STATO MAGGIORE ESERCITO UFF I CIO STORICO
MASSIMO
ASCOLI
la Guar ·ia Alla rontiera
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ROMA 2003 --------
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Presentazione
ra tutte le Armi e Specialità che hanno composto l'Esercito Italiano dal 1861 ad oggi, il Corpo della Guardia alla Frontiera è forse il meno noto e conosciuto. Vuoi per la sua breve esistenza - meno di dieci anni -, vuoi per il compito esclusivo di presidio di opere della fortificazione permanente, la Guardia alla Frontiera è passata come una meteora nell'ordinamento del Regio Esercito, non lasciando traccia nell'attuale organizzazione della Forza Armata. Nel dopoguerra nessun reparto dell'Esercito Italiano ha ereditato le sue tradizioni ed anche la Specialità di Fanteria d'Arresto, sorta nel 1950 con funzioni pressoché analoghe a quelle della GAF e disciolta nel 19~2, non si è idealmente ricollegata al suo retaggio storico, che ha visto la Guardia alla Frontiera operare su quasi tutti i fronti della seconda guerra mondiale, dalla battaglia delle Alpi del giugno 1940, alla campagna di grecia, dall'invasione della Jugoslavia, alle operazioni in Africa settentrionale, fino allo sbarco in Sicilia degli Alleati. Sono pertanto particolarmente grato all'autore, il generale Massimo Ascoli, noto storico e cultore di fortificazioni contemporanee, per aver dedicato anni di ricerche e studi alla riscoperta e ricostruzioni della storia di questo Corpo che, allo scoppio del conflitto mondiale, contava su oltre 63.000 effettivi, 2.000 pezzi d'artiglieria, 7.000 mitragliatrici, 1000 mortai e qualche decina di carri armati. Fino agli anni '30, la sorveglianza delle frontiere era affidata ai Carabinieri Reali, alla Guardia di Finanza e alla Milizia Confinaria. La copertura della frontiera era, in pratica, affidata alle sole t ruppe alpine con reparti permanenti ad elevata prontezza operativa e battaglioni e batterie d'artiglieria da montagna mobilitabili in breve tempo. Nel 1934 il nuovo capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il generale Federico Baistrocchi, per antica professione di idee e per scelta strategica in seguito alle impostazioni politiche mussoliniane, intese trasformare la Forza Armata in un potente strumento offensivo. Da tale presupposto derivò, tra l'altro, l'esigenza di svincolare le truppe mobili da compiti stJatici o legaiti al terreno e affidare tali incombenze a reparti all'uopo costituiti, destinati al presidio di fortificazioni. Si volle, così, creare un sistema permanente di copertura alla frontiera, attraverso l'istituzione di uno speciale Corpo denominato Guardia alla Frontiera, formato da reparti di Fanteria, Artiglieria e Genio, riorganizzando, al contempo, in divisioni atte alla manovra le truppe alpine. Tutta la frontiera venne divisa in settori GAF, ripartiti in sottosettori e caposaldi di opere di fortificazioni permanente. Nei primi anni la GAF ebbe una esistenza stentata, dovuta alla scarsa consistenza numerica e qualitativa degli apprestamenti difensivi ed ai ridotti livelli organici, tantoché solo nell'aprile del 1937 il Corpo della Guardia alla Frontiera trovò ufficialmente posto nell'ordinamento del Regio Esercito, subito dopo le varie Armi. Con il progredire dei lavori di fortificazione lungo l'intero arco alpino, i compiti della GAF non vennero più limitati a parare improvvisi colpi di mano e a sbarrare le principali vie di facilitazione alla pianura Padana, ma anche a contenere e rallentare eventua-
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4 La Guardia Alla Frontiera li grandi operazioni offensive condotte dagli eserciti delle potenze confinanti, in primo l~ogo Francia e Jugoslavia e dal 1938 anche la Germania. Alla vigilia della seconda guerra mondiale la fascia difensiva di frontiera era articolata su tre sistemi di fortificazioni: un primo, continuo, a ridosso del confine; un secondo, non continuo, formato da sbarramenti nei tratti mediani delle valli alpine; un terzo costituito da caposaldi allestiti in prossim ità dello sbocco in pianura dei principali solchi vallivi. Nel giugno 1940 la GAF comprendeva 23 settori di copertura in Italia, un settore in Albania e 9 settori in Libia. Il cosiddetto "Vallo alpino del Littorio" presidiato dalla GAF rappresentava la risposta italiana alle linee fortificate approntate nella stessa epoca un po' da tutte le nazioni europee, quali la "Maginot" francese, la "Sigfrido" tedesca, la "Stalin" sovietica, la "Metaxa" greca, la "Mannerheim" finlandese, ecc. • Le operazioni belliche della seconda guerra mondiale, caratterizzate da azioni manovrate a largo raggio con vasto impiego di mezzi meccanici da trasporto e combattimento, non consentirono ai reparti della GAF di avere un peso determinante nell'andamento dei combattimenti, costretti spesso ad un improprio impiego in appoggio ad unità mobili dell'Esercito, come nelle operazioni nei Balcani del 1940-41. In Africa settentrionale la GAF partecipò a tutte le campagne fino all'esito finale in Tunisia nel 1943; famosa e resa celebre dalla propaganda è rimasta l'eroica resistenza del presidio dell'oasi di Giarabub comandato dal valoroso tenente colonnello Salvatore Castagna. A partire dal 1942 l'impiego operativo della GAF venne orientato sempre più all'attivazione di fortificazioni costiere a difesa del litorale nazionale e dei territori occupati da tentativi di sbarchi anfibi nemici. All'armistizio dell'otto settembre 1943, i reparti della GAF condivisero le vicende del resto dell'Esercito; nello sbandamento generale non mancarono episodi di energica resistenza ai tedeschi ed ai partigiani jugoslavi. Con il presente volume, l'Ufficio Storico ha voluto completare in modo esaustivo la trattazione della storia ordinativa ed operativa della GAF iniziata sommariamente con il saggio di Dorello Ferrari apparso sugli "Studi Storico Militari" del 1992, rendendo onore e recuperando la memoria storica di un Corpo dell'Esercito ingiusta~ mente poco considerato e troppo a lungo rimasto negletto. Il Capo Ufficio Storico Col. Enrico Pino
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Introduzione
n un assolato pomeriggio dell'agosto di molti anni fa, rientrando da una escursione in una valle laterale della Val d'Aosta, mi è capitato di leggere sui resti sbrecciati di un muro, che un tempo doveva far parte di una costruzione adibita ad alloggio di militari, un'iscrizione sbiadita su una lastra di marmo: "X A SOTTOSETTORE G. ALLA F". Poco oltre, in nero, sul muro di un fabbricato dall'aria vagamente bellica, ho letto l'imperativo ca· ,., ... ,i~~· ,i'.(!attt:;. .. tegorico: "La Guardia alla Fron- '. ,(";;.: i ' ~_.._lf..., ~1~ .,. "'f,, . ·,.· "" tiera non deve essere statica ma ~ . ?· 1 · • " "'· '. . dinamica".
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Figura 1:"La Guardia alla Frontiero non deve .." Caserma Giordana Val Grisanche (APA)
Non ho saputo lì per lì inquad·r are questa strana guardia cui veniva ingiunto di essere dinamica; doveva essere, nella mia giovanile ingenuità, gente con strane propensioni sedentarie cui veniva imposto di fare del moto! Gente del posto, interpellata, mi ha fatto collegare il nome "sottosettore" al Corpo della Guardia alla Frontiera attestando che il fabbricato da me visto era un tempo la caserma "GIORDANA" e che gli occupanti, militari del Regio Esercito, appartenevano alla succitata Guardia; di altro pressoché nulla. La cosa mi ha incuriosito ed avrei voluto saperne di più, ma parenti ed amici più anziani, successivamente interpellati, cadevano dalle nuvole; c'era chi aveva avuto lo zio in cavalleria, chi il padre in artiglieria od il nonno negli zappatori, ma questa strana Guardia non saltava fuori ed il mio desiderio di avere notizie di questo corpo aumentava di pari passo al ritmo delle risposte negative che ricevevo. Anni più tardi ebbi un primo barlume allorché, conversando un giorno con un pacifico vecchietto, di cui mai avrei sospettato un passato combattivo, questi mi disse "... sì, ho fatto la guerra ... ero nella Guardia alla Frontiera, artigliere dello Chaberton .. " e così dicendo si illuminò tutto, come se mi avesse confidato di essere insignito di un altissimo titolo nobiliare. Ulteriori colloqui anche con i rari amici da lui presentatimi, anziché appagarmi, hanno aumentato il mio desiderio di conoscere; a lungo ho cercato libri sull'argomento in libreria, nelle biblioteche, ho sondato la memoria di reduci ed infine, con l'apporto dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, ho messo nero su
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bianco ciò che sono riuscito a sapere di questo corpo, di chiara struttura alpina, sovente impiegato in scomode ma necessarie operazioni, transitato come una meteora nell'ambito delle Forze Armate italiane, scomparso senza lasciare eredi e pressoché ignorato dalla storiografia ufficiale. Per ben illustrare un argomento, occorre inquadrarlo e definire la sua collocazione storico - temporale oltre che, ove possibile, antefatti e conseguenze. Così, nel realizzare la storia della Guardia alla Frontiera, volutamente non mi sono limitato al decreto di costituzione e successivi organici. Ho ritenuto necessario, prima, dianalizzare gli organici e le strutture, esaminare il clima in cui era maturata la convinzione della necessità di costituire questo nuovo corpo, le ragioni del processo evolutivo dei suoi organici e i motivi che li resero così particolari; quale fu l'armamento di cui venne dotato, dove avrebbe dovuto essere impiegato e dove invece ha operato. Poiché non si costituisce un corpo per il solo piacere di aumentare il numero delle Forze Armate del proprio Paese, ho tentato di definire che cosa sia la fortificazione, quali siano i suoi scopi, i compiti e come essa si sia evoluta in Italia, fino a giungere alle strutture affidate alla G.a.F.. Lo studio effettuato ha irioltre cercato di individuare quale fu la sorte di questo corpo - che non ha precedenti nella storia dell'Esercito italiano - e che venne costituito a seguito della decisione politica dell'allora Capo del Governo di dare un posto di prestigio all'Italia, avvalendosi anche delle Forze Armate che dovevano essere agili, mobili, potenti, pronte ad intervenire offensivamente ove si riteneva opportuno scagliarle e non certo vincolate a strutture statiche, pattugliamenti di confine e piani di copertura, sia pur sempre necessari per la difesa dell'Italia. Questo libro, attingendo a quanto emerge dai documenti çli archivio dello Stato Maggiore dell'Esercito, dalla pubblicistica e dai ricordi dei superstiti, prende in esame nascita, sviluppo ed aspetti peculiari del Corpo visti attraverso l'evolversi della struttura difensiva di frontiera, degli ordinamenti e degli avvenimenti bellici; rappresenta un tentativo di analizzare le opere, le armi e le vicende di quei quasi 500.000 uomini che, dal 1934, furono nei ranghi della Guardia alla Frontiera destinata inizialmente ad attivare il Vallo Alpino, una continua copertura alla linea di confine, che doveva permettere alle altre forze del Regio Esercito di essere disponibili e pronte per la guerra di "rapido corso", teorizzata dalle "Direttive per l'impiego della GG.U.". La ricerca posta alla base della stesura del libro ha cercato, senza la presunzione di aver raggiunto la completa conoscenza, di individuare i motivi della nascita, le origini, l'evoluzione e l'impiego di questo corpo, senza parimenti sottacerne le caratteristiche peculiari. I molteplici fronti su cui agì ed i disparati compiti che gli furono attribuiti dopo il primo impiego "istituzionale", avvenuto nel 1940 nel corso del conflitto con la Francia, hanno reso assai problematico svolgere un lavoro esaustivo. La consultazione dei documenti conservati negli archivi pubblici ed in quelli di alcuni dei superstiti del corpo, pur agevolando notevolmente la ricerca, non ha permesso di delineare con assoluta certezza le vicende della Guardia alla Frontiera. In questo quadro è inoltre opportuno tenere presente che talora l'esame di diverse fonti ha messo in luce fra loro parziali contrasti sul medesimo argomento o dato. Numerosissime sono state, nel breve tempo della sua vita, le variazioni cui furono soggetti gli organici dei settori di copertura, dei reparti di artiglieria G.a.F. e delle altre unità componenti il corpo, perché se ne possano seguire e riportare tutte le
Introduzione
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vicende senza scivolare, oltre i limiti del necessario, in una fredda elencazione di organici ed enumerazione di località. Molto spesso infatti gruppi artiglieria G.a.F. cambiarono organico e dipendenza, venendo inseriti per le esigenze del momento anche in unità non del corpo, quali i raggTuppamenti di Armata e Corpo di Armata, le artiglierie per Divisione di fanteria e costiere; parimenti ai battaglioni ed alle compagnie mitraglieri venne cambiata composizione e\ o dislocazione ed i settori mutarono organico dovendo anche costituire, sciogliere, ricostituire battaglioni e compagnie mobili di formazione. Necessariamente, anche alla luce di questi mutamenti, sovente di breve durata, si sono dovute operare delle scelte nell'ambito del materiale reperito, quindi sono stati riportati solo gli organici più significativi, collocandoli in ordine cronologico per evidenziare gli sviluppi e le mutazioni subiti dal corpo. Un'apposita parte - documenti - contiene le testimonianze relative ad eventi caratterizzanti e agli sviluppi organici, eccezion fatta per quelli che, ritenuti fondamentali ai fini dello svolgimento delle vicende, sono stati inseriti nel corpo della ricerca stessa, pur nella consapevolezza che quanto riportato non rappresenta il completo ciclo evolutivo. Per ciascuno di essi è stata posta la data cui sono riferiti e inoltre, specie per i reparti di artiglieria, si è data la composizione e la dipendenza che più documenti, a controllo incrociato, hanno evidenziato. Si potrà obiettare sulla scelta di pubblicare integralmente molte circolari riguardanti situazioni ordinative (ordini di battaglia) delle unità G.a.F. e le opere del Vallo, ma ciò è stato fatto per consentire di seguirne la formazione e l'evoluzione. Rielaborando i testi, girando le frasi, impiegando sinonimi ed utilizzando altre finezze della lingua italiana si sarebbe potuto evitare di riportare le suddette circolari; si è invece preferita la loro concisione e chiarezza, ritenendo che una diretta lettura meglio avrebbe reso ciò che ci si riprometteva dalla ricerca. Ho ritenuto necessario introdurre nella trattazione storica delle vicende del corpo uno studio approfondito sul Vallo Alpino, momento caratteristico del processo evolutivo della fortificazione italiana, visto in particolare attraverso le circolari che riguardano le sue strutture ed armamento. Il Vallo Alpino, sistema fortificatorio assai particolare, fu la "casa" delle Guardie alla Frontiera e la sua struttura locale, con i suoi successivi accrescimenti e mutamenti, determinò, di volta in volta, la struttura organica delle unità della G.a.F.. Seguendo questa linea espositiva è stato preso in esame, sia pure con brevi accenni, l'evoluzione dell'ordinamento del Regio Esercito per far emergere i motivi della nascita della Guardia alla Frontiera, le relazioni intercorrenti fra l'evoluzione organica del corpo, gli sviluppi della politica militare del Paese ed i suoi "piani di radunata", in speciale modo il n ° 12, che determinarono le formazioni ed il primo impiego della G.a.F.. Talvolta si potranno trovare accenni ad altri corpi o forza armata, ma solo per chiarire e completare il quadro di insieme motivando così talune variazioni, modificazioni o comportamenti che altrimenti non potrebbero essere considerate frutto di scelte razionali. Con queste premesse il libro si basa su circolari, disposizioni e lettere di non sempre agevole lettura , ma si è ritenuto questo il solo metodo valido per dare a chi l'ha vissuta, a chi per essa è caduto ed agli studiosi e alle persone interessate una idea veritiera di ciò che è stata la G.a.F. con i suoi mezzi, struttura e vita.
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PARTE PRIMA
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Storia e dottrina
Storia e dottrina
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Aspetti storico dottrinali
l . Cenni teorici sul concetto e scopo dell'arte della fortificazione 2.
I momenti fondamentali dell'evoluzione della fortificazione alpina (Regno di Sardegna - Regno d'Italia)
3.
Cenni sulla dottrina e sugli ordinamenti del Regio Esercito fra le due guerre mondiali
4.
Influssi delle variazioni ordinative sulla situazione alla frontiera
5.
La difesa del confine e la guerra di rapido corso.
1. CENNI TEORICI SUL CONCETI'O E SCOPO DELL'ARTE FORTIFICATORIA
Lo Zanotti nelle sue sinossi di fortificazione permanente, edite nel 1891, scriveva: "La fortificazione è quel ramo dell'arte militare che insegna ad aumentare, mediante apposite costruzioni, il valore naturale delle posizioni, al doppio fine di favorire l'azione delle truppe e l'efficacia delle armi su di esse impiegate e di provvedere alla conservazione di tutti i mezzi di difesa (uomini, armi, materiali, munizioni e viveri) sia mentre si prepara l'azione, sia in attesa dell'azione, sia durante l'azione. Le costruzioni consigliate dalla fortificazione prendono il nome di fortificazioni opere fortificatorie, od anche semplicemente di opere quando il discorso volge su argomento militare"1. E nel 1955, nelle lezioni tenute presso le Scuole di Applicazione di Torino, il Fiorani ribadisce: "La fortificaz ione è quel ramo dell'arte militare che insegna a sfruttare le caratteristiche naturali del terreno, aumentandone il -valore con lavori di adattamento e con la costruzione di opere, allo scopo di favorire l'impiego dei propri mezzi bellici ed ostacolare l'impiego dei mezzi bellici avversari o di ridurne l'efficienza" 2.
Alla fortificazione si provvede fin dal tempo di pace preparando, con adeguate oper e/strutture, zone nelle quali si prevede la possibilità che vi si svolgano azioni belliche e che, a causa delle loro precipue e specifiche caratteristiche, si presume possano prestarsi allo svolgimento degli eventi di guerra ipotizzati. In altre parole, avendo esaminato le possibili azioni del potenziale avversario e le proprie possibilità ed intendimenti, alla luce della situazione e degli orientamenti politici, si redigono piani operativi, si studiano e si preparano tutti quegli apprestamenti difensivi che si ritengono idonei e necessari al conseguimento degli scopi definiti e perseguiti dai piani operativi stessi.
1 Zanotti - "Fortificazione permanente" Tipografia Editrice - Candeletti - Torino - 1891 pag. 1. 2 Fiorani - "Sinossi di fortificazione" Scuole di Applicazione d'Arma - Torino 1955 pag. 3.
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La Guardia Alla Frontiera
La fortificazione può essere variamente classificata, a seconda dei luoghi e materiali impiegati per erigerla (fortificazione di montagna, di pianura, costiera; fortificazione permanente, semi permanente, campale) e degli scopi per cui viene eretta (fortificazione di sicurezza, strategica, di copertura). Nella realizzazione delle strutture fortificate, elemento fondamentale e talvolta condizionante su cui ci si deve basare e la cui oculata determinazione è fondamentale ai fini dell'assolvimento del compito che ad essa viene demandato, è la scelta del terreno ove erigere le strutture fortificatorie. Mentre, infatti, l'aperta pianura, pur creando problemi di occultamento, permette all'ideatore dell'opera di creare strutture straordinarie, simmetriche, perfette, la montagna condiziona con le sue asperità lo sviluppo dell'opera stessa, costringendola a modificarsi, a perdere la simmetria, le impone di adeguarsi alla natura circostante, sfruttandola, penetrandola e, se possibile, adattandola alle proprie esigenze legate ai compiti attribuiti. Non esiste un criterio unico per realizzare la fortificazione permanente; secondo gli scopi che devono essere raggiunti e del terreno su cui deve essere investita la struttura, questa varierà nella concezione e nella forma. La fortificazione di cui si occupa questo libro è quella relativa alla zona montana della frontiera; ad essa si chiede principalmente di sbarrare le più importanti vie di facilitazione per evitare sorprese, rendere intangibili le frontiere, coprire le operazioni di mobilitazione e radunata ed i primi movimenti dell'esercito, nonché dare punti di appoggio alle proprie truppe, costituire perno di manovra nelle azioni tattiche e st rategiche. Essa deve inoltre: - consentire l'economia delle forze, la libertà di azione e di manovra alle truppe mobili; - dare appoggio diretto alle truppe di manovra, imprimendo alla difesa quel carattere di attività che sostiene chi è attaccato e può favorire la controffensiva, o consentendo prèventive azioni fuori confine per la effettuazione di essenziali rettifiche territoriali.
2. I MOMENTI FONDAMENTALI DELLA EVOLUZIONE DELLA FORTIFICAZIONE ALPINA ITA· LIANA (REGNO DI SARDEGNA · REGNO D'ITALIA) L'evolversi della fortificazione e la possibilità di individuarne i momenti evolutivi, è generalmente conseguenza dei seguenti fattori: 1. lo spostamento della linea di confine dello Stato ed il tipo di terreno su cui essa . . viene a porsi, 2. l'evoluzione della dottrina bellica, 3. l'avvento di nuovi mezzi di offesa ed introduzione di adeguati nuovi sistemi di difesa, che condannano ineluttabilmente all'invecchiamento e all'inutilità le strutture prima realizzate, 4. gli ammaestramenti tratti da guerre precedenti. Nella concezione evolutiva della fortificazione alpina destinata a difendere dapprima il Regno di Sardegna e poi il Regno d'Italia, alla luce dei concetti prima espo-
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sti, si possono individuare tre momenti fondamentali, frutto dell'evoluzione della tecnica di realizzazione delle strutture difensive e della concezione politica di difesa. Questi momenti o fasi sono: 1. il momento dei forti di sbarramento realizzati nell'epoca post napoleonica e costituenti la così detta linea fortificata delle Alpi, indispensabile premessa al concetto che le Alpi si difendono sul Po e che il nemico, ritardato, diviso e sfalsato nella presentazione agli sbocchi vallivi dall'azione di logoramento sviluppata dai forti di sbarramento, va battuto dalla massa delle forze della difesa. Queste, manovrando per linee interne, si concentrano per annientare le colonne nemiche, avvalendosi della temporanea superiorità derivante dalla mancata contemporanea presentazione delle forze avversarie agli sbocchi in pianura, là ove, invece, i difensori si sono "in toto" riuniti; 2. l'epoca susseguente l'unificazione, caratterizzata sia dall'evoluzione del pensiero politico circa l'inopportunità di una difesa sul Po che ceda terreno nazionale senza lottare e non sfrutti appieno la capacità difensiva delle Alpi, sia dal progresso tecnico delle artiglierie che determina, fra l'altro, la nascita delle opere minori a protezione dei forti di sbarramento, spesso di epoca più remota; questo periodo inoltre è ulteriormente qualificato anche dal sempre maggior ricorso a fortificazioni realizzate con largo ricorso al calcestruzzo e strutture metalliche, come evidenziano le torri corazzate, le cupole metalliche e le torrette a scomparsa dei forti che all'epoca vennero realizzati ai confini italo - francese ed italo - austriaco; 3.
la fase delle meno imponenti ed appariscenti, ma numerosissime, opere del così detto Vallo Alpino che sorgono nel periodo di poco antecedente lo scoppio del secondo conflitto mondiale, ad integrazione e completamento delle strutture fortificate precedentemente realizzate ed ancora tecnicamente valide, allo scopo di costituire, a simiglianza di quanto realizzato da molti altri Stati europei, una vera e propria linea difensiva, non di cordone, bensì sviluppata anche in profondità, destinata a rendere impenetrabile alle offese avversarie tutto l'arco alpino.
Quest'ultima fase, o momento fortificatorio, era frutto della contemporanea presenza in Italia di tutti i fattori caratterizzanti sopra elencati: infatti, il Paese aveva raggiunto nuove frontiere 3 e quasi tutte le fortificazioni presenti lungo i vecchi confini4 erano inutilizzabili, poiché realizzate in tempi lontani e non rammodernate, l'esercito aveva ricevuto in distribuzione armi relativamente più moderne rispetto a quelle impiegate durante la I guerra mondiale e infine, elemento caratterizzante, era in atto una decisa evoluzione nella tecnica costruttiva delle fortificazioni. Infatti, stavano finalmente emergendo le conclusioni degli studi svolti sul rendimento delle fortificazioni utilizzate nel corso del primo conflitto mondiale e queste, associate alle possibilità offerte dai nuovi materiali cementizi e metallici che la tecnologia stava mettendo a disposizione, avevano portato tecnici e studiosi del settore, e fra loro in particolare i Generali Giuseppe Cirincione e Angelo Guidetti, a concepire processi no-
3 Che logicamente non presentavano fortificazioni idonee a lla difesa dell'Italia. 4 Quelli che a seguito del1'esito vittorioso della guerra non avevano subito mutamenti topografici..
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tevolmente innovativi di arte fortificatoria, in special modo nella tecnica di realizzazione delle fortificazioni. Il Generale Guidetti, in particolare, analizzati i confini da difendere e l'orografia del terreno su cui far sorgere le opere, nei suoi studi5 definisce e quantifica l'entità che dovrà avere la difesa ed i nuovi criteri cui dovrà attenersi la fortificazione moderna. Egli inoltre, nel redigere i suoi saggi, non trascura lo studio di modifiche da apportare alle strutture risalenti al periodo della Triplice Alleanza (1882 - 1915), ancora in servizio in virtù della loro posizione strategica ed armamento, per adeguarle ai tempi e consentirne ancora un proficuo impiego nella difesa dei confini nazionali. Incaricato di progettare la costruzione del sistema difensivo, che sarà denominato Vallo Alpino, destinato a rendere inviolabili i nuovi confini italiani, il Generale Guidetti farà realizzare opere, batterie in caverna, osservatori e batterie corazzate, ricorrendo in modo massiccio al ferro ed al calcestruzzo e cercherà di rendere occultabili queste sue creature, disseminandole sul terreno, inserendole nel paesaggio, riducendone al massimo l'impatto ambientale. Saranno realizzazioni non più mastodontiche e svettanti, bensì calibrate e dotate di fisionomia propria, rispondente ai fini specifici del territorio su cui sono investite, che caratterizzeranno, con i loro canoni e mitragliatrici , questa nuova terza fase delle realizzazioni fortificate italiane. È chiaro che una siffatta realizzazione, unita ad una diversa concezione tattico strategica, richiedeva non più l'impiego di generiche forze poste a difendere il confine, bensì esigeva la presenza di personale specializzato; orientato esclusivamente all'attivazione di opere di fortificazione permanente, inquadrato in modo adeguato al particolare compito, cosa che, in quello specifico momento, non era prevista dall'ordinamento del Regio Esercito. /
3. CENNI SULLA EVOLUZIONE DELLA DOTTRINA E DEGLI ORDINAMENTI DEL REGIO ESERCITO FRA LE DUE GUERRE MONDIALI
Nel periodo dal 1919 al 1925 per l'impiego delle Grandi Unità si continuò a seguire le "Direttive" edite nel 1918; non vi fu quindi alcuna evoluzione dottrinale e persino la fanteria, arma base della battaglia, dovette attendere il 1921 per veder diramato il proprio nuovo regolamento d'arma. Sulla promulgazione delle nuove direttive e regolamenti facevano premio, infatti, la smobilitazione e l'attuazione di successivi ordinamenti che riportassero l'Esercito alle esigenze di pace. La suddetta direttiva per ciò che concerne la difesa prevedeva: "La difensiva per la fanteria doveva essere la risultante dell'azione combinata di reparti che agivano da fermi essenzialmente con il fuoco e di reparti che agivano manovrando ed assaltando il nemico. Né la difesa doveva mai irrigidirsi in sistemi lineari, ma scaglionarsi in profondità. In armonia con quanto era detto nelle direttive la posizione difensiva era costi-
5 Alcuni di essi sono citati in bibliografia.
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tuita da una duplice fascia di osservazione e di resistenza, quella di resistenza era a sua volta ripartita nelle tre strisce di combattimento dei rincalzi e delle riserve6.
Questo per quanto riguardava la dottrina ufficiale, ma non si può sottacere che essendo il problema della tutela delle frontiere vivamente sentito, mentre si sviluppava al riguardo un ampio dibattito fra gli "addetti ai lavori" sul risultato dell'utilizzo della fortificazione nel corso del conflitto appena conclusosi e sulle possibili soluzioni da adottare per le frontiere alpine italiane, la stessa Commissione parlamentare consultiva, nominata nel 1920 per esaminare i problemi relativi all'ordinamento, regolamento ed istruzione, sentì il dovere di segnalare l'esigenza prioritaria di creare "truppe di copertura" da dislocarsi nella zona montana di frontiera. Sul problema della tutela dei confini, precorrendo i concetti dottrinari che avrebbero visto la luce con i suoi successori, il ministro della Guerra Generale Di Giorgio7 nella sua relazione indirizzata nel 1924 al Presidente del Consiglio così scriveva: [... ] "SISTEMAZIONE DIFENSIVA DELLE FRONTIERE I criteri difensivi odierni sanzionati dalla esperienza di guerra impongono anzitutto di attuare dovunque la difesa sulla linea di confine per non esporsi a dover sanguinosamente riscattare tratti di terreno in primo tempo ceduti per una errata economia di mezzi, in secondo luogo non consentono più di affidare ad una sola posizione, per quanto forte e potentemente armata, la difesa di un passo e di una valle, ma richiedono invece una moltiplicazione ed uno scaglionamento in profondità di mezzi numerosi e vari. Questa moltiplicazione da una parte impone e dall'altra consente di rimandare all'inizio del conflitto la effettiva costruzione di gran parte di queste opere, purché siano pronti e dislocati i materiali necessari, facilitati gli accessi e orgànizzato il lavoro nella parte direttiva e nella parte esecutiva. Si innesta così per questo motivo e per la necessità di far agire un così grande numero di opere di difesa, nel problema strettamente fortificatorio, un problema di mobilitazione non meno importante e complesso. Anche il tipo delle opere da progettare e costruire deve rispondere a necessità nuove derivanti dalla maggior potenza delle offese provenienti da più lontano ed anche dall.'alto .[ ... ]"
... e nel corso delle lezioni tenute alla Scuola di Guerra in Torino nello stesso 1924 il noto studioso Col. Targa Spartaco oltre ad esprimere concetti pressoché analoghi per la attività di fortificazione così si esprimeva a proposito del personale da utilizzare per loro: [... ]"Si può però notare che se la regolamentazione prebellica prevedeva le consegf.fenze della prontezza con la quale era possibile mobilitare e radunare un esercito questa prontezza oggi (n.d.r.1924) è ancor più grande perché un complesso di migliorate predisposizioni d'ordine militare e civile l'agevolano ed il grande sviluppo dei mezzi meccanici di traino l'aiutano. Per cui le sistemazioni di frontiera dovrebbero oggi più che mai essere in condizione di potersi mobilitare in tempo brevissimo per far fronte, in completa efficienza e sicuramente, a qualsiasi eventualità di attacco (specie a colpi di mano esercitati di sorpresa prima che sia proclamato l'inizio delle ostilità) oppure per sostenere analoghe azioni in territorio avversa· 6 L'Esercito italiano fra la 1 A e la 2A GueITa Mondiale USSME 1954 pg.58. 7 Gen. Di Giorgio. Dal Ministro della Guerra al Presidente del Consiglio: "Relazione sullo stato di efficienza del Regio Esercito nel 1924" pg.36 e seguenti A.U.S.S.M.E. Rep. F4
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rio. A tale scopo occorre che i reparti sul piede di pace assegnati al presidio si trovino già a
posto prima che qualsiasi tentativo nemico si manifesti 8. [ ... ] Questi ed altri scritti mettono in luce il fervore degli studi che, sviluppatosi nel periodo 1919-1925, fu il lievitp della nuova dottrina tattica che maturò in seguito dopo lunghi e laboriosi anni di riflessione e che trovò poi espressione ufficiale in norme generali e regolamenti d'arma. Elemento inoltre da tenere in evidenza è che, nonostante l'interesse manifestatosi nell'ambito di tali studi per la guerra dinamica, nel 1925, segno del costante interesse per la fortificazione, ebbe luce la pubblicazione "Traccia per l'esecuzione di lavori di fortificazione campale". Decaduta la Commissione parlamentare senza aver potuto dare attuazione al progetto complessivo di riordinamento che comportava la creazione di truppe di frontiera, con legge 326 del marzo 1926, nell'ambito del cosiddetto ordinamento Mussolini, fu disposto "che un certo numero di divisioni, e anche di truppe non indivisionate 9, dislocate in zona di frontiera , fosse tenuto con organici rinforzati o nel numero dei battaglioni e delle batterie o anche negli effettivi." 1O
Era un primo accenno di quella dottrina difensiva delle frontiere dello Stato che sarebbe successivamente stata sviluppata e perfezionata. Nel frattempo fu disposto che i Corpi di Armata di Frontiera si facessero carico dei lavori, della copertura e della prima difesa dei confini, fermo restando il sostanziale affido alle truppe alpine della loro copertura, specie nel periodo invernale. Intale ottica le grandi unità di frontiera dovevano assicurare la occupazione avanzata del territorio di frontiera con distaccamenti di battaglione, compagnia e batteria tratti dai Reggime9ti di fanteria e dai corrispondenti reggimenti di artiglieria delle proprie divisioni. Nel periodo dal 1925 al 1934 si ebbe una notevole evoluzione della dottrina ufficiale relativa all'impiego sia delle varie armi che delle grandi unità e, allo scopo di orientare tutti al nuovo indirizzo tattico da seguire, lo Stato Maggiore del Regio Esercito dispose la redazione di apposita circolare 11 . Le successive "Norme generali per l'impiego delle grandi unità" emanate nel 1928 previdero, per ciò che attiene la difesa, il superamento dei vecchi concetti della ripartizione del terreno e la loro sostituzione con il concetto di organizzare la difesa in profondità, con una posizione di resistenza seguita da una zona di schierament o, attribuendo grande risalto alla organizzazione dei fuochi e al contrattacco.
8 Col. Targa Spartaco Criteri odierni per la sistemazione difensiva di una frontiera montana in" Le armi, il tiro, la fortificazione" pg.717 ed. Scuola di Guerra Torino 1924 9 Alla data del 30 giugno 1930 la mobilitazione prevedeva 51 Divisioni, 2 divisioni celeri, 3 Brigate alpine, nonché reparti vari non organicamente inquadrati nei comandi suddetti (battaglioni alpini "Valle", compagnie mitragliatrici alpini da posizione, battaglioni mitraglieri, gruppi artiglieria da posizione battaglioni territoriali per il servizio in paese, battaglioni territoriali mobili a disposizione dell'esercito operante ed impiegati nella difesa delle coste. 1O L'Esercito italiano fra la 1A e la 2A Guerra Mondiale USSME 1954 pg. 71
11 SMRE Circ.5800 Criteri di impiego della divisione cli fanteria nel combattimento edizione 1926.
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Nel biennio 1935-1936 si ebbe un profondo rinnovamento orientato verso le forme più dinamiche della guerra. Assicurata infatti con la nuova organizzazione della copertura, sancita con la Circolare 7600 del 2 giugno 1935 12 la difesa statica del confine, disimpegnando perciò le grandi unità di frontiera nell'intento di renderle esclusivamente disponibili per scopi addestrativi in pace e operativi in guerra, si poteva dottrinalmente pensare alla guerra di movimento ricercando il successo per mezzo della sorpresa da ottenersi con truppe mobili, ed infatti le "Direttive per l'impiego delle grandi unità " che, emanate nel giugno 1935 dal Ministero della Guerra, "segnano i capisaldi della nostra dottrina militare" 13 così si esprimono: "1. La guerra è la continuazione della politica estera, perciò la situazione internazionale ne determina le linee principali; queste dovranno modificarsi progressivamente per seguirla nei suoi adattamenti alla realtà. [. . .] 3 ........ La nostra deve essere una guerra di movimento.[...J1 4 [. . .]
6. Occorre pertanto : - essere subito in condizione di prendere l'iniziativa delle operazioni, fare massa dove si vuole realizzare la superiorità di forze, attaccare con decisione, sfondare, portare la guerra nel territorio nemico, il più lontano possibile; - resistere sulla rimanente fronte, assicurandone la copertura con forze adeguate non distese a cordone, ma raggruppate e scaglionate in profondità per la manovra. [. .. ] 13. [. . .] In tale guisa le truppe di copertura dovranno essere in grado: - di opporsi - con manovra difensiva appoggiata alle opere - a ogni tentativo di penetrazione avversaria; - di svolgere azioni che precedano ed agevolino la manovra delle grandi unità incaricate dell'azione offensiva. [.. .]
N - CRITERI PER L'AZ,JONE DIFENSIVA. [ ... ] 61. Organizzare significa: • non ripartire tutti i mezzi attivi e passivi disponibili con uniformità e continuità materiale - a cordone - per parare a tutto, cioè a poco o nulla, - distribuirli, invece, in guisa da vincolarne il minimo al terreno onde consentire la massima disponibilità per la manovra. E p erciò difesa elastica e manovrata, così organizzata: - resistenza ad oltranza sopra un complesso d i capisaldi più o meno ampi ed intervalla-
12 Riassunta con la circolare 3898 del 17 giugno1935 del Ministero della guerra - comando del corpo di Stato Maggiore -A.U.S.S.M.E. L12 /19.
I3 Ministero della Guerra Direttive per l'impiego delle Grandi unità. Roma 1935 - XIII pg. V.. Ai Comandanti ... .. . 14 E per adeguare la normativa in vigore a questo asserto fornendo i principi fondamentali della "gut;irra di ra-
pido corso", espressione altisonante usata in sostituzione della più generica "guerra di movimento", nell'autunno 1938 venne emanata la circolare 9000 " La dott1ina tattica nelle realizzazioni dell'anno XVI ".
18 La Guardia Alla Frontiera ti, dislocati là dove si vuole sbarrare il passo al nemico e presidiati da unità organiche votate al sacrifizio, anche se accerchiate e sorpassate, - dietro, centri di fuoco distribuiti in profondità a scacchiere per logorare il nemico convogliato fra i capisaldi e per appoggiare il contrattacco; - unità mobili per il contrattacco;..
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In pari tempo alla evoluzione dottrinale di cui sono stati forniti solo sporadici ma significativi cenni si ebbero le direttive specifiche riguardanti la sistemazione difensiva permanente delle frontiere terrestri 1·5 e le variazioni ordinative deputate a rendere lo strumento idoneo alla dottrina. L'esame dell'ordinamento del Regio Esercito, al termine del primo conflitto, mostra come la sua strutt ura, enormemente dilatatasi per far fronte alle esigenze belliche, fosse oltremodo spr oporzionata, per forza alle armi e configurazione, alle esigenze del tempo di pace. Essa era anche stata decisamente superata sia dal progresso tecnologico, particolarmente sviluppatosi nel periodo di guerra, che dall'evoluzione attuata presso altri eser citi, in taluni casi addirittura prima del conflitto. Era quindi necessario adeguare le strutture ordinative alle esigenze del periodo e ciò venne tentato con l'adozione di una serie di successivi ordinamenti che risentirono però dei vari momenti economici e dell'esigenza di dare al Regio Esercito una struttura adeguata ai compiti che i Governi succedutisi nel tempo chiedevano alle Forze Armate. L'ordinamento ALBRICCI 16, primo del dopoguerra, pr ese a base l'ordinamento SPINGARDI del 1910 e cercò, pur nella incertezza e nel disordine dominanti ancora ad un anno dal termine del conflitto, di salvaguardare l'adeguatezza dell'intelaiatura operativa e la solidità addestrativa, minacciate dalle drastiche riduzioni dei quadri e della durata della ferma volute dal Governo. Il Presidente del Consiglio infatti era deciso ad operare una fortissima riduzione delle spese, senza minimamente preoccuparsi dei riflessi negativi che questi provvedimenti avrebbero avuto nei campi operativi ed addestrativi. Caratteristica del nuovo ordinamento, rispetto al passato fu un notevole snellimento della organizzazione militare conseguito median te un razionale decentramento di organi e di servizi per Corpo di Armata e la soppressione dei reparti e servizi non indispensabili. E sso inoltre recepì alcune delle principali indicazioni emerse nel corso del conflitto, riducendo le armi a cavallo ed i servizi a traino animale, introdu cendo nuove specialità quali i radiotelegrafisti, gli aviatori, gli automobilisti ed artiglieri contraerei e conservando, anche se riuniti in un solo gruppo, i carri armati; purtroppo, però, la vecchia concezione della preminenza della massa sugli altri fattori prevalse ancora e non si recepì quanto suggerito nell'ultimo periodo di guerra
15 Principalmente le Circolari 200 del 6/1/1931, 800 del 5/3/1931, 7000 del 5/10/1938 e 15000 del 31/12/1939 che vengono in dettaglio esaminate nella parte specifica fortificazioni. 16Dal nome del Generale Alberico Albricci, ministro della guena dal 24 giugno 1919 al 13 marzo 1920, che lo propose e fece adottare con R.D. n° 2143 del 21 novembre1919.
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dall'adozione del modello sperimen tale DIAZ circa il rapporto di forza fanteria/artiglieria 17 e mobilità delle artiglierie. IVANOE BONOMJ 18, succeduto al licenziato Gen. Albricci, presentò un ordinamento che, anziché operare un ridimensionamento selettivo, teso cioè a compensare la riduzione numerica con un miglioramento della qualità delle articolazioni degli organi, delle armi, dei mezzi e dei procedimenti tattici, effettuò una pura e semplice politica dei tagli, giustificata e sostenuta solamente da ragioni economiche e politiche. Questo ordinamento, rimasto in vigor e per circa tre anni e cui non si opposero le alte gerarchie militari del momento, venne allora interpretato, non senza ragione, come l'inizio della liquidazione definitiva dell'esercito, visto come un oggetto indifeso a disposizione della volontà politica; esso "tuttavia rappresentava un ordinamento provvisorio da attuarsi in attesa che venisse concretato, dopo studi ancora più approfonditi, un ordinamento definitivo.Il Governo anzi prendeva impegno di presentare entro l'anno 1920 il relativo disegno di legge per l'ordinamento definitivo dell'Esercito e a tal fine veniva nominata una speciale commissione parlamentare consultiva incaricata di coadiuvare il Min istro [ ... ]" 19. Un progetto caldeggiato dal ministro Gasparotto20, che si ispirava al concetto della nazione armata 21 e prevedeva tra l'altro la costituzione dell'esercito su due blocchi, non poté nemmeno esser presentato, causa la caduta del ministro proponente. Esso contemplava un blocco permanentemente in servizio, dislocato a ridosso delle frontiere con il compito di copertura, ed un altro, articolato in regioni e zone militari, con compiti territoriali e di organizzazione, vuoi degli enti preposti all'istruzion e premilitare e al reclutamento, che di quelli incaricati della preparazione in pace e della mobilitazione in guerra delle unità di previsto impiego. Pregio di questo progetto, rivoluzionario per l'epoca, fu l'aver provocato l'attivazione del Consiglio dell'Esercito, richiamandolo dall'oblio in cui era stato posto. Detta istituzione, allora supremo organo consultivo militare, esaminato il progetto e le problematiche ad esso connesse, concluse con una sua relazione/proposta che fu base di riferimento per ogni studio successivo in materia di ordinamento. 17Questo modello prevedeva la indissolubilità della divisione che, oltre alle due brigate di fanteria, aveva in organico un reggimento di artiglieria da campagna, un battaglione genio zappatori/telegrafisti ed alcune (da 2 a 4) compagnie mitraglieri; contemplava inoltre l'assegnazione di lanciabombe Stockes ai battaglioni di fanteria, di sezioni cannoncini da 37 m/m ai gruppi alpini e a t,aluni reggimenti di fanteria, di un battaglione complementare alle brigate di fanteri a e gruppi alpini. Disponeva poi l'assegnazione a battaglioni e compagnie di fanteria e specialità rispettivamente di una compagnia e sezioni mitragliatrici. 18Nel ministero presieduto daJ1'onorevole Nitti sostituì il Generale Albricci che con il proprio ordinamento non aveva apportato al bilancio del Dicastero della Guerra le riduzioni di spesa che il Presidente del Consiglio auspicava e fece adottare il proprio riduttivo ordinamento con D.L. 20 aprile 1920.
19 USSME op. cit. pg.. 41. 20aasparotto Luigi, Ministro della Guerra nel governo Bonomi succeduto il 4 luglio 1921 al dimissionario Giolitti. 21 Oltre a questo modello verrà proposto il tipo" NAZIONE ORGANIZZATA PER LA GUERRA" che si estrinsecava nella predisposizione fm dal tempo di pace degli strumenti legislativi atti a favorire, all'emergenza, il rapido passaggio ad una economia di guerra ed il concetto di esercito" LANCIA E SCUDO" che prevedeva un esercito di ridotte dimensioni, in grado di compiere ardite imprese offensive con la lancia, identificata nell'esercito permanente, e nel tempo stesso capace cli assicurare la difesa delle frontiere con lo scudo rappresentato dalle grandi unità di mobilitazione inquadrate da ufficiali di complemento oppure dalle clasi più anziane o, più tardi, dalle grandi unità della milizia.
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Questa relazione, invero, r appresentava un equilibrato compromesso fra l'ordin amento in vigore e la proposta Gasparotto. Infatti fronteggiava al meglio le esigenze della copertura della frontiera, della semplicità e rapidità della mobilitazione, dell'addestramento e preparazione professionale dei quadri e dava spazi più ampi di sviluppo alla tecnicizzazione accennata dall'ordinamento Albricci. L'ordinamento BONOMI fu sostituito il 7 gennaio 1923 dall'ordinamento elaborato dal nuovo Ministro della Guerra, Generale DIAZ, che r ecepiva al massimo quanto aveva indicato nella sua relazione il Consiglio dell'Esercito e cioè: intelaiatura di pace stabilita in r apporto alle unità di guerra ed idonea ad inquadrare tutte le forze necessarie al massimo sforzo militare; massimo conto del valore dei mezzi meccanici e loro pratica applicazione, attenzione allo sviluppo della scienza e dell'industria e collegati influssi sulla dottrina e sui procedimenti bellici; ampio sviluppo alla teoria dei nuclei di inquadramento (elemento base per la costituzione delle unità di mobilitazione) ed al procedimento dell'ampliamento ericostituzione, per le esigenze belliche, di unità nell'ambito delle unità esistenti in tempo di pace. Questo ordinamento, anch'esso condizionato dalle ridotte assegnazioni di bilancio, non fu l'optimum anche per la complessità e farraginosità delle operazioni da compiere per portare gli organici, principalmente divisionali, dalle formazioni di pace a quelle di guerra; tuttavia segnò un salto di qualità rispetto al precedente, in quanto diede ampi spazi all'evoluzione ordinativa futura cui indicava le vie percorribili e soprattutto ridiede fiducia ai quadri scossi e mortificati dalle precedenti scelte ordinative. Se si esaminano le scelte ordinative effettuate fino al 1923, emerge con chiarezza come, pur ,in carenza di una ben definita linea politica, prevalesse il concetto di avere un esercito orientato solo a respingere un'aggressione sui confini montani eriprova di ciò fu il mantenimento ed il potenziamento dell'efficienza operativa delle truppe alpine, destinate alla prima copertura del confine italiano. Nell'aprile 1924 il Ministro della Guerra, Generale DI GIORGI022 presentò al Senato un disegno di legge per il riordino delle Forze Armate, una riforma radicale ad una situazione da lui ritenuta insostenibile23 , un disegno audace e rivoluzionario, anche se in larga parte ispirato al progetto Gasparotto, ma - l'eccessiva volontà innovativa che prevedeva tra l'altro l'abolizione dell'intelaiatura di guerra dell'esercito, l'approntamento in pace dei soli quadri e materiali n ecessari per la guerra, un sistema di difesa a garanzia della prima copertura della frontiera basato su settori di frontiera24 , la partecipazione di tutti alla leva, anche se ripartiti in due categorie di diversa lunghezza di ferma, 22 Di Giorgio Antonino, Generale di Corpo di Armata, l\llinistr o della Guerra succedette nell'aprile 1924 al dimissionar io Gen. Diaz. 2 3 "Gli ordinamenti attuali sono in sostanza quelli del 1914, riesumati ed imposti, anche dopo il cataclisma della guerra, da quel medesimo complesso di pregiudizi, errori, interessi, che ora vorrebbero tenerli in piedi(. .. )". Dal discorso del Gen. Di Giorgio ten uto a l passo del Tonale nel settembre 1924 e citat-0 da Giorgio Rochat in "L'esercito italiano da Vittorio Veneto a Mussolini" ed. Laterza Bari 1967 pag. 526. 24 Gen. Di Giorgio - Disegno di Legge sull'ordinamento del R. Esercito (non approvato dal Senato) in De Rysky "La Difesa nazionale", AL.I. Milano 1925 pag.129.
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- il rischio della novità che avrebbe rivoluzionato un sistema consolidato nel bene e nel male, - il soverchio appoggiarsi ad unità da costituirsi per mobilitazione (in pace, cellule senza alcuna efficienza, ma pronte ad entrare in attività all'atto della mobilitazione), - l'attrito fra ministro e senatori militari fecero, in sede di discussione del progetto, prevalere gli aspetti negativi su quelli positivi, che annoveravano tra gli altri l'applicazione del concetto di nazione armata; di conseguenza il disegno Di Giorgio venne respinto ed il ministro proponente si dimise dall'incarico. Auspice Mussolini, che, alle dimissioni del generale Di Giorgio, assunse "ad interim" la carica di Ministro della Guerra, vennero emanate nel 1926 una serie di leggi, fra cui la 396 del 11/03/1926 che riguardava il nuovo ordinamento dell'esercito; questi provvedimenti di fatto riaffermavano come le istituzioni militari non fossero un fenomeno a sé stante, ma dovessero essere inserite nel tessuto della sicurezza e della difesa nazionale come esigenza prioritaria ma non unica. Qualora si voglia esaminare, come opportuno ai nostri fini, la sola legge di ordinamento, emerge con chiarezza che questa era frutto di un duplice compromesso: il primo, tra le opposte tendenze rappresentate dai concetti della nazione armata, della grande intelaiatura e dell'esercito sufficiente come scudo e lancia, il secondo, fra il bilancio delle Forze Armate e la situazione economica dell'Italia. Siamo in presenza di un ordinamento valido che recepiva gli aneliti di modernità che promanavano dalle forze armate (meccanizzazione, traino meccanico delle artiglierie, motorizzazione, struttura contraerea), che cercava di ripartire le risorse disponibili fra le tre esigenze (quadri, truppa, materiali), che istituiva le nuove strutture destinate a curare, sviluppare e far eseguire la mobilitazione, che cercava al tempo stesso di dare al Paese un esercito bastevole come scudo e lancia e dotato di una intelaiatura in grado di accrescersi, in caso di bisogno, senza grandi difficoltà. Purtroppo ancora una volta non vennero recepiti appieno gli insegnamenti conclusivi della fase finale della I guerra mondiale; il nuovo ordinamento diede ancora preminenza alla massa invece che alla qualità e quantità dei mezzi e, anziché provvedere al radicale rinnovamento o quanto meno ammodernamento dei materiali ed armamenti, che, salvo rare eccezioni, risalivano al primo conflitto, ne curò solamente una diversa distribuzione25 . Fu un'occasione mancata ancor più grave, in quanto la politica militare era stata lasciata dal ministro politico unico per le tre forze armate ai tecnici, sottosegretari di stato ed al tempo stesso Capi di Stato Maggiore della rispettiva forza armata. Questi non seppero porre il problema e si limitarono spesso a far produrre solo meravigliosi prototipi di armamenti non seguiti da produzione di massa e non fecero rispettare od imporre alla recalcitrante industria le leggi che si possono definire lungimiranti sull'organizzazione della nazione in guerra che il Paese già si era dato.
25si ebbe con questo ordinamento la divisione ternaria, costituita cioè da 3 reggimenti di fanteria, uno dì artiglieria ed un battaglione genio e la creazione della nuova carica di Capo di Stato Maggiore Generale.
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Nel periodo 1928-1933, il Ministro della Guerra generale Pietro Gazzera26, valutando correttamente i rapporti del servizio informazioni, temeva il pericolo rappresentato dal continuo potenziamento delle forze armate, portato avanti con determinazione da Francia e Jugoslavia e, conscio dei limiti dello strumento bellico italiano, cercò di correre ai ripari. A parziale modifica dell'ordinamento allora vigente, egli fece adottare, diluite nel tempo, una serie di varianti ordinative ed organiche che, tra l'altro, prevedevano la creazione di divisioni celeri, il riordinamento dell'arma dei carabinieri, la creazione di nuove unità di artiglieria, del genio ed alpine, l'affidamento di tutta la difesa contraerea territoriale alla milizia Difesa Aerea Territoriale, posta per addestramento ed impiego alle dipendenze dell'esercito. L'entità delle modifiche apportate fu tale da rendere necessaria l'emanazione di un nuovo ordinamento che, tenendo a base quello del 1926, recepisse in modo organico le varianti apportate nel corso degli otto anni precedenti. L'ordinamento Baistrocchi27 del 11 ottobre 1934 abrogò e sostituì quello introdotto nel 1926 e, oltre a recepire le varianti introdotte .nel frattempo, vi apportò ulteriori modifiche e sensibili innovazioni delle quali la più significativa fu, senza alcun dubbio, il coinvolgimento nella difesa militare del Paese di tutti i corpi armati dello stato, che vennero così introdotti a pieno titolo nella pianificazione redatta dallo Stato Maggiore. Inoltre, altro aspetto assai rilevante e forse non meno significativo di questo ordinamento fu l'attenzione finalmente posta al problema della copertura che era ora intesa come chiusura, la più ermetica possibile, delle frontiere alpine mediante la costruzione di opere fortificate ed il potenziamento delle unità alpine destinate al controllo dei confini. Nel biennio successivo anche l'ordinamento del 1934 fu soggetto a modifiche, in quanto in tale periodo si ebbe la svolta che Mussolini intendeva imprimere alla politica del Paese, sconvolgendo tutte le precedenti ipotesi che facevano ritenere possibile solo una guerra sulle Alpi, difensiva contro la Francia ed offensiva contro la Jugoslavia. Egli intendeva sfruttare il particolare momento che la politica internazionale attraversava per fare assumere all'Italia, a suo dire, un ruolo mondiale. Questo faceva presagire operazioni offensive fuori dai confini nazionali, presumibilmente oltremare, attività che richiedevano la totale disponibilità delle forze mobili, una componente delle quali era invece immobilizzata nel presidio delle fortificazioni e linee di confine, posizioni che, proprio alla luce della politica offensiva, non potevano essere sguarnite, ma anzi dovevano essere meglio tutelate. Per ottenere quindi la piena disponibilità delle truppe alpine, ed avere contemporaneamente la massima copertura del confine, su cui stavano sorgendo ulteriori strutture fortificate si dovette organizzare un sistema permanente di tutela della fascia di frontiera. Con ordine del 4 dicembre 1934, venne stabilita l'istituzione di un
26 Assunse nel novembre 1928 la carica di Sottosegretario alla Guerra e nel settembre 1929 quella di Ministro della Guerra; fu dimissionato nel luglio 1933 da Mussolini, che assunse direttamente il ministero, avendo come sottosegretario il Gen. Baistrocchì. 27 Baistrocchi Federico, Generale di Corpo di Armata, Sottosegretario alla Guerra nel periodol934-1936 e Capo · di Stato Maggiore dell'esercito.
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nuovo corpo armato, la Guardia aUa Frontiera 28, formato da reparti di fanteria, artiglieria, genio e servizi, strutturato non in maniera uniforme ma con un organico particolare in funzione del numero e tipo di opere da presidiare, delle esigenze specifiche dei vari tratti di frontiera da difendere e posto alle dipendenze ordinative dei Corpi di Armata aventi giurisdizione sulle zone ove sorgevano le opere di fortificazione. Numerose ulteriori varianti, le principali delle quali furono l'adozione della divisione binaria in luogo della ternaria, l'accrescimento della intelaiatura di base, la costituzione della I Brigata Moto meccanizzata e di quattro reggimenti di fanteria carrista, la formazione di una artiglieria di G.a.F. trasformando cinque reggimenti di artiglieria di armata in reggimenti artiglieria di G.a.F. e l'inserimento nei ranghi dell'Esercito, ai soli fini operativi, di unità - a livello battaglione - della Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.)29, ebbero luce nel successivo biennio e, come le precedenti, concorsero alla definizione dell'ordinamento PARIANI, che modificava l'ordinamento del 1934 ricevendo la sanzione ufficiale nel D.L. 2095 del 22 dicembre 1938. Questo ordinamento ebbe notevoli aspetti positivi, anche di rilevanza concettuale, quali la creazione di unità corazzate e motorizzate, una maggior apertura al progredire ed avanzare della tecnologia, l'assegnazione organica alle divisioni delle unità logistiche, la creazione di ulteriori unità di artiglieria di Guardia alla Frontiera e l'accentuata differenziazione fra comandi con compiti operativi, territoriali ed addestrativi. 'Ira le caratteristiche negative, però, esso annoverava principalmente la creazione di elevati e pletorici alti comandi, una dilatazione nel numero dei comandi e delle grandi unità, la creazione di unità binarie snelle ma deboli, con scarsa aderenza alle forme moderne della guerra e ridotta capacità difensiva ed offensiva rispetto al passato. Ma il principale aspetto negativo di tale ordinamento, che rappresentò il quarto periodo delle vicende ordinative dell'Esercito italiano fra il termine del primo conflitto mondiale e l'inizio del secondo, fu che i provvedimenti di radicale trasformazione organica in esso previsti, e subito malauguratamente attuati, erano stati concepiti non in base a ciò che al momento era disponibile ma in funzione dei mezzi e dei materiali che dovevano essere prodotti, a mente del programma decennale di riarmo e potenziamento. Tale programma venne varato soltanto nell'ottobre 1938 e, di conseguenza, l'esercito si presentò al conflitto del 1940 in piena crisi, con le unità in via di trasformazione organica e prive delle armi e dei materiali necessari ed indispensabili per condurre con buone probabilità di successo una guerra in chiave moderna.
28 D'ora in a vanti sovente citata semplicemente come G.a.F. 2 9 La M.V.S.N. era la trasformazione in forza armata delle preesistenti turbolente squadre d'azione, braccio ar· mato del par tito fascista al potere.
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4. GLI INFLUSSI DELLE VARIAZIONI ORDINATIVE SULLA SITUAZIONE DELLE FORZE ALLE FRONTIERE
La tutela dei confini è affidata, presso tutti gli Stati, a componenti diverse e non sempre militari o militarizzate, che curano gli aspetti politici, economici, finanziari e sociali dello Stato stesso; sono inoltre presenti in zona di confine, componente fondamentale, le truppe destinate alla difesa dei territori dello Stato. Nel caso dell'Italia, agli albori del 1934 erano presenti per l'assolvimento dei rispettivi compiti istituzionali i Reali Carabinieri, la Regia Guardia di Finanza, la Milizia Confinaria e gli Alpini, cui era affidato in particolare il compito di garantire la ermeticità del confine, pattugliandone la linea ed occupando le strutture fortificate che stavano man mano sorgendo in corrispondenza ed a protezione dei punti di più facile passaggio da e per lo stato confinante. L'ordinamento del Regio Esercito emanato nel 1934, oltre a sancire la nascita della Guardia alla Frontiera, che sostituiva a tutti gli effetti nel presidio30, delle opere di frontiera le truppe sino ad allora ivi utilizzate, determinava l'inserimento nella difesa militare del Paese delle forze dei principali corpi armati dello Stato. In relazione a ciò, nell'ambito della pianificazione della copertura della frontiera, lo Stato Maggiore attribuì alle unità dei Reali Carabinieri, della Regia Guardia di Finanza e della Milizia Confinaria, già dislocate sui confini per l'assolvimento dei compiti specifici di istituto, il compito di dare rinforzo alla G.a.F. nella prima fase di copertura del confine, svolgendo, agli ordini dei Comandi dei settori competenti per territorio, compiti di osservazione ed allarme nonché di occupazione pianificata di punti sensibili su cui svolgere azioni di fuoco e resistenza. /
5. LA DIFESA DEL CONFINE E LA GUERRA DI RAPIDO CORSO
La prima guerra mondiale aveva assorbito prepotentemente la massa delle risorse finanziarie italiane; logico quindi che, alla fine delle ostilità, le esigenze del Paese prevalessero sulle necessità delle Forze Armate, purtroppo assorbendo anche ciò che sarebbe servito se non altro alla sopravvivenza dell'esercito stesso. A questi fattori si deve inoltre aggiungere la particolare congiuntura politica, non certo favorevole alle forze armate e quindi a stanziamenti ad esse destinati. Senza alcun dubbio, negli anni '20 la situazione fortificatoria ai confini era oltremodo deficitaria, poiché la maggior parte delle strutture difensive permanenti, realizzate nel periodo antecedente la prima guerra mondiale, erano superat e dalle nuove concezioni tecnologiche e strategiche e nel dopoguerra ben poco di permanente era stato realizzato per coprire i nuovi confini e potenziare le strutture che, sia pur obsolete, erano schierate sui confini. A questo stato di cose si era giunti poiché l'entrata in guerra con gli anglo/francesi ed il ripudio della 'Iriplice Alleanza avevano fatto trascurare l'ammodernament o ed il potenziamento della fortifica zione alla frontiera con la Francia e le annessio30come presidio si deve intendere non una forza addetta a lla pur a custodia delle opere bensì un elemento eminentemente combattente, come precisano numerosi documenti del C/do del Corpo di S.M. allorché trattano l'argomento "Attività della G.a.F."
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ni territoriali alla fro ntiera austriaca 31 , rendevano inutili le opere ivi già realizzate, e che erano, tra l'altro, le più moderne, perché ora lontane dai confini. Tuttavia, poiché a quel tempo non vi erano da parte degli stati confinanti segnali bellicosi, l'Italia non ritenne necessario eseguire lavori di fortificazione permanente alla frontiera alpina, limitandosi a realizzare strade di accesso alle posizioni ritenute valide per la difesa, a predisporre interruzioni e camere da mina sulla viabilità ordinaria e ferroviaria adducente ai confini e a riarmare alcuni forti dotati di artiglieria protetta da cupola corazzata, realizzati ai confini francese e svizzero ai tempi della prima guerra mondiale. La responsabilità della copertura, affidata agli Alti Comandi aventi giurisdizione sul territorio di confine, venne mantenuta, anche con l'ordinamento del 1926, ai Corpi d'Armata di frontiera di Alessandria (II), Torino (I), Milano (III), Bolzano (IV), Trieste (V) e Bologna (VI), cui si aggiunse, con l'ordinamento del 1927, quello di Udine (XI). Essi impiegavano per tale compito principalmente 32 truppe alpine, ritenute le più idonee per tipo di addestramento, speciale ordinamento e particolare sistema di mobilitazione; erano i battaglioni alpini permanenti ad effettuare la copertura immediata e ad essi venivano al più presto in rinforzo i battaglioni alpini ed i gruppi di artiglieria alpina ''Valle"33 interamente costituiti per mobilitazione. Allo scopo di assolvere a questo specifico compito le unità alpine erano infatti state ordinate in tre Brigate 34 , dislocate con i propri reparti a coprire i confini rispettivamente franco svizzero, svizzero austriaco e austro jugoslavo ed erano tenute ad effettivi consistenti. Intere settimane sarebbero occorse per raggiungere un idoneo livello di copertura, ma analoghe difficoltà temporali erano previste per gli stati confinanti; l'equilibrio e la pace in Europa erano completati dall'apparente inesistenza di velleità offensive nei confronti dell'Italia, che ricambiava redigendo piani difensivi basati su ipotetici conflitti con i tradizionali vicini, Francia, Jugoslavia e Germania (Austria), considerati singolarmente od in varia combinazione. Agli inizi degli anni Trenta il peggioramento della situazione politica internazionale , come pure i concetti strategici di difesa che pervadevano gli Stati Maggiori, portarono ad una corsa per costruire linee fortificate, basate su imponenti opere permanenti, destinate a rendere invulnerabili le micidiali armi in esse racchiuse; sembrava che nelle fortificazioni fosse il deterrente, il rimedio principe ad ogni pericolo di guerra. 3 1Conseguenti all'esito, per l'Italia, vittorioso del primo conflitto mondiale. 32 Nel periodo estivo le unità delle divisioni militari di frontiera facevano in zona i campi e vi costituivano distaccamenti lavori e controllo delle strutture, integrando e sostituendosi nel compito agli alpini.
33Al tempo della I Guerra Mondiale, la mobilitazione per gli alpini prevedeva che, accanto ad ogni battaglione permanente (personale di leva) venissero costituiti un battaglione di milizia mobile (personale da poco congedato) ed uno di milizia territoriale (personale più anziano); dal nominativo attribuito, che derivava rispettivamente da un monte ed una valle della località che dava il nome al battaglione permanente, derivava la denominazione di battaglioni Monte e Valle. I piani di mobilitazione della li Guen-a Mondiale prevedevano, per le truppe alpine, la costituzione di un certo numero di battaglioni e di gruppi di artiglieria Valle interamente costituiti da personale da poco congedato. 34 Queste Brigate non erano unità operative precostituite bensì comandi con funzioni ispettive e di coordinamento.
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L'Italia prese atto che anche gli stati viciniori si stavano rafforzando e in particolare modo che: - la Francia, che mai nel passato aveva cessato di mantenere in efficienza le sue fortezze, stava introducendo in servizio armi ed artiglierie appositamente concepite per le fortificazioni e, dopo aver costituito un apposito organismo preposto allo studio e realizzazione dei sistemi fortificati (il C.O.R.F.), aveva in cantiere potenti moderne opere fortificate e lavori di adeguamento e potenziamento delle vecchie fortificazioni. Stava in altre parole mettendo in opera sistemi fortificati continui, potentemente armati e realizzati secondo i più moderni dettati della scienza fortificatoria, in grado di appoggiare azioni offensive verso il territorio del Regno; - analogamente, la Jugoslavia e la Grecia, confinante quest'ultima con l'Albania strettamente legata all'Italia, stavano realizzando poderosi sistemi di fortificazioni. Atteso che i sistemi fortificati continui, potentemente armati e realizzati secondo i più moderni dettati della scienza fortificatoria, che la Francia stava realizzando erano idonei anche all'appoggio ad azioni offensive verso il territorio del Regno, non si poteva far conto sulla neutralità austriaca ed il territorio della Confederazione Svizzera poteva essere violato a danno dell'Italia, il governo del Regno, ritenne opportuno e necessario coprire con una adeguata sistemazione difen siva la propria frontiera terrestre. A ·q uesto scopo e ad integrazione delle scarse fortificazioni preesistenti, venne decisa la costruzione di una seri e di opere difensive in calcestruzzo e/o caverna, destinate, assieme agli altri apprestamenti difensivi di circostanza, a costituire sbarramenti sulle principali direttrici ed assi di penetrazione. Dato che non vi erano altre truppe idonee a vivere ed operare in montagna, tenendo conto che sino ad allora la vigilanza, essenzialmente mobile, del confine era stata affidata--alle truppe alpine, il compito di presidiare queste nuove strutture venne di conseguenza assegnato ad esse. Truppe nate per essere mobili, dinamiche, ad alta specializzazione, destinate ad operare nella fascia di frontiera, controllando zone inaccessibili ad altri corpi, venivano così legate ad una organizzazione territoriale; questa assegnazione, che contraddiceva gli stessi principi che erano stati alla base della loro creazione, le trasformava in truppe statiche vincolate a punti fissi di operabilità. Inoltre questo previsto impiego statico rendeva le truppe alpine indisponibili ai nuovi impieghi che si andavano prospettando nel futuro militare italiano, dati gli orientamenti politici in auge che volevano, auspice Mussolini ed il suo Capo di Stato Maggiore, Generale Baistrocchi, l'esercito poderoso strumento bellico offensivo e quindi libero da pastoie statiche.
Figura 2: Maginot delle Alpi: Forti di Madone rimodernati.
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Lo sconvolgimento portato avanti da Mussolini, che abbandonava la politica del "piede di casa" per fare, a suo dire, dell'Italia una grande potenza mondiale, faceva prevedere una guerra offensiva olt r emare e comunque di movimento, "di rapido corso", cioè distruzione delle forze avvers arie nel minor tempo possibile mediante azioni offensive sviluppate dalle grandi unità mobili concentrate 'sui punti deboli del nemico. Per dare concretezza a questo concetto era necessario avere disponibili il maggior numero possibile di unità oper ative - alpini compresi-, svincolandole dai compiti di difesa statica, senza nel contempo sguarnire la copertura della frontiera che anzi, vista come chiusura la più ermetica possibile della porta di casa, doveva venire rafforzata con ulteriori opere fortificate gestite da unità statiche ad esse appoggiate. Non era più il caso, quindi di una debole copertura delle frontiere diretta a sbarrare solo i tratti di facilitazione per il movimento, basata sui vecchi forti mantenuti in servizio, su lavori quali l'apertura di strade di accesso alle posizioni scelte come idonee per la difesa e lo schieramento delle armi, sulla predisposizione di interruzioni o di limitati interventi di poten ziamento con modeste nuove opere difensive. Si trattava, invece, di realizzare una struttura complessa destinata a r endere invalicabile tutta la frontiera terrestre italiana, mediante il binomio fortificazioni/unità statiche ad esse appoggiate. Quindi sulla base delle nuove direttive nel 1934 la copertura non era più devoluta alle forze mobili che invece, avevano il compito di proteggere le direttrici sulle quali avrebbero dovuto agire; in caso di allarme quindi le grandi unità operative si r adunavano, mentre rimaneva invece in posizione l'organizzazione di copertura le cui strutture ormai capillarmente diffuse, radicate e sviluppate su tutto il territorio di frontiera, richiedevano per la gestione masse di forze specializzate, caratterizzate da un particolare sistema ordinativo.
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PARTE SECONDA
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CAPITOLO PRIMO
Il sistema fartfficato italiano
1.
Premessa
2.
Motivi di una nascita
3.
Concezione, costituzione e sviluppo
4.
Armamento delle opere
5.
Strutture fortificate.
1. PREMESSA Per comprendere appieno sia la struttura atipica assunta dalla Guardia alla Frontiera, che deve adeguare i propri organici alla morfologia del terreno ed alla conseguente dislocazione delle strutture fortificate, sia gli sviluppi e le modificazioni assunti, nello svolgersi del tempo, dalla compagine del corpo in aderenza all'evoluzione della tattica e dei criteri d'impiego dell'Esercito, si rende necessario esaminare in dettaglio: - lo sviluppo progressivo del sistema fortificato italiano e le strutture ad esso collegate, - le modifiche che il sistema difensivo dovette adottare in conseguenza degli inconvenienti emersi nel corso dell'approntamento disposto nel 1934, - le modifiche conseguenti agli ammaestramenti tratti dalla condotta delle fortificazioni che, realizzate in territori di altri Stati, erano già state soggette all'esperienza bellica. Per ciò si è ritenuto opportuno riportare, anche se sunteggiate, tutte le circolari relative all'edificazione del Vallo Alpino, poiché solo dalla loro approfondita e preventiva disamina si può comprendere la logica che ha portato all'organico iniziale ed alle modifiche ordinative che si susseguirono nell'ambito della Guardia alla Frontiera.
2.
MOTIVI DI UNA NASCITA
La conclusione del primo conflitto mondiale segnava la fine di ogni intervento fortificatorio in Italia; le esigenze economiche del Paese e le lotte politiche che lo travagliavano non permettevano l'effettuazione di alcuna spesa tesa a sviluppare lungo i confini un valido sistema difensivo, su linee successive, potentemente armato che, inserito nelle naturale struttura difensiva rappresentata dal baluardo delle Alpi, garantisse la inviolabilità del territorio nazionale. L'Italia si trovava quindi in condizione di non poter mettere in sicurezza la frontiera nazionale, avendo sul confine con
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la Francia solo opere obsolete ed essendo pressoché inesistenti le strutture preposte alla tutela dei nuovi confini con J ugoslavia ed Austria. Agli inizi del 1924 vi fu in Italia un primo timido risveglio fortificatorio; un rinnovato interesse per la politica internazionale che indusse i governanti a modesti stanziamenti per una revisione -delle strutture esistenti e l'effettuazione di alcuni lavori lungo le frontiere, principalmente localizzati, questi ultimi, nel settore delle Alpi Marittime, in alta Valle Stura ed in Val Roja, precedentemente trascurate. Vennero messi in cantiere interventi relativamente limitati quali apertura di strade, creazione di ricoveri, realizzazione di postazioni in caverna per artiglieria e mitragliatrici e riattamento di magazzini. La semplicità di questi lavori ne consentì l'attuazione con mano d'opera militare, la cui presenza sulla fascia di frontiera era al tempo stesso un segnale del rinnovato interesse per i propri confini che l'Italia inviava agli stati vicini. Sul finire degli anni Venti, in conseguenza del mutato clima politico internazionale35, la maggior parte degli Stati diede corso a lavori di fortificazione lungo i propri confini, sfruttando al meglio le più evolute concezioni tecniche, i prodotti bellici più tecnologicamente avanzati e le caratteristiche geomorfologiche delle zone di frontiera del proprio paese. Il frutto di questi colossali sforzi era destinato a dare apparente sicurezza, realizzando teoricamente l'arresto di ogni tentativo di invasione e scacciando lo spettro di stragi di combattenti simili a quelle avvenute nel corso della guerra da poco conclusasi ed il ricordo delle quali permaneva vivo nelle menti dei popoli coinvolti. La Francia volle proteggersi con un immenso sistema fortificato - la linea Maginot - che le dava l'illusione di poter tenere in scacco il nemico, esaurendone la spinta offensiva alle porte del Paese e senza che lo stesso fosse materialmente coinvolto; la Germania mise in cantiere la linea Sigfrido, nome altisonante di nibelungica memoria, meno colossale della dirimpettaia linea francese, ma in grado di controbatterla, almeno dal punto di vista psicologico. La Russia approntò un sistema fortificato di 1700 Km., che prese il nome di linea "Stalin", per coprire le proprie frontiere dal Mar Baltico al Mar Nero. Analogamente la Grecia allestì la linea "Metaxas"36, la Finlandia approntò la linea "Mannerheim"37 , la cui utilità emergerà nel corso del confitto russo/finlandese, mentre Cecoslovacchia, Belgio, Olanda e Romania non furono da meno ed allestirono, ai limiti delle loro possibilità, le loro linee fortificate. In Italia a decorrere dal 1931 venne dato corso alla realizzazione di moderni gruppi di opere volti ad arrestare azioni avversarie in prossimità della linea di confine; queste strutture, fatte sorgere sui fianchi e sulle cime delle montagne, realizzat e per interdire non solo le vie di accesso stradali ma anche quelle pedonali, furono costruite in gran numero e sovente ebbero caratteristiche di alta montagna. Infatti
35 Cessata la euforia derivante dalla fine della guerra 1914-18 stavano venendo al pettine i nodi dei trattati di pace "punitivi" ed anziché in pace si viveva in un armistizio che non si sapeva quanto sarebbe ancora durato. 36comunemente così denominata dal nome di Metaxas Ionnis (1871-1941) generale e uomo di stato greco, Ministro della Guerra e Capo del Governo all'epoca della concezione e realizzazione della linea. 37Mannerheim (1867-1951) eroe della guerra di indipendenza finlandese, maresciallo di campo, era comandante in capo delle forze finniche al momento della costruzione della linea fortificata.
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lo sviluppo dell'energia elettrica, la motorizzazione delle teleferiche, i mezzi di scavo e la potenza delle armi consentivano la realizzazione, anche in quota, di strutture di modeste dimensioni ma di elevata protezione e potenza di fuoco con le quali attuare il controllo e il dominio delle ali e delle creste, "conditio sine qua non" per impedire l'aggiramento e l'annientamento da tergo delle forze schierate a tutela e possesso del fondo valle. Nel luglio 1934, allorché vi fu da parte nazista il tentativo di annessione dell'Austria, Mussolini reagì disponendo l'invio al Brennero di alcune divisioni per salvaguardare l'indipendenza di quel Paese e dando ordine di attuare la copertura della frontiera. Alla luce degli ammaestramenti tratti da questa operazione lo S.M.R.E. dispose per un ulteriore potenziamento della fortificazione permanente ed una urgente revisione della pianificazione sino a quel momento basata sul concetto di tutela del confine mediante opere di fortificazione realizzate in corrispondenza dei t ratti di facile penetrazione del confine, e pattugliamento del restante spazio da parte di truppe alpine. Il problema della fortificazione era stato sentito, come si è già detto, dallo Stato Maggiore sin dal termine del conflitto mondiale, ma inizialmente motivi politici e carenza di fondi non avevano consentito i necessari interventi che peraltro anche successivamente erano stati dilazionati nel tempo e limitati nello spazio in relazione alla situazione intern azionale di relativa tranquillità. Fu alla luce delle manchevolezze emerse nel 1934, con l'attuazione delle misure di copertura della frontiera austriaca e loro susseguente revisione concettuale, nonché dell'evoluzione delle relazioni internazionali conseguenti al clima politico che si stava creando nei confronti del l'Italia, che finalmente, a livello politico, si comprese l'inderogabile necessità di un massiccio ed organico intervento fortificatorio per dare una adeguata sistemazione difensiva alla frontiera terrestre. Lo Stato Maggiore del Regio E sercito poté quindi disporre affinché si desse corso ai lavori necessari a realizzare una sistemazione difensiva che, recependo tutti gli ammaestramenti tratti dal rendimento delle opere permanenti durante la grande guerra e l'evoluzione tecnica dei mezzi di offesa e difesa, abbracciasse l'intero arco alpino, rendendo assai difficoltosa ed onerosa u n'invasione dell'Italia. Non si trattava più di una copertura delle fro ntiere finalizzata a sbarrare solo le vie di facilitazione, basata su vecchi forti che risalenti alla concezione difensiva della Triplice Alleanza, erano stati rimessi in servizio, talora integrati da postazioni in caverna per artiglierie e mitragliatrici38, opere di fortificazione campale per lo schieramento di armi integrative e realizzazione di predisposizione di interruzioni. Non era sufficiente la realizzazione delle strutture che, costruite nel periodo 1931/35, avevano garantito anche gli accessi pedonali, il fianco e le creste delle valli. Era invece necessaria una struttura complessa, caratterizzata da continuità e profon dità, destinata a rendere invalicabile tutta l a frontiera italiana mediante il binomio costituito dalle fortificazioni e unità statiche a loro appoggiate.
38Realizzate t ra il 1924 ed il 1925 prevalentemente nella zona delle Alpi Madttime.
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3. CONCEZIONE, COSTITUZIONE E SVILUPPO DEL SISTEMA FORTIFICATO ITALIANO DENOMINATO ANCHE VALLO ALPINO OD ALPINO DEL LITTORIO. La particolare conformazione del terreno alpino italiano e la presenza in esso di larghe zone intransitabili determinarono lo sviluppo di un sistema di fortificazioni decisamente diverso da quello studiato per la francese linea Maginot. Pur concettualmente ispirandosi alla filosofia che ne aveva presieduto il concepimento, il complesso fortificato italiano sarebbe risultato meno faraonico e dispendioso e sembrava, almeno teoricamente, di considerevole efficacia. ((La zona di sicurezza deve costituire per l,attaccante una zona di ostacolo, ciò si otterrà apprestando ostacoli artificiali e predisponendo le distruzioni di opere d,arte su comunicazioni, l'incendio di abitati ..... La posizione di resistenza, con profondità normale di circa un chilometro, avrà più solida struttura; essa verrà organizzata a centri di resistenza comprendenti elementi di fuoco ed elementi di contrattacco inseriti entro una rete più o meno abbozzata do reticolati e di scavi. I centri di resistenza risulteranno in genere scaglionati su una certa profondità non oltre il limite per il quale sia possibile agli elementi più arretrati di concorrere all'azione di fuoco nella zona antistante a quelli più avanzati" [. .. ] Così si esprimevano le "Norme generali per l'impiego delle grandi unità - edizione 1928", prospettando il dispiegamento in tre zone distribuite secondo la profondità e cioè una zona di sicurezza, una posizione di resistenza retrostante ed una zona di schieramento delle artiglierie. A questi principi si ispirò la realizzazione del sistema difensivo italiano che ufficialmente vede il 1931 come data d'inizio della sua formazione, anche se a tale data risultano realizzate, dapprima sulla frontiera occidentale e successivamente sul restante arco delle Alpi, una serie di strutture, quali strade ricoveri, postazioni in caverna per armi leggere, che possono essere considerate una anticipazione del sistema stesso. Queste opere che vennero realizzate utilizzando mano d'opera militare e con criteri costruttivi che le fanno ricollegare alle sistemazioni attuate sul finire del primo conflitto in Valtellina videro la luce nel periodo 1924- 1925 stante la necessità di creare con carattere di urgenza un tampone alla carente situazione difensiva in atto. L'organizzazione difensiva, le cui caratteristiche fondamentali vennero successivamente enunciate con la circolare 200/R del 16 gennaio193139, fu inizialmente realizzata mediante sistemi di capisaldi discontinui, sia permanenti che campali, coordinati in linee di difesa; realizzati in prossimità del confine, questi sistemi avevano il compito di garantire il possesso delle più importanti posizioni e di sbarrare i solchi e le vie di più facile ed agevole accesso per un eventuale invasore. Questo sistema fortificato che, poco prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, assunse la denominazione di Vallo Alpino od Alpino del Littorio, ed al cui concepimento e successiva realizzazione tecnica venne preposto il Generale Angelo Guidetti, doveva costituire appoggio alle truppe di copertura, destinate a permettere la radunata dell'esercito di campagna ed il suo successivo innesto nel sistema difensivo, nonché valorizzare la possibilità di sbocco offensivo oltre frontiera. 3
9Ministero della Guerra, Comando del Regio Corpo di Stato Maggiore, circ. n° 200 di prot. Riservato con annessa una busta con cinque allegati avente per oggetto: Direttive per la organizzazione difensiva pennanente in montagna. (A.U.S.S.M.E. rep. L-1/192).
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Caratteristica particolare di questo sistema fortificato fu la fisio nomia della organizzazione difensiva che poteva considerarsi simile, nella sua essenza, ad una normalissima sist emazione difensiva campale, sia pure realizzata con materiale diverso. Essa contemplava infatti un'ossatura principale40 , costituita dalle opere della fortificazione permanente realizzate fin dal tempo di pace, integrata, all'atto della esigenza bellica, con fortificazioni campali, e da "una zona di schieramento, a tergo della posizione di resistenza ove si schierano la massa delle artiglierie della difesa e le truppe di fanteria destinate ad alimentare e sostenere la difesa in P.R."41 . Era previsto inoltre che la parte anteriore della posizione di resistenza fosse battuta dal fuoco organizzato di tutte le armi della difesa ed in particolare modo dai tiri incrociati delle armi installate nelle opere presenti nella zona, i cui serventi si giovavano della perfetta conoscenza del terreno antistante per batterne, in qualsiasi condizione, ogni piega od asperità. Nel periodo 1931/36 venne dato corso ai lavori tesi a realizzare fortificazioni che fossero in linea con i tempi e le concezioni tattico/strategiche dominanti. Dette strutture ebbero caratteristiche diverse da quelle realizzate precedentemente allo scoppio del primo conflitto mondiale, soprattutto per l'esperienza raccolta negli anni di guerra e per gli sviluppi raggiunti dalla tecnica fortificatoria nell'impiego del cemento e dell'acciaio. Esse infatti erano caratterizzate da struttura compatta e raccolta, da cannoni di piccolo e medio calibro, da mitragliatrici e fucili mitragliatori, da una ricerca quasi maniacale di inserimento nel paesaggio, nonché da un uso spregiudicato di acciaio e cemento armato; in ciò si differenziavano dai forti di precedente concezione, che avevano oltre ad una vasta e imponente mole un armamento di calibro elevato. Allo scopo di garantire punti particolarmente esposti nel tratto della frontiera fra il Moncenisio ed il Monginevro e nella zona di Bormio, vennero mantenute in servizio, quali batterie G.a.F. inserite nel nuovo complesso fortificato che si andava costituendo, alcune strutture fortificate risalenti agli inizi del '900 che, pur non rispondendo alle concezioni tecnico/tattiche in vigore, conservavano notevole valore quali batterie a media/lunga gittata, ed erano nel contempo in grado di controbattere le artiglierie che armavano i forti realizzati dalle nazioni confinanti nei propri territori di frontiera. Q·.1este strutture erano nel novero di quelle che, pur realizzate a cavallo dell'inizio del secolo, erano state riannate dopo la prima guerra mondiale, in quanto ritenute necessarie alla difesa dei confini, e quindi dotate di artiglierie di moderna concezione, balisticamente ancora valide all'epoca della realizzazione del Vallo Alpino, inserite in strutture resistenti, protette da cupole corazzate. 42
40si trattava della Posizione di Resistenza, le cui strutture si appoggiavano sui fianchi a zone di difficile praticabilità, che doveva immaginarsi divisa in due parti parallele al suo andamento. La prima, sede dei cent1; di resistenza a ll a prova di tutti i calibri arm a li con mitragliatrici agenti sul fianco ed il rovescio e la seconda, sede di mitragliatrici pesanti in semplici postazioni protette ed eventuali batterie di piccolo calibro in caverna o casamatta. 41 .\'Iinistero della Guerra circ.200/R del 6 gennaio 1931 preceden temente citata.
42 Fra queste il Forte dello Chaberton che, realizza lo a cava liere del '900, dopo la Grande Guerra venne mantenuto in servizio ed inglobato nel Vallo Alpino quale 515" Batteria G.a.F., il Forte Paradiso e la Batteria Le Courl al Moncenisio, il Forte Bramafam e ...
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Figura 4: Antica struttura fortificata, batteria G .a.F. nel Vallo Alpino (APA).
Con le strutture di "Nuova Concezione" si cercava, come evidenzia il loro armamento rapportato a quello delle fortificazioni di precedente costruzione, di ottenere un elevato volume di fuoco entro breve raggio piuttosto che il tiro di maggior gitta ta, ma più lento e metodico originato dai vecchi forti. Sono elementi caratteristici e fondam entali di questa fase costruttiva, che si sviluppa nel periodo compreso fra il 1931 e il 1936, il Centro di resistenza alla prova di t utti i calibri43 e la Batteria in caverna44 . Il Cen tro era la fortificazione moderna italiana di maggiore dimensione in grado di resistere ai proietti allora in uso ed il suo armamento era costituito principalmente da mitragliatrici ch e dovevano di norma agire sul fianco e sul r ovescio; qualora ubicato in zone in cui fosse prevedibile l'intervento di mezzj corazzati avversari, comprendeva casematte in calcestruzzo, con o senza piastra metallica di rinforzo, armate di pezzi da 57/43 o da 47/3245 . Si trattava di un'opera complessa fortemente protetta che racchiudeva nel suo insieme il numero di armi necessarie ad assolvere il compito assegna to e t utti i mezzi di vita e di azione occorrenti al suo presidio per vivere e combat tere anche se circondato e superato dal nemico. Si articolava in nuclei
43 Opere di fanteria per armi automatiche e pezzi conlrocano. 44 Ministero della Gue rra S.M. R.E. circ. 200 del 16 gennaio 1931 (A.U.S.S.M.E., rep. L-1/192) 45 Il pezzo da 57/43 venne utilizzato nelle opere del primo sistema realizzate lino a l 1935, mentre il più moderno pezzo da 47 mod. 32 venne utilizzato per le opere del secondo e terzo sistema, bretelle ed opere realizzate successivamente al 1935.
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corrispondenti in numero e specie a lla quantità e tipo delle armi in dotazione, era caratterizzato dalla impenetrabilità e reattività a giro di orizzonte e da aspetti t ecnico - costruttivi che variavano a seconda della sua potenza, del compito attribuito, e del tipo di terreno su cui era ricavata. Questo tipo di struttura venne progettata affinché potesse essere realizzata in modo duttile; mentre gli elementi di carattere generale erano costituiti in modo ricorrente, le postazioni per armi automatiche, da ricavarsi in caverna o in calcestruzzo, avevan o caratteristiche costruttive diverse, dovendosi inserire al meglio nella natura e adeguarsi alle forme del terreno. La struttura del Centro generalmente si sviluppava all'interno di una massa rocciosa ed aveva i "malloppi", o postazioni, destinati a ricevere mitragliatrici e/o pezzi anticarro, ricavati nella roccia o parzialmente all'esterno, sfruttando la protezione delle notevoli masse di calcestruzzo impiegate nella realizzazione4 6; i malloppi terminavano verso l'esterno con un blocco di cemento armato in cui era ricavata la feritoia strombata a gradoni. Cunicoli alla prova, di diverse dimensioni, collegavano internamente le caverne ed i malloppi, alla galleria principale; su di essa si aprivano i vani destinati a ricovero, posto comando, locali per le comunicazioni e servizi. Uno o due malloppi in cemento armato generalmente costituivano l'uscita, il cui vano era chiuso da porte in ferro di tipo garitta o attivo 47 ; spesso il vano dormitorio, spartanamente arredat o, era costituito da una parte della galleria stessa. Allo scopo di evitare inutili e sicure perdite, nel caso di situazioni particolari quali ad esempio l'accertata esposizione al tiro nemico, i malloppi erano sostituiti da strutture metalliche.
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Figura 5: Pianto di un centro di resistenza realizzato a mente della Circ.200 del 6 gennaio 193 1
(A.U.S.S.M.E.).
4 6Ai fini del mascheramento si doVTà collocare e raccordare queste parti sporgenti dei malloppi ai cucuzzoli di terreno ordinario o r occia cli cui la zona montana sempre abbonda, o ricorrere se del caso, alla costruzione di rocce artificiali che riproducano, nel modo più perfetto possibile le rocce naturali esistenti nelle vicina nze (liberamente ridotto dalla circolare 300 del 24 gennaio 1932 del Ministero della Guerra). 4 7 Porta attiva o garitta era la porta di chiusura che, r ealizzata in metallo, presentava una feritoia per il controllo del personale che richiedeva l'accesso ed una o più armi per la difesa dell'accesso stesso.
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Le Batterie in caverna48 erano armate principalmente con pezzi da 75/27 mod. 0649 che erano collocati, su affusto originario o di tipo particolare, in caverna, strutture di calcestruzzo o metalliche analoghe a quelle dei centri di fuoco, seppur caratterizzate da dimensioni adeguate alla mole dei pezzi che le armavano, nonché da cannoniere proporzionate al calibro dell'arma e brandeggio richiesto. Queste batterie erano di previsto impiego sui valichi di maggiore importanza, nonché di concorso all'azione dei centri di fuoco sul margine anteriore della posizione di resistenza e sulla zona di sicurezza e si avvalevano per la direzione del tiro di osservatori corazzati che erano stati realizzati in modelli diversi per consentire un loro ottimale inserimento nel paesaggio. Successivamente opere complesse, veri e propri fortilizi resistenti ai medi calibri, avrebbero dovuto essere collocate a sbarramento, anche in profondità, delle principali vie di penetrazione per la tutela da possibili attacchi portati da fanti avversari. Erano previste inoltre opere semplici, dotate al massimo di tre mitragliatrici, poste a guisa di difesa ravvicinata ed a corona delle opere complesse, collegate, almeno parzialmente, alle suddette opere da camminamenti e cunicoli. Questa fortificazione avrebbe dovuto costituire perno di appoggio e manovra per lo schieramento delle grandi unità mobili agenti negli spazi interni. Nel corso degli anni il sistema fu soggetto ad una continua evoluzione nella effettiva realizzazione sul terreno, in base alle risorse che lo Stato vi poteva destinare, al progresso tecnologico e al relativo sviluppo dei mezzi bellici, nonché all'evoluzione della situazione politica ed alle conseguenti direttive emanate dallo Stato Maggiore, anche se non si riuscì a raggiungere l'optimum prefissato. Maggiori disponibilità finanziarie e un più ampio lasso di tempo a disposizione avrebbero permesso di dotare l'Italia di un sistema fortificato profondo e raffinato, realizzato su linee successive, potentemente armato e quindi in grado di garantire l'inviolabilità del territorio nazionale. Il sistema/quindi comprendeva postazioni per armi della fanteria (centri di fuoco) e per pezzi di artiglieria (batterie in caverna), ricavate sia in caverna, sia in strutture in calcestruzzo o metalliche, adeguatamente inserite nel paesaggio con sapiente opera di mascheramento, tesa a "ripristinare nelle sue condizioni primitive il terreno"50. Inoltre erano stati adottati particolari accorgimenti per consentire un ottimale funzionamento della strutture realizzate, quali fra gli altri l'ampio ricorso ai tiri di fianco e rovescio che, meno rivelando l'origine del proprio fuoco, permettevano di sottrarre le feritoie ai tiri di imbocco avversari. Sempre per ottimizzare il funzionamento delle strutture era stato previsto che: - qualora fosse necessario utilizzare il tiro frontale, le postazioni per le mitragliatrici e/o cannoni di piccolo calibro impiegate per tale tipo di tiro venissero realiz4 8 Sin dall'inizio i pianificatori italiani avevano previsto cli installare artiglierie permanenti per sostenere l'azione degli apprestamenti campali e delle opere per fanteria; queste artiglierie erano rappresentate dagli antichi forti autonomi ad azione lontana e da batterie da campagna permanenti che stoccate in appositi magazzini assieme alle munizioni ( i serventi alloggiavano in apposite casermette realizzate nelle immediate vicinanze) raggiungevano in caso di necessità le piattaforme :in cemento realizzate nei luoghi previsti per lo schieramento. Solo successivamente per rimpiazzare i forti obsoleti (che rimarranno t uttavia in servizio) e dare protezione ai pezzi schierati, ora definitivamente in loco e non nei magazzini di alta quota, si realizzeranno vere opere fortificate per i pezzi, denominate batterie in caverna. A loro integrazione ed in numero limitato verranno pure realizzate opere miste fanteria - artiglieria. 4 9 Principalmente, in quanto si hanno anche batterie in caverna armate con l'eccellente 100/17, come ad esempio nelle località Becchi Rossi della Valle Stura.. SO Ministero della Guerra S.M. R.E. circ.300 del 24 gennaio 1932 pg.1. A.U.S.S.M.E. , rep. L-1/193
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zate mediante casamatta metallica51 o struttura metallica che, realizzata in più parti - per il trasporto - era messa in opera annegando gli elementi nel calcestruzzo e mantenendo visibile la sola feritoia ricavata nella piastra frontale; - i malloppi o casematte in calcestruzzo fossero rinforzati con piastra metallica frontale 52 che, presentando una feritoia di dimensioni oltremodo contenute, riduceva in modo notevole il rischio del colpo di imbocco - le strutture fossero realizzate con spessori di calcestruzzo oscillanti fra i 3,50 ed i 4 metri, tali da dare una notevole protezione contro i proietti anche dei grossi calibri. - nelle zone di previsto combattimento ravvicinato, allo scopo di dominare con il fuoco tutto il terreno e non solo part i di esso, le postazioni a casamatta fossero di dimensioni lievemente maggiori di quelle prima descritte e munite, anziché di una piccola cupola idonea all'impiego di una sola arma, di torretta a quattro feritoie (denominata mod.1) munita di quattro conchiglie o scudi ruotanti porta arma, in grado di permettere la contemporanea azione di due armi;
Figura 6: Torretta mod. l per mitragliatrice in casamatta, resistente ai medi calibri (A.U.S.S.M.E.).
51 Per casamatta metallica si intendeva una struttura a pozzo, costituita da anelli metallici che rivestivano le pareti del pozzo scavato nella roccia, munita in superficie di cupola mono feritoia - per mitragliatrice - annegata nel calcestruzzo e terreno
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La Guardia Alta Frontiera
Le strutture erano dotate di magazzini per i viveri e le munizioni, impianti di illuminazione, ventilazione, filtraggio e rigenerazione dell'aria interna nonché impianti di protezione antigas, per consentire ai presidi una permanenza ottimale e permetterne una lunga e sicura autonomia anche nel caso in cui la struttura fosse stata temporaneamente aggirata e superata dalle forze avversarie. Stazioni radio, impianti telefonici e fotofonici53 assicuravano i collegamenti rispettivamente con i comandi superiori, con le varie componenti delle opere, fra le diverse opere, mentre impianti sanitari ed igienici protetti ed ubicati all'interno evitavano la necessità di uscire dalla struttura protetta. Fossati anticarro, reticolati, spezzoni d'acciaio ancorati al terreno con calcestruzzo e plinti di cemento armato, i cosiddetti denti di drago, costituivano gli ostacoli passivi permanenti di cui era prevista la costruzione fin dal tempo di pace per la parte anteriore della posizione di resistenza. La parte posteriore della posizione di resistenza era costituita da postazioni e da strutture protette; le prime, per mitragliatrici pesanti, erano collegate ai ricoveri alla prova previsti per i serventi, le altre erano destinate al personale di previsto impiego per il contrattacco, mentre sulla parte anteriore, a completare l'azione dei centri di resistenza armati di mitragliatrici Fiat mod. 14, 14/35 o di cannoni controcarro mod. 47/32 54 , tutti collocati in posizione protetta, si trovavano le batterie di piccolo calibro che in caverna, in casamatta corazzata o in calcestruzzo ed armate con pezzi da 75/27 mod. 06 o 100/17, erano destinate a battere con tiro di infilata o di rovescio la parte anteriore della posizione di resistenza, la zona di sicurezza ed i valichi di maggiore importanza. Un certo numero di batterie classificate "sempre pronte" avevano i pezzi ed il munizioname:q.to a "piè d'opera" o depositati in appositi magazzini, talora costituiti da fortificazioni di epoche precedenti declassate perché non rispondenti a i vigenti concetti, ubicati nelle adiacenze delle località di impiego. L'organizzazione difensiva prevedeva inoltre il completamento dell'ossatura permanente di questa zona mediante la realizzazione di ostacoli passivi di carattere campale aventi il compito di incanalare l'eventuale avanzata nemica in direzione favorevole al contrattacco. Nella zona di schieramento, a tergo della posizione di resistenza, all'atto della mobilitazione dovevano affluire la massa delle artiglierie della difesa nonché le truppe destinate ad alimentare e sostenere la difesa da effettuarsi nella posizione di resistenza.
52Erano stati realizzati diversi tipi di piastra metallica frontale per potere far fronte alle diverse esigenze edificatorie delle strutture e consentirne l'utilizzo da parte di mitragliatrici od armi anticarro. Un sommario riepilogo dei principali tipi di corazzatura utilizzati nelle fortificazioni del Vallo Alpino è riportato nello specchio figura 138. 53 L'impianto fotofonico era un tipo particolare di apparato che collegava punti mutualmente visibili ed allineati, trasformando in trasmissione il segnale acustico in un fascio luminoso e convertendo in ricezione il segnale ottico in acustico ricevibile in cuffia; questo tipo di apparato, di cui esistevano anche esemplari portatili, era generalmente utilizzato in installazione fissa per collegare le opere fra di loro. 54sostituiti fino al 1935 dal pezzo mod. 1887 Regia Marina da 57/43.
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La rete stradale, di cui ancora oggi rimangono vaste tracce, era molto sviluppata, per permettere un sollecito schieramento delle truppe e l'afflusso delle artiglierie di medio e grosso calibro alle postazioni che, numerose e ben asservite alla viabilità militare, erano pressoché totalmente a llo scoperto. Il 5 marzo 1931 venne emanata la circolare n° 800 55 che, completando la precedente n° 200 conteneva le "Direttive per la organizzazione difensiva di zone boscose alla frontiera orientale", assai importante poiché sanciva le norme cui attenersi per la realizzazione della sistemazione difensiva in tale parte della frontiera caratterizzata da una situazione ambientale ed orografica assai diversa da quella che contraddistingueva la restante parte del sistema difensivo alpino. Nel gennaio 1932 la circolare n° 300/R che conteneva le aggiunte e varianti agli allegati alle precedenti circolari n° 200 ed 800 stabilì che le strutture di nuova realizzazione ed alcune delle precedenti, dislocate in posizioni di particolare impegno, fossero internamente rinforzate da una corazzatura, realizzata in vari tipi. Detta corazzatura, nel caso di armament o con mitragliatrice, presentava, solidale, un affustino speciale per l'incavalcamento dell'arma. La suddetta circolare inoltre stabiliva che, allo scopo di poter svolgere azioni di fuoco frontale, fossero realizzate casematte cementizie o metalliche che, adeguatamente inserite nel paesaggio mediante annegamento nel cemento e terra o ricoperte di scaglie di pietra, lasciassero sul piano di campagna le sole feritoie delle cupole metalliche delle torrette destinate alle armi in dotazione. A far corso dal 1935 il programma dei lavori subì un arresto nel suo graduale e normale sviluppo previsto, essendo prevalso il concetto di preferire alle postazioni protette quelle in terreno libero ritenute, alla luce di quanto avvenuto in A.O.I. e nella guerra spagnola, più valide e non valsero i successivi interventi a recuperare il tempo perduto56. Nel 1938 il sistema fortificat o italiano non aveva ancora raggiunta la profondità voluta, e la realizzazione integrale di quanto concepito originariamente avrebbe richiesto un insopportabile sforzo economico ed un notevole lasso di tempo, che il pericolo di un conflitto ormai evidente non concedeva; l'evolversi della situazione politica e l'addensarsi sempre più minaccioso di venti di guerra preoccupavano notevolmente le gerarchie militari che non vedevano, causa la mancata costruzione di parecchie delle opere di maggiore mole inizialmente previste, il concretizzarsi della impenetrabile barriera che ritenevano necessaria per la difesa del Paese. Infatti "con la parziale applicazione della circolare 200 il sistema difensivo attuato alle frontiere terrestri in zona montana risultava lineare e quindi debole e solo la costruzione di ulteriori opere avrebbe potuto dare la necessaria profondità al sistema"57 . L'annessione dell'Austria (1938) ed il timore che, digerito il boccone, la Germania potesse invadere la Jugoslavia, accerchiando così parzialmente l'Italia non anco-
55 1e circolari del Ministero della
Guerra Comando del Corpo di S.M. del R.E. 200 in data 6/1/1931, 800 in data 5/3/1931, 300 in data 24/1/1932 sono in A.U.S.S.M.E., Rep. Ll/193.
56 COlvlANDO GRUPPO ARMATE OVEST -
Ufficio Situazione Promemoria per S.A.R. il Comandante all'oggetto: sistemazione difensiva permanente delle frontiere ten-estri. A.U.S.S.M.E./ F4
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C.$.
42 La Guardia Alla Frontiera ra resa ermetica lungo il grande arco delle Alpi, impensierivano il Capo del Governo e lo spinsero a dare un forte impulso per accelerare la sistemazione difensiva delle frontiere. Le preoccupazioni di Mussolini, rivolte principalmente alla frontiera con la Germania ed in subordine, causa la sopra accennata minaccia, con la Jugoslavia, erano anche quelle del Generale Pariani che, nella circolare n° 7000 del 3 ottobre 1938, a sua firma, esprimeva il t imore che le limitazioni finanziarie imposte e le attribuite priorità di costruzione ai grandi complessi di capisaldi avessero conferito alla sistemazione difensiva la consistenza di una linea troppo sottile. Per ovviare a questa temuta ipotesi, la suddetta circolare disponeva che fosse urgentemente data profondità a tutto il sistema, trasformando la linea di copertura già realizzata in strisce di profondità variabile, in funzione del tipo di terreno e delle possibilità di attacco nemico, realizzando nel contempo sulle direttrici principali sbarramenti arretrati, atti a contenere un nemico celere che fosse riuscito a superare la linea di copertura. Per rafforzare questo scelta, nel corso della riunione tenuta dal Generale Parian i il 4 ottobre 1938 ai comandanti del genio di Corpo di Armata, venne ribadito che la fortificazione fino ad allora fatta doveva essere considerata solamente come una solida imbastitura, un tipo di fortificazione imposta dalla necessità di risolvere con pochi mezzi l'urgente problema di tenuta dei confini e che ad esso si sarebbe dovuto dare un più approfondito sviluppo alla luce dei nuovi elementi sorti58; questo approfondimento avrebbe dovuto esprimersi col dare spessore al sistema difensivo mediante la realizzazione di un graticcio di fuoco impenetrabile al nemico, con il creare una vera e propria striscia fortificata vivificata dalla G.a.F., con il realizzare sbarramenti arretrati che dessero arresto al nemico e tempo di intervento con la manovra. Si trattava di integrare. l'organizzazione di fuoco delle opere complesse con l'opportuna collocazione prevalentemente di mitragliatrici, traditrici o di infilata, ubicate in opere fortificate semplici di rapida realizzazione, così da coprire la zona nella quale il nemico doveva avanzare per l'attacco con un reticolato di fuoco complesso e per di più privo di angoli morti; le opere complesse realizzate nel fondovalle, opportunamente integrate dall'azione di fuoco di semplici postazioni analoghe a quelle prima indicate, avrebbero pienamente assolto il compito di sbarramenti arretrati. Il complesso delle opere già realizzato venne così integrato da postazioni dette "Pariani", "Settemila" o "Semplici"59 , costituite da un contenuto monoblocco in calcestruzzo adeguabile per forma di costruzione alle diverse situazioni del terreno, armato con • una o due mitragliatrici, talvolta integrate da un pezzo anticarro da 47/32 e con ricovero limitato allo stretto indispensabile, personale addetto al funzionamento delle armi, dotazione di munizioni, viveri ed acqua per un massimo di tre giorni. Con questo tipo· di postazioni la sorgent~ del fuoco fu separata dal centro di vita dell'opera e limitata praticamente ad una postazione con riservetta munizioni. Strutture di rapida realizzazione, costruite in un blocco di calcestruzzo di buono spessore, i tipi 7000 presentavano una limitata autonomia logistico-funzionale ed il 58Si trattava, secondo la "sintesi degli argomenti trattati nella riunione del 4 ottobre 1938", della nascita della G.a.F., della costituzione dell'Armata del Po e dei nuovi concetti di impiego dei mezzi celeri per raggiungere la sorpresa. A.U.S.S.M.E., Rep. H5/2. 59Pariani dal nome del generale che ne dispose l'impiego, Settemila dal numero della circolare che ne sanzionò nascita, caratteristiche ed impiego, Semplici per la rusticità e semplicità della loro costruzione.
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loro presidio, ridotto alle unità indispensabili per lo slretto funzionam ento delle armi in dotazione, doveva essere sovente alloggiato in casermetta o ricovero protetto realizzato, enucleato dall a struttura dell'opera, nelle vicinanze della postazione in posizione defilata ed in contropendenza. In qu esta, che si può definire seconda fase costruttiva del Vallo, le grosse strutture precedenti, r ealizzate a mente delle circolari 200 ed 800 del 1931 e costituenti una robusta intelaiatura della sistemazione difensiva di copertura, furono affiancate nella realizzazione e poi sostituite da contenute casematte, realizzate in calcestruzzo con pareti deHo spessore variabile da 1,50 a 2,50 metri , le cui ridotte dimensioni ed il basso sporto sul piano di campagna, come pure il diradamento, il defilamento, lo sfruttamento dell'ambiente naturale ed il mascheramento60 garantivano in maniera indiretta la protezione ai piccoli e medi calibri; una piastra metallica annegata nel calcestruzzo in corrispondenza della feritoia proteggeva dai tiri di imbocco. La semplicità e quindi facilità e velocità di realizzazione delle piccole strutture modello 7000 ne permise in breve una rilevante produzione e messa in opera; si riuscì quindi, con il loro inserimento n el sistema difensivo, a completare la difesa dei valichi secondari, ubicati ad alta quota, a coprire vie di penetrazione minore e a coJlegare con bretelle le precedenti realizzazioni fortificate, conferendo al complesso difensivo di frontiera, prima costituito da capisaldi isolati, sia pure coordinati in linee difensive, una sistemazione lineare vera e propria, anche se talora dotata di limitata profondità. La riduzione dello sviluppo delle strutture, ridotte ora a poco più di una postazione protetta per armi, aveva però fatto perdere alle stesse là loro autonomia logistica, elemento fondamentale per la sopravvivenza dell'opera stessa, qualora superata ma non annientata d al nemico.
Figura 7: Postazione tipo
7000 in locolitò Chaz Dura (AO) (APA) . 6011 contenuto spessore di calcestruzzo che ricopriva le 7000 le garantiva solo dai proiettili di piccolo calibro. da cui la necessità di ricercure la possibilità di cclnrle il più possibile all'avYersario inserendole neirambientc. Si cercò di ottenere questo risultato con slruttLll"e posticce che, sovrapposte, rendevano la struttura simile agli cdi lici vicini, con l'uso di reti di 1m1scherarncn Lo, verniciu~ure opportu ne che ne a lteravano le.i forma e la inserivano nel paesaggio a lpestre, mentre scaglir di pietra cd opportune sagomatun· del calcestruzzo tendevano a far assumere all'opera. in tc•r..-eni rocciosi. l'aspetto clrlla roccia in cui era stai.a ricavata.
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Figura 8: Schizzi di postazioni per mitragliatrici (allegati olla circ.7000).
Venne così realizzata un'organizzazione fondamentalmente lineare, impostata essenzialmente sulle mitragliatrici ed i pezzi controcarro di piccolo calibro che armavano le opere di fanteria e, ove previsto, su postazioni ricavate in caverna, prevalentemente armate con pezzi da 75/27 e 100/17, in grado di effettuare il tiro sui valichi e le alte valli. In taluni limitati casi si ebbero come batterie di artiglieria opere che, pur realizzate in passato, erano considerate di ancora utile impiego in virtù delle artiglierie che le armavano. Talora venne abbozzato un sistema di sbarramenti arretrati non più continuo, ma localizzato sulle principali vie di facilitazione, costituendo parziali raddoppi del sistema fortificato realizzato nel periodo precedente e collegato ad esso mediante bretelle e vie allo scoperto. In parecchi casi, essendo urgente sbarrare pericolose vie di accesso, molte mitragliatrici e pezzi controcarro dovettero venire collocati in postazioni allo scoperto e analogamente si dovette agire per la massa delle artiglierie di medio e grosso calibro cui non fu possibile dare ricovero in opera o caverna. Ciò avvenne anche se, per accelerare e portare a termine i lavori, era stato previsto l'impiego di personale G.a.F. per i lavori interni alle strutture e quello dei reparti lavoratori, appositamente costituiti con i richiamati esuberanti all'organico di guerra, per i lavori di interesse gene-
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rale tra cui, di massima importanza, quelli per gli accessi delle artiglierie6 1• Una successiva visita ispettiva compiuta al sistema fortificato ispirò la circolare 12000 del 3 ottobre 1939 con la quale si dispose che i centri di resistenza, previsti dalle circolari 200 e 800, e le postazioni, prese in considerazione dalla circolare 7000, fino al momento realizzate venissero integrate da opere minori costituite da appostamenti protetti semplici, particolarmente idonei a battere angoli morti ed agire sul rovescio con azione traditrice. Le strutture di integrazione, destinate a dare maggior validità alle fortificazioni fino ad allora realizzate, vennero applicate sia ad antiche strutture al momento ancora in uso, che a strutture realizzate fra gli anni Venti e Trenta, cui le opere di integrazione conferivano un nuovo e maggior potenziale bellico. MPOITlMEHTO H NINUtl &IHEIIHOftl · · ~ 4i-
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Figuro 9: Circ.12000: opera di integrazione al sistema difensivo. Schizzo di appostamento d i minime dimensioni per mitragliatrice su treppiede (A.U.S.S.M.E.)
61 Ministero della Guerra C/do del Corpo di S.M. f.n° 4225 del 25 aprile 1939.
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a.c.{A.U .S.S.M.E.}
La preoccupazione che l'organizzazione fortificatoria fino ad allora realizzata potesse offrire scarsa tenuta ad un eventuale attacco, unita ad una schiarita politica che faceva sperare in un periodo di tranquillità, fece elaborare nuovi concetti cui improntare l'organizzazione difensiva della frontiera. La loro applicazione determinò una rivoluzione sul modo di vedere il Vallo Alpino, che ora non era più relegato sullo spartiacque, ma veniva ad esser dotato, anche nel fondovalle, di un imponente sviluppo, realizzato con strutture di valore diverso in funzione della potenzialità della via tattica da dominare. Infatti, secondo i nuovi criteri sinteticamente esposti dalla circolare 1500062 firmata del nuovo Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Maresciallo Graziani - e siamo in presenza del terzo periodo fortificatorio - l'organizzazione difensiva doveva comprendere più sistemi fortificati, di regola tre, appoggiati a linee naturali particolarmente forti che si susseguivano in profondità e distanziati quanto era necessario per costringere l'avversario ad adottare successivi schieramenti di artiglieria63 . I sistemi 62 Ministero della Guerra S.M. R.E. circolare 15000 del 31/12/1939 in A.U.S.S.M.E., rep. Ll/195 63 Vicino al confine il primo sistema, a sbarramento dei tratti mediani delle valli, gravitando sulle vie di facil itazione il secondo, opere "catenaccio" a sbarramento delle strade principali per il terzo, realizzato in prossimità dello sbocco in pianura delle valli alpine.
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dovevano esser connessi da numerose "bretelle di raccordo", linee di difesa trasversali alle linee principali, destinate a segmentare il terreno, evitando che la caduta di un caposaldo permettesse l'aggiramento dell'intera linea difensiva con conseguente arretramento di tutto il fronte. La suddetta circolare prevedeva, inoltre, che in ogni sistema, in relazione alle condizioni di operabilità del terreno nei suoi vari tratti, si avessero sistemazioni a carattere diverso e precisamente così stabiliva: "Fortificazione permanente alle frontiere alpine".
"Con riserva di impartire quanto prima disposizioni completive per le singole frontiere, espongo sinteticamente i criteri cui si deve ispirare la nostra fortificazione permanente alla frontiera alpina. Questo affinché tali criteri vengano sin d'ora applicati nei lavori allo studio, in progetto, e - per quanto possibile - in quelli in corso di esecuzione o già ultimati. 1° SISTEMI FORTIFICATI in corrispondenza delle frontiere francese, germanica e iugoslava saranno costituiti più sistemi fortificati successivi. Andamento generale: determinato da questo S.M.; per la frontiera svizzera: riserva di ordini. 2° COSTITUZIONE DEI SINGOLI SISTEMI In ogni sistema, in relazione al diverso grado di "operabilità" del terreno nei suoi vari tratti, si avranno sistemazioni a caratteristiche diverse, e precisamente: "sistemazioni tipo A": a cavallo direttrici permettenti attacco a massa; "sistemazioni tipo B": a cavallo direttrici permettenti attacco di singole colonne; "sistemazioni tipo C": a cavallo direttrici permettenti attacco di piccoli reparti, "sistemazioni campali": nei tratti impervi, affidati a sole truppe mobili. 3° COSTITUZIONE DELLE SINGOLE SISTEMAZIONI "sistemazione tipo A": fascia costituita da opere resistenti al grosso calibro, avente profondità, in terreno non molto accidentato, di circa 3 km. "sistemazione tipo B": gruppi di opere resistenti al medio o al grosso calibro. "sistemazione tipo C": opere resistenti al piccolo o medio calibro, a gruppetti, o staccate, intese essenzialmente, ad irrobustire i lavori campali delletruppe mobili. 4°0PERE Ossatura delle "sistemazioni tipo A e tipo B": costituita "opere grosse" con presidio comandato da ufficiale (forza corrispondente al plotone - sezione compagnia - batteria o reparto misto di forza analoga). Comandabilità effettiva di ciascuna di dette opere, mediante: osservatorio di comando trasmissioni interne (telefono -portavoce - segnali acustici - ottici) trasmissioni esterne (tra cui cavo telefonico interrato). Completamento, in dette sistemazioni, delle opere grosse mediante "opere medie": (presidio di forza non inferiore alla squadra, comandato da uff~ciale o sottufficiale), con compiti integrativi (fiancheggiamento - anticarro - angoli morti), collegate, sempre quando possibile, alle opere grosse con cunicoli o camminamenti. Opere delle "sistemazioni tipo C": "opere medie" ed "opere piccole" (presidio di forza inferiore ad una squadra). umciali nelle opere capo - gruppo. Maggior ricorso possibile ai lavori in roccia (per qualsiasi tipo di opera). 5° ARMAMENTO DELLE OPERE Fucili mitragliatori, mitragliatrici, mortai, pezzi anti carro, lanciafiamme, pezzi di artiglieria di piccolo calibro, o armamento misto di fanteria -artiglieria, a seconda dei casi.
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Mitragliatrici e pezzi anti carro incaricati di compiti importanti, sempre abbinati, ma in postazioni distinte. Nelle sistemazioni tipo A e tipo B (specie nelle p rime): direzioni di tiro per le armi tali da formare un reticolato di fuoco dinanzi alle opere e fra esse. Speciale sviluppo di tiri di ffonco e di schiancio; efficacia reale e tempestiva delle armi, assicurata non semplicemente sulla base delle direttrici di tiro, ma sulla base pratica della determinabilità del momento di entrare in azione (Osservatorio di comando delle singole opere -visibilità dalle postazioni). 6° ABITABILITA - AUTON OMIA E DIFESA VICINA DELLE OPERE Costruzione ed attrezzamento delle opere (opere grosse) tali da permettere realmente al presidio di vivere, di mantenersi efficiente e di agire speditamente, anche se per lungo tempo rinchiuso, sotto il tiro di artiglieria avversaria. Possibilità alle opere di fronteggiare offese immediate (difesa vicinaJ64. [.:.]
Fondamentalmente quindi tre erano i tipi di opera presenti nella sistemazione difensiva prevista dalla circolare 15000, che differivano t ra di loro per il numero di postazioni, il tipo di protezione, il sistema di realizzazione del/degli osservatorio/i, l'abitabilità e le attrezzature complementari e precisamente: - opere grosse: comprendenti cinque o più postazioni, per mitragliatrici, pezzi controcarro o di piccolo calibro, lanciafiamme o mortai, collegate tra di loro e con i locali di servizio da cunicoli protetti; realizzate per offrire generalmente protezione ai grossi calibri, erano munite di osservatori attivi, realizzati, quasi sempre, in apposita casamatta metallica; - opere medie : munite al massimo di quattro postazioni per gli stessi tipi di arma presenti nelle opere grosse, analogamente collegate da cunicoli protetti, avevano protezione al medio calibro (grosso calibro solo per quelle inserite nelle sistemazioni tipo "A"); feritoie di osservazione e periscopi assicuravano il sistema di osservazione; - opere piccole: costituite al massimo da due postazioni per mitragliatrice, arma controcarro o lanciafiamme, avevano protezione generalmente al piccolo calibro. La difesa vicina degli elementi vitali dell'opera e cioè ingressi e postazioni era oggetto di particolare cura in tutte le opere; parimenti curate erano le attrezzature che dovevano permettere l'efficienza e l'azione del presidio, nonché la vita, anche in caso di lunga permanenza all'interno dell'opera stessa. Si trattava quindi di strutture molto più estese dei precedenti centri di fuoco, spesso sviluppate su più piani raccordati fra loro da scale interne, dotate di rilevante armam ento, con gli ingressi protetti da caponiere, realizzate in sporto e munite di feritoie protette da apposite corazzature che avrebbero dovuto ospitare fucili mitragliatori Breda mod. 30. A rafforzamento delle difese, attorno alle caponiere ed alle porte di ingresso, in queste strutture erano presenti, caratterizzandole, i fossi diamante destinati ad impedire l'azione dei guastatori nemici e a contenere le eventuali macerie provocate da bombardamenti, in modo che i detriti non ostruissero le feritoie impeden done l'utilizzo.
64 Ministero della Guerra S.M. R.E circolare n°15000 datata 31 dicembre 1939 in A.U.S.S.M.E. rep. 1 1/195
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Le norme fondamentali ed i tipi schematici di opere erano stati precisati nella circolare 600, emanata dall'Ispettorato del Genio in dat a 30 gennaio 1940 che, oltre a fissare i tipi di opere principali, si soffermava sui particolari costruttivi e fra l'altro disponeva che, a causa delle temporanee carenze di affusti specifici, le mitragliatrici avrebbero dovuto esser previste per il tiro su treppiede, predisponendo quindi le postazioni con pancone di adattamento alle feritoie e le artiglierie protette da strutture che ne prevedessero ricovero ed impiego su affusti a ruote. Con questi lavori si cercava di ovviare alle carenze su esposte dando un valido ricovero ad armi fino a quel momento schierate in appostamenti campali o su semplici piazzole.
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Figura 19: Schizzo di casamatta di artiglieria (pezzo sul proprio affusto da campagna}. (Zabert op.cit.}.
Successive disposizioni rimarcavano come la carenza di materie prime, evidenziata nella circ. 600, non avrebbe consentito in tempi brevi la realizzazione di strutture protette per le artiglierie di calibro elevato e si invitavano gli Alti Comandi a sopperire di iniziativa, in attesa di provvedimenti centralizzati, proteggendo le stesse con baracche smontabili. Qualora il tempo, l'afflusso di materie prime e gli stanziamenti a disposizione lo avessero consentito, era previsto il completamento della sistemazione difensiva con: 65 bretelle di collegamento di costituzione analoga a quella dei rispettivi tipi di sistemazione difensiva, postazioni per la massa delle artiglierie (all'atto dell'inizio delle ostilità pochissime erano le artiglierie, al di fuori delle batterie S. P. dotate di una sede protetta regolamentare), ricoveri per le truppe mobili, posti comando per gli Enti che già non avessero sede all'interno di opere, collegamenti di carattere generale, osservatori per le artiglierie ed i comandi ai vari livelli, predisposizioni interruttive (ponti stradali e ferroviari, vie di comunicazione, gallerie ecc.), reticolati ed ostacoli anticarro di varia natura, potenziamento della rete stradale militare e realizzazione di raccordi fra i vari sistemi viari, creazione di vie di arroccamento e della viabilità minore di accesso a postazioni, comandi, depositi e riservette (al momento - fine del 1939 ancora allo stato embrionale o quasi), teleferiche di servizio, magazzi~i.
65 Come si deduce dall'esame della circolare dello S.M. R.E. n° 15000 datata 31/72/1939 già citata.
La jòrtijìcazione
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Poiché il primo sistema difensivo era praticamente già stato completato con i centri di fuoco e le postazioni tipo 7000, le fortificazioni previste dalla nuova circolare avrebbero dovuto costituire il completamento del secondo, integrando in modo massiccio le strutture già realizzate, e formare l'ossatura del terzo sistema. Lo scoppio della guerra contro la Francia non concesse però il tempo materiale alla realizzazione completa di questo programma che, ripreso dopo la battaglia del giugno 1940, venne portato a parziale compimento solo negli specifici settori ove la precedente configurazione presentava vistose lacune, messe in evidenza dall'esperienza di guerra e da ispezioni inviate all'uopo dal Ministero della Guerra66. Terminata la guerra con la Francia, mettendo anche a frutto le esperienze ricavate nel breve conflitto e quanto emergeva dall'esame/raffronto delle strutture avversarie, si procedette alla ripresa dei lavori per ultimare quanto il conflitto aveva fatto sospendere. Allo scopo di evitare nelle nuove costruzioni, e nel limite del possibile eliminare da quelle già in utilizzo, omissioni o manchevolezze che potessero infirmare l'efficienza tattica della sistemazione difensiva, vennero emanate successive circolari integrative alla 15000, fra le quali la circolare 1350067 , emessa nell'agosto del 1941, contenente i nuovi criteri su cui doveva basarsi la fortificazione permanente. In pari tempo venne posto allo studio il rinnovo dei materiali d'armamento, corazzatura ed altri elementi destinati alle opere della sistemazione difensiva68 .
