maggiormente frequentata e per contro più battuta dai corsari, e purtroppo quella più propizia per la cattura di tanta povera gente, in terra ed in mare. Se t uttavia si trascurasse tale incombenza, alcune torri potrebbero evitarsi, in quanto furono previste per la specifica sorveglianza di ciglioni e calette dove solevano appostarsi dei briganti, mentre per la protezione dei legni commerciali provvedevano soltanto le quattro gagliarde, ovvero: Marfatà, !sola Rossa, Flumentorjo, Por to Pao all'interno di Porto Conte, numerate rispettivamente 18, 19, 40, 59. Adesso con questa nuova impostazione ho elaborato un diverso dispositivo: poiché infatti nei porti di Marfatà e di Flumentorjo si accede tramite canali, più dannosi che vantaggiosi, al posto dei torrioni suddetti bastano quelle semplici. Una gagliarda invece andrebbe eretta sull'isola dei Francesi (30] per la protezione dei mercantili in transito e per quelli che fanno scalo tra S. Pietro e S . Antìoco. Guardato perciò da questa e da quella dell'Isola Rossa il tratto di costa interposto sarà sicuro e le navi potranno accostarsi per caricare presso le stesse . Grandi quantitativi di mercanzie e di derrate potranno, in tal modo, trovare conveniente sbocco con conseguente beneficio per V.M. A nalogamente anche la torre di Porto Pao potrebbe eliminarsi bastando quella di Capo Galera, purché però si armi con due cannoni. Tornando all'aspetto economico del progetto, nell'ipotesi che i regnicoli non siano in grado di farsi carico del mantenimento della guardia, la soppressione in virtù del previsto schieramento renderà inutili molte delle attuali postazioni di vedetta dei corallari, con il risultato che soltanto un lieve incremento rispetto a quanto attualmente spendono, si registrerebbe a carico esclusivamente di questi ultimi, secondo il successivo prospetto. Le torri e le postazioni che si stabilirono in questa sezione cli costa furo no, dopo la mia accurata ispezione, in tutto 44 con un impiego complessivo di 97 uomini. Potrebbero in questa contrazione di progetto, evitarsene almeno 14 con i relativi 30 uomini, attestandoci così a 30 caposaldi per 67 vedette. Il costo di edificazione si ridurrebbe, sempre sulla base degli stessi preventivi, a 6.415 scudi e quello di gestione - con la paga cli 2, 5 scudi al mese per uomo - a 2.020 all'anno. Eliminando ancora le accennate vedette superflue, ovvero altri 32 uomini, il nuovo schieramento ne necessiterebbe soltanto di 35, con un esborso annuo di 1050. Da questa cifra deve essere defalcata quella che mediamente sostengono i citati corallari dell'ordine approsssimativo di circa 400 scudi, per cui quella da fronteggiare ammonterebbe in definitiva a soli 650 all'anno. Da quanto esposto ne deriva: CONSUNTIVO GLOBALE DEL TORREGGIAMENTO -

-

Cost o totale delle torri Capitale necessario per una rendita perpetua di 650 scucii in ragione del 7%, per stipendi delle vedette Capitale necessario per una rendita perpetua di 144 scudi in ragione del 7% per la paga di n. 3 artiglieri a 4 scudi al mese, pari a 144 annui Costo dell'artiglieria: 3 sagri 14 ql. a 12 scudi al ql. 3 mezzi cannoni ql. 75 30 smerigli ql. 90 Costo munizioni d'ordinanza: n. 150 palle da 8 libbre ql. 12 a 3 scudi al ql. n. 250 palle per mezzi cannoni ql. 27

6.415 10.000 2.057

648 900 1.080 36

81


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Varianti di progetto

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73. Cagliari - Pianta del golfo. 74. Golfo di Palmas - Isola di S. Antìoco e isola S. Pietro.

74


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XV! al XIX secolo

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75 . Porto Conte - Pianta.

76. Porto Torres - Pianta . .

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n . 100 palle per smeriglio, formate da una libbra di piombo con dado , pari a 3000 per complessivi ql.30 - Costo della polvere per gli stessi a 10 scudi al ql. Sommano in totale

90 690 22 .1 47» 27

Esaurita in tal modo la variante di progetto, e forse sarebbe meglio dire i tagli massimi allo stesso compatibili ancora con il minimo cli funzionalità , per meglio ostentare la potenzialità dell'isola quale base navale il relatore acclude in chiusura uno specchio riassuntivo dei suoi principali porti, con le loro peculiarità. Ritenendoli significativi ai fini della nostra ricerca, li riportiamo di seguito con le relative osservazioni:

I - Golfo di Cagliari: buon porto ed ottimo ancoraggio in grado di ospitare qualsiasi flotta sia di vascelli che di galere. 2 - Porto di Marfata sulla costa meridionale, a circa 30 miglia da Capo Pula, approdo sufficientemente sicuro per unità a remi fino ad un massimo di 20, e comunque non più di 3 galere. Non dispone infatti d'acqua, tant'è che anche i corsari che qui fanno scalo provvedono per questa a Quia. 3 - Il Budel presso l'Isola Rossa. Sempre sulla costa sud, a circa 8 miglia dal precedente, capace di ospitare fino a 50 galere, ed altre 4 o 5 potrebbero ripararsi a ridosso della stessa isola. 4 - Porto Botta tra la Sardegna e l'isola di S. Antìoco.

27

· A.G.S.,

E 327, parte seconda, libera traduzione.


Varianti di progetto

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ì6

5 - Il canale tra la Sardegna e l'isola di S. Pietro, capace di qualunque armata navale, ben fornito di acqua dolce . 6 - Presso il Capo Napoli, Capo Frasca, dove in tempo di bonaccia , potrebbe fare scalo e rifornirsi di acqua un'intera flo tta. 7 - Porto di Flumentorjo, sulla costa di ponente. 8 - Il golfo di Oristano, anch'esso capace di accogliere un'intera flotta con qualsiasi condizione atmosferica. 9 - Presso Capo Salinas dove un gran numero cli galere potrebbero gettare gli ormeggi, tranne che in tempo di tramontana. 10 - Sempre a ponente Rio de Foguedolla, presso la pianura di Bosa, dove con la bonaccia sarebbe possibile il rifornimento idrico . 11 - Presso l'Isola di Bosa dove fino a 20 galere potrebbero ripararsi. 12 - Porto Conte, dove l'intera flotta da guerra e quella mercantile delle coralline si potrebbero tranquillamente ormeggiare in totale sicurezza. 13 - Porto Torres capace di accogliere fino a 10 galere, ben fornito di acqua. 14 - Nel Rio Coguinas, a 5 miglia da Castel Aragonese dove qualunque flotta potrebbe rifornirsi d'acqua. 15 - Presso il canale di Sardegna, dove si incontravano infiniti porticcioli, dei quali almeno sei idonei per una grande squadra . 16 - Porto di Terranova, sulla costa di levante, molto capace ma stretto di imbocco, tanto da riuscire agevole solo ai brigantini. 17 - Tra la Sardegna e l'isola di Tavolara, dove si incontravano più che veri porti molti ripari di fortuna.


la d{(esa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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Stato militare della Sardegna nel 1575 e sue necessità Anche il secondo progetto di don Marcantonio Camos non sortì immediati risultati, ma, a diffe renza del precedente, dovette indubbiamente produrre un accentuarsi dell'interesse della dirigenza militare sulla Sardegna. Era a ben guardare però più che altro la conseguenza del clima di terrore e di frenetica a.ttesa che infuriò a Cagliari e nell'intera isola nella seconda metà ciel '74. Si attendeva infatti eia un momento all'altro lo sbarco turco e la flotta nemica, col passar dei giorni - tanto nelle dicerie volgari quanto nei dispacci di stato - levitava di organico continuamente. I servizi informativi del viceré Coloma gli prospettarono un'armata navale in cui, alle 280 galere cli Costantinopoli, se ne sarebbero dovute affiancare altre 200 di Algeri, messe insieme dal corsaro Uccialì 28 , dando all'insieme dimensioni operative inusitate quanto mostruose. Come di prammatica in tali circostanze si tentò, affannosamente, di restaurare alla men peggio le fortificazioni costiere ed urbane in particolare, dislocando legioni di vedette lungo le marine e sulle a lture litoranee. Si avviò inoltre l'ammasso dei viveri e delle derrate alimentari, in previsione di lunghi assedi e di vettovagliamento prolungato di truppe ausiliarie. Lo sbarco per i già esposti motivi non vi fu, ma la paura lungi dal rientrare indusse alla riflessione, ed alla impietosa stima delle difese, architettoniche e militari, nella loro pienezza di significato. T rattandosi in ultima analisi cli disposizioni concernenti la salvaguardia della Sardegna, da un'invasione o da un attacco possibili solo da mare, tutte le successive ordinanze e relazioni in materia di uomini e di armi si riferiscono, impl icitamente, all'apparato allertato e da ottimizzare in funzione di difesa costiera. In quanto tale il complesso carteggio accumulatosi in quei frenetici giorni ci appare, in ogni sua componente, intimamente connesso con la tematica precipua del nostro studio, motivandoci a fornirne ampli stralci, in libera traduzione. Origine dell'accennato fascicolo documentario fu la procedura e la dinamica - tutta spagnola vigente nel settore militare imperiale, imperniata su reiterate ispezioni di supervisori2 9, di sperimentata professionalità, che notificavano alla corte con attendibile esaustività quanto riscontrato in merito. R elazioni, rapporti, perizie, inventari completati da prolisse osservazioni e proposte dei vari redattori, costituivano l ' impalcatura conoscitiva e valutativa della dirigenza: su quella falsariga si vagliavano le idonee misure da adottare, la loro concreta compatibilità con le risorse finanziarie disponibili - o per meglio dire con i presunti gettiti cli nuove gabelle da imporre - ed infine si deliberava il da farsi, attivando l'esecutivo . Il burocratico iter, che non escludeva nemmeno lo stesso imperatore, per rapido che potesse essere, si dipanava su periodi di anni, lasciando al semplice osservatore la netta sensazione di una inconcepibile inerzia. Ma in questo caso, perdurando l'impatto emotivo delle recentissime disfatte, agli inizi del 1575 si trasmise con molta probabilità all'allora viceré di Sardegna, don .Juan Coloma, la pressante ingiunzione cli documentare con la massima precisione e solerzia lo stato militare dell'isola, la sua effettiva consistenza e potenzialità, e soprattutto le sue acclarate esigenze . Non è però affatto escluso che fosse proprio lo stesso Coloma a farsi promotore, per la sicurezza del Regno affidatogli, degli allarmanti rapporti, finalizzati a scuotere la deleteria indeterminazione governativa . All'uopo si avvalse delle analisi compilate poco innanzi dal cap . don .Juan Canoguera e dal cap. Juan Baptista Reyna. Di certo vennero puntigliosamente compilati, inoltrati, ricevuti, valutati e - fortunatamente per noi - conservati, permettendoci perciò di tracciare il quadro militare di quel periodo con inusitata esattezza . II contesto emergente fa da sfondo al secondo progetto del Camos, consentendoci di elaborare attendibili conclusioni. Vi è da osservare infine che siamo di fronte a quelle relazioni e perizie cui il C amos più volte allude, ricordando la loro redazione da parte di tecnici di risaputa competenza.

28

Il corsaro Uccialì era uno dei tan ti rinnegati trasformatisi in predoni. Nativo di Cutro nel golfo di Squillace, si chiamava originariamente Luca Galeni, e quindi Ulug-Alì, storpiato in Uccialì. Operò inizialmen te al soldo di Dragut fino ad intraprendere in proprio la turpe carriera, che lo vide divenire persino ammirag lio della flotta turca. 29 Tale esigenza nasceva da un lato nel già notato accentramento dei poteri voluto dallo stesso imperatore, dall'altro dalla necessità di un continuo controllo ed aggiornamento dell'apparato militare, sia soHo il profilo umano che materiale.


Varianti di progetto

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«Relacion del primer despacho que se embio a su Alt. a ... con la galera de Malta por via de Barcelona a 28 de henero 1575 ... »30 •

«Relazione e rapporto di don Juan Canoguera circa le esigenze difensive di questo Regno di Sardegna; sulle sue principali piazzeforti; sugli uomini che occorre armare e su quelli che ancora necessitano e su come debbano distribuirsi; sulle armi e le munizioni indispensabili, ed in particolare sull'artiglieria in dotazione al presente e su quella occorrente e su lla sua dislocazione; sulle vettovaglie che si dovranno avere almeno per tre mesi per 38.000 uomini, quanti ne occorrono per tutto il tempo di probabile assedio nemico alle piazze dell'isola e più in generale su tutte le cose fondamentali delle quali già si fece richiesta di provvedere. Mi è parso innanzitutto che convenga, per difendere questo Regno, difendere le sue piazze quali Cagliari, Alghero e Castel Aragonese. Nessuna impresa potrà intraprendere infatti il nemico finché in queste vi troverà tenace resistenza, opposta da uomini valorosi . D'altronde non mi sembra che esista per quest'anno la possibilità cli munire, come richesto dalla regola dell'arte, qualsiasi altro luogo . Voglia Dio che con le precauzioni di seguito esposte, occorra al turco un ingentissimo sforzo nella malaugurata ipotesi di un'azione contro di noi, e che vi si rompa le corna nel tentativo . Questo Regno, come mi ha notificato il suo viceré, possiede all'incirca 50.000 uomini idonei al servizio nella milizia. Di essi inoltre almeno 10.000 dispongono di cavallo: la loro stragrande maggioranza però è impreparata e non addestrata. Nonostante ciò non mi è parso sensato armare questa massa d'uomini per adesso, ma a[ massimo, in stretta dipendenza dall'immediato bisogno ed dalla esiguità ciel tempo, soltanto 6.000 cavalieri, dotandoli di lance da 20 palmi, e tra questi 1.000 anche di corazza, spallacci ed elmi. A complemento degli organici attuali degli archibugeri, ne andrebbero equipaggiati ed armati altri 8 .000, scelti fra i più promettenti dei predetti sardi . Altri 6 .000 poi andrebbero armati di picche, ovviamente selezionati come i precedenti, e fra questi 1.000 riceverebbero anche la corazza. Infine ancora 6.000 uomini manterrebbero per armamento la balestra, nel cui tiro tradizionalmente eccellono. Affiancherebbero i suddetti miliziani indigeni 12.000 soldati, tratti da tre nazioni per l'esattezza: - 5.000 soldati spagnoli - 5.000 soldati italiani - 2.000 soldati tedeschi La distribuizione ottimale di tali forze dovrebbe essere: - In Cagliari 3.000 miliziani 1.500 soldati spagnoli 1.000 soldati italiani 500 soldati tedeschi - In Alghero 3.000 miliziani l . 500 soldati spagnoli 1.000 soldati italiani 500 soldati tedeschi Occorrono inoltre per le tre piazze principali, Cagliari, Alghero e Castel Aragonese, 60 alabardieri, eia ripartirsi nell'ordine: 30 in Cagliari, 25 in Alghero e 5 in Castel Aragonese. Poiché per giunta nelle stesse prestano servizio attualmente soltanto 12 artiglieri in tutto, è indispensabile accrescerne l'organico con almeno altri 48. In merito a Castel Aragonese essendo già per la felice ubicazione notevolmente protetto e quasi inespugnabile, la sua guarnigione richiede pochi incrementi, mentre invece sono le sue strutture ad

:io A.G.S., G .A., Leg. 79-45, f. I : «Relazione del primo dispaccio inviato a Sua Altezza con la galea di Malta via Barcellona del 28 gennaio 1575 .. . », segue libera tradu zione.


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abbisognare di rinforzi indilazionabili e di aggiornamenti, il cui ammontare può valutarsi in 6.000 ducati. Del resto, a suo tempo, anche l'ingegner Fratino in una sua perizia espresse identico avviso. Relativamente alle truppe, per quanto detto, bastano destinarvi 1.000 miliziani della zona e 500 soldati. Al presente l'entità reale delle forze su cui fare affidamento in tutto il Regno è soltanto di: - 6.000 cavalieri - 14.000 miliziani - 2.000 soldati spagnoli - 3 .000 soldati italiani - 1.000 soldati tedeschi che assommano in totale a 20.000 fanti ed a 6.000 cavalieri. Ora poiché tra le due piazze, quella di Cagliari e quella di Castel Aragonese, intercorre una grandissima distanza, che per la fanteria si può stimare in almeno sei giorni di marcia, e ritenendo che al cli fuori cli questi due settori, ben poco resti ad un attaccante dove poter far concreti danni, mi è parso sensato predisporre due località cli stoccaggio per i viveri. La prima si troverebbe presso Sassari, la cui ubicazione a 18 miglia da Alghero ed a 12 da Castel Aragonese la rende ideale per qualsiasi esigenza. La seconda invece presso Ciurgos (Siurgus) a 30 miglia da Cagliari. Aci ognuna delle due basi si attribuirebbero 3.000 cavalieri e 10.000 fanti. In tal modo qualora il nemico investisse d'assedio una delle due, sarebbe grandemente ostacolato da una simile massa di uomini. Non gli sarebbe possibile pertanto avviare con sufficiente sicurezza nessuna operazione di conquista ... » 3 1 • La relazione a questo punto si sofferma a descrivere i vantaggi della predetta polarizzazione difensiva, in caso di attacco turco. Le ipotesi prospettate dall'autore contemplano quindi assalti anfibi sia contro Alghero o Castel Aragonese, che contro Cagliari, evidenziando in tutti i casi la validità ciel dispositivo. Particolare menzione viene assegnata ai luoghi di possibile approvvigionamento idrico della flotta nemica, ritenendoli giustamente di valore strategico ai fini dell'interdizione attiva dell'isola. «Infine riguardo la gente che non reputai necessaria ad esser armata ed arruolata nella milizia, potrebbe pur tuttavia rendersi utile nei servizi logistici. Infatti loro compito dovrebbe essere il trasporto delle vettovaglie e dei rifornimenti fino ai centri di stoccaggio. Altro ruolo cli applicazione validissimo di quelle braccia sarebbero i lavori di fortificazione campale, anche di fronte al nemico, implicanti scavi e movimenti di terra. Similmente validissime risulterebbero in entrambi i Capi per la conduzione dei carri e dei trasporti in genere: così si trarrebbe un notevole vantaggio militare dagli stessi, senza averli armati in alcun modo» 32 . Esaurito il prospetto forze dell'isola il rapporto prende in esame, quale logica prosecuzione, l'inventario delle armi disponibili per quelle, evidenziando le carenze più significative, ed eventualmente gli espedienti escogitati per fronteggiarle. «Relazione delle armi e delle munizioni che vi sono al presente nel Regno di Sardegna e di quelle che invece necessitano e che si sono ordinate per poter dotare gli uomini della mi lizia, sia fanti che cavalieri. Spedita a S. Alt.a con la Capitana di Malta il 28 gennaio 1575. - Vi sono in questo Regno 1.500 archibugi e se ne sono mandati a prendere presso la città di Varona 2.200, per un totale complessivo di 3.700, come primo contingente degli 8.000 stimati necessari. Ne mancano pertanto 4.300, ed ancora altri 700 di rispetto, per cui la carenza è al momento cli 5.000. Il prezzo unitario corrente è di 2, 5 scudi di Milano, per un ammontare globale di 12.500 scudi. - Occorrono ancora 1.000 corazze brunite per fanteria, molto necessarie nell'isola, il cui prezzo unitario è di 6 scudi, per un ammontare totale di 6.000. - Per la cavalleria occorrono almeno 1.000 pettorali completi di relativi spallacci ed elmetti, che solo per l'attuale impreparazione possono riternersi per ora sufficienti. Il loro prezzo unitario ascende a 4 scudi, per un ammontare totale di 4.000.

:H Ibidem, f. 3, libera traduzione. 32 Ibidem, f. 5. La sensata disposizione scaturiva dall'essere all'epoca rutti trasporti di materiale mili tare, spesso anche di quello relat ivo alle aniglierie, forniti ed eseguiti da personale civile con un~ pericolosa dipendenza e esposizione economica.


Varianli di progetto

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- Altresì occorrono 4.000 elmett i chiari e bruniti a 0,5 scudi cadauno per complessivi 2.000 . - Vi sono al presente 1.500 picche di misura ordinaria, ma ne occorrono ancora di rispetto altre 6.000 da distrubuire nelle piazze. li loro costo è di 0,5 scudi cadauna per cui ammontano in totale a 3.000. - A tutt'oggi vi sono 1.000 lance per cavalleria da 20 palmi di lunghezza , da destinarsi però a rispetto delle 6.000 necessarie, il cui costo unitario è di 0,5 scudi cadauna per totali 3 .000 . - In materia di prezzi va segnalato che la polvere sottile per archibugio si paga 14 scudi al quintale di Genova. - Quella grossa invece da cannone 10 scudi al quintale. - A sua volta l'artiglieria lavorata ammonta a 11 scucii a quintale. - Le palle per cannone di qualsiasi calibro che sono necessarie a Cagliari assommano a 5.824 con peso complessivo di quintali 574 al prezzo di 3 scudi a quintale fanno l. 722. - Relativamente al piombo fra quello disponibile e quello ordinato al momento vi sono quintali 200 distribuiti nelle piazze. Ne necess.itano altri 500 del peso di Genova dal prezzo di 3 scudi al quintale per totali 1.500. - Vi sono ancora 200 quintali di miccia importata da Napoli, ma ne occorrono altri 500 di Genova al prezzo unitario di 4 scudi per un totale di 2.000. - Vi sono inoltre 500 quintali di polvere sottile per archibugio, ed altri 500 importati da Napoli necessari per tutta la archibugeria dell'intero Regno. - Riguardo al munizionamento delle artiglierie va ricordato che per ogni pezzo dovrebbero assegnarsi 500 palle le quali richiedono a loro volta, nel caso di impiego di polvere sottile, due terzi del loro peso, nel caso invece cli impiego di quella grossa, il dosaggio risponde al criterio della massima efficacia per il particolare impiego33 , pari ad oltre 200 quintali, per gli smerigli, i moschetti, i fuochi artificiali dell'intera Cagliari ... » 34 . Dal fascicolo emerge a questo punto circa la consistenza dei viveri un altrettanto minuzioso inventario che trascriviamo integralmente, nella consueta traduzione: «Relazione e distri buzione delle vettovaglie e delle munizioni da bocca che sono necessarie nel Regno di Sardegna per la gente di guerra che può impiegare (milizia) e per quella di fuori (soldati regolari) che deve venire, nella stessa ragione, come appresso elencata. Copia della presente è stata trasmessa a S . A. il Duca di Sassari il 28 gennaio 1575 . Per i 12.000 soldati stranieri (non isolani) che sono necessari, ripartiti una metà nelle piazze di Cagliari, Alghero e Castel Aragonese, secondo il precedente prospetto, e l'altra metà in campagna, per disturbare un eventuale campo nemico, sempre secondo la predetta relazione, occorre adottare i seguenti dispositivi per garantirsi una copertura alimentare di 3 mesi, facendo altresì rientrare nello stesso piano anche il vettovagliamento dei 26.000 miliziani parimenti sparsi in campagna, a fianco dei soldati regolari stranieri.

- Pane necessario per 12.000 soldati Quale razione quotidiana di ciascun soldato occorre distribuire O, 5 libbre 35 , misura locale pari a 24 once cli Genova, che ammontano complessivamente a 17 .200 quintali di biscotto, pari a 26 .325 starelli sempre in misura locaJe 3 u.

33 In merito al dosaggio della polvere nelle antiche artiglierie, cfr. C. MoNTù , Sioria dell'Arliglieria Italiana, Roma 1934, voi. I, pp. 659, 674. 34 A.G.S., O.A., Leg. 79-45, ff. 6-7, libera traduzione. 35 La libbra sarda, pari a J 2 once sarde - misura ponderale-, è equivalente a chilogrammi O, 348. 36 Lo starello sardo, per l'esattezza di Cagliari - misura di capacità - corrisponde a litri 50,5. Lo starello di Sassari invece risulta notevolrnenle inferiore, pari a lit ri 25,25, giusto la metà. Dal successivo rapporto starello-q uintale - misura spagnola .Pari a circa 89 kg - è sensato dedurre c he in questi tabulati lo starello fosse quello cagliaritano.


La d(fesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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-

Pane necessario per i 26.000 miliziani -

Alla identica razione occorrono 35.100 quintali pari 57.037 starelli di biscotto in misura locale. -

Vino per 12.000 soldati -

Alla razione quotidiana di una pinta di Genova 37 , per 5 soldati , al giorno, occorrono 1.800 botti napoletane 38 per tre mesi. -

Vino per i 26.000 miliziani -

Alla identica razione occorrono 3.900 botti. -

Carne salata -

Va distribuita tre giorni alla settimana, ovvero la domenica, il martedì ed il giovedì, pari a 36 giorni nell'arco di tre mesi. - per 12.000 soldati: alla razione di 4 once locali pari quasi a quelle genovesi39, sono necessari 1.400 quintali. - per i 26.000 miliziani: alla stessa razione 3 .120 quintali. -

Formaggio -

Distribuito nei giorni che non si mangia carne, pari a 54, nonché in quelli in cui non si disponga di carne. - per 12.000 soldati: alla solita razione cli 4 once occorrono 2.160 quintali. - per i 26.000 miliziani: 4.680 quintali. -

Legumi -

Da distribuirsi nei giorni del formaggio. (trattasi per lo più cli fave e ceci) - per 12.000 soldati: in ragione di uno starello misura locale ogni 56 soldati, ammontano per l'intero periodo previsto a 2.530. - per i 26.000 miliziani: 5 .499 starelli. -

Aceto -

Nei giorni dei legumi. - per i 12.000 soldati : 100 botti napoletane. - per i 26.000 miliziani: 216 botti napoletane. -

Olio -

Negli stessi giorni dei legumi. - per i 12.000 soldati: in ragione di I 00 razioni a quartana 4°, misura di Maiorca, fanno 6.400 quartane. - per i 26.000 miliziani: 14.040 quartane. -

Sale -

Ve n'è in abbondanza, per cui non occorre farne scorta.

37 38 39 40

La pinta genovese - misura volumetrica - corrisponde a litri 1,580. La botte napoletana - mis ura volumetrica - corrisponde a mc 0,576. L'oncia sarda - misura ponderale - corrisponde a grammi 28,25. La quartana corrisponde a litri 4,48.


Vària111i di progetto

-

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Legna -

-

per per per per

la piazza di Cagliari ne occorrono cli rispetto 2.000 carri. la piazza di Alghero 1.000 carri. Castel Aragonese 400 carri. gli altri luoghi non si presuppone bisogno cli legna , per cui non occorre farne scorta.

Sacchi -

Ne occorrono 6.000 per contenervi il biscotto, la fari na ed i legumi nei luoghi cli a mmasso» 41 • Da un altro prospetto allegato al fascicolo siamo in grado cli apprendere anche la modalità prevista per l'ammasso di tal i vettovaglie ed i loro costi correnti . «In quale maniera si debbano accantonare le vettovaglie in Sardegna, ed in che periodo per le truppe innanzi ipotizzate. Contribuiscono all'ammasso ciel grano le città, i baroni e gli ecclesiastici nella forma sottoesposta:

In questo Regno si produce una grande quantità di grano e di formaggio ... ma non viene rilasciata l'autorizzazione all'esportazione di tali prodotti. Questi potrebbero una volta riposti nei magazzini considerarsi dati in prestito a S.M., la quale, qualora ne abbia concreta necessità, li pagherà al prezzo qui corrente ed appresso dich iarato. In caso contrario invece supponendoli non necessari nemmeno ai bisogni del Regno, dovrebbe concedere il suddetto permesso di esportazione. Infatti qualora la flotta nemica non dovesse assalire la nostra isola, potrebbero tornare utili quelle vettovaglie per la flotta imperiale, in quanto risultano fra quelle in commercio al minor prezzo. Ciò premesso lo stoccaggio cli queste dovrebbe prevedersi per un periodo di 3 mesi, per il contingente di 12.000 soldati stranieri che sono indispensabili per la difesa del Regno e che dovranno venire. In ogni caso la effettiva dispo nibilità delle vettovaglie deve ritenersi riservata al solo stato cli assedio, mentre in assenza di questo potranno esser prelevate soltanto per evenienze militari (e previo acquisto). - Biscotto che andrà conservato per 3 mesi: 12.000 quintali al costo di 10 reali a l quintale. - Carne salata di maiale della quale sarà possibile ammassare più d i 2.000 quintali, al prezzo unitario di 20 reali . - Formaggio pari a 4.000 quintali a 24 reali al quintale. - Olio se ne potrà ammassare 800 quartane, misura di Maiorca, al prezzo di 4,5 reali a quartana , sufficiente per 100 razioni . - Legumi, dei quali si potrà ammassare 3 .000 starelli al prezzo unitario di 5 reali per le fave e 7 per i ceci»42 . Sebbene esposto in altre parole, siamo di fronte alla riproposizione dell'espediente già illustrato dal Camos circa lo stoccaggio dei viveri, espediente che presupponeva quale contropartita incentivante il più volte auspicato e sollecitato permesso di esportazione, che per motivi strategici in realtà non era però mai stato fino ad allora concesso. Il carteggio passa quindi a t ramandarci le varie relazioni concernenti ciascuna delle tre piazze principali, inventariate con identico criterio . CAGLIARI «Relazione e distribuzione degli uomini dei quali ha necessità il Castello cli Cagliari , secondo il prospetto seguente: - S. Pancrazio necessita di 600 soldati per il suo bastione.

4 1 A .0.S. , G. A., Leg. 79-45 , ff. 14-17. È importante rilevare che le riponatc razion i appa iono notevolmente inferiori a quelle vigemi negli ese rci ti imperiali dell'epoca. Sull'argomento cfr. R. MoKTEcucc:ou , Le opere, a cura di R. LuR,,GHT, Roma 1988 , voi. JJ , pp. 298 e sgg. 42 Ibidem, ff. 40-41, libera trad uzione .


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

- Per la strada coperta di S. Pancrazio, fino alla bocca ciel fosso, altri 400 soldati. - Dì rincalzo per il baluardo di S. Pancrazio e per la sua strada coperta, che sono un unico caposaldo , ancora 600 soldati. - Dalla cortina esterna di S . Pancrazio al bastione 100 soldati . - Alla guardia del cavaliere, che si attua alla cavallerizza posta contro la batteria di S . Pancrazio, 100 soldati. - Alla cortina di S . Clara alla guardia 50 soldati . - Sulla cortina del detto posto 500 soldati. - Per il bastione di S. C roce occorrono 700 soldati. Tutti i pezzi cli cui sono dotati gli uomini elencati sono opposti a quelli delle due batterie cli S . Pancrazio e S. Croce piazzate a maggior altezza . A 400 passi da questi si t rova Stampace. - Alla guardia di S. Croce 50 soldati . - Sulla p iattaforma di don Antonio cli Cardona 100 soldati . - Dal baluardo cli S. Antonio al bastione 500 soldati. - Dal bastione di S. Antonio alla porta 200 soldati. - Dalla fo r bice43 dell ' ultima porta al bastione 200 soldati. - Sul baluardo dei Caci per la guardia 30 soldati. - Sulla cortina dalla piazzola dei Caci fino al magazzino delle selle 100 soldati. - Sulla piazzola di S . Lucia per la guardia 50 soldati . - Di guardia alla fontana di S . Pancrazio 50 soldati. Per la suddetta piazza occorrono, come rincalzi pronti ad accorrere dovu nque il nemico possa m inacciare, altri 2 .000 soldati»44 • «Relazione e distribuzione dell'artiglieria di cui ha necessità il Castello di Cagliari, per la guardia e per la difesa, secondo il prospetto seguente: - Nel torrione di S. Pancrazio 5 cannoni. - In S. Pancrazio 2 sagri4 S. » » 1 mezza colubrina. » » 1 mezzo cannone. - Sui fianoh i dello stesso 4 petrieri . - Sopra la porta di S. P ancrazio 1 mezzo cannone . - Sopra la stessa porta I sagro . - Su lla nuova piattaforma di S . Pancrazio verso l'esterno 2 cannoni . - Sulla stessa ancora 2 sagri. - Sul cavaliere che si innalza al di sopra della cavallerizza 2 cannoni. - Sempre sullo stesso 2 sagri rinforzati. - Sulla cortina di S . Clara 1 cannone . - Ancora sulla stessa 2 quarti cli cannone. - Su lla detta cortina nella sezione tra S . Clara fino al fianco della porta cli S . Guglielmo 2 cannon i. - Sulla stessa a ltri 2 sagri. - Sul baluardo di S. Guglielmo, che è il maggiore della piazza ed è strettamente connesso con quello di S. Croce 4 cannoni . - A ncora sullo stesso 1 mezzo cannone. - Ed ancora 3 sagri rinforzati.

43

In architett ura mi litare si dava questo nome ad un' opera posta innanzi alla cortina, pu ntata alla campagna verso la quale si apri va come le due lame di una forbice appunto. Trattasi di un'opera comunque del tipo ad ango lo rientrante. 44 A.G.S., O.A., Leg. 79-45, ff. 8-9, libera traduzione. 45 Con tale termine si designava un pezzo di artiglieria di piccolo calibro, per lo più nove libbre, usato sia sulle galere che sugli spalti come infine negli eserciti, ed in quest 'ultimo caso era il maggiore dei pezzi campali . La lunghezza dell'anima raggiungeva le 26 bocche, mediamente, dettaglio che gli dava una notevole aliq uota di tiro teso.


Varianti di progetto

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- Sui fianchi dello stesso 4 petrieri. - Sugli stessi fianchi 2 mezzi cannoni. Tutti questi pezzi d'artiglieria tirano verso la batteria che sovrasta S. Pancrazio e verso l'altra che sovrasta il baluardo di S. Guglielmo. - Sulla cortina della fontana di S. Cruz 2 sagri . - Sempre sulla stessa 2 mezzi sagri. - Sulla piattaforma che sta tra S. Croce ed il baluardo di S. Antonio, a sua volta al cli sopra di S. Chiara, detta cli don Antonio de Cardona, 2 cannoni . - Sulla stessa altri 2 sagri. - Sul cavaliere di S. Antonio 2 terzi cli cannone. - Sul baluardo di S. Antonio 3 cannoni. - Sempre sul medesimo I mezza colubrina . - Ed ancora sullo stesso 2 sagri. - Ed ancora 1 mezzo cannone. - Ai fianchi del detto baluardo in alto ed in basso 4 mezzi cannoni. - Anco ra sugli stessi fianchi 4 petrieri . - Dalla cortina di S. Antonio alla porta 2 quarti di cannone. - Sulla stessa 2 mezzi sagri . - Nella forbice dell'ultima porta 1 cannone. - Sulla stessa 2 mezze colubrine. - Ancora sulla stessa 2 quarti di cannone . - Sui fianchi della suddetta forb ice 3 petrieri. - Sempre sulla stessa 2 quarti di cannone. - Sul baluardo della piazzola dei Caci I colubrina. - Sullo stesso 1 mezza colubrina. - Sulla cortina della piazzola dei Caci fino al magazzino delle selle 2 mezzi cannoni. - Dal magazzino fino alla piazzola del Focar 1 colubrina. - Sullo stesso Focar 2 mezzi sagri. - Sulla piazzola di S. Lucia 2 sagri . - Sulla fonte di S. Pancrazio 1 sagro. - Sempre sulla medesima 1 mezzo sagro. Tutti i pezzi cli artiglieria così ripartiti sommano in totale a 96. A fronte cli tale esigenza però vi sono al momento soltanto 50 pezzi di S. M. e della città . Ne mancano quindi 46, di ciascuno dei quali, per il poco tempo che la galera in partenza mi concede, non sono in grado di trasmettere il peso ed il costo, come pure per quelli occorrenti . Parimenti non sono in grado di quantizzare le palle che per questi pezzi vi sono né quante ne necessitino. Conto cli inviare in breve volger una esauriente stima al riguardo. In merito alla polvere per cannone ordinata a Genova, per adesso per i 50 pezzi suddetti esiste un quantitativo pari a 16.000 colpi con altrettante palle. Di quella sottile, per archibugio, importata da Napoli, invece vi sono 500 quintali, e verrà notificata con altro dispaccio» 46 . In pari data però, ovvero il 28 gennaio 1575, si ritrova una nota circa le palle di cannone abbisognanti al Castello di Cagliari, seigno che lo scrupoloso capitano era riuscito in qualche modo a redigerla allegandola al dispaccio urgente. «Relazione e peso delle palle che occorre provvedere per il Castello di Cagliari, per il munizionamento della sua artiglieria, redatto da don Juan Canoguera, il 28 gennaio 1575: - 200 palle da 40 libbre, peso di Cagliari. - 98 da 22 libbre. - 229 da 19 libbre .

ac; A.G.S., O.A., T.cg. 79-45, ff. 10-13, libera traduzione.


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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- 600 da 18 libbre. - 68 da 15 libbre. - 107 da 14 libbre. - I 38 da 12 libbre. - 793 da 9 libbre. - 1.110 da 3 libbre. In totale 5 .824 palle»47 • Dal primo prospetto citato, pur nella scarna e laconica elencazione, è faci le cogliere il perico loso stato di deficienza dell'armamento difensivo della piazza di Cagliiari, pari quasi al 50% delle esigenze. Al d i là tuttavia della puntualizzazione ciò che appare ai nostri occhi fo rse più interessante, lo si apprende dalle successive relazioni e riguarda le prestazioni e le caratteristiche tecniche di quei cannoni. «Relazione dell'artiglieria che possiede S .M . nel Castello di Cagliari : -

2 cannoni di bronzo pesanti 56 q uintali. 6 sagri di bronzo pesanti 23 quintali . 4 mezzi sagri di bronzo cli 11 quintali, che tirano palle da 3 libbre alla distanza di 1.000 passi . 1 sagro d i bronzo da 13 quintali che tira palle da 5 libbre alla distanza di I .800 passi . 8 falconetti di bronzo di peso all'incirca di 1 quintale. In totale assommano a 13 cannoni e ad 8 falco netti» 48 •

Complementare alla esposta era la relazione redatta dal Consig lio della città di Cagliari, notevolmente più precisa e dettagliata, fornendoc i entrambe le connotazioni del parco artiglieria esistente in q uel gennaio, così gravido cli preoccupazioni e paure. «Lista e memoriale compilato dai consiglieri della città di Cagliari circa le artiglierie, le munizioni e le armi che la stessa possiede: - 1 colubrina di 20 palmi di volata e cli 80 quintali di peso , che tira palle da 22 libb re. La gittata m assima è di 4,000 passi, mentre quella in punteria , ovvero a tiro teso, 1.200 . - 1 colubrina bastarda di 20 palmi di volata per palle da 19 libbre. Gittata massima 3 .200 passi, in punteria 1.200. - 2 mezze co lubrine da 19 palmi del peso di 30 quintali cadauna, calibro 9 libbre. Gittata massima 1.700 passi, in punteria 800. - 1 mezza colubrina di 19 palmi, del peso di 40 quintali e di 14 libbre di calibro . Gittata massima 2 .800 passi, in punteria 800 . È dotata di 122 palle. - 2 mezze colubrine da 19 palmi, ciascuna pesante 32 quintali. Gittata massima 2.500 passi, in punteria 800. Sono dotate complessivamente di 532 palle . - 2 mezze colub rine da 17 palmi, del peso di 19 q uintali cadauna, di calibro 11 libbre. Gittata massima 2.500 passi, in punteria 800. Sono dotate di 542 palle . - 1 mezza colubrina da 15 palmi, del peso di 23 quintali, di calibro 12 libb,i·e. Gittata massima 2.500 passi, in punteria 800. Dispone di 133 palle. - 7 sagri da 15 palmi, del peso d i 20 quintali cadauno, di calibro 8 libbre . Gittata massima 1 .200 passi, in punteria 700. Dispongono di 1.169 palle . - 1 cannone petriero bastardo, di fabbricazione francese, eia 20 palmi del peso di 40 quintali e del calibro d i 60 libbre per palle in ferro e 20 per quelle di p ietra . Gittata massima 1.300 passi, in punteria 400 . Dispone di 2 casse (affusti) e d i 20 palle . - I cannone petriero da 14 palmi, del peso di 20 quintali del calibro di 40 libbre per palle di ferro e 15 per quelle di pietra. Gittata massima 800 passi, in punteria 300. Dispone cli 220 palle .

47 48

Ibidem, f. 18, libera trad uzione. Ibidem, ff. 25-27, libera traduzione.


Varianti di progetto

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- 2 mezzi cannoni da 15 palmi, del peso di quintali 23 cadauno e d i calibro 9 libbre. Gittata massima 2.500 passi, in punteria 700. Dispongono di 142 palle. - 2 mezzi cannoni da 15 palmi del peso complessivo di 72 quintali, di cal ibro 8 libbre. Gittata massima 2.000 passi, in punteria 600. Senza munizioni. - 2 quarti di cannone da 12 palmi dei quali il più grande pesa 24 quintali e l'altro 18. Il calibro è 12 libbre. Gittata massima J .500 passi, in punteria 500. Dispongono cli 266 palle. - 3 falconetti grandi da 8 palmi e ciel peso cli 2 quintali, cli calibro 1,5 libbre. Gittata massima 800 passi, in punteria 400. Nessuna munizione. - 7 falconetti piccoli eia 7 palmi ciel peso di 2 quintali, che tirano una palla da 9 once. Gittata massima 600 passi, in punteria 200. Nessuna munizione. Relativamente alle misure lineari e ponderali si devono intendere quelle in vigore nella città ovvero quelle di Barcellona ... (La relazio ne prosegue con l'elenco delle scorte cli piombo, delle corazze e della polvere, precisando che la stessa città aveva fatto acquisto presso Milano di 800 archibugi, che si attendevano proprio in quel mese di gennaio)» 49 . Notificate le artiglierie imperiali e civiche, postate nel Castello di Cagliari, la relazione passa a dettagliare le specifiche di quelle ancora mancanti, cioè delle altre 46, che curiosamente si stimano però in 39 più 24 petrieri. La lieve divergenza potrebbe essere imputata al movimento di qualche pezzo da un altro settore delle piazza. «Relazione dell'artiglieria di cu i ha necessità il Castello di Cagliari, detratte quelle cli proprietà della CiLtà e di S.M.: Occorrono J 8 cannoni ... così connotati: - 6 cannoni di bronzo eia 19 bocche di canna, pari a 12 palmi, ciel calibro cli 55 libbre, ciel peso di 33 quintali, dalla gittata massima di 2.500 passi ed in punteria di 500. - 12 cannoni di bronzo da 22 bocche di canna, dal peso cli 24 quintali, ciel calibro cli 35 libbre, dalla gittata massima di 2.500 passi ed in punteria cli 500. - 6 mezzi cannoni in bronzo ciel peso di 18 quintali, da 22 bocche pari a 11 palmi, ciel calibro cli 25 lìbbre, dalla gittata massima pari a quella dei precedenti cannoni. - 8 quarti di cannoni di bronzo da 14 quintali , di 27 bocche pari a 11 palmi, di calibro 15 libbre, con gittata massima pari ai cannoni precedenti. - 5 sagri cli bronzo da 11 quintali cadauno, da 33 bocche pari a 12 palmi, del calibro di IO libbre, dalla gittata massima cli 2.000 passi . - 2 mezzi sagri di bronzo da 6 quintali, da 31 bocche pari a 10 pa lmi, del calibro di 3 libbre e dalla gittata massima di 1.300 passi. - 15 petrieri di bronzo da 7 quintali, da 6 palmi, con calibro per le palle di ferro di 50 libbre. - 9 petrieri di bronzo eia 5 palmi e di calibro 35 libbre. Tutte le misure, lineari e ponderali si intendono cli Napoli» 50 • Ultimo memoriale concernente la piazza di Cagliari è quello dedicato al suo porto, giustamente reputato cli basilare importanza ai fini difensivi. «Relazione sul porto d i Cagliari, sulle navi che può contenere all'interno della sua palizzata, sulle possibilità che offre alla flotta nemica per un eventuale sbarco contro la città, su quanto ho consigliato in materia di fortificazione ciel borgo della marina al viceré, sui guastatori che occorrono per realizzarle, sul perché sia necessario per garantire la funzi onalità di tali opere demolire il monastero ed alcune case, ed inoltre su quanti uomini ed artiglierie mi sembrino indispensabili - una volta realizzate le suddette fortificazioni - alla loro difesa, su quanto tempo possano resistere, ed infine sulla loro utilità complessiva:

49 50

Ibidem, ff. 19-22, libera traduzione. Ibidem , ff. 23-24, libera tradu zione.


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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Il porto d i Cagliari è costituito verso il largo eia uoa palizzata alla quale si accede tramite uno .~ tretto canale, navigabile al massimo eia una galera per volta o da una nave di stazza non su periore alle 2.000 salme 51 . TI suo fon dale risulta alquanto basso, ed al suo interno si possono radunare una quarantina di galere e fino a una dozzina di navi, sicure con qualsiasi condizione atmosferica . Tuttavia lo scirocco crea qualche problema: mi sono al riguardo informato da alcuni vecchi m arinai ciel posto che mi hanno confermato che in nessun caso vi si possono perdere imbarcazioni. Anche all'esterno della palizzata resta un buon riparo per qualunque numero di navi grosse: ad ogni modo nel caso sia necessario al suo interno è possibile ormeggiare, una volta disarmate dei remi, anche 80 galere e 25 navi propriamente elette. In merito alla flotta nemica questa è solita avvalersi del Capo di Pula, verso occidente, come scalo, e dalle mie informazio ni risulta che trattasi in effetti cli un valido ancoraggio ben riparato e sicuro. Lo stesso può d irsi ciel resto anche per il Capo cli Carbonara verso Quarto, a 4 miglia dalla città, e da un capo all'altro vi sono almeno 20 miglia. Lo sbarco in massa potrebbe facilmente avvenire però proprio presso Quartu. Qui per le favorevoli connotazioni della costa sarebbe agevole anche trasbordare le artiglierie, rinvenendosi per di più in zona abbondanti disponi bilità di acqua dolce, nonché di arbusti e terra , entrambi utilissimi al nemico per fortificarsi. Ora stando la flotta nemica nelle acque di Cagliari, con pochissime unità che incrociassero innanzi la palizzata, potrebbe interdirla totalmente . Non sarebbe infatti proponibile in tali condizioni l' invio cli soccorsi per mare verso il eletto borgo della marina, né tampoco alla stessa Cagliari. Anche a voler violare il blocco cli notte per tentare cli imboccare il varco della palizzata si verrebbe avvistati da lontano. Pertanto il presupposto di aiuti provenienti da mare mi appare infon dato ed irto di pericoli. Ne consegue che s'impone una stretta vigilanza difensiva alla palizzata , per evitarvi infiltrazio ni nemiche , quasi equivalente a quella riservata al Castello di Cagliari. Del resto quest'ultimo proprio per la sua posizione arroccata n on appare in grado di interven ire attivamente nella difesa del porto. Necessario perciò fortificarlo autonomamente, parere già a suo tempo sostenuto dall' ingegner Fratino, opera che fu persino intrapresa, il cui costo però eccederà di oltre u n terzo di quello preventivato dal medesimo tecnico. Quanto affermato implica anche la demolizione inevitabile del monastero d i S . Francesco ed ancora di quello di S . Agostino, t roppo a ridosso rispettivamente alla strad a coperta e ad un bastione, nonché alcune case, sempre da quel lato . Dall'altra banda inoltre si deve demolire il monastero del Gesù, ritrovandosi sulla strada coperta. Poco innanzi, lungo la corti na di Bonaria fino al bastione di S. Jago vanno abbattute molte case che si sono addossate alla medesima cortina, preguiclicanclone il valore difensivo. I costi da sostenere per quanto esposto in materia di fortificazione sono dell'ordine, per quello che mi risu lta di circa 6.000 scu di. Attuato il programma occorrono per la guarnigio ne difensiva ciel borgo , supponendo la forza del nemico pari a quanto io stesso già potei vedere (forse all'assedio della Goletta) , e per non più cli 20 giorni , almeno 2.500 soldat i e o1tre 30 pezzi cli artiglieria cli grosso calibro ... (La relazione si concluae con una scarna e sintetica puntualizzazione ci rca le caratteristiche cli alcuni bastioni, con osservazioni assolutamente marginali e poco rilevanti)» 52 . TI carteggio passa quindi ad esaminare con analoga im postazione la situazione di Alghero, il suo stato difensivo al momento e le sue necessità, limitando però l'esposizione alle sole artiglierie e munizioni.

ALGHERO «Relazione sull 'artiglieria di cui dispone la città cli A lghero , con particolare riferimento al peso, al calibro, alla lunghezza dell'anima, alla gittata ed alla località di fusione di ciascun pezzo, esposti nel tabulato seguente :

51

T.a salma -

misura volumetrica - corrisponde all'incirca ad un quint.o di mc, ovvero con grossa approssimazione a litri

200. 52

A .G.S., G.A., Leg. 79-45 , ff. 28-30, libera t.raduzione.


Varianti di progetto

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- 1 mezzo sagra di bronzo, del peso di 7 quintali, del calibro di 3 libbre, con lunghezza di 22 bocche. Gittata massima 1. 500 passi. Fuso a Genova . - 1 sagra di bronzo da 16 quintali, calibro 6 libbre, di lunghezza 25 bocche. Gittata massima 2.000 passi. Fuso a Genova . - I sagro cli bronzo da 26 quintali, calibro 6 libbre, di lunghezza 25 bocche. Gittata massima 2.000 passi. Fuso a Genova. - 1 mezzo sagro dì bronzo da 9 quintali, eia 3 libbre, di lunghezza 26 bocche . Gittata massima 2.000 passi. Fuso a Genova. - 1 mezzo sagro di bronzo da 6 quintali, eia 2 libbre, di lunghezza 24 bocche. Gittata massima l.500 passi . Località di fusione non indicata. - 1 mezzo cannone petriero cli bronzo da 26 quintali, di lunghezza 12 bocche. Fuso a Firenze e con lo stemma dì Firenze . - 1 cannone petriero dì bronzo da 18 quintali, di calibro 20 libbre e di lunghezza 10 bocche. Località di fusione non indicata . - 1 mezzo cannone cli bronzo da 44 quintali, di calibro 18 libbre, di lunghezza 22 bocche. Gittata massima 2.500 passi. Fuso a Genova. - 1 quarto di cannone di bronzo dì 25 quintali, di calibro 12 libbre, di lunghezza 22 bocche . Gittata massima 2.700 passi. Località cli fusione non indicata. - 1 sagro di bronzo cli 15 quintali, di calibro 5 libbre, cli lunghezza 26 bocche . Gittata massima 2.000 passi. Fuso a Genova. - 1 passavolante di bronzo di 6 quintali, di calibro 2 libbre, dì lunghezza 32 bocche. Gittata massima 2.000 passi. Fuso in Spagna con lo stemma reale. - 1 mezza colubrina di bronzo bastarda cli 32 quintali, di calibro 9 libbre, di lunghezza 29 bocche. Gittata massima 3.000 passi. Fusa a Genova . - 1 mezza colubrina cli bronzo bastarda di 27 quintali, cli calibro 9 libbre, di lunghezza 29 bocche. Gittata massima 3.000 passi. Fusa in Francia e recante il suo fiore. - 1 sagra di bronzo di 18 quintali, di calibro 6 libbre, di lunghezza 25 bocche. Gittata massima 3.500 passi. Fuso a Genova. - 1 colubrina accertata per 4 palmi di lunghezza eia 50 quintali cli bronzo. Inutilizzabile. - I sagra di bronzo di 20 quintali, lesionato . Inutilizzabile. - 1 mezzo cannone di bronzo di 36 quintali, di calibro 18 libbre, cli lunghezza 22 bocche. Gittata massima l. 700 passi. La località di fusione non è indicata. - 1 mezzo sagra di bronzo di 9 quintali, di calibro 3 libbre, di lunghezza 26 bocche. Gittata massima 2.000 passi . Fuso a Genova . - 1 mezzo sagro di bronzo di 7 quintali, di calibro 3 libbre, di lunghezza 23 bocche. Gittata massima 2.000 passi. Fuso a Genova . - 1 mezza colubrina bastarda di 32 quintali, cli calibro 15 libbre, di lunghezza 29 bocche. Gittata massima 3.000 passi . Fusa a Genova. - 1 sagro di bronzo rinforzato di 22 quintali, di calibro 11 libbre, dì lunghezza 23 bocche. Gittata massima 2.000 passi. Fuso a Malaga. - 1 sagro di bronzo rinforzato di 20 quintali, di calibro 6 libbre, dì lunghezza 26 bocche . Gittata massima 2.500 passi . Fuso a Genova. - I terzo cli cannone di bconzo di 24 quintali, di calibro 13 libbre, di lunghezza 22 bocche. Gittata massima 1.400 passi. Fuso a Genova. _, I petriero di bronzo dì 24 quintali, di calibro 24 libbre, dì lunghezza 9 bocche. Fusione turca. - 1 passavolante di bronzo di 6 quintali, di calibro 2 libbre, dì lunghezza 33 bocche. Gittata massima 2.000 passi . Fuso in Francia e recante il suo fiore . - 1 passavolante dì bronzo di 6 quintali, di calibro 2 libbre, di lunghezza 33 bocche. Gittata massima 2.000 passi. Fusione recante lo stemma aragonese. - I sagro tedesco rinforzato di bronzo di 22 quintali, di calibro 6 libbre, di lunghezza 26 bocche. Gittata massima 2.500 passi. Località di fusione non indicata. - I mezzo cannone di bronzo cli 37 quintali , lesionato. lnulizzabile. - 1 mezzo sagra di bronzo dì IO quintali, di calibro 3 libbre, di lunghezza 20 bocche. Gittata massima 2.000 passi. Fuso a Genova .


La d{fesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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- 1 terzo di cannone di bronzo di 24 quintali, di calibro 11 libbre, di lunghezza 22 bocche. Gittata massima 2.500 passi. Fuso a Genova . - I mezza colubrina bastarda cli bronzo di 32 quintali, di calibro 3 libbre, cli lunghezza 37 bocche. Gittata massima. 3.000 passi . Fusa in Spagna. - 1 passavolante di bronzo cli 6 quintali , di calibro 2 libbre, di lunghezza 25 bocche. Gittata massima 2.000 passi. Località di fusione non indicata . - I sagra di bronzo di 15 quintali, di calibro 5 libbre, di lunghezza 27 bocche. Gittata massima 2.000 passi. La località di fusione non indicata. - I sagra di bronzo di 15 quintali, di calibro 5 libbre, di lunghezza 27 bocche. Gittata massima 2.000 passi. Località di fusione non inclicata» 53 . Secondo la prassi dell'incartamento in esame, a questo primo tabulato fa da complementare quello relativo alle esigenze della stessa piazza, sem pre in materia di a rtiglieria, che così vennero espresse: «Relazione sull'artiglieria di cui ha necessità la città di Alghero: - 12 cannoni di bronzo di 30 quintali, di calibro 15 libbre, cli lunghezza di 19 bocche, con gittata massima cli 2.500 passi, ed in punteria di 500. - 6 mezzi cannoni di bronzo cli 18 quintali, di calibro 25 libbre, di lunghezza 22 bocche, con gittata massima di 2.500 passi. - 6 quarti di cannone di bronzo cli 14 quintali, di calibro 15 libbre, di lunghezza 27 bocche, con gittata massima di 2.500 passi. - IO petrieri di bronzo di 7 quintali cadauno, di calibro di 40 libbre con palla in ferro, e di lunghezza di 6 palmi. Le misure lineari e ponderali vanno intese per quelle in uso nel Regno di Napoli» 5' 1• Seguiva infine il prospetto delle munizioni, palle e polvere, sempre nella duplice veste cli inventario e di richiesta: «Relazione circa le palle che bisogna fornire per l'artiglieria di S.M. posta nella città di Alghero, e di quelle che invece già vi si trovano : - 759 palle da 18 libbre cadauna - 973 palle da 9 libbre cadauna - 616 palle da 9 libbre cadauna - 2.013 palle da 6 libbre cadauna - oltre 1.000 palle da 3 libbre cadauna - oltre 1.000 palle da 2 libbre cadauna - 300 paJle da 11 libbre cadauna. Sommano 6.661 palle. Tutte queste palle servono a completare la dotazione che ciascun pezzo deve avere, oltre a quelle che già attualmente tiene (si suppone quindi, senza farvi esplicita menzione, una riserva per pezzo di ordinanza - forse 300 -: questa giustificherebbe perciò i valori espressi fino all'unità nelle richieste). Relazione sulla polvere che possiede la città cli Alghero e su quanta invece ne abbisogni alla stessa: - Per le 300 palle di ciascun pezzo posseduto dalla città si dispone di polvere per 170 quintali, tutta da raffinare. - Per gli archibugi invece di 40 quintali

53 54

Ibidem, ff. 31-37, libera t.raduzione. Ibidem, f. 42, libera traduzione.


Varianti di progetto

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Mancano per il completamento della dotazione d'ordinanza oltre 300 quintali di polvere grossa per cannone ed ancora un terzo, ovvero 100 quintali di polvere sottile per archibugio» 55 •

CASTEL ARAGONESE «Relazione sull'artiglieria di S .M. in dotazione a Castel Aragonese : - 1 sagro cli bronzo di 31 quintali, di calibro 11 libbre, cli lunghezza 27 bocche, con gittata massima cli 2.700 passi. Fuso a Genova . - 1 sagro di bronzo di 30 quintali, di calibro 11 libbre, di lunghezza 27 bocche, con gittata massima di 2. 700 passi. Fuso a Genova. - 1 quarto cli cannone cli bronzo di 26 quintali di S. Marco, di calibro 12 libbre, di lunghezza 21 bocche, con gittata massima di 2.300 passi. Non è indicata la località di fusione. - 1 sagro di bronzo francese recanle il suo fiore, del peso di 20 quintali, di calibro 10 libbre, di lunghezza 26 bocche, con gittata massima di 2.300 passi. Non reca indicata la località di fusione. - 1 sagro di bronzo cli 23 quintali, cli calibro 10 libbre, cli lunghezza 23 bocche, con gittata massima di 2.500 passi. Fuso a Genova . - 1 mezzo sagro di bronzo di 8 quintali, di calibro 3 libbre, cli lunghezza 27 bocche, con gittata massima cli 2.000 passi. Fuso a Genova. - 1 terzo di cannone di bronzo cli 24 quintali, di calibro 11 libbre , di lunghezza 22 bocche , con gittata massima di 2.500 passi. Fuso a Genova. - I mezza colubrina bastarda cli bronzo di 32 quintali, di calibro 3 libbre, di lunghezza 27 bocche, con gittata massima di 3 .000 passi. Fuso in Spagna. - 1 passavolante di bronzo di 6 quintali, di calibro di 2 libbre , cli lunghezza 27 bocche, con gittata massima di 2.000 passi. La località cli fusione non è indicata. - 1 sagro di 13 quintali, di calibro 5 libbre, cli lunghezza 27 bocche, con gittata massima di 2.000 passi. La località di fusione non è indicata. - 1 mezzo sagro di bronzo di 8 quintali, cli 3 libbre di calibro, di lunghezza 26 bocche, con gittata massima di 2.000 passi. Fuso a Genova. - 1 cannoncino da campagna di bronzo cli 5 quintali, di calibro 2 libbre, appartiene a Castel Aragonese e non possiede munizioni. - 6 smerigli di bronzo ordinari con due mascoli 56 ciascuno. - Vi sono infine oltre 24 archibugi e 14 lance» 57 . Faceva seguito quindi il prospetto munizioni così enunciante: «Relazione sulle palle e sulla polvere di cui necessita Castel Aragonese, e su quella che invece possiede: - 500 palle da 11 libbre cadau na - 100 palle da 12 libbre cadauna - 300 palle da 3 libbre cadauna - 300 palle da 2 lib bre cadauna (trattasi delle palle mancanti). La polvere di cui dispone attualmente Castel Aragonese: - polvere per cannone 18 quintali - polvere per archibugio 4 quintali - piombo 10 quintali.

55

56

Jbidern , f. 43, libera tradu zione.

li «mascolo» era l'olluratore mobile delle antiche artiglierie a retrocarica, che fungeva anche da comenitore della polvere. Questo si incastrava nel cannone propriamente dello, od anche «tromba», e lo si faceva aderire saldamente med iante una staffa e dei cunei . Tuttavia la dicitura del memoriale è in questo caso imprecisa in quanto il suddetto mascoki faceva parte sempre e ~ol tani.o di un cannone petriero, e mai di uno «smeriglio», piccolo pezzo ad avancarica. 57 A.G.S., G .A., Leg. 79-45, ff. 37-38, libera traduzione.


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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Ha bisogno della polvere necessaria per il completamento della dotazione dei tiri d'ordinanza, pari a 60 quintali» 58 • Anche i torrioni di Oristano e di Bosa, nonché il Castello cli quest'ultima cittadina, vennero minuziosamente ispezionati ed inventariati, a riprova della preoccupazione vivissima imperante.

ORISTANO «Artiglieria in dotazione alla Torre di Oristano posta sulla marina, presso la foce del fium e, consistente in 3 pezzi di S.M. di seguito descritti: - 3 quarti dì cannone dì bronzo di 23 quintali, di calibro 8 libbre, cli lunghezza dì 20 bocche , con gittata massima di 2.500 passi» 59 . «Relazione sulla polvere e sulle palle di cui dispone la Torre cli Oristano, e su quelle dì cui ha necessità: - Per ì suoi 3 pezzi dispone dì 169 palle, ne occorrerebbero, per completare le 600 di ordinanza, altre 431 del peso di 8 libbre cadauna. - Per quelle palle ha bisogno dì 20 quintali cli polvere per cannone»60 .

BOSA «L'artiglieria che tiene in dotazione la Torre di Bosa, posta alla foce del fiume, è quella appresso descritta: -

I quarto di cannone dì bronzo di 24 quintali, del calibro cli 6 libbre al massimo, ed al minimo

5. - Vi sono inoltre 6 lance. - 1 sagro cli'bronzo di 13 quintali, dì calibro 6 libbre, di lunghezza 39 bocche, con gittata massima di 2.000 passi. - 6 piccoli smerigli.

NEL CASTELLO DI BOSA -

1 sagro dì bronzo dì 20 quintali, di calibro 6 libbre» 61 •

«Relazione sulle palle e sulla polvere cli cui ha bisogno la Torre dì Bosa , posta alla foce del fiume, e su quelle di cui attualmente dispone: - 100 palle da 13 libbre - 100 palle eia 6 libbre - Polvere in aggiunta a quella che tiene quintali 12. Relazione sulle palle e sulla polvere dì cui dispone il Castello dì Bosa, e di quante altre dovrebbe avere:

58 59

60 61

Ibidem, Ibidem, Ibidem , ibidem,

f. 44, libera traduzione. libera traduzione. ff. 44-45, libera traduzione. f. 40, libera traduzione.


Varianti di progetto

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- Al momento dispone di 14 palle. Ne occorrerebbero 300 delle quali 150 da 6 libbre e 150 da cinque libbre . - Possiede 1 quintale di polvere, e gliene servirebbero 12 di quella per cannoni»62 . Ultimo documento della voluminosa e articolata relazione - di quelli pervenutici - è una sorta cli sommario riassunt ivo di quanto fin qui esposto, con una particolare serie di osservazioni ed indicazioni. La sua redazione non appartiene al medesimo capitano ma ad un collega, don .Tuan Baptista Reyna, più esperto nel settore degli armamenti navali, e quindi in un certo senso suo complementare. Sarà proprio il Reyna che avvierà il discorso sulla difesa costiera navale in maniera competente e sistematica, discorso destinato a protrarsi per i successivi ottanta anni, ovvero sino al febbraio del 1652, data cieli 'entrata in servizio dell'Amministrazione Reale delle Galere Sarde. «Sommario di alcuni suggerimenti indirizzati a V.M. eia parte di .Juan Baptista Reyna circa le disposizioni che conviene adottare per il servizio a V .M. e per la difesa del Regno di Sardegna, ed ancora circa la fortificazione cli Cagliari e Castel Aragonese . Innanzitutto affermo che, disponendo V .M. nel detto Regno soltanto di 3 piazzeforti, mi sembra indispensabile procedere alla trasformazione in piazzaforte anche cli Oristano. Tutto in essa si presta all'uopo, ragion per cui in brevissimo tempo e con ridottissima spesa si potrebbero imbastire le opere bastionate in terra ... , opere per la cui realizzazione è possibile fare affidamento sulla spontanea quanto gratuita collaborazione degli abitanti, come dagli stessi mi fu assicurato. Circa poi gli uomini della milizia che nel Regno al momento del bisogno possono riunirsi , stima attendibile li colloca a 20.000 fan ti e 6.000 cavalieri. Cattivo purtroppo il loro armamento e peggiore la loro disciplina, imponendosi pertanto una riqualificazione dell'intera massa, come esposto nelle precedenti relazioni .. . È indispensabile inoltre, proprio per i motivi innanzi esposti, che V.M. provveda all'invio cli un maestro di campo e di un commissario generale per la cavalleria e cli un maestro cli campo e di un sergente maggiore per la fanteria . Dovranno essere logicamente persone cli provata esperienza ed abilità, tali da incutere con la loro autorità la disciplina e l'obbedienza ai predetti militi. È altresì da evitare la nomina di capitani tutti indigeni, come pare nelle intenzioni dell'attuale viceré, poiché così facendo, non potendo i medesimi farsi carico economicamente della compagnia, resteranno inascoltati in materia cli disciplina ed addestramento . Né i soldati li riconosceranno per loro ufficiali superiori. Necessari quindi i richiesti maestri di campo unici in grado di esigere ubbidienza non soltanto dai semplici soldati ma financh e dai loro capitani ... Altra imprescindibile esigenza per il retto servizio di V.M. deriva dall'artiglieria. Infatti facendosi la raccolta cli quei l 05 pezzi a suo momento espressa, nonché delle munizioni e delle palle, per la salvaguardia di questo Regno - per non parlare di quelli esistenti già ora pari a quasi 200 pezzi con almeno 4.250 quintali cli polvere e 38.802 palle di vario calibro - occorre deputarvi un idoneo funzionario. Il grado specifico potrebbe essere quello di capitano generale, o maestro di campo, oppure commissario, o come meglio soddisfi a V.M., che sia però abilitato di prendersi carico e cura dell'intero parco delle artiglierie e delle munizioni e dei cannonieri - dei quali per inciso ne mancano almeno 50 ad oggi - . Così non si correrà più il rischio di ritrovarsi con le armi inefficienti all'istante del bisogno, con pezzi dqnneggiati ed inaffidabili, con persino la polvere ammalorata - come accade al presente, tant'è che si impone la sua nuova raffinazione con sensibile aggravio cli spesa - .. . Proprio per restare alle spese conviene che V .M. provveda, con maggior oculatezza e sagacia cli quanto fatto finora, circa i lavori di fortificazione delle piazze del Regno, spendendo il denaro con maggiore ordine. Da evitarsi specialmente tutti i sovrastanti che al presente affollano i cantieri, assorbendo per loro compenso quasi un terzo delle cifre spese nelle opere ... Parimenti conviene al servizio di V.M. e dello stesso Regno, che in esso si abbia normalmente una squadra cli 6 galere per la vigilanza costiera, in maniera da scongiurare i danni continui inflitti dalle fuste corsare. Queste infatti, approfittando delle infinite calette deserte e dei porticcioli incustoditi,

62

ibidem, ff. 44-45, libera traduzione.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

compiono quotidianamente innumerevoli razzie, tanto nei confronti delle finanze quanto in quello degli abitanti medesimi, per di più in assoluta impunità, quasi operassero all'interno delle loro case. Nessuno in fatti è preposto a stornarne gli assalti ed a rintuzzarne l'ardire. Le suddette 6 galere si potrebbero con estrema facilità ospitare nel Regno, mantenendole con gli introiti del dazio annuale del grano, dei formaggi e del cuoi. L'ammontare potrebbe essere stabilito onestamente ed equilibratamente da V .M . Oltre a proteggere l' isola dai corsari le 6 unità della guardia troverebbero impiego alternativo nei momenti cli emergenza per il trasporto di rinforzi e di munizioni, dovunque occorra a V.M .. . Ora poiché V .l'v!. per fortificare adeguatamente questo Regno e per armarlo e rifornirlo cli munizioni e di uomini idonei, dovrà spendere cifre considerevoli , dell'ordine dei 203 .000 ducati, mi sembra coerente che lo stesso Regno fornisca una certa quantità di denaro che potrà procurarsi con un modesto tributo sopra ogni capo di bestiame, dei quali vi è un grandissimo numero ... Ì\fa essendo altissime le lamentazioni dei poveri vassalli di questo Regno, che mi hanno colpito dovunque sono passato, contro le estorsioni e le ruberie dei baroni e dei ministri, e subendo molto più di quanto sia naturale da parte di quelli, occupati maggiormente a possedere cavalli che a bonificare le terre, si rende indilazionabile inviare un ispettore a visitare il Regno. Questi potrebbe così completare quanto già intrapreso dal precedente, disgraziatamente defunto, e ciò non soltanto per obbedienza ai divini comandamenti, ma anche e soprattutto per curare gli interessi cli V.M., onde non perda questo Regno , e per pacificare gli animi che attualmente risultano esacerbati. Affinché infine V .M. possa valutare con chiarezza ciò di cui ha bisogno il Regno ed i costi relativi allego il seguente prospetto, relativo alle esigenze militari ed al loro ammontare economico. In Cagliari vi sono 36 pezzi di artiglieria e ne occorrono per il completamento, previsto in 80, altri 44, che peseranno quintali 1.938 - con caratteristiche esposte nella relazione specifica - al costo di 12 ducati al quintale, per un ammontare pari a 23 .250. Occorrono parimenti 28 pezzi per il borgo della marina pari a 1.531 quintali che, sempre a 12 ducati, fanno altri 18 .332. La polvere presente al momento in Cagliari è 1.766 quintali. Ne occorrerebbero altri 826 al prezzo di 10 ducati al quintale, pari a 8.260 . Le palle sono 10.272, e ne mancano 14.400 pari a quintali 205 che al prezzo di 3 ducati al quintale fanno 6 .672. Per incavai.care i suddetti pezzi sugli affusti si spenderanno ducati 4 . 143 . P er ultimare le fortificazioni della Città e ciel borgo - conformi ai progetti - occorrono ducati 17 .000 . P er gli espropri dei due monasteri e delle case che si devono demolire occorrono ducati 14.000. Le ar tiglierie di cui dispone A lghero sono 34 pezzi o lt re a 22 smerigli. Occorrono al completamento, previsto in 57 pezzi, altri 23 che peseranno quintali 1.548, per complessivi ducati 16.176. La polvere che si trova in detta città è qu_intali 170. Ne occorrono ancora quinta li 869 pari a ducati 8.690. Le palle di cui dispone la piazza sono 1.840, e ne necessitano altre 8.690 pari a quintali 1.094 ovvero a ducati 3 .284. Per incavalcare i detti pezzi sugli affusti occorono d ucati 1.657 . Per ultimare le sue fortificazio n i conformi alla pianta necessitano d ucati 16 .000 . Per le munizioni della Torre di Bosa, ducati 316. In Castel Aragonese l'artiglieria presente è costituita da 9 pezzi . Ne occorrono altri IO , pari a quintali 440 che fanno ducati 5.280 . Nella detta p iazza vi sono 20 quintali di polvere, ma al completamento dei 19 pezzi previsti ne occorreran no 289 quintali pari a ducati 2 .890. Non vi sono al momento palle di nessun calibro, ne serviranno quindi 3.600 pari a q uintali 282 che fan no ducati 852 . Per completare le sue fortificazioni occorrono ancora ducati 6 .250. Per incavalcare i pezzi suddetti necessitano d ucati 620. La polvere di rispetto per gli archibugi delle predette fortezze ammonta a quintali 280 a 12 ducati a l q uintale pari a ducati 3.360. Corda cli rispetto necessaria pari quintali 550 a 4 ducati al quintale assomma a 2.200.


Varianti di progetto

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P er armare la milizia posta al servizio delle dette piazzefo rti occorre fornire le seguenti anni: Lance per cavalleria da 20 palmi cadauna in n. 6.000, al prezzo unitario di 7 reali ammontano a ducati 3.800. Pettorali, spadoni, gorgiere e montature per la detta cavalleria in n. 2.000 a 3,5 scudi cadauno completo fanno 7 .000. Occorrono ancora 5 .000 archibugi per la fanteria miliziana cli cui parte completi e parte con la sola fiasca, r ispettivamente a 24 e 20 reali cadauno pari a ducati 20 .000. Ed ancora 2.000 corazze a 5 scucii cadauna pari a 10.000. 6.000 picche a 5 reali cadauna pari a ducati 2. 727 . 4.000 spade con il loro fodero a 22 reali cadauna fanno ducati 4.363. Mezze picche ed alabarde in n . 2.000 a 4 reali fa nno d ucati 700 . (l'elenco prosegue con voci cli importanza trascurabile e decrescente). Ammontare della spesa di quanto necessario al Regno di Sardegna: ducati 203 .000 Volendo V .IVI. ordinare cli chiudere nelle mura S. Pancrazio, il borgo e Stampace, secondo il progetto del Fratino occorrono ancora ducati 50.000. Similmente volendo inglobare la sezione della Giustizia di Alghero occorro ancora ducati 8.000» 63 • Sempre nel maggio dello stesso anno veniva riproposta in termini sostanzialmente analoghi la difesa costiera navale, questa vol.ta da don Pedro Quintana, probabilmente un ennesimo ispettore im periale . «Memoria de lo que a don Pedro Quintana le parece que mas convendria al servicio de Su. M.d por ahora en el reyno de cerdena y que con rnas faciliclad se potria concertar con el reyno el assienr.o ... oJ

. .. perché lo auspicano caldamente tanto le città quanto i privati . Pertanto ho esam inato con Sassari, Alghero ed alcuni privati - per mancanza di tempo ancora non ho potuto con Cagliari, ma lo ritengo ugualmente ceno anche per lei - , che lo accettano cli b uon grado . Il suddetto piano prevede che S.M. desti ni qui sei galere le quali debbono essere inviate già operative, perché nel caso contrario non vi sono nell'isola risorse sufficienti, mentre per mantenerle, invece, ve ne sono anche se fossero dodici. I costi di mantenimento della squadra, sebbene don J uan Canoguera li abbia stimati 5.500 ducati, a mio avviso non dovrebbero eccedere i soli 5.000. Per reperire tale cifra non nutro alcun dubbio sulla possibilità cli contribuzione del Regno in ragione della metà . Infatti molte sono le opportunità che possono tassarsi ... Dal eletto Regno escono abitualmente ogni anno più o meno da 80.000 a 90.000 quintali di cacio, dalla cui esportazione ricavano i maggiori proventi i genovesi , poiché sia a Napoli che a Valencia ed a Barcellona è richiestissimo, come pure in molte altre parti cl' Italia e cli Sicilia. Ritenere perciò che con una tassa cli due reali a quinlale su tale prodotto si distruggerebbe l'esportazione è affermazione semplicemente ridicola . Così facendo potrebbe V.M . ed il Regno lo auspica, eliminare le razzie delle fuste corsare che soggiornano presso le sue coste e catturano molti abitanti dell'isola, mettendo sempre in forse gli arrivi e Je partenze dalla stessa ... Inoltre sarebbe utile per l'eco nom ia del Regno che V.M . pro ibisse la pesca d el corallo agli stranieri , recuperandosi in tal modo ingenti capitali. Infine con l'attivazione di una credibile d ifesa costiera si potrebbe intraprendere lo sfruttamento della pesca ai tonni , che sono numerosissimi, ed al contempo avviare la coltivazione della fascia costiera.

63

A.G .S ., O .A., Leg. 79-74, «Memoriale Juan Baptista Reyna» . A.G .S., G.A., Leg. 79-74, «Memoriale su ciò che don Pietro Q ui ntana ritiene più necessari o al servizio di S.M. attualmente nel Regno di Sardegna, e che con l,t maggiore faci lità si potrà concordare con l'assenso del Regno medesimo ... ». Segue libera trad uzione. M


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... ultimo di maggio del 1575>>65 .

Ci sembra necessario per concludere l'argomento fornire alcune osservazioni. L'apparato illustrato dalle relazioni, al di là delle ovvie deficienze, contempla una massa miliziana stimata - in maniera sostanzialmente concorde - fra i 12-14.000 fanti ed i 6.000 cavalieri. Quest'ultimi in particolare rappresentano una costante di ogni memoriale, inducendoci a ritenerli effettivamente esistiti in tale quantità. Materializzavano comunque della suddetta milizia, dalle precipue funzioni di difesa antinvasiva, la punta di diamante da adibirsi contestualmente anche alla difesa antincursiva, che a differenza delia prima imponeva tempi di intervento enormemente più ristretti, sebbene contro rischi e penetrazion i di bassa entità . La cavalleria miliziana perciò costituiva: «la mayor deffensa y va/or deste Reyno ... » 66 . Ne conseguiva che sugli squadroni di cavalleria, e non sarebbe inesatto chiamarla «costiera», ricadevano i: «compiti cli avvistamento, di perlustrazione, cli ricognizione e cli collegamento. Soltanto ai cavalieri è possibile, anche a causa della disagevole realtà del sistema viario sardo, raggiungere le spiagge più inaccessibili e, spesso, attaccare cli sorpresa i corsari durante gli sbarchi» 6;. Tra progetti di fortificazioni, arruolamenti di miliziani, dislocamenti di soldati regolari, ammassi di vettovaglie, forniture cli armamenti e costituzione cli squadre cli galere, i primi sei mesi di quel '75 videro un fervore di attività assolutamente inusitato ed eccezionale. Eccezionali erano del resto anche i computi dei finanziamenti preventivati, in una progressiva crescita esponenziale. Si discuteva, come l'ultimo memoriale ci ha dimostrato, in perfetta serietà su valutazioni divergenti dell'ordine di alcune centinaia cli ducati - cifra comunque significativa se relazionata all'economia isolana - ma si trascurava quella di diverse centinaia di migliaia necessaria complessivamente. Sembrerebbe dallo scorrere delle relazioni di trovarsi di fronte non solo ad una grande potenza militare, quale in effetti l'impero spagnolo era, ma soprattutto ad una inesauribile fonte finanziaria, che invece non poteva essere. Gli espedienti di contribuzione di volta in volta prospettati infatti ostentavano, oltre alla semplicistica valutazione del reddito ricavabile, il ben più grave difetto che questo si sarebbe, nella migliore delle ipotesi, raccolto gradualmente in un futuro prossimo, mentre le necessità erano impellenti ed indilazionabili! 68 Stando così le cose, dobbiamo presumere che fosse dato per scontato che la cassa imperiale avrebbe dovuto, o potuto, quanto meno anticipare le somme preventivate, salvo poi recuperarle nel tempo. Tenendo conto della immensità degli impegni militari della corona, dai Paesi Bassi alla Sicilia, dal milanese al Nuovo Mondo 69 , la supposizione peccava di eccessivo ottimismo. La insostenibile emorragia prodotta dalle guerre interminabili, ed in particolare dalla corsa agli armamenti navali nel bacino mediterraneo, avevano in realtà prostrato l'economia di Filippo Il in maniera rimarchevole. U nica circostanza positiva ciel momento 70 era costituita da una parallela crisi economico-militare, che prendeva ad affliggere anche l'avversario per antonomasia. La ricerca di soluzioni negoziali e del ripristino di condizioni di non belligeranza con l'impero turco, rappresentava già dal 1573 uno dei principali obbiettivi della politica estera segreta - ed in seguito sempre meno tale - della Spagna. Gli stessi turchi poi con l'apertura delle ostilità contro la

65

A.0.S., G.A., Leg. 79-42. Da A. MATTONI.! , Le istiluzioni... , cit., p. 105. 67 Ibidem. 68 A complicare ulteriormente la situazione intervennero pericolosissime ribell.ioni ed ammutinamenti fra le truppe spagnole cli stanza nei Paesi Bassi, le quali marciarono su Anversa e soltanto a stento potet.t.ero essere, p urtroppo temporaneamente, fat.t.e desistere dai loro sanguinari propositi. 69 Basti ricordare al riguardo, per meglio valutare l'immensità degli sforzi economici imperiali quanto affe rm a G. PA R~L:R , La rivoluzione miliwre, Bologna 1989, p . 27: «Fra il 1529 ed il 1572, furono costruiti nei Paesi Bassi circa 43 chilometri cli difese moderne: 4 cittadelle, 12 cortine bastionate completamente nuove e 18 sostanzialmen te nuove , con un costo complessivo di circa 10 mil ioni di fior ini ... ». Questo per non parlare delle altre loca.lità deJJo sterminat0 impero. 70 Le spese della guerra navale infatti apparivano ormai anche ai Turchi insostenibili e per giunta sterili, specie dopo i risultati disastrosi di Lepamo. Si ebbero pertanto ben presto delle tregue tra i due schieramenti, tregue che contemplavano il reciproco inutilizzo delle floue da guerra in Mediterraneo. 66


Varianti di progetto

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Persia nel I 57971 , inizialmente sottovalutate alla stregua di una passeggiata militare , mostreranno, con il crescere ciel gravame di quello spinossimo fronte, un accentuarsi dell'interesse per quella soluzione 72. Il pacco delle richieste pervenne alla scrivania imperiale alquanto sollecitamente e si perfezionò, fino al sopraggiungere della primavera, con nuove e più pressanti esigenze. Con l'estate, pochissimo del previsto aveva trovato attuazione, ma ancora non si demordeva dal prospettar lo: del resto si paventava sempre l'arrivo della flotta turca. In quei giorni però i soldati imperiali cli stanza nei Paesi Bassi si ammutinarono 7 \ ritrovandosi ormai da mesi privi di qualsiasi paga. La insufficienza finanziara di Filippo Il apparve allora im provvisamente evidente a tu tti : il I O settembre del 1575 l'imperatore dovette dichiarare - ed era la seconda volta nel corso del suo regno - 74 , la «bancarotta», sospendendo qualsiasi pagamento, non soltanto ai suoi militari ma persino ai banchieri che vantavano presso la corona ingentissimi crediti, con con seguenze facilmente immaginabili75 • La flotta turca non attaccò la Sardegna in quell'estate, né in nessuna altra successiva. Ma ritenere che con un simile sfacelo economico i dettagliati piani potessero trovare pronta soluzione ci sembra totalmente assurdo. Utilizzando forse le scarsissime rendite regnicole si sarà meglio connotato quanto esistente in materia, forse anche potenziata qualche singola postazione d'artiglieria, ma al di fuori cli ciò niente trovò compimento. I corsari barbareschi però, lungi dal sospendere la loro turpe attività, per la minor presenza di squadre militari in mare la incrementarono addirittura. Fra le vittime illustri della corsa di quell'estate vi fu Miguel Cervantes, che patì in seguito cinque anni di schiavitù prima di essere riscattato.

