STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO FERRUCCIO BOTTI
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO ITALIANO (1831-1981)
VOLUME I I SERVIZI LOGISTICI DELL'ESERCITO PIEMONTESE (1831 - ·1861)
ROMA 1991
PROPRIETÀ LETTERARIA
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PRESENTAZIONE
Fin da/l'antichità, i condottieri di più illustre memoria hanno dedicato grande attenzione nel garantire agli eserciti paga puntuale e vettovagliamento abbondante, ben sapendo che il rendimento e lo spirito combattivo del soldato in guerra dipendevano, e tuttora dipendono, in larga parte, dai provvedimenti adottati per assicurare nel modo migliore il soddisfacimento delle esigenze di vita dei reparti. Questa semplice constatazione evidenzia come la "cura della logistica" sia, da sempre, presupposto di efficienza, base di una sana azione di comando ed elemento qualificante per la credibilità e il prestigio della "leadership". Ciononostante, lo studio della logistica è stato sinora quasi del tutto trascurato dalla storia e dalla storiografia militare italiana ed estera. In tal modo si è però rinunciato ad una chiave primaria di lettura, indispensabile per comprendere e valutare, in tutte le reali implicazioni e in tutti i reconditi interfaccia, avvenimenti, decisioni, ordinamenti e dottrine strategiche, altrimenti destinati a rimanere almeno in parte - privi di una loro autentica spiegazione, fisionomia e collocazione storica. In tale contesto, il lavoro del Colonnello Ferruccio BOTTI su centocinquant 'anni di storia della logistica in Italia, reso impegnativo dalla mancanza pressochè totale di ricerche e memorie di ampiezza e rigore scientifico adeguati, viene finalmente a colmare una lacuna fortemente avvertita. Esso si pone all'attenzione degli esperti militari e degli studiosi in genere come opera di particolare pregio, non solo perchè idonea a costituire riferimento completo e di semplice consultazione da cui attingere, ma soprattutto per gli inediti ed interessanti spunti di riflessione che propone in un campo rimasto finora immeritatamente ai margini della ricerca storiografica.
Per tutte queste ragioni, i contenuti dell'opera sono di tale importanza e novità da rendere forse necessaria una rilettura della storia del nostro Esercito in guerra e in pace. La metodica seguita nell'elaborato intende evitare dannose dicotomie tra i vari Servizi Logistici, riconducendo costantemente la loro evoluzione ad un quadro unitario nel quale la filosofia logistica generale si collega strettamente alla co'!cezione strategica del momento, con un approccio equilibrato ed alieno da interpretazioni di maniera, visioni settoriali e giudizi avventali. Così facendo, l'autore è riuscito a realizzare un lavoro che mette nella giusta evidenza l'importanza dello studio della logistica quale strumento indispensabile per una rigorosa valutazione della reale efficienza degli strumenti militari e, nel contempo, si pone come utile guida per la formazione di una "coscienza logistica", la cui assenza è stata spesso lamentata in passato. · E questo è un paradigma imposto dalla dinamica del quadro strategico che, nel configurare la progressiva estensione del concetto di sicurezza anche al di fuori dei confini nazionali e nel delineare forme I più avanzate di cooperazione tra i popoli, ha anche ampliato la gamma di interventi militari ipotizzabili e, di conseguenza, mo/Jip/icato le esigenze in termini di supporto logistico; Soprattutto, però, l'alimentazione ed il supporto di forze impiegate a notevoli distanze dalla Patria, richiede un approccio al problema logistico assolutamente nuovo, giacchè a queste sfide inimmaginabili anche solo pochi anni fa - non può essere risposto facendo riferimento a sistemi o ad organizzazioni di tipo tradizionale. Addirittura la logistica, in questo tipo di operazioni, diviene elemento primario di successo e fattore condizionante di ogni scelta operativa. E questo quando non è addirittura l'intera missiÒne a configurarsi esclusivamente in termini di sostegno logistico a favore di un popolo. Non si potrà, per lo sviluppo di operazioni all'estero, fare riferimento a schemi tradizionali? Allora è necessario conoscere bene quanto si è fatto nel passato per disporre degli elementi necessari per una scelta razionale di domani.
La soluzione, insomma, deve esser(!,cercata nella formazione dei Quadri, al fine di porli nelle condizioni di pianificare ed affrontare qualunque evenienza. Una "coscienza logistica", quindi, che entra a far parte di un 'unica, radicata "coscienza militare". Sono, pertanto, davvero lieto di presentare quest'opera dell'Ufficio Storico che non mancherà - ne sono certo - di fornire validi motivi di opportuno e fecondo approfondimento non solo tra i Quadri delle Forze Armate, ma, mi auguro, anche tra quanti si interessano di storia militare.
I L CAPO DI STATO M AGGIORE DELL'ESERCITO
A Riccardo Botti studente in legge Garibaldino della divisione Medici caduto a vent'anni sul Volturno l'l ottobre 1860 per 1'unità, la libertà, l'indipendenza della nuova Italia.
«Quel capitano che no ha provvigioni di grano e d'ogni altra vettovaglia necessaria al vivere, è vinto senza combattere». Vegezio
«Un corpo di ufficiali che si vale dell'uomo ed evita il "materiale" non vale il costo del suo mantenimento e non rende alcun servizio». MaresciaJlo Foch
«Quando si vuole organizzare un esercito, bisogna cominciare dal ventre: questo è il fonda mento di quello... l piani di un condottiero stanno sempre in rapporto agli approvvigionamenti ed i più grandi progetti diventano eroiche chimere se egli, prima di ogni altra cosa, non abbia provveduto di assicurarsi in fatto di vettovaglie.. . Siate del soldato il padre e non il carnefice, abbiate di fui somma cura: che egli riceva regolarmente viveri e soldo ... ». Federico li
«È immorale volere fare della grande strategia quando è meschina
l'alimentazione del soldato». Niccolo Marselli
«Ci si accorge dai libri di storia che molti più eserciti sono andati distrutti per la mancanza di cibo e di ordine che per mano del nemico». Cardinale Richelieu
<<2000 uomini che lasciano l 'ospedale curati, e in un certo senso addestrati aJla professione (militare) hanno di gran lunga più valore di anche 6000 nuove reclule». Cardinale Richelieu
«IL soldato in linea è sempre disposto a tutti i sacrifici, fino a quello estremo, a patto che non gli sorga il dubbio che il suo sacrificio possa dipendere da inescusabili manchevolezze logistiche». K. Von Clausewitz
«Né sarà mai alcun tuo nemico, il quale tu possa superare con la fame, che cerchi vincerti col ferro, perchè se la villoria non è sì onorevole, ella è più sicura e più certa». Machiavelli
«Per mancanza di aria un pneumatico andò perso. Per mancanza di un pneumatico un autocarro andò perso. Per mancanza di un autocarro i rifornimenti andarono persi. Per mancanza di rifornimenti la bal/(lg/ia fu perduta. Per aver perduto una battaglia la campagna andò f al/ila. Per aver fallito una campagna la guerra fu persa. La perdita della guerra significò la perdila di tutto. (Proverbio inglese).
«La tattica è solamente un elemento minore dell'arte del comando. li primo e più importante comandamento è che un generale sia in grado di fornire alle proprie truppe materiali e viveri». Socrate (Cii. nei Memorabili di Senofonte).
ABBREVIAZIONI E SIGLE
AA.VV. Ali. Art. Artt. AUSSME
B. btg. btr. C.A. cart . Cdo Circ. cm eme cmq col. cp. CRI D.M.
doc. Fig. G.M. GU G.U .
Istr. Kg Km Km/ h Kmq L. lct. m magg. mc mq p. pp. para. prot. q Racc.
R.D. Reg.
autori vari allegato articolo articoli archivio Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito brigata battaglione batteria corpo d'armata cartella (d'archivio) Comando circolare centimetro/ centimetri centimetro/ i cubo/i centimetro/ i quadrato/i colonnello compagnia Croce Rossa Italiana decreto ministeriale documento figura/ e Giornale Militare Ufficiale Gazzetta Ufficiale Grandi Unità istruzione (complesso di norme tecniche particolari riunite in un documento) chilogrammo/ i chilometro/ i chilometri/ora chilometro/i quadrato/ i lira/ e lettera metro/ i maggiore metro/ i cubo/ i metro/i quadrato/i pagina pagine paragrafo protocollo quintale/i raccoglitore (d'archivio) Regio Decreto regolamento
Rep. rep. rgt. RULDRDI segg. SM SME SU. Suppl. sz. Sz.
Uf. Voi. VE
repertorio (d'archivio) reparto reggimento raccolta ufficiale leggi e decreti del Regno d'Italia seguenti Stato Maggiore Stato Maggiore Esercito sottufficiale/ i supplemento sezione (unità) sezione (di un Comando o Ufficio) tonnellata/e tenente colonnello truppa trasporto/ i ufficiale/i ufficio/i volume/ i vestiario ed equipaggiamento
Vi.
viveri
Vet.
veterinario
t
ten. col. Tr. tra. U.
INTRODUZIONE
Fin dai primi anni del secolo XX, a ben guardare si hanno in Europa eloquenti segni del progressivo affermarsi di una vera e propria strategia logistica; una strategia, cioè, dominata e dipendente da fattori di carattere economico e dati statistici quantitativi e qualitativi sugli armamenti, che già caratterizza la gara navale tra Germania e lngbjlterra ai principi del novecento' . Questo particolare approccio alla problematica strategica, ove si tende a concepire il materiale e tutto ciò che lo concerne come punto di partenza e non di arrivo, ha oggi gran fortuna, fino ad entrare nella tematica quotidiana; eppure non è stato accompagnato dallo studio approfondito di una branca come la logistica, che pur essendo passaggjo obbligato per l'utilizzazione del materiale ai fini operativi è finora rimasta ai margini dell'indagine storica, nonostante i riconoscimenti di principio che le sono da gran tempo tributati. Ad esempio le Direllive per l'impiego delle Grandi Unità del giugno 1935, non del tutto a ragione da taluni erette a simbolo di sproporzione tra i fini teorizzati e i mezzi disponibili , ammoniscono pur sempre, nella prefazione, che " il comandante deve essere tattico e logjsta", e intendono evidentemente sfatare certi schemi mentali non corretti, visto che sentono il bisogno di sottolineare che truppe e servizi - nella guerra di oggi - vanno considerati allo stesso piano; le prime, per lottare con successo, devono essere alimentate e sostenute dai secondi. li funzionamento dei servizi non s'improvvisa; se manca, tutto resta paralizzato, riappare la stasi, e, con essa, la guerra di trincea ... la cattiva soluzione del problema logistico - quando non ha conseguenze più gravi - è causa prima del paralizzarsi del movimento, cioè della guerra di posizione2 •
Sui n'nessi in campo politico e strategico della spinta alle costm zioni e allo sviluppo delle tecqologie derivanti dalla gara navale tra Inghilterra e Germania Cfr . W. H. MC NEILL, Caccia al potere - Tecnologie, armi, realtà sociale dell'anno mille, MILANO , FELTRTNELLI 1984, pp. 217 - 251. 2
MINISTERO DELLA GUERRA, COMANDO CORPO SM , Direllive per l'impiego delle Grandi Unità , ROMA 1935, para. 14 - 28.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
Si deve riconoscere che queste parole, scritte prima della guerra di Etiopia e anzi per la guerra d'Etiopia, in certo senso anticipano le poco note considerazioni del colonnello cecoslovacco Moravec sugli aspetti logistici del Blitz - Krieg tedesco, forma di strategia terrestre della quale si tende ad esaltare la capacità di spinta offensiva ma si omette sovente di considerare ciò che dietro le quinte la rendeva praticabile (carburanti, munizioni, riparazioni): il comando tedesco era riuscito a creare una tattica nuova, adatta per la manovra dei grandi corpi moto - meccanizzati. Ma ciò che era ancor più importante, era riuscito a risolvere il problema del rifornimento di grandi corpi motorizzati di carburanti, munizioni e pezzi di ricambio a grandi distanze in modo cosi perfetto, che le colonne di testa, che nel frattempo si erano allontanate considerevolmente dalle loro basi di partenza, avevano pienamente conservato la loro forza di attacco 3 •
Se il Blitz-Krieg non è stata la vittoria dello spirito sulla materia, ma, al contrario, il risultato complessivo di una strategia ove la logistica aveva un ruolo importante almeno quanto la tattica, a proposito degli eventi della prima guerra mondiale andrebbe ricordato che, come osservava nel 1939 il magg. La Rosa, nel 1914 in Europa gli strumenti bellici, accuratamente predisposti da lunga mano allorchè si misurarono in campo, si trovarono subilo di fronte a difficoltà assolutamente imprevedute oltre che nel campo dell'impiego, anche nel campo logistico, generando quelle repentine sorprese che costrinsero a un'immediata e generale revisione delle dottrine rnilitari 4 •
Causa non ultima della scarsa fortuna di ambiziosi piani basati su ancor più ambiziose dottrine è stata dunque la sorpresa in campo logistico, che si è aggiunta alla sorpresa in campo tattico e strategico. Come metteva in evidenza il generale Ottolenghi nel 19365, il fallimento del piano Schlieffen nel 1914 fu dovuto anche ai rimaneggiamenti che vi apportò il Von Molt-
3
E. MORAVEC, La strategia attuale, FIRENZE, CIA 1941, p. 211.
4
G. LA ROSA,/ reparti recupero e lavanderia dei magazzini vestiario ed equipaggiamento di armata, "RIVISTA DI COMMISSARIATO" n. 5/ 1939.
5
A. OTIOLENGHI, L 'arie militare e il tecnicismo, "ECHI E COMMENTI " del 25 marzo 1936.
INTRODUZIONE
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ke, che non attribuendo la dovuta importanza al buon funzionamento dei Servizi abbreviò le soste dell'ala avvolgente (previste nella versione originaria in tempo sufficiente per consentire l'afflusso dei rifornimenti), con conseguente grave difetto di alimentazione della manovra, difetto tale da costituire causa non ultima della sconfitta della Marna e della ritirata. In ultima analisi, al di là di affermazioni di principio che si incontrano spesso e ovunque, rimangono anche oggi sostanzialmente valide, e quasi ammonitrici, le considerazioni del capitano Gritti, che nel 1902 aprivano un suo dotto studio sui Servizi logistici dell'armata napoleonica nella campagna del 1806 in Germania: Lo studio della storia militare è in Italia quasi generalmente limitato alla sola parte strategica e tattica, con quel tanto di logistica che si riferisce alla traslocazione delle truppe ed ai servizi di avanscoperta e di esplorazione, omesso tutto ciò che riflette i vari rifornimenti e sgomberi, a proposito dei quali invano lo studioso domanda insegnamenti ai trattati di tale scienza, quasi che ciò non avesse un legame stretissimo con k operazioni più specialmente denominate militari, e non servisse a spiegare molto spesso il motivo di taluni movimenti e di talune soste. Questa omissione produce due principali, gravissimi danni: 1° Permette che si diffonda e si radichi negli ufficiali specialmente destinati al comando delJe truppe e al combattimento l'erronea convinzione, che tutto quanto riguarda il funzionamento dei Servizi (i quali con qualificazione infelice sono da noi denominati accessori, ma che molto più esattamente si dovrebbero dire ausiliari) abbia un'importanza pressochè trascurabile, e che perciò qualunque studio approfondito di essi sia superfluo e quasi completamente estraneo alla condotta della guerra, come se bastasse un'ordinaria dose di previdenza, di buon senso e d'ordine per assicurarne il miglior funzionamento; 2° Impedisce agli ufficiali specialmente destinati alla direzione dei Servizi stessi di trarre profitto dagli insegnamenti del passato e di evitare con ciò la ripetizione, talvolta disastrosa, di antichi errori. Non è quindi lecito negare un vero ed alto interesse militare ad un ordine di studi sin qui purtroppo da noi quasi assolutamente trascurato, malgrado che dall'estero e specialmente dalla Francia ci si dimostri che anche questa parte della storia racchiude preziosissimi insegnamenti, ai quali carità di patria impone di domandare lume nella organizzazione e nel funzionamento dei Servizi ausiliari militari. Lo sviluppo di questi studi servirebbe ad eliminare dalla mente di molti anche fra i più eletti ingegni gravi errori succhiati, diremo così, col latte, per effetto dei quali errori spesso i Servizi sono considerati come quantità trascurabili tra i fattori della vittoria, quando non si giudichino addirittura come parassiti dell'esercito ... Auguriamo perciò che i forti ingegni, che si dedicano allo studio approfondito delle operazioni militari, non disdegnino, per
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LA LOGISTICA DELL'ESEKCITO - VOL .. I
l'avvenire, di tenere conto di quegli elementi logisticoamministrativi, che pure potentemente concorrono, per ineluttabile necessità, a favorire o ad ostacolare le più elevate concezioni del genio6 •
Circa questa affermazione del Gritti, va però osservato che anche in Francia non sempre l'approfondimento della problematica relativa ai Servizi ha avuto uno sviluppo in grado di reggere il confronto f!Uantitativo e qualitativo con gli studi relativi alla branca più propiamente strategica, tattica e ordinativa. Scriveva infatti nel 1824 C .A. Odier (insegnante a l'Éco/e de l'Etat Major istituita nel 1818): L'arte di conservare le truppe e di assicurare le conquiste, quantunque non meno reale che l'arte della guerra propriamente detta, quantunque tanto raccomandata dai grandi condottieri, è la meno conosciuta, la più negletta, è quella che è meno osservata e intorno alla quale si è raccolto il minor numero di documenti.
Non risulta che queste parole, in Italia come altrove, abbiano dopo di allora ricevuto una sicura smentita dalla comparsa di contributi veramente esaustivi. Ne è pertanto derivata una storia che - fatte naturalmente le debite ma rare eccezioni - risulta monca e trascura quanto lo stesso Gritti si preoccupa di sottolineare: la storia esige uno studio completo, che abbracci tutti gli svariatissimi rami dell'umana attività e che presenti un quadro esatto dei fatti che si vogliono analizzare e che fra loro s'intrecciano e si sovrappongono in modo da essere reciprocamente causa ed effetto gli uni degli altri' .
Quali le ragioni di questa quasi istintiva, epidermica e frequente autolimitazione degli studi storico - militari? Al di là di facili ma sterili crucifige, anche ad un primo esame esse appaiono ben più radicate e profonde di quanto possa sembrare, fino a far ritenere quanto meno semplicistico, e anzi banale, il voler ricercarle in certa superficialità e in certo culto dell'improvvisazione, che a parere di taluni esegeti del costume contraddistinguono il carattere nazionale; nemmeno la mancanza per lungo tempo di una vera e propria dottrina logistica nel senso attuale del termine, messa
6
L. GRIITI, Studi sui servizi logistici 1806 in Germania, ROMA 1902, pp. I- 3.
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1V1, p .2.
INTRODUZIONE
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in luce anche dallo Stefani a proposito dell'armata sarda8 , può essere sufficiente a spiegare questa disaffezione. In realtà non sembra che, all'estero, siano oggi disponibili molti e approfonditi studi sull'evolversi della problematica logistica nel suo complesso, anche se sono abbastanza numerosi i contributi su singoli aspetti o singoli Servizi logistici9 • Tutto sommato, appare pienamente condivisibile quanto affermato nel 1980 a uno dei rari convegni in materia logistica dall'ing. Hervé Mathé, esperto francese in organizzazione logistica e collaboratore del Centre de Sociologie de la Defense Nationale: come regola generale, la letteratura su questo tema, militare o industriale, rimane povera, al punto che a lungo occultata nel pensiero e nel discorso strategico francese, la logistica conserva una connotazione esoterica, che non facilita la sua entrata come merita tra le concezioni della Difesa NazionaJelO.
Sicuramente esclusa va anche la difficoltà rappresentata dall'assenza, o quasi, di fonti: una semplice scorsa alle polverose pagine del Giornale Militare, del Giornale di Artiglieria, del Giornale del Genio, del Giornale di Medicina Militare, della Rivista di Commissariato dimostra che se non si può parlare per gran parte del secolo XIX, di dottrina logistica, ciò non significa che i Servizi siano stati trascurati, non se ne sia compresa l'importanza e non abbiano rappresentato, come oggi, una primaria e costante preoccupazione dei legislatori, dei comandanti e degli Stati Maggiori, preoccupazione della quale sono rimaste larghe tracce. Di più: si può riscontrare, specie nell'armata sarda dal 1831 in poi, un gran numero di minute prescrizioni e di regole amministrative e contabili, un culto del dettaglio, una tendenza al perfezionismo e all'accentramento che non autorizzano a parlare, come spesso viene fatto, di scarso rilievo
8
F. STEFANI, La storia della dottrina e degli ordinamenti dell'Esercito Italiano, ROMA, SME-UF. STORICO 1984, VOL. I pp. l - 40.
9
Una delle poche eccezioni è rappresentata dal (relativamente) recente libro di M. VAN CREVELD Suppliyng War-logistics Jrom Wa/lenstein to Patton , ED. CAMBRIDGE,
10
Cfr. H . MATHE, Problème de la conduite de la demarche logistique: le concept de logistique dans une histoire contemporaine de la pensée sur la logistique des Armèes au combat pendant la premiere guerre mondiale, NANCY, PRESSES UNIVERSITATRES UE NANCY 1984, p. 25.
1977.
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della logistica nei tempi andati, anche se suscitano negli stessi contemporanei giudizi critici come quello - assai severo - di una grande figura di studioso e di valoroso combattente come il capitano Carlo De Cristoforis nella sua opera Che cosa sia la guerra.Dell'esercito piemontese del 1848, che aveva leggi amministrative a centinaia e non un solo amministratore intelligente, lo stesso Bava dice: " Alla fine di luglio, senza perdita di alcuna battaglia, le nostre truppe si sono discomposte, a malgrado che la via del Piemonte fosse aperta dietro ad esse, ed avessero a stanziare nel paese più fertile d'Europa" 11
Va anche ricordato, sempre per sfatare taluni luoghi comuni, che nel vecchio Piemonte la direzione e il controllo degli a ffari della guerra sembrano identificarsi totalmente, per un lungo periodo, nella gestione amministrativa: ad esempio, come ricorda il Borgatti 12 , nel 1560 Emanuele Filiberto nel quadro delle riforme militari alle quali pone mano articola la gestione degli affari militari su tre uffici: I veadoria o veedoria, retto da un veador generale (con funzioni assimilabili a quelle di un ispettorato); 2°) contadoria retta da un contado, generale (una sorta di direzione si amministrazione); 3°) tesoreria della milizia, retta da un tesoriere generale (servizio dei conti e cassa). Questi tre dipartimenti erano riuniti in una sola Azienda, con a capo il veador generale delle milizie_ È dunque in altre direzioni che dobbiamo ricercare le cause autentiche di quella sorta di limbo storico nel quale la logistica è stata lasciata da molti autori e studiosi militari. Tra di esse, la prima ci sembra dovuta al costante successo in Europa, anche dopo la prima guerra mondiale (che pure fu quant'altre mai guerra di materiali e quindi di logistica sia di produzione, sia di campagna), di correnti di pensiero militare a sfondo spiritualistico, portate cioè ad attribuire valore determinante e un ruolo pressochè esclusivo - sulle orme della teoria clausewitziana della guerra, della quale, more solito, tendono come tutte le "scuole" ad ampliare a forzare talune acquisizioni - al carisma, al coup d'oeil, alla capacità dei capi e allo spirito offensivo delle truppe. 0
)
11
C. DE CRISTOFORI S, Che cosa sia la guerra, MILANO , BESOZZT 1860, p. 76.
12
M_ BORGATII, Storia dell'Arma del Genio, VOLI, ED_ " RIVISTA ARTIGLIERIA E GENIO", ROMA 1928, p . 126 .
INTROOUZIONE
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Un esempio significativo di tale tendenza, in parte giustificata dalla necessità di uscire dalle morte gore della guerra di logoramento, è rappresentata in Italia dalle tesi del generale Ottavio Zoppi all'inizio degli anni Trenta, secondo il quale non furono le strettoie e le imposizioni della guerra di materiali e di trincea a causare dal 1914 al 1918 la prolungata stasi delle operazioni, la prevalenza della difensiva e l'assenza di risultati strategici decisivi, bensì lo scarso spirito offensivo delle truppe e la rassegnazione dei comandanti 13 • Se un ruolo determinante e tendenzialmente esclusivo viene assunto dalla dimensione spirituale e morale della guerra, ne deriva, come inevitabile conseguenza, che comandanti e Comandi tendono a loro volta a identificare in misura eccessiva le loro funzioni in quelle a sfondo strategico, tattico e operativo. La logistica diventa al di là delle intenzioni cosa per pochi specialisti e iniziati, e prevale almeno nella prassi quotidiana il napoleonico "non mi si parli dei viveri" , a significare il rifiuto - da Napoleone pagato caro in Spagna e soprattutto in Russia - di lasciar condizionare in misura troppo soffocante la strategia dai vincoli dettati dalle possibilità logistiche: rifiuto che se aprioristico e assoluto può diventare esiziale e minare le stesse basi di una sana strategia. Senza dubbio è tutta questione di trovare di volta in volta un equilibrio: ma sta di fatto che sovente nella storia militare, forse perchè tale equilibrio è difficile da raggiungere nella pratica, anche i Capi più brillanti hanno lasciato che la bilancia pendesse in misura troppo netta e pronunciata a sfavore della logistica, facendo così pagare alle loro truppe e ai destini della Nazione che le aveva loro affidate un prezzo altissimo e tale da vanificare, alla lunga, i vantaggi strappati con il clausewitziano coup d'oeil: non è certo questo il succo di ciò che intendeva proporre Clausewitz, un maestro di armonia e di equili brio. Una seconda causa va ricercata nel prevalere di una tendenza della quale molto si è discusso negli ultimi anni: l'histoire - bataille, la identificazione della storia militare con la sua parte più appariscente, cioè lo studio e la descrizione delle battaglie e delle guerre, viste naturalmente nei loro aspetti più eclatanti, che sono quelli relativi alle decisioni strategiche e tattiche dei Capi e ai movimenti - e conseguenti scontri - delle truppe. Non meno riduttivo risulta un approccio meramente politico - sociale (e se vogliamo industriale ed economico) all a guerra, perchè
13
Cfr. O . ZOPPI , I celeri, BOLOGNA, ZANICHELLI 1933. Sulle linee di tendenza della strategia dopo il 191 8 Cfr. anche F. BOTII - V. ILARI, Il pensiero militare italiano tra il primo e il secondo dopoguerra (1919 - 1949), ROMA, SME Uf. STORICO 1985, pp. 167 -187.
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·anch'esso non giunge a mettere in rilievo l'aspetto principale della logistica, come cioè il materiale prodotto dalla struttura socioeconomica viene gestito e distribuito alle truppe operanti secondo criteri di stretta competenza dei comandanti, contribuendo così a condizionare l'evolversi degli eventi bellici - e la stessa efficienza combattiva delle truppe - in misura notevole, ma senz'altro difficile da quantificare e quindi da studiare. Ne deriva un'altra difficoltà di rilievo: è più facile, più semplice e quasi istintivo apprezzare ruolo e movimenti ·degli attori sulla scena, giudicare la qualità e la proprietà dello scenario che si mette in mostra, piuttosto che studiare i particolari nascosti - talvolta aridi e prosaici - della vita dietro le quinte, e rendersi conto dei complessi meccanismi, delle predisposizioni di vario ordine che rendono possibile far apprezzare pienamente al grosso pubblico sia l'opera dell'autore di successo, sia l'abilità del regista, sia il livello artistico del cast di attori, sia infine il gusto delle scene: tutti gli aspetti cioè che normalmente, mutatis mutandis, ricadono nella sfera d'interesse dello storico militare. Non a torto, dunque, il generale On. Giacomo Sani così si esprimeva nel 1882 in Parlamento, in merito alla poca cura allora rivolta all'amministrazione militare: Quale la ragione psicologica del fenomeno? A me pare molto semplice ed è questa: che gli uomini abituandosi in generale a quei fatti che si ripetono tutti i giorni sotto i loro occhi, quasi per generazione spontanea, non solamente li curano poco, ma li considerano come cosa naturalissima e di poca importanza. E siccome l'amministrazione provvede a quest'ordine di fatti, i quali in tempo di pace richiedono un minimo sforzo, mentre in tempo di guerra ne richiedono un massimo, così avviene che, terminata una campagna e sedate le prime critiche, le quali sono sempre rivolte contro l'amministrazione, specialmente quando la sorte delle armi non fu propizia, tutto r icade nella calma abituale. Questo, Signori, è presso a poco la storia di tutte le guerre e di tutti gli eserciti 14 •
Fuor di metafora, se è sempre estremamente difficile in sede teorica e in tempo di pace avere una visione sufficientemente approssimata delle reazioni dei singoli, dei movimenti e degli scontri sul campo di battaglia, del tipo di lavoro che tali movimenti comportano per truppe e Comandi,
14
Cit. in C . GREGOR IO, L'amministrazione e gli amministratori militari nella storia, "RIVISTA DI COMMISSARIATO" n. 1/ 1940.
INTRODUZIONE
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ancor più difficile diventa fotografare e riprodurre le attività logistiche, pervenire a uno scenario, a un'immagine realistica, di tutto ciò che comportano l'efficienza prolungata nel tempo di armi, uomini e mezzi, i movimenti sul campo di battaglia, i consumi di munizioni, viveri e foraggi o carburanti. E anche nelle esercitazioni militari del tempo di pace i vincoli di tempo e di altro genere costringono volenti o nolenti i direttori a concentrare l'attenzione su quelli che in buona sostanza sono gli atti finali e/o più appariscenti, quindi anche più istruttivi: come riprodurre, in pace, le ferite e le malattie di un lungo periodo di campagna, o la mancanza di viveri e munizioni? e come dare l'immagine dello stretto rapporto pur esistente tra morale delle truppe e qualità della logistica?
* * * Gli aspetti del problema logistico che abbiamo voluto proporre alla riflessione del lettore sono dunque già tali da indicare con sufficiente approssimazione le finalità dell'opera di ricognizione che ci accingiamo a compiere, opera che intende fornire un primo apporto per colmare un indubbio vuoto tuttora esistente nella storiografia militare italiana, prendendo in esame l'evolversi dell'organizzazione e del funzionamento dei Servizi dall'armata sarda fino al secondo dopoguerra. In questo senso, lo studio dell'aspetto logistico della nostra regolamentazione si raccorda con l'indagine dello Stefani sulla dottrina tattica e strategica e sugli ordinamenti 15 , lavoro al quale siamo tributari di non pochi spunti e al quale rimandiamo, in quanto costituisce, insieme con altre opere (quali per esempio quelle del Brancaccio, del Chapperon e del Bava - Beccaris 16} , l'indispensabile quadro di riferimento dei provvedimenti concernenti più propriamente la branca Servizi.
15
F. STEFANI, Op. Cii.
16
Cfr. N. BRANCACCTO, L'Esercito del vecchio Piemonte (1560 - 1859), ROMA STAB. POLIGR. AMM. GUERRA 1922; A. CHAPPERON, l'organica militare Ira le due guerre mondiali (/814 - 1914, ROMA, STAB. POLIGR. AMM. GUERRA 1921; F. BAVA - BECCAR1S, L'&ercilo ilaliano: sue origini, suo successivo ampliamento, stato alluale, ROMA, TIP. R. ACC. LINCEI, 1911. Si tratta di opere indubbiamente utili ai fini del lavoro che stiamo conducendo, ma tutt'altro che complete cd esaustive, anche dal punto di vista ordinativo: non danno la composizione particolareggiata dei livelli di btg., rgt. e D., non scendono nel dettaglio fino ad esaminare la struttura dei Comandi , nè forniscono delucidazioni sulla formazione d ei vari organi, o accennano a armi, materiali e mezzi.
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LA LOOISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
Perchè iniziare dall'armata sarda? Oltre che per la necessità e opportunità del raccordo al quale prima si è accennato, una ragione anche più consistente è rappresentata dalla constatazione che gli indirizzi, i criteri amministrativi e gli ordinamenti adottati dalle forze terrestri del Regno di Sardegna a partire dal 1831 in parecchi casi sono destinati a sopravvivere anche dopo il 1861, nell"'Esercito Italiano" e nel " Regio Esercito". Per i criteri amministrativi, p er la struttura di base e le attribuzioni dei Comandi ai vari livelli, per la ripartizione dei compiti in campo logistico tra le varie Armi risulta pertanto non solo opportuno, ma necessario rifarsi all'esercito piemontese, il cui esame noi iniziamo soprattutto a partire dal 1848, cioè dal suo probante collaudo con la prima guerra di indipendenza. Nè per altro verso, ci pare da trascurare che nel 1832 viene alla luce il Vom Kriege del Clausewitz, e nel 1837 Jomini dà alle stampe il suo Précis de l'art de la guerre. Nasce dunque proprio in quegli anni la moderna strategia, che vede in Clausewitz l'artefice della nuova figura del Capo, e in Jomini il teorico - pur tra esasperazioni e preziosismi - della nuova scienza dello Stato Maggiore, la cui organizzazione e il cui lavoro diventano sempre più importanti. Di qui la necessità di affrontare un argomento che alla strategia è così intimamente legato come la logistica moderna, partendo dalle sue radici e dai suoi primi collaudi, che vanno appunto collocati intorno alla metà del secolo XIX. Rimane ora da chiarire, per completare il quadro, l'oggetto della trattazione e i criteri seguiti per la compilazione dell 'opera. Per l' armata sarda, non si può parlare di dotlrina logistica ma di organizzazione logistica, con tale termine intendendo l'insieme di organi e mezzi (strumento logistico), articolati e dislocati (dispositivo logistico) in funzione di un compito, che svolgono attività logistiche per assicurare il sostegno ad una unità o complesso di forze 17 •
Se infatti, come si è visto, non sempre è esistita una dottrina logistica, è pur sempre esistita - per necessità di cose - una organizzazione logistica, magari allo stato embrionale e naturalmente calibrata rispetto
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Pub. SME N. 1895, Nomenclatore Militare (&ercito) - ED. 1984, p . 93.
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ai mezzi dell'epoca; al tempo stesso, non sarebbe stato del tutto corretto parlare della logistica come sostantivo, come branca via via sempre più importante dell'arte della guerra. Un'indagine sull'etimologia della parola, sulla sua introduzione e sui significati che via via le sono stati attribuiti, ce lo dimostra, e risulta anzi necessaria in via preliminare: come affermava proprio Clausewitz solo quando si è d'accordo sui nomi e sulle definizioni si può sperare di procedere in modo lucido e facile all'esame delle cose; solamente allora si può sperare di trovarsi sempre allo stesso punto di vista col lettore. 18
In senso generale, si può osservare che il termine logistica non può non risentire di tutte le vicissitudini e le indeterminatezze che hanno accompagnato il termine strategia, oggetto di recenti e autorevoli studi ai quali rimandiamo 19 : un termine, per giunta, che ha avuto sempre scarsa fortuna e ha spesso dato luogo a interpretazioni ancor più difformi e controverse di quello di strategia. A sua volta la branca strategica risulta legata e "dipendente" rispetto all'eterno problema della ripartizione dell'arte militare, per il quale, nei secoli, legioni di autori militari hanno indicato soluzioni estremamente varie e geniali, ma non mai esaustive e tali da rappresentarne un punto fermo, accettato dalla maggioranza degli studiosi20 • Una definizione ufficiale di logistica - come anche di strategia è tuttora significativamente assente dal recentissimo Nomenclatore Militare - Esercito del I 98421 , e anche dalla precedente edizione del 1%922, nè compare nel Nomenclatore organico - tattico - logistico del 1936.
18
C. VON CLAUSEWITZ, Della guerra, MILANO, MONDADORI, 1970, VOL. I , P, !03.
19
Cfr., in particolare, V. ILARI, Politica e Strategia globale, e C. JEAN, li pensiero strategico: continuità ed evoluzione, ambedue in AA. VV ., Il pensiero strategico (a cura di C. JEAN), MILANO, FRANCO ANGELI 1985. Sempre di Jcan - portatore di una concezione neoclausewitziana - vds anche li pensiero strategico alla ricerca di unitarietà, "RIVISTA MILITARE" n . 2/ 1982.
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Un pregevole excursus sulle varie interpretazioni del passato è rappresentato ad esempio dallo studio del col. di SM A. RJCCHETTI, Qualche considerazione intorno
alla partizione teorica della arte militare e alla sua ripercussione sull'ordinamento degli studi militari, "RIVISTA MARITTIMA" settembre 1920. 21
C fr. Pub. SME n. 5895 - ed. 1984 (Cit.).
22
Cfr. Pub. SME n . 5895, Nomenclatore Militare (Esercito) - ED 1969.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
Solo nel Nomenclatore del 1962 troviamo una definizione forse eccessivamente sintetica ma assai chiara: "Branca dell'arte militare che tratta le attività dirette ad assicurare alla FF.AA. quanto necessario per vivere, muovere e combattere nelle migliori condizioni di efficienza" 23 • In quest'ultima pubblicazione, per inciso, viene data anche una parallela definizione di strategia, indicata come " Branca dell'arte militare che tratta i principi generali delle operazioni militari e il piano generale di guerra" 24 • Tuttavia il termine logistica, anche come sostantivo, non è ignorato dalla regolamentazione attuale: ad esso anzi si intitola la Pub. SME n. 6176 Memoria sull'impiego delle Grandi Unità (n. 900 s.d.) - VOLUME III - La logistica (1981), che definisce i criteri per l'organizzazione e il funzionamento dei Servizi. Esiste anche a livello NATO (nel Glossario dei termini e delle definizioni militari) una definizione ufficiale di logistica che ci sembra la meglio atta ad indicarne oggi, senza equivoci, la sua sfera d'azione: Pianificazione e attuazione del trasporto e dell'alimentazione delle forze. Nella sua più ampia accezione comprende gli aspetti delle operazioni militari che trattano: a) progettazione e sviluppo, approvvigionamento, immagazzinamento, trasporto, distribuzione, mantenimento, sgombero ed alienazione dei materiali; b) trasporto (raccolta e sgombero) e cura del personale (e dei quadrupedi); c) acquisizione e costruzione, mantenimento, impiego e alienazione degli impianti; d) acquisizione e fornit ura dei servizi25 •
A tale definizione, pertanto, faremo riferimento nel prosieguo della opera, quale ultimo stadio di' un lungo processo evolutivo. Peraltro a livello NATO compare anche un' altra concezione che, se con ogni probabilità ha - come meglio si vedrà in seguito - profonde radici storiche, potrebbe far pensare ad un'impostazione della branca Servizi assai lontana dalla nostra attuale, e sembra svalutare il termine logistica, ponendolo in subordine a quello di amministrazione e abbinandolo alla branca personale. Infatti, il predetto glossario NATO così definisce l'amministrazione:
23
Pub . SME n.· 5514 Nomenclatore organico - fallico - logistico Ed. 1962, p . 134.
24
IVI, p. 235.
25
Glossario Nato dei termini e delle definizioni militari (AAP - GL in data I O feb. 74) - ED. 1976, p. L/7.
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1) Direzione e svolgimento di tutte le attività militari concernenti la logistica e l'amministrazione del personale e che non comprendono quindi, la tattica e la strategia. 2) Amministrazione interna dei reparti 26 •
Dietro questo incompleto assetto teorico della terminologia di base, della quale risente - com'è inevitabile - anche la regolamentazione attuale, vi è una lunga diatriba, della quale non è ozioso richiamare le tappe principali, poichè la sua conoscenza fornisce chiavi interpretative di primaria importanza non solo per il problema particolare dei Servizi, ma, in senso lato, per la teoria della guerra. Il primario e anche oggi obbligato riferimento di tale teoria, Karl von Clausewitz, ancora ignora il termine logistica ed è ben lungi dal riconoscere alla branca Servizi la dignità di protagonista, con autonoma fisionomia e ruolo paritario rispetto a quella strategica e a quella tattica che invece polarizzano in misura praticamente esclusiva la sua opera. Nel Vom Kriege, al libro secondo della teoria della guerra, Clausewitz prende in esame la "partizione dell'arte della guerra" e, in questa occasione specificamente si occupa anche del rapporto tra operazioni belliche e Servizi27 • Punto centrale di una visione che avrà larga influenza, diretta e indiretta, nei decenni futuri e fino alla prima guerra mondiale, è una netta separazione, a torto dal Clausewitz individuata, tra "arte della guerra in senso ristretto, o teoria della condotta della guerra, o anche teoria dell'impiego delle forze militari - espressioni che per noi sono sinonimi" - che si occupa esclusivamente della condotta della guerra, e tutte le attività connesse con il mantenimento in efficienza delle forze (delle quali fanno parte anche i Servizi), attività che il Clausewitz riconosce come importanti e qualche volta anche determinanti, ma che vanno tenute separate dall'arte della guerra, per "soddisfare ad una condizione capitale imposta ad ogni teoria, cioè sceverare le cose eterogenee''. Per altro verso, non del tutto esatto sarebbe sostenere che egli sottovaluta o trascura l' incidenza dei Servizi sulla lotta, anche se afferma categoricamente: "Chi oserebbe comprendere nella condotta della guerra propriamente detta tutta la lunga litania dell'alimentazione e della amministrazione? Tali funzioni hanno bensì rapporti continui con l 'impiego delle truppe, ma ne differiscono essenzialmente.
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IVI, p. A/11.
27
C. VON CLAUSEWITZ, Op. cii., Voi. I, pp. 95 - 104.
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Infatti secondo Clausewitz talune attività - come le marce, i campi e gli accantonamenti - appartengono per un verso alla lotta, e per l'altro al mantenimento in efficienza delle truppe, mentre i Servizi di vettovagliamento, sanitario, di rifornimento delle armi e degli equipaggiamenti esercitano sulle operazioni solo un'influenza indiretta: La lontananza dagli ospedali e depositi munizioni può benissimo considerarsi come sola causa.di certe decisioni strategiche importantissime: questo non intendiamo contestare nè adombrare. Noi non ci occupiamo però dei rapporti d.i fatto di un caso particolare, ma della parte astratta della teoria: affermiamo perciò che una influenza di tal natura è troppo rara perchè si debba attribuire alla teoria del servizio sanitario o a quella del rinnovamento delle armi e munizioni una importanza decisiva sulla teoria, più generale, della condotta della guerra: non vale quindi la pena d'introdurre, nei suoi fattori, i diversi sistemi, metodi e risultati di queste teorie, come d'altronde è il caso per ciò che concerne il vettovagliamento.
Riassumendo, non è da ritenersi oggi condivisibile la troppo netta separazione tra arte della guerra o impiego delle truppe in combattimento e la branca Servizi (che opera fuori di essa e perciò avrebbe influenza solo indiretlu sulle operazioni). Almeno in parte accettabile ci appare invece il rapporto di subordinazione che egli intravede, in ultima analisi, tra strategia e logistica: rapporto valido nella misura in cui è incontestabilmente la strategia militare (comunque intesa) a definire gli obiettivi delle operazioni belliche e le direttrici tecniche per raggiungerle, mentre le altre componenti (la logistica, l'organica ... ) hanno sulla strategia come ammette Clausewitz - un influsso talvolta decisivo, ma non tale da postularne un ruolo costantemente paritario rispetto alla strategia stessa, che ne viene influenzata e condizionata ma non può esserne dominata, perchè rappresenta pur sempre l'atto finale del processo decisionale del Capo. Questo rapporto è stato di recente riproposto, in un saggio sulla Rivista Militare28 , da Carlo Jean, che attribuisce alla tradizionale ripartizione "verticale" d'ell'arte militare nel classico "quadrivio" di strategia, tattica, organica e logistica la mancata affermazione di una visione d'insieme nell'elaborazione della scienza strategica e la frequente incomunicabilità tra i vari settori. Occorre invece, a suo giudizio, elaborare una
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C. JEAN, Ari. cii..
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strategia "onnicomprensiva" o " pluridimensionale", che consideri in una visione d' insieme tutte le componenti che influiscono sul livello strategico e sul livello tattico. Di conseguenza l' arte militare, che comprende il livello strategico e il livello tattico, anzichè essere ripartita nei quattro settori "verticali" dal classico quadrivio, dovrebbe comprendere due so ttosistemi "orizzontali", la strategia e la tattica, che considerino in una visione unitaria le varie componenti, da quella operativa a quella logistica, pertinenti alle decisioni di tale livello ... È dalla fusione e non dalla semplice somma dei vari tipi specializzati di strategia - operativo, organico, tecnologico ecc. - che derivano scelte efficaci. Come sempre, l'insieme è qualcosa di differente dalla semplice somma delle parti. Dipende dalla loro integrazione e armonizzazione. Qualora queste ultime non venissero realizzate esisterebbero strategie operative, organiche e logistiche almeno potenzialmente in conflitto tra di loro.
Secondo il Jean le dimensioni d~lla strategia sono cinque: operativa, organica, logistica, psicologica, tecnologica. Pur sostenendo che l'esperienza storica dimostra che non esiste un vero e proprio rapporto di subordinazione della componente logistica rispetto a quella operativa, egli ritiene errata anche l'opposta tendenza a far dipendere dalla dimensione logistica quella operativa (tipica della scuola americana di oggi) e registra la crisi nella quale è entrata nei nostri giorni una siffatta concezione. Ne consegue che indubbiamente Clausewitz, come mette in evidenza Raimondo Luraghi, era figlio della cultura romantica, una cultura cioè tendenzialmente estranea agli aspetti talvolta aridamente scientifici e tecnici della logistica, perchè il romanticismo aveva respinto il primato della ragione dando il posto più eminente alla volontà concepita come del tutto irrazionale: ora, la volontà si estrinseca soprattutto nel campo strategico e tattico, laddove i problemi organici e logistici debbono per lo più venir risolti secondo parametri scientifici e razionali29 •
Ma va anche detto che egli, più che della logistica, era soprattutto nemico di una concezione della strategia dominata da parametri logistici, il che non è la stessa cosa. Taluni non positivi influssi delle sue teorie
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R. LURAGHI, La funzione di comando, "Rivista Aeronautica" n. 4/ 1985.
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ai quali abbiamo fatto cenno sono dovuti, più che a lui stesso, alla sua scuola, che ne ha data sovente interpretazioni distorte (Ludendorff). Come afferma sempre il Luraghi per il Grande Stato Maggiore Tedesco, il campo proprio del comando erano la strategia e la tattica: l'organica e la logistica erano, aJ più, cose da amministratori, o, come si suol dire oggi, da manager. La concezion~ secondo cui i gangli logistici erano obiettivi strategici nacque dunque in America, sui campi di quella che fu la prima guerra industriale della storia [la guerra civile del 1861-1865 - n .d.a.].
Eppure, come già si è accennato, è proprio nel secolo XVII e XVIII che viene toccato il culmine, mai più raggiunto, di una strategia logistica, i cui centri di gravità e obiettivi sono esclusivamente i depositi e/o magazzini (basi di operazione) e le vie di comunicazione che li collegano tra di loro e con le truppe operantP0 • Lo Stato Maggiore tedesco nel secolo XIX, a cominciare dalla vittoriosa guerra franco-prussiana del 1870 e fino a tutta la prima guerra mondiale (si pensi alla manovra di Tannenberg e dei Laghi Masuri), È stato maestro nell'impiego delle ferrovie. E anche per l'organizzazione logistica in generale, specie dopo la guerra franco-prussiana del 1870 l'esercito tedesco è stato in Europa all'avanguardia e costante modello per gli altri eserciti3 1•
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La strategia logistica prende corpo già nel secolo XVH, dopo che Gustavo Adolfo di Svezia aveva organizzato il sistema delle requisizioni regolari e dei magazzini fissi e m obili, in vantaggiosa contrapposizione al persistente esclusivo sistema altrui del disordinato "vivere sul paese" 1(1:on inivitabili, negativi riflessi disciplinari). Il ten. col. C. REISOLI così ne desc;i-Je i caratteri nel suo articolo Le guerre si perdono e si vincono per le vettovaglie. ("RIVISTA DI COMMISSARIATO" n. 3/ 1940): "Dopo corrono i tempi e i sistemi della guerra convenzionale, in un volgere e rivolgere di vicende per le quali il meglio dell'arte si riduce a coprire le proprie comunicazioni, i pro pri magazzini ed a minacciare con abili mosse le comunicazioni e i magazzini avversari. Nel tutto da prevedere, da disporre e da decidere in relazione al fondamentale tema di rifornimenti, trionfo sistematico della manovra non tanto rivolta alla ricerca della battaglia, nelle più favorevoli condizioni di tempo, di forze e di terreno, quanto ad affamare evitando di essere affamati. li grande Montecuccoli contro il grande T urenne nella campagna del 1675 è tipica manifestazione delle idee e dei procedimenti ... ". Osserva ad esempio (in merito ai poco studiati e trascurati aspetti logistici della vittoriosa campagna prussiana del 1870 in Francia) il ten. col Reisoli, nel suo citato articolo Le guerre si perdono e si vincono per le vettovaglie: " In pratica l'esercito invasore riusci, se non a rendere nulle, per lo meno a ridurre nei limiti del largamente sopporta-
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Va anche riconosciuto a Clausewitz il merito di avere bene individuato, pur non usando il termine logistica, il campo d'azione di questa branca: campo d'azione che a volte, anche oggi, si intreccia e sovrappone necessariamente a quello della strategia e della tattica, e comprende, appunto, tutte le attività fondamentali alle quali egli già fa cenno: il movimento e lo stazionamento e quindi i trasporti, e il mantenimento in efficienza di uomini e materiali, con particolare riguardo ai Servizi sanitario, vettovagliamento, rifornimento di armi, equipaggiamenti e materiali. Il demerito di Clausewitz appare dunque ristretto alla tendenza - comune al suo tempo - a considerare i Servizi come qualcosa di estraneo alla battaglia vera e propria, all'urto tra combattenti, restringendo il loro campo d'azione soltanto a ciò che precede e segue l'urto stesso.
*** Visto che Clausewitz l'ha ignorato, qual'è l'etimologia del termine
logistica, e quando e come è stato introdotto nel pensiero militare? Anche qui non possono stupire più di tanto i difformi significati che gli sono stati attribuili e il travaglio della sua nascita, per concorde parere di tutti gli studiosi attribuita a Jomini nei suoi Précis de l'art de la guerre (1837), in epoca dunque successiva all'uscita dell'opera del Clausewitz. Uomo di molti studi e di vaste, molteplici esperienze organizzative, il generale barone Antoine Henry Jomini, ex agente di cambio, nel corso del suo escursus militare prima al servizio di Napoleone e poi dello Zar di Russia, non assume mai una diretta responsabilità di comando di un reparto in guerra ma limita il suo ruolo militare a quello di consigliere e di ufficiaie di Slalo Maggiore, incarichi nei quali la sua intelligenza e competenza vengono lodate dallo stesso Bonaparte.
bile, le difficoltà dei rifornimenti e il tonnento delle privazioni; anche se gli accadrà di dover vivere solo per un terzo sul paese e di doversi appoggiare, per il rimanente, al proprio ordinamento magazzini - tappe. I francesi per contro, venendo a rivelarsi manchevole il male attrezzato loro meccanismo depositi - convogli, dovranno escogitare i più diversi espedienti, improvvisare anche le già ripudiate requisizioni, e stentare, in casa propria, assai più del molto più accorto e previdente invasore: le vicende della malservita Armata di Chalons, il dramma di Metz, l'avvilimento dell'Armata Bourbaki nel gennaio del 71, il disperato destino di Parigi bloccata, diranno per tutto e per tutti.
E staranno a dimostrare come anche con la migliore organizzazione dei servizi, l'esercito di Moltke abbia potuto imporre un formidabile titolo di superiorità e come la guerra sia sia/a perduta e vinta anche "per le vettovaglie". [Nostra sottolineatura - n.d.r.).
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Jomini concepisce la logistica come scienza del Capo di Stato Maggiore e "applicazione pratica dell'arte di muovere le armate", nella quale rientrano tutte le incombenze e predisposizioni pratiche e di dettaglio ieri e oggi affidate ai Comandi, che egli suddivide in ben 18 compiti, dei quali solo alcuni riguardano la branca che oggi viene comunemente intesa come logistica. Hanno contenuti logistici il 9° compito (ordinare e sorvegliare la marcia dei parchi di equipaggi, munizioni, viveri e ambulanze), il 10° (munire i mezzi di trasporto e regolamè l'impiego; controllare i convogli di rifornimenti), l' 11 ° (dirigere la formazione dei campi e regolare il servizio per la loro sicurezza, per l'ordine e per la pulizia) e il 13° (organizzare i depositi di convalescenti, di gracili, di storpi, gli ospedali mobili, i laboratori di confezione). Se, dunque, quella di Clausewitz è la teoria del Capo, quella di Jomini, più che logistica, è teoria dell'organizzazione, con particolare riguardo al movimento e allo stanzionamento. Per questo egli fa derivare lo stesso significato etimologico del termine da maggior generale degli alloggi (Mareschal des /ogis) o quartier mastro (dal tedesco quarter master), ufficiale che aveva (tra le altre mansioni a carattere logistico) l' incombenza primaria di provvedere nel dettaglio alla disciplina dello stazionamento e del movimento delle truppe. In effetti, quando ancora gli altri Servizi (armi e munizioni, sanitario, vettovagliamento) erano tutto sommato semplici e ridotti alla più elementare espressione, le predisposizioni relative al movimento o alla sua interruzione risultavano di gran lunga le più complesse, e praticamente tali da implicare (vista anche la frequente mancanza di tende) gran parte delle mansioni organizzative, assorbendo in sè, per forza di cose, le predisposizioni relative ai Servizi, i cui organi esecutivi tutti dovevano muovere e stazionare. Per questo noi siamo più propensi a far derivare da questa prevalente fisionomia di "branca del movimento" l'etimo del termine, riconducibile anche al verbo francese antico (XV sec.) logier, alloggiare, da logie, loggia. Più incerta e meno sostenibile ci sembra la tesi di coloro che tendono a farlo derivare dal greco logizomai, arte di fare i compiti, e antico nome dell'algebra; in merito, l'Enciclopedia militare del 1933 ricorda che nell'antica Grecia era chiamato logista l'incaricato della contabilità e delle paghe dell'equipaggio di una nave3 2 • Secondo il Tommaseo - Bellini, invece, i logisti (dal greco logistés) erano:
32
ENCICLOPEDIA MILITARE, Ed. IL POPOLO D'ITALIA, MILANO 1933, VOL. IV, p . 634.
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specie di questori o maestri dè conti: Magistrato di Atene innanzi a cui tutti gli impiegati, senza eccettuarne gli aeropagiti, dovevano ogni anno render conto della loro amministrazione. Nei tempi dell'lrnpero di Costantino era il titolo dè notari che tenevano i pubblici registri , detti perciò ragionieri, computisti, scritturali, cassieri33 •
Ma può essere la logistica ridotta solo a scienza del calcolo esatto, anche se in essa il calcolo ha gran parte? La risposta la fornisce lo stesso Jomini, il quale giustamente sostiene che, alla luce della mutata fisionomia della guerra, " l'antica logistica non potrebbe più bastare per designare la scienza degli Stati Maggiori". In tal modo l'interpretazione Jominiana della logistica, invero troppo estensiva ed onnicomprensiva fino a togliere qualsiasi specificità e autonoma rilevanza alla branca Servizi vera e propria, ha comunque il merito di cercare il superamento delle tesi tendenti a ridurla a mero calcolo, o al più a gestione amministrativa e contabile, tesi a loro volta troppo limitative, che fungono da contrappunto all'interpretazione estensiva dei Précis. Del resto la visione di Jomini non rimane senza tentennamenti e dubbi, tali da fargli esclamare, aprendo la porta anche alle future evoluzioni : la logistica è unicamente scienza del dettaglio? È al contrario una scienza generale, che forma una delle parti esst:nziali dell'arte della guerra, oppure non sarà forse un'espressione consacrata dall'uso per designare vagamente i diversi rami del servizio dello Stato Maggiore, cioè i diversi mezzi di applicare le combinazioni speculative dell'arte alle operazioni effettive34?
Se le definizioni e i dubbi d i Jomini costituiscono una pietra miliare, va anche ricordata, sulle origini ed evoluzione del termine, la voce Jogistique (logistica) sul Grand Larousse Encyclopedique, la quale ci consente tra l' altro di stabilire che il Jomini è stato il primo autore che ne prende diffusamente in esame il rapporto con la teoria generale della guerra, ma non è colui che ha coniato il termine: Parte dell'arte militare che raggruppa le attività coordinate che permettono agli eserciti in campagna di vivere, disporsi sul terreno e combattere nelle migliori condizioni di efficienza militare. Negli eserciti romani, il Jogista era l'amministratore o l'intendente. Il
33
Cfr. N. TOMMASEO - B. BELLINI, Dizionario della lingua italiana, TORINO - NAPOLI, TIP. ED. SOC. UN. 1969.
34
A. H. JOMTNI , Précis, PARIS, ANSELIN , VOL. II , Capo Il, p. 485.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
termine logistique ha indicato in Francia, nel XVIII e XIX secolo, prima_di tutto la scienza del ragionamento e del calcolo applicata alla tecnica militare, particolarmente per la combinazione dei piani adottati per muovere e rifornire gli eserciti, la scelta del tereno delle piazze forti, ecc.; ma, dal 1780, il termine indica la parte razionale e speculativa dell'arte della guerra, e si confonde con quello di strategia. Lloyd (1813), Chambay (1827) e Jomini (1830) impiegano questo termine; sparito in seguito dal vocabolario militare francese, ricompare nel 1944 con l'intermediazione del tennine anglosassone /ogistics. Poichè i problemi del rifornimento dei materiali erano diventati impellenti a causa del volume degli approvvigionamenti e dell'allungamento delle comunicazioni, la logistica si è nettamente distinta dalla strategia e dalla tattica. Il termine italiano logistica fece la sua apparizione nel 1936, nel corso del conflitto italo-etiopico35 • È singolare rilevare che l'inesatta attribuzione della nascita del termine logistica in Italia alla guerra italo - etiopica del I 935-1936 e la particolare enfasi sull'importanza logistica della campagna etiopica rimangono tipich e dei dizionari francesi, ma sono sconosciute nei dizionari - specializzati e non - italiani. Ad esempio anche Le Robert - Dictionnaire alphabetique et analogique de la langue francaise de Paul Robert, dopo aver ricordato che secondo il Littré, il Petit Lerousse e il Wartburg l'etimo militare di logistica non differisce da quello civile di arte del calcolo, la definisce
Arte di combinare insieme tutti i mezzi di trasporto, di sostentamento e di alloggiamento delle truppe ... La logistica è una branca della tattica (sic) della quale il successo ha inizio dal 1936: esattamente dalla guerra italo-itiopica. Si tratta dell'arte di dirigere le comunicazioni e il mantenimento in efficenza degli eserciti; più in generale, di mantenerli in buone condizioni materiali e di assicurare la loro mobilità36 • Se dal pensiero francese in campo militare (da sempre in Europa il più vivo, il più acuto e il più legato alla tradizione napoleonica) emergono fin dalle prime battute lacune, incertezze, inesattezze e approssimazioni, a maggior ragione esse sono frequenti in quello italiano che pecca spesso, per giunta, di eccessivo e pedestre appiattimento sulle concezioni Jorniniane . Non è esatto, come affermano taluni autori, che il termine
35
Grand Laurousse Enciclopédique, VOL VI, p . 816.
36
Le Robert - Dictionaire alphabetique et analogique de la langue frant;ise de Paul Roberl, TOME VI, pp. 53-54.
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logistica sia stato introdotto in Italia nel 1863, per merito del generale Agostino Ricci e successivamente (1873) di Niccola Marselli. Invece, ad esempio già nel 1858 il toscano Francesco Zamponi, insegnante di storia militare al liceo militare granducale di Firenze, nel suo Manuale di strategia, che largamente risente dell'influsso Jominiano e al tempo stesso degli scritti dell'Arciduca Carlo, definisce la strategia scienza della guerra o scienza del Capo, la tattica arte della guerra, e la logistica, con definizione del tutto simile a quella di Jomini, "l'applicazione pratica dell'arte di muovere gli eserciti, ch'è quanto dire la scienza di applicazione di tutte le scienze militari' ' 37 • Molto si sofferma lo Zamponi sull' importanza delle marce e soprattutto sul vettovagliamento, causa determinante delle sconfitte finali napoleoniche. E anche sulle molteplici attribuzioni del Capo di Stato Maggiore, lo Zamponi non dice nulla di nuovo rispetto a Jomini. A sua volta il Ricci dimostra di risentire, nella sua opera Introduzione allo studio dell'arte militare (1863), sia delle concezioni del Jomini sia - almeno sotto certi aspetti - di quelle del Clausewitz, e ampiamente si richiama anch' egli, per i concetti fondamentali della strategia, all'Arciduca Carlo. Per il Ricci, la logistica è "il ramo d'arte militare di competenza speciale degli Stati Maggiori delle armate" 38 ; cioè come per Jomini, l' arte del dettaglio, nella quale le predisposizioni relative ai Servizi e alle marce sono parte importante, ma come sempre risultano mescolate e anche confuse con i minuti dettagli del servizio di Stato Maggiore, senza ancora acquisire la dignità di branca autonoma: "la logistica presiede ai dettagli di esecuzione del piano di operazioni progettato, vegliando a che per difetto delle provvidenze necessarie l'esito di esso non resti compromesso"39 • Anche egli, dunque, si sofferma in elencazioni di compiti e di minute atribuzioni, che risultano del tutto analoghe a quelle di Jomini. Tuttavia, se con il Ricci la logistica rimane come sempre ferma entro limiti e contenuti ben diversi da quelli che oggidì le vengono attribuiti, ancora una volta non si può dire che la branca Servizi non riceva nella sua opera un'ampia trattazione. Mentre il Luraghi attribuisce al generale Grant nella guerra di secessione americana l'acquisizione dell'importanza strategica degli obiettivi di carattere logistico, il Ricci afferma, mostrando di precorrere persino certe impostazioni che troveremo anche nel Douhet negli anni venti:
37
F . ZAMPONI, Manuale di strategia (2 parti), FIRENZE 1858 (a spese dell'autore), PARTE l, p . 142.
38 39
A . RICCI , Introduzione allo studio dell'arte militare , TORINO, CASSONE 1863, p . 342. IVI, p . 357.
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quando uno stato dichiara la guerra ad un altro, la sua azione militare ha due punti di appoggio distinti, cioè: 1) l 'armata che fa la guerra; 2) il paese che alimenta l'armata. Se si riesce a troncare le relazioni che passano fra l'armata operante il paese che la sostiene, un grande risultato è già ottenuto, e se si sa abilmente valersene può essere decisivo sull'esito finale della guerra. Da ciò derivano i due principi fondamentali della strategia indietro accennati: 1 °) Bisogna operare in modo di troncare le relazioni che passano tra l'armata avver.saria e il paese che la alimenta. Questo si potrebbe chiamare il principio fondamentale offensivo della strategia. 2°) Operando nel senso del primo principio ora stabilito bisogna impedire che il nemico possa fare altrettanto a nostro danno. Questo si potrebbe chiamare il principio fondamentale difensivo della strategia40 •
Un'altra particolarità dell' impostazione teorica del Ricci, che giova mettere in rilievo perchè lo avvicina a C lausewitz, è che egli distingue nettamente, nella partizione dell'arte della guerra nelle varie branche, tra "organizzazione delle armate" e " azione delle armate". Della prima branca fa parte l'amministrazione, che grosso modo corrisponde al concetto at-
tuale di logistica, è rivolta - come l'ordinamento e il reclutamento - all' uomo e si affianca al materiale, che viene a sua volta suddiviso in vari settori (ippatria, metallurgica, pirotecnica, balistica, fortificazione intesa come ramo tecnico, e architettura militare). La logistica, con il significato e i contenuti testè enunciati, viene limitata alla branca "azione delle armate", insieme con la strategia, la gran tattica, le operazioni speciali e secondarie, e infine con la psicologia militare: considerazioni di interesse dei Servizi compaiono anche sotto la voce "mobilizzazione delle armate" . Un intero capitolo, molto significativo, il Ricci dedica all'amministrazione militare, alla quale assegna non solo il ruolo di prelevare e impiegare ì fondi necessari per la guerra, ma anche di provvedere al vettovagliamento, al vestiario e all' equipaggiamento e al Servizio sanitario. In un altro capitolo - quello del materiale - egli esamina anche i problemi connessi con il Servizio armi e munizioni e i relativi trasporti. Nemmeno in Niccola Marselli, scrittore militare italiano tra i maggiori di ogni tempo, compare un concetto moderno o almeno originale di logistica: anch'egli intende distinguere la preparazione dall'azione, là ove afferma:
40
IVI, P. 272.
INTRODU ZIONE
33
l'istruzione teorica, ossia la scienza della guerra, è, nel suo più largo senso, lo studio di tutte le funzioni militari. Essa dividesi, secondo le funzioni, in una parte che riguarda l'apparecchio o organica, ed in un'altra che riguarda l'azione o Scienza della guerra, in senso stretto41 •
E in quasi completa, sostanziale analogia con il concetto del Ricci e del Jomini, anche il Marselli colJoca la logistica nella branca che riguarda l'azione, legittima la dicotomia logistica/ amministrazione, e afferma che la strategia ha per obiettivo il disegno delle operazioni militari; la logistica, le disposizioni concernenti la alterna vicenda di moto e di riposo delle truppe; la tattica, i modi di combattere. La prima fa il piano generale; la seconda lo eseguisce nel campo della translazione, in quello dell'urto... La logistica è, per tanto, intimamente e prossimamente legata alla strategia; è il veicolo per cui il pensiero del generale arriva all'azione tattica delle truppe. Essa forma il compito più speciale dello Stato Maggiore, deputato a fare in un esercito l'officio di nervi conduttori del pensiero dal cervello alle mem bra42 • Come già in Jomini, anche nel Marselli compaiono dubbi sull'effettiva necessità e opportunità di considerare la logistica come branca autonoma, dubbi più che giustificati fino a quando rimaneva branca del dettaglio, con la quale si individuavano le attribuzioni dello Stato Maggiore: Una concreta Strategia è per se stessa Logistica suprema o grande che si voglia. Per tal ragione noi vediamo parecchi autori, massime tedeschi restringersi a distinguere nelJa scienza della guerra solamente la Strategia dalla tattica, e considerare la Logistica or nella prima, come scelta delle strade da percorrere, ed or nella seconda, come particolari disposizioni di marce e di riposo per andare a combattere43 • Anche sulla base della lettura della corrispondenza di Napoleone, egli ritiene tuttavia necessario distinguere "l'ordito generale o strategico, ch'è opera di chi comanda", dalle "disposizioni particolari o logistiche", che riguardano il Capo di Stato Maggiore.
41
N. MARSELLI, La guerra e la sua storia, ROMA, VOGHERA, 1902, (I• ED. 1873), VOL. I. p. 50.
42
IVI, VOL. Il, p. 159.
43
IVI, VOL. I, p . 160.
34
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL I
Ancora una volta in analogia con il Ricci e il Clausewitz, anche il Marselli colloca l'amministrazione militare nel gruppo di discipline (tra i quali l'Artiglieria, la Fortificazione, la Topografia, la Legislazione) nelle quali si suddivide a sua volta l'organica, che egli indica in senso lato come scienza della preparazione. Se mai con un passo indietro rispetto al Ricci, per amministrazione militare egli intende essenzialmente il Servizio di vettovagliamento delle truppe, al quale riconosce un'importanza capitale e spesso decisiva, anche se ritiene che "la strategia non dève essere ancella delle vettovaglie". Ciononostante, il Marselli individua un sempre maggior legame della logistica - nel senso da lui inteso, come scienza delle marce e dei movimenti - con i fattori di carattere amministrativo e tattico; e avverte che la logistica, ormai, non può essere confinata tra gli atti fuori del combattimento, anche se accantonamenti, accampamenti e marce preparano l'urto vero e proprio: di fatto, se su di questo havvi moto cioè marce prima dell'urto, havvi logistica; la quale è così non solo strategica, ma anche tattica_ Codesto fu vero sempre, ed è vero oggi più che mai , attesa la grande estensione degli odierni campi, su cui manovrano grandi masse in ordine non lineare e saldato ___ Il corpo della Logistica si sviluppa scientificamente prima che cresca la sua pratica importanza e difficoltà. Prima di Federico II essa, come arte, esisteva appena, perchè ciò che accadeva fuori del combattimento non apparteneva gran fatto alla Guerra... L'esercito poteva marciare spensierato e negli accampamenti dormire sonni tranquilli. Con Federico e più con Napoleone I la logistica si fà adulta, cioè, come arte, diviene occupazione difficile c complessa, che richiede impegno speciale; e come scienza, comincia a far capolino col proprio nome nei trattati didattici; insino a che con le grandi masse degli eserciti odierni e con la somma perizia dello stato maggiore prussiano acquista importanza capitale, e piglia negli studi militari un posto rispondente al suo alto valore pratico44 •
Il Marselli, dunque, ha il merito di comprendere che la logistica (intesa in senso Jominiano) è movimento, che sempre più si va affermando la sua importanza e autonomia, e di mettere a nudo il s uo legame con la tattica e con il funzionamento dei Servizi, con particolare riguardo al vettovagliamento. Per il resto, dal I 840 fino a tutto il 1870 il termine logistica e i problemi che esso pone sono, in genere, ignorati dagli autori italiani . Nonostante la preponderante influenza francese sul pensiero militare italiano del tempo,
44
~·
IVI, VOL. II , pp. 164 - 166.
INTRODUZIONE
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la voce logistica risulta totalmente assente nelle numerose opere militari che escono in Italia intorno al 1837 o dopo45 e ignorata nei dizionari militari del Grassi (1833)46 , del D' Ayala 47 (1841), dello Sponzilli (1846)48 e del Carbone49, che pur prendono come riferimento la terminologia francese. Anche sulla Rivista Militare bisogna attendere molti anni dopo la fondazione del periodico (1856) per veder comparire la voce Logistica, nè può dirsi, per la verità, che vi siano diffusamente trattati argomenti relativi ai Servizi, eccezion fatta per le ferrovie, per le quali già nel 1856 si può leggere un articolo di un nome illustre come Luigi Mezzacapo. Nella suddivisione dello scibile militare (in quindici materie) che compare nel primo numero50, la prima materia (Scienze Militari) è suddivisa in "Tattica - Strategia - Geografia militare -Architettura e Fortificazione - Scienza dell'Artiglieria - Ponti militari - Legislazione - Amministrazione militare - Scienze attinenti alla marina", il che significa che le componenti della logistica odierna vengono considerate come appartenenti ad altre branche. Un certo rilievo ha invece la Statistica, al secondo posto tra le materie trattate, e l'unica materia d'interesse logistico è quella considerata al quarto posto, cioè "Igiene e Polizia medica militare: Canoni della scienza - ospedali - ambulanze - organizzazione e leggi che vi si riferiscono".
45
Cfr. , ad esempio, P. RACCHIA, Prècis analitique de l'art de la guerre, TURIN, CHIRIO E MINA 1832 (si limita a mettre in evidenza l' importanza del servizio di S.M.); S. VASSALLl, Lezioni d'arte militare ad uso della R. Scuola d 'Applicazione, ZECCHI E BONA, TORJNO 1847 (il Vassalli dà largo spazio ai Servizi, e all'amministraz ione assegna il compito di "sostentare gli eserciti, porre e mantenere ordine e regolarità nella distribuzione dei viveri , del soldo e del vestiario, delle armi e delle truppe e provvedere nelle varie circostanze a tutti i loro bisogni" ); E. GIUSTINIANI, Nozioni elementari di strategia, TORINO, TIP. MILIT AR E 185 1 (assegna all'amministrazione il compito di organizzare i magazzini, e osserva che, quando i magazzini sono il solo mezzo che abbia l'esercito per sussistere, le operazioni strategiche sono subordinate alla dislocazione dei magazzini e la guerra acquista carattere metodico).
46
Cfr. G. GRASSI, Dizionario militare italiano, SOC. TIP. LIBRARIA 1833 (4 VOL.).
47
Cfr M. D'AYALA, Dizionario militare francese - italiano, NAPOLI NOBILE 1841.
48
Cfr P. SPONZILLI, Della lingua militare d'lfalia, NAPOLI , REALE TIP. MIL. 1846.
49
G. CARBONE, Dizionario militare, TORINO, VERCELLINO 1963 (particolarmente in quest'ultima opera viene sottolineala l'importanza della amministrazione).
50
RJVISTA MILITARE - Giornale mensile, Anno T, VOL. I, pp. V-VI.
36
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
Ma tutto questo, ancora una volta, non significa che sia stato sempre trascurato lo studio della materia relativa ai Servizi, o che quest'ultimi siano stati elementi marginali nella vita dell'esercito, in pace e in guerra. Vero è, invece, che sovente ciò che noi, con dizione moderna, intendiamo per logistica viene indicato e considerato sotto la voce amministrazione, mentre gli organi direttivi dei Servizi vengono indicati sotto il nome di commissari e di Intendenti. Così, ad esempio, il Grassi definisce l'amministrazione militare: cura e sopraintendenza di tutte le spese che si fanno per una guerra, per gli eserciti, come la massa dei viveri, e delle vestimenta fatte per via di contribuzione d'appalto, le tende, i procacci, le condotte, i magazzini, gli ospedali, la fabbrica delle munizioni la guerra di ogni genere, quella delle armi bianche e da fuoco, quella delle polveri , insomma d'ogni cosa di che abbisogni un esercito tanto pel sostentamento dè soldati, quanto per le imprese militari che deve fare.
Compare nel Grassi la voce Commissario Generale, definito titolo di uno dei gradi supremi dell' amministrazione dell'armata dei secoli XVI e XVII, istituito dapprima in Italia poscia imitato variamente negli eserciti imperiali e francesi. Nell'antica Repubblica fiorentina il Commissario generale sotto la direzione dei IO signori della guerra aveva il carico della leva e del soldo delle milizie cittadine e straniere, del loro trattenimento e del loro armamento, sopravvedendo ogni cosa che appartenesse alla milizia poteva anche comandare una spedizione militare e accompagnava al campo i capitani della repubblica per vegliarne mosse e condotta e provvedere ai bisogni dell' Esercito.
Un vero e proprio Capo di Stato Maggiore Logistico dunque, con attribuzioni che potevano sconfinare anche nel reclutamento e nella parte operativa (non viceversa, come di frequente è accaduto e accade). Una voce molto frequente, intorno al 1840, era anche Commissario di guerra, sempre dal Grassi definito quell'ufficiale che amministra, il sopraintendente alle spese militari, avendo in particolare cura le vettovaglie, i foraggi, gli ospedali, i quartieri, le vestimenta dei soldati e tutto ciò che concerne la parte economica della milizia di uno Stato.
La voce Intendente, di derivazione francese napoleonica (lntendant Generai del' Armée) viene a sua volta dal D' Ayala definita Provveditor generale, secondo il linguaggio solenne delle antiche milizie italiane. Oggi dicesi fra noi Intendente generale de/l'Esercito e quindi risulta un sinonimo di Commissario di guerra, o di Commissario generale.
INTRODUZIONE
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Manca infine del tutto la nozione di Servizio sotto il profilo logistico nell'accezione attuale del termine, cioè come Complesso delle attività logistiche svolte, nell'ambito di uno specifico settore funzionale, dal personale degli organi di comando, direttivi ed esecutivi appartenenti o non ad un Corpo /ogistico 51•
A Servizio si dà un'interpretazione estensiva, fino a intendere tutto ciò che devono fare i reparti ai vari livelli; non solo, quindi, le mansioni di carattere logistico, ma anche il servizio di avanscoperta, di esplorazione, degli avamposti, dello Stato Maggiore ecc. ecc .. Attribuzioni, logistiche e non, che rimangono indistinte, e vengono trattate in minuti manuali e regolamenti "di servizio in guerra", che si è usato compilare e periodicamente aggiornare fino alla seconda guerra mondiale, e successivamente sono caduti in disuso. Dell'evoluzione del concetto di amministrazione militare fino a inglobare 1 in sè l'attuale logistica è, del resto, utile testimonianza quanto il già ricordato Carlo De Cristoforis scrive nel capitolo VI (Amministrazione) della sua opera Che cosa sia la Guerra (1860)52 , della quale il contenuto per la branca Servizi è troppo spesso ignorato. Il De Cristoforis attribuisce a cause di carattere prevalentemente logistico le sconfitte napoleoniche di Spagna, Russia e Portogallo, e anche la vittoria di Marengo (dovuta a suo giudizio al mutamento improviso da parte di Napoleone della linea di operazione del suo esercito, che in tal modo aveva reso all'improvviso la linea di operazione iniziale, che il generale austriaco Zach tendeva a tagliare, un obiettivo senza importanza) e così giustifica l'avvenuto allargamento del campo dell'amministrazione militare: la mobilità estrema che devono possedere gli eserciti moderni in conseguenza del principio delle masse, importò anche che non potessero più recar con sè tutto ciò di cui nulla ostante abbisognano, come potevano li eserciti antichi. Si dovette quindi modificare totalmente il sistema di sussistenze, di approvvigionamenti, di trasporti - in una parola si dovette riedificare totalmente il sistema d' Amministrazione ..... Nessuno è più ora buon generale che non sia buon amministratore. L'Amministrazione militare comprende non solo
51
Pub . SME n. 5895 - ed. 1984 (Cit.), p. 128.
52
Cfr . C. DE CRISTOFORIS, Op. cii . . Sugli aspetti logistici dell 'opera del De Cristoforis C fr . anche N. GI ACCHl, L'amministrazione mi/ilare come la intese Carlo De Cristoforis, "RIVISTA Dl COMMISSAR IATO" n. 5/ 1940.
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LA LOGISTICA DELL' l,SERCITO - VOL. I
quanto concerne la contabilità, ma quanto ancora concerne i rapporti fra la contabilità e le operazioni di guerra: Comprende adunque le nozioni I O di Intendenza e 2° di base e linea d'operazione ·-- Più larga è la base e più l'Esercito è mobile, per la ragione che può scegliere tra diverse linee d'operazione (quindi portar la massa ove più crede) e può cangiarle a mezzo della campagna, manovra sì spesso consigliata da Napoleone. ____ Allora un convoglio di munizioni distrutto può valere il silenzio di una batteria nella battaglia del giorno dopo; ed un convoglio di grano impedito, lo sperdimento di un battaglione ... 53 _ Il De Cristoforis chiarisce anche la nascita del concetto di base d'ope-
razione, e quasi lamenta la sua persistente importanza: Poichè la mobilità dell'esercito impedisce il trasporto quotidiano di moltissimi oggetti, gli eserciti moderni si appoggiano a grandi magazzini di viveri, di munizioni, di materiale di riserva ecc. ecc., e questi grandi magazzini compongono ciò che si chiama base d'operuziune. È a distinguere la base dalla linea d' operazione, la quale non è che la strada che partendo dalla base conduce al punto decisivo strategico, detto nelle scuole obbiettivo ..... L'importanza delle base d'operazione è nella guerra moderna a sì alto grado valutata che al desiderio di dividere il nemico dalla sua base, fù spesso, benchè a torto, sacrificato il principio medesimo della massa54 • Contrariamente a quanto affermato da taluni, anche attraverso queste considerazioni del De Cristoforis si può constatare quale fosse l'importanza da Napoleone attribuita alle linee di operazione e ai centri logistici dell'avversario, sovente obiettivo delle sue mosse. Tanto più che non sfugge al De Cristoforis nemmeno l'importanza delle ferrovie come obiettivo delle operazioni: Quanto al primo metodo (le fortificazioni sulla linea d'operazione) havvi un'osservazione capitale a farsi: ora che le strade di ferro sono mezzo di trasporto militare, la necessità della custodia delle linee d'operazione e l'importanza dei b/ok hauss cresce: prima che si lasci un convoglio, non solo si deve sapere (come basta nei trasporti ordinari) che la via è intatta in quel momento, ma devesi anche essere certi che lo sarà per tutto il tempo del tragitto55 •
53
IVI , pp. 65-73_
54
IBIDEM.
55
IBIDEM.
INTRODUZIONE
39
Nel 1860, dunque, permangono concezioni in parte legate a formule tipiche delle guerre di gabinetto a sfondo logistico dei secoli XVII e XVIII, e delle guerre napoleoniche. Bisognerà aspettare il 1882 per incontrare un concetto di logistica più evoluto, e tale da avvicinarsi un poco di più a quelli odierni. In tale anno il col. Pietro Valle, in un suo Trattato di organica, strategia, logistica e tattica che precisa come "compilato secondo i programmi approvati dal Ministero della guerra e in armonia con i regolamenti in vigore" , e pertanto ha veste ufficiosa, accanto a una definizione clausewitziana della strategia assegna alla logistica il compito di regolare e assicurare le marce e i trasporti delle truppe, del materiale, dè viveri, delle munizioni, gli accantonamenti, gli accampamenti e il servizio delle informazioni secondo le indicazioni della Strategia. Volendo considerare la Strategia come scienza astratta, diremo allora che la Logistica fornisce i mezzi per rendere concreti i concetti della Strategia: ne è insomma la parle esecutiva fino all'istante in cui deve avvenire l'urto col nemico, istante nel quale subentra la tattica56•
Nonostante il permanere di talune concezioni antiquate, compaiono nello studio del Valle, per la prima volta, termini come mezzi logistici e operazioni logistiche: I mezzi che servono ad attuare i compiti logistici chiarnansi mezzi logistici, e sono le vie di ogni specie, le linee di navigazione per i mari, per fiumi per canali, i telegrafi e la posta; sono pure mezzi logistici i numerosi carri occorrenti per i vari servizi. I provvedimenti di sicurezza invece che è necessario prendere quando si marcia e quando si stà fermi nonchè la ricerca degli accampamenti e degli accantonamenti e il servizio delle informazioni e delle esplorazioni vanno annoverati fra le operazioni logistiche5 7•
Prevale, dunque, anche nel Valle un'impostazione jominiana dei compiti della logistica, ma egli diffusamente si occupa del rancio e del riposo della truppa, delle ferrovie, dell'organizzazione degli accampamenti, e nel complesso dimostra di voler schiudere le porte a nuove prospettive. Nuove prospettive che ancor più nettamente affiorano - sia pure con tracce robuste del passato - in una definizione del 1885 dovuta al Corsi, che
56
P. VALLE, Trattato di organica, s trategia, logistica e tattica, FIRENZE, SUCCESSORI LE MONNtER 1882, pp. 9-10.
57
IVI, p. 71.
40
LA LOGISTICA DELL'e5ERClTO - VOL. I
comprende in essa "oltre quella parte dell'arte militare cui suol darsi comunemente tale nome, anche il servizio di stato maggiore e quello di intendenza di guerra" 58 , e ancor più nel Moreno (1886) secondo il quale per logistica si intende "quel ramo della scienza militare che ha per oggetto il mantenimento dell'esercito in campagna, la sua sicurezza e il compimento dei movimenti necessari al fine di presentare al nemico le truppe nelle migliori condizioni per combattere" 59 • Con qualche contamina/io, compàre nel Moreno, anzi ricompare come facente parte della logistica, il clausewitziano concetto di mantenimento in efficienza delle truppe, che in buona sostanza coincide anche con lo scopo finale della logistica. Un'altra acquisizione importante del Moreno è rappresentata da una visione moderna del concetto di mezzo logistico, che nella sua elaborazione teorica raggiunge significati non lontani da quelli attuali 60• Per il Moreno i mezzi logistici non sono più solamente, come per il Valle, le strade, le ferrovie e i mezzi di trasporto, ma anche, più in generale, gli organi che hanno la funzione di soddisfare i materiali bisogni delle truppe in campagna. Meno aderenti alla visione attuale le operazioni logistiche, che mirano a preparare l'azione tattica e comprendono: marce in lontananza e in vicinanza del nemico, stazioni, avamposti, avanscoperta, passaggio di lince fluviali in lontananza e in vicinanza del nemico, passaggio di zone montane61• Il Moreno, poi, precisa che alcune operazioni, quali ad esempio il passaggio a viva forza di un fiume, sono anzitutto operazioni tattiche, ma al tempo stesso rimangono anche logistiche, in quanto riguardano pur sempre lo spostamento di truppe da un punto all'altro. Non è senza involuzioni, ripénsamenti, critiche e frequenti ritorni alle vecchie impostazioni dello Jomini e/ o dell'Arciduca Carlo che l?revale, anche dopo il 1886, un concetto di logistica al tempo stesso più ampio, più
58
C fr. C. CORSI, Memorie - Della Istruzione (1885).
59
C fr. M . MORENO, Manuale di logistica (1886) .
60
Secondo la Pub. SME n . 5895 - Ed 1984 (Cit.), per mezzo logistico si intende "Insieme dei materiali, delle attrezzature, dei complessivi, dei mezzi di trasporto, delle infrastutture e delle risorse finanziarie a disposizione degli organi logistici per l'assolvimento dei compiti di sostegno".
61
Oggi non si parla di operazioni logistiche ma di attività logistiche, che non consistono nei movimenti che preparano la battaglia come per il Moreno, ma nel "complesso delle operazioni svolte dall'organizzazione logistica per assolvere una specifica funzione. Consistono negli approvvigionamenti, nei rifornimenti, nei recuperi ... " (Pub. SME n. 5895 - cd 1984 - Cit.).
INTRODUZIONE
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autonomo e più aderente ai contenuti attuali. Ad esempio nello stesso anno 1886 il Favre62 non ritiene necessario l'uso del termine Logistica, e nemmeno - in senso stretto - di quello di strategia: la strategia, per il Favre, è l'arte della guerra, è un suo sinonimo, e il volerne fare solo una parte dà origine alla difficoltà di darne una definizione esatta e soddisfacente. Essa in senso lato ha per scopo di organizzare la vittoria, di procurare all'esercito la preponderanza di forza sul campo di battaglia, intendendosi per forza la somma di tutti gli elementi che contribuiscono ad accrescere l'azione del personale. Come tale, anche per il Favre abbraccia quella fase della guerra che sussegue al concentramento e precede l'urto: essa non si può sceverare dalla logistica nè dall'amministrazione, poichè una battaglia si può perdere tanto per la mancanza di viveri o munizioni o rinforzi, quanto per la cattiva direzione degli attacchi e malintesa disposizione delle truppe sul campo di battaglia. E qualunque sia il motivo che faccia perdere una battaglia, su chi ne deve ricadere la responsabilità se non sul generale che esercita il comando supremo e sul ministro che ha organizzato l'esercito? Da ciò risulta manifesto che la strategia, inventata da Jomini e dai dottrinari che vogliono ridurre a scienza positiva quel che non è che l'effetto del genio e della fortuna, è una cosa impalpabile, o quanto meno , non si può sceverare dall'organica nè dalle altre parti dell'arte militare senza cadere nell' astruso ..... Quel che si dice della strategia è pure applicabile in parte alla logistica. La parte più palpabile dj questo ramo dell'arte militare, quella che concerne la mobilitazione e il concentramento, riposa sull'ordinamento territoriale c perciò rientra nelle competenze dell'organica; dei due compiti che poi le spettano durante le ostilità, cioè la sussistenza e la marcia delle truppe, il primo è questione d'amministrazione, e il secondo non si può guari estrarre dalla strategia o dalla tattica, ed in ogni modo non è suscettibile di insegnamento teorico63 •
Per tutti questi motivi il Favre - anticipando talune delle attuali tesi di Carlo J ean nello studio citato sull'unitarietà del concetto di strategia propone di suddividere l'arte militare (che a suo giudizio coincide, come si è visto, con la strategia stessa) in organica, tattica, amministrazione e psicologia militare. Anche per l' Urangia, autore nel 1893 di un Vocabolario militare italiano, l'arte della guerra comprende solo due parti distinte, la strategia e la
62
P. FAVRE, Dell'Arte Militare, TORINO, TIP. OPERAIA 1986.
63
IVI, pp. 6-7.
42
LA LOGISTICA DELL' ESEKCITO · VOL. I
tattica. In esse rientra anche la logistica, da lui definita, alla maniera originaria di inizio secolo XIX, "arte calcolatrice di ordinare e condurre le masse al segno voluto, in determinato numero, tempo e luogo", mentre l'aggettivo logistico è "attinente al calcolo algebrico e ai movimenti strategici' ' 64 • La situazione migliora, ma non troppo agli inizi del secolo XX, dove si continua a notare difformità di interpretazioni e sovente poca chiarezza d'idee. Accanto a concetti moderni dei contenuti della logistica continuano così ad essere fortemente presenti interpretazioni jominiane, quand'anche non tesi che rifiutano, come il Favre, la opportunità di ritagliare per la logistica un ruolo autonomo. Ad esempio, nel 1904 il generale Zuccari nelle sue Riflessioni sulla logistica, rifacendosi al Moreno, scrive che per quest'ultimo autore la logistica non è più un sinonimo di servizio di Stato Maggiore, come sembrava essere alla sua nascita, non è più un complesso di atti necessari e elementari come suggerì il Marselli, ma è esclusivamente un ramo teorico che concorre con la strategia e la tattica a ripartire la scienza militare.
Lo Zuccari non ritiene che la logistica abbia un ruolo tale da richiedere che le venga attribuita la dignità di un vero e proprio ramo dell'arte militare, e come già il Favre la vede piuttosto come artificiosa riunione di componenti tolte alla tattica e alla strategia e a queste subordinate, proponendo anch'egli di abolire il termine, visto che nemmeno all'estero sembra avere successo. Nello stesso periodo anche in Francia, paese dove era nato il termine logistica, nel Dictionnaire militaire - Encyclopedie des Sciences Militaires (1910) si registra il travaglio dei significati attribuiti al termine, e si finisce per darne un'interpretazione del tutto tradizionale e ancora una volta jominiana, senza nessuna concessione a possibili nuovi orizzonti (il che ci dimostra che, dopo tutto, il pensiero militare italiano, era, in materia, tutt'a ltro che arretrato): si è finito per riservare il termine di logistica all'insieme delle regole sulla base delle quali "si fanno vivere, marciare e riposare le truppe in campagna nelJe migliori condizioni di ordine e di sicurezza": questa è la definizione che ne dà, tra l'altro, il corso d'arte militare della scuola d 'applicazione di artiglieria e genio, del quale la logistca forma la 3• parte. Ma altri a utori seguendo l'esempio del ge-
b4
Cfr. R. URANUIA, Vocabolario militare Italiano, MILANO, BROCCA 1893.
INTRODUZIONE
43
nerale Lewal, ba~andosi sull'etimologia della parola tattica che significa arrangiamento, adattamento, hanno creduto di doverla estendere alle diverse attribuzioni della logistica, intesa come già si è detto, e di aumentare il linguaggio militare di nuove espressioni come: tattica di marcia, tattica di stazionamento, tattica del vettovagliamento [... ] Noi pensiamo, dal nostro canto, che è inutile arricchire in questo modo la fraseologia militare, già sufficientemente ingombra di formule. Comunque sia, la logistica abbraccia tutte le operazioni effettuate al di fuori del campo di battaglia e che confinano con esso: essa regola l'esecuzione dei movimenti la cui combinazione appartiene alla strategia: le marce, gli accantonamenti, i trasporti, l'alimentazione del le truppe. Vaie a dire che essa corrisponde a ciò che si chiama ancora la scienza degli Stati Maggiori65 .
Del resto, anche il Lessico Militare Italiano (1916Y"', nel quale le voci Logistica e Strategia sono compilate dal capitano F. Zugaro, clausewitzianamente restringe il campo della logistica alla condo Lia della guerra e all'impiego degli eserciti nella sola fase dell'azione vera e propria, escludendo l'interesse della logistica per i ''preliminari e la mobilitazione", pur indicati come la prima fase della condotta della guerra. Nonostante queste oscillazioni e imprecisioni già nei primi anni del secolo XX può dirsi abbastanza ben affermato, in Italia, un contenuto della materia logistica non molto distante da quello attuale: ne fanno fede documenti di ispirazioni ufficiali come il Manualetto di tattica e servizio in guerra ad uso degli A UC ( 1905)67 e come la monumentale Guida allo studio della logistica( 1905), in tre volumi, che raccoglie le lezioni del ten. col. di SM Carlo Ruelle, insegnante di logistica alla Scuola di Guerra. Nel ManualeLLo di Lattica e servizio in guerra, la logistica - con qualche reminiscenza jominiana - viene definita come68 il complesso degli studi e dei principi che governano l'attuazione dei concetti strategici fuori del campo di battaglia. Le operazioni effettive fuori del campo di battaglia si riducono essenzialmente a sposta-
65
DictionaireMilitaire - Encyclopedie des sciences mililariespar un Comitèd'officiesde toutes armes, TOME II , BERGER LEVRAUT, PAR1S 1910, p. 1781.
66
AA.VV., Lessico Militare Italiano, MILANO, VALLARDI 1916, VOL. I, p . 168.
67
MINISTERO DELLA GUERRA, Comando del Corpo di S.M., Manualetto di tattica e servizio diguerraausodegliAUC, ROMA, TlP . UNlONECOOP. E DITRICE 1905, pp. 9- 11.
68
C. RUELLE,Guidaallastudiodellalogislica(3vol.), TORINO,ED SCUOLADIGUERRA 1905.
44
I .A LOG ISTICA DELL' ESERC ITO - VOL. I
menti dell'esercito e delle sue fazioni. Perciò la logistica si occupa essenzialmente delle marce studiando il modo di compierle nel minor tempo possibile, con meno possibilità di disagio e di pericolo69 •
A questa definizione piuttosto antiquata, il "Manualetto" aggiunge anche che la logistica, poichè occorre provvedere alla sostituzione di tutto quanto si consuma, studia e attua i rifornimenti, e poichè tutto il materiale " imbarazzante, pericoloso e semplicemente inutile'' deve essere allontanato dal campo di battaglia, essa si occupa dello sgombero: inoltre la logistica provvede al soddisfacimento di parecchi a ltri bisogni, come la cura dei malati e feriti leggeri (servizio sanitario e servizio veterinario), le comunicazioni (servizio postale e servizio telegrafico) ecc. 70 •
Con queste ultime estensioni del concetto (i rifornimenti e gli sgomberi e la cura dei ma lati e feriti avvengono anche e soprattutto sul campo di battaglia!) appare evidente la contraddizione con la formulazione precedente, che la vuole operante al di fuori della battaglia. Più completo e moderno il concetto di logistica del Ruelle: chi prepara i mezzi è l'organica, e chi sopraintende al combattimento è la tattica; ma il concetto strategico prima di affermarsi sul campo di battaglia, deve percorrere molto cammino. Infatti i mezzi che l'organica ha preparati debbono essere prontamente raccolti, opport unamente raggruppati, e disposti nel modo più rispondente alle operazioni che si vogliono intraprendere; fatti marciare nella giusta direzione e portati nel sito del combattimento nelle migliori condizioni fisiche, morali e materiali per essere efficacemente impiegati. Condizione questa che implica una serie di provvedimenti, che per una parte tendo no a regolare e facilitare le operazioni, e dall'altra assicurano il completo soddisfacimento di tutti i bisogni occorrenti a far sussistere l'esercito operante, e ad imprimergli la necessaria attività. Ebbene, tutto questo lavoro che sta fra l 'organica e la tattica è di competenza de lla logisti ca7 1 •
Il Ruelle attribuisce pertanto alla logistica una molteplicità di compiti minuziosamente elencati , tra i quali figurano branche (come la mobilitazione, le misure di sicurezza, l'avanscoperta, le informazioni e le ricognizioni ,
69
MINISTERO DELLA GUERRA, Manualetto di tattica e servizio ... (Cit.), p. 10.
70
I VI, p . 11.
71
C. RUELLE, Op. cii., VOL. I , pp. 1-2.
rNTR0DUZION6
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il servizio di giustizia militare e polizia) che largamente superano i limiti attuali e si riallacciano come sempre all'antica impronta jominiana. Tali compiti sono così da lui riassunti, in una visione complessiva nella quale è ben chiaro l'attuale concetto di Servizio logistico: A) Operazioni logistiche: 1) Mobilitazione 2) Marce 3) Alloggiamenti 4) Misure di sicurezza5) Avanscoperta, informazioni e ricognizioni B) Servizi logistici 1) Impianto e funzionamento dei servizi di campagna (sanitario, di vettovagliamento, di rifornimento delle munizioni, del genio, trasporti, delle tappe, veterinario, di equipaggiamento e cassa, postale e telegrafico , d i giustizia militare e di polizia)72•
Già a cavillo del 1905, con il Ruelle entriamo nella logistica contemporanea: e che voglia confrontare l'impostazione di allora con i Servizi logistici articolati "per funzione" attualmente previsti nell'area di Forza Armata (sanitari; di commissariato; trasporti e materiali; amministrazione73) può notare che l'organizzazione logistica ''per materia'' che traspare dalle sinossi del Ruelle sarà destinata a ùurare fino all'entrata in vigore dell' attuale Voi. III - La Logistica-della Pub. SME n. 900s.d. (1981). Con l'andar del tempo, la logistica è venuta sempre più abbracciando la fase preparazione e approvvigionamento dei mezzi, ma ha perduto gradu a lmente le attribuzioni (la mobilitazione; il servizio informazioni, avamposti, sicurezza ecc.) più propriamente tattiche, residuo della concezione jominiana di ''scienza dello Stato Maggiore". Per il resto, della logistica odierna si può di re quanto già diceva nei primi anni del secolo il Ruelle, anticipando la "guerra di logoramento" che di lì a pochi anni avrebbe avuto i Servizi come protagonisti, e al tempo stesso come fattore ritardante del movimento: Dal 1870 in poi l'importanza della logistica è ancora cresciuta, perchè cresciuta è la mole degli eserciti, e quindi sono aumentate le difficoltà d'ogni genere che essi incontrano per raccogliersi e manovrare. È vero che col progredire della civiltà sono anche cresciuti i mezzi per superarle, ma non certo in proporzione alle difficoltà stesse, perchè appunto l'abbondanza dei mezzi ha reso necessario un meccanismo logistico più grandioso e più potente, e perciò più complicato e delicato: una ruota che si rompe e si guasti in questo complicato ingranaggio e la macchina rischia di arrestarsi74 •
72
IVI, VOL. I, pp. 7-8.
73
Pub . SME n. 900 - VOL. III - La logistica (Cit.), pp. 9-10.
74
C. KUl:iLLE , Op. cit., p. 6.
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LA LOGISTICA DELL' ESERC ITO - VOL. I
Due le conclusioni teoriche da trarre dal precedente esame_ Se si rischia di cadere nell 'ovvio e nello scontato mettendo in rilievo l'importanza assunta dalla logistica (non solo ai nostri giorni, ma già nella seconda metà del secolo XIX e parallelamente alla rivoluzione industriale), non va del pari dimenticato che, anche in tempi più antichi e specie nei secoli XVII e XVIII, i Servizi hanno sempre avuto un ruolo ragguardevole nelle strategie dei grandi capitani e nelle istituzioni militari di punta in campo europeo. I problemi che ponevan o ai comandanti il soddisfacimento delle esigenze primarie e il mantenimento in efficienza aelle truppe erano tuttavia più semplici, per la buona ragione che più semplici erano - specie nelle fertili contrade d'Europa- il vcttogliamento o il foraggiamento, e ovviamente meno complicato e gravoso il Servizio armi e munizioni; in quanto alle marce, gli eserciti muovevano a piedi_ Ciò che è semplice, dunque, non significa necessariamente che non sia o non venga ritenuto importante, anzi è il contrario, se si deve prestare fede al celebre detto di Hindenburg, secondo il quale "in guerra solo ciò che è semplice può riuscire". In quanto a Napoleone, come giustamente mette in rilievo il De Cristoforis egli ha grandi (ma poco conosciuti) meriti anche nella branca Servizi, per la quale individua chiaramente una impostazione generale estremamente moderna (gestione centralizzata di tutti i Servizi e loro militarizzazione): primo passo alla soluzione fu la Centralizzazione di tutta l'amministrazione militare_ L'azienda a cui questa faceva capo fu detta Intendenza. Dall'Intendente -capo tutti dipendono: commissari di guerra, commissarii di ospedale, medici, chirurghi, corpo del treno, ecc_ ecc __ Daru, intendente-generale della grande armata , aveva da Napoleone latissimi poteri_ Ciò null'ostante nè l'intendente- capo, nè alcuni dei suoi subordinati, possono intervenire nell'amministrazioneinternadei corpi, la quale spetta ai generali; solo possono verificare la contabilità. Loro ufficio non è che di sorvegliare la legittimità del consumo[ ___ J_ Oltre a quella riforma capitale, altre ne apportò quell'idea dell'unità della massa, che di giorno in giorno diventava più evidente. Invece di far dell ' Intendenza un ufficio di impiegati civili, come prima era, se ne fece un COfPO militare subordinato al capo supremo dell'esercito, cogli stessi vincoli di disciplina e d'onore che ogni soldato. Quando, e non ha guari in molti paesi, s'avevano per conduttori di treno vetturali avventizii, carrettieri e contadini, che altro potevasi aspettare se non ciò che avveniva, che cioè quei conduttori a lt' incontrar del nemico tagliassero le corde e fuggissero coi cavalli? Ma così non è un conduttore - soldato che sente il freno della disciplina e dell'onore. __ . 75 •
Così il De Cristoforis; ma a nche il Marselli si preoccupa di sfatare talune incongrue e superficiali interpretazioni del già citato
75
C. DE CRISTOFORIS, Op. cit.,pp. 75-77. Cfr. anche, in merito, L.GRIITI,StudisuiServizi logistici ... (Cit.).
INTRODUZIONE
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citato detto "non mi si parli dei viveri", e di riflesso anche del ruolo della logistica in Napoleone: Quando Napoleone diceva: non misi parli dei viveri, non voleva certo intendere che à viveri non fosse da pensare; ma che i viveri si debbono saper trovare, e che, salvo eccezioni, un'operazione reputata necessaria debba compiersi superando tutte le difficoltà [...] La strategia deve preoccuparsi della logistica, ascoltarne la voce, cedere alle sue giuste esigenze, ma non sino al punto da farsi detronizzare76•
Non si può dunque affermare che Napoleone abbia trascurato la logistica. Piuttosto, con un errore compiuto di frequente in seguito, e anche ai nostri giorni egli non ha valutato appieno le particolari esigenze (prima di tutto di carattere strategico e tattico) che ponevano talune campagne - Spagna, Portogallo, e soprattutto Russia - nelle quali non si sarebbe trovato di fronte ai ma'isicci eserciti da battere alla sua maniera, bensì a popolazioni ostili che attaccavano alle spalle i convogli e gli organi esecutivi logistici, a eserciti piccoli ma sostenuti eri forniti da potenti flotte, oppure a grandi distanze in paesi inospitali (che con il freddo e l'assenza di risorse diventeranno una delle componenti principali di contrapposte strategie di ritardo e logoramento). Per questo va chiarito che, in senso lato, non si può mai parlare solo di errore logistico, ma prima di tutto di errore strategico e tattico. In questo senso anche la dottrina di J omini, nella quale può dirsi abbiano larga parte il servizio di Stato Maggiore e la logistica, risente di una deformazione di prospettiva e rappresenta un 'involuzione, perchè vorrebbe attribuire a una cattiva organizzazione e a un carente funzionamento di Comandi e Servizi i rovesci napoleonici, quando invece si è trattato, prima di tutto, di errori strategici e della pretesa di risolvere con gli usuali mezzi puramente e semplicemente militari campagne ove l'avversario vero non erano gli eserciti, ma i popoli. A rigor di logica, il detto prima citato del De Cristoforis "Nessuno è più ora buon generale che non sia anche buon amministratore' ' vale per tutti i tempi, per tutte le epoche, per tutti gli eserciti, e non può nemmeno datare dal secolo XlX, o dalle guerre di gabinetto: senza armi e senza sufficienti vettovaglie, senza movimenti rapidi, tempestivi e o rdinati, senza una componente logistica, nessuna vittoria ha mai potuto essere ottenuta fin dai più remoti tempi dell'antichità.
76
N. MARSELLI, Op. cit. , VOL.11, p . 213.
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LA LOGIS TICA DELL' ESERCITO - VOL. I
Così mostrano ad esempio la corda taluni luoghi comuni che vorrebbero la logistica trascurata dai romarù, mentre le opere del Casarini per la parte sanitarian, dello stesso Vegezio78 e quella recentissima di Luttwak sulla strategia dell'Impero Romano79 indicano quanta sia stata, specie nel tardo Impero, l'importanza deJla logistica nel dispositivo militare delle Legioni ; e appare persino superfluo accennare all'origine militare della rete viaria e dei posti tappa romani, che ancor oggi sono la matrice del tessuto urbano e delle comunicazioni dell'intera Europa. li secondo aspetto che emerge nettamente dalla materia trattata è rappresentato dalle tappe attraverso le quali si è giunti, nel secolo XIX, al concetto attuale di logistica. Già con le grandi armate napoleoniche, alle quali il gerùale corso richiedeva prima di tutto elevatissima mobilità, entra in crisi il momento puramente amministrativo - contabile al quale erano rimasti fermi i piccoli eserciti stanziali del XVII e XVlll secolo, strumenti di guerra statica e ossidionale per i quali il problema essenziale era di acquistare e predisporre nelle basi di operazioni gran numero di vettovaglie, per forze esigue che a tali basi rimanevano legate limitando i loro movimenti. Costretti a seguire le manovre ad ampio raggio di grandi masse di armati tipiche di Napoleone, gli ingenti rifo rnimenti che nonostante il frequente ricorso alle risorse locali si rendono necessari, richiedono la formazione di pesanti convogli che devono essere giocoforza coordinati con gli spostamenti delle truppe. Di qui anche l' importanza delle marce e degli stazionamenti, che devono essere disciplinati con gran numero di predisposiziorù di carattere non solamente logistico , e richiedono molteplici misure di coordinamento e calcoli di precisione. È da queste esigenze pratiche e immediate, dovute, più che ai risultati di una speculazione teorica in vacuo, alla fo rza stessa degli avvenimenti e al peso delle masse armate trasferite oltre i confi ni , che incomincia a farsi strada la necessità di una specifica e autonoma branca dell'arte militare, tale da garantire prima di tutto un agevole movimento alle truppe (e, di conseguenza, i mezzi di trasporto e la loro organizzazione, quindi anche ciò che trasportano, cioè i rifornimenti di ogni genere verso l'avanti, e gli sgomberi, specie di feriti, verso l'indietro) .
77
Cfr. A . CASARTNI, La medicina militare nella leggenda e nella storia, ROMA , ED . GIORNALE Dl MEDICINA MILITARE 1928.
78
Cfr. L 'arie militare di F.R . Vegez io, ROMA, SME - UF. STORICO, 1985 .
79
Cfr. E. N. LUTTW AK, La grande strategia dell'Impero Romano, MILANO, RIZZO LI 198 1.
INTRODUZIONE
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La logistica nel senso attuale del termine - la cui essenza è il movimento - è qualcosa di estraneo agli eserciti stanziali, per i quali basta l'amministrazione, visto che affidano tutto ai fornitori presidiari e agli appaltatori dei trasporti. Essa è tenuta a battesimo dalla strategia offensiva napoleonica abbinata ai grandi eserciti, nasce dal matrimonio tra la velocità e la massa, e cresce con la rivoluzione industriale. Come osserva il Molinari, intorno al 1870 la logistica [... ] tanto importante è quanto sono le marce, e ciò che loro si connette nella vera guerra. Ma in questa le marce sono tutto, perchè sono i movimenti, o le operazioni; e il vero sistema di guerra sta nell'operare non nel sedere, nell' armeggiare offensivo, non nel trincerarsi a difesa ... 80 •
È con questi presupposti che può essere spiegato il lungo travaglio, nel secolo XIX, del concetto di logistica. Nella prima metà del secolo XIX, anche se intesa in senso ancor riduttivo e al tempo stesso estensivo, la logistica già inizia a differenziarsi dall'amministrazione, che pertanto tende a restringersi al movimento contabile e di cassa, e si distingue sia dalla strategia - comunemente intesa come scienza del capo, che concepiva e preparava i piani per la campagna - sia dalla tattica. Quest'ultima è vista come l'arte di condurre l'urto vero e proprio con il nemico per vincere le battaglie, dal quale rimangono estranee in senso stretto tutte le fasi dell'azione che precedono l' urto stesso (cioè il contatto con il nemico), e quindi anche le marce e gli stazionamenti, operazioni concepite per lungo tempo come svolgentisi al di fuori dal campo di battaglia. A maggior ragione la logistica - come del resto la tattica e la strategia - rimane estranea alla preparazione e organizzazione delle campagne di guerra, branche importanti ma che non riguardano i movimenti e gli stazionamenti, cioè la ragione precipua della sua nascita. A partire dalla seconda metà del secolo XIX, l' incremento generalizzato della mole degli eserciti e i progressi della tecnica impongono il ricorso sempre più frequente ai rifornimenti da tergo, ma l'acquisi zione da parte della logistica di un significato più ampio e moderno non avviene all'improvviso o per iniziativa di qualche studioso. I suoi limiti attuali si vengono gradualmente delineando, e per la semplice ragione che aumentano sempre di più i pesi e la qualità dei materiali necessari al combattente (anche durante lo scontro vero e proprio con il nemico) e parallelamente aumentano - in relazione alle stesse
80
V. MOLINARI, L'urte milifure, PARMA, TIP, GRAZIOLI 1970, VOL. I, p. 240.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOI.. 1
caratteristiche delle armi e dei mezzi - i tempi del contatto con il nemico e insieme la velocità degli spostamenti possibili (ferrovie). In tal modo, diventa sempre più necessario coniugare i movimenti con tutto quanto concerne il funzionamento dei vari Servizi e le relative dotazioni, Servizi che tutti richiedevano, allora come oggi, di risolvere in primis i problemi di trasporto (si veda il recentissimo " Servizio Trasporti e Materiali"). In pratica, per effetto di queste trasformazioni movime{!tO, organizzazione e funzionamento di ciascun Servizio non potevano che sempre più fondersi, così come sempre più i movimenti e gli stazionamenti venivano assumendo carattere e importanza tattica, e tendevano sempre piu a entrare a pieno titolo nella condotta degli scontri (di qui la progressiva ''militarizzazione" del personale dei Servizi, che fino alJa prima metà del secolo XIX era in gran parte civile). Al tempo stesso, veniva gradualmente scomparendo la distinzione - assai persistente nel pensiero francese e italiano - tra le logistica vista come azione e la vera e propria organizzazione degli eserciti, con la quale si riteneva che la logistica non avesse nulla a che fare, sì che la nuova branca dell'arte militare ha dovuto gradualmente occuparsi anche dell' organizzazione e della preparazione, mantenendo peraltro la distinzione - tipica del secolo XX e oggi superata - tra Servizi di campagna e Servizi territoriali. È interessante rilevare che l'organizzazione dei Servizi all'inizio del secolo XIX era prevalentemente per funzione8 1, diventando poi successivamente sempre più " specializzata", fino a frazionarsi per materia82 • Un processo durato fino a qualche a nno fa, e interrotto dalla recentissima Pub. SME n. 900 s.d. - Voi. lll - La Logistica, (ed. 1981), la quale, sancendo un'organizzazione per funzione, segna in certo senso un ritorno alle origini. Anche in campo logistico, dunque, vale il motto di Terenzio "nullum est jam dictum, quod non dictum sit prius".