PIANTA SCALA
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Figura 20: Circ.15000: opera evoluta (A.U.S.S.M.E.)
66 Stato Maggiore del R.E. - "Visita alle sistemazioni dell'Alto Adige" del 22 lugho 1941. A.U.S.S.M.E., Ll/198 67 Stato Maggiore del R.E. - "Fortificazione permanente" circ. 13500 del 14 agosto 1941. A.U.S.S.M.E., Ll/195 68 In data 15 febbraio 1941 lo S.M. Ufficio Operazioni con un promemoria riprendeva la direttiva per la ripresa dei lavori sulle tre frontiere (circ. 400 del 5 febbraio 1941), stabiliva un ordine cli precedenza nello studio delle nuove armi, corazzature ed installazioni e gli accorgimenti da adottare per consentire la ripresa dei lavori indipendentemente dai tempi di approvvigionamento dei nuovi materiali allo studio. A.U .S.S.M.E. Hl/24.
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La,
Guardia Alla Frontiera
Se nel campo normativo si procedette regolarmente, le carenze di materie prime ed i tempi lunghi di progettazione e realizzazione costrinsero a dilazionare, rallentare, sospendere e riprendere solo parzialmente taluni lavori ed impedirono la messa a punto del sistema secondo i nuovi criteri; questo comportamento si evince dalla lettura del "Diario storico del Comando Supremo" - (bimestre luglio agosto 1940 - 10 luglio 1940 ), ove appare chiaramente che, per far fronte alle esigenze fortificatorie contemperandole con le possibilità dell'industria nazionale, si era reso necessario stabilire un criterio di priorità nella realizzazione dei vari elementi del sistema fortificato69_ Nonostante la programmazione, poco dopo i lavori alla frontiera francese vennero temporaneamente sospesi per essere ripresi dopo l'occupazione del territorio francese, limitatamente a quelli necessari per garantire la nuova situazione territoriale. Si continuò a lavorare alla frontiera jugoslava fino allo scoppio delle ostilità contro quel paese. Analogamente i lavori vennero portati avanti per cercare di attuare quanto prefissato in pianificazione ai confini svizzero e germanico (la linea detta del "non mi fido"). La G.a.F. era interessata notevolmente a tale progetto poiché i lavori da portare a termine avrebbero dovuto comportare un potenziamento o una ristrutturazione dei suoi organici, stante la necessità di guarnire adeguatamente le strutture, che se non sono convenientemente presidiate e difese a nulla valgono. Gli avvenimenti bellici misero in minima parte alla prova il sistema così realizzato, e quindi non si può esprimere un sicuro e ponderato giudizio sulla sua validità. In teoria il confine, stante l'entità e la qualità dei lavori fatti, avrebbe dovuto essere inviolabile sin dalla fine del 1939; in realtà, nonostante l'ormai accertata imminenza dell'entrata in guerra, le accelerazioni date ai lavori fra la fine del 1939 e gli inizi del 1940, non riuscirono, secondo quanto emerso dalle ispezioni compiute in loco70, a conferire al sistema quel minimo di completezza, robustezza e profondità necessari alla positiva tenuta della frontiera nel caso di un suo investimento da parte di un solido e preparato avversario. Anche nel campo della realizzazione delle strutture fortificate, campo di cui nessuno aveva per altro messo in dubbio la validità, si verificò il ritardo di attuazione che caratterizzò il pur indifferibile rinnovo del parco delle artiglierie, dei mezzi corazzati e degli altri strumenti bellici.
4. ARMAMENTO DELLE OPERE
Poiché il Vallo Alpino aveva inglobato alcune opere risalenti agli albori del '900, dotate di artiglierie protette da coperture corazzate o cemento armato, è doveroso esaminare non solo le armi automatiche ed i cannoni di piccolo calibro adottati dalle moderne costruzioni fortificate, ma anche le artiglierie di calibro rilevante che armavano queste antiche strutture di frontiera, inserite quali batterie di artiglieria
69 S.M. R.E. f .n" 3805 all'oggetto: Programma lavori 1940. Riportato in Documenti allegati n"l. 7 0 <iueste ispezioni vennero compiute dai massimi responsabili militari dell'epoca, quasi certamente su "input" del Capo del Governo evidentemente preoccupato.
La fartifù:cu:.ione
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G.a.F.. Inoltre, essendo tali armi collocate in particolari installazioni con idonei affusti, anche di queste verrà dato un breve cenno. Dall'esame delle armi utilizzate emerge come in Italia non fossero state realizzate mitragliatrici e cannoni appositamente progettati per essere impiegati dalle strutture fortificate, a differenza di quanto era stato fatto specialmente in Francia. Il Regio Esercito aveva utilizzato per le fortificazioni le mitragliatrici ed i pezzi anticarro in dotazione ai reparti, senza modificarne gli affusti e costruendo in loro funzione le cannoniere delle opere. Solo successivamente furono realizzate feritoie scudate prodotte in diversi modelli, cupole metalliche corazzate mono o pluriarma ed affusti particolari, atti a rendere solidali a piastre e torrette le armi stesse per poterle utilizzare al meglio; l'insieme arma/cupola o arma/scudo veniva inserito nella struttura di cemento o nelle aperture ricavate nel1a roccia ove era stata realizzata la fortificazione. Le strutture metropolitane equipaggiate di mitragliatrici ebbero dapprima le Fiat mod. 14 e mod. 14/35 (raffreddate rispettivamente ad acqua ed aria) e successivamente, in numero assai limitato, la mitragliatrice Breda 37; quest'ultima arma era altresì fornita alle unità mitraglieri da posizione della G.a.F.. Nei territori d'oltremare l'austro - ungarica Schwarzlose (p. b.) venne sovente preferita alle nazionali Fiat e Breda, sia per le buone caratteristiche in relazione al particolare terreno di impiego che, soprattutto, per l'abbondanza di armi di tale tipo catturate al termine della I guerra mondiale. Allorché si provvide a dotare gli ingressi delle opere o le caponiere della protezione di un'arma automatica, la scelta cadde sul fucile mitragliatore Breda 30, che consentiva senza traumi la sua immissione nel novero delle armi in distribuzione al personale della G.a.F., essendo da tempo arma standard della fanteria del Regio Esercito. Venne inoltre previsto che mortai da 45 e da 81 e lanciafiamme da posizione completassero l'armamento principale delle postazioni, costituito da mitragliatrici e cannoni controcarro di piccolo calibro, per poter battere con il loro fuoco rispettivamente le zone .d efilate e le cosiddette zone morte o non battute dalle armi principali.
Figura 21: Mortai: a) mortaio da 45m/ m Brixia (Arch. Cappellano), b) fanti G.a.F. ai tiri con mortaio da 45 (Arch. Tasso)
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La Guardia Alla Fronliera
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Figura 22: Mortaisti G.o.F. da 81 (Arch. Rigamonti)
Per quanto riguarda le artiglierie, l'esame della documentazione in possesso ci porta ad evidenziare una netta diversità di armamento fra le opere di nuova concezione, o successive alla prima guerra mondiale e quelle realizzate antecedentemente a tale periodo. / Le opere di "nuova" concezione prevedevano ed utilizzavano in primo luogo: - il cannone da 47/32 che, costruito su licenza dalla Breda a decorrere dal '35, era l'arma anticarro standard del Regio Esercito e trovava allocazione nelle fortificazioni utilizzando affusti particolari, - il cannone da 57/43 mod. 18, arma di origine navale, che venne impiegata con funzione esclusivamente controcarro nelle strutture del primo sistema in attesa dell'entrata in linea del pezzo da 47; - il cannone da 65/17, pezzo da montagna che, già impiegato con successo nel corso del primo conflitto mondiale, venne utilizzato, per le sue caratteristiche di tiro curvo e per l'efficacia dei suoi proiettili, per armare alcune particolari opere ricavate in roccia e specifiche unità dei' raggruppamenti G.a.F.; - il cannone da 75/27 mod. 06 che per le sue ottime qualità tattico/balistiche, venne impiegato per armare, anche incavalcato su appositi affusti, numerosissime installazioni del Vallo Alpino; - il cannone da 100/17 ·mod. 14 p. b. che era il pezzo di maggior calibro installato in impianto in caverna e venne utilizzato per munire alcune opere realizzate nella prima fase edificatoria nel settore delle Alpi Marittime. A queste armi si deve inoltre aggiungere il cannone-mitragliera da 20 mod. 35 che fu assegnato, a partire dalla fine del 1939, anche a talune strutt ure di rilevante importanza, affidate alla G.a.F, alla luce dei risultati che il bombardamento aereo stava ottenendo.
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6I
Figura 23: Pezzo standard da 47/32 (APA)
Figura 24: Mitragliatrice ST. Etienne calibro 8 mm. della G.a .F. (APA)
5.
STRUTTURE FORTIFICATE
Per poter compiutamente esaminare le strutture definite di vecchia concezione, bisogna tener presente come sul finire del XIX secolo la tecnologia avesse messo a disposizione della fortificazione due nuovi materiali che, largamente sperimentati, passavano all'estesa applicazione nel campo industriale: il ferro ed il calcestruzzo cementizio. In campo milit are, superata la fase di prova che aveva visto la sperimentazione in modo parziale di alcune innovazioni combinate con strutture ancorate agli schemi tradizionali71 , dalla armonica fusione della tecnologia del calcestruzzo ai progressi della siderurgia, nasceva una nuova generazione di opere 72 in gTado di far fronte all'aumento dei calibri delle artiglierie, alla devastante potenza delle granate ed appositamente attrezzate per dare alloggiamento e protezione al materiale di armamento, al personale di servizio ai pezzi e al munizionamento di pronto impiego. Realizzate in calcestruzzo, con parti in cemento armato, presentavano i pezzi in installazioni a pozzo protette da quelle cupole girevoli in acciaio che in quel momento la siderurgia era in grado di produrre e fornire alle Forze Armate; queste installazioni si 71 Ne sono vivido esempio le fortificazioni del Bramafam, Combe di Giaglione, Colle delle Finestre e Fenils. 72 Opere di La Court, Paradiso, Pramancl e Chabcrton .
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affiancavano a quelle precedentemente realizzate ed ancora in uso nelle fortificazioni di confine. Le principali installazioni presenti nelle strutture fortificate realizzate ed in uso in Italia a cavallo del primo decennio del XX secolo furono: - installazioni a sfera73, caratterizzate da cannoni tenuti prigionieri, nella corazza che chiudeva internamente la cannoniera, da una sfera con foro cilindrico avvitata alla loro volata; detta sfera ruotava in una apposita cavità, ricavata nella corazza, per consentire il puntamento del pezzo e permetteva inoltre la dispersione pressoché totale della energia di rinculo, prodotta all'atto dello sparo, nella massa circostante e corazza stessa. - installazioni a scomparsa, concepite per mantenere l'artiglieria esposta esclusivamente per il tempo necessario ad eseguire lo sparo e consentire la effettuazione delle operazioni di caricamento e puntamento al riparo; - installazioni in casamatta corazzata, caratterizzate dalla sistemazione dell'artiglieria all'interno della casamatta protetta, realizzate in sostituzione delle obsolete casematte murarie; - installazione a pozzo, in cui i pezzi di artiglieria erano collocati in veri e propri pozzi, ricavati nella massa cementizia dell'opera; incavalcati su affusti a piattaforma brandeggiabile su 360°; fruivano di protezione, assicurata da cupole metalliche girevoli assieme ad essi, sull'orlo del pozzo stesso; questo movimento avveniva per mezzo di un sistema formato da sfere e da una cremagliera murata, sul bordo del pozzo, nel calcestruzzo e protetta da una avancorazza in ghisa pure annegata nella massicciata. L'accesso al pozzo avveniva tramite un corridoio ricavato nella massa cementizia dell'opera e comunicava con una galleria interna parallela alla fronte. Le cupole metalliche che ricoprivano superiormente il pozzo e che presentavano nella parte anteriore la cannoniera74 non furono realizzate in un unico modello. Vennero infatti prodotti diversi tipi di cupola che si distinsero per il nome preso da quello della casa costruttrice, dell'ideatore della cupola o torretta sovrastante il pozzo o da quello derivante dall'impiego per cui dovevano servire; esse si diversificavano per la forma e lo spessore che poteva variare dai 4 cm della cupola leggera ai 14 di quella pesante. Le installazioni a pozzo con copertura a cupola corazzata presenti nelle fortificazioni italiane erano di vari tipi e principalmente : - tipo I (Ispettorato) per cannone da 149/G; - tipo A (Armstrong - modificata) per cannone da 149/G; - tipo A (Armstrong) per cannone da 149/35; - tipo G (Col. Grillo) per cannone da 149/35; - tipo S (Schneider) per cannone da 149/S; - tipo I (Ispettorato) per cannone da 120/21(G);
73 Classico esempio di installazione a sfera, detta anche a scudo e cannone prigioniero, è la batteria da 150 millimetri collocata in un'apposita struttura realizzato nel 1881 al termine del bastione occidentale del Forte cli Vinadio (Cuneo). 74 La cannoniera era quella particolare apertura ricavata nella cupola per consentire la fuoriuscita della volata e talvolta di una porzione della canna del cannone.
La fortfficazione
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- tipo A (Armstrong) per cannone da 120/4075; ad esse si devono aggiungere: - la installazione a torretta- tipo A.M. (Armstrong - montagna) a corazzatura leggera per cannone da 149/35, studiata per opere di alta montagna, non soggette ad offese provenienti dall'alto e realizzata per il solo forte Chaberton, - la torre corazzata per cannone da 120/A,76 - la torre corazzata a scomparsa per cannone da 57 RE. 77 Allo scoppio della prima guerra mondiale, l'alleanza con la Francia e la carenza di artiglierie al fronte nord e nord/est determinarono il pressoché totale disarmo delle fortificazioni al confine italo - francese, le cui artiglierie, incavalcate su affusti da assedio, vennero avviate alla fronte austriaca. La fine della guerra non segnò il riarmo generalizzato di tutti i forti precedentemente privati delle artiglierie: alcuni furono alienati, altri vennero parzialmente riattati e ridotti a deposito pezzi, munizioni e materiali delle batterie occasionali; solo pochi, quasi tutti ubicati nel tratto di frontiera fra il Monginevro ed il Moncenisio o la zona di Bormio, vennero mantenuti in servizio e riarmati78 per consentire la difesa del confine79. Successivamente, stante la validità delle loro armi e/o posizioni, classificati come batterie di artiglieria Guardia alla Frontiera, vennero inseriti, assieme alle moderne strutture realizzate od in corso di approntamento, nella linea difensiva che si andava realizzando80. Il generale Guidetti, responsabile della realizzazione del Vallo, aveva eseguito studi per modificare le installazioni in cupola realizzate a cavallo del '900 ed ancora in uso, allo scopo di renderle più rispondenti all'offesa. Egli era addivenuto a questa soluzione, avendo preso atto degli inconvenienti che nel corso del primo conflitto avevano causato la perdita di alcune nostre fortificazioni ed altresì allo scopo di rendere omogeneo l'insieme delle installazioni in cupola conservate ed inglobate nel Vallo. Il prezzo rilevante e la eccessiva eterogeneità del materiale installato in tali strutture sconsigliarono l'adozione di tale valida modifica e le strutture mantennero le loro diverse installazioni di origine. Frutto più avanzato della fusione ferro/calcestruzzo e della teoria dell'inserimento delle strutture nel paesaggio furono le moderne fortificazioni, realizzate per la costruzione del Vallo Alpino alla vigilia del secondo conflitto mondiale e cioè: - strutture a pozzo costituite da anelli metallici, che si sviluppavano sottoterra od in roccia e dai quali fuoriusciva, come parte attiva, una cupola in acciaio (a sua
75 Sostanzialmente eguale a quella realizzata per il pezzo da 149/35, ma di dimensioni
leggermente più conte-
nute; cupole da 120/40 armavano il forte di Oga e Trimelone. 7 6 Due torri corazzate con cannone da 120/A armavano i Forti Bramafam e Combe sulle Alpi occidentali.
77 Installate nei Forti Bramafam, Colle delle Finestre .... 78 Le opere che furono riarmate nel primo dopoguerra ebbero in
dotazione artiglierie più moderne: cannoni da 75/27 mod. 906 in sostituzione di quelli da 9 AR/Ret., obici da 100/17 in sostituzione dei cannoni da 12 ARC/Ret., cannoni da 149/35 mod. 98 in sostituzione di quelli da 15 GRC/Ret.
79 Elenco delle fortificazioni mantenute in servizio riportato in documenti allegati n°2. 80 Situazione artiglierie delle opere difensive alle frontiere 1938 riportata in documenti allegati n°3.
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volta mascherata nella roccia o parzialmente annegata nel calcestruzzo), in cui si apriva la feritoia per l'arma o per gli strumenti di chi doveva osservare il tiro avversario e dirigere il proprio; - strutture in caverna rinforzate da cemento armato, chiuse da piastre in acciaio poste alla feritoia a protezione dell'arma e dei suoi serventi; - strutture metalliche ricavate in più parti che, assemblate e annegate nel cemento, spesso armato con putrelle, costituirono casematte corazzate per mitragliatrici e cannoni fino al 75 m/m compreso. (&l&t!Aft.l
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Figura 25: Vallo A lpino: casamatta metallica leggera per cannone anticarro (A.U.S.S.M. E.)
Figura 26: Vallo Alpino: opera multipla {APA)
La fortificazione
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Figura 27: Vallo Alpino: postazione per mitragliatrice con piastra metallica (A.U.S.S.M .E.)
Figura 28: Vallo Alpino: ... e fotoricostruzione (ASSAM)
/
CAPITOLO SECONDO
Fortifi,cazioni italiane realizzate al di fuori dei corifìni nazionali
1.
Premessa
2.
Fortificazioni in Africa
3.
Fortificazioni in Albania
1. PREMESSA
La ricerca fino a questo momento si è rivolta alle sole strutture realizzate sulle Alpi, poiché su di esse si sviluppavano le frontiere di casa e vi erano state realizzate le strutture affidate alla Guardia alla Frontiera, oggetto di questa monografia. Ma la Guardia alla Frontiera, a simiglianza degli alpini che, "inventati" per difendere le patrie frontiere ebbero il loro battesimo bellico al di fuori di esse, costituita per difendere le frontiere, presidiando ed utilizzando le strutture su di esse realizzate, fu impiegata anche fuori dai confini nazionali81. Per completezza della ricerca si rende pertanto doveroso dare un cenno - di più le attuali conoscenze non consentono - delle fortificazioni realizzate in terra d'Africa ed in Albania, ove parimenti prestarono servizio gli uomini della Guardia alla Frontiera.
2. FORTIFICAZIONI
IN AFRICA SETTENTRIONALE
Fino a tutto il 1934, per la situazione di politica internazionale del momento, non era stato adottato alcun provvedimento che potesse valere ad assicurare la intangibilità dei territori coloniali italiani che, ubicati nell'Africa settentrionale, erano pressoché circondati da nazioni potenzialmente avversarie. Nell'autunno del 1937, all'acuirsi della tensione internazionale, il problema della difesa di quei lontani territori apparve in tutta la sua gravità; l'Italia decise quindi di dare l'avvio ad un vasto programma di fortificazioni da realizzarsi in Africa Settentrionale, con strutture realizzate ex novo82 o potenziando quelle esistenti, allo sco8I Viene data questa definizione per individuare in senso la to territori non facenti parte dello "Stivale", poiché in realtà i libici portavano le stellette e gli albanesi avevano come sovrano il Re d'Italia. 2 8 Un reduce del XXXIV Settore così rammenta: "La linea fortificata era costituita da fortini di cemento strategicamente disposti in una pianura quasi desertica; la loro moderna realizzazione li faceva adatti alle Breda 37 e ai cannoni da 47/32 e così nessuna delle nostr e armi, io ricordo f.m. Fiat mod. 1926 e 1928, mitr. Schwarzlose, cannoni 152/37, poté essere installata sulle armature dei fortini. Anzi, poiché queste armature impedivano di sfruttare le feritoie, le armi dovettero essere piazza te di fianco, al di fuori dei fortini stessi, mascherandole alla meglio con i pochi sterpi che la scarsissima vegetazione poteva offrire."
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La Guardia Alla Frontiera
po di garantire l'integrità del territorio libico ed anche per assicurare il pieno possesso e le funzioni delle basi di Tobruk e Tripoli in previsione di un loro utilizzo in caso di guerra. Vennero messe in cantiere od ammodernate nello scacchiere libico-tunisino: - le fortificazioni di Tripoli, con caratteristiche permanenti e protezion e contro i medi calibri; - le fortificazioni di Zuara sul mare ad una quarantina di chilometri dal confine, con caratteristiche miste (permanenti e campali), con protezione ai medi calibri limitata alle parti essenziali; - le fortificazioni di Nalut, ad una ventina di chilometri dal confine, con caratteristiche permanenti, ma di limitata entità. Per queste due ultime località vennero inoltre posto alla studio la realizzazione di uno sbarramento delle comunicazioni stradali in grado di controllare gli assi di movimento dominati dalle due località. Si pose inoltre allo studio la realizzazione di uno sbarramento (seconda linea di resistenza) a Tagiurta (Tripoli) -Azizia Garian, appoggiato da un lato al mare e dall'altro ai rilievi del Garian. Lo scacchiere sahariano, di notevole importanza politico - militare, escludeva la realizzazione di strutture fisse; si crearono quindi apposite forze mobili ritenute in grado di controllarlo e mantenerne il possesso. Nello scacchiere libico - egiziano: - la linea di frontiera venne munita di alcune opere di scarsa importanza; - a Tobruk venne realizzata una ben più che valida struttura, concepita con ossatura di un sistema di capisaldi presidiati da forze statiche sostenute da unità mobili di riserva in grado di dare alla difesa quel livello di elasticità e reattività indispensabili a garantire la capacità di tenuta; - si adeguarono le strutture difensive della piazzaforte di Bardia, allo scopo di poter garantire il possesso di questo importante centro idrico avanzato della Marmarica; - si iniziò la realizzazione della attrezzatura logistica di El Adem - essenzialmente base aerea - allo scopo di poter supportare le forze destinate a fronteggiare la facile percorribilità del terreno e quindi azioni di sorpresa facilmente realizzabili con forze motorizzate. Per armare queste strutture vennero inizialmente impiegate per lo più armi catturate nel corso del primo conflitto mondiale o dismesse dalle unità mobili del Regio Esercito, in quanto non più rispondenti al tipo di guerra che si andava prospettando; solo una successiva accresciuta disponibilità di armi più moderne permise la sostituzione, presso i reparti, di quelle più obsolete. Agli inizi del 1940 vennero in buona parte sostituiti i fucili mitragliatori Fiat modello 1926 e 1928, le mitragliatrici raffreddate ad acqua ed alcuni tipi di artiglieria, ma non venne inizialmente sostituita, nonostante la sua non più giovane età la mitragliatrice austriaca Schwarzlose, che si era rivelata, per la sua rusticità costruttiva, sufficientemente idonea per l'impiego in quei territori.
La fortificazione
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Figura 29: a. M itragliatrice Schwarzlose (Arch. Cappellano)
b. Tobruck:
postazione per un pezzo dello 239ABotteria G.o.F. del XXXI Raggruppamento m. c. {APA)
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3. FORTIFICAZIONI IN ALBANIA
Allorché l'Italia occupò l'Albania che divenne un Regno a sé legato all'Italia nella persona del Sovrano, si rese necessario un riesame del sistema difensivo concepito dalle forze armate albanesi e realizzato solo parzialmente con alcune fortificazioni costruite nelle località di Miloti e Librash. Alla luce della situazione politica del momento, l'organizzazione difensiva albanese venne inizialmente studiata per fare fronte ad un eventuale attacco da parte del Regno di Jugoslavia, allora strettamente legato alla Francia. Vennero pertanto realizzate opere fortificate a protezione sia della zona Durazzo/Tirana sia del bacino petrolifero del Devoli, zone appetibili e facilmente occupabili in caso di conflitto e solo in un secondo tempo, attenuatasi almeno apparentemente la minaccia jugoslava e sorta, invece, quella greca, fu sviluppata la copertura del ridotto centrale in modo da includervi Valona ed i pozzi petroliferi. Si venne così a creare una organizzazione difensiva basata su strutture fortificate a carattere permanente destinata ad integrare la difesa della parte sostanziale dell'Albania sia contro la Jugoslavia che contro la Grecia. Venne inoltre dato corso alle predisposizioni per la realizzazione urgente di sbarramenti anticarro ed interruzioni in corrispondenza delle principali vie di accesso al territorio albanese.
PARTE TERZA
La guardia alla frontiera, • un corpo unico per difendere i confini
/
CAPITOLO PRIMO
1.
Motivi di una nascita
2.
Nascita della Guardia alla Frontiera.
3.
Ordinamento iniziale e primo adeguamento ordinativo
4.
Aspetti peculiari: reclutamento, equipaggiamento, uniformi, addestramento e vita
5.
Artiglieria Guardia alla Frontiera
6.
Carristi di Frontiera.
7.
Genio e Collegamenti Guardia alla Frontiera
8
La motorizzazione nella G.a.F.
9.
I reparti di rinforzo alla G.a.F.
1O. La Guardia alla Frontiera in Albania ed in Africa.
1. 'MOTIVI DI UNA NASCITA
Dal rientro dei Sovrani Sardi dall'esilio in cui li aveva confinati Napoleone Bonaparte fino al 1934, la responsabilità delle fortificazioni venne accentrata sotto la giurisdizione del comando militare competente per territorio che, sino ai primi del '900, vi destinò a presidio reparti di armi differenti: artiglieri per il funzionamento delle artiglierie, fanti od alpini per assicurare, in pace, il normale servizio di guarnigione e, in tempo di guerra, la difesa vicina della struttura. A partire dal primo decennio del XX secolo la competenza sulle fortezze divenne esclusiva attribuzione dell'arma di artiglieria che, con reparti di diverso nome, reggimenti da piazza, brigate da fortezza, reggimenti d'armata, le gestì fino a quando la tutela del confine non venne potenziata con la costruzione di un numero rilevante di strutture fortificate permanenti che, per assolvere al loro compito, dovevano essere costantemente presidiate. Infatti agli inizi degli anni '30, lungo tutto il confine terrestre, che allora andava da Ventimiglia a Fiume, era stata iniziata, ad integrazione delle scarse fortificazioni preesistenti, la costruzione di opere difensive in calcestruzzo è/o caverna. Queste strutture, destinate con gli altri apprestamenti difensivi di circostanza a costituire sbarramenti sulle principali direttrici di penetrazione, assieme alle caserme e casermette realizzate per dare ricovero al personale che le doveva presidiare, erano state affidate alle truppe alpine, che avevano già il compito di pattugliare e controllare la fascia di frontiera. Questo nuovo crescente onere stava portando all'immobilizzo pressoché totale delle forze mobili che facevano capo per l'impiego ai Corpi di Armata di frontiera di Torino, Alessandria, Bologna, Milano, Bolzano e Trieste, cui successivamente si aggiunse Udine.
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Il comando delle truppe alpine83 , da parte sua, aveva iniziato a rappresentare l'incongruenza di un orientamento che imponeva ad unità eminentemente mobili un servizio statico che, per la mole delle sue esigenze, tendeva a stravolgere le peculiari caratteristiche operative delle truppe alpine. Preso atto che per assolvere a questo compito gli alpini erano costretti a modificare i loro compiti mobili istituzionali, lo Stato Maggiore pensò di creare forze specifiche, suggerendo l'istituzione di un corpo speciale che, assommando in sé tutte le armi necessarie (fanteria, artiglieria, genio e servizi), gestisse in modo unitario ed organico la difesa e la copertura del confine, avendo in permanenza ed esclusivamente il compito di vigilare e, al momento del bisogno, di presidiare e di gestire la linea fortificata di confine. In tale contesto le truppe alpine e quelle di rincalzo sarebbero state restituite alla disponibilità degli Alti Comandi che le avrebbero potute liberamente impiegare in base alle esigenze sorte in qualsiasi punto del territorio e nel contempo il confine sarebbe stato egualmente difeso con l'uso ottimale delle fortificazioni, gestite dal personale del nuovo corpo, di cu i lo Stato Maggiore proponeva la istituzione, specificatamente addestrato a servirsi di esse. Alla luce dei compiti da assolvere ed all'ambiente in cui operare, nel costituire t ale corpo, si sarebbe dovuto agire con molta oculatezza nel selezionare il suo person ale, poiché esso non poteva essere fornito dai distretti di tradizionale reclutamento alpino, il cui gettito era appena sufficiente per alimentare le unità della specialità. E ra indispensabile assegnare a queste truppe alpine di nuovo genere, legate strettam ente al terreno, personale validamente motivato, consapevole anche della necessità di vivere quasi in permanenza in montagna, nonché dotarle di quadri provetti in grado di provvedere anche all'addestramento specifico alla vita di montagna, plasmando ad essa anche coloro che i monti mai avevano visto in vita loro. Tra l'altro, le caserme di questi militari sarebbe state realizzate in montagna, nei pressi del confine, così che gli occupanti potessero rapidamente raggiungere e presidiare le strutture difensive affidate alle loro cure. Il loro equipaggiamento non pot eva essere quindi quello della fanteria, bensì quello alpino, idoneo ai servizi ed alla n atura del terreno sul quale sarebbero stati destinati ad agire ed operare. Alla fine del 1934, preso atto che la mancata costituzione di tali specifiche truppe, stante la mole delle strutture fortificate realizzate ed in progetto, avrebbe causato l'im mobilizzo a ridosso della frontiera di tutto l'esercito di campagna (quello mobile), in netto contrasto con i concetti di "mobilità" del Capo del Governo, vennero meno le r esistenze di coloro che si opponevano a tale creazione nel timore che una diminu zione delle forze alle proprie dipendenze potesse incidere sulle loro prerogative; di conseguenza il corpo degli addetti alla frontiera poté finalmente vedere la luce.
83 Questo comando svolgeva funzioni di Ispetton~to per tutte le truppe della specia lità.
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2. NASCITA DELLA GUARDIA ALLA FRONTIERA Una approfondita analisi della documentazione esaminata consente di mettere in evidenza che la Guardia alla Frontiera fu il primo ed unico corpo italiano ad avere ben due nascite, una informale basata su di una comunicazione del Ministero ai Corpi d'Armata ed una successiva, quella ufficiale, sanzionata e ratificata secondo tutti i crismi e formalità. Con la prima si diede il via alla graduale occupazione delle strutture fortificate di confine, con la seconda si pose il sigillo ufficiale alla sua esistenza. Il 24 maggio 1934, con il foglio 11200 di protocollo84, il Sottosegretario di Stato alla Guerra, Generale Baistrocchi, comunicava ai dipendenti Comandi di Corpo d'Armata: "Per il presidio delle opere della sistemazione difensiva terrestre, nel prossimo mese di settembre, verranno costituite apposite unità di fanteria ed artiglieria il cui insieme sarà denominato Corpo di Frontiera[... ] 1. Formazioni. Il corpo di frontiera è formato come segue: - Fanteria Settori: ciascuno comprendente tutte le unità di fanteria che presidiano le opere di una determinata parte della sistemazione difensiva della frontiera. Ciascun settore è costituito da un comando di settore, retto da un ufficiale superiore, e da uno o più sottosettori retti ciascuno da un capitano [. .. ] - Artiglieria Batterie: dislocate a presidio di opere in caverna oppure forti. Nel primo caso la batteria è composta da tante sezioni quante sono le relative opere in caverna [. ..... J 2. Dipendenze Ciascun settore, o sottosettore autonomo, o batteria dipende: - per l'impiego - direttamente dal comando di divisione militare che ha il compito di copertura nella zona nella quale sono comprese le opere affidate alla sua considerazione, organicamente - disciplinarmente - amministrativamente, da determinati reggimenti di fanteria o di artiglieria. [ . • • ] . )J
Nel settembre 1934, a mente della succitata circolare 112008 5, i distaccamenti che effettuavano l'occupazione avanzata del territorio assicurando la copertura della linea di confine, anche presidiando i forti e le opere in caverna, e che traevano il personale dai reggimenti di fanteria delle divisioni di frontiera e dai corrispondenti reggimenti di artiglieria, al termine del campo estivo, anziché rientrare alla normale sede di guarnigione, rimasero in loco e si articolarono su di un comando, due o più sottosettori con ridotti quadri, un numero variabile di batterie, una salmeria ed una in-
84 Ministero della Guerra f.n°11200 di prot. datato 24 maggio 1934 all'oggetto: Corpo di frontiera -Archivio Generale Toldo. 85 Ministero della Guerra - Circolare 11200 del 24 maggio 1934 con 5 allegati - Archivio personale del Generale Tuldo.
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fermeria, prendendo il nome di settore ''Valle ........ " del Corpo di Frontiera86. Successive unità si affiancarono a questi primi Settori, costituite per disposizione dei rispettivi comandi di Corpo di Armata all'atto del completamento e passaggio all'autorità militare di nuove ulteriori opere della organizzazione difensiva. 87 Dapprima il personale per le unità della neo costituita ·Guardia alla Frontiera venne assegnato ai Reggimenti di fanteria e artiglieria che rispettivamente li gestivano in via amministrativa e da cui originariamente erano sorte, solo successivamente, con la attribuzione dello Status di Corpo, si addivenne alla assegnazione diretta. Più tardi, il Ministero della Guerra - Gabinetto -, alla luce delle prime pratiche esperienze di impiego che ne avevano fatto emergere la atipicità, essendo iniziato l'afflusso nelle varie sedi dei primi uomini e quadri espressamente destinati al Corpo di Frontiera, ritenne necessario che questo personale ricevesse uno specifico e particolare addestramento. Lo Stato Maggiore provvide pertanto alla compilazione e distribuzione agli enti interessati delle "Norme di istruzione ed addestrarnento88" cui faceva seguire le "Norme per l'addestramento del personale del Corpo di Frontiera", inviate ai comandi di Corpo d'Armata ed Isole con foglio 18559 di protocollo del 6 settembre 1934, ed i "Procedimenti di impiego, ordinamento, e lineamenti dottrinali", diramati il 17 giugno 1935 con circolare n° 3898. In un secondo tempo, in relazione a proposte formulate da alcuni comandi di Corpo d'Armata per il miglioramento dell'iter ~ddestrativo, anche a parziale modifica di quanto indicato nelle "avvertenze generali" ·d elle tabelle graduali e numeriche di formazione di pace della G.a.F.", con f. n° 001840 del 18 marzo 194089 il Ministero delle Guerra stabilì ulteriori norme relative all'addestramento dei nuovi incorporati della G.a.F.. Questo corpo, che senza atto di nascita aveva informalmente già preso possesso delle strutture fortificate sui confini e che avrebbe ricevuto la consacrazione giuridica solo con il R.D.L. 833 del 28 aprile193790 convertito in legge il 23 dicembre19379 1, all'atto dell'emanazione del suddetto decreto, prenderà il nome di "Guardia alla Frontiera". La particolare ed unica struttura ordinativa adottata per le iniziali unità del corpo era frutto di accurati studi condotti per consentire vuoi la ottimale gestione delle fortificazioni che si stavano approntando in corrispondenza delle grandi linee di comunicazione per interdire al nemico le zone di facilitazione che facevano sistema con i valichi rotabili vuoi il governo del personale ad esse preposto.
86 Ad esempio il 33° Reggimento fanteria "Livorno" che svolgeva normalmente il campo estivo in Valle Stura ed era di guarnigione a Cuneo, rientrando alla sede lasciò un distaccamento che prese il nome "Settore Valle Stura del Corpo di Frontiera". 87 Il Ministero della Guerra, ad esempio, con foglio n° 6200 datato 8/5/35 (A.U.S.S.M.E. M7/553), sulla base del previsto completamento delle opere della sistemazione difensiva nord determina, nell'ambito del C.A. di Verona, la costituzione delle unità della G.a.F. addette alle strutture di Resia, Brennero, Dobbiaco. Dette unità dipendono in via amministrativa dal 231 e 232 Rgt. ftr.e per l'impiego dal Comando divisione fanteria del Brennero.
88 Norme di istruzione ed addestramento - riportato in documenti allegati n°4 A.U.S.S.M.E. Rep.Ll/199. Pr~cedimenti di impiego circ. 3898 A.U.S.S.M.E. 114/26. 89 A.U.S.S.M.E. 1\17/503.
90 Regio Decreto Legge n°833 - Istituzione della G.a.F. allegato n°5.
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Nasceva così progressivamente e non in modo indolore la Guardia alla Frontiera, attingendo il personale dai corpi già esiste.n ti ed il suo primo impiego alla frontiera risale al dicembre 1934 anche se, come già messo in evidenza, il decreto che ne sanzionava la presenza nel novero delle Forze Armate sarà successivo e recherà la data del 28 aprile 1937. Essa si inseriva come corpo pluriarma nella compagine dell'esercito metropolitano92 e subentrava93 sia alla artiglieria da fortezza 94, che alle truppe alpine incaricate a loro volta del controllo del territorio di confine. Non più quindi, comandi di artiglieria da fortezza per la gestione del sistema, compagnie di artiglieria da fortezza per il presidio delle opere e funzionamento dei cannoni in esse presenti, non più unità di fanteria presidiaria, milizia territoriale od alpini per la difesa vicina ed il presidio attivo dei sistemi trincerati esterni, bensì un corpo unitario avente come elemento fondamentale minori unità, principalmente di fanteria ed artiglieria. Le unità di fanteria avevano la responsabilità operativa dell'insieme di mitragliatrici, mortai e pezzi controcarro che costituivano l'armamento delle piccole opere fortificate previste dal nuovo sistema difensivo e le unità di artiglieria, ora proprie del corpo, erano incaricate di gestire le artiglierie della difesa, la cui massa ora, contrariamente al passato e con l'eccezione delle artiglierie in caverna e di quelle degli antichi forti mantenuti in servizio quali batterie G.a.F. di medio calibro, era di prevista dislocazione ed impiego fuori dalle opere95. Venne inoltre previsto che elementi del genio e dei servizi fossero organicamente presenti in questo nuovo corpo per provvedere allo attuazione di tutto il complesso di attività necessarie a consentirgli la piena autonomia logistico-funzionale, sovrintendendo al funzionamento dei vari impianti tecnologici, alla gestione ed alla manutenzione delle strutture, soddisfacendo le esigenze di vita quotidiana dei reparti, realizzando i collegamenti fra le opere e con i comandi ed eseguendo i piccoli lavori interni e/o esterni alle infrastrutture in uso. La nascita della Guardia alla Frontiera, a differenza di quanto fino ad allora avvenuto, venne sancita da un decreto e non fu effetto di un normale provvedimento ordinativo, ritenendo che la sistemazione legislativa avrebbe consentito di superare gli inevitabili ostacoli, specie di ordine burocratico/formale, in grado di bloccare o se non
91 Legge 2540. Conversione in legge del R.D .L. 28 aprile 1937. Riportato in documenti allegati n°6. 92 S.M.E. Ufficio Storico "L'Esercito Italiano alla vigilia della 2" Guerra Mondiale" - Roma 1982 Capitolo quarto paragrafo I. 93 Alla luce delle nuove concezioni strategiche e della conseguente organizzazione della fortificazione permanente preposta alla difesa dei confini terrestri del Regno. 94 Questa era la specialità dell'Arma di Artiglieria che, sino a quel momento, come dice il suo stesso nome, aveva avuto la gestione delle strutture e delle armi in esse allocate, relativamente ai sistemi basati su grandi opere fortificate singole, denominati piazzeforti, dotati essenzialmente di artiglierie di grosso calibro, quali erano quelli sviluppati prima del primo conflitto mondiale. 95 La circolare 450, edita dal Ministero della Guerra in data 27/1/36 e conservata in .A.U.S.S.M.E., Rep. 11/8, a tal riguardo precisa: "L'azione di fuoco dei caposaldi e dei centri è integrata da quella delle batterie da posizione di piccolo e medio calibro di cui è prevista l'assegnazione alle varie frontiere in caso di mobilitazione" e puntualizza, nella edizione 1/6/38, "(...) Della G.a.F. fanno parte i rgt. a. G.a.F. comprendenti btr. di vario calibro. Di esse: (.. .) le btr. S.P costituiscono assegnazione fù;sa dei settori (. ..) le rimanenti btr. sono variamente assegnate ai vari settori in funzione dei piani operativi. Affluiscono alla frontiera all'atto della mobilitazione ( .. .)".
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altro ostacolare l'azione della Guardia alla Frontiera. L'atipico ricorso al decreto legge fu scelto a ragion veduta, in quanto solo l'emanazione di un atto avente forza di legge consentiva di definire le relazioni dei comandi G.a.F. con le autorità e gli enti pubblici e dava facoltà di emanare disposizioni riguar,1anti il territorio, gli interessi privati (servitù, sgomberi, aree di rispetto ... ) nonché di farsi assegnare fondi miranti a garantire la copertura finanziaria alle attività specifiche di istituto. Una volta creata, la Guardia alla Frontiera dovette inserirsi nella struttura militare preesistente, ma con un organico atipico che ne consentisse allo stesso tempo la gestione del personale, l'occupazione ed il presidio delle strutture, il cui numero e soprattutto raggruppamento in funzione della azione di comando erano determinati dal terreno su cui erano investite. Si prospettò quindi la necessità di un organico particolare, flessibile, che consentisse il controllo e la gestione unitaria di forze allocate nei vari settori vallivi, il raggruppamento dei settori confluenti in un unico sbocco, ed al tempo stesso garantisse la tempestività della esecuzione degli ordini e la necessaria autonomia. Molteplici quindi le esigenze, spesso antitetiche, cui era verosimile far fronte con il solo strumento possibile, cioè un ordinamento particolare che recepisse le necessità derivanti dal dover vivere in prossimità delle opere, collocate in funzione tattico/topografica, e nello stesso tempo non allentasse, cosa assai facile con le piccole unità disseminate sul territorio, i necessari vincoli organico/gerarchici. Ne derivò quindi un corpo con una struttura particolare che si cercherà, nei limiti del possibile, di analizzare, tenuto anche conto della relativamente modesta quantità di documentazione specifica sopravvissuta agli eventi bellici. Scartata quindi la soluzione di organizzare il nuovo corpo secondo il sistema classico dell'esercite> (corpi d'armata, divisioni, reggimenti), di basarlo quindi su di un ordinamento che nella mobilità delle sue componenti consentisse l'accorrere là ove era più necessario, giostrando sull'accorpamento e smembramento degli elementi costituenti, fino al livello di unità elementare (cosa tipica e caratteristica di un esercito mobile), si addivenne per la Guardia alla Frontiera ad un'organizzazione singolare e particolare che interpretava le necessità di un corpo i cui elementi erano strettamente legati a quel particolare terreno su cui erano investite le strutture che dovevano essere utilizzate per la difesa di quella specifica porzione di confine. Unità fondamentali del corpo furono inizialmente i settori di frontiera, sovente strutturalmente diversi, in quanto le varie componenti in essi presenti e cioè fanteria, artiglieria, genio, servizi, vi furono variamente dosate a seconda delle necessità specifiche dei vari tratti di terreno da difendere; erano queste che determinavano numero e tipo di strutture da presidiare, e conseguentemente entità e tipo di personale che doveva essere presente. Stante il compito di assicurare la intangibilità dei confini, occupando e difendendo le opere permanenti e campali che formavano nel loro complesso quello che sarà definito "Vallo Alpino o Alpino del Littorio", la Guardia alla Frontiera si diede il significativo motto:
"Resistere ad ogni costo". Successivamente, facendo propria la consegna dettata dal Comandante del
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Gruppo Armate ovest Gen. Umberto di Savoia nel cor so di una ispezione ad un Settore alla vigilia del conflitto con la Fran cia, il Corpo prese il significativo motto:
"Dei Sacri Confini Guardia Sicura"96
3. ORDINAMENTO INIZIALE E PRIMO ADEGUAMENTO ORDINATIVO
Abbiamo premesso che la struttura del Corpo di Frontiera non fu quella tradizionale del Regio Esercito, bensì una struttura flessibile ed atipica; il suo iniziale ordinamento, che vide la luce allorché era Capo di Stato Maggiore il Generale Bonzani, prevedeva che il corpo si articolasse in fanteria, artiglieria ed unità complementi. Elemento fondamentale e base della fanteria erano i settori ai quali era devolu ta la responsabilità delle unità che presidiavano le opere di una determinata pa rte della sistemazione difensiva. Ciascu n settore a sua volta dipendeva per l'impiego direttament e dal Comando della Divisione Militare97 responsabile della copertura di quella parte di fascia di frontiera su cui insistevano le strutture for tificate gestite dal settore stesso.
Figura 30: Cartolina della Divisione d i Fanteria "Cosseria" ed.1 935 (APA).
96Similmente le truppe di for tezza francesi ebbero come motto "on ne passe pas". 97Minister o della Guerr a circolari 11200 del 23 m aggio 1934 e 26500 del 31 Dicembre 1934 (citate in 4128 del 27 marzo '35 A.U.S.S.M.E. L14/26).
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Dai settori dipendevano due o più sottosettori, costituiti da un comando e duefò più gruppi di centri, che a loro volta si articolavano in un comando e due o più centri (in funzione del legame tattico determinato dal terreno). Ciascun centro presidiava una unità elementare della sistemazione difensiva, con composizione organica variabile, adeguata alla struttura della sistemazione stessa. L'artiglieria si articolava in batterie che potevano essere dislocate in caverna od in opera fortificata. Le opere fortificate erano classificate in tipi a seconda del calibro e numero dei cannoni che le armavano e precisamente: opera tipo 1 se armata con 8 pezzi da 149/35, opera tipo 2 se armata con 4 pezzi da 149/35, opera tipo 3 se armata con 2 pezzi da 120. Le unità di complementi erano costituite, in funzione delle esigenze, da: Compagnie di complementi di fanteria (su 3 plotoni) Plotoni autonomi di complementi di fanteria. Nel 1935, dovendosi dare sollecita attuazione ai lavori previsti per la organizzazione difensiva della frontiera nord, ove era prevalente il criterio operativo dello sbocco offensivo oltre frontiera, l'ufficio operazioni del Corpo di Stato Maggiore, con foglio 2422 del 13 aprile 193598 , diramava una sintesi delle direttive per la copertura, stralciate dal piano di radunata numero 9. In essa si evidenziava come: - elemento fondamentale della suddetta organizzazione fossero i settori di copertura aventi il compito di sorvegliare e resistere sulla fascia di confine per consentire la,radunata delle Grandi Unità in afflusso; - ciascun settore prevedesse un comando, retto da ufficiale generale o superiore, di norma articolato in sottosettori, un dispositivo fisso comprendente elementi di osservazione ed allarme e capisaldi di copertura nonché uno o più nuclei mobili di copertura; - l'organizzazione difensiva da realizzare mediante i capisaldi di copertura, formati da un complesso di centri di fuoco, non dovesse tendere a costituire una rete continua di fuochi, ma assicurare il possesso di determinati punti di spiccato valore (sbocchi offensivi, zone di facilitazione sul confine facenti capo ai valichi rotabili, nodi di comunicazioni arretrati o strette). Ma, alla luce dell'importanza rivestita per l'Italia dalla sicurezza dei confini ed a seguito di ulteriori studi tesi a dare una più completa risposta al problema della intangibilità della fascia di frontiera, considerata nella sua globalità e non limitata ai punti di più elevato valore, il Ministero della Guerra, con circolare 7600 del 2 giugno 1935, considerando che il settore di frontiera era organizzato per sbarrare il passo al nemico e costituire un appoggio alla manovra difensiva, per procedere all'organizzazione sicura di tutti i settori di frontiera, determinava una nuova organizzazione della copertura. Stabiliva quindi che il settore sunnominato dovesse compren-
98 Ministero della Guerra - Comando del Corpo di Stato Maggiore "Organizzazione difensiva frontiera Nord" f.n° 2422 del 13 aprile 1935.
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dere fra le altre un comando di Settore, - opere di carattere permanente o speditivo, sempre armate, quindi provviste di armi e munizioni per l'immediato intervento), osservatori e collegamenti, - strade, - magazzini e depositi di rifornimento. Per ciò che attiene al personale dovevano esservi truppe addette alle opere (Guardie alla Frontiera), truppe per la manovra (Battaglioni CC. NN.) e confinarie (milizia, CC. RR. e R. G. F.). Con foglio 3898 del 17 giugno 193599, il Ministero ulteriormente precisava che la nuova organizzazione della copertura aveva principalmente lo scopo di consentire una maggiore disponibilità per compiti operativi delle G.U. mobili dislocate in zona di frontiera e che le caratteristiche fondamentali di tale organizzazione erano le seguenti: [ .. .]
"1) il territorio di frontiera nel quale dovranno agire le forze di copertura è suddiviso in settori di copertura, in relazione al valore operativo dei vari tratti. I settori di copertura sono articolati in sottosettori. In profondità, la fascia di copertura deve includere le opere permanenti, semi-permanenti e campali ed un arroccamento rotabile che faciliti l'azione di comando, di manovra e della copertura. Settori contigui, aventi legami di reciproche interferenze operative, possono essere riuniti in gruppi di settori di copertura: di massima un gruppo di settori per corpo di armata di frontiera. 2) ogni settore di copertura comprende: - un comando di settore - truppe (costituite in tempo di pace da G.a.F, CC.RR. , R.G.F Milizia confinaria" [ ... ] Da un esame di questi documenti emerge come fosse stata attribuita la stessa denominazione tanto ad una entità geo/topografica - il settore di copertura in cui si articolava la fascia di frontiera - quanto ad un elemento fondamentale della struttura organica del corpo della Guardia alla Frontiera; il fatto era chiaramente destinato a produrre ambiguità e confusione e di ciò si fece giustamente portavoce il comando del corpo di Stato Maggiore. Infatti nello stesso giugno 1935, mese in cui furono diramati i documenti istitutivi dei settori di copertura, un promemoria del comando del corpo di Stato Maggiore metteva in evidenza come la denominazione dei reparti su cui si articolava la struttura della Guardia alla Frontiera (settori, sottosettori), decisa personalmente dal Sottosegretario alla Guerra, potesse far sorgere confusione ed equivoci, sovrapponendosi alle analoghe dizioni riguardanti, in fase di copertura, la compartimentazione tattica del terreno. Ritenuto inutile cercare di far recedere il Sottosegretario di Stato alla Guerra dalla sua decisione circa la denominazione di queste unità, si prese atto che, mante-
99 Ministero della Guerra - Comando del Corpo di Stato Maggiore f. n° 3898 del 17 giugno 1935 "Nuova organizzazione della Copertura (a seguito e riassunto della circ. 2600 del 2 giugno '35)" -A.U.S.S.M.E. L14/26.
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nendo inalterate le denominazioni in cui si articolavano la fascia di copertura e la G.a.F., ogni sottosettore di copertura avrebbe avuto a disposizione, oltre agli elementi delle R.G.F., M.C. e CC.RR. in posto ed a quelli assegnati per mobilitazione (CC. NN. - btr. e cp. mitr. da posizione), uno o più settori di Guardia alla Frontiera a loro volta costituiti da un certo numero di sottosettori Guardia alla Frontiera. Per evitare quindi ogni possibile confusione e fissare in pari tempo in modo preciso, come voluto dal Sottosegretario la funzione statica dei reparti della Guardia alla Frontiera in antitesi al concetto di mobilità implicito nelle formazioni organiche regolari dei battaglioni e compagnie, lo Stato Maggiore suggerì di adottare una nuova terminologia, senza trasformare l'organizzazione in atto della Guardia alla Frontiera. Venne suggerito, per la copertura, che i Settori mantenessero i limiti e comandi già fissati dalle SS. AA e che i comandi di settori guardie alla frontiera in atto assumessero di massima la funzione di comandi di sottosettore di copertura. Si propose, allo stesso tempo, che le dizioni in vigore di "settore, sottosettore e gruppo di centri della G.a.F." fossero mutate rispettivamente in quelle di "Raggruppamento, gruppo e reparto guardie alla frontiera" 100. In sintesi si sarebbe trattato, secondo le proposte del corpo di Stato Maggiore, di inserire nelle formazioni di pace del "Corpo di Frontiera" anche le formazioni dei comandi di settore e di sottosettore di copertura (stabiliti in funzione del terreno e sanciti come elementi fondamentali nei Piani di Radunata che stavano venendo alla luce), adottando semplicemente nuove dizioni quali raggruppamento G.a.F., gruppi guardie .... , per gli organici già stabiliti delle unità guardie alla frontiera. La proposta dello Stato Maggiore non ebbe seguito, ma rendendosi conto il Ministero della Guerra delle pericolose confusioni che potevano sorgere dal permanere di denominazioni facilmente confondibili, si convenne sulla necessità di ovviare a tale possibilità, senza peraltro perdita di immagine per nessuno dei proponenti (Sottosegretario di Stato e Corpo di Stato Maggiore). Infatti, con foglio 17100 del 25 ottobre 1935 il Ministero della Guerra - Gabinetto - , nel ribadire che la nuova organizzazione della copertura era quella delineata con il foglio n° 3898 del 17 giugno 1935, precisava che per adattare alla nuova organizzazione di copertura la Guardia alla Frontiera, ne erano state ricompilate le tabelle di formazione di pace. Il suddetto foglio inoltre precisava che con le nuove tabelle erano state definite la costituzione del comando di settore e sottosettore dicopertura, prevedendo la utilizzazione dei comandi G.a.F. più elevati per l'inquadramento di tutti gli elementi in posto alla frontiera, ed era stata inoltre semplificata, unificando al tempo stesso, una terminologia che si prestava a confusione. Le nuove tabelle di formazione di pace di fatto puntualizzavano che: - il comando di settore G.a.F. previsto dalle precedenti tabelle era divenuto comando di sottosettore di copertura. ed assumeva la funzione di inquadramento e coordinamento di tutti gli elementi di copertura del sottosettore, mantenendo peraltro il comando diretto dei reparti G.a.F. verso i quali esercitava funzioni di comando
lOOMinistero della Guerra - Comando del Corpo di S.M. promemoria ad oggetto: denominazione della guardia alla frontiera, in data giugno 1935.
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1°
di distaccamento; il comando sottosettore G.a .F. si trasformava, ove necessario 1, in comando di gruppo di capisaldi, mentre il comando di gruppo di centri si identificava con comando di caposaldo, - erano assegnate alla G.a.F. i nuovi organi rispondenti ai nuovi elementi e quindi alle maggiori esigenze della sistemazione difensiva (armi fuori dalle opere). - venivano eliminate le notevoli differenze fra le formazioni di pace e quelle di guerra, col criterio di base di avere la G.a.F. sempre pronta. Con queste tabelle ordinative le strutture caratteristiche della Guardia alla Frontiera, quali settore, sottosettore, opportunamente valorizzate nelle attribuzioni di comando anche se scalate di un livello, trovavano la loro collocazione istituzionale nei settori di copertura, nei quali sarebbe stata suddivisa la fascia di frontiera alpina; le stesse tabelle inoltre mettevano in evidenza l'esistenza di armi della Guardia alla Frontiera collocate fuori dalle opere e la diretta ed esclusiva dipendenza dei settori dai corpi di armata e non più dalle divisioni. Infatti sul finire del'35, alla luce delle t rasformazioni operate nell'ambito della organizzazione territoriale, i settori di copertura, in quanto strettamente aderenti all'esercito operativo, cessata la dipendenza dalle Divisioni Territoriali, trasformatesi nel frattempo in Zone Militari, erano passati alla dipendenza dei comandi di corpo d'armata. I concetti di guerra di rapido corso, di stretto legame fra le truppe mobili e direttrici di attacco, di necessità di una organizzazione statica di copertura fin dal tempo di pace, emergono chiaramente dagli appunti, presi nel corso di una riunione tenuta il 4 marzo 1935 102 negli uffici del sottocapo di Stato Maggiore, nei quali si legge: " La copertura è una funzione affatto secondaria cui si deve provvedere sin dal tempo di pace con organizzazione territoriale rinforzata da milizie. All'atto della mobilitazione, se avremo molto tempo dinanzi a noi, non c'è da preoccuparsi della copertura; se avremo poco tempo avremo poche forze ed allora, anziché diluirsi, è meglio raccogliersi. Né un soldato alpino, né d'altra arma dovranno impiegarsi in copertura. Le forze mobili hanno per compito di proteggere le direttrici sulle quali debbono agire. Gli alpini sono le divisioni celeri della montagna; quindi agiscono riunite nelle direzioni sulle quali debbono operare. Al concetto diluizione si contrapponga il concetto opposto: riunirsi. In caso di allarme le forze mobili si riuniscono; non si riunisce invece l'organizzazione settoriale, l'organizzazione dei settori di copertura." Con tre successivi fogli aventi per oggetto "settori di copertura 103, nuova organizzazione della Guardia alla Frontiera" il Ministero della Guerra attribuiva ai set-
101 La dizione "ove necessario" significa che la t rasformazione avviene solo ove si giudichi necessaria la esistcn· za di u n comando gruppo di capjsaldi. 2 10 Appunto senza n umero e protocollo custodito nel carteggio G.a.F. di A.U.S.S.M.E. Repertorio H5/2 103Ministero della Guerra - Gabinetto · Oggetto: Settori di copertura - nuova organizzazione della G.a.F., frontiera orienta le f. n° 15790 del 9 ottobre 35; frontiera svizzera f. n°17328 del 28 ottobre 35; frontiera occidentale f. n°18150 del 8 novembre 35. A.U.S.S.M.E., r epertorio F4, sintetizzate in uno specchio senza numero datato 10 novembre 1935 presente in A.U.S.S.M.E. L14/26, riportato in documenti allegati n° 8.
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tori nominativi, limiti, sedi, sottosettori dipendenti e definiva i Corpi d'Armata da cui ciascun settore veniva direttamente ed esclusivamente a dipendere; con una successiva disposizione 104 del dicembre 1935 lo Stato Maggiore del Regio Esercito precisava i criteri da adottare per la numerazione dei settori e sottosettori di copertura:
"Numerazione settori di copertura: - con numeri romani e precisamente: I- X per la frontiera occidentale (da sud a nord) Xl - XX per la frontiera nord (da ovest ad est) XXI -XXX per la frontiera orientale (da nord a sud) Numerazione sottosettori di copertura: In ogni settore coi numeri 1°. 2°. 3° ecc.. nello stesso ordine di progressione della numerazione dei settori." - omissis Il 27 gennaio 1936, a dirimere ogni dubbio e dar forza "dogmatica" a quanto fino ad allora detto e scritto su copertura, Guardia alla Frontiera, e struttura difensiva della frontiera alpina, venne diramata la Circolare n° 4501o5 di prot., avente per oggetto le direttive per la organizzazione della frontiera. Questa circolare, che subirà alcune aggiunte e varianti nel giugno 1938, si articolava in due parti riguardanti rispettivamente la copertura e la sistemazione difensiva; essa riprendeva e dava una veste organica ai provvedimenti fino ad allora frammentariamente emanati, integrandoli con le norme che la pratica sperimentazione aveva fatto apparire necessarie per una corretta gestione della difesa della frontiera. Nella prima parte della Circolare n° 450 venivano quindi definiti scopi, compiti e finalità della copertura, si precisava l'identità e l'articolazione (settori di copertura) della fascia di frontiera, si definiva la composizione delle forze preposte in pace ed in guerra e, cosa fondamentale, si fissava in modo inequivocabile la dipendenza dei settori di copertura in pace ed in caso di ostilità. La seconda parte stabiliva loscopo della sistemazione difensiva e ne determinava le caratteristiche fondamentali, definendo inoltre, nell'ambito della compartimentazione della fascia di frontiera, l'esistenza di un primo e di un secondo sistema caratterizzati da un differente sistema organizzativo. Di pari passo con l'evoluzione della normativa procedeva il graduale sviluppo del programma di sistemazione della G.a.F. ed alla data del 2 settembre 1936 risultano costituiti i seguenti settori: C.A. di Bolzano xrv, XV; C.A. di Bologna XVI; C.A. di Torino VIII, IX, X; C.A. di Alessandria I, II, III; C.A. di Udine XXI, XXII; C.A. di Trieste XXV, XXVI.
104 Mìnistero della Guerra Comando del Corpo di Stato Maggiore Mbl. f. n° 21600 Promemoria del 27 dicembre '35 A.U.S.S.M.E. 114/26. 1 5 0 Ministero della Guerra - Comando del Corpo di Stato Maggiore. "Direttive per l'organizzazione della Frontiera" circ. 450 di prot. del 27 gennaio 1936. Riportata in documenti allegati n°7.
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4. ASPE'fTI PECULIARI: RECLUTAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO, UNIFORMI, ADDESTRAMENTO E VITA
Sarebbe stato logico adottare per la Guardia alla Frontiera il reclutamento regionale, così da avere nelle sue unità personale già idoneo a vivere, muovere ed eventualmente combattere in montagna, fortemente motivato alla difesa della propria terra; il corpo venne invece alimentato da tutti i Distretti Militari della penisola, poiché il personale che poteva essere fornito dai distretti di tradizionale reclutamento alpino era appena sufficiente per la formazione ed alimentazione delle unità alpine in vita o di prevista costituzione per mobilitazione. La Guardia alla Frontiera fin dalla sua origine non ebbe l'equipaggiamento proprio dei normali reggimenti di fanteria od artiglieria ma, stante il luogo di abituale dimora e lavoro, utilizzava l'equipaggiamento delle truppe alpine106, cui moralmente apparteneva, condividendone i disagi, il tipo di vita e le località di normale dislocazione ed impiego. Inizialmente il personale del corpo ebbe in distribuzione il classico berretto a busta di panno grigio verde ed il berretto rigido 107; il cappello alpino, anche se, per l'idea peregrina di qualche sommo reggitore, privato della penna e dotato di particolare originale nappina, venne distribuito nel 1938 alle sole componenti fanteria ed artiglieria. Le altre componenti della G.a.F., dislocate sul territorio nazionale ed in Albania (la G.a.F. d'Africa ebbe il casco coloniale), dovettero attendere il F. O. n° 121 del 29 aprile 1940108 con cui il Ministero della Guerra determinava l'adozione per tutti i militari della G.a.F. di tale copricapo in sostituzione di quelli a busta e da libera uscita. Il copricapo privo di penna non fu gradito e ancora meno l'appellativo conseguente di "vidoa"l09 e, qualora si osservino documenti fotografici dell'epoca, si potranno vedere militari della G.a.F. ancora con bustina. Questa infatti, pur non essendo più il copricapo di ordinanza veniva preferita ad un cappello privo "degli specifici attributi alpini". La nappina priva di penna fu di tipo e colore particolare, diversa da quella degli alpini i cui colori distinguono gli appartenenti ai vari battaglioni; fu ovale, verde e bordata del colore tradizionale dell'arma per sergenti, graduati e militari di truppa, metallica, dorata, con la croce di Savoia in rilievo, ma priva di tulipa reggi penna quella degli ufficiali e marèscialli. La ambita penna non verrà concessa nemmeno allorché lo Stato Maggiore determinò che tutte le unità comunque operanti in montagna dovevano essere considerate alpine a tutti gli effetti e quindi con copricapo specifico munito di penna. Anzi si fece di più e con il foglio d'ordini numero 212 del 24 maggio 1943 con il quale tardivamente 11 0 si disponeva che la nappina metallica con 106 costituito tra l'altro dalla gavetta e borraccia grande, grande zaino, scarponi chiodati e vestiario specifico per le truppe alpine. 107 Ministero della Guerra f. n° 47750 del 23 luglio 1938 all'oggetto Uniforme ufficiali e marescialli della G.a.F. Riportato in documenti allegati n°14. 10 8 Foglio d'ordini 121 Adozione cappello alpino per la G.a.F. - riportato in documenti allegati n°13. l09rn piemontese "vedova" 110 All'atto dell'entrata in guerra, per evitare che gli ufficiali ed i sottufficiali delle truppe alpine potessero essere facilmente identificati dal nemico, venne disposto che adottassero la nappina colorata della propria unità; l'analogo provvedimento venne adottato per la G.a.F. solo nel 1943.
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croce sabauda fosse sostituita sul cappello alpino, allorché veniva indossata l'uniforme di guerra, da una nappina analoga a quella in uso ai sergenti maggiori, sergenti e militari di truppa, venne ribadito che "sul cappello alpino della G.a.F. si porta la na ppina senza penna" 111. Al Comandante di Corpo fu concessa la nappina con tulipa, ma essa fu di forma particolare, idonea non per la penna, bensì per innestarvi, allorch é indossava la grande uniforme il pennacchio di airone bianco, simbolo visivo della speciale autorità di comando. Il bavero della giacca della G.a.F. fu, a differenza delle altre armi che lo avevano di velluto prevalentemente nero, di panno verde filettato con i colori tradizionali dell'arma di appartenenza e cioè scarlatto, arancione e cremisi rispettivamente per fanteria, artiglieria e genio; su questo particolare bavero gli uomini della Guardia alla Frontiera apposero le sole stellette, contrariamente alle altre armi, corpi e servizi i cui ufficiali, sottufficiali e truppa fregiavano il bavero di velluto di specifici ornamenti, quali mostrine, fiamme ed alamari. Successivamente, in analogia a quanto disposto circa la estensione agli ufficiali dei servizi assegnati alle divisioni della mostrina divisionale o fiamme verdi, venne disposto che anch e per gli ufficiali medici, di amministrazione e maestri di scherma della G.a.F. e delle truppe di Zara fosse prescritto il bavero verde con filettatura della rispettiva specialità.112
Figura 31: Nappine metalliche G.a.F per cappello alpino (APV).
l l l Ministero della Guerra. Foglio d'ordini 212 del 24 maggio 1943 Nappine per i cappelli alpini di Ufficiali e marescialli della G.a.F. Gli eredi della G.a.F. dovranno attendere di divenfre alpini da posizione per mettere la penna sul cappello. Riportato in documenti allegati n°16. 112 Uniforme ufficiali e marescialli della G.a.F. lVI.G. f. n°47750 del 23 luglio 1938 (A.U.S.S.M.E. M7/561), Mostrina divisionale M.G. f. 11°50350 del 19 giugno1939 (A.U.S.S.M.E. 1\17/566) e Bavero verde ....M.G. f. 11°75630 del 1 settembre 1939 (A.U.S.S.M.E. M7/567).
La guardia alla frontiera) un corfJo unico per difendere i conjìni
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Figura 32: Colonnello Comandante di Settore con elmetto munito di tulipa porla pennacchio (Arch. Gen. Bernardi)
Figura 33: Copricapi della G.a.F.: berretto di panno grigio verd e a busta e cappello alpino (Arch. Rivieri).
Figura 34: Maresciallo e caporale magg. di fanteria G .a.F. in uniforme mod. 33 (APV)
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Quando nel 1940 la trasformazione delle uniformi fece scomparire il velluto colorato dal bavero, ora dello stesso colore dell'uniforme, in sostituzione della precedente filettatura, che con i peculiari colori distingueva l'arma di origine, vennero a pposte specifiche mostrine verdi ad una punta, bordate del colore tradizionale. Dall'esame dell'iconografia dell'epoca si vede come i colori tradizionali dell'arma di origine comparissero anche sulle controspalline, sulle ba nde dei pantaloni e manopole delle divise degli ufficiali, i quali inoltre ornavano il loro berretto rigido, di iniziale dotazione, con u na fascia di panno verde e pure verde era il tondino del trofeo, posto su l copricapo, ove risaltava il numero del settore o reggimento di artiglieria. Gli appartenenti a corpi e servizi assegnati alla G.a.F. (amministratori, medici e successivamente carristi, veterinari ed autieri) pur non rinunziando ai propri specifici attributi li bordarono o sottopannarono di verde, a significare la loro appartenenza ed int imo legame alla G.a.F. ed ebbero di panno verde il tondino posto al centro del fregio. La grande uniforme dei sergenti prevedeva che le controspalline fossero munite di placche dorate con impresso a rilievo il fregio dell'arma; la fanteria ed il genio G.a. F. ebbero impr esso sulle placche il fregio del genio e della fanteria di linea, mentre per il personale dell'artiglieria venne generalmente apposto come fregio quello dell'artiglieria pesante 113 che già figurava nel trofeo del copricapo.
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GENERALI
FANTERJA E MITRAGLIERl
ARTIGLIERIA
GENIO
Figura 35: Le specifiche mostrine G .a .F. per uniforme mod.40 (APA)
PLACCHE PER CONTROSPALLINE DA GRANDI UNI FORMI PER SERGENTI E GRADUATI E TRUPPA
Figuro 36: Placche per controspalline .. Fante,1a di Linea e Fanteria G.a.F.
Aitiglictia Atpino. o A rliglieri,,t G.a.F.
Génio è Genio G,a,F.
da grande uniforme di sergenti, graduati e militari di lruppa
(Viotti, op.cit.USSME)
113 La pubblicazione di Andrea VIOTTI "Uniformi e distintivi dell'Esercito Italiano nella seconda guerra mondiale" edita da USSME, alla pagina 55 attribuisce invece all'artiglieria G.a.F. il fregio dell'artiglieria alpina, che però 11011 trova risconi1·0 nel fregio posto sul copricapo degli artiglieri G.a.F..
La guardia alla }i'ontiera) un corpo unico jJer dffendere i corifùii
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La Guardia alla Frontiera non ebbe un fregio particolare e le varie componenti del corpo mantennero sul copricapo, e quindi anche sul cappello a lpino, il fregio dell'arma di origine; gli appartenenti alla fanteria e genio dei settori apposero nel centro del fregio il numero romano del settore di copertura di appartenenza, mentre gli artiglieri applicarono al centro del proprio fregio - che era quello dell'artiglieria pesante conia fiamma dritta 114 - il numero romano del rispettivo reggimento. Allorché il riordino dei settori di copertura e dell'artiglieria G.a.F., sancito _con foglio 17690 del 9 marzo1939, d~pose che le batteri.e S.P., dislocate nel territorio di giurisdizione, fossero poste alle dirette dipendenze dei Comandi Settore, gli appartenenti a queste apposero nel fregio il numero romano del settore anziché quello arabo del reggimento. Poiché ai militari appartenenti alle divisioni di fanteria, celeri, motorizzate, corazzate ed alpine era stato concesso un apposito distintivo da braccio, allo scopo di distinguerè anche gli appartenenti ai settori di copertura della G.a.F. con un visibile segno di significato onorifico, con circolare n° 48 115 pubblicata sul Giornale Militare del 31 dicembre 1937, venne disposta l'adozione di un distintivo di settore da portarsi sul braccio sinistro della uniforme. Questo distintivo, realizzato a forma di scudetto, era metallico, a basé verde e recava al centro un gladio colore giallo oro, con la punta rivolta in alto, attraversato da una fascia sagomata ad arco, portante in verde il numero romano del settore. Fregi tipici per copricapo
Figura 37: Fante G.a.F. (Arch. Abbondio)
114 Derivando i Reggimenti artiglieria G.a.F da Reggimenti di artiglieria pesante questo è il fregio che viene adottato inizialmente per tutti. Successivamente per le unità non inquadrate nei Reggimenti, come ad esempio quelle S.P., viene mantenuto il fregio delle specialità di originaria appartenenza e quindi i copricapo si ornano anche dei fregi della campagna e pesante campale. I I5circolare n° 48 -Adozione distintivo per settori G.a.F. - riportato in documenti allegati n°15.
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figura 38: Artigliere G.a.F. (Arch. Olivieri)
figura 39: Geniere G.a.F. (Arch. Venturi)
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figura 40: Scudetti da braccio per Settori G.a.F. (APV.J
Per ciò che concerne l'aspetto addestrativo della Guardia alla Frontiera, inizialmente non si ritenne che essa dovesse svolgere programmi di addestramento diversi da quelli della fanteria, se si eccettuava il rilevante tempo dedicato ai lavori di rafforzamento della difesa. Ai militari del corpo fu quindi inizialmente fatto svolgere l'addestramento dei fanti; l'esperienza conseguita dall'attività degli iniziali distaccamenti fornì una maggior chiarezza sui compiti specifici attribuiti e si poté formulare una prima provvisoria dottrina di impiego del corpo. Emerse allora che i compiti specifici attribuiti non trovavano riscontro nel tipo di addestramento che veniva fatto svolgere. Ne derivò quindi la necessità di adottare un tipo di addestramento sempre più particolare e caratteristico, rispetto a quello delle armi tradizionali. Ad esso, studiato in funzione dell'impiego richiesto, dovevano essere sottoposti tutti i componenti deila G.a.F. indipendentemente dall'arma di appartenenza. L'addestramento venne indirizzato a tutti gli aspetti della guerra con particolare riguardo a quelli che specificatamente interessavano il Corpo. Venne accentuato
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l'addestramento al tiro, così da colpire a colpo sicuro, non consentendo l'esiguo spazio a disposizione all'interno delle opere la creazione di grosse riserve di munizioni, si cercò di abituare il personale a vivere in modo sobrio e spartano, ridotto all'essenziale così come l'ambiente costituito dalle anguste fortificazioni consentiva. Ampio spazio fu dato all'esercizio della attività fisica e ad un costante e progressivo allenamento alla vita in montagna in ogni stagione, sopperendo con l'intensa attività ginnico/sportiva al forzato immobilismo dovuto alla permanenza nelle opere ed alle mancanze qualitative del reclutamento non effettuato, per i motivi già prima esaminati, nei distretti alpini. Per le caratteristiche del terreno su cui erano chiamati a vivere ed operare, si ritenne opportuno sottoporre il personale anche alle forme specifiche di addestramento che l'ambiente montano richiedeva e in tale ottica, oltre alla marcia in montagna, agli uomini della G.a.F. furono insegnati rudimenti di alpinismo e venne fatto praticare lo sci. La frequentazione di questi sport permise di formare piccole unità di sciatori, che si rivelarono oltremodo preziose nel corso-delle stagioni innevate per il controllo degli spazi impervi, per l'afflusso dei rifornimenti ed il collegamento delle varie strutture, portando una approfondita e sicura conoscenza del terreno di pertinenza. Allorché nel 1940 scoppiò il conflitto, queste acquj.site capacità permisero di impiegare il personale della Guardia alla Frontiera per effettuare colpi di mano contro il nemico, collegare unità e guidare nelle zone di assegnato schieramento reparti provenienti da altre zone d'Italia. Nessun aspetto addestrativo fu trascurato .e persino, allorché la pianificazione previde che il complesso difensivo delle frontiere nazionali preposto alla guerra d'arresto si avvalesse anche di sbarramenti chimici, si proV:7ide a preparare un certo numero di militari che in guerra avrebbero potuto esser chiamati a coadiuvare il personale specializzato nella sistemazione e preparazione delle posizioni e dei vari dispositivi in vista dell'impiego dei succitati aggressivi chimici.
Figura 41: Attività sciistica
della G.a.F. (Arch Cignetti)
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Così, come particolare era la struttura ordinativa, particolari erano anche la vita, le strutture operative ed abitative dei componenti del corpo. Anche in tempo di pace essi non avevano sede in città o grossi paesi ove svolgere addestramento e normale vita di guarnigione (e da lì partire, in caso di conflitto, per raggiungere le località di impiego previste per loro dai piani operativi elaborati dalio Stato Maggiore). Sede delle unità G.a.F. era la montagna, dove occupavano pressoché in permanenza i complessi fortificati o le casermette protette realizzate essenzialmente in fascia di frontiera - tutta una fitta rete di difesa che doveva dare sicurezza e tranquillità al Paese - : Queste strutture erano sì munite dei più aggiornati, per quei tempi, sistemi di difesa, di riserve di viveri e munizioni atte a consentire una permanenza abbastanza lunga, ma erano anguste, scomode ed assai umide; la vita che vi si poteva condurre non era certo paragonabile a quella che si conduceva nelle caserme sedi di guarnigione degli altri corpi. Quando terminava il turno di servizio alle strutture di confine e si effettuavano i cambi, i soldati, anziché prendere la via della città e godere delle sue relative comodità, scendevano semplicemente un poco più a valle, nelle caserme ubicate a pochi chilometri dal confine, sempre fra le montagne, per fruire di un periodo di riposo, cambiare e "lisciviare i panni" e, se possibile, andare qualche giorno in licenza. La loro vita si svolgeva di norma lontana dai rumori della città, totalmente immersi nel tentativo di raggiungere una minuziosa e meticolosa conoscenza della "propria" parte di territorio; ad essi era chiesto di imparare a vivere in montagna, immedesimandosi in essa, poiché dalla conoscenza minuziosa della montagna e delle sue regole di vita dipendeva la loro esistenza, quella dei commilitoni e la possibilità di svolgere nel migliore dei modi il compito assegnato. Quando la stagione invernale sopraggiungeva ed il Comando disponeva il passaggio dalla copertura dei confini estiva a quella invernale, i distaccamenti più esposti ripiegavano sulle sottostanti caserme difensive di alta quota ove la fitta rete di teleferiche appositamente creata faceva affluire i generi non deperibili, munizioni, materiali vari ed iniziava il lungo periodo di solitudine. Le pattuglie su sci o racchette controllavano le posizioni temporaneamente sguarnite, la linea di confine e, collegandosi all'indietro con il comando di livello superiore, ne riportavano .ordini, materiali e quei generi deperibili che, necessari per la sopravvivenza, non avevano potuto essere accumulati fin dalla bella stagione. A livello gruppo di capisaldi e talora di capisaldi si macellava il bestiame e si panificava per poter inviare, tramite le patt uglie in afflusso e deflusso, questi generi ai minori reparti dislocati in alta quota. A questa attività non sfuggivano gli artiglieri delle batterie Sempre Pronte eh~ in forza sia pur minima vigilavano a rotazione a fianco dei pezzi che, come dice il loro nome, dovevano essere sempre pronti ad intervenire a tutela dei confini e a sostegno dei commilitoni in pattuglia o presidio di strutture.116
11 6come rammenta il colonnello Raineri (già del 36° Gruppo artiglieria del III Settore) "ogni quindici giorni si cambiava il pre.sidio dei pezzi ed in quel periodo ogni giorno si effettuavano pattugli.e per sorvegliare la parte di confine assegnataci e per collegarci col comando, prendere viveri, munizioni ed ordini. Non era un percorso facile da farsi con gli siti quello S. Anna di Vinadio - Colle della Lombarda (linea dei pezzi), ma erava. . e ..... " mo gi.ovam
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5. ARTIGLIERIA GUARDIA ALLA FRONTIERA Allorché fu decisa la costituzione di un apposito corpo che doveva presidiare le opere della sistemazione difensiva terrestre, l'ordinamento stabilito per esso dall'allora Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Generale Bonzani previde che si articolasse in unità di fanteria e unità di artiglieria. Le unità di artiglieria erano costituite dagli artiglieri i cui pezzi armavano le opere in caverna ed i forti inseriti nel complesso fortificatorio attribuito alle cure di questo corpo, che inizialmente definito "di frontiera" venne nel decreto istitutivo denominato "Guardia alla Frontiera". Sulla frontiera venivano così a coesistere le preesistenti batterie da posizione con i loro vincoli organici e quelle denominate "artiglieria di G.a.F." cooperanti con i settori di fanteria del nuovo Corpo. Il successivo evolversi della struttura difensiva determinò notevoli mutamenti ordinativi nella G.a.F. ed in special modo nella compagine della artiglieria di G.a.F.. L'evoluzione gestionale della fortificazione che aveva devoluto alle unità di fanteria costituenti il presidio delle strutture fortificate l'impiego delle armi automatiche, mortai e pezzi controcarro di piccolo calibro, richiedeva infatti agli artiglieri, oltre alla gestione dei pezzi dislocati nei forti inglobati nella sistemazione difensiva, anche quella delle artiglierie di piccolo, medio e grosso calibro che venivano collocate in caverna, casamatta od allo scoperto, inserite o meno nei capisaldi. Preso atto che era necessario dare un valido assetto a tale massa di artiglieria, il Ministero della Guerra con f. n° 30780 del 13 maggio 1937 stabilì la trasformazione dei Reggimenti di artiglieria d'Armata da posizione 6° (Bolzano), 7° (Cuneo), 8° (Venaria Reale), 9° (Belluno), 10° (Trieste) in Reggimenti di artiglieria di G.a.F., e la costituzione "ex novo", per le esigenze della G.a.F. dipendente dal Corpo di Armata di Bologna, di un ulteriore Reggimento (11 °)117. Ciascuno di questi reggimenti, dotato di un deposito misto, doveva riunire tutte le batterie da posizione e di G.a.F. dislocate nel rispettivo Corpo di Armata. Il succitato foglio inoltre precisava che "con i citati provvedimenti": - scompariva la distinzione tra artiglierie da posizione e G.a.F.; - l'organizzazione di pace dell'artiglieria preposta alla difesa dei confini si sarebbe basata su 6 comandi di Reggimento artiglieria di G.a.F., 21 comandi di gruppo, 103 batterie, anziché 5 comandi di reggimento di artiglieria da posizione, 21 comandi di gruppo, 43 Btr. da posizione, 23 Btr. G.a.F. non irregimentate; - i reggimenti di artiglieria G.a.F. avrebbero disposto di batterie Sempre p~onte, batterie di approntamento accelerato da :i;nobilitarsi con il personale alle armi e batterie di approntamento normale da mobilitarsi con personale richiamato; - di massima ad ogni comando di settore sarebbe corrisposto un comando di gruppo in cui riunire tutte le batterie G.a.F. del settore, fossero esse sempre pronte o meno. Successivamente il Ministero della Guerra dispose 118 che i Reggimenti artiglie-
117 Nella realtà il Reggimento venne attribuito al C.A. di Alessandria e quello di Bologna ebbe, in tempi successivi, per le esigenze della Carnia il 12°. 11 8Ministero della Guerra - Gabinetto - F.n°10850/S del 17 Febbraio 1938 in AUSSME lvl/7-559.
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ria della G.a.F. fossero, in tempo di pace, articolati su di un comando, un numero vario di comandi di gruppo (da 2 a 5), un numero vario di "batterie" (da 2 a 8) un numero vario di batterie Sempre Pronte (da 6 a 25), un deposito m isto, uno o più eventuali magazzini settoriali. Poiché il fuoco erogato dalle artiglierie G.a.F. doveva assicurare la tenuta della linea di confine, paralizzare l'alimentazione di penetrazioni in profondità e creare zone di interdizione contro i possibili centri di raccolta delle forze avversarie, ciascun gruppo venne costituito da due o più batterie anche di calibro diverso adottando una a tipica 11 9 composizione pluricalibro. La stessa circolare precisava, poi, come si dovessero intendere: - sotto la dizione di "batterie sempre pronte" quelle, già di G.a.F. , che permanentemente schierata (in caverna, casamatta, barbetta, opere fortificate) oppure accantonata in ricoveri ad immediata portata delle postazioni erano in grado di immediato funzionamento anche con il solo personale previsto dagli organici di pace; esse potevano far parte dei capisaldi integrandone l'azione di fuoco sulla fronte e sulle cortine ed inoltre aver compito di battere obiettivi importanti e ben determinati oltre confine; - con la dizione "Batterie" invece quelle che all'atto della mobilitazione ,con la quasi totalità del personale di pace erano destinate a creare per sdoppiamento il numero di batterie di guerra di approntamento accelerato. La loro assegnazione di guerra era funzione dei piani operativi e ne era previsto l'afflusso in frontiera solo all'atto della mobilitazione; i compiti e le postazioni erano definiti dai piani operativi cui competeva anche stabilire quali di esse fossero le più importanti e quindi dovessero aver realizzati fin dal tempo di pace lavori permanenti quali piazzole, ricoveri e strade di accesso ed avere i materiali accantonati nei magazzini di copertura. Le batterie Sempre Pronte dovevano entrare in azione in pochissime ore, mentre 24/48 ore era il tempo stimato per quelle di categoria Approntamento Accelerato. Era inoltre stabilito che per la guerra i Reggimenti formassero batterie di approntamento normale con personale quasi totalmente richiamato e che per queste batterie nei progetti di mobilitazione fosse prevista la presenza di nuclei di formazione, da trarsi dal totale della forza di pace. Il numero dei pezzi per le batterie in caverna, in casamatta ed allo scoperto variava a seconda del calibro e precisamente da 3 a 8 pezzi per le batterie di piccolo calibro, da 3 a 6 per quelle di medio calibro, da·2 a 4 per le btr. di grosso calibro fino al calibro 305 e da 1 a 2 pezzi per i calibri superiori; le batterie dei forti potevano essere su 2 pezzi da 120 o su 4 od 8 pezzi da 149. L'importanza strategica, ai fini della difesa, rappresentata dalla Valtellina e la particolare difficoltà del territorio legata alla conformazione del terreno fecero sì che, fin dalla costituzione del corpo, venisse dislocato in Sondrio un gruppo autonomo artiglieria G.a.F..
119 Il reggimento artiglieria di G.a.F. presentava una varietà di calibri non prevista dall'ordinamento del R.E. per un reggimento di artiglieria.
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La creazione di un nuovo Corpo di Armata, il XV, con sede di comando in Genova ed una susseguente nuova articolazione del territorio e della fascia di frontiera, portarono alla dislocazione dell'11° Rgt.1 20 a Savona 121 ed alla costituzione del 12° Rgt. con sede a Osoppo1 22 ; a questi si aggiunsero successivamente il 13° Rgt. costituito a Tirana, allorché l'Albania divenne italiana e Tirana sede del XXVI Corpo d'Armata, ed il 14°con sede in Tripoli.
6. FANTERIA CARRISTA DI FRONTIERA Come era potuto accadere che ad una arma, destinata al presidio statico dei confini, fossero assegnate unità di carri armati? Esaminiamo nei limiti del consentito dalle poche informazioni in possesso queste unità particolari. Gli studi effettuati dal Corpo Tecnico del Regio Esercito per dotare le unità carriste di un carro armato leggero, idoneo anche a muovere sui terreni di montagna e l'analisi-studio dei mezzi similari prodotti dalle industrie straniere, avevano portato alla produzione da parte delle industrie nazionali di un mezzo che poteva verosimilmente soddisfare i requisiti formulati dallo Stato Maggiore. Di pari passo si fece però strada nelle menti dello Stato Maggiore l'idea che un avversario munito di mezzi aventi analoghe prestazioni, cioè utilizzabili in montagna, avrebbe potuto eventualmente avvalersene per invadere l'Italia, sfruttando le favorevoli possibilità offerte da taluni punti del confine. Allo scopo di inibire il territorio di frontiera all'irruzione di carri armati avversari, lo Stato Maggiore si mosse lu:ngo due linee e precisamente: 1. determinando l'attuazione di sbarramenti di fondovalle 123 , in connessione con la sistemazione difensiva, realizzati 124 mediante: - la messa in opera o predisposizione di messa in opera di ostacoli passivi (denti di drago in cemento, spezzoni verticali di rotaie ferroviarie, tagliate con ponti) tesi ad inibire l'uso delle rotabili e dei terreni circostanti ad esse, - la pianificazione per lo schieramento di ostacoli attivi (mine) - la realizzazione di uno schieramento di sicurezza anticarro, attuato con pezzi schierati fin dal tempo di pace e serviti dalla Guardia alla Frontiera, da integrarsi all'atto del bisogno con i pezzi delle GG. UU. di previsto afflusso per copertura; questo schieramento di difesa anticarro attiva veniva realizzato us~ndo
120Tale nascita è confermata dal foglio n° 49663 del Ministero della Gue1Ta che in data 2 agosto 1938 stabilisce le date da iscriversi sulla freccia dello stendardo dei 6°, 7°, 8°, 9°, 10°, ed 11° Reggimento artiglieria per la G.a.F.. 121 Il f.n°30780 del 13 maggio 1937 dispose la creazione dell'l1° per il Corpo di Armata di Bologna, successivi mutamenti lo assegnarono al C.di A. di Alessandria, sostituito nelle sue funzioni dal 12° Rgt.. 122con foglio 6296 del 29 gennaio 1939 (A.U.S.S.M.E. M7/564) viene sanzionata la costituzione del 12° su 2 gruppi. 123 Ministero della Guerra - f. n. 4943 del 25 luglio 1935. l 24 Ministero della Guerra - C/do Corpo di S.M. f.n° 2460 del 2/4/1937.
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pezzi da 47/32 e sezioni di pezzi da 75/27 dove si riteneva possibile, per il tipo di terreno, impiego di carri pesanti nemici. costituendo ed inserendo nella struttura organica della Guardia alla Frontiera 125 unità carriste di frontiera dotate di mezzi corazzati atti al contrasto dinamico/balistico degli eventuali carri armati "alpini" avversari 126.
Figura 43: Denti di drago al Piccolo S. Bernardo (APA)
Figura 44: Carro armato mod. 21 (Arch. Gen. Sandri)
125 1a loro appartenenza alla G.a.F. è conformata dalla circ. 5000 allegato2 pagina 7. 126 Queste compagnie non ebbero mezzi moderni "montanari" ma vecchi carri di cui lo Stato Mag1;,ri.ore non ritenne, nell'imminenza del conflitto, privarsi essendo comunque funzionanti; analogamente i francesi dotarono l"Année des Alpes di unità dotate cli analoghi Renault Faible 'l'onnage.
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La Guardia alla Frontiera ebbe quindi in organico alcune compagnie di carri armati. Le scarne notizie reperite ci danno agli inizi del 1940 una compagnia fanteria carrista di frontiera - la 2A- di sede nei pressi di Borgo San Dalmazzo, un'alt ra - la 4/\- dislocata nei dintorni di Cesana Torinese ed una terza - la 5.1\- nella zona di Ventimiglia. Tutte queste compagnie risultano esser state equipaggiate con carri armati del tipo FIAT 3000 mod. 21 e mod. 30 127 . Superstiti della G.a.F di Albania danno inoltre presente nella zona di Scutari, nei primi mesi del 1941, una compagnia ca rri armati della G.a.F., equipaggiata con carri di tipo antiquato già visti nei ranghi delle forze albanesi all'atto dell'occupazione di tale Paese. Ad integrazione di quanto sopra riportato che, specie per la Compagnia "albanese", è frutto della memoria di alcuni superstiti, fonti archivistiche 128 fanno ascendere a cinque le compagnie di fanteria carrista di frontiera che vennero costituite a spese dei cinque bat taglioni di fanteria carrista che, ancora esistenti sul territ orio n azionale, armati con i carri tipo Fiat 3000, erano considerati non più mobilitabili nel 1939; dette compagnie, articolate su tre plotoni di tre carri ciascuno ed un carro comando, risultavano, dalle stesse fonti, successivamente dislocate rispettivamente nel numero di 3 in territorio m etropolitano, 1 in Albania, 1 nelle isole dell'Egeo 129. Data l'attendibilità del foglio succitato130, si deve verosimilmente ritenere che la Compagnia "albanese" fosse quella costituita in Italia (e successivamente dislocata a Scutari) e che i carri emersi dai ricordi di reduci, siano stati carri dello stesso modello a suo tempo comperati dall'Albania e all'atto dell'occupazione italiana, anche alla luce della necessità di sostituire carri andati in avaria o distrutti, incorporati nella Compagnia "italiana". Da un esame del quadro di battaglia delle unità impiegate alla frontiera con la Francia, si ricava questa assegnazione delle tre compagnie metropolitane: una compagnia al IV C.A.13 l (anziché I) della 4.1\ Armata e una rispettivamente al II e XV C.A. della 1 A Armata 132. Al termine del conflitto con la Francia, le tre compagnie, vennero trasferite alla frontiera orientale; la 2°e la 4 ° risultano al XXII Settor e (Divisione di Fanteria Re), mentre l'altra (la 5° Cp. di ftr. carrista) risulta esser stata posta dapprima alle dipendenze della D.f. Bergamo e successivamente, il 5/9/ 1940, alle dipendenze t attiche e disciplinari del XXVII Settore di Copertura G.a.F. che agiva alle dirette dipendenze del Comando V Corpo d'Armata - difesa di Fiume. Il materiale che armava le compagnie "carriste" di frontiera, già obsolet o all'inizio del conflitto, non ne consentì un proficuo impiego, come evidenzia l'esame della 12 7 Cani arma ti Fiat modello 3000 entrati in servizio nel 1921, armati di una coppia di mitragliatrici , e nel 1930 armati di cannone o coppia di Fia t mod.35. l28Ministero della Guerra - C/do Corpo di S .M. Mbl. f. n° 1450/S del 13 genna io '40. 129Ministero della Guerra - C/do Cor po dì S.M. Serv. f.n° 50685 del 2/12/ 1939 - archivio Gen. Sandri - riportalo in documenti a1legati n°10. l 30L'allegato n°1 al Diario Storico della Divisione corazzata Centauro in data 1° aprile 1941 conferma la presenza di n°1 compagnia carri "M" mod. 21/30 della G.a.F. nel Settore Nord dello scutarino. l 3 l Ministero della Guen-a C/do Corpo di S.M. f.n° 14212 del 6 dicembre 1939, all'oggetto: Costituzione ed assegna zione compagnie carrìste di frontiera , variante al f. n. 50685 - archivio Gen. Sandri . 2 13 E precisamente: 2°Cp al II C.A. , 4° al IV C.A. e 5°Cp. al XV C.A.
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documentazione relativa alla loro attività; da esso infatti emerge soltanto l'impiego, alla frontier1- .?C,Ci~entale, di alcuni carri L 5/21 (come erano stati ridesignati i carri FIAT 3000) della 4° Compagnia del VII Settore di Copertura - IV Corpo d'Armata, che, agendo in appoggio ad un plotone di carabinieri, consentirono a questi di conquistare l'abitato di Mont Genèvre. La fine del conflitto con Francia e J ugoslavia, e la scarsa capacità bellica residua portarono allo scioglimento delle tre compagnie "carriste" di frontiera presenti nella madrepatria e l'accantonamento dei carri L5/21 presso i depositi delle unità "carriste" di origine 133 . Scomparivano così dal panorama della Guardia alla Frontiera metropolitana queste sue particolarissime unità che, in funzione dei compiti ricevuti ed in sintonia con il corpo di appartenenza, si erano date l'orgoglioso motto: Ai sacri limiti, ferrea scolta.
Sul finire del 1941, a fronte della minaccia anglo/americana, i mezzi ritirati alla G.a.F. e ritenuti ancora validi per impieghi non di prima linea equipaggiarono due compagnie carristi, ciascuna su nove carri, che vennero dislocate in Sicilia ed assegnate rispettivamente al XII e XVI C.A.. Entrambe si immolarono nella impari lotta scatenatasi per contrastare, nonostante lo scarsissimo valore bellico residuo dello strumento di cui erano armate, lo sbarco nemico. La compagnia "carrista" della G.a.F. di Albania, che nell'organico del maggio1941 era ancora classificata "M" mod. 21/30, cessata la minaccia al confine albanese, passò a fine 1941 alle dipendenze di impiego del Comando truppe del Montenegro e venne duramente impegnata per contrastare le forze insorgenti della guerriglia sviluppatasi contro le forze italo/tedesche nei territori occupati del ex Regno di Jugoslavia. 7. GENIO E TRASMISSIONI GUARDIA ALLA FRONTIERA
Per fare fronte alle innumerevoli necessità di vita del personale ed alla manutenzione delle strutture, vennero organicamente assegnati ad ogni settore aliquote di personale del genio delle varie specializzazioni 134 . Successivamente, alla luce delle accresciute esigenze tecnologiche e conseguente necessità di un aumento numerico e qualitativo di questo personale, fu costituito un r eparto misto del Genio per la G.a.F. che riuniva, ai fini disciplinari e di impiego di specialità il personale dell'arma. A decorrere dal 1935, ciascun Reggimento Genio di Corpo d'Armata competente per territorio venne incaricato dell'addestramento delle reclute del genio assegnate ai propri settori di copertura; queste, all'atto dell'afflusso, venivan,o inquadrate in ambito reggimentale in speciali compagnie Guardia alla Frontiera, corpo di cui già portavano mostreggiature ed attributi, svolgevano specifico addestramento di specialità ed al suo termine venivano avviate per l'ulteriore fase addestrativa ed impie-
133 stato Maggiore Mbl. f. n° 30610 del 7 dicembre '40 e 31010 del 9 dicembre '40; A.U.S.S.M.E . M7/466. 134 Le varie specializzazioni consentivano di far fronte ai diversi problemi specifici ed in modo particolare, non esistendo all'epoca l'attuale specificazione genio pionieri e genio trasmissioni, ai collegamenti che erano gestiti sempre da personale del genio ma specializzato telefonista e r adiotelegrafista.
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go al settore di copertura cui erano in forza dal momento dell'incorporazione I '.\S. Il Sergente Maggiore IMARISIO Luigi di Ventimiglia l'.\ 6 così ne sintetizza nascit a ed attività : "I priini reparti del genio fitrorw costituiti nel 1935 presso il 2° R eggimento Genio di Casale Monferrato; furono co,nposte due compagnie, la 1" e la 2" compagnia speciale Guardia alla Frontiera. Istruiti m ilitarmente e in base alla specialità, dopo il campo estivo, frazionati in plotoni, i genieri furono inviati alla frontiera sia costiera, sia montana, aggregati alla fanteria . In seguito, presso Ventimiglia, vennero costituiti il 1° ed il 5° Reparto misto genio G.a.F, il primo sulla costa, il secondo in niontagna, a miUe metri di altitudine; entrambi hanno partecipato al conflitto contro la Francia e poi /itrono inviati come truppe di occupazione in tutta la Costa Azzurra."
In funzione delle esigenze, il settore poteva decentrare, in rinforzo al personale del genio in organico ai sottosettori costituito dagli specializzati occorrenti alle singole opere fortificate e facente parte integrante delle opere stesse, minori unità od elemen ti tratti dal proprio reparto misto genio per la effettuazione di specifici lavor i, la gestione degli apparati di collegamento a filo e radio e degli apparati fotofonici che fornivano il collegamento fra le varie strutture fortificate . Compiti del genio G.a.F. erano: - la manutenzione ed il funzionamento degli impianti antincendio, gruppi elettrogeni, collegamenti interni, l a manutenzione degli arredi e dei serbatoi acqua; - la manutenzione e l'esercizio delle r eti dei collegamenti radiotelefonici e foto telegrafici; - la manutenzione e l'esercizio degli impianti e materiali vari, quali impianti idrici teleferiche, fotoelettriche, fari e fanali; - l'approntamento e la gestione delle tagliate e di ostacoli prevalentemente anticarro. - Se 2:one lo ugitv<iinòle -
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Figuro 45: Stazione Fotofonico e suo installazione in uno strutturo del Vallo Alpino (Ministero dello Guerra pubbl. "anno XIX" in APA) .
l 35All'atto dell'emanazione del Regio Decrcl..o di costituzione del corpo (aprile 1937) venne data sanzione ufficiale a questa prassi addestraiiva con i fogli emanati dal Comando del Corpo di Stato lVlaggiore 11°17462 datato 27/9/37 e s uccessivo 5500 del 2/4/38. I361MARISIO Luigi: chiamalo alle a rmi nel I935 nell'arma del Genio venne, al termine dell'addestra mento, assegnato al I Reparto misto genio per la G.a.F. nei cui ranghi ha successivamente partecipato al 2° conflitto mondiale.
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Figura 46: Operatore R.T. recante al braccio il distintivo di specializzazione (Arch. Venturi Gino).
Inizialmente sotto la dizione "Reparti misti del Genio per la Guardia alla Frontiera" vennero costituite Compagnie e plotoni misti del genio 137 . L'aumentata importanza dei collegamenti nell'ambito militare, la necessità di avere costantemente assicurato il funzionamento di quelli di copertura, il sempre maggior impatto della tecnologia nell'ambito del funzionamento delle strutture fortificate fecero sì che il problema del personale del genio per la G.a.F. emergesse prepotentemente sul finire del 1937, richiamando su di sé l'attenzione dei vertici delle forze armate. Nel corso di una specifica riunione tenuta nel novembre 1938, il problema dell'ordinamento del personale dell'arma del Genio per la G.a.F. venne affrontato dal Sottosegretario di Stato alla guerra, ch e espresse il proprio parere favorevole alla costituzione di veri reparti misti del genio per la G.a.F. da porsi alle dirette dipendenze dei comandi di settore. Qualora costit uit i, questi reparti avrebbero dovuto riunire gli elementi del genio delle specialità trasmettitori, elettricisti/motoristi, operai, foto elettricisti, già previsti dalle tabelle organiche in vigore e presenti a livello settore. Poste agli ordini degli ufficiali del genio, già previsti per la G.a.F., queste unità avrebbero potuto facilmente inquadrare il suddetto personale e quello delle altre specialità di cui era prevista l'imminente assegnazione alla G.a.F. Allorché ebbe vita il Reparto misto genio settoriale, non si ritenne però opportuno inquadrare in esso il personale del genio 137 Come rappresentato dall'organico custodito presso A.U.S.S.M.E. - M7/502 si ebbero le Compagnie miste n°l, 2, 3, 7, 8, 9, 10, 11, 13, 14, 15, 17, 21, 22, 23, 25, 26, ed i plotoni autonomi misti n° IV, XVI, XXVII.
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che, occorrente alle singole opere fortificate, ne faceva organicamente parte. Poiché questa posizione organica era già stata positivamente sperimentata e collaudata, si addivenne alla decisione di n on mut arla e porre questi elementi alle dipenden ze del reparto misto del genio soltanto dal punto di vista tecnico. In r elazione a quanto emerso nel corso della riunione ed alle pr oposte formulate dal comando del Corpo di Stato Maggiore e dall'Ispettorato dell'arma del Genio, venner o emanate le nuove "Tabelle Gra duali e Numeriche di Formazione di Pace dei Reparti Misti del Genio per la Guardia alla Frontiera". Dalla parte "avvertenze" di una copia della edizione 1939 138 di queste tabelle sono stati scelti i sotto riportati paragrafi; la loro lettura, in assenza di al t ri documenti, conferma e perfeziona quanto precedentemente riportato, frutto della memoria di alcuni reduci del genio Guardia alla Frontiera che vennero reclutati ed agirono precedentemente al 1939. Avvertenze 1 I\ - Tutti gli elementi del genio della G.a.F. - eccezion fatta per i minatori - sono riuniti in reparti misti (una compagnia od un plotone autonomo m isto per ogni settore). La compagnia comprende tanti plotoni, quanti sono i sottosettori nei quali il proprio settore si ripartisce. 2 1\ - Le compagnie ed i plotoni autonomi misti portano il numero del rispettivo settore; i p lotoni non autonomi sono invece contraddistinti col nominativo del sottosettore al quale sono assegnati. 3/\ - Le dipendenze delle compagnie e dei plotoni autonomi, misti per la G.a.F. sono stabilite come appresso: a) per disciplina, addestramento in genere, avanzamento e impiego: dai comandanti d i settore; b) p er la parte tecnica: dai comandi del genio dei corp i d'armata di frontiera, presso i quali un ufficiale superiore è particolarmente incaricato della direzione tecnica dei collegamenti e degli imp ianti della parte specialità; c) per mobilitazione: dai depositi o magazzini di mobilitazione settoriali. 41\ - I plotoni non autonomi assegnati ai sottosettori dip endono invece: per disciplina, addestramento in genere, avanzamento ed impiego dai rispettivi comandi di sottosettore; per la p arte tecnica e per mobilitazione: dal proprio comando di compagnia. 51\ -[ ... ] 61\ - L'addestramento tecnico della truppa di ciascuna classe di leva ha luogo: a) per un primo periodo (la cui durata verrà determinata d i volta in volta) presso il reggimento genio del corpo d'armata di frontiera del quale ciascun settore fa parte. Fanno eccezione i militari delle specialità elettricisti - motoristi - idrici - fotoelettricisti i quali a prescindere dalla loro assegnazione ricevono il primo addestramento rispettivamente presso il 1° 3° 5° e 2° R eggimento genio. b) successivamente presso i settori ed i sotto.settori. Durante il primo dei Eredetti periodi, il personale rimane in forza alla G.a.F. e passa in aggregazione ai vari reggimenti del genio.
138A.U.S.S.M.E., Repertorio M7/502.
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71\ - Gli "operai)) c:ornprenclono: fahhri, falegnami e cenientisti
si\ - 91\ r ..1
La necessità di aver e personale sempre pronto ad eseguire i lavori che presumibilmente sarebbero stati loro affidati in copertura e la esigenza di manutenzione ed esercizio degli impianti fissi delle opere spinsero l'Ispettorato dell'Arma del Genio a prescrivere l'effettu azione di periodici cicli addestrativi presso i settori e a richieder e un aumento organico dei capi tecnici del genio e degli specializzati (sottufficiali e truppa) da assegnare ai sottosettori ed opere della sistemazione difensiva di frontiera. Questi cicli addestrativi dovevano, secondo l'Ispettorato, essere finalizzati al perfezionamento del grado di istruzione raggiunto presso gli enti addestrativi ed all'acquisizione di una perfetta conoscenza degli specifici mezzi tecnici in distribuzione. Il personale del genio venne impiegato per compiti di specialità in t empo di pace e nel primo periodo della guerra; successivamente svolse attività di bonifica del territorio sia alla fronte francese che a quella jugoslava, e partecipò assieme ai commilitoni delle altre unità G.a.F. al presidio di territori occupati ed al controllo delle vie di comunicazione e delle strade ferrate .
Figura 47: Personale di un reparto misto genio in c1ttivi tò d i controllo del territorio (A rch. Venturi G ino)
La necessità di aver presenti nel settore militari del genio delle più disparate specializzazioni, atti a far funzionare le complesse attrezzature che erano state mano a mano assegnate, determinò un notevole incremento del numero dei militari del reparto misto genio settoriale. Aìlo scopo di consentirne una migliore comandabilità e gestione, venne stabilito nel mese di m aggio 1941 che il reparto si articolasse su due compagnie, la prima formata da genieri trasmettitori specializzati e la seconda da artieri 139. 139'lì·atto dalle memorie storiche del XIV Settore, mese di marzo 1941, conservate presso A.U .S.S.M.E., raccolta cli memorie storiche delle unità dell'eser cito. Presumibilmente dell'epoca è il fregio genio G.a .F. che presenta oltre a lla asce le saette delle trasmissioni.
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8.
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LA MOTORIZZAZIONE NELLA G .A.F.
La prima struttura organica della Guardia alla Frontiera non prevedeva l'assegnazione di mezzi particolari per il corpo i cui Settori furono inizialmente dotati di alcuni (pochi) autoveicoli e di un reparto salmerie; testimoniano questo stato di cose, peraltro comune alla massa delle unità del Regio Esercito, due fotografie del periodo che mostrano rispettivamente una carretta del XVII/a Sottosettore e due muli del reparto salmerie del III/b Sottosettore che trasportano materiali verso i capisaldi.
Figura 48: Carretta di sottosettore (Arch.Cignetti)
Figura 49: Salmerie del 111/b sottosettore G.a.F. in marcia (Arch. Tasso)
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Solo con l'organico del 1940, le Superiori Autorità, alla luce dell'aumentata produttività dell'indu stria nazionale, furono in grado di recepire le esigenze dei reparti e dotarono il corpo, a livello settore di copertura, di automezzi inquadrati in regolamentari autosezioni che, denominate "autosezion e speciale per settore di copertura", vennero, in base al numero e tipo degli automezzi, classificate di tipo ridotto, normale o rinforzato. A ciascun settore di copertura venne quindi assegnato uno specifico tipo di autosezione1 40 in grado, almeno in linea teorica, di soddisfarne le varie necessità operative e logistiche, alla luce della dislocazione e specifica composizione1 4 I. Il personale che le componeva era della Guardia alla Frontiera e non apparteneva al corpo automobilistico; prevalentemente selezionato fra quelli che avevano conseguito nel corso della "premilitare" la patente, effettuava un breve corso di abilitazione sugli automezzi in dotazione presso l'autocentro del Corpo d'Armata prima di raggiungere il settore cui era stat o assegnato già dal Distretto. Solamente a far corso dai primi mesi del 1941 venne assegnato ai reparti personale, di tutti i gradi, proveniente dagli autocentri. Il numero ed il tipo dei mezzi era strettamente calibrato alle esigenze specifiche ed istituzionali dei reparti dei settori di cui le autosezioni facevano organicamente parte, ivi compresi le unità di artiglieria settoriale direttamente assegnate e il reparto misto genio 142 , e n on permetteva l'assolvimento di ulteriori compiti eminentemente mobili. I reggimenti di artiglieria G.a.F. vennero pertanto dotati in proprio di mezzi di traino 14 3 il cui numero e tipo variavano in funzione del numero dei gruppi alla sede costituenti il reggimento o della posizione amministrativa loro attribuita di gruppi distaccati dalla sede o a utonomi. Qualora si esamjnino gli avvenimenti bellici susseguenti ai conflitti veri e propri, si può evidenziare con cert ezza come uno dei compiti fondamentali delle forze armate così dette confinarie fosse quello di garantire la sicurezza al movimento lungo gli assi ferrostradali per assicurare la vita operativa e logistica ai reparti mobili che, dislocati oltre frontiera, erano preposti al presidio e al controllo del territorio avversario occupato. L'esame , 'ella documentazione specifica mette in evidenza che la protezione del traffico ferroviario sulle linee dei Balcani richiese l'impiego di un'ingente quantità di mezzi speciali, quali veicoli ferroviari comuni, blindati ed armati di armi automatiche e mortai, autoblindo ferroviarie ed autocarrette blindate; (quest'ultima non era alt ro che la autocarretta mod. 35, blindata con scudetti da trincea risalenti
140Alle autosezioni settoriali fu inizialmente attribuito il numero ordinativo del settore di appartenenza; (ad esempio V autosezione del V settore); a deconere dal 4 ottobre 1941 alla suddette autosezioni fu attribuito un proprio ordinativo che differiva da quello settoriale (ad esempio 18" autosezione del V settore, 19" del VI, 20" autosezione del settor e Levanna e così via). 141 Specchio riassuntivo della composizione ed assegnazione dei diversi tipi di a utosezione riportato in documenti allegati n°11. 142n 22 ottobre 1940, con f. n° 006800 lo Stato Maggiore - Or d., preso atto del frazionamento del reparto e della notevole entità dei mezzi tecnici impiegati, ventilò l'ipotesi di far fronte alle esigenze di questi reparti con i mototricicli di prevista ulteriore assegnazione a lle autosezioni speciali. A.U.S.S.M.E. M?/504. 14 3Ministero della Guerra - Ord f. n° 48770 del 1 novembre '3 9 "Mezzi di traino per unità artiglieria G.a.F."
A.U.S.S.M.E. M7/502, ri portato in documenti allegati n°12.
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alla I guerra mondiale e dotata di ruote ferroviarie, per l'impiego sulle linee ferroviarie secondarie), mentre autoblindo, autoprotetti (ad esempio T. L. 37) 144, carrette protette e mezzi blin dati ricavati in loco con materiali di circostanza e muniti di semipneumatici o pneumatici atti al traffico su fondi ghiaiosi e sconnessi furono impiegati, nelle zone presidiate, dalle unità preposte alla difesa del traffico interno. Poiché la Guardia alla Frontiera dislocata alla frontiera orientale fu impiegata nella protezione degli assi ferrostradali - e numerose testimonianze di superstiti sono concordi nell'affermare l'utilizzo di mezzi protetti per la scorta ai convogli vuoi ferroviari che stradali - è verosimile che talune unità G.a.F. impiegate nei Balcani abbiano utilizzato mezzi protetti, ma non è per ora emerso se essi fossero mezzi blindati regolamentari o normali mezzi cui il personale della Guardia alla Frontiera, arrangiandosi secondo l'italico costume, aveva applicato blindature di circostanza per assolver e, con i propri inadeguati mezzi, tale ennesimo "non istituzionale" compito ricevuto.
9. I
REPARTI DI RINFORZO ALLA G.A.F.
L'organizzazione della copertura, sancita con f. n. 3898 del Ministero della Guerra, Comando del Corpo di Stat o Maggiore, datato 17 giugno 1935, stabiliva che, in tempo di pace, le truppe addette alla copertura fossero costituite dalla Guardia alla Frontiera e dagli elementi confinari dislocati sul posto e che all'atto della mobilitazione questi elementi venissero rinforzati da battaglioni di CC.NN., da batterie e compagnie mitraglieri da posizione, da elementi del genio ed addetti alla difesa contraerea; ciò anche alla luce dell'ordinamento 1934 che aveva sanzionato il coinvolgimento nelle difesa militare del Paese di t utti i corpi armati dello Stato, aggiungendo quindi ai Carabinieri Reali ed alla Regia Guardia di Finanza, la Milizia e le sue specialità territorialmente più interessate (confinaria, forestale, reparti d'assalto, battaglioni CC.NN.).
9.1. "CONFINARI"
Allorché la G.a.F. si installò sul territorio affidatole, subentrando agli alpini nel pattugliamento e difesa della frontiera nonché nel presidio degli apprestamenti difensivi su di essa realizzati, essa non era sola; altri elementi erano già da tempo presenti nell'ambiente in cui essa fu chiamata ad operare. I Carabinieri Reali, la Regia Guardia di Finanza e la Milizia Confinaria esplicavano ciascuno compiti diversi, sia pure dai punti di vista prevalentemente sociale, economico e politico, ma tutti rivolti all'unico fine della difesa della frontiera. Con i loro reparti mobilitati e con le loro unità territoriali svolgenti nel territorio nazionale attivit à di polizia militare, Carabinieri e Guardia di Finanza erano stati ampiamente partecipi alle guerre che in tempi passati avevano visto l'Italia fra i protagonisti, quindi analogamente venne previsto che, in caso di stato di tensione o di I44Pignato . Capppellano "Dal TL 37 a ll'AS 43" pag. 36
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conflitto, i corpi di polizia presenti alla frontiera alpina concorressero in armi alla difesa dei confini nazionali. La pianificazione della copertura redatta nel primo dopoguerra previde infatti che i suddetti corpi dessero il loro concorso alla prima fase ~i copertura immediata, mediante la costituzione di posti e pattuglie incaricati di svolgere servizi di osservazione e di allarme nei confronti di infiltrazioni nemiche, di incanalamento delle forze avversarie verso zone predisposte, di ritardo della progressione e di resistenza ad oltranza su posizioni di determinante importanza stabilite dai progetti di copertura, fattivamente integrando l'azione dei reparti della G.a.F.. La circolare 17250 del Ministero della Guerra - Gabinetto, che in data 26 ottobre 1935 sviluppava ed analizzava la nuova organizzazione della copertura, stabilì che il comando del settore di copertura, allo scopo di avere uno strumento ben amalgamat o é valido, fin da subito esercitasse, compatibilmente con i rispettivi compiti di istit uto, fun zione di controllo sul grado di addestramento militare e di prontezza operativa degli elementi dei suddetti corpi ubicati nelle rispettive zone di competenza. L'emanazione deJle t abelle graduali e numeriche di formazione di pace, edizione 1939, raffo rzò il concetto di attiva partecipazione di questi corpi alla difesa del confin e poi.ché, oltre a prevedere la presenza degli elementi di frontiera (CC.RR. - R.G.F. - CC.NN. confinarie) nell'ambito delle forze del sottosettorel 45, sancì che, in mancanza di organi di comando G.a.F., competeva al più elevato in grado delle forze di fron tiera assumere il comando del sottosettore stesso 146 . La Regia Guardia di Finanza, che in tempo di pace esercitava istituzionalmente u n'attiva sorveglianza nelle zone impervie del confine con patt uglie e nuclei di copertura, scoppiato il secondo conflitto mondiale, concorse all'azione della Guardia alla Frontiera costituendo per la copertura immediata 147 del confine italo - francese 19 nuclei di copertura con personale confinario della Legione di Genova e 56 con personale confi nario della Legione di Torjno; successivamente in modo analogo intervenne sul confine jugoslavo attivando, all'emergenza, con personale in loco delle Legioni di Trieste e di Udine, 132 posti di osser vazione ed allarme e mettendo a disposizione, quali elementi di rincalzo e manovra al dispositivo di sjcurezza messo in atto dalla G.a.F., reparti di varia entità. Essa provvide inoltre ad assolvere, con elementi particolarmen te validi, ai previsti compiti di guida per le unità dell'esercito di campagna destinate a pren dere posizion e in frontiera provenendo dall'interno, e ad attivare un flusso informativo da oltre frontiera. Analogamente i Reali Carabinieri e la Milizia Confinaria parteciparono fattiva-
145 Inizialment e taluni settori non ebbero truppa della G.a.F. ma solo element i confinari che, in caso di guerra, avrebbero dovuto svolgere funzione di primo arresto. In tale ottica, allorché vennero realizzate le casermette per il personale confinario, venne stabilito che queste costruzioni dovessero sottostare a particolari requisiti, che ne facessero quasi fortini dai quali il personale potesse svolgere attiva azione di difesa del confine. Alcuni esemplari di queste strutture, diversamente utili;,,7,ate ma chiaramente identificabili come ex caserme, sono ancora pr esenti in Valtellina. 146 F ino al 13/8/39 il Comandante del XI/a era un Capitano della R.G.F. ed un Maggiore, pure della R.G.F., co-
mandò fino a tutto il 31/12/40 il XI/b - Memorie Storiche dell'XI Settore di Copertura, conservate in A.U.S.S.M.E.
J47 Ge n. Paolo Meccariello - "La Guardia di Finanza nella gum-ra mondiale" (1940-1945) ed. Museo Storico della Guardia di Fina nza, Roma 1992.
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mente alle operazioni 14 8, terminate le quali rientrarono alle dislocazioni iniziali, per riprendere il servizio di istituto.
Figura 50: M ilizia confinario e G.a.F. (A rch. Pagan).
9. 2. RINFORZI La pianificazione prevedeva ch e all'atto della mobilitazione le truppe costituenti in tempo di pace i settori venissero rinforzate da reparti mobili di copertura, da compagnie/battaglioni mi.traglieri da posizione, da altre artiglierie da posizione, da elementi del genio e della difesa contro aerea. I reparti mobili di copertura erano costituiti da 22 battaglioni di CC.NN., unità reclutate dalla milizia fra i propri iscritti o simpatizzanti residenti in zona di fron-· tiera, eventualmente rinforzati da battaglioni territoriali. Assegnati in ragione di uno per settore, i battaglioni CC.NN. avevano il compito dj concorrere alla copertu ra immediata del confine e svolgere azioni di contrattacco. I reparti mitraglieri da posizione, compagnie sovente riunite in battaglioni, non erano unità previste in tempo di pace, ma venivano costituite solamente per mobilitazione ed una aliquota di esse venne assegnata alla G.a.F. passandola dagli injziali centri di rnobilitazione di fanteria, alpini e cavalleria ai centri di mobilita zione G.a .F. I..J.9 _ Erano quindi, dalla data del suddetto passaggio, truppe della G.a.F. a tut- - -- · ·- - - -
148come emerge dalla ld,tura, tra le altre, del fascicolo "III° SETTORE DI COPERTUTA - CENNl S'l'otUCI" lstituto grafico Rertello Borgo San Dalmazzo (CN) 1941. 149Minis tero della Guerra fn°14700 del 3 maggio )9:39 in A.U .S .S.M.E. M7/461.
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La Guardia Alla Frontiera
ti gli effetti e prova ne sia che vi furono sovente 15 0 movimenti interni fra i battaglioni rnitraglieri settoriali e le altre unità componenti i settori; la loro collocazione nei rinforzi è dovuta al fatto che nascevano solo per mobilitazione per rinforzare l'azione dei sottosettori, erano assegnati in funzione delle esigenze temporali e potevano per esigenze particolari essere spostati in rinforzo ad altre unità del Corpo senza incidere sulla struttura settoriale. Loro compito era la gestione delle strutture semi permanenti o campali costituenti i centri di fuoco extra capisaldi ed eventualmente postazioni per armi supplementari 151 ed allo scopo di poter pianificare il loro specifico impiego fin dal tempo di pace, gli specchi di mobilitazione, allorché sancirono il cambio del centro di mobilitazione ne previdero l'assegnazione ai vari settori di copertura. Mobilitati nel 1939, i mitraglieri vennero destinati a riempire con il fuoco delle armi i tratti di confine rimasti temporaneamente scoperti causa la mancata realizzazione delle opere preposte con il fuoco alla loro difesa; in modo analogo furono impiegati nel 1940, non essendo stata raggiunta la completa realizzazione del sistema difensivo 152 . Vera e propria forza mobile di fanteria G.a.F., queste unità vennero spostate da un teatro operativo all'altro, sottraendole ai propri settori di copertura vuoi in funzione dei piani operativi, vuoi soprattutto per rispondere alle esigenze che si presentavano. Alla luce del loro innegabile peso bellico, oltre a cambiare temporaneamente dislocazione, spostate da un fronte all'altro, dall'Italia all'Albania o in Africa le unità mitraglieri furono impiegate nella difesa costiera, talvolta anche perdendo la denominazione di G.a.F.. In funzione della minaccia, la pianificazione prevedeva che l'iniziale dispositivo difensivo fosse rinforzato con unità mitraglieri e di artiglieria G.a.F. provenienti da tratti di frontiera meno pericolosi 153 , mentre battaglioni e gruppi "Valle" erano destinati agli intervalli fra le zone più densamente fortificate ed ai tratti di frontiera più impervi. Queste unità alpine "Valle" nascevano analogamente per mobilitazione ed il loro inserimento in questa ricerca è dovuto al fatto che esse principalmente avrebbero dovuto avere compito semistatico ad integrazione della G.a.F.. I battaglioni ed i gruppi alpini ''Valle", costituiti per mobilitazione dai battaglioni alpini e dai gruppi artiglieria da montagna permanenti, erano inquadrati in gruppi di battaglioni e raggruppamenti (uno o più gruppi di battaglioni rinforzati da gruppi di artiglieria) e posti alle dirette dipendenze dei Corpi d'Armata. Alla frontiera francese furono schierati il I Raggruppamento (6° Gruppo+ 2 gruppi art.), il II Raggruppamento
150Notizia fornita dal reduce Col. Tasso che effettivo alla 636" compagnia mitraglieri a fine 1940 per ordine del III Settore passò dalla suddetta compagnia mitraglieri ad A.M. in II del IIVA (Vinadio) sottosettore. 151 Ministero della Guerra circ. 450 del 1/6/38 in A.U.S.S.M.E., Ll/8. 152Già nel settembre 1938 lo Stato Maggiore del RE. - Ufficio Ordinamento e Mobilitazione - aveva previsto che
i comandi di battaglioni e compagnie mitraglieri da posizione passassero in carico ai centri di mobilitazione della G.a.F. (f. n. 16714 datato 25 settembre 1938) e la circolare 51840 del 20 novembre 1939 sanciva il passaggio ai centri della G.a.F. delle unità mitraglieri da posizione e ne determinava la assegnazione ai vari settori di copertura. 153 La pianificazione prevedeva che in caso di conflitto con la Francia le unità schierate sul confine ricevessero rinforzi tratti prevalentemente dalla frontiera con la Germania; si trattava di compagnie mitraglieri da posizione che, integrando il dispositivo in atto, dovevano schierarsi in modo da dare maggior profondità alla P.R., e artiglierie G.a.F. che dovevano dare rinforzo a quelle già schierate.