71

Cfr. F. BRA UDr.i, Ci villà e imperi ... , cit., voi. II, pp. 1254-1 260. La tregua vera e pro pria fu concordata nel 1581: artifice della del icata trattativa fu G iovanni Marigliani, un cavaliere milanese parente di Gabrio Serbelloni, con un valoroso passato d i combatten te nelle file dell'esercito imperiale. 73 La situazione nei Paesi Bassi continuò a precipitare verso la fine del '75. 11 soldo cron icamente in arretrato faceva da innesco agli am mutinamen ti ed alle incessanti ribellioni delle truppe, ormai non più contro lla bili. 74 La bancarotla d istruggeva tutto il sistema del credito sul quale pogg iava l'apparato militare spagnolo. I nfatti con il conseguente immediato taglio delle rimesse c he dalla Castiglia andavano alle f,'iandre la sit ua;:ione dei militar.i subì un ulteriore rapido scadimemo. La credibilità della stessa dirigenza imperiale risultò compromessa, lasciando ai soldati la netta sensazione di essere stati totalmente abbandonati, di fron te per di più a masse nemiche preponderanti. 75 Il risentim ento, la rabbia e .la disperazione dei soldati spagnoli esplosero ad A nversa il 4 e 5 novembre del 1576, producendosi in un selvaggio e brutale saccheggio della disgraziata città. Non a caso l'episodio passò alla sto ri a come «furore spagnolo» . Cfr. J.H. fa uurr, La Spagna imperiale, 1469-1716, Bologna 1982, pp. 301 -304. 72



CAPITOLO QUART~

La costruzione delle torri costiere

Gli ultimi preventivi Allorché l'ingegnere Rocco Capellino si accinse a pubblicare a Roma nel 1577 la sua Carta della Sardegna, vi allegò una breve descrizione la quale in merito alle piazzeforti così affermava: «Le piace forte sono tre: Caleri, Lalger, Castel Aragonese, ma ancora saranno più, perché sua mag.tà fa solecitar a furia poiché se perse La Goleta, per questo se dice che da un gran male se cava un gran ben» ' .

Si trattava ed è facile comprenderlo, essendo ormai noto il contesto economico imperiale, ed isolano in particolare, non già del prean nuncio della improbabilissima costruzione di nuove piazzeforti, quanto invece dell'ennesimo esplicito sollecito alla edificazione delle torri . La crisi del '75 con pesanti strascichi e disagi si era in qualche modo stabilizzata, favorita dalla parallela distrazione delle armate ottomane, come accennato, verso la Persia a partire dal '77-'78. Nel 1578 giunse in Sardegna quale nuovo viceré il conte don Miguel de Moncada2, succedente al Coloma, e ben motivato ad affrontare una volta e per tutte l'annoso problema del torreggiamento dell'isola. Nel frattempo le misure militari adottate, o forse soltanto programmate nel '75, erano rientrate contemporaneamente al progressivo scadere della minaccia invasiva turca. A quale livello si fossero attestate lo certifica uno dei primi documenti u fficiali di tale viceré, redatto proprio nello stesso anno dell'assunzione del mandato. Trattasi di un ennesimo prospetto circa lo stato difensivo del Regno, con particolare riferimento c~ll'artiglieria ed alle munizioni cli proprietà imperiale, presenti in Sardegna. A titolo di raffronto stralciamo soltanto il brano d'inventario relativo, quasi certamente, al Castello di Cagliari (almeno per i primi 21 pezzi) per evidenziarne l'assoluta invarianza da quello cli 3 anni innanzi, ad onta delle pressanti suppliche di indifferibile incremento . Per Alghero e Castel Aragonese la situazione risulta anche peggiore con una riduzione di armamento pari ad oltre il 30% di quello già allora stimato insufficiente. «Relacion de la artilleria, armas y municiones que ay de Su Mag.d cn el Reyno de CerdenaEmbio la el vicerey don Miguel de Moncada 27 de jullio 1578 ... 1

Si devono intendere elencate soltanto le artiglierie, le munizioni e le anni di proprietà imperiale -

1

2 cannoni cli bronzo fusi à. Malaga, ciascuno di 56 quintali, che tirano 40 libbre di palla. l sagro di bronzo di 23 quintali, tira 8 libbre di palla. 5 sagri di bronzo di 23 quintali tirano 8 libbre cli palla. 4 mezzi sagri eia !O quintalì cadauno tiran 3 libbre di palla. 1 sagro da 15 quintali tira 5 libbre cli palla. 8 smerigli e mortaretti di bronzo. 2 colubrine di bronzo di l 00 quintali cadauna tiran 20 libbre di palla. 2 mezze colubrine da 70 quintali cadauna tirano 10 lib bre di palla.

B.l\.V., 13arb. Lmino 441 4. È tra i viceré spagnoli di Sardegna quello che probabilmente tenne la carica più a lungo. 3 «Relazione sull'an.iglieria, armament i e 111uni2ioni che possiede S.M. ne.I Regno di Sardegna - Trasmessa dal viceré don l\1ichele de Moncada il 27 gi ugno 1578 ... ». 2


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77 77. Torre cli Capo Boi.

- 4 cannoni da 70 quintali cadauno tirano 40 libbre di palla. - Vi sono ancora due petrieri di proprietà di Alghero che il viceré don Juan Coloma fece imbarcare su di una nave e che ancora non sono stati restituiti. Peseranno circa I O quintali cadauno e tirano IO libbre di palla ... » 4 • Lecito perciò dedurre che, con il decrescere del rischio cli assalto navale turco, si tendesse a smobilitare od almeno a ridurre l'apparato della difesa antinvasiva. Per contro l' intensi ficarsi delle incursioni corsare a danno delle coste e dei commerci mercantili del Regno, imponeva - da qui le reiterate esortazioni imperiali - il varo del piano di torreggiamento dell'isola. Del resto che il programma di erezione cli una catena di torri d'avvistamento e difesa fosse ormai una esigenza non più rinviabile, trova conferma proprio nella sollecitudine con la quale il Moncacla se ne fece carico. Negli stessi giorni infatti ciel citato prospetto, ne inviava un altro relativo ai siti prescelti per l' impianto delle agognate postazioni, completato dai rispettivi preventivi, sulla falsariga di quello del Camos. Il documento però, per quello che ci è possibile giudicare da quanto pervenutoci, sembrerebbe più che altro un tabulato informale e riassuntivo, supponente necessariamente un precedente studio di fattibilità di migliore definizione, divergente per logica tattica eia quello del '72 e del '75 del Camos. In esso infatti sono presunte 82 torri certe, più una decina di probabili, cli gran lunga eccedente le 54 e quindi le 30 dei due piani del capitano cli Iglesias . Per meglio valutare quanto affermato basti considerare che nel progetto del '72 l'importo per la sola edificazione delle torri ascendeva a 13.920 ducati, e quello del '75, sua versione ridotta, appena a 6.415. Quello ciel Moncacla del '78 invece sbalza a 15.220, all'indomani per giunta di una bancarotta imperiale e di una gravissima crisi econom ica isolana! Diversi sensibilmente persino i costi preventi-

4

A.G.S., G.M., Lcg. 3694, libera traduzione.


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78. Torre Cala Regina.

vati per ogni singola torre. Diversa infine la stessa modalità di percorrenza, con avvio del periplo da Capo Carbonara e non dalla Capitale. Né sembra credibile che le località citate nel documento fossero superflue, eccedenti cioè il minimo indispensabile, per gli ormai noti contesti di endemica miseria. Quanto osservato perciò confermerebbe l'elaborazione di un nuovo studio di fattibilità del torreggiamento su incarico proprio del Moncada, soltanto in parte sovrapponibile ed appaiabile al precedente. Di più ampio respiro e portata, ostenta quasi una maggiore ingenuità e un rinnovato entusiasmo, doti peraltro calzanti alla recente investitura vicereale del Moncada. Ovvio concludere che il suddetto piano si connotasse, in breve volgere, come una utopica visione o come un ottimale traguardo cui tendere nel tempo . Lo riteniamo comunque di notevole interesse ai fini della nostra indagine storica, e pertanto ne trascriviamo la solita libera traduzione, non fosse altro che per notificare il travaglio della decisione. Tra parentesi quadre, per meglio coglierne la validità propositiva, abbiamo indicato il nome delle torri che attualmente si ritrovano nell'identico sito proposto. «Memoria de las torres que son necessarias que se hayan en la costa de çerdena parea la guardia ordinaria de dicho reyno y de los ornbres que son necessarios ponersi de nuevo en dichsa torres ademas de los que vy se pagan por los bar9nes y ciudad det. .. 5 I - Sul Capo di Carbonara una torre costerà 300 ducati ed in essa vi saranno 3 nuovi uomini di guardia, che si devono pagare 9 ducati al mese. [Torre S. Caterina] 2 - Su Capo Boi una torre costerà 150 ducati, con 2 uomini di guardia, che pagherà la città. [Torre di Ca1>0 Boi]

5 «El.eneo delle t0rri che occorre costruire sulle coste della Sardegna per la guardia ordinaria del detto Regno, nonché degli uomini che necessitano aggi ungersi per tal fine in queste al di fuori di quelli che già compiono si mile servizio, a carico dei baroni locali e delle ciuà limitrofe ... ».


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3 - Su Capo Bonaca (Capo Vacca [130]) una torre costerà 150 ducaLi, ed in essa si dovranno porre 2 nuovi uomini per altri 6 ducati al mese. 4 - Sul Monte di Cala Regina una torre costerà 150 ducati ed in essa vi andranno 2 nuovi uomini per 6 ducati al mese. (Torre Sa Reina] 5 - Sul Monte della Guardia in basso presso la marina, una torre costerà 150 ducati. Quartu e Mara pagheranno la guardia costituita da 2 uomini. 6-7 - Sulla marina di Mara vedetta di Quartu si devono costruire 2 torri, pagandosi il solo costo della mano d'opera pari a ducati 100, ricadendo la restante parte sul conte di Quirra. Vi si porrano di guardia quelli di Mara e della baronia di S. Michele. 8-9 - Sulla marina di Quartu di debbono costruire lo stesso 2 torri, pagandosi la sola mano d'opera, pari a 100 ducati. La guardia la pagheranno quelli del luogo. 10 - Sul Monte S . Elia esiste già da molto tempo una torre, e pagano la guardia quelli della città. [Torre S. Elia] 11-12 - Su Cala Mosca e Capo Bernat si devono erigere 2 torri per 300 ducati forniti dalla città medesima per tale fine . Relativamente alla guardia sarebbe auspicabile che quella la pagasse di tipo ordinario e non solo per la notte come avviene ora. [Torre Cala Mosca] 13 - In Antigori che si trova a ponente di questa città di Cagliari, si sta innalzando una torre con i contributi di quelli del luogo . La città vi pone la guardia e la mantiene. [Torre Antigori] 14 - Su Capo Pula una torre dalla parte volta verso Cagliari costerà 150 ducati, ed in essa vanno posti 2 nuovi uomini per 6 ducati al mese. 15 - Sempre su Capo Pula una seconda torre rivolta però a ponente cost erà 150 ducati, e la guardia di 2 uomini sarà a carico della detta cit.tà. 16 - In Cortellazzo si deve innalzare una buona torre del costo di 300 ducati. In essa vi dovranno stare 4 uomini 2 dei quali potrebbero essere quelli che già paga lì il conte di Quirra, mentre gli alLri 2 nuovi costeranno 6 ducati al mese . [Torre del CortellazzoJ 17 - Su Monte Alto, feudo del conte di Quirra, una torre costerà 200 ducati ed occorreranno 2 nuovi uomini di guardia per 6 ducati al mese. 18 - Su Las Ganas, presso Capo Spartivento, una torre costerà 200 ducati, e dovrà avere 2 nuovi uomini di guardia per 6 ducati al mese. 19 - Su Capo Malfatano, terra del conte di Quirra, si deve erigere una to rre che costerà 300 ducati e vi si porranno 3 nuovi uomini per 9 scudi al mese. [Torre di Malfatano] 20- SuU'Isola Rossa, possedimento di V.M., si costruirà una torre, che costerà 300 ducati. In essa occorreranno 3 nuovi uomini per complessivi 9 ducati al mese. 21 - Su Capo Teulada, possedimento di V.M., una torre costerà 300 ducati e saranno necessari al suo interno 3 nuovi uomini per 9 ducati al mese6 • 22 - Sempe sul detto Capo di Teulada un'altra torre va edificata per 300 ducati, con 3 nuove guardie per 9 duca ti. 23 - Su Corrugan, territorio di don Reyner Bellit, una torre costerà 200 ducati e vi si dovranno porre 2 nuovi uomini oltre a quelli che potrebbe porvi don Reyner. 24 - Su Las Canillas, presso Punta delle Can ne, una torre costerà 150 ducati e vi si devono porre 2 nuovi uomini di guardia per 6 ducati al mese. 25 - Su Monte S. Giovanni si costruisce una torre pagando la sola mano e.l'opera, mentre i materiali sono forniti dalla città di Iglesias, parimenti alle due guardie.

6

In questo nuovo progetto Capo Teulada rientra nella catena di vigilanza. Non è tuttavia credibile che nei pochi ann i intercorsi da q uello del Camos, le condizioni abìlaLive della località fossero mutate: è da pres umere pertanto che il viceré manifestasse una minor attenzione nei confronti della sicurezza delle vedet te.


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79. Torre Foxi. 80. Torre di Capo Malfat.ano.


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81. Torre di Capo S. Marco. 26 - Sul monte del Dado, presso Cala Domestica, una torre costerà 200 ducati, e vi si dovranno porre 2 nuove vedette per 6 ducati al mese. [Torre di Cala Domestica] 27 - Su Capo Bianco una torre costerà 300 ducati e per i 3 nuovi uomini in essa necessari occorrono 9 ducati al mese. 28 - Sul Monte Ara presso Capo Napoli (Capo Pecora), si deve costruire una torre che costerà 200 ducati. Se il conte di Quirra che ne è il feu datario la paga o la costruisce, ai suoi vassalli la guardia non costerà niente poiché ci penseranno quelli che già la fanno su Monte Safigu. 29 - Su Cala dei Corsari, feudo sempre del suddetto conte, si dovrà erigere una torre che qualora lo stesso conte non la paghi o i suoi vassali non la costruiscano, costerà 150 ducati, mentre la guardia non avrà incidenza economica poiché vi si trasferirà quella che già sostiene la città di Gùspini. [Torre di Cala dei Corsari]

30 - Su Capo la Frasca si dovrà innalzare un'altra torre, ancora nel territorio del conte di Quirra, e se il medesimo non la paga, costerà 200 ducati, mentre nessuna incidenza si avrà per la guardia, trasferendosi quella pagata da S. Gavino. (Torre cli Capo f rasca] 31 - Alla base del detto Capo si deve erigere una torre, che essendo ancora nel feudo del conte, qualora non sia da questi finanziata o dai suoi vassalli costerà 200 ducati. Nessun onere per la guardia fornendola quelli di Pabillonis. 32-33-34 - All'imerno del Golfo di Oristano si dovranno innalzare 3 torri che costeranno soltanto di mano d'opera 120 ducati, perché per i materiali provvederanno quelli del luogo, che forniranno anche la guardia.

35 - Su Capo S . Marco, possedimento di V.M., si deve innalzare una torre che costerà 300 ducati e vi occorrerà una nuova guardia di 3 uomini per altri 9 ducati al mese. [Torre di Capo San Marco] 36 - Sulla punta di Cala Barbarossa, territorio di V .M., si deve erigere una torre che costerà I 50 ducati. Per la guardia di 2 uomini, provvederanno economicamente gli abitanti di Oristano. [Torre di Barbaro] 37-38 - Sul Monte delle Saline di Oristano, sulla penisola di Sinis, per la guardia a dette saline si erigono 2 torri delle quali V. M . paga la sola mano d'opera pari a 100 ducati, mentre i materiali sono forniti dagli abitanti del Campidano di Oristano, gli stessi che sosterranno la guardia. 39 - Su Monte Perdoso, sovrastante Cala su Palluso, territorio sempre di V .M ., si deve innalzare una torre che costerà 150 ducati. La guardia la porranno e sostenano quelli del Campidano, che già la effettuano su detto monte. [Torre di su Palusu]


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82 82. Torre Su Puttu (Su Palusu).

40 - Su Cala Caterina, feudo di don Angel Zetrillos, si deve erigere una torre, la quale peraltro l'ha iniziata a costruire il detto don Angel ponendovi la guardia con l'ausilio dei suoi vassalli. [Torre di Cala Caterina] 41 - Su Capo Nieddu, territorio ancora cli don Angel, si deve erigere un'altra tor re, che risulta già avviata dallo stesso che vi porrà e sosterrà parime11ti la guardia. [Torre di Capo Nieddu] 42 - Su Punta di Foghe si dovrà erigere una torre, la cui costruzione avverrà mediante la solita composizione, ovvero, quelli della Planargia dì Bosa forniranno i materiali e manteranno la guardia, mentre V.M. pagherà la sola mano d'opera. [Torre 'e Foghe)

43 - Sulla Columbargia si dovrà innalzare ancora una torre per la quale gli stessi abitanti della Planargia di Bosa forniranno i materiali e pagheranno la guardia mentre V.M. sopporterà la sola mano d'opera. [Torre di Columbargia] 44 - Su Punta Argentina una nuova torre con relativa guardia cli 2 uomini costeranno rispettivamente 200 ducati e 6 al mese. [Torre Argentina] 45 - Su Capo Marragiu, territorio dì V.M., sì deve innalzare una torre che costerà 200 ducati, mentre per la guardia ordinaria provvederanno gli abitanti di Alghero. 46 - Su Pollir, (adiacenze Torre Poglina) territorio di V .M., vi è una torre dove la gente di Alghero mantiene la guardia ordinaria. [Torre di Pollina] 47 - Sulla estremità del Golfo di Alghero, detta Capo Galera, vi è una torre dove si ormeggiano le navi e vi si deve porre la guardia che dovrà essere di quattro uomini per l'esattezza di un caporale e 3 soldati rispettivamente a 4 e 3 ducati al mese 7 • [Torre di Punta Galera) 48 -

Su Punta del Giglio vi sta fatta una torre, e vi pone la guardia la gente cli Alghero. [Torre del Giglio]

7 La paga normalm.ente elargita in Sardegna per quanto citato era di 3 ducati al mese, pari a quella di un soldato semplice dell'esercito regolare. Quella invece di 4 ducati corrispondeva al grado cli Caporale, che nell'esercito spagnolo rappresentava un grado cli gran lunga superiore all'attuale. Cfr. F. Russo, Il fafiore un1ano quale variabile della dzfesa costiera del Viceregno Napoletano del XVT secolo: r caporali castellani, in «Atti del TV Congresso Internazionale cieli' Istituto Italiano dei Castelli», Napoli 24-27 ott. I 985.


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83. Torre di Pittin uri (Cala Caterina). 84. Torre di Columbargia.


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86 85. Torre Argentina . 86. Torre Pollina.


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87 87. Torre di Abbacurrente.

49 - A Porto Conte nella località chiamata Porto Palio si deve erigere una torre che costerà 300 ducati e vi si deve porre una nuova guardia formata da 3 uomini per 9 ducati al mese. [Torre di Porto Conte] 50 - Sulla Punta Maestra, presso Capo Caccia, vi è una torre la cui guardia è mantenuta dagli abitanti di Alghero. [Torre de la Pena Maestra] 51 - Su Capo dell'Argentiera si deve innalzare una torre che costerà 300 ducati e vi si devono porre 3 nuovi uomini di guardia per 9 ducati al mese. 52 - Sulla Punta di Capo Negro si deve erigere una torre che costerà 200 ducati con 3 nuovi uomini di guardia che percepiranno 9 ducati al mese. [Torre di Capo Negro] 53 - Su Capo Falcone, nella Nurra, si deve innalzare una torre che costerà 200 ducati con 2 nuovi uomini cli guardia per 6 ducati al mese. [Torre del Falcone] 54 - Presso le Saline cli Sassari vi è una torre con relativa guardia mantenuta dalla eletta città. [Torre di Stintino]

55 - Sul promontorio di Corbara, presso Porto Torres, si deve innalzare una torre che costerà 200 ducati, e porvi 2 uomini di guardia per 6 ducati al mese. 56 - Su Porto Torres vi è una torre con la relativa guardia ordinaria mantenuta da Sassari. [Torre di Porto Torres] 57 - Sulla costa rocciosa colà esistente occorre erigervi una torre che costerà 200 ducati e porvi 2 uomini di guardia a 6 ducati al mese. [Torre di Abbacurrente] 58 - A Punta Tramontana una torre costerà 200 ducati e la guardia di 2 uomini 6 ducati al mese. -

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Vi è inoltre Castelo Aragonese con la sua guardia ordinaria8 .

Il particolare conferma che anche una fortezza risultava già adibita alla funzi one di vigilanza foranea.


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88 . Torre sotto Castelsardo eletta di Frigiano. 89. Torre clell'Tsola Rossa.


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90. Torre di Capo Testa.

59 - Su Monte del Ferro si deve innalzare una to rre che costerà 200 du-cati con 2 nuovi uomini di guardia per 6 ducati al mese . 60 - Sull'isola Rossa della Gallura si deve innalzare una torre che costerà 300 ducati con 3 uomini di gua rdia per 9 ducati al mese)Torre dell'Isola Rossa] 61 - Su Monte Russu si deve innalzare una torre che costerà 200 ducati con 2 uomini cli guardia a 6 ducati al mese.

62 - Su Capo Testa, feudo di don P ietro Masa, si deve innalzare una torre che costerà 300 duca ti con la guardia di 3 uomini per 9 ducati al mese. [Torre della Testa] 63 - A Longosardo si deve innalzare u na torre che costerà 300 ducati con la guardia d i 3 uomini per 9 ducati al mese. 64 - Sull'Isola di S . Maria si deve erigere una torre che costerà 300 ducati. La guardia di 3 uomini invece 9 ducati al mese. 65 - Su Capo dell'Orso di deve alzare una torre che costerà 200 ducati, e i 2 uomini di guardia 6 ducati al mese.

66 - Sul P orto di Arzachena, feudo di don Pietro Masa, sarà costruita una torre che costerà 300 ducati per la guardia di 3 uomini a 9 d ucati al mese . 67 - A Muros de Arabada, territorio sempre di don Pietro Masa, u na torre costerà 200 ducati e la guardia cli 2 uomini 6 ducati al mese. 68 -

Su Capo F igari una torre costerà 200 ducati mentre la sua guardia di 2 uomini 6 al m ese.

- T erra Nova, Olbia, con la sua guardia ordinaria. 69 - Su Capo Ceraso, ancora feudo di don Pietro Masa, una torre costerà 200 ducati e la sua guardia di due uomini 6 al mese. 70 - A Capo Coda di Cavallo si deve erigere una torre che costerà 300 ducati, e la sua guardia d i 3 uomini 9 al mese.


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91. Torre Santa Mar.ia del Mare.

71 - Su Punta de Su Muronaria, nei pressi di Posacla, feudo di don Fer. no C lemente, si deve innalzare una torre che costerà 200 ducati e la s ua guardia di 2 uomini 6 ducati al mese. 72 -

Su Monte Longo una torre costerà 200 ducati e la sua guardia di 2 uomini 6 ducati al mese.

73 - Su Capo Comino si deve innalzare una torre che costerà 200 ducati. La guardia di 2 uomini sarà pagata 6 ducati al mese.

74 - Sul N uraghe del\' Aquila sempre territorio di don Clemente una torre costerà 200 ducati, 2 uomini di guardia 6 al mese. 75 - Sulla Punta Ginepro territorio di don Salvatore Guise si deve costruire una torre che costerà 200 ducati e la sua guardia di 2 uomini 6 al mese.

76 - Su Capo Monte Santu si deve erigere una torre che costerà 200 ducati, e la sua guardia di 2 uomini sarà quella che attualmente si pone a Punta S. Maria del Mare. [Torre S. Maria del Mare] 77 - Torre di Arbatax con la sua guardia ordinaria mantenuta dal conte di Quirra. [Torre di Arbatax]

78 - Su Punta Negra de Sapilone, presso Barì, una torre costerà 200 ducati e le guardie saranno quelle cli Monte Arista. [Torre di Barì Sardo]

79 -'- Su Monte Ferru si deve innalzare una torre che costerà 300 ducati. La guardia sarà la stessa che già mantengono gli abitanti di Tertenia. 80 - Sulla Punta di Monte Rosso si deve alzare una torre che costerà 200 ducati, mentre la guardia sarà mantenuta dagli abitanti di Vilaputzu. 81 - Su Capo Ferrato feudo del conte di Quirra una torre costerà 200 ducati ed i suoi 2 uomini cli guardia 6 al mese. 82 -

Su Cala P ira dello stesso conte una torre costerà 200 ducati e 2 uomini per la guardia 6 ducati al mese.

83 - Su M onte la Colombara si deve erigere una torre che costerà 200 ducati al mese ed i suoi 2 uomini di guardia 6 al mese.


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92

92. Cannoncino Petriero in ferro.

- Oltre a queste torri ora descritte ne occorrerebbero almeno un'altra decina il cui prezzo complessivo ammonterebbe a 2.000 ducati e quello per la loro guardia a 60 al mese» 9 •

Emergono dalle pagine del citato prospetto alcune significative peculiarità testimonianti la sua logica informatrice, di notevole interesse per comprendere la dinamica del piano del torreggiamento. Innanzitutto a differenza di quello del Camos non sono contemplate postazioni di vedetta all'aperto, ma ogni caposaldo è insediato in una torre, soluzione indubbiamente più consona ad un servizio efficiente e duraturo. Vi si coglie poi una quasi assoluta indifferenza nei confronti delle difficoltà ambientali di impianto delle costruzioni, pur non risaltando in definitiva un apprezzabile incremento dei costi presunti per singola torre, oscillanti mediamente fra i 200 ed i 300 ducati. L'importo in sé non appare affatto eccessivo per simili opere, tant'è che lo stesso rappresenta le 50-70 mensilità, pari a 4 ducati di un caporale dell'esercito regolare imperiale, contro ad esempio le 250-300 necessarie per una torre del Regno di Napoli 1°. Ovvio concludere che la mano d'opera regnicola fosse più a buon mercato della continentale e che le postazioni foranee sarde furo no progettate strutturalmente ed architettonicamente semplicissime, ispirandosi quasi alla locale costruzione tradizionale per antonomasia: il nuraghe. Avremo comunque occasione di r itornare più dettagliatamente sull'argomento. Relativamente infine al presupposto tattico d'impianto, il piano de Monc:ada, pur aderendo me-

9

A.G.S., G.M., 3694, parte seconda, libera traduzione.

° Cfr. F . Russo, La difesa costiera... , cil., pp. 189-190.

1


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93. Nuraghe Losa.

glio al perimetro isolano - senza escludervi alcun lembo cli costa - trascura nella maniera più eclatante le diverse isolette vicine, prime fra tutte quelle di S. P ietro e di S. Antìoco, paradossalmente «cancellate». Senza dubbio però il dettaglio più interessante emergente dalla relazione è che, nei giorni della sua stesura, alcune torri stavano già ultimate ed altre in fase avanzata di costruzione, sebbene per l'iniziativa privata dei vari feudatari ed ovviamente con funzioni di difesa zonale . Forti del senno del poi, abbiamo volutamente indicato a margine le torri in seguito effettivamente erette nei siti indicati dal Moncada, evidenziando in tal modo q uanto la sua disposizione sia stata in larga massima attuata nel settore nord occidentale, e del tutto elusa in quello orientale. Ciò starebbe a confermare la profonda dissimetria sarda per cui si privilegiò, una volta ancora, la costa occidentale, e si trascurò l'opposta. La tendenza peraltro non subì nei secoli successivi sostanziali rivolgimenti. Alla luce delle fonti disponibili, non siamo in grado cli stabilire con certezza il ruolo giocato dal governo centrale, sia sull'elaborazione sia sulla valutazione cli questo ennesimo piano di torreggiamento . Nessuna prammatica specifica appare promulgata negli anni immediatamente successivi, inducendoci a concludere che l'intera questione si protrasse alquanto lungamente, scavalcata in molti casi da una più spiccia iniziativa privata. Un altro documento infatti del 1580 - e forse proprio del l'vloncacla - postillato dall'ingegner Fratino, assurto nel frattempo sicuramente al rango di consigliere tecnico imperiale, ci consente qualche ulteriore puntualizzazione, proprio su quell'oscuro intervallo e su quanto in materia si andava disorganicamente realizzando.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

L'avvio dei lavori <<Porsque a lae V. ultirnae que de V.M . tengo que son de onze y treynta de henero tengo respondido por biade Barcelona y de Valencia servira esta para dar cuenta a V.M. de como he acabado la visita de las rnarinas deste reyno ... 11

... che ho dovuto compiere quest'anno rendendosi necessaria per il sopraggiungere estivo dei corsari e in conseguenza supplico V.M. affinché dia ordine di provvedere questo Regno dell'artiglieria, delle armi e delle munizioni - come già il visitatore Juan de Olaegui fece presente a V.M. - delle quali teniamo tanta necessità e bisogno da farlo notificare dallo stesso a V. tvI... Ora però sono proprio io a proclamarlo, poiché non possediamo più una lancia, né un moschetto, né una miccia per poter tentare di resistere anche due soli giorni, per tacere di tutto il resto . (A1i sembra giusto che V.1\1. comandi di provvedere quel Regno di artiglieria, armi e munizioni che gli sono necessarie) 12

Supplico pertanto V.M. affinché questa piazza sia provvista di ogni cosa ed abbia anche un ufficiale che sia in grado cli comandare la cavalleria cli questo Capo (di Cagliari), come l'analogo assoldato per l'altro Capo ... (Arfi sembra una risoluzione sensata quella di provvedere alle richieste di questa piazza)

Ho terminato la mia ispezione il 24 ultimo scorso, e ne ho dato conto a V .M. tramite il segretario Gort, il quale ha suggerito circa la preparazione alla guerra ed alla difesa del Regno quanto segue: Innanzitutto che in tutte le marine di Ogliastro , Posada e Gallura vi sia la guardia ordinaria - che peraltro è abituale - ed ancora un 'altra straordinaria almeno per questi tempi (estate) ... Di mandare don Martino de Herrera ed il capitano di quelle marine - che si chiamano Casalabria - a trattare con gli abitanti delle stesse per convincerli a costruire un paio di torri , a loro spese, alle Bocche di Bonifacio, con la guardia relativa sempre a loro carico . Non ho ancora una risposta diretta su ciò ma ritengo che accetteranno . Ne darò al riguardo comunicazione a V .M. (Un paio di torri alle Bocche di Bonffacio saranno ben poca cosa per esservi oltre 40 miglia di costa tra gli abitati e Castel Aragonese, e ancora 30 tra questo e gli altri abitati. Occorrerebbero perciò almeno 4 torri per di più massicce, complete di rivellino, o non si potrà salvare nessuno che si rifugi in esse, come già lo esposi per iscritto a V.M .. .)

A Sassari si sono fatti pagare 2.500 ducati che aveva di debito per le riparazioni delle sue mura sbrecciate. Inoltre nella stessa città il governatore don Pedro è stato sollecitato a scegliere, come capitano a guerra, un sergente maggiore della milizia perché faccia esercitare gli uomini idonei ed ispezioni e controlli le guardie alle marine ed i settori costieri dove si stanno costruendo due torri molto importanti per la vigilanza foranea. (Questo sarà necessario poiché lo ha ordinato)

Ad Alghero si è posto mano ai lavori e si sta chiudendo quel luogo in maniera migliore del passato ... Un altro sergente della milizia, Francesco Romero, è stato posto quale capitano, perché faccia esercitare la gente e perché ispezioni le marine di sua competenza e controlli le guardie fino a Basa. Sulle coste di Alghero si stanno completando la torre di Capo Galera ed un'altra che si erige a spese dei vassalli della baronia di Monteleone, i quali pagano pure la guardia. In quella di Capo Galera, per

11

«Poichè alle ultime missive di V.M., rispettivamente dell' 11 e ciel 30 gennaio risposi trasmettendo tramite Ia galera cli Barcellona e Valencia, occorrerà la presente per dar con to a V.M. di come è si è conclusa l'ispezio ne alle marine cli questo regno ... ». 12 Le diciture in corsivo sono poste nel documento originale, sul margine a sinistra, ed avevano valore ufficiale tant'è che risu ltano trascritte integralmente anche nelle copie.


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= , 94 94. Le Bocche di Bonifacio nella cartografia dell'Ot tocento.

essere molto importante, sono stati postati anche due pezzi di artiglieria ed un artigliere a spese della città. In tal modo alla sua base potranno ormeggiarsi in tutta tra nquillità le navi che attualmente non sanno dove ripararsi. (Quanto esposto mi sembra ben fatto)

In Bosa è stato posto similmente un sergente della milizia, affinché faccia esercitare gli uomini della città e controlli le guardie lungo le marine. Si sono fatti pagare anche 700 ducati che la città aveva di debito per la riparazione a lla men peggio delle sue mura ... Inoltre è già da un anno che la torre sull'isolotto è completam ente res taurata ed anche il castello se si riparasse potrebbe essere ug ualmente valido .. . Si è d ata la massima urgenza alla ultimazione delle due torri che si stanno innalzando nel territorio di don Angel Zetrillo, che saranno pertanto presto complete e p residiate da vedette ... (... in merito alle torri mi sembra ovvio che si debbano ultimare al più presto ... )


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In Oristano si è analogamente posto un altro sergente della milizia quale istruttore degli uomini validi all'uso delle armi della città, nonché per ispezionare le guardie lungo le marine cli sua giurisdizione, ovvero fino a quelle di Iglesias. Sono stati riscossi 700 ducati spesi a suo tempo per le riparazioni delle mura ... Si è data inoltre fretta perché siano ultimate le due torri in costruzione, ordinando altresì che se ne avvii un'altra nuova . In Iglesias si è posto un altro sergente perché faccia esercitare la gente, e controlli che venga fatta buona guardia lungo le marine di sua giurisdizione. Sono stati prelevati 700 ducati per le riparazioni delle mura ... ed è quasi ultimata una torre nella quale già vi si attua la guardia ... (. .. mi sembra oltimo che si vadano terminando le torri che si previdero per questo Golfo) Comandai infine ai baroni di prestar servizio con i loro squadroni, che per obbligo feudale verso S.M. devono essere di 80 cavalli , avvicendandosi 20 alla volta per 3 mesi , di modo che ci sia sempre disponibile una compagnia di almeno 20 cavalli, alla quale si porrà come capitano uno dei sergenti della milizia il quale tiene il dovere di perlustrare le marine e sorvegliare le guardie che si effettuano lungo quelle ... (1'vli sembra giusto che i baroni con i loro squadroni effettuino le perlustrnzioni come esposto. Firmato: ingegner Fratin o)» 13 . Dal prezioso documento, anche se in maniera marginale e discontinua, possiamo così apprendere che finalmente intorno al 1580 i cantieri delle torri, sotto la spinta del viceré don Miguel de Moncada presero ad operare. Servendosi magari di finanziamenti locali sopportati dagli abitanti, o dagli stessi feu datari, o forse più raramente elargiti dalla finanza imperiale, in diversi punti della costa sarda squadre di muratori, spaccapietre, legnaioli, carpentieri e barcaioli si accingevano a compiere il tanto agognato e lungamente atteso progetto. Purtroppo nessuna fonte esplicita ci consente di appurare quante torri fossero contemporaneamente in costruzione in quella estate del 1580. Una stima prudente ci porterebbe a non superare la decina, cifra senza dubbio modestissima, ma incontestabile avvio ciel piano . Del resto la seconda relazione d el Camos ne prevedeva complessivamente una trentina, e la carta dell'isola del 1577 del Capellino, frutto in merito di informazioni piuttosto che di oggettivi riscontri, ne riporta 33, mentre il Fara a sua volta nella Cronographia ne prospetta 31. · L'attuazione così intrapresa ebbe la prima investitura ufficiale soltanto nel 1583 allorché il: «Parlamento convocato dal viceré Miguel de Moncada ha fra gli argomenti in discussione proprio la questione della difesa delle coste dell'isola. Gli stamenti propongono capitoli pressoché identici sul sistema difensivo: in primo luogo le torri devono essere erette nei golfi, nei porti e a difesa dei centri abitati; le torri che sorgono nelle marine delle città o dei feudi devono essere mantenute dalle amministrazioni municipali o dai signori feudali; le torri sarebbero, di fatto, inutili se non si procedesse anche al restauro delle piazzeforti di Cagliari, Alghero, Castellaragonese e alla fortificazione delle altre città. Viene, infine, proposta l'istituzione di una Diputaciò, espressione dei tre bracci del Parlamento, per l'amministrazione dei fondi ricavati dalle tasse previste per finanziare la costruzione e il mantenimento delle torri» 14 • Non è affatto eia escludere che la presa di posizione del Parlamento sardo avvenisse sulla spinta emozionale dell'ennesima tragica razzia abbattutasi l'anno innanzi su Quartu, a poche miglia da Cagliari, dove l'apparato di vigilanza e difesa costiera tardava ad essere attivato . Altresì altamente probabile supporre, dietro Ja decisione parlamentare, la volontà imperiale, apparentemente dispersasi nei meandri burocratici. Che la situazione generale poi delle incursioni e delle catture eia parte dei corsari degli abitanti del Regno tendesse ad incrementarsi sensibilmente, lo si coglie dal coinvolgimento diretto di alti prelati

13

14

A.G.S., G.A., Leg. 104, libera traduzione. Da A. MATTO N1', Le istituzioni militari, in Storia dei Sardi e della Sardegna, Milano 1989, voi. III, pp. 68-69.


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sardi nelle opere di assistenza e riscatto dei loro connazionali in catene presso i barbareschi. «Schiavi sardi popolavano in buon numero i bagni d'Algeri, Tunisi e Tripoli ed altre città nord-africane, ed alimentavano la schiera numerosa dei rinnegati, dalle cui file, già nella prima metà del Cinquecento, era uscito un sovrano di Algeri 15 . Sardi furono anche non pochi giannizzeri e rais, i capitani dei vascelli corsari autori di numerose incursioni nell'isola e padroni , a loro volta, di non pochi altri schiavi sardi. La causa del riscatto degli schiavi sardi in Barberia aveva condotto Giovanni Sanna a Roma ... per cercare d'associarsi ad una missione dello Stato della Chiesa, che gli permettesse d'accedere al mercato degli schiavi cristiani e operarvi con reciproca utilità .. . A buona ragione, dalla Compagnia del Gonfalone, venne affidata al[lo stesso] decano d' Ales la compilazione di tutti i più importanti documenti finanziari e contabili, dai contratti di compravendita degli schiavi alle quietanze di pagamento .. . [e] per la sua buona conoscenza delle lingue, la cura dei rapporti diplomatici, con governi cristiani e musulmani .. . Il 31 ottobre 1584 Giovanni Sanna assume il formale impegno di recarsi una prima volta 'ad Algeri et altri luoghi di Bar baria' come deputato alla redenzione di schiavi. .. Trascorsi sedici mesi .. . nel settembre 1586 . .. il decano d' Ales, in procinto di essere eletto vescovo d' Ampurias . .. si sarebbe recato una seconda volta in Barberia come redentore della Compagnia ... » 16 , riscattandovi di lì a breve un gran numero cli schiavi, molti dei quali sardi, ulteriore conferma della eccessiva esposizione dell'isola alle razzie barbaresche . Le località di cattura cli quegl'infelici infatti - spesso indicate nei verbali della Compagnia - si riferiscono, nella stragrande maggioranza al territorio isolano e non già alle sue acque costiere, riprova della incontrastata facilità degli sbarchi corsari 17 • E forse proprio a seguito della inarrestabile e crescente pressione barbaresca sulle tormentate marine dell'indifeso Regno, l'imperatore Filippo II, svaniti miseramente tutti i piani di travolgenti azioni militari miranti all'annientamento delle città-stato corsare, prese definitivamente posizione sull'annosa diatriba della difesa costiera sarda. Pertanto nel 1587, quindici anni dopo gli accorati solleciti di don Marcantonio Camos, la sua tanto agognata regia prammatica del 29 settembre - lontanissima dagl'inconcludenti e sterili appelli del passato - sancì l'accettazione dei capitoli parlamentari dell'83 . Costuitiva il loro definitivo rico noscimento da parte del governo centrale, e quindi il suo fattivo impegno alla edificazione delle torri costiere, reputate le uniche garanti della difesa costiera sarda. Nello storico documento veniva tracciata, con la immmancabile prolissità dell'epoca, la logica informatrice della risoluzione, frutto di ponderate osservazioni e valutazioni, e specialmente con involontaria comicità il programma di finanziamento dell'opera, fatto ricadere - come facilmente prevedibile - sulle strematissime finanze locali.

«NOS PHILIPPUS DEI GRA TIA REX CASTELLAE ARAGONORUM ... 18 Fra le molteplici preoccupazioni che in sommo grado sollecitano l'animo dei Re e dei Principi, preminente è quella di governare sudditi e vassalli con somma tranquillità, giustizia ed equità, nonché di salvaguardare i Regni ed i Domini affidati dall'Altissimo, come le Città e le Fortezze di quelle, così munite di valorose guarnigioni e di ottime armi, che non solo garantiscano la loro inviolabilità ma che anche incutano terrore agli eventuali nemici. Pertanto e per la tutela dei nostri sudditi e per la tran quillità della nostra coscienza cli Re, ordiniamo a quanti preposti al benessere di detti Stati e Domini, ed a quanti sovrastanti alla perfetta gestione del governo, della giustizia e dell'amministrazione che provvedano a premunirsi, non soltanto tramite armamenti e apparati bellici, ma anche tramite l'assunzione di valenti ed esperti funzionari, che sappiano discernere in materia militare nel nostro pre-

15

16

Cfr. L. P1NELL1, Un corsaro sardo re di Algeri, Sassari 1972. Da C . MANCA, Un decano d'Ales redeniore di schiavi cristiani in Barberia sul finire del Cinquecento, Cagliari 1983 , pp .

289 e sgg. 17 Archivio Segreto Vaticano, Fondo del Gonfalone, Libri Diversi U. 18 Il testo in latino della srorica Ordinanza è riportato tra le citazioni nel Piano per migliorare la difesa del litorale del Regno di Sardegna, ciel 1790, Biblioteca Reale cli Torino, Ms. , Mise. 104-8, segue quindi la libera traduzione.


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detto Regno di Sardegna. Quanto affermato riveste una importanza basilare, poiché questo Regno è situato proprio di fronte alla costa africana, dove risiede il nemico per antonomasia dei nostri altri Regni e Domini vicinanza ulteriormente aggravata dalla perdita de La Goletta e di Tunisi ad opera dei Turchi, ostili alla nostra Santa Fede Cattolica. Pertanto affinché un solo decreto sanzioni le disposizioni relative alla difesa ed alla sicurezza dello stesso Regno, abbiamo deliberato di munire questo con tre appositi espedienti, affinché una volta per tutte sia liberato dalla minaccia della flotta turca e dalle aggressioni degli altri nemici, per cui molti danni patisce. TI primo è che le nostre piazzeforti di Cagliari e di Alghero si riempiano di soldati, di armi e di altri apparati bellici, in modo che l' una verso occidente e l'altra verso oriente si ergano a presidio, rifugio e riparo dell'intero Regno, fungendo altresì da basi per l'invio di eventuali soccorsi alle zone minacciate. A tal fine destinammo a questo Regno una gran massa cli costruttori ed al contempo una ingente aliquota delle risorse, delle ricchezze e dei privilegi che da quello traevamo. Pertanto il secondo espediente consiste proprio nell'impiegare tal i ricchezze nel dotare il Regno di quanto necessario alla difesa, completandovi gli armamenti attualmente carenti, quali artiglieria ed armi da fuoco e bianche in generale. Per meglio attivare il programma, abbiamo iniziato ad inviare dagli altri nostri Regni 500.000 ducati d'oro, e già ne fu speso di più. Quale terzo ed ultimo punto disposi che il detto Regno, che è isola, sia protetto per l'intero suo perimetro eia torri di pietra 19 , con frequenti postazioni di soldati e depositi munizioni nei luoghi più elevati ed impervi. Quanto esposto non solo gioverà alla sicurezza del Regno e dei suoi abitanti ma alla stessa navigazione, quindi al commercio e provocherà la sconfitta dei pirati. Le prospettate torri, inoltre, potranno fornire riparo anche a tutti coloro che si rifuggeranno presso di esse, sia col mare calmo che agitato, agevolando come affermato la navigazione. Ed ancora erette in prossimità dei siti dove i pirati sono soliti appostarsi con i loro navigli, potranno con il fuoco delle artiglierie di cui saranno dotate inficiarne gli agguati, proteggendo i nostri sudditi dalle conseguenti violenze. Parimenti potranno, qualora inseguiti durante la navigazione, riparsi presso le stesse, sfuggendo in tal modo la cattura ... Tramite le stesse sarà reso sicuro l'esercizio della pesca intorno al Regno e le città potranno ammassare molte risorse provenienti dal mare. Quanto detto, in particolare, se sarà introdotta come da pochi anni si verfica nel nostro Regno di Sicilia, la pesca dei tonni, che vi ha generato grandissime ricchezze. Persino le terre costiere troveranno beneficio dal dispositivo difensivo, e potranno essere finalmente coltivate e fornire, per la loro risaputa fertilità, abbondanza di frumento, e pascoli per glì armenti. Tramite sempre le suddette t orri indurremo nel potenziale attaccante un salutare terrore, che lo costringerà a retrocedere, spinto dalla minacciosa presenza delle artiglierie, con il risultato che i territori al presente negletti per la costante vessazione corsara saranno i più feraci ed ambiti dell'intero Regno, e lo stesso ricco di risorse e di viveri, scalo di commercio e cli traffici lucrosi . Se Dio vuole, fra gli altri nostri regni a buon diritto potrà fregiarsi dell'appellativo Felice e Fausto, non ricusando noi e la nostra corona, ma al contrario fornendole grandissimi apporti. Di più lo stesso Regno prospiciente le coste d'Africa e posto al centro cleglj altri nostri Domini assurgerà al rango di fortezza e di bastione per tutti: anche ciò sarà frutto delle predette torri, erigendosene tante e sì possenti. Per la costruzione di queste, però, necessitano grandissime somme di denaro che, qualora ipotizzate con finanziamento esterno - ovvero dalla Spagna, clall' Italia e dalla Germania - per la presumibile discontinuità del gettito, potrebbero arrecare gravi danni proprio alle erigende torri. Infatti la temporanea sospensione del soldo potrebbe produrre l'abbandono delle stesse da parte delle loro

19

Da .J. V. B ARUQut , L e cinte murarie nella Castiglia medievale in C . DE Si:-r .\-J . LF. Gon (a cura di), La ci/là e le mura, Roma-Bari 1989, pp. 83-84: «Nella 'corona' di fortezze ... le torri di difesa n on eb bero il ruolo meno importante. Soltanto grazie ad esse fu acl esempio possibile controllare alla foce ciel fiume Ebro la zona dell'isola chi amata 'los Alfaqucs', 'buona sollanto come rifugio cli corsari'. Gli scarsi resti esistenti in tutta la costa ci consentono soHamo cli immaginare come dovessero essere tali torri ... Queste tor ri era no fatte di terra. Questo sistema di costruzione era molto poco costoso (con il costo di una torre in muratura se ne potevano fare due o tre di terra) ... >>.


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guardie, con il risultato che quelle sarebbero immediatamente spianate, con altri infiniti danni conseguenti. Per la qual cosa è sembrato assai giusto accordarsi che il denaro indispensabile per le stesse sia attinto non dall'esterno del Regno ma dal suo interno, non potendosi peraltro prelevare dal nostro patrimonio la cui penuria e tenuità attualmente ci angustia. Pertanto delegammo ad alcuni uomini onesti il compito di individuare da dove, e come, si sarebbero potuti rintracciare nel detto Regno i fondi necessari, senza disagio o danno per i nostri sudditi . La risposta ricevuta affermò che nessuna altra soluzione appariva più conveniente di quella di tassare le merci in esportazione , ottenendone il finanziamento per la costruzione e la manutenzione delle predette torri. Appurato ciò demmo incarico a don Michele de Moncada, nostro luogotenente e capitano generale, dell'espletazione, ed egli dopo averne discusso al riguardo con i notabili del Regno e con i tre Stamenti, ci confermò che in nessun altro modo era possibile infatti reperire i fondi nel Regno se non tassando i formaggi, i cuoi, le lane, la pesca del corallo e forse anche altri generi di esportazione. Con questa procedura si sarebbe potu to nel corso dei successivi anni accumulare la somma di 12.000 ducati, somma mediante la quale si potranno erigere e mantenere le predette torri, quelle cioè la cui costruzione e manuntenzione sarebbe spettata a noi ed alla nostra Regia Curia. Apprese tutte queste informazioni ed al contempo valutata nel nostro S.S.R . Consiglio questa deliberazione, si è da noi imposto che tale tassa venga resa esecutiva sui predetti generi di esportazione, risultando la stessa non solo necessaria ma della massima utilità per il Regno. P ertanto don Michele de Moncada, nostro luogotenente e cai::iitano generale, convocò a suo tempo nella nostra città di Cagliari i tre Stamenti del Regno per illustrare agli stessi la nostra volontà: appresala accettarono l'imposizione così ideata e la ratificarono come assai valida e provvida per il Regno ... »20 . Superfluo ogni commento.

Le torri: analisi architettonica Il repertorio formale delle torri costiere che scandiscono la quasi totalità delle coste italiane2 1 mostra come prima differenziazione quella inerente alla pianta: rotonda o quadrata. La prima categoria - la meno numerosa in assoluto - è pure·quella storicamente e concettualmente più arcaica, potendosi farla rimontare all'alto medioevo 22 . Le ragioni della successiva persistenza di adozione, protrattasi in alcuni eclatanti esempi fino al secolo scorso 23 , vanno imputate esclusivamente alla sua semplicità costruttiva e quindi al suo costo molto inferiore di una torre quadrata cli equivalente superficie. Nessuna maestranza qualificata, nessun particolare materiale edilizio e meno che mai nessun tecnico dirigente necessitavano per la sua erezione . Non è casuale pertanto che pur ritrovandosi in Sardegna, in quei decenni, alcuni rinomati ingegneri, dediti alla costante e pedante supervisione delle fortificazioni delle famose tre piazze, nessun progetto tipo relativo alle erigende torri ci sia pervenuto. Né peraltro si trova riscontro di notifica di incarico ai medesimi per la direzione dei lavori di tutte, o anche soltanto di alcune delle suddette. Né infine si è rinvenuto un esplicito capitolato d'appalto, facente riferimento ad un progetto di massima all'epoca noto. Valida perciò l'ipotesi che il modello formale cli riferimento siano stati proprio i millenari nuraghi, con lievi adeguamenti funzionali.

20

L'intero testo del documento è redatto in latino di pessima qualità, con una periodizzazione prolissa e ridondante, tale quindi da ingenerare notevoli di fficollà di esatta interpretazione. 2 1 Cfr. V. F AGLIA, La d(fesa anticorsara in 1/alia dal XV! secolo, Roma 1974, pp. 13-27. 22 Cfr. L. S ANTORo, Castelli angioini amgonesi nel Regno di Napoli, Segrate 1982, pp. 93-95 . 23 Dirette discendenti delle torri costiere sarde, furono queJJe inglesi costruite in età napoleonica, cleue Ma rtello. Da esse a loro volra derivarono quelle costruite in Sud Africa, in Canada e persino negli Stati Uniti. Le ultime prestazioni militari di alcu ne di q uelle inglesi, come ciel resto di alcune di quelle sarde si ebbero nel corso deJla Seconda Guerra Mondiale. sull'argomento cfr. I. HocG , Storia delle fo rtij1cazioni, Novara 1982, pp. 136- 137, ed anche, A. CAss1 RAMELLJ, Dalla caverna ai rijì,gi blindati, Milano 1964, pp. 257-263.


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96

95 95. Regno cli Napoli - Torre vicereale grande, Torre cli Bassano (Torre del Greco, NA).

96. Regno cli Napoli - Torre vicerea.le piccola, Torre Incina (Polignano, B,\).

Priva di spigoli cli laboriosa realizzazione, la torre rotonda inoltre offriva, abbinata alla facilità e rapidità d'innalzamento, una rimarchevole resistenza strutturale tanto alle sollecitazioni statiche, quanto specialmente a quelle dinamiche. Queste ultime a loro volta possono distinguersi in due tipologie, di cui la prima costituita dai possibili impatti dei proietti dei calibri più disparati, e la seconda dagli scuotimenti impressi dalla reazione dei pezzi negli interventi balistici. Per entrambe tuttavia la configurazione circolare - con alzato a tronco di cono - garantiva la massima stabilità. I conci lapidei dell'estradosso neutralizzavano - almeno fino ad un certo livello l'energia cinetica residua scaricatavi dai colpi, in una sovrappressione tollerabile, comportandosi non diversamente da quelli di un arco . Né ostentavano sezioni più deboli al tiro, come appunto gli spigoli delle torri quadrate: sotto questo profilo si può parlare di assoluta isotropia difensiva e strutturale. Anche la terrazza di copertura, propriamente detta «piazza d'armi» o brevemente «piazza», sopportata da una volta a cupola, distribuiva uniformemente i carichi e le spinte sull'intera circonferenza muraria, evitando deleterie concentrazioni. Parimenti la stessa scarpatura continua - presente nella stragrande maggioranza dei casi - che assimilava la torre ad un perfetto tronco di cono, assolveva un'identica duplice funzione: smorzare gli impatti allontanandoli dalla normale2 4, e reagire come una sorta di contrafforte ininterrotto alle sollecitazioni impresse dal rinculo dei sovrastanti pezzi. Non mancano comunque anche torri perfettamente ci lindriche, o cilindriche con base scarpata: in quest'ultima tipologia un risalto anulare a profilo torico - redendone - delimitava le due sezioni. Per contro però, specie per quelle di modesto diametro come buona parte delle torri costiere sarde, la piazza non si prestava alla ottimale postazione di più cannoni ed ancor meno al loro simultaneo brandeggio . Avendosi infatti su quelle la dimensione maggiore, la sola compatibile con il servizio dell'artiglieria, proprio sul diametro, diveniva oltremodo difficile posizionarvi due pezzi paralleli. La difficoltà poi si esasperava qualora la punteria degli stessi fosse stata divergente, dando così origine a paralizzanti incatastamenti dei cannoni.

24 Cfr. F. Russo, La murazione aragonese di Napoli: il lirnite di un'era, Società Napoletana cli Storia Patria, Archivio Storico per le Province Napoletane, n. CIII, Napoli 1985, pp. 92-93.


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97. Regno di Napoli - Torre vicereale tonda, Torre Paestum (Paestum, SA). 98 . Regno di Sicilia - Torre vicereale quadra , Torre Manfria (Licata, AG). 99. Regno di Sicilia - Torre vicereale grande, Torre Acqua dei Corsari (Palermo). 100. Regno di Sicilia - Torre vicereale tonda, Torre Isola delle Femmine (Palermo).


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101. Regno cli Sardegna - Torre vicereale tonda piccola, Torre cli Cala d 'Ostia . 102. Torre Badcle jana presso Alghero, impiantata a quota m 400 s.l.m.

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Tenendo conto, infine, che nella difesa costiera si impiegarono sempre pezzi dalla canna alquanto più lunga dell'ordinario ed affusti a cassa25 mobilissimi, tesi ad agevolare una celere punteria - onde fron teggiare gli altrettanto rapidi spostamenti dei bersagli - la economica pianta rotonda, per quanto accennato, si abbandonò perché valutata irrimediabilmente riduttiva. · Giustificate eccezioni le torri di ampio diametro o quelle progettate per armarsi con un unico pezzo di consistente calibro. In questi casi i vantaggi innanzi esposti permanevano totalmente, ma il costo complessivo, quand'anche inferiore alla equivalente quadrata, si amplificava considerevolmente. In ultima analisi la torre rotonda piccola rappresentò il caposaldo costiero minimo, ultimo livello prima della semplice vedetta all'aperto. Per tale serie di motivazioni a partire dalla metà del '500, ovvero dall'avvento di una efficace artiglieria costiera26 , le svariate centinaia di torri erette lungo le marine italiane27 , adottarono la pianta quadra, la sola che permetteva lo schieramento e l'impiego di più cannoni sulla piazza, non diversamente eia una batteria sulla coperta cli un vascello . L'armamento programmato per siffatte torri avrebbe potuto perciò effettuare sia un fuoco cli bordata, concentrandosi su di un unico bersaglio, sia per pezzo, suddividendosi su diversi, senza patire alcun intralcio di sorta. Le torri rotonde piccole perciò si relegarono al rango di capisaldi di puro avvistamento e segnalazione, ammettendosi sulle stesse appena l'armamento autodifensivo dello striminzito presidio. La successiva dotazione di una modestissima bocca da fuoco non bastò affatto a trasformarle in capisaldi per la difesa costiera attiva, accrescendone di pochissimo le potenzialità dissuasive ed ancor meno quelle ostative. Quanto affermato calza perfettamente per la catena di sorveglianza costiera sarda, fatte salve le poche strutture maggiorate, le famose torri gagliarde, spiccatamente difensive. Per le restanti, invece, è difficile ammettere anche la pura contemplazione di progetto per un armamento non finalizzato alla semplice autodifesa . Un'ultima osservazione scaturisce dalla prammatica di Filippo II, in merito all'apparentemente pleonastica specificazione che tutte le torri avrebbero dovuto essere innalzate in pietra. Per la ormai notissima penuria di denaro, stante la loro finalità precipua di avvistame11to e segnalazione, si sarebbero potute tranquillamente erigere sia in terra impastata, come quelle cli Barcellona, sia ancora con tralicci in legno, soluzioni senza dubbio economiche ma cli effimera durata. Onde escludere perciò qualsiasi malinteso in materia, l'imperatore sottolineò più volle la sola tipologia edificatoria consentita: quella appunto della muratura in pietra, sottintendente la permanenza al loro interno del personale in qualsiasi circostanza, non diversamente perciò da un castello propriamente detto. Assodata la pianta, la conformazione volumetrica ed il materiale da costruzioni, per la definizione esecutiva di ciascuna torre giocavano, di volta in volta, molteplici altri fattori, da vagliarsi in sito , dipendenti dalle diverse funz ioni della stessa, a cominciare da quella prioritaria dell'avvistamento. È alquanto ovvio che una maggiore altezza sul suolo consente un più ampio campo visivo, secondo una classica formula applicata in topografia28 , vincolo che sta alla base stessa dell'impianto di qualsiasi torre. Nel caso specifico in esame, però, osservandole spesso svettanti ad una discreta altezza sul mare - da poche decine di metri ad alcune centinaia per i casi limite - la loro dimensione verticale non trova una siffatta giustificazione. Si deve allora ammettere che la quota della loro piazza dipendesse, invece, quasi esclusivamente dall'esigenza di autodifesa della guarnigione, in stretta correlazione concettuale con le case-torri medievali, e con l'accennata volontà imperiale.

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L ' affusto «a cassa» era costituito eia una sorta di carrello a 4 ruot.elle, d i piccola dimensione, che consentiva un facile spostamento del pezzo. Ciò era possibile in quanto le artiglier ie costiere, come del resto que lle navali, si muovevano su superfici perfettamente li vellate, prive di asperi tà, a differenza di quelle campali, che dovevano muovere invece su qualsiasi terreno. 26 Afferma motivatamente F . BRA UDE:1. , Le struuure del quoiidiano, Torino 1982, voi. I, p. 361: «Non ci saranno sul mare pezzi a canna lunga, a tiro diritto e di piena portata prima del 1550» . 27 Le torri per l'esattezza possono stimarsi in circa un centinaio per la Repubblica di Genova, un a sessantina per lo Stato dei Presidi, un centinaio per lo Stato della Chiesa, almeno quattrocento per il Regno di Napoli, ed ancora un paio di centinaia per la Sicilia, erette all'incirca nello stesso scorcio storico . 28 La formula è D = 3850 h 1/m, dove h è l'altezza della struttura cli sorveglianza, e D è la distanza dell'orizzonte visibile.


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In tal modo rialzando notevolmente anche il piano agibile ed il relativo ingresso - in media a circa m. 5 dal s uolo - si garantiva una sostanziale inviolabilità ai suoi uomini, una volta ritirata la scaletta volante di servizio. L'eccedere ulteriormente questa altezza deve pertanto ascriversi esclusivamente alla funzione semaforica, per la quale si imponeva la reciproca visibilità delle torri contigue. P er restare ancora alla funzione di sorveglianza, è opportuno ricordare che le prescrizioni d'ordinanza per l'espletamento dei turni di guardia, li autorizzavano soltanto sulla piazza, dove, nelle migliori costruzioni, si trovava all'uopo una apposita garitta. E ra l'ambiente più elevato della torre, adiacente ad un piccolo deposito di munizioni. Il suo volume schermava verso monte la piazza, defilando in tal modo, oculatamente, i suoi uomini da possibili tiri proditori sul rovescio. Non è tuttavia affatto escluso che, proprio in virtù della quota d'impianto di molte torri, fosse sufficiente scrutare l'orizzonte dal loro interno, o addirittura dal terreno circostante la base, senza apprezzabili contrazioni di validità. L'accesso dal piano agibile alla copertura avveniva tramite una scaletta ad andamento elicoidale, ricavata nello spessore del muro, mediamente di m. 1,5 + 2, ovviamente nella sezione a monte - la medesima dell'ingresso - al riparo quindi da eventuali proietti navali. Altri rigidi parametri dimensionali derivavano dalla seconda inaggirabile funzione di qualsiasi torre: quella ricettiva. Nella stessa infatti dovevano vivere e lavorare, nella pienezza del significato, almeno due uomini - spesso tre - ventiquattro ore al giorno, per buona parte dell'anno, lontanissimi in molti casi da ogni aggregato urbano, per modesto che fosse. Vivere, architettonicamente parlando, implicava una cospicua riserva idrica, una dispensa in grado di conservare e preservare i viveri dall'ammaloramento, un locale dove desinare, dormire, cucinare, ecc. Lavorare a sua volta presupponeva, oltre al descritto terrazzo per la guardia, un piccolo deposito di munizioni, una altrettanto minuscola armeria, una riserva cli materiale combustibile per le segnalazioni, nonché un minimo di attrezzi per le normali riparazioni e manutenzioni alle strutture ed alle dotazioni militari. Ogni singola voce elencata ebbe perciò un corrispettivo strutturale, dal camino alla latrina, dalla garitta alla cisterna, dalle feritoie alla S. Barbara. L'insieme scaturente fu il progetto di massima delle torri, con innumerevoli varianti, tanto da potersi affermare che ogni singola realizzazione fosse un prototipo a sé stante. Riguardo poi ad una ipotet ica funzione di intervento balistico attivo, restava pur sempre possibile, quand'anche in maniera non particolarmente felice, l'impiego di un piccolo pezzo di artiglieria e di qualche archibugio per gli uomini. Per le torri più grosse logicamente il discorso è assai diverso in quanto, oltre ad una maggiore guarnigione - con tutte le necessità da essa derivanti - fu previsto un congruo numero cli pezzi. Questi, postati in genere sulla piazza o su appositi rivellini sottostanti, nonché in rari casi persino in basse casematte, promuovevano la postazione al rango difensivo, assimilandola alle altre già attive lungo le altre coste mediterranee italiane. Ma erano e restarono una sparuta minoranza. Del resto il loro impianto presupponeva e si giustificava, soltanto con la vicinanza di grossi centri abitati o cli significativi scali marittimi, uniche circostanze nelle quali la guarnigione avrebbe potuto motivatamente sopravvivere. In ogni altro contesto già per il semplice vettovagliamento, sarebbero sorti insormontabili problemi. Gli aridi litorali deserti poi, evitati per ovvi mot ivi dai corsari, non incentivavano ulteriori oneri. In ultima analisi le torri sarde ostentano, come accennato, nella loro maggioranza la caratteristica peculiare di configurarsi quali semplicissime postazioni di sorveglianza foranea. Pertanto la loro massa muraria si imponeva per la altrimenti inevadibile inospitalità ambientale nei confronti del presidio, e parimenti per garantirgli un minimo di protezione clall'eventuali incursioni, istigate spesso proprio dalla sua presenza. Che il compito fosse così concepito, lo dimostra infine il dettaglio della natura non militare dello stesso: le guarnigioni delle torri sarde, infatti, non erano comandate da alcun caporale spagno1o 2 9, né eia un suo equivalente miliziano, ma da semplici uomini dei paraggi abilitati allo scopo.

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Per le torri sarde infaui riguardo al comandante si parla genericamente di Alcaide, titolo piullosto che grado, e comun-


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Ne~suna particolare qualifica od idoneità si richiese, specie inizialmente, e meno che mai una specifica patente30 • Al riguardo è significativo osservare che il Moncada previde per gli organici del suo piano, a schieramento completato delle quasi novanta torri, un solo caporale ed un solo art.igliere, tratti dai quadri regolari dell'esercito di stanza, da pagarsi secondo la regolamentare tariffa imperiale, per quel grado, a 4 ducati al mese!3 1

Il parto della montagna A bbiamo casualmente accertato che le torri iniziarono ad essere costruite, magari su volontà e finanziamento privato, intorno al 1578. Poche per la verità e lentamente. Per la maggiore aliquota si dovette attendere ancora il 1591, allorquando il: «viceré Gaston de Moncada, marchese di Aytona, avrebbe fatto costruire 26 torri...» 32 . Per l'esattezza dal: «1592 al 1599 sarebbero state costruite 26 torri e dal 1600 al 1610 altre 26; in tutto 52 a cui si devono aggiungere i numerosi restauri e riadattamenti di quelle già esistenti» 33 .. A quasi quarant'anni dalla stesura del piano del Camos, che prevedeva appunto 54 torri, una sessantina effettivamente entrò in esercizio, per la sorveglianza di oltre 1.500 chilometri di coste, e con esse un centinaio di uomini cui era delegata la delicatissima mansione. Anche a volerle calcolare al massimo dell'importo, cioè a 300 ducati cadauna, l'ammontare complessivo non superava i 18.000, da distribuirsi per giunta sull'arco di un trentennio. L'impegno economico risulta pertanto molto modesto e contenuto, specie se confrontato a quanto attuato in altri regni dell'impero. Per meglio esemplificare il viceré don Parafan de Ribera, a Napoli, fu in grado di erigere, schierare ed armare, tra il 1563 ed il 1569, oltre 250 torri, di mole e complessità enormemente superiori a quelle sarde . Ma tant'è, e quel che più impressiona è che persino i dettagliati piani di finanziamento anelarono sostanzialmente delusi, e questo spiegherebbe la ragione del protrarsi abnorme della fase esecutiva. Per la loro costruzione infatti alla fine: «erano stati stornati fondi dai regni catalano-aragonesi. La monarchia - scrive nella 'relazione segreta' del 161 1 il visitador Carillo - 'no tiene ningun provecho deste Reyno'. Le fortificazioni 'han costado mas de un milion, con dinero trayado de Espana, y siendo este Reyno frontera de enemigos, ayda de amigos, socorro a las reynos de Su Magestad de napo/es y Sicilia, se devian conservar los , presidios de guerra' >>34 • Lungi quindi dal considerasi esaurito in quel 1610, lo schieramento delle torri continuò ad essere infittito per tutto il X Vll secolo, per quello ancora successivo e, con qualche estremo esempio, persino nel XIX. A quelle iniziali torri perciò se ne aggiunsero a ltre, toccando intorno alla metà del seicento la cifra di 8 l, e quella di 82 per il secondo decennio del settecento, ai giorni dell'ispezione dell'ingegnere Felice De Vincenti 35 . Le stime in merito però sono alquanto discordanti, dipendendo in ultima analisi da quello che si intendeva per torre propriamente detta, e non ultimo per gli eventuali crolli o distruzioni accaduti alle stesse, alcuni dei quali ad opera dei soliti corsari.

que non è richiesto, in maniera esplici ta, alcun passato milit.are o conoscen;:a tecn ica specifica. li vocabolo tuttavia in ant ico castigliano des ignava il «comandante di fortezza» o più generalmente il (<Castellano». 30 La patente era un documento abilitativo all'allività di comandante di una torre costiera. Essa ven iva ril asciat.a ai caporali dell'esercito spagnolo, ed in seguito a chi per loro, aventi gli ido nei req uisiti, primo fra Lulli l'essere appunto spag noli e quindi il saper leggere e scrivere. Sull'argomento cfr. P. Russo, La difesa cosiiera ... , cit., pp. 196-199. :n Ciò potrebbe essere messo in relazione agli scarsi organici dell'esercito im periale propriamente detto, in Sardegna, Sarebbe pertanto risul tato impossib ile sottrarre da quello almeno un centinaio di caporali per tale fum:io ne. Del restO l'eccessiva desolazione sarda non cost.ituiva certamence uno stimolo per gli stessi, il cui grado, giova ricordarlo, era di gran lu nga superiore all'omonimo attuale, 32 Da A. tvh-rrni-:r. , Le isiiluzioni miliiari... , cit., voi. III, p, 70, 33 Ibidem. 34 Ibidem , p, 86: « la Co ro na non percepisce alcun provento da quest0 Regno di Sardegna.,. le sue fortificazioni inoltre sono costate più di un mii.ione di ducati, denaro tratto dalla Spagna. Essendo questo Regno frontiera marittima con i nemici, aiuto per gli amici e soccorso per i Regni di Sua Maestà, di Napoli e di Sicilia, è necessario mantenere le sue guarnigioni ... ». 35 Sulla figura e le opere dell'ingegner De Vincenti si parlerà nel capitolo seguente.


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Questi infatti non stettero a guardare passivamente quanto si andava lentamente attuando per neutralizzarlo. Molti dei loro rabbiosi attacchi furono pertanto indirizzat i contro i cantieri delle torri, con una duplice finalità: impedire o almeno ritardare le costruzioni; catturare gli uomini che ad esse lavoravano. Il bersaglio era allettante, trattandosi spesso di varie decine di persone raccolte in brevi spazi, facili prede perciò di una veloce incursione. Nel 1584 ad esempio , a Porto Conte, presso Alghero, un centinaio di muratori intenti alla tanto auspicata fabbrica della torre vennero sorpresi e tradotti schiavi dai barbareschi. Nel I 587 fu la volta della torre in allestimento presso Longosardo: la guarnigione che già presidiava la postazione, avendo probabilmente opposto resistenza, fu massacrata. Di simili episodi anche la cronaca del secolo successivo appare abbastanza farcita . Nel I 637 una squadriglia di galere di Biserta attacca e danneggia gravemente sette torri presso il Capo di Sassari, mentre l'anno seguente è .la torre dell'isola dell' Asinara a patire l'interessamento corsaro36 • I ricordati assalti tuttavia dimostravano, anche ai più prevenuti nei confronti della difesa costiera statica, la validità concettuale e materiale del sistema, incentivandone l'ulteriore infittimento. Buona parte però del denaro, affluente con estrema parsimonia dalla Spagna, veniva divoralo dagli interminabili lavori alle tre piazze dell'isola. Parrebbe a prima vista singolare il dedicare alle stesse, chiaramente sproporzionate per la salvaguardia dell'isola dagli endem ici grassatori nord-africani, ormai i soli rappresentanti della marineria ottomana, tante risorse a scapito di una repentina ultimazione del programma delle torri. Ma in realtà paradossalmenLe al decrescere della minaccia t urca, faceva da contrappunto l'amplificarsi di quella francese, con connotazioni spiccatamente militari e con evidentissime finalità di conquista. Non più quindi masse fanatiche prive di una idonea qualificazione per affrontare un assedio in termini moderni, contro le quali perciò anche una fortificazione non perfettamente aggiornata riusciva valida. Si prospettava invece l'esigenza di vanificare l'investimento di una pari tecnologia e di una altrettanto, se non superiore, scienza militare. L'approssimazione doveva necessariamente bandirsi per consentire l'ottimizzazione delle disomogenee opere. Il 13 settembre del J 598 moriva all'Escuriale, dopo atroce malattia, l'anziano Filippo Il, trasmettendo la corona al figlio ventenne Filippo III, che disgraziatamente non era dotato al pari del genitore di un ' altrettanta stoica dedizione governativa. Le sorti dell'impero finirono, perciò, in mano ad un fiduciaJio, meglio noto quale «privado», prassi destinata a protrarsi da allora con funeste conseguenze. Il tornaconto personale di questi favoriti, infatti, si impose spesso a quello dello Stato, subordinandone e deformandone la politica generale. Per il resto però poco si mutò della tradizionale iperburocratica gestione delle incombenze amministrative, prime fra tutte di quelle militari. Pertanto agli inizi del 1600 don Antonio Coloma, conte d'Elda - in perfetta continuità dirigenziale - compilò le consuete pedanti relazioni circa lo stato dei lavori a Cagliari e ad Alghero, che rimise al nuovo imperatore per la opportuna ratifica. Ci sembra interessante, onde agevolare il dipanarsi della nostra ricostruzione, citarne le parti significative. Al contempo esemplificheremo ulteriormente il rigido controllo a distanza delle opere. <<Relacion de la fortificacion del Castillo de Caller ya Pendisio de la Marina deste Reyno de Cerdena ... :n

... e di quanto fino ad oggi si è compiuto, e di quanto ancora occorra realizzare, seguendo i progetti dell'ingegner Iacopo Palearo Fratin, che S .M . che sta in cielo inviò qui a suo tempo per potenziare questa fortificazione . Innanzitu tto il baluardo e la tenaglia di San Pancrazio - ripo rtati con la lettera A sui grafici si trovano in perfetta efficienza con le relative piattaforme per le artiglierie e le rispettive casematte, nonché con 11 cannoni, alcuni d'assedio da 40 libbre cli calibro, ed altri - dei sagri - da 6 o 7 libbre. Il fossato antistante però non è ancora ultimato, dovendosi maggiormente approfondire come eia disegno.

36 QuesL' ullima operazione corsara, esulante per p ortata da lle abiniali, potrebbe essere stata una diretta conseguenza della facil ità dello sbarco francese, o dell'allentamento della vigilanza foranea ad esso succeduto. 37 A.0.S., G.M., 3694, segue I.ibera tradu zione.


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Parimenti non risulta completata la strada coperta, la cui definizione si conseguirà a conclusione totale dei lavori della piazza. La cortina - indicata con dei puntini e con la lettera B - è completata. 11 cavaliere presso la Zecca - anch'esso indicato con la lettera A - è ultimato, con le sue piattaforme e polveriere, nonché con 7 pezzi di artiglieria. Il cavaliere del conte di Quirra, cosiddetto per essere adiacente al suo palazzo, corrispondente con il fossato cli S. Pancrazio - riportato con la lettera C - è ultimato, con le sue piattaforme e casamatta ed è munito anche cli 2 pezzi di artiglieria. Il bastione della Chiesa del Monte e di S. Croce, che sono tutt'uno - segnati con la lettera D si trovano ultimati, con le relative piattaforme, rispettivamente per 4 e per 7 pezzi d'artiglieria. La cortina-baluardo e la sua casamatta posti al di sopra di S. Chiara - segnati con la lettera E sono in corso di approntamento e di armamento con 4 pezzi di artiglieria . A sua volta la cortina indicata con i puntini fino alla torre dell'Elefante si trova completata con la relativa casamatta . Dispone di 3 pezzi di artiglieria. Al bastione dello Sperone, posto al cli sopra della porta di Cagliari - indicato con la lettera H deve ultimarsi la piattaforma . Dispone comunque di 6 pezzi di artiglieria in perfetta efficienza . Il baluardo dei Calderai posto al di sotto di quello dello Sperone - segnato con la lettera Y - deve essere ultimato relativamente alla piattaforma ed ai parapetti ed inoltre non dispone di alcuna artiglieria. Sovrastante questi ultimi due vi è il bastione detto della città, ultimato ed armato con 2 pezzi di artiglieria. U na volta esaurito l'approntamento cli quanto ancora necessario, come descritto, per le fo rtificazioni ciel Castello di Cagliari, è la volta di quelle del borgo della marina che si trovano a l presente come segue. Il bast.ione cli S. Francesco - indicato con la lettera T - richiede la costruzione della piattaforma, l'approfondimento ciel fossato e l'ultimazione della strada coperta fino a S. Agostino. Quello di S. Agostino poi a sua volta - indicato con la lettera O - richiede parimenti la costruzione della piattaforma, come dal grafico, ed obbliga inoltre alla demolizione ciel monastero e della chiesa vecchia di S. Agostino, essendo addossato alla muraglia. Proprio per rispetto cli quello, su ordine della maestà che sta ora in cielo, se ne innalzò un altro di sana pianta sulla marina - indicato con la lettera M - . Entrambi però al momento sono ciel tutto disarmati, mentre invece avrebbero un estremo bisogno per l'importanza dei luoghi che difendono di una congrua artiglieria. Quello detto ciel molo ciel porto - che sta contraddistinto dalla lettera N - è lontano dall'essere completato, poiché negli anni passati crollò parzialmente per i possenti scuotimenti impressigli dalle mareggiate. Fu necessario perciò accrescere lo stesso molo, avanzandolo, con la conseguenza che soltanto una parte risulta ultimata con muratura in pietra: non dispone pertanto cli alcuna artiglieria. TI bastione ciel molo cli legno - indicato con la lettera P - è completato ed è anche armato con 6 pezzi cli artiglieria in perfetta efficienza. Il bastione del Gesù - lettera Q - è quasi completato. Occorre costruire la sua piattaforma ed ultimare lo scavo ciel fossato nel tratto che va dalla porta fino al mare . Il bastione cli S. Giacomo - lettera R - necessita della ultimazione della piattaforma, nonché dell'approfondimento del fossato fin quasi alla porta ciel Gesù . Parimenti va perfezionata la strada coperta da lì fin o alla porta di Villa Nuova. Entrambi questi due ultimi bastioni non dispongono cli artiglieria per la carenza che vi è della stessa. Di quella a disposizione, come già più volte accennato, è assoluta l'efficienza ed abbondante la riserva di m unizion i. Al tempo del viceré don Miguel de Moncacla, S.M . che sta in cielo o rdinò che si fortificasse il monte dove si trova eretta la chiesa di S. P ancrazio, nella migliore delle maniere prospettate da un suo ingegnere espressamente inviato . Ciò perché il sito appariva al contempo il più debole ed il più pericoloso di questo Castello. Ma cli quanto stabilito dal sopraggiunto ingegnere nulla fu fatto, poiché elaborò un progetto che non parve a ffatto covincente. Pertanto converrà molto a V.M. ordinare nuovamente l' invio di un altro tecnico qualificato ed esperto in materia, in grado di valutare esattamente quello che sarà opportuno erigere, poiché in quel punto le masse murarie delle fortificazioni sono enormi e con esse i relativi costi, cosa peraltro nota da sempre e mai perciò avviata. Il loro p unto di inizio può situarsi nel bastione centrale che sta ammorsato alla tenaglia di S. Pancrazio - lettera T - e quindi nei successivi fino a quello anch'esso centrale corrispondente con


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103. Rilievo settecentesco della Porta di Villa Nuova e delle sue adiacenze.

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S. Agostino . Tale tratta rappresenta la sezione più delicata per la sicurezza del Castello e del borgo di Stampace poiché le rinserra, sottraendo al contempo al nemico qualsiasi riparo utile per l' assedio ... Nella torre cli S. Pancrazio vi è un pezzo d'artiglieria, un altro in quella dell'Elefante, ed appartengono insieme a tutte le restanti schierate per lo più alla città, possedendone V.JVl. altre postate nelle torri di questo Capo .. . Relacion del castillo de Caller en Sardena del Yirrey el conde Delda>>38 •

La citata relazione, che tra l'altro ci fornisce la prima esplicita riprova circa la presenza di artiglieria in alcune torri costiere - per giunta di proprietà imperiale-, non si prestava logicamente ad una semplice lettura da parte di un sovrano, magari poco dotat o in materia. Non diversamente dal viceré che si era avvalso per redigerla della qualificata consulenza e dei grafici di un ingegnere, anche Filippo III per poterla opportunamente valutare ne delegò l'analisi specifica ad un acclarato ingegnere militare, suo consigliere ufficiale al riguardo. Per una ennesima circostanza propizia il carteggio d'archivio ci ha restituita la minuta con la quale il 20 giugno 160 l l'ingegner Tiburzio Spanocchi, ormai primario consigliere tecnico imperiale - tanto da risiedere presso la corte a Valladolid - rispondeva in merito al sovrano.

«Senor avendo preso visione della relazione che il conte d'Elda viceré di Sardegna inviò a V .M. in merito alla fortificazione della città di Cagliari, e sulla quale mi richiedeste il parere, tengo a precisare innanzitutto quanto appresso . Sarebbe estremamente importante proprio al fine di un miglior giudizio disporre di un grafico sul quale fosse riportato l'alto ed il basso (le quote altimetriche) ed anche la scala in canne, palmi e piedi con l'indispensabile orientamento a Tramontana. Trattasi di dettagli basilari al fine di una corretta valutazione. Nostante ciò poiché V .M. me lo ingiunge esplicitamente esporrò quanto mi sembra fondamentale, circa tale relazione e progetto allegato. La porta detta di S. Pancrazio è la più debole e pericolosa di tutta cerchia, e pertanto converrà particolareggiarla ulteriormente, e poiché il viceré afferma che il migliorare la fortificazione lungo la linea dei Bastioni, segnati con la lettera T, appare opera molto costosa e perciò mai ultimata, va osservato che per quanto una cerchia si perfezioni, risulta sempre alla prova dei faL ti che esiste un'ulteriore soluzione che supera la precedente.

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Ibidem: «Relazione sul Castello di Cagliari in Sardegna del viceré il conte Delda}>.