81
Nell'organizzazione logistica per funzione, quella più moderna, ciscun Servizio svolge una determinata attività logistica (o un insieme di attività affini) indipendentemente dai tipi di materiali (ad esempio: riparazioni per tutti i materiali come armi, automezzi, mezzi radio, cucine; rifornimenti di viveri, carburanti, attrezzi da lavoro...).
82
L'organizzazione logistica per materia è il contrario della precedente. Tn essa, per ciascu n Servizio o materia (ad esempio: sanità, commissariato, trasporti) o per Servizi e mate.rie affini, si svolgono - separatamente da altri Servizi - attività logistiche diverse, con propri specifici organi (riparazioni, rifornimenti, recuperi, sgomberi ecc.).
LNTRODUZIONE
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Se ne può dedurre altresì che la riunione del Servizio dei trasporti e del Servizio dei materiali nell'attuale branca "Servizi Trasporti e Materiali" ben a ragione, come detto al para. 8dellacitataPub. SME n. 900- Voi. Hl, ''tiene conto di consolidate tradizioni dell'Esercito". II concetto attuale di logistica è infatti nato, come si è visto, dall' inevitabile e naturale processo di riunione dei problemi di movimento, stazionamento e trasporto con quelli relativi al rifornimento, mantenimento e distribuzione dei mezzi e dei materiali, escludendo solo - data la loro particolarità - i problemi logistici più strettamente attinenti al personale (sanità e commissariato; poste e telegrafi) e naturalmente il Servizio di amministrazione (branca giuridico - amministrativa)83 • Questa constatazione deve far maggiormente riflettere da una parte sull'effettiva importanza della logistica, oggi particolarmente sentita, ma sempre notevole anche nei tempi passati e dall'altra sul suo ruolo nelle operazioni moderne, per le quali esiste il pericolo - sottolineato, in recenti saggi, dal Luttwak - c he venga sopravvalutato il ruolo del materiale, quale illusorio sostituto dell' animus pugnandi. Le recenti vicende belliche - che hanno visto grandi eserciti modernissimi u scire sconfitti o incontra re gravi difficoltà di fronte a decise ma assai esigue formazioni guerrigliere - ammoniscono invece che è la strategia, intesa come' 'arte di distribuire e di applicare i mezzi militari per conseguire gli obiettivi della politica84" , a conservare tuttora il primato sulle rimanenti branche. Solo di vo lta in volta l'importanza dell'una o dell'altra di esse può diventare decisiva; quando e in che mis ura ciò accada, dipende dal clausewitziano coeup d 'oeil del comandante, e non può essere sancito con leggi o principi generali. Non appare dunque pienamente condivisibile quanto scriveva nel 1937 il colonnello Gustavo Rei soli, uno dei non pochi ufficiali del periodo che hanno il merito di richiamare l'importanza dei Servizi, allora sottovalutati da parte di taluni poco acuti sostenitori della "guerra di rapido corso" nata proprio come reazione alle carenze logistiche (di produzione) - : il problema logistico fu cosa di poco conto e oggi è di gran mole; fu problema secondario e oggi è divenuto essenziale; si potè vincere
83
Cfr. E.N. LUTIW AK, La ricostruzione del/a potenza americana,' 'POLITICA MI LITARE" n. 15/ 1983, e li Pentagono e l'artede({a guerra, MILANO, RIZZOLI 1986.
84
C. JEAN, in li pensiero strategico (Cit.), p. 75.
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LA LOGISTICA DELl} P.S ERCTTO - VOL. I
a dispetto della logistica, non si può più operare, senza venire a patti con essa_ In altre parole, sono nuove formidabili necessità che vincolano, ritardano, disturbano l'azione di comando invece assai facilitata-contrariamente a quanto si dice - nei suoi compiti principali, dalle conquiste della civiltà85 •
Non sempre basta la radio o l'aereo o il carro per venire a capo del nemico, e non è affatto facile comandare. Ogni guerra costituisce un caso a sè, sottoposto a mille variabili anche di caratter.e logistico: vince il comandante che ne sa intuire il maggior numero, e risulta anche oggi valido quanto, molti secoli fa, affermava il Guicciardini nei suoi "Ricordi": le guerre non hanno cl maggior inimico che cl parere a chi le comincia che le siano vinte; pcrchè, ancora che le si mostrino facillimc e sicurissime, sono sottoposte a mille accidenti, e quali si disordinano di più se a che le apartengono non si trova preparato con l'animo e con le forze, come sarebbe da principio se vi si fussi ordinato drcnto come se le fussino difficile.
Non possono ignorare il ruolo della logistica un comandante o uno Stato Maggiore ben preparati, e come come tali capaci di valutare correttamente la situazione e di "prevedere". Queste parole mettono in guardia dai pericoli che corre chi vorrebbe trovare sempre ed esclusivamente nei problemi di materiali e rifornimenti la chiave della vittoria_Sotto questo aspetto, la tradizione napoleonica e clausewitziana - se opportunamente depurata delle scorie del tempo e rettamente interpretata - molto ha da dirci anche oggi e anche in campo logistico : un campo ove iJ calcolo esatto e gli imperativi delle esigenze funzionali (come tali, insopprimibili e ben determinate) per rispondere appieno alle loro finalità ultime devono ricevere quella contingente impronta e quel realistico adattamento alla situazione del momento, che al Capo compete e che sol o il Capo può fornire. Dal punto di vista puramente strategico, e conseguentemente anche dal punto di vista logistico, non esistono e non sono mai esistite facili ricette, o dogmi, o calcoli esatti di Stato Maggiore che possa no portare di per sè alla vittoria: forse si potrà vincere anche in futuro a dispetto della logistica, ma in circostanze comunque irripetibili, e guai a chi ne trarrà deduzioni affrettate. In questo senso la logistica è una delle variabili che, per essere ben valutata e opportunamente inserita di volta in volta nel contesto generale, richiede quella conoscenza approfondita della sua natura e della sua evoluzione, alla quale questa nostra fatica vuol rappresentare un contributo.
85
Cfr. G . RElSOLI, Evo/uzione diidee su/problemalogistico, " RIVISTA DI COMMISSARIATO" n_ 4/ 1937.
INTRODUZIONE
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• * * Dopo aver delineato il contesto generale e precisato lo scopo da raggiungere, vorremmo ora brevemente indicare i criteri di massima e la metodica che intendiamo seguire, nell'intesa che ogni argomento o provvedimento richiede, a seconda della sua importanza e dell'epoca nella quale è inserito, un "trattamento" particolare, anche in deroga ad aprioristiche delimitazioni. Delle due branche della logistica oggi comunemente considerate, la logistica di produzione (relati va alla produzione e approvvigionamento del materiale militare in pace e in guerra, e quindi comprendente anche la mobilitazione industriale ed economica e la mobilitazione civile) e la logistica di distribuzione o di campagna (che riguarda il rifornimento, il recupero, lo sgombero, il trasporto, il mantenimento in efficienza del materiale già approvvigionato e del personale - attività sanitarie), è su questo secondo aspetto che intendiamo maggiormente soffermarci, senza troppo rigide autolimitazioni e dicotomie, che non avrebbero alcun senso anche perchè, specie nel secolo XIX e nell'armata sarda, non sempre è possibile distinguere tra Servizi territoriali e di campagna, e anzi per le esigenze di campagna - considerate eccezionali - si usa soltanto adottare particolari e temporanei temperamenti allo stato normale dei Servizi, dimensionati per la vita di guarnigione tipica degli eserciti stanziali della Restaurazione, con grande rilievo al Presidio e alla divisione territoriale. A ciò si deve aggiungere che la logistica di distribuzione e la fisionomia dei Servizi per le truppe di campagna hanno un aggancio costante e non trascurabile con quanto sta alle loro spalle e ne condiziona quindi indirizzi e scelte, mentre le Armi di artiglieria e del genio, anche per parte del secolo XX, hanno addirittura una triplice fisionomia: operativa; attinente alla logistica di distribuzione (ponti e strade, rifornimento munizioni e riparazione armi portatili e artiglierie, lavori di fortificazione e inerenti allo stazionamento delle truppe in genere, ecc.); attinente alla logistica di produzione (stabilimenti di artiglieria e del genio). La nostra indagine è specificatamente rivolta all'evolversi della regolamentazione; materia complessa e di difficile definizione, che risente di disparati influssi dei quali bisogna pure tenere conto, a meno di non perdere la visione dell'insieme e di ridursi a aride elencazioni di norme avulse da tutto ciò che le ha ispirate e dai caratteri dell' organismo nel suo complesso. Così facendo, ne deriverebbe una frammentazione di concetti e giudizi tale da impedire di cogliere il reale significato dei previsti assetti organizzativi e funzionali. Ne consegue che non sempre risulta possibile e conveniente fermarsi soltanto alla storia della regolamentazione dei Servizi in sè. Spesso diventa necessario allargare l'orizzonte alla histoire - bataille, per vedere se e come ha dato buona prova, sul banco di collaudo del campo di battaglia, l'organizzazione prevista, e se e dove sono esistiti o meno i raccordi con la dottrina o cun
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LA LOG ISTICA DELL' FSERCITO - VOLI
la strategia adottate. Nè può essere trascurato, in taluni casi, l'esame dei dibattiti e delle idee a monte di determinate decisioni, esame che ci fa apprezzare - cosa altrimenti impossibile - il reale contesto nel quale nasce una determinata norma innovativa, e al tempo stesso la misura autentica della sua capacità o meno di raggiungere le finalità che l'hanno ispirata. Difficile sarebbe altrimenti cogliere, con il senno di poi e con la mentalità dell'uomo di oggi, il linguaggio dei testi ufficiali, per poi pretendere di chiosarli e fornirne interpretazioni postume, che naturalmente risulterebbero del tutto prive di respiro e del necessario ancoraggio con la realtà del tempo. Questo vale sempre, ma soprattutto quando si tratta della logistica, una disciplina che diversamente dalla strategia e dalla tattica ben raramente consente di trarre dallo scontro con le forze contrapposte dati di esperienza eclatanti, nè si presta a confronti e subitanei mutamenti. Per questo, riguardo alle fonti da consultare, non ci sentiamo di fare alcuna esclusione, nè intendiamo comunque rimanere fermi alla sola consultazione della regolamentazione ufficiale (pur essendo questa più copiosa di quanto comunemente si creda). Ci rammarichiamo anzi che talune difficoltà pratiche ci abbiano troppo spesso costretti a limitarci alle principali riviste e opere militari, e ci abbiano impedito di vedere tutto ciò che avremmo voluto (compreso uno sguardo un pò più approfondito all'unica valida pietra di paragone, la regolamentazione e la pubblicistica straniera)_ Va comunque riconosciuto che, pur con questi limiti, il numeroso materiale, finora poco noto, che abbiamo potuto esaminare è ampiamente sufficiente e pone anzi dei problemi di classificazione, interpretazione e attribuzione di priorità. Esso consente anche di superare le angustie e la mancanza di prospettiva unitaria tipica delle poche storie di singoli Servizi, alle quali poco giovano anche quei frequenti e scoperti intenti agiografici, che abbiamo cercato di mantenere estranei al nostro lavoro. Tanti aspetti curiosi e particolari, tanti progetti, tante considerazioni magari amare e impietose, ma sempre franche come si conviene a dei militari: questo, al di là del fatto tecnico, è quello che traspare dalla gran copia di decreti, istruzioni, avvisi, regolamenti. Abbiamo spesso ritenuto utile, se non doveroso, farli conoscere, anche a scapito della schematicità e sinteticità della trattazione_Ci ha mosso una speranza, e un'ambizione: la speranza di integrare i contenuti delle opere di due noti norni dell'anteguerra, il Bastico e il Maravigna, che trattando l'evoluzione dell'arte della guerra nei secoli ben poco spazio hanno riservato alla logistica86 ; l'ambizione di contribuire ad avvicinare
86
Cfr. E. BASTICO, L'Evoluzione del 'arte della guerra (3 VO L.) FIRENZE, CARPI GlANI E ZIPOLI 1924, e P. MARA VIGNA, Storia dell'arte militare moderna (5 VOL.), TORINO, SCHIOPPO 1923.
INTRODUZIONE
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maggiormente alla realtà gli scritti a carattere strategico sul periodo considerato. Perchè è di senso della realtà che hanno soprattutto bisogno la storia e la letteratura militare, chiamate a smentire- per rimanere se stesse - talune affermazioni di Borges, secondo il quale la letteratura è sempre stata fantastica, è cominciata con le cosmogenie, con le mitologie, con i racconti di dei e di mostri[ ...] Il realismo è un episodio, solo un momento nella storia della letteratura. La grande letteratura non è mai stata realista.
Ebbene, appare indubbio che la misura più probante della validità di una strategia è la sua capacità di avvicinarsi al reale e al possibile. Forse la logistica - e le opere che la raccontano - possono contribuire ad allontanare dalla strategia "gli dei e i mostri". Ve n'è sempre stato, in ogni tempo, un gran bisogno. Parma, maggio 1987 Ferruccio Botti
PARTE ·pRJMA
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I SERVIZI DEL RE CARLO . ,, ALBERTO (1831 - 1849)
CAPITOLO I FISIONOMIA GENERALE DEI SERVIZI DELL'ARMATA SARDA
l'armala sarda del 1831 al 1848: le riforme di Carlo Alberto. Il 17 aprile 1831, alla morte di Carlo Felice, gli succede Carlo Alberto, che fin dai primi giorni del suo regno manifesta una chiara volontà di far assumere un ruolo più attivo al Piemonte nella politica italiana, e pertanto rafforza l'esercito e dimostra di voler accentrare su di sè tutti i poteri militari, sopprimendo 1'8 agosto 1831 la carica di Ispettore Generale dell'Armata, una sorta di Capo di Stato Maggiore che sotto Carlo Felice aveva la direzione effettiva degli affari militari, e veniva considerato come il capo dell'esercito in guerra. Ha inizio così una intensa, quasi frenetica, attività tesa a riformare profondamente gli istituti militari piemontesi in tutti i settori, attività che può essere apprezzata particolarmente attraverso il Giornale Militare, raccolta di tutte le numerose disposizioni in materia militare. Va da sè che al tempo, in Piemonte come negli altri Stati a cominciare dalla Francia, non esiste ancora una regolamentazione tattica e logistica armonica, coerente, coordinata ad un unico disegno strategico e dottrinale, nè esistono pubblicazioni dottrinali, tabelle organiche o riviste di carattere militare; in compenso si ha un concetto della tutela del segreto sorprendentemente largo (il Giornale Militare pubblica abitualmente dati organici e dotazioni). Gli strumenti normali di governo e di comunicazione militare sono il Regio Decreto, il Regio Viglietto, (una sorta di ordine breve del Re o del Segretario di Guerra e Marina su un dato argomento), l'istruzione e il regolamento, nell'accezione attuale qel termine•. Prevalente l'influsso jominia-
Per regolamento si può ancora intendere "Documento diramato dagli Organi Centrali che fissa le disposizioni dirette a regolare la vita e l' attività nell 'ambito delle Forze Armale (disciplina, uniforme, amministrazione, vita di caserma e di presidio, ecc.). Ha carattere lassativo" - Cfr. Pub. n . 5895 Nomenclatore militare (Esercito), Ed. 1869, p . 110 (la voce non figura nella nuova edizione del Nomenclatore - Pub. SME n . 5895, ed. 1984).
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no, che si traduce nella tendenza a minute e pedantesce disposizioni, molte delle quali di carattere meramente amministrativo o burocratico, e tali talvolta da far dimenticare l'essenziale e da mortificare lo spirito di iniziativa dei Quadri, con negativi riflessi sulla capacità dell'organismo di aderire tempestivamente e con elasticità all'evolversi della situazione (requisito essenziale in guerra)2 • Purtroppo il giovane Re, volonteroso ma inesperto e tutt'altro che ricco di naturali doti militari, è mal coadiuvato dal discusso "Segretario di Guerra e Marina" Pes di Villamarina (1832 - 1847). In tal modo, mancando solide basi di sapienza e di esperienza, la sua lunga e intensa opera riformatrice, nonostante il lodevole impegno dell'uomo e il suo sincero intento di migliorare l'efficienza operativa di un tipico "esercito stanziale" della Restaurazione, non può che risultare sovente di breve respiro, quasi caotica, spesso inadeguata per preparare uno strumento in grado di reggere il confronto con uno dei migliori eserciti d'Europa. Va comunque riconosciuto che non era cosa di poco conto trasformare così radicalmente una compagine militare strutturata e organizzata - specie nel campo logistico - per esigenze interne presidiarle e del tempo di pace, con i Servizi in mano per la massima parte ad appaltatori civili, e con la totale dipendenza, specie per il vestiario e il vitto, da fornitori locali. Si trattava di capovolgere mentalità e consolidate abitudini, il che non è mai semplice. Tuttavia non può essere fatto di tutta l'erba un fascio, e non mancano, soprattutto nel campo dei Servizi, numerosi provvedimenti illuminati e destinati a una lunga vita. Il giudizio di tutti gli autori che trattano degli aspetti militari del periodo è perciò fin troppo severo. Lo Stefani ritiene che l'esercito piemontese del 1848 non era inferiore a quello contrapposto per tradizioni militari, disciplina, tecnica d'impiego, armamento e equipaggiamento, ma sebbene possedesse tali requisiti di importanza notevole nella valutazione della capacità operativa, l' armata sarda era priva o quasi di altri non meno importanti che riguardavano, oltre le gravi lacune logistiche qui non esaminate, l'impreparazione tecnica al comando, l'inadeguatezza ordinativa e, in particolare, del sistema di reclutamento e di mobilitazione, la disarmonia organica delle armi e di talune unità, come ad esempio delle compagnie di fanteria, e specialmente l'insufficienza della preparazione professionale dei quadri e d ell 'addestramento al combattimento della truppa 3 •
2
Circa i caratteri dell'opera jominiana e il suo cospicuo influsso sul pensiero militare frn.ncese e piemontese Cfr. anche F. STEFANI, Op. cit., p. 23.
3
IVI, p. 40.
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Analogo il giudizio di un altro autore recente, il generale Faldella, secondo il quale il Villamarina essendosi prefisso di preparare l'Esercito aJla guerra contro I' Austria si può osservare che fece molto ma non completamente, perchè trascurò la preparazione tecnica all'esercizio del comando e l'organizzazione dei servizi. Le campagne di guerra del 1848 e 1849 infatti risentirono assai di queste gravi manchevolezze4.
Più duro di tutti il giudizio di uno scrittore coevo, Ferdinando Pinelli, che definisce "fatale" per l'esercito l'amministrazione del Villamarina, e per il resto scrive che l' esercito eziandio attrasse le cure del re; se non che queste furono più apparenti che reali, più nuove che illuminate; ed io credo di non andare errato osservando che Carlo Alberto ignorò sempre i primissimi rudimenti della scienza militare, nè mai conobbe la ben che più elementare evoluzione militare; prode della persona, egli aveva sentito dalla natura un istintivo amore per le armi e per la guerra; con tutto ciò, a parere mio, ogni uomo fu più di lui deficiente delle doti richieste per capitanare un'arrnata ... 5 •
Molto sfavorevole è il giudizio del Pinelli sull'ufficialità piemontese, che pur non mancando di elementi di spicco e di valore, specie ai livelli elevati (troppo anziani) era vittima del conformismo, della pedanteria e del culto dell' apparenza6• Anche dal punto di vista ordinativo e del reclutamento si riscontrano gravi deficienze7 : alla vigilia della guerra del 1848, l'armata sarda è articolata su uno Stato Maggiore Generale e 10 brigate di fanteria, ciascuna su due reggimenti omogenei, meno la brigata Guardie che è costituita dal reggimento granatieri, uguale al reggimento di linea, e dal reggimento cacciatori sardi su 2 anzichè 4 battaglioni. Il reggimento di fanteria è composto da uno Stato Maggiore, 3 battaglioni attivi e I battaglione deposito (che rimane nella sede stanziale di pace), nel quale è concentrata l'amministra-
4
E. FALDELLA, Storia degli &erciti italiani, MILANO, BRAMANTE 1976, p. 85.
5
F. PTNELLT, Storia militare del Piemonte, TORINO, DE GIORGIS 1855, Voi. Ili, pp. 18-19.
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E . PINELLI, Op. cit., pp . 52-53.
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Per maggiori particolari sulla strutturazione ordinativa e sui criteri tecnico - funzionali dell'organizzazione Cfr. tra l'altro F. STEFANI, Op. cit., N. BRANCACCIO, F . CHAPPERON, F. BAVA-BECCARIS, Op. cii. , P. PIERI , Storia militare del Risorgimento, TORINO, EINAUDI, 1962, pp. 170-173; S. ALES, L'armata Sarda e le riforme a/berline, ROMA, SME - UFF. STORICO 1987.
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zione economica del reggimmento, si addestrano le reclute e si mantiene una riserva di uomini, quadrupedi e materiali per alimentare i battaglioni attivi . L'artiglieria (parte operativa) consta di 6 brigate (4 da campagna, una a cavallo, una da posizione) per complessive 30 batterie. Le brigate da campagna e a cavallo sono articolate su 2 batterie di 8 pezzi (6 cannoni e 2 obici). Il genio (parte operativa) è troppo scarso, comprendendo solo un battaglione zappatori su 5 compagnie (4 zappatori e una minatori). Vi sono anche 6 reggimenti di cavalleria (vera élite dell'èsercito, erano i reparti più costosi). Le truppe sono riunite - solo in guerra - per divisioni di fanteria e cavalleria; un numero vario di divisioni è composta da due o più brigate di fanteria (normalmente due), e inoltre di Armi diverse nella proporzione più opportuna. Anche le brigate, normalmente "monoarma" e costituite da due reggimenti di fanteria o di cavalleria, possono, specie nell'avanguardia, essere miste; esse hanno comunque organi di comando molto ridotti e mancano di qualsiasi ruolo in campo logistico. Per quanto riguarda i Servizi, di particolare rilievo il Corpo del treno di provianda (Servizio trasporti militari; dal francese train, traino, mentre per provianda si può intendere provvigioni, vettovaglie, quindi, in senso lato, rifornimenti), il cui organico, molto ridotto in pace, in guerra comprende 300 cavalli da sella e 2000 da tiro, più i relativi carriaggi. Per l'artiglieria e il genio sono previsti i parchi, cioè complessi di materiali, pezzi di ricambio, attrezzi, munizioni e armi (con relativo personale addetto, anche civile) che costituiscono, in pratica, una riserva logistica su ruote (di qui il nome di parco, dal francese pare, "luogo custodito dove si raccolgono il traino da ponte, le artiglierie, le macchine ed ogni munizione dell'esercito")8 • Per facilitare la sorveglianza, i carri che trasportano tali materiali vengono parcheggiati in cerchio. Treno e parchi - cioè gli organi esecutivi dei Servizi più importanti in campagna - sono a loro volta costituiti e assegnati alle divisioni o ai corpi d'armata solo in tempo di guerra; il treno, sempre insufficiente, si avvale largamente di personale e mezzi di trasporto civili, forniti da un'impresa appaltatrice o requisiti sul posto. Ovvi e inevitabili gli inconvenienti che nascono, operazioni durante, dalla presenza di organi improvvisati e non omogenei, nei quali oltre tutto il personale civile, non soggetto o soggetto solo in parte alla disciplina militare, tende a rimanere lontano dalle zone più "calde".
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M. D'AYALA, Op, cii., p. 222.
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La regolamentazione: caratteri generali e criteri informatori. Fino alla prima guerra mondiale, in Italia come altrove, le minute attribuzioni di carattere tattico e logistico dei Quadri ai vari livelli in guerra sono definite nel "regolamento di servizio per le truppe in campagna", che pertanto, anche dal punto di vista dell'organizzazione logistica e del funzionamento dei Servizi, rappresenta la pietra miliare, il documento principale al quale riferirsi per ricostruire l'impostazione generale dei Servizi e le competenze e responsabilità di ciascuno, rendendo in tal modo possibile identificare con esattezza, per ogni Servizio, organi di comando, organi direttivi ed organi esecutivi9. L'armata sarda del 1848 entra in campo con il Regolamento di servizio per le truppe in campagna emanato da Carlo Alberto nel 1833 10, destinato a rimanere in vigore, fatte salve talune varianti e appedici che non ne mutano la sostanza, fin oltre il 1866 11 : documento certamente jominiano estremamente particolareggiato, e - more solito - anche e soprattutto per questo aspramente criticato dal Pinelli:
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Per organo di comando nel campo logistico intenderemo sempre: "Organo della catena funzionale di ciascun Servizio logistico inserito nell'organizzazione di comando e delle unità e degli enti. È responsabile, sulla base delle direttive emanate dal Comandante e dati' Autorità compelenle, della soluzione dell'aspetto logistico di competenza del problema operativo. È preposto al coordinamento dell'attività degli organi logistici direttivi da esso dipendenti. Può identificarsi, in taluni casi, nella figura del Comandante dell'unità e dell'Autorità responsabile dell'Ente" (Pub_ SME n . 5895 Nomenclatore militare (eserciro}, ED. 1984, pp. 93-94_ Per organo direttivo si intende invece "organo della catena funzionale di ciascun Servizio logistico, responsabile, al proprio livello, dell'organizzazione e del funzionamento del Servizio di competenza, sulla base delle direttive emanate dall 'organo logistico dicomando. È preposto al coordinamento degli organi logistici esecutivi da esso dipendenti, con particolare riguardo agli adempimenti di carattere tecnico-amministrativo. Può assolvere, in tal11Jni casi, anche le funzioni di organo logistico esecutivo" (Cfr. Pub. Cit_, P- 94).
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Regolamento di servizio per le truppe in campagna, TORINO, FODRATI! 1833. - Cfr. anche G.M. 1833, p. 61. Cfr. anche C. GREGORIO, L'amministrazione e gli amministratori militari nella storia, "RIVISTA DI COMMISSARlATO" n. 5/1941.
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Ad esempio nel 1862 è ancora in vigore il Servizio per le truppe in campagna, compilato sul regolamento 19 gennaio 1833 e sui regolamenti e istruzioni successive, TORINO, TIP. CASSONE 1862_
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difettava ancora l'esercito di un regolamento per le truppe in campagna; fu pertanto lodevole divisamento quello del Villamarina di farne elaborare uno che, approvato dal re, vide la luce il 19 gennaio; se non che, invece di restringere in poche e chiare pagine di questo servizio, che dovendo essere famigJiarissimo a tutti i gradi dell'esercito, voleva venir redatto in modo facile, si compilò un volume, in cui il vero servizio di avamposto, così essenziale alla guerra, era trattato di volo ed abbondavano invece, oltre alle ridicole e pedantesche fioriture di stile, mille minuti dettagli sulle distribuzioni di viveri e dei foraggi, sulle competenze delle truppe in caqipagna, sulla formazione dei battaglioni, dei reggimenti, e brigate composti, sulla celebrazione della messa militare, sui diritti e prerogative dei generali, sugli onori da rendere a Sua Maestà e reali principi, e simili altre scempiaggini od inutili, od a cui si sarebbe potuto almeno provvedere con altro regolamento, redigendo intanto una ben intesa e semplice istruzione dei vari servizi di campagna e di avamposto per ammaestrare le truppe in quell'importantissimo ramo di guerra 12•
In realtà il regolamento del 1833, nonostante l'eccessiva cura del particolare, non sembra meritare siffatte stroncature e si rivela, nel complesso, sufficientemente chiaro, completo ed efficace (i dettagli nella distribuzione viveri e foraggi sono necessari!). Nemmeno può essergli mosso l'addebito di essere arretrato rispetto a quanto si faceva nei principali eserciti, perchè non rappresenta che l'interpretazione e l'adattamento a un caso concreto delle idee e degli indirizzi che - Jomini a parte - circolavano ovunque in Europa nella prima metà del secolo XIX, con particolare riguardo alla grande tradizione degli scrittori francesi di amministrazione (tra i quali l'Odier e il Vauchelle, molto studiati e seguiti in Italia fino alle soglie del nostro secolo). Di questo prevalente influsso francese è del resto testimonianza il regolamento precedente (abrogato da quello del 1833), edito nel 1792 e scritto appunto in francese, nel quale la parte riservata ai Servizi è del tutto insufficiente 13 • Dimostrazione di una sostanziale validità dei contenuti è, del resto, la sua lunga vita, visto che, del 1833 in poi accompagna senza modifiche sostanziali l'armata sarda e l'esercito unitario in tutte le guerre d'indipendenza. Anche questo non trascurabile particolare lo rende un documento di estremo interesse per capire l' impostazione generale dello strumento e in
12
F.A . PINELLI, Op. cii., pp. 33 e 34.
13
Cfr. ad esempio il Reglement Provisional pour le service de champagne, TURIN, DE L'JMPRIMERIE REALE 1792.
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particolare della parte relativa ai Servizi. Quest'ultima risulta strettamente omogeneizzata con tutto il resto perchè non esisteva, al tempo, il concetto moderno di logistica, con branche "specializzate" e rotismi ben definiti. Ne consegue che prima di iniziare l'esame di dettaglio del regolamento del 1833 e prima di descrivere nei successivi capitoli l'organizzazione e il funzionamento dei sengoli Servizi, è necessario richiamare in via preliminare l'attenzione del lettore su taluni aspetti peculiari dei Servizi del tempo, che come tali devono essere studiati con un'ottica riferita, appunto, alle esigenze e alle condizioni della prima metà del secolo XIX. Se si procede altrimenti, cioè senza ricorrere a chiavi interpretative che aiutino a considerare nel loro giusto peso determinate realtà non sempre chiaramente individuabili a monte del gran numero di provvedimenti adottati fino al 1848, un'esposizione ex-abrupto degli aspetti meramente tecnico - amministrativi relativi a ciascun Servizio non sempre risulterebbe efficace e tale da mettere in giusto rilievo le matrici comuni o la filosofia che ispira le riforme e i provvedimenti di vario ordine. Questi ultimi sono più che abbondanti, e ciò consente di sfatare sin d' ora il diffuso pregiudizio, che vorrebbe poco curata e poco studiata la parte logistica e amministrativa degli eserciti dell'epoca. In particolare, l'organizzazione logistica dell'armata sarda fin dalla Restaurazione presenta caratteri largamente coslanli che la pongono su un piano assai diverso rispetto a quello attuale, e si ispira a criteri di base destinati a protrarre - in parte almeno - la loro influenza per tutto il secolo XIX, fin quasi alla vigilia della prima guerra mondiale. Giudizi assoluti sulla sua arretratezza, modernità o conguità non sarebbero appropriati, visto che l'oggetto delle attività logistiche di allora è un piccolo esercito dinastico del tempo di pace, a lunga ferma, sparso (per ragioni di ordine prevalentemente interno) in sedi fisse in tutto il territorio del Piemonte e in Sardegna, con distanze relative dall'unico centro e dall'unico polo logistico (Torino) da ritenersi tutto sommato - anche allora - contenute, elevata stabilità organica e scarse esigenze di spostamento dei reparti, mentre il quadro economico è caratterizzato da totale assenza di inflazione e da un'economia ancora tipicamente agricola, ove il limitatissimo sviluppo industriale non consente di ricorrere all'industria privata per quei manufatti che, come gli armamenti e le munizioni di allora, già richiedono una tecnologia relativamente avanzata, con particolare riguardo alle fusioni e lavorazioni dei metalli per le artiglierie e agli strumenti di precisione. Almeno fino a quando si profila la possibilità di una guerra contro l' Austria, l'organizzazione dei Servizi è riferita essenzialmente al tempo di pace e alla vita di guarnigione; non sempre esiste una chiara distinzione tra Servizi del tempo di pace e Servizi ùd Lcmpo di guerra, o tra Servizi territoriali
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e Servizi di campagna. Lo stato di guerra è considerato cosa del tutto eccezionale ed episodica, ed alle sue particolari esigenze si tende a far fronte con il minor numero possibile di varianti e temperamenti rispetto al tempo di pace (dovrebbe, invece, essere il contrario, almeno secondo concezioni più moderne, che portano a concepire un esercito - con tutti i suoi organi, Servizi compresi - essenzialmente come strumento del tempo di guerra). La vita di guarnigione della prima metà del secolo XIX ha di per sè ben poche e circoscritte esigenze, anche dal punto di vista del rifornimento e manutenzione del materiale, della confezione rancio (estremamente semplice), dei Servizi sanitari, per i qu3:'i largamente ci si affida a personale e infrastrutture civili. È anche per questo che, allora, si parla di amministrazione e di Servizi amministrativi, più che di logistica in senso moderno, della quale, in fondo, non v'è ancora alcun bisogno. Si tende più che altro ad "amministrare" nel senso più ristretto del termine, cioè ad assicurare alle truppe il soldo e ad occuparsi della contabilità e delle questioni di stato giuridico che vi sono connesse, lasciando al soldato (o, per lui, al colonnello o al capitano comandante <li compagnia) di utilizzare come meglio crede la paga, che è onnicomprensiva e serve anche per il rancio, il vestiario e la riparazione delle armi. Orientamento che, se risponde alle particolari condizioni del momento, conserva indubbiamente ancora qualche traccia di antichi sistemi in uso negli eserciti francesi del XVII e XVIII secolo, nei quali lo Stato corrispondeva direttamente ai colonnelli una quota fissa globale per il mantenimento di ciascun soldato, per il resto lasciando libero il colonnello stesso di definire come meglio credeva la parte della paga del soldato da destinare al suo mantenimento (rancio, vestiario ecc.) e la parte da corrispondergli invece alla mano e in contanti. Da questa impostazione deriva un' altra fondamentale caratteristica del sistema amministrativo e logistico del tempo, il perdurante cordone ombelicale che si stabilisce tra corpo (cioè reggimento, e, per esso, il suo comandante) e Ministero, senza intermediari, anche perchè le Grandi Unità "attive" nel senso attuale del termine (brigate, divisioni, corpi d'armata) in tempo di pace non sono costituite, e ciascun corpo delle varie Armi è per così dire immerso nell'organizzazione territoriale quale unità amministrativa e organica a sè stante: nè esistono, come oggidì, organi dei Servizi di campagna di Grande Unità costituiti fin dal tempo di pace (le circoscrizioni territoriali sono imperniate su "divisioni", ovviamente territoriali). Un'altra conseguenza di questa particolare catena di dipendenze è che, in pace come in guerra, gli organi di comando intermedi tra corpo e Ministero - cioè i generali comandanti di Grande Unità - non hanno responsabilità e funzioni logistiche dirette, ma solo limitati compiti ispettivi, mentre anche in guerra le loro attribuzioni nt:1 campo dei Servizi ri-
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sultano, tutto sommato, assai circoscritte e seriamente limitate. Non esiste uno Stato Maggiore centrale, quale organo di comando anche per i Servizi distinto dal Ministero: quest'ultimo, in pace e in guerra, assomma in sè tutte le funzioni oggi tipiche degli organi centrali, sia operative che logistiche e puramente amministrative. I caratteri e le esigenze dell'esercito, come già si è visto, rendono superfluo almeno in tempo di pace l'impiego di personale militare specializzato per i vari Servizi, e la costituzione di organi esecutivi. Di qui la tendenza alla "privatizzazione" dei Servizi, tipica della prima metà del secolo XIX: sono dati in appalto, in tempo di pace, i trasporti, il casermaggio, il rifornimento viveri, a volte anche la confezione del rancio, e il poco personale specializzato dei Servizi presente presso il corpo (capo-sarto, capo - armaiolo, medico ... ) ha uno status intermedio, di civile militarizzato e soggetto a determinati obblighi, anche se per esso viene prevista una particolare divisa (che peraltro deve essere tale da farlo distinguere molto nettamente dal personale d'Arma combattente, il cui trattamento economico e morale è di gran lunga migliore). Manifestazione di questa tendenza a considerare la branca logistica come qualcosa di non propriamente militare e tutto sommato scarsamente legato alla branca operativa è il grande rilievo dato al Comune quale fornitore di Servizi e organo dell'Amministrazione militare, con un ruolo sovente assimilabile a quello degli attuali Comandi Presidio o Comandi Militari Provinciali. Il Comune è tenuto a ricercare e fornire alloggi alle truppe di passaggio (o ad affittare caserme a quelle di stanza), a provvedere all'occorrenza viveri, foraggi e mezzi di trasporto, a curare uomini e cavalli ammalati, e dal punto di vista sanitario e di controllo del personale militare in licenza o in congedo svolge un ruolo assimilabile a quello oggi esercitato dall'autorità militare locale, o da determinati Enti territoriali. Al contrario, lo scarso sviluppo industriale e le speciali esigenze di fabbricazione del materiale da guerra obbligano l'artiglieria e il genio - più che mai, allora, le Armi dotte, tecniche - non solo a impiegare il loro materiale, ma a fabbricarlo e ripararlo esclusivamente in stabilimenti militari, diretti da ufficiali ma con maestranze civili. Ne deriva una triplice fisionomia di queste Armi, logistica, territoriale ed operativa insieme, che i loro ufficiali devono essere in grado di assicurare in toto, non senza qualche periodico excursus, specie da parte degli ufficiali del genio, anche in campo civile. Questo particolare ruolo assunto dalle due Armi è completato dalla logica attribuzione all'artiglieria - data la sua valenza tecnica - anche della custodia, fabbricazione e riparazione delle armi portatili, e del rifornimento munizioni per la fanteria e cavalleria. Nel complesso, consegue a questa fisionomia multiforme una accentuata separatezza delle due Armi tecniche
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- e in particolare dell'artiglieria - rispetto al resto dell'esercito, separatezza che ha pesanti risvolti in tutti i campi (paghe, rancio, vestiario ed equipaggiamento compresi), il che non manca di dare luogo a conseguenze negative, e rende i Quadri poco omogenei. Ad esempio gli ufficiali di artiglieria e del genio, data la serietà e la profondità dei loro studi, quando non sono al comando di reparti o stabilimenti sono impiegati automaticamente nei quartier generali delle divisioni e dei corpi d ' armata. Data la tendenza a ricorrere fino a che è possibile a fornitori e appaltatori civili, gli stabilimenti, arsenali e armerie dell'artiglieria e del genio in tempo di pace rimangono praticamente gli unici organi esecutivi logistici in vita al livello superiore e quello di corpo. In tal modo, il corpo acquista grande autonomia e ricorre normalmente al mercato locale per tutte le sue esigenze, vestiario compreso. Un solo magazzino centrale a Torino basta a rifornire tutti i reggimenti di taluni materiali particolari, che i corpi non possono acquistare direttamente, e che sono di volta in volta definiti. La grande autonomia logistica del corpo e il suo raccordo diretto con il Minislero aumenlano la burocrazia ai minori livelli e richiedono, in pace e in guerra, dei controlli e dei temperamenti, che in ultima analisi finiscono per imbrigliare notevolmente la figura del colonnello comandante di reggimento nel campo logistico - amministrativo. In effetti il sistema è tale da dare adito a un frequente contenzioso tra corpi e Ministero da una parle e tra comandante di corpo e i sottoposti amministrati dall'altra (il battaglione non ha alcuna rilevanza logistica, e nel corpo esiste, per la parte amministrativa e logistica, un filo diretto comandante di corpo - comandante di compagnia). Risultato di queste esigenze fondamentali di gestione della branca Servizi e al tempo stesso di controllo e temperamento dell' operato degli ufficiali c della gerarchia è l'affermazione di due figure emblematiche che per lungo tempo dominano la scena nel campo dei Servizi, senza incoraggiare molto la gerarchia militare e gli Stati Maggiori ad occuparsi direttamente dei Servizi in senso moderno, cioè quale parte integrante e inscindibile dell'attività di comando. Queste figure sono l'Intendente generale dell'Esercito (o meglio "armata": i termini, al tempo, sono equivalenti, visto che non esistono unità al di sopra dell'armata), che può essere un militare oppure un civile, e i commissari di guerra (che, reclutati a parte, hanno uno status di civili militarizzati, e anche se portano una speciale uniforme non sono considerati ufficiali bensì impiegati). Il ruolo che svolgono è tale, da rappresentare la manifestazione più immediata della separatezza della branca Servizi ( = amministrazione = Ministero) dalla catena di comando (comandanti di reggimento - comandanti di Grande Unità - Capo di Stato Maggiore dell'armata). D'altra parte, anche se in teoria devono collaborare
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con i comandanti e gli Stati Maggiori per la parte impiego dei Servizi, Intendente e commissari hanno al tempo stesso la veste di ispettori e controllori del Ministero nei confronti dell'operato della gerarchia nel campo amministrativo, il che li rende sovente poco accetti agli ufficiali d'Arma combattente e ostacola quei rapporti di reciproca fiducia e quell'affiatamento che in guerra sono alla base dei risultati positivi. All'Intendente generale in campagna compete il ruolo di organizzare e dirigere i Servizi dell'esercito alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore, del quale è il consulente; contemporaneamente, però, è anche organo intermedio tra Ministero e comandante dell'armata, e presiede agli approvvigionamenti e alle forniture necessarie conservando per parecchie branche la dipendenza diretta dal Ministero. Una duplicità di funzioni che dà luogo sovente a conflitti di competenza e a reciprochi scarichi di responsabilità, anche perchè g]i organi esecutivi dei Servizi ai vari livelli in guerra fanno direttamente capo non alla catena di comando, ma all'Intendente, e per lui ai commissari di guerra. Ci si trova di fronte a due piramidi gerarchiche parallele e prevalentemente comunicanti al vertice, e all'atto pratico ciò significa ad esempio che, in operazioni, un comandante di reggimento non può dare direttamente ordini ai suoi medici militari per la dislocazione delle ambulanze, ma deve rivolgersi ali' Intendente o ai commissari di guerra che quest'ultimo prendono ordini: in sostanza, una gestione accentrata e separata che rende difficile stabilire fino a che punto i comandanti ai vari livelli sono anche - in senso moderno - organi di comando per i Servizi, e fino a che punto la dipendenza per l'impiego è separata da quella tecnico - amministrativa. Tanto più che anche nell'ambito del reggimento o corpo, nella gestione del contante e del materiale la responsabilità e l'autonomia amministrativa del colonnello comandante sono assai temperate - oltre che dal costante controllo dei commissari cui spetta la supervisione di ogni cosa - dal consiglio di amministrazione, organo amministrativo collegiale unico responsabile dell'amministrazione interna del corpo nei riguardi del Ministero, al quale fanno direttamente capo i comandanti di compagnia. In sintesi, un quadro a volte complicato e confuso, nel quale i criteri logistico - amministrativi più aderenti alla realtà attuale e più adatti allo stato di guerra iniziano a prendere una certa forma (pur sempre embrionale e largamente incompleta) man mano che ci si avvicina al 1848, sempre conservando però sullo sfondo i fattori condizionanti ora messi in luce: fattori che - va notato - non sono certo peculiari dell'armata sarda, ma sono generalmente affini a quelli propri di tutti gli eserciti del momento.
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Attribuzioni logistiche dei comandanti di Grande Unità nel regolamento del 1833. Per quanto prima detto, i comandanti di Grande Unità (divisioni e corpi d'armata "attivi") in guerra hanno responsabilità diretta della condotta tattica delle truppe, ma - diversamente da oggi - riguardo ai Servizi, hanno, più che altro, mansioni ispettive, alle quali il regolamento del 1833 conferisce particolare risalto: i tenenti generali comandanti delle divisioni passeranno in rassegna le truppe loro ogni volta che stimeranno conveniente. I maggiori generali passeranno pili spesse volte ancora in rassegna la propria brigata, e specialmente nel punto di entrare in campagna, o di ripigliare le attività dopo qualche riposo. Sia gli uni sia gli altri, con l'assistenza del colonnello o di che farà per lui, esamineranno con accuratezza lo armamento, l'equipaggio, le vestimenta, il corredo di ogni uomo, e la bardatura dei cavalli. Faranno annotare, e presciveranno le riparazioni che saranno da farsi quanto prima si potrà. Osserveranno e giudichiranno la qualità delle somministrazioni, e, di concerto col colonnello, assegneranno al deposito gli uomini e i cavalli, i quali, o malati o feriti, o affievoliti, avranno bisogno di essere rinvigoriti o risanati 14 •
Evidentemente non erano ancora cadute in disuso del tutto, a quel tempo, talune cattive abitudini assai frequenti ai tempi di Napoleone: quelle, cioè, di far figurare sulla carta e agli effetti amministrativi una forza presente superiore a quella effettivamente esistente. Ed è probabilmente per questo che il regolamento prescrive che il maggior generale comandante della brigata spinga il suo controllo fino al numero di uomini presenti: "durante la marcia dovrà chiarirsi di persona della forza reale della sua brigata, e del numero di uomini presenti per darne ragione al generale cli divisione" 15 •
Lo "Stato Maggiore della Regia A rmata" e le sue attribuzioni logistiche. Oltre che nel citato Regolamento di servizio del 1833, le attribuzioni logistiche dello Stato Maggiore dell'armata sarda - e, di riflesso, anche quelle
14
Regolamento... (Cit.), p . 12.
15
IVI. Sulla logistica delle armate rivoluzionarie e napoleoniche e sul suo influsso nel secolo X IX Cfr. F. BOTII, Approvvigionamenti e organizzaz ione logistica delle armate rivoluzionarie e napoleoniche - comunicazione al Convegno su scienze e ordinamenti militari della Rivoluzione francese (ROMA, ISTRJD 22 gennaio 1990 - alti in corso di pubblicazione).
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di Capi di Stato Maggiore di corpo di Armata e divisione - figurano inoltre nel Regolamento del real corpo di Stato Maggiore generale della regia armata (/831)1 6 , ancora in vigore, con poche varianti non di rilievo, nel 1848. Lo Stato Maggiore generale dell'armata è retto dal quartier mastro generale, con il grado di generale d'armata. Il quartier mastro generale è "mezzo autorevole di notificare ai capi, e a tutte le persone dell'armata, gli ordini del generale in capo" 17. Come il generale in capo, dunque, egli è organo di comando logistico; fa parte dei consigli generali di guerra ed all'inizio della campagna riceve dal comandante in capo gli ordini, le istruzioni e lo "specchio dell'armata", nel quale sono indicati, tra l'altro, "i capi dei servizi diversi, dè bagagli, dei conducenti canorueri, della provianda, degli ospedali, dè magazzini, dè vari depositi, ecc." 18 • La sua autonomia, comunque, appare assai limitata. Solo su richiesta del generale in capo egli può discutere il piano di campagna ed esporre le proprie opinioni (sempre, però, con particolare riguardo alle questioru topografiche, di statistica ecc. che rientrano nelle attribuzioni specifiche dello Stato Maggiore); può fare invece proposte intorno all'ordine di battaglia dell'armata. Nel corso della campagna, egli sovraintende al buon andamento dei Servizi, e, in particolare veglia la stretta esecuzione dei regolamenti per il buon governo, l'economia, la salubrità del campo; per l'ordine delle varie operazioni, e del servizio dè corpi diversi; e finalmente per le disposizioni relative ai parchi, ai depositi, ai bagagli, ai convogli, agli spedali, ai magazzini ecc... ; veglia finalmente perchè siano tenuti presso ai capi delle am ministrazioni e servizi diversi compresi nelle varie attinenze del corpo, i registri, libri, specchi, ed altre scritture relativi alle amministrazioni, o servizi medesimi 19 . Tra le molteplici e minute incombenze degli ufficiali dello Stato Maggiore in genere, fissate dal regolamento del 1833, molte sono quelle di carattere logistico, in tempo di pace e in tempo di guerra. In tempo di pace,
16
Regolamento del real corpo di Staio Maggiore Generale e della Regia Armata, emanato in data 4 ottobre 183 1 (Cfr. G.M. 1831, pp. 96 - 121) .
17
IVI, p. 107.
18
IVI.
19
IVI, pp. 108-111
.
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lo Stato Maggiore deve fare le levate topografiche e raccogliere le notizie statistiche più utili per i luoghi di maggior interesse strategico, oltre che dirigere ed eseguire, all'occorrenza, i lavori d'incisione e di riproduzione delle carte e dei piani. In tempo di guerra, deve: studiare e registrare i luoghi ove, all'occorrenza, possa essere necessario tracciare nuove strade, o riattare quelle antiche, o costruire argini e ponti; fornire di guide e scorte le colonne, i distaccamenti, i corrieri, gli ufficiali, le casse del tesoro, i convogli, ecc.; segnare le direzioni delle marce e stabilire le stazioni di posta; scegliere "i siti per la collocazione dè quartieri dell'armata, sia a campo, sia ad alloggiamento, sia a sereno (bivouac) e per lo stabilimento dè parchi, delle riserve, degli spedali, dè magazzini ecc. " 20 ; "porgere le norme per il miglior governo delle cose annonarie e vegliare l'osservanza degli ordini sopra le cose medesime, sopra la disciplina, il reggimento politico, e il sanitario del campo" 21 ; regolare la riscossione, l'uso e la ripartizione dei tributi e delle prede di guerra; spedire gli atti di cancelleria, mantenere aggiornati i registri per le varie parti del servizio, "sia militare, sia d'amministrazione"; provvedere affinchè siano poste in atto facili e rapide comunicazioni, sia tra le varie parti dell'armata, sia di ciascuna parte con lo Stato Maggiore Generale. Gli ufficiali di Stato Maggiore possono anche far parte di un distaccamento, del quale, a parità di grado, assumono il comando, "senza riguardo d'anzianità o d'arma". Tuttavia per motivi che sfuggono, legati forse al modo di concepire l'ufficiale di Stato Maggiore tipico dell'armata sarda dell'epoca, si tratta di un comando limitato alla parte operativa (dando probabilmente per scontato che tale comando sia occasionale, periodico e di breve durata): l'autorità degli ufficiali di Stato Maggiore, cui sarà affidato il comando e la direzione di un distaccamento, non potrà estendersi alla intera disciplina ed amministrazione del medesimo, le quali apparterranno esclusivamente agli ufficiali della truppa 22 •
20
IVI, p. 101.
21
IVI.
22
Regolamento di servizio ... (Cit.), p. 15.
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Un ufficiale superiore di Stato Maggiore comanda anche il quartier generale principale, quello cioè dell'armata. In tal caso le sue incombenze sono di vegliare il servizio del quartier generale, le Guardie e i posti del medesimo; di ripartire gli alloggi; fissare i luoghi di riunione del bagaglio, insomma di eseguire quelle incombenze che sono proprie del comando di piazza" 23 •
L 'Intendente generale d'armata: organi direttivi dei Servizi presso lo Stato Maggiore dell'armata. Alle dipendenze del quartier mastro generale è l'Intendente generale d'armata, carica istituita, più o meno con le stesse attribuzioni, con R .D . 6 marzo 1842 di Carlo Emanuele lii. L' Intendente generale "sta presso il quartier generale principale" (in senso stretto, non ne fa dunque pienamen-
te parte, nè appartiene allo Stato Maggiore), e coordina la branca Servizi. In tale veste avrà in sua mano tutte le parti dell'amministrazione in campagna , qualunque sia l'azienda o l'ufficio da cui dipendono. I servizi dè viveri, foraggi, munizioni, trasporti , spedali, ambulanze, e quei di finanze di qualunque genere, formeranno in complesso gli uffizi dell'Intendente generale 24 •
Esiste dunque un unico organo di comando, parallelo allo Stato Maggiore, che è responsabile e coordinatore di tutti i Servizi, al quale fanno capo gli organi direttivi a livello armata, che sono definiti nel citato regolamento del 1831: il gran prevosto (dal francese grand Prévot), ufficiale superiore che dirige il servizio di polizia giudiziaria dell'armata, di custodia dei detenuti e di esecuzione delle pene;
23
I VI.
24
IVI, p. 23. Va notato che per ambulanza (dal fra ncese Ambulancc) al tempo già si intcneva, con concezione assai moderna, "Ospedale ambulante. Carro per trasportarvi i malati e i feri ti di un esercito, e tutto che bisogna per curarli". Cfr. M. O' A YALA, Op_· cii. ,
p . 222. Come si vedrà tuttavia trattando del Servizio sanitario, nell'esercito piemontese si intendeva per ambulanz.a un piccolo ospedale mobile, o posto di medicazione, con relativo personale e materiale.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - YOL I
il comandante generale dei bagagli (sovraintendente alla custodia e trasporto dei bagagli degli ufficiali);
un auditor di guerra (cioè presidente del tribunale di guerra); un commissario e un sottocommissario di guerra (coadiuvano l'Intendente generale nelle sue attribuzioni); un cassiere generale di campagna; un direttore delle poste "sia da lettere, sia da cavalli"; il cappellano in capo dell'armata; il medico in capo dell'armata; il chirurgo in capo dell'armata25 ; il farmaceuta in capo dell'armata; l'ufficiale pagatore, ufficiale d'Arma che può avere il grado di capitano, il quale dipende direttamente dal quartier - mastro generale e ha, a sua volta, alle dipendenze 3 furieri di cui un tenente o sottotenente e 2 "furieri maggiori" o "sergenti furieri".
L'ufficiale pagatore, in particolare, ha compiti assai delicati: riscuote, incassa, custodisce e paga, secondo le norme degli ordini generali della contabilità mi litare, il soldo degli ufficiali, ed altre persone dipendenti dal real corpo di Stato Maggiore Generale, e gli assegnamenti per le spese. Tiene i conti, li rende al comandante generale del corpo [quartier mastro generale - n.d.r.] appresso al quale sta mallevadore di ogni somma riscossa, o d'ogni pagamento fatto, finchè non ha riportato la liberazione di detti conti dal primo segretario di guerra, a cui ne è riferito dal quartier mastro generale26 .
Sono così presenti nell' Intendenza generale organi direttivi "specializzati" di tutti i Servizi logistici nel senso attuale del termine, eccezione fatta per i materiali di artiglieria e del genio e per i trasporti. Data la particolare importanza al tempo attribuita al movimento e allo stazionamento, questi ultimi costituiscono funzione primaria dello Stato Maggiore in genere; vi
25
Anche in campo militare vigeva, all'epoca, la distinzione tra medici e chirurghi, che nella professione medica vedeva per antica tradizione la preminenza dei primi, messa in luce nella sua famosa opera De humuni corporis causa dal padovano Vesaglio, secondo il quale "i medici arrogavano a sé soltanto la prescrizione delle medicine e delle diete per i mali nascosti e lasciavano il resto della pratica medica a coloro che chiamavano c hirurghi, considerati soltanto quali inservienti".
26
Regolamento del real corpo ... (Cit), pp. 117-118.
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sono, anzi, delle figure in più (il comandante generale dei bagagli, l'auditore di guerra, il gran prevosto), mentre il Servizio di sanità è addirittura suddiviso tra tre organi direttivi_ Un assetto che riflette in maniera assai fedele la maggiore o minore importanza al tempo attribuita, rispetto agli attuali parametri, a determinate attività (con particolare riguardo alla separazione della branca medica da quella chirurgica). Dall'Intendente generale dipendono gli impiegati civili di qualunque categoria che sono al seguito dell'armata, i quali, pur seguendo le particolari istruzioni degli Enti e Uffici dei quali fanno parte, sono ai suoi ordini e devono riferirgli "ogni emergente" . li numero di tali impiegati - dice il regolamento - deve essere ristretto al minimo necessario. A tali impiegati viene fatto obbligo di vestire la divisa prescritta, senza alterarne nemmeno in minima parte la foggia, e senza tentare di "ridurla a foggia e a somiglianza di quella della milizia". (SIC). Va infine messo in rilievo - anche alla luce di questo particolare relativo all'uniforme - che se si eccettuano il comandante generale dei bagagli e l'ufficiale pagatore, tutti gli organi direttivi sono civili: soluzione destinata man a mano e evolversi con la progressiva militarizzazione di tutti i Servizi, e segno anche questo eloquente che la logistica nella seconda metà del secolo XIX diventa sempre più parte della battaglia, e non serve solo a prepararla. Questo assetto non è destinato a subire varianti di rilievo fino al 1848 -1849, se si eccettua la scomparsa del Gran prevosto (sostituito già nel regolamento di servizio del 1833 dal comandante dei Carabinieri Reali, facente parte del quartier generale): una figura, del resto, che ben poco ha a vedere con i Servizi logistici almeno come si intendono attualmente.
Attribuzioni logistiche degli Stati Maggiori a livello corpo d'armata e divisione. I Capi di Stato Maggiore e gli Stati Maggiori dei corpi d'armata e delle divisioni hanno, nell'ambito della rispettiva Grande Unità, le stesse attribuzioni delle equivalenti figure a livello Stato Maggiore Generale, con una costituzione degli organi ovviamente più snella. L'Intendente generale dell'armata è rappresentato presso i corpi d'armata (o le divisioni che dipendono direttamente dall'armata) dal commissario di guerra in capo; presso le divisioni inquadrate nei corpi d'armata, dal commissario di guerra; presso le brigate, del sotto commissario di guerra. Questo organi svolgono ai livelli inferiori le stesse runzioni dell'Intendente generale, dal quale dipendono in linea tecnico - amministrativa, mentre prendono ordini dai comandanti e/ o dai Capi di Stato Maggiore per la parte impiego degli organi dei Servizi e per la parte disciplinare.
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Il regolamento del 1833 si preoccupa anche di entrare nel dettaglio dei rapporti con gli organi di comando, forse per prevenire dualismi, incomprensioni e difetti di coordinamento che in passato si erano verificati o potevano comunque verificarsi, visto che - non va dimenticato - si trattava di rapporti tra organi militari e civili: L' Intendente generale dell'armata, ed i commissari di guerra dei corpi d'armata o delle divisioni isolate rassegneranno al generale in capo, e ai rispettivi generali comandanti, le proposte per lo stabilimento dè magazzini d'ogni maniera; e sentito il parere del medico e chirurgo in capo, per quello ancora degli ospedali e della ambulanze; come proporranno eziandio tutte quelle disposizioni che ravviseranno opportune ad accertare e cautelare ogni ramo del servizio economico, e di sanità_ Li ragguaglieranno giornalmente dello stato in cui saranno i magazzini, e dè mezzi d 'ogni sorta disponibili all' occorrenza; e loro parteciperanno gli ordini che verranno dati in proposito dai propri capi immediati27 •
Sono inoltre presenti presso i corpi d'armata e le divisioni i cassieri e uditori di guerra, oltre che i comandanti dei quartier generali. Il regolamento del 1833 contiene anche minute prescrizioni per il controllo dei vivandieri non addetti ai corpi e dei rivenditori "od altre simili persone" , controllo la cui responsabilità ricade sul Capo di Stato Maggiore, che si avvale del comandante dei Carabinieri. Il comandante del quartier generale, con l'approvazione del Capo di Stato Maggiore, assegna loro il luogo dove devono dislocarsi, dal quale non possono allontanarsi; portano speciali divise e distintivi; sono sotto la vigilanza dei Carabinieri, presso i quali devono registrarsi; devono dar prova di onestà e buona condotta ed essere in possesso di un'autorizzazione scritta ad esercitare la attività di regaftieri, pena la confisca dei beni ; nessun soldato o altro militare può esercitare il mestiere di vivandiere o mestieri analoghi, anche facendosi sostituire_ Infine non mancano presqizioni sul controllo della buona qualità dei genen m vendita e sulle sofisticazioni: I Capi di Stato Maggiore, e i comandanti dè Carabinieri Reali, ed i comandanti dè corpi, obqligheranno i vivandieri a tenersi sempre provveduti di una sufficiente quantità di commestibili di buona qualità, ed a venderli a prezzo discreto. Sarà proibito à vivandieri di tenere e di vendere altra acquavite, che quella tratta dal vino; e di valersi delle proprie vetture per trasporto delle robe estranee alla loro professione28 •
27
Regolamento di servizio (Cit.), p. 25.
28
IVI, p. 177.
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Cenni sulla fisionomia logistica del reggimento e del battaglione: organi di comando, direttivi ed esecutivi. Come si è visto, il reggimento in guerra è composto da ''battaglioni attivi" e da un "battaglione deposito", perno della vita logistica del corpo per tutto il secolo XIX e oltre, presso il quale è accentrata l'attività amministrativa. In guerra, mentre il colonnello con i battaglioni attivi parte per la zona d'impiego e partecipa all'attività operativa, il deposito generalmente rimane nella sede stanziale o comunque lontano dalla zona delle operazioni, e oltre a fungere da Ente addestrativo per reclute e cavalli rifornisce di personale, quadrupedi, arredi e materiali le truppe operanti, e costituisce presso di sè un "consiglio di amministrazione". Questo organo per la gestione amministrativa e il controllo del contante e del materiale - di sua esclusiva competenza - intrattiene rapporti diretti sia con il colonnello, i battaglioni e le compagnie, sia con il Ministero, sia - all'occorrenza - con l'Intendente generale d'armata (il suo fondamentale ruolo verrà analizzato, nel particolare, nel successivo capitolo Il) . Questa soluzione, che ancora una volta tende a separare troppo nettamente la funzione di comando da quella amministrativa e logistica in genere, viene giudicata dal Pinelli assai infelice, sia perchè limita l'autorità e il prestigio dei colonnelli (i quali per la parte amministrativa devono attenersi alle deliberazioni di un organo collegiale composto di ufficiali loro sottoposti) sia perchè aumenta a dismisura la burocrazia, rendendo necessaria una fitta corrispondenza tra colonnello e Ministero, colonnello e Intendente generale dell'armata, e tra colonnello (e battaglioni attivi) e deposito (separato, in guerra, dal corpo). li tutto, senza citare la possibilità di frodi da parte del personale addetto all'amministrazione, al quale i colonnelli sono costretti ad affidarsi, mancando loro il tempo di conoscere e approfondire la ferraginosa materia amministrativa, per la quale - sempre a detta del Pinelli, che partecipò alla campagna del 1848 - ' ' la sola enumerazione delle circolari( ... ] somministrerebbe materia a più volurni" 29 • Sulla base degli organici di guerra dell' epoca30 è possibile ricostruire minutamente gli organi logistici di comando, direttivi ed esecutivi3' nell'am-
29
F. PTNELLI, Op. cit. , p. 31.
30
C fr. '' Sovrani provvedimenti relativi a/l'ordinamento delle brigate e reggimenti di fanteria, colle annesse instruzioni onde mandare ad eseguimenlo le variazioni contenute nei medesimi" (4 maggio 1839, G.M. 1839 - Il parte, pp. 349-380).
31
Per organo logistico esecutivo si intende "organo della catena funzionale di ciascun Servizio logistico, responsabile, al proprio livello, della esecuzione delle attività logistiche di competenza, sulla base delle direttive impartite dall'organo logisti_co di comando e direttivo. Può assolvere, in lai uni casi, anche le funzioni do organo logistico direttivo". (Pub. SME n . 5895 - Cit. - p. 94).
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bito del reggimento di fanteria, del battaglione attivo (dal francese active: reparto operativo) e del battaglione deposito (il reggimento di fanteria, è, sotto questo aspetto il corpo I guida e il corpo/ modello, al quale si uniformano gli altri). Va anche notato che sia il livello di reggimento sia quello di battaglione dispongono di uno Stato Maggiore, e persino nelle compagnie esiste un piccolo Stato Maggiore. Evidentemente s'intendeva allora per Stato Maggiore quello che è oggi il Comando di.una data unità, cioè il gruppo di uomini di vario grado e con vari incarichi dei quali direttamente si avvale il comandante per svolgere i suoi compiìi, qualunque sia il suo livello, a iniziare dalla compagnia. Tre sono gli aspetti caratteristici più importanti dell'articolazione degli organi logistici, aspetti che almeno nell'ottica attuale possono essere ritenuti anomali: per quanto prima detto, al colonnello comandante di corpo si può considerare affiancato, quale organo di comando collegiale con propria responsabilità e fisionomia giuridica, il consiglio di amministrazione, che in guerra opera presso il deposito e separato dal colonnello. Gli organi direttivi ed esecutivi a loro volta risultano ripartiti - con una soluzione certamente non priva di incovenienti - tra l'aliquota di forze attive (e in particolare, il primo battaglione) e il deposito. Infine, gli organi logistici esecutivi del corpo svolgono le loro funzioni, per la maggior parte almeno, presso il deposito, cioè lontano dai reparti operativi. In particolare, presso il deposito (che riunisce i Quadri meno atti alle fatiche di guerra) si trovano32 : il capitano relatore del consiglio principale d'amministrazione: il direttore dei conti (ufficia le inferiore); l'ufficiale di massa (tenente o sottotenente addetto alla gestione dei materiali); il quartier mastro (assegnato solo ai reggimenti con numero dispari; svolge tale funzione - che ha qualche analogia, al livello consderato, con quella del Capo di Stato Maggiore di Grande Unità - anche per i reggimenti con numero pari) 13 •
32
li ruolo amministrativo di ciascuno di questi ufficiali vien e esaminato nel particolar e nel capitolo sul Servizio di Amministrazione.
33
Anche la carica di quartier mastro (ledesco quartier maister, francese quartier mìiitre) era - come osserva il Grassi - di o rigine amministrativa e logistica in genere: "Carlo Emanuele III con regola mento del 1769 determinò le funzioni del Quartiermastro dei corpi, che dovette subire un esame di capacità con tabile, prestare cauzione e risiedere a Torino, quale rappresentante del proprio reggimento presso la Segreteria di guerra e l'Ufficio Generale del soldo. Era incaricato di fare reclute, alloggiarle, nulrirlee avviarle al reggimento. Riceveva le paghe e le trasmetteva, provvedeva alla rinnovazione del vestiario che rimetteva all'aiutante maggiore del reggimento". (C fr. C . GREGORJO, su « RIV. COMM.» n . 4/ 1941). Queste mansioni così importanti lo fecero diventare gradualmente il principale aiutante del comandante, fino a far coincidere la sua figura -perdendo parte d elle attribuzioni logistico -amministrative - con il Capo di Stato Maggiore al livello di Grande Unità, e con l'aiutanle maggiore a livello corpo e battaglio ne .
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Presso il primo battaglione attivo con il colonnello comandante di reggimento, si trovano i seguenti organi direttivi: l'aiutante maggiore in primo (tenente o capitano); un ufficiale "di amministrazione" (tenente o sottotenente d'Arma: non esistono ancora gli attuali ufficiali del corpo di amministrazione); il cappellano; il chirurgo maggiore (che - ricordiamo - ha lo status intermedio di medico militare, e non è, come oggi, un ufficiale medico).
Per quanto riguarda gli organi esecutivi al livello di reggimento, il primo battaglione riunisce anche il personale del Comando di reggimento in campagna, e a tal fine ha in organico:
un commesso al bagaglio (sottufficiale col grado di "furiere maggiore" che dirige il personale addetto al bagaglio e si occupa anche della posta; nei reggimenti con numero dispari, oltre al bagaglio del reggimento attende anche a quello della brigata); un tamburino maggiore con un capo - banda e 18 suonatori; un sergente falegname 34 ; un capo armaiolo (civile militarizzato), che è l'unico dei capi - operai a seguire i battaglioni attivi, mentre capo - sarto e capo - calzolaio si trovano presso il deposito, con effetti non certo benefici, date le distanze e i mezzi di trasporto del tempo, sulle riparazioni del corredo del soldato in campagna. Per gli organi logistici ai vari livelli si segue il criterio della ripartizione tra elementi che date le loro funzioni in guerra devono mantenersi il più vicino possibile alle truppe (ad esempio: chirurgo capo, cappellano, capo - armaiolo) e quindi fanno parte dell'aliquota "attiva", ed elementi che invece (come il capo - sarto e il capo - calzolaio o gli ufficiali addetti all'amministrazione) possono mantenere una deslocazione più arretrata, e rimanere presso il deposito. L'ufficiale di amministrazione assegnato al l battaglione ha il compito di coadiuvare il colonnello nelle sue mansioni di carattere amministrativo, e al tempo stesso funge da suo consulente. Va infine rilevato che, per le sue incombenze di carattere operativo, disciplinare e addeO
34
li ruolo dei falegnami nel battaglione del tempo trascende il significato letterale del termine; essi erano piuttosto, oltre che falegnami, qualcosa di simile ai pionieri di oggi, e come tali ad esempio, durante le marce, avevano il compito di precedere le truppe e rimuovere gli ostacoli, insieme con gli zappatori del genio, quando necessario anche con l'aiuto di abitanti del luogo: un ruolo tattico e logistico insieme, dunque.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
strativo, il colonnello non dispone, come oggi, di un vero e proprio comando con ufficiali preposti alle varie branche: tutto il suo staff in combattimento si riduce ali' aiutante maggiore in primo e al predetto ufficiale di amministrazione (subalterno). Nell'ambito del battaglione, ancor più esigua è la presenza di organi direttivi, ridotti all'aiutante maggiore in secondo (tenente o sottotenente) e al chirurgo maggiore in secondo. A livello esecutivo, il battaglione può contare su unfuriere maggiore, un sergente d'amministrazione, un caporale falegname (solo 2° e 3° btg.), un armaiolo (solo 2° e 3° btg. e btg. deposito), 3 falegnami (escluso il btg. deposito), un vivandiere e un arciere35 • Ridotta ali ' essenziale, l'organizzazione dei Servizi al livello del corpo (ove sono presenti solo i Servizi di sanità, comissariato, materiali di armamento e amministrazione, senza però possibilità di costituire quelli che oggi chiamiamo posti materiali36 , e con l' attività di mantenimento37 interessante solo armi, vestiario c bardature) risulta in definitiva tale da non consentire ai reparti operativi una vera e propria autonomia logistica38 • Questa esiguità di personale specificamente addetto ai singoli Servizi sembra solo in parte dovuta alle semplicità del loro funzionamento, e quindi alla loro gestione tendenzialmente accentrata. In realtà il regolamento del 1832 di frequente, anche nell'ambito del reggimento, si occupa di Servizi e assegna numerose incombenze logistiche alla catena gerarchica. Ancora una volta, dunque, poichè le mansioni logistiche non richiedono particolari specializzazioni, esse sono spesso affi date part time (a cominciare dal rancio) alla normale
35
OH arcieri erano specie di guardie di polizia giudiziaria miHtare aiutanti del prevosto e degli uditori di gnerra , cioè della magistratura militare del tempo, al seguito dell'esercito (la Giusti:r.ia Militare veniva considerata un Servizio). Ad essi spettava eseguire le pene corporali e custodire i detenuti.
36
Per posto materiali si intende "organo logistico esecutivo di I O anello, inserito o non nella zona dei Servizi, per il rifornimento dei materiali di consumo al le unità alimentate. È normalmente differenziato in base al tipo di materiale gestito (munizioni e materiali del genio, carburanti e lubrificanti, viveri)." - Cfr. Pub. SME N. 5895 ed. 1984 (Cit.), p. 104.
37
Per mantenimento si intende "attività logistica rivolta a garantire la efficienza e l'affidabilità dei mezzi disponibili attraverso l'effettuazione di controlli e di lavorazioni di vario tipo. Comprende interventi preventivi per garantire l'affidabilità dei mezzi, e interventi correttivi (riparazioni) per ripristinare l'affidabilità dei mezzi inefficienti" (Pub. SME n. 5895 - ed. 1984 Cit., p. 78).
38
Autonomia logistica. «Capacità di una unità o di un complesso di forze di operare per un prestabilito periodo di tempo, avvalendosi di organi logistici, di mezzi e di materiali organici o assegnati in rinforzo» (C fr . Pub. SME n. 5895 - ed. 1984, p. 13.).
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catena di comando e ai normali servizi giornalieri o settimanali di reggimento, senza una differenziazione netta della parte operativa e disciplinare da quella attinente ai Servizi logistici, e senza che sia al momento necessario creare a parte organi specializzati (lo stesso consiglio di amministrazione è composto da membri che hanno anche altri incarichi). Così, all'appello di mezzogiorno (sono previsti 3 appelli; chiamata il mattino, mezz'ora dopo la sveglia; a mezzogiorno; a sera, mezz'ora dopo la ritirata) l'ufficiale superiore di servizio, fatte aprire le righe, deve controllare che ogni capitano visiti il corredo, le armi, e le munizioni, per far tostamente provvedere, riassettare, o cambiare quanto manchi, o non sia in condizioni di servire39 •
A sua volta, il capitano d'ispezione nei campi e negli alloggiamenti fuori sede prende il nome di capitano di distribuzione, termine che sottolinea l'importanza e anzi la priorità assoluta del controllo della distribuzione dei viveri, controllo che forma oggetto di un intero articolo. Egli deve accertarsi del peso e della buona qualità dei viveri, e particolarmente del pane, della carne, e dei foraggi, Assiste di persona alla distribuzione di questi ultimi generi, e inoltre dove occorra che si debba far richiamo sopra il peso o la qualità, e che non siano presenti l'ufficiale di stato maggiore, il commissario o sollocomrnissario di guerra, o essendovi non possa da loro provvedervisi in sull'istante, col far mutare i generi, o distribuire in soprappiù per risarcimento, il capitano potrà far sospendere la distribuzione, e far quindi in persona, senza altra formalità , le occorrenti istanze presso il quartier mastro generale, ed il capo di Stato Maggiore40 •
Altra significativa incombenza del capitano è di visitare gli ospedali, per controllare la buona qualità dei cibi, e ascoltare e riferire eventuali lamentele dei malati: "tutto com'è praticato in tempo di pace". Il capitano deve inoltre informare l'ufficiale superiore di servizio dei risultati del controllo d elle distribuzioni e delle visite agli ospedali. Mansioni logistiche, riguardante soprattutto l' igiene, ha anche l'aiutante maggiore4 1, che in campagna deve far sollecitamente sotterrare le in-
39
Regolamento di servizio... (Cil.), p. 3 1
40
IVI, p. 133.
41
Si tralla di un incarico che, al livello di Comando di reggimento, ha gradualmente sostituito i I quartiermastro, quale primo aiutante del colonnello e con alle dipendenze gli aiutanti maggiori in seconda di battaglione, che a loro volta sono aiutanti del loro comandante.
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teriora del bestiame macellato, e deve comandare tra i puniti le corvées destinate a tenere puliti i macelli e i cessi, e farli custodire da un drappello della guardia di polizia_ (SIC) Sono infine previsti, nell'ambito del reggimento, degli adattamenti quando i battaglioni attivi operano momentaneamente separati l'uno dall'altro. In questo caso, le incombenze di ufficiale d'amministrazione nel secondo e terzo battaglione (che ne è privo) sono esercitate da un ufficiale subalterno tratto dalle compagnie, o dal sottotenente porta - bandiera (ne esiste uno per battaglione, perchè la bandiera è di battaglione)_ Inoltre, il sergente di amministrazione funge anche da commesso al bagaglio del suo battaglione_
Attribuzioni logistiche particolari_- criteri per le tolte, le distribuzioni e l'utilizzazione delle prede fatte dal nemico. Per quanto attiene alle tolte (cioè requisizioni forzate di viveri e danaro nei paesi occupati) prevale un criterio restrittivo (mai, di fatto , smentito): esse devono essere approvate dai generali, su proposta particolareggiata e circostanziata degli organi tecnici (Intendente generale e commissari ·di guerra). L'ordine e la valutazione dei motivi che le rendono necessarie è di competenza dei generali: le modalità particolari per attuarle sono invece pertinenze dell'organo tecnico (Intendente generale e suoi agenti). Alle distribuzioni (con tale termine intendendo essenzi~mente la distribuzione di vettovaglie) viene attribuita grande importanza, fino a dedicare all'argomento un intero capitolo del regolamento con minuziose prescrizioni. Fin dal primo paragrafo viene sottolineata la necessità che tutti i livelli della gerarchia si preoccupino della regolare distribuzione delle vettovaglie alle truppe: Gli ufficiali generali , e gli ufficiali superiori, siccome altresì, e più specialmente sempre, l' Intendente generale d'armata, i Commissari e Sotto Commissari di guerra, attenderanno in singolar modo a far che le vettovaglie non manchino alle truppe, e che siano fatte le distribuzioni alle truppe. Ottimo spediente ad ottener in tale intento, sarà vedere quali siano i mezzi di cui si possa disporre, e governarli con tal ordine e buone regole che bastino a tutti, per il tempo che si presume occorrente42•
Gli ufficiali generali possono distaccare ufficiali di Stato Maggiore a concorrere con i commissari di guerra alle requisizioni e a controllare la re-
42
Regolamento di servizio... (Cit.)
p. 129.
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golarità delle distribuzioni. Alle distribuzioni che vengono fatte per uno o più divisioni dovrà assistere un ufficiale superiore o un capitano di Stato Maggiore, sì per vegliare in generale il peso e la buona qualità dei viveri, sì per far pronta giustizia, occorrendo, sopra i richiami della truppa43 •
Alle distribuzioni alle brigate assisteranno con gli stessi compiti ufficiali di Stato Maggiore e un sotto commmissario di guerra. Le disposizioni sulle prede di guerra sono molto particolareggiate: le prede fatte dai partigiani resteranno di loro proprietà anche tolte al nemico. Le prede sottratte alla popolazione civile saranno restituite, e se non è possibile, vendute a beneficio degli ospedali. Per le prede tolte al nemico spetta al Capo di Stato Maggiore della Grande Unità, con assistenza di un commissario e di un uditore di guerra, giudicare la validità delle prede, dirigerne la vendita, e ripartire il prezzo ricavato. La vendita deve essere fatta,
se possibile, alla presenza dei Quadri e della truppa . Interessanti le norme per la ripartizione delle prede: comandante: 6 parti, oltre a quelle di competenza per il grado; ufficiali superiori, 5 parti; capitani, 4; tenenti e sottotenenti 3; sergenti, 2; caporali e soldati, I . La parte dei soldati non presenti alla vendita sarà versata all'organo
amministrativo del rispettivo corpo. Al soldato che avesse smarrito qualche capo del suo corredo, deve essere dedotto dalla sua "tangente" l'importo del capo stesso; in tutti gli altri casi, il soldato deve avere la preda intera. Le armi, le munizioni e i viveri, anche se catturati dai partigiani, non sono messi in vendita, ma utilizzati dall'esercito. In questo caso, il generale in capo stabilisce la somma che deve essere pagata ai partigiani . Norme particolari sono infine previste per i cavalli, ennesima dimostrazione del tentativo del regolamento del 1833 di nulla lasciare al caso e all'autonomia dei comandanti.
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IVI, p. 132.
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Prescrizioni ed attribuzioni di carattere logistico nel regolamento di disciplina del 184(1'4 • Il Regolamento di disciplina militare del 18 agosto 1840 - conseguente alla revisione della legislazione penale militare messa in opera dal Re Carlo Alberto - è una pubblicazione che presenta diverse particolarità, anche dal punto di vista logistico. Anzitutto, essa non è uguale per tutte le Armi e si suddivide in due parti distinte: una per la fanteria (quella da noi presa in esame), e l' altra per la cavalleria e l'artiglieria. Differenziazione che, se risente dell'anticha separatezza tra le Armi e i corpi dell'esercito, è anche dovuta alle finalità e alla formula - molto diversa dalle attuali - alle quali risponde questo fondamentale riferimento normativo per la vita dell'armata. li regolamento in questione infatti non si limita come oggidì ed enunciare dei principi fondamentali, ma contiene tutta una serie di minute prescrizioni sulla vita giornaliera di caserma, accompagnate da una dettagiata indicazione delle attribuzioni e delle responsabilità in ogni settore di tutti i livelli della gerarchia, dal generale al caporale e al soldato. Ad esempio, ha allegato 4 tavole delle quali 2 di interesse logistico: "Disposizione dei rastrellieri d'armi e degli uncini per gli arredi dei soldati" e "modo di collocare gli effetti alla rivista del corredo". Tra gli allegati descrittivi fugura (NOTA A) il "Composto per incerar le giberne e gli altri oggetti o fornimenti di corame della Truppa che vogliono essere anneriti, e metodo per formare il bianchetto". È persino indicato il modo di cuocere la carne nella marmitta: si osserverà che la carne deve cuocere tre ore e mezzo circa, che il fuoco vuol essere fatto vivo fintanto chè si veda salire la schiuma, la quale deve essere tolta di mano in mano; che il fuoco deve essere quindi diminuito, onde la cottura si faccia lentamente, che i legumi non devono essere introdotti nella marmitta, se non dopo che abbia terminato di rigettare la schiuma. La cottura della pasta e del riso sarà fatta in un'ora circa, ma la distribuzione del rancio non dovrà aver luogo, se non mezz'ora dopo che si sarà ritirata la marmitta dal fuoco. Vengono poi allegati ben 35 modelli di documenti - molti dei quali di interesse logistico - concernenti la vita a livello reggimento, il che fornisce la riprova della farraginosità burocratica imperante anche ai minori livelli. Daremo ora una panoramica delle prescrizioni più significative sui Servizi
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Cfr. Regolamento di disciplina mi/ilare per le Truppe di fanteria in data 18 agosto 1840, TORINO, FODRATil 1840.
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logistici, soffermandoci in particolare sul livello di reggimento e compagnia e su aspetti diversi, non citati oppure non approfonditi rispetto al precedente e già esaminato Regolamento di servizio per le truppe in campagna del 1833. Il maggior generale comandante della brigata, nel quadro delle sue funzioni rispettive, deve controllare anche l' amministrazione, ed "esamina tutti i registri, e s'interna nei più minuti particolari relativi tanto al servizio quanto all'amministrazione". Quando i depositi sono separati dai corpi, egli li visita almeno una volta all'anno, onde riconoscere - con particolare riguardo all'amministrazione - se ogni ramo del servizio procede nel modo stabilito. Dei risultati della visita, deve fare al Ministero un dettagliato rapporto. La figura del colonnello comandante di reggimento si caratterizza, anche dal punto di vista logistico, per il collegamento diretto che mantiene con gli organi centrali (conseguenza dell'accentramento di alcune importanti funzioni amministrative). Egli infatti corrisponde col Generale di Brigata, coi Governatori , coi Generali di Divisione, col Ministero di Guerra, coi comandanti delle Province, Uditorato Generale di Guerra, Intendenza Generale di Guerra, Ispezione generale delle Leve, ecc ..
Tra le attribuzioni di maggior rilievo del colonnello, è la vigilanza sullo stato sanitario del reggimento: "come padre dei suoi ufficiali" egli deve esigere che se essi cadono ammalati si curino e non trascurino le malattie; deve però impedire che le finte malattie non servano di scusa agli indolenti, inviando - quando egli nasce qualche dubbio - il chirurgo maggiore a visitare gli ammalati. In generale (Art. 89) lo stato sanitario del Reggimento deve eccitare la particolare sollecitudine del Colonnello; egli darà gli o rdini che crederà più del caso affinchè gli amma lati siano mandati senza ritardo allo spedale; che le infermerie del Reggimento siano ben governate; che i viveri del rancio e quei venduti nelle cantine non siano nocevoli; che nei mesi caldi la sua Truppa vada regolarmente al bagno; che i letti siano il più che si può liberi da ogni specie di insetto; che la paglia sia ben asciutta e nella quantità voluta ; insomma che si pratichino quelle regole d' igiene, oramai note a tutti, e che si possano combinare colla foggia di viveri del soldato e la condizione del quartiere. Esigerà che si faccia ogni settimana una visita sanitaria per conoscere i sifilitici e gli scabbiosi, dalla quale nessun Bass' ufficiale e soldato possa esimersi, li obbligherà tutti indistintamente a ricoverarsi all'infermeria od ospedale quando cadono ammalati, non dovendo tollerare sotto verun pretesto che essi si facciano curare in quartiere.
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Fatto singolare, il colonnello deve proibire ai rivenditori estranei al reggimento di stabilirsi in caserma; potrà comunque concedere loro di mettere banchetto per la vendita al minuto ai sottufficiali e soldati ammogliati, purchè non danneggino i vivandieri, vendendo vino o cibi cotti; in fatto di commestibili, dovranno limitarsi alla frutta. Il regolamento precisa anche che ogni retribuzione per tale privilegio come sarebbe l'obbligo di mantenere lumi per le scale, pianerottoli, ecc. è proibita quand'anche ridondi a favore di tutto il Reggimento.
Le figure logistiche di maggior rilievo del reggimento iniziano dai maggiori comandanti di battaglione. Uno di essi (e non il colonnello) presiede il consiglio principale di am ministrazione, e può essere relatore del medesimo e di un consiglio eventuale (vds anche capitolo Il). Il maggiore presidente del consiglio vigila sull'osservanza di tutte le disposizioni amministrative, riferendone in caso di irregolarità al colonnello. Vigila in particolar modo su ospedali , caserme e infermerie, controllando che il personale preposto adempia con cura i suoi compiti. Una volta al mese, visita gli effetti di caserma e il magazzino, accompagnato dall'aiutante maggiore in 1a . Controlla spesso il registro del rancio c almeno una volta al mese i registri della contabilità, nonchè quello del sottufficiale portalettere; ha la superiore vigilanza sul personale addetto alla contabilità. L'aiutante maggiore in I a del reggimento è responsabile dell'esatta tenuta di tutti i registri esistenti alla maggiorità (ben 27), tra i quali - per quanto di interesse logistico - citiamo il registro della forza giornaliera con le variazioni nominative (mod. 7), il registro dei lavoratori tanto in città, quanto presso i capi operai, il registro degli effetti di caserma ricevuti e distribuiti alle compagnie, il registro del conto legna e del conto paglia, il registro della forza giornaliera per la compilazione dello stato da spedire ogni giorno alla divisione (mod I), il registro della situazione graduale e numerica che si trasmette ogni dieci giorni al Ministero e al comandante della brigata, il registro delle distribuzioni e dei consumi di munizioni da guerra, lo stato degli alloggi degli ufficiali, il verbale di consegna dei quartieri, il registro giornaliero pane e letti. Fa compilare ogni giorno, in quattro copie, il rapporto giornaliero (mod 24); ne sottroscrive due (una per il maggiore relatore e una per il maggiore di servizio); le altre due vengono sottoscritte dal maggiore di servizio e consegnate l'una al colonnello e l'altra al tenente colonnello vice comandante. Ogni giorno, prima delle 12, deve mandare al commissario di guerra della divisione o del Presidio (in plico sigillato e tramite un furiere maggiore o caporalmaggiore) lo stato delle variazioni avvenute nelle precedenti 24 ore, dandone copia anche al segretario del consiglio. Fa accompagnare dal com-
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missarlo di guerra i congedandi per la vidimazione del congedo, e inoltre gli presenta tramite un furiere maggiore i biglietti di coloro che partono per il permesso o sono comandati altrove. La sua firma è la sola ritenuta valida dagli impresari del casermaggio, pane, foraggi, legna e paglia, ed è garante della regolarità delle forniture; inoltre, egli è incaricato dal consiglio d'amministrazione di tenere la contabilità del pane, effetti di caserma, legna, paglia, foraggi, ecc ... Riceve dagli impresari gli effetti di caserma e li distribuisce alle compagnie, controllando che siano in buono stato e corrispondenti alle quantità prescritte, e che i cambi di biancheria, lenzuola, coperte e paglia avvengano regolarmente, e siano sostituiti gli effetti consunti e inservibili. Prende anche in consegna la caserma e la restituisce quando il reparto si trasferisce. Il direttore dei conti è tenuto a prestare cauzione di 12000 franchi e dipende direttamente dal presidente e dal relatore del consiglio di amministrazione. Deve conoscere perfettamente i regolamenti, e tenere tutti i prescritti registri in modo che in ogni momento sia possibile controllare le entrate e le uscite. Una delle sue principali cure è quella di istruire e guidare i sergenti furieri delle compagnie nella contabilità, e a tal fine dovrà riunirli di frequente e vigilare sul loro operato. Verifica, in particolare., i fogli di prestito e di deconto delle compagnie. Tiene anche i registri della matricola, e a tal fine riceve dal presidente del consiglio principale l'elenco degli uornini nuovamente arruolati, e ogni 10 giorni le variazioni relative al personale. Presso i battaglioni esiste un ufficiale di amministrazione che esercita a quel livello funzioni analoghe a quelle del direttore dei conti. A livello di corpo esiste anche l'ufficia/e di vestiario, che opera agli ordini del relatore: una rigorosa imparzialilà nelle distri buzioni, ed una continua premura per la economia, sia nella riparazione degli oggetti del grande e piccolo arredo sia nella conferma dei medesimi, sono gli essenziali doveri dell'Ufficiale di massa. Da notare alcune particolari mansioni del cappellano e del chirurgo
maggiore in I a: oltre all'assistenza spirituale, alla visita agli ammalati negli ospedali, all'istruzione religiosa domenicale, il cappellano funge da ufficiale di stato civile del corpo, tiene un registro nel quale riporta le nascite, ì' matrimoni e i decessi (sia per i militari che per le famiglie), e rilascia anche le dichiarazioni e i certificati di stato civile, "senza pretendere alcuna ricompensa per tale sua speciale incombenza''. Egli estende l'istruzione religiosa anche ai figli dei sottufficiali e soldati,
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onde si possa concepire così fiduciale speranza d'avere in essi buoni cristiani e bravi Militari all'occorrenza, allorchè fatti adulti abbracciassero la carriera delle armi. Oltre all'istruzione religiosa, se il comandante di corpo lo ritiene opportuno egli può insegnare ai figli dei militari "i primi rudimenti della lingua". Il chirurgo maggiore in 1a, oltre la .capacità e dottrina nell'arte medica, deve possedere inoltre sani principii di morale, delicatezza nel custodire il segreto, bontà di carattere e di cuore, perizia e pratica in tutte le cose spettanti all'arte sua, e conoscenza perfetta della natomia. È tenuto ad assistere alle punizioni corporali e alle esercitazioni del reggimento anche non a fuoco, deve intervenire al gran rapporto e alle visite di corpo, e deve controllare sia su ordine sia d'iniziativa i cibi e le bevande, a vvertendo immediatamente il comandante se riscontra la distribuzione di cibi nocivi. Non può pretendere alcun pagamento per le cure che presta, e anzi è tenuto a prestare assistenza gratuita anche a mogli e figli dei sottufficiali e soldati del corpo. Visita con particolare accuratezza le reclute prima dell'arruolamento, operazione per la quale "è gravemente responsabile". Non deve in nessun caso "esentare militari dal servizio" (SIC), e li fa piuttosto ricoverare in infermeria, anche per piccole indisposizioni. Quando - caso a llora assai frequente - si manifesta nella truppa qualche morbo epidemico, deve indagarne le cause e suggerire al colonnello le misure igieniche più utili per prevenire il diffondersi della malattia:
egli deve usare un'attenzione particolare alle malattie che potrebbero essere contagiose ed attaccaticce, facendo sceverare dagli altri ammalati gli affetti da tali morbi, e per le varie parti del vestiario dei morti deve ordinare i bucati e i suffumigi che stimerà convenienti, ed anche l'abbruciamento totale degli effetti previe le formalità prescritte dai Regolamenti: deve altresì suggerire i mezzi di purificare i locali che ne abbisognassero. In combattimento, viene assegnato al chirurgo maggiore in 1 a un posto fisso, dal quale non può allontanarsi nemmeno per un momento, nè permettere ai suoi sottoposti che se ne allontanino, in quanto egli risponde dei necessari soccorsi ai feriti. Il capitano è una figura logistica di notevolissimo rilievo: egli risponde della buona amministrazione interna e del benessere della truppa, e di tutti gli effetti in denaro e in natura che riceve dall'Amministrazione del corpo. È garante anche della regolarità delle distribuzioni che si fanno nella com-
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pagnia, sia in denaro sia in effetti vari o viveri, e in quest'ultimo caso ne esamina la quantità; risponde anche della conservazione degli oggetti lasciati dai militari assenti. Poichè è responsabile della conservazione e delle opportune riparazioni in tempo debito delle armi, del vestiario e dell'equipaggiamento, oltre che della conservazione del munizionamento da guerra, deve vegliare su di ciò attentamente, e una volta alla settimana, però non a giorni fissi, passa una rivista alla compagnia controllando l'efficienza dell'armamento e dell'equipaggiamento della truppa, provvedendo senza indugio a sostituire e far riparare gli effetti guasti o deteriorati. Ogni volta che la compagnia deve uscire, egli controlla le armi anche per assicurarsi che non siano cariche, e si accerta che la tenuta della truppa sia quella prescritta e l'uniforme di tutti sia in ordine. Ispeziona spesso il rancio della compagnia e si assicura in particolare che i cibi siano distribuiti nella quantità dovuta e cotti a dovere, che gli utensili di cucina siano ben tenuti e le caldaie e i mestoli ben stagnati. È responsabile della buona tenuta dei registri della compagnia, compilati dal sergente furiere. I registri sono ben 17, e sono compilati su appositi modelli previsti dal regolamento di Amministrazione. Tra quelli di interesse logistico figurano: il registro d'ordinario (cioè del rancio); il registro dei biglietti d'entrata all'ospedale; il libro mastro prescritto dal regolamento di amministrazione (una sorta di giornale di contabilità); il fondo di deconto (cioè il registro delle trattenute alla truppa per il vestiario); il foglio di competenze (di ciascun soldato); il giornaliere pane, lei/i e legna;
il ruolo di rivista (dove vengono annotati i risultati delle riviste); il registro degli effetti di casermaggio; il registro della situazione giornaliera;
il registro memoria della contabilità interna della compagnia (analogo al libro mastro); il registro simile al libro mastro per i fondi dei surrogati (cioè per i fondi versati da coloro che si fanno sostituire, dietro compenso, nella leva, conteggiati e custoditi a parte); i fogli di prestito (cioè i fogli per il pagamento in contanti alla truppa di quanto gli è dovuto).
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Diversamente dal vestiario, dall'armamento e dalla sanità, a quel tempo il servizio vettovagliamento non ha al livello di corpo, come invece oggi, un organo direttivo ad hoc. La figura direttiva principale è il comandante di compagnia, sottoposto alla vigilanza di vari organi amministrativi e di comando a livello superiore; la confezione e la contabilità dei viveri infatti avvengono per compagnia. Le attribuzioni principali relative al vettovagliamento sono esercitate da personale in turno di servizio di settimana e giornaliero, sia a livello direttivo e di controllo, sia esecutivo. L'organo di controllo principale è il capitano d'ispezione, il quale non solo presenzia al rancio, ma anche esaminerà egli stesso ogni più minuto particolare relativo al rancio, e terrà per massima che, senza la più attiva vigilanza, gli abusi pullulano in un momento in questo ramo dell'amministrazione.
Tutti i giorni egli si reca nei magazzini e controlla qualità e quantità del pane. In caso di irregolarità, ne riferisce subito al maggiore d'ispezione o, in sua assenza, al comandante di corpo, e inoltre fa sospendere la distribuzione e avvisa anche il commissario. Altra figura di rilievo è l'ufficiale ai viveri comandato in servizio settimanale, che accompagna ogni giorno gli uomini comandati da ciascuna compagnia per gli acquisti dei viveri, controlla le derrate, sorveglia le pesate e vigila che ogni caporale di compagnia paghi immediatamente i viveri ricevuti, e che nessuno prenda dai fornitori "mancie e regalie di qualsiasi specie e sotto qualsiasi pretesto". Ritornato in caserma, fa rapporto al capitano d'ispezione. Egli tiene inoltre la chiave del magazzino dei viveri, fino a quando, in sua presenza, essi vengono distribuiti all'ora fissata ai caporali di cucina delle compagnie a cura del sergente d'ispezione, che giornalmente, al mattino, fa anche accendere i fuochi in cucina. In ogni compagnia sono comandati giornalmente un caporale o sottocaporale ed uno o due soldati di cucina, incaricati di cucinare il rancio della giornata, di distribuirlo e di acquistare i viveri. Vestono gli abiti destinati al servizio di cucina e il berretto da fatica. Però il caporale o sottocaporale avranno la giacca, la giubba ed il shakot per andare alla compra dei viveri.
Il caporale di cucina riceve in consegna da quello che lo ha preceduto il registro della spesa e tutti gli utensili di cucina, composti da: una marmitta con coperchio, e una con maniglie per il trasporto; un mestolo di ferro della capacità di una gavetta; una schiumarola;
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una padella; un coltello grande da cuoco; una forchetta grande, un coltello piccolo, un cesto, un coltellaccio per sminuzzare (achoire); attrezzi vari: un lume, un pagliaccio per porvi sopra le marmitte, una tavola per fare le porzioni, una sega, una piccola appia, una scopa, una pala. Il caporale confronta tali attrezzi con la nota riportata nel "registro dell'ordinario" (cioè del rancio) della compagnia e inoltre egli è anche mallevadore dell'inlegrale impiego dei commestibili consegnatigli dall' Ufficiale incaricato, e dell'equa ripartizione dei medesimi ai soli individui compresi nel registro dell'ordinario, senza ch'egli o verun altra persona si permetta di distrarne la menoma parte sotto qualunque pretesto.
In tal modo, le mansioni esecutive nel delicato servizio, confezione e distribuzione compresa, sono affidate a personale giornalmente comandato, o che ruota spesso. Questa soluzione è resa possibile dalla semplicità della confezione vitto, ma non manca, fin da allora, di provocare inconvenienti specie nell'accuratezza della confezione e distribuzione. D'altro canto, è probabile che la rotazione del personale sia stata prevista anche per evitare le frequenti malversazioni e irregolarità alle quali il regolamento stesso fa continuo cenno come inconveniente da scongiurare, quindi sempre possibile e non infrequente. Prenderemo in esame più nel particolare, nel prosieguo della trattazione, le attribuzioni dei vari organi amministrativi e il funzionamento di ciascun Servizio. Questa panoramica sommaria e unitaria già è sufficiente, comunque, per mettere in rilievo gli aspetti principali di un sistema amministrativo e logistico assai centralizzato e burocratico, che molto grava sulla compagnia, e molto chiede al Comando di reggimento, senza che questi due livelli abbiano la corrispondente a utonomia , visto che persino i permessi della truppa ed i trasferimenti ad altri corpi devono essere vidimati dal commissario di guerra, il vero deus ex machina che in ultima istanza riunisce in sè tutti i fili del potere amministrativo, quindi del potere senza aggettivi.
Cenni sul Servizio geografico4 5 • Alle attribuzioni dello Stato Maggiore ai livelli più elevati sono strettamente connessi, specie nella prima metà del secolo XIX, l'organizzazione
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Queste notizie e le segu enti sono tratte da MINISTERO DELLA GUERRA, CDO CORPO SM-UF. STORICO, La campagna del 1849 nell'alta Italia, ROMA 1928, pp. 145-147.
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e il funzionamento del Servizio geografico, per lungo tempo prerogativa principale, se non unica, dello Stato Maggiore secondo il modello piemontese, modello destinato per lungo tempo a esercitare il suo influssoCon R_ Viglietto del 17 novembre 1796 si costituisce anche in Piemonte il Corpo di Stato Maggiore dell'armata, di cui viene a far parte integrante la antica "Topografia Reale" con il nome di "Corpo della Topografia", corpo sciolto nel 1798 dopo la sconfitta degli austro-piemontesi per mano delle truppe napoleoniche. Dopo la caduta di Napoleone e il ritorno in Piemonte della Monarchia, con Regio Decreto del 12 novembre 1814 viene ricostituito, con denominazione poi variata, il Reale Corpo dello Stato Maggiore Generale, le cui attribuzioni, precisate con Regolamento del 26 giugno 1816, si restringono, in tempo di pace, quasi esclusivamente ai lavori di carattere topografico e alla compilazione di monografie militari . Di detto Stato Maggiore, che è agli ordini di un luogotenente generale, fanno parte anche ufficiali inferiori con mansioni direttive, scelti per esame, e in un certo numero di impiegati civili. Nel 1816 viene iniziata una gran carta generale dei domini di s_ M. sarda in terra - ferma all'l:50000, che avrebbe dovuto essere ultimata nel 1830, e in questi anni costituisce impegno precipuo dello Stato Maggiore. Come già accennato, il citato Regolamento del Real corpo di Stato Maggiore generale della regia armata del 6 ottobre 1831 assegna al corpo, in tempo di pace, il compito di levare sul terreno, e disegnare la figura dè luoghi più notabili per riguardi strategici; e però, con maggiore particolarità, quelli compresi nella zona territoriale limitrofa dello stato ... dirigere ed eseguire, occorrendo, i lavori d' incisione e litografizzazione delle carte e dei piani, per gli effetti del regio servizio.
Si tratta di compiti - va notato - che s'intendono nella pratica limitati al territorio dello Stato e alle zone di confine, che pertanto in tempo di guerra non solo sono confermati, ma estesi al territorio nemico. Infatti, in questa occasione il corpo deve svolgere tutte le ricognizioni topografiche necessarie per stabilire fortificazioni, ponti, località di interesse strategico ecc., e inoltre notare i luoghi dove siano, occorrendo, da formare strade nuove, o da riattare le antiche, da costruire argini, ponti ecc... levare il paese, disegnare i piani, ridurli , ricopiarli, tipografizzarli, occorendo, per gli usi dell'armata" .
Queste complesse mansioni fanno capo a uno dei tre uffici, l'ufficio topofrafico, diretto da un ufficiale superiore e, in guerra, alle dipendenze di uno dei tre aiutanti generali del quartier mastro generale, il quale
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è capo degli uffici stabiliti appresso al real corpo di stato maggior
generale, ed in specie, dell'ufficio topografico e di ogni sua dipendenza.
Le attribuzioni dell'aiutante generale incaricato dalla superior direzione del/'ufficio topografico vengono minutamente regolamentate. Egli è responsabile dell'acquisto e conservazione di tutti gli oggetti del servizio, presiede la commissione di esame per l'accettazione o la promozione dei disegnatori, dirige tutti i lavori topografici, gestisce i fondi secondo le prescrizioni del quartier mastro generaJe, aJ quale rende ragione al principio d'ogni arrivo. Ha il controllo anche disciplinare del personaJe dipendente, veglia sulla corretta custodia della documentazione dell'ufficio, e alla fine di ogni anno fa una relazione al quartier mastro generaJe sul lavoro compiuto. In tempo di pace, sottopone all'inizio di ogni anno all'approvazione del quartier -mastro generaJe il preventivo dettagliato dei lavori da compiere e la ripartizione del personale e dei fondi. In tempo di guerra, egli dirige i lavori topografici, fa al quartier ma<;tro le relazioni occorrenti, ed esegue di persona le perlustrazioni, le esplorazioni, le riconoscenze necessarie per la miglior esecuzione, la verificazione, e la correzione, occorrendo, delle carte, piani, e relazioni militari, o statistiche, compite già prima degli ufficiali del corpo.
I disegnatori topografi (civili) addetti allo stato maggiore sono 9, suddivisi in tre categorie: I a categoria (n. 5), con il titolo di "ingenieri topografi"; 2 a categoria (n. 2), con il titolo di "disegnatori geometri"; 3a categoria (n. 2), con il titolo di " topografia postulanti" (una sorta di personale avventizio in prova).
I disegnatori della prima e seconda categoria sono nominati con brevetto reaJe, e per il servizio sono soggetti aJle stesse regole di disciplina e subordinazione degli "ufficiali militari" . Nel corso della campagna 1848-1849, il Servizio cartografico lascia assai desiderare. La citata carta I :50000 infatti, che era la sola adatta alle operazioni militari, non solo non era stata ultimata - come da previsione - entro il 1830, ma all'inizio del 1848 era ancora in corso di riproduzione, e di essa solo 62 fogli risultavano ultimati, 75 in lavorazione, 25 non ancora iniziati. Nel marzo 1848, all'inizio della campagna, benchè si fosse deciso, per guadagnare tempo, di omettere sulle nuove carte il disegno del rilievo e di concentrare il lavoro sulla fascia del confine orientale, solo 11 fogli del territorio del predetto confine erano compiuti, ma in un numero di copie appena sufficiente per i Comandi di corpo d' armata e divisione.
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Questa situazione, già carente, una volta che le operazioni militari si spingono oltre confine, in Lombardia e nel Veneto, peggiora ancora, tanto che può dirsi che esse si svolsero quasi senza il sussidio di carte topografiche, perchè solo il comando supremo e qualche altro comando potè procurarsi alcune carte austriache, piani parziali della fortezza di Mantova, dei dintorni di Verona, e solo tardi, fu possibile avere pochissime copie della Gran Carta del regno LombardoVeneto dello Stato maggiore generale austriaco alla scala I :72000. Anche nella seconda fase della campagna, nonostante l'interessamento e l'impegno personale del nuovo comandante del Corpo di Stato Maggiore generale Franzini, la situazione migliora di poco: Si ottenne che tutti i comandi e servizi retti da generali e qualche reparto autonomo, come per esempio gli squadroni delle guide, avessero almeno una carta ma la gran massa degli ufficiali, compresi i comandanti di corpo, ne rimase sprovvista. In conclusione, per quanto il Servizio geografico abbia costituito, per lunghi anni e fino al 1848, la principale cura e ragion d'essere dello Stato Maggiore sardo, le lacune emerse in questa branca per tutta la guerra del 1848 - 1849 si assommano alla scarsa efficenza dello Stato Maggiore in altri campi, a sua volta provocata proprio dall'eccessiva proiezione sul Servizio geografico del personale del corpo. Afferma infatti il Capo di Stato Maggiore della 3 3 divisione, magg. Somis, nella sua relazione al Ministro della guerra e marina al termine della I a fase della campagna, il 13 settembre 1848: non vi ha dubbio che il real corpo di Stato Maggiore non ha potuto rendere tutto quel servizio che l'armata aveva il diritto di aspettarsi, perchè gli ufficiali di quest'arma sono ignari affatto delle formazioni dei vari corpi dell'esercito, non chè dei loro servizi e delle loro discipline, ignoranza che loro non si può imputare a delitto, ma bensl se ne deve incolpare chi ne aveva il comando, il quale sempre ne volle fare dei topografi, e non mai dei veri ufficiali di stato maggiore; quindi è che messi in contatto con questo e con quell'altro corpo ispirassero poca confidenza non conoscendo essi il loro linguaggio tecnico, i loro bisogni per gli alloggi, e cose simili, che a primo aspetto paiono di poca entità ma che però la truppa di linea le dà una grande importanza46 •
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C fr. C .DO CORPO SM-UF. STORICO, Relazioni e rapporti finali sulla campagna del 1848 nell'alta Italia, ROMA 1908, VOL. I, p. 225.
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Cenni (per quanto di interesse logistico) sulla preparazione e alla condotta delle operazion i4 1 • Quando il 23 marzo 1848, a seguito degli avvenimenti in Ungheria e a Vienna e dello scoppio a Milano della rivolta delle cinque giornate, l'esercito piemontese entra in campo contro l'Austria, mancano del tutto lepremesse necessarie per creare in tempo utile una buona organizzazione logistica. Infatti, quando iniziano le operazioni non esiste ancora un piano di radunata e tanto meno un piano di campagna. E nonostante una politica estera che da anni tende ad opporsi al primato austriaco nelle cose d'Italia, al momento della dichiarazione di guerra la maggior parte dell'esercito piemontese risulta ancora sparsa nelle ordinarie guarnigioni del Piemonte, della Liguria e della Savoia, con un dispositivo orientato a difesa delle Alpi e non del confine del Po e del Ticino. I reggimenti più lontani distano da tale confine ben 14 giornate di marcia, e le Grandi Unità possono dirsi costituite soltanto sulla carta, rimanendo prevalente la tradizionale struttura di comando territoriale e presidiaria, con i relativi Servizi affidati a imprese civili . Non richiedono particolari commenti i negativi riflessi, in campo logistico, di una siffatta grave lacuna strategica e ordinativa, se si considerano anche: l' inLrinseca knlt:zza dei trasporti con carri e quadrupedi, abbinata alle difficoltà di costituzione e funzionamento del corpo del treno militare, che non può essere improvvisato; la mancanza di ferrovie, ancora agli albori del loro sviluppo; le difficoltà di conservazione delle derrate; il tempo minimo allora occorrente per costituire parchi e magazzini alle spalle delle truppe. Ma anche dopo la dichiarazione di guerra le in certezze permangono, e ·continuano a mancare i presupposti per un buon funzionamento dei Servizi: il movimento verso est, oltre il confine con la Lombardia, inizia quando la mobilitazione non è ancora completata e si limita all'azione aggressiva di distaccamenti avanzati di qualche migliaio di uomini. Continuano a mancare idee chiare sulla strategia da adottare; date queste sfavorevoli premesse le truppe piemontesi sono duramente battute a Custoza (24-25 luglio) nella battaglia decisiva, e vengono definitivamente messe in rotta sollo le mura di Milano (4 agosto). Il 9 agosto 1848 viene concluso l'armistizio di Salasco.
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Per ulteriori approfondimenti sulla condotta delle operazioni, cfr. tta l'altto, F. PINELLI , Op . cit., P. PIERI, Op. cit., MINISTERO DELLA GUERRA, I.a campagna del 1849... (Cit.).