La guardia alla ji·ontiera> un corpo unico per dijèndere i corifìni
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(5° Gruppo+ 2 gTuppi art.) nonché il 3° e 4° Gruppo, mentre alla frontiera jugoslava si schierò il Raggruppamento Alto Isonzo divenuto poi, allo scoppio delle ostilità nel 1941, 3° Gruppo Alpini.
10. LA GUARDIA ALLA FRONTIERA IN ALBANIA ED IN AFRICA
Anche in questi territori, uniti a vario titolo all'Italia, operò la Guardia alla F rontiera ma, a causa di diverse problematiche, le unità del Corpo presenti in questi territori raggiunsero la struttura ordinativa adottata per le unità metropolitane del corpo rispettivamente nel giugno1940 e nel dicembre 1942, in tappe successive, dopo aver adottato successivi organici temporanei e contingenti.
10.1 LA GUARDIA ALLA FRONTIERA IN ALBANIA. L'Albania, occupata nell'aprile del 1939 e poi unita all'Italia nella persona di Vittorio Emanuele III, che ne assunse la corona, ebbe, con l'ordinamento voluto dal Generale Pariani, la sua Guardia alla Frontiera. Sul finire del 1939, nell'ambito del XXVI Corpo d'Armata, unico Corpo d'Armata dell'Albania, esercitante in tale veste la funzione di Comando Superiore delle truppe, venne creato il Comando G.a.F. che doveva avere alle proprie dipendenze un numero vario di settori di copertura ed il Reggimento artiglieria G.a.F. d'Albania. In realtà, pur procedendo a tappe forzate nel programma di organizzazione, al 10 giugno 1940 la G.a.F. d'Albania comprendeva un settore di copertura (Scutari), due sottosettori autonomi (Miloti, Librash), due compagnie mitraglieri da posizione, una compagnia carristi, un deposito settoriale centrale ed un reggimento artiglieria G.a.F.. Quest'ultimo, il 13" Reggimento artiglieria G.a.F., aveva in organico sei gruppi per un totale di 33 batterie dei calibri 149/35, 149/12, 105/28 e 75/27 ed un deposito reggimentalel54. La copertura reale della frontiera non venne mai assunta e la Guardia alla Frontiera presidiò alcune - poche - opere, parte realizzate dall'Italia e parte preesistenti all'occupazione, e lo sbarramento di Librazhd. La struttura ordinativa iniziale, diversa da quella delle unità G.a.F. metropolitane, non ebbe lunga vita e venne interessata da numerose modificazioni conseguenti all'andamento del conflitto in quel teatro operativo. 10.2 LA GUARDIA ALLA FRONTIERA IN AFRICA. Nel 1936, al termine delle operazioni svoltesi in Etiopia e con il rientro in Italia di buona parte delle forze che avevano partecipato a tali attività, si procedette ad un riordino organico delle Forze Armate stanziate vuoi in quella che era divenuta l'Africa Orientale Italiana (A.O.I.), vuoi in Libia. Esse vennero poste rispettivamente
154Al l'atto della costituzione venne formato su I e II gruppo, Btr 211,212,213,214,215,216,2 17,218,219,220, 221 da 75/27, 112, 113 da 105/28, 269, 270 da 149/35 ed un Deposito; l'afflusso accelerato di altre unità costituite dai Depositi in Patria lo portò in breve all'organico segnalato.
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agli ordini del comando superiore truppe dell'A.0.I e del neo costituito comando superiore delle forze armate dell'Africa Settentrionale; le truppe di quest'ultimo vennero ordinate in due corpi di armata nazionali, il XX e XXI formati ciascuno da due divisioni nazionali e due divisioni di truppe libiche. Non venne prevista la costruzione di fortificazioni permanenti in A.O.I. e conseguentemente non avrebbe avuto senso costituire in essa unità G.a.F., mentre invece la realizzazione di fortificazioni permanenti in Libia, edificate per proteggere i confini del territorio, estese il raggio di impiego della neo costituita G.a.F.. Unità del corpo vennero quindi previste per questo territorio di oltremare in aderenza ai principi tattici e ai criteri di impiego delle forze che avevano portato in Italia alla costituzione della Guardia alla Frontiera. Il problema della sua creazione non fu di facile soluzione, in quanto alla neces-sità di acquisire al più presto la massima efficienza per i reparti faceva da contraltare il difficile reperimento di quadri ufficiali e sottufficiali; tuttavia, anche se con molte difficoltà, l'organizzazione della G.a.F. procedeva e con l'inizìo del 1939 si ebbe l a costituzione in Tripolitania di enti/reparti della Guardia alla Frontiera d'Africa e la presenza di circa 240 pezzi di artiglieria da posizione, anche se in massima parte antiquati. In Cirenaica invece la G.a.F. prevista dai piani di impiego non trovò inizialmente sollecita realizzazione e la difesa rimase assegnata pressoché integralmente alla Regia Marina; solo il successivo afflusso di forze dall'Italia e la paventata ipotesi di un conflit to fecero sì che anche per questo territorio potesse essere realizzata una sua stn1ttura. Alla luce dell'emergenza che si stava prospettando sul finire del '39, il Ministero delìa Guerra decise di provvedere con urgenza alla modifica dell'organico della G.a.F. libica. IJanalìsi del foglio del comando del Corpo di Stato Maggiore n° 31360/341 datato 27 agosto 1939155, e dei fascicoli ad esso allegati permette di evidenziare la str uttura che dal 1° settembre 1939 la Guardia alla Frontiera libica avrebbe dovuto assumere, assorbendo gli esistenti comandi di piazzaforte, base (ad eccezione di quella di Bengasi) e gruppi da posizione del XX e XXI C.A., in attesa del risultato degli studi avviati per realizzare una apposita "formazione di guerra" della G.a.F. dell'Africa Settentrionale. L'analisi delle forze G.a.F. presenti nella Piazza di 'lì·ipoli mette in evidenza l'esistenza di un anomalo, per la usuale struttura metropolitana del corpo, 1° Reggimento fanteria per la G.a.F.1 5 6 ,al quale il Comando del Corpo di Stato Maggiore aveva attr ibuito l'organico riportato nell'allegato n° 2 al foglio n° 31360/341 prima citato. Il Reggimento era articolata su un Comando, 3 battaglioni ed un deposito reggi-
I55Ministero della Guerra Mobilitazione "Costituzione della Guardia alla Frontiera libica A.U.S.S.M.E., M7/ 502. Riportato in stralcio in documenti allegati 11°9.
156n generale Aurelio Della Casa così ricorda a tale proposito: ,,Proveniente direttamente dalla Scuola di fanteria in Parma fui assegnato ai primi di settembre del 1939 a l 1° Reggimento fanteria Guardia alla Frontiera libica occidentale; dopo un breve soggiorno alla Caserma Bil lia di Tripoli fui caricato col mio personale su alcuni camion ed inviato a presidiare la linea fortificata che cingeva 'Ihpoli ad una distanza di circa 25 chilometri. Ci fu successivamente detto che costituivamo il XXXIV Settore di copertura di Suani ben Aden ....."
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mentale; la sua presenza e particolare struttura er a dovuta al fatto che solo in quel teatro operativo si era ritenuto opportuno, in tempo di pace, affidare ad una unica unità, il 1° Reggimento appunto, una pluralità di compiti che nel territ or io met ropolitano erano devoluti a più enti. Esso infatti: a) aveva in consegna le opere della cinta for tificata di rfripoli e n e gara ntiva la manutenzione e l'efficienza, b) si addestrava prevalentemente nelle opere, c) traeva le ar mi occorrenti (72 mitragliatrici e 18 cannoni anticarro) da quelle di prevista dotazione delle opere, d) forniva agevolmente e rapidamente - al momento del bisogno - i nuclei occorrenti agli elementi caratteristici della G.a.F. (sottosettor i, capisaldi, ecc.). Il foglio succitato non lo precisa, ma dalla memor ia di un superstite emerge come a questi compiti il reggimento associasse quello di addestrare il personale di nuova assegnazione che doveva costituire od inserirsi nelle strutture fortificate di confine e fosse, con il proprio deposito, punto di riferimento per tutte le forze G.a.F. dell'Africa Settentrionale. Centro di addestramento e qualificazione per il persona le della specialità, il deposito reggimentale, fu fortemente impiegato all'atto della assunzione della struttura difensiva prevista per la Libia, dovendosi questa formare prevalentemente con personale richiamato che apparteneva a classi anziane, parzialmente digiune di moderno addestramento e conoscenza dell'armamen t o assegna to.
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CAPITOLO SECONDO
Evoluzione della Guardia alla Frontiera dal 1937 al 1939
1.
Premessa
2.
Evoluzione dell'ordinamento settoriale
3.
Evoluzione ordinativa delle unità di artiglieria
1. PREMESSA
Lo sviluppo assunto dalla struttura difensiva sulle Alpi rese insufficiente e superato l'ordinamento iniziale del 1934 157 , e promosse, a fine ottobre 1935, un riordino dell'organizzazione della Guardia alla Frontiera, che prevedeva tra l'altro l'utilizzo dei comandi più elevati del corpo per l'inquadramento di tutti gli elementi posti a lla frontiera. In particolare il comando di settore G.a.F., divenuto comando di sottosettore di copertura, inquadrava e coordinava tutt i gli elementi presenti, mantenendo il comando diretto dei reparti G.a.F., verso i quali assumeva le funzioni di comando di distaccamento. La circolare n° 3898 del 17 giugno 1935 infatt i ratificava l'adozione di un nuovo tipo di organizzazione difensiva che ripartiva l'intera fascia di frontiera in settori di copertura, in relazione alle caratteristiche operative delle varie zone, abrogava la ripartizione settoriale del corpo e prevedeva l'impiego della G.a.F. nel novero delle truppe di copertura. Ad essa era devoluto il compito precipuo di presidiare i capisaldi ubicati in ciascuno dei settori di copertura e gestire la componente artiglieria, le batterie delle opere fortificate e quelle da posizione, facenti parte integrante dell'organizzazione difensiva, in atto sin dal tempo di pace 158 . La suddetta circolare era corredata di una "bozza di tabella di formazione" che recava il significativo titolo "Tabelle graduali numeriche di formazione di pace dei comandi di copertura e delle unità di Guardia alla Frontiera". Essa inoltre ratificava la dipendenza diretta ed esclusiva di ogni singolo settore di copertura dal rispettivo Comando di _Corpo d'Armata di frontiera e precisava che, qualora all'interno di un sottosettore non fossero presenti forze del corpo, il suo comando avrebbe dovuto essere assunto dal più elevato in grado delle altre forze armate di frontiera. In conseguenza delle scelte politico/strategiche operate dal Capo del Governo e
157 Nelle relative tabelle, il cot'po di frontiera si suddivide in unità di fanteria ed artiglieria; le prime articolate in settori, sottosettori e gruppi di centri e centri, le seconde in batterie in caverna o dei forti (opere fortificate tipo 1, 2, 3 nelle tabelle di guerra) ed unità di complementi. 158veniva inoltre precisato che dipendevano dal settore di copertura le batterie che potevano aver azione su due o più sottosettori, mentre dipendevano dal sottosettore quelle che potevano intervenire nel sottosettore stesso.
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tradotte in provvedimenti specifici dal nuovo capo di Stato Maggiore, Generale Pariani, succeduto sul finire del 1936 nell'alta carica al parigrado Baistrocchi, si addivenne alla determinazione di garantire tutto l'arco alpino con strutture fortificate e relativi presidi. Venne dato quindi un notevole impulso al rafforzamento del sistema fortificato esist ente nella zona di frontiera e si dovette conseguentemente provvedere ad· un accrescimento considerevole dell'iniziale organico della Guardia alla Frontiera, ora non più calibrato allo strumento che doveva gestire. Si rese quindi necessario, a decorrere dal 1937, modificare gli organici del corpo per adeguarli all'ampliamento numerico apportat o sia alle fortificazione, intesa come complesso degli apprestamenti realizzati sul terreno, che all'insieme vuoi del personale che dei mezzi necessari al presidio e funzionamento di questo complesso difensivo. Dapprima l'evoluzione ebbe carattere continuo ma non veloce, in seguito il ritmo si fece più dinamico, sino a giungere nel periodo 1938/39 ad una moltiplicazione, con progressione che si potrebbe definire geometrica, di personale, mezzi, st rutture fortificate ed apprestamenti vari. Per potere appieno apprezzare il valore di questa progressione, è necessario tenere presente che il confine alpino di allora (quello che si voleva totalmente guarnire) aveva uno sviluppo di ben 1.920 chilometri, costituiti da una catena di montagne, la più alta di Europa, attraversata da 14 ferrovie, 35 valichi stradali e che al di fuori di questi passaggi il resto del confine era costituito da zone impervie e di difficile valicabilità. Il Ministero della Guerra, con foglio 39300 di protocollo datato 21 giugno 19381 59, stabilì che, allo scopo di realizzare una organiz zazione dei comandi di frontiera più rispondente allo sviluppo assunto dalla G.a.F. e dalla sistemazione difensiva del confine, ed a llo stesso tempo per alleggerire i comandi di Corpo d'Armata del complesso onere derivante dal comando diretto dei settori di copertura, questi fossero retti da colonnelli, e che in ciascuno dei comandi di Corpo d'Armata aventi giurisdizione sulla frontiera, fosse istituito un comando della G.a.F. di Corpo d'Armata, retto da un Generale di Brigata. I suddetti comandi vennero costituiti nell'ambito dei Corpi di Armata I di Torino, II di Alessandria, III di Milano, IV di Bolzano, V di Trieste, XI di Udine, XIV di Treviso 160 , XV di Genova, XX di Tripoli, XXI di Bengasi e XXVI di Tirana, ed ebbero il compito di dirigere e controllare la vita disciplinare ed addestrativa dei settori di copertura dislocati nel territorio di giurisdizione. Al Generale che reggeva questo comando furono attribuite le funzioni di comandante di corpo nei confronti dei dipendenti settori.
159Archivio privato TOLDO. 160con l'ordinamento 1938 era stato costituito il Comando XIV Corpo di Armata che, dislocato in Treviso, aveva assunto la giurisdizione su Tarvisio in sostituzione del VI Corpo di Armata di Bologna, fino ad allora responsabile anche del territorio tarvisiano.
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La guardia aLLa .fi"onliera) un cor/Jo unico j.Jer difendere i co1Ifini
II 5
Figura 5 1: Generale comandante la G.a.F. di un Corpo d'Armata passa in rassegno le truppe {Arch. Giora Pietro)
Il potenziamento defforganico della G.a.F. rispose al nuovo principio di rendere ermetica la frontiera alpina, subentrando al concetto antico, di sabauda memoria, che vedeva uomini e mezzi addensati sul confine per ottenere una difesa "a cordone". Si voleva , secondo l'aulica retorica del tempo, creare "una scogliera contro cui le ondate nemiche si frangessero", perfezionando quel concetto che vedeva lo sfruttamento della barriera alpina non come base del cordone difensivo o sede di opere appositamente create per dividere ed incanalare l'attacco avversario verso le zone di schieramento dell'esercito, bensì come barriera difensiva attiva in grado di arrestare fin da subito l'avversario senza effettuare una temporanea iniziale e preventivata cessione di porzioni di territorio nazionale. L'organigramma della G.a.F. comprendeva 19 settori di copertura, ossatura fondamentale del corpo, nove reggimenti artiglieria G.a.F. di Corpo di Armata, derivati dalla trasformazione di altrettanti reggimenti di a rtiglieria pesante di armata e, fatto apparentemente assai strano per un corpo decisamente "statico", alcune compagnie carristi di frontiera. Il rodaggio degli organici iniziali, un primo adeguamento a pportato con la circolare 3898 del 17 giugno 1935, una visione più chiara del complesso dei compiti ed attribuzioni della G.a.F., l'aumento delle strutture da presidiare e delle zone da interdire con il fuoco delle artiglierie portarono ad un accrescimento di uomini e mezzi e fu giocoforza mutare gli organici iniziali ormai inadeguati. Con foglio 17690 del 9 marzol939 che aveva per oggetto "Nuovo ordinamento dei settori di copertura e dei reggimenti artiglieria G.a.F.", il Ministero della Guerra dispose una serie di provvedimen ti che erano da ritenersi fo ndamentali per la struttura di copertura, in quanto assicuravano un miglior fun zionamento ai centri mobilitazione G.a.F., conferivano una p iù completa funzione operativa ai settori ed un ordinamen to più funzionale ai reggimenti di artiglieria. Questi provvedimenti consistevano:
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La Guardia Alla Frontiera
nel passaggio delle batterie S.P. alle complete dirette dipendenze dei comandi dei settori, nella trasformazione dei previsti magazzini di mobilitazione settoriali in depositi settoriali di copertura con compiti amministrativi e di mobilitazione su tutte le unità di fanteria, del genio e delle batterie Sempre Pronte dislocate nel settore, nella reintroduzione nei ranghi del rgt. artiglieria G.a.F. di un deposito reggimentale (già deposito misto) incaricato della mobilitazione delle batterie di approntamento normale ed accelerato, nella costituzione di magazzini (distaccamenti dei depositi settoriali) destinati a custodire i mezzi di pronto impiego, nell'attribuzione al comandante del deposito di artiglieria, alla luce della "mobilità" del comandante del reggimento, della funzione di comandante di corpo (non attribuita al "collega" del deposito settoriale). Questi provvedimenti, che principalmente svincolavano le batterie settoriali dal reggimento di origine, ribadivano la dipendenza dei reggimenti artiglieria G.a.F. dal comando artiglieria del Corpo di Armata e la mobilità dei comandanti di reggimento che in caso di emergenza potevano dover partire anche prima che la mobilitazione fosse completata. Le varianti che scaturirono dall'applicazione di tali disposizioni e le proposte, frutto degli inconvenienti emersi, non consentirono una semplice modifica dell'ordinamento in vigore; l'entità dei provvedimenti sanzionati era tale da richiedere una completa revisione e "riscrittura" delle tabelle che definivano l'organico di pace delle unità G.a.F.. Il ministero quindi definì ed emanò le direttive per l'adozione di una nuova struttura settoriale che individuava con chiarezza la completa articolazione ed i precisi compiti di ogni aliquota componente. A tale struttura, che teneva conto dell'esistenza dei settori di copertura, delle forze della G.a.F. e confinarie e del fatto che le misure cautelative del confine avvenivano in tempo di pace, fu attribuita la denominazione di "formazione dei comandi di copertura e delle unità G.a.F. di pace modello 1939" e ne venne disposta l'adozione con la diramazione della pubblicazione Riservata mod. 12 del Ministero della Guerra - Comando del Corpo di Stato Maggiore - avente il titolo "Tabelle graduali e numeriche di formazione di pace della Guardia alla Frontiera" Roma 1939161. Il fascicolo che racchiudeva la descrizione di queste formazioni di pace conteneva nelle avvertenze generali alcune precisazioni relative alla numerazione e alla denominazione dei comandi e delle unità del corpo, la cui conoscenza meglio permette la lettura e la comprensione della struttura organica. Dette avvertenze, riportate nella controcopertina del fascicolo ed. 1939, al punto 3°- Numerazione e denominazione dei comandi ed unità così precisano: [... ] • comandi guardia alla frontiera di corpo di armata: denominazione del rispettivo corpo di armata;
l 6 ILiberamente tratte nell'essenziale dalle "Tabelle graduali e numeriche di formazione di pace della Guardia alla Frontiera" ed. 1939, conservate in A.U.S.S.M.E. M?/501, sono riportate in documenti allegati n°18.
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comandi di settore: numero romano comandi di sottosettore: numero romano del rispettivo settore seguito da lettera distintiva ( a, b, c, ......... ) comando di gruppi di capisaldi: nome di località comandi di capisaldi: nomi di eroi caduti in guerra o di località centri: numeri arabi con progressione come nei settori gruppi artiglieria: numero romano del rispettivo settore, seguito da numero arabo distintivo batterie S.P e batterie: numero stabilito dall'indice di mobilitazione reparti misti del genio: numero romano del rispettivo settore.162 [ ... ]
Per ciò che riguardava l'addestramento, non essendo previste specifiche unità o centri che svolgessero tale funzione esclusivamente per le truppe della G.a.F., venne stabilito che esso venisse svolto in due periodi: a) un primo periodo, la cui durata doveva essere stabilita di volta in volta dal Ministero della Guerra, si sarebbe dovuto svolgere: • per la fanteria presso reggimenti di volta in volta designati; • per l'artiglieria presso i reggimenti artiglieria G.a.F.; • per il genio presso il reggimento genio del corpo di armata territorialmente competente, eccezione fatta per le reclute delle specialità elettricisti - motoristi, idrici, fotoelettricisti e teleferisti che, indipendentemente dal reparto di assegnazione, ricevevano questo addestramento rispettivamente presso il 1°, 3°, 5° e 2° Reggimento Genio; b) il secondo periodo e cioè il rimanente periodo di vita militare fino al termine della ferma presso i settori e sottosettori autonomi. Siamo in presenza di un momento fondamentale nell'evoluzione delle forze preposte alla difesa della fascia di frontiera poiché, dal momento dell'entrata in vigore delle succitate tabelle organiche, i settori cessavano dalla diretta dipendenza dal Corpo di Armata e venivano coordinati nella vita disciplinare ed addestrativa da un comando specifico, il comando Guardia alla Frontiera di Corpo d'Armata, retto da un Generale Comandante che esplicava nei loro confronti le funzioni di comandante di brigata. A questo nuovo comando venne inoltre attribuita la funzione, non certo secondaria, "di collaborare alla organizzazione difensiva della frontiera ed agli studi operativi inerenti all'impiego della G.a.F." 163 . Queste tabelle e le relative attribuzioni segnano il passaggio fondamentale dal puro e semplice impiego di forze preposte a singoli settori ad una gestione unitaria delle forze G.a.F. di Corpo di Armata, coordinata alla organizzazione difensiva della frontiera.
I62,l'ratto da Ministero della Guerra "Tabelle graduali e numeriche di formazione di pace della Guardia alla Frontiera" Avvertenze generali, paragrafo 3 pag. 9 Roma 1939 A.U.S.S.M.E., rep. M-7/501 163J.\llinistero della Guerra - Gabinetto- f.n° 39300 del 21 giugno 1938, pag. 2, paragl'afo 3°), in Diario Storico del Corpo di Armata di Alessandria - A.U.S.S.M.E. raccolta D.S.
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COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA DI C.A. Figura 52: Schema della organizzazione della G .a .F. a livello Corpo di Armata (elaborazione Rizzali
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Lo stato di tensione con gli Stati confinanti, che faceva presagire l'imminenza di un conflitto, rendeva quanto mai impellente la necessità di dare alla Guardia alla Frontiera una struttura di guerra che sostituisse quella superata, ma ancora in vigore, edita nel 1934. Essa doveva tenere conto dei mutamenti fino a quel momento apportati alla struttura di pace del 1934 e dare appropriata e definita collocazione a quelle unità, principalmente raggruppamenti artiglieria e unità mitraglieri, di cui era prevista la costituzione e l'utilizzo solo all'atto della mobilitazione. Poiché inoltre la pratica sperimentazione dell'organico modello 1939 aveva fatto emergere la necessità di apportarvi adeguati correttivi determinati dalla emanazione e dall'applicazione delle nuove circolari riguardanti le sistemazioni difensive da realizzarsi 164 e dall'inserimento organico di unità del servizio trasporti e traino meccanico per la G.a.F., lo Stato Maggiore ritenne opportuno agire radicalmente. Vennero pertanto elaborate nuove tabelle che, recependo tutti questi mutamenti, si riteneva potessero dare al corpo la struttura necessaria ad affrontare la guerra e si fece riserva di apportare successivi adeguamenti a quelle del 1939 che rimanevano in vigore per il tempo di pace. In data 21 maggio 1940 vennero così diramate le "Tabelle graduali e numeriche provvisorie di formazione di guerra per la G.a.F. anno 1940"165 , che abrogavano e sostituivano le analoghe tabelle edizione 1934 ed alle quali, con carattere di immediatezza, dovevano essere adeguati gli organici dei reparti G.a.F.. Fatta questa indispensabile premessa, con lo scopo di visualizzare globalmente ed adeguatamente i mutamenti insorti nell'ambito del sistema preposto alla gestione ed al coordinamento delle forze destinate alla difesa dei confini, si riportano i momenti fondamentali dell'evoluzione intercorsa negli organici delle componenti fondamentali di tale sistema, cioè dei settori e delle unità di artiglieria dislocati sul territorio metropolitano. L'analisi non riguarderà Africa ed Albania in quanto: • in Africa l'evoluzione ordinativa non ebbe luogo in tempi analoghi a quelli in cui avvenne nella madrepatria, bensì solo allo scoppio della guerra, con l'assunzione del dispositivo previsto dal piano di radunata in vigore (P.R.12); • in Albania l'iniziale organico, diverso da quello delle unità G.a.F. previste per i Corpi d'Armata metropolitani di frontiera, mutò sotto la spinta delle contingenti esigenze belliche, fu in continua evoluzione e solo alla fine della campagna contro la Grecia fu possibile adottare anche per la G.a.F. stanziata in questo territorio la stessa struttura organica delle analoghe formazioni metropolitane.
2.
EVOLUZIONE DELL'ORDINAMENTO SETTORIALE
L'organizzazione difensiva della frontiera italiana, subentrata alla prima embrionale struttura sancita dall'ordinamento Bonzani, aveva articolato la fascia di frontiera in diciannove settori di copertura, ordinativamente contraddistinti da un
164 Si tratta principalmente delle note circolari 15000 del 31/12/39 e 1400 del 16/2/40 riguardanti le nuove strutture fortificate costituenti il Vallo AJpino (A.U.S.S.M.E. 11/195). 165sommariamente riportate in documenti allegati n°20.
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numero romano. Detta numerazione procedeva da ovest ad est, così che il I Settore difendeva la cornice ligure ed il XXVII (all'interno della progressione numerica erano stati lasciati spazi per eventuali altri successivi settori) tutelava l'estremo lembo del confine (città di Fiume sul Golfo del Carnaro) Le truppe dei settori erano costituite, in tempo di pace, dai reparti della G.a.F. delle varie specialità che componevano i presidi delle opere difensive e formavano l'armamento delle artiglierie da posizione; ad essi si aggiungevano gli elementi confinari dislocati in loco per l'assolvimento dei compiti istituzionali. La Guardia alla Frontiera ebbe, per quanto riguarda gli elementi componenti, una particolare struttura organica, assai flessibile, diversa da quella prevista per le tradizionali armi del Regio Esercito, le cui unità adottavano una struttura costantemente ricorrente. Questa flessibilità derivava dal fatto che non era possibile applicare alle unità del corpo un rigido e ripetitivo schema organico, poiché erano le realtà locali, specialmente orogTafiche, a determinare ampiezza dei settori, numero e collocazione di strutture fortificate, loro raggruppamento ai fini logistici e di comando. Conseguentemente variava il numero e la qualità del personale da comandare e gestire, nonché l'entità dei mezzi di supporto. Inoltre solo con una struttura così flessibile era possibile un rapido assorbimento di eventuali variazioni, di non eccessiva portata, della composizione del sistema fortificatorio e del relativo presidio. Quando però lo sviluppo della struttura difensiva si rivelò eccedente la capacità di assorbimento degli organici in vigore, si rese necessario rimaneggiare la struttura, costituendo nuovi settori, sottosettori e relativi depositi, così da poter adeguatamente gestire il complesso delle forze destinate al presidio della fascia di frontiera. Una serie di documenti, originali o riassunti, riportati in "Documenti allegati", cercherà di far,, risaltare le successive fasi dello sviluppo dell'organizzazione settoriale di copertura che in, data 9 marzo1939, vide presenti nei suoi ranghi, oltre alle forze di fanteria preposte al presidio e gestione delle strutture fortificate e reparti misti settoriali del genio, anche le batterie/gruppi di artiglieria settoriali. Sinteticamente elaborata si è riportata la struttura del corpo che, anche solo ad un primo esame visivo, mostra l'ampliamento che si è prodotto per far fronte al diffondersi delle costruzioni difensive lungo la linea di confine e pone in risalto le differenze organiche esistenti fra settore e settore, alla luce dell'orografia e dell'ampiezza del terreno su cui era investito. Detta struttura, definita "organizzazione di copertura 1938", era la logica conclusione sia del processo evolutivo innescato dalle trasformazioni operate per l'attuazione di quanto disposto dal Ministero della Guerra - Gabinetto - con foglio n° 17100 del 25 ottobre 1935, che della messa in pratica delle proposte formulate dai Corpi d'Armata per la integrale realizzazione della nuova organizzazione settoriale di copertura. I Corpi di Armata, infatti, in breve successione avevano formulato proposte per varianti da apportare alle tabelle organiche e avanzato richieste di cambio di denominazione, dislocazione, composizione e data di costituzione dei sottosettori, ed il loro accoglimento, frutto della logicità e validità delle proposte, aveva reso la struttura in vigore non più rispondente. Il raffronto dell'organizzazione settoriale di copertura, riportato nell'appendice segreta alla pubblicazione modello 12 per l'anno 1938, con l'ordinamento sancito dal-
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la circolare 3898 del 17 giugno 1935 mostra il notevole salto quantitativo ed ordinativo che lo Stato Maggiore aveva fatto compiere all'organizzazione difensiva della frontiera. Se con l'ordinamento modello 35 la frontiera alpina venne articolata in settori dotati di propri reparti G.a.F. di tutte le specialità ed il territorio di giurisdizione ripartito in sottosettori, è con quello definito sul finire del 1937 che l'organizzazione difensiva assunse pienament e la sua tipica articolazione che, sia pure con incrementi di sottosettori e settori, passaggio di sottosettori dall'uno all'altro settore, avrebbe accompagnato la G.a.F. fino alla sua cancellazione dal novero dei corpi armati dello Stato. Il primo ordinamento dato al Corpo di Frontiera 166 rispondeva pienamente al compito per cui vedeva la luce; le sue forze infatti dovevano sostituirsi al ben determinato contingente di truppe preposto al presidio delle strutture difensive realizzate per sbarrare solo i tratti di frontiera atti al movimento avversario. Le mutate concezioni politiche del 1937 richiedevano la chiusura globale delle frontiere da realizzarsi con un complesso sistema fortificato per il cui presidio non era più sufficiente il personale previsto dall'organico. Si rendeva necessario un vistoso incremento di uomini ed il conseguente adeguamento del loro inquadramento; questo determinò la qualità e la quantità del mutamento apportato 167 , che costituì la radicale evoluzione organica da cui ebbe origine quella struttura che rimase la base fondamentale del corpo, fino alla sua scomparsa. Il costante sorgere di nuove fortificazioni, destinate a chiudere quei varchi che la messa in pratica dell'organizzazione difensiva di frontiera aveva rivelato, rese superata la struttura organizzativa vigente e determinò la necessità di modificare ulteriormente l'ordinamento della G.a.F., realizzando una nuova e più funzionale organizzazione di comando, adeguata al complesso fortificato che si veniva così via via creando; i lavori effettuati nel biennio '37-38, la costituzione dell'ulteriore XIV Corpo di Armata in Treviso e l'evoluzione del momento politico, resero necessario raggruppare in modo diverso le strutture fortificate per consentirne l'ottimale impiego ecomandabilità. A tale fine vennero creati settori e sottosettori, in parte ex novo (quali ad esempio i settori II, XXIII, XXVI ed i sottosettori I/c, III/b, IV/b, XXIII/a e XXVI/b frutto della circolare 7500 del 6 febbraio 1937 di M.G. Gabinetto), in parte costituiti per ristrutturazione di settori e sottosettori precedentemente esistenti e di conseguenza vide la luce l'organizzazione di copertura del gennaio 1939 168 che recepiva tali mutamenti. Nel 1940, a seguito dei succitati adeguamenti, l'ordinamento settoriale era quello che sotto si riporta, desunto dagli allegati al P.R.12 l/III/1940 "Ripartizione della frontiera in Settori di Copertura"- direttive per le operazioni - teatro d'operazioni alpino-. ed al P.R.16 ed.1940, entrambi conservati in A.U.S.S.M.E : 166Denominazione iniziale che verrà, all'atto del decreto costitutivo, mutata in quella di Guardia alla Frontiera. 167Ministero della Guerra Gabinetto Appendice segreta alla pubblicazione riservata mod.12 "Organizzazione settoriale di copertura" in vigore dal gennaio 1938. A.U.S.S.M.E., carteggio segreto, riportato in allegati n°17. 168Ministero della Guerra Gabinetto - Appendice segreta alla pubblicazione riservata mod.12 "Circoscrizione militare e sedi dei comandi, corpi, servizi ed enti vari alla data del 1° febbraio 1939 - XVII". A.U.S.S.M.E., carteggio segreto, riportato in documenti allegati n°19.
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3. ORDINAMENTO DELLE UNITÀ DI ARTIGLIERIA G.A.F.
In tempo di pace in ogni Corpo d'Armata di frontiera, in funzione della estensione della porzione di fascia di confine assegnata, erano presenti unità della Guardia alla Frontiera; i settori di copertura territorialmente dipendenti erano sottoposti ad un Comando Guardia alla Frontiera di Corpo d'Armata, mentre il o (caso veramente eccezionale) i vari reggimenti artiglieria per la G.a.F. dipendevano in tutto dal comando artiglieria di Corpo di Armata 169. Il reggimento artiglieria G.a.F. aveva una struttura rispondente al prevedibile impiego delle sue unità, il che ne differenziava l'organico da quello dei reggimenti di artiglieria fino ad allora presenti nei ranghi del Regio Esercito. Uesame della circolare n° 10850 di prot. SEGRETO del 17 febbraio 1938, avente per oggetto l'ordinamento di pace dei reggimenti artiglieria della G.a.F., consente di verificare facilmente tale asserto. In questa circolare, firmata dal Sottosegretario di Stato, Generale Pariani, fu tra l'altro e principalmente disposto che i Reggimenti di artiglieria della G.a.F. 6°, 7°, 8°, 9°, 10°, 11° in pace si articolassero su di un Comando di Reggimento, un numero vario (da 2 a 5) di comandi di gruppo, un numero vario di Batterie (da 2 a 8), un numero vario di Batterie Sempre Pronte (da 6 a 25), un Deposito misto della G.a.F. ed eventualmente uno o più magazzini settoriali. Stabilito quindi in linea di massima l'organico reggimentale, in cui il numero dei gruppi, batterie e batterie S.P. non era determinato a priori, la circolare ulteriormente precisava che cosa si dovesse intendere per i vari tipi di batteria citati. Si specificava infatti che: - con la locuzione di Batteria Sempre Pronte si dovevano intendere quelle che, dislocate fin dal tempo di pace nella zona di impiego, erano in grado di intervenire in qualsiasi momento, anche col solo personale previsto dagli organici di pace, trattandosi di batterie già appartenenti alla G.a.F. e dislocate all'interno dei settori da cui dipendevano per il solo impiego. - con l'appellativo di Batterie si intendevano quelle che all'atto della mobilitazione, con la quasi totalità del personale di pace, erano destinate a creare, per sdoppiamento, il numero di batterie di guerra di Approntamento Accelerato. La stessa circolare, inoltre, stabiliva che per la guerra, i reggimenti artiglieria G.a.F. dovevano costituire un certo numero di batterie di Approntamento Normale, formate quasi esclusivamente con personale richiamato, ma per le quali i comandi di reggimento dovevano contemplare nei loro progetti di mobilitazione nuclei di formazione da trarsi dal totale della forza di pace. Soggiungeva inoltre che era specifica attribuzione dei Depositi misti della G.a.F. operare quali Centri di mobilitazione di tutte le unità di fanteria, di artiglieria, e del genio G.a.F. dislocate nel rispettivo Corpo di Armata 17 0.
169 Ministero della Guerra - Gabinetto f. n° 41660 del 30 giugno 1938 all'oggetto "Dipendenza personale e reparti della G.a.F." l ?OMinistero della Guerra - Gabinetto f. n" 10850/S del 17 febbraio 1938.
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La circolare era corredata da numerosi allegati, di cui si t rascrive, per la sua importanza ai fini di questa ricerca, il primo 171 , che riporta la dislocazione e la composizione particolareggiata dei vari reggimenti, nonché la sede dei depositi misti, enti di importanza fondamentale ai fini della mobilitazione delle unità. Nel 1938, a seguito di studi svolti nell'intento di conferire all'ordinamento di pace dei suddetti reggimenti un assetto più rispondente al loro prevedibile impiego, venne modificata la dislocazione dei gruppi e la riunione dei reparti da loro dipendenti. L'esame della circolare di protocollo Segreto n°53600 datata 20 agosto 1938 XVI E.F. 172 , che nei suoi allegati 1, 2 e 3 riporta questa nuova struttura, consente di rilevare le notevoli modifiche che sono state apportate rispetto alla precedente circolare 10850 per ciò che concerne dislocazioni e tabelle numeriche, inoltre, fatto di notevole importanza, in essa appaiono menzionati per la prima volta, anche i numeri distintivi delle batterie e batterie S.P., nonché l'esistenza e le sedi dei magazzini di mobilitazione settoriale. Agli inizi del 1939 si addivenne alla determinazione di mutare ulteriormente l'ordinamento di pace dei reggimenti artiglieria G.a.F., in quanto ci si era resi conto che la struttura in vigore, pur diversa da quella che caratterizzava i reggimenti artiglieria dell'esercito di campagna, non consentiva una ottimale gestione delle unità dipendenti non autorizzando, tra l'altro, i comandanti di settore o sottosettore ad intervenire sulle proprie batterie, se non tramite il loro comando di reggimento. Era quindi necessario definire una nuova struttura che scindesse le artiglierie destinate alla "difesa vicina" da quelle preposte alla "difesa lontana" (controbatteria ed interdizione lontana) e, senza nulla togliere dal punto di vista tecnico al reggimento artiglieria, consentisse ai settori di gestire direttamente le proprie batterie (quelle S.P.) dislocate all'interno dei settori stessi e lontane dal comando reggimento1 73. Così alleggerito, quest'ultimo avrebbe potuto dedicarsi meglio all'addestramento, allo studio del terreno e delle zone di impiego, alle predisposizioni varie, quali la preparazione della mobilitazione e la mobilitazione stessa. Il nuovo ordinamento venne definito con foglio 17690 del 9 marzo 1939 emesso dal Ministero della Guerra - Gabinetto e ne venne disposta l'immediata attuazione, fatti salvi i temporanei temperamenti dovuti alla contingente situazione numerica delle unità e fatte salve le nuove assegnazioni in corso di attuazione. L'esame del contenuto di questo foglio, avente per oggetto "Nuovo ordinamento dei settori di copertura e dei reggimenti artiglieria G.a.F.", mette in luce questa evoluzione organica che, recependo gli inconvenienti emersi e lamentati dagli "utenti", tendeva a sanarli con l'attuazione dei seguenti provvedimenti: 1. l'immediato passaggio alle dirette dipendenze dei comandi di settore di copertura delle batterie S.P. schierate nel territorio di giurisdizione del settore stesso (di
171 Allegato alla circolare 10850/S del 17/2/1938. Riportato in documenti allegati n"21. 172 Ministero della Guerra circolare 53600 del 20/08/1938 "Ordinamento di pace dei
Reggimenti artiglieria
G.a.F." 1iportata in documenti allegati n°22 . 173 Si teneva così altresì conto del fatto che la maggior parte delle batterie S.P. erano incardinate al terreno mentre le altre erano prevalentemente mobili e potevano, raggruppate in apposite uni tà, essere inviate in concorso altrove.
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2. 3. 4. 5.
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massima il settore riunirà le proprie batterie S.P. in un gruppo); la cessione ai settori, da parte dei comandi di reggimento artiglieria, dei gruppi inquadranti al 1° aprile '39 le batterie S.P.; la costituzione da parte dei comandi di reggimento artiglieria, con nuove assegnazioni, dei comandi gruppo previsti per la propria organizzazione. la trasformazione dei depositi misti G.a.F. in depositi di reggimento artiglieria G.a.F., limitando le loro attribuzioni a quanto concernente i suddetti reggimenti. la costituzione di depositi settoriali di copertura con compiti amministrativi e di mobilitazione su tutte le unità di fanteria, del genio e sulle batterie S.P. dislocate nel settore.
Figura 56: Fregio da cappello per Ufficiale di una batterie S.P. dell'VIII Settore (APV).
In conseguenza di tali cessioni, i reggimenti risultarono costituiti da un comando reggimento, un deposito (già deposito misto della G.a.F.), un numero vario di batterie che, a loro volta formate dai nuclei di costituzione delle batterie di categoria approntamento accelerato (di massima tre) ed approntamento normale (numero variabile), furono riunite generalmente in un gruppo. Solo in casi eccezionali, dovuti ad un carico oltremodo rilevante di batterie, il reggimento si articolava su più gruppi. Adottando tale soluzione, i settori di copertura ricevevano una più completa fu_nzione operativa, potendo disporre delle proprie artiglierie, diversamente da quanto stabilito con gli organici 1934, ed il reggimento era finalmente in grado di dedicare tutte le sue energie all'addestramento, allo studio di impiego sul territorio e alle predisposizioni per la mobilitazione, pur mantenendo alle dipendenze tecniche del proprio comando batterie e gruppi ceduti alla organizzazione settoriale 174.
174Ad esempio, alla data del 9/6/1939, come si rileva dalle memorie storiche dell'unità, il 6° Reggimento artiglieria G.a.F. dislocato in Bolzano aveva alle dirette dipendenze un gruppo che inquadrava tre batterie che 1iunivano i nove nuclei di btr. a.a. ed una batteria che inquadrava i cinque nuclei di btr. a.n. e grande potenza ed alle dipendenze, per la sola parte tecnica, un gruppo dislocato a Sondrio (inquadrava le btr. 520, 521, 522, 174 e 356) e tre gTuppi S.P. dislocati rispettivamente a Merano, Bressanone e Brunico.
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Dal punto di vista organico quindi, con il nuovo ordinamento sancito dalla succitata circolare del 9 marzo 1939, l'artiglieria della Guardia alla Frontiera venne suddivisa in due aliquote, e precisamente reparti alle dirette dipendenze dei settori, amministrati e mobilitati dai depositi di settore e dipendenti dal reggimento artiglieria G.a.F. per la sola parte tecnica e reparti alle dirette dipendenze del comando reggimento. I reparti posti alle dirette dipendenze dei settori furono costituiti dai gruppi batterie S.P., normalmente uno, eccezionalmente due, per settore. Essi comprendevano un comando di gruppo di pace di batterie S.P. e le batterie S.P. già esistenti e dislocate nel territorio del settore; il comando gruppo di pace aveva il compito di inquadrare i nuclei necessari a costituire all'atto delle mobilitazione altro/i gruppi. I reparti alle dirette dipendenze del comando di reggimento risultarono formati dai gruppi di batterie a. a. ed a. n. ; essi erano costituiti dai comandi gruppo di pace e dalle batterie, che riunivano rispettivamente i nuclei di approntamento normale ed approntamento accelerato; il comando gruppo di pace aveva il compito di inquadrare i nuclei per costituire all'atto delle mobilitazione gli altri gruppi previsti. La circolare inoltre, in conseguenza delle cessioni delle batterie S. P. e relativi comandi di gruppo nonché della nuova organizzazione settoriale, dispose che nel territorio del Corpo di Armata di Bologna 175 , sede di Osoppo venisse costituito il 12° Reggimento artiglieria G.a.F. provvisoriamente su di un comando di reggimento ed un gruppo che riunisse tutte le batterie previste per la Carnia. A successiva integrazione di quanto prescritto circa la nuova organizzazione, il foglio 8545 datato 27 agosto 1939 176 emanato dal comando del corpo di Stato Maggiore, riporta, riassumendo le proposte formulate dai comandi di Corpo d'Armata, la situazione dei comandi gruppo da passare in carico ai depositi settoriali per l'inquadramento delle batterie S. P. e gli indicativi numerici dei gruppi che ciascuno di essi avrebbe dovuto costituire per sdoppiamento all'atto della mobilitazione. Il 14 ottobre 1939 venne emanata la circolare n° 94090 che faceva seguito alla circolare n° 17690 e scioglieva le riserve contenute in quest'ultima. Con essa si abrogavano le precedenti circolari 10850 e 53600, gli allegati alla 17690 e si determinavano gli ordinamenti delle artiglierie della G.a.F. nei singoli Corpi di Armata e si attribuivano ai gruppi settoriali di Btr. S. P. il numero distintivo stabilito dall'Indice di Mobilitazione 177. Questo ordinamento che, a giudizio dei tecnici, aveva superato la prova pratica rappresentata dal conflitto con Francia, venne ritenuto valido e posto a base dell'ordinamento provvisorio di pace dei reggimenti artiglieria G.a.F. con la circolare n° 001890/ord. del 17/7/1940 178. Esso ribadiva la particolare fisionomia organica del-
175 All'atto delJa costituzione del XIV Corpo d'Armata che rileverà il VI (Bologna) nella responsabilità confina· ria, il reggimento passerà al XIV Corpo d'Armata. l 76stato Maggiore R.E. - f. n° 8545 del 27 agosto 1939 "Organizzazione delle unità dì artiglieria per la G.a.F." Riportato in documenti allegati n°23 A.U.S.S.M.E. M7/502. 177 veniva in tal modo a decadere la forma di numerazione prevista dall'ordinamento per la G.a.F. ed. 1939 . 178mportato in documenti allegati n°24.
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l'artiglieria G.a.F., che prevedeva nel proprio ambito i gruppi inquadranti le batterie settoriali S. P. da 75/27 e 100/17, evidenziati dal proprio numero ordinativo (organizzazione settoriale pertanto con dipendenza dal r eggimento limitata alla sola parte tecnica) e gruppi direttamente dipendenti dal reggimento (formazione organica reggimentale) che erano formati dalle batterie che inquadravano i nuclei base dicostituzione delle batterie a. a. e a. n. Questa nuova configurazione prevista dal riordino dell'assetto sancito dalla circolare n° 001890 del 17/7/40 179 venne meglio evidenziata da un apposito specchio, edito dal Ministero della Guerra, che prevedeva, per ogni reggimento, la scissione delle due organizzazioni, settoriale e reggimentale, e la definizione delle batterie e delle batterie di inquadramento nuclei a. a. ed a. n. a ciascuna organizzazione rispettivamente attribuite. Aspetto decisamente importante di questo specchio era la numerazione dei comandi gruppo e batterie settoriali e dei nuclei di batteria reggimentali che, finalmente, era identica a quella riportata negli Indici di Mobilitazione. All'atto della mobilitazione, i reggimenti dovevano costituire le previste unità operative di artiglieria, e cioè i raggruppamenti 180 , i gruppi e le batterie di mobilitazione; queste ultime appartenevano alle categorie a.a. ed a.n. ed in tempo di pace ne erano attivi solo i nuclei base raggruppati nelle batterie del/dei gruppo/i di pace posto/i alle dirette dipendenze del r eggimento. Ad operazioni ultimate, un raggruppamento si presentava articolato in batterie autonome e gruppi; questi, in numero variabile da due a sei, erano costituiti, ciascuno, da due o più batterie anche di calibro diverso, spesso armate con materiale di preda bellica, risalente alla I guerra mondiale. La circolare 53740 del 30 novembre 1939 181 del Comando del Corpo di S.M. indirizzata alla 4" Armata e per conoscenza ai Corpi d'Armata di frontiera e loro comandi G.a.F., all'oggetto "Raggruppamenti artiglieria G.a.F. a disposizione", stabiliva, fra le altre, che: [. .. ]
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I tre raggruppamenti costituiti dall'B Rgt. art. G.a.F (19° 20° e 12°) devono intendersi originati dal deposito reggimentale: come tali essi hanno dipendenza amministrativa e matricolare dal deposito stesso, che ne è il centro di mobilitazione e che li ha approntati. Per il resto, i tre raggruppamenti hanno ciascuno figura propria ben definita; spettano
179Stato Maggiore R.E. Circolare n° 001890 del 17n/1940 "Ordinamento delle unità di artiglieria G.a.F. - nuova configurazione". I SO La normativa dell'epoca prevedeva che in guerra, allorché erano presenti più gruppi anche di calibro diverso ma agenti con gli stessi scopi e per le stesse finalità, era necessario fossero riuniti sotto un unico comando tattico (raggruppamento di controbatteria, di distruzione ....... ). Nel caso della G.a.F. l'organico di gueITa per le unità di artiglieria prevedeva i raggruppamenti per inquadrar e e coordinare i gruppi di mobilitazione o insieme misti di questi e gruppi S.P. per esigenze dei settori. Detti comancli potevano anche essere pos ti a disposizione per inquadramenti e dipendenze particolari.( C/do Raggruppamento AD.) Quando impiegati a livello settor e di copertura, il loro comandante era l'organo consulente per l'impiego di tutte le artiglierie dislocate nel settore. Nel corso del conflitto con la Francia il passaggio all'offensiva e la necessità di creare apposite masse di fuoco per particolari esigenze fece sì che taluni C/di di raggruppamento G.a.F. inquadrassero anche, e talvolta solo, gruppi di Corpo d'Armata e di Armata. 181A.u.s.S.M.E. M7/502.
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La Guardia Alla Frontiera
cioè ai comandanti, per quanto riguarda disciplina, addestramento e impiego, veste e funzioni di comandanti di corpo. Ad eliminare ogni dubbio, si dispone che uno dei tre raggruppamenti (il 12°) assuma lo stesso numero 8° del reggimento di pace originario. Analogamente negli altri reggimenti art. G.a.F per i quali è prevista la costituzione di raggruppamenti a disposizione; e precisamente: 7° (Cuneo) - il 13° raggruppamento assume il n° 7° 6° (Bolzano) il 21° " il n 6° 9° (Gorizia) - il 15° " il n° 9° 10° (Trieste) - il 18° " il n° 10° 11° (Savona) - il 20° il n° 11° ((
Si dispone inoltre che il 12° Rgt. art. G.a.F (Osoppo) assuma in caso di mobilitazione la denominazione di ''12° raggruppamento art. G.a.F a disposizione". Quanto sopra verrà sanzionato con prossima serie di aggiunte e varianti all'I. M. ILSOTTOCAPODI S.M. DELL'ESERCITO P.C.C. f/to Roatta Il CAPO UFFICIO (Col. E. Cappa)
All'inizio delle ostilità risultarono costituiti dal deposito reggimentale e, quando del caso, dai depositi settoriali i seguenti raggruppamenti artiglieria: 6° dal 6°rgt., 7°, 14°, 16° e 22° dal 7° rgt., 8°, 19° e 23° dal 8° rgt., 9° e 17° dal 9° rgt., 10° dal 10° rgt., 11° e 24° dal 11° rgt., 12° dal 12° rgt. I mutati orientamenti politici che portarono le truppe italiane all'offensiva fecero sì che essi venissero sovente impiegati, anziché nell'ambito settoriale, come normali raggruppamenti artiglieria assumendo alle proprie dipendenze anche gruppi e batterie non del corpo e cedendo proprie unità allo scopo di poter gestire adeguatamente masse omogenee di fuoco. La necessità di costituire unità per l'appoggio ravvicinato, medio e lontano, adeguatamente coordinate e gestite nella loro azione, determinò la riunione di minori unità di artiglieria il cui comando venne opportunamente affidato a comandi già costituiti, quali appunto i raggruppamenti. In questi raggruppamenti confluirono, in funzione del loro calibro e stato (mobili, incavernate in postazione fissa ..... ) unità G.a.F. e non, indipendentemente dalla loro iniziale origine; furono così "scorporati" gruppi G.a.F., inseriti più opportunamente nei complessi di artiglieria delle divisioni in prima schiera, mentre gruppi di Corpo di Armata ed Armata entrarono nei ranghi dei raggruppamenti G.a.F. Inoltre, nel corso della guerra, quando ritenuto opportuno e necessario per la gestione del fuoco, sarebbero stati costituiti temporanei raggruppamenti o gruppi che avrebbero assunto, con il proprio numero, le funzioni di raggruppamento per gestire correttamente grup:pi o singole batterie assegnate in rinforzo, talvolta anche solo per un tempo limitato. I gruppi settoriali, allorché costituiti da batterie allocate in fortificazioni permanenti quali forti, postazioni metalliche e cementizie o caverne, sarebbero stati temporaneamente assunti nell'organico del raggruppamento incaricato del coordinamento delle artiglierie dislocate nella zona ove sorgeva la struttura. Successivamente ed in date diverse vennero costituiti e mobilitati in Albania, dal Deposito 13° Reggimento artiglieria per la G.a.F., il 13° ed il 15° Raggruppamento,
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mentre in terra d'Africa il Deposito del 14° Reggimento artiglieria per la G.a.F ed i Depositi settoriali provvidero alla costituzione e mobilitazione dei Raggruppamenti artiglieria per la G.a.F. n° 28°, 29°, 30°, 31 °, 32°, 33°, 34° e 35°. Le notevoli carenze di moderne artiglierie ed i compiti difensivi attribuiti alla G.a.F. indussero lo Stato Maggiore del Regio Esercito ad assegnare alle unità di artiglieria del Corpo pezzi di superata progettazione ritenuti ancora balisticamente validi per azioni difensive. Si trattava di artiglierie, nella maggior parte ottenute dall'Italia quale preda bellica al termine del I conflitto mondiale; ad esse sarebbero state affiancate, allorché nel proseguimento del conflitto la situazione del materiale d'artiglieria nazionale si fece, per vari motivi, carente, pezzi acquisiti in rilevante numero come preda bellica nel corso delle prime vicende del conflitto in atto. Le unità di artiglieria G.a.F. furono inizialmente armate con pezzi da 65/17 70/15 - 75/27 mod. 06, 11, 12 - 77/28 - 100/17 mod. 14 - 105/14 - 105/28 - 120/25 149/12 - 149/13 - 149/35 - 152/13 - 152/45 - 210/DS/8 - 260/9 - 305/17 - 380/ 15 - 420/12; successivamente, guerra durante, entrarono nei ranghi anche alcuni gruppi d'artiglieria armati con pezzi stranieri, fra cui prevalentemente i francesi 75/15, 76/32, 88/33, 100/23, 105/11, 105/15, 155/14.
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CAPITOLO TERZO
La preparazione al coriflitto
1.
Premessa
2.
I piani operativi e di radunata italiani
2.1 Attuazione del P.R. 12 e schieramento G.a.F nell'agosto 1939 3.
Il periodo della neutralità
3.1 Situazione e potenziamento della Guardia alla Frontiera durante il periodo della neutralità. 4.
Situazione ed evoluzione della Guardia alla Frontiera alla vigilia del conflitto
4.1 Settori di Copertura dislocati sul territorio metropolitano 4.2 I Raggruppamenti di artiglieria 5.
Ordinamento ed adeguamento della struttura organica G.a.F. in Africa ed Albania
1. PREMESSA
La modesta forza iniziale della Guardia alla Frontiera lievitò assai rapidamente e seguì, come naturale, di pari passo lo sviluppo della fortificazione. Lo sviluppo era legato al principio di rendere ermetico il confine e dare sicurezza al Paese che, a simiglianza delle altre vicine nazioni, sentiva aumentare la propria certezza di pace con il vedere i propri confini guarnirsi di fortificazioni che numericamente si accrescevano a vista d'occhio. Ma le strutture, freddi e vuoti contenitori, si sarebbero animate e avrebbero svolto appieno la propria funzione solo se opportunamente e appropriatamente gestite. Ecco quindi la necessità di una serie di piani operativi che, prendendo in esame gli scenari bellici in cui si sarebbe potuta trovare coinvolta lanazione, permettessero al meglio l'utilizzo delle forze e lo sfruttamento ottimale delle strutture.
2. I
PIANI OPERATIVI E DI RADUNATA ITALIANI
Compito del Governo è quello di fissare gli indirizzi generali, mentre agli Stati Maggiori è devoluto il compito di realizzare il disegno operativo che preveda le disposizioni relative all'impiego delle forze; in ogni progetto generale dovrebbero essere presi in esame vari aspetti del problema, redigendo per ciascuno di essi piani particolareggiati. Stabilite le finalità della politica internazionale che intendeva portare avanti, il Regno d'Italia dispose che, a cura dello Stato Maggiore, venissero redatti i piani operativi per l'utilizzo ottimale delle effettive possibilità delle forze armate per il raggiungimento dei fini perseguiti. In realtà, dopo la fine della I guerra mondiale,
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La Guardia Alla Frontiera
vennero condotti studi relativi ai provvedimenti da attuare per la copertura dei confini, mobilitazione, radunata e schieramento in caso di conflitto contro la Francia o Francia e Jugoslavia alleate. Questi studi produssero poi piani per la sola copertura e soltanto dal 1935, auspice il Gen. Pariani, venne data una diversa impostazione ai piani che denominati, ora, di radunata, prevedevano unitariamente le disposizioni relative alla copertura, ai servizi, alle informazioni e, cosa molto importante, alla radunata. Ai fini della storia della Guardia alla Frontiera, è importante dare un sommario cenno dei piani operativi o di radunata in vigore allorché essa venne costituita e di quelli approntati 182 in tempi successivi. L'esame di questi piani, rivolto in modo particolare agli aspetti radunata e copertura delle frontiere terrestri, è reso necessario alla luce delle implicazioni che questi momenti ebbero con la dislocazione e l'impiego della G.a.F., iniziale e principale protagonista della tutela dei confini da realizzarsi con la salvaguardia delle frontiere. A seconda dei casi ipotizzati dai piani, messa in atto la iniziale copertura con le forze già in loco, la Guardia alla Frontiera doveva infatti fare convergere verso i settori più minacciati aliquote di forze (unità di artiglieria e mitraglieri dei vari livelli ordinativi) tratte dai settori meno esposti. Le forze così raggruppate venivano ad assumere, caso per caso, ordinamenti particolari diversi da quello "istituzionale" sia pure di guerra ed il corpo conseguentemente doveva anche provvedere a costituire, se del caso anche ex novo, appositi comandi. Il tentativo tedesco di impadronirsi nel 1934 dell'Austria, la cui indipendenza era, allora, tutelata da Mussolini fece includere la Germania nel novero dei paesi potenzialmente ostili e conseguentemente vennero elaborati piani per proteggere l'Austria mediante la temporanea occupazione di alcune sue parti. Furono anche redatti piani finalizzati a fronteggiare una deprecata alleanza austro/germanica, cui avrebbe potuto associarsi la Jugoslavia; questi erano il 7A, piano cautelativo contro gli austro/germanici, ed il piano 9, edito nel 1935. Quest'ultimo era un piano offensivo, interessante una piccola parte dell'arco di confine, basato sull'ipotesi di un conflitto che vedeva l'Italia all'attacco "di sorpresa spinto rapidamente a fondo" 183 contro la Jugoslavia con Austria/Germania alleate, neutrale la Svizzera e la Francia alleata o neutrale benevola. Per quanto riguarda la G.a.F., il piano prevedeva l'affiusso da altra frontiera di un Comando di Raggruppamento artiglieria, sei gruppi di artiglieria e la costituzione con le forze presenti e quelle in rinforzo da altra frontiera (a.f.) di quattro raggruppamenti artiglieria di varia composizione. Le forze addette alle opere non venivano incrementate, ma si aveva così una massa di quattro raggruppamenti su venticinque gruppi artiglieria in totale, ritenuta più che sufficiente per sbarrare la frontiera. Per cautelarsi alla frontiera orientale, il 10 aprile del 1936 venne edito il P.R.10 Ovest/Est, basato sulla ipotesi di un conflitto che vedeva la Francia e la Jugoslavia alleate all'attacco contro l'Italia, mentre la Svizzera rimaneva neutrale e la Germania adottava una neutralità benevola.
182 Piani operativi e di radunata italiana 1920 - 1940 - Specchio riassuntivo a cura dell'autore riportato in documenti allegati n°25.
I 83Minniti F. Gli obiettivi di guerra nella pianificazione operativa in AA.VV. "L'Italia in guerra" - Il primo anno Commissione Italiana cli Storia Militare, Roma 1991, pag. 14.
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L'annessione dell'Austria operata dalla Germania nel marzo 1938 creò notevole preoccupazione negli ambienti italiani e venne immediatamente elaborata una bozza di piano - P.R. Nord (P.R.16) - basato sulla ipotesi: "Nemico Nord, neutralità Est ed Ovest, sorveglianza S". Il piano, entrato in vigore il 25 aprile del 1938, prevedeva l'assegnazione di forze per i settori di copertura dei due Corpi d'Armata a diretto contatto - IV e VI - ed all'Armata "S" per la copertura; l'assegnazione riguardava unità mitraglieri da posizione G.a.F. e per l'artiglieria G.a.F. n° 2 Comandi di Raggruppamento, n° 2 gruppi e 172 btr. di vario calibro. La positiva evoluzione delle relazioni con la Jugoslavia cui si sostituì, nel novero delle nazioni ostili, la Gran Bretagna, portò alla stesura, nel 1938, del P.R.12 che, nella sua prima edizione, si basava sull'ipotesi di un conflitto che opponeva la sola Italia alla Francia o all'Inghilterra o ad entrambe alleate, Svizzera neutrale, Jugoslavia incerta, Germania benevola. Il conflitto con la Francia era considerato assai probabile per i sostanziali contrasti di interesse e di aspirazioni che si erano verificati e continuavano a verificarsi nel campo politico ed economico, aggravati da risentimenti più o meno sopiti e di conseguenza l'alleanza anglo-francese - i due nemici - era facilmente ipotizzabile. Allorché l'Italia si alleò con la Germania - ottobre 1939 -, si rese necessaria la redazione di una 2° edizione del P.R.12 che evidenziasse il collegamento tra guerra difensiva contro Francia e Gran Bretagna ed un eventuale atteggiamento offensivo contro Jugoslavia e/o Grecia. La stesura di un allegato Frontiera Orientale nel novembre 1939 e dell'allegato J al P.R.12 nel marzo 1940 determinarono l'abrogazione, sanzionata ufficialmente il 16 maggio del '40 184 con f. n° 5137, del P.R.10, che si trasformò così in una appendice del più completo P.R.12. e permisero di suggerire l'abrogazione del P.R.9, ritenuto non più aderente alla situazione del momento. Fatta questa premessa si rende opportuna una dettagliata analisi del P.R.12 che fu il piano con cui le truppe italiane entrarono nel secondo conflitto mondiale. Il P.R.12 ed. '38, modificato nel '39 e perfezionato nel '40, non era un piano di operazioni ma semplicemente un piano di radunata completo che prendeva in esame tutti gli scacchieri operativi ed era perfettamente adatto ad un preordinato e generale atteggiamento difensivo. Esso tuttavia contemplava anche l'eventualità che in certi casi si potesse passare ad una limitata offensiva per rendere più economica ed efficiente la difesa. Date le ipotesi di politica internazionale su cui si basava, per il teatro di o·perazioni alpino, si avevano le sottoelencate prescrizioni di massima. Dovevano essere considerati separatamente: lo scacchiere occidentale, dove dovevano confluire ed essere impiegate le forze necessarie ad una difesa manovrata; lo scacchiere settentrionale (confine con la Svizzera), dove si riteneva fossero sufficienti semplici misure di vigilanza poste in essere dalle forze ivi normalmente stanziate; I84Ministero della Guerra Comando del Corpo di Stato Maggiore . Uff. Operazioni f. n. 5137 datato 16 maggio 1940 all'oggetto: abrogazione del Piano di Radunata n°10 A.U.S.S.M.E. /H-5.
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Guardia Alla Frontiera
lo scacchiere orientale, ove era necessario adottare opportune misure precauzionali sino a chiarificazione della situazione, senza escludere la successiva necessità di misure difensive vere e proprie. La struttura difensiva contemplata in tale piano prevedeva che il primo sistema fortificato, il cui margine anteriore si identificava quasi ovunque con la frontiera, coincidesse con la posizione di resistenza che andava tenuta ad oltranza, mentre il secondo e terzo sistema avevano il compito di dare appoggio alle unità di seconda schiera incaricate di arrestare la spinta offensiva avversaria che fosse riuscita a superare la posizione di resistenza. Mentre in tempo di pace la copertura normale era di pertinenza dei Corpi di Armata stanziali, ciascuno entro i propri limiti territoriali, ed ai fini della difesa il territorio di frontiera considerava nel senso della profondità una fascia che era a sua volta ripartita in senso normale alla fronte in settori di copertura affidati alla Guardia alla Frontiera, in momenti di tensione o guerra veniva attuata, in fasi successive, la copertura di emergenza, caratterizzata dall'inserimento alla frontiera di Comandi di Grande Unità e di reparti all'uopo designati, in aggiunta alle unità G.a.F. precedentemente responsabili del territorio. La versione del piano, aggiornato al 1° marzo 1940, prevedeva che, all'insorgere dell'emergenza, la copertura immediata del confine fosse assicurata dallo schieramento delle forze permanentemente stanziate sul posto, cioè le unità della G.a.F., CC.RR., R.G.F., Milizia Confinaria, cui competevano le prime eventuali reazioni di fuoco sulla linea di frontiera; rinforzo ad esse era assicurato dal successivo arrivo di unità di Camicie Nere, battaglioni alpini ''Valle", battaglioni mitraglieri autocarrati di Corpo d'Armata. Era inoltre previsto l'afflusso alla frontiera con la Francia di compagnie mitragJieri da posizione e batterie G.a.F. tratte da unità dislocate normalmente alla frontiera italo-tedesca, non ritenuta nel contesto politico del momento eccessivamente pericolosa. Il secondo giorno di mobilitazione era caratterizzato dall'arrivo e dallo schieramento delle GG.UU. di prima linea. Al loro sopraggiungere il comando dei settori di copertura, divenuti settori operativi, veniva assunto dai comandanti delle divisioni affluite; contemporaneamente anche la responsabilità dei singoli tratti dello schieramento e delle unità G.a.F. dislocate nei settori di copertura normale veniva assunta dai comandanti delle unità divisionali. Al terzo giorno di mobilitazione era previsto l'inserimento dei comandi di Corpo d'Armata mobilitati cui si venivano a sovrapporre, su ordine dello Stato Maggiore, Comandi di Armata che assumevano la responsabilità delle porzioni di fascia di frontiera, in tempo di pace gestite dai Corpi d'Armata stanziali. Al termine della mobilitazione, la fascia di frontiera risultava divisa in settori operativi di Corpo d'Armata, articolati in sottosettori divisionali o di raggruppamento; in linea di massima ogni sottosettore ingl obava un settore di copertura Guardia alla Frontiera, ed aveva alle dipendenze i reparti G.a.F. ivi già dislocati per la copertura normale. Il P.R.12, in sintesi, disponeva che le misure di afflusso ed integrazione delle forze si applicassero al solo tratto di frontiera con la Francia, non prevedeva alcun rinforzo di truppe alla frontiera con la Germania, la cui tutela rimaneva affidata alle forze del Comando G.a.F. del Corpo d'Armata di Bolzano, contemplava si costi-
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tuisse un raggruppamento artiglieria G.a.F. nella fascia di copertura del confine con la Jugoslavia. Il piano prevedeva inoltre che la copertura della frontiera da Mite Dolent al Cadore (Svizzera - Germania) rimanesse affidata ai Corpi d'Armata di Milano e Bolzano ed ai rispettivi settori della Guardia alla Frontiera di normale presidio e che venisse contemplata una Armata "S" ed il suo comando, da costituirsi su ordine di attuazione del piano stesso, con responsabilità dal Mite Rosa al Passo Oregone, sì da garantire una difesa unitaria nei confronti della Germania.
2.1 ATTUAZIONE DEL P.R.12 E
SCHIERAMENTO DELLA G.A.F. NELL'AGOSTO
1939.
. Lo stato di tensione fra Italia e Francia cui si era pervenuti spinse lo Stato Maggiore ad adottare urgenti provvedimenti alla frontiera occidentale. Con foglio 4225 del 25 aprile 1939 venne infatti disposto che la G.a.F. riprendesse contatto con le proprie strutture difensive man mano che le condizioni climatiche lo consentivano e nel contempo perfezionasse il suo particolare addestramento alle armi in distribuzione. Conseguentemente l'attività lavorativa della Guardia alla Frontiera doveva essere limitata all'interno dei capisaldi devolvendo i lavori di interesse generale ai reparti lavoratori già costituiti presso i corpi stanziali. -Successivamente, nell'agosto del 1939, causa l'acutizzarsi della situazione politica ed il manifestarsi di un complesso di situazioni tali da far presagire l'imminenza di un conflitto con la Francia, venne disposto l'immediato approntamento su formazioni di guerra, per quel che riguardava la Guardia alla Frontiera, delle compagnie mitraglieri da posizione e relativi comandi di battaglione, dei comandi di raggruppamento, gruppi di artiglieria e batterie di artiglieria di categoria a.n. "tutti quelli dei Corpi d'Armata I - II - XV'' 185 e data attuazione al P.R.12. In base alle "Direttive per lo Scacchiere Alpino" contenute nella edizione del piano diramata con circ. 2901 del 25 marzo 1939, furono disposti i seguenti provvedimenti: • per la frontiera occidentale, a Bra (Cuneo) venne costituito, il 29 agosto 1939, il Comando del Gruppo Armate Ovest, organo sovraordinato alla 1" e 4" Armata che, nello stesso momento, assunsero la responsabilità territoriale e della fascia di frontiera, fino a quel momento di competenza dei I, II e XV Corpi d'Armata; il successivo arrivo in linea di frontiera dei Comandi di Corpo d'Armata III, IV e Alpino sottrasse ai Comandi G.a.F. di Corpo d'Armata territ oriali ogni funiione operativa; • alla frontiera orientale venne schierata la 2" Armat a, costituita per la gestione unitaria delle forze di presidio al confine italo/slavo, e precisamente V, XI Corpi d'Armata, truppe dei settori di copertura G.a.F., elementi confinari, truppe e servizi di Armata; • l'Armata "S", costituitasi come previsto per l'emergenza il 9 settembre 1939 in Milano, assunse la responsabilità della frontiera settentrionale, per garantire in maniera unitaria la difesa del confine nei riguardi della Germania, fronteggian185Ministero della Guerra C/do del Corpo di Stato Maggi.ore sez. mbl. f. n° 30770 del 24 agosto '39 - A.U.S.S.M.E. M7/502.
138 La Guardia Alla Frontiera do anche le forze ostili che avessero tentato di violare la neutralità elvetica, con azioni celeri di sorpresa attraverso il territorio svizzero, contro la frontiera italiana. Per questi compiti le vennero assegnate le truppe della G.a.F. dei settori tattici Adda (XII Settore G.a.F.), Ticino (XUb Settore G.a.F.), Toce (XI/a Settore G.a.F.) e gli altri elementi confinari dislocati nello scacchiere operativo settentrionale; venne inoltre dislocata nella zona di Domodossola, pur dipendendo dall'Alto Comando, la D.f. Legnano. La tensione nelle relazioni italo-greche, assai elevata al momento della occupazione dell'Albania, venne allenta ndosi in conseguenza dei segnali distensivi provenienti da Roma e fece valutare la posizione strat egica dell'Albania essenzialmente in relazione all'ipotesi di un conflitto italo-jugoslavo. La pianificazione fu quindi orientata secondo un indirizzo nettamente difensivo, in cui si privilegiava la sistemazione difensiva alle frontiere settentrionale e nord occidentale del Paese ed un eventuale concorso, in caso di guerra con il Regno Jugoslavo, allo sforzo principale proveniente dal confine giulio. Alla frontiera occidentale, al sopraggiungere delle unità mobili, venne data attuazione a quanto previsto dal piano di radunata circa la responsabilità dei settori operativi e tratti di essi; tutta l'organizzazione della Guardia alla Frontiera, faticosamente realizzata e ben inseritasi nel territorio, venne assorbita, o meglio, fagocitata dalla struttura di comando delle grandi unità mobili. La parte superiore della ossatura di comando della Guardia alla Frontiera, che aveva conseguito conoscenza del territorio e capacità di impiego dei propri uomini e relative strutture, fu praticamente dissolta mentre invece, sull'opposto versante francese, sarebbero state le truppe mobili, giunte in rinforzo, a venir giustamente poste agli ordini di chi viveva sul territorio e meglio lo conosceva. Il Comando del Corpo di Stato Maggiore ordinò, intorno al 20 settembre 1939, che ciascun Corpo d'Armata del Gruppo Armate Ovest assumesse il comando del rispettivo "Settore di operazioni" con la conseguente responsabilità operativa e di impiego di tutte le unità confinarie, G.a.F. e mobili in esso dislocati ed abbracciando uno o più settori con correlazione rispetto ai settori e sottosettori della copertura normale, che vennero affidati ai comandi divisionali o di raggruppamento tattico nei seguenti termini I 86: l" Armata:
I Settore (Bassa Roja) V Settore (Media Roja)l87 II Settore (Alta Roja - Gessi) III Settore (Stura) IV Settore (Maira - Po)
XVC. d'A. " III C. d'A. II C. d'A.
"
D .f Cosseria D.f. Modena D.f. Ravenna D.f. Livorno, Forlì, Acqui I Raggruppamento Alpini
186 Queste situazioni vengono riportate, in deroga, nel testo per consentirne una migliore comprensione. l 87 Costituito con f. n. 121960 del Ministero della Guerra datato 4 dicembre '39 ed articolato sui Sottosettori V/a Muratone e V/b Marta.
La guardia alla ji-orztiera, un corpo unico per difendere i conjìni
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4/\ Armata: VI VII VIII IX X
3° Reggimento Alpini Settore (Germanasca - Pellice) IV C. d'A. D.f. Assietta, Sforzesca. Settore (Monginevro) I C. d'A. D.f. Superga Settore (Bardonecchia) " D .f. Cagliari Settore (Moncenisio) C. d'A. alp. D. alp. Taurinense. Settore (Baltea)
I limiti dei settori di copertura in cui era suddivisa la frontiera coincisero quindi con i limiti dei settori operativi affidati alle grandi unità mobili schierate lungo la linea del confine italo-francese. I sottosettori, i capisaldi, i gruppi di artiglieria e le unità di rinforzo furono posti alle dipendenze dei comandi in cui si articolavano le gTandi unità mobili. Le due Armate (1/\ e 4/\ ), raggiunte le posizioni loro assegnate, vennero impiegate per rimettere in efficienza e costruire opere difensive, postazioni per armi automatiche ed artiglieria, strade e fortificazioni, specie nel Piemonte meridionale ed in Liguria, dove si poteva continuare a lavorare anche d'inverno, stante il clima favorevole. Analogamente a quanto era avvenuto alla frontiera occidentale, anche a quella orientale lo schieramento delle unità della 2/\ Armata determinò la pratica dissoluzione dei comandi superiori della copertura e l'assorbimento dell'organizzazione della Guardia alla Frontiera da parte delle unità mobili dell'Armata. I settori di copertura, da quel momento settori operativi, passarono al comando delle grandi unità mobili. Alla luce di queste modificazioni subite, lo schieramento della Guardia alla Frontiera, con i settori ed i raggruppamenti quali truppe di Corpo di Armata alle dipendenze operative dei Comandi di Divisione, assunse la seguente fisionomia: 2/\ Armata V Corpo d'Armata - D.f. Sassari - D .f. Lombardia - D .f. Bergamo
(Settore difensivo Sud) XXV Settore G.a.F. XXVI/A Sottosettore G.a.F. XXVI/B Sottosettore G.a.F. XXVI/C Sottosettore G.a.F. XXVII Settore G.a.F. 10° Rgp. a. G.a.F. articolato nei Gruppi a . G.a.F. LXVII - LXXXII - LXXXIV
Comando G.a.F. di C.A. (Settore difensivo Nord) - Comando G.a.F. di C.A. XXI Settore G.a.F. (sottosettore Nord) XVII Settore G.a.F. IV Raggruppamento alpini. "Alto Isonzo" XXII Settore G.a.F. - D.f. Re (sottosettore Centro) XXIII Settore G.a.F. - D.f. Isonzo (sottosettore. Sud) - D. Celere (ris.)
XI Corpo d'Armata
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9° Rgp. a. G.a.F. (alle dipendenze tattiche del Comando Artiglieria di Armata e con alcuni gruppi assegnati al Sottosettore Centrale - D.f. Re) 17° Rgp. a. G.a.F. (alle dipendenze tattiche del Comando Artiglieria di Corpo d'Armata e con alcuni gruppi assegnati al Sottosettore Sud) L'approntamento della G.a.F. si svolse in modo soddisfacente, mentre molti inconvenienti si riscontrarono nella mobilitazione e nell'impiego dei battaglioni alpini ''Valle" i quali non furono in grado di svolgere tempestivamente il proprio compito di rinforzo alla copertura e solo a fine ottobre 1939 raggiunsero un sufficiente livello di preparazione 188.
3. IL PERIODO DELLA NEUTRALITÀ. Alla fine dell'ottobre 1939, il governo italiano prese la decisione di mantenere temporaneamente la nazione neutrale nei confronti del conflitto che si era acceso principalmente fra Germania e Francia. Dato che lungo l'arco di confine con la Francia si andavano accentuando condizioni climatiche avverse che, innevando cime e valichi, rendevano piuttosto improbabile un'offensiva nemica attraverso le Alpi, dato che non si poteva depauperare il Paese per lungo tempo di tante braccia quante erano quelle dei richiamati, ed essendo sopravvenuta una qualche incertezza riguardo alle ·scelte di politica internazionale, venne disposto una temporanea attenuazione del dispositivo ,m ilitare approntato. Lo Stato Maggiore stabilì, di conseguenza, un arretramento verso il fondo delle valli delle truppe mobili affluite ed un largo invio in licenza dei richiamati, sino al limite del 50% delle forze; oltre a ciò manifestò un rinnovato interesse alla difesa della frontiera italo-germanica (settentrionale). La copertura venne notevolmente alleggerita e, pur rimanendo responsabilità operativa dei sette comandi operativi di grande unità in cui si articolavano la l /\ e la 4/\ Armata, venne restituita ai dieci comandi di settore G.a.F., già precedentemente titolari, rinforzati dai battaglioni alpini ''Valle". Allo stesso modo, nel settore della 2/\ Armata, i comandi G.a.F. ripresero la titolarità dei precedenti settori di copertura. A fronte dell'arretramento delle GG.UU., la copertura alla frontiera, con compito di osservazione, rimase affidata alla G.a.F. e fu mantenuta con percentuali diverse di forza in funzione della frontiera e precisamente: forza al 50% dell'organico di guerra alla frontiera orientale, sul piede di guerra ed alcuni reparti di rinforzo alla frontiera occidentale, tutte le forze in zona alla frontiera svizzera ed a Zaral89. !88 Dalla sintesi degli argomenti svolti nella riunione tenutasi presso il Ministero della Guerra il 19 agosto 1939 risulta che era, all'epoca, stata disposta la costituzione di alcuni battaglioni e gruppi "Valle'' con compiti semi statici ad integrazione della G.a.F. della frontiera occidentale, allo scopo di recuperare le divisioni alpine che dovevano essere assegnate alle Armate con compiti controffensivi e che era allo studio, cosa che puntualmente avvenne, l'opportunità di mobilitare tutti i reparti "Valle". I 89 Il Ministero della Guerra, con foglio 12920 del 23 luglio 1938, aveva stabilito "( ...) che i comandi e i reparti compresi nell'ordinamento delle truppe del presidio di Zara siano considerati a tutti gli effetti appartenenti alla G.a.F.".
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Il periodo di stasi, susseguente alla dichiarata "non belligeranza", permise la prosecuzione dei lavori di approntamento delle opere fortificate e delle postazioni in caverna, necessari a raffittire frontalmente ed in profondità la fascia fortificata che era apparsa, alle ispezioni fatte eseguire dal Capo del Governo, incompleta e lacunosa. Nel periodo fra il novembre 1939 e l'aprile 1940 vennero presi dal Maresciallo Graziani, subentrato al Generale Pariani nella carica di Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito, notevoli provvedimenti sia per le strutture che per l'ordinamento della Guardia alla Frontiera. Venne infatti emanata la circolare 15000 che, abrogando e sostituendo la circolare 7000/base dell'ordinamento e delle strutture mod. Pariani, stabiliva nuovi criteri per la realizzazione delle opere fortificate e furono decisi provvedimenti atti ad adeguare l'ordinamento della G.a.F. alle modifiche stabilite per l'esercito, in conseguenza dell'entrata in vigore della legge di ordinamento n° 368, emanata il 9 maggio 1940. Alla luce dell'esperienza acquisita con la mobilitazione dell'autunno 1939, vennero disposti i seguenti provvedimenti riguardanti i battaglioni alpini ''Valle": non si ritenne più necessario costituire il raggruppamento per il settore Dora Baltea, ai raggruppament i che si ritenne necessario costituire si attribuì un ordinativo numerico e precisamente: 1° Raggruppamento alpino (già Raggruppamento Gessi), 2° Raggruppamento alpino (già Raggruppamento Varaita - Po), 3° Raggruppamento alpino (già Raggruppamento Alto Isonzo), al 1° Raggruppamento alpino vennero attribuite le unità già previste per il raggruppamento Dora Baltea.
3.1
SITUAZIONE E POTENZIAMENTO DELLA GUARDIA ALLA FRONTIERA NEL PERIODO DI NEUTRALITÀ
Quale era la situazione della G.a.F. agli inizi del 1940, allorché il contesto internazionale ed i vari discorsi del Capo del Governo , nonostante la proclamata non belligeranza, facevano presagire come imminente l'entrata in guerra dell'Italia? Prima di esaminare in dettaglio le unità che concorrevano alla formazio11e dei settori di copertura, spina dorsale della difesa sulla linea di confine, si riporta una situazione, al marzo del 1939, delle strutture realizzate od in corso di ultimazione, la situazione delle armi e del personale della G.a.F. presente nei ranghi, uno schema della situazione ordinativa venutasi a creare in conseguenza della già citata legge 368 del 9 maggio 40, desunta da un rapporto tenuto dal Sottocapo di Stato Maggiore del Regio Esercito alle gerarchie del partito fascista ed una breve elencazione di alcune delle variazioni ordinative subite dal G.a.F. nella imminenza di quello che sarà il secondo conflitto mondiale Per fornire un quadro completo della situazione delle forze presenti sui ~onfini, negli allegati, oltre all'elenco delle forze costituenti i settori di copertura, verrà riportata la situazione delle artiglierie G.a.F., mettendo in evidenza attribuzione e
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La Guardia Alla Frontiera
composizione dei raggruppamenti di artiglieria, con, ove possibile, i relativi gruppi e batterie, creati in fase di mobilitazione o successivamente, per l'emergere di nuove esigenze e presenti sulla linea di confine all'inizio delle ostilità con la Francia. Saranno dapprima elencate le forze presenti sul territorio metropolitano, successivamente si cercherà di analizzare l'organizzazione della Guardia alla Frontiera in Albania ed Africa settentrionale. Sarà purtroppo un freddo e talvolta lacunoso elenco di numeri, località, nomi di reparti, che poco dicono al profano, ma che si spera susciterà il ricordo di chi ha agito in quelle zone ed in quei reparti e rammenterà chi su quelle terre è rimasto. In un rapporto tenuto dal Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito nel marzo 1939 sulla situazione delle strutture realizzate od in corso di realizzazione, armamento presente e situazione numerica del personale, venne enunciata la seguente situazione, suddivisa per scacchiere:
- Scacchiere occidentale. La sistemazione periferica sulle grandi direttrici era ultimata; restava da provvedere alla chiusura delle direttrici minori Val Pellice, Valli Orco e Sture. Era in programma, entro la fine dell'anno, il conferimento di una maggiore profondità agli sbarramenti di importanza principale, lo sbarramento delle direttrici non ancora completamente interdette, il completamento degli sbarramenti di sicurezza e di quelli arretrati, l'inizio della cui realizzazione risaliva al 1938. Queste realizzazioni dovevano portare l'organizzazione complessiva ad una profondità variabile fra i 30 ed i 50 chilometri. Erano già efficienti 460 opere armate con 1.100 mitragliatrici e 133 pezzi di vario calibro (pezzi controcarro e batterie in caverna); per le opere in via di completamento o di nuova costruzione era prevista l'assegnazione di altrettanto armamento. La G.a.F. aveva già presenti 10.000 uomini e, oltre alle armi sopraccitate, disponeva di 800 mitragliatrici, 240 mortai e 90 batterie di vario calibro. Era in corso l'assegnazione di altre 300 mitragliatrici, 280 mortai e 58 batterie, di cui alcune di lunga gittata e grosso calibro, idonee per tiri di interdizione sui principali centri di affluenza o movimento del nemico. - Scacchiere settentrionale. Erano in corso di ultimazione, a ridosso della frontiera italo-svizzera, i lavori per la costruzione di alcune strade di accesso ai passi più importanti ed era prevista la realizzazione di sbarramenti con prevalente funzione anticarro in corrispondenza dei valichi montani di preminente interesse. In corrispondenza della frontiera italo-tedesca, nonostante l'alleanza, continuavano i lavori della difesa periferica, con la messa in opera di sbarramenti avanzati e capisaldi sulle principali direttrici; alcuni sbarramenti arretrati posti a cavaliere delle comunicazioni del Tarvisiano e della Carnia erano già stati ultimati ed erano pronti per l'utilizzo. Era previsto per la fine 1939 il miglioramento della difesa in profondità, specialmente in Alto Adige, e la chiusura delle direttrici minori. La Guardia alla Frontiera disponeva di 1.000 uomini di fanteria con circa 50 mitragliatrici, altrettanti mortai e 31 batterie; erano in corso di ultimazione e consegna 161 opere armate con 336 mitragliatrici e 39 pezzi di artiglieria.
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- Scacchiere orientale. Il primo sistema difensivo era pressoché completo ed efficiente; il secondo presentava ancora alcune lacune in corrispondenza delle strette di Sembiè, Terciane ed Elsane e nel settore nord del Corpo di Armata di Udine. La Guardia alla Frontiera disponeva di 2.000 uomini di fanteria, 564 mitragliatrici, 114 mortai, 49 batterie di medio calibro e 13 pezzi controcarro; erano già ultimate 208 opere con 647 mitragliatrici e 50 pezzi di artiglieria. La fluidità della situazione politica, le incertezze che ancora persistevano nel campo politico sulla opportunità o meno di assumere un preciso schieramento in ambito internazionale ed il ricordo dell'affannoso lavoro compiuto alla frontiera svizzera nel 1916, all'atto dell'entrata in guerra della Germania a fianco dell'Austria, portarono alla determinazione di cautelarsi con fortificazioni e relativi presidi lungo tutto l'arco alpino, compresa quindi la frontiera con la Germania (ex Austria) e la Svizzera. Venne data attuazione ad una serie di provvedimenti, tesi al miglioramento della copertura della frontiera con il potenziamento del numero delle unità di artiglieria e mitraglieri, l'accrescimento del numero di settori e sottosettori di copertura o un diverso accorpamento di questi ultimi. Esempi di tale potenziamento, suddivisi per scacchiere/confine sono: • al confine con la Francia: - il passaggio del Sottosettore III/e al IV Settore che così si articolò su tre sottosettori e venne a gestire unitariamente il bacino Maira - Po - la trasformazione del Sottosettore VII/a in VI Settore articolato su due sottosettori e lo sdoppiamento del Sottosettore VII/b che diede vita al VII/a e VII/b, - lo spostamento, nell'ambito del IX Settore, del IX/a in Susa e del IX/b nell'Ospizio del Moncenisio, - il nascere del Sottosettore autonomo Orco/Sture (poi Levanna) , - lo sdoppiamento del I Settore nei Settori I e V 190 - la scissione del Sottosettore I/a nei Sottosettori I/a e I/b, - la trasformazione dei Sottosettori I/be I/e in Sottosettori V/a e V/b , • al confine con la Germania - il costituirsi dei secondi sottosettori e precisamente XIII/b Passiria in Merano, XIV/b Vipiteno in Vipiteno, XV/b Rienza a Monguelfo, - la costituzione dei sottosettori XVII/b e /d in Tarvisio, XXII/e a Montenero d'Idria e XXVI/e a Mucici. • nell'ambito dell'Armata "S" - il nascere del Sottosettore XI/a, di un gruppo autonomo artiglieria e di un magazzino di sottosettore con funzioni di deposito settoriale; - il dislocarsi nel Settore Tattico Toce (Val Toce) di artiglierie G.a.F. (2 btr. da
l90 Ministero della Guerra f..n. 0 121960 del 4 dicembre 1939.
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La Guardia Alla Frontiera
75/27 a Ponte Tresa e Madonna di Chiavenna, 1 btr. da 100/17 al Sempione, 3 btr. da 149/35 a Sempione, Passo S. Giacomo e Spluga, 2 btr. da 152/45 a Sempione e Passo S. Giacomo) e reparti confinari (1 btg. mitraglieri, 1 btg. alpini, 7 btg. di CC.NN. confinarie, 513, 542, 617 Compagnie mitr.), - lo schierarsi della 512 Compagnia mitr. nel Settore Tattico Ticino e della 511 Compagnia mitr. nel settore tattico Adda, - l'approntarsi su organici di guerra del comando 6° Raggruppamento artiglieria G.a.F. e 11" autosezione speciale di tipo normale per XI Settore di copertura 19 1 e così di seguito per gruppi, batterie ed altri reparti ... L'inizio delle operazioni di mobilitazione vide i reggimenti di artiglieria dare vita ai previsti raggruppamenti; il numero iniziale dei settori, sottosettori e raggruppamenti artiglieria si accrebbe con il progredire delle operazioni di mobilitazione e l'assunzione del dispositivo di copertura previsto. Senza elencare ogni singola modifica all'organico dovuta é!-ll'accrescimento delle forze, alle strutture che venivano ultimate e consegnate alla G.a.F., alle modifiche che si rendevano necessarie per adeguare la difesa alle capacità del nemico, nelle pagine che seguono verrà dato un quadro presumibilmente molto aderente alla realtà di ciò che era la Guardia alla Frontiera poco prima dello scoppio del conflitto. Si deve dire PRESUMIBILMENTE in quanto, dall'esame dei documenti reperiti, sovente emergono contraddizioni circa le composizioni organiche delle unità, specie di artiglieria, ed inoltre il vorticoso affluire, il mescolarsi di reparti, i mutamenti organici realizzati sul momento, i cambi di dipendenza ed il frazionamento di dipendenza rendono molto difficile dare assoluta certezza agli organici che successivamente si proporranno. Vi sono raggruppamenti artiglieria G.a.F. che inquadrano gruppi di Armata e/o Corpo di Armata, raggruppamenti di Armata, Corpo di Armata e reggimenti di artiglieria divisionale composti anche da gruppi G.a.F., gruppi G.a.F. che cambiano dipendenza ripetutamente e nel giro di pochi giorni e così via per citare solo i casi più eclatanti. Essendo stato definito il fronte operativo, a mente delle disposizioni contenute nel P.R.12, venne disposto l'afflusso alla frontiera con la Francia delle previste unità di artiglieria e mitraglieri G.a.F. di rinforzo alle similari unità del corpo già organicamente schierate. Questo concorso non era quello integralmente previsto dal Piano di Radunata, poiché esigenze locali insorte talvolta solo al momento della partenza impedirono l'afflusso di talune unità o determinarono la loro sostituzione con unità analoghe altrimenti tratte . Pertanto un sommario esame dei documenti consente di redigere semplicemente un elenco parziale dei reali rinforzi definiti dagli indicativi numerici, dislocazione iniziale e settore bellico di destinazione 192 .
191 Ministero della Guerra C/do Corpo di S.M. f.n. 800 del 5 giugno 1940 all'oggetto: Approntamento Settore Toce. l 92 Specchio di unità di artiglieria G.a.F. e mitraglieri da posizioni affluiti in concorso alla frontiera italo· francese riportato in documenti allegati n°26.
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Per correttezza, ai fini dell'esatta determinazione dell'intervento delle unità della Guardia alla Frontiera nell'ambito del teatro operativo italo-francese, sono stati inseriti nei relativi organici solo quelle unità di cui si è potuto con sicurezza individuare non solo la presenza ma anche l'esatta collocazione. Esaminati quindi lo sviluppo e le modifiche, è opportuno determinare e mettere in luce quale era la reale situazione della G.a.F. ai primi del 1940, alla vigilia della data che verrà stabilita da Mussolini per dare inizio alla guerra contro la Francia. La disamina, con i limiti concessi dal materiale rinvenuto, il cui studio talvolta mostra, nel giro di pochi fogli, modifiche sostanziali apportate al quadro in esame, riguarderà gli elementi fondamentali della Guardia alla Frontiera quali: i comandi G.a.F. di Corpo d'Armata ed unità dipendenti, le unità che costituivano i settori di copertura, i raggruppamenti artiglieria G.a.F. previsti dall'organico di GUERRA ed. 1940, che vennero approntati all'inizio delle operazioni in attuazione delle disposizioni contenute nel P.R.12193 _
4.
SITUAZIONE DELLA GUARDIA ALLA FRONTIERA ALLA VIGILIA DEL CONFLITTO.
Integrando quanto esposto nella relazione presentata dal Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito nel marzo 1939 con gli elementi contenuti in un rapporto tenuto dal Gen. Soddu alle alte gerarchie del partito nazionale fascista circa le modifiche apportate all'ordinamento dell'esercito dalla legge di ordinamen to 368 del 9 maggio 1940, si ha il seguente "Schema della situazione ordinativa della Guardia alla Frontiera": - 11 Comandi G.a.F. di Corpo d'Armata, dislocati nel numero di 8 sul territorio metropolitano, 1 in Albania e 2 in Libia; - 22 settori di copertura in Itali a - 1 reggimento fanteria G.a.F. per la Libia - 9 reggi.m enti artiglieria ed 1 gruppo autonomo artiglieria per la G.a.F. - 5 compagnie carristi di frontiera. L'esame dei Diari Storici dei Comandi dei Corpi d'Armata di confine per l'anno 1939 fornisce pieno riscontro a questi dati e consente di produrre una più dettagliata ed approfondita illustr azione della situazione della forze presenti nei ranghi della Guardia alla Frontiera dei suddetti Grandi Comandi, e precisamente:
19 3 Specchio riportato in documenti allegat i n°29.
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Corpo d'Armato
I Torino Il Alessandria lii Milano IV Bolzano V Trieste Xl Udine XIV Treviso XV Genova
C/do G.o.F. di Corpo d'Armato. 1° C/do G.a.F. 2° C/do G.a.F. 3° C/do G.a.F. 4° C/do G.a.F. 5° C/do G.a.F. 11 ° C/do G.a.F. 14° C/do G.a.F. 15° C/do G.a.F.
XXVI Tirano
Organizzazione C/do G.o.F. di Albania
xx
Organizzazione
Tripoli
VI - VII - VIII - IX - X 11-111-IV Xl-Xli Xlii - XIV - XV XXV - XXVI - XXVII XXI - XXII - XXIII XVI-XVII I-V
Rgt. Artiglieria G.o.F. di Corpo d'Armato 8° Rqt. Venaria R. 7° Rqt. Cuneo 40° Gruooo Sondrio 6° Rqt. Bolzano 10° Rqt. Trieste 9° Rqt. Gorizia 12° Rqt. Osoppo 11° Rqt. Savona
Settoriale ol 10/6/40 -194 1 settore, 2 sotto settori out., 13° Rgt. 2 cp. Mitr,. 1cp. Corri, 1 Deposito Settoriale in vigore Dal 1/6/1940 XXVIII - XXIX - XXXIII - XXXIV Tutti i gruppi sono settoriali
- xxxv - Organizzazione
XXI Bençiosi
Settori di Copertura
Settoriale in vigore XXX - XXXI - XXXII
Dal 11/6/1940 c.s.
4.1. I SETTORI DI COPERTURA DELLA GUARDIA ALLA FRONTIERA DISLOCATI SUL TERRITORIO METROPOLITANO Pedina fondamentale della difesa dei confini nazionali, la Guardia alla Frontiera, nel tempo concessole prima dello scoppio del conflitto, dovette ulteriormente modificare i propri organici per adeguarli alle esigenze ed agli intendimenti manifestati dal Governo~ Questi progressivamente stava aumentando le strutture per consentire al corpo di assolvere al suo compito istituzionale di arrestare l'avversario sulla linea di frontiera, qualora la sua stessa presenza e le strutture presidiate non fossero un deterrente sufficiente per un nemico intenzionato ad attaccare. Si è pertanto cercato di definire quella che, con molta verosimiglianza, potrebbe essere stata la struttura 195 con cui il corpo si è presentato all'appuntamento che lo vide impegnato nel contrastare ogni velleità di offensiva delle truppe francesi. Si tratta di una situazione fondamentale ai fini della comprensione dello schieramento delle forze all'inizio del conflitto, che però non deve essere ritenuta "Vangelo", essendo frutto di una personale elaborazione di situazioni e dati provenienti da una pluralità di fonti dei vari livelli partecipanti al conflitto 196 . Tali dati infatti sono talvolta in disaccordo fra loro anche alla luce di denominazioni, diverse da quelle sancite dagli organici ministeriali, che in taluni casi i Corpi d'Armata hanno attribuito a particolari della or-
194 Per l'Albania l'organizzazione settoriale tipo metropolitano si avrà solo a partire dal 1° dicembre 1942 ed è riportata nell'allegato n°60. 5 l 9 1 settori cli copertura della G.a.F. dislocati sul territorio metropolitano al 1° giugno 1940. Specchio riassuntivo delle forze elaborato dall'autore. Riportato quale documento in allegati n°27. 1961ettere e conversazioni dell'autore con reduci, diari storici delle GG.UU. conservati e consultati presso
A.U.S.S.M.E., e pubblicazioni, tra cui "Guardia alla Frontiera di Aroldo Figara'', "Storia dell'artiglieria" di Montù vol. XVI.
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ganizzazione difensiva 197 posta alle loro dirette dipendenze. Non è stato invece possibile qui definire 1e unità di manovra e riserva 198 che lo Stato Maggiore, nel maggio 1940, dispose venissero costituite, a mente delle disposizioni contenute nel Tomo I della istruzione per la mobilitazione del R. E. - Formazioni di guerra della G.a.F. - con il personale di previsto richiamo per il presidio di determinate strutture, preventivate dai piani ma non ancora in uso alla G.a.F.. Era compito dei singoli Corpi di Armata definire il numero e la specie di queste unità che erano costituite, come si è visto, con il personale richiamato G.a.F. esuberante presso taluni settori, una volta completate le unità mitraglieri eventualmente deficitarie; logica tale attribuzione, poiché permetteva a ll'organo superiore avente una visione globale del fenomeno esubero di ripartire dette forze, non certamente eguali per ogni settore, in base a lle reali necessità. Ai suddetti comandi di Corpo d'Armata era anche, per analogo motivo, devoluto il compito di determinare le dipendenze di queste unit à, anche se di regola esse facevano parte dei sottosetto ri di copertura che le impiegavano per la occupazione a difesa delle opere permanenti non ancora efficienti, la sorveglianza, l'osservazione ed il contrassalto. Non è stato altresì possibile esattamente definire la posizione e la composizione di non ben identificati reparti chimici, sempre della G.a.F., il cui personale specializzato avrebbe dovuto mettere in opera gli sbarramenti ipritici che erano stati studiati fin dal 1939 199.
4.2 I
RAGGRUPPAMENTI ARTIGLIERIA
In previsione dell'apertura delle ostilità con la Francia si diede corso alla costituzione di alcuni dei Comandi di Raggruppamento2 00 artiglieria previsti dagli organici settoriali di guerra. Solo alcuni di essi, però, furono inquadrati nei settori di copertura. L'assunzione della responsabilità da parte delle grandi u nità mobili, i Corpi d'Armata, e la necessità di costituire apposite masse di fuoco per poter agire offensivam ente provocarono l'impiego delle unità di artiglieria Guardia alla Frontiera, parte alle dirette dipendenze dei Corpi di Armata stessi, parte alle dipendenze tattiche (al completo o solo limitatamente ad alcuni gruppi), delle divisioni dipendenti. Per l'arco alpino si mobilitarono i Raggruppamenti: 7°, 14°, 16°, 22° per i settori II, III, IV; 11° e 24° per i settori I e V; 8°, 19° ,23° per i settori VII, VIII, IX, X; 12° per i settori XVI, XVII; 9° e 17° per i settori XXI, XXII, XXIII; 10° per i settori XXV, XXVI l 97 Ministero della Guerra f. n" 3530 del 1° maggio 1940 all'oggetto Organici G.a.F. A.U.S.S.M.E . T"epertorio 1\:17/501. 19 8 stato Maggiore del Regio Esercito ff. n. 002910 del 17/5/40, 00360 del 8/6/40 e 003189 del 11/8/40 A.U.S.S.M.E. Repertorio M7/503. I99 Questi sbarramenti ipritici e l'esistenza di personale specializzato preposto alla loro messa in opera sono citati in Corino "Valle StuT"a fortificata", opera che si avvale a nche di specifica documentazione proveniente dalla Sezione Staccata (della Direzione Genio di Torino) di Cuneo - SSC. 2 00 Questa denominazione eT"a generalmente 1iservata alla associazione di più gruppi di batterie, non T"iuniti organicamente in modo fisso; essa ben si adattava agli organici dell'artiglieria per la G.a.F. che doveva essere in grado di adeguare la massa del fuoco al t ipo ed entità dell'offesa, con strutture di comando idonee a gestire il fuoco sulla base delle forze nei vaii momenti assegnate.
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Guardia Alla Frontiera
e XXVII e venne prevista la costituzione del 6° per le esigenze dei settori XI e XII. Furono quindi mobilitati pressoché tutti i raggruppamenti previsti per le unità schierate alla frontiera francese, mentre non si ritenne necessario costituire tutti quelli previsti per la frontiera jugoslava e mobilitare quello previsto per la frontiera svizzera (6°). In Africa settentrionale si costituirono tutti i raggruppamenti previsti, cui successivamente si cercò di mutare l'ordinativo settoriale per evitare confusione con unità similari già costituite, mentre in Albania si ebbero il 13° e 15° Raggruppamento. Le esigenze del combattimento portarono talora a mutamenti nei vincoli organici, per cui talora si potrà avere una certa discordanza fra quanto qui si riporta e quanto figura in trattazioni simili. I gruppi Sempre Pronti, generalmente settoriali, allorché costituiti da batterie nei forti, in caverna o in sistemazione protetta, cambiarono dipendenza tattica con l'avvicendarsi delle unità mobili nella responsabilità del territorio ove erano ubicate le strutture che accoglievano i pezzi. Taluni gruppi e singole batterie G.a.F. vennero inoltre temporaneamente sottratti alla loro struttura organica, a mente di quanto previsto dal P.R.12, e posti alle dipendenze o assegnati in rinforzo ad unità non G.a.F. subito prima delle operazioni. Nel corso dei combattimenti, in funzione di esigenze o di situazioni che si verificavano al momento, un certo numero di unità passarono da una dipendenza all'altra, per cui risulta molto difficoltoso individuarle e ricollocarle organicamente. Nonostante ciò, e pur con la riserva della possibile inesatta collocazione di qualche unità, si è cercato di risalire a quella che si ritiene fosse la composizione e la dislocazione delle unità G.a.F., nella ipotesi di attuazione del P.R.12201. Analogamente si è cercato di dedurre e riportare la presunta composizione ed il supposto dislocamento attuato per l'esigenza Jugoslavia; il frutto di queste ricerche è state riportato su appositi specchi riassuntivi collocati fra gli allegati. Allo scopo di esemplificare le difficoltà incontrate nel cercare di risalire alla esatta posizione e collocazione organica dei raggruppamenti e gruppi di artiglieria G.a.F., è stato riportato negli allegati l'ordine di battaglia della D.f. "Superga"202 quale esempio di come divisioni ed unità divisionali, a mente delle disposizioni previste dal piano difensivo P.R.12, abbiano "fagocitato" la struttura ordinativa della G.a.F., distribuendone i reparti fra le proprie unità. Questo ha reso assai difficoltoso il riconoscimento delle unità G.a.F. e la loro struttura organica originale, che verrà ripresa al termine del conflitto, e senza la cui conoscenza non avrebbero spiegazione determinati schieramenti e comportamenti dei comandi militari ai vari livelli.
20 1Specchio riassuntivo realizzato dall'autore e riportato in documenti allegati n°28. 202Tratto da "La battaglia delle Alpi" di Turinetti e dal Diario Storico della Divisione conservato inA.U.S.S.M.E.. Riportato in documenti allegati n°30.
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guardia alla frontiera, un corpo unico per difendere i confini
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5. ORDINAMENTO ED ADEGUAMENTO DELLA STRUTTURA ORGANICA DELLA G.A.F. IN AFRICA SETTENTRIONALE E ALBANIA 5.1 AFRICA SETTENTRIONALE
Il P.R.12 prevedeva, per quanto concerneva l'Africa. Settentrionale, difensiva manovrata ad ovest ed offensiva travolgente ad est: ad ovest l'obiettivo da difendere era Tripoli, ad est quello da occupare era Alessandria. Quindi difesa manovrata sulla frontiera occidentale ed offensiva travolgente in Egitto fino alla occupazione di Alessandria. In tale ottica si mosse il Comando del Corpo di Stato Maggiore, determinando le misure atte a portare alla massima efficienza mezzi e forze ed in primis la G.a.F. che, fondamentale per la tenuta dei confini, non era stata sufficientemente sviluppata in tempo di pace. Allorché si fecero più evidenti i segnali di una prossima entrata in guerra, vennero adottati provvedimenti per il rafforzamento ed il riordino delle forze armate. Con l'afflusso di truppe provenienti dall'Italia e con i richiamati, nazionali ed indigeni, vennero costituite due Armate, la 5" e la 10", e, nell'ambito di ciascuna di esse, un Corpo d'Armata inquadrò le rispettive truppe della Guardia alla Frontiera, definite truppe di copertura. In data 1° giugno1940 furono disciolti i comandi delle preesistenti unità G.a.F. 1° Rgt. Fanteria, 14° Rgt. Artiglieria, XXXI Btg. fanteria, XXXII Btg. Fanteria e con i loro reparti e l'afflusso di nuove forze si provvide a far assumere al corpo la struttura prevista dagli organici203 e contemplata dal P.R.12. Delle preesistenti unità rimasero in vita il Deposito del 1° Reggimento quale Deposito misto fanteria e genio ed il Deposito del 14° Reggimento quale Deposito artiglieria G.a.F. con funzione di centro di mobilitazione e formazione unità della G.a.F. d'Africa. 5.2 ALBANIA
La Guardia alla Frontiera in Albania, al momento della sua costituzione, ebbe una struttura ordinativa particolare che avrebbe subito, nel corso del tempo, diverse modifiche dovute prima all'adeguamento della struttura inizialmente adottata a quella delle similari unità dislocate in Italia, poi alla esigenza di far fronte al movimento insurrezionale partigiano. L'Albania aveva ben 7 40 chilometri di frontiera di cui 480 con il Regno di Jugoslavia e 260 con la Grecia ed aveva realizzato per le sue esigenze difensive un ridotto centrale costituito dalle fortificazioni di Miloti e Librazhd, più che sufficienti, secondo gli ideatori, a cautelare il paese, alla luce delle buone relazioni tenute con i potenti vicini. Allorché l'Italia occupò l'Albania, si rese necessario predisporre rapidamente a difesa quei chilometri di frontiera, non essendo ritenuti più sufficienti alle esigenze dell'Albania le poche strutture esistenti. Si dovette quindi mettere immediatamente mano alla rapida realizzazione di sbarramenti anticarro, di interruzioni e successi-
2 03 Attuazione del P.R.12 in Africa, riportato in documenti aJlegati n°31.
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vamente di opere permanenti con cui tutelare il paese dai nuovi due vicini le cui relazioni con l'Italia non erano certo quelle intrattenute dall'Albania indipendente. La salvaguardia di queste strutture doveva, a simiglianza di quanto fatto in Italia, essere affidata alla Guardia alla Frontiera. Era perciò necessario costituire le unità del corpo con cui realizzare l'immediato presidio degli sbarramenti di Miloti e Librazhd e, successivamente, delle strutture da realizzarsi ex novo in base al piano di sistemazione difensiva concepita dallo Stato Maggiore per quei territori. Il piano prevedeva la realizzazione di un sistema difensivo basato sui preesistenti sbarramenti albanesi, adeguati come fronte alla nuova esigenza operativa ed integrati da capisaldi di nuova concezione, e su sbarramenti integralmente realizzati con strutture apposite create ex novo; il sistema doveva essere così realizzato ed articolato: sbarramento di Milot i: 4 nuovi capisaldi da affiancare ai 2 preesistenti albanesi; sbarramento di Librazhd: 2 nuovi capisaldi da affiancare ai 3 preesistenti albanesi; sbarramento di Kruja: 2 capisaldi da realizzarsi ex novo; sbarramento di Passo Logorà: 2 capisaldi da realizzarsi ex novo; sbarramento Tepeleni - Klisura: 2 capisaldi da realizzarsi ex novo. Quest'ultima struttura doveva essere integrata da lavori campali nelle zone di Forre di Devoli, Guri Bardlie, Kojliku e Bojana. Come si può ben vedere analizzando una carta geografica, i lavori difensivi erano orientati verso la frontiera jugoslava da cui si temevano irruzioni, mentre erano pressoché esclusi lavori che riguardassero la frontiera greca, non ritenuta pericolosa o soggetta - nel 1939 - ad attenzioni italiane e nei cui confronti il P.R.12 prevedeva l'adozione di semplici misure di vigilanza. Ai primi di giugno del 1940 la Guardia alla Frontiera in Albania204 non aveva raggiunto la prevista struttura ma solo una struttura anomala, frutto della esigenza di salvaguardare immediatamente i nuovi confini e di t utelare quanto a l momento esisteva di presidiabile. Infatti, poiché non si riteneva imminente lo scoppio della guerra, era stato deciso di dare a questa G.a.F. una struttura provvisoria per poi normalizzare gli organici con l'afflusso delle reclute, senza intaccare le forze presenti sul territorio metropolitano. Al 10 giugno 1940 la Guardia alla Frontiera d'Albania era costituita da un Comando alle cui dipendenze operavano le seguenti forze: - I Settore di copertura Guardia alla Frontier a - Sottosettori autonomi "B" e "C" - 1" e 2" Compagnie mitraglieri di frontiera - 1" Compagnia carristi di Frontiera 13° Reggimento artiglieria G.a.F. - Deposito del 13° Reggimento artiglieria G.a.F. Deposito settoriale centrale ed un magazzino autonomo di sottosettore.
204 Allegato al
Diario Storico del Comando Guardia alla Frontiera di Albania - A.U.S.S.M.E.
CAPITOLO QUARTO
La guardia alla frontiera durante gli anni della guerra
1.
Premessa
2.
Al confine francese
3.
Al confine tedesco
4.
Al confine con la Svizzera
5.
Al confine jugoslavo
6.
In Africa Settentrionale
7.
In Albania
8.
In Sicilia
9.
Le vicende armistiziali
1. PREMESSA
La guerra contro la Francia stravolse alla base i concetti costitut ivi della G.a.F. concepita ed organicamente strutturata non per invadere territori avversari, bensì per difendere la frontiera nazionale, avvalendosi di strutture armate fisse (fortificazioni) e di sbarramenti creati dalle proprie artiglierie, a questo fine opportunamente dislocate. Il passaggio dallo schieramento difensivo a quello offensivo non coinvolse i presidi delle strutture fisse, le cui dislocazioni erano state fatte sorgere nell'ottica dei compiti difensivi istituzionali, e gli int erventi delle artiglierie limitati a quelli delle poche unità i cui pezzi erano schierati in posizioni idonee a battere obiettivi francesi. La Guardia alla Frontiera fu solo parzialmente coinvolta nelle operazioni sviluppatesi alla fronte francese, essendo il suo compito precipuo quello di presidiare le strutture costituenti il Vallo Alpino che furono attaccate dalle truppe francesi unicamente con sporadiche azioni di pattuglia. D'altro canto non fu possibile attuare un impiego offensivo organico delle truppe del corpo poiché i suoi reparti erano stati frammentariamente inglobati nello schieramento del Gruppo di Armate Ovest, previa decapitazione dei propri vertici di comando. Numerose artiglierie di medio calibro, quasi tutte presenti nei raggruppamenti artiglieria G.a.F., vennero messe a sostegno delle divisioni e dei Corpi d'Armata, anche se poterono intervenire con scarsissimi risultati, causa la vetustà dei materiali in dotazione e nonostante si cercasse, con spostamenti in avanti20 5 , di ovviare agli iniziali schieramenti arretrati della primitiva concezione strategica difensiva. Infatti lo schieramento delle artiglierie, effet2 051a brevità del t empo intercorso fra il preavviso e l'ordine esecutivo di attacco alla Francia non permise un corretto passaggio dalla logistica difensiva a quella offensiva, passaggio che richiede notoriamente per la sua attuazione un lungo periodo di tempo; questo mancato corretto passaggio si sommò negativamente ai cambi di posizione che si è eletto fu necessario effettuare per fornire un sia pur minimo appoggio alle fanterie mandate all'attacco.
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tuato in base alle disposizioni contenute nel P.R.12, era difensivo e la maggior parte delle batterie erano in posizione ai limiti di gittata rispetto agli obiettivi di primo piano, fuori portata rispetto alle fortificazioni avanzate nemiche, che pure era impossibile neutralizzare altrimenti, causa il mancato intervento dell'aviazione, impedita dalle condizioni meteorologiche avverse. Alcuni pezzi da 47/35 e 75/27 vennero portati fuori dalle opere e, trasportati in prima linea, cercarono di ridurre al silenzio le armi francesi, mentre ardite pattuglie, tratte dai presidi delle opere, si spinsero assieme alle unità mobili fino agli avamposti francesi e riuscirono anche a conquistare fortificazioni avversarie, avvalendosi della perfetta conoscenza del territorio nemico antistante le proprie fortificazioni206. A conflitto u ltimato, una aliquota delle forze originariamente di presidio rientrò ai settori per rimettere in ordine le strutture coinvolte nel breve conflitto. La necessità di presidiare i territori e le strutture assegnate all'Italia dall'armistizio nonché l'impiego di forze su altri fronti impose un rimaneggiamento della struttura organica. Si procedette quindi a lla costituzione, con personale tratto dai Settori, di unità mobili, in genere a livello battaglione, con compiti di presidio avanzato ed all'avvio ad unità dislocate su altri fronti di una consistente aliquota di uomini sottratta ai settori di originaria appartenenza. Le unità preposte ai settori di copertura con la Svizzera rimasero temporaneamente inattive ma con le armi al piede e pronte ad intervenire nel caso di un eventuale coinvolgimento della Confederazione nel conflitto italo/francese. Terminate le ostilità senza che si fosse manifestata la necessità di intervento su tale fronte, le truppe della G.a.F. ripresero la propria attività tesa al rafforzamento e potenziamento delle strutture, anche alla luce degli ammaestramenti tratti dalle operazioni svolte alla fron,tiera occidentale. Le forze destinate al presidio delle strutture realizzate o da realizzarsi lungo il confine con la Germania (ex Austria), vennero parzialmente impiegate per rinforzare, con artiglierie e mitraglieri, reparti del corpo schierati alla frontiera francese e presero parte a questo conflitto. A guerra u ltimata vennero ricomposti i ranghi e si curò il potenziamento e raffittimento delle opere, cercando di realizzare quanto fin dal tempo di pace era stato pianificato, nonostante si agisse lungo ii confine con l'alleato germanico. Solo le vibrate proteste tedesche, ufficialmente per l'impiego nelle fortificazioni di materiale prezioso per lo sforzo bellico, portarono a sfumare l'attività, che sarebbe poi cessata totalmente quando le strutture efficienti e quelle in allestimento vennero utilizzate per cercare di arrestare, all'atto dell'armistizio, le truppe tedesche divenute ora nemiche. Lungo il confine jugoslavo si diede attuazione al P.R.12 ma, non essendo tale paese inizialmente coinvolto nel conflitto, la G.a.F. mantenne e potenziò a pieni ranghi le proprie strutture, anche alla luce degli eventi che andavano maturando e facevano presagire complicazioni in quello scacchiere. Sorto il conflitto fra l'Italia ed il Regno di Jugoslavia, la G.a.F. vi partecipò a pieno titolo, dapprima impiegata a presidio delle proprie strutture, poi concorrendo allo sforzo offensivo delle unità mobili. 2 06 Sono i casi r ispettivamente dei pezzi impiegati per cercare di mettere a tacere il forte di Traversette, che interdiceva con il suo fuoco la rotabile del Piccolo San Bernardo, e delle unità che, costituite da personale volontario dei presidi delle opere, vennero impegnate alla Nuda ed agli Arcellins.
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La G.a.F. rientrata al termine della campagna nei confini nazionali ed alle proprie opere dovette adeguare la struttura ordinativa alle nuove esigenze, creando reggimenti, battaglioni e compagnie che, assieme a gruppi e batterie, vennero impegnate in attività di controguerriglia e di protezione di zone, di vie di comunicazione, di tratti di costa e di punti ora detti sensibili. La Guardia alla Frontiera dell'Albania, ancora in fase di strutturazione organica ed a ranghi carenti, venne coinvolta nella guerra dichiarata dall'Italia alla Grecia. Attivata la propria incompleta struttura, contribuì alla tenuta dello schieramento costretto inizialmente ad arretrare sotto la pressione ellenica e la sua artiglieria si frazionò in supporto ed integrazione del fuoco delle artiglierie divisionali. Allorché gli avvenimenti politici in Jugoslavia fecero a ragione prevedere l'ingresso in guerra di questa nazione a fianco della Grecia, la G.a.F. di Albania potenziò l'organizzazione della copertura e l'efficienza delle opere difensive schierate su questo fronte, recuperando ciò che aveva precedentemente ceduto al confine con la Grecia, rafforzandosi con battaglioni del corpo provenienti dall'Italia ed attuando riordinamenti organici che le consentirono di affrontare il conflitto. Preso così genericamente atto di quanto accadde alle forze costituenti la Guardia alla Frontiera, vediamo ora in dettaglio quali furono le sue attività e gli ordinamenti nei vari teatri operati vi. 2. AL CONFINE FRANCESE
Nel marzo del 1940, a seguito del maturare degli eventi sul fronte franco-tedesco, a incomprensioni con gli anglo-francesi, fra cui il blocco posto dall'Inghilterra ai rifornimenti di carbone tedesco, vitale per l'industria italiana, venne deciso da Mussolini l'intervento dell'Italia a fianco della Germania e, in vista di una possibile offern~iva francese sulle Alpi, per l'Esercito venne disposto che si dovesse preparare quanto necessario per respingere qualsiasi attacco alla frontiera occidentale. Agli iniz'i del maggio 1940 lo Stato Maggiore diede corso ai richiami e il 24 maggio dispose l'ascesa in montagna della Guardia alla Frontiera; il 29 maggio infine fece iniziare i movimenti delle unità che dovevano rafforzare lo schieramento difensivo secondo il disegno del P.R.12. La guerra coglieva la G.a.F. in fase di organizzazione: alcune opere non erano strutturalmente finite, altre, specie in Liguria erano incomplete, mancavano i gruppi elettrogeni, i camini per far funzionare le cucine, il cemento troppo velocemente gettato lasciava passare l'umidità o presentava vistose crepe; le imprese addette alla gittata dello scheletro in cemento armato, ultimato il lavoro, si erano ritirate e quelle addette alla finitura degli impianti, causa lo schieramento delle unità, non si erano presentate a collocare piastre, porte ed affusti, a completare le feritoie e gli altri necessari lavori. Erano spesso vuoti scheletri di cemento quelli che la Guardia alla Frontiera occupava per sistemarvi, nel migliore dei modi, le armi in dotazione207 , alzando nelle vicinanze tende ove trascorrere la notte, spesso insonne.
207 Non essendo ancora stati installati i previsti affusti, ma realizzate le feritoie in loro prospettiva, si dovettero utilizzare le armi in dotazione ai reparti collocandole ove potessero fornire il fuoco previsto.
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Figura 57: Schizzo. (a battaglia delle Alpi.208
2.1
FRONTE OCCIDENTALE
In data 3 giugno 1940, con f. n° 245, lo Stato Maggiore dispose che i teatri operativi occidentale ed orientale, Zara, Albania, isole della madrepatria e territori oltremare assumessero entro le ore 24 00 del 4 giugno 1940, con le modalità previste dal P.R.12, lo schieramento di sicurezza. In attuazione delle prescrizioni contenute nel suddetto piano ed a seguito di alcune modificazioni apportate, il quadro di battaglia delle forze schierate, in difesa, alla frontiera italo francese (Gruppo Armate Ovest), era leggermente diverso rispetto a quello contemplato dal P.R.12. Verosimilmente era quello che sotto si riporta, dedotto dall'esame della documentazione contenuta nei Diari Storici delle Armate e Corpi d'Armata impegnati nelle operazioni su tale fronte e dalla pubblicistica relativa al conflitto italo/francese. La ricostruzione così effettuata, pur rispettandone la sostanza, ha un taglio diverso rispetto a quello ripor2 081'ratto da "La guerra moderna" di Carlo de Rysky - in bibliogrnfia.
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tato nella pubblicazione dell'Ufficio Storico "Le operazioni del giugno 1940 sulle Alpi Occidentali" - pagine 53 e seguenti - in quanto è focalizzato sulla presenza ed impiego della G.a.F..
ORDINE DI BATTAGLIA DEL GRUPPO ARMATE OVEST Stralcio relativo alle Divisioni e truppe di Corpo d'armata lA Armata II Corpo di Armata - Settore operativo Stura D.f. Forlì sottosettore operativo Maira - Truppe G.a.F. IV/a sottosettore D.f. Acqui sottosettore operativo Mulo, -Truppe G.a.F. III/b Sottosettore D.f. Livorno, sottosettore operativo Stura - Truppe G.a.F. III/a Sottosettore D. alp. Pusteria, D. alp. Cuneense, in riserva D.f. Pistoia in 2A schiera Truppe di C. A. alle dirette dipendenze _rl'ruppe G.a.F.: C/do III Settore di Copertura, 7° e 22° Raggruppamento Artiglieria, 2/\ Cp. carrista di frontiera. II Raggruppamento alpini "Valle": Settore operativo Varaita - Po (formato da: 5°Gruppo alpini, gruppi a. mon. Val Camonica, Val Po) Truppe G.a.F.: C/do IV sett. di copertura, IV/b- IV/e sottosettori, 14° Raggruppamento artiglieria. III Corpo di Armata - Settore operativo Alta Roja - Gessi D.f. Ravenna: sottosettore operativo Alta Roja - Truppe G.a.F. IVa sottosettore (rinforzato) I Raggruppamento alp. "Valle": sottosettore operativo GessiNalletta - Velasco (formato da: 6°Gruppo alpini, gruppi a. mon. Val Piave e Val Tanaro) Truppe - G.a.F. - II/b sottosettore (con sottrazioni) D. f Cuneo in 2/\ schiera Truppe di C.A. - alle dir. dip. - G.a.F.: C/do II Settore di Copertura, 16° Raggruppamento artiglieria. 0
XV Corpo di Armata - Settore operativo Media Roja, Bassa Roja D.f. Cosseria sottosettore operativo Bassa Roja, Truppe G.a.F. I Settore di Copertura, 24° Raggruppamento artiglieria. D.f. Modena, sottosettore operativo. Media Roja, 'fruppe G.a.F. V Settore di Copertura, 11° Raggruppamento artiglieria. D. f. Cremona. D.f. Cacciatori delle Alpi in 2A schiera Truppe di C.A. alle dir. dip. - G.a.F.: 5/\ Cp. carrista di Frontiera 4A Armata I Corpo di Armata - Settori operativi Bardonecchia, Moncenisio D.f. Superga sottosettore Bardonecchia -Truppe G.a.F. VIII Settore di Copertura., 19° Raggruppamento artiglieria. D.f. Cagliari sottosettore Moncenisio -Truppe G.a.F.: IX Settore di Copertura, 23° Raggruppamento artiglieria.