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... pertanto ritengo più sicura la vecchia cerchia nel borgo di Stam pace .. . (comunque) anche se si dovesse evitare di incorporare detto borgo nella nuova cerchia sarebbe ugualmente vali da poiché dominante ... La chiesa del Gesù appare dal grafico troppo vicina alla murazione ed adiacente alla st rada coperta al punto che quest' ultima non servirà a nulla .. . Mi chiede infine V .M. che io gli indichi un tecnico esperto per eseguire un sopralluogo ed un plastico dei suddetti luoghi. Mi consta che il cap . don Diego de Prado - il quale attualmente presta servizio per V.M. nell'artiglieria - nativo proprio di quella terra, in cui ha trascorso per di più alcuni anni, è dotato d i notevole capacità nel settore delle fortificazioni e del disegno, requisiti primari per simili incombenze. Potrà perciò V .M. servirsene per tale incarico sollecitato dalla stessa Città . Valladolid addì 20 giugno 1601 T ib urzio Spanocchi» 39 . Un'analoga relazione fu inviata contemporaneamente dallo stesso viceré anche per Alghero, di cui però tralasciamo la trascrizione , per essere di identica natura della precedente e notevolmente più prolissa. Le fortificazioni delle piazze quindi continuavano ad occupare l'interesse dell 'alta dirigenza, sia locale sia centrale, nonché ad ingoiare enormi quantità cli risorse monetarie ed in natura, sotto forma di esasperanti corvè. Quest'ultime infatti costituivano l'inalienabile: «obbligo per i vassalli di prestare la loro manodopera nelle costruzioni delle grandi strutture fortificate delle piazzeforti di Cagliari, d i A lghero e di Castellaragonese [e quasi certamente delle torri per quanto in precedenza esposto ed esplicitamente confermato dal Moncada, non essendosi inoltre rinvenuto finora, quale valida smentita dell'asserto alcun capitolato d'appalto relativo alle stesse n. d .a.]. Gli imponenti baluardi cagliaritani vennero costruiti nei primi Anni Settanta del cinquecento dai contadini delle vìlle ciel Campidano, strappati ai lavori agricoli ed ai villaggi di origine per essere im pegnati come manovali , trasportatori, uomini di fat ica 40 . A turno , una settimana ciascuno tutti gli uomini validi delle ville lavorano nei cantieri reali e percepiscono la misera paga giornaliera di 2 soldi, che non è nemmeno sufficiente per vivere in città (a Cagliari il costo medio della vita si aggira sui 5-6 soldi al giorno). Per avere un 'idea delle energie umane impiegate basterà ricordare che, nell'estate ciel I 57 5, furono adibiti alla costruzione dei baluardi e delle fortificazioni cli Alghero ben 9.061 uomini, in maggioranza proven ienti dalle campagne, tra maestri e muratori, manovali, aiutanti, garzoni, trasportatori ed uomini di fatica; 4.001 nel mese cli giugno, 1.511 in quello di luglio; 2.5 12 in quello cli agosto; 1.037 in quello di settembre. Nel Parlamento del I 602-03 viene chiesto di trasformare, anche in questa circostanza, l'assai gravosa corvè in un tributo an nua le fisso che le vìlle avrebbero pagato in fr umento o in denaro» 41 • Mentre si procedeva in tal modo all'aggiornamento delle piazze ed alla costruzione delle mitiche torri costiere, la politica internazionale, superata una fase cli provvisoria stabilità successiva alla morte cli Enrico IV cli Francia , nel 1610, riprese rapidamente a volgere verso una nuova fase guerreggiata della secolare contrapposizione tra Spagna e Francia . Rientrata ei a tempo la minaccia invasiva ottomana, ridottasi se pur di poco la tracotanza dei corsari barbareschi, lo spettro di un 'azione mil itare francese sembrò acquistare continua consistenza. Lo scenario dominato dal 1618 in poi dall 'atroce guerra detta «dei trent'anni» non era fatto per promettere tranquillità, nemmeno a quella misera isola mediterranea. La morte di Filippo III , il 31 marzo ciel

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A.G.S ., G .M., 3694, libera trad uz ione. Secondo il sis tema spesso applicato dalla di ri genza spagnola in materia di fon.ificazioni, i centri abitati limi tro fi alle erigende piazze erano obbligati a fornire in natura buona pa rte dei materi al i da costruzione, q uali specialmente pietre, calce e legname, nonché le corvè di manovalanza. Entrambe le pre~ta;:ioni venivano riparti te in rag ione inversa della distanza dei centri dalla piazza e diretta del loro numero cli abitanti, fino ad un raggio massimo di q uasi 100 migl ia. Era fa llo per di pi ù esplicito diviet.o a trasformare q ueste forn iture e corvè in equivalente monetario. 41 Da A . MATTONE , La ciwì e la socie1à urbana, in Storia dei sardi ... , cit., voi. III, p . 303. La rich iesta del parlamento sardo del 1602-1603 è la es plicita conferma di quamo affermalo nella nota precedente. 40


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1621, non rallentò punto la folle corsa verso il devastante conflitto. Il suo successore infatti, un ragazzo cli appena 16 anni - Filippo IV - non diversamente, ma forse più compiutamente del padre, affidò il governo ad un suo fiduciario, nella fattispecie a Gaspare de Guzmàn, conte cli Olivares e duca di San lùcar, meglio noto come il conte-duca . Ambizioso traguardo dell'illustre personaggio potrebbe ritenersi, in larga sintesi, una sorta d i riedizione tesa alla definitiva realizzazione della visione politica di Filippo II, foriera già di per sé di immediate quanto aspre rivalità con la Francia . Non a caso il suo governo ebbe costantemente per parola d'ordine «Sola Espana conira todos», aforisma che giustificava in pieno le apprensioni di tutta la dirigenza imperiale, e non ultima di quella isolana. Le ripercussioni sul piano militare cli una simile concezione furo no im mediate ed appariscenti . Il principale strumento cli qualsiasi logica imperialista, la flotta, che ai tempi di Filippo lll era stata negletta e .l asciata marcire nei porti, riebbe improvvisamente tutte le attenzioni governative. I fondi ad essa destinati si raddoppiarono in quello stesso anno, passando dai quasi 500.000 ducati ad o ltre 1.000.000, impennata che corrispondeva, sul mare, alla presenza d i una squadra atlantica cli circa una cinquantina di unità. Parimenti anche l'esercito beneficiò del ritorno di fiamma, vedendosi più che raddoppiati gli stanziamenti 42 . Le spese militari della Corona raggiunsero , in tal modo, l'esorbitante livello di 8.000.000 di ducati , cifra che dà un netto riferimento della nuova dinamica perseguita. Né minori ambizioni si proiettarono suJlo scacchiere mediterraneo, e per l' ennesima volta un palese spirito di crociata si percepì nettamente con tutte le paventabili conseguenze, coincidendo infatti con un analogo risveglio imperialistico deJla Francia . 11 riarmo navale dovette trovare una pronta eco in Sardegna, dove da anni si andava auspicando la formazione di una piccola squadra di galere da intercettazione anticorsara, ed il procedere asfittico ciel piano di torreggiamento, con le m odestissime realizzazioni innanzi ricordate, ridiede vigore ai propugnatori della flotta militare regnicola . I corsari infatti, e più in generale i pirati - ormai di diverse nazionalità oltre a quelli per antonomasia barbareschi - continuavano a flagellare con lieve flessione, proporzionale alla modestia ciel torreggiamento, le coste isolane, sicuri della sostanziale impunità. La presenza di una piccola squadra di galere, abbinata per il logico coord inamento al servizio di vigilanza delle torri , avrebbe, secondo una coerente intuizione, potuto rendere la difesa cli queste o ltre che preventiva e dissuasiva anche attiva, ben al cli là del semplice raggio balistico delle loro artiglierie, amplificando a d ismisura la potenzialità difensiva del sistema integrato risultante. I primi programmi e propositi in materia datavano intorno la metà del secolo innanzi ed in particolare da quanto citato, verso la fine degli ann i settanta, su iniziativa del capitano Juan Baptista Reyna. Ma la speranza di un rapido approntamento delle torri, in numero adeguato ai bisogni, stornò l'attenzione dalla lungimirante prospettiva . I nuovi eventi politici interni, con la ricost ruzione della flotta da guerra e l'incubo della crescente pressione nemica, indussero ad un accorto riesame. Come se non bastasse, le mirabolanti imprese dei Cavalieri di S. Stefano attuate nella caccia ai corsari propri o nelle acque sarde, acutizzarono la necessità. Il 10 ottobre ciel 1620, infatti, le unità stefaniane, al comando dell'ammiraglio O ttavio Montauto, catturarono presso l'isola di Molara una tartana bar baresca con 33 predoni. «li 10 novembre [lo stesso ammiraglio] preda , presso Porto Figheri .. . 2 feluche con 11 turchi; 1'11 cattura a Coda di Cavallo ... 28 pirati; il 20 preda 2 brigantini a Torre Formentosa . .. con 62 ladroni barbareschi e liberazione cli molti Cristiani dal remo; il 21 cattura ... un bertone fra l'isola di S . Pietro e quella di S . Antìoco con 4 1 pirati algerini e 9 Cristiani; il 23 cattura presso gli ' spalmatoi' dell'isola di S. Pietro .. . 2 :Jolacche con 34 fra Turchi ed Algerini ... [la ricorrenza delle isole S. Antìoco e S . Pietro come siti infestati dai corsari può spiegarsi ricordando che nella Relazione del Moncada erano state virtualmente 'saltate' ai fin i del torreggiamento , lasciandole quindi a discrezione dei barbareschi, i quali ovviamente non si fecero scrupolo di servirsene . N.d.A.] » 43 •

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T fond i destinat i alla flotta ed al suo mantenimento passaro no dai 500.000 ad -Oltre un milione di ducati l'anno. Quelli per l'esercito a loro volta si incrementarono da 1.500.000 a ben 3. 500.000 l'anno, cifre che dimostrano da sole la portata de ll' immane sforzo di riarmo di q ueg li a nni. Cfr. J.H . E LLto TT , La Spagna imperiale, 1496-1716, Bologna 1982, pp. 377 e sgg. 3 • Da R. P ANtTr,,, li tramonto della Mezzaluna, Torino 1924, pp. 34-37.


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La straordinaria crociera sembrava fatta apposta per confermare le argomentazioni della difesa costiera navale, ed al contempo per dimostrare come, ad onta delle 54 torri e dei vari capisaldi cli sorveglianza, le acque dell'isola pullulassero di pirati e corsari di ogni risma. Che i potenziali assalitori poi non fossero più, da qualche anno, soltanto quelli tradizionali, trova riscontro proprio negli ordini impartiti alle galere cli S . Stefano, sostanzialmente allineate con la politica spagnola: ogni qualvolta si fossero «incontrate» con unità francesi, soprattutto se nei mari del Levante o lungo le coste del Nord-Africa , queste andavano tassativamente abbordate e catturate, magari con abile e dignitosa maniera, ma nei fatti no n diversamente da qualsiasi altro legno barbaresco 44 . La tensione quindi montava rapidamente e l'avvento sulla scena internazionale del cardinale Richelieu, particolarmente dotato in materia militare, accentuava a dismisura i rischi, specie laddove - come sulla costa settent rionale del Regno di Sardegna - solo poche miglia di mare separavano i due blocchi .

La flotta da intercettazione del Regno di Sardegna Le originarie richieste degli Stamenti sardi presupponevano una squadra di almeno I 2 galere, non dissimile in sostanza da quella della Sicilia che ne contava nello stesso periodo I 1, oltre a 3 private. Ma la reale possibilità di mantenimento cli una simile flotta superava, di gran lunga, le concrete disponibilità economiche del Regno. Una ventina di anni dopo, agli inizi del XVII secolo, le pretese si cont rassero ad appena 8 unità, cifra più congrua alle risorse isolane, ma pur sempre insostenibile per le misere finanze locali, tanto da imporre un'ulteriore riduzione a solo 6 galere . Gli Stamenti quindi, nel 1623, proposero a Fili ppo IV il loro dettagliato programma in merito per la relativa approvazione di prammatica. Il testo ci è pervenuto, nella sua traduzione dal catalano, allegato ad u n ennesimo piano di torreggiamento, nella fattispecie del 1790, consentendoci in tal modo una precisa riproposizione documentaria 4 5 • «STABILIMENTI PER U1' ARMAME:,ilO ~1ARITTIMO IN Qt.:ESTO Rf:G\'O COMJ31t>ATI DAGLI SIABJLIMENTI NEL i62J El> APPROVATll>ALSOVRANU.

Traduzione dall'originale catalano esistente nel Cap. 2. Titolo: Dc Triremibus - Compilazione de' capitoli di Corte del Dexart 46 I Due Stamenti Militare e Reale di questo Regno rimostrano a V. Ecc . ", che la Sardegna per la sua posizione e sito è il Centro di tutti i Regni, e Provincie bagnati dal Mare Mediterraneo ; poiché da una banda è molto vicina all'Italia, cioè a Tramontana, e Levante che comprende il Mar Ligurio, fossio, e la Spiaggia Romana a Napoli, Sicilia, ed altre Provincie di quei Regni, per Mezzogiorno confina, ed è quasi in vista di Barberia per Ponente a Spagna, ed a quella parte di Francia, che confina verso Tramontana; e dall'altra parte al m edesimo Mar Ligurio. Per essere il Regno di Sardegna cotanto vicino, e circondato dalle surriferite Provincie quasi alla distanza non più di due o tre giorni, fu ed è stato a nticamente, ed in ogni te mpo desiderato da' Potentati per la ri tirata, e soccorso, che dal medesimo si potea e si p uò ottenere con maggior comodità, e prontezza, che in qualunque altra parte anche confederata. E per tal cagione si è in varie occasioni trattato nel Consiglio di S.M. che sarebbe stato conveniente a l suo Real Servigio lo stabilire una squadra cli Galere; la quale può ben dirsi di essere in oggi assai più precisa, e necessaria, che in qualunque altro tempo per la quantità de' legni nemici, che frequentano, e navigano in questi mari, impedendo affatto traffico, ed il passaggio da Levante a Ponente, con notabile pregiudizio ciel commercio. Questo Stabilimento non ebbe effetto per motivo delle spese eccessive, che il Patrimonio di S. M . ha dovuto sostenere per le esigenze della Corona; ed altronde naturalmente anziosi questi Regnicoli di concorrere al servigio di S.M ., che preferiscono ai proprj averi, e convenienze desiderano, che abbia effetto qua nto si è più volte trattato nel Consiglio di S .M. per esser un oggetto assai vantaggioso alla Real Corona onde in

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Da G .G . GuARrs1rn1, Storia della 1'.tfarina Stefaniana 1562- /859, Chiavari 1935, p. 145. Il citato documento cosLituiva una cosidetta «pezza» integ rati va del suddetto Piano, conservato nella Biblioteca Rea le di Torino, ms. Mise. 104-8, pp. 65 e sgg. 46 Per a lcuni autori tutt.avia la proposta degli St.amcnti circa la creazione di una flotta rcgnicola è del I 624. 45


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104. Isola di S. Antìoco.

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vista delle Lettere, che S.M. si è degnata scri vere agli Stamenli del Regno al fine di erigere le Torri, che voglionsi costrurre nelle Isole di S. Pietro, e San Antiogo . (Nell'Isola di S. Antiogo vi ha l'Amm.e erette due buone Torri [trattasi del 1790 n.d.A.], senza verun'altro accrescimento; ma unicam.te a costo d'una esatta economia su' suoi ristritti fondi; sicché ha riempito quest'oggetto, che si riconobbe fin d'allora necessasio, senza che il Regno siasi aggravato. Egli però che si dispose invece a concorrere all'armamento marittimo, perché non dovrà ora eseguirlo, che la necessità lo esige?) Rappresentano a S.M. per mezzo del Conte di Cuglieri, che sembra più a proposito stabilire in Sardegna una squadra di galere perché si conseguirebbero entrambi gli effetti che risguardano S.M. ed avendo il Sovrano comandato si rimettesse a D. Pietro di Toledo ed a V.E. nominato già Viceré, e Luogotenente di questo Regno, risposero in coerenza, che con venia al Servigio di S.M . stabilire in Sardegna l'anzidetta squadra, giusta le fondate ragioni divisate nella loro risoluzione. Pertanto gli stamenti sudd.i in virtù cli q.o V.E. loro ha proposto in coerenza al dianzi clivisato, ed al servigio così notabile, che si apporta al Re nostro Signore soccorrendolo nella cibaria di esse Galere, dicono che degnandosi S.M . stabil ire in questo Regno otto galere armate di 260 rcmigatori, e cinquanta marinai ciascuna, si degni altresì loro accordare, che il Generale, Tenente, Capitano di Galere, e Fanteria, Alfiere, Officiali, e Maggiori sicno naturali cli questo Regno, e la metà di un


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Capo, e l' altra ci'un altro, che il Generale si cambi da sei in sei anni, ed in ciascun sesennio alterni tra i due Capi. Similmente, che la metà de' noleggi, e prede cbe faranno esse Galere servano a S.M. per somministrare il grano necessario a lla panatica di sei galere, cioè biscotto, vino, carne salata, tonno, legumi, olio, aceto e sale, che farà d'uo po per la ciurma, marinari, ed uffiziali di sei Galere, giusta il costume, e le ordinarie razioni delle med.me pagando S.M . il rimanente necessario alle suddette sei Galere con le condizioni seguenti. P rimo: perché le anzidette sei Galere non sono sufficienti per essere superiori a quelle dì Barbarìa 47 , perciò si degnerà S.M. per sicurezza deJla medesima squadra accrescerla a sue spese sino al numero di o tto Galere; senzacché il Regno sia tenuto ad altro, che a quel tanto ha offerto per le stesse sei Galere. 2° - Che questa squadra di otto Galere si degni S.M . rimetterle in quesr.o Regno perfettamente armate, ed atte all'immediata navigazione, mantenerle perpetuamente in esso Regno rinnovarle , raddobbarle, e migliorarle ogni qualvolta se ne present.i l'occasione, della maniera appunto, come fa per le altre Galere che sono a sue Regie spese. 3° - Affinché sieno le medesime ben armate, e possano alle occasioni opporsi e resistere alle Galere cli Algeri, Tunisi , e Biserta, ed altri Legni di Barbaria, che son dirimpetto, e vicina alla Sardegna, sia obbligata S.M. mantenere in ciascuna Galera una Compagnia d i fanteria Spagnola quale non sarà minore di 100 uomini. 4° - Per l'esazione poi di tutti i diritti che s'imporranno al Regno pel mantenimento delle riferite sei Galere, si eleggeranno e estrarranno a sorte dalla Borsa sei Amministratori tre di ciascun Capo del Regno; un Ecclesiastico, altro dello SI.amento Militare e l'altro del Reale; i quali si debbano cambiare da tre in tre anni, con un Rividore, ed un Notajo per la particolare esazione de' diritti di esse Galere; ciascuno nel suo Capo, con cassa di tre chiavi dove riporvi il danaro, e magazzino per il grano le quali si riterranno da essi Amministratori, cui incomberà prendere i conti e spetterà tutta la giurisdizione per la riscossione di essi diritti ed in specialtà per far somministrare le cose necessarie pel manten im.to cibario delle Galere . 5° - Che agli Amministratori di esse Galere e diritto Reale si dia titolo di Deputati con i Privilegj med.mi di cui godono quelli di Catalogna e Valenza. 6" - Che si faccia insaccol.ne48 dei Soggetti, che vorranno essere Ammin.ri, ossieno Deputati dell'uno , e l'altro Capo; e che si debbano insaccolare per lo Stamento Eccles.co i Prelati, Dignità delle Cattedrali, e due Canonici di ciascun Capitolo; pel Militare i titoli , e dodeci per ciascun Capo del Regno; e per R.le anche dodeci per ciascun Capo di tutte le Città; e di quelli che sono nelle medesime Capi, o Secondi Consiglieri e' più principali e capaci, e che nell'anno istesso non possa concorrere più d' uno di ogni famiglia, acciocché l'onore ed il travaglio si riparta tra tu tti. 7° - Che gli anzidetti Deputati abbiano giurisdizione di visitare le galere, e Ciurma, ed osservare se el'fettivam.te loro si passa la razione in quella quantità, e qualità, che il Regno somministra. 8° - Che essendo d ' uopo possono i Deputati destinare una persona sopra le Galere per vegliare aJl'interesse, che possa loro spettare ne' noleggi, e prede che si faranno. 9° - Che l'anzidetta squadra debba risiedere perpetuamente in questo Regno per difenderne i Ma ri, e non possano dal med.mo assentarsi se non per deliberazione di Giunta d'Armata per ordine, e per Servigio di S.M. o per Servigio cli rilevanza, o passaggio dì persona R .le o del Viceré. I 0° - C he tutte le Mercanzie che esse Galere condurranno nel Regno debbano pagare i diritti soliti nella Città ove si sbarcheranno. Dichiarando espressam .te che d.te Galere debbano condurre le Mercanzie alle Città laciando in ognuna ciò che sarà per essa noleggiato ; così venendo per la parte di Corsica lascerà la Mercanzia rispeltivam.te a Castello Aragonese, Porto Torres, Alghero, Bosa, ed Oristano; e venendo da Napoli, o Sicilia a Cagliari debbano condurre. le Mercanzie alle Isole per Iglesias, Oristano, Bosa, Alghero, Porto Torres, e Castel Aragonese; in modo che ciascuna Città abbia i generi per essa noleggiati e destinati. Nel condurre però gli accennati generi difenderanno le Galere, ed assicureranno la Costa.

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È difficile tentare una sti ma anche approssimata di quame galere e fuste disponessero in concreto i co rsari di Algeri, Tripoli e Tunisi. C. MANCA , li ,nodello di sviluppo ... , cit., p. 46, afferma: «Secondo il Dan, nel 1634 'ad Algeri no n vi sono più di quall ro galere, due delle qual i sono di ventiq uattro banchi ... con un brigamino ... e inoltre otto fregate .. . Ma ... di vascelli t<mdi ce n'è settanta .. . ' Le mari ne de lle altre città corsare barbaresche seguono la stessa sorr.e della marina algerina, ma sono relativamente meno potenti ... ». 48 Per insaccolazione si deve in tendere una sorta di estrazione a sorte. •


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11 ° - Che all'occorrenza di doversi le Galere recare in Italia, Ispagna corscggieranno49 il Regno, ed imbarcheranno quei Regnicoli, che volessero valersi dell'opportunità dell'imbarcazione. 12° - Che i condannati alla galea tanto nel Regno di Aragona, e Valenza, che nella parte dello Stato di Milano si rimettano alle suddette G alere. 13° - Che tutti i Capitani di Galera pendente la navigazione sieno obbligati condurre seco un compagno Cavaliere o Cittadino onorato, che voglia rendersi pratico nell'arte di navigare. 14° - Qualora i Nazionali vogliano intraprendere l'arte cli Marinare debbano ammettersi, e collocarsi in ciascuna Galera sei uomini, e quattro ragazzi per Marinarj e mozzi , e così apprenderanno dagli altri esperti, ed intanto serviranno per travagli ordinarj, a' quali ogn'uomo si è adattato. Ma ciò si eseguirà col prudente temperamento onde la Galera nc}n pericoli nella navigazione. 15° - Che le accennate Galere abbiano tra le altre la precedenza appunto, come si deve ad un regno rispettabi le, qual si è la Sardegna; Stendardo di Sua Maestà ed il loro Generale goderà tutte quelle preminenza e giurisdizione, che godono gli altri Generali. 16° - Che a spese del Real Patrimonio si comprino due Galeoni ben armati, acciocché nell' Inverno, tempo in cui le Galere si ritireranno, possano navigare e corseggiare nei mari di Sardegna, onde allontanarne i nemici; e saranno montati da una porzione de' Soldati, e marinari delle Galere in ciascun mese, o quaranta giorni, perché il travaglio sia ripartilo tra tutti. 17° - Che le Galere possano in ciascun anno fare un viaggio per le sete, ed approfittare ciel noleggio salvo che leggittima causa non l' impedisse . 18 ° - Che per gli additati viaggi sieno le med.me preferite a tutte le altre Galere, che non sono cli S.M. per poterne il Regno in parte profittare, giacché malgrado la sua povertà concorre al sostentamento cibario di esse Galere; e che il Generale abbia il sesto dei noleggi . .19° - Che similmente i due Galeoni debbano fare almeno Lllil viaggio all'anno per caricar lana eia A licante, o da Genova; perché possa il Regno profittare del noleggio, ed abbiano la prerogativa d'imbarcare immediatamente dopo i Legni del Porto in cui caricheranno. 20° - Che la manutenzione cibaria delle medesime Galere, che il Regno offre, si riparta nella maniera seguente, cioè i 20/m [20.000] starelli cli grano, che giusta il calcolo sono necessarj, si ripartano fra tutti i Vassalli così Regj che Baronali, in ragione dei F uochi 50 ; e rileva ad un terzo di starello per caclun fuoco, siccome si è calcolato. Questo dovrà condursi da ciascun Dipartimento o Villa nel Luogo che verrà destinato, affinché si consegni al Procurarore delle riferite Galere per convertirlo nel biscotto necessario; senzacché il Regno, né per esso gli Amministratori di Ciascun Capo abbiano a sostenere spesa alcuna; e la parte che a ciascuna Villa spetterà dovrà il Signore, o chi per esso ripartirlo tra gli U ffiziali a proporzione della qualità ed averi dei medesimi. 21 ° - Siccome poi il Vino, carne Salata, Tonno, Legumi, Olio, Aceto, e Sale sono valutati in I 8/m Lire all'anno, così nel caso se ne faccia il riparto, cioè cli Sei mila lire allo Starnento Ecclesiastico, e Dodicimila L ire allo Stamento Reale a seconda de' reciditi e commercio di ciascun membro dei medesimi debbano pagarle in denaro effettivo, e riscosse dagli amministratori comprino i suddetti generi, ed in specie li somministrino in ogni anno alJe med.me Galere. 22° - Per maggiormente agevolare ai Terrazzani 51 il pagamento de' sud.ti 207111 starelli cli grano si dovrà ordinare, e comandare, che in ogni Villa l'Uffiziale, o Maggiore dell'Agricoltura (che in oggi nomineremo Censor locale) con intervento de' Principali del luogo elegga, e determini in ciascuna un pezzo di terra bastante a seminarvi, e raccogliervi quella quantità di formento, che spetterà alla Vila rispettiva. Qual pezzo di terra si dovrà accordare dal Feudatario franco, e senza pagamento alcuno, e debbano i Terrazzani in comune coltivarlo seminarlo, e raccoglierlo; ed essendo ciò diretto ad un gran servigio di Dio si chiederà eziandio licenza cli potersi lavorare puranche ne' giorni festivi; eccettuati i principali. Si terrà conto del grano raccolto per pagare il tanto determinato per le Galere. Qualora il prodotto lo superasse il rimanente verrà a beneficio della Villa, ove poi non fosse sufficiente si supplirà il resto, acciocché effettivamente paghino le Ville la res. te rata che loro risguarda per le suddette Galere. 23° - Che l'esazione del refe rito grano, e denaro debba aver principio tostocché le Galere siensi effettivamente da S.M. rimesse nel Regno: cessando però le Galere debba cessare l'esazione del grano, e denaro offerti per la cibaria in tutto, o nella parte, che mancheranno le Galere.

49 Il termine deve essere in teso come «costeggeranno», ovvero navigheranno lungo la costa, tipo più abituale di navigazio ne, non necessitante di alcuna nozione né astronornica né cartografica. 50 TI termine «fuocm> sta ad indicare una un ità fiscale no n paragonabile in assoluto ad un nucleo famigliare. Resta alquant.(l confermato comunque che per l'epoca in questione il valore in abitanti di un fuoco fosse tra il 4,5 - 5. 51 Con tale termine si definivano i lavoracori agricoli.


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Sua Eccellenza per parte del re Nostro Signore accetta un'o fferta cotanto lodevole, e servigio, come quelli, che si spiegano nell'unita scrittura, che gli Stamenti fanno a S.M. e gradisce sommamente l'animo grande, e volontà, che han dimostrato, e dimostrano avere in tutte le occasioni per S.M. e molto più nella presente offerta di concorrere al sostegno di una squadra di sei Galere, con la panatica, e cibaria; compiacendosi molto, che quello, che finora non si è potuto conseguire dagli passati soggetti, che intervennero negli Stamenti ora con efficacia siasi procurato per la grandezza, utilità, e beneficio, che ne risultano al Regno; e siasi ottenuto da S.M., e dal Regno , con somma gloria, ed onor militare per S.M., e pe' Componenti gli additati Stamenti, confidando, che riposte queste armi marittime nelle mani di una Nazione tanto valorosa, e fedele a S.M., che Iddio N ostro Signore gli accorderà gloriose vittorie sugl'inimici, che tanto davvicino infestano questo Regno. Epperò in nome di S.M . accetta la suddetta offerta, e Servigio e sotto la Real parola promette S.E . in virtù di R." Lettera spedita in Madrid a' 24 8bre dello scorso anno 1622, che il Generale, ed i Capitani di detta squadra cli Galere saran no naturali d i questo Regno, compresi in essi i feudatari, che hanno Feudi in questo Regno, ancorché non sieno naturali; sirbandosi soltanto S.M. di poter destinare un Tenente Generale, che sia molto prattico, e nella miglior maniera possibile per la di rezione, e buona riuscita di dette Galere, insinché vi sia nel Regno persona idonea e perita in tali oggetti, similmente che il sopraintendente lo destinerà S.M . della Nazione a lei ben vista per soddisfazione della Regia Cassa, e direzione del tanto , che questa spenderà per le sud. e Galere. In ordine a tutti gli altri Capitoli contenuti nella presente Scrittura l'esporranno al Re Nostro Signore (il quale poi è lo stesso che ha spiegato nelle sue regie lettere) affinché si degni approvarli, come convenienti al Suo Real Servizio, e vantaggiosi a questo Regno; cui è ormai giusto , che gradisca, giusta la sua immensa Grandenza e Benignità un così rilevante servigio . Ferdinanclus Sabatér Not.s et Secrer.s Sua Maestà con Regio Dispaccio ha comandato , che si rendano grazie al regno aggradendoli, conforme e' ragionevole l' animo, e la buona volontà, con cui hanno avviato questo delle Galere, il quale S.M. accetta, come procedente da' sudditi così fedeli, e sta' deliberando sulla forma del suo stabilimento»52 •

La minuziosa precisione del documento uffi ciale, la sua pedantesca pignoleria sembrerebbero altrettante conferme di una immediata attuazione ciel medesimo, se non addirittura di una regolamentazione cli una struttura già operativa. Invece , come del resto già altre volte visto per la Sardegna , il capitolato rimase nell' immediato lettera morta, mancando - caso sistematico - i fondi necessari per la sua attuazione, tanto al Regno quanto per parte sua alla Corona . P ochi anni dopo però la marina da guerra francese con una serie di oculate ordinanze ciel cardinale Richel.ieu, databili intorno al 1629, iniziava ad assumere una fisiono mia moderna ed affidabile, accrescendo ulteriormente i timori nella dirigenza militare imperiale.

Stato delle piazze nel 1625 Che la minaccia francese preoccupasse la dirigenza spagnola e sarda, traspare chiaramente anche dalle relazioni del I 625 inviate dal viceré don Giovanni Vivas a Madrid, circa lo stato delle piazze isolane. Ne stralceremo pertanto alcuni significativi brani. «Sacer 20 de junio 1625 don Jua n Viuas a Su Magd. embia las inclusas relaciones del estado que tenian las plasas de Cerdena .. . 53

... Come ben sa V.M . per comun icare con l' Italia e per portarle soccorsi la Spagna ha fino ra seguito due vie .. . l' una attraverso il genovesato - che V .M. vede che valore avrà in caso di rottura con la Francia - ; il secondo per questo Regno, prendendo il golfo fin o a Palamos ...

52

B. R.T. , Ms. Mise., 104-8, p. 75. A.G.S., G.A., Leg. 915 : «Sassari 20 giugno 1625-Don Giovan ni Vivas invia a S. Maestà la accl usa relazione circa lo stato in cui si t.rovano le piazzeforti d i Sardegna ... », segue libera trad uzione. 53


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

.. . Per le cose generali di questo Regno e per quello che possa occorrere in qualunque parte di esso, invio con questa a V .M. una pianta del Regno stesso, la migliore che ho potuto ottenere, mentre attendo quella che V.M . mi ha ordinato e che trovasi in esecuzione in Italia . In questa consideri V.M. che soltanto Longosardo, Castellaragonese, Alghero e le isole di S . Pietro hanno un clima sopportabile nelle marine, giacché in tutto il resto del territorio (a parte Sassari) ovunque la malaria uccide n ell'estate i forestieri e i regnicoli non acclimatati, donde segue che, guardando bene le piazzeforti, tutto il resto Io difende, nell'estate, la malaria e nell'inverno la tormenta, oltre al fatto che le truppe non possono trascorrere molto tempo allo scoperto negli assedi. Però se si perdessero le piazze (che Dio ce ne liberi e mi faccia morire prima) per la stessa ragione sarebbe quasi impossibile recuperare il Regno , giacché il nemico lotterebbe molto ben collocato con il suo apparato di guerra, ragion per cui a nulla gioverebbe simulare o clifferire la risoluzione di porre le piazze in stato di difesa. Agli amanti della pace che non difendono il Regno prima, capiterà perciò il male che quelli gli arrecheranno poi ed allora sì che sarà senza rimedio . . . .e pertanto venendo ai particolari, questo Regno ha tre piazzeforti che sono Cagliari, Castellaragonese e Alghero che possono tutte e tre essere conquistate con un assalto, in qualsiasi stagione, e colte alla sprovvista, per essere vicino al mare. Per quanto si riferisce a Cagliari, non può di proposito essere tentato un assedio cl 'estate, giacché a un tiro di archibugio tutto intorno per molte leghe vi è un 'aria pestilenziale ... . . . per il vettovagliamento delle tre piazze faccio presente che in Cagliari il grano non può mancare, se la città deposita il quantitativo cli 28 .000 starelli cui è tenuta, poi concedendo la sacca di codesto grano essa ne otterrà un guadagno ... Per quanto riguarda Alghero e Castellaragonese è conveniente che si depositino, ogni anno in ciascuna, almeno 10.000 starelli ... . . . e poiché le muraglie e le fortificazioni e le altre cose non combattono né si difendono da se stesse, se non vi è comandante pratico né persone che le presidino .. . dico che l' Alcaide del Castello cli Cagliari . .. è troppo vecchio . In Castellaragonese è Alcaide e Capitano da Guerra . .. [un] uomo dabbene e tranquillo, però non ha che pochi mesi di milizia e non conosce quanto è necessario per difendere una piazza , la più importante di questo Regno ... a parte tutti gli altri requisiti di esperienza che gli mancano per tenere quel posto. Egli ebbe tale concessione per la sua qualità di nipote del vice Cancelliere Roig. In Alghero ,non vi è mai stato un Capitano da Guerra se non occasionalmente ... E poiché ho visto che nel difendere bene o male una fortezza, è in gioco alle volte un'intera provincia, rappresento a V .M. lo stato delle cose poiché non sono questi momenti di starsene sull'inerzia ... Per soccorrere le suddette piazze, disturbare gli sbarchi, resistere ai nemici e salvaguardare le altre città, che non sono altrettanto forti. .. si deve contare sulla cavalleria .. . . . . V .M. ha in efficienza 14.000 cavalli - segnati a lista - senza che nessuno di essi lavori. Vi sono pochi Regni che ne tengano tanti, però non vi è uno solo dei suoi uomini che sia armato alla maniera degli eserciti nemici ed amici . Infatti questi possiedono appena 5.000 schioppetti, dei più modesti, come quelli usati per viaggio o dai grassatori in Catalogna; tutto il resto è costituito da piccole lance a uso di 'barberia', per cui io mi sto prodigando senza ottenere nulla dai membri di questo R. Patrimonio vanamente sollecitati ad inviare il denaro necessario per 2.000 archibugi a ruota di grosso calibro, come quelli usati generalmente nell'esercito di V .M . .. >) 54 • Il tenore della missiva, in ultima analisi, non differiva sostanzialmente nei contenuti da quelle del secolo innanzi. Analoghe lagnanze e carenze, analoghe necessità, mai pertanto soddisfatte. Diverso, se mai, il nemico del momento che non era costituito dal tradizionale turco o barbaresco, ma dalla cristianissima armata francese. Assodata la sia pur minima sufficienza difensiva di Cagliari , nei termini innanzi esposti, il Vivas forniva del.le altre due piazze una interessante descrizione, che per ovvi motivi sintetizziamo:

54 In linea di massima l'archibugio a ruota possedeva una canna di 75 cm con una lunghezza complessiva dell'arma di una novantina.


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«Memoria de corno yo don .Juan Vivas hallè la plasa del Alguer con assistencia de los ministros, cava Il eros y soldados ... 55

Riscontrai essere la città di Alghero composta di settecento case nobilmente edificate, in quanto essa soleva fungere da centro di tutto il commercio del capo di Sassari, e cli buona parte della nobiltà. Più della metà della città stessa trovasi addentrata nel mare, fatto che la rende inespugnabile, ed ha pozzi dai quali si approvvigiona la popolazione. L 'altra parte è cinta di tre baluardi reali, da un fossato secco e stretto, che per piccola parte ha il terreno roccioso , mentre il resto è costituito da terra che non resiste alla zappa. Trovai la strada coperta abbandonata e rovinata da varie decine d'anni d'incuria e dal lato che chiamano della Torre di Mezzo, la piazza molto debole e pericolosa, giacché per un avvallamento il nemico potrebbe pervenire ad una conceria addossata al fossato, dove molti attaccanti avrebbero modo d i stare al coperto senza che si potessere vedere od offendere, sia dalla muraglia, sia dai baluardi. Colà non poteva continuare la strada al coperto, mentre quel punto debole e quel pericolo era proprio di fronte alla Torre ... di Mezzo e la cortina, di antica muraglia della quale abbiamo viste scoperte le fondamenta, col relativo terrapieno minaccia di crollare. Pertanto senza soverchia difficoltà (i nemici) potrebbero, nelle prime ore della notte, entrare nel fosso e far breccia nella suddetta muraglia, per mezzo di zappe ... in pochi giorni, ragion per cui si è immediatamente corso ai ripari e restano già eseguiti e ordinati i seguenti lavori. Anzitutto con grande fatica e con molti uomini si è posto mano a spianare tutto lo spazio attiguo al fosso che potesse servire da copertura al nemico per introdursi. .. Parimenti si è rifatta per intero la strada coperta ... Tutto ciò si è potuto eseguire con l'opera dei contadini, che hanno lavorato di buona lena, poiché gli si è corrisposta una b uona razione di pane, vino e formaggio per conto di Sua Maestà ... Quanto alla cortina della vecchia muraglia, si sono dati a cottimo i lavori di fondazione, da farsi molto solide nel punto in cui quelle apparivano scoperte ... . . . feci spianare inoltre lo spazio corrispondente a un tiro di archibugio, consentendo perciò alle sentinelle di scorgere ogni movimento fin o al fosso, e cli praticare le difese del caso, cosa indispensabile in quanto la piazza era indebolita e soggetta a perdersi in tre giorni per i suddetti motivi ... Riscontrai parimenti [che la] . .. Torre grande che si chiama di Mezzo, antica e ancora assai buona e forte ... è destinata purtroppo all'abbattimento affinché l'artiglieria e la fucileria [dei baluardi adiacenti] ... possano spazzare e difendere la ... cortina ... ed il fossato e sebbene ciò sia una realtà, non ho azzardato di abbandonare eletta torre, senza consultare l'ingegnere che verrà da Napoli e senza l'ordine di S.M ... Riscontrai che, per assediare Alghero, è necessario che gli alloggiamenti del nemico siano nell 'ambito della città e sopra l'altura di .. . S. Giuliano a meno di un miglio ... cosa della quale tutti gli ingegneri antichi, han lasciato memoria scritta esprimendo il parere che sia giocoforza fortificare quel punto ... Conformemente a tale esigenza si costru irono già due cisterne che contengono acqua in quella montagna .. . Altresì assodarono, e non vi è alcun dubbio al riguardo, che fosse da costruirsi un rivellìno, di fronte alla porta della città fuori dal fossato, che renda franca la strada coperta, guardi il fossato e assicuri la porta medesima col suo ponte levatoio ... Questa piazza d'Alghero offre il campo ad una considerazione d'indole generale, che dà luogo a molte perplessità e cioè che, essendo tutto il fossato scavato nella terra, come pure la strada coperta e le scarpate di essa fin fuori, è facile ad espugnare con la zappa, qualora non sia molto ben difesa ... Ragion per cui si impone .. : almeno una doppia guarnigione nella piazzaforte. Poca ce n'è in Sardegna, e scarso per giunta il suo vettovagliamento ... Per cui ho creduto bene di ... sentire il parere di V.M. per considerare che armata nemica sia da temersi ... tenuto conto che la Francia sarebbe in grado

55 A.G.S., G.A., Leg. 915 : «Rapporto su come io don Giovanni Vivas ho trovato la piazza di Alghero, avvalendom i dell'assistenza dei suoi ministri, cavalieri e soldati. .. », segue libera traduzione.


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di far sbarcare qui da quindici a ventimila uomini con tanta rapidità, da ritrovarceli addosso prima di esserne in formati .. . Trovasi in Alghero trentadue pezzi d'artiglieria cli bronzo, grossi ed assai buoni, sebbene prima se ne contassero molti di più, a ragione del perimetro e dell'ubicazione della città in mare e in terra: sarebbe comunque auspicabile che anche al presente ve ne fossero sempre non meno cli cinquanta ... Per quanto si riferisce alle munizioni di guerra, la piazza è a posto .. . » 56 . Ancora una volta lo spettro di una massiccia offensiva francese traspare dalle carte del viceré, èon precisi dettagli in merito alla valutazione della sua consistenza e celerità operativa . Passando quindi a Castellaragonese il Vivas così relazionava: «Trovai in primo luogo che Castellaragonese è un paese cli poco più cli 350 case ... Per metà il sito è battuto dal mare, con scogli e posti inaccessibili, benché dalla parte detta del ' Manganelo', trovasi la muraglia a quindici passi dal precipizio ed in alcuni punti è possibile la scalata dal mare fino alla medesima . .. però sul fronte a terra, dove si hanno minori precipizi riscontrai che per lungo tratto dalla porta della fortezza fino all'angolo del 'Manganelo' - ... su tutto quel piede di muraglia, per la durata di lunghi anni, quelli del luogo vi hanno accumulato terriccio, sterco e immondizia, in modo che le pietre apparivano ormai coperte fin quasi all'imposta della muraglia , per cui . .. era agevole .. . penetrarvi. Ho appurato inoltre nella fortezza di Castellaragonese la gravissima carenza che ordinariamente affligge le piazze situate su montagne alte: quella dell'acqua . Ndle diciannove piccole cisterne che vi si trovano, un minimo quantitativo di acqua vi era soltanto in quattro o cinque; le altre assolutamente vuote o inservibili . Complessivamente la riserva idrica bastava a stento per quindici giorni cli assedio ... Ragion per cui diedi ordine che si rimettessero in efficienza tutte le cisterne capaci di tenere l'acqua, e si riparassero le altre, sicché al presente, a quanto mi si dice, vi è acqua per 5.000 carichi di asinello. Però resta il punto debole della piazza . .. Per tanto mi raccomandai a Dio per risolvere il gravissimo problema ... [e determinai di costruire] ... sotto la Chiesa maggiore, una vasca ossia deposito di acqua piovana, come si usa per l'acqua da bere in alcuni paesi di Aragona e Catalogna ... e la misurammo quadrata per 400 palmi di perimetro e 100 per lato, con 12 palmi netti cli fondo, della capacità . .. di (ooo botti . .. Trovai pure questa fortezza senza porta né scala di soccorso da mare, per ricevere aiuti attraverso di essa; però rinvenni avviata una traversa grossa e rotonda .. . alta 12 palmi. . . che guarda l' Asinara ... Trovai inoltre che dalla parte di terra stavano due mezzi cannoni, sotto la cosiddetta 'guardiola' soffocati e senza utilità alcuna, poiché non potevano difendere che poca e inutile parte del luogo ... Ed assodato che il pericolo maggiore sta dalla parte della terra .. . innalzammo colà una piattaforma cli terra battuta di circa 20 o 25 palmi cli altezza ... onde poter far fuoco cli là verso la maggior parte cli circuito . . . opera che rappresenta una delle migliori fatte in questa piazza, e non si è speso in ciò se non il cibo che si è dato ai guastatori. Nella Piazza ... inventariai, nonostante iJ suo grande circuito, solo nove pezzi di artiglieria ed una mezza colubrina, postata in una torre, che feci rimuovere e sostituire con un altro pezzo di ferro grosso . Pertanto è necessario che si collochino in questa fortezza altri otto o dodici pezzi grossi, cannoni, mezzi cannoni e quarti di cannone ... Poiché la S . M. non può provvederli in breve tempo, è consigliabile che almeno si compri il metallo, si fondano in Napoli e quindi si trasportino .. . Quanto alle munizioni da guerra ... poiché abbiamo trovato guasta la polvere a suo tempo inviata, la si sta raffinando, perché è assurdo che questa piazza ne possieda una dotazione minore cli 500 quintali, tra quella che vi si trova e quella da destinarvisi . Infine non disponendo la stessa neanche di palle in numero adeguato, non potendosi per cli più

56

Ibidem.


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avere del ferro ancora per molti giorni, si sta fabbricando gran quantità di palle di artiglieria cli pietra dura, per supplire tale mancanza ... )) 57 • Senza dilungarci ulteriormente nella riproposizione della relazione, basta considerare soltanto quest'ultimo disperato dettaglio della fabbricazione di palle di granito, per rendersi conto, da un lato della incredibile indigenza militare isolana, dall'altro della crescente angoscia di quei giorni vissuti sotto l'incubo cli un imminente attacco francese. Una esplicita conferma della fondatezza delle preoccupazioni indotte, dalla comparsa di una simile flor.ta nello scacchiere mediterraneo, si coglie anni appresso, ovvero nel 1637, allorché la fanteria di marina francese attuò uno sbarco ad Oristano.

I! carnevale di Oristano La volontà di riarmo della flotta, propulsa dal cardinale Richelieu nell'ambito di un generale potenziamento dell'apparato militare francese, si esplicitò chiaramente a partire dal 1629. In quell'anno, l'alto prelato prospettò la inalienab ile esigenza di dotare la nazione di una poderosa squadra navale. Secondo la sua visione, si sarebbero infatti dovuti: «immettere nel Mediterraneo trenta galeoni per difendere la costa e minacciare l'interferenza nelle comunicazioni spagnole con Genova ... » 58 • Per valutare la portata strategica del disegno, giova ricordare che, nel 1618, si stimava la già non trascurabile consistenza della flotta francese di base a Marsiglia, in 20 navi a vela, cli non meglio precisate caratteristiche, più 12 galere, con circa 1500 uomini in servizio sulle stesse - escluse ovviamente le ciurme ai remi - e con complessivi 204 pezzi di artiglieria 59 . Con l'apporto perorato dal Richelieu, quindi, la squadra del Mediterraneo avrebbe assunto connotazioni assolutamente temibili per l'impero spagnolo. Pochi anni dopo, iniziatesi ufficialmente le ostilità tra Francia e Spagna, nel più ampio contesto della cosidetta Guerra dei Trent'anni 60 , per l'esattezza a partire dall'aprile del 1635, la prospettata forza navale di massiccio intervento era ormai una concreta realtà della quale occorreva tener conto, tanto maggiormente in quanto la dirigenza militare del cardinale presumeva di impiegarla in manovre combinate con l'esercito . Una di tali vaste manovre, per l'appunto, fu intrapresa intorno alla metà del 1636, delegando il comando sul mare all'arcivescovo di Bordeaux, Henri d'Escoubleau de Sourclis61 , che per l'occasione fu promosso ammiraglio in capo del Levante. Ai suoi ordini vennero poste ben quaranta unità, nonché altre otto di minore stazza. Queste, salpate dai porti atlantici, fecero rotta per le acque del Mediterraneo, congiungendosi lungo il percorso con ancora un paio di galeoni. La potenza di fuoco di una simile armata, formata per lo più eia vascelli di linea ridondanti cli cannoni, appariva terrificante. Ulteriore intensa preoccupazione scaturiva poi dal sapere che imbarcati sui trasporti, navigavano 5000 fanti di marina, pronti ad eventuali sbarchi, agli ordini del conte d'Harcout 62 . Quasi alla fine di novembre, a bordo alla flotta fu tenuto un concitato consiglio di guerra inerente alla migliore maniera di operare, in appoggio alle truppe del maresciallo de Vitry 63 , senza tuttavia

57

Ibidem. 11 dettaglio della costru zione della palle di pietra, probabilmente di granito, a quasi un secolo e mezzo dalla de fini ti va scomparsa di tal i proietti, con ferma tra l'altro l'arre tratezza delle artiglierie locali, altrimenti non facilmente compatibili con gli approssimati calibri che in tal modo si realizzavano. 58 Da D.P. O'CoNNELL, Richelieu, Milano 1983 , p. 185. 59 Da C.M. C1PoLLA, Vele e cannoni, Imola I 983, p. 69. 6 Cfr. J.V. Pousi;NSKY , La guerra dei trent'anni, Torino 1982, pp. 266 e sgg. 61 Cfr. D.P. O'CoN NE LL, Richelieu , cit., pp. 322 e sgg. 62 E nrico di Lorena conte d'Harcourt, 1601-1666, ebbe il comando navale del Mediterra neo in quegli anni, e fu quindi comandante in capo in Piemonte nel I 639 battendo ripetutamen te gli spagnoli e conquistando la stessa Torino. Fu i,i seguito viceré in Catalogna da do\'e per alcu ni insuccessi fu inviato in fiandre. Qui dopo aver sconfitto nuovameme gli spagnoli prese Conclé. Concluse la sua carriera come governatore di alcune provincie. 63 Nicolas de l'J-lopital, marchese cli Vitry, iniziò la sua carriera storica come capitano delle guardie reali, tentando cli arrestare il maresciallo Ancre, t.entativo che si risolse nella sua uccisione il 24 aprile del 1617.

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raggiungere una sostanziale unanimità di vedute. Le navi pertanto presero ad oziare nell'alto Mediterraneo, smorzando con la loro inanità le precedenti apprensioni spagnole. In quel travagliatissi mo scorcio storico, la Sardegna sembrava costituire una sorta di area franca, nell'immane conflitto europeo, che pur essendo combattuto in definitiva da appena 40.000 uomini al massimo per parte64 , stava letteralmente devastando l'Europa con una brutalità ed un'atrocità fino ad allora inusitate. Il sabato di carnevale, il 21 febbraio del I 637, al largo di Oristano, apparve la flotta francese nella sua interezza, riempiendone quasi la rada. La pittorica visione che, senza dubbio, monopolizzò per diverse ore tutti gli sguardi, non destò sul momento immediate paure. Nessuna certezza si nutriva circa la reale nazionalità delle navi e, meno che mai, circa i loro precisi intenti. Scaduto il tempo di portarsi a distanza utile per le artiglierie di bordo le imbelli curiosità degli abitanti furono fugate dalle vampe dei pezzi che sporgevano dai portelli delle murate dei vascelli. Pochi secondi ancora - ed un diluvio cli proietti prese a martellare gli sparuti capisaldi litoranei, primo fra tutti, probabilmente, il torrione alla foce de.I Tirso. Tra il terrore dilagante dei cittadini in precipitosa fuga, e la insignificante quanto trascurabile reazione dei cannoni costieri - peraltro subito tacitata - , iniziò, sotto le traiettorie delle palle, il trasbordo delle fanterie da sbarco, che guadagnarono in breve volgere il centro urbano. Allorché i 45 vascelli cessarono il bombardamento, fu possibile al corpo cli spedizione francese penetrare all'interno dell'abitato, ormai totalmente deserto, e prenderne allegramente possesso, rinvenendovi per cli più una abbondante scorta di viveri, che, data la loro lunga permanenza in crociera, dovette riuscire oltremodo gradita. «Oristano fu occupata militarmente e i francesi 'trovatala abbandonata e senza alcuna resistenza se ne impossessarono [... ] Tutti i soldati poi si dispersero prendendo posto nelle abitazioni dei cittadini, nelle quali trovarono - si legge nella viva cronaca cieli' Aleo - grande abbondanza di viveri d'ogni sorta [ ... ] Entrarono in città affamati e si diedero con tale voracità a mangiare e a bere che molti caddero vittime della crapula. Se soltanto cinquanta uomini armati fossero entrati quella notte in città, avrebbero, senza resistenza, fatto strage di francesi. Saccheggiarono quindi la città in cui trovarono molta roba per soddisfare la loro cupidigia'.» 65 . La cronaca dell'episodio consente alcune osservazioni, prime fra tutte, quelle relative all'assoluta inadeguatezza ed insufficienza dell'apparato difensivo costiero sardo, confermandocelo incontrovertibilmente cli tipo antincursivo, pateticamente aperto ad iniziative militari di qualsiasi entità, per misere che fossero state . Parimenti sbalza la fondatezza dei reiterati solleciti a fortificare in maniera adeguata Oristano, stante la sua posizione strategica al centro clell'ornonino golfo e quasi dell'intera isola. Ultima categoria, infine, di deficienze si evidenziò a carico delle forze montate di contrasto. Al di là infatti del loro numero per nulla trascurabile, per la lentezza di attivazione e di convergenza, non risultarono operative in zona in tempo utile per rintuzzare l'offesa nemica. Infatti appresa la gravissima notizia il viceré mobilitò con immaginabile urgenza la milizia sarda, che iniziò ad affluire in maniera disorganica e raccogliticcia, e meno che mai segreta. I francesi, pertanto, valutatane la progressiva crescita numerica ed il conseguente imminente contrattacco decisero, onde evitare di trovarsi assediati all'interno della stessa Oristano, di por termine all'occupazione e di riguadagnare - ordinatamente - le loro navi in rada. L'operazione però non riuscì loro in modo ciel tutto incruento: le due formazioni, poco dopo, entrarono in contatto lungo il T irso, dando luogo a quella che ai cronisti coevi locali apparve una sanguinosa battaglia. In realtà non si oltrepassò l'ambito ben più modesto cli una piccola giostra, tant'è che i francesi tranquillamente si reimbarcarono il 27 dello stesso mese, senza lamentare significative perdite, avendo inferto invece una cocente umiliazione alla odiata Spagna. La milizia sarda, a sua volta, sgombratosi il campo entrò in Oristano, ufficialmente da «libera-

64 Cfr. P. MAR,, v1ur-:A, Storia dell'arte militare moderna, Torino 1926, voi. I, pp. 357-401. 65 Da A. 1·1,nToNE , La Sardegna nel mondo ... , cit., voi. JJJ, p. 62.


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trice», ma si abbandonò purtroppo immediatamente ad un efferato quanto fratricida saccheggio, offrendo un'eclatante dimostrazione della sua tante volte prospettata inaffidabilità, per indisciplina e brutalità. «Allora venne consumato il secondo saccheggio della città da parte degli stessi sardi, predando quanto i francesi avevano abbandonato in campagna e depredando quanto trovarono nelle case di città, senza lasciar un chiodo al muro. Si diceva con ragione - afferma l'Aleo - che non recarono alla città così gran danno i francesi, quanto i medesimi sardi»6 6 . La conclusione, amarissima, d ell'operazione francese mostrò in ultima analisi come l'intero meccanismo difensivo dell'isola, lasciasse molto a desiderare sia sotto il profilo tecnico che quello militare : debolissime le fortificazioni litoranee - peraltro previste per tutt'altra finalità - ed assolutamente deleterio l'intervento della milizia, priva di qualunque attributo militare propriamente detto. L'esigenza di accelerare i tempi cli approntamento della flotta sarda, prese eia quel momento un promettente slancio, ritenendosi a torto od a ragione che solo la sua presenza avrebbe, in qualche maniera, posto argine a simili episodi ed a simili iniziative. A lcuni mesi dopo, nell'estate dello stesso anno, alcune galere di Biserta attaccavano sette torri costiere del capo di Sassari, episodio cli per sé emblematico ed allarmante, testimoniante lo scadimento di credibilità anche ai fini anticorsari del dispositivo difensivo costiero del Regno.

La «flotta» del Regno di Sardegna L'esistenza di una squadra da guerra francese, temibile ed agguerita, comprovata dall'episodio cli Oristano impose un riesame della strategia difensiva isolana, essendo lecito presumere per l'avvenire analoghe iniziative nemiche. Se contro le incursioni corsare la catena delle torri, quand'anche estremamente rada e leggera, garantiva almeno un sufficiente margine di preavviso, nessuna protezione elargiva in caso di attacco militare. Le difficoltà, specie quelle di natura economica, fino a quel momento incontrate per l'attuazione dell'armamento navale, parvero allora essere aggirate e risolte. Pertanto già nel 1638 si intavolarano trattative con il principe di Melfi Giovanni Andrea Doria Landi, per l'immediata formazione cli una squadra di galere. A Madrid nel maggio successivo si stipulò fra le due parti una sorta di contratto, contemplante la messa in mare di ben otto unità, due delle quali la «Capitana>) e la «Patrona» a carico ciel Dorìa, quattro sostenute dalle finanze reali e le ultime due distratte dalla squadra cli Genova. «Il Doria sarebbe inoltre diventato capitano generale della flotta ed avrebbe anticipato direttamente 60.000 scucii, rimborsabili sugli 80.000 scudi previsti per il donativo del 1639. La regia cassa avrebbe messo anche a disposizione 25.000 scudi all'anno, da prelevare dagli introiti delle sacas dei cereali, e 3.000 scudi dalla rendita della tassa della Cruzada. Viene pattuito che la galera 'Capitana' debba disporre cli un contingente cli 100 soldati, mentre le altre di 80. Gli ufficiali dovrebbero apreferenza essere natura/es della Sardegna. La progettata squadra di 8 galere rimase in un primo tempo limitata alla sola 'Capitana' ... La costruzione e l'armamento delle due galere si protrassero dall'ottobre 1638 ... al novembre 1641... L'attivazione del progetto delle due galere matura durante il viceregno (I 640-1 644) di Fabrizio Doria, duca cli Avellano, fratello del [defunto] principe di Melfi ... Gli esiti contraddittori e deludenti del varo della squadra cli galere contribuiscono a far emergere preoccupazioni ed interrogativi ... Precise argomentazioni suggeriscono l'abolizione dell' asiento 67 ... II Consiglio d'Aragona, sensi-

66 67

Ibidem.

li termine stava ad indicare una sorta di contratto per la marineria militare alq uanto frequente nei secoli XVI-XVII, mediante il quale da una parte un govern() si impegnava a pagare una sorta di canone pattuito, dall'altra un armatore a fornire un certo numero di unità da bar.taglia completamente armate ed operative. Potrebbe paragonarsi sul mare a quanto esistente in terra con i Capitani di ventura.


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bile ad ogni discorso sulla riduzione dei costi della macchina bellica spagnola, aveva accolto le argomentazioni e i conti del veedor sulla necessità di un'amministrazione diretta della flotta del Regno. L'amministrazione reale delle galere sarde [sempre e soltanto le solite due citate per di più malconce n .d .A.], entra in funzione il 15 febbraio 1652 ... I piani di sviluppo della flotta sono drasticamente ridimensionati: le progettate 6 galere vengono ridotte a 4, con 1. 100 uomini cli ciurma e 300 soldati . Anzi vi sono serie difficoltà a reperire i 20 .000 scudi pronta cassa necessari perché la 'Capitana' e la 'Patrona' possano continuare a navigare ... [che] comunque non riuscirono ad assicurare un servizio davvero soddisfacente di protezione marittima, . . .Nel 1660 viene varata a Genova la terza galera della squadra sarda, chiamata 'San Francesco' ... Nel XVII secolo non si segnala alcuno scontro navale rilevante tra le galere sarde e le flottiglie barbaresche o la squadra francese . .. Le poche azioni di successo si concretizzarono in sporadici scontri corsari con qualche nave mercantile, di solito munita di scarsa artiglieria ... Negli ultimi trent'anni del Seicento si assiste al lento declino della flotta sarda ... [nella quale] dall'inizio degli Anni Ottanta le galere tornarono ad essere due, e la mancanza di denaro .. . maturò un ripensamento che fece ipotizzare ... addirittura l'abbandono della già esigua flotta ... »68 . In queste necessariamente veloci righe, circa la consistenza e la validità militare della cosiddetta flotta sarda, è possibile cogliere a pieno - se mai ve ne fosse bisogno - il solito dramma di ogni iniziativa difensiva isolana, che potrebbe riassumersi nell'aforisma «poco e tardi» . Difficile se non impossibile tenere seriamente sotto controllo continuo 1.500 km cli coste con solo una sessantina di torri; impossibile e velleitario pretendere cli influire, nella difesa delle stesse, con una squadra di appena due galere, la cui esistenza si protrasse, come abbiamno schematicamente sintetizzato per oltre un secolo, lasciando facilmente immaginare la qualità degli scafi e delle attrezzature relative. Quanto visto del resto per le galere, e per il loro mesto tramonto, può trasferirsi anche alle torri ed alle piazze che, nel corso del XVll secolo, non subirono incrementi o vistose e significative ricostruzioni od aggiornamenti funzionali, ma continuarono a prestrare, in condizioni progressivamente sempre più scadenti, la loro trascurabile, ma pur sempre basilare opera difensiva.

68

Da A.

MATTONE,

Le isliluzioni ... , cit., pp. 80-85 .


CAPITOLO QUINTO

La difesa costiera sotto il governo piemontese

La Sardegna regno dei Savoia Il 1° novembre del 1700 spirava a Madrid, all'età di 39 anni, l'ultimo e derelitto erede di Carlo V, innescando quella che passerà alla storia come la Guerra per la Successione di Spagna. Tralasciando di addentrarci nella complessa vicenda del conflitto, che interessò per circa tredici anni l'Italia, la F iandra, la Germania e la Spagna, ricorderemo soltanto che essa fu conclusa dalle paci di Utrecht e di Rastadt. In virtù dei suoi trattati, al duca di Savoia andò la promessa del Regno di Sicilia, mentre quello di Sardegna con quello di Napoli ed il milanese, fu assegnato all'Impero Austriaco. Tuttavia nel 1717, il 23 agosto, una agguerrita formazione navale spagnola, attuò un tentativo di riconquista organizzato dal cardinale Alberoni 1 • Conseguentemente nei pressi di Quartu-S . Elena un poderoso corpo di spedizione, punta di diamante dell'impresa, fu fatto sbarcare dalla squadra. La piazza di Cagliari venne in breve raggiunta ed immediatamente investita da durissimo assedio 2 . Per quarantasette giorni si protrassero le operazioni, fra i violentissimi bombardamenti della città ed i reiterati, quanto asprissimi, contrattacchi scagliati dalle forze sarde. In tale circostanza fu dimezzata la Torre dell'Aquila e le stesse mura ciel Castello subirono vistose devastazioni. Gli austriaci e gli isolani alla fine dovettero arrendersi, cedendo il possesso del Regno nuovamente agli spagnoli3. Non trascorse un anno, però, che in ottemperanza al trattato di Londra del 2 agosto 1718 perfezioirnto di lì a breve il 29 dicembre 1718 da quello di Vienna e quindi ancora 1'8 maggio del 1720 da quello di Palermo - il Regno di Sardegna fu ceduto a Vittorio Amedeo II duca cli Savoia, in sostituzione di quello di Sicilia rimesso all'Austria. Accettata ufficialmente la permuta e ratificatene le relative clausole, a Londra ed a Parigi, il duca fu riconosciuto dalla Lega europea Re di Sardegna. TI doppio scambio si concretizzò fra la Spagna, l'Austria e il Piemonte il 4 agosto del 1720 per la Sardegna, e 1'8 successivo fra il Piemonte e l'Austria per la Sicilia. Pertanto l'ultimo governatore spagnolo, don Gonzales Chacon, in quel 4 agosto cedeva solennemente a Cagliari la città e l'intera Isola a S.M. Imperiale, rappresentata da don Giuseppe dei Medici Principe d'Ottajano che a sua volta, il seguente giorno 8, innanzi ai rappresentanti dei tre Stamenti, la cedeva al legittimo rappresentante del re Vittorio Amedeo II , suo luogotenente generale dei Regi Eserciti, Luigi Desportes, signore di Coinsin. Non differenziandosi in ciò dalla prassi spagnola, anche questo re, con opportune patenti, istituiva per il suo nuovo regno la carica di viceré, avviandone la «dinastia» con il barone Filippo Gu-

1

Giulio Alberoni nacque a Fiorenz:uola d'Arda nel 1664 e morì a Piacenza nel 1752. Nel 1716 fu eletto cardinale e, q uasi sulla falsariga del Richelieu, creò per la Spagna una possente flotta ed un agguerrito ese rcito. Operò anche riforme politiche ali' interno della sua Nazione, ridandole nuovo lustro e prestigio. Nonostante ciò a seguito di suoi gravi errori di valutazione in poliLica internazionale, ebbe nel 17 19 l'ingiunzio ne dal re ad abbandonare la Spagna, cosa che eseguì rientrando in Italia. Qui ri uscì ad evitare prima la cauura e poi il 11rocesso cui Clemente XI intendeva sottoporlo. Innocenzo XIII lo annullò defi nitivamente, offrendo all'uomo politico insperate nuove opportunità: in seguito tuttavia dovette sostituirlo. Il cardinale a quel punto si ritirò definitivamente dalla scena politica, rientrando a Piacenza dove morì all'età di 88 anni. 2 La flotta spagnola che attaccò la Sardegna nel 1717 era composta di 14 vascelli, 2 brulotti, una nave ospedale ed un centinaio cli trasponi. Era armata da 824 cannoni e portava un equipaggio complessivo di 6.569 marinai. Relativamente alle forze eia sbarco, vi si contavano 3 btg. cd I regg. di dragoni, per un totale di 8. 000 uomini, 600 cavalli, e 62 cannoni. L'intera formazione fu posta agli ordini del marchese de Mari, mentre le truppe da sbarco del marchese di R ubi. Lo sbarco avvenne presso S. Andrea ad una quindicina cli chilometri da Cagliari, preceduto da un intenso bombardamento preparatorio, che ebbe tra i suoi effetti pri ncipali quello cli provocare l'arretramento della cavalleria im periale dalla fascia costiera. 3 Cfr. G. L1vET, Le 1rasforrnazioni politiche del Mediterraneo nel XVlflsecolo, in Storia del Sardi... , cit., voi. IV, pp. 7-8.


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glielmo Pallavicino di S. Remy . 112 settembre, infatti, il suddetto barone ne assumeva l' incarico a tutti gli effetti, previo giuramento di prammatica di fedeltà da parte degli Stamenti. Come per i viceré spagnoli, anche per quellì piemontesi ci sembra opportuno riassumerne la successione cronologica, che faciliterà l'esatta collocazione degli avvenimenti di seguito esposti. 1720-23 - Pallavicino di S. Remigio, barone don Filippo Guglielmo 1723-26 - Daria del Maro, abate Alessandro 1726 - Pallavicino di S. Remigio, barone don Filippo Guglielmo 1727 - Roero di Cortanze, marchese don Tommaso Ercole 1731 - Falletti di Castagnole e di Barolo, marchese don Gerolamo 1735 - San Martino d'Agliè e di Rivarolo, marchese don Carlo 1738 - D' Allinge d' Apremont, conte don Francesco Luigi 1742 - De Blonay, barone don Lodovico 1744 - Del Carretto di S. Giulia, marchese don Giusepe Mar ia 1748-51 - Di Valguarnera, cav. don Emanuele 1751-55 - Cacherano di Bricherasio, conte don Giovanni Battista 1755-58 - Costa della Trinità, conte don Vittorio Amedeo 1758-62 - Tana di Santeno, conte don Francesco 1762 - Alfieri di Cortemiglia, cav. don Giovanni Battista Pellegrino [morì nell'aprile del '63 e fu sostituito da don Carlo Giuseppe Solaro fino al settembre ciel '63] 1763-67 - Costa della Trinità, balio don Francesco Luigi 1767-71 - D'Hallot des Hayes e di Dorzano, conte don Vittorio Lodovico 1771 -73 - Gallean dei Caissotti di Robbione, conte don Antonio Francesco Gaetano 1773 - Ferrero della Marmara, conte don Filippo Francesco 1777 - Lascaris di Castellar, conte don Francesco dei conti di Ventimiglia 1780-82 - Valperga di Masino, conte don Carlo Francesco, marchese di Caluso 1783 - Solaro di Moretta, cav. don Angelo Maria 1787 - Thaon di S. Andrea, conte don Carlo Francesco 1790-94 - Balbiano, balio don Vincenzo Comm. Gerosolimitano 1794 - Vivalda, marchese don Filippo 1799 - Carlo Emanuele IV 1799-1806 - Carlo Felice, duca del Genovese [fino all'arrivo del re Vittorio Emanuele, suo fratello, che si trattenne a sua volta nell'isola fino al 2 maggio 1814] 1815 - Carlo Felice, duca del Genovese 1816 - Pes di Villamarina, cav. don Giacomo 1818-20 - Thaone-Revel di Pratolungo, conte don Ignazio 1820-22 - Veuillet d'Yenne De la Sauniere, marchese don Ettore 1822-23 - Galleani d' Agliano, conte don Giuseppe 1823-25 - Roero di Monticelli, conte don Gennaro 1825-29 - Tornielli di Vergano, conte don Giuseppe 1829-31 - Roberti di Castelvero, conte don Giuseppe 1831-40 - Montiglio d 'Ottiglio e Villanova, cav . don Giuseppe Maria 1840-43 - De Asarta, conte don Giacomo 1843-48 - De Launay, cav. don Gabriele 1848 - 1° ottobre cessazione della carica di viceré 4 •

Le fort(ficazioni sarde al vaglio dei tecnici piemontesi Come sempre è avvenuto nel corso della storia allorché una nazione prende possesso, a qualsiasi titolo, di un altra regione suo interesse prioritario è stato quello di valutarne le potenzialità difensive.

4

Da F. Loooo CANEPA , Inventario della R. Segreieria di Stato e di Guerra del Regno di Sardegna (1720-1848), Roma 1943,

pp. 27-32.


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Qu~ste, a loro volta, appaiono costituite eminentemente dalle varie fortificazioni preesistenti, delle quali viene per lo più intrapresa la riqualificazione, per adeguarle alle mutate esigenze strategiche ed alle diverse concezioni tecnologiche. Anche in Sardegna, all'indomani della sua assegnazione al Piemonte fu espletata la schematizzata prassi, delegando al compito ispettivo e ricognitivo diversi ingegneri militari, di provata esperienza, facenti parte dell'armata del Savoia. Spiccano fra i suddetti tecnici le figure di Antonio Felice De Vincenti, Luigi Andrea De Guibert, Augusto de la Vallea ed altri ancora, di minor prestigio, quali ad esempio Varin de la Marche 5 • Ma fu soprattutto il primo della schiera quello a lasciare una maggiore impronta culturale e architettonica nell'isola. Felice De Vincenti, nato a Torino nel 1690 e mortovi nel 1778, iniziò la sua carriera tipicamente militare, con il grado di semplice artigliere, per passare poi ad alfiere nel breve soggiorno siciliano 6 • Ma la sua brillante ascesa gerarchica, in realtà, decollò proprio dopo il suo arrivo in Sardegna , dove il nostro alfiere sbarcò, con molta probablità, contestualmente alla presa di possesso da parte del barone di S. Remy. Prestava servizio infatti nel contingente trasferito dalla Sicilia - per ordine del duca Vittorio Amedeo Il - quale presidio del suo nuovo regno. «È di quei giorni .. . il trasferimento a Cagliari di una aliquota del battaglione cannonieri, provenienti parte da Trapani parte da Palermo. Insieme al De Vincenti, vediamo subito il Capitano Audibert ed i luogotenenti ingg. Bellino e Nicoud attivi in Cagliari, nelle prime operazioni predisposte dal vice Re per la difesa e l'organizzazione militare del Regno. Partecipandolo al Re, il San Remy, decide di inviare, per riconoscere lo stato delle fortificazioni di Alghero e Castellaragonese e q uello delle Torri litoranee del Regno, il Capitano Audibert e l'ing. Bellino insieme al capitano delle Torri in carica, ma in effetti manda per compiere l'indagine l'ingegnere De Vincenti trattenendo il Bellino per 'levare' la pianta di Cagliari . Compiu ta la missione, il De Vincenti si ferma a Cagliari per elaborare i dati raccolti sulle torri litoranee e fare i disegni delle piazzeforti visitate, mentre, alle rimostranze del Re che sollecita l' invio della situazione delle piazzeforti, il S. Remy risponde segnalando il lavoro improbo del De Vincenti. La carta cli Cagliari e dei suoi dintorni, insieme alle memorie relative allo stato delle Torri litora nee, è inviata a Corte per mezzo del Cap. Audibert, richiamato in Piemonte, mentre il De Vincenti deve passare in Gallura per la ricognizione dei luoghi. .. » 7 • La sollecitudine del Re nasceva non soltanto dalla comprensibile urgenza di riattivare - avendone valutate le carenze - l'affidabilità delle tre piazze, uniche garanti del possesso del Regno contro non improbabili colpi d i mano, ma anche dalla mai dismessa necessità della protezione assicurata dalle vetuste torri, ai suoi miseri sudditi isolani. Il lavoro del giovane ingegnere militare tra l'altro, consentì al suo viceré di tracciare un quadro riassuntivo circa le spese derivanti proprio eia tali torri. Ed infatti su quella accurata base, il S. Remy rubricò scrupolosamente tutte le uscite inerenti la funzionalità del sistema di vigilanza foranea, includendo tra quelle anche le paghe degli alcaidi, degli artiglieri e dei soldati che nelle medesime erano impiegati, relativamente all'anno 1722.

5 Sulla figura professionale di Vari n de la Marche, cfr. M . CARRAS, Varin de la Marche, ingegnere sabaudo in Sardegna, in «Atti e Rassegna Tecnica della società ingegneri e architetti in T orino», a. 18, n. 11, novembre 1964, pp. 345-347. 6 Sulla figura del De Vincen ti, cfr. M. C,\ uR,, s , Le opere del De Vincenti e dei primi ingegneri militari piemontesi in Sardegna nel periodo 1720-1745, in «Atti del XIII Congresso di St0ria dell'Architettura (Sardegna)», CA 6-1 2 aprile 1963, voi. 1, pp. 291-310 ed ancora, voi. Il, 277-309. Sullo stesso argomento cfr. R. SAu:-.,\s, Architetti p iemontesi in Sardegna, in «A tti ciel X Congresso cli sLOria dell' Architeuura», Torino 8-15 seuembre 1957, pp. 435-444. Ecl ancora E. 0 1.1vr;Ro, Il regio arsenale di Torino ed il suo architetto Capitano Antonio Felice De Vincenti, in «Boli. Centro Studi Archeologici ed Artistici ciel Piemonte}>, fase. II, 1942, pp. 113-123. ; Da M. C,,nRA s, Le opere del... , cit., pp. 293-294.


La d(fesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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Nome Torre

Lire sarde

della Sorra ... .. ..... ...... .. .... .. . .. . .. .. . .. ... .. ... ... .... . .. . .. ... . .. ...... .. ... .. .... .. . .. ....... . .. ... .. . .. .. .... .. .............. 150 San Maccario . ... ... .... . .. .. .. .... .. .. . .. .. ..... . .. ... .. .. ...... ... ..... .... .... ... . .. .... .... .. .. .... ...... .. .. .... .. .............. 600 Coltellazzo .. . ... .. .. . .. . .. ...... . ... ...... . .. . .. .. ....... .. .. .. .. . .. ..... .... ...... .. . .. ... ...... .. ...... . .. ... . .. . .. . .. . .. ... . .. .. ... 240 Cala d'Ost.ias ............................... .. ... .. ........ .. ... .... .. ... ....................... ....... . .. .. ... ....... . .. .. ... . . .. .. .. 465 Chia ......... ... . ... .. .. .. ... ..... . .. ... .. ... ............ .................. ...... . .. ... ... ........ ...... ...................... ...... .. . .465 Las Ganas .... ... .. .. ... .. .... . ..... ........ .......................... .. ..... . .... . . .. .. ... . .. ........ . ... ................ ........ .. .. 150 fVlalfetan .. ... ... ... .. .. .. .. ...... . .. . ... ... .. . ... . .. .. ..... . .. ... . .. ... . .. .... ... ... .. .. ... . ... ...... . .. ... . ... . .. .. .. .. .... .. . .. ..... 540 Picinin . . ...... ... . .. .. . .. . .. . .. ... .. . . ... . .. .. .... .. . .. ..... .. . ... ... . .. ... . ... ... .. ... .. . .. .... .. .... .. . ... .. .. .. ... .. .. . .. . ... .. . .. . . 150 San Giovanni del Bodello .... ......... ..... . .. . .. . .. . .. . .. .. .................. . ... .. ...... ............... . ......... .. .. . ... .. . .. .. 540 P orto Scuso ..... ..... .. .. . ... .. . ... ................. . .. ... . ... ............. . . .. .. . ... .. ... .................... ....... .. .. .. .. . .. ... .. 150 Cala di Piombo .. . .. . . .. .. ... . .. ... ... ......... .. .. .. .. ... . .. ...... .. ... .. . .. ... ... ... . .. .. .. ... . .. ... . .. . ........... ................ 285 Santa Lucia di Posada .. ... . .. . .. . .. .... .. ... . .. .... ..... ........ . .. ... . .. . ... ... ... . . .. .. . ... . .. ... . . .. .. ... ... ............. ..... .465 Santa fVfaria Novarese .. . .. ... . .. ... . .. . .. .. .. .. .... .. . .. . .. ... . .. ... .. . .. ... . .. .... . .. ... .... . .. . .. . .. . .. . .. . ... .. . .. ...... . .. .. . . I 35 Porto Corallo .. . .. ... .. .... ...... .. ... . .. . ... ... .. ... . .. . .. . .. . ... . .... .. . .. . .. ........ .......... ... ... ....... .. ... .. ... .. .. .... ... .. 465 Cala Pera ........................ ............. .. .... .. ...... .. ... . ... ............................................ .. . .. . . ... .. ....... .. 885 Serpentaria ........... .. .... .. .. .... . .. ... .... .. .............. . .. ......... . .. .. .. .. ........ .... .. ... ....... .. . .. ...................... 645 Isola de Caulì .. .. ...... ... .... ... ... ... ......... ............. ... ......... ... . .. ... . ..... . .. .. ....... . ... ... .. .. ... . .. ................ 540 fortezza vecchia .. .. ............... . .. ..... ... ... .. .. ... ... . .. ... . .. ... .. ..... .................. .. . .. .. .... .. ... ... .. .... .. . .. . .. . .. . 150 Capo Boy . .. .. .. ... ... ... ...... ........ . .. . .. .... ..... . .. ... . .. . .. ... ......................... ......... .. ..... . .... .. .. .. ... . .. ... . .. . 150 Fenocchio ......... .. .... . ... .... ... ....... .......................... ......... .... .. ..... ... .... ..... .. ..... . .. ... . .................... 150 Cala Saraina ...... ........... .... .. .... . .. .. ... .. ........... . .. .. . .. . ... .. . .. ... .. . .. . .. . .. .... ... ..... ......... ..................... 150 Cala Mosca . ...... .. .. . .. .... .. .... . .. ..... . .. ... .. ...... .. .... . .. ... . .. . ............ .. .. . . .. .. ... ... . .. . .. . .. ... .. . .. ... . .. ... ...... .285 Torre Castellazzo ... .. ... . .. .... .. ....... ...... ..... ....... .. .. . ... ... ... .. ...... .. ........ .. . .. .. .... ... . . ... .. ..... .. . ... .. .. .. .. . 180 Trabbucado .. .... ........................ . .. ......... ..... .. . ....... . .. ............................ . . .. .............. . .. ... .. .. . 539,8 ,4 Isola Piana .. ..... .. .. .. . ... ... ... .. . .. ... ..................... ....... .. .. .. .. ...... ..... ... ... ... . .. ... . .. ...................... 539,8 ,4 Casa Oliva ... . .. . .. . .. . .. . . .. .. ...... ...... ....... .. ......... .. . ... .. ...... . .. ... . .. ...... .. . .. ... . .. ... . .. . ... .. . ........ . ...... 539,8,4 Pelosa ... . ... .. ... . .. ... .. .. ..... ..... .. .. ... . .. . .. ... .... ... ... ... ... .. .. . . .. .. .. ... ... ...... . .. ... . .. . ... .. . .. ... .. .. ... .. . ... ... 539,8 ,4 Pegna . .. . .. . .. . .. ...... ....... .. .... ... .. ... . .. . .. . .. ... ... ...... .. ... ... . .. ... ........... . .. ....... . ..... .. . .. ... . .. .. .. .. . .. ... . .... . 150 Longo Sardo .... ...... . .. ....... . ...... . ... .. .................... . ... .. ........ ....... .... ........... .. . .. ... ........................ 540 Vignola ........ .. .. .. .. ...... ...... . .. . .. . ... .. ............... ..... ... .. ........ .. . .. . .. ...... ............ ... .... . . . .. .. ............... 465 Togo d'Oglio ... ... .... ...... ........ . .. . ... .. . ..... . .. ... .... .... . .. ..... .......... . . ... ... .... . ..... . .. .. .. .. .. ... . .. . .. ... . .. . .. . .. 150 Porticiulo .. .. ... .... ... . .. .. .... .. ... ....... .. ... ... . .. ... .... .. ... .. ...... . ... .......... . .. ... ....... . ... .. . . .... .. . .. . .. ... . .. . 249,3,3 Capo Galera ........... . .. .. . .. . ... ......................................... .. ... . .. .. . .... ..... . .. ... ............................ 468, 10 Argentina .. .. . .. .... .. ... ... . .. ... . .. ... .. ... .. .. . .. ... ... ... . .. . .. ...... .. . .. ... . .. ... . .. ... . .. .. ... .. .. ...... .. . .. ... .... ...... ..... 150 Porto Conte ...... ... .. .. ... .. ... .. .. . .. ... .... ..... .. ............ ... .. . ... .... .. . .. . .. . .. .... . .. ... .... ... .. .......... .. ... .. . .. ..... 465 Acqua Corrente .. .. .. .. . .. . .. ...... .. .. .. . .. ... ... ... ... .......... .. .. ....... ......... .. ........ ...... . .. .... .. . .. ... . .. ... . .. . .. ... 150 Pollino .. .... .. .. ........................... .. .. .. .. .... .. .... ....... .. ........................................... ... ..... . .. .. .... .. . .. 150 Del Falcone ............ . .. .... .. ........ .. .......... .. ............. . .. ...... .. .. ... .... .. ...... . .. .. .. . .. ...... ....................... 150 Tra mail . .. ... ..... .. ... . .. . .. . .. .... .. ...... ............... . .. ........ .... .. . .. ... . .. ... . .... ... . .. .. .... ... . .. ... .. ... .. . .. .. . ... .. .. .465 Isola Rossa .. . .. . .. . .. ........ .. .. .. .... ... ...... . .... .... .. ... . .. ... . .. ... .............. . .. ...... . ... . . ... ..... .. .. ...... . .. ... . .. . .. 465 Manutenzione della barchetta delle 5 torri dell' Asinara .. ...... ....................... .. ... .... .. ... . .. ..... . .. .... .. .... . 528 Totale ............. . .. ...... ... .. ... .. ............................. .... . .. .. ... . .. ... ... .. ... .. .. . .. . .. ................. 15.055 ,6,7 8

A queste prime quaranta torri andavano ancora aggiunte quelle di Porto Scuso ..... .. .. .. .. .. .... .... .. .... .. ..... .. . .. .. .. . .. . ... . .. .. . .. . .. .. .... . .. ... . .. .. ...... .. .. ... .. ....... .. .. ......... .. .. .. . 825 Porto Paglia .... ... . .. ... ... ... .. .. .. .... .. .. .. .. . ....... .. ....... . .. ... . .. . .. ... ... ... . .. ... . ... .. . . .. .... .... .. .... .. .... .. . .. . ... .. 690 Oristano .... .... .... ....... ........ ... . .. . .. .... ...... ... . ... . .. .. .. .................... ........... . .. ...... . ... .. . . ..... .. . .. . .. ..... . 8 I O delle Saline ..... ................ ................. ..... ........................ .. ... .. . .. . ........................ . .. ... ........... 730, 16 di Bosa .......... .. .. .. .. .... ... ..... . ... ... .. ......... .. ....... . .. .. .. .. ..... .. .... ... . .. .. . ...... ..... .... .. ... ....... .. . .......... 883,4 Totale .... .. ...... .... .. . .. . .. . .. .... .. .. ... .... . .. . .. .... ... .. . . ... ...... .. .... . .. .. .... .... .. .. .......... ......... . .. ... . ... 3.9399

a carico del Patrimonio Reale .

8 9

Da MANNO , Storia di Sardegna ... , 1826, tomo III, I. II, pp . 326-331. Ibidem.