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Dallo scoppio della guerra dell'armistizio, i provvedimenti, specie in campo logistico, non possono che essere affrettati e tali da rappresentare dei palliativi. Dopo il 9 agosto inizia per l'armata sarda - che pure si è battuta valorosamente nonostante le molte deficienze nell'organizzazione dicomando, nei collegamenti e nei Servizi - un periodo di crisi e di sterili polemiche tra gli alti gradi, che non giovano al morale e alla fiducia nei Capi e costringono Carlo Alberto a nominare al vertice dell'Esercito uno straniero, il polacco Chrzanowsky (peraltro con poteri-tutt'altro che assoluti e ben definiti, specie nel campo dei rapporti con il Ministro e con lo stesso Carlo Alberto ed in quello logistico - amministrativo). Esigenze di carattere interno e internazionale inducono quindi il Governo piemontese a riprendere le ostilità, rompendo l'armistizio. L'esercito viene rafforzato e amplia gli organici, fino a comprendere 7 divisioni di fanteria e 2 brigate indipendenti. Aumenta anche l'artiglieria (da 15 e 19 batterie), e soprattutto in campo logistico si adottano provvedimenti - specie per il vettovagliamento e i Servizi sanitari - di per sè necessari e opportuni, ma tali da richiedere tempo per farne avvertire i benefici, in quanto comportano un'onerosa riorganizzazione con quel concorso armonico di vari organi e livelli gerarchici che non è possibile ottenere in tempi contratti_ Carlo Alberto ha fretta, e benchè lo Chrzanowsky abbia rappresentato le persistenti deficienze nella qualità dei Quadri e nell' organizzazione dei Servizi logistici (vettovagliamento, vestiario, sanità), carenze per di più accresciute dall'ampliamento degli organici, al mezzogiorno del 20 marzo 1849, data e ora di scadenza dell'armistizio, l'esercito piemontese riprende le operazioni. Diversamente dal 1848 questa volta esiste un piano offensivo ben congegnato, ma purtroppo basato su un presupposto rivelatosi ben presto errato: un atteggiamento difensivo austriaco all'interno del quadrilatero, come nel 1848. Nella notte sul 22 marzo, le truppe piemontesi, accampate intorno a Mortara, sono sorprese da un attacco notturno e ripiegano in disordine. Chrzanowsky, che avrebbe inteso nonostante tutto contrattaccare da Vigevano verso sud-ovest, è invece costretto del Re a ripiegare su Novara, dove il 22 marzo si concentrano le forze piemontesi e il 23 marzo avviene lo scontro decisivo, che ancora una volta vede soccombere l'esercito sabaudo. Nel corso delle due campagne del 1848 e del 1849, di fronte alla mancanza o alla scarsa aderenza alla realtà della pianificazione strategica, l'organizzazione logistica e il funzionamento dei Servizi - in linea generale già di per sè non sempre adeguati alle esigenze di campagna - non possono che risentire pesantemente dell'impossibilità di formulare previsioni e di predisporre i trasporti e lo schieramento più appropriato degli organi esecutivi. A un fallimento strategico è fatale che corrisponda un fallimento logistico:
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non è stato perciò il cattivo funzionamento dei Servizi - come da taluni sostenuto - la causa della sconfitta, bensì tutto ciò che in quell'occasione lo ha reso inevitabile, ed ha impedito quell'armonica valutazione e combinazione del ruolo dei vari fattori, nella quale risiede il vero segreto della vittoria.
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CAPITOLO Il IL SERVIZIO DI AMMINISTRAZIONE, MATRICE DI TUTII I SERVIZI
Generalità: le radici storiche. Per Servizio di amministrazione vogliamo in questa sede intendere e trattare, nell'accezione attuale, "Quel Servizio logistico che è preposto alle attività giuridico - amministrative"'. In pratica, la branca amministrativa è oggi quella che si occupa di tutto quanto concerne la gestione finanziaria e le norme giuridiche, contabili e matricolari che la regolano: una branca ben delimitata e distinta, con elevato grado di autonomia funzionale e di specializzazione. Anticamente non era così. Va ricordato che il significato originario del verbo amministrare è quello di "prendersi cura di cose pubbliche o private, governare". Fino al secolo XIX, di conseguenza, si tendeva ad attribuire alle attività di pertinenza della branca amministrativa militare un significato molto più ampio: in essa si facevano rientrare anche attività come il reclutamento, l'ordinamento, il vettovagliamento, il vestiario (non va dimenticato che soldato significava in origine assoldato) e il governo degli eserciti in genere. Di questa concezione risente ancora almeno in parte l'armata sarda nella prima metà del secolo XIX, influenzata in misura ragguardevole da un contesto storico che affonda le sue radici su quanto avveniva nell'esercito francese dei secoli XVII e XVIII. È dallo studio di questo periodo che emerge l'origine amministrativa e contabile di gradi, prerogative, funzioni ispettive, organi (a cominciare dall'Intendente e dal quartiermastro, fino al maggiore e al lenente colonnello) che ora hanno assunto ben diverso significato e svolgono ruoli nei quali il momento amministrativo è quanto meno sussidiario.
Pub. SME. n. 900 s.d., VOL. lll (Cit.), p . 10.
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Per dare un'idea di questi antecedenti è utile ricordare quanto scriveva nel 1940 il magg. Gregorio, in un saggio dal quale risulta ad esempio che tra le prerogative di commissari e Intendenti vi era persino quella di ricevere il giuramento degli ufficiali e farne la registrazione: nella Francia monarchico - assoluta ed aristocratica di Luigi XIV (1643 - 1715) l'esercito era composto delle: truppe reglèes, che rappresentavano l'esercito permanente; milizie provinciali, costituite dagli·intendenti delle province levando a sorte, per ogni parrocchia, uno o piu uoaùni per un servizio della durata di due anni, i quali erano vestiti, equipaggiati, armati e pagati a spese delle parrocchie stesse e comandati da ufficiali scelti tra i gentiluomini della regione. G li intendenti provvedevano alla ripartizione dei relativi tributi, ne curavano l'erogazione e sovraintendevano all'amministrazione di queste truppe, che dovevano sostituire il retrobando, come i franchi arcieri di Carlo VII e le legioni di Francesco l, avrebbero dovuto sostituire le bande straniere; milizie borghesi, che non facevano parte dell'armata regolare ecostituivano, nelle città, una specie di guardia nazionale. Le truppe règlèes rappresentavano il nerbo dell'esercito permanente ed erano costituite da cavalleria (compagnie di cavalleria della casa del Re, reggimenti svizzeri, reggimenti di linea) con artiglieria composta di cannonieri, bombardieri e minatori non ancora riuniti in corpi speciali. Le truppe permanenti erano volontarie. Nella compagnia della casa del re i nobili servivano come semplici soldati; negli altri corpi il reclutamento avveniva tra le genti della campagna, i vagabondi, i disoccupati adescati al mestiere delle armi da appositi ingaggiatori (raco/eurs) o fra gli stranieri reclutati nei diversi stati con forme speciali di contratto. Un'ordinanza del 1666 stabili in 4 anni la durata del servizio mercenario; trascorso tale termine il soldato aveva il diritto di chiedere il congedo o di contrarre un nuovo arruolamento. Il comando era in mano all'aristocrazia ricca, proprietaria dei reggimenti e delle compagnie. L'amministrazione militare ebbe in questo periodo un notevole impulso per merito del ministro F.M. Le Tellier, che era stato intendente del Piemonte e poi segretario di stato alla guerra, era tuttora marchese di Louvois, formatosi alla scuola del padre, Michele Le Tellier. Dopo aver rafforzato ed allargato le prerogative degli intendenti e dei commissari di guerra (tra le prerogative dei commissari e degli intendenti era quella di ricevere il giuramento degli ufficiali e farne la registrazione. Come compenso il nuovo ufficiale consegnava al Commissario la spada che poi riscattava - secondo l'uso, abolito nel 1733 - rinunciando ad un mese di stipendio; i colonnelli, invece di offrire la spada, donavano un cavallo), il Louvois regolò il servizio del soldo e sistemò quello delle sussistenze che, dall'ambito del Ministro controllore delle Finanze in cui fino allora erano rimasti, passarono nella sfera delle attribuzioni del Ministro Segretario di Stato per la Guerra. Prima di lui la corresponsione del soldo non era esattamente fissata; il soldo
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variava dall'uno all'altro reggimento ed anche dall'una all'altra compagnia. I pagamenti arretrati erano cosa comune, donde i conseguenti disordini. Louvois rese il soldo invariabile - 5 soldi al fante, 11 al dragone montato, 15 al cavaliere montato - e regolò i pagamenti; il capitano era obbligato a pagare ogni IO giorni la somma che spettava a ciascun soldato, devoluta particolarmente al sostentamento (le pret). Louvois, soprannominato le grand vivrier, stabili che durante gli assedi e in tutte le altre circostanze in cui le truppe operavano, dovevano essere loro corrisposte prestazioni in natura, mediante rimborso. Così il Re forniva, attraverso i munizionieri, il pane (una libbra e mezza) ed i foraggi, mentre i commissari per il periodo effettivo delle distribuzioni, provvedevano a lle ritenute giornaliere di 1 soldo sulla paga del fante, d i 5 per il dragone, di 8 per il cavaliere. In campagna, oltre il pane, veniva anche distribuita la carne: un terzo di libbra al giorno per il fante cd un quarto per il dragone ed il cavaliere. Le distribuzioni erano fatte gratuitamente alla fanteria, a pagamento per la cavalleria, in relazione ai costi. La prestazione in natura era denominata etape, il vocabolo stesso con cui si designava la sosta durante la quale la prestazione si effettuava. Louvois istitul sul territorio un'organizzazione di magazzini e di forni per la distribuzione dei vari generi; formò una carta generale dello Stato, prestabilendo sulle principali strade del regno le località destinate ad alloggiamento delle truppe e quindi da provvedersi di magazzini; stipulò convenzioni coi munizionieri perchè le piazzeforti avessero dotazioni fisse, per un fabbisogno di sei mesi (quattro di grano e due di farina) . Alla regola dei magazzini non soggiacevano del tutto i foraggi, di difficile trasporto, per i quali s i faceva affidamento sulle risorse locali. I movimenti dei magazzini e l'attività dei munizionieri costituivano un enorme peso per l'esercito; il sistema garantiva indubbiamente la sussistenza delle truppe, il rispetto della proprietà e la disciplina, ma vincolava le operazioni militari. Si può però osservare che ogni innovazione ha il suo valore e la sua utilità in relazione al momento in cui si attua e ai metodi che si seguono . E le guerre, nella seconda metà del secolo XVIII, con gli eserciti ormai di grande mole, sono rappresentate da campagne di assed i, la cui manovra è volta più ad eludere che a cercare od a provocare la battaglia. Malgrado gli abusi c gli inconvenienti, il Louvois mantenne i munizionieri, perchè lo stato delle finanze non gli permetteva di sopprimerli. I munizionieri, capitalisti, affiancavano in guerra l'amministrazione militare e, anticipandone le spese, spesso sostenevano di fatto gran parte del peso finan ziario di una campagna. Tuttavia, per attenuare gli inconvenienti dell'impresa, il Louvois obbligò i munizionieri a scegliere i loro principali impiegati fra i funzio oa.ri dell'amministrazione e represse ogni abuso col massimo rigore, gratificando i migliori. Dal punto di vista a mministrativo e contabile, va ancora ascritta a merito del Louvois la lotta per eliminare gli abusi dei comandanti nei rapporti con le truppe, attraverso seri controlli e severe sanzioni. Nel 1671 fu emessa una ordinanza con la quale venne proibito agli ufficiali di ritenere sul soldo altro che non fosse quanto dovuto per la somministrazione e la manutenzione d el vestiario, delle calzature e dell'equipaggiamento, stabilendo per questi bisogni la ritenuta fissa di un soldo al giorno per uomo. Al sostentamento dovevano perciò provvedere o direttamente i soldati o l'amministrazione con
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i munizionieri. Non mancarono tuttavia, nè allora nè poi, gli attriti e le divergenze nelle liquidazioni tra lo Stato ed i munizionieri, fra questi ed i corpi che ricevevano e conteggiavano, tra i corpi ed i soldati che consumavano e scontavano, siccome anche oggi è nell'indole del sistema. Per stroncare la piaga dei passevolants, il Louvois mise i corpi in movimento, facendo operare dai commissari riviste alla partenza, durante le marce e alle tappe, cambiando gli ordini di trasferimento e gli itinerari a partenza avvenuta. Colonnelli e capitani che avevano trattenuto indebitamente il premio di arruolamento od il soldo dèlle soldatesche, furono licenziati od imprigionati. Gravi pene furono comminate ai passevolants: di volta in volta la fustigazione, il giglio impresso a fuoco sulla fronte o sulla guancia, il taglio di un orecchio o del naso ed anche l'impiccagione. Per diminuire gli inconvenienti della proprietà dei corpi, soppresse interamente il diritto di vendita dei gradi inferiori Ouogotenente, sottotenente, insegna cornetta) e creò nuovi gradi intermedi tra il capitano e il colonnello, a condizione che l'aspirante avesse servito nel grado di capitano. Sorse così il grado di major, che venne a costituire i1 delegato del colonnello in tulle le questioni amministrative e contabili del reggimento. Il maggiore fu cioì: l'amministratore e il regolatore dei servizi del reggimento: teneva il registro degli arruolati e delle spese e quello dei servizi di turno; da lui dipendevano i sergenti delle compagnie che erano i suoi agenti .. . segreti nei riguardi dei capitani. Istituito il maggiore apparve necessario designare un ufficiale inferiore che attendesse alla parte esecutiva (magazzino, ruoli, pagamenti). Si ebbe così l'ufficiale incaricato della cassa ovvero l'ufficiale al dettaglio (du détail). Per il comando tattico, come accanto al capitano era il luogotenente, così fu creato il luogotenente colonnello. [I passevolants - successiva piaga anche dell'esercito sardo - erano uomini che, dietro compenso, si prestavano nel corso delle ispezioni dei commissari a passare da una compagnia all'altra, per fare numero - n.d.r.J .2
È a causa di queste consolidate abitudini e tradizioni attraverso le quali è passato il concetto di amministrazione militare, che nel secolo XIX era
abbastanza frequente intendere per amministrazione non solo ciò che oggi si usa indicare con logistica, ma addirittura, a volte, la condotta stessa degli eserciti in guerra: tanto più che nelle cosiddette guerre di gabinetto del secolo XVIII - alle quali largamente ci si richiama nella Restaurazione - dominate dalla logistica fino a coincidere con essa, condurre un esercito significava prima di tutto acquistare vettovaglie, costituire magazzini e for-
2
Cfr. C. Gregorio, L 'amministrazione e gli amministratori militari nella storia, " RfVlSTA DI COMMISSARIO" n . 5/ 1940.
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tificarli, e lo scopo delle attività in campo strategico e tattico si riassumeva spesso in un reciproco tentativo di affamare le truppe nemiche, conquistando i magazzini o tagliando le vie di comunicazione che con essi li congiungevano. Si tratta di aspetti di vera e propria strategia indiretta, che in certa misura anticipano di un paio di centinaia di anni le teorie di Douhet e Caproni nel corso della prima guerra mondiale, teorie miranti - con l'impiego a massa della nascente aviazione da bombardamento - a colpire e paralizzare non gli eserciti o le flotte, ma i centri demografici, industriali e logistici, i porti che li sostenevano e le vie di comunicazione c he li alimentavano. Pertanto intorno aJ 1848 nell'esercito piemontese, i problemi del movimento, dello stazionamento e dei trasporti con fig uraflo l'essenza della logistica e al tempo stesso ne segnano il confine con la tattica e la strategia, mentre gli ordinamenti amministrativi costituiscono la griglia di riferimento indispensabile per tutti i Servizi, a cominciare daJ vestiario e dal vettovagliamento che con l'amministrazione propriamente detta formano un tutt'uno. Ciò premesso, è legittimo chiedersi quando nasce ii moderno concetto di amministrazione militare, a cominciare dal livello di corpo: non solo legittimo - aggiungiamo - ma indispensabile, perchè l' armata sarda del 1848, come meglio si vedrà in seguito , risente particolarmente in campo amministrativo di antichi assetti istituzionali e regolamentari, nei quali il vecchio non viene cancellato, ma sia pure in misura diversa sopravvive nella nuova terminologia e nei nuovi regolamenti. L'origine di una regola mentazione amministrativa e contabile in senso moderno va ricercata nei provvedimenti presi nel 1673 da Carlo Emanuele IP , nei quali viene stabilito per la truppa l'importante principio dell'uniformità di trattamento e se ne fissano le modalità di pagamento. In particolare, la pag:\ base del soldato (detta piazza) è stabilita in 5 soldi ; ad ogni carica o grado, viene attribuito un certo numero di piazze. Dalla paga base i capitani sono autorizzati a trattenere un' aliquota di 7 denari (deconto)4,
3
Per altri particolari sulla storia del Servizio di amministrazione (fin dall'età romana) si rimanda, soprattutto, all'ottima e particolareggiata serie di articoli sulla Rivista di Commissarialo e dei Servizi Amministrativi militari, a firma del maggiore com missario Carlo Gregorio (L'amministrazione e gli amministratori militari nella storia, su Rivisla di Commissariato degli anni dal 1940 al 1941)_ In tempi più recenti, Cfr. V. Caporaso, TI Corpo di A m ministrazione d ell'Esercito, " RIVISTA MJUTARE" n. 3/ 1985. Di un certo interesse anche N. RICCARDI , Vicende legislative del Corpo di Amministrazione militare, " RIVISTA DI COMMISSARIATO" n _ 1/ 1936.
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Deconlo deriva dal francese decompte, "Sconto, deduzione; quadro di crditi e debiti su le paghe dovute" (M. D' Ayala, Op. cii., p. 12 1).
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per provvedere al vestiario. Con la paga, il soldato deve anche provvedere al vitto, e per evitare abusi e truffe dei venditori nei riguardi del singolo, sempre nel 1673 Carlo Emanuele II dispone che i capitani intervengano a disciplinare il rancio, per camerate di 4 soldati: sarà cura dei capitani di stabilire le camerate d'ogni 4 soldati e tra questi scegliere il più discreto, il quale facci la provisione per il vivere, senza che abbino l'occasione d'andare alli cabareti, li quali per quanto si può dovrannò proibirsi ai sergenti e soldati, per levare l'abuso che siamo informati essersi introdotto di far pagare al soldato il doppio di quello che vale la roba che danno, raccomandando in questo e nel resto al capitano di essere buon padre e curatore del soldato5 •
Nel 1717, con R. Viglietto del 17 febbraio, Vittorio Amedeo II introduce profonde riforme nell'amministrazione dello Stato, suddividendola in quattro Aziende6 : finanze, guerra, artiglieria e corte. L'Azienda di artiglieria - gestita a parte rispetto a quella della guerra - è retta dall'Intendente generale di artiglieria, il quale, sotto gli ordini del Gran Maestro, presiede agli affari economici dell'Arma, a quelli delle fabbriche militari e civili, alle fortificazioni ed alle munizioni. L'Azienda di guerra è retta dal Contadore generale, al quale fa capo tutta la branca contabile e amministrativa dell'Esercito, che si avvale di un Ufficio Generale del soldo, presso il quale viene gestito il bilancio militare, che assomma ad oltre la metà delle pubbliche entrate. Dall'Ufficio Generale del soldo dipendono i commissari di guerra di ogni dipartimento e la Tesoreria generale (con relativo cassiere). Ai commissari di guerra sono a loro volta sottoposti gli ufficiali del soldo, funzionari dislocati nei principali Presidi Militari, che amministrano i reparti del presidio stesso e rispondono del loro operato ai Commissari di guerra. Il soldato, oltre al soldo, riceve il cosiddetto pane di munizione (gr 737 di pane, al tasso di abburrattamento del 60Jo) e l'alloggio in caserma con letto, fuoco e lume (forniti da appaltatori civili). Anche il pane viene forni-
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Cit. in C . Gregorio, Art. Cii., " RI VISTA DI COMM ISSARIATO" n. 4/ 1941.
6
Il termine Az ienda, da allora entrato nell'uso corrente, sta a indicare Ripartizione Amministrativa, complesso organizzato di beni e persone che ser ve ad amministrare un determinato patrimonio, per raggiungere finalità anch'essa date. Di qui il termine A zienda generale di guerra, in uso nel se. X IX (prima metà) per indicare ciò che noi oggi chiamiamo Ministero della difesa, o più genericamente, Amministrazione militare (escludendovi, però, l'artiglieria e il genio, che hanno "Az.iemlt:" a parte).
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to da appaltatori presidiari, che non acquistano in proprio il grano, ma lo ricevono dall'Ufficio Generale del soldo. La qualità del pane distribuito nei vari Presidi viene controllata da un commissario, detto direttore delle munizioni. In questa struttura amministrativa a carattere stanziale e territoriale, del tutto corrispondente al modo di condurre la guerra del tempo, ben poco rilievo assume il livello del corpo, che non possiede alcuna fisionomia amministrativa, nè dispone di propri fondi da amministrare. Importanza maggiore assume invece il livello di compagnia, per il quale sussiste un cordone ombelicale diretto con l'ufficiale al soldo di Presidio. Infatti la paga del soldato viene differenziata per specialità (5 soldi al fante, IO al bombardiere, 20 al cavaliere). Essa continua ad essere distinta in soccorso o prestito7 (il quantitativo di denaro corrisposto in contante al soldato) e in deconto (trattenuta per vestiario e foraggi). Una parte del soccorso o prestito serve per l'ordinario, cioè per il vitto, la cui confezione viene curata dai capitani. Dell'impiego di questa somma il capitano deve rendere conto, ogni sei mesi, direttamente all'ufficiale al soldo o al commissario, in contradditorio con i soldati e alla presenza degli ufficiali superiori del corpo. Già allora, la paga viene distribuita per decade dai sergenti delle compagnie, ai quali perviene dall'ufficiale al soldo, tramite i quartier mastri del corpo. La funzione di quartiermastro del corpo viene esaltata da Carlo Emanuele III, che con regolamento del 1769 fa obbligo ai quartiermastri di sottoporsi a un esame di capacità contabile, versare una cauzione e risiedere a Torino, quali rappresentanti del loro reggimento presso l'ufficio generale del soldo. Il quartier mastro è incaricato anche di arruolare le reclute, alloggiarle, nutrirle ed avviarle al reggimento. Oltre a ricevere e trasmettere le paghe, provvede al rinnovo del vestiario, che rimette all'aiutante maggiore di reggimento. In caso di campagne di guerra, alle diverse branche amministrative concernenti le forze operanti sovraintende un ufficio del soldo in campagna, stralcio dell'ufficio generale che resta alla capitale. Per il servizio di tesore-
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Prestito deriva dal francese Prét cd è, come già visto, un sistema di paga in uso nell'esercito francese del tempo. li D' Ayala lo definisce "Presta ovvero presto, pagamento anticipato fatto a soldati di una parte del loro soldo: fra noi è cinquina, e dicesi Prest" (p. 243). Questo pagamento anticipato era necessario, per dar modo ai soldati stessi - o per loro ai comandanti di compagnia - di provvedere alle spese immediate per Servizi non forniti dall'Amministrazione militare (come era - inizialmente - il rancio). La detrazione avveniva dalla quota fissa destinata dallo Stato al mantenimento globale di ciascun soldato.
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ria viene costituito un ufficio del quartier mastro generale con una cassa di campagna, cui sono assegnati un cassiere e un controllore; tutto il personale per questi organi viene ovviamente tolto agli uffici del soldo di Presidio e alle Commissarie di guerra. Per trovare un maggior rilievo amministrativo del livello di corpo bisogna giungere a fine secolo XVIII: nel 1783 Vittorio Amedeo II assegna infatti ai corpi gli ufficiali del soldo prima collocati soltanto a livello di Presidio. Nel 1790 è prescritto che i comandanti di compagnia tengano un registro nel quale annotare le caratteristiche dei loro dipendenti, e un libro delle paghe e delle somministrazioni fatte agli uomini, con i relativi deconti. Tuttavia è solo il 26 ottobre 1796 che una regia determinazione concede una vera e propria autonomia amministrativa al livello di corpo, stabilendo sul modello francese - che i reggimenti di cavalleria e dei dragoni dispongano di una dotazione patrimoniale o massa8, amministrata da sette ufficiali del reggimento: il colonnello, il tenente colonnello, il maggiore, i primi quattro capitani del reggimento. La massa viene tenuta dal colonnello e il maggiore ne dirige l'impiego, coadiuvato dai capitani. Gestione collegiale amministrativa e masse sono due istituti fondamentali, destinati a durare per tutto il secolo e fino al 1910 (le masse) e al 1927 (i consigli). Dopo la parentesi napoleonica, nel 1816 l'amministrazione statale del Piemonte viene riorganizzata su 9 Aziende, delle quali 3 alle dipendenze della Segreteria di guerra e marina: l'Azienda di artiglieria, l'Azienda generale di guerra, l'Azienda della marina. Nell'Azienda generale di guerra sono accentrate tutte le mansioni amministrativo - contabili prima esecitate dall' ufficio generale del soldo. Essa è diretta da un Intendente generale di guerra coadiuvato da un vice Intendente generale, che ha alle dipendenze come organi territoriali (a livello divisione territoriale) i commissari di guerra e a
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Per massa (dal francese masse) si intende una somma di denaro inizialmente destinata solo al rinnovo e manutenzione del vestiario dei soldati. rn seguito, si è indicato una somma accantonata a livello di corpo per una data esigenza: non solo per il vestiario, ma a nc he per gli ospedali, le paghe o gratifiche ecc .. Tale somma è stata indicata con massa, verosimilmente perché ottenuta riunendo insieme la somma tr attenuta a ciascun soldato del corpo per provvedere al vestiario, ai foraggi o ad a ltre esigenze. Si tratta di un termine largamente usato nel linguaggio amministrativo fino a ll'inizio del secolo XX. Il sistema delle masse è stato istituito per la prima volta nell 'esercito francese, presso il quale nel 1781 vengono creale le " masse generali" del pane, degli ospedali, dei foraggi, dei materiali da campo, della legna, dei lumi . Il Grassi (Op. cil.) la definisce pertanto "Somma di denaro ra ccolta per uso di soldatesche, e che viene amministrata da un Consiglio d'uffiziali d'ogni reggimento, per provvedere al soldato in quelle cose alle quali non provvede lo Stato. In questo significato è il più adoperato dai moderni".
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livello di Presidio i sottocommissari. Con Regio Viglietto 30 gennaio 1818 gli ufficiali del soldo assegnati ai corpi sono aboliti, e le loro mansioni vengon accentrate nei sottocommissari, per tutto il Presidio. Poco muta il sistema di paga per le truppe: il pane - appaltato - continua a essere fornito gratutitamente. Per gli altri generi di vettovagliamento costituenti l'ordinario ottenuto trattenendo una parte del soldo (l'altra parte è il decanto, trattenuto principalmente per spese vestiario), l'Azienda generale di guerra in un primo tempo affida ad imprese private la confezione del vitto; successivamente tale servizio, escluso il pane, passa ai corpi. Viene invece mantenuto e anzi potenziato l'istituto dell'amministrazione collegiale dei fondi aJ livello di corpo con la costituzione dei consigli di amministraziontf> dei quali è presidente il colonnello e relatore (agente esecutivo del consiglio) il maggiore. Il regolamento del 1817 stabilisce che 11 R. Erario fa corrispondere ai Consigli di amministrazione, al primo e al 16 di ogni mese, delle somme a titolo di abbonconto, per metterli in grado di pagare i prestiti (cioè il soldo n.d.r.) alla truppa e di provvedere alle spese correnti e debbono in seguito, tali pagamenti, essere regolarizzati per mezzo delle livranze di contabilità, le quali, riepilogando gli averi di ciascun individuo per trimestre, stahiliscono per totale le somme loro dovute, dietro i vigenti regolamenti 10.
Il Regolamento d'amministrazione e contabilità dei corpi emanato il 23 agosto 1822 da Carlo Felice riconferma l'istituto del consiglio di amministrazione, ribadendo che devono essergli affidati tutti gli affari relativi all'amministrazione, mentre il colonnello risponde direttamente soltanto della gestione dell'ordinario, cioè dei fondi per il rancio. Il soldo rimane ripartito in prestito e decanto, e vengono previste - oltre a quella del vestiario altre masse: ospedale, musica, economia. Quest'ultima viene detta anche massa nera, e serve ad acquistare la cancelleria, a concedere gratifiche alla truppa, a sovvenzionare di volta in volta le altre masse in deficit ecc .. Tutti gli atti del consiglio sono sottoposti al controllo preventivo dei commissari di guerra (che possono anche intervenire alle sedute) e al controllo successivo degli stessi, attraverso la verifica trimestrale della contabilità.
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Sembra, dunque, che gli attuali Consigli di Amministrazione civili abbiano un'origine militare, trattandosi pur sempre di organi composti da più persone che con funzione delibe rativa amministrano un dato Ente. Cit. in C. Gregorio, Art. Cit., "RIV ISTA DI COMMISSARIATO" n. 4/ 1941.
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Ai commissari di guerra - con grave ingerenza nella sfera disciplinare e di comando - è persino devoluto il visto preventivo sulle licenze: ultima traccia di una vicenda che, per l'intero secolo XVIII, avava visto il tentativo degli organi amministrativi di prevenire ed eliminare, con una gestione centralizzata, con il controllo continuo dei commissari e con una frequente attività ispettiva, le varie astuzie di taluni comandanti di corpo e capitani per far figurare presente sulla carta, ricevendone il relativo soldo, un'entità di personale superiore a quella effettivamente in forza (si giungeva ad occupare con donne i letti dell' infermeria e si impiegavano con dovizia i passe volants). Con R. Viglietto 25 ottobre 1931 Carlo Alberto, nell'organizzare la fanteria in brigate di due reggimenti, emana ulteriori norme per l'amministrazione economica, già disciplinata in parte dal regolamento generale di contabilità del 23 agosto 1822. Più specialmente stabilisce la composizione del consiglio d'amministrazione e il reclutamento, nonchè le attribuzioni del direttore dei conti; questi può essere civile o militare col grado di luogotenente o capitano_ La sua paga in ogni caso è quella del capitano. È tenuto a prestare cauzione, tranne quando il colonnello comandante si renda mallevadore; pertanto si è deferita al comandante la scelta del direttore dei conti tra gli ufficiali del reggimento_ Il direttore dei conti funge altresì da ufficiale p·a gatore; nell' ordine gerarchico precede l'aiutante maggiore in 1° ed il suo stipendio è superiore a quello di costui. Esistono poi altri agenti chiamati al governo economico del reggimento e precisamente il maggiore relatore, l'ufficiale pagatore, l'ufficiale di massa ed il quartier mastro. Come il direttore dei conti nell'istituzione reggimentale è considerato non per il grado che riveste, ma per le sue attribuzioni, così sono valutati l'ufficiale pagatore, l'ufficiale di massa e il quartiermastro. L'ufficiale pagatore, se militare, è ufficiale nella Regia armata. Nell'ordinamento della cavalleria, a livello Stato Maggiore di reggimento è collocato il capitano di amministrazione. Tali agenti sono ufficiali della stessa Arma o corpo e sono inseriti nelle tabelle di formazione colla qualifica derivante dalle attribuzioni loro conferite, poichè queste sono normalmente fisse e continue; sono considerati perciò in aumento agli organici dei corrispondenti gradi_ L' amministrazione è affidata al direttore dei conti, il quale veste l' uniforme dei rispettivi reggimenti, come risulta dall'art. 6 del R. Viglietto 3 marzo 1832 per i Carabinieri reali, dall'art. 6 del R. Viglietto 3 marzo 1832 per i cavalleggeri, del 23 marzo 1832 per il genio. Il reclutamento del direttore dei conti è attuato in base alla citata istruzione del 25 ottobre 1831. È ribadito sempre il concetto che quando per la sua anzianità (qualora militare) gli spetti di essere promosso capitano comandante nei Carabinieri, op-
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pure maggiore nella fanteria o nella cavalleria, possa scegliere fra la promozione e la continuazione nelle attribuzioni; in quest'ultimo caso perde l'anzianità e può ricevere la promozione solo per "tratto dì speciale favore" ovvero "per grazia. di S.M. in ricompensa dei buoni servizi". L'ammontare della cauzione è dì L. 12.000 (somma da considerare elevata). L'importanza delle funzioni del direttore dei conti emerge specie nel1' Arma dei CC. RR .. Con R. Vìglietto 17 marzo 1832 si regolano le attribuzioni del direttore dei conti nel "corpo dei Carabinieri Reali" e del quartiermastro., attribuendo loro un'indennità speciale in "particolare considerazione del delicato ed incessante servizio che veniva ad essere ai medesimi addossato".
Caratteristiche salienti del regolamento di amministrazione del 1832. Nel 1832 Carlo Alberto apporta al regolamento del 1822 varianti di notevole rilievo", questa volta esplicitamente mirate alle esigenze dell'impiego in campagna dell'Esercito: si tratta dell'aspetto amministrativo - contabile delle riforme tese a preparare l'armata sarda alla condotta di operazioni in campagna. Così infatti Carlo Alberto introduce il nuovo regolamento: con brevetto del 20 dicembre ultimo scorso ci siamo disposti ad approvare alcune modificazioni al regolamento d' amministrazione militare del 23 agosto 1822, siccome riconosciute necessarie in seguito al nuovo ordinamento delle nostre truppe, e ravvisando ora anche opportuno di fissare le norme che dovranno essere osservate per l'amministrazione economica dei corpi in campagna, e fuori dei luoghi di ordinario presidio, abbiamo determinato di approvare il qui annesso regolamento, che ci venne rassegnato dal reggente la nostra segreteria di guerra e di marina, siccome corrispondente alle nostre intenzioni, perchè non solo analogo alle modificazioni da noi già come sopra approvate, ma ben anche suscettibile di avere applicazione tanto alle brigate di fanteria, quanto a tutti gli altri corpi attivi del nostro esercito.
li regolamento sancisce per la prima volta l'istituzione di consigli di
amministrazione eventuali, da costituire allorchè la brigata o il reggimento devono distaccare fuori sede uno o più battaglioni per un campo d'istruzio-
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Regio Viglietto portante approvazione dell"annesso regolamento per la contabilità dei corpi di regia truppa, in campagna, o fuori dei luoghi di ordinario presidio. (32 gennaio 1832 - G .M. 1832, pp. 5-18).
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ne, o per un'esigenza qualunque. Se si muove un solo battaglione, il consiglio eventuale è composto dal comandante del battaglione (presidente), da un relatore scelto tra i capitani, da un capitano o tenente che svolge le funzioni di ufficiale pagatore e al tempo stesso di segretario. Se si muove più di un battaglione, il presidente è l'ufficiale superiore più anziano, relatore è il maggiore o il capitano più anziano; sempre in questo caso, fanno parte del consiglio anche un capitano e due tenenti tra i più anziani, più un ufficiale pagatore e segretario . È comunque il consiglio principale del corpo che continua a conservare la gestione delle varie masse. Deve però passare in consegna al consiglio eventuale: la somma per il pagamento del soldo ai soldati durante la marcia ed i quindici giorni successivi, più un mese di paga per gli ufficiali; gli equivalenti effetti di vestiario, armamento ecc.; gli "effetti di piccolo arredo" per le prime esigenze; i registri, le carte e una cassaforte in ferro a tre chiavi. Minule prescrizioni vengono fornite sul funzionamento e sui rapporti dei due tipi di consigli; molto ci si preoccupa della cassa, evidentemente per prevenire abusi ed effrazioni che si ha motivo di ritenere, al tempo, abbastanza frequenti. Nella cassa deve essere depositato, ollre al denaro, il carteggio concernente l' amministrazione; le tre chiavi vengono tenute rispettivamente dal presidente del consiglio, dal relatore e dall'ufficiale pagatore. In merito alla sua custodia nello stazionamento, si riscontrano anche disposizioni che possono dare luogo ad equivoci: da una parte (Art. 9) allorchè il reparto distaccato è fermo in una sede stanziale, la cassa del consiglio eventuale deve rimanere presso l'ufficiale superiore comandante; dall'altra (Art. 10), la cassa non deve essere comunque depositata nè al campo, nè al bivouac e deve sempre rimanere presso l'ufficiale pagatore, che dovrà rimanere ove trovasi il quartier generale della divisione di cui il corpo fa parte, e nel caso in cui il corpo o battaglione per un motivo qualunque dovi:sse allontanarsi dal quartier generale, in modo a non più permettere ai membri ritentori delle chiavi della ca~sa <li potersene servire, tale cassa sarà depositata nel locale ove trovasi quella dell'intendenza militare, e le chiavi saranno consegnate in numero di due all'ufficiale pagatore, e la terza al corriere dcli' Intendenza.
Anche durante la marcia ci si preoccupa della sicurezza: la cassa deve infatti avere una scorta di forza sufficiente, della quale fa parte l'ufficiale pagatore che ogni qual volta possibile assume egli stesso il comando della scorta, per non distogliere dal servizio altri ufficiali.
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Un aspetto caratteristico e nuovo del regolamento del 1832, oltre l'indicazione in allegato dei modelli dei numerosissimi prospetti amministrativi previsti, è una minuta descrizione dei doveri del capitano o comandante di compagnia. Il giorno precedente la data di pagamento del soldo o prestito, e anche prima se lo richiede la lontananza della cassa, questi compila in duplice originale, su stampato regolamentare, lo stato di prestito del reparto e lo trasmette al relatore, conservandone una copia fino alla resa trimestrale dei conti con il consiglio principale. La paga è distribuita ogni 5 giorni. Il comandante di compagnia il I e il 15 del mese paga anche i suoi subalterni, e a tal fine li include nello stato di prestito, facendolo quietanzare. Non esiste ancora un vero e proprio giornale di contabilità. Ogni comandante di compagnia, comunque, inoltra giornalmente la nota delle variazioni avvenute all'aiutante maggiore del battaglione, che compila una nota generale e la vidima per dimostrarne l'esattezza, trasmettendola poi in duplice originale al commissario di guerra o all'ufficiale pagatore. Ogni cinque giorni, l'aiutante maggiore o l'ufficiale pagatore debbono provvedere alla pari fica delle variazioni con il commissario di guerra onde garantirne l'esattezza. Il regolamento già prevede il ruolino di compagnia: infatti alla rivista mensile che - oltre alle riviste straordinarie - il commissario di guerra conduce sul terreno nell'ultimo giorno del mese, il comandante di compagnia deve esibire O
un semplice ruolino indicante il numero di matricola, il nome, il cognome e grado di ciascun bass'uffiziale e soldato, non che li movimenti e le variazioni occorse dopo l'ulti ma rivista, onde accertare con esso non solamente la forza effettiva della truppa, ma cziandio l'esattezza dei ruoli 12 •
D' altronde, poco prima dell'emanazione del regolamento del 1832 la tenuta dei documenti contabili a livello di compagnia e corpo aveva già ricevuto particolare attenzione: con Regio Viglietto del 24 dicembre 1831 erano state impartite ai commissari e vicecommissari di guerra minute istruzioni sulla tenuta dei ruolini di compagnia e permanenti dei diversi corpi e sulle variazioni da compiere, prescrivendo appositi modelli di stampati.
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Il numero di matricola corrisponde al nume ro del registro di matricola della truppa. Matricola (dal francese matricule. livre de matricule) è d efinita dal D' Ayala (pp. 192 e 202) "Registro maestro in cui sono notate le filia zioni dei soldati, cioè nome e cognome, patria, età e qualità esteriori . Era anche in uso· né tempi dei Romani" .
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Il rendiconto dei corpi al commissario di guerra ha periodicità trimestrale ed avviene attraverso la compilazione da parte di questi ultimi di livranze di saldo, che devono comprendere le diverse trattenute o somme aggiuntive e indennità pagate. I battaglioni che si trovano distaccati non rendono la contabilità trimestrale, ma trasmettono al consiglio principale la situazione nominativa per compagnia del personale. Il commissario di guerra, effettuati i controlli, inoltra successivamente ali' Azienda generale di guerra "le rispettive giornate di competenza, nonchè tutte le bonificazioni, e deduzioni occorrenti" . Molto curati sono i controlli, prescritti ad ogni livello: quando la prossimità, e il servizio lo permetteranno, il presidente del consiglio eventuale, od il maggiore da lui delegato visterà i registri dell' uffiziale pagatore, e procederà alla verificazione della cassa una volta per settimana. U capo dello stato maggiore della divisione verificherà in persona ogni settimana la contabilità di tutti gli uffiziali pagatori dei corpi dipendenti dalla divisione medesima; nel caso in cw non potesse farlo personalmente, egli delegherà uno degli uffiziali dello stato maggiore, che trovansi sotto di lui ordini. U capo dello stato maggiore, od il suo delegato, esaminerà aziandio la situazione di cassa coll'intervento di un commissario, o sollocommissario di guerra. Siffatte verificazioni dovranno pure aver luogo tulle le volte che saranno credute necessarie. Il capo dello stato maggiore, od il delegalo, apporrà il visto ai rispettivi registri per comprovare tale verificazione, e farà risultare in tutte lettere il giorno, mese ed anno in cui è eseguila_ Il commissario di guerra divisio nario avrà pure la facoltà di procedere ad eguali visite, e nel modo di sopra spiegato.
Questi controlli si aggiungono a quelli a più alto livello stabiliti con Regio Viglietto 6 settembre 1831 , il quale prescrive che, ogni anno, l'Ispettore generale passerà un'esatta ispezione alla contabilità del corpo, in quale incontro verificherà pure l'impiego delle masse, e contratti passali, la qualità delle provviste, la confezione e l'uniformità del vestiario, la situazione dell'armamento e delle bardature, e infine tutto ciò che interessa il bene del servizio.
Una tappa determinante, destinata a influenzare largamente l'organizzazione logistico - amministrativa per un lungo periodo di tempo, è il successivo Regio Viglietto del 9 giugno 1832, con il quale, nel quadro del riordinamento della fanteria, i battaglioni vengono suddivisi in attivi e di deposito; questi ultimi hanno funzioni logistico - amministrative, di riserva (di uomini, quadrupedi, armi e materiali) e addestrative (reclute).
Il - SERVIZIO DI AMMINISTRAZION E
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L'attività amministrativa viene accentrata presso il battaglione deposito, che fornisce tutti gli ufficiali per il consiglio di amministrazione, tranne il presidente, che è il colonnello comandante di reggimento. Successivamente,
però, con determinazione del Ministro Pes di Villa.marina in data 5 aprile 1837, il comandante del battaglione di deposito assume pure la presidenza del consiglio di amministrazione principale, con destinazione permanente. A relatore del consiglio è chiamato il "capitano relatore", nomina anche questa permanente. La prevalenza di gradi sempre più modesti nella composizione del consiglio in rapporto all'autorità prevalente del colonnello comandante di corpo induce ad attribuire agli ufficiali con cariche amministrative responsabilità ragguardevoli, con la conseguente autonomia: limitatamente al settore economico di stretta competenza, viene infatti loro riconosciuto il diritto di sottoporre a vaglio di legittimità amministrativa l'ordine formale del superiore (Art. 6 delle predette determinazioni).
Il regolamento di amministrazione del 1840: lineamenti generali. ll nuovo regolamento di amministrazione del 184013 - ancora in vigore con poche varianti non di sostanza durante la campagna del 1848 - 1849 - può essere definito il primo vero regolamento di amministrazione nel senso attuale del termine, in quanto - diversamente dallo stesso regolamento del 1832 - non costituisce più modifica parziale di precedenti disposizioni che rimangono per il resto ancora in vigore, ma riepiloga in maniera organica e completa tutta la materia, della quale si ripromette di fornire un compendio dettagliato per favorire i meno esperti, consentendo una conoscenza meno frammentaria delle norme amministrative. Per la prima volta, infatti, vi si precisa esplicitamente che ogni provvedimento e regolamento emanato in precedenza è annullato. Si sente inoltre il bisogno di specificare che è proibito a chiunque di emanare ordini, nonne o istruzioni che tendano a modificarne il contenuto, che ogni modifica deve essere fatta dal Ministero, e che la distribuzione deve avvenire fino al livello di compagnia (L. 12,60 per copia, da acquistare con i fondi per le spese di ufficio della massa di economia, prezzo che pare assai elevato e forse convenzionale). Nella circolare esplicativa, sono indicate le finalità del regolamento e i criteri seguiti per la compilazione:
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Regio Viglietlo portante approvazione di 1m nuovo regolamento per l'amministrazione e la contabilità dei corpi di regia truppa dell'armala di terra, meiliante il quale si trovano riepilogate tutte quelle discipline che l'esperienza dimostò utile per simile importante ramo di regio servizio (21 luglio 1840 - G.M. 1840, pp. 407-710).
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tale regolamento, diviso in due volumi, l'uno dei quali consta del testo, e l'altro contiene le tariffe coi diversi moduli di registri e specchi, riassume e riduce in regolamento solo tutti i diversi regolamenti ed altri provvedimenti anteriori qualunque sì generali, che speciali, infino ad ora esistenti intorno all'amministrazione e contabilità dei corpi; con quelle variazioni e modificazioni bensl degli uni e degli altri, che l'esperienza potè suggerire come necessarie od utili a rendere, per quanto si possa, le cose vieppiù semplici, facili e spedite. E qui appunto non sarà fuo.ri di proposito far avvertire che se, col fine di appianar e rimuovere ogni dubbio o difficoltà che per avventura potesse affacciarsi nei molti e svariati casi che possono succedere ed essere preveduti, l'entrar che fa il regolamento nelle più minute particolarità d'arma e di corpi, ed il prescutar ch'ei fa pur riuniti colle necessarie instruzioni non solamente i moduli dei registri e specchi prescritti, ma bensì anche buona copia di moduli e altri diversi specchi che può occorrere di dover compilare, rende necessariamente dall'una parte maggiore che non era per lo innanzi la mole del regolamento; scema poi assai dell' altra parte la fatica ed il lavoro a coloro tutti, anche meno esperti, che debbano aver i11gere11za nell'amm inislraz.ione e nella contabilità dei corpi, e porge loro facile il mezzo in ogni occasione per l'adempimento delle loro incombenze. Alla luce dei caratteri evolutivi della branca amnùnìstrativa nel periodo precedente il 1840 sui quali già ci siamo soffermati, ci sembra comunque che il principale merito del nuovo regolamento rimanga quello di porre rimedio a un caotico sovrapporsi di disposizioni non sempre chiare e difficili da ricondurre a un quadro complessivo, riunendo in unica sede, chiarendo e armonizzando le norme fino a quel momento emanate. Le modifiche sostanziali e le innovazionì rimangono poche: vengono mantenuti, in particolare, i principali istituti già intro dotti in precedenza (il consiglio di amministrazione accentrato presso il battaglione di deposito e le diverse masse; i consigli eventuali per i battaglioni distaccati; le figure del direttore dei conti, del relatore, dell' ufficiale pagatore ecc.). Una modifica di rilievo riguarda il direttore dei conti, il quale non può più essere un civile come in precedenza, ma è nominato dal Ministero della guerra e scelto nel l'ambito degli ufficiali del corpo, su proposta del colonnello.
Composizione, competenze, funzionamento dei consigli. 11 regolamento tratta anzitutto dei consigli di amministrazione, stabilendo che la suddivisione in un consiglio principale ed uno o più eventuali entra in atto solo quando il reggimento di fanteria deve distaccare dei battaglioni dal deposito: in tutti gli altri casi esiste un solo consiglio, che assu-
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me la denominazione generica di consiglio di amministrazione, presieduto dal colonnello comandante e composto dal maggiore comandante del deposito (relatore), da due capitani (membri) e dal direttore dei conti (segretario). Allorchè il reggimento di fanteria deve operare disgiunto dal suo deposito (evidentemente, è questo il caso d'impiego operativo normale, del quale vanno valutate tutte le implicazioni), il consiglio principale risiede presso il deposito stesso, ed è presieduto dal maggiore comandante del battaglione. Per i restanti reparti del reggimento che operano distaccati dal deposito con il colonnello, viene istituito un consiglio eventuale presieduto dal colonnello stesso, e composto da un maggiore (relatore), due capitani (membri), un ufficiale di amministrazione (segretario). In tal modo si configura un rapporto di dipendenza del consiglio eventuale (anche se presieduto dal colonnello) dal consiglio principale. Qualora un battaglione di fanteria o due o più squadroni di cavalleria siano distaccati dal reggimento, deve ugualmente essere istituito un consiglio eventuale, composto da: ufficiale superiore comandante (presidente); il capitano più anziano (relatore); due capitani, o un capitano e un tenente (membri); un subalterno con funzioni di ufficiale d'amministrazione (segretario) . Se un reparto di truppa distaccato ha forza inferiore al battaglione per la fanteria ed a due squadroni per la cavalleria, non viene istituito il consiglio eventuale, e l'amministrazione è gestita dallo stesso comandante secondo le norme in uso per la compagnia o lo squadrone. Nell'ipotesi che la composizione dei consigli non possa essere quella stabilita, il comandante del corpo rappresenta la situazione, con ragionate proposte, al Ministero della guerra. In nessun caso la presidenza del consiglio o le attribuzioni del relatore e dei membri possono essere esercitate dai segretari dei consigli o dagli ufficiali di massa, " dovendo considerare l'ufficio loro come speciale, senza mai far caso al grado e dell'anzianità che tengono nel corpo e nell' esercito". L'istituto dei consigli eventuali oltre che per la fanteria e cavalleria vale anche per l'artiglieria, per la quale è previsto un consiglio di amministrazione principale presieduto dal comandante del corpo; se devono essere distaccate due o più batterie riunite insieme, il complesso costituisce un consiglio eventuale presieduto dal comandante locale dell'Arma o, in mancanza di questi, dall'ufficiale superiore che ha il comando delle batterie. In tutti gli altri corpi, è ugualmente istituito un consiglio di amministrazione presieduto dal comandante, con composizione analoga ai precedenti. I compiti generici dei consigli e specifici di ciascun componente sono così definiti:
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Il governo economico di ogni reggimento o corpo di truppa, cioè il maneggio di tutto il danaro che per esso si riscuote dalle regie casse, e di quello ancora che, sotto qualunque titolo, si ricava dalla sua amministrazione; la custodia, la conservazione, il mantenimento in buono stato, la distribuzione e l'uso di tutto il materiale inerente agli uomini ed ai cavalli, è affidato in ciascun corpo ad uno o più consigli, i quali assumono il titolo di consigli d'amministrazione, e regolar devono le loro operazioni a seconda delle discipline stabilite da questo regolamento. i"orma nulla meno a ta.1regola eccezione il vitto ordinario dei bass'uffiziali e soldati, siccome quello che, a tenore del disposto nel titolo secondo, capo quinto della parte seconda, ed a differenza d'ogni altro ramo dell'amministrazione, viene in ciascun corpo governato ed amministrato dal solo comandante del corpo medesimo ... L'andamento e l'esecuzione delle diverse operazioni amministrative vengono in ciascun corpo affidati, per la parte che si riferisce alla contabilità in contanti, al direttore dei conti od all'uffiziale pagatore, segretario del consiglio principale, e per la parte che comprende la contabilità in natura, se nei corpi dì fanteria, ad un uffizi.aie subalterno, e se nei corpi di cavalleria e d'arti glieria, ad un capitano, i quali assumono il titolo di uffiziale di massa. Presso i consigli eventuali in ciascun corpo, allorchè instituiti, alle incombenze di direttore dei conti o di uffiziale pagatore, ed a quelle pure di uffiziale di massa, adempie l'uffiziale di amministrazione che fa in tal caso anche da segretario del consiglio eventuale ed, in mancanza di questo, quell'altro uffiziale subalterno per tal fine destinato dal comandante del corpo. In quei corpi nella cui tavola di formazione non apparisce il direttore dei conti o l'uffiziale pagatore, ma sibbene l'uffiz.iale d'amministrazione solamente, rimangono in esso lui concentrate le duplici incumbenze che negli altri corpi vengono esercitate dai direttori dei conti e dagli uffiz.iali di massa. Tanto i direttori dei conti che gli uffiziali di amministrazione e di massa dipendono direttamente dal consiglio; e più specialmente dagli ordini del relatore, cui incumbe d 'invigilarli e dirigerli in ogni loro operazione contabile 14 •
Sia i compiti, sia le attribuzioni dei consigli non risultano quindi molto mutati nella sostanza rispetto al passato: vi sono delle puntualizzazioni, dei ritocchi e degli ampliamenti, dovuti all'intento - in sè lodevole ma non privo di inconvenienti, specie in materia amministrativa - di tutto prevedere e regolamentare nel dettaglio. Si arriva anche a precisare, ad esempio, che i consigli sono istituiti esclusivamente per provvedere ai diversi rami del1' amministrazione, e pertanto non devono ingerirsi nel servizio e nella di-
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Ivi (Art. I e 14).
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sciplina, che riguardano esclusivamente il colonnello; e che i presidenti non possono da soli deliberare su cose di competenza del consiglio, e nessuno può variare le delibere di questi. I consigli deliberano a maggioranza di voti, e i membri inferiori di grado o meno anziani sono i primi ad esprimersi. I pareri dei presidenti e dei membri hanno valore deliberativo; quelli dei maggiori o capitani relatori solamente valore consultivo; i segretari hanno soltanto l'incarico di registrare le delibere e di forn ire i chiarimenti che venissero loro richiesti; a parità di voti, prevale quello del presidente: Le delibere sono trascritte dal segretario sul registro delle stesse e firmate all'istante dai componenti del consiglio. Il membro che sia di parere contrario alla delibera non è obbligato a sottoscriverla, ma deve in calce alla medesima scrivere di proprio pugno, e debitamente firmare, i motivi del dissenso. Sono nulle le delibere prese in assenza dei commissari di guerra, quando è previsto che essi debbano intervenire alle riunioni di consiglio. Nel caso che il presidente sia di parere contrario alla maggioranza dei voti, deve sospendere l'esecuzione della delibera e consegnarne copia al commissario o sottocomnùssario di guerra, che la invia immediatamente ali' Azienda generale di guerra per le decisioni. I consigli rispondono personalmente e collettivamente delle loro delibere e degli abusi, negligenze, dilapidazioni o malversazioni che vengano commessi nell'impiego e nella destinazione dei fondi. In caso di comprovata sottrazione di fondi o di irregolare impiego, il presidente ha l'obbligo di reintegrare la metà dei fondi mancanti, mentre l'altra metà viene recuperata mediante tratten ute proporzionali al rispettivo stipendio operate a tutti i componenti del consiglio, compreso lo stesso presidente. Quando il colonnello è distaccato dal deposito e dà al consiglio un ordine formale contrario al regolamento di amministrazione, sebbene non debba tenersi in conto di valore quella scusa che da un consiglio amministrativo principale venisse addotta, di essersi determinato ad una operazione qualunque amministrativa, la quale sia contraria alla mente dei regolamenti in conseguenza di un or-
dine forma/e,
la somma che deve essere recuperata dopo che la spesa non è stata accettata in sede di revisione dei conti, rimane per la metà da addebitarsi al colonnello comandante, e per l'altra metà ai membri del consiglio principale. I relatori sono inoltre garanti dell'adempimento di tutte le formalità prescritte, oltre ad essere materialmente e personalmente responsabili dell' esattezza dei movimenti giornalieri della cassa sussidiaria, e della gestione del denaro che viene assegnato dai consigli per le paghe agli ufficiali e per il soldo (prestito) alla truppa. In caso di ammanchi, perciò, non sussiste l'obbligo di reintegro da parte del presidente e dei membri del consiglio.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOI.. 1
I comandanti di compagnia e di squadrone rispondono al consiglio della corretta amministrazione del denaro che viene loro pagato, del materiale di ogni genere che loro viene consegnato e del numero di armi e oggetti d'ogni specie in carico. I segretari del consiglio, gli ufficiali di massa e tutti coloro che sono preposti a una branca qualunque del Servizio amministrativo sono subordinati ai consigli e rendono loro stretto conto delle rispettive attribuzioni; in particolare, i segretari dei consigli sono responsabili verso il relatore d'ogni operazione della cassa sussidiaria.
Criteri per la tenuta della contabilità a livello corpo: le casse. La contabilità si articola in contanti e in natura. Quella in contanti comprende l'impiego del denaro ricevuto a qualsiasi titolo dai corpi e la gestione delle diverse masse, cioè distinti capitoli finanziari: d'economia, di musica, d'ordinario (rancio truppa e sottufficiali), d'ospedale o di infermeria per gli uomini, d'infermeria per i cavalli. La gestione del denaro non facente parte delle masse concerne: le paghe del personale; il deconto (cioè la trattenuta per le spese del vestiario della truppa), l'indennità di ingaggio e di riassoldamento; i depositi dei surrogati, cioè di coloro che dietro pagamento di una somma vengono sostituiti nella leva; l'indennità di manutenzione e di rinnovo del vestiario, degli arredi, delle armi e degli equipaggiamenti, delle ferrature e bardature dei cavalli. La contabilità in natura comprende invece le dimostazioni: del quantitativo e dei consumi di stoffe e merci varie assegnate ai corpi; dell'enlrala e uscita delle merci e oggetti vari; dell'entrata e uscita di armi, arredi e altri effetti ricevuti dalle Aziende generali di guerra e di artiglieria. I conti devono essere chiusi trimestralmente, ad iniziare dal 1° gennaio. Per la custodia del denaro, i consigli di amministrazione principali sono forniti di due casse: una a tre chiavi (cassa principale), l'altra a due chiavi (cassa sussidiaria). I consigli eventuali dispongono di una sola cassa (cassa del consiglio). La cassa del consiglio principale e quella del consiglio eventuale sono depositate o nell'abitazione del presidente o in una apposita camera del quartiere della truppa, a discrezione del presidente stesso. Nella cassa principale è custodito "il denaro sonante"; la cassa sussidiaria, destinata ai movimenti di fondi relativi a spese e riscossioni giornaliere, è invece collocata nei locali dell'ufficio amministrazione. In particolare nella cassa sussidiaria vengono depositati gli effetti attivi, cioè:
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le quietanze degli ufficiali ai quali viene anticipato un mese di paga; i rendiconti trimestrali dei consigli eventuali, delle compagnie e degli squadroni distaccati dal corpo; il carteggìo comprovante le somme già anticipate ai suddetti consigli o reparti per pagamenti relativi al trimestre successivo e non comprese nei rendimenti dei conti; in generale, tutti i titoli che dimostrano pagamenti già eseguiti, ammissibili a mente delle norme contabili ma non ancora riportati in uscita sui registri. Le tra chiavi della cassa principale sono tenute rispettivamente dal presidente, dal relatore e dal membro più elevato in grado del consiglio_ Le due chiavi della cassa sussidiaria sono tenute dal capitano relatore e dal direttore dei conti o dall'ufficiale pagatore. Quelle della cassa del consiglio sono tenute l'una del presidente, l'altra dal relatore, e la terza dall' ufficiale d'amministrazione. I consigli, comunque, non debbono mai permettere che in cassa rimangano fondi in denaro eccedenti le cinque mila lire. Gli ufficiali detentori delle chiavi delle casse sono personalmente responsabili dei fondi in denaro custoditivi 15 _ Fatta eccezione per il prestito alla truppa e per lo stipendio mensile degli ufficiali, qualsiasi riscossione in denaro o altro pagamento effettuato nel corpo deve essere preventivamente autorizzalo dal consiglio, con delibera da iscriversi nell' apposito registro; inoltre, alla giustificazione di un pagamento deve asservi aggiunta la quietanza di chi lo ha ricevuto. Gli assegni emessi dalla tesoreria generale debbono, per la riscossione, essere quietanzati dal presidente, dal relatore e da uno dei membri del consiglio, e contrassegnati con bollo del consiglio medesimo . Tutti i pagamenti sono effettuati dai segretari dei consigli alla presenza dei relatori, i quali sono tenuti ad autenticare con la loro firma le quietanze relative. Le riscossioni sono anch'esse effettuate dai segretari dei consigli; il relatore deve controllarne l'immediato versamento in cassa. I pagamenti agli analfabeti debbono essere convalidati dal segno di croce delle medesime (persone) che per esse tiene luogo di quietanza, e dalla firma di due testimoni, estranei agli uffici d'amministrazione, i quali dichiarino d'essere stati presenti all'avvenuto pagamento 16 •
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Ivi (Art. 55).
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Ivi (Art. 73).
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Registri, paghe e indennità. Il regolamento si diffonde in una completa elencazione del gran numero di registri occorrenti ai vari livelli, e determina persino con quali tipi di monete devono essere effettuati i pagamenti a cura delle tesorerie, seconda che si tratti di acconti sulle paghe, o di livranze per saldo paghe. Per gli acconti sulle paghe, cioè per i pagamenti più importanti, si ricorre ad esempio a monete di eroso-misto da centesimi venti, e quaranta, nella proporzione del sessanta per cento; monete di rame da centesimi uno, tre, cinque, nella proporzione del due per cento; e per il rimanente monete d'argento 17 •
I registri dei consigli principali sono tenuti dal direttore dei conti o dall'ufficiale pagatore, per la contabilità in contanti, e dall'ufficiale di massa, per la parte che riguarda la contabilità in natura; nei consigli eventuali, sono invece tenuti tutti indistintamente dal segretario. Essi devono essere numerati e firmati, con apposita annotazione, dal commissario o sottocommissario di guerra. Per la contabilità in contanti, i movimenti sulla cassa principale sono riportati nel registro di cassa, nella quale deve essere costantemente rinchiuso, in cassaforte, non può esserne estratto se non per effettuarvi le registrazioni occorrenti e deve contenere le sole note relative alle somme in entrata e in uscita. I movimenti dalla cassa sussidiaria vengono invece registrati sul giornale generale del segretario del consiglio principale, dove il direttore dei conti o l' ufficiale pagatore registrano giorno per giorno e senza interruzione i relativi movimenti contabili. Tali operazioni si identificano: in entrata, dalle somme che il segretario riceve dalla cassa principale e dalle riscossioni a qualsiasi titolo; in uscita, dai pagamenti di qualunque natura effettuati. Assieme al registro delle deliberazioni, i due registri predetti sono i più importanti per la contabilità in contanti a livello di corpo. Per la contabilità in natura i principali documenti sono: il registro per l'entrata nel magazzino e l'uscita delle diverse stoffe e merci; il registro per l'entrala nel magazzino e l'uscita dal medesimo dei vari capi di corredo per bass'ufflziali e soldati; infine il registro del caricamento generale con l'azienda generale di guerra, che riporta i movimenti di materiali di armamento, oggetti di cuoio e bardature per cavalli e dal quale risulta anche la ripartizione per battaglione degli oggetti stessi. Tutti i registri devono avere chiusura trimestrale, raffrontata con quella del trimestre precedente al fine di verificare la situazione dei fondi e ma-
17
lvi (Art. 71) .
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teriali residui in carico. Annualmente si procede a un'ulteriore chiusura, approvata con specifica dichiarazione dall'ufficiale di Stato Maggiore incaricato del controllo. Per le eventuali correzioni, viene anche precisato: nè sui registri, nè sopra le carte contabili non è ammessa nè tollerata raschiatura alcuna, ed occorrendo di dovervi fare qualche variazione od emendare qualche errore, si deve cancellare leggermente, in modo da potersi leggere ancora quel che vi era scritto 18 • Circa il meccanismo delle paghe, mensilmente l'Azienda generale di guerra anticipa due acconti; il saldo delle spettanze è effettuato alla fine di ogni trimestre. I consigli di corpo, a mezzo di regolare delibera, indirizzano entro il giorno 20 di ciascun mese all'Azienda generale di guerra la richiesta dei fondi ritenuti sufficienti per le spese previste fino al giorno 15 del m ese successivo; per quanto concerne le esigenze di spesa dal 15 al 30, i consigli inviano entro il 12 di ciascun mese un secondo prospetto di richiesta, prendendo come base la forza presente al primo giorno del mese; i prospetti d ebbono essere verificati e sottoscritti dai commissari di guerra. Inoltre entro il 15 del mese successivo a ciascun trimestre, i corpi devono trasmettere (tramite i commissari o sottocommissari di guerra che li verificano e completano in ogni loro parte) i fogli nominativi delle competenze. Sulla base di tali fogli, l' Azienda generale di guerra compila e invia trimestralmente ai corpi i relativi saldi (/ivranze trimestrali, accompagnate da / ogli di rettificazione degli errori riscontrati nei fogli delle competenze) . Dalle livranze trimestrali vengono però detratte le somme già pagate nel corso del trimestre e quelle per cui i corpi sono debitori a qualsiasi titolo, per merci e stoffe ricevute dai regi magazzini, per retribuzione di cure veneree, e spese di sepoltura dovute dagl'individui stati ricoverati negli ospedali divisionari, per credito di deconto pagato dalle tesorerie provinciali agli uomini di servizio temporario, o deUe classi di riserva congedati perline ferma, per valore delle vestimenta somministrate agli usciti della catena militare, per acconti dati agli individui che si recarono isolatamente ai corpi, per spese di bucato a coloro che venivano ammessi ai bagni, e per consimili altri motivi 19 •
18
l vi (Art. 91).
19
l vi (Art. 101).
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Tutte queste esigenze devono naturalmente essere tenute in considerazione dai consigli nelle richieste di fondi. Gli ufficiali in servizio permanente (posizione già allora esistente) vengono pagati negli ultimi due giorni del mese, quietanzando con firma il rispettivo foglio di prestito. I comandanti di corpo stabiliscono ora e giorno del pagamento e ne avvertono gli ufficiali mediante ordine del giorno. Costoro sono pagati per il solo periodo di presenza al corpo, e "nulla più"; l'importo dello stipendio ad essi dovuto per le assenze viene computato nelle livranze trimestrali soltanto dopo il loro rientro al corpo. I comandanti dei corpi, sotto la loro personale responsabilità, "nei casi particolari di straordinarie spese per malattia o per altri simili motivi non prodotti da incondotta" hanno facoltà di far anticipare agli ufficiali una somma non maggiore dell'importo di un mese di stipendio sui fondi della cassa sussidiaria, prescrivendone la restituzione entro tre mesi, a rate o in unica soluzione. In tempo di pace gli ufficiali percepiscono le loro paghe direttamente dai segretari dei consigli. In tempo di guerra vengono invece pagati ogni quindici giorni dai rispettivi comandanti di compagnia o di squadrone. Agli ufficiali comandati in marcia compete anche il "soprassoldo di marcia" , concesso sulla base dell'Art. 73 del regolamento 9 agosto 1836. A tal fine i consigli compilano uno stampato e lo consegnano all'ufficiale che parte, il quale deve farlo autenticare dal commissario o sottocommissario di guerra del luogo dove arriva. Gli ufficiali provinciali, cioè di complemento, allorchè sono presenti al corpo vengono retribuiti con le stesse modalità degli ufficiali in servizio permanente. Quando non sono presenti al corpo, ritirano ogni trimestre lo stipendio di loro spettanza presso il quartiermastro, rilasciando quietanza accompagnata da certificato di esistenza in vita. Ai co nsigli di amministrazione principali compete controllare che tutti gli ufficiali provinciali, per regolarità dei conti, "ritirino la paga ad essi dovuta". Per quanto riguarda i sottoufficiali e la truppa, i consigli di amministrazione ogni 5 giorni {l'l, il 6, l'll, il 16, il 21 e il 26 di ciascun mese), sulla base della forza presente, anticipano l'importo richiesto nel prestito (così chiamato perchè trattasi di fondi concessi per anticipazione). Al fine di evitare gli ammanchi che deriverebbero specie nei cac;i di diserzione da un pagamento anticipato del prestito alla truppa, i comandanti di compagnia pagano il piccolo prestito (cioè - ricordiamo - la parte del prestito che è pagata effettivamente alla mano del personale) soltanto allo scadere del termine dei cinque giorni di presenza: quindi il 5, IO, 15, 20, 25 e 30 del mese e con il restante denaro del prestito (l'ordinario) provvedono alle spese giornaliere per il vettovagliamento.
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Ad ogni prestito i comandanti di compagnia compilano, su specifico modello, unfoglio di prestito numerico riportante: gli uomini presenti divisi per grado, l'indicazione della paga giornaliera a ciascuno dovuta, le somme in aumento o in diminuzione da pagarsi, secondo un elenco nominativo compilato sul retro del foglio, e infine un elenco numerico degli assenti, distinti per motivo. Il foglio viene presentato al relatore, il quale dopo averne riconosciuto l'esattezza ordina di procedere al pagamento, che avviene a cura del comandante di compagnia tramite il furiere, in orario stabilito dal comandante di corpo con ordine del giorno, e alla presenza dell'ufficiale di servizio di settimana. Alla truppa compete anche un'indennità di via, elargita a coloro che: vengono inviati in congedo illimitato, alla presenza del relatore e dei comandanti di compagnia e previa presentazione da parte di quest'ultimi dell'elenco dei partenti con indicata la somma da pagarsi; sono chiamati alle armi in servizio "temporario". Possono inoltre essere concessi a sottufficiali e truppa dal comandante di corpo - su domanda del comandante di compagnia - pagamenti a titolo di piccoli bisogni, allorchè il predetto personale: si trova in stati di "urgente strettezza"; si deve recare in congedo per convalescenza o malattia, e non ha i mezzi occorrenti per il viaggio. Le somme occorrenti vengono prelevate dalla massa individuale di deconto. Secondo il regolamento, li caso di urgente strettezza non vuole essere giudicato largamente, ma solo ammesso per coloro che, essendo appena usciti di malattia, ammogliati , o vedovi con prole, hanno vero bisogno della mas~a di deconto per ristorare più agevolmente la !oro salute, o provvedere alle spese della loro fam iglia20•
I coma ndanti di compagnia quietanzano i fogli di prestito e rispondono del denaro ricevuto e della sua corretta distribuzione, sia per la parte concernente il piccolo prestito sia per quella relativa all' ordinario. Ogni foglio di prestito che non sia firmato dal comandante di compagnia non ha validità e non può essere incluso nella contabilità. I segretari dei consigli, a loro volta, compilano un riepilogo distinto per compagnia e squadrone, e registrano nel giornale generale della cassa sussidiaria l'ammontare complessivo del prestito che ne risulta.
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lvi (Art. 137).
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Alla fine di ciascun trimestre i comandanti di compagnia redigono il consuntivo dei conti del reparto (foglio nominativo delle competenze). Una copia di questo documento è consegnata nei primi due giorni di ogni trimestre direttamente al commissario o sottocommissario di guerra addetto al corpo, ed una seconda, alla fine di ciascun trimestre, al consiglio di amministrazione; dalla seconda copia (debitamente completata) deve risultare la cifra definitiva che compete alla compagnia. Quest'ultimo foglio prima del suo inoltro ali' Azienda generale di guetra è confrontato dal commissario con quello consegnatogli all'inizio del trimestre, ed a riprova dell'avvenuta, perfetta coincidenza deve essere sottoscritto sia da lui sia dal comandante di compagnia. Dettagliate norme regolano anche il congedamento del militare, le sue competenze, le somme e il materiale che deve consegnare e che deve ricevere. Una disposizione invero singolare (Art. 148) prevede che il sottufficiale o soldato che si reca in congedo assoluto deve pagare lo stampato di congedo con "lire una a titolo di retribuzione per l'impressione del medesimo". Prima di sottoscrivere e di consegnare il congedo, il comandante di corpo o del deposito sono tenuti a controllare la situazione delle trattenute (deconto) praticate all'individuo, e fargli liquidare quanto egli a ragione dovesse reclamare. A tal fine, viene anche prevista e regolamentata la linea d'azione da seguire nel caso che il soldato prossimo al congedo reclami delle competenze: ogni qual volta un bass'uffiziale o soldato cui sia spedito l'assoluto congedo indirizzi dei reclami al Commissario o Sottocommissario di guerra, questi procede alle opportune ricognizioni per accertarsi se i reclami siano o no fondati; e secondo che gli risulta, o persuade il congedando delle nullità dei medesimi, o prega il comandame di corpo di farli soddisfare. Nel caso poi che non riuscisse di persuadere l'individuo, o questi si ostinasse di credersi danneggiato, e il corpo avvisasse di non essere tenuto a risarcirlo, il Commissario o Sottocomissario di guerra riferisce minutamente la cosa all' Azienda generale di guerra per le opportune deliberazioni21 •
li giorno prima del congedamento, il comandante di compagnia o squadrone: si fa restituire dal congedante il cappotto o pastrano, le armi, le buffetterie e tutto quanto è tenuto a restituire;
21
l vi (Art. 15 1).
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controlla se il materiale restituito è ben conservato, e in caso di deterioramenti procede all'addebito sulla relativa massa di deconto; chiude alla presenza dell'interessato il suo conto di massa sul libro mastro e sul libretto (individuale) sottoscrivendo l'uno e l'altro; trascrive fedelmente sul congedo, desumendolo dal libro mastro, il conto di massa, iniziando dal primo giorno dell'ultimo trimestre; compila una copia del predetto conto che da lui sottoscritta deve essere consegnata al segretario del consiglio per il pagamento del credito, o per la riscossione del debito di deconto dell'individuo. Nella mattinata del giorno dopo, ed all'ora del rapporto, il congedante è presentato al comandante del corpo per il controllo del deconto, e quindi al relatore per la liquidazione finale delle incombenze amministrative.
Temperamenti del regolamento del 1840 per le truppe in campagna e/o in guerra. Diversamente da quello del 1832, il regolamento in esame - e ciò costituisce un suo limite oggettivo - risulta concepito e impostato principalmente per il tempo di pace o per la vita in guarnigioni o piazze, ove l'esercito non deve sostenere cicli di attività al di fuori delle sedi stanziali. Norme particolari vengono perciò previste per il tempo di guerra, in tal modo rovesciando un più razionale indirizzo, che vorrebbe gli ordinamenti e la regolamentazione di un esercito concepiti principalmente in vista di un impiego in guerra e in campagna, fatta salva l'adozione di norme particolari per il tempo di pace. È evidentemente il difetto di impostazione iniziale a causare quell'estrema macchinosità dei procedimenti amministrativi che abbiano avuto modo di appurare, mettendo in evidenza il carattere di un complesso di norme che può reggere soltanto in una situazione pacifica e stanziale. Vengono, anzitutto, ribadite e forse meglio precisate le nonne del precedente regolamento del 1832 sulla custodia della cassa con particolare riguardo alla permanenza al campo, fase usuale in guerra nella quale - con ovvi inconvenienti - continua ad essere proibito che la cassa con relativo ufficiale di amministrazione - segua il reparto, rendendo così necessari passaggi di consegne. L'ufficiale d'amministrazione è sostituito a l campo, nelle sue attribuzioni, dall'aiutante maggiore. Il consiglio eventuale si riunisce in via straordinaria ogni volta che si riveli necessario, e di regola ogni cinque giorni per assegnare i fondi del prestito della truppa e per deliberare ogni altra spesa necessaria. Il registro delle delibere, però, rimane presso l'ufficiale d' amministrazione, al quartier generale dt:lla divisione o nei locali dell'Intendenza dell'armata. Pertanto
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le deliberazioni che allo stesso consiglio occorre di dover prendere per un oggetto qualunque di contabilità essendo al campo e al bivouac, vogliono essere iscrilte sopra foglj volanti, e quindi spedite all'uffiziale d'amministrazione che trovasi presso il quar tier generale, il quale deve subito trascriverle sul registro delle deliberazioni, modello N. 1, conservandole poscia nelle casse riunite in fascicoli. Tosto come poi che si presenti l'opportunità, l'ufficiale d' amministrazione deve far sottoscrivere il registro dal consiglio, ed a questo restituire in allora, per esser.e annullati, i fogli volanti che gli venivano spediti 22 •
Per le richieste di fondi l'ufficiale d'amministrazione deve essere autorizato dal consiglio competente a quietanzare il mandato, in base al quale il commissario di guerra autorizza il pagamento presso la cassa divisionaria dell'Intendenza d'armata. Poco di mutato nel restante meccanismo di pagamento del prestito ai sottufficiali e alla truppa e delle paghe agli ufficiali_ Quando il reparto è accampato, o al bivacco (addiaccio), i pagamenti vengono effettuali direltamcnte dalla Cassa divisionaria d ell'In tendenza di
armata a un ufficiale comandato dal campo, provvisto di vettura, accompagnato da un sottufficiale e con al seguito le delibere del consiglio, i fogli di prestito, e un sacco per ciascuna compagnia o squadrone con sopra apposto il numero del reparto. Deve presenziare al pagamento anche l'ufficiale d 'amministrazione. Al ritorno dell'ufficiale al campo, il relatore riunisce tutti i comandanti di compagnia o squadrone per il controllo del denaro contenuto in ciascun sacco, e consegna loro la somma dovuta come da foglio di prestito. L' ufficiale d'amministrazione, non essendo presente al campo, tiene il giornale generale per la cassa sussidiaria sotto la vigilanza - per quanto possibile - del relatore, ma soprattutto del commissario di guerra della divisione, che ha facoltà di chiederlo in visione quando lo giudica opportuno, per verificare gli introiti e le spese giornaliere. Dalla tortuosità di questi espedienti, ricercati per adattare il sistema contabile alle esigenze di campagna, si può facilmente dedurre quanto sia difficoltoso il funzionamento pratico del meccanismo amministrativo, specie in relazione agli scarsi e poco veloci mezzi di comunicazione del tempo. Ai problemi creati dalla lontananza del colonnello dal deposito e dalla presenza di un consiglio d'amministrazione che in ultima analisi è in buona parte sottratto alla sua autorità (creando così un dannoso dualismo tra governo
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l vi (Art. 866).
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disciplinare, addestrativo e operativo e l'organizzazione dei Servizi) si aggiungono le difficoltà di funzionamento del consiglio principale e soprattutto del consiglio eventuale, a sua volta spezzato in due, rimanendo in pratica molta parte dell'amministrazione, con la cassa, al quartiere generale e distante dal reparto. Nè, infine, vanno sottovalutate le difficoltà di comunicazione connesse con la dipendenza di più consigli eventuali dal consiglio principale. Pare quasi di cogliere, tra i molti articoli del regolamento esaminato, la convinzione che in guerra o al campo non si amministra, mentre invece è proprio in queste occasioni che i meccanismi amministrativi, per il benessere e quindi l'efficienza del personale, debbono funzionare semmai di più e meglio , sia pur r.ispettando l'aurea massima del maresciallo Hindenburg che "In guerra solo ciò è semplice può riuscire". Faco!Là e controlli.
Per il corretto funzionamento del servizio è istituita una minuta catena di controlli, a cominciare dai poteri assai estesi riservati al commissario di guerra, che nel meccanismo complessivo sottopone a vaglio finale qualsiasi atto dei consigli, ne vigila la condotta, interviene alle più importanti sedute, ha la facoltà di convocarli e di effettuare in ogni istante controlli di cassa, rappresenta in linea generale l'organo di indirizzo e di controllo - un organo, si noti, diverso dal colonnello - sì che del tutto giustificata appare l'osservazione del maggiore Gregorio sulla Rivista di Commissariato del 1941: l'autonomia dei corpi venne tu ttavia contenuta dalle minuziose norme del regolamento del 1840 ed i Consigli furono soggetti al potere centrale, attraverso l'incessante vigilanza dei Commissari 23 •
È proprio questa "incessante vigila nza" a venire esercitata maggiormente - con la cassa del corpo e l' ufficiale d 'amministrazione collocati al quartier generale di divisione - in operazioni, quando al contrario sarebbe ancor più necessario lasciare ai vari livelli quel giusto grado di autonomia che è presupposto indispensabile per raggiungere la flessibilità imposta dai caratteri dell'attività dei reparti. Solo i commissari di guerra di divisione o l' Intendente generale hanno facoltà di decidere in situazioni non previste dal regolamento, rendendone conto all'organo superiore (il commissario, all' Intendente; l'Intendente, a sua volta, alt' Azienda generale di guerra).
23
C. De Gregorio, Art. Cii., "RTVTSTA DI COMMISSARIATO" n. 5/1941.
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Di fronte a questo potere di indirizzo e intervento dei commissari - vere autorità parallele che hanno l'ultima parola in materia logistica e prendono di fatto le decisioni più importanti - assai sbiadite risultano le attribuzioni logistiche della catena di comando, ristrette a un'attività ispettiva che, per quanto importante, non è tale da consentirle di porre diretto e sollecito rimedio a situazioni anomale. Il regolamento del 1840, in merito, conferma le disposizioni del 1832 sulle ispezioni settimanali ai corpi dell;l divisione, da condursi da parte del Capo di Stato Maggiore con l'intervento del commissario di guerra. Inoltre, sottintendendo un pernicioso dualismo e una separatezza di fatto tra organi di comando e logistici, prescrive che i comandanti di corpo d'armata e di divisione, solo su richiesta (SIC) dell' Intendente d'armata e/o del commissario di guerra, diano ordine ai Capi di Stato Maggiore di far eseguire dai comandanti dei corpi, compagnie o distaccamenti, tutti gli ordini che riguardano la contabilità e ciò che può meglio contribuire alla sua regolare progressione, dovendo queste due autorità aiutarsi reciprocamente, così esigendo il buon andamento del-
1'amministrazione dell'armata.
Adeguamenti amministrativi nel corso delle campagne del 1848 e del 1849. La scarsa flessibilità e rispondenza del meccanismo amministrativo rispetto alle contingenze particolari che un esercito deve affrontare in una campagna di guerra emerge dagli adeguamenti che durante il conflitto vengono a portati ad un regolamento che pure può d efinirsi ancora, nel 1848, di recente adozione. Nel marzo 1848, tre giorni prima dell'inizio della guerra, "in considerazione delle circostanze eccezionali che possono attualmente dar luogo ai movimenti di truppa", e allo scopo evidente di evitare il moltiplicarsi dei consigli eventuali nell'ambito dei corpi, una circolare24 dispone che non vengano più istituiti consigli eventuali nei battaglioni distaccati dalla parte attiva del corpo (cioè dal gruppo dei tre battaglioni operativi alle dipendenze del colonnello), che a sua volta già costituisce un consiglio eventuale, trovandosi il consiglio principale presso il deposito. Questo provvedimento, che di per sè snellisce le dipendenze amministrative, aggrava però le incombenze dei comandanti di compagnia e squadrone dei predetti battaglioni distaccati, i quali sono tenuti a rendere ragione dell'amministrazione del reparto direttamente al consiglio eventuale costituito dalla predella parte attiva.
24
Determinazione della Divisione Contabilità del Ministero in data 20 Marzo 1848 (G.M. 1848, pp. 101-101).
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Un'altra disposizione del 28 marz<>25, sempre relativa ai consigli, varia la composizione del consiglio principale del corpo presso il deposito, prevedendo che il presidente abbia il grado di tenente colonnello e non di maggiore, e possa essere sostituito, se comandato altrove, dal capitano relatore; del consiglio fa inoltre parte "il capitano della compagnia ove risiede il deposito''. Un provvedimento, dunque, mirante ad alleggerire la composizione del consiglio principale e ad aumentarne l'elasticità di funzionamento. Il 20 maggio, a campagna iniziata e poco prima della battaglia di Goit<>26, viene mutata ancora la composizione del deposito e quindi del consiglio principale, con provvedimento conseguente alla decisione di spostare i battaglioni deposito dalle sedi stanziali del Piemonte "mobilizzandoli" e inviandoli in Lombardia e nei ducati di Modena, Parma e Piacenza. Il consiglio principale - che rimane nella località di stanza del deposito - è ulteriormente alleggerito, e comprende, oltre al tenente colonnello comandante del deposito presidente, un capitano relatore, il direttore dei conti, un ufficiale di massa (cioè responsabile della contabilità in natura) e un "sottotenente a disposizione" , aiutante del direttore dei conti, "con l'incarico particolare della tenuta dei ruoli matricolari". In sostanza, i depositi perdono le incombenze addestrative e di rifornimento di uomini e cavalli prima loro affidate, accentuando la loro fisionomia amministrativa e logistica in genere (specie nei riguardi del vestiario); essi inquadrano infatti, oltre ai 4 ufficiali prima indicati, 44 militari tutti con incariche logistici, dei quali 1 capo sarto, 1 capo calzolaio e ben 33 soldati con precedenti di mestiere per quanto possibile idonei per essere adoperati quali lavoratori sarti e calzolai, nel confezionamento degli effetti di corredo militare per alimentare nelle attuali straordinarie contingenze li magazzini dell'armata.
Importante è il decreto - in data 1° aprile - con il quale viene approvato il Regolamento per la contabilità dei fondi e delle spese pel servizio delle Regie Truppe in campagna21 : anch'esso, more solito , intende snellire l'am-
25
G.M . 1848, p. 127.
26
G.M . 1849, pp. 305-307.
27
U.M. 11141!, pp. 157-161.
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ministrazione finanziaria, con particolare riguardo al livello superiore a quello di corpo d'armata e divisione sui quali il regolamento del 1840 non si era soffermato Giacchè per quanto sia conveniente non abbiansi ad infrangere i fondamentali principi dei regolamenti economici, è pur forza di concedere in simili straordinarie emergenze tutte le facilitazioni e le semplificazioni atte ad assicurare la prontezza della esecuzione da cui può essenzialmente dipendere la buona riuscita delle cose di guerra ...
Nel decreto è precisato che l'Intendente generale ha la suprema direzione dell'amministrazione economica, qualunque sia il tipo di Azienda generale a livello centrale al quale far capo; da lui dipendono gli impiegati delle diverse Aziende generali, comunque distaccati presso l'armata. Dai predetti impiegati egli pertanto riceve i documenti contabili e le notizie - ivi comprese le difficoltà incontrate - dei quali necessita nell'interesse del servizio. Le richieste di fondi possono essere da lui indirizzate, a seconda del bisogno, al cassiere generale dello Stato e ai cassieri partico/uri, sia tramite l'Azienda genera le di guerra sia direttamente all'Ispettorato generale del Regio Erario, oppure agli Intendenti provinciali. In caso di malattia o di altro legittimo impedimento dell'Intendente generale, i mandati e le richieste di fondi possono essere firmati dai delegati delle varie Aziende generali presso l'armata, ognuno per la parte di competenza. I fondi possono essere forniti: a mezzo di assegni della tesoreria generale che i cassieri dell'armata possono riscuotere presso le tesorerie provinciali; mediante cambiali pagabili all'ordine dei cassieri d'armata; tramite credenziali; con il trasporto materiale di fondi dalla tesoreria generale a quelle provinciali; infine, per mezzo di mandati provvisori ai tesorieri provinciali. Il decreto contiene anche norme speciali per l'emissione di mandati di pagamento a favore di ufficiali di ogni grado facenti parte di un corpo d'armata ma non in forza ad un reparto con relativo consiglio di amministrazione (una lacuna che avrebbe dovuto essere prevista prima!). A tal fine, l' Intendente generale dispone che i commissari capi dei corpi d'armata richiedano ai Capi di Stato Maggiore degli stessi un elenco a loro rirma di tutti gli ufficiali che si trovano in questa condizione. Analogo elenco dovrà essere richiesto agli organi direttivi per il personale alle loro dipendenze. Piuttosto complicate le operazioni contabili successive (tre elenchi distinti, uno per la paga, l'altro per i viveri, l'altro per i foraggi .. . , ecc.). La parte più qualificante è quella intesa a semplificare il meccanismo (assai pesante e lento anche ai livelli elevati) delle autorizzazioni di spesa: le spese impreviste che per urgenti motivi di servi.zio è necessario effettuare subito so-
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no liquidate direttamente dall'Intendente generale dell'armata, il quale ogni 15 giorni deve farne pervenire una nota sia al Ministero della guerra sia ai capi dell'Azienda generale (limitatamente alla parte che li può riguardare). L'Intendente generale, per le spese relative alla persona del Re e dal suo seguito e per quelle di "sussistenza e difesa dell'annata", nel caso manchi il tempo per ottenere dal Ministero le autorizzazioni preventive nei termini stabiliti dalla vigente regolamentazione, ne è dispensato dalla richiesta, così come è dispensato dalle formalità relative ai pubblici appalti . Queste particolari attribuzione dell'Intendente generale sono ulteriormente estese - particolare significativo - ai commissari di guerra a livello corpo d'armata e divisione. Con altro provvedimento del 21 aprile 184828 viene migliorato il trattamento economico e morale dei commissari di guerra con l'adozio ne di una nuova divisa d i foggia analoga a quella degli ufficia li di fanteria, assegnando loro - in consider azione delle aggiuntive esigenze di spesa - un soprassoldo che va dalle 8 lire giornaliere per l'Intendente genera le, alle 6 lire per il chirurgo capo ed i medici, alle 4 lire per " applicati, scrivani e volontari" delle Aziende di guerra e di artiglieria e dell'uditorato; il soprassoldo è comprensivo d ' ogni altra indennità spettante al predetto personale per viaggi, bagagli ecc .. . Analogamente, il cassiere generale e i cassieri particolari dell'armata in campagna adottano anch'essi "una tunica alla foggia militare" 29 • La circolare del 2 maggio 184830 riepiloga infine, con qualche modifica, le disposizio ni precedenti e fornisce delucidazioni, precisazioni e no rme di dettaglio per l' amministrazione militare in Lombardia. In particolare, si stabilisce che i fo ndi occorrenti per il soldo della truppa vengano accreditati direttamente dall ' intendenza generale d'armata al consiglio eventuale dei reggimenti, oppure alle compagnie e agli squadroni distaccati indicati nelle richieste di fondi del consiglio eventuale. I battaglioni bersaglieri, il battaglione di zappatori, le brigate di artiglieria ed il treno di provianda non costituisco no consigli eventuali: la loro contabilità viene accentrata nelle mani del comandante.
28
G.M. 1848, pp.220-223.
29
R. D. I luglio 1848 (G.M. 1848, p. 416).
30
Contabilità ai corpi d ell'A rmala ... (G .M. 1848, pp. 252-254) e Amministrazione militare in Lombardia (G.M. 1848, pp. 381 -383).
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Sempre in merito ai consigli d'amministrazione, un'altra importante deroga: qualora un corpo non possa comporre il consiglio d'amministrazione nel modo richiesto dai regolamenti, il comandante del corpo potrà formare detto consiglio come risulta possibile, facendo cenno in apposita delibera della decisione e delle ragioni che l'hanno determinata (prima, doveva rappresentare il caso direttamente al Ministero). Circa la consegna dei fondi, altre modifiche - sempre nel senso di un maggiore decentramento della responsabilità, reso necessario dalle esigenze operative - prevedono, per l'artiglieria, la possibilità che l'Intendenza generale d'armata possa consegnarè il denaro anche al comandante delle batterie distaccate, e non solo al comandante della brigata di artiglieria. Per tutti i reparti, inoltre, i fondi possono essere consegnati anche a un ufficiale o sottufficiale di fiducia del comandante, dietro sua quietanza e sotto la sua stretta responsabilità. In definitiva i consigli d ' amministrazione - composti ora secondo opportunità dal comandante di corpo, abbandonando i rigidi vincoli precedenti - vanno restringendo sempre più il loro campo d'azione. L'amministrazione è quindi affidata con frequenza direttamente e totalmente al comandante, soluzione peraltro non priva di inconvenienti. E anche per quanto concerne la gestione del contante, si passa da un insieme di esasperate norme restrittive, che gravemente limitano l'autonomia di Intendenti e commissari, a conferire a questi la possibilità di effettuare - senza preventiva autorizzazione e derogando da tutte le disposizioni, incluse quelle relative agli appalti - le spese immediate che la situazione operativa rende necessarie. E nemmeno regge il sistema della consegna dei fondi ai soli comandanti, visto che se ne autorizza iJ ritiro da parte di ufficiali e sottufficiali di loro fiducia. Un'altra deduzione importante può essere tratta dal ripetersi di circolari indirizzate ai comandanti, nelle quali li si ragguaglia sulle disposizioni amministrative emanate, si chiede il loro intervento e la loro collaborazione e si sente anche il bisogno di precisare che la trattazione della branca economico - amministrativa dell'esercito fa capo all'Intendente generale: come se sfera amministrativa e sfera operativa e disciplinare fossero due branche parallele tra le quali si deve imbastire una collaborazione, e non facessero invece capo - nell'ambito dei reparti - a un'unica autorità gerarchica. Eredità evidente, questa, di un'antica separazione tra branca logistica (affidata a fiduciari civili, direttamente responsabili verso l'Azienda generale di guerra soprattutto come controllori dell'operato degli ufficiali , più che loro collaboratori e dipendenti) e branca operativa (di pertinenza della catena gerarchica militare). Divisione di poteri - con relativi conflitti - nella
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quale il Laporte individua addirittura connotati sociopolitici, in quanto immagine del contrasto tra borghesia (i commissari civili reclutati tra la borghesia colta) e nobiltà (gli ufficiali, al tempo reclutati prevalentemente in tale classe sociale)31 In tutti i casi, nonostante i molteplici e quasi affannosi tentativi di adeguamento funzionale, non si può dire che nella condotta della campagna del 1848 la branca amministrativa presso i reparti abbia dato buona prova. Ne fa fede una lampidaria circolare indirizzata dal Ministero - divisione contabilità - al generale comandante in capo dell'annata 1'8 febbraio 184932 , in vista della ripresa delle operazioni: importando che i Corpi dell'Esercito, i quali ben tosto possono essere destinati a riprendere le ostilità, non abbiamo nuovamente ad incorrere, per quanto riflette alla tenuta dei propri conti, negli inconvenienti in cui incorsero, allorquando già ebbero a militare in sui campi della Lombardia, inconvenienti che se voglionsi nei primordii della campagna attribuire in parte alla precipitazione con cui dovette l'Armata essere messa in movimento, ed alla rapidità delle successive mosse strategiche, furono pure in gran parte conseguenza del poco conto in che vennero tenute le discipline contabili, talchè non potendo li corpi per le sovraddotte cause attendere a tutti i lavori di contabilità dei regolamenti prescritti, non pochi di essi trasandarono pure li più essenziali e le cose vennero a tal punto che loro non bastarono più mesi di tregua a poter rendere i propri conti, questo Ministero ha perciò risoluto che per mezzo d'ordine del giorno siano dall'E. V_ notificate tanto ai Corpi, quanto all' Intendenza generale d'Armata le seguenti disposizioni.
Segue una serie di osservazioni incentrate sulla tenuta della contabilità a livello di compagnia, rivelatasi troppo complessa e tale da richiedere scritture contabili eccessivamente laboriose, incompatibili con le incombenze di carattere operativo e disciplinare dei capitani, ovviamente prioritarie almeno in guerra. Peraltro siccome sarebbe inopportuno nell'attuale circostanza di probabile imminente ripresa delle ostilità il variare, benchè nella mira di semplificarlo, il sistema di contabilità oggidì esistente, poichè qualunque si potesse essere quello che venisse adottato, si richiederebbero nuovi studi tanto per parte dei Corpi che dell'Amministrazione militare per impratichirsene,
31
Cfr. LAPORTE (Intendente militare t• Classe), Conferenza su "Mobilitazione economica e Intendenza militare" ("Rivista di Commissariato" n . 5/1936)_ Vi si fa un'interessante storia della progressiva subordinazione della branca dei Servizi - prima indipendenti - alla catena gerarchica nell'esercito fran cese, secondo linee evolutive analoghe a quanto avvenuto nell 'armata sarda e nel successivo esercito italiano.
32
"Conto dei corpi - Norme per la r egolamentazione onde evitare la riproduzione dei successivi inconvenienti" (U.M. 1849, pp. 128-130).
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO • VOL. I
Il Ministero lascia facoltà ai reparti, aJlorchè si rimetteranno in movimento per passare il confine, di prescindere dalla tenuta dei registri memorie previsti per il livello di compagnia, e di compilare in loro vece un semplice quaderno memorie per quelle tali partite che hanno t ratto al decanto individuale [cioè alle trattenute per spese vestiario - N .D .R.] , e un doppio dei buoni nominativi che rilasciano per la distribuzione d 'aggetti .
L'esatta compilazione dei fogli delle variazioni giornaliere da consegnare ai commissari di guerra rientra comunque nella responsabilità costante dei corpi, dalla quale nessun pretesto li può esimere. Sulla base di tali documenti, tanto i corpi quanto i commissari di guerra dovranno tenere accoratamente il giornaliere, in modo da essere in grado, in qualsiasi momento, di stabilire le competenze di ciascun soldato. Ogni compagnia compilerà q uindi con la massima esattezza il registro della situazione giornaliera prescritto dal regolamento di disciplina, registro che con il giornaliere può definirsi "il perno" del sistema di contabilità. Inoltre, siccome le truppe sul piede di guerra ricevono in natura i generi di vetlovagliamento, viene meno l'ordinario: no n è più necessario - sancisce pertanto la circolare - corrispondere in anticipo a compagnie e squadroni il contante per il prestito. Poichè quest'ultimo viene pagato il giorno di scadenza della cinquina, sempre in tale giorno, e non prima, sarà possibile consegnare il denaro ai capitani, e i fogli di prestito sar anno realmente l'espressione dell'avere di ciascun individuo. La circolare raccomanda poi ai comandanti di compagnia l'esatto conteggio delle spettanze individuali, che dovranno aggiornare nei momenti di tregua; e perchè questo avvenga prescrive che l'Intendente generale, di con certo con il generale in capo, faccia intensificare le riviste dei commissari di guerra, già mensili cd ora da effettuare ogni 4ual volla le circostanze io richiedano e particolarmente dopo i fatti d' armi. J commissari di guerra, in tali occasioni, si assicureranno dell'esattezza dei ruolini che i comandan ti di compagnia o di squadrone sono tenuti a consegnare loro e dai quali dovrà potersi desumere la reale posizione di ciascun militare in forza. In ultima analisi, da questa circolare assai aesplicita si può legittimam ente dedurre che anche il sistema di contabilità al livello di compagnia, rivelatosi alla prova degli eventi inadeguato alle esigenze del tempo di guerra, viene semplificato e radicalmente mutato, sì che già all'inizio della campagna del 1849 ben poco sopravvive del regolamento - base del 1840, sia nella lettera sia nello spirito . No n si può comunque - a posteriori - essere troppo severi, o ri tenere che gli inconvenienti amministrativi lamentati siano stati tipici del solo esercito piemontese. Al contrario, anche in questo settore le istituzioni militari
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piemontesi non avevano fatto che richiamarsi al modello d'oltr'alpe e riprodurne nell'intelaiatura i tradizionali sistemi, particolarmente per i consigli amministrativi ed il sistema di paga del soldato. Un modello discutibile che si prestava ad abusi, lasciando i capitani e/ o il livello di corpo arbitri di definire l'ammontare delle trattenute per il vestiario e il rancio dalla paga complessiva della truppa ricevuta dall'Azienda generale di guerra. Di qui un frequente contenzioso tra ufficiali e truppa, specie prima dei congedamenti, del quale rimane evidente traccia nel regolamento del 1840, che come si è visto detta procedure tali da doversi oggi ritenere giustamente inammissibili e lesive della disciplina e del prestigio della gerarchia. Questi inconvenienti, del resto, erano stati avvertiti da tempo nella stessa Francia. Nel corso della rivoluzione francese, con legge 2 Termidoro anno Il (20 luglio 1794), si era infatti decretata la temporanea soppressione delle masse dei corpii (poi reintrodotte da Napoleone) in quanto " le ritenute erano fonte di abusi c di indisciplina, perchè il soldato non era in grado di spiegarne i complicati conteggi" 33 • Nella stessa occasione era stata data una struttura ai sistemi del soldo e vettovagliamento non lontana da quella del 1848 in Piemonte, stabilendo l'indipendenza fra il primo ed il secondo con il pagamento del soldo in contanti e la somministrazione in natura dei generi per la confezione del rancio. D'altronde, sempre in Francia , anche più tardi ed in particolare nella guerra contro i prussiani del 1870, si videro ripetuti e semmai ampliati gli stessi inconvenienti della campagna piemontese del 1848 - 1849. Scrive infatti il Gregorio: mancarono le necessarie riserve cd i mezzi di approvvigionamento e di trasporto per una guerra di effettivi imponenti: da un lato il Parlamento non aveva accordato a suo tempo i crediti necessari, dall'altro l'organizzazione di pace non corrispondeva a quella di guerra. L'amministrazione dovette improvvisare34.
Indubbiamente il regolamento del 1840 tenta di supplire alla cattiva organizzazione, all'inesperienza e alle altre prevedibili , umane lacune di coloro che hanno incombenze amministrative, da una parte aumentando le prescrizioni relative ai controlli ad ogni livello ed intensificandole oltre il possibile e il necessario (con conseguente accentuazione del ruolo fiscale e
33
C. Gregorio, Art. cit., "RIVISTA DI COMMISSARIATO" n. 6/ 1940.
34
C. Gregorio, Art. cit., " RIVISTA COMMISSARIATO" n. 1/ 194 1.
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ispettivo dei commissari più che dei comandanti) e dall'altra moltiplicando specchi e minute disposizioni di dettaglio, il che contrasta con un'antica ma sempre attuale massima del D' Argenson: Non c'è nell'amminfatrazione militare che una sola garanzia: essa è tutta intera nella probità degli agenti c nell'onore degli ufficiali : invece di affaticarci con i controlli cerchiamo di scegliere bene costoro 35 •
I frequenti inconvenienti di carattere amministrativo, comuni a tutti gli eserciti dell'epoca ed a volte dovuti a carente disponibilità di tempo da parte dei militari e impiegati dello Stato aventi mansioni amministrative, finiscono in definitiva per ostacolare la militarizzazione dei Servizi che, dopo il vigoroso impulso datole da Napoleone, fatalmente si spegne nella Restaurazione forse perchè, come osservava l'Odier, "L'impresa qualche volta è un ripiego contro l'inesperienza degli amministratori militari" 36 • In conclusione, il regolamento del 1840 non tiene in gran conto la massima che "in guerra solo ciò che è semplice può riuscire" , e in esso (vds. anche schemi di cui al DOCU MENTO 1) l'organizzazione di campagna si sovrappone a quella del tempo di pace, con il frequente risultato di aumentare, anzichè diminuire, i carichi contabili dei reparti.
Cenni sul fun zionamento del servizio di cassa durante la campagna del 1848 - 1849
31 •
Il servizio di cassa è regolato con il citato R .D. 1° aprile 1848, il quale prevede un cassiere generale di campagna presso il quartier generale principale, dal quale dipendono i cassieri di corpo d'armata e divisione; a questi ultimi fanno a loro volta capo, per le rispettive esigenze, i corpi. Dopo l'armistizio del 9 agosto 1848, questo sistema di casse militari di campagna per motivi che non risultano noti viene soppresso. Tale provvedimento si rivela inopportuno, in quanto le truppe non sono rientrate alle normali guarnigioni ma sono rimaste sul piede di guerra, scaglionate lungo il confine e soggette a frequenti spostamenti. A fine agosto vengono pertanto ricostituite tre casse militari speciali a Torino, Novara e Genova, che dipendono dalla cassa principale presso l' Intendenza generale di Alessan-
35
C. Gregorio, Ari. cii., " RIVISTA DI COMMISSARIATO" n. 5/ 1940.
36
Cit. in C . Gregorio, A ri. cit., "RIVISTA DI COMMISSARIATO" n. 6/ 1940 .
37
Q ueste notizie sono tra tte da MINISTERO DELLA GUERRA - CDO CORPO SM, La campa1:na del 1849 nell'Alta Italia, Roma, 1928, pp. 138-140, che limita al Servizio di cassa l'esame del Servizio di A11uu.i11istrazium: prnpriamcnte detto .
li · SERVIZIO DI AMMINISTRAZIONE
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dria. Per ottenere il pagamento degli assegni, i corpi devono trasmettere le richieste direttamente all'Intendenza generale, la quale, riscontrata l'esattezza dei documenti ricevuti, rilascia i relativi mandati di pagamento su uno delle predette casse speciali . Questo meccanismo accentra in maniera eccessiva (solo presso l'Intendenza generale) la facoltà di emettere mandati di pagamento, e dà luogo a numerosi inconvenienti. Da una parte, infatti, i pur necessari riscontri contabili per l'eccessivo numero delle richieste da esaminare non possono che limitarsi a controlli formali e aritmetici, senza quindi essere in grado di entrare nel merito delle richieste; dall'altra, soprattutto la lentezza delle comunicazioni origina ritardi nell'assegnazione dei fondi e quindi notevoli disservizi . Come riferisce la commissione d'inchiesta, il 19 marzo 1849, alla ripresa delle ostilità, eravi già nelle casse dell'Interndenza d' armata mancanza di numerario per il soldo delle truppe e per sopperire a lle infinite spese dei diversi servizi dell'esercito, e già dagli impresari delle vettovaglie veniva mandata all'Intendente una protesta giudiziale di abbandonare la loro impresa, se invece dei biglietti del Banco di Genova, non venissero pagati in numerario38•
ln effetti, il Ministro delle finanze Ricci aveva disposto fin dal 17 marzo 1849, in vista della ripresa delle operazioni, un'assegnazione di 550000 Lire di spezzati d'argento per fare fronte alle necessità più urgenti. Ma a causa di pastoie burocratiche la comunicazione perviene all'Intendente generale dell'armata soltanto il 21 marzo, e inoltre la somma si dimostra insufficiente. Va però tenuto conto che si erano iniziate trattative con alcune banche genovesi per ottenere prestiti, e che qualora si fosse passato il Ticino, si sarebbe potuto contare sul concorso finanziario della ricca Lombardia. La sconfitta di Novara impedisce di portare a termine le trattative per ovviare alla mancanza di contante; e tali effetti negativi risultano anche in questo caso amplificati dall'eccessiva burocratizzazione e dal consueto eccessivo accentramento.
38
lvi.
CAPITOLO III I SERVIZI DI SANITÀ E VETERINARIO
Generalità. Il Servizio sanità militare è, con quello del vettovagliamento, forse il più antico: come tale è stato largamente presente presso gli eserciti assiri e babilonesi, cinesi, egiziani, indiani, persiani , greci, e naturalmente romani . Ce lo ricorda il più illustre studioso di storia della medicina militare in Italia, il tenente colonnello medico dott. Arturo Casarini, nella sua opera La medicina militare nella leggenda e nel/a storia, opera oggi non mol to ricordata ma alla quale attingeremo largamente, perchè assai ricca di spunti originali e interessanti e rimasta fondamentale nel suo genere 1• Questa continuità della medicina militare nella storia non può sorprendere: come affermava già nel 1909 il tenente generale medico dott. Pietro Imbriaco, non è strana, nè ardita l'affermazione che, come uno dei segni della civiltà di un popolo è il credito e l'estimazione in cui è tenuta la medicina, così l'ordinamento sanitario è indice dello ordinamento generale delle istituzioni militari.. .. E se guardiamo le guerre dei tempi a noi più vicini, vediamo risaltare questa verità: la vittoria arrise quasi sempre all'esercito che seppe meglio preservare i suoi uonùni dalle infermità e dalle epidemie, e che seppe più prontamente, più efficacemente soccorrere i suoi feriti2.
Ricorda sempre l'Imbriaco che le prime ambulanze e i primi ospedali da campo furono create dal Sully nel 1597, all'assedio di Amiens, e che fu merito dei due grandi chirurghi militari del periodo napoleonico, Larrey e
2
A. CASARINI , La medicina militare nella leggenda e nella storia - saggio storico sui servizi sanitari negli eserciti, ED. GIORNALE Dl MEDlClNA MILITARE, ROMA 1928. P . IMBRIACO, Sulla evoluzione .~torica della chirurgia militare e sulle difficoltà del Servizio Sanitario nelle guerre moderne, "GIORNALE DI MEDICINA MILITARE", 1909, pp. 481 e segg.
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Percy, di comprendere ed applicare l'attuale principio di portare il soccorso accanto al pericolo, sul terreno stesso del combattimento, di non aspettare l'uomo ferito, ma di andargli incontro. Solo l'attuazione di questo principio poteva consentire di salvare la vita a migliaia di feriti, e di tenere alto il morale del combattente dimostrando la prontezza del soccorso sul campo di battaglia. Tuttavia, nonostante questo lungimirante orientamento generale il funzionamento del Servizio nelle armate napoleoniche è stato che soddisfacente. L'lmbriaco attribuisce gli inconvenienti a tre fattori principali: il dominio assoluto esercitato dall'autorità amministrativa - nella fattispecie l'Intendenza - sull'opera del personale medico, che "ne paralizzava ogni iniziativa, ogni sapiente e generoso sforzo"; la povertà di mezzi, soprattutto di trasporto; l'eccessivo accentramento nella persona dello stesso Larrey, e del suo emulo Percy, delle incombenze relative al servizio (Larrey stesso, nella battaglia della Moskova, fece ben 200 amputazioni; osserva l'Imbriaco che in un Servizio ben strutturato egli non avrebbe dovuto farne nessuna, ma piuttosto dirigere e controllare l'operato dei medici dipendenti). Dopo l'Imbriaco anche il Montanari, in tempi molto più recenti, mette in evidenza le carenze del Servizio negli eserciti napoleonici: il Servizio Sanitario aveva la caratteristica di dipendere, sotto il profilo logistico ed amministrativo, dal Commissariato. Gli Ufficiali di sanità erano semplicemente incaricati di curare la parte tecnica del servizio ma il personale, tutto civile, apparteneva ad una regia, i mezzi di trasporto ad una impresa ed il materiale sanitario veniva fornito da un economato [ .... ] la posizione dell'Ufficiale medico non è mai stata tanto infelice come durante le guerre dell'Impero: non garantito da leggi, non collocato esattamente nell'organico del1' Armata, considerato semplice impiegato assimilato a gradi militari, egli era più degli altri esposto ai disagi e ai pericoli perchè meno abituato[ .... ] Fra l'altro gli ufficiali di sanità almeno sino al 1807, non disponevano di mezzi di trasporto. Erano bensì autorizzati a montare cavalli di proprietà, ma ben pochi potevano permettersi simile spesa. Ne risultava che durante le interminabili marce essi procedevano a piedi nel fango e nella polvere, dietro i carri delle ambulanze, confusi con gli infermieri 3 •
Di questi poco felici precedenti organizzativi non può non risentire anche l'organizzazione dell'armata sarda che tanto è influenzata, come già si è potuto constatare, dall'esperienza e si direbbe dalla memoria storica del-
3
Cfr. M. MONTANARI, La logistica della Grande armèe durante le campagne del 1805 e 1806 - 07, "ALEllli FLAMMAM", luglio - agosto 1971.
lii - SERVIZIO DI SANITÀ E VETER IN/\RIO
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l'esercito francese, aggravate da una perniciosa tendenza alla "territorializzazione" anch'essa tipica degli eserciti della Restaurazione; tendenza che portava a prilivegiare, anche e soprattutto in campo logistico, le esigenze del tempo di pace di un esercito di caserma sparso nelle guarnigioni e nelle fortezze e non riunito in una entità mobile e campale: un esercito, in definitiva, atto alle ''guerre di gabinetto" del secolo XVIII, spazzate via da Napoleone, oppure ad operazioni connesse con l'ordine pubblico.
li Servizio di sanità nell'esercito sardo prima della guerra del 1848.