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3° Gruppo alpini D. f. Pinerolo in 2" schiera. IV° Corpo di Armata - Settore operativo Monginevro D.f. Assietta sottosettore Monginevro -Truppe G.a.F.: VII/a e VII/b Sottosettori di Copertura D .f. Sforzesca Truppe G.a.F. alle dir. dip.: C/do VII Settore di Copertura, 8° RaggTuppamento artiglieria., 4" Cp. carrista di frontiera. Corpo di Armata alpino - Settore operativo Baltea - Orco-Sture (di Lanzo) Comando 12° Raggruppamento artiglieria G.a.F. D. alp. Taurinense, sottosettore operativo Baltea- Truppe G.a.F.: X Settore di Copertura, 72 e 79 gruppi artiglieria G.a.F. 4° Gruppo alpini D. alp. Tridentina (in 2" schiera, sullo sbarramento di sicurezza di San Desiderio Terme ): due btr. artiglieria G.a.F. Raggruppamento da montagna Levanna Truppe G.a.F. alle dir. dip: sottosettore aut Levanna 3° Reggimento alpini - Settore operativo Germanasca - Pellice209 (diverrà successivamente Raggruppamento Alto Guil) Truppe G.a.F.: VI Settore di Copertura, 32 e 70 gruppi artiglieria G.a.F.(n° 7 btr. artiglieria. G.a.F.) Lo scoppio delle ostilità con la Francia, avvenuto il 10 giugno 1940, vide coinvolte le seguenti unità G.a.F. schierate lungo l'arco di confine, che andava dal Monte Rosa (escluso) al mare: 4" Armata - Comandi G.a.F. di Corpo d'Armata: - Settori G.a.F.: VI - VII - VIII - IX - X, Sottosettore autonomo "Levanna" - Battaglioni mitraglieri da posizione: CII, CV, CI, CIII; CX, CXIII - Compagnie fanteria carrista di frontiera: 4" - Artiglierie G.a.F.: 8°, 12°, 19° Raggruppamento, gruppo autonomo per Settore Germanasca Pellice, gruppi autonomi, gruppi inseriti nei raggruppamenti artiglieria di Armata e Corpo d'Armata, nei reggimenti artiglieria divisionali. - 1" Armata - Comandi G.a.F. di Corpo d'Armata: II, XV - Settori G.a.F.: I - II - III - IV - V - Battaglioni mitraglieri da posizione: CXI, CXII, CVII, CIX, CXIY, CVIII - Compagnie fanteria carrista di frontiera: 2", 5" - Artiglieria G.a.F.: 7°, 11°, 14°, 16°, 22°, 24° Raggruppamento, 95° gruppo con funzioni di raggruppamento, gruppi autonomi e gruppi inseriti nei raggruppamenti artiglieria di Armata, di Corpo di Armata e reggimenti artiglieria divisionali.
2 09Dìpendente fino al 23 sett. 1939 dal Comando I Corpo d'Armata e dopo tale data dal Comando 4" Armata.
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Gli ordini iniziali sembrarono confermare il ruolo istituzionale della G.a.F. che, integrata nei Corpi d'Armata, si disponeva a sbarrare la via ad eventuali attacchi francesi. L'improvviso stravolgimento del concetto operativo che, da difensivo, voleva le truppe all'attacco del formidabile sistema difensivo francese, trovò impreparata la Guardia alla Frontiera, e con essa le altre forze schierate lungo il confine. Numerose forze dovevano ancora raggiungere il confine, le artiglierie avevano assunto gli schieramenti previsti per la difesa e quindi arretrati e fuori portata per un attacco, le truppe erano orientate moralmente e spiritualmente a combattere per difendere e non per attaccare; fra l'altro i rispettivi reclutamenti regionali delle truppe alpine ponevano savoiardi e valdostani, spesso legati da stretti vincoli di parentela, gli uni contro gli altri. Pure lo schieramento delle artiglierie della Guardia alla Frontiera, dovette essere rimaneggiato; furono modificati, anche per brevi periodi, gli organici dei raggruppamenti che assorbirono unità non G.a.F. e cedettero propri gruppi a raggruppamenti non del corpo. Si agì sull'onda del momentaneo stato di necessità, modificando vincoli organici, assegnando le artiglierie di piccolo calibro alle divisioni in attacco e lasciando quelle di medio calibro ai Corpi d'Armata; le artiglierie in caverna, legate quindi al territorio, vennero a dipendere di volta in volta dall'unità che al momento era responsabile del territorio. I cambi di dipendenza, l'impiego diverso da quello preventivato, e quindi su obiettivi non pianificati, non consentirono così una resa ottimale da parte dello strumento bellico già inizialmente di per sé carente. Stante la elevata professionalità raggiunta e la perfetta conoscenza del terreno antistante, gli uomini della G.a.F. si improvvisarono staffette, guide, assaltatori ed arditi e, lasciando a presidio delle proprie opere il minimo della forza, combatterono a fianco dei commilitoni delle divisioni provenienti da altre parti del Paese. Uomini della G.a.F. tolsero dalle proprie fortificazioni alcuni pezzi leggeri di artiglieria e, impiegandoli allo scoperto in prima linea, cercarono con il loro tiro di imboccare le feritoie delle piccole opere francesi che, realizzate a ridosso del confine, precludevano validamente il passaggio. Le artiglierie, che avevano assunto schieramenti idonei ad interdire il confine ed una eventuale progressione avversaria, per intervenire efficacemente nella battaglia divenuta offensiva, abbandonarono gli schieramenti arretrati convenientemente attrezzati e faticosamente cercarono di realizzarne altri, più vicini al confine, idonei a battere anche in profondità il territorio francese, le fortificazioni e gli altri ostacoli. Poiché con questi sforzi ed attività i progressi delle truppe italiane iniziavano a delinearsi soddisfacenti, specialmente lungo le direttrici dell'Arc e dell'Isère, allo scopo di aumentare le possibilità di sfondamento nei punti di capitale importanza, il 24 giugno lo Stato Maggiore dispose che il comando della 4/\ Armata concentrasse la sua attività sui settori Baltea/Orco/Stura (Corpo d'Armata alpino) e Moncenisio/Bardonecchia (I Corpo d'Armata), cedendo la responsabilità delle altre forze poste alle sue dipendenze alla 7/\ Armata. Il comando di questa, che si trovava in riserva, passato in 1 /\ schiera, si dislocò a Pinerolo ed assunse la responsabilità del IV Corpo d'Armata (Settore operativo Monginevro), del 3° Alpini (Settore operativo Germanasca - Pellice, che nella stessa
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giornata assumeva la denominazione di "Raggruppamento Alto Guil"), dei reparti G.a.F. da essi dipendenti, avendo in seconda schiera il VII Corpo d'Armata. 2.2 OCCUPAZIONE DEL TERRITORIO FRANCESE - PRIMA FASE
La fine delle ostilità determinò la creazione di una linea di armistizio, materializzata sul terreno dalle posizioni raggiunte dalle truppe italiane al momento della cessazione delle ostilità; tale linea tattica, definita verde, venne considerata dai comandi margine anteriore della nuova zona di sicurezza e su di essa lo schieramento delle forze mobili doveva corrispondere ad un sistema di avamposti sostenuti da artiglierie. La Guardia alla Frontiera ebbe l'ordine di riassumere il presidio delle strutture e dislocare nuclei mobili sulla stessa linea di armistizio. Si dispose pertanto il rientro dei reparti sulle normali posizioni e sedi dislocate in prossimità delle frontiere, l'inizio di lavori di riassetto, l'ultimazione e talora la trasformazione2IO delle incomplete strutture e sistemazioni difensive, la creazione con compiti di presidio avanzato ed attingendo alle forze dei settori, di unità mobili a livello di compagnia e battaglione, nonché l'attivazione di misure di vigilanza contro eventuali infiltrazioni. Per il sostegno di questi avamposti, costituiti dallo schieramento delle forze mobili e dalle strutture presidiate, venne disposto l'appoggio, tra le altre, di tutte le artiglierie Guardia alla Frontiera, per le quali, ad evidente eccezione di quelle in postazioni fisse, furono posti allo studio gli spostamenti da effettuare, per avere il loro concorso alla difesa. Poiché alla necessità di presidiare i territori e le strutture, ivi comprese quelle assegnate all'Italia dall'armistizio, venne a sommarsi il bisogno di rafforzare le truppe impegnate su altri fronti, l'insieme di queste esigenze rese necessaria la ridislocazione di alcuni settori e/o sottosettori e l'avvio ad altri fronti operativi di armi, munizioni, materiali ed uomini che furono tratti dalle unità della Guardia alla Frontiera dislocate lungo il confine italo-francese, previa contrazione degli organici. Nell'ottica di questi provvedimenti, lo Stato Maggiore, con foglio n° 5179 datato 31 luglio 1940 avente per oggetto l'alleggerimento dello schieramento alla frontiera occidentale, dispose, per le unità di artiglieria G.a.F., che tutte le batterie da 100/17 e 105/14 dovessero essere considerate a disposizione per altre esigenze e con esse i comandi raggruppamento n° 12°, 22°, 24° nonché i comandi di gruppo n° 30, 32, 33, 45, 47, 59, 73, 75,78, 85, 88, 92, 97, 98, 99,102, mentre per il comando del 14° Raggruppamento "completo di personale, mezzi e materiali" venne disposto, nell'ambito della difesa del territorio il trasferimento "a Napoli per assumere il comando delle btr. dislocate in tale località a difesa del golfo"21 I_ Per migliorare l'impiego di queste forze, rivelatesi preziose non esclusivamente per il presidio delle fortificazioni, ed ovviare ad inconvenienti emersi, all'atto del-
210A partire dall'estate del 1940 vennero riaperti i cantieri per ammodernare le opere esistenti e costruire delle nuove 15000.
211 Stato Maggiore R. Esercito - Ufficio operazioni - foglio n°5982 di prot. datato 17 agosto 1940 in A.U.S.S.M.E. Repertorio 112 /68
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l'entrata in guerra, nella struttura di comando, nel mese di luglio2 l 2 lo Stato Maggiore dispose che i comandi G,a,F. di Corpo d'Armata fossero inseriti, a variante dell'Indice di Mobilitazione in vigore, fra le unità di I tempo assumendo una nuova denominazione ordinativa derivante dall'ordinale del Corpo d'Armata213 . Importante da notare è, che in conseguenza di questo provvedimento di passaggio, nell'ambito della mobilitazione, fra le unità di I tempo, ciascun Comando G.a.F. mobilitato cessava di appartenere al Corpo d'Armata del quale faceva parte in tempo di pace, trasferendo le proprie attribuzioni di mobilitazione al corrispondente Comando di Zona, passava alle dipendenze del Comando della Grande Unità che operava nella zona corrispondente a quella già di giurisdizione, in pace, del comando G.a.F. interessato, veniva impiegato, sempre nella suddetta zona per esigenze di istituto (G.a .F.) o per il Comando di Settore Operativo, non seguiva le sorti del Comando della Grande Unità da cui dipendeva, nel caso questo fosse destinato ad operare in un'altra zona. Successivamente, sul finire dell'agosto 1940, in relazione alla situazione creatasi alla frontiera per l'applicazione delle condizioni di armistizio, venne disposto che i comandi G.a.F. di Corpo d'Armata riprendessero alle dirette dipendenze le loro truppe riacquistando, in tale modo, la propria fisionomia di G.a.F., per quanto riguardava il presidio del sistema difensivo, l'ordinamento, la disciplina e l'addestramento, mentre rimaneva di competenza dei comandi di Grande Unità, responsabili del settore operativo, l'impiego delle truppe G,a.F. in caso di emergenza. Il 1° ottobre venne disposto che rientrassero in piena funzione i settori di copertura (con giurisdizione anche sul territorio occupato e relative truppe, eccezione fatta per la Valle d'Arc, alle dipendenze dirette del I Corpo d'Armata tramite C/do 3° Gruppo alpino Valle) e contestualmente i settori operativi cessassero di funzionare. 214 La situazione delle forze della Guardia alla Frontiera, dipendenti dalla 4/\ Armata e schierate dal Mar Ligure al Passo del Gran San Bernardo, rilevata alla data del 1 dicembre 19402 15, riporta fedelmente ciò che era stato fatto fino a quel momento per ottemperare alle succitate disposizioni, Non era un compito facile per i comandi preposti in quanto, al rimaneggiamento delle unità che tendevano a riprendere il proprio normale dispositivo, si opponeva la necessità di attuare particolari temporanee modificazioni in conseguenza del bisogno di fare fronte alla inesistenza di specifiche truppe di occupazione preposte al controllo dei territori francesi occupati. Ma la guerra premeva anche in altri teatri, ed i reparti dislocati nelle zone rite-
212Stato Maggiore del Regio Esercito - Uflicio mobilitazione - circolare n" 9300 datata 9 luglio 1940 all'oggetto: "Mobilitazione comandi G.a.F. di Corpo d'Armata". 21 3m conseguenza, ad esempio, il Comando Guardia alla Frontiera del li Corpo d'Armata divenne 2° Comando G.a.F., 14° quello del XIV Corpo d'Armata e così via. 2 14 F 0 • f. n°5884/1 del 12 Settembre 1940 all'oggetto "sistemazione invernale". Diario Storico del I Corpo d'Armata al 1/10/1940. 2 15Riportata in documenti allegati n°32
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nute meno pericolose dovettero ancora contrarre gli organici, inviando interi reparti alle unità mobili già impegnate sugli altri fronti e ricevettero in cambio, al momento opportuno, un numero di reclute idoneo a riportare a livello i propri organici temporaneamente depauperati. Eclatante, nel panorama del reimpiego delle unità G.a.F. e sintomatico dell'uso improprio di queste unità altamente specializzate è ad esempio la sottrazione agli organici settoriali del territorio nazionale di tre batterie da 65/17 e precisamente le n° 259, 266, 267 del IX Settore ed il loro inserimento in un complesso di forze speciali destinate all'occupazione dell'isola greca di Corfù. Erroneamente pensando che la funzione della G.a.F. si fosse esaurita con la campagna contro la Francia e non riuscendo, d'altro canto, ad ottenere dalla industria bellica nazionale o dall'alieato tedesco il materiale di armamento con cui soddisfare le crescenti esigenze delle unità che l'estendersi del conflitto faceva approntare2I6, lo Stato Maggiore, stabilì di ricorrere alle dotazioni della G.a.F.. In questa prospettiva venne inizialmente attinto al materiale di armamento destinato agli sbarramenti arretrati ed a quelli meno importanti del primo Sistema217 e successivamente venne sostituito in talune strutture l'armamento nazionale - più conosciuto dal personale destinato all'urgente formazione delle nuove Grandi Unità - con quello di preda bellica218, cui il personale della G.a.F., meno pressato da urgenze temporali, poteva essere addestrato. Una ulteriore evoluzione della struttura G.a.F. si ebbe con il nuovo anno; infatti al 1° gennaio1941 la situazione della G.a.F. dipendente dal Comando 4" Armata era la seguente, come risulta dal Diario Storico: "Comando G.a.F. del I Corpo di Armata - Settori X, IX, VIII, VII, VI, Sottosettore aut. Levanna - Gruppi alle dirette dipendenze LXX, LXXVII,LN, LXXII, LXXIX, XXXIV - Raggruppamenti 8°- Cesana - (Gruppi G.a.F. XLIII, XLIV), 19°- Venaria R. (Gruppi G.a.F. LXXVI, XLVI, XC, XLV), 23°- Susa (Gruppi G.a.F. LXVIII, XCI)
Comando G.a.F. del II Corpo di Armata - Settori N, III, II - Gruppi alle dirette dipendenze XLI, XXXVII, XXXVI, CIII, XXXV - Raggruppamenti 22°- Savigliano - 7° Cuneo - 16°- Tenda (stesso ordinamento del 1 I 12 I 1940). Comando G.a.F. del XV Corpo di Armata - Settori V, I - Gruppi alle dirette dipendenze XLVIII, XXXI, XXX, LXXIII
2 16Quali ad esempio le divisioni tipo occupazione e quelle costiere.
217S.M.
R.E. f. n°13458 del 24 dicembre 1940 all'oggetto: Impiego armi della G.a.F. per altre esigenze, A.U.S.S.M.E., Diario Storico del 2° Comando G.a.F., riportato in documenti allegati n° 33.
218 2° Comando Guardia alla Frontiera f. n° 2972/16-121:M del 31 ottobre1942 all'oggetto: Sostituzione fucile mitragliatore Breda con fucile mitragliatore Hotchkiss, A.U.S.S.M.E., Diario Storico 2° Comando G.a.F., riportato in documenti allegati n°34.
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- Raggruppamenti 11 °- Savona - (Gruppi G.a.F XXIX, LXXX, C, XCIX), 24° - Finale L. (Gruppi G.a.F CI)." Si trattava di una struttura molto più "snella" rispetto a quella rilevata il 1° dicembre 1940; infatti, terminato il conflitto e sopraggiunto il periodo invernale, l'organizzazione di copertura delle frontiere occidentale e settentrionale, adeguandosi alla struttura dell'esercito nel periodo invernale, si era assestata su formazioni di pace con organici rinforzati ad ovest, ed un minimo di effettivi a nord2 l9. Anche in questa frontiera, preso atto dei continui trasferimenti, trasfor mazioni e scioglimento di battaglioni/gruppi e compagnie/batterie, allo scopo di non mantenere comandi di un certo rango a livello di "vuoti contenitori" furono determinati mutamenti nelle strutture organiche e scioglimenti anche a livelli superiori (pur continuando dette unità generalmente ad essere previste dall'indice di mobilitazione, quindi pronte a riformarsi in caso di necessità). Esempio di questa politica fu lo scioglimento dell'8° Raggruppamento artiglieria G.a.F. avvenuto n 24 maggio 1941 per effetto del f. n° 54730220 e sua successiva rinascita, per cambio di numerazione del 19°.
2.3.
OCCUPAZIONE DEL TERRITORIO FRANCESE - SECONDA FASE
L'evolversi della situazione politica internazionale che faceva pendere l'ago della bilancia a favore degli anglo/americani, i continui contrasti esistenti nell'ambito della commissione di armistizio italo-francese ed altri palpabili segnali avevano fatto presagire allo Stato Maggiore la possibilità del verificarsi in territorio francese di eventi che avrebbero potuto determinare la necessità di occupare una ulteriore porzione di territorio francese più vasta di quella al momento presidiata. La impossibjlità di far fronte a questa particolare esigenza con le truppe alla mano aveva determinato lo studio di un piano "Emergenza O", nel quale si contemplava, tra l'altro, la costituzione di reparti di formazione G.a.F., a livello battaglione/compagnia, da trarsi dalle unità del corpo dislocate alla frontiera italo-francese. 22 1 Questi temporanei battaglioni mobili avrebbero dovuto essere costituiti con elementi tratti dai settori dipendenti dal 1° e 2° Comando Guardia alla Frontiera di Corpo di Armata ed avere il compito di occupare le previste porzioni di territorio francese. Il piano prevedeva inoltre che le truppe della G.a.F. non impegnate direttamente nell'azione intensjficassero la vigilanza sulla linea di contatto e su quella delle opere, così da mantenere integra la difesa contro ogni eventuale tentativo offensivo. Consapevole che in tale eventualità era oltremodo necessario potenziare le trup-
2 l9stato Maggiore del R.E. f. n°007724 del 18/11/40, in A.U.S.S ..M.E., repertorio M7/504. 220stato Maggiore Uff. Mbl. r. 0°54730 del 24 maggio 1941 (A.U.S.S.:M.E. M7/504). Rimane in vita, pari.menti generato dal Deposito dell'8° Reggimento artiglieria G.a.F. il 19° RaggruppamenLo che in data 1° ottobre 1942, con r. n°148440/3 del 18 settembre 1942 dello S.M. Uff Mbl., assumerà la numerazione di 8° (A.U.S.S.M.E. M7/480). 22 1vedi a questo proposito la documentazione conservata inA.U.S.S.M.E. - Rep.Ll0/67; fra gli altri, 1° Comando G.a.F. n°2071/prot. Op. del 26/8/41, promemoria senza protocollo del 17/4/42, n°2671/prot. Op. del 2/9/42, n°2521/0p del 28/8/42, n°2546/0p del 29/8/42, C/do artiglieria del I C.A., Progetto per l'emergenza "O" e Diario Storico del 2° Comando G.a.F. "Fonogrammi di attuazione emergenza O". Alcuni di essi sono riportati in documenti allegati n°35.
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pe che rimanevano schierate sulla vecchia frontiera, già depauperata con la sottrazione di forze ed armi a favore di altri teatri operativi, lo Stato Maggiore, a decorrere dall'aprile 1942, mise a disposizione della G.a.F. stanziata sulla frontiera occidentale, mitragliatrici Fiat 35, cannoni da 47/32 nonché mortai da 45 ed 81, per ripianare e sostituire le armi a suo tempo sottratte222, e dispose la costituzione di ulteriori batterie G.a.F. che, in carenza di materiale nazionale, vennero armate con pezzi da 75/15, 100/23 e 105/11 di preda bellica223. Lo sbarco delle forze anglo-americane nei territori francesi d'oltre mare (Algeria e Marocco) nel novembre 1942, ed il repentino cambio di fronte che ne seguì da parte francese, costrinsero gli alleati italo-tedeschi ad assumere direttamente il controllo della così detta "zona libera", esautorandovi l'autorità del governo di Vichy. Le unità della 4" Armata italiana, in ottemperanza a quanto contemplato nel progetto "emergenza O", passarono la linea armistiziale224 e si insediarono nella parte di territorio francese, la cui occupazione era stata concordata con i tedeschi. Venne così ad inserirsi nel territorio assegnato alle forze italiane una modesta porzione di territorio che, racchiusa fra la linea verde e l'allineamento Tolone- Modane, permetteva, oltre al controllo del porto di Tolone, anche quello di alcune delle più valide strutture della Maginot delle Alpi. La G.a.F., che già aveva dovuto creare reparti a livello compagnia per presidiare la linea armistiziale ed i territori occupati al termine del conflitto, fu costretta a ulteriormente modificare la propria struttura organica, per costituire battaglioni mobili G.a.F. 225 con cui integrare svolgere compiti di controllo costiero nonché attuare il presidio delle strutture fortificate e del territorio venuto a dipendere dall'Italia. I battaglioni mobili in linea di massima svolgevano quindi compiti di presidio avanzato dei rispettivi settori che erano dislocati in prossimità della frontiera ove sorgevano le fortificazioni ad essi attribuite. Esauritasi l'emergenza "O", i comandi della Guardia alla Frontiera territorialmente competenti dovettero predisporre piani adeguati per ridislocare ed organicamente riorganizzare le proprie depauperate forze, allo scopo di poter controllare i nuovi territori assegnati226 , difesa costiera in taluni casi compresa. Nell'ottica della riorganizzazione delle forze, inoltre, in funzione della loro dislocazione, le unità della Guardia alla Frontiera vennero poste alle dipendenze dei sotto elencati comandi: - Comando I Corpo di Armata per il confine franco-svizzero; - Comando XV Corpo di Armata confine italo-francese da Cima Marta a Saint Tropez; - Comando XXII Corpo di Armata confine italo-francese da Saint Tropez alla linea di demarcazione con la zona di occupazione tedesca;
222comando G.a.F. del I C.A. f. n° 1811 del 6 luglio 194,2. 223s.M. R.E. f. n°0052670/4 del 24/11/1942. 224 Riporta to in documenti allegati n°36. 225 Esempio di tale costituzione è messo in evidenza dal f. n°02/189 del 23 gennaio 1943 del 2° Comando G.a.F., riportato in documenti allegati n°39. 226c/do 4" Armata f. n°8434 del 16/11/42, riportato in documenti allegati n°37.
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- Comando della difesa territoriale di Torino e di Alessandria per il rimanente confine italo-francese227. Il 20 dicembre 1942 vide il rientro dalla Francia del XV Corpo d'Armata che assunse la difesa della costa ligure da Punta del Masco (Genova) a Punta Mala (Francia); il suo inserimento fra le forze preposte alla difesa consentì al comando della 4A Armata una nuova ripartizione del territorio fra i Corpi di Armata dipendenti, alfine di meglio garantire la copertura terrestre. Alla data del 1° gennaio 43 facevano parte della 4/\ Armata il I, il XXII ed il XV Corpi d'Armata; da quest'ultimo dipendevano la D.f. a.t. Rovigo 228, la D.f. a.t. Piacenza, la 6A Divisione alpina Alpi Graie, la difesa costiera ed il Comando G.a.F. del XV Corpo d'Armata In data 4 gennaio 1943, nel comunicare ai dipendenti comandi i nuovi limiti di settore che il comando di Armata aveva stabilito fra I e XV Corpo d'Armata, il comando del XV Corpo d'Armata precisava che: - stante la loro momentanea dislocazione ad ovest del nuovo limite, i dipendenti gruppi di artiglieria G.a.F. (11° Raggruppamento) LXI e LXIII ed il battaglione mobile G.a.F. I/b sarebbero rimasti, fino a nuovo ordine, alle dipendenze del I Corpo d'Armata· - tutti' gli altri elementi della G.a.F. dislocati ad est di tale limite sarebbero stati ripresi alle dirette dipendenze, ivi compresi il II Settore e parte del III, anche essi dipendenti dal 2° Comando G.a.F.; - in attesa dell'afflusso dei previsti battaglioni costieri alpini, il settore reggimentale di Monaco, per la difesa del settore costiero fra Ponte S. Luigi e Ponte Mala si sarebbe costituito articolato sui due battaglioni G.a.F. di Mentone e Monaco, e la sua responsabilità veniva attribuita al comando G.a.F. del Corpo d'Armata. Per carenza quindi di altre truppe, comunque in corso di afflusso, la Guardia alla Frontiera assumeva temporaneamente la responsabilità sia di un settore costiero, sia della linea di armistizio, sia della linea fortificata. Una situazione decisamente pesante ed intrecciata come chiaramente emergerà dall'esame della situazione descrittiva dei comandi e reparti dip endenti dal I e V Settore di copertura, riportata nei documenti allegati. Ma non è questo il solo impiego "marittimo" del corpo; infatti, dall'analisi della situazione del 24° Raggruppamento artiglieria, che analogamente viene trascritta in documenti allegati, si vede che fu anch'esso impiegato nell'ambito della difesa del porto di Genova, incarico chiaramente al di fuori dei compiti di istituto di difesa della fronte alpina. La situazione descrittiva della 4/\ Armata al 15 gennaio 1943229, stralciata per ciò che attiene alla Guardia alla Frontiera, offre un'esatta visione degli impieghi della G.a.F. alla frontiera italo-francese, e l'elencazione delle forze alle dirette dipendenze del XV Corpo di Armata, di quelle del II Comando G.a.F., passate per impiego al XV
2 271° C/do G.a.F. f. n°3870 del 20/11/42, ripor tai.o in document i allegati n°38. 228 D.f. a. t.= Divisione di fanteria a uto trasportabile, cioè idonea ad essere auto trasportata, qualora le fossero forniti gli automezzi. 229 Riportata in documenti allegati n° 40.
164 La Guardia Alla Frontiera Corpo d'Armata, degli elementi della G. a.F. territorialmente dipendenti dai Comandi di Difesa Territoriale di Torino ed Alessandria, dipendenti per impiego dalla 4" Armata. La situazione, riportata in a llegato, è quella menzionata nel Diario Storico dell'Armata, e mostra integralmente la vastità dello sforzo ed il frazionamento dei reparti del corpo; è sufficiente esaminare le località di dislocazione delle minori unità per rendersi conto di come fossero sparse su entrambi i versanti del confine con una abnorme diluizione sul territorio. Inoltre la presenza di unità G.a.F. dei Comandi di Difesa Territoriale di Torino ed Alessandria in rinforzo all'Armata è un chiaro segnale che l'entità dello sforzo richiesto aveva superato le possibilità delle unità preposte. L'ampliamento del territorio da controllare e la mancata stipula di un trattato di pace costrinsero le forze italiane a molteplici esigenze di carattere difensivo e di presidio, cui si cercò di far fronte con la costituzion e ex novo di divisioni tipo occupazione e di unità costiere. Poiché i tempi di approntamento di dette unità si rivelarono lunghi e le esigenze invece pressanti, si ritenne di provvede a soddisfarle con l'utilizzo immediato ed improprio di unità già esistenti, fra le quali numerosi i reparti della Guardia alla Frontiera. Questa, per farvi fronte, dovette utilizzare unità valide già altrimenti impegnate e richiamarne in vita altre quali sostitute per mantenersi così su livelli di forza accettabili. Tipico esempio fu la ricostituzione operata, a seguito delle disposizioni emanate dallo Stato M aggiore con foglio n ° 0062810/4 dell'Ufficio Ordinamento 4" Sezione datato 8 marzo 1943, dei gruppi XLIII (btr. 253 da 380/15, 157 da 152/45, 147 da 149/35) e LXXI (btr. 140, 141, 207 da 149/35) che vennero assegnati rispet tivamente ai Comandi Difesa Territoriale di Torino ed Alessandria. Nell'attesa quindi che le unità specificatamente preposte potessero affluire nelle zone di previsto impiego, si fece ricorso a numerosi reparti G.a.F., conferendo loro compiti atipici e non esclusivi, in quanto inframmezzati a compiti istituzionali di presidio delle strut ture fortificate. Le unità di artiglieria, ad esempio, inglobarono batterie n on della specialità, di calibri eterogenei - vi è perfino un treno armato della Regia Marina alle dipendenze di un raggruppamento artiglieria G.a.F. - e vennero impiegate, oltre che nell'ambito della difesa dei confini, lungo la costa, nella difesa di aeroporti e di altre installazioni. Un eclatante esempio di tali molteplici impieghi si ha dall'esame della situazione descrittiva dei due settori di copertura del Comando G.a.F. del XV Corpo di Armata, unità di punta della 4" Armata nel gravoso compito della difesa della costa ligure e dei territori francesi occupati. L'esame infatti mette in evidenza come le truppe appartenenti al !230 e V23 1 Settore di copertura venissero indifferentemente impiegate per la difesa costiera, delle opere, il presidio della linea di a rmistizio e per l'effettuazione di lavori. La molteplicità dei compiti ed il fram mischiamento delle minori unità dei due settori di copertura non era certo funzionale. Questo preoccupava notevolmente il comando G.a.F. del XV Corpo d'Armata che, nel m arzo del 1943, propose al superiore
230 Specchio riportato in documenti allegati n° 41. 231 Specchio riportato in documenti allegati n° 42.
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comando una sostanziale modifica dello schieramento dei reparti al fine di far loro riassumere le formazioni organiche originarie, adattandole alla nuova zona che si proponeva di affidare loro. Si sarebbe trattato di ridare vita all'ordinamento settoriale ed ai suoi organici legami, sopprimendo le unità create per il momentaneo bisogno, quali ad esempio i battaglioni mobili, e ridislocando opportunamente capisaldi, sottosettori e settori. In tale modo si sarebbe potuto addivenire ad un razionale impiego del personale che, oltre al controllo delle proprie strutture ubicate all'interno del vecchio confine, avrebbe potuto svolgere anche i richiesti compiti di controllo della linea verde, della linea costiera e delle rotabili nell'ambito della propria struttura ordinativa e senza creare le sempre dannose molteplici dipendenze, al momento adottate non senza ripercussioni negative sulla compattezza della compagine. Il 20 marzo 1943 venne stabilito che il comando della 4" Armata assorbisse la Commissione Italiana di Armistizio con la Francia ed assumesse i compiti di sorveglianza e controllo delle strutture fortificate francesi. Gli venne inoltre assegnato il compito di provvedere alla conversione delle strutture francesi che, ubicate nella fascia fortificata alpina compresa nella zona smilitarizzata, potevano essere riutilizzate ai fini della difesa del territorio italiano; l'Armata, a sua volta, provvide a ripartire fra le dipendenti unità, prime fra le quali le truppe della G.a.F.232 , questo insieme di nuovi compiti. Allo scopo di avere una situazione relativamente aggiornata di quello che era il quadro di battaglia della 4" Armata, allorché in Italia avvenne il cambio di regime politico, si rende necessario riportare, in stralcio, la situazione descrittiva menzionata dal Diario Storico della grande unità al 1° aprile 1943, e confermata senza variazioni di rilievo il 1° giugno 1943. L'accurato esame di questa situazione consente di vedere come la vigorosa struttura, a suo tempo creata, e presente allo scoppio del conflitto, si fosse ridotta ed avesse dovuto disperdere in mille rivoli le superstiti forze nel vano e disperato tentativo di tenere, per orgoglio e non per disponibilità di uomini e di mezzi, ciò che le era stato affidato. Inoltre permette di mettere a fuoco l'entit à della disseminazione delle forze, dispersione che influenzò il comportamento reattivo di alcune unità e consentì solamente a taluni reparti della Guardia alla Frontiera di combattere contro le forze tedesche nelle tragiche giornate dell'armistizio. Lo stralcio della situazione descrittiva delle forze della 4" Armata233 , limitato alle truppe della Guardia alla Frontiera e relativa al 1° aprile 1943, fornisce la seguente situazione: COMANDO 4" Armata - forze della G.a.F. alle dirette dipendenze: VII Btg. G.a.F. in Briançon, X Btg. G.a.F. in Bourg Saint Maurice - I Corpo di Armata - a disposizione temporanea della D.f. Legnano:
232 C/do 4A Armata f.n° 2211 del 20/3/43. Riportato in documenti allegati n° 43. 233 Situazione dedotta dall'allegato situazione al Diario Storico della 4A.Armata - 2° trimestre 1943 A.U.S.S.M.E.
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Gruppi G.a.F. LXI e LXIII da 152/13 del 11° Raggr. artiglieria G.a.F. - a disposizione temporanea della 223" D. cost.: Gruppi G.a.F. LVII da 105/11 del 11° Raggr. artiglieria. G.a.F. Battaglione mobile G.a.F. 1/b dislocato a Beaulieu - XV Corpo di Armata - a temporanea disposizione della D.f. Rovigo: Comando 11° Raggruppamento art. G.a.F. in Vallecrosia sui Gruppi G.a.F. XXIX, XLII e LXXX. -C/do Difesa Costiera (Porto di Genova) Comando 24° Raggruppamento art. G.a.F. sui Gruppi G.a.F. CV, CVI e CI. Uesame del quadro globale della situazione delle forze alla succitata data, inoltre, non evidenzia alcuna variazione rispetto alla situazione descrittiva del 1° gennaio 1943 per quanto attiene alle unità del Comando XV G.a.F. dislocato in Bordighera e agli elementi che, provenienti dalle difese territoriali di Torino ed Alessandria, erano stati posti alle dipendenze di impiego della 4" Armata. Parimenti non emergono ulteriori varianti di rilievo per le altre dipendenti unità, se si eccettuano quelle relative alla ridislocazione delle unità del I e V Settore, che hanno avuto luogo a cavaliere del 30 aprile, e quelle dei reparti componenti 1'11° Raggruppamento artiglieria G.a.F. effettuate a fine maggio, sempre del'43. Mentre i mutamenti delle prime sono di lieve entità e ininfluenti ai fini della difesa, ben altro peso deve essere attribuito alla variazione di dislocazione dei gruppi e delle batterie dell'll Raggruppamento, poiché la loro adozione si rivelerà, alla data dell'8 settembre 1943, in grado di influenzare ulteriormente, in senso negativo, la possibilità di reazione delle forze italiane nei confronti delle truppe germaniche. O
La situazione descrittiva, rilevata al 15 giugno1943234 , dei comandi ed enti dipendenti dal 11° Raggruppamento artiglieria G.a.F. mette in evidenza il seguente nuovo dislocamento: Comando 11° Raggruppamento art. G.a.F.: in La Colle (il suo C/te dal 29 maggio 43 era anche il C/te l'artiglieria G.a.F. del XV C.A.) con alle dipendenze: - Comando XXIX Gruppo G.a.F. con le batterie 133, 134, 135 da 149/35 a Mite Agaisen, - Comando XLII Gruppo G.a.F. con le batterie 451, 452, 453 da 155/14 a Erch, - Comando LXXX Gruppo G.a.F. con le batterie 131, 155 da 149/35 a Castellar, - Comando XLVIII Gruppo G.a.F. a Mentone con le batterie 50 da 75/27 a La Mortola, 147 da 75/27 a Balzi Rossi, 602 da 100/17 a Cap Martin, 403 da 105/11 a Cap d'Ail. e, per il solo impiego: 297 batteria da 25 m/m (con il XLVIII), CLXXIV Gruppo artiglieria da posizione costiera con le btr. 507 da 75/27 p.t. a Roquebrune - Saint Agnes, 508 da 75/27 p.t. a Mite Agel, 248 da 90 e.a. a Roquebrune. Le autosezioni pesanti erano inoltre dislocate: "E" a Dolceacqua, "F" a Vallecrosia. 2 34 Allegato al Diario Storico del 11° Raggruppamento artiglieria G.a.F., 3" bimestre 1943, in A.U.S.S.M.E.
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Queste nuove dislocazioni erano frutto dei compiti attribuiti alle succitate artiglierie, compiti che a quel momento erano i seguenti: Gruppi LXXX, XXIX, LXII massa di manovra, XLVIII, CLXXIV difesa del I Settore di copertura con azioni rispetti. vamente a mare e a mare e terra, btr. 297 azione contro aerea e contro carro, btr. 248 azione contro aerea e antinave. Nulla faceva presagire la caduta del regime fascista ed un armistizio con il conseguente crollo della situazione anche militare; logico quindi che la G.a.F. cercasse, mediante ricognizioni, studi e susseguenti proposte, di procedere ad una sistemazione, migliore e più razionale, delle proprie forze, che le consentisse di assolvere al meglio i compiti ricevuti. Da documenti rinvenuti, infatti, si può rilevare come ad esempio il Comando G.a.F. del XV Corpo d'Armata ravvisando, nel maggio '43, la necessità/opportunità di rafforzare la propria posizione di resistenza per sopperire alla carenza di uomini con il potenziamento delle strutture, prospettasse al Comando Genio del Corpo d'Armata l'inderogabile esigenza di realizzare opere fortificate ad integrazione di quelle al momento in uso. Gli avvenimenti del luglio 1943 - caduta del governo fascista - e quelli del settembre '43 - armistizio con gli anglo-americani - , colsero la Guardia alla Frontiera mentre, in pieno fervore operativo, era alla ricerca del ridislocamento definitivo che, con le forze disponibili, le consentisse di meglio assolvere i propri compiti di presidio. Si cercò di porre in atto il ripiegamento sulle vecchie linee di confine, l'at tivazione delle strutture fortificate, la costituzione di un ridotto difensivo alpino; ma ciò non fu possibile a causa del sapiente schieramento attuato dalle truppe tedesche e della polverizzazione sul territorio delle unità italiane. Le forze germaniche infatti, dopo la dissoluzione del regime del maresciallo Pétain , si erano dislocate sul territorio inframmezzate a quelle italiane ed anche interposte fra queste ed il vecchio confine. Si ebbero quindi combattimenti fra le forze italiane che cercavano di ripiegare all'interno dei vecchi confini o di tutelarli e le forze tedesche, determinate ad annientare ogni presenza italiana in Francia ed occupare i punti vitali del territorio italiano. Con questi combattimenti e quelli accesisi nelle città di confine fra i tedeschi e le residue forze combattenti italiane scomparve ogni presenza organica della Guardia alla Frontiera sull'arco delle Alpi Occidentali.
3. AL CONFINE TEDESCO (EX AUSTRIACO)
Alla luce della situazione politica internazionale, le maggiori premure vennero rivolte al confine italo-francese, mentre inizialmente fu trascurato quello con la Germania, che dal 1938 si affacciava alle nostre frontiere poiché, avendo annesso l'Austria trasformandola in una provincia del Reich, si era sostituita ad essa sul nostro confine. Alla luce delle apparenti amichevoli relazioni stabilite con la Germania, scarse furono le realizzazioni fortificatorie portate a termine lungo questa fascia di frontiera, anche se dal punto di vista concettuale era stato preso in esame e realizzato sulla carta il piano di sviluppo della fortificazione destinata a coprire anche questa parte di confine, che era pressoché totalmente sguarnito, in quanto facente parte
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del territorio italiano solamente dalla fine della prima guerra mondiale. Nel novembre 1939, su specifico "input" del Capo del Governo, si diede corso al riesame del progetto del sistema fortificatorio, prevedendo anche la creazione di sbarrament i arretrati ed interventi sulle direttrici secondarie; si procedette quindi alacremente alla sua traduzione sul terreno, dando corso al completamento delle strutture già esistenti ed alla realizzazione delle ulteriori opere previste dal piano aggiornato. I lavori, che interessavano la fascia di confine che va da Passo Resia a Tarvisio, includevano la realizzazione di una difesa in profondità organizzata su più linee 2 35, basate su opere di notevole consistenza, per lo più a due piani, disposte a scacchiera, ricavate in caverna, ove il terreno lo permetteva, o costituite, in pianura, da fortini in calcest ruzzo. Ad integrazione di tali opere, il progetto del sistema fortificatorio prevedeva fossati anticarro e sbarramenti, costituiti da denti di drago in cemento armato e spezzoni di rotaia infissi verticalmente nel terreno, postazioni di artiglieria, prevalentemente in locali alla prova, e bretelle di contenimento e collegamento. I lavori, iniziati materialmente dopo il 21 novembre '39, si protrassero per tre anni a pieno ritmo, anche se nella loro realizzazione furono adottati accorgimenti atti a non urtare la suscettibilità dell'alleato236. Poi fu giocoforza ridurne l'entità e l'ampiezza, a fronte delle proteste tedesche elevate vuoi per l'utilizzo di materiale prezioso per lo sforzo bellico altrove preminente, vuoi perché realizzate per difendere l'Italia principalmente proprio dall'alleato tedesco 2 37 . La G.a.F. schierata lungo questa porzione di confine faceva capo al 14° Comando G.a.F. della Difesa Territoriale di Treviso ed ai Comandi G.a.F. del XXXV Corpo di Armata di Bolzano e XXIV Corpo di Armata di Udine, e comprendeva i Settori dicopertura G.a.F. ,n ° XIII, XIV, XV, XVI, XVII ed i Reggimenti di artiglieria G.a.F. 6° e 14°. Allo scoppio delle ostilità con la Francia, numerose forze tratte dalla Guardia alla Frontiera preposta al confine italo-tedesco vennero inviate in rinforzo alle unità similari impiegate sul fronte occidentale ed analogamente fornirono concorso alle truppe impiegate in Grecia, Jugoslavia Albania ed Africa. Successivamente, perdurando l'alleanza con la Germania e quindi l'apparente inutilità di mantenere presidiato questo tratto di confine, forze e materiali ad esso sottratte vennero inviate in rinforzo alla difesa costiera. Dall'esame dei Diari Storici e dai racconti di superstiti risultano infatti partiti dal confine italo - tedesco per schierarsi rispettivamente in Albania le compagnie mitraglieri 613, 614, 615, 616 e 617 del XIII Settore ., in Sicilia, in data 16 novembre 1941, la 615 e 616 compagnia mitraglieri del XIII Settore (rientrate dall'Albania il12ottobre 1941), in data 26 marzo1941 il 105° Battaglione mitraglieri del XV setto235 Nel bolzanino le opere fortificate più in profondità erano state realizzate lungo l'allineamento Passo Palade · Piani di Bolzano. 236 Le opere distanti dal confine furono realizzate completamente, mentre non vennero creati gli sbocchi delle feritoie o le cannoniere delle strutture costruite sulla linea di confine; esse infatti furono regolarmente realizzate con la riserva di. abbattere l'ultimo diaframma, volutamente lasciato nella terra o nella roccia di confine, al momento dell'utilizzo della fortificazione. 237 C/do Difesa Territoriale di Bolzano f.n° 03/1196 del 30/5/1941. Riportato in documenti allegati n°44.
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re e in data 24 maggiol941 il 104° Battaglione mitraglieri del XIII Settore. Risultano parimenti in Sicilia sul finire del 1941, pur mantenendo la propria dipendenza organica dal XV Settore, il 103° e 103° bis Battaglioni mitraglieri da posizione, la 1200(?) Compagnia mitraglieri e la 654 Compagnia mitraglieri dislocate rispettivamente a Marsala e Pantelleria. La situazione delle forze dipendenti dal 14° Comando G.a.F. di Treviso al 31 maggio 1943, estrapolata dal Diario Storico e riportata238 in forma di specchio, se raffrontata alla situazione relativa agli inizi del 1940, dà l'esatta idea del depauperamento di forze cui erano stati sottoposti questi settori per -poter assegnare uomini ed armamento a teatri operativi decisamente più "caldi". Non impiegate direttamente in operazioni belliche, a parte i contributi forniti agli altri fronti, le truppe della Guardia alla Frontiera schierate al confine con la Germania cercarono di bloccare, anche con l'uso delle armi, l'entrata in Italia delle forze tedesche che, dopo il luglio 1943, venivano fatte affluire in Italia con l'apparente funzione di rafforzare lo schieramento bellico italo - tedesco, mentre in realtà avevano lo scopo di impadronirsi dei punti vitali del territorio italiano2 39 . L'ardimentoso comportamento delle truppe del corpo venne però inficiato dalla ambigua condotta tenuta dal governo presieduto dal Maresciallo Badoglio. Questi, divenuto Capo del Governo in sostituzione del "dimissionato" Mussolini, non aveva apertamente manifestato al governo tedesco la necessità italiana di uscire dal conflitto e, dopo gli scontri armati240 dell'agosto che avevano respinto oltre confine le colonne germaniche, revocò il divieto di transito ai valichi, permettendo così a queste colonne di entrare in territorio italiano schierandosi sovente a tergo delle difese della Guardia alla Frontiera. Alla dichiarazione dell'armistizio, nonostante l'inferiorità di uomini e mezzi, che la situazione al 31 maggio precedentemente riassunta evidenzia, e le posizioni strategicamente migliori occupate dalle forze tedesche, la Guardia alla Frontiera non accettò la resa e cercò eroicamente di contrastare il tentativo di queste forze di impadronirsi di parte del suolo patrio. Ben 29 furono i caduti del XVII Settore che in Tarvisio tentò di opporsi allo strapotere germanico infliggendogli anche rilevanti perdite; altri reparti G.a.F., scesi da Porticina, Monte Coppa ed altre posizioni, cercarono di bloccare l'invasore, la 259" batteria tentò di interdire col fuoco le vie di afflusso dal confine, ma il mancato concorso di rinforzi, l'esiguità di armi e munizioni in dotazione, come pure la carenza di ordini per una organica difesa spensero sovente nel sangue ogni tentativo di resistenza all'invasore germanico e l'esistenza stessa della G.a.F. su quei confini.
23 8 Situazione delle forze G.a.F. dipendenti dal 14° Comando al 31/5/43; riportata in documenti allegati n° 45. 2 39 Russo Antonio "Come foglie al vento" La Tipografica Basaldella Campoformido (UD) Settembre 1993 pag. 79-80.
240 A Pieclicolle bassa le truppe tedesche avevano occupato la casermetta G.a.F. e ne furono scacciate dal fuoco degli alpini del battaglione Vicenza, a Coccau il movimento di una colonna tedesca venne bloccato dalla G.a.F. e a Moggio Udinese il battaglione Tolmezzo aprì il fuoco e respinse tentativi tedeschi di infiltrazione; il movimento di altre colonne che premevano dai valichi di confine venne bloccato dal fermo contegno delle unità G.a.F. preposte. Antonio Russo op. cit. pag. 78-79.
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Figura 58:
Cerimonia al XVII Settore
{Arch. Cignetti)
4. AL CONFINE CON LA SVIZZERA
Le zone italiane di confine con la Svizzera erano e sono quelle della Val d'Aosta, della Val Toce, della Valtellina e quelle comprese tra il Lago Maggiore ed il Lago di Como. Indubbi9-mente la zona più pericolosa, se si esclude il tratto confinario della Val d'Aosta, allora di competenza dello scacchiere italo-francese, era quella della Val d'Ossola o Toce e una sua difesa a ridosso del confine sarebbe stata troppo onerosa per i numerosi interventi di fortificazione richiesti. Si optò pertanto, fin dai primi del '900, per un arretramento delle difese che potesse contemporaneamente sbarrare le provenienze dalla Val d'Ossola e dal Lago Maggiore, limitando la prima difesa del Sempione ad una piccola opera realizzata ad !selle. La difesa del tratto Lago Maggiore/Lago di Como venne affidata a truppe mobili ed appostamenti per artiglierie, mentre tre sbarramenti guarnirono la Valtellina. Una relazione241 redatta nel 1929 dal Comando del Corpo di S.M. così si esprimeva a proposito della organizzazione difensiva della frontiera svizzera: "Durante la guerra il Comando Supremo, per fi·onteggiare una eventuale violazione della neutralità svizzera da parte degli Imperi centrali242 provvide alla organizzazione difensiva della frontiera svizzera (lunga allora circa 690 Km. e totalmente sguarnita di opere tranne allo sbocco del Poschiavino) sulla base dei seguenti criteri: 241 Relazione del Comando del Corpo cli Stato l\faggiore - Ufficio operazioni - redatta in data 2 marzo 1929 all'oggetto: organizzazione difensiva della frontiera svizzera, conservata in AUSSME Ll0/82. 242 Questa preoccupazione si era rafforzata con l'ingresso nel conflitto italo-austriaco della Germania ed aveva portato alla costituzione cli un apposito comando, il Comando occupazione avanzata frontiera Nord (O.F.A.N.) ed alla attuazione di una sistemazione difensiva di carattere prevalentemente campale.
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a) b) c)
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aver fronti di minimo sviluppo per conseguire la massima economia di forze, intensificare l'organizzazione difensiva in corrispondenza alle direttrici d'invasione più minacciose, assicurare una congrua resistenza che garantisse il tempestivo intervento delle nostre truppe della riserva generale.,,
La sistemazione difensiva della zona, costituita da alcune opere di carattere permanente entrate in servizio poco prima dello scoppio del conflitto, era infatti stata successivamente potenziata con la realizzazione di un complesso di strade, elementi di trincea e camminamento, reticolati in fasce di varia profondità, sistemazioni in caverna ed in barbetta per artiglierie di vario calibro, osservatori, riservette, appostamenti per mitragliatrici nonché baraccamenti in muratura ed in caverna. Poiché sul finire degli anni Venti l'andamento di questa linea di resistenza era ancora in larga massima rispondente alle esigenze e su di essa lo Stato Maggiore del Regio Esercito riteneva appoggiare il sistema di osservazione verso la frontiera svizzera in caso di conflitto italo-tedesco od italo-francese, venne disposta una verifica di questa struttura per definire quali manufatti fossero tuttora efficienti, quali potessero essere ripristinati con lavori di non grande entità e quali dovessero essere dismessi per il loro cattivo stato di conservazione. In seguito ai controlli effettuati numerosi manufatti vennero dismessi, non venne prevista la realizzazione di nuove strutture e si procedette alla sistemazione di quelle strade che era ritenuto necessario fossero in permanente efficienza. Analogamente a quanto previsto nel corso del primo conflitto mondiale, nella imminenza e sviluppo del secondo non si procedette ad una massiccia opera di militarizzazione della fascia di frontiera. Si optò per la rimessa in efficienza e potenziamento di quelle opere243 ed apprestamenti244 che, pur realizzate nei tempi precedenti o nel corso della prima guerra mondiale erano ritenute ancora balisticamente valide e si provvide a rafforzare questo sistema difensivo con alcune strutture fortificate moderne realizzate principalmente lungo la direttrice del Gran San Bernardo e nelle zone di !selle (NO) e Glorenza (BZ). Fu inoltre costruita una serie di strade, mulattiere di arroccamento nonché di caserme difensive245 per consentire il movimento di truppe, artiglierie e dominio col fuoco delle zone non interessate alla realizzazione di fortificazioni tradizionali. Vennero tenute in potenza, come durante il primo conflitto mondiale, forze mobili di intervento rapido, riunite nella Armata "S", per coprire, all'occorrenza, la-zona di frontiera, integrando l'azione delle forze normalmente già ivi schierate (G.a.F., RR.CC., R. G. di F., Milizia Confinaria). 243 Batteria di !selle, opera di Pian Puiz, forti ed opere dello sbarramento valtellinese ecc. 244 Si trattava di quel complesso di fortificazioni campali costituito da mulattiere, trincee, postazioni per artiglieria che a cavallo del 1917 l'allora Capo di S.M. Gen. Cadorna fece realizzare dall'Aprica alla Val d'Ossola (Valtellina) per contenere la eventuale spinta offensiva austriaca nel deprecato caso di uno sfondamento allo Stelvio o di una invasione via Svizzera; era conosciuto come linea arretrata "Cadorna" .
245 Queste caserme vennero realizzate come un incrocio fra un ricovero ed
un l'ortino; solide e massicce, erano caratterizzate da muri spessi oltre un metro, finestre strette e con imposte di ferro munite di feritoie, porta corazzata e dominio di fuoco della zona circostante.
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FOGU!Y11i I Figura 59: Pianta dell'opera di Pian Puitz (AO).(APA)
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Figura 61: Opera del Vallo Alpino alla stretta (galleria) di lselle (APA).
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I 73
Figura 62: Opere del Vallo Alpino a Glorenza (BZ) (APA)
A difforenza di quanto accaduto nel corso del primo conflitto mondiale, allorché parve che la Svizzera, a causa del prevalere dell'elemento di lingua tedesca nello Stato Maggiore del suo esercito, potesse schierarsi palesemente o velatamente con gli Imperi Centrali, consentendo il transito agli austro-germanici verso la Lombardia, durante tutto il periodo fra le due guerre mondiali il Regio Esercito considerò sempre, evidenziandolo anche nei suoi piani, la Svizzera neutrale, pur non trascurando la possibilità di una forzata violazione di tale neutralità ad opera di un nemico dell'Italia. Analizzando la copertura del confine italo-svizzero si può rilevare come, analogamente a quanto ipotizzato nei confronti della Francia, lo Stato Maggiore avesse preso in esame la possibilità di un'offensiva che, attraverso il territorio svizzero, incidesse sull'Italia e vi avesse fatto inizialmente fronte costituendo un unico scacchiere dal Monte Rosa al Cadore che consentisse di garantire una difesa unitaria nei riguardi della Germania. Allo scopo di non trovarsi impreparati nella eventualità del realizzarsi di tale non remota ipotesi, venne messo allo studio nel 1938 un piano relativo al succitato scacchiere (Nord); dallo "Stralcio della bozza di piano relativo allo scacchiere Nord, edizione giugno 1938" si riportano, in estratto, alcuni punti significativi: A) FRONTIERA SVIZZERA (disposizioni per la copertura) 1°- 14°: [. ..]
15°) - La Copertura alla frontiera svizzera, dal M. Rosa a Cima Garibaldi, è affidata all'arrnata "S". Linea di contatto ad oriente con il IV C. d'A. (frontiera tedesca): Cima Garibaldi - Passo dello Stelvio M. Cevedale Corno dei Tre signori Passo del Tonale M. Adamello (località all'armata "S"). 16°) - Fascia e settori di copertura: [. ..] 17°) - Il dispositivo di copertura alla frontiera svizzera deve consentire la possibilità di
174 La Guardia Alla Frontiera far fronte con adeguate e tempestive contromisure a sorprese di forze germaniche che avessero violato la neutralità svizzera. 18°) - Una minaccia tedesca attraverso la Svizzera presumibilmente procederebbe dall'Engadina e dalla Viamala (Reno posteriore); eventualmente anche dal Canton Ticino. Nel primo caso, mantenendo saldo il possesso del passo dello Spluga dovremmo procedere - consentendolo tempo e forze - all'occupazione dei tre passi: Julier - Albula - Fluela, che ci darebbero il possesso dell'Engadina. Qualora ciò non fosse possibile, si dovranno occupare almeno i passi: Maloggia - Bernina - Forno, con il che si impedirebbe ugualmente al nemico di pénetrare nel nostro territorio. Nel secondo caso, oltre le azioni suddette, dovremmo tendere all'occupazione delle porte di accesso delle Alpi al Canton Ticino: Airola (S. Gottardo) - Lucomagno - il nodo di Spluga (Passi di S. Bernardino e dello Spluga). Punti di partenza: il passo di San Giacomo ed il passo dello Spluga. 19°) - Tutte queste operazioni debbono pertanto formare oggetto di studio da parte del comando armata "S" in modo che in caso di necessità non vi sia che da inviare nella località prescelta le forze destinate a tali azioni in più di quelle assegnate per la copertura. 20°) - Le forze di cui l'armata "S" dispone per la copertura sono:[ .. ] 21°) - Lungo il confine svizzero ad occidente del M. Rosa, sarà sufficiente mantenere le misure normali del tempo di pace. [.. .]
Nel piano vengono quindi riportate le disposizioni relative alle operazioni da compiere, qualora la neutralità elvetica venisse infranta: B - SCACCHIERE SVIZZERO (disposizioni per le operazioni) 1°. 11° - omessi 12°) - Scopb di nostre eventuali azioni in Svizzera è di crearci le migliori condizioni di difesa al primo accenno di violazione della neutralità svizzera da parte tedesca. 13°) - In tal caso, occorre occupare rapidamente le seguenti posizioni: a) passi Julier - Albula - Fluela per assicurarci il solco dell'Engadina;[.. .)246
La Guardia alla Frontiera schierata lungo il confine italo-svizzero era inquadrata nei seguenti settori di copertura : - XI Settore di Varese (Laghi) per lo sbarramento delle direttrici incidenti su Domodossola, Como, Varese; - XII Settore di Sondrio (Valtellina) per lo sbarramento delle direttrici dello Stelvio, del Bernina, Livigno. Concorrevano allo sbarramento del confine inoltre: - X/c Sottosettore di Aosta (dipende dal I Corpo d'Armata di Torino) per lo sbarramento della direttrice Gran S. Bernardo - XIII/a Sottosettore di Malles (dipende dal IV Corpo d'Armata di Bolzano) per lo sbarramento delle direttrici della Val Monastero e Stelvio (4" Cantoniera)
246A.U.S.S.M.E., Rep. H-6/ 13.
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Grafico di dislocazione delle forze settoriali a mente del P.R.12
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L'analisi delle forze schierate, i compiti attribuiti e l'evolversi della situazione politica interna zionale suggerirono allo Stato Maggiore una revisione, in senso restrittivo, di ciò che il P.R.12 stabiliva, in ordine a questo scacchiere. L'Ufficio Operazioni del Comando del Corpo di Stato Maggiore in dat a 8 settembre· 1939 con un promemoria in dirizzato al Capo di Stato Maggiore ed avente per oggetto la costituzione del Comando Armata "S" faceva presente come il P.R. 12 avesse previsto la costituzione del comando in oggetto per riunire sotto un unico organo responsabile tutte le truppe di copertura con funzione di semplice osservazione alla frontiera settentrionale (svizzera e tedesca) dal M. Rosa a M. Zermula (limite fra Armata "S", e gruppo Armate E), mentre nella realtà il compito di sorveglianza veniva attuato sulla sola frontiera svizzera (M. Rosa - Cima Garibaldi) e più particolarmente con personale e mezzi addensati nel settore Toce, che era il più interessato nell'ipotesi del P.R.12. Data la natura del compito e l'entità delle truppe a disposizione, che la pianificazione della copertura, allora in vigore, poneva alla dipendenza del Generale comandante la G.a.F. del Corpo d'Armata di Milano e che consistevano in n°1 btg. alpini "Valle" con batterie, n° 3 bt g. CC.NN.,n°8 btg. Territoriali Mobili, n°9 cp. mitr. da posizione ed una decina di btr. G.a.F. , cui si poteva aggiungere, in caso di necessità, la Divisione di fanteria "Legnano" che, dislocata in zona di Domodossola, era a disposizione dell'Alto Comando, l'estensore del promemoria suggeriva di attribuire la
La guardia alla frontiera, un cmjJo unico per difendere i corifìni
177
responsabilità della copertura dell'intera frontiera italo-svizzera dal M. Rosa a Cima Garibaldi, anziché ad una armata, ad un comando di Corpo d'Armata. Questo, dislocato in Varese, avrebbe potuto essere denominato comando T.O.S. (truppe osservazione Svizzera) e sostituire nelle r esponsabilità della copertura l'armata del cui comando non si ravvisava la stretta ed impellente necessità di costit uzione. Poiché però, come accennato, il maggior interesse e le maggiori forze convergevano sul saliente del Toce (M. Rosa - Lago Maggiore), il citato promemoria rappresentava l'opportunità di rivedere la ripartizione settoriale e definirne le truppe necessarie247. In sostanza si suggeriva di prendere atto della realtà attribuendo la sola frontiera con la Svizzera ad un comando di corpo di armata - il suggerito T.0.S. - e ripartendo la frontiera, già suddivisa nei due Settori di Copertura XI e XII, in tre settori tattici e precisamente: 1) Settore Toce (M. Rosa - Lago Maggiore), cui attribuire quale Comandante il Generale Comandante la G.a.F. del Corpo d'Armata di Milano, con sede di comando Domodossola; 2) Settore Laghi (Lago Maggiore - Pizzo Martello), cui porre quale Comandante il Comandante del XI Settore, con sede di comando Varese 3) Settore Valtellina (Pizzo Martello - Cima Garibaldi), cui porre quale Comandante il Comandante del XII Settore e sede di comando Sondrio. Allo stesso tempo, nell'ambito del rafforzamen to generale del sistema di difesa del confine, non venne trascurato il confine italo-svizzero anzi, nel corso del 1939, la struttura della copertura venne potenziata con la costituzione di: - un comando di sottosettore di copertura (X.Va) che si affiancava al preesistente XI/b, - un gruppo autonomo di artiglieria G.a.F. per riunire i nuclei di batterie a.n. 520°, 521°da 149/35, 522°da 120/40 (armamento dei 3 forti valtellinesi) e 174° da 210/8 (da dislocarsi a Melide), - una btr da 75/27, la 356 S.P. , già del 6° Art. G.a.F., da dislocarsi ad !selle 248 . - un magazzino di sottosettore con funzioni di deposito settoriale di copertura. Data l'importanza del valico, con determinazione ministeriale n° 6280 del 3 marzo 1939 si costituirono, rispettivamente il 22 e il 30 aprile 1939, i distaccamenti fant eria ed artiglieria G.a.F. di !selle. Il Capo di Stato Maggiore, constatato che la stipula del patto di alleanza italo-tedesco faceva decadere la minaccia di una invasione (tedesca) da quel confine, ed alla luce del promemoria precedentemente riportato, non ritenne più necessaria la creazione di uno scacchiere difensivo unico dal Monte Ros a al Cadore e, con provvedimento del settembre 1939, stabilì di limitare l'attribuzione delle responsabilità dell'Armata "S" al confine italo-svizzero, assegnando il territorio ad est di Cima Gari247 P romemoria al Capo di Stato Maggiore da parte del Comando del Corpo di Stato Maggiore. Uff. Op. in data 08/09/39 all'oggetto:Costituzione comando Armata "S". 248 Una nota, apposta al foglio dello Stato Maggiore n°12450 datato 18 aprile 1939 che sancisce la costituzione di questi enti, precisa che la suddetta batteria dipende per addestramento ed impiego dal sotLosettore e solo per la parte tecnica dal comando gruppo autonomo. Il foglio sanziona quanlo proposLo dal Comando del Corpo di Stato Maggior e con f.n° 8706 in data 23 marzo· A.U.S.S.M.E. M7/502.
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baldi (località esclusa) al Corpo d'Armata di Bolzano e alle forze già a sua disposizione. Il Comando del Corpo di Stato Maggiore, traducendo in ordini il pensiero del Capo di Stato Maggiore, con foglio n° 10510 del 19 settembre 39 avente per oggetto le direttive per lo scacchiere italo-svizzero, sanciva che il comando dell'Armata "S", pur mantenendo, per il momento, l'originaria costituzione stabilita con foglio n° 79070 Gab. in data 9 settembre, era responsabile del solo scacchiere italo-svizzero. Con lo stesso foglio venivano determinati i limiti, ad ovest con la 4/\ Armata l'allineamento M. Rosa - Col d'Olen (all'Armata "S") e ad est con il comando Corpo d'Armata territoriale Bolzano l'allineamento Cima Garibaldi - M. Cevedale - Adamello (località Armata "S"). La direttiva inoltre precisava che i compiti dell'Armata erano quelli di sistemare l'osservazione e la vigilanza di copertura, di mettersi in condizione (in seguito a eventuale nuovo ordine) di fronteggiare probabili operazioni contro l'Italia per violazione della neutralità Svizzera, di studiare eventuali operazioni tendenti alla recisione del Canton Ticino. Enunciate successivamente le direttive fondamentali cui doveva attenersi il comando Armata nel definire le predisposizioni di copertura e nel dislocare le truppe, il documento sanzionava le proposte formulate dal promemoria del 8 settembre 1939, ripartendo la frontiera su tre settori tattici (quindi operativi e non interferenti con i preesistenti e t uttora presenti settori di copertura) facenti capo al Comando dell'Armata "S". Con chiarezza venivano inoltre definite le forze a disposizione, suddivise fra i settori e definite nelle aliquote "già in zona", "di prevista ulteriore assegnazione", o "di possibile ulteriore assegnazione". Per ciò che attiene alle forze, e lo si riporta per evidenziare la distribuzione della Guardia alla Frontiera su quel territorio, il citato foglio n° 10510249 così recita: [. ..]
- VI. - FORZE A DISPOSIZIONE. 1°) Già in zona: a) settore Toce: - G.a.F (sbarramento !selle) ed elementi confinari, - btg. V Toce e 30/\ btr. alp. Valle, - 29° btg. CC.NN. - 4A cp. minatori, - comando 104° btg. mitr. da posizione, - compagnie mitr. da .posizione: 613 - 614 - 615 - 616 - 617 - 513 - 542, - comando 39° gruppo art. G.a.F., - btr. G.a.F: 356, 91, 54 da 75 I 27 - 72 da 100 I 17 La divisione Legnano, pur essendo dislocata nella zona di Domodossola, è a disposizione dell'Alto Comando; b) settore Ticino: - comando XI Settore di copertura - Varese,
249 A.U.S.S.M.E., repertorio · H6/13.
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- elementi confinari, - btr. G. a.F. 174 da 210 I 8 c)- settore Adda: - comando XII settore copertura - Sondrio, - elementi confinari, - cp. mitr. da posizione: 511 e 512, rispettivamente ai magazzini di mobilitazione di Tirano e Bergamo, - btr. da posizione: 522 da 120 I 4 0 (forte Ve nini), 520 da 149 I 35 (forte Sertoli), 521 da 149 I 35 (forte Montecchio). 2°) Di prevista ulteriore assegnaz ione: - 9 btg. CC.NN. della Lombardia (7° Pavia - 9° Sondrio - 15° Brescia - 16° Como - 17° Cremona - 24° Milano - 25° Monza - 20° S uzzara - 23° Mantova), - comando 59° reggimento T.M. (distretto Catanzaro), - comando 21 ° raggruppamento artiglieria G.a.F. (dep. 6° Art. G. a.F.)250, - comando 40° e 57° gruppo art. G. a.F. (dep . 6° A rt. G.a. F.), - btr G.a.F.: 92, 55 da 75 /27 (dep. 6° Art. G.a.F.), 80 da 100 I 17 (dep.12° art. G.a.F.), 148, 183, 184 da 149 I 35 (dep. 6° art. G. a.F.) 3°) Successivamente, se la situazione lo consiglierà, potranno essere assegnati: - reparti del genio minatori - teleferisti - gruppi attrezzi pneumatici, - reparti lavoratori, - btg. T.M. [. .. ]
La direttiva terminava con l'elencazione e la descrizione delle attribuzioni e delle competenze del Comando dell'Armata "S" e, già dal solo esame dell'elenco, emerge con chiarezza la spr oporzione esistente fra l'elevato livello del comando e le forze ed i compiti attribuiti e, quindi, viene a rafforzarsi la validità dell'analisi compiut a in data 8 settembre dall'ignoto estensore. Preso atto che l'entità delle forze dislocate al confine italo - svizzero non era tale da richiedere l'attiva presenza di un comando di armata, e poiché non si prevedeva di dovere a breve termine far fronte ad interventi offensivi dell'alleato germanico, anche se la G.a.F. schierata su tale confine vi permaneva e, come vedremo anche in seguito, vi rafforzava e completava le strutture fortificate di pertinenza, il comando della Armata" S", rivelatosi esorbitante ai compiti, con foglio n° 3350 di prot. datato 31 gennaio1940 veniva soppresso a decorrere dal 1° marzo 1940. Detto provvedimento non comportava la diaspora ed il reimpiego in altri comandi del personale ufficiali che aveva fino ad allora costituito il Comando Armata "S"; questi ufficiali infatti venivano posti a disposizione del Comandante della disciolta Armata, Generale con rango di designato di armata Edoardo Monti, per costituire il cosiddetto "Presidio Monti", con sede a Verona, per l'assolvimento del "nuovo incari-
250 Successivamente assumerà l'ordina tivo 6°.
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co assunto" 251 . Il comando G.a.F. di Milano, ai cui ordini erano le forze schierate lungo il confine italo-svizzero, venne posto alle dipendenze del XVI Corpo di Armata252 che venne designato quale Corpo di Osservazione Svizzera (C.0.8.). La copertura alla frontiera, affidata agli elementi della G.a.F. e confinari dislocati sul territorio, venne ripartita in tre parti: • ad occidente il tratto Mite Dolent - Mite Basolino, • ad oriente il tratto Pizzo Stella - Pizzo Garibaldi (limite con il Corpo d'Armata di Bolzano), • al centro il settore dei laghi lombardi, escludendo così radicalmente il territorio di confine con la Germania, già unitariamente considerato nello scacchiere difensivo. Successivamente l'entità e la qualità delle forze assegnate a questo confine vennero modificate dalle disposizioni contenute nel P.R.12 - edizione marzo 1940253, che, per quanto di interesse alla componente G.a.F., riporta: PR. 12 Marzo 1940 FORZE G.a.F. ASSEGNATE al XVI° Corpo d'Armata per i Settori di Copertura Xl° Settore di Copertura Elementi già in posto: - Guardia alla Frontiera, Carabinieri Reali, R. Guardia dì Finanza, Milizia Confinaria Reparti mitraglieri da posizione - Comando 104" Btg. mitr. da pos. - Cp. mitr. da pos. - alpine - 511, 512, 513. - Cp. mitr. /da pos. G.a.F. - 542, 613, 614, 615, 616, 617. Artiglieria G.a.F. - CI do 6°Raggruppamento - CI do 39°, 57°, 104° Gruppo -Btr. da 75/27 n° 54, 55, 91,356 (S.P), da 100/ 17 n° 72, 80, da 149/35 n° 148, 183 {. .. ] · XII 0 Settore di Copertura Elementi già in posto: - Guardia alla Frontiera, Carabinieri Reali, R. Guardia di Finanza, Milizia Confinaria Artiglieria G.a.F. - CI do 40° Gruppo - 522" Btr. da 120 I 40 (Forte Vimini - Oga) - 520" Btr. da 149 I 35 (Forte Sertoli - Tirano) - 521" Btr. da 149/35 (Forte MontecchioN.) {. ..]
251
Questo incarico fondamentalmente era il medesimo di quello assolto dall'armata "S", relativamente ai lavori per il completamento del Vallo nello scacchiere settentrionale. Il Presidio Monti venne disciolto nel 1942.
252 Il XVI Corpo di Armata (territoriale) venne
ricostituito in Milano in data I inarzo 1940 per sostituire il III Corpo di Armata che, già dislocato in Milano, era stato operativamente schierato alla frontiera.
253 A.U.S.S.M.E., rep. 11/173.
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Figura 65: Vallo A lpino: Forte di Montecchio sede dello 521" Btr. G.o.F. (APA)
Nell'agosto 1940 vennero studiate alcune m isure per rinforzare la copertura alla frontiera italo - svizzera, nei tratti non interessati alle operazioni, nella eventualità di attuazione della esigenza "S", e cioè recisione dei salienti ticinese e del Sempione. Le misure che riguardavano anche la G.a.F. vennero comunicate ai comandi interessati affinché, senza effettuare alcun movimento, fossero studiate ed emanate lepredisposizioni di attuazione in caso di necessità2 54 . Il termine delle ostilità con la Francia ed il cessato pericolo di violazione della neutralità elvetica portarono ad un alleggerimento della t ensione alla frontiera che permise, il 23 ottobre 1940, di disporre la smobilitazione ed il rientro ai centri di mobilitazione delle unità di cui era stato stabilito, fin dalla fine del '39, il rischieramento lungo il confine italo - svizzero. Tuttavia, pur disponendo il rientro alle proprie sedi di origine delle unità che erano affluite in rinforzo, non si smobilitava certamente la sistemazione difensiva; si cercava anzi di perfezionarla e di migliorarla realizzando quelle strutture ch e l'esperienza acquisita nel corso del breve conflitto con la Francia suggeriva per meglio chiu dere la soglia di casa. Valido esempio, tra gli altri, di qu esta at t ività rivolta al potenziamento della infrastrutture difensive è fornito dal foglio n°781 255 con cui il Comando della Difesa Territoriale di Milano, in data 18 aprile 1941, formulava allo Stato Maggiore proposte per ulteriori lavori difensivi da attuarsi agli sbarramenti di Iselle e San Giovanni.
254 Stato Maggiore del Regio Esercito Uff. Op. l" Sez. 2/a Promemoria per il Sottocapo di S. M. del R.E. in data agosto 1940. 255 A.U.S.S .M.E., rep. Ll/197.
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5. AL CONFINE CON LA JUGOSLAVIA
Il fronte jugoslavo è quello che vide nel periodo bellico considerato la più massiccia attività dei reparti della Guardia alla Frontiera. Se nel giugno 1940 era stato il fronte francese per primo a vedere la G.a.F. in azione, fu nel marzo del '41 che scoccò l'ora delle sue forze disposte a presidio del confine jugoslavo. Lo scoppio delle ostilità con la Francia aveva determinato anche in questo settore il rischieramento delle previste grandi unità (2A Armata e dipendenti unità) e l'assunzione degli schieramenti difensivi stabiliti dal P.R.12, per cautelare questo lembo di territorio nazionale. Il 6 giugno 1940, alla luce della situazione politica che faceva escludere ogni rapporto ostile con la Jugoslavia, il comando della 2/\ Armata determinava l'assunzione dello schieramento di sicurezza con temperamenti atti a non creare incidenti di frontiera256 e la G.a.F. manteneva la propria dipendenza organica. Questa prevedeva: - alle dipendenze del Coma ndo G.a.F. del XI Corpo di Armata i Settori di Copertura XXI, XXII, XXIII ed alle dipendenze del Comando artiglieria di C.A. il 9° Reggimento artiglieria G.a.F. - alle dipendenze del Comando G.a.F. del V Corpo di Armata i Settori di Copertura XXV, XXVI, XXVII ed alle dipendenze del Comando artiglieria di C.A. il 10° Reggimento artiglieria G.a.F. Dipendeva inoltre ai soli fini operativi dal Comando G.a.F. del XI C.A. il XVII Settore. Quattro giorni dopo, il 10 giugno, tali temperamenti venivano annullati e disposto che dalle 6re 0.00 del 12 giugno, in integrale applicazione del P.R.12, i settori di copertura passassero alle dipendenze dei comandanti dei settori difensivi (Corpo d'Armata di Udine) e dei settori divisionali (Corpo d'Armata di Trieste). Si aveva pertanto, ai fini operativi, la seguente dipendenza diretta fra settori G.a.F. e settori difensivi/divisionali: - V Corpo di Armata -D.f Sassari: XXV; - D.fLombardia: XXVI/a; - D.f. Bergamo: XXVI/b, XXVI/e, XXVII; - XI Corpo di Armata -IV Raggruppamento Alpino: XVII, XXI/a, XXI/b, XXI/e; D.fRe: XXII; D.f Isonzo: XXIII; per ciò che riguardava le artiglierie, solo i gruppi settoriali dovevano seguire le dipendenze dei propri settori. Il rinvenimento operato dai tedeschi di documenti francesi comprovanti la predisposizione di una comune azione greco/franco/jugoslava contro l'Italia, integrando le informazioni fornite dal Servizio Informazioni Militari (S.I.M.)257 , aveva determinato in Mussolini la volontà di intervenire militarmente, al termine del conflitto 25 6 Ministero della Guerra f. n° 322 del 3/6/1940 e C/do designato 2" Armata f. 11° 2703 datato 06/06/1940 all'oggetto: Schieramento di sicurezza, emendamenti al P.R.12. Diario Storico C/do 2" Armata.
257 Nino Arena "Soli contro ·tutti" ed. Ultima crociata Rimini 1993, pag. 23.
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franco-italiano, per eliminare la Jugoslavia dal novero delle nazioni. La sopravvenuta esigenza "E" (Est) aveva fatto soprassedere all'intervento, che tuttavia prenderà forma in conseguenza del colpo di stato avvenuto in Belgrado il 27 marzo 1941, con la deposizione del reggente filo tedesco, Principe Paolo. Vediamo ora, a simiglianza di quanto fatto per il fronte francese, quale era la struttura organica della G.a.F. al momento in cui si apriz·ono, nel 1941, le ostilità con il Regno di Jugoslavia, ostilità che videro come attore alla frontiera giulia, da parte italiana, la 2" Armata, articolata inizialmente su due corpi di armata e truppe alle dirette dipendenze, copertura compresa. Questo si rende necessario, poiché nel tempo che intercorse tra la cessazione delle ostilità con la Francia e l'apertura di questo nuovo fronte, scoppiò la guerra con la Grecia e le esigenze di personale da questorichieste determinarono modifiche al P.R.12, per cui le forze attribuite alla frontiera jugoslava e precedentemente descritte non corrispondono "in toto" a quanto venne in realtà schierato all'atto delle ostilità. Per completezza di informazione si riportano di seguito alcune delle situazioni che prima dell'aprile 1941 (inizio delle ostilità con il Regno di Jugoslavia) interessarono lo schieramento delle unità dislocate al confine con questo stato. Il Comando della 2" Armata con l'annesso 4 al f. n° 3970 del 9 luglio 1940 alla voce P.R.12 All. 2 = direttive schieramento difensivo = , previde l'assegnazione delle sotto riportate forze quali "forze assegnate per i settori di copertura": 3° Raggruppamento alpino: Gruppi artiglieria G.a.F. XLII, IL, LX ; XI° Corpo di Armata: 9° Raggruppamento artiglieria G.a.F. su Gruppi L, LI, LII, LVI, LVIII, LXIV; XIV° Corpo di Armata: 17°2 58 Raggruppamento artiglieria G.a.F. su Gruppi LXI, LXII, LXV, LXVI, LXXIV. Nell'agosto 1940 venne disposto lo spostamento dalle sedi di dislocazione alla front iera orientale dei reparti mitraglieri e di artiglieria previsti per la "Esigenza E"259_ Quest i reparti, che venivano inviati a rafforzare la 2" e la 8" Armata, non erano generalmente organici bensì di formazione ed era stato previsto di costituirli traendo da unità che restavano schierate ad occidente componenti non vitali per la difesa. Uesigenza su accennata prevedeva260 l'afflusso delle seguenti unità di artiglieria G.a.F.: - Raggruppamenti artiglieria G.a.F. n° 1226 1, 22, 24, - Gruppi: 33° su comando, Btr. 58, 59, 77, 78 da 100/17, 31 ° su comando, Btr. 145, 560 da 152/45,
258 Con l'arrivo dei richiamati delle classi 1910, 12, 13, 14, 15 e 16 il 9° Reggimento di stanza a Gorizia, con gli organici al 100%, forma i due raggruppamenti 9° e 17° artiglieria G.a.F.. 25 9 Ipotesi operativa verso la Jugoslavia (Est da cui E). 260 L'attuazione della esigenza lo prevedeva, ma successivamente il movimento venne annullato.
261 Già del C.A. di 1ì·eviso era stato inviato in rinforzo alla Frontiera con la Francia ed ora era previsto rientrasse.
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La Guardia Alla Frontiera
97° su comando, Btr. 210, 212, 213, 219 da 105/14, 99° su comando, Btr. 214, 215, 216, 227 da 105/14, 32° su comando, Btr. 75, 76, 79 dal00/17, 85° su comando, Btr. 340, 341, 342 da 100/17, 88° su comando, Btr. 68, 69, 70 da 100/17, 92° su comando, Btr. 343, 345, 373 da 100/17, 45° su comando, Btr. 217, 218, 226 da 105/14, 102° su comando, Btr. 220, 221, 222, 223 da 105/14, 75° su comando, Btr. 60, 71, 73, 74 da 100/17, 78° su comando, Btr. 63, 64, 65, 66 da 100/17 98° su comando Btr. 335,336,337 dal00/17, 73° su comando, Btr. 228, 229, 230 da105/14, 30° su comando, Btr. 56, 57, 67, 519 dal00/17, 47° su comando, Btr. 312,313,339 da 100/17, 59° su comando , Btr. 341, 371, 372, 518 dal00/17, Reparti trattrici non ordinativamente identificati262. Oltre alle unità precedentemente citate, in data 1° ottobre 1940 venne previsto dal P.R.12 l'impiego a favore del V C.A., del 10° Raggruppamento art. G.a.F. così articolato: LIII gruppo (Btr 192, 194, 195 da 149/12), LXIX gruppo (Btr 171, 172 da 149/35 ), LXXXI gruppo (Btr 165, 166 da 149/35 ), LXVII gruppo (Btr 317, 318, 319 da 100/17) 263 _ /
O
Km.
50
"100
.
Figura 66: Schizzo. Le campagne contro Grecia e Jugoslavia.
2 62 F. n° 6224 del 13 agosto 1940 (A.U.S.S.M.E. M3/J.32). 263 m queste unità il solo 10° Raggruppamento parteciperà successivamente ai combattimenti alla frontiera jugoslava nell'ambito del V Corpo; non impiegati su tale fronte il 12° e 22c verranno successivamente trasferi ti in Sicilia in difesa costiera mentre il 24° si dislocherà in Liguria per difenderne le coste ed il porto di Genova. 0
La guardia alla frontiera) un corj:Jo unico per dfjèndere i cort:fini
5.1
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FRONTE JUGOSLAVO
La diluizione delle forze delle Guardia alla Frontiera non può certamente essere descritta se non riportandone, in stralcio, la posizione nell'ambito dell'ordine di battaglia della 2/\ Armata che, incaricata della fronte giulia dal varco di Coccau al mare, aveva suddiviso tale territorio di operazioni belliche in due settori operativi di Corpo d'Armata. Come si potrà notare, vennero infranti i vincoli settoriali e si giostrò assegnando i vari sottosettori e le unità di artiglieria in funzione dei settori operativi, e relative competenze, che la pianificazione in vigore aveva determinato. QUADRO DI BATTAGLIA DELLA 2/\ ARMATA (Fronte Giulia) al 6/04/1941264 - Stralcio delle forze della Guardia alla Frontiera impiegate Settore operativo Nord, affidato alla responsabilità del XI Corpo d'Armata nel tratto da Valico di Coccau a Monte Grosso, forze G.a.F.: - Settori di Copertura: XVII - XXI - XXII - XXIII G.a.F. -Artiglieria G.a.F.: 265 XLII Gruppo (Btr 259 da 65/17 - 61, 62, 623 da 75/27-81 da 100/17) (XVII Sett.) LX Gruppo (Btr 89, 324 da 75;2·7 - 315 da 100/17) (XXI Sett.) XLIX Gruppo (Btr 300, 301, 302 da 100/17) (XXI Sett.) LI Gruppo (Btr 303, 304, 305 da 100/17) (XXI Sett.) L Gruppo (Btr 87, 88 da 75/27) (XXII Sett.) LXI Gruppo (Btr 306, 307, 319 da 100/17) (XXII Sett.) LII Gruppo (Btr 191, 192 da 149/12) (XXII Sett.) LXIV Gruppo (Btr 308, 309 da 100/17) (XXII Sett.) 17° Raggruppamento Artiglieria (XXIII Sett.) su: LXII Gruppo (Btr 310, 311 da 100/17) LXV Gruppo (Btr 86, 90 da 75/27; 190 da 149/12; 174 da 210/8) LXVI Gruppo (Btr 320, 321 da 100/17) -Artiglieria G.a.F. alle dirette dipendenze del Corpo d'Armata: 9° Raggruppamento Artiglieria su: LVIII Gruppo (Btr 151, 153 da 149/35) LXXIV Gruppo (Btr 94 da 75/27) LXII Gruppo bis (Btr 125, 156 da 152/45) LVI Gruppo (Btr 152, 184, 161 da 149/35 - 124, 158 da 152/45)
2 64 Dedotto da: A.U.S.S.M.E., Diario Storico della 2/\ Armata - 2° bimestre 1941 - allegati. 265 Diario Storico del C/do artiglieria della 2/\ Armata allegato 3 del 27/3/41.
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La Guardia Alla F1·ontiera
- C/do CX Btg mitraglieri da posizione, (a.f.) - Cp. mitr. da pos. (a.f.): 524, 525, 526, 527, 528, 529, 530, 633, 646, 552. - n ° 3 Btg CC.NN. (144, 146, 162) - 3° Raggru ppamento alpino "Alto Isonzo"266: - Settore operativo sud affidato alla responsabilità del V Corpo d'Armata nel tratto da Monte Grosso a Fiume (città esclusa), forze G.a.F.: - Settori di Copertura: XXV - XXVI G.a.F. - Artiglieria G.a.F.:267 LXXXIV Gruppo (Btr 325, 618 da 75/27 - 316 da 100/17) (XXV Sett.) LXXXII Gruppo (Btr 326 da 75/27 - 314 da 100/17) (XXV Sett.) (Btr 317, 318 da 100/17) (XXVI Sett.) LXVII Gruppo 620 Batteria da 75/27 in caverna (XXVI Sett.) C/do CXV Btg. mitraglieri da posizione (a.f.) Cp. rnitr. da pos. (a.f.) 516, 553, 554, 537, 538. -Artiglieria G.a.F. alle dirette dipendenze del Corpo d'Armata: 10° Raggruppamento Artiglieria su: LIII Gruppo (Btr 194, 195 da 149/12, 317 da 100/17) (Btr 171, 172 da 149/35) LXIX Gruppo LXXXI Gruppo (Btr 165, 166 da 149/35 ) Altre forze: - n° 3 Btg CC.NN. /
Inoltre, la particolare situ azione di Fiume e Zara suggerì di costituire, con le truppe dislocate in tali località e nell'ambito dello schieramento generale delle forze della 2"' Armata, entità dotate di una certa autonomia; si ebbero quindi, oltre ai settori operativi Nord e Sud, precedentemente esaminati, la piazza di Fiume ed il fronte autonomo di Zara. - Piazza di Fiume. Maggiormente esposta ad attacchi avversari, venne costituita in entità autonoma agli ordini del generale Dabbeni con le seguenti truppe dislocate per la difesa ad oltranza: - G.a.F.: XXVII Settore di Copertura (articolato, ora, su 5 gruppi di capisaldi) LXXXIII Gruppo artiglieria G.a.F. (del XXVII Sett.) su: Btr 322, 621 (2 pezzi da 75/27 in cav., 2 pezzi da 65/17 in cav.), 622 da 75/27 in cav. 192 da 149/35- 701, 702 da 260/9- 401 da 240/12. - confinarie (Reali Carabinieri, Regia Guardia di Finanza e Milizia Confinaria).
266Già 3° Raggruppamento alpini Valle e costituito dai battaglioni a lpini Val Pellice, Val Cenischia, Val Toce e dal Gruppo art. alp. Val Adige. 267 Diario Storico del C/do artiglieria della 2" Armata allegato 2 del 27/3/41.
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- Fronte autonomo di Zara. L'estrema limitatezza del territorio e la sua collocazione geografica avevano fatto ritenere allo Stato Maggiore insostenibile la posizione della città. Il mutamento di tale concetto avvenuto nei primi anni '30 comportò l'effettuazione di numerosi lavori fortificatori, quali postazioni per mitragliatrici in torretta blindata ed in caverna, per trasformare il territorio in una testa di ponte difensiva. Nel 1940 il primitivo sistema difensivo, integrato sia con opere tipo 7000, postazioni a cielo aperto riservette e ricoveri in caverna, sia con la messa opera di ostacoli anticarro e reticolati, divenne un robusto ed articolato campo trincerato in grado di offrire una notevole resistenza, anche temporale, ad un attacco avversario. Le "Truppe Zara" ed il campo trincerato erano agli ordini del Gen. Giglioli che, nell'aprile 1941 aveva articolato il campo trincerato su due fronti (terra e mare) per un complesso di 6 battaglioni e 3 gruppi di artiglieria. Nell'imminenza dell'inizio delle operazioni, le truppe di presidio vennero rinforzate con unità G.a.F. tratte dalla frontiera settentrionale e precisamente dal CIII Gruppo artiglieria G.a.F. (su Btr 98, 357, 358)2 68 e dalle compagnie mitr. da pos. n° 547, 548, 5492 69. Solamente il gruppo e le Compagnie mitr. da pos. erano realmente G.a.F., anche se, dopo aver espresso nell'aprile '38 parere negativo, nel luglio 1938 il Sottosegretario di Stato, considerati i compiti loro affidati, aveva sancito che le truppe dislocate in Zara dovevano essere considerate, a tutti gli effetti, appartenenti alla G.a.F. 270 . L'attuazione di provvedimenti alla frontiera giulia, in relazione all'atteggiamento jugoslavo, prevedeva due tempi successivi nei quali le forze da impiegare venivano gradualmente crescendo: • un primo tempo, con la Jugoslavia incerta, vedeva l'assunzione di uno schieramento di sicurezza da parte della 2" Armata, con forze di copertura e grandi unità stanziali (G.a.F., V e XI C.A.) e la radunata del nucleo Est di riserva Alto Comando (8" Armata, VI e XIV C.A.) in zona arretrata; • un secondo tempo, con la Jugoslavia presumibilmente o decisamente ostile, vedeva il passaggio allo schieramento difensivo, inserendo nello schieramento di sicurezza parte del nucleo Est della riserva Alto Comando. Dopo un periodo di stasi dovuto alla campagna contro la Grecia, la situazione politica riportò in auge lo scacchiere jugoslavo, le cui forze vennero attivate secondo la cadenza prevista dal P.R. 12. Lo schieramento di sicurezza venne attuato nel periodo 6/26 marzo 1941 in previsione di un attacco in forze da parte del nemico e se ne previde il rafforzamento con unità G.a.F. provenienti da altra frontiera.
268 S.M. R.E. f. ne 5365 del 9/8/40. 269 S.M. RE. f. n° 7532 del 12/9/40. 270 M.G. Uff. Ord. f. n° 5690 del 5 aprile '38 (A.U.S.S.M.E. M7/501) e 12920 del 23 luglio '38 (A.U.S.S.M.E. M?/503).
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Esso prevedeva, per la G.a.F., le seguenti forze: - Fronte del XI Corpo di Armata - alle dirette dipendenze del Comando di Corpo d'Armata: LVIII Gruppo art. G.a.F. del go Raggruppamento artiglieria G.a.F. (alle dipendenze tattiche dei 3° Raggruppamento artiglieria di Armata) - Settore Nord affidato al comandante della G.a.F. del XI Corpo d'Armata forze: C/do XVII Settore, Sottosettori XVII/e, XVII/d Battaglioni di formazione G.a.F. 1° e 2° (tratti da XVII/a e XVII/b) XLII Gruppo art. G.a.F. (settoriale) 17° Reparto misto genio 17 /\ Autosezione speciale di copertura C/do XXI Settore, Sottosettori XXI/a, XXI/b, XXI/e XLIX, LI, LX, LXIV Gruppo artiglieria G.a.F.(gruppi settoriali). 21 ° Reparto misto genio 21 /\ Autosezione speciale di copertura 526 Cp. mitr. da pos. XXII/a Sottosettore; - Settore Centrale affidato al comandante la D.f. RE forze: Q/do XXII Settore, Sottosettori XXII/b, XXII/e L, LII Gruppo artiglieria G.a.F. (settoriali), LVI, LXII del go Raggruppamento àrtiglieria G.a.F. 552, 633, 646 Cp. mitr. da pos. - Settore Sud affidato al comandante della D.f. ISONZO forze: C/do XXIII Settore, Sottosettori XXIII/a, XXIII/b / 17° Raggruppamento artiglieria G.a.F. (Gruppi LXII, LXII bis, LXv, LXVI) - Fronte del V Corpo di Armata alle dirette dipendenze del Comando G.a.F. del V Corpo d'Armata C/do XXVII Settore, Gruppi capisaldi I, II, III, IV, V Reparti reclute dei Gruppi capisaldi I, II, III, IV, V LXXXIII Gruppo art. G.a.F. 516 Cp. mitr. da pos. - Settore Sassari affidato al comandante della D.f. SASSARI forze: C/do XXV Settore, Sottosettori XXV/a, XXV/b LXXXII, LXXXIV Gruppi art. G.a.F. (settoriali) 25° Reparto misto genio 25/\ autosezione speciale di copertura 545, 546 Compagnia mitraglieri da posizione - Settore Lombardia affidato al comandante della D.f. LOMBARDIA forze: C/do XXVI Settore, XXVI/a Sottosettore LXVII Gruppo art. G.a.F. (settoriale) - Settore Bergamo affidato al comandante della D.f. BERGAMO forze: Sottosettori XXVI/b, XXVIfc271 271 Alla data del 11 aprile 1941 cessa la dipendenza tattica dalla D.f. Bergamo, che viene sostituita sulle posizioni raggiunte da forze tratte dal settore (3 plotoni + 100 uomini).
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Battaglione complementi G.a.F. su 3 Compagnie: 1 /\fXXVI/a, 1 /\fXXVI/b, 1 /\fXXVIfc (Villa del Nevoso)272 Alla data del 1° aprile '41 erano inoltre presenti nei ranghi del XXVI Settore le seguenti unità reclute: tre compagnie del XXVI/a, due compagnie del XXVI/b, quatto compagnie del XXVI/e ed il reparto misto reclute settoriale che, articolato su sei plotoni, era dislocato a Villa del Nevoso. Fronte di Zara Alle dirette dipendenze dello Stato Maggiore del Regio Esercito dalle ore zero del 1° aprile 273 Forze G.a.F.: CIII gruppo artiglieria, 54 7, 548, e 549 compagnia mitraglieri da posizione.
Il suddetto schieramento di sicurezza venne sfumato nel periodo 27 marzo/5 aprile, con l'inserimento delle previste unità di rinforzo, fino a divenire schieramento offensivo. Nel periodo compreso fra il 6 ed il 7 aprile si ebbero le prime scaramucce, colpi di mano, scontri di pattuglie; poi le truppe mobili irruppero oltre frontiera. La Guardia alla Frontiera274 , con unità costituite da elementi tratti dai settori, partecipò alle azioni preliminari275 , effettuando arditi colpi di mano sui presidi avanzati jugoslavi e conquistando importanti posizioni, fondamentali per lo sviluppo ulteriore delle operazioni, mentre il fuoco delle artiglierie di raggruppamenti e gruppi integrava e potenziava quello delle artiglierie delle unità mobili lanciate in profondità nel territorio avversario. In data 16 aprile 41 il XXVII Settore formò con i propri gruppi di capisaldi battaglioni mobili per meglio concorrere all'offensiva e successivamente, in data 28 aprile 1941, con elementi tratti dal I di questi battaglioni, procedette al presidio delle isole di PAGO e di ARBE. I Settori XXI276 , XXII 277 , XXIII, XXVI 27 8 e di nuovo il XXVII279 costituirono, con elementi tratti dai sottosettori, battaglioni fucilieri di formazione per concorrere all'attività offensiva delle grandi unità in cui erano inquadrati e successivamente li dislocarono in zona di occupazione per svincolare dai compiti statici le unità mobili e consentire loro una più veloce ulteriore penetrazione in territorio nemico. 272Alla data del 11 aprile 1941. 273 Le operazioni militari contto la Jugoslavia A.U.S.S.M.E. Repertorio 110/81. 274 Le unità cui è stata riconosciuta l'effettiva partecipazione al conflitto sono elencate nell'allegato n. 2 alla circolare S.M.E. 5000, riportato in documenti allegati n. 29. 275 Fra le altre: .... il giorno 8 aprile una formazione mista di G.a.F ed alpini del 3° Reggimento occupava Kraniska Gora, il 9 aprile due batterie G.a.F. concorsero all'occupazione di Godz, il giorno l l elementi del XXI Settore occupavano Zari Log, Ziri e Sussak. 27611 battaglione si sciolse il 30/04; con gli elementi che lo costituivano ogni sottosettore formò una compagnia fucilieri organica. 277Rientrato in territorio nazionale, il battaglionevenne sciolto il 20/04, essendo le zone presidiate - Modvocle e Scofia - passate sotto il controllo tedesco. 278Battaglione complementi dislocato a Villa del Nevoso e Reparto di formazione dislocato in zona di. occupazione. 279 Comando XXVII Settore di copertura f. n° A/13/2045 del 19/04/41, riportato in documenti allegati n° 46.
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La resa della Jugoslavia, avvenuta il 18 aprile, vide il parziale rientro sulle posizioni fortificate delle unità G.a.F. di formazione - battaglioni settoriali - che si erano portate all'attacco del nemico ed avevano creato le premesse per la vittoriosa avanzata. Vennero così riprese le funzioni istituzionali cui i Settori XXV, XXVI e XXVII dovettero aggiungere il compito di demolire il sistema difensivo ex jugoslavo e quello di rastrellare e raccogliere le armi ed i materiali abbandonati dal nemico in tutta la fascia di pertinenza, che ora si estendeva ad una striscia della profondità di 12 Km. oltre frontiera. Per assolvere tale compito, ogni settore che non aveva truppe in zona di occupazione dovette costituire un battaglione di formazione le cui compagnie fucilieri organiche erano formate in ragione di una per sottosettore. Venuti a cessare con la fine delle ostilità lo schieramento di guerra e la conseguente dipendenza dai settori operativi, i comandi G.a.F. del V ed XI Corpi d'Armata e le dipendenti unità passarono organicamente alle dipendenze rispettive dei Comandi di Difesa Territoriale di Trieste ed Udine, mentre il Comando della Difesa di Treviso riassunse il controllo del XVII Settore di Copertura, già ceduto per l'impiego al comando del XI Corpo d'Armata280 .
5.2
CONTROLLO E PRESIDIO DEL TERRITORIO JUGOSLAVO
Ma l'attività in questa porzione di frontiera non era destinata ad esaurirsi con la fine delle ostilità e con la scomparsa, come entità statale, del Regno di Jugoslavia. Dopo un iniziale periodo di tranquillità si ebbe il sorgere, in crescendo, del fenomeno partigiano e q,ella guerriglia da esso portata avanti. Conseguenza immediata di tale forma di lotta fu il parziale abbandono dei compiti istituzionali e la trasformazione organica che talune unità della Guardia alla Frontiera dovettero operare per svolgere attività di controguerriglia. Così, per le unità incaricate di condurre questa forma di lotta, scomparvero le iniziali strutture ordinative e si costituirono in loro vece grossi raggruppamenti di forze presidiarie, più flessibili ed adeguati alla minaccia portata avanti dalla guerriglia svolta dalle forze partigiane. I settori di copertura rimasero organicamente in vita, ma ad essi fu chiesto, in base alle esigenze che si manifestavano al momento, di trarre dai propri organici ufficiali, sottufficiali e truppa per creare temporanee unità da adibire alla controguerriglia; tali unità si costituivano, davano vita a battaglioni, reggimenti, raggruppamenti, si scioglievano e rientravano nei loro originali organici settoriali. Già dal luglio 1941 vennero costituiti alcuni battaglioni mobili settoriali2 8 1 impiegati inizialmente per presidiare i centri occupati ritenuti più importanti, sorvegliare la linea ferroviaria Trieste/Lubiana e dare sicurezza alla viabilità stradale, garantendo così il regolare rifornimento ai reparti dislocati nei territori occupati; determinate successivamente le zone di influenza italiana e tedesca ed attuata la dislocazione delle forze destinate al presidio, le unità 280 Stato Maggiore R.E. f. n° 0012600/ord del 19/04/41 all'oggetto: Guardia alla Frontiera di Trieste e di Udine e del XVII Settore di Copertura - A.U.S.S.M.E. - M7/504. 2 81comando XXI Settore di Copertura f. n° I/3992/0P del 19 luglio 1941 all'oggetto: Costituzione XXI Battaglione speciale G.a.F..
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G.a.F. vennero chiamate, per momentanea carenza di specifici reparti, a concorrere all'azione dei Corpi d'Armata e dipendenti divisioni incaricate del controllo in tali zone. Un esame delle forze in campo vede già presenti, sul finire del 1941, le forze della G.a.F. inserite nella difesa costiera, attuata, primo fra le forze armate italiane, dal V Corpo di Armata282in Dalmazia; esse agirono nell'ambito di unità mobili, con la nuova struttura di reparti mobili settoriali o battaglioni di settore, impegnate in azioni di controguerriglia all'interno del territorio jugoslavo/montenegrino. Inizialmente l'utilizzo fuori dalle strutture fortificate riguardò poche unità, prevalentemente agenti nell'ambito della difesa costiera; solo successivamente l'estendersi del fenomeno partigiano determinò un massiccio ricorso alle forze settoriali, cui fu richiesta la formazione di numerose unità mobili. Da un esame dei documenti che si riferiscono all'iniziale attività, risultano impiegate e così dislocate le seguenti forze: III/XXVI Settore G.a.F. e IV/XXVI Settore G.a.F. a Veglia 1"/I/XXVII Settore G.a.F. a Arbe, 2"/I/XXVII Settore G.a.F. a Pago Compagnie cannoni c/c da 47/32: Segna n° 2, Carlopago n° 4, Selze Novi n° 1, S. Giorgio n° 2, Porto Re n° 2, Iablanazzo n° 4. Si trattava di un embrione di struttura difensiva, con obiettivi limitati, cui faceva da contraltare una limitata attività delle prime formazioni partigiane jugoslave. Già nell'agosto del 1941, però, esaminando la situazione particolareggiata delle forze del Comando G.a.F. del XI Corpo d'Armata risulta che: ciascuno dei tre settori di copertura dipendenti dovette costituire ben due battaglioni di formazione con cui intervenire contro bande di rilevante entità che attaccavano le truppe dislocate sul territorio occupato, spesso raccolte in esigui presidi; il comando G.a.F. del XI Corpo d'Armata con foglio I/3370/0P datato 5 agosto '41 dispose la costituzione e l'invio nella zona di Lubiana di una unità a livello reggimento, il XXI Reggimento G.a.F., articolata su quattro battaglioni - I/XXI, I/XXII, I/XXIII, CX Btg mitr. p.t.283 , e diede ordine di procedere in pari tempo alla costituzione di ulteriori reparti di fanteria, traendone il personale dai raggruppamenti e gruppi artiglieria G.a.F. dipendenti284. L'analisi dei succitati provvedimenti, l'esame degli ordini emanati, da cui risulta che i compiti affidati alla G.a.F. stabilivano che essa esercitasse uno stretto controllo nel territorio di competenza mediante il riattamento delle opere fortificate, l'istituzione di posti di blocco, di centri di fuoco e telecomunicazioni, l'esecuzione di servizi speciali quali scorte ad autocolonne e treni, già di per sé denota un peggioramento nella situazione di controllo del territorio. Il fatto poi che, oltre a quanto somma2 82 TI Comando di difesa costiera del V Corpo d'Armata, costituito fin dal 1941, aveva competenza territoriale da Buccari a Seline e gestiva per questo tipo di attività anche unità G.a.F.; l'altro Corpo d'Armata (VI C.A.) aveva, invece, delegato le funzioni di difesa costiera alle singole Grandi Unità dipendenti, nessuna delle quali gestiva forze G.a.F.. Tratto da: Fatutta Francesco "Difesa costiera e guerriglia sul litorale croato-dalmato" in U.S.S.M.E." Studi Storico Militari" 1986 pag. 646, 647, 648. 2 83 Comando G.a.F. XI Corpo d'Armata f. n° 1/3370 del 5 agosto 1941 - Costituzione XXI Rgt. G.a.F.. In documenti allegati n° 47. 2 84 Comando XXIII Settore di Copertura f. n° IV8024/l'E del 5 agosto1941 all'oggetto: Costituzione XXIII Rgt. G.a.F.
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riamente elencato, si fosse passati da un battaglione, (il I Btg di formazione del XXI Settore presente nella situazione descrittiva del 31 luglio 1941), a ben sei battaglioni, presenti nella situazione del 15 agosto 1941, tutti con compiti di controguerriglia, evidenzia chiaramente come il fenomeno partigiano, pressoché inesistente agli inizi dell'occupazione, fosse in netta evoluzione, negativa per noi italiani, ed interessasse tutto il territorio soggetto a controllo. , La fine del 1941 e l'inizio del 1942 furono caratterizzati dalla crescita del movimento partigiano, dall'estendersi della sua zona di azione e dall'incremento sia qualitàtivo che quantitativo dell'attività eversiva. Questo ingombrante fenomeno che turbava la tranquillità dello scacchiere venne successivamente affrontato dai tedeschi con massicce offensive tese ad eliminare radicalmente il fenomeno, mentre da parte italiana, oltre ai grandi rastrellamenti compiuti dalle unità mobili si agì rafforzando le difese ed in special modo quelle litoranee. Per le truppe italiane infatti era di vitale importanza rendere sicure le poche vie di comunicazione terrestri e marittime attraverso le quali passavano i collegamenti ed il necessario flusso dei rifornimenti diretti alle unità di occupazione disseminate sul territorio jugoslavo e sulle numerose isole componenti l'arcipelago dalmata. La difesa attuata nel 1941, che si può definire embrionale, subì un drastico mutamento legato alla necessità di costituire unità autonome in grado di assolvere in proprio il compito di inquadrare, organizzare e coordinare tutte le forze preposte alla difesa di parti del litorale; oltre ai battaglioni, vennero costituiti i reggimenti mobili G.a.F. e sorsero, come nella madre Patria, le grandi unità costiere preposte, nel caso specifico, anche a funzioni di coordinamento degli interventi antiguerriglia. La difesa costiera venne articolata nei comandi di brigata/divisione costiera dipendenti dai comandi di Corpo d'Armata territorialmente competenti; il litorale della Dalmazia venne suddiviso in tre settori, litorale croato, media Dalmazia (annessa all'Italia) e bassa Dalmazia, affidati rispettivamente al V, XVIII e VI Corpo d'Armata; da essi dipendevano rispettivamente la XIV, XVII e XXVIII Brigata Costiera che assunsero in questa nuova articolazione difensiva la responsabilità operativa della difesa della porzione di litorale affidato al Corpo di Armata di cui facevano parte. La crescente minaccia infatti non permetteva di devolvere, come precedentemente, la difesa costiera ad unità a ·livello battaglione/reggimento dipendenti dai singoli comandi di grande unità, ma richiedeva unitarietà di comando e di impiego delle forze preposte. Mentre non è stata rilevata, dai documenti esaminati, alcuna presenza G.a.F. nei ranghi della XVII e XXVIII Brigata Costiera, numerose sono le unità del corpo, nell'ambito della XIV Brigata Costiera2 85 . Uanalisi della dislocazione delle forze di questa unità, articolata per ragioni operative in due settori e sei sottosettori, consente di rilevare la presenza delle sottoelencate unità/reparti G.a.F.: - 1° Settore Costiero con sede Porto Re articolazione: 1°, 2° Sottosettore
285 Costituita in data 31 gennaio 1942 la Brigata fu posta alle dipendenze del V C.A. che la impiegò quale comando "Zona Costiera" in sostituzione del comando artiglieria di C.A.
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- Forze G.a.F. presenti: 10° Raggruppamento artiglieria su LXIII Gruppo da 149/12 LXIX Gruppo da 149/35 1" Cp mitraglieri /XXVII Settore G.a.F. Btg di formazione III/XXVI Settore G.a.F. (15 - 16 - 17 Compagnia) - 2° Settore Costiero con sede Segna articolazione: n° 2 Sottosettori - Forze G.a.F. presenti: 2 Cp. mitr/XXVII Settore G.a.F.(Segna) 1 sz. cannoni 4 7/32 -/ XXV Sett . (Segna) 1 sz. cannoni 47/32 -/XXVI Sett. (Segna) 1 sz. cannoni 4 7/32 -/ XXVII Sett. (S. Giorgio) - 5° Sottosettore autonomo con sede Iablanazzo - Forze G.a.F. presenti: 622" Btr da 75/27 -/ XXVII Sett. G.a.F. 2 sz. cannoni da 47/32-/ XXVII Sett . G.a.F. - 6° Sottosettore autonomo con sede Carlopago - Forze G.a.F. presenti: 2 sz. cannoni da 4 7/32 -/ XXV Sett. G.a.F. 2 Cp. aut. di formazione/ XXVII Sett. G.a.F. (isola di Pago). Per quanto riguarda le province di Trieste, Fiume, Gorizia, Pola ed Udine (il confine terrestre), i primi segnali che qualche cosa stava cambiando si ebbero nell'autunno/inverno 1941/42, con le prime sconfitte dell'Asse ed il concomitante rafforzamento del movimento partigiano iugoslavo; si rendeva quindi necessaria una profonda ristrutturazione del sistema di tutela dell'ordine pubblico atto a mettere sotto controllo la popolazione che, non di ceppo italiano, era stata forzosamente italianizzata al termine del primo conflitto mondiale. Venne perciò deciso di dare corso, anche in questa parte di territorio, alla riorganizzazione ed al poten ziamento delle forze presenti, nonché ad una profonda r evisione di quelle che erano le competenze militari territoriali. Prescindendo dalla notevole ristrutturazione e dal potenziamento degli organi direttivi del Ministero dell'Interno e dipendenti forze, per ciò che riguarda la Guardia alla Frontiera, in data 3 gennaio 1942286 lo Stato Maggiore, sulla base delle esperienze maturate e per una migliore gestione delle forze, venne nella determinazione di attribuire una diversa dipendenza, principalmente operativa, alle unità mobilitate e a quelle non mobilitate della G.a. F. orientale. Venne infatti stabilito che i comandi G.a.F. di Trieste ed Udine e le unità del Corpo mobilitate dipendessero, per ordinament o, disciplina, addestr amento, servizi di carattere operativo e lavori, dai comandi del V ed XI Corpo d'Armata e per le rimanenti materie dai comandi di difesa competenti per t erritorio, mentre per le unità non mobilitate la dipendenza era, a tutti gli effetti, dai comandi di difesa competenti per territorio, eccezion fatta per la dipendenza, in materia di mobilitazione, dei centri di mobilitazione che, in deroga, fu attribuita ai competenti co286 S.M. RE. Ufficio Ord. f. n° 0023550/1 del 3 gennaio 1942 all'oggetto: Dipendenza della G.a.F. orienta le. 2 87 Stato Maggior e del Regio Esercito Uff. Ordinamento r. n° 0023550/1 del 3/1/1942 all'oggetto: dipendenza della G.a.F. orientale. A.U.S.S.M.E. Diario Storico Comando 2" Armata 1" bimest,·e 1942.
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mandi di Zona militare287_ Venne inoltre disposto un rafforzamento dello strumento dì controllo del territorio con la costituzione degli ulteriori battaglioni G.a.F. III del XXVII e IV del XXVI Settore, rispettivamente in data 18 maggio e 1° giugno. Preso atto che però i provvedimenti adottati non avevano sortito pienamente gli effetti sperati, che il numero delle unità mobili era in rapido 'a ccrescimento e che nel contempo era necessario riattivare completamente lo strumento costituito dai settori di copertura, il cui impiego e compito differiva da quello delle unità mobili, lo Stato Maggiore venne nella determinazione di costituire, per l'inquadramento dei reparti Guardia alla Frontiera dipendenti dai comandi del V e XI Corpo d'Armata e dislocati oltre i vecchi confini, appositi e specifici comandi denominati "Comandi di Raggruppamento Guardia Frontiera". Pertanto, con determinazione del 31 maggio 1942288 , venne stabilita la costituzione del V e XI Comando Raggruppamento Guardia alla Frontiera, dipendenti rispettivamente dai comandi del V e XI Corpo d'Armata. Contestualmente alla loro costituzione per mobilitazione ed avvio alle sedi rispettive di Sussak e Longatico, i comandi G.a.F. dei Corpi d'Armata di Udine e Trieste poterono fare urgente rientro alle proprie sedi per riassumere i loro specifici compiti istituziona1i289. Il comando della difesa territoriale di Udine, per la parte di propria competenza, nella primavera del 1942, oltre a costituire l'XI Raggruppamento G.a.F., aveva provveduto a: - completare, avvalendosi dei XXI, XXII, XXIII Settori di Copertura, il sistema di vigilanza fra Postumia e Monte Panerio, costituendo ulteriori sedici capisaldi e quattro distaccamenti, - conferire,/ nel settore Postumia/Strudeno/Smarje, ad un ufficiale superiore del XXIII Settore G.a.F. la responsabilità della gestione delle scorte ferroviarie e stradali, dell'istituzione di posti di blocco, centri di fuoco e comunicazione, nonché del riattamento delle fortificazioni che potevano essere riutilizzate nel servizio di controguerriglia. In concomitanza con l'afflusso e la dislocazione sul territorio di divisioni di tipo presidiario di nuova costituzione, venne completato nell'aprile/maggio 1942 il dispositivo G.a.F. da Tolmino a Vipacco con le unità del neo costituito XI Raggruppamento appoggiate dal 17° Reggimento artiglieria G.a.F. e di conseguenza la struttura di controllo affidata alla G.a.F. venne ad estendersi da Tolmino al Monte Pomario. Allo scopo di meglio coordinare le forze, nel tardo giugno '42, lo Stato Maggiore determinò: - che la competenza militare nella Regione Venezia Giulia venisse suddivisa fra il Comando Territoriale di Udine, l'XI Corpo di Armata che operava a cavallo del vecchio confine di stato, pur avendo la sede di comando in Slovenia, ed il XXIII Corpo d'Armata di Trieste;
2 88 S.M. R.E. Uff. Ord. f. n° 0035970/1 del 31 maggio 1942 all'oggetto: Comandi di raggruppamento guardia frontiera. 2 89 Per la situazione della G.a.F. al 15 giugno 1942 vedi allegato n°48.
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- che lo schieramento adottato dalla G.a.F., alla luce dell'importanza della sua tenuta, venisse da subito integrato dall'opera di controllo svolta da battaglioni C.C. N.N., dalla costituzione di ulteriori altri presidi in località contigue e successivamente, nel luglio, dai reparti del 103° Reggimento alpini di marcia. Dall'esame dei risultati ottenuti, conseguenti anche alle dislocazioni sul territorio delle unità e loro comandi (e quindi delle capacità e possibilità di effettiva gestione ed intervento per debellare il movimento partigiano che stava contagiando anche il territorio italiano), nel tardo 1942 venne attuata in Venezia Giulia un'ulteriore nuova struttura di comando, che interessava ora anche la Carnia e l'alto Friuli, con una suddivisione di compiti che assegnava al Comando Difesa Territoriale di Udine le competenze già in carico all'XI Corpo d'Armata e quelle in assegnazione al V Corpo d'Armata, già da tempo dislocato con l'XI in Jugoslavia. Nello stesso 1942, il XXIII Corpo d'Armata, di sede a Trieste, sviluppava una intensa opera organizzativa, migliorando e rafforzando ancor più il dispositivo di difesa e controllo territoriale e, quale primo impegno di più vasto respiro, vennero riattivate e perfezionate le difese e i controlli di zona del vecchio confine da Studeno a Cruscevie presidiate dalla G.a.F. per evitare travasi e sconfinamenti di uomini ostili da una parte all'altra del vecchio confine. Nel dicembre 1942 lo Stato Maggiore disponeva che il XXIII Corpo d'Armata costituisse un ulteriore battaglione mobile che doveva assumere il numero distintivo di V/XXVI Settore di Copertura ed essere di rinforzo alla G.a.F. della frontiera est. La costituzione di un battaglione nel quadro di una guerra non è un fenomeno eclatante, ma questa è invece assai importante perché, per realizzare questa unità mobile contrariamente alle precedenti che furono costituite nell'ambito settoriale - si dovette attingere ai lontani settori XI, XII, XIII, XIV, XV, XVI. Questo rivela come, ormai, alla G.a.F. della frontiera orientale fosse stato tolto tutto il sottraibile, portandola al 50% degli organici di guerra, e si mettessero in campo reparti raffazzonati, mentre invece per debellare il crescente fenomeno della guerriglia sarebbero stati necessari sempre più reparti, ben affiatati nonché specificatamente addestrati ed armati. Notevole è quindi l'apporto fornito nel 1942 al controllo del territorio dalle forze della Guardia alla Frontiera ed una idea seppure parziale, che esclude cioè i minori apporti alla difesa delle isole e presidi, è fornita dagli allegati G.a.F. 2 90 al quadro di battaglia della 2/\ Armata alla data del 30 novembre1942 - riportato nel Diario Storico della Grande Unità - anno 1942. Preso atto che l'evoluzione della guerriglia richiedeva l'impiego di forze specializzate, lo Stato Maggiore dispose la costituzione di compagnie di riserva di settore e, con provvedimento del 1° gennaio 1943, lo scioglimento dei battaglioni/reparti reclute. Le compagnie a disposizione, forti di circa 150 uomini appartenenti agli scaglioni più anziani, dovevano essere ben inquadrate, ben armate ed addestrate al combattimento "nella foresta"29 1 e costituire una forza affidabile da utilizzare in caso di estrema necessità.
2 90mportato in documenti allegati n° 49. A.U.S.S.M.E. Diario Storico 2A Armata. 291 Coman do XXIII Corpo d'Armata f. n° 02/4486 del 28 dicembre 1942 all'oggetto: Compagnie a disposizione.
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Figura 67: Pezzo da 47 /32 davanti alle casermette di Ciana (Arch. Bertuccioli)
Figura 68: la guerra ha voluto il suo tributo (Arch. Crosara).
Il 1943 vide in questi territori il mutamento fondamentale della tecnica della guerra partigiana; eliminata ogni forma di concorrenza fra le forze partigiane, fino ad allora suddivise principalmente in monarchici e comunisti, il movimento guidato da Tito assunse la leadership della resistenza. Alle azioni slegate ed improvvisate, opera di gruppuscoli di insorti, subentrò un ben preciso disegno operativo frutto eviden.t e della concentrazione e gestione pressoché unitaria delle forze partigiane. L'economia generale del conflitto spinse gli italo/tedeschi all'offensiva per cercare di eliminare il più rapidamente e radicalmente possibile queste forze, le cui azioni si facevano sempre più minacciose e deleterie, anche nel campo morale, per i combattenti italo/tedeschi. Alla mutata concezione bellica che vedeva l'impiego coordinato e massiccio delle forze partigiane agenti secondo un preciso disegno strategico/politico, fece riscontro, da parte italiana, il tentativo di potenziare e modificare lo strumento per adeguarlo alla minaccia. Poiché questa situazione si assommava alla deteriorata situazione generale delle forze dell'Asse ed in special modo italiane, il Comando Supremo, valutando correttamente i pericoli che incombevano sulla madre Patria, rafforzò ovunque il dispositivo difensivo; per la Venezia Giulia, questo rafforzamento si estrinsecò, tra l'altro, con la costituzione in Udine di un nuovo Corpo d'Armata. Questo, il XXIV, era territorialmente competente da Tarvisio a Postumia - ove si raccordava con il XXIII di Trieste, responsabile del territorio da Monte Nevoso a Fiume - ed aveva alle dipendenze dirette i Settori di Copertura XXI, XXII, XXIII, ed alle dipendenze tattiche i Settori XVI e XVII (14° Comando G.a.F.) che, dal punto di vista territoriale, invece, dipendevano dal Comando Difesa Territoriale di Treviso.
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Per ciò che attiene alla G.a.F., lo schieramento per la difesa era completato dai Settori XXV e XXVI che presidiavano il confine da Monte Nevoso a Borgo Marino, dal XXVII Settore di Copertura e dai btg. G.a.F. costituiti dai Settori XXV, XXVI e XXVII 292 incaricati rispettivamente della difesa della piazza di Fiume e della cinta di Sussak. Se sul fronte della difesa terrestre si agì modificando lo strumento bellico, per quanto attiene alla difesa costiera si cercò di potenziarlo e rinnovarlo per adeguarlo alla minaccia, ma scarse furono le possibilità di creare con immediatezza un coacervo di comandi e di forze in grado di garantire le coste e le·città dalmate di vitale importanza ed interesse bellico. Mancò il tempo di addestrare alla nuova forma di lotta le unità che si andavano creando e lo strumento si stava ancora formando quando sopraggiunse l'armistizio. Si ricominciò a parlare di capisaldi, ostacoli e campi minati per il controllo delle coste, ma la molteplicità dei potenziali obiettivi da difendere e la scarsità del materiale disponibile non consentirono la realizzazione, prima dell'armistizio, di un valido strumento atto a contrastare prima ed eliminare poi il fenomeno partigiano, garantendo sicurezza a coste, comunicazioni e città. Dall'esame delle forze allora presenti si può vedere come, anche nel 1943, la G.a.F. sia stata coinvolta con sue unità anche nella difesa costiera; sono infatti certamente presenti, perché individuati da documenti probanti, i seguenti reparti inquadrati nella XIV Brigata Costiera che aveva il comando a Porto Re: - III Battaglione di formazione del XXVI Sett. G.a.F. in Arbe - 13A/IV0 Btg. di formazione del XXVI Sett. G.a.F. in Arbe - 1 sz. cannoni da 47/32 del XXV Sett. G.a.F. a Carlopago - 1 sz. cannoni da 47/32 del XXVII Sett. G.a.F. a Carlopago - 1 sz. cannoni da 47/32 del XXVII Sett. G.a.F. a Ieblanazzo - 1 cp. mitr. di formazione del XXVII Sett. G.a.F. a Porto Re - 2 cp. mitr. di formazione del XXVII Sett. G.a.F. a Carlopago - 3 cp. mitr. di formazione del XXVII Sett. G.a.F. a Pago - 10° Raggruppamento artiglieria G.a.F. (Selze) articolato su - LXIX Gruppo da 149/35 a Porto Re - LXXXIII Gruppo misto a Cirquenizza con la 322 Btr da 75/27 distaccata a Segna - LXXXIV Gruppo misto a Veglia, Arbe, Pago e la 318 Btr da 75/27 a Sussak - sezione cannoni da 65/17 a N ovi Come nell'anno precedente non risultano presenti, nell'ambito della XVII e della XXVIII Brigata Costiera, unità della Guardia alla Frontiera, se si eccettua una non ben identificata sezione della 702 Batteria da 75/15 G.a.F. a Boninovo (zona di competenza dalla XXVIII Brigata Costiera); le due succitate brigate risultano formate da reggimenti e battaglioni costieri, unità Carabinieri, reparti della Regia Guardia di Finanza, legioni della Milizia ed unità di Artiglieria non G.a.F.. L'esame dei Diari Storici della 2A, 8A Armata e del Comando Gruppo Armate Est, nonché di situazioni contenute in alcuni libri293 permette di ipotizzare, ritenendola
292 Questi battaglioni costituivano il V Raggruppamento G.a.F. 293"Soli contro tutti" di N. Arena, Ultima crociata editore, Rimini, 1993 - "Reggimento alpini Tagliamento" Menini editrice, Spilimbergo (UD) 1992 - edizione fuori commercio.