L a difesa cos1iera sotto il governo piemontese

203

L'elenco ne includeva infi ne altre 22, a carico delle d iverse località interessate , ovvero : Tormentorgiu Marceddi San Giovanni in Sinis

Contrada Monreale >> Partemontis » Campidani di Oristano

Leo Morra Capo Manno Santa Caterina di Pittinuri Colombargia

» )}

Cuglieri P lanargia d i Bosa

Iscla Ruya Arbata s L arga vista Saccorro Barì Sferra Cavallo Monte Ru bbio Della Porta Monte Salinas Mortorio

»

Giudicato di Ogliastra

»

Serrabus

»

Villa di Muravera

»

Ville di Quartu e Quartuccio

))

Sant' Andrcas Carcangiolas

»

G iraso le Settimo Settimo e Maracalagonis

Bocca di Rio

»

Pirri e Quartuccio 10

Dal che si desume che, a quella data, il n umero complessivo delle torri - o per lo meno d i quelle r itenute tali - fo sse di 67 . Contestualmente si allegava anche il prospetto delle forze in servizio nelle torri così distribuite A lcaidi 5 26

Nelle torri pagate della cassa R eale In quelle del!' Am ministrazione Nelle altre delle Ville Totale

13 44

Artiglieri

5 21 5 31

Soldati 23 108

T otale

33 155

55

73

186

26 1

Dal prospetto 11 citato si apprende perciò che appena 261 uom ini, dei q uali parecchi notariamente abbastanza anziani e malandati, vegliavano nelle ancora più decrepite torri per la d ifesa costiera dell' intera isola a tutto il 1722! Circa poi il loro trattamento economico, può essere interessante ricordare che esso non era a ffalto unificato ma variava secondo una singolare discriminazione che premiava, in defini tiva, quell i del nord . Infatti: Per la giurisdizione ciel Capo d i C agliar i A gli A lcaidi la paga m ensile era scudi 4, l/2 pari a L. 18 Agli Artiglieri la paga mensile era di scudi 3, l /2 pari a L. 14 Ai Soldati la paga mensile era di scudi 2, 1/2 pari a L. IO Per q uella invece del Capo di Sassari Alcaidi scudi 5,2 pari a

10 11

Ibidem. Ibidem.

L. 20, 16


204

La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Artiglieri scudi 4,6 pari a » 3 pari a Soldati

L. 18,8 L. 12

Accertato, almeno per estrema sintesi, lo stato e la consistenza del dispositivo antincursivo delle torri, riesce significativo e, per certi versi, esaustivo ai fini della panoramica sulla la difesa costiera sarda all'indomani della presa cli possesso piemontese, allegare anche lo stralcio del verbale ricognitivo della sua migliore piazza, quella di Alghero. «DESCRIPTION DE LA PLACE D'ALGUER ENVOYE PAR M. LE SIEUR BARROL Description de la piace d'Alguera ce 29 aoust 1720 La ville d 'Alguera contien ... 12

... all'incirca 4.000 anime con almeno 7 od 8 nobili casate .. . La Città è governata da un Consiglio composto da un Presidente, che è un no bile, eia un 2° Consigliere che è un dottore, da un 3° che è un notaio, mentre il 4 ° ed il 5° sono artigiani; vi è inoltre un giudice, eletto da S.E., al quale è delegata l'amministrazione eterna giustizia civile e criminale ... La gente del luogo sembra in parte rimpiangere la dinastia imperiale e spagnola ... in parte invece essere contenta della nostra dominazione; alcuni che a suo tempo si mostravano partigiani degli spagnoli, appaiono adesso molto rincresciuti e ostentano, al pari dei secondi , una soddisfazione nei nostri riguardi ... Vi è un porto, o per meglio dire un golfo, nel quale però i bastimenti si ormeggiano malvolentieri, essendo troppo aperto ed esposto ... i vascelli inoltre non possono per la scarsità dei fondali accostare alla città, e si trattengono presso l'isola della Maddalena, che si trova ad un miglio dalla stessa, nel centro del golfo: del resto abitualmente attraccano più volentieri a Porto Conte a circa 9 miglia eia qui, in cui godono di una maggiore protezione foranea, dove però non vi sono altre abitazioni all'infuori di due torri . FORTIFICAZIONI lo non ho ancoro avuto il tempo cli procurare la planimetria della città, edificata sopra una striscia di terra il cui fronte terrestre è assicurato da tre bastioni. Gli imperiali, e gli spagnoli prima di loro, lavorarono a lungo per perfezionare il fossato ed il cammino coperto . Nonostante ciò questi non risultano ultimati. Gli spagnoli poi vi misero delle palizzate e vi trasportarono alquanta terra sul posto. Occorrerebbe tuttavia una rilevante spesa per riempire le profonde cavità che si sono aperte sotto la palizzata, e che risultano defilate dalla piazza. Occorrerebbe altresì innalzare di molto i parapetti del cammino coperto, per schermare le cortine, attualmente esposte al fuoco nemico fino quasi al loro piede, come sono le antiche fortificazioni. Dal fronte a mare non vi è nulla da temere. Gli imperiali raddoppiarono i parapetti dovunque ve ne fosse bisogno, mediante terra e fascine, ma tali rimedi appaiono attualmente fatiscenti. Gli spagnoli hanno lasciato un unico pezzo di artiglieria, di ferro, prelevato dagli stessi dalla torre nuova cli Porto Conte, nella quale è rimasto perciò un solo cannone. I corpi di guardia sono tutti rinforzati, o quasi, mediante palizzate e sono: 1° - La Porta Principale del fronte a terra 2° - L'avanzata alla stessa porta 3° - La Porta della Marina 4 ° - Il Bastione Reale 5° - Il Bastione di S. Giacomo 6° - Il Bastione dello Sperone, ubicato sulla destra del fronte a terra .

12

A.S.C., Guerra, Artiglieria, Fortificazioni e Fabbriche Militari dal 1720 al 1731, voi. 1069, Seg. di Staro, serie 2, segue libera traduzione.


La difesa costiera sotto il governo piemontese

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POLVERIERE E SOTTERRANEI

I O - La polveriera della Maddalena, nel bastione omonimo alla destra del fronte a terra verso il porto, contiel)e all'incirca 6-700 barili di polvere. Vi si accede tramite una piccola scala elicoidale, attraverso la quale risulta estremamente difficile calarvi i barili di polvere, o per lo meno molto lento . È a prova di bomba, ma è scoperta verso la campagna. Possiede una finestra verso il porto, alla quale le tartane si avvicinano un po' troppo, per essere un locale in cui è custodita della polvere. Qualora vi si voglia tornare a custodirvi della polvere è necessario farvi delle scaffalature ed un pavimento cli tavole .. . 2° - Arsenale dei fucili, la cui armeria è situata nella sala in alto. È all'interno della città, davanti alla Porta della Marina, sulla destra del menzionato bastione della Maddalena. Io vi ho fatto prelevare i vecchi moschetti che vi hanno lasciato gli spr:lgnoli sulle rastrelliere, per far posto ai fucili che abbiamo portato . Ha bisogno di qualche riparazione, in particolare alle porte . 3° - Polveriera del bastione cli S. Elmo. È anch'essa a prova ma appare scoperta dalla campagna come la precedente, sebbene un po' più da lontano. È alquanto umida, e al suo interno gli spagnoli lasciarono la polvere tutta mischiata, parte per terra, parte nei sacchi, parte nelle casse e parte nei barili. È probabile che si potrà rigenerarla un po' facendola asciugare all'aria, ma occorreranno in tal caso dei barili per riporvela. La polveriera a sua volta potrà essere utilizzata facendovi il pavimento di tavole, come l'altra, ma è indispensabile innanzitutto liberarla della polvere che è sparsa per terra e farvi delle scaffalature; conterrà all'incirca 1.500 barili . 4 ° - Bastione Reale dove vi è un torrione per metà scoperto, e non si trova all'interno che qualche fascina incatramata. 5° - Deposito del Bastione Reale. Vi è una camera superiore e due inferiori. Il solaio che le divide ha bisogno di riparazioni avendo dei piccoli travi lesionati. È necessario parimenti accomodarvi le coperture. 6° - Il Bastione cli S. Giacomo . Possiede due sotterranei, uno sopra l'altro, che non possono servire che da prigione tenebrosa, poiché vi si entra come in una sepoltura. 7° - il Bastione dello Sperone sulla sinistra del fronte a terra. Vi è un torrione con una grande prigione, dove io ho fatto raccogliere provvisoriamente la polvere che noi abbiamo trasportato. Non vi è affatto umidità, tuttavia se vi si vorrà conservare la polvere, sarà conveniente farvi la pavimentazione in legno come ho già suggerito per gli altri analoghi locali . La volta non appare assolutamente a prova di bomba. In alto vi è uno spiraglio che io ho fatto subito coprire con delle grosse tavole, pur non potendosi salire che per una piccola scala che si trova tra la porta e l'avamporta del deposito. L'ingresso appare mal collocato essendo nel corpo di guardia, dove in inverno i soldati saranno obbligati per scaldarsi ad accendere il fuoco. Si potrebbe mettere il corpo cli guardia in una casa vicina, ma sarebbe meglio porlo in alto sul ramparo, dove vi è la palizzata . Il primo ingresso è bloccato mediante una barriera che sarà necessario cambiare con una buona porta. Il Torrione è anche scoperto al lato della campagna. 8° - Deposito dei Gesuiti. Gli spagnoli vi tenevano la polvere in maniera molto azzardata non avendo per copertura che un semplice tetto di tegole sorrette da alcune assi. 9° - Il quartiere dei soldati che può ospitare al massimo 4 compagnie. 10° - Sulla sua sinistra vi è la porta che introduce nel bastione doppio del centro del fronte a terra. Sono conservate in questo bastione le palle di cannone, le granate e le bombe scariche che noi abbiamo trasportato. Vi si trovano altresì 28 grosse palizzate che gli spagnoli avevano lasciato sul posto fuori opera .


La dzfesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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105 105. Alghero - Torre della polveriera.

In questo bastione vi sono inoltre una porta di soccorso che sta murata ed anche qualche piccolo sotterraneo molto umido. 11 ° - Sulla sinistra di detta porta si trova la Porta di Terra della città, che si apre ad immediato ridosso del fianco del bastione medesimo. Al di sotto vi sono le prigioni. Ho fatto ancora riparare il ponte levat oio sostituendo qualche tavolone e aggiungendo qualche bandella di ferro. 12° - Per i depositi dei viveri ci si è serviti di quelli propri della città . DE BAROL>>13

Da quanto esposto nella descrizione della piazza cli Alghero, emerge chiaramente come le sue condizioni difensive fossero tutt'altro che valide, riscontrandosi notevoli carenze strutturali e cli manutenzione. Ma quello che la poneva radicalmente fuori servizio, e con lei anche le altre, ad eccezione di Castellaragonese, dove per la verità qualche pezzo vi era rimasto, consisteva nell'assolu ta mancanza cli armamento di qualsiasi genere . Infatti nelle righe del rapporto si accenna al particolare che gli spagnoli nell'andarsene dal Regno, contravvenendo in ciò ai precisi accordi sottoscritti, avevano asportato tutte le artiglierie, le munizioni e gli armamenti di un qualche valore, ponendo praticamente l'intera isola alla mercé di qualsiasi iniziativa nemica. I piemontesi pertanto dovettero sobbarcarsi alla non facile, e comunque lenta ed onerosissima incombenza del ria rmo, a partire proprio dalle principali piazze. In merito la vicenda ebbe vistosi strascichi, in quanto il re Vittorio Amedeo II ingiunse alla Spagna un indennizzo di 150.000 scucii, proprio per l'arbitraria sottrazione. La cifra fu dalla controparte decurtata a 130.000, ma con la clausola di poter prelevare anche le residue artiglierie di Castellaragonese. In realtà però fu soltanto nel maggio del 1724, che gli spagnoli concordarono di pagare

13

Ibidem.


La difesa costiera sotto il governo piemontese

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entro due mesi, ed appena 100.000 scudi, cifra stimata molto al di sotto del valore reale del materiale militare trafugato. Ma ancora nel 1726, nessun versamento appare onorato, né tanto meno alcun pezzo restituito, mentre per contro la necessità di procedere al riarmo delle piazze si era fatta improcrastinabile. '

Gli ingegneri militari piemontesi all'opera Da quanto sinteticamente esposto risulta chiaramente che già dal 1721 la dirigenza militare piemontese iniziò a prodigarsi, nei limiti delle sue anguste risorse, per porre la Sardegna in grado di potersi difendere in maniera valida e moderna. Artefici principali di quel faticosissimo travaglio furono i suoi ottimi ingegneri militari che, sulla scia del De Vincenti, diedero fattivo impulso all'impresa. Testimonianza della febbrile attività la si coglie nella abbondante documentazione d'archivio, circa progetti e perizie in materia di fortificazioni, a partire proprio dal 1721. Sono di quell'anno infatti il: «Calcolo per lavori al rnagazzeno dì S. Agostino» di Cagliari ed ancora la «Perizia per la sistemazione del quartiere del Reggimento» nella stessa città 14 • Similmente, per l'anno successivo, si rintracciano analoghi prospetti preparatori alla riqualificazione dell'intero apparato difensivo. Nel '23, poi, si focalizzarono gli interventi proprio intorno ai bastioni di Cagliari, tant'è che in data 17/11 abbiamo: «Calcolo per i lavori al Bastione di S. Agostino» ed ancora il 10/12 «Nota riguardante il Bastione di lvfonserrato» 15 • A partire dal 1724, forse per un acuirsi delle pur sempre attive incursioni turco-barbaresche , si registra una certa sollecitudine alla definizio ne globale del programma di interventi nell'ambito della difesa costiera. In quel luglio infatti, per l'esattezza il 14 16 , fu dato incarico al De Vincenti di procedere all'esatta levata planimetrica delle tre piazze dell'isola, nonché di rilevare e quindi redigere una aggiornata e dettagliata carta litoranea a grande scala, proprio per meglio individuarvi le urgenti integrazioni difensive. La notevole mole del compito tenne occupato i.I tecnico per quasi un intero anno e solo nel giugno ciel '25 fu possibile ricevere a corte i suoi elaborati. Slf cli essi si avviò l'analisi degli aggiornamenti da adottare. Per meglio coordinare il vasto programma costruttivo, fu destinato da Torino, con compito di supervisore, il generale da battaglia Castellalfiere 17 che prese ad operare, di concerto con il suo subordinato, nel medesimo anno. Allo scadere ciel 1726 fu pronto il dettagliato piano globale di difesa, nonché i progetti particolareggiati in cui si articolava, in materia cli fortificazione. Con una solerzia encomiabile, T orino li approvò istantaneamente, stanziando congrui fondi in bilancio ed sollecitando l'immediato avvio dei cantieri. Dai document i conservati nelJ' Archivio di Stato di Torino, che citeremo limitatamente alle sole intestazioni, è alquanto agevole farsi un'idea della natura degli interventi perseguiti ed in breve volgere attuati. «I) Stato delle spese fatte attorno le fortificazione di Cagliari per tutto l'anno 1726 bilanciato da S.M. a scudi 1882: facenti moneta di Piemonte L. 7528 come da sua Regia lettera dell'l 1-6 eletto anno. 2) Relazione delle opere progettate alla Fortificazione di Castell' Aragonese, Cagliari 22-8-1726. 3) Relazione delle opere pregettate alla Fortificazione della città d'Alguer, Cagliari 30-8-1726. 4) Calcolo delle riparazioni alla Fortificazione di Castell' Aragonese, Cagliari 25-9-1726. 5) Calcolo delle opere progettate alla Fortificazione della città di Alguer, Cagliari 27-10-1726. Le relazioni e i computi di cui al n.2, 3, 4, 5 sono allegati ai seguenti documenti anch'essi a firma del De Vincenti, ma senza data:

14

Da M.

15

Ibidem. Ibidem.

16 17

C\llRAs,

Le opere del ... , cit., pp . 303-304.

A.S.C., l.S., voi. 388. Dispaccio a p. 102 del 17-3-1726, in cui il S . Rcmy annunzia a S.M. l'arrivo del Castellalfiere - da M. CAORAS, Le opere del. .. , cit., pp. 304 e sgg.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVT al XTX secolo

106. Cagliari intorno alla metà del XVlll secolo.

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106


La di;fesa cosiiera sotto il governo piemontese

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107

107. Interno della porta cli accesso alla Cittadella edificata nel 1720 dal De Vincenti.

a) calcolo dei lavori che si sono progettati per le Fortificazioni di Cagliari, tanto secondo la descrizione fatta in Torino, quanto secondo il sentimento del sig: barone di S. Rerny viceré del Regno della Sardegna e del sig. commendatore Castellalfiere; b) Calcoli delle Fortificazioni progettate a beneficio della città di Cagliari, in quali s'accordano le disposizioni e sentimenti tanto mandati da Torino per ordine di S.S.R.M. quanto dellì sìgg. viceré barone de San Remy e commendatore Castellalfiere; c) calcoli per le opere nuove che si sono progettate a farsi attorno della città di Alguer, tanto secondo lo stabilimento mandato da Torino d'ordine di S.S.R.M. che a tenore dei sentimenti dei sigg. viceré barone dì S. Remy e commendatore Castellalfiere; d) calcoli per li lavori progettati attorno del Castellaragonese secondo le disposizioni mandate da Torino d'ordine di S.S.R .M. ed a tenore dei sentimenti dei sigg. viceré barone S. Remy e commendatore Castellalfìere. Alla fine è riportato ristretto delle spese occorrenti in lire di Piemonte: Cagliari Alguer Castellaragonese

156.249 222.422 122.707 501.378» 18 .

GU stanziamenti non restarono sulla carta, ed i cantieri furono perciò in grado di iniziare subito

18

M.

c,,llR,,s,

Le opere del... , cit. , pp. 306-307 .


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

210

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108. Cagliari - Bastione Emanuele, innalzato dal De Vincenti prima del 173-0. 109. Antica Porta cli Carlo Felice, divenuta dal 1825 di Maria Cristina.

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la dzfesa costiera sotto il governo piemontese

2/1

i lavori. Prima però si era già ripristinata la normale dotazione bellìca delle piazze, rifornendole innanzituto delle indispensabili artiglierie. «I lavori militari proseguirono per tutto il 1726 e i primi mesi del 1727, diretti dal De Vincenti a Cagliari, mentre quelli di Alghero risultano diretti daU'ing. Marta , e si limitarono a dare una prima sicurezza alle difese delle piazze. Nel marzo del '727, il San Remy invia a Torino il De Vincenti, con un piano per nuove fortificazioni da costruire nelle piazze, invocando anche un invio ciel Bertola a Cagliari. Il De Vincenti - già promosso luogotenente - rientra nel maggio successivo con il piano approvato, ma senza il Bertola, e si ferma a Cagliari ... iniziando i lavori dalla parte della torre di Pancrazio e le nuove rampe intorno al Bastione di S. Croce; farà una puntata ad Alghero per tracciarvi nuovi bastioni, dove fino all'agosto del 1727 resterà il Castellalfiere a dirigere i lavori insieme all'ingegner l'vlarta. Nel marzo ciel 1728 venne inviato a Cagliari il capo ing. de Guibert. .. [cui] come più anziano, furono affidati i lavori cli Cagliari, già intrapresi dal De Vincenti; questi poco più tardi verrà trasferito ad Alghero per continuare i lavori da lui tracciati ed iniziare quelli fissati per Castell' Aragonese .. . Nel frattempo il de Guibert prosegue, con particolare solerzia, i lavori intrapresi a Cagliari per la difesa della zona occidentale della Marina e dell'accesso al Castello sul versante orientale della Torre di S. Pancrazio ... I lavori continuarono secondo un progetto, concordato in antecedenza a corte sulla base del progetto del 1727, ma con l'aggiunta di un sistema di fortificazioni ... considerato indispensabile per la difesa della zona nord occidentale della cittadella del Castello ... insieme a tutto un complesso di basse fortificazioni occorrenti per la prima difesa dei baluardi cagliaritani. Il De Vincenti che in proposito aveva carta bianca ... condusse i lavori fino al 1734 quando lasciò definitivamente Cagliari e la Sardegna ... » 19 • Più in particolare nel 1732 il nostro ingegnere progettò il piano dettagliato per le fortificazioni del lato NO della città, che fu in pratica portato a termine nel 1742 dall'ing. de la Vallea 20 , che era sopraggiunto in Sardegna nel 1735 immediatamente dopo l'arrivo ciel sottotenente ing. Arduzzi, conferma inequivocabile dell'incessante andirivieni di tecnici dall'isola. Che i lavori intrapresi si dimostrassero di gran lunga più ardui e gravosi ciel prevedibile, giocando in ciò la presenza ciel mare che minava incessantemente qualsiasi opera realizzata, lo si può desumere da un preventivo del 1738, compilato per la città di Alghero. Questa infatti, pur essendo da anni in intenso riallestimento difensivo, necessitava di un finanziamento straordinario di quasi 50.000 lire, per consolidamenti ulteriori. Qualora tali interventi poi non si fossero rapidamente avviati la sua fortificazione: «corre pericolo di maggiore ruina ... »2 '. Nel 1742, quindi, mentre per Cagliari si poteva ritenere quasi ultimato l'aggiornamento delle fortificazioni per le altre due piazze occorrevano ancora diversi anni di lunghi e costosi lavori. Contemporaneamente alla direzione dei grandi cantieri cagliaritani l'ing. de la Vallea si vide assegnare un curioso incarico, nel marzo ciel 1738, ovvero cli progettare e coordinare per quanto cli sua specifica competenza l'insediamento di Carloforte, sull'isola di S. Pietro. Carlo III infatti perseguendo la sua saggia politica amministrativa intendeva ripopolare quel deserto lembo di terra, destinandolo all'insediamento di una industriosa colonia. Ne vedremo in seguito le tragiche vicende.

Riattivazione e riqualificazione del sistema Mentre si cercava, come abbi.amo ricordato, di uscire il più rapidamente possibile dallo stato di abbandono e superamento delle piazze sarde, non minore cura si poneva alla rimessa in efficienza della catena delle torri. TI governo piemontese infatti - non diversamente da quello spagnolo -

19

Ibidem, pp. 297 e sgg.

20 C f r. M. VALDEs, Lefortificazioni della «cilfadella» di Cagliari, in Studi Sardi, voi. XXV, 1978-1980, Sassari 1981 , p. 465. 21 A.S.C., I.S., voi. 188 - da M. CwRAS, Le opere del.. . , cit., pp. 304 e sgg.


212

La dijesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

individuò, ben presto, in quelle il principale garante antincursivo, e ne avviò, previa una serie di ricognizioni e di ispezioni a tappeto, una sostanziale riqualificazione e riarmo. Disgraziatamente, la molteplicità degli interventi richiesti in materia di riarmo e di fortificazione e, più in generale, di edilizia militare, nell'isola non consentirono un immediato decollo degli aggiornamenti. Si ripiegò perciò su una accurata indagine, ricognitiva e conoscitiva, dell'intera struttura difensiva foranea, delegando allo scopo i migliori ingegneri disponibili, a cominciare ancora una volta proprio dal ricordato De Vincenti. Tale fase intervallata certamente da reiterate, quand'anche non sistematiche, opere di restauro ai manufatti, in massima parte ammalorati e deteriorati dalla secolo re incuria, si protrasse per vari decenni. Sembrerebbe pertanto lecito desumere che l'andazzo si fosse così istituzionalizzato, se una serie di ulteriori ispezioni e relazioni non ci dimostrassero il contrario, ovvero la esigenza, riconosciuta ormai inderogabile di provvedere urgentemente ad un ammodernamento del sistema, delle sue armi e dei suoi uomini. Una di quelle relazioni, alquanto sintetica e significativa, fu compilata dal luogotenente di Artiglieria Marta, alias il già ricordato ing . Marta, nel 1761. «A .S.A.R. RELAZIONE IN GENERALE della visita fatta alle Torri in Sardegna dal Luogotenente d'Artiglieria Marta Primo per ordine di S .E. il sig.r Conte lana vice Re del Regno li 27 Maggio per tutto li 20 Giugno 1761. RISTRETTO DELLA RELAZIONE divisa ne seguenti Capitoli Primo . Tutte le Torri sono situate in qualche eminenza. La genochiera delle ambrasure22 ritrovandosi troppo alta nella pluralità delle medesime, e mottivo che le artiglierie non possono col loro tiro piombare in siti vicini, onde è di tutta necessità che le Oenochier e di dette ambrasure si facciano ribassare proporzionatamente all'altezza di caci. a Torre.

[La rilevata deficienza aveva come radice lontana l'essere le stesse torri progettate per semplice avvistamento, e ridotte al minimo di numero per contenere le spese. Dalla prima limitazione nasceva la difficoltà, già a suo tempo sottolineata, per le torri rotonde piccole di adattarvi le artiglierie. Dalla seconda, per consentire interassi molto ampi, derivava una eccessiva altezza delle stesse sul mare, con conseguente impossibilità di brandeggio nei settori costieri immediatamente sottostanti. ] 2°. La Polvere della quale son munite tutte le torri, è della più infima qualità che si possa fare essendo della fabbrica di Isili nel Regno, quale appena serve a far mine nella Pietra quando è frescamente imposta ed è però inutile a qualunque uso. Infatti avendone fatto l'esperienza in tre differenti Torri alla presenza del sig.r Don Antiogo Ripol Capitano delle medesime si è ved uto che il cannone ben caricato, ed elevato appena getta sua palla in distanza di 35 in 40 trab. 2 3, in conseguenza ne viene grande consumo delle munizioni senza verun effetto. E per rendere le Torri utili in ogni urgenza devono essere provviste d'una sol qualità di polvere servibile tanto ali' Artiglieria che alli Fucili, e questa sarà polvere da guerra da prendersi nei Reggi Magazeni. 3°. Nella pluralità delle Torri le palle da Cannone non sono del proprio callibro dc Pezzi come si puoi vedere dall'Inventario di caduna, rimesso alla Segreteria del Vice Re d'onde proviene l'impossibilità di aggiustare li tiri, quantunque l'Artigliere fosse de più capaci, onde si deve usar tutta l'attenzione per munir caduna Torre di palle aggiustate alli Callibri de Cannoni.

22 · Con questo termine, non specifico dell'architettura militare, si deve intendere la sezione cli parapello che fungeva da fondo alla cannoniera. Essendo quest'ultima infatti ricavata per adattamento delle rorri alle artiglierie, risultava in genere troppo alta per i pezzi da costa con affusto a cassa, tanto più che questi spesso tiravano in depressione. 23 Unità di misura lineare pari nel caso nostro a m. 3,0824, variabile comunque da regione a regione.


La difesa costiera sotto il governo piemontese

213

110 .. Frontespizio della Relazione sulle Torri del 1761.

110

4°. Si dovranno proveder tutte le Torri di palle da Spingardo e da fucile, perché sono inutili quelle da fucile per li spingardi , e quelle da cannetta per li fucili di callibro d 'oncia [l].

5° . A tutte le Torri si invieranno agucciette di fil grosso d'ottone per am morsare li cannoni rifo rmando q uelle cli ferro, perché queste oltre che molto si consumano per la rugine che continuamente le corrode, sono anche soggette a causar disgrazie. 6° . Si dovranno obligare gl'Alcaicli, cannonieri, e Soldati delle torri usare del mecchio [miccia] in vece della legna per dar fuoco alli Cannoni da dove son provenute le frequenti disgrazie succedute, e come in tempo della visita nella Torre di Porto Paglia dove sono restati morti un Artigliere ed un soldato, oltre d i che il mecchio è più pronto nel dar fuoco che la legna. 7° . La pluralità degl 'Alcaidi, Cannonieri, e Soldati ignorano la maniera di maneggiar l' Artiglierie, e fucili, onde sareb be cosa molto utile, e necessaria se si istruissero almeno del necessario maneggio di dette armi e questo si puoi praticare nelle occasioni che vengono in Cagliari per esigere il lor quartiere, o terza 2\ e per quelli che sono all'altro Capo si obbligheranno portarsi in Cagliari, od in Algheri per esserne istruiti da quella P ersona che da s. e. sarà destinata per l'effetto sud. o . 8°. Gl' Alcaidi, o Capi delle Torri dovranno in ogni mese od altro tempo determinato dare il suo conto in un mensuale ben circostanziato del consumo delle munizioni, cioè in qual'occasione, contro quale bastimento hanno sparato, se per saluto in occasione della visita, gallere Navi ecc. Se per favo rire o protegger qualche Bastimento, che prende Caccia specificando di quale nazione sono li bastimenti tan to corsari, che li Cacciati.

24

Stipendio quadrimestrale .


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

214

9°. Si dovranno obbligare gl' Alcaidi, Cannonieri, o Capi delle Torri a trattenere tutta sua gente nelle med .me non permettendo che si assenti alcuno sotto qualunque pretesto, eccettuato quello, a cui tocca far la provisione della legna, a qua, o vettovaglie per uso proprio, e necessario per la Torre, perché sendo in uso l'abuso di far legna, e carbone per negoziarlo , succede che li Soldati rare volte si ritrovano a l loro dovere d'onde vengono certe prese che si fanno sotto le Torri, od in visr.a delle medesime senza diffesa, con rischio anche di perdere la propria Torre per mancanza de soldati per diffenderla .

10° . Le Reclute che si faranno per le Torri o saranno di quelli che avranno già servir.o oppure d'uomini di 20 in 30 anni perché possino rencfersi capaci per tal servizio sendo inutili quelli che intraprendono questo servizio all 'età di 60, e più anni come se ne vede ultimamente accettati. 11 " . Per evitare ogni inconveniente , e spesa inutile non devono li sig.i amministratori comperar cosa alcuna appartenente tanto all'artiglieria, quanto a qualch'altra sorte d'armi, se non sia seguita la visita, e colaudazione di qualche officiale d'Artiglieria , o di altra persona capace destinata da S.E. o dagl'istessi Amministratori ed il soggetto destinato per tal effetto dovrà avere in comunicazione l' Inventario di caduna Torre qual serve per vedere se le munizioni, casse, ed armamenti novi che si sostituiscono alli resi fuori di servizio, sieno proporzionati, ed inviarli a quella della stessa Torre che richiede il bisogno, senza di che puoi derivare come succede, l'inconveniente d'inviare le suddette munizioni a qualche torre, quali no n sieno proporzionate all'armi delle medesime. 12° . Per ultimo essendo l'amministrazione in obbligo di far continuamente riparare l'arm i delle Torri queste riparazioni non si dovranno pagare se non saranno prima visitate, e colaudate dal soggetto destinato. Nella grande Spiaggia delle Saline di Cagliari vi sono cinque Torri provviste mantenute, e riparate dalle Ville come qui sotto. Soldati Soldati Soldati Soldati Soldati

1. 2. 2. 2. 2.

Torre di Torre di Torre di Torre di Torre di

Boccario , mantenuta, e provista dalle Ville di Pini e Quartuccio. Carcangiolas mantenuta dalla Villa di Quarto. Foys mantenuta dalle Ville di Settimo e Salargius. S. Andres mantenuta dalla Villa di Salargius. Novagiana mantenuta dalla Villa di Sinaj.

E siccome queste Torri sono site lungo la grande spiaggia delle Saline ne siti, molto pericolosi, e facili ad isbarchi, è necessario che le suddette torri abbiano per lo meno un Cannone proporzionato con qualche spingardo, e fucili, perché con questo armamento si viene ad assicurare l'imbarco del sale sovra li Battelli di Trasporto, onde si dovrebbero agregare alle torri dell'amministrazione a spesa però di dette Ville, augumentando a caduna quell'armamento, dotazione, ed equipaggio che sarà giudicato necessario da qualche persona Perita destinata a fare visita alle soscritte T orri. RITTENZIONI Che si fanno agi' Alcajdi Cannonieri e Soldati

Il Segretaro dell'Amministrazione distende le ricevute degl'imprestiti d 'ogni m ese, e dell'intero pagamento in ogni terza, e per sua fatica si ritiene soldi 2, 1/2 sardi che sono quattro soldi di Piemonte che per ogni terza ascende a soldi sedeci per cadun alcaide, cannoniere e soldato d'ogni Torre. Questa ritenzione non par equitativa se si avrà riguardo alle spese che cadu na Torre in com une è in obbligo di fare, sia per inviare qualche soldato in ogni mese e portarsi il capo della Torre in ogni terza che val a dire ogni quattro mesi per esigere le paghe, e sottoscriver le ricevute sia anche per le spese che soventi fanno in occasione che devono dare qualche avviso, o portar lettere, e pacchetti dalle Torri alla prima Villa, o di Torre in Torre sino alla Capitale, oltre le spese necessarie a farsi per le loro provisioni in ogni mese che o rdinariamente seguono quando prendono gli'Imprestito facendo trasportare d.e provvisioni ciascheduno alla propria Torre. Dovendosi pure aver riguardo alla tenue paga cli caduno secondo il differente impiego : Paghe in moneta di P iemonte ALCAIDE

L. 18 sino a L. 24 proporzionatamente alla situazione della Torre.

ARTIGLIERE

L. 14 sino a L. 16 proporzionatamente come sopra.

SOLDATI

L. 10 sino a L. 12.


La difesa costiera sotio il governo piemontese

215

mi.55e.gno . Òimostrativo <Jeil.e JsoLe, ài; . (!// ~etPO e J.1- J/nti-o,JO · i co Il.e, loro "::furri e ,J<Tnnare

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l.l .l

111. Isole di S. Antìoco e S. Pietro con le rispellive torri intorno al 1760.

Si pagano ancora le patenti degl' Alcaidi L. 10 sino a L. 20. Le patenti degl ' Artiglieri L. 8. Le patenti o biglietti de Soldati non si pagano perché vengano le medesime spedite dal colonnello o Capitano delle torri che per lor natural generosità non prendono cosa veruna. NELL'ISOLA DI S. ANTIOGO Vi sono in quest'Isola due T orri novamente costrutte una in Cala Setta, e l'altra situata in Canai, come dal disegno dimostrativo chiaramente si vede. La Torre di Cala Setta si ritrova presentemente disarmata per motivo che è dal mare 90 trabuchi lineari presi dalla punta della lingua, questa Torre doveva essere costrutta in punta francese secondo il progetto del sig.re Maggiore Besson, e non in Cala Setta, ed è però necessario che s'armi con due buoni cannoni eia libre 12, già dall'amministrazione comprati per tal'effetto perché sendo la med.ma in questo modo armata potrà diffender li due terzi del Canale che passa tra la det. a Isola, e quella di S. Pietro, oltre due grandi Cale site una a Ponente, e l'altra a Levante di cl.a Torre. E se poi si facesse una Torre in punta nera dell'Isola di S. Pietro si verrebbe a cliffendere intieramente tutto il Canale di modo che non sarebbe possibile che passasse neppure un piccolo battello» 25 .

Preso atto delle interessantissime puntualizzazioni, circa lo stato cli effettiva validità difensiva delle torri espresse dall'ing. Marta, un altro prezioso documento immediatamente successivo - del 1767 - ci consente di desumere - sulla base dei suoi inventari - il quadro generale cli efficienza delle stesse, singolarmente prese.

25

/\.S.T ., Sez. IV, voi. 25, rif. 37.


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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La « Visita generale» delle torri del 1767 Il cav . Ripol, capitano comandante delle torri, a quasi due secoli esatti dal periplo del Camos, compì l'identico tragitto per una sua visita ispettiva, tesa ad accertare il grado di affidabilità di tutto l'apparato difensivo antincursivo da lui dipendente. Della medesima redasse una minuziosa quanto esaustiva relazione, fonte per noi di preziosissimi dati tecnico-militari. Pertanto la citeremo in maniera magari sintetica ma sostanzialmente completa, tralasciando per ovvi motivi le generalità degli uomini di guardia , le loro località cli provenienza e gli anni di servizio già svolti, limitandoci a riportarne la sola età , cli per sé già ampiamente qualificante. Parimenti abbiamo evitato l'inventario completo dei materiali ed utensili di p ertinenza a ciascuna torre , trascrivendo esclusivamente il loro armamento e munizionamento, nonché quanto strettamente connesso alla funzione militare della stessa. <<VISITA GENERALE delle torri del Regno fatta dal cav. R ip ol Capitano Comandante delle medesime nell' anno 1767 26 • 1 a - Torre della Ponta della Zavora - Soldati n°3 [rispettivamente di ann i 50, 47 e 35) . .. Questa to rre è governata dall'alcaide di San Macario la quale è distante eia detta torre cli S. Macario tre ore - ques ta torre è siLuata alla sponda del mare in pianura e guarda al Jevante 27 - ha di larghezza il corpo della to rre un trabucco e tre piedFS (armamento] Spingarda con suo cavalletto .. ....... .... . .. .. . .. . .. . ...... .... . ..... . .. . .. .. .. ..... . ..... .. . .......... . . .. .. . .... . . .... . . .. . . .. 1 Fucili 3 Spontoni a manico 29 ••.. • .• . • .••..... •. .. . .•.•. . . .. • .. • .• • .... •.• ... . •. .• • .• . .. •.•... . . . . .. • .. . ..•.• • • • . . . • • .•. • .• 3 Palle di spingarda .... . .. .. .. ....... . ... . ... .. .... . ........ . ... . ........ . ... .. .. ... ......... . .. . ......... .. . ... .. ......... . . .. . .. .40 Palle per li fuci li .. .... . . ... .... . ... . .. ........ . . ..... . .. . .. .. .. .. . ..... . .... ... ... .. .. . .. ... .... .. .. ..... ...... ... .. .. . .. . ...... . .48 Pietre di fuc ile30 • .. •. . . .. •. . . . .• ••••.••.•• . ••...•• .• .. . ..•.• . .•• • .. • • . .. . .• .. • . • • .• • .• . .. . •... . . . . ... .. •. • •.• •. •. .. .. . .. . • • .•.. .. .. . 6 Questa T orre necessita polvere libre . .. . . ......... .... . .. . .. . ..... . .... . . .. . . . ....... . .... .. . . ..... . . .. . .. .. .............. .. .. 5

rrestauri e necessità] P iù ha bisogno la detta T orre di essere passata in palctta3 1 in varii luoghi tanto dentro come di fuori accomodare il corpo di d. a Torre per essere tutta a foss i, più accomodar la mezzalu na 32 con smalto perché quando piove l'acqua va nella piazza d'a rmi - più ha bisogno d ' u n ca nnochialc . [segnali] In detta Torre vi è il necessario cioè di pietre e legna minuta per far li ruochi. 2" - Torre dell 'isola di S. Macario - Alcaide ... d'anni 70 .. . A rt iglie re 1... d'anni 60 .. . Soldati 4 . .. 40 . .. 38 ... 40 ... 26. Questa Torre è isolata 2 m iglia. Lontana dalla terra tiene sua barchetta per passar il canale ed è situata in una punta a lta, ed ha di larghezza due tra bucchi e sei oncie, ecl è distante dalla Torre ciel Cortellazzo d i Pulla u n 'ora e guarda eletta Torre a Levante e Ponente. Canoni d i ferro 3 :i 3 due del calibro di libre 5 e l'altro cli libre 3, 1/2 con le loro cascie cugni di rni ra .............. . ... ... .. ..... .. . ... . .. . . .. ... ... ... ..... .. . . ... .. . .. . ... ... . ..... ..... .. .. . ......... .. .. ......... . .. . .. . .6

26

A.S.T., Sardeg na Econom ico, mazzo I can . 3", Visita del cav. Ripol 1767. L'orientamento di un a torre, ovvero il settore verso cui «guardava», deve esse re inteso come la posizione del mare risp etto a lla ro rre, e di conseg uem:a corrisponde al suo settore di vigilanza e di resa. 28 Si deve ritenere in q uesto contesto q uello piemontese pari qu indi a 111. 0,5 127, di molto supe rio re aH' usuale, a sua volla pari a m. 0,3425. 29 T rattasi di una partico lare picca corta in dotazio ne per lo più agli u fficiali . 30 Erano i pezzi di silice tagliata approssimativamente a squad ro, co n un lato alquanto affi lato, che venivan o ammorsat i nella bocca del «cane», tramite un ' apposita vi te, e prod uceva no per percussione su lla «martellina» la scint illa, dando fuoco a lla polvere. 31 Per passare in paletta intendevasi il ri facimento dell 'inLOnaco, previa sarcitura e sigillat ura dei conci cosc.ituenti la murat ura dell'opera. 32 Opera addizionale sovras tante la piazza d ' armi. 33 T cannoni d i fçrro erano nor.oriamente molto meno pregiat i d i quelli di bro nzo, e per di più a pa rità d i calibro ris ul tavano not.evolrneme più pesanti. Caratteristiche q ueste, uni tamente all a facilità di ossi.dazione in ambiente salmastro, che ii fecero 27


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I 12

112. Torre Isola di S. Macario .

Cucchiare cli rame per caricare i cannoni ..... . . .. .. .. .. ..... . .... ..... . .. ... . . . ... . ... . .. . .. . ... . .. ... ...... ... . .. .... . . .... 2 Lanate con le sue a ste . ... . .. ...... . . ........ . . .. ...... . .. . .. .. ......... .. .. . . ........ ...... .. . . .. ... . .. . ....... ......... .. . ... .. .. 2 Batt ibale .. . ... .. ... .... ... . .. .. .. . ... . .... . . ......... . .. . . .. . .. . . .. . .. . . ........ .. . ... .. . .............. . ...... .. . . .. ........... ... .. . 2 Tira borra 34 per li cannoni .. . .. . . .. .... .. . . .. . ... . .............. .. .... . .. ..... ........ ..... ... ...... .. ......... ... . .. . .. . .. . . ... . I Spingarda con suo cavalletto . . ....... ... ..... . .. . .. . ... .. ..... .. .... .. . ... .. . .. . .. ... .. .. .... .. .. . .... .. . .... . .. . .. . ... .. .. .. ... 1 Fucili. 5 Sponto ni a rnanico .... . .... .. . ....... .. . .. .. ........ .. .. .. .... ... ... .. .. ....... ...... . ...... .. ... .. ... .. . ...... ........ 5 lvi orta retti d i ferro ... ... ...... ...... .. .. ....... . ...... ... . .. . .... .... .. .... . .. .. ... ...... .......... . .. .. .. . .. . .. . ... ..... •. ...... .. I Polver e libre ..... . . .. ...... . ...... .. ....·.... .. ... ..... .. ........ .. .. . .. . . .. ... . .. . .. . .. . ..... .. .... . ....... ... . . ..... .. .. .. . ... ... 162 Palle cli ferro per gli cannoni .... . .. .... . .. .. ........ . .. . .... ...... ... .. ..... . .. ... .. .. ..... . ..... . ......... ... ...... . ..... ... . 14 Palle di fe rro incatenate35 . . ... ...... .. . . .. .. . . .. . .. . .. . ... . .. . ... . .. . .. . .. . .. .. ..... . . . . ......... . .. . . . . .. . . .. . .. ........ . ...... . 6 Palle d i piombo per il spingardo .. . ........ . . ........ . .. .. .. .. . ..... .. .. .... . ... .. .. . ........ . .. ...... . .. . ... . ... .. . ... .... . . 80 Palle di fucile .. ..... ... .. . .. .. .. ......... . . .. ... . .. . ... .... . . ..... . .... .... .. .. .. . .... .. . .. ....... . .. ... ............... . .. .. . . ... l 15 Pietre di fucile ... .. ... ... ................. . .. . . . ... . . .•. .. .. . .. ..... ....... .... ... •. .. ..... ... . .. . . .. ..•. .. .... ...... .... ... .... .. 24 F ogli di carta reale per cartochi 3 <; . •.••••• •• ••• . •••• •• . •• . • . . ••• . • ••• •. •• . ••••••• •• ••• ••••• •••• • ••••• •• .. • . •••••• . •• . •• . ••••• .12 T ro mba marina 37 . . . . .. . .. . . .. .. .... . . .. . . ..... . .. . ...... . . . . . .. . . . . .. . .. . .. . ..... . .. . . .. ...... . . . . .. . . ...... . .. . . .... .. .. . ...... . . I C orni rnarini 3~ . .... ... . .. .... . . ...... . .. . .. . . . . . ... .... . .... . .. . ...... . .. . . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . ... . ... ... . .. . .. . .. ... . . . . . ...... . .. 3 Cilindro p er far cartochi .. .. . ....... . ..... .. .. ..... ....... . ........ ..... .. ........ . ........... . ... . ... .. . .. . . .... . ............... I Fiaschi per an1n1orza re 39 . . ... . . .. .. . . .. . . . ............ .. .. . .. . .. . ... . . . .. . . .. . ... . ........... . .... .. ... . ... ......... . .. . .. . . .. ... I Ilu!tafuochi ..... . . ... . .. . ..... . ...... ... .. ......... . ..... . .. . .. . ...... ...... .. .... . .... .. ... .. .... . .. ... .. .. .. .. .. . .. ......... ..... . . 2 C a sset te di boccie da fu o co con dodici ampolle og ni cassetta 40 .. • ..• . . •. . •. •. • . . • .. • . .• • . • •.• •. • ...... . •.••.. .... • •••. 6 Canochiali .... . ...... . ... .. .... . ...... .... .. .... . .. . ......... ... ..... . .. .. .. ..... ... .. . ...... .... .. .. ... ...... .. ....... .. ... ..... .. .. 1 Questa Torre necessita solamente di esser passata in paletta per parte di fuo ri in alcu n i luog hi . Tiene la s ua p rovizionc di piet ra e legno m inuto per far g li fuoch i.

sempre evitare nel settore della di fesa costiera e degli armamenti navali. T uu avia il loro costo non eccedeva la metà degli altri, req uisito che nei casi meno imporra nti o per lo rn eno più << poveri >) li giustificava . 34 Sorta di scovolo per caricare i cannoni. 35 Sono una variante dei cosiddeu i <<angeli», ovvero palle fa lcate o comunque racco rdate da un legame in fe rro. che dura nte la traiet toria consentiva la diva ricazione delle palle, in maniera che queste si presentavano al bersaglio con un ri levante linea d' impau.o. In tal modo era facile stroncare nel ciro contronave gli alberi, le velature, il sartiame, cd ogni manovra verticale. 36 Era il contenitore fatto in cart a pesante, o pergamena per lo più , nel q uale si me tteva la quantità dosata con la bilancia di polvere necessa ria per ogni colpo. Si rea lizzava cosi al momento dell'impiego balistico un grande risparm io di tempo ed u na maggiore sicurezza d'impiego per il personale. 37 Era una sorta di megafono, a ltrimenti noto come «portavoce» . ~& Strumento a fialo impiegato per far segnalazioni acustiche di allarme. 39 TI termine esaLLo dovrebbe essere «Fascia» o «Fascetta», indicandosi nella ter minologia militare con qu elle le piatt ine meta lliche utili7.zate per tener ferma la canna su cli un affusto. 40 Trattasi di rud imentali bombe a mano, non dissimili da.Ile granate .


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

3a -Torre di Cortellazzo di P ulla - Alca ide . .. d 'anni 80 . .. Artigliere ... 45.. . sold ati 4 . .. 27 ... 30 ... 27 .. . 29 ... Questa Torre è situata sopra una picciola collina e gua rda il grecale ed il libeccio - tiene ampiezza un trabucco, cinque piedi e sei oncie - è distante dalla Torre d i Cala d' Ostia o re tre.

Canoni di ferro 2 uno da 6 libre et l'altro da 4 con le loro cascie Cugnì di rnira .. .. ........ ... ... ... . .. . .. .. . .. . .. . ........... ...... . .. .. .. .............. .. .. .. . .. .. .. .. .... ... .. .... ... ............. .4 Palle de' cannoni dell'istesso calibro . ... .. . ... .. .. . . ... ... ........... . ... .. ...... ...... ... .. .. .... ... . ... .. .. ...... . .. ... . .. 27 Spingardo con suo cavalletto .. ... . ..... .. .. . , . ... .. . ... ... ... ...... . .. . ... .. .. . .. .. .. . ... .. . ... . .. .. ........ . ...... .... . . ... .. . l Fucili . .. .. .. .. . ... . ........ . .... . ....... . . ... .. . ... .. . ... .. . .... . ... .. . .. . ... .. . ... .. . ... . .. ............ ...... . .. . .. . .. .. . . .. . .. . ... .. .4 Polvere libre . . .. ......... . . .. . .. ... ... .. . ... ... ... ... ... ......... .. .. . .... .. ... ................ . ....... . .. . .. . .. . .. . ... .. . .. . .. .... 75 Lanate 2 con sue aste-Battipalle ................. ... .. . .. . .. . . .. . .. ..... .. . . ...... ... . .. ... .. .. . .. . .. .. . . . .... ................. .. 2 C ucchiare di rame per caricar . . .................. . . ... .. . ... ... ......... . .. .. . .. ... .. .. . .. . .. . .. . ..... . .. ... . .. . ........ ... .... 2 Cavaborro con sua asta .. . ...... . .. .... . .... .. . .. . .. . .. . ............ .. ... . .. ... ... . .. . ... .. . ............... . .. ... ... . ..... .. .... . I Casciette di Bocci e da fuoco .. . .. . ... ... ... . .. ... ... . .. ........ ... .. . ...... . . .. . .. . ..... . . ......... .. .... . .. . .. . .. . .. . ... .. ..... 4 con 12 ampolle d'ogni cosa dico d ' ogni cosa Palle cli fucile libre .. ..... .. . .. .. .. .. .. . . ...................... .. ... . . .......... . .. .. .. . .... ... . .. .. .. .. .... .. ....... .... . ........ 14 Pietre di fucile 20 micha libre . ........ . ...... ... .. . . ... ....... .. . . ..... .. .. ... .. .. . .... ....... .. .. ...... . ............... . .. . .... 3 Spontoni a n1anico .. .. ........... . . .. .. .. .. . . .. ... ... ..... ..... . ........ . ... . . .. .. . . .. . ... .. . ....... .. .. . .. . .. .... .. . .. ..... . .. . . .5 Buttafuoco l Tromba marina 1 Corni marini 2 Bilancia I Rotta dì Libano per far la scala''' Cartochi fogli .. . ... .. . .. . .. . .. . .. . ...................... . .. .. . .. . . .. ... ... . .... . ..... .. .. .. . .. . .. . .. . ..... .. . . . ................ .. . 17 Canochiali .. . .. . .. ... ... . .. . ....... . . .. . .. .. .. .. ... . .. ... . .. ... . .. .. .. ..... .. . ..... .. . ... .. . .. .............. .. .. ... . ... . .......... .. . I Questa Torre necessita di un paio dì trepiedi di ferro, accomdar il calderone, di accomdar le due sta nze che sono nel reveglino e che piove da per t.utto come pure ribassare l'imbrusura 42 per poter metter travagliare col cannone - passar paletta per di dentro e per di fuori la d. a Torre in vari luoghi - più una finestra nova al boccaporto di ponente, come pure raccomodare la latrina che sta pericolando - accomodare il boccaporto dell'entrata della Torre che non si può serrare. Tiene la sua provvisione d i pietra e legno minuto per far gli fuochi . 4" - Torre di Cala d'Ostia - Alcaìcle ... d'anni 67 .. . Soldati 3 ... 45 ... 26 ... 33. Questa Torre è situata in pianura sulle sponde del mare, e guarda al mezzogiorno trabucchi e 2 piedi e distante d alla Torre di Ghia ore tre

tiene di ampiezza 2

Canoni di ferro I del calibro di 4 con sua cascìa Palle di cannone ... .. ... . ... ..... ..... . ........ .. ... ... .... .... .. .. 11 Batlibala I Cucchiara dì rame I Lanatta I Cavaborro 1 Spi ngardi 2 co ' suoi ca valetti Fucili .............. .. .. 3 Spontoni a rnanico .. .. .... .. . .. .... .. . . .. ........ . .......... . .. . .. . .. ......... ... ... .... ...... . . .. .. . ... .. .... .. . . .. ... . .. .... .. .. 5 Cascìe di boccie da fuoco con 12 ampolle ognuna .. .. .. ......... . . .. . .. ... ... ... ..... . .... ... .. ...... . .. . ..... .. ... ...... .2 Buttafuoco ... ... .. ... .. . ...... . ....... . ..... ... . .. . .. . ... .. . ....... .. .... .. .. .. ..... .. .. ... .............. . .. . .. .. .. .. ....... .. . .. .. . I Bilancia col suo piatto dì ran1c . .. . .. . ... .... .... .. . .. .. . .. .. .. . .. ... .. .... . ........ . . ...... ... .. ...... .. .. . .. . . .. .. . ... ........ 1 Cilindro per far cartochì . .. . ..... .. . ..... . ....... . ........ . .. .. . . .. . . ... .. .......... .. ..... ... .. . ... ... .. . .. . .. .. . .. . .. .......... I Palle di piombo per lo spingardo ....... . .. .. .... .. .... . . . .. ..... . .. .. ....... . ....... .. .. .. . .. ... ............. . ... . .. .. 4. libre Palle di piombo per gli fucili ....... . ........ ... .. .. .... .... . ....... .. .. ....... . .. ...... . .... .. .. . .................. . .. 3. [libreJ Pietre di fucile 25 micha lib . . ... .... .. . . .. . ... .. . .. ........ .. .... . .. . ..... . .................. ... .. .. . .. . ... .. . .. . .. . ... ......... 1 Rotte di Libano ......... .. . .. . . .. .. .. .. .... .. . .. .... , ......... . .. . .. . .. ... . .... .. ............ ... .... . .. . .. . .. . .. . .. . .. .. ........... 2 Polvere libre 63 Carta ..... .... .... .. ..... . .. ... ....... . ... ... ... .. .. ... . ................ .. .. .... .. . ..... .. . ..... .. .... . . fogli 25 Canocchiali . ... .. .... . .. . ..... .............. ....... ..... .. . .. . .. . ....... ..... ... .. .. ........ .. .. .. . ... ........... . .. . ...... ... .. ..... 1 Questa Torre necessita esser passata in paletta dentro e fuori più la mezzaluna deve esser accomodata con smalto perché piove dentro Tiene la sua provisione di pietre et legno minuto per far gli fuochi più 2 corni marini. 5" - Ton e di Ghia - Alcaide . .. d'anni 55 . .. Artigliere .. . 65 . .. Soldati 7 compreso 2 che stan no nella guardia di Ghia e 2 nella guardia grande di Ganas . Gli soldati di detta guardia vanno sopra le colline uno alla dritta e

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Con tale definizione si voleva indicare un rotolo-ruota: «rotta)) - di fune - : «Libano» - specie di corda fatta di giunco, di poco prezzo e di infima qual ità. Tram ite questa si costruiva un a scala annodata, utilizzata per accedere alla porta d'ingresso della torre, e quindi ri tirarla rapidameme. 42 Tmbrusura, termine architettonico dialettale che ,tava ad indicare il parapetto della wrre fungente da cannon iera.


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113

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113. Torre Cala d'Ostia. 114. Torre di Chia.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

l' altro alla sua sinistra per prendere il fuoco alla sera quello della dritta dalla Torre di Marfitano e quello della sinistra per darlo alla torre di Cala d'Ostia, perché la suddetta torre di Ghia è coperta da 2 colline e non vede le altre torri. (Le rispettive età di essi sono] ... 39 ... 24 ... 25 ... 35 ... 44 ... 26 ... 34 . .. Questa torre è situata sopra una collina e guarda a mezzogiorno - tiene d'ampiezza per parte di dentro trab ucchi I piedi 6 oncie 4 Canoni di ferro 2 uno di calibro 8 e l'altro eia 6 con sue cascie Palle per eletti cannoni .............................. ... ......................... .. ...................... . ... . . .................. .45 Spingarcli co' suoi ca valetti .... .. . .. . ........ .............. ............. ... . ....... .......... .. .. . ....... .... ... .. .. ... .. ........ 2 Cugni di rnira ... ..... .... ................... .. ...... .......... ....... . .. . .. . . .... ........................ . .. . .. ....... .. .... ....... .4 Banconi per smontare e rimontare i cannoni ....................... ... . ...... .... . .. . ....................................... 2 Palle di piombo per gli spingarcli ................ .................... ... ........ . ............... ... ............ ... .... 20 libre Fucili . ........ . ........... . .. .......... ................. ... .. ..... ...... . ................................................. .......... ... 5 Palle per eletti f\1cili ............... . ..... .. ................... . .. . ........ . .. .............. . ..... ................ . ..... . ...... ..... 8 Polvere 94 lib. Lanate con sue asr.e ......................... . . .......................... ... . ................................... 2 Cucchi are di rame per caricar ........ ........... ........ ..... .... ............ .. .. . ............. ................ ....... . ...... .. 2 Battibale ............. .... ............................... .. . ...... . .. . ............................................ ..... .. ............. 2 Cava borro con sue aste ................. .. . ..... . ........ . .. . ........ . .......... .. .. ...... ... .......... . .............. .... ........ 2 Spontoini a manico ....... . ... . ............ ..... .. .................. .. ........ .... . ................................................ 5 Pietre cli fucili ............. . .. ... .. .... .. ..................... .. ........ . ........... .. . ................. .... . .. . .. ......... . ... .... 12 Cassette di Boccie da fuoco con dodici ampolle cadauna ... ... . ....... . . ... . .. .......... . ........ . ............. .. . .. ... .6 Carta per far cartochi fogli 78. Cilindri per far cartochi .................. . ........... . ............. ..................... 2 Fiasche per arnorzar 2 Corni marini ..... ....................... .... .................................. .... .................... 2 Buttafuochi ... 2 rnicha libre ...... . .. .. .. ......... . .......... ........ ..................... ... .... ............................ .... 2 Bilancia con suo piatto di rame ...................................................... . ...... . ... ..... .... ... ... .... . ........ .. . 1 Necessita questa Torre passarla in paletta dentro e fuori come anche egualizzare il corpo della torre per essere tutta a fossi, più accomodare la mezzaluna con smallo perché quando piove l'aqua va nella piazza d'armi e gli soldati che vi dormono non possono stare dalla gran aqua che cade, - più ha di bisogno d ' una porta nova al boccaporto di ponente e lebechio per esser quella tutta rotta, - più vi fa bisogno d'un caldaro per esser quello inservibile. La detta torre è provvista di canochiale e legno minuto per far gli fuoch i Questa to rre è distante da l\farfaLano ore 4 . 6" - Torre di Marfetano - A lcaide ... d'anni 45, ha servito nel Reg.to cli Sardegna anni 14 ... artigliere ... d'anni 26 ... soldati 4 ... 45 ... 26 ... 45 ... 25 Questa torre e situata sopra d'un monticello che governa il porto e mira al mezzogiorno ed al libechio - tiene d'ampiezza un trabucco 9 piedi 4 oncie Canoni in ferro 3 uno eia 8 l'altro eia 5 e l'altro da 2 con sue casse Spingardo con suo cavaletto ......................... ... ....... . .. .. ................... ....... .. .. ...... .............. . ....... .. 1 f ucili ............ . ........... ..... .. ......... .... . .................... . .. ...... ..... .. . ............................ ... .. . ...... . .. ... ..6 Spontoni a manico .......... ..................... .... ............. .... ........... .. ..... ...... .. ..................... . .. .. ....... . . 6 Palle di piombo per gli fuc il i ........................ . ........ ... ... . .................. ....... . ....... : ... .. . .. . .................. 3 Polvere libre .......................... ... . ....................... .. . ........ . ..... . .......... ....... .......... .. . . .. ............. . . 107 Palle per cannoni cli calibro ............................ ... ... .. .... .... .. ... ..... . .......................... .... .............. 62 Carta per far cartochi fogli .... ....... .. ..... ......... . ... .... ...... .. .............. .. ... . . .. . ......................... .... .. .. I 8 Corni marini ... 4. Tromba marina .... ... ................... .. .............. . ....... ...................... ....... .. .......... . 1 Bilancia con suo piatto di rame ............ . ...................... . .. .. . . ............. ... . ... ... ... .. . .. . ................. . .. . .1 Cugni di mira .. . .. . ........ . ....... .. .......... .... .. ..... ... . ... .... ........... . .. . ... .. ............... . ........................... 6 Banconi per n1ontar e smontar canoni ..... ................ .... . ..... . .......... . .... . .. . .. . .. .... ....... . .. . ...... . .. ... .. ... 2 Cucchiare cli rame per caricare i canoni con sua asta ................... .. .... .... ........... . ....... . .. . .. . .. .. .. .... .... 3 Lanate fuori servizio .................... ....... .......................... . .. .. .... .. ... .... . ...... . ....... . .. . . ........ ........... 2 Cavaborro ..................... .. ....... ............................................ .... ........ . .... .. . . ....... ............... .... .. 1 Fiaschi per morzar canoni ........... .... .... .. ....... .. .. ................ ..... .. .............. .. ................ ... .. ......... .. 2 Cilindri per far cartochi ................................................................................. ...... . .................. 3 But.tafuochi . ..... . ............... ........... .. .. .. .. ....... . ..... . .. .. ............................. ..... .. ...... . ..... . .. . .. . .. . ..... 3 Cisterna ........ .. ............. . .... . ....... . .. . ............ . ...... ... ........ . .. . ... ....... , ... .. ............... . .... ... ..... ... .... . 1 Palle cli ferro incatenate . ........ ............................................ .. ............ . ...................... . .............. .4 Cassette cli boccia di fuoco con 12 ampolle cadauna ........... ...... ............................... . ... . ........ ......... 6


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I 15. Torre Piscini.

Necessita questa torre d 'una sechia per la cisterna compresa d'una corda, più due pelli per le lanate, più 25 fogli di carta per far cartochi, più due barili per portar aqua per esser vecchi quelli che vi sono, più pietre per gli fucili ... .. . ...... ............................. . ................... . ............................ ............................................ 20 più una porta di bosso al boccapor to dove si alzano i viveri, più accomodar la mezza luna con smalto perché quando piove entra l'aqua nella piazza d'armi, più passar in paletta per clermo e fuori della torre. Questa torre è munita di canocbiale come pure cli pietre e legno minuto per far gli fuochi. Questa torre è distante dalla torre di Piscini ore due. 7" - Torre di Piscini - Alcaide .. . d'anni 38 ... soldati 2 . .. 35 ... 30 Questa torre è situata in un picciolo scoglio e guarda a mezzogiorno - tiene d'ampiezza un trabucco e 8 piedi. Canoni cli ferro 2 uno del calibro da 6 e l'altro da 4 con le loro cascie. Traverse 4 Cugni di mira 4 Palle di ferro da cannone ......... ........ ... ........ .... ............. . ... ... . .................. . .. . ......... ... .... ...... ..... 30 le quali sono inservibili per non esser di calibro Fucili con sue baionette .... .. ..... ... . .. .............. .... .. . .................................... . . ... .. .. ...................... .3 Spingarda con suo cavaletto ......... ..................... ... ................ ....... .............. . ...... ... . .. ... ..... ...... ... 1 Spontoni a n1anico .......... ............... ........ . . ............................... ...................... ........ ................ 2 Palle cli piombo per lo spingarclo .... . .. . ............................... .......................... . .. . ............. .... . 6 libre Palle per li fucili .................. .. .. .......................................... ...... . ............... . .. ... .................... .4 L Cuchiari di ra1ne per caricar ........ .. . , . .............. ..... .... .. .. ..... ....... ...... . ... . .. . ... ... .. ........................ .. l Lanata con sua a.sta ..... .... .. ............. . ... .. ................ ... ... ........ .. ........ ... . ................ . ..... . .............. l Cavaborro ........................... . .... ........ ........... . ..... . ........ ................................. . .. .... . .............. . . I Batti baia .. . ..... . .................... ........ .. .... ....... .. ....... .. ................. ... .. .......... ............. ..... .. . ... ....... . 1 Polvere ... libre .... ..... . .. . ...... .................... .. .. .. . .. ....... ................... . .... . ......... ........................... 67 Bilancia con suo piatto di rarne . ...................... . ... ...... ........ ............. . .. .... .. . ................................ l Tro1nba rnarina .. .... .. .......... ...... .... . ............................................................... . . ............ ...... .... . l Cilindro per far cartochi ......... . .. .............. .. . .... .. . ................... .... .. .... .. .......... . ........... ... ............. 1 Carta per far cartochi fogli .... .. ..... . ........ ... . ................. ..... ... .. ................. ............ ...... . ... ......... .48 Pietre di fuci le ..................... .. ......... . .. . .. ....... . .............. . .. . .......... . ........................................ . IO Libano per far scala rotte ....... .. . ..... .......................................... .... .. .... .. ............. .... . .. .. .. ...... .. .. . 2 Corni marini . ............ ........ . ......... ..................... .... .. .. .......... .. .. .. . .. . ................ . ....................... 2 Cassette di boccie di fuoco con 12 ampolle cadauna ................................... ...... ........................ .... .2


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

l 16

116. Torre del Budello.

Necessita questa torre un canochiale - Palle del calibro dei cannoni 30 - micha libre 2 - accomodare una cascia d'un canone - più accomodar la carnera dell'alcaide per esser un poco dirotta - più un treppiedi di fe rro per esser quelli inservibili - più passar in paletta dentro e fuori detta torre. Questa r.orre è provvista di pietra e legno minuto per far gli fuochi. La suddetta torre è dista nte dalla Torre di S. Giovanni del Budello ore tre.

ga - Torre di S. Giovanni del Budello - Alcaide ... di anni 36, serve nelle torri anni 6 più nel Reggimento Sardegna anni 4 ... artigliere .. . d'anni 36 ... soldati 4 ... 50 ... 37 ... 47 .. . 30 Questa torre è situata in una picciola collina che guarda il porto di Teulada e guarda al mezzogiorno e Libechio - tiene d'ampiezza per cli dentro un trabucco e 8 piedi. Canoni di ferro 2 tutti due del calibro ........................................... ....... .. .... .... .. ........... . .... .. . .. .... . 8 Cugni di mira .. . ..... ... .. . ......... ................ . .. .. . . ... . ... ..... ... ... .... . ............... ......... .. .... .. . .. .... .. ......... 4 1vianuele ................................ . ........... .. .. .. .. .. .. .. .... .. .... .. ......... ..... .. ..... . ....... . ......... ... .. ....... .. ... 4 Spingardo con suo cavaletr.o .............. ..... ... .. .. .. .............. .. . .. ....... .. ... ......... . .... . .. . .... . ............ . .. ... 1 Fucili con sue baionete ........................................................................................................... 6 Spontoni a n1anico .... .. .... .. .... .. .... ....................... ... ..... .... ............. . ..... ........ . . .. . .. ..... . ... .. ..... ..... 2 Asta da una parte ha la lanata e dall'altra il batti baia ............. .. . .. ......... .. . ........... . ........ .......... .. .. .... 1 Cucchiare cli rarne con sua asta ... .. ... ....... ..... ... .. ............. ........ .. . .. .. .. ......... . ........ . ................ .... .. 1 Cavaborro con sua asta ....... ...... ................. .. .......... .............. ........ . ............ .. . .. ........................ I Bachetta cli ferro l Batti baia .................................................................................................. .. 1 Polvere libre . .. ........... .. .... .. .......... . .... ........... . .. .. .. .. ..... .... . ........... ....... .. .. ... .............. .. .... ....... 70 Palle di ferro per li canoni ..................................................................................................... 19 Palle cli piombo per lo spingardo .. ....... ..... .. ............. .. ........ .... .. .. ................. .. .. ........... . ........ .6 lib. Carta per fai' cartochi fogli ..... ..................... . ............ . ... .. ...................................................... .40 Pietre di fucile .............................................. ................... ................................................... 18 Fiaschi per am,norzare ... ...... .. ... ... .......... ............ .. .. .. ............ .... ...... .. . ........... . ........... . .. ........... 2 Cilindro per far cartochi .... ...... .. . .. ... .. .... .. ................ .. .... .. ..... .... ......... ..................... . .. . .. .... ..... . 1 Cassette di boccie da fuoco con 12 ampolle cadauna ...................... ... ... ... .. .. ........ ............. . .... ...... . .4 Banchi per montare e smontar gli canoni ........ . ....................... . ........... .. .. .. ..... . . ..... ......... ........... . .2 Butta fuoco . ... ... ... ... ... . ....... .. ..... ....... . ........... ...... ... ... ...... ...... ................................................ l Corni marini ........................................................................................... .................. ... ...... . .4 Tromba marina .................................................................... ... . ...... ...... . ........ ................... ..... ! Bilancia con suo piatto di rame . . ... .... .. ...... ...................... .. ..... ...... .. . .. ........ ........................ .. .. . .. 1 Rotte di Libano .. ... . .. ... . .. ... ... .. . ....... . .... . .............. . ... . .......... . ........ .. ... ... .................. .. . ........... .. 1


La difesa costiera sotto il governo piemontese

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Necessita questa torre un cantaro <li polvere, più palle per gli canoni 50, più una cascia per un canone perché ve ne una d'inservibile, più pietre da fucile 20, perché quelle che vi sono no n servono più - una porta alla camera dell'alcaide che non serve per essere rotta - accomodare la porta del boccaporto per molto sconcia Questa torre è provvista di canochiale e d i pietre e legno minuto per fa r gli fuochi. Questa torre è distante d i quella di porto Scuro ore 4.

9a - Torre di Porto Scuro - Alcaide . . . d'anni 45, soldati 3 .. . 24 ... 30 . .. 32 Questa torre e situata sopra d 'un monte guarda il seno di quel braccio di mare e guarda verso mezzogiorno - d'ampiezza per di dentro un trabucco e 1 piede. Canoni di ferro da 5 di calibro con sua cassa ..... . .. . ..... . ... .. .. ......... . ..... . .. . .. .. .. .. . .. . ... .. . .... .... . .. . .. . ..... 1 Spingardo con suo cavaletto .. .. . .. .. .. ........ ... . ................ .. .. . . .. ... . ....... . .. . .. .. ... . .. .. .. . .. . ... .. . .. ... . ........ J Fucili buoni ... ... ...... . .. .. . ........ ... . ..... . .. ... ........ .. . ... ... ... .. . ..... . .. ... ... .. .. . .. . ...... ......... .. . ... .. . .. . ... ... .. 4 Spontoni a manico ... . .. .. . .. ........... .. .. .. . ... . .. ..... .. .... . .. ... . . .. ..... .... .... .. . .. . .. .... .. . .... .. .. . ...... .. .. . .. . .. . .. 6 Palle di ferro per il canone .... ... ............. . ....... ..... .. .. ...... . ... . .. ... .. .. . .. . .. . .. . .. . . .. . .. ........... . .. .. . . ....... 30 Palle di piombo per lo spingardo libre .. . .................... .. .... .. .. .. ... .. . ... . .. .. .. ..... . . .. . .. . .. .. . . ... ....... . ..... 14 Palle di piombo per li fucili . .. ... .... » .... ... ... ... ... . . .. ..... .. . .. ......... ......... . .. ... ........ . .. ... .... .. .... ..... . ... . 14 Lanata ... ..... . .. ... .. .. . .. ... .. ......... ..... ... ... ... ... .. .. . . .. .. .. ... .. ..... ... .. .. . ..................... .. .... ... .. . ... ... . .. .. .. 1 Battibale .......... . ... ... ... ... .. .. ... ........... . ....... .. .. . .. . .... .. .. . ... . . .. . .. . ...... .. . ... .. .. .... . .. . .. . .. ....... . .... ... ... . 1 Cucchiare di rame per caricar gli canoni .... ....... . .... . .. . ... .. . ... ...... .. .. .... .. . .. ..... . . .. . .. ................ . . ... ... . I Cava borro ... ............ ...... . .. ..... . .... . ........................ ... .. .. .. .. ... .. .. .... .. . . .. .. . .. . .. .. . . . .. .. . ........... .. ... . . I Buttafuoco . ... .. . ... ... .......... ... ... ... ... .. .. . . .. . .. .. . ..... . ... . ...... . ....... . ...... . ....... . ..... .. .. .. . ... ... ... ... .. . ...... I Cassette di boccie da fuoco con 12 ampolle cadauna .. ... .......... . .......... . ........ .. .. .. . .. . .. . .. . .. . .. . . .. .. . ...... 6 Fiascho per tenere la 1norza .... . .. ... .. . ..... .. .... .. .. .. . .. . ... ... ... .. .. . ... .. . ... .. ..... .. .. ... . .. . ... .. ... .. . ... ... . .. ... . .. 1 Cava borro per gli fucili .. ... ... . .. ......... .. ... .. . . .. .. ...... ... ... ... ... . .. .. .. .. . . . .. .. . ... . .... . .. . ............. . . .. .. . ... . .. 1 Bilancia con suo piatto di ra me . . .. .. .. . .. ... . . ... . ... . ..... ................... . .. ... . .. . .. . .. . .. . ... . .. ... ... ..... .. ......... . 1 Libano rotte ... .. .. . .. ............ . .. . . .. .. .. . .. .. .. . ...... ... .. .. .. ... . .......... .... . . ... ... . .. .. ..... ... .. . .. . .. . .. . .. . ....... . .. .4 Corni rnarini .. ... ... ... ... . .. ......... . .. ... .. . . .. .. .. .. . ... ... ... . . .. . .. . ..... .. . .. .. ..... . ............ .... .. .. .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. 2 Cilindro per far cartochi . .. . .. . .. ... . ... .. .... .. . ... ..... .. . . .. ... ... .. .. . .. . .. .... ..... .. . .................... . .. . .. . .. . .. . .. . . . l Carta per far cartochi .... . ... .. .. . . .... .. .. .................. . .... .. . . .. . .. ... .. .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. .. . . .. ......... .. .. . fogli 20 P ietre di fncile . . .. . ........ ... ... . .. . .. . ... .. . ...................... . . . .. ... .. . ... ... ... ... ... ... ... . ... ... . .. . ................ . .. 14 J'vlicha oncie . . .. ... . .... . .... .. .... . .. . ... ... ... .... .... .. .. . . .. ................... . . . .. .... .. ...... ... . ... . .. .. .. .. . .. ........ . ... .. 3 Necessita questa torre di accomodare la mezza luna con smalto - accomodare l'ambruzura con tutta l'opera m orta4 3 la quale minaccia rovi na - m etter tre finestre de boccaporti a lla piazza d'armi, accomodar la garitta la piazza d ' armi vuol essere accomodata 6 p ianelle di pessaria devono intrarvi - micha libre 2 Questa torre è provvista di pietre e di legno minuto per far gli fuochi Questa torre è distante dalla torre di Cala del Piom bo o re 2. 10a - Torre di Cala del Piombo - Artigliere .. . d' anni 27 serve nelle torri anni 4, nel Reg .to di Sardegna anni 5 Soldati 3 ... 28 . .. 40 . .. 55 Questa torre è situata sopra un monte alto , e guarda a mezzo giorno e Libechio - tiene d'ampiezza il corpo della torre per di dentro un trabucco dieci piedi e oncie cinque.

Canoni di ferro 2 uno di calibro da 8 e l'altro da 6 Palle in ferro per gli canoni . . ... ... .. ... .... .. .. .... .. . ... ...... . ..... .. .. ...... . .. .. . ........... . .. . .. .. ... ... .. .. ..... ... . ... 22 Spingardo con suo cavaletto .. .. .... .. . .......... ..... .. .. .. . ... . .. . .. . ... .. . .. .. .. .. .. ... . ... . .... . .. . ........... .... ... . .. .. .. l Fucili con sue baionette ........ . ... .. .. . .. . .. . .. ... . ... . ................ .... .... . ... ... ... ... ... ... . .. .. .. . ..... . ...... ... ... ... . 3 Palle di spingardo . .. .. . . ...... ... .. . .. . . .. . .. ..... . ... .. . .. . ............... . ........ .. . .. . .. . ... .... . .... .. . .. ........ . . ..... .. . .39 Palle per gli fucili . ... ... .......... .. ............ .. ... ... .. .. . ... ... .. . ... ........ . .. . .... ....... .. .... .. . .. . . ..... ... .. .. .. .... . .83 Lanate con le sue aste . .. . ... ...... .. .. ............ . ... ... ... . . .. .. . . .. . .. . . ..... ....... .. .......... . ..... . . .. .. . . .. ... ... .. . ...... 2 Polvere libre ... ....... .. . . .. .... .. . ... .. ......... .... .. .. . . .. ... ... ... ... .. .. . .. .. ....... . .. ...... . .. ..... . .. . ..... .. .. .. . .. ... . ... 18 Cuchiare di raine con sue aste .. . .... ... ... .... . .. . . .. .. ........ .. .. . •..... ... ... . . .. . .. . .. .. . . .. . .. ... . ... . .......... . .. .. . .. . 2 Battibale ... 2 Cavaborro ..... . .... .... ...... .. .. .. . ... .. .. . .......... . ........ . ... ... . .. ... ... ... ... ... . ...... ......... . .. . . ... . 1 C assete di boccie da fuoco con dodici ampolle cadauna .. ....... . .. .............. . ..... .. ... ... ... ... .. .. . . .. ........ . ..2

4 :• È una term ino logia mutua ta da quella navale, nella quale l'opera morta sta ad ind icare la sezione di scafo che si t rova sempre fuori dall'acqua. Ne l nostro caso per estensione d i concetto deve intendersi la parte della torre sovrastante il basamento scarpato.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Bilancia con suo piatto di rame ........... . .... . ................. ... ... ........ .. .......... .. ............. ..................... 1 Corni marini ................................ ............ ... ... . .. . .......... ..... .. . .... . .. . ........ ... ..................... ...... .. 2 Cugni di mira . ................................ . ... .... ....................... . .. .. . ..... . . ...... . .............................. ... . 4 Rotte di Libano .... . .. ..... ..... ....... . ............. ......... . .. . . ................................................................ I Cavalli per portar aqua per essere molto lontano ...... .... ................................................ . .. . .. . ......... I Scala di libano per alzar li viveri ......... ...... .. . ............ .. .............. . ........................ . ............ .. .. . .. ... 1 Necessita questa torre Barili di polvere .. . ..... . .. . ......... .. .... .. . .. .............................. ..... . ... . .. . .. .... . ..... ........... .... ............. 1 Barili per portar aqua .... . .... ...... ................ .... .. .... ............... .. .......................... . ..... . .. . ..... . ......... 2 Accomodar la bocca del boccaporta per esser molto sconcia Accomodar l'opera morta come anche le 2 ambruzure che sono sconcie I canochiale Questa torre e provvista di pietre e legno minuto per far gli fuochi - questa torre è distante da quella cli Canai ore 8. 11 a - Torre di Canai nell'isola di S. Antiogo - Alcaicle ... d'anni 35, serve an. 9, nelle guardie del Corpo di S. Maestà ha servito anni 8 circa. Artigliere ... d'anni 42 ... Soldati 4 ... 40 ... 27 ... 29 ... 23 Questa torre e situata sopra d'un picciolo rnonte in fronte alle 2 isolette dette il Toro e la Vacca e detta torre guarda il libechio - tiene d'ampiezza 2 trabuchi 4 piedi. Canoni di ferro 2, di calibro 6 con sue casse Palle per li detti canoni ... ......... . ........ .............. ... .. . ......... ... . .. .. . .. ........ ....... ... .. . .. .... ..... .......... .. 88 Cucchiare di rame con sua asta dall'altra parte serve di tira borro ...... ........... . ..... . ............................ . l Lanata con sua asta dall'altra parte serve di battibala ............... ... .................... . ........ . .. . .. . .. . ......... .. 1 Spingarclo con suo cavalett.o ........ ..... ............................... . ..... . . ..... . .. .. ........ . .. . ..... . ............. .. .... . 1 ma fuori servizio pe esser rotto Fucili 13 de' quali ve ne sono 5 buoni e gl.i altri sono inservibili. Baionette ....... ................................. 5 Bilancia con suo piatto di rame ... . .. . ..... . ......................... . ........ . ...... ..... ..................................... I Cisterna ........ .. ... .. .................................... . .. . ................... ... ... . ..... . .............................. ..... . .. 1 Spontoni a rnanico ................................ . ............ . .. . .................. . ............................................ 4 Tromba marina.I Corni marini ... . ........ .... . .. . ....................................... . .. . ........ . ............... ... . .... 3 Mezza rotta di Libano Micha libre .............. ... ... .. ........... .. .... . .. . ......... .. .... . ...... . .. . ............................. . ...................... 6 Mitraglia libre fatta a sacchetti ............................ ... ............ . .. . .. ........... ... . .. . ..... . ........ ...... . ....... 50 Pietre di fucile ........... . ........ .... .................................. . .. . .. . .. . ........................... .. .. .. .. . .... .. . ..... 14 Polvere libre ...................... .. . .. . ..... .... .. ....... ..... . .. . . .................. .. . ........... ......... ...... ............... 244 Palle di fucili ................. .... .......... .. . ... .. . . ........ . .. . .......... .. ...... . ........ .................................... 466 Palle per spingardo .. ... .................. .. .. ... . .. . .. . .. . .......................... ..... . ..... ................................ 193 Carta per cartochi fogli ....... .... .. . ...................... ... . .. . .. ................... . .................................... .... 20 Cassette di boccie da fuoco con 12 ampolle ognuna ................ . ..... .... . .... . ................................. .... 4 Canocchiale ... l Cavallo per la provisione . .... ............................ .. .... ... .. .................... . ........ ........ I Necessita di accomodare le rotte de' canoni per esser un poco rotte un cavaletto per lo spingarde due rotte di libano per far la scala che è tutta ruua più accomodare tutto il corpo della torre per essere in malo stato accomodare una garita e passar in paletta l'opera morta come anche raccomodare il canale maestro dove si raccoglie l'aqua. Questa torre e munita di pietre e legno minuto per far gli fuochi Questa torre è distante da quella di Calaseda ore sette a cavallo. 12 ° - Torre di Calaseda nell'isola di S. Antiogo - Alcaide ... d'anni 46 Soldati 3 ... 46 ... 28 ... 40 Questa torre è situata in pianura e guarda a fronte dell'isola cli S. Pietro e mira a Libechio - tiene d'ampiezza per di dentro 2 trabucci 8 piedi 4 oncie Canoni di ferro di calibro da 8 con sue casse ........... . .......... . ................................................ . .. .. ... 2 Palle di fero per eletti canoni ............ . ........ . . ........ ..... ..... . .... .................... . .......... ............ ....... 100 Spingardo senza cavaletto ............. . ........... ... . ................... .. ... . ................................................. I Palle per d. o Spingardo ..................... . .. . .. . .. . ... ... ... ............................ . ................................. 200


La difesa costiera sotto il governo piemontese

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Fucili 8 de' quali ve ne sono 5 inutili con 4 baionette Palle per detti fucili ............................................................................................................ 230 Pietre da fucili ........ ...... ......... ..... .................. ........ ............ ........... ............... .......... ........... .. 24 Cassette di boccie da fuoco con 12 ampolle cadauna .... ......... ................. ............ ........... .... ........ .... 2 Polvere ......... ....... .. ...... ....... ......... ......... ................. ...... ...... .............. ...... ............. libre. 98, l /2 Bilancia con suo piatto di rame ... ............... ......... .............. ........... ....... .. ... .. ... . ... . .............. ....... . . 1 Battibale con sua lanata ............................................................................... . ......................... . 1 Cuchiare di rame per caricare dall'altra parte il cava borro ............ ........... ............... ...... .. ... ........ ..... 1 Micha libre ..... .......... ........ . . ....... ........ ...... .. ......... ........ ..... . ......... ......... ............ ........... ......... 7 Cilindro per far cartochi .......... ..... ............ ............ ...... . ... ... . ......... ........... .... .. ....... .......... ......... 1 Corni marini ... 2 Tron1ba marina ........................................................................................... .. 1 Cisterna ............................................................................................................................. 1 Necessita questa torre accomodare la piazza d'armi in molti luoghi per esser molto distrutta perché quando piove penetra l'aqua e fa gran danno alla volta. P iù accomodar il canale maestro dove si raccoglie l'aqua e passar in paletta in alcuni luoghi l'opera morta. Accomodar i ferri d'una finestra , una correggia di ferro al ponte che per mancanza di detta correggia non si può serrare-cambiare gli 5 fucili per esser inservibili. Più accomodar la caldara cli rame, 25 fogli di carta per far cartochi e 25 pietra da fucile - una giarra per mettere aqua - accomodare una rotta d'una cassa di canone per essere rutta 1 cavaletto nuovo per lo spingardo Questa torre e provvista cli canochiale di pietre e legno minuto per far fuoch i Questa torre e distante da quella di Porto Schusso ore 7 a cavallo. 13a - Torre di Porto Schuso - Alcaicle d'anni 38 ... nel Reg.to di Sardegna anni 7 Artigliere ... d'anni 34 Soldati 5 ... d 'anni ... 25 .. . 40 ... 45 ... 35 ... 24 Questa torre è situata in pianura d iffende quel porto e la tonnara e mira al ponente e libechio - t iene d 'ampiezza 4 trabucci 2 piedi oncie 5 Canoni di fe rro 6 con sue casse due di calibro da 12, due da 16 uno da 8 e l'altro da 6 Palle di ferro per detti canoni ............................................................................................... 145 Spingardi con suoi ca valetti ..... .. .. .. ...... ....... ... ............. .... .... . . ........... ........... . .. . . ....... ........ .... .. .. .4 ma tutto fuori di servizio per esser rutti Palle di piombo per detti spingar di ......................................................................................... 300 Fucili 12 cioè 5 buoni e sette fuo ri di servizio Baionette . .... ........ ....... ....... ........... ........ .............. ........... . .. .......... ........ .............. ......... ......... 8 Palle per detti fuci li ................ . ................................................................ . . .. ......... ........ ...... 200 Palle di spingardo fuori servizio per esser troppo grosse .............................................................. 107 Pietre di fucile 50 ma inutili per esser piccole Cucchiare di ra1ne colle sue aste . ........... ............ ........ .............. ........ .... ...... ...... ....... ............ ..... . 2 Batti baie colle sue aste ..... ........ ......... ......... . .............. ........... . . ..... .............. .. ........... ..... ........... 4 Lanatte con sue aste ........... .... ........... ........... ....... . .... ..... ....... .. .. .... ..... ...... ............... ......... . .. ... 2 Cava borri ...... .......... ... ........... ..... ................ ....... .... ... ........ ...... ..... .. ........... ..... ................ .... .. 2 Carta per far cartochi fogli ................................................................................................... .40 Cili nd ro per far cartochi .. ..... ............ .. . .. ................. ........ .............. ..... ..... . ..... .. . .... ...... . .......... .. 1 l'v'licha libre ....... ... . . ..... ... .. ....... .. . ....... ...... ...... .. . . ..... .......... .................. ..... .. .. ... .. ...... .... ......... 50 Bilancia col suo piatto di ra1ne ................................................................................................. 1 Cugni di mira ..................................................................................................................... 12 Banchi per montar gli canoni ... ....... .. ......... ...... .. ....... .......... ..... . ......... ....... .............. ...... .......... . 4 Spontoni a rnanico ................................................................................................................ 2 Fiaschi per arnmorzare ....... ..... ......... ........... ............ ......... ............... ......... .... .. .. . .... .. ..... .......... 2 Polvere libre 250 Corni n1arini ... ..... ............... ........... .... .. ...... .... ......... .. ........ ... . ..... ......... ..... ..... 2 Un libro delle istruzioni generali Necessita questa torre di 4 spingardi per esser quelli inutili 60 pietre di fucile per esser le altre inutili - Rimpiazzare gli 7 fucili che sono fuori servizio accomodar la torre per di fuori e dentro per esser in cattivo stato specialmente la scala per alzare nella piazza d 'armi che è distrutta secondo il calcolo che ha fatto il sig. Cavaliere Belgrano capitano d'ingegnieri già dall'anno passato Q uesta torre è provvista di canochiale pietre e legno minuto per far gli fuoc hi quella di porto paglia ore 3 a cavallo.