Durante il regno di Vittorio Emanuele 'I (1814 - 1824) l'assistenza sanitaria era compito dei chirurghi dei corpi e degli ospedali civili. Nel 1817, con disposizione dell 11 luglio, nei Presidi militari più importanti erano stati creati presso gli ospedali civili reparti speciali per militari, generalmente ereditati dalla dominazione francese_ Successivamente, con regolamento 23 agosto 1822 si costituivano gli ospedali reggimentali, con funzioni più o meno corrispondenti alle attuali infermerie4 dei corpi. Naturalmente dal 1831 in poi l' attività riformatrice di Carlo Alberto si fa sentire anche in campo sanitario militare, attraverso tutta una serie di provvedimenti, sempre più serrati man mano che si avvicina la primavera del 1848. Si tratta di un complesso di norme che senza dubbio danno al Servizio migliori basi di funzionamento per il tempo di pace e per le truppe in guarnigione, ma toccano solo molto tardi il cruciale e delicato problema dell'organizzazione nella situazione di maggiore difficoltà, cioè sul campo di battaglia. Con sovrana disposizione del 20 dicembre 1831 Carlo Alberto abolisce gli speda/i reggimentali e li sostituisce con quelli divisionali (la divisione al tempo non era un'unità operativa di campagna, ma un ripartizione territoriale militare). Presso i nuovi ospedali il servizio è disimpegnato dai medici di Presidio, medici civili avventizi convenzionati con l'Amministrazione militare. Il R.V. del 22 dicembre 1832 istituisce il consiglio superiore militare di sanità, i cui membra a detta dello stesso Carlo Alberto
4
TI significato allora attribuito ad infermeria era grosso modo quello attuale di "luogo di cura con limitata capacità di ricovero per soggetti con malattie lievi, recuperabili in pochi giorni".
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LA LOGISTICA DEl.l.'ESERCITO - VOL. I
ricchi di lumi e di esperienze, furono chiamati a sovrintendere al servizio sanitario della nostra armata così di terra come di mare, riconoscerne i difetti e proporre i miglioramenti da introdurvisi_
In tale veste, il consiglio deve ispezionare almeno due volte l'anno gli ospedali divisionali, presiedere all'arruolamento del personale e vigilare sulla sua istruzione tecnica, preparare un regolamento per il servizio di pace e, per il tempo di guerra, studiare un progetto di mobilitazione con relativa organizzazione del servizio di ambularu:a di prima linea e degli ospedali di seconda e terza linea, oltre che di un deposito centrale di materiale sanitario e di medicinali_ Per quanto concerne il personale il R.V. del 26 marzo 1833 assimila i medici avventizi dell'esercito ai gradi militari, "per far fruire, secondo la mente del legislatore, gli ufficiali medici delle prerogative onorifiche e dei vantaggi accordati agli altri ufficiali militari, senz'altra corrispondenza, però, tra i gradi militari e sanitari" (quindi, senza considerarli ancora ufficiali e militari a tutti gli effetti, pur facendo essi parte di un corpo speciale sanitario). Con lo stesso R.V. del 1833 è costituito, con criteri assai moderni, un èmbrione di scuola di sanità militare, con un corpo di 100 allievi medici militari formato da studenti in medicina già nominati baccellieri5 , i quali sono assegnati ai principali ospedali militari, dove ricevono dai medici militari addetti ripetizioni e insegnamenti di anatomia, chirurgia e regolamenti sanitari militari, frequentando contemporaneamente i corsi all'Università. Conseguita la laurea, i medici sono nominati chirurghi in Il° (incarico più o meno quivalente a medico di battaglione). Un regolamento fondamentale - che fa seguito al citato provvedimento del 20 dicembre 1831 istitutivo degli ospedali divisionali e rimane ancora in vigore a ll 'inizio delle guerra del 1848 - è il R.V. del 4 giugno 1833 Sovra-
ne disposizioni portanti un riordinamento del personale sanitario per l 'Armata di terra, nonchè il regolamento sul servizio, la disciplina, e l'amministrazione per gli ospedali militar,'6. La direttiva - va subito detto - è relativa al funzionamento del Servizio in guarnigione e sul piede di pace, tant'è che ali' Art. 93, l'ultimo, vi si precisa che "il servizio sanitario in guerra formerà oggetto di speciali provvedimenti che ci riserviamo di emanare". All' Articolo I il regolamento stabilisce che in tempo di pace il servizio è disimpegnato principalmente dagli ospedali militari. Sono considerate
5
Per baccelliere si intende uno studente che dopo due anni di studi ha ottenuto il primo grado universitario.
6
G .M. 1833, pp. 380-405.
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strutture a carattere sussidiario: gli ospedali civili considerati quali sostitutivi degli ospedali militari, gli ospedali reggimentali per quei corpi che li conservano (Carabinieri, cavalleria, corpi in Sardegna) e infine le infermerie militari di corpo e di Presidio. Gli ospedali miljtari sono 7 (uno per ogni capoluogo di divisione territoriale), di cui tre di prima classe (Torino, Genova ed Alessandria) e quattro di seconda. Gli ospedali civili ricevono, oltre ai militari isolati o di passaggio, i militari infermi dei rispettivi Presidi, quando non esiste nel Presidio stesso un'ospedale reggimentale in grado di poterli ricevere. Sono esclusi dal ricovero negli ospedali civili i malati di "sifilide confermata, o di scabbia complicata e ribelle", oppure gli affetti da forme lievi delle stesse malattie, che devono essere curati presso le infermerie di corpo, o, se necessario, all'ospedale militare. I militari ammalati e ricoverati negli ospedali civili devono essere collocati, per quanto possibile, in sale o camere particolari "o per lo meno vi saranno, come meglio si potrà, isolati" . Vengono curati dagli stessi medici dell'ospedale civile, e il comandante della piazza, il commissario di guerra e il comandante della truppa sono tenuti a una particolare vigilanza e a fare loro frequenti visite, onde assicurarsi del modo con cuj sono trattati, curati e mantenuti, ed accertarne la disciplina e la subordinazione alle persone preposte alla direzione del servizio nello stabilimento.
Le infermerie dei corpi nelle caserme sono costituite da una o più camere in luogo ''piuttosto appartato", ove vengono trattenuti i malati di "malattie di piccolissimo rilievo" , i "meramente scabbiosi" e gli affetti da malattie sifilitiche "locali e semplici" . Ncll'in ferrneria del Presidio di Monaco, e nelle infermerie di talune fortezze isolate, devono essere peraltro curate tutte le specie di malattie. Sotto l'aspetto amministrativo, l'Azienda generale di guerra corrisponde a ciascun ospedale centesimi 72 giornalieri per ogni ricoverato. Per gli affetti da sifilide, la stessa azienda corrisponde un sovrapprezzo di L. 10 mensili pro-capite, da trattenere al corpo che a sua volta lo trae dalla massa individuale del soldato. Ai sottufficiali e soldati ricoverati vengono trattenuti: se sergenti, 2/ 3 del prestito e di ogni altra competenza in denaro e in natura, meno il deconto; se di grado inferiore a quello di sergente, l'intero ammontare del prestito e di ogni altra competenza, meno il decanto. Gli ufficiali, sempre che sia possibile e a domanda, possono essere ricoverati negli ospedali militari. La precedenza verrà accordata agli ufficiali in st:rviz.io. Per ciascuno di essi l'Azienda generale di guerra corrisponde
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
all'ospedale militare una somma giornaliera proporzionata al grado: lire 1,50 per il subalterno, lire 2 per gli ufficiali superiori, con un sovraprezzo di 75 centesimi per gli ufficiali sifilitici. L'organico degli ospedali militari indicato dal R. V. del 1833 è piuttosto leggero, quindi si fa largo ricorso agli stessi medici dei corpi della guarnigione, che vengono impiegati con incarico abbinato. Un ospedale di 1° classe comprende: parte sanitaria: 2 medici, medici applicati in soprannumero, I chirurgo in capo, 1 farmacista, più i chirurghi maggiori e in seconda dei corpi della guarnigione; parte religiosa: 1 cappellano fisso, con i capellani dei corpi della guarnigione quali aiutanti; parte amministrativa: 1 ufficiale contabile, I aiutante di contabilità con 3 sotto-aiutanti, 6 infermieri maggiori (di cui l capo cuoco e 1 portinaio), 35 infermieri (di cui 2 garzoni di cucina, I di farmacia, 1 di magazzino, 1 di dispensa). Gli ospedali di 2° classe ricorrono in misura più massiccia, per la parte medica e religiosa, a i corpi della guarnigione, c per la parte amministrativa hanno il personale dimezzato. Dal punto di vista igienico, emblematiche sono le prescrizioni che vengono impartite il 12 aprile 1934 "onde evitare che per le solite esercitazioni dei corpi, i militari abbiano a soffrire nella salute" . Si fa pertanto divieto ai vivandieri di vendere bevande alcoliche, "e specialmente brand vin" nei luoghi di esercitazione e sulle piazze d'armi. Si dispone altresì che, al rientro in caserma, vengano approntati e distribuiti ai militari alcuni secchi di acqua e aceto d'inverno, e nella stagione calda, di acqua e acquavite. Va anche ricordato che il 18 luglio 1838 viene pubblicato un nuovo codice farmaceutico militare compilato dal consiglio superiore di sanità. Tale consiglio subisce fino al 1848 diversi rimaneggiamenti per meglio adeguarsi alle importanti fu nzioni attribuitegli specie nel campo della formazione del personale medico militare. Lo stesso 18 luglio ai medici viene fatto significativamente obbligo di dettare in lingua italiana, e senza abbreviazioni, le loro ricette: segno che ci si andava progressivamente sganciando da un influsso francese particolarmente vivo nella cultura e nel modo di essere delle istituzioni, quindi e anche soprattutto di quelle militari. 11 problema - in ogni tempo assai delicato - di una maggiore e migliore qualificazione del personale sanitario viene affrontato col R. V. del 6 agosto 1841 e con R.D. 5 settembre 1843. Grazie a tali provvedimenti la condizione generale del personale subisce un netto salto di qualità: per gli esami di avanzamento dei chirurghi militari viene richiesta la laurea sia in medici-
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na sia in chirurgia, e sono aboliti, eccezion fatta per la Sardegna, i medici civili convenzionati di Presidio in servizio temporaneo, sostituiti via via da personale di carriera. In tal modo si forma un primo nucleo permanente del corpo sanitario militare, anche se non esiste ancora la figura specifica dell'ufficiale medico, con le piene attribuzioni e competenze della carica. In questa prima fase, i medici dell'esercito hanno ancora lo status civile, ma con un organico distinto; inoltre vengono loro progressivamente migliorate paghe e carriere. L'organico del Corpo Sanitario che i provvedimenti del 1841 e 1843 indicano nel dettaglio è ancora relativamente ridotto: 3 medici in capo, 4 di 1° classe, 4 di 2°, 3 aggiunti , 7 chirurghi in capo, 3 chirurghi maggiori.. .. i chirurgi dei reggimenti di fanteria e cavalleria sono 3 per ciascuno, 4 invece per i reggimenti di granatieri.
Il Servizio di sanità nel corso della guerra (1848 - 1849) - Fig. I . È con questi organici e con questi orientamenti generali, comunque carenti, che il Servizio di sanità partecipa alla campagna del 1848. Il 13 maggio 1848 sono ulteriormente migliorate le paghe, definite le divise e fissate le equiparazioni dei medici ai gradi militari7. La paga oscilla dalle 2800 lire annuali per i medici chirurghi in capo di 1° classe, alle 1800 per i medici aggiunti e per i chirurghi maggiori di 2° classe. Viene inoltre assegnato ai chirurghi maggiori di fanteria, cavalleria e artiglieria un soprassoldo annuo di L. 360, da corrispondersi ai soli responsabili di un ospedale o infermeria reggimentale. Dell'uniforme, caratteristica l'assegnazione ai medici dei corpi di una giberna atta a riporvi gli strumenti chirurgici, appesa ad apposita bandoliera. l relativi modelli sono peraltro ancora da approvare, e inoltre l'uso di questa giberna doVTà intendersi solo permesso allorquando g li uffiziali anzidetti avranno bisogno, essendo di servizio, di portar seco gli strumenti chirurgici. Eppertanto della medesima faranno uso tutti gli altri ufficiali di sanità che seguir dovranno in tempo di guerra l'armata, in qual caso, qualora vi venissero destinati o gl'ispettori o gli altri- membri del consiglio superiore militare di sanità, avranno la stessa giberna appesa però alla bandoliera dello stesso tessuto in argento di cui è il loro cinturino.
7
Decreto con cui S.A.S. il luogotenente generale di S.M. determina intorno alle paghe, e van/aggi, alle divise, alla disciplina e al servizio del corpo sanitario militare (G_M. 1848, pp. 284-286).
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LA LOGISTIC A DET.1.'P.5ERCITO - VOL. l
Viene anche stabilito che mentre nelle marce gli ufficiali medici, per poter meglio prestare la loro opera, devono essere in coda alla colonna del reggimento. Nelle riviste, parate e ispezioni il loro posto è alla testa del battaglione, dando la destra e rimanendo pochi passi dietro al comandante: segno questo, di una maggiore considerazione che nei tempi trascorsi non sempre era stata tenuta presente! Le citate disposizioni vengono emanate nel pieno del conflitto: quando inizia la campagna l'impiego e lo staro del personale non hanno trovato ancora un assetto definitivo e, soprattutto, non si è ancora provveduto a definire le norme per il funzionamento del Servizio in guerra, colmando la riserva contenuta nell'art. 93 del regolamento 4 novembre 1833. Nella prima fase della guerra (23 marzo - 9 agosto) sono pertanto adottati provvedimenti - tempone attraverso i quali, analogamente a quanto già era stato fatto per il vettovagliamento e l'alloggio, si tende ad addossare principalmente agli organi sanitari locali della Lombardia e alle municipalità il carico del ricovero e della cura dei feriti ed ammalati dell'armata. Tra i provvedimenti adottati, importante quello - in data 8 agosto 1848 - concernente la creazione (piuttosto tardiva) di quattro grandi ospedali generali in Chieri, Carignano, Asti e Cherasco, per i feriti e ammalati sgomberati dalla zona operativa8 _ Nella stessa data una circolare del Ministero dell'interno9 fa appello alle amministrazioni comunali affinchè, mentre si stanno organizzando appositi ospedali nelle città di Chieri, Carignano, Asti e Cherasco, provvedano sen:,a alcun ritardo della dovuta assistenza, ricovero e mantenimento i soldati feriti o ammalati che si presentassero nei rispettivi abitati e territori, e ciò pur sotto la personale responsabiLità degLi amministratori.
Cosa evidentemente tutt'altro che facile da ottenersi, visto che molto si insiste nelle raccomandazioni, fino a giungere a poco velate minacce, prescrivendo che venga ricordato alle amministrazioni comunali che quanto questa solenne occasione può renderle benemerite, altrettanto una colpevole negligenza od una inerzia codarda possono farle oggetto del rigore delle leggi, del biasimo del re, e del disprezzo della nazione.
8
G.M. 1848, p. 521.
9
G.M. 1848, pp. 522-523.
lii - SERVIZIO OI SANIT À E VETERI NARIO
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Queste misure sono adottate quando la campagna era ormai al termine: all'inizio - il 7 aprile, quando già le truppe si trovavano in Lombardia e sul Mincio - era stato previsto che solo in caso di bisogno le ambulanze con tutti gli oggetti relativi dovevano essere poste a disposizione degli ufficiali di sanità addetti agli Stati Maggiori delle due divisioni componenti il 1° corpo d'armata, perchè normalmente ed "essenzialmente" dovevano dipendere dai commissari di guerra 10 : traccia evidente di vecchi contrasti e di perdurante scarsa autonomia del personale sanitario, nonchè di perniciosa indipendenza dei Servizi dai comandanti a livello reggimento. Solo l' 11 luglio, cioè dopo la battaglia di Goito e una decina di giorni prima di quella di Custoza, una circolare dell'Intendenza generale dell'armata 11 annuncia l'arrivo dal Piemonte di nuovi carri d'ambulanza, e fissa quelle che possono definirsi, secondo la terminologia attuale, la politica di base e quella di sgombero: il complesso di criteri e procedure, cioè, intese a definire l'impiego degli organi sanitari e delle risorse locali disponibili, e in particolare i tempi e le modalità per lo sgombero a tergo di feriti e ammalati , in relazione alle diagnosi 12 • La denominazione esatta del nuovo carro è ' ' vettura d'ambulanza mod. 1848''. Esso rimane in servizio fino al 1870 circa e viene così descritto dal dott. P. A. Solaro: Il corpo di questa vettura è formato d ' una cassa montata su quattro ruote con molle, la quale si apre nella sua parte posteriore, e nel suo interno è munita di sedili fissi lungo i suoi fianchi, su cui visi possono stare per lo meno otto persone sedute. Accadendone il bisogno, tutto l'interno della cassa può essere convertito in un ampio letto capace di tre ed anche di quattro malati, mediante due sedili mobili che si collocano in mezzo ai due primi, appoggiati su convenienti sostegni di ferro, mobili essi pure; quando non sia messo in opera il letto, i sedili mobili o volanti stanno allogati sotto i sedili fissi. Nella parte superiore, ossia nel cie lo della cassa, vi sono infisse parecchie coreggie per assicurarvi tanto i fu cili che i keppj dei feriti che si debbono trasportare, e sotto i sedili v'ha s ufficiente spazio per gli zaini. Sul davanti trovasi un altro sedile coperto, capace di tre persone, il quale al dissopra della spalliera ha un cassettino per una piccola farmacia con vari oggetti da medicazione. Esternamente poi e sui due lati della vettura si vedono due barelle rotolate, cioè una per parte, al di sotto di queste un recipiente metallico munito di cannello a ch iave (robinet) per acqua 13.
10
G.M. 1848, p. 178.
11
G .M. 1848, pp. 439-440.
12
Cfr. Pub. SME o. 900 s.d . - Voi. lII (Cil.), pp. 35-43, e Pub. SME n. 5895 - cd 1984 (Cit.), p. 100.
I3
Cfr. P .A. SOLARO, Istruzione sul servizio degli infermieri militari in campagna, GILBERTl , BRESCIA 1863 , pp. 25-26.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
Ogrù divisione riceve come dotazione fissa 2 carri a due ruote e 4 a quattro ruote, per trasportare i feriti in combattimento dalla prima linea alle ambulanze e da queste agli ospedali. In situazioni di riposo, i predetti mezzi sono adibiti al trasporto dei feriti e ammalati dagli alloggiamenti delle truppe agli ospedali di 1 ° linea. Due altri carri a due ruote e due a quattro ruote sono assegnati quale riserva allo Stato Maggiore di ciascun corpo d'armata, per essere impiegati a ragion veduta in combattimento dove maggiore se ne manifesta il bisogno. Altri carri ancora sono in dotazione fissa presso i quattro ospedali di 1° e 2° linea, per il trasporto dei feriti e ammalati da un ospedale all'altro. Ogni divisione ha inoltre 5 muli per il trasporto di cestoni d'oggetti di medicazione da decentrare uno per reggimento, in modo che il chirurgo maggiore del corpo possa disporre in ogni occasione di due cestoni con materiali e strumenti. Le ambulanze divisionali hanno anche un carro per il trasporto di due casse di oggetti di medicazione, mezzo che all'occorrenza può essere impiegato sia per costituire ambulanza provvisoria, sia per rifornire i cestoni ai corpi. L'impiego coordinato dei carri avviene sotto la responsabilità dei commissari di guerra; i comandanti di divisione, di concerto con i predetti commissari, possono ripartirli tra i corpi, in modo che ciascun reggimento abbia un carro a quattro ruote (fanteria) oppure a due ruote (cavalleria, armi speciali). In tal modo, la politica di sgombero è ben chiara: dalla linea di contatto all'ambulanza tramite i carri (però: uno solo per reggimento, e sempre che venga decentrato dalla divisione!); dall'ambulanza di reggimento all'ospedale di 1° linea; dall'ospedale di I linea a quello di 2° linea, con mezzi di trasporto forniti dal treno o requisiti; dotazioni di materiali e strumenti sanitari a livello di reggimento, il quale fa capo alla divisione per i rifornimenti; riserva di carri a livello di corpo d ' armata. Una catena dalla quale emerge, ancor prima che la carenza di personale o materiali, la mancanza di sufficienti mezzi di trasporto, mancanza tanto più grave e sentita se si pone mente alle scarse velocità dei mezzi trainati da cavalli. Se i provvedimenli relativi ai mezzi risultano inadeguati, non altrettanto può dirsi delle prescrizioni e disposizioni igieniche, emanate anch'esse un pò in ritardo (1'8 luglio) ma tali da costituire, sotto molti aspetti tuttora validi, un modello meritevole di essere riportato nel DOCUMENTO 2 senza ulteriori commenti, poichè quanto viene raccomandato si commenta da sè per il buon senso e la lungimirante preoccupazione per la salute della truppa che vi si notano in ogni riga. Altri provvedimenti di rilievo sono quello del 22 agosto (dopo, quindi, la firma dell'armistizio Salasco) con il quale si riuuiscouo i carriaggi, i muli O
Ili - SERVIZIO DI SANITÀ E VETERINARIO
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ed i materiali sanitari presso l'Intendenza generale per procedere a un riordinamento generale 14 ; e quello del 29 agosto con il quale si decide l'introduzione di un nuovo modello di carro d'ambulanza, con copertone fisso e non mobile, atto anche ad essere trasformato in cassone chiuso per il trasporto di materiali 15 • In data 16 settembre 1848, con l'istituzione di un corpo di infermieri militari per il servizio degli ospedali e delle ambulanze, si percorre una tappa significativa verso la completa e piena militarizzazione del corpo 16 : peraltro si tratta di un provvedimento non proprio nuovo, visto che il 13 aprile 1809 Napoleone aveva già creato le compagnie di infermieri militari, sperimentati fin dal 1806 presso la Guardia Imperiale 17 • li nuovo corpo, comandato da un maggiore, si compone di: uno Stato Maggiore, con propri organi di amministrazione, del quale fanno parte anche organi per gli ospedali di 2° linea e un sergente e 16 militari di truppa destinati alla custodia e alla scorta del materiale delle ambulanze presso l'Intendenza generale d'armata; una compagnia per ogni divisione combattente, ciascuna composta da 4 ufficiali, 1 furiere, 4 sergenti, 91 militari infermieri. Il maggiore dipende dall'Intendente generale e gli fa periodici rapporti sull'andamento del Servizio, ispezionando gli ospedali e le ambulanze. I comandanti delle compagnie (tenenti) sono dislocati presso il quartier generale della divisione cui sono assegnati, durante i combattimenti devono essere presenti sul campo di battaglia per dirigere e sorvegliare i loro sottoposti, e su ordine del commissario capo ispezionano anch'essi ospedali e ambulanze. La loro attività ispettiva è peraltro limitata ad amministrazione, disciplina, pulizia, buon governo del materiale, evacuazione dei malati e loro rientro al corpo (non concerne, quindi, la cura e il trattamento medico di malati e feriti, di competenza dei medici militari). Per quanto riguarda la truppa, il personale viene frazionato in squadre da avviarsi presso i corpi, rinforzate se necessario da altre squadre di avventizi che seguiteranno le colonne per raccogliere, soccorrere i feriti, ed adagiarli sopra carri d'ambulanza che dovranno tener dietro in quel modo che sarà ordinato dagli ufficiali di sanità, e trasportarli quin-
14
G .M . 1848, p. 561.
15
G .M . 1848, p . 577.
16
G .M. 1848, PP- 631-635 .
17
Cfr_ C. DE GREGORIO, L'amministrazione e gli amministratori militari nella storia, "RIVISTA DI COMMISSARIATO" n. 6/ 1940.
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LA LOGl 5TlCA DELL'ESERCITO - VOL I
di nei luoghi che loro verranno indicati, a seconda delle istruzioni e prescrizioni che saranno date dai commissari di guerra di servizio presso la colonna combattente_ La discutibile igiene del tempo, traslata nell'esercito dalle comuni abitudini esterne, è causa soprattutto di molti casi di scabbia e di infezioni veneree tra le truppe. In una circolare del 24 ottobre 1848 18 , onde menomare per quantò possibile il numero ragguardevole di soldati sifilitici che si è nelle attuali circostanze notato negli stabilimenti sanitari militari,
il Ministero si fa carico anche di questo problema e prescrive visite giornaliere e non più settimanali, per compagnia, da parte degli stessi ufficiali di sanità, minacciando di adottare severi provvedimenti se negli ospedali sono ricoverati soldati il cui stato avanzato di malattia possa far pensare a scarsa sorveglianza da parte degli ufficiali di sanità. Al tempo stesso il Ministro stabilisce che, non appena riconosciuti, i malati vengano ricoverati immediatamente negli ospedali, con proibizione di curarsi da sè o di farsi curare da persone estranee; e "qualora per rivelazione fatta dagli stessi soldati, o per altri motivi apparenti" si dovesse constatare che la fonte del morbo sono donne di malaffare, occorre impedire ai soldati di frequentarle, dando avviso all'autorità amministrativa competente per allontanarle e impedire che siano causa della propagazione del male. Finalmente, con R.D . del 28 novembre 1848, facendo seguito e esplicito riferimento al già citato Art. 93 del regolamento sanitario di pace (4 giugno 1833), viene definito l'ordinamento del personale e del Servizio di sanità dell'armata di terra in campagna 19, nella sostanza riepilogando e ampliando le precedenti norme, con particolare riguardo ai gradi, allo sgombero feriti, alle compagnie di infermieri militari, alle cure particolari per sifilitici e scabbiosi: tutto quindi codificato e fittamente articolato, con una cura del particolare persino esagerata. Nel nuovo regolamento si prevede una più favorevole assimilazione del personale di sanità ai gradi dell'Esercito, equiparazione tuttavia ancora piuttosto avara: il presidente del consiglio superiore di sanità è equiparato soltanto a colonnello, i medici e chirurghi capi d'ospedale a maggiore, i chirurghi maggiori e farmacisti di I classe (a livello reggimento) a capitano, i chirurO
18
G.M. 1848, p. 702.
19
G.M . 1848, pp. 849-942.
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ghi maggiori di 2° classe (a livello battaglione) a tenente; il medico chirurgo e farmacista capo dell'armata a tenente colonnello. Gli incarichi sono temporanei: gli ufficiali di sanità promossi al grado di medico, chirurgo e farmacista in capo d'armata, o principale (a livello divisione), cessata la guerra ritornano al posto precedentemente occupato, conservando il grado prima ricoperto solo a titolo onorifico. L'ammissione nel corpo sanitario, qualora non possa essere effettuata previ esami di idoneità e di concorso così come sancito dalla norma, deve ritenersi provvisoria fmtanto che detti esami non saranno stati superati. Anche l'avanzamento, non potendo aver luogo tramite regolari esami di concorso, viene deciso secondo i meriti acquisiti dagli ufficiali sul campo, e dell'anzianità si tiene conto solo a parità di merito. Si con ferma che gli ufficiali del corpo devono essere in possesso di laurea sia in medicina sia in chirurgia; di conseguenza anche la nomina nel corpo sanitario degli ufficiali non laureati in una delle due discipline deve intendersi provvisoria. Possono inoltre essere ammessi a ricoprire le funzioni di chirurgo maggiore in seconda (a livello battaglione) gli allievi del corpo sanitario militare che abbiano ultimato il 6° anno di corso, ma che per cause indipendenti dalla loro volontà non siano stati in grado di conseguire la laurea in medicina e chirurgia. Il regolamento stabilisce l'impiego dei cappellani militari presso gli ospedali militari e i corpi e ne fissa il numero. L'Art. I01 del regolamento così definisce i compiti dei cappellani dei corpi : i Cappellani dei corpi hanno la doppia missione di visitare a prestare i conforti della religione ai militari infermi negli ospedali e a quelli del proprio reggimento in qualunque ancorchè difficile circostanza abbisognino dell'assistenza religiosa. Si è specialmente s ul campo di battaglia, che il cappellano del corpo dividendo le fatiche o i pericoli del soldato, di cui è l'amico, od il direttore, debba senza tema e col zelo ispirato del sacro di lui ministero avvicinarsi ai moribondi, prodigando loro i suoi consigli, e somministrare quei soccorsi coi quali la religone cattolica conforta il cristiano negli ultimi momenti di una vita gloriosamente spesa per difesa del suo re e della patria.
Le strutture sanitarie, per mezzo delle quali viene assicurato il peculiare servizio in guerra, sono (procedendo dall'avanti - prima linea - verso le retrovie): le ambulanze; gli ospedali militari temporanei di linea, gli ospedali generali, speciali, o sussidiari;
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
gli ospedali permanenti delle divisioni (cioè delle circoscrizioni territoriali militari) e delle fortezze, gli ospedali civili; i depositi di convalescenza. Gli Art. 117 e 118 del regolamento così definiscono le ambulanze, che all'epoca corrispondevano a veri e propri ospedaletti da campo mobili e, insieme, a posti di medicazioneW, assumendo un significato più esteso di quello attuale di semplice mezzo di trasporto: le ambulanze sono ospedali organizzati in maniera a poter seguitare le truppe in lutti i loro movimenti, e sono destinate ad offrire più particolarmente ai feriti sul campo di battaglia i primi soccorsi. Ricevono bensì anche gli altri ammalati, però nè questi nè i feriti nuovi rimangono fuorchè quel tempo strettamente necessario a poter ricevere i primi soccorsi, ed essere medicati, e quindi sono tostamente diretti negli ospedali, o rimandati al corpo, se risanati. Le ambulanze si compongono del personale e del materiale. Il personale destinato al servizio delle ambulanze propriamente dette è composto di uffiziali di sanità, di uffiziali, bass'uffiziali e soldati del corpo degli infermieri [... ] Per la parte religiosa il servizio sarà co perto dai cappellani ai quartier generali ed ai reggimenti.
Le ambulanze si dividono in : divisioni d'ambulanza di fanteria o di cavalleria (a livello di divisione operativa); ambulanze di riserva; ambulanze reggimentali; ambulanze di battaglione.
20
Per posto di medicaz ione, nell'accezione attuale, si intende " Organo esecutivo sanitario di 1° anello [cioè a livello battaglione - n.d.r.], impiantato e funzionante in stretta aderenza alle minori unità operanti [cioè ai reparti a livello cp. e pi. - n.d.r.] , che provvede al primo trattamento dei feriti e ammalati" (Pub. SME n. 5895 - Cit., p. 103). Poiché per primo trattamento si intende il controllo e rianimazione dei feriti, la loro preparazione allo sgombero e la compilazione della tabellina diagnostica, ne consegue che, date anche le diverse possibilità dei mezzi di trasporto, le attività di cura vera e propria presso il posto medicazione di oggi tendono ad essere assai più ridotte che presso l'antica ambulanza, anzi in senso stretlo non vi sono effettuate, diversamente da quanto avviene presso l'ambulanza, la quale nell'armata sarda del 1848 è concepita come un vero e proprio ospedale mobile, e non solo come asserisce il D'Ayala, "carro per trasportarvi gli ammalati o i feriti di un esercito, e tutto che bisogna per curarli" (Peraltro lo stesso d'Ayala traduce il termine francese Ambulance come ospedale ambulante - Cfr. M . D' A YALA, Op. cii., p. 45).
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Gli ospedali temporanei (rispettivamente, a seconda della distanza della linea di contatto, di 1°, 2° e 3° linea) sono stabiliti sul tergo o sui fianchi dell'esercito, sia all'interno dello Stato che in paese nemico. Ricevono ericoverano feriti e malati (che progressivamente vengono sgomberati più indietro, da un ospedale all'altro) sia dalle ambulanze sia dagli ospedali provvisori di I linea. Quando le distanze lo consentono, possono all'occorrenza essere traformati in ospedali temporanei di linea anche gli ospedali permanenti di divisione territoriale, che in tal caso ricevono opportuni rinforzi. Gli ospedali generali - a livello superiore - sono organizzati all'interno dello Stato, a una distanza dall'armata tale da consentire la comodità dei trasporti degli ammalati e feriti provenienti dagli ospedali di linea e in luogo sicuro da sorprese nemiche. Nei predetti ospedali vengono ricoverati tutti i militari di ogni grado ammalati e feriti , le donne autorizzate a seguire le truppe in campagna e i fanciulli che non possono essere ospitati negli ospedali civili. Possono fare eccezione gli ammalati di sifilide e scabbia, per i quali si organizzano ospedali specifici allorchè gli ospedali temporanei di linea non sono in grado di accoglierli. Questi ospedali speciali debbono essere sistemati il più vicino possibile alle tmppe, fuori però dalla "linea di evaquazione", e disposti in modo che non vi sia comunicazione tra sifilitici e scabbiosi. Nel caso che per ragioni di capienza sia necessario sgomberare i ricoverati su ospedali secondari più arretrati, devono esservi di preferenza diretti i sifilitici meno gravi ed invece essere trattenuti gli scabbiosi, che possono ancora prestare qualche utile servizio. Gli ospedali civili dei luoghi più vicini ai reparti stanziali dell'esercito danno ricovero a qualunque militare ammalato o ferito che per particolari circostanze non possa essere ricoverato negli ospedali militari, e in ogni caso sempre a donne, fanciulli e a tutto il personale civile che è addetto al servizio dell'armata. I depositi di convalescenza sono destinati al personale che, non essendo ancora in grado di tornare al servizio attivo, non può essere ricoverato negli ospedali militari, o per ragioni di spazio o perchè negli ospedali stessi si è manifestata qualche forma di malattia contagiosa (in data 14 dicembre 1848, l'ospedale temporaneo di Chieri viene trasformato in deposito di convalescenza)21. O
21
G.M. 1848, pp. 954-955.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
Gli organi del Servizio di sanità in campagna - con particolare riguardo agli ospedali ai vari livelli - debbono: essere sistemati in locali idonei all'uopo requisiti, distare tra di loro non più di una giornata di marcia, avere costituzione temporanea, cioè venire impiantati e soppressi di volta in volta e a ragion veduta, a seconda delle esigenze che si presentano_ Mano mano che diminuisce il numero dei ricoverati negli ospedali temporanei di linea, questi vengono soppressi e gli ammalati avviati agli ospedali più vicini, i quali a loro volta allorchè cessano di funzionare trasferiscono gli ammalati negli ospedali generali oppure permanenti di divisione territoriale, a seconda dei casi_ La ripartizione e le attribuzioni del personale ai vari livelli sono minutamente definite. Del quartier generale principale fanno parte un medico, un chirurgo e un farmacista in capo, altro personale addetto più quello di riserva destinato a ripianare i vuoti e a costituire nuovi ospedali, infine due ambulanze con relativo servizio. Quali organi direttivi presso il quartier generale di ciascun corpo d ' armata destinato ad agire isolato sono previsti un medico e un chirurgo principali e un farmacista di l O classe. Anch'essi dispongono di personale di riserva e di due ambulanze. Ai quartier generali di divisione operativa si trovano un medico e un chirurgo principali, un far ma.cista di 2° classe, altro personale medico, gli elementi per un' ambulanza. L'organico delle ambulanze di Grande Unità a livello armata, corpo d'armata e divisione è composto da un chirurgo capo d'ospedale, un chirurgo maggiore, sei chirurghi maggiori in 2° , un farmacista di seconda classe, oltre naturalmente agli infermieri militari di recente istituzione, ai materiali e ai relativi mezzi di trasporto. Questo personale, a seconda delle esigenze di servizio, si articola in sezioni leggere d'ambulanza e depositi d 'ambulanza. Le sezioni leggere sono destinate ad operare al seguito dell'avanguardia o di forti distaccamenti, e hanno presso di sè il chirurgo maggiore e due chirurghi maggiori in 2°. Il deposito d'ambulanza è formato dal rimanente personale, e presso tale organo sono diretti i feriti per essere soccorsi e successivamente sgomberati sugli ospedali temporanei, quando necessario. Il chirurgo in capo dell'armata, di concerto con il Capo di Stato Maggiore e con l'Intendente generale, stabilisce la dislocazione dell'ambulanza campale, in località i cui i requisiti sono così definiti : dietro il centro dell'armata combattente, e nella maggior vicinanza possibile della medesima in un cascinale o in un altro locale coperto, al riparo delle intemperie, ed il più comodo per l' invio dei feriti, evitando di comprometterne la sicurezza e di mettere incaglio ai movimenti dell'armata, ovvero essere da questo disturbato nel ser-
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vizio del suo ministero. Ogni volta c he vi sarà mezzo di farlo, l'ambulanza dovrà essere collocata in prossimità di una corrente d'acqua oppure in luogo ove sia facile procurarsene_ In ogni caso poi sorveglierà che appena stabilita l'ambulanza, venga tosto alzata sulla medesima una badcruola per indicare la direzione dei feriti, e che serva ad avvertire i chirurghi dei reggimenti e quelli delle sezionj d'ambulanza, del luogo verso cui dovranno indrrizzarli.
Con anologhi criteri si sceglie la dislocazione delle ambulanze ai livelli inferiori, allorquando esse si trovino al di fuori del controllo diretto del chirurgo in capo (non sono previste tende, nè letti). Ulteriore attribuzione del chirurgo in capo è quella di disporre affinchè nel luogo prescelto per l'ambulanza a rnuiscano i rifornimenti di viveri, dei quali deve sorvegliare la distribuzione per prevenire abusi; egli inoltre deve farvi concentrare i mezzi di trasporto pe le esigenze di sgombero. Nell' ipotesi che l'armata debba ritirarsi, il chirurgo in capo adotta insieme con l'Intendente generale - ogni predisposizione alla al trasferimento dei feriti, onde evitare che questi non abbiano a cadere nelle mani del nemico (va ricordato che, al tempo, non esistevano ancora convenzioni internazionali). Se il trasporto non può aver luogo, il chirurgo in capo designa, per sorteggio, gli ufficiali sanitari che devono rimanere ad assistere i feriti provvedendoli di tutto il necessario_ Nel caso che ma nchino tutti i mezzi di trasporto e l'azione abbia avuto luogo assai lontano dagli ospedali di linea rendendo in tal modo difficile o impossibile tra,;portarvi i feriti , il chirurgo in capo, in accordo con l'Intendente generale, adotta le misure necessarie per trasformare l'ambulanza in un ospedale temporaneo_ Quest'ultimo, qualora l'ambulanza sia già accantonata in un cascinale o in locali al riparo dalle intemperie (oppure vi sia la possibilità di rizzare tende o costruire baracche), non cambia la propria dislocazione. In caso contrario, si cerca la sistemazione più conveniente nei locali circostanti. Conclusi gli scontri, il chirurgo in capo definisce l'entità dei chirurghi che, unitamente agli infermieri e sottufficiali, deve p rocedere alla ricognizione del campo di battaglia per soccorrere i feriti che vi siano rimasti, e farli trasportare all'ambulanza. Nell'ambito del reggimento, il personale delle ambulanze è formato da uffi ciali di sanità, ufficiali contabili, cappellani dei corpi, I sottufficiale infermiere maggiore e 4 soldati infermieri ordinari. I chirurghi maggiori hanno l' obbligo di controllare le casse dei materiali d'ambulanza in dotazione al corpo e, nel caso abbiano osservazioni da fare, redigere un rapporto in duplice copia: una indirizzata al colonnello, l' altra al chirurgo principale di divisione.
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Essi devono inoltre garantire che i medicinali e gli oggetti di medicazione che costituiscono dotazione delle casse d'ambulanza siano esclusivamente impiegati suJ campo di battaglia; le esigenze giornaliere debbono quindi essere soddisfatte servendosi dì preferenza delle dotazioni di "zaini o sacchi d'ambulanza" e rivolgendosi per il reintegro agli ufficiali dì sanità principali della divisione. Allorquando il reggimento entra in operazioni, il chirurgo maggiore organizza l'ambulanza reggimentale con gli-stessi criteri indicati per quella d'armata. Egli effettua gli interventi e le medicazioni coadiuvato dai chirurghi in 2° e dirige i feriti verso l'ambulanza della divisione o verso l'ospedale di linea più vicino, sulla base delle istruzioni ricevute ed impiegando il mezzo trasporto a disposizione. Quando il reggimento si sposta, il chirurgo maggiore fa immediatamente allestire per la marcia l'ambulanza (o abbandona quella della divisione se vi presta servizio) e segue il reparto con i propri subalterni. Egli non deve mai abbandonare il corpo, ma accompagnando il suo reggimento in tutte le marce, in tutte le circostanze di scontro con il nemico, egli dividerà il pericolo coi suoi compagni d'armi e sarà in grado di prestare loro i soccorsi dell 'arte sua sul luogo appunto in cui le vicende della guerra rendano i di lui talenti più utili e la lui opera più necessaria.
1 militari ammalati o feriti che si presentano all'ambulanza dopo che sono stati medicati, vengono rinviati al corpo se feriti leggeri, in caso contrario sono trattenuti e sgomberati sull'ospedale di linea più vicino. Non si rinuncia tuttavia alla burocrazia: i feriti leggeri soltanto medicati e poi dimessi vengono annotati sul registro di entrata, mente per gli altri si devono seguire finchè possibile le complicate no rme previste dal regolamento del 1833 per l'entrata e l'uscita degli ammalati dagli ospedali permanenti . È sem pre richiesto il biglietto d'entrata, anche se l'ammalato che sarà sprovveduto di biglietto d 'entrata sarà bensì accettato, ma dovrà il faciente da contabile tosto compilarlo desumendone le indicazioni dal libretto (di decanto, al seguito di ogni soldato - n.d.r.) dalle divise, e dalle interrogazioni verbali, e trasmetterà quindi al Commissario di guerra un elenco nominativo diviso per corpo degli ammalati sprovveduti di biglietto d'entrata, al quale elenco dovrà andare unita una copia dei biglietti compilati dal contabile, nei quali saranno indicati i singoli oggetti, che ogni militare riteneva al suo ingresso nell'ambualanza.
Anche per lo sgombero dei malati e feriti delle ambulanze si seguono le medesime disposizioni sancite per lo sgombero degli ammalati dagli ospe-
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dati permanenti, formando convogli al comando di ufficiali di sanità, la cui scorta è fissata dal Capo di Stato Maggiore, di concerto con il commissario di guerra e con l'ufficiale di sanità di corpo. Riguardo al materiale, il regolamento del 28 novembre 1848 indica in maniera organica e appofondita, per la prima volta, le dotazioni ai vari livelli, ripartendo gli strumenti chirurgici, le medicine e gli oggetti di medicazione tra: divisioni d'ambulanza di fanteria; divisioni d'ambulanza di cavalleria; ambulanze di riserva; ambulanze reggimentali, o di distaccamento; ambulanze di battaglione; dotazione per gli ospedali temporanei. Nel DOCUMENTO 3 riportiamo il materiale sanitario di dotazione ai vari livelli, che è custodito in casse, colli o corbe, numerate e di dimensioni e peso regolamentari, studiati in modo da rendere il più agevole possibile il trasporto e la distribuzione. Su ciascuna cassa o collo devono essere indicati, "a tutte lettere", la destinazione, il numero d'ordine, e gli oggetti contenuti_ Per il trasporto di una divisione d'ambulanza di fanteria sono previsti 4 carri numerati da I a 4, più un altro carro (N _ 5) per il materiale di riserva. Le ambulanze di cavalleria sono più leggere (3 carri, di cui uno per il materiale di riserva). Ad ogni divisione di fanteria e di cavalleria sono aggiunti " carri cosidetti d'ambulanza di forma speciale per trasporto feriti" . li materiale delJe ambulanze reggimentali è ripartito in due casse o corbe, trasportate a dorso di cavallo o di mulo. Le ambulanze di battaglione sono composte da sacchi o zaini d'ambulanza trasportati dai soldati stessi, a spalla se di fanteria, oppure a soma se di cavalleria. Il materiale per gli ospedali temporanei si suddivide in 10 categorie: mobili e utensili vari, strumenti chirurgici, medicinali e utensili di farmacia, materiali per la medicazione, oggetti e arredi per la cappella, viveri e oggetti di consumo vari, casse o cestoni d'ambulanza, zaini o sacchi d'ambulanza, banderuole d'indicazione, mezzi di trasporto. Questi effetti sono così raggruppati e ripartiti tra i Comandi e i reparti: 2 divisioni d'ambulanza presso il quartier generale principale e dei corpi d'armata; I divisione d'ambulanza prezzo i quartier generali delle divisioni; I ambulanza reggimentale presso ciascun battaglione di fanteria e per il gran parco d'artiglieria; 1 sacco o zaino d'ambulanza ogni 4 squadroni di cavalleria; I o 2 ambulanze reggimentali per ogni distaccamento di forza considerevole.
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I materiali ed i mezzi di una divisione d 'ambulanza si articolano in una sezione attiva (carri n. 1, 2 e 3 per la fanteria; carri n _ 1 e n. 2 per la cavalleria) da avviare all'immediato seguito delle truppe, e in una sezione di riserva (carri n. 4 e n. 5 per la fanteria e n_3 per la cavalleria), che rimane invece presso il quartier generale della divisione per ripianare i consumi, fronteggiare esigenze impreviste e costituire, all'occorrenza, ospedali di 1a linea. A sua volta, la sezione attiva si articola in ambulanza leggera (carro n. 1 e uno o due carri per trasporto feriti) e deposito d 'ambulanza (carro n. 2 e 3 per la divisione di fanteria e carro n. 2 per la divisione di ·cavalleria). Indipendentemente dal materiale destinato alle divisioni attive, nelle retrovie dell'esercito si costituiscono magazzini di riserva di materiale sanitario, per il reintegro dei consumi e per l'approntamento, in caso di necessità, del materiale necessario. L'Intendenza generale d'armata provvede al rinnovo del materiale nei magazzini di riserva, al rei ntegro di quello consumato presso le ambulanze e gli ospedali e alle riparazioni più importanti degli strumenti, mentre le piccole riparazioni vengono effettuate presso gli ospedali provvisori. I mezzi di trasporto (vetture, cavalli e muli) per il personale e per il materiale vengono fomiti a cura dell'Intendenza generale d'armata, e si dividono in regolari e ausiliari. I mezzi di trasporto regolari sono quelli in dotazione regolamentare (se per feriti, di forma e dimensioni speciali), la cui condolta è affidata ai soldati del treno di provianda. Invece, le vetture ausiliarie sono quelle che si provvedono per via di precetto sul luogo nelle sole urgenti circostanze, e verranno destinate a l trasporto dei feriti dal campo di battaglia alle ambulanze attive e in ogni caso da queste agli ospedali temporanei. In mancanza di vetture regolari esse potranno anche essere impiegate per trasportare i malati da uno ad altro ospedale di linea. Le dette vetture saranno requisite per cura degli uffiziali dell'Intendenza generale d'armata nei dintorni dei luoghi occupati dalle truppe e in quella quantità creduta necessaria alle diverse occorrenze. Le vetture destinate al campo pel trasporto dei reriti debbono essere riunite al seguito del deposito d'ambulanza prima che comi nci la fazione, con un sufficiente numero d'infermieri per raccogliere nel campo di battaglia i feriti che non possano recarsi da loro all'ambulanza, ed anche per trasportare agli ospedali più vicini coloro che sono già stati medicati. Quelle poi requisite pel servizio del trasporto dei malati saranno raccolte per tempo presso gli ospedali prima dell'ora desti nata alla partenza dei convogli. Esse dovranno, per quanto sarà possibile, essere coperte di tela, sostenute da cerchi di legno, e guarn ite a sufficienza di paglia secca, per collocarvi gli ammalati con maggior comodo; e ciascheduna dovrà pure essere munita dì un recipiente per riporvi
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dell'acqua. In mancanza del necessario numero di vetture, ovvero riescendo impossibile o ben difficile l'uso delle medesime, si supplirà pel trasporto dei feriti colla requisizio ne dei cavalli , muli, od altre bestie di trasporto, che potranno essere fornite dal paese occupato dall'armata.
Ai fini di un'ottimale gestione e utilizzazione del materiale, il regolamento insiste particolarmente sulla necessità che gli ufficiali di sanità conoscano perfettamente il contenuto di ciascuna cassa o recipiente e il relativo impiego. Essi, in accordo con gli ufficiali preposti all'amministrazione, devono assistere di tanto in tanto alla movimentazione dei cassoni, e in questa occasione faranno rimarcare ai loro subordinati la composizione dei vari apparecchi in bende, compresse, filaccica e materiali accessori, e loro indicheranno gli speciali bendaggi preparati e i medicinali messi a loro disposizione. Essi chiameranno la loro attenzione sull'utilità di impiegare solo quanto è strettamente necessario a fine di economizzare le risorse e di conservar sempre la stessa disposizione degli oggetti a fine di poterli prontamente rinvenire a seconda del bisogno.
Agli ufficiali preposti all'amministrazione compete la buona conservazione ed il corretto impiego di tutto quanto contengono i cassoni: essi devono ricorrere ad ogni accorgimento per evitare i deterioramenti , evitando strofinamenti e urti tra i materiali "col frapporre ai medesimi qualche soffice sostanza come carta, pannolini, stoppa e filaccia ecc.", o col colmare i vuoti che si possono produrre entro le casse con altro materiale di circostanza o di riserva. Si stabilisce persino che i cassoni debbono formare sul terreno una o due linee parallele alla linea di battaglia, a fine di poterli portare alia avanti e ali'indietro con un semplice movi mento di destra e a sinistra. Essi faranno faccia alla sinistra della linea, affinchè la loro apertura resti all'indietro. Parimenti all'indietro si piazzerà l'ambulanza alla quale essi serviranno di separazione.
Gli utensili e i materiali - specie quando si tratta di strumenti chirurgici cdi medicinali - non devono essere riposti nella casse se prima non si è provveduto a pulirli ed asciugarli. Allorchè l'ambulanza ha preso posizione essi non devono essere prelevati se non uno alla volta, e solo in caso di bisogno si devono aprire le casse, tenendo comunque presente che occorre proteggere il materiale dall'umidità e dall'azione del sole. L' ufficiale di sanità che dirige l'ambulanza non può abbandonare il suo posto se prima non è giunto che lo sostituisce, in quanto su di lui pesa
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la responsabilità deUa distribuzione del materiale. Deve perciò prendere nota di tutto quanto viene impiegato, e per evitare inconvenienti nel maneggio è necessario che assegni a ciascheduno dei suoi subordinati il luogo che debba occupare e le rispettive funzioni; gli uni saranno a posto fisso senza poterli abbandonare e gli altri saranno sempre pronti ad essere messi in movimento secondo i bisogni del servizio. Debbesi avvertire che il battente delle casse sia sempre aperto durante l'azione, sicchè gli oggetti che in esse si contengono, siano con maggior facilità alla mano di°chi deve adoperarli .
Con qualche perfezionamento, quest'organizzazione sanitaria, con relativo scaglionamento in profondità del personale e dei materiali, è destinata a rimanere in vita per luogo tempo, anche nelle future compagne. Per i materiali, va rammentato che il dispaccio n. 5160 del 17 ottobre 1848 dispone che ogni carro d'ambulanza sia fornito di un fanale e di due barelle per trasporto feriti. Il fanale serve per la ricerca notturna dei feriti sul campo di battaglia, nel quadro delle ricognizioni che i medici militari sono tenuti per regolamento a compiere dopo gli scontri, non csscnùo possibile la raccolta di tutti i feriti azione durante. Desta qualche perplessità il fatto che non si sia pensato prima di dotare le ambulanze di questi semplici e diffusi strumenti; il loro numero rimane peraltro decisamente insufficiente, sì che la raccolta - cioè il trasporto dei feriti dalla linea del fuoco alle ambulanze - avviene quasi sempre con personale e mezzi di circostanza, date le concorrenti carenze di infermieri, carri e vetture d'ambulanza. In conclusione, si deve ritenere che nel 1849 l'iter del ferito risponde al fondamentale requisito della flessibilità in modo chiaro e razionale: dalle ambulanze di battaglione e/ o reggimento alle ambulanze di divisione, oppure ai più vicini ospedali provvisori ovvero a quelli temporanei di 1a linea; da questi ultimi a quelli di 2 a e 3 3 linea, e infine ai quattro ospedali generali in Piemonte (si veda anche lo schema riportato nel DOCUMENTO 4). Il numero dei medici militari in ambito reggimento (1 chirurgo capo di reggimento; 1 chirurgo maggiore per ogni battaglione) tutto sommato non sembra troppo scarso; ne è previsto inoltre un impiego molto flessibile. Anche la composizione delle dotazioni e il loro scaglionamento risultano appropriati. Una prima lacuna organizzativa del sistema è tuttavia quella dell'eccessivo accentramento nella gestione di uomini e mezzi, tanto più dannosa in un quadro operativo caratterizzato da scarsità e difficoltà di comunicazioni e dalla conseguente lentezza di trasporti. L'eccessiva ingerenza del chirurgo capo e maggiore e degli organi d'Intendenza, specie al livello di reggimento e ancor più di battaglione, impediscono di fatto la pur auspicata aderenza massima ai reparti in linea, che può essere ottenuta soltanto
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mettendo gli organi sanitari del reggimento alle dirette e totali dipendenze, per l' impiego e la dislocazione, del comandante di corpo, il che non è avvenuto nel caso specifico. Una seconda lacuna è rappresentata - sia pur tenendo conto delle disfunzioni pregiudicanti una maggior aderenza - dall'indisponibilità di portaferiti nelle minori unità, o quanto meno dalla mancanza di predisposizioni idonee ad assicurare il soccorso immediato e la raccolta dei feriti22 e il loro successivo trasporto all'ambulanza (di qui la prescrizione del sopralluogo sul campo di battaglia al termine degli scontri per raccogliervi i feriti e trasportarli all'ambulanza: provvedimento che poteva rivelarsi tardivo). L'istituzione delle compagnie infermieri costituisce un passo avanti, ma la loro esiguità organica non consente di assicurare la raccolta in maniera completa. Altra grave lacuna è quella dei mezzi di trasporto (vds. anche successivo capitolo V ), la cui scarsità è esasperata dal tipo di organizzazione funzionale propria del Servizio, che deve operare articolato e decentrato, tanto più che lo stadio di progresso scientifico raggiunto dalla medicina del tempo, non consentendo il recupero in tempi contratti dei ricoverati, tendeva ad intasare con relativa immediatezza gli ospedali di 1 a linea e generali (di qui il palliativo dei depositi di convalescenza). In ultima analisi, quindi, incontravano gravi ostacoli pratici tanto il tempestivo soccorso dei feriti, da sempre condizione essenziale per il loro recupero, quanto lo sgombero dalle ambulanza verso le retrovie. Anche la mancanza di tende, almeno per le ambulanze e gli ospedali di 1 a linea, appare motivo di ripercussioni negative, poichè - dato che le campagne non sempre erano molto popolate - si doveva sovente optare tra una dislocazione troppo arretrata, con ovvi inconvenienti sui tempi di percorrenza, e un impianto occasionale avanzato ma pregiudizievole per il buon fun zionamento degli organi sanitari e di insufficiente comfort per i degenti. In sintesi: un'organizzazione ben concepita e definita nelle sue linee generali, rispondente a criteri di base condivisibili, ma nel complesso non ancora tale - principalmente per deficienza di mezzi di trasporto - da consentire un superamento sufficientemente agevole delle situazioni di movimento o di crisi, e delle punte di perdite provocate dai grossi scontri. Tutto questo, naturalmente, nella considerazione dei tempi e dei modi con cui poteva essere effettivamente attuato quanto previsto, tenuto presente che il provvedimento, emanato a fine novembre 1848, anticipava
22
Per raccolta dei feriti si intende "Attività sanitaria sul personale, consistente nell'allontanare sollecitamente i feriti dalle posizioni avanzale, per fargli b'lungere agli organi esecutivi incaricati del primo trattamento (posti di medicazione)" (Pub. SME n. 5895 - Cit., p. 113).
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la campagna del 1849, iniziata a fine marzo, di soli quattro mesi: un margine di tempo palesamente insufficiente per approntare il materiale, addestrare il personale secondo i nuovi criteri, e soprattutto per garantire - mediante accurate predisposizioni per il coordinamento con l'attività operativa - l'aderenza e la tempestività d'intervento degli organi esecutivi sanitari. Troppo ottimistiche si rivelano pertanto le dichiarazioni del 14 febbraio 1849 alla Camera del Ministro Chiodo, secondo il quale quasi tutti i corpi hanno il personale che è stato credulo necessario. Le ambulanze esistono quasi tutte e alcune già si avviano alla loro destinazione. Tutti i corpi saranno provveduti del materiale necessario per i servizi sanitari ed anche tutte le cassette degli strumenti sono pronte23 .
Ben diverso, in merito, il rapporto dell'Intendente generale allo stesso Ministro il quale pochi giorni dopo, il 24 febbraio, è costretto a contraddirsi ed a denunciare la mancanza di materiale essenziali: delle 154 corbe di ambulanza volute, solo 60 erano spedite e richiedesi un mese per spedire altre 40 circa, e maggior tempo per le rimanenti; dei 50 carri d'ambulanza divisionali, 5 soli sono spedili e gli altri possono essere compiuti fra 15 giorni , ma non corredali dell'occorrente, essendo tuttavia mancante una quantità di cassette di ferri chirurgici commissionate in Francia24 •
Portaferiti, trasporti, materiale sanitario: con questo tipo di carenze di base, non v'è da meravigliarsi se in Lombardia il ricorso a medici e strutture sanitarie locali non è una scelta, ma una necessità. La scarsità di personale medico e spesso il suo basso livello di istruzione si fanno invece sentire in misura complessivamente minore, a nche se avvenne che mentre, per provvedere al funzionamento delle ambulanze, furono tolti dai reggimenti non pochi medici, che avrebbero dovuto essere sostituiti con altri di nuova nomina, questi furono nominati soltanto 1'8 e il 20 marzo e il 21 ripartiti fra i corpi, sicchè molti non poterono neppure raggiungere la propria destinazione. E poichè gli eventi precipitarono, accadde, come poi ebbe a riferire l'Intendente generale Montale, che "nei fatti d'arme del 21 marzo a Mortara e a Vigevano non eravi un sol carro d'ambulanza, non
23
MINISTERO DELLA GUERRA, CORPO SM, La campagna del 1849, ROMA 1928, (Cit.), p. 137.
24
fbidem .
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trovaronsi né gli infermieri, né gli ufficiali sanitari destinati al servizio delle divisioni; e non fu se non col mezzo della pietà dei cittadini che i feriti poterono avere qualche cura. Soltanto nella sera precedente alla battaglia di Novara giunsero colà le ambulanze per la sola 1• divisione, ed alcuni cassoni per le altre: ivi i pochi ufficiali sanitari giunti vedevano per la prima volta quei carri e nè essi, nè gli infermieri ne conoscevano i vari compartimenti, nè la contenenza, nè l'uso25 •
Cenni sul Servizio veterinario. Gran cura fu sempre posta, nell' armata sarda come in tutti gli eserciti, al mantenimento in efficienza del prezioso patrimonio equino. Fin dal 1818, con Sovrani Provvedimenti del 25 agosto26 c a norma del Regolamento speciale approvato con Regio Viglietto del 27 ottobre successivo, vengono costituiti in Venaria Reale una scuola e un collegio di veterinaria, destinando alla direzione del nuovo istituto diversi ufficiali . La scuola era alle dipendenze del Magistrato della Riforma degli Studi, e ciascun corpo di cavalleria vi doveva mandare un allievo, oltre a un sergente e 8 soldati scelti tra quelli che non erano in grado di montare cavallo ed erano perciò assegnati al servizio sedentario. Alla scuola era annesso uno speda/e veterinario. È significativo constatare che l' istituzione della scuola di veterinaria precede quella della scuola militare di equitazione (R. Brevetto del 15 novembre 1823) e della scuola militare di fanteria (R. D. 6 maggio 1850): segno non equivoco che la conservazione del costoso patrimonio equino era ritenuta di interesse prioritario rispetto allo stesso addestramento del personale. Con Regolamento 3 marzo 1821 si sanciscono le norme per l'invio e la ammissione dei cavalli di truppa allo spedale veterinario, e con R. Viglictto 28 settembre 1822 si stabilisce che gli allievi militari che hanno uJtimato il corso di studi presso la scuola assumano nei corpi l'incarico di veterinario in 2°. Nell'ospedale veterinario annesso alla scuola vengono curati i cavalli dei reggimenti e quelli delle scuderie reali. Una particolarità interessante è che vi possono trovate alloggio anche cavalli e altri animali
25
lvi, pp . 137-138.
26
Atti del Governo, p. 593, voi. 7°, parte I • .
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domestici di privati, dietro permesso del direttore della scuola e con il pagamento di una determinata pensione: segno che le strutture sanitarie militari, in questo campo, godevano di alta considerazione e forse erano le uniche. Ci si preoccupa, quindi, non solo della cura degli uomini, ma anche dei quadrupedi. Jn data 5 marzo 1836 viene emanato l'importante Regolamento per il servizio, l'amminislrazione e contabilità de/l'infermeria dei cavalli nel reggimenti di cavalleria, nel corpo reale d'artiglieria, e nel corpo del Jreno di provianda27 destinato a rimanere in vigore per moltissimo tempo, anche dopo il 1848. Quasi contemporaneamente, con Regio Brevetto n. 121 del 15 marzo 183628 Carlo Alberto, con una significativa premessa che riportiamo, si preoccupa anche di migliorare il trattamento economico e morale dei veterinari e di elevarne il prestigio e il livello culturale: Nel costante pensiero nostro di dare all'ordinamento della armata quei gradi di perfezionamento che dalla sperienza vengono suggeriti, riconobbimo l'opportunità per l'arma di Cavalleria [ .. .] di migliorare la condizione dei veterinari onde avere titoli maggiori per esigere da essi loro quel grado d 'istruzione, e quei maggiori servizi che si riconobbero necessari per il buon governo dei cavalli di ciascun corpo[ .. .] La convenienza di avere nei Corpi di cavalleria veterinari abili e devoti al loro servizio, siccome mezzo opportuno per la maggior conservazione dei cavalli, c ' induce a migliorare la loro condizione con accrescere la paga così dei veterani in 1 • come dei veterinari in 2 • ...
Nessun veterinario da allora in poi potrà essere arruolato, se prima non sarà stato sottoposto ad un esame speciale, nel quale abbia dato piena dimostrazione pratica di abilità nella sua arte. Nonostante i miglioramenti economici, il veterinario continua ad essere equiparato al grado di sottufficiale: il veterinario in 1• viene subito dopo il furiere maggiore, quello in 2• viene dopo il furiere di squadrone. Riguardo alla nuova organizzazione del Servizio, con il citato regolamento del 5 marzo viene appunto istituita un'infermiera cavalli in ogni reg-
27
G.M. 1836, pp. 93 e segg.
28
Cit. in V. DEL GIUDICE. A. SILVESTRI, li corpo veterinario militare, storia ed uniformi, BOLOGNA, EDAGRICOLE 1984, pp. 40-44. A tale testo rimandiamo anche per il futuro per talune particolarità relative a uniformi, strumenti, ordinamento, impiego e trattamento economico del personale veterinario.
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gimento di cavalleria, nel corpo reale d'artiglieria e nel corpo del treno di provianda. Oltre allo speda/e veterinario non esistono veri e propri luoghi di cura di ordine superiore nell'ambito dell'esercito, e i cavalli ammalati, dopo un mese di cura infruttuosa all'infermeria, fatta eccezione per i mocciosP.9 possono essere mandati alla scuola di veterinaria per istruzione degli allievi, o comunque ricoverati allo spedale veterinario ammesso alla scuola stessa. Quando la forza dei cavalli di un reparto o di un insieme di reparti distaccati lo richiede viene istituita un'infermeria succursale, che dipende da quella principale (cui rende i conti), analogamente alla quale è retta e amministrata. Tutti i cavalli indisposti, qualunque sia la loro malattia, devono essere condotti immediatamente in infermeria. È fatto divieto di curare "la benchè necessaria malattia, sotto qualunque pretesto" nelle scuderie comuni. All'infermeria cavalli devono essere destinate tre distinte scuderie, separate ma non molto distanti tra di loro per facilitare la sorveglianza. Nella prima scuderia sono ricoverati i cavalli affetti d a "malattie ordinarie e non comunicabili" ; nella seconda, i cavalli sospetti in I O grado di mocc:io, nella terza, i cavalli sospetti di secondo grado di moccio: quest'ultima nel luogo più appartato possibile. Ogni infermeria deve inoltre comprendere: un deposito attrezzi e materiali; una camera per gli inservienti; un piccolo magazzino foraggi (s,ufficienti per un giorno); una tettoia con cucina; un pozzo d'acqua con annesso abbeveratoio. L'abbeveratoio è adibito ai soli cavalli della I O scuderia (malattie ordinarie non infettive); quelli della seconda e terza vengono abbeverati con secchi specificamente contraddistinti, ad evitare di confonderli. All'infermeria sovraintendono: un ufficiale subalterno direttore, scelto tra i subalterni del corpo ed esentato dai servizi; un maresciallo d'alloggio o sergente, addetto alla contabilità; un brigadiere o caporale (servizio e disciplina); i veterinari del corpo (nei reggimenti di cavalleria, I veterinario in 1° con cavallo e 1 veterinario in 2°, a piedi); i maniscalchi (nei reggimenti di cavalleria, 1 per squadrone); un inserviente ogni 3 cavalli infermi (scelto tra i soldati che non possono montare a cavallo).
29
La moccio o cim urro e forcino era una malattia infettiva al tempo mollo diffusa specie nelle scuderie con numero elevalo di cavalli, manifestatesi nell'emissione di elevata quantità di muco purulento dalle membrane nasali.
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Tutto il personale, tranne i veterinari, rientra nelle cariche speciali 30 e viene scelto sul totale del corpo. Va ancora ricordato che i veterinari, fino al 1848 allorchè un R_D. del 19 dicembre li equipara ad ufficiali subalterni, sono parificati al grado di sottufficiale e - come i medici - hanno mansioni specialistiche di sola cura, non di gestione, amministrazione e controllo disciplinare, compiti questi che rimangono prerogativa della catena gerarchica. Responsabile della cura dei cavalli è il veterinario in 1° del corpo, elemento specializzato che peraltro, in b"ase alle norme riflettenti il servizio, deve uniformarsi agli ordini che riceve dal direttore dell'infermeria (un semplice ufficiale subalterno d'Arma). Ogni giorno, all'ora del governo del mattino, il veterinario è tenuto a passare una visita accurata a tutti i cavalli del corpo, riceve dal sottufficiale di servizio le segnalazioni sui cavalli ritenuti indisposti e, se lo ritiene opportuno, ne dispone il ricovero in infermeria. Soltanto al veterinario compete di fissare la cura e gli alimenti per i cavalli ricoverati, ed è vietato a chiunque di interferire. Egli è tenuto a compiere due volte al giorno, una al maltino e una alla sera, la visita ai cavalli in infermeria, oltre a quelle straordinarie di giorno o di notte quando il caso lo richiede_ Nessun cavallo può essere ammesso all'infermeria se non è accompagnato da una bulletta d'ammissione sottoscritta dal veterinario oppure dall'ufficiale di settimana del rispettivo squadrone o batteria, compilata su apposito modello, che riporta le indicazioni relative a: nome e connotati del cavallo; numero di matricola; squadrone, batteria o divisione di appartenenza; genere di malattia di cui è sospetto; scuderia nella quale deve essere collocato; oggetti di cui è provvisto. Per ciascun cavallo che entri in infermeria viene compilata la bulletta di infermeria, documento conforme ad apposito modello che, in pratica, costituisce una vera e propria tabellina diagnostica, e come tale "dovrà lasciarsi costantemente appesa in sito conveniente presso il cavallo, distesa in apposita tavoletta in latta onde preservarla dall'umidità della scuderia''_ Quando il cavallo esce dall'infermeria il veterinario annota sul retro dell'apposita bulletta d'uscita il tempo per il quale deve rimanere a riposo, e ogni altra precauzione per il suo impiego, della cui puntuale applicazione
30
Per carica speciale si intende un soldato scelto per svolgere in via temporanea incarichi d'ufficio, d 'ordine e/ o logistici, generalmente diversi dall'iniziale specializzazione.
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sono responsabili i comandanti di squadrone, batteria o divisione. Queste disposizioni di carattere veterinario permangono invariate fino al 1848. Esse hanno campo limitato all'organizzazione e funzionamento nelle sedi stanziali, e riguardano per la maggior parte la lotta contro l'epidemia di moccia. Per i cavalli mocciosi, analogamente al criterio istitutivo degli ospedali speciali per sifilitici e scabbiosi, vengono allestite infermerie speciali in Carmagnola e Langosco, e si ribadisce l'obbligo di immediato ricovero nelle predette strutture dei quadrupedi ammalati31 • Non risulta invece prescritta o ribadita la costituzione di infermerie cavalli in campagna, con caratteristiche speciali e da dislocarsi in località idonee ad un agevole funzionamento, anche se v'è da ritenere che nei reggimenti di cavalleria il veterinario in 1° (presso gli squadroni attivi) e il veterinario in 2° (presso il deposito), pur non prevedendo l'organico collaboratori e personale specializzato in sottordine a costoro per il funzionamento di una sorta di ambulanza per cavalli, possano costituire, di massima con il medesimo personale del tempo di pace, un'infermeria cavalli anche in guerra, o almeno un organismo che possa corrispondere all'odierno "posto di medicazione quadrupedi" 32 • Soltanto a campagna iniziata da oltre· un mese, il 29 aprile 1848, il Ministero chiede ai depositi stalloni ed a quelli di cavalleria un ufficiale di cavalleria, un veterinario e un maniscalco con alcuni sottufficiali, per costituire un'infermeria cavalli atrarmata. Ciò fa legittimamente ritenere che presso i corpi i quadrupedi feriti o ammalati venissero, oltre che controllati e rianimati, anche curati nei limiti del possibile, stante la mancanza di idonei mezzi di trasporto e le difficoltà di sgombero su un'unica infermeria d'armata, necessariamente assai distante dai reparti, specie se distaccati dall'armata stessa. È inoltre probabile - pur mancando specifici riscontri documentali - che anche per la cura dei cavalli, così come si faceva per gli uomini, in caso di necessità si ricorresse alle Amministrazioni locali o direttamente a stalle private e anche a veterinari civili.
31
Cfr. la serie di provvedimenti in merito citata in E. CA MUSSI, Dizionario analitico delle Circolari dell'A zienda generale di Guerra dall'anno 1814 a tutlo il 1852, TORINO, TIP . CERESOLE E PANJZZA 1853.
32
La vigente Pub . SME n. 5895 - cd. 1884 (Cit.) cosi definisce il poslo medicazione quadrupedi: " Organo esecutivo sanitario, costituito presso le unità alpine del I O anello logistico (cioè a livello di battaglione - n.d.r.), che provvede al primo traltamento dei quadrupeili feriti o malati" (cioè al controllo e rianimazione dei quadrupedi e alle predisposizioni per lo sgombero) . Anche presso il posto medicazione quadrupedi, quindi, non viene oggi effettuata una vera e propria c ura.
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Fig. I - Modello di carro ambulanza (Regno di Napoli) Fonte: Museo Artiglieria Torino
CAPITOLO IV IL SERVIZIO DI COMMISSARIATO
Generalità. Tratteremo del Servizio di commissariato riferendoci all'attuale sua sfera di azione, che comprende "le attività connesse con la vita ed il sostegno del personale: in particolare, il rifornimento dei materiali di vettovagliamento, vestiario, equipaggiamento e casermaggio e il Servizio postale e telegrafico" 1• In pratica, dunque, il Servizio di commissariato, con l'aggiunta del Servizio postale e telegrafico, svolge anche oggi le stesse attività logistiche già previste dalla Pub. SME n. 6300 [s.d.] - ed 1955 2 nei riguardi: del vettovagliamento; dei materiali di servizio generale (cassette per denaro, casseforti, tende varie, materiali da cucina ... ); dei materiali costituenti dotazione tecnica delle formazioni campali del Servizio (forni mobili ed accessori, lavanderie, autobagni, serie di attrezzi speciali per sezioni di sussistenza ... ); del vestiario ed, equipaggiamento, della lavatura corredo e bagni igienici. Chiarito così e ben delimitato l'oggetto della trattazione, la nostra analisi tenderà a stabilire che cosa dell'odierna complessa organizzazione del Servizio già poteva trovarsi nell'armata sarda del 1848. Va anzitutto osservato che, come si è avuto modo di mettere in evidenza nel capitolo II trattando del Servizio di amministrazione, a quel tempo quasi tutto quanto oggi concerne il commissariato, ed in particolare le due componenti principali del vettovagliamento e del vestiario, rientravano nel Servizio di amministrazione e si avvalevano dei suoi stessi organi, non esistendo nemmeno per il vettovagliamento, come invece avviene ora, organi direttivi ed esecutivi ad hoc specializzati nella branca.
Pub. SME n. 900 s.d. - ed 1981 Voi. Ili - La logistica, p . 9. 2
Pub. SME n. 6300 s.d. Norme generali per l'organizzazione logistica ed il funz ionamento d ei servizi in guerra, Ed. 1955, p. 41.
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LA WGISTICA DELL'ESERC ITO - VOL. I
La stessa etimologia del nome del Servizio in questione del resto, lo dimostra: comissariato deriva con ogni evidenza da commissaria, ufficio del commissario, da cui, in senso lato, anche la sua branca d'azione, che si riassumeva nel controllo dei settori ora affidati al commissariato. Ne consegue che questi ultimi derivano dal graduale processo di scissione, avvenuto nel secolo XIX, tra le due branche principali dell'amministrazione (vds. regolamento di amministrazione del 1840 - capitolo Il): la contabilità in contanti, rimasta prerogativa dell'attuale .Servizio di amministrazione, e la contabilità in natura (vestiario, equipaggiamento, vettovagliamento, arredi ecc.), che con il progressivo accrescersi delle esigenze in questo settore ha reso indispensabile la creazione di organi direttivi ed esecutivi appositi, con una particolare specializzazione non richiesta quando la confezione del rancio e la distribuzione del vestiario e degli equipaggiamenti constavano di poche e semplici operazioni . Pertanto nei primi anni del secolo XIX le branche vestiario e vettovagliamento non possiedono una propria individualità e seguono le vicende dell'amministrazione. Per ragioni di clùarezza e organi<.:ità, prenderemo tuttavia in esame partitamente la branca vettovagliamento e le rimanenti branche del commissariato, con particolare riguardo al vestiario.
11 vettovagliamento: cenni sulle origini del sistema in atto nel 1848. Richiamando il famoso detto di Federico Il che "gli eserciti camminano col ventre, come i vermi", nel 1890 il maggiore di sussistenza Terzaghi scriveva: La storia sta lì ad insegnarci che, in tutti i tempi, fu cura precipua dei più abili capitani quella di provvedere premurosamente al modo di rifar le forze organiche del soldato, specialmente allorchè esse, per lo sperpero straordinario che se ne fa, hanno maggiormente bisogno d'essere ristorate. È per questo che, in un esercito bene ordinato, bisogna dare grande importanza al servizio delle sussistenze, e spendervi intorno la propria opera in tempo di pace, affinchè, nel momento del bisogno, quando un pò di incertezza, in generale, è inevitabile, questo servizio non lasci proprio nulla a desiderare. Facendo altrimenti si correrebbe il pericolo di cadere in errori, talvolta fatali per l' esito di una gucrra3 •
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C. TERZAGHI, Sinossi delle sussistenze militari, ED. SCUOLA SOTTUFFICIALI, ANNO 1890-1891, p. l.
IV · SERVIZIO DJ COMMISSARI ATO
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Va dunque ancora rammentato che non solo oggi o nel secolo XIX, ma anche nell'età pre-napoleonica si faceva gran conto del vettovagliamento delle truppe, fino ad identificare i magazzini e gli stessi trasporti (treno di provianda: servizio di trasporto delle provviste) con il vettovagliamento, che pertanto diventava fin da allora la parte determinante dell'amministrazione e della logistica in genere. L' aspetto più importante, ma anche il più delicato, perchè affidato all'onestà, alla capacità, allo spirito d'iniziativa e alla preveggenza dei comandanti e/o commissari, doti alquanto rare che di rado si trovavano riunite in un'unica persona, sì che non sempre - anzi quasi mai le cure, le esortazioni e gli editti dei Sovrani più illuminati, e dei loro più avveduti e probi collaboratori, ottenevano risultati proporzionati all'impegno posto e tali da corrispondere alle finalità della regolamentazione e agli stanziamenti finanziari devoluti. Non è pertanto azzardato affermare che è stato attraverso i risultati pratici ottenuti nel campo del vettovagliamento che si è potuto pervenire a una misura probante dell'effettivo grado di benessere e disciplina di un esercito. Riepilogando quanto già prima detto, ne li 'esercito sardo il sistema di vettovagliamento del 1848 trae la sua origine dall'antica consuctuùine - in uso in Francia come negli altri Stati fin dal XVII secolo - del semplice pagamento da parte dell'amministrazione statale ai colonnelli di una cifra a forfait per ciascun soldato in forza, con la quale si doveva provvedere direttamente a vettovagliamento, vestiario e alloggio. Come osserva il Gregorio, già con il Duca di Savoia Carlo Emanuele I (1580-1630) nelle milizie piemontesi con la paga il soldato doveva provvedere a tutto quanto vi occorreva, ma di fatto vi provvedevano i colonnelli che si rifacevano mediante trattenute sulle paghe, onde il Duca - 1'8 giugno 1610 - prescriveva (evidentemente per prevenire i facili abusi - n.d.r .) che le ritenute erano autorizzate "soltanto per quanto rifletteva viveri, vestiario, armi e cavalli e che altre ritenute non si potevano operare se non per ordine dell'auditore della milizia". Soltanto in tempo di guerra il soldato riceveva, con la paga, pane, vino e carne. La provvista dei viveri costituiva, insieme con l'alloggio, un onere dei Comuni per le truppe di pa~saggio e nei quartieri d' inverno. In campagna la necessità di scorte comportava, al seguito dell'esercito, la presenza di mercanti e vivandieri ai quali erano accordati particolari privilegi, quale l'esenzione del pagamento del1e gabelle4 • Quindi il primo principio è che al vettovagliamento in pace deve provvedere il soldato stesso con la sua paga, e solo per ragioni di coordinamento e di economia interviene l'autorità gerarchica (prima il capitano, poi il colon-
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C. GREGORIO, Art. cii. , "RIVISTA Di COMMISSARIATO .. n. 4/ 1941.
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nello) per disciplinare nell'interesse del soldato gli acquisti e la preparazione del rancio, mediante una trattenuta - chiamata ordinario - praticata sulla sua paga5 • Poichè la razione è essenzialmente composta di pane, carne e vino la confenzione del rancio non richiede personale specializzato: il pane è in genere fornito da imprese civili appaltatrici e la carne acquistata dal libero commercio viene cotta nell'acqua. In tempo di guerra il sistema poco muta: il soldato, già ai tempi di Carlo Emanuele I, riceve l'intera razione in natura. Su queste basi fondamentali viene articolata anche nel secolo XIX la branca, ovviamente con successivi perfezionamenti che di seguito succintamente esamineremo, fino a fotografare la situazione del 1848. Riepilogando quanto esposto nel capitolo 11, la struttura fondamentale della paga con Carlo Emanuele II (regolamenti del 1673) è composta da: deconto (trattenuta per vestiario); prestito, a sua volta da suddividere in piccolo prestito o soccorso (quota in contante effettivamente pagata alla mano del soldato) e ordinario (controvalore della razione viveri, amministrato dai capitani delle compagnie, solo per il tempo di pace; in guerra, l'intera razione era in natura). Con Vittorio Amedeo II (editto del 21 giugno 1709), lo Stato in pace somministra al soldato un pane da munizione6 (gr 737, al tasso di abburrattamento del 6%) fornito da appaltatori presidiari - munizion.ieri - che ricevono il grano acquistato dall'Ufficio generale del soldo. Un commissario - direttore delle munizioni7 - assume il compito di recarsi nei vari pre-
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Questa parola oggi inusuale e c on tutt'altri significati (normalmente di aggettivo) semb ra di origine spagnola. Cosi il D' Ayala : "Ordinaire": Rancio. Pasto da soldati; è voce spagnola, usala ancora nelle ordinanze etrusche del 1804" (M. D'AYALA, Op. cit. , p. 2 16) . Probabilmente perchè ordinario deriva da ordinanza, si è passati ad indicare direttamente con ordinario c iò che compete, che attiene all'ordinanza stessa (in primis, il rancio).
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li termine munizione deriva dal francese munition, "Provvisione di lutto ciò c he è necessario agli eserciti tanto per vivere che per comballere" (M . D' A YALA, Op. cit. , p . 2 11 ) . Esso h a pertanto ancora nel secolo XIX un significato molto più esteso dell'attuale, e comprende munizione da guerra (tullo questo è necessario per caricare le armi) e munizione da bocca (viveri per i soldati). Anzi: fino alla prima meià del secolo XJX il significato più comune era proprio quest'ultimo. Di qui il Direltore d elle munizioni, che però si occupa solo del pane, e il termine fra ncese munitionaire, guarda-magazzino, che distribuiva a.i soldati munizioni, ma soprattutto viveri, visto che le odierne Armi e munizio ni (per tutti) erano branca di normale competenza dell'artiglieria.
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Per altre notizie particolari sul periodo che p recede e segue la Resta urazione C fr_ C. G REG OR IO , Art. Cit. , "RIVIST A DI COMMISSARIATO" N. 4 - 1941.
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sidi e "come persona sperimentata e pratica delJa fabbrica del pane e del biscotto, ispeziona la qualità distribuita". Il vitto è pertanto curato dai capitani delle compagnie, che devono distribuire le truppe in "camerate" di 4 uomini e fare preparare le vivande giornaliere. Dell'impiego della quota di ordinario il capitano deve rendere conto, ogni sei mesi, al commissario o all'ufficiale al soldo del Presidio, in contraddittorio con i soldati e alla presenza degli ufficiali superiori del corpo. Con Carlo Emanuele III (1730-1773) compare per la prima volta (R.D. 6 marzo 1742) la figura di un Intendente generale d'armata, il quale presiede a tutti i Servizi e in primis a viveri, foraggi, poste e relativi trasporti. Alla branca viveri e foraggi sovraindente un commissario capo del Servizio e, analogamente, nelle località di tappa un commissario ne dirige il funzionamento. I commissari di guerra provvedono agli acquisti dei generi ed economia e procedono alle requisizioni o alla richiesta di contributi in natura per il rifornimento dei magazzini principali e secondari , organizzati sulle linee di tappa_ I generi vengono dati in consegna a guardamagazzini viveri_ Le distribuzioni dai magazzini ai corpi sono attuate mediante ritiro di apposite contente o buoni. Del Servizio pane è incaricato il munizioniere generale, il quale riceve dall'amministrazione il grano e le farine; per compiere la panificazione di campagna coi propri operai egli ha diritto ai locali di lavoro e di deposito deJle farine e dei forni_ La dotazioni delle fortezze comprendono: vino, lardo, formaggi, sale, acquavite, carne salata, legumi, pasta, aceto, farina e grano, legna, olio, candele, tabacco da fumo e da naso. La provvista e la manutenzione dei magazzini dei forti è data in appalto a un' impresa, la quale assume l'obbligo di tenere al completo ed in buono stato le derrate, con facoltà di rinfrescarle. Ogni movimento di magazzino viene sottoposto alla vigilanza del commissario di guerra, che ha facoltà di ordinare la sostituzione dei generi non riscontrati nelle condizioni e quantità volute. Le chiavi dei magazzini sono tenute dal comandante della fortezza e dal commissario di guerra. Questi lineamenti organizzativi del Servizio - di impronta francese rimangono sostanzialmente immutati anche dopo la caduta di Napoleone. Con Vittorio E manuele I, nel periodo della Restaurazione, il pane continua ad essere fornito gratuitamente alla truppa a complemento del soldo, e la sua confezione resta affidata ad imprese, con grano acquistato da queste stesse o fornito dallo Stato . Per quanto concerne gli altri generi del vitto, in un primo tempo la con fezione e distribuzione viene affidata ad imprese civili, onde ottenere, in relazione all'entità delle forniture, convenienti ribassi nell'interesse del soldato . Ma i vantaggi che in tal modo si spera di ottenere rimangono - dipendendo solo dall ' onestà degli operatori respon sabili - più teorici che pratici, e così
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I.A LOGISTICA DELL'ESERCITO -
vm .. I
il Servizio di vettovagliamento, escluso il pane, passa completamente ai corpi, e con il regolamento del 1822 l'acquisto e la confezione dei generi (effettuati a cura del capitano dapprima per camerate e poi per l'intera compagnia) sono affidati alla responsabilità e al controllo diretto dei comandanti di corpo, che si avvalgono dei capitani. Una particolare da mettere in rilievo: in tempo di pace non esiste fino al 1833 una razione viveri fissa, se si eccettua il pane (prima gr 614, poi gr 736). La razione predeterminala era prevista soltanto in guerra e veniva interamente approvvigionala e distribuita a cura dell' Amministrazione militare. Va ancora rilevato che, nell'ambito del Servizio di vettovagliamento, particolare delicatezza e importanza assume la confezione del pane secondo i capitolati stipulati con le imprese, e la sua corretta e aderente distribuzione diventa un vero punctum do/ens. Nel periodo della Restaurazione, questa è stata una costante spina nel fianco dell'Azienda generale di guerra, quasi sempre insoddisfatta per l'andamento del Servizio e preoccupata per i negativi riflessi anche disciplinari delle irregolarità, delle inadempienze dell'impresa e dei mancati o poco scrupolosi controlli. Sintomatica, ad esempio, una circolare del 21 maggio 1816~con la quale, evidentemente a seguito dei reclami da parte della truppa, si rimproverano aspramente i commissari e si prescrivono almeno tre visite mensili e periodiche da parte di questi ultimi ai magazzini della munizione, così motivando i provvedimenti: dove riprovandosi l'errore purtroppo radicato negli uffizi di Commissione di non voler provvedere ai bisogni del servizio se non vi sono incitati da riclùami o istanze della truppa, quasichè la pazienza e il silenzio della medesima legittimare possa ed autorizzare un servizio ma le ordinato e mal eseguito, si pone per base che l'ufficiale del soldo, quale depositario noto della legge, che impone reciproche obbligazioni, men tre vegliar deve all'inviolabilità del contra tto per la parte che concerne all'Azienda, non è meno in obbligo di vegliare con eguale sollecitudine, e senza altro incitamento che il proprio dovere ed il diritto del soldato , a che scrupolosamente si eseguiscono gli impegni dell'impresario. Si osserva, che se con occlùo investigatore , se con visite frequenti ed inopinate, ognuno invigilasse sull'esattezza del servizio, si risparmierebbe alla truppa la molesta necessità di portare le sue lagnan-
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Questa circolare, e le altrt: st:gut:nli , sono citate in G.M. 18~0. parte l, PP- 135 - 142.
IV - SliKVIZIO
I)]
COMMISS/\RI/\TO
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ze, ed a se stesso il dispiacere di sentire che queste stesse lagnanze sono altamente accuse di negligenza dirette conlro l'Uffi zio.
Con altre numerose circolari 9 che si susseguono fino al 1948, si mette l' accento su tutta una serie di specifici inconvenienti del Servizio, raccomandando una maggiore vigilanza e l'immediato intervento degli organi preposti: "delittuose speculazioni" da parte degli impresari quando essi stessi acquistano il grano; carente tenuta a numero delle prescritte disponibilità di magazzino da parte dell'impresa, sia sotto l'aspetto quantitativo, sia qualitativo e sia della conservazione; impiego di grano di cattiva qualità e cottura difettosa, derivante dall'introduzione dell'impasto in forno troppo caldo. In tal caso si deve immediatamente procedere, a spese dell'impresa, all'acquisto di pane di buona qualità. Si prescrivono ispezioni a magazzini e forni ad orari variabili per vigilare sull'osservanza delle norme igieniche, onde accertarsi che, a m otivo del certo grado di calore che vi si mantiene, non vi si adunino insetti nocivi e schifosi, facili ad essere poi mischiali nella pasla , non si lasci depositare a lungo l'acqwi in caldaie di rame, per allontanare il pericolo d'introdursi del verderame nella pasta a detrimento della salute, e con l'avvertenza infine di sopravvegliare attentamente aJla propriet à e nettezza dei locali, e di tutti gli utensili adoperati nella manipolazione del pane, soprattutto delle madie, perchè non avvenga putrefazione nella pasta, siccome non di rado succede.
Un' ultima caratteristica del Servizio è la netta frattura esistente tra il tempo di pace e il tempo di guerra, anche in materia di composizione delle razioni e di contabilità. Tratteremo, pertanto, separatamente questi due aspetti, ini ziando dal tempo di pace quale fase più frequente della vita dei corpi.
Approvvigionamento, confezione e distribuzione del vitto in tempo di pace (Fig. 2 e 3). La branca nel 1848 è ancora regolata daJI' Istruzione sopra il governo e l'amministrazione del vitto ordinario dei bass'ufficiali e soldati del 1838 10 , regolamento d'importanza fondamentale poichè contiene disposi-
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Circ. 6 dic. 1826, N . 827; 25 mag. 1833, N. 1553; 18 lug. 1835 , N . 1837; 6 ma r. 1847 , n _ 7 17; 3 reb. 1848, N. 775; 8 mar. 1848, n. 788.
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Q_M _ 1838, pp. 729-747.
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zioni sul funzionamento e sulle relative responsabilità destinate a rimanere nella sostanza immutate per oltre un secolo (fino a quando, anche dopo il 1945, è esistito il principio del vitto per sottufficiali con composizione, confezione e contabilità separata da quello della truppa). Si fa anzitutto obbligo di convivere alla mensa comune sia ai sottufficiali sia alla truppa (prima tale obbligo esplicitato per legge non esisteva in quanto la paga del soldato, almeno all'origine, comprendeva anche la spesa per il vitto e il vestiario). Le mens!? sottufficiali presso il corpo possono essere più di una : nei reggimenti di fanteria sono di battaglione, nelle altre Armi per corpo, salvo diversa disposizione del comandante. Gli ordinari - così si definisce il rancio - per caporali e soldati sono di compagnia, evidente eredità del sistema di contabilità e logistico del passato, basato sul capitano. Peraltro il comandante di corpo ha facoltà - in relazione alla forza presente e per risparmiare legna - di disporre la cottura delle vivande accomunando fino a tre compagnie. Convivenze, esenzioni e quote da pagare sono, sia per la mensa sottufficiali sia per l'ordinario, minutamente regolamentate. Non si parla, nella regolamentazione del periodo, di mense per ufficiali: forse percbè l'ufficiale, al tempo comunemente considerato un grand seigneur, specie in tempo di pace non veniva ritenuto a bbisognevolc di una qualche forma di assistenza, sollecitudine o anche soltanto di disciplina delle sue esigenze personali, e il problema del benessere degli ufficiali che in quanto tale richiede pur sempre interventi dell'Amministrazione che limitano l'autonomia dei singoli - al tempo non esisteva ancora; non così, comunque, di lì a qualche anno, nella seconda metà del secolo XIX. Alla mensa sottufficiali sono "costretti" a convivere i furieri maggiori, i furieri, i sergenti e i marescialli d 'alloggio. Ne sono esentati gli ammogliati e - particolare interessante - i sottufficiali celihi fieli di uffi<:i?Ji de! reggimento il cui padre chieda di farli convivere in famiglia: dimostrazione di una certa permeabilità non classista tra le due categorie. I comandanti di corpo possono a loro volta dispensarne tamburini, trombettieri maggiori, capi musica e capi operai. G li esentati non ammogliati, comunque, devono versare a beneficio della massa (cioè del fondo comune per la mensa) la competenza di legna e 2,5 centesimi al giorno. Le mense sottufficiali sono gestite ad economia, sotto la responsabilità del comandante di corpo, il quale incarica della direzione e del buon governo del rancio, agli ordini del relatore del consiglio, un ufficiale di sua fiducia (uno degli aiutanti maggiori, o un portabandiera, o l'ufficiale di amministrazione). Dei conti, della spesa e della contabilità è incaricato il sottufficiale convivente più anziano, oppure - con turno mensile - uno dei furieri maggiori o dei furi eri. Il comandante di corpo "fisserà le regole secondo
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le quali dovranno le mense essere amministrate, i cibi di cui ogni pasto dovrà constatare, le biancherie, stoviglie, poste ed altri arredi di cui dovranno essere fornite, ed assegnerà per ogni mensa uno o due soldati immuni di servizio per cucinare le vivande". Le spese - prescrive il regolamento - dovranno comunque essere regolate in modo tale che i conviventi abbiano ogni giorno due pasti con vino, abbondanti e sani, di grasso, o di magro, secondo che la bolla pontificia permette l'uso dell'uno e dell'altro cibo.
L'orario delle mense è stabilito dal comandante di corpo, che lo sottopone per l'approvazione al comandante di divisione. Il comandante di corpo non può variarlo se non in casi speciali, dei quali deve ragguagliare il superiore. In casi particolari, il comandante di corpo è autorizzato ad imporre le mense a prezzo fisso presso i vivandieri del corpo, determinando, con convenzioni scritte, quantità e qualità dei generi e importo da pagare da parte di ciascun convivente. Le spese individuali concorrono in un fondo detto massa d'ordinario dei sergenti (a proprietà collettiva e non individuale), i cui introiti constano di: uno scotto 11 giornaliero pagato da ciascun convivente non superiore a 60 centesimi pro capite: il controvalore della legna ceduta a beneficio della massa dai dispensati, oppure risparmiata; i 2,5 centesimi al giorno dei dispensati; la quota di IO centesimi al giorno che sono ugualmente tenuti a versare i con vi venti quando, per qualsiasi motivo, si recano in licenza; 10 centesimi giornalieri pagati dai conviventi detenuti nella "sala di disciplina o prigione del corpo" , quota indipendente da quella che il detenuto, nella prigione a pane e acqua, deve pagare alla massa d'ordinario dei soldati (pari alla seconda razione di pane). Con questi proventi vengono pagati, oltre al vitto dei conviventi: il soprassoldo di marcia ai sottufficiali secondo il regolamento per le somministrazioni alle truppe in marcia; le spese per il bucato della mensa e per l'acquisto, rinnovo e manutenzione degli utensili di cucina e delle suppellettili da tavola;
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la parola scotto (usala per la prima volta in q uesta o ccasione) è una delle poche di origine non militare e di etimo proba bilmente non francese (secondo lo Zingarelli, deriva dal germa.uiru antico skot, imposta, tassa, quota; il Garzanti la fa però derivare dal francese antico).
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LA LOGISTI CA l)ELL'ESERC ITO - VOL. I
centesimi 2,5 per ciascun convivente, a beneficio della massa d'ordinario della truppa, "onde concorrano in modo equo e proporzionato nelle spese dell'illuminazione delle camerate, corridoi e latrine, della compra delle scope ecc. per spazzare quei siti, non che a quelle della cera, del bianco o giallo per gli oggetti di bufalo, o corame di cui essi pure approfittano''. Dal punto di vista amministrativo e contabile, responsabile della gestione dei fondi è il colonnello; l'ufficiale che gestisce la mensa ha le stesse responsabilità che ha il comandante di COIJ?-pagnia nei confronti del rancio dei soldati, così come il relatore nei suoi compiti di vigilanza. Per la contabilità, la tenuta dei registri, la custodia dei fondi, ci si regola come per il rancio dei soldati al livello di compagnia; l'ufficiale direttore della mensa può comunque tenere presso di sè 50 lire per le spese correnti_ Norme molto severe e restrittive reggono i pagamenti: tutte le spese, senza alcuna eccezione, devono essere saldate giornalmente, i fornitori non devono far credito sotto alcun pretesto ed eventuali loro reclami per debiti residui non devono essere tenuti in considerazione. Se la mensa si fa a prezzo fisso presso i vivandieri, essi devono essere pagati alla scadenza di ciascun prestito . I vivandieri e i fornitori devono dichiarare per iscritto di essere a conoscenza della norma che prevede il decadimento di qualsiasi diritto per reclami pervenuti al comandante di corpo dopo le 24 ore del giorno in cui deve aver luogo il pagamento. A1 rancio della truppa convivono tutti coloro che non hanno il grado di sottufficiale. Ne possono essere esentati, con pagamento della massa d'ordinario di 2,5 centesimi al giorno e cessione delle competenze di legna, i falegnami, i musicanti ed i vivandieri. Sono invece esentati senza obbligo di contributo alcuno i militari di truppa ammogliati e gli arcieri, cioè le guardie di polizia al seguito dell'esercito e alle dipendenze dei funzionari di giustizia militare (l'esercito del tempo era composto da buona aliquota di voiontari a lunga ferma). Inoltre, il comandante di corpo può esentare in particolari casi anche altri militari non compresi nelle predette categorie, dietro cessione da parte di questi ultimi delle competenze di legna e pagamento di 5 centesimi (non si conoscono le ragioni di questa maggiore elasticità per la truppa, visto ciò non era consentito per i sottufficiali). Viene per la prima volta stabilita anche la razione giornaliera (del tempo di pace), suddivisa in giorni di grasso e di magro. Nei giorni di grasso essa è così composta: 150 gr di carne di bue, 150 gr di pane bianco da zuppa, 150 gr di pasta o riso, 5 centesimi a testa per miglioramento vitto (sale, condimento e erbaggio). Nei giorni di magro manca la carne e la quantità di carboidrati è raddoppiata (300 gr di pasta o riso, oppure 150 gr di pasta e 150 gr di riso). Più consistente anche la quota miglioramento vitto (da 9 a IO centesimi).
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In cavalleria, artiglieria ed treno, "stante la specialità del loro servizio", la razione di carne può essere - se i fondi disponibili lo consentono - di una oncia in più (30 gr). Viene periodicamente distribuito anche il vino (90 giorni all'anno per la fanteria, l'artiglieria e gli zappatori; ma il doppio, 180, per cavalleria e treno). In particolari festività "si potrà continuare nell'uso invalso di assegnare un supplemento rancio"; la relativa spesa non potrà comunque superare i 25 centesimi a testa. Alcune decisioni in merito alle modalità di confezione e distribuzione sono demandate addirittura al comandante della divisione, il quale stabilisce, sentiti i colonnelli, come devono essere suddivisi i generi nei due pasti, il numero mensile di giorni di distribuzione del vino (le distribuzioni devono essere più frequenti nei mesi caldi e nel corso delle esercitazioni), e infine avvenendo il caso che in qualche circostanza o stagione dell'anno si ravvisasse più opportuno di sopprimere una delle due minestre nei giorni di grasso, onde far mangiare alla truppa, al posto della mattina o della sera, la carne fredda col pane bianco, con accrescere in tal caso la razione di carne di un ' oncia, il governatore, in ciascuna divisione, potrà ciò autorizzare.
Rientrano invece nelle facoltà dei comandanti di corpo la scelta tra riso o pasta, l'indicazione dei generi da acquistare con la quota miglioramento vitto, e la definizione dei giorni del mese nei quali deve aver luogo la distribuzione del vino; è comunque loro facoltà anche di ordinare le distribuzioni straordinarie di vino che rientrano nelle normali spese della massa d'ordinario. I quantitativi dei generi da distribuire, per contro, possono anche essere ridotti su ordine del comandante di divisione e per tutte le truppe del rispettivo Presidio, allorchè le spese il rancio superano - per rincari dei prezzi - i 26 centesimi pro capite nei giorni di grasso e i 21 nei giorni di magro. Precisa il regolamento che gli aumenti dei prezzi non sono ragione di per sè sufficiente e automatica per la riduzione del rancio, in quanto alle momentanee difficoltà si dovrebbe supplire con le economie realizzate in tempi normali; così come le maggiori spese che conseguono alla formazione di piccoli distaccamenti, per i quali si possono ottenere prezzi meno vantaggiosi, devono essere ammortizzate con i fondi disponibili sul totale della massa di reggimento. In tutti i casi, le prime ad essere ridotte - a preferenza dei commestibili - devono essere le razioni di vino. Dal punto di vista amministrativo e contabile, anche la massa d'ordinario dei caporali e soldati (non di proprietà individuale) è affidata dal colonnello che ne è responsabile. I comandanti di compagnia e squadrone sono però
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LA LOGISTICA DEI.L'ESERCITO - VOL. I
personalmente responsabili di qualunque malversazione o distrazione di somme appartenenti a questa massa, qualunque ne sia l'oggetto e il motivo, non dovendosi inscrivere sul registro dell'ordinario spese che non abbiano effettivamente avuto luogo sia in parte sia in totalità.
La massa d'ordinario viene costituita con tutta una serie di proventi. Ciascun militare di truppa vi contribuisce con 30 centesimi per la fanteria, artiglieria e zappatori (32 per la cavallecia e per il treno) e, oltre ai pagamenti degli esentati, 5 centesimi al giorno devono versare coloro che recano in licenza e i ristretti in cameri di punizione, 12 centesimi al giorno chi è in attesa di giudizio e 4 lire al mese gli attendenti. Con i fondi così ottenuti si deve far fronte a una serie di spese anche per acquisti non concernenti specificamente il rancio, spese che oggi gravano su altri capitoli e la cui elencazione è interessante in quanto fornisce un'immagine chiarificatrice dell'organizzazione logistica spicciola - e dell'igiene - nelle caserme del tempo. Con gli stanziamenti dell'ordinario si deve infatti provvedere, oltre alla spesa del rancio: 2° - A quella del bucato, che sarà limitata ad una camicia per uomo per settimana, alle mutande, agli asciugatoi c camicioni (blouses) dei rancieri, e simili, oltre ai pantaloni bianchi nella estate qualora il comandante del corpo creda doverlo ordinare. 3° - Alla provvista e manutenzione in buono stato delle vestimenta dei rancicri, le quali da quind'innanzi saranno, a misura che ne occorra la rinnovazione, limitate così per l'inverno come per la state, ad un semplice camicione (b/ouse) per ognuno, sufficentemente ampio e lungo per riparare il sottostante vestiario, e da formarsi con la tela di colore, o vergia in bianco e turchino, oppure ad una giubba ed un pantalone formati con detta tela. 4 ° - Alia provvista e manutenzione degli utensili di cucina, bidoni e misure di latta per il vino, non che di ristauri che puono occorrere attorno alle pentole ed al ristagnamento loro quando è necessario; mentre e riguardo a lla prima provvista, ed alla rinnovazione di dette pentole, se trattasi di pentole piccole, cioè del modello stabilito per l'armata, ci provvede l'azienda generale di guerra, e se di pentole grosse, la relativa spesa, siccome pure quella della costruzione e mantenimento dei fornelletti economici da cucina, dovrà imputarsi alla massa d'economia cui, a tenore dell'art. 20, § 32, è devoluto il risparmio che si fa sulla legna. 5° - A quella del parrucchiere ed in quei corpi ove siasi introdotto l'uso nei soldati di farsi la barba, riducendosi tale spesa al semplice taglio dei capelli, vi si aggiungerà allora quella del sapone e dell'affilatura dei rasoi. 6° - Alla provvista del bianco o giallo, della cera occorrente per gli articoli di bufalo e di corame.
IV - SERV IZ IO DI COMM ISSARIATO
181
7° -Alla somministrazione d'alcun i asciugatoi di tela per ogni squadra , da servire ai soldati per tergersi le mani e la faccia. 8° - Alla provvista e manutenzione dei sacchi di tela per il trasporto del pane e dei commestibili. 9° - Alle spese dell'illuminazione delle camerate, corridoi e latrine e della provvL~ta delle scope, ecc. per spazzare quei siti soltanto, mentre le anzidette spese, per quanto concernono alle scale, corpo di guardia, camere dei furieri e simili, dovranno essere a carico della massa d'economia . 10° - E finalmente al pagamento del so prassoldo di marci agl'individui nei casi e secondo le norme stabilite dal già citato regolamento del 9 di agosto 1836. § 57. - Alla spesa della provvista dell'aceto, di cui si fa generalmente uso nella state, supplirà la massa d ' infermeria o d 'ospedale, ed in caso di deficienza di fondi a questa, la massa d'economia. A quella degli stampati e registri per i conti de ll'ord inario, sia dei sergenti che dei caporali e soldati, supplirà la massa d'economia.
La contabilità è tenuta a livello compagnia, ove si compila un registro dell'ordinario che viene controllato e sottoscritto ogni giorno dall' ufficiale di servizio, ogni cinque giorni dal comandante di compagnia, ogni mese dal reltore del consiglio, e al termine di ciascun trimestre - o più di frequente dal comandante di corpo, il quale " deve esercitare una severa vigilanza su questo ramo dell'aJI1JPJnistrazione", ed è tenuto a porre immediatamente riparo, punendo i responsabili, alle irregolarità. L' approvvigionamento della carne, del pane, della pasta, del riso e del vino per la truppa deve essere dato in appalto a cura del corpo; per i rimanenti generi, l'appalto non è obbligatorio. Copia delle convenzioni scritte stipulate dai comandanti di corpo deve essere inviata, per il controllo, al comandante della divisione il quale ha facoltà di far rescindere il contratto, ''assai importando di mantenere in questa essenzialissima parte del servizio la maggiore uniformità". Anche i generi giornalmente acquistati per la truppa devono essere pagati all'istante dai caporali di cucina, alla presenza dell' ufficiale di picchetto o dell'ufficiale comandato per la spesa giornaliera viveri, che devono controllarne quantità e qualità e assicurarsi che i prezzi siano quelli convenuti. Inoltre nelle cucine di ciascun corpo dovrà esserci giornalmente affissa la labella del rancio, in cui dovrà essere indicata la composizione d i esso, il prezzo delle derrate a teno re dei contratti di appalto, ed il nome dei fornitori. Dopo inserita la spesa giornaliera su l libro d'ordinario di ciascuna compagnia o squadrone, ne sarà formato un sunto il quale, sottoscritto dall'ufficiale di servizio, rimarrà pure appeso nella cucina affinchè ogni individuo partecipante al rancio fisso possa, volendo, esaminarlo.
182
I.A l,OGISTIC A UELL'ESJ:iRCITO · VOL. I
La confezione del rancio della truppa, in relazione alla limitata varietà dei generi disponibrli , si riduce: a lla cottura del pane, affidata ai imprese civili; alla cottura in caserma della carne e della pasta. Grande cura viene posta per ambedue le operazioni, ma principalmente per la seconda. Nella laboriosa ricerca del miglior metodo di cottura del pane (con particolare riguardo al risparmio di combustibile e all'impiego di carbon fossile, per maggior praticità rispetto alla legna) ci si rifà sovente a lle esperienze francesi. Ne è testimonianza un raro manoscritto del maggiore del genio Ribotti (dicembre 1842) che traduce una relazione francese sui vantaggi del forno Donnier 12 • L'attenzione del legislatore è però attratta principalmente dalla introduzione di metodi di cottura del rancio più razionali ed economici. Nel 1839, dopo una serie di esperimenti nelle caserme, viene adottato un nuovo tipo di fornello detto economico 13 e nel 1841 viene emanata un'appositalnslruzio-
ne per il buon uso delle cucine economiche14 • Ogni fornello è fornito di quattro caldaie in rame, ciascuna delle quali capace di cento razioni. Il numero dei fornelli è ragguagliato al numero di compagnje e squadroni acquartierati nella caserma, talchè ciascun reparto possa disporre di una caldaia per il proprio rancio. Il nuovo fornello - la cui progettazione è attribuita al Conte Onorato Roero di Monticello, Intendente generale di Artiglieria, Fortificazione e Fabbriche militari - è inteso a rispondere a due requisiti: concentrare il calorico, e porlo nel più immediato contatto del liquido onde riscaldarlo. Togliere ogni possibilità di fumo regolando la condotta dell'aria, ad alimentare la fiamma, e sua sortita per il camino.
Se ne ottiene quindi un risparmio di combustibile a beneficio della massa dell'ordinario. I fornelli a quattro caldaie sotto questo aspetto sono i più economici quantunque all'occorrenza, laddove la forza è ridotta, ne possano essere allestiti a due caldaie soltanto.
I2
Manoscri lto dal titolo Alcuni cenni suiforni del pane esistente presso la BibUoleca di ArligUeria e Genio.
13
"R. V. in data 21 sett. 1839 descrivente una nuova foggia di/ornelli per fare il rancio delle truppe" , FODRATII, TORINO 1840 e circolare in dala 28 marzo 1840 reca nte Norme da osservarsi per la costruzione, nelle diverse caserme di regia truppa, dei nuovi fornelli del/i "economici" per cuocere il rancio dei mi/ilari (G.M. 1840, parle I, pp . 166-167).
14
CASTELLAZZO, TORINO, 1841.
IV - SP.RVl7.10 DI COMMIS.'iAR IATO
183
Nell'Istruzione si prescrive di tendere, in periodo di forza minima, a usare due soli fornelli per reggimento di fanteria, conseguendo un risparmio ulteriore, e dividendo la carne cotta per compagnia. Le cucine del reggimento devono essere concentrate in unico locale, sotto la vigilanza dell'aiutante maggiore e con un sergente fisso addetto alla confezione " di specchiata illibatezza, dovendo custodire tutti i viveri del reggimento senza confonderli". Anche per il personale di truppa si auspica la stabilità, in particolare quello che dirige il fuoco. Le lnstruzioni abbondano di minute prescri zioni e consigli sulla confezione del rancio, sulla proporzione dei condimenti e sul miglior modo di alimentare a mantenere il fuoco sotto le caldaie. L'accesso alle cucine deve essere vietato al personale non addetto, e per evitare confusione nell'ora del rancio si deve provvedere all'allestimento di un locale atto ad operare una regolare simulatanea distribuzione, fornito di tante tavole quanto sono le compagnie di dimensioni tali a contenervi le gavette disposte in ordine: trasportata una pentola ad ogni tavoia, facile ne sarà il comparto.