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molto vicina alla realtà, la sotto riportata presenza di forze della Guardia alla Frontiera operanti nei territori dell'ex Regno di Jugoslavia alla data del 5 settembre 1943: - 2A Armata incaricata della condotta delle operazioni nei territori della Slovenia e Dalmazia - alle dirette dipendenze del Comando artiglieria di Armata: LII Gruppo artiglieria G.a.F. - alle dipendenze del XI Corpo di Armata (Slovenia): XI Raggruppamento tattico G.a.F. costituito da XXI, XXII, XXIII Settori di copertura; il raggruppamento, alla data del 5 settembre 1943, era stato rinforzato con i Settori di copertura XXV, XXVI, che, pur appartenenti al XXIII Corpo d'Armata della SA Armata, in base alle disposizioni contenute nella memoria O.P. 44 dell'agosto 43, erano stati posti assieme al Raggruppamento artiglieria G.a.F. alle dipendenze della 2/\ Armata, - alle dipendenze del V Corpo d'Armata (Croazia): V Raggruppamento tattico G.a.F. costituito da XXVII Settore di copertura - piazza di Fiume -, battaglioni dei Settori di copertura XXV, XXVI, XXVII e 10°Raggruppamento artiglieria G.a.F. - alle dipendenze del XVIII Corpo d'Armata (Zara, Spalato e Sebenico): le forze G.a.F. incluse nel presidio di Zara. Gruppo Armate Est - alle dipendenze del XIV Corpo di Armata (incaricato delle operazioni in Montenegro): un Settore G.a.F. costituito dai Battaglioni I, II, III; Battaglioni mitraglieri da posizione CVI, CXIV; XIII Gruppo art. G.a.F., Compagnia carri "M" mod. 21/30 e Raggruppamento artiglieria G.a.F. - non risultano invece presenti nei ranghi del VI Corpo d'Armata (con responsabilità sulla Erzegovina e Dalmazia meridionale) reparti od unità G.a.F. In pari tempo si procedette al rafforzamento del dispositivo difensivo dei territori italiani ritenuti più appetibili per le forze insorgenti slave e come tali inseriti nella sezione "Jugoslavia" di questa ricerca. Se per il territorio di Fiume si procedette potenziando le forze del V Corpo di Armata, per il territorio di Zara, si agì trasferendo nel carico di mobilitazione del Deposito truppe del presidio di Zara294 forze sottratte ai settori meno impegnati del1'arco al pino L'armistizio dell'8 settembre 1943 vide il dissolvimento dell'organizzazione difensiva di contenimento che si stava man mano affinando e stava assumendo una struttura organica consona ai nuovi compiti assegnati, la lotta alla guerriglia. Non fu però la pace perché, lontani dall'Italia, per questi uomini cominciò la guerra alla macchia ed il calvario della prigionia che sarebbero terminati, per i più fortunati fra i sopravvissuti, dopo la fine della guerra.
2 94 Specchio riassuntivo delle forze di cui risulta il passaggio al Deposito truppe del presidio di Zara riportato in documenti allegati n° 50.
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6. LA G.A.F. IN AFRICA SETTENI'RIONALE Lo scoppio delle ostilità con Francia ed Inghilterra vide l'assunzione da parte della G.a.F. del dispositivo previsto per quel teatro operativo dal P.R.122 9 5; nei mesi immediatamente successivi le esperienze compiute e gli avvenimenti sviluppatisi nel territorio determinarono mutamenti di rilievo rispetto alla situazione vista ai primi di giugno del 1940.
6.1. I
SUCCESSIVI RIORDINI ED ADEGUAMENTI DEL DISPOSITIVO DELLA G.A.F.
Dall'esame dei diari storici dell'epoca relativi alle locali unità e dalla memoria di alcuni superstiti si rilevano numerosi provvedimenti ordinativi, atti ad adeguare la struttura, posta in essere all'atto della dichiarazione di guerra, alle necessità che la situazione bellica introduceva. Fra i vari provvedimenti attuati si mette in evidenza che: In data 8 giugnol940 con foglio n° 01/600 si costituì l'artiglieria organica della piazzaforte di Tobruk che venne articolata su due raggruppamenti: - XXXI Raggruppamento artiglieria di medio calibro su gruppi XXXI/5 Btr 232 bis, 242, 243 da 120/25 - XXXl/6 Btr 230 bis, 321 bis da 120/25 - XXl/7 Btr 238, 239, 244, 245 da 120/25 - XXXII Raggruppamento di artiglieria piccolo calibro su gruppi XXXl/1 Btr 248, 249, 258 da 77/28 XXXl/2 Btr 246, 246 bis, 258 bis da 77/28 XXXl/3 Btr 247, 247 bis, 240 bis da 77/28 XXXl/4 Btr 240, 241, 236 bis da 77/28; Nella seconda decade del mese di giugno, in seguito alle disposizioni emanate con foglio n° 03880/308 del 21maggio, i settori fortificati tenuti dalla G.a.F. vennero rinforzati con unità mitraglieri di cavalleria appiedata che ricevettero in loco l'armamento costituito dalle note Schwarzlose; si ebbero quindi squadroni di ''Vittorio Emanuele 11" con la G.a.F. della Libia orientale e squadroni tratti da "Genova" ed "Aosta" con la G.a.F. della Libia occidentale. In data 17 giugno1940, a seguito della dislocazione all'interno della Piazzaforte di Tobruk del XXII Corpo d'Armata, si venne a determinare un nuovo ordinamento tattico della difesa, e le artiglierie del Comando Guardia alla Frontiera della Libia Orientale, organo di comando del XXI Corpo d'Armata, assunsero il seguente ordinamento296: - Raggruppamento est CXXXI Settore) su: btr. della G.a.F. 244, 245, 248, 243, 242, 246 - I/203° art. da 75/27- I 0 Gruppo da 100/17 del 22° Raggruppamento - un gruppo da 105/28 del 22° Raggruppamento del XXII Corpo d'Armata.
295 Riportato in documenti allegati n°31. 2 96 A.U.S.S.M.E. - Diario Storico del Comando Guardia alla Frontiera della Libia Orientale (XXI C.A.) - 17 giugno 1940 - lunedì.
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- Raggruppamento ovest (XXXII Settore) su btr. della G.a.F. 238,239, 230/b, 247, 291/b - II/203° art. da 75/27 - III/203° art. da 100/17- un gruppo da 105/28 del 22° Raggruppamento. - Raggruppamento pezzi anticarro su btr. della G.a.F. da 77/28 (btr. 241, 249, 258/b, 246, 236/b, 247/b, 240/b, 240) i cui pezzi erano dislocati con funzione anticarro nelle opere. Le alterne vicende operative sconvolsero le situazioni inizialmente pianificate e comportarono mutamenti, anche notevoli, nella situazione organica. Come la situazion.e sopra riportata mette chiaramente in evidenza, si cercò di sfruttare al massimo le esigue forze disponibili creando blocchi funzionali che permettessero di operare al meglio. Nell'ottica di meglio utilizzare le caratteristiche specifiche dei vari reparti il 2 novembre 1940 per ordine del Comando Superiore, dislocato in Cirene, le compagnie CC.NN del 150° Battaglione, le batterie da 75/27ed i plotoni da 47/32 dei presidi periferici di Maddalena e di Garn ul Grein furono sostituite da reparti di fanteria, batterie da 77/28 e cannoni da 47/32 del Settore G.a.F. di Tobruk297. Al dicembre 1940, la situazione delle forze Guardia alla Frontiera del settore di Giarabub, dopo il forzato ripiegamento su di esso dei piccoli presidi di frontiera, vede globalmente presenti quattro compagnie di fanteria, una compagnia cannoni da 4 7/32, una batteria da 77/28. Conferma alla presenza di unità G.a.F. in loco è data anche dal conferimento di una decorazione al valore militare, il cui brevetto così recita: "Medaglia d'Oro al V M. conferita a Barbagallo Orazio classe 1912 soldato della 1 Compagnia G.a.F. "Giarabub" con la seguente motivazione:..... [. ..] Ma, se la guerra continuava, anche la normale attività ordinativa proseguiva e con foglio n° 30900 del 8 dicembre1940 i reparti già costituiti della G.a.F. libica venivano inseriti nell'Indice di Mobilitazione, lasciando invariate le denominazioni e le numerazioni precedentemente attribuite, fatta eccezione per i comandi ed i reparti artiglieria Guardia alla Frontiera. A queste unità, per evitare la ripetizione di numeri attribuiti ad altre unità della G.a.F. già inserite sull'Indice di Mobilitazione, venne cambiata la numerazione che provvisoriamente era stata attribuita dal Comando Superiore delle truppe dell'Africa Settentrionale. Gli avvenimenti bellici evidentemente non consentirono la immediata applicazione di quanto disposto nel foglio n ° 30900 e, con foglio n° 01/522 del 29 ottobre 1941, il Comando della Guardia alla Frontiera della Libia occidentale richiamò i dipendenti reparti alla scrupolosa applicazione di quanto prescritto. La mancata adozione della numerazione dei comandi ed unità di artiglieria che, prescritta in data 8 dicembre 1940 era pervenuta ai reparti nel maggio 1941, aveva infatti determinato confusione nella indicazione delle unità. Si è citata l'intera vicenda poiché l'esame dei documenti che seguono, sovente riportati in originale, dà prova che l'ordine fu applicato solamente da chi ne era in con-
2 97 Salvatore Castagna in "La difesa di Giarabub" Longanesi editore 1967 Milano alle pagine.107, 133, 169 precisa che le unità impiegate erano la l", 3", 7" e 10" Compagnia G.a.F. già della difesa di Tobruk rinforzate da pezzi da 47/32, mitragliere da 20m/m e artiglierie pure della stessa G.a.F..
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dizione, per cui spesso, nell'ambito di uno stesso documento coesistevano numerazioni dei comandi attribuite con la nuova circolare ed ordinativi numerici risalenti alla originaria provvisoria numerazione. Le prime sconfitte subite dalle truppe italiane in terra d'Africa, con la disfatta della lOA Armata, dei suoi Corpi di Armata e la perdita di Bardia e Tobruk avvenute nel gennaio 1941, segnarono, per ciò che attiene alla Guardia alla Frontiera, la scomparsa quale unità combattente del comando G.a.F. del XXI Corpo d'Armata ed un conseguente notevole rimaneggiamento della struttura organizzativa difensiva, che venne a far capo, pressoché integralmente, al XX Corpo di Armata. La Guardia alla Frontiera di Libia, rinsanguata con l'afflusso dall'Italia di numerosi complementi ed unità, specie di artiglieria G.a.F., compagnie mitraglieri e plotoni controcarro, poté dare vita ai presidi dei capisaldi e delle piazzeforti destinate a contenere la spinta offensiva avversaria in Tripolitania, come richiesto dai tedeschi quale indispensabile premessa per un loro intervento in forze. La gravità della situazione vide l'afflusso di unità tratte dalla struttura della difesa italiana; • partirono così per l'Africa, il 28 gennaio '41, i Raggruppamenti 23°, 16°, 24°, tratti dai depositi del 7°, 8° ed 11° Reggimento artiglieria G.a.F., più altri gruppi costituiti dai depositi del 6° e 12° Reggimento artiglieria G.a.F. ed altri ricostituiti per l'emergenza, dopo essere stati sciolti al termine di precedenti campagne (39, 85, 86 da 149/35, 87, 88 da 75/27); • vennero costituiti ed inviati oltremare altri squadroni mitraglieri per rinforzare la G.a.F. (divenendone per legge parte integrante); • vennero modificati pezzi da 100/17 e 105/28 della G.a.F. in pezzi a "traino meccanico" per poterli usare nel deserto a traino o sui pianali degli automezzi298; • si modificarono le dipendenze organiche dei reparti in funzione dell'impiego ed afflusso dei rinforzi. Non si tratta di un elenco completo ed esaustivo e certamente, oltre a quelle già .citate, ulteriori unità vennero inviate in Africa. Ma poiché esse, una volta mobilitate e ricostituite, venivano avviate al fronte alla spicciolata, in relazione alle esigenze manifestatesi ed alla possibilità di invio marittimo od aereo, solo di poche è dato di conoscere ove furono realmente inviate e quali furono le loro vicende e la loro sorte. Per correttezza quindi si fa menzione esclusivamente di quelle di cui si ha un riscontro obiettivo. Un ulteriore nuovo ordinamento dell'Africa Settentrionale vide l'assorbimento da parte del Comando Superiore Forze Armate Africa Settentrionale del comando della 5° Armata e dei suoi uffici; scomparsa l'altra armata (la lOA) era parso più logico avere per le truppe dell'Africa Settentrionale un unico comando299 . In Africa Settentrionale all'aprile del 1941 la Guardia alla Frontiera era ancora impiegata per l'assolvimento dei compiti istituzionali ed anche in funzione di ciò vennero mantenuti, il più possibile, i legami organici, come evidenzia la lettura del-
298 S.M. RE. Ufficio Operazioni f. n° 9900 del 02/06/41. 299 Governo Generale della Libia f. n° 03/642 del 16 fobbraio 1941 in A.U.S.S.M.E. Hl/24.
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l'estratto dell'ordine di battaglia del comando superiore forze armate dell'Africa Settentrionale300 relativo alla situazione dei reparti della Guardia alla Frontiera. Esso è frutto del riordinamento delle truppe superstiti dopo il primo ripiegamento, dell'afflusso di unità dall'Italia e dei compiti che si intendeva mantenerle. Nell'ambito del processo di ristrutturazione e razionalizzazione delle forze, è esemplificativo il processo di trasformazione e riassegnazione del 340° Raggruppamento artiglieria di formazione G.a.F. Il Comando Superiore Forze Armate in Africa Settentrionale, con foglio n° 1330 del Comando artiglieria V" Armata datato 18 luglio 1941, dispose infatti che questo raggruppamento art. G.a.F., già alle sue dirette dipendenze, attuasse una serie di provvedimenti atti a consentirne un impiego ottimale, senza peraltro rompere i fondamentali vincoli di specialità. Venne infatti previsto che esso: - per trasformazione assumesse un particolare organico che lo voleva articolato su quattro gruppi monocalibro e precisamente CCCXLII Gruppo (btr. 818, 819, 837 da 77/28), CCCXLIV Gruppo (btr. 842, 843, 844 da 77/28), CCCLII Gruppo (btr. 12, 16, 163 da 77/28), CCCLI Gruppo (btr. 852, 853, 856 da 77/28), - al termine di tale trasformazione fosse assegnato alle dipendenze della Divisione Pavia, unità che, per il suo rango e quindi distanza d'impiego dall'avversario, avrebbe potuto utilizzarne con qualche successo i pezzi, cosa non attuabile qualora fosse rimasto alle dipendenze dell'Armata301. La piazza di Tripoli vide un massiccio apporto alle sue difese da parte delle truppe del corpo che vennero impiegate, come ben si può vedere esaminando l'allegato n ° 3 al Diario Storico del Comando Piazza per l'anno 1941302 , nella difesa della cinta fortificata e nella difesa costiera. Nel novero di quest'ultima si può notare un XXXV Battaglione G.a.J;. 303 segno che anche in questo teatro era invalso l'uso di trarre dai settori temporanei battaglioni e compagnie per far fronte ad improvvise necessità facendoli rientrare ai settori G.a.F. di provenienza allorché venivano a cessare le necessità od erano affluiti reparti originariamente previsti. Nella lunga sosta nelle operazioni, che si protrasse fino al maggio, si lavorò duramente per riorganizzare le superstiti unità, conferendo loro un ordinamento più agile e meno farraginoso che ne consentisse un impiego ed un utilizzo migliori di quelli fino ad allora adottati, più rispondenti al tipo di guerra che veniva condotta dal nemico. A questo scopo i reparti di artiglieria raccolti in Tripolitania, per essere inviati in rinforzo al teatro operativo della Sirte, furono organicamente riuniti in tre raggruppamenti: - 330° Raggruppamento di piccolo calibro su CCXCI Gruppo (batterie 807, 812, 814 da 77/28) CCCXXXII bis Gruppo (batterie 861,868 da 100/17) 300 Riportato in documenti allegati n° 51. 30I La gittata dei pezzi da 77/28, in funzione del calibro, ne consentiva un utile impiego alle distanze cui una divisione impegna il nemico e non certo interventi da artiglieria di armata. 3 02 Comando Piazza di 1ì·ipoli, Diario Storico 1941 all.3, stralcio situazione G.a.F., riportato in documenti allegati n° 52. 3 o3 Rafforza questa ipotesi il foglio 01/7891 dì prot. datato lldicembre 1941 del Comando XX C.A. che ha per oggetto: IX Battaglione G.a.F..
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- 290° Raggruppamento di medio calibro su CCCXLIII Gruppo (batterie 824, 825, 862 da 105/28) - 350° Raggruppamento di medio calibro su CCCXLV Gruppo (batterie 84 7, 850 da 120/25) CCCLIII Gruppo (batterie 849, 851, 859 da 120/25), ed in pari tempo, trattandosi di artiglierie da posizione, ne fu tentata la trasformazione, per consentirne il movimento tattico, mediante l'assegnazione di autocarri opportunamente adattati. Sino al 1938 non ci si era resi conto che anche in Africa la guerra sarebbe stata condotta con principi moderni e mezzi adeguati; era mancata una visione reale della guerra nel deserto che, quasi impossibile per il tipo di esercito che l'Italia stanziava in quel territorio, non lo era per le forze avversarie dotate di moderni mezzi per il movimento ed il combattimento. Non si era capito che le nuove dottrine belliche facevano apparire distanti anni luce i criteri adottati in Africa Orientale nel corso della vittoriosa guerra coloniale del 1936. Poiché con quei criteri e relativi mezzi era stata conseguita la vittoria, si era ritenuto che essi potessero essere egualmente validi in Africa Settentrionale per il secondo conflitto, senza alcuna revisione ed adeguamento a quanto realizzato in tempi più recenti. Nel gennaio 1939 Mussolini aveva espresso il suo parere riguardo l'atteggiamento da tenere in Africa Settentrionale, cioè difensivo alla frontiera tunisina e, contrariamente a quanto caldeggiato dal Maresciallo Balbo304, revoca della prevista offensiva verso l'Egitto. In conseguenza di ciò era stato dato impulso alla realizzazione della fortificazione permanente in corrispondenza di Tobruk, Bardia, 'Iì-ipoli, Zuara, Nalut e Jefren, con funzione di scoglio e, se possibile, di arresto lungo le linee di penetrazione più percorribili. Si erano mantenute numerose truppe indigene per tenere chiuse le porte di casa ma non si era provveduto a fornire le truppe metropolitane, completandone le dotazioni, degli autocarri necessari per renderle unità motorizzate di grande capacità offensiva e controffensiva, e ora si cercava di correre ai ripari adeguando e motorizzando quanto possibile, Guardia alla Frontiera compresa. A fronte della moderna guerra condotta dal nemico, si palesarono quindi notevoli insufficienze difficilmente superabili, anche alla luce delle carenze parimenti presenti nella madre Patria stessa e fu giocoforza adattarsi facendo ricorso, tra le altre, alla manovra delle scarse artiglierie presenti ed al tentativo di renderle "motorizzabili". Significativo di questo stato di cose è il movimento di artiglierie terrestri, che il Comando Superiore artiglieria Africa Settentrionale si trovò a dover disporre, il 23 dicembre 1941, per far fronte a urgenti necessità operative sorte in Tripolitania orientale. Il suddetto comando dispose infatti, con foglio 52 Op. T del 23/12/41, l'afflusso in Homs, ove era stato costituito il centro istruzione artiglierie, di alcuni rag-
304 Italo Balbo, maresciallo dell'aria, era dal 1934 governatore della Libia e, sia pur non convinto dell'opportunità di un intervento italiano a fianco dei tedeschi contro gli inglesi, aveva ipotizzato una offensiva travolgente in Egitto per raggiungere Alessandria; questa sua ipotesi, recepita nel P.R.12 del 1938, venne eliminata dalle direttive di Mussolini del gennaio 1939.
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gruppamenti art. G.a.F. 305 con i relativi gruppi e batterie per completare le eventuali deficienze di personale e procedere al successivo reimpiego. Oltre a questi provvedimenti, adottati sul tamburo per impiegare al meglio il personale ed il materiale superstiti, vennero prese le seguenti decisioni: • allo scopo di potenziare la carente difesa contraerea, si dispose che in data 4 gennaio1942 ciascuno dei tre settori di copertura, XXXIII, XXXIV, XXXV, costituisse una compagnia mitraglieri settoriali e che queste, armate con mitragliatrici Fiat mod. 35, venissero impiegate con funzioni DICAT (difesa contraerei territoriale) · nel porto basso di Tripoli. • la difesa della cinta fortificata fu rafforzata in data 20 gennaio 1942 con le seguenti forze: 1 "/35° Btg. G.a.F.3°6 , sottosettori XXVIII/A (Zuara), XXIX/E (Nalut). • per incrementare la difesa a mare, in data 27 gennaio1942 furono lasciate al fronte a terra le sole forze necessarie alla sorveglianza dei varchi aperti al traffico e con tutte le forze della Guardia alla Frontiera che così si resero disponibili fu costituito ex novo un reggimento di formazione G.a.F.. La suddetta unità, ordinativamente costituita come reggimento tipo A.S. 42 su tre battaglioni, venne formata in Castel Benito (Tripoli) anche con il concorso del XXIX/E Sottosettore (già N alut) e, orientata come massa di manovra a favore della difesa costiera, ebbe dipendenza di impiego dalla Divisione Littorio.
6.2
TRASFORMAZIONE DELLE UNITÀ G.A.F. IN UNITÀ MOBILI E LORO SCOMPARSA
L'evolvers1 delle vicende belliche e l'impiego da parte dell'avversario di forze totalmente corazzate o motorizzate, vide nel tempo il dissolvimento forzato dapprima dei comandi di raggruppamento e successivamente dei comandi della organizzazione settoriale. Le superstiti forze, riunite in piccoli reparti di Guardia alla Frontiera, agirono motorizzate, inserite nelle unità mobili che cercavano di contrastare il predominio inglese operando, sia pure tardivamente, con gli stessi strumenti bellici, mezzi motorizzati, blindati e corazzati, adottati dal nemico. Numerose batterie vennero trasformate in loco con mezzi di circostanza in motorizzate o autoportate ed agirono inserite nei reggimenti divisionali o nei reparti speciali. Ormai era l'epilogo dell'avventura africana delle Forze Armate Italiane e ad essa, in terra di Tunisia, non mancarono reparti della Guardia alla Frontiera che fino all'ultimo cercarono, con i pochi mezzi superstiti, di contrastare l'avanzata degli anglo/americani. Nel novembre 1942 allorché si diede pratica attuazione alla formazione della "L Brigata speciale" destinata ad agire nelle zona di Sfax, in assenza delle unità previste ed altrimenti impiegate, vennero utilizzate per la sua costituzione reparti appe3o5 Comando Superiore Artiglieria A.S. f. n° 52 Op. T dì prot. del 23 dicembre 1941 all'oggetto: Movimento artiglierie terrestri. Riportato in documenti allegati n° 53. 30 6 Il 35° Btg. G.a.F. risulta costituito, al 1°112141 da Comandante, nucleo comando, I/\ Compagnia fucilieri, 2/\ e 4/\ mitraglieri.
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na giunti in Tunisia, unità sottratte alla D.f. Superga, la 1" e 2" compagnia mitraglieri G.a.F., già impiegate dalla difesa territoriale della Libia occidentale Da una situazione redatta dallo Stato Maggiore del Regio Esercito emerge, in due momenti t emporali, la situazione delle superstiti forze G.a.F.; a nulla erano valsi gli invii di forze e materiali del corpo dall'Italia; un impiego errato di forze statiche, armate con materiale inadeguato e sostenute da forze motorizzate troppo tardi, e male, si era concluso con la pressoché totale scomparsa della Guardia alla Frontiera d'Africa:
- QUADRO DI BATTAGLIA DELLA 1 /\ ARMATA ITALIANA AL 15 Marzo1943 Truppe della G.a.F. presenti come tali nell'Armata l" Armata - Truppe d'Armata: - 280° Raggruppamento art. G.a.F. (settore Gabés) - 330° Battaglione mitraglieri (zona di Sidi Rilal) - IX Battaglione G.a.F.(Divisione Giovani Fascisti) XXI Corpo di Armata: - Truppe di C.A.: CCLXXXV gruppo a. G.a.F. da 149/12 - D.f. Pistoia - CCCXXXII gruppo a. G.a.F. da 75/27 e CCCXXXV gruppo a. G.a.F. da 149/12. Raggruppamento Sahariano: - 290° Raggruppamento a. G. a. F. e n° 1 battaglione Guardia alla Frontiera.
- QUADRO DI BATTAGLIA DELLA 1" ARMATA ITALIANA AL 17 Aprile1943 XXI Corpo di Armata - D .f. Pistoia: n° 2 gruppi artiglieria G.a.F. per complessivi 15 pezzi - D.f. Spezia: 350° Battaglione di formazione G.a.F., 281 ° Battaglione mitraglieri G.a.F. - Divisione Giovani Fascisti: IX Battaglione G.a.F.307 Queste sono le forze che nonostante la palese inferiorità condussero per l'onore della Bandiera gli ultimi combattimenti . . . .Poi in terra d'Africa, per le for ze del Regio Esercito, è la fine.
30 7 Questo Battaglione appare nell'organico della Divisione già dal 23 ottobre 1942 posto agli ordini del Maggiore Gelli. La sua presenza è conformata negli organici divisionali dei primi di febbraio 1943 e successivamente in Tunisia ove sulla linea del Mareth cadde il Comandante Maggiore Gelli. Da A.Cioci "Il reggimento giovani fascisti nelle campagna dell'A.S." Alhertelli Editore 1998 e da U.S.S.M.E. ''Le operazioni in A.S.".
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7. LA G .A.F. IN ALBANIA La guerra iniziata contro la Grecia il 28 ottobre 1940 costrinse le Forze Armate di stanza in Albania a modificare le proprie dislocazioni per poter meglio concorrere allo sforzo offensivo portato dall'Italia contro la Grecia mediante le forze inquadrate nella 9A e nella 11" Armata. A disposizione del comando superiore ed orientate a favore di queste due compagini vennero subito poste le seguenti batterie, facenti parte organica del 13° Raggruppamento artiglieria G.a.F.: 112, 113, 113 bis, 211, 212, 212 bis, 219, 220, 233/A, 236 bis, 239 bis, 240, 267, 268. Lo sviluppo dell'infausta campagna, scatenata nella errata convinzione di una facile passeggiata vittoriosa, vide moltiplicarsi l'impiego della Guardia alla Frontiera. Si dovette creare al tergo della prima linea, presidiare, difendere gli sbarramenti di Librazhd, il nodo Devoli/Tomorice, Ciafa, Dardhes, Crevode, Klisura, Tepeleni, Porto Palermo308 necessari per dare sicurezza ed eventuale tenuta alla prima linea ormai prossima al collasso e per mantenere in ogni caso l'appoggio al confine jugoslavo. Con effettivi tratti dagli organici dei settori di copertura dislocati alle frontiere italiane, si allestirono battaglioni e compagnie mobili che, trasportati d'urgenza in Albania, venivano posti alle dipendenze delle grandi unità già impegnate nella lotta. Il 14 dicembre1940 venne stabilito che, nell'ambito della sistemazione difensiva arretrata, prevista dalla direttiva n ° 5 del Generale Soddu, doveva immediatamente essere messo in efficienza il Settore difensivo Librazhd, Zgozhde/Strebilova destinato a contenere la furia greca che premeva e stava per infrangere la prima linea italiana. Il settore, cita l'ordine di operazioni n° 2467 stilato il 13 dicembre 1940 dal Comando Superfore Forze Armate Albania, . . . . . . "seguiterà a far parte organica della G.a.F., ma dipenderà per l'impiego dalla 9" Armata."309
Dall'esame dei documenti relativi alla campagna di Grecia, si può ritenere che le forze G.a.F. presenti e la loro rispettiva dislocazione fossero le seguenti: - a Librazhd: due compagnie mitraglieri del XXVI Btg., tre compagnie mitraglieri, due batterie da 149/35, una batteria da 149/12 (249), quattro batterie da 75/27 mod. 06, una batteria da 65/17; - a Zgozhde: una compagnia mitraglieri del XXVI Btg., due batterie da 75/27;. - a Strabilova: una compagnia mitraglieri del XXVI Btg., due batterie da 75/27, una batteria da 65/17 ed il III Btg. Regia Guardia di Finanza. In quei momenti convulsi in cui gli italiani, partiti convinti di non trovare alcuna resistenza, rischiavano di essere buttati fuori dall'Albania, rifulse ancora una volta l'eroismo della G.a.F.. Costituiti per rimettere in ordine, potenziare, presidiare le erette ed erigende strutture fortificate confinarie dell'Albania e, se del caso, combattere da esse per impedire l'ingresso nel Paese di eventuali nemici, gli uomini della
308 Direttiva n° 5 del Generale U. Soddu, divenuto nel novembre '40 comandante delle truppe in Albania, in sostituzione del silurato Gen. Vìsconti - Prasca. 309 Allegato al Diario Storico del Comando Superiore Forze armate Albania - 61\ bimestre 1940. Riportato in allegati.
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G.a.F. si trovarono a gestire una forma di lotta inusuale rispetto all'addestramento specifico ricevuto. Furono ancora i mitraglieri, i fanti, gli artiglieri della G.a.F. a dovere intervenire, combattendo nelle trincee, con i pezzi allo scoperto ed in prima linea, decentrati alle unità mobili, approntando fortificazioni, trincee, fino a quando il flusso delle unità provenienti dall'Italia non riuscì a bloccare la spinta offensiva greca. Nel novero di queste unità giunsero il 4 gennaio1941, tratte dai settori di copertura nazionali, le compagnie mitraglieri da posizione n° 605, 606, 607, 613,614,621, 627, 628, 629, 630, 631, 643 e 644 ed il 28/01/1941 quelle n° 602, 603, 623, 624, costituite ex novo ed assegnate al deposito settoriale di Tirana310. La carenza di artiglieria, che vide a disposizione di due armate un solo raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata, il 26°, e come artiglieria di armata il 13° Raggruppamento artiglieria G.a.F. articolato su sei gruppi per complessive sei btr. da 149/34, quattro btr. da 149/12, due btr. da 105/28, ventuno btr. da 75/27 mod. 06, una btr. da 65/17, tre btr. da 65/17 trasformate tipo accompagnamento, una btr. da 70/15, portò ad una immediata sottrazione delle batterie dai settori confinari istituzionali ed una loro ridislocazione che, per le sole batterie individuate, fu la seguente: 9/\ Armata III Gruppo da 149/35 XXV C.A. Div. Ferrara n° 2 btr. da 149/35 (267,-- )- Ciamuria XXVI C.A. n° 2 btr. da 149/35 (269, 270)- Kangoji n° 1 btr. da 149/35 ( 230 )- ? VIII C.A. n° 1 btr. da 149/35 ( ?) III C.A. XVI Gruppo da 105/28 IVC.A. n° 1 btr. da 149/35 (268) Corpo d'Armata Speciale II Gruppo G.a.F. su n° 2 btr. da 105/28 - alle dirette dipendenze 11 A Armata
n° 2 btr. da 75/27 mod. 06 (217, 218)- Premeti n° 1 btr. da 149/35 (112)- Porto Edda n° 1 btr. da 149/35 (113)- Butrinto A difesa del Passo Logra btr. 211, 212 da 75/27 ,btr. 212 bis da 70/15, btr. 113 da 105/28, btr. 113 bis da 149/12 A difesa del Passo di Sh Gjergjit btr. 239 bis da 65/1 7 Settore Val Shushica - Sbarramento di Brataj btr. 233 da 65/17, btr. 236 da 70/15 Settore dell'Epiro n° 2 btr. da 149/35 Settore difensivo arretrato n° 2 btr. da 75/27 a Strabilova 310
A mente delle disposizioni contenute nel foglio S.M. R.E. n° 017235/407 del 28/1/41 (A.U.S.S.M.E. Rep.M?/461).
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n ° 2 btr. da 7 5/27 a Zgozhd n° 1 btr. da 65/17, n° 2 btr. da 149/35, n° 2+3 btr. da 75/27 mod. 06, n° 1 btr. da 149/12 (249) a Librazhd (costituenti rispettivamente il VII Gruppo Nord e VIII Gruppo Sud); L'impiego del 13° Raggruppamento artiglieria G.a.F. non fu quindi quello per cui era stato costituito; trovatosi quale unico raggruppamento artiglieria di armata, venne usato per rafforzare ed integrare le artiglierie delle unità mobili, trasformando con mezzi di circostanza le proprie artiglierie d a posizione in artiglierie pseudo mo-, bili. L'adesione della Jugoslavia al patto tripartito3 11 lasciava legittimamente escludere l'event ualità di operazioni offensive sia alla frontiera giulia che a quella settentrionale ed orientale dell'Albania e pertanto le misure precauzionali assunte su tali fronti apparivano più che adeguate alla situazione. Il colpo di stato del 27 marzo ed il successivo mancato rinnovo dell'adesione al patto tripartito da parte del nuovo governo312, determinarono la necessità di mutare, nei settori interessati, lo schieramento in atto in uno schieramento rinforzato tale da permettere all'occorrenza, in rapporto alla fluttuante situazione politico/militare che andava via via profilandosi, lo sbocco oltre frontiera, in concomitanza con azioni offensive portate avanti da truppe germaniche dalla Stiria, Carinzia e Bulgaria. Per la collocazione geografica del paese, questo conflitto portava all'apertura di ben tre fronti e precisamente: fronte giulio, Zara e confine albanese/jugoslavo. Poiché gli avvenimenti su questi fronti sono strettamente intrecciati, non si è ritenuto opportuno sviluppare una trattazione separata per Zara e la frontiera albanese/jugoslava. Le truppe' schierate alla frontiera giulia assunsero lo schieramento di sicurezza e al confine albanese/jugoslavo(zone dello Scutarino, del Dibrano e del Kossovaro), si rese necessario riportare al livello organico la struttura della locale Guardia alla Frontiera, recuperando con urgenza dalla 9" e dalla 11" Armata i reparti che il Comando Forze Armate dell'Albania313 aveva dovuto dirottare sul fronte greco, stante la grave situazione ivi verificatasi. Infatti, se era previsto che la vigilanza e la prima resistenza fossero operate dai CC.RR. e dalla R.G.F., immediatamente a tergo erano le unità della G.a.F., che dovevano essere nella completezza delle loro forze. Costituitasi in forma poco più che embrionale per presidiare le strutture valide all'atto della conquista del paese e destinata ad aumentare di pari passo con la realizzazione delle fortificazioni stabilite dal piano di difesa, la G.a.F. aveva inizialmente adottato un ordinamento particolare, destinato ad evolvere in funzione delle strutture che si sarebbero realizzate. Lo scoppio della guerra aveva impedito una ordinata e ragionata evoluzione; ed ora, nelle previsioni di un'altra campagna che avrebbe coinvolta la G.a.F., quella con la Jugoslavia, lo Stato Maggiore correva ai ripari ap-
3 1I Questa adesione aveva portato il 25 marzo 1941 alla firma di un protocollo di alleanza.
3 l 2 Si trattava del governo di Duvan Simovic che era subentrato a quello filo germanico del reggente Principe Paolo che il 25 marzo aveva sottoscritto tale patto. 313 Movimenti ordinati con foglio n° 04427 di prot. del Comando Albania datato 31/03/1941 Diario Storico del Comando Truppe di Albania.
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portando le modifiche, la cui necessità era emersa nel corso del conflitto con la Grecia. Pertanto, a seguito delle disposizioni emanate dal Comando Superiore della Forze Armate in Albania, il Comando Guardia alla Frontiera, retto dal Generale Rivolta, iniziò il processo di modifica e dispose con ordini successivi una nuova organizzazione e presidio del P 14e II315 Settore di copertura, premessa indispensabile per portare la struttura della Guar dia all a Frontiera di Albania al modello attuato in Italia. Lo scoppio delle ostilità con la Jugoslavia, il 6 aprile 1941, impedì la prosecuzione della riorganizzazione settoriale e, apportati contingenti rimaneggiamenti alla situazione in atto, compresi i settori appena creati, la G.a.F. si presentò così articolata316 al nuovo conflitto: Settore Scutarino: - II e III Btg. Mitraglierì G.a.F. - II Reparto misto Genio - 1 Cp. Carristi di frontiera - Batterie G.a.F. 112, 113, 231 , 232; Sottosettore autonomo B (XLI/A) - Batterie G.a.F. 217,236,237, 238,248, 251; Cp. mitr. n ° 4, 11, 631, 632, 651. Settore Kossovaro: - 1° Battaglione mitraglieri G.a.F. Cp. mitr . n ° 629, 630 Settore Dibrano: - IV e V Batt aglione G.a.F. - Batterie G.a.F. 218, 236; Settore difensivo L - Batterie G.a.F. 215, 216, 221, 233, 234, 235, 239; - Cp. mitr. 3, 8, 10, 616, 652; - I Reparto misto Genio; Lago Okrida - Batterie G.a.F. 269, 270 da 149/35; Cp. mitr. 1 bis, 508, 515, 523, 613, 614, 627, 628, 643, 644. Oltre alle succitate forze inquadrate nel Comando Guardia alla Frontiera altre unità G.a.F. erano presenti nell'ambito del XIV e del XVII Corpo di Armata che, dipendenti dal Comando Superiore Forze Armate di Albania, erano schierate lungo i confini settentrionali ed orientali del paese (confine alba nese/jugoslavo). Risultano infatti presenti nei ranghi del XVII Corpo d'Armata tre battaglioni G.a.F., mentre nello stralcio della situazione relativa alla dislocazione delle unità G.a.F. alla frontiera jugoslava, riportato nell'allegato n° 11 bis al Diario Storico317 del Comando XIV
3 14 Specchio elaborato dall'autore, riportato in documenti a llegati n° 54. 3 15 Specchio elaborato dall'autore, riportato in documenti allegati n° 55. 31 6 S ituazione della Guardia alla Frontiera di Albania, desunta da uno schiz,10 dell'epoca concesso in consultazione e utilizzo dal Sig. Aroldo Figara. 317 Riportata nell'allegato n° 11 bis al Diario Storico del XIV° Corpo di Armata, conservato da A. U.S.S.M.E.
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Corpo d'Armata, alla data del 31 marzo 1941, si può leggere: Unità mobili E della G.a.F. - Compagnie: n° 1 a N. di Tirana presso Cala), n° 1 a S .di Miloti, n° 1 a N . di Miloti, n° 1 a Puka, n° 1 a N. di Kukes, n° 1 a Piscopeia - Compagnie mitraglieri : n ° 1 a Zgozhde, n ° 1 a Strabilova - Battaglioni: III G.a.F a S. di Scutari , II G.a.F a N.E. di Kopliku, I G.a.F a Kukes, IV G.a.F. a Momeshi.
Nell'attuazione del piano operativo contro la Jugoslavia, tali grandi unit à furono messe in stato di allarme e vennero coinvolte negli scontri scatenatisi a decorrere dal 6 aprile 1941. Dopo i primi combattimenti che videro, nonostante la strenua resistenza dei reparti confinari italiani, un prevalere delle forze jugoslave, nei giorni 13 e 14 la lotta volse a favore delle unità italiane ed il nemico iniziò a dare segni di cedimento su tutti i fronti. Avuto sentore di ciò, il comando italiano, sfondato in questo fronte lo schieramento, spinse colonne celeri e corazzate verso Cattaro e Ragusa, concorrendo alla capitolazione dell'esercito Jugoslavo. In data 22 maggio 1941, con la cessazione delle ostilità, il Regno di Albania non veniva più considerato zona di operazioni. La Guardia alla Frontiera, riordinata, poteva assumere una struttura organica318 che, senza essere l'optimum, era quella che, con le forze a disposizione, poteva essere la più rispondente alla situazione del momento. L'esame dell'allegato 90 al Diario Storico del comando 9" Armata, consente di ricavare con chiarezza la situazione delle forze del corpo3 19 in quel teatro operativo, alla luce dei mutamenti apportati alla compagine a tutto il 13/06/1941. Poiché un i>olo comando a livello reggimento si era rivelato insufficiente per il complesso di unità artiglieria da gestire e, sotto la spinta degli avvenimenti, si era reso necessario costituire temporanei comandi "ad hoc", il 17 aprile 1942 lo S.M. R.E. decise per l'artiglieria della Guardia alla Frontiera di Albania320 una nuova struttura organica. Venne quindi determinato lo scioglimento del 2° Comando Raggruppamento costituito provvisoriamente il 6 settembre 1941, la trasformazione in 13°Raggruppamento, nel quadro dell'ordinamento di guerra, del 13° Reggimento artiglieria e la trasformazione del 1° Raggruppamento, pure provvisoriamente costituito il 6 settembre 1941, in 15° Raggruppamento. Inoltre, poiché la cessazione delle ostilità aveva permesso di ridistribuire le forze sul territorio e di ridurre il dispositivo realizzato nel teatro albanese, le forze così recuperate poterono essere reimpiegate a favore di altri teatri operat i.vi e comandi, ove guerriglia e sommovimenti richiedevano rinforzi di truppe. Con lo stesso f. n° 062450/407 321 del 17 aprile1942 lo S.M. R.E. in31 8 Situazione realizzata sulla base di documenti in possesso del Sig. Aroldo Figara (che li ha concessi per la consultazione ed utilizzo) e riportata in documenti allegati n° 56. 3L9 9A Armata Diario Storico - giugno 1941. Riportato in documenti allegati n° 57. 320 Specchio riassuntivo della struttura ordinativa dei due raggruppamenti artiglieria G.a.F. dedotta dai Diari Storici e ripor tata in documenti allegati n" 59. 321 Il foglio, conservato nel Diario Storico del Comando Superiore Forze Armate dell'Albania, prescrive allo stesso tempo la trasformazione·dei raggruppamenti ed il trasferimento delle unità esuberanti al nuovo organico.
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fatti determinò il trasferimento in altri scacchieri di unità di artiglieria già appartenenti alla G.a.F. di Albania e precisamente: in Montenegro: I Gruppo da 75/27 (Btr 236, 237), VI Gruppo da 149/35 (Btr 267, 268), XIII Gruppo da 149/12 (Btr 248, 251); a Creta IV Gruppo da 75/27 (Btr 215, 235), XII Gruppo da 75/27 (Btr 231 , 232). Alla data del 1° dicembre 1942 la Guardia alla Frontiera di Albania assunse la dicitura di 26° Comando G.a.F. e, apportando un'ennesima modifica agli organici, la tipica struttura che caratterizzava le analoghe unità dislocate in Italia 322 . Il 26° Comando G.a.F. ebbe quindi, oltre ai due raggruppamenti artiglieria, le proprie forze articolate nei Settori di Copertura XLII, XLIII, XLIV, XLV ,"Prizrendi", Comando Dist. Mitraglieri "Leskoviku" e Deposito Settoriale in Tirana. Anche in Albania, come purtroppo accadeva negli altri teatri operativi, la necessità di impiegare anche in compiti extra istituzionali le forze della Guardia alla Frontiera non ne permise la gestione da parte del proprio Comando; esse furono assegnate ai vari settori e sottosettori operativi, come mette chiaramente in luce la situazione descrittiva della G.a.F. di Albania al 3 marzo 1943323, che riporta la collocazione e la ripartizione delle truppe del corpo fra i due Comandi agenti nel territorio e precisamente IV324 e XXV325 Corpi d'Armata con giurisdizione rispettivamente sul Kossovo e sulla Ciamuria. Allo scopo di avere una esatta situazione di quella che può essere definita "la diaspora" della Guardia alla Frontiera al momento delle tragiche giornate armistiziali, è necessario esaminare il quadro di battaglia della 9A Armata che è riportato quale allegato 75326 all'ultimo diario storico della G.U. pervenuto in Italia e cioè quello relativo al giugno 1943. Con le forze in esso elencate, forze non più organicamente dipendenti dal proprio comando istituzionale, bensì inserite nei settori difensivi costituiti dalle unità di occupazione e presidio, la G.a.F. affronterà le sue ultime battaglie nella terra albanese che già ne aveva visto i tanti sacrifici e caduti.
322 Documento in allegato n° 60. 323 Dedotta dal "Diario Storico del 26° Comando G.a.F. di Albania" conservato da A.U.S.S.M.E. 324 Situazione delle forze G.a.F. agenti nell'ambito del IV Corpo d'Armata. Documento allegato n° 61. 325 Situazione delle forze G.a.F. agenti nell'ambito del XXV Corpo d'Armata. Documento allegalo n° 62. 326 Allegato 75 al Diario Storico del Comando 9" Armata - giugno 1943. Documento allegato n° 58.
CAPITOLO QUINTO
Verso la fine
1.
Premessa
2.
La G.a.F. nella difesa territoriale e costiera, in rinforzo in Africa ed Albania
3.
La G.a.F. nella difesa costiera ed aeroportuale in Sicilia
4.
Le vicende armistiziali e la Guardia alla Frontiera
1. PREMESSA
Conclusosi il conflitto con la Francia e venuto a cessare il principale compito attribuito alla G.a.F., cioè la difesa dei confini alpini, numerose unità del corpo furono poste alle dipendenze di impiego dei Comandi Militari Difesa e Corpi di Armata. Vennero altresì poste nella disponibilità dei suddetti comandi quegli elementi, attivi o mobilitabili, che lo Stato Maggiore riteneva poter sottrarre alla organizzazione della Guardia alla Frontiera senza inficiare la tenuta della struttura difensiva cui erano preposti. Nel momento in cui i fronti albanese ed africano richiesero l'afflusso di nuove forze per far fronte alla crescente pressione avversaria, si attinse alle unità della Guardia alla Frontiera che si trovavano ancora schierate alle frontiere alpine, lungo confini apparentemente tranquilli. Nel 1941 per garantire la sorveglianza, senza soluzione di continuità, di tutti i tratti di costa della penisola e dei territori occupati nonché una immediata reazione coordinata di forze mobili e di presidio statico contro sbarchi od infiltrazioni, furono costituite particolari grandi unità denominate costiere. Poste alle dipendenze di Corpi d'Armata operativi queste unità avevano il compito di effettuare servizio di vigilanza, opporsi allo sbarco di forze avversarie, catturandole o distruggendole qualora sbarcate, provvedere alla protezione degli impianti e vie di comunicazione nelle zone di propria giurisdizione327 . Inizialmente vennero costituiti undici "settori" di brigata costieri successivamente trasformati in otto divisioni costiere e tre brigate. Ulte~iori necessità fecero salire le unità costiere nel 1942 a nove brigate e tredici divisioni e nel 1943 a ben undici brigate e venticinque divisioni. Queste unità avevano una composizione organica variabile in funzione dei "settori" che erano chiamate a difendere. Le divisioni costiere comprendevano da due a quattro reggimenti di fanteria, un raggruppamento di artiglieria328, unità del genio e dei servizi; analoga era la struttura, in proporzioni ridotte, delle brigate costiere
327 Compiti ed articolazione di queste unità sono contenuti nella 3 CSM/circolare del 24 Ottobre 1941 all'oggetto "Difesa delle frontiere marittime" conservata in A.U.S.S.M.E. 328 Il raggruppamento, articolato in gruppi, batterie e sezioni, aveva composizione variabile essendo generalmente basato sul rapporto di due batterie per ogni battaglione di fanteria.
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La Guardia Alla F1·ontiera
che si articolavano su due reggimenti di fanteria. Questi comprendevano da due a quattro battaglioni formati ciascuno da due compagnie di fucilieri e due di mitraglieri. Le brigate e divisioni ebbero nei propri ranghi anche reparti di alpini costieri e unità di cavalleria appiedata e furono rinforzate da reparti da posizione (mitraglieri, anticarro ,mortai), reparti celeri (motomitraglieri ,ciclisti) e mezzi speciali(veicoli armati, treni blindati). Allorché non fu possibile soddisfare altrimenti il fabbisogno di truppe da impiegare in queste unità si fece ricorso ancora una volta alla Guardia alla Frontiera assegnando, alle unità costiere, organicamente o per il solo impiego, compagnie e battaglioni mitraglieri G.a.F., Comandi di raggruppamenti e di gruppo, gruppi e batterie pure G.a.F., tratti dalle disponibilità degli Alti Comandi329. Dall'esame dei quadri di battaglia del Regio Esercito emerge con chiarezza che: quando il volgere al peggio del conflitto richiese ulteriori invii di forze verso il teatro africano, si fece ricorso alla Guardia alla Frontiera ricostituendone numerosi reparti, specialmente di artiglieria, da inviare in quel teatro operativo; unità di artiglieria G.a.F. rientrate dall'Albania sul finire del 1942, persero la propria caratteristica e, trasformate in "da posizione costiera"330 , anziché rientrare alle proprie strutture, vennero schierate, alle dipendenze di nuovi centri di mobilitazione da cui assunsero numeri e colori, nella difesa costiera del territorio metropolitano, seguite a breve termine da unità G.a.F. dipendenti, questa volta, dai propri depositi e come tali - G.a.F. - inserite nelle Grandi Unità preposte alla difesa dei confini marittimi dell'Italia;. armi e personale ancora presenti sull'arco alpino vennero inviati nello scacchiere jugoslavo per concorrere vuoi al presidio dei territori annessi e di confine, che allo sviluppo dell'attività di controguerriglia; furono schierate in difesa di aeroporti numerose unità di artiglieria G.a.F. da 75/27-06 e 100/23, che successivamente sostituirono il materiale originario con materiale calibro 149/1233 1, più idoneo al nuovo impiego; venne fatto ampio ricorso ai depositi dei reggimenti artiglieria per la G.a.F., che avevano visto il rientro e la trasformazione in elementi di pace di numerose proprie unità, per ricostituire unità G.a.F. destinate a rimanere tali o trasformarsi in costiere. A questo riguardo si possono citare ad esempio la costituzione del 46° Raggruppamento da posizione costiero e del 46° bis, pure costiero. Il primo venne formato con 329 Ministero della Guerra S.M. R.E. Ord. 069300/6 di prot. del 11 giugno 1942 in allegato n" 7 al D.S. della 220" Divisione Costiera per l'anno 1942 in A.U.S.S.M.E. 330 S.M. R.E. f. n° 151600/3 del 5 ottobre 1942 - all'oggetto: Trasformazione gruppi da 75/27 mod. 06 G.a.F. in gruppi da posizione costiera.
33 l Le originarie unità nei calibri 75 e 100 vennero smobilitate e disciolte e la loro numerazione 01iginaria attribuita alle unità trasformate in calibro 149/12. Questo foglio, il n° 20/80640/4 del 1 agosto '43 dello Stato Maggiore Uff. Ord. (A.U.S.S.M.E. M7/504) è di importanza r.i levante poiché, in assenza di un quadro generale, gi.ustifica la presenza, su ordini di battaglia analoghi ma di diversa data, di batterie con lo stesso numero ma materiale di calibro diverso. Generalmente, invece, come emerge dalla nota che segue, le unità disciolte versavano i materiali al Deposito di origine che ne manteneva la numerazione sui ruoli e con i nuovi materiali il personale ''originario" ed eventuale denominazione (da costa .... ) si costituivano unità bis.
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foglio n° 069300 del 11/6/1942 mediante la mobilitazione, presso i Depositi dei 6°, 7°, 8° Reggimenti artiglieria G.a.F., dei gruppi XXXII, LXXVIII e batterie n° 354 da 75/27, 75, 76, 518 da 100/17, 213, 219, 223 da 105/14, 138 e 160 da 149/35, e con queste unità G.a.F. operò; il secondo raggruppamento venne parimenti costituito con unità G.a.F., ma queste, poco dopo la mobilitazione, vennero disciolte e ricostituite come "costiere". Infatti i XXXII e LXXVIII Gruppi G.a.F. e le batterie, pure della G.a.F., n° 354 da 75/27, 75, 76,518 da 100/17, 213,219,223 da 105/14, 138 e 160 da 149/35, tutte bis332 , mobilitate per effetto della circolare n° 088522/6 del 13 novembre1942 per costituire il 46° bis Raggruppamento artiglieria da posizione costiera, vennero disciolti il 28 febbraio 1942 per effetto della circ. n° 096050/6 del 5 febbraio 1943 e con il loro personale vennero mobilitate batterie da posizione costiera di piccolo e medio calibro. Altre unità vennero parimenti disciolte, dopo essere state trasferite dalle Alpi alla difesa costiera, ed il personale venne utilizzato per colmare deficienze esistenti nell'ambito delle batterie e delle compagnie mitraglieri G.a.F. e di altri reparti costieri333 . Questi movimenti non furono operati secondo un piano generale di reimpiego, bensì furono frutto di una serie di successive disposizioni spesso dettate dalla situazione contingente dei territori ove era rich iesta la presenza di rinforzi. Mancando un documento ufficiale che riassuma questi movimenti, si riportano gli indicativi numerici solo di quelle forze che figurano nei documenti di reimpiego, mobilitazione, cambio di teatro operativo di cui si è avuta visione.
2. LA G .A.F.
NELLA DIFESA TERRITORIALE E COSTIERA, IN RINFORZO IN AFRICA ED
ALBANIA.
Una prima indagine mostra come unità di artiglieria G.a.F. fossero presenti nei ranghi della Difesa Territoriale fin dai primi di settembre 1940. Documenti dell'epoca danno infatti presenti alla Difesa Territoriale di Catanzaro, le btr. 62, 63 da 75/27 dell'llO Rgt a., alla Difesa Territoriale delle Sicilia le btr. 203, 204 da 105/28 del 41 ° Gruppo (IV Settore) ed alla Difesa Territoriale di Bari le batterie 92,93 da 149/40334 . Tenuto conto delle ulteriori necessità della difesa costiera, il Ministero della Guerra con successivi ordini determinò l'assegnazione alla Difesa Territoriale di altre unità, prevalentemente di artiglieria, tratte dai reparti della G.a.F.. Il 22 ottobre 1940 con f. n° DC/4320 fu stabilita l'assegnazione: - alla Difesa Territoriale di Trieste: 94° Comando di gruppo, btr. da 105/28 n° 205 (I Corpo d'Armata), btr. da 75/27 n ° 355, btr. da 75/27 n° 99, 351, 354, 355 (II Corpo d'Armata); - alla Difesa Territoriale di Bologna: btr. da 75/27 n° 329 (XV Corpo d'Armata) e 359 (I Corpo d'Armata); 332 S.M. RE. f. n° 183660/3 del 26 febbraio 1943 all'oggetto: Riordinamento del 46° bis Raggruppamento artiglieria da posizione costiera per la Corsica.
333 Alcuni esempi di
questi scioglimenti e reimpieghi risultano dai fogli dello Stato Maggiore RE. n° 211.70 del 24/9/40, 106370/3 del 23/3/42, 169530/3 del 24/12/42. A.U.S.S.M.E., repertorio M7/461.
334 Fogli vari conservati in A.U.S.S.M.E. - 112/68.
216
La Guardia Alla Frontiera
- alla Difesa Territoriale di Bari: 89° Comando di gruppo (I Corpo d'Armata), btr. da 75/27 n° 352 e 353 (XV Corpo d'Armata). Il 16 novembre 1940 con f. n° 11650 vennero messe a disposizione della Difesa Territoriale di Bari le btr. 352, 353 da 75/27, 132, 135 (XV Corpo d'Armata), 178 (II Corpo d'Armata) da 149/35 e della Difesa Territoriale di Bologna la 173 btr. (I Corpo d'Armata) da 149/35. Il 7 dicembre 1940 con f. n° 013170/403 fu disposto l'approntamento di personale di artiglieria, tratto dai depositi dei 7°, 8°, 10° Reggimenti artiglieria G.a.F. e dai depositi settoriali di Merano, Bressanone e Brunico per ricostituire comandi di gruppo e batterie, prevalentemente da 75/27, per la Guardia alla Frontiera di Albania. Sotto la stessa data venne disposto il trasferimento di 1250 fanti del I Settore, 1500 del II Settore e 200 fra mortaisti e cannonieri da 4 7/32 del XV Settore per costituire il 17° e il 18° Reggimento fanteria della D.f. "Acqui". Il 18 gennaio 1941, a seguito disposizioni emanate con f. n° 36320, furono mobilitate e ricostituite per l'impiego di circostanza nella difesa contro aerei: dal comando Difese:! di Bolzano: 1'87° Gruppo (54, 55, 84 Btr. S.P. da 75/27) ed il 39° Gruppo (91, 92 Btr. S.P. ·da 75/27), a cura dei Depositi Settoriali XIII, XIV, À'V dal comando I Corpo d'Armata: il 33° Grupp o (32, 33, 34 Btr. a .n. da 75/27), formato dal deposito 8° Rgt. art. G.a .F. dal comando II Corpo d'Armata: il 98° Gruppo (39, 40 Btr. a.n. da 75/27), richiamato dal deposito 7° Rgt. art. G.a.F.; Furono destinate alla difesa costiera della Sardegna le compagnie mitraglieri n° 541, 551 e 521 costituite e mobilitate a mente del foglio n° 41530 del 25 febbraio 41, mentre il 30 aprile 1941 il foglio 51480 dello Stato Maggiore dispose l'impiego per la difesa costiera da parte del XIII Corpo d'Armata della Sardegna del 93° Gruppo (38, 53 Btr. da 75/27, 145, 560 Btr. da 152/45), formato dal deposito 7° Rgt. art. G.a.F. Alla difesa costiera continentale furono destinati i seguenti Raggruppamenti artiglieria G.a.F., svincolati dai compiti istituzionali: il comando 14° Raggruppamento artiglieria G.a.F nel luglio 1940 venne trasferito a Napoli in difesa costiera e sul finire dell'agosto trasformato nel 14° Raggruppamento batterie costiere; il 16° Raggruppamento artiglieria G.a.F nel 1942 fu trasferito in Puglia e successivamente posto alle dipendenze della 210/\ Divisione costiera; il 23° Raggruppamento artiglieria G.a.F. nel 1942 venne trasferito nel Lazio e posto alle dipendenze della 220A Divisione costiera; il 24° Raggruppamento artiglieria G.a.F., assegnato alla difesa costiera della Liguria, venne successivamente destinato alla difesa del porto di Genova, ponendo ai suoi ordini anche unità di altra forza armata. Una notevole aliquota di forze di artiglieria venne inviata, come già detto, in Africa a puntellare le traballanti difese locali. Tali forze vennero tratte dai depositi dei reggimenti artiglieria G.a.F. e persino da quelli dei settori335 (tra gli altri i Grup335 citiamo, uno fra tanti, il f. n° 9900 del giugno '41 con cui si definiscono i gruppi da 100/17 e 105/28 da trasformare a l traino meccanico per l'Africa Settentrionale.
La guardia alla frontiera, un corfJo unico fJer difendere i cor!fini
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pi di Artiglieria G.a .F. 86, 64, 65, 84, 67, 91, 99, 45 da 100/17 e 105/28, trasformati in Gruppi a Traino Meccanico), mentre compagnie mitraglieri (individuate le n° 629, 630,631,632, 627, 628, 643,644, 605,606, 607, 6213 36 )e 624 furono inviate in rinforzo alle unità del Comando G.a.F. d'Albania, seguite in tale teatro operativo il 2 febbraio 1941 dalle n° 613, 614, 615 dell'XI Settore33 7 . A decorrere dal 19 aprile 1941, giorno successivo al termine delle ostilità con il regno di Jugoslavia, il comando militare Difesa di Trieste ebbe alle proprie dipendenze di impiego 1'85° Gruppo (169, 170, 183 Btr. da 149/35), mobilitato dal Deposito 6° art. G.a.F., il comando militare di Difesa di Treviso impiegò il XVII Settore G.a.F., mentre il XV Corpo d'Armata si avvalse dell'intervento del 100° Gruppo (538, 539 Btr. da 305/17) La fine ufficiale del conflitto albanese, poi, segnò l'inizio della diaspora della Guardia alla Frontiera presente in quel territorio, che venne d'urgenza inviata a tamponare le falle più vistose dello schieramento difensivo italiano, senza alcun riguardo per il suo addestramento specifico e le sue caratteristiche alpine. Tratte dalle unità G.a.F., vennero fatte affluire al Comando Truppe del Montenegro (XIV Corpo di Armata) le Compagnie rnitraglieri da posizione n° 9, 10, 11, 12, 17, 18, 19, 24; i Btg. Mitr. da pos. CVI, CXIV e la 1" Cp. carristi di frontiera, mentre furono poste a disposizione del Comando Superiore Forze Armate della Grecia le Cp. mitr. da pos. n° 607, 621, 624, 643.
Alla fine del 1940 lo Stato Maggiore del Regio Esercito aveva disposto per il ritorno al rispettivo centro di mobilitazione e susseguente smobilitazione di numerose unità riten ute esuberanti ai compiti dell'Esercito ed al provvedimento erano state interessate anche numerose unità di artiglieria e mitraglieri G.a.F. Questo provvedimento però non era destinato a durare n el tempo; infatti il protrarsi della guerra, le esigenze della difesa delle isole e delle frontiere indussero lo Stato Maggiore del R.E. a disporre, già a far corso dai primi mesi del 1941, la ricostituzione e mobilitazione di unità precedentemente restituite nelle forza dei centri di mobilitazione, allo scopo di poter avere a disposizione unità da avviare ai vari teatri operativi. Numerosi sono i documenti che comprovano queste rimobilitazioni ed uno di essi, fra i tanti, è il foglio 148190/3. con cui l'ufficio mobilitazione dello S.M. del R.E. dispone a favore della 4" Armata: [ .. .]
"la ricostituzione e mobilitazione delle seguenti unità smobilitate per effetto delle circolari di questo S .M. nn 21170 e 22660 del 24 /9 e 5/ 10/ 1940-XVIII: - C.do CIV Gr. G.a.F. dal Centro di mobilitazione Deposito settoriale di L egnano -144, 163 e 206 btr. G.a.F da 149 I 35 dal Centro di mobilitazione Dep. 7° rgt. Art. G.a.F. Cuneo".
r. .. ] Alla continua richiesta di unità si assomma il progressivo depauperamento dei materiali specie di armamento presenti nei centri di mobilitazione e per le unità in 336 S.M. R.E. f. n° 015569/403 del 4 gennaio 1941 all'oggetto: Compagnie milraglieri da posizione per l'Albania; quaderno di Bellis Giuseppe della 607" Compagnia mitraglieri. 33? Tratto dalle memorie storiche del Settore conservaLe in A.U.S.S.M.E.
218
La Guardia Alla Frontiera
ricostituzione vennero adottati provvedimenti che possono esser considerati sintomo di uno stato di emergenza. In data 1° dicembre 1942 con foglio n° 0052670/4, in previsione di un possibile impiego di unità di artiglieria alla frontiera francese infatti, essendovi carenza di materiale nazionale, venne disposta la costituzione con materiale di preda bellica di alcune batterie, precisamente delle batterie 197, 198, 199, 200 da 100/23 presso il deposito 7° Reggimento Artiglieria G.a.F., delle batterie 101, 102, 103, 104 da 75/15 presso quello dell'8° e delle batterie 404, 405, 406 da 105/11, 196 da 100/23 presso quello dell'll O in Savona. Analogamente di preda bellica furono i pezzi da 75/15 con cui fu armata la 708 batteria che l'ufficio mobilitazione dello Stato Maggiore con foglio n° 169590/3, mobilitò il 24 dicembre 1942 presso il deposito settoriale di Fiume e così di seguito per numerose altre unità.
3. LA G.A.F. NELLA DIFESA COSTIERA ED AEROPORTUALE IN SICILIA.
Cadute la Libia e la Tunisia, venne purtroppo l'ora dell'attacco allo stesso territorio italiano. Questo ebbe come obiettivo iniziale le isole Pelagie, Pantelleria e la Sicilia, presidiata dalla 6/\ Armata, nel cui ambito operavano numerose unità della Guardia alla Frontiera fatte affluire in tempi diversi in funzione della disponibilità data dai teatri operativi su cui erano istituzionalmente schierate. Già dal 1941, infatti, con successive disposizioni lo Stato Maggiore aveva stabilito la costituzione e la mobilitazione di unità mitraglieri da posizione per il potenziamento della difesa costiera della Sicilia, come evidenziano le disposizioni reperite presso l'archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito338 con cui viene disposto l'affluss9 nell'isola di unità mitraglieri del Corpo. Da un esame delle forze presenti all'epoca dell'attacco anglo americano alla Sicilia, rileviamo numerose unità della Guardia alla Frontiera, trasferite in tempi successivi dalle Alpi, che concorsero, inquadrate nei supporti della 6A Armata, nelle divisioni costiere e nelle difese aeroportuali alla difesa di questo estremo lembo del territorio nazionale. Nello spirito di questa ricerca, nella elencazione delle unità non vengono riportate quelle che, nate Guardia alla Frontiera, erano state trasformate in costiere all'atto della loro ridislocazione. L'analisi dei diari storici permette il seguente approssimativo "Stralcio della situazione delle unità della Guardia alla Frontier a presenti in Sicilia all'atto dell'invasione anglo americana". -6/\ Armata- comando artiglieria: forze alle dirette dipendenze: - 12° Raggruppamento artiglieria G.a.F. 339 articolato su XXXV Gruppo da 75/27 (giunto il 23/4/41), CL Gruppo da 105/27, CLX Gruppo da 149/35, XXII Gruppo da 105/28 - XVI Corpo.d'Armata 206/\ Divisione Costiera (in Modica) 33 8 Ad
esempio le disposizioni contenute nei fogli dello S.M. R.E. n° 41520 del 25/2/41, 18372 del 1/9/41 e 104480/3 del31/3/42, conservati assieme ad altri nel repertorio M7/461 di A.U.S.S.M.E.
3 39 Successivamente posto alle dipendenze della 207" Divisione costiera.
La guardia alla fronLiera> un c01jJo unico /Jer difendere i c:orifìm:
219
C/do 44" Raggruppamento art. da pos. costiera CII Gruppo artiglieria G.a .F. (in Rosolino) su: 47",48" btr. da 75/27, 165" btr. da 149/35, 226", 227" , 266" btr. da 105/14; 208" Divisione Costiera (in Alcamo) C/do 28" Raggruppamento art. da pos. costiera XIX Gruppo artiglieria G.a.F. su: 43", 44" btr. da 75/27, 130" btr. da 105/28, 509", 510", 626 " .btr. di calibro non individuato LXIII Gruppo artiglieria G.a.F. su 45" , 63", 64" btr. da 100/17 (giunta il 06/09/41); 104" Btg. rnitr da pos. su Cp. Comando, Cp mitr n° 511 ", 512", 513", 542", 617 " 340 ; 213" Divisione Costiera C/do 22° Raggruppamento Artiglieria G.a.F.(a Paternò di Catania) su : XXX Gruppo artiglieria G.a.F. (Btr 162 e 165 da 149/35), CXXVII e CXXX gruppi artiglieria; Compagnie mitr. da pos. N° 553 e 554; ... Difesa aeroportuale: ... (stralcio delle forze G.a.F. individuate fra quelle facenti parte della difesa fissa dei singoli aeropor ti) - LXXIII Gruppo art. G.a.F. d a 149/12 - aeroporto di Comiso - LXXVI Gruppo art. G.a.F. da 75/27 poi 152/13 - (Batterie 31- 35 ) - aeroporto di Milo (Trapani) - LXXIX Gruppo art. G.a.F. da 149/12 - aeroporto di San Pietro - 192" Btr (LXXXIII) G.a.F. da 149/12 - aeroporto di Brindisi - XC Gruppo art. G.a.F. (58 e 59 Btr da 100/17) aeroporto di Catania - 60", 77" Btr G.a .F. da 100/17 aeroporto di Gerbini.341
Figura 69: Pezzo d i artiglieria di una unità G.a.F. a protezione di un aeroporto {Arch. Guarnieri).
34 0 SostituiLa nel novembre l941 dalla 615" ccl inviata a Lampedusu. 34 1 Difesa aeroportuale di Catania e Gerbini a cura della 213" Divisione di fanteria costiera ai cui ordini sono queste forze G.a.F. (D.S. della Divisione in l\.U.S.S.M.E.).
220
La Guardia Alla Frontiera
La Guardia alla Frontiera risulta inoltre presente con proprie unità nei ranghi della difesa costiera delle seguenti località: Licata: 516" compagnia mitraglieri da posizione, Marsala 1200 compagnia mitraglieri da posi zione Pantelleria: nell'ambito della Brigata mista "PANTELLERIA"342 e:rnno presenti le compagnie. mitr. autonome G.a.F. n°455, 526, 535, 540, 654, 655343, 657, 658, 753. Lampedusa: risultavano all'epoca sull'isola sei compagnie autonome mitraglieri G.a.F. così dislocate: n° 365, 617 (Sett. Levante.), n° 653, 656 (Sett. Porto), n° 601, 625 ~Sett. Ponente.)
Figura 70: fortificazioni a Lampedusa (APA)
Nelle ultime battaglie che si svolsero in terra siciliana brillarono le vampe dei cannoni dei gruppi della Guardia alla Frontiera; ad Agrigento infatti spararono i pezzi del XXII Gruppo da 105/28, del CL Gruppo da 105/27 ,del XXXV da 75/27 (Batteria 331 A) e del CLX Gruppo (Batterie 485/\, 487/\ da 149/35), mentre sulla strada che da Palermo adduce a Trapani le forze americane, prese di infilata dal tiro dei pezzi da 75/27 del LXXVI Gruppo G.a.F. (Btr 31 - 35), si sbandarono nei terreni adiacenti la strada, fino ad allora liberamente percorsa, e furono costrette a far intervenire gli aerei per avere ragione di questi strenui difensori del suolo patrio.
342
Nato nella primavera del 1943 per trasformazione del Comando Truppe e Senrizi Regio Esercito dell'isola di Pantelleria, era strutturato su due Comandi a livello reggimentale (Difesa fissa e Difesa mobile) e tre Comandi settore.
343 Affluita il 28/06/42, era su 18 mitragliatrici e 4 cannoni.
La guardia alla frontiera) un corpo unico per difendere i cor?}ìni
4.
22I
LE VICENDE ARMISTIZIALI E LA GUARDIA ALLA FRONTIERA
Data la situazione alle frontiere terrestri, risulta ad un primo sommario bilancio che globalmente, per le varie attività extra istituzionali quali difesa coste, contraerea e difesa aeroporti, Africa Settentrionale e 2" Armata, furono utilizzati 250 ufficiali, 300 sottufficiali e 7000 uomini di fanteria della G.a.F., cui si debbono aggiungere 13900 uomini costituenti i due raggruppamenti a disposizione del Comando superiore Slovenia/Dalmazia e 5600 uomini impiegati nei reparti mobili e per il presidio della linea verde nel teatro occidentale (Francia). A seguito di questi depauperamenti le unità della G.a.F. che la situazione relativa al settembre '43, tratta da una pubblicazione dell'Ufficio storico sull'attività delle forze armate italiane nel periodo settembre/ottobre 1943344 , elenca, erano rispettivamente alla frontiera occidentale al 50% ed a quella occidentale al 60% degli organici di guerra, mentre alla frontiera settentrionale avevano il solo personale per assicurare il servizio di vigilanza alle opere. Da questa situazione, integrata da quanto citato nei Diari Storici presenti nell'archivio dell'Ufficio Storico di S.M.E. ed in una pubblicazione dell'Istituto Storico della Resistenza in Cuneo345 è stata stralciata e riportata la sola presenza dei reparti della Guardia alla Frontiera che, alla data del 8 settembre, si rivelano inquadrati nelle rispettive grandi unità. L'elenco è perfettibile alla luce dei movimenti che numerosi reparti stavano compiendo per rischierarsi in Italia e dei successi.vi avvenimenti, il cui rapido presentarsi in successione non ne ha permesso la registrazione sui Diari Storici, dei quali molti sono andati distrutti o dispersi.
2" Armata V C.A.: V Raggruppamento G.a.F. (inquadrava le truppe della Piazza di Fiume e della cinta di Sussak e precisamente XXVII Settore, btg. G.a.F. XXV, XXVI, XXVII, forze confinarie). XI C.A.: XI RaggTuppamento G.a.F. (un btg. G.a.F. era in rinforzo alla D.f. Lombardia) 4" Armata346 I C.A. Divisioni costiere 223" e 224" - reparti G.a.F. di entità varia inglobati nella 223" Divisione Costiera e Piazza di Nizza (fra gli altri individuati il LVII gruppo artiglieria G.a.F. da 105/11 ed il Battaglione G.a.F. I/b.); I Raggruppamento G.a.F. costituito da truppe G.a.F. di presidio alla frontiera italo/francese lungo la linea Monaco - Monte Agel/Aution
344 S.M.E. Ufficio Storico "Le operazioni delle unità italiane nel settembre· ottobre 1943" Tipografia regionale
Roma 1975, pagine varie. 345 " 8 settembre Lo sfacelo della IV ARJ.v1ATA" Book Stare Torino 1979
34 6 Dal 25 agosto era in corso il rientro in Italia della 4" Armata ed il passaggio di competenze al I Corpo d'Armata che, a seguito accordi con i tedeschi , doveva restare in Francia. Nel settembre questa attività non era ancora terminata, quindi la situazione relativa alle dipendenze delle truppe G.a.F. che si riporta è puramente indicativa, variando di giorno in giorno.
222
La Guardia Alla Frontiera
XV C.A. 347 Genova 201/\ Div. Costiera: elementi G.a.F. Div. Alp. Pusteria: n° 3 Btg. G.a.F. in rinforzo 15° Comando G.a.F. in Grimaldi (inquadrava i Settori I, V, i Battaglioni I/a, V ed il 24° Raggruppamento artiglieria) Difesa Territoriale di Torino (Piemonte e parte della Liguria) 1° Comando G.a.F. in Torino (inquadrava i Settori VI, VII, VIII, IX, X, sottosettore autonomo "Levanna", IX e X Battaglione e 1'8° Raggruppamento artiglieria); Difesa Territoriale di Alessandria 2° Comando G.a.F. in Cuneo (inquadrava il II e il III Btg. mobile, il II, III, IV Settore e il 7° Raggruppamento artiglieria); 7A Armata XIXC.A. 14° Raggruppamento a. G.a.F. 112° Btg. mitraglieri G.a.F. (Cp. 640, 641, 642, 508) IVC.A. 210/\ Div. Costiera 16° Raggruppamento a. G.a.F. D. f. Legnano XCIX Raggruppamento G.a.F. 213A Div. Costiera 22° Raggruppamento a. G.a.F. (scalo Nord/Stazione FF.SS. di Bari) 8A Armata Bolzano XXXVC.A. 6° Rgt. art. G.a.F. XIII Settore G.a.F. (articolato sui Sottosettori Resia e Passiria) Merano, XIV Settore e XV Settore, tutti a ranghi estremamente ridotti XXIV C.A. Udine 24° Comando G.a.F. di C.A. (Settori G.a.F. XXI - XXII - XXIII) 14° Comando G.a.F. della Difesa Territoriale di Treviso (Settori G.a.F. XVI XVII) XXIII C.A. Trieste 23°Comando G.a.F. di C.A. (Settori G.a.F. XXV - XXVI)
34 7 Il Comando del XV Corpo di Armata essendo dislocato in Genova, sua sede stanziale, assolveva anche incarichi territoriali ed in questa veste aveva giurisdizione sul 15° Comando G.a.F.
La guardia alla .fi"ontiera, un cor/Jo unico per difendere i confini
223
9"' Armata
xx.ve.A.
Elbassan Settore Z Reparti di varia entità non inquadrati nel Comando G.a.F. di C.A. 26° Comando G.a.F. di C.A. 11"' Armata Truppe di presidio Isola di Corfù XV Gruppo artiglieria G.a.F. Raggruppamento "SUD" forze di presidio in Corsica Nell'ambito di tali forze è stata individuata la 693"' compagnia mitraglieri da pos1z10ne. Le succitate unità non sono certamente paragonabili, dal punto di vista dell'organico, a quelle che avevano iniziato il conflitto; i continui depauperamenti348 effettuati a favore delle unità mobili e di altri teatri operativi avevano reso i settori G.a.F. l'ombra di ciò che erano agli inizi del 1940. Nata per difendere le frontiere, sarà su di esse che, in ottemperanza ai nuovi ordini ricevuti, la Guardia alla Frontiera, con queste sue depauperate ma motivate forze, si batterà nelle giornate del settembre 1943, consapevolmente inferiore di forze e di mezzi ma non di animo, per impedire che il tedesco che, con varie motivazioni, aveva numerose truppe già schierate all'interno ed a cavaliere dei valichi di confine, potesse impadronirsi dell'Italia. Nella difesa del territorio italiano, in quelle confuse e tragiche giornate, eme1·gono, fra le altre, le operazioni condotte dai sottoelencati reparti il cui elenco è riportato nello allegato n° 8 alla circolare 5000 emanata dallo Stato Maggiore dell'Esercito: - 4"' Armata (confine italo francese) IVa Sottosettore di copertura al Colle di Tenda VIII Settore di copertura - sbarramento del Frejus IX Settore di copertura in zona del Moncenisio - C/do Settore, IX/b Sottosettore, Caposaldo Ospizio, squadra minatori Gruppi di Art. 77° (613, 616 Btr.) e 68° (512, 513 Btr.) 20° Raggruppamento sciatori349 al Colle del Moncenisio Elementi G.a.F. a Ponte di Nava - 8"' Armata XXV Settore - elementi in S. Pietro al Carso XIII Settore di Copertura a Gufra, Resia, Pian dei Morti 34 8 L'impiego di armi della G.a.F. per altre esigenze inizia, ufficialmente, già dalla fine del 1940, come evidenzia il foglio 13458 datato 24/12/1940 di S.M. R. E. - JA Rep. 349 Questa unità era stata costituita per essere inviata in Russia; mantenuta nel territorio metropolitano, venne successivamente impiegata sull'arco alpino e coinvolta nei combattimenti del settembre 1943. Di essa facevano parte numerosi uomini della G.a.F. che tali erano all'atto dei combattimenti contro i tedeschi (da una testimonianza raccolta da un superstite nel corso del raduno del II Settore in Entraque nel giugno '98).
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La Guardia Alla Frontùra
14° Comando G.a .F. XVII Settore (Comando, fanfara, reparto misto genio settoriale) a Tarvisio stazione e Caserma Italia, XVII/b - XVII/e in Boscoverde, opera di Porticina, 259" Btr da 75/27 mod. 06 XVI Settore (Comando, Reparto e/do, reparto misto genio settoriale, deposito) ..... XXI; XXII; XXIII Settore a Val Beccio, Godovici, Postumia 2 " Armata XLV/a Sottosettore di copertura Batteria autotrainata G .a .F. da 75/27 mod. 12. Il disfacimento generale non sorresse i combattimenti; i superiori comandi, anch e essi privi di chiare direttive, non furono in grado di sfruttare la resistenza opposta da questi reparti, opportunamente alimentandola con truppe ancora alla mano, e anche la G.a.F. dovette cessare l'impari conflitto contro il tedesco non più alleato; quasi ovunque, a ranghi sciolti, alimentò e partecipò attivamente alla resistenza, con la stessa determinazione mostrata sui campi di battaglia, vuoi materialmente sul territorio nazionale, vuoi spiritualmente dai campi di internamento, fornendo ampia messe di caduti al riscatto d'Italia.
Figuro 71: Per non rinnegare il giura· mento (un ca duto della G .a.F. in Ger· mania nel 1944)
Le vicissitudini della guerra oltre a determinare la trasformazione di numerose un ità di Guardia alla Frontiera in unità costiere fecero sì che talune unità del corpo fossero organicamente trasferite nel sud dell'Italia per concorrere alla difesa delle coste italiane. Si trattò di unità, prevalentemente di artiglieria, che vennero tolte al fronte alpino, al momento scarsamente attivo ed assegnate a Divisioni costiere o a difese aeroportuali. Queste unità, all'atto dell'armistizio schierate in territorio rimasto italiano, continuarono la lotta in ottemperanza alle disposizioni emanate dal governo regio, ed intervennero inizialmente quali unità organiche e successivamente destinando personale a reparti che vennero approntati per combattere a fianco degli alleati.
La guardia alla frontiera, un corpo unico per difèndere i corifi,ni
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La successiva evoluzione organica delle forze concesse dagli alleati per la cobelligeranza non ne permise il mantenimento quali unità organiche del Corpo e pertan to anche queste residue unità G.a.F. scomparvero dalla scena militare italiana. Dall'esame dei diari storici, certamente incompleti, delle unità schierate in quella residuale parte del territorio nazionale, si ha la certezza della presenza organica del 16° e del 22° Raggruppamento artiglieria G.a.F. Il 16° Raggruppamento venne nel 1942 trasferito in Puglia ed inquadrato nella 210" Divisione costiera, schierò i propri gruppi XCV e CXII nei dintorni di Lecce; all'atto dell'armistizio mantenne queste posizioni che abbandonò solo a fine novembre, allorché venne spostato a Torre del Greco. In questa sede, n el febbraio 1944, nel quadro di ristrutturazione del Regio Esercito venne trasformato in 516° Reggimento della 227" Divisione di fanteria, uscendo così dalle unità della G.a.F.. Il 22° Raggruppamento, inquadrato n ella 213" Divisione Costiera dal 4 aprile 1942, dopo aver partecipato con le proprie unità alla difesa della costa siciliana da S. Filippo Archi alla baia di Agnone, portatosi in Calabria il 14 agosto '43, ivi continuava la lotta, schiera ndo i propri gruppi in posizione campale di difesa. All'atto dell'armistizio era à. Casalvecchio e il 22 settembre '43, dopo aver ceduto i propri gruppi al 16° Raggruppamento artiglieria, p assava alle dipendenze della XXXI" Brigata costiera ed assumeva, con nuovi gruppi, la difesa costiera di Otranto, Gallipoli, Francavilla e Grottaglie. Il Raggruppamento dopo numerosi cambi di sede e unità alle dipendenze, il 30 ottobre entrava a far parte della 231" Divisione costiera ed univa al proprio precedente compito quello di fornire unità, personale35 0 e materiali a reparti nazionali in approntamento per intervenire sul fronte italiano a fianco dei nuovi alleati. Nel processo di ristrutturazione delle forze armate italiane l'unità era sciolta il 25 gennaio 1944.
350 In particolar modo a favore del 1° e del 2° reparto di formazione del Rgt. artiglieria da montagna in costituzione a cur a del 152° Rgt. a. "Piceno".
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Costituita per la specifica e sentita esigenza di vigilare in tempo di pace il confine, letteralmente vivendo sul posto, ed impedire, in tempo di guerra, al nemico di calare tranquillamente nelle pianure italiane, consentendo nello stesso tempo il completamento delle forze atte a respingerlo e ricacciarlo di là dal confine, la Guardia alla Frontiera è stata in un certo senso tradita dalla volontà di Mussolini di sedersi al tavolo dei vincitori, nel caso della Francia, e poi dal desiderio di mostrare la propria potenza e capacità, invadendo Albania, Grecia e Jugoslavia. Questa politica rese vano tutto il lavoro fino a quel momento compiut o per rendere ermetiche le frontiere italiane, con la costruzione di fortificazioni e la creazione di un corpo specifico, la G.a.F., destinato al loro presidio ed utilizzo. Nonostante le accelerazioni date ai lavori nella imminenza della guerra, il complesso fortificatorio non raggiunse la profondità, robustezza e completezza che sarebbero stati necessari per assicurare la tenuta, nel caso di investimento da parte di un nemico deciso a penetrare in Italia. Il collaudo bellico fortunatamente non vi fu né in Italia, ove l'enorme mole dei lavori effettuati e l'elevato numero delle strutture realizzate non venne se non minimamente messo alla prova, né in Albania. Fu collaudata senza apprezzabili risultati la fortificazione creata sulla frontiera libico/egiziana, mentre quella creata a protezione di Tobruck reagì positivamente, allorché venne sapientemente usata come ossatura di un sistema presidiato da forze statiche sostenute da unità mobili in grado di assicurare la reattività indispensabile a garantire la capacità di tenuta. Se mancò la possibilità di mettere alla prova le strutture difensive e la capacità degli uomini che le presidiavano, non mancò la volontà degli uomini della Guardia alla Frontiera di servire in armi la Patria; là ove necessario essi lasciarono le postazioni ormai rese inutili dalla decisione di attaccare la Francia e, trasformatisi in esploratori, arditi ed assaltatori, combatterono a fianco dei commilitoni impegnati in prima linea. Esempi eclatanti e significativi di tale cosciente volontà sono: - la decisione presa dagli uomini dello Chaberton di continuare la lotta in prima linea quali fanti allorché le granate francesi misero fuori uso sei delle otto torri e la elevata cadenza di tiro adottata per sopperire alla scomparsa degli altri sei pezzi sembrava aver causato l'inefficienza dei due pezzi superstiti. - la costituzione con personale volontario proveniente dal IX Settore di Copertura, di due compagnie di arditi (Lupi del Cenisio) che, impegnate in prima linea, realizzarono la conquista del fortino francese denominato "opera degli Arcellins" l'una, la neutralizzazione di insidiose armi avversarie l'altra. Negli altri teatri di operazioni la Guardia alla Frontiera dette parimenti prova del proprio valore e della coesione morale dei suoi uomini, lottando nelle sabbie del deserto, nelle pietraie della Tunisia e nelle infide lande jugoslave. Nelle tragiche giornate dell'armistizio e nel periodo della resistenza quando la terra italiana si arrossò del sangue dei suoi figli, fra di essi numerosi erano quelli inquadrati nella G.a.F. o che da essa provenivano.
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I reparti a nche minori della G.a.F. considerarono sempre Bandiera di Guerra il vessillo che sventolava sul pennone più alto delle loro caserme, anche le più piccole, ove incuranti di neve, freddo e ghiaccio3 51 tutelavano i confini dell'Italia nell'attesa che ci si ricordasse della loro esistenza e li si volesse onorare attribuendo anche alle loro unità questo segno onorifico, che fu concesso ai settori di copertura solamente il 30 marzo 1943 con R. D. n° 399 352. Non seconda alle altre Armi e corpi, essa ebbe nel S. Ten. Nasetta (M.A. al V M. alla memoria) il primo caduto al fronte alpino occidentale e capofila della lunga serie di eroi che onorarono il corpo sia che operassero sul fronte occidentale od orientale o nelle desolate strutture realizzate nelle sabbie della "quarta sponda", vuoi che combattessero nei ranghi della Resistenza per restituire alla Patria invasa la sua libertà. Ben TRENTAQUATTRO furono le medaglie d'oro concesse a militari della G.a.F. (o che nei ranghi della stessa si erano formati e in altri corpi, nel suo insegnamento, erano andati a combattere) che scomparve nelle u ltime fiammate della Guerra di Liberazione Nazionale. Osteggiata all'atto della sua nascita da chi temeva sottraesse forze e potere alle unità esistenti e costituita con elementi da queste tratti e con un normale reclutamento a base n azionale, ben presto si "alpinizzò" sottraendo agli alpini quella posizion e di preminenza sull'ambiente montano che questi avevano un tempo. L'acquisita capacità, l'elevato morale regnante nelle unità G.a.F. e l'entusiasmo per la specialità presente nei suoi componenti attirarono nei suoi ranghi ufficiali alpini e truppa valligiana così da suggerire al Ministero della guerra l'idea di un abbinamento unità alpini ed unità G.a.F. (definiti alpini G.a.F.) nell'ambito della divisione alpina353 . Tramontata questa ipotesi causa il previsto impiego mobile delle GG.UU. alpine (P.R.12), alla luce della professionalità dimostrata dalle t ruppe G.a.F. in impegni anche extra istituzionali e dell'elevato numero di reparti da essa costituiti specie per attività di controllo del territorio, allorché nel luglio 1941 si prese in esame l'opportunità di potenziare il Regio Esercito venne ipotizzato di costituire oltre a n uove divisioni avio trasportate, paracadutisti, corazzate, auto trasportate ed alpine, anche 10 divisioni di fanteria di cui 6 di occupazione e 4 G.a.F354 . L'evolversi degli avvenimenti consentì solo u na parziale realizzazione di questo progetto e le unità Guardia alla Frontiera di rango più elevato che videro la luce furono i raggruppamenti355 . La fine del conflitto permise alle Forze Armate di iniziare il lento e faticoso cammino della ricostituzione, teso a dare al Paese uno strumento valido per la sua difesa, ad onta delle dure clausole armistiziali e del disinteresse di un popolo stanco del3S l Vedi Inno marcia della G.a.F. riportato in documenti allegati n° 64. 35 2 Regio decreto 30 marzo 1943-XXI, n° 399. Concessione dell'uso della bandiera ai reggimenti costieri cd ai settori di copertura. (G.U. n. 125, del 29 maggio 1943 - Anno XXI) Riportato in documenti a]legati n° 63. 353 "... l'ambiente più opportuno in cui compiere l'abbinamento appare quello della divisione alpina che potrebbe essere costituita s u 2 r gt. alpini mobili , un rgt. art. alpina ed 1 rgt. AJpini G.a.F. che all'occorrenza si sgancerebbe." Così riporta il promemoria del Ministero deJJa Guerra stilato in data 22 marzo 1939 e conservato in A.U.S.S.M.E. fondo M7/564. 354 S.M. R.E. f. n° 747 del 30 luglio 1941 in A.U.S.S.M.E. Ll0/1. 355 Il 31 Maggio 1942 vennero costituiti con unità già in vita il V e XI Raggruppamento G.a.F., dipendenti rispettivamente dal V e l'X.I C.A.
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la molteplicità di divise che aveva dovuto subire. In questo processo di rifondazione non vi fu inizialmente posto per unità incaricate specificatamente della difesa dei confini e quindi la Guardia alla Frontiera, come tale, non ebbe collocazione nei ranghi del nuovo Esercito Italiano. La nascita dell'alleanza atlantica e del contrapposto patto di Varsavia, la successiva adesione dell'Italia alla Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico consentirono al nostro Paese di superare le dure clausole militari imposte dal trattato di pace356 ed avere un sistema fortificato permanente lungo il confine con 357 Austria e Jugoslavia. Questo sistema costituito dalle superstiti opere del Vallo Alpino (confine con l'Austria) integrate da strutture più moderne (confine con la Jugoslavia) venne presidiato da unità di fanti da posizione358 che, appositamente costituiti, dapprima a livello compagnie e successivamente battaglioni, ebbero anche il compito di gestire le artiglierie presenti nelle opere359 . Fino al 1957 queste specifiche unità ebbero il compito di presidiare oltre alle fortificazioni dislocate in pianura anche quelle presenti in montagna360. La messa in efficienza di ulteriori sbarramenti montani rese necessario un potenziamento dei battaglioni di fanteria da posizione colà dislocati e il 1° settembre 1952 furono costituiti quattro Raggruppamenti di frontiera36l, composti da gruppi di sbarramento362 in numero vario. I battaglioni dislocati a Tolmezzo (XI) e ad Arzere (I) si trasformarono nei Raggruppamenti di frontiera XI (gr. sbarr.I, II, IV) e XII (gr. sbarr.I, II, III, IV), mentre i distaccamenti del XXI Battaglione da posizione dislocato in Alto Adige diedero vita ai Raggruppamenti di frontiera XXI (Gr. sbarr.I, II, III) e XXII (Gr. sbarr.I, II), aventi sede rispettivamente a Brunico e a Merano (BZ), alle dipendenze del neo costituito IV Corpo d'Armata. Il presidio e gestione delle opere fortificate del Cadore venne affidato al III Gruppo di Sbarramenti del XII Raggruppamento che fu dislocato in Santo Stefano di Cadore. 356 Clausole militari del trattato di pace del 1947. Riportate in documenti allegati n° 65. 357 Lungo il confine con la Francia non venne realizzato alcun sistema difensivo alla luce delle clausole del Trattato di Pace che anzi avevano imposto lo smantellamento di tutte le fortificazioni ancora presenti nel territorio di confine rimasto italiano. La cessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia e la appartenenza di questo paese al blocco di Nazioni opposto a quello in cui militava l'Italia permisero di provvedere alla sicurezza nazionale realizzando un sistema fortificatorio di confine che utilizzava alcune superstiti strutture del Vallo Alpino integrate da numerose opere "ex novo" , specialmente realizzate in corrispondenza delle nuove parti di confine con la Jugoslavia, frutto del trattato di pace. Nulla aveva imposto il suddetto trattato per le opere sul confine austriaco che poterono quindi essere recuperate e potenziate.
358 Il 21/2/52 si costituiscono il I, l' XI ed il XXI Btg. da posizione, il XXI si articola a sua volta in due distaccamenti a livello Compagnia dislocati a Glorenza e Vipiteno (entrambi provincia di Bolzano).
359 Fra gli altri pezzi da 75/21 e da 105/25. 360 Solo dal 1° gennaio1957 i raggruppamenti di frontiera posti a
presidio delle fortificazioni di montagna si tra-
sformano in raggruppamenti alpini da posizione.
361 Il 24 maggio 1934, con il foglio 11200 di protocollo era stato comunicato ai Corpi di Armata la nascita di un Corpo di Frontiera cui successivamente verrà attribuito il nome di G.a.F.; l'attribuire alle nuove unità lo stesso nominativo "FRONTIERA" significa stabilire un ponte di collegamento ideale fra queste unità che, sia pur organicamente diverse, hanno lo stesso scopo di difesa dei confini.
362
I Gruppi di Sbarramento, erano costituiti da un numerio vario di sbarramenti ciascuno formato da più opere fortificate.
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Per il personale dei Raggruppamenti di frontiera, così come precedentemente per quelli dei settori e reggimenti artiglieria della Guardia alla Frontiera, venne adottato un distintivo da portare sulla manica sinistra dell'uniforme 363 . Realizzato a forma di scudetto, il distintivo riportava la scritta FRONTIERA, ma non il numero distintivo del Raggruppamento che invece figurava nel tondino (verde) del fregio da fanteria posto sul copricapo. Nel biennio 1953/54 i Raggruppamenti di Frontiera 11°, 12°, 21°, 22°364 cessarono di essere supporti del IV Corpo di Armata e vennero inquadrati nelle brigate alpine Julia, Tridentina, Orobica e Cadore. Il 26 aprile del '54, il III Gruppo di Sbarramenti del 12° Raggruppamento transitò alle dipendenze del 21 ° Raggruppamento divenendone il IV Gruppo ed il 30 giugno, reso autonomo, assunse la denominazione di Gruppo di sbarramenti "Cadore"; in pari tempo il 12° Raggruppamento, già dislocato a Paluzza, venne trasformato in Gruppo di Sbarramenti e nel successivo luglio 1954 passato alle dipendenze dell'll O Raggruppamento. Nel gennaio 1957 i Raggruppamenti di frontiera si trasformarono in Raggruppamenti alpini da posizione e nel settembre dello stesso anno i gruppi sbarramento e gli sbarramenti assunsero rispettivamente la denominazione di battaglioni e di compagnie 365 . Il ripristino di altri sbarramenti determinò nel 1959 la costituzione di un ulteriore battaglione da posizione che venne dislocato a Chiusaforte; articolato così su cinque battaglioni 1'11°Raggruppamento nell'ottobre 1962 lasciò la Brigata alpina Julia e divenne supporto del neo costituito Comando Truppe Carnia. Il 30 settembre 1962, con ulteriore provvedimento ordinativo, i reparti da posizione furono denominati "d'arresto", poiché l'attributo "da posizione" poteva ingenerare concetti di immobilismo e sedentarietà in netto contrasto con i compiti anche mobili che la pianificazione loro assegnava. I fanti di frontiera che, inquadrati nelle unità del IV Corpo di Armata, portavano sul cappello alpino366 il fregio della fanteria con fucili incrociati e fiamma diritta367 ed avevano mostrine rettangolari verdi bordate di rosso, divenuti alpini da posizione, ornarono il cappello alpino con il fregio della specialità, ma con il tondino rosso (in cui fu inserito il numero romano del battaglione) e posero sul bavero della giubba le alpine fiamme verdi. Nel biennio1963/64 la funzione di sbarramento fu ulteriormente potenziata e per il presidio degli sbarramenti della pianura, principalmente friulana, vennero costituiti, con l'attributo "d'arresto" i Reggimenti di fanteria 52° "Alpi", 53° "Umbria" e 73° "Lombardia", organicamente inquadrati rispettivamente nelle Divisioni Manto-
363 Adozione distintivo per i raggruppamenti di frontiera. Riportato in documenti allegati n" 66. 364 I Raggruppamenti di Frontiera sono a livello Reggimento per cui, dopo un iniziale periodo, ad essi viene attribuito, come previsto, il numero arabo.
365 Brigata Julia 11° Raggruppamento (Btg. XII, XIII, XIV, XV, XVI), Brigata Cadore Btg XIX, Brigata Tridentina 21° Raggruppamento (Btg. XXIII, XXIV, XXV), Brigata Orobica 22° Raggruppamento (Btg. XXIX, XXX).
366 Le truppe delle unità di Frontiera, più fortunate dei loro predecessori della G.a.F. ebbero dal 1953 - F.0. dispensa n° 16 del 31 agosto - cappello alpino completo di penna e nappina (di color verde bordato in rosso). 367 Detta dagli alpini "fiamma del pibigas".
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va, Folgore ed Ariete; i fanti da posizione inquadrati in queste unità ebbero il fregio della fanteria, il numero e le mostrine tradizionali del proprio reggimento.
Figuro 72: Fregio da copricapo per
Figuro 73: Scudetto da braccio per il personale
le unità di Frontiera
inquadrato nelle unità di Frontiera.
/
Figuro 74: Cappello alpino per fante di frontiera (APL)
Figura 75: Cappello alpino per alpino da posizione
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Figura 76: Cappello per Ufficiale del 22°Raggruppamento da posizione (APL)
Il 1° luglio 1963, ai battaglioni alpini di arresto, già contraddistinti da numeri romani, furono attribuiti i nomi di alcuni battaglioni alpini."Valle"368 che si erano particolarmente distinti nel corso del primo e secondo conflitto mondiale; conseguentemente i loro componenti tolsero dal fregio del cappello alpino il tondino rosso e portarono, in sostituzione di quella verde bordata di rosso, la nappina del colore tradizionale del battaglione di cui portavano il nome369. L'attività addestrativa ed operativa dei reparti d'arresto, sia pure polarizzata attorno alle opere della fortificazione permanente, vide il loro concorso e fattiva partecipazione alle attività precipue delle grandi unità, alpine e non, in cui erano inquadrati. Il mutamento della dottrina bellica portò ad una iniziale contrazione delle strutture e dei reparti ad esse preposti e scomparvero così gradualmente i comandi di Raggruppamento, Reggimento e vari battaglioni; successivamente, in tempi abbastanza recenti, l'ultima ristrutturazione ha visto la scomparsa dei reparti d'arresto e la dismissione totale delle fortificazioni di confine. Lo spirito e le tradizioni della Guardia alla Frontiera, si erano trasfuse in questi particolari reparti che, sia pur non avendone riassunta la struttura ordinativa originaria ed il nome, ne avevano ereditato i compiti ed anche le superstiti strutture difensive; si poteva sperare che un giorno un provvedimento ministeriale conferisse loro il vecchio nome di "Guardia alla Frontiera" ed i superstiti delle "patrie battaglie" potessero anch'essi avvicinare, come i reduci degli altri corpi, giovani leve dell'amata G.a.F. L'evolversi della dottrina ha invece determinato la dismissione delle fortificazioni e lo scioglimento delle unità ad esse preposte ed alla sola memoria dei superstiti è affidato il ricordo di ciò che gli uomini della G.a.F. hanno compiuto, l'ambiente in cui vissero ed i mezzi che caratterizzarono il loro breve ma intensissimo operare per il bene della Patria.
368 "Comando Truppe Carnia" (subentrato l'l/10/1962 alla Julia): V. Fella, V. Natisone, V. Tagliamento (sciolti XIV e XVI); "Cadore": V. Cismon; "Tridentina": V. Brenta, V. d'Adige, V. Leogra; "Orobica": V. Chiese, V. Camonica. 369 Qualora in contrasto con quelle dei battaglioni alpini presenti nella brigata, al battaglione "Valle" fu attribuita la nappina blu tradizionale del quarto battaglione.
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RINGRAZIAMENTI Giunto al termine di questo appassionante ed esaltante lavoro il mio grato pensiero va a tutti coloro che mi hanno sostenuto ed agevolato in questa non facile ricerca che mi ha per molti anni coinvolto. Senza la loro fattiva collaborazione in testimonianze, documenti, fotografie, carteggi personali ed oggettistica essa non avrebbe assunto quello sviluppo che ora presenta; l'avermi sia consentito di penetrare nei loro archivi e ricordi, che permesso di riprodurre i più significativi, solo ed esclusivamente a maggior gloria e ricordo del Corpo, mi ha permesso di evitare abnormi e colpevoli lacune. Ai nominativi dei reduci ho associato, con gratitudine, quelli degli amici che mi hanno offerto il loro insostituibile contributo di studiosi e collezionisti; posti in rigoroso ordine alfabetico essi sono: - Sig. Balma Anacleto già del IX Settore di Copertura - Sig. Belloni, figlio dell'artigliere Belloni del LXXIX gruppo S.P. del X Settore - Gen. Bernardi Enrico, già A.M. del I Settore di Copertura - Gen. Bertoldi Giulio già del III Settore - Dott. Brugioni Antonio cultore di storia militare - Magg. Cappellano Filippo cultore di artiglierie e militaria - Sig. Cignetti Giuseppe, già del XVII Settore di Copertura - Dott. Corina Pier Giorgio e soci dell' ASSAM di Torino - Sig. Coppettari Giovanni cultore della Guardia alla Frontiera Roma - Comm. Crosara Giuseppe, già del XXI Settore - Sig. Crosta Antonio, già del LIV Gruppo artiglieria III Settore - Gen. Della Casa Aurelio già del XXXIV Settore di Copertura - Sig. Figara Aroldo, già del II Settore di Copertura - Dott. Geja Franco, già della 163" Btr. Julia in Fiume - Sig. Gibin Marcello XXI Settore G.a.F. poi 501 Cp.mitr. - Dott. Gionfrida Alessandro, cultore di storia militare - Sig. Giora Pietro, già del IV Settore di Copertura - Sig. Guarnieri, già del LXXIX Gruppo art. G.a.F. X Settore - Sig. Innarisio Luigi, già del Reparto misto genio del I Settore - Sig. Negretti, già del 26° Comando G.a.F. Albania - Sig. Olivieri Bartolomeo, già del 6° Reggimento artiglieria G.a.F. - Signora Pavan, figlia del reduce Pavan di Corno di Rosazzo (UD) - Col. Ranieri Gaetano già del 36° Gruppo a. G.a.F. del III Settore - Sig. Rigamonti Franco mortaista da 81 del III Settore - Sig. Rivieri Adamo, già del Reparto misto Genio del XIII Settore - Sig. Rizzi Aldo, già dell'8° Reggimento artiglieria G.a.F. - Sig. Ronchetti Enrico, già della 515" Btr. art. G.a.F. (Forte Chaberton) - Sig. Rosafinta Carmine, già del XXXV Settore di Copertura - Sig. Scudiero Filippo, già del XXVII Settore di Copertura - Cap. Tasso Piero già della 636" cp. mitraglieri da posizione - Sig. Tristano Abbondio, già del XVI Settore di Copertura - Sig. Venturi Gino, già del Reparto misto Genio del XXII Settore
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XV SETTORE DI COPERTURA - Col. Volanti Giovanni già del 107" Battaglione mitraglieri da posizione - Sig. Zaccari, già del Reparto misto Genio del IV Settore - SIG. VITALE GIUSEPPE, GIÀ DEL
Un grazie particolare a: quanti, Ufficiali, Sottufficiali e Personale civile, dell'Ufficio Storico dello S.M.E., mi sono stati prodighi di preziosi suggerimenti e costante collaborazione, al Generale C.A. Pier Paolo Meccariello e al Generale Espedito Finizio, rispettivamente Presidente e Segretario del Museo Storico della Guardia di Finanza, per l'interessamento ed il materiale messomi a disposizione con cortesia e signorilità, agli Amici Conte Ernesto Vitetti, Dott. Maurizio Lucarelli , Col. G. di F. Marcello Ravaioli, Mauro De Petroni, Gen Paolo Toldo e Col. Oliviero Finocchio per avermi dato libero accesso alle loro raccolte di pubblicistica e di uniformi della G. alla F. e permesso di "saccheggiarle" liberamente per una migliore riuscita di questa ricerca.
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI INSERITE NEL TESTO Figura 1: "La Guardia alla Frontiera non deve." Caserma Giordana Val Grisanche (APA) ................................................ 3 Figura 2: Maginot delle Alpi: Forti di Modan e rimodernati ................. 24 Figura 3: Opera t ipo C.O.R.F. di Saint Gobain (F). (APA) ................... 25 Figura 4: Antica struttura fort ificata, batteria G.a.F. nel Vallo Alpino (APA) .... 34 Figura 5: Pianta di un cent ro di resistenza realizzato a mente della Circ.200 del 6 gennaio 1931 (A.U.S.S.M.E.) .................................. 35 Figura 6: Torretta mod.1.per mitragliatrice in casamatta, resistente ai medi calibri (A.U.S.S.M.E.) . .......................................... 37 Figura 7: Postazione tipo 7000 in località Chaz Dura (AO) (APA) . ...... . .... 41 Figura 8: Schizzi di postazioni per mitragliatrici (allegati alla circ. 7000) ...... 42 Figura 9: Circ.12000:opera di integrazione al sistema difensivo. Schizzo di appostamento di minime dimensioni per mitragliatrice su treppiede (A.U.S.S.M.E.) .......................................... 43 Figura 10: Circ.12000:integrazione dello sbarramento di Vinadio. Sezione di opere minori per mitragliatrice ed arma a.e. realizzate all'interno di precedente strut tura (A.U.S.S.M.E. ) ..................... 44 Figura 11: Circ.12000 Vista in pianta e sezione di opera minore per mitragliatrice (A.U.S.S.M.E.) ..................................... 44 Figura 12: Circ.12000 Vista in pianta e sezione di opera minore per arma a.c.(A.U.S.S.M.E.) .............................................. 45 Figura 13: Circ. 15000: vista in pianta di opera grossa in caverna resistente al m.c. (A.U.S.S.M.E.) ........................................... 48 Figura 14: Piazzola per pezzo da 75/27 e 100/17 ...... ·.................... 49 Figura 15: Piazzola per pezzo da 105/28 ................................ 50 Figura 16: Piazzola per pezzo da 149/35. (AUSSME M3/220) ............... 51 Figura 17: Circ.600: blocco di protezione per pezzi da 75/27 e 105/28 su affusto a ruote (D.G.M. GE.1940) ........................................ 52 Figura 18: Postazione allo scoperto per artiglierie di medio e piccolo calibro ( Zabert op.cit.) ...... . .... . .................................... 53 Figura 19: Schizzo di casamatta di artiglieria(pezzo sul proprio affusto da campagna). (Zabert op.cit .) ..................................... 54 Figura 20: Circ.15000: opera evoluta (A.U.S.S.M.E.) ...................... 55 Figura 21: Mortai: a) m'ortaio da 45m/m Brixia (Arch. Cappellano), b) fanti G.a.F. ai tiri con mortaio da 45 (Arch. Tasso) ................... 57 Figura 22: Mortaisti G.a.F. da 81(Arch. Rigamonti) ....................... 58 Figura 23: Pezzo standard da 47/32 (APA) .............................. 59 Figura 24: Mitragliatrice ST. Etienne calibro 8 mm della G.a.F. (APA) ........ 59 Figura 25: Vallo Alpino: casamatta metallica leggera per cannone anticarro (A.U.S.S.M.E. ) ................................................. 62 Figura 26: Vallo Alpino: opera multipla (APA) ........................... 62 Figura 27: Vallo Alpino: postazione per mitragliatrice con piastra metallica
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La Guardia Alla Frontiera
(A.U.S.S.M.E.) ................................................. 63 Figura 28: Vallo Alpino: ... e fotoricostruzione (ASSAM) .................... 63 Figura 29: a. Mitragliatrice Schwarzlose (Arch. Cappellano) ................ 67 b. Tobruck: postazione per un pezzo della 239" Batteria G.a.F. del XXXI Raggruppamento m. c. (APA) ........... ..... ......... . ........... 67 Figura 30: Cartolina della Divisione di Fanteria "Cosseria" ed.1935 (APA) ...... 77 Figura 31: Nappine metalliche G.a.F. per cappello alpino (APV) ......... .... 84 Figura 32: Colonnello Comandante di Settore con elmetto munito di tulipa porta pennacchio (Arch. Gen. Bernardi) . . . . ... .............. . ... .... 85 Figura 33: Copricapi della G.a.F.: berretto di panno grigio verde a busta e cappello alpino (Arch. Rivieri) .................................... 85 Figura 34: Maresciallo e caporale magg. di fanteria G.a.F. in uniforme mod. 33 (APV) ........................................................ 85 Figura 35: Le specifiche mostrine G.a.F. per uniforme mod.40 (APA) . ......... 86 Figura 36: Placche per controspalline da gTande uniforme di sergenti, graduati e militari di truppa (Viotti, op.cit.USSME) ........................... 86 Figura 37: Fante G.a.F. (Arch. Abbondio) ............................... 87 Figura 38: Artigliere G.a.F. (Arch. Olivieri) .... ...... .................... 88 Figura 39: Geniere G.a.F. (Arch. Venturi) ............................... 88 Figura 40: Scudetti da braccio per Settori G.a.F. (APV) .................... 88 Figura 41e Figura 42 : Attività sciistica della G.a.F. (Arch. Cignetti) .......... 89 Figura 43: Denti di drago al Piccolo S. Bernardo (APA) .................... 94 Figura 44: Carro armato mod. 21 (Arch. Gen. Sandri) ... .... ........ ..... . 94 Figura 45: Stazione fotofonica e sua installazione in una struttura del Vallo Alpino (Ministero della Guerra pubbl. "anno XIX" in APA) ............... 97 Figura 46: Operatore R.T. recante al braccio il distintivo di specializzazione (Arch. Venturi Gino) ................................. . ........... 98 Figura 47: Personale di un reparto misto genio in attività di controllo del territorio (Arch. Venturi Gino) ................................... 100 Figura 48: Carretta di sottosettore (Arch. Cignetti) ...................... 101 Figura 49: Salmerie del III/b sottosettore G.a.F. in marcia (Arch. Tasso) ...... 101 Figura 50: Milizia confinaria e G.a.F. (Arch. Pagan). . .................... 105 Figura 51: Generale comandante la G.a.F. di un Corpo d'Armata passa in rassegna le truppe (Arch. Giora Pietro) .......................... 113 Figura 52: Schema della organizzazione della G.a.F. a livello Corpo di Armata (elaborazione Rizzoli A.) ......................................... 116 Figura 53: Frontiera occidentale (P.R.12) .............................. 120 Figura 54: Frontiera svizzero - tedesca (P.R. 16) ......................... 121 Figura 55: Frontiera orientale (P.R.12) ................................ 122 Figura 56: Fregio da cappello per Ufficiale qi una batterie S.P. dell'VIII Settore (APV) . ...................................................... 125 Figura 57: Schizzo.-. La battaglia delle Alpi . ..... .... .. ........... .. .... 152 Figura 58: Cerimonia al XVII Settore (Arch. Cignetti) .................... 168 Figura 59: Pianta dell'opera di Plan Puitz (AO). (APA) .................... 170 Figura 60: Batteria e tagliata ottocentesca per fucilieri - Iselle (NO) (APA) ... 170
La Guardia Alla Frontiera
Figura 61: Opera del Vallo Alpino alla strettaCgalleria) di Iselle. CAPA) ........ Figura 62: Opere del Vallo Alpino a GlorenzaCBZ) CAPA) .................. Figura 63: Forze del XI Settore di Copertura (A.U.S.S.M.E.) ............... Figura 64: Forze del XII Settore di Copertura (A.U.S.S.M.E.) .............. Figura 65: Vallo Alpino: Forte di Montecchio sede della 521" Btr. G.a.F. CAPA). Figura 66: Schizzo. Le campagne contro Grecia e Jugoslavia. . ............. Figura 67: Pezzo da 47/32 davanti alle casermette di Clana CArch. Bertuccioli). Figura 68: La guerra ha voluto il suo tributo CArch. Crosara)............... Figura 69: Pezzo di artiglieria di una unità G.a.F. a protezione di un aeroporto CArch. Guarnieri).............................................. Figura 70: Fortificazioni a Lampedusa CAPA) . . .. ... .................... Figura 71: Per non rinnegare il giuramento (un caduto della G.a.F. in Germania nel 1944) .......................................... Figura 72: Fregio da copricapo per le unità di Frontiera ................... Figura 73: Scudetto da braccio per il personale inquadrato nelle unità di Frontiera. . ... . ... ...... ............................. .... .. Figura 74: Cappello alpino per fante di frontiera (APL) ................... Figura 75: Cappello alpino per alpino da posizione ....................... Figura 76: Cappello per Ufficiale del 22° Raggruppamento da posizione CAPL) .......................................................
237 170 171 173 174 179 182 194 194 217 218 222 228 228 228 228 229
INDICE DEL TESTO
INTRODUZIONE ................................................. 1 PARTE PRIMA ... ..... ... .... ...... ... .. . . .... ................... 6 Storia e dottrina . . . . . . . . . . . . ...... ..... ....... .............. . ... 6 ASPE'JVI'I S'l'ORICO DOTTRINALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1. CENNI TEORICI SUL CONCETTO E SCOPO DELL'ARTE FORTIFICATORIA . . . . . . . . . . . . . 7
2. I MOMENTI FONDA.l\'IENTALI DELLA EVOLUZIONE DELLA FORTIFICAZIONE ALPINA ITALIANA (REGNO DI SARDEGNA - REGNO D'ITALIA) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
10
3. CENNI SULLA EVOLUZIONE DELLA DOTTRINA E DEGLI ORDINAMENTI DEL REGIO ESERCITO FRA LE DUE GUERRE MONDIALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
12
4. GLI INFLUSSI DELLE VARIAZIONI ORDINATIVE SULLA SITUAZIONE DELLE FORZE 22 5. LA DIFESA DEL CONFINE E LA GUERRA DI RAPIDO CORSO ... ... . . . . . . . . . . . . . . . 22 ALLE FRONTIERE . . . . . . . ... . . . . ... . . . . . . ... . . . . ... ... .. . . . . ... . . . .
PARTE SECONDA ............................................... 27 LA FORTIFICAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
29
CAPITOLO PRIMO ......... .... ..... ........ .................... 29 1. PREMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2. MOTIVI DI UNA NASCITA .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ... .. .. 3. CONCEZIONE, COSTITUZIONE E SVILUPPO DEL SISTEMA FORTIFICATO ITALIANO DENOMINATO ANCHE VALLO ALPINO OD ALPINO DEL LITTORIO . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. ARMAMENTO DELLE OPERE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5. STRUTTURE FORTIFICATE .. .. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ... .
29 29 32 56 59
CAPITOLO SECONDO ........................................... 64 1. PREMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 2. FORTIFICAZIONI IN AFRICA SETTENTRIONALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 3. FORTIFICAZIONI IN ALBANIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68 PARTE TERZA . ... .... ........ . ............. . ... .. .. .... ........ 69 CAPITOLO PRIMO .............................................. 71 1. MOTM DI UNA NASCITA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71
2. NASCITA DELLA G UARDIA ALLA F RONTIERA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 3. 0RDINA1\1ENTO INIZIALE E PRIMO ADEGUAMENTO ORDINATIVO . . . . . . . . . . . . . . . . . 77 4. ASPETTI PECULIARI: RECLUTAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO, UNIFORMI, ADDES'l'RAMENTO E VITA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 5. ARTIGLIERIA GUARDIA ALLA FRONTIERA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 6. FANTERIA CARRISTA DI FRONTIERA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93 7. GENIO E TRASMISSIONI GUARDIA ALLA FRONTIERA . ... . ... ... . . . . . . . . . . . . . 96
240
La Guardia Alla Frontiera
8. LA MOTORIZZAZIONE NELLA G.A.F. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. .. . . . . . . . 9. I REPARTI DI RINFORZO ALLA G.A.F. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9.1. "CONFINARI" . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . . 9. 2. RINFORZI .. ... . . . . . .. .. . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10. LA GUARDIA ALLA FRONTIERA IN A LBANIA ED IN AFRICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10.1 LA GUARDIA ALLA FRONTIERA IN ALBANIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10.2 L A GUARDIA ALLA FRONTIERA IN AFRICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ... .
101 103 103 105 107 107 107
CAPITOLO SECONDO .......................................... 111 1. P REMESSA . . . . . . . ... . . . . ... .. . . . . . . . . . . ... . . . . . . . . . . ... .. . . . . . . 111
2. 3.
E VOLUZIONE DELL'ORDINAMENTO SETTORIALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ORDINAMENTO DELLE UNITÀ DI ARTIGLIERIA G.A.F. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
117 123
CAPITOLO TERZO ........ . .. ...... ..... .. ............. . ....... 131 1. P REMESSA . . . . . . . .. . ... . . . . ... . ... . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . .. ... .. . 131 2. I PIANI OPERATIVI E DI RADUNATA ITALIANI. . . . . . . . . .. . . . . . . . ... . . . . . . . . . 131 2.1 ATTUAZIONE DEL P.R.12 E SCHIERAMENTO DELLA G.A.F. NELL'AGOSTO 1939 ..... 135 3. IL PERIODO DELLA NEUTRALITÀ. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138 3.1 SITUAZIONE E POTENZIAMENTO DELLA GUARDIA ALLA F RONTIERA NEL PERIODO DI NEUTRALITÀ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139 4. SITUAZIONE DELLA GUARDIA ALLA FRONTIERA ALLA VIGILIA DEL CONFLITTO. . .. .. 143 4.1. I SETTORI DI COPERTURA DELLA GUARDIA ALLA FRONTIERA DISLOCATI SUL TERRITORIO METROPOLITANO . . . . . .. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 144 4.2 I R AGGRUPPAMENTI ARTIGLIERIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 145 5. ORDINAMENTO ED ADEGUAMENTO DELLA STRUTTURA ORGANICA DELLA G.A.F. IN AFRICA SETTENTRIONALE E ALBANIA .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 146 5.1 AFRICA SETTENTRIONALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 146 5.2 ALBANIA. . . . . . . . . . . ... ... . . . . . ... .. . . . . . . ... ... .. .. . . . . . . .. ... 146 CAPITOLO QUARTO ............................................ 149 1. P REMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 149 2. AL CONFINE FRANCESE . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . ... 151 2.1 FRONTE OCCIDENTALE ... .. .. ... . . . . . ... . . . . . . . . . . . . . .. . .. . . . . . . . . 152 2. 2 O CCUPAZIONE DEL TERRITORIO FRANCESE - PRIMA FASE . . . . . . . . . .. ... . . . . . 156 2.3. OCCUPAZIONE DEL TERRITORIO FRANCESE - SECONDA FASE . . . . . . . . . . . . . . . . . 159 3. AL CONFINE TEDESCO (EX AUSTRIACO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 165 4. AL CONFINE CON LA SVIZZERA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 168 5. AL CONFINE CON LA JUGOSLAVIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 180 5.1 F RONTE JUGOSLAVO . . . . . . .- . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 183 5.2 CONTROLLO E PRESIDIO DEL TERRITORIO JUGOSLAVO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 188 6. LA G.A.F. IN AFRICA SETTENTRIONALE . .. . . . . . . . . . . . . . ... .. . . . . . . . ... . . 197 6.1. I SUCCESSIVI RIORDINI ED ADEGUAMENTI DEL DISPOSITIVO DELLA G .A.F.. ... ... 197 6.2 TRASFORMAZIONE DÉLLE UNITÀ G.A.F. IN UNITÀ MOBILI E LORO SCOMPARSA . . . . 202 7. LA G.A.F. IN ALBANIA . . . . . . . . . . . . .. .. .. . . . . . .. . . . . . . . . . . ... ... ... 204
La Guardia Alla Frontiera
241
CAPITOLO QUINTO ............................................. 211 1. PREMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 211 2. LA G.A.F. NELLA DIFESA TERRITORIALE E COSTIERA, IN RINFORZO IN AFRICA ED ALBANIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3. LA G.A.F.
NELLA DIFESA COSTIERA ED AEROPORTUALE IN SICILIA . . . . . . . . . . . . . .
4. LE VICENDE ARMISTIZIALI E LA GUARDIA ALLA FRONTIERA . . . . . . . . . . . . . . . . . .
213 216 219
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE .................................. 224 INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI INSERITE NEL TESTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233 I NDICE DEL TESTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 237
DOCUMENTl1
I documenti che qui sono allegati, non sono riportati in ordine cronologico, bensì in correlazione al susseguirsi nel lesto degli argomenti cui si riferiscono.
Documenti
245
Al legato n° 1 « DIARIO STORICO DEL COMANDO SUPREMO» - 2 Volume I tomo 2 (BIMESTRE LUGLIO AGOSTO 1940 - 1O luglio 1940 mercoledì}
[... 1 « Lo Stato Maggiore Esercito: ................................Omissis ... Comunica (f. 3805 allegato 41 O), per l'approvazione, che per le varie frontiere è stato fissato per il 1940 il seguente programma:
- francese: sospendere lavori in corso od appena iniziati; - germanica: continuare lavori in corso ed in programma; - svizzera: continuare lavori in programma (completare sbarramenti in corso in Val Toce; costruzione di quelli previsti sulle direttrici rotabili);
- jugoslava: proseguire il già ridotto programma lavori 1940. Circa i tipi di fortificazione rilevo che le recenti operazioni non portano - per ora - a modificare notevolmente i criteri in atto. Si raccoglieranno ancora elementi di esperienza Le disposizioni di cui sopra sono state verbalmente approvate dal capo di S.M. Generale.
2
Edito in più volumi in anni diversi dall'ufficio storico dello Stato Maggiore Esercito.
246 La Guardia Alla Frontiera A llegato n° 2 INDICE DI MOBILITAZIONE per l'anno 1937 specchio n ° 6
Estratto relativo a: "GUARDIA ALLA FRONTIERA" Unità da costituire Unità di Cl.