Questa torre e distante da


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

14" - Torre di Porto Paglia - Alcaide ... d'anni 49, serve anni 10 e nel Reg.to Sicilia da sergente anni 12 Artigliere ... d'anni 25 ... soldati 4 .. . 37 ... 24 .. . 27 ... 20 Questa torre è situtata in a lto e diffencle la tonara e guarda a ponente e a maestrale - tiene d ' ampiezza per di dentro nel corpo della torre 2 trabucci Canoni di ferro da 8 con sua cassa e traverse, il canone però vi vuole il grano44 ••••.•••• • ••••• • •• • •• • ••••• • •• • ••• I Palle di ferro per d. o ca.none .. .......... .. .... .. ................ ..... .. .. ........... ..... ... .. .. . .. . .. . .. . ... . ..... . .. . ... .. . 14 Cugni di rnira ... . ........ ... . .. . .. . .. ...... . .. ...... ... . ... .... ... .. .... . .. ... ... . .. ..... ... .... ... . ..... . ....... ................. .. 2 Lanata .... ........... ... ... ... . ........ ..... ............ . ........ ..... . ...... ... . .. ...... .. ........ .. .. ........ ... ............ . .. ..... 1 C ucchiara d i rame .......... ................ .. . .. . ... ..... .. . ...... .......... .. .. .. .. ... ... ........ ... . .. ... ... . . .. .. .. .. . .. . .. . . . I Cava borro .. .. .. .................. .. . . .. .......... ...... ..... ...... ............. ............. ...... . ..... . .. . .. ... .. .. . .. . .. . .. . .. ... I Battibala co n sua as ta ...... ......... ... .. . ... .. . .. .. ..... .. .. . ... .... . .. .. .. . .. . . .. . .............. ... ........ ..... .... .. ......... 1 Polvere libre ....... . .. ...... ... ... ... ... .............. .. .. .... ............. .. . .. . ........ .. .. .. . ... . ..... . ............... . .. ...... 150 l'vticha ... .. ............ ... ... ... . .. .......... ....... . .... .. ....... .... . .. ... ... ..... ...... . ................... . ............. .. .. .... . . 4 Fucili . ... . . .. .... .. .. ..... .. ......... . ............... . ... . .. .. .. . .. . . .. ..... ................... . .. .. .. . .. .... . .. ... ...... ... .. .. . .. . .. . 8 Palle per d . i fucili ...... . .. .......... . ..... ... ...... ...... . .. ..... ......... . ... .. ....... .. ... ... ... ... ... ... .. .. . .. . .. . .. . . .. ... 80 Spontoni a 1nanico .... .. .. .... ... ... ... ... ... ... ......... .. . ..... ... ... .. . ...... ... ... .............. ... . .. .. .................... .. 4 Bilancia con piatto d i ran1e .. ... ... ... ... .. .. .. ......... ...... ..... .. .... ... .... .. ..... . .. ..... .. . ..... .. ..................... .. .. 1 Cilindro per far cartochi ................... .. .... ...... .. . ... . . .. .. ... .. . ............ .. ......... ... . .. ...... .. .. .. ... ... .. .. . . .. . l Carta reale pe r far cartochi ....... ... ...... .. .. ........ ... ... ....... .............. .. . .. . ........ ... ... ... . .... .. . ... .. . .. . . ... 60 Corni nutrini ..... .. ... . ........ ... ... . ........ ...... . .. ... ..... . ... ...... .. .. . .. . .. .... ... . ....... . .. . . .. . ....... .. ......... . .. . .. . . 1 Piet re per gli fucili inservibili ... ... ...... . .. . .. ........... .... ..... . ........ ... .... .......... .. .......... ..... . ....... .. .. .. ... 25 Cavaborro con sua bacchetta .. .................. .. ... ..... ... ... ... . .. .... . ... ... . .............. . ................ .. ... ... .. .. . . . 1 Necessita questa torre Pietre per gli fucili ..... .... ...... . .. ... ...... ...... ... ... . ..... ........... .... ... ..... ... ... ... .. .. . .. . .. . .. . .. .... .. .... ........ 25 più esser accomodata l'opera morta che cascò quasi mezzo trabucco ed è sopra del boccaporto dove vi era(?) che stava ligato alla ta glio la, dove si alza la scala ed è molto necessario per metter la scala dentro necessita acco m odar il palio dove sta la tagliola dove s'alzano gli viveri - a.comoclare l'imbruzura e la m ezza luna - più necessita di un ceppo nuovo per esser inservi bile quel che vi è Questa torre è provvista cli canochiale pietre e legno minuto per far g li fuochi Questa torre è distante dalla torre di fonnentorgio 2 giornate cavallo. 15" - Torre di Formentorgio - Alcaide d ' anni 35, serve anni 5 e ne' Reg. ti P iemontesi anni 9 - Artig liere .. . d ' anni 38 Soldati 3 ... 36 . .. 40 ... 45 Questa torre e situata sopra una picciola collina e guarda a maestrale - tiene d'ampiezza per dentro un trab ucco e 3 piedi Canoni di fer ro 2 del calibro di 6 con sue cascie e monuele detti canoni li ha bisogno li grani Palle di cannone ................. .. . ............... .. . .. . .. .... .. ..... . . ...... ............ ... .. .. . .. . .. . .. .... .......... . . ... .... 23 Cugni di mira ... .......... . .. ... .. ....... ...... .. . . ............. ......... . . .. . .. ... . ..... .. .. .. .. .. . .. ........ ... . .. . ....... ....... 4 Fucili 4 due buoni 2 fuori di servizio Palle da fucile . ... . .. ... .. . . ........ . .. .. . . .. ... ....... . ... . .................... .............. . .... . .. ...... .. ............. .. .. .. 147 Pietre di fucile ..... ...... .. ..... ....... . .. . .. ........... .. .. .. .. ..... .. . ..... ................... .. . .. . .. . ......... . .. . ..... ... .... 22 Polvere rubi 45 . .......... .. . ..... . .. . .............. . .. . . . ...... ........ . .... .. . . .. .. . . .. . .. . .. .. . . .. ....... . .. . ..... . . .. . ........... 5 Palle di spingardo . .. . .. ... ... ... ... . .. .. .. . .. .. . .... ......... ... . ...... ............... .......... .. ................ ......... .. ... 51 Micha li bre ... ....... ... ... ... .. .. .. ... ... . ................... . .. .. . .. ........ ..... . ... ..................... ... .. ... .. . .... .. .. .. . .. 2 Spontoni a n1anico ... . ....... . ... . .. . .. .. .. ... .... .... .. . .. .. . .. ........ . .. ... . ... . .... ... . .. ... ... ... . .. ... ... ... . . ... . .. . ....... 2 Lana.tta con suo Battibala ... . .. ..... . .... . . ... .. . ... .. . .... .... . ... ... .... . . .. .... . .. ... ... ... ... ...... . ..... ... . . . ............. I Bilancia con piatto cli ran1e ... .. .. . .. .... ... ... ........ ..... ... ..... ... .. . ... ...... . .. ... . .. .. . ..................... ... .. ... ... .. I Corn i marini 2 trornba 111arina .. .. .......... .......... ..... ...... ...... . ..... .. .... ... ....... .. .. ... .. . .... ... ...... .. .. . . .. . . I l'vlortaretti dì ferro . .. . ... .. . .. .. .... .. ................... . . .. . .. ... ... ............ .............. . .. . .............. .. .... .. . .. . .. . .. I Cilindro per far ca rochi .. .... .. .. .. . ........ .. . .. ... .. .. .. ... ..... . ..... .... . ........ ... . . .. . .. . .. . ... .. .. . . ... .. . .. ........... . 1 Cascie cli boccie de fuoco con 12 ampolle cadauna .. ....... . .. ............... .. . .. . .. . .. . .. . .. .... . .. ........ .. . ......... 2

44

Era la piccola massa metallica entro la q uale si apriva il focone del cannone o d i qua lsiasi arma da fu oco. Non raramente era costruito a vite in modo da poterlo sostituire un a volta deformawsi. Nelle artiglierie di bronzo poi era per lo più di rame, in q uan to la temperatura di fusione di questo risultava maggiore di quella della lega: per contro era più delicat0 . 45 Era una delle tante unità di misura ponderali pari a kg. 7 ,9 l 8.


La difesa costiera sotto il governo piemontese

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Necessita q uesta torre fucili 2 più metter gli grani a 2 canoni necessita accomodar la mezza luna per far un poco d 'aqua accomodar 3 garite I cieppo Questa torre e provvista di pietre canochiale e legno minuto per far gli fuoch i Questa torre e distante da quella di Ori cinque ore a cavallo 16a -Torre di Ori - Alcaide .. . d'an ni 52 - Artigliere ... 48 ... Soldati 4 ... 32 ... 37 . .. 33 . .. 41 Questa torre e situata in pianura alla sponda del mare e guarda a maestrale - tiene d'ampiezza 2 trabucci 2 piedi

Canoni 2 uno del ca libro da 6 e l'altro da 4 con sue cascie e manuele Cugni di mira ........ .. . ... . ..... . .... ... .. . .. . .. . .. ..... ......... . .. ..... ... .. .. .... .. .. .. . .. . .......... ... .. .. .. . . .. .. ..... . ... . . 4 ··pane per d . i canoni ... .... . ... ... .. ... . .......... .. . ..... ... ... .. .. .......... .. .. .. .. . .. . .. . .. ... . .. ........ . .. .. ... ....... ..... 20 Banconi per montar e smontar gli canoni . ... .. ....... . .. ..... . ..... . .. .. .. .. .. .. . .. ... .. . .. .. .. ......... .. .. . .. . ... . .. ...... 2 l'v1ortaretti dì bronzo ... .... .. .... . ... .... .. .. . ............ .. . ... .. . .. . .. . . ..... . ............ ..... .. . . .. ........ .. ........ .. .. . .. . 1 Cava borro ........ ... .. .. ... ... ..... ... . .. ... .. .... . ... . ......... . ... ... ... ... .. . .. .. .......... . .... ..... ... ....... ........ .. .. . .. . ..2 Lanatte .. . . . ... ..... ... .... . .. .. ... . ... . . ..... . .... .. ... . ... ..... .. .. ............ ... . .. . .. . .. . .. .. .. .. . . .. ..... .. . . ... ... .. .. .. ..... .. 2 Cucchiare di rame . . ..... . .. .. .. .. .. ... ..... . .. ..... .. . ... ... ... .. . ............. .. .. .. .. ... ... ..... . ....... ..... . .. .. .. . . .. .. . .... 2 Battibaie .. . .. . .. . .. .. ... . ...... . ...... . .. .. ........ .. . .. ...... . .... .. ........ . .. .... . ...... .. . .. . . .... ........ ..... ... ... ...... ...... I Fucili . .. .. .. . ..... . .... . .. .. . . ... .. . ... . .. .. . . .. .. .. .......... . ... ... ... . ..... ... .. .. .. ..... . ..... . .. . ... ... ..... ......... .... .. ... .. . 7 Spontoni a manico . .. ... ... .... . .. . ..... .. .. .. .... ................. . .. . .. . .. .. .... . . ......... ... .. .. . .. . ........ .. . ...... . . ... . .. . 6 Corni marini . . ... ...... .... . . .. .. .. .. ....... ... .. . .. . ... .. . .... ... . .. . ... .... ... ... ... .. .. ....... . ....... .. ... ... . . .. ... ........ .. ..2 Bilancia .. ....... ... ............. .. ... .. .......... .. .. .. .. .. ..... .... ....... . .... . .. . .. . .. . .... ....... . ... .... .. .. . .. . .. . .. ..... . ... . . I Polvere libre . .... .. .. . . ....... .... .. . .. .. ........... ... .. . .. . ... .. . .... ...... . ... . . .. ... . .. . .. .... ............ .. ... .. .. ..... ..... . 93 Palle di spingarda .. ... .......... ..... .... .......... .... ... ... .. ... .. ...... .. .. ... .. . .. .. ... .... ............ ... . .. . ... .... . ...... .20 Palle di fucili .. . ........ .. . ... .... ... ... .. . . .. .. .. ... .... . ........ . ... .. . ... . ... . ........ .... . .. . ... ..... . .. ... . .. ..... .. .. .. . . .. 220 Pietre di fucili ..... . ... . ... ... ......... ... .. .. .. .. ... . ..... .. . .... .. .. . .. .. ..... . ..... . ... ... ... .. .. . ........ . ..... ..... ... ... ..... 18 lv1icha libre . ...... .. ......... . ... ... ... ...... ... . . .. . .. . . ... ... ...... .. .. . .. . ... ...... . .. ......... ... .. . ... .. . .. . . .. ........ . . ... ... 3 Carta per can ochi fogli .. .... .... .. ....... . ......... ...... .. . ....... . .. .. ... ... . .. ........ . .... .. ... ... .. . .... ..... . ... . ... ... . 65 Cilindro per far cartochi .. .. ... . .... .. . .... ... ... ... .. .. ... ... . ... .. ... . .. . .. . .. .. .. .. ... . .... .. .. . .. . .. . ..... ..... . .. .. . .. .... .. 1 Cascie di boccìe di fuoco con 12 ampolle cadauna ... ... ..... .. .. .. ........ .. ... ... .. ... . .... . ..... .. ... . . . .. ........... . 4 Questa torre necessita d'un spingardo accomodare la mezza luna che minaccia rovina più smaltar la piazza d'armi che penetra l' aqua nel corpo della torre accomodar la porta della camera dell'artigliere come pure la porta di S.ta Barbara Questa torre e provvista di canochiale pietre e legno minuto per far gli fuochi Questa torre e distante da quella del porto d'Oristano ore 7 a cavallo 17" - Torre del Porto d'Oristano - Alcaide .. . d'anni 58 ... serve anni 15 nel Reg.to Sicilia e poi in quello di Sardegna an.2 Artigliere . .. d'anni 37 .. . Soldati 6 .. . 45. 46 .. . 42 ... 38 . .. 28 .. . 39 Questa torre è situata in pianura in d. o porto, e guarda a l libechio - tiene d'ampiezza 4 trabucci 1 piede 6 oncie Canoni di fe rro 5 con sue manuele et cascie del calibro uno da 16, l'altro da 8, 1 da 6, l da 5, l da 3 e I da 8. Quello da 3 et da 8 sono inservibili Spingardo co' suoi ca valetti .. .. . . .. ... ..... . .. .. .. ... ... . .. ... .... .... . ... ... ..... .. . ....... ... .. . .. .... ........... . . .. ... ... .. 4 Fucili con sue baionette ....... .... ..... . ....... . .. . .. .... . .... . . .......... ..... ... . .. .. . ........ . ... . .. .. ........... .. ... ..... .. l O Palle di fucile . ..... ... .. ..... ....... ....... ... . ...... .. .. . ... .. .... . ........ .... .. . .. .. . .. .. ....... . .. . .. .... .... ...... . ... . ... . 1066 Pietre per li fucili ..... .. . .. . .. . ... .... ..... ... .... ...... .. .. . ... . .. ... . .... ... . ..... . ... ... ... ... ...... .. .. .. ... ... . .. .. ..... .. ... 37 Michia rubi 8 ma la più parte inservibile Polvere ... ... .... ..... ... .. ...... .. .. . ....... ..... . .. . .. .. . . . .... ........ .. .. .. .. .. ... ....... . ... ... ... .. .. .. ......... ..... .. .Rubi IO Palle di ferro del med. o calibro . ... .......... .. ... . ... .. .......... .. . .. ... . .. .......... ..... ... ... ... .. . ....... ... .. ... ... . 165 Palle d i fero fuori del calibro ... . ........ . ........ .... . . .. . .. . .. .. ......... ...... ...... .. ...... . .. . ... .. .. .. ... ....... . .. . .. .. 46 Corni inarini . ... .. ... . .... .. .. :...... . .. .. ... . .. ... . ....... . .. . ... .. .. ......... . . ... . .. . .. .. . .. . ....... .. ... .. . .. .. . .. ....... . ... ... 2 Palle incatenate . .. . ..... . ..... . ... ....... . .. . . .. .. .. ... .. . ...... .. .. .. ... ... ............. .. ... ... . .. . ....... . .. .. .. ... . .. ... ...... .. 2 Cuchiare di rame 4 due buone e due inservibili Lanate . .. .. .... . . .... .. ... .. .. ... ... ...... .. . ... . .... .. .. . ... ... .... .. ..... . .. . ... ... ... .. . ....... . .. ..... ........ ...... . ... ... .. ..... 2


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Battibale.2 Tira borro . ... ... ... ... ... . ... .. ........ ........ . .. ... . ... ... ... ... ... .. .. .... .. . ..... . .. .......................... . .. 5 Cilindri per far cartochi ........ ... .. ..... . ............... ...... ...... ....... . .. . ...... .. .. ... . ...... ... ... . .... .. .. .. .. .... ... .. 5 Sponton i a manico colle aste ... ... ... ..... ........ .. ...... .. ... ..... ....... .. .. . . ... ... .. . .. .... . .. ... ... ..... .. .... .. . .. . .. ... 6 Bilancia con piatto d i rarne . ... ... .... .. ..................... .... ... . .. .. . ..... . ... . .. .. ...... ........... ......... .. .... .. ... .. . . 1 Banche per montar e smontar gli canoni ............ . .. ... .. .. .. .. .... .. . ... ... .. .. ............ ........ . .. ....... . .. ..... ... 1 Cisterna ... .. .... .. .. . . ...... . .. ... ... ...... ... ... ... ... ... ... ... .. .. .... .. . ... ... ... .. .. . .. . .. . .. . .... .. . .. . ...... .. .... ............ I Questa torre necessita d'una scala di corda perché quella è tutta infracita accomodar la porta dell'artigliere che vi manca la chiave Pietre di fu cile . .. . . .. ... . .. ... ... ....... .. ................ ........... .. ... ... .... ..... .. ... .-....... .................... . ... .. .. .... 5 Tron1ba nH1rina . .... .. . .. ... .. . ...... . .. ... ... ... ... ... ...... ..... ...... ..... .. ... . .. . .. . .. . ... ... ... ... ... . .. ... ... ... ... .... .. .. .. I Rimpiazzare gli 2 canoni che sono inutili - più accomodar gli canoni dove passa l'aqua nella cisterna Questa torre e provista di canochiale pietre e legno minuto per far gli fuochi. Questa torre e distante da quella di S. Giovanni di Sinis ore 3 a cavallo .

18a - Torre di S . Giovanni di Sinis - A lca ide . . . d'anni 61, serve anni 14 e nel Reg.to Sardegna anni 7 Artigliere .. . d'anni 65 . .. Soldati 4 .. . 50 .. . 45 ... 35 ... 46 Questa torre è situata in un picciolo scoglio e mira a ponente - D'ampiezza 2 trabucci 2 piedi Canoni di ferro con sue cascie e manuele 2 uno del calibro da 8 e l' a ltro da 6 Spingardi di ferro co' suoi ca valetti .. . .. ... ...... ... ... ... .. .. . .. . .. .. . .. .. .. . ... ... ... ... ... ... .. .. . .. . ....... . . ... . .. ...... . 3 Fucili ...... .............................. . ... .... .. .... ... ... .. . .. .. .................... ............. . .. .... . ... .. .. .. . .. ... . ... ... ... .3 Spontoni a 1nanico ..... .. ...................... ...... .... ... ................................. ..... . .. .. ... ..... . ...... .. ......... . 6 Battibale .. .. ... ... ...... ..... . .. .. . ........... . .. . .. . ... .... .. ... ... ... ... .. . ... ... . .. .. ...... . .. .... .. ... ... ...................... . . J Cava borro .. ... ... ...... ...... .. .. . .. .. ... ....... . .. ... ... .. ... . ... . ... ...... ...... . .. ..... .. .... . ... .. .. . .. .... .. ... . .. . .. ........ . . I Lanatte . .. . .. . .. ...... ... ..... . .. ..... .. .... .. ... ... .. .. .. .. .. ..... .. .... ............ . .. .... . .. .. ........ . . ...... ... .. . .. .. .. ... . .. . .. 1 Cucchiare di ran1e ....... .............. .. .. ..... ...... . .. ...... ... .................... . . ... .. . .. .... .. .. ....... . .. .. .... .. ... .... . 1 Micha libre ................ ....... ..... .. .. . ... . .. ...... .. .. . ............................. ........ . ....... ..... . .. ... . .... .. ... ..... 5 Palle di ferro per d. i canoni .... ... . .. ... .. . .. ...... . .. ....... . .. ... . ... ... . .. . .. . ... ... ... ...... .. ........... ................ 26 Palle per gli spingardi ... ... ... ... ... .. . ... .. . .. ...... . ... .. . ... . . ... .. . .. ... . .. . .. .. . .... ...... .. . .... .. .. .. .. ... ..... .. ... . ... 80 Palle di fuci li .. ..... .. .. ... .. .. .. ... .. ........ .. ... .... .. .. . .. .. .. .. ........... ...... ... ..... . .. .. .. ... ... ... ... ..... .. . .. . .. . ... 240 Polvere libre ... ......... . ... . .. ....... . ...... .. ... . ...... . .. .. ... ... ........ .......... . .. ........ ... ....... ..... .. .. .. .. .. . . ... ... 68 Bilancia con piatto di rame . . ... ............................. ........ ... ... ..... .. ... ........ .......................... ........ .. I Cugni di n1ira ..... . ... .. .. .. .. .... ..... ... ... . .. . .. ... . .. .. ... .. .... ... ... ... ... ... .... . .. .. . .. . .. .......... . .. ... . ... .. .... ........ I Questa torre necessita Pietre da fucili .. .. ..... . ... ... . ... .. .... .... .. ....... .. .... .. . ... . .. . .. .......... .... . ..... .. .... .. . .. . ... ...... ... ... ... ... ..... 20 Corni marini .. ...... . .... .. .. ... ... ............................. ..... ... . . ... . .. ... .. . .. ... ...... ................... ....... ......... 2 Smaltare la piazza d'armi perché l'aqua penetra nella torre Questa torre è provvista di canochiale, pietre e legno minuto per far gli fuochi Questa torre e distante dalla torre del Sebo ore I, 1/2 a cavallo . 19• - Torre del Sebo - Alcaide ... d'anni 36, serve anni 15, soldati 2 ... 34 .. . 43 . . . Questa torre e situata in pianura e guarda a l mezzo giorno tiene d' ampiezza un trabucco e otto piedi Petrieri inservibili .. ... . .. ... ... ... ... ... . .. . .. . ..... . .. ... .. .. .... ....... .. ... ... . .. . .. ... ... ... .. .. .. ... .. .. . ... .. ..... ..... . .. .. 1 Polvere libre . ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... . .. . . .. .. ... ..... .. . .. ... . .. ... .... ...... ... ... ... ... ... ... .... . . .. .. . ... ... ... .. . ..... 12 Fucili .... ... ... ... ... ... ... . .. ... . .. ...... ... ... ..... .. . .. .. ... .......... . .. .... ... .... . . .. . . .. ... ... ... ..... .... . . ... .. .. . . .. . ... .. . ..2 Palle d i fucili ................................... .. ... ... ............... .. ..... .... ............................... ... . .. ..... .. ... 11 9 Sponton i a manico ...... ...... ................ ........................ ... ... .......... ....................... ............. .... .... 2 Corni marini . .. ... ... ... .. .... ... ... ... ... . .. .. .. .. ... .... .. .. .. .... .. .... .. . .. ... .. .. . .. ... ... ... ... ......... . . .. . .. .. . . .. . .. . .. ... 2 Spingardi co' suoi ca valetti fuori servizio . . ... .. . .. .. .... .... .. .. . ... . .. ... .... .. . ... ... ... ... ......... .. .. . .. . .. . .. .. . . .. . ..2 Necessita questa torre di 2 spingarcli con suoi ca valetti più pietre cli fucile . ...... .. ....... . .. ................. . ... 1O Una scala di bosco per montare alla piazza d'armi perché quella che vi è rutta Questa torre è provvista di canochia]e pietre e legno minuto per far gli fuochi Questa torre è distante eia quella della Mora ore 2, l /2. 20" -Torre della Mora - Alcaide d'an. 41 , serve nelle torri an. 5, e nel Reg.to Sicilia e Sardegna an.15 Soldati 2 ... 37 ... 48 Questa torre è situata in una collina e guarda a ponente tiene d' ampiezza un trabucco e mezzo


La difesa costiera sollo il governo piemontese

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Petrieri .... .................. .... . .... .. .. ....... ...... ..... ......... ............................. .. .. .. ............... .. ... ..... ..... I Balle Petrieri .................................................................................................. . .......... .. .... .. .. 30 Fucili ............. ... . ........ ...... ....... ................. .. .. ....... .............. ............... ........... .. .... ... ...... . ....... . 2 Polvere libre ............ .. ........... . .. ..... .. ................ ........... ................................ .. .. .. .. ....... . .... .. . . 55 l'vfechia ... : .. . .. ... .. ...... ...... ......... ... .............. .. .... . ..... . ............... ..... ............... . ... . .. ... ..... . . ........... 2 Spontoni a nHtnico ..... ....... .......•.... . ... ... ... . .. ........... ......... . ..... . ................ .. .......... .. ... ........ . ... ... 2 l'vlortaretti .............................................. ... .. ... .................. ............ ... ...... ........ ... ........ .... ........ 2 Questa torre necessita d'un fucile per rimpiazzar uno ormai inservibile a pie' Pietre di fucile ...... . ......... ..... ... . .. ........... .. .... ................................ ... .... .. ............... . .. ............. IO Una corda di canape per la scala che si trova inservibile Questa torre ha il suo canochiale come pure è prevista di pietr e e legno minuto per far li fuochi Questa torre e distante da quella cli Cabumano ore I, 1/2 a cavallo. 21 • - Torre di Cabumano - Alcaide .. . d'an. 63 serve ann i 11 Soldati 2 ... 42 ... 48 Questa torre e situata in luogo eminente e guarda verso il maestrale e tiene ampiezza I trabucco 8 piedi.

fvJ orta retti ............................................................................................................................ 2 Fucili con sue baionette .......................................................................................................... 3 Spontoni a manico ................................................................................................................ 2 Palle per gli mortaretti ...... ......... .... .. ...... .................... ... ... .. . ................ . ....... .......................... 30 Polvere libre . ......... .......... ........ .. ...... ...... ... .............. ......... ... ...... ................... .. .. ... .... . ....... .. . 50 tvlichia libre .......... . .. ......... ......... ......... .. .... ... ... ... ................. . .. ... . .. . .. ... . ........... .... . . .. ......... ...... 2

Necessita questa torre di un canone perché gua rda il porto del Palor dove ponno far lo sbarco i turchi Corno n1arino ...... .......... ........... ........... . .......... ...................................... ..... ................ .......... . 1 Canochiale ........................................................................................................................... 1 Una corda per far la scala perché quella che vi è inservibile Pietre per fuci li ........................................................................................................... . ....... 20 Necessita passar lo smalto a lla piazza d'armi Questa torre e prevista di pietre e legno minuto per far gli fuochi Questa torre è distante da quella di S. ta Caterina di P ettinuri ore 5 a cavallo. 22• - Torre di S.ta Caterina di Pettinuri - Alcaide ... d'an. 54, serve anni 8, mesi 7 e ne' Reg.ti Sicilia e Sardegna anni 16 Soldati 2 ... 46 ... 23 Questa torre è situata al Libechio tiene d'ampiezza 1 trabucco e 9 piedi Canone del calibro di 6 .. ..... ... .. .. .... ...... .................... . .... ..................... . . ......... ................... ...... 1 Cugni di mira ........... . ........................................................................................................... 2 Polvere libre .. ...... ................ ...... .......... ........... ...... ...... . .. ...... . ....... ............... .. . ...... ... .......... . ... 3 Palle per il d. to canone . .......... . ............................................................................................ 17 Tira borro per il canone con il suo battibale ........ .. . .. . ........................ .. . .. ......... .............. .............. 1 Spontoni a 1nanico ........... .......... ....... .. .... .. ....... ... ...... ... ................. .... ........ ............. ............. .. I Questa torre necessita Polvere libre ................................................................................. ..... ......................... ...... . 50 U n spingarde e palle per il detto spingardo Una lanata col suo cuchiaro di rame Battibala 1, Canochiale 1 Spontoni a manico .. ....... .... ... ... .................... .. . .. .. ... .. .. ............. .................... ...... . ..... ........... .. .2 Bilancia 1, barile per aqua ...... .... ............ ............................. ... .... ... .... . ........ ...... ...... . .. ...... ..... .. . 1 Carta per far cartochi fogli .. .......... . .................. ...... ....................... . ........ ....... . .. .............. ....... 25 Pietre per gli fucili .... .. . . .. ...... ......... ........ ... ... ......... ... ... ................. .. ................... .. .. ............ ... 20 Questa torre ha la sua provvisione di pietre e legno minuto per far gli fuochi Questa to rre e distante da quella di Fuoghe ore 3 a cavallo. Torre cli Fuoghe - Questa torre è governata dall'alcaide di S.ta Catalina. Essendosi osservato che qualche A lcaide governa due torri come si vede nella presente, in quella d'Argentina, del Budello, di Porticciolo, del Falcone, del Castellaccio e che anzi l'Alcaide della Fortezza Vecchia ne governa cinque ad un tempo, cioè la nominata, quella di Porto Gionco, di Montefenogo, di Capo Boi e di Calareina, cosa per ventura opposta al servizio non potendo un uomo solo assistere con quella dovuta vigilanza per tanti parti, 23a -


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La dlfesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

l'E.S . ha ordi nato alla R eale Amministrazione di dare gli opport uni chiarimenti del come e del perché siasi così sin ora praticato allegandone i fondamenti o i documenti qualora esistano. Soldati .. . .. ... . 2 .. .... .. .. . 24 .... .. ..... 35 Questa torre e situata in una collina e guarda al libechio tiene d'ampiezza un trabucco e mezzo Canoni di ferro 1 del calibro di 3, 1/2 con sua casca e manuela e traversa Cugni di mira .. .. ........... ...... .... . ............... . .. .. . . ................................. .... .. .... .. . .. .. . . .. .... .. ..... .. .... 2 Palle del calibro del canone . .. .. . .. ............. . .......... . ........ . ........ . ............. .. .. .. .......... .. . .. . .. . . .. .. . .. . . 12 Polvere. . . libre .. .. .. .. . . ... ... .. .... .. ... . ... . .. .. . . .... ... .... .................... . ..... ... . ... . 16 Fucili 2 Palle di d. ti ... ... ... .. .. . .. . .... . .. . .. ..... . ........ .. . .... ....... .. ... . .. . .. .... .. ......... . .. ........... ... . . ..... . ... 14 Piet.re di fucile ... .. .. .. .. .................. .. ... .... .. . .. . .. . ....... . ..... . ........... ....... .. .... .. . .. . .. . . .. .. .. ....... .. ....... . 8 Palle di spingardi ..... . .... . ... . ................ ............. . .. . .. ..... . ..... . .. .. .......... ........ .. .. . .. . .. . .. . .. ........ ..... 16 Spontoni a n1anico .. . ..... .. . .. . .. .... .. .. ........................... .. .. . .. . .. ............................. ........ . .... .. . .. . .. .2 Bilancia con piatto di ran1e . .. . .. .. .. .. . .. ....... .. . ... ... .. . .. ..... ..... .. ......... .. .. . . . ... ................. . ....... . .. .. .. .. . 1 Rotte di Libano . ... ...... .. ... . .. .. ....... .. .. ....... ...... .. .... .... .. .. .. .. .. .. .. .... ... ... ... .. .. .................. . .. . ........ .2 C ascie di boccie da fuoco con J2 ampolle cadauna ...... .. .. .. .... .. ...... . .. .. .... .. .... .. .... .. ...... .. .... ............ 2 Questa torre necessita Spingarde con c::ivaletto ..... .. . .. . .. .... .. . . .. . ............ .. .. ....... .. . . ... .. .. ... ... ... .. .. .. . ............................. .. I Canochiale .............................. . . ...... .. .. .. .. . .. . .. . ... ..... . .. .. ........ . ... .... .. .. .. ......... .. ..... . .. . .. . ....... .. . .. 1 Questa torre è molto distrutta di fabrica di man iera che la R eggia Amministrazione ha già fatto il calcolo e manda subito gli maestri per farla accomodare Questa med .ma e provvista di p ietre e legno minuto per far gli fuochi Questa torre e distante da quella di lsolaroj a ore 4 a cavallo. 24" - Torre di lsolaroja - Alcaide .. . d'anni 52 ... soldati 2 .. . 22 .. . 32 Questa torre e situata in una punta alta e guarda a ponente tiene d'ampiezza un trabucco e 2 piedi P etrieri ........ ... ... ..... .. ...... . .. . .. ...... . .... .. .. . . .. .. . . ....... . ........ . .. . ............ ... .. . .. . .. . .. . . .. .. ......... .. . .. . .. .. 2 !Vlortarett.i di ferro ..... .. ......... ........................................................ . ............ .... .. . . .. .. . . .. .. .......... 3 fucili . .. . .. . .. ... .... .. . . .. .. .... .. ..... ... .. .. . .. . .. . .. . .. .......... .. .. . .. ... ..... .. .. ..... .. ... ...... . .............................. 3 Spontoni a m anico .... .. . .. ..... ... .. ... .. . .. . .. .... .. ..... ..... .. . .. . .. . .. .. .. . .. ... ......... .. ......... . .. ...................... 2 Polvere. libre ..................... . ......... ... . .. .. ....... .. . .. .. .. .. .......... .. . . .. ............... .. .... .. . . .... . . .. .. . .. . .... .. 15 Palle di fucili ........... .. ........... ...................... . .................. . ....................... ...... .. .... . .. . .. .. . .. .... 150 Palle di petrier.i .... .. .. ... ..... . ....... . .. ......................... .. ....... .. . . ..................... .. .. . .. .. .... ..... .. .. . . ..... 12 Questa torre necessita d' un picciolo canone con palle del med . mo calibro, d'uno spinga rdo, corno marino 1, polvere lib . 50, canochiale 1, palle di spingardo 50, per la fabbrica non necessita niente e stata accomodata Ha la sua provisione di pietre e legno minuto per far gli fuochi Q uesta torre e distante da quella di Colombargia I ora 1/2 a cavaJlo. 25• - Torre di Colombargia - Alcaide ... an. 45 ... soldati 2 ... 27 ... 52 Questa torre e situata alla punta di uno scoglio e diffende il porto domandato Colombargia e guarda a ponente tiene d'ampiezza un trabucco e 5 piedi Petrieri 2 uno buono l'altro fuori di servizio Fucili 3 Polvere 26, Palle di petrieri. .. ...................... .... .. . .. . ....... . .................. .. .. ........ .. .... .. .... .. .. . 8 Palle di fucili 150, Spontoni a manico ................... .. ..... . .. . .. . .. . ....................... .. .. .. .. ... .. ... .... .... .. ... 3 Mortaretti d i ferro 4 , Pietre di fucili .. ........... .... .. .. .... .. ......... .. .. .... .. .. ....... .... .. .... .. .. .... .... .. .......... 6 Necessita questa torre un canone da 6 co'suoi attrezi Spingardo con suo cavaletto . .. .. ...... ........ ........ . .. ............... ................................. .. .. . . ......... .. ... .. I Palle per l' istesso . Corni marini 2, canochiale ....... .. .. .... .. .. .. .... .. .... .... .. .. ..... ..... ..... .. ... .. . .. ..... . .. . .... .. ....... .. .. .. ... ... ... . 1 P ietre per gli fucili 10 , Polvere L. 2 ' accomodar la volta della p iazza d'armi per esser poco sconcia Q uesta torre e provvista d i pietre e legno minuto per far gli fuochi Questa torre è distante da quella della tor re del Porto di Bosa ore 2 1/2 26· - Torre di Bosa - Alcaide ... d 'an. 41... artigliere ... d'an.33 ... Soldati 6 ... 52 ... (?) ... 40 .. . 33 .. . 31.. . 30 . .. Questa torre e isolata distante da terra un miglio ed è sopra uno scoglio e guarda a ponente tiene d ' ampiezza trab ucci 3 p iedi 9


La difesa costiera sotto il governo piemomese

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Canoni 6 con sue casse e rnanuele, 2 d el calibro di 9, 2 da 8, I di 7 e l' altro da 6 P etrieri di ferro co ' suoi cugni .... .. .... ..... ... ... ..... .. . ... ... ........... ... ... ... ... .. .. .... .... ............. .. . ....... . .. .. 1 Cugni di 1nira ..... ... .. .. ......... ........ . ...... . ..... ......... .. . ...... ... ......... ..... .. .... ............ . .. ................ ... 12 Mortaretti di ferro ...... .... ... .. ... .... .. ..... . .. . ............... . .............. .. ... ... ... ...... ... .. .. . .. .... ............ ...... . 2 Palle di canone dell'istesso calibro .. ... ........... . ....... . .... . .. ... .. ... ... ......... . .. . .. ... . .. . ............. . .. ....... 170 Polvere ba rili.. . 4 . . . Rubi ...... . ..... ... .. ... ... .. .. . .. . ...... ........... .... ... ....... . ............. ........ .......... . ... . .. .20 Fucili 17 de' quali ve ne sono 3 fuori di servizio Palle d i fucili ..... . .. ... ...... .. . ....... .... . .. . .. .............. . .. ... ......... .................. .. .. . . .... ... ......... . ........ . 800 Pietre di fucili ..... .. ... . .. ... ... . .. .. ..... ............................ . . ... ... ....... .... ..... . .. .. ... ... ..... .. . ......... . ..... 140 l'vluchia Rubi .. ..... .. ... .... .................. .... ... ... . .. . ........... .. . ...... ... ... . .. .. . . ..... ............................. ... 4 Trepiedi 2, appie 2, Battibale .............. ...... ... ... .. .. . ... ... . .. . .. ... ........ .... . ..... .. .......... .. .............. ... . .. 4 Lanatte 4 , Tiraborro 2 Picchi a punta e a taglio . ............. ... . ..... .... .... ..... ........... ...... . ..... . ..... ... ... . ............... .. . ........... .... 1 Tira borro per gli fucili .... . .. ... . .. . ..... ... .. . ....... . ............ ........... ...... .. .... .................. . .......... ... .. ..... .2 Bilancia con suo piatto di ra me ................ ................. ............. . ............. . .... ...... ....... .. . .... .. ......... I Questa torre necessita di 3 casse nuove per gli canoni perché sono rotte Tromba marina I, Corni 1narini ............................. . .......................................... . .. .......... . .. ....... 2 Spontoni a rnanico ... .. ............... . ..... .. .......... ..................... ............ . ........ .............. ..... .. .... .. .... . 6 Spingardi per non ti ra r sempre i canoni ..................... ...... .................... . .. ..... ....................... ....... .2 Più una scala per alzar alla torre perché quella che vi è e vecchia accomodare la mezza luna accomodar la volta della piazza d'armi perché passa l'aqua nella torre Questa torre è provvista di canochiale, p ietre e legno minuto per far gli fuochi Questa torre è distante da quella d 'argentina ore 3 a cavallo 27 a - T orre D'Argentina - Questa torre e governata dall'alcaide di Bosa Soldati 2 .. . 60 ... 46 Questa torre è situata sopra la collina d ' un monticello e mira a ponente tiene d 'ampiezza un trabucco e 5 piedi Canoni di ferro l del calibro d i 3, l /2 con sua cassa e manivela Cugni di n1ira .......... ...... ... ... .. ... . ... .. ...... ... ... ... ..... . ....................... ...... .... ....... .... . .................... 2 Palle di canone del medesimo calibro ..... . .. .. ... ............................................ ... .. ..... ... .. ........... .... 35 Fucili ............. .... ........... . ........ .... . ... ..... ..... .. . .................. . .. .................. .. . . .. . .. ... . .. . ........ ......... 2 Palle di fucili .. . .. .. ... .......... ...... .. ...... . .......... ... .. . ... .... ... ... ... .... .. . .......... .. .. .. .. .. .......... ......... ... 16.1 Palle di spingardo . .. .. ..... . .... ... ...... ................................... ...... ......... ... .. .... .... . ....... .......... . .. .. .. 59 Polvere libre 27 ...... . . ................ .......... ........ ....... ....... .. .... .. . ......... . ........ . .. .. . .... . ... ... . ..... .. oncie 6 Pietre per gli fucili ........ ...... .. . .. . ............ ... .................. .. .... . ....... .. . ... .. . ......... . .. ...... .. .. ............ . 16 Battibale .................... .. . ...... . ....... .. . .. . .. .... ........... ................ .. .... ........... .. .......... .......... .......... 2 Cucchiara di ra1ne .......... ...... . ................................ ... .. .................. ........ . .. .......... .. .... . .. .. . .. ...... 1 Tira borro per gli canoni ......... ................. .... .. .. ... . ............. .. . ........... .. .. .. ......... .......................... 1 Lanatte ...... .. . ... . ..... ................ .. .............. .. .......................... . ..... . .. . .............. ............ ............. 1 Sponto ni a n1anico ... . .............. .... .. .... ...... ... ... .. . .. . ... ... ... ...... .. . ..... .. . .. .......... .. .... ... . ........ ........ .. 2 Bilancia col suo piatto di ran1e .. . .. . ... .. ... ...... .. ...... ..................... ... ... ......... ..... .. . .. .......... ............. 1 Appiè I, picche a ponta e a taglio .. .. ... ...... . .. . .. ... ........ .. . .. . .. ....... ... ... ... ................. ......... .. .... ....... I Questa torre necessita d'un spingarde, canochiale ... I, corni marini.2 più smaltar la p iazza d 'armi e accomodar il corpo della torre e l'opera morta Più due porte nuove 1 al boccaporto e l'altra a S.ta Barbara perché son tu tte rutte più passar la torre in paletta dentro e fu ori Questa torre la Regia ec. ec. Amministrazione ha già fatto il calcolo e manda subito per farla accomodare Questa torre è prevista di pietre e legno minuto per far gli fuochi Questa torre e distante da quella di Capo Galera ore 11 a cavallo 28" - Torre di Capo Galera - alcaide . d 'anni 33 ... artiglieri .. . 23 Soldati 3 .. . 55 ... 56 .. . 4 7 Questa torre è situata nel piano dirimpetto alla città d ' Algheri e mira a levante, tiene d 'ampiezza 2 trabucci 9 piedi Canoni 2 uno del calibro da 8 e l'altro da 6, con su casse rotte manivele Cugni di mira ...... ...... .. . . ........ ......... ....... . .... .. ...... . .. ... ........ ....... .. .. ...... . .............. . . .. . .. ... ... . .. ... .4 Cuchiare d i rame ... ........... ... ..... ............ ... . .. ..... . ... ...... ... ...... . ..... .. . .. . .. ............. .. ... . ..... ... ... ... .. .. 2


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Tiraborro inservibili ............................................................................................................... 2 Palle di canoni 46 delle quali ve ne sono 20 che non sono del calibro Spingarde col suo cavaletto ........................................................... ... ... .............. ............... .. ..... 1 Palle di spingardo 27, ma inutili per non esser del calibro Polvere libre 135, spontoni ..................................................................................................... 4 appiè 1, Pichi a punta e a taglio ............................................................................................... 1 Falzetta 1, fucili 9 de' quali 2 sono inutili Palle per gli fucili ...................................... .. ............ ... ................. ....................................... 300 Bilancia I , Tron1ba 1narina ...................................................................................................... I fvl uchia libre 4, cisterna ................................................................. ........ ..... .... ....... .. .............. I Casse di boccie da fuoco con 12 ampolle cadauna ....................................................................... 6 Questa torre necessita Canochiale .. ........................... ........... ................... .............. ............... ........... .. ...... ... ............. 1 Cascie di canoni 2 per esser quelle inservibili Battibale 2, Lanatte 2 Palle da 6 per il canone ................... ............... .. .......... .. .......... ........................ ..................... . 40 Palle per lo spingarde .......................................................................................................... 50 Fucili 2, Pietre per gli fucili ................... ................ ................ .................. ............. .. .......... ...... 30 Corni n1arini ..... .............. ... .................................................................................................. l più accomodar una guarita e rimbazzare l'imbruzura d'un palmo per meglio maneggiare il canone Questa torre è provista di pietre e legno minuto per far gli fuochi Questa torre è distante da quella di Porto Conti tre quarti d'ora a cavallo 29a - Torre di Porto Conti - Alcaide ... d'an.39 ... Artigliere... 40 ... Soldati 3 ... 39 .. . 33 ... 34. Questa torre e situata sopra una piccola collina e difende il porto e mira al maestrale tiene d'ampiezza tre trabucci 9 piedi Canoni 2 uno del calibro da 10 e l'altro da 9 e questo e inservibile con sue casse e manivele Cugni di n1ira ...................................................................................................................... .4 Cuchiare di rame ................................................................................................................... 2 Battibale ... 3, tiraborro ............. .............. ... :.. .............................. , ..................... ..................... 2 Palle di Canone dell'istesso calibro ........................ .. ............... .. ..... .................. ............ ........... 62 Petrieri co' suoi ca valetti dì bronzo ........................................................................................... 2 rvtortaretti di ferro ................................................................................................................. 1 Palle di Petrieri ................................................................................................................... 12 Spingarde con suo cavaletto ... ..................................................... ............................... .. ........... 1 Palle per lo spingarde .......................................................................................................... 25 Fucili. 7 Palle di fucili ........................................................................................................ 500 Pietre di fucili .................................................................................................................... 24 Polvere lib. 87 Picho con punta e taglio .......................................... .... ................................... .... 1 Tromba marina 1, micha 1, cisterna I Cascie dì Boccie da fuoco con 12 ampolle cadauna ...................................................................... 6 Questa torre necessita Canoni I, micha L. 6, canochiale 1 Accomodare la porta della piazza d'armi che penetra l'aqua dentro Questa torre è distante da quella del Tremerìglio ore 2, l /2 a cavallo ed ha la sua provvisione di pietre e legno per i fuochi. 30a - Torre del Tremeriglio - Alcaide ... d'anni 42, serve an. 4 mesi 9 nel Reg.to Sardegna an.13 . Artigliere 1... d'an. 36 ... Soldati 3 ... 54 ... 45 ... 26 Questa torre e situata sopra d'un monte alla riva del mare in mezzo del porto guarda a Levante e a libecho - tiene d'ampiezza 2 trabucci 1 piede e 3 oncie. Canoni 2 del calibro da 8 con suo calibro e manivole Cuchiare 2, Cugni di mira 4 Battibale 2, Lanate I, Tiraborro ............................................................................................... J Spingarde con suo cavaletto .................................................................................................... I Palle di canone 36, delle quali ve ne sono 30 fuori di calibro Polvere libre 44, fuci li ........................................................................................................... 5 Palle di fucile 190, pietre di fucili ............................................................................................ 25


La difesa costiera sotto il governo piemontese

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Bìlancia 1, trepiedi I, $pontoni . ..... . .. ... . .. ........ . ....... .... ...................................... .................. .... . I Casse di boccie da fuoco con 12 ampolle cadauna ........................... . .......................................... 12 Quest.a torre necessita fucili ...... ... ................................... . .. . .. . ... .. .. ......... ........... .. .... . .. . . .. . .. . ...... 2 porta nuova alla S.ta barbara per esser rotta quella che vi è più corni marini . ................ .. .. .... .. .. .. ..... .. ....... .... .. ....... .. ....... .. . ...... .............. .. . .. .. .. ................. 2 l\tlicha libre . .. . .. ....... ..... .. ...... . ........ . ..... .. ..... . .... .... .. .. .. .... . ... . .. ..... . . .. . .. .... .. . ...... ..... .. . .............. 2 Canochiale ..... . .. . .. . ....... ..... ............ .. .... .. ...... .. .... . . ................................................................. l accomodare due garite che minaccian rovina smaltar la piazza d'armi Questa torre è provi sta di pietre e legno minuto per far li fuochi. Questa torre è distante da quella del Bullo 1 ora a cavallo. 31 a - Torre del Bullo - Questa torre è governata dall' Alcaide di Tremiriglio Soldati 3.. . d'anni 35 ... 52 . .. 19 ... Questa torre e situata in una punta alta e guarda al Levante. D'ampiezza un trabucco tre p iedi oncie sei, Canoni del calibro di 6 con sua cassa. I Battibale 1, Cugni di n1ira ...... .. . ........... ..... .. .... .. .. .... . .. ...... . .... .. . . .. . ..... . .... .. . ...... . ... .... .... ........ .... 2 Palle del calibro del canone .... .............. .. ..... . .......... .. .. . .. . . ..... .. .... ......... . . .. . .. . . ......................... I 2 Cuchiara con sua asta ..... ...... . .... .. . ....... ......................... . .. .. ............. ... .... .. . .. . .. . .. ... .. . .. .... .. .... ... l Spingardi co' suoi cavaletti ............. ... ... ... .. .. ........ ........................................... . . .. ..... .. .... ... . .. . .. .2 F ucili 4, Palle di fucili 50, pietre da f .. .. .... ... . .. . ..... .. ... .. ....... ....... ............................................. . IO Polvere 12 L., Spontoni a manico ........ .. ... . .......................................................................... ..... 2 Cisterna colla sechia . .. . .. . .. . .. . ........... . ... . . .. . .. ........ . .. . .. . .... .. .. .. .. . . .. . .. . .. .... .. ......... .. .... . .. .... .. ........ 1 Corni marini .. ................. . .. .... .. .. .. . .. ............. ....... . ..................................... . ........ . .. .. . . .. . .. . .. ... 1 Questa torre necessita canochiale .................................................................. ................... . ....... I U na scala nuova per alzar su la torre per esser vecchia quella che vi è e una porta a S.ta Barbara e smaltar la piazza d'arme Questa torre e prevista di pietre e legno minuto per far li fuochi ed è distante dalla torre di Porticciolo 2, I /4 ore a cavallo. 32" - Torre di Porticciolo - Questa torre è governata dall'alcaide di Porto Conti vi è uno che fa da capo e 3 soldati... d ' an ... 28 . .. 6 1... 22 .. . Questa torre e situata sopra d'un scoglio alto e mira al maestrale tiene d'ampiezza un trabucco e 4 piedi. Spingardi co' suoi cavaletti ..... ............ . .......... ..... .. ... . .. . .... . .. . .. .. .. .. . .. . .. ....... . .. . .. .... .. ... .. . .......... . .. 2 Petrieri con suo mortaretto fuori di servizio ............ .. . .................... ...... . .... .. .... .... .. ....... ..... .......... I Palle di petrieri ........ ....... ... .. . . .... .. .. . .. ........ .... .. ........... .. ........................... . .. .. . ...... .... .... .. . .. .. .22 Palle di spingarda .......... .. . .... . .. . . ..... ......... . .... .. . .. . .... .. .... .. .. ............................ . ...... ... .. . .. . .... .. .24 Fucili 4, palle di fucili ......................................................... . .. ... . .. .. .. . ...... . .. .. .. .... ............ .. ..... 63 Polvere lib. 6, spontoni a rnanico ...................... . .. . ........... . .. .... .. . .... .. . .. . .. .. .. . .. . .. . .. .. .................... 3 Moschetti inservibìli ..... .. .... .. . .. . . .. . .. . ........... . .. .. ... . ........................... ......... .. .... . .. .. .. .. . .. . .. . .. . .... .. 6 Caldaro di rame 1, picho a punta e taglio ..... . .. .... .. ..................... . .. . ......... ................................... 1 Bilancia ... ..... .. .... .... .. . .. .. .. ........ .. .. . .... . .. .... . .. ....... ........ .. . .. ........ .. .. .... .. ......... . . .. ................. . .. . l Corno marino I, Cascie di boccie da fuoco con 12 ampolle cadauna . . .... .. ..... . .................................. 4 Questa torre e soggetta al passaggio de' turchi, e come vi sono assai cale vicine hà bisogno d'un canone come pure necessita d'una cassa per uno spingardo perché e rutta Pietre per gli fucili .. . ... ... .... . .......................... .... .... ... . . ..... ... .. .. .... .. .... .. . ... .. ...... .. ..... ... ............ 20 Cava borro 1, canochiale I, tromba marina ................................. ............ .... ....... ....... ..... ......... . .. I Corni n1arini . .. . ..................... . .. ..... . .... .. . .. . .. . .............. .. . .. ...................... ... .. ... ...... .. . .. .. ..... . .... .2 accomodar il corpo della torre che e tutto sconcio più smalatare la piazza d'armi perché penetra l'aqua dentro accomodar la garita Questa to rre e provista di pietre e Legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre delle·Saline di Sassari ore .1 a cavallo. 33" - Torre delle Saline di Sassari - Alcaide ... an. 51 serve an.30 Artigliere I... d'anni 67 serve anni 44 Soldati 3 ... d'an. 51... 46 ... 35 ...


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Questa torre e situata in pianura alla spiaggia del mare e mira a quattro venti tiene d'ampiezza 2 tra bucci e piedi. Canoni 2 con sue casse e manivele del calibro da 4 ma le casse diman<lano essere accomodate. Cugni di mira ...................................................................... ... ........ ... ... ..... . ........... . .. . .... .... .. . 4 Cuchiare di rame 2, l con sua asta l'altra senza Batti baie 2, Cava borro ... .. . ............ .. . .......... . ..... . ........................ .......... .............. ..... . ..... ........... 1 Palle per d. i canoni ....... .. . ...... .. . ....... .................... ... .. .... .. ....... . ....... ........ ... ... ... ............ .. ... .. 123 più 73 fuori di servizio Spingardi co' suoi cavaletti ............... . .. ................... ..... .. .... .. . .. . . .. ............... ......... .. .......... ..... .... 3 Palle di spingardi ....................................... .......... .... .......... .. ... .. .................................... .... 200 Fucili 6 uno inservibile Palle di fucili ................. .. .......... .. ... . ..... ..... . .. . ........ .... .. .... .......... ........................ ... ... ......... 100 Pclvere L. 25, Micha ............... .. ..... . .... .. ... .. . ... ... ..... .. . .. . .. . ...... .... .. ........... ....................... . .. .. .. 35 A guc~e per ammorsare inservibili .. ............ ... .. . ... . ....... .. .... .. .... ...... ... . ............ ... ... ........ ..... .. ....... 2 Corni marini 1, trepiedi 2, Pietre da fucili.. ......................................................................... .. .. 200 Bilancia 1, Spontoni a ,nanico .......... .. .. ........................................ .. ........... . ...... ... .............. ...... 5 Questa torre necessita polvere ............... ..... ... .. .. . .. . .. .... ..... . . .. ... ... ..... .. .... ........ . ................. ... L. 22 una scala per alzar nella torre che e tutta rotta accomodar la caldara Canochiale 1, agucie per am,norzar .......................................................................................... 2 Lanate 2, tro1nba 1narina ................................................................................ ...... .................. 1 Questa torre e provista di pietre e legno minuto per far gli fuochi. Questa torre e distante da quella dal Falcone 1 ora a cavallo. 34" - Torre del Falcone - Questa torre e a carico clell'alcaide della Pelossa. F attosi riflesso che sì la controscritta Torre del falcone che quella detta di Capo Boi - vedi infra - trovasi a carico de' rispettivi Alcaidi, cosa per quanto è lecito congetturare molto dannosa al buon mantenimento delle torri, e forse opposta alla primaria lor origine - la prefata E.S. vuole che la Reale Amministrazione informi del come sia ciò seguito per opera e contratto di chi e se ve ne siano altre nel Regno in tal piede; egualmente che che se la eletta Reale azienda concorra attualmente in parte alla loro manutenzione col sborso degli stipendi, o no, per potervi in conseguenza acldattare le adeguate provvidenze. Soldati 2 ... d'anni 52 ... nel Reg.to Sardegna an. 8 . .. (e l'altro di anni] 46. Questa torre e situata in una eminenza per scoprir da\Ja lontana gli Bastimenti e guarda gli 4 venti tiene d'ampiezza un trabucco oncie 3. Spingardi inservibili ............................................................................................................... 2 Fucili 2, Palle di fucili 25, Polvere L. 2 Spontoni a manico.. . .. . . ..... ... .. . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 i\t1ortaretti di ferro . .. . .. . .. .... .. ....... .. . ........ .... .. ........................... .............. ......... .. ............. .. . .. . . .. 1 Bilancia 1, Trepiede I, Barile ................................................................................................... 1 Corno marino ... .. .............................. . .. . ...... ...... ... ... ...... ........... .. . ......... ..... ....... ....... . ..... ....... I Questa torre necessita Polvere R. l Spingardi 2 per essere inutili quelli che vi sono Barili per aqua 2, canochiale ............................................................................... . .................... 1 Corni marini .. ..... . .................. ... . ........ . .... .. ............. . ................. . .. . ... ...... ...... ... . ..... .. ... . .......... 1 La scala per alzar nella piazza d'armi per quella che vi e tutta rutta. Questa torre e provista di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre della Pelosa un'ora e un quarto a cavallo. 35a - Torre della Pelosa - Alcaide .. . d'an. 40. artigliere ... 60 ... Soldati 2 ... 63 ... 59 . .. [di cui] 6 nel Reg.to Sicilia . Questa torre è ~ituata in una piccola isoletta e guarda a tramontana e levante tiene d 'ampiezza 2 trabucci 11 piedi. Canoni 3 uno del calibro da 6 e 2 da 4, con sue casse e manivele ma le casse vogliono essere accomodate Cugni di mira ....................................................................................................................... 6 Cucchi are di ra1ne con sue aste ....................................... . ......................................................... 2 Tiraborro 2, Bat:tibala 2, Petrieri ... ....................................................... . ... ... ........................ .... 1


La difesa costiera sotto il governo piemontese

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Palle per gli canoni .......... ..... ... .......................... .. . .. .... .. ....................................................... 80 Palle per gli petrieri ... .. . .... .. .. . .... ......................................................................................... . . 12 Fucili 5, PaJle per gli fucili .... ... ..................... .. ....... .. ....... .. ........ .. ..... ........... .. . . .. ...... ... .. .. ...... 372 Pietre dì fucili .. . ........ .... .. .. . .. . .. . .. .... ...... ...... ... .. ... ... . .................. . ................. . .... .. ... .... .. ... ... .... 5 Spìngardo con suo cavaletto .. . ........ .. . .. ....... ... . .. ..... .. .... ... ... ...... .. . ..... .. . . ... .. . .. .. ...... . ................ ... 1 Carta per far cartochi ............ .................. .... . ..... . .. ......... .. .... .. .... ... ... .. . ... ...... ........... ......... .... 18 Polvere L. 68, Trepiedi . ......... .. . .... . ............. ... . .... .. ... ....... ... .. .. .... ...... ... . ..... . ..... ... .. .. . .. . . .. . .. .. . .... 2 Agucìe per amrnorsar ......... . .. . .... ... .. . .. ................................. . ... ..... ... ... ..... . .... .. ... ........ .. .......... .2 Corni 1narinì .. ...... .. ........... .. ...... ...... ... ... ........ ... . .. ...... ...... ... ........... ... . .... ... . ... .............. ... .. . . ... I Bilancia ......................... ... . ... .. . ... ...... ........ .. : ... . .. ...... . .. ... ...... .................. .. . .................... .. .. .. I Questa torre necessita canochiale . .. ... . .. ... .. . ..... . .. ... .. . ............................... . ... . ... .. . ..... ...... ...... ..... . 1 Tromba marina I , accomodar la cassa de' canoni, passarci in paletta dentro e fuori la pìù parte della torre come pure accomodare il corpo della torre che è tutta a fossi e di già la Regia Amministrazione ha fatto il calcolo e manda subito a farla accomodare. Questa torre e provìsta di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dall'isola piana un miglio e vi è il canale da passare.

36a - Torre Dell'isola piana - Alcaide . .. d'anni 55 ... Artigliere ... 46 Soldati 3 . . . d'anni ... 60 . .. [con] 6 nel Reg.to di Sicilia ... [l'altro di anni] 33 ... nel Reg.to Sardegna an. 4 . .. [l'ultimo) ... d'an. 32 .. . Questa torre e situata in pianura dentro a una isoletta e guarda a tramontana e mezzogiorno Tiene d'ampiezza un trabucco 3 piedi. Canoni 2 del calibro 1 da 5 e l'altro da 6 con sue casse vecchie e inservibili e manivele Cuchiara 1, Cugni di mira ... .......... .............................. ... ............ .. . ... .. . .. . .. . ...... ...... . ....... ... ...... 4 Tiraborro 1, Lanatt.e I , Battibale ............ ........... .... .... . .... .. ....... ... . .. . . .. . .. .. .. .. .... . .. .. . . ........... .. ... ... 2 Palle per gli canoni 51 delle quali nove sono di servizio e le altre sono fuori di servizio. Polvere libre .. ...... .......... ........ .. ... ... ... ... ...... .. .. .... .. . .. ....... .. . . .. .. .... ....... .. .. ................ ........ ... .. 14 Spingarde con suo cavalet.to ........ .. .. ..... ...... .. ... ......... ..... .. . .. ..... . ..... . ........ .. .. .................. . .... . .. . .. 1 Palle da spìngardo inservibili ...... ....... . .. ........................ . ... .. . ... ........ .. ..... ... ... ..... . .. ... . .. ...... .. . ... .49 Fucili 5, Palle da fucili ........................................ .......... .. . ...... .. . .. ... . .. ... . .. . ..... ... .. .. .. . ....... .. . .... 7 Pietre di fucili .. ... ... . .. ... ......... . . ...... ... . .. ... . ..... ... . .. . ..... ... . ... .... . ..... . ..... .... .. .............. ...... . .. .. .... . 15 Petriere di bronzo ma inservibile per esser rotto . ... ... . .. ... . . .. .. .. .. .... .. .......... .... .. . .. .............. . ...... ..... . 1 Petriere di ferro . ... ..... . .. . ... ... . .. .. . ........................ .. .... .. ... ... ...... . .. ... . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .... .... . .. .. .... ..... I Bilancia con piatto di rame e l'altro senza piatto Trepiedi cli ferro . .. . ...... ........ ... ...... ... ... ... ... . ... .. ..... .. ........... ........................... . ....... ........ .. . ... ... l Corni 111arini ...... ...................................... . .. ... ... ... ... ... . ............. . .. . ..................... .. .... ..... ..... .. . 1 Questa torre necessita accomodare gli fucili, canochìale 1, tromba marina I, Palle di fucili 50, Polvere R.2, passar in paletta dentro e fuori tutta la torre accomodar dentro la torre che e tutta fossi, accomodar le ambrazure già è stato fatto il calcolo della Regia amministrazione e manda a farla accomodar. Questa torre e prevista dì pietre e legno minuto per far gli fuochi Questa torre e distante da quella del Castellaccio un miglio per mare e dal mare alla torre J ora. 37" - Torre Del Castellaccio - Questa torre e comandata dall'alcaide Dell'isola piana e situata in una punta in alto e guarda tutti i venti e tiene d'ampiezza due trabuchi e 4 piedi. Soldati 2 ... d'anni 65 ... 35 .. . Spingardo con suo cavaletto .. . ... ... ............ .... . ................... .. ... ... ... .. . ... ... ...... ...... ............. .......... I Fucili 2, Spontoni a n1anico ............. .. . .. . .. ... ... ... ... ...... ... .............. .... .. ................... ........ . .. .. .. .... 2 Caldara di rame .. . .. ... ...... ... ...... ... ..... ... .. . . .. ... ... ... ......... . ............. ..... ................... ...... . .. ... ... ..... 1 Giarra I, Bilancia 1, Petrieri ........... .......................... .. ...... ... ... ... . .. . .. ... ...... ......... .. .. .......... ... . .. .. 1 T repiedi 1. .. Corno 1narino .. ... . .. ........... ... .. ....................... .. .. . . ........ ... ...... ... ...... . .. ... .. . ......... .. .. 1 Picho a punta e taglio . .. .... . .. .. .. . ...... ... ... ...... ... ... ............. ...... . .......... . . ..... ....... ......... . .. . .. ..... ..... 1 Necessita questa torre canochiale ..... ................................ ......... .. .. ...... . ..... . . ............ ........ ...... .... l Polvere R 1, più quando ha bisogno di qualche cosa l' alcaide la provecle. Più necessita in quanto alla fabbrica d'esser accomodata e passata in paletta dentro e fuori per il quale La Reggia amministrazione ha fatto il calcolo e manda subito a farla acomodare


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Questa torre e provista di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed è distante dalla torre di trabucadù ore 4 a cavallo . 38" - Torre di Trabucadù - Alcaide ... d'anni 55 ... Artigliere ... 63 ... Soldati 3 ... 63 ... 25 ... 35 ... Questa torre e situata sopra una collina e guarda gli 4 venti tiene d'ampiezza 2 trabucci e due piedi Canoni di ferro 2 con sue casse e manivele uno del calibro di 6 e l'altro di 5, una delle due casse e inservibile per esser molto vecchia Cugni di mira 4, Cuchiari 2, Tira borro ..... .. ......... .... .............. ....... ....... .. ... ................... ...... ........ 2 Lanatte I, battibale I, Palle di Canoni .... ...... .. ............... .... ... ................ ..... .... .. .... ..... ...... ......... 15 Fucili 5, Pietre 30, Palle di detti ........ .. ... ... ... .... .... .. .... ... ... ... ...... .... ................... .. .. .... ...... ... .. L. 12 Polvere L. 15, Spingardo con suo cavaletto ... .... ... ..... .. .... ... ... ... ... . ... ... .... ................. ... .. .... .. ... ...... 1 Mortaretti di ferro ........................... .............................. ........ . ....... ........................... ...... ... .. .. 1 Corno marino 1, $pontoni 5, Bilancia ..... .......... ......................... . . , ................................... ......... I Trepiedi I, caldaro I, carta per far cartochi ... ... .... ... ... .... ...... .... ... ......... .................... ... .... .. .... f. 40 Picho a punta e taglio 1, Baionet.te ... .. .. .......... ............................................ .......... .................... 5 Palle di moschetto .. ... ... ... ... ... .. .... .. ......................................... ... ..... .... ... .... ..... ................... .. 50 Questa torre necessita una cassa al canone, un grano al canone Corni marini 2, canochiale .................. ..... ... .... .... .. ... ... ............................................. ... ..... ... ... . I passar in paletta dentro e fuori della torre e accomodar la camera dell'alcaide La Regia Amministrazione ha di già fatto il calcolo e subito le manda far accodar. Questa torre e prevista di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre di Cala d'oliva ore 2 a cavallo . 39a - Torre di Cala d'Oliva - Alcaide ... d'anni 36 ... Artigliere ... 38 Soldati 3 ... 30 ... 21... 34 Questa torre e situata in una punta alta e mira al levante tiene d'ampiezza un trabucco e 6 oncie.

Canone del calibro di 6 con sua cassa e manivele ........................... ............. ........ ..... ..................... 1 Cuchiara di rame con sua asta ...... .. ... .... .. .... ..... ..... ... ... .... ..... ... ..................... .. .... .. .... ... ... ... ..... . I Cugni di mira 1, tira borro I, Battibale ... ... ... ...... ..... .. .... ...... ................................... ... ... .... .. .... ... I Palle per gli canoni ......................... ......... ..... ....................... . .............. .... .. .. .. ....................... 32

; ~~~~~\1fi}:~i;~~:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: ! Fucili 5, Palle di fucili libre ....... .. .... .... .. .... .. ... .... .. .... ... ... ................... ............ .... ... ... ... .... .. ... ... 14 Polvere L . 47, Pietre di fucili ....... ............. ....... ..... ....... ... ..... .. ... ....... ... ..... ... ......................... .. 13 Spingardi 2 uno con cavaletto e l'altro senza Palle di spingardi 81 inservibili per esser troppo grosse Bilancia con piatto ................. .. ..... .... ... ... .... .. .... .... ... ... ... ... ...... ... .................. .. .. .... .. .... ........... 1 Piche a punta e taglio ............. .... ... .... ... ... .... .. .... .... .. .... .. ... .................. ......... ...... ... ................. 1 Corno rnarino 1, La natta ............... ......... .. .... .. ...... . ..... .......... .... .. ... .... ... ...... .............. ........ ..... . I Questa torre necessita carta per far cartochi. .............. ..................... ... ... ... .... .... .................. fogli 40 1 cavaletto per spingardo Trepiedi 1, Canochiale 1, Tromba marina ... ... ... ... ... .... ..... ... ... ... ... ..................... ... .. .... .. ... ..... .. .... . ! Palle per il canone ..... ....... .. .................. .. ... .. ... ... ............................................... ......... ..... .. ... 50 Palle di spingardo .. ....... .. .... .................. ...... .. .... .... .. ... ... ... .. ..... .... ... ......... ................... ...... .... 50 Barili per aqua ................ .. .. ... .... ... ...... .... .. .... .. .... .... .. ........ ........................ .... .. .... .. .... .. ........ .. 2

Accomodar il corpo della torre smaltar la piazza d'armi passar in paletta la torre a tochi Questa torre come tutte le altre dell' Asinara, la Regia Amministrazione ha fatto il calcolo e manda a farle accomodare. Questa torre e prevista di pietre e legno minuto per far gli fuoch i ed e distante dall'isola rossa di tempio giorni 3 cavailo. Qui finiscono le torri di Ponente e cominciano quelle di Levante.

40" - Torre dell'isola Rossa di Tempio nella galura - Alcaide ... d'an. 51... Artigliere .. . 40 ... Soldati 3 .. . 39 ... 30 ... 41 Questa torre e situata in uno scoglio e mira al maestrale tiene d'ampiezza un trabucco 10 piedi oncie 6.


La dffesa costiera sotto il governo piemontese

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li 7. Torre di Vignola.

canone di ferro del cal.ibro di 6 con la sua cassa e manivela Palle di canone . .. .... . ............ ............ ......... .. . .. .... .. ............ .. . ..... . ........ ...... .... .. ............ .. .. . .. .. ..22 Cugni di mira . ..... . .. .. .. .. ...... ............ .. .. .... ... ..... .... .. .... .. .... .. ...... .. .. .... .. ........ . ... . ............ . ........ .. 2 Cuchiara di rame con sua asta ................................................................................................. I La natte 1, Battibale 1, Tir aborro .. .... .. ...... ......... .. ............................. . .. . .. .... .. . .... .. .. .. . .. ........ ...... J Palle di Spingarclo ... ....... . ........... .... .. .... .. ...... .. . .. .... .. . ...... .. ... . ............. . ................. ................ 50 Fucili 5, palle di d. i 100, Baionette ...................... .. .... . .. .......... .. .... ... .. .. . ...................... .. .. . .... ..... 5 Spontoni 3, Polvere L . 77, Bilancia ..... ....................... ....... .. .. ........ .. .. . . .. .... .. ....... ..... ... ............. .. 1 Pietre di fucili fuori servizio .... .. .... . .... . .................. .. . ......... .. ....... .... . .. .... .. .. ........ ..... . .............. 11 Micha ....... .. .. .... .. .. .. ..... ............... ....... .. .... .. . .... . .. . .. ... . ...................... .. ....... .... .. . .. ... .. .... .. . L. 12 Necessita questa torre Spingarda ............................................. .............. ................................ .. 1 P ietre di fucili .... ........................ .. ................ . .. . .. . .. . .. .... .... .. .. . .. . .. . ............. . ............. ......... ... 20 Canochiale 1, Trotnba n1arina .... . ............ .. ..... . ....... . .. .. .. .. .. .. . .. . .. . ..... ...... .................. .... ... .... .. . .. 1 passar in paletta a tochi dentro e fuori della torre. Questa torre e prevista di pietre e legno minuto per far gli fuochi. Questa torre e distante da quella di Vignola ore cinque e mezzo a cavallo. 41 • - Torre di Vignola in tempio - Alcadie ... d'anni 58 ... Artigliere ... 38 ... soldati 3 .. . 36 .. . 26 . .. 35 ... Questa torre e situata sopra d'una gran pietra alla sponda del mare e guarda a tramontana tiene d' ampiezza 1 trabucco 11 piedi Canone di ferro del calibro da 5 con sua cassa e mani vele ... ... ................ .... .... .. .... .. .. . .................. . .. 1 Cugni di mira .... . .. ..... ...... .... .. .. ........ ...................... ............. ......... . ............... . .. . ..... . ..... .. ... .... .2 Cuchiare di rarne ........ ........ ... . . .. ..... . ... ........... . .. . .. .. ..... ................. .. . ........... .. .... . .. ..... .. .... ........ I Battibale 1, Spingardi 2, uno col suo cavaletto e l'altro senza Fucili 6, Spontoni 4, Palle di Cannone .... ........ .... .. . .. ........................ .............. .................. ....... 24 Pa)le di Spingarde 35 , Palle di fucili ........ ..... ............ .. ...... ... ............ . ........ .... .. . ...... ..... ........ . L. 20 Pietre di fuci li 12, Calciar a ............................................................. . ... ... .. ....... ... .. .... ............... . 1 Bilancia .. .... ........ . .. .... ................ . .. ............ ........ . ... ... .. .... .. ............ ................ .. .. . ..... .. .... ........ 1 Necessita questa torre Canochiale .... .. . .. .. ............... .. .. . .. ......... .. ....... .......... . .. ....... ....... ....... ...... .. 1 Corni marini 2, Tiraborro per spingardo ........ ............. ........ .. .. . .. . ... ... ... ..... . .. ......... ... .. . ... ... ...... ... I accomodar gli fucìlì Carta per far cartochi fogli ...... .. . ..... . .......... .... .. . .. . .. . .. . ............. . ... ......................................... 50 Una scala per alzar nella torre per esser vecchia quella che vi è Questa torre è provista di pietre e legno minuto per far gli fuoch i ed e distante dalla torre di Longon Sardo ore cinque e mezzo a cavallo.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

118. Torre di S. Lucia di Posada.

118

42a - Torre di Longon Sardo - Alcaide ... d'anni 63 ... Artigliere ... 45 Soldati 4 .. . d'anni 35 ... 56 ... 40 ... 44 ... Questa torre e situata sopra cl 'una piccola collina e guarda a tramontana tiene d'ampiezza 2 trabucci 11 piedi. Canoni di ferro 2, I del calibro da 8 e l'altro da 6 con sue casse e manivele Cugni di 1nira 4, Palle di canoni ................ ....... .. .. .... .... .. .... .. .......... ...... ......... ......... .. .... .. ... ..... 32 Fucili inservibili 6, Palle cli fucili .. ........ .. .......... .. ....... .. ..... .. .... ............ ..... ........ ... ............. .... . L. 8 Palle di petrieri. ............. ... .... . .. .... .. ... ...... ........... ...... ....................... ...... ...... . ...... ................. 90 Spontoni a 1nanico .......... ...................................................... ......... ............................... . ....... 6 Batti baie I, Cuchiara 1, Pietre di fucili .... ........ .............. . .. ............................... .......... ............... li Polvere L. 97 , Micha L. 2, Caldaro ................. .......... . .. ..... .... .. ................. ................ . .. .... .. . ... .. . l Bilancia .............................................................................................................................. I Corni 1narini 1, Canochiale ..... ... ... ... .. ...... .. ........................................ . .. ... . .. ....... .. ...... . .. ... ....... I Necessita questa torre spingardo ... .. ............ ....... .............. ..................... . .... ............ ........ . .. ... .... I Tromba marina I , serratura per la porta dì Santa Barbara, più rimpiazzare gli fucili per esser inservibili que' che vi sono più una serratura per la camera dell'alcaìde che non vi è. Questa torre ha la sua prevista dì pietre e legno minuto per far gli fuochi, ed e distante dalla torre di S. ta Lucia di Possada giornate 3, 1/2 a cavallo. 43a - Torre di S.ta Lucia cli Possada - Alcaicle ... d'anni 63 ... soldati 2 ... 35 ... 41 ... Questa torre e situata in una pianura alla sponda del mare e guarda a Levante tiene d'ampiezza 1 trabucco oncie 6. Canoni di ferro del calibro da 5 con sua cassa e 1nanivele ............................................................................................................................. 1 Cugni di mira 2, Cucchiare .. ............ ................................. .. .... ........ ... .... ...... ..................... .... .. . 1 Lanatta I, Battibale 1, Tira borro ........................................... ........ ........................................... 1 Palle di canone dì d. to calibro .......... ... ...... .......... ......... ..... .................... . .. .... .. .... .................. 17


La difesa costiera sotio il governo piemontese

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Spingardi 4, Palle cli spingarclo . ..... . ...... . . ...... .. .. . .. . .. . ... . .. .. ..... . ...... .............. . ... .. ........ . .. . .. . .. . .. L. 8 Fucili 3, Palle di fucili L. 8, Pietre .. .. . .. . .. . .. . .. ... ................................ . .... . .. . .. . .. . .. . ... .. . ...... ... ... . ... 10 Micha L. 2, Spontoni 2, Rornana. .. .. . .. . .. . ... ... . ... ... . .. .. . ............... ... . .... . .. . .. . .. .. . . .. . .. . .. . ........ . ..... . .... 1 Corni marini .............. . ... . ..... ...... .. ............... .. . ..... . ... . .. ... .. .. . .. ... . .. . ............................. . .. ... .... . 2 Carta per far cartochi .. .. .. .. . . .. .. .. . .............. .... .. ......... . .. . .... .... .. . .. . ...... ................. . ..... .. .. .. .. ... ... 15 Cilindro per far cartochi .... . .. ... .. .......... .. . ... ... .. .. . ... .. . .. . ....... .. .... . ...... .. . .. . .. ... . .. . ... ... .. .. . .. . . .. .. . .. . .. 2 Polvere L. 100, aguce per anunorzar .. . .. . .. . .. . .. . ..... .. ........... . ...... . ..... ... .. ... . .. .. . . .. . . .. ... .. ..... . .. . .. . .. . .. 1 Canochiale 1, Petrieri .. ... .. .. . .. . .. . .. . .. . .. . ... ... .. .. .. . . .................... . .. . .. .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. ... . ..... . ....... ... ... 1 Necessita questa torre di passar in paletta il corpo della torre, più smaltar la piazza d ' armi perché l'aqua penetra. Questa torre ha la previsione di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre di S.ta Maria Novarese 3 grosse giornate a cavallo. 44" - Torre di S. Maria Navaresa - Alcaide ... d'anni 33 .. . Artigliere 51... Soldati 3... d'anni 40 ... 34 ... 32 .. . Questa torre e situata in pianura e guarda al levante e tramontana tiene d'ampiezza 1 trabucco 10 piedi oncie 6. Canoni di ferro 2 , uno del calibro di 6 e l'altro eia 5 con sue casse e manivele Cugni di mira 4, Palle per canone ............. . ........... . ........... ... . .. . .. . .. . .. . .. . .. ... . . ............................ 37 La.natte 2, Cuchiare di rarne ................. . .. . . .. .. .. . .. . ... .. .. . .. . .. . .. .. ...... .............. .. . ....... . .. .. .. .. .. .. .. . . .. 2 Batti ba le 2, tira borro 2, spingardi ... .. .. .. .. .. .. . .. . .. ... .. . . .. .. . ... ............... .. .. .. ... .. . .. .. . . .. . ... .. .. .. .. .. . .. . .. . 3 Palle per gii spingardi 137, Fucili .. .. . .. . .. . .. . .. . ... .. ... . .. .. .... . ... . ... .. . . ....... . .... . .... . .. . ... ..... . .. .. . .. . .. . ..... . 5 Spontoni 6, mortaretti 2 Buttafuoco 2, Cilindri per cartocbi . .. ...... . ....... .. .. .. .... . .. .. . ... .. . ... . .. ... ... .. . ...................... . ............... 2 Agucie per amn1orzare ... ... . .. ... . .. . .. . .. ... . .. . .. . .. . .. .. . .. . .. . .. . .. . ... .... .. ............. . ... . .. . ....... .. . .. . .... .... .. .. . 1 Bilancia 1 mezza rotta di Libano Carta per far cartochi f.2 Questa torre necessita smaltar la piazza d 'armi perché penetra l'aqua nella torre più una cassa nuova al canone da 6 perché quella che tiene e rutta e fuori di servizio . Carta per far cartochi fogli .... . .... .. .. . .. . .. .. .. .. . .. . .... . ..... . ....................... . . .. .. . .. . .. . .. . ... ... .. .... .. .. . .. . .30 Canochiale 1, pietre per gli fuci li ....... .. . .. . ........................... . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . ....... . . .... . ... . ...... 20 Barili per aqua 2, più una rotta di Libano per alzar i viveri. Palle di canone 50 perché quelle che vi sono non sono del calibro. Questa torre e provista cli pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre cli Arbatax ore 3 a cavaJJo. 45a - Torre di S. Michele di Arbatax - Alcaìde . . . d'anni 51.. . artigliere . .. 30 .. . Soldati .. . 3 .. . d'an. 40 . .. 40 . .. 25 . . . Questa torre e situata sopra un piccolo scoglio e guarda a tramontana tiene d'ampiezza 2 trabucci 8 piedi Canoni di ferro del calibro eia 8 con sue casse e manivele ..... . ... ... ... ... ... . .. .. .... . ....... ........ . ............... 2 Cugni di 1nira 6, La natte . .. . .. . .. . ....... . .. . .. .. . .. . . .. . .. . .. . ..... ... ........... . ...... ... . .. . .. . . ... . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . ... 2 Cuchiare di ran1e 2, Batti ba le . .. . .. . .. .. . . ... . .. . .. . . .. . .. . .. . ....................... . ....... . ... .... .. .. .. ... .. .. .. .. .. . . .. .. . 2 T iraborro 2, Palle per d. ti canoni ... . .. .......... . .. .. . ....... . ..... . . .. . .... .. .. . ... ... ... ... ... .. . .. ... . .. ...... .. ...... . 46 Spingardi 2, uno con suo cavaletto e ]'altro senza Palle di spingarde .. ... .. .. .. .. .. . .. . ... ... .. .. . .. ... .. . ... . .. . .. . .. . .. . .. . ... .. .. . .. ................... .. ...... .. . ... . ... . .... . 211 Fucili con sue baionette ... .. .. . .. . .. . ... ... ... ... ... . . .. .. . . .. .. .. ... .. . .. . ................ ... . .. ..... ... .... .. .. .. . ..... . .. . . .. 6 Palle per gli fucili . ..... .. ..... . .. .. . . ..................... . .. .... .. ...... . .. . .. . .. . .. . .. . . .. ... .. . ... .. . ... .... . ....... . ... . .. . 422 Pietre 60, Polvere L. 91 oncie 9 Carta per far cartochi f .... .. .. ...... .... ........ ... .. .... .. .... ... ... ... ... ........ ................ ......... ... ... ... ... .. .... 11 Buttafuochi 2, Banchi per montar e smontar eletti canoni . .. .. .. . . .. ...... . .... . .. ... . .. .. ... ... .. .... . .. .. . . ... . .. ... . l Bilancia I , Tromba 1narina . .. . .. . .. . ... ... ... . .. ... . . .. . .. . ...... ...................... . .. . ...... . ... .. . ... ... . .. ... .. .. . .. . .. . l Corn i m arini 4 Bilancia I, trornba marina ...... . ............................ .... . . ..... ... ... ... ... .. . . .. .. . .. ..... . ..... . ..................... 1 Rotte di Libano 2, Cisterna 1, Canochìale . .. .. .. .. . .. . .. . ... .. . .. . .. .. . . ....... . .............. .. ..... . .. ... .. .. ....... .. . . 1 Questa torre necessita caldaro cli rame 1 Questa torre e provista di pietre e legno minuto per far gli fuochi, questa torre e distante da quella di Largavista mezz'ora a cavallo.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XV! al XIX secolo

46" - Torre di Largavista - Questa torre e com mandata dall'aJcaide d' Arbatax e serve solo per far la scoperta ed e situata in un monte ben alto che guarda gli 4 venti e tiene d'ampiezza piedi 11 Soldati 2 ... d'anni 41 ... 30 .. . Spingarde con suo cavaletto ..................... . . ...... ....... .................... ..... ................. ...................... 1 Polvere L. 10 Questa torre quando ha bisogno di qualche cosa la somministra l'alcaide ed e distante di S. Giuliano del facorro mezz'ora. 47" - Torre di S. Giuliano del facorro - Alcaicle l... d'anni 52 .. . Soldati 2 ... d'anni 30 ... 25 ... Questa torre e situata sopra una collina e guarda a levante e tramontana tiene d'ampiezza 1 trabucco, 2 piedi 4 oncie. Canoni del calibro di 4 con sua cassa e mani vele .......................................................................... J Cugni di mira 2, La natte 1, tira borro ........ ....... ....... ........ . ...... ........... ............. ........... ................ 1 Batti baie 1, Cucchiare 1, Palle di can ....................... .. ........... ................ .... .. .. ............ ....... .. ..... 29 Petrieri con due mortaretti ........ .... .. ...... ............... ... .. ............. . ...... ............ ............ .............. . .. . 1 uno dei due mortaretti e sfogonato Palle per d. i petrieri 109, spingardi ................................................................ ....... .............. ..... 2 Palle di spingardo 65, 111oschetti . ... .................................... ........ ...... .. ......... .............. ............... 2 Fucili 6, Palle di d . i 330, Pietre .......... ............... ........... .. ....... .. ....... .......... ..... .......... .............. 32 Polvere L. 70, Carta per far cartochi f. ............................................................... . ......... ........... 25 Spontoni 4, Baionette 4, l\1icho ............................................................................................... 3 Corni 1narini 2, Canochiale ......... ........... .... .. .... ....... ........ .... . ... ........ .. ........ ........ ..................... 1 Necessita questa torre di 3 porte nuove 2 a boccaporti sulla piazza d'armi e l'altra a S. Barbara più un grano a un mortaretto. Questa torre e provvista di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre di S. Antonio Di Bari ore 3 a cavallo . 43• - Torre di S. Antonio Dibari - Alcaide ... d'anni 56 ... soldati 2 ... d'anni 45 ... 46 ... Questa torre e situata in pianura e guarda al levante e tramontana tiene d'ampiezza l trabucco 2 piedi. Canoni 2 uno del calibro di 8 e l'altro da 6 con sue casse e manivele Cugni di mira 4, La natte ........................................................................................................ 1 Cucchiare di ran1e 1, Battibale ................................................................................................ l Tira borro I, Spingardo .......................................................................................................... I Palle per canoni 31, fucili ........................................................................................................ 7 Baionette 4, Pietre di fucili ......... .............. .. .. .. .... .. . .. . ......... ............. ........... ...... . ........ ............ 11 Spontoni a 1nanico ................ ......... ........ ......................... .. ... .. ... ......... ............. ............. ......... 6 Polvere libre ............................ ............ ............................. .. ....... .............. .. ............... ...... .. . 36 Bilancia con suo piatto .......... ..................... ........................ . . ........ ........... .................. ............ 1 Corni marini 3, Palle di spingardo ...... ................................... ......... .. ... .............. ............. ........ 45 Palle di fucile L. 4, Canochiale ................................................................................................ 1 Necessita questa torre 4 porte per gli boccaporti della piazza d'armi Questa torre e provista di pietre e legno minuto per far glì fuochi ed e distante dalla torre di S. Gio. di Sarala ore 6 a cavallo. 49• - Torre di S. Giovanni òì Sarala in Tartania - Alcaide ... d ' anni 42 Artigliere ... d'anni 39 ... Soldati 4 ... d'anni 31. .. 25 ... 20 ... 20 .. . Questa torre e situata sopra un picciolo scoglio e guarda a tramontana e mezzogiorno tiene d'ampiezza due trabucci e sette piedi Canoni di ferro 4-2 del calibro da 5, 1/2 e gli altri d'una libra et mezza con sue casse ma una rotta e mani vele Lanatte 4, Cugni di n1ira ........................................................................................................ 8 Cucchiare di ra1ne ................................................................................................................ 4 Battibale 4, Tiraborro ....................................................................... , ................................... 4 Palle per detti canoni ........................................................................................................... 52


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La difesa costiera sotto il governo piemontese

119. Torre di S. Oiovanni - Capo Comino.

119

Spingardi 4, Due buoni e 2 quasi fuo ri di servizio Palle di spingardi 130, fucili ... .. ... ... . .. .. . .. .. . ... . . .. .. .. .. . . .. . ... ................... . ....... . .. . .. . ... .. . Polvere L. 195 , Spontoni a manico ......................... . ... ... ... . . .. .... .. .... .. . . .. .. . . .. .. . .... . .... . . l'vfortaretti 1, Tromba 1narina ..... .. . ...................... ... ... ... ... ... ... . .. .. .. .. .. .. ...... .. ... .. ........ Cascie di boccie da fuoco con 12 ampolle cadauna ........ ........ . .... . . ... .. . ... ... .... . . ... .. ........