Chiude le lnstruzioni un elenco delle attrezzature di cucina necessarie, con minuta indicazione di pesi e dimensioni degli oggetti, nei quali '' si preferì di abbondare in essi in dimensioni di rinforzo, stante l'uso continuo da farsene". T utto il sistema di vettovagliamento sopra descritto - e la relativa contabilità- sono riferiti al tempo di pace, e alla permanenza del reparto in caserma nelle normali sedi stanziali. In marcia e/o in esercitazione, sono stabilite numerose varianti. I sottufficiali in marcia, oltre al soprassoldo previsto con il regolamento 9 agosto 1936, percepiscono l' intero soldo, il pane e la legna; se sono in distaccamento hanno facoltà di convivere al rancio della truppa dietro pagan1ento di 30 centesimi. La truppa in marcia ha diritto a un solo pasto, per il quale si distribuiscono in natura a ciascun individuo 245 gr di carne di bue e 185 gr di pane bianco da zuppa; inoltre si corrispondono alla mano 10 centesimi di miglioramento rancio il soprassoldo di marcia. I drappelli di forza esigua e gli uomini isoltati in marcia, oltre al sprassoldo, ricevono l'intera loro paga senza la trattenuta per l'ordinario.
L'organizzazione e il funzionamento del vettovagliamento nella campagna del 1848-1849. 1n guerra nell'armata sarda si distribuisce l'intera razione viveri alla truppa senza dare luogo - come in pace - alla trattenuta dell'ordinario e alla sua gestione da parte dei colonnelli, tramite i comandanti di compagnia.
184
LA LOGISTICA DELL' E.'iERCITO - VOL. I
Anche per viveri e foraggi valgono ancora, neJ 1848, le razioni di guerra di cui alla tavola n. J del regolamento di servizio in campagna del 1833, secondo il quale la spettanza giornaliera è così composta (per tutti, ufficiali compresi): pane della truppa, 24 once (737 gr); carne, 8 once (245 gr); riso, 8 once (245 gr); lardo per condimento, 1/2 oncia. (1 5 gr); sale 1/2 oncia (15 gr); vino 3,50 decilitri. L'equivalente in contanti della razione - che, fatto significativo, rimane invariato dal 1833 aJ 1848 - è di 65 centesimi_ Tale controvalore viene pagato dall'Amministrazione solo in casi eccezionali, ad individui isolati o a piccoli drappelli distaccati per i quali non sia possibile provvedere alla distribuzione delle razioni in natura. La razione giornaliera di foraggi è di 20 libbre di fieno (kg 7,200) e 2, 75 coppi di biada (8,25 litri) per i cavalli da sella_ I cavalli da tiro dell'artiglieria, dei pompieri e del treno hanno diritto a una maggiorazione della razione di fieno pari a 5 libbre (Kg 1,8). La tabella n. 1 citata stabilisce anche, con estrema minuzia, le razioni di viveri e foraggi che competono ad ogni ufficiale, in relazione al grado e al corpo. Il generale comandante in capo ha diritto a 8 razioni viveri e 21 razioni di foraggio per cavalli da sella, delle quali 9 "da tenere in luogo di indennità per trasporto del proprio bagaglio'', un colonnello di Stato Maggiore a 10 razioni di foraggio e 5 di viveri, un colonnello del genio a 6 razioni di foraggio e 5 di viveri, un colonnello di fanteria a 3 razioni di foraggio e 5 di viveri, un tenente di Stato Maggiore a 5 razioni di foraggio e 2 di viveri e un aiutante maggiore in fanteria a una razione di foraggio e 2 di viveri (evidentemente, le razione sono anche per il seguito e i cavalli dell'ufficiale). Una ripartizione, insomma, dalla quale si può risalire, oltre che alle specificità d'impiego, alla diversa importanza attribuita ai gradi e alle Armi, con esasperata tendenza a distinguere, anzichè ad unificare e quindi semplificare. Gli ufficiali ai quali sono assegnate razioni di foraggio come indennità di trasporto del relativo equipaggio devono a proprie spese provvedere ai muli e carri occorrenti e al loro mantenimento. Essi non hanno facoltà di avere cavalli e muli in numero maggiore o minore della quota fissata, e possono riscuotere in denaro una sola delle razioni assegnate. Per gli ufficiali dei reggimenti di fanteria, cavalleria e artiglieria sono stabilite anche le quantità di rubbi di bagaglio da trasportare (dai 36 rubbi - circa 300 Kg - del colonnello, ai 5 - circa 40 Kg - del sottotenente e agli 8 - circa 50 Kg - del cappellano e del chirurgo maggiore).
IV • SERVIZ IO DI COMMISSARIATO
185
Con Ordine Generale dell'Armata in data 4 aprile 1848, 15 quando l'esercito era già entrato in Lombardia, vengono specificate ulteriori modalità di dettaglio per la distribuzione dei viveri in natura. Le competenze in natura delle unità (viveri, foraggi, alloggi, legna e mezzi di trasporto) sono a carico dei Comuni in cui le truppe sono di passaggio o accampate; per i drappelli di militari isolati le spettanze vengono fornite su presentazione del foglio di via . I Municipi possono pagare in contanti le razioni soltanto in caso di impossibilità - riconosciuta dagli ufficiali d ' Intendenza dell'armata - di corrisponderle in natura, a meno che non si tratti di drappelli di entità limitata impossibilitati a fare il rancio in come. Come può essere oggi giudicata la composizione della coeva razione viveri in guerra? Considerati i tempi e il diverso standard alimentare delle popolazioni, il quantitativo dei generi fondamentali assegnato al soldato nel 1848 regge il confronto con le razioni odierne, eccezione fatta, naturalmente, per la colazione del mattino (allora uo11 prevista) e per l'attuale maggior disponibilità di condimenti e generi di miglioramento. Un confronto tra le razioni di allora e quelle di oggi è di indubbio interesse (vedi tabella di pag. 186). La storia ddl'alimenlaziom: e in particolare di quella militare è anche la storia dell'evoluzione socio-economica di ciascun popolo e del suo standard di vita, che nel caso specifico può essere dedotta dalla diminuzione del consumo di carne e pane, dalla stazionarietà degli altri generi (come la pasta) e dall 'aumento dei generi di miglioramento, di integrazione alimentare (verdura, frutta) e di condimento. Per quest'ultima voce è interessante notare la scomparsa come condimento del lardo, fino a pochi decenni ad<lielru ancora freq uente nelle campagne dei nord , e la sua sostituzione con burro e soprattutto con olio, generi una volta difficilmente reperibili, il primo nel centro-sud e il secondo nel settentrione: segno di progresso negli scambi e nella conservazione dei generi. Il pane (o il biscotto) sono forn iti dai Comuni o dalle imprese già confezionati, in quanto l'armata sarda nel 1848 non dispone di forni mobili da campo, cosa che non mancherà di avere negativi riflessi sul regolare funzionamento dei Servizi in guerra, quando i rapidi spostamenti e la concentrazione in un zona ristretta di parecchie migliaia di uomini rendono arduo il regolare afflusso partico larm ente del pane, fosse esso
15
G . M. IR48, pp . 165-167.
186
I.A LOG ISTICA OELL'f.sERCITO - VOL. I
Razione Italiana (gr) Generi 1848
Pa ne Carne di bue fresca Riso
737
1987
.
Razione Francese (1842)
400
856 (o biscotto gr 530)
245 , IO(*)
160(**)
244
245
30
30
Lardo
15
-
-
Sale
15
20
16
3,50 (****)
5
2,50
Formaggio
-
38
-
Frutta
-
300
-
Verdura
-
300
61 (legumi)
Zucchero
-
20
Caffè
-
4
Lalle
-
20
-
Olio o liva e arachide
-
32
-
Tonno
-
15
-
Pelati
-
75
-
Burro
-
10
-
Pasta
-
200
Razione viveri in contanti (controval.)
65 centesimi
L. 3798
?
Supplemento miglioramento vitto
5 centesimi
L. 645
?
Vino (decilitri)
Note: (*) con osso (**) senza osso (***) aggiunti successivamente prima del 1870 (*** *) distribuzione periodica
26
e···>
16 (***)
IV - SERVIZIO DI COMMISSARIATO
187
fornito dai Comuni o dalle imprese convenzionate. Carenza grave, visto che si tratta dell'alimento-base del tempo. Eppure mulini e forni mobili erano stati usati dalle truppe napoleoniche in Spagna, Portogallo e Russia, e già gli ostrogoti condotti in Italia da Teodorico, come afferma il Botta, disponevano di molini mobili1". Forni speditivi per la cottura del pane venivano ricavati nel terreno, e nel secolo XVIII già erano comparsi i primi forni mobili in senso moderno, usati secondo alcuni fin dal secolo XVI dalle truppe inglesi 17 • Se era precario l'approvvigionamento del pane, che richiedeva un'attività specializzata di confezione, diverso era quello dei viveri in natura, soggetti anch'essi a difficoltà di rifornimento (si trattava in buona parte di generi, come la carne e il lardo, deperibili) ma senza problemi di confezione. La cottura del cibo avveniva in marmitte in latta, dette di campagna, di un modello adottato nel 1839, sufficienti a contenere il rancio di IO uomini. Questi recipienti erano " così foggiati da poter accomodarsi sullo zaino, ad essere recati dai soldati stessi in tal guisa accomodati" 18 • Ma questo modello di marmitta non diede tuttavia buona prova, risultando fragile e ammaccato con facilità daJla correggia che lo teneva unito allo zaino; nel 1840 si procedette quindi a una ulteriore modifica prescrivendo l'adozione di una suppellettile con pareti in latta forte ossia tolone. Non tutti i corpi nel corso della guerra erano provvisti di marmitte, il che può aver incoraggiato il frequente ricorso al pagamento delle razioni di campagna, provocando nell'agosto 1848 un richiamo dell'Azienda generale di guerra ai commissari dell'armata: se in guerra fu necessità di tollerare talvolta le cosiffatte somministrazioni, opponendosi alle distribuzioni in natura le rapide mosse dell'Esercite, l'essere taluni sprovvisti di marmitte per il rancio, e il non perfetto servizio dei magazzini lombardi , ora che l'esercito è in più stanziali alloggiamenti, e nei R. Stati, vuolsi considerare tal pratica affatto abusiva, e vietata, volendo il benessere del soldato che il rancio sia fatto regolarmente, e le distribuzioni esegu ite in natura, e non altrimenti.. .. " 19
16
Cfr. F. ZAMPONI, Op. cit., Voi. II p. 311.
17
C_ GREGORIO , Art_ cit.• "RIVISTA DI COMMISSARIATO" n. 5/1940.
18
Dispaccio dell'Intendente generale di guerra del 22 maggio 1839 (G.M. 1839, parte I, pp. 626-627).
19
Circolare dell'Azienda generale ai commissariali cli guerra delle divisioni (G.M. 1848, p . 545).
188
LA LOGISTICI\ DELL' ESERCITO - VOL. l
Il soldato non aveva in dotazione forchetta o coltello: disponeva però di un gavetta con cucchiaio, che inizialmente era in ferro, e successivamente (R.V. 11 agosto 1835) in latta, di composizione e forma diversa a seconda del corpo. Esistevano infatti 3 tipi di gavetta: quella di fanteria disponeva di coperchio mobiJe, era di latta forte detta doppia e di forma semicircolare con "fondo esterno leggermente convesso, ed accuratamente saldato a lamina rivoltata, sicchè possa reggere al fuoco"; quella di cavalleria, di forma analoga, era priva di coperchio e costruita in latta detta bandone; quella d'artiglieria, dello stesso materiale della gavetta di fanteria, aveva invece forma circolare ed era anch'essa provvista di coperchio mobile. Solo in guerra il soldato aveva in dotazione una borraccia. Il funzionamento del Servizio di vettovagliamento campagna durante, a prescindere dall'inconveniente non certo trascurabile della mancanza di marmitte, non è certo privo di mende, a giudicare dagli stessi dispacci e ordini ufficiali. Così in un ordine all'armata del 10 maggio 1848 - quando le forze piemontesi, dopo la battaglia di Santa Lucia, erano in sosta tra Mincio e Adige - il Capo di Stato Maggiore Generale proibisce alle truppe di qualunque arma di detrarre dai carri di pa~saggio nei luoghi ove sono stanziati, la benchè minima porzione di viveri o di foraggi che loro non appartengono, sotto nessun pretesto nè scusa di voler dare dei vaglia corrispondenti alla quantità delle so· stanze detratte20•
Segno evidente, questo, di difficoltà di rifornimenti regolari di viveri, confermata del resto anche dal ricorso pressochè integrale alle risorse locali e dallo scarso coordinamento tra branca operativa (Stato Maggiore) e Intendenza, fin dalle prime battute della guerra. Infatti una circolare in data 22 marzo 1848 - il giorno prima dell'inizio della guerra - raccomanda che, onde evitare gli inconvenienti già occorsi nel reperimento degli alloggiamenti e nella distribuzione di viveri alle truppe in marcia, ogni volta che siano disposti movimenti di grossi contingenti di truppa i comandanti non trascurino di dare immediatamente e contemporaneamente avviso del movimento di truppa ai Commissari e Sottocommissari di guerra nei presidi, cui tocchi di provvedere alle distribuzioni in pane e foraggi che avrà segnate sul foglio di viaggio; e così anche ai Sindaci delle
20
Ordine au ·armaLa del IO m aggio 1848 (G.M . 1848, p . 275).
IV - SERVI Z IO DI COMM ISSARIATO
189
città e comunità il cui verrà fissata la tappa alla truppa, affinchè dal canlo loro avvisar possano in tempo preparare i necessari a1Joggiamenti 21 •
Cosa piuttosto normale e automatica questa, in un sistema logistico sufficientemente rodato! Il ricorso alle risorse locali e ai rifornimenti volontari - evitando comunque, ai fini politici e per non alienarsi le popolazioni , le vere e proprie tolte, cioè le requisizioni forzate previste dal regolamento del 1833 - risalta anche in una significativa circolare dell ' Intendenza d'armata in data 21 aprile 184822 indirizzata ai Comitati Municipali di Lombardia, che vengono incitati a fornire quanto viene loro richiesto dagli ufficiali d'Intendenza piemontesi, non senza un ammonimento abbastanza persuasivo (e indicativo di un certo clima): nè puossi loro dissimulare, che non avendo legge la necessità, ove duri lo stato aUu a le di cose [g li uffi ciali piemon tesi - n.d.r.] non
polrebbero più oltenere rispelto alle proprietà, nè impedire che la truppa vada a precettare da sè que viveri e quei foraggi di cui soffre con tanta penuria".
Molto eloquente anche la motivazione della pressante richiesta, dalla quale si ha una prima idea delle cause della lamentata penuria: malgrado che per meglio assicurare il servizio delle sussistenze alle regie truppe che militano in questi italici stati, siano questa state date ad appalto - mancando pur esse tuttavia il più delle volte, e ridotto essendo purtroppo l'esercito, dopo le dure fatiche che con tanto entusiasmo sostiene, a penuriare per difetto di viveri, è obbligo dell'intendente generale d ' Armata infrascritto di rivolgersi ai comitati municipali di queste province, onde con ogni loro mezzo avvisino di provvedere al difetto, non dissimulando loro che soffrendo il soldato, e soffrendo i cavalli per lo scarso, e talvolta ben gramo vitto che loro si somministrano, comincia a manifestarsi un malcontento che non potrebbe a meno di affievolire il buon esito della gran causa per cui si combatte, se non si arreca pronto riparo.
21
22
Circolare del!' Azienda gen. cli guerra ai commissari e sollo-commissari in dala 22 marzo 1848 (G.M. 1848, p. 103). lnvito ai Comitati Municipali della Lombardia di provvedere vettovaglie all 'armata (G.M. 1848, pp. 223-224).
190
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. l
In effetti, come asserisce la circolare precitata, era stata concluso un appalto con un'impresa civile per pane, viveri e foraggio da rifornire alle truppe in Lombardia e Venezia: ma piuttosto tardi, l' 11 aprile, quindi 10 giorni prima della circolare e dopo 20 giorni dall'inizio della campagna23 • Perciò fino a quel momento le truppe piemontese in Lombardia e Venezia non avevano potuto utilizzare i fornitori presidiari piemontesi, e non ne disponevano di altri. Evidentemente, per funzionare appieno - tenuto conto del rapporto fra gli spazi e le velocità dei mezzi di trasporto d'allora - anche all'impresa più puntuale, onesta e organizzata occoreva del tempo, ma era proprio il tempo che mancava. Interessanti per comprendere gli standard qualitativi dell'epoca i capitolati d'appalto: il pane deve essere per 3/4 di frumento e per 1/4 di segala, ambedue ben mondi e crivellati, e dalle farine deve essere estratto non meno del 2067o di crusca; le razioni giornaliere devono essere confezionate in pagnotte per due soldati. Se il pane di segala non risulta gradito all'esercito, l'appaltatore è obbligato a fornirne di puro frumento. In quanto alla carne, dovrà essere tutta di bue e di manzo di buona qualità, e ben monda di sangue; le teste (escluse le corna) ed i frantumi entrano nella distribuzione, e fanno parte delle pesate, dalle quali si escluderanno i piedi dall'ultima giuntura della gambe in giù; le bestie dovranno essere macellate il giorno antecedente a lla distribuzione, acciò che la carne abbia a distribuirsi fredda.
Nel caso che la truppa sia dislocata a distanze eccessive dai magazzini, saranno inviati buoi vivi. Una certa preoccupazione emerge anche per le possibili sofisticazioni del vino, evidentemente problema non solo di oggi, e già si parla di analisi e di periti: il vino vuol essere nero, pretto e naturale, sano , colorito, non torbido, non acido, delle buone qualità prodotte dal paese. Riconoscendosi nel vino per mezzo di analisi di periti idonei, manipolazioni pregiudicievoli alla salute, sarà passibile l'appaltatore delle pene più severe.
All'impresa viene anche fatto obbligo di costituire e rifornire magazzini a Milano, Treviglio, Brescia, Pavia, Lodi, Crema, Cremona, Pizzighettone, Castiglione ed Asolo. Ma anche dopo l'appalto questo sistema
23
"Allo di sollomissionc con cauzione passato dal Sig. Luigi Dcsanti e Compagnia per la provvista di sussistenze deU'Esercito Piemontese in Lombardia e Venezia" (G .M. 1848, pp. 200-208).
IV - SERVI Z IO DI COMM1SSARII\TO
191
di magazzini è lunghi dal funzionare bene e dall' assicurare la necessaria aderenza, specie per la carne. Pertanto il 3 luglio, con circolare delJ'lntendente generale d'armata ai commissari delle divisioni24 tesa ad ovviare alle difficoltà di distribuzione della carne viva e morta, si riorganizza il sistema di distribuzione, e se ne assegna la responsabilità, more solito, "a carico del governo provvisorio di Lombardia", il quale deve costituire un macello presso ciascuna località dove sono dislocati gli Stati Maggiori delle sei divisioni dell'armata per il rifornimento alle truppe della carne morta, dietro presentazione di "contro buoni parziali" rilasciati dai magazzini principali (quelli dell'impresa). Inoltre si dispone la costituzione di altri sei macelli temporanei in luoghi dove si trovino più di 1400 uomini distanti più di tre miglia dai magazzini di divisione. Il 29 luglio - dopo Custoza (23-25 luglio) e a conclusione della prima fase della campagna - ritenendo probabile che il Governo provvisorio della Lombardia non potesse continuare a provvedere alla sussistenza della truppa, si decide di stabilire in Piacenza una panetteria militare capace di supplire al fabbisogno dell'Esercito, e un magazzino viveri per quanto riesce più abbisogncvolc all'esercito per campare, quando non riuscisse fattibile a codesta generale azienda di rinvenire impresari che si assumessero il carico di provvedere alla somministranza di tali viveri od a quelli ancora di foraggi per i cavalli 25 •
Segno non equivoco, anche questo, che le difficoltà di funzionamento non erano state superate nemmeno dopo la stipula dell'appalto per la Lombardia e la Venezia e le continue pressioni esercitate sugli Enti locali; al tempo stesso, nell ' organizzazione di u·n forno a cura diretta della Amministrazione militare si scorge il preludio di un corpo specializzato di sussistenza. In sintes:, nella campagna di guerra del '48 (23 marzo - 9 agosto) fin che l' esercito stanziona in Lombardia il ricorso alle risorse locali - sotto forma di più o meno spontaneo concorso delle Amministrazioni locali ed evitando comunque le requisizioni forzate - non è una scelta ma una necessità, anzi l'unico rimedio possibile a fronte di una situazione che per motivi di vario ordine, in parte già emersi , non consentive di utilizzare al meglio i fornitori civili. Oltre il Mincio, una volta entrato l'esercito nel Veneto, non è più possibile appoggiarsi ai Comuni lombardi e non si può fare a meno di ricorrere all'opera di ditte appaltatrici. Così facendo, però,
24
G.M. 1848, pp. 423-424.
25
Estratto di dispaccio all'Intendente generale di guerra - G.M. 1848, p. 475.
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ne vennero inconvenienti grandissimi, perchè i fornitori non vollero impegnarsi oltre che a servire sulla riva sinistra del Po fra Ticino e Mincio e sopra tutto non si ottenne che stabilissero magazzini cli distribuzione a meno cli una giornata di marcia dalle truppe; ciò che obbligò ad assumere un'altra speciale-impresa di trasporti fra i magazzini anzidetti ed i corpi. Scrive a questo proposito il generale Salasco: "i numerosi inconvenienti di un siffatto sistema di s ussistenze per l'Esercito, che restava alla mercé di tre o quattro impiegati, sono evidenti: ciò nopostante essi ri sultavano vantaggiosi per le popolazioni e fu d'uopo tenerseli". Così, purtroppo, anche in questo, le considerazioni di opportunità politica vennero ad esercitare una triste influenza che, mentre favori gli interessi di privati speculatori fece si che " la fame fu, si può dire, lo stato normale dell'esercito, e ciò in un paese che aveva sempre nutrito grosse armate nemiche senza alcun suo discapito" 26 •
la nascita del "Servizio delle Sussistenze dell'Esercito in campagna". Non tutti i mali vengono per nuocere: il 23 settembre, a un mese di distanza dalla conclusione della campagna del 1848 (9 agosto) e forse in previsione della ripresa del 1849, Carlo Alberto istituisce il Servizio delle Sussistenze dell'Esercito in campagna: 27 il primo e vero proprio Servizio logistico nell'accezione attuale del termine, le cui attribuzioni sono determinanti per la vita e l'efficienza di uomini e quadrupedi, ma al tempo stesso le più delicate visto che il sistema fino ad allora seguito di affidarlo ai privati o ai Comuni non aveva retto alla prova sul campo. Va subito detto che il provvedimento, senz'altro opportuno e necessario, non ha i crismi dell'originarietà e se inserito in un contesto europeo appare addirittura tardivo: Napoleone già nel 1813 istituiva i battaglioni di Ouvriersd'administration, veri antenati dei nostri attuali battaglioni logistici.28 Nel 1848 l'esercito francese introduceva gli ufficiali d'amministrazione (officiers d'administration), con tre specializzazioni: sussistenza milita-
26
MINISTERO DELLA GUERRA - UF. STORI CO, La campagna del 1849... [Cit.], pp. 125-126.
27
G.M. 1848, pp. 643-650. P er sussistenza (francese subsistance) si intende "tutto ciò è necessario al sostentamento di un Esercito come vettovaglie, foraggi ed altro. Spesso si dice di preferenza sussistenza militare" . (M. D' A YALA, Op_ cii., p . 285).
28
Battaglioni speciali di Servizi operanti nell'ambito delle attuali brigate, nei quali sono raggruppati gli organi esecutivi dei principali Servizi, che costituiscono in campagna i posti distribuzione materiali e gli organi di riparazione presso i quali fanno capo le pedine operative a livello battaglione della brigata stessa.
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re, ospedali, vestiario e accampamenti, mentre fin dal 1832, sempre nell'esercito d'oltralpe, il reclutamento dell'Intendenza si era avviato verso una prevalente estrazione militare (capitani di Stato Maggiore e truppa), dando inizio ad una graduate collocazione dell'Intendenza stessa alle dipendenze dello Stato Maggiore29. Un altro aspetto da considerare è che l'organismo appena istituito non è un corpo militare propriamente inteso - come tale composto di ufficiali, sottufficiali e truppa - bensì un Servizio specializzato e separato da quello amministrativo militare, con personale civile sottoposto a uno speciale status e direttamente dipendente dall'Intendente generale d'armata (non sembra dunque sussistere alcun vincolo di dipendenza diretta dalla normale catena gerarchica militare) : sotto l' immediata dipendenza dell'azienda generale di guerra ma in un ramo distinto e separato da quello riflettente l'amministrazione militare, cui detta generale azienda pure è chiamata per propria sua istituzione a dirigere e a sovraintendere, verrà effettuato il servizio delle s ussistenze dell'esercito in campagna, che finora era commesso ad appalto. La migliore direzione di un tale servizio presso l'esercito [... ] rimarrà all'Intendente generale d'armata, il quale avrà conseguemente sotto la sua dipendenza per il disimpegno del servizio speciale delle sussistenze militari il personale che trovasi assegnato dalle annesse tabelle [... ] il direllore principale delle sussistenze sarà responsabile presso I' lntenden te generale d ' armata di tutto ciò che riflette un tale servizio, responsabilità questa , che tanto il direttore principale suddetto, quanto i direttori delle divisioni e dei magazzini s'intenderanno e sono tenuti di avere presso i Commissari di guerra che eserciteranno sì presso le divisioni, che presso i corpi separati gli uffizi stessi che l'Intendente esercita presso l' arma ta".
Il direttore principale ha quindi compiti di informazione e consulenza nei riguardi dell' Intendente generale d'armata, di controllo della contabilità e del funzionamento del Servizio e di impiego degli "impiegati amministrativi" e degli operai di sussistenza a seconda delle esigenze. Egli provvede inoltre a richiedere all'Intendente i mezzi di trasporto necessari non possedendone il Servizio in proprio . Particolarmente importanti i compiti dei direttori di sussistenza delle divisioni, che operano alle dirette dipendenze del commissario capo delJa divisione stessa. Essi devono:
29
Per ulteriori notizie sui Servizi d ell'Esercito francese Cfr. LA PORTE, Ari. cii., e C. GREGORIO, Art. cii., " Rivista di Commissariato" n . 6/ 1940 e n. 1/1941.
]94
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a)
stabilire sulla base delle disposizioni ricevute dal commissario capo e approvate dal comandante della divisione, i locali per i magazzini viveri e mantenerli riforniti per un tempo sufficiente (esistono magazzini principali e sussidiari); b) organizzare e mantenere il parco bestiame della divisione; c) stabilire le località dei macelli e organizzare, " in difetto d'altri mezzi", i forni di campagna, attivandone nel modo più conveniente il servizio; d) regolare le distribuzioni alle truppe, come prescritto dal regolamento di servizio in campagna del 1833. I mezzi logistici dei quali dispongono i direttori di sussistenza delle divisioni sono così definiti: gli acquisti in loco; le domande ai Municipi; le tolte /orzate;
l'approvvigionamento p er via dei magazzini sussidiari. Le tahcllc organiche prevedono il " Direttore Principale del Servizio delle Sussistenze" quale addetto al quartier generale principale, con uno staff molto esiguo (5 persone) e una compagnia operai alle dirette dipendenze, da decentrare al bisogno per la costituzione dei forni campali o altre esigenze particolari. Al livello di divisione sono previsti I direttore, 3 vice-direttori (1 per pane, liquidi, sali; l per carne; 1 per foraggi), 6 commessi (3 per i registri e 3 per assistere alle distribuzioni), nonchè - per viveri, pane, liquidi e sali - I O panettieri, 30 garzoni per impastare, 4 garzoni per servizi diversi, (per la carne) 3 pesatori e distributori, 5 macellai, 2 conducenti da buoi, e (per i foraggi) 6 garzoni per i magazzini. Il livello di divisione diventa pertanto il perno del nuovo Ser vizio. In esso sono riunite tutte le funzioni assimilabili a quelle degli attuali organi di secondo e terzo grado della sussistenza militare. A livello di armata viene organizzato un gran parco del bestiame, e anche al gran parco d'artiglieria è prevista un'aliquota consistente di personale di sussistenza (I direttore, 1 vice-direttore, 4 commessi, 22 operai addetti alle tre branche). Poco dopo, il 1° novembre 1848, viene emanata l'Istruzione relativa al servizio delle sussistenze dell'esercito in campagna30, con la quale si forniscono ulteriori minute disposizioni sul funzionamento del Servizio. Una modifica importante è quella della razione giornaliera. Le nuove spettanze prevedono:
30
U .M . 1848, parte I, pp. 727-740.
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riduzione della razione di riso a gr 122, e introduzione di 61 gr di legumi ; aumento del sale a gr 19,10; distribuzione del vino, nella medesima quantità_ Una razione, dunque, più varia, anche se l'apporto calorico totale rimane praticamente lo stesso_ Il pane può inoltre essere surrogato da gr 490 di galletta, da distribuirsi soltanto quando non è possibile un rifornimento regolare. Molto si torna ad insistere sulla sua importanza: l'assicurare alle truppe la regolare distribuzione del pane, il vegliare che questo sia della voluta qualità e bontà, debb'essere una della principali, più costanti e assidue cure dell'amministrazione militare_
Un altro principio importante introdotto per la prima volta, è quello che oggi chiameremmo della elasticità della razione del soldato: il riso, se necessario, può essere del tutto rimpiazzato da legumi secchi (fagioli, fave e lenticchie) e secondo la natura della produzione del paese in cui l'armata sia a guerreggiare, e secondo che le circostanze potessero necessitarlo, ai generi sovraindicati potranno ancora essere sostituiti altri, come sarebbero la carne salata, il lardo salato, i legumi freschi, le patate, il grano turco, ossia meliga ecc_ - per quanto ai liquidi la birra e il sidro; ma in tal caso il ragguaglio dei pesi e quantità che devono comporre la razione, verrà stabilito di concerto fra il Capo di Stato Maggiore e l'Amministrazione Militare.
Le sostituzioni sono annunciate alla truppa con ordine del giorno, ma quel che più importa è la definizione, sia pur grosso modo, dei livelli di autonomia logistica degli organi divisionali. Nei magazzini della divisione, oltre al vino, vi dev'essere infatti anche una quantità d'acquavite sufficiente per cinque distribuzioni; ciascun parco divisionale deve avere una scorta di carne viva per 15 giorni (gli animali, prima di essere introdotti nel parco, devono essere visitati dal veterinario e timbrati con un numero); per ogni divisione e laddove la distribuzione supera le 500 razioni, deve essere organizzato un macello; il servizio dei foraggi deve avere un'autonomia di almeno cinque giorni; i forni da allestire devono possedere una capacità di cottura di 500 razioni alla volta. Una menzione particolare meritano, infine, le norme per le requisizioni. È compito dei direttori di sussistenza fare accurate ricognizioni per stabilire le risorse che il paese può fornire, procedendo alla requisizione dei locali necessari al Servizio. Peraltro, nello sfruttamento delle risorse locali occorre procedere in modo da lasciare a disposizione dei Comuni l'indi-
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spensabile per la vita delle popolazioni. Qualora le autorità locali frappongano opposizioni, il commissario capo della divisione richiederà l' intervenzione militare [dunque egli non è autorità militare - n.d.r.J, ricorrendo per l'intermezzo del commissario di guerra al generale comandante la divisione, da cui dipenderà dare quei provvedimenti che l'esigenza e la tutela del servizio saranno per richiedere.
A parte l'insistenza sulla dipendenza totale del personale dal Capo Servizio e non dalla catena gerarchica, le norme contenute nell'Istruzione sono da ritenersi rispondenti alle complesse esigenze organizzative da affrontare, e comunque tali da poter costituire una solida base per l'entrata in vigore del metodo di vettovagliamento autonomo, con l'utilizzazione di personale militare. Esse tuttavia comportano moderne attrezzature e radicali, profondi mutamenti di carattere organico, tecnico-addestrativo e organizzativo che avrebbero richiesto l'a(.:t.luisizione di una diffusa mentalità innovativa e un tranquillo rodaggio in tempo di pace, in ogni caso assai più dei quattro mesi (dal novembre 1848 al marzo 1849) disponibili prima della ripresa delle ostilità. Questo, a prescindere dall' immancabile e consueta inerzia burocratica da superare. Con tali premesse, non v'è quindi da sorprendersi leggendo, sulla storia ufficiale della campagna, dell'infelice esito pratico di una riforma di per sè suscettibile di positivi sviluppi: l'attuazione di tutte queste nuove norme non mancò, naturalmente, d'incontrare dda principio molte difficoltà, il personale non era pratico ed il materiale scarseggiava; in ogni modo, verso la fine di dicembre, i magazzini erano già ben provveduti e si allineavano da Novara a Voghera a poche miglia dal confine. Il problema del vettovagliamento si sarebbe potuto dire risolto se non che esso venne ad urtare contro un intricato sistema di controllo amministrativo, che presto ne paralizzò il regolare funzionamento ; il vice intendente Appiani tentò, il 20 febbraio, di "ridurre alla maggiore possibile semplicità il modo di conteggiare le somministrazioni in natura d'ogni genere e rendere più celere il disbrigo delle scritturazioni", ma già in questo documento si vede come l'intendente stesso non avesse fiducia di poter garantire il vettovagliamento senza un più largo concorso delle imprese; di fatto, pochi giorni dopo, il l marzo, l' Alliaud come si è già d etto proponeva al ministro della guerra di abbandonare l'idea della gestione diretta e tornare alle imprese. Seguirono un paio di settimane di tergiversazioni, finchè l'armistizio fu denunciato, e I' Alliaud fu sostituito dal generale Montale O
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nella carica d'intendente; ma si può dire che non si era ancora presa una decisione circa il metodo da seguire per vettovagliare le truppe. Si ripresero le ostilità con un sistema misto, nel quale, però, le imprese già predominavano, e nella previsione poi di spingere di nuovo le operazioni oltre Ticino fu senz'altro ripristinato il sistema delle imprese. Di fatto fu stretto un contratto con la ditta Borgogna e Figari che si assunse l'impegno di provvedere all' esercito viveri e foraggi dal giorno che avesse varcato il Ticino; così ogni idea di gestione diretta fu abbandonata, anzi l'intendenza di armata si obbligò a cedere all' impresa tutti i generi che avesse ancora avuto nei magazzini, nonchè gli attrezzi in distribuzione al personale delle sussistenze militari. Le gravissime conseguenze di tale incertezza d'indirizzo sono così esposte dalla commissione d'inchiesta: ''Ne venne che, rra le cinque divisione che combatterono, la I• mancò affatto di tale servizio dalla sera del fatto di Mortara; e dalla sera del 23 mancò ancora a due altre che trovavansi abbandonate dalle direzioni delle sussistenze, le quali, lasciata ogni cosa e staccati i cavalli, partirono a loro talento; cosicchè, malgrado l'abbondanza dei viveri provveduti, quelle truppe dovettero alimentarsi in gra11 parte con requisizioni, il chè fu causa di gravissimi disordini 31 •
La branco vestiario - equipaggiamento: norme generali per la gestione amministrativa. Come già si è avuto modo di accennare, le vicende del Servizio vestiarioequipaggiam ento, come del resto quelle del vettovagliamento, delle armi portatili, degli oggetti di cuoio e dei finimenti e bardature per cavalli, sono strettamente connesse al Servizio di amministrazione propriamente detto. L'organizzazione e funzionamento della branca vengono delineati nel regolamento di amministrazione del 1840, il quale, peraltro, riporta solo parzialmente gli elementi relativi al livello superiore a quello di corpo e all'impiego delle truppe in campagna, con particolare riguardo allo scaglionamento in profondità dei pur n ecessari magazzini vestiario equipaggiamento. Il precursore dei criteri funzionali di base ancora in vigore nel 1848 può definirsi Carlo Emanuele Il, che nel 1671 dà alle sue truppe la prima vera uniforme, consistente in un soprabito o giustacorpo di panno azzurro. Nel 1671-1673, inoltre, lo stesso Carlo Emanuele Il emana per la prima
31
MINISTERO DELLA GUERRA - UFFIC IO STORICO, La campagna del 1849... [Cit.l pp. 128-129.
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volta regolamenti che stabiliscono il trattamento economico per il soldato e istituiscono il deconto, cioè l'aliquota della paga - allora di 7 danari - che il comandante di compagnia è autorizzato a trattenere per spese di acquisto, manutenzione e rinnovo vestiario e calzature. Questi criteri rimangono immutati fino al 1848, quando in base al regolamento del 1840 sussiste ancora la massa di deconto, intesa come il fondo collettivo permanente, ottenuto con una parte della paga e con altri proventi (come le somme che si corrispondono al sottufficiale e al soldato a titolo d'ingaggio o di riassoldarnento) che rimane nella cassa dei consigli amministrativi dei corpi, viene utilizzato per le spese di corredo e alla fine di ciascun trimestre è accreditato dal comandante di compagnia a ciascun soldato. La massa di deconto si suddivide in massa individuale di decanto e massa generale di deconto. La massa individuale è amministrata per conto di ciascun sottufficiale e soldato dal comandante di compagnia, e da questi ogni trimestre viene chiusa e verificata per il dare e l'avere. È formata, oltre che con l'importo degli ingaggi e riassoldarnenti e con la paga giornaliera di decanto (che comprende un assegno-vestiario), anche dalle somme consegnate volontariamente dagli individui perchè vengano accreditate sulla loro massa e dalle trattenute sul prestito praticate a coloro che sono in debito con la massa stessa. Oltre alle riparazioni, con la massa individuale di deconto si provvede, per ciascun soldato: all'acquisto e rinnovo del corredo, fatta eccezione per il cappotto o pastrano; all'acquisto dei gradi e distintivi (di anziano, caporale e sottocaporale); alle riparazioni di cappotti o pastrani, armi, buffetterie ecc. dovute a incuria degli individui ; "al risarcimento del prezzo degli ora detti oggetti che vengono abbruciati per malattie attaccaticcie, o portati via dai disertori". Tutti i capi di corredo rimangono pertanto di proprietà del soldato, che se li porta appresso sia nei movimenti da un corpo all'altro, sia all'atto del congedo. L'assegno vestiario, il cui importo è definito in apposita tariffa, viene trimestralmente accreditato ai corpi dell'Azienda generale di guerra nelle livranze di saldo. Ogni sottufficiale e soldato deve costantemente disporre di un fondo - detto fonda di massa permanente - della propria massa corrispondente all'importo di 18 mesi di decanto, ivi compreso l'assegno vestiario. La massa individuale non sì considera tuttavia compiuta se il soldato non ha anche il corredo in buono stato . Per mantenere costantemente a livello il fondo permanente, i comandanti di compagnia operano
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una trattenuta di un soldo giornaliero ai sergenti e di mezzo soldo ai caporali e ai soldati che non abbiano la massa compiuta. Tale trattenuta è raddoppiata se l'individuo, per qualsiasi motivo, è debitore della massa. Per massa generale di deconto si intende invece il riassunto dei conti individuali nell'ambito del corpo, dal quale si desume il totale dei crediti e debiti dei sottufficiali e soldati e il valore degli oggetti facenti parte di questa massa esistenti in magazzino. Essa è gestita dal consiglio principale del corpo, e serve soprattutto per l'acquisto degli oggetti di corredo previsti dal regolamento del 25 giugno 1833, esclusi i cappotti o pastrani e il berrettone pellicciato dei granatieri della brigata delle guardie. Gli oggetti di corredo compresi nell'assegno-vestiario sono distribuiti agli individui con un prezzo fissato dal regolamento di amministrazione del 1840, il quale ne indica anche la durata minima. Questo prezzo è la somma conteggiata ai fini della formazione della massa di deconto. I capi di corredo non compresi nell'assegno vestiario hanno invece un prezzo stabilito annualmente dall'Azienda generale di guerra. La durata in servizio dei cappotti è rissata ad 8 anni per l'artiglieria, 7 per i cavalleggeri, 6 per la fanteria; quella dei pastrani (cavalleria, treno e artiglieria) a 12 anni. Il rinnovo avviene poco alla volta: annualmente è quindi assegnata al corpo un'aliquota di fondi corrispondente al consumo (ad esempio: 1/8 del costo, se il cappotto deve durare 8 anni). Particolari norme sono applicate per le giubbe di fatica in distribuzione ai soldati di leva nella fanteria: allo scopo di diminuire le spese alle quali vanno soggette le loro masse di deconto, tale giubba deve durare per due classi successive, e pertanto viene addebitata per la metà del prezzo a ciascuno dei soldati che la indossano, rimanendo di proprietà del secondo dei due soldati all'atto del congedo. Minute regole amministrative valgono per il corredo dei disertori, dei ricoverati in ospedale, dei deceduti o condannati, dei congedati. Esse mirano essenzialmente al recupero degli effetti e al pagamento dei crediti di massa dei soldati defunti alle famiglie ma anche, in taluni casi, all'utilizzazione a beneficio della massa generale dei crediti di massa di soldati in particolari condizioni. Così ad esempio gli individui che vengono cancellati dai ruoli per essere condannati
a una pena infamante non hanno ragione di riscuotere la propria massa, ed è questa di esclusiva proprietà della massa di economia. Similmente non hanno diritto di essere rientegrati del valore del vestito che viene abbrucciato, mentre essendo il vestito parte integrante della degradazione della pena cui sono condannati i colpevoli, questi non possono aver ragione ad essere risarciti di un danno che si procurano per effetto delle loro colpe.
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I.A LOUISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
La gestione del vestiario e dell'equipaggiamento rientra nella contabilità in natura e fa capo, nell'ambito del consiglio di amministrazione del corpo, all'ufficiale di massa, sostituito nei consigli eventuali dall'ufficiale di amministrazione oppure, in mancanza di questo, da un ufficiale subalterno designato dal comandante. L'operato dell'ufficiale di massa o di chi ne fa le veci, è sottoposto al controllo diretto dell'ufficiale relatore del corpo. La contabilità in natura si divide in tre rami: I la dimostrazione del quantitativo e del consumo di stoffe e materiali vari consegnati ai corpi per diversi usi da parte dell'Azienda generale di guerra (è escluso l' attuale casermaggio, che rientra nella gestione delle caserme di competenza del!' Azienda generale di artiglieria, fortificazione e fabbriche militari); 2°) la dimostrazione dell'entrata e uscita delle merci e degli oggetti ultimati che i corpi acquistano per il corredo i sottufficiali e soldati; 3°) la dimostrazione delle armi, degli arredi, attrezzi e oggetti vari che i corpi ricevono dalle Azieuùe generali di guerra e di artiglieria (argomento che verrà esaminato a parte, nel successivo capitolo V). I relativi registri per queste attività, che devono essere tenuti aggiornati dal segretario del consiglio di amministrazione e dall' ufficiale di massa sotto la vigilanza del relatore, sono: il registro d'entrata e d'uscita diverse stoffe e merci . È il registro delle materie prime, dove gli effetti sono segnati in entrata quando introdotti, e in uscita allorchè il loro consumo viene comprovato dalla immissione in magazzino della corrispondente entità di manufatti lavorati; il registro per l'entrata e l' uscita di magazzino dei capi di corredo per sottufficiali e soldati. Vi si annotano: in entrata, in ordine di data e con riferimento alle delibere del consiglio, gli oggetti di corredo già lavorati che si immagazzinano; in uscita, alla fine di ogni trimestre, le distribuzioni fatte alle compagnie o squadroni; il registro di situazione e di movimento del magazzino in ordine ai cappotti e pastrani, agli arredi diversi, alle armi, agli oggetti di bufalo e corame, ed alle bardature dei cavalli, sul quale sono trascritti i movimenti effettuati e trimestralmente riportato l'inventario degli oggetti esistenti sia presso il magazzino sia presso le compagnie, in base al caricamento dell'Azienda generale di guerra_ Le riparazioni agli oggetti di corredo e alle calzature, quando il reggimento è unito al suo deposito oppure nei battaglioni autonomi, sono fatte eseguire ai capi sarti e capi calzolai dei reggimenti dai comandanti di compagnia o squadrone, sotto la vigilanza del relatore. Nei corpi separati dal 0
)
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loro deposito e nei battaglioni o com pagnie distaccati dal corpo alle riparazioni provvedono invece persone designate dai capi operai, ovvero soldatioperai incaricati di queste mansioni dal comandante_ Le riparazioni del vestiario e delle calzature sono a carico della massa individua/e di decanto, tranne che per i cappotti e pastrani (oggetti a lunga durata), le cui riparazioni non dovute a incuria sono a carico della relativa categoria di manutenzione. I prezzi delle riparazioni - stabiliti annualmente a cura dei consigli di amministrazione, in accordo con i capi operai - sono inseriti sull'ordine del giorno del corpo, in modo che i comandanti di compagnia ne conoscano i prezzi da porre a carico degli uomini nella massa individuale. Le stoffe ai capi sarti sono fornite dai consigli amministrativi, che le prelevano direttamente presso il R_ magazzino centrale merci di Torino (l'unico del genere). Una volta compiute le riparazioni, i comandanti di compagnia trasmettono ai capi operai che le hanno eseguite una dichiarazione nella quale sono indicati il nome dell'utente, la natura delle riparazioni e i loro importi. Queste dichiarazioni vengono poi consegnate dai capi operai a l relatore, il quale provvede al pagamento sulla base delle tariffe convenute. Allo scopo di accertare le riparazioni da effettuarsi e se la loro spesa deve essere addebitata al soldato oppure andare a carico dei fondi per la manutenzione, i comandanti di corpo dispongono che in ogni mese, ed in quel giorno che si passa la rassegna al corredo, o in quell'altro che meglio stimano, si trovino presenti alla medesima i capi clazolai, i capi sellai e i capi morsari [armaioli dei reggimenti di cavalleria - n.d.r.) , e coll'assistenza di questi, sia dei comandanti di compagnia o squadrone presa nota delle riparazioni occorrenti agli anzidetti oggetti. Sulla base delle rassegne, i comandanti di compagnia compilano una situazione che riporta sia le riparazioni da addebitare al soldato sia quelle da attribuire alle categorie di manutenzione. Le situazioni, consegnate al relatore, sono da questi riepilogate per compagnia e sottoposte alla prima riuniune del consiglio, il quale stabilisce con i capi operai prezzi e modalità delle riparazioni da effettuare. Nella sostanza, dunque, i comandanti di compagnia già nel 1840 assumono nella gestione del vestiario ed equipaggiamento un ruolo centrale che manterranno ininterrotto fino ai nostri giorni, ruolo di raccordo continuo e diretto del comandante di reparto con i capi-operai. I documenti fondamentali nell'ambito della compagnia sono il libro mastro e il libretto di deconlo; quest'ultimo deve rimanere costantemente nelle mani del singolo, anche in caso di sua assenza, e uscirne soltanto quando devono essere registrati alla sua presenza gli oggetti che gli sono stati distribuiti, oppure i pagamenti fattigli, direttamente o per suo conto.
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Il libro mastro è invece tenuto separatamente per ciascuna classe di leva o categoria di militari, viene rinnovato al principio di ogni anno e in occasione delle chiamate: deve contenere i contrassegni, la data e qualità dell'arruolamento di ciascun bassuffiziale e soldato, copiati dal ruolo matricola del corpo, ed è destinato unicamente ad inscrivervi, e dimostrare con esattezza e nei loro più minuti particolari i conti della massa individuale di deconto. Esso è la base e il perno di questo importante ramo dell'amministrazione, mentre dal medesimo i comandanti di compagnia o squadrone debbono raccogliere tutti gli elementi che sono necessari partitamente, e stabili re con esattezza i conti individuali sui fogli di deconto .....
Sul libro mastro, in particolare, si registrano - a credito del militare - l'importo del reingaggio o riassoldamento, alla fine di ogni trimestre l'ammontare delle giornate di deconto compreso l' assegno vestiario, all'atto del pagamento le somme consegnate volontariamente dagli individui per far parte della massa, e alla fine di ogni mese l'importo delle trattenute. Si iscrivono invece - a debito - il valore dei capi di corredo distribuiti, le somme pagate in contanti nelle ma ni dell' interessato, oppure quelle pagate per suo conto per riparazioni o altre cause. Sul libro mastro sì elencano inoltre le armi, il cappotto o pastrano, gli oggetti di bufalo o cuoio e tutti gli altri effetti di proprietà del corpo di cui viene provvisto il sottufficiale o il soldato, indicando la data di distribuzione e lo stato di uso all'atto della distribuzione stessa. Le stesse registrazioni effettuate sul libro mastro devono essere riportate sul libretto in consegna a ciascun soldato, alla sua presenza. I comandanti di compagnia alla fine di ogni trimestre chiudono il libro mastro e compilano il foglio di decanto, che viene consegnato al consiglio con la dimostrazione delle variazioni avvenute nel trimestre per ogni militare. Ogni sei mesi il comandante di corpo (o un ufficiale superiore da lui designato) è tenuto a controllare il dare e l'avere della massa di deconto individuale in presenza di ciascun soldato, accertandosi in particolare che le variazioni del libretto individuale corrispondano a quelle del libro mastro e del foglio di deconto. Una volta riconosciutane l'esattezza, il comandante di corpo controfirma la situazione individuale di ognuno su entrambi i documenti. In caso di reclami sporti all'atto della rassegna, il rassegnatore deve sentirli, verificarli, e quindi pronunciarsi sui medesimi all'atto stesso della rassegna affinchè non abbiano a rinnovarsi, facendo constatare per iscritto nel libretto dell'individuo che lo esponeva, e del reclamo e della decisione data.
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Dopo la rassegna semestrale le somme di cui il militare risulti creditore alla sua massa individuale, devono essergli saldate. La riscossione è comunque facoltativa, e la cifra può essere lasciata ad ulteriore credito. I comandanti di compagnia devono tenere, oltre al libro mastro, anche un registro memoria della contabilità interna, affinchè possano aver riunito tutti quei particolari di amministrazione che render devono più facile il regolare e pronto andamento di ogni ramo dell'interna contabilità, nonchè la compilazione al termine di ciascun trimestre dei fogli di deconto.
Norme per il corredo, la montura e la divisa dei militari di ogni grado.
Tutto quanto concerne il modo di vestire dei militari di ogni grado forma oggetto d'attenzione da parte di Carlo Alberto, che fin dal 1833 (in data 25 giugno) emana le Regie determinazioni e regolamento sopra il corredo, la montura, e le divise delle armate di terra e di mare, non che delle amministrazioni, e dei diversi servizi militari32 , corredate da 23 tavole e ancora in vigore, con poche varianti non di rilievo, nel 1848. La nuova regolamentazione fa seguito ad analoghe disposizioni risalenti al 19 giugno 1824 ormai in gran parte inadeguate, e si ripromette di rendere uniformi le-varie tenute e gli oggetti di corredo, di mettere un freno agli abusi e alle licenze - soprattutto dei giovani ufficiali - e di evitare spese inutili: l'anzidetto regolamento, siccome quello che è in gran parte abrogato, più non può dare norme bastanti a far uniformi le divise ed il corredo delle nostre armate, uniformità, che necessaria in ogni ben costituita milizia , è indispensabile al nostro esercito, il cui ordinamento in classi che l'una all'altra si succedono, richiede che ogni cosa che abbia tratto alle vestimenta sia stanziata in maniera ferma così che, occorrendo la chiamata dè provinciali, non siano questi obbligati a sempre nuove spese per adattarsi alla variabile foggia di montura degli stanziali. Oltracciò bene anche a vvertimmo il lusso vieppiù crescente dè giovani nostri uffiziali, e qual'amoroso padre che ne scorge le funeste conseguenze, volemmo tolta loro ogni occasione a disordinare le private loro facoltà , per tenere dietro alle capricciose innovazioni della moda; ed altresì proscritta l'usanza invalsa, in contravvenzione degli ordini tutt'ora vigenti dè reali nostri precedessori, di seguitar le variate fogge del vestir borghese.
32
G. M. 1833, Parte II, pp. 564-672 .
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO . VOI.. I
Il nuovo regolamento, pertanto, si propone di dare ferma e precisa norma alla m ontura e alle divise delle nostre armate così di terra come navali, e stabilire altresì la foggia di vestire, ed i distintivi delle amministr azioni, e dei diversi servizi militari, siccome parte che sono delle armate nostre.
Ne consegue (Art. 3 e 9) che qualunque ornamento , qualunque distintivo, qualsivoglia cosa insomma che concerne il corredo, la montura, e le divise, e che in tale regolamento no n sia permessa, o prescritta, s'intenderà abolita[ . .. ]. D'ora in avvenire nessuna variazione o modificazione non potrà avere effetto nelle divise, nella montura, nelcorredo, si dell 'armata, si delle amministrazioni militari, se non sarà da noi prescritta con ordine speciale da noi sottoscritto.
Evidentemente in questo campo le licenze e le cattive abitudini erano molte: le disposizioni sui contro lli sono perciò severe. I governatori delle divisioni militari territoriali rispondono direttamente al Re della piena osservanza delle disposizioni. I comandanti di corpo rispondono ai governatori e agli altri ufficiali generali, ed hanno facoltà di rifi utare e addebitare ai membri dei consigli di amministrazione i capi di corredo non r egolamentari che venissero forniti: dove poi essi colonelli, o comandanti tollerino , permettano, o non reprimano qualsivoglia variazione, pagheranno eglino del proprio gli oggetti che non siano esattamente conformi ai modelli stabiliti.
Lo stesso avviene per i livelli più bassi (ufficiali superiori e capitani). Ai capitani, in particolare, verranno addebitate le modifiche anche lievi al corredo dei soldati della compagnia, a meno che non siano prescritte con o rdine scritto da un superiore, o riguardino capi di corredo forniti dal consiglio di amministrazione. l governatori e i comandanti locali devono proibire a chiunque di far uso di oggetti, galloni, vestiti e distintivi che siano simili a quelli delle divise del1' Amministrazione militare o ne imitino la forma, il colore o qualche altro aspetto, essendo voler nostro, che le divise dell' armata e delle sue arnministrazioni siano distinte ed esclusive per coloro cui ci piacque di conferirle.
Inoltre i governatori e comandanti di divisione e di brigata nei primi quindici giorni di ogni trimestre devono passare in rassegna le truppe al loro co-
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mando , esaminandone il corredo e la montura e chiedendo ragione di qualunque infrazione al regolamento, che dovrà essere addebitata ai comandanti responsabili_ Allo scopo di raggiungere l'uniformità (visto che la confezione avviene a livello corpo) l'Azienda generale di guerra è incaricata di far cucire i modelli regolamentari dei capi di corredo, che dopo essere stati approvati vengono inviati con carico di custodia ai governatori delle divisioni militari (per gli ufficiali) e ai consigli di amministrazione dei corpi (per sottufficiali e truppa) _ L'uniforme (tenuta) da indossare è stabilita: in ogni divisione territoriale, dal governatore; ai campi d'istruzione e in guerra, dal comandante dell'armata. Gli ufficiali e le truppe di qualunque Arma e corpo, senza alcuna eccezione, devono attenersi alle disposizioni per l' uniforme vigenti in ogni divisione territoriale. Gli ufficiali debbono indossare sempre l'uniforme e portare l'arma d'ordinanza. È severamente proibito loro di vestire abiti borghesi, "in qualsiasi tempo od occasione", ed allorchè si recano per licenza in una divisione territoriale diversa devono presentarsi al Comando per essere ragguagliati sulle norme uniformologiche ivi in vigore. Sono ammesse però diverse eccezioni (gli ufficiali generali; gli ufficiali dei Carabinieri, quando ciò sia previsto dai loro regolamenti; gli ufficiali in aspettativa, giubilati o riformati, o comandati presso un Ministero e un'Azienda militare; gli ufficiali provinciali, cioè di complemento, in congedo illimitato; i quartier mastri, gli ufficiali di corte). Segue un complesso di minute prescrizioni, nel quale abbondano le distinzioni nella montura (per gli ufficiali) e nel corredo (per i sottufficiali e soldati) delle varie Armi , che sovente non sembrano dovute a esigenze funzionali, bensì a tradizioni di Arma, oppure a mere ragioni di eleganza. La montura degli ufficiali inferiori e superiori (per i generali, vigono norme a parte) si compone di : abito lungo di panno turchino scuro (per tutti); abito corto, uguale a quello della truppa e dei sottufficiali (cavalleria e artiglieria); cappotto di panno turchino scuro, simile a quello dell'abito lungo (per tutti); pastrano, in genere di panno bigio chiaro, ampio e lungo (per tutti); schakot, o elmo, o cappello, o berrettone e berretto da fatica (a seconda delle Armi e corpi); pantaloni semi/arghi, di foggia invernale ed estiva, di tela bianca d'estate, e di panno d'inverno (non sono ammessi, per gli ufficiali, pantaloni da fatica);
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calzature (stivali o mezzi stivali per tutti; gli ufficiali delle armi a cavallo portano "sproni diritti, d'argento o ferro lucido, oppure di ottone, secondo il colore dè bottoni dell'abito"); cravatta (per tutti, collaretto di seta nera non operata, con pistagna
bianca); guanti (di pelle gialla scamosciata, in servizio; possono essere di altro colore fuori servizio; è comunque proibito non portarli al seguito); spallini e dragone; spada o sciabola, secondo l'Arma e il Corpo; sciarpa in tessuto di seta a maglia, di colore turchino unito con fiocco di seta. È il distintivo degli ufficiali comandati in attività di servizio; non può essere portata dagli ufficiali nei Comandi delle piazze. Viene cinta alla vita, un pò sopra i fianchi, e annodata sul fianco sinistro; giberna e bandoliera (cavalleria, eccetto il reggimento Piemonte reale; ufficiali inferiori d'artiglieria; ufficiali del treno di provianda). Non si conosce il motivo per cui le disposizioni sull'uniforme degli ufficiali sono integrate e accompagnate da specifiche norme sul taglio di capelli, baffi e barba: i capelli devono essere corti e lasciare scoperte fronte e orecchie. Gli ufficiali possono portare baffi e basette, ma la rimanente barba deve essere rasa; i baffi non devono oltrepassare il labbro, e nemmeno congiungersi con le basette. Si vuole anche introdurre un costume di austerità: gli uffiziali procureranno altresì di osservare la maggio re netlezza nel loro vestire; ma sfruggiranno da ogni ricercatezza, e specialmente dalla riprovevole affetlazione di t ener dietro alle mode così negli ornamenti come nell'acconciatura del capo.
I sotlufficiali e la Lruppa hanno un corredo analogo. Esso vana a seconda che il militare appartenga: I alla fanteria e al genio; 2°) alla cavalleria e al treno; 3°) all'artiglieria. Per la fanteria e il genio il corredo comprende: abito di panno turchino scuro; cappotto di panno bigio; giubba da fatica, di panno o di tessuto di lana detto trico/, di colore turchino scuro; tre paia di pantaloni, "dè quali un paio per l'inverno colle occorrenti mulande di tela, e due paia per la state" . D'inverno, sono di panno bigio scuro detto marengo, d'estate, "di bambagia bianca detta bandera"; uno schakot; un berretto da fatica; 0
)
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due paia di scarpe, con uose che per l'inverno sono di lana (tricot) e d'estate della stessa stoffa dei pantaloni; una cravatta; due camicie; guanti di pelle gialla scamosciata (solo per furieri maggiori, sergenti furieri e sergenti). L'equipaggiamento (che dopo il 1833, specie per la parte armamento, subisce qualche modifica) comprende molteplici voci di oggetti: un coprigiberna; un copriacciarino; un cacciavite; un cavastracci; uno spillo da focone; una spazzolina da acciarino; due pietre focaie di ricambio guarnite dall'occorrente piombo; una cravatta da sciabola; un turacciolo per fucile, "a spese del bene armato, la sommità del quale sia in lana del colore stesso che la goletta dell 'abito" ; una gavetta (baracchino) e un cucchiaio; una scatoletta per la cera da scarpe ed un'ampollino per l'olio; una borraccia (in occasione di guerra solamente); due spazzole, l' una per l'abito e l'altra da scarpe; due pettini; un lustrino, ossia pazienza, ed un lisciatoio; un fodero da cappotto; una borsa con entro le forbici, e l'occorrente a cuci re; uno zaino colle cinghie necessarie per il cappotto.
Il soldato non ha teli tenda in dotazione e non dispone di tende; non sono previsti fazzoletti, maglie, calze, guanti; le camice sono soltanto due, e le mutande un paio, usato d'inverno; per mangiare, egli dispone solo di cucchiaio. I comandanti di corpo banno comunque facoltà sia pur limitata, di integrare il corredo con alcuni capi e oggetti: i colonnelli e comandanti dè corpi, sempre chè però stimino util cosa e non gravosa alla truppa, potranno bensì stabilire, o permettere l'uso di fazzoletti da naso; di farsetti a maglia di lana per l'inverno, di palandrane di tela per le fatiche, o per il governo dei cavalli; come altresl potranno prescrivere che ogni uomo abbia una borsa con entro rasoi e l'occorrente per farsi la barba; usanza questa già introdotta e ravvisata giovevole in alcuni reggimenti.
Rispetto alla fanteria i soldati di cavalleria e del treno hanno in dotazione alcuni capi di corredo tipici dell'Arma (come stivali e speroni, sacco per biada, due tasche con l'occorrente per il governo del cavallo); non hanno il cappotto ma dispongono di diversi capi di corredo in più: un paio di pantaloni (con relative mutande di tela) invernali, una camicia, un paio di guanti di pelle gialla scamosciata, una spazzola, una valigia. Il corredo dei soldati di artiglieria è analogo a quello degli appartenenti alla cavalleria; hanno però in più rispetto a questi il cappotto, e in meno (chissà perchè) r,a camicia. Se montati , hanno una valigia; st: a ppiedati, lo zaino come la fanteria.
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Riguardo alle uniformi del personale esecutivo dei Servizi nell'ambito del corpo, il primo armaiuolo del reggimento veste come i sergenti e marescialli di alloggio; il secondo armaiuolo, come i caporali e brigadieri. Come i sergenti o marescialli di alloggio vestono anche il capo sarto, il capo morsaro, il capo sellaio, il capo calzolaio, e quale segno di lor qualità, avranno sulla parte superiore della manica del braccio des tro, una stella ricamata jn oro, od in argento, secondo la qualità dei bottoni, in mezzo alla quale sia: una S, se capo sarto; un C, se capo calzolaio; una M, se capo morsaio. Tali lettere saranno bianche, dove la stella sia gialla; e gialla se bianca.
Il maniscalco, il sellaio, il vivandiere vestono come i soldati, e han no ancb 'essi dei segni distintivi sulla manica del braccio destro; un ferro da cavallo per il maniscalco, una stella per il sellaio, una V per il vivandiere. Un'ultima particolarità è data dal significato particolare al tempo attribuito al termine divisa, molto diverso da quello di oggi: per divisa, come del resto dice l'etimo del vocabolo, si intende il complesso dei minuti oggetti e accessori di particolare foggia (bottoni, nappe, golette .... ) che serve a distinguere gli appartenenti ad un dato corpo (o una data brigata) dagli altri, a mantenerli divisi e distinguibili. Così, ad esempio, l'Art. I05 del regolamento si intitola ''divise in genere della fanteria ", e così recita: i corpi diversi dell'arma di fanteria sono distinti al colore della goletta, delle mostre delle maniche, del soppanno delle rivolte delle falde, degli spallini, della pistagna dè pantalo ni, ed alla forma, al colore e all'impronta dei bottoni[ .. .. ] i reggimenti di una medesima brigata sono distinti all'impronta dei bottoni , nè quali vuol essere impresso il numero I sedèprimireggimenti , ed ilnumero2 sedèsecondi. Sono altresì distinti al colore della nappa, che v uol essere in lana turchina, se del primo reggimentCl e hianra se del secondo.
E così per tutte le Armi e corpi. Dal punto di vista degli approvvigionamenti e rifornimenti, tenuto anche conto del sistema di contabilità, ne deriva un'estrema complicazione delle operazioni amministrative di carico c scarico, tanto più nociva in campagna e in guerra ove una tale mole di particolari appare assai difficile da seguire e controllare specie ai due livelli fondamentali, la compagnia e il corpo.
Il Servizio vestiario - equipaggiamento: disposizioni particolari per le truppe . ,, in campagna e funzionamento nel corso della guerra. Sia pure in forma assai succinta, il regolamento di amministrazione del 1840 contiene anche norme particolari da applicare nel Servizio di campagna
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e in guerra, le quali non innovano la sostanza delle disposizioni prima descritte, e più che altro le adattano alle esigenze che si possano presentare in tale circostanza, con particolare riguardo al funzionamento dei consigli eventuali. In campagna è prevista la costituzione di magazzini di Intendenza d'armata, il cui approvvigionamento è demandato ali' Azienda generale di guerra secondo due procedure: o disponendo - su accreditamento dei fondi necessari -che i consigli di amministrazione dei corpi facciano confezionare determinati quantitativi di oggetti di corredo loro richiesti, in proporzione alla forza, dalla stessa Azienda generale di guerra (alla quale devono essere consegnati dietro ricevuta); oppure facendo confezionare direttamente presso le manifatture gli oggetti che non possono essere approvvigionati tramite i consigli dei corpi. Con questa organizzazione si crea un collegamento diretto tra il corpo e il livello centrale, dal quale sono esclusi i gradini intermedi (divisione e corpo d'armata). La distribuzione degli oggetti di corredo ai consigli eventuali viene pertanto effettuata direttamente dall'Intendenza d'armata, che ne trattiene I'importo dalle fi vranze trimestrali inviate ai consigli principali dei corpi. L'ufficiale d'amministrazione del consiglio eventuale tiene all'uopo aggiornato il registro di caricamento e scaricamento, nel quale le distribuzioni devono essere documentate dalle ricevute dei comandanti di compagnia, e al matèriale in entrata deve corrispondere analogo movimento di fondi in uscita. Due giorni prima del pagamento del prestito - e anche prima se lo consiglia la lontananza dal quartier generale - i comandanti di compagnia consegnano al relatore l'elenco degli oggetti di corredo necessari al proprio reparto, riportante quantità e qualità degli oggetti da distribuire e nominativo dei militari ai quali devono essere distribuiti. Il relatore sottopone la richiesta al consiglio eventuale, che l'approva e la inoltra (tramite il relatore stesso, autorizzato a rilasciare ricevuta) al commissario di guerra a livello di divisione. Sull'oigani zzazione e funzionamento del Servizio vestiario ed equipaggiamento nel corso delle operazioni si trova qualche cenno nella storia ufficiale della campagna33 • Nel 1848, all' entrata in guerra, i corpi facevano come sempre cap o per le esigenze di rifornimento - come in pace - direttamente a li' Azienda generale di guerra, che impartiva se del caso gli ordini al magazzino merci centrale di Torino. In data 3 maggio 184834 , evidentemente in relazione al probabile evolversi della situazione operativa e "nell'intento di provvedere alle esigenze varie dell'esercito in oggetti di corredo, d'ambulanza e simili", si dispone la costituzione di un magazzino merci succursale, cioè un magazzino
33
Cfr . ancheMJNISTERODELLAGUERRA-UF"FlCIOSTORJCO, Lacampagnadel 1849... (Cit.), pp. 143-145.
34
G.M. 1848, p. 258.
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misto per materiali di sanità e commissariato, in Piacenza. Quando dopo la battaglia di Goito (30 maggio 1848) le truppe piemontesi ripassano il Mincio, a causa delle fatiche della guerra, delle frequenti pioggie e della mancanza di tende le condizioni del vestiario e dell'equipaggiamento sono divenute assai precarie. Si rende pertanto necessario rifornire i corpi di una quantità considerevole di effetti ed i magazzini merci - principale di Torino e sussidiario di Piacenza - ben presto esauriscono le dotazioni. Di conseguenza, il Ministero della guerradispone che i corpi attivi no maggiormente la fabbricazione e l'acquisto diretto degli oggetti, in modo da provvedere, oltre che alle proprie esigenze, anche al rifornimento del magazzino centrale merci di Torino (ciò era d'altronde già previsto nel regolamento di amministrazione del 1840)_ Allorchè la prima campagna volge al termine si decide per la modifica di un oggetto di corredo fondamentale come la camicia del soldato_Un dispaccio in data IOluglio 1848 all'Intendente generale da parte del Ministero rende infatti noto che "non si avrebbe difficoltà di permettere" che, stante la difficoltà di approvvigionare tela d i canapa, le camicie della truppa vengano confezionate in tela di cotone, peraltro non del tipo fine, ma " sostenuta e grossa, cioè di quella che per la matessitura chiamasi volgarmente basinata o man tifata''. Occorre inoltre, sempre secondo il Ministero, che il numero delle camicie in dotazione venga aumentato da 2 a 3, poichè le camicie di cotone assorbono meno il sudore e quindi si sporcano più facilmente3 5 _ I provvedimenti di maggior rilievo vengono, come sempre, adottati dopo il termine della prima fase della campagna_ Un decreto del 25 agosto apporta notevoli modifiche alle uniformi, specie per la fanteria. E siccome il Ministero ordina che gli effetti nuovi esistenti nei magazzini siano distribuiti senza essere modificati e che anche le riparazioni avvengano secondo le vecchie procedure, ne nasce con fusione e perniciosa promiscuità di tenute, dato che solo gli oggetti ordinati dopo tale decreto sono confezionati secondo le nuove norme. Altro importante provvedimento è quello del 17 settembre 1848, con il quale il Ministero, evidentemente in relazione agli inconvenienti provocati dalla mancanza di tende, dispone che a ciascun soldato sia dato in dotazione il sacco da bivacco (tente-abn), a doppio uso: per formare tende quando la truppa si accampa, e quale sostituto del lenzuolo per coricarsi sulla paglia allorchè la truppa è accantonata o alloggiata in caserma36 • Nel 1849, in previsione della ormai imminente ripresa delle ostilità, con l'Istruzione intorno al modo di somministrare ali'armata gli oggetti di corredo
35
G.M. 1849, p. 439.
36
G _M_ 1848, p. 636.
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individuale e gli arredi diversi del 20 febbraio 37 , si stabilisce il principio che sarà il Comando dell'armata a fornire le truppe degli "oggetti di vestimenta, biancheria, calzature, cappotti, arnesi di equipaggiamento e di bardatura, arredi diversi, e ogni altro simile". Cessa, dunque, almeno in questo settore, il collegamento diretto tra corpo e Azienda generale oppure Ministero. A tal fine, è istituito presso L'Intendenza generale d 'armata un magazzino ambulante, che la segue in tutti i movimenti. Questo magazzino è rifornito dal magazzino principale di Torino, oppure dai magazzini sussidiari che si prevede di stabilire in prossimità del confine quando l'armata lo avrà varcato. Il rifornimento avviene dall'indietro verso l'avanti. Infatti, i magazzini sussidiari ricevono gli ordini per la spedizione degli oggetti occorrenti al magazzino ambulante dell'armata direttamente dati' Azienda generale di guerra, alla quale l'Intendenza generale deve indirizzare con sufficiente anticipo le richeste. Le scorte del magazzino ambulante dell'armata sono, per quanto possibile, custodite in casse, in modo da facilitarne la movimentazione. Per le modalità di approvvigionamento del materiale si confermano e ancora una volta si ribadiscono le disposizioni del regolamento del 1840, secondo le quali i consigli principali dei corpi devono concorrere ad alimentare la dotazione di oggetti di corredo e arredi del magazzino merci principale, oltre naturalmente a provvedere direttamente alle proprie esigenze. Le modifiche al corredo del soldato in un periodo così delicato cd i mutamenti assai profondi nel sistema di rifornimento e nello scaglionamento dei magazzini non raggiungono gli scopi sperati, e anzi provocano ulteriori isteresi nel funzionamento. Questo perchè le fonti principali di rifornimento contunuavano ad essere i consigli di amministrazione dei corpi, cioè i depositi , i quali, scarsi di personale adatto alla bisogna, non erano in condizione di provvedere tutto il necessario. Infatti, il 16 marzo [1849 - n.d.r.] il generale Solaroli, comandante la 3 • brigata, dichiarò con rude franchezza: ''Tutti questi battaglioni, e segnatamente quelli del I 8°, sono in cattivissimo arnese, talchè alla rivista, da me fatta, comparvero in cappotto, perchè molti han no tuniche e calzoni laceri all ' indecenza; si scrive continuamente ai depositi perchè mandino il necessario, ma si riscontra che bisogna pazientare". Per queste ed altre simili lagnanze pervenutegli, il ministero della guerra, il 21 marzo, per stimolare l'attività dei depositi e degli altri enti interessati, ordinava: "D'uopo impertanto è che le amministrazioni principali si occupino seriamente nel provvedere e far confezionare gli oggetti che ognuna di esse presumibilmente, e considerata la consumazione fatta nella scorsa campagna,
37
G.M. 1849, parte 1, pp. 147-149.
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LA LOGISTIC A D ELL' ESERC ITO - VOL. I
ravviserà necessaria per un trimestre al proprio corpo".[ ... ]. Va anche ricordato che il sistema amministrativo dei corpi, allora in vigore, non era il più adatto a rendere facili e solleciti i rifornimenti. Tutte le operazioni amministrative, infatti, erano devolute al consiglio principale di amministrazione, il quale risiedeva, in genere, lontano dalla località dove le truppe erano dislocate, ciò che non solo era causa di inutile carteggio e perdita di tempo, ma veni va a costituire una specie di dipendenza del comandante di reggimento, dal presidente del consiglio di amministrazione, di lui meno elevato in grado. Di ciò si ha traccia evidente nella fiera lettera che il col. Cialdini, nuovo comandante il 23° di fanteria, scrisse il 23 dicembre su questo argomento al comandante la 3 • divisione38 •
Norme per la gestione della categoria arredi diversi. Il regolamento di amministrazione del 1840 detta, tra le altre, anche norme per la gestione delle categorie arredi diversi, la quale comprende oggetti vari di reparto (cioè per usi di interesse collettivo) che vengono forniti dall' Azienda generale di guerra ai corpi, ed si articola a sua volta in due branche: arredi e oggelti di bufalo e di corame. Gli arredi comprendono: le trombe, i corni da caccia, i marca-campi, le casse da tamburo, le marmitte piccole con coperchio, i ferri da crottone e di campagna (cioè le manette per arrestare), i bendaggi di varia forma per gli erniosi e i sospensori, le stampelle, le gambe ed i cosciali di legno per "i mutilati o storpi" del battaglione invalidi. In sostanza rientrano in questa branca, grosso modo, gli attuali materiali generali di commissariato, mentra la parte oggetti di bufalo e corame si riferisce alle odierne buffetterie, e comprende bandoliere, giberne, bretelle da fucile, cinturoni e budrieri39 per sciabole, cinghie nere per cerabine (bersaglieri), portacasse per tamburi, porta-ascie, grembiali e porta-pistole per falegnami , grembiali di pelle per tamburini, rangoni con porta-carabina e porta-bacchette da pistola(reggimenti di cavalleria e corpo reale d'artiglieria). Inoltre, per il solo corpo dei bersaglieri, fanno parte della categoria arredi gli strumenti da zappatore (gravine, picconi, roncole, martelli ecc.) e i materiali oggi considerati di armamento, come "le pallottiere piccole e grandi ossieno forme di gettarvi le palle, le fascette con cordone di lana verde, i tubi di latta per le palle da
38
MINISTE RO DELLA GUE RRA - UF FICIO STORICO , La campagna del 1849 ... {Cit), pp. 144-145.
39
Il budriere è una striscia di cuoio che scende dalla spalla destra al fianco sinistro, e serve per a ppendervi la spada, la baionetta, la sciabola e anche il tamburo o la bandiera .
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collocare nello zaino, le scatole di latta per serbare la polvere, e le borse in pelle per contener le palle in riserva" . Le trombe, i comi da caccia, i marca-campi, le casse da tamburo, le marmitte con coperchio, i ferri di crottone e di campagna non hanno durata predeterminata ed il loro rinnovo non si effettua a carico del regio erario se non nel caso di assoluta inservibilità prodotta da logoramento d'uso. Per la manutenzione di questi materiali, comunque, i corpi (fatta eccezione per i bersaglieri) non ricevono alcuna assegnazione specifica: la riparazione delle trombe e dei corni da caccia è infatti a carico dei trombettieri, quella dei marca-campi ed delle casse di tamburo (meno le pelli e i cordoni) a spese della categoria arredi, quella delle marmitte con coperchio imputata alla massa d'ordinario dei caporali e soldati, mentre a quella dei ferri da crottone e campagna si provvede con i fondi della categoria bene armato. lnvece, per ciascun oggetto di bufalo e corame è fissata una durata, che va dai 30 anni per le bandoliere di fanteria, ai lO per i budrieri, fino agli 8 per i cinturini da sciabola. Per il rinnovo dei predetti oggetti, come già avviene per il vestiario, l' Azienda generale di guerra accredita ai corpi una somma corrispondente all' aliquota annuale di decadimento del valore degli oggetti (ad esempio: 1/30 delle bandoliere di fanteria). I corpi, per la manutenzione, ricevono inoltre un' assegnazione annuale (in rate trimestrali) differenziata per corpo o reggimento, oltre che per tipo di oggetto: il massimo è rappresentato dai 56 centesimi annuali per il cinturino a sciabola di cavalleria, mentre le quote minime sono per i budrieri della fanteria e degli zappatori (lO centesimi) e per le bandoliere con giberna dell'artiglieria (5 centesimi). Circa le riparazio;1i, per gli oggetti di bufalo e corame (come per le bardature dei cavalli) si seguono gli stessi criteri e le stesse procedure che vengono usati per il vestiario e le armi. La spesa è quindi a carico della massa individuale di deconto del soldato se la riparazione è resa necessaria da negligenza o scarsa cura; negli altri casi, è invece a carico della relativa categoria di manutenzione. Anche lo stato degli oggetti e l'entità delle riparazioni occorrenti viene accertata dai comandanti di corpo in sede di rivista mensile al corredo, alla presenza dei capi operai, nel corso della quale i comandanti di compagnia annotano le riparazioni da effettuare.
Cenni sul Servizio postale militare. Il Servizio postale militare ha antiche origini. È superfluo ricordarne l'importanza sotto il duplice aspetto della trasmissione degli ordini e del
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morale delle truppe. Una conferma non casuale è, ad esempio, che gli eserciti romani avessero alle spalle un Servizio di posta e tappa con successive stazioni, il quale - grazie anche all'ottima rete stradale - era un modello di efficienza, sicurezza e relativa rapidità. Nell'esercito piemontese della Restaurazione esiste nelle sedi stanziali il sottufficiale porta-lettere del reggimento, detto alla francesefacteur, cioè latore, che ha l'incarico di prelevare alla stazione di posta la corrispondenza (anche contenente valori) destinata ai·militari del reggimento e di consegnarla agli interessati (non esistono ancora franchigie postali, nemmeno per la corrispondenza d'ufficio). Si verificano però numerosi abusi: per rimediare "alla poca fedeltà con cui i sottufficiali porta-lettera hanno recapitato le lettere contenenti valori", con ordine n. 783 datato 24 dicembre 1834 si fissano norme severe per la disciplina del Servizio. Il sottufficiale addetto alla posta è quindi scelto tra quelli di miglior condotta ed autorizzato per iscritto al ritiro della posta dal comandante di reggimento. Le lettere assicurate devono essere da lui annotate su un re!{istro portatile, e consegnate agli ufficiali del reparto su quietanza. Anche la truppa deve firmare per ricevuta alla presenza dell'ufficiale di servizio (gli analfabeti appongono sul registro la croce alla presenza di due testimoni). Non sembra, tuttavia, che queste appropriate disposizioni attengano l'effetto sperato, visto che il 6 febbraio 1844 un successivo ordine raccomanda maggior sorveglianza sul Servizio poichè continuano a verificarsi frodi nei riguardi dei militari da parte dei porta-lettere. Sull'organizzazione e funzionamento del Servizio postale in guerra, il citato Regolamento del real corpo di Stato Maggiore Generale della Regia Armata del 1831 prevede che del predetto Stato Maggiore faccia parte "un direttore delle poste, sia da lettere, sia da cavalli", c tra le attribuzioni del Corpo di Stato Maggiore indica quelle di riconoscere dove stabiJire le stazioni postali, di "provvedere per la spedita e facile comunicazione delle varie parti dell'armata tra di loro, e di ognuna col capo", e di assicurarsi che le lettere di ufficio vengano celermente spedite. Al livello di reggimento, come già si è visto, i commessi ai bagagli hanno anche il compito di fungere da addetti al Servizio postale, ed a tal fine devono essere provvisti di due registri sui quali annotano lettere, plichi, cambiali (SIC) e denari ricevuti e consegnati. Questi registri sono numerati e firmati dal commissario di guerra, e devono essere controllati e firmati almeno una volta ogni quindici giorni dell'aiutante maggiore del reggimento. Il regolamento del 1833 non manca, infine, di precisare che i Commessi non potranno ricevere, per le incombenze di posta, e tanto meno pretendere retribuzioni, o regalie da chichessia.
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Il Servizio riceve un netto impulso, volto a migliorarne la funzionalità in campagna, dalle contingenze eccezionali delle guerra del 1848_ Il giorno prima della guerra, il 22 marzo40, è istituita la franchigia postale per agevolare la corrispondenza tra commissari e sotto-commissari di guerra, e tra questi e i sindaci delJe città e viceversa; e un pò più tardi, il 5 aprile,41 il Ministro Franzini stabilisce che gli uffici postali dell'armata sarda siano tre: uno presso il quartiere generale principale dell' armata e uno per ciascuno dei due corpi d'armata operanti_ Il personale è civile e assai ridotto (un direttore, un commesso, un inserviente)_ Non vi sono uffici del Servizio al livello di divisione_ Le rimesse in denaro per il personale sono anticipate ai destinatari dagli ufficiali pagatori dei corpi e successivamente rimborsate dai rispettivi uffici postali su presentazione delle ricevute quietanzate dagli interessati_ In data 20 maggio42 , a tal proposito, vengono impartite ulteriori disposizioni di dettaglio per agevolare le rimesse in denaro dei soldati alle famiglie e viceversa, basate sull'assegnazione ai comandanti di compagnia di una sorta di " fondo permanente", con relativo registro regolamentare, per fronteggiare le esigenze di pagamento_ Il 24 aprile 184843 il Capo di Stato Maggiore Generale prescrive che in ogni Stato Maggiore di divisione e in ogni reggimento si proceda alla nomina di un commesso addetto al Servizio postale (vaguemestre), 44 il cui nome deve essere conosciuto sia dallo Stato Maggiore, sia dall'ufficio postale del Corpo d' armata. Nella stessa occasione si definisce "per comodo dei soldati" l'orario di apertura dell'ufficio postale di corpo di armata (dalle 8 antimeridiane alle 18). Si tratta, in ultima analisi, di disposizioni di dettaglio che poco innovano rispetto al regolamento del 1833. Con successivo ordine del 29 aprile45 si provvede all'istuzione della franchigia postale com-
40
C irco lare dell'Azienda generale di guerra del 22 marzo 1948 (G .M. 1840, p. 103).
41
C ircolare del Ministro sul Servizio Postale dell'A rmata in data 5 aprile 1948 (G.M. 1848, PP- 173-175).
42
Circ. dell'Azienda generale di guerra in data 20 maggio 1848 Trasmissione di denaro dè militari dell'armata alle loro famiglie e viceversa (G.M_ 1848, pp_ 307-308).
43
Q_M_ 1848, p. 174.
44
Secondo il D'Ayala (Op. cit. p. 313) Vaguemestre è l' ufficiale che aveva in cura la distribuzione dei quartieri e degli a lloggiamenti e la condotta del bagaglio di un reggimento. Nè è da confondersi col quartiermastro (quartier maitre) ... La parola Vaguemestre è di origine tedesca, e significa maestro del carro".
45
G.M . 1848, p. 174_
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LA LOGISTICA DELL'ESERC ITO - VOL. I
pleta per le lettere dirette ai militari, i quali, a loro volta, purchè le lettere in partenza siano impostate presso uno dei tre uffici postali, dovranno pragare il solo "diritto minimo di distribuzione" di 5 centesimi. Evidentemente sulla base deU'esperienza non sempre positiva della campagna del '48, il 22 marzo 1849, proprio un giorno prima dell'infausta battaglia di Novara, viene emanato il primo Regolamento per la Direzione delle Poste Militari adottato dietro i concerti presi fra il Ministero degli Esteri e quello della guerra, completo di tariffe46• Con quest'istruzione si istituisce in via temporanea, e fino a quando sarà necessario, una direzione delle poste militari presso il quartier generale principale, equiparata alle altre direzioni ma retta da personale civile (un direttore capo del Servizio, un vice direttore, sei commessi, due inservienti). L'ente dispone per le proprie esigenze di funzionamento di una stazione di posta volante, composta da "sei cavalli da tiro, e tre postiglioni, di un' omnibus cdi legno per il trasporto degli impiegati al seguito del quartier generale principale, delle loro valigie, e del materiale dell'ufficio" . A ciascuna divisione è invece destinato un impiegato postale, con rango di capo ufficio. Viene anche stabilita per gli addetti una particolare divisa: essi faranno uso della divisa della Guardia Nazionale con spada e cappello montano, ed alamaro in argento al colletto e paramani. Sul berretto corona e cifra P.M.. Gli inservienti di quella da Milite colla daga, e berretto colla cifra P.M..
La paga del personale è decorosa: un postiglione è equiparato a sergente. li direttore delle poste militari dipende: in linea tecnico-funzionale dall'Ispettorato generale dell'Azienda di guerra; in via disciplinare dall'Intendente generale d'armata. Il direttore dovrà quindi accordarsi con l'Intendente su gli opportuni concerti sia per il collocamento e la custodia dell' Uffizio, sia per l'alloggio degli impiegati, nonchè per la spedizione ai quartier generali delle divisioni delle corrispondenze dirette sugli individui che vi sono addetti, come pure per ogni altro oggetto riferibile al servizio, incluso quello dei Corrieri.
In particolare, poichè si ritiene opportuno attivare un servizio diretto di corriere tra Torino e il quartier generale principale, il direttore dovrà essere in contatto con le direzioni di Torino, Novara e di tutti gli altri uffici postali che fosse necessario interessare in funzione dell'itinerario percorso
46
G.M. 1849, pp. 233 e segg.
IV - SERVIZ IO DI COMMISSARI ATO
217
dal corriere, il quale è posto alle dirette dipendenze della direzione postale militare e di quella civile di Torino_ Vengono poi definite più nel dettagli, e modificate rispetto alle precedenti disposizioni del 29 aprile, le modalità per l'applicazione della franchigia e delle tariffe. Si conferma la franchigia totale sulle lettere dirette ai componenti dell'armata, ma soltanto se il peso non supera i 20 grammi . Quelle in partenza sono esenti da tassa da tassa se di peso inferiore ai 20 gr e dirette ad individui facenti parte dell'esercito; qualora invece spedite all'interno dello Stato, sono passibili di tassa ridotta a 5 centesimi solo se di peso inferiore ai 7,5 gr. La lettere assicurate non godono di alcuno sconto e costano il doppio di quelle normali. I giornali e le gazzette, qualunque ne sia la provenienza, sono invece spediti gratuitamente. La Tariffa dei prezzi di trasporto giornaliero di merci e numerario col mezzo dei R. Corrieri Sardi per il Servizio dell'Armata, allegata al regolamento, prevede cifre piuttosto alte, almeno in rapporto al costo giornaliero della razione del soldato (65 centesimi): ad esempio, per pacchi al di sotto di Kg I L. I, 50; per pacchi da I a 2 Kg L. I.7 5; L. 2 per pacchi da tre a cinque Kg e L. 3 da 6 a 10 Kg.
Cenni sul casermaggio. Intorno al 1626 sorsero ad Asti le prime caserme47 • L'arredamento, il fuoco e il lume erano forniti da imprese. Lo stesso sistema, nelle sue linee essenziali, fu seguito anche nei secoli successivi. Il citato regolamento del 9 agosto 1836 stabilisce che l'alloggio delle truppe in marcia sia fornito gratuitamente dai Comuni, che devono accantonarle e fornirle di paglia e di legna. Ai distaccamenti con durata inferiore ai 3 mesi, i Comuni forn iscono soltanto i locali e l'Azienda generale di guerra provvede al casermaggio. I Comuni possono anche alloggiare le truppe presso gli abitanti che, se del caso, ricevono un compenso. Il casermaggio è di proprietà dello Stato e viene distribuito da imprese civili. Ai fini delle responsabilità dei reparti, non sussiste una suddivisione netta tra locali e casermaggio. Prendendo possesso della caserma un reparto li riceve in consegna entrambi, e risponde dei guasti dovuti
47
La branca immobili militari e caserme (costruzione, gestione e manutenzione) rientrava, al tempo, nelle competenze del l'Azienda generale di artiglieria, f ortificaz ione e fabbriche militari. e pertanto viene trallataal successivo capitolo V (trasporti e materiali -artiglieria e genio).
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LA LOGl!>'TICA DELL'ESERCITO - VOL. I
a incuria del personale. Una tappa fondamentale nell'equiparazione delcasermaggio agli standard moderni è il R. Brevetto del 23 novembre 1835, 48 il quale dispone che ciascun soldato abbia un letto singolo: fra i molti provvedimenti che per il miglioramento della nostra annata ravvisammo opportuni, non ultimo vi fu quello di avvisare nella maniera di perfezionare il suo sistema di accasermamento, dando ad ognuno la giacitura a solo, siccome quella da cui trarre si devono essenzialissimi vantaggi dal conto della salute e del la moralità del soldato.
Il letto di nuova forma è composto da una lettiera in ferro, un materasso con capezzale entrambi di lana, di due lenzuola di tela "imbianchita" e di una coltre di lana per l'inverno, detta "catalogna". Nel corso della campagna del 18481'incremento di forza dell'armata e, dopo la battaglia di Goito (30 maggio), il suo concentramento per esigenze strategiche nelle località più arretrate in vista della probabile ripresa delle operazioni, provocano una situazione di crisi e di disagio - con riflessi anche sulla disciplina - nell'accasermamento delle truppe per l'inverno 1848-1849. Così il Ministero della guerra, con circolare in data 22 settembre 184849 , "Stante i reclami che vennero sporti a questo ministero sul modo in cui sono posti a giacere i soldati nelle diverse caserme, perladeficienzaecattivaqualitàdellapaglia", raccomanda maggiore sorveglianza e che "si facciano immediatamente cessare gli abusi che potrebbero esservisi introdotti". Il Ministero coglie anche I' occasione per raccomandare una maggiore cura per le necessità del soldato e delinea quella che in termini attuali potrebbe definirsi azione morale: lo son persuaso che V .S. ili.ma non avrà tralasciato di dare gli ordini opportuni per ottenere lo scopo cui tende questo ministero, ma continuandosi tuttavia da molte parti a porgere nuove reclamazioni sullo stesso oggetto, reputo necessario ch'ella richiami tutta l'attenzione dei comandanti dei corpi su questo ramo di servizio interno, esigendo che anch 'essi ed i loro uffiziali facciano frequenti visite nei quartieri, si assicurino che la paglia che vien somministrata ai soldati sia asciutta, e delle qualità voluta, e che le distribuzioni ed i rinfreschi seguano in tempi regolari. Accorgendosi poi che nonostante le più assidue cure, e malgrado la voluta mondezza in cui debbono mantenere il soldato, venissero ad introdursi degli insetti nocivi nella paglia, sarà debito degli stessi comandanti ed uffiziali di promuovere, per mezzo di sollecito rapporto all'autorità competente, la più pronta rinnovazione dell'intiera paglia, benchè tale rinnovazione non fosse ancora per spettare alla truppa.
48
G.M. 1835, p. 432.
49
G.M. 1848, p. 642.
IV · SERVIZIO DI COMMJSSARIATO
219
Siccome tali reclami sono il più delle volte provocati da sfuggite espressioni di malcontento per parte dei soldati, le fatiche ed i disagi dei quali ne sarebbero addolciti da quelle diligenti cure, e da quelle affettuose parie che tanto influiscono sul carattere del soldato, massime nelle circostanze in cui trovasi attualmente; così io <leggio pregare V .S. Ill.ma a far conoscere ai comandanti dei corpi ed agli uffiziali loro, quanto importi che i soldati siano frequentemente visitati nei quartieri onde assicurarsi dei loro bisogni, e soddisfarvi nel modo più celere e più opportuno. In tali visite l'uffiziale deve mostrarsi non solo il superiore esigente, ma il padre affettuoso del soldato, senza tralasciare di metterlo in avvertenza contro le pericolose insinuazioni che potrebbero essergli fatte per dissuaderlo da quell'esatto servizio, da quella scrupolosa disciplina e da quella severa sobordinazione che dev'essere la regola costante d'ogni buon militare. Gli uffiziali adoperando poi generosi discorsi, quali si convengono ai prodi soldati che divisero con essi i pericoli della guerra, rinfrancheranno lo spirito dei loro subordinati e si cattiveranno ognora più il loro amore ed il loro rispetto.
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Fig. 3 - Fornello economico a quattro pentole per caserme (1839) Fonte: R. Viglietto 21 settembre 1939 - Bibl. Artiglieria e Genio).
CAPITOLO V SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI (ARTIGLIERIA, GENIO, MOVIMENTO E STAZIONAMENTO, ALLOGGI E TRASPORTI)
Premessa. Secondo l'odierna ripartizione prevalentemente per funzioni sancita nella Pub . SME n. 900 Voi. III, i Servizi trasporti e materiali sovrintendono al rifornimento dei mezzi, dei complessivi e di altri manufatti; gestiscono i trasporti per via ordinaria; provvedono al mantenimento <.lei mezzi e delle armi, ivi compresi i materiali di ogni genere dell'artiglieria e del genio, e i mezzi mobili campali del commissariato. Essi riuniscono, pertanto, in una sola branca il Servizio dei materiali e quello dei trasporti. Per uniformità e chiarezza di trattazione, abbiamo ritenuto possibile e opportuno attenerci in linea di massima a questo schema, naturalmente con gli adattamenti suggeriti dai particolari caratteri dei materiali e dei trasporti nella prima metà del secolo XIX (periodo nel quale - superfluo precisarlo - vi era una minore complessità dell'attività di rifornimento e manutenzione, e i trasporti avvenivano a mezzo di carri e quadrupedi). Esamineremo, in questa sede, gli aspetti logistici dell'artiglieria e del genio e successivamente i problemi del movimento e dello stazionamento con particolare riguardo al treno di provianda, dando per ultimo un sommario cenno anche dei trasporti fluviali per uso militare . Sempre per raggiungere una maggiore chiarezza, le attività concernenti il movimento e lo stazionamento, che anche allora comprendevano molteplici branche, verranno scomposte in: organizzazione degli accampamenti, marce, bagaglio, convogli, treno di provianda. In merito, va notato che il regolamento del 1833 riserva largo spazio alle prescrizioni relative a movimento e stazionamento. Ciò avviene del tutto a ragione: la logistica è nata proprio per la grande importanza attribuita nel secolo XIX - sulla traccia dell'esperienza napoleonica - a questi aspetti della vita di un esercito, e per lungo tempo con esse si è identificata. Del resto - anche in tempi più recenti e fino ai nostri giorni - movimento, stazionamento, tra-
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LA LOGl!,"TICA DELL'ESERCITO - VOL. I
sporti in genere continuano ad essere considerati l'attività di Stato Maggiore per eccellenza, il "Servizio dei Servizi"; era così anche allora_
Le mansioni logistiche generali delle Armi di artiglieria e del genio: origini e matrici comuni. Aspetto non trascurabile del regolamento per le truppe in campagna del 1833 è il principio generale (già presente negli eserciti napoleonici) dell'attribuzione ai corpi di artiglieria e del genio anche di mansioni, sia pur sfumate, di carattere logistico o al limite con la logistica, destinate a durare per lungo tempo e fino al secolo XX: mansioni logistiche che peraltro - almeno nel 1848 - non comportano nei Quadri, come invece oggi avviene, alcuna specializzazione, potendo lo stesso ufficiale ricoprire indifferentemente incarichi di comando, operativi, di Stato Maggiore e a carattere prevalentemente logistico - territoriale, quale la direzione di stabilimenti di artiglieria o di lavori non solo di fortificazione permanente e campale, ma anche infrastrutturali militari in genere, e persino civili. Oltre alle attribuzioni tattiche, l'artiglieria ha il compito dell'"apparecchio e provvedimento delle armi e munizioni da guerra" . È affidato all'artiglieria anche " lo stabilimento e costruzione dè ponti volanti, o di barche''. La catena di comando in campagna è di conseguenza così definita: l' artiglieria dell' armata (o del corpo d'armata che agisce isolato) è comandata da un ufficiale generale o colonnello, con un proprio Stato Maggiore, composto da diversi ufficiali superiori che svolgono anche l'incarico di direttori dei parchi; in ogni divisione è previsto un ufficiale superiore comandante dell'artiglieria, coadi uvato da un capitano o tenente. La struttura di comando del genio è analoga a quella dell'artiglieria, ma con tendenza all'impiego di un minor numero di ufficiali inferiori, al contenimento dell'entità della truppa e alla proporzione elevata degli ufficiali rispetto alla truppa stessa. Il genio dell'armata, o del corpo d' armata che agisce isolato, è comandato da un generale o colonnello, con due ufficiali superiori: uno come Capo di Stato Maggiore, e uno come direttore del parco . Fa parte inoltre dello Stato Maggiore dell'Arma un numero di ufficiali di vario grado, a seconda delle esigenze. Ad ogni divisione è addetto un ufficiale del genio, del grado minimo di capitano. L'Arma del genio in campagna, a mente del regolamento 1833, deve svolgere i lavori relativi a: -
opere di fortificazione permanente; assedio e difesa delle piazze (e relative ricognizioni);
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
225
su ordine dei comandanti di corpo d'armata e divisione, anche opere di fortificazione campale e viabilità, come "aprir passaggi, riattare, o distrurre strade, ponti fissi ecc. " In sostanza i lavori e le competenze del genio in questa prima configurazione - la quale va però riferita al solo impiego in campagna - hanno carattere più spiccatamente tattico dell' artiglieria e configurano un campo d'azione dell'Arma assai più limitato di quello attuale (solo due specialità, zappatori e minatori, riunite in unico battaglione; i pontieri - va ancora rilevato - appartengono all'artiglieria). Una disposizione a fattor comune per gli ufficiali delle due " Armi dotte" ne indica la collocazione - quando non siano al comando di reparti nell' ambito dei veri e propri ufficiali di Stato Maggiore, con tutte le attribuzioni, anche di carattere logistico, a ciò connesse. Consegue loro una posizione di particolare rilievo : gli uffiziali di ogni grado, dè corpi Reali d'artiglieria e del genio, i quali non saranno specialmente addetti ad un corpo di truppe di loro arma rispettiva, faranno parte dello stato maggiore generale d ' armata, e dello stato maggiore cli quel corpo d'armata, o di quella divisione, presso c ui saranno impiegati; e potranno, come gli ufficiali di stato maggiore generale, essere incaricati delle ricognizioni, degli accampamenti, e di altri simili uffizi 1•
Esiste dunque nella prima metà del sec. XIX una matrice comune dei due corpi, giustificata dall'antica appartenenza allo stesso organismo, e anche da una posizione subalterna e accessoria del genio rispetto all' artiglieria. Di qui dizioni, rimaste anche nell' uso attuale, di Accademia di artiglieria e genio, BiblioJeca d'artiglieria e genio , nelle quali appunto la parola artiglieria precede sempre quella di genio, con quella interposizione della lettera "e" che non è disgiuntiva, ma segna una comune appartenenza allo stesso ceppo e, nel contempo, sembra rappresentare il genio come una sorta di appendice dell'artiglieria. Aspetti oggi naturalmente superati, che traggono la loro origine dai secoli XVII e XVIII, quando il 18 luglio 1697 Vittorio Amedeo II militarizza il corpo reale d'artiglieria, costituendo un battaglione logistico (e operativo insieme) di 8 compagnie, delle quali due sono di operai (zappatori e minatori): già allora, in tal modo, si profila la fisionomia duplice, e talvolta ambigua, delle due branche, sempre sospese tra mansioni tecnico -logistiche e più spiccatamente operative.
Regolamento di servi:;.io 1833 (Cit.) P - 17_
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LA LOGISTICA DELL'ESERC ITO - VOI.. I
Nel dicembre del 1726 gli ingegneri, in numero di 12, sono aggregati dal Carlo Emanuele II allo Stato Maggiore del corpo di artiglieria, così costituendo all'interno dell'Arma un primo nucleo del genio, il cui etimo deriva evidentemente da ingegnere (francese ingégneur, inglese engineer). Ed è con la denominazione di Corpo Reale degli Ingegneri che il Regio Viglietto del 4 luglio 1752 di Carlo Emanuele lll costituisce in forma autonoma dall'artiglieria quella che è oggi l'Arma del genio: anche se quest'ultima allora non poteva dirsi tale, essendo composta soltanto da un ristretto numero di ufficiali (1 colonnello, 2 tenenti colonnelli e altri 23 ufficiali, fino a sottotenente) con mansioni di ingegneri militari addetti alla progettazione, costruzione e manutenzione di fortezze e opere militari in genere (ivi comprese le caserme). Ciò posto prenderemo in esame partitamente la fisionomia dei due corpi nel 1848 con particolare riguardo alle funzioni logistiche di campagna, non senza osservare che le fonti disponibili (e in primis le opere del Borgatti e del Montù)2, pur fornendo preziosa mole di notizie, risultano poco attente alla parte logistica. Esistono anche, a volte, notevoli disparità di date: ad esempio, il Borgatti data la separazione del genio dall'artiglieria al 17333 , mentre in altra opera più antica - il Dizionario analitico delle Circolari dell'azienda generale di guerra del sotto commissario di guerra Eugenio Camussi - tale data viene fissata al 1752. Una ulteriore versione della Rivista di Commissariato n. 5/ 1940, indica invece la data della separazione nel 17784 •
Aspetti particolari del/a fisionomia logistica dell'artiglieria nel 1848 - 1849. (vds Fig. 4, 5, 6, 7, 8, 9, IO, 11, 12, 13, 14, 15, 16 e 17 ). Nel 1848 l'a rtiglieria si suddivide in due grandi branche: una organizzazione centrale a carattere logistico - amministrativo e con impiegati civili
2
Cfr. M. BORGATTT, Storia dell'Arma del genio, VOL. I , ROMA , ED_ RIVISTA DI ARTIGLIERIA E GENIO 1938, E C _ MONTÙ, Storia dell'Artiglieria Italiana, Parte Il, Voi. III, Roma, Ed_ RIVI STA DI ARTIGLIERIA E GENIO 1937.
3
M. BORGATTI, Op. cii. , p. 130_
4
M. CAMUSSI, Dizionario analitico delle Circolari dell'Azienda generale di guerra dell'anno 1814 a tutto il 1852, TORJNO, TIP. CERESOLE E PANTZZA 1853, p . 230. È a questa fonte piuttosto di prima mano, e a quella del Giornale Militare, che noi ci affideremo maggiormente.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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(Azienda generale d'artiglieria, fortificazioni e fabbriche militari), che rimane i!1 vita fino al 1853 ed è separata dall'Azienda generale di guerra; una organizzazione più periferica a carattere operativo e al tempo stesso tecnico - logistico (il corpo reale di artiglieria), che fa parte integrante deU'esercito e riunisce in sè mansioni tecniche, territoriali e operative occupandosi inoltre della gestione di stabilimenti e opifici d'allestimento e manutenzione. L'Azienda generale di artiglieria, fortificazione e fabbriche militari (nella quale per fabbriche militari si deve intendere costruzioni demaniali e private destinate ad usi militari) si occupa di capitolati, impiego di fondi, elaborazione e controllo dei progetti, appalti e manutenzione delle fortificazioni e dei fabbricati militari. Ad esempio, la costruzione di cucine economiche nelle caserme delle quali abbiamo fatto cenno al precedente capitolo IV sul commissariato rientra nelle competenze dell'Azienda generale di artiglieria. Il corpo reale di artiglieria sotto il profilo specificamente logistico ha invece la responsabilità: del rifornimento, recupero, sgombero e mantenimento in efficienza delle armi e delle munizioni per l'intero esercito; della gestione dei laboratori ed opifici a tali attività connessi (fabbrica o manifattura d'armi, arsenale ecc.) e dell'impiego del relativo personale militare e civile (operai, armaiuoli). Responsabilità che comportano una organizzazione multiforme, polivalente e assai complessa, e rendono l'artiglieria un corpo con fisionomia del tutto particolare al quale fanno capo - senza una netta distinzione tra la branca della logistica di produzione (o degli allestimenti) e quella della logistica di campagna - sia le attività richiedenti forze di lavoro di elevata specializzazione sia quelle a carattere più spiccatamente tecnico - militare. Un corpo tradizionalmente ben organizzato, di impeccabile preparazione tecnico - militare e scientifica, peraltro troppo separato, a quei tempi, da fanteria e cavalleria, e forse eccessivamente autonomo, prima di tutto sotto il profilo logistico, da tali Armi fondamentali, ad esso anzi tributarie per talune branche. Ciò non poteva non ostacolare le esigenze di cooperazione interarma che tendevano a farsi sempre più strette e non creare reciproche prevenzioni e incomprensioni tra i rispettivi Quadri, causate dal diverso indirizzo e dal notevole e non sempre giustificato divario nella preparazione . . . . . . . . . . . e nelle carriere. Non intendiamo addentrarci in modo approfondito, in questa sede, nel campo d'azione dell'Azienda generale di artiglieria, per il quale rimandiamo, oltre che alla consultazione del Giornale Militare, ai Sovrani Provvedimenti in data 4 dicembre 1849 relativi al Servizio d'Artiglieria ed a
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
quello delle fortificazioni e fabbriche militari in Sardegna5 : una panoramica efficace e completa dell'organizzazione e funzionamento di questo Servizio, i cui caratteri e criteri ispiratori, pur se riferiti al caso particolare della Sardegna, possono considerarsi validi per tutto il Regno (e lo diventeranno di li a qualche anno)_ Riteniamo tuttavia utile, data l'importanza e l'interesse attuale dell'argomento, dare un cenno al contenuto del Regio Viglietto col quale si prescrivono alcune cautele intorno alla conservazione in buono stato dei quartieri, e altri locali destinati per alloggi dei militari, emanato in data 2 marzo 1833 e ancora in vigore nel 1848\ del quale viene fatto obbligo, al]' Art. 28, di affissione " di continuo" in tutti i quartieri e corpi di guardia. Come già detto solo nel 1626, a Torino ed ad Asti, furono anestite le prime caserme nella concezione attuale del termine (caserma, francese Caserne, secondo taluni deriverebbe da casaerma, cioè edificio isolato, e secondo altri (M. D' Ayala, Op. cit, p. 92) da Casarme, casa delle armi , edificio esclusivamente adihito ad alloggiamento dei soldati . Tali edifici - detti, appunto, caserme - erano messi a disposizione dai Comuni, mentre arredamento, fuoco e lume erano forniti da imprese civili convenzionate. Prima di tale data, le truppe erano accantonale nelle stesse fortezze che presidiavano, e quando si dovevano riunire per la guerra alloggiavano presso gli abitanti e/o in baracche; poco usate e raramente disponibili le tende7. La motivazione del provvedimento del 2 marzo 1833 - riferito alle vere e proprie caserme - è eloquente: la considerevole spesa annuale, che occorre per la riparazione agli edifizi dedicati agli alloggiamenti militari, ci ha dimostrato la necessità di alcuni provvedimenti , mercè i quali vengono indicate le cautele tutte, che voglionsi usare per il buon governo dei quartieri, e le cose, dalle quali debbono li militari allogiativi astenersi per non degradarli.
Quando un reparto deve stanziarsi in un quartiere, si procede a un'accurata ricognizione dell'immobile e di tutto quanto esso contiene: gli esiti 5
FODRATTI, TORINO, 1849.
6
G. M. 1833 , pp. 263 - 268.
7
Cfr. C. GREGORIO, Ari. cii. , "RIVISTA Dl COMMISSARIATO" o. 4/ 1941. Le tende erano poco usate anche negli eserciti della rivoluzione e napoleonici, dove la forma di stazionamento preferita era il bivacco, soprattutto perchè garantiva una ripresa istantanea del movimento.
V - SERVIZI TKASPOKTI E MATEIUALI
229
devono risultare da un particolareggiato verbale da affidare in consegna al comandante. In maniera analoga si procede allorchè il corpo lascia l'alloggiamento, allo scopo di controllare se vi sono stati mutamenti o degradazioni . Le visite devono essere effettuate anche quando si apportano agli immobili miglioramenti di rilievo. Inoltre ogni anno, nel mese di febbraio e di settembre, si procede ad un controUo per riconoscere lo stato dell'edificio e degli accessori: l'operazione è condotta da un commissario o sotto - commissario di guerra, e vi intervengono {fumando il verbale) l'aiutante maggiore del corpo, un commissario o impiegato delle fortificazioni e fabbriche militari, un ufficiale dello Stato Maggiore della piazza e un ufficiale del genio, se nella piazza ne risiede uno. Molto sentito il problema dei vetri, ai quali è dedicato l' intero Art. 4: a cura dell'Azienda generale di guerra tutte le finestre dei quartieri verranno munite delle così dette spranghette per tenere salde le invetriate allorchè debbano rimanere aperte.