Settori di copertura (esclusi elementi d'artiglieria, descritti in seauito) Sottosettori di copertura (esclusi elementi d'artiglieria, descritti in seguito) Comandi di raggruppamento a di soosizione Comandi di gruppo
Opere in cupola su 8 pezzi da 149. Tioo l . Opere in cupola su4 pezzi do 149. Tipo 2 Opere in cupola su2 pezzi da 120/21 . Tipo 3 Opere in cupola su 4 pezzi do 120/40. Batterie in caverna su 4 pezzi do 75/27 Batterie in caverna su 3 pezzi do 75/27 Batterie in caverna su 2 pezzi da 75/27. Batterie da 75/27 mod.906 Batterie do 100/17 mod. 9 14
Batterie da Batterie da Batterie da Batterie da Batterie do
l 05/28 120/21 120/40 149/12 149/35
Deposito misto G.o.F. del Il e d'A. (Cuneo)
2° deposito misto G.o.F. del 11° C.d'A.
Il, lii, IV.
I
Il - a), Il - b), lii -a), lii -b), lii -c), IV -a),IV-b)
I - a), I - b),1-c),
16°, 22°.
20°.
35°, 36°, 37°, 38°, 55°, 71°, 41°,47°, 59°,63°, 78°.
29°, 30°, 31 °,80°, 48°, 73°.
-
-
33°, 34°,32°,43°, 44°, 45°, 46°, 68°, 75°, 77°, 79°, 54°. 515°
-
-
-512°, 513°, 514°.- 520°, 521°.
-
-
516°, 5 17°.
-
-
-
5 22°
606°
601, 602°, 603°, 604°.
-
-
-
607°, 609°, 610°, 614°, 615°. 608°, 613°, 6 17°.
-
-
616°
-
96°, 333°, 85°, 97°, 93°, 328°. 63°, 64°, 65°, 66°, 68°, 69°, 70°, 339°, 335°, 337°, 5 18°, 338°, 336°, 3 12°, 313°
95°, 334°.
82°, 83°, 327°.
9 1°, 92°, 51°, 329°, 55°.
519°, 56°, 57°, 67°.
720
(Savona)
Deposito misto G.o.F. del 1° C.d'A.
Deposito misto G.o.F. Del IV C d'A.
(Venorio Reale) VIII, IX, X
(Bolzano) Xl, Xli, Xlii, XIV, XV
VIII -o), VIII - b), VIII Xl - o), Xl --h), Xli -e), IX -a), IX -b), X -o), Xli b), Xlii -a), -a), X - b), X - C). Xlii --h), Xlii -e), XIV -o), XIV - b) XV -a), XV --h), XV - c) 23°, 19°. 21 °
39°, 40°
-
-
-
202°, 203°, 204°.
340°, 344°, 58°, 59°, 77°, 78°, 60°, 31 2° 71 O 73° 74°, 345°, 79°, 75°, 76°, 343°, 344° 205°
-
-
-
522°
-
-
14 1°, 143°, 162°, 164°, 206°, 14 2°, 144°, 140°, 160°,
131°, 132°, 133°, 134°, 135°, 136°, 155°.
1 37°/ 14 9o I 150° I 146°, 147°, 154°, 211 °, 173°, 208°,
148°, 183°, 184°.'
I
1
I
-
Documenti
Batterie da Batterie da Batterie da Batterie da
152/45 21 0/8 260/9 305/ 17
178°, 163°, 207\ 138°, 177° 145° 530°, 175°, 176° -
540°
209°, 210°. 439°, 560° -
. 538°, 539°
157° .
-
-
-
174° -
247
248
La,
Guardia Alla Frontiera
Segue specchio n°6 del 1.M. 1937
Unità da costituire Unità di C.I.
Deposito misto G.a.F. del VI C. d'A (Osoppo)
XVI
Settori di copertura (esclusi elementi d'artiglie ria, descritti in sequito) Sottosettori di copertura (esclusi elementi d'artiglieria, descritti in seouito) Comandi di raggruppamento o disposizione Comandi di gruppo
Opere in cupola su 8 pezzi da 149. Tipo 1. Opere in cupola su4 pezzi da 149. Tipo 2 Opere in cupola su2 pezzi da 120/21 . Tipo 3 Batterie in caverna su 5 pezzi da 75/27 Batterie in caverna su 4 pezzi do 75/27 Batterie in caverna su 3 pezzi da 75/27 Batterie in caverna su 2 pezzi da 75/27. Batterie da 75/27 mod.906 Batterie da 100/ 17 mod.914
Batterie da 149/35
Batterie do 152/45 Batterie do 210/8 Batterie do 260/9 Batterie da 305/17
(Gorizia) XXII, XXIII
Deposito misto G.a.F . Del V C d'A. (Trieste) XXV, XXVI, XXVII.
XXI
XXII - o), XXII b), XXIII -a), XXIII - b ).
-
17°, 15°
12°, 57.
50°, 52°, 56°, 61 °,62°,64°, 65°, 66°, 58°,74°.
4 9o I 51 O, 60°.
53°, 67°, 82°, 69°, 81°, 83°, 84°.
.
-
.
-
-
-
.
.
-
-
-
.
-
-
.
618°
-
-
.
620°, 622°.
-
-
.
-
-
.
-
624°
61°,62°.
94°, 87°, 88°, 80°, 90° 306°, 308°, 309°, 319°, 310° 311 °, 320°, 321 o 307°.
89°, 324°
325°, 326°
305°, 315°, 300°, 301 °, 302°, 303°, 304°.
317°, 318°, 314°, 316°.
-
.
.
-
-
-
171 °, 172°, 165°, 166°, 167°, 170°.
.
:
156°, 158°.
:
Deposito succursale misto G.a .F. del Xl C.d'A. (Cividale)
XVI - al, XVI -b ), XVI - e).
81 °, 80°.
Batterie do l 05/28 Batterie do 120/21 Batterie da 149/12
Deposito misto G.a.F. dello Xl 0 C.d'A.
.
191°, 190°. 168°, 161°, 151°
193°, 169°, 153°, 152°.
XXI -o), XXI - b), XXI -C)
XXV - o), XXV - b), XXVI - al, XXVI - b).
18°
192°, 194°, 195°.
~
:
--
~-
-
-
-
701°, 702°.-
~
:
--
Documenti
24 9
Allegato n° 3
COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE UFFICIO OPERAZIONI -I - Sezione 5/A SITUAZIONE: artiglierie delle opere difensive alle frontiere occidentale - settentrionale - orientale.
Numerazione Denominazione Posizione
519" Seqlia I. 601" M. delle Fontane 602" M . Abealiotto 603" M. Leqa 604" Barcone di Morta 606" Regione Sapelli
CORPO DI I/a I/a I/a 1/b 1/c I/ e
ARMATA DI in barbetta in caverna in caverna in caverna in caverna in caverna
518" Murenz ... Testa di Colle Auto
li/a 11/b
in barbetta in barbetta
CORPO DI Vlll/b VIII/B
ARMATA DI in caverna su affusto in caverna (casamatta metallica) c.s. in cuoola in cupola in cuoola in cupola in cuoola in caverna su affusto in caverna - a ruote
609" Rocca Remolon 515" Forte Chaberton 516" Forte Bramafam 512" Forte Paradiso 51 3" Forte Le Court 51-7" Forte Giaalione 613" B/1 Moncenisio 615" B/2 Moncenisio -
Vlll/b Ylll/b VIII/e IX/a IX/a IX/a IX/a IX/a
(Frasere basse) 614" B/3 Moncenisio
IX/a
616" B/4 Moncenisio (Roncia)
IX/a
617" B/5 Pattacroce (Moncenisio)
IX/a
XVI Note
Armamento
Sotto settore Specie della protezione Installazione
607" Petit Valon 608" Rocca Clary
19383
in caverna casamatta metallica in caverna casamatta metallica in caverna casamatta metallica
Bocche da fuoco (Numero, calibro)!
ALESSANDRIA
4 obici l 00/17 4 cannoni 75/27 - 906 4 cannoni 75/27 - 906 4 cannoni 75/27 - 906 4 cannoni 75/27 - 906 4 cannoni da 75/27 906 4 obici 100/17
TORINO
4 cannoni 75/27 -906
3 cannoni 75/27 - 906 4 cannoni 75/27 -906 8 cannoni 149/35 2 cannoni 120/21 4 cannon i 149/35 4 cannoni 149/35 2 cannoni 120/21 3 cannoni 75/27 - 906 4 cannoni 75/27 - 906 4 cannoni 75/27-906 2 cannoni 75/27 - 906 3 cannoni 75/27 -906
M ILANO
CORPO DI Xll/b
ARMATA DI in pozzo
4 cannoni 149/35
520" Forte Sertoli Tirano
Xll/b
in pozzo
4 cannoni 149/35
522" Forte Venini Oga di
Xll/b
in cupola girevole
4 cannoni 120/40
521" Forte Montecchio Nord
Schneider Armstrona Bormio
3
Specchio Senza Numero conservato in A.U.S.S.M.E. Ll / 62 .
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La Guardia Alla Frontiera
618" M. Primos 620" M. Milonia 62 l" S. Caterina A (Fiume)
CORPO DI XV/a XV/b XXVII
622" S. Caterina B. (Fiume)
XXVII
ARMAl ADI in caverna in caverna in casamatta metallica in casamatta metallica
TRIESTE
5 cannoni 75/27 -906 4 cannoni 75/27 -906 2 cannoni 75/27 - 906 4 cannoni 75/27 -906
ANNOTAZIONE Nei corpi di armata di Bolzano e di Udine non esistono attualmente batterie da posizione con postazioni fisse.
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Annesso ol documento "Situazione artiglierie delle opere difensive olio frontiera ed. 1938, del Comando del Corpo di S.M."
Fortificazioni realizzate precedentemente alla 1A Guerra Mondiale classificate Batterie G.a.F. inserite nella struttura del Vallo Alpino. batteria La Court (512A btr. G.a.F.} e batteria Paradiso (513A btr. G.a.F.}, armate rispettivamente con 4 e 6 pezzi da 149/35 A in installazione tipo G, batteria Pramand (514A btr. G.a.F.}, armata con 4 pezzi da 149/35 A in installazione tipo A, batteria Chaberton (515A btr. G.a.F.}, armata con 8 pezzi da 149/35 A in torre singola in installazione tipo A.M., batteria Bramafam (516A btr. G.o.F.}, armata con 2 pezzi da 120/21, in installazione tipo 1,4 batteria (forte} di Colico (521 A btr. G.a.F.), armata con 4 pezzi da 149/35 S in installazione tipo S, batteria (forte} di Tirano (520A btr. G.a.F.}, armata con 4 pezzi da 149/35 A in installazione tipo A, batteria (forte} di OGA (Bormio}(522A btr. G.a.F.), armata con 4 pezzi da 120/40 A, ciascuno in pozzo singolo protetto da cupola leggera .
4
Nel novero delle fortificazioni realizzate prima della l0 G.M., e citato nel foglio S.N. e non nell'annesso vi era anche il forte Combe di Giaglione (517"btr.G.a.F.) armato con 2 pezzi da 120/21 in torre singola.
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La Guardia Alla Frontiera
Allegato n° 4 TRUPPE DI FRONTIERA - NORME DI ISTRUZIONE ED ADDESTRAMENTO _5
=O= Azione morale - Spirito di corpo - Sono i guardiani stabili della frontiera: al loro sacrificio, che tutti conoscono ed ammirano, si deve se il resto dell'esercito può dedicarsi all'addestramento senza disperdere forze. La sorpresa è grave per tutti e rappresenta per queste truppe un delitto di lesa patria. Conseguenze possibili Montarli contro la sorpresa - Addestrarli contro la sorpresa. Di qui necessità di una disciplina ferrea in servizio. Sviluppare lo spirito di sacrificio - materiale e morale - esempi storici di difesa dei forti - nostri e stranieri - Azione persuasiva sulla robustezza delle opere contro il tiro. L'abbandono di posto e la diserzione - Conseguenze morali e materiali proprie e verso il corpo e il paese. Necessità di opporsi occasionalmente alla diserzione altrui (di elementi di ogni forza armata). Il contrabbando - ricettazione di contrabbando - azione morale per evitare: Visite minute degli ufficiali contro la ricettazione - Sorveglianza contro le intese fra contrabbandieri e soldati - Intese con gli agenti di finanza per l'azione esterna alle opere. Addestramento - Scopo. - Orientato a far comprendere: - che l'azione di un centro è a vantaggio dei centri vicini - a causa dell'incrocio dei fuochi - che il tiro di un centro deve colpire l'arma che eventualmente tendesse ad imboccare quelle del centro vicino. - che ogni centro deve funzionare come un distaccamento del centro vicino e cioè agire a vantaggio di questi - che la parata non consiste nel chiudere gli sportelli, ma nell'osservazione, nella esatta indicazione dei bersagli alle nostre artiglierie - che ognuno sia persuaso che ogni neutralizzazione nemica cessa o si attenua quando I' awersario muove - e che in tale momento bisogna assolutamente agire - che la salvezza della linea è affidata al valore di ogni suo elemento; se un anello è spezzato la catena è rotta - ma anche in tali casi gli anelli non rotti rimangono in azione; essi limitano la breccia. - Ogni soldato, dal mitragliere al cuoco, serri i denti per resistere al tiro,
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A.U.S.S.M.E. L1 Repertorio 199.
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all'isolamento, alla vita penosa. Egli vince la sua battaglia resistendo: il motto del corpo è resistere. I mezzi e la loro conoscenza - Mitragliatrice e leggera - (cannone) - conoscenza perfetta del materiale (periodo di istruzione reggimentale) - montaggio, smontaggio installazione - manovra degli affustini e degli sportelli. Per gli artiglieri, conoscenza anche della mitragliatrice. Tiro all'aperto - tiro in casamatta - sfruttamento della feritoia - tiro notturno - in nebbia. Dotazione annuale cartucce. Tiro con le armi leggere - con bombe a mano - con cannoni - lanciabombe in arcata contro supposti imbuti di proietti attornianti le opere. Addestramento alla rapida costruzione dei reticolati - posa di istrici, triboli, lacci - Ancoramento degli ostacoli - Azione di questi elementi nel periodo invernale (neve - gelo). Orientamento in genere - orientamento sulla zona - conoscenza dell'azione possibile delle opere vicine. Conoscenza dell'opera del funzionamento specifico dei congegni che la animano - interscambiabilità degli incarichi spinta al massimo compatibile con le attitudini indivirduali. Esercitazione di attacco contro i centri - Tentativi per eludere la osservazione del centro - per stabilire posizioni utili all'imbocco - per stabilire l'itinerario di carri armati - Rilevare quindi quali siano le possibili zone pericolose per il centro - mezzi per neutralizzare tali zone (isolotti di ostacolo - convogliamento di reticolati - zone di rallentamento). - Attacco con i pseudo gas. - Influenza della neve sull'efficacia del tiro - sulla visibilità del campo di tiro - sulla possibilità di impiego delle feritoie. Eventuale azione di scoperta su camminamenti di approccio in neve. - Conoscenza dei gas - modo di identificarli - impiego della maschera impiego dei meccanismi neutralizzatori - bonifica. - Igiene - elementi - soccorsi d'urgenza specie contro i gas: impiego delle piccole dotazioni di sanità. - Cucina - modo e mezzi per cucinare nei centri. Collegamenti. - Istruzione sul lancio dei razzi da illuminazione e da segnali. Istruzione sul collegamento a filo - a bandiera - a razzo - sull'uso dei codici convenzionali. Impiego del binocolo galileiano. Radiotelegrafia e radiotelefonia. Addestrarsi alle marce individuali a scopo di formare guide - porta ordini sul terreno del settore - addestramento all'impiego degli sci. Identificazione dei bersagli sul terreno - modo di rilevarli, usando degli strumenti mitraglieri e delle convenzioni col posto vicino. Conoscenza delle uniformi probabili nemiche.
254 La Guardia Alla Frontiera Norme di contegno. - Massimo rispetto della consegna - severissimi nell'esigere ogni prescrizione contro l'esterno e nella vita interna. - In pieno cameratismo con le altre forze armate - però netta separazione di compiti e nessuna ospitalità nei centri, salvo casi di soccorso urgente. - Essere sempre diffidenti contro chi non si conosce personalmente - anche se porta divisa italiano - anche se veste da donna. - Esigere i documenti di riconoscimento - presentandosi armati anche se non di servizio. - Tenere chiuse le porte del centro sempre (con un piantone alle porte). Ricordare che un colpo di mano del nemico può sempre sorgere improwi-
so. - Contro eventuali sconfinamenti di truppe di altro stato in tempo di pace dare l'allarme occupa re i posti - uno solo vada a rimettere le truppe straniere sulla buona strada - Riferire. - Vigilanza contro lo spionaggio - evitare i contatti con i pastori, i tu risti gli elementi insomma non personalmente conosciuti - Con retrovie tenere contegno riservato - mai parlare di opere anche con le donne - informare su chi insiste a chiedere spiegazioni - i comandanti si tengano collegati con l'Arma per limitare se del caso i luoghi da frequentare.
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Allegato n° 5 N.423 .--ORDINAMENTO
DEL R. ESERCITO.- -
R. decreto legge n 833.-lstituzione del corpo della «Guardia alla frontiera» --(Gabinetto) -- 28 aprile 1937 -- Anno XV
(Gazzetta ufficiale n 139 del 17 giugno 1937 - Anno XV). VITTORIO EMANUELE lii PER GRAZIA DI DIO E VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D'ITALIA IMPERATORE DI ETIOPIA Visto il R. decreto legge 11 ottobre 1934 n.1723 convertito in legge, con modificazioni, con la legge 17 dicembre 1934-XIII, relativo ali'aggiornamento delle disposizioni concernenti l'ordinamento del Regio esercito, e successive modificazioni: Vista la legge 7 giugno 1934 n. 899 sull'avanzamento degli ufficiali del Regio esercito e successive modificazioni; Vista la legge 21 giugno 1934-XII n. l 093 recante modificazioni al testo unico delle leggi sullo stato dei sottufficiali del Regio esercito, approvato con R. decreto 15 settembre 1932-X n. 1514 e successive modificazioni; Ritenuta la necessità urgente ed assoluta di rendere le grandi unità del Regio esercito interamente disponibili per le operazioni e di assicurare, d'altra parte, in ogni eventualità l'immediata ed efficace difesa delle frontiere affidandola a uno speciale corpo di nuova istituzione; Visto l'articolo 3, n. 2, della legge 31 gennaio 1926-IV, n. 100; Sentito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato e Ministro Segretario di Stato per la Guerra, di concerto col Ministro Segretario di Stato per le finanze; Abbiamo decretato e decretiamo: Art. l. È istituito uno speciale corpo del Regio esercito denominato «Guardia alla frontiera». Art. 2. La «Guardia alla frontiera» è ordinata in settori di copertura retti da generali di brigata o colonnelli. Ciascun settore di copertura comprende un numero vario di unità mmon. Per ciascun settore di copertura, di massima, esiste un deposito territoriale.
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Art. 3. Gli ufficiali ed i sottufficiali assegnati alla «Guardia alla frontiera» sono compresi negli organici degli ufficiali e dei sottufficiali delle varie armi (esclusa quella dei Carabinieri Reali). Art. 4. La ripartizione del personale fra i vari enti della «Guardia alla fron tiera» è stabilita dal Ministro per la guerra con apposite tabelle graduali e numeriche. Il presente decreto, che avrà vigore dal 20 dicembre 1934-XIII, sarà presentato al Parlamento per la sua conversione in legge. Il Ministro proponente è autorizzato alla presentazione del relativo disegno di legge. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare. Dato a Roma, addì 28 aprile 1937-anno XV VITIORIO EMANUELE MUSSOLINI - DI REVEL Visto: il Guardasigilli: SOLMI Registrato alla Corte dei conti, addì 14 giugno 1937 · anno XV Atti del Governo, registro 386, fog lio 71 · MANCINI.
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Allegato n° 6
legge n.2540 - Conversione in legge del R. decreto- legge 28 aprile 1937 XV, n. 833, riguardante l'istituzione del corpo della «Guardia olla frontiera» N . ORDINAMENTO DEL R. ESERCITO. -
- (Gabinetto) - 23 dicembre 1937 anno XVI. - (Gazzetta ufficiale n. 44, del 23 febbraio 1938 Anno XVI) VITIORIO EMANUELE lii PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D'ITALIA, IMPERATORE D'ETIOPIA Il Senato e la Camera dei deputati hanno approvato; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue:
Articolo unico. E'convertito in legge il R. decreto - legge 28 aprile 1937-XV, n. 833, riguardante l'istituzione del corpo della Guardia alla frontiera Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque .spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Datata a Roma, addì 23 dicembre 1937 Anno XVI
VITIORIO EMANUELE MUSSOLINI - DI REVEL VISTO Il Guardasigilli: SOLMI
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Allegato n° 7 n° 450 di prot. MINISTERO DELLA GUERRA Comando del Corpo di Stato Maggiore UFFICIO OPERAZIONI I
SEGRETO DIRETTIVE PER L'ORGANIZZAZIONE DELLA FRONTIERA - I Copertura - Il Sistemazione difensiva Roma 27 Gennaio 1936-XIV 1 Giugno 1938-XVI
PARTE I LA COPERTURA
CAPITOLO 1° CRITERI BASE 1°) - ta copertura ha per scopo: - parare le eventuali offese nemiche durante il periodo della mobilitazione e della radunata; - agevolare là dove prevista, la nostra azione offensiva assicurandone gli sbocchi oltre frontiera. Deve: - essere in grado di entrare in azione al primo cenno per premunirci, in qualsiasi momento, da eventuali sorprese; - consentire la disponibilità delle G.U. per concentrarle là, dove si vuole agire. 2°)- Scopi e finalità si raggiungono mediante uno schieramento di sicurezza sulla fascia di frontiera, attuata in tempo di pace ed appoggiato, normalmente, ad una sistemazione difensiva del terreno. Questo schieramento si completa e vivifica, all'atto della mobilitazione, con l'assegnazione di unità di manovra. 3°) - La fascia di frontiera: - in caso di difesa - si identifica con la zona di schieramento de 1le G.U. mobilitate;
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- in caso di offesa - costituisce la base di partenza per lo scatto oltre frontiera. 4°) - La fascia di frontiera è articolata in settori di copertura che costituiscono gli elementi fondamentali della copertura. Essi sono complessi territorialmente ben definiti aventi limiti, organizzazione e forze proporzionate alla loro funzione tattica.
5°) - Ogni settore di copertura è composto da comando, truppe e servizi ed è a sua volta, articolato in sottosettori di copertura. I sottosettori comprendono un certo numero di capisaldi. I capisaldi sono a loro volta costituiti da centri le cui postazioni sono presidiate da nuclei. Qualora esigenze di impiego lo richiedano, i capisaldi possono, nell'interno di un determinato sottosettore, essere riuniti in gruppi di capisaldi. 6°) - Il comando di settore è retto da un colonnello.
7°) - Le truppe sono costituite: a) - in tempo di pace: - dagli elementi confinari in posto (Carabinieri reali - regia Guardia di Finanza - Milizia confinaria); - dalla guardia alla frontiera (G.a.F.) costituita dai presidi delle opere difensive e dal personale per l'armamento delle artiglierie da pos1z1one; b) all'atto della mobilitazione: dagli elementi suddetti, rinforzati: - da cp. Mtr. da posizione; - da altre artiglierie da posizione; - da btg. CC.NN. e territoriali; - da elementi del genio (collegamenti ed interruzioni); ~ da elementi per la difesa contro aerei (M.D.I.C.A.T.).
8°)- I servizi sono costituiti dai depositi e magazzini di copertura in atto fin dal tempo di pace e da mezzi di trasporto.
9°)- In caso di attuazione della copertura entrano in azione in ogni settore: a) - gli elementi di osservazione ed allarme; b) - i presidi delle opere difensive ed i mezzi di rinforzo; c) - i reparti mobili di copertura.
10°) - Gli elementi di osservazione e di allarme sono forniti dai Carabinieri Reali - Regia Guardia di finanza - Milizia confinaria organizzati in posti e pattuglie.
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26 O
Lo,
Guardia Alla ~Frontiera
I posti sono dislocati in punti di facile e redditizia osservazione; le pattuglie eminentemente attive, hanno lo scopo di segnalare la presenza del nemico e di informare sulla sua attività. Davanti ad infiltrazioni avversarie mantengono il contatto, ne ritardano l'avanzata, o la dirigono verso zone predisposte. Taluni posti, dislocati in posizioni di particolare importanza, possono avere compiti di resistenza ad oltranza.
11 °) - I presidi delle opere difensive sono costituiti dai reparti della G.a.F. delle varie specialità. Costituiscono l'ossatura dello schieramento di copertura il loro compito è di resistere in posto ad oltranza, anche se superati od accerchiati da infiltrazioni nemiche. La loro azione è integrata e completata dall'impiego dei mezzi di r inforzo - compagnie mitraglieri ed artiglierie da posizione. 12°) - L@Q_arti mobili di copertura sono costituiti da btg. camicie nere - ed eventualmente da battaglioni territoriali. Sono dislocati nelle zone da cui possono svolgere l'azione più efficace di contrattacco, essenzialmente su l fianco e sul tergo del nemico. Quando sia possibile e conveniente, intervengono anche nei settori contigui.
13°) - G.U. o aliquote di esse, dislocate fin dal tempo di pace nella zona di frontiera, o che vi affluiscono per prime all'atto della mobilitazione, possono costituire riserva di copertura. L'impiego di esse deve considerarsi eccezionale, evitandone finché possibile l'impiego frazionato a rinforzo del dispositivo fisso. L'entità delle forze costituenti riserva di copertura è stabilita dai comandi di G.U. che hanno la respon sabilità della copertura. Nei settori di frontiera per i quali è previsto, nei piani operativi, atteggiamento inizialmente difensivo, G.U. possono essere destinate in 1A schiera a rinforzo della copertura.
CAPITOLO 2° [ ... ]
CAPITOLO 3° DIPENDENZA DEI SETIORI DI COPERTURA
l 6°) - In pace i settori di copertura sono raggruppati per ciascun corpo d'armata di frontiera, in «Comandi di copertura» retti da un Generale di brigata, alle dipendenze dirette del comandante di corpo d'armata.
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Detti comandanti di copertura del corpo d'armata: - dirigono e controllano la vita disciplinare ed addestrativa dei settori dipendenti verso i quali esplicano funzione di comandante di brigata; - studiano e sovrintendono - sulla base delle direttive del comandante di corpo d' armata - all'organizzazione difensiva di frontiera; - svolgono tutte quelle attività che nei riguardi degli studi operativi e dell'impiego delle truppe in copertura saranno loro devolute dal comandante di corpo d'armata. La mobilitazione e lo sgombero delle popolazioni (allogene comprese) nel territorio dei settori di copertura resta di competenza esclusiva dei comandi di zona e di difesa territoriale.
17°) - Ali' atto delle ostilità, i settori di copertura passano alle dipendenze dei comandi d i G.U. destinate ad operare nel settore stesso oppure possono restare a utonomi secondo quanto è stabilito nelle direttive dei comandi d'armata .
[... ]
PARTE Il LA SISTEMAZIONE DIFENSIVA DI FRONTIERA
CAPITOLO 4° SCOPO DELLA SISTEMAZIONE DIFENSIVA E SUE CARATTERISTICHE GENERALI 18°) - Il problema della sistemazione difensiva delle frontiere terrestri è intimamente connesso con quello operativo. Gli attuali orientamenti operativi impongono un'organizzazione che assicuri il possesso di determinate posizioni da interdire al nemico e costituisca dove occorre la base di partenza per azioni offensive e controffensive.
19°) - La sistemazione difensiva di frontiera ha lo scopo di: a) - dare alle truppe di copertura l'appoggio necessario per garantire la mobilitazione e la radunata dell'esercito operante; b) - assicurare il possesso delle posizioni di confine particolarmente importanti per lo sviluppo delle operazioni offensive; c) - contenere e localizz.are eventuali successi nemici per consentire nostre azioni controffensive. Subordinatamente a tal i scopi la sistemazione difensiva di frontiera
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deve tendere alla massima valorizzazione dell'ostacolo naturale, montano e boscoso. 20°) - I primi due scopi si raggiungono colla sistemazione del terreno a stretto contatto con la linea di confine. L:' altro scopo si concreta con la determinazione di posizioni arretrate rispetto alla linea di confine. La sistemazione difensiva di frontiera risulterà pertanto, di massima, attuata su due sistemi: 1° e 2° sistema, con funzioni e caratteristiche sensibilmente distinte. La compartimentazione della fascia di frontiera consente di predisporre elementi di raccordo e di contenimento, sia all'interno di ciascun sistema, sia tra sistemi.
21 °) - Il 1° sistema: - è organizzato sin dal tempo di pace con opere di carattere permanente e semipermanente atte a dare adeguata postazione e protezione alle armi ed al personale; - è completato, se occorre, al momento del bisogno, con opere camggli, anch'esse però già definite; - è presidiato, sin dal tempo di pace, da unità della guardia alla frontiera (G.a.F.). 22°) - Il 2° sistema: - è/ definito nelle linee essenziali fin dal tempo di pace ed è parzialmente organizzato, in funzione dell'importanza che assume nei rigL1ardi dei piani operativi. Di massima le predisposizioni sono limitate alle posizioni di particolare importanza tattica od a quelle che rich iedono tempo (strade, postazioni per artiglierie, difese anticarro, ecc.); - l'eventuale occupazione è compito deille G.U. -
[... 1 IL CAPO DI
S.M. DELL:'ESERCITO Pariani
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Allegato n° 8 Specchio riassuntivo della dipendenza dei Settori di Copertura dai Corpi di Armata - Situazione desunta da documenti e relativa al novembre/ d icembre l 935
Frontiera Austriaca
Corno di Armata Bolzano
Austro-slava (frontiera orientale) juqoslava c.s.
Boloqno Udine Trieste
Svizzero
Milano
(frontiera occidentale) francese
Alessandria
c.s.
Torino
6
Ministero della Guerra -
f. n° 17100 del 25/ l 0/35.
7 Ministero della Guerra - f. n° 17328 del 28/l 0/35. 8 Ministero della Guerra - f. n° 18150 del 8/1 l /35.
Settore Venosta Isarco - Aurina Pusteria -Cadore Carnia - Tarvisio Alto Isonzo Boccia - Idria - Postumio Timovo Cornoro6 laghi Voltellino 7 Roja Stura - Gessi Varaita - Moira Riparia - Pellice Moncenisio - Sture Balteo8
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Al legato n° 9 Organizzazione militare della Libia nell'agosto 1939 Guardia alla Frontiera
XX Corpo di Armata - Comando Guardia alla Frontiera di C.A. (ex Comando Piazza di Tripoli) Piazza di Tripoli: 1° Reggimento fanteria G.a.F. 14° Reggimento artiglieria G.a.F. Reparto speciale misto genio. XXVIII Settore di Copertura - Zuara articolato sui sottosettori XXVIII/ a (Sidi Milad) b (Regdalin) c (Sidi Abd es Samad) XXVlll/1 Gruppo Batterie S.P. (3 btr)9 XXVlll/2 Gruppo Batterie S.P. (3 btr) XXVIII Reparto misto Genio XXVIII Deposito Settoriale di Copertura XXIX Settore di Copertura - Nalut articolato su di un sottosettore (Ain Ghezzaia) ed un caposaldo autonomo (Ras er Raab) XXIX/1 gruppo batterie S.P. (3 btr) XXIX Reparto misto Genio XXIX Deposito Settoriale di Copertura
XXI Corpo d'Armata - Comando Guardia alla Frontiera di C.A. XXX Settore di Copertura - Bardia articolato su tre sottosettori (sud, centro, nord ) XXX/1 Gruppo Batterie S.P. (4 btr) XXX Reparto misto Genio XXX Deposito settoriale di Copertura Piazzaforte di Tobruk:
XXXI Btg G.a.F. (3 cp. mitr., 1cp. cannoni) XXXI Gruppo artiglieria (3 btr). XXXI Reparto misto Genio per G.a.F. XXXI Deposito misto unico per G.a.F.
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L'ordinamento di queste unità è quello 1939 e lo conferma la numerazione tipica del gruppo batterie, caratterizzata dal numero del settore seguito dalla propria collocazione nell'ambito della superiore unità; al riguardo si possono esaminare le awertenze alle tabelle organiche 1939, successivamente riportate.
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Allegato n° 1O MINISTERO DELLA GUERRA
N° 50685 di prot.
COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE UFFICIO SERVIZI 2 DIC. Anno 1939/XVIII novembre 1939/XVIII
OGGETIO: Costituzione ed assegnazione compagnie carriste di frontiera.
ALL 'UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE e, per conoscenza: ALL'ISPETIORATO DELLA MOTORIZZAZIONE ALL'UFFICIO OPERAZIONI I E Il -
SEDE SEDE SEDE
Il Gabinetto, data la non disponibilità di carri M 3000, ha deciso di non aderire alla richiesta di tali carri da parte del Comando Superiore FF.AA. Africa Settentrionale.
Resta pertanto stabilito che: 1° le cinque compagnie di fanteria carrista di frontiera da costituirsi a spese dei cinque btg. Carri M, che sono da considerarsi non più mobilitabili, debbono essere senz'altro inserite nell'I.M.; 2° - sono assegnate: 1 cp. al I corpo d'Armata 1 cp al Il « « 1 cp al XV « « 1 cp al C.A. d'Albania 1 cp alle FF.AA. delle isole italiane dell'Egeo.
3° - saranno costituite, presso le attuali sedi dei 5 btg., su 3 plotoni di 3 carri ed 1 carro comando Totale 1O·carri per compagnia P. C. C.
IL COLONNELLO DI S.M. CAPO UFFICIO (R. Torresan )
d'ordine IL GENERALE DI BRIGATA CAPO Il REPARTO f/to Rossi
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La Guardia Alla Frontiera
Allegato n° 11
MOTORIZZAZIONE DELLA G.a.F Composizione, in mezzi, delle autosezioni speciali di copertura Ti~o di mezzo Autovettura Autocarro pes. Autocarro leq . Ambulanza auto friçiorifero Motocicli carri rimorchio Autobotti
Autosezione ridotta
1
8 4 2 1 2
I I
Autosezione normale
2 16
8 4 1
2 3 3
Autosezione rinforzata
2 4 12 6 1 3 6 6
Specchio riepilogativo dell'assegnazione, per tipo, delle autosezioni speciali per copertura ai vari settori di copertura, dedotto dai Diari Storici dei settori. Tipo di autosezione Ridotta Normale Rinforzata
Settore di copertura lii, VI, IX, X, XXVII, Levanna I, 11, V, VII, VIII, Xl, Xli, Xlii, XIV, XV, XVI, XXVI XVII, XXII, XXIII, XXV
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Allegato n° 12 MINISTERO DELLA GUERRA COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE Sezione Ordinamento
N°48770 di prot.
Roma, 1° novembre 1939 XVIII
Al COMANDI DI CORPO D'ARMATA DI: TORINO - ALESSANDRIA MILANO - BOLZANO - TRIESTE - UDINE - TREVISO - GENOVA ALL'ISPETIORATO DELL'ARMA DI ARTIGLIERIA ALL'ISPETIORATO GEN. LEVA SOTIUFF.LI E TRUPPA ALL'ISPETIORATO DELLA MOTORIZZAZIONE ALLA DIREZIONE GENERALE DI ARTIGLIERIA e, per conoscenza : AL GABINETIO AL SOTIOCAPO DI S.M. PER LE OPERAZIONI AL SOTIOCAPO DI S.M. PER LA DIFESA TERR.LE AGLI ISPETIORATI D'ARMA - RIMANENTI Al COMANDI DI ARMATA Al COMANDI DI CORPO D'ARMATA - RIMANENTI ALLE DIREZIONI GENERALI, ISPETIORATI ED ENTI AUTONOMI DEL MINISTERO - RIMANENTI Al COMANDI DI DIFESA TERRITORIALE
OGGETIO : Mezzi di traino per le unità di artiglieria della G.a.F. Allegati: uno In relazione alla nuova organizzazione delle artiglierie G.a.F. stabilita con circolare 94090 Gab. del ·14 ottobre u.s. resta stabilito: 1°) I mezzi di traino ai reggimenti di artiglieria G.a.F. sono assegnati nel numero e nella specie di cui allo specchio allegato: [ .. ] omissis. 3°) Alle eventuali esigenze delle unità di artiglieria direttamente assegnate ai settori (gruppi di batterie S.P.) prowedono i comandi di settore, con mezzi delle autosezioni speciali. [ .. ]omissis. IL SOTIOCAPO DI S.M. INTENDENTE F/to Bancale
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La Guardia Alla }rontiera
Allegato al foglio 48770 del C.C.S.M. Uff. 0.M. - Sez. Ord. - in data 1° novembre 1939.XVIII.
ASSEGNAZIONE DEI MEZZI DI TRAINO PER LE ARTIGLIERIE DELLA G.a.F. Mezzi di traino
CLdo Rgt. art. G.a.F.
Def2osito Rgt. art. G.a.F.
CLdo GrUf2f20
Batterie di calibro inferiore a 105
Autovetture Autovettu rette Autocarri leaaeri Autocarri pesanti trattore 708c.m. trattori p.c. Trattrici Rimorchi Motocicli Autofficine
dal 105 al 149/12
-
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1 -
b) 3 l(b) -
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1 a) 3 a)
1
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Dal 149/35in su -
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3
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. .
-
Note: a) nel numero uguale ai gruppi del Reggimento alla sede b) solo ai gruppi distaccati dalla sede di rgt. o gruppi autonomi
Documenti
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Al legato n° 13 Copia per uso di ufficio
MINISTERO DELLA GUERRA GABINETTO
FOGLIO DI ORDINI DISPENSA 18/\
1940 - ANNO XVIII
29 Aprile
N. 120 - VIII raduno degli iscritti [ ... ]omissis N. 121 - Adozione del cappello alpino per la Guardia alla Frontiera Per i militari della guardia alla frontiera è adottato il cappello alpino con nappina latera le senza penna. La nappina sarà senza numero, con parte centra le di colore verde e una striscia periferica del colore dell'arma (scarlatta per la fanteria, gialla arancio per l'artiglieria, cremisi cari co per il genio}. Il cappello alpino sostituirà sia il berretto di panno g. v. a busta, sia quello da libera uscita. Dalla distribuzione del cappello alpino sono esclusi i militari della guardia alla frontiera della Libia, che conservano l'elmetto coloniale.
N. 122 Documenti matricolari
[... ]omissis
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La Guardia Alla Frontiera
Allegato n° 14 MINISTERO DELLA GUERRA Gabinetto
Roma, 23 luglio 1938-XVI
n°47750 di prot. OGGETIO: Uniforme ufficiali e maresciolli della G.a.F.
Ai comandi dei Corpi d'Armata di TORINO, ALESSANDRIA, MILANO, BOLZANO, TRIESTE, BOLOGNA, FIRENZE, UDINE e, per conoscenza: Ai rimanenti comandi di Corpo di Armata A seguito della circolare 27055 - Gabinetto - del 27 ottobre 1934-XII, si dispone quanto segue circa l'uniforme degli ufficiali e marescialli appartenenti ai comandi e reparti della G.a.F.: berretto rigido con fascia verde e berretto a busta per tutti gli ufficiali e marescialli, qua11,mque sia l'arma o corpo di provenienza; fregio per berretti (e controspalline per gli ufficiali) quello dell'arma o del corpo di provenienza, col numero distintivo del reparto (settore, sottosettore autonomo, reggimento artiglieria G.a.F. ecc; bavero di panno verde, con filettatura dell'arma o del corpo d i provenienza (senza alcuna mostrina o fiamma); filettature alle bande dei pantaloni ed alle manopole (e filettatura ai pantaloni per i marescialli) del colore dell'arma o del corpo di provenienza. Non è ammessa alcuna eccezione alle presenti ;prescrizioni. La disposizione di cui alla circolare 28300 - Direzione generale personale ufficiali - in data 24 gennaio e.a., circa l'uniforme dei sottotenenti dei bersaglieri trattenuti in servizio e destinati a reparti della G.a.F., deve intendersi abrogata. d'ordine IL CAPO DI GABINETIO F/to Sorice
Docwnenti
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Allegato n° 15 GIORNALE MILITARE 31 Dicembre 1937- Anno XV N. 48 - EQUIPAGGIAMENTO - Adozione del distintivo in rajon per settore della guardia alla frontiera (con una tavola di disegno). - (Direzione generale servizi logistici). - 31 dicembre 1937 - Anno XVI. È adottato, per i militari della guardia alla frontiera, un distintivo di settore, da portarsi sul braccio sinistro a circa 15 cm. dalla spalla, al disopra degli eventuali distintivi di carica. Esso sarà portato dagli ufficiali, sottufficiali e militari di truppa appartenenti ai comandi e reparti che costituiscono organicamente i settori. Il distintivo è in rajon ed è ricavato da un tratto di nastro sagomato a scudetto mediante ripiegamento e cucitura delle parti esuberanti. Il distintivo vero e proprio, in colore giallo oro su fondo verde, è costituito da un pugnale, con la punta rivolta in alto, attraversato da una fascia sagomata ad arco, portante, in verde, il numero romano distintivo del settore. Il disegno è completato inferiormente ed ai lati da un bordo sagomato a scudetto e superiormente da foglie di quercia, come è indicato in figura. Il distintivo in rajon per settore della guardia alla frontiera dovrà essere inventariato al prezzo unitario di L. 0,20 ed al numero categorico 652 della categoria I sezione B, del nomenclatore del materiale dei servizi logistici edizione 1932.
li Sottosegretario di Stato: PARIANI. Allegato alla circolare n° 48 del 1937
Distintivo per settore della guardia alla frontiera
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La Guardia Alla Frontiera
Allegato n° l 6
FOGLIO DI ORDINI DISPENSA 21 A
1943 - ANNO XXI
24 Maggio
[ ... ]omissis.
N.212.- Nappine per i cappelli alpini degli ufficiali e marescialli della G.a.F. (Direzione generale dei servizi di commissariato militare). A soluzione di quesiti pervenuti in merito alle caratteristiche della nappina per il cappello alpino degli ufficiali e marescialli della G. a F., si dispone che: gli ufficiali ed i marescialli della G.a.F., con l'uniforme di guerra, portino al cappello alpino la nappina avente le caratteristiche di quelle dei sergenti maggiori, sergenti e militari di truppa, previste dalla circolare 121 del Foglio d'ordini - dispensa l 8°- in data 29 aprile 1940, e cioè: nappina senza numero, con parte centrale verde e con striscia periferica del colore dell'arma (scarlatto, per la fanteria; giallo, per l'artiglieria; cremisi carico, per il genio); gli stessi ufficiali e marescialli, invece, con l'uniforme non di guerra portino la nappina di metallo dorato. Con la circostanza, sì rammenta che, come stabilito dalla citata circolare, sul cappello alpino della G.a.F. si porta la nappina senza penna. N.213. - Ditte iscritte nell'albo dei fornitori dell'amministrazione militare (Direzione generale dei servizi di commissariato militare). Ai sensi della [ ... ]
Documenti
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Allegato n° 17
ORGANIZZAZIONE SETIORIALE DI COPERTURA modello 193810
Corpo di Armatçi Alessandria
Settore (numero, denominazione, sede) I Bassa e Media Roio Bordiqhera
Cuneo
Il Alta Roia -Gessi
Cuneo
lii Stura-Moira
Saluzzo
IV Varaita - Po Torino
Torino
VIII Bardonecchia
Susa
IX Moncenisio - Sturo X Balteo
Aosta
Varese Sondrio Merano Bolzano Bressanone
Boloqna
Xl Laqhi Xli Valtellina Xlii Venosta XIV Isarco xv Pusteria XVI Carnia
Udine
XXI Alto Isonzo
Milano Bolzano
Tolmino
Idria
XXII Idria XXIII Postumia Trieste
XXVTimavo XXVI Ciana XXVII Fiume
Postumia Villa del Nevoso Ciana
Sottosettori I/a Ventimiqlia 1/b Piqna I/e Molini di Triora li/a Tenda 11/b Valdieri lii/a Vinadio 111/b Sambuco lii/e Prazzo IV/a Casteldelfino IV/b Crissolo VIII/a Torre Pellice Vlll/b Cesana VIII/e Bardonecchia IX/a Moncenisio IX/b Lanzo X/a Aosta X/b Pré Saint Didier X/e Aosta
Xlii/a Malles XIV/a Vioiteno XV/b San Candido XVI/ a Tolmezzo XVl/b Pontebba XVI/e Tarvisio XXI/a Plezzo XXl/b Tolmino XXI/e Piedicolle XXII/a Circhina XXll/b Idria XXIII/ a Aidussina XXlll/b Postumia XXV/a S. Pietro del Carso XXV/b Villa del Nevoso XXVI/a Ciana XXVl/b Mucici
Fiume
l O Ministero della Guerra Gabinetto - Appendice segreta a lla pubblicazione riservata mod.12 «Circoscrizione militare e sedi dei comandi, corpi, servizi ed enti vari alla data del 1° febbraio 1938 - XVI» A.U.S.S.M.E. carteggio Segreto.
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La Guardia Alla Fi'rontiera
Allegato n° 1 8
«Tabelle graduali e numeriche di formazione di pace della Guardia alla Frontiera» Ministero della Guerra - Comando del corpo di Stato Maggiore - Mod. 12/R - Roma 1939. Comando della Guardia alla Frontiera di Corpo d'Armata - (comprendeva il comandante ed il personale del comando; esercitava funzioni di direzione e controllo sul/sui settori di copertura dislocati nel territorio del Corpo di Armata). Il Settore di copertura era costitu ito da: - Comando di Settore, - due o più sottosettori, - uno o più gruppi di batterie S.P., - una o più batterie S.P. (eventuali), - un reparto misto genio, - elementi dei servizi, - un deposito settoriale. Il Sottosettore, retto da un Tenente Colonnello, prevedeva: - Comando di Sottosettore, - uno o più gruppi di capisaldi e/o capisaldi autonomi, - una o più batterie S.P. (eventuale), - elementi di frontiera (CC.RR. - R.G.F. - CC.NN. confinarie), - magazzino di sottosettore. Il raggruppamento dei capisaldi era previsto solo quando una particolare dislocazione sul terreno lo rendesse necessario. In carenza di organi di comando G.a.F., era il p iù elevato in grado delle forze di fron tiera ad assumere il comando del sottosettore. Le unità di Fanteria della G.a.F. comprendevano: - gruppi di capisald i (eventuali) articolati su Comando e due o più capisaldi; - capisaldi permanenti articolati su Comando, due o più centri od apprestamenti protetti, uno o più nuclei armi supplementari; - capisaldi campal i articolati su Comando, due o più centri campali, a loro volta composti da due o più nuclei campali; - centri che comprendono un comandante e nucleo comando, nuclei mitragliatrici ed eventualmente un nucleo torretta, un nucleo osservatorio o ingresso attivo, un nucleo cannone anticarro; - appostamenti protetti costituiti da un Comando, uno o più nuclei mitragliatrici ed un eventuale nucleo cannone anticarro; - centri campali articolati su due o più nuclei campali ; - nuclei armi supplementari. Centro era, come già detto, quell'opera complessa fortemente protetta che nel suo interno racchiudeva tutti i mezzi di azione e vita necessari affinché il suo presidio potesse vivere e combattere anche se superato e circondato; si articolava in nuclei in numero e specie cor-
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rispondenti al numero e specie delle armi di cui era dotato. L:' appostamento protetto era opera permanente di struttura semplice che consentiva l'impiego di una o più armi protette e si articolava in tanti nuclei quante erano le armi contenute. Gli allestimenti interni, a differenza di quanto si è detto del centro, non consentivano al presidio di continuare a vivere e resistere a lungo quando accerchiati o superati dal nemico. I nuclei campali erano le unità destinate al funzionamento delle mitragliatrici, cannoni, mortai d'assalto e da 81 m/m collocati allo scoperto od in postazioni semplici. Le unità di artiglieria G.a.F. comprendevano: reggimenti articolati in gruppi, gruppi di batterie S.P., batterie S .P 11 ., deposito. Il reggimento si articolava in un comando, un numero vario di gruppi e batterie ed un deposito; era dislocato nella normale sede di guarnigione e con i suoi gruppi articolati su due o più batterie addestrava e teneva in vita i nuclei base delle batterie da costituirsi per mobilitazione (batterie ad Approntamento Accelerato e ad Approntamento Normale); funzionava come riserva di artiglierie, per rinforzare i settori. Alla scarsissima dotazione settoriale in fatto di automezzi il reggimento artiglieria per la G.a.F. faceva fronte in proprio e le sue tabelle organiche registrano la presenza degli automobilisti previsti per l'impiego degli automezzi e trattori di normale dotazione e per quelli di assegnazione per mobilitazione. I gruppi batterie Sempre Pronte, articolati su due o più batterie S.P. e le batterie S.P. costituivano le unità di artiglieria del settore che, dislocate in zona di impiego fin dal tempo di pace, potevano entrare in azione in qualsiasi momento; il gruppo svolgeva funzione di coordinamento e controllo sulle batterie S.P. dipendenti. Il reparto misto del genio per G.a.F. raggruppava sotto le sue insegne le minori unità delle varie specialità del genio assegnate ai settori di copertura, una ristretta aliquota di elementi dei vari servizi un Deposito settoriale di copertura e Magazzini di sottosettore, con adeguato personale, erano altresì previsti dalla formazione organica per consentire al settore di svolgere tutte le attività previste dal suo rango di unità autonoma.
11 I gruppi di batterie S.P. e le batterie S.P. erano inquadrate nel settore di copertura e l'organico qui le riparlava, ìn quanto la sua articolazione prevedeva ìl raggruppamento delle unità G.a.F. per arma di appartenenza ed anche esse erano unità dì artiglieria G.a.F.
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La Guardia Alla Frontiera
Allegato n° 19 SPECCHIO RIASSUNTIVO della ORGANIZZAZIONE SETIORIALE DI COPERTURA Situazione al gennaio 1939
c. d'A.
N° e Nome del Settore
Alessandria
Torino
Sede
I Bassa Media Roja
Bordighera
Il Alta Roja Gessi
Cuneo
lii Stura
Cuneo
IV Moira - Po 12
Saluzzo
VII Pellice-Monginevro
Cesana
VIII Bardonecchia
Bardonecchia
IX Moncenisio-Stura
Susa
X Balteo
Aosta
Xl Laghi Xli Valtellina Xlii Venosta XIV Isarco XV Pusteria XVI Carnia
Varese Sondrio Merano Bressanone Brunico Tolmezzo
XVII Tarvisio
Tarvisio
I
Milano Bolzano
Treviso
Sottosettore I/a Ventimiglia 1/b Pigna I/e Molini di Triora li/a Tenda 11/b Valdieri lii/a Vinadio 111/b Sambuco lii/c Aceglio IV/a Prazzo IV/b Crissolo IV/c Casteldelfino VII/a Torre Pellice Vll/b Cesana VIII/a Bardonecchia Vlll/b Bardonecchia IX/a Moncenisio IX/b Lanzo X/a Aosta X/b Pré Saint Didier X/e Aosta Xl/a Domodossola 13 Xlii/a Malles XIV/a Vipiteno XV /b S. Candido XVI/a S Stefano di C. XVl/b Forni Avoltri XVI/e Paluzza XVI/d Paularo XVII/a Pontebba XVll/b Tolmezzo XVII/c Tarvisio XVII/d Tarvisio
12 Fino al 19 giugno 1939 Varaita - Po su due sottosettori; Comando del Corpo di S.M. f. n° 6316 del 20 giugno '39. 13 Costituito il 18/04/1939.
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Udine
Trieste
XXI Alto Isonzo
Tolmino
XXII Idria
Idria
XXIII Postumia
Postumia
XXV Timavo
Villa del Nev.
XXVI Ciana
Ciana
XXVII Fiume
Fiume
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XXI/a Plezzo XXl/b Tolmino XXI/e Piedicolle XXII/a Circhina XXll/b Idria XXII/e Montenero d'Idria XXIII/a Podorai del Piro XXlll/b Postumia XXV /a S. Pietro del Carso XXV/b Villa del Nevoso XXVI/a Ciana XXVl/b Mucici non ha sottosettori
278 La Guardia Alla Frontiera Allegato n° 20
- Tabelle graduali e numeriche di formazione di guerra dei comandi di copertura e delle unità della G.a.F. edizione 1940 Comando Guardia alla Frontiera di Corpo di Armata, (con funzioni di coordinamento e gestione della attività delle unità G.a.F. dislocate nel territorio del Corpo di Armata.) Settore di Copertura articolato su: -Comando Settore; -due o più sottosettori; -uno o più comandi di raggruppamento di artiglieria (eventualmente); -uno o più gruppi di batterie; -un reparto misto genio; -una autosezione speciale per settore di copertura; -serv1z1. Il sottosettore era costituito da: -uno o più capisaldi (eventualmente raggruppati in gruppi capisaldi); -una o più batterie, poste alle dirette dipendenze in assenza di un Comando Gruppo con funzioni di coordinamento e comando; -elementi di frontiera (CC.RR. - R.G.F. - Milizia confinaria); -una autosezione speciale (solo per sottosettori autonomi). Le unità di fanteria G.a.F. comprendevano: - gruppi capisaldi (eventuali) articolati su un comando e due o più capisaldi; - capisaldi permanenti articolati su un comando, due o più gruppi di opere, due o più opere non raggruppate; - gruppi di opere (eventuali) costituiti su un comando, tre o più opere fortificate 14; - opere fortificate di vario tipo (grosse, medie, piccole) costituite da un comando, un nucleo comando, un nucleo osservatorio, un nucleo collegamenti e più nuclei di armil 5 (cannoni, mitragliatrici, mortai, fucili mitragliatori); - capisaldi campali composti da un comando, uno o più gruppi centri campali, centri campali non inseriti in gruppi; - gruppi di centri campali articolati su comando, tre o più centri campali; - centri campali composti da un Comandante, uno o più nuclei campali mitragliatrici o mortai d'assalto (45 m/ ml, uno o più nuclei cannoni anticarro o mortai da 81 m/ m; - squadre di manovra in numero variabile. Il gruppo di opere era costituito da opere grosse e medie, o da opere medie, o medie e piccole, o da piccole. L'opera aveva un organico variabile ed era costituita da un numero variabile di nuclei che potevano essere nuclei mitragliatrice, fucile mitragliatore, lanciafiam-
14 I gruppi riunivano i tipi di opere, come previsto dalla circolare 15000. 15 I nuclei erano in numero e specie corrispondenti al numero e specie delle armi di cui disponevano.
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me, mortaio d 'assalto o medio (81), cannoni a.e. o pezzi vari. Le squadre di manovra e riserva avevano il compito, in qualità di nuclei campa li, d i sostituire le opere non ancora costruite od efficienti. Le unità di artiglieria G .a.F. comprendevano: - raggruppamenti formati da un comando e tre o più gruppi di batterie; - gruppi di batterie articolati su un comando ed un numero vario di batterie di piccolo, medio, grosso calibro; - batterie di piccolo, medio e grosso calibro; - sezioni (su due pezzi) di piccolo, medio, grosso calibro; - pezzi isolati. I gruppi di batterie S. P. si articolavano su un comando ed un numero vario di batterie; queste a seconda della collocazione si distinguevano in : - batterie( in caverna ,in casamatta, allo scoperto) - batterie nei forti Le unità del servizio trasporti a traino meccanico per la G.a.F. erano costituite dalle autosezioni speciali per settore di copertura e dalle unità specifiche in forza ai reggimenti artiglieri per la G.a.F..
La Guardia Alla Frontiera
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A llegato n° 21 S.M.R.E. allegato n°1 al f.n.10850 del 17 febbra io 1938 Ordinamento di pace dei reggimenti e gruppo autonomo di artiglieria G.a.F.
c. di A.
Rgt
Bolzano Boloçina Alessandria Alessandria Torino Udine Trieste
6° art . 7° art. 11 ° art. 8° art. 9° art. 10° art.
C/di Grunno 2 (1) 1
Batterie 2 .
4
7
3
5
5
6 8 3
3 3
Batterie S.P. 6 6 12 8
25 9 6
Sede C/do Rgt.
Sede Dego misto
Bolzano
Bolzano Osoppo Cuneo (2) Savona (2) Venaria R. Gorizia (3) Trieste
.
Cuneo Savona Venaria R. Gorizia Trieste
(1) Gruppo autonomo dislocato a Tarvisio ed amministrato dal Depomisto G.a.F. del VI Corpo di Armata. (2) Il Deposito misto G.a.F. di Savona ha giurisdizione sul I Settore; quello di Cuneo sui settori 11, lii,
IV.
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Allegato n° 22 Ordinamento di pace dei Reggimenti artiglieria per la G.a.F. (circolare di protocollo segreto n° 53600 datata 20/08/38-XVI, all. 1, 2, 3) DeRositi e magazzini G.a.F.
RaggruRRamento delle unità di !;:!OCe dei Rgt. Artialieria della G.a.F. Batterie S.P. d i Batterie c. di A. CL di diRendenti CLdi GrUl;:!J20 e loro di Rgt. e loro Sede sedi Occidentale Frontiera Torino 8° Rgt. V. Reale
I Cesana
Il Ulzio
lii Susa
lA btr (79 aa da 100/1 7, 157 aa da 152/45)2A btr (205 aa da 105/28, 7 4 aa da 100/17) 3A btr (149 aa da 149/35, 150 aa da 149/35) 4A btr (75 aa da 100 / 17 - 7 6 aa da 100/17) Vena r ia 5A btr (209 aa V da 149/35 - 328 Reale aa da 75/27 da 343 aa 100/17) 6A btr (73 aa da 100/ 17) 1A (1 45 aa da I Cuneo 152/45 - l 60 aa 149 /35) da 2A btr (530 aa da 2 10/8-97 aa da 75/27) 3A btr ( 162 aa Il Cuneo da 149/35 - 540 aa da 305/ 17) 4A btr (96 aa da 75/27 - 143 aa
DeRosito misto
btr 340, 341 da go Vena ria 100/17 - 607, Reale 608, 609, 61 O, 82, 83 da 75/27 - 515 da 149/35 Btr 58, 78, 59, 77 da 100/17 - 5 16 da 120/2 1 - 137 da 149/35 Btr 613, 6 14 , 6 15,616,617 da 75/27 - 60 da 100 / 17 - 51 2 I 513da 149/35
Magazz. di mob. SettLle
Susa, Chatillon Pinerolo
IV Vena ria Reale
Alessandria 7° Rgt. Cuneo
342, 345 100/17
da
Btr 63, 64 da 100 / l 7 - 606 da 75/27
Btr 65, 66, 339 da 100/17
7° Cuneo
Savigliano Borgo San Dalmazzo
282
La,
Guardia Alla Frontiera
lii Cuneo
IV Savigliano
da 149/35) 5" btr (338 aa do 100/17 · 14 1 aa da 149/35) 6" (164. Aa da 149/35 . 175 0 0 da 210/8) 7" (206 aa da 149/35. 336 00 da 100/17)
1 1° Rgt. Sa- I Ventimiglia vona Il Savona
lii Finale
Bolzano 6° Rgt. Bolzano
I Bolzano
Udine 9° Rgt. Gorizia
335, 337 100/17
da
601, 602, 603, 604 da 75/27 · 56, 57, 67, 519 da 100/17 1/\ (95 aa da 75/27-131 00 da 149/35 · 203 aa da 105/28) 2" (202 aa da 105/28 - 538 aa do 305/17) 3" (134 aa da 149/35 - 139 aa do 1 52/ 45) 4" (135 aa da 149/35. 334 00 da 7 5 /27) 5" (560 aa da 152/45) Frontiera Settentrionale l" (371 aa da 100 / 17 . 148 00 1 49 /35) da 2" (169 aa da 149/35 - 174 0 0 da 210/8) 3" (183 aa da 149/35)
91 , 92, 351 da 6° Bolzano 75/27
Merano, Brunico
54, 329 da 75/27 · 72, 372 da 100/17 lii Bolzano 4" (167 00 da 352, 353 da 149/35) 75/27 IV Bolzano 5" (354 aa da 55, 355, 356 da 75/27 . 170 00 75/27 da 149/35 · 184 aada 149/35) I Gruppo 1" (168 aa da 251, 252 da 12° Osoppo 149/35 - 358 00 65/17 - 61, 62, autonomo 357 da 75/27 Tarvisio da 75/27) 80, 8 1, 373 da 100/17 . 156, 158 dal 52/45 Frontiera Orientale. Il Bolzano
Bologna
68, 69, 70, 518 da 100/17
I Tolmino
89, 324 da 9° Gorizia 75/ 27 . 300, 301, 302, 303, 304, 305, 315 da
Vipacco, Tolmino o Cividale
Documenti
100/17 1A (87 - 88 aa 75/27) da 2/\ (94 aa da 75/27 - 308 aa da 100/17) 3A (309 - 3 19 aa da 100/17) 4/\ (191 - 193 aa da 149/12) 5/\ (153 - 16 1 aa da149/35) 6/\ (86, 90 aa da lii Vipacco 75/27) 7/\ (310, 311 da 100/17) 8/\ (320, 321 da 100/17) 10° Trieste I Villa del li\ (317, 318 aa 325 da 75/27 da 100/17) Nevoso Il Castelnuovo 2/\ (171, 172 aa 149/35) da 3/\ (194, 195 00 da 149/ 12) 621, 622 da lii Fiume 75/27 - 192 da 149/12 - 701, 702 da 260/9.
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Il Yipa cco
Trieste 10° Rat. Trieste
Villa del Nevoso
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La Guardia Alla J-;,ontiera
Allegato n° 23 Comando del Corpo di Stato Maggiore Gruppi di batterie "s. p." della G.a.F. da passare ai Depositi Settoriali f. n. 8545 del 27 agosto 1939 (specchio riassuntivo delle proposte formulate dai Corpi di Armata a l Ministero della Guerra) Corpi d'Armata
Settore Copertura
Genova (XV)
I V (in cosi.) Il
Alessandria (Il)
lii IV VII VIII IX X Xl
Torino (I)
Milano (lii) Bolzano (IV)
Xlii XIV
xv Treviso (XIV) Udine (Xl)
Trieste {V)
/
XVI XVII XXI XXII XXIII
xxv XXVI XXVII
di Comandi di gruppo
(da passare i n corico a i Dep. Sett.) 48° {31 °) 73° (30°) 35° (63°) 36° (38°) 41° (37°) 34° (70°) 54° (89°) 77° (68°) 79° (72°) 40° (di prevista costituzione, ceduto dal 6° Rçit.) 39° 86° 87° (da prevedere nell' IM un çiruppo) di prevista assegnazione 42° . 57° 49° (51 o • 60°) 50° (56°) 62° (65° • 66°) 82° (84°) 67° 83°
Comandi di gruppo reggimentali
l 1° Rgt. n° 2 gruppi 7° Rgt. n° 3 gruppi
8° Rgt. n° 3 gruppi
6° Rgt. n° l gruppo
12° Rgt. n° 1 gruppo 9° Rgt. n° 2 gruppi
10° Rgt. n° l gruppo
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Allegato n° 24 Ordinamento delle unità di artiglieria G.a.F. a mente della circolare del Corpo di Stato Maggiore del regio Esercito numero 001890 del 17/07/ 40 Orqonizzozione Settoriale Settori Gruppi di Btr C.A. (S. P.) I 48° 73° V
xv Il
I
lii IV
Il lii IV
35° 36° 41°
VI VII VIII IX X Xl Xli Xlii XIV
70° e 32° 34° 54°
xxv
79° Btr.174,356 40° 39° 86° 87° 103° 42° 57° 49° 50° 62° 82°
XXVI XXVII
67° 83°
xv XIV
Xl
V
770
XVI XVII XXI XXII XXIII
Sede Ventimiqlio Piqna Tenda Vinadio Saluzzo
Cesana T. Ulzio Susa Aosta Sondrio Merano Bressanone Brunico Tolmezzo Trevi:;o Pontebba Tolmino Idria Postumia S. Pietro al Carso Villa del Nevoso Fiume
Formazione orçionico reooimentole Reggimento Sede artiqlierio G.a.F. 11 °Rqt Savona Finale Savona 7° Rqt. Cuneo Cuneo Cuneo Savkiliano 8°Rqt. Venorio R. Venaria R. Venario R. Venoria R.
6° Rqt.
l 2° Rgt.
9° Rqt.
10° Rgt:
Gruppi
I Gr. Il Gr. I Gr. IIGr. lii Gr. I Gr. Il Gr. lii Gr.
Bolzono Bolzano
I Gr.
Osoppo Osoooo
I Gr.
Gorizia Gorizia Vipocco Trieste
I Gr. Il Gr.
Trieste
I Gr.
286 La Guardia Alla Frontiera Allegato n° 25 Specchio riepilogativo dei principali piani di operazione e radunata ita liani dal 1920 al 1940 (a cura di Massimo A scoli)
Il Regno d'Italia, allo scopo di difendere il suo territorio lungo il perimetro confinario terrestre 16 e memore degli insuccessi della pianificazione risorgimentale, prese la decisione di redigere una serie di piani operativi che, alla luce dei possibili .scenari mondiali di alleanza politica che potevano coinvolgere l'Italia, potessero garantire, con la manovra delle forze disponibili, la tutela dei confini nazionali od il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Strumenti calibrati ad ogni singolo caso vennero redatti e si -ebbe un elevato numero dei piani, poiché si tenne presente che la minaccia avversaria oltre che da un conflitto può essere rappresentata da incursioni ed attacchi ai confin i senza che vi sia uno stato di guerra dichiarato e che a questi è necessario reagire con immediatezza utilizzando ciò che si ha; infatti al momento specifico difficilmente si ha il tempo di portare lo strumento sul piede di guerra prima di intervenire ed è necessario aver già definito a priori fra le varie autorità le specifiche responsabilità e competenze. I primi anni dopo la conclusione del primo conflitto mondiale videro l'attenzione dello S.M. del R.E. focalizzata sulle questioni ordinative, poiché era necessario ridimensionare alle esigenze del tempo di pace gli organici usciti dalla guerra; l'avvio a soluzione del problema ordinativo, che in apparenza verrà risolto con il varo dell'ordinamento Diaz - Mussolini, permise che già attorno al 1923 si potesse mettere mano agli studi per una pianificazione relativa alla radunata e agli schieramenti. Poiché a tutela del Paese, nella ipotesi di un conflitto fra nazioni, vengono messi in cantiere piani di radunata specifici che, in funzione delle diverse situazioni politiche (alleanze, neutralità, ostilità), determinano l'afflusso prioritario verso una fronte o l'altra delle forze presenti e di quelle che si creeranno successivamente per mobilitazione, nel nostro caso i primi concreti piani opera tivi post prima guerra mondiale, che risalivano al 1923, considerarono eventuali conflitti con la Jugoslavia o la Francia o con entrambe le nazioni fra di loro alleate. Nel 1925 venne alla luce un piano di intervento nei riguardi del!'Austria, cui faceva seguito, nel 1927, un piano precauzionale, denominato P.O. n. 1, che prevedeva operazioni contro Germania ed Austria alleate ai nostri danni, Francia e Jugoslavia neutrali, Svizzera neutrale ma richiedente misure precauzionali; una variante a questo piano, denominata 1/ A, contemplava inoltre le misure da adottare nel caso lo scenario ipotizzato fosse modificato dalla non neutralità Jugoslava. Interessante è osservare come tutti i piani del periodo, pur ipotizzando una Svizzera neutrale, alla luce delle preoccupazioni già sorte nel corso della prima guerra mondiale circa una violazione del territorio elvetico, prevedessero predisposizioni di vigilanza alla frontiera in funzione di una eventuale contrapposizione a chi cercasse di violare tale neutralità.
16 Della Volpe Nicola - «Difesa del territorio e protezione antiaerea» - Marchese grafiche editoriali Roma 1986 Introduzione
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Nel 1928 vennero poste allo studio nuove direttive secondo varie ipotesi di conflitto a tutte le frontiere e ne scaturiva una serie di piani di intervento: il principale di essi, denominato 1 P.I., definiva i concetti operativi contro Austria e Germania e poiché era possibile che la Svizzera, rompendo la sua tradizionale neutralità, si associasse agli attaccanti, venne previsto un piano 4 P.I. che contemplava le modalità di rescissione del saliente ticinese, dal momento che il suo possesso da parte degii austro-germanici sarebbe stato una pericolosa direttrice d'invasione dell'Italia. In rea ltà questo piano non era altro che una memoria relativa alle operazioni da compiere eventualmente sul la frontiera svizzera nella ipotesi di guerra italo-tedesca. Essendo previsto per tale ipotesi il piano 1 P.1. e non sembrando che fossero da modificare i concetti operativi contro Austria e Germania, stante la limitata capacità del!' esercito svizzero ad operare, da solo, fuori dai confini nazionali, detto piano può considerarsi come appendice al piano 1 P.I. Risolto quindi il problema di conflitto, nel 1929 vennero definiti i primi piani di copertura rapida (5-B, 5-L); questi sarebbero stati successivamente rivisti e avrebbero preso nome dal prowedimento legislativo che ne sanzionò la nascita (R.D. 687 del 16 marzo 1936); questo decreto, di importanza fondamentale, prevedeva l'esatta attribuzione di responsabilità alle diverse autorità civili e militari competenti e l'immediato impiego (ancor prima quindi di una eventuale mobilitazione), per la copertura, di tutte le forze del Regio Esercito di stanza vicino al confine, incrementate dalle forze confinarie - R.G.F., CC.RR. e M ilizia confinaria -. l'opposizione di Mussolini ali' atteggiamento tedesco rivolto alla annessione dell'Austria determinava, nel 1934, l'ingresso della Germania nel novero delle nazioni ostili e conseguentemente la stesura di una serie dEpiani tesi a proteggere l'Austria mediante la temporanea occupazione di alcune sue parti e la redazione di altri piani finalizzati a fronteggiare una deprecata alleanza austro-germanica cu i avrebbe potuto associarsi la Jugoslavia; questi ultimi sono il 7A, piano cautelativo contro gli austro/germanici; ed il P.R. 9, edito nel 1935, che è un p iano offensivo basato sulla ipotesi di un conflitto che vede ali' attacco «di sorpresa spinto rapidamente a Fondo» 17 l'Italia contro la Jugoslavia e Austria/Germania alleate, neutrale la Svizzera e la Francia alleata o neutrale benevola. Quest'ultimo piano, che riguardava una ipotesi di conflitto int·eressante una piccola parte del!' arco di confine italiano, per ciò che riguardava la neo costituita Guardia alla Frontiera, prevedeva l'afflusso da altra frontiera di un Comando di Raggruppamento Artiglieria e sei gruppi di artiglieria e la costituzione, con le forze presenti e quelle in rinforzo da altra frontiera, di 4 raggruppamenti artiglieria di varia composizione. Non era previsto che le forze addette alle opere venissero incrementate, ma si aveva, in totale, fra artiglierie stanziali e rinforzi, una massa di raggruppamenti e gruppi artiglieria ritenuta più che sufficiente per sbarrare la frontiera. Per la frontiera orientale, non essendosi ancora evoluto il concetto che la Jugoslavia era uno se non il primo nemico dell'Italia, il 1O aprile 1936 venne emanato il P.R.1 O Ovest/Est, basato su lla ipotesi di un conflitto che vedesse l'attacco contro l'Italia di Francia e Jugoslavia alleate, Germania e Svizzera neutrali . Nel marzo 1938 la Germania, che nel 1934 per l' opposizione italiana non era riuscita ad impadronirsi dell'Austria, riuscì ad annettersi tale paese con un atto di forza; la ri sposta del Reg io Esercito a questo atto, che creò notevole preoccupazione negli ambienti ita liani, fu
17 Minniti F. - Gli obiettivi di guerra nella pianificazione operativo - L ' Italia in guerra - Il primo anno pag. 14.
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La Guardia Alla Frontiera
la bozza di piano P.R. Nord (P.R. 16), basato sulla ipotesi: «nemico Nord, neutralità Est ed Ovest, sorveglianza S», cioè conflitto fra Italia e Germania. Questo piano, che vide la luce il 25 aprile 1938, considerava l'ipotesi di un conflitto fra l'Italia sola ed il Reich tedesco, fu denominato Piano di Radunata n° 16 e sarebbe dovuto servire inoltre di base per due studi supplementari da redigersi successivamente e cioè di alleanza italiana rispettivamente con Francia e Jugoslavia. Il piano prevedeva che venissero assegnate in rinforzo forze ai settori di copertura dei due Corpi di Armata a diretto contatto ed all'Armata «S» per la copertura; il rinforzo era previsto fosse costituito da unità mitraglieri da posizione G.a.F. e dalle seguenti unità d i artiglieria G.a.F.: - Armata « S»: Comando 2° Raggruppamento Art. e 12° Gruppo art., n° 35 batterie di vario cal ibro, - IV Corpo d'Armata: Comando 5° Raggruppamento Art. e 28° Gruppo art., n° 84 batterie di vario ca libro (12 S. P.), - VI Corpo d'Armata: n° .53 batterie di vario calibro (di cui 8 S. P.). Nel 1938 vedeva la luce anche un nuovo piano di radunata, quello denominato P.R. 12, dovuto all'evoluzione positiva delle relazioni con la Jugoslavia cui si sostituiva, nel novero delle nazioni ostili, la Gran Bretagna; questo piano si basava sulla ipotesi di un conflitto che vedesse contro la sola Italia la Francia o l'Inghilterra od entrambe alleate, Svizzera neutrale, Jugoslavia incerta, Germania benevola. I piani prevedevano che la Guardia alla Frontiera, iniziale e principale protagonista della tutela dei confini, assumesse, a seconda del caso ipotizzato, un ordinamento particolare, diverso da quello «istituzionale», sia pure di guerra, facendo convergere verso i settori più minacciati aliquote di forze sottratte ai settori meno esposti e costituendo appositi comandi, atti a coordtnare e gestire al meglio le forze così raggruppate. L'evolversi della situazione, che vedeva l'Italia awicinarsi alla Germania, suggerì nel1' ottobre 1939 una revisione dei piani operativi in vigore, allo scopo di attualizzarli alla situazione politico - militare del momento; emerse quindi l'opportunità di modificare il P.R.12 e di mantenere il P.R.16, redatto in bozza, non diramandolo per ragioni di opportunità politica; venne inoltre approfondito il P.R.1 O, anche nella ipotesi restrittiva di un conflitto con la sola Jugoslavia, non più sostenuta dalla Germania, e suggerita l'abrogazione del P.R. 9, che era ritenuto non più aderente alla situazione del momento. L'alleanza stipulata con la Germania impose di considerarla alleata e quindi si rese necessario una revisione e riedizione (2") del P.R. 12 che, in tale ottica, stabiliva il legame tra guerra difensiva contro Francia e Gran Bretagna ed atteggiamento offensivo eventuale contro Jugoslavia e/o Grecia. La stesura di un allegato Frontiera Orientale nel novembre 1939 e dell'allegato J al P.R.12 nel marzo 1940 determinarono l'abrogazione dal 15 maggio del '40, del P.R. 1O, trasformatosi in una appendice del più completo P.R.12. Il piano di Radunata n°l 2 è quello che con piccole modifiche venne attuato al momento di entrare in guerra ed è opportuno un suo esame più approfondito di quanto non fatto per gli altri. li P.R.12, la cui prima stesura risale al '38, che venne modificato nel '39 ed infine nel'40 alla luce della alleanza italo/tedesca, non era un piano di operazioni ma semplicemente un piano di radunata completo che prendeva in esame tutti gli scacchieri operativi ed era perfettamente adatto ad un preordinato e generale atteggiamento difensivo; esso prendeva in
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esame anche l'eventualità che in certi casi si potesse passare ad una limitata offensiva attuata con piccoli attacchi locali atti a rendere più economica ed efficiente la difesa. Alla luce delle ipotesi di politica internazionale su cui si basava, derivavano, nei riguardi del teatro di operazioni alpino le sottoelencate prescrizioni di massima. Dovevano essere considerati separatamente: - lo scacchiere occidentale, dove dovevano venire fatte confluire ed impiegate le forze necessarie ad una difesa manovrata; - lo scacchiere settentrionale (confine con la Svizzera), dove si riteneva fossero sufficienti semplici misure di vigilanza condotte dalle forze ivi normalmente stanziate; - lo scacchiere orientale, ove era necessario adottare opportune misure precauzionali sino alla chiarificazione della situazione, senza escludere la successiva necessità di adozione di misure difensive vere e proprie. La struttura difensiva contemplata in tale piano prevedeva che il primo sistema fortificato, il cui margine anteriore si identificava quasi ovunque con la frontiera, coincidesse con la posizione di resistenza che andava difesa ad oltranza, mentre il secondo e terzo sistema avevano il compito di dare appoggio alle unità di seconda schiera incaricate di arrestare la spinta offensiva avversaria che fosse riuscita a superare la P.R .. In tempo di pace la copertura normale era di pertinenza dei Corpi di Armata stanziali, ciascuno entro i propri limiti territoriali; ai fini della copertura, il territorio di frontiera considerava nel senso della profondità una fascia di copertura e questa era a sua volta ripartita in senso normale alla fronte in settori di copertura affidati alla Guardia alla Frontiera. In momenti di tensione o guerra veniva attuata, secondo la cadenza che sotto si riporta, la copertura di emergenza caratterizzata dall'inserimento alla frontiera di Comandi di Grande Unità e di reparti precettati per la bisogna, che integravano le unità G.a.F. precedentemente sole responsabili del territorio. Il P.R.12 aggiornato al 1° marzo 1940 prevedeva che, all'insorgere dell'emergenza, la copertura immediata di tutto il confine fosse assicurata dallo schieramento delle forze permanentemente stanziate sul posto e cioè le unità della G.a.F., CC.RR., R.G.F., Milizia Confinaria, cui competevano le prime eventuali reazioni di fuoco sulla linea di frontiera. Il rinforzo alla copertura era assicurato dal successivo arrivo di unità di Camicie Nere, battaglioni alpini «Valle», battaglioni mitraglieri autocarrati di Corpo d'Armata; era inoltre pianificato l'afflusso alla frontiera francese di comandi gruppo artiglieria G.a.F., compagnie mitraglieri da posizione e batterie G.a.F., la maggior parte delle quali dovevano venire tratte da unità dislocate normalmente alla frontiera con la Germania, ritenuta ora sicura, in quanto alleata. L'arrivo e lo schieramento delle GG.UU. di prima linea era previsto al secondo giorno di mobilitazione; al loro sopraggiungere il comando dei settori di copertura, . divenuti settori operativi, veniva assunto dai comandanti le divisioni affluite, mentre la responsabilità dei singoli tratti dello schieramento e delle unità G.a.F. dislocate nei settori di copertura normale veniva affidata ai comandanti delle unità divisionali. Al terzo giorno di mobilitazione era previsto l'inserimento dei comandi di Corpo di Armata mobilitati cui si venivano a sovrapporre, su ordine dello Stato Maggiore, Comandi di Armata che assumevano la responsabilità delle porzioni di fascia di frontiera gestite, in pace, dai Corpi d'Armata stanziali. Al termine della mobilitazione, la fascia di frontiera risultava divisa in settori operativi di
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Corpo di Armata, articolati in sottosettori operativi divisionali o di raggruppamento; in linea di massima ogni sottosettore inglobava un settore di copertura Guardia alla Frontiera ed aveva alle dipendenze i reparti G.a.F. ivi già dislocati per la copertura normale. In sostanza, quindi, il P.R.12 prevedeva che: - le misure di afflusso ed integrazione forze si applicassero al solo tratto di frontiera con la Francia, - nessun rinforzo di truppe pervenisse alla frontiera con la Germania, la cui tutela rimaneva affidata alle forze del Comando G.a.F. del Corpo di Armata di Bolzano, - si costituisse un raggruppamento artiglieria G.a.F. nella fascia di copertura del confine con la Jugoslavia, - la copertura della frontiera da M/te Dolent al Cadore (Svizzera-Germania) rimanesse affidata ai Corpi d'Armata di Milano e Bolzano ed ai rispettivi settori di copertura della Guardia alla Frontiera di normale presidio e precisamente: - Xl settore Laghi, Xli settore Valtellina (lii Corpo d'Armata di Milano), - Xlii settore Venosta, XIV settore lsarco-Aurina, XV settore Pusteria-Cadore (IV Corpo d'Armata di Bolzano), e venisse prevista una Armata «S» ed il suo comando, da costituirsi su ordine di attuazione del piano stesso, con responsabilità dal M/te Rosa al Passo Oregone, così da garantire una difesa unitaria nei riguardi della Germania.
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Annesso all'allegato n° 25
Forze assegnate ai Corpi di Armata per i settori di competenza - stralcio relativo alle forze G.a.F. PRESUMIBILE SITUAZIONE DELLE UNITA'DI ARTIGLIERIA G.a.F. nella ipotesi di attuazione del P.R. 9 - Raggruppamenti di A rtiglieria G.a.F. di prevista costituzione in caso di attuazione del P.R.9 -piano di radunata contro la grande coalizione austro-tedesca-jugoslava- (schieramento alla frontiera con la Jugoslavia} 10° Raggruppamento artiglferia G.a.F. (V C.A.) - Gruppi 53° (Btr 192, 194, 195 da 1.,9/12) 69° (Btr 171, 172 da 149/35) 81 ° (Btr 165, 166 da 149/35) 30° (Btr 56, 57, 67 da 100/17) 47° (Btr 312, 313, 339 da 100/17) 67° (Btr 3 17, 318, 319 da 100/17) 12° Raggruppamento artiglieria G .a.F. (V C.A.} - Gruppi 3 1° (Btr 145, 560 da 152/45) 9° Gruppo Trattrici 15° Raggruppamento artiglieria G.a.F. (è il Raggr. del XXII Settore} - Gruppi: 50° (Btr 87, 88 da 75/27) 52° (Btr 191 , 193 da 149/12) 56° (Btr 152, 161 da 149/35) 58° (Btr 151, 153, da 149/35) 61 ° (Btr 306, 307, 319 da 100/17) 64° (Btr 79, 308, 309 da 100/17) 7 4° (Btr 94, 327 da 75/27) 45°18 (Btr 147, 173 da 149/35) 46°19(Btr 538, 539 da 305/ 17) 17° Raggruppamento artiglieria G.a.F. (è il Raggr. del XXIII Settore} - Gruppi: 62° (Btr 310, 311 da 100/17) 65° (Btr 86, 90 da 75/27 - 190 da 149/12) 66° (Btr 320,321 da 100/17) 68°20(Btr 149 da 149/35 -145 da 157/ 45 - 540 da 305/17) 62° bis (Btr 125, 156 da 152/45 }
18 Gruppo provenien te da altra fron tiera (a.f.).
19 20
Gruppo proveniente da altra fronti era. Gruppo proveniente da altra frontiera.
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19° Raggruppamento artiglieria G.a.F. (è il Raggr. del XXI Settore) (il comando di questo raggruppamento proviene da altra frontiera). - Gruppi: 49° (Btr 300,301,302,34 1 da 100/17) 51 ° (Btr 303, 304, 305 da 100/17 ) 60° (Btr 315,378 da 100/17- 324,389 da 75/27) 64°21 (Btr 340, 519 da 75/27)
- Gruppi:
82° 84°
(Gruppi settoriali del XXV Sett.) (Btr 314,325, da 100/17- 620,618 da 75/27 in opera} (Btr 325 da 75/27 - 3 16, 342 da 100/17)
18° Raggruppamento artiglieria G.a.F. (è il Raggr. del XXVI Settore) - Gruppi: 63° (Btr 194, 195 da 149/12 ) 67° (Btr 620 da 75/27- 317,318, da 100/17) 69° (Btr 171, 172 da 149/35 - 194, 195 da 149/12 8 1° (Btr 20 1,202, 203 da 210/8) 77°22(Btr 209, 21 O da 149/35) 79°23(Btr 211 da 149/35- 560 da 152/45)
- Gruppi:
83° 42°
(Gruppo settoriale del XXVII Sett.) (Btr 701 , 702 da 260/9 -192 da 149/12 - 322 da 75/27- 621, 622 da 75/27 in opera, 40 1 da 240/L) (Btr non identificate)
21 Gruppo proveniente da altra frontiera. 22 Gruppo proveniente da altro frontiera. 23 Gruppo proveniente da altra frontiera.
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A llegato n° 26 Specchio riepilogativo delle unità di artiglieria e mitraglieri da posizione individuate fra quelle affluite in rinforzo alle forze schierate nel teatro operativo italo - francese. Unità di artiglieria: Numero distintivo e calibro Btr. 307 dal 00/17 Btr. 166, 167, 172 da 149/35 Gr. 87°, 88°, 102°, btr 251 252, 254, 257 da 65/17 98, 99, 351, 354 da 75/27 mod. 06, btr 229 da 105/ 14, btr 169, 170 da 149/35 Btr 267 da 65/17, 355 da 75/27 mod. 06, 37 1 da 100/17 - 14, 228 da 105/14, 167 da 149/35 Btr 255, 256 da 65/17, 329, 352, 353 da 75/27 mod . 06, 372 da 100/17 14, 227 da 105/ 14 Btr 538, 539 da 305/ 17 Btr 260 da 420/12 540 da 305/17, 280 da 380/15 Btr 703 da 260/9 Btr 251, 252, 254, 257, 267 da 65/17, 98, 99, 355, 351, 354 da 75/27, 371 da 100/17, 228,229 da 105/14, 167, 169, 170 da 149/35 Btr 258, 264, 265, 266 da 65/17, 84, 357, 358, 359 da 75/27
Settore ogerativo destinazione Solitosettore Gessi
di
c.s.
Settore operativo del XV
c.s.
C.A.
I Set. - Bassa Roja Il Set. Alta Roia lii Set. Stura IV Set. Moira Po Settore operativo Il C.A.
Settore operativo del I CA
Sottosettore operativo Po Sotto settore operativo Varaita Sotto settore o perativo Moira Sotto setto re operativo Mulo Sotto setto re operativo Stura Sotto settore operat ivo Gessi Sottosettore operativo Alta Roia Sotto settore operativo Morta Sotto settore ope rativo Muratone Sottosettore o pe rativo Bassa Roia opera tivo Se t tore
329 do 75/27 227 da 105/14 Btr 265, 266 da 65/17, 84 da 75/27
1A C/do Art. Armata 24/11 /39 f.n. 1178/1 de l 20/04/40 dello S.M. R.E.
Settore operativo del lii CA
Btr 229 da 105/ 14 Btr 351 da 75/27, 169 da 149/35
Btr 267 da 65/ 17, 355 da 75/27, 371 da 100/17, 228 da 105/14 Btr 372 da 100/17
Vipacco
C.A.
Settore operativo Xl C.A.
Btr 252 da 65/17, 98 da 75/27, 170 da 149/35 Btr 167 da 149/35
Estremi dell'ordine
Settore operativo del Il
Btr 184 da 149/35, 156, 158 da 152/45, 174 da 210/8
Btr 251, 254 da 65/ 17, 99, 351 da 75/27 Btr 257 da 65/17
Provenienza
Bolza no, Osoppo, leqnano
1A C/do art. Armata 23/04/40 c.s. c.s. c.s. Appunto del Capo di S.M. del 15/04/40 all'oqqetto: Approntamento btr. G.a.F. a.f. ore O del 06/06 f. n. 4668 de l di 5/ 0 5/40 S.M.R.E. C/do 1" Armata f. n. 1483 del 16/5/40 c.s. c.s. c.s. c.s. c.s. c.s. c.s. c.s. C/do 4" Armato
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Btr 258, 264 da 65/ 17, 357, 358 da 75/27, 226 da 105/14 Btr 359 da 75/27 Btr 373 da 100/17, 168 do 149/35 12° C/do Ragg., C/di 88°, 103° gr., btr 251, 252, 254, 255, 256, 257, 258, 264, 265, 266 da 65/17, 98, 357, 358 da 75/27, 373 da 100/17, 168 do 149/35 C/di 85°, 86°, 87°, 102° gr., btr 267 do 65/17, 84, 99, 329, 351, 352, 353, 354, 355, 359 da75/27, 371, 372 da 100/ 17, 226, 227, 228, 229 da 105/14, 167, 169, 170do 149/35
Germanasca Pellice Setto re opera t ivo Moncenisio/ Ba rdonecch io ope r ativo Settore Monçiinevro Set tore o pera ti vo Baltea/Orco/Sture
f.n. 2413 del 23 maggio 1940 c.s. c.s. Comando G.a .F. del XIV C.A.
S.M.R.E. f. n . 5820 del 27 maggi o 1940
Comando G .a.F . del XVIIIC.A.
c.s.
b. Battaglioni/compagnie mitraglieri da posizione: - Comandi Battaglione 105 e 108, - Compagnie mitrag lieri 503, 515, 517, 51 8, 522, 523, 524, 525, 526, 531 , 532, 533,539,540, 541,547, 548,549, 550,604, 608,609, 610, 619, 620.
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Allegato n° 27 Struttura settoriale della Guardia alla Frontiera al 1° giugno 1940 (*)
I Settore di Copertura: Bordighera Sottosettori: I/a Ventimiglia 1/b Dolceacqua Artiglieria Settoriale: 48° Gruppo (Btr, 601, 602 da 75/27 in caverna, 30 da 75/27-519 da 100/14) 31 ° Gruppo (Btr. 95 da 75/27- 202,203 da l 05/28) Genio: I Reparto misto Mitraglieri : CXI - CVIII Btg (Cp. 537, 538, 553, 554, 629, 630, 631 , 632, 633, 637, 638, 639) Deposito: Taggia l AAutosezione speciale tipo normale 5/\ Compagnia carrista di Frontiera Il Settore di Copertura: Cuneo Sottosettori: Il/a Tenda (gruppi di capisaldi lii. .. .. . 11/b Valdieri (gruppi di capisaldi VII, VIII) Artiglieria Settoriale: 35° Gruppo {Btr 43, 44, 45, da 75/27) 63° Gruppo {Btr. 606 da 75/27 - 63, 64, 344 da l 00/17) Genio: Il Reparto misto Mitraglieri: CXII Btg. Mitr. da pos. (Cp. 508, 509, 51 O, 625, 626, 640, 641 , 642) Deposito: Boves 2AAutosezione speciale tipo normale lii Settore di Copertura: Vinadio Sottosettori: lii/a Vinadio 111/b Sambuco Artiglieria Settoriale: 36° Gruppo (Btr 42, 96 da 75/27 - 65,66, 339 da 100/17) 38° Gruppo (Btr 69, 70, 338, 518 da l 00/17) Genio: lii Reparto misto Mitraglieri: CVII - CIX Btg. Mitr. da pos. {Cp. 519, 520, 535, 536, 627, 628, 634, 635, 636, 643, 644) Deposito: Borgo S. Dalmazzo 3/\ Autosezione speciale tipo ridotta IV Settore di Copertura : Saluzzo Sottosettori: IV/a Prezzo/Acegl ro (4 gruppi di capisaldi) IV/b Casteldelfino IV/ e Crissolo Artiglieria Settoriale: 37° Gruppo (Btr 68 da l 00/17, 97 da 75/27) 41 ° Gruppo (93 da 75/28 - 335, 336 da 100/17) (*) Presunto.
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Genio: IV Reparto misto Mitraglieri: CXIV Btg mitr. da pos. (Cp. 501, 502, 507, 647, 648, 649, 650) Deposito: Saluzzo 4A Autosezione speciale tipo ridotta 2A Compagnia carrista di Frontiera V Settore di Copertura24 : Taggia Sottosettori: V/a Pigna V/b Molini di Triora Artiglieria Settoriale: 73° Gruppo (Btr 334,. 64 da 75/27 in caverna , 57,da 100/17) 30° Gruppo (Btr 64, 334 da 75/27-67 da l 00/17 Genio: V Reparto misto Mitraglieri: Cp. 539,540 Deposito: 5A Autosezione speciale tipo normale \
VI Settore di Copertura : Pinerolo Sottosettori: VI/a Torre Pellice Vl/b Perrero Artiglieria Settoriale: 32° Gruppo (Btr. 265 da 65/17 - 31 da 75/27 - 340,341 da 100/17) 70°Gruppo(Btr. 149, 150da 149/35-179, 180da210/8) Genio: VI Reparto misto Mitraglieri: CXCII Btg mitr. da pos. (Cp. 605, 606, 607, 531, 532, 571, 572) 6A Autosezione,speciale tipo ridotta VII Settore di Copertura: Cesana (17 capisaldi/sbarramenti) Sottosettori: VII/a Bousson Vll/b Cesana (gruppi di capisaldi Monginevro .......... ) Artiglieria Settoriale: 34° Gruppo (Btr. 607 in caverna 608, 609, 61 O in casamatta metallica, tutte da 75/27 ); aliquota distaccata del 34° (Btr. 327 da 75/27, 515 da 149/35 in cupola). 44° Gruppo (Btr. 82, 83 da 75/27, 7 4 da 100/17) Genio: VII Reparto misto Mitraglieri: Cli Btg. mitr. da pos. (Cp.531,532, 605, 606, 607, 620, 621, 622) 4A Compagnia Carrista di Frontiera li\ Autosezione speciale tipo normale Deposito: Pinerolo VIII Settore di Copertura: Bardonecchia (21 capisaldi/sbarramenti) Sottosettori: VIII/a Bardonecchia Vlll/b Bardonecchia 24Costituito in data l O gennaio 1940 con f. n° 121960 del 4/12/39 di M. G. Gabinetto.
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Artiglieria Settoriale: 54° Gruppo (Btr. 605, 612, 619 da 75/27) 516 Batteria G.a.F. da 120/21 in cupola Genio: VIII Reparto misto Mitraglieri: Cl Btg. mitr. da pos. (Cp. 503, 504, 549, 551, 601, 619) Deposito: Bussoleno 8" Autosezione speciale tipo normale IX Settore di Copertura: Susa (8 capisaldi/ sbarramenti) Sottosettori: IX/a Susa IX/b Ospizio del Moncenisio Artiglieria Settoriale: 77° Gruppo (Btr. 613(B 1), 6 l 4(B3), 615(B2), 61 6(B4), 6 l 7(B5) da 75/27 in caverna; 36 da 75/27 - 75, 76 da 100/17) 68° Gruppo (60 da 100/17- 512,513 da 149/35 nei forti Le Court e Paradiso) Genio: IX Reparto misto Mitraglieri: CXIII Btg. mitr. da pos. (Cp. 533, 534,603, 623, 624, 645) 9" Autosezione speciale tipo ridotta Deposito: Susa X Settore di Copertura: Aosta (9 sbarramenti) Sottosettori: X/a Aosta (poi Valgrisenza) X/B S. Desiderio Terme (2 gruppi cps) X/c Aosta (poi Saint Remy) Artiglierie Settoriali: 72° Gruppo (Btr 28, 29 da 75/27 a Testa di Crevacol e Pian Puiz) con Comando a Saint Remy; 79° Gruppo (Btr 328 da 75/27 in caverna a M/te Belvedere - S.n. da 75/27 a Testa dell'Asino, 79 bis da 100/17 in Val Grisanche, 342, 343, 345 da 100/17 a Lago di Combal, Testa del Caricatore e Les Suches (Terre Nere); in rinforzo 706 da 260/9 a Testa del Caricatore, 209, 21 O da 149/35 sulla strada fra La Thuile e Col S. Carlo (costituiranno il 33° Gruppo) Genio: X Reparto misto Mitraglieri: Clii Btg mitr. da pos. (Cp. 505, 506, 604, 608, 609, 611, 612) CX Btg mitr. da pos. (Cp. 517, 518, 61 O, 646) 10" Autosezione speciale tipo ridotta Deposito: Aosta Sottosettore autonomo Levanna (già Valli di Lanzo) Artiglieria di sottosettore: Batterie 71, 73 da l 00/ 17 Genio: Reparto misto Mitraglieri: Cp. mitr. da pos. 521, 526, 541, 602, 618 D~posito: Lanzo Autosezione speciale tipo ridotta
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Xl Settore di Copertura: Varese25 Sottosettori: Xl/a Domodossola ; si articola su: Distaccamento fanteria G.a.F. di lselle (Cp. mitr 613, 614) Distaccamento di artiglieria G.a.F. di !selle (356" da 75/27 S.P.) elementi confinari Xl/b Como (1 caposaldo) Dispone degli elementi confinari dislocati lungo il tratto di frontiera di pertinenza Artiglieria di settore: 104° Gruppo (Btr 174 da 210/8, 356 da 75/27, schierata in lselle.) Genio: Xl Reparto misto Varese Mitraglieri: Btg. mitr. da pos. CIV (Cp. 513,542,613,614,615,616,617) Deposito Settoriale: Legnano Magazzino di rifornimenti: Como Magazzino di rifornimenti: Domodossola 11" Autosezione speciale tipo normale Xli Settore di Copertura: Sondrio (sbarramenti di Spluga, Val Bregaglia, Val Poschiavo, Giogo S. Maria e Stelvio) Sottosettori: Xli/a Chiavenna Dispone degli elementi confinari dislocati lungo il tratto di frontiera di pertinenza Xll/b Madonna di Tirano Dispone degli elementi confinari dislocati lungo il tratto di frontiera di pertinenza Artiglieria Settoriale: 40° Gruppo (Btr. 520, 521 da 149/35, 522 da 120/40) {Forti di Montecchio, Tirano, Oga di Bormio) Genio: Reparto misto (Chiavenna) Mitraglieri: Cp. 511, 512 Magazzino di sottosettore: Dervio Magazzino di rifornimenti : Bormio Magazzino di rifornimenti :Colico 12" Autosezione speciale tipo normale Xlii Settore di Copertura: Merano Sottosettori: Xlii/a Malles Venosta Xlll/b Merano Distaccamento G.a.F.: Curon Venosta Artiglieria settoriale: 39° Gruppo26 (Btr. 91, 92, 351 da 75/27 - 371 da 100/17) Genio: Xlii Reparto misto (Malles Venosta) Mitraglieri: Cp. 547, 548, 549, 550. Deposito Settoriale : Merano 25 Sino alla data del 2 1/ 4/39 il Settore aveva come forze gli elementi dei CC.RR., R.G.F. e Milizia confinaria dislocali lungo il tratto di confine di competenza, a partire dal 22/ 4/39 con la formazione dei distaccamenti, il settore dispose per la prima volta di reparti G.a.F. direttamente assegnali; il 13/8/39, costituitosi il Xl/a sottosettore, i distaccamenti ne passarono alle dirette dipendenze 26 A disposizione dell'Armala S per il settore Toce venne sostituito in tale incarico, limitatamente al comando gruppo ed alcune batterie, dall'85°, che successivamente, a sua volta, fu inviato in rinforzo alla frontiera francese.
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13A Autosezione speciale tipo normale XIV Settore di Copertura: Bressanone Sottosettori: XIV /a Colle Isarco XIV/b Vipiteno Artiglieria Settoriale: 86° Gruppo (Btr. 226 da l 05/14 - 54, 329, 352, 353, 354 da 75/27, 72, 372 da l 00/17) Genio: XIV Reparto misto {Bressanone) Mitraglieri: Cp. 539, 540, 541 , 542 Deposito Settoriale: Bressanone l 4/\ Autosezione speciale tipo normale XV Settore di Copertura: Brunico Sottosettori: XV /a San Candido XV/b Monguelfo Artiglieria Settoriale: 87° Gruppo (Btr. 55, 84, 99, 355, 359 da 75/27) l 02° Gruppo (Btr. 228,229da l 05/14) Genio: XV Reparto misto (Brunico) Mitraglieri: CV Btg. mitr. da pos. Cp.517, 518, 519, 520 e 618 Deposito Settoriale: Brunico l 5/\ Autosezione speciale tipo normale XVI Settore di Copertura: Tolmezzo Sottosettori: XVI/a S. Stefano di Cadore (4 gruppi di capisaldi) XVl/b Forni Avoltri XVI/c Paluzza XVI/d Paularo Artiglieria Settoriale: l 03° Gruppo (Btr. 373 da l 00/17 - 357 da 75/27 - 254, 255, 256, 257, 258 da 65/17) a Tolmezzo Genio: XVI Reparto misto Mitraglieri: CVIII Btg. mitr. da pos. Deposito Settoriale: Tolmezzo l 6/\ Autosezione speciale tipo normale XVII Settore di Copertura: Tarvisio Sottosettori: XVII/a Pontebba XVll/b Ugovizza XVII/e Boscoverde XVII/ d Fusine Val romana Artiglieria Settoriale: 42° Gruppo - Tarvisio (Btr. 61, 62 da 75/27; 156, 158 da 152/45; 252 da 65/17) 57° Gruppo - Pontebba - (Btr.80, 81 da 100/17; 25lda 65/17) Chiusaforte - (Btr. 265, 266, 259( in cav.) da 65/17 del 42°; 264 da 65/17, 98, 623( in cav.) da 75/27 del 57°)27 27 Assegnate con foglio del M.G. n°1751 O del 25 moggio 1939 A.U.S.S.M.E. M 7 / 502.
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Genio: XVII Reparto misto Mitraglieri: CIX Btg. mitr. da pos. Deposito Settoriale: Moggio Udinese 17" Autosezione speciale tipo rinforzata XXI Settore di Copertura: Tolmino Sottosettori: XXI/a Nalogu XXl/b Polubino XXI/c Piedicolle Artiglieria Settoriale: 49° Gruppo (Btr. 300, 301, 302 da 100/17) 51 ° Gruppo da l 00/17 (Btr. 303, 304, 305) 60° Gruppo (Btr. 89, 324 SP da 75/27, 315 SP da 100/17) Genio: XXI Reparto misto Polubino Mitraglieri: CXII Btg. mitr. da pos. (Cp. 527, 528, 529, 530) · Deposito Settoriale: Cividale 21" Autosezione speciale tipo rinforzata Polubino XXII Settore di Copertura: Idria Sottosettore: XXII/a Circhina (2 cps) XXll/b Idria (3 cps) XXII/C Montenero d'Idria (3 cps) Artiglieria Settoriale: 50° Gruppo (Btr. 87, 88 da 75/27) 56° Gruppo (Btr. 152 -16 1 da 149/35, 124 da 152/45 ) Genio: XXII Reparto misto Idria Mitraglieri: C/do CVI Btg. mitr. da pos., Cp. 555, 557, 558 Deposito Settoriale: Aidussina 22" Autosezione speciale tipo rinforzata Idria XXIII Settore di Copertura: Postumia Sottosettori: XXII I/a Vi pacco (3 cps) XXlll/b Postumia (2 gruppi cps/tot 1O cps) Artiglieria Settoriale: 62° Gruppo (Btr. 320 da l 00/ 17, 311 SP da l 00/ 17, 86, 90 da 75/27) Genio: Reparto Misto Postumia Mitraglieri: Cp. 551, 552, 556 Deposito settoriale: Vipacco 23" Autosezione Speciale tipo rinforzata Postumia XXV Settore di Copertura: San Pietro del Carso Sottosettori: XXV/a S. Pietro del Carso XXV/b Fontana del Conte Artiglieria Settoriale: 82° Gruppo (Btr. 314 da l 00/17, 326 da 75/27, 620 da 75/27 in opera) 84° Gruppo (Btr 325 da 75/27, 316, 342 da 100/17, 618 SP in caverna da 75/27)
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Genio: XXV Reparto misto genio Mitraglieri: Cp. 521 , 537, 538 Deposito Settoriale: S. Pietro del Carso 25A Autosezione speciale tipo rinforzata XXVI Settore di Copertura: Villa del Nevoso Sottosettori: XXVI/a Villa del Nevoso XXVl/b Ciana XXVI/c Mucici Artiglieria Settoriale: 67° Gruppo (Btr. 317, 318 da l 00/17; 620 SP in caverna da 75/27) Genio: XXVI Reparto misto Mitraglieri: CXIII Btg. mitr. da pos. Deposito Settoriale: Villa del Nevoso 26A Autosezione speciale tipo normale XXVII Settore di Copertura: Fiume Il settore, anziché in sottosettori, si articola in Gruppi Capisaldi (5 gruppi) Artiglieria Settoriale: 83° Gruppo (Btr. 192 da 149/ l 2, 322, 621 SP, 622 SP in caverna da 75/27, 701, 702 da 260/9, 401 btr. bombarde SP da 240 L) Mitraglieri: Cp.5 16A Deposito settoriale: Fiume 5A Compagnia carristi di frontiera (al maggio 1941) 27A Autosezione speciale tipo normale. Territorio di Zara. Non sono previsti nel territorio di Zara settori di copertura della Guardia alla Frontiera, tuttavia data la esiguità delle forze presenti e la stretta connessione con il confine, un provvedimento del governo nel 1939 considera le truppe stanziate in Zara quali appartenenti alla G.a.F. Si tratta di un prowedimento prevalentemente morale che non trova alcun riferimento uniformologico, anzi allorché viene decisa la realizzazione ed attribuzione di un particolare scudetto da braccio "Zara", esso nulla ha a che vedere con quelli in distribuzione alla Guardia alla Frontiera.
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Allegato n° 28 Forze assegnate ai Corpi di Armata, per i settori di competenza - stralcio relativo alle forze G.a.F. PRESUMIBILE SITUAZIONE DELLE UNITÀ DI ARTIGLIERIA G.a.F. alla data del 01/06/1940, a mente della direttiva per le operazioni del P.R.12 XVI C.A. Settori operativi: Toce, Ticino, Adda (Xl, Xli Settori G.a.F.) - olle dirette dipendenze del Settore operativo Toce(XI/a Sottosettore): 6° Raggruppamento artiglieria G.a.F. 28. costituito do: - Gruppi: XXXIX S. P. (Btr 356 S. P. da 75/27, 72, 80 da 100/17, 148 da 149/35.) LVII (Btr 54 da 75/27, 183 do 149/35) CIV (Btr 55, 91, 92 da 75/27)29 Btr. di grande potenza 174 da 210/8 - alle dirette dipendenze del Settore Adda (Xli Settore G.o.F.) Gruppo XL (Btr 520, 521 da 149/35, 522 da 120/40) IA Armata Il C.A. Settore operativo Stura (lii Settore G.a.F., Divisioni Livorno, Acqui, Forlì, Raggr. Tatt. Varaito/Po) Alle dirette dipendenze del comando artiglieria di C.A.: 7° Raggruppamento artiglieria G.a.F.: Gruppi: Clii (Btr 60, 61 da 100/17 - 226 da 105/14 - 253 da 380/15) 23° di Armata (1, 2, 3 da 105/28) 68° di Armata da 152/13 (aggregato il 20/6) 123° di Armata (1, 2, 3 Btr. da 149/13 (aggregato il 20/6) LXIII (Btr. 156, 157, 158 da 152/13 LXXXV (Btr 213,214,215 da 210/8) Batteria autonoma g.p. G.a.F. n° 250 da 380/15 22° Raggruppamento artiglieria G.a.F.: - Gruppi: LV (Btr 162, 178 da 149/35 - 540 da 305/17) XLVII (Btr 138, 164 da 149/35) XCV ( Btr 123 do 152/45, 175 da 210/8, 703 da 260/9) LXXXVIII (Btr 252*(a.f.) da 65/17, 143, 144 da 149/35)30 8° di Armata (Btr 22, 23, 24 da 149/35) Batterie autonome g.p. G.a.F. 540 da 305/17 e 280 do 380/15. In rinforzo diretto alle dipendenti unità (Divisioni/Raggruppamento): Raggruppamento alpino Varaito/Po (IV/b, IV/c Sottosettori G.a.F.)
28 Il 6° Raggruppamento era del Settore Toce (Xl/a); la sola 174" Btr. era a disposizione del Settore Ticino (Xl/b). 29 Il solo Comando Gruppo venne impiegato alla frontiera francese, quale comando di inquadramento di batterie non organicamente proprie. 30 Il comando 88° Gruppo era a.f. e proveniva dal XIV Corpo d'Armata.
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14° Raggruppamento artiglieria G.a.F. a.d.: Gruppi: XLI S.P. (Btr 90, 93 da 75/27, 335, 336 da 100/17) LXXVIII Btr 212 da 105/14, 206,207 ,169* (a.f.) da 149/35)31 Cli (a.f.) (Btr (a.f.) 37, 354 da 75/27, 229 da 105/14,)32 Xlii (Btr 37, 38, 39 da 149/35 del 3° Ragg. art. di Armata) Batterie autonome g.p. G.a.F. 703 a.f. da 260/9. Gruppo tattico Varaita (Btr G.a.F. 38 da 75/27, 337, 338 da 100/17, 176 da 210/8) Btr 28, 29 del gruppo art. Val Camonica Btr autonoma (a.f.) 254 da 65/17 e 52 da 20m/m a.a. - Divisione Forlì (Sottosettore IV/c - Valle Moira) 95° Raggruppamento artiglieria G.a.F. «Val Maira»33 Il C.A (95° Gruppo artiglieria con funzione di Raggruppamento) Gruppi: XCV (Btr 123 da 152/45-175 da 210/8- 703 da 260/9) + Btr a.f. 99*, 351 * da 75/27 XLVII (Btr 138, 164 da 149/35)34 XCVIII (Btr 40 da 75/27, 213 da 105/14) XXXVII (Btr a.f. 254*, 257* da 65/17- 85, 97,99*,351 * da 75/27- 68 da 100/17) - Divisione Acqui, (111/b Sottosettore G.a.F.):35 Gruppi:XCVII (Btr 333 da 75/27 - 70 da 100/17)36 XCIII (Btr 69 da 100/17- 210da 105/14 XXXVIII Btr 39,46 da 75/27 - 338,518 dal00/17) 37 98, 170*da 149/35 Batteria autonoma g.p. G.a.F. 250 da 380/15 (a Ponte Bernardo) Zona operativa Colle del Mulo38 2° Raggruppamento artiglieria di Armata:3 9 Gruppi: VII di Armata (Btr 19, 20, 2 1 da 149/35) XCIV (Btr 221, 222, 223 da 105/14) LXXI (Btr 141, 142, 163 da 149/35 + 251 * Btr (a.f.) da 65/17)40 Divisione Livorno, (lii/a Sottosettore G.a.F.) -Gruppi XXXVI (Btr42, 96 da 75/27 , 65, 66,3 12 da 100/17)
31 Fino all'arrivo della Divisione alpina Tridentina i Gruppi 41 ° e 78° erano alle dipendenze del sottosettore IV/A. 32 Il comando del l 02° Gruppo era a.f. e proven iva dal XVIII Corpo d' Armata. 33 Alle dipendenze tattiche della D.f. Forlì. 34 Alle dipendenze tattiche del Sottosettore 111/C «Moira». 35 Sino all'arrivo in linea della Divisione i tre gruppi erano alle dipendenze del 22° Raggruppamento a. G.a .F. 36 I Gruppi 38°, 93°, 97° rientrarono al 7° Raggruppamento il 13/07/ 40 in sostituzione dei tre gruppi d i Armata. 37 Ricevuto in data 13/07 dal 14° Raggruppamento; era Gruppo S.P. del lii Settore. 38 Il nodo del Colle del Mulo era una strategica cerniera delle vie di transito della zona del Vallone dell'Arma (è a cavallo della dorsale che divide le valli Stura e Moira e sfocia nella testata con la valle Grana) il cui possesso era fonda mentale nella sistemazione d ifensiva dell'area. 39 Conosciuto anche come "Raggruppamento artiglieria di Armata Bandia"
,
40 Dal 7 Luglio il LXXI diviene autonomo con funzioni di Raggruppamento; il 7 1°Raggruppamento Bandia viene ad essere costituito dai gruppi G.a.F. LXXI e XCIV.
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La Guardia Alla Frontiera
LXXXVII (Btr 41 da 75/27, 339 da 100/17)41
lii C.A. Settore operativo Alta Roja (Il Settore G.a.F., Divisioni Ravenna, Cuneo, Raggruppamento alpino Gessi) alle dirette dipendenze: . 16° Raggruppamento artiglieria G.a.f.42 Gruppi: XXXV S.P. (Btr 43, 44, 45 (a.f.), 63, 64, 606 da 75/27, 3 13, 344 da 100/17)43 XCVI (Btr 145 da 152/45, 160 da 149/35, 260 da 420/12) LXIII (Btr 344 da 100/17, 140 da 149/35, 220 da 105/14) l Gruppo a. di Armata (Btr l, 2, 3, da 149/35 RMV) · 107° Gruppo a di Corpo d'Armata (Btr l, 2, 3, RMV) 101 ° Gruppo a. di Armata (Btr 241, 242, 243 da 260/9) direttamente dipendente dal Raggruppamento alpino GESSI : 11/b Sottosettore G.a.F. ?°Raggruppamento artiglieria di Armata 44 su: gruppi misti G.a.F.: XCII (Btr 42 da 149/35 218 da 210/8) LIX (Btr 3 12,230 da 105/14, 177 da 149/35, 530 da 210/8) Art alpina Val Piave(Btr 34,35,36 da 75/ 13) Val Tanaro(Btr 25,27 da 75/13). Art. di A.: LXXXVI (Btr 216, 217, da 210/8, Btr G.a.F. 181 da 2 10/8) XIV (Btr 40, 41 da 149/35, Btr G.a.F. 530 da 260/9 Art. di C.A.: CVIII (Btr 1, 2, 3 da 149/13) XXIX (Btr l, 2, 3 da l 05/28) Btr autonome 57, 59 da 20 mod.35 e.a. + Btr G.a.F. a. f. 307 da 100/17, 166*, 167*, 172* da 149/35 XV C.A. Settori operativi Media e Bassa Roja (I, V Settori G.a.F. Divisioni Modena, Cosseria) alle dirette dipendenze: 11 ° Ragg ruppamento artiglieria G.a.F. 4 5 Gruppi: LXXIII (Btr 334, 603, 604 da 75/27 in caverna. , 67 da 100/17) 46 . XXX (Btr 57 SP, 69,70 da 100/17, 51, 53 da 75/27, 601 da 75/27 in caverna) XXIX (Btr 204, 215 da 105/28, 135, 136 da 149/35,)
4l Il comando 87° gruppo ero a .f. e proveniva dal XVIII C.A. 42Le Btr G.a.F. 43, 44, 45, 606 da75/27 erano alle dirette dipendenze, assieme a l Sottosettore Il/ A+, del Comando sottosettore «Alta Roja» - D.f. Ravenna. 4311gruppo era di rinforzo alla D .f. Ravenna. con le Btr G.a.F. 63, 64, 313. 44 Nel corso delle operazioni, a mente del P.R.12, i Raggruppamenti di Armata erano decentrati al C.A.; nella fattispecie il raggruppamento era stato decentrato al lii C.A. che lo aveva posto a lle dirette di pendenze del comando di un suo Settore. 45L:'l 1° Raggruppamento artiglieria G.a.F. nacque il 31/08/39 dall'l 1° Reggimento artiglieria G.a.F. quale 20° Raggruppamento e, in data 7 /12/39, assunse la denominazione di 11° Raggruppamento artiglieria G .a.F. 461 gruppi 30 e 73 erano in rinforzo alla D.f. Modena.
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Xl (Btr 31, 32, 33 da 149/35) LXXX (Btr 133, 134, 155 da 149/, 139, 560 da 152/45) 24° Raggruppamento artiglieria G.a.f.47 Gruppi: XLVIII (Btr 30, 47, 48, 49, 95 da 75/27, 214 dal 05/14) XXXI (Btr 95 da 75/27 - 202, 203 da l 05/28 -145da 152/45) Cl {Btr 50,603 da 75/27, 216 da 105/14) IC (Btr 601 da 75/27, 519 da 100/17, 256 da 65/17) Cli (Btr 244, 245, 246 da 260/9) C (Btr 203 da 105/14 , 131, da 149/35, 704 da 260/9 ) 4A Armata I C.A. Settori Bardonecchia e Moncenisio (VIII - IX Settori G.a.F., Divisioni Superga, Cagliari) alle dirette dipendenze: 19° Raggruppamento artiglieria G.a.F.: Gruppi: LXXVI {Btr 31, 33 da 75/27 - 59 da 100/17 - 3/gr. a. montagna Susa 48) XLVI (Btr 612 da75/27 - 58, 79 da 100/17) LXXXIX {Btr 605 da 75/27 - 77 da 100/17 - 516 da 120/21 in cupola)49 LIV S.P. (Btr 35, 611, 619 da 75/27) XC (Btr 34, da 75/27; 78 da 100/17 - 218 da 105/14) 81 ° di Armata {Btr 201, 202, 203 da 210/8) 82° di Armata (Btr 204, 205, 206 da 210/8) 1° Raggruppamento artiglieria di Armata: Gruppi: 5°di Armata XLV (Btr 137,211, 514 da 149/35 - 157 da 152/45)50 1° Raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata: Gruppi: 101 °di Corpo di Armata 1° di Armata LXVIII {Btr 36 da 75/27- 75, 76 da 100/17 - 512,513 da 149/35 F/ti La Court e Paradiso)51 23° Raggruppamento artiglieria G.a.F.: Gruppi: 6° di A. (Btr 17, 18, 208 da 149/35,) 52° di A. (Btr G.a.F. 134, 135, 153. da 149/35, 16 da 149/12) LXXV (Btr 126 da 152/45 -173, 208 da 149/35 - 263 da 420/12) XCI (Btr 73, 75, 76 da 100/17; 217 da 105/14)52
47 Ero sancito che i gruppi 48, 99 e 101 passassero olle dipendenze della D.f. Cosseria all'atto del suo arrivo in zona; fino o quel momento erano alle dipendenze del Raggruppamento (24°). 48 Alle dipendenze tattiche del l O Sottosettore Desertes della D.f. Supergo.
4 9 I gruppi XLVI e LXXXIX erano olle dipendenze tattiche del 5° Rgt. art. D.f. Superga. 50 Dipendeva dal Comando artiglieria del I Corpo d'Armato, in dota 19/6/1940 viene inquadrato nel 9° Raggruppamento artiglieria di Armata che lo pose olle dipendenze tattiche della D.f. Superga. 51 In dato 19 giugno 1940 venne inquadrato nel 23° Raggruppamento artiglieria G.a.F. 52 Venne posto olle dipendenze tattiche della D.f. Cagliari.
306 La Guardia Alla Frontiera Clii (Btr 251, 258*, 264* da 65/17 (a.f.) - 357*, 358* da 75/27 - 226 da 105/14)53 LXXVII S.P. (Btr 613, 614, 615, 616, 617 da 75/27 in caverna) LXXVI (Btr 86, 355, 356 da 75/27 mod. 06) Batterie autonome G.a.F.: 60 da 100/17- 517 da 120/21-F/te Giaglione Batteria G.a.F. 73A da 100/17 (alle dipendenze operative del IX/B) IV C.A. - Settore operativo Monginevro VII Settore G.a.F. (Divisioni Assietta, Sforzesca) 8° Raggruppamento artiglieria G.a.F.: Gruppi: XXXIV S.P. (Btr 607, 608, 609, 61 O da 75/27 in caverna, 36, 327 da 75/27) 54 XLIV S.P. (Btr 7 4 da 100/17, 82, 83, 32, da 75/27) XLIII (Btr 146,147,154 da 149/35)55 LXXXV (Btr 205 da 105/28, 515 da 149/35 in cupolaJ56 LXXXYl 57 (Btr 261, 262 da 420/12, 705 Btr da 260/9 58 C.A. Alpino Settore operativo Balteo, Orco, Sture (X Settore G.a.F., Divisioni alpine Taurinense, Tridentina, Raggruppamento autonomo Levanna) alle dirette dipendenze del comando artiglieria del C.A. Alpino: 12° Raggruppamento artiglieria G.a.F. - A.D59 Gruppi: XXXIII: (Btr 209, 21 O da 149/35, 706 da 260/9)60 alle dirette dipendenze del comando artiglieria della D. alpina Taurinense (settore operativo Balteo): / LXXII S.P. (Btr 28, 29 da 75/27) (Testa di Crevacol e Saint Remy)61 LXXIX(Btr 328 in caverna, SN, da 75/27 - 79 bis, 342, 343, 345 S.P. da 100/17, 4A btr gr. AostaJ62
5 3 Il comando 103° Gruppo era a.f. e proveniva dal XIV Corpo d'Armata. Entrò a far parte del Raggruppamento il 26/06/1940. 54 I Gruppi 34° e 44° erano alle dipendenze tattiche della D.f. Assietta. 5 5 Poco prima dell'inizio del conflitto il gruppo si scisse nei gruppi 43° ed 85°; nell'allegato n° 1 al Diario Storico del IV Corpo d'Armata (A.U.S.S.M.E. n° 17) il complesso viene anche indicato come 8° Raggruppamento di interdizione. 56 I comandi del 85° e 86° gruppo erano o.f. e provenivano dal XVIII Corpo d'Armato. 5 7 Previsto quale 85° gruppo, il 13/06 assunse il nuovo ordinativo di 86°. 5 8 Dal Diario Storico dell'8° Raggruppamento artiglieria G.a.F."La 705 btr.(260/9) facente parte organicamente dell'8° Raggruppamento, d'ordine del Comando d'Artiglieria, è alle dipendenze tattiche del 6° Raggruppamento" 9 5 Il comando Raggruppamento era o.f. e proveniva dal XIV Corpo d'Armata; costituito all'emergenza in Osoppo, si dislocava a Son Desiderio Terme (AOJ alle dipendenze del comando di C.A.. Aveva inizialmente alle dipendenze un gruppo artiglieria G.a.F. proveniente dall'8° Rgt. a. G.a.F.. 60 Gruppo del 12° Raggruppamento era stato, all'inizio delle operazioni, posto alle dipendenze del comando artiglieria Taurinense; da questi dislocato nel settore Piccolo S. Bernardo - Vallaisan; aveva il comando di gruppo a Sapiniera. 61 Comando di gruppo in località San Remigio (Saint Remy) 62 Comando di gruppo in località Testa del Caricatore
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Gruppo di formazione Seigne (Btr 53, 342 da 100/17) in Val Grisenza alle dirette dipendenze del comando artiglieria della D. alpina Tridentina (riserva): Btr 373 da 100/17 (del 79°), 168 da 149/35 (del 33°) che costituivano lo sbarramento di sicurezza di San Desiderio. alle dirette dipendenze del Sottosettore autonomo "Levanna" Btr 71, 73 da 100/17, 95 da 75/27 a.f. Gruppo a. mon. Aosta (Btr 5, 6 da 75/13) Gruppo a. mon. Val d'Adige (btr ......... ) Settore operativo Germanasca/Pellice63 (VI Settore G.a.F, 3° Reggimento alpini): Gruppi: LXX (Btr 84 da 75/27, 149, 150 161 *da 149/35, 179, 180 da 210/8)64 XXXII (Btr 265 da 65/17, 31 da 75/27, 340, 341 da 100/17)65 Batteria autonoma g.p. G.a.F. n° 253 da 380/15; 2A Armata alle dipendenze tattiche del comando artiglieria di Armata: 9° Raggruppamento artiglieria G.a.F.: Gruppi: LII (Btr 191, 193 da 149/12) LVIII (Btr 151, 153 da 149/35) LXI (Btr 306, 307, 319 da 100/17) LXIV (Btr 308, 309 da 100/17) LXII bis (Btr 125, 156 da 152/45) LVI (Btr 152, 161 da 149/35, 158 da 152/45) LXXIV (Btr 94 da 75/27 (il 16/6 la 94 passava al 64° Gruppo) Btr autonome 158 e 184 12° Raggruppamento artiglieria G.a.f.66 Gruppi: XXXIII (Btr 373 da 100/ 17, 168 da 149/35) LXXIX (Btr 342 da 100/ 17) LXXII (Btr 28,29 da 75/27)
VC.A Alle dirette dipendenze per l'attuazione della esigenza Jugoslavia nell'ambito del P.R.12; doveva dare rinforzo al!' appoggio ed interdizione sulle strade d'afflusso da Est e sui ponti sull'Eneo. 10° Raggruppamento artiglieria G.a.F. Gruppi: LIII (Btr 192, 194, 195 da 149/ 12) LXIX (Btr 171, 172 da 149/35) LXXXI (Btr 165, 166 da 149/35) LXXXIII (Btr 621 , 622 da 75/27 in caverna, 192 da 149/12, 401 btr 63 Il settore operativo Germanasca/Pellice successivamente avrebbe assunto la denominazione di Raggruppamento alpi· no Alto Guil. 64 Il Raggruppamento ne ordinò il passaggio al VI Settore, allorché con le truppe superò il confine.