8 8 I 4

Questa torre necessita quasi di tutti gli utensili. . . Agucie per amrnorzar . .. . .. . .... . . ........ .............. .. ... .. ... . ... . .. . .. . .. . .. . ... .. . ... . . . ... . . ............. 2 Rotte di libano per far la scala ed alzar gli viveri tiraborro per gli spingardi e fucili Carta per far Cartochi fogli . .. . ... ... .. . .. .. ... . ... . .. ... . .. .. .............. . .............. . ..... .. . ...... ... 40 Un grano ad un canone Canochiale .. . ....... .. . . ... ... . .. .. ... .......................... ... .. . ... ... ... ... ... .. .. .. .. .. . .. .. ............. .. . I Questa e quasi fi nita per non mancare altro che alc une imbrusure e di finire il contrnfosso e finir la camera dell'alcaide, di maniera che gli maestri stanno travaglianclo che per tutto aprile sarà finita tiene però la sua provisione di p ietre e legna minuta per far gli fuoch i46 ed è distante dalla torre di S. Lorenzo di Sarabus ore nove a cavallo.

sù~ - Torre dì S. Lorenzo di Sarabus - Soldati 2 ... d'anni 50 ... 48 ... Questa torre e sit.uata sopra una gran collina e guarda al levante, mezzogiorno e tramontana tiene d'ampiezza I trabucco e 2 piedi

46

li dettaglio del.le «pietre» impiegate per fare i fuoch i di segnalazione, deve ricollegarsi alla natura geologica della Sardegna, ricca di particolari carboni fossili, validissimi per le loro esalazioni fumose allo scopo, in particolare de lla segnalazione diurna.


242

La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Spingardo l, fucili 2, spontoni 2, corni marini ... ..... ... ... .......... . .... ..... .... ........ ..... .. .... ..... ............ .. I Questa torre insieme colle altre in seguito a tutte le altre di Sarabus ~ono sprovviste del tutto Necessita di tutti gli utensili come le altre torri Questa torre e provista di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre di Monterobbio un'ora a cavallo. 513 - Torre cli Monterobbio di Sarabus - Soldati 2 ... d'anni 30 ... 34 ... Questa torre e situata sopra un'alt.a collina e guarda gli quattro venti tiene d ' ampiezza piedi 10 e oncie 4

Spingarde I, Fucili . .... .. . ... ... ... .... ........ ........... ...... ... .... . ................ .. . .. .. ....... ........... . .... . ... ... .... 2 Spontoni a rnanico ................................................................................................................ 2 Trepiedi 1, Polvere L. I. Palle di Spingardi ............................................................................................... . ............ ... 25 Palle per gli fucili libre .......... .. .... .................. .............. .......... ................. . .. ... ......................... 8 Pietre per fucili .................................................................................................................. l O Canochiale 1. Questa torre e provista di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre di Porto Corallo mezz'ora. 52" - Torre di Porto Corallo - Alcaide ... d'anni 55 ... Soldati 2 ... d'anni 30 ... 58 .. . Questa torre e situata in pianura su la sponda del mare e guarda al levante tiene d'ampiezza un trabucco e oncie 8

Spingardi ............................................................................................................................ 2 Palle di spingardi .......... ................. ..... .............. ....... .............. ............ .. .......... ........ lib. 30 on. 8 Fucili l, Palle fucili ........ ............. ................... ............ ................. . .. ... .... .. ....... ......... L. 30 on. 6 Pietre di fucili ....................................................................... .. ............................................ 12 Polvere L. 3, Spontoni a 1nanico .............................................................................................. 3 Corni ,narini 1, Canochiale ..................... ........ ........ ................. ............ .............................. .... 1 Necessita questa torre Polvere libre 25, fucili ........ ............... .... ..... . .... ...... ....... ...... ................... ... .. ..................... ...... 3 Caldaro di ran1e 1, Bilancia .................................................................................................... 1 Di fabbrica e tutta distrutta secondo il calcolo che ha fatto il cavagliere Brondel per accomodarla Questa torre e provista cli pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre Della porta un'ora e mezza. 53 a - Torre della Porta - Soldati 2 ... d 'anni 60 ... 30 ... Questa torre e situata in una pianura e mira tutti gli 4 venti tiene d'ampiezza 8 piedi e 4 oncie Spingardi I, Fucili 2, Spontoni ...................................... . .... .................... ....... .............. ....... .. ... 2 Polvere L. I, Palle di spingardo ........................................................................................... L. l Corni marini 1, Pietre di fucili ................................................................................................ 3 Necessita questa torre Polvere Rubi 1, fucili .. ............ ............... ....... ... ........... ... .. ....... .. .......... ............ ........... .. ....... . . I Palle da fucili libre .......... ............. .. .. ............. . .. .... ........................ .............. ..... ..... .......... ..... 10 Palle da Spingarclo L. .. ...... . .. .... .. ............... ........... .......... ............ ................. .. ....... ..... . ... . ..... l O Di fabbrica e distrutta è fatto il calcolo dal cav. Bronclel come sopra Canochiale ..... ................ .................. .... ...... .... ....... . .... .................. ............... ......... .. .... .. ....... J Questa torre e prevista di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre cli monte Salinas ore una. 54 3 - Torre cli Monte Salinas - Soldati 2 ... d'an. 40 ... 50 Questa torre e situata sopra uno scoglio alla sponda del mare e guarda a tutti gli 4 venti. tiene d'ampiezza 8 piedi Spingarde I, Palle di detto ....................................................... . ....... ......................... ..... ..... .. 25 Fucili 2, Balle di d. ti 9, Spontoni .......... .... .. .......... .............. ........................... ........... .............. 2 Polvere L. 1, Pietre di fucile ................................................................................................... 3


La difesa costiera sotto il governo piemontese

243

N ecessita polvere Rubi. ................ . ............................................ . .. . .. .... ..... . . ... ...... . . .. . ... . .. .. .. .. .. Palle di fucile Lib . .. .. . ... .. .. .. . ... . .. . ... . .. . .. . .. . ... .. .... .. .. .. .... .. .. ... .. .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. ... .. .. . . .. . . .. .. .. .. . .. .. pietre per gli fucili .. .. .. . . .. . .. . .. .. . . ....... .. ... .. .. .. .. . .. ... ... ... ... .. .. . .. . .. . .. . .. . .. . .. .. .. .. .. .... . .. .. . .. ..... .. .... .... Corni n1arini 1, ... Canochiale .. .. . .. . ... .. . ... ... .. .. . .. .... ............................... . .. . .. . ..... . ....... . .............. Di fabbrica e distrutta totalmente ed e stato fatto il calcolo come sopra.

l 6 I

1

Questa torre e provvista cli pietre e legno minuto per far gli fuoch i ed e distante dalla torre cli monte ferro ore due a cavallo . 55" - Torre di Monte ferro - Soldati 2 .. . d'anni 35 .. . 40 ... Questa torre e situata sopra un monte e guarda tutti i quattro venti, tiene d'ampiezza sette p iedi oncie 4. Questa torre non ha niente ne armamento ne attrazi e di fabbrica tutta dirutta e si è fatto il calcolo come le altre Queste 6 torri del Partito cli Sarab us gli pagano e mantengono le 3 ville del)'istesso partito che sono S. Vito, Maravera e Villapozo. Regolarmente sono mal pagate che gli poveri soldati non poo no mai avere le sue paghe a tempo. In tutte le visite le ho trovate dell'istessa maniera, ed il mio debole parere e di far venire la manutenzione alla Reggia amministrazione altrimenti non saranno ne pagate ne proviste. In quelle 6 torri cli Sara bus si trova la posta torre che e situata in mezzo la strada distante dal mare 3 colpi di fuci le, ed a mio parere non serve per niente ed il tangente degli due uomini che si mantengono in quella potrebbe servire per accomodare le altre. Questa torre di monte ferro è distante da quella di Cala pera ore 7 a cavallo.

56a - Torre di Calapera - Alcaide d ' anni 38 .. . Artigliere ... 35 ... Soldati 5 compresi 2 che restano nella guardia di Colom bara per far la scoperta .. . d'anni 42 ... 30 ... 28 ... 25 .. . 22 . .. Questa torre è in pianura nella sponda del mare e guarda al Libechio tiene d'ampiezza 2 trabucci e due piedi. Canoni 2, 1 del calibro da 6 e l'altro di 4 con sue casse e manivele ma le casse una vole nova per esser tutta rutta e l' altra d' una rotta nuova Cugni di mira .. . .......... . .. . ....... .. .. . .. .. .. .. .... .. . ....... . ..... .. .... . ........... . ............ .. .... .. .. . ...... . .. .. . .. .. ... 4 Spingardi co' suoi cavaletti .. .. ......................... . ..... . ... ... . ..... . ........ .. .. . .... .. .... .. . ... .. . ... ... . . .. . ... ... ... .2 Cuchiare di ra1ne 2, Ba ttibale . .. .. .. .... .... .... . . .. . ... ..... .. . . .. .. . .. . .. . .. . .. . . .. . ..... .. . . .. .. . .. . . .. .... .. . . .. . .. . .. . .... 2 T ira borro 2, La natte ... ... .. .. ..... ... ... ... .. .. .. ....... .. .. .. .. . .. ... .. .. .. . .. . .. .... ... . , . .. . . .. .. . . .. .. . .. . .. . .. .. . .. . .. . . .. . 2 Cilindri per far cartochi .. ... .. . ... .. . .. . .. . ... . .. .. ... ....... . . .. . ... . .. . ......... . ... . .. . ..... . .......... .. .. . .. . .. .. . .. ...... . .2 fucili 5, Baionette ........ . .. .. .. . .. .. .. .. ... .. ...... . ... ..... .. . ................. . ................ . .. . ..... . .. .. ..... . .. .. ........ 4 Spontoni 4, Pietre da fucili . .. .... . .................. .. ..... . .. . .. . ... ... .. ....... . . . .. .. .. .. ... .. . ... .. . ... ... . . .. . .. . .. . .. .. 44 Palle per gli canoni . . ... .. ... .. .. .... ..... ......... .. ..... . ... ... ... ... ... ... .. .. . .. .. .. .. . .. . .. . . .. .. . ... .. . ... ... .. .. . .. . .. . .. . . 64 Palle per gli spingardi .. ... ... .. .. . . . . . .. .. . .. . .. . .. . .. . ... .. .. .. ... . .. ... ..... .. ... . .. . .. . . .. .. . .. . ................ . ....... L . 47 Comprese L. 12 per i fuci li Polvere L . 51, rnichia L ... .. ....................................... .. .. . ... ..... . .. ... . .. ... .. ..... ..... . .. .. . . .. . .. ... . .. ... . .. 1 Agucie per an1n1orzar . . ..... .. .. .................... .... . .. ... . .. . .. .. .. ...... . ... ... . .. ...... ...... ... ... ... ..... . .. ... ... ... . .. 1 T ron1ba 111arina .. ... .. .. . .. . .. . .. . ... . ... . . ... ..... .. .. . . .. . .. . .. . ... .. . .. . ... ... ... ... . .. ... ... . .. ... ...... .. .. ........ .. .. . ... ... I Corn i marini 4 , Butta fuoco .. . .. . . .. ... ... ... ... ... .. .. . .. . .. . .. . .. . .. .. . . .... . . . .. ....... ... . ..... . .. . .. . ................ . .. .. l Boccie da fuoco con 12 ampolle cadauna casse ... . .. . .. . .. .. . . .. .... .. . ... .. .. .. .... . .. . ............................... .. 4 Banconi per montar e smontar gli canoni. ............. . ............ .. . .. . .. . .. . . ..... . .. .. . .. . .. . ... .. . ... ...... ..... .. .... 2 I Cisterna con sua tagliola di ferro Necessita questa torre Cassa nuova per esser rutta ed il canone in terra ............. . .. .. .. .. ...... .. . .. .. . . .. .. .. .. ...... . .. .. .. .. . . ... .. .. .. .. 1 più una rotta nuova all'altra cassa per esser pure rotta più ribassar l' imbruzura per esser molto alta, e non può giocare il canone Più una porta nova alla camera dell'artigliere per esser l'altra tutta rutta Questa torre e provista di pietre e legno minuto per far gli fuochi, ed è distante dalla torre Dell'isola di serpentaria che è isolata cinque m iglia di canale e per terra dall'altra che seguita chiamata la fortezza vecchia e distante due ore e mezzo a cavallo. 57" - T orre dell'isola di Serpentaria - Alcaide ... d ' anni 62 ... Artigliere ... 30 Soldati 4 .. . d'an. 40 ... 20 .. . 30 . . . 36 . .. Q uesta torre e situata sopra un piccolo scoglio e m ira al levante e tiene d'ampiezza 2 trabucci e 9 piedi Canoni 3 due del calibro di 12 e l'altro di due con sue casse e manivele


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La d{(esa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

C ugni di n1ira .................. ......... ...................................... . ............................ .. . ................. .... 6 Spingardi 5, fucili con baionette ................... ...... . .............. ..... . ....... ...................... . .. . ..... . .... . .. . 10 Polvere libre .. . ............ ..... .. ..... ..... . ....... ..... ........................ .. .. .. .................... . .. . ..... .. ....... .... 103 Palle per gli canoni .. . ... .. .. . .............. . .. ... . .. . .. ............ .. ............... :-. ............ .............. . .. .. ......... I 04 Palle di fucili ........... . .. .... .. .. ....... ...... .... .. .. .. .... . ..... . .. ... . .. ..... .. ....... ... ....... ......... . .... . ..... ........ I 00 P ietre di fucili 40, rnichia ...... . ...... ...... .. .............. ... ............ . ........ ..... . .. .... .. .. .. ................ ...... L. 6 Casse cli boccie da fuoco con 12 ampolle cadauna .......................... . .. ...... .................................... 6 Agucie per an1morzar ..... .... ... ... ... .. . ...... .. . . .. .. . ..... ....................... .. . ........ ............. ..... .. .... . .. . ..... 2 Buttafuoco .................. .. .... .. . ..... . .. ...... ... .... .... .. . .... .............. ..... ........ . ..................... ..... .. .. ..... l Cilindri per far cartochi .......... ........... . ........ ...... .. .. ................ .................... .. . .............. .. ..... ..... 2 Carta per far cartochi fogli ... ... . .. ... .. ......... ....... .................. ........ . ............. .................. ..... ... ... 36 Bilancia 1, Tro1nba 1narina ........... . .. .. . ....... ..... .. . .. .. ... . .. ..... .. ..... .. ..... ... .... .... .. . ... ........ .. .. . .......... l C orni marini .. .. ........ ........... .. ....... .................. . ....... ............... ..... .. ................. ............. .. . ...... 4 C isterna con sua tagliola e sechia cli rame . ............... ........... .... ............. ............................... . .. .... l Questa to rre come è isolata ha la sua barchetta con due marinari Canochiale ...... .. .. .. ................ ................. ............. . ... . . . .. ............ ...... . .. . . .. ....... .......... .. . .. .... . .. . 1 Necessita questa torre accomodar il pavimento della piazza d'armi il quale e di pezaria di pietre molle e vi sono molti pezzi rutti Accomodar due garitte. Questa torre e pro vista cli pietre e legna minuta per far gli fuochi ed e distante dalla torre de' cavoli I O miglia per mare.

53a - Torre dell'isola de' Cavoli - Alcaide ... d'anni 50 ... Artigliere .. . d'an. 50 ... Soldati 4 . .. d'an. 45 .. . 53 ... 35 ... 40 ... Questa torre e situata sopra uno scoglio sulla sponda del mare e guarda a mezzo giorno tiene d 'ampiezza due trnbucci 3 piedi sei oncie ... Canoni cli ferro 2 ciel calibro di l O con sue casse e manivele Cugni cli 1nira ................ ...... ... .......... .. ............... .......... ... .. . . .................. ........ . ................ ... ... 4 Spingardi . .. . ....... . ... . ..... . ... ..... . ... .. .. ... ... . .. . .. .. .. ........... . ..... . ... . .. .... ..... .................. . ..... .. ... ........ 2 Fucili con sue baionette .............. ......... .. ..... .................... ... . ............................... .... .. .. . ..... .. .... 6 Spontoni 4, Buttafuochi ................. ................................... . ..... .......... . .................................... 2 Agucie per an11norzar ............................................................. ... . .......... ...................... .. . .. . . .... 4 Polvere L .. .. ... ... ............... ............. . .................... ... ........ .. ................. ........ . ..... .. .... ............. 90 Boccie da fu oco con 12 ampolle cadauna casse ........................... . ...................... ....... . ...... . .......... 6 Palle di canone .. ... ... ... ... .... ..... ...... .......................................... .. ...... ............... . .. .............. .. . .. 50 P alle di spingarda ............ ...... ......... .. ... ......... ..... . ... ... ..... ...................... ....... ................... . L. 25 Palle cli fuci li L .. . ..... . ........... ......... . ........ .. ..... ...................... . ...................... ... .. .... ............... .25 Pietre di fucile .... ... .... ... .......................................... ............. ..... . ... ... ......... ... .. ..... .. . ...... . ...... . 50 Carta per far cartochi fogli ........... . ..................... . .. . .. . ..... .... .. . . .... .. .... .. .......... ... ... ... . ..... .. ....... 50 Mechia L ....... ......... ................. .... .... .... .. ..... .. ..... . ..................................... ............................ 2 Cilindri per far cartochi .. ...... ... . .. ... . .. ..... . ..... .. .... .. . ............................. .......... ................. . ........ 2 Banconi per montar e smontar gli canoni ............................................................. ... . .. . .... . ..... ..... 2 Corni marini 4. Trornba marina .......... .. . .. . . ........ ... .... ... .......... ..................... ..... . .. . ..... . ............... ..... .. .... .. .... ... 1 Bilancia 1... Canochiale 1, Barchetta ............................................ ........... .................................. l Questa torre necessita accomodar la mezza luna accomodar il boccaporto più la porta del revelino accomodar la piazza d 'armi a tochi per esser molto sconcia Questa torre e provista di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante 3 miglia di canale per andar alla torre cli Porto gionco. 59" - Torre di Portogionco - Questa e comandata dall'alcaide della Fortezza vecchia Soldati 2 ... d'anni 40 ... 38 ... Questa torre e situata sopra uno scoglio e m ira a levante e ponente, tiene d ' ampiezza un trabucco e 9 piedi Canoni di ferro I d el calibro cli 2 con sue casse e manivele Cugni di mira 2, Palle d i canoni ... ......... ...... ......... ........ .... .. .... . ....... .. ..... ........ .................... ..... 15 Spingardo con suo cavaletto .......... ........... .. . .... ........ ... . ..... .. ......... .. .. ...... ........ ... .... .... .............. I


La difesa costiera sotto il governo piemontese

245

120

120. Fortezza Vecchia - Villasimius.

Casse di fuoco con 12 ampolle . . ........ . ... . .................... .. ..... .. .. . ...................... , ..... , .................... 2 F ucili 2, Spontoni a n1anico ..... . .......... ............................................ .................... . .. ... ........ ...... 2 Ci lindri per far cartochi ... .. .. ....... ..... . ... ... .. ........................ ..................................................... 1 Corni marini .................................................................................................. . . .. . .. . .... .... ... .. 1 agucie per ammorzar I ... Polvere L ............ ..... .................. ..... ..... .... .... .. .... .. ...... .. ..... ............... 10 e quando ne ha ha bisogno la p rovvede il sopra.o alcaide come di tutto il resto. Necessita questa torre Accomodare il canale maestro perché penetra l'aqua dentro la torre più smaltare la piazza d ' armi più un canochiale Q uesta torre e provista di pietre e legno minuto ed e distante mezz'ora da quella della fortezza vecchia. 60" - Torre della Fortezza Vecchia - Alcaide ... d'anni 60 ... Soldati 3.. . d'anni 49 ... 40 ... 30 ... Questa torre e situata in pianura alla sponda del mare tiene d ' ampiezza un trabucco e 9 piedi e guarda al mezzogiorno. Canoni di ferro del calibro 6 con sue casse e manivele ............................ ..... ....... ......... ............... [2] Cugni di mira .................... .. . ....................... ......... .... ... . .... .. . ..... .............................. ............. 4 Palle di canoni ........ ........................ .... . ..... ...... . ..... ......... ............ ....................... ......... .. ...... 18 Palle di spingarde ..................................................... .. . .. . .. ................ .. ... .. .... .. .. ..... ......... . ... 120 Spingarda con suo cavaietto ........... ............................. .. .... .... ............. .............. .................. .. ... 1 Fucili 5, Palle di fucili .. .. .. . ........... .. ..................... . .......... . ................................................ . .. I 00 Pietre di fucili 38, Polvere L. 17 oncie 4 Casse da fuoco con 12 mnpolle ............................................................................................... . 4 l\1Iichia .......................... ...... .................... .. .. . . .. .. .. .. .. . . .. ................ .... .. .. .. .... .. ......... L . I oncie 6 Banconi per montar e smontar gli canoni .. . ..... .. ...... . .................................................................. l Spontoni a manico ... . .. ... . . ............... . .............. ... . .. .... .. .. . .. . .. .. . . .. ... . . ....... . ..... . ........ ... .............. . 3 Agucie per a1n1norzar ...................................................................... . ..................................... 2 Cilindro per far cartochi .. ................ . .. .... .. . ..... . .. . .. ......... .. .... .. .... .. .......... . ........ . .. .... ...... .. ........ l Carta per far cartochi. f. .............. ...... .... ........ .. ... ... . .......... .. ...... ..... .. ................ . ................... 30 Corni marini 2, trom ba n1arina ................................................................................................ 1 Bilancia .............................................................................................................................. 1 Canochiale . .. .. . . .... . ..... . .. . .. ........... .. . ..... . .. . .. .... .. . .. . .. .... .... .......... .. . .. . .. .. .. .. . .. .... .. ...... .. .... ... .. .... 1 Necessita questa torre smaltar la piazza d'armi perché quando piove penetra l'aqua dentro la tor re


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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l2 1 12 l. Torre di Montefenogo-clelle Stelle.

Questa torre e provista di pietre e legno minuto per far gli fuochi. Questa torre e distante da quella di montefenogo . ..

61" - Torre di Montefenogo - Questa torre e comandata dall'alcaide della fortezza vecchia. Soldati 2 ... d'anni 36 ... 40 ... Questa torre e sopra una collina e guarda al ponente e d'ampiezza tie ne 1 trabucco e cinque piedi. Spingarclo I, fuci li .. ...... ... ... ... .... .. ......... , .............. . . .. ... . . .. . ... .. .. .... ...... .. ....... .... . ............... ....... 2 Spontoni 3, Polvere libre ........... . .. ... ...... ... ... . .. ......... . .. ... . .. ...... .......... . .... .. ..... . ... .. . ... ...... . .. ...... 5 Palle per gli spingardi L ....................................................................... .... ... .. . .. . .. .... ...... ... . ..... 5 Pietre di fucili 12, Corni marini . .. .............. ....... .... .. ..... . ....... .. . .. .............. .. .... ... .. ..................... . 2 Casse da fuoco con 12 a1npolle ........ .. ..... . .. .... ..... . .............. ..... .. . ...... ... ... . .... .. .......... .. . .. . .... ........ 2 mezza rotta del Libano ... ........... .. . .. ............ .. ..... .. .... ......... ... ... ........ . .. .... . .. .. .. .. . .. . ..... .......... .. .. 1 Necessita questa torre Smaltar la piazza d 'armi perché quando piove penetra l'aqua nella torre e passar in paletta dentro e fuori e provista di pietre e legno minut.o per far gli fuochi ed e distante eia quella di Capo boi ore 2, 112. 62a - Torre di Capo Boi - Questa torre è comandata dall'alcaide della fortezza vecchia ed è a suo carico Soldati 2 ... cl' anni 50 ... 25 . .. Questa torre e situata in una collina e guarda gli 4 venti tiene d'ampiezza un trabucco e 4 piedi.

Spingardo I, fucili 2, Spontoni .... ........ ... .... .. . .. . .. . ........ .... .. . .... .. ... .................. ... ....... . .. . ............. 2 Polvere libre 4, Palle di spingarclo .. . ........ .. . .. . .. . ....... .. ........ . ........ . ....... .. ... ... ..... .. ..... ... ..... .. .. ...... 4 Pietre di fucile 12, Corni marini ....... . .. ..... .... . ........... . .. .. .... ............. . ...... . ... ... ... ... ... ... . ........... ... 2 Bilancia ................ . .. .. . .. .... ......... .. .. . .. ..... .............. .... ... ... ... ... ..... ...... . .. .......... .. . ..... . ..... ......... 1 Casse da fuoco con 12 an1polle . ...... .. .. ... ...... ...... ..... .. ..... ... ... ...... .................... .......... ......... . .... ... 2 Questa torre necessita canocbiale I, Polvere R. l Palle di Spingardo 25, più accomodar una garitta passar in paletta dentro e fuori in vari luoghi. Questa e provvista di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre cli Cala Reina ore 1, 1/2. 63 a - Torre cli Cala Reina - Questa torre e governata clall'alcaide della fortezza vecchia Soldati 2 ... d'anni 43 . . . 48 ...


La difesa costiera sotto il governo piemontese

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Questa torre e situata sopra u na piccola collina e guarda a ponente e maestro tiene d ' ampiezza 1 trabucco e sei piedi. Spingardo I, fucili 2, Spontoni. . .. ... ...... .. .... ..... . ........... ..... . . .. ... . .. . . ... .. ... . . .. . .. .. ...... .... .. .. . .. . . ... . .. .. 3 Polvere libre 3, Palle cli spingardo .. . ... .. . .. ..... .. ... ........ ... ... ... ... ............ . .. .. .. . .. . .. . ..... . ... ............. . 43 Pietre di fu cili ..... ... . ... .... .. . . .. .. .... ... .... .. .. ... ...... ... . .. ... ... . . ...... .......... .. .... ... ....... .... ... . ...... . ......... 8 Corno rnarino ...... .. .. ................. . ...... ... .. . .. . .... .... . ............ . . ... . .. ... . ....... ........ . .... ... ... .. ... ... ... ...... J Questa torre necessita Canochiale ............. ....... .. ...... .. . ...... ... ..... . .......... . .... ..... .. .. . ... ... ..... . ......... . ...... . .. . .. . .. . ............. J Polvere rubi ..... .. . ...... ..... . .... .. .... .. ... ...... ......... ... . ... .. . .. . .. . .. . ... ............. .. .......... .... .. ............. .... I più smaltar la piazza d'anni che penetra l'aqua nella torre Questa torre e provista di pietre e legno minuto per far gli fuochi ed e distante dalla torre di Cala moschas ore 4 a cavallo. 64" - Torre di Cala moschas - Alcaide ... d'anni 51 Soldati 3 .. . d'a nni 23 ... 31... 22 Questa torre e situata sopra una collina e guarda gli 4 venti tiene d'ampiezza 4 trabucci e 3 piedi Canoni di ferro del calibro di 6 con sue casse e manivele . .. .. .. ... ... ...... .. . .. . .. . ..... .............................. 2 Cugni di rnira .......................................... ..... .. .. .. .... .. .. . ... ... .. . ....... .. ..... .... .. .. . .. . .. . .. .. .............. 6 Fucili ............ ... .. ... ... ... .. ....... . .. ..... . ..... ............ ...... ......... ........ .... . .... .. . .. .. ... .... ... . ... .. .. . .......... 4 Spingardo col suo cavai etto .................. .. .. .......... ...... .. ............ ............ .. . .. . ... .......... . ............. .. . 1 Spontoni a manico .......................... .... . . .. . ... .. ..... .... ............ ... . ........ ... ...... ... ..... . ... . . .. ........ .. .... 3 Palle di ferro per gli canoni ..... . ..... .. . .. . .. . ............. . .... . . .... . . .. . ... . ..... . ............. .. .... ... .. . .. . . ..... ... .... 18 Palle di piombo eia spingardo libre I oncie 6 Palle di piombo per gli fucili on. 6 Carta per far cartocbi fogli ......... .. .. ....... .. . .... .. . .. . .. . .......... ... .. .. .... ... .. .. . .. .. .. .. . .. .. .. .................. . 10 Un'asta che da una parte vi c. la cuchiara di rame per caricar gli canoni e dall'altra parte vi e la lanatta per gli med. mi Altra asta che eia una parte tiene il battibale e dall'altra il tiraborro Corni marini 2 ... bilancia ....... . ............... .. ... ......... .. .. .... . .... ........ . ......... . ... .. . . .. ...... .. ................. 1 agucie per anunorzar il canone ................................ .......... .. .. . .. . ... ... .... .. ...... ........ .. .. ..... .......... . l Polvere L. 38, Pietre di fucili . .. . . .. .... ... .... .. . . . ............ . . ...... .. . .. .... ... .................. . . ...... .. . ... ........... 6 Canochiale .... . .. . ..... . .. .. . ... . .. .... ......... ... .... ..................... .... ... . .. .. ... .. ...... . ... .. .. ........ .. . ... ........... I Questa torre come e vicina eia Cagliari u n'ora e mezza quando ha bisogno di qualche cosa subito e provista dalla Reggia amm inistrazione Questa torre e provvista di pietre e legno minuti per far gli fuochi>> 47 .

Quadro sinottico delle torri costiere sarde nel 1767 Il documento fin qui trascritto, ci consente la formulazione di un rapido quadro della difesa antincursiva sarda intorno l'ultimo quarto del XVII I secolo . In sintesi si poteva far affidamento su: Onc;11NrGRAMMA FORZA

Età 20-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79 >80 tot.

47

(forale uomini impiegati nelle

torri

266 così distribuiti):

Alcaidi

Artiglieri

Soldati

11

4 12 7

6

43 60 58 22 7

31

190

10 16 6

2

1 45

A.S.T., Sardegna Economico, mazzo I cart. '.l' .


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

248

V ALUTA ZIONI., ANCII!TETTONICA DELL E TORRI

Numero torri

Dimensioni Interne Piazza

27

2,5-4,5 m. 4,6-8 111. 8,1-12 m. >12 tot. 111.

14 18

5 64

Numero torri

Stato di conservazione

Buono -

necessari soltanto alcuni piccoli interventi di manutenzione

Scadente - necessari lavori di ripristino statico e funzionale Fatiscente - necessaria la sostanziale ricostruzione tot.

32 25 7 64

ARMAMJ.::NTO

CANNONI

SPINGARDE PETRIERI E MORTARETTI FUCILI

calibro

numero pezzi

da 1 2 3 4 5 6 8 9 10 12 16 tot . tot. tot. tot.

2 4 4 9 14 28 22 2

3 4 3 85 83 32 291

dei quali 14 fuori servizio delle quali 13 servizio dei quali 5 fuo ri servizio dei quali 40 fuori servizio

La Maddalena Mentre si tendeva, come appena esaminato, a rimettere in efficienza il sistema di vigilanza e difesa costiera sarda da parte del governo piemontese, si andava di giorno in giorno amplificando la minaccia, sotto molti aspetti secolari per l' isola, della Francia. Infatti, se il problema barbaresco continuava ad essere di esasperante attualità, i nuovi eventi che si maturavano in Corsica gettavano una sinistra ipoteca sulla tranquillità del Regno . Il procedere infatti delle operazioni di conquista da parte francese dell'antico possedimento genovese, vanamente osteggiato dagli austro-piemontesi fin dal 1746, acquistava una crescente connotazione di ineluttabilità ed irreversibiJità . E se sotto il profilo puramente cronologico la effettiva sovranità della Francia fu sancita soltanto nel 1768 e la guerriglia sostenuta dai corsi avviatasi decenni innanzi si concluse realmente nel 1774, la consegna delle principali piazzeforti isolane alla grande potenza era già un fatto compiuto nel 1764. Logico quindi che, parallelamente alle ispezioni ed agli aggiornamenti aventi per oggetto le torri costiere, si studiasse, proprio negli anni immediatamente a ridosso di quel '68, una migliore salvaguardia strategica del Regno, specie lì dove solo pochissime miglia cli mare lo separavano da un potenziale e poderoso nemico . La sua iniziativa, infatti, si sarebbe sviluppata con logica e dinamica ben diverse e stravolgenti dell'ormai endemico stillicidio incursivo corsaro islamico, imponendo perciò una credibilità difensiva assolutamente qualificata e significativa.


La difesa costiera soifo il governo piemontese

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Nessuna località si prestava meglio alla pressante esigenza d ì una difesa avanzata, quasi una sorta di antemurale del Regno, come quella offerta da una piccola isola, sino a quel momento affatto negletta, incuneata molto opportunamente nel canale di Bonifacio: La Maddalena . La visione strategica sabauda non tardò perciò a promuoverla a perno del suo erigendo sistema difensivo antifrancese. «Il 14 ottobre del 1767 i sardo piemontesi sbarcavano a La Maddalena per assicurare definitivamente al Re cli Sardegna il possessso delle 'Isole Intermedie', contese da Bonifacio e quindi da Genova. Nella fase di preparazione dell'occupazione militare era stata studiata, tra l'altro, la necessità di creare al più presto una difesa in previsione di un possibile contraccolpo da parte dei genovesi: perciò senza por tempo in mezzo, il 15 ottobre, furono portati alla 'Guardia' due cannoni e nei giorni seguenti si lavorò alacremente a creare due trinceramenti principali (uno a La Maddalena e l'altro a S. Stefano), costituiti da un tratto di terrapieno, liberato con mine dalle rocce e spianato, sufficientemente esteso per ospitare i magazzini per polveri e viveri, le piattaforme per i cannoni, i baraccamenti per la truppa e gli ufficiali, i 'luoghi comuni' (bagni), la cucina, il forno. Quindi, con conci di granito a secco s'innalzarono le mura di cinta che, adattandosi alle caratteristiche del sito, risultarono in parte inframmezzate da massi granitici. Per questi lavori , al febbraio 1768, si erano già spese L. 12.714. Per i sei anni successivi, però le truppe di stanza ... (un centinaio cli uomini) continuarono ad occupare baraccamenti provvisori ... solo nel 1771 furono avviati lavori per la torre di S. Stefano, terminata nel 1773 con la spesa di L. 3. 700 e negli anni seguenti sì pose mano alle altre fortificazioni dell'isola di La Maddalena, che furono completate solo intorno al primo decennio dell'Ottocento. Il sistema difensivo, negli ultimi anni del secolo XVIII, era costituito dunque dalla casamatta cli S . Stefano , a guardia della cala di Villa Marina ... [eretta] sulla punta a sinistra cli chi entra nella cala ... destinata a proteggere il seno fra l'isola di S . Stefano e la Sardegna: - dal forte S. Vittorio, soprannominato della 'Guardia Vecchia', eretto sul punto più elevato dell'isola, a quota 146 m ... allo scopo di proteggere tutte le batterie e i forti che, alt rimenti, sar'ebbero stati esposti ad essere attaccati dalla parte più debole e metr.eva l'isola al coperto da un possibile colpo di mano; - dalla batteria Balbiano che prese questo nome dal Viceré di Sardegna in carica dal 1790 al 1794 ... [ed] era destinata ad impedire l'accesso ai bastimenti e fronteggiare il canale tra la Maddalena e S. Stefano; - dalla batteria S. Agostino, situata in posizione strategica sulla riva del mare ad est dell'abitato; - dal forte S. Andrea costruito in posizione dominante, alle spalle dell'abitato e a fianco della Caserma dei cannonieri, probabilmente tra il 1787 ed il 1790 .. . per difendere il canale prospiciente La Maddalena e l'isola dì S . Stefano, la costa compresa fra la batteria Balbiano e la Cala di Chiesa, il centro abitato dagli attacchi alle spalle; - dal forte S. Teresa, detto anche Sant'Elmo o Tegge, che aveva il compito di difendere il canale e la rada cli Mezzo Schifo e come tutti gli altri forti costruito in canto netti di granito appena sbozzati .. . - dal forte Carlo Felice o Camicia ... [che sosteneva la difesa dì] pono Camicia, il passaggio della Moneta e ... [teneva sotto tiro] tutta la zona dalla parte dì nord-est, dove si pensava potessero più facilmente avvenire sbarchi nemici; - dal forte S. Giorgio .. . [che] concorreva con quello dì S. Teresa a battere il mare fra la costa della Sardegna e le isole di S . Stefano e La Maddalena, a proteggere le comunicazioni tra l'isola madre e quest'ultima e a rinforzare, insieme alla Torre, l'occupazione stabile dell'isola di S. Stefano.»4 8 La notevole abbondanza di postazioni fortificate tradiva chiaramente la volontà di erigerle, come accennato, ad antemurale del Regno, ma al contempo giovava anche alla difesa della base navale militare che, da pochi anni, si era organizzata per la Regia Marina Sarda. Del resto va osservato che la natura costruttiva dei capisaldi, li caratterizzava ottimamente per una resistenza quand'anche in-

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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVT al XIX secolo

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124. Forte Tegge. 125. Forte Camicia - Carlo Felice. 126. Forte Punta Sardegna.


La difesa costiera sotto il governo piemontese

253

tensa, breve, del tipo cioè antincursivo ma non altrettanto validi contro una massiccia operazione anfibia. 11 dispositivo in ogni caso appariva altamente ridondante ai fini della difesa anticorsara, ostentando un indiscutibile grado di sicurezza. Il particolare in un contesto regnicolo da sempre flagellato dai raid dei predoni, ben calzava alla visione programmatica del conte Bogino, stimolatore dell'intera vicenda della occupazione de La Maddalena, di insediarvi pacifiche colonie destinate a sfruttarne intensivamente le risorse agro-pastorali. Una analoga iniziativa tentata parallelamente all' Asinara non conobbe un identico successo , riprova che la radice probabile dello stesso era insita proprio nelle nutrite fortificazioni, uniche garanti dì un viver civile. Ed alle fortificazioni costiere si continuò a prestare una assidua cura ed interesse.



CAPITOLO SESTO

Potenziamento del sistema di sorveglianza e difesa costiera

Il piano del 1790 Lungi dall'esser rientrato con lo scorrer dei decenni, il tragico ricatto barbaresco delle razzie costiere determinò, anche nella dirigenza sabauda, una maggiore presa di coscienza ed una più sentita volontà se non di venirne a capo, per lo meno di arginarlo al massimo. Sulla falsariga pertanto dei dispositivi già da secoli in vigore ed operativi, valutati ancora una volta gli unici sostanzialmente affidabili, in relazione alle risorse del Regno, si tentò di ottimizzarli sia nell'aspetto qualitativo che in quello quantitativo e non ultimo in quello militare. Si avviò quindi un piano di recupero delle torri esistenti, con sostanziali aggiornamenti nell'armamento, incrementandone al contempo il numero e collegandole ad intensificate ronde marittime ed a crociere di intercettazione. Quanto schematicamente esposto trova ampia conferma in un dettagliato programma del 1790, che per la sua rilevante significatività ai fini del presente studio citeremo ampiamente. <<PIANO PER MIGLIORARE LA DIFESA DEL LITORALE DEL REGNO DI SARDEGNA Letto nel Congresso radunala presso S. Ecc.a Li 3 Aprile 1790 Tra i ripieghi, che la Reale Amministrazione delle Torri , ebbe l'onore di proporre a questo ragguardevole Congresso, che S.E. in seguito alle Sovrane intenzioni si compiacque radunare presso di se a 14 Dicembre dell'anno or scorso 1789, il primo riguardava l'applicazione all'Azienda del fondo, che il Regno paga per le Gondole Guardacoste: ed il secondo considerava la cessione dell'ammontare di quelle spese, che la Regia Cassa impiega annualmente per la manutenzione delle due mezzegalere, e delle tre Gondole Corsali nell'lsole Intermedie, da convertirsi nella costruzione di nuove torri, ed in armamenti marittimi. Vennero entrambi con unanimità di voti adottati, e soltanto in ordine all'ultimo si deliberò, che per combinarne il piano, e stabilirne le massime era d'uopo accertarsi della precisa concorrente, che per gli anzidetti armamenti spende in ciascun anno La Regia Cassa, e chepperciò dovessero esigersi dall'Uffizio del soldo , non meno, che da quello del Commissario di Artiglieria i dati correlativi. Pervenuti questi finalmente alla stessa Reale Amministrazione ella si ha fatto un dovere di compilare il piano, che ha l'onore di presentare a questa rispettabile Adunanza in cui si fa a disaminare prirnieram.te gli oggetti di pubblica utilità, che la medesima s'incaricherebbe di riempire, e le spese all'uopo necessarie. Divisando in secondo luogo i fondi che dovrebbero corrispondervi, e che La Sovrana munificenza si degnerebbe applicarle. PART E PRIMA Si esaminano gli oggetti da riempirsi, per ottenere la pubblica sicurezza del Regno, e cui la Reale Amministrazione si obbliga soddisfare con le spese relative . I p unti di vista, che l'Azienda delle Torri sottopose alla savia perspicacia degl'Illuminati Signori Componenti l'additato Congresso che da' medesimi furono riconosciuti dell'ultima importanza riduconsi a' seguenti. I O - Che attesa la tenuità de' redditi di essa Azienda rimaneva il Litorale in gran parte sfornito di difesa, e chepperciò era, ed è in pericolo la pubblica salvezza: aggravati i Nazionali dal peso nocivo delle ronde marittime, pregiudicati i Regi interessi da considerevoli sfrosi; e vien maggiormente scoraggiata la nazionale navigazione. 2° - Che supposta puranche la esistenza de' fondi percevuti negli anni trascorsi, quell'istessa difesa, che ora si appresta con le Torri esistenti, dovea riconoscersi in parte imperfetta; perché i Torrieri sono meschinarn.te stipendiati; e quel ch'è peggio tendente la difesa m edesima alla diminuzione; perché nel generale, e progressivo incarimento de' generi si accrescono sensibilmente le spese di riparazioni, e munizioni, in modo, che se da pochissimi anni in qua eransi queste livellate a' fondi, dovea temersi l'approssirnam.to del tempo, in cui gli supererebbero ; e perché accresciuta


256

La difesa costiem del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

l' industria nazionale i cuoi del paese quivi si conciano; onde in questa parte vien puranche diminuito il reddito della Reale Amministrazione. 3° - E finalmente che vista dell'occorsa mortalità del bestiame, questi mecl.mi fondi, altronde ristretti , venivano ragguardevolm .te diminuir.i al segno, che L'Azienda delle Torri si vedrebbe impossibilitata a sostenere quei pesi istessi, cui ha finora con la possibile econom ia occorso 1 • Con la scorta pertanto di queste vedute ha la Reale Amministrazione d isaminati gli oggetti, che debbono indispensabilmente riempirsi , e di cui ella s' incaricherebbe nella maniera seguente. l O - Sussistendo sempre lo stesso maneggio economico, e regole veglianti in dipendenza a l R.o Regolamento de' 16 Gennaio 1766, e degli stabilimenti dell'Azienda pensereb be q uesta a supplire il deficit, che può ne' suo i fondi produrre la nota mortalità del bestiame . Non è però , che possa ella determinare con precisione l'effettivo vuoto, che sarà per risentirne se questo volesse giudicarsi da un solo progetto presentato per l'appalto rilevarsi dovrebbe a somma considerevole; ma non essendosi il progetto med.mo ragionevolmen te ammesso si tengono i dritti in economia, e somigliante amministrazione principiante coll'anno non può tuttora somministrare plausib ile base, su cui fondare un calcolo cli qualche certezza. Trascorso il mese di Giugno sarà l'Azienda in caso a compirvi con una maggior approsssimazione; ma per ora non arrischia calcolo alcuno; perché sarebbero dati imaginarj, e men stabili; tantoppiù perché non sono a sua notizia quei lumi che potrebbero in qualche maniera contribuire . Tutta volta avuta presente la considerevole mortalità del bestiame particolann. te caprino e pecorino risultata dalle denuncie qualunque elle sieno, e considerata l' estrazione del formaggio seguita nello scorso a nno inferiore a quella del precedente quasi in tre qua rti e quella delle pelli, e cuoi superiore all'antecedente in 134219 crede che non possa veramente impugnarsi la diminuzione ... Qualunque sieno le buone apparenze della raccolta del formaggio, sarà però sempre vero, che il bestiame morto produrrà mancanza, e che gli allievi periti portano una diminuzione successiva almeno di alcuni anni , cui intanto dovrà la Reale Amministraz.ne supplire: e per ques to motivo appunto non si sono ottenuti progetti plausibili per l'arrendamento. E lla pertanto dovendo in quest'anno bilanciare il prodotto, che potrebbe ottenersi da' suoi diritti lo ha fatto ascendere a lire sarde 22. 000 e conseguentem. te, qualora si ottenga inferiore a quello dello scaduto arrendam.to, rilevante ad annue lire sarde 29.110 nella somma di lire 7.110. Quindi è che non potrà riescire proporzionar.o alle spese regolari, perché queste conforme si è nel precedente congresso dimostrato , sono equilibrate al fondo risultante dall' appalto già scorso . Concorre inoltre che debbono considerevol.te ripararsi, o quasi ricostruirsi tre Torri, che minacciano rovina, sicché vi farà d'uopo un maggior fondo. P er far fronte adunque a queste spese non ha altro mezzo l'Azienda, che di prevalersi del fondo di riserva ammontante a lire sarde 15693.11.3 in modo che semmai questo venisse nel cor.te anno impiegato negli oggetti, rimarrà l'Azienda allo scoperto nell'anno entrante; e quindi ogni buon senso richiede, che debbano gl 'inconvenienti allora risultanti prevenirsi in tempo. Il vuoto surriferito non è il solo oggetto delle doverose rimostranze della Reale Amministrazione, a cui La Sovrana Clemenza si è benignamente degnata rivolgere le sue paterne attenzioni; ma bensì il miglioramento puranche della Custodia del Litorale onde è che l'Azienda istessa s'incaricherà del med.mo come segue. 2° - Perché si ottenga e possa ragionevolmente esigersi da' torrieri un'esatto, e rigoroso servigio , egli è di assoluta necessità, che i m ed.mi ritraggano dalla loro occupazione il proprio sustentam ento. Nel lungo ragionamento presentato al pr ecedente congresso si dimostrò la miserabile mercede, che si corrisponde a coloro, i quali consagravasi alla sicurezza del Regno; e si dimostrò altresì la necessità di accrescere il loro stipendio. Ed avendosi questa a pieni vot i riconosciuta da questi med.mi Illuminati Signori, che componevano puranche l'additato congresso ; altro perché non restava, che a combinarsi il piano. La Reale Amministrazione pertanto opina di doversi ragguagEiare la paga de' Soldati delle Torri a soldi sei al giorno. E sebbene una tal paga sarebbe inferiore al giornaliero salario che ora gode qualunque operajo da braccia; nondimeno riuscir potrebbe sufficiente in vista del profitto , che loro risulterà dalla coltivazione de' terreni contigui alle Torri, ed a questo spettanti2 • In ordine però agli Alcaidi, ed Artiglieri sarebbe in senso di loro somministrare in ogni triennio

1 È questa affermazione un a conferma della sostanziale attuazione ciel piano d i finanziamento previsto dal Camos oltre due secoli in nanzi. 2 La volontà cli radicare al massimo i torrieri alle torri traspare pure da questo eslremo espediente, mediante il qua le l' impianto di una torre si trasfo rmava in una sorta cli casa colonica.


Potenziamento del sistema di sorveglianza e di,fesa cosiiera

il vestiario; provvedendo l' occorrente dalle Fabbriche del Piemonte; ben inteso però, che sarà quegli esente da' dazi, che sì pagheranno in terraferma, con forme lo sono in quest'Isola tutti i generi inservienti alle Torri; perché sono in realtà di Regio Servigio. Oltre al vantaggio, che si apporterebbe alle fabbriche medesime, ne deriverà: 1° - Che nel mentre si accrescerebbe lo stipendio di questi Impiegati, e col distintivo interessamento ; otterrebbe l'Azienda un qualche risparmio. Di detti, tutto calcolato, riverebbe ciascun vestiario a 10 scudi sardi; i quali distribuiti in tre anni corrispondono ad annui scudi 3 soldi 18 e de. 8. Laddove se l'aumento volesse farsi in danaro , il più infimo au mento sarebbe quello di mezzo scudo al mese rilevante a scudi sei annui. Per questo motivo si avrebbe a risentire un risparmio qualora si accordasse a tutti i torrieri il vestiario sostenendo la paga istessa, che ora godono, o con qualche picciola modificazione; ma si è temuto che essendo allora necessario l'ingagio per tre anni non avessero indi a risultarne de' sconcerti. Tur.tavolta l'Azienda non perde di mira l'oggetto, e dopo qualche anno bilancierà tutte le circostanze, e rileverà se possa senza rischio adottarne il ripiego. Riserbandosi pur anche di osservare se convenga al servizio dividere i torrieri in classe, e proporzionare a ciascuna lo stipendio, in modo, che serva nel tempo istesso di attuale ricompensa, e d'incitamento a distinguersi per aspirar alla promozione. Siffatte operazioni però debbono intraprendersi da poiché l'Azienda delle Torri abbia il Fondo necessario all ' intento . 2° - Col maggior decoro si otterrebbe nelle Torri un maggior rispetto dagli esteri, mentre dalla divisa sarebbero avvertiti a venerare l'immediata Sovrana protezione, e verebbero quindi viemaggionnente riempiati gli oggetti. Entrambi queste spese rilevano ad annue Lire sarde 7154.12.3, e di Piemonte 11541.2.6, siccome appare dal Dettaglio inserito nell'unita Relazione seguente al num. 1. 3° - Abbenché per ben munire il nostro Litorale ripieno da ogni dove di Porti, di Seni, di Cale di fac ile accesso, sarebbero forse necessarie altrettante torri alle esistenti, son però affatto indispensabili le seguenti quattordici da ergersi in siti di somma importanza, ed in quella posizione precisa che la rispettiva oculare ispezione dimostrerà la più adattata ed opportuna. La di loro manutenzione rileverebbe ad annue lire di Piemonte 15I61.11. 3. IO

-

Nell'Isola della Maddalena.

Quest'lsolott.o abitato presentemente da una nascente popolazione sebben munito d'un distaccamento dì truppa, e decorato d'un Comandante, e però sfornito della necessaria difesa del Cannone per garantirlo dalle invasioni de' Barbareschi, che in q uei siti, in grazia della vicina Corsica, particolarmente abbondano. Donde ne deriva l'imperiosa necessità cli fa r quivi quasi continuamente suffermare due delle tre Gondole Corsah, per custodia della popolaz.ne mede.ma. Quindi ciascun vede l'utilità di ergervi una torre, mentre allora ottenendosi la protezione degli abitanti, si conseguìsce insiememente, che le Gondole, non più stanziate, corseggino, e riempiano l'oggetto cui sono d estinate. L'Amministrazione pertanto si obbligherebbe costruirla atta a rimanervi il Distaccamento ivi permanentemente; epperciò la manutenzione sarebbe a carico della Regia Cassa appunto come si prattica per la Casamatt.a nel! ' l sola di S. Stefano nella cui costruzione contribuì l'Azienda delle Torri. 2° - Nel .Porto di Terranova. Non avvi chi ignora esser questo un Porto celebre, frequentato, ed abilitato alle imbarcazioni, privo però di Difesa. Sarà dunque necessario ergervi una torre rispettabile e ben annata. 3° -

Nel Porto cli San Paolo.

È anche nota l' importanza d i questo sito infestato da' Barbareschi, epperciò da gran tempo vi sì ordinò la costruzione d'una Torre e ne esiste tuttora nell'Uffizio dell'Amministrazione il Disegno formato in quel tempo dal capitano Ingegnere.

4° - In Cala Serraina nelle Coste cl' Agiu. Questo sito è l'emporio de' Contrabbandi. Quivi con totale noncuranza delle legittime, e superiori licenze, senza pagamento di dritto alcuno e con somma arditezza si estraggono le naturali produzioni, ed il bestiame vivo, o morto, di propria pertinenza o rubato. A tal effetto attruppansi colà le Gondole Bonifacine armate, ed anche sostenute da quei Past.ori; convien rammentare di essere avvenuto altresì, che siensi battute con le tre Gondole Corsali, cui fu d'uopo cedere alla superiorità della fo rza. A freno pertanto d'una prattìca cotanto scandalosa, e pregiudizievole alle Regie Finanze

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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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non meno, che agl'interessi di moltissimi proprietarj, riesce indispe nsabile la costruzione d'una Torre assai ben munita, ed armata. E siccome la medesima diverrebbe il bersaglio non solo degli esteri, manche de' Nazionali contrabbandieri, perché privati del lucro finora illecitamente ri portato , così per contenere quei pastori, altronde troppo armigeri , ed arditi, sarà d'uopo che almeno in sul principio, oltre a' Torrieri colà soggiornino quattro dragoni: precauzione che sarà eziandio necessaria allorché se ne intraprenderà la costrnzione per iscansare i disordini, che in difetto si avrebbero a temersi da quella gente troppo risoluta ed intraprendente. 5° -

In Porto Cervo, o Capo Libano.

Entrambi sono siti d'importanza per la difesa dalle incursioni de' Barbareschi, per prevenire gli sfrosi, e per proteggere il Commercio. Nell'esecuzione, e con la locale ispezione si rileverebbe qual de' due dovrebbe preferirsi . 6° -

In Capo di Ferro, ovvero ne)]'lsola delle Biscie.

Amendue questi siti sono infestati per gli oggetti dianzi accennati. Ed inoltre il primo scuopre un immensa estenzione. La seconda è al passaggio de' Bastimenti. Sono entrambi vicini, e soltanto divisi da un canale di circa mezzo miglio, sicché ò nell'uno, ò nell'altro sito convien costruirvi e ben armata una torre.

7° - In Capo Comino. Si è questo un sito interessante con un Porto vicino. Quivi eretta una Torre si proteggono i Nazionali ed il Commercio , e si rimuovono gli sfrosi, che vi si commettono. 8° -

Nel Porto di Orosei.

È egli abilita to alle imbarcazioni; ma privo di difesa, e protezione alle occorrenze. Quella Comunità fin dal!' Agosto 1788 rassegnò a S. Ecc.a un ricorso sottoscritto dal Consiglio Comunitativo , dal Parroco, Censore, ed altri membri della Giunta Locale. In esso esponeva la necessità d'una Torre desiderata da quei terrazzani qual gioia preziosissima, come essi spiegano; che per mancanza della med.ma non erano sicuri né di giorno, né di notte: che per timore de' Barbareschi lasciavano incolta la metà de' terreni: e che il Commercio era disturbato, ed interrotto, siccome in fatti si divisava qualche fatto particolare, che lo dimostra, come appare dall'unita pezza segnata B. Comunicata questa supplica alla R.le Amministrazione ella rimostrò, che sebben fosse persuasa della necessità di munire quel Litorale di più Torri, e precisamente nel sito denominato S . Maria di Mare, perché proteggeva la vicina popolazione, ed il Commercio; tuttavia dovea soffrire il rammarico di non poter eseguire per la tenuità de' su oi redditi. In si fatte circostanze facea presente l'obbligo originario del Feudatario , e della Comunità med.ma di ergere la Torre, e finalm ente ne progettava il P iano. F u in seguito interpellata l'anzid.ta Comunità, la quale con al tra supplica de' 25 7mbre 1788 si esibì alla somministranza de' materiali necessari alla costruzione; cioè pietra, calce, e boscamento, non meno, che degli operai subalterni; ed in u ltimo al Salario cli due Soldati, rimanendo il resto a carico dell'Amministrazione. Mentre però si stava deliberando se poteva l'Azienda assumersi il peso progressivo del salario cieli' Alcaide, ed altri della guarnigione particolarmente in attenzione al piano già umiliato a S.M. per accrescere i fondi di essa Azienda, sopravenne la nota mortalità del bestiame, la quale anzicché accrescere spese ne richiede piuttosto la diminuizione; onde fu d'uopo per allora sospendere l'esecuzione seb ben non siasi deposto il pensiero. In vista l'Amministrazione concorrerebbe con l'accennata Comunità alle spese di costruzione, alla successiva manutenzione, ed al Salario dell' Alcaide e di due Soldati, rimandando gli altri due a peso della Comunità. Ne questa potrebbe credersi aggravato nell'esibito Concorso; poiché si libererebbero quei terazzani dal carico delle Guardie, che, per garantirsi daJ\e scorrerie dei Mori, alternativamente eseguiscono; e quindi neJ\'evitare i med .mi la perdita di tante giornate, acquisterebbe l'agricoltura altrettante braccia al presente inoperose: oltrecché loro risulterebbe il vantaggio di coltivare la mettà de' proprj terreni, che per l'addotto motivo han destinato alla sterilità.

9° -

In Cala F'rancese .

Questo concavo sito formato dalla natura per occultarsi, è fornito anche vicino al lido cli un


Potenziamento del sistema di sorveglianza e difesa costiera

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fondo di nove braccia, epperciò capace di qualunque legno, è la scala, e l'emporio de' Contrabbandi. lvi eziandio approdano le Coralline, sicché per entrambi essi motivi convien ergervi una Torre. 10° - In Capo },'errato. Quivi si nascondono i Barbareschi, ed impensatamente assalgono i Legni , che passano, quivi si commettono degli sfrosi e da qui si scopre un'immensa estenzione per cui la Torre può con l'avviso prestar protezione a' Legni Nazionali, che passan in lontananza, loro significando, nelJe occorrenze di esservi qualche Legno Barbaresco. 11 ° -

In Murtas a Palmieri.

In questo sito approdano con frequenza i Legni commercianti, e talvolta procedono da luoghi sospetti; e nulla gl'impedisce di communicare con quei pastori, e di far contrabbandi; perché dunque si ponga in salvo la pubblica sicurezza, e si rimuovano gli sfrosi si fa d'uopo una Torre. 12° -

In Spartivento.

È egli situato al comun pass.aggio dei Legni esteri, frequentato da' Barbareschi che ivi fanno allo, ed attendono l'opportunità di predare. In queste vicinanze fu predato nello scorso anno un Battello nazionale. La Torre perciò riesce necessaria. 13 °

- In Porto Palmas abilitato alle imbarcazioni.

Se ella è massima incontrastabile che ne' siti, in cui si esercita il Commercio con gli esteri venerar si debba l'immediata protezione del Sovrano, onde vi regni il buon ordine, e non si vilipendano le Leggi del Luogo , ciascun vede quanto quivi riesca addattata una Torre; l'Azienda però sarebbe di sentimento, che vi si potesse ergere una I3atteria rasante 3 a similitudine di quella costrutta nel 1788 in Portopaglia; perché sufficiente all'intento. 14° - E finalmente in Perdas Nieddas comunemente denominata la caletta. Esiste quivi un'antica Torre, ed altro non si richiede, che riattarla, ed armarla. Ella è importante, perché ivi approdano i Bastimenti, i quali inviano talvolta i Marinarj in Siniscola ad avvertire il Deputato di Sanità per loro dare quella prattica, che in fatti si han presa; ed è questo il sito in cui nel 1788 approdarono le Coralline, che costituirono in osservazione la Baronia di Posada. I vantaggi pertanto , che da queste torri ne risulteranno allo stato sono d'un valore inestimabile. Di fatti non v'ha chi a prima vista non riconosca. I O - Che erette, ed armate le Torri in quesi siti, in cui annidano i Barbareschi, forz'è che essi ne abbandonino l'alternativo soggiorno: e quindi rimarranno tranquilli, e sicuri i Nazionali; coltivati molti terreni marittimi; protetto, e garantito il commercio . Il Parallelo delle circostanze di quest'isola pria dello stabilimento cieli' Azienda delle Torri dettagliate nel ragionam.to, che il Sig.r Vicerè Don Michele de Moncada ebbe agli Stamenti, con quelle oggi veglianti , dimostra, che se moltissimi di quei Porti, Seni, e Cale, che allora eran ricetto de' Barbareschi, sono al presente col favore delle Torri sicuro ricovero a' bastimenti, e valida protezione a' Nazionali non diversi saranno i favorevoli effetti che si risentiranno dalle Torri dianzi progettate. 2° - Che raguardevole esser debba l'aumento risultante alle Regie Finanze ed agli aventi interesse nei Dazi, che si pagano per l'estrazione dal Regno delle nat.urali produzioni; perché cesseranno gli sfrosi, che ora ivi commentonsi. Questi siti di facile accesso, frequentati , più volte a bella posta, da' Legni stranieri, al coperto d'immediata sorpresa, e non guardati, offrono l'opportunità di commettere a man franca i contrabbandi. Le Torri sono efficacissime a' prevenirli, e rimuoverli. Il giuramento, che si presta da' rispettivi Capi delle med.me il timore della perdi ta dell'impiego, e del gastigo, la soggezione, che i Capi ricevono da' subalterni, perché temono di essere scoperti, sono tanti vincoli poderosi, che gli astringono all'adempimento di questa parte de' loro doveri.

3 Le batterie costiere di moderna concezione, per l'epoca ovviamente, presupponevano la costruzione delle piazzole a pochi metri dall'acqua, per meglio bersagliare glli scafi nemici, anche mediante .il tiro a rimbalzo sull'acqua stessa. Cfr. G.B. PAcc:Es, Trattatoragionatosullediversebaiterie, Napoli 1813, pp. 118-130.


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La d(fesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

3° - Che quindi sarà più sicura la pubblica salute, perché sebben in quei Porti proseguiranno ad approdare gli stranieri, in grazia però delle Torri non sarà più loro permesso il commerciare, come fanno indistintamente con i Pastori, ed altri Regnicoli; ma in un punto di somma delicateza osservar dovranno le regole opportunam.te stabilite. Nell' ampio Porto di Capo La Frasca, in cui è numeroso il Concorso de' Bastimenti soleano questi, da qualunque parte procedessero, recarsi in terra, ed ivi a loro bell'agìo provvedersi d'acqua, di legna, cli carne e di formaggio. Resa di ciò consapevole l'Azienda delle Torri, per corrispondere al fine d'importanza, cui ella è diretta, non tantosto operò, che potea sostenere la spesa, che indirittura progettò la costruzione d'una Torre. Questa in fatti, previa la Sovrana annuenza, s'intraprese nel 1784, ma avezzi gli esteri al perniciosissimo abuso, considerando quel Litorale, come di pertinenza del primo occupante, proseguir voleano ne' soliti liberi sbarchi, e nelle volontarie provviste. Gli operaj, ed il sovrastante alla costruzione appena ivi giunti invano procurarono loro impedirlo; perché privi della necessaria forza: ne ragguagliarono però la Reale Amministrazione, la quale con accordo del Sig.r Viceré, fece ivi ergere frettolosamente una picciola batteria, addattarvi due canoni, e fecevi passar tre uomini delle vicine T orri con sufficiente armamento e munizione da guerra, e sebbene sul principio si durasse fatiga a contenere la petulanza de' Legni esteri, vinse finalmente la forza, ed ora vi regna il buon ordine. Abusi di tal fatto aboliti in Capo la Frasca, vegliano tuttavia ne' Porti di sovra descritti. L 'Amministrazione ne ha sicuri riscontri, e si crederebbe colpevole verso il proprio dovere, verso il Sovrano, e verso il Regno se ammettesse di farli presenti, e di contestarli a questo rispettabile Congresso. In si critica situazione ritrovasi la pubblica salute d'un Regno4 • 4° - E finalmente con l'erezione delle rammentate Torri verrà a diminuirsi il numero delle Ronde marittime ne' tempi di contagio, tanto nocive a' privati non meno, che a pubblici interessi. Coll'additato ragionamento si dimostrò nel precedente congresso, che il numero delle Ronde è in ragione inversa a quello delle Torri; e ridotta l'osservazione a calcolo si ha, che ogni Torre fa gua(iagnare allo Stato in tempo cli esse Ronde sei uomini al giorno; cosicché detratta dalle 14 Torri di sovra progettate quella da ergersi nella Maddalena, le altre 13 apportano il risparmio di 78 uomini al giorno dì 2340 al mese, ed in mesi tre, minor tempo in cui sogliono esse Ronde durare quello di 7020 da occuparsi all'agricoltura, ed agli altri lavori. Gli llluminati Signori , che compongono questa ragguardavole Adunanza consumati nella scienza dell'Economia Politica, ben ravvisando, che la vera ricchezza degli stati si è l'uomo produttore, e chepperciò il maggior beneficio, che possa loro arrecarsi sia il moltiplicarne il numero sapran valutare quello che apporteranno le sudd.te Torri. La Cult? Europa ammira, promuove e giustamente premia le utili macchine, che producono un risparmio cli tempo, e talvolta di due o quattro braccia, e fia posibile che noi trascureremo le Torri poc'anzi accennate le quali insiemamente agli altri inestimabili vantaggi, beneficano il regno altronde scarso di popolazione di 7020 uomini produttori? 4° - Con le Torri cospireranno alla pubblica utilità gli armamenti marittimi, mentre suppliranno la mancanza delle Torri in sitti di minor importanza. Questa verità fu più volte riconosciuta ne' Parlamenti al segno, che in quello tenuto nel 1623 se ne combinò dagli Stamenti il piano .. . che forse non riuscirebbe inopportuno con le modificazioni, che sono contraposte al margine. Semmai ali' Amministrazione si desse u·n fondo di oltre 25/m (25 .000] lire di Piemonte appiù di quello che ora chiede sarebbe in caso a mantenere altresì una mezza galera da disarmarsi ali' Inverno, ed un'altra atta a potersi montare ad ogni disposizione del Governo - vale a dire: Per le dieci Gondole mantenute in otto mesi .. ........................................... ... . .... L. 24532 Tre Gondole Corsali in Gallura tutto l' anno .......................................................... 11941 Due Feluconi di 30 uomini caduno mantenuti anche tutto l'anno .. .... ............ . .. ...... 26292.10 Una mezza Galera dissarmata l'Inverno . .. ....... .. . .. ................ .. . ... . .. ...... ................. 27000 Per mantener atta a montarsi un'altra mezza Galera ........... ... ........ ...... .... ........ ......... 5000 Oltre al corrispettivo necessario alle Torri esistenti, e da ergersi pel solo armamemo marittimo si chiede come appare dalla Relaz.e ... la somma di lire .. . .. .... .. . ...... .............. ·... 68898 Aggiunte lire . ... ... ... . .. ... ... ... .................. ........... ... ............ .... . .. .. .. . ...... .............. 25000 Si ha il T otale ... .. .......... .... .. ......................... . . ........................... . .. . .. ..... ... ........ 93898

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Il problema degli sbarchi abusivi investiva due ordini di dann i entramb i 11101.to temuti: il primo concerneva quello economico trattandosi per lo più di cont.rabbandicri, ed il secondo quello paventatiss imo ciel contagio, fungendo la catena delle rorri costiere anche da cintura sanitaria.