Dopo di che ogni mese viene fatta una visita d'ufficio per constatare il quantitativo di vetri rotti, e l'Azienda generale d'artiglieria provvede a sostituirli, a spese dei corpi. Segue tutta una serie di proibizioni, che si riportano di seguito: Art. 7 È vietato di fare innovazioni di sorta alcuna nè quartieri, come sarebbe fra le altre il mutare l'uso, a cui ciascuna parte d'essi è destinata; l'otturare, e l'aprire nuove porte o finestre, il formare camini, e simili senza averne ottenuta l' autorizzazione dall'intendente generale d 'artiglieria, e delle fortificazioni, e fabbriche militari pel canale dè direttori ingegneri, o dè com mi ssari delle fortificazioni, i quali, previa verificazione della cosa, gli riferiscono se la innovazione non possa nuocere alJ'~ificio. Art. 8 È proibita la militare esercitazione nelle camere, e nè corridoi dè quartieri, furchè nelle gallerie del pian terreno, qualora però siano esse selciate con ciottoli coperti di uno strato di sabbia: vista l'importanza però d'esercitare le reclute anche nella rigida stagione esigendo che in ogni quartiere si trovi un locale a ciò adatto, l'azienda generale d'artiglieria in què quartieri, ove non sonovi gallerie al pian t erreno farà per un tal uso adattare allo stesso piano un camerone, che vorrà essere selciato, come si è detto delle gallerie. Art. 9 Non è permesso di collocare la legna nelle camere dei piani superiori; ed in quelle del pian terreno, che sono destinate ad uso di deposito di si fatto combustibile, esso ponesi alquanto distante dai muri, onde non degradarne la intonacatura. Art- IO È proibito di spaccare, o segare la legna nelle camere, sui pianerottoli, e sulle scale_ Art. 11 È vietato di mettere chiodi, o cavicchie nelle pareti
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
delle stanze, e nei muri, che cingono i quartieri, come nè anco nè rastrellieri da zaino, e simili. Art. 12 Non è permesso di appoggiare alle pareti delle porte, e delle finestre le canne degli schioppi per pulirle. Art. 13 È proibito di tritare sulle soglie delle finestre, e delle porte, sui pianerottoli, e sulle scale le materie, che si adoperano al pulimento degli schioppi. Art. 14 È divieto di porre cavalli, carrozze, e carri nelle camere terrene, o nelle gallerie dè quartieri. Art. 15 È proibito versar acqua di soverchio sui pavimenti delle camere, e dei pianerottoli delle scale. È vietato di gettare nei canali dei cortili, e nelle canne dèlle lattrine la cenere che servì al bucato, le spazzature delJe camere, paglia, o materiali, che ne le possono ingombrare. Art. 17 Non è permesso di tenere montoni, conigli, od altri animali nocivi agli edifizi, ed alla nettezza loro, nè di formare giardini nei cortili, od in altri siti dè quartieri. Art_ 18 È vietato accendere il fuoco contro i muri, ove non v'ha camino; di gettar acqua dalle finestre, e di sconciare in qualunque siasi modo le pareti si dell'interno come dell'esterno dè quartieri. Art. 19 I vetri spezzati alle invetriate debbono fra le 24 ore dacchè furono infranti essere surrogati a spese dei corpi, qualunque ne sia la causa, come si è detto all'art. 4, giacchè 1,;ol 1,;ollu1,;a1m:nlu delle spranghette potendosi le invetriate tener salde ai muri non potrassi, che a colpa, od a negligenza, imputare ogni rottura quand'anche fosse prodotta dalla grandine, o dal soffio di gagliardo vento. Art. 20 È proibito di attaccare nelle stalle i cavalli alle rastrelliere.
Superfluo aggiungere che le spese per il ripristino delle innovazioni non autorizzate e per riparere i danni delle degradazioni sono a totale carico dei corpi, in conformità al giudizio di colpa che viene espresso dal commissario dell'Azienda generale d'artiglieria. Il Regio Viglietto riportato è assai indicativo e consente di constatare quanto sia antico e arduo da risolvere il problema della buona manutenzione degli immobili militari; ma è la fisionomia del corpo reale di artiglieria ad interessare soprattutto la nostra indagine. Anche in questo campo, particolarmente intensa è l'opera riformatrice di Carlo Alberto, tale da apparire persino frenetica e da far pensare che dietro la successione continua di modifiche - spesso di poco conto - si nasconda la mancanza di un chiaro disegno di riforma dei compiti e quindi della struttura del corpo, gravato di troppe incombenze tra di loro non sempre compatibili. Di particolare importanza, comunque, la separazione tra personale e materiale nell'ambito del corpo stesso, operata per la prima volta dal Sovrano con R. Determinazioni 23 agosto 1831- Il p ersonale comprende la parte più propriamente operativa e logistica di campagna (due reggimenti); al materiale fa invece capo la parte logistica a fisionomia prevalentemente territoriale. Personale e materiali dipendono ambedue dal genera-
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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le incaricato delle funzioni di Gran Mastro, e da un Ispettore generale. Il materiale è comandato da un maggior generale o colonnello direttore dai quali dipendono gli arsenali, le scuole ufficiali, i laboratori e tutti gli altri stabilimenti di artiglieria, tra i quali la fabbrica e manifattura d 'armi, che comprende varie e distinte officine destinate alla fabbricazione delle armi portatili, sotto la direzione di un ufficiale superiore del corpo di artiglieria. Gli stabilimenti sono diretti da un ufficiale superiore del corpo. Viene espressamente prescritto che siano destinati ad incarichi nella branca materiale tutti i capitani di artiglieria a turno, iniziando dai più anziani, affinchè non vi sia nessuno promosso al grado di maggiore senza prima aver conosciuto "ogni parte del Servizio della Arma" (questa figura bivalente, tecnico - logistica e operativa, dell'ufficiale di artiglieria si protrarrà fino al secolo XX, e verrà lamentata all'inizio del secolo dal capitano d ' artiglieria Pietro Badoglio)8 • La struttura della branca materiale comprende: una direzione, un laboratorio chimico- metallurgico, una Regia fonderia, le Regie sale d'armi (nei principali Presidi), la raffineria nitri di Torino, la sala d'artifizi, le officine di costruzione, i lavori giornalieri dell'arsenale (Torino), le Regie sale d'armi ed officine di costruzione in Genova, la Regia fabbrica polveri di Genova, l'artiglieria di Sardegna. I predetti stabilimenti hanno maestranze borghesi e militari per le quali il R. V. del 23 marzo 19449 definisce gli elementi che ne caratterizzano l'impiego, le paghe, la disciplina, le assunzioni ecc. Il quadro degli operai viene mantenuto a numero ricorrendo a militari del corpo stesso di artiglieria (in ordine di priorità appartenenti: alla brigata operai, ad altre brigate, a cannonieri veterani). Solo in ultima istanza si ricorre a operai civili, in quei casi soltanto, nei quali sia così richiesto dal presente regolamento; o la ddove il corpo ora detto difetterà di operai idonei in tal una arte, e mestiere; oppure qualora la forza del corpo non consentirà di trarre tutti gli operai dalla medesima.
Gran cura viene posta anche nella definizione di criteri uniformi per la classificazione e gestione dell'intero parco materiali : dal 1844 al 1847 una apposita commissione composta da 4 ufficiali del corpo reale d' artiglieria e 3 funzionari d ell'A zienda generale di artiglieria compila per la
8
Cfr. F. BOITI, Note sul pensiero militare italiano da fine secolo XIX a/l'inizio della prima guerra mondiale, Parte Il, in "STUDI STORICO - MILITARI 1986", ROMA, SME-UF. STOR ICO 1987.
9
G. M . 1844, pp. 67 e scgg ..
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prima volta un Modello d'inventario dei diversi oggetti del materiale d'artiglieria esistenti negli arsenali, magazzini, ecc. nonchè del relativo regolamento 10 • Si tratta di un documento fondamentale per stabilire l'esatta nomenclatura delle armi, delle munizioni e del materiale d'artiglieria in genere (ivi compresi cavalli e finimenti e accesson), e per determinare il livello tecnologico raggiunto dalle lavorazioni del tempo. L'inventario generale è suddiviso in ben 29 categorie, a loro volta articolate in numerose sotto - categorie, dove i materiali sono indicati a numero e a peso_ Le 29 categorie sono: I. Artiglieria, Il. Affusti, III. Ceppi, IV. Carreggio, V. Armamenti, Assortimenti e accessori, VI. Munizioni da guerra, VII. Fuochi di guerra, VIII. Macchine ed attrezzi da maneggiare artiglierie e da muovere pesi, IX _Cordame, X. Equipaggi da ponti militari, Xl. Armi portatili, XII. Parti d'armi portatili, XIII. Assortimenti delle armi portatili, XIV. Legnami, XV_ Metalli, XVI. Materie diverse, XVIL Materiali da lavori, fuochi e munizioni da guerra, XVIII. Strumenti, attrezzi, macchine d'arti e mestieri, XIX. Trombe da incendio e da pozzo ed accessori per esse, XX. Masserizie diverse, XXI. Robe incompiute, XXII_ Finimenti da cavallo e da mulo, XXI li_ Modelli diversi, XXIV. Materiale in corso di sperimento, XXV. Robe ad uso della ginnastica, XXVI. Materiale fuori modello, XXVII. Materiale da racconciare, XXVIII. Materiale fuori servizio, XXIX. Robe ad uso d'ufficio. Sono anche previsti 4 inventari speciali: I. Biblioteche, Il. Musei e sale di modelli, III. Laboratori chimici, IV. Gabinetto di fisica sperimentale. In ultima analisi, nella branca materiale del corpo reale d'artiglieria si svolgono attività attinenti a quelle oggi raggruppate nella logistica di produzione (cioè l'approvvigionamento, la costruzione, la gestione, la distribuzione ed i grossi lavori di mantenimento delle armi e delle munizioni di ogni genere, oltre che di attrezzi, materiali e strumenti per l'artiglieria e per l'armamento delle piazzeforti). Anche nella branca personale del corpo reale d ' artiglieria si svolgono attività concernenti i Servizi, relative però alla logistica di distribuzione, termine attuale con il quale si indicano le attività logistiche direttamente connesse con l'impiego e il mantenimento in efficenza dell'esercito di campagna. L'ordinamento definitivo per la campagna del 1848 viene assunto dal corpo reale d'artiglieria con Regio Brevetto del 25 marzo dello stesso anno". Un provvedimento di grande rilievo, adottato peraltro nell'imminenza della guerra: ciò è dimostrazione ulteriore di scarsa lun-
10
G. M. del 17 luglio 1847, parte II, pp. 165 e segg ..
11
G. M . 1848, pp. 11 5 - 118.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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gimiranza organica ed organizzativa, essendo i primi giorni di campagna i meno indicati per modifiche dell'assetto generale dei reparti. All'inizio della guerra, comunque, l'artiglieria si articola in da campagna, di piazza e brigata operai. L'artiglieria da campagna risulta composta di 5 brigate di tre batterie ciascuna: !brigata a cavallo (cioè con i serventi tutti montati); 3 da battaglia (i serventi prendono posto nei seggioli degli affusti o sui cofani dei cassoni e degli avantreni); I da posizione (la brigata di allora equivale all'attuale gruppo). Ogni batteria ha i propri quadrupedi e mezzi di trasporto; non esiste più, come in passato, un treno di artiglieria, perchè è attribuito al treno di armata il compito del concorso per i rifornimento munizioni (colonne munizioni). Il numero e tipo dei cannoni e obici e dei mezzi di trasporto logistici per ciascuna batteria è organicamente definito_ Ciascuna batteria ha due artisti (operai addetti alla manutenzione e riparazione del materiale), 1 furiere, 1 caporale furiere, 1 sellaio e un maniscalco. In totale la batteria a cavallo ha 218 uomini e 210 cavalli, le altre 200 uomini e 140 cavalli. Le bocche da fuoco, i carri delle munizioni, le fucine e i carri a ridoli, sono trainati da 6 cavalli; gli affusti di ricambio ed i carri dei bagagli da 4 cavalli. Le colonne delle munizioni - dove si trovano anche i cassoni con le munizioni della fanteria, assenti nelle batterie - corrispondono grosso modo alle attuali dotazioni aggiuntive, cioè "all'aliquota incrementale di materiali assegnata - se necessario con relativi mezzi di trasporto - alle unità fino al livello di battaglione/ gruppo, allo scopo di aumentare l'autonomia consentita dalle dotazioni organiche, in funzione di un determinato compito" 12 • Una o più colonne di munizioni costituiscono il parco della divisione, il quale si compone di tante colonne quante sono le batterie della divisione stessa. Ogni qualvolta deve agire isolata, la batteria viene seguita dalla sua colonna munizioni. Il comando del parco è affidato a un capitano d'artiglieria, che dipende dal comandante dell'artiglieria della divisione. A ciascuna colonna munizioni sono assegnati due artisti e due artificieri, oltre ad un certo numero di sottufficiali e soldati tratti dalla compagnie d'artiglieria di piazza. I traini delle colonne munizioni sono composti da cavalli del treno d ' armata, al comando di un ufficiale del predetto corpo che dipende per l' impiego dal comandante del parco, ma risponde in proprio della contabilità, della disciplina e della cura di uomini e cavalli del distaccamento.
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Pub SME o. 900 s.d. - Voi III (C it.), Ali. C/1.
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Oltre ai parchi divisionali, a livello superiore (corpo d'armata) esiste il parco di riserva; a livello di armata il parco principale; a livello centrale, il parco generale di deposito. In tal modo si realizza uno scaglionamento in profondità di materiali e munizioni: dal 1° anello (batteria; la brigata non costituisce anello logistico) al 2 ° (divisione), al 3° (corpo d'armata) e al 4 ° (armata) 13 (vds schema - DOCUMENTO 5). Il sistema dei parchi riceve un assetto definitivo solo il 27 ottobre 184814, cioè dopo il termine della prima campagna ed evidentemente sulla base dell 'esperienza acquisita: i parchi di divisione sono il complemento delle batterie, in modo che tra le munizioni che sono colla batteria e quelle di tali parchi, le bocche da fuoco avranno 192 colpi per ogni pezzo da 16,280 colpi per ogni pezzo da 8,214 per ciascun obice. I parchi di riserva sono depositi di munizioni intermedii, destinati a rifornire i parchi di divisione, mediante cambio dei carri da munizioni vuoti con altri carichi, e quindi i carri da munizione d'artiglieria, tanto dei parchi di divisione, quanto dei parchi di riserva, saranno tutti del modello 1830, o 1844. Il parco principale avrà le munizioni in cassoni alla Gribeauval, e quivi si farà il caricamento dei carri da munizioni vuoti, che giungeranno dai parchi di riserva, per rinviarglieli. Tra questi parchi poi e quello principale vi sarà il compimento di 500 colpi per ogni pezzo da 16,400 per quello da 8, 500 per ogni obice. (Dispaccio ministeriale 30 aprile 1848, n . 2058, divisione artiglieria). Il materiale del parco generale di deposito non si è creduto per ora di doverlo indicare, dipendendo la sua composizione da.Ile mosse dell'esercito e dalle circostanze di località, ove esso dovrà stabilirsi. Le munizioni che saranno assegnate a questo parco, saranno tutte riposte in casse.
Nel 1849, in vista della ripresa delle ostilità, si adottano altri provvedimenti. Il parco di riserva viene aumentalo di 4 cassoni di mitraglia e di I6 cavalli del treno con relativi conducenti per il traino 15, e a causa delJa carenza di cavalli si dispone che la metà del parco principale, data la ridotta mobilità richiesta a quel livello, sia trainata da buoi 16 • Invariata si mantiene invece la composizione delle batterie di artiglieria da campagna.
13
Ad anello attribuiamo il preciso significato attuale di "denominazione convenzionale rife· rila a d uno dei quattro livelli (l ", 2 °. 3°. 4") della calena funzionale lob>Ìstica, c omprendente unità di prestabilito rango ordinativo, cui corrispondono precise responsabilità e distinti gradi di attività logistica (Pub. SME n. 5895 - ed. 1984 - Cit., p. 6).
14
Ordinamento dei parchi di artiglieria · osservazioni generali (G. M. 1848, p . 703).
15
G. M . 27 febbraio 1849, p . 451.
16
U . M. 16 marzo 1849, pp. 455 - 456.
V -SERVI ZI TRASPORTI E MATERIALI
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Rimane da prendere brevemente in esame il rifornimento munizioni e la riparazione delle armi per la fanteria e cavalleria_ Per le munizioni, con R. V_ del 14 marzo 1835 sono indicati i quantitativi da distribuire annualmente ai reparti per le esercitazioni del tempo di pace, volendo da una parte maggiormente promuovere nelle truppe l'esercizio del tiro al bersaglio, siccome utilissimo che egli è all'istruzione loro, singolarmente nell'arma da fuoco la cui principale efficacia stà nella giustezza del tiro, e dall'altra poi stabilire, con norme approppriate ad una maggiore economia per l'erario, la quantità annuale di munizioni da guerra che nei tempi di pace unicamente potrà essere distribuità ai corpi diversi dell ' Armata sì per le occorrenze di servizio, sì per le ordinarie esercitazioni 17 •
Il quantitativo annuale massimo di munizioni per armi portatili è assegnato ai soldati di fanteria (30 cartucce a palla e 50 a polvere se a lunga ferma, aumentati a 40 e 60 rispettivamente, se di leva). Quello minimo, a zappatori, treno, cavalleria e artiglieria (rispettivamente 1Oe 20). Per le bocche da fuoco d'artiglieria, 10 cariche a palla o granata e 30 a polvere. Le munizioni sono distribuite ai corpi di volta in volta, quando se ne manifesta la necessità e su presentazione di richiesta scritta da parte del comandante di corpo. Sulle procedure del rifornimento munizioni in guerra non risulta chiaro ed espressamente stabilito, se sono i reparti a rifornirsi dall'avanti all'indietro presso il parco di artiglieria divisionale, o viceversa. Si ha tuttavia motivo di ritenere che, diversamente da quanto avviene per le munizioni delle batterie (per le quali si attua anche l'alimentazione dall' avanti verso l'indietro), per la fanteria e la cavalleria si ricorra invece al rifornimento dall' indietro verso l'avanti, cioè dal parco di divisione ai reggimenti. Ciò sia per la scarsa disponibilità organica di mezzi di trasporto nei reparti delle due Armi, sia per i particolari accorgimenti richiesti in fase di movimentazione dal munizionamento di fanteria, piuttosto delicato specie per quanto concerne il trasporto delle capsule (questo aspetto forma anche oggetto di specifiche disposizioni per eliminarne gli inconvenienti) 18 • In tutti i casi, non sembra che la regolamentazione stabilisca rigidamente questi particolari, oggi di rilevante importanza.
17
Sovrane Determinaz ioni del di 14 marzo 1835 ed instruzioni del dì 21 di detto mese ed anno sopra le distribuzioni e consumazioni delle munizioni da guerra occorren te ai corpi diversi dell'Armala, TORINO, FODRATTI 1835 .
18
Dispaccio in data 23 sett. 48 sul Caricamento dei cassoni di cartucce difanteria e cavalleria e fabbricazione dei pacchi di cartucce (G. M. 1848, p . 643).
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
Ciò che invece può lasciare perplessi è il meccanismo del rifornimento munizioni in operazioni, molto lontano dall'essere automatico nonostante che al livello di reggimento di fanteria e cavalleria non siano previsti posti materiali19, e quindi nemmeno posti munizioni, o comunque sia pur ridotte riserve di cartucciame da impiegare a ragion veduta. Infatti una circolare in data 29 aprile 184820 ribadisce che in guerra tutte le distribuzioni, e specialmente dj munizioni, vorranno essere autorizzate dal comandante dell'esercito o dm comandanti delle rnvisioni, e per essi dm rispettivi capi di Stato Maggiore.
Pertanto i comandanti di corpo, quando si manifestano le esigenze, devono inoltrare richiesta al Capo di Stato Maggiore della divisione, compilata su ''appositi vaglia conformi al modello n. 1, i quali per cura dei corpi saranno rimessi ai guardamagazzini nell'atto delle distribuzioni". Il Capo di Stato Maggiore controlla la richiesta, vi appone la firma e impartisce gli ordini conseguenti al comandante del parco . Questa procedura - della quale risultano esasperati gli inconvenienti, in particolar modo per le munizioni, al manifestarsi degli imprevisti e delle punte di consumo tipiche del combattimento - vale per tutti i Servizi, e quindi dà un'idea efficace della scarsa autonomia in campo logistico dei comandanti di corpo. La riparazione delle armi al livello di reggimento è affidata agli organi esecùtivi del corpo: 1 sottufficiale capo armaiolo e 3 soldati armaioli, che effettuano le operazioni sotto il controllo dell'ufficiale di massa. Personale in quantità certamente sufficiente, vista anche la semplicità e robustezza delle armi portatili dell'epoca. Non vi sono organi di riparazione a livello superiore a quello di corpo: vi è soltanto, a livello centrale, la compagnia armaioli, istituita con R. Brevetto del 2 settembre 183721 , la quale fa parte della brigata operai e continuerà a somministrare gli operru agli altri corpi di regia truppa, farà in tempo di pace servizio presso la regia manifattura e sale
19
Per posto materiali oggi si intende "Organo logistico esecutivo di I O anello, (cioè al livello di btg. - n.d.r.), inserito o non nella zona dei Servizi, per il rifornimento di materiali di consumo alle unità alimentate. È normalmente differenziato in base al tipo di materiale gestito (munizioni e materiali del genio, carburanti e lubrificanti, viveri) . Cfr. Pub. SME. n. 5895 - ed. 1984 - Cit., p. 104.
20
G. M . 1848, p. 247.
21
U. M. 1837, pp. 367 - 368.
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d'armi, ed in tempo di guerra somministrerà all'occorrenza distaccamenti per stabilire presso le armate, e nelle piazze minacciate d 'assedio, officine di riparatori d'armL
Ciascun reggimento di fanteria deve inviare ogni anno, e comunque quando vi sia l'esigenza, 2 allievi armaioli alla Regia fabbrica d'armi per apprendere l'arte delle riparazioni. Il lavoro degli armaioli è regolato da molteplici norme, tra le quali è singolare quella di mantenere in buono stato a loro spese gli strumenti di lavoro acquistati dal corpo e provvedere al loro rinnovo acquistandone, all'occorrenza, dei nuovi. Disposizione questa che tende probabilmente a incoraggiare la buona tenuta degli attrezzi da parte degli armaioli e, al tempo stesso, a realizzare un contenimento delle spese. Molti particolari sulla manutenzione e gestione delle armi presso i corpi sono contenute nel già citato regolamento per l'amministrazione e la contabilità dei corpi del 1840. La gestione delle armi rientra nella contabilità in natura, della quale è specificamente responsabile, neU'ambito del consiglio di amministrazione, l'ufficiale di massa. Non esistono. come oggi. registri o documentazioni specifici per le sole armi e i materiali d'armamento. Le consegne di armi da parte delle Regie sale d'armi (presenti nei Presidi più importanti), le restituzioni e tutti i movimenti in entrata ed uscita presso i corpi sono riportati cronologicamente sul Registro del caricamento generale coll'Azienda generale di guerra, insieme con "gli arredi diversi, gli oggetti di bufalo e di corame, e le bardature per cavalli'' . Ogni variazione del registro deve essere comprovata dalle delibere del consiglio di amministrazione e dai documenti di scarico. Alla fine di ogni trimestre deve essere redatto un riepilogo nel quale si indicano i materiali che si trovano presso i battaglioni e squadroni attivi, quelli esistenti presso il deposito del corpo, nonchè le sciabole e i budrieri che portano con sè i provinciali (soldati di leva) quando sono collocati in congedo. I movimenti delle armi sono inoltre riportati sul Registro di situazione e di movimento del magazzino in ordine ai cappotti e pastrani, agli arredi diversi, alle armi, agli oggetti di bufalo e di corame, e alle bardature dei cavalli, dal quale risultano i movimenti del magazzino del corpo e la situazione del caricamento generale di tutti i materiali, in raffronto con quello dell'Azienda generale di guerra. Ambedue questi registri vengono sottoposti alla verifica e chiusura annuale, controllata e controfirmata da un ufficiale d'amministrazione. Non sono previste ispezioni e rassegne particolari alle armi: esse, comunque, sono controllate (sotto l'aspetto della manutenzione, dello stato di uso e delle rispondenza numerica) in occasione delle numerose rassegne periodiche a livello corpo alle quali è sottoposta la truppa e nelle quali il soldato è tenuto a presentarsi con armamento ed equipaggiamento al completo.
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LA LOGl~'TICA DELL' ESERCITO - VOI.. l
L'organo direttivo a livello di reggimento, che può dirsi già operante fin dal 1840 sia pure in nuce e non ad incarico esclusivo, è l'ufficiale d'armamento. Infatti il regolamento di amministrazione del 1840 all'Art. 164 parla degli "ufficiali preposti al buon governo delle armamenta" , che devono dirigere e vigilare le riparazioni fatte dagli armaioli del corpo: all'Art. 166 assegna ai predetti ufficiali il compito di assistere i relatori per stabilire se le riparazioni da effettuarsi alle armi sono dovute a incuria o colpa del soldato, o a normale uso giornaliero; e in.fine ali' Art. 372 assegna all" ' ufficiale d'armamento" il compito di vigilare affinchè l'armaiolo esegua a regola d'arte la ritempra degli acciarini. Le procedure di riparazione delle armi, per il resto, seguono criteri analoghi a quelle relative al vestiario ed agli arredi diversi, e pertanto vengono anch 'esse definite dal Regolamento di amministrazione 1840. Nell'ambito del corpo le riparazioni rientrano nelle competenze dell'armaiolo; presso le compagnie e gli squadroni distaccati sono invece eseguite da "una persona pratica del mestiere" designata dal comandante. Le richieste di riparazioni di armi o di spese per la conservazione di foderi di sciabola o baionetta sono indirizzate dai comandanti di compagnia direttamente al relatore del corpo, corredate dal nome dell'individuo al quale l'arma o l' oggetto sono in consegna, dal tipo dell'arma o dell'effetto, della natura della riparazione. L' ufficiale relatore stabilisce se il guasto è imputabile ad incuria o colpa dell'individuo o a normale usura, e sulla richiesta stessa appone l'ordine di riparazione per l'armaiolo aggiungendovi l'indicazione se la spesa debba essere addebitata al soldato mediante trattenuta sulla massa individuale di deconto (per guasti dovuti a incuria e colpa), oppure debba avvenire a carico del corpo (categoria bene armato). Norme particolari vengono seguite quando presso i corpi siano accantonate armi inservibili per normale uso o per comprovate cause accidentali. In tal caso i consigli di amministrazione presentano i materiali inefficienti all'ispettore in occasione delle rassegna amministrativa annuale. Questi, a sua volta, ne riconosce lo stato reale e fa compialare al commissario o sotto - commissario di guerra apposito verbale da trasmettere al Ministero per i provvedimenti di competenza. Per bene armato si intendono le indennità in denaro assegnate ai corpi da parte dell'Azienda generale di guerra, per la conservazione in buono stato delle armi e per le spese di riparazione; queste indennità vengono accreditate trimestralmente da un' assegnazione annuale variabile per Arma e specialità. L'erogazione più elevata è per i bersaglieri (L. 1,70 annue procapite): seguono L. 1,30 per cavalleria e artiglieria, L. 1,20 per la fanteria ... L.0,50 per il treno ... Evidentemente le assegnazioni sono in relazione al tipo e alla sofisticazione dell' armamento individuale.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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Per la manutenzione delle armi i consigli di amministrazione devono acquistare e consegnare alle compagnie e squadroni olio d'ulivee smeriglio, "regolando questa spesa con tutta parsimonia". Ad ogni fucile o moschettone assegnato ai corpi deve essere sempre unito un cavastracci e il fodero per la baionetta. Le carabine per i bersaglieri, nuovo e vecchio modello, dispongono inoltre di tutta una serie difornimenti. Ad esempio, per il nuovo modello son previsti per ciascuna arma una scatola a olio, una spazzetta a spugna, una borsa di pelle con un anello in ferro, un paio di forbici forti, un passante di bacchetta, un cavapalle, un succhiello, un giravite.
I sottufficiali e soldati di fanteria devono essere provvisti di turaccioli per fucile , il cui acquisto e rinnovo viene effettuato dal corpo facendo gravare la spesa sulla categoria bene armato, a meno che non si tratti di incuria, nel qual caso viene addebitata sulla massa individuale di deconto del consegnatario . Una particolarità interessante è che per l'addestramento delle reclute i reggimenti di fanteria ricevono dalle sale d'armi, ogni qual volta sia necessario, fucili appositi , per i quali non viene loro corrisposta alcuna indennità in denaro sulla categoria bene armato: tali fucili sono marcati in ogni loro parte di un bollo speciale col motto reclute, affinchè non siano confusi cogli altri in servizio, e salvo il caso di repentina mossa, i corpi debbono ritenerli sino a che gli uomini a cui vogliono essere distibuiti siano ammaestrati e stati ammessi alla scuola del battaglione.
È invece "assolutamente proibito" ai corpi far apporre sulle diverse parti dei fucili ogni sorta di cifre, lettere e segni; rimane loro la sola facoltà di far apporre una cifra particolare sul calciolo dell'arma - di dimensioni limitate e prestabilite in modo da facilitarne la rimozione - dalla regia fabbrica d'armi, a pagamento e su richiesta dei corpi stessi. È altresì proibito l'acquisto di eventuali pezzi di ricambio per la riparazione delle armi presso enti diversi dalla Regia fabbrica d'armi, l'unica abilitata a fornire ai corpi i ricambi marchiati. Quindi, qualora nella visita alle armi all'atto della loro restituzione alle sale d'armi vengano riscontrati pezzi privi di marchio, questi sono considerati come non esistenti e addebitati al corpo stesso. Esistono speciali norme anche nel caso che un soldato diserti portando con sè delle armi. In questo caso il comandante di compagnia compila una segnalazione che consegna al consiglio di amministrazione, al quale serve per giustificare di fronte al commissario o sotto-commissario di guerra lo scarico dell'arma.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO · VOL. I
Amministrativamente l'Azienda generale di guerra giustifica l'asportazione dell'arma solo se questa avviene allorchè il soldato è di sentinella o in marcia. In tutti gli altri casi, l'arma viene addebitata al comandante di compagnia o squadrone. Inoltre, nei corpi di cavalleria quantunque la pistola sia un'arma più piccola del fucile o moschettone, e così più facile ad essere nescosta ed asportata, nullarneno quando la diserzione non ha luogo coll'asportazione del pastrano, non potendosi riconoscere la facilità di nasconderla ed asportarla, la perdita devesi naturalmente imputare a difetto di vigilanza, e rimane perciò la medesima a carico del comandante dello squadrone.
I comandanti di compagnia o di squadrone sono responsabili nei confronti del consiglio di amministrazione del numero di armi, arredi, oggetti di bufalo e cuoio e bardature per cavalli in consegna, e della loro buona conservazione. La distribuzione delle armi alla compagnia deve essere eseguita solo su specifica delibera del consiglio, e apposite norme regolano il movimento dei materiali d'armamento nell'ambito dei corpi, e tra i corpi e le sale d'armi. Nell'ambito del corpo, i comandanti di compagnia sono tenuti a rilasciare ricevuta all'ufficiale di massa delle armi che ricevono; per contro devono consegnare al magazzino di reggimento - compilando apposito modello che ne comprovi il versamento - le armi e gli arredi esuberanti rispetto alla forza. Le armi sono assegnate dalle sale d'armi ai corpi per ordine del Ministero della guerra, dietro richiesta dell'Azienda generale di guerra a quella d'artiglieria e su domanda dei consigli d'amministrazione dei corpi alla stessa Azienda generale di guerra. La domanda può essere inoltrata direttamente dagli stessi corpi - specificandone motivi e distribuzione - soltanto in caso di aumento della forza organica ovvero per sostituire le armi asportate dai disertori. Evidentemente, questo macchinoso procedimento di successive richieste è dovuto all' autonomia goduta dall'Azienda d'artiglieria - che gestisce le armi - rispetto all'Azienda generale di guerra e allo stesso Ministero della guerra. Nell'ipotesi che un corpo, per carenza di forza o per necessità dì trasferimento, abbia armi in esuberanza, le può restituire su domanda all' Azienda generale di artiglieria. In tale evenienza, le armi debbono essere spedite in casse sigillate, aperte all'arrivo a destinazione alla presenza di una commissione della quale fa parte anche un ufficiale del corpo. Qualora il materiale in restituzione non sia in buono stato di servizio, l'Azienda generale d'artiglieria addebita al corpo le spese di riparazione, trasmettendo il relativo verbale dell'Azienda generale di guerra, che detrae la somma dai fondi stanziati per il corpo.
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Se per la gestione, la distribuzione e la custodia della armi le norme sono accurate e fin troppo severe, non minori attenzioni vengono dedicate alla formazione tecnica del personale specializzato e alle procedure per mantenere in efficienza le armi presso i reparti. Fin dal I 828, con l'Istruzione
per la conservazione delle armi nelle Brigate di linea e nei Corpi di Cacciatori in data 15 marzo22 , la materia è regolamentata da Carlo Felice con cura rigorosa, importando sommamente tanto al Nostro Erario, quanto aJla sicurezza del Nostro servizio in qualunque circostanza, che sia provveduto nel rnigior modo possibile alla conservazione delle armi presso i corpi. L'Istruzione - che non si occupa delle norme di sicurezza e delle responsabilità per la custodia e l'ispezione - fornisce una minuta guida e nomenclatura per lo smontaggio del fucile e la sua manutenzione tecnica, indicando gli organi direttivi a l livello di reggimento: il Maggiore incaricato dell' amministrazione sarà altresì specialmente incaricato di promuovere l'istruzione teorico - pratica sulla struttura e sul governo delle armi in tutti gli Ufficiali subalterni, Bassi Ufficiali e Soldati del Corpo a cui appartiene, e veglierà attentamente, tanto sulla parte economica dell'armamento, quanto sulle operazioni degli Armaioli per qualsivoglia lavoro intorno alle armi. Egli avrà in suo aiuto per questa incumbenza un Ufficiale subalterno, che verrà scelto dal Colonnello fra i più zelanti e meglio atti a tale incarico. Il colonnello, pertanto, può chiedere che questo subalterno sia mandato "per alcuni mesi" a Torino presso la manifattura d'armi, onde apprendere i particolari relativi alla buona manutenzione del materiale per poi poter istruire gli altri subalterni, sottufficiali e soldati del reggimento: ad ogni buon conto non si ammetteranno d'ora innanzi come Armaioli nei Corpi, che coloro solamente, i quali dopo aver fatto il necessario tirocinio nella suddetta Manifattura, saranno riconosciuti forniti di sufficiente abilità; qualora occorra urgente bisogno di rimpiazzarne alcuno prima che sia essa in grado di somministrarne, si potranno ammettere persone estranee, purchè si sottomettano ad un esame nella stessa Manifattura, e vi siano riconosciute bastantemente abili.
22
TORINO, COI TIPI DI DOMENICO PANE 1828.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. l
Si cerca di fornire anche incentivi economici e morali: al mastro armaiuolo che avrà abilitato un allievo nei lavori in ferro o in legno alle armi sarà corrisposta una gratifica di lire I00; gli armaiuoli che abbiano superato l'esame presso la Reale fabbrica d'armi hanno diritto al grado di caporale, e "godranno di un'alta paga d'annue lire sessanta"; il più meritevole dei due armaiuoli di una brigata di linea avrà il grado di sergente, e godrà di " un'alta paga" di lire novanta, anzichè sessanta. Provvidenze poi in parte venute menò o superate da altre, che tuttavia sono segno di costante e vigile attenzione per il delicato settore, testimoniata anche dalla raccomandazione di distribuire le armi migliori ai soldati d'ordinanza, cioè in servizio volontario continuativo, lasciando le altre al contingente di leva. Seguono la nomenclatura delle varie parti del fucile, e le prescrizioni per le rispettive manutenzioni: le parti primarie del fucile sono la canna le cannn, la piastra la platine, la cassa le bois, la bacchetta la baguette, i fornimenti la garniture, e la baionetta la baionette. Nella canna sta di per sè tutla l'arma da fuoco. La piastra, la bacchetta, e i fornimenti non sono che stromenti accessori i e secondarii ad essa ....
L'interno della canna, subito dopo lo sparo, si pulisce con bacchetta, straccio e acqua. L'acqua deve essere bollente, se la pulizia avviene a distanza di tempo quando "la feccia è indurita". Dopo la pulizia, la canna deve essere accuratamente asciugata. Se vi è ruggine, l'esterno si pulisce con smeriglio fino diluito nell'olio di oliva, oppure con maiolica, e mancando queste materie prime l'armaiuolo "usa leggermente la lima dolce". Il focone si pulisce introducendovi uno spillo e passandovi con uno straccio un leggero strato di olio d'oliva. In generale, le materie prime da usare per la pulizia delle parti metalliche sono, oltre all'olio d'oliva e all'acqua, lo smeriglio, la maiolica, la pietra pomice, la terra di tripo/o. Per la pulizia della cassa in legno di noce - non sono previsti particolari materiali, bensì si insiste sulla necessità di averne molta cura nelle operazioni di scomposizione e ricomposizione,, che se non effettuate con correttezza possono comprometterne la durata. In particolare, si raccomanda di scomporre il fucile ad ogni lavatura della canna, senza del che l'acqua discorsa giù dal focone per l'incastro della canna e per quello della piastra vi lascerebbe un umido a irrugginire l'una e l'altra, e far guasto al legno della cassa.
V - SERVlZ.I TRASPORTI E MATERIALI
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L'Arma del genio nel 1848 - 1849 (vds. Fig. 18 e 19). Dopo il suo distacco dall'artiglieria, con decreto 11 giugno 1775 Vittorio Amedeo III accorda al genio, così come all'artiglieria, il titolo di corpo reale, chiamandolo "corpo reale degli ingegneri" e retrodatandogli al 1752 l'anzianità nell'armata (per l'artiglieria, invece, l'anzianità era stata fatta risalire al 1696)23. Il nuovo corpo non aveva ancora truppe, anche se nel 1775 era stata istituita una Legione degli accampamenti (diventata brigata nel 1786) con il compito di svolgere le mansioni logistiche relative alla preparazione degli stazionamenti, e nel 1793 un corpo di guastatori. Tutte queste truppe dipendevano direttamente dal quartier mastro dell'armata, mentre a loro volta zappatori e minatori rimanevano inquadrati nel corpo reale d'artiglieria. Solo nel 1798, dopo lo scioglimento dell'esercito piemontese dal giuramento di fedeltà alla monarchia, il corpo del genio ebbe una compagnia di minatori, poi sciolta come tutto l'esercito . Fin dall'inizio delle Restaurazione, le antiche scuole tecniche di artiglieria e fortificazione sono ripristinate con il nome di Regie scuole tecniche militari di artiglieria e genio e il 15 maggio 1815 viene costituita una compagnia zappatori del genio, che è il primo reparto dell 'armata sarda, composto da 5 ufficiali e 150 sottufficiali e soldati. Le R. determinazioni del 1 ° maggio 1816 per la prima volta delineano la fisionomia completa del corpo, che vede accrescere ed estendere le proprie funzioni fino al campo civile. Ne risulta una organizzazione complessa, con mansioni assai differenziate: militari - operative, militari - logistiche (territoriali e di campagna), civili. Il corpo si articola in: Stato Maggiore (suddiviso in attivo e sedentario); zappatori del genio (1 battaglione su 7 compagnie, delle quali 6 zappatori e una minatori, trasferitavi dall'artiglieria); genio civile (equiparato a grado militare), per il servizio dei ponti, delle strade e delle foreste. Ben presto però (nel 1818) il genio civile cessa di far parte del corpo del genio. Lo Stato Maggiore attivo comprende 24 ufficiali, suddivisi tra il Comando del corpo e le direzioni del genio, a carattere territoriale.
23
Per notizie particolari sull'evoluzione organica dell'Arma del genio nel periodo considerato rimandiamo, oltre che al Giornale Mìlitare, anche a M. BORGATTI , Op.
cit., pp. 135 - 296, e, E. CAMUSSI, Op. cit. , pp. 229 - 233 .
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
Lo Stato Maggiore sedentario costituisce emanazione dell'Azienda generale di guerra, e ha il compito di tenere gli archivi e i disegni delle fortificazioni. II battaglione zappatori del genio ha un proprio Stato Maggiore (oggi si direbbe Comando) del quale fanno parte gli organi direttivi per assicurare autonomi logistica al reparto, che assume la fisionomia di vero e proprio corpo con quartier - mastro, cappellano, furiere e tamburo maggiore, armaiolo, capo-s.rrto. La struttura della compagnia zappatori risulta anch'essa assai complessa: ben 160 uomini (sul piede di guerra), le cui specializzazioni danno un'idea dei compiti del reparto. Oltre ad un "frater" (aiutante di sanità) e a un vivandiere, la cui presenza dimostra che si tende a rendere logisticamente autonoma anche la compagnia, vi si trovano muratori (20), falegnami (8), fabbri ferrai (3), carradori in legno (2), canestrari (2), barcaioli, nuotatori di 1 ° classe (2), lattari di I classe (1), vetturali (4) e 97 zappatori. J cavalli e i relativi finimenti , e persino gli stivali per i vetturali (finimenti e stivali in tempo di guerra si requisivano!) sono provvisti dall'Ufficio Generale del soldo. Ogni compagnia zappatori ha inoltre come dotazione di reparto: 8 piccole ascie per caporali, IO ascie per falegnami, 14 gambali di pelle per falegnami, fabbri ferrai ed armaioli e 22 di tela per muratori e canestrari . Mezzi di trasporto per ogni compagnia: 6 cassoni coperti a 4 ruote, 12 carri a ridoli, 6 fucine volanti. Il corpo subisce, dal 1816 al 1848, successivi rimaneggiamenti con frequenti riduzioni per ragioni di bilancio, e vede l'impiego delle compagnie zappatori soprattutto in lavori a carattere logistico - territoriale che poco toccano gli aspetti operativi. Con R. Determinazione del 15 novembre 1823 è istituito un consiglio del genio militare. li servizio concernente le fortificazioni e le fabbriche militari è disciplinato con il regolamento annesso alla R. Patenti dell' 11 luglio 1837, che contiene norme anche per gli impiegati civili. Infine con R . Brevetto del 22 aprile 1843 le compagnie zappatori sono portate a 4 (di cui una dislocata a turno in Sardegna). Il numero delle compagnie zappatori, comunque, non raggiunge più , nemmeno all'inizio della campagna, il livello massimo di 6 fissato il 1° maggio del 1816. La forza della compagnia zappatori, definita col R. Brevetto del 28 agosto 1832, si riduce a 5 ufficiali, 1 furiere, 4 sergenti e soli 98 militari di truppa, dei quali 8 caporali, 2 tamburini, 20 muratori, 8 falegnami, 2 carradori, 2 canestrari, 4 fabbri ferrai, 2 barcaioli, 1 lattaio, 49 zappatori; rispetto a prima risulta abolito anche l'aiutante di sanità (frater). O
V • SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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Il battaglione zappatori entra in campagna con tre sole compagnie. La compagnia dislocata in Sardegna viene spostata sul continente allorchè la guerra è già iniziata, giunge ad Alessandria il 4 maggio 1848 e qui risulta ancora dislocata 1'8 giugno - pur avendo avviato in zona di operazioni il capitano e un'aliquota di uomini - dove attende ai lavori di fortificazione di quella piazza. A sua volta la compagnia minatori, evidentemente per carenza sia di zappatori sia di possibilità di specifico impiego, è utilizzata quale reparto zappatori. Rimarchevole la mancanza di un parco (o di parchi ai vari livelli) all'inizio della campagna del 1848, nonostante che l'istituzione di un parco sia stata proposta dal Bojel fin dal 1824, insieme con l' uso di strumenti portatili. Un parco principale (a livello armata) e i parchi divisionali del genio sono istituiti soltanto nel periodo dell'armistizio, cioè tra l' agosto 1848 e il marzo 1849, e solo il 13 marzo 184924 vi sono assegnati i mezzi di trasporto i così ripartiti: per ciascun parco di divisione: 2 carri coperti e 3 da parco scoperti; per il parco principale: 14 carri coperti, 42 carri da parco scoperti, 6 fucine di campagna. Sempre durante l'armistizio si adottano provvedimenti di grande respiro, che mirano a rendere l'Arma quantitativamente più consistente per poter meglio corrispondere alle accresciute esigenze, ed al tempo stesso a conferirle una fisionomia più adatta all'impiego in campagna. In particolare in un periodo di appena quattro mesi, dall'ottobre 1848 aJ gennaio 1849, si susseguono tre importanti riforme. La prima, in data 30 settembre 184825 , trasforma il battaglione zappatori in reggimento, essendo emersa la convenienza di ampliare il corpo di zappatori del Genio, onde metterlo in maggior proporzione col rimanente dell'esercito, e medesimamente in grado di soddisfare tanto ai bisogni del medesimo in tempo di guerra, quanto a quelli dello stato dipendentemente dalle opere delle fortificazioni e delle fabbriche militari, anche nei tempi o rdinarii.
Il reggimento si compone di uno Stato Maggiore e 2 battaglioni, ciascuno su 5 compagnie (4 zappatori e I minatori). In tempo di pace, 1'8a compagnia zappatori fa le veci di compagnia deposito. In tempo
24
G. M. 1849, parte I , p. 455 .
25
G. M . 1848, pp. 655 - 661.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
di guerra invece, oltre alle 10 compagnie se ne forma un'altra di deposito, presso la quale deve essere costituito il consiglio di amministrazione principale del corpo_ In campagna si forma anche un'altra compagnia detta di maestranza, con 60 tra sottufficiali e soldati, che fornisce il personale per il parco principale del genio. Nello Stato Maggiore si trovano i consueti organi direttivi ed esecutivi previsti per tale livello, ripartiti tra Stato Maggiore attivo e aggregato al deposito, comandato da un capitano che è anche presidente del consiglio di amministrazione. Del deposito fanno parte l'ufficiale pagatore, l'ufficiale di massa, 3 sergenti d'amministrazione, il capo sarto e il capo calzolaio. 2 aiutanti maggiori (in I a e 2a), l cappellano, 2 chirurghi maggiori, 2 armaiuoli, 2 vivandieri, 2 arcieri fanno invece parte dello Stato Maggiore attivo. Sul piede di guerra le compagnie zappatori e minatori hanno la stessa consistenza numerica: 4 ufficiali, I furiere, 7 sergenti, 168 caporali e soldati, dei quali la metà circa d 'ordinanza (cioè a lunga ferma). Ciascuna compagnia ha un carreggio piuttosto consistente: 1 carro a ridoli, 1 carro da parco scoperto, I fucina di campagna e un totale di 14 quadrupedi. I conducenti e i cavalli sono fomiti dal treno di provianda. In ciascuna compagnia, un sergente è impiegato quale guarda - parco. In tal modo, ogni compagnia è logisticamente e operativamente autonoma, e può costituire un piccolo parco per le proprie esigenze di materiali. Con R. D. in data 7 novembre 184826 si dispone l'aumento del numero degli ufficiali, onde porre tal corpo in grado di soddisfare a tutte le esigenze del servizio sì in tempo di pace che in tempo di guerra, in vista pur anche del riordinamento dei zappatori del genio determinato dal decreto del 30 di settembre p.p., come altrcsì della fusione del genio marittimo nel genio militare .. .
Il nuovo organico prevede 2 generali, 3 colonnelli, 11 maggiori, 34 capitani, 41 tenenti e 27 sottotenenti. Un numero di ufficiali piuttosto esiguo, ripartito tra 8 direzioni territoriali (Torino, Genova, Alessandria, Cuneo, Nizza, Novara, Savoia, Sardegna) e l'esercito di campagna. Le direzioni territoriali sono rette per lo più da un maggiore, con un capitano e uno o due subalterni. Le direzioni di Torino e Genova sono le più numerose; per quest'ultima (che comprende servizio di terra e di mare) è previsto un colonnello, con 5 capitani e 6 subalterni.
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G . M. 1848, pp. 779 - 785.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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Gli ufficiali nell'esercito di campagna sono così ripartiti: un Comando superiore, retto da un maggior generale con 1 colonnello e altri 11 ufficiali; l capitano e l tenente per ogni Comando divisione; 1 maggiore, 1 capitano e 3 tenenti per il parco principale, che inquadrano anche la compagnia maestranza. In più, vi sono gli ufficiali del reggimento zappatori. Il terzo provvedimento di rilievo prima dell'inizio della seconda parte della campagna è l'emanazione, in data 23 gennaio 1849, del primo Rego/amenLo per il servizio del genio in campagna2 7 • Nulla di sostanzialmente nuovo in tale documento, del quale sono interessanti soprattutto alcuni particolari sui compiti e sull'organico del personale, la cui ripartizione all'Art. 1 è così definita: il Corpo Reale del Genio Militare somministra ali' Armata in campagna uffiziali d'ogni grado del s uo Stato Maggiore, Zappatori e Minatori, cò rispettivi uffiziali ed Assistenti militari delle fortificazioni. L'Azienda generale d'Artiglieria, Fortificazioni e Fabbriche militari somministra il Personale occorrente per la parte amministrativa.
Come sempre complessivamente esiguo il numero di ufficiali del genio e di impiegati dell'Azienda generale d'artiglieria, addetti agli Stati Maggiori dell'armata e delle divisioni e ai parchi: in totale un generale, un colonnello, 3 maggiori e altri 29 ufficiali inferiori, 20 assistenti militari (impiegati del genio), 5 impiegati dell'Azienda generale d'artiglieria. Non sono previsti organi e personale del genio del livello di corpo d'armata. La truppa del genio deve fornire un distaccamento per ogni divisione, che per quanto possibile deve essere al livello di compagnia, e la cui forza dipende comunque dalle circostanze, mentre le rimanenti truppe devono seguire il quartier generale principale come riserva. Il parco principale e i parchi di divisione costituiscono volani di materiale in aggiunta a quello delle compagnie, per sostituire strumenti e attrezzi smarriti o fuori uso e per far fronte a esigenze improvvise. La quantità di materiali che essi devono comprendere non è predeterminata, ma varia seconda delle circostanze, sulla base delle esigenze che comportano le operazioni. È prevista una vera e propria manovra dei materiali (vds schema DOCUMENTO 6): se il parco di una Divisione dovrà venire aumentato, lo sarà per mezzo del parco principale; e in caso d'urgenza, anche dai parchi
27
G. M. 1849, parte 1°, Supplemento n. I, pp. I - 25.
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LA LOGISTICA DEl.1.'ESERCITO - VOL. I
delle divisioni pm prossimi, previa l'approvazione dei rispettivi Comandanti delle Divisioni, e dal parco rincipale si verserà quando si dovrà diminuire dai parchi divisionali.
I compiti generali rimangono invariati rispetto a quelli gia citati dal regolamento di servizio del 1839: si tratta in sostanza di tutti i lavori che possono essere necessari all'armata in offensiva, in difensiva e in movimento. L'unico particolare nuovo è che si fa cenno alla "castramentazione quando occorra" 28 • L'ufficiale del genio ha compiti logistici anche in campagna. Nelle piazzeforti assediate dal nemico, oltre a proporre e dirigere tutti i lavori, concorre a fissare quantità e qualità degli approvvigionamenti; e, in generale di concerto con l' Intendenza generale d'Annata sceglie il sito, ove collocare i forni di campagna, e ogni aJtro stabilimento relativo ai vari servigi dipendenti daJl' Intendenza medesima, assumendo la direzione degli occorrenti lavori d'arte. Il regolamento contiene misure per tutelare le truppe del genio, che devono essere impegnate in servizi strettamente attinenti alla loro specializzazione, e - in linea di massima almeno - possono montare di guardia soltanto ai propri stabilimenti. Ciò evidentemente allo scopo di contrastare la tendenza, manifestatasi in quel periodo, a impieghi impropri poichè, come ricorda il Borgatti, nel periodo precedente la guerra si tenevano le truppe del genio più in conto di lavoratori economici per tempo di pace, che di soldati - artieri per il tempo di guerra. Ai pochi zappatori rimasti in terra ferma erano riservati i più umili lavori di castramentazione del campo di S. Maurizio, ed in guarnigione attendevano al servizio ordinanze e persino alla scopatura degli uffici dei grandi comandi e di quelli dipendenti dall'arma. Di più, concorrevano con la fanteria ai servizi di piazza, ed all'uopo fu tolta loro La carabina di cui erano armati e fu sostituita con un fucile; e manovravano come fante-
28
Castrametazione è un vocabolo oggi non più in uso ma molto frequente specie dal XVIII al XIX secolo, quando taluni scrittori militari ne facevano addirittura una delle suddivisioni dell 'arte della guerra. Significa' 'arte di disporre e organizzare gli accampamenti militari" (dal latino medievale castrametatio - onis, che a sua volta deriva da castra e metare, misurare, delimitare gli accampamenti).
V -SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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ria, ed insieme ad essa[ ... ] Rimaneva dunque ben poco tempo per le istruzioni tecniche29 •
Nei lavori loro affidati le truppe del genio all'occorrenza sono aiutate da soldati di fanteria inquadrati da propri ufficiali, e da lavoratori borghesi, tutti però agli ordini dell'ufficiale del genio. Sia per i militari sia per i civili, nel regolamento si stabiliscono paghe, discipline, modalità per il rancio ecc. e dipendenze (i borghesi sul lavoro sono soggetti alla stessa disciplina dei soldati). Viene persino fissato l'orario di lavoro diurno, mentre le ore di lavoro continuativo notturno sono da definire a cura del comandante del genio. Gli orari diurni tengono conto della stagione: ore otto per i mesi di gennaio, novembre e dicembre, nove per i mesi di febbraio e ottobre; dieci in marzo e settembre; undici in agosto e aprile, e finalmente dodici in maggio giugno e luglio.
Riguardo alle dipendenze, salvo che nel caso prima esaminato della col-
locazione degli organi esecutivi dei servizi dipendenti dall' Intendente generale d'armata (e solo di questi), gli ufficiali del genio non dipendono da quest' ultimo, nemmeno per i lavori a carattere più logistico che tattico: Il Comandante superiore del genio non riceve ordini che dal generale Comandante in Capo dell'esercito, o per organo suo. 1 Comandanti del genio delle Divisioni li ricevono dai Generali che le comandano, o per mezzo dei rispettivi Capi dello Stato Maggiore.
Lo stesso avviene per gli ufficiali d'artiglieria, per quanto concerne il rifornimento anni e munizioni e la gestione degli stabilimenti territoriali, che in tal modo sono sottratti all'Intendente.
L'organizzazione degli accampamenti (vds Fig. 20 e 21). Alcuni chiarimenti di carattere terminologico: le forme di stazionamento 30 previste dal regolamento del 1833 sono i campi (luoghi
29
M. BORGATil, Op. cii., pp. 203 - 204.
30
Per stazionamento oggi si intende "Permanenza superiore a 24 ore di una unità in una zona determina/a. Può assumere le forme di accampamento, accantonamento e addiaccio" . Cfr. Pub. SME n. 5895 - ED. 1984 (Cit.), p. 134.
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LA LOGISTICA OELl, ' ESERC JTO - VOL. I
occupati dalle truppe attendate, baraccate o all'addiaccio) e gli al/ogiamenti (gli attuali accantonamenti, cioè abitati civili nei quali le truppe prendono alloggio, fuori dalla caserma)_ Nella sostanza, ben poca differenza, dunque, dal modo di concepire attualmente lo stazionamento; si deve solo constatare che l'addiaccio (allora definito alla francese bivouac o a "sereno", e facente normale parte del campo), oggi inusuale, era invece assai più frequente all'epoca, sull'orma dell'esperienza napoleonica. Un termine destinato a sopravvivere fino ai tempi nostri è quello di Furieri di Accampamento (attualmente, per la precisione, forieri di alloggiamento), cioè "il personale che precede le unità nelle località scelte per la sosta, allo scopo di predisporre gli alloggiamenti (accampamenti o accantonamenti o forme miste)" 31 • È il generale in capo che definisce le varie zone che l'armata deve occupare e dà gli ordini relativi ai comandanti di divisione. Questi assegnano le località alle brigate e, quando la situazione operativa lo consente, mandano a preparare i campi e gli alloggiamenti, prima che la truppa parta_ I Capi di Stato Maggiore, tramite un ufficiale di Stato Maggiore, predispongono quindi i forieri d'alloggiamento per i vari corpi (un aiutante maggiore, un furiere maggiore, un caporale furiere, più due soldati per ciascuna compagnia). I forieri di alloggiamento hanno compiti analoghi a quelli odierni: individuare le risorse idriche, e segnalare le sorgenti d'acqua malsane o poco sicure per la vicinanza del nemico; eseguire i lavori più urgenti per l'accesso e l'utilizzazione delle località di accampamento; disporre guardie nelle case, nei magazzini e presso le sorgenti d'acqua, quando necessario; e persino riconoscere e assegnare una casa prossima al campo, in cui l'armaiolo ed il sellaio possano subito esercitare l'arte loro_ Procurare per quanto sarà possibile, che la legna e la paglia siano nel campo prima dell' arrivo delle truppe32•
31
Questa definizione è stata ricavata dalla Pub. SME n. 5514 Nomenclatore organico - tattico - logistico (Ed 1962), p . 99. li termine forieri d'alloggiamento non è invece riportato nelle successive edizioni del Nomenclatore per l' E sercito (1969 e 1984), anche se figura nella Pub. SME n . 5622 Il movimento per via ordinaria e lo stazionamento (Ed . 1965), tuttora in vigore.
32
Regulumentu di servizio ... (Cit.), p. 48.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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Gli ufficiali comandanti dei forieri, all'arrivo del colonnello, gli indicano il suo alloggio e lo ragguagliano sulla disposizione dell'accampamento; spediscono alcuni forieri incontro ai bagagli per guidarli al posto loro assegnato in modo da non ostacolare l'arrivo delle colonne, e, quando opportuno, ai forieri aggiungono abitanti locali perchè fungano da guida. Circa la scelta del campo, il regolamento precisa che i criteri variano, a seconda dello scopo al quale in campo stesso è destinato: se si tratta di una campo da predisporre unicamente per il riposo nel corso di una marcia, allora prevalgono criteri logistici (sicurezza e comodità delle truppe, vicinanze di acqua, viveri e foraggi, facilità delle comunicazioni). Se invece si deve stabilire un campo con finalità tattiche (campo trincerato; campo che deve proteggere un dato territorio, ecc.), allora la sua dislocazione è tale da prilivigiare le esigenze di carattere tattico e di sicurezza. Come sempre molto minute sono le disposizioni sulle operazioni da compiere e sui relativi ordini che devono essere impartiti, non escluso il servizio di assistenza spirituale. Ogni reggimento deve essere provvisto di una tenda e di un altare portatile, intorno al quale, nei giorni festivi, le truppe in armi assistono alla messa. Per quanto riguarda l'ora, si precisa che essa deve essere fissata dal generale, che decide altresì se alla Messa si deve assistere per reggimento, per brigata o per divisione. Persino ci si preoccupa di precisare che il cappellano è autorizzato a "celebrare privatamente la Messa quando lo permettono le circostanze''. I campi dell'addiaccio devono essere scelti in luoghi asciutti, riparati, e tali da facilitare in vettovagliamento. Quando le truppe sostano all'addiaccio in vicinanza del nemico, il generale comandante deve restare con esse, qualunque sia il suo grado. Ogni compagnia si dispone intorno a un fuoco, dopo aver formato i fasci d'armi, e, se possibile, si costruisce anche dei ripari; disposizioni speciali sono previste per la cavalleria, con particola re riguardo al mantenimento in efficienza dei cavalli. Nei dettagliati schemi di accampamento che accompagnano il regolamento del 1833 prevale evidentemente la ricerca tutta jominiana di forme geometriche, e si eccede nello stabilire minutamente distanze e intervalli tra reparti accampati ai vari livelli. Sono sconosciute esigenze tattiche o di diradamento o igeniche che possano consigliare ai reparti una disposizione irregolare delle singole tende: nulla è lasciato al caso, tutto è stabilito e regolamentato. Le tende in uso occupano 7 - 8 uo~ni per la fanteria, e 5 - 6 per la cavalleria (che deve trovare posto sotto la tenda anche per la sella). Le baracche sono di uso molto frequente, e di grandezza varia; normai-
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LA LOG ISTICA DELL'llSERCITO - VO L. I
mente, se ne costruiscono di capaci di 7 - 8 uomini per la fanteria e di 5 - 6 per la cavalleria, oppure rispettivamente il doppio_ Considerando la fronte dell'accampamento come corrispondente a quella che assumerebbe la truppa schierata in battaglia, a sei passi di distanza dall'ultima riga delle baracche o tende dei soldati di ogni compagnia si accampano i furieri, i sergenti, i caporali furieri; venti passi dietro, le cucine; dietro le cucine, sempre a venti passi, il furiere maggiore col caporal maggiore, poi gli ufficiali dellè compagnie (con il capitano da solo e i due subalterni di ogni compagnia insieme); dietro ancora gli ufficiali superiori, il cappellano, gli aiutanti maggiori, i chirurghi. Le armi sono disposte in rastelliere o a cavalletti, 14 passi davanti alla fronte delle baracche, in unica riga; ogni cavalletto porta le armi di una fila di baracche (cioè di un plotone). Disposizioni particolareggiate vengono impartite anche per i macelli e impianti igenici, per i quali si individuano soluzioni anch'esse rigidamente geometriche: i cessi dè bass'uffiziali e soldati saranno praticati in testa al campo, su di una stessa riga, in modo da corrispondere al centro del rispettivo battaglione, ed a 150 passi oltre la riga delle anni. Quelli degli uffiziali saranno praticati in guisa analoga in coda al campo; a 100 passi oltre la riga dè conducenti. Sì gli uni, si gli altri saranno accerchiati da un frascato. A 50 passi, tra i cessi degli ufficiali e la riga dei conducenti, saranno locati i macelli33 • Norme ad hoc sono previste per la cavalleria e per la artiglieria. Mentre per la fanteria (e anche per l'artiglieria) non si fa cenno dell'impianto e dislocazione di infermerie per il personale, esse sono invece previste per i quadrupedi, già nel regolamento del 1833: I cavalli infermi, le fucine, i carri dè vivandieri, e loro cavalli, le baracche del veterinario, dè maniscalchi, degli uomini comandati per l'infermeria saranno ordinate in due file e due filari34 _ Persino per il letame viene fissato il posto:
33
lvi, p. 253.
34
l vi, µ. 250.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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il letame sarà barellato, e deposto a destra e sinistra dè cessi degli uffiziali, ad alcuni passi di distanza 35 •
Per quanto riguarda l'artiglieria, il parco di riserva (a livello di divisione e armata) deve essere così disposto nello stazionamento, tenendo conto che esso ha composizione variabile: in prima linea (rispetto al nemico - n.d.r.) saranno sempre le bocche da fuoco; verranno quindi i cassoni delle munizioni d'artiglieria; poi quelli delle cartucce di fanteria; i carri delle casse, e dè barili di polvere. I ricambi, e gli strumenti ed utensili formeranno la coda del parco sempre quando non si stimi meglio separare affatto le polveri e le munizioni dalle altre vetture36 •
In questo ordine non rientrano officine e laboratori "degli artificieri, dei carradori, e degli altri operai" del parco, che saranno collocati in luoghi che ne agevolano il funzionamento, non molto distanti dagli abitati: un criterio, dunque, esclusivamente logistico. Un'ultima, curiosa particolarità è che il regolamento del 1833 si occupa persino del modo di segnare i campi e di rizzare le tende. Per segnarli, si deve impiegare un'apposita cordella di accampamento, di lunghezza diversa a seconda dell'Arma: 250 passi per la fanteria, 210 per la cavalleria, 200 per le batterie. Essa ha un anello di ferro a ciascun capo, ed è divisa in passi per mezzo di piccoli nodi. Viene manovrata dall'aiutante maggiore o dall'ufficiale preposto all'accampamento, che si avvale di soldati indicanti, e procede secondo numerose regole dal regolamento fissate, attraverso le quali viene ricavata una pianta, inutile dirlo, rigorosamente geometrica.
Le marce Sono regolamentati con l'abituale precisione i segnali d'inizio marcia per la fanteria e la cavalleria: in fanteria al segnale di assemblea devono essere raccolti e caricati i" bagagli,, e gli ufficiali devono controllare che nulla sia dimenticato di "strumenti, arnesi, ed armamenti", e che i convo-
35
Ivi, p. 25 1.
36
l vi, p . 256.
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LA LOGl:.'TICA DELL' ESERCITO - VOL. I
gli siano condotti nel luogo stabilito; al battere della chiamata, mezz'ora dopo, le truppe si armano e si schierano nel luogo dell'adunata stabilito all'interno dei rispettivi campi o alloggiamenti. Dopo un'altra mezz' ora, al battere della bandiera, le truppe si recano al luogo di adunata generale, pronte a partire. Per la cavalleria i segnali sono rispettivamente il buttasella, bagaglio e tutti a cavallo. In casi nei quali occorre muovere immediatamente contro il nemico, viene battuta la raccolta per la fanteria, mentre per la cavalleria si suona il tutti a cavallo. Quando possibile, infine, prima di partire la truppa deve consumare il rancio. Per indicare la strada non mancano movieri e segnaletica37 , impiegati con criteri pienamente attuali: Di notte tempo, e nè luoghi difficili, saranno disposte a.t SILI opportuni caporali maggiori e caporali furieri d'ogni battaglione per segnare la strada [... ] Dove nè villaggi o lungo le strade s'incontrano bivii tali che possano sviar la truppa, saranno essi notati con segni più apparenti, e durevoli; ed a questo fine verranno piantate pertiche di conveniente altezza, in cima alle quali saranno posti dei segnali convenuti per accennare la strada38 .
Molto si insiste anche sulla disciplina in marcia, forse per la necessità di prevenire e reprimere frequenti abusi e inconvenienti. Nessuno, in marcia, può lasciare il proprio posto senza permesso; il soldato che viene autorizzato a "scostarsi dalle file" deve consegnare il fucile se di fanteria, il cavallo se di artiglieria. Molti sono i divieti elencati, alcuni dei quali rientrano nel campo dell'ovvio . È vietato: camminare per i campi, o in mezzo a lle biade, quando tale non sia la via tenut a daJla colonna. Gridare alt, o marche. Far passare voce o parola da uomo a uomo. Fermarsi a lle fonti, ai ruscelli, od a qualunque corso d' acqua in generale. Sparar anni. Appendere ai fucili borracce, o a ltra cosa qualsiasi. E così ancora di caricare sui cavalli altro che il portamentello, e gli utensili di scuderia, e, secondo gli ordini e i regolamenti, l' avena, il fieno, ed i viveri 39 •
37
38 39
Le unità movieri. il cui impiego è previsto nel dettaglio della citata Pub. SME n. 5622 - ED. 1965 (pp. 14 - 20), hanno anche oggi il compito di regolare e disciplinare il traffico stradale e di organizzare gli iti nerari, con segnaletica e persona le che indichi la via, là ove necessario .
Regolamento di servizio .... (Cit.), p . 188. l vi, p . 190.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERI ALI
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Severi provvedimenti anche per rastrellare sbandati, predatori e disertori. A tal fine, viene costituito a cura del generale comandante un apposito distaccamento in coda alla colonna, con il compito di perlustrare le sinuosità, le strade affollate, le cascine, i villaggi; adunare e spingere gli sbrancati, arrestare i predoni, e consegnarli ai Carabinieri Reali, se colti in delitto od al rispettivo corpo, se meritevoli di un castigo disciplinare40•
Particolari predisposizioni vengono prese per l'attraversamento di luoghi stretti o pericolosi, che, al limite, può avvenire sotto il controllo di ufficiali di Stato Maggiore e di reparti di truppa a ciò designati. Ripetutamente viene raccomandato di non attraversare gli abitati, nei quali, comunque, devono essere evitate le fermate: se il luogo lo richiede, la fanteria innesta la baionetta e fa battere i tamburi, la cavalleria sguaina le sciabole. Gli intervalli di tempo tra le fermate non vengono prefissati, e sono in relazione alla situazione e alla necessità di far riposare la truppa e di tenerla sempre ordinata e unita. Nelle colonne le artiglierie marciano (con le munizioni e le ambulanze) in coda alle unità alle quali sono addette e i bagagli sono scortati dalla retroguardia . li parco d'artiglieria di riserva segue la strada "che meglio parrà al generale comandante" e pertanto ha una scorta e un itinerario speciale. Carrozze e bestie da soma procedono con i carriaggi della rispettiva divisione. Tra le colonne di truppa a piedi, non vi potrà essere altra carrozza che quella del generale in capo, o quella di ufficiali generali ammalati. Gli altri ammalati marciano con il bagaglio in attesa di essere mandati agli ospedali o ai depositi. Vengono, infine, stabilite anche le precedenze tra colonne e/o convogli: i convogli di munizioni di artiglieria devono lasciare la precedenza alle colonne di truppe, e lo stesso devono fare i convogli di bagagli, che a loro volta devono dare la precedenza anche ai convogli munizioni di artiglieria. Infine, anche tra i bagagli vi è una gerarchia: un convoglio "di minuti bagagli" deve lasciare la precedenza a quello dei "grossi bagagli".
Il bagaglio. Un altro argomento del quale il regolamento molto si preoccupa è il bagaglio, probabilmente perchè, anche in questo caso, fonte di licenze e di
40
l vi, p. 191.
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LA LOGISTICA DELL'F.sERCITO - VOL. I
indisciplina e causa di pernicioso appesantimento dei reparti, con "impedimenta" personali più o meno superflue_ Al controllo dei bagagli e al loro trasporto viene adibita una quantità di personale di ogni grado relativamente elevata_ La quantità di bagagli degli ufficiali è rigidamente stabilita per regolamento in proporzione al grado, e non può essere variata se non dal generale in capo, il quale può ridurne la quantità ma mai accrescerla_ Il predetto generale in capo fissa con apposito ordine "il numero delle vetture, dei carri, delle carrette, delle bestie da. soma dei quali possono avvalersi gli ufficiali di ogni grado e gli impiegati della armata". Per il quartier generale principale dell'armata, esiste l'incarico di comandante superiore del bagaglio (maggiore o capitano), coadiuvato da un ufficiale subalterno, due sergenti, e due caporali. Presso lo Stato Maggiore di divisione esiste un comandante del bagaglio (ufficiale subalterno), coadiuvato da un sergente e un caporale. I bagagli del reggimento, come già si è visto, sono agli ordini di un commesso ai bagagli; a loro volta, i bagagli del quartier generale della brigata sono sotto gli ordini del commesso ai bagagli del primo reggimento della brigata stessa. I comandanti o commessi ai bagagli sono responsabili della custodia del bagaglio, dell'ordine del loro trasporto, e dell'ordine e della disciplina dei "conducenti, bagaglioni, servidori" sui quali esercitano piena potestà disciplinare. Ad essi viene assegnata una guardia speciale, e, dove occorre, anche una scorta, che sono agli ordini del rispettivo comandante o commesso. Per nessun motivo i bagagli devono viaggiare in mezzo alle truppe: i bagagli del quartier generale dell'armata viaggiano soli, quelli delle divisioni, in coda alla divisione stessa. L'ordine di marcia dei bagagli del quartier generale dell'armata è rigidamente fissato: 1°) generale in capo, 2°) quartier mastro generale, 3°) luogotenenti generali, 4°) tesoro dell'armata, 5°) maggiori generali, 6°) colonnelli e ufficiali dello Stato Maggiore, 7°) ufficiali di artiglieria e genio, 8°) ufficiali dei Carabinieri Reali, 9°) Intendente ge!}erale d'armata, I0°) uditore di guerra in capo 11 ° )commissarie sotto commissari di guerra, 12°) impiegati di artiglieria, 13° ) medici, cerusici e farmaceuti , 14°) posta e sue dipendenze, 15°) vivandieri, rivenditori, lavandaie. Un ordine gerarchico che consente di apprezzare l'importanza attribuita a ciascun anello gerarchico, e, al tempo stesso, il rigido protocollo delle precedenze vigente, al quale evidentemente gli interessati tenevano molto. Anche in questo caso, tutta una serie di proibizioni: proibito spedire parzialmente il bagaglio, o avviarlo prima della partenza fissata per la colonna; nessuna vettura può sorpassare quella che la precede, nè mescolarsi durante la marcia a convogli bagagli dei quali non faccia parte; i bagagli costretti a fermarsi per un certo tempo non possono riprendere il posto di prima, ma si devono mettere al seguito della colonna bagagli; di tutte le in-
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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frazioni i comandanti e commessi devono informare il Capo di Stato Maggiore, per gli opportuni interventi disciplinari. Il generale in capo e i generali di divisione devono controllare che non vi siano cavalli condotti a mano da soldati (eccezione fatta per i cavalli degli ufficiali che hanno diritto a ordinanze) e che nessun soldato di fanteria e cavalleria venga impiegato per condurre carri, vetture o salmerie. È vietato a chicchessia far viaggiare il proprio equipaggio sui carri destinati al Servizio dell'armata; qualunque vettura o carro privato trainato da cavalli di artiglieria, deve essere sequestrato e dato alle fiamme , e il suo proprietario punito. Chiunque addetto ai bagagli si allontani dalla colonna, o abbandoni cavalli e vetture, sarà punito come predone. Sarà altresì punito chi, in caso di aggressione nemica, si discosta dalla vettura o dai cavalli, e se tenta di fuggire gli dev'essere fatto fuoco addosso. Per far osservare tutte le norme disciplinari, e per tenere a freno gli addetti ai bagagli che maltrattano i cavalli o tengono cattiva condotta, i comandanti o commessi si avvalgono anche di alcuni brigardieri e Carabinieri Reali. Ogni carrozza, carro, carretta o vettura deve portare il nome e i1 grado della persona a cui serve, scritti sopra due piastre di latta, con il numero corrispondente a quello assegnato nel convoglio alla persona stessa. Le due piastre saranno affisse ciascuna ad un lato della vettura (destro o sinistro). I comandanti e i commessi dei bagagli devono ricevere dal Capo di Stato Maggiore (o aiutante maggiore) un elenco delle vetture del relativo personale addetto.
I convogli. Per convoglio (dal francese convoz) al tempo si intende l'insieme di mezzi di trasporto (carri, vetture, carrette ecc.) trainati da animali che normalmente viaggiano con scorta e solto unico comando41 • l convogli hanno lo scopo di trasferire da un luogo all'altro, anche in vicinanza del nemico, viveri, munizioni, denaro, oggetti di vestiario ed equipaggiamento, materiali di armamento, o anche malati e prigionieri (entrambi non ancora protetti da convenzioni internazionali).
41
La dizioneconvog/iocompare ancora nei citati Nomenclatori militari per l'Esercito del I 962 e 1969, ove indica "Insieme di mezzi di trasporto aerei, o navali, con o senza scorta, che viaggiano sotto unico comando", oppure " Insieme del materiale rotabile che effettua, riunito, un viaggio". Non compare, invece nelJa più volte citata, e più recente ed. 1984 del Nomenclatore Esercito. Va infine rilevato che la voce è riportata nel Glossario dei termini Nato (ed. 1974-tradotto nel 1976) il quale la definisce "Insieme di veicoli -con o senza scorta - organizzali in modo da facilitarne il controllo e l'ordinato movimento" (p. C/36).
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LA LOGISTICA DELL' ESERC ITO - VOL. I
La composizione della scorta - prescrive il regolamento del 1833 - va definita caso per caso, perchè deve essere ragguagliata ai parametri particolari di ciascun convoglio: composizione, materiale trasportato, distanza da percorrere, natura e pericolo dei luoghi da attraversare, ecc .. Essa è più consistente se il convoglio trasporta polveri o munizioni, e può anche essere composto da limitata quantità di cavalleria, nel numero strettamente necessario per l'esplorazione delle zone attraversate. li comandante della scorta deve comunque ricevere, dal comandijnte del convoglio, istruzioni scritte. Del convoglio devono sempre far parte guastatori che hanno il compito di rimuovere le difficoltà che si oppongono al movimento, con l'eventuale concorso di abitanti locali. Inoltre, oltre che della scorta, il convoglio disporne di personale civile per la gestione amministrativa del materiale trasportato: Saranno altresì annessi al convoglio pezzi di ricambio pè carri, come ruote, timoni e simili; e per quanto sia possibile, alcune vetture vuote, che suppliscano a quelle che si guasta~sero per modo , da non più essere in condizione di servire42 •
Il comandante del convoglio ha piena autorità su tutti indistintintamente i componenti del convoglio. Gli ufficiali di qualunque grado estranei alla scorta che fanno parte del convoglio non debbono ingerirsi nelle operazioni del convoglio stesso senza l'assenso del comandante, che all'occorrenza potrà comunque avvalersi come meglio crede degli ufficiali di grado uguale o inferiore che fanno parte del convoglio. Quando il convoglio è unicamente di artiglieria o di munizioni, il comando spetta ad un ufficiale di artiglieria, sempre che questi sia di grado pari o superiore al comandante della scorta . Quando ciò non avviene, il comandante della scorta dovrà prendere con l'ufficiale d'artiglieria gli opportuni accordi intorno alla disposizione dei carri nelle fermate, alla collocazione delle sentinelle, ecc. I convogli numerosi sono suddivisi in divisioni13 , a ciascuna delle quali è addetto il personale necessario per mantenere l'ordine, e per fare sì che le vetture tengano la destra della strada, a mantenendosi distanti l'una dall' altra non più di quattro passi. Ad ogni divisione viene addetto un drappello di soldati con il compito di controllare i conducenti civili.
42
Regolamento di servizio .... (Cit.) p. 147.
43
TI termine, in questo caso, non ha ovviamente nessuna attinenza con quello di divisione, inteso come Grande Unità, e corrisponde, piuttosto, a una minore unità del livello approssimativo di una compagnia.
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I carri che trasportano le munizioni sono normalmente in testa al convoglio; seguono i viveri, gli attrezzi militari vari, gli oggetti di vestiario ed equipaggiamento; chiudono il convoglio le carrette dei vivandieri e dei rivenditori. Queste disposizioni possono essere variate in relazione ai presunti intendimenti del nemico, e tenendo presente che i carichi più importanti devono anche essere quelli meno esposti al nemico. In tutti i casi, non deve essere mai tollerato che i soldati depongano gli zaini sulle vetture del convoglio. Le fermate devono essere effettuate in luoghi ben riconosciuti dalla avanguardia, adatti per garantire la sicurezza e la buona conservazione del convoglio, e dopo che si saranno fatte perlustrare le località vicine, per evitare sorprese. I cavalli - a meno che si tratti di una sosta notturna - non devono essere staccati, e la scorta rimane di guardia; per ogni ora di cammino, si vuole fare un breve riposo. Se il convoglio marcia in terra nemica o sospetta, non si fermerà mai negli abitati o in vicinanza di essi. In tal caso di notte i carri si disporranno a parco (in più righe, con i limoni rivolti in unica direzione e una distanza fra l'una e /'a/Ira riga sufficiente per far passare i cavalli). Se vi è da temere un attacco nemico, il parco si dispone a forma di quadrato, e quando i cavalli restano attaccati i timoni devono essere rivolti verso l'interno. Nel caso avvenga un attacco nemico, il comandante del convoglio fa disporre i carri in quadrato, fuori dalla strada; quando ciò non è possibile o conveniente, li fa disporre in doppia fila lungo la strada stessa, facendo serrare il più possibile i carri di testa e di coda di traverso sulla strada. I timoni devono essere rivolti all'interno; i carretteri, conducenti e addetti ai bagagli mettono piedi a terra, stando a lato dei cavalli per meglio controllarli . Se qualcuno tenta la fuga deve essere arrestato, e gli deve anche essere fatto fuoco addosso, quando non si possa fare altrimenti. Infine, nel caso che in seguito a attacco di forze nemiche non sia più possibile difendere il convoglio, il comandante appicca il fuoco a tutti i carri, e con la truppa che gli rimane si apre un varco nelle file nemiche, cercando di portare con sè i cavalli, oppure, se ciò non è possibile, uccidendoli senza indugio.
Il problema dei trasporti: il "treno di provianda". (vds. Fig. 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33) Nell'armata sarda della Restaurazione, fino al I 832 i trasporti militari rimanevano affidati ad imprese civili convenzionate, oppure a carri, quadrupedi e bestie da soma requisiti agli abitanti delle zone attraversate anche tramite i Comuni. Ne derivavano, come si è visto, ovvi inconvenienti - già messi il luce dal
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LA LOOl!.-rlCA DELL' ESERCITO - VOL. I
De Cristoforis44 - causati dall'affidamento a civili non soggetti a disciplina militare di un Servizio vitale specie in guerra, e tale da richiedere un funzionamento ottimale anche in vicinanza del nemico e in zone non sicure, specie per feriti, artiglieria e munizioni, vettovagliamento. Una soluzione antiquata, visto già che con Napoleone i trasporti erano stati militarizzati45• Il mantenimento dei trasporti in appalto a imprese civili anche dopo la Restaurazione sta a significare, più che una precisa valutazione di carattere strategico derivante da precedenti esperienze belliche, l'assenza di prospettive di campagne militari, e quindi una visione dell'esercito del tempo di pace ancorata al presidio delle principali fortezze, senza necessità di movimento e di vita in campagna. Infatti in passato, quando si era rivelata l'esigenza di mettere l'esercito sul piede di guerra, Carlo Emanuele III nel 1545 aveva creato un servizio per il trasporto dei viveri in campagna, affidato a personale militarizzato diretto da ufficiali e sottufficiali, con il nome di treno di provianda46 e composto di 6 brigate, ognuna delle quali ebbe 100 cavalli e 50 carri. Il treno pensava anche alla confezione del pane: le brigate erano comandate da luogotenenti, coadiuvati da marescialli di logis e vivandieri , con palafrenieri e maniscalchi. Alla provianda erano uniti dei fornai e dei maestri muratori specialisti nella costruzione dei forni 47 •
Anche Vittorio Amedeo III (1773 - 1794) in previsione della guerra contro la Francia riorganizza il treno di provianda, detto anche treno provvisionale per il servizio dei viveri, e costituisce un reparto di truppa, vero e proprio progenitore dei reparti di sussistenza: i dragoni di provianda.
44
Cfr . C . DE CRISTOFORJS, Op. cit., pp. 77 - 78.
45
Sulla logistica napoleonica Cfr . L. GRIITI, Op. cit. , M. MONTANARI, Art. cii., C. GREGORIO, Art. cii. "RIVISTA DI COMMISSARIATO" n. 6/ 1940. Cfr. inoltre F. BOITI, Approvvigionamenti e organizzazione logistica delle armate rivoluzionarie e napoleoniche (Comunicazione al convegno su scienze e ordinamenti Inilitari della Rivoluzione francese, ROMA, !STRIO, 22 gennaio 1990; atti in corso di pubblicazione).
46
Treno deriva dal francese train, " complesso delle parti su cui si stabilisce la cassa del carro, della carretta, e simili" (M. D' A Y ALA, Op. cit., p. 305). II termine è passalo poi a indicare, in senso lato, il complesso di uolnini, quadrupedi, e carri riuniti in uno speciale reparto, con i quali si trasportano gli attrezzi e materiali di un esercito (con particolare riguardo a artiglierie, munizioni e viveri). Provianda invece (tedesco Proviant, francese provende, vettovaglie, viveri; il Tommaseo - Bellini fa derivare il termine d a provvedere e vivanda uniti insieme) significa "provvigioni da bocca, vettovaglie".
47
C. GREGORIO , Art. ciL. , "RIVISTA DI C0MM1SSA1UATO" n. 4/ 1941.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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Va comunque notato che il treno serve in origine principalmente per il trasporto delle artiglierie (cioè dei materiali allora più pesanti): così nelle occasioni di guerra, nel secolo XVIII, si organizzava un treno di artiglieria, e fin dal secolo XVII negli Stati Milanesi si è legiferato sui "cavalli per il treno d'artiglieria", con provvedimenti tesi sostanzialmente a garantire un contributo dello Stato agli allevatori e proprietari di carri e cavalli, in cambio della garanzia di disponibilità in caso di guerra: poscia che ricercandosi massime in occasione della guerra gran copia di carra per condurre a diverse parti l'artiglieria fulmine della guerra è stato mestieri d'imporre il mantenimento di alcuna quantità dè cavalli, che invece di altri animali di inferiore conditione tirano li cannoni ovunque la ragione militare consiglia48 _
Secondo il D' Ayala, l'ordinamento del treno regolare per artiglieria, munizioni e altro materiale non fu noto in Italia prima della calata di Carlo Vlll, quando nel 1494 tentò la spedizione di Napoli: sino a quel tempo le artiglieria italiana d'ogni maniera eran tirate da bovi e guidate da villani_ L'Esercito francese attraversò l'Italia tutta intera dal Moncenisio a Napoli con un traino di cento bocche da fuoco poste sulle loro casse con le code attaccate ai loro carretti, cioè avantraini, tirate da 4 o 6 cavalli, e seguite da loro cassoni di munizione agili e maneggevoli in ogni fazione di guerra49 •
Non stupisce, pertanto che uno dei primi - e illuminati - provvedimenti di Carlo Alberto sia stata la ricostituzione fin dal tempo di pace (perchè di questo si tratta) di un corpo di conducenti militari con il vecchio nome di treno di provianda, quindi principalmente addetto al trasporto delle provviste e vettovaglie50_ L'istituzione del treno di provianda segna dunque l'inizio della progressiva militarizzazione e specializzazione dei Servizi tipica della seconda metà del secolo XIX, e nel commento introduttivo al Regio Viglietto del 24 aprile I 832 per la creazione del corpo risultano abbastanza chiari i motivi che ne sono all'origine, e anche le prospettive di un futuro sviluppo fin da allora riconosciuto necessario, anzi inevitabile:
48
e_ Q_ CAVATIO, A lloggiamento dello Stato d i Milano , PER O. B. e C. G. MALATESTA STAMPATORI, MILANO 1653, pp. 25 1 - 26L
49
M _ D'AYALA, Op. cii., p. 305_
50
G. M . 1832, pp. 191 - 195.
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I.A LOCWfflCA DELL'ESERCITO - VOL. I
considerando che riesce continuamente necessario all' effettuamento dei trasporti militari di poter disporre di una forza militare a ciò specialmente chiamata, organizzata in conseguenza e in rapporto coi bisogni del servizio, abbiamo giudicato opportuno di creare un corpo di conducenti appartenenti alla nostra milizia, il quale sia formato in modo che soddisfi alle esigenze del servizio nostro, ed essere altresì, all'occorrenza, suscettivo di quel maggiore sviluppo richiesto dalle circostanze_
Il corpo, al momento, viene articòlato in due divisioni con il relativo Stato Maggiore. Ciascuna divisione - che, ripetiamo, nel caso specifico non ha nessuna parentela con le divisioni (operative) cli fanteria o cavalleria, ma assume il semplice significato letterale di suddivisione - è articolata in sezioni; ciascuna sezione, in due squadre. La forza della divisione è, in effetti, più o meno corrispondente a quella di una compagnia; quella della sezione equivale ad un plotone. li Regio Viglietto sente anche il bisogno di precisare che i soldati appartenenti al corpo godranno dello stesso trattamento degli altri: ciò è forse una reminiscenza di antiche discriminazioni nei riguardi degli appartenenti ai Servizi, a cagione del loro status non militare_ Viene infine assegnato al corpo, in tempo di pace, e ogru volta che non vengano somministrati viveri in natura, un soprassoldo di IO centesimi per ogni sottufficiale e soldato, gestito a livello di reparto per sopperire alle esigenze di acquisto viveri per piccoli distaccamenti, quando il reparto è in marcia_ Il corpo risulta ancora composto da soldati d'ordinanza, cioè a lunga ferma, anche se si apre la via all'immissione di soldati di leva _ La divisione ha I tenente, un sottotenente, 2 sergenti, 4 caporali, 1 selaio , 1 maniscalco, 1 trombettiere e 48 conducenti, con 9 cavalli da sella e% da tiro (per 24 carri)_ Nella stessa occasione vengono anche dettate minute norme per l' amministrazione del corpo (autonoma e facente capo al comandante stesso), per il vestiario, le bardature, e gli arredi e le paghe. Nonostante le sue finalità ispiratrici che corrispondono all'effettiva esigenza di avere un servizio più preciso, puntuale e aderente specie in tempo di guerra, la nuova soluzione sembra presentare anch'essa inconvenienti di carattere disciplinare. Lo dimostrano alcune prescrizioni del 183451, nelle quali si raccomanda che gli occorrenti trasporti vengano eseguiti dal treno con la maggior cura possibile, e si lamentano notevoli guasti al materiale trasportato per effetto della trascuratezza dei conducenti e dei comandanti delle condotte.
51
R. Determiuaziuuc: u . 1985 in data 23 gennaio 1834.
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Dal 1832 in poi, comunque, la storia del corpo è contraddistinta da continui ampliamenti dei compiti e dei conseguenti organici. Nel 1833 vengono definite nel citato regolamento per le truppe in campagna (Tavola Il} le competenze dei mezzi di trasporto, dal quartier generale d'armata fino al battaglione di fanteria, considerando che la portata dei carri a quattro ruote e quattro cavalli è calcolata da 120 e 160 rubbi (Kg 960 - 1280); dei muli, da 12 a 13 rubbi (Kg 105 circa). Ad esempio un battaglione di fanteria deve avere i seguenti mezzi di trasporto: 3 carri a 4 cavalli per trasporto viveri; l carro a 2 cavalli per trasporto bagagli del comandante, del cappellano ed oggetti diversi; 12 muli per trasporto bagagli ufficiali e materiali delle compagnie; 3 muli per trasporto marmitte; 1 mulo per trasporto oggetti d'ambulanza (l'ambulanza di divisione ha però 6 carri a 4 cavalli per trasporto oggetti e materiali e altri 6 per trasporto feriti). La forza del corpo viene incrementata già il 20 ottobre dello stesso anno 1832 e anche il 21 aprile 1833. Con Sovrana Determinazione del 21 ottobre 183452 il corpo viene ancora aumentato, stabilendo che le sezioni di ciascuna divisione siano 3 e non 2. In tempo di pace, si assegna al corpo il compito di effettuare i trasporti nell'ambito dei reggimenti di fanteria e cavalleria tra deposito e battaglioni attivi, di trasportare i bagagli dei reggimenti in caso di cambi di guarnigione, e infine di effettuare i trasporti delle Aziende di guerra e di artiglieria, ogni volta che ve ne sia l'opportunità, "a risparmio di spese per il nostro erario" (cioè in sostituzione di imprese civili convenzionate, che continuano ad operare). È anche istituita nello stesso anno 1834 la lettera di vettura in duplice copia, nella quale sono riportati quantità e degli oggetti, qualità, peso e numero dei colli e casse, loro destinazione. La lettera di vettura deve essere consegnata dal mittente al comandante del convoglio, che rilascia ricevuta di ogni oggetto ricevuto e ne diventa responsabile sino alla consegna, anche in caso di danneggiamenti non attribuibili a difetto di imballaggio. Ci si preoccupa molto, nella citata Sovrana Determinazione del 1843, di tutelare l'autonomia del corpo e impedire che esso venga impiegato in servizi eccessivamente gravosi: i carri e cavalJi del treno, anche se distaccati presso i Presidi, non devono mai muovere se non dietro ordine del coman-
52
G . M. 1834, pp. 539 e segg •.
264
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO • VOL. I
dante del corpo, al quale vanno esclusivamente indirizzati ordini e richieste. I servizi di trasporto per conto dell 'Azienda generale di guerra e/ o di artiglieria sono effettuati solo su richiesta di queste ultime; non devono essere fatti, tra battaglioni e depositi, più di quattro trasporti all'anno, le richieste dei comandanti di corpo devono pervenire con molti mesi di anticipo, ecc ... Una volta decentrati i mezzi a un corpo, l'ufficiale ai bagagli del corpo stesso ne diventa responsabile. È però proibito ai corpi di caricare troppo i carri, e ne risponde il predetto ufficiale ai bagagli. In sostanza il treno nel 1834 non serve più unicamente per provviste ma per trasporti in genere, e costituisce volano centrale per interventi a ragion veduta per conto dei reparti e dell'Amministrazione militare, fermo restando che l'artiglieria e l'Azienda generale di guerra possano provvedere per conto proprio e anche senza il treno alle proprie esigenze. Con il treno militare, pertanto, non vengono effettuati tutti i trasporti, ma solo quelli di volta in volta ritenuti più importanti ed economici. Con il citato Regolamento per le somministrazioni a farsi alle tmppe in marcia, in distaccamento, e agli alloggiamenti in data 9 agosto 183653 si stabiliscono numerose modalità organizzative e di dettaglio, distinguendo tra trasporti diretti (quelli effettuati andando direttamente dalla località di partenza alla località di destinazione, indipendentemente dal movimento delle truppe) e trasporti al seguito (quelli effettuati, appunto, seguendo le truppe sullo stesso itinerario). Si ricorre ai trasporti diretti per il grosso bagaglio, dal quale fanno parte le stoffe e i materiali e armi di ogni specie esistenti nel magazzino del corpo, gli strumenti e utensili dei corpi, le marmitte grandi, i materiali dell'infermeria, le carte, casse e il denaro del consiglio di amministrazione. I trasporti al seguito riguardano il minuto bagaglio (materiali di uso quotidiano al seguito immediato dei battaglioni e delle compagnie, cioè effetti di compagnia, bagagli degli ufficiali, militari che "siano nell'assoluta incapacità di andare a piedi"; questi ultimi devono essere muniti di un certificato medico, compilato su apposito modello). Ogni volta che vi è necessità di effettuare un trasporto diretto, il consiglio di amministrazione del corpo indirizza al commissario di guerra una nota particolareggiata degli effetti da trasportare, con l' indicazione approssimata del peso. li consiglio nomina, inoltre, un ufficiale al bagaglio, che deve sovraintendere a tutte le operazioni.
53
G. M . 1836, pp. 3 19 • 365.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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I corpi sono tenuti a imballare e incassare accuratamente i materiali, in modo che non corrano pericolo di essere smarriti o danneggiati_ A spese dell'impresario si procede alla pesatura dei carri vuoti e carichi, onde determinare il peso netto trasportato. Alle operazioni assistono un incaricato dell'impresa, l'ufficiale al bagaglio e il sotto commissario di guerra. La pesatura avviene alla pesa pubblica, con bollette rilasciate dal pesatore, firmate dal commissario di guerra e consegnate all'impresario. Si tende palesamente a evitare la possibilità di frodi: il sottocommissario, infatti, una volta pesati i carri deve disporre perchè siano subito caricati, ovvero, non potendosi, farà collocare i carri in un luogo apposito e sicuro, avvisando al modo di scansare ogni qualunque sostituzione che l'impresario potesse operare nei medesimi a danno del regio erario.
La qualità e il numero dei colli e casse risulta da una polizza di carico, compilata in triplice copia e sottoscritta da coloro che presenziano alla pesatura. Una delle copie va all'impresario, la seconda all'ufficiale al bagaglio e la terza al sottocommissario, che la spedisce ali' Azienda generale di guerra per il pagamento del trasporto all'impresa. Una volta che i carri sono giunti a destinazione l'ufficiale al bagaglio, in contradditorio con l'impresario, procede al controllo dello stato e della quantità del bagaglio. Se non riscontra irregolarità, ne rilascia dichiarazione scritta all'impresario sulla stessa polizza di carico. In caso di mancanze di materiali o di danni chiede l'intervento del sotto - commissario di guerra, che procede agli atti occorrenti a riconoscere e comprovare i danni; questi vengono stimati da due periti scelti l'uno dal corpo, e l'altro dall' impresario. In caso di mancato accordo il sotto - commissario di guerra chiede alle "potestà amministrative del paese" di nominarne un terzo, il cui giudizio viene ritenuto definitivo. Analoghe procedure vengono adottate per i trasporti al seguito, nei quali la figura dell'impresario è sostituita dal comandante o direttore della condotta, che prende in consegna il bagaglio - regolarmente pesato - e ne è garante. Infatti i trasporti al seguito, per quanto possibile, sono effettuati o dal treno di provianda oppure con altri mezzi direttamente a cura del governo (quindi, evitando di servirsi di imprese convenzionate). A tal fine, se lo ritiene opportuno l'Amministrazione militare ricorre a mezzi di trasporto forniti dai Comuni. Per i trasporti al seguito, apposite tabelle fissano: il carico massimo dei carri; il peso massimo di bagaglio consentito ai reparti di fanteria e cavalleria;
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL I
il numero di carri e cavalli da assegnare ai corpi di truppa in marcia; il peso del bagaglio consentito agli ufficiali dei vari gradi. I quantitativi indicati per le varie esigenze sono i seguenti: CARRI ASSEGNATI Al CORP I DI TRUPPA IN MARCIA PER MINUTO BAGAGLIO ED EQUIPAGGIAMENTO
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V · SERVIZI TllASPORTI E MATE RI ALI
Art. 20 . Carico dè carri, e delle bestie da soma.
58. Sieno i trasporti al seguito effettuati cò mezzi propri del governo, ovvero sieno eseguiti per opera delle comunità, i carri o le bestie da soma non potranno mai essere caricati di un peso di robe, o di un numero d'uomini che ecceda la quantità seguente: da 1 cavallo da 2 cavalli o buoi da 3 cavalli o buoi da 4 cavalli o buoni Barocci tratti da 2 buoi Cavalli o muli da soma o da sella
rub. di Piem. id. id. id. id. id.
36 ovvero 75 110 150 36 12
da 1 a 4 uomini da 5 a 8 id. da 9 a 12 id. da 13 a 16 id. da 1 a 4 id. da 1 uomo
Art. 22 - Peso stabi)jto pel minuto bagaglio. § 62. Per ricar il minuto bagaglio fin qui descritto, i reggimenti avranno ragione ai mezzi di trasporto necessari per la concorrenza unicamente del peso seguente: Ogni reggimento di Ogni reggimento di Ogni reggimento di Ogni battaglione di Ogni battaglione di Ogni reggimento di squadroni
fanteria di due battaglioni cavalleria di sei squadroni cavalleria di cinque squadroni fanteria composto di sei compagnie fanteria composto di 4 compagnie cavalleria composto di soli quattro
rubbi )) ))
»
» »
380 290 240 190 150 190
Art. 23 - Peso degli equipaggi conceduti agli uffiziali. § 66. Gli uffiziali di qualunque arma, che marcino colla truppa, di
cui sieno parte, avranno ragione al trasporto dè loro equipaggi fino alla concorrenza del peso seguente: Colonnello o tenente colonnello comandante un corpo
rub.
36
Tenente colonnello Maggiore Capitano, cappellano, chirurgo maggiore
» » »
24
Tenente, sotto-tenente, chirurgo maggiore in 2a
»
5
18 8
compreso in essi il trasporto delle carte ed oggetti spettanti alla sua particolare cancelleria.
268
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
§ 67. Qualunque parte degli equipaggi degli uffiziali la quale oltrepassi il peso assegnato al rispettivo grado, sarà fatta trasportare alle spese e per cura del proprietario, il quale dovranno a questo fine valersi di quei mezzi che stimi meglio conferire al caso suo; nè potrà servirsi della via dei traspsorti di precetto, pagando il prezzo fissato nella tariffa, art. 35, fuorchè nel caso unicamente di ben comprovata impossibilità di rinvenire altre maniere di trasporto.
Questi quantitativi valgono per ufficiali di tutti le Armi, esclusi - per motivi che non è facile intuire - i Carabinieri Reali. Rispetto alle Tavole I e II del regolamento di servizio del 1833 nel 1836 i quantitativi di bagaglio previsti per gli ufficiali sono confermati, mentre per i mezzi di trasporto diminuiscono i carri del reggimento di cavalleria (da 9 a un massimo di 4). Complessivamente aumentata, invece, la capacità di trasporto prevista per il battaglione di fanteria. Va però considerato che il regolamento del 1836 si riferisce alle truppe in marcia, di preferenza in tempo di pace. Esso inoltre non contempla, diversamente dal regolamento del 1833, bestie da soma, stabilendo che nei luoghi montuosi" i trasporti si effettueranno col sostituire ai carri quante bestie da soma siano al caso occorrenti". I sottufficiali o soldati isolati che non siano in grado di camminare a piedi e si trovino in particolari condizioni espressamente stabilite dal regolamento (inviato dal corpo in ospedale, destinato a transitare da un corpo attivo ai veterani e invalidi, congedato per riforma, trasferito da un corpo all'altro ... ecc.) hanno diritto a un mezzo di trasporto che viene loro concesso dal commissario o sottocommissario di guerra. Questi si basa su di un certificato medico, nel quale deve essere specificato se il mezzo da concedere deve essere una cavalcatura o un carro. Il commissario segna sul foglio via i nominativi dei militari interessati (che deve cercare di riunire in drappelli), i quadrupedi e carri da fornire e fino a quale luogo devono essere forniti. I mezzi di trasporto possono essere fomiti anche dai Comuni. In tal caso
i corpi, drappelli o militari isolati non potranno mai pretendere dalle città o comunità la fornitura d i mezzi di trasporto se non appoggiando la loro richiesta verbale al sindaco della città e comune colla esibizione del foglio di via o dell'ordine di marcia, di che devono viaggiare muniti, e che acu:nnar deve la simile fornitura.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIAl.l
269
Le norme per la concessione di mezzi di trasporto da parte dei Comuni per esigenze militari, formano oggetto di apposite disposizioni. I pagamenti ai Comuni per le prestazioni fornite avvengono sulla base di apposite tariffe, calcolate per ogni miglio piemontese: per un carro da un cavallo L. 0.45 .. .... Per taluni Comuni (Susa, Tenda ecc.) che devono fornire carri per valicare dei passi alpini è prevista una maggiorazione, che viene concessa anche ai Comuni che, per trasporti in luoghi montuosi o per le condizioni delle strade, devono sostituire con bestie da soma i carri. La mancanza di tende che è tipica degli eserciti della Restaurazione porta a dare grande importanza all'alloggiamento di truppe e quadrupedi durante i movimenti, sia per il tempo di pace che per il tempo di guerra. Il regolamento del 1836 fissa pertanto nel dettaglio le modalità per l'esercizio da parte delle truppe del diritto a/l'alloggio, che deve avvenire a cura dei Municipi e delle Comunità locali, sia per reparti organici che per militari isolati, previo o meno successivo rimborso delle spese. Per gli ufficiali e impiegati, apposite tabelle indicano nel particolare il numero di camere dovuto e l'arredamento, che sono in relazione al grado rivestito . Al personale di ogni grado è inoltre dovuto - salvo numerose eccezioni - un soprassoldo di marcia oppure un'indennità di via dai quali sono però esclusi i Carabinieri, che bano diritto a speciali trattamenti. L'indennità di via compete al personale che viaggia isolato; il soprassoldo di marcia, al personale inquadrato in reparti organici. Ai generali competono L. 1.70 per miglio piemontese di indennità di via, ai colonnelli centesimi 45 per ogni miglio, a tutti gli altri ufficiali e impiegati centesimi 35; centesimi 12 sono previsti per i sottufficiali, centesimi 9 per tutti gli altri. Il soprassoldo di marcia va dalle L. 3 giornaliere per il colonnello, alle L. 2 per gli altri ufficiali e impiegati, mentre per i sottufficiali non si devono superare i centesimi 25 al giorno (per la truppa, centesimi 15). Le modalità principali per la concessione dell'alloggio sono così definite:
Art. 46 - Diritti all'alloggio militare § 135. Qualunque corpo, compagnia, squadrone, o drappello di truppe, o d'inscritti nella leva, che sia in marcia, ed abbia un regolare
foglio di via, od ordine di mossa, ha ragione di essere alloggiato in tutte quelle città, o comunità, nelle quali gli occorra di pernottare, o soggiomart:, st:eondo l'itinerario in esso foglio, od ordine prescritto.
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LA LOGl!>"TICA DELL'ESERCITO - VOL. I
§ 136. Hanno similmente ragione ad essere alloggiati in que'luogh.i,
ove debbano pernottare, o soggiornare, secondo il rispettivo itinerario, què militari, i quali viaggiano isolati per effetto del regio servizio, ognorachè abbiano il foglio di via, od ordine di marcia detti poc'anzi. § 137. Nel tempo di pace, ognorachè si tratti di militari isolati, l'alloggio competerà solamente ai bass' uffiziali, ed ai soldati. Gli uffiziali isolati non saranno in diritto d'averlo. § 138_ Nel tempo di guerra poi, non pure i militari tutti, qualunque ne sia il grado, ma gl'impiegati altresì delle amministrazioni militari all'armata, i quali viaggino isolatamente per servizio, ed abbiano un ordine di marcia, o un foglio di via, saranno sempre alloggiati nei luoghi dove pernottino, o soggiornino, secondo il loro itinerario. § 139. L'alloggio militare dovuto, giusta il§ 135, ad ogni corpo, compagnia, squadrone, o drappello in marcia, competerà non solamente ai bass'uffiziali e soldati, ma bensì ancora agli uffiziali di qualsivoglia grado, i quali sieno parte di tali corpi, o salmerie che spettino ai militari isolati, od à corpi, o drappelli in marcia. Ed a questo fine le città e comunità hanno obbligo di assegnare ad ogni corpo o drappello le stalle occorrenti à cavalli, ed i luoghi opportuni a ricoverar il bagaglio; come eziandio i luoghi che fossero necessari per collocare i corpi di guardia che il comanante della truppa giudicasse conveniente di stabilire. § 141. I corpi, le compagnie, gli squadroni o drappelli di truppe o d'inscritti nella leva, ed i militari isolati saranno considerati come in marcia, ognorachè la loro soffermata in un sito non sia per eccedere i giorni tre. Ove poi la soffermata si proroghi oltre i tre giorni, in allora saranno tali truppe, per quanto si appartiene alla somministrazione delJ'alloggio, considerate come agli alloggiamenti. Art. 47 - Alloggio militare quando somministrato gratuitamente. § 142. le città e comunità, giusta il disposto dallo speciale regolamento loro più sovra menzionato, sono in obbligo di somministrare gratuitamente l'alJoggio alle truppe, ed ai militari che sieno in marcia, e di soddisfare alla simile fornitura mediante l'esibir che ad esse venga fatto del foglio di via o dell'ordine di marcia. § 143. La somministrazione dell'alloggio militare però segue gratuitamente nei casi soltanto in cui non oltrepassi per ogni corpo di truppa o militare isolato i giorni tre; mentre, ognorachè sia per eccedere tal termine, le città e comunità hanno ragione alle buonificazioni, di cui al capo 3 di questo titolo, considerandosi in allora le truppe come agli alloggiamenti giusta il tenore del § 141.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
271
I successivi provvedimenti riguardano specificamente lo stato di guerra_ In particolare, il Sovrano Provvedimento del 18 agosto 184054, ancora in vigore all'inizio della campagna del 1848, intende adeguare il Servizio alle esigenze di guerra, e si ripromette di dare al corpo del treno di provianda tale ordinamento, che vimmeglio sempre sia ragguagliato ai diversi servizi, che debbano essere adempiuti dal corpo ora detto sì presso l'armata, che presso l'amministrazione militare, non pure nel tempo di pace, ma bensì anche e più specialmente nel caso di guerra.
Le divisioni, che sono 4 in tempo di pace, in tempo di guerra passano a 8, viene prevista una larga immissione di soldati provinciali (cioè di leva), e la forza totale sul piede di guerra è di 40 ufficiali, 304 sottufficiali, 1186 soldati, 314 cavalli da sella e 1920 cavalli da tiro (non era fissato il numero di carri, che avrebbero dovuto essere, in guerra, ragguagliato alla "diversa qualità delle condotte e dei trasporti"). Le sezioni (assimilabili al plotone) in guerra dovrebbero essere quattro per ciascuna divisione. Queste ultime equivalgono, a loro volta, a una grossa compagnia (4 ufficiali, 37 sottufficiali, 148 truppa, 19 cavalli da sella 60 e da tiro). Ben delineata e rafforzata la struttura logistica: organi direttivi al livello di Stato Maggiore del corpo sono l'aiutante maggiore e l'ufficiale pagatore; organi esecutivi , l sottufficiale furiere, 2 sottufficiali veterinari, 1 sergente scudfore, 2 soldati carradori (cioè addetti alla riparazione carri). Al livello di sezione, solo la 1° ha un sottufficiale furiere, l sellaio - borrigliere e un maniscalco (evidentemente, si tratta di personale che può svolgere queste funzioni anche per tutte le altre). In sostanza gli organi logistici sono limitati all'amministrazione e mantenimento in efficienza di carri, finimenti e cavalli, ai quali si attribuisce grande importanza (sintomatica la presenza nel corpo di due sottufficiali veterinari, ma di nessun sottufficiale di sanità). Subito dopo l'inizio della guerra con ordine del 31 marzo 184855, le divisioni sono fissate a 5, ciascuna però su 4 sezioni. Ciascuna divisione ha 4 ufficiali, 13 sottufficiali (di cui un furiere), 227 militari di truppa (di cui un sellaio e un maniscalco), 44 cavalli da sella e 344 cavalli da tiro. In totale (compreso lo Stato Maggiore) 28 ufficiali, 71 sottufficiali, 1140 militari di truppa, 229 cavalli da sella e 1720 da tiro.
54
G _M. 1840, pp. 1863 - 1870.
55
G_M. 1848, pp. 142 - 147.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
Un ordinamento - va notato - che prevede una forza inferiore a quella sancita nel citato provvedimento del 1840, e al tempo stesso si ripromette "di ordinare il treno di provianda in modo consentaneo alle attuali esigenze, massime per quanto riflette alla condotta e trasporto delle colonne di munizioni da guerra in sussidio dell'artiglieria", prevedendo anche che il corpo debba essere impiegato - quando avrà raggiunto un maggiore sviluppo - per il traino
dell'equipaggio da ponte, dei parchi dei corpi d'armata, della parte mobile del parco generale pure d'armata e venir anche adoperato nelle altre condotte e trasporti in servizio dell'annata stessa , portati dalla sua instituzione.