65· 1Gruppi 70° e 32° erano alle dipendenze tattiche del Settore Germanasca · Pellice. 66 Allo scoppio delle ostilità contro la Francia (e non contro la Jugoslavia) il solo comando Raggruppamento ed il 72° grup· po affluirono in Val di Aosta per coordinare l'azione di altri gruppi.
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La Guardia Alla Frontiera
bombarde da 240 L - 701, 702 da 260/9, 322 da 75/27)67
Xl C.A. Alle dirette dipendenze del comando artiglieria di C.A. l 7° Raggruppamento artiglieria G.a.F. - AD. (Raggruppamento del XXIII Settore) Gruppi: LXVI (Btr 320,321 da 100/17) LXV (Btr 86, 90 da 75/27 - 190 da 149/128) LXII (Btr 31 O, 31 1 da 100/17) LXI bis (Btr 168 da 149/35 - 125 da 152/42) in rinforzo 17 4 Btr g.p. G.a.F. da 210/8 Gruppi di artiglieria G.a.F settoriali non inquadrati in Raggruppamenti XXII Settore. Gruppi: L S.P. (Btr 87, 88 da 75/27) LVI S.P. (Btr 152, 161, 184 da 149/35 - 124, 158 da 153/45) XXI Settore Gruppi: IL S.P. (Btr 300, 301, 302 da 100/17) LI S.P. (Btr 303, 304, 305 da 100/17 LX S:P. (Btr 89, 324 da 75/27-315 da l 00/17) XXV Settore Gruppi: LXXXII S.P. (Btr 326 da 75/27, .314 da 100/17) LXXXIV (Btr 325 da 75/27, 316 da 100/17, 618 da 75/27 mod. 06 in caverna). XXVI Settore Gruppi: LXVII (Btr 317,318,319 da 100/17 in caverna, 620 da 75/27 S.P.) O ltre alle unità precedentemente citate, la delicatezza della zona, suggerì la dislocazione in Zara, all'apertura delle ostilità, di un reparto autonomo di artiglieria a livello gruppo, che fosse organicamente inquadrato nelle truppe della Guardia alla Frontiera. Vi venne pertanto dislocato il CXXXIII Gruppo artiglieria G.a.F. autonomo articolato sulle Btr 60, 226, 258, 264, 358. Questa elencazione è certamente perfettibile poiché al momento della apertura delle ostilità con la Francia l'elenco delle unità inizialmente previste e mobilitate per il P.R. 12 aveva subito, rispetto all'originale, numerose mutazioni principalmente dovute alla parziale smobilitazione attuata dopo la mobilitazione del 1939. Nelle convulse giornate che precedettero l'entrata in guerra del giugno 1940 e nei giorni successivi ulteriori varianti vennero apportate sul campo agli elenchi delle unità previste dal P.R.12, elenchi che prevedevano anche l'afflusso di numerose unità dai teatri operativi meno impegnati. Dall'analisi dei Diari Storici delle unità partecipanti si è cercato di ricostruire e riportare in questa "verosimile ipotesi" quelli che furono i reali organici delle unità impegnate. In questa ottica i gruppi e le batterie affluite da altra frontiera e certamente individuati come collocazione organica sono stati contraddistinti dal simbolo \ talvolta accompagnato dalla dicitura esplicativa (a.f.), mentre non sono state riportate quelle unità) che pure risu ltano dalla circolare di S.M.E. n°5000 costituiti e partecipanti alle operazioni, ma di cui non è certa la collocazione. 67 Si tratta del gruppo a. S.P. del XXVII Settore G.a.F. posto alle dipendenze tattiche del 10° Raggruppamento.
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In ottemperanza alle disposizioni contenute nel Piano di Radunata n° 12 anche le unità schierate alla frontiera con la Jugoslavia assunsero la prevista struttura organica68; venuto successivamente ad affievolirsi il pericolo Jugoslavo, a simiglianza di quanto attuato per alcuni reparti del corpo schierati al confine con la Germania, talune unità vennero sottratte al loro naturale e previsto schieramento per essere inviate in temporaneo rinforzo alla frontiera francese e vengono riportate in situazione quali unità a.f.. Dovendosi dare rinforzo senza pregiudicare la sicurezza delle frontiere momentaneamente " tranquille", vennero fatte affluire al confine con la Francia le sole unità, dei vari livelli ordinativi, che erano necessarie per completare il dispositivo e che allo stesso tempo non erano ritenute indispensabili per la tenuta delle frontiere con la Germania e la Jugoslavia. Una approfondita analisi della composizione delle unità di artiglieria G.a.F. permette di evidenziare infatti come siano presenti nel novero delle unità approntate, provenienti da altra frontiera, singoli Comandi di Raggruppamento, gruppi completi, singoli Comandi di gruppo con funzioni di inquadramento di batterie presenti, singole batterie in rinforzo a gruppi già presenti o provenienti da altra frontiera. Di questa notevole massa di unità di artiglieria G.a.F. approntate alla frontiera, anche facendovi convergere reparti originariamente altrove schierati, furono realmente coinvolte nelle operazioni dal 11 al 25 giugno 1940, alla fronte francese le sole unità che lo S.M.E. cita nella propria pubblicazione n° 500069.
68 ,Quella riportata in questo stesso allegato quale presumibile sìtuazione delle unità di artiglierìa G.a.F. alla data del 1 giugno 1940. 69 Circolare S.M .E. n° 5000 di cui si riporta in a llegato n° 29, il punto 8 relativo alle sole unità della G.a.F. che hanno preso parte al conflitto italo - fra ncese del 1940.
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La Guardia Alla Frontiera
Allegato n° 29 STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO
circ. 5000 ALLEGATO N. 1
ELENCO DELLE UNITÀ CHE HANNO PARTECIPATO ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI ALLA FRONTIERA ALPINA OCCIDENTALE DALL' 11 AL 25 GIUGNO 1940 - Stralcio relativo alle unità della Guardia alla Frontiera. 8. Guardia alla frontiera.
Comandi G.a.F. di C.A.: I - Il - XV. Comandi settori di copertura: I - Il - lii - IV - V - VI - VII - VIII - IX - X. Compagnie miste del genio dei settori di copertura sopraindicati. Autosezioni speciali dei settori di copertura sopraindicati. Sottosettori di copertura (e gruppi di capisaldi, capisaldi, ecc. organicamente da essi dipendenti) - I/A - 1/B - Il/A - 11/B - lii/A - 111/B - IV/A IV/B - IV/C - VIA - V/B - VI/A - VI/B - VII/A - VII/B - VIII/ A - VIII/B - IX/A - IX/B - X/A X/B - X/C. Sottosettore di copertura autonomo "Levanna". Elementi dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Milizia Confinaria alle dipendenza d'impiego dei sopraindicati comandi di settori di copertura. CVII battaglione mitraglieri da posizione Comandi di battaglione mitraglieri da posizione: Cl - Cli - Clii - CV - CVIII - CIX - CX CXI - CXII - CXI Il - CXIV. Compagnié mitraglieri da posizione: 501 ° - 502° - 503° - 504° - 505° - 506° - 507° 508° - 609° - 510° - 515° - 517° -518° - 519° - 520° - 521 o - 522° - 523° - 524° - 526° - 531 o - 532° - 533° - 534° - 535° - 536° - 537° - 538° - 539° - 540° - 547° - 548° - 549° - 550° - 551 o - 553° - 554° - 601 o - 602° - 603° - 604° - 605° - 606° - 607° - 608° 609° - 610° - 611 o - 612° - 617° - 618° - 619° - 620° - 621° - 622° - 623° - 624° - 625° - 626° - 627° - 628° - 629° - 630° - 631 o - 632° - 633° - 634° - 635° - 636° - 637° 638° - 639° - 640° - 641 o - 642° - 643° - 644° - 645° - 646° - 647° - 648° - 649° - 650°. Compagnie fanteria carrista di frontiera: 2° - 4° - 5°. Comandi di raggruppamento di artiglieria G.a.F.: 7° - 8° - 11 ° - 12° - 14° - 16° - 19° - 22° - 23° - 24°. Gruppi di artiglieria G.a.F.: I - Xl - XXIX - XXX - XXXI - XXXII - XXXIII - XXXIV - XXXV XXXVI - XXXVII - XXXVIII - XLI XLIII - XLV - XLVI - XLVII - XLVIII - LIV - LV - LIX - LXIII - LXVII LXVIII - LXX - LXXI - LXXII - LXXIII - LXXV - LXXVI - LXXVII - LXXVIII - LXXIX - LXXX - LXXXII LXXXV - LXXXVIII - LXXXIX - XC - XCI - XCII - XCIII - XCIV - XCX - XCVI - XCVII - XCVIII - XCIX -C - Cl - Clii - CCCXIX. Batterie di artiglieria G.a.F.: 84 - 99da da 149/35, 215 da 105/14 - 228. da 105/14 - 267 da 65/17 - 329 - 355 e 359 da 75/27 - 371 da 100/17. aa.w. 170a batteria artiglieria G.a.F. - da 149/35 (dal 14 giugno 1940 al 26 giugno 1940). 167a batteria artiglieria. G.a.F. - da 149/35 (dal 16 giugno 1940 al 25 giugno 1940).
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3rr
ALLEGATO N. 2.
ELENCO DELLE UNITÀ CHE HANNO PARTECIPATO ALLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI ALLA FRONTIERA ITALO-JUGOSLAVA DAL 6 AL 18 APRILE 1941 8. Guardie alla frontiera. Comandi G. a. F. dei C. A.: V e Xl. Comandi settori di copertura: XVII - XXI - XXII - XXIII - XXV- XXVI _ XXVII. Compagnie miste del genio dei settori di copertura sopra indicati. Autosezioni speciali dei settori di copertura sopra indicati. Sottosettori di copertura (e gruppi di capisaldi, capisaldi, ecc. organicamente da essi dipéndenti): XVII/ A - XVII/B- XVII/C- XVII/D - XXI/ A - XXI/B - XXI/C - XXII/ A - XXII/B XXII/C - XXIII/ A - XXIII/B - XXV/ A -XXVIB - XXVI/A- XXVI/B - XXVI/C - XXVII/A- e XVII/A - XVII/B. (5° serie A.V.) Elementi dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Milizia Confinaria alle dipendenze d'impiego dei sopraindicati comandi di settore di copertura. Comandi di battaglione mitraglieri da posizione: CX CXV battagllone mitraglieri da posizione. Compagnie mitraglieri da posizione: 516a - 524a - 525a - 526a - 527a - 528.-.529 530a - 537a -538a - 552a - 553 - 554a - 633a - 646a Comandi di raggruppamento di artiglieria G. a. F.: 9° - 10° - 17°. Gruppi di artiglieria G. a. F.. - XLII - IL - L - LI - LII - LIII - LVI - LVIII - LX LXI - LXII - LXIV LXV - LXVI - LXVII -LXIX - LXXXI - LXXXII - LXXXIII - LXXXIV. Clii gruppo artiglieria da posizione (alle dipendenze d'impiego durante il ciclo operativo che interessa,del Comando truppe di Zara). 80° batteria artiglieria G.a.F. (1 ).
( 1) G ià appartenente al LXVII gr. art. G .a .F. assegnato per l'impiego durante Il ciclo operativo 6· 18 aprile 1941 al XLl l.gr. ari. G.a.F. che operò col XVII Settore di Copertura, allora dipenden te dall' Xl C.d' A.
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La Guardia Alla Frontiera
Al legato n° 30 Scacchiere occidentale
4" ARMATA l ° Corpo di Armata Ordine di battaglia della 1° Divisione di Fanteria «Superga» al 09 giugno '40 Divisione «Superga» : responsabile del VIII Settore G.a.F. articolazione delle forze: - 1° Sottosettore Desertes :C/te il C/te del Btg. Forze: Btg alp Esille70 ... Cp. mitr. n° ..... del btg. Mitr. di CA 503" Cp. mitr. da pos. Caposaldo G.a.F. di Passo Desertes LXXVI Gruppo a. G.a.F. - 2° Sottosettore Bardonecchia Sud : C/te il C/te del 92°. Forze: 92° Rgt. 1 cp. mortai da 81 del. Btg. div/le. cp. mitr. da pos. n° 523, 551, 601 .... Capisaldi G.a.F.: Aiguilles, Mulattiera, Col des Acles, Sueur, La Scala, Valle Stretta; - 3° Sottosettore Bardonecchia Nord: C/te il C/te il 91 °. Forze: 91 °/ Rgt.{-). I Btg mortai div/le (-) 1/Cp. cannoni da 47/32 anticarro Caposaldo G.a.F.: Pian dei Morti, Blave, Frejus, Rochemolles, Galleria. - 4° Sottosettore Galambra : C/te il C/te il 3° Gruppo. Forze: Btg. alp. Val Dora cp. mitr da pos. n° 504, 619 .. cp. del ... btg. mitr. di CA Caposaldo G.a.F. Galambra 49" Btr da 75/13 del. ...... e 77" Btr da 75/13 del. ... Ordinamento dell'artiglieria : Alle dipendenze del Sottosettore «Desertes» LXXVI gruppo artiglieria G.a.F. Alle dipendenze del Sottosettore «Galambra» n° 2 Btr di artiglieria alpina
70 Già denominato "Exilles" successivamente era stato italianizzato dal regime in Esille.
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Alle dipendenze del C/te di artiglieria divisionale - Raggruppamento fronte sud: C/te: il Comandante il 5 Rgt. artiglieria. I - lii Gruppo del 5° Artiglieria XLVI - LXXXIX - Gruppi artiglieria G.a.F. LXXXII Gruppo artiglieria di Armata - Raggruppamento fronte nord: C/te: il Comandante del 19° Raggruppamento artiglieria G.a.F. Il Gruppo del 5° Artiglieria V - LIV - XC - XLV - Gruppi artiglieria G.a.F. LXXXI Gruppo artiglieria di Armata. A disposizione del Comando di Divisione:
il 1° / 91 ° Rgt......... .71
71 A.U.S.S.M.E. - Diario Storico della Divisione di Fanteria (1 A) «Superga».
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Allegato n°3 1 O rdine di Battaglia delle FF.AA. in Africa Settentrionale 72 1 giugno 1940 Comando superiore forze armate A.S. -alle dirette dipendenze: Regio Corpo Truppe Scacchiere Libico-Tunisino 5" A rmata -X Corpo di Armata - XXIII Corpo di Armata - XX Corpo di Armata - 2" Divisione libica - Truppe di Copertura: Comando G.a.F. del XX C. d'A.: Tripoli - Deposito misto fanteria e genio( ex Deposito 1° fanteria) - Deposito artiglieria G.a.F. (ex Deposito 14° artiglieria) XXVIII Settore di Copertura: Zuara Sottosettori: XXVIII/e Sidi Abd Es Samad XXVlll/b Regdalin XXVIII/a Sidi Milad (circa 1500 uomini di fanteria) Artiglieria Settoriale: XXVIII Ragg/to art G.a.F. su: n° 4 Gruppi di 3 Btr S.P. ciascuno( 12 pezzi). Genio: XXVIII Reparto misto Genio per G.a.F. XXVIII Deposito settoriale di copertura: Zuara XXIX Settore di Copertura: Nalut Sottosettori: XXIX/a Ain el Ghezaia XXIX/b Ras er Reab Caposaldo autonomo Uadi Hammar (circa 500 uomini di fanteria) Artigl ieria Settoriale: XXIX Ragg/to art. G.a.F. su: XXIX/1 ° Gruppo di 3 Btr S.P. XXIX/2° Gruppo su 3 Btr. Battaglione mitraglieri: CCCXXX Btg mitr. G.a.F.
72L'ordine di battaglia è frutto dell'esame dei Diari Storici dei comandi G.a.F. del XX e XXI C.A. (A.U.S.S.M.E.) e di documenti forniti per consultazione dal Sig. Aroldo Figaro.
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Genio XXIX Reparto misto Genio Sanità: 529A Ospedale da Campo XXIX Deposito settoriale d i copertura: Nalut - Piazzaforte di Tripoli su: XXXIII Settore di Copertura (Settore Ovest) Sottosettori: XXXIII/a articolato su 3 capisaldi XXXlll/b articolato su 3 capisa ldi XXXIII/c articolato su 3 capisaldi XXXIII/d articolato su 2 capisald i Artiglieria Settoriale: XXXIII Ragg/to art. G.a.F. su 6 Gruppi ( 16 Btr.) XXXIII Reparto misto del Genio XXIV Settore di Copertura (Settore Est) Sottosettori: XXXIV/a articolato su 3 capisaldi XXXIV /b articolato su 5 capisaldi Artiglieria Settoriale: XXXIV Ragg/to art. G.a.F. su 6 Gruppi ( 15 Btr) XXIV Reparto misto del Genio XXV Settore di Copertura (Settore Sud) Sottosettori: XXXV/a articolato su 3 capisaldi XXXV/b articolato su 2 capisaldi XXXV/c articolato su 2 capisaldi A rtiglieria Settoriale: XXXV Ragg/to art. G.a.F. su: XXXV /1 °, XXXV /2° e XXXV /3° Gruppi (9 Btr) Fronte Sud-Est della piazza di Tripoli - Unità mitraglieri G .a.F.: - IV Gruppo mitraglieri "Genova" - VI Gruppo mitraglieri "Aosta Distaccamento artiglieria G.a.F. «sud-est» su: XXXl/1 ° e XXI /2° Gruppo artiglieria G.a.F.
Scacchiere Libico-Egiziano l OA Armata - 1 A Divisione libica - XXII Corpo d'Armata - XXI Corpo d'Armata - Truppe di copertura: Comando G.a.F. del XXI Corpo di Armata - Piazzaforte di Bardia: la organizzazione difensiva della piazzaforte si basa sulle seguenti forze:
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XXX Settore di copertura : Bardia Sottosettori :XXX/a (sud) Costiero o Amseat (Piazza di Bardia, ridotta Capuzzo, presidio Sidi Omar) XXX/b (centro) Interno o Giarabub (Ridotta Maddalena, Presidio di Giarabub) {circa 2500 uomini di fanteria) 1 gruppo squadroni mitraglieri da posizione 3 compagnie cannoni da 47/32 (6 Pezzi a Giarabub) 5 compagnie mitr. da pos. (2 a Sidi Omar, 3 a Giarabub); XXX/c Ponticelli (nord) Artiglieria settoriale: XXX Ragg/to art. G.a.F. su: XXX/1 ° gruppo su 3 btr da 77/28 XXX/2° gruppo su 3 btr da 77/28 XXX/3° gruppo su 2 btr da 120/25 XXX/ 4° gruppo su 2 btr da 120/25 XXX/6° gruppo su 4 btr da 75/27 1 sz. da 65/17 a Giarabub XXX Reparto misto del Genio XXX Deposito settoriale di copertura Fra le forze della G.a.F. addette alla copertura, e non presenti nelle forze di Bardia, vi sono inoltre: - elementi di presidio a El Garn UI Grein, Sceferzen e Scegga - Piazzaforte di Tobruk: l'organizzazione difensiva della Piazzaforte - fronte a terra - si arti cola su due settori difensivi: XXXI Settore di copertura: Tobruk (Ras el Meduar) Sottosettori :XXXI/a articolato su 4 capisaldi XXXl/b articolato su 2 capisaldi XXXI Btg Fanteria G.a.F. (C/do, 3 Cp mitr, 1 Cp cannoni) Artiglieria settoriale: XXXI Raggruppamento art. m.c. G.a.F. su XXXI/ 5° gruppo (btr. 232 bis da 105/28, 242, 243 da 120/25) XXXI/6° gruppo (Btr. 230 bis, 231 bis da 120/25) XXXl/7° gruppo (Btr. 238, 239, 244, 245 da 149/35) Genio: XXXI Reparto misto del genio Deposito unico misto della G.a.F.: Tobruk XXXII Settore di copertura: Tobruk (Sidi Daud) Sottosettori :XXXII/a articolato su 4 capisaldi XXXll/b articolato su 2 capisaldi Artiglieria settoriale : XXXII Raggruppamento art. G.a.F. su XXXll/1 ° gruppo {Btr. 248, 249, 258 da 77/28) XXXll/2° gruppo {Btr. 246, 246 bis, 258 bis da 77/28) XXXll/3° gruppo (Btg. 240 bis, 247, 247 bis da 77/28 ) XXXII/4° gruppo (Btg. 236 bis, 240, 241) Scacchiere sahariano - fronte sud Comando truppe Sahara libico
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(comprende fra le sue forze n° 11 compagnie mitraglieri da posizione) un raggruppamento libico. NOTA Alla data del 20 giugno, a seguito di valutazioni formulate sulla pericolosità delle fronti ed operazioni da condurre, lo Stato Maggiore determinerà alcuni mutamenti nella composizione organica delle armate e pertanto la situazione delle forze sarà la seguente:
Tripolitania - 5A Armata: X e XX Corpo di Armata, truppe di copertura del XX Corpo di Armata; Cirenaica - 1QA Armata: XXI, XXII, XXIII Corpo di Armata, Comando carri armati della Libia e Gruppo Divisioni libiche (1 A e 2A Divisione libica, Raggruppamento MalettiL truppe di copertura del XXI Corpo di Armata.
318 La Guardia Alla Frontiera Allegato n° Situazione delle forze della G.a.F. della
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4/\ Armata al 1° dicembre 1940
Comando 4/\ Armata - 1° Corpo di Armata Comando G.a.F. del I C.A. sede
Settore
VI
Pinerolo
VII
Cesano
VIII
Bardonecchia
IX Sotto settore Levanno X
Susa
Sottosettore
sede
VI/o Vl/b VII/a Vll/b VIII/a Vlll/b IX/a IX/b
Torre Pellice Perrero Bousson Cesano Bardonecchia Bardonecchia Giaç:ilione Ospizio
X/a X/b X/c
Arvier Porto Littorio Etrouble
aut. Lanzo Torinese Aosta
Artiglierie G.a.F. gruppi S.P.: a Bobbio Pellice73 - LXX Btr 149, 150 da 149/35, 31 da 75/27 a Bardonecchia - LIV Btr 605, 612, 619 da 75/27 a Pattacreuse e Roncia - LXXVIII Btr 613, 614, 615, 616, 617 da 75/27 a Crevacol e Pian Puiz - LXXII Btr 28, 29 da 75/27 a Terre nere e Chaz dura74 - LXXIX Btr 328 da 75/27, 209 da 149/35 - Gruppo di Formazione - Btr 340, 341 da l 00/17 a Briccherasio, 7 4 da 100/17 a Cumiana - Gruppo di formazione - Btr 342, 345 da 100/17 a S Vincenzo Fonte Raggruppamenti artiglieria G.a.F. - 8A- Cesana torinese (VII Settore) - Gruppi LXIII Btr 146, 147, 154, 515 da 149 /35. XXXIV Btr 607, 608, 609, 61 O da 75/27 (gruppo settoriale S.P.) XLIV Btr 32, 36, 82, 83, 327 da 75/27 (gruppo settoriale) - l 9A- Ulzio (VIII Settore) - Gruppi XLVI Btr 211 da 149/35, 157 da 152/45, 253 da 380/15 LXXVI Btr 31, 33 da 75/27, 59 da l 00/17 XC Btr 34, 35 da 75/27, 516 da 120/21
73 Del VI Settore, così come le btr. schierate a Briccherasio e Cumiana. 7 4 LXXII, LXXIX e le btr. schierate a Costigliole/S. Vincenzo del X Settore.
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- 23"- Susa (IX Settore) -Gruppi LXVIII Btr512,513da 149/35 LXXVII Btr 613,614,615,616,617 da 75/27 XCI Btr l 26 da 152/45 Gruppi di artiglieria G.a.F. rientrati al Deposito 8" Rgt. art. G.o.F. e così dislocati: XXXIII Btr 58, 59, 60, 77, 78 do l 00/17 o Bussoleno LXXV Btr 71, 73, 343 do l 00/17 od Avigliano XLV Btr 217, 218 do 105/14 od Avigliano XXXII Btr 75, 76, 79 do l 00/17 ad Avigliana - Il Corpo di Armato Comando G.o.F. del Il C.A. Settore
sede
Sottosettore
Il
Boves
li/a
lii
Borçio S. Dalmazzo
lii/a
IV
Saluzzo
IV/a IV/b IV/e
11/b 111/b
sede
Tenda Valdieri Sambuco Vinadio Prazzo Casteldelfino Crissolo
Raggruppamenti artiglieria G.a.F. (AD) 7° - Cuneo (lii Settore) - Gruppi LV Btr41 do 75/27, 143, 162 da 149/35, 540 do 305/17 XCIII Btr 39 do 75/27, 21 O do 105/14 (gruppo settoriale) LXXI Btr 221,222,223 da 105/14, 141, 142 da 149/35 XXXIIX Btr 46, 333 do 75/27, 69, 70, 338, 518 da l 00/17 XXXVI Btr 42, 66, 96 do 75/27, 65, 312, 339 do 100/17 (gruppo settoriale) XCVII Btr 250 da 380/15 16°- Tenda (Il Settore) - Gruppi XXXV Btr 43, 44, 606 do 75/27 (gruppo settoriale) LXXIII Btr 45 da 75/27, 63, 64 da 100/17 XCVI Btr 140, 160 do 149/35, 240 do 420/12 LIX Btr 230 do 105/1 4, 177 da 149/35, 145 da 152/45 XCII Btr 313,344 do 100/17, 219,220 do 105/14 22°- Carrù (IV Settore) - Gruppi XXXVII Btr 85, 97 do 75/27, 68 da 100/17 (gruppo settoriale) XLI Btr 38, 93 da 75/27, 335, 336, 337 do l 00/17 (gruppo settoriale) XCVIII Btr 40 da 75/27, 213 do 105/14 LXXIIX Btr 37 do 75/27, 212 da 105/14, 207 do 149/35 Gruppo Voroito-Po n°3 sezioni do 65/17 schierate a Saluzzo
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La Guardia Alla Frontiera
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95° Gruppo con funzione di Raggruppamento - Gruppi XCV Btr 123 da 152/45, 703 da 260/9 XLVII Btr 138, 164 da 149/35 - XV Corpo di Armata Comando G.a.F. di Corpo di Armata
I
Dislocazione Mentone
V
Arma di Taaaia
Settore
Sottosettori I/a
1/b V/a V/b
dislocazione Mentone Dolceacqua Piçina Triora
Gruppi direttamente dipendenti dal Comando G.a.F. di Corpo di Armata Btr 30, 95 da 75/27, 67, 519 da 100/17 (Gruppo - XLVIII 75 Btr 601, 602 da 75/27 mod. 06 (Gruppo XXXI Btr 603 da 75/27 mod. 06, 56, 57 da 100/17 (Gruppo 6 Btr 334, 604 da 75/27 mod. 06, 67 da 100/17 7 (Gruppo LXXIII
xxx
S.P.) S.P.) S.P.) S.P.)
Raggruppamenti Artiglieria G.a.F. - 24°- Finale Ligure (I Settore) Gruppi XCIX Btr 214, 215, 216 da 105/14 Cl Btr 50, 51, 52, 53 da 75/27 mod. 06 (il Gruppo è a Grimaldi) Btr 47, 49, 50 da 75/27 mod. 06 C - 11 °- Savona tV Settore) Gruppi XXIX Btr 133, 134 da 149/35, 560 da 152/45 LXXX Btr 48 da 75/27, 155, 538, 539 da 149/35 Gruppo tattico Btr 131, 136 da 149/35, 704 da 260/9.
75 Gruppi entrambi facenti parte del 24° Raggruppamento artiglieria G.a.F. 76 Gruppi entrambi facenti parte del 11 ° Raggruppamento artiglieria G.a.F.
.Documenti
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Allegato n° 33 STATO MAGGIORE R. ESERCITO UFFICIO OPERAZIONI I SEZ. 2" N. 0 l 3458 di prot.
P.M. n.9, 24 dicembre 1940-XIX
OGGETTO: Impiego armi della G.a.F. per altre esigenze. AL COMANDO DEL I CORPO D'ARMATA AL COMANDO DEL Il CORPO D'ARMATA A L COMANDO DEL IV CORPO D'ARMATA AL COMANDO DEL XIV CORPO D'ARMATA AL COMANDO DEL XV CORPO D'ARMATA AL COMANDO DELLA DIFESA TERRITORIALE
POSTA MILITARE POSTA MILITARE POSTA MILITARE POSTA MILITARE POSTA MILITARE MILANO
43 20 49 14 15
I. - Allo scopo di fronteggiare urgenti richieste di materiali di armamento per esigenze varie è necessarie attingere alle dotazioni della G.a.F. per le seguenti armi: - fucili mitragliatori, - mortai da 81 e da 45, - pezzi da 47/32. Analogo prowedimento dovrà probabilmente essere esteso alle mitragliatrici ed alle dotazioni munizioni (armi di ftr. e artiglieria). Il. - Ciò stante i comandi in indirizzo sono pregati di comunicare con cortese sollecitudi ne i quantitativi d'armi e di munizioni che potranno essere ceduti, distinguendo, in ordine di precedenza : - l O blocco: armi di riserva; delle «squadre di manovra"; degli sbarramenti arretrati (Il e lii sistema) e relative aliquote di munizionamento; - 2° blocco: armi degli sbarramenti meno importanti del I sistema (esclusi gli sbarramenti di vallata sulle direttrici rotabili che dovranno essere mantenuti in efficienza) e relativo munì. zionamento. lii. - Dovrà essere escluso dalle segnalazioni l'armamento necessario per I' addestramen to dei reparti.
Il comando XIV C.
d 'A escluderà inoltre le armi del XVII settore di copertura che dovrà conservare l'attuale efficienza. d'ordine IL GENERALE CAPO I REPARTO (M. Negro)
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La Guardia Alla Frontiera
Allegato n° 34 2° COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA Ufficio Mobilitazione N° 2972/16-12/M. di prot.
Cuneo, 31 Ottobre 1942-XXI
OGGETIO: sostituzione dei fucili mitragliatori Breda con f.m. Hotchkiss di p.b. AL COMANDO IV SETIORE DI COPERTURA (rif. f. nO 949/M. del 26/9 u.s.)
SALUZZO
e, per conoscenza: AL COMANDO Il SETIORE DI COPERTURA AL COMANDO lii SETIORE DI COPERTURA
BOVES BORGO SAN DALMAZZO
Seguito foglio di questo Comando n° 16 94/16-12 Mob. in data 21 giugno e.a., prego voler disporre il versamento alla Direzione di Artiglieria di Alessandria dei f.m. Breda già sostituiti con altrettanti f.m. Hotchkiss, ad eccezione di quelli dei reparti mobili, citando sui documenti contabili la circolare dello SMRE n° 182260 in data 8 maggio e.a. -
/
P.C.C. IL CAPITANO AIUTANTE MAGGIORE IN I" T. Mattio -
IL COLONNELLO F.F. DI COMANDANTE f/ to - Lorenzo Butti
Documenti
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Al legato n° 35 Selezione di documenti relativi alla Emergenza «O» (contenuti in A.U.S.S.M.E. L1O/ 67)
1. COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA DEL I CORPO DI ARMATA N° 2071 di prot. Op.
SEGRETO
Torino, 26 agosto 41 XIX
Emergenza «O» AL COMANDANTE DEL VII SETIORE DI COPERTURA CESANA TORINESE
I. Particolari esigenze potrebbero rendere necessaria una più vasta occupazione di territorio francese da parte delle truppe ijtaliane e tedesche. Il. In tale evenienza il VII Settore dovrà mettere a disposizione della Divisione Alpina "Tridentina": 1 cp. di formazione. La composizione del reparto, la località ed il tempo occorrente per la costituzione risultano dallo specchio allegato.
lii. L'effettiva costituzione del reparto dovrà awenire alla recezione del preavviso che, in caso di urgenza, potrà essere telegrafico o telefonico e così concepito: «Preavviso attuazione emergenza O». A scopo addestrativo la compagnia dovrà essere riunita più volte in anticipo, tali riunioni serviranno altresì a favorire le varie operazioni in modo da non essere sorpresi da avvenimenti imprevisti. Per la costituzione del reparto sia considerata la stagione estiva e ciò anche in relazione ai compiti generali affidati al Settore. IV. Sia preso subito contatto col Comandante la Divisione Alpina "Tridentina" per gli accordi - per quanto interessa il Settore - circa il progetto (emergenza . "O") che detto Comandante deve compilare.
[... ]
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2. COMANDO X SETIORE DI COPERTURA Guardia alla Frontiera N° 4246 I/Op di prot.
Aosta, 2 Settembre 1941 - XIX
OGGETIO: Emergenza «O» AL COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA DEL I C.d'A
TORINO
Il
Colonnello SELLERIO mi ha espresso oggi l'intenzione di impiegare i due reparti che questo comando dovrebbe costituire (compagnia mitraglieri e gruppo caposaldi}, sulla direttrice del Colle de la Seigne per l'occupazione e la difesa dei noti Colli. Per tale compito da affidare ai due reparti mi ha richiesto di modificare la costituzione della compagnia mtr., sostituendo due plotoni mitraglieri con due plotoni fucilieri. La compagnia di nuova formazione verrebbe quindi ad avere la seguente composizione: - un comando di compagnia; - due plotoni mitraglieri della formazione già prevista; - due plotoni fucil ieri composti ciascuno di due squadre di 16 uomini, armati di tre fucili mitragliatori cadauna. La sua forza ed armamento verrebbero ad essere: - ufficiali n° 5; - sottufficiali n° 5; n°l 43; - truppa - mitragliatrici 8; - fucili mitragliatori 12. Il comando del 4° Regg. Alpini metterà a disposizione per i rifornimenti: - 1 ufficiale; - 1 sottufficiale; 30 quadrupedi con relativi conducenti . Rimango in attesa del nulla osta di codesto Comando per dare le disposizioni in merito ai reparti dipendenti. IL COLONNELLO COMANDANTE (Giovanni Vivaldo}
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3. COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA DEL I CORPO DI ARMATA N°
/Op. di prot.
Torino 17/04/1942
Oggetto: Reparti Guardia alla Frontiera da mettere a disposizione in caso di emergenza «O» A: illeggibile I Comandi in indirizzo dovranno mettere a disposizione le seguenti forze per la emergenza in oggetto: VII SETIORE = a disposizione della divisione alpina "Tridentina" - 1 cp. di formazione Uff/li 5 Sott. e truppa 134 - reparto di presidio al Monginevro 8 245 VIII SETIORE = a disposizione della divisione alpina "Alpi Graie" Uff/li 16 Sott. e truppa 495 - 1 btg. di formazione X SETIORE = a disposizione della divisione alpina "Alpi Graie" (sospeso per il periodo invernale) Sott. e truppa 157 Uff/li 5 - 1 cp. di formazione 135 8 - 1 gruppo di caposaldi
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4. COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA DEL I CORPO DI ARMATA
Copia 4 Oggetto: progetto per l'emergenza «O»
[... 1 Allegato 1 - Forze
1°/ a COSTITUZIONE DEL COMANDO GRUPPO TATIICO VALLE ARC ..... ..... om1ss1s 1° /b TRUPPE E MEZZI ALLE DIPENDENZE DEL COMANDO GRUPPO TATIICO 1} Truppe di Valle d'Arc: VIII, IX btg. G.a.F., gruppo a. alp. Val Chisone; 2} btg. G.a.F. «O» di formazione (VIII Settore G.a.F.) più una aliquota di personale destinato a presidio impianti ferroviari e opere d'arte; 3) btg. Bolzano dell' 11 ° Rgt. alpini; 4) autosezioni di provvisoria costituzione: 31 A del X Settore G.a.F., 37" dello VIII e IX Settore G.a.F., 38" del VI e VII Settore G.a.F. 1°/ c TRUPPE E MEZZI DI RINFORZO 1°), 2°}, 3°} forze non G.a.F. 4°} 2 plotoni mitraglieri e 2 plotoni fucilieri dello VIII Settore G.a.F. per l'occupazione ......... . Allegato 2
[... 1
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5. ORIGINALE RISERVATA PERSONALE COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA DEL I CORPO D'ARMATA
Torino, 2 settembre 1942- XX
N° 2671 di prot. Op. Oggetto:
Emergenza «O» - 1942.
AL COMANDANTE VI SETIORE DI COPERTURA AL COMANDANTE VII SETIORE DI COPERTURA AL COMANDANTE VIII SETIORE DI COPERTURA AL COMANDANTE IX SETIORE DI COPERTURA AL COMANDANTE X SETIORE DI COPERTURA AL COMANDANTE SOTIOSETIORE AUT. LEVANNA e, per conoscenza: AL COMANDANTE TRUPPE OCC. VALLE ARC
Il Comando del I Corpo d'Armata
PINEROLO CESANA TORINESE BARDONECCHIA MONCENISIO AOSTA LANZO TORINESE P. M. 111
nel suo progetto per l'emergenza "O" prescrive:
"Settori G. alla F.": "Le truppe della G. alla F. non impegnate direttamente nell'azione, dovranno intensificare la vigilanza sulla linea di contatto e quella delle opere, in modo da assicurare l'integrità della difesa sulla fronte del Corpo d'Armata contro ogni eventuale tentativo offensivo del1'avversario, che d'altra parte non può presumersi di notevole entità". La linea di contatto o linea verde riguarda i reparti dislocati oltre il vecchio confine non impegnati in azioni offensive. La linea delle opere e del vecchio confine interessa le altre truppe dei settori dislocate in territorio nazionale. In conseguenza di tale ordine dovrà essere studiata e predisposta, sia per i reparti in z. o. che per le altre truppe dei settori, la dislocazione che i reparti dovranno assumere per essere in grado di ottemperare all'ordine del Comando del Corpo d'Armata. I comandanti dei settori VI - VII e X dovranno dare disposizioni ai reparti dipendenti dislocati in zona occupata per l'incolumità della linea di contatto. I comandanti in indirizzo dovranno provvedere con le forze ed i mezzi a loro disposizione: alla sorveglianza e difesa, con repa rti dislocati in posto, dei passi e dei colli di più facile accesso e con elementi mobili dei tratti di confine intermedi; a dislocare convenientemente i comandi di sottosettore, gruppi caposa ldi e caposaldi. I reparti, in perfetto assetto di guerra, al sicuro dalla sorveglianza che verrà fatta da pattuglie appositamente dislocate, potranno rimanere in potenza nei ricoveri pronti a rintuzzare qualsiasi tentativo offensivo avversario, che non può presumersi di notevole entità; c) ad assicurare i collegamenti ed il funzionamento dei vari servizi, sanitario, vettovagliamento, munizioni, ecc.
328 La Guardia Alla Frontiera Le disposizioni che dovranno essere date per le misure da prendere nell'eventualità del"O", dovranno essere concretate in un ordine di operazione che dovrà essere trasmesso in copia a questo comando per il giorno 6 c.m. l'attuazione di tale ordine verrà effettuata dietro il seguente ordine di questo comando: "App 1·,ca te emergenza "O" da giorno . ...... ore ... .. "
I'emergenza
Accusare ricevuta. IL COLONNELLO CAPO UFFICIO COMANDANTE INTERINALE (Giovanni Vivaldo)
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Allegato n° 36 Ordini per l'attuazione della emergenza « O » FONOGRAMMA A MANO - URGENTISSIMO ore 11 DAL 2° COMANDO GUARDIA FRONTIERA AL COMANDO DEL lii SETIORE DI COPERTURA
Cuneo, lì 11 /11 /1942-XXI CUNEO BORGO S. DALMAZZO
N° 2008/0p. alt Conferma ordine verbale ore quattordici di oggi undici novembre i reparti dipendenti dovranno attuare copertura et sottoelencati attueranno esigenza «O» alt Occupazione avrà carattere amichevole et protettivo alt Comandanti colonne prendano contatto con autorità et popolazione per convincere nostre intenzioni pacifiche alt Evitare modo assoluto accenni rivendicazioni alt Uso armi solo caso aggressione alt Compagnia Isola occupazione paese et frazioni nonché opere antistanti alt Compagnia Maisonmeane rimanga in posto in sistemazione difensiva alt Ripiegherà sul Colle se attaccata da forze soverchianti et esclusivamente dietro ordine diretto questo comando alt Compagnia Colle si sistemi a Caposaldo alt Colonnello Comandante Interinale G. Botti.-
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Segue "ordini per emergenza O"
FONOGRAMMA A MANO - URGENTISSIMO - Ore 11 Cuneo 11 /11 /1942-XXI CUNEO DAL 2° COMANDO GUARDIA FRONTIERA 0 SALUZZO AL COMANDO DEL IV SETIORE DI COPERTURA
N° 2008/0p.alt Conferma ordine verbale ore quattordici di oggi undici novembre i reparti dipendenti dovranno attuare copertura et sottoelencati attueranno esigenza «O» alt Occupazione avrà carattere amichevole et protettivo alt Comandanti colonne prendano contatto con autorità locali et popolazione per convincere nostre intenzioni pacifiche alt Evitare modo assoluto accenni rivendicazioni alt Uso armi solo caso aggressione alt riserva ordini per eventuale impiego ottava compagnia mobile alt Colonnello Comandate Interinale G. Botti
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Segue "ordini per emergenza O"
FONOGRAMMA
ore 1 l
Cuneo, 11 /1 1/1942-XXI
DAL 2° COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA CUNEO AL COMANDO QUINTA COMPAGNIA MOBILE «CERIANA» MOLINI DI TRIORA N° 2008/0p. alt Conferma ordine verbale ore quattordici di oggi undici novembre i reparti dipendenti dovranno attuare copertura et sottoelencati attueranno esigenza "O" alt Occupazione avrà carattere amichevole et protettivo alt Comandanti di colonne prendano contatto con autorità locali et popolazione per convincere nostre intenzioni pacifiche alt Evitare modo assoluto accenni rivendicazion i alt Uso armi solo caso aggressione alt Quinta compagnia et compagnia mitraglieri someggiata da Linea Verde su Giandola - Breglio ,- Col D'Agnon - Col Brouis - Monte Grosso alt Sessantatreesimo gruppo artiglieria a Testa d Alpe alt Collegamenti con questo comando tramite Fontano alt Colonnello Comandante Interinale G. Botti.Per copia conforme IL COLONNELLO CAPO UFFICIO
(Tito Quarantini1
332 La Guardia Alla Frontiera A llegato n° 37 COMANDO 4" ARMATA Stato Maggiore - Ufficio Operazioni. n. 8434/0p. di prot. OGGETTO:
P.M., lì 16 novembre 1942-XXI
Guardia alla Frontiera -
AL COMANDO DELLA DIFESA TERRITORIALE. DI TORINO - ALESSANDRIA -GENOVA e per conoscenza ALLO STATO MAGGIORE REGIO ESERCITO - Ufficio Operazioni: P.M. 9 CORPO DI ARMATA AL COMANDO DEL I P.M. 43 AL COMANDO DEL XV CORPO DI ARMATA P.M. 15 AL COMANDO DEL XXII CORPO DI ARMATA P.M. 78 [...] I - L'occupazione integrale del territorio francese non dispensa dall'obbligo di conservare in perfetta efficienza la copertura al confine; mantenere la distinzione fra Francia occupata per le operazioni militari del 1940 e territorio temporaneamente occupato ai fini della comune difesa contro gli anglo-americani. Il - In rapporto al primo compito, la posizione difensiva da considerare nei progetti corrisponde alla linea di frontiera con i raddoppi: della stretta di Orelle (valle Are); della sella d~I Monginevro; dell'allineamento S. Salvatore - Rimplas - M. Virou let - M. Caire Gros -M Tourmairet Lantosque - Campo Romano -Colle Braus - M .Meras -M. Pandone - M. Agel - La Turbie Testa di Cane (carta l: 200.000 speciale)
lii - In rapporto al secondo compito, saranno sciolte e restituite ai propri settori soltanto le unità mobili G.a.F. - costituite per l'emergenza «O» - ritenute esuberanti al presidio delle zone comprese tra linea di frontiera e linea verde. Per considerazioni di ordine logistico i distaccamenti di Ristolas (I C.A.) e Isola (XXII C.A.) possono essere ritirati. IV - Le unità del I e Il comando G .a.F. - dalle ore zero del giorno 18 corrente mese sono messe a tutti gli effetti alle dipendenze dei comandi di difesa Territoriale di Torino e di Alessandria che dovranno assicurare la continu ità della sorveglianza e dell'addestramento. Le unità del XV comando G.a.F. continuano a restare alle dipendenze del comando del XV C.A. per la correlazione con eventuali operazioni di difesa costiera, IL GENERALE COMANDANTE F/to Mario Vercelli no p.c.c. IL SOTTO CAPO DI STATO MAGGIORE Col.s S.M. Malavasi -
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Allegato n° 38 1° COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA DI CORPO D'ARMATA No 3870 di prot. op.
Torino, 20 novembre 1942-XXI
OGGETIO: Passaggio di dipendenza al Comando della Difesa territoriale di Torino Al COMANDI DI SETIORE VI - VII - VIII - IX e X Al COMANDO SOTIOSETIORE AUTONOMO «LEVANNA» AL COMANDO TRUPPE VALLE ARC e, per conoscenza: Al COMANDI VII - VIII - IX e X DEPOSITO SETIORIALE AL MAGAZZINO SOTIOSETIORE AUTONOMO "LEVANNA" ALL'UFFICIO SERVIZI DEL 1° COMANDO G. ALLA F. ALL'UFFICIO PERSONALE DEL 1° COMANDO G. ALLA F. In seguito a disposizioni dello S.M.R.E., il Comando del I C.A. dalle ore 12 del 13 corrente, ha ceduto le sue attribuzioni territoriali al Comando della Difesa e, dalle ore O del giorno 18, d'ordine del Comando 4A Armata, le unità rimaste in territorio sono state messe, a tutti gli effetti, alle dipendenze del Comando della Difesa di Torino che dovrà assicurare la continuità della sorveglianza e dell'addestramento. Di conseguenza dalla suddetta data (ore O del giorno 18), la G. alla F. è passata, a tutti gli effetti, alle dipendenze del Comando della Difesa di Torino. Il comando Truppe Valle Are e il comando Truppe Valle lsère dipenderanno, agli effetti operativi e dei vari servizi di vigilanza, dal Comando della Difesa; per l'addestramento e per tutte le altre questioni d i carattere disciplinare ed amministrativo dipenderanno da questo comando. Come da foglio 7929/T in data 17 c.m., trasmesso con attergato n° 4333/0.M. del 19 corrente, sono stati costituiti, presso il Comando della Difesa, i comandi di Artiglieria e del Genio e le direzioni di Commissariato, Sanità e Veterinaria alle quali, come per il passato, saranno rappresentate tutte le questioni ad esse inerenti. Ne consegue che anche le domande di milita ri dipendenti per trasferimenti, ecc. che precedentemente venivano dirette al Comando di C.A., dovranno essere, d'ora in poi, dirette al Comando della Difesa Territoriale di Torino. D'ordine del Comando di C. A. - foglio 5924/serv. in data 18 c.m. saranno effettuati prelevamenti viveri e foraggi presso i magazzini di Cesana e di Seez dalle truppe inviate in territorio francese, come pure sarà ridotta, ai btg. in Valle Are, la dotazione di munizioni ad
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un unifoc e mezzo, come da foglio di questo comando n° 06753/serv. in data odierna; il X btg. invece terrà al completo la propria dotazione di munizioni.
IL GENERALE DI BRIGATA COMANDANTE Antonio Cobianchi
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Allegato n° 39 2° COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA n° 02/189 di prot.
23 gennaio 1943-XXI
Riferimento foglio 103/0p. di cotesto Comando in data 19 corr. mese. In armonia alle direttive impartite dai Superiori Comandi in merito alle dipendenze operative dei reparti mobili dislocati in territorio francese di nuova occupazione dispongo: - che le compagnie mobili 1 A e 2A costituiscano un nuovo Battaglione Mobile G.a.F. che assumerà la denominazione di 1° Battaglione Mobile del 2° Comando G.a.F. - Sede del Comando Battaglione : Fontano. - Indirizzo postale: Fontano. Il Comando Il Settore è pertanto pregato di voler prowedere alla formazione del Plotone Comando di Battaglione secondo gli organici stabiliti dal foglio di questo Comando n. 7 46/0p. del 26/ 5/42-XX, apportando a questo eventuali riduzioni consigliate dal più limitato numero delle compagnie costituenti il Battaglione stesso. Per i particolari compiti operativi che sono connessi al 1° Battaglione Mobile G.a.F., per la particolare situazione politica della Francia di nuova occupazione, per la necessità che il Comando del 1° Battaglione possa in qualsiasi evenienza corrispondere alle necessità del momento e dare sicuro affidamento di una fiera ed animosa azione di comando, prego disporre che il Comando di detto Battaglione sia assunto dal Maggiore S.P.E. LAMPASONA Enzo, di cui ho la più ampia fiducia e considerazione, cui desidero sia data comunicazione delle presenti disposizioni. Il Comando del Sottosettore Il/A sia assunto dal Maggiore TARTARA Luigi che continuerà anche con il nuovo incarico a comandare il Battaglione Reclute. Attuazione di quanto sopra alla data del 1° Febbraio p.v. Sciogliendosi il I Battaglione il Maggiore Lampasona riprenderà il Comando del Sottosettore. F/to IL GENERALE COMANDANTE
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Allegato n° 40 Situazione descrittiva della Guardia alla Frontiera della 4" Armata - Stralcio del Diario Storico del Comando 4" Armata alla data l /1 / 43 COMANDO XV Corpo di Armata XV Comando G.a.F. - V Settore - Comando - Sottosettore V/a - Sottosettore V/b C.do LXIII gr. art. G.a.F. - 603" btr. da 75/27 - 604" btr. da 75/27
V/a Btg. mobile G.a.F. cp. di formaz. G.a.F. «Ceriano» 5° reparto misto genio 18 autosez. Pes. - di copertura - I Settore Comando - Sottosettore I/a - Sottosettore 1/b C.do XLVIII gr. art. G.a.F. - 50" btr. da 75/2778 - 601" btr. da 75/27 - 602" btr. da 75/27 - btr. d'addestramento da 100/ 17-14 - 951" btr. da 75/30 C.do I/a btg .- mobile G.a.F. - 1" cp. - 2" cp.
Arma di Taggia Pigna Triora Molini di Triora pers. Pigna mat. M. Lega pers. Molini di Triora mat. Barcone di Marta Mentone Molini di Triora Pigna Arma di Taggia
Mentone77 Mentone Mentone Mentone pers. Ventimiglia mat. Monte Fontane Cap. Martin pers. La Colle (Mentone) mat. La Colle (Mentone ) Garavano Cap d'Ail Cap d'Ail Cap d'Ail
77 Svolgeva anche le funzioni di comando di settore costiero. 78 Passata temporaneamente alla Difesa Costiera del XV Corpo d'Armata.
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- 3" cp. - 4" cp. 1° reparto misto genio l " autosez. pes. di copertura
Cap d' Ail Cap d'Ail Mentone Mentone
I/ b btg.
Beaulieu 79
mobile G.a.F.
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- Btg mobile di formazione G.a.F., dislocato a Briançon, per il controllo della zona dell'Argentiera. UNITÀ di ARTIGLIERIA G.a.F. PASSATE PER L'IMPIEGO ALLE DIPENDENZE DEL XV C.A. - nell'ambito della Difesa Costiera in qualità di artiglieria del C/ do Difesa Porto di Genova - C/ do 24°Raggruppamento art G.a.F. articolato su: Gruppi G.a.F.: CV su Btr 101 da 75/27, 196 da 105/28, 256, 257 da 194/29, 250 da 381 / 40; CVI su Btr 200 da 151/45, 25 1 da 381/40 , 259 da 240/27, 4" da 105/28 del V 0 Gruppo costiero; Cl su Btr 126-202 da 152/45, 102 da 75/27; Btr M . C. A. 86 da 20 mm, 7 6, 77, 79, 80 da 7 6/45, 605, 660 da 90/53, 409 da 102/35; P.A.194 da 381 / 40, Btr «Mameli » da 152/50 e Treno Armato n° 5 ( 152/ 40) .
ELEMENTI DEL 2° COMANDO G.a.f. PASSATI PER IMPIEGO ALLE DIPENDENZE DEL XV Corpo di Armata.
Il Settore
I btg. mobile G.a.F. - C.do - 1" cp. - 2" cp. Il btg. mobile G.a.F. - 3" cp. - 4" cp. - 5" cp. 2° Reparto misto genio 2" autosez. pes. di copertura
Boves Tenda Valdieri pers. Tenda mat. Regione Sapelli S. Dalmazzo Tenda S. Dalmazzo Tenda Fontano Roquebilliere S. Martin V. Peira Cava Lantosque Boves Boves
- Sottosettore 111/a
Vinadio
- Sottosettore Il/a - Sottosettore 11/b 606 btr. da 65/17
79Alle temporanee dipendenze di impiego della D. cl. E.F.T.F (Emanuele Filiberto Testa di Ferro).
338 La Guardia Alla Frontiera RAGGRUPPAMENTI ART. G.a.F. Comando 11 ° raggr. art. G.a.F. C.do XXIX gruppo. art. G.a.F. - 133" btr. da 149 /35 - 134" btr. da t49 /35
Vallecrosia Vallecrosia pers. e mat. Savigliano pers. e mat. Colle Sgora
C.do XLII gruppo. art. G.a.F. - 451" btr. da 155/14 P. B. - 452" btr. da 155/14 P. B. - 453" btr. da 155/ 14 P. B.
pers. pers. pers. pers.
e mat. e mat. e mat. e mat.
Sealza Sealza Sealza Sealza
C.do LVII gruppo art. G.a.f.80 - 401" btr. da 105/11 P. B. - 402" btr. da 105/11 P. B. - 403" btr. da 105/11 P. B. C.do LXI gruppo. art. 81 - 15 l /\ btr. da 152/ 13 - 152" btr. da 152/13 - 153 btr - da 152/ 13 C.do LXIII gruppo. art. -156" btr. da 152/13 - 157" btr. da 152/13 - 158" btr. da 152/13 - 961/\ btr. da 105/15 P. B. - 962" btr. da 105/15 P. B. C.do LXXX gruppo. art. G.a.F. - 131" btr. da 149/35 - 136" btr. da 149/35 - 155" btr da 149/35
Castel d'Appio pers. e mat. Castel d'Appio pers. e mat. Castel d'Appio pers. e mat. Castel d'Appio
DIFESA TERRITORIALE - TORINO Elementi dipendenti per impiego dalla 4" Armata I Comando G.a.F. VI Settore - Sottosettore VI/a 80Alle temporanee dipendenze d i impiego della D. 81
1
Pinerolo Torre Pellice cl. E.F.T.F.
gruppi LXI e LXII erano alle temporanee dipendenze d'impiego del'la D.f. Legnano.
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- Sottosettore Vl/b
Perrero
- 149 btr. da 149 /35
pers. Torre Pellice Tredici laghi
- Truppe d'occupazione Alto Guil {VI Settore)
Ristolas
- 6° Reparto misto genio
Bobbio Pellice
- 19 autosez. pes. di copertura
Pinerolo
VII Settore - Sottosettore VII/a - Sottosettore Vll/b
Cesana Bousson Cesana
- Comando XXXIV gruppo art. G.a.F. - 515A btr. da 149 /35
- Cp. formaz. G.a.F.
Cesana pers. Cesana mat. Forte Chaberton pers. Cesana mat. Col Begino pers. Cesana mat. Rocca Remolon pers. Cesana mat. Rocca Clary pers. Cesana mat. Vallonetto Monginevro
- Distacc. 181 A sez. mista CC. RR.
Monginevro
- 7° Reparto misto genio
Cesana e frazioni
- 7" autosez. pes. di copertura
Cesana
VIII Settore - Sottosettore VIII/a - Sottosettore Vlll/b
Bardonecchia Bardonecchia Bardonecchia
- C.do LIV gruppo. art. G.a.F. - 137A btr - da 149/35
Bardonecchia pers. Bardonecchia mat. Forte Jafferau pers. Forte Bramafam mat. Forte Bramafam pers Bardonecchia mat. Punta Mulattiera
- 607" btr. da 75/27 - 608A btr. da 75/27 - 609" btr. da 75/27 - 61 OA btr. da 75/27
- 516A btr. da 120/21 - 605A btr. da 75/27
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- 612" btr. da 75/27 - 619" btr. da 75/27
pers. Bardonecchia mat. Tre Croci pers. Bardonecchia mat. Tre Croci
- 8° Reparto misto genio
Bardonecchia
- 8 Autosez. pes. di copertura
Bardonecchia
IX Settore - Sottosettore IX/a - Sottosettore IX/b
Susa Susa Moncenisio
- C.do LXXVII gruppo. art. G.a.F. - 613" btr. da 75/27
Giaglione pers. Giaglione mat. Comba Borgna pers. Giaglione mat. Frasere Basse pers. Giaglione mat. Piano Vaccheria pers. Giaglione mat. ex Forte Roncia pers. Giaglione mat. Pattacroce
- 614" btr. da 75/27 - 615" btr. da 75/27 - 616" btr. da 75/27 - 617" btr. da 75/27
- Comando LXVIII gruppo. art. G.a.F. - 512" btr. da 149/35 - 51 3" btr. da 14 9 / 35
Venalzio pers. Venalzio mat. Passo Finestre pers. Venalzio mat. Passo Finestre
- 9° Reparto misto Genio
Bar Cenisia
- 9 autosez. pes. di copertura
Susa
X Settore
Aosta
- Sottosettore X/a - Sottosettore X/b - Sottosettore X/c
Arvier Porta littoria Etroubles
- Sottosett. aut. «Levanna» (Gruppo capisaldi Autaret,caposaldo Orco}
Lanzo
- Comando LXXII gruppo. art. G.a.F.
Castiglione Dora
Documenti
- 209" btr. da 149/35
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pers. Castiglione Dora mat. Terre Nere pers. Castiglione Dora mat. Chaz Dura
- 328" btr. da 75/27 - 10° reparto misto genio - 10" autosez. pes. di copertura
Cormaiore Aosta
- Rep. misto genio per sottosett. aut. «Levanna» - Germagnano - 20" autosez. pes. del sottosett. aut. «Levanna» - Lanzo T. Truppe d'occupazione Valle lsère X btg. G.a.F.
Villar di sopra (Seez)
C.do Truppe d'occupazione « Valle Are» - Moda ne Bramans IX btg. G.a.F. (pi C/do,Cp 1,8 fuc.,Cp A.A) - gruppo. art. alp. « Val Chisone» - LXII gruppo. del 8° Raggr. G.a.F. - VIII btg. G.a.F. «O» - 1" cp. - 2" cp - 3" cp. - 4" cp. - 37" autosezione
8° Ospedale da campo Nucleo suss. della 69 sez. suss. (I C.A. ) 11 1° Ufficio Postale 111 ° nucleo CC. RR. per Uff. Post.
Termignon La Praz Modane Modane Modane Modane Modane Modane Lanslebourg Modane Lanslebourg Lanslebourg
RAGGRUPPAMENTO ART. G.a.F. Comando 8° raggr. art. G.a.F. - C.do XLIII gruppo. art. G.a.F. - 146" btr. da 149/35 - 147" btr. da 149/35
Venaria R. Cesana pers. e mat. Monte Cruzeau pers. e mat. Cima Bosco
- C . do XLVI gruppo. art . G.a.F. 82 - 157" btr. da 152/45 - 253" btr - da 380/15
Ulzio pers. e mat. Rojeres pers. e mat. Bersac
82AI 15/1 / 43 direttamente dipendente per impiego d~I Comando artiglieria di Corpo d'Armata ed a disposizione del Comando tattico truppe Valle Are.
342
La Guardia Alla Frontiera
- C.do LXII gruppo. art. - 154" btr. da 152/13 - 155" btr, da 152/13 - 953" btr. da 105/15 P. B. - 954" btr. da 105/15 P. B.
La Praz Bramans Bramans Lago Moncenisio Lago Moncenisio
Comando LXXV gruppo. art. G.a.F. - 955" btr. da 105/15 P. B. - 956" btr. da 105/ 15 P. B. - 957" btr. da 105/15 P. B.
Monginevro pers. e mat. Colle Monginevro pers. e mat. Colle Monginevro pers. e mat. Colle Monginevro
ELEMENTI D'ARMATA A TEMPORANEA DISPOSIZIONE DELLA DIFESA TERRITORIALE
53" Cp. presidiaria 64" Cp. presidiaria 327" Cp. presidiaria alpina 332" Cp. presidiaria alpina 401" Cp. presidiaria G.a.F. 402" Cp. presidiaria G.a.F.
Asti Susa Ulzio S. Francesco al Campo Monteu da Po Asti
DIFESA TERRITORIALE - ALESSANDRIA (Elementi dipendenti per impiego dalla 4" Armata)
Il Comando G.a.F. Il Settore
Cuneo
- Passato per impiego alle dipendenze del XV C.A.
lii Settore Borgo S. Dalmazzo Sottosettore lii/a Passato per impiego alle dipendenze del XV C.A. Sottosettore 111/b Sambuco lii btg. mobile G.a.F. - C.do - 6" cp. - 7" cp.
Maisonmeane Maisonmeane Colle della Maddalena
113" Cp. Alpini
Isola
3° reparto misto Genio 3" autosez. pes. di copertura
Borgo S. Dalmazzo Borgo S. Dalmazzo
IV Settore Sottosettore IV/ a Sottosettore IV/b Sottosettore IV/c
Saluzzo Prazzo Casteldelfino Crissolo
Documenti
pers. e mat. Piasco Saretto
3A sz. 336/\ btr. da 65/ 17 8A cp. di formaz. G.a.F.
Il btg. mobile G.a.f.83 - 3 Acp. - 4A cp. - 5A cp. 4° Reparto misto Genio
Dronero
4A autosez. pes. di copertura
Saluzzo RAGGRUPPAMENTO ART. G.a.F.
Comdndo 7° Raggr. art. G.a.F.
Cuneo
- C.do XLVII gruppo. art. G.a.F. - 207A btr. da 149/35
Savigliano pers. Savigliano mat. Battagliola
- 958A btr. da 105/15 P. B. - 959/\ btr. da 105/15 P. B.84
- C.do LIX gruppo. art. G.a.F. - 141 A btr. da 149 /35 - 142A btr. da 149/35 - 143A btr. da 149/35 - 250A btr. da 380/15 - 540A btr. da 305/17
Vinadio pers. Demente mat. Testa di Bandia pers. Demente mat. Testa di Bandia pers. Vinadio mat. M.te Vaccia pers. P.te S. Bernardo mat. P.te S. Bernardo pers. Vinadio mat. Gran Capanna
- C.do LXVIII gruppo. art. - 169/\ btr. da 152/13 - 170/\ btr. da 152/13
Tenda pers. e mat. Tenda pers. e mat. Tenda
- C.do LXXI gruppo. art. G.a.F. - 951A btr. da 105/15 P.B.85 - 952/\ btr. da 105/15 P.B.
Cuneo Cuneo
83Dislocato, con le Cp. 3A, 4/\ e 5A nel territorio del Il Settore G.a.F. 84Le due batterie erano in corso di costituzione al 15/ l / 43. 85A temporanea d isposizione del I Settore di Copertura XLVIII Gruppo G.a.F.
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La,
Guardia Alla Frontiera
- 960" btr. da 105/15 P.B.86 - C.do XCVI gruppo. art. G.a.F. - 140" btr. da 149/35
- 177" btr. da 149/35 - 260" btr. da 420/ 12
Tenda pers. Tenda mat. Lago Fontanalba pers. Tenda mat. Lago Valscura pers. Tenda mat. sud di Tenda
- 961" btr. da 105/15 P.B. -962" btr. da 105/15 P.B.87 - C.do CIV .gruppo. art. G.a.F. - 144" btr. da 149/35 - 163" btr. da 149/35 - 206/\ btr. da 149/35
86 In corso di costituzione a l 15/ 1/ 43. 87 Alle dipendenze temporanee della D.f. Legnano. 88 Le tre batterie erano riserva mobile di copertura. 89 A.U.S.S.M.E., Diario storico del Comando 4" Armata
Cuneo88 pers. e mat. Cuneo pers. e mat. Cuneo pers. e mat. Cuneo89
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Allegato n° 41 SITUAZIONE DESCRITIIVA DELLA DISLOCAZIONE DEI COMANDI E REPARTI DIPENDENTI DAL 1° SETIORE DI COPERTURA ALLA DATA DEL 15 MARZO l 943-XXl90 SETIORE COSTIERO REGGIMENTALE Sede del Comando: Monaco - Costituito dai seguenti reparti G.a.F. adibiti alla difesa costiera nel tratto Ponte S. Luigi Punta Mala: - Battaglione V/ a - sede del comando: Mentone - formato da tre cp. fucilieri e da una cp. a.a. e comando con i seguenti compiti: - cp. «Muratone» schierate in difesa costiera da Ponte S. Luigi a Cap Martin - cp. «Pegairole» - cp. «Battolino» - cp. «Arpetta»: di rincalzo alla difesa costiera - Sottosettore 1 / a - sede del comando: Monaco - con i seguenti capisaldi adibiti a difesa costiera nel tratto Cap Martin - Punta Mala ed a presidio della linea di copertura terrestre Punta Mala - Tete de Chien - M. Agel: - 2° - 3° - 4° - 6° dislocati in difesa costiera nel tratto Cap Martin - Punta Mala - 1° e 7° caposaldo (meno 3 sq.) riserve di copertura - 5° caposaldo: a Tete de Chien per il presidio della linea di copertura terrestre Punta Mala - M. Agel - XLVIII - Gruppo Art. G.a.F. - Sede del comando: Mentone91 - 50" btr. da 75/27: in difesa costiera a Capo Mortola - 951 A btr. da 75/30: in difesa costiera ai Balzi Rossi - 602" btr. da 100/17: in difesa costiera a Cap Martin - 403" btr. da 105/11: in difesa costiera a Cap d' Ail - 297" btr. da 20 mm.: in difesa contraerea a Mentone - 601 A btr. da 75/27: dislocata a Ventimiglia (caserma Umberto I) REPARTI A PRESIDIO DELLA LINEA DI ARMISTIZIO - Cp. mobile «Ceriano» del Sottosettore V /b - Mentone - schierata dal mare al Gariello (incluso) con i posti S.S. n. 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 (quest'ultimo sostituito da una pattuglia mobile). Detta cp. adempie inoltre al servizio di vigilanza e protezione agli impianti ferroviari di Mentone. - tre squadre del 7° Cps . del Sottosettore 1/a svolgono il servizio mediante pattuglie mobili di vigilanza nel tratto di linea Roc d'Ormea Va l Cariava con sede a M. Grammondo - Olivetta S. Michele - Piena Alta. - Sottosettore 1/b - sede del comando: Dolceacqua - con i seguenti reparti:
90 A.U.S.S.M.E., Diario storico del I Settore di copertura. 91 Dipendeva per l'impiego e la disciplina dal Settore costiero G.a.F. di Monaco e dal 30/1/1943 era a lle dipendenze tecniche dell' 11 ° Raggruppamento artiglieria G.a.F.
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La Guardia Alla Frontiera
- Battaglione 1/b - sede del comando: Beaulieu - reparto costituito dall'8° - 9° - 12° - 13° capisaldi schierati in difesa costiera nel tratto Punta Mala/Cap Ferrat alle dipendenze tattiche della 2A D. cel. « E.F.T.F.» - 10° caposaldo: dislocato a Carnoles a disposizione, eccetto un plotone fucilieri impiegato per la difesa vicina della 50A btr. - 11 ° caposaldo: dislocato a Carnoles a disposizione - 14° caposaldo: dislocato a Carnoles con distaccamenti a vigilanza delle caserme ed opere francesi nel settore Roccabruna Castiglione - Sospello. BATTAGLIONE RECLUTE: Dolceacqua DISTACCAMENTO SOTTOSETTORE 1/ a: Ventimiglia - . 1° REPARTO MISTO GENIO: Mentone (meno plotone marconisti a Vallecrosia) 1A AUTOSEZIONE DI COPERTURA: Mentone
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Allegato n° 42 SITUAZIONE DESCRITTIVA DELLA DISLOCAZIONE DEI REPARTI E COMANDI DIPENDENTI DAL V SETTORE DI COPERTURA ALLA DATA DEL 15 MARZO 1943 XXI 92 COMANDO V SETTORE DI COPERTURA - sede del Comando: - sede del Plotone Comando: - sede della 18" Autosezione:
Arma di Taggia Arma di Taggia Arma di Taggia
SOTTOSETTORE V/ a: a presidio della linea verde d'armistizio: un distaccamento della forza di 1 ufficiale, 2 sottufficiali e 21 uomini di truppa dislocati a Breglio col compito di sorvegliare la linea verde n. 1 tratto tra il T. Cariano e la Giandola: - sede del Comando: Pigna - sede del Plotone Comando: Pigna CAPOSALDO TESTA D'ALPE (1°) - sede del Comando a Pigna, con un distaccamento a Testa d'Alpe per il presidio delle opere. CAPOSALDO ARPETTA (2°) - sede del Comando a Margheria Suon, con il personale per il presidio delle opere. CAPOSALDO SCAFA DI GION (3°) - sede del Comando a Pigna con personale proprio ed elementi del Caposaldo Pegairole. CAPOSALDO PEGAIROLE (4°) - sede del Comando a Pegairole con personale proprio ed un distaccamento del Caposaldo Scafa di Gion per il presidio delle opere. CAPOSALDO BATTOLINO (5°) - sede del Comando a Margheria dei Boschi con personale proprio e un distaccamento del Caposaldo Gola di Gouta per i lavori delle zona. CAPOSALDO MURATONE (6°) - sede del Comando a Pigna con personale proprio ed elementi del Caposaldo Bauso. CAPOSALDO BAUSO (7°) - sede del Comando a Muratone con personale proprio ed un distaccamento del Caposaldo Muratone per il presidio delle opere CAPOSALDO GOLA DI GOU TA (9°) - sede del Comando a Pigna con personale proprio ed elementi del caposaldo Bottoli no. CAPOSALDO GENSEO (10°) - sede del Comando a Pigna con relativo personale.
92A.U.S.S.M.E., Diario storico del V Settore di co pertura.
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La Guardia ALia Ilrontìera
Btg. mobile V/a - sede del Comando a Mentone. Composto da: - una cp. Comando - tre cp. fucilieri Rinforzato dalla Cp. Mob. «Ceriano» I predetti reparti sono dislocati in difesa costiera nel tratto Mentone - Cap. Martin. 7" Compagnia reclute Sede del Comando a Pigna costituita da : - due plotoni fucilieri - due plotoni mitraglieri - un plotone misto su una squadra pezzi da 47/32 - una sq. mortai da 45 - una sq. mortai da 81 I predetti reparti hanno sede a Pigna. SOTIOSETIORE V/b - A presidio della zona fortificata. Sede del Comando a Triora. Sede del plotone Comando (con elementi del caposaldo Pietravecchia) a Triora. CAPOSALDO PIETRAVECCHIA (11 °) - sede del Comando a M. Grai con personale proprio ed elementi del caposaldo Ceriano per il presidio delle opere. CAPOSALDO CERIANA (12°) - sede del Comando a Triora con elementi del caposaldo Marta. CAPOSALDO MARTA (13°) - sede del Comando ai Baraccamenti di Marta con il personale per il presidio delle opere. LXXIII GRUPPO ART. G.a.F. - sede del Reparto Comando di Gruppo a Molini di Triora. 603" btr. S.P. in CAVERNA A M. LEGA - sede del personale a Pigna (Lago Pigo) 604" btr. S.P. IN CAVERNA AL BARCONE DI MARTA - sede del personale a Molini di Triora. V REPARTO MISTO GENIO - sede del reparto a Pigna -
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Allegato n° 43 Ripartizione fra le Unità dipendenti dalla 4" Armata dei compiti di sorveglianza e controllo delle strutture fortificate francesi Comando 4" Armata all. al
f.
n. 2211 datato 20.3.43
Tratto di fascia fortificata alpina francese corrispondente a:
organo armistiziale cui era affidato il controllo
Organo cui vengono affidati la sorveglianza, il controllo ed i lavori di smilitarizzazione.
Linea di operazione dell'lsère - incluse le valli del Glacier e del Versoyen Confine franco-svizzero Linea di operazioni della Maurienne (Colli della Vanoise e del Galibier inclusi) Linea di operazioni della Durance (incluse le valli della Clairée - Guizane e Cerveyrette sino al Colle dell'lzoard) Linea di operazioni del Guil
5 11 sezione
Difesa Territoriale di Torino ·(X Btg G.a.F. di Seez) • Div. alp. Pusteria. Difeso territoriale di Torino -(Comando tattico truppe Valle d'Arc) Difesa Territoriale di Torino - (VII Btg G.a.F. di Briançon)
Linea di operazioni dell'Ubaye ed Ubayette (spartiacque Enciasroya - Colle della Cayolle incluso) Linea di operazioni della Tinea Varo (nel territorio di qiurisdizione del I C.A.) Linea di operazioni dei Gessi, della Roja e della Cornice (nel territorio di giurisdizione delXVC.A.)
Idem Idem
311 Sezione
Idem Idem
Difesa Territoriale di Torino (Comp. G.a.F. di Ristolas) Difesa Territoriole di Alessandria (lii Btg. G.a.F. di Casameana)
111 Sezione
I Corpo di Armata
Idem
XV Corpo di Armata93
9 3A.LJ.S.S.M.E., Diario storico del Comando 4" Armata - allegati.
350
La Guardia Alla Frontiera
Allegato n° 44 SEGRETO
· Comando della Difesa Territoriale di Bolzano Ufficio: Stato Maggiore addestramento Prot. N. 03/l l 96Allegati Oggetto:
Bolzano, 30 maggio - Risposta al f.n. del
1941 - XIX
N.
Servizio di vigilanza alle opere difensive.
ALLO STATO MAGGIORE R. ESERCITO Ufficio Operazioni - Sezione 2A POSTA MILITARE '9 Riferimento dispaccio 8109 in data 26 corrente, si informa che questo comando sin dalin occasione di sopralluoghi d i stime da effettuare da componenti la Commissione Germanica di Bressanone nelle alte valli che confluiscono nella conca di Bressanone, ha limitato tali sopralluoghi a quelle località che non sono prossime alle opere di difesa. In base agli ordini di codesto Stato Maggiore, contenuti nel suddetto dispaccio, ho ugualmente proweduto ad impartire nuove disposizioni al riguardo, sia al comando della G.a.F., sia al comando della Legione CC.RR. Mi riservo di comunicare qualsiasi fatto che verrà rilevato dai predetti comandi.
1'agosto dello scorso anno,
/
IL GENERALE DI DIVISIONE COMANDANTE (Arturo Taranto)
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Allegato n°
351 45
14° COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA Dislocazione particolareggiata, alla data del 31 maggio 1943, delle truppe dipendenti, organiche ed assegnate in servizio94_
Comandi e Unità 14° C/do G.a.F. XVI Settore di copertura Cadore - Carnia XVI/ a Sottosettore di copertura: Cadore XVl/b Sottosettore di copertura: Val Deqano XVI/e Sottosettore di copertura: Val But XVl/d Sottosettore di copertura: Val Chiarzò Reparto misto çienio XVI Autosezione speciale tipo ridotto Plotone comando XVI Settore XVII Settore di copertura Tarvisio XVII/a Sottosettore di copertura: Pontebba XVll/b Sottosettore di copertura: Uqovizza XVII/ c Sottosettore di copertura: Silizza XVll/d Sottosettore di copertura: Val Romana Reparto misto qenio 623 Btr da 75/27 259 Btr da 75/27 XVII Autosezione speciale tipo normale Plotone comando XVII Settore
Dislocazione Treviso Tolmezzo Santo Stefano di Cadore Forni Avoltri Paluzza Paularo Tolmezzo Tolmezzo Tolmezzo Tarvisio Pontebba Uqovizza Tarvisio Fusine Valromana Tarvisio Camporosso Fusine Valromana Tarvisio Tarvisio
Dioendenza tattica C/do Dif. Terr. Treviso 14° C/do G.a.F. XVI Settore di copertura. c.s. c.s. c.s. c.s. c.s. c.s. 14° C/do G.a.F. XVII Settore di copertura c.s. c.s. c.s. c.s. c.s. c.s. c.s. c.s.
REPARTI DI RINFORZO 1 (p. Autonoma XVI Sett. 2 Cp. Autonoma XVI Sett. Btg. Complementi alpini
Tarvisio Pontebba Prati di Resia
9 4 Allegato al Diario Storico del 14° Comando G.o.F. Treviso - bimestre maggio-giugno 1943.
14° C/do G.a.F. c.s. c.s.
352
La,
Guardia Alla Frontiera
Allegato n° 46 (Alleg. N.64 al Diario storico del Comando G.a.F. della Difesa Territoriale di Trieste) M.S. COPIA COMANDO DEL XXVII SETIORE DI COPERTURA N.A./13/2045 di prot.
Fiume, lì 19 aprile 1941-XIX
OGGETIO: Rapporto situazione. AL COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA DEL V° CORPO D'A VILLA DEL NEVOSO 1°) - NOTIZIE SULLA SISTEMAZIONE E ATIIVITA' DEI REPARTI IN ZONA Dopo aver assolto al servizio di istituto sino al giorno 11 corrente, a seguito dell' occupazione della città di Sussak il 1° Gruppo Capisaldi ha lasciato i centri di resistenza lungo il fiume Eneo per portarsi prima nella zona compresa da q. 514 nord-est di Lucici (esclusa) al Veli Vrh (q. 430 esclusa), indi è sceso ad occupare la zona ad est della città di Sussak. Tutti i Gruppi Capisaldi vengono trasformati in Battaglioni mobili (foglio 2/2/120 del 16 corrente del Comando Piazza). IL TENENTE COLONNELLO COMANDANTE INTERINALE DEL SETIORE F/to Pio Tenaglia
P. C. C. L'UFFICIALE ADDETIO f.f. (Ten. Col. Fernando Viterbo)
Documenti
353
Al legato n° 47 copia /Ba COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA DEL Xl C. d' A. N. 1/3370/ÒP/ DI PROT. Oggetto: Costituzione di reparti mobili G .a.F. ..... indirizzi omessi ........ .......... .
UDINE, LI
5
AGOSTO
1941 -XIX
A parziale modifica di quanto stabilito col mio precedente foglio n. 1/ 3347/ Op. in data 3 corrente, dispongo: - vengano costituiti d'urgenza: a) - Comandò XXl 0 Reggimento G. a F. - 1° /XXI; - 1° /XXll 0 ; d) - 1° /XXlll 0 ; e) - CX0 Battaglione Mitra p.t. In conseguenza: a) - XXI Settore; faccia raggiungere il 1° /XXl 0 da una delle dipendenti compagnie mitraglieri p.t. ora dislocate a Tribussa. 0 b) - XXIII Settore: Invii subito la 552/\ Cp. mtr. p. t. al CX Btg. mtr. p.t.(Rakek) - I quattro battaglioni di cui sopra te dalle seguenti località: a) - I/XXI b) - I/XXII . c) - 1/XXIIII 0 d) - CX mitra btg. p.t.
siano pronti a muovere per le ore 18 di venerdì 8 corren-
Longatico Rovie Rakek Rakek
- Venga fin d' ora studiato il trasferimento dei suddetti battaglioni per via ordinaria in zona di Lubiana, calcolando l' eventuale trasporto per ferrovia del materiale che non è possibile trasportare con le salmerie. Riserva di comunicare le località d'arrivo ed accantonamento nei dintorni di Lubiana. - Contemporaneamente occorre procedere alla costituzione dei rimanenti comandi e reparti di fanteria in modo che siano pronti entro il giorno 14 corr. - 49° Gruppo Art. G.a.F.: Appronti subito a Polubino il personale e le due batterie d'addestramento. - Riserva di ordini per il movimento e per quanto riguarda la 3" Batteria e le munizioni. - 9° Raggrupp. Art. G .a.F.: Appronti subito a Longatico il 61 ° e il 64° Gruppo Artiglieria G.a.F. per quanto ha tratto al personale. - Riserva di ordini per il movimento e per i pezzi e le munizioni. -P.C.C. L'Ufficiale superiore addetto (Magg. GIOV. FACCI) IL GENERALE DI BRIGATA COMANDANTE f.to Carlo Danioni
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La Guardia Alla Frontiera
Allegato n° 48
Situazione delle unità della Guardia alla Frontiera alla frontiera jugoslava riferita alla data del 15 giugno 1942 Unità della G.a.F. Settori di Copertura XXI, XXII, XXIII Settori di Copertura XXV, XXVI, XXVII C/do 60° Gruooo artiqlieria I Bta. - XXIII Settore G.a.F. Il Btq - XXI Settore G.a.F. C/do 50° Gruppo artiglieria, 90 e 17° Raggruppamento artiglieria, I btg. · XXI Settore, I, Il btg. • XXII Settore, Il btg. - XXIII Settore, CX btg. mtr. o.t. I, 11, lii btg • XXV Settore, I, Il, lll;IV, btg - XXVI Settore · I, Il, lii btg · XXVII Settore di Copertura, CXV btq. mitr. p.t.
Comando da cui dinende C/do G.a.F. del Xl C.A. (e/do D.T. Udine) e/do G.a.F. del XXIII CA {e/do D.T. Trieste) Xl C.A. D.f. Isonzo (rinforzo) Xl CA D.f. Cacciatori delle Aloi (truppa fissa) Xl CA Raaaruooamento CC. NN. XXI aprile C/do Xl Raggruppamento G.a.F. (C/do Xl Corpo di .Armata)95
C/do V Raggruppamento G.a.F. (e/do V Corpo di Armata)
95 C/do Xl Corpo d'Armata, Diario Storico settembre 1942 .
Documenti
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Allegato n° 4 9 Diario Storico del Comando delle FF AA della Slovenia e Dalmazia Quadro di battaglia della 2" Armata 30111 l1942 G.a.F. - V Corpo d'Armata Sussak Comando V Raggruppamento tattico G.a.F.: - XXV Settore Copertura I Btg. di formaz. su 3 cp. - Cl do: Cabar Il Btg. di formaz. su 4 cp. - Cl do: Hrvatske lii Btg. di formaz. su 3 cp. - Cl do: Trsce CXV Btg. Mitr. da pos. (una cp.): Novi 84° Gruppo art. - Cl do: Veglia - XXVI Settore Copertura - Cl do: Castua I Btg. di formaz. su 4 cp. - Cldo: Josipdol Il Btg .di formaz. su 4 cp. - Cl do: Veglia lii Btg. di formaz. su 4 cp. - Cl do: Sussak IV Btg. di formaz. su 4 Cl':). - XXVII Settore Copertura - Cl do: Hreljin I Btg. di formaz. su 3 cp. - Cl do: Plase Il Btg. di formaz. su 3 cp. Cl do: Kameniak lii Btg. di formaz su 3 cp. 83° Gruppo art. 10° Raggruppamento artiglieria 69° Gruppo art. G.a.F. - Xl Corpo d'Armata - Xl Raggruppamento tattico G.a.F. - XXI Settore Copertura I Btg. di formaz. su 4 cp. Il Btg. di formaz. su 4 cp. 60°
Gruppo art. G.a.F.
- XXII Settore Copertura I Btg. di formaz. su 4 cp. Il Btg. di formaz. su 4 cp.
50° 56°
G ruppo ar.t Gruppo ar.t
- XXIII Settore Copertura I Btg. di formaz. su 4 cp. Il Btg. di formaz. su 4 cp.
- Cldo: Cirquenizza - Cl do: Selze - Cldo: Novi
- Cl do: Longatico - Cl do: Circonio - Cldo: Borovnica
- Cl do: Novo Mesto - Cl do: Longatico - Cl do: Longatico - Cl do: Longatico - Cl do: Longatico - Cl do: Smarje - Cl do: Rocche
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La,
Guardia Alla Frontiera
CX Btg. Mitr. su 4 cp.
- Cl do:
9° Raggrupp. art. G.a.F. 7 4° Gruppo art. 17° Raggrupp. art. G.a.F. 62° · Gruppo art. 65° Gruppo art. 66° Gruppo art.
- Cl do: - Cl do: - Cl do:
Longatico
Longatico Longatico Racche - Cldo: Racche - Cldo: Novo Mesto - Cl do: Rocche
Documenti
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Al legato n° 50
Specchio delle unità G.a.F. passate nel carico di mobilitazione del Deposito Truppe del Presidio di ZARA alla data del 28/12/194296
Reparto 504 (p. mtr. da oos. 547, 548, 549 mtr. da .pos. C/do 103° Gruppo 357 Btr da 75/27 98 Btr da75/27 701, 708 Btr da 75/15 P.B. 358 Btr da 75/27
Provenienza VIII Settore di Coo. Xlii Settore di Coo. XVI Dep. Settoriale c.s. XVII DeD. Settoriale XXVll DeD. Settoriale Dep. 12° Rat. Art.
96 S.M. R.E. f.n° 170450 del 28/12/1942 in A.U.S.S.M.E M7 rep.461
Estremi dell'ordine S.M.R.E. f.n° 170450/3 del 28/12/42. S.M.R.E. f.n° 194400/3 del 9 aprile 1943. c.s. c.s. c.s.
358
La,
C,uardia Alla Frontiera
Allegato n° 51 Situazione delle forze in Africa alla data del 5 aprile 1941 - allegato al Diario Storico del comando superiore forze in Africa settentrionale (2"bimestre 41 ) Stralcio relativo alle forze della Guardia alla Frontiera Comando Superiore FF. A S. XX Corpo di Armata Settore di Copertura Nalut su: - XXIX Settore G.a.F. con - 290° Raggruppamento art G.a.F. (dal Deposito del XXIX di Nalut) sui gruppi 291, 292 da 77/28 (n° 2 btr. ciascuno) - XXIX Reparto misto Genio Settore di Copertura Zuara su: - XXVIII Settore Copertura G.a.F. con - 38° Raggruppamento art G.a.F. (dal Deposito del XXVIII di Zuara) sui gruppi 281, 282, 0 283,284 da 75/27 e IV da 149/12 ........ .. Settore Homs - Difesa costiera: - Sottosettore costiero Homs - 14° Raggruppamento art G.a.F. 1° Gruppo su 2 btr. da 100/17 2° gruppo da 100/17, n° 2 batterie da 75/27 - Sottosettore costiero Zliten - Sottosettore costiero Misurata - 34° Raggruppamento art. G.a.F. VII Gruppo su 58, 59, 61 btr. da 75/28; 65 btr. da 75/27 mod.06 Cinta fortificata di Tripoli - Settore Costiero Ovest su: - XXXIII Settore G.a.F. con - 330° Raggruppamento art. G.a.F. su CCCXXXII Gruppo (2 btr. da 149/12, 1 btr. da 210/8, 1 btr. da 77/28) CCCXXXIII Gruppo (3 btr. da 149/35) CCCXXXIV Gruppo (3 btr. da 77/28) CCCXLII Gruppo (2 btr. da 77/28) Nucleo misto genio - Settore centrale su: - XXXIV Settore G.a.F. con 340° Raggruppamento art. G .a.F. su CCCXXXV Gruppo (btr. 823,835, 852 da 149/12) CCCXLIII Gruppo (2 btr. da 77/28) CCCXLIV Gruppo (3 btr. da 77/28)
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V Gruppo (2 btr. da 105/28) - XXXV Settore G. a. F. con 350° Raggruppamento art. G.a.F. su CCCLI Gruppo (2 btr. da 77/28) CCCXLI Gruppo (2 btr. da 149/35) CCCXLV Gruppo (btr. 847, 850 da 120/25) 1° Gruppo (2 btr. da 120/35, 1 btr. da 100/17) - Settore Costiero Est - 35° Ragg/to art. G.a.F./VII Gruppo(2 btr. da 77/28, 1 btr. da 149/12) CCCLII Gruppo art. G.a.F. (2 btr. da 77/28)97 - VI Gruppo squadroni mitraglieri «Aosta» (G.a.F.) Comando del Sahara Libico: - 828 btr. G.a.F. da 77/28 a - 838 btr. G.a.F. da 77/28 a - 829 btr. G.a.F. da 77/28 a - 840 btr. G.a.F. da 77/28 a
Breck Hon Murzuk Sebha
- G.a.F. della Libia Orientale: 300° Raggruppamento art. G.a.F. sui gruppi 30 1, 302, 303 310° Raggruppamento art. G.a.F. sui gruppi 311, 312, 31 3, 314 320° Raggruppamento art. G.a.F. sui gruppi 321, 322, 323
97 Venne disciolto come comando il 31 luglio 1941 con il foglio S.M.R.E. n° 043140 /324 del 22 ottobre 194 l, con passaggio di personale e materiali a disposizione del comando superiore forze dell'Africa Settentrionale, per reimpiego.
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La Guardia Alla Frontiera
Allegato n° 52 Comando della Piazza di Tripoli Ordine di battaglia in data 1°dicembre 1941 - (allegato n° 3 al D.S. del C/do Piiazza per l'anno 1941) Stralcio relativo alle forze della Guardia alla Frontiera Cinta fortificata di Tripoli Comando XXXIII Settore di copertura G.a.F.: - Sottosettore A Sidi Bilal - Sottosettore B C. Lupini - Sottosettore C C. Sottocasa Comando XXXIV Settore di Copertura G.a.F.: - Sottosettore A Bir ben Milad - Sottosettore B Km 30 ,5 per Homs XXXV Settore Copertura G.a.F.: Comando - Sottosettore A Castel Benito - Sottosettore B Bir Langar - Sottosettore C Suoni ben Adem Difesa costiera Piazza di Tripoli XXXV Battaglione G.a.F.:
Zanzur
Bir ben Milad
Castel Benito
El Hagiarsa
Artiglieria Piazza Tripoli - Comando 30° Raggruppamento costiero gruppi. ..... - Comando 31 ° Raggruppamento e.a. gruppi. ..... - Comando 34° Raggruppamento costiero gruppi. ..... . - Comando 330° Raggruppamento G.a.F.: Bir Zarug 332° Gruppo (Batterie 821, 822, 834, 861, 868) Km 32 per Homs - Comando 350° Raggruppamento G.a.F.(da 120/25) Castel Benito Gruppi 335° (Batterie 823, 835, 852) Suoni ben Adem 345° (Batterie 847, 850) C. Sait 353° (Batterie 849, 851, 859) Bir Tobraz Genio piazza Tripoli XXXIV Btg misto Genio Compagnia artieri G.a.F. Compagnia telegrafisti G.a.F. Compagnia antincendio.
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Allegato n° 53 COMANDO SUPERIORE ARTIGLIERIA A.S. lì 23 dicembre 1941
n° 52 Op. T di prot
Specchio dei Raggruppamenti Artiglieria G.a.F. e relativi Gruppi che debbono affluire al centro istruzione, sezione artiglieria di Homs per completamento e successivo movimento su Nofilia
Rannrunnamento 350
Grunno 332
280
281 285 283 284 291 343
290 350
335 345 353
Batteria 822,834 821 861,868 807, A2 802,836 805,806,808 803,804 812,814 824,825 86298 835,852 847,850 849,851,859
98Batterio del 34 l O Gruppo G.o.F., aggregato al 343° Gruppo.
Calibro 75/27 mod. 06 77/28 100/17 77/28 149/12 77/28 77/28 77/28 105/28 105/28 149/12 120/25 120/25
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Allegato n° 54 COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA ALBANIA Ufficio Primo n° 2340/S del 30/03/1941 Oggetto : organizzazione e presidio del 1° Settore di Copertura99 (Scutari)
A ......... . Organizzazione del Settore: Comando 1° Settore di Copertura
Sede
Scutari
[ .. .] Truppa: - Sottosettore Miloti -
1° Battaglione G.a.F. (su 1, 5, 6, 7, 25 Compagnia) 1° Gruppo art G.a.F.(su 2 btr. da 75/27) 2", 3"/238 Btg. T.M. - Sottosettore Bojano - 111° Battaglione G.a.F. (su 4 capisaldi) - M . Golishit, Ktebaj, Oblika, Kurt Aliaj - Sottosettore Kopliku - 11° Battaglione G.a.F. (su 2 capisaldi - Kroni, Verri e 1 cp. di manovra) - 1 Compagnia carri di frontiera - Sottosettore Costiero di S. Giovanni di Medua - 1"/238° Btg. T. M. 0 Xll Gruppo art. G.a.F. (su 2 btr. da 75/27) - alle dirette dipendenze del Comandante del Settore 1° Raggruppamento art G.a.F. 0 Xl Gruppo art. G.a.F. (su 2 btr. da 75/27) l"/313° Btg. T.M. 11° Reparto misto Genio 0 Xl Btg. mobile CC. RR.
99 A.U.S.S.M .E. - Corteggio del Comando G.o. F. d'Albania in «Le operazioni delle unità italiane in Jugoslavia (19411943)» A.U.S.S.M.E. Roma 1978 - stralcio dal documento in allegato.
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Allegato n° 55 COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA ALBANIA Ufficio Primo n° 2784/ S del 01/04/1941 Oggetto: organizzazione e presidio del 11° Settore di Copertura 100
A ........ . Organizzazione del Settore: Sede Kukes (Kossovo) Comando 11° Settore di Copertura Truppa: - alle dirette dipendenze del Comandante del Settore 1° Btg. G.a.F. del Kossovo Forze del Presidio di Puka CXlll 0 Battaglione mitraglieri Cp. mitraglieri G.a.F. 629, 630 [ ... ]
l OOc.s. stralcio dal documento in allegato.
364 La Guardia Alla Frontiera Allegato n° 56 Situazione delle forze del Comando G.a.F. di Albania 22 maggio 1941 - I Settore su
I, 11, lii Btg. G.a.F. Il Reparto misto Genio Compagnie mitr. da pos. 629, 630 - Il Settore su CXIII Btg mitr. da pos. Compagnie mitr. da pos. 514, 522, 539, 540, 602, 603, 605, 606, 607,619,620,621,623,624; - lii Settore su IV Btg. G.a.F. CXIV Btg. mitr. da pos. CVI Btg. mitr. da pos. - Settore Costiero su 237°, 238° Btg. T. M. n° 2 Btg. albanesi - Sottosettore XLI/A su V Btg. G.a.F. Compagnie mitr. da pos. 631, 632 - Sottosettore XLI/B su I Reparto misto Genio Compagnie mitr. da pos. 508, 515, 523, 613, 614, 615, 616, 627, 628, 643, 644; - Artigl ieria: 13° Reggimento artiglieria G.a.F. su 1° Raggruppamento art. I Gruppo art. - btr. 236, 237, 238, 248 da 70/15 Il Gruppo art. - btr. 112, 11 3 da 105/28 Xl Gruppo art. - btr. 213, 214 da 75/27 Xli Gruppo art. - btr. 217, 231, 232 da 75/27 2° Raggruppamento art. IV Gruppo art. - btr. 215, 235; V Gruppo art. - btr. 221, 233, 234 da 65/27 VII Gruppo art. - btr. 218, 236 da 70/15 X Gruppo art. - btr. 249, 250; 3° Raggruppamento art. Il Gruppo bis (Logorò) btr. 211, 212, 233/A, 251 da 70/15 lii Gruppo (Berat) btr. 269, 270 da 149/35 VI Gruppo (Berat) btr. 267, 268 alle dipendenze dirette btr. 219, 220, 240.
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Allegato n° 57 Comando della 9" Armata Quadro di Battaglia al 13/ 6/ 41
(allegato n. 90 al diario storico del Comando 9" Armata) TRUPPE ALLE DIRETTE DIPENDENZE - 4° Rgt. bersaglieri Perrenjes - Rgt. cav. "Guide" Tirana - IV Gr. 149/35 Scutari - Xlii Gr. 149/35 Bivio - Gr. art. alp. ''Val Chisone" (a Durazzo in attesa di rimpatrio) (" Il Il ") - Gr. art. alp. "Val Orco" - ·1° raggr. genio Tirana - 4° raggr. genio Tirana - Guardia alla Frontiera Tirana - I - Il - lii - IV btg. G.a.F. - CXIII btg. mtr. da pos. (543 - 544 - 545 - 546) - CVI btg. mtr. da pos. (555 - 556 - 557 - 558) - CXIV btg. mtr. da pos.(647 - 648 - 649 - 650) - Compagnie mtr. da pos.: 508 - 514 - 522 - 523 - 539 - 540 - 602 - 603 - 623 - 624 605 - 606 - 607 - 621 - 61 3 - 6 14 - 615 - 61 6 - 6 19 - 620 - 627 - 626 - 643 - 644 - 629 - 630 - 631 - 632. - 13° rgt. art. G.a.F. Tirana
-
-
- Difesa Territoriale lii gr. da 75/27 C.K. autocarrato LX gr. da 75/27 A.V. 56" btr. da 20 mm. 59" btr. da 20 mm. 10" btr. da 20 mm. "Pistoia" 14" btr. da 20 mm. "Granatieri" 201 /\ - 202" sz. Breda 58° rgt. T.M. I btg. mtr. e.a. Il btg. mtr. e.a.
Tirana
D.f. "LUPI DI TOSCANA" (7/\) 77° rgt. ftr. 78° rgt. ftr. 30° rgt. art. 15/\ leg. CC. NN. (XIV - XV)
Logora
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La,
Guardia Alla Frontiera
D.f. "SFORZESCA" (5") - 53° rgt. ftr. - 54° rgt. ftr. - 17° rgt. art. - 30" leg. CC. NN. (VI - XXX)
Vojza
D.f. "LEGNANO" (58") - 67° rgt. ftr. - 68° rgt. ftr. - 26° rgt. art. - 26" leg. CC. NN. (VII - LIII) [... ]
Valona
/
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Allegato n° 58 COMANDO 9A ARMATA QUADRO DI BATTAGLIA AL 20 GIUGNO 1943 - XXI (allegato 75 al Diario Storico) Comandante [ ... ] Comandante il 26° Comando G.a.F.
en. Lugli
[ ... ] IV Corpo di Armata
[ ... ] SOTTOSETTORE «TIRANA-DURAZZO» Comandante: Generale di Brigata PEANO Emilio IV btg. mtr. di CA LII btg. mtr. p.c. 428° btg. costiero 440° btg. costiero Xlii gr. da 149/35 41/a sottosettore G.a.F. "Miloti" - C.do 605A cp. mtr. pos. (del 45/b sottosettore) 19A cp. mitr. di man. G.a.F. (del 43/a sottosettore) 6A cp. mitr. G.a.F. (del 42/a sottosettore) 2° rgt. "Cacciatori Albania" - T. Col. igs. CASTIGLIONI Arnaldo SOTTOSETTORE "FIERI" Comandante: Colonnello D'AGOSTINO Salvatore 13° raggr. art. G.a.F. - C.do -T. Col FORZA Francesco. Il btg. mtr. e.a. 45/b sottosettore "Ciamuria" - 606/\ cp. mtr. pos. (del 42/a sottosettore) - 627A cp. mtr. pos. (del 41 /a sottosettore) - 614A cp. mtr. pos. - 644A cp. mtr. pos. VIII btg. "M" XXVI btg. CC. NN. (della 80/\ leg. CC. NN. Arezzo) 101 8A cp. mtr. di man. G.a.F. (del 42/a sottosettore) 1056A btr. cn. mtc 20 mm. 203A btr. 75/46 e.a. 213A btr. 75/46 e.a. 214" btr. 75/46 e.a.
101 Della 80A legione CC. NN. D.f. «Arezzo»
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La Guardia Alla Frontiera
D.f. "PARMA" (49") Comandante: Gen. di Brg. PODIO Luigi Capo S.M. ff.: T. Col. s. S.M. BERARDO Pietro C/te ftr. div.: Gen. di Brg. CLERICO Luigi 49° rgt. Ftr. 50° rgt. ftr. 49° rgt. art.
- Col. Bettini Elio - Col. MODICA Arturo - Col. CUCCIOLI Luigi
Truppe di rinforzo 313° btg. costiero 0 XXIX btg. "M" 42/a sottosettore G.a.F. C.do - 5" cp. mtr. - 6" cp. mtr. ( l ) - 7" cp. mtr. - 8" cp. mtr. di man. (2) 515" cp. mitr. pos. G.a.F. (del 42/b sottosettore) 539" cp. mitr. pos. G.a.F. (del 45/b sottosettore) 139° gr. 75/27 p.c. Sottosettore "Porto Edda" 431 ° btg. costiero 547° btg. costiero IX gr. art. G.a.F: 149/35 - 230" btr. - 240" btr. XV gr. art. G.a.F. 75/27 - 211" btr. - 212" btr. 109° btg. CC. NN. (1) - Alle dipendenze d'impiego del sottosettore «Tirana - Durazzo» (2) - Trovasi alle dipendenze d'impiego del sottosettore "Fieri" XXV CORPO D'ARMATA Comandante Capo di S.M.: Com/te art. Com/te genio
Ecc. Gen. di C.A. Colonnello S.M. Generale di Brg. Colonnello igs.
MONDINO Uberto CESSARI Ruggero TRICOLI Corradino AMODIO Mario
COMANDO SOTTOSETTORE "D" Comandante:
Generale di Brg.
PICCINI Gino
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226° rgt. ftr. D.f. "Arezzo" T. Col. igs. MINNECI Francesco 45/a sottosettore G.a.F. (13" - 14" - 15" - 16" cp.) «D.f. "AREZZO" (53") D' ARMINIO MONFORTE Salvatore Comandante: Generale di Div. Capo di S.M.: Col. s. S.M. VILLANI Fortunato C/te ftr. div.: Generale di Brg. PEJROLO Eugenio Col. SGUAZZINI Alfredo 225° rgt. ftr. T. Col. igs. MINNECI Francesco 226° rgt. ftr. ( l ) 343° rgt. ftr. T. Col. igs GIOVANNINI Carlo DE PIETRI-TONELLI Luigi 53° rgt. art. Col. 80" leg. CC. NN. (XXVI (2)- LXVII) - Cons. SALTARA Mario Truppe di rinforzo C/do 44° sett. di Copertura «Laghi» Col. BASSANO Eugenio - 44/a sottosettore (3) - 44/b sottosettore (543" - 544" - 545" - 546" cp. mtr. pos.) lii gr. art. G.a.F. (269" - 270" btr. da 149/35) VIII gr. art. G.a.F. (216" - 220" - 239" btr. da 75/27) X gr. rt. G.a.F. (249" - 250" btr. da 149/12) 1/2 del l O rep. misto genio G.a.F. 41 /b sottosettore G.a.F. C.do (4)
(l) (2) (3) (4) D.
Alle dipendenze d'impiego del Sottosettore "D" Alle dipendenze d'impiego del Sottosettore "Fieri" Dipendenze d'impiego Sottosettore: «Kossovo» La 627" cp. mtr. pos. è alle dipendenze del Sottosett. "Fieri"
f. "FIRENZE" (41 ")
Comandante: Capo di S.M.: C/te ftr. div.:
Gen. di Brg. Magg. s. S.M. Gen. di Brg.
AZZI Arnaldo CHIARIZIA Ernesto PICCINI Gino
127° rgt. ftr. Col. OXILIA Antonio 128° rgt. ftr. Col. GRAMEGNA Carmine 41 ° rgt. art. Col. DONATI Lodovico 92" leg . CC. NN. (XCII - XCV (l) l O Sen. BERETIA Pier Luigi SETIORE "SCUTARI-KOSSOVO" Comandante ff.: Capo di S.M. :
Gen. di Div. NEGRI Paride Col. s. S.M. CIVOLI Bruno
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La Guardia Alla Frontùra
SOTIOSETIORE «KOSSOVO» (D.f. "Puglie" 381') Comandante : Capo di S.M. (/te ftr. div. : 71 ° rgt. ftr. 72° rgt. ftr. 15° rgt. art. 38° btg. mortai 115° btg. CC. NN.
Gen. di Div. T. Col. s. S.M. Gen. di Brg. T. Col. T. Col. Col.
D' ARLE Federico MORELLI Antonio BAUDINO Carlo MONTANELLI Renato BENSI Camillo SABATINI Diego
Truppe di rinforzo 1" brigata "Cacciatori Albania" - Gen. Brg. PERVIZI Prenk - 1° rgt. "Cacc. Albania" - Col. RUMBOLO Edoardo - Col. COSTA Angelo - 4° rgt. "Cacc. Albania" - Col. MONTIRONI Rinaldo C.do 43° Sett. Copertura «Kossovo» - 43/a sottosettore (1" - 2" - 3" - 4" cp. G.a.F.) - 43/b sottosettore (17" - 18" - 19" (2) cp. mtr. - 651" - 631" - 632" cp. mtr. pos.) - 44/a sottosettore (21" - 22" - 23" cp. G.a.F. 652" cp. mtr. pos.) - Alle dipendenze d'impiego della Difesa Territoriale. (2) - Alle dipendenze di impiego del Sottosettore «Tirana - Durazzo» SOTIOSETIORE «SCUTARI» Comandante:
Gen. di Brg.
MAGRINI Eugenio
361 ° btg. costiero bis 42° C.do sett. Copertura "Scutari" - Col. MENEGHINI Lino - 42/a sottosett. (alle dip. D.f. «Parma») - 42/b sottosett. (515" ( 1) - 613" - 628" - 629" cp. mtr. pos.) 3° rgt. "Cacc. Albania" - Col. NICOTRA Arturo 15° raggr. artigaf - T. Col. SCUDERI Italo - Xl gr. art. G.a.F. 75/27 (213" - 214" btr.) - XIV gr. art. G.a.F. 75/27 (217" - 238" btr.) - 233/A btr. 65/17 - Btr. «Seman» 75/27 1/2 del 2° reparto misto genio 1) - Alle dipendenze d'impiego del comando D.f. "Parma"
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Allegato n° 59 STRUTIURA ORDINATIVA DEI REGGIMENTI ARTIGLIERIA PER LA G.a.F. di ALBANIA alla data del 17 aprile 1942 - 13° Raggruppamento artiglieria G.a.F. btr. 216 (già 116), 220 (già 120) 239 da 75/27 mod. 06 gruppi VIII su XV btr. 211, 212 da 75/27mod 06 btr. 249, 250 da 149/12 X IX btr. 230 (già 272), 240 da 149/35 - 15° Raggruppamento gruppi Xl su XIV lii
artiglieria G.a.F. btr. 75, 213 (già 123), 214 (già 124) da 75/27 btr. 217 (già 117), 238 da 75/27 btr. 269,270 da 149/35 btr. 233 da 65/17 (già 253)
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La Guardia Alla Frontiera
Allegato n° 60 STRUTIURA ORDINATIVA DEL 26° COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA di ALBANIA alla data del 1 dicembre 1942 Nella situazione che sotto si tratteggia, ai fini della comprensione dell'evoluzione strutturale apportata, vengono evidenziati i reparti la cui trasformazione produsse l'organico in vigore nel dicembre 1942:
26° Comando Guardia alla Frontiera 102 XLII Settore di copertura Scutari - Sottosettore XLII/A ex Il Btg. - Sottosettore XLII/B ex Btg. mitr. di formaz. XLIII Settore di copertura Kossovo - Sottosettore XLIII/ A ex Sottosett. autonomo C - Sottosettore XLIII/B ex V Btg. XLV Settore di Copertura Librazhd · ex IV Btg. - Sottosettore XL/ A - Sottosettore XL/B ex Comando Cp. autonome XLIV Settore di Copertura Laghi - Sottosettore XLIV/A ex VI Btg. - Sottosettore XLIV/B ex CXIII Btg. mitr. XLI Settore di Copertura - Sottosettore Xi.I/ A ex Sottosettore aut. B - Sottosettore XLI/B ex Sottosettore aut. L (Ciamuria) Artiglieria G.a.F. - 13° Raggruppamento artiglieria G.a.F. - VIII Gruppo art. btr. 216, 220, 239 - IX Gruppo art. btr. 230, 240 -X Gruppo art. btr. 249, 250 - XV Gruppo art. btr. 211, 212
da da da da
75/27 149/35 149/12 75/27
- 15° Raggruppamento artiglieria G.a.F. - lii Gruppo art. btr. 269, 270 - Xl Gruppo art. btr. 213, 214 - XIV Gruppo art. btr. 217, 238 - 233"/A (ex 253") Batteria
da da da da
149/35 75/27 75/27 65/17
l02 Dedotta dal «Diario Storico del 26° Comando G.a.F. di Albania», conservato da A.U.S.S.M.E ..
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Allegato n° 61 Comando del IV C. A - Settore operativo Scutari/Kossovo
Situazione delle forze G.a.F. al 3 marzo 1943 - Comando art. del IV C.A. forze: Sottosettore XLI/a 605 Cp. Mitr. da pos. 614, 644 Cp. Mitr. da pos. l_03 Xl Gruppo art. G.a.F. {Btr 213, 214 da75/27) XIV Gruppo art. G.a.F. {Btr 217, 238 da 75/27) - Sottosettore operativo Scutari forze: XLII Settore di copertura Sottosettori XLII/a, XLll/b 613, 628, 629 Cp. mitraglieri da pos. Il Rep. misto Genio G.a.F. VI Autosezione speciale di copertura C/do 15° Raggr. art. G.a.F. {Btr 233 da 65/ 17, 275 da 75/27) - Sottosettore operativo Kossovo (D.f. PUGLIE) forze: XLIII Settore di copertura Sottosettori XLIII/a, XLlll/b, XLIV/a 631 , 632 Cp. mitr. da pos. - D.f. FIRENZE Sottosettore XLV/a
l 03Per il presidio costiero d i Durazzo.
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La,
Guardia Alla J~'rontiera
Allegato n° 62 Comando del XXV C.A. - Settore di operazioni Ciamuria. Situazione delle forze G.a.F. al 3 marzo 1943 Comando operativo Ciamuria (XXV0 C.A.) - forze alle dirette dip : XLV/b Sottosettore 606, 627 Cp. mitr. da pos. - Sottosettore operativo Arezzo forze: XLIV 0 Settore di copertura Sottosettori XLIV/b, XLl/b 1° Reparto misto Genio G.a.F. Gruppi art G.a.F. 111° (Btr 269, 270 da 149/35) Vlll 0 (Btr 216, 220, 239 da 75/27) 0 X (Btr 249, 250 da 149/12) - Sottosettore operativo Parma forze: 515, 539 Cp. mitr. da pos. C/do 13° Raggr. art. G.a.F. 0 Gruppi XV (Btr 211, 212 da 75/27) IX0 (Btr 230, 240 da 149/35).
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Allegato n° 63 N.370 -- SERVIZIO TERRITORIALE -- R. decreto 30 marzo 1943 XXI, n. 399. - Concessione dell'uso della bandiera ai reggimenti costieri e ai Settori di copertura - (Gabinetto) - (Gazzetta ufficiale n. 125, del 29 maggio 1943 - Anno XXI) VITIORIO EMANUELE lii PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA' DELLA NAZIONE RE D'ITALIA E DI ALBANIA IMPERATORE D'ETIOPIA Visto il R. decreto 25 marzo 1860, e sue successive modifiche; Sulla proposta del DUCE dei Fascismo, Capo del Governo, Ministro per la guerra; Abbiamo decretato e decretiamo: Art. 1. E' concesso ai reggimenti costieri e ai settori di copertura l'uso della bandiera. Art. 2. Le bandiere di cui ali' articolo precedente saranno in tutto conformi a quelle attualmente usate dai reggimenti di fanteria divisionale. Ordiniamo che il presente decreto munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare. I \ Dato a Roma; addì 30 marzo 1943-XXI VITIORIO EMANUELE Mussolini Visto i/ Guardasigilli: DE MARSICO Registrato alla Corte dei conti addì 25 maggio 7943-XXI Atti del Governo registro 457. foglio 82. - MANCINI
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La Guardia Alla Frontiera
Al legato n° 64
INNO DELLA GUARDIA ALLA FRONTIERA Noi siamo della Guardia alla Frontiera siam vecchi lupi del settore abbiamo posto una bandiera ove resistere o morir se il nemico muove guerra o minaccia la nostra terra con un grido di valore noi cantiamo tutti in cor frontiera frontiera cosa importa se si muore il nostro grido è di valore il nemico arresterà quando si tratta di scattare noi della guardia siamo i primi con gran valor sappiamo andare con gran valor oltre i confini cosa importa della neve freddo e ghiaccio ce ne freghiamo e se passa la tormenta noi cantiamo tutti in cor frontiera frontiera cosa importa se si muore il nostro grido è di valore il nemico arresterà.
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Allegato n° 65
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana Roma 24 dicembre 1947
N° 259
TRATIATO DI PACE Fra l'Italia e le Potenze Alleate ed Associate estratto delle clausole militari
PARTE IV Clausole militari, navali ed aeree Art. 46. Ognuna delle clausole militari, navali ed aeree del presente Trattato resterà in vigore, fin ché non sarà stata modificata in tutto o in parte, mediante accordo tra le Potenze Alleate ed Associate e l'Italia, o, dopo che l'Italia sia divenuta membro delle Nazioni Unite, mediante accordo tra il Consiglio di Sicurezza e l'Italia. " . Art. 47. 1. (a) li sistema di fortificazioni ed installazioni militari permanenti italiane lungo la frontiera franco-italiana e i relativi armamenti saranno distrutti o, rimossi. (b) Dovranno intendersi comprese in tale sistema soltanto le opere d'artiglieria e di fanteria, sia in gruppo che isolate, le casematte di qualsiasi tipo, i ricoveri protetti per il personale, le provviste e le munizioni, gli osservatori e le teleferiche militari, le quali opere od impianti siano costruiti in metallo, in muratura o in cemento oppure scavati nella roccia, qualunque sia la loro importanza e l'effettivo loro stato di conservazione o di costruzione. 2. La distruzione o la rimozione, prevista dal paragrafo 1, di cui sopra dovrà effettuarsi soltanto nel limite di 20 chilometri da qualsiasi punto della frontiera, quale è determinata dal presente Trattato e dovrà essere completata entro un anno dall'entrata in vigore del Trattato.
3. Ogni ricostruzione delle predette fortificazioni ed ista llazioni è vietata. 4. ·(a) Ad est della frontiera franco-italiana è vietata la costruzione delle opere seguenti: fortificazioni permanenti, in cui possano essere installate armi capaci di sparare sul territorio francese o sulle acque territoriali francesi; installazioni militari permanenti, che possano essere usate per condurre o dirigere il tiro sul territorio francese o sulle acque territoriali francesi; locali permanenti di rifornimento e di magazzinaggio, edificati unicamente per l'uso delle fo~tificazioni ed installazioni di cui sopra. (b) Tale proibizione non riguarda altri tipi di fortificazioni non permanenti, né le siste-
378 La Guardia Alla Frontiera mozioni ed i locali di superficie, che siano destinati unicamente a soddisfare esigenze di ordine interno e di difesa locale delle frontiere.
5. In una zona costiera della profondità di 15 chilometri, compresa tra la frontiera franco-italiana ed il meridiano 9° 30' E, l'Italia non dovrà stabilire nuove basi o installazioni navali permanenti, né estendere quelle già esistenti. loie divieto non involge le modifiche di minore importanza, né lavori per la buona conservazione delle installazioni navali esistenti, purché la capacità di tali installazioni, considerate nel loro insieme, non sia in tal modo accresciuta. Art. 48 I. (a) Ogni fortificazione e installazione militare permanente italiana lungo la frontiera italo-jugoslava e i relativi armamenti dovranno essere distrutti o rimossi.
[ ... ]
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Allegato n° 66 N. 510.--EQUIPAGGIAMENTO -Adozione distintivo per .i raggruppamenti di frontiera (con una tavola di disegno) - (Direzione generale servizi di commissariato ed amministrativi) - - 18 luglio 1954.
I. E' adottato un distintivo per il personale del Raggruppamenti di frontiera Il. - Deve essere portato dagli ufficiali, sottufficiali e militari di truppa appartenenti organicamente ai Raggruppamenti. lii. - Il distintivo è ricavato da un tratto di nastro in seta e rayon, sagomato a scudetto e sottopannato in Kaki. Nel mezzo, su fondo verde, è tessuto un gladio al di sopra del quale, sulla mediana del distintivo, è ricamata, orizzontalmente in giallo oro su fondo rosso, la dicitura «FRONTIERA». Il disegno è riportato al naturale nell'unita tavola a colori. IV .- Viene applicato, mediante cucitura: sulla manica sinistra della giubba, del giubbetto e del cappotto, sul portadistintivi della camicia con l'uniforme estiva. - Sarà lasciato ai militari congedanti, quale ricordo del Raggrup pamento al quale hanno appartenuto.
J I Ministro per la difesa TAVIANI
380 La Guardia Alla 1-+ontiera DISTINTIVO DEI RAGGRUPPAMENTI DI FRONTIERA
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Indice dei documenti citati nel testo
S.M.R.E. foglio n° 3805 " Programma lavori 1940" - Vallo Alpino in "Diario Storico C/do Supremo" voi. I tomo 2° U.S.S.M.E. Fonte D.S. C/do Supr. Voi. I 2 Indice di Mobilitazione per l'anno 1937- Stralcio relativo alla Guardia alla Frontiera -. Raccolta I. M. A.U.S.S.M.E. 3 Comando del Corpo di S.M. Ufficio Op. Sez. 5/A "Situazione: artiglierie delle opere difensive alle frontiere occidentale/ settentrionale / orientale. 1938", con n°1 annesso Arch. A.U.S.S.M.E. L1/ 62 Annesso allo allegato n°3: "Fortificazioni realizzate precedentemente alla IA G.M. classificate batterie artiglieria G.a.F." 4 Ministero della Guerra - Truppe di Frontiera "NORME DI ISTRUZIONE ED ADDESTRAMENTO - 1934". A.U.S.S.M.E. L1 /199 5 REGIO DECRETO LEGGE 28 aprile 1937-XV n° 833 Istituzione del corpo della Guardia alla frontiera. 6 Legge n. 2540 .- Conversione in legge del R. decreto legge 28 aprile 1937-XV, n.833, riguardante l'istituzione del corpo della Guardia alla frontiera. 7 Ministero della Guerra. C/do del Corpo di S.M. - Uff. Op. circ. n°450 di prot. Del 27/1 /36 - 1/ 6/38 - "Direttive per la organizzazione della frontiera". A.U.S.S.M.E.
Ll /8
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8 Specchio riassuntivo della dipendenza dei Settori di Copertura dai Corpi di Armata. Elab. Ascoli 9 Organizzazione militare della Libia all'agosto 1939 A.U.S.S.M.E. Ml I 502 1OMinistero della Guerra C/do del Corpo di S.M. f.n. 50685del 2/12/39 "Costituzione ed assegnazione compagnie carriste di frontiera." A.U.S.S.M.E. L10/68 11 Composizione in mezzi dei tre tipi di autosezioni speciali di copertura e loro ripartizione ai settori. Stralcio da "Formazioni provv. di guerra G.a.F. ed 1940." A.U.S.S.M.E. Ml/ 501 12 Ministero della Guerra C/do del Corpo di S.M. Uff. Ord. e mbl. Sez. Ord. f.n.48770 di prot. Del 1° novembre 1939 «Mezzi di traino per le unità di artiglieria della G.a.F.» A.U.S.S.M.E. M7/502 13 Ministero della Guerra - Gabinetto F. O. 29 aprile 1940 N°. 121 «Adozione del cappello alpino per la guardia alla frontiera (Direzione generale servizi logistici)». Raccolta F.O. 14 Ministero della Guerra - f.n.47750 del 23 luglio 1938 all'oggetto: "Uniforme ufficiali e marescialli G.a.F." A.U.S.S.M.E. M7/561. 15 Circolare N°. 48 - Equipaggiamento - «Adozione del distintivo in rajon per settore della guardia alla frontiera - (Direzione generale servizi logistici)» - G.M. 31 Dicembre 1937 Anno XVI. 16 Ministero della Guerra - Gabinetto F. O. 24 maggio 1943 N° 212 «Nappine per i cappelli alpini degli ufficia~i e marescialli della G.a.F.» Raccolta F.O. 17 Ministero della Guerra pubblicazione n°643 S 1938 «Organizzazione Settoriale di Copertura in vigore dal gennaio 1938» A.U.S.S.M.E. Archivio part.
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La Guardia Alla Frontiera
18 Tabelle graduali e numeriche di formazione di pace per le unità del corpo della G.a.F. Roma 1939 A.U.S.S.M.E. Ml/501 19 Ministero della Guerra pubblicazione n°643 S 1939 «Organizzazione Settoriale di Copertura in vigore dal gennaio 1939» A.U.S.S.M.E. Archivio part. 20 Tabelle graduali e numeriche di formazione provvisorie di guerra per le unità del corpo della G.a.F. Roma 21 Maggio 1940 A.U.S.S.M.E. Ml/501 21 S.M.R.E. allegato n°l al f.n. l 0850 del 17 febbra io 1938 «Ordinamento di pace dei reggimenti e gruppo autonomo di artiglieria G.a.F.» S.S.C. 22 Ministero della Guerra - Circolare di protocollo segreto n° 53600 datata 20/08/38-XVI, all. 1, 2, 3 - «Ordinamento di pace dei Reggimenti artiglieria per la G.a.F.» A.U.S.S.M.E. Ml/561 23 Comando del Corpo di Stato Maggiore - f. n. 8545 del 27 Agosto 1939 «Organizzazione delle unità di artiglieria per la G.a.F.»- Specchio riassuntivo delle proposte formulate dai C.A. APV 24 Corpo di Stato Maggiore del R. E. circolare n° 001890 del 17/7/ 40 «Ordinamento delle unità di artiglieria G.a.F.» APV 25 I piani di operazione e radunata italiani 1920/1940 Elaborazione Ascoli Annesso all'allegato n°25. Presumibile situazione delle forze dei Raggruppamenti artiglieria G.a.F. di prevista assegnazione ai Corpi di Armata per i settori di competenza in caso di attuazione del P.R. 9. Elaborazione Ascoli 26 Specchio delle unità di artiglieria e mitraglieri da posizione individuate fra quelle affluite in rinforzo alle forze schierate nel teatro operativo italo/francese. Elaborazione Ascoli 27 Struttura sett9riale della Guardia alla Frontiera a.I 1°giugno 1940. Elaborazione Ascoli 28 Presumibile situazione delle unità di artiglieria G.a.F. alla data del 01/06/1940, a mente della direttiva per le operazioni del P.R. l 2. Elaborazione Ascoli 29 Stato Maggiore dell'Esercito circ. 5000 Ali. l "Elenco delle unita' che hanno partecipato allo svolgimento delle operazioni alla frontiera alpina occidentale dall'l l al 25 giugno 1940". Ali. 2 "Elenco delle unità che hanno partecipato allo svolgimento delle operazioni alla frontiera italo-jugoslava dal 6 al 18 aprile 1941." Circ. 5000. Arch. Toldo 30 Ordine di Battaglia della D.f. «Superga» al confine italo/francese al 9 /06/ 40 A.U.S.S.M.E. D.S. D. f. «Superga» 31 Ordine di Battaglia delle FF.M. in Africa Settentrionale al 1 giugno 1940 A.U.S.S.M.E. D.S. XX e XXI C.A. 32 Situazione delle forze della G.a.F. della 4" Armata al l dicembre 1940 A.U.S.S.M.E. D.S. 4A Armata 33 Stato Maggiore R. Esercito - Ufficio Operazioni Sez. 2" f.n.458 di prot. del 24 dicembre 1940-XIX all'oggetto: "Impiego armi della G.a.F. per altre esigenze." A.U.S.S.M.E. D.S. Il C.A. 34 2° COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA- Ufficio Mobilitazione. F.n.2972/16-12/M. di prot del 31 Ottobre 1942- XXI, ali' oggetto: "Sostituzione dei fucili mitragliatori Breda con f.m. Hotchkiss di p.b." c.s.