Potenziamento del sistema di sorveglianza e difesa costiera

Ma perché l' Amministraz.e dee ristringersi ne' limiti della maggior economia perciò ne forma in coerenza il piano ma però in modo da ottenersi l'intento . Ella però crede opportuno il premettere che qualunque sia per essere la qualità e la forza de' medesimi armamenti, essi non cesseranno di essere Regi, e quindi a libera disposizione del Sovrano, e del Governo. E siccome i med.rni e le Torri unanimi cospirano al conseguimento del fine istesso così l'intri nseca loro relazione suggerisce che riconoscano una med .ma direzione perché gli oggetti con maggior puntualità si rempiano; e perché senza punto discostarsi dal salutare intento possa eziandio ottenersi una maggior economia, di cui n 'è suscettibile l'unione di questi due fondi in un sol dirigente; e che non può sperarsi insinché sieno separatamente e con indipendenza amministrati. L'Amministrazione non altrimenti dirigge le Torri. Ella è composta di tre membri rappresentanti gli Stamenti; ma appun to perché fu istituita, ed è unicamente indiritta alla Difesa armata de' Litorali del Regno, gode la prerogativa di aver per membro rispettabile, e Capo indivisibile al Rappresentante il Sovrano, cioè il Sig . Viceré, senza cui nulla può in essa intraprendersi, ed eseguirsi e le cui direzioni sono nella med.ma superiori. Sicché è ella un Magistrato Economico, politico, e Militare destinato all ' ottenimento di un fine originario , e costitutivo delle Società Civili appunto, come lo sarebbe qualunque Magistrato, che la Sovrana Benignità si fosse degnata stabilire a si rilevante oggetto sotto l'immediata Presidenza del Sig. Viceré, e con la denominazione di Dipartiment.o Marittimo, o di qualunque altra, che fosse sembrata opportuna, e significante: ond 'è che gli armamenti marittimi debbono considerarsi di quell'indole appunto che in prima avevano e che avrebbero sempre se il Clementissimo nostro Sovrano in vece dell ' Uffizio del Soldo vi destinasse altri soggetti alla Direzione. In carenza pertanto a quanto sopra, e particolarmente in proporzione ai fondi che l'Azienda delle Torri economicamente chiede ella si obbliga. I O - Di sostenere dodici Gondole Guardiacoste nelle occorrenze di pubblica necessità come a dire ne' tempi del Contagio vegliante o nella vicina Barberia, od in qualunque altra parte, ne' tempi della pesca del Corallo nella Galita, ed in quelle altri somiglianti ocorrenze, in cui si giudicasse dal Governo necessaria una tal precauzione pel preservamento del Regno. Poiché i fondi sieno sufficienti, e perché nell'Inverno non banno a temersi siffatti pericoli si è calcolata la manutenzione di esse Gondole per soli otto mesi, rilevante quindi a Lire di Piemonte 24532 ... Le additate 12 Gondole saran divise sei per la costa di Levante, e sei per queJla di Ponente. Quivi si posteranno in modo onde girando continuamente sieno entrambi le costiere da loro in ogni parte osservate. 2° - All'oggetto poi di proteggere, e di difendere le Gondole, i Legni Nazionali, ed il Litorale sfornito dì torri, manterrà l'Amministraz.e due grossi Feluconi ben armati con cannoni, ed altre artiglierie, e montato ciascuno di essi da 40 persone .. . Questi divisi nelle due Costiere in esse, salvo il caso di carenaggio gireranno senza veruna interruzione, ed in tutto l'anno. Il corso non deè farsi periodico e determinato a certa estenzione, ma continuo, ed illimitato se vuol ottenersi il fine. 3° - Manterrà finalmente pendente l'anno le tre Gondole Corsali, che ora mantiene la Regia Cassa nelle Isole intermedie; le quali giusta il conto rimesso dall'Ufficio del Soldo rileverebbero ad annue Lire cli Piemonte 11941.6.9 ... Queste sono particolarm.te dirette a prevenire, sorprendere, ed arrestare gli sfrosi, epperciò incroceranno continuam.te i mari di Gallura; lacché riuscirà tantoppiù agevole, e si riempirà tanto meglio l'oggetto dopo eretta la Torre nell'Isola della Maddalena, in quantocché allora non vi farà mestieri , che due di d.te Gondole stazioni quasi cont.inuamente in quell'Isola per difendere la popolazione dalle Barbaresche scorrerie. Siffatti armamenti marittimi uniti alle Torri esistenti, e che si ergeranno, come sopra si è detto, produr dovranno de' considerevoli vantaggi; poiché 1 ° - Le 12 Gondole distribuite ne)la maniera poc'anzi accennata, incrociando continuamente il rispettivo tratto di mare saranno in caso di osservare qualunque bastimento che volesse approda re ne' nostri Litorali. Ciascuna di esse, attenendosi rigorosamente alle regole prescritte da] Magistrato [ ... ] ne intimerà alle occorrenze, a' Legni Commercianti la puntuale osservanza: e quando il Legno fosse renitente, essendo inferiore di forze lo conterrà ne' suoi doveri; ma se fosse superiore, e temesse nel cimento di soccombere, si recherà in terra, ed ivi proibirà ai pastori di comunicare col Legno approdante; ed ove d'uopo esigerà eia ' m ed.mi l'opportuna assistenza per ottenere il fine d'importanza . E semmai quel sito fosse in vista di qualche Torre non molto distante ab benché non dominati dal suo cannone, ne renderebbe per mezzo de' segnali (che agevolmente si combineranno) avvertita la guarnigione acciò il comandante con tiri d'artiglieria renda avvertiti i vicini pastori i quali accorre-

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ranno armati, come ora a siffatti avvisi pratticano; e faccia inoltre indilatamente passare sul posto porzione della guarnigione per assistere, e secondare l'equipaggio della Gondola . Con questo mezzo ~embrerebbe assicurata la pubblica salute, e viemmaggiorm.te dopo erette le Torri di sopra progettate, le quali difenderebbero quei Porti, che sono i più frequentati da' Legni Commercianti. Quindi è che ne' tempi di contagio , o non sarebbero necessarie le Ronde, o sarebbero almeno considerevolmente diminuite. L'oggetto delle Ronde può considerarsi o fisicamente, o co' rapporti politici agli Esteri Magistrati cli Terraferme. Nel primo caso egli è incontrastabile che le Torri lo riempiano pienamente nei siti, ove sono erette, e conseguentem .te diminuiscono il numero delle ronde. Quindi erette le nuove Torri questi benefici si risentierebbero ne' siti più frequentati; ed unendovi finalmente le Gondole, ed i Feluconi sembra che in realtà e regolarmente si otterrebbe l' effetto. Il solo caso di naufragio si presenta in un aspetto difficile, ove sia accompagnato dal mare talmente borascoso, che non permettesse alle Gondole di viaggiare, e di avvicinarsi al sito del naufragio. Ma si è questo un caso straordinario, ed anche difficile ad avvenire; perché nei tempi estivi, in cui veglia il contagio sono ben rare le tempeste siffattam.te orribili: tuttavolta perché può il caso verificarsi, con vien riflettere che erette le nuove torri sarebbero occupati quasi i principali siti, in cui si approda, e da cui si scuopre grandissima estenzione del Litorale, ond'è che osservando la Torre il naufragio di qualche bastimento avvenuto in sua lontananza darà tutta la prem ura di avvisare con tiri di artiglieria i vicini popolatori, o pastori; ed accorsi questi, il capo della Torre con porzione della guarnigione si unirà a' primi, e con la possibile p restezza si renderà a l luogo del naufragio, per ivi far osservare con esattezza le regole p rescritte, ed opportune. La conoscenza del cuore u mano ci convince che la gloria, o l'interesse sono le due grosse molle, che a seconda delle relative inclinazioni , e bisogni fanno agir gl'uomini con efficacia, ed impegno . Inerendo pertanto questo principio al fine cli efficacemente riesar nel disegno si assicurerà tanto a' T orrieri, che a' Pastori una competente gratificazione, od altro premio proporzionato alla qualità del servigio, che presteranno e che dovrà legittimamente ris ultare dalla distanza del luogo ed alla fat.iga. L 'Ammin istrazione pertanto intenta ne' suoi disegni alla pubblica utilità si esibisce a fornir l'anzidetta gratificazione, ben inteso però che ciò s'intenderà pe' tempi cli contagio, ed in cui soleano destinarsi le Ronde: e nel caso, che la terza parte di quel tanto, che si è salvato dal naufragio, e spetta a' salvanti, o non vi fosse, come sarebbe qualora il Legno colasse a fondo, ovvero fosse assai tenue come avverebbe allorquando le reliquie del naufragio fossero cli liev,e momento, e non proporzionate al travaglio impiegato dagli additati soggetti . Oltreacciò operando i due Feluconi, che il tempo va a rendersi borrascoso, procureranno in quanto sia possibile ancorare in quei siti più lontani dalle Torri, ed ove potessero scuoprirne degli altri, affinché sieno in grado a poter eseguire quanto si è detto , che avrebbe a dissimpegnarsi dalle Torri. Le Gondole finalmente ne imiteranno , nel massimo possibile, l'esempio, ma non perderan cli mira le necessarie precauzioni, per non esporsi a qualche fo rza superiore di Barbareschi. Su questi i ripieghi, che potrebbero addottarsi per l'accennato emergente, i quali benché abbozzati, potranno nondimeno ridursi ad un tal quale probabile sistema. In ordine poi agli E ste ri Magistrati essi ben comprendono, che le Torri armate sono operative, ed efficaci all'intento; ond'è che rilevando da' soliti P regoni una tal circostanza, e l'aumento delle Torri, saran persuasi, che in quei siti nulla abbia a temersi riguardo della Sanità. Il dubio però riducesi a' Lit.orali, che ne sono sforniti. Potrebbe allora osservarsi l'efficacia che da' med.mi venisse accordata alle Gondole; ed ove risultasse di doversi stabilire le Ronde saranno queste sempre inferiori alle precedenti, e potrebbero ridursi alla met.tà; perché il maggior numero riesce superfluo, e quindi il Regno risparmierebbe 9270 uomini al mesi da applicarsi all'agricoltura, mentre nel sistema att uale della Custodia de' Litorali il numero dlelle Ronde è di 18940 uomini in ciascun mese. 2° - Essendo i due Feluconi progettati idonei a far fronte agli armamenti Barbareschi, che corseggiano ne' nostri mari, perciò dal di loro non intermesso giro, e dall'essersi arma ti, ed occupati con le nuove T orri q uei siti, ne' quali quei si annidano, si otterrà fa protezione de' Litorali, e della nascente nazionale Navigazione; ed è sperabile, che questa al favore di tal protezione sia per prendere conforme n'è suscettibile u n vantaggioso, e sensibile avviamento. 3° - In fine le Torri, le Gondole, ed i Feluconi cospireranno unanimi a prevenire, rimuovere, e sorprendere i considerevoli contrabbandi, che con deimento delle R.i Finanze, della Reale Amministraz.e dei Corpi Civici, e di molti proprietari pur troppo a man franca commett.onsi. 5° - A cagione della tenuità de' suoi redditi l' Ammin .e giammai accordò gl'invalidi a benemeriti Terrieri. La necessità l'ha resa inflessibile alle giuste domande di quei soggetti, i quali dopo


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d'aver incanutiti al servizio delle Torri, resi al mcd.mo inabili, e per la decrepitezza, e talvolta per sopraggiun te infermità chiedevano una picciola mercede a ' loro servigi per godersela tranquillam.te, e con minor stento e fat.iga, ed ha dovuto essere inesorabile alle voci dell'umanità, allorché qualche soggetto invecchiato nelle Torri perché divenuto cieco si è ritirato alla sua miserabile casa 5 • Per secondare adunq ue i dettami dell'equità penserà l'Azienda agl'Invalidi tanto de' torrieri, che degl' Impiegati subalterni nell'armamento marittimo. A quest'effetto insegnando l'esempio vegliante nelle rnezzegalere si preleverà dalle paghe di tutti gl'impiegati suddetti, e Torrieri denari 6 per ogni lira di Piemonte, ed il risultato formerà un fondo, che si riterrà separato, e s'impiegherà alle occorrenze. Saran però s u tal particolare diverse le regole. Si accorderà l'invalido al Torriero allorquando non sarà più atto al servizio, anche menomo da farsi nelle Torri (che serviranno di alloggio) e se gli passerà corrispettivo da fissarsi senza esigere da lui quel servigio, che non può prestare. Gli altri poi a seconda de' casi saranno impiegati nelle Torri, od altrimenti sovvenuti e perché i medesimi saranno sempre veri impiegati al sevigio dell'Amabilissimo nostro Sovrano è sperabile, che nelle occorrenze di loro portata verranno dalla Sovrana clemenza benignam.te considerati. I premi poi promessi a' Torrieri, ed agli armamenti marittimi ne' Casi di presa de' Barbareschi, o de' Contrabbandi sussisteranno nel pieno del loro vigore. 6° - Benché sia massima risaputa nel Regno che i Terreni contigui alle Torri spettano alle m ed.me, nondimeno perché in molte Torri se ne sono confusi i limiti, riuscirà opportuna la coerente determinazione. E siccome il Regno abbonda di terreni incolti, così ne' Luoghi, in cui somigliante circostanza si verifica, ed immediatam.te non si pregiudicano i diritti del terzo potrebbe viemmaggiormente estendersi quella porzione da destinarsi alle Torri. Da ciò si otterrà 1° - Che i Torrieri nel tempo istesso , che difendono il Regno con le armi, si rendono puranche utili, come coltivatori . 2° - Loro si apporterebbe un lucro, e dall'allettativo ne risulterebbe l'assidua permanenza in Torre. 3 ° - Mentre rimarrebbe a beneficio de' med.mi il resto di essi terreni, la terza parte però la pianteranno a canapa per conto dell'Azienda, la quale somministrerebbe la semenza: seguita la roccolta ciel genere sarà affatto convenevole, che i Torrieri rned.mi risentano del loro travaglio un'utile competente, anche per animarli al proseguirn.to ed alla necessaria attendenza; onde sarà loro somministrata una discreta bonificazione da fissarsi in ragione di ciascun quintale raccolto. Per dar poi un qualche compenso alle maggiori occupazioni, ed incombenze che si accresceranno a' Luogotenenti delle Torri, altronde privi di qualunque stipendio, ed emolumento, e per interessare nella favorevole riusci ta questi soggetti, che davvicino vegliano sulle Torri, sarà opportuno di loro accordare il quarto sul prodotto netto, detratti perciò l'additata bonificazione, il costo della semenza, e le altre picciole spese che vi potrebbero precedere. Sarà quindi agevole, la riduzione del genere sudclivisato in Corda, Capi, ed altri articoli somiglianti da impiegarsi in uso delle Torri, e degli armamenti marittinii. L'unica difficoltà consiste ne' materiali, ma ove questi si abbia!llo il rimanente non è malagevole. L 'azienda ha de' mezzi alla mano, potrà ella sul principio inviare qualche prattico munifatturiere estero a questi destinare la paga, ed impiego di Alcaicle, ed aumentarla eziandio al disegno di rendere contento l'utile soggetto e dal med. mo si otterrebbero in seguito allievi nelle Torri istesse. Non è il solo vantaggio cieli' Azienda delle Torri, che da ciò ne deriverebbe, ma eziandio quello del Regno, perché si promuoverebbe un'utile, e necessaria piant.aggione, e manufattura, che fin dal 1755 fu inculcata dalla Sovrana Paterna Benevolenza. 7° - Sia perché l'armamento marittimo riguarda puranche gl'interessi della Regia Cassa perché diretto altresì a prevenire i Contrabbandi; sia perché il fondo della medesima proverrebbe nella massima parte, e sia finalmente perché si dirigge a promuovere la Nazionale Navigazione, sarà perciò conveniente, che in ogni semestre si a bbia da S.E. un Congresso coll'intervento delle Tre Prime voci, Amm.ri, e del Sig.r Intendente generale, ed in esso combinare, ed a seconda delle circostanze determinare le operazioni relative alla Marina. E qualora lo stesso Sig.r Intendente volesse prevalersi di alcuno di essi feluconi per viaggi nel Regno di Regio Servizio l' Amm.e sì farà pregio dì contribuire al risparmio, che si apporterà alla

5 L 'unica infermità realmente ina bilitan te per il servizio nelle torri restava in effetti solo la cecità, poiché in pratica non essendo prevista un 'età massima di fine servizio, gli addetti permanevano in carica fino alla morte. Del resto abbiamo avuto occasione di osservare da alcuni tab ulati citati di personale di guardia dell'età di oltre ottanta anni.


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Reg.a Cassa, ben inteso però che dovrà aversi la cautela di non isviarli dall'oggetto cui sono diretti, ed essendo il carico proporzionato si eviteranno puranche le lunghe mansioni. 8° - Resta a favellare delle spese necessarie alla costruzione degli armamenti marittimi, e delle nuove Torri: queste sono temporanee, e non già progressive. Si otterranno pertanto nella maniera che segue. S'intenderanno applicate ali' Azienda le tre Gondole Corsali esistenti nelle Isole intermedie, le due Galeotte, e qualunque altro legno (eccettuate le due Mezzegalere, che rimarranno a beneficio della Regia cassa) ora esistente con la rispettiva attuai dotazione di attrezzi armamenti, e munizioni. E si spera dalla Sovrana Munificienza la cessione di quegli attrezzi ed armamenti, che all'incomparabile sua Real benignità saranno ben visti. Ciò premesso riuscirà agevole la spesa per la costruzione di essi armamenti marittimi, la quale rileva a Lire Sarde 10.500; perché verrebbe diminuita in grazia degli accennati sussidi. Il rimanente quindi potrà fornirsi, come in appresso. Nel fondo da cedersi vi sono comprese Lire sarde 9477. 10 ... Da questo fondo pertanto pot.rà prelevarsi l'importare necessario a s upplire la predetta spesa di costruzione. E siccome al favore de' testé divismi sussidi ve ne dovrebbe avanzare qualche porzione; questa perciò insiememente ad altra aggiunta s' impiegherebbe nelle prime spese per la costruzione di una o due Torri ; poiché a seconda dello stile dall'Azienda l'intera spesa di costruzione si riparte in tre distinti tempi tra loro lontani. L'Azienda delle Torri non si esibisce alla contemporanea erezione delle suddette Torri, perché in vista della mancanza de' fondi le riesce affatto impossibile; ma bensì si compromette compirvi successivamente, e pel corso di alcuni anni; incominciando dall'entrante; e progressivamente proseguendo, sempre preferendo quelle, che relativamente saranno più necessarie. Ella vede i risparmi, che potrà in un maggior fondo ottenere, e questi accoppiati al concorrente, che esigerà per la manutenzione di esse Torri, la quale goderà anche prima che queste esistano come si è detto, e metteranno in grado a disimpegnarsi dell'obbligo assuntosi. PARTE SECONDA Si esaminano i fondi necessarj a sostenere i pesi finora descritti. Dal fin qui detto appare, che le spese progressive rilevano ad annue Lire di P iemonte Vale a dire Per aum,ento di paga ai Torrieri Manutenzione delle nuove Torri Armamento Marittimo

95576.»,6 11451. 2.6 15161.11.3 68963. 6.9 95576. ».6

Questi Fondi potrebbero aversi nella maniera seguente: Dal conto rimesso dall'Uffizio del soldo, che la Regia Cassa ha speso, per la manutenzione delle due mezzegalere, e delle Tre Gondole Corsali, dal 1782 a tutto il 1789 Lire di Piemonte 987029 .1 1.11 Similmente dallo Stato del Commesso cl' Artiglieria appare speso per cl.a 12485.15. 2 ragione in esso tempo 999515. 7. I Totale Nel fondo portato da cl.o Conto vi si comprendono come spese per compera delle mezzegalere Onde rimarrebero spese di manutenzione

63325.- .-. 936290.-.-.

Al fine di rilevare la Comune delle spese fatte in ciascun anno dalla Regia Cassa per l'accennata manutenzione non è esatto ne conducente il dietrascritto totale; perché in esso si comprenderebbe la manutenzione della S.a Barbara, per tutto l'anno 1782, laddove fu mantenuta, che soli mesi sei, poiché si diè principio al luglio di detto anno. e quella della B.a Margherita per tutto l'anno 1783, quandocché venne mantenuta anche meno di mesi sei. Epperò poiché con esattezza possa d.a Comune ottenersi si prescinde da' due anni 1782-83, e si farà la Comune sul totale speso dal 1784 a tutto il I 789 ed allora non ha più luogo il calcolo delle mezzegalere, perché compreso nel 1783. Moneta di Piemonte Pertanto rilevasi dallo stesso conto, che le spese di manutenzione suddette


Potenziamento del sistema di sorveglianza e difesa costiera

L. 793480.13.8 fatte dal 1784 a tutto il 1783 rilevano a E dallo Stato del Commissario di artiglieria appajono spese per tal effetto L. 7444. 6.in detto tempo 800924.19.8 Totale Non comprese le munizioni di cui l' U ffizio di Artiglieria dice non averne certezza, perché prese in altri Magazzini, come rilevasi dalla sua Memoria. I O - Ciò premesso sarebbe un naturale effetto di quella paterna sollecitidine, che la Sovrana Clemenza ha sempre mai impiegata per la vera felicità di questi suoi fortunati sudditi, se si degnasse cedere alla Reale Am m.e l'annua som ma di Lire 76/m di Piemonte, le quali detratte dall'accennata annua concorrente, che spendeva, e spende, qualora si fosse degnata per l'utilità cli questo Reg no proseguire nel presente sistema di marina, di Lire di Piemonte 133487. 9.11 76000.- . 57487. 9.11 Risparmierebbe a nnualm .te la R. a Cassa E sarebbero viemmeglio riempiti gli oggetti, cui in oggi diringonsi le L. 133487. surri fe rì te Risparmierà puranche il pane dei soldati, ed il mantenimento cibario a ' forzati che sarebbero impiegati in detti armamenti, somministrando unicamente ai primi il pret, e ad entrambi il vestiario; ed in ultimo perché le due mezzegalere non promettono lunga durata risparmierà la spesa della compera o della nuova costruzione. Nell' anzidetta somma di L. 76/m potrebbe contenervisi il prodotto del sussidio rilevante a L. di Piemonte 14115.4. e quello delle bolle della Crociata, il quale giusta la Comune di un Decennio formato dallo stesso Sig.r Intend.e Generale ammonta a L. 18611.12.8 onde da entrambi avrebbesi l'annua somma di 32726.16.8 ma in questo caso si avrebbe considerazione delle spese necessarie pel breve di conferma, che in ordine al primo ottiensi in ogni quinquennio, e per le seconde in ciascun sesennio. L' Amministraz.e ossequiosa dipende dall'impareggiabile Benignità cieli' Amabilissimo Nostro Sovrano . 2° - Se pel vantaggio del Regno la Sovrana Clemenza benignamente si dispone ad impiegarvi il fondo suclclivisato, sarà poi giusto, e som mamente lodevole, che il Regno istesso vi concorra. Quindi proseguendosi a corrispondere la concorrent.e ora inserviente alla manutenzione delle sei Gondole non avverrà ciò che ora è avvenuto in molte Ville. Credendo esse, che la Concorrente stabilita nel 1788 fosse progressiva, e quella ciel 1789 aggiunta le han collettate entrambi . È vero, che qui non si è esatta, che l'ultima, ma chi sa se i Sindaci restituiranno la prima a' collettati Terrazzani? L'Azienda delle Torri è di ciò informata; perché quasi conoscendo quei villici, l'analogia di quel contributo con le Torri si son resi all'Uffizio per farne il pagamento; e non essendosi questo accettalo, si è rilevato il fatto esposto. Giusta il vegliante sistema siffatto contributo si preleva dalle ville del concentrico, mentre le marittime dovendo Sostenere il peso delle Ronde ne vanno esenti. Di qui è che ottenendosi col piano proposto o l'abolizione di esse Ronde, ed assolutam.te la diminuizione nella metà; sarà giusto che si facciano a proporzione concorrere le Ville marittime, avuto l'opportuno riguardo a quelle che pagano contributo per le Torri. Qualora però la Sovrana Benignità si degnasse aumentare il dritto sull'estrazione dal Regno del formaggio, ed altri generi, od applicare alla Reale Ammin.e qualche altro fondo, potrebbe allora sollevarsi il Regno dall'anzidetto contributo ed in proporzione la Regia Cassa. Le Guardacoste, ragguagliata la medesima a 20/m Lire di Piemonte si verserà nella Cassa della Reale Amministrazione. La difesa de' Litorali dalle incursioni Barbaresche, e dall'approdamento de' Legni infetti di contagio, si è un beneficio, che interessa ogn'ordine di persone, ed ogni individuo del Regno. Inoltre la protezione della Nazionale Navigazione, e quindi il più facile e meno costoso trasporto de' generi, l'aumento del commercio interno da ciò proveniente, e la protezione dell'esterno dalle contumacie, che lo ritardano, e lo pregiudicano sono altrettanti favorevoli effetti che tutti si risentiranno. La diminuizione poi degli sfrosi se direttamente interessa le Regie Finanze, e molti corpi del Regno, interessa similmente molti proprietarj, e lo Stato medesimo, mentre ognun sa , che la facilità di poter entrare clandestinamente contribuisce non poco ad accrescere i furti particolarmente di bestiame, che si commettono. Applicandosi finalmente il fondo anzidetto alla Reale Amminstrazione conseguiranno gli Stamenti contribuenti 1° - Il risparmio de' 100 scucii sardi, che oggi si pagano per l'operazione del riparto, men tre il Segretario cieli' Azienda si esibisce a farlo gratis, e senza spesa alcuna. 2° - Essendo indi il contributo regolare, le pelli, cuoi, e lane pagano tuttora quel dritto, che s'impose un secolo scorso . Essi generi hanno aumentato nel valore; ed i Commercianti ne riportano un lucro non indifferente, inguisacché sembrerebbe potersi duplicare.

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266

La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XV! al XIX secolo

Ch'è quanto la Reale Amminstrazione si ha l' onore di sottoporr e al savio divisinimento dei Signori, che compongono questo ìllustre Congresso» 6 •

Il manoscritto proseguiva dilungandosi in una minuziosissima contabilità relativa a quanto affermato, e quindi nella riassunzione dell'esposto, allegandovi per ult.eriore rinforzo, le molteplici suppliche di varie popolazioni imploranti l'erezione di una torre limitrofa. Si concludeva infine con una sintetica esposizione della storia delle torri sarde, per larga massima. Per ovvi motivi questa articolata parte del prezioso documento ci è sembrato superfluo citare, bastandoci in effetti quanto riportato, per farci una precisa idea della situazione a ridosso della Rivoluzione Francese, le cui estrinsecazioni militari ebbero, di lì a breve, occasione di manifestarsi anche nell'Isola.

L'attacco francese TI timore del propagarsi deil'effetto destabilizzante scatenato dalla Rivoluzione :rrancese coalizzò gli altri stati europei in una sorta di alleanza reazionaria. Giocava logicamente a favore dei facili assensi anche il supposto basso rischio bellico, dandosi per scontata la quasi totale inesistenza di un apparato militare francese degno di tale nome. Le epurazioni e gli isterismi demagogici, in effetti, avevano in pochi anni smantellato tanto l'esercito, decapitato dei suoi quadri dirigenti, quanto ancor di più la marina, privandola al contempo degli uomini e delle risorse. Della poderosa squadra, pochi vascelli vantavano a quel punto qualche potenzialità d'intervento. Nonostante ciò il 20 aprile del 1792 l'Assemblea Legislativa, falliti i blandi tentativi politici con l'Austria, dichiara guerra all'Impero ed alla Prussia. Vittorio Amedeo, re di Sardegna, da parte sua fa arrestare l'ambasciatore francese, preparandosi ovviamente a scendere in campo a fianco degli alleati. L'Inghilterra, sia pur con ampie riserve, sembra restare neutrale, seguita in ciò dalla Spagna. Per i restanti le operazioni militari si avviano il 28 aprile in Belgio 7 • Lo scacchiere mediterraneo gode inizialmente di una sostanziale immunità, sebbene iniziassero a circolare voci su di una probabile sortita della squadra di Tolone, alla men peggio ancora operativa. Nell'ottobre dello stesso anno le dicerie, lungi dal rientrare, presero a rafforzarsi ed a dettagliarsi indicando come possibile obiettivo della flotta francese, ora lo Stato Pontificio, ora le coste pugliesi, ora la capitale del Regno delle Due Sicilie, dove il suo pavidissimo sovrano sotto la sapiente guida del!' Acton procedeva a febbrili lavori di potenziamento difensivo costiero8 • Anche in Sardegna per ovvi motivi, accentuati peraltro dalla estrema vicinanza della Corsica si diffondevano anologhe previsioni. E il trascorrer dei giorni le accreditava di ulteriore veridicità . La squadra francese, in realtà, divisasi in due formazioni, al comando degli ammiragli Truguet e La Touche, manovrò in maniera di minacciare quasi contemporaneamente i regni det1e Due Sicilie e cli Sardegna . Il 16 dicembre il La Touche è a Napoli, dove con la sua arroganza ha ragione della miriade di cannoni costieri, tacitati dalla paura della corte, impoùendo al Sovrano umilianti condizioni. A sua volta T ruguet il 21 dello stesso mese appare nel golfo di Cagliari , forte di 11 vascelli, 6 fregate ed altri legni minori 9 • Disgraziatamente per lui però una violenta tempesta disperde le navi, obbligandolo a rianviare di alcune settimane l'operazione. Erano trascorse appena dodici ore dalla decapitazione di Luigi XVI allorché la squadra francese, il 22 gennaio, si schierò in ordine di bombardamento nuovamente dinanzi Cagliari. Prima però, secondo il collaudato copione napoletano, una sua delegazione tentò di intavolare con i sardi la resa. Questi ultimi avvezzi da secoli alla combattiva resistenza mostrarono tutt'altro

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7 8

9

B.R. T ., ms. Mis. 104-6, 104-8. Cfr. P. MARAVIGNA , Storia dell'arle militare moderna, Torino 1926, voi. Il, pp . 34-35. Cfr. G. Nuzzo, La monarchia delle Due Sicilie Ira ancien régime e rivoluzione, Napoli 1972, pp. 337-338, nota 36. Cfr. F. Russo, La difesa costiem ... , cit.., pp. 242-246.


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Potenziamento del sistema di sorveglianza e d{fesa costiera

127. La squadra francese bombarda Cagliari (I 793).

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avviso, costringendo quasi l'ammiraglio nemico a passare alle vie balistiche. Il 28 pertanto le navi aprivano il cannoneggiamento della città, protrattosi per ben 6 ore: le artiglierie costiere della piazza non fecero minimante attendere la loro risposta , dimostrando anzi una insospettata perizia ed arditezza. Nel frattempo sopraggiungeva, il 1° febbraio, anche la formazione del La Touche, con l'esplicito intento cli dar man forte al compatriota in evidente stallo, aggiungendo alle predette unità altri 3 vascelli di linea, 4 fregate e 30 navi onerarie, con oltre 7 .000 soldati a bordo agli ordini del gen. Casabianca. Trattavasi dell'atteso corpo da sbarco, che avrebbe dovuto concretizzare la conquista militare dell'Isola, od almeno della sua capitale 10 • L'attacco anfibio avvenne dal 13 al 15 febbraio, allorché almeno 5.000 uomini furono messi a terra , sulla spiaggia di Quartu poco lontana verso est dalla città . Sempre il giorno 15 un nuovo terribile bombardamento navale si abbatté su Cagliari, proseguito per ben 12 ore. Parallelamente le fanterie di marina presero ad avanzare, mostrando di voler occupare le alture circostanti. Provvedevano alla difesa della piazza 3 battaglioni di fanteria e 4 squadroni di cavalleria, dragoni, agli ordini dello stesso viceré Balbiano. Un peso affatto trascurabile ai fini della resistenza sostennero in questa occasione i reparti miliziani, fatti rapidamente affluire in zona al momento del profilarsi della minaccia. 10.000 fanti comandati dal marchese Leonelli, oltre a 2.000 cavalieri agli ordini a loro volta del barone di St. Amon 11 si scagliarono sugli invasori, impegnando con gli stessi accaniti combattimenti. La sanguinosa lotta occupò l'intera giornata: a sera alcuni reparti francesi, ridotti a mal partito, furono .costretti a reimbarcarsi dalla identica spiaggia, vanamente tentata. Spicca nell'ambito del fiero contrattacco isolano l'episodio della Torre di Calarnosca , la quale diretta dal suo alcaide, per diversi giorni ed altrettante notti, sostenne impavidamente l'urto degli assalitori, senza denunciare il min imo indizio di resa. Nonostante la piega affatto positiva presa dall'orJerazione anfibia, i vascelli francesi rispresero il bombardamento nei giorni 16 e 17. Le condizioni meteorologiche avverse costrinsero una loro unità

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1 Cfr. S. R ATTU, L'ultima resistenza dell'antico baluardo di Cagliari, in «Boli. 1st . Stor. Coli. A.rma del genio», anno XXIV, n. 3, Roma 1958, pp. 360 e sgg. 11 Cfr. S. A LES, Le regie truppe sarde (1773-1814), Roma 1989, p. 61.


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L a difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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128. Cagliari, schieramento difensivo: il forte di S. Elia. 129, Polveriera cli Cagliari .

130. Lazzaretto cli Cagliari.


Potenziamento del sistema di sorveihanza e difesa costiera

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ad una imprudente accostata verso terra, manovra che la espose immediatamente ai cannoni della piazza che non mancarono di centrarla. Si trattava del vascello «Leopardo», armato di 80 pezzi. Fu la sanguinosa riprova che le batterie sarde non andavano per nulla sottovalutate , e l'ultimo stimolo all'evacuazione dall'isola. Convinto assertore probabilmente dell'aforisma romano: «a nemico che fugge ponti d'oro», il Balbiano ordinò allora la sospenzione del fuoco, consentendo , ai restanti reparti francesi ancora a terra, di reimbarcarsi ordinatamente nei sette giorni successivi. A quel punto, il giorno 26, l'ammiraglio Truguet valutata a iosa la materiale impossibilità dell'impresa, ordinò alla sua squadra di riprendere il largo, lasciando la infausta rada cagliaritana. Alcune navi francesi, tuttavia, già nei giorni precedenti si erano dirette verso La Maddalena, incontrandosi con un'altra squadriglia navale ivi destinata per cooperare alla presunta occupazione totale del Regno. infatti fra le sue navi vi era una Fregata, la «Fauvette», con 800 uomini imbarcati, pronti ad attuare una seconda operazione anfibia. Un giovane capitano attendeva fra quelle truppe: Napoleone Bonaparte. Il 22 febbraio, contemporaneamente quindi alla evacuazione del cagliaritano, 23 unità compaiono nelle acque della Maddalena, occupando con rapida azione l' isolotto di Spargi e quindi, in serata, quello di S. Stefano, dove il futuro imperatore, nella sua veste di capitano cli artiglieria, collocò una batteria cli 4 cannoni ed un mortaio. Alla difesa dell'isola provvedevano 500 uomini, per lo più miliziani, agli ordini del cav. Felice di Costantin 12 , ai cui comandi si trovava pure la striminzita flotta regnicola, forte di due mezze galere, quattro galeotte ed alcune insignificanti imbarcazioni. Spiccò negli scontri navali, scaturiti immediatamente tra le due asimmetriche formazioni, il nocchiero isolano Domenico Mìllelire, successivamente decorato di medaglia d'oro. Questi infatti, incurante della palese inferiorità numerica e qualitativa del naviglio, non cessava di contrattacare la flotta nemica, ed ingaggiava un duello balistico con lo stesso Bonaparte, bersagliando i cannoni cli quello con il fuoco della sua lancia modestamente armata. Ad onta della evidente superiorità francese i combattimenti protrattisi ancora nei giorni 24 e 25, non diedero origine a nessuna presa di possesso efficace, e non assicurarono agli invasori alcuna testa di ponte tenibile: meno che mai venne intaccata la resistenza sarda . Anzi il 26, lo stesso Millelire, alla guida di una piccola flottiglia cli lance armate, dirige per S. Stefano, portando al seguito 400 uomini altamente motivati. La presa di contatto con i francesi fu di notevole violenza e vanamente Napoleone abbozzò una parvenza di difesa. In breve anch'egli fu costretto al reimbarcarsi lasciando per di più a terra i suoi cannoni. Le stesse navi, variamente danneggiate dalla intrepida controffensiva isolana, decisero allora di sganciarsi dal devastante confronto, costatogli fino a quel momento ben 210 perdite, e riguadagnare il mare aperto. Il valoroso Millelire non si peritò, anche in questa estrema fase, di inseguirle per quanto possibile e cli bersagliarle ripetutamente dalle sue minuscole imbarcazioni, fino alla loro totale scomparsa dall'arcipelago, in quel medesimo 26 febbraio. La gloriosissima pagina confermò pienamente la validità del dispositivo difensivo costiero attuato, specialmente nell'ambito di operazioni militari propriamente dette e sostanzialmente preannunciate. Disgraziatamente tutt'altra cosa era la ancora indispensabile difesa anticorsa, dove all'insidia dell'assalto si univa l'impossibilità di qualsiasi sua previsione, sia per il luogo che per il momento, per non parlare della estrema esiguità temporale di un'incursione che difficilmente avrebbe consentito l'intervento in tempo utile della milizia . Tra l'attacco iniziale a Cagliari del dicembre del '92 e quello all'isola della Maddalena, si colloca un'altra operazione anfibia attuata dalla stessa squadra francese , il 7 gennaio del '93 contro l'isola di S. Pietro. Lo sbarco, a differenza degli altri due, non trovò per la scarsità della popolazione del sito alcuna resistenza, tant'è che nella stessa giornata sull'unico caposaldo militare presente, il fortino di S. Vittorio, fu issata la bandiera francese. L'abitato meglio noto come Carloforte, delle cui tragiche vicende tra breve ci occuperemo, ebbe

12

Cfr. Enciclopeclia }vfilitare, cit., alla voce «La Maddalena».


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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appena il tempo di sottrarre alla devastazione nemica la statua del sovrano Carlo Emanuele III danneggiandola per la fretta al braccio. Peraltro l'occupazione avvene, e si protrasse, in un clima di sostanziale civiltà, tra distribuzione di viveri e di programmi liberatorii, al punto che la colonia venne ribattezzata Isola della Libertà. Pur essendo effimera, la presenza del presidio francese, si prolungò fino al maggio, allorché, al sopraggiungere di una squadra spagnola, i militari della Repubblica preferirono arrendersi. II 25 dello stesso mese, senza altra conseguenza che la mutilazione del braccio della statua, Carloforte tornò al suo legittimo sovrano. Non passarono purtroppo che pochi anni, per l'esattezza cinque, che una seconda incursione, questa volta di tutt'altra natura e portata, si abbatté sulla pacifica popolazione, travolgendola quasi interamente in una tragica avventura di inusitata violenza. È necessario però per meglio coglierne il significato ritracciare, per breve sintesi, la singolare storia di Carloforte e dei suoi abitanti .

Il tragico fine secolo di Carloforte Per uno di quei paradossi non rari nella storia, a meno di un miglio dalla costa barbaresca, non molto lontano da Tunisi e da Algeri, su di un minuscolo isolotto prosperava sin dalla metà del XVI secolo una industriosa colonia genovese cli pescatori cli corallo. Tabarca era il nome dello scoglio che alcune centinaia di cristianissimi lavoratori ciel mare avevano eletto come residenza, abbarbicando le loro modeste abitazioni alle rocce dello stesso, sormontate dalla classica fortezza spagnola. Tramite la tenue garanzia di alcuni trattati e la ben più credibile immunità derivante dai cospicui versamenti di imposte ai potentati barbareschi della costa, l'esistenza in quel pericolosissimo avamposto si era potuta non solo sviluppare ma anche evolvere commercialmente per quasi due secoli, a dispetto della connotazione profondamente ostile delle etnie contrapposte13 . Il passar del tempo tuttavia e la crescita della popolazione, ormai di oltre 2000 anime 14, e delle sue conseguenti esigenze, per non parlare del progressivo deteriorarsi del contesto insediativo, determinarono nei primi decenni del 1700 la necessità cli ricercare per l'industriosa colonia un nuovo sito, possibilmente insulare e poco discosto da eventuali banchi coralliferi, fonte tradizionale di reddito e di lavoro per i tabarchini. Parallelamente uno fra i più attivi viceré piemontesi della Sardegna, il marchese di Rivarolo 15 , si poneva seriamente, in concordanza con la visione illuminata del suo sovrano, il problema cli una feconda ripopolazione di alcune contrade dell'isola, eia tempo immemorabile deserte ed infruttifere. Lo scopo della colonizzazione avrebbe dovuto, nel suo intendimento , essere duplice ovvero eia un lato trarre un reddito da quelle terre totalmente sterili, e dall'altro fornire ai regnicoli qualche valido esempio cli insediamento attivo ed operoso da imitare. Scriveva infatti al riguardo intorno al 1735: «Il n'y a que des ètrangers qui puissent leur donner de bonnes exernples; peut ètre avec le temps, il se rèveleront de cette Jetarge dans le quel ils vivent depuis tam de siècles» 16 •

IJ giudizio, quand'anche poco lusinghiero nei confronti dei sardi, esprimeva comunque una lodevole volontà di scuoterne l'iniziativa latente, e di far uscire il Regno dalla atavica arretratezza con le sue risorse umane e materiali. Il proposito d'intento, peraltro, sembrava calzare alla perfezione con le esigenze dei tabarchini alla ricerca di una nuova patria, e le due parti in breve entrarono in contatto per la definizione dei dettagli dell'impresa. Allorché don Marcantonio Camos redasse il suo progetto di torreggiamento della Sardegna ac-

13 Circa le origini e la genesi di tale insediamento cfr. E . Luxo1w, Tabarca e i Tabarchini - Cronaca e storia della colonizzazione di Carloforte, Cagliari J977, pp. 59-71 . 14 Ibidem. 15 Il marchese don Carlo di Rivarolo fu viceré della Sardegna dal 1735 al 1738 . 16 Da E. LuxoRo, Taharca e ... , ciL. , p. 104.


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cennò, sulla base di rapporti indiretti - quasi a voler meglio confermare l'inospitalità del sito - ad un isolotto detto di S. Pietro del tutto disabitato, coperto di boscaglie e di bassa vegetazione, asilo di capre e di cinghiali. Ricordò anche una sua piccola insenatura, nota e frequentatiss ima dai corsari, detta Spalmatore, toponimo chiaramente indicante il carenaggio e l'ingrassaggio delle opere vive delle fuste per rendere più scattanti i loro battelli, che ivi, in assoluta tranquillità, i predoni effettuavano. Al cli là cli quanto esposto in quelle sintetiche annotazioni null'altro caratterizzava quell'inospitale lembo di terra, esteso per oltre 50.000 ettari, quasi un continente in confronto agli appena 24 di Tabarca. Fu proprio quella infatti l' isola prescelta per il trapianto della nuova colonia. Il programma e gli studi di attuazione non si fecero affatto attendere, in perfetta concordanza con il decisionismo della dinamica classe dirigente del piccolo Regno . È del 1736 infatti questo interessantissimo documento al riguardo: Progetto di colonizzazione proposto da Agostino Tagliafico nel 1736 dietro incarico del Viceré <<Progetto che si fa per la concessione in feudo ampio e perpetuo dell'Isola di S. P ietro . Degnandosi S.M. d'accordare l'Isola di San Pietro in feudo a nche perpetuo senza restrizione alcuna a tutti li discendenti del progettante tanto maschio che femmina e che il progett.ante possa disporre a suo arbitrio di eletta isola di darla a suo figlio secondogenito a qualsivoglia dei suoi nepoti discendenti dalla sua propria linea, detto proget.tante si obbliga alle seguenti condizioni: P .mo offerisce il progettante far una o più popolazione secondo la possibilità della sola con la gente che con l'assistenza dei Ministri di S.M. farà venire di Tabarca e pure la farà con la gente del proprio regno ai quali darà per il primo ingresso ossia per il primo anno grano sufficiente tanto per il loro sostentamento per seminare l'isola, come pure gli somministrerà li bovi necessari per lavorarla rimborsandoli dagli abitanti con equità e con il respiro di tre anni, correndo a carico loro di fabbri carsi le case. Concederà S.M. la facoltà di poter fare nuove tonnare tanto di corsa come di ritorno tante quante se ne potessero formare in detta Isola saranno dal progettante con la condizione perché tutte le volte che detto p rogettante le calerà pagherà a S. M. il 5% , solamente perché non pagando le tonnare più che il 5 e queste scuotendo interamente a sua Maestà resterebe il progettante senza alcuno benefizio. 2° - Avverrà facoltà il progettante di far peschiere e saline se vi fosse luogo di poterle formare pagando a S.M. il 50Jo di tutto il prodotto di quelle. Potrà liberamente far la pesca dei coralli con i suoi abitanti a quale effetti li conderà S.M. tante miglia di mare pagando le coralline dei naturali il 2% a S. M. a ciò con queste prendino animo a fare detta pesca, e la spesa dei nuovi bastimenti perché senza questo benefizio sarebbe difficile come pure il permesso di poter il progettante di imporre alle coralline forestiere oltre il 5% che pagano a S.M. quello che potrà convenire con i padroni di quelle. 3 ° - Sarà a carico del Regio Patrimonio assumere qualsivoglia lite che il progettante potrà avere con la nuova o le nuove popolazioni, tanto con la città di Carloforte che con quella di Cagliari e con qualsivoglia altro che sia senza che il progettante spenda cosa alcuna in detta lite, ma bensì lo assumerà e difenderà il Regio Fisco, sino a sentenza definita. 4° - Ponerà S.M. un ministro Patrimoniale, a ciò invingili sopra li contrattuali come per li generi che sanno eia estrarre ed introdurre in detta Isola concedendo al progettante il beneficio ciel terzo sopra il prodotto di dette Dogane. 5° - Più si farà un forte capace di dieci o dodici soldati invalidi con un Ufficiale vecchio per comandarli e S. M. provvederà a sue spese la artiglieria necessaria con tutti i suoi attrezzi ed il progettante farà a sue spese tutta la provvigione delle munizioni come sono polvere e palle. . 6° - Concederà pure S.M. al progettante il titolo di Marchese di San Pietro e San Carlo, cioè quello di San Pietro per ragione dell'isola e quello di San Carlo per la nuova popolazione che così si dovrà chiamare in onore cli S.l'vl. per essere il primo feudo che si ha fondato il suo tempo, senza che il progettante paghi li diritti della Segreteria, sendo questo del medesimo tenore di D. Antonio Simone al quale è stato concesso quello di Samassi e Serrenti. poi ché giusto che facendo il progettante questo servizio a S.M. di popolare quest'Isola dandogli il 5% di tutto quello si è espresso nelli antecedenti capitoli e aumentare il Real donativo di questo feudo e feudi abbia almeno questo Dispaccio Franco, pagando il progettante solamente i diritti della Segreteria. 7° - Permetterà S.M. il progettante il poter prendere in caso di farli bisogno quattro o cinquemila scudi a censo sopra l'Isola per benefizio cli essa.


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8° - Delle decime potrà fondare un nuovo Canonicato o abbadia, e bene una Inconunanda di san Maurizio, lasciandola perpetua per la casa del progettante e più che si procurerà aumentarla farà qualcun'altro servizio a S.M. in riconoscimento. Ed in caso che li precedenti capitoli non siano di soddisfazione, e gradimento cli S. M. pagherà il progettante un tanto cadun anno alla Real Cassa, restandoli la facoltà libera di tutto l'arbitrio che potrebbe dar l'I sola, per sé e per sua discendenza in perpetuo e con la condizione di feudo ampi0>> 17 •

Dal significativo progetto del Tagliafico, intraprendente e lungimirante tabarchino, evidentemente teso non soltanto a creare una colonia, ma forse soprattutto ad avviare una lucrosa attività commerciale, risulta per la prima volta enunciato il nome della erigenda cittadina marittima - Carloforte - dal manifesto intento onorifico nei confronti del sovrano , dal cui nome inoltre l' intera popolazione avrebbe assunto denotazione. Con la prontezza accennata, la Cone rispose appena un paio di mesi dopo al promulgatore ciel progetto, riconoscendo in quello indubbiamente delle ottime prospettive e dei vantaggi, nel tempo, per l'intero Regno, ma onde evitare alle stremate finanze reali l'esborso prospettato, affidava l'impresa ad un facoltoso nobile isolano che ne avrebbe pertanto assunto gli oneri iniziali derivanti. L'intera vicenda si concluse con la stipula dell'infeudazione in data 17 ottobre del 1737, restando comunque punti fermi: - il nome della nuova cittadina, ovvero Carloforte - la sua impostazione giuridica, quale feudo - le concessioni relative alle tonnare, alla pesca del corallo, o più in generale ciel pesce. Quale contropartita si richiedeva al feudatario e quindi ai suoi subordinati invece: - la costruzione di un fone del quale il Re si sarebbe assunto solo l'onere dell'armamento - la costruzione cli una chiesa - i fondi necessari per i primi anni di vita d ella colonia - il naviglio necessario al trasferimento dei tabarchini 18 . Pochi mesi dopo, attratti dalle allettanti potenzialità prospettate dal Tagliafico e spinti, ancor maggiormente, dall'acuirsi dei rischi barbareschi nella natia Tabarca, molti coloni presero a t rasferirvisi, avviando in concreto l'impresa. Alla fine ciel febbraio del 1738 infatti le prime famiglie raggiunsero S. Pietro, seguite immediatamente da altre, molte delle qua.li di recentissima formazione 19 . Ben presto il numero degli immigrati raggiunse la cifra, affatto trascurabile, cli oltre 600 ponendo in maniera preoccupante il problema, oltre che del loro decoroso alloggio quello, di gran lunga più complesso, della loro sicurezza difensiva, stante la contrada nelle descritte condizioni cli assoluta vulnerabilità. Le due deficienze furono logicamente istantaneamente correlate, prospettandosi, quale ovvia soluzione, la costruzione cli un centro abitato fortificato, cioè cli una cittadina bastionata. All'uopo, come precedentemente accennato, fu dato incarico all'ingegnere de la Vallea di procedere alla preliminare progettazione, e quindi senza frapporre indugi, alla attuazione 20 . Lo scrupoloso tecnico, con sensata intuizione, ed in assoluta antitesi a quanto fino ad allora praticatosi in Sardegna, immaginò che il sito ottimale, per una cittadina cli pescatori, dovesse individuarsi sulla sponda stessa del mare, e non già per paura molto discosto da quello. Delle sue acute osservazioni ci sembra interessante riproporre alcuni brani, essendo per di più pertinenti con la tematica del saggio. «Eccellenza, Come che à tutt'altro che a un ingegnere di mio grado conviene riflettere se sia meglio il lasciare quesra piazza di costruzione semplice come per ora si ritrova col solo fine di sostenersi contro le scorrerie dei Barbareschi ò pure ridurla in stato di potere resistere in qualched'un

17

A.S.C., Serie 2 3 , voi. 1287, da Luxoro.

18

Cfr. E. Lux o Ro, Tabarca e... , cit., pp. 110-111.

19 Il primo contingente comprendeva probabilmente 86 persone d'ambo i sessi. Co n il secondo contingente, a distanza di pochi giorni arrivarono altre I 1O famiglie, di cui almeno una trentina di recentissima formazione. 20 Cfr. B. V11w1s , Bastioni e torri di Carloforte, Roma 1952, pp. 20-21.


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a ltra occorrente, dico solo essere certo che li vantaggi qua li ne risulteranno non si restringono ad a lcuni pochi facili da congetturarsi da tutti, poiché il danno che ne riceveranno i mori, li quali scacciati dall'antico loro nido perderanno la speranza di potere all'avvenire infestare in queste parti la Sardegna e m olestare li Navigant i in questo Mare, sarebbe di poco rilievo se non avessero motivo d i temere rivolte contro di loro le stesse sorprese per essere questa nuova popolazione p roveniente dalla Darbaria che ne conosce tutta la costa, e per conseguenza è informata del traffico e forze loro. Egli è anche positivo che il riflettere al solo utile qual può produrre col rendere à coltura un terreno ab bandonato, non vale tanto, q uanto il considerare ch'è un popolo esperto nell 'arte del navigare, di professione pescatore di coralli, composto d i gente ardita, fatta alle fat iche, e di costumi morigera ti, ciò che può produrre un nuovo commercio in questo Regno. In vista dunque cli questo trattandosi di un'opera q ual'è puro frutto del ze:o indefesso che V.E. à per li interessi di S.M. formo li riflessi seguenti, e senza dire eh 'è u n effetto della grande prudenza di un vice R e di tal grido d ' aver pensato di rimediare ad un inconven iente notabilissimo, come quello di lasciare abandonato uno dei miglior Porti di questo Regno , in cui quasi tutti i bastimenti prima di mettersi alla vela pensano già di doversi rifuggiarc in occasione di qualched'una delle Oorraschc solite succedere nel Mediterraneo, conside ro solo il p iacere che tutti devono avere nell'essere informati, che oltre al ritrovarsi le acque sempre tranquille si sapranno fuori d 'ogni insulto, muniti di diffese e viveri, in sorte che alla sicurezza vi si aggiunge il benefizio di poterne ricavare li rinforzi necessari e di commerziare con una Nazio ne trattabile. Lascio à chi meglio di me si ritrova esperimentato nell'arte della guerra di esaminare se servendo per porto d i frontiera debba ridursi ad un'ottima piazza affinché possa cagionare diversioni di gran conseguenza qualora se ne presenti l'occasione, e riflette solo che è contro le regole il lasciarsi una piazza aJJe spalle quando si intenta contro alla capitale, ta nto più lo sarebbe l' averne u na q uale potesse sostenere sotto le sue difese Bastimen ti che ad ogni so ffi o di ven to favo revo le sarebbero capaci esserle sopra con grande incomodo, anzi ne inferisco che quallora prudentemente l'inimico volesse prima impadronirsene, il maggiore di tutti li vantaggi quali potesse produrre, sarebbe quello di vedere apertamente nell 'antemurale dich iarata l'ostilità, che per il passar.o poteva portarsi a dirittura nel centro , e di guadagnare co n questo il tempo opportuno per le disp osizioni ad un'ottima difesa , t.anto più che mediante una m ediocre resistenza non sarebbe così facile al nemico il rendersene padrone, mentre un'Armata non vi potrebbe sussistere a lungo tempo à cagione della mancanza di viveri difficilissimi ricavarsi dalla Sardegna, mentre le città e i vi llaggi ne sono molto lontano, e che le strade ritrovandosi fra valloni e montagne si possono rompere, e difendere con vantaggio. Ciò premesso, sendovi V.E. degnata portarsi sopra il luogo del Luogo, ed il tutto esaminare ben ben spero che ave ndo ritrovato queste fortificazioni colocate in sito molt0 comodo per il commerzio a l centro della cost.a verso te rra, sopra di una emi nenza, quale comanda al p orto, e d ife nde il solo luogo che può servire per tenervi le Coralline, ne avrà gradito l'elezione, tanto più che predomina il miglior terreno che vi sia di coltivabile e si trova à portata di soccorrere in pochissimo tempo le torri progettate alle porte della Spinosa, e Colombara à favore delle due strade che V.E. ha veduto di già aperte .. . . . .L'eminenza che si trova dietro di questa Piazza averà dato luogo al credere, che come maggiormente sicura per essere più lontana dal mare, ed in sito inaccessibile, quella dovesse venire perfetta , onde senza che il porto si re nderebbe di molto minore considerazione, poiché il vantaggio di essere fuori dell' insu lto de Bastimenti nemici non equivale a l timore che può cagiona re l'Artiglieria di terra, panni si debba credere che il fine principale per cui S.M . si è determina ta à permettere la populazione di questa isola, sia quello cli dare assistenza a quei Bastimenti , che si ritrovano astretti prendervi ricovero e perciò ho p ensato dover preferire il commodo della a bitazione, e degli abitant i alla forza naturale del sito , qua le sabbene avreb be goduto tutti li vanr.aggi de luog hi inaccessibili, ne avrebbe anche patito tutti li difetti, e principalmente quello della scarsezza dell'acqua, sendovi una sola fontana, incapace di somministrare per cinque cento persone che già si contano in Carloforte: tuttavia per fa r vedere che conoscevo utile tale eminenza li ho des tinata a l suo proprio uso ricercando di mantenere al favore di essa La com unicazione con la montagna, designandovi u n castello col piccolo quadrato che V.E. avrà veduto nella prospettiva, ch'io ho avuto l'onore di trasmetterLe. So pure che riguardo alli bas tioni, coloro i quali sono assuefatti à veder solamente i sistemi delli Autori tu tti intenti a l determ ina re le for ze di un Bastione Reale, saranno di sentimento ch ' il numero non sia in proporzione con la piccolezza del sito, ma io essendo di quelli che riguardano come articolo di fede tutte quelle massime, le quali sono state stabilite per regole generali à principianti, le venero bensì ma sostenendo essere incontestabile che le Fortificazioni, le q uali hanno m aggiori dcfese sono m igliori, e che il fro n te il quale ha più poligoni è il più fo rte, ho creduto dovermi determinare nella conformità che ho fatto , ta nto più che à rigore il sito non soffre altra figura che il solo poligono, il quale non riceve soccorso dalli Bastioni laterali, si ritrova sopra rocce inaccessibili, gion-

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to anche che fatto calcolo delli huomini necessari alla difesa li ho ritrovati fra il numero dei cittadini abili alle armi. ln conseguenza di quanto sopra anche l'Economia mi farà un'altra opposizione, cioè che un Bastione di meno avrebbe cagionato grande sparmio, ma va considerato che quello che si dovrebbe spendere nelle maggiori longhezze delle cortine, fianchi e faccie cli tutti gli altri, come facilmente si potrà vedere formando il calcolo in parallelo tra il pentagono e l'esagono sopra di un'istesso sito, rispondo che ogni qualvolta il sparmio può nuocere alla perfezione dell'opera si rende vizioso e pertanto che ho tenuto per Legge stabilita dall'art.e il dover secondare il terreno, ho formato li Bastioni nel numero e qualità che il medesimo richiedeva, e non ho più ricercato altro che di averli ben fiancheggiati, ed infatti premessa la suddetta comunicazione tra il Castello e la città, V .E. m'ha fatto grazia osservare essere la fortificazione colocata a vantagiosamente per le sortite in modo che li Carolini saranno sempre superiori, dacché l' Agressore potrà difficilissimamente scoprirsi, essendo impossibi le di formare alcun travaglio che si porti in eguale altezza con queste fortificazioni. Molti non mancheranno di far risaltare che le muraglie quantunque di una grossezza considerabile non fanno corpo per poter resistere ali' Artiglieria essendo costrutte a secco , solamente cli bella vista perché imboccate in calcina, sovra di che tacendo quanto potrei rispondere dico solo, che a favore della controscarpa saranno a coperto dell'Artiglieria delli Bastimenti, li quali potranno solo vedere tre piedi di parapetto costrutto di terra il peso della quale non potrà far danno alle Muraglie poiché riposerà intieramente sopra le fascine colocate dietro di esse. Anzi che tutti li fossi avranno per il meno uno, o due trabucchi di scarpamento. E per finire conchiudo che si tratta per ora di resistere ad una invasione de Barbari, poco o niente esperti nella guerra e troppo deboli di coraggio per ostinarsi contro la resistenza di un continuato fuoco di moschetteria ed Artiglieria. Carlo Forte li l O giugno 1738 Sottos.to Augusto de la Vallea» 2 1 •

La cittadina di Carloforte quindi assunse la configurazione sia pur anacronistica, di una piccola piazza bastionata marittima, idonea a resistere validamente alla supposta potenzialità di attacco. Alla fine di quello stesso anno sulle sue opere risultavano già schierati 14 cannoni , di cui 8 forniti dal re, distribuiti nell'ordine: - 4 al bastione San Carlo - 4 al bastione San Vittorio - 2 al bastione De Rivaro1 - 2 al bastione San Lazzaro - 2 al bastione R. Amedeo 22 • Per il resto le sue difese apparivano: «essere di già a buon segno ... anzi potersi dire le Muraglie fa tte per più del terzo et queste con la spesa di L. 1386. 672» 23 • Per le abitazioni invece si era riusciti a realizzare soltanto una serie di baracche di legno, delle quali per giunta ne andarono completamente distrutte 22 l'anno successivo, per un furioso incendio. Logica in ogni caso la priorità accordata alle fortificazioni ritenute a bu on diritto preliminari a qualsiasi insediamento, in ogni caso le sole in grado di garantire una sufficiente sicurezza civile. A seguito però dell'incendio e della maggiore stabilità residenziale gradatamente instauratasi si prospettò la edificazione delle abitazioni in muratura nell'ambito di un adeguato piano regolatore dello stesso ingegnere, che così scriveva al riguardo 1'8 giugno del 1741: «Instruzione per l'esecuzione delle case, che si devono costruire in Carloforte ... Dal disegno si riconosce, che le case colorite in negro, et segnate con li sessanta numeri sono quelle alle quali attualmente si deve travagliare in allineamento delle contrade già designate in Carloforte, et come che ne siti, dove si è potuto se ne sono ricavate altre indietro, quali sono colorite di giallo» 24 •

Ma mentre nell'isola di San Pietro fervevano tali lavori, su quella di Tabarca incombeva una incipiente tragedia. Tre giorni dopo infatti, per l'esattezza 1'11 giugno, il figlio del bey di T unisi al comando di quattordici galeotte e di circa 5 .000 uomini attaccò di sorpresa la pacifica colonia, che

2 1.

22

23 24

A.S. C., Guerra, Artiglieria, Fortificazioni ecc. dal 1732 al 1740, da B. V mL,1S, Bastioni e... , cit., allegati. Cfr. B. V11w1s , Bastioni e ... , cit., p. 26. A.S.C. , Segr. di Staro e Guerra, serie II , voi. 1287, da B. V IRf>IS, Bastioni e ... , cit., allegati. A.S.C. , Agricoltura Commercio Industria: col. dei Tabarchini nell'isola di S. Pietro dal 1737 al 1757.


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131. Carloforte - Monumento a Carlo Emanuele.

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non tentò neppure minimamente di opporre qualsiasi resistenza armata. Giocava quasi certamente in favore della spietata impresa la volontà barbaresca cli ostar;olare una possibile conquista francese dello scoglio e, non ultima, la ormai prossima evacuazione dallo stesso della laboriosa popolazione con i suoi relativi lauti tributi. Il colpo perciò si prefigurava, oltre che riaffermazione di una pretesa sovranità territoriale, come ricerca di un congruo guadagno scaturente dai riscatti che sicuramente sarebbero stati sborsati dagli stati cristiani per i poveri tabarchini. «II bottino di Tabarca fu consistente: oltre mille schiavi cristiani .. . casse di buon corallo, indu· menti, cibarie, ed ogni altro oggetto rastrellato ... )) 25 • In realtà i catturati, per lo più donne e bambini, essendo gli uomini validi intenti alla pesca al momento della conquista, furono circa 800. Già dall'indomani della loro tragica deportazione , subito risaputasi in Europa, iniziarono i contatti tesi al loro riscatto. Ma la cifra richiesta dai predoni barbareschi appariva assolutamente esorb·itante e difficile pertanto da reperirsi. r tempi si allungarono di conseguenza all'inverosimile, determinando per gli sfortunati protagonisti infinite sofferenze: soltanto 28 anni dopo grazie alla fattiva azione del re di Sardegna, che si accollò buona parte degli oneri del riscatto, i superstiti riebbero la libertà. In maggioranza quegli autentici redivivi elessero come loro sito di destinazione l'isola di S. Pietro, dove se non altro poterono riabbracciare gli antichi parenti. In commemorazione dell'atroce episodio a 45 anni di 'distanza, nel 1786, fu eretta, a Carloforte, una statua in onore di Carlo Emanuele, raffigurante ai piedi del generoso sovrano una schiava tabarchina ed uno schiavo moro simbolo degli scambi di prigionieri attuati per il conseguimento della liberazione tra le due parti. Nel frattempo Carloforte si era notevolmente evoluta, dotandosi di ulteriori fortificazioni, quali la Torre di S. Vittorio edificata nel 1756 fuori le mura, a guardia del porticciolo. Il sopraggiungere cli altri abitanti contribuì maggiormente allo sviluppo sociale ed economico dell'insediamento, caratterizzato sempre da un indefesso attaccamento al lavoro del mare e della terra. E forse fu proprio a causa dell'indole assolutamente pacifica dei suoi abitanti, convinti del resto che ormai nulla più avessero a temere dalla sorte, che gradatamente le previggenti fortificazioni presero ad essere trascurate. Peggio ancora si praticò, in un punto di un bastione, un varco di fortuna, continuamente ampliato col passar del tempo, fino a trasformarlo quasi in una temibilissima breccia.

25

Da E. LuxoRo, Tabarca e... , cit., pp. 139-1 40.


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Lo scorrere tranquiilo della vita a Carloforte subì, nella notte del 2 settembre del 1798, una memorabile battuta d'arresto. Una flottiglia tunisina di diverse unità corsare, per lo più galeotte e sciabecchi, col favore delle tenebre, mise a terra 300 predoni, che in breve volgere, portatisi alla Torre cli S. Vittorio ne sorpresero le sentinelle sopprimendole. Per la verità secondo la relazione dell'epoca pare, rifacendoci in ciò al clima di eccessiva sicurezza che pervadeva la popolazione della colonia, che queste fossero addirittura tranquillamente addormentate. Dì certo la loro sanguinosa eliminazione assicurò la totale sorpresa alla turpe impresa . Da molti eiettagli della stessa, sembra fondato il cogliervi una sorta cli meticolosa preparazione ed una perfetta padronanza dei luoghi , fattori tutti che starebbero ad indicare, con terminologia moderna, un basista . L'ipotesi trova ciel resto conferma anche nelle cronoche locali coeve, che narrano di un rinnegato, il quale per motivi d ì gelosia nei confronti della moglie, una carlofortina appunto, fu all'origine della tragedia. «Arrivarono nella notte del 2 settembre in quelle acque cheti ed inosservati. Le guardie della gran torre od assonnate o sbadate non si avvisarono del pericolo che quando era irreparabile. Perciò i Barbareschi aveano agio dì scendere al lido e di occupare i passi principali, prima che fossero da alcuni intesi. Fecero allora una forte scarica di moschetteria, affinché il terrore subitamente concitato in tutti gli animi non lasciasse luogo ad alcun tentamento di difesa ... » 26 • Per i poveri abitanti era il riproporsi, a quasi mezzo secolo di distanza, dell'analogo dramma cli Tabarca e molti dei protagonisti di quella nuova fu nesta razzia, dovevano certamente rammentare la precedente. Una dettaglia relazione a 'caldo' fu redatta, il giorno 5 dello stesso mese, dal cavalier Antonio Grondona da bordo della fregata 'La Bandìne', inviata dal Viceré per tentare, se mai ancora possibile, di intercettare i predoni, espèdìente purtroppo che si d imostrò di lì a poco illusorio . «Appena arrivati col dispiacere di non trovare più nel porto nessun legno barbaresco, è venuto a bordo un battello Carolino, col quale però non abbiamo potuto comunicare . In esso vi era il Vice Console di Francia, il capitano del Porto , ed altri pochi cli quella infelice isola, che con pianto e singhiozzi ci hanno fatto la relazione dello stato deplorabile in cuj ha messo Carloforte l'irruzione recente dei Barbareschi Tunisini. Adempisco al mio dovere nel rendere conto a V.E. di quanto mi è riuscito sapere di questo terribile avvenimento, ma i miei patimenti del viaggio, ed il q uadro luttuoso che ho sotto gli occhi non mi permettono di scrivere coll'ordine e nel la maniera debita massime trovandomi ancora a bordo, cioè a dire in una situazione per me molto incomoda. Aspetto ulteriori dettagli del fatto , e se posso, andrò io stesso fra poco a parlamentare in terrra per procurarmene degli altri , affinché V.E. abbia di questa funestissima avventura tutta la circostanziata relazione che permette la strettezza del tempo. Ho dato incombenza al Capitano del Porto, che solo della sua famiglia rimasto nudo, essendogli riuscito di salvarsi, di procurarmi una nota, o relazione del numero delle persone uccise, o predate dai barbari pirati. La sto aspettando e non so se potranno somministrarmela perché questo misero avanzo d'infelic_i abitanti si trova sopraffattto dal dolore, dalla fame , dal sonno, dalla nudità, e da ogni miseria. Si crede che il numero deglii abitanti condotti schiavi in Barberia, da San Pietro, ascenda a quello di ottocento 27 , e la maggior parte donne e fanciu lli, sebbene tuttora nella misera loro situazione questi Isolani non abbiano potuto ritirare i fuggiaschi e vagabondi fra le loro rupi deserte, si presume che sono duecento soli uomini siano stati predati, e poi quattrocentocinquanta donne, e centocinquanta ragazzi, ma tutto questo a un dipresso. I Barbareschi approdarono qui la notte del due, ed al far del giorno fecero il loro sbarco, o per meglio dire princip iarono il loro attacco e saccheggio, poiché approdarono all'Isola prima di giorno. In questo punto arriva un secondo battello per chiedere medicamenti per cinque feriti, finora sei le persone mort.e che si vanno scoprendo, e fra queste alcune donne che sorprese nel loro letto , hanno voluto resistere alla brutalità dei p irati. Il Vice Console di Francia si è salvato a stento colla sua famiglia . Il Vice Console Raguseo e quello di Danimarca non sono stati rispettati: hanno i Barbari avuto particolar rispetto per la casa del Vice Console di Ingh ilterra. Il Sig. cavalier De Candia mi dicono che sia ferito, si è potuto salvare colla fuga. Il suo subalterno cav. Arras è stato anche fortunato salvandosi. La forza dei barbareschi consisteva in cinque orche tunisine, un sciabecco, due

2

c, Da E. LoxoRo, Tabarca e... , cit., p . 195. Il numero esatto dei prigionieri sembrerebbe essere stato 833 . Cfr. A.S.C., voi. 169 1, Segr. Stato, TI Serie.

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altre così dette barche, una polacca, ed una galeotta; hanno dato il sacco al paese, e sono partiti la notte stessa per la parte opposta a quella donde noi siamo venuti, e quindi è che noi per istrada non abbiamo scoperto nessuna vela. Mi è stato detto che resteranno a Carlo forte mille incirca di abitanti, e rarissime sono le donne che non sono state preda del feroce nemico ... »28 .

U na seconda relazione redatta il giorno successivo dal medesimo personaggio documentava ancora più diffusamente la situazione riscontrata nella cittadina: «Ieri dopo pranzo mi riuscì approdare a Carloforte ed udire e vedere da vicino tutti i disastri di questi torturati isolani. Sono talmente angustiati dal loro dolore, dalla paura e dalla miseria, che appena sanno riferire la storia dei loro guai. Dicono di aver ucciso circa trenta tunisini, ed i pochi di questi cadaveri che i Turchi ci hanno lasciato partendo, si sono bruciati29 • Ho saputo di alcuni fanciulli condotti via dai pirati, e che sono morti oppure stati uccisi, si sono trovati nella sponda del mare. Comanderò al cav. De Candia oppure al capitano del Porto di usare riguardo ad essi la stessa cautela e di seppellirli come si fa delle persone sospette di peste. Il guasto e gli orrori commessi dai Barbareschi sono indicibili e non è possibile finora procurarsi una distinta relazione dell' occorso e del numero delle persone fatte schiave. Questo Comandante della f regata si mostra sensibile di molto agli insulti fatti dai Tunisini al Vice Console Francese, ed a vari individui di questa nazione. Interpretando le :ntenzioni di V. E. ho incaricato particolarmente tanto a Portoscuso che a Carloforte, di interrompre ogni corrispondenza e commercio dall'Isola di S. Pietro cogli abitanti della Sardegna, poiché quell'isola è in contumacia. J Carolini aspettano dal paterno cuore di V.E. qualche provvidenza e qualche soccorso per sollevarli nelle loro misere circostanze. La fregata aspetta che il tempo cambi per mettersi alla vela verso Cagliari . Intanto spedisco la lettera cli ieri e la presente con un espresso di Portoscuso ed avrò poi l'onore d'informare V.E. più minutamente cli ogni cosa»30 •

Sotto il profilo militare, una più ampia documentazione dello stato delle fortificazioni successivo alla tragedia di Carloforte ci viene fornito dalla relazione del sottotente del Corpo Reale Artiglieri, anch'esso inviato sul luogo dal Viceré per attuarvi i provvedimenti del caso. « In seguito all'ordine dell'E.V. degli otto scorso settembre, cli portarmi all'isola di Carloforte dopo l'invasione dei turchi dei 3, ed evacuazione della medesima fatta nei 5 detto mese, tanto per vedere lo stato di essa, come anco per dare quelle disposizioni concernenti l'artiglieria conformi alle circostanze, partito per mare nel giorno IO del suddetto, con un Distaccamento cli 30 cannonieri Nazionali tra Bassi Ufficiali, e Soldati, con alcune munizioni, ed attrezzi d'Artiglieria, che feci imbarcare il giorno prima di mia partenza, come dalla nota ... per i continui venti contrar.i, arrivai in quella nel di 17, detto. Appena giunsi in essa, mi portai dal comandante Provv. le della medesima Cav. Decandia, e fatte sbarcare le poche munizioni, ed attrezzi sudd.ti, ritirate in disparte in una stanza senza perder tempo mi portai con porzioni dei Cannonieri alla torre di S. Vittorio, nella quale essendomi introdotto osservai con somma meraviglia, e stupore (sapute massime che si erano fatte prestare un barile di polvere dalla Fregata La Badine, per non saper come difendersi in caso di un nuovo attacco, od invasione, come diceano) che la medesima era munita di dieci grossi pezzi di cannoni cli ferro di ottimo servizio, di centosedici rubbi circa di polvere da guerra, in 875 cartucce da cannone di pergamena fatte pel calibro dei sudd.ti cannoni, cli palle, e mitraglia a sufficienza per una buona difesa, come può vedersn dall'inventario di quanto trovai ivi esistente ... fatto nella medesima nel giorno seguente, con intervento ed a presenza del Contabile e Reg.o Magaz.re S.r Onorato Maurandi. Vedendo che una torre si rispettabile,:e di tanta conseguenza, dalla quale dipende per così dire la salvezza ciel residuo di quegli abitanti eì-a affidata alla cura di quattro soli Carolini col nome di

28 Biblioteca Com unale di Cagliari. - Verbali e Scrittu re varie degli S tamenti del Regno concernenti l'invasione francese ed i moti politici in Sardegna, 1793 e seguenti - da E. Luxo1w, Tabarca e... , ci t. , allegati. 29 In nord Africa, e specie nelle città corsare del Magreb, la peste era endemica, ragion per cui ogni incursione presupponeva anche una successiva quarantena per gli scampati, e la distruzione con il fuoco di eventuali oggelli rinvenuti di provenienza sospetta . Stessa procedura con i cadaveri, senza alcuna distinzione fra amici o nemici. 30 Biblioteca Comunale di Cagliari, v. no(a 28 .


278

La difesa costiera del Regno di Sardegna dal X VI al XIX secolo

132

133

132. Carloforte - Mura urbiche. 133. Carloforte . Progetto mura ottocenl esche. 134. Carloforte - Progetto ottocentesco di Lina torre (1806). 135. Carloforte · Planimetria mura ed abitato inizi Ottocento.


Potenziamento del sislema di sorveglianza e difesa costiera

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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

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136. Carloforte - Planimetria mura e abitato.

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Cann.ri Miliziani, porzione dei sei che avvicenda tre per notte il sunnominato Com.te Cav. e Decandia facea rimanere di guardia in detta Torre, al detto del cap. le dei medesimi Steffano Vigo, sul riflesso di essere quelli stessi, che vi dormivano pendente l'invasione dei Turchi, e che allora se ne accorsero, e tirarono quattro cannonate quando i sudd.ti erano già padroni del Castello, e di quella pop0lazione, abbandonando in seguito la predetta Torre, non stimai di dovermene fidare, e li licenziai della med .ma col consenso, ed a presenza del Comandant.e dei regi legni don Vittorio Porcile, e del Giudice della Reale Udienza Dn. Raffaele Valentino Pilo meco intervenuti, facendo prender posto, ed acquartierare nella sudd.ta il mio Distaccamento de Cannonieri Nazionali. Osservai esservi in detta Torre, due cannoni stati inchiodati3 1 dai Turchi con punte d'acciao, quindi ordinai ai Cann.ri della maestranza in ferro di far subito principio per schiodarli, feci cambiare alcuni affusti levando i più guasti quantunque fossero di qualche servizio, per essere più sicuro in ogni occorrenza, indi mi portai per inventarizzare i cannoni e fu-ciii che esistevano nell'armeria, e Castello di S. Carlo, come nella nota ... sottoscritta dal sovrad.to S. Maurandi Regio Magaz.re.

31

La procedura di «inchiodare» i cannoni consisteva nell'incunearvi con una mazzola un perno di acciaio nel foco ne. In tal modo si rendeva di fatto inservibile il pezzo almeno per l'immediato, richiedendo una laboriosa operazione per essere ripristinato il normale funzionamento. Ora appare assai improbabile che corsari o pirati si portassero al seguito siffatti perni non rien trando nelle kirn procedure d ' assalto l'attaccare postazioni o batterie nemiche . Ciò confermerebbe la precisa preparazione dell'incursione e la perfetta conoscenza dei luoghi.


Potenziamento del sistema di sorveglianza e difesa costiera

281

Portatomi il giorno seguente nel castello sudd. to per visitarlo attentamente, e vedere quelle riparazioni, che prima delle altre doveano farsi per essere più necessarie, si nelle piatteforme, che nelle ambrosure, e per destinare ove sarebbe più opportuno il sistemare qualche pezzo di artiglieria inaspettatamente scopersi tra l'erba, e le pietre altri quattro cannoni di ferro d'ottimo servizio di diversi calibri, la nota dei quali unisco ... La nor.te del giorno 20 d.to mese, una galeotta, ed altra barca a vele latine barbaresche (prescindendo d'altri simili bastimenti, che riferirono i Carolini d'aver visto vicini al litorale dell'isola e parte di Calavinagra) tentarono un nuovo sbarco nella medesima, ma la vigilanza delle mie guardie dei Cannonieri sconcertò i loro disegni facendole allontanare, e retrocedere a colpi di cannoni . Su tal riflesso e per la maggior sicmezza del rimanente di quelli abitanti, i quali trovansi continuamente agitati, ed impauriti a segno tale, che tremano al solo nominar i turchi, ed alla vista di qualche benché piccolo bastimento, giudicai necessario di mandare qualche cannone nel Castello in loro difesa, attese massime le continue instanze di quella Comunità, col parere e consenso del sudd.to Comand.te Cav. Decandi.a, e suddivisati Sig.ri, feci estrarre dal corpo di detta Torre due cannoni, uno del calibro da libr. 12, e l'altro da 10 coi loro rispettivi affusti e ruote, e trasportare nel Castello, ove li piazzai unitamente ad altri due, di quei che ivi esistevano in terra ai quali feci fare prontamente dai cannonieri cli maestr.za coll'ajuto d'altri Cannonieri di simile facoltà, i loro affusti, portandoli nei sir.i più importanti di esso Castello facendo trasportare nel magazzino a polvere del medesimo, la necessaria dotazione di polvere, palle ed altri armamenti, come dall'inventario dei cannoni, munizioni da gaerra, ed altro che esiste in d.to Castello ... Dovetti far aggiustare la porta di esso castello, che per l'addietro non chiudeasi, per la mancanza di un croceo, che con sei sole libbre di ferro lo feci fare in mezz'ora, per poter chiudere la porta suddetta, ed avendo osservato nella visita fatta nel medesimo d'esservi un taglio nel bastione verso ponente d' un trabucco circa cl' ampiezza, che dicono gli abitanti essere stato fatto espressamente per poter accorciare il cammino, nell'andare alle loro vigne e poderi vicini (ignorando però se abbiano avuto il permesso dal Comandante overo sia stato fatto a loro capriccio) considerando che simil passo era pregiudizievole alla sicurezza di quella popolazione, (come infatti ne ebbero la triste esperienza essendo in detto luogo entrati i Turchi, ed impadronitisi del Castello pria d'ogni cosa nell'invasione eia essi fatta) richiesi essa Comunità di dover prontamente riparare la breccia aperta cli esso castello come in fatti la ripararono prestandovisi volontariamente, i quali levatisi in massa non lasciarono distinguersi facendo gratuitamente quanto, loro veniva ordinato per le riparazioni sudd.te, essendosi offerti di continuare, sino alla fine , cli tutto ciò che può contribuire alla loro difesa. Trasferitomi in seguito alla così detta Punta Nera, (luogo dove i Turchi fecero il loro disbarco) in compagnia del Sig. Comandante dei Regj legni Dn. Vittorio Porcile, e cli alcuni altri, non essendo potuti intervenire i Sig.ri Comandante Cav. Decanclia e Giudice Dn. Raffaele Valentino, a motivo di trovarsi incomodati, avendo osservata una altura nella punta suddetta che domina quelle vicinanze, giudicammo essere luogo opportuno, da erigervi una piccola Torre, per impedi re ogni sorte di disbarco nemico, maggiormente che per la sua situazione avanzata, avrebbe sotto il tiro del cannone tutti bastimenti che passano nel canale per entrare nel porto, ed impedirebbe qualunque di sbarco nemico, tentasse cli fare nelle Cale ivi vicine .. .>>n. In realtà si andarono di lì a breve ad erigere nuove fortificazioni di maggior consistenza e conseguenzialità, che non ebbero però mai il battesimo del fuoco. Riguardo ai disgraziati prigionieri carolini furono trasportati dai corsari a Tunisi, dove vennero internati nel famigerato «bagno» 33 , una sorta di carcere appositamente costruito per la detenzione degli schiavi in attesa del riscatto o della vendita. Il bey della città, appena ventitré giorni dopo la loro cattura, inviò a Cagliari una sua deputazione per avviare Je trattative del riscatto, sulla base di una richiesta particolarmente esosa, ed in quanto tale non facilmente - e meno che mai - prontamente soddisfacibile. Per contro da parte sarda si accordò al conte don Giovanni Porcile, il già citato comandante della reale flotta, la facoltà cli recarsi alla corte barbaresca per intavolare trattative più modeste e realistiche. La sua azione ebbe in effetti un risultato alquanto positivo ma purtroppo, per un seguito di avverse circostanze, non potette trovare una concreta e veloce attuazione. Fu alla fine, nonostante il prodi-

32 A.S.C., Segr. di Stato, voi. 1073 - da B. Vm n1s, Bastioni e... , cit.., allegati. TI termine stava ad indicare una sorta di penitenziario nel quale originariamente si detenevano nei periodi di riposo i co ndann ati al rem o, o più genericamente gli schiavi galeotti. T.a sua vicinam:a al mare giustificava perciò il vocabolo «bagno». 33


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

garsi del re Carlo Felice, l'intervento francese a risolvere lo straziante dramma: il 6 ed il 30 giugno del 1803 tornarono in Sardegna i primi 486 carolini, seguiti da altri 280 il 4 luglio. Dei restanti alcuni 13 - erano stati venduti ad Algeri , altri avevano abiurato ed altri ancora erano già stati riscattati. Il bilancio anagrafico dei cinque anni di cattività a Tunisi prospettava 117 morti e 95 nascite. Ai fini della nostra ricostruzione storica riveste una particolare importanza la parte francese nella vicenda, svoltasi sotto la dinamica ascesa di Napoleone . I giorni infatti di una sostanziale alleanza fra lo schieramento barbaresco e la Francia apparivano irreversibilmente tramontati, e la crescente potenzialità militare di quest'ultima non sembrava disposta a tollerare alcun insulto o perturbazione all'interno del Mediterraneo. Ci sembra infine interessante ricordare che, quasi un anno dopo la devastazione di Carloforte, i corsari tunisini tentarono un nuovo colpo ai danni di un'altra isoletta del Regno di Sardegna. 1114 ottobre infatti del 1799, oltre una dozzina di imbarcazioni tunisine, distaccatesi dalla squadriglia maggiore ed armate di almeno due pezzi d'artiglieria, presero ad avvicinarsi alla Maddalena. Ma ancora una volta il già ampiamente menzionato Domenico Millelire, fatta immediatamente accorrere la popolazione valida in armi, sottoponeva gli spietati predoni ad un micidiale fuoco di artiglieria e di moschetteria, inficiandone sanguinosamente i miserabili intenti.


CAPITOLO SETTIMO

La fine dell'incubo

Interludio napoleonico Il dipanarsi della tragedia dei carolini si estrinsecò in uno scenario, per il Regno, di ben più vasta e travolgente drammaticità . Non a caso quegli anni, in seguito, furono ricordati come i peggiori trascorsi dalla dinastia sabauda . In sintesi, dopo la disfatta degli austro-sardi a Mondovì! nel I 796, l'armistizio accettato dal Bonaparte - trasformatosi in resa il 28 aprile e ratificato come tale a Parigi il 15 maggio successivo oltre a sancire la perdita della Savoia e della contea di Nizza, relegò in pratica il minuscolo Regno ad una sorta di protettorato francese. Il sovrano non sopravvisse di molto a quella umiliante degradazione, spegnendosi il 10 ottobre, lasciando per di più in quegli improbi frangenti il suo debole erede, Carlo Emanuele, disgraziatamente il meno indicato al ruolo ed al mo;nento. La situazione infatt.i, di lì a breve, precipitò ulteriormente allorché i territori continentali del Regno, quelli peraltro più significativi ed evoluti, socialmente e demograficamente, furono annessi dalla Repubblica. L'impatto emotivo ebbe così ragione della titubante natura del giovane sovrano, al punto che questi, dopo aver sciolto il suo valoroso esercito dal giuramento di fedeltà il 9 dicembre ciel '98, rinunciava al trono lasciando Torino. Dopo un rapido peregrinare in Toscana raggiunse la Sardegna, nel '99, dove intraprese unaristrutturazione dell 'esercito2 • In quei turbinosi giorni, parve anche riaccendersi la speranza di una prossima restaurazione sull'onda dei successi militari degli austro-russi, scanditi dalla riconquista della Lombardia e del Piemonte. L'entusiasmante illusione purtroppo fu di effimera durata: la conquista francese di Piacenza avvenuta nel 1800, alla mente deJlo sfortunato sovrano, suonò conferma del ruolo di esule. Le umilianti peregrinazioni fra Roma e Napoli ripresero, nel patetico compito cli riaffermare i suoi diritti dinastici . Deluso e provato proprio in quest'ultima capitale, abidicava in favore del duca cl' Aosta Vittorio Emanuele il 4 giugno ciel 1802. Il suo successore, almeno inizialmente, sembrò perseguire una analoga iniziativa di riaffermazione dei legittimi diritti, nella tenue speranza cli un brusco tramonto dell'astro napoleonico. Gli eventi, invece, andavano in tutt'altra direzione tanto che il 1806 sancì l'annessione, ormai pressoché integrale, dell'intera Penisola alla Repubblica Francese . Sotto l'incalzare delle annate d'oltralpe il pavido Ferdinando IV, monarca delle Due Sicilie , s'imbarcò alla volta cli Palermo il 23 gennaio di quell'anno, raggiunto dalla più combattiva consorte l' 11 seguente. Dal canto suo Vittorio Emanuele, re di Sardegna, non ebbe altra scelta che rifugiarsi a Cagliari, verso la quale fece rotta il 18 febbraio di quel medesimo anno. Per una feroce ironia della storia i due sovrani dei principali stati italiani venivano - quasi contemporaneamente - costretti ad una sorta di esilio, nelle due isole dalle quali i loro regni traevano nome! «Il 18 febbraio ciel 1806 il Re Vittorio Emanuele giungeva nell'isola prendendone possesso ed assumendo il comando delle forze armate, nei cui riguardi prese poco dopo due provvedimenti atti a potenziarne la struttura. Il R . V. del 7 aprile istituiva infatti uno speciale reparto di marina denominato compagnia di Grazia pel servizio di Marina, nella quale vennero incorporati tutti gli uomini disponibili soggetti alla cosidetta leva forzata, ossia i colpevoli cli cattiva condotta, i ladri e gli incorregibili.

1

2

Cfr. S. A1,r.s , Le ReKic! Truppe Sarde (1773-1814), Roma .1989, pp. 5-7. e sgg.

Ibidem, pp. 207


La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

284

Costoro fino ad allora venivano imbarcati sul naviglio da guerra per la durata delle missioni di pattugliamento delle coste in funzione anti-pirata, e poi sbarcati al loro termine, cosicché erano di nuovo liberi di compiere nuovi reati e creare disordine 3 • La compagnia ebbe una forza minima di 80 individui ed una massima di 100 oltre ad un sergente, due caporali ed un tamburino; gli ufficiali erano tratti eia quelli cli marina. Il secondo provvedimento emanato il 15 novembre scioglieva il battaglione della milizia arruolata a Cagliari e con i volontari migliori creava un reparto di fanteria di marina d'ordinanza, denominato compagnia leggera di Marina, destinato ad operare a terra come qu alunque corpo leggero e ad essere eventualmente imbarcato sulle navi. L'organico della compagnia comprendeva: due capitani, tre tenenti, tre sottotenenti, un sergente furiere, due sergenti effettivi, due sergenti cl' onore, sei caporali effettivi, quattro caporali cl' onore, un vivandiere, due tamburini, due pifferi e 106 soldati» 4 • Il provvedimento di parziale scioglimento della milizia, limitatamente a quella ciel cagliaritano, rappresentava per la sua assoluta novità una decisione particolarmente grave e significativa, decisione che nessun governo fino a quel momento aveva mai avuto il coraggio cli assumere, per evitare di sguarnire pericolosamente le precarie fasce costiere. Si imponeva pertanto, come ovvia contromisura, un potenziamento ed una ridistribuzione degli organici militari propriamente. detti, tanto maggiormente in quanto per rappresaglia all'embargo posto da Napoleone alle navi sattle, il re aveva vietato a quelle francesi - a qualsiasi titolo - i porti dell'isola nel 1808. Scontata quindi con tale iniziativa la sottoscrizione di uno stato di guerra di fatto fra i d ue stati. Facilmente immaginabili, pure, le minacce e le potenziali offese che la flotta francese non si sarebbe peritata di infliggere. Come se non bastasse, analogamente in ciò a quanto andava accadendo per il Regno delle Due Sicilie, la potenza inglese, apparentemente alleata, tendeva progressivamente a garantirsi l'assoluto possesso delle basi navali. La grossolana ingerenza, nel caso della Sardegna, non conseguì altro risultato concreto che l'esasperazione della difesa, senza alcun discernimento fra amici e nemici. L'esercito quindi dovette immediatamente adeguarsi alla dupli·ce incombenza e fu strutturato su tre divisioni, inglobanti sia gli scarsi resti cli quello d'ordinanza, sia i diversi reggimenti provinciali creati per la bisogna ex novo. A loro volta ogni divisione insisteva su tre briga te, due cli fanteria ed una cli cavalleria. « La composizione delle tre unità fu la seguente: - la Divisione del Capo cli Cagliari: Brigata di fanteria di guarnigione Cagliaritana; 0 due compagnie granatieri del reggimento di Sardegna; reggimento provinciale di Cagliari su tre battaglioni; 0 reggimento provinciale dei cacciatori di Carloforte, su un battaglione; 0 Brigata cli fanteria provinciale di Iglesias: reggimenti provinciali di Iglesias, di Ales, di Tortolì, di Mandas, ognuno su di un battaglione; 0 Brigata di cavalleria provinciale del Sulcis: reggimenti provinciali cli Trescenta, del Sulcis e di Cagliari, ognuno su tre compagnie; - 2a Divisione del centro: Brigata di fanteria mista di Sardegna; 0 reggimento d'ordinanza di Sardegna su due battaglioni; 0 reggimento provinciale di Alghero su un battaglione; °᚛ Corpo volontari di Alghero su due compagnie; 0 Brigata di fanteria provinciale di Oristano: reggimenti provinciali di Oristano, di Bosa, di Sorgono e di Laconi ognuno su un battaglione; 0 Brigata mista di cavalleria: reggimento dei dragoni leggeri di Sardegna su sei compagnie; reggimenti provinciali di Mandrolisay e di Arborea ognuno su sei compagnie; - 3 a Divisione del Capo di Sassari: 0

0

0

3 È sintomatico ricordare che in quegli anni allorché qualche sardo era condannato si diceva in giro che era andato a servire il Re, implicita allusione all'impiego come forzato ~ulle galere della flotta. • Da S. AL Es, Le Regie.. . , cit., pp. 209-21 l.