Come spiegare questa contrazione? Con ogni probabilità con ragioni di carattere economico, di disponibilità di personale idoneo o con difficoltà di reperimento dei mezzi di trasporto e dei quadrupedi, che consigliano di costituire le nuove divisioni gradualmente, e man mano che la disponibilità di mezzi, quadrupedi e personale lo consente. In effetti , il para. 8 dell'Art. 3 del citato ordine del 31 marzo 1848 prevede anche la formazione man mano di un numero non precisato di nuove divisioni "che esigenze del servizio saranno per richiedere", e con R. D. del 2 maggio 184856 si rafforza lo Stato Maggiore e si aumenta il numero dei maniscalchi a uno per sezione, preannunciando la formazione graduale di successive divisioni. Così, le divisioni sono man mano aumentate fino a raggiungere il numero massimo di 14 il 14 febbraio 184957. Nonostante questi ampliamenti successivi, comunque, nel 1848 la soluzione per i trasporti necessari all'armata rimane ancora mista, in parte militare, in parte civile, a mezzo di imprese che stipulano appositi contratti con l'Amministrazione Militare; in più, si conta come sempre sui concorsi da parte dei Comuni.
56
G.M- 1848, pp. 255 - 157_
57
G. M. 1849, p . 80.
V - SllRVIZI TRASPORT I E MATERIALI
273
Il 25 giugno 1848 viene stipulato un " atto di sottomissione" tra l'amministrazione militare e l'impresa Beltrami - Vinelli, alla quale si appaltano i grandi trasporti tra le truppe operanti (solo in Lombardia e nei ducati, escluso quindi il Veneto!) e i depositi reggimentali o magazzini e organi logistici retrostanti: i trasporti strategici insomma, lasciando alla competenza militare del treno quelli tattici, a breve distanza dal nemico_ I signori Beltrami e Vinelli si impegano ad eseguire, fino a diverso ordine dell'amministrazione militare,
il servizio dei trasporti da questa capitale (Torino - n_d ,r.), da Alessandria e dalle stanze dei depositi dei reggimenti di fanteria in Piemonte, a Milano ed altri punti di stanza di Regia Truppa nella Lombardia e Ducati, e viceversa, degli effetti militari sì di vestiario che di caserma, secondo che viene determinato dai capitoli suddetti, che loro verranno ordinati tanto da questa generale azienda, che dall'Intendenza generale d'armata ed uffizi da quella a questa dipendenti" 58 _
Sono definiti per contratto il numero di giornate da impiegare in marcia nelle varie tratte, e il prezzo da pagare per ogni Kg: ad esempio si va da un minimo di L. O, 340 per la tratta Tortona - Pavia (3 giorni di viaggio previsti) a un massimo di L. 1,50 da Torino a Verona e Peschiera (11 giorni di viaggio). Una severa reprimenda è indirizzata ai corpi da parte del Capo di Stato Maggiore generale Di Salasco, che il 10 maggio 1848, a campagna già in corso , interviene duramente per disciplinare e limitare l'uso (trasformatosi in abuso) dei carri:
SM informata che, a malgrado degli ordini e delle istruzioni fin qui date sul numero dei carri, di cui ciascun reggimento può valersi per trasporto dei propri equipaggi e per quello dei viveri, regna tuttavia fra molti dei medesimi un disordine riprovevole, essendovi dei reggimenti che tengono al loro seguito una quantità esorbitante di carri, con spreco dei foraggi, di cui si scarseggia,
58
Q_M, 1848, pp. 398
e segg.
274
LA LOGISTICA llELl.'ESERCITO - VOL. I
tanto maggiore che sono essi tirati da buoi, ed a soverchio carico degli abitanti dei paesi amici o occupati dall' esercito, vuole che siano dati ordini severi, affinchè cessi senza dilazione un tale disordine, e che ogni reggimento o corpo non abbia d'ora in avanti che un solo carro a due cavalli per btg. , squadrone o batteria, per il trasporto del bagaglio, e due altri per quello dei Viveri: i capi dei corpi saranno responsabili della esatta esecuzione di questo divieto, e licenzieranno immediatamente tutti i carri sovrabbondanti. L'Intendente generale d'aITQata si darà pensiero di far sostituire al più presto possibile cavalli a buoi, che per solo caso di necessità dovranno ancora essere trattenuti presso i corpP9 •
Nel complesso, per tutta la prima fase della campagna il corpo fornisce una cattiva prova, sia perchè i suoi compiti non erano stati ancora ben regolamentati, sia perchè i continui ampliamenti con personale, materiali e quadrupedi raccogliticci avevano impedito la coesione, la disciplina e il rendimento. Così, in merito, lo stesso generale Di Salasco crudamente riferisce: in verità il corpo del treno di provianda risentiì dello sviluppo straordinario che dovette ricevere all'improvviso: e sottufficiali infidi e inesperti, con pessimi elementi tra i soldati, fecero nascere molti problemi e crearono disordini. Si vendeva l'avena, e per mancanza di nutrimento e di cura del governo dei quadrupedi molti di essi ben presto diventarono inutilizzabili60 •
Nell'agosto 1848 il corpo conta 11 divisioni ad organico incompleto, ed ancora una volta si rende necessario completarne la forza attingendo ad altri reparti, che naturalmente inviano gli elementi peggiori, costringendo il generale Bava a lamentare con il Ministero che lo straordinario accrescimento che si è dovuto dare tutto ad ml tratto al treno di provianda, non avendo per avventura permesso di curare la scelta degli individui che dovevano farne parte, esso si trova ora in gran parte composto di truppa sulla quale non si può contare, ed il vizio non prende soltanto origine dell'ignoranza del servizio e dalla cattiva indole dei soldati, ma benanchè dall'influenza di parecchi ufficiali6 1•
59
G.M. 1848, p. 275
60
MrNISTERO DELLA GUERRA, La campagna del 1849... (Cit.), p. 130.
61
/vi, p . 131.
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
275
Per cercare di mettere sotto controllo la confusa situazione, a fine agosto 1848 lo Stato Maggiore dirama l'ordine di concentrare tutti i carri e quadrupedi d'ogni genere in Alessandria per un riordinamento generale, ma molti corpi, dislocati a considerevoli distanze, non sono in grado di privarsi nemmeno momentaneamente di mezzi di trasporto necessari per la loro vita quotidiana e il concentramento non può dare, in pratica, quei risultati che si speravano. Solo il 7 novembre 1848, sulla base delle esperienze acquisite e in vista della ripresa delle operazioni, viene emanata l'Istruzione sui servizi
dei trasporti a/l'armata del corpo del treno di provianda, sussidiato da uomini e cavalli del treno ausiliare, e con carri di precetto62 , al quale è allegata una tabella - frutto del lavoro di apposita commissione - che riporta quantità e ripartizione dei mezzi stessi. Secondo tale istruzione il treno deve provvedere anche al trasporto dei viveri, al traino delle ambulanze e delle vetture del genio, e infine dei carri e pezzi di artiglieria. Sulla base di tutte le esigenze di carattere organico, si incarica il comandante del corpo del treno di far conoscere il numero di cavalli e carri che ancora occorre per disimpegnare i trasporti che gli sono affidati, mentre, dal canto suo, l'Amministrazione militare provvederà a fornire per mezzo di un "treno sussidiario dato ad impresa" il numero di carri, cavalli e conducenti ancora occorrenti. Il Ministero della guerra ha comunque facoltà, su proposta dell'Intendente generale, di licenziare in qualsiasi momento il numero di conducenti civili che potrà risultare superfluo, dietro preavviso di IO giorni. Per il servizio di trasporto dei viveri e delle ambulanze viene deciso - tenendo evidentemente conto della loro importanza e del loro carattere "tattico" - che esso deve essere preferibilmente affidato a conducenti ed equipaggi militari, e solo se le circostanze lo richiederanno, potranno essere utilizzati in loro aiuto anche conducenti civili . Al genio, forse in relazione al minor carattere "tattico" che allora aveva l'Arma, sono assegnati solo uomini e cavalli del "treno sussidiario" civile, sotto il controllo di sottufficiali del treno militare.
62
G.M . 1848, pp. 787 - 792.
276
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO • VOL. I
Molta cura emerge dal regolamento per il coordinamento dei trasporti svolti dal treno con le altre attività dei reparti. Anzitutto, vengono precisati gli elementi che devono essere contenuti nelle richieste di trasporto, le quali debbono precisare se le vetture debbono, o no, far ritorno al luogo di partenza, e inoltre (nell'ordine): giorno e ora di partenza, forza e composizione del convoglio, materiali da trasportare, luogo dove devono essere caricati, norme, grado e impiego di chi li spedisce, destinazione e generalità di chi deve riceverli. L 'istruzione si preoccupa molto anche di evitare conflitti di competenza tra comandanti del treno e comandanti dei reparti per i quali il treno deve effettuare i trasporti, con particolare riguardo all'artiglieria:
sarà particolare cura degli uffiziali d'artiglieria e del treno di avere ognora in mira il bene del servizio, e di non lasciarsi mai guidare nelle continue relazioni che debbono avere fra di loro da una idea di puntiglio, suscettibilità e malinteso amor proprio. Inculcheranno queste massime ai loro subordinati, e procureranno sempre di agire di concerto, e col voluto perfetto accordo. Importando sommamente alla disciplina, che truppe conviventi assieme siano governate in modo uniforme, gli uffiziali delle due armi dovranno concertarsi acciò, per cagion d'esempio, un'istessa mancanza, od a una mancanza commessa assieme da individui dei due corpi sia uniformemente punita. I soldati del treno non possono essere impegati - normalmente - in servizi che non siano la cura delle vetture delle quali è loro affidato il traino, "cioè ingrassarle, pulirle ecc.". E il regolamento si spinge persino a precisare che
quando ciò non venisse fatto a dovere, l'uffiziale comandante l'artiglieria potrà invitare il comandante del treno a ,ciò far eseguire nei modi voluti. Gli uomini del treno comandati presso l'artiglieria passano in sussistenza al reparto di artiglieria con il quale operano, che li amministra; peraltro su di essi si esercita l'attività ispettiva del comandante del corpo e dei suoi ufficiali, il quale dispone i mutamenti in uomini e cavalli ritenuti necessari. I comandanti di corpo sono responsabili dei cavalli, carri o muli assegnati
V - SERVIZI TRASPORTI E MATERLALI
277
loro per il trasporto viveri e ambulanze, e non possono distogliere uomini e cavalli dal servizio cui sono destinati. È proibito a chicchessia di valersi di carri, uomini e cavalli del treno militare civile per proprio uso privato: comandanti di corpo debbono comunque informare il comandante del treno di tutto ciò che riguarda la disciplina, il vestiario e lo stato dei cavalli. Secondo l'istruzione, infine, è indispensabile che l'lntendente generale dell'armata e i commissari di guerra che lo rappresentano nelle divisioni - come responsabili del buon andamento dei Servizi - conoscano con esattezza, in ogni momento, i mezzi del treno dei quali possono disporre_ Pertanto, il comandante del treno prima di emanare ordini alle sue divisioni, li deve concertare con l'Intendente generale d'armata. Gli ordini per i trasporti devono essere dati a livello d'armata da quest'ultimo, e a livello divisione dai commissari, che trasmettono all'ufficiale che comanda il treno presso la divisione gli ordini ricevuti in merito dal generale comandante. Riportiamo integralmente (DOCUMENTO 7) la tabella relativa al1' assegnazione dei carri e cavalli a Comandi e Reparti per le varie esigenze di comando e logistiche e per il traino del materiale di artiglieria: attraverso di essa, infatti, si può avere un'idea esatta dell'importanza attribuita a ciascun Servizio e del relativo peso logistico. Dalla tabella risulta che le ambulanze erano 40 (20 a quattro cavalli e 20 a due) al livello di Intendenza generale d'armata (quale volano), e altre 60 (30 a quattro cavalli e 30 a due) presso le cinque divisioni, considerate in ragione di 6 a quattro cavalli e 6 a due per ciascuna divisione. Numero certamente insufficiente per fronteggiare con tempestività ed aderenza le punte di perdite, visto che nel 1849 gli uomini effettivamente scesi in campo - secondo un calcolo dello Stefani - erano 85000 su un totale di 100000 circa63 , che il numero delle divisioni impiegate nel marzo 1849 sarebbe stato di 7 e non di 5, che in ogni divisione vi erano 4 reggimenti di fanteria, e che i battaglioni fanteria considerati nella tabella erano solo 79, e sarebbero stati molti di più alla ripresa delle operazioni.
63
F. STEFANI, Op. cit., pp. 67 - 70.
278
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
Ugualmente scarsi i mezzi di trasporto per il battaglione di fanteria, visto che ad ogni battaglione per il trasporto "viveri, equipaggi, marmitte," vengono assegnati 3 carri a 4 cavalli e 1 carro ad I cavallo, il che limita assai l'autonomia logistica del battaglione stesso, e richiede, evidentemente, un perfetto funzionamento (possibilmente dall'indietro verso l'avanti) dei Servizi, con particolare riguardo ai due essenziali in guerra, cioè viveri e munizioni. In definitiva, dopo che la prima frute della campagna aveva già ampiamente messo in luce l'inadeguatezza dei mezzi di trasporto previsti sia dal Regolamento di servizio del 1833 (Tav. Il), sia dell'ordine Di Salasco del 10 maggio 1848, i quantitativi stabiliti della tabella allegata all'Istruzione del novembre 1848 risultano nel complesso ancora inferiori a quelli fissati nel 1833, mentre segnano un limitato aumento, per i mezzi a livello battaglione, rispetto a quanto previsto dal Di Salasco nel maggio 1848. Probabilmente questi mutamenti nel corso della campagna più che da valutazioni di carattere strategico, derivano dalla reale disponibilità dei mezzi di trasporto, di per sè già tale da negativamente condizionare il funzionamento di tutti i Servizi. Anche la scarsa uniformità dei criteri adottati, più che confusione di idee, sembra denotare lo sforzo di adeguarsi obtorto collo alle diverse esigenze e possibilità che di volta in volta si presentano, e di rimediare alla scarsità di mezzi. Nonostante tutti questi provvedimenti che si susseguono in maniera quasi frenetica, nel marzo 1849, alla ripresa delle ostilità, la situazione dei trasporti rimane poco soddisfacente non solo per la perdurante scarsità dei mezzi, ma anche per la poca capacità del personale e per l'organizzazione non ancora a punto: conseguenza in certa misura inevitabile del troppo rapido accrescimento. Troppo ottimistico, pertanto, si rivela quando scrive in data 19 marzo 1849 il nuovo Intendente generale Montale al "generai maggiore" dell'armata Chrzanowski: tutti i carri, sia del treno di provianda, sia del treno borghese sussidiario, che furono messi a disposizione di questa intendenza generale, vennero secondo che risulta, ripartitamente assegnati ai diversi corpi dell'esercito, questi sono ora forniti di mezzi sufficienti per trasporto degli equipaggi, delle marmitte e dei viveri per giorni 3, meno però il pane da munizione. Allorquando adunque la S. V. ili. ma intenderà di far muovere l'armata, essa potrà recare con sè i viveri per tre gg 64•
64
M1N1STERO DELLA GUERRA, La campagna del 1849... (Cit.), P- 134_
V - SERVIZI TRASPORTI E MAT ERIA LI
279
I risultati finali, e i conseguenti negativi riflessi sulle operazioni del marzo 1849, sono ben diversi dalle previsioni del Montale, e vengono così sintetizzati dallo Stefani: Il corpo del treno di provianda, appena commisurato organicamente alle esigenze di una guerra in Piemonte, fu del tutto inadeguato a sostenere il peso dei trasporti di una regione topograficamente diversa, anche se ricca di strade, e per distanze più che doppie a quelle preventivate in sede ordinativa. Non fu sufficiente acquistare altri mezzi di trasporto in posto, la deficienza rimase e provocò mancati arrivi o ritardi della distribuzione con conseguenze negative di ordine tattico (rinunzia a movimenti e manovre o ritardi del loro inizio), di ordine fisico (abbassamento del livello generale di salute) e principalmente di ordine morale (visione di feriti non soccorsi, mancata distribuzione di viveri, rancio e pane male confezionati, scarsa frequenza di pasti caldi ecc.)65 •
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F. STEFANI , Op. cit. , pp. 53 - 54.
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V · SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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Fig. 9 - Modello di obice di bronzo da montagna Mod. 1828 e cofani per munizioni Mod. I 830 someggiati (Esercito piemontese) (Fonte: Museo Artiglieria Torino)
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Fig. 16 - Ca, ru <la ponte (Esercito piemontese - 1855) (Modellino - istituto Storico e di Cultura dell'Arma dd Genio, Roma)
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Fig_ 21 - Pianta del campo di un reggimento di fanteria in baracche di 14 .;, 16 uomini (1833) (Regolamento di servizio per le truppe in campagna - 1833)
TAVOLA delle Competem,e dei mezzi di
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Per il truporlo tutto come so-vr,a , comprcsnvi. quello della cassa di cam pagna QuAlTltl\ Gr.~tJ.ALt Il i DJ nlituNr..
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Fig. 22 • Tavola delle competenze dei mezzi di trasporto (I 833) (Regolamento di servizio per le truppe in campagna - 1833)
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CAPITOLO VI OPINIONI E PROPOSTE DEI PROTAGONISTI CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Cause generali della crisi dei Servizi logistici nella prima fase della campagna (23 marzo - 9 agosto 1848). Non ci soffermiamo sulle manchevolezze emerse nella campagna dal marzo all' agosto 1848 nel campo della condotta strategica e tattica e della discipli na delle truppe, messe in luce nelle citate opere del Pinelli, del Pieri e, in tempi più recenti, dallo Stefani (vds. capitolo I). Era comunque inevitabile che alle carenze nell'impiego e governo delle truppe corrispondessero lacune anche gravi nel campo dei Servizi, lacune che del resto emergono in tutta la loro crudezza dalla relazione ufficiale alla Carnera del Ministro della guerra generale Dabormida nell'ottobre 1848, ancor prima che fosse ultimato l'esame delle relazioni richieste ai comandanti da parte della commissione da lui nominata1 • Nella predetta relazione il Daborrnida mette in luce il suo operato per supplire alle deficenze di vario ordine, perchè a~sai maggiore travaglio diedero al ministero le cose della amministrazione rispetto al vestiario, alle sussist enze, agli alloggiamenti, a l servizio sanitario, al servizio trasporti. Non vi è ignoto, signori, che la guerra intrapresa , e condotta senza che fossero pienamente, e convenientemente organizzati questi ultimi servizi, andò talora soggetta a gravi inconvenienti.. .. La necessità di tener raccolti corpi numerosi entro una zona determinata, l'impossibilità di alloggiare le truppe presso gli abitanti senza andare incontro a gravi inconvenienti, la scarsità di quartieri, e di edifici atti a supplirvi, e parec-
Relazione alla Camera dei deputati del ministro della guerra, generale Dabomida, di quanto operò e dispose in ordine a tutti i rami del suo ministero dipendenti nel corso della prorogaz ione della Camera in data 12 ottobre /848 (G.M. 1848 pp. 693 - 697).
330
LI\ U>GISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
chie altre circostanze produssero imbarazzi ... Ma egli è noto come, più di tutti gli altri forse, il servizio delle sussistenze avesse bisogno di una riforma. Furono pertanto in primo luogo istituiti magazzini di riserva principali, e secondari, e forniti largamente di vettovaglie, e specialmente di gallette; fu quindi organizzato il servizio medesimo con nuove norme, in guisa che la gestione ne rimane affidata a fuzionari direttamente dipendenti dalla amministrazione, ondechè si ha fondata ragione di credere che più non si rinnovino gli inconvenienti deplorati. Non meno gravi erano le esigenze del servizio sa• nitario...
Il Dabormida fa poi cenno anche ai provvedimenti da lui adottati per restituire la disciplina nel suo primo vigore, i quali sforzi se ancora non conseguirono tutto il successo che io vivamente desiderava, riuscirono però a scemare in gran parte i gravi disordini che si erano introdotti.
Al rigore nel campo disciplinare, egli però osserva, deve corrispondere una maggiore sollecitudine per il benessere del soldato, della quale v'era bisogno: perciò non solo sifatta sollecitudine spesso, e caldamente raccomandai ai capi dell'esercito, ma ordinai ancora speciali ispezioni coll'intento di assicurarmi che si usino al soldato quelle cure, cui ha diritto, per quanto almeno le difficili circostanze possono permettere.
A parte gli aspetti attinenti al funzionamento dei singoli Servizi - pi uttosto negativi, al di là delle sfumature - si deve ritenere difficoltoso anche il coordinamento tra Intendenza generale, quartier generale dell'armata e Azienda generale di guerra. Lo dimostra un dispaccio del 2 settembre 1849 del Ministero della guerra ali' Intendenza generale dell'armata, messaggio tutt'altro che chiaro che sembra voler sottolineare la duplice dipendenza, per l'impiego e sul canale tecnico - amministrativo, della predetta Intendenza: Il servizio, il personale e le attribuzioni dell'intendenza generale d 'armata debbono essere considerati sotto due lati principali: 1) Rispetto a lla relazione che le sue operazioni hanno direttamente ed esclusivamente col servizio dell'armata, senza che vi debba o possa concludere la azienda generale di guerra. 2)Rispetto alla relazione che le sue operazioni hanno col servizio dell'armata, mediante il concorso dell'Azienda generale predetta 2 •
2
G .M. 1848, p. 594.
VI - OPINIONI, PROPOSTE, CONSIDERAZIONI
331
Nella pratica, ne derivano conflitti di competenza e nociva confusione di poteri e responsabilità. Di questa situazione fa le spese soprattutto I'Intendenza generale d'armata, che deve strettamente coordinare e armonizzare la sua opera con quella del quartier generale principale, rispetto al quale il rapporto di dipendenza risulta nei dettagli tutt'altro che chiaro. Per cercare di porre fine a tale inconveniente, il Ministro de Sonnaz il 30 gennaio dispone che d'ora innanzi l 'intendenza generale d 'armata sarà quella che provvederà a tutti i bisogni dell'armata attiva e perciò tutti i corpi e battaglioni (autonomi), facenti parte dell'armata ora detta, o che sono amministrati per parte di funzionari dipendenti dall'Intendenza generale dell'armata, dovranno mandare alla medesima tutte le loro richieste e saranno considerate come non avvenute quelle che fossero mandate ai rispettivi Consigli principali di amministrazione o d a questa generale azienda, le quali dovranno perciò essere restituite ai battaglioni o squadroni dai quali si riceveranno3 • Queste disposizioni vengono però notificate dall'Intendente generale Alliaud ai Comandi interessati solo il 24 febbraio 1849, mentre proprio il 15 marzo, cioè dopo che era stato denunciato l'armistizio , il generale Alliaud su sua insistente richiesta viene sostituito, con i riflessi sull' andamento generale dei Servizi che è facile immaginare. A parte questi non certo lievi inconvenienti al vertice logistico - amministrativo , sono soprattutto altri due elementi a condizionare negativamente il funzionamento di tutti i Servizi, in ambedue le fasi della campagna. Il primo - che emerge nel campo dei Servizi amministrativi e di commissariato è dovuto (come si è visto) alla struttura generale dell'esercito piemontese, piccolo esercito a base volontaria tipico della Restaurazione costituito, organizzato, impiegato più secondo il modello "stanziale" pre-napoleonico e francese monarchico (cioè per presidio di fortezze e per esigenze del tempo di pace e di ordine interno) che per condurre operazioni belliche caratterizzate da elevata mobilità e da repentine concentrazioni. Come emerge dal precedente capitolo I l'opera di Carlo Alberto, per molti versi apprezzabile, non è però tale da eliminare l'influsso negativo che anche sulla branca Servizi esercita questo vizio di base. Ne consegue che i Servizi rimangono organizzati, all'inizio del 1848, solo per operazioni in Piemonte, e mantengono una caratterizzazione più presidiaria e del tempo di pace che operativa, aggravata dalla costante e controproducente tendenza - già più volte messa in luce -
3
MINISTERO DELLA GUERRA, COMANDO CORPO DI SM, La campagna del 1849 ___ (CiL), p. 124.
332
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
all'accentramento e alla emanazione di minute norme di dettaglio, che creano un'infinità di situazioni e posizioni particolari, tali da rendere difficile ai minimi livelli l'attività logistica, senza riuscire a prevenire e reprimere abusi e negligenze e ad assicurare controlli veramente efficaci. A questo si aggiunge un'altra causa, di per sè già tale da provocare una seria crisi logistica anche in compagini militari perfettamente addestrate e pronte a condurre campagne fuori dai confini dello Stato : il mancato approntamento (in tempo utile e sulla base di un chiaro disegno di manovra strategico) di un piano di campagna e di un conseguente piano di radunata, con inizio delle operazioni quando ancora la radunata non era ancora compiuta. Tutto ciò senza contare le conseguenze della perdurante incertezza circa le decisioni da prendere; incertezza protrattasi almeno per tutto il 1;1ese di aprile, il che dà luogo a movimenti e concentramenti improvvisi, che rendono arduo il regolare afflusso dei rifornimenti. All'indeterminatezza degli obiettivi strategici, perta nto, non poteva che corrispondere il mancato approntamento di un'organizzazione logistica in grado di consentire alle truppe di vivere, muoverni e combattere in condizioni accettabili, specie sotto l'aspetto sanitario e del vettovagliamento. Un'orga nizzazione del genere richiedeva necessariamente del tempo, che nella fattispecie venne sempre a mancare. A ciò si aggiunga che, per ragioni di carattere politico, si era sempre cercato di colmare le lacune di questa organizzazione non - alla maniera napoleonica - con le famigerate requisizioni forzate e con lo sfruttamento indiscriminato e senza scrupolo delle risorse locali, ma più che altro ricorrendo alla spontanea collaborazione dei Municipi e del governo provvisorio della Lombardia, sia pur con qualche sporadica minaccia e tirata d'orecchi.
Le relazioni dei Quadri partecipanti alla prima jase della campagna. La conferma delle precedenti deduzioni viene dalle relazioni dei partecipanti, fino al livello di comandanti di reggimento e di batteria e compagnia pontieri4, richieste subito dopo il termine della prima fase della campagna e prese in esame da apposita commissione d'inchiesta, che in data 24 ottobre 1848 attribuisce la sconfitta piemontese a cinque cause principali, tra le quali i Servizi hanno ragguardevole parte (e risentono della crisi complessiva):
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Cfr. CDO DEL CORPO DI SM - UF. STO RICO, Relazioni e rapporti finali sulla mmpagna del 1848 nell'Alta Italia , Voi. I, II , e Hl , ROMA 1910.
VI • OPINIONI, PROPOSTE, <..'ONSIDERAZIONI
333
a) b) c)
pessima organizzazione dell'armata e sue conseguenze; indisciplina; mancanza di unità di comando, di un piano di guerra e di gran parte dell'occorrente in ogni ramo del servizio; d) poca attitudine di alcuni ufficiali superiori e di alcune Armi; e) circostanze politiche che condizionano negativamente la condotta delle operazioni5. Pur viziate talvolta dal naturale intento di difesa del proprio operato in contingenze difficili e dalle forti polemiche e animosità che purtroppo dividevano spesso i Quadri anche a livello elevato, queste relazioni costituiscono un documento prezioso, con linee - in fatto di Servizi - largamente concordanti, che pertanto consentono di pervenire a conclusioni attendibili, anche se poco lusinghiere. È soprattutto attraverso lo studio del funzionamento dei Servizi sul campo di battaglia, infatti, che si può cogliere per intero il dramma di un esercito che, pur destinato alla sconfitta, risulta tutt'altro che privo di aspetti positivi e dì soldati e ufficiali di ragguardevoli qualità, anche se vi manca la figura carismatica di un Capo, chè tali non erano o non erano sufficenza, secondo l' unanime giudizio, nè Carlo Alberto nè i suoi primi collaboratori. Prenderemo ora brevemente in esame quanto viene detto - e suggerito per il futuro - in merito al funzionamento specifico delle singole branche, a cominciare dai giudizi sull' Intendenza generale d'armata e sui suoi rappresentanti ai vari livelli. Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, generale Di Salasco, dopo aver osservato - cosa ripetuta dalla gran parte dei relatori - che un buon funzionamento dell'Intendenza contribuisce grandemente all'osservanza dei regolamenti e al sostegno della disciplina, mette in luce le gravi conseguenze della sostituzione dell'Intendente: disgraziatamente durante la recente guerra in Lombardia l'intendente generale dell'armata fu richiamato alla metà di giugno a Torino; i mutamenti causati da questo provvedimento potevano risultare vantaggiosi per l'armata, ma non lo furono affatto: il suo successore, uomo senza dubbio di notevol.i qual.ità, mancava di esperienza in questo ramo del servizio, che comprende incombenze così diverse tra loro; egl.i non aveva sui suoi subordinati l'ascendente necessario, e li conosceva poco, d 'altro conto, vi erano molti nuovi impiegati dei quali, pur supponendo in tutti la miglior buona
5
lvi, VOL. IlI, pp. 454 - 455.
334
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
volontà, si può ben clire che, per difetto di conoscenza e di pratica del servizio di commissariato, non potevano essere di grande utilità e svolgere bene un compito che non manca di difficoltà6 _
Il Capo di Stato Maggiore della 3a divisione, maggiore Somis, mette invece l'accento sui conflitti di competenza che si erano creati tra Intendente generale e commissari da una parte, e la catena di comando (comandanti e Capi di Stato Maggiore di Grande Unità) dall'altra. Il Somis rivendica la piena dipende'nza per l'impiego degli organi dei Servizi (così come già avviene per l'artiglieria e il genio) dalla catena di comando operativo, fatta salva l'azione disciplinare, di controllo e di indirizzo tecnico dei Capi - Servizio. Perchè ciò avvenga, occorre evidentemente che l'Intendente generale e i commissari non formino una sorta di catena di comando parallela e affiancata e non facciano direttamente capo al Ministero o Azienda generale di guerra ma, in tutto e per tutto, facciano parte a pieno titolo degli Stati Maggiori e dipendano dai rispettivi Capi di Stato Maggiore. La sua relazione è di gran lunga la più cruda: Non riconosco io nella gerarchia militare che due soLi principi, cioè quello che comanda e quello che deve obbedire; quindi è che non vi può, nè vi deve essere nessuna altra transazione di sorta, non preghiere, non invi to a volersi uniformare a tal disposizione per il bene del servizio etc.: e simili altri modi di voler dar ordini da chi non è realmente in diritto, da sua posizione o da suo grado, a darne; e tutto ciò io lo dico perchè appunto ciò succede per parte del signor intendente generale d'armata, il quale dà ordini ai commissari capi di fare tale o tal'altra cosa per rapporto ai viveri, all'ambulanza ai carri etc. e siccome poi è certo di trovare opposizione per parte del capo di stato - maggiore della divisione all'esecuzione di quanto irregolarmente si o rdinava, esso signor intendente invita poi o prega il signor generale comandante la divisione a voler compiacersi d'annuire a quanto viene da lui ordinato: ciò che talvolta è bene e talvolta male, ma che pur si dovette sempre accondiscendere per non incagliare l'andamento generale del servizio. Il regolamento di servizio per le truppe in campagna mette sotto gli ordini diretti del capo di stato- maggiore dell'esercito il signor intendente generale d'armata, e così i commissari capi sotto a quelli dei capi di stato - maggiore delle divisioni: e ciò è bene ed indispensabile, perocchè tutta la macchina dell'armata non deve avere che un sol motore, un sol perno sopra al quale aggirarsi.
6
lvi, VOL I, p. 1:5.
VI - OPINIONI. PROPOSTE, CONSIDERAZIONI
335
Ma la grande importanza che in tempo di pace si accorda agli amministratori fa sì che questi di malincuore sogliono sottomettersi ad altra autorità; e per poco che chi li deve dirigere non sia al corrente dell'amministrazione e che si trovi in obbligo di dir loro: Facciano pure ... che eccoli emancipati e forse padroni di dare ordini che sanno di non poter dare; ed è appunto questo, s uppongo io, che deve esser successo al campo. Quindi è che a parer mio questa autorità dell'intendenza generale d'armata dovrebbe essere chiaramente prescritta, la quale dovrebbe essere non altrimenti intesa che siccome Io è quella del comandante generale d'artiglieria, del genio, dei carabinieri reali e del treno di provianda, che tutti hanno un rapporto diretto coi vari loro distaccamenti divisi nelle diverse divisioni, ne vegliano la disciplina e l'ordine, ma non ne possono perciò cangiare la destinazione cd il personale senza l'autorizzazione del generale in capo; e quell'ordine viene trasmesso alle divisioni dal capo di stato - maggiore del quartier generale principale. Mancavano soventi volte i viveri alle divisioni e ciò avveniva ogni volta che la divisione moveva di stanza, e ciò succedeva perchè il capitano·, che di ogni reggimento si mandava il giorno prima a prendere i viveri a dieci od a dodici miglia dietro la linea, non essendo avvertito della mossa del suo reggimento che indirettamente, errava la sua ricerca; oppure i magazzini essendo essi pure in marcia, perchè cangiati di luogo d'ordine del signor intendente generale senza che la divisione ne fosse avvertita a tempo, i capitani di distribuzione erano costretti a fare delle marcie viziose, epperciò i viveri non arrivavano od arrivavano troppo tardi; e quindi i colonnelli, per essere certi d'aver i viveri per il giorno susseguente, spedivano un altro capitano con altri soldati, ed ecco il reggimento diminuito di due capitani e di duecento e più tra soldati e bass'ufficiali: inconveniente gravissimo, ma indispensabile per il cattivo contratto fatto coll'impresario dei viveri, il quale non era obbligato di avere i suoi magazzini e fare le distribuzioni che a dodici miglia dietro la prima linea dell'armata. Prima che questo malaugurato contratto mi fosse ufficialmente fatto conoscere, avevo obbligato il signor commissario capo di mandare tutti i due giorni un suo sotto - commissario al sito dei magazzini, e qui caricare quanti viveri etc., ad un dispresso erano necessari per due giorni alla divisione; e giunto al quartier generale, se ne faceva la distribuzione, obbligando i macellai del paese dove eravamo a tagliare e fare i pesi ai vari corpi; e con questo mezzo, sino a che mi fu perrnesso di adoperarlo, la divisione non mancò di viveri. Ma per mala sorte non potè durare a lungo; il commissario si rifiutò di fare un tale servizio, adducendo ordini contrari del suo signor intendente generale, ai quali io non volli prestar fede, e feci rimproverare dal signor tenente generale comandante la divisione il signor commissario capo, il quale dovette obbedire; ma poco dopo arrivarono rimproveri dal ministro di guerra al signor tenente generale e si dovette obbedire e mandare i capitani
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
di distribuzione ai magazzini, a dodici miglia indietro, come ho detto più sopra, e mancar di viveri ogni volta che la divisione faceva la benchè menoma mossa, e lasciar nella perfetta inazione tutto il commissariato di guerra, le cui attribuzioni, mediante questo modo di distribuzioni, vennero ridotte a tenere al corrente i ruoli dei reggimenti ai quali erano addetti, senza che nessuna reclamazione lor si potesse fare quando i viveri mancavano; e quindi, siccome questi ruoli non si potevano tenere, in vista che i reggimenti non gli avevano con sè, perchè d'ordine superiore furono obbligati di lasciare indietro i loro infiniti registri, cosi i signori commissari furono ridotti a far nulla, salvo a tener corrispondenza col loro signor intendente generale, che sempre domandava ruoli ed essi sempre rispondevano di non poterli mandare esatti; altre volte le si mandava carri da distribuire ai corpi , vetture di ambulanza etc., ed ecco tutto il loro affare. V .E. facilmente può scorgere a quanto poco abbia servito in questa guerra l'importantissimo corpo amministrativo; e se mi si permette dirò qui il mio modo di pensare per utilizzarlo in modo efficace all'armata. Si dia ai furieri delle <.:ompagnie, dei squadroni e delle batterie un quaderno, entro cui sia scritto quindici volte il ruolo delle compagnie, squadroni, etc.; ed alla visita della sera il furiere, facendo la chiamata, apponga ad ognuno l'annotazione presente e pagato di pane e paga, oppure assente, o bene entrato all'ospedale, mancante, morto, prigioniero etc.; di più se presente un tale ha ricevuto una tunica, un shakot, etc.; giornalmente sia questo ruolo sottoscritto dal comandante la compagnia e tutti i quindici giorni questo quaderno sia rimpiazzato da un altro eguale a questo rimesso al signor commissario, il quale lo manderà al deposito del reggimento, dove, ciò mediante, si potranno avere tutti i fogli chiamati da nostra complicata contabilità; e cosi i signori commissari si potranno utilizzare per il servizio dei viveri, andando essi stessi a riceverli ai magazzini ed accompagnarli alla brigata, dove giunti un ufficiale di stato maggiore potrà assistere la distribuzione. I commissari potranno occuparsi del trasporto dei malati , ricevere in consagna le armi ed i bagagli presi al nemico, od abbandonati dai nostri morti o feriti, e rendere, così come è prescritto, importanti servizi alJ 'armata , non lasciando mancare i viveri; mentre al commissario capo, a vvertito dal capo di stato maggiore della mossa delle divisioni, sarà facile di poter fare prevenire un solo suo impiegato di recarsi piuttosto in un sito che in un altro. Quanto al corpo sanitario, di rò all'E. V. che in generale si è mal comportato in guerra: oltre a che gli strumenti sono, al loro dire, di pessima qualità, essi hanno quasi tutti messo pochissima buona volontà per il buon andamento del loro servizio sul campo: al che loro si potrebbe dare una sola scusa, e si è che mancano assolutamente di un regolamento loro speciale per il servizio di campagna, e che quindi, nuovi come essi sono, ignorano il servizio delle ambulanze, mentre, al dire di tutti, il servizio negli ospedali
VI - OPINIONI, PROPOSTE, CONSIDERAZIONI
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si faceva assai bene; quindi è che io ravviso indispensabile, se non un completo regolamento, almeno che loro si d.ia in scritto sommariamente quali sono le incombenze dell'ambulanze, dove le vetture debbono essere nel tempo del combattimento, dove il chirurgo capo, dove quello in secondo, e loro dimora finita la battaglia, sotto gli ordini di chi sono direttamente, etc. Ciò fatto, egli è a sperarsi che, la guerra rinnovandosi, il corpo sanitario non diserterà più il suo posto, come pur troppo lo fece sempre e massime in quest'ultima ritirata7 •
Nessuna proposta e nessuna critica o autocritica emerge invece dalla relazione dell' Intendente generale Appiani, il quale giusti fica le carenze iniziali con un'inaspettata dichiarazione di guerra, susseguita da una repentina partenza di tutte le truppe mobilizzate verso la frontiera del Ticino e P o; un pronto varco di questi fiumi , insomma movimenti inattesi da tutte le parti di truppe 8 •••
Questi avvenimenti caotici costrinsero l'Intendenza ad interrompere i preparativi preliminari e a studiare provvedimenti d 'emergenza per fronteggiare l'imprevisto. E qui, I•Appiani elenca gli sforzi fatti per fronteggiare le esigenze di un'armata che in pochi giorni dovette passare dal piede di pace al piede di guerra, e mette in rilievo anche "lo zelo, la previdenza, l'attitudine degli impiegati dell'Azienda generale di guerra". Oggetto di frequenti critiche da parte specie dei comandanti di reggimento è la regolamentazione amministrativa e contabile propriamente detta, eccessivamente complicata, che costringe i livelli inferiori e in particolare il livello di compagnia a una serie di minute incombenze burocratiche per le quali spesso non posseggono nè la preparazione, nè il tempo, specie in operazioni. L'inconveniente viene notato an.che da ufficiali di Stato Maggiore presso i Comandi: il magg. Giustiniani, Capo di Stato Maggiore della 1° divisione, scrive che si difettava di contabilità nelle compagnie, perchè in certune più non restava della bassa forza chi fosse capace a fare un ruolino di rivista. Le variazioni non erano, a quanto si ha luogo di credere, regolarmente registrate; lo che fa supporre che molti furieri di compagnia pr9fittassero di benefici illeciti9 •
1
l vi, VOL. I, pp. 226 - 229.
8
l vi, VOL. lii , p. 329.
'J
Ivi, VOL. I, p. 196.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOI.. I
Naturalmente, molti comandanti di reggimento sono più o meno dello stesso avviso del Somis. li col. Mollard , comandante del 2° reggimento e futuro valoroso generale, così commenta: l' esperienza della campagna ha dimostrato quali sono le difficoltà pressochè insormontabili dell'attuale sistema di contabilità, che ha mantenuto anche durante la guerra quanto era previsto per il tempo di pace, tranne qualche modifica non sostanziale. Malgrado gli sforzi dei Consigli e la buona vorontàdegli impiegati, quasi nessun conto ha potuto essere chiuso in tempo utile. Le compagnie si sono trovate nell'impossibilità assoluta di chiudere i conti individuali all'epoca prescritta. Si è osservato inoltre che è imbarazzante ed allo stesso tempo pericoloso avere in campagna tutte le carte e i registri di contabilità del reggimento. Nel caso infatti che questi documenti fossero stati smarriti, il corpo non avrebbe avuto sotto mano alcun documento per riprendere dei conti, la cui copia non esisteva da nessuna parte IO_ Concorda sostanzialmente con le osservazioni del Mollard la relazio ne del coJ. Wehrlin, comandante il 3° reggimento fanteria 11 , mentn: anche per il col. di Collabiana, comandante il 7° reggimento di fanteria, la contabilità è troppo complicata e confusa, e nelle compagnie non si è ancora potuto procedere alla chiusura semestrale dei conti, sia per la complessità delle operazioni contabili, sia perchè i reparti non avevano quasi maì con sè la contabilità: sarebbe perciò necessario che ogni corpo avesse un carro di provianda pel trasporto delle casse contenenti i documenti contabili, sì delle compagnie, che della maggiorità e amministrazione, e che detto carro seguitasse il corpo in tutte le mosse; così potrebbero i contabili con suo comoso tenere al corrente i lavori di contabilità 12 • T utto sommato, !'attenzio ne prestata al problema della contabilità è marginale, forse perchè le due cause principali della scarsa rispondenza del sistema amministrativo - contabile (eccessiva burocratizzazione; deposito del corpo staccato dai battaglioni attivi) sono a tutti evidenti e ben note, e del resto sono continuamente emerse nel corso d ella nostra analisi, con particolare riguardo al capitolo II sul Servizio amministrativo. Dove maggiormente si appuntano le critiche, le lamentele, le osservazioni e anche le proposte, è sul vettovagliamento, sul vestiario e sull'equipaggia-
IO
Ivi, VOL. Il, p. 101.
11
Ivi, p. 158.
12
lvi, p. 199.
VI - OPINIONI, PROPOSTE, CONSIDERAZIONI
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mento, e, subito dopo, sui Servizi di sanità e infine sui trasporti: evidente che al funzionamento di quest'ultima branca sono strettamente legati anche Sanità e vettovagliamento. Le cause principali dei disservizi sono riepilogate con efficacia nel la stessa relazione del Capo di Stato Maggiore dell'armata generale Di Salasco: viveri e foraggi furono forniti all'armata soprattutto dai comuni della Lombardia più vicini alle località di transito delle truppe. È evidente che una volta arrivate le truppe al Mincio, questo sistema, nato dalla necessità, diventava impraticabile. L'Intendente generale conte Appiani si recò quindi a Milano, di concerto con il governo provvisorio della Lombardia, il servizio venne dato in appalto a un 'impresa civile. Ma detta impresa non volle impegnarsi che per il servizio sulla riva sinistra del Po, tra il Ticino e il Mincio, e a non stabilire dei magazzini che alla distanza di una giornata di marcia dalle truppe. Inoltre, il trasporto dei predetti magazzini, presso i quali i corpi si rifornivano, veniva effettuato per mezzo di un'altra impresa, che forniva il numero di carri necessario. I numerosi inconvenienti di un siffatto sistema di sussistenza dell'armata, che era alla mercé di tre o quattro imprese civili, sono evidenti: tuttavia esso era vantaggioso per le popolazioni e fu gioco forza mantenerlo. Le mie osservazioni furono vane, nè io potrei ottenere che si organizzassero delle divisioni del treno con dei carri più o meno della medesima portata, e forma, numerati e con conduttori muniti di distintivo .. . Io avvertii che questo sistema non era praticabile che quando le truppe erano poco o punto mobili; in effetti, non appena si iniziarono le operazioni, e la sussistenza era in sofferenza, sorgevano le difficoltà 13 • • •
Il Di Salasco prosegue mettendo in evidenza tutta una serie di inconvenienti e anche i provvedimenti che avrebbero dovuto essere adottati, per porvi rimedio, dallo Stato Maggiore generale (o dall'Intendenza?). Ad esempio, per evitare la freq uente sottrazione alla forza combattente di distaccamenti di ufficiali e truppa per i prelevamenti ai magazzini , e le distribuzioni, il soldato anzichè tre giornate di pane avrebbe dovuto (sempre secondo il Di Salasco) ricevere biscotto per cinque giorni, la carne avrebbe dovuto essere distribuita in piedi, e per il resto (vino ecc:) si poteva ricorrere alle cospicue risorse locali. Invece, benchè disponessero delle derrate necessarie, le truppe non consumarono mai, dall'inizio alle fine della campagna, un rancio caldo, confezionato con marmitte o altri mezzi di cottura. l corpi ricevettero la dotazione completa di marmitte solo a fine aprile e nei primi giorni di maggio 1949.
13
l vi, VOL . I, pp. 15.
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LA LOGISTI CA DELL' ESERC ITO · VOL. I
In luglio i soldati, anzichè continuare a portarle, le dimenticarono durante le marce notturne o le gettarono per liberarsi di un incomodo peso, in tal modo affidandosi, per i mezzi di sussistenza, alla sorte. In effetti - ammette il Di Salasco- il trasporto delle marmitte di campagna al momento in dotazione al di sotto del tascapane del soldato lo affatica considerevolmente; sarebbe dunque assai conveniente disporre di mezzi di trasporto ad hoc per questa esigenza (che - bisogna riconoscerlo - erano stati previsti, ma evidentemente non erano disponibili). Il Di Salasco mette in rilievo anche il cattivo funzionamento dei magazzini: il governo provvisorio della Lombardia aveva adibito dei propri ispettori e sotto - ispettori alla sorveglianza dei magazzini e al controllo del buon andamento del Servizio. I suoi sforzi furono coronati da successo per quanto riguarda quantità e qualità complessiva delle derrate, ma non si riuscì mai a sapere la quantità di derrate disponibili, e si verificarono sovrabbondanze di viveri in taluni magazzini , e deficienze in altri. La presenza di impiegati lombardi, pur fornendo i precitati vantaggi, viene dal Di Salasco giudicata per altro verso dannosa, perchè aveva portata ad esautorare il personale dell'Intendenza piemontese, ridotto al ruolo di controllore e di compilatore di buoni. In tal modo, quando durante la ritirata dal Mincio gli impresari e gli ispettori lombardi si ritirano da Goito assai prima delle truppe, e il Servizio, con magazzini assai mal forniti, ritorna nelle mani della amministrazione piemontese, non è possibile alla nuova gestione assicurare ipso f acto la regolarità dei rifornimenti e si devono adottare provvedimenti - tampone e misure d'emergenza, comprese le requisizioni. Le osservazioni del comandante del I corpo d'annata generale Bava sono analoghe a quelle del Di Salasco: egli mette in particolare rilievo il problema dei trasporti, il cui deficiente funzionamento fu causa principale delle carenze riscontrate nel vettovagliamento. Pertanto, il Bava ritiene indispensabile l'organizzazione regolare di un corpo incaricato del trasporto degli effetti de reggimenti e de loro viveri: e questo vuol essere ripartito fra le varie fazioni dell'esercito14 • Ogni reggimento dovrebbe avere un carro ad hoc per trasporto di marmitte, arnesi da cucina e sacchi per corvèès: le marmitte dovrebbero essere di sezione quadrata anzichè circolare, e di capienza tale da renderne sufficienti 4 per compagnia per un totale di 48 per reggimento, che tutte potrebbero essere collocate su uno stesso carro. I bidoni in ferro, per rendere più agevole il trasporto dovrebbero infine essere sostituiti da altri in pelle sul modello spagnolo (pe/-
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/vi, p. 86.
VI - OPIN IONI, PROPOSTE, C0NSIDERA7.TONI
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lieco); i piccoli distaccamenti, per la confezione del rancio dovrebbero affidarsi alle risorse locali, consumando magari carne arrostita (più facile da preparare), anzichè lessa. Tutti gli inconvenienti precitati sono confermati anche dai comandanti ai minori livelli, che mettono l'accento: sulla necessità di avere un sistema di magazzini più aderente alla dislocazione delle truppe e possibilmente a livello brigata, con carne in piedi e largo uso di galletta (che si conserva meglio) anzichè di pane; sul difettoso funzionamento dei trasporti, dovuto sia alla lontananza dei magazzini, sia alla indisciplina dei conduttori civili o di carri affrettatamente requisiti e male inquadrati, che spesso alla prima occasione si dileguavano; sull'opportunità che il soldato di tutte le Armi disponga (come già avviene per il solo soldato d 'artiglieria!) individualmente di un fiasco di modello uniforme, o piccolo bidone per riporvi bevande, o peau de bouc da riempire prima della marcia (mancava ancora, al tempo, il termine borraccia). Senza questo recipiente, la truppa durante le marce tendeva a rompere le file, alla ricerca di acqua o bevande. Il Principe Ferdinando di Savoia, comandante della 4° divisione, propone anche, sull'esempio dell'armata austriaca, di costituire un corpo di soldati panettieri e macellai, che avessero l'incarico di preparare e distribuire i viveri, e curassero i magazzini della divisione, che fossero soggetti alla stessa disciplina degli altri ed avessero per il loro servizio carri militari del governo 15 •
Anche il Principe Ferdinando di Savoia, affinchè non accada che i corpi rimangano senza viveri, "ciò che costituisce una delle maggiori cause di dissoluzione", è dell' avviso che il soldato porti con sè galletta per almeno tre giorni, e di più se possibile: Negli altri eserciti si usa così: in Algeria portano perfino da sei ad otto giorni di viveri. Stabilendo in ogni divisione un magazzino di galletta e una riserva di buoi vivi, condotti da miLitari destinati a tal servizio, le sussistenze giomaLiere si dovrebbero requisire nel paese, pagandole, come fanno gli Austriaci. In tal modo si evita di trascinarsi dietro un numero immenso d i carri che ingombrano le strade, di prendere per le corvèes tutti i carri dell'agricoltura, e non si perde tanto tempo. Questo modo di vettovagliamento-alcune volte riu-
15
Ivi, p . 290.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
scirà un pò duro alle popolazioni; ma in guerra la prima cosa deve essere di assicurare la vita del soldato. La Lombardia è un gran paese recco e non vi si deve morir di fame: gli Austriaci durante la nostra ritirata trovarono dei viveri dappertutto, là dove a noi erano stati negati1 6 •
Un'altra branca il cui funzionamento è lungi dal rivelarsi soddisfacente è il vestiario e l'equipaggiamento. Sempre secondo il Principe Ferdinando di Savoia 17 , ad esempio il cappotto {)ella fanteria è mal fatto, troppo stretto, poco comodo, e non conserva il calore_ Le ghette dovrebbero avere due file di bottoni per poterle in marcia abbottonare sopra i pantaloni. li sacco di nuovo modello non ripara gli oggetti dalla pioggia, costa tre volte tanto ed è meno buono dell'antico. Gli shakot di feltro sono "la peggior cosa" come copricapo; dovrebbero essere adottati cappelli rotondi e molli all'uso contadino. Il soldato dovrebbe avere - all'uso austriaco la tasca a pane per portare i viveri, mancanza molto sentita nel corso della campagna_ Infine la giberna è pessima; non solo lascia passare l'acqua, ma essendo molle fa sì che tutte le cartucce si schiacciano quando il soldato, stanco, vi si sdraia sopra senza pensarci. La giberna deve essere resistente, ed attaccata in modo da potersi posare sopra al fucile, quando le armi sono al fascio, senza di che le munizioni diventeranno inservibili. La miglior giberna che abbia visto è forse quella dei tirolesi.
Anche la relazione del col. di Callabiana, comandante del 7° fanteria, concorda nella sostanza con quella del principe Ferdinando_ In particolare, secondo il di Callabiana l'acqua che si infiltra nello zaino, oltre a bagnare gli effetti di vestiario, rende inservibili le cartucce (ciò non avveniva con lo zaino vecchio modello), le giberne oltre a presentare gli inconvenienti prima descritti sono anche poco capienti, potendo contenere solo 30 colpi, e occorrerebbe adottare, secondo l'uso francese, uose di cuoio che consentano al soldato di camminare più agevolmente nell'acqua e nel fango, e di conservare più ferma la scarpa nel piede, evitando distorsioni alle caviglie. Tuttavia la maggior mancanza alla truppa sono le tende da campagna, nulla avendo per porsi al riparo dall'acqua e dal sole, cagione questa di
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lvi, p. 289.
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lvi, pp. 281 - 282.
VI - OPINIONI, PROPOSTE, CONSIDERAZIONI
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non poche malattie. Siccome però sarebbe troppo arduo il condurre le altuali nostre tende, perchè confezionate per l' uso di pace, si potrebbe adottare una specie di tenda da portarsi sul zaino ogni due individui. E se ne darebbe il modello qualora fosse del caso 18 •
Già emerge, dunque, la necessità del telo da tenda individuale! Il colonnello De Beust, comandante del Nizza cavalleria, mette l'accento sull'impossibilità per gli squadroni attivi di eseguire riparazioni durante la campagna, perchè gli operai (armaioli, sarti, calzolai) si trovavano tutti presso lo squadrone deposito rimasto in sede, che non aveva accolto la richiesta di inviarli in avanti. Occorre pertanto nella parte attiva del corpo un ufficiale specializzato nella branca, cioè un ufficiale di vestiario addetto al reggimento in campagna, il quale attendesse alla vigilanza e al disimpegno degli operai, che alleviasse le continue attenzioni e fatiche dei colonnelli in riguardo a riparazioni, si scorge essere realmente difetto la mancanza di questo. D'altronde il lungo ritardo e la trafila onde ricevere le occorrenti spedizioni dai magazzini di depos ito rende più che mai necessario un uffiziale addetto in tale qualità, non potendo supplire il solo ufficiale d 'amministrazione, essendo più che a sufficienza occupalo per la contabililà 19 •
Inoltre un solo veterinario addetto agli squadroni da campagna è insufficiente, così come è insufficiente un solo maniscalco. Ai maniscalchi, in tempo di guerra, bisognerebbe aumentare la paga, perchè in campagna è molto maggiore il consumo di ferri. Il De Beust elenca anche una lunga serie di osservazioni di dettaglio sull' armamento e in particolare sull'equipaggiamento del cavaliere, pervenendo a una conclusione che viene condivisa anche dai colonnelli di fanteria: occorre rendere il vestiario e l'equipaggiamento più semplice, pratico, funzionale e leggero sia per non appesantire i cavalli, sia perchè il soldato in campagna getta e abbandona inesorabilmente tutto ciò che non serve, il che - per concorde ammissione - avviene di frequente durante tutta la campagna del 1848, con gravi conseguenze sull'igiene, il benessere e la disciplina dei reparti. Ciò che viene detto per la cavalleria vale anche per i Carabinieri Reali, corpo scelto il cui comandante colonnello Avogadro rappresenta che il loro corredo non è adatto alla guerra:
18
lvi, VOL. Il , p. 199 - 200.
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lvi, VOL. II, p. 484.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. J
gli uomini e i cavalli ne vanno soverchiamente affaticati sotto il peso di esso, che potrebbe essere mollo ridotto mediante l'uso di una sola tenuta. Molti ne furono li cavalli ammaccati per il carico di voluminose valigie2°.
Un altro punctum dolens - si starebbe per dire naturalmente - è il Servizio di sanità. Taluni lodano l' abnegazione dei medici, altri ne criticano la troppo frequente assenza dalla linea del fuoco e lo scarso impegno, ma tutti concordano sulle profonde e insanabili lacune organizzative, che hanno reso poco tempestiva e aleatoria l'attività di raccolta, la cura e lo sgombero dei feriti, con sensibili ripercussioni sul morale di un esercito in gran parte formato da coscritti poco addestrati e poco avvezzi al fuoco e alla guerra. Tutto questo, anche se nelle loro relazioni i Quadri d'ogni livello si dimostrano tutti ben consci di quanto afferma per primo il Capo di Stato Maggiore Di Salasco: è evidente che la buona salu te del soldato è uno dei settori che richiede la più vigile attenzione dei capi. È necessario fargli osservare certe regole d'igiene, che lo mantengano in buona efficienza fisica , e occorre prendere delle predisposizioni efficaci perchè, ferito o malato, il soldato riceva tutti i soccorsi e le cure che il suo stato merita e che servano a ricondurlo il più prontamente possibile nei ranghi2 1•
Il Di Salasco mette in evidenza che quando l'armata era entrata in campagna il Servizio doveva ancora essere organizzato, ed erano disponibili solo 18 vetture d'ambulanza. Fortunatamente il governo provvisorio della Lombardia aveva messo a disposizione personale e materiale di qualità anche superiore a quelli piemontesi. Più tardi furono inviate per supplire alla mancanza di mezzi di trasporto per i feriti delle vetture tipo omnibus, adatte per il trasporto dei feriti sulle rotabili dagli ospedali di prima linea verso l'indietro, ma non alla loro raccolta fuori strada sul campo di battaglia. Inoltre, poichè nel giorno seguente un combattimento le poche ambulanze disponibili erano tutte impiegate per lo sgombero a tergo dei feriti, se nel frattempo la divisione doveva intraprendere altre operazioni rimaneva - dati i tempi di sgombero - priva di ambulanze. Il magg. Giustiniani, Capo di stato maggiore della I divisione, lamenta la pessima qualità degli strumenti chirurgici e dei materiali, e la O
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l vi, VOL. lii, p. 230.
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lvi, VUL. I, p. 17.
VI - OPINIONI, PROPOSTE, CONSIDERAZIONI
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loro scarsità unita a quella dei mezzi di trasporto, sì che quando la divisione agiva per distaccamenti di brigata, una delle due brigate rimaneva priva di mezzi di trasporto e materiali. In questo senso l'assegnazione di quattro muli (con cestoni di materiale) per divisione, avvenuta più tardi, per quanto tardiva era stata vantaggiosa. Per meglio assicurare il servizio delle ambulanze, il Giustiniani ritiene che debba essere assegnato un carro per reggimento, con una bestia da soma per il trasporto di due cestoni con il materiale sanitario22 • II colonnello della Rocca, Capo di Stato Maggiore della divisione di riserva, nota che i chirurghi dei reggimenti, che si dovevano spostare a piedi, giungevano sui campi di battaglia affaticati e quindi stanchi per le lunghe marce, non potevano prestare con vigore la loro opera ai feriti, e non erano in grado di spostarsi rapidamente dove veniva richiesta la loro opera (si tratta di un vecchio problema, già emesso negli eserciti napoleonici). Pertanto, egli propone che ogni chirurgo sia munito di cavallo e che in ogni divisione una delle vetture d'ambulanza sia costruita in modo da poter servire per il trasporto dei chirurghi addetti all'ambulanza stessa. Altri propongono che le vetture d'ambulanza sia meglio studiate, in modo da evitare ai feriti atroci e prolungate sofferenze a causa dei sobbalzi dovuti alla mancanza di molleggi. Molti lamentano la sottrazione ai reggimenti di chirurghi per servizi negli ospedali o per esigenze delle unità di livello superiore; occorrebbe, secondo taluni, un carro per trasporto feriti e un mulo per trasporto medicinali, da assegnare ad ogni battaglione. Nociva alla disciplina in combattimento e fonte di disordine si rivela anche la mancanza di personale (infermieri o porta - feriti) in numero sufficiente per la raccolta dei feriti e il trasporto alle ambulanze. In tal modo, col pretesto di trascinare via i feriti gran numero di soldati lasciava le file, nè ritornavano più. Afferma il magg. Savant, comandante del corpo dei bersaglieri: io ho osservato carri carichi di feriti, trascinati, dai soldati stessi per difetto di trasporto; quale impressione terribile producesse tale lacrimevole spettacolo sull'animo delle truppe, che non erano ancora impegnate nella lotta, ce lo indicava lo squallore che si appalesava su l loro volto, le lacrime di compassione che involontariamente sgorgavano dagli occhi, e quel cupo silenzio dei ranghi, indizio certo del terrore e dello spavento 23 •
22
l vi, pp. 176 - 177.
23
Ivi, VOL. Il, p. 325.
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LA LOO ISTICA !)fil.L'ESERCITO • VOL. I
Un'ultima fonte di disordine e di grave indisciplina è il problema degli ammalati, una parte dei quali finti (ma anche quelli veri sono in gran numero), che alloggiano presso gli abitanti dei paesi, intasano le retrovie, entrano ed escono senza controllo dagli ospedali. Un problema, dunque, non solo sanitario ma di controllo disciplinare, amministrativo e morale del personale e di prevenzione, attraverso una più rigorosa osservanza di norme igieniche che, nonostante le prescrizioni, sovente non sono osservate, dando luogo al diffondersi . di malattie. La relazione del commissario Ottone, Intendente della divisione di riserva24 , è comunque quella che contiene il maggior numero di proposte, e probabilmente è servita per la compilazione dei successivi regolamenti. Egli propone la suddivisione delle ambulanze in: volanti, ausiliarie, sezioni d'ambulanza, divisioni d'ambulanza, depositi d'ambulanza. Procedendo dall'avanti verso l'indietro, le ambulanze volanti vengono dislocate all'avanguardia, in modo da essere pronte ad entrare in azione, portando i primi soccorsi, all'inizio del combattimento; i chirurghi di tali ambulanze devono essere a cavallo. Esse devono disporre dì sufficiente numero di infermieri (integrati con infermieri soldati e civili) per lo sgombero dei feriti sul deposito d'ambulanza . L'ambulanza ausiliaria (una per reggimento, composta da un furgone per 6 feriti, più i materiali) integra l'opera delle ambulanze volanti. La sezione d'ambulanza è quella destinata al servizio degli avamposti o corpi distaccati; la divisione d'ambulanza è la parte destinata al servizio di una divisione, e deve essere in grado di stabilire uno o più ospedali di primo soccorso "anche alla prima cascina che s'incontra, anche sotto una tenda". Il deposito d'ambulanza è quanto resta dell 'ambulanza, dopo aver provveduto al servizio dell'armata. Si disloca al centro dell'armata in posizione arretrata, presta i primi soccorsi e funge soprattutto da centro di smistamento per l'immediato sgombero verso gli ospedali di 1° e 2° linea. Un breve cenno merita il problema del rifornimento munizioni, per la verità poco trattato, evidentemente perchè non ha dato luogo ad inconvenienti di rilievo. Emerge, tuttavia, l'impossibilità di seguire le complicate norme contabili per il rifornimento delle munizioni, sia da parte dei guardabatterie delle singole batterie d'artiglieria, sia da parte degli impiegati e contabili dei parchi. Pochissimi guardabatterie sono stati in grado di tenere il prescritto libro - mastro dei consumi munizioni, e pochissimi addetti al servizio hanno ricevuto regolari richieste di distribuzione. Per
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lvi, VO L . Hl, pp. 354 -357.
Vl - OPINIONI, PROPOSTE, {,'ONSLDERAZIONI
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ovviare all'inconveniente, il Sig. Durafour, commissario capo d'artiglieria presso l' Intendenza generale25, propone di semplificare al massimo le scritture e i registri. Ciò può essere attenuto facendo distribuire le munizioni da parte dei guardabatterie o contabili dei parchi dietro presentazione, senza altre formalità, di semplici vaglia firmati dai comandanti dei corpi o distaccamenti. Le distribuzioni così effettuate verrebbero riepilogate in apposito registro, da tenere in sostituzione del prescritto libro mastro. Detto registro verrebbe versato periodicamente ai commissari, che riepilogando i dati potrebbero, almeno a posteriori, ugualmente accertare eventuali irregolarità e abusi_ Ma in tal modo - pretendendo richieste di volta in volta a firma del comandante di corpo - il rifornimento munizioni mancherebbe di tempestività ed aderenza, non essendo ovviamente sempre possibili tali adempimenti burocratici in combattimento, specie se i reparti agiscono frazionati_ È quanto rileva il col. Scozia del 2° reggimento granatieri guardie: sarebbe ancora a desiderarsi che la distribuzione potesse farsi anche a semplice richiesta degli aiutanti maggiori dei battaglioni, la di cui firma fosse riconosciuta; mentre secondo il prescritto, dovendo la richiesta essere firmata dal colonnello e contrassegnata dal capo dello stato maggiore della divisione, nell'azione, in cui succede spessissimo il bisogno di nuove munizioni, è facile comprendere non potersi seguire tale ordine di cose26•
Considerazioni conclusive. L'excursus fin qui condotto sui provvedimenti adottati e sul loro impatto con la realtà, anche alla luce della descrizione e dei commenti dei protagonisti si rivela più che sufficiente per delineare un quadro abbastanza fedele di come le truppe piemontesi vivevano e combattevano, di quali erano l'effettivo livello di efficienza morale e materiale delle truppe, la qualità della leadership, e persino il rapporto con le popolazioni. Le ombre sono certamente numerose, in un quadro per altr o verso non privo di luci. Ma per determinarne con su fficente esattezza la portata la profondità e l'effettivo significato sarebbe necessario inserire la macchina militare piemontese in un contesto europeo, e compiere gli indispen-
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lvi, pp. 333 - 341.
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l vi, VOL. II, µ . 50.
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sabili raffronti con i principali eserciti del tempo a cominciare da quello francese, del quale l'esercito piemontese sembra essere specchio assai fedele, anzi fin troppo fedele, fin quasi alla piaggeria (è significativo che taluni ufficiali di grado elevato, a cominciare dal capo di Stato Maggiore dell'armata Di Salasco, scrivano ancora le loro relazioni sulla campagna in francese). Indagine che esula dalle nostre finalità in questa sede; nè bastano taluni accenni, nelle relazioni, alla migliore organizzazione del vettovagliamento o alla maggior rispondenza di taluni capi di corredo nell'esercito austriaco, per stabilire fino a che punto le truppe di Radetzky ebbero a soffrire della stessa inefficienza di taluni Servizi fondamentali . Le lacune rappresentano, a nostro giudizio, solo il contraltare logistico di taluni difetti d'impostazione dell'armata sarda, difetti in linea generale tipici di tutti gli eserciti della Restaurazione, il che ci fa pensare (anche alla luce di successivi avvenimenti) che al tempo, con ogni probabilità, certe carenze logistiche non erano solo delle truppe di Carlo Alberto . Quel che si può sicuramente dire è che nè Carlo Alberto nè i suoi generali avevano veramente studiato Napoleone e avevano fatto tesoro delle sue esperienze, sia nel campo strategico che nel campo logistico. Troppo vicini, e forse ancor troppo brucianti erano ancora certi avvenimenti, per poter ricordare nel modo dovuto l'apporto dell'astro napoleonico, che la scuola monarchica e legittimistica, per tendenza naturale, tendeva piuttosto a sotterare, dimenticare e minimizzare. Dopo tutto Napoleone era stato, alla fine, sconfitto; nè risultano esistere, già nel 1848 - 1849, studi veramente approfonditi sul significato e sugli ammaestramenti da trarre dall'impostazione e dalla condotta delle campagne napoleoniche. È singolare, comunque, constatare che tutti i problemi logistici dell' armata sarda - dai problemi del personale di sanità alle insufficienti misure per lo sgombero e cura dei feriti, alla scarsità del vettovagliamento, alla indisciplina delle retrovie, alla sottrazione di combattenti per prelevamenti, distribuzioni , sgomberi, al gran numero di ammalati veri e finti, alla poca considerazione per i medici e gli addetti ai Servizi da parte degli ufficiali combattenti, al deficiente funzionamento generale dell'Intendenza, dovuto anche alla disonestà e incapacità di taluni addetti - si ritrovano già, pari pari, nelle campagne napoleoniche, e questo nonostante taluni interventi lungimfranti del grande Corso e dei suoi organi direttivi a livello centrale (notevole, a questo proposito, la perspicacia e la capacità organizzativa dell'Intendente genera le Daru, e del chirurgo capo Percy).
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Se ne ha conferma scorrendo il recente libro di Georges Blond Storia della Grande Armèe (1804 - 1815)27", nel quale l'autore, seguendo una moda alquanto frequente dei nostri giorni, si ripromette di caratterizzare questa ennesima opera su Napoleone e i suoi eserciti come un tentativo di "storia dal basso" e di mettere in luce le condizioni di vita - senza dubbio più difficili e defatiganti di quelle, già di per sè critiche, delle truppe piemontesi del 1848 - nelle quali si trovarono ad operare i soldati della "Grande Armèe" _ Tentativo solo in parte riuscito, visto che egli stesso deve ammettere che " le macchie solari non impediscono al grande astro di brillare", ed è costretto perciò a richiamare suo malgrado, con continuità, il ruolo trainante di "facitore di storia" del grande uomo che oscura quello della massa dei suoi fedeli fantaccini (i quali pervicacemente lo adorano, anche se spesso giungono a suicidarsi perchè non reggono alle fatiche e alle sofferenze). Napoleone ha dotato solo la Guardia - corpo da lui sempre privilegiato - di ufficiali medici veri e propri e di infermieri militari. Spesso egli lamenta però la cattiva qualità dei medici, la deficienza e scarsa rispondenza dei materiali, la mancanza di cure ed ospedali per i feriti, che muoiono a migliaia. Ma quando Percy gli fa osservare che ai medici militari non viene garantito un decoroso impiego anche in tempo di pace, che essi sono privi di cavallo e si spostano a piedi, che non è garantita - per evidenti resistenze corporative degli ufficiali d'Arma - la loro equiparazione ai gradi militari, Napoleone fa orecchi da mercante, e non accetta un progetto dello stesso Percy, inlitolalo significativamente "creazione della chirurgia di battaglia"_ Insensibilità di carattere, evidentemente strumentale e dovuta alla necessità di non deprimere il morale dei Quadri combattenti, trattando meglio i Quadri dei Servizi; e, forse, questa mentalità e quest'ottica non erano del tutto assenti nemmeno nell'a rmata sarda. Quello del Servizio sanitario di Percy, in tutti i casi, è un progetto che significativamente recepisce delle esigenze che, almeno nell'esercito piemontese, sarebbero emerse con impressionanti analogie circa cinquant'anni dopo: questo organismo doveva essere autosufficiente, avere un'amministrazione indipendente, infermieri abbastanza numerosi per
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Cfr. G. BLOND, Storia della Grande Armeè, MILANO, Rizzoli, 198 1. Sulla logistica degli eserciti napoleonici Cfr. anche F_ BOTTI, Approvvigionamenti e organizzazione logistica dell'armate rivoluzionarie e napoleoniche, Convegno di studi su scienze e ordinamenli della Rivoluzione francese, ISTRID, ROMA, 22 gennaio 1990 - Alti in corso di pubblicazione).
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scortare i suoi convogli, per tenere efficienti i parchi delle sue vetture, per raccogliere i feriti sul campo cli battaglia, fare sotterrare i morti, curare i malati nei ricoveri, fare eseguire gli ordini concernenti la salute nei campi, negli ospedali e nei quartieri generali. "così - spiegava Percy - non saranno impegnati soldati di linea. Neanche uno sarà messo a disposizione dei feriti, degli ospedali e dei convogli". Scomparirebbe dunque la confusione, il disordine e i contrasti sorti dalla presenza concomitante degli interessi cli svariate amministrazioni. La chirurgia di battaglia dovrebbe essere un corpo indipendente come il genio o l'artiglieria28 •
Più o meno le stesse conclusioni possono essere tratte dal funzionamento generale dell' Intendenza dell' armeé, nonostante la presenza di personalità di grosso rilievo come quella, citata, di Daru . In pratica il vettovagliamento non funzionò mai , prima di tutto per mancanza di fondi e perchè non si riuscì ad assicurarne il coordinamento con l'attività operativa, oggettivamente arduo vista la rapidità e imprevedibilità tipica delle mosse napoleoniche; e le truppe francesi - ragione non ultima del successo della mobilitazione antinapoleonica di tutta l'Europa - vissero di saccheggi, di requisizioni e di spoliazioni indiscriminate, " a tappeto" delle popolazioni locali. In quanto al vestiario e all'equipaggiamento, "alle marce forzate non reggono nè le uniformi, nè le calzature (di pessima qualità): un paio di scarpe resiste per circa 350 Km. 29 ". Se noi allarghiamo il campo dell'indagine in questa direzione possiamo dedurne - al di là del fatto logistico, ma proprio attraverso di esso - quanto abbia pesato sull'armata sarda la mancanza di un Capo carismatico e di uno stratega geniale, capace di trasformare con spietata determinazione oggettivi fattori di debolezza e carenze nei Servizi - come fece Napoleone nella prima campagna d ' Italia - in elementi di forza e di sprone per aumentare lo spirito aggressivo delle truppe. Nella prima guerra d' indipendenza avviene esattamente il contrario: non solo non si riesce almeno a neutralizzare i riflessi negativi del cattivo funzionamento dei Servizi, ma se ne aumenta la portata con una condotta delle operazioni tale da minare gravemente agli occhi del soldato il prestigio della leadership, e con frequente incapacità o impossibilità di mantenere la disciplina per gli ufficiali e la truppa dei corpi, disciplina la cui mancanza è stata in sè causa non ultima delle carenze logistiche. Anche per questa via, dunque, si può constatare che la logistica non è mai cosa arida e a sè e non va mai considerata o studiata in modo
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l vi, p. 151.
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lvi, p . 10.
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avulso dal contesto generale, strategico organico e disciplinare, di reclutamento ecc .. Il problema logistico prende corpo in una situazione di reciproci influssi con le altre branche, che rende difficile stabilire, in ogni occasione, se e fino a che punto esso è determinante, oppure se risulta espressione concreta e tangibile della qualità di una leadership e della sua strategia. Nell'armata napoleonica, comunque, la tendenza alla militarizzazione dei Servizi - tipica della seconda metà del secolo XIX in tutti gli eserciti - compie passi significativi. Tendenza in gran parte rinnegata dagli eserciti della Restaurazione e dall'armata sarda, almeno fino al 1831, quando Carlo Alberto, con taluni provvedimenti come quello della creazione del treno militare, sembra recepire l'esigenza di un cambiamento di rotta. Paradossalmente gli eserciti della Restaurazione - come quelli prenapoleonici del secolo XV 111, eserciti prevalentemente a lunga ferma, separati dalla società e impiegati anche per esigenze di ordine interno a sostegno delle monarchie - con la sola, obbligata eccezione dell'esercito coloniale inglese erano caratterizzati dalla massima estensione dell'utilizzo di impiegati civili militarizzati e con status particolare, o di imprese civili, in tutte le branche del supporto logistico, e persino - in parte - nell'artiglieria e nel genio: ad esempio i medici erano civili convenzionati, il genio progettava e costruiva anche opere civili, il vettovagliamento, casermaggio e vestiario erano a ffidati ad imprese ecc .. La militarizzazione dei Servizi, della quale vediamo segni eloquenti già nel 1848 - 1849, non è quindi dovuta - come sostenuto da taluni autori di oggi - all'esigenza di mantenere separato l'"esercito da caserma" dalla società e di renderlo il più possibile autonomo da indesiderate presenze civili; al contrario essa deriva principalmente dal fallimento testé verificato del ricorso a civili e imprese civili di fronte a ben precise esigenze operative della guerra di movimento, condotta da eserciti sempre più numerosi e con sempre più complesse attrezzature tecnologiche_ Si tratta, dunque, di cause riconducibili al perseguimento di una maggiore efficienza , omogeneità e disciplina, e, al tempo stesso, della graduale appropriazione da parte dei comandanti e Stati Maggiori di tutte le responsabilità relative ai Servizi di campagna e alla cosiddetta logistica di distribuzione, lasciando la logistica di produzione alla responsabilità degli organi centrali politici e tecnico - amministrativi. Questi ultimi, naturalmente, conservano in tale ambito un potere di indirizzo e controllo anche sui Servizi di campagna. Di qui la tendenza alla specializzazione nell' ambito dei Servizi di campagna, con riduzione del ruolo - inizialmente molto esteso - degli
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amministratori alla parte contabile, di gestione del denaro e giuridico - amministrativa, e con progressiva estensione dei Servizi "per materia". La radice del mantenimento da parte dell'artiglieria e del genio di taluni compiti inerenti alla logistica di produzione (gestione di stabilimenti, progettazione e costruzione di caserme e immobili ecc.), mantenimento che potrebbe sembrare contradditorio rispetto alle predette linee di tendenza, va invece ricercata nelle particolari caratteristiche di lavorazioni che al tempo potevano dirsi sofisticate (come la produzione e riparazione di armi e munizioni) a fronte del potenziale produttivo e della arretratezza tecnologica dell'industria locale (in Piemonte ancora alla prima infanzia). Va anche considerata, in proposito , la scarsità quantitativa e qualitativa di professioni civili (come quella di ingegnere), rispetto alle quali la formazione tecnica in scuole militari di gran fama, come quella di artiglieria e genio di Torino, risultava per comune ammissione assai migliore, proprio come anche oggi avviene nei paesi arretrati. Per tutti questi motivi lo studio della campagna del 1848 - 1849 sotto un profilo finora ampiamente trascurato come quello logistico, si rivela assai pagante. A ben guardare, in certi scarni e burocratici provvedimenti logistici, in certe minute regolamentazioni di settori particolari, si può nitidamente intravvedere' 'qualcosa che si muove", si distinguono, al di là delle contingenze, direttive di marcia e di sviluppo che hanno andamento uniforme e tutte portano verso la nascita di nuove formule di esercito, figlie - più che delle monarchie - degli imperativi della rivoluzione industriale. Un 'ultima osservazione va fatta sul modo di fare storia. Afferma, in merito, il Blond: la storia redatta secondo i documenti ufficiali[ ... ] sappiamo cosa vale. Rivelazioni avvincenti sono mescolate a fredde menzogne e ad abili silenzi in quasi tutti i libri di memorie scritti da protagonisti militari o civili, o nelle opere ad essi dedicate, perchè bisogna pur far brillare le doti e far dimenticare una debolezza o un errore criminale. Anche le testimonianze d egli umili non possono essere riportate senza prima essere state esaminate. Tutte sono state redatte , è evidente, a fatti avvenuti, ma spesso molto tempo dopo; la memoria e la sensibilità hanno il loro peso nella scelta . Inoltre le persone modeste ama no drammatizzare i racconti. Spesso, facendo in tal modo, ritengono di essere maggiormente notate. Questa è una realtà che non si può nascondere al pubblico: l'esame di tonnellate di documenti, la verifica di migliaia e migliaia di testimonianze non possono assicurare la verità assoluta. La storia matematicamente esatta non esiste30•
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l vi, p. 9.
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Vi è in ciò, indubbiamente, un fondo di verità. Ma, senza cadere nella solita alternativa storia di Capi/storia di masse, che a noi sembra totalizzante e partigiana comunque la si voglia risolvere, osserviamo che, nel caso presente, lo studio, l'interpretazione e il raffronto di documenti ufficiali - come il Giornale Militare e le relazioni dei partecipanti alla guerra - hanno potuto fornire, senza altre mediazioni, un quadro abbastanza eloquente non solo e non tanto di aridi aspetti logistici, ma anche di componenti essenziali di un esercito come il morale, il benessere e la disciplina, oltre a quella che potrebbe definirsi leadership, con la relativa filosofia organizzativa applicata. Un prezioso e insostituibile riferimento, a tal proposito, si rivelano le relazioni prima esaminate, che nel loro complesso depongono molto a favore della ufficialità piemontese e non meritano, o meritano solo in parte, il giudizio tendenzialmente riduttivo che ne dà il Pieri, secondo il quale, accanto a quelle di taluni validi ufficiali che "mettono a nudo le vecchie piaghe dell'esercito", altre sono "grige, reticenti, incolori, e mostrano la scarsissima cultura e la mediocre intelligenza di numerosi ufficiali11 " . A noi sembra invece cosa estremamente positiva, e anche oggi non certo frequente, che un Stato Maggiore voglia, a così breve distanza di tempo e per di più in previsione di una ripresa delle operazioni, conoscere il pensiero dei partecipanti a eventi sfortunati fino ai livelli più modesti, e che questi ultimi, fatta qualche non numerosa eccezione, rispondano in generale con franchezza, senza molte reticenze, in modo concorde sugli aspetti fondamentali, rimanendo largamente immuni da eccessivi intenti di a utogiustificazione o autoesaltazione. È principalmente attraverso queste relazioni che l'analisi tecnica degli aspetti logistici -come quella del pensiero militare in genere - si rivela non complemento, ma premessa indispensabile alla histoire- bataille, perchè il mantenimento in efficienza delle truppe in ogni epoca è stata gran parte dell'opera di qualunque comandante, fino a fare della bataille vera e propria una sintesi catalitica di componenti che bisogna preventivamente indagare e riportare alla luce, per comprendere appieno gli avvenimenti (influenzati da una miriade di fattori, che a loro volta li influenzano). Al tempo stesso, lo studio dei provvedimenti logistici è passaggio obbligato per chi non vuol fare solo della storia di Capi, di uomini o di idee, e forse è l'unico modo efficace e possibile per fare della storia militare "dal basso" senza cadere in visioni frammentarie e limitate, e per restituire anclie alla documentazione tecnica ufficiale quella dignità e quel giusto peso che taluni
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P. PIERI, Storia militare del Risorgimento (C ii.), pp. 836 - 837.
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le vorrebbero aprioristicamente togliere (in maniera troppo pronunciata e affrettata, e andando alla ricerca più che altro di smentite). Anche i documenti ufficiali parlano, e dicono più di quanto non sembri a prima vista: il problema - non facile - è di riuscire a interpretarne in maniera sufficientemente approfondita il reale messaggio, il significato recondito. Questo lo può fare - è lapalissiano - solo chi è in grado di leggerli e di valutarne i contenuti tecnici, a cominciare da quelli logistici che non sono cose per pochi gelosi adepti o addetti, ma la base e spesso anche la chiav• del sistema organizzativo di un esercito, fino a determinarne la qualità.
PARTE SECONDA
DALLA PRIMA GUERRA D'INDIPENDENZA ALLA CAMPAGNA DI CRIMEA (1849 - 1856)
CAPITOLO VII RIFLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME NELL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE MILITARE: SANITÀ E VETIOVAGLIAMENTO
Evoluzione dell'Amministrazione centrale militare Il periodo dal 1849 al 1955 segna la rinascita dell'esercito piemontese, che dopo le amarezze, la crisi morale e le ristrettezze di bilancio conseguenti alla sconfitta riprende ben presto con decisione il cammino, grazie soprattutto all'illuminata opera del generale Alfonso La Marmora, Ministro della guerra e marina nel 1848 nel Gabinetto Pinelli, dal dicembre 1848 al febbraio 1849 nel Gabinetto Gioberti e successivamente dal novembre 1849 a l 1859 nei Gabinetti d'Azeglio e Cavour.1 Le ristrettezze del bilancio non ostacolano, e anzi probabilmente contribuiscono a spingere nella giusta direzione tulla una serie di riforme anche in campo logistico, che diversamente dal passato si rivelano lungimiranti e appropriate, pur non mutando gli indirizzi di fondo specie ai livelli meno elevati. Una serie di cambiamenti dunque, preceduti da un provvedimento assai importante che concerne una nuova struttura da conferire al Ministero delJa guerra e marina e viene adottato il 10 marzo 1849, quando cioè la guerra è ancora in corso: il Regio Decreto con cui S.M. istituisce la carica di Segretario Generale, determina il numero e la condizione degli Ufficiali e Funzionari comandati presso il Ministero, separa la carriera superiore dalla inferiore, stabilisce una nuova pianta, gli stipendi e le norme per l'ammissione e l'avanzamento nella carriera. 2 La ragione di questo cospicuo intervento legislativo sugli Organi Centrali viene messa in luce, senza ambagi, nella "Relazione a S.M." che accompagna il decreto, assai interessante perchè fornisce un quadro veritiero e quasi impietoso deIJa situazione dell'Amministrazione centrale militare:
Prenderemo in esame, in questa sede, solamente gli aspetti e i risultati del lavoro in campo logistico del generale La Marmora. Per altre notizie sull'uomo e sull'opera Cfr, in particolare, F. STEìFANI, Op. cit., voi. I, pagg. 73-134, G. MASSARI, Il Generale Alfonso La Marmara, FIRENZE, BARBERA 1880, L. C HlALA, Ricordi della Giovinezza di A . LA MARMORA, ROMA, EREDI BOTIA 1880.
2
G.M. 1848, p. 153 e seguenti.
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l'organismo attuale del Ministero di Guerra e Marina mal risponde ai bisogni del servizio ed alle esigenze del Governo Costituzionale. Vi si nota specialmente l'insufficienza de.Ila pianta, le norme difettose, per l'ammissione e l'avanzamento degli impiegati, l'imperfetto riparto delle attribuzioni.
L'inadeguatezza degli organici costringe il Ministero a chiamare in rinforzo impiegati delle altre Amministrazioni, e specialmente ufficiali dell'esercito, in un numero tale ormai da uguagliare e anzi superare il numero degli impiegati civili effettivi. Il provvedimento, pertanto, si prefigge di limitare e disciplinare il numero dei militari, la cui presenza ha diversi riflessi negativi: tralasciando il difetto di gerarchia, e di spirito di corpo, che nasce da un cosi enorme numero di estranei addetti al Ministero, si aggiunge che essi sottentrano talora alle cariche superiori non senza produrre qualche scoraggiamento fra gli impiegati effettivi del Ministero medesimo. Finalmente siffatta consuetudine dà spesso luogo a sollecitazioni di favori indebiti per parte di Ufficiali giovani e vigorosi che ameresti meglio veder guadagnarsi i loro gradi nelle file dell'Esercito, anzichè esercitando l' umile ufficio di amanuense.
Parallelamente vengono a umentati gli impiegati civili con mansioni direttive, e su dispone la concessione di un assegno a detti impiegati uguale a quello degli ufficiali con le stesse mansioni, comechè sembri equo che pari essendo gli uffici , pari sia altresì la ricompensa. Siffatta disposizione stimolerà anche lo zelo degli impiega ti delle Amministrazioni dipt:ndenti , ai quali si apre c osì una via di far valere io una sfera superiore i lumi e le cognizioni loro.
Allo scopo di ottenere una migliore qualificazione del personale, sono modificate le norme di ammissione e avanzamento, ampliando i programmi per gli esami di promozione e traendo solo una parte del personale del Ministero dalle Aziende dipendenti (guerra, artigilieria, marina). Una parte dei posti degli impiegati di carriera rimane inoltre riservata a giovani che abbiano percorso un corso di studi superiore a quello che viene normalmente richiesto agli impiegati delle Aziende, che non sempre risulta adeguato alle esigenze del dicastero superiore. Per raggiungere un maggior rendimento del personale nei vari incarichi e un'organizzazione complessiva più razionale, si tende a colmare tre lacune: 1°) mancanza, nella carriera degli impiegati, di separazione tra carriera direttiva e carriera esecutiva; 2°) mancanza di organizzazione interna nelle varie divisioni; 3°) mancanza di un coordinamento e di un unico centro, al quale fare capo al di sopra delle divisioni.
VII - RIFLESSI LOGISTICI DELLE RTFORME DELL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE MILITARE
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Viene pertanto adottata per la prima volta la separazione tra carriera direttiva ed esecutiva degli impiegati, giustificata anche con motivazioni di carattere funzionale e attinenti al tipo di lavoro svolto ai più bassi livelli, che non incoraggia l'acquisizione di una mentalità direttiva per coloro che dovranno pervenire, dal basso, fino ai livelli più elevati della carriera: è evidenle che pregi e doti al tutto diversi, si richiedono per copiare e registrare dispacci e documenti, e per maturare e redigere disposizioni governative. D'altra parte è noto che il soverchio lavoro mat eriale nuoce facilmente allo sviluppo dei giovani impiegati, i quali, addetti quasi esclusivamenle all'opera materiale del copiare e del registrare, consumano i più belli ed operosi anni della gioventù in un'opera ingrata e sterile che del tutto spegne in essi l'amore dei grandi lavori e l'attitudine ai nuovi concetti amministrativi, nonchè l'abito delle mature riflessioni e delle pazienti richerche. Quando poi in età più matura pervengono ai gradi superiori ove dovranno por mano a disposizioni di a lta importanza e talora iniziarle, si contentano di seguire le tracce dei predecessori senza iniziativa, senza quell'abbondanza, larghezza, e, dirò anche, senza quell'ardimento di concetti che è proprio solo dichi si avve1.zò da giovane al maneggio degli affari.
L'altro difetto che si intende eliminare è l'eccessivo accentramento, il quale faceva sì che di tutto fosse responsabile il Capo divisione e tutto perciò in questi si accentrasse, con grave diminuzione della libertà d' azione e d'iniziativa dei subalterni, e conseguente diminuzione del loro zelo e della loro partecipazione attiva; si prevede pertanto la suddivisione delle varie divisioni in sezioni. Per supplire, infine, alla lamentata mancanza di coordinamento tra le varie divisioni viene istituito un ufficio centrale retto da un segretario generale, funzionario, pc1 grado t per sapere a ulorevole, il quale concorresse coi suoi lumi a lle disposizioni che fossero per promuovere le varie Divisioni, e che, informandole di uno stesso pensiero e di uno stesso carattere, mantenesse nei varii ra mi dell'Amministrazione l'unità e la coerenza che sono condizioni della sua prosperità c del suo progresso.
Le mansioni del segretario rimangono limitate alla sfera amministrativa e non entrano in collisione con la figura del " primo ufficiale", uomo di completa fiducia del Ministro che nel Ministero è l'organo della sua politica, lo rappresenta e lo sostituisce nei ricevimenti e nella firma, ecc .. La coesistenza di queste due figure, che rappresentano rispettivamente le necessità politiche e le esigenze amministrative, è pertanto ritenuta, oltre che possibile, utile e necessaria, e anzi il segretario generale, a fronte dei frequenti mutamenti dei primi ufficiali e dei Ministri, vi rappresenta l'indispensabile continuità amministrativa.
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Infatti mentre il primo ufficiale rappresenta il Ministro nell' interno del Ministero, ne fa le veci durante la sua assenza, dà udienze pubbliche, firma a nome del Ministro le disposizioni esecutive, il segretario generale invece, presi ove occorra gli opportuni accordi con il primo ufficiale, veglia sul pronto e regolare andamento dell'Amministrazione, sulla disciplina degli impiegati, vigila sulle pubblicazioni ufficiali del Ministero, esamina i progetti delle leggi e dei decreti di massima da presentare al Ministro, e tratta direttamente quelle questioni_che gli vengono affidate dal Ministro stesso. Tuttavia - osserva il relatore - nonostante queste riforme le condizioni attuali del Ministero non consentono di fare fronte in maniera completa alla natura delle sue attribuzioni, le quali sono parte legislative e regolamentarie in quanto esso prepara le leggi e stabilisce le norme per loro esecuzione; parte esecutive in quanto ne ordina, ne sollecita, e ne veglia l'attuazione e l'a pplicazione.
Viene pertanto costituito un solo ufficio del segretario generale, e l'organigramma fondamentale del Ministero prevede: Ministro; Gabinetto del Ministro, con primo ufficiale; Segretario Generale, con proprio ufficio (ufficio controllo); Sei Divisioni (Personale; Operazioni Militari; Leva; Amministrazione Militare; Artiglieria e Fortificazioni; Marina, oltre agli Uffici Matricola, Archivi e Ufficio Contabile, Economia). Del Gabinetto del Ministro (detta anche "Stato Maggiore") fanno parte dodici ufficiali superiori o inferiori scelti tra Le varie Armi e/o nei corpi della marina, ai quali il Ministro affida le incombenze da lui ritenute più opportune. Inoltre, potranno essere comandati in soprannumero presso il Ministero sei commissari, sotto-commissari, o altri funzionari delle Aziende di guerra, d'artiglieria e di marina e di altri uffici dipendenti dal Ministero. Le divisioni sono suddivise in numero vario di sezioni, le cui attribuzioni sono fissate con decreto ministeriale. La ripartizione degli impiegati tra le divisioni e sezioni è fissata con apposito specchio. Riguardo alla provenienza e/o al reclutamento del personale,_il primo ufficiale e il segretario generale sono "per quanto possibile" tratti dagli ufficiali superiori dell'esercito o dagli impiegati di livello superiore o dai capi divisione, "o anche da altre persone che si siano distinte per cognizione di cose militari" (un campo di scelta, dunque, molto vasto). Gli applicati sono tratti, previo superamento di esami di concorso, per una metà dagli applicati delle Aziende dipendenti, e per l'altra metà da giovani che aspirano, dall'esterno, a tale posto.
VII - RIFLESSI LOO ISTICI DELLE Rll'ORME DELL'AMMINISTRAZIO NE CENTRALE MILITARE
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Molto differenziate e assai poco "appiattite", quanto meno in riferimento ai normali parametri attuali, le paghe del personale: dalle L. 7 .500 annuali del primo ufficiale si passa alle 7 .000 del segretario generale, alle 4.500 dei capi divisione, fino alle 1.200 - 1.800 per gli applicati e alle 1.400 - 2.000 per gli scrivani. La piramide gerarchica al di sotto del segretario generale comprende: segretari (2 gradi), sottosegretari (2 gradi), applicati (3 gradi), scrivani (4 gradi). Ciascun grado ha un proprio trattamento economico; si tiene comunque conto anche dell'anzianità, prevedendo che gli impiegati che dopo un periodo di cinque anni non abbiano ottenuto alcun aumento di grado o di paga, possano fruire di un soprassoldo equivalente ad un decimo di stipendio. Indubbiamente una siffatta struttura degli Organi Centrali era tale da migliorare sensibilmente la funzionalità dell'insieme e il rendimento e la motivazione del personale. Rimanevano tuttavia irrisolte due questioni principali: a) li problema del Corpo di Stato Maggiore del suo Capo, i cui compiti erano come sempre limitati a mansioni essenzialmente organizzative ed esecutive nell'ambito dell'esercito di campagna, senza quindi alcun ruolo nell'organizzazione centrale, che continua a riassumersi nel Ministero della guerra e marina. Non muta questo indirizzo di fondo il R. Decreto 18 maggio 1850,3 che apporta solo modifiche formali al regolamento del 1931 (la denominazione di " Corpo dello Stato Maggiore Generale" viene modificata in "Corpo Reale dello Stato Maggiore"}, e rafforza la struttura dell'Ufficio Topografico; b) La suddivisione dell'Amministrazione militare terrestre, ai livelli inferiori a quello del Ministero, in Azienda generale di guerra (costituita nel 1816) e in Azienda generale d'artiglieria, fortificazioni, e fabbriche militari (esistente fin dal 1711). Ne derivavano ovvi inconvenienti, già emersi del resto nel corso della passata guerra. Sotto questo aspetto, rimanevano almeno per il momento immutati i problemi di coordinamento del 1848 - 1849 tra Ministero, esercito di campagna e Aziende, così come rimanevano immutati gli incovenienti generali derivanti da eccessivi controlli e procedure macchinose, inconvenienti la cui portata e influenza vengono ben messi in evidenza nel R.D. col quale S.M. modifica il servizio d'Amministrazione contabilità dei Corpi di Truppa del R. Esercito in data 13 dicembre 1950. 4 li predetto decreto sancisce modifiche intese a snellire l'amministrazione al livello di corpo (esaminate in altra sede), ma al tempo stesso non si nasconde la necessità di mutare l'impostazione amministrativa a livello centrale:
3
G. M . 1850, parte I , pp. 153 e seguenti .
4
G.M. 18.50, parte II, pp. 388-2%
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LA LOGISTIC A DELL'ESERCITO - VOL. I
L'esperienza di molti anni di pace, e quella ben maggiore cli due anni di guerra, fecero conoscere parecchi difetti nell'attuale nostro sistema d' Amministrazione e contabilità militare. Fra questi notasi più particolarmente: I 0 ) Eccessivo controllo preventivo, il quale dimezzando la responsabilità la rende in parte illusoria; inoltre necessita un considerevole Personale amministrativo fuori proporzione con quello che è da amministrare; 2°) Complicazione nelle norme e nel procedimento delle contabilità e molteplicità di scritture, per cui questa è lenta e difficile in pace, difficilissima in guerra. I miglioramenti che possono riparare a siffatti difetti sono di due specie. Gli uni toccano essenzialmente le basi degli attuali Regolamenti amministrativi, e per conseguenza non sono attuabi1i senza che si modifichino questi in complesso. Gli altri invece non sono in opposizione col complesso di tali Regolamenti, e possono perciò essere mandati ad effetto senza che questi si cambino essenzialmente. Per ottenere una semplificazione completa è necessario di valersi di ambedue le specie di rimedi. Si sono perciò intrapesi gli studi per introdurre nei detti regolamenti le opportune modificazioni. ..
Anche se il Ministero della guerra in data 15 ottobre 1850 si separa da quello della marina che costituisce Ministero a parte (con ambedue i Ministeri facenti però capo a unica persona), le "opportune modificazioni" in profondità avvengono solo a distanza di tre anni, e per tutti i Ministeri, con la Legge sull'amministraz ione centrale e la contabilità generale dello Stato in data 23 marzo 1853, ed il relativo Regolamento p er l'esecuz ione del Titolo I della legge 23 marzo 1853 sull'ordinamento dell'Amministrazione Centrale.5 Si tratta di una nuova normativa che ha profonde influenze sull'ordinamento e sul funzionamento dell'Amministrazione centrale militare: la prima di esse è l' abolizione delle due distinte Aziende (Azienda generale di guerra e Azienda generale di artiglieria, fortificazione e fabbriche militari), che muta un assetto quasi secolare. La legge del 23 marzo 1853, infatti, stabilisce che i Ministeri - il cui ordinamento deve essere uniforme per quanto attiene a titoli, gradi e stipendi del personale-provvedono all'amministrazione centrale dello Stato per mezzo di uffici, posti alle dirette dipendenze del Ministero; gli uffici che si riferiscono ad una medesima branca possono essere riuniti in direzioni, che fanno parte integrante del Ministero. Le "Aziende e loro tesorerie, nonchè l'Ispezione generale dell'Erario" sono pertanto esplicitamente soppresse (Art. 50) . Per quanto di interesse dell'amministrazione militare, la legge aIJ' Art. 49 recita che i tesorieri e tutti gli altri contabili verso lo Stato, in denaro od in materiale, rendono il conto d ella loro gestione alla Cam era dei Conti nelle firme e nei modi stabiliti da appositi Regolamenti.
Entro il 1854 ciascun Ministero deve anche presentare al Ministero delle finanze l'inventario dei mobili e oggetti esistenti nei magazzini della sua amministrazione, e annualmente segnalare le variazioni.
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G .M . 1853, parte I , pp. 41-51 e 474-624
Vll - RIFLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE MILITARE
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I contratti nell'interesse dello Stato in linea generale devono aver luogo con il sistema del pubblico incanto. È però consentito stipulare contratti privati in particolari casi, tra i quali: gli acquisti di materiali e derrate che per la loro particolare natura devono essere fatti direttamente presso i produttori; le somministrazioni, i trasporti e i lavori che non hanno ricevuto offerte nel corso dell'incanto, o per i quali sono stati proposti prezzi inaccettabili ; le somministrazioni, trasporti e i lavori che "in caso di evidente urgenza prodotta da impreviste circostanze, non possono ammettere i termini degli incanti". Per contratti superiori alle 25.000 lire, e per contratti a trattativa privata superiori alle 20.000 lire, deve essere richiesto il parere del Consiglio di Stato. Il citato Regolamento per l'esecuzione del Titolo I stabilisce titoli e gradi del personale (segretario generale; direttore generale; direttore capo divisione; capo di sezione; segretario di 1° e 2° classe; applicato di 1°, 2°, 3 ° e 4° classe) . ll segretario generale e i direttori generali lavorano direttamente con il Ministro e firmano per il Ministro, esercitando a suo nome le relative attribuzioni_ Il Ministro tra gli impiegati di grado non inferiore a quello di direttore capo divisione può scegliersi un segretario particolare. Per il Ministero della guerra, comunque, gli impieghi possono essere ricoperti da ufficiali di gradi e Armi diverse, cia<;cuno dei quali continua a percepire gli assegni dovuti al grado e all'Arma di appartenenza. Nell'ambito del Ministero della guerra, è istituita la " direzione generale del materiale e dell'amministrazione Militare", che assorbe buona parte delJe competenze delle due soppresse Aziende. La nuova struttura è assai ridotta, con poco personale e prevede l'articolazione in: segretariato generale (57 impiegati; di cui un segretario, 3 direttori capi divisione, 7 capi sezione); direzione generale del materiale e dell'amministrazione militare (105 impiegati, di cui un direttore generale, 5 direttori capi, 10 capi sezione). Dal 1° gennaio 1854, in aderenza alJa citata legge, le Aziende generali di guerra e d'artiglieria, fortificazioni e fabbriche militari sono definitivamente soppresse e le loro attribuzioni assorbite dal Ministero della guerra, che a sua volta le ripartisce tra il segretario generale e la direzione generale del materiale e dell'amministrazione militare. Anche se la predetta legge non contiene alcun accenno al funzionamento amministrativo dei corpi delJ'esercito, è implicito che l'Amministrazione militare deve adottare criteri di gestione il più possibile in armonia con le nuove norme generali. La posizione del Ministero delJa guerra nel nuovo sistema amministrativo dello Stato e il suo rapporto con il Ministero delle finanze rimangono tutt'altro che inequivocabilmente definiti. Nella tornata del dicembre
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
1853, alla Camera, ha luogo un dibattito a proposito della citata disposizione che stabilisce la responsabilità di agenti e funzionari che abbiano comunque maneggio di denaro o carico di materiali, e li sottopone alla vigilanza del Ministro delle finanze e alla giurisdizione della Corte dei Conti (o "Camera dei Conti)6 • Le tesi - radicalmente contrapposte - sono due, e corrispondono a un dualismo storico: quella del deputato Petitti, secondo il quale i membri del1' Amministrazione militare che hanno-responsabilità di denaro o materiali non cadono sotto la responsabilità del Ministro delle finanze, e quella del deputato Valerio, secondo il quale le particolari procedure seguite nell'ambito dell'Amministrazione militare sono irrilevanti ai fini della responsabilità nel maneggio del denaro, che in tutti i casi rientra nella vigilanza del Ministro delle finanze e nella giurisdizione della Camera dei Conti_ Per il Petitti tanto i consigli d'amministrazione quanto i direttori dei conti e gli ufficiali pagatori non amministrano denaro pubblico, bensì denaro che è già uscito dalle casse pubbliche come competenza dei corpi, istituiti e stabilimenti in discorso, oppure quale competenza degli individui appartenenti ai corpi, istituiti e stabilimenti medesimi.
Il Regio Commissario conte di Santarosa, che risponde a nome del Ministro Cavour chiamato in causa dal Petitti, si dichiara d'accordo con questa interpretazione, chiarendo che gli amministratori militari non maneggiando denaro per conto dello stato, ma amministrando le competenze dei militari per conto dei militari stessi, secondo i regolamenti speciali di amministrazione militare, la loro responsabìlìlà è tutta rispetto ai soldati del reggimento_ Essi quindi non cadono per tale amministrazione sotto la vigilanza del Ministro delle finanze. Ma se si trattasse poi di amministratori che abbiano il maneggio di denari per conto dello Stato, le finanze hanno interesse di vedere se spendono di più o di meno, se spendono bene o male, e la qualità di militari non li dispenserebbe dalla vigilanza del Ministro delle finanze. Ma nel caso da lui citalo si tralla di persone bensì contabili, ma non contabìlì verso lo Stato, le quali , una volta che ha versato il denaro accennato dal deputato Petitti, ne è interamente liberato_ Rimangono essi soli responsabili verso i militari. La vigilanza sopra i medesimi è tutta affidata al ministro della guerra; il ministro delle finanze non può avere alcuna inger enza a questo riguardo.
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E_ MERCURIO, Studi di amministrazione militare - le origini storiche dell'Amministrazione dei corpi. ROMA, VOGHERA 1908, pp. 93-99.
VII - RIFLPSSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL' AMMINISTRAZ.IONE CENTRALE MILITARE
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Il deputato Valerio si dichiara insoddisfatto, e obietta che la sorgente di questo denaro scaturisce pur sempre dallo stesso punto, cioè dallo Stato; il beneficio che da esso si deve ricavare è pure dello Stato, e qualora vi fosse sciupo, qualora vi fosse ladroneccio, chi ne soffrirebbe? Certo non i Corpi, ma dovrebbe supplire lo Stato, quando questo caso di dilapidazione si verificasse.
L'intervento conclusivo del Ministro delle finanze pro tempore (Cavour) è pittosto salomonico: le migliori garanzie di un utile e appropriato impiego del denaro, che è quello che tutti desiderano, si trovano nell' azione di vigilanza che il Ministro della guerra e quello delle finanze esercitano ciascuno nel suo campo, l'uno per l'impegno del denaro nell'ambito dei corpi, l' altro per l'impegno del denaro dello Stato: non vi è, in queste differenti competenze, confusione o sovrapposizione di compiti, e per quanto riguarda l'andamento dell'Amministrazione militare, nel Ministero della guerra vi sono dei modi di controllo e di verificazione, i quali sono a parere mio più efficaci di ogni altro, e talmente efficaci che per questo lato da moltissimi anni non vi sono stati inconvenienti da lamentare, cosa che verrà a convincere la Camera che g]'interessi dello Stato sono abbastanza tutelati.
Di fronte a questa presa di posizione del Ministro Cavour che di fatto tende a lasciare le cose come stanno, il risultato pratico non può essere che uno: nonostante i nuovi principi legislativi di recente introdotti, l'aliquota di bilancio destinata al Ministero della guerra rimane sottratta a qualsiasi controllo esterno, e il Ministro, grazie alla sua duplice autorità direttiva e sindacatrice, diventa arbitro assoluto della gestione dei corpi, che solo al Ministro stesso devono rispondere e rendere i conti. In tal modo la legge 23 marzo 1853, benchè intenda chiaramente estendere la giurisdizione della Camera dei Conti a tutti i Ministeri senza alcuna eccezione, rimane inapplicata in ambito Ministero della guerra, in ragione della particolare fisionomia delle gestioni militari. Non mancano, peraltro, gli adeguamenti interni del Ministero della guerra, che l'abolizione delle Aziende rende necessari: la circolare del Gabinetto del Ministro n° 53 in data 29 dicembre 18537 detta minute norme per la ricezione, la spedizione, la ripartizione e il disbrigo della corrispondenza e delle pratiche, e soprattutto definisce nel dettaglio le rispet-
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G.M. 1853, parte II , pp. 464-470.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
tive competenze del "segretario generale" e della "direzione generale". Tali competenze forniscono un' efficace ed interessante immagine dell'organizzazione burocratica del Ministero stesso, ivi comprese le modalità per la trattazione e conservazione del carteggio. Le attribuzioni di carattere più propriamente logistico-amministrativo sono concentrate nella direzione generale, nella quale si notano le seguenti branche: personale dei Servizi dipendenti dalla stessa direzione generale (Intendenza, Servizio sanitario, sussistenza, impiegati dell'artiglieria e del genio, ecc.); Servizio generale dell'artiglieria, del genio e dell'amministrazione militare; Servizio di artiglieria; Servizio del genio; Servizi vari dell'amministrazione militare, per i quali si distinguono, nell'ordine, le voci sussistenze militari (pane, viveri, foraggi e casermaggio), trasporti ordinari e straordinari, corredo, mobili e arredi, ospedali militari; competenze e contabilità dei corpi. Il segretario generale si occupa del personale e della matricola (fatta eccezione per il personale direttamente dipendente dalla direzione generale), con particolare riguardo a tutto ciò che concerne la leva e il reclutamento. Altre branche di sua competenza sono: l'ordinamento; il servizio, con tale termine intendendo tutto ciò che riguarda l'impegno delle truppe nelle varie contingenze e il loro addestramento, comprese le ispezioni ai corpi e istituti militari (ad eccezione - assai significativa - della parte che riguarda l'amministrazione, il materiale del genio e l'artiglieria); istruzione (comprese le scuole analfabeti e semianalfabeti); legalizzazione di documenti ; archivi e pubblicazioni. Il più vistoso inconveniente di una siffatta ripartizione sembra quello della mancanza di un raccordo, al livello inferiore a quello del Ministro, della parte logistico-amministrativa con la parte ordinamento, servizio, giustizia ecc ... La gestione del personale rimane poco razionalmente ripartita tra segretario e direzione generale, e le competenze del segretario stesso si arrestano di fronte a tutto ciò che riguarda la direzione generale. In tal modo le soppresse Azienda generale di guerra e di artiglieria, genio o fortificazioni sopravvivono in buona parte nell' ambito dello stesso Ministero; è comunque pur sempre un progresso rispetto alla perniciosa distinzione del passato tra Ministero e Aziende.