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35 Carteggio relativo alla emergenza"O"-predisposizioni, forze previste e disposizioni A.U.S.S.M.E. Ll0/67 36 2° Comando G a F .Fonogrammi ai Settori dipendenti per l'attuazione delle misure previste per la esigenza "O". A.U.S.S.M.E. D.S. Il C.A. 37 Comando 4/\Armata - f.n. 8434/0p del 16/11/1942 all'oggetto: "Occupazione integrale del territorio francese". A.U.S.S.M.E. D.S. 4/\ Armata 38 1° Comando G.a.F. - f.n. 3870 del 20/11/1942 all'oggetto: «Passaggio di dipendenza ai Comandi Difesa Territoriale» A.U.S.S.M.E. D.S. I C.A. 39 2°Comando G. a F. - f.n. 02/189 di prot. all'oggetto: "Costituzione nuovo Battaglione mobile Guardia alla Frontiera" 23 gennaio 1943- A.U.S.S.M.E. D.S. Il C.A. . 40 Situazione descrittiva della Guardia alla Frontiera della 4/\ Armata alla data 1/ l / 43 A.U.S.S.M.E. D.S. 4/\ Armata 41 Situazione descrittiva della dislocazione dei Comandi e Reparti dipendenti dal 1° Settore di Copertura alla data del 15 marzo 1943 - A.U.S.S.M.E. D.S. I Settore di Copertura 42 Situazione descrittiva della dislocazione dei Reparti e Comandi dipendenti dal V Settore di Copertura alla data del 15 marzo 1943 A.U.S.S.M.E. D.S. V Settore di Copertura 43 Comando 4/\ Armata, all. al f. n. 22 11 del 20 marzo 43 all'oggetto: "Ripartizione fra le Unità dipendenti dalla 4/\ Armata dei compiti di sorveglianza e controllo delle strutture fortificate francesi". A.U.S.S.M.E. D.S. 4/\ Armata 44 Comando difesa di Bo 1zano, f.n. 03/1196 del 30 maggio 1941 all'oggetto: "Servizio di vigilanza alle opere difensive" APV 45 14° COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA Dislocazione particolareggiata, alla data del 31 maggio 1943, delle truppe dipendenti, organiche ed assegnate in servizio A.U.S.S.M.E. D.S. 14° C/do G.a.F. 46 COMANDO XXVII SETTORE DI COPERTURA f.n. NA/ 13/ 2045 di prot. del 19 aprile 1941 - Rapporto situazione A.U.S.S.M.E. D.S. C/do G.a.F. D.T. di Trieste 47 COMANDO GUARDIA ALLA FRONTIERA DEL Xl C. A N. 1/3370/0P/ di prot., lì 5 agosto 1941 -XIX Oggetto: «Costituzione di reparti mobili G.a.F.» A.U.S.S.M.E. D.S. Xl C.A. 48 Situazione delle unità della G.a.F. alla Frontiera Orientale alla data del 15 giugno 1942 Elaborazione Ascoli 49 Diario Storico del Comando delle fF. AA. della Slovenia e Dalmazia - Quadro di battaglia della 2/\ Armata al 30/11/1942 A.U.S.S.M.E. D.S. C/do FF. AA. Slovenia 2/\ A. 50 Specchio delle unità G.a.F. passate nel carico di mobilitazione del Deposito Truppe del Presidio di ZARA(f.n.170450 del 28 dicembre 42) A.U.S.S.M.E. Ml/ 461 · 51 Situazione delle forze in Africa alla data del 5 aprile 1941 A.U.S.S.M.E. D.S. C/do Sup. Forze in A.S. 52 Comando della Piazza di Tripoli: "Ordine di battaglia in data 1° dicembre 1941" (allegato n° 3 al D.S. del C/do Piazza per l'anno 1941) Stralcio relativo alle forze della Guardia alla Frontiera A.U.S.S.M.E. D.S. XX C.A. 53 Comando Superiore A.S. f.n.52 Op. T di prot. del 23 dicembre 1941 ali'oggetto: «Movimento artiglierie terrestri» c.s.
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54 Comando Guardia alla Frontiera di Albania f.n°.2340/S del 30/03/ 41, all'oggetto: «Organizzazione e presidio del I/\ Settore di copertura (Scutari) U.S.S.M.E. "Le operazioni italiane in Jugoslavia" 55 Comando Guardia alla Frontiera di Albania f.n° 2784/S del 1/04/ 41,all' oggetto: "Organizzazione e presidio del Il Settore di copertura" c.s. 56 Comando G.a.F. di Albania Situazione al 22 maggio 1941 A.U.S.S.M.E. D.S. C/do G.a.F. Albania 57 Diario storico del Comando 9" Armata - Quadro di Battaglia al 13/6/41 A.U.S.S.M.E. D.S. 9" Armata 58 Comando 9" Armata. Quadro di battaglia al 20 giugno 1943-XXI c.s. 59 Struttura ordinativa dei Reggimenti artiglieria per la G.a.F. di ALBANIA alla data del 17 aprile 1942 A.U.S.S.M.E. D.S. 26° C/do G.a.F 60 Struttura ordinativa del 26° Comando G.a.F. di ALBANIA alla data del 1 dicembre 1942
c.s. 61 Situazione delle forze G.a.F. che agiscono nell'ambito del Comando operativo Scutari/Kossovo (IV C. A) A.U.S.S.M.E. D.S. IV C.A./ arch. Figaro 62 Situazione delle forze G.a.F. alle dipendenze del XXV C.A (Settore di operazioni Ciamuria) A.U.S.S.M.E. D.S. XXV C.A/arch. Figaro 63 R. decreto 30 marzo 1943-XXI, n. 399 - Concessione dell' uso della bandiera ai reggi menti costieri e ai Settori di copertura Arch. Toldo 64 Inno marcia della G.a.F. Arch. Crosara 65 Supplemento ordinario alla Gazzetta uff;ciale n. 295 del 24 dicembre 1947 «TRATIATO DI PACE FRA L'ITALIA e LE POTENZE ALLEATE ED .ASSOCIATE» - Estratto delle clausole militari Arch. Figaro 66 N. 51 O EQUIPAGGIAMENTO. Adozione distintivo per i raggruppamenti di frontiera (con una tavola di disegno) - (Direzione generale servizi di commissariato ed amministrativi) 18 luglio 1954 Arch. Tolde
Ap rofondimenti su la Guardia alla Frontiera
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Approfondimenti sulla Guardia alla Frontiera
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Premessa. 1 . Armi ed artiglierie in installazione fissa e nelle strutture del Vallo Alpino. 2. Materiale dei Raggruppamenti artiglieria G.a.F.. 3. Strutture fortificate del Val lo A lpino.
4. Principali tipi di corazzatura utilizzati nelle fortificazioni del Vallo Alpino. 5. Cartoline della G.a.F.. 6. Le uniformi della G.a.F. 7. Distintivi e Medaglie.
PREMESSA
Le variazioni rilevate negli organici della Guardia alla Frontiera sono frutto della necessità di bilanciare quelle che possiamo definire "forze di presidio" all'ampliamento del complesso fortificato di confine. L'adeguamento fu necessariamente costante dato lo sviluppo, davvero enorme per l'epoca, impartito dallo Stato italiano al complesso delle strutture fortificate realizzate dalla fine degli anni Venti sino ai primi mesi del '43 per tutelare e difendere le sue frontiere, dissuadendo, se possibile a priori, un eventuale nemico. Questa linea fortificata, preposta alle frontiere alpine, venne così realizzata con strutture di varie tipologie definite da circolari che si susseguirono nel tempo, alla luce dei criteri fortificatori che venivano via via definendosi e dei materiali e mezzi che si rendevano disponibili. I compiti statici assegnati alla Guardia alla Frontiera, le note carenze di moderno materiale di armamento, ivi comprese le artiglierie, la massa di personale assegnato, fecero sì che al Corpo venisse sovente conferito materiale resosi disponibile perché ritirato a unità di prima linea, integrato, nel corso del conflitto, da armamento proveniente da paesi vinti. Le pagine che seguono hanno lo scopo di mettere in evidenza questi aspetti mediante documenti, lucidi, schizzi di carte topografiche, piante, fotografie e stralci di manuali dell'epoca, alcuni dei quali serviranno anche ad evidenziare aspetti particolari della vita del corpo della Guardia alla Frontiera non precedentemente presi in esame; una breve carrellata di cartoline del Corpo o regolamentari spedite da appartenenti al Corpo e una panoramica sulle uniformi e sugli attributi specifici completeranno la parte iconografica. Per i documenti si è attinto all'archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito ed ai ricordi anche cartacei dei reduci; piante, schizzi e stralci sono state tratti dai manuali e dagli archivi citati successivamente in bibliografia; numerosi
388 La Guardia Alla I+ontiera schizzi sono frutto di ricognizione sul campo tradotte dall'amico alpino De Bonis; le fotografie sono, salvo diversa indicazione, dell'autore che ha anche provveduto a rilevare e porre sulle carte la ubicazione, non contemplata dalla cartografia ufficiale, di talune opere e sbarramenti.
1. ARMI ED ARTIGLIERIE IN INSTALLAZIONE FISSA E NELLE STRUTTURE DEL VALLO ALPINO
La Guardia alla Frontiera e le strutture fortificate ad essa affidate non ebbero in dotazione armi particolarmente studiate per lo specifico impiego. Diversamente da altre nazioni che avevano realizzato armi appositamente concepite per rispondere alle esigenze delle fortificazioni, l'Italia preferì utilizzare anche per questo corpo, e per le strutture da esso presidiate, le armi presenti nei suoi arsenali e di normale dotazione alle unità del Regio Esercito. Il loro utilizzo non fu agevole e sovente si rese necessario adottare particolari accorgimenti che consentissero il loro corretto funzionamento e l'incolumità del personale addetto. Alla luce di queste problematich e che venivano emergendo si provvide, in tempi successivi, allo studio, realizzazione e messa in opera di affusti speciali su cui incavalcare le normali artiglierie, di supporti per mitragliatrice, posti in essere particolarmente nelle cupole metalliche, di piastre di corazzatura frontale parimenti dotate di supporti e porte armate per mitragliatrici e fucili mitragliatori. Ciò permise di dotare e far utilizzare, in modo sicuro ed appropriato, armi dello. stesso tipo dal personale preposto alle strutture e da quello addetto alla sua difesa ravvicinata. L'esame delle armi automatiche di reparto utilizzate dal personale, vuoi fuori che dentro le strutture, evidenzia la presenza delle seguenti armi: - Fucile mitragliatore Breda, ch e fu l'unico della sua categoria ad essere prodotto e distribuito alle unità del Regio Esercito; arma di elevata perfezione meccanica ma assai delicata e per nulla rustica, era alimentata da caricatori metallici di 20 cartucce calibro 6,5. Nato per integrare il tiro collettivo di fucileria a media distanza, venne impiegato dalla G.a.F. quale arma automatica di reparto e per armare gli ingressi delle opere o le caponiere di protezione agli ingressi . - Mitragliatrice Fiat modello 14 raffreddata ad acqua 1 con caricatore da 50/100 colpi di calibro 6,5, che già impiegata nel corso della Grande Guerra, era ancora in distribuzione ai reparti al momento della costruzione delle prime fortificazioni del Vallo e venne quindi utilizzata per armare alcuni centri di fuoco; rimasto fino ad allora immutato, nel 1935 il materiale fu oggetto di numerose modifiche dalle quali risultò la mitragliatrice da mm 8 Fiat 14/35. Questo modello, che quasi certamente fu l'arma automatica pesante più utilizzata nelle fortificazioni metropolitane, era a ripetizione automatica ad utilizzazione diretta del rinculo; raffreddata ad aria, veni/
1 Un manicotto refrigerante avvolgeva la canna e conteneva 5 litri di acqua; altri 12 litri erano contenuti in un bidone munito di pompa rotativa collegato all'arma da due tubi.
Aj}/Jrqf-òndimenti sulla Guardia alla Frontiera
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va alimentata con nastro metallico normalmente di 50 elementi ed aveva gittata utile fino ai 1.000 metri, massima 6.000 metri. Mitragliatrice Breda 37, arma automatica di calibro 8, a sottrazione di gas dalla canna, raffreddata ad aria, rustica, affidabile e robusta, idonea all'arresto ed all'accompagnamento che fu assegnata, a ll'atto della mobilitazione, quale arma di normale dotazione, alle unità mitraglieri, mentre affluì lentamente ai restanti reparti del corpo, che di conseguenza non poterono sostit~ire globalmen te con essa i precedenti modelli installati nelle fortificazioni.
Figura 1: Fucile mitragliatore Breda (Arch. Cappellano)
Figura 2: Mitragliatrice Fiat mod.14 (Esercito Anno X)
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La,
Guardia Alla Frontiera
Figura 3: Mitragliatrice Fiat mod.14/35 (Arch. Cappellano)
Figura 4: Mitragliatrice Breda 37 (Arch. Crosara)
Per quanto riguarda i materiali di artiglieria, l'esame della documentazione ci porta ad evidenziare una netta diversità di armamento fra le opere di nuova concezione, o successive alla prima Guerra Mondiale e quelle realizzate antecedentemente. Le opere di "nuova" concezione, opere di fanterie e batterie in caverna, prevedevano ed utilizzavano principalmente i pezzi da 47/32, 57/43, 75/27 mod. 06 e 100/17. Il cannone da 47/32, costruito su licenza dalla Breda a decorrere dal '35, era l'arma anticarro standard del Regio Esercito; realizzata in acciaio, con otturatore a cuneo trasversale, e riarmo del percussore senza apertura dell'otturatore, aveva un calibro di 47 m/m ed una gittata massima di 7.000 metri; leggero e maneggevole era incavalcato su affusto a deformazione a gambe divaricabili. Allorché installato in casamatta in calcestruzzo, il pezzo veniva impiegato privo di ruote poggiato sul pavimento o incavalcato su supporto; se utilizzato da casamatta corazzata, veniva applicato su di un sostegno a coda di rondine appositamente realizzato dalla Direzione Superiore del Servizio Tecnico di Artiglieria.
Approfandimenti sulla Guardia alla Frontiera
39I
Figura 5: Schizzo di cannone da 47/32 su supporto per opera.
Figura 6: Cannone da 57 / 43 mod.18 R.M.
Il cannone anticarro da 57/43 Regia Marina, montato su piedistallo a candeliere, era protetto, allorché posizionato in struttura cementizia o caverna, da feritoia ricavata in piastra corazzata. Arma di origine navale, venne impiegata con funzione esclusivamente controcarro nelle strutture del primo sistema; incavalcato su affusto a candeliere aveva una gittata massima di 7.400 metri, una cadenza di tiro di 58 colpi/minuto, velocità iniziale di 665m/sec. ed un settore di tiro orizzontale di 45° e verticale da - 10° a+ 15°. Il cannone da 75/27 modello 06, era il pezzo maggiormente utilizzato nel Vallo Alpino (al giugno 1940 infatti ne armava 101 strutture) ove veniva installato all'interno di speciale casamatta metallica resistente ai medi calibri o in casamatta di calcestruzzo ed incavalcato su affusto da fortezza (tipo 4) che, ancorato alla casamatta, consentiva spostamenti in direzione su rotaie arcuate. Veniva inoltre impiegato da
392 La Guardia Alla Frontiera caverna, con cannoniera corazzata a doppio svaso o a grande feritoia, utilizzando in questo caso l'affustino del complesso campale ed un affusto speciale (carrello tipo décauville) poggiante mediante rotelle su rotaie fissate al pavimento della caverna ed ancorato ad una piastra di corazzatura frontale. Per evitare la presenza dei gas prodotti dalla deflagrazione della carica di lancio all'interno della caverna, la bocca da fuoco veniva munita, alla volata, di un tubo di prolunga di circa 40 cm. Aveva una gittata massima di 10.240 metri ed una cadenza di tiro pari a 10 colpi/min.; il settore di tiro era in funzione del tipo di affusto. Queste le principali caratteristiche del pezzo da 75/27 nelle due installazioni: a) in casamatta Figura 7: Installazione per casamatta
Figura 8: Installazione in casamatta tipo 4 (Arch. Cappellano)
Cannone da 75/27 Mod. 06 in CASAMATTA Bocca da fuoco: quella da 75/27 rnod. 06. Installazione: l'installazione in casamatta (metallica o di calcestruzzo) 2, con affusto a corto rinculo, utilizza la culla, il freno - ricuperatore e l'affustino del complesso campale. Il freno è, però, modificato per ridurre il rinculo a circa 600 millimetri e il congegno di direzione è bloccato. Il complesso bocca da fuoco, culla, affustino è montato su affusto speciale ancorato alla casamatta e suscettibile di spostamenti in direzione su rotaia arcuata.
2 La casamatta metallica era prefabbricata,realizzata in acciaio fuso resistente ai grossi calibri. Poteva essere composta di quattro o tre elementi : nel primo caso tre elementi avevano ciascuno un peso di 10 tonnellate mentre ìl quarto ne pesava 5, nel secondo caso il peso dei singolo elementi era rispettivamente di 20,10,5 tonnellate.
Apprefondimenti sulla Guardia alla Frontiera
393
Settore orizzontale di tiro: -20° +20° per la casamatta metallica; -15° +15° per la casamatta di calcestruzzo. Settore verticale di tiro: -15° +30° per la casamatta metallica; -15° + 15° per la casamatta di calcestruzzo.
Figura 9: Affusto per installazione in casamatta
b) m caverna
Figura 10: Installazione con cannoniera a doppio svasso
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394
La Guardia Alla Frontiera
Figura 11:
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Installazione a grande feritoia. ""· G.Oo
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CANNONE DA 75/27 Mod. 06 IN CAVERNA Bocca da fuoco: quella da 75/27 mod. 06 munita, però, di un tubo di allungamento della volata, della lunghezza di 40 cm., per impedire che i gas della carica di lancio, uscenti dalla volata, penetrino nella caverna.
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Figura 12: Affusto per installazione in caverna.
Aj1jmJòndimentì sulla Guardia a/La Frontiern
395
Installazione: l'installazione in caverna utilizza la culla, il freno ricuperatore e l'affustino del complesso campale. Il complesso bocca da fuoco culla affustino è montato su un affusto speciale, poggiante mediante rotelle su due rotaie fissate al pavimento della caverna e ancorato ad una piastra di corazzatura frontale Settore di tiro orizzontale -150° 0 +150° 0 verticale -150° 0 +150° 0 Piastra di corazzatura frontale mm. 2300xl 750><105 Peso della piastra kg. 3200 circa Congegno di puntamento: Alzo a cannocchiale per cannone da 75/27 mod. 06 a rinculo ridotto appositamente studiato, applicato direttamente alla culla. Settore gTaduato in millesimi, applicato all'affustino per la lettura degli angoli di direzione. Proietti, cariche di lancio, bossolo, cann elli: quelli del cannone da 75/27 mod. 11. L'obice da 100/17 mod. 14 (Preda Bellica) era il pezzo di maggior calibro installato in impianto in caverna; la sua cadenza di tiro era pari a 4/6 colpi/min. ed aveva una gittata pari a 9.290 metri. Utilizzato per armare alcune opere r ealizzate nella prima fase edificatoria nel settore delle Alpi Marittime, era dislocato nella camera di tiro ed impiegato incavalcato sul suo normale affusto. Fonti di arch ivio danno inoltre notizia della esistenza di opere di artiglieria in cui questo pezzo rimaneva stoccato in caverna e fattò u scire nella camera di combattimento soltanto al momento dell'azione. Alla luce della sue caratteristiche di tiro curvo e per l'efficacia dei suoi proiettili, per armare vuoi alcune particolari opere ricavate in roccia che specifiche unità dei raggruppamenti G.a.F., venne inoltre utilizzato il pezzo da montagna da 65/17, già impiegato con successo nel corso del primo conflitto m ondiale.
396 La Guardia Alla Frontiera _,
Figura 14: Cannone da 65/17 (Arch. Cappellano)
Le opere di "antica concezione" e cioè i forti risalenti a prima del primo conflitto mondiale, rimodernati nel dopoguerra ed inseriti all'atto della sua costituzione nella compagine del Vallo Alpino, prevedevano ed utilizzavano quali artiglierie3: -cannoni da 57 in torretta a scomparsa, -cannoni da 120/21 in torre corazzata, -cannoni in installazione in pozzo da 120/40, -cannoni da149/35 collocati in installazione a pozzo tipo A e tipo G, -cannoni da 149/35/S m installazione a _ pozzo tipo S -cannoni da 149/35 A in installazione tipo A.M.
2.
G. A. F. I raggruppamenti, reggimenti, gruppi e batterie della Artiglieria G.a.F. entrarono in guerra armati, in massima parte, di materiale di cui l'Italia era venuta in possesso al termine della prima guerra mondiale e che era stato assegnato in attesa che le nuove artiglierie previste dal piano di rinnovo fossero prodotte e potessero affluire ai reparti di impiego. La dichiarazione di guerra anticipò la loro completa sostituzione, per cui molti reparti, e fra essi la quasi totalità di quelli G.a.F., dovettero entrare in linea con questi materiali le cui caratteristiche li rendevano scarsamente idonei ad una guerra moderna. Essendo il compito della G.a.F. difendere dalle proprie posizioni il confine, le superiori autorità ritennero che tale materiale potesse essere temporaneamente ancora valido poiché, anche se sovente di difficile mobilità, al momento era ancora balisticamente all'altezza del compito richiesto. Erano inquadrate nelle unità di artiglieria per la G.a.F.: - artiglierie in installazioni fisse (quelle che armavano i vecchi forti); - artiglierie leggere suddivise in: - fisse, dislocate all'interno delle strutture fortificate; - mobili, collocate fuori dalle strutture, con il compito di integrare l'azione delle armi posizionate nelle strutture fortificate; MATERIALI DEI RAGGRUPPAMENTI E GRUPPI AUTONOMI DI ARTIGLIERIA DI
3 Non ulteriormente descritti in quanto assaì noti e riportati t ra l'altro nel Volume di S.M.E." La Difesa dell'arco alpino 1861-1940".
Apprqfondirnenti sulla Guardia alla Fhmtiera
397
- artiglierie classificate di Corpo d'Armata e di Armata, mobili, destinate a svolgere azioni di controbatteria ed interdizione lontana.4 Alle artiglierie mobili appartenevano: - classificati artiglierie leggere i cannoni da 65/17, 70/15, 75/13, 75/27 mod. 906, 911 e 912, 77/28 e da 100/17 mod. 14, 16; - definiti artiglierie di Corpo di Armata i pezzi da 105/14, da 105/28, 149/12, 149/13 e da 149/35 . - i cannoni da 152/13, 152/37, 152/45, i mortai da 210/8/DS e da 260/9, gli obici da 305/17, 380/15, 420/12 catalogati artiglierie d'Armata.
2.1 DATI SINTETICI, CARATTERISTICHE E FOTOGRAFIE DELLE PRINCIPALI ARTIGLIERIE MOBILI IN SERVIZIO NEI REPARTI DI ARTIGLIERIA G.A.F.
CANNONE MITRAGLIERADA20 Denominazione: Cannone mitragliera da 20 m/m mod.35 Bocca da fuoco Arma a presa di gas regolabile Alimentazione automatica a scatto Sistema di chiusura a blocco otturatore Lunghezza dell'appoggio dell'orlo del bossolo al vivo di volata mm. 1.300 Lunghezza della parte rigata mm. 1.159 Lunghezza dell'appoggio dell'orlo del bossolo all'origine delle righe mm. 141 Lunghezza totale mm. 1.870 Velocità iniziale m/s 830 Volume ........ .iniziale di combustione dm3 0,048 Totale della b. d. f. 0,434 Rigatura: numero delle righe 8 Verso da sinist ra a destra Passo costante mm. 724 Peso: della canna con coprifiamma Kg. 28,5 del castello completo 40,8 Celerità di tiro massima: 240 colpi al l ' Affusto A piattaforma, a code t rasformabile per il traino in affusto a ruote e scomponibile in cinque carichi per il trasporto a soma Altezza del ginocchiello con installazione su code mm. 780 su ruote mm. 885 Settore verticale di tiro: da - 10° a +80° Settore orizzontale di tiro su affusto a code 360°
4 Di massima le artiglierie in installazione lissa e quelle leggere, fisse e mobili, costituivano i gTuppi Sempre Pronti mentre quelle destinate alla controbat;teria ed interdizione lontana facevano parte dei Reggimenti o Raggruppamenti (in guerra).
398
La Guardia Alla Frontiera
Peso del pezzo in batteria su installazione a code Kg. 330 a ruote Kg. 370 Kg.370 Peso del pezzo disposto per l'ippotraino Kg. 350 per l'autotraino Kg. 370 Peso del pezzo in batteria Gittata massima: 5.000 metri
Figura 15: Cannone mitragliera da 20 m/m.
CANNONE DA 65/17 Denominaziorre: CANNONE DA 65/17 Bocca da fuoco Di acciaio, a pareti semplici Lunghezza della parte rigata mm. 905 - cal. 13,9 Lunghezza totale mm. 1150 - cal. 17,7 Volume iniziale di combustione (granata da 65) dm. 0,471 Pressione dovuta alla massima, carica (granata da 65) atm. 1450 Rigatura numero delle righe 24 Verso da destra a sinistra mm. 1.950 cal. 30 Passo costante Congegno di chiusura a vite tronco conica Congegno di sparo a percussione, a ripetizione Peso della bocca da fuoco con l'otturatore Kg. 100 Peso dell'otturatore Kg. 7,500 Affusto A deformazione, affustino a perno anteriore per il puntamento, in direzione, lungo rinculo costante. Freno idraulico, a controasta di sezione variabile, sistemata anche come freno di ritorno: litri 4,060 di miscela di acqua e glicerina a densità 220, 5 Bè. Lunghezza del rinculo .......... mm. 950 Ricuperatore a molle, contenute entro il cilindro del freno
Apprqfondimentì sulla C',uardia alla Frontiera
Altezza dell'asse del pezzo..... 671 Settore verticale di tiro da -7° 30 a +20° Settore orizzontale di tiro 8° Lunghezza totale del pezzo in batteria mm. 3570 Peso del pezzo in batteria...... Kg. 556 Gittata massima 6.500 metri
Figura 16: Cannone da 65/ 17.
CANNONE DA 70/15 Denominazione: CANNONE DA 70/15 Bocca da fuoco Di acciaio Lunghezza della parte rigata min. 944 - cal. 13,5 Lunghezza totale .. 1150 - cal.16,4 Volume iniziale di combustione (granata a pallette da 70) dm3 0,420 Pressione dovuta alla massima carica (granata a pallette da 70) - atm. 1.500 Rigatura numero delle righe 28 Verso da destra a sinistra Passo costante mm. 2.450 cal. 35 Congegno di chiusura a vitone tronco conico Peso della bocca da fuoco con otturatore kg. 100 Peso dell'otturatore Kg. 9,500 Affusto Rigido. Alt~zza dell'asse delle orecchioniere da terra mm. 697 Settore verticale di tiro da -12 a +21 Carreggiata (ingombro a terra) mm. 915
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La Guardia Alla Frontiera
Lunghezza del pezzo in batteria mm. 2.700 Peso del pezzo in batteria Kg.387 Gittata massima m. 6.500
Figura 17: Cannone da 70/15. (Archìvìo Cappellano)
CANNONE DA 75/27 mod. 06 Denominazione: CANNONE DA 75/27 Bocca da fuoco Di acciaio, al nichelio; tubo anima e manicotto di cerchiatura che porta l'otturatore Lunghezza della parte rigata mm. 17 44,5 - cal. 23,3 Lunghezza totale mm. 2.250 - cal. 30 Volume iniziale di combustione (granata da 75) dm3 1,066 Pressione dovuta alla massima carica (granata da 75/27 ·mod. 32) atm. 2.412 Rigatura numero delle righe 28 Rigatura verso .... da destra a sinistra .... progTessiva passo iniziale mm. 3.750 cal. 50 finale mm. 2.250 cal. 30 Congegno di chiusura a cuneo orizzontale Congegno di sparo a percussione, a ripetizione Peso della bocca da fuoco con otturatore Kg. 345 Peso dell'otturatore Kg. 27 Affusto A deformazione - porta culla imperniato sulla sala e perno anteriore per la culla per il puntamento, in direzione Freno idraulico, a valvola rotante con valvola a farfalla per il ritorno: litri 4,5 di olio
Apprefondimenti sulla Guardia alla Frontiera
- - - -- - -- - - - - - - -minerale incongelabile Lunghezza del rinculo Ricuperatore a molla. Altezza dell'asse del pezzo Settore verticale di tiro da Settore orizzontale di tiro Peso del pezzo in batteria Git tata massima
mm. 1300 mm. 950. -10° a +16° 7° Kg 1.015 8350 metri
Figura 18: Cannone da
75/27. mod.06. (Archivio Cappellano)
CANNONE DA 75/27 mod. 11 Denominazione: CANNONE DA 75/27 Bocca da fuoco Di acciaio, t ubo anima e manicotto di cerchiatura che porta l'otturatore Lunghezza della parte rigata mm. 1748 - cal. 23,3 Lunghezza totale mm 2132 - cal. 28,43 Volume iniziale di combustione (granata da 75) dm 3 1,066 Pressione dovuta alla massima carica (granata da 75/27 mod. 32) atm. 2412 Rigatura numero delle righe 28 Rigatura verso .... da destra a sin istra passo costante mm. 22,50 - cal.30 Congegno di ch iusura a vitone, a blocco eccentrico Congegno di sparo a per cussione, a ripetizione
40 1
402
La Guardia Alla Frontiera
Peso della bocca da fuoco con otturatore Kg. 305 Peso dell'otturatore Kg. 20,500 Affusto A deformazione - coda doppia Freni idraulici, a contro asta con scanalatura di rinculo e di ritorno, embolo con anello scorrevole distributore, riempitore automatico con embolo a molla. Lunghezza del rinculo mm. 1360 Ricuperatore a molla Altezza dell'asse del pezzo mm. 950 Settore verticale di tiro da -15° a +65° Settore orizzontale di tiro 52° 9' Peso del pezzo in batteria Kg. 1.076 Gittata massima 8.350 metri
Figura 19: Cannone
da
75/27 mod. l l.
CANNONE DA 75/27 mod. 12 Denominazione: CANNONE DA 75/27 Bocca da fuoco Di acciaio, al nichelio; tubo anima e manicotto di cerchiatura che porta l'otturatore Lunghezza della parte rigata mm. 1. 744,5 - cal. 23,3 Lunghezza totale mm 2250.-.cal.30 Volume iniziale di combustione (granata da 75) dm3 1,066 Pressione dovuta alla massima, carica (granata da 75/27 mod.32) atm. 2.412 Rigatura numero delle righe 28 Rigatura, verso .... da destra a sinistra progressiva passo iniziale mm. 3. 750 cal. 50 finale mm. 2.25,0 cal. 30
Approfondimenti sulla Guardia alla Frontiera
403
Congegno di chiusura a cuneo orizzontale Congegno di sparo a percussione, a ripetizione Peso della bocca da fuoco con otturatore Kg. 345 Peso dell'otturatore Kg. 27 Affusto A deformazione - porta culla imperniato sulla sala e perno anteriore per la culla per il puntamento, in direzione Freno idraulico, a valvola rotante con valvola a farfalla per il ritorno: litri 5,240 di olio minerale incongelabile Lunghezza del rinculo mm. 1.300 Ricuperatore a molla mm. 950 Altezza dell'asse del pezzo Settore verticale di tiro da -10° a +16° Settore orizzontale di tiro 7° Peso del pezzo in batteria Kg. 900 Gittata massima 8.350 metri Mancanza di seggioli per serventi, vomere ribaltabile, parte superiore dello scudo non ribaltabile.
Figura 20: Cannone do 75/27 mod.12.
CANNONE DA 77/28 Mod. 5/8 Denominazione: CANNONE DA 77/28 Bocca da fuoco Dì bronzo compresso, a pareti semplici o tubate di acciaio Lunghezza della parte rigata mm. 1.776 - cal. 23,2 Lunghezza totale mm. 2. 995 - cal. 30 Volume iniziale di combustione (granata da 77 originali ad anelle) dm3 1,106 Pressione dovuta alla massima, carica (granata da 77 corta) atm. 1.829 Rigatura numero delle righe 30 Rigatura verso .... da sinistra a destra
404
La C'TUardia Alla Frontiera
Rigatura progressiva passo iniziale mm. 2.892 cal. 37,8 finale mm. 1.843 cal. 24,1 Congegno di chiusura a cuneo orizzontale Congegno di sparo a percussione, a ripetizione Peso della bocca da fuoco con l'otturatore Kg. 355 Peso dell'otturatore Kg. 20 Affusto A deformazione Freno idraulico, con scanalature nel cilindro con spina tuffante: litri 3,585 di miscela di acqua e glicerina a densità 17,9 Bè. Lunghezza del rinculo mm.1300 Settore verticale di tiro da -7° a +18° Settore orizzontale di tiro 8° Lunghezza totale del pezzo in batteria mm. 2.295 Peso del pezzo in batteria Kg 1.050 Gittata massima 7.300 metri
Figura 21: Cannone
da 77 /28
mod 5/8.
OBICE DA 100/17 mod.14 Denominazione: OBICE DA 100/17 Bocca da fuoco Dì acciaio, a pareti semplici (in qualche esemplare a tubo anima cerchiata) Lunghezza della parte rigata mm. 1.500 - cal. 15 Lunghezza totale mm. 1.930 - cal. 19 Volume iniziale di combustione (granata a d. e da 100) dm3 1,326 Pressione dovuta alla massima carica (granata a d. e da 100 mod. 32) atm. 2.130 Rigatura numero delle righe 36 Rigatura, verso .... da sinistra a destra passo .... costante mm. 2.500 cal. 25
AfJ/Jrqjònrb:menti sulla Guardia alla Frontiera
Congegno di chiusura a cuneo orizzontale - manovra semi automatica Congegno di sparo a percussione, a ripetizione Affusto A deformazione, con affustino per il puntamento in direzione Freno idraulico, a valvola rotante: l. 4,800di olio minerale incongelabile Lunghezza del rinculo mm. 1.370/500 Ricuperatore a molla Altezza dell'asse del pezzo mm. 1.018 Settore verticale di tiro da -8°a +48° Settore orizzontale di tiro 5° 21' Lunghezza totale del pezzo in batteria mm. 3.570 Kg. 1.417 Peso del pezzo in batteria Gittata massima 8.180 metri
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Figura 22: Obice da
100/17.
OBICE DA 105/14 Denominazione: OBICE DA 105/14 Bocca da fuoco Di acciaio, con manicotto di culatta Lunghezza della parte rigata mm. 1.181,9 Lunghezza totale mni. 1.470 Rigatura numero delle righe 32 Rigatura, verso sinistrorso Passo progressivo con inclinazione iniziale di 5° 32' e finale di 12° Congegno di chiusura a vite cilindrica eccentrica, per bossolo metallico Congegno di sparo a percussione, a martello con scatto a ripetizione
405
406
La Guardia Alla Frontiera
Peso dell'obice con l'otturatore Kg. 360 Affusto A ruote (di legno cerchiate in ferro), a coda unica, a deformazione, con rinculo costante. Nella slitta sono ricavati il cilindro del freno e i cilindri del recuperatore Freno idraulico (miscela di acqua 40% e glicerina 60% su litri 3) Equilibratore a molle Lunghezza del rinculo mm. 1.010 Ricuperatore idropneumatico (miscela di acqua 40% e glicerina 60% su litri 3,760) Pressione aria nel recuperatore atm. 33 Altezza dell'asse del pezzo mm. 1.000 Settore verticale di tiro da -5° a +70° Settore orizzontale di tiro 5° Gittata massima 8.100 metri
Figura 23: Obice da 105/14. (Arch. Cappellano)
CANNONE DA 105/28 Denominazione: CANNONE DA 105/28 Bocca da fuoco Di acciaio speciale, a corpo di artiglieria cerchiata in culatta con manicotti a forzamento Lunghezza della parte rigata mm. 2.525 - cal. 24 Lunghezza totale mm. 2.987 - cal. 28,5 Volume iniziale di combustione (granata da 105) dm3 3,365 Pressione dovuta alla massima carica (granata da 105 mod. 32) atm. 2.521 Rigatura numero delle righe 40 Rigatura, verso .... da destra a sinistra passo .... costante mm. 2.624 cal. 25 Congegno di chiusura a vite cilindrica Congegno di sparo a percussione, a ripetizione Peso della bocca da fuoco con l'otturatore Kg. 850 Peso dell'otturatore Kg. 35 Affusto A deformazione, lungo rinculo costante scorrimento sulla sala per la direzione Freno idraulico, a controasta centrale di sezione variabile, con valvola per freno di ritorno: litri 4,700 di miscela di acqua e glicerina a densità 16,9 Bè. Lunghezza del rinculo mm. 1.200
Apprrifòndimenti sulla Guardia alla Frontiera
407
Settore verticale di tiro da -5° a +37° Settore orizzontale di tiro 14° Kg. 2.470 Peso del pezzo in batteria 11.200 metri Gittata massima
Figura 24: Cannone da
105/28.
OBICE DA 149/12 mod.14 Denominazione: OBICE DA 149/12 mod. 14 Bocca da fuoco Di acciaio speciale, tubo anima rinforzato in culatta da un manicotto che porta l'alloggiamento dell'otturatore Lunghezza della parte rigata mm. 1.644,5 - cal. 11 Lunghezza totale mm. 2.090 - cal. 14 Volume iniziale di combustione (granata da 149/12) dm3 1,920 Pressione dovuta alla massima, carica (granata da 149/12): atm. 1700 Rigatura numero delle righe 36 Rigatura, verso .... da destra a sinistra progressiva, passo iniziale mm. 7.450 cal. 50 finale mm. 3. 728 cal. 25 Congegno di chiusura a cuneo orizzontale Congegno di sparo a percussione, a ripetizione Peso della bocca da fuoco con otturatore Kg. 870 Kg. 96 Peso dell'otturatore Affusto A deformazione, affustino per il puntamento in direzione, lungo rinculo costante
408 La Guardia Alla Frontiera Freno idraulico, a scanalature nel cilindro e a controasta centrale a valvola per il ritorno: litri 5,870 di miscela di acqua e glicerina a densità 19,9 Bè. Lunghezza del rinculo mm. 1.250 Recuperatore: idropneumatico Settore verticale di tiro da -5° a +43° Settore orizzontale di tiro 5° Peso del pezzo in batteria Kg. 2.344 Gittata massima 6.900 metri
Figuro 25: Obice da 149/12 mod.14. (Arch. Cappellano) /
OBICE DA 149/12 mod.18 Denominazione: OBICE DA 149/12 mod.18 Bocca da fuoco È quella dell'obice da 149/12 mod. 14 opportunamente adattata con l'uso della serie di ghiere per l'appendice dell'obice Affusto A deformazione, affustino per il puntamento in direzione, lungo rinculo costante Freno idraulico, a scanalature nel cilindro e a controasta centrale a valvola per il ritorno: litri 5,870 di miscela di acqua e glicerina a densità 19,9 Bè. Lunghezza del rinculo mm. 1.250 Recuperatore: idropneumatico Settore verticale di tiro da +3° 30' a +65° Settore orizzontale di tiro 5° 20' Peso del pezzo in batteria Kg. 2.344 Gittata massima 6.900 metri
A.fJPrefondimenti sulla Guardia alla Frontiera
409
Figuro 26: Obice da
149/13 mod.18.
OBICE DA 149/13 Denominazione: OBICE DA 149/13 Bocca da fuoco Di acciaio speciale, tubo anima cerchiato in culatta da manicotto che porta l'otturatore Lunghezza della parte rigata mm. 1.542,1 - cal. 10,3 Lunghezza totale mm. 2.100 - cal. 14,1 Volume iniziale di combustione (granata da 149/12 modificata) dm3 4,130 Pressione dovuta alla massima, carica (granata da 149/12 modificata) atm. 1.770 Rigatura numero delle righe 36 Rigatura , verso da sinistra a destra passo costante mm. 4.4 73 cal. 30 Congegno di chiusura a cuneo orizzontale Congegno di sparo a percussione, a ripetizione Peso della bocca da fuoco con otturatore Kg. 870 Peso dell'otturatore Kg. 85 Affusto A deformazione, con affustino per il puntamento in direzione Freno idraulico con valvola rotante: litri 5 di miscela di acqua e glicerina a densità 23 Bè. Congegno di regolazione del rinculo: in funzione del variare dell'inclinazione Lunghezza del rinculo max. mm. 1.450, min. mm. 530 Recuperatore: idropneumatico Settore verticale di tiro da -5° a +70° Settore orizzontale di tiro 6°
410
La Guardia Alla Frontiera
P eso del pezzo in batteria Kg. 5.600 Gittata massima 8.000 metri
Figura 27: Obice da 149/13.
CANNONE DA 149/ 35 Denominazione: CANNONE DA 149/35. Bocca da fuoco Di acciaio al nichelio, corpo di artiglieria cerchiato in culatta da un lungo manicotto e da diversi çerchi Lunghezza della parte rigata mm. 4.604 - cal. 30,9 Lunghezza totale mm. 5.722 - cal. 38,7 Volume iniziale di combustione (granata mon. da 149/35) dm3 10,368 Pressione dovuta alla massima carica (granata mon. da 149/35) atm. 2.200 Rigatura: numero delle righe 48 (rigatura a passo costante), 36 (con rigatura mista) Rigatura, verso .... da sinistra a destra Può essere a passo costante (mm. 4.440 cal. 29,8) o mista con rigatura variabile per ciascuno dei tre tratti in cui è suddivisa la canna. Congegno di chiusura a vitone cilindrico con anello plast ico Sparo mediante cannello a frizione Peso della bocca da fuoco con otturatore Kg. 3. 700 Peso dell'otturatore Kg. 72 Affusto da assedio A r uote, rigido; munito per il tiro di rotaie a cingolo, di pancone di coda e puntello Settore verticale di tiro da -10° a +35° Gittata massima 16.600 metri Peso del pezzo in batteria Kg. 8.220
AjJprqfondimenti sulla Guardia alla Frontiera
Cannone do 149/35
4n
Figura 28: Cannone do 149 /35
Traino. Per i percorsi brevi si può eseguire con o senza rotaie a cingolo applicando all'affusto un avantreno. Per lunghi percorsi il pezzo deve essere scomposto in affusto e cannone e ciascuno di essi esser posto su un carro rimorchio da trainare con trattrice (carro porta cannone) e autocarro trattore (carro porta affusto). Per il traino e trasporto in montagna deve essere impiegato materiale apposito.
OBICE DA 152/13 Denominazione: OBICE DA 152/13. Bocca da fuoco Di acciaio, composta Lunghezza della parte rigata mm. 1.663 - cal. 10,9 mm. 2.224 - cal. 14,45 Lunghezza totale
412
La Guardia Alla Frontiera
Volume iniziale di combustione (granata inglese lunga da 152/13) dm3 6,679 Pressione dovuta alla massima, carica (granata inglese lunga da 152/13) atm. 1.830 Rigatura numero delle righe 15 Rigatura, verso .... da sinistra a destra passo costante mm. 2.286 cal. 15 Congegno di chiusura a vitone cilindrico con anello plastico cuneo orizzontale Congegno di sparo con percussore a rimbalzo e martello agente a. ripetizione, o per cannello a frizione Pesò della bocca da fuoco con otturatore Kg. 1.280 Peso dell'otturatore Kg. 89 Affusto A deformazione, con affustino; rinculo variabile Freno idraulico a valvola rotante per il rinculo e a pistone tuffante per il ritorno: litri 10 di olio minerale incongelabile Congegno di regolazione del rinculo in funzione del variare della inclinazione. Lunghezza del rinculo max. mm. 1.370, rnin. mm. 610 Recuperatore: litri 15 di olio e aria compressa a 40 atm. Settore verticale di tiro da O a +45° Settore orizzontale di tiro 8° Peso del pezzo in batteria Kg. 3.690 Gittata massima 8.600 metri
/
Figura 29: Obice da 152/13. (Arch. Cappellano)
AfJjJrqfondimenti sulla Guardia alla Frontiera
413
CANNONE DA 152/45 Denominazione: Cannone da 152/45 Bocca da fuoco Di acciaio, composta Lunghezza della parte rigata mm. 5.570 - cal. 36,6 Lunghezza totale mm. 7.138 - cal. 46,7 Volume iniziale di combustione (granata a b. p. da 152/45-50) dm3 28,390 Pressione dovuta alla massima, carica (granata a b. p. da 152/45) atm. 2.760 Rigatura numero delle righe 56 Rigatura, verso .... da sinistra a destra passo costante mm. 5.472 cal. 36 Congegno di chiusura avitone cilindrico con anello plastico Congegno di sparo a percussione con percussore a rimbalzo e martello a molla con armamento nell'apertura del vitone o a mano ad otturatore chiuso Peso della bocca da fuoco con otturatore Kg. 6.4 76 Kg. 150 Peso dell'otturatore Affusto A deformazione, piccolo ginocchiello corto rinculo Freno idraulico a controasta centrale, con valvola per il freno di ritorno: litri 22 di olio minerale incongelabile per freno di sparo. Per il t iro l'affusto poggia anteriormente su una piattaforma arcuata sostenuta da un paiolo di legno, posteriormente sul vomere. Lunghezza del rinculo mm. 500 Recuperatore: a molla e compensatore a molla Settore verticale di tiro da -5° a +45° Settore orizzontale di tiro 10° Peso del pezzo in batteria Kg 16.672 Gittata massima 19.500 metri
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Figura 30: éìinnont da I 52/45
Cannone
152/45.
do
414 La C'-,uardia Alla Frontiera MORTAIO DA 210/8 Deport Schneider Denominazione: MORTAIO DA 210/8 D.S. Bocca da fuoco Di acciaio, a corpo di artiglieria rinforzato in culatta da manicotti e cerchi Lunghezza della parte rigata: mm. 1.495 - cal. 7,1 Lunghezza totale mm. 2.048 - cal. 9, 7 Volume iniziale di combustione (granata da 210) dm3 7,824 Pressione dovuta alla massima, carica (granata da 210) atm. 1.610 Rigatura numero delle righe 36 Rigatura, verso ... da destra a sinistra progressiva passo iniziale mm. 11. 760 cal. 56, finale mm. 4.200 cal. 20 Congegno di chiusura avitone simile a quello del cannone da 149/35 Sparo mediante cannello a frizione Peso della bocca da fuoco con otturatore Kg. 2.100 Peso dell'otturatore Kg. 168 Installazione mobile D.S. Affustino a cassa, con due freni idraulici superiori. Sottoaffusto a lische inclinate, scorrevole su due rotaie portanti anteriormente due freni idraulici inferiori e sopportate elasticamente da un vomere di lamiera di ferro interrato. Paiolo di travi di legno. Freni idraulici superiori: litri 1,650 di miscela acqua e glicerina a densità 23° ,5 Bè. freni inferiori litri 1,9 di analoga miscela Settore verticale di tiro da -15° a +70° Settore orizzontale di tiro 360° Lunghezza totale della installazione mm. 5.500 Gittata massima 8.400 metri
Figura 31: Mortaio da 210/8 D.S..
Apprqjòndimenti sulla Guardia alla Frontiera
MORTAIO DA 260/9 Mod. 16 Denominazione: Mortaio da 260/ 9 mod. 16 Bocca da fuoco Di acciaio, a corpo di artiglieria rinforzato in culatta da un unico manicotto Lunghezza della parte rigata mm. 1.906,5 - cal. 7,25 Lunghezza totale mm. 2.730 - cal. 10,5 Volume iniziale di combustione (granata da 260) dm3 23,858 Pressione dovuta alla massima, carica (granata da 260) atm. 2.200 Rigatura numero delle righe 80 Rigatura, verso .... da destra a sinistra passo costante mm. 4.632,3 cal. 18 Congegno di chiusura a vite smussata con anello plastico Congegno di sparo con percussore a rimbalzo e martello agente a ripetizione per effetto del proprio peso Peso della bocca da fuoco con otturatore Kg. 4.170 Peso dell'otturatore Kg. 317 Affusto A deformazione Per il traino è provvisto di assale, ruote ed avantreno Per il tiro poggia anteriormente su di una piattaforma con perno e posteriormente su di un vomere sul quale può spostarsi nel senso della direzione di 3° a destra e 3° a sinistra. L'affusto è dotato di due freni idraulici Settore verticale di tiro da+20 a +65° Settore orizzontale di tiro 60° Peso del pezzo in batteria Kg. 11.830 Gittata massima 9.100 metri
Figura 32: Mortaio da 210/8 mod.16.
416
La Guardia Alla Frontiera
OBICE DA 305/17 G. MOD. 17 Denominazione: Obice da 305/17 G. mod. 17 Bocca da fuoco Di acciaio, speciale, cerchiata Lunghezza della parte rigata mm. 4.431,86 - cal. 14,1 Lunghezza totale mm. 5.605,68 - cal. 18,39 Volume iniziale di combustione (granata mon. da 305/17) dm3 65,050 Pressione dovuta alla massima, carica (granata mon. da 305/17) atm. 2.280 Rigatura numero delle righe 60 Rigatura, verso .... da destra a sinistra passo costante mm. 5.486,4 cal. 18 Congegno di chiusura a vite cilindrica con anello plastico, cuneo orizzontale Congegno di sparo a percussione, a ripetizione Peso della bocca da fuoco con otturatore a mensola Kg. 12.790 Peso dell'otturatore con mensola Kg. 570 Installazione a grande settore mod. 17 Paiolo, costituito da un cassone - vomere, di forma piramidale, affondato nel terreno; piattaforma metallica divisa secondo un diametro in due parti riunite fra loro a cerniera; affusto a cassa appoggiato sulla piattaforma, culla e manicotto Freno idraulico a controasta . ~.J@'7i;,é~ centrale con valvola per il O,,e(t'b/Qht'/J.'r«VIJ • O/'err..1A;V,t>.f"/a'/Jtre"-.. J-·' 1.---1---l , freno del ritorno: litri 40,900 di miscela acqua e glicerina Recuperatore idropneumatico k'<>'d'e~.mr,,,..,...,,.;,.,,_ . · e,{ulti:-d Settore verticale di tiro da +20 a +65° Settore orizzontale di tiro 360° Peso del pezzo in batteria Kg. 33.770 305/17 - G Gittata massima 17.600 metri
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Figura 33: Obice da 305/17 G
mod.17.
AjJjJrq/òndimenti sulla Guardia alla F?-ontiera
417
OBICE DA 380/15 Denominazione: Obice da 380/15 Bocca da fuoco Di acciaio, composta Lunghezza della parte rigata mm. 4.719 - cal. 12,4 Lunghezza totale mm. 6.460 - cal. 17 Rigatura, verso .... da sinistra a destra passo costante Congegno di chiusura a cuneo Peso della bocca da fuoco con otturatore Kg. 20.700 Affusto È costituito da una parte inferiore o sotto affusto in lamiera metallica, a forma di cassa e da una parte superiore, affusto propriamente detto, congiunta a quella superiore tramite bolloni. Il sotto affusto è unito con chiavarde ad un tamburo, che costituisce la piattaforma girevole, ruotante su di una corona circolare posta sul fondo di un cassone di lamiera che viene completamente interrato Freno recuperatore idropneumatico Settore verticale di tiro da +40° a + 70° Settore orizzontale di tiro 360° Kg. 81.300 Peso del pezzo in batteria Kg. 16.600 Peso dell'affusto completo con scudo 15.000 metri Gittata massima Traino: si effettua con particolari vetture a carrelli con servo motori
Figuro 34: Obice da
380/15. (Arch. Cappellano)
418 La Guardia Alla Frontiera OBICE DA 420/12 Denominazione: Obice da 420/12 Bocca da fuoco Di acciaio Lunghezza della parte rigata mm. 4.570 - cal. 10,9 Lunghezza totale mm. 6.290 - cal. 14,9 Volume iniziale di combustione (granata a b. p. da 420lunga) dm3 108,251 Pressione dovuta alla massima carica (granata a b. p. da 420lunga) atm. 2.400 Rigatura numero delle righe 84 Rigatura, verso .... da sinistra a destra passo costante mm. 12.600 cal. 30 Congegno di chiusura a cuneo Peso della bocca da fuoco con otturatore Kg. 26.000 Peso dell'otturatore Kg. 1.950 Installazione Sono le seguenti: Da costa sistemata sopra una piazzola di calcestruzzo Da costa trasformata per l'assedio, sostituendo la piazzola di calcestruzzo con un paiolo di travi di legno Da assedio modello 16, simile alla installazione dell'obice da 380/15. Da assedio modello 17 con piattaforma modificata ed alleggerita in modo da poter trasportare col mezzo cassone la relativa mezza piattaforma. Freno idraulico e recuperatore idro pneumatico: litri 112 complessivi di miscela acqua e glicerina a densità 18,6 Bè; aria compressa a 16 atm. Settore verticale di tiro da +40° a+ 70° Settore orizzontale di tiro 360° Kg. 113.000 Peso dell'ins.t allazione completa Gittata massima 14.600 metri Traino: si effettua con carri generatori benzo-elettrici e con vetture a carrelli con servo motori
Figuro 35:
Obice da 420/12.
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AjJjJrqfondimenti sulla Guardia alla Frontiera
419
BOMBARDA DA 240/12 Denominazione: Bombarda da 240/12 Bocca da fuoco Di acciaio, ad anima liscia, composta di due parti che si uniscono mediante chiavarde Lunghezza del tubo base mm. 2.050 di allungamento mm. 1.010 Lunghezza totale mm. 3 .060 Congegno di chiusura a cuneo, per bossolo metallico Congegno di sparo a ripetizione Peso del tubo base Kg. 356 Peso dell'otturatore Kg. 20 Peso del tubo di allungamento Kg. 93 Peso dell'otturatore Kg. 89 Peso totale della bocca da fuoco Kg. 469 Affusto Rigido con piattaforma con paiolo Settore verticale di tiro da 550° 0 a +850° 0 Settore orizzontale di tiro 360° Peso della bombarda in batteria Kg 1447 ,5 Gittata massima 3.810 metri
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Figura 36: Bombarda da 240/12.
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420
La Guardia Alla Frontiera
PEZZI DI PREDA BELLICA CANNONE DA 100/22 P.B. Denominazione: cannone da 100/22 P.B. Cannone di preda bellica fornito dalla Germania all'Italia, nel numero di 400 esemplari tratti anche dal bottino di guerra polacco. Bocca da fuoco Di acciaio, composta Lunghezza totale mm. 2.175 Pressione dovuta alla massima carica (granata da 100 mod. 15) atm. 1.900 Velocità iniziale m/sec.407 / 415. Settore di tiro verticale da - 142° a +853° Settore di tiro orizzontale 50° Peso del pezzo in batteria Kg. 1.600, 1.500 (P) Gittata m. 9.500, 9.600 (P) Era dotato talvolta di ruote in Elektron; la versione polacca (P) per gTandi spostamenti utilizzava carrello elastico trainato da trattore Pavesi P4 0
0
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Figura 37: Cannone da
100/22 P.B. (Arch. Cappellano)
OBICE DA 105/11 P.B. Denominazione: Obice francese Schneider da 105/11 mont. P.B. Lunghezza totale mm. 1.304 Peso Kg. 750
AjJprqfòndimenti sulla Guardia alla Frontiera
421
Settore di tiro verticale -3°/+40° orizzontale 9° Velocità iniz. max.: 350 m/s Gittata max. 7 .850 metri Peso granata Kg. 12
•,
Figuro 38: Obice 105/11 P.B.(F).
3. STRUTTURE
FORTIFICATE DEL
da
VALLO ALPINO
Furono oltre cinquecentomila gli uomini incorporati nella Guardia alla Frontiera, ed un tale numero doveva essere legittimato dal complesso di strutture ad esso devoluto. L'enorme lavoro costruttivo sviluppato negli anni che precedettero il secondo conflitto mondiale può essere messo in luce esclusivamente mediante la visione di schizzi e carte topografiche riportanti l'andamento delle linee fortificate e delle eventuali strutture di supporto, nonché rappresentazioni grafiche dimostrative delle sistemazioni difensive realizzate in zone particolari della frontiera. Solo parte del materiale riprodotto emerge dalla documentazione ufficiale reperita, da testi o pubblicazioni; talora in assenza di documentazione probante, alcuni schizzi ritenuti necessari per la comprensione di questa storia della G.a.F. sono stati realizzati a seguito di ricerche svolte dall'autore, anche sul solo campo, e sulla base di ipotesi formulate, avvalendosi di quanto precedentemente reperito o appreso. Tale carenza deve attribuirsi al fatto che, nella imminenza del conflitto, si procedette alla frettolosa realizzazione e messa in opera di strutture nei punti ritenuti scoperti, senza neppure attuare le procedure di esproprio dei terreni e far intervenire le competenti Direzioni Lavori Genio; con le stesse procedure sbrigative si agì. per modificare strutture che, .ritenute superate dallo sviluppo tecnologico e quindi non più adeguate al momento, erano ubicate in punti fondamentali per la difesa. L'evolversi dei compiti attribuiti alla fortificazione e le possibilità offerte dalla tecnica produssero un succedersi di circolari specifiche che sancirono via via i nuovi tipi di strutture la cui realizzazione si susseguì lungo i confini. Solo le varie tipologie che appositamente si riportano e l'elevato numero di strutture realizzate dimostrano l'impegno profuso per la difesa dei confini ed al tempo stesso giustificano l'elevato numero di uomini che si rese necessario per il loro presidio ed impiego bellico.
422
3. 1.
La Guardia Alla Frontiera
STRUTTURE FORTIFICATE DEL VALLO ALPINO: DISLOCAZIONE
AN!>AMl:Nn:, S0HMA'2IO
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SISTSH1 blF"E!IS/V/ Suuo lCACLHIE:l?.e Oct.
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Apprefondimenti sulla Guardia alla Frontiera
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Apprefondimenti sulla Guardia alla Frontiera
425
- SVIZZERA -
VALLO ALPINO DEL. LITTORIO 194Q Figura 42: Andamento della_linea di confine nel territorio di giurisdizione dell'Armata" S ".(A.U.S.S.M.E.)
3.2
STRUTTURE FORTIFICATE DEL VALLO ALPINO: SCHIZZI DI STRUTTURE «TIPICHE»
La necessità di inserire le strutture fortificate nel paesaggio preesistente per sottrarle alla individuazione e conseguente reazione avversaria non consentì una standardizzazione costruttiva, ma rese necessario studiare molteplici soluzioni adeguate ai vari casi; la struttura tipica venne definita sulla carta, poi, caso per caso, il terreno ne determinò il reale sviluppo. Le diverse tipologie delle strutture, ricavate da varie fonti citate in bibliografia, sono rappresentate mediante schizzi o lucidi, quando si è ritenuto opportuno ricostruirne, per la loro tipicità, la originaria configurazione, oppure da fotografie che, pur riproducendo l'attuale stato dei manufatti, consentono di leggere l'evoluzione subita dal modello originario per il suo inserimento nell'ambiente.
426 La Guardia Alla Frontiera
VALLO ALPINO DEL LITTORIO
PIANTE DI POSTAZIONI REALIZZATE IN
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POSTAZIONE PER TRE ARMI
POSTAZIONE PER UNA i\RVlA
Figura 43: Piante di postazioni per mitragliatrici realizzate in calcestruzzo.
AjJ/Jrojòndimenti sulla Guardia alla Frontiera
VALLO ALPINO 1940
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Figura 44: Sbocchi di armi in opere in roccia e casamatta metallica,
427
La,
Guardia Alla Frontiera
VALLO ALPI NO 1940
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Figura 45: Accesso alle opere tramite trincea.
Apprefòndimenti sulla Guardia alla Frontiera
Strutture tipiche del Vallo Alpino_
Osservatorii
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43°
La Guardia Alla Frontiera
VALLO ALPINO DEL
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LITTORIO
1940
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Figura 47: Piante di postazioni per mitragliatrici: in caverna e in blocco di calcestruzzo·
Apprqfondimenti sulla Guardia alla Frontiera
VALLO ALPINO DEL
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LITTORIO
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431
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Af.l T IGUERIE
MEDIO CALIBRO
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ZABET Fortificazione Permanente TO ed.Piemontese 1939
Figura 48: Piante di postazioni per mitragliatrice in casamatta: metallica e di calcestruzzo.
43 2 La Guardia Alla Frontiera
VALLO
ALPINO
DEL LITTORIO
1940
CASAMATTA IN CALCESiR UZ.Z:0 P0$T A2 10N[
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Figura 49: Piante di installazioni per cannoni in casamatta: metallica e di calcestruzzo.
Apprqfondimenti sulla Guardia alla Frontiera
3.3
433
STRUTTURE FORTIFICATE DEL VALLO ALPINO: LUCIDI DI REALIZZAZIONI PRATICHE
La struttura tipica venne definita sulla carta, si è prima detto, poi, caso per caso, il terreno ne determinò il reale sviluppo. Ecco come materialmente sul terreno hanno preso forma alcune fortificazioni per il cui rilevamento si è proceduto in funzione della documentazione reperita e stato d'uso. Il lucido relativo all' opera realizzata al Colle del Piccolo S. Bernardo, che non ha subito mutilazioni post - belliche, essendo ora la struttura ubicata in territorio francese, é frutto di ricognizione e successivo rilevamento, mentre quello dell'opera dislocata a Ponte di Equiliva (AO) è stato tratto dalla pianta originale, fortunosamente conservata, e confermato con ricognizione sul posto. La pianta della fortificazione ubicata al Col San Carlo(AO) è invece frutto di ricostruzione personale, basata sulla manualistica relativa alle strutture delle opere tipiche previste per la realizzazione del Vallo Alpino del Littorio e sulle ricognizioni compiute a ciò che resta attualmente della fortificazione dopo le distruzioni apportate a mente dell'articolo 47 del trattato di pace. V/\Ll,O ALPINO DEL tITTORIO
Cen tro d i Resistenza di Saint Maurice Caposaldo d i Col san Carlo x• Settore Guardia alla Frontiera
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I l iU Figura 50: Opera del X Settore al Col San Carlo (AO)
434
La Guardia Alla Frontiera
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SEZIONI:
A-A,
8 - B,
Figura 51: Opera del X Settore su due piani a sbarramento del Colle del Piccolo Son Bernardo.
Il lucido relativo a questa opera che realizzata al Colle del Piccolo S. Bernardo, non ha subito mutilazioni post - belliche, essendo ora ubicata in territorio francese, é frutto di ricognizione e successivo rilevamento.
435
Apprefondimenti sulla Guardia alla Frontiera
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Figura 52: Opera del X Settore a Ponte di Equiliva (AO).
Il lucido relativo a questa struttura è stato tratto dalla pianta originale, che si è fortunosamente conservata, e confermato con ricognizione sul posto.
436
La Guardia Alla F'rontiera
3.4 FOTOGRAFIE5 3.4.1.SCACCHIERE ITALO - SVIZZERO
Figura 53: Fortificazione al Gran S. Bernardo (Valle d'Aosta).
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Figura 54: Fortificazione al Gran S. Bernardo.
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Figura 55: Fortificazione a !selle (Domodossola).
5 Tratte dall'archivio fotografico di Mass.imo Ascoli.
ÀjJprqfòndimenti sulla Guardia alla Frontiera
437
Figura 56: Fortificazione a lselle.
3.4.2
SCACCHIERE ITALO-FRANCESE
Figura 57: Fortificazione al Moncenisio.
Figura 58: Fortificazione al Moncenisio.
438
La Guardia Alla Frontiera
3.4.3.
SCACCHIERE ITALO-TEDESCO (AUSTRIACO)
Figura 59: Fortificazioni a Malles Venosta (BZ)
3.4.4.
SCACCHIERE ITALO-JUGOSLAVO
Figura 61: Fortino di M/te Velivhr (Fiume)
Approfondimenti sulla Guardia alla Frontiera
439
4 . S PECCHIO DEI PRINCIPALI TIPI DI CORAZZATURA UTILIZZATI NELLE FORTIFICAZIONI DEL VALLO ALPINO
TIPI DI CORAZZATURA PER FORTIFICAZIONI DEL VALLO ALPINO Tillo di Stuttura
Tirv, di Corazzatura
Utilizzo Struttura
CASAMATIA BLINDATA PEI E' UTIUZZATA PER TIRI AD AZIONI FRONTALE E OVE Il. TERRENO NO~ MITRAGLIATRICE PERMETTE LUSO DI INGOMBRANT MASSE DI CEMENTO
CASAMATTA IN ARMATO MITRAGLIATRICE
NOTE
VENGONC COSTITUITA IN ACCWO N.K. E' REALIZZATA IN DUE TIPI, ID ASEMBLATE TIPO A DUE ELEMENTI ED UNO A QUATTRO. GLI ELEMENT ANNEGATE PER 3/4 NEL CEMENTC SONO SEPARATI PER Il. TRASPORTO E VENGONC DA CUI SPORGE LA CUPOLA (IN PARTE) CON FERITOIA. IMBULLONATI FRA LORO PRIMA DELLA MESSA IN OPRA
CEMENTC E' UTil,IZZATA PER TIRI IN AZ!ONJ PIASTRA SAGOMATA, MONOBLOCCO CON FERITOIA REO ANNEGATA NEL CEMENTO DELLA PEF FRONTALE; NORMALMENTI WBULLONATO IT. SUPPORTO PER L'ARMA.(UGUALE PEI STRlJITURA NE COSTITTJISCE ll FRONTE INTERNO. DISLOCATE IN )A LINEA, QUALORA Th TIJTTI E TRE I TIPI Dl TRAMOGGIA/PIASTRA) lh LINEA, SONO RINFORZATE CON PUTRELLE IN ACCIAIO.
CASAMATTA IN CEMENTO PEF I!' UTILIZZATA PER FIANCHEGGIAMENTO MITRAGLIATRICE INTERVAILI.
TIRI "D PIASTRA A TRE ELEMENTI CON FERITOIA, ARMA Sl COSTITTJlSCE IL CIELO E LA DELLA INTERNA FRONTE NEOL SUPPORTO UNTTO ALLA PIASTRA FRONTALE. STRUTTURA.
NEL CEMENTC CASAMA1TA IN CEMENTO PEF CASAMATTA UBICATA IN ZONE D PIASTRA PIANA MONO ELEMENTO CON FERITOIA, ARMA Sl ANNEGATA SUPPORTO IMBULLONATO ALLA PIASTRA FRONTALE.(E'Il COSTITUJSCE IL FRONTE INTERNC DIFFICILE ACCESSO. MITRAGLIATRICE Dl!lLA STRUTTIJRA. TIPO PIU' SEMPLICE E PIU' UTILIZZATO) L'ARMA SEN:U NON E? PREVISTO ALCUN TIPO DI CORAZZATURA. OPERE DI COMPLEMENTO PEI UTILIZZANO SUPPORTO PARTICOLARE; SONO n, MITRAGLIATRIC! USO ALLE TRUPPE DI IUNCALZO CUPOLE IN ACCWO MJTRAGLlATRIC!
L'ELEMENTO COSTITIJTSCE PEI USATE PER Il. CONTROLLO EI CUPOLA DI ACCIAIO AD I FERITOIA . INTERDIZIONE DELLE VJCINANZI CUPOLA A 4 FERITOIE (4 AFFUSTI A CONCHIGLIA GIREVOLE). EMERGENTE DEll.A CASAMATTA RICAVATA IN POZZO NELLA DELL'OPERA ROCCIA o CALCESTRUZZO BI OCCULTATA NELLA ROCCIA 0/l TERRENO
DELLE CHIUSURA PORTAATT!VA A 3 ELEMENTI DI CONCEPITE FINO AL 1940 CAPONIERA DIRE1TO
PER
IL
OPERE PORTA IN ACCIAIO CON FERITOIA PER Il TIRO DELLA MITRAGLIATRICE UBICATA ALL'INTERNO DEL VANO PORTA.
NELLA REALIZZATA TIRC PER BATTERE GLI INGRESSI CON Il PICCOLA PIASTRA CON FERITOIA.L'INSIEME SOSTITTJlSCE E' CEMENTIZIA STRUTTURA DOPO IL '40 lA PORTA ATI!VA. F.M. BREDA 30 DELL'OPERA ..
Figura 62: Corazzature per opere.
44°
La Guardia Alla Frontiera
Segue corazzatu ra per opere
TlPI DI CORAZZATURA PER FORTIFICAZIONI DEL VALLO ALPINO Tino di Stuttura
Utilizzo Struttura
Tino di Corazzatura
NOT E
0\SAMAITA CORAZZATA PEF PER RICOVERO DEL PEZZO C/C D} PIASTRA SAGOMATA PIANA CON l'ERITOIA DI DIMENSIONI IL PEZZO DA 471.12 E'SUL SUO ARTIGLIERIA P.C 57/43 IN AFFUSTO E CANDELIERE I CONT~'NUTE;ANNEGATA NEL CE.MENTO RAHORZ.A LA AFFIJSTO MA PRIVO DI RUOTE E MODIFICATA DOPO IL '36 PER IL 47/32 FRONTE DELLA STRUTTURA. CODE CASAMATTA IN CEMENTO PER LE OPERE POST '36 PER LUSO DEL LA CANNONIERA E' PRIVA DI CORAi'.ZATURA ED E'RICAVATA IL PEZZO F:su AFFUSTO A CODA ARMATO PER ARTIGLIERIE P.C 47/32C/C. NEL CEMENTO ARMATO DELL'OPERA. DI RONDINE. CASAMATTA CORAZZATA IN 4 UTILIZZATA PER CANNONI IN IMPIEGC 1:1.EMENl'.ER CANNONI DA CON TIRO D'INFll.ATA E FRONTALE Et 75/14 E I 17. UBICA TI IN ZONE DI MAGGIO~ ESPOSIZIONE AL TIRO AVVERSARIO..
4 ELEMENTI IN ACCIAIO CHE COSTITIJISCONO, FRONTI" IL PEZZO E'SU AFFUSTO VOLTA, CORRIDOIO CORAZZATO E BASE FRONTALE.,E SONO NORMALEJL RINCULO E' S'f ATO ANNEGATI NEL CEMENTO CHE COSTITUISCE IL RESTO RIDOTTO. DEU:OPERA E LA RIVESTE TOTALMENTE.
CASAMATTA IN CALCESTRUl.ZO PER ,\RTIGLIERIE.
UTU.IZZATA PER ALLOCARE I PEZZI PIASTRA D'ACCIAIO CON FERITOIA FRONTALE, COLLEGATA IL PROLUNGAMENTO DELLA b:d:f: DESTINATI AL TIRO D' AD UN TELAIO DI PUTRfLLE DI ACCIAIO ANNEGA TE NEI ASSICURA TRI\MITEGll/NTO FIANCHEOOIAMENTO E POSTE IN 2' E BLOCCO DEI.L'OPERA IN CEMENTO. SFERICO SCORRIMENTO I.O 3'LINEA. ATTRAVERSO I.A PIASTRA DI CORAZZA'rlfRA DEI.LA b:d:f
l~'ffERIA IN CA VERNA
UT!LIZZ.ATA OVF. OCCOR.RJ, NO'!EVIDENZlARE GROSSE STRUTTURE Th CEMENTO E SONO PRESENT! RILEVAT ROCCIOSI.
PIASTRE DI CORAZZATURA FRONTALE DI DIMENSIONI PAR 11. PE?.ZO F COLI.OC'Xl'O su AL VANO DELLE SINGOLE CAVERNE (BLOCCHO CONTENENT AFFUSTO MOllll.E CllE SCORRE CIASCUNA UN PEZZO (IN GENF.RE 4 COSTITUISCONC SU ROTAIE. BATTERIA)
t'ASAMATIA IN ARMATO
CEMENTC REALIZZATA OVE SI RlTIENE I BLOCCllI CANNONE SONO MUNlTJ DI CANNONIERA-NON LA DIFESA DEL PERSONALE . E? NECESSARIO !JTIUZZARE IL PEZZC PROTETTA -STROMBATA E DI GROSSE DIMENSIONI. AFFIOATA AGLI SCUDI DEI PEZZI. CON L'AFFUSTO ORIGINALE.
C'ASAMATIA ARMATO
CEMENTC REAUZZATA PER IL PEZZO DA 100/1, PIASTRA PIANA CON FERITOIA PB.
IN
CJ>ERE D'ARTIGUERJA PRIVE D DANNO STOCCAGGIO Al PEZZI CHI NON E' PRr,\/lSTA CORAZJ.XflJRA ILOCCHl ATTIVI ESCONO DALLE GALLERIE E s PIAZZANO SOLO AL MOMENTO DEI TIRO.
STRUTTURA CON PAVIMENTO PARTICOLARE PER CONTENF.RE U. RINCULO DEL PEZZO.,CtlE è AGGANCIATO Al .I.A MURATURA PER ORA INDJVl!)lh\TE SOLO IN ALTA VALLf' ROJA
Apprefondirnenti sulla Guardia alla Frontiera
441
5 . .CARTOLINE DI TALUNE UNITÀ DELLA GUARDIA ALLA FRONTIERA
Anche l'emissione delle cartoline militari si inserisce nel più vasto tema della storia del Corpo che ne cura la edizione. La Guardia alla Frontiera non fu da meno degli altri corpi dell'Esercito e questo è testimoniato dalle cartoline che, tratte dalle raccolte Ascoli e Col. Oliviero Finocchio, vengono di seguito riprodotte. Questi documenti, creati nella espressività tipica dell'epoca, ridondante ed allo stesso tempo ingenua, cercano di mostrare il Corpo (saluti dalla .. ) e le caratteristiche salienti delle unità G.a.F. dei vari livelli ordinativi che le emettono, nonché l'attaccamento dei membri delle unità al compito di difesa del confine. Figura dominante e pressoché costante delle cartoline realizzate dalle unità del Corpo è il cippo di confine, cui si affiancano le raffigurazioni dei soldati delle tre armi componenti il Corpo stesso, dei coloniali e dei cannoni, oppure la simbologia di forza o bellicoso passato evocati da un muro di scintillanti baionette o dalla figura di un antico guerriero romano, di uno storico arco o di un ruggente leone; talvolta è presente lo scudetto del settore o Corpo di Armata; il fregio del Reggimento o del Raggruppamento. Completano la panoramica delle cartoline ufficiali alcune cartoline in franchigia provenienti da gruppi di capisaldi e battaglioni settoriali.
442
La Guardia Alla Frontiera
Figura 63: Cartoline.
1° Settore, II/A Sottosettore, G.a.F. del III C.A., l0°Rgt art. G.a.F.
Apprqfondimenti sulla Guardia alla Frontiera
Figura 64: Cartoline.
VIII Settor e, XV Settore, VII Settor e, IX/B Sottosettore.
443
444
La Guardia Alla 1D,"rontzera •
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ApjJrojòndirnenti sulla Guardia alla Frontiera
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Figuro 66: Cartoline.
XV Settore, XV Settore, XXVIII Settore, XVII Settore.
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446
La Guardia Alla Frontiera
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Figura 67: Cartoline.
19°Raggruppamento art. G.a.F., VIII Settore, XIII Settore, 11 ° Rgt. art. G.a.F. 0
AjJprojòndirnenti sulla Guardia alla Frontiera
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/(/ L 'IT~~\f' Figura 68: Cartoline.
XV Settore, XXV Sett ore, Dei sacri confini guar dia sicura, saluti G.a.F.
447
448 La Guardia Alla Frontiera
GUARDIA ALL h F~ONilF.RA .,.~:.. SQT'J'I~" .... ,.
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n~TIMA5 HO~TlUM VIAS IGNC t-ETINUY Figura 69: Cartoline.
XXIX Settore, III/A Sottosettore, 8°Rgt. art. G.a.F., 9° Rgt. ar t. G.a.F.
Apprrfondimenli sulla Guardia alla Frontiera
449
DEI SAGPI rnNF'lNf GUARDIA SlCUlt\
Figuro 70: Cartoline.
Saluti G.a.F., la vigile guardia G.a.F., XXX Settore, VI Settore.
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AfJ!Jrqjòndùnenti sulla Guardia alla Frontiera
451
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ad O!J"l'Y/ co ..,lo ",
Figura 72: Cartoline.
Saluti G.a.F, XIII Settore di copertura "Venosta", G.a.F. bivacco, G.a.F. saluti.
452 La Guard1:a Alla Frontiera
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XVII SETTO?,f
Figura 73: Cartoline.
G.a.F. Resistere ad ogni costo " Savoja", Zara truppe speciali G.a.F, XVII Settore, Un saluto dall'artiglieria di Armata- Guardia alla Frontiera.
Apprqfòndimenti suLLa Guardia alla Frontiera
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Figura 74: Cartoline.
XXXIII Settore di copertura-Cartolina postale di propaganda del Comando Superiore FF.AAA.S.
454 6.
La Guardia Alla Frontiera
I
UUNIFORME DELLA GUARDIA ALLA FRONTIERA
Quando fu costituita la Guardia alla Front iera, l'uniforme grigio verde già utilizzata nel corso della grande guerra era appena stata modificata, per gli ufficiali, con tasche e taschini della giubba riportati e abbottonatura non visibile, bavero diritto di velluto, controspalline bordate con i colori dell'arma di appartenenza (controspalline a ricami intrecciati per la grande uniforme); i pantaloni erano corti con bande ed erano portati con gambali o calzettoni, oppure fasce e scarponi per la tenuta di marcia.· Il bavero di velluto era ornato da fiamme o bordato con colori distintivi, mentre i gradi, costituiti da un diverso numero di stellette, racchiuse in rettangolo per gli ufficiali superiori, campeggiavano sui paramani. Con disposizione del 4 novembre 1933, l'uniforme subì una sostanziale innovazione in quanto, adeguandosi al vestire «borghese», la giubba venne aperta, con bavero completamente rivoltato ~ dotata di tasche, taschini applicati esternamente e bottoni di frutto (di metallo dorato per l'uniforme da libera uscita). L'uniforme era completata da camicia e cravatta grigio verde, pantaloni corti grigio verde fasce gambiere e stivaletti neri (scarponi chiodati per la tenuta di marcia), come copricapo era prescritto il berretto a busta grigio verde o, per i corpi che ne erano dotati, copricapo speciale, tutti con fregio ricamato, in nero per la truppa. Importanti novità in questa uniforme, subito denominata modello 336, erano il bavero della giacca che si presentava del colore di appartenenza al corpo o servizio7 e l'adozione, anche per la truppa, con l'uniforme da libera uscita di un berretto rigido, grigioverde munito di fregio metallico dorato. Gli ufficiali portavano il fregio del corpo, specialità o servizio, ricamato in oro sulle controspalline della giubba che erano foderate e bordate con il colore tradizionale dell'arma o corpo di appartenenza, elemento cromatico che analogamente figurava al bavero ed alle manopole. I distintivi di grado, ora per tutti in oro essendo stati aboliti quelli d'argento8, erano applicati sulle maniche al di sopra delle manopole; essi ora erano simili a quelli in uso nella Regia Marina: galloni dorati lungh i otto centimetri e larghi da 10 a 20 millimetri, in numero diverso secondo i gradi, con il gallone superiore che formava, nella parte centrale, un occhiello ovale; per gli ufficiali generali la greca e i galloni erano d'argento. I pantaloni erano corti con ban d~ nere filettate al centro del colore tradizionale; erano portati con stivali o gambali oppure fasce o calzettoni e $Carponi. Fuori servizio era concesso l'uso del pantalone lungo privo di bande e sottopiede ma provvisto di risvolti, per cui era indossato con calze nere e scarpe basse. Per gli ufficiali il berretto era grigio verde, basso del tipo alla bulgara, con visiera e soggolo neri, distintivi di grado dorati, fascia di cordellino millerighe, attorno alla parte bassa cilindrica e fregio d'arma ricamato in oro. Il cappello alpino in dotazione agli ufficiali delle truppe alpine era ornato di fregio ricamato in oro, di galloni
6 Detta anche modello 1934 Baistrocchi (dall'ideatore Gen. Baistrocchi). 7 Al bavero erano applicate le stellette, le fiamme, alamari o mostrine semplici (pipe) sempre con stellette. 8 Fino a quel momento tradizionali degli alpini, di tutta la fanteria e della cavalleria.
Apprefondimenti sulla Guardia alla Frontiera
455
e galloncini dorati rappresentanti il grado e di nappina porta penna in metallo dorato; i generali avevano greca e galloncini in argento sul berretto, stellette in oro su losanga argentata sul cappello alpino, e l'aquila dello Stato Maggiore con corona reale quale fregio. I comandanti di corpo, in comando di truppa, portavano con la grande uniforme nappina e pennacchio di airone bianco (aigrette); se alpini, l'aigrette sostituiva la penna. Con l'uniforme di marcia gli ufficiali portavano berretto a busta o cappello alpino, camicia con cravatta grigio verde, cinturone di cuoio marrone «all'inglese» con spallaccio e pistola. Allorché gli ufficiali in estate prendevano parte a campi e manovre era consentito non indossare la giubba. In questo caso la camicia doveva avere controspalline semi fisse, due taschini riportati ed i distintivi di grado rappresentati da stellette fissati al disopra del taschino sinistro. Con questa particolare "uniforme di marcia estiva per esercitazioni ·e campi" doveva inoltre essere portata la cravatta e attorno alla vita, al di sotto del ~inturone, una fascia elastica grigio verde. Come particolare era la struttura ordinativa, così lo furono gli accessori dell'uniforme che mettevano in evidenza il personale della Guardia alla Frontiera. Inizialmente esso ebbe in distribuzione come copricapo il classico berretto a busta di panno grigio verde ed il berretto rigido munito del fregio dell'arma o corpo di appartenenza realizzato in filo nero9 per sergenti maggiori, sergenti e truppa e in metallo dorato per ufficiali 10 e marescialli, entrambi riportanti, su fondo verde, un numero, che era quello romano del settore per i fanti o genieri o quello arabo per gli artiglieri inquadrati nei reggimenti di artiglieria. Il cappello alpino, anche se, per l'idea peregrina di qualche sommo reggitore, privato della penna e dotato di particolare originale nappina, venne distribuito, alle sole componenti fanteria ed artiglieria nel 1938; mentre le altre componenti della G.a.F., dislocate sul territorio nazionale ed in Albania 11, ne furono dotate solo nell'aprile 1940 allorché il Ministero della Guerra, con F. O. n° 121 del 29 aprile 1940, determinò per esse l'adozione di tale copricapo, in sostituzione di quelli a busta e da libera uscita. Ufficiali e marescialli G.a.F. ebbero una nappina metallica, dorata, con la croce di Savoia in rilievo, simile a quella dei pari grado della truppe da montagna, ma priva di tulipa reggi penna, mentre la nappina attribuita a sergenti maggiori, sergenti, graduati e militari di truppa di tutta la G.a.F. fu di tipo e colore particolare, diversa da quella degli alpini, i cui colori distinguono gli appartenenti ai vari battaglioni. Ad essi infatti fu attribuita una nappina ovale, verniciata al centro di colore verde ·e, separata da un filetto a cordoncino in rilievo oro, striscia periferica, alta 5mm., del colore tradizionale dell'arma. Questa particolare nappina metallica bicolore si accompagnava sul cappello alpino al fregio metallico dorato previsto p_er la tenuta da libera uscita mentre, con l'u-
9 Con l'uniforme da libera uscita il fregio era di ottone con i numeri del settore o reggimento incisi e smaltati di nero; questo stesso tipo di fregio fu posto, all'atto della sua adozione, sul cappello alpino dell'uniforme da libera uscita. IO Per questi il fregio era quello dell'arma, corpo o specialità di provenienza. 11 La G.a.F. dislocata in Africa ebbe in assegnazione il casco coloniale.
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La Guardia Alla Frontiera
niforme di servizio, il cappello si ornava di nappina di lana colorata, riportante internamente il colore di base verde e perifericamente quello specifico dell'arma di appartenenza: rosso per la fanteria, giallo per l'artiglieria e cremisi per il genio. Il cappello alpino della G.a.F. non poté fregiarsi della penna quando lo Stato Maggiore determinò che tutte le unità comunque operanti in montagna dovevano essere considerate alpine a tutti gli effetti e quindi con copricapo alpino munito di penna ed allorché successivamente, nel maggio 1943, con apposito Foglio d'Ordine, venne disposto che, per ragioni di mimetismo, anche gli ufficiali ed i marescialli ornassero il cappello alpino con la stessa nappina bicolore della truppa, si ribadì che la suddetta nappina doveva essere priva di penna. A mente delle disposizioni in materia di uniformi, anche ai Comandanti di Settore di copertura e Raggruppamenti/Reggimenti/Deposito artiglieria per la G.a.F. (comandanti titolari di corpo) fu concessa la nappina ma con tulipa, di forma particolare, idonea per innestarvj il pennacchio bianco di airone, simbolo visivo, con la gTande uniforme, della speciale autorità di comando. Il bavero dell'uniforme modello 33 indossata dal personale del corpo, a differenza di quello delle altre armi che era di velluto prevalentemente nero, fu di panno verde filettato con i colori tradizionali dell'arma di appartenenza, cioè scarlatto, arancione e cremisi rispettivamente per fanteria, artiglieria e genio. Allorché nel giugno 1939 venne stabilito che gli ufficiali dei servizi ed i maestri di scherma inquadrati nelle divisioni portassero al bavero la mostrina divisionale in sostituzione di quella specifica del servizio, per gli ufficiali dei servizi organicamente assegnati alla G.a.F. e truppe Zara 12 fu prescritto il bavero verde con filettatura della specialità. Un accurato esame delle varie foto riproduzioni consente di notare come, contrariamente alle altre armi, corpi e servizi, ufficiali, sottufficiali e truppa della Guardia alla Frontiera non avessero ornamenti specifici al bavero al di fuori delle stellette. I colori tradizionali dell'arma di origine erano messi in evidenza anche sulle controspalline, sulle bande dei pantaloni e manopole delle divise degli ufficiali, (e filettatura ai pantaloni per i marescialli) il cui berretto rigido di iniziale dotazione presentava i gradi sovrapposti ad una fascia di panno verde collocata attorno alla parte bassa cilindrica.
12 Pur considerate appartenenti alla G.a.F. le truppe Zara si fregiavano di proprio scudetto, diverso da queJli settoriali.
ApjJrqfòndimenti sulla Guardia alla Frontiera
457
Attributi specifici e copricapi della G.a.F.
Figura 75: Fregi metallici per cappello da libera uscita.(APL).
Figura 76 a,
b: Cappello alpino:
per fante G.a.F. del XXII Settore in libera uscita (APL)
Figura 77: Cappello alpino per geniere del XXVI Reparto
Figura 78: Cappello alpino del Col.
misto genio in libera uscito (APA).
Comandante VIII Settore (ASSAM)
458
La Guardia Alla Frontiera
Uniformi G.a.F. modello 33 e derivati
(>,,,..>
Figura 79: Baverì. G.a.F. per uniforme Mod.33 (APL)
Figura 80: Tenente del genio in grande uniforme. (APV). Figura 81: Ufficiale dei gruppi bombarde13G.a.F. (arch. Museo Voghera).
Figura 82: Controspallìne per l'uniforme g .v. (APA).
13 Mìnistero della Guerra. Foglio di Ordini dispensa n°45 dell'll novembre 1935 n°379" Uniformi per gruppi bombarde".
Apprefòndimenti sulla Guardia alla Frontiera
459
La grande uniforme, che assieme a quella ordinaria, di marcia, nera - nelle diverse tipologie - ed estiva costituiva il vario e costoso corredo dell'ufficiale, prevedeva che le controspalline di panno grigioverde fossero sostituite da speciali controspalline metalliche, ad imitazione tessuto, dorate portanti impresso a rilievo il fregio dell'arma. Gli ufficiali della Guardia alla Frontiera, non esistendo uno specifico fregio per il corpo, caratterizzarono le loro controspalline, in relazione all'arma di provenienza, rispettivamente con il fregio della fanteria di linea, del genio e dell'artiglieria. Con il 1940, l'uniforme grigio verde perse l'attributo che l'aveva più caratterizzata; infatti fu abolito il bavero nero o colorato della giubba, sostituito da uno anonimo grigio verde privo di filettatura; questa nuova uniforme, più consona ai teatri operativi, fu prerogativa delle unità mobilitate, mentre per le altre unità continuò la distribuzione, ad esaurimento, del tipo precedente. Gli ufficiali adeguarono alle nuove disposizioni la divisa prevista in tessuto diagonale, facendo sparire i baveri neri dalle giubbe, le filettature di specialità (anche dalle bande dei pantaloni), le controspalline, gli scudetti divisionali ed in pari tempo adottarono una più consona divisa da guerra realizzata col medesimo panno grigio verde della divisa da truppa. Sul berretto a busta o sul cappello il fregio ricamato venne sostituito da uno analogo realizzato in rayon nero, mentre i gradi sulle maniche (galloni con occhiello ovale) furono ricamati in seta gialla e resi molto più piccoli di quelli in tessuto dorato; anche i gradi sul cappello alpino, con l'uniforme di panno, vennero ricamati in giallo e la nappina, anziché metallica, fu la stessa della truppa. Sergenti maggiori, sergenti e graduati portarono i gTadi a «V» ricamati in rayon giallo e nero, rimpiccioliti e applicati con la punta in giù su lle maniche della giubba al di sopra del gomito, mentre per i marescialli vennero m·antenuti i soliti filetti sulle controspalline.
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La Guardia , 1!!11 h nntiera - - -- - - - - - - - - -- - - -- - - - - - - -
Uniformi G.a.F. mod. 40 Figuro 83:
Unifo,mi cl<!llO Guardia a~a Frontie,a- Modello 1940- Copilono del Genk
fonte in uniforme di marcia (APL)
Figuro 84: Capitano del Reparto misto genio
Figura 85: Maggiore di amministrazione di una unità G. a . F. (APL) Figura 86: Evoluzione delle uniformi G .a.F. dal mod.33 al mod.40. (Arch. De Petroni / Ravaioli)
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Il passaggio alla nuova uniforme che fece scomparire dal bavero della giacca il velluto colorato, fece sì che sul nuovo bavero, ora dello stesso colore dell'uniforme, in sostituzione della precedente filettatura che con i propri colori distingueva l'arma di origine delle compon enti G.a .F., venissero applicate specifiche mostrine verdi ad una punta, bordate del colore tradizionale che prima era ornamento/filettatura del bavero stesso. Allorché unità del Corpo furono destinate in rinforzo a taluni Reparti costieri le originarie mostrine G.a .F. vennero sovrapposte a quelle specifiche dell'u nità costiera di assegnazione.
JljJjJrqfondimenti sulla Guardia afla J-?rontiera
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Uniformi G.a.F - copricapi
Figuro 88: Berretto per ufficiale di artiglieria del XXV 5eltore. (Arch. De Petron i)
Figuro 87: Berretto a bu5ta con vi5iera mobile per uffi ciale del XVII Settore.(Arch. De Petroni)
Figuro 89: Berretto per ufficiale di fa nteria del XVII 5ettore. (Arch . De Petroni)
Il successivo inserimento nella G.a.F. di nuove componenti arricchì il panorama dei fregi e mostreggiature del corpo, fino a quel momento limitato a quelli tradizionali della fanteria di linea, genio ed artiglieria. F u infatti realizzato un fregio per gli appartenenti alla fanteria meccanizzata G.a.F. della Libia e vennero adeguati al verde della G.a.F. il centro del trofeo e le mostreggiature 14 specifiche di amministratori, autieri, carristi, medici e veterinari 15 assegn ati al corpo. Inoltre a cavaliere del 1940 apparve su i copricapi di taluni ufficiali e fanti G.a.F.,
14 Le mostrine originali vennero modificate sottopannando di verde quelle dell'amminis trazione, degli a utieri e dei carristi e filettando quelle dei medici e dei veterinari. 15 L'iniziale esigua forza di quadrupedi foce propendere per il convenzionamento del servizio con veterinari civili, il successivo incremento dei quadrupedi assegnati portò, ma non in t utti i Settori, la presenza cli veterinari militari.
462
La Guard1:a Alla Frontiera
presumibilmente addetti alle mitragliatrici, un particolare fregio costit uito da un'aquila recante fra gli artigli una mitragliatrice sottoposta ad un "tondino" di colore verde recante al centro un numero romano. 16Preso atto della composizione dei Battaglioni m itraglieri G.a.F. che risultavano formati da compagnie mitraglieri provenienti da depositi di fanteria, di cavalleria e degli alpini il suddetto fregio potrebbe appartenere a questi ultimi anche alla luce del fatto che il passaggio nei ranghi del corpo comportava l'attribuzione del colore verde, ma non la perdita dei propri specifici fregi distint ivi, e che il distintivo in questione, ma con "tondino" nero, risulta inequivocabilmente contraddistinguere i mitraglieri alpini, oppurel 7 contraddistinguere il personale settoriale addetto alle mitragliere controaer ee. Assieme alla nuova uniforme iniziò la distribuzione del nuovo modello di elmetto, denominato modello 33, destinato a sostituire quello tipo Adrian che, adottato nel corso del primo conflitto mondiale, era a ncora parzialmente in uso. P iù ampio ed a forma emisferica, il modello 33 era considerato uno dei migliori del suo t empo, specialmente per il grado di protezione che offriva grazie alla speciale lega al nichel con cui era stato realizzato; sulla sua parte anteriore, verniciato in nero opaco, venne in un primo tempo riportato il fregio dell'arma ed il numero distintivo del reparto. Il Ministero della Guerra il 24 maggio 1943, con dispensa 21 del foglio d'ordini pari data modificò l'uniforme degli ufficiali e dei marescialli della G.a.F. stabilendo che, con l'uniforme di guerra anche essi portassero al cappello alpino la nappina b-icolore18 prevista dalla circolare 121 del foglio d'ordini dispensa 18 in data 29 aprile 1940 per sergenti maggiori, sergenti e militari d i truppa del corpo.
Fregi particolari per copricapo del personale G.a.F. /
Figura 90: Fregio delle unità. mitraglieri con aquila e mitragliatrice (ASSAM)
Figura 91: Fregio per copricapo della fanteria meccanizzata G.a.F. della Libia in filo dorato. (APV)
16 A tale proposito la pubblicazione Army Badges of WWII edita da Guido Rossignoli nel riportare alla tavola 45 questo fregio e nella spiegazione di pg.162 cita testualmente:" ...The Frontier Guard was ....Machine gunners wore the special badge of an eagle clutching a machine gun".. 17 .. . alla luce dell'immagine dell'ufficiale presente nella fotografia n°24 del testo 18 Questa disposizione, già precedentemente impartita alle truppe alpine, aveva lo scopo di evitare che in combattimento il nemico potesse facilmente individuare ufficiali e marescialli.
Apprqfondimenti sulla Ouardia alla Frontiera
Figura 92: Tavola riassuntiva dei fregi da copricapo della fanteria G.a.F. (APV)
463
La Guardia Alla Frontiera
Figuro 93: Tavola riassuntiva dei freg i da copricapo del personale delle Cp. carristi di frontiera (APV)
Figuro 94: Tavola riassuntiva dei fregi da copricapo del personale delle auto sezioni miste se ttoriali (APV)
Approfondimenti suLLa Guardia alla Frontiera
465
Figura 95: Tavola riassuntiva dei fregi da copricapo della artiglieria G.a.F. (6° Rgt. VIII Gruppo Sett., -_·,·_-,e 19° Roggr.) (APV)
Figuro 96: Tavolo riassuntiva dei fregi do copricapo del personale del Reparto misto genio G.a.F. (APV)
466 La Guardia Alla Frontiera
Figura 97: Ufficiale di fanteria G.a.F. di divisione costiera
Figura 98: Mostrino di fanteria G.a.F. Divisione costiero (APL)
(APL)
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Figura 99: Tavolo riassuntiva della evoluzione delle uniformi {APV)
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Apprqjòndimenti sulla Guardia alla Frontiera
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7. DISTINTIVI E MEDAGLIE19
Figura 100: Distintivo G.a.F. del V C.A
Figura 1O1: VIII Settore
Figura 102: VI Settore
Figura 103: XXIX Settore
Figura 104: VII Settore
Figura 105: X Settore
Figura 106: X/a Sottosettore
Figura 107: XXV Settore
Figura 108: Il Btg. XXII Settore
l9ove non alt1;menti indicato di proprietà materiale o dell'archivio fotografico di Massimo Ascoli.
La Guardia Alla Frontiera
Figura 109: Xlii settore, fronte e retro (APAJ20
Figura 11 O: Commemorativa (APA)
20 Questa medaglia è molto importante perché evidenzia come l' artiglieria settoriale in linea di massima avesse il fregio della artiglieria in relazione ai pezzi in dotazione.
ÀjJprqfondimenti sulla Guard1:a alla Frontiera
Figura 111: Commemorativa del Il settore, fronte e retro (APA)
469
470 La Guardia Alfa Frontiera Iconografia relativa alla p arte approfondimenti Figura 1: Fucile mitragliatore Breda (Arch. Cappellano) ............ ...... ............................ 389 Figura 2: Mitragliatrice Fiat mod.14 (Esercito AnnoX) .................. ............................. ..389 Figura 3: Mitragliatrice Fiat mod.14/35 (Arch. Cappellano) .................................. .......390 Figura 4: Mitragliatrice Breda 37 (Arch. Crosara) .. ............ ............. ............................. 390 Figura 5: Schizzo di cannone da 47/32 su supporto per opera . ..... ................................ 391 Figura 6: Cannone da 57/43 mod.18 R.M ................................................................ .......391 Figura 7: Installazione per casamatta ..... ........... ..... ..... ......................... ....... ....... ..... ...... 392 Figura 8: Installazione in casamatta tipo 4 (Arch. Cappellano) .. ................................. 392 Figura 9: Affusto per installazione in casamatta ...........................................................393 Figura 10: Installazione con cannoniera a doppio svasso ........................... ................... 393 Figura 11: Installazione a grande feritoia ........... ............ ... .......... ...................... ............ 394 Figura 12: Affusto per installazione in caverna.............................................................394 Figura 13: Cannone da 100/17 ......................................................................... ................395 Figura 14: Cannone da 65/17(Arch. Cappellano) .. ................... .. ...... ....... ....................... 396 Figura 15: Cannone mitragliera da 20 m/m .............................................. .....................398 Figura 16: Cannone da 65/17 . ......................... ............ .............. ........ ....................... ......399 Figura 17: Cannone da 70/15 (Arch. Cappellano) . ... ................. ................................... ..400 Figura 18: Cannone da 75/27. mod.06. (Arch. Cappellano) ........... ................. ........ .......401 Figura 19: Cannone da 75/27 mod.11 ........ ........................................ ................ ....... .... .402 Figura 20: Cannone da 75/27 mod.12 ........................ ...................... .............................. .403 Figura 21: Cannone da 77/28 mod.5/8 ................................... ,....... .................................404 Figura 22: Obice da 100/17 ............................ ..................................... .............................405 Figura 23: Obice da 105/14. (Arch. Cappellano) ................................................. ........... .406 Figura 24: Cannone da 105/28............ ..... .................... .. ..... ............. .................. .......... ... .407 Figura 25: Obice da 149/12 mod.14. (Arch. Cappellano) .................... .. ............. ... ....... ..408 Figura 26: Obice da 149/13 mod.18 ..................... ..... .............................. ..... ................... .409 Figura 27: Obice da 149/13. ............ .............................. ............. ....... ............................... 410 Figura 28: Cannone da 149/35 ...... ...................................... .......... ...................................411 Figura 29: Obice da 152/13. (Arch. Cappellano) ..... ......................... ............................ ...412 Figura 30: Cannone da 152/45 ....... ....... ....................... ................................. .......... .........413 Figura 31: Mortaio da 210/8 D.S .................................................................................... .414 Figura 32: Mortaio da 260/9 mod.16 .. .. ..... .......... ............... ... .. ............. .................... ...... .415 Figura 33: Obice da 305/17 G mod.17 ............................. ,............................. ... ..... ......... .416 Figura 34: Obice da 380/15. (Arch. Cappellano) .. ...... ................................. .......... ..........417 Figura 35: Obice da 420/12 ....................... ..... .......... ............... ............. ..... ...................... .418 Figura 36: Bombarda da 240/12 . ...... ..................................................... ............ ..............419 Figura 37: Cannone da 100/22 P.B. (Arch. Cappellano) ................................ ..... ...........420 Figura 38: Obice da 105/11 P.B.(F) ............... ...................................... ............................ .421 Figura 39: Andamento sommario dei sistemi difensivi sullo scacchiere occidentale. (A.U.S.S.M.E.) ...... ........ ................................. .......... .. .................................422 Figura 40: Andamento sommario dei sistemi difensivi sullo scacchiere orientale (A.U.S.S.M.E.) ................. ....................... ............. .......... .................... ... .. ........ 423 Figura 41: Andamento sommario dei sistemi difensivi alla frontiera italo-tedesca ....424
ÀjJprefòndimenti sulla Guardia alla Frontiera
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Figura 42: Andamento della linea di confine nel territorio di giurisdizione dell'Armata" S ".(A.U.S.S.M.E.) ....................................................................... ............ 425 Figura 43: Piante di postazioni per mitragliatrici realizzate in calcestruzzo ............. .426 Figura 44: Sbocchi di armi in opere in roccia e casamatta metallica .......................... .427 Figura 45: Accesso alle opere tramite trincea ............................................................... .428 Figura 46: Osservatori ..................................................................................................... 429 Figura 47: Piante di postazioni per mitragliatrici: ........................................................ 430 Figura 48: Piante di postazioni per mitragliatrice in casamatta: ................................ .431 Figura 49: Piante di installazioni per cannoni in casamatta: ...................................... .432 Figura 50: Opera del X Settore al Col San Carlo (A0) ................................................. .433 Figura 51: Opera del X Settore su due piani a sbarramento del Colle del Piccolo San Bernardo . .......................................................... .. ...................................... .. 434 Figura 52: Opera del X Settore a Ponte di Equiliva (AO) ............................................ .435 Figura 53: Fortificazione al Gran S. Bernardo (Valle d'Aosta) .................................... .436 Figura 54: Fortificazione al Grati S. Bernardo .............................................................. .436 Figura 55: Fortificazione a !selle (Domodossola).......................................................... .436 Figura 56: Fortificazione a !selle .................................................................................... 437 Figura 57: Fortificazione al Moncenisio ....................................... .................... .............. .437 Figura 58: Fortificazione al Mol).cenisio ....................................... .................................. .437 Figura 59: Fortificazioni a. Malles Venosta (BZ) ........................................................... .438 Figura 60: Fortificazioni a Malles Venosta (BZ) ............................................................ 438 Figura 61: Fortino di 1\11/te Velivhr (Fiume) .............. ..................................................... .438 Figura 62: Corazzature per opere .................................................................................. .439 Figura 63: Cartoline ......................................................................................................... 442 Figura 64: Cartoline ........................... .............................................................................. 443 Figura 65: Cartoline ......................................................................................................... 444 Figura 66: Cartoline ......................................................................................................... 445 Figura 67: Cartoline ......................................................................................................... 446 Figura 68: Cartoline ......................................................................................................... 447 Figura 69: Cartoline ......................................................................................................... 448 Figura 70: Cartoline .. ......................... ............................................................ ........... ....... 449 Figura 71: Cartoline ......................................................................................................... 450 Figura 72: Cartoline .................. ........................................................................................ 451 Figura 73: Cartoline ...................................................................................... ................... 452 Figura 74: Cartoline ......................................................................................................... 453 Figura 75: Fregi metallici per cappello da libera uscita. (APL) .................................... 457 Figura 76 a, b: Cappello alpino: per fante G.a.F. del XXII Settore in libera uscita (APL) ............................................................................................................................... 457 Figura 77: Cappello alpino per geniere del XXVI Reparto misto genio in libera uscita (APA) .......................................................................................................... 457 Figura 78: Cappello alpino del Col. Comandante VIII Settore (ASSAM) .................... .457 Figura 79: Baveri. G.a.F. per uniforme Mod.33 (APL) .................................................. .458 Figura 80: Tenente del genio in grande uniforme. (APV) ............................................. .458 Figura 81: Ufficiale dei gruppi bombarde G.a.F. (arch. Museo Voghera) ..................... 458 Figura 82: Controspalline per l'uniforme g.v. (APA) ....... .............................................. .458
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La Guardia Alla Frontiera
Figura 83: Fante in uniforme di marcia (APL) ............................................................. .460 Figura 84: Capitano del Reparto misto genio ................................................................ .460 Figura 85: Maggiore di amministrazione di una unità G. a. F. (APL) ......................... .460 Figura 86: Evoluzione delle uniformi G.a.F. dal mod.33 al mod.40. (Arch. De Petroni I Ravaioli) ......................................................................................... 460 Figura 87: Berretto a busta con visiera mobile per ufficiale del XVII Settore (Arch. De Petroni) .......................................................................................................... 461 Figura 88: Berretto per ufficiale di artiglieria del XXV settore. (Arch. De Petroni) .. .461 Figura 89: Berretto per ufficiale di fanteria del XVII settore. (Arch. De Petroni) ..... .461 Figura 90: Fregio delle unità mitraglieri con aquila e mitragliatrice (ASSAM) ......... .462 Figura 91: Fregio per copricapo della fanteria meccanizzata G.a.F. della Libia in filo dorato. (APV) ....................................................................................................... 462 Figura 92: Tavola riassuntiva dei fregi da copricapo della fanteria G.a.F. (APV) ..... .463 Figura 93: Tavola riassuntiva dei fregi da copricapo del personale delle Cp. carristi di frontiera (APV) .............................................................................................. 464 Figura 94: Tavola riassuntiva dei fregi da copricapo del personale delle auto sezioni miste settoriali (APV) ....................................................................................... .464 Figura 95: Tavola riassuntiva dei fregi da copricapo della artiglieria G.a.F. (6° Rgt. VIII Gruppo Sett., -_ -,-_-,e 19° RaggT.) (APV) ............................................. .465 Figura 96: Tavola riassuntiva dei fregi da copricapo del personale del Reparto misto genio G.a.F. (APV) ................................................................................................ 465 Figura 97: Ufficiale di fanteria G.a.F. di divisione costiera (APL) ............................... .466 Figur a 98: Mostrina di fanteria G.a.F. in Divisione costiera (APL) ............................. .466 Figura 99: Tavola riassuntiva della evoluzione delle uniformi (APV) ......................... .466 Figura 100: Distintivo G.a.F. del V C.A ......................................................................... .467 Figura 101: VIII Settore .................................................................................................. 467 Figura 102: VI Settore ..................................................................................................... 467 Figura 103: XXIX Settore ................................................................................................ 467 Figura 104: VII Settore .................................................................................................... 467 Figura 105: X Settore ........................................................................................................ 467 Figura 106: X/a Sottosettore ............................................................................................ 467 Figura 107: XXV Settore ................................................................. :................................ 467 Figura 108: II Btg. XXII Settore .................................................................................... .467 Figura 109: XIII settore, fronte e retro (APA) ............................................................... .468 Figura 110: II /B Sottosettore (APL) .............................................................................. .468 Figura 111: Commemorativa del II settore, fronte e retro (APA) ................................. .469
Apprefondimenti sulla Guardia alla Frontiera
ABBREVIAZIONI21
A.
acciaio altra frontiera (truppe provenienti da .. ) a. f. al./ alp. alpino allegato All. artiglieria a. art. a. /alp. artiglieria alpina Archivio Arch. /arch. bersagliere bers. battaglione btg. batteria btr. batteria di categoria approntamento accelerato btr. a. a. batteria di categoria approntamento normale btr. a. n. batteria di categoria sempre pronta btr. S. P. C. colle C.A. Corpo d'armata cal. calibro cc. nn./CC.NN. camicie nere CC.RR. Carabinieri reali colonnello col. cp. compagnia D. Divisione D. alp. Divisione alpina Divisione di fanteria D. f. Divisione di fanteria autotrasportabile D. f. a.t. Diario Storico D.S. Difesa Territoriale D.T. F. fiume foglio(f. n° - foglio numero) f. foglio d'ordini F.O. ftr. fanteria. G. ghisa Guardia alla frontiera G. aF. grosso calibro g. c gen. generale Giornale Militare G.M. gruppo gr. grande unità G.U. g.v. grigio verde
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La Guardia Alla Frontiera
M. magg. Mbl. m.c. M.C. M.G. mitr. mr. mt. mot. mtr. M.V.S.N. N.,n., N°, n° Op. ord. Ord. p. pag., pagg. p.c. Pos. P.R. R. R.E. R.G.F. Rgp. Raggr rgt. Rac. S., S.te, S.M. S.M.G. S.M.R.E. sqd .
T. T.M. T.M. Uff. V. val. Vol.
·monte Maggiore Mobilitazione (Ufficio Mobilitazione) medio calibro · Milizia Confinaria Ministero della Guerra mitraglieri mortaio motorizzato mi tragliatrice Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale numero Operazioni (Ufficio Operazioni) ordine Ordinamento (Ufficio Ordinamento) pezzo pagina, pagine piccolo calibro pos1z1one Piano di Radunata Regio Regio Esercito Regia Guardia di Finanza . raggruppamento reggimento Raccoltalcollezione San, Saint, Sainte Stato Maggiore (quando non altrimenti indicato è del Regio Esercito.) Stato Maggiore Generale Stato Maggiore Regio Esercito squadrone torrente Truppe Mobili Territoriali mobili (Btg. T.M.) Ufficio valle volume
21 Le abbreviazioni sono quelle previste dalla vigente normativa che NON è tuttavia integralmente attuata nella redazione dei fogli d'epoca che si riportano nel testo e negli aHegati; da questo la opportunità cli una breve sintesi di quelle più comunemente in essi presenti.
ApjJrefondirnenti sulla Guardia alla Frontiera
475
BIBLIOGRAFIA FONTI a. Documenti: MINISTERO DELLA DIFESA, STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, UFFICIO STORICO Archivio: carteggio classificato negli inventari con: Fondo: Diari storici della 2/\ G. 1VI.; repertori relativi alle GG. UU. impegn a te alle frontiere francese, jugoslava albanese ed in Africa settentrionale; Fondo: circolari dell'Ufficio Ord. e Mbl. Rep. F 4 esame globale; Fondo: Scacchiere occidentale Rep. G 23 - raccolte 6, 14, 21; Fondo: Corpo di S.M. corrispondenza G 24 - raccolta 15; Fondo: M. G. Gabinet to Hl raccolte 10,13,16,19 .. ; Fondo: S.M.R.E. classificato RR Rep. H5 esame globale; Fondo: Piani operativi Rep. H6-13, Raccolta "dott. Brugioni", esame globale; Fondo: Carteggio classificato dell'U fficio Operazioni Rep. I.5 esame globale; Fondo: Carteggio dell'Ufficio O,perazioni - Rep. L l esame globale; Fondo: Studi particolari - Rep. L 3- raccolte 18, 28, 128, 129; Fondo: Carteggio Ufficio Operazioni - sistemazione difensiva - Rep. L 10 - raccolte 35, 53, 61, 62, 66, 67, 68, 69, 70, 73, 84,87, 132,220; Fondo: Carteggio S.M. per la difesa del territorio - Rep. L 12 - esame globale; Fondo: Carteggio sussidiario S.M.R.E. - Rep. L 14 raccolta 25, 27, 28, 43; Fondo: Carteggio sussidiario 11 /\ Armata Rep. L 15 - esame globale; Fondo: Circolari vari uffici Rep. - M 7 r acc. 461, 501, 502, 503, 504, 550, 580, 866; Rep. - M3 racc. 1, 5, 42, 94, 132, 220, 221, 346, 347, 358. Ministero della Guerra Direttive per l'Impiego delle Grandi Unità Roma 1935 Ministero della Difesa - S.M.E. Uff. Ord. circ. n° 5000 allegati 1-2-3-8 Roma 1953 b. Pubblicazioni ufficiali: Stato Maggiore dell'Esercito Ufficio Storico: - La battaglia delle Alpi Occidentali Roma 1947 - Le operazioni del giugno 1940 sulle Alpi Occideritali- Roma 1981 - Le operazioni delle Unità italiane in Jugoslavia Roma 1978 - Le operazioni delle Unità italiane nel settembre - ottobre 1943 - Roma 1975 - L'Esercito italiano fra la 1 /\ e la 2/\ Guerra Mondiale - Roma 1954 - La campagna di Grecia Roma 1980 - L'Esercito e i suoi Corpi Roma 1973 - Diario Storico def Comando Supremo - volumi vari Ministero della Guerra : - ANNO X Tipografia Stabilimenti Militari di pena Gaeta 1932 -ANNO XVII Poligrafico Roma 1939 - Catalogo dei materiali del gruppo C N.2483 - Tavole - Roma 1938. - Dati tecnici sulle artiglierie in servizio N.3242 Istituto Poligrafico dello Stato Roma 1938
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La Guardia Alla Frontiera
Raccolte Atti: Raccolta della Gazzetta Ufficiale Raccolta Fogli d'Ordine del Regio Esercito
ann1van anni vari
PRINCIPALI OPERE CONSULTATE: Allais G. La fortificazione e difesa della frontiera italo-francese ed. Roux Torino 1888 Bellis W.: "Quaderno di Bellis Giuseppe del 2° Settore Guardia alla Frontiera" ciclostilato in proprio per gli amici di Giuseppe in Crotte di Strambino 1978 Borgatti M.: Storia dell'Arma del Genio ed. Arte grafica Roma 1928 Bovio Gen.O. In alto la bandiera Bastogi Editore Edistampa Foggia 1999 Canetta N.: Sui sentieri della Grande Guerra in Valtellina ed. CDA Torino 1996 Castagna S. La difesa di Giarabub ed. Longanesi Milano 1967 Castellano E.: Distruggete lo Chaberton ed. Castello Torino 1984 Castellano E.: Evoluzione della fortificazione permanente sulle Alpi Occidentali in AA.VV. Memorie Storiche Militari 1983 Roma 1984 ed. USSME AA.VV.III Settore di Copertura Istituto Grafico Bertello Borgo S. Dalmazzo (CN) 1941 AA.VV. Blandford Colour Series of WW II vol.1 Guido Rosignoli Editore. Cioci A. Il Reggimento "Giovani fascisti" nella campagna dell'Africa Settentrionale. 1940 - 1943 ed. Ermanno Albertelli Parma 1998 Cirrincione: Sinossi per gli Ufficiali di complemento della Arma del Genio ed. Regia Scuola di Art. e Genio Torino 1925 Cogno V 400 anni di vita degli eserciti sabaudo ed italiano. Trieste 1995 ed. Fachin Comunità montana bassa Valle Susa: Le Valli del Moncenisio Zaffegno Torino 1992 De Rjskj C.: La Guerra Moderna ed. Principato Milano 1942 De Zambotti R.: Guerra in Dalmazia con la 547A compagnia mitraglieri G.a.F. Trento 1980 editrice Innocenti Faldella E.: L'Italia e la seconda guerra mondiale- Revisione di giudizi Casa Editrice Cappelli Rocca San Casciano 1960 Ferraro C.: Impiego dell'Artiglieria Torino 1913 ed. Paris Figara A.: Guardia alla Frontiera ed. Stella del Mare Livorno 1990
Apprqfondimenti sulla Guardia alla J:+ontiera
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Gariglio e Minola: Le Fortezze delle Alpi Occidentali ed. L'Arciere Cuneo 1994 Fiorani A.: Fortificazione permanente ed. Castello Torino 1953 Grandi F.: Dati sommari sulle artiglierie in servizio ed. Vogliotti Torino 1934 Guidetti A.: La fortificazione permanente ed. Bertinatti Torino - 1913 Guidetti A.: Per la inviolabilità delle nuove frontiere in AA.VV. «Rivista di Artiglieria e Genio» Roma 1923 Guidetti A.: Studio per la trasformazione delle installazioni a pozzo tipo "S" in casematte girevoli della fortificazione odierna in AA.VV. «Rivista di Artiglieria e Genio» Roma 1920 Guidetti A.: Caverne in roccia per artiglierie in AA.VV. «Rivista di Artiglieria e Genio» Roma 1928 Istituto Storico della Resistenza in Cuneo: 8 Settembre Lo sfacelo della IV Armata BOOK Store Torino 1979 Manganoni: Materiale di artiglieria - Descrizione delle Artiglierie in installazione fissa - Stabilimento arti grafiche Torelli per la Scuola di applicazione di artiglieria e Genio Casale Monferrato 1928 Marinelli L.: La fortificazione come fu e come sarà ed. Poligrafici Riuniti Bologna 1922 Massani G.: La battaglia delle Alpi Il Rubicone ed. Roma 1941 Meccariello Gen.P.P.: La Guardia di Finanza nella Seconda Guerra Mondiale ed. Museo storico della Guardia di Finanza Roma 1992 Minniti F.: Piani di Guerra in AA.VV. «Storia Militare d'Italia 1796-1975» Editalia Roma 1990 Minniti F.: Gli obiettivi di guerra n ella pianificazione operativa (1938-40), in Commissione italiana di storia militare - L'Italia in guerra il primo anno -1940 Roma 1991 Woek-Line ed. Montanari M.: Le operazioni in Africa Settentrionale u'SSME Roma 1990 Montù C.: Storia della artiglieria italiana. Biblioteca di artiglieria e genio, rivista di artiglieria e genio editori Roma - anni vari Rochat: L'Esercito italiano da Vittorio Veneto a Mussolini ed. Laterza Bari 1967 Rochat: L'Esercito italiano in pace e in guerra R.A.R.A. editrice Varese 1991 Rossi F. Mussolini e lo Stato Maggiore Roma 1951 "Regionale"ed. Rovighi: Un secolo di relazioni militari tra Italia e Svizzera USSME Roma 1987 Russo A.: Come foglie al vento La Tipografica Basaldella Campoformido (UD) 1993
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La Guardia Alla Frontiera
Santoni A.: Le operazioni in Sicilia e Calabria Roma 1983 USSME Stefani: Storia della dottrina e ordinamenti dell'Esercito Italiano USSME Roma 1985 Talpo O. Una cronaca per la storia.-1941 Vol.1 Roma USSME Targa S. Le armi, il tiro, la fortificazione Torino 1924 Scuola di Guerra Torsiello M.: Settembre 1943 Varese 1963 Istituto Editoriale Cisalpino Turinetti: La battaglia delle Alpi Susa 1990 Susalibri ed. Zabert S.: Fortificazione permanente moderna Torino 1939 ed. Piemontese Archivi e Biblioteche consultate: Archivio Ufficio Storico S.M.E. Archivio Gen'. Paolo Toldo Archivio Cappellano Archivio del museo storico italiano della guerra Archivio della Direzione Genio Archivio della Direzione Genio Archivio della Sezione Staccata Genio Biblioteca dell'Accademia Militare Biblioteca delre Scuole di Applicazione Biblioteca def Presidio Militare Biblioteca del Presidio Militare Biblioteca del Museo del Risorgimento Sistema Bibliotecario Trentino - Biblioteca di
Roma Verona Roma Rovereto. Genova Torino Cuneo Modena Torino Milano Bologna Bologna Levico (TN)
Riviste consultate: Rivista Militare italiana ' Rivista di Artiglieria e Genio Nuova Rivista della Fanteria Revue Historique de l' Armeé Revue 39/45 Rivista della Montagna Rivista "Alp ". Nazione Militare
anni vari anni vari ann1van n° 3 - 4 anno 1956 anni vari n° 44, 48, 64 n ° 55 anno 1989 ed. Maggio 1939 ·
Archivi privati consultati e relative abbreviazioni: APA Archivio Privato di Massimo Ascoli APL Archivio Privato di Maurizio Lucarelli Archivio Privato Col. Oliviero Finocchio Archivio Privato del conte Ernesto Vitetti APV Associazione per gli Studi di Storia e Architettura Militare Torino ASSAM
Apprqfondimenti sulla Guardia alla Frontiera
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Indice
Approfondimenti sulla Guardia alla Frontiera .......................... 385 Premessa ... ....................... .. ............. .. .......... . . 387 1. Armi ed artiglierie in installazione fissa e nelle strutture del Vallo Alpino ... 388 2. Materiali dei raggruppamenti e gruppi autonomi di artiglieria di G. a. F .... 396 2.1 Dati sintetici, caratteristiche e fotografie delle principali artiglierie mobili in servizio nei reparti di Artiglieria G.a.F........................ 397 3. Strutture fortificate del Vallo Alpino ................................ 421 3. 1. Strutture fortificate del Vallo Alpino: dislocazione .................... 422 3.2 Strutture fortificate del Vallo Alpino: schizzi di strutture «tipiche» ........ 425 3.3 Strutture fortificate del Vallo Alpino: lucidi di realizzazioni pratiche ...... 433 3.4 Fotografie ..... ·.......................... ... ................ .. 436 3.4.1.Scacchiere italo - svizzero ...................................... 436 3.4.2 Scacchiere italo-francese ... ......... ............. .. .. .......... 437 3.4.3. Scacchiere italo-tedesco (austriaco) ..... ....... ..... ... ...... . ... 438 3.4.4. Scacchiere italo-jugoslavo ...................................... 438 4. Specchio dei principali tipi di corazzatura utilizzati nelle fortificazioni del Vallo Alpino ............... .. ....................... . ........ 439 5.Cartoline di talune unità della Guardia alla Frontiera .................. 441 6. L'Uniforme della Guardia alla Frontiera ............................. 454 7. Distintivi e medaglie . . . . . . . . . . .................................. 467 Iconografia relativa alla parte approfondimenti ......................... 470 ABBREVIAZIONI ................................................ 473 BIBLIOGRAFIA .................................................. 475 I
Indice ... .... ......................................... .......... 479