La .fine dell'incubo

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Brigata d i fanteria mista d; Nuoro; reggimenti provinciali di Nuoro , di Bono e di Sassari ognuno su un battaglione; °⊓ Co rpo franco su due compagnie; 0 Brigata di fanteria mista di Savoia; 0 battaglione cacciatori di Savoia su quattro compagnie; 0 battaglione della Real Marina su quattro compagnie; 0 reggimenti provinciali di Tempio e di Ozieri ognuno su di un battaglione ; 0 Brigata di cavalleria provinciale : reggimenti di cavalleria di Gallura, di Goceano e di Logudoro ognuno su sei compagnie . Ad ogni Divisione inoltre era aggregato il seguente personale: - un tenente generale comandante ; - un u fficiale con funzioni di aiutante generale e quartiermastro; - un ufficiale d'artiglieria addetto al treno; - un ufficiale del soldo od un commissario di guerra; - un uditore od un vice uditore di guerra; - un ufficiale addetto ai trasporti ausiliari dipendente dal quartiermastro. La forza delle tre Divisioni prevedeva sulla carta l l .077 fanti e 4 .566 cavalieri con il supporto del 0 0

Corpo Reale d,artiglieria» 5 •

Ricostituzione della milizia Da quanto sopra rubricato si evince che, sebbene di qualità assolutamente superiore poiché realmente m ilitare , l'organico dell'esercito sardo appariva insufficiente, sotto il profilo numerico, al compito di presidiare in concreto l'isola, ragion per cui fu giocoforza ricostituire, su cli una diversa struttura e logica, l'antica milizia. «Il deterioramento dei rapporti con la Francia portò alla creazione, avvenuta il 1 ° aprile del 1808 di una forza armata, la quale assai meno numerosa della miliziana .. . possa accorrere ovunque lo richieda la tranquillità dei popoli, ossia dei reggimenti provinciali antica e gloriosa istituzione che vantava nell'esercito sardo una solida tradizione, ma che non aveva mai avuto applicazione in Sardegna ove il concetto di coscrizione obbligatoria era del tutto sconosciuto . ln base al provvedimento suddetto, ognuna delle prefetture istituite ex novo dall'Editto ciel 4 maggio 1807 avrebbe dovuto fornire un reggimento di fanteria ; riguardo ai reggimenti di cavalleria se ne sarebbe formato uno ogni due prefetture. Facevano eccezione a queste regole le prefetture di Cagliari, di Sassari e di Alghero, per le quali il regolamento afferma che ci si riserverà di provvedere a parte. Vennero così costituiti dodici reggimenti di fanteria (Iglesias, Ales, Tempio, Tortolì, Mandas, Oristano, Bosa, Sorgono, Laconi, Ozieri, Nuoro e Bona) e sei di cavalleria (Sulcis, Trescenta, Mandrolisay, Arborea, Gallura e Goceano) tutti su uno Stato Maggiore e quattro compagnie; l'organico di ogni reparto comprese: - Stato .Maggiore: un comandante; un aiutante maggiore; un sergente maggiore; un caporale maggiore; - ognuna delle compagnie: un comandante; un primo subalterno; un secondo subalterno; tre sergenti; otto caporali; un tamburino o trombettiere; 100 fanti o cavalieri. T reggimenti provinciali vennero inclusi subito nella struttura delle tre Divisioni di cui si è .detto parlando dei reparti d'ordinanza. Nella capitale venne formato il 20 dicembre del 1809 il reggimento provinciale di Cagliari erede dell'antica milizia arruolata che tre anni prima aveva dato vita alla compagnia leggera di Marina; il nuovo reparto ebbe lo Stato Maggiore ed otto compagnie delle quali le prime tre arruolate a Stampace, la quarta e la quinta alla Marina e le ultime tre a Villanova, tutte con tre ufficiali, nove tra sergenti e caporali e quarantasette soldati.

5

Da S. ALES, Le Regie ... , ciL, pp. 209-21 I. Una analoga situaLione regnava anche in Sicilia, al punto che l'Esercito Borbonico era composto solo da truppe continentali, peraltro as,ai malviste nell'isola.


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14()

I 37. Miliziano a cavallo della prefetwra cli Ozieri e miliziano a cavallo della prefettura di Cagliari (I 799-181 4). Da S. Ales, Le Regie Truppe Sarde, Roma 1989. 138. Miliziano cli fan teria della prefettura di Sassari e miliziano cli cavalleria della prefettura di Nuoro (1799-1814). Da S. Ales, op. cit. 139. Mi liziano cli fanteria della prefettura di Oristano e miliziano di fanteria della prefettura di Sassari (I 799-1814). Da

S. Ales, op. cit. 140. Artigliere del Corpo Reale (1806- l 814) ed ufficiale delle Torri. Da S. Ales, op. cii.


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Nel febbraio dello stesso anno l' entusiasmo della cittadinanza consentì la formazione a Carloforte cli un omonimo baitaglione di fanteria provinòale, denominato anche milizia di Villa, costituito dallo Stato Maggiore e da nove compagnie di cui una di cannonieri, ciascuna delle quali ebbe la forza seguente: 1a compagnia (Girolamo Rossino) : 56 uomini; 2a compagnia (Aquino Grau): 51 uomini; 3a compagnia (Ignazio Maurandi) : 49 uomini; 4a compagnia (Antioco Leoni) : 38 uomini; 5a compagnia (Antioco Lussoro) : 48 uomini; 6a compagnia (Michele Cavallo): 52 uomini ; 7a compagnia (Rocco Rombi): 38 uomini; 3a compagnia (Alessandro Napoli) : 40 uomini; 9" compagnia cannonieri di Villa: 73 uomini . Qualche mese prima era stata creata ad Alghero una compagnia di fanteria costituita da uomini iscritti alla leva provinciale che si arruolarono volontari per fare servizio all'interno delle mura cittadine; il reparto, denominato Reggia compagnia dei volontari di Alghero, ebbe la stessa forza prevista per una qualsiasi compagnia di fanteria provinciale. Il 28 agosto 1811 un'analoga compagnia di volontari venne creata a Cagliari .. . L'ultimo provvedimento in merito ai reparti provinciali fu quello emanato il 29 maggio 1813, riguaclante il Corpo volontari di Carloforte che venne dichiarato indipendente dalle altre milizie e senza alcun rapporto con i Corpi provinciali, a causa del suo speciale servizio di milizia cittadina . .. I reggimenti provinciali vennero soppressi con l'editto del 12 agosto 1815 a firma della consorte di Vittorio Emanuele, Maria Teresa, nella sua qualità cli reggente della Sardegna con la motivazione che:

essendo cessati li motivi imperiosi, che diedero luogo a deita organizzazione, crediamo conveniente... di farla cessare, ed abolire essi Co,pi provinciali, e ripristinare la forza nazionale sull'antico piede delle milizie... »6 • Da quanto fin qui citato sembrerebbe lecito presumere che la costituzione dei Corpi provinciali avesse in concreto soppiantato definitivamente la tradizionale milizia sarda, ma in realtà l'antica istituzione sopravvisse, appena ridimensionata, a lla disposizione sabauda . Scriveva infatti l'arciduca Francesco d'Austria-Este, cognato di re Vittorio Emanuele I, durante il suo soggiorno in Sardegna tra il 181 1 ed il 1812, al riguardo: « .. .il Re attuale quando è venuto in Sardegna, volendo istituirvi il sistema dei Regimenti provinciali, dovette necessariamente smembrare per questi parte della gente arrolata nella milizia, e questo clispiaque nel paese, e fece languire, e diede una scossa fatale al sistema della milizia, sebbene gli uni fossero dagli altri distint.i .. . Di milizia esistono ancora credo (1812] 14 regimenti cl'infanteria di circa 800 uomini l'uno; e 10 regimenti di Cavalleria di 600 uomini ognuno; onde in tutto 17 /m e più uomini di milizia. Questi essendo d'istituzione antica , esistono, e li vidi in tutta la Sardegna . Ve ne sono un buon numero di Cavalleria, ed infanteria in tutti i villaggi : anzi di Cavalleria credo ve ne sarà anche un numero maggiore del sopra indicato. Sono paesani contadini, benestanti, cittadini etc. gente di diverse condizioni . Sono vestiti dei loro proprj vestiti, e la Cavalleria hanno li loro proprj cavalli , l'infanteria è armata con fucile, che pure è appartenente ai paesani medesimi, e sciabla secondo, che ognuno ha, ma il fucile è un mobile tanto comune ad ogni Sardo, che pochi sono che non l'hanno. La Cavalleria ha selle Sarde ordinarie, i cavalli molti non sono cattivi , bridati male, gli uomini montano male a cavallo, ma coraggiosi: insomma la cavalleria ha molto dei Cosacchi russi, corrono assai con quei piccoli cavallini, non tengono molto ordine di file, ma stanno più insieme in massa, poi all'occasione si disperdono, e riuniscono cli nuovo . Tanto l' infanteria, che la Cavalleria miliziana ha i suoi uffiziali, che però non hanno il rango di uffiziale dell'armata, non vanno a Corte etc. spesso sono benestanti, e anche paesani ciel paese. Quello che è certo si è che quand'anche non abbiano molto esercizio militare, il loro schioppo lo

6

Da S. Au~s, Le Regie ... , ci L. , pp. 213-2 15.


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tirano ben giusto tutti, e si può dire che per tirare sono tutti come altrettanti cacciatori, e forse un corpo di cacciatori esercitati non colpirà tanto giusto come un corpo d'ugual numero di milizia Sarcla»7 • Continuava quindi ad esistere, e con organici sostanzialmente identici a quelli ciel XVI secolo, la milizia, ed in particolare la sua cavalleria, a suo tempo ricordata come «costiera>> per l'intima correlazione cli servizio con quella delle torri . Anche per guest'ultime la riforma militare non contemplò rimarchevoli variazioni, conferman done in definitiva il dispositivo esistente. L'esito disastroso della campagna di Russia di Napoleone e le ben note conseguenze militari e politiche che comportò, determinarono in breve il ristabilirsi, almeno apparente, delle condizioni geopolitiche antecedenti. Vittorio Emanuele nel maggio del 1814, dopo quasi un decennio di triste esilio, si imbarcava alla volta del continente dove il 20 di quel mese riacquisiva, a pieno titolo, l'interà sovranità sopra i suoi territori.

Stato difensivo della Sardegna alla vigilia della Restaurazione È particolarmente interessante ai fini del nostro saggio fare il punto, in questo travolgente snodo storico, del livello difensivo dell'isola per meglio valutarne l'evoluzione subita e le reali potenzialità, nonché la tipologia delle minacce da fronteggiare. All'uopo impiegheremo la già citata relazione dell'arciduca Francesco cl' Austria-Este, per la sua meticolosa ed attenta compilazione . «La Sardegna non può contare altra vera fortezza regolare, che quella cli Alghero, poi vi è il Castello di Cagliari, che ha mura , bastioni, e una vecchia fortificazione un poco rovinata; poi vi è Castel Sardo .. . che è al mare verso la Corsica, ed è una piccolissima miserabile cittadina su un alto monte tutto scoglio, quasi inaccessibile ... e questo posto già dalla natura fortificato ha anche credo qualche fortificazione dell'arte, e artillieria .. . Vi sono poi qua, e là nell'isola alcuni fortini, ossia ridotte fatte modernamente nei luoghi, ove sono da temere lj sbarchi dei barbareschi, coi quali la Sardegna è sempre in guerra, come p.e. vi è un simil fortino detto il forte di Quarto che è al Golfo di Quarto vicino a Cagliari. Così nell'isola la .Maddalena attorno al mare non essendovi torri per essere una colonia più moderna, vi sono varie batterie, come ve ne sono in faccia a detta isola sul continente di Sardegna che fanno un fuoco incrociato per la difesa cli quell'ancoraggio buonissimo. Così vi sono delle batterie alla riva del mare della Sardegna verso l'isola cli S. Antioco; e poi le batterie al Molo, e alla Darsena del porto di Cagliari, che sono più considerevoli, e una batteria al molo di Porto Torres presso Sassari 8 • •• L'unica fortezza vera in Sardegna è quella cli Alghero, che è una vecchia fortezza, ma rinnovata quanto si è potuto, ed è in buono stato . . . v'è un Maggiore ciel Genio, e uno d' Artillieria, ed ora vi sono 300 uomini di guarnigione, di cui 50 o 60 artillieri; ma è una fortezza che può contenere 2000 uomini di guarnigione .. . e la città ha 7000 anime ... Alghero per la sua completa dotazione avrebbe bisogno di 80 canoni, ma presentemente non ne ha che 64 di diverso calibro, e solo 36 con gli affus servibili.. . La città cli Cagliari sebbene non possa più al giorno d'oggi cons iderarsi come una fortezza, ma solo come una città di montagna fortificata contro un coup de mains ossia contro un attacco improvviso, con un Castello, o cittadella, che ha le mura, ed è sulla cima del monte ... ne farò la descrizione come fortezza ... Le mura sono in buono stato, ma senza fosso . Vi sono canoni sui bastioni ciel Castello e della Marina, e doppie batterie alla Darsena, alla sua entrata da entrambe le parti. .. ma non vi è artilleria sufficiente né buona, vi saranno forse in tutto in Cagliari da 50 canoni di grosso calibro sì, ma vecchj, e di diverso calibro, varj con cattivi affus, e mancano abili cannonieri .. . La guarnigione di Cagliari ora consiste solo in 2 Compagnie 120 uomini d'artillieria, un batta-

7 Da F. o' AusTRIA-Esr e, Descrizione della Sardegna (1812), Roma 1934, pp. 58-65. 8

Trattas i delle moderne batterie basse, per il tiro radente il pelo dell'acqua.


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143 . Alghero nel 1863. 144. Pianta di Cagliari nel 1857.

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145. Pianta di Cagliari nel 1863.

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glione del Reggimento Sardegna di 500 uomini; due Compagnie di Granatieri del detto Reggimento, e un battaglione di Real Marina di 600 uomini, e forse 50 di Cavalleria ... Vicino Cagliari v'è un'altra montagnetta, o collina isolata nella pianura detta S. Michele, su cui vi sono le rovine d'un antico castelletto, che pure domina Cagliari. Assai più lontano al golfo di Quarto per la difesa di quel golfo, onde impedire uno sbarco v'è un fortino detto la Fortezza Vecchia di Quarto ... capace a contener 100 uomini ... A Castel Sardo ... che è una bicocca .. . quasi inaccessibile ... [vi sono] un Comandante, alcuni canoni, e canonieri, e credo una Compagnia d'lnfanteria di guarnigione . .. .passo all'isola di S. Pietro. In quest'isola vi è una cittadina nuova detta Carlo Forte di 2500 anime al mare, stata ora cinta di mura tutt'intorno dalla parte di terra, e ciò da mare a mare, la muraglia sarà alta due tese, e più, senza fossa, vi sono agli angoli di questo muro 3 batterie, su dei fortini, di cui una detta di S. Teresa, quella di mezzo di S. Beatrice, e la terza di S. Caterina. Quella di S. Beatrice è più a modo di torre. Poi vi è in distanza dalla parte di mezzodì di Carlo Forte su una punta di un capo dell'isola, che avanza in mare un forte separato detto di S. Vittorio ... La difesa, e le fortificazioni antiche della Sardegna essendo principalmente state dirette contro gli sbarchi, ed incursioni dei barbareschi ... le formano le torri, che vi sono quasi in catena, e quasi a vista l'un dell'altra; e questa Catena di torri va tutto lungo la spiaggia da Porto Conte presso Alghero venendo a mezzodì per la costa di Ponente fin Cagliari, e poi rimontando su per Levante fino alla Gallura, che è paese tutto di scogli, disabitato inapprodabile. Di queste torri situate spezialmente sui Capi, o promontorj verso il mare, o in alto in modo da veder, e dominar meglio il mare, e di vedersi più facilmente l'una l'altra ve ne sono di spezie. Le une antiche del Regno, che sono credo 42: e che sono sotto la amministrazione di una direzione particolare conferita ad alcuni membri dagli Stati di Sardegna, della quale amministratore ora è Capo il Duca del Genovese fratello del Re; e queste torri hanno un reddito separato fissato dagli Stati per la loro manutenzione, cioè ripararle se occorre, per


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comperare polvere, e munizioni, per pagar gli Alcaidi, ossia tonari. .. e per 3 membri degli Stati di Sardegna ... e per un Ispettore perpetuo delle Torri, che le deve visitare, e che è il Colonnello Marchese S. Saverio. Ogni torre ha due o tre canoni, alcuni tromboni, un Alcaide comandante della torre, un soldato cli milizia del paese, ed un canoniere, o soldato cli truppa. Hanno un canochiale, notte e giorno vi sta una guardia, e dal vicino villaggio se occorre, possono domandare un uomo a cava.Ilo della milizia d'ordinanza se vi è nemico in mare in vista per tosto spedirlo alle altre torri, e dare gli avvisi al Governo: le torri si fanno ove possono, segnali fra loro . Queste torri sogliono essere rotonde forti di sasso, o muro, casamattate con porte di ferro, o ferrate, scala amovibile interna, una stanza sul.piano superiore a volto, e sopra il terrazzo ove sta J'artilleria e la guardia . Il loro diametro sarà 3 tese, l'altezza altrettanto. L' Alcaide ... resta sempre, i soldati di truppa, e miliziani cambiano. Queste torri sono nel dipartimento di Basa: 1 a Torre grande cli Bosa, 2a T. Argentina, 3a. T . Colombargia, 4aT. Iscala Ruia, saT . Toghedoglia, 6aT. Pittinuri; nel dipartimento d'Oristano: 7a Gran Torre d'Oristano, sa T. Capo Mannu, 9i• T. La Mora, 10a T. Sevo, 11 a T. San Giovanni di Sinis, 12 a T. Capo la Frasca, 13 a T. Flumentorgiu; nel dipartimento di Porto Scuso, ossia Iglesias: 14a T. Torre Porto Scuso, 15a T . CaJadomestica, 16a T. Portopaglia; nel dipartfrnenio di Palmas: 17a T. S. Giovanni del Bodello, 18a T. Calapiombo, 19a T. Portoscuro, 20a T. Piccini, 21 a Torre Quia, 22a Torre Malfatano, 23 aT. Caladostias; nel dipartimento di Cagliari: 24a T . S. Macario, 25a T. Punta della Savorra, 26a ... ; nel dipartimento di Quarto: 27a Torre Cala Regina, 28 a T. Montefinocchio, 29 a T. Capo Bove; nel dipartimento del Sarabus: 30a T. Calapira, 31 a T. Monteferru, 32a T . Monte Salinas, 33a T. Porto Corallo, 34a T. S. Lorenzo, 35a T. Murtas; nel dipartimento dell'Ogliastra: 36a T. S. Michele d' Arbatasso, 37a T. di S. Giovanni di Sarala, 38a T. S. Antonio di Barì, 39 a T. S. Gemiliano di Zaccurro, 40 3 T. Bellavista, 41 a T . di S . Maria Navarrese; nel dipartimento d'Orosei: 42a T. S. Lucia di Posada. Varie di queste torri abisognano grandi riparazioni, spesso mancano di polvere, e munizioni; insomma non sono bene amministrate . .. L 'istituzione sarebbe ottima, e la migliore, e meno dispen.diosa difesa contro i Barbareschi, ma dovrebbono essere meglio tenute queste torri, ed essere tutte sotto una sola amministrazione . . . . così che si può dire ora una catena di queste torri, ma le une sono sotto l'amministrazione del paese, le altre sotto queUa del Governo, ma tutte non ben provviste, né mantenute in buono stato ... Torri regie fra grandi e piccole da Porto Conte presso Alghero, e più in su nella Nura cominciando fino a Cagliari sono: I 3 T . del Porticello , 2a T . delle Penne, 3a T . Bollo, 4a T. Tremarillo, 5a T. Santimbenna, 6a T. Nora, 7" T. del Levante, 8 3 T. Galera. Fra Alghero e Bosa: 9a T. di Pollina. Fra Basa e Oristano: 10 3 T. Orfanapaddu, 11 a T. Fontanamar, 12 3 T. Scalasala, 13a T. di Mosca. Fra Oristano e Cagliari: 14 3 T. di Marchedi, 15 3 T. di Flumencloso, 16a T. D'Anchia, 17 3 T. ed isola di Cortelazzi, 18a T. di Pula, 19a T. pres~o Ori, 2oaT. Ley. Di là di Cagliari a Levante: 21 a la Torre dei Segnali a Capo S. Elia, 22 a T . di Quarto detta a Mezza Spiaggia, 23" T. Chichia, 24a T. S. Andrea, 25a T. Martire, 26a T. Botte a Capo Carbonara, 27 3 T. nell'isola Serpentaria, 28 3 T . di Monte Arubilo. Dunque colle altre 42 torri sono in tutto 70 torri. Oltre a ciò ve ne sono due nell'isola di S. Pietro, e quella Canai, e due altre nell'isola di S. Antioco sotto regia amministrazione» 9 •

La resa dei conti: l'ultima crociata Nel congresso cli Vienna del 1815 fu affermata, in maniera inequivocabile, la cessazione di qualsiasi forma di commercio di schiavi, nonché come ovvia conseguenza la messa al bando cli qualsiasi azione destinata alla loro cattura. La risoluzione sembrava decisiva nei confronti della piaga ormai secolare e mai seriamente affrontata della corsa barbaresca, fonte primaria del sordido commercio, le cui modalità estrinsecative abbiamo già esaminato. Trattandosi di interdire razzie ed incursioni che vantavano come teatro elettivo il Mediterraneo e comunque il mare parve partito sensato affidarne il

9

Ibidem, pp. 66-73.


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rispetto pratico alla flotta inglese, se non la sola, di certo la più agguerrita ed esperta dell'occidente. I risultati in effetti non tardarono a manifestarsi e, già dall'anno successivo , agguerrite azioni militari navali vennero espletate per costringere i riottosi bey barbareschi all'obbedienza delle civili disposizioni. Purtroppo però ad una apparente accettazione, estorta sotto la minaccia delle artiglierie navali, faceva per lo più seguito, in breve volgere, il sostanziale ripristinarsi del deleterio andazzo. Come se non bastasse, in risposta ai primi bombardamenti «persuasivi» di Algeri, si registrò un infittirsi ed un potenziarsi delle sue fortificazioni e dei suoi armamenti, premessa inequivocabile cli una futura ripresa del commercio . Reputandosi, alcuni anni dopo, che i reiterati insuccessi potessero non ultimo imputarsi alla maniera blanda cli procedere della flotta inglese, flotta di una potenza non mediterranea e pertanto non direttamente minacciata nei suoi interessi vitali, né umiliata nella sua sicurezza sociale, l'incarico fu affidato alla squadra francese, durante il congresso di Aix-la-Chapelle. Con una caparbietà tipicamente musulmana il bey del momento di Algeri, tal Hussein-Pacha, pur essendo ampiamente aggiornato dei dispositivi varati in merito , ostentò una tracotante indifferenza, respingendo ogni :ntimazione alla soppressione della sua losca attività . Forte ciel resto della ottusa presunzione circa la superiorità delle sue massicce fortificazioni urbiche nei confronti delle flotte, tanto inglese che francese, e certo che l'accorcio tra le due potenze non potesse sussistere a tempo indeterminato, si guardò bene dal far desistere i suoi predoni dalle remunerative razzie. Il protrarsi delle diatribe dialettiche sembrava negli anni successivi dar ragione ad Hussein, ragione avallata anche da un cocente scacco subito da una squadra inglese nel 1819, al comando dell'ammiraglio sir Harry Neale, fatta desistere dalle sue motivate pretese dall'artiglieria algerina. L'orgoglio del bey si ingigantì al punto eia osare sollecitare, in forma tutt'altro che politica, alla stessa Francia un suo pretestuoso quanto illegale credito. L'ingiunzione non trovò, come facilmente si può immaginare, alcun consenso ed anzi fu completamente trascurata . Il bey dal canto suo spingendo all'estremo limite la sua sicumera, nel giugno ciel 1825 applicò una vile rappresaglia nei confronti del console e quindi di alcuni mercantili francesi . Questa volta la notizia sollevò in Francia una improvvisa ondata emotiva , ed un risveglio del ben noto orgoglio nazionale. Una prima missione militare consistette nell'invio ad Algeri di due navi da guerra per esigere, oltre alle debite scuse peraltro prontamente concesse - la restituzione del maltolto - altrettanto rapidamente negata - ad eccezione dei soli equipaggi. Né la situazione mostrò di rientrare, tant'è che l'anno appresso Hussein insolentì con ulteriori ingiurie e reiterati saccheggi la suscettibilità e gli interessi francesi. A «Parigi, il Gabinetto si trovò diviso fra due tendenze : o dichiarare la guerra alla reggenza e darle un colpo decisivo per mare e per terra, o contentarsi d'impedire le operazioni delle .sue navi corsare ... » 10, tramite un serrato blocco navale . Onde evitare problemi eccessivi, sembrando possibile che uno scontro del genere si fosse trasformato , artatamente, in un confronto religioso , coinvolgendo perciò anche la stessa Turchia, stimandosi inoltre le navi algerine prive di potenzialità aggressive e per contro molto minacciose le fortificazioni del fronte a mare della città, fu risolto in favore del blocco . Una successiva approfondita analisi, tuttavia , evidenziò le frequenti violazioni dello stesso, a l punto che fino al maggio del 1830 alla reggenza nessun danno commerciale significativo ne derivava. Intanto la diplomazia francese sondava minuziosamente i vari governi europei, cercando di valutarne le possibili reazioni in caso di un suo attacco militare ad Algeri. Ad eccezione dell'Inghilterra, tutte le altre nazioni, dalla Russia agli Stati Uniti, si mostrarono assolutamente favorevoli all'impresa, e persino la Turchia non esternò alcuna obiezione. Per meglio illustrare i ferventi preparativi militari in corso di approntamento, il governo di Parigi inoltrò a ciascun governo d i ispirazione cristiana, la seguente lettera circolare: «Parigi 12 marzo 1830 Signore, quando comunicammo alle nazioni amiche lo scopo dei preparativi ... abbiamo perfet-

° Cfr. E.

1

GAJANJ,

La conquista dell'Algeria, Città di Cast.ello 1913, pp. 39 e sgg.


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tamente spiegato le conseguenze, che potrebbero derivare dalla nostra impresa, facendo però una riserva che ci sembrò imposta dall'incertezza della fortuna della guerra. Siccome molti Gabinetti hanno desiderato da noi una maggiore precisione nell'indicare lo scopo della nostra spedizione contro la reggenza di Algeri, Sua Maestà, per quanto dipende da Essa, si compiace di aderire a questo desiderio e mi autorizza a fornire loro i seguenti chiarimenti, che Ella potrà comunicare al governo del Piemonte. Il pubblico insulto, che il dey 11 fece al nostro console, fu la causa immediata della rottura, giustificata già troppo dalle numerose infrazioni ai trattati, dalla violazione dei diritti. .. Gli avvenimenti però sopravvenuti hanno dato uno sviluppo maggiore ai progetti di Sua Maestà .. . [infatti] non ostante tre anni di blocco, ha sempre più aumentata la sua insolenza verso di noi, e invece di darci una riparazione, egli ha accampato sempre delle pretese ... Il Re è stato quindi costretto a riconoscere che non era più possibile alcuna trattativa col dey, e che anche quando si giungesse a persuaderlo a concludere un qualsiasi trattato ... non darebbe alcuna garanzia ... Queste considerazioni ci hanno convinto della necessità di dare alla guerra uno sviluppo maggiore di quello che ci eravamo ripromesso ... ed il Re . .. ha stabilito lo scopo dei suoi sforzi: - la distruzione definitiva della pirateria; - l'abolizione assoluta della schiavitù dei cristiani; - l'abolizione del tributo pagato fin qui alla reggenza dalle Potenze cristiane. Se la Provvidenza assisterà le armi del Re, tali saranno gli effetti dell'impresa, che in questo momento si sta preparando nei porti francesi. Sua Maestà è ben decisa ad effettuarla con tutti quei mezzi, che saranno necessari per ottenere il buon esito, e se, durante la guerra, avvenisse che lo stesso governo di Algeri dovesse dissolversi, allora il Re, il quale in questa grave questione è completamente disinteressato, non mancherà di intendersi con i Suoi Alleati per stabilire a vantaggio della Cristianità il nuovo assetto da darsi al regime distrutto, onde assicurare il triplice scopo, che Sua Maestà si è proposto di raggiungere ... » 12 . La spedizione francese, pur avviandosi sotto l'adesione formale delle varie potenze occidentali, o per meglio dire «cristiane», stentava a trovare credito per quanto inerente alla stretta finalità . Molti stati, fra cui lo stesso Piemonte, supponevano una volontà recondita di conquista, e ciò in qualche modo frenava la loro spassionata adesione, destando nella pubblica opinione una notevole perplessità. Dopo l'ennesima rassicurante affermazione francese al riguardo, il governo sabaudo giunse a consentire la partecipazione formale all'impresa dei suoi mercantili - a titolo però di normale contratto di nolo e per di più sotto la bandiera francese - e ciò per il timore di destare probabili ritorsioni da parte algerina. Tanto poco si stimava scontato l'esito dell'operazione! Espletate progressivamente tutte le intricate questioni politiche, e quelle non meno complesse di indole militare, verso la fine di aprile l'immane corpo di spedizione era pronto a salpare da Tolone e da Marsiglia. Lo componevano 10 vascelli da battaglia, 22 fregate, 70 navi da guerra e 500 trasporti. A bordo, pronti già da quindici giorni si trovavano quasi 40.000 uomini, 4.000 cavalli ed oltre un centinaio di cannoni. Al seguito della flotta vi si potevano scorgere delle strane nuovissime unità dalla carena piatta, appositamente studiate per agevolare lo sbarco delle artiglierie sulla sponda africana. Il mare insolitamente tempesto non consentì purtroppo l'avvio del trasferimento dell'armata fino al 18 maggio, esaurendosi tale fase intorno al 25. Perseguitata dalle perturbatissime condizioni atmosferiche, la gigantesca formazione navale riuscì soltanto l' 11 di giugno a giungere in posizione di sbarco, effettivamente intrapreso il 14 dello stesso mese. Dopo alcune brevi scaramucce con il sopravvalutato esercito algerino, fu assicurata in maniera stabile la testa di ponte garantendosi così, il giorno 19, lo sbarco dei restanti uomini e materiali.

u Era questo un titolo di origine giannizzera, e quind i di natura militare. F u sostituito a partire dal 1705 da quello di Bey, di pari significato - capo - ma con peculiarità più marcatamente politiche amministrative. In pratica con le accennate sfumature di significato rimasero in vigore entrambi . 12 Da E. GAtANl, La conquista ... , cit., p. 41.


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Nessuna fretta affannò i preparativi e i dispositivi dell'esercito francese, che prese a marciare per investire Algeri quasi alla fine del mese, dopo averne varie volte sanguinosamente respinto la cavalleria. I giorni 2 e 3 luglio una divisione navale sottoppose la città ad un intenso bombardamento, senza conseguire in pratica rimarchevoli risultati, e perdendo per di più nel tiro di contro batteria una decina di marinai. · All'alba del giorno 4, ultimati i preparativi d'assedio, un razzo del quartier generale notificò l'apertura del fuoco, simultanea e concentrata, di tutte le batterie campali contro la città. Poche ore dopo, l'orgoglioso quanto ottuso dey, sotto la duplice pressione delle granate da una parte e della popolazione dall'altra, chiedeva la resa incondizionata. Algeri il 5 veniva compiutamente occupata dai francesi. Recisa la testa della piovra corsara, in breve volgere l'intera compagine collassò relegando secoli di terrore alle memorie popolari ed al folclore. Per l'intero apparato antincursivo, la nuova connotazione della costa nord africana rappresentava la premessa dello smantellamento, che infatti non si fece attendere molto. In data 17 settembre 1842 un Regio Editto scioglieva l'amministrazione delle Torri litoranee, ritenute per quanto ricordato ormai prive di utilità.


EPILOGO

Un ulteriore impulso alla definitiva smobilitazione del plurisecolare sistema lo diede l'Unità d'Italia, allorquando la massa cli fortificazioni costiere passò in proprietà e competenza della neonata nazione. T tempi erano notevolmente diversi ormai, la forza militare anche e la minaccia inesistente, ragion per cui gradatamente le vestigia di quel passato, ancora così vivo, furono ritenute degli inutili ingombri. A partire perciò dal 1866 si procedette alla progressiva smobilitazione di tutte le opere difensive costiere reputate prive cli ulteriori impieghi. La prima ordinanza, il 30 dicembre, riguardò quelle dell'ex Regno di Napoli, seguita il 25 aprile dell'anno successivo da una analoga per quelle della Sardegna : «Elenco dei castelli, delle torri e fortezze esistenti in Sardegna che cessano cli essere considerate come fortificazioni o posti fortificati in base al R. Decreto 25 aprile 1867 Litorale Sud 1 Torre La Scaffa 2 Torre Su Loi 3 Torre di mezzo 4 Torre San Roch 5 Torre Antigori 6 Torre La Savorra 7 Torre Del Diavolo 8 Torre S. Macario 9 T orre del Coltellazzo 1OTorre S. Efisio 11 Torre Cala d'Ostia 12 Torre Chia 13 Torre Malfatano 14 Torre Pixini 15 Torre Budello 16 Torre Porto Scuro Litorale ad Ovest 17 Torre Caba Piombo 18 Forte (senza nome) 19 Forte al Capo Castro 20 Forte vicino al paese S . Antioco 21 Torre Calsetta 22 Torre Canai 23 Torre S. Vittorio 24 Torre Lo Spalmatore 25 Torre Isola Piana 26 Torre Porto Scuso 27 Torre Porto P aglia 28 Torre Cala Domestica 29 Torre Fumentargiu 30 Torre La frasca 31 Torre Marceddì 32 Torre Gran Torre d'Oristano 33 Torre Vecchia


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34 Torre S. Giovanni di Sinis 35 Torre San Marco 36 Torre Mosca, ossia del Sevo 37 Torre La Mora 38 Torre Capo Mannu 39 Torre Scala Sale 40 Torre Orfano Puddu 41 Torre Suputtu 42 Torre Pittinuri 43 Torre Fogu d'Oglia 44 Torre Capo Nieddu 45 Torre Foghe 46 Torre Scala ruia 47 Torre Colombargia 48 Torre Boza, ossia Isola Rossa 49 Torre Dei Fucili, ossia Argentina 50 Torre Capo d'alga 51 Torre Badeiana 52 Torre Poglino 53 Torre Galera 54 Torre Porto Conte 55 Torre Capo Liris 56 Torre Del Giglio 57 Torre Grande 58 Torre Trasmeriglio 59 Torre Del Bollo 60 Torre Della Pegna 61 Torre Di Porticciulo 62 Torre Di Spagna 63 Torre Del Falcone 64 Torre La Pelosa 65 Torre Isola Piana 66 Forte Il Gastelluzzo Litorale a Nord 67 Torre Di Cala d' Arona 68 Torre Cala d'Olivo 69 Torre Del Trabuccato 70 Torre Delle Saline 71 Torre Porto Torres 72 Torre s. Gavino Scapezzato 73 Torre Abba Corrente 74 Torre vicino al confluente del rio di Porto Torres e rio Ottava 75 Torre Frigiana 76 Torre Monfranara 77 Torre di faccia all'Isola Rossa 78 Torre Vignola 79 Torre Testa Litorale ad Est 80 Torre Longon Sardo 81 Torre Porto di Teranova 82 Torre La Caletta


Epilogo

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83 Torre Porto S. Paolo 84 Torre P erdas Nieddas 85 Torre S. Lucia di Posada 86 Torre Santa Maria Novarese 87 Torre Arbatax 88 Torre Bella Vista 89 Torre S-acurro 90 Torre S. Gemigliano 91 Torre Bari 92 Torre S. giovanni di Saralà 93 Torre Murtas 94 Torre S. Lorenzo Litorale a Sud 95 Torre Porto Corallo 96 Torre Monte Rosso 97 Torre La Porta 98 Torre Le Saline 99 Torre Monte Ferro 100 Torre Cala Pira 101 Torre Serpentaria 102 Torre Porto Giunco 103 Torre Isola dei Cavoli 104 Torre Cala Caterina 105 Fortezza Vecchina 106 Torre Capo Boi 107 Torre Finocchio 108 Torre Cala regina 109 Torre Mortorio 110 Torre S. Andrea 111 Torre F oxi 112 Fortezza nel Golfo di Quartu 113 Torre Carcangiolas, ossia di Mezza Spiaggia 114 Torre Bocario 115 Torre Del poetto 116 Torre Calafigara 117 Torre del Petro Semolo 118 Torre S. Stefano 119 Torre Vecchia 120 Forte S. Ignazio ... » 1 • Facevano quindi seguito molti castelli e fortificazioni varie, nonché buona parte della cinta di Alghero e dei suoi bastioni. A questo punto della nostra ricostruzione tre secoli sono trascorsi dal periplo di don Marcantonio Camos, capitano d'Iglesias, e le torri da lui così appassionatamente proposte e sostenunte hanno cessato la loro funzione, definitivamente. Gli insulti ormai alle stesse provengono soltanto dalle mareggiate e dall'uomo, in ciò notevolmente e drasticamente più distruttivo. Nessuna ispezione da quel momento si interessa di quelle sempre più

Da R. CoNTEoou, Legislazione passata e vigente ed alli di amministrazione i/lustrativi delle Torri litoranee della Sardegna, Sassari 1912, pp. 168-173. 1


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fatiscenti costruzioni cilindriche, abbandonate irreversibilmente dagli ultimi anziani alcaidi e rioccupate dagli uccelli marini . Anche per le tre piazze cieli' Isola il declino risulta identico e sostanzialmente parallelo. Si continuerà a parlare ancora di fortificazioni in Sardegna e il Genio Militare Italiano ne realizzerà di diverse, specie a La Maddalena e nelle isole Intermedie , ma la loro finalità non sarà affatto simile a quelle delle loro antenate. L'epoca dei fanatici corsari e degli spietati pirati barbareschi si era chiusa per sempre, lasciando a l solo turismo la riscoperta di quelle suggestive inquadrature paesaggistiche incontaminate e spesso irrangiungibili, che tanto avevano preoccupato don Marcantonio . Generazioni di uomini avevano servito in quelle solitudini spettacolari, abbandonati fra cielo e mare, abbrutiti magari dalla solitudine e dall'inanità di un compito trascinantesi spesso vanamente per l'intera loro esistenza in una perenne inutile attesa. · Per altri invece il tuonare del cannone aveva sancito la validità della mansione e riempito, forse, i racconti della misera vecchiaia. Per tutti comunque la presenza di quelle torri e di quegli uomini aveva consentito se non la certezza di un quieto esistere almeno la credibile speranza: e ciò per le epoche rievocate fu già moltissimo .


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INDICI



INDICE TOPONOMASTICO

Abbradori, 101. Adriatico (mare), 120. Africa, 12, 27, 72, 117, 120. Albania, 120. Algeri, 20, 23 , 35, 46, 94, 118, 120, 134, 173, 270, 282, 293, 294, 296. Alghero, 18, 20, 23, 25, 26, 34, 35, 46, 48, 49, 50, 51, 56, 61, 64, 72, 88, 92, 93, 94, 96, lll, 113, 125, 126, 135, 136, 137, 139, 144, 146, 150, 151, 155, 156, 161, 170, 172, 174, 182, 185, 192, 193, 194, 204, 206, 209, 211 , 213, 285, 287 , 288. Alicante, I 9. Ampurias, 173. Anagni, 15. Ansedonia , 20. Amigori, 78, 158. Aragona, 194. Aranci (golfo), 102. Arbatax, 105, 167 , 239. Arborea, 15, 42, 46. Arbus (monte), 83. Arbus, 86. Arresi, 82 . Arzachena, 101, 166. Asinara (golfo dell'), 38, 60, 97, 130. Asinara, 182, 253. Austria, 199, 266. Baia di S. Reparata, 100. Baia Ostina, 99. Baleari, 20. Barberia, 260. Barcellona, 18, 120, 143 , 151. Barì Sardo, 6, 10,111 , 167,240. Baunei, 105, 111. Belgio, 266. Bisanzio , 26. Bise1'ta, 72, 121, 182, I 96. Bocche di Bonifacio, 38, 57 , 62, 100, 170, 249. Bosa, 23, 25 , 32, 64, 89, 91, 92, 113 , 128, 133, 148 , 150, 161 , 170, 292. Budel, 132, 222. Cagliari , 7, 18, 20, 23, 25, 26, 27, 29, 32, 34, 35, 38 , 44, 57, 72, 73, 78, 79, 82, 97, 107 , 108, 111, 124, 132, 134, 135, 136, 137, 139, 141, 142, 143, 144, 149, 150, 151, 155, 172, 174, 182, 183, 184, 185 , 192, 199, 201, 207, 209, 211 , 213, 266, 267 , 269, 27 1, 277,281,283,284,285,287 , 288,291,292. Cala Barbarossa, 160 . Cala Caterina, I 13, I 6 I. Cala Chiesa, 249. Cala Colombo, 79. Cala dei Corsari, 160. Cala dell ' Inferno, 95 .

Cala del Turco, 96. Cala de Moro, 92 . Cala d 'Oliva, 97, 236. Cala Domestica, 85, 86, 160. Capo d'Orso, 101. Cala d'Ostia, 79, 218. Cala Francese, 258 . Cala Frigiano , 57. Cala Ginepro, I 04. Cala Grande, 97. Cala Ittiri, 93. Cala Mosca, 108, 158, 247, 267. Cala Piombo, 82, 223. Cala Pira, 107 , 130,167,243. Cala Rapina, 92. Cala Regina, 107,1 12,1 58,246,257. Cala Saline, 88 . Cala Scura, 79 . Cala Setta, 215, 225. Cala Susalia, 83 . Cala Volpe, 101. Canale delle Colonne, 83. Capo Bianco, 160. Capo Boi, 107, 157, 246 . Capo Caccia, 95, 164. Capo Carbonara, 107, 111, 130, 144, 157. Capo Cerasa, 102, 166. Capo Coda di Cavallo, 102, 103, 166, 186. Capo Comino, 103, 104, 167,258. Capo del Falcone, 96, 97 , I 64, 234. Capo dell'Argentiera, 96, 97. Capo dell'Orso , 166. Capo di Sassari, 182. Capo Ferrato, 107, 167, 259. Capo Figari, 102, 166. Capo Frasca, 86, 88, 133, 160,260. Capo Galera, 94, 130, 161, 170. Capo Libano , 258. Capo Mannu, 88, 89, Ili , 229 . Capo Marrargiu, 92, 111 , 161. Capo Monte Santu, 105 . Capo Napoli, 133 , 160. Capo Negro , 96, 97, 164. Capo Nied du, 88 , 89, 161. Capo Pecora, 86 . Capo Pula, 79, 111 , 144, 158. Capo Salinas , 133. Capo Sferracavallo, 105, 106. Capo S. Elia, 79,108, III, 158. Capo S. Marco, 88, 160. Capo Spartivento, 79, 158, 259 . Capo Testa, 100, 101,166. Capo Teulada, 79, 84, 158. Capo Vacca, 158. Carales (Cagliari), 12, 26.


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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Carloforte, 211, 269, 270, 271, 272, 274, 275, 277,282,287,291. Casaracci6 (stagno di), 97. Castel Aragonese, 23, 61, 62, 72, 99, 111, 126, 135, 136, 137, 139, 147, 150, 155, 164, 170, 185, 192, 194,201,206, 209, 21]. Castel Genovese, 57, 60, 61. Castelsardo (Castel Sardo), 25, 57, 60, 61, 288, Castiglia, 18. Catalogna, I 9, I 89, I 94. Chia, 79. Ciurgos, 136. Coghinas, 100. Columbargia, 94, 161, 230. Corbara, 98. Corfù, 119. Corona Maria, 84. Coronjoavino, 83. Corsica, 18, 20, 25, 100, 248, 257,266,288. Cortellazzo, 79, 158. Cossu (monte), 96. Costa del Paradiso, 99. Costantinopoli, 14, 27,118,121. Cuglieri, 89. Cugnana (golfo di), 102.

276,

133, 172,

291.

Decimo, 41. Domusnovas, 18. Dorgali, 112. Elmas, 18. Europa, 13 , 14. Ferru (monte), 105, 106, 167, 243. Fiandra, 199. Flomendosa (fiume), 106. Flum Mayor, 86. Flumentorgiu, 86, 130, 133,226. Flumini, 96. Fonni, 86. Foxi de Soli, 79. Francia, 13, 21, 124, 185, 186, 191, 193, 195, 248, 282, 285, 293. Gaeta, 57. Gallura, 170, 260,261,291. Genova, 12, 13, 20, 75, 137, 138, 141, 147, 195, 198, 201, 249. Germania, 174, 199. Gonessa, 84. Grotta Ricami, 94. Grotta Verde, 94. Guardianu (monte), 85. Guspini, 86, 111. Ibiza, 19, 72. Iglesias, 14, 18, 23, 25, 73, 82, 83, 84, 85, 86, 111, 128, 172, 292, 299. Inghilterra, 293. ls Canneddas, 84.

Isola dei Cavoli, 244. Isola dei Francesi, 83, 130. Isola dei Porri, 96. Isola della Maddalena, 204,248,249,253,257, 260, 261, 269, 282, 288. Isola delle Biscie, 258. Isola di Molara, 186. Isola Piana, 96, 235. Isola Rossa, 79, 100, 130, J 58, 230. Isola Rossa (scoglio), 100, 166. Isola S. Antioco, 83, 84, 224. Isola S. Macario, 217. Isola S. Maria, 166. Isola S. Pietro, 83, 84, 211, 269, 271, 274, 275, 276, 291. Isola S. Stefano, 249,257,269. Isola Serpentaria, 43. Isole Intermedie, 255. Italia, 13, 20, 75, 123, 151, 174, 187, 190, 191, 192, 199. La Goletta, 117, 121 , 123, 174. La Foradada, 95. Leone (golfo del), 123. Lepanto, 67, 68, 69, 70, 71, 73, 117, 118, 119, 121. Liscia (fium e) , IO!. Londra, 199. Longosardo, 166, 182, 192, 238. Longu (monte), 103, 167. Lucocisterna, 18. Lu Pisanu (collina), 96. Macomer, 18. Madrid, 117, 191, 197, 199. Maiorca, 19, 48, 72. Mal di Ventre, 88. Malfatano, 79, 158, 220. Malta, 20, 123. Mannu (monte), 92. Marina di Balai, 99. Marina di Mara, 158. Marinella (golfo di), 102. Marsiglia, 195, 294. Meloria, 47, 61. Messina, 20, 119, 120. Milano, 190. Milis, 88. Minorca, 19, 48, 72. Miseno, 12, 26. Modone, 119. Mondovì, 283. Monreale, 86. Montefenogo, 246. Monteleone, 170. Moro (monte), 101, 102. Muravera, 106, 107, 111. Muros de Arabada, 166. Murtas, 259. Napoli, 20, 120, 12.9, 137, 151, 181,266, 283.


Indice toponornastico

Napoli (Regno di), 13 , 20, 71, 75, 109, 137, 146, 187, 194, 199, 297. Nizza, 36, 283. Nurra, 96, 164. Ogliastra, 105·, 170, 292. Olbia, 102. Orbetello, 20. Ori, 227. Oristano, 23, 25, 38, 42, 44, 45 , 64, 86, 88, 128, 133, 148, 149, 160, 172, 195 , 196, 197, 227, 292. Orosei, 38, 104, 105, 111, 258, 292. Ossoni (monte), 99. Ostia, 36. Pabillonis, 86, l 60. Padrogiano (fiume), 102. Paesi Bassi , 152, l 53 . Pagliosa (isola), 93 . Palermo, 20, 121, 199, 283. Palma di Sulcis, I 8. Palmas, 83, 292. Parigi, 283 , 293. Pena Maestra, 96. Perdas Nieddas, 259. Persia, 152, 155. Peschiera, 86. Picenza, 283. Piemonte, .199, 201, 294. Pirri, 2 14. Pisa, 13, 15, 18, 32. Piscinas, 79, 82. Planargia, 111 . Poglina (torre), 93. Port'Ercole, 20. Porto Botte, 82, 83, 132. Porto Calcina, 78. Porto Camicia, 249. Porto Cervo, 258 . Porto Conte, 48 , 64, 93, 94, 130, 133, 164, 182, 194, 232, 291. Porto Corallo, 242. Porto di Longosardo, 100. Porto Farina, 72. Porto Ferro, 96. Porto Figheri, 186. Porto Foxi, 78 . Porto Giunco, J07, 244. Porto Longone, 20. Porto Paglia, 84,213 , 226, 259. Porto Palmas, 96, 259. Porto Pao, 96, 130. Porto Pino, 82. Porto Pudclu, 101. Porto S. Paolo, 102, 257. Porto Scuso, 64, 84, 85, 86, 225,277, 292. Porto Scudo, 79, 223. Porto Torres, 64, 97, 98, 99, 133, 164. Posada, 103, 111, 167, 170,238,259. Prama, 86.

309

Prevesa, 35 . Prussia, 266. Pula, 78, 79, 80, 132, 218. Puiua Argentina, 92, 93, 161 . Puma Caniniedo, 79. Punta Canne, 158. Punta Cartucceddu, 106. Punta del Giglio, 94, 161. Punta de li Turchi, 103 . Punta dell ' Aliga, 84. Punta de Su Guardianu, 86. Punta di Cala di Piombo , 79 . Punta cli Foghe, 89, 161, 229. Punta d'Ottiliu, 103. Punta Ginepro, 167. Punta Guardia deis Turcos, 86. Punta La Capra, 99. Punta Li Cannedi, 100. Punta Maimoni, 88 . Punta Molèntis, I07. Punta Nera, 281. Punta Niclu de Abile, 104. Punta Prima Guardia, 99. Punta sa Modditzi, I 06. Punta sa Turri, 86, 111. Punta Sardegna, 100. Punta s'Omini Mortu, 107. Punta Sos Attentos, 93. Punta Spinosa, 111. Punta Su Pennoni, 86. Punta Tramontana, 99, 164. Quanu, 107, 111, 144, 158, 172, 199, 2 14, 267, 288, 291, 292. Quirra, 111, 158. Rastad, 199. Reggio Calabria, 12, 36. Rio Mannu, 86, 89, 98. Rio Ruguru, I 07. Roma, 36, 155, 173, 283 . Russia, 293. Russu (monte), 100, 166. S. Antioco (Antiogo, Antiochio), 38, 83, 84, 123, 169, 215. S. Giovanni in Sinis, 88, 228 . S. Giuliano, 126, 193, 240. S. Nicola, 96. S. Pietro , 123, 130, 133, 169, 192,272. S.a Caterina, 89,229. S.aGilla, 18. S.a Maria, 101, 239. S.a Teresa di Gallura, 101. Santadi, 79, 82. S.o Stefano, 20. Santo (fiume), 97, 98. Santu (monte), 104, 167. Sardegna (Regno di) , 14, 25, 26. Sarrabus, 38 , 24 1, 242, 292.


310 '

La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Sarrok, 78. Sassari, 18, 23, 25 , 50, 57, 96, 97, 98 , 136, 164, 170, 192, 193, 197, 233, 285. Savoia, 283 . Sedini, 99. Serrabus, 106. Serra P aringianu, 84. Serravalle, 32, 91. Sicilia , 7 , 12, 20, 71, 75, 11 0 , 123,129, 151 , 152, 174, 187 , 199,266. Sorso, 99. Spagna, 8, 12, 19, 21, 72, 117, 121, 152, 174, 185 , 187, 190, 191, 195, 196, 199, 266. Spalmatore, 83, 27 1. Spargi , 269. Stagno delle Saline, 106. Stagno di S.a Gilda, 78 . Stagno S. Gennaro, 98 . Stampace, 18, 32, 40, 140. Stati Uniti , 293. Star.o dei P residi, 75. Stato della Chiesa, 75 . Stato Pontificio , 266 . Stintino, 97 . Sulcis, 38 . Su Loi, 78. Tabarca, 270, 27 1, 272, 274, 275. Talamone, 20. Tangone (monte), 93. Tavolara (canale di), 102. Tavolara (isola), 102, 133 . Temo, 64, 91.

Tempio , 100, 101, 112, 236. Terra Nova, 102, 112, 133,166,257. Tertenìa, 106, I 11 , 240. Teulada, 79. Tharros, 42, 88 . Timidone (monte) , 96 . Timpadori, 78. Tirreno (mare), 12, 120. Tirso, 42, 44, 45, 86, 196. Tolone, 294. Torino, 201, 207, 209, 211, 283 . Tortolì, 105, 106, 111 . Toscana, 283 . Tripoli, 173. Tunisi, 20, 23, 35 , 72, 120, 121, 173, 174,270,274, 28 1, 282. Turchia, 293. Turris (Porto Torres), 12. Urcatu (monte), 104. Utrecht, 199. Valencia (Valenza), 19, 151, 189, 190. Venezia, J J 8. Vienna, 199, 292. Vignola, 100, 236. Villa Marina , 249. Villanova, 18 , 32, 40. Villapitzu, 106, 11 1. Yillasimìus, 107. Zirra (monte), 96.


INDICE ICONOGRAFICO

I. Carta del Regno di Sardegna ( 1621-1635) - Bìbl. Naz. Parigi .... ...... .. ..... ........ .. .... ........ .... . pag. 2. Rocco Capellino - l a Carta della Sardegna (1577) - Bibl. Apostolica Vaticana , cod. Barb. lati no ,, 4414 ............ ........ .. ................ .... ........... ..... ....................... ......... .......... ... . ............ . ,, 3. Rocco Capellino - 2• Carta deJla Sardegna - ibidem ...... ... ... ..... ...... ..... ........... .............. . . 4 . Rocco Capellino - 3° Carta della Sardegna - ibidem ....... ... ..... ..... ......... ...... .. ... .............. . 5. R affigurazione di galera cinqu ecentesca .. ...... ... ... ....... .................. . .............. . ..... ....... .. .. 6. Iglesias - Miniere d i Campo Pisano ... .......... ... .................................... . .. . .... .......... ... .. .. " 7 . Posizione baricentrica della Sardegna ................. ...... .................................................. . " ,, 8. A) Antica carta della Sardegna con le sue suddivisioni - Bibl. Naz. Napoli ........ ....... . .... .. . .. .. ,, B) La Sardegna ed i suoi due Capi - Bibl. Naz. Napoli ...... . ....... ... . .... . .. ........ ...... ......... ... . 9. Piazza di Orbetello, sec. XVI IJ - Bibl. Naz . Napoli . .. . .. .... ..... . ....... .......... ...... ..... ............ . 10. Le principali rot te del M editerraneo .. . ........ ..... .......... .. . ..... ....... ....................... ........ .. . . 11. Sassari - l O Progelto di Rocco Capellino - Bibl. Apostolica Vaticana, cod. Barb . latino 44 14 .. . I 2. Sassari - 2° P rogetto di Rocco Capellino - ibidem ....... ...... ......... ... ... .... ........ ...... ... ....... . . " I 3. Le coste ed i din torn i di Cagliari in uno schizzo di Rocco Capellino - ibidem ....... ...... ......... . " 14. A) Cagliari - Forte S. Michele che racchiude ì resti dell'antico castello ciel XIII secolo - /\.S . Torino, Sez. 1, 34. C. 1 .... . .. ............. ........... ..... .......... .. ............. ............................... . B) Idem - 1st. Stor. Cui. Arm. Genio, F. 5/ 8124 ............ . .............. . ............................... . " 15. Vedu ta ciel Forte di S. Michele da Cagliari . ....... .. .... ... ...... ....... ... . ..... ....... .. .. ......... ... ..... . " 16. Cagliari - Resti delle fortificazioni pisane ...... ... .... .. .... ...... ....... ........... ..... .. .. ......... ....... .. " ,, 17 . T orre di S. Pancrazio - da S. Rattu, Bastioni e torri della cillà di Cagliari, Torino 1939 ....... .. . 18. Bosa - Castello di Serra valle ...................... ..... .. .......... .... .......... ..... .......... ....... .......... . l 9. Cagliari - Veduta idealizzata della città, in una stampa del XVI[ secolo - Bibl. Naz. Napoli . .. .. 20. Cagliari - Planimetria delle fort ificazioni di Rocco Capellino - Bibl. Apostolica Vaticana, cod. Barb. latino 4414 ..... ....... .... ....... ..... .. . ....................... ... ........................... .. ............. . " 21. Cagliari - Porta dei Leoni ... ... . ........................................ .. ............ .. .......... ..... .......... .. " 22. Cagliari - Progetlo di Giorgio P alearo Fratin - A.O. Simancas, 1578, O.A., Leg. 88. 40 ........ . 23. Cagliari - P rogetto del Fratin per la m odifica del bastione di S. Giovanni (S. C roce) - A.G. ,, Sìmancas, 1578, G .A . Leg. 87 . 32 . ............ .... ............................ ..... .......... ........ ........ . . . ,, 24. Cagliari - Bastione S. Giovanni (S . Croce) del Fratìn . ...... ....... ....... .. ..... .......... ....... ........ . . ,, 25. Oristano - Torre Grande ........................................................................... .............. .. 26 . Oristano - P rogetto del Capellino - Bibl. Apostolica Vaticana, Cod . Barb. latino 4414 ..... .... .. 27. La R ada di Alghero cli Rocco C apellino - ibidem ......... ...... .. ... ...... ... .... ... .. .. .. .............. . .. ,, 28. Alghero - I suoi dintorni strategici rilevati da Rocco Capellino - ibidem .... ......... ... ............. . ,, 29 . A) Barca per la pesca del corallo - corallina .... ... ............ ....... ......... .. . ............ .. . .... ....... .. B) Corallina con a fianco il pescato - Foto dott. G . Rajola ............................. . .............. .. 30. Alghero - Torre dell'Esperò ........ .. ...... .... ... .... ........... .... .......... ...... ......... .... .............. .. 31. Alghero - Studio di bastionatura di Rocco Capellìno - Bibl. /\postolìca Vaticana, coc!. Bar. ,, latino 441 4 ........ ........ ... .......... .... ........ ......... ..... ............. .......... .. . .. ........ .. ..... ......... . . 32. Alghero - P rogetto di bastionatura di Rocco Capellino - ibidem ..... ....... ........... .............. . . 33 . A lghero - Bastione della Maddalena .. .......... .. ................ . ........... ..... ............ .. ............ . .. 34. A lghero - Torre della Maddalena ...... .......... ... ....... .... .. .... .. .... ..... ..... ....... ....... ........ .... .. 35. Alghero - Torre S. G iacon10 ... ....... ......... .. .... ........... . .................................. .... .. ........ . " ,, 36. Alghero - Porta di Mare .......................................................................................... . 37 . Alghero - Cannoniera del bastione «Casti Ila» ............... ..... . ... ....... .... ............ .. ... ......... .. . 38 . Castelsardo ....... .... .... . ...... ..... .......... ....... . ......... .... .......... .... .... . ...... ..... ....... ........ ... .. 39 . Castelsardo - Porticciolo .. ....... ....... ........ ....... .......... ..... . .. .... ........... ...... .. . .. ............. . .. 40. Castelsardo - Schema planimetrico del 1625 - A.G. Simancas, Mapas, Planos y Dibujos, IX , 20 " 41. Castelsardo - Interno del castello ...... .. .... ... .. ............ ....... ... .............. ......... ........ ......... . " 42. Castelsardo - Scorcio della costa dalle mura del castello . .. ....... ......... .. . .. ........ ......... ........ .. " 43 . Castelsardo - Garitta e spalti verso il m are .... .. .. ............ ... .......... ........ .......... ... ......... .... . 44. Torre di Bosa ........ ....... ....... . .............. ............ .... ....... .......... ...... ......... . .. ... ......... ... .. 45. Torre di Bosa - Dettaglio bertesca .......... .... .... .. ..... ..... . . .. ............ .. ...... .... ................... .. 46. T orre di Bosa - Dettaglio piazza d'armi ......... . ............................................................. . " 47 . Battaglia dì Lepanto - I due schieramenti navali - stampa sec. XVII .... . .............. .. ............. . "

8 9 9 10 11 13 15 16 17

20 21 22 22 27 28 28

29 30 31 32 33 36 37 39 39 41 43 44 47 47 48

49 50 52 52 53 54 54 55. 55 58 58 59

60 60 62 65 65 65

68


312

48 . 49. 50. 51.

La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

Raffigurazione di una galeazza cinquecentesca .. ........ ... ... ............. . . ............. ....... .. .. ..... .. . Raffigurazione su tela del B.E. Muri Ilo della Madonna con ai piedi la falce di luna ....... .. ..... . " Frontespizio della relazione di Marcantonio Carnos - A.G. Simancas, E. 327 ... ... .... .......... .. . " La Sardegna nella cartografia del XVIII secolo - A.S. Torino, Sardegna Archivio Segreto carte n1ili tari ......... . ... .. .. . .. . . .... ..... .. ... .... . . . ......... ....... ......... ... ....... ....... ... ......... . · · · · · · · · · · · · · · · 52. - Idem .. ... . .... .. . ...... ............... ... ... .. .. ... ... . .. ............. .... ..... .. . . .......... ... .. . .. ... ............. . " 53 . T orri costiere sarde in una carta del XVIII secolo - Bibl. Naz. Napoli .. .... ..... .. ...... . ........ ... . " 54. Golfo di Palmas in un rilevo settecentesco - A.S . Torino, sez. IV, voi. 25 rif. 37 . ... ....... . . .. ... . 55. Torre di Portoscuso . .. ..... .......... . .. ...... ...... . .. .... . . ......... .. . ... ... ..... ... .. . ... ... ............. .. .. .. . 56. Capo S . Marco - Chiesa di S. Giovanni in Sinis ..... ........ ... . .. ..... . . ...... . .. .. . ...... .... . ...... . .. .. . ,, 57. S. Giovanni in Sinis - Interno ....... ...... .... ................. ........ ................ .... ... .............. ..... . 58. Torrione di Bosa .... . .. .......... .. .. ... .. ....... . .. . . ... . .. . ... . .. ... .... . ... ... .. . ... ... .. .. ..... ..... .. ....... ... . 59. Bosa - Castello d i Serra valle . .... ..... . .. ...... ........... ...... ... ................... . ........ ...... .... .. .. .... . 60. Bosa - Il T erno verso la foce, con le concerie del sec. XVIII lungo la sponda . ........ ........ ...... . 61. Pianta dell'antica città di Alghero - 1st. Stor. Cui. Arm. Genio, F. 689, 1903 .... .. .. .. . ... .. . . .... . " 62. Torre di Porto Conte - ibidem, F. 694, 1825 ................. . .......... . . ............. ..... . . ........ ... .... . 63. Porto Terres - La torre .. . ...... .. ....... . . ................ . ... .... ... . .. ...... ......... .. . . .. ... ........ ......... . 64. Posada - Castello della Fava . .. .... ..... ... ...... .. ........ ...... .......... . .. .. ....... ........ . .. .. . ..... .... .. . . " 65 . Arbatax - La torre del XVI secolo .... . .. ..... .. .. . .... .. ........ . .... .... .. . .... .. ... ..... . .. .. ... ........ ..... . " 66. Sicìlìa: Siracusa - Ruderi della tonnara di Vendicari difesa dalla omonima torre ....... ... ... .. .. . . 67 . Il porto di Messina nel 1578 rilevato da Tiburzio Spanocchi - Bibl. Naz. Madrid, ms . 788 . .. ... . ,, 68. Alghero - Progetto di Giorgio Palearo f ratin per il fronte a terra - A.G. Si mancas, G.A., leg. 88 69. Alghero - Dettaglio del progetto di Giorgio Palearo Fratin per il fronte a terra - A.G . Simancas, M.P . y D. XIX - 82 ..... .. ...... . ... .. ... ........... .. . ... . .. . ... ... ..... . .. ... ............... ... .... .. .. .. . ... .. . .. 70. Alghero - Progetto di Jacopo Palearo Fratin per la fortezza sul colle di S. Giuliano - A.G. Simancas, G.A., leg. 79 - 52 .... .. ....... ... . .. ... .. . ................ . ... . .. .... ..... . ... . ... ... ... ..... . ....... . . " 71. Iglesias - Scorcio delle mura urbiche ..... . .. ... .. . . ............... ... .. .. . .. . ..... ...... ... .. . .. . . ............. . " 72. Idem ..... .... ... ... ............ . ........ . .. ........ . .. . . .. ... . .... .. .... ............... . .. ... . .... .... .. ...... ........ .. . 73. Cagliari - Pianta del golfo - A.S . Torino, Sez. I, 8 C. 1 .. .. .. . .. ....... ....... ....... .... ... .. . .. . .. . .... . 74. Golfo di Palmas - Isola di S. Antioco e isola S. Pietro - Bibl. Naz. Napoli .. ... ... ..... . . .. ... . .. ... . 75. Porto Conte - Pianr.a - lst. Stor . Cui. Arm. Genio, F. 693 .. .. ... ... ....... ........... . .. ..... .......... . . " 76. P orto Terres - Pianta - ibidem - F. 940 .. . .. ... ... .. .. ..... .............. ... . .. . .... ... ... .. . ... ... .. . .... .... . " 77 . Torre di Capo Boi ... ... ... .. ...... ... . .. ... .. ...... . .......... .. ... ... . .. ....... ....... . .. ...... ....... .. . . .. .. .. . . . 78 . Torre Cala Regina ... .. ...... ........ .. ... . .. ... .. . ........ .................... ... . ............... .. ... . .. . ........ . . 79. Torre Foxi . .. .. ... .......... .. ... ... .... .... ... .. .. .. .. .. ..... .. .... ..... . .. . ... ... .... ........... .. ....... .......... .. " 80. Torre cli Capo l'vlalfatano .... ... . .. ....... .. ... ... . .. ... . ........ ..... . ..... .. .... .... . ......... .. .... ... ........ .. " 81. Torre di Capo S . l'vlarco . ..... . ... .. .. .. ........... . ... ..... .. . ...... . .... . ......... .. . ..... ....... ..... ... . .. .. .. . . 82. T orre Su Puttu (Su Palusu) .. ...... ... . ..... .......... .. .. . ... ........... ................ ..... ..... ... ... .. ...... . 83. T orre di Pittinuri (Cala Cateri na) ..... . .. . .. .. ....... . .. ......... ....... ..... . ........ .. . ... ... . ............... . " 84. Torre di Columbargia .......... .. ......... . . ..... ...... . ..... .... ..... . .. ... ... .... ........ .. ... . .. .. ......... .... . " 85. Torre Argentina .. . ........ .... ... .... ......... .. ... ... ... ... ..... . .......... . .. . ..... .. ......... . ...... . .. .. ... .... . " 86. Torre Pollina .................. .... .... ...... .... ........ ...... ... ... ... . .. ......... .. .. . ... ...... .... ..... ... .. .. ... . . 87. Torre di Abbacurrente ............. .. ...... .. ........ .. ... .. .... .. ... .. ... ........... .. . ... ... ......... . ... ........ . ,, 88. Torre sotto Castelsardo detta di Frigiano . ........ ...... ....... ........ ... . ...... .. .... . ... ... .. .......... .... . 89. Torre dell'Isola Rossa .... ... ... . ......... .. ...... ... ... ....... ..... . . ... .. . .. .. ....... ........ .... ... .......... ... . " 90. Torre di Capo Testa ......... . ...... ... . ..... ......... .. ... . .. . ... ... ...... .... ................ ..... . ... ... ... . .. ... . 91. T orre Santa Maria del ìv1are .. . ... ... ... ................. . ..... .. .. . . ... ....... . ... . ... ... ......... ... . . .. . .. . . .. . 92. Cannoncino P etriero in ferro ..... . .. ... .. .......... . .. ........ . .. . . ..... ... . .. ..... ......... . ..... ....... .. ... . . . " 93. Nuraghe Losa .............. ... ... ... ...... ...... . .. ... ... ... .. ......... . ... ... ... ..... .. ....... .. .. .. ....... ... . .... . . " 94. Le Bocche cli Bonifacio nella cartografia d ell'Ottocento - A .S. Torino, Sardegna carte militari, 2.C.I. rosso . ... .. . ......... .. . .. .... ...... ........ . .......... .. ... . . .. .. . ....... . .. .. . ... ... ... ..... ...... .. . ·. · ... .. 95 . Regno di Napoli - Torre vicereale grande, Torre di Bassano (Torre del Greco, NA) . ...... . . ..... . 96. Regno di Napoli - Torre vicereale piccola, Torre Incina (Polignano, BA) ...... .. .. .. ... ............ . . " 97. Regno di Napoli - Torre vicereale tonda, Torre Paestum (Paestum, SA) ....... . .. . ...... ........ ... . " 98. Regno di Sicilia - Torre vicereale quadra, Torre Manfria (Licata, AG .) . ..... . ...... .............. .. . 99 . Regno di Sicilia - Torre vicereale grande, Torre Acqua dei Corsari (Palermo) . ........ .. ...... ... . . 100. Regno di Sicilia - Torre vicereale tonda, Torre Isola delle Femmine (Palermo) . ......... .... ... . .. . . " 101. Regno di Sardegna - Torre vicereale tonda piccola, Torre di Cala d'Ostia ... ... ... ..... . ... ....... .. . " 102. Torre di Badde jana,presso Alghero, impiantata a q uota m . 400 s.l.m .. .... . . ...... ............ ..... .

69 72

74 76 77 81 82 85 87 87 90 90 91 93 95 98 103 105 110 121 125 125 126 127 127 131 131 132 133 156 157 159 159 160 161 162 162 163 163 164 165 165 166 167 168 169 171 176 176 177 177 177 ]77 178 178


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Indice iconografico

103. Rilievo settecentesco della Porta di Villa Nuova e delle sue adiacenze - A.S . Torino, Sardegna, Carte militari, 34.C.I. rosso ..... .. .. ......... ...... . .. ... . .. .. .... .. . ... ... ..... ... ....... ....... . ... ........... . 104. Isola di S. Antìoco - ibidem ........ .................. ......... .. ... ............. ... .... .. ..... .. .... .... ........ . 105. Alghero - Torre della polveriera .. .... .... .. ....... ... ...... ............. ............ ..... .................... ... . 106. Cagliari intorno alla metà del XVIII secolo - A.S . Torino, Sez. I, 42.A.I, [1736] ................ . 107. Interno della porta di accesso alla Cittadella edificata nel 1720 dal De Vincenti ........ . . .. .... .... . 108. Cagliari - Bastione Emanuele, innalzato dal De Vincenti prima del 1730 . .......... ......... ... ... ... . 109. Antica Porta di Carlo Felice, divenuta dal 1825 cli Maria Cristina ..... ... ................... ....... ... . 110. Frontespizio della Relazione sulle To rri del 1761 - A.S. Torino Sez. IV, voi. 25 , rif. 37 ......... . 111. Isole di S. Antioco e S. Pietro con le rispettive torri intorno al 1760 - ibidem ................ ...... . 112. Torre Isola di S. Macario ............ .... ..... .. . ... . .. ........... ..... ............. ......... ... .... .... .. ..... ... . 113. Torre Cala d'Ostia . .. .......... ........ .... .... .... .. . .. ........ ................. .. ........ ............. ..... .... .. . . 114. Torre di Chia .......................................... . .. .... .. .. ... . .. ..... ..... .. ... . .. ... .. ............ . .... .. .. . . 115. Torre Piscini . ... .. ......... ...... ... ......... ............ .. .... .. ......... .................... ... .................. .. . I 16. Torre del Budello ................................................................................................... . 117. Torre di Vignola .................................................................................................... . 118. Torre di S. Lucia di Posada .................................................... .... ............. ......... .... .... . 119. Torre cli S. Giovanni - Capo Comino ........... . .. ..................... .. ......... .. ...... ..... ........ ..... .. . 120. Fortezza Vecchia - Villasimius ...... ... ... ..... .......... ...... ...... ........ ... .. .. . ......... ...... ...... .. . .... . 121. Torre di Montefenogo - delle St elle ...... . .. ....... ........ . .. ..... .... ... . .. . ......... .. .... ... .... .. ......... . 122. La Maddalena - Forte S. Vittorio - Guardia Vecchia - Ist. Stor. Cui. Arm. Genio, F . 7583 .. ... . 123. A) Forte di S. Stefano - ibidem - F. 717 ...................................................................... . B) Iden1 - ibidern - F. 727 . .. ...... ... ........ ...... .. .... . .. ... .............. ...... . ... ......... ............ ..... . 124. Forte Tegge - ibidem - F. 706 - 707 ... ............ ......... ............ .. .. .. ... . .. . .. . .. .. ... . .. . .... ......... . 125. Forte Camicia - Carlo Felice - ibidem - F . 709 - 71 O ............. ... ................. ... ...... ....... ..... . . 126. Forte Punta Sardegna ... ........ ......... ............... ..... .. .... ...... .. . .... .......... ............ .. .... ....... . 127. La squadra francese bombarda Cagliari - Bibl. Univ. Cagliari ... ....... .................. .. ............ . 128. Cagliari, schieramento difensivo:il forte di S. Elia - A.S. Torino, Sardegna, Carte militari 34.C.I. rosso .. . ... ....... ... ....... .. . .. .... .. .... ... ... .. ..... ..... ........ ... ... ..... .. ............... ... .......... . 129. Polveriera di Cagliari - ibidem ........................................................... ...... .. ...... ......... . 130. Lazzaretto di Cagliari - ibidem ...... ... .... .......... ....... .. ..... .... .. ................ .. .. ... ....... ........ . 13 I. Carloforte - Monumento a Carlo Emanuele .... .. .. .. .. ..................... ........ ... .. ................... . 132. Carloforte - Mura urbiche ........................................................................................ . 133 . Carloforte - Progetto mura ottocentesche - A.S. Torino, Sardegna, carte militari, 34, C.I. rosso 134. Carloforte - Progetto ottocentesco di una torre(! 806) - ibidem ........ .... .................. ....... ... . 135. Carloforte - Planimetria mura ed abitato inizi Ottocento - A.S. Torino, Sardegna carte militari, 17.C.i. rosso ... ..... ....... .. ............ ... .. .. . ... ... ...... ......... ..... .. . .. .......... .... .. ..... ...... . .. .... .. . . 136. Carloforte - Planimetria mura e abitato - ibidem ... .. .. ... .... .. .... ................ ...... .............. .. . 137. Miliziano a cavallo della prefettura cli Ozieri e miliziano a cavallo della prefettura di Cagliari (1799-1814) - Da S. Ales, Le Regie Truppe Sarde, Stato Maggiore Esercito, Roma 1989 .. . .. .. . . 138. Miliziano di fanteria della prefettura cli Sassari e miliziano di cavalleria della prefettura cli Nuoro (1799-1814) - ibiden1 ........................................................................................... . 139. Miliziano di fanteria della prefeuura di Oristano e miliziano di fanteria della prefettura di Sassari (1799-1814) - ibidern .... ... .. .... .. .......... ........... .... ... .... .. ........ ......... ....... .. ......... ...... . 140. Artiglierie del Corpo Reale (1806-181 4) ed U fficiale delle Torri - ibidem ....... .. .. ..... ... ........ . . 141. Alghero - Fronte a mare ...... .. ....... ........... ...... . . .. ..... .. ........ ..... .. .. .. .. ... ... ......... . .. ........ . 142. Alghero nel 1851 - 1st. Stor. Cui. Arm. Genio f . 691 ..... .. .. . .. .. . . .... . .. .... ............ .. . ...... .. .. . . 143. Alghero nel I 863 - ibidem - F. 690 ............................................................................. . 144. Pianta di Cagliari nel 1857 - ibidem - F 695 .. . ... ....... ..... .. . ... ... ..... ..... . ............ ........... ... .. . 145. Pianta di Cagliari nel 1863 - ibidem - E 3603 .. .......... ....... ....... .. .. .... ...... ... ........... .. ... ..... . 146. 1830. Rotta Marsiglia - Algeri - Bibl. Naz. Napoli .... ..... ..... .. ................ . .. ....... .. .... ...... ... .

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INDICE GENERALE

Presentazione ..... ........... ...... ...... .............. ... ... ......... .. ..... ............. .... .. ...... ... ... ........ ........

pag.

P REtvlESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . .. . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . .

Gli ante.fatti .......... ....... ........ ..... .... .. .... .. .... ... ............ ........ ... ... ........ .. ... ..... ................ ... . CAPITOLO PRIMO St.ato della difesa sarda prima di Lepanto

Genesi ed evoluzione delle piazzeforti marittime .... ..... .......... .......... ............. ...... .. ... ............. . Cagliari ... ...... ... ............ ......... .. .. ..... .. .... .. ... .......... .. .. ... ... .... ......... .. ..... ............. .. ....... ... . Oristano..... ..... ..... .......... .... .. ..... .. ... .......... ...... ............................ ....... .............. .... ... .... . A lghero.. ......... ......................... ........ .. ....... ...... ... .... ..... ..................... .... .... .. .... .... ...... ... Castelsardo ..... ... ... .... ...... ..... ... .. ............. .. ... ... ......... ...... .. .... .. .... ......... .... .. ................. .. . Le torri costiere aragonesi ... ..... ... ...... .... .. ... ... ........ .................................. ........ ..... ... ....... . Torre di Bosa ....... ............. .... .. .. .. .. ............ .. .... ... .... ............ ... ....... ......... ........... ..... .. ..... .

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CAPITOLO SECONDO li torreggiamento della Sardegna

Lepanto ........................ .... ... .. ... ........................... .. ... ... .... .......... .. ........................... .. . . La relazione di don Marcantonio Cmnos, capitano di Iglesias .. . .. . . .. .. . . .. . .. . .. . .. . .. . . . . . . . .. . .. . .. . . . .. ..

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CAPITOLO TERZO Varianti di progetto

La caduta de La Goletta .... .. .... ............... ... .............. ......... ... ............ .. ....... ... ...... ........ .... . li secondo piano di difesa costiera del Camos del 1575 .......... .......... .... ... ... ...... ... ...... ... .. ....... . Stato militare della Sardegna nel 1575 e sue necessità .... .... .......... ........ ................. ............ ... . . Cagliari .......... .. .... ... ... .............. ...... ...... .......... ......... ... .... ...... ... ............. .......... ... ...... ... . Alghero .... ... .. ...... ..................... ............ ... .. ......... .. ............ ............ .......... ... ... ... ........ .. . . Castel Aragonese ...... .................................... ... ..... ... ... ............ ......... ...... ... .................... . Oristano ................ ... ........ ....... ..... ... ... ... ... ... .. .. ........ ........... ... ...... ..... .. ....... ................. . Basa .......... ......... ..... ...... ..... ......... .. ... .... ... ....... .... .... ... ........ .. .... ..... .... ... ....... ...... ......... . Nel Castello di Bosa .... .......... .. ... ...... .. .. ... ... ............. ... ... ......... .. .. .......... .. ...... .. ... ..... ... .... .

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CAPITOLO QUARTO La costruzione delle torri costiere

G1i ultinii preventivi............. .......... ..... ................................. .. .................................... ... . L'avvio dei lavori ........... ....... ........... ............ .................. ........ ......... ... ..................... ..... . Le torri: analisi architettonica .... ............. ... ... ........... ............... ............... ... ... .... ..... ........ .. . Il parto della rnontagna ........ .......... ........ ..... ... ... ........ ............. ..... .. ..... ....... .. ......... ...... .. . . La flotta da intercettazione del Regno di Sardegna ..... ............... .. .... ......... ................ .... .. .... .. Stato delle piazze nel 1625 ... ............. ..... .................................... ... ............................ ...... . Il carnevale di Oristano .... ..... ... ........... .... .. .... . .. .... ................ ...... ... ... ... ... ... .. ............... ... . La <<flotta» del Regno di Sardegna ........................ ....... ... ... .. .... ... ........... .................... .... .. . CAPITOL O QUINTO La difesa costiera sotto il governo piemontese

La Sardegna regno dei Savoia ..... ......... ... .... .. .... ... ...... ........... ............ ... ... ...... ... ............. . .. Le fortificazioni sarde al vaglio dei tecnici piemontesi .. . . . .. . .. . . . . .. . . . . . . . .. . . . .. . .. .. . . .. . .. .... .. . .. . .. . . . . . Gli ingegneri militari piemontesi al{'opera ......... ... .... ... ... ... ... ... .. ................. ... ................... .. . Riattivazione e riqual(ficazione del sistema ... ... .... ....... .... ........ .. ........... ..... ... ... ... ... .. ..... .... .. .

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La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo

La « Visita generale» delle torri del 1767 .. ....... .......... . ...... .. . .. . .. ......... .. ....... . ........ . ......... . ... . . Quadro sinottico delle torri costiere sarde nel 1767 ...... ....... .. ..... . .. .... ......... .. ............. ... .. ....... La Maddalena . .. . .. . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . .. . . . . . . .. . . . . . . . .. . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . .. . . . . .. . .. . .. .

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CAPITOLO SESTO Potcnziament.o del sistema di sorveglianza e difesa costiera

Il piano del 1790 .. ...... ........... .............. ......... .. ... ... ............... ... .... .. ... ..... .. ..... .... ... .... .. ..... L'attacco ji·ancese ........................................................................................................ . Il tragico fine secolo di Carloforte ................................................................................... .

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CAPITOLO SETTIMO La fine dell'incubo

Interludio napoleonico .. .... .... ..... ......... ..... .......... ......... ..... .. ... .... . ................................... . Ricostituzione della rni/izia ......... .. ... .... .. ........... ..... ................ .... ... ... ... .... ... . .. ......... .... .. .... . Stato dzfensivo della Sardegna alla vigilia della Restaurazione ............................................... . . La resa dei conti: l'ultitna crociata ................................................................................... .

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EPILOGO ... ... ... ... .. ...... . . .. .. . .... .. ... . .. . .. . ..... . ................................................................. .

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BIBLIOGRAFIA .. . . . . .. .. . ... . . . . .. .. . . .. . . . .. . .. . .. . . . . .. . .. .. . .. . ... ... ... . .. . .. .. . .. . .. . .. . . . . . . . . . . .. .. . ... ... .. . . .. .

288 292

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INDICI

Indice toponornastico .. . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Indice iconografico. .. .. ............................... ... ... .......... ................... ......... ...... .... .. ... ...... ...

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