VII • RrA, ESSI LOOISTICI DELLE RIFORME DELL'AMMINISTRAZION E CENTRALE MILITARE
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Va infine notata, nell' ambito delle attribuzioni del segretario generale, la mancanza dj distinzioni nette tra branca addestrativa, branca operativa e branca logistica. Quest'ultima è in certo modo affidata al "Servizio del genio" alle dipendenze della direzione generale, che deve compilare le "Memorie concernenti la difesa del paese" e approvare " i lavori e le spese relative alle fortificazioni e fabbriche militari" . Poichè, al tempo, in tali lavori si riassume e si manifesta, in larga parte, il concetto di difesa militare dello Stato, se ne deve dedurre non solo che il segretario generale, nel 1854 di fatto non può svolgere quelle funzioni di indirizzo e controllo amministrativo generale con le quali il citato R.D. del 1849 intende caratterizzare la sua figura, ma che egli rimane praticamente estraneo anche alle principali questioni concernenti la difesa dello Stato, per le quali a livello centrale non esiste un apposito organo di coordinamento e indirizzo. Un'altra deduzione che si deve trarre dalla ripartizione delle competenze a livello centrale è che nel 1854, a livello ufficiale, non solo è sconosciuta la voce logistica, ma anche quella di Servizio logistico non è ancor ben focalizzata; servizio rimane una parola senza particolare caratterizzazione, che assume solo il significato reale e generico di "svolgimento di una incombenza ricevuta, o della attività connesse a una competenza di ufficio, o comunque stabilita dal regolamento". Significato del resto tuttora valido, nell'accezione generale del termine. Inevitabile e persistente dunque, specie nella direzione generale, la mescolanza tra attribuzioni logistiche ed operative o di altra natura. Per quanto concerne i livelli inferiori, va notato l'elevato carico burocratico che continua a gravare sulla fondamentale figura del commissario di guerra locale, desumibile dalla Istruzione sui servizi, le attribuzioni e incombenze inerenti alle Commissarie di Guerra locali, da osservarsi dai Comandi Militari che sono e saranno incaricati della reggenza di tali Uffici 8 • Questa Istruzione si ripromette di alleggerire le incombenze dei Comandanti Militari Provinciali (in genere comandanti di distaccamento) incaricati di "reggere l'ufficio della Commissaria di guerra locale" e stabilisce che onde alleviare al Militare Comando il peso e le difficoltà del simi le servizio, egli sar à dispensato dai lavori contabili di maggior rilievo del distaccamento di Truppa componente il P residio, che non richiedono l'immediata o giornaliera spedizione... I quali documenti saranno dal Militare Comando sol!anto ricevuti in consegna alle epoche e modi
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G.M. 1852, parte 11, pp. 147-161.
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LA LOOISTICA DELL' ESERCITO • VOL. I
prescritti, e immediatamente spediti a mano a mano alla Commissaria di Guerra del Presidio dove stanzia il Corpo che fornisce il distaccamento, lasciando così alla Commissaria stessa la cura di attendere alle operazioni che ne conseguono, cd alla relativa contabilità verso il Corpo o l' Azienda.
L'Istruzione stabilisce che vengano dati in consegna al Comandante Militare Provinciale solo i documenti, il carteggio e le istruzioni necessarie al suo ufficio, versando all'Azienda generale di guerra tutto il resto non di interesse. Per maggior chiarimento, viene allegata all'Istruzione una Nota atta a servire da guida al Comando per disimpegnare le nuove funzioni nelle varie contingenze di servizio, nella quale sono raccolte e dispo~"te per ordine le diverse materie che possono più particolarmente concernere ai servizi lavori e incombenze in oggi attributi a lle Cofillnissarie locali, c on indicazio ne dei relativi Decreti, ordini, Provvedimenti, e delle circolari in proposito diramate dall'Azienda.
Dalla Nota si può desumere quanto consistente rimanga il carico di attribuzioni, e il relativo carteggio, che deve disimpegnare il commissario di guerra della divisione e/o a livelJo Presidiario; al tempo stesso, da essa si ricava un dettagliato elenco delle disposizioni all' epoca vigenti in materia di Servizio logistici. Disposizioni il cui numero e la cui composizione qualitativa consentono di stabilire che, come sempre, l'Amministrazione militare piemontese anche nel 1852 poteva essere tacciata non tanto di trascuratezza nella regolamentazione e nella cura dei Servizi, ma, al contrario, di un eccesso di attività nel campo logistico e dei regolamenti, che soffocava ogni sana iniziativa e rendeva, anche in tempo di pace, assai difficoltosa e complicata l'opera degli addetti ai minori livelli, gravati da un eccesso di incombenze nel campo burocratico a tutto danno della loro effettiva azione di comando e controllo, più che mai necessaria per il buon andarneto della parte logistica dei reparti.
La costituzione del corpo d'Intendenza militare. Un altro provvedimento di grande portata, anch' esso strettamente connesso alla più volte citata legge 23 marzo 1853 sull'Amministrazione centrale dello Stato, è la creazione di un "Corpo d'Intendenza militare" prevista dal R.D. che sopprime gli Uffizi di Commissarie di Guerra,
Vll - RIFLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL'AMM INISTRAZIONE CENTRALE MILITARE
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e crea un Corpo d'Intendenza militare stabilendo le sue attribuzioni in data 23 marzo 1853'\ con il quale, sempre a seguito dell'abolizione delle due diverse Aziende, vengono soppressi gli "Uffizi di Commissaria di guerra" nei capoluoghi delle divisioni militari e nei vari Presidi, e gli "Uffizi di Commissaria d'Artiglieria" dipendenti dall'Azienda Generale di Artiglieria. Scompaiono, o almeno cambiano aspetto, le secolari figure dei commissari di guerra e/ o d'artiglieria, sostituiti da funzionari (non ancora, quindi, ufficiali) inquadrati in un unico Corpo d'Intendenza militare, che costituiscono Uffici d 'Intendenza militare alle dirette dipendenze del Ministero della guerra. 1 nuovi funzionari riuniscono in sè tutte le attribuzioni logistiche nelle divisioni e nelle province, hanno di massima funzioni direttive e di controllo (lasciando ai fornitori e al personale delle sussistenze la parte esecutiva) e svolgo no i loro compiti: negli uffici d'Intendenza militare delle divisioni e dei Presidi; presso le truppe in campagna, a livello divisio nale; presso i magazzini delle merci; quali delegati presso gli Ispettori di contabilità; in alcuni posti presso l'Amministrazio ne centrale. I fu nzionari dell' Intendenza sono i delegati del Ministero, presiedono agli incanti, compilano t utti i verbali dell' Amministrazione militare, stip ulano i contratti,. dirigono e vigilano i Servizi logistici (sempre chiamati "amministrativi"), con particolare riguardo alla rego larità delle distribuzioni delle truppe, verificano i conti, spediscono i mandati di pagamento, controllano la contabilità in denaro e in natura dei corpi. Le loro incombenze nelle località ove non sono disponibili funzionari dell'Intendenza sono disimpegnate dai comandanti militari territoriali, e se anche questi ma ncano, dai sindaci dei Comuni, Riguardo alle dipendenze, solita duplicità. Essi saranno bensì nell'immediata dipendenza del Ministero della guerra, ma essi sono nullameno sotto gli ordini del Comandante Generale della Divisione militare in tutto ciò che riguardi il servizio militare e non sia contrario alle incombenze amministrative specialmente loro affidate.
Il decreto - chissà perchè - prescrive espressamente che i funzionari sono tenuti a fornire ai comandanti militari tutti i chiarimenti e le nozioni che loro vengono richieste, e sebbene far debbono quelle osservazioni che credono convenienti del maggior bene e per la regolarità deè servizio, dovranno per ò in ogni occorrenza aderire agli ordini formali che loro siano dati in via amministrativa dai Coma ndanti militari provinciali o di pia7..za nei casi eccezionali e non previsti
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO · VOL. I
dai regolamenti, specialmente per quanto si riferisce ai bisogni della truppa, ma in tali evenienze i Funzionari d'Intendenza ne riferiscono immediatamente al Ministero, cadendo a carico di detti Comandanti militari ogni responsabilità.
II decreto stabilisce anche il trattamento economico e le equiparazioni dei funzionari agi gradi militari (l'Intendente militare, cioè il grado più elevato, è equiparato solo a colonnello; il sotto-commissario di guerra, a capitano). Il reclutamento nei gradi più bassi avviene in parte da personale civile, in parte dai sottufficiali e subalterni; le promozioni, come sempre, avvengono sia ad anzianità che a scelta. Da queste norme si può dedurre che, a parte l'inevitabile processo di unificazione delle carriere e funzioni imposto dallo scioglimento delle Aziende, ben poco cambia nelle funzioni e nello stato del personale: il corpo d'Intendenza continua ad essere composto da "funzionari" assimilati ai gradi militari, che sono prima di tutto delegati dal Ministero della guerra e svolgono funzioni del tutto analoghe a quelle degli antichi commissari e sottocommissari di guerra e d'artiglieria, conservando anche i nomi. Il nuovo corpo è piuttosto esiguo (112 persone in totale, di cui 8 Intendenti militari e 6 commissari di guerra di l a classe) c la sua costituzione in definitiva ha valore soprattutto come linea di tendenza, come segno della maggiore importanza attribuita ai Servizi in generale, e quale primo passo verso la piena militarizzazione di un corpo che rimane di funzionari con status intermedio fra quello militare e civile. li provvedimento ora citato è tutt'altro che nuovo: in Francia il corpo d' Intendenza militare fu creato subito dopo la caduta di Napoleone, con ordinanza reale del 29 giugno 1817, e con funzionari provenienti dalla fusione dei due corpi degli Ispettori delle riviste e dei commissari di guerra. Il personale veniva reclutato esclusivamente tra i civili, e i suoi compiti erano del tutto analoghi a quelli appartenenti al corpo dell'Intendenza militare piemontese. 10
L'evoluzione organica dal 1845 al 1855 al livello di corpo. Riguardo alle modifiche organiche nell'ambito dei corpi e reggimenti, probabilmente per ragioni di economia subito dopo il 1849 si tende
IO
C. GREGORIO, Art. cit., "Rivista di commissariato" n. 1/1941.
VII - RIFLESSI LOGISTICI DELLE Rll'ORME DELL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE MILITARE
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a ridurre il personale dei Servizi. Così nell'ordinamento de, 185211 , confermando una tendenza già emersa subito dopo la campagna del 184912 , i medici del reggimento di fanteria (che è su 4 battaglioni) vengono ridotti a 3, di cui un medico di reggimento e 2 di battaglione; in tal modo, 2 battaglioni su 4 sono senza medico. Anche gli aiutanti maggiori sono in totale 2 di cui uno in 1 a e uno in 2a; in tal modo, praticamente scompare la figura dell'aiutante maggiore in 2a di battaglione. Non si fa menzione, nell' organico dei reggimenti di fanteria, di battaglioni di deposito; ogni reggimento è su 4 battaglioni omogenei, ciascuno su quattro compagnie. Il deposito viene invece indicato nell'organico del corpo dei bersaglieri (che è su IO battaglioni e una compagnia deposito) e nel reggimento di cavalleria (che è su 4 squadroni attivi e I di deposito). Da notare anche, rispetto ali' ordinamento del 1848-1849 (capitolo II) l'abolizione dei sergenti falegnami e la riduzione dei falegnami (solo 2 per battaglione), l'abolizione degli arcieri (una sorta di guardie di custodia e esecutori di pene corporali), la riduzione degli armaioli da 3 a I per reggimento, la ridu zione da 4 a 2 dei vivandieri, e, infine, l'abolizione dei caporali furieri al livello di compagnia, le cui attribuzioni sono disimpegnate da caporali scelti dal comandante di compagnia. Un organico tipicamente di pace dunque, nel quale le esigenze di economia fanno premio su quelle relative ai Servizi di campagna, a loro volta non essenziali e suscettibili di contrazione nella vita presidiaria e stanziale dei reparti (con battaglioni riuniti al deposito), alla quale l' esercito eraritornato dopo le parentesi del 1848-1849. Come era facile prevedere, si tratta di una situazione provvisoria, modificata in maniera assai radicale nell'organico dei reggimenti di fanteria di linea provvisori predisposto nel 1855 13 per le esigenze della campagna di Crimea. Evidentemente in considerazione delle esigenze di campagna e della lontananza del deposito, infatti, in tale organico viene particolarmente aumentata l'autonomia logistica del battaglione. Ciascun battaglione ha di nuovo il suo aiutante maggiore e il suo ufficiale medico e (novità rilevante) ha nello "Stato Maggiore" un subalterno "destinato ai lavori di amministrazione e contabilità" e un altro "a disposizione". Sono ripristinati anche i vivandieri (uno per battaglione), ogni compagnia ha il suo furiere, i falegnami del reggimento sono in totale 12 (di cui 2 per battaglione), gli armaioli sono 2 per reggimento, e, infine, dello "Stato Maggiore" del battaglione fanteria fanno p,a rte ben 22 soldati, con incarico generico (oltre ai 2 falegnami, al vivandiere e ai graduati). Di essi
11
G.M. 1852, parte I, pp. 137- 151.
12
G.M. 1849, pane Il, PP- 100-107.
13
G.M. 1855, parte I , Specchio V, pp. 537-539.
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LA LOG ISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
8 sono scelti fra i soldati che per professione sono pratici a governare cavalli e muli, e a condurre carri; 4 fra quelli che sono sarti di professione; 4 fra quclJj che sono calzolai; 5 sono soldati di confidenza degli Ufficiali dello Stato Maggiore ed uno è destinalo alla cucina degli Ufficiali d el Batlaglione14 •
Il Servizio di sanità: Alessandro Riberi. li periodo, pur breve, che va-dalla fine della prima guerra d'indipendenza alla campagna di Crimea, grazie soprattutto all'opera generosa e lungimirante in ogni settore del dott. Alessandro Riberi (presidente dal 1843 del consiglio superiore di sanità militare) 15 , segna come non mai un radicale ed incessante progresso della sanità militare, che fin dal 1850 con il riordino del corpo sanitario assume una fisionomia estremamente moderna nella quale viene dato largo spazio all'istruzione e all'aggiornamento scientifico del medico militare, tenendo conto che, come osserva il Riberi "ciascuno può nell'ordine civile prescegliere quel medico, in cui supporre più cognizione e maggiore esperienza: essendo invece imposto il medico al soldato, incombe al Governo di restare a questo mallevadore della sua abilità" 16 • Pietra angolare dell'opera di rinnovamento e miglioramento del Riberi è il R. Decreto cui S.M. riordinando il Corpo Sanitario militare stabilisce una nuova gerarchia, non che nuove norme per l'ammissione, l'avanzamento, la paga, l 'istruzione e la disciplina del corpo, in data 30 ottobre 185017 •
14
G .M. 1855, parte I, pp. 528, 529
15
ALESSANDRO RIBERl, nato a Stroppo (Cuneo) il 2 aprile 1796 e morto a Rivoli, nei pressi di Torino, il 18 novembre 186!, è una delle non m olte figure emergenti nel campo dei Servizi logistici militari, una figura di maestro, scienziato e apostolo nella quale le doti in tellettuali, l'alto sape re e le capacità professionali si univano al carattere nobile e integro e un'altra coscienza mo rale della missione del medico militare, da lui sempre strenuamente difesa in ogni occasione. Dopo la laurea sia in medicina che in chirurgia, nel 1826, a soli 30 anni, per decreto reale fu elevato alla cattedra universitaria di "istituzioni chirurgiche, operazioni e ostetricia" , distinguendosi in Italia e in campo internazionale per le ricerche e l'attività scienti fi ca (fu il primo in Italia, a d esempio, a praticare l'eterizzazione, e a prom uovere ricerche sulla narcosi eterea e cloroformica). In campo militare, nominato a soli 25 anni chirurgo maggiore nelle guardie del corpo del Re, fu ben presto chiamato a far parte del Consiglio Superiore della Sanità militare, del quale divenne Presidente nel 1843, rimanendolo fino alla morte. Deputato nel 1848 e Senatore nel 1849, difese e sostenne anche in Parlamento le esigenze del Corpo Sanitario militare del personale che ne faceva parte. Per elevare la professionalità dei medici militari, creò anche il famoso premio intitolato al suo nome e a sue spese.
16
Cit . in A. CASARINI , Op. cit., p . 402.
17
G. M . 11150, parte 11 , pp. 249-263.
V II - RIFLESSI LOG ISTIC I DELLE RIFORME DELL'AMM INISTRAZIONE C ENTRALE MILITARE
373
Lo spirito e gli obiettivi del decreto risultano chiaramente dalla "Relazione a S.M." introduttiva. Il regolamento sul servizio di pace del 1833 (vds. capitolo III), a quel momento ancora in vigore, stabiliva una netta distinzione del personale in medico e chirurgo. In tal modo le successive disposizioni del 1843 e del 1848, che prescrivevano la doppia laurea, all'atto pratico "restavano senza reale scopo", sia perchè i sanitari militari solo in caso eccezionale potevano esercitarsi praticamente nelle due branche, sia perchè, per adeguarsi all'obbligo della doppia laurea, occorreva al personale un certo lasso di tempo. Al momento attuale - osserva il Riberi - ormai sono pochissimi gli ufficia]i di Sanità forniti di una sola laurea. Di conseguenza è ormai tempo di adottare provvedimenti definitivi , e, in particolare di abolire la distinzione esistente fra il Personale Medico e q uello Chirurgo, già di per sè affaUo gratuita, <lacchè la grande maggioranza è fornita di doppia laurea; di dare per tal modo maggiore uniformità e concentramento al servizio; di rimuovere ogni disparità di carriera tra gli Ufficiali di Sanità, argomento di continue querele e di mali umori; e di somministrare loro perfine, coll'affidar loro un servizio promiscuo di Medicina e di C hirurgia, un indispensabile mezzo per divenire abili pratici, essendo per tale effetto necessario che allo studio teorico delle singole parti della scienza Medico-Chirurgica, tulla pure si occupi l'ampia sfera delle pratiche osservazioni .
La doppia laurea - precisa il decreto - oltre che utile, è ormai da ritenersi indispensabile per l'ufficiale sanitario militare, in quanto deve metterlo in grado di soddisfare tutte le esigenze del servizio senza dover ricorrere a dottori borghesi (il che oltre ad essere nocivo per il prestigio dell' ufficiale sanitario militare, nuoce alla regolarità del servizio e alla disciplina, ed è oneroso per l'E rario). Bisogna inoltre tenere conto che in molti casi e situazidni (distaccamenti, fortezze, truppe in marcia ecc.) l'opera d'un solo Ufficiale di Sanità fornito di doppia laurea è per lo più sufficiente, soverchia sarebbe quella di due, e non sempre possibile e conveniente quella di un b orghese.
Altro obiettivo del nuovo decreto è quello di garantire una sufficiente progressione di carriera al personale, in modo da incoraggiarlo allo studio e allo zelo in servizio. Viene migliorato anche il trattamento economico, accordando un aumento di stipendio a tulune categorie e in particolare ai medici di divisione territoriale, ai quali con il nuovo assetto competono particolari responsabilità come la direzione degli ospedali che si trovano nella giurisdizione divisionale e l'istruzione del personale addetto. La finalità ultima è di stabilire la voluta gra dazione nelle paghe degli ufficiali del Corpo militare sanitario, e pareggiarli, per quanto possibile, negli assegnamenti in denaro agli ufficiali del Regio Esercito.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO • VOL. I
Per raggiungere le predette, molteplici finalità, il decreto abolisce definitivamente ogni distinzione tra personale medico e chirurgico e stabilisce che d'allora in avanti nessuno potrà far parte del corpo sanitario militare senza essere provvisto di doppia laurea e senza aver superato i prescritti esami d'ammissione. Tutti gli "Ufficiali militari di sanità" dovranno essere chiamati "Medici militari", e si suddivideranno in tre grandi categorie: medici militari divisionali (di I a e 2• classe), in numero di 9; medici militari di reggimento (di 1.. e 2 8 classe), in numero di 112. Ciascun reggimento di fanteria o cavalleria ha un medico di reggimento e 2 di battaglione (l'organico è, dunque, riferito ancora al tempo di pace). Le equiparazioni ai grandi dell'esercito rimangono comunque modeste e poco mutano rispetto al 1848: il presidente del consiglio superiore di sanità è assimilato al grado di colonnello, quello di medico divisionale a maggiore. Le nuove paghe risultano abbastanza differenziate, e vanno dalle 3200 lire annue del medico divisionale di 1a classe, alle 2800 di quello di 2a classe, alle 2400 del medico di reggimento di 1a classe, fino alle 1300 lire del medico di battaglione di 2 8 classe (le differenze di stipendio tra un grado e quello superiore variano da 200 a 400 lire). Il meccanismo delle promozioni è, nei gradi inferiori, in parte ad anzianità e in parte a scelta, e diventa prevalentemente a scelta per i gradi superiori a quello di medico di battaglione. Al livello più basso - medico di battaglione di 2• classe - si accede per concorso, indetto tra i medici borghesi provvisti di doppia laurea, proposti dal consiglio superiore di sanità. Un duplice vaglio dunque, che rende la selezione molto severa, tanto più che l'Art. 5 del decreto esclude per l' avvenire le consuete nomine di medici o chirurghi civili di presidio, di medici civili applicati in soprannumero agli ospedali militari e di allievi sanitari. In tal modo, i medici militari acquistano per la prima volta l'esclusiva della professione all'interno dell'esercito, e cessano i temperamenti eccezionali e temporanei. L'esclusiva in nessun caso può essere interrotta: per i medici di reparti isolati, ove non sia disponibile un altro medico militare, si arriva a stabilire (Art. 22) che essi non hanno diritto alla licenza ordinaria. Particolare attenzione il decreto dedica all'istruzione pratica e teorica e all'aggiornamento del personale: i medici militari di battaglione di nuova nomina devono compiere un periodo di tirocinio di almeno un anno presso un ospedale militare divisionale, e si fa carico in particolare ai medici divisionali di esercitare una continua azione propulsiva per migliorare la professionalità del personale, con tutta una serie di attività e provvedimenti: rotazione dei medici che prestano servizio presso gli ospedali militari tra i reparti di medicina e chirurgia;
Vll - RIFLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE MILITARE
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doppio corso annuale di esercitazioni anatomiche e di operazioni di alta chirurgia sul cadavere, tenute dallo stesso medico divisionale, con particolare riferimento alle ferite prodotte da armi da fuoco; serie annuale di lezioni, tenute sempre dal medico divisionale, sulle nore per il servizio sanitario in pace, in guerra e nei campi. Alle lezioni e al corso devono partecipare tutti i medici militari addetti all'ospedale o ai corpi della guarnigione, tranne quelli - espressamente dispensati dal consiglio superiore - che le abbiano già frequentato due volte. Inoltre i medici incaricati di seguire un gruppo di infermi devono scrivere la storia delle malattie più complicate ed interessanti che loro capiti di affrontare; e almeno due volte al mese tutti i medici militari della guarnigione si riuniscono sotto la presidenza del medico divisionale per trattare le cose attinenti alla sanità militare, e specialmente argomenti di carattere scientifico . In tale occasione, si dà anche lettura delle predette relazioni sulle malattie, compilate dai medici curanti. I medici divisionali riferiscono al consiglio superiore di sanità sulle modalità dell'insegnamento impartito e sul profitto che ne viene tratto dai partecipanti , e per le promozioni costituisce titolo di preferenza aver frequentato con profitto le istruzioni predette, sulle quali dovranno riferire anche gli Ispettori e i medici del consiglio superiore inviati in missine ispettiva. Anche il consiglio superiore entro il primo trimestre di ogni anno dovrà riferire al ministero della guerra su risultati dell'istruzione, segnalando i medici che si sono maggiormente distinti. Questa enfasi posta sulla professionalità del personale {12 articoli del decreto su 33 trattano dell'istruzione) è forse la conseguenza di passate lacune e trascuratezze in questo campo, e viene confermata con la fondazione del Giornale di medicina militare, il cui primo numero vede la luce il 19 luglio 1951. L 'iniziativa è promossa da un gruppo di ufficiali medici del presidio di Chambery sotto il patrocinio del medico divisionale Comissetti è incoraggiata dal Riberi, che oltre a dare lustro alla nuova rivista con i suoi apprezzati saggi e studi, vi destina un contributo personale. Il Giornale di medicina militare, tranne una breve interruzione per la campagna del 1866 esce da allora sempre regolarmente, e rimane fra i più antichi periodici, oltre che scientifici, anche militari (la Rivista militare, ad esempio, fu fondata solo nel 1856). Come riferisce il Casarini, il periodico ebbe la fortuna di celebrare nel 1927 le sue nozze di diamante, fra il plauso della stampa medica italiana e straniera, avendo felicemente compiuto i tre quarti di secolo di sua lunga e prosperosa esistenza 18 •
Altra meritoria iniziativa del Riberi in campo culturale è la destinazione di una somma di L. 1.000 (tratta dalle sue disponibilità personali) per l'istituzione di un premio annuale ai medici militari autori delle migliori memorie originali su temi proposti dal consiglio superiore di sanità, premio che rende in seguito perpetuo nel suo testamento. A norma delle circolari ministe-
18
A. C ASARINI, Op. cii., p. 403.
376
LA 1.0(HSTICA DELL' l,SERCITO - VOL I
riali 30 novembre 1851 e 19 novembre 185219 sono infine istituiti "Gabinetti di lettura'' presso gli ospedali militari divisionali, per i quali rimangono a carico delle Amministrazioni degli stessi ospedali le spese di riscaldamento e illuminazione (fino alle 22) e quelle per mobili, arredi e registri, mentre ogni altra spesa è a carico dei medici militari membri del gabinetto di lettura. Tra le iniziative culturali di rilievo di questo fecondo periodo va citato anche il Manuale di igiene militare compilato per incarico del Consiglio Superiore di Sanità dall dott. Antonio Carneyale-Arella20 , pioniere di questa importante branca che fino ad allora, nonostante talune prescrizioni del regolamento sanitario 4 giugno l 833 e altre istruzioni diramate nel 1834 e nel corso della campagna del 1848 (vedasi capitolo III) non aveva ancora ricevuto un assetto ufficiale adeguato alla sua crescente importanza, e non era ancora stata studiata, in Piemonte, in modo organico ed esaustivo. Il trattato del Carnevale-Arella viene molto lodato dal Casarini, che peraltro, a nostro giudizio, non ne mette bene in rilievo il contenuto: ad esempio il Carnevale-Arella traccia un 'esauriente panoramica, di elevato interesse per gli studiosi, dei trattati e degli scritti di igiene militare comparsi in Europa fino a quel momento, indicando come primo a scrivere un vero e proprio trattato di igiene militare il napoletano Luca Antonio Porzio (secolo XVII), che dopo aver osservato le malattie contagiose portate dall'invasione turca in Inghilterra e in Austria fin sotto le mura di Vienna, diede alle stampe nel 1685, sempre nella capitale austriaca, la sua opera De militis in castris sanitate tuenda; il Carnevale cita poi la recente opera ( 1848) del medico divisionale francese J .C. M. Boudin, Hygiène militare compareè et statistique medicale des armeés de terre et de mer, che riassume nelle conclusioni salienti e pare prendere a modello per il suo lavoro, cogliendone non pochi spunti. L'opera del Carnevale è in due volumi: nel primo volume, dopo un' introduzione nella quale si prendono in esame la definizione, la importanza e la necessità dell'igene militare, viene esaminata l'influsso delle condizioni atmosferiche sulla salute e le regole più opportune per difendere il soldato dai rigori del clima. Di particolare interesse una minuta ricerca dei requisiti igienici che devono ispirare la costruzione delle caserme e la loro manutenzione e pulizia giornàliera, e dei requisiti che dal punto di vista dell'igiene e della salute del soldato devono avere i vari capi di arredo ed equipaggiamento. Sono anche ben studiati il modo di accasermare il soldato e i relati vi oggetti di casermaggio, a cominciare dai letti. E così il Carnevale sottolinea il ruolo della sanità militare: 21
19
G.M. 1851, parte II, p. 377 e G.M. 1852, p. 358.
20
A. CARNEVALE-ARELLA, Trattato d'igiene militare scritto per ordine di S.M. Curio Alberto, TORINO, TJP. Ml.LIT ARE, 1851 (2 voi.)
21
/ V I, voi. I, pp. 24-42.
Vll - RIFLESSI LOGISTIC I DELLE RIFORME DELl.'AMMTN ISTRA ZIONE CENTRALE MILITARE
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senza sanità cosa sono le armate? a che servono senza di lei i titoli, le dignità, e gli onori? a che vale un abito dorato sopra di un corpo logoro dalle passioni, e dalle infermità? Meglio avere un minor numero di soldati, ma più robusti e sani, che contare grandi cifre d'uomini ma traenti misera vita negli ospedali22 •
L' igiene militare - termine da lui introdotto - è definita come quella parte della medicina che si propone col mezzo dei vari modificatori esterni di mantenere in sanità il soldato, e di porlo in condizioni favorevoli allo sviluppo della sua organizzazione fi sica, intellettuale e morale. Scopo adunque di questa scienza è la conservazione della sanità militare, e perciò deve essere tenuta in sommo pregio da ogni ben ordinato governo, e diligentemente studiala dagli ufficiali di sanità militare23 •
Molto attuali ed estremamente lungimiranti e profonde sono anche le considerazioni del Carnevale-Arella sul problema delle caserme e sui negativi riflessi della sua mancata risoluzione: anche fra noi un gran progresso si è effettuato nella moralità, e nel modo di alloggiar e le truppe, ma non è però ben vero che per una inespicabile fatalità siano andati a vuoto i più bei progetti di costruzione di nuove caserme e di ospedali militari, mentre si sono vedute erigere le più grandioso ed ammirabili opere di magnificienza e di religione. Sarà solamente quando trattasi del soldato che la carità cittadina debba essere paralizzala e morta, e sia per ogni sanitaria innovazione islacolo insormontabile la spesa? __ . Fu ben doloroso spettacolo quello che si ebbe nel 1848 e nel 1849 di dover accum ulare i soldati uni sugli a ltri, per difetto di easermc c di ospedali , in case anguste, e su poca paglia, ond e grave ne fu il danno , rilevante la mortalità, e straordinarie le rifom1e. In questa vitalissima bisogna ci vogliono pronte misure col sacrifizio di grandi spese, se non vogliamo trovarci al di sotto di altre nazioni che questa parte ci precedettero meravigliosamente, e c1sono modeUo 24 •
Il Carnevale lamenta che in cosa così importante per la salute del soldato come la costruzione di caserme il medico militare non viene consultato, e successivamente compie una minuta analisi dei requisiti igienici dei fabbricati militari, a comiciare dalle località da prescegliere, che devono essere in luogo secco, ameno, elevato, inclinato, in una piazza e non circondate da case o fabbriche, ospedali e prigioni, lontano da acque palustri e da cimiteri .
22
/ V I, p.X .
23
/ V I, p . 11 .
24
/ V I , p . 116.
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LA LOGISTICA OEU, 'ESERCITO - VOL. I
La pianta delle caserme deve essere quadrata, con un cortile al centro per l'addestramento, ed i lati disposti in modo che godano del beneficio della luce solare: èfuorid'ognidubbiochelavigilanzarisultapiùattiva,eladisciplinapiùregolare quando i caporali dormono e convivono con i soldati, i sergenti abitano in camere vicine, gli ufficiali prendono alloggio accanto alle loro compagnie, cd i capitani e gli ufficiali supetiori vengono alloggiati nel padiglione a loro destinato25 •
Particolare cura deve essere rivolta alla costruzione delle latrine, che deve avvenire alle estremità dei dormitori e possibilmente verso nord. L'ingresso dovrà avvenire tramite corridoi e non direttamente dalle camerate, in modo da disperdere le esalazioni: "la struttura viziosa delle latrine è il vero flagello delle caserme". Per ciascun soldato, il Carnevale-Arella calcola sia necessaria nelle camerate una cubatura di 20 mc, dal.o ancor oggi valido e probante, visto che la recentissima circolare dello Stato Maggiore Esercito n _ 1303/222_646 in data 2 luglio 1986 "Malattie infettive nella Forza Armata" indica per le ristrutturazioni delle vecchie caserme una densità abitativa minima, appunto, di mc 20 (ottimale per nuove costruzioni, 24 mc)Il Carnevale indica poi i ''mezzi per assicurare la salubrità delle caserme'' (riportati nel DOCUMENTO 8) e descrive con molta cura le caserme di nuova costruzione in Prussia, che sono, secondo il Boudin, ''dei veri modelli d' ordine e di pulizia". Queste nuove caserme contengono "sale di servizio" (riscaldate) per un intero battaglione, hanno un refettorio ogni due compagnie, e soprattutto l'arredo della camerata si distingue per la sua modernità: le camere abitate dalla truppa sono palchettale e mobiliale: I. di due tavole, 2. d'una tinozza per lavarsi , 3. di due brocche destinate per l'acqua da bere, 4. di parecchie sputacchiere, 5. di quattro portamantelli coi cappotti che indossano gli uomini obbligati a sortire la notte, di uno sgabello, di un asciugamano per ciascun soldato e d' un armadio per ciascun uomo per riporre i suoi effetti, 6_ d'un letto di ferro per cia,;cun soldato, guarnito di due assi, di un materasso di paglia, di un cuscino di crine, di un lenzuolo e di due coperte avviluppate in una fodera che ser ve di secondo lenzuolo. I materassi sono rinnovati due volte all'anno, i lenzuoli sono cambiati ogni mese nell'estate, ed ogni settimane nell'inverno e gli asciugamani tulle le settimane26 .
25
/V/,p.119.
26
/ V I, pp. 141-142_
Vll - RIFLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL' AMMCN LSTRAZJONE CENTRALE MILITARE
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Cosa rimarchevole, il Carnevale riferisce che in queste caserme i soldati provvedono solo alla pulizia delle camerate, mentre la pulizia dei cortili, corridoi, locali di uso generale è già affidata a salariati civili! Il vestiario del soldato - osserva il Carnevale - deve rispondere, più che a esigenze estetiche (al tempo, invero eccessivamente valutate) a requisiti di praticità, comodità, solidità e protezione, che lo devono rendere vantaggioso per il soldato e giovevole alla sua salute. Anche qui, una visione estremamente moderna dei requisiti del vestiario militare, senza nessuna concessione ai costumi dell'epoca: l'abbigliamento militare deve essere leggero, poco permeabile all'umidità, semplice nei colori, come nella forma , facile a mettere e a leva re e non imbarazzante alcuna parte nelle sue funzioni . Bisogna, dice Biron, cbe la forma sia appropriata alla necessità della vita, piuttosto che sottomessa al gusto passeggiero di un capo di corpo, o al capriccio della moda. Si presceglieranno più colori meno costosi e più durevoli, ed adatti al servizio delle diverse armi, e sarebbe un controsenso logico di dare ai cacciatori e ai bersaglieri un colore vivo e brillante che li faccia scernere dal nemico in lontananza e in mezzo ai campi, e nelle imboscate27 .
Il Carnevale passa in rivista i singoli capi di correndo, criticando spesso dal punto di vista igienico le soluzioni fino allora adottate dai vari eserciti. I berettoni di pelle d'orso, ad esempio, sono antigienici e oggetti da parata anzichè da guerra. Gli attuali Keppy sono meno difettosi degli schakot, però si deve fare attenzione che il soldato scelga quello che meglio si adatti alla sua testa, e che il soldato non faccia del suo Keppy un ricettacolo di piccoli oggetti e d'immondizie riponendo vi il suo portafoglio, il m occichino, il tabacco , il coltello , la forchetta e il cucclliaìo, ecc. 28 .
La cravatta (che allora era piuttosto una sorta difoulard) non deve essere annoda ta troppo strettamente, e soprattutto non deve essere fatta togliere ai soldati quando sono sudati. Le camice - al tempo portate a contatto diretto della pelle, senza maglia -devono essere preferibilmente di cotone, perchè costano di meno, ed espongono meno il soldato alle infreddature quando è sudato. Il cotone, infatti, d'estate mantiene più libera la traspirazione. Esse si devono cambiare una volta alla settimana:
27
I V I, p . 293.
28
/ V l, p. 298.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
Colombier proponeva pure che il soldato cambiasse la camicia due volte alla settimana, ma allora vi vorrebbero troppe camicie, e sarebbe con danno del soldato aumentata la spesa del bucato, ed il bagaglio che nelle merde egli deve portare dietro le spalle_ Ciascun soldato deve a vere tre camicie. Due sole camicie per il regolare cambio d'una volta alla settimana non possono corrispondere ai bisogni del soldato, perchè portandone una indosso e dando l'altra al bucato, ne resta privo per tutta la settimana, mentre deve averne una in pronto per ogni imprevista occorrenza, ed anche per poterla aggiustare al bisogno. Gli ufficiali debbono invigilare èhe le camicie restituite dal liscivio siano ben proprie ed asciutte, non permettendo mai che il soldato le indossi umide29 _
Anche il volume II tratta - sempre in chiave prettamente pratica - argomenti di grande rilievo per la vita quotidiana del soldato, la sua salute e il suo benessere: importanza del vettovagliamento, proprietà dei vari tipi di cibi e bevande, norme igieniche da osservare per la buona conservazione, la preparazione, il dosaggio e il consumo degli alimenti, eccessi da evitare; igiene della pelle, bagni, norme perla pulizia della cute, dei capelli e dei mustacchi, igiene della bocca, e infine regole igieniche relative agli esercizi ginnastici, a marce e corse, istruzioni e addestramenti vari , salto, lotta, scherma, pugilato, nuoto, giochi vari. L'ultima parte del Voi. II riguarda precetti igienici relativi ai "sensi esterni" (tatto, odorato, gusto, udito, vista), e, infine, passioni, sentimenti, onori, ricompense (amore e relati vi precetti igienici, celibato militare e prostituzione, opinioni contrarie e favorevoli al matrimonio del soldato, gloria, amor patrio, amore verso il Re, coraggio, religione, parate militari ... ). Il libro del Carnevale-Arella, oggi dimenticato, è dunque un prezioso documento scientifico e di costume, attraverso il quale si riesce ad avere un 'efficace immagine dell'esercito piemontese e dei suoi problemi infrastrutturali e sanitari, e, al tempo stesso, un'esatta conoscenza dello stadio di progresso raggiunto dalla scienza dell'alimentazione e dall'igiene e sanità militare in genere, a metà secolo XIX_ Chiudendo la parentesi dedicata al Carnevale-Arella, con R.D. del 13 ottobre 1851 30 si impartiscono nuove norme per il servizio negli ospedali, e gli ospedali militari sono distinti in divisionali e succursali. Gli ospedali divisionali (7 in totale) sono suddivisi in due classi: 3 di prima classe (Torino, Genova e Alessandria) e 4 di seconda classe (Chambery, Cagliari, Nizza e Novara).
29
I V I , pp. 305-306.
30
G.M. 1851, parte I, p. 573.
vn - RIFLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE MILITARE
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Gli ospedali succursali (18 in totale) riuniscono in sè le funzioni delle soppresse infermerie presi diarie o di corpo, e come tali dipendono e vengono amministrati dagli ospedali divisionali. Evidentemente, si tratta di un provvedimento anch'esso tipicamente del tempo di pace e per un esercito stanziale, volto a razionalizzare e concentrare il servizio in modo da risparmiare personale e fondi . Al suddetto R.D. del 13 ottobre 1851 fa seguito il regolamento di applicazione, cioè l'Istruzione per l'eseguimento del R. D. in data 13 ottobre 1851, relativa al servizio negli Ospedali ed alla Compagnia Infermieri, emanata in data 3 marzo 185231• Nella predetta Istruzione vengono fissate le dipendenze degli ospedali succursali, si definiscono le attribuzioni dei direttori, degli ufficiali sanitari e degli ufficiali "infermieri" (cioè degli ufficiali facenti parte della compagnia infermieri) e si impartiscono norme di carattere amministrativo sugli alloggi degli ufficiali, e sull'impegno e governo della compagnia infermieri. Il direttore dell'ospedale (ufficiale d' Arma) risponde del regolare andamento di ogni ramo del servizio e del buon trattamento degli ammalati, fatta eccezione per la parte medico-chirurgica affidata appunto ai medici militari. Gli ospedali divisionali di prima classe hanno anche un direttore in 2a, che coadiuva il direttore per la parte amministrazione e disciplina, e ha inoltre ' 'il carico e il governo" di tutto il materiale in dotazione allo stabilimento. G li ufficiali della compagnia infermieri coadiuvano il direttore e/o il direttore in 2° nell'amministrazione ed eseguono le incombenze loro affidate, rimanendo in particolare incaricati della tenuta della contabilità e della gestione dei fondi e del materiale. Il personale della compagnia infermieri viene ripartito dal Ministero fra gli ospedali, su proposta dei direttori degli ospedali o del comandante della compagnia. Al Ministero competono anche la destinazione degli ufficiali e il trasferimento da una divisione all'altra dei sottufficiali e soldati, mentre all'interno delJa divisione i trasferimenti possono essere disposti dal comandante stesso_ I sottufficiali e soldati della compagnia infermieri non devono essere ammogliati, e devono saper leggere e scrivere. Segno, questo, non indubbio che alle predette compagnie si cerca di assegnare personale scelto e in grado di dedicarsi completamente al servizio (è prevista, comunque, l'integrazione di detto personale con suore di sanità e infermieri civili provvisori, e, ove ciò non sia assolutamente possibile, anche con soldati distaccati dai corpi delle guarnigioni). Compare o ricompare anche, nella compagnia infermieri, una figura analoga a quella dell'attuale aiutante di sanità, e somigliante per le funzioni svolte agli "allievi sanitari" soppressi nel 1850: quella dei "soldati studenti" (50 in totale), che svolgono talune mansioni esecutive specializzate, hanno diritto ad un soprassoldo di IO centesimi/giorno e sono adibiti
31
G.M. 1852, parte I, pp. 125-134.
382
LA LOGISTICA OELL'FSER CITO - VOL. I
al servizio flebotico, o fannaceuticodegli ospedali militari ... alle scritturazioni dei quaderni cd estratti di visita, e al servizio delle farmacie, sotto la direzione e responsabilità del medico, divisionale e di chi ne faccia le veci, dal quale dovranno riportare l'assenso in iscritto per l'esercizio delle diverse operazioni, fatta però esclusione per i salassi, che non potranno in verun/caso essere da altri eseguiti, se non dai medici militari.
Con R.D. del riordinamento del Consiglio Superiore di Sanità Militare in data 9 giugno 185332 , viene modificata la composizione del consiglio stesso e vengono meglio definite le sue attribuzioni. Risulta soppressa la carica di consigliere stabilita con il precedente R.D. 18 luglio 1843 e il consiglio è composto da un presidente, tre Ispettori, due dei quali per la medicina e chirurgia e uno per la farmacia(nel marzo 1858, viene aggiunto anche un quarto Ispettore per la veterinaria), e un segretario. Il consiglio viene riunito in sedute ordinarie dal presidente, ed è sotto le dipendenze del Ministero della guerra e di quello di marina" per le cose di servizio che a quest'ultimo si riferiscono". Al consiglio sono demandate: la sorveglianza e la direzione superiore del Servizio sanitario sia nell'esercito nella marina, "per la parte che ragguarda alla scienza", cioè per la parte tecnico-professionale; funzioni consultive del Ministero su tutto ciò che riguarda il Servizio sanitario; la direzione e la disciplina del personale sanitario e le sue destinazioni, ove queste non vengano decise direttamente dal Ministero; la costituzione in commissione per gli esami di ammissione e di progressione nella carriera dei medici militari. Gli Ispettori devono compiere con frequenza almeno annuale un'ispezione a tutti gli Istituti e stabilimenti militari dell'esercito e della marina. Dai risultati di tali ispezioni essi ragguagliano il presidente, che a sua volta trasmette al Ministero, accompagnati dalle sue osservazioni, i rapporti originali degli Ispettori. In tempo di guerra uno degli Ispettori, a scelta del Ministero, assume la direzione e la responsabilità generale del Servizio sanitario militare del1'armata in campagna, alle dipendenze dell'Intendente generale dell'armata stessa. Delle principali predisposizioni adottate e dell'andamento del Servizio egli dovrà informare il presidente del consiglio superiore. Un'altra tappa importante è la costituzione - con R.D. 26 giugno 1853 - del Servizio Chimico-Farmaceutico Militare3 3 • Tale decreto
32
G.M. 1853, parie I, pp. 141-148.
33
G.M. 1853, parte I, pp. 296-301.
VII - RIFLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL'AMMIN ISTRAZIONE CENTRAI.E MII.JTARE
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fissa le basi generali per il funzionamento del Servizio in tempo di pace, con l'istituzione di un "Deposito di Farmacia militare" e dell'annesso "Laboratorio generale chimico farmaceutico''. Ogni ospedale militare di divisione ha una propria ''Farmacia militare di divisione'' . Gli ospedali succursali, a loro volta, hanno le "Farmacie succursali". I reggimenti, sempre che siano stanziati nelle stesse località sede di farmacie, vengono dalle medesime forniti di medicine sia per gli uomini che per i cavalli. Tutte le farmacie militari sono alle dipendenze del consiglio superiore di sanità. Al consiglio rispondono anche per questo settore i direttori dei vari ospedali, dai quali i farmacisti militari dipendono per l'impegno. Il decreto riporta anche le norme per l'ammissione, lo stato e l'impiego del personale farmaceutico, e la relativa divisa. L'organico prevede, oltre all'Ispettore di farmacia presso il consiglio superiore, 3 farmacisti di 1a classe, 5 di 2 a classe, 17 di 3 a classe. La direzione del deposito e del laboratorio cenlrale è affidata a un " farmacista direttore' ', coadiuvato da altri due farmacisti assistenti. Alle farmacie divisionali più importanti - Torino, Genova, Alessandria, - è addetto un farmacista di I a classe. Alle altre, uno di 2 • classe; alle farmacie succursali, uno di 3 a classe. Le paghe- e le assimilazioni ai gradi -sono assai inferiori a quelle dei medici militari. Un farmacista di 1a classe percepisce L. 1.800 annue, ed è assimilato al grado di capitano. Il farmacista direttore del deposito centrale percepisce L. 2.600. L'ultimo gradino, il farmacista militare di 3 a classe, percepisce solo L. 1.000 ed è assimilato al grado di sottotenente. Per il reclutamento si seguono norme analoghe a quelle per l'ammissione in carriera dei medici militari. Anche l'ammissione nel Servizio dei farmacisti avviene per concorso tra coloro che sono in possesso di laurea e hanno acquisito "la facoltà di esercire la farmacia" . Norme speciali sono seguite per la nomina del direttore, che deve fornire una cauzione di L. 10.000, essere scelto fra i più distinti farmacisti militari e civili e nontinato dal Re su proposta del Ministero della guerra, sentito il consiglio superiore di sanità. Va sottolineato che l'organizzazione prevista per il nuovo Servizio riguarda solo il tempo di pace, al quale vanno dunque riferite sia la dislocazione degli organi esecutivi (deposito di farmacia militare e laboratorio generale; farmacie di divisioni; farmacie succursali), sia le attribuzioni dei vari livelli. L'ultima branca medica che fino a quei tempi era rimasta esclusa da una specifica ed esplicita regolamentazione era la' 'medicina operativa dentale'', la quale forma oggetto di una circolare in data 10 dicembre
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO- VOL. I
1854 del consiglio superiore di sanità ai medici divisionali34 • fino a quel momento, la materia era regolata da un dispaccio ministeriale dell' 11 maggio 184435 , con il quale erano tenuti a praticare le estrazioni solo quegli ufficiali snitari che vi erano addestrati. In tal modo si rendeva indispensabile ricorrere all'intervento di operatori non militari, e cosiffatta parte del servizio sanilario militare continuò pure tranne qualche eccettuazione, ad essere praticata da persone dell'arte estranee al Corpo Sanitario militare, più sovente dagli empirici con danno degli ammalati, ed in ogni caso con non poco dispendio per parte dell'Amministrazione dei Corpi e degli Ospedali militari.
Per porre rimedio a questa situazione la circolare ritiene necessario: rende obbligatoria per ciascun medico militare l'esecuzione delle varie operazioni di medicina dentale; dotare gli ospedali militari di apposita cassetta contenente gli strumenti chirurgici necessari. Per abilitare il personale medico, i medici divisionali devono dare inizio entro il 30 dicembre dello stesso anno 1854 a un corso di lezioni teoriche e pratiche per tutti i medici militari dipendenti, f>ia nella sede che nelle guarnigioni distaccate, e far esercitare i si ngoli subordinati nelle rel a ti ve operazioni su il cadavere, acciò abbiamo pur questi, ammaestrati ed addeslrati che siano, ad eseguirla sopra i soldat.i , sempre quando occ orra il bisogno .'
Una volta che i loro subordinati sono diventati idonei, tramite il corso, ad un corretto esercizio anche di questa branca, i medici divisionali devono darne sia al consiglio superiore, che all'amministrazione degli ospedali e ai corpi dislocati nella loro giurisdizione.
Il vettovagliamento. Nel campo del vettovagliamento, che aveva rivelato tutta la sua importanza nella campagna 1848- 1849, già nel 1850 si mostra di aver colto i nuovi indirizzi che si venivano imponendo per assicurare un più soddisfa-
34
G.M. 1854, pp. 929-930.
35
G.M. 1844, p. 182.
vn - RIFLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL' AMMINISTR AZIONE CENTRALE MILITARE 385 cente funzionamento della branca. Il 24 agosto 1850 viene emanato il R .D . con cui S.M . autorizza l'Azienda generale di Guerra afardisimpegnare il servizio della munizione delpane ad economia nei Presidi di Torino, Venaria Reale, Ivrea, Pinerolo e Fenestrelle, mercé l 'opera del Personale dell'Amministrazione delle Sussistenze militari, e fissa al medesimo la paga e i vanJaggi36 • Con tale decreto si stabilisce - evidentemente a titolo sperimentale e in via transitoria - che il' 'pane di munizione" venga confezionato ad economia, cioè direttamente con personale, materie prime e impianti dell'Amministrazione militare, per il momento solo per taluni Presidi della divisione militare territoriale di Torino. Nei rimanenti Presidi, continua ad essere adottato il sistema della confezione per mezzo di imprese civili convenzionate. Il decreto migliora anche il trattamento economico per il personale della sussistenza militare (alloggio negli stabilimenti o magazzini degli impiegati direttori dei conti, indennità di trasferta). L'Azienda generale di guerra è autorizzata a propone un premio annuo da L. I 00 a L. 300 per i direttori contabili meritevoli. Le condizioni per essere ammessi a fruire del premio sono: 1°) non aver mai dato motivo a reclami sulle distribuzioni fatte alla Truppa d urante il corso dell'anno; 2°) non aver subilo veruna condanna portante reintegrazione al Governo per perdite, avarie, deterioramenti cd indebite consumazioni che venissero giudicate ascrivibili a loro colpa ed incuria, nè aver dato co munque luogo a lagnanze sull'andamento del servizio loro affidato.
Si ritiene evidentemente necessario incentivare lo zelo e premiare l'onestà degli impiegati preposti al delicato servizio, che, come si è avuto modo di vedere al precedente capitolo IV, non di rado dava adito a rilievi per incuria o disonestà o scarsa efficienza dei controlli sull' operato, a volte fraudolento, delle imprese appaltatrici. Norme particolari vengono impartite per la manutenzione degli immobili e per le riparazioni ai forni militari, che devono essere fatte eseguire d'urgen za e ad economia dalla direzione locale del genio, su richiesta del commissario di guerra. In ogni caso se con questa procedura non fosse possibile ottenere la necessaria rapidità, in via eccezionale il commissario di guerra è autorizzato a far eseguire direttamente il lavoro ad economia, inserendo I'importo della riparazione nelle spese di magazzino.
36
G.M . 1850, pane 11 , pp. 11 7 e segg .
386
I.A LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
La fornitura del pane, affidata ad imprese civili, continua ad essere oggetto di troppo frequenti raccomandazioni: con la circolare ai commissari di guerra n ° 1338 Servizio della Munizione del pane in data 28 agosto 185037 1'Intendente generale Appiani, oltre a ricordare le osservazioni e precisazioni precedenti (inviate ai reparti con tutta una serie di circolari) riepiloga per i funzionari i provvedimenti particolari da adottare in caso di inadempienze, raccomanda di non tralasciare mai di compiere le prescritte visite periodiche o improvvise ai magazzini, forni o o ffici'ne dei fornitori, e detta norme per pervenire un'eccessiva indulgenza per l'impresa da parte dei peri ti, in caso di controversie e inadempienze: non solo sarà stretto dovere dei funzionari di prevenire, riconoscere, e procedere secondo i casi contro le mancanze o frodi dell'impresario senza aspettare le lagna nze della Truppa, ma non dovranno neppur permettere distribuzioni , quando'anche accettate dalla truppa stessa, q ualora non fossero eglino ben persuasi della buona qualità del pa ne, osservante pienamente le obbligazioni portate dai Capitoli. Non sarà punto necessario per procedere di avere una ferma convinzione che il pane sia di buona qualità, bastando anzi il minimo dubbio, anche l'ombra di un fondato sospetto, per dover decidere il F unzionari a suggellare tostamele alla presenza, e in contraddittorio dell'Impresario, un saggio del pane caduto in dubbio o d in sospetto, a redigerne opportuno processo verbalespiegativo e constante il fatto, e trasmettere l' uno e l'altro ali' Azienda per averne il suo giudizio, e le direzioni occorrenti.. ..
L ' Intendente Appiani, ad onor del vero, non sembra molto soddisfatto dello zelo e della competenza con le quali i commissari adempiono a siffatte incombenze, e li richiama esplicitamente al loro dovere: I Commissari e Sotto-Commissari di guerra vorranno farsi intanto persuasi che il miglior mezzo di cattivarsi la stima e la considerazione per ogni riguardo al proprio impiego dovuta, consiste essenzialmente e anzi tutto nel farsi esattissimi al proprio dovere, e nel non man care e mostrarsi sempre ali ' alte:u.a delle molte, delicate ed importanti attribuzio n i loro affidate.. ..
Ad ogni buon conto, per accertarsi di questo, l'Intendente generale preannuncia ispezioni improvvise ai commissari di guerra da parte di una delegazione speciale, che nel caso riscontri incuria o negligenza ne farà "irremissibilmente" rapporto al Ministero.
37
G .M. 1850, parte Il , pp. 135-142.
VII • RIFLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL' AMMINlSTRAZIONE CENTRALE MILITARE
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Sempre nel l 850viene fissata una nuova razione viveri, i cui quantitativi, nonostante la crisi e le scarse disponibilità di bilancio tipiche del tempo, risultano pur sempre lievemente superiori rispetto alla razione viveri del tempo di pace, in vigore nel 184838 • Anzichè gr 150, sono previsti gr 155 di carne di bue, gr 155 di pane e gr 155 di pasta o riso, ai quali si aggiungono: nei giorni di grasso (in due ranci) lardo gr 15, sale gr 30, vino (se ordinato) decilitri 350; nei giorni di magro (in due ranci) pasta o riso gr 155, burro gr 15, sale gr 15. Al campo è previsto un lieve aumento per carne, pane e pasta (da 155 a185gr). Successivi provvedimenti del 1851 39 migliorano sensibilmente anche le disponibilità finanziarie per il rancio giornaliero, le indennità per riparazioni e le indennità varie, e fissano una nuova razione di legna. La riforma più importante è l' abolizione - almeno nella pratica -della massa d'ordinario, dovuta a due motivi: I 0 ) lo scotto giornaliero pagato dai sottufficiali e dalla truppa per il rancio o ordinario e i vari proventi che lo aumentano devono essere destinati a totale vantaggio del soldato, ed essere impiegati esclusivamente per il loro mantenimento, la pulizia personale e i vestiti; 2°) non è più necessario risparmiare sui fondi del rancio per poter provvedere al soprassaldo in marcia e al 31 ° giorno di ordinario dei mesi ove vi sono 31 giorni, perchè con R .D. in data 17 marzo 1951 si stabilisce che il sottufficiale e il soldato hanno diritto alla paga ogni giorno, e non per un massimo di 30 giorni al mese come fino a quel momento. Si dettano anche nuove norme - nel complesso poco diverse da quelle previste dal regolamento del 1840 - per la formazione degli introiti dell' ordinario. La quota prevista per la fanteria, gli infermieri militari e i "cacciatori franchi" rimane uguale ma per tutte le altre Armi diminuisce (mentre l'artiglieria, nel 1840, versava 32 centesimi pro capite al giorno, ora per tutte le Armi la quota è di 25 centesimi, come per la fanteria). Le spese - è qui più che altrove il miglioramento - vengono assai ridotte rispetto a lla lunga serie elencata nel capitolo V. Con i fondi dell' ordinario d'ora in avanti si provvede solo al rancio giornaliero, barba e capelli , bucato, materie prime per manutenzione
38
Per questa e altre notizie Cfr. A. T E RRONE, Appunti per una storia del rancio, MEMORIE STORICO-MILITARI 1981 , ROMA, SME-UF. STORICO , 1982pp. 413-416.
39
G .M. 1851, parte 1, pp. 301-308; pp. 401 -415; pp. 759-762.
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LA I..OGISTIC A OEl..l..'ESERCITO • VOI... I
buffetterie (bianco, giallo e manteca), materiali di pulizia per camerate, corridoi e latrine, piccole spese per manutenzione oggetti rancio e vestiario speciale rancieri. I comandanti di corpo - innovazione notevole - hanno facoltà di variare quantità e qulità del rancio, tenendo conto della località, dei prezzi e anche "del particolare gusto del soldato" . Lo scotto può essere aumentato in caso di rincaro dei generi, ma solo su autorizzazione del comandante della divisione. In nessun caso, però, il soldato può ricevere meno di 5 centesimi al giorno di piccolo prestito. Al contrario, se vi sono esuberanze si aumenta la distribuzione di vino . In marcia la confezione rancio è per compagnia e viene distribuito un solo pasto. Anche se la truppa alloggia presso privati, la legna deve essere provvista a cura dei corpi. Negli altri casi è fornita dai Comuni (se si occupano locali pubblici) oppure dagli impresari (se la truppa alloggia provvisoriamente in caserme) . Altra innovazione - che anche oggi potrebbe sembrare inopportuna - è che il libretto d 'ordinario con la contabilità degli introiti e spese, tenuto a livello di compagnia e rinnovato mese per mese, sarà appeso esteriormenlealla porta della camera dei furieri della compagnia, o in quell'altro sito che sia credulo più convenienle, onde i so ldati possano prenderne visione.
Successivamente, tenuto conto che le spese per illuminazione, combustibile ecc. sono diseguali, per mettere tutti i corpi sullo stesso piano si dispone che i proventi vari che si aggiungono al normale scotto giornaliero del soldato vengano versati a fine mese alla massa d 'economia, anche se sempre regolarmente registrati sul libretti d'ordinario della compagnia. A sua volta la massa d'economia provvede alle spese generali non strettamente riguardanti il rancio giornaliero e il singolo (illuminazione, materiali di pulizia, manutenzione attrezzi cucina e vestiti dei rancieri) e, se necessario, interviene per colmare il deficit dei piccoli distaccamenti di forza non superiore alla compagnia , che con il solo scotto non riescono a fronteggiare le esigenze per rancio, bucato, taglio capelli e barba e manutenzione buffetterie. Un complesso di provvedimenti che appare destinato a migliorare le disponibilità complessive per il rancio, alleggerendo la ci fra giornaliera dei troppi introiti e sancendo per la prima volta efficaci norme sia per tenere conto dei gusti del soldato, sia per dargli modo di controllare come vengono impiegate le disponibilità; e anche l'abolizione almeno tendenziale della massa d'ordinario è forse il primo segno che il sistema delle masse inizia a non rispondere più alle esigenze.
VI I - RIFLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE MILITARE
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A questi provvedimenti se ne accompagnano altri assai meno lungimiranti: la circolare in data 17 agosto 185340 fissa la nuova razione di paglia per le truppe accantonate. Ad ogni soldato competono 15 Kg di paglia nello spazio di 30 giorni, di cui 10 Kg all'inizio dell'accantonamento e 5 Kg dopo 15 giorni. Terminati i 30 giorni viene fatta una nuova distribuzione di I OKg e così di seguito. Si precisa anche - con ovvi riflessi negativi per l'igiene - che il suddetto quantitativo di paglia dovrà percorrere l'uso e stare in servizio per tutto il tempo sovraindicato, sempre quando trattasi di truppa d ' uno stesso Corpo, senza distinzione tra Battaglioni e Compagnie che alternativamente si succedessero nei vari luoghi dove stabilito l'accantonamento.
Si stabilisce, comunque, che la paglia di un corpo rimasta in servizio non possa essere utilizzata da altro corpo (la preoccupazione è evidentemente di carattere amministrativo, più che igienico). Il cambio della paglia al di là delle scadenze prefissate può avvenire, in via eccezionale e in t utto o in parte, solo in caso di malattie infettive come la scabbia, nei casi di vermina, o di grande umidità del luogo dove sia stabilito l'accantonamento. In quest'ultimo caso, il quantitativo di paglia da assegnare può anche essere raddoppiato. Nel 1854, considerato anche il rincaro del vino, con Nota del Ministero in data 22 dicembre4 1 viene autorizzata, per gli ammalati degli ospedali, la sostituzione del vino con la birra, giudicata dal consiglio superiore di sanità " bevanda igienica e salubre'' , purchè ben preparata e ben fermentata: a tal fine , sono minutamente descritte nella notale caratteristiche che deve avere una buona birra. Per i quadrupedi la razione subisce varianti con R .D. portante modificazioni circa la composizione delle varie razioni di foraggio, e l'indennità rappresentativa in data 4 settembre 185342 • Il corrispettivo in denaro della razione da corrispondersi agli ufficiali che ne hanno diritto passa da lire una a lire una e venticinque centesimi. La nuova razione per i quadrupedi è molto differenziata; oltre che a variare a seconda dell'Arma, di pende anche dalla dislocazione dei reparti ("terraferma" o Sardegna) e dalle modalità del loro impegno. Ad esempio, per un reparto in te rraferma si prevedono
40
G.M . 1835, pp. 277-278.
41
G .M . 1854, pp. 1028-1029.
42
G.M. 1853, parte I, pp. 453-455 .
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LA LOGISTICA DELL'ESERC ITO · VOL. I
ben quattro distinti casi: in stazione, in marcia, all'arsenale di Torino, alla polveriera ed arsenale di Genova. Cavalleria di linea, artiglieria e treno sono le Armi più favorite: per tutte e tre le razioni sono al massimo di 6 Kg di fieno e 10 litri di avena (in marcia). In Sardegna, evidentemente per ragioni di approvvigionamento anzichè fieno ed avena si usa paglia (massimo 6 Kg) e orzo (massimo 10 Kg per i reparti "alla polveriera", per ragioni che sfuggono). Poca differenza, quindi, rispetto alle razioni in uso nel 1848, che per treno e artiglieria risultano forse maggiori, almeno per il fieno (10 Kg di fieno e 8 litri di avena - vds. capitolo V). La confezione del pane continua ad essere la principale preoccupazione del periodo. Il 30 luglio 1851, con iJ R.D. con cui S.M. autorizza la continuazione e l'ampliazione del sistema del servizio del pane ad economia ed emette altre Provvidenze riguardo a quel servizio43 , visto il favorevole risultato dell'esperimento compiuto in alcuni Presidi, e riconosciuta l'utilità di un maggior ricorso questo sistema, l'Azienda generale di guerra è autorizzata a proseguire la confezione ad economia nei Presidi nei quali essa è in corso, e ad estenderla ad altri 7 Presidi. Sempre nel 1851 , sono fissati nuovi ''Capitoli per l' Impresa del pane", nei quali minutamente come sempre sono definite le condizioni per la fornitura, gli standard qualitativi del pane e le relative modalità per la confezione, le norme contabili del pane e le relative modalità per la confezione, le norme contabili per i prelevamenti, e infine l_e norme da seguire in caso di controversie44. Queste innovazioni del 1851 nella confezione del pane sono molto favorevolmente commentate dal Ministro geo. La Marmora, che così si esprime in una relazione al Re, mettendo in luce le reali ragioni del provvedimento: una delle più importanti e, ad un tempo, benefiche e paterne innovazioni che V .M. abbia sancito a favore dell'esercito e specialmente dei sottufficiali e soldati, si è quella della fabbricazione del pane ad economia anzichè per via delle imprese, istituendo un corpo di sussistenza . La quale innovazione, nell'assicurare al soldato un pane legittimo e sano, mentre ne proteggeva la salute, portava ad un tempo vistose economie a ll'erario, come ebbi irrefragabilmente a dimostrare al Consiglio di Stato45 •
L'intenzione di estendere ancora il servizio del pane in economia fino a soddisfare integralmente le esigenze dell'eserci to è chiaramente manife-
43
G.M. 1851, parte I, pp. 437-439.
44
G.M. 1851,partel,pp.493-511.
45
Cit. in C. GREGORIO, Art. cit., "RIVISTA DI COMMISSARIATO" n . 5/1941.
VII - RIFLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE MILITARE
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stata nella circolare dell'Azienda generale di guerra n. 2285 in data 25 ottobre 1851 46, che regolamenta l'istituzione nelle varie provincie di "luoghi di tappa" per lasomministrazionedel pane confezionato dagli stabilimenti militari alle truppe in marcia, e detta le relative norme contabili. Osserva il Reggente dell'Azienda generale di guerra Pettinengo: dell'osservanza delle fatte disposizioni io ravviso dipendere il buon andamento di siffatto militare servizio, e vado convinto che ogni uno concorrerà, per la parte che gli concerne, a promuovere il risultamento che è a desiderare; epperciò mi lusingo che non andranno frustrate le speranze del Governo di riuscire quanto prima a generalizz.are un bene organizzativo sistema di servizio ad economia, tendente unicamente al ben essere dcli' Armata.
I nuovi panifici militari richiedono l'acquisizione di immobili con particolari requisiti: l'argomento forma oggetto di un'apposita circolare intitolata Norme p er l'istruzione degli Stabilimenti delle sussistenze militari destinati al servizio della munizione del pane ad economia"7 , con la quale si fissano i requisiti dei locali dei panifici, le norme per valutare la capacità dei magazzini e forni, le prestazioni che debbono fornire i mulini. I panifici militari debbono essere impiantati in fabbricati solidi e salubri in ogni loro parte, e in località lontane da possibili fonti d'inquinamento: lontani da luoghi paludosi e bassi, dalle località dominate dai venti sciroccali, dai depositi di materie in putrefazione, e dai sili in cui si esercitano professioni suscettibili d'infettare l'aria.
Inoi tre devono essere isolati rispetto agli abitati più vicini, aver una sola porta d ' ingresso, e non essere troppo distanti dai mulini. Le finestre vanno munite di inferriate, ''chiassili e serraglie'' ; tutti i locali vanno assicurati o dal proprietario o dall'Amministrazione militare contro gli incendi. Il panificio è composto da una serie di locali di appropriate dimensioni, dei quali si descrivono con precisione e i requisiti e l'uso, che è interessante riassumere: un cortile o un locale a pianterreno per la ricezione e ricognizione dei generi e delle merci; un postino bene illuminato, contenente madie e forni, nel quale si procede alla confezione vera e propria del pane;
46
G .M . 1851 , parte Il, pp. 350-353.
47
G.M. 1853, parte Il, pp. 364-371.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
un ripostiglio contiguo al postino nel quale riporre attrezzi, olio e lumi; un deposito per la cenere e il carboncino; un magazzino per il pane, bene arieggiato, munito di scaffali; un locale coperto destinato alla distribuzione alle truppe, che comunica con il magazzino del pane solo a mezzo di una buca praticata nel muro divisorio, attraverso la quale si consegna il pane; una legnaia riparata dalla pioggia, vicina al pastino ma ben separata dai forni, e situata preferibilmente sopra vento; una fontana perenne "di riconosciuta salubrità", con condotti per portare l'acqua fino al postino; un granaio con pareti rivestite d'assi ben connesse sino a 1,25 m d'altezza, oppure con pavimento asfaltato e pareti ricoperte d'intonaci ignifughi, al primo piano, possibilmente esposto ai venti di tramontane; un ripostiglio per gli attrezzi del granaio; unafariniera con annesso deposito attrezzi, i cui locali devono avere gli stessi requisiti di quelli adibiti a deposito di grano; un locale attiguo al granaio per crivellarvi il grano; una "camera pel buratto" (cioè per la separazione della farina dalla crusca), provvista di "trombe o gole" attraverso le quali le farine discendono nel paslino sopra alle madie, e lateralmente ad esse; una stanza per il "rinfrescamento" delle fariue provenienti dal mulino; un deposito per la crusca, cruschello e farinaccio; un ufficio con alloggio di tre o quattro stanze per il contabile dello stabilimento; una camerata per i soldati operai, con annesso locale per la preparazione del rancio. I mulini che macinano grano anche per conto della sussistenza militare, oltreadisporrediacqua in ogni stagione e a non distare più di lOKmdal panificio, devono garantire che le macine occorrenti siano sempre disponibili senza inconvenienti per il pubblico servizio, le cui macine devono essere tenute ben separate da quelle che lavorano per conto della sussistenza. Essi dovranno inoltre essere ben costruiti e avere un congegno per la macinazione ben funzionante. li particolare, l'impulso del motore deve essere trasmesso alle macine in modo uniforme, le macine devono essere di pietra silicea di buona qualità (possibilmente di tipo francese), avere le dimensioni prescritte, essere ben centrate, non oscillare mai sulla mola fissa, e mantenere una velocità di m 4 al secondo. Deve essere anche disponibile un locale per deposito di grano o farine dell'Amministrazione militare, facilmente controllabile dall'addetto alla macinazione nei giorni nei quali si effettua: più in generale deve essere agevole la sorveglianza di tutte le fasi della macinatura, in modo che il grano "non possa essere sottratto un solo istante" al controllo a vista.
VII - RI FLESSI LOGISTICI DELLE RIFORME DELL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE MIL ITARE
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L ' istruzione fornisce anche le norme per calcolare la capacità dei forni (dalla forma elittica) tenendo conto della profondità (dimensioni previste: da m . 1,95 - 100 razioni - a m. 4.22- 500 razioni -) e per la scelta dei locali per i nuovi panifici, i quali non vengono costruiti ex-novo ma ricercati da apposita commissione anche tra i fabbricati civili, tenendo conto che gli stabilimenti dovrebbero iniziare a funzionare nel febbraio 1854. Si precisa, pertanto, il numero delle razioni che occorrono nei Presidi dove devono essere istituiti i nuovi panifici e si indicano i criteri per scegliere locali il più possibile vicini agli standard indicati, indicando tutta una serie di temperamenti per requisiti non prioritari. Ad esempio gli stabilimenti possono a nche essere isolati, purchè sia comunque possibile impedire ogni comunicazione con gli abitati contigui; se non è possibile sopprimere le uscite secondarie, esse devono essere ridotte il più possibile; al porticato o sala per ricever le provviste si può rinunciare, e se nel postino manca un forno di riserva , la commissione dovrà trovare nelle vicinanze un forno di proprietà privata o cumunale in grado di essere messo a disposizio ne d e ll'Amministrazione militare, senza c he ciò sia fonte di inconvenienti per il pubblico servizio. Nel complesso , dal 1850 al 1854 la militarizzazione del Servizio, e in particolare della confezione del pane, compie notevoli passi avanti, e si rivela un costante e mai smentito indirizzo in fondo . L' importanza attribuita alla buona confezione del pane è tale che, a parte la continua attività di richiamo delle norme, si arriva a regolamentare in data 8 dicembre 1853 persino gli '' assaggi del pane da munizione per parte dei Comandi generali e dei Commissari di guerra delle Divisioni rnilitari" 48 •
48
G.M'. 1853, parte 11, pp. 436-437.
CAPITOLO VI 11 EVOLUZIONE DEI SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI E DI AMMINISTRAZIONE
Le riforme dell'artiglieria. Vera élite dell'esercito, l'artiglieria dopo il 1849 è oggetto di costanti cure da parte del La Marmora, e già nel 1850, con il R.D. con cui S.M. riordina il Corpo R. d'Artiglieria in data I ottobre 1, l'Arma subisce un profondo rinnovamento anche per la parte più propriamente logistica. Con tale decreto viene adottata la seguente articolazione: Stato Maggiore, con comandante, vice-comandante, un maggior generale direttore del personale, un maggior generale direttore del materiale; comitato centrale d'artiglieria (del quale è membro anche il direttore del materiale), con annessi laboratorio di precisione e litografia; 16 Comandi locali d'artiglieria con attribuzioni anche logistiche, dato che da essi dipende sia il personale sia il materiale nelle rispettive Piazze; 10 direzioni di Artiglieria, corrispondenti ciascuna a uno stabilimento: laboratorio chimico e R. fonderia (Torino), R. fabbrica d'armi (Torino), R. fabbrica polveri (Torino), Regio laboratorio di bombardieri e cassuleria (Torino), officine di costruzione (Torino), R. sale d'armi (Torino), allestimento convogli (Torino}, officine di costruzione (Genova), R. fabbrica polveri (Genova), R. fabbrica polveri (Cagliari); 3 reggimenti (ciascuno con proprio autonomo consiglio d' amministrazione): 1° operai d'artiglieria, 2° da piazza, 3° da campagna. I Comandi di artiglieria si suddividono in tre classi. I Comandi di 1a classe (Genova, Alessandria, Cagliari) sono retti da ufficiali superiori; gli altri, da capitani o subalterni. Di particolare rilievo la fisionomia logistica dei Comandi locali cli Genova e Cagliari. Quello di Genova ha in organico anche un "maggiore addetto", un subalterno capo artificiere, 1 sergente e l caporale " ai lavori giornalieri", 14 mulattieri e 20 muli: una struttura evidentemente richiesta dalla presenza di due stabilimenti (costruzioni e polveri). Il maggiore addetto al Comando di Genova deve coadiuvare il comandante specialmente per la parte che riguarda il materiale. Inoltre O
G.M. 1850, parte Il, pp. 177-200.
396
LA LOGISTICA DEL L' ESERCITO -
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il capo artificiere sarà incaricato di dirigere e vegliare i lavori di artificeria che si eseguiranno nella sala di artifizi esistente in Genova, ed attendere all'instruzione degli uomini delle compagnie colà stanziate, che si manderanno annualmente a quella sala per impratichirsi dei lavori occorrenti . Un uffiziale scelto tra i subalterni del presidio, sarà particolarmente incaricalo di tulli i movimenti e trasporti del materiale di quell'arsenale, e dell'allestimento dei convogli c he si spediscono da quella piazza; avrà in suo aiuto un sergente e un caporale; ed il sergente sarà contabile delle macchine, attrezzi cd anche robe che occorrono per l'esecuzione di tali movimenti.
Anche il Comando locale di Cagliari - in relazione alla maggiore auto nomia che gli è necessaria - ha un organico particolare: un capitano addetto e un capo-officina. Il capitano addetto ha la direzione di tutte le officine che si trovano nell'arsenale della città (che dunque riguarda anche la marina), ad eccezione della fabbrica di polveri. Le direzioni fanno tutte capo a un ufficiale superiore, meno l'allestimento dei convogli e le officine di costruzioni in Genova, dirette da un capitano. Da notare, in esse, l'importanza di Torino quale polo logistico militare (7 stabilimenti e Enti su IO) e la costituzione della direzione allestimento convogli, segno della crescente importanza assunta per l'artiglieria dai trasporti (anche per ferrovia): importanza che, più tardi, indurrà ad affidare all'Arma il treno per tutto l'esercito. In genere, le direzioni hanno almeno un vice-direttore; non ne dispongono le R. sale d'armi , l'allestimento convogli, le officine di costruzione di Genova, la fabbrica polveri di Cagliari . Particolarmente complessa la direzione del laboratorio chimico e R . fonderia di Torino, che comprende anche 2 capitani vicedirettori (uno addetto al laboratorio, l'altro alla fonderia) e vari capi-servizio specializzati: 1 capo e I sotto-capo operatore, 1 capo preparatore del fulminante, 1 capo e I sottocapo t rapanatore, 1 capo e sot tocapo fonditore, I sotto capo cesellatore. Gli stabilimenti di artiglieria del 1850 costituiscono dunque un complesso di attività altamente qualificate e specializzate, alle quali fanno capo per intero la costruzione, il controllo tecnico e la manutenzione delle artiglierie e delle a rmi in genere, e delle relative munizioni compresa la preparazione delle materie prime (acciaio e polveri). Evidentemente i tempi non sono ancora maturi per affidare almeno in parte ad industrie civili le lavorazioni di materiale d'armamento militare, peraltro l'unico sul quale, all'epoca, vi è un'esclusiva "interna". Le maestranze necessarie agli stabilimenti prima citati sono riunite nel reggimento operai, che non è unità d'impiego ma solo disciplinare e addestrativa e ha un'articolazione composita, risultando un'unità mista Servizi, con minori unità corrispondenti alle principali specializzazioni e funzioni da svolgere: 2 compagnie maestranze, compagnia artificieri, compagnia polveristi, compagnia armaioli, 2 compagnie po ntieri, compagnia deposito generale. In totale (organico di pace) 906 ufficiali, sottufficiali e soldati , più 74 cavalli o muli.
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VIII - EVOL UZIONE DEI SERVIZI TRASPORTI I! MATERIALI
Le 3 compagnie maestranze comprendono gli artisti (92, più 8 caporali ciascuna), che corrispondono ad operai generici; esse sono stanziate a Torino, ed a turno forniscono distaccamenti agli stabilimenti di Genova e Cagliari, agli ordini dei rispettivi capi-officina. Analogamente le compagnie artificieri, polveristi (dei quali fanno parte anche i "mastri razzieri") e armaiuoli forniscono distaccamenti agli stabilimenti dove è richiesta la loro specialità. I pontieri (solo 2 compagnie) continuano a far parte dell'artiglieria e sono considerati operai, senza dunque ancora avere acquisito la fisionomia di specialità combattente. I cavalli sono così distribuiti: 24 ai pontieri, 12 al deposito di Torino (per il servizio dell'arsenale), 38 ai polveristi per trasporto esplosivi (20 a Genova e 18 a Cagliari). La compagnia deposito amministra il personale dello Stato Maggiore del corpo e i "cannonieri veterani". Inoltre, ha assegnati 60 cannonieri quali attenenti per gli ufficiali, e per il governo dei cavallì o muli in servizio all'arsenale. La struttura dell'Arma prevista del decreto del 1850 è destinata a rimanere in vigore, con poche varianti, fino alla campagna di Crimea. Da ricordare, comunque, le contrazioni subite per evidenti ragioni di economia dal reggimento operai con il R.D. 26 marzo 1853, con il quale sia le 3 compagnie maestranze che le 2 compagnie pontieri sono ridotte a una, mentre la compagnia polveristi viene soppressa, mantenendo però ugualmente in servizio il personale in attesa che sia riorganizzata la fabbricazione delle polveri; successivamente detto personale nel giugno 1855 è incorporato nella compagnia artificieri. Un altro provvedimento di rilievo è quello adottato con il R.D. 26 dicembre 1853,2 che prevede l'istituzione del personale contabile per il materiale d ' artiglieria, conseguente all' abolizione - a decorrere dal I gennaio 1854 - dell'Azienda generale d'artiglieria, fortificazioni e fabbriche militari, e all'ass unzione diretta, da parte del Ministero, della gestione del materiale di artiglieria. Appartengono al "Personale contabile per il materiale d'artiglieria" gli agenti contabili per mezzo dei quali il Ministero della guerra provvede alla contabilità del materiale di artiglieria, e gli impiegati destinati al servizio negli stabilimenti di artiglieria. li predetto personale dipende direttamente dal Ministero della guerra. Per quanto riguarda il reclutamento, è soggetto - per le gestioni contabili - alla revisione dell'Amministrazione centrale e alla giurisdizione della "CaO
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G.M. 1853 , parte I. pp. 661-667.
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mera dei Conti", ma per il resto è alle dipendenze dei comandanti dell'artiglieria delle località ove viene destinato, da tali comandanti riceve ordini e disposizioni inerenti il servizio, e loro tramite invia al Ministero la contabilità e ogni altro documento. In tale modo, viene almeno in parte mantenuta - anche quando non occorre - la separazione dei compiti e delle dipendenze consacrata nelle soppresse Aziende. L'organico previsto è di 65 impiegati, di cui 12 contabili (di 1a, 2a e 3a classe), 16 guardamagazzini 25 assiste!)ti guardamagazzini (di I a e 2a classe). Ai contabili, guardamagazzini e assistenti guardamagazzini può essere affidata la custodia e contabilità di qualsiasi materiale, oltre a quello di artiglieria. In particolare, gli assistenti guardamagazzini e gli scrivani disimpegnano normalmente lavori di cancelleria, mentre alla custodia del materiale dato in carico aJle batterie o di quello esistente in depositi speciali sono adibiti i guardia-batterie. Quest'ultimi disimpegnano funzioni analoghe a quelle degli assistenti guardamagazzini, sono alle dipendenze dei contabili e si dividono in permanenti (destinati a contabilità fisse e depositi) ed eventuali (destinati presso le batterie ed equipaggi da ponte). I primi sono sottufficiali o caporali dei veterani; i secondi, del servizio attivo. A parte la creazione di questo nuovo ruolo di impiegati, la soppressione dal I O gennaio 1854 del1' Azienda generale d'artiglieria, fortificazioni e fab briche militari non comporta mutamenti di rilievo nelle attribuzioni del comandante generale del corpo, dei direttori degli stabilimenti e dei comandanti locali di artiglieria. Con altro R.D. sempre in data 26 dicembre 1853, comunque, si impartiscono alcune disposizioni provvisorie rese necessarie per l'andamento del servizio economico d'Artiglieria, in dipendenza della soppressione de/l'Azienda Generale d'Artiglieria, delle Fortificazioni e Fabbriche Militari3. Con tale decreto, la direzione del servizio economico-amministrativo per l'artiglieria viene esercitata direttamente dal Ministero della guerra, tramite la direzione del materiale di artiglieria. Sono soppressi gli uffici centrali dell'Azienda generale di artiglieria e i due commissariati d'artiglieria in Genova e Cagliari, le cui attribuzioni sono ripartite tra l'Amministrazione centrale, gli Uffici d'Intendenza militare e i comandanti locali di artiglieria. Gli uffici di contabilità degli arsenali, magazzini e stabilimenti continuano a disimpengare le loro funzioni, mentre gli appalti e contralti di competenza dei soppressi commissariati di Genova e Cagliari, ove non si ritenga di farli gestire direllamente dall' Amministrazione locale, vengono affidati alle locali Intendenze.
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G.M. 1853, parte I, pp . 657-661.
Vlll - EVOLUZIONE DEI SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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In tal modo, a fine 1853 ha inizio - non senza qualche sporadica resistenza - un processo di omogeneizzazione delle strutture logisticoamministrative dell'artiglieria con quelle altre Armi. Ciò serve egregiamente a diminuire la "separatezza" che anche in campo tattico si faceva sovente sentire, fino a impedire una efficace cooperazione. Ne riceve anche beneficio l'attività amministrativa in genere, prima imbrigliata da troppe (e inutili) suddivisioni di responsabilità che ne ostacolavano, specie in guerra, il buon funzionamento. Poco da dire sul materiale: rimangono in dotazione i pezzi del 1848-49. L'artiglieria da piazza aveva cannoni e obici di vario calibro, per la maggior parte in "ferraccio", mentre l'artiglieria da campagna comprende cannoni da 90 e da 120 mm e obici da 120 o da 150 mm. Gli affusti sono tutti del tipo "Cavalli", i proietti sono la granata e la scatola a mitraglia. Diverse modifiche sono invece apportate al carreggio. Con dispaccio n. 2221-25 in data 6 maggio 1853 il Ministero4 , su proposta del comitato centrale del corpo, introduce tutta una serie di innovazioni: - sostituzione con lamiera della copertura di tela verniciata dei cofani del carreggio di campagna mod. 1844; - ricerca di accorgimenti (coperte di lana piegate, cuscini ... ) per rendere più comoda la posizione dei serventi che vi stanno seduti; - modifica dei 140 carri modello 1830 con coda rafforzata e "ruota n . 2 a cerchioni", con l' adattamento dei cofani mod. 1844 e di due cassettini anch'essi mod. 1844 a 100 carri e ai loro avantreni, e sostituzione della sala e delle ruote per i rimanenti 40 carri mod. 1830 e per i pochi affusti ancora con ruote e cerchioni (adattandovi nuovamente "la sala n. 3, e la ruota n. 9 a tarenghi "). Le riforme predette mirano a unificare le caratteristiche del carreggio, in modo da avere solo il materiale mod. 1830 con ruote a tarenghi e il materiale mod. 1844 con ruote a cerchioni. Nel campo delle tecnologie da adottare per la costruzione del materiale, viene pubblicato nel 1852 uno specifico regolamento, definito nel 1927 "un vero modello del genere" dal Montù, che così lo descrive: le modalità per l'analisi chimica della lega in uso; le disposizioni particolari per la verifica dei guasti nella fabbricazione e di quelli dipendenti dall'uso; i limiti di tolleranza nelle costruzioni; la successione delle prove; la descrizione degli attrezzi e degli strumenti in uso ; i modelli; i verbali delle visite
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G.M . 1853, parte Il , pp . 158-159.
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delle Commissioni, ecc., fecero del "Regolamento" un geniale trallato pratico, una guida utilissima, che ancora oggi - salvo i mutamenti derivanti dal progresso della tecnica e della metallurgia attuali - costituisce sempre un eccellente manuale per gli stabilimenti delle costruzioni (officine e arsenali).'
Manutenzione e distribuzione del materiale di artiglieria, delle armi e delle munizioni. Per il materiale di artiglieria, il Ministero con dispaccio n° 5183 in data 15 ottobre 1851 al comandante generale d'artiglieria dispone che il direttore del materiale almeno due volte all'anno e preferibilmente in primavera e in autunno ispezioni le batterie di Torino e di Venaria Reale, località dove è concentrata la massima parte delle artiglierie. Il direttore, a tal fine, dovrà richiedere preventivamente l'approvazione del Comando generale, e concordare con detto Comando i giorni e le ore nelle quali avrà luogo l'ispezione. Non sempre le riparazioni occorrenti vengono segnalate con tempestività: il Ministero prega pertanto il Comandante generale del corpo di invitare il Comandante del reggimento da campagna a dare le opportune disposizioni affinchè d 'ora in avanti ogni qual volta si manifesterà nel materiale delle batterie da lui dipendenti qualche bisogno di riparazione, vengano subilo inoltrate le relative richieste, e non si aspetti che i guasti si rendano irreparabili per difetto di pronte riparazioni.
Per la manutenzione delle armi (e dei materiali d ' armamento in genere) della fanteria, il Regolamento per l'esercizio e le evoluzioni del/a fanteria di linea del 18536 - reca norme che definiscono le responsabilità e prescrivono le operazioni da compiere. Secondo il predetto regolamento, le figure sulle quali si accentrano maggiormente le responsabilità della corretta manutenzione delle armi sono tre: - il comandante di reggimento, c he risponde della buona conservazione delle armi e deve esigere che tutto il personale sia bene istruito sulle norme in merito;
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C . MONTÙ, Storia dell'artiglieria italiana, ROMA, ED RIVTSTA ARTIGLIER IA E GENIO, 1927, Parte Il , Voi. Ili, p . 737.
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T ORINO, FOORATI1, 1853, Voi. II, pp. 184 e segg.
VIII · EVOLUZ IONE DEI SERVIZI TRASPORTI E MATERI AI.I
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- l'ufficiale superiore del reggimento incaricato della buona conservazione delle armi, che deve esercitare una continua e diretta sorveglianza sulle compagnie , e deve compiere due volte all'anno una visita generale alle armi, accompagnato dal capo armaiuolo; - i comandanti di compagnia, che devono compiere frequenti visite alle camerate della compagnia, per assicurarsi che le armi siano sempre pulite e in buono stato. Il regolamento indica le operazioni di manutenzione da compiere e quelle da evitare, nonchè le modalità per le visite ai fucili . Ad esempio, per la vernicia tura dei materiali d ' armamento si raccomanda di strofinare le parti da verniciare prima con un turacciolo di sughero, e poi con un panno fine e pulito "avvertendo di fregare sempre nella stessa direzione" , in modo da ottenere un bel lucido. Successivamente così si procede: q uando l'oggetto da verniciare non sia ancora stato annerito, come sono le giberne e i foderi nuovi, si a nnerisce con d ue mani di tintura da capelli, e non già con copparosa . Q uella asciutta si bagna con la colla d 'a mido o di farina, e si frega con un lisciatoio simi le a quello di cui si servono i cal7.0lai per liscia re le suole d elle scarpe (sic) .. ..
Ogni caporale e soldato deve essere fornito di tutta una serie di oggetti per la manutenzione, che pertanto risulta piuttosto complicata: 1 ampollino da olio; - 1 astuccio di setolini; 1 cacciavite mod. 1854; I cavastracci da fucile; I copriluminello; 1 manico di cacciaviti mod . 1854; scatoletta per manteca; setolino d'acciarini; 1 spilletto con catenella; 1 turacciolo da fucili; I pezzo di panno unto di 15 cm di lato; - alcuni pezzi di tela usata; - alcune piccole stecche di legno. Per i sergenti è prevista una dotazione particolare: al posto del "cava stracci da fucili" hanno il "cavastracci mod. 1854 da fucili e moschetti", e inoltre dispongono di: - I borsa di "assortimenti" (cioè, attrezzi vari per smontaggio armi); - 1 caccialuminelli mod . 1854; - 1 caccianoci mod. 1854; - l tiramolle mod. 1854.
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In tempo di guerra ogni sergente, caporale e soldato riceve ancora 2 luminelli di ricambio, e se le circostanze lo esigono, si può dare ai caporali lo stesso "assortimento" dei sergenti. È proibito l'uso di attrezzi diversi da quelli regolamentari per scomporre e ricomporre le armi, di " stecche o lisciatoi" coperti di cuoio, dello smeriglio (riservato al solo armaiuolo) e di materie prime diverse da quelle prescritte per la pulizia delle armi. I comandanti di reggimento devono impedire che le armi siano scomposte e ricomposte in ogni momento , perchè queste operazioni provocano il loro rapido deterioramento. A tal fine, per l'istruzione sulle armi devono essere impiegatifucilifuori uso. In circostanze straordinarie (manovre, marce, piogge .. .) può rendersi necessario scomporre più di frequente i fucili . Questa esigenza deve essere però preventivamente accertata dai capitani, che a tal fine smonteranno prima qualche fucile, tra quelli più difettosi nella connessione delle varie parti con la cassa. È comunque proibito smontare alcuni pezzi che se abbisognevoli di riparazione devono essere consegnati all'armaiuolo. Si tratta, in particolare, di traguardo e la sua vite, vitone, molette, dado del guardamano, qualunque copiglia, il calciolo e le sue vili, la ghiera d ella baionella.
L'acciarino, il guardamano e il luminello devono essere tolti (e smontati) solo in caso di bisogno, e sempre che sia possibile con l'autorizzazione del coma ndante di comapagnia, che due volte al mese deve accertarsi della necessità di queste operazioni. li luminello (se non è possibile farlo cambiare dall'armaiuolo) deve essere smontato solo dal sergente comandante di squadra. Ogni volta che il soldato depone il fucile sulle rastrelliere delle camerate dopo averlo impiegato, deve asciugarlo prima esternamente con un pezzo di tela asciutto; quindi passa il panno unto sulle parti esterne in ferro; si assicura che la canna sia pulita cd unta intername nte; mette il turacciolo nella bocca; toglie il copriluminello; si assicura che il luminello e la bocca del cane siano ben puliti e unti, e lascia p osare il cane direttamente sul luminello.
1 magazzini dove vengono tenute le armi degli assenti devono essere asciutti per quanto possibile, ben riparati dalla polvere, e muniti di tavole per posarvi sopra i fucili, che devono essere mantenuti più lubrificati di quelli in distribuzione. Dopo ogni esercitazione a fuoco , non è necessario scomporre interamente i fucili. Basterà lavare la canna e pulire esternamente le pa rti, ponendo particolare cura nell'astiugare il focone, il luminello e il traguardo di puntamento. Tutti i sabati devono essere comunque lubrificate le parti esterne in ferro , e l' interno della canna. È proibito tirare a lucido
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le parti in ferro, che devono essere solo ripulite dalla ruggine, e presentare "un'apparenza bianca senza lustro" (blanc mat). Le parti in ottone devono essere, invece, lucenti ma non lubrificate. Quando si prendono le armi si strofinano con un panno asciutto perchè non ungano. Norme estremamente particolareggiate devono essere seguite nelle visite alle armi da parte degli ufficiali. A titolo di esempio, si riportano le prescrizioni per il controllo della sola baionetta: 1° Osserva la baionetta. Levarla e metterla per vedere che ciò si faccia con facilità. Verificare che l'orifizio superiore del manico non sia stato serrato, nello scopo di aggiustare la baionetta ad una canna già molto usata. La baio netta essendo a posto, vedere che la ghiera n on sia troppo allentata: farla girare: essa deve serrare a forza il manico, prima che il dente incontri il piuolo. Quando il dente incontra il piuolo, la ghiera deve essere riparata. Impugnare la lama e scuoterla, per assicurarsi che iJ manico sia ben fermo alla canna. Osservare la lama dalla parte della canna, essa deve essere volta un poco in fuori della direzione della canna. Osservare la lama dalla parte dell'acciarino: essa deve essere nella giusta direzione della canna.
Per la distribuzione delle armi, il Ministero con dispaccio n. 1694-95 in data 23 aprile 185 17 dispone che da quel momento in avanti quando i corpi ne fanno richiesta siano distribuite solo le armi ridotte, lasciando in deposito nelle R . armerie quelle nuove, e ciò nell'intendimento di non conservare troppo lungamente un Modello di transizione qua le è quello -delle armi ridotte, e di tenere in tempo di pace in serbo le armi migliori, o nde trarne profitto in caso di guerra.
Istruzioni dettagliate vengono impartite dal Ministero con nota del 24 maggio 1853, concernente Distribuzione e ritiramenti d'armi e pezzi d 'armi di ricambio - Ritenzioni ai corpi per riparazioni alle armi- Operazioni contabili ed altre fra diverse Aziende in esercizio d 'ordini M inisleria/i8 , avente lo scopo di semplificare le operazioni di distribuzione e ritiro delle armi e dei pezzi di ricambio. Anche il nuovo sistema, comunque, rimane macchinoso, a causa della ripartizione delle competenze tra Azienda generale di guerra e Azienda generale d 'artiglieria, che peraltro vengono autorizzate a corrispondere tra di loro senza il tramite del Ministero.
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G.M. 1851 , parte Il , pp.
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G.M. 1853, parte Il , pp. li l - 11 2.
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VOT.. 1
L'Azienda generale di guerra, una volta vagliate e riconosciute valide le domande per la distribuzione o il ritiro di anni e di pezzi di ricambio che le prevengono da parte dei corpi, trasmette le relative richieste direttamente ali' Azienda generale di artiglieria perchè dia corso ai movimenti. Nel caso, però, che si tratti di distribuzioni o ritiri di armi a carattere straordinario e non previsti dalle dotazioni, dovrà prima chiedere l'autorizzazione al Ministero. Dal punto di vista amministrativo,) prescritti verbali di visita alle arrni restituite dai corpi alle Sale d ' armi devono essere inviati dall'Azienda generale di artiglieria a quella di guerra, affinchè quest'ultima possa procedere alle trattenute sulle "livranze trimestrali" dei corpi, per le riparazioni a loro carico. In caso di contestazioni da parte dei corpi, l'Azienda generale di guerra indirizzerà la pratica al Ministero per la decisione. In linea generale, comunque, gli adempimenti amministrativi conseguenti a disposizioni ministeriali devono essere risolti direttamente dalle due Aziende tra di loro, o anche con Amministrazioni estranee al dicastero, senza bisogno di ulteriori interventi da parte del Ministero. Per le munizioni, da ricordare il dispaccio n° 1335 del 3 giugno 1854, concernente la Modificazione dell'art. 1 ° del R. V. 14 marzo 1835 sulla quantità di munizioni da distribuirsi annualmente ai Corpi di Regia Truppa per le occorrenze del servizio o per esercitazionz'9. I quantitativi previsti poco si discostano da quelli già elencati al precedente capitolo V: 47 cartucce a pallottola con capsule, più 12 cassule, a ciascun soldato di leva di fanteria; 40 cartucce a pallottola cassula, più 4 cassule a ciascun sottufficiale, graduato e soldato anziano di fanteria. Per l' artiglieria, 15 cartucce per moschetto con cassula alle reclute e 10 sottufficiali, caporali e soldati anziani. Per le rimanenti Armi e specialità, i quantitativi rim'a ngono invariati.
Evoluzione della branca logistica del genio militare. Nel periodo considerato, nulla di variato nei compiti e nelle attribuzioni tattiche e logistiche dell'Arma del genio in guerra, che rimangono quelle definite il 23 gennaio 1849 con il Regolamento per il servizio del genio in campagna (vds. precedente capitolo V). Subito dopo la fine della guerra, nell'estate 1849 si organizza un "campo d' istruzione" a Lombardore e S. Maurizio, al quale sono destinate 2 divisioni complete con l'obiettivo addestrativo di "attaccare (e difendere) con
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G.M. 1854 , p. 579.
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tutti i provvedimenti ossidionali del tempo, un'opera di fortificazione". È la prima volta che viene svolto un programma addestrativo tale da prevedere l'effettivo svolgimento di tutti i lavori di carattere tecnico. Fondamentale è perciò il ruolo delle truppe del genio, per le quali si tratta del primo periodo di istruzione pratica, tecnico-tattica, in tempo di pace. I reparti dell'Arma giungono prima degli altri sul luogo del campo d'istruzione e approntano le infrastrutture di carattere logistico e addestrativo: baraccamenti, canali e filtri per l'acqua potabile, fortino da attaccare e bersagli per la scuola tiro di artiglieria. In un secondo periodo, vengono affrontate sia in sede teorica che pratica le operazioni di assedio. Mo lto apprezzate risultano, in merito, le dotte conferenze del capitano del genio Brauzzo, tenute agli ufficiali di tutte le Armi che partecipano alle esercitazioni. Il riassunto di quelle conferenze è stampato e diramento a tutti gli ufficiali dell'esercito, sì che dall'attività al campo di Lombardore ne trae giovamento sia l'affiatamento e lo spirito di cooperazione tra le varie Armi e corpi, sia il prestigio delle unità del genio, fino ad allora, come si è visto, non troppo elevato. Dal punto di vista organico, dopo le riduzioni comuni a tutto l'esercito nell' immediato dopoguerra, nell'ambito del riordinamento generale di cui al R.D. 19 marzo 185210 il Corpo Reale del Genio risulta composto, a similitudine dell'artiglieria, di un consiglio di 4 membri presieduto da un ufficiale generale, di uno Stato Maggiore con 38 ufficiali e di un reggimento zappatori, su Stato Maggiore e due battaglioni ciascuno con 5 compagnie, per un totale di 52 ufficiali e 1065 sottufficiali e soldati, compresi 92 impiegati "Assistenti Militari". Tutte le compagnie sono di zappatori; le due preesistenti compagnie minatori risultano, pertanto, soppresse. Segno, anche quest'ultimo, della particolare attenzione dedicata a ll'impiego del corpo nel tempo di pace, per il quale la specia lità minatori non era di interesse prioritario. E dell' impiego del tempo di pace si occupa per la prima volta una specifica normativa, emanata in data 24 maggio 1951 con il titolo Disposizioni provvisorie relative all'impiego degli zappatori del
Genio militare in tempo di pace, e Norme sulle relazioni di servizio tra i medesimi e le Direzioni del Genio; ed Istruzioni concernenti l'impiego degli utensili, macchine, veicoli ecc. del Parco Generale del Genio militare, e delle Dotazioni presso le Compagnie del Reggimento zappatori del Genio 11 • Queste disposizioni e istruzioni fanno da pendant, per il tempo di pace, del citato regolamento del 23 gennaio 1849 per l'impiego in campagna.
IO
G.M. 1852, parte I , pp. 137 e segg.
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G.M . 1851, µar11: I , pp. 253-264.
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In esse sono definite le responsabilità in merito alla direzione dei lavori, le modalità per la disciplina e l' impiego del personale, le indennità che competono ai vari gradi quando i reparti sono impegnati in lavori, le relative norme attuabili e le procedure per l' utilizzazione e la gestione degli utensili e macchine occorrenti. La "sorveglianza, condotta e responsabilità esclusiva" dei lavori competono normalmente al direttore del genio della direzione nella cui giurisdizione territoriale vengono eseguiti i lavori stessi. Solo in casi eccezionali, e/o quando i reparti zappatori devono operare in località lontane dal capo1uogo di direzione, la responsabilità dei lavori può essere affidata a un ufficiale per quanto possibile più elevato in grado o più anziano del comandante dei reparti zappatori, i cui ufficiali nel corso dei lavori hanno solo funzioni di inquadramento, sorveglianza e disciplina e quando non impegnati in lavori devono attendere alle normali incombenze di servizio nell'ambito dei loro reparti. Gli ufficiali della direzione, invece, hanno solo le loro incombenze direttive. I sottufficiali nel corso dei lavori esercitano la funzione di capo-squadra, alle dipemknze degli assistenti; possono però essere impiegati anche come assistenti, previa autorizzazione del Ministero. Il direttore, quando il numero di assistenti o di "veterani serventi" a sua disposizione non è sufficiente, può scegliere tra i sottufficiali e i soldati zappatori il numero strettamente indispensabile di scritturali, contabili, ordinanze e inservienti. A lui compete distribuire il personale tra i vari lavori, suddividendolo in squadre e procurando nei limiti del possibile di non rompere i vincoli organici e di destinare a ciascun lavoro uomini della stessa compagnia. L'orario di lavoro varia a seconda dei mesi e delle stagioni: da un minimo di 8 ore (gennaio, novembre e dicembre) a un massimo di 12 (maggio, giugno e luglio). Per l'orario - e per la relativa indennità - si tiene conto del tempo impiegato dal personale in altri servizi, e delle interruzioni per maltempo. Di notte, 7 ore di lavoro sono considerate una giornata. Quando il rancio non può essere confezionato sul luogo stesso dei lavori è consumato in caserma, in orari stabiliti di concerto tra il direttore e il comandante degli zappatori, in modo da salvaguardare sia le esigenze relative al lavoro che il benessere del personale. Agli zappatori impegnati ai lavori compete un soprassaldo nella misura di lire una per i sottufficiali impiegati quali assistenti, L. 0,70 ai sergenti, L. 0 ,50 ai caporali e artieri e L. 0,45 agli zappatori. Gli ufficiali d ' inquadramento hanno a loro volta diritto allo stesso trattamento economico di quelli appartenenti alla direzione. Per utensili e macchine necessari per i lavori, il comandante del reggimento zappatori deve designare un ufficiale che prende in consegna i materiali forniti dal parco generale, e che assume l' incarico di "comandante del parco per la parte mobilizzata", con assistenza di uno o due sergenti "guarda
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parchi"_ I materiali sono consegnati dal parco alle unità destinate ai lavori su ordine del comandante generale del corpo, che trasmette uno specchio dei materiali da distribuire, con l'indicazione dell'ufficiale del reggimento zappatori al quale devono essere consegnati_ Il predetto ufficiale non deve prendere in consegna materiali abbisognevoli di riparazione; una volta ricevuti, i materiali saranno da lui riportati su apposito registro regolamentare. I materiali vengono da lui successivamente consegnati, sul luogo dei lavori, ai comandanti di compagnia o a un loro rappresentante, dietro rilascio di ricevuta. I comandanti di compagnia e i capi-squadra rispondono degli oggetti avuti in consegna, e sono tenuti a giustificare eventuali guasti. Al termine dei lavori i materiali devono venire riconsegnati, in buono stato, al comandante del parco di reggimento. Il pagamento o la sostituzione degli oggetti smarriti o degradati è a carico del responsabile, se conosciuto. In caso contrario la spesa per il rimborso del valore viene sostenuta dall'intero reparto (compagnia o squadra). Sulla gestione e controllo dei materiali del genio in genere, fondamentale risulta il Regolamento per gli inventari del materiale del Genio mifilore, compilato per la prima volta nel 1853 e approvato dal Ministero della guerra con dispaccio in data 17 giugno 1853.1 2 Tale regolamento contiene norme e procedure generali per l'organizzazione e condotta degli inventari, e suddivide i materiali in 23 categorie. Gli inventari sono eseguiti da commissari o sottocommissari dell' Azienda generale di artiglieria e fortificazioni e da ufficiali del genio, alla presenza di un ufficiale dello Stato Maggiore della divisione o della piazza. Prima di dare inizio all'inventario il commissario ritira le chiavi di tutti i magazzini, che restituisce al contabile solo a inventario ultimato. Inventario durante, le chiavi vengono consegnate alla sera al comandante generale della divisione o della piazza, e riprese il giorno dopo. Mentre l'inventario è in corso, non è permessa l'introduzione o la distribuzione di alcun materiale. Prima di dare inizio all'inventario il commissario si fa consegnare dal contabile una nota firmata, con l'indicazione di tutti i materiali introdotti o distribuiti dopo l' ultima situazione mensile spedita ali' Azienda generale d'artiglieria. Ciò fatto adunati al convegno i delegati, l'ufficiale dello Stato Maggiore o della piazza, in un col contabile o coi contabili (rimettente e ricevente in caso di rimessione di conta bilità), il commissario inviterà il contabile a
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TORINO, CASTELLARIO E GARETII 1983 .
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coscienziosamente dichiarare tutte le robe che ha in custodia, ancorchè non comprese nel suo caricamento, avvertendolo c he sempre quando egli non consegnasse esattamente ogni cosa esistente, ne sarebbe ugualmente responsabile come se egli ne tenesse regolare caricamento.
Prima di iniziare la ricognizione del materiale il commissario compila il verbale di apertura della seduta e successivamente si dà inizio alla descrizione dei materiali. Nelle operazioni, ciascun componente della commissione ha un proprio ruolo: 15. L'ufficiale del genio dichiarerà la nomenclatura delle robe che si rivengono, e ne specificherà la condizione, cioè se nuove o di servizio, se da riparare o fuori servizio; 16. Il Commissario ne verificherà quindi il numero e il peso, che descriverà immediatamente in tutte le lettere e numericamente; 17. II contabile descriverà del pari le robe inventariate nel modo stesso praticalo dal commissario; 18. li delegato poi dovrà sovra di ogni materiale invetario far apporre immediatamente una polizza col nome del materiale, ed al di dietro col numero od il peso dichiaratosi nell'inventario.
Alla fine di ogni seduta (quindi, ogni giorno) il verbale è chiuso e firmato da tutti, in presenza dell'ufficiale del genio e di quello dello Stato Maggiore della piazza. Prima di apporvi la firma va fatto il confronto delle tre descrizioni di materiali compilate (da parte dell'ufficiale del genio, del contabile e del commissario), le quali devono essere concordi e uniformi. Deve essere anche redatto secondo apposite norme, un sunto d'inventario, nel quale i materiali sono descritti per ordine categorico. Qualora vi siano tra i materiali inventariati alcuni di fabbricazione irregolare o di modello non approvato, l'ufficiale del genio deve riportare tali materiali in apposito specchio, da allegare al sunto. Le categorie di materiali comprendono: I carreggio, li accessori del carreggio, III macchine diverse, cioè "macchine e attrezzi che si adoperano per muover qualsiasi peso, come altresì le macchine idrovore, le palificatorie, le effossoric, cd ogni altra che si usi nell'arte edificatoria"; IV cordame; V materiali da ponti militari; VI armature da blinde e da mine; VII legname (suddiviso in fusti, legname d'assortimento, legname lavorato, legname gentile, legname da fascinate e da rivestire, legname da ardere, legname fuori servizio); VIII chiusure diverse (cioè porte e imposte, suddivise in chiusure di legname e chiusure metalliche); IX metalli; X materiali da costruzioni murali; XI materie diverse; XII strumenti e apparecchi scientifici (suddivisa in strumenti geodetici e strumenti e robe da disegno); XJII strumenti attrezzi e macchine d'arti e mestieri (suddivisa in ben 18 sottocategorie: I da
VIII - EVOLUZIONE DEI SERVIZI TRASPORTI E MATtRIALI
409
collaudare legni e metalli, Il da pesare, I li da asfaltare, IV da barilaio, bottaio e paneraio, V da calafato e barcaiolo, \!,I da carradore, VII da zappatore, VIII da lattaio e calderaio, IX da legnaiuolo, X da magnano, XI da minatore e da scarpellino, XII da muratore e votapozzi, XIII da segatore di legnami, XIV da sellaio e bastaio, XV da tornitore, XVI da verniciatore, XVII da vetraio, XVIII comuni); XIV trombe, da incendio, da pozzo, da aggottamenti e accessori per esse; XV masserizie diverse; XVI robe incompiute; XVII finimento da cavallo, da mulo e da buoi; XVIII modelli diversi; XIX robe ad uso di ginnastica; XX materiali fuori modello; XXI materiale da raccorciare; XXII materiale fuori servizio; XXIII robe ad uso d'ufficio. Quest'ultima categoria comprende masserizie, arredi e robe a uso d'ufficio, libri, lettere, regolamenti, registri, calcoli, relazioni, analisi ecc., disegni, modelli, strumenti goedetici e robe da disegno. Le lettere, i dispacci e le circolari sono riuniti in fascicoli per annata, direzione, sezione, piazza od uffici corrispondenti. Ciascun fascicolo ha un numero progressivo.
Manuten zione delle caserme. Le norme generali e le competenze in merito non subiscono nel periodo considerato mutamenti di rilievo. Dimostrazione significativa della precisione, se non della pignoleria, con la quale vengono regolati anche i più minuti dettagli della vita di caserma sono comunque le Istruzioni relative agli strumenti per lo sgombero della neve e del ghiaccio attorno e nell'interno dei fabbricati militari occupati dalla truppa in data 13 dicembre 1852'1. L'istruzione indica tutti i tipi di attrezzi che servono alla bisogna; "Badili, Gotazze, Gravine, Picconi, Rostratoj , Scope in Vimini, Carriuole, e Carrette da mano" . Al principio dell'inverno il comandante della divisione, su proposta della direzione del genio militare, stabilisce la ripartizione degli attrezzi, che vengono prelevati dai corpi presso i magazzini delle fortificazioni e fabbriche militari e successivamente da ti in regolare carico con apposito verbale all'aiutante maggiore del reggimento, che li fa riporre in buon ordine in apposito locale e cura ' 'sotto la sua responsabilità" che vengano impiegati esclusivamente per lo scopo cui sono destinati. Quando occorrono rinnovi o riparazioni, il corpo ne fa richiesta alla direzione del genio, che vi provvede. Se però i rinnovi o le riparazioni sono dovute a incuria,
13
G .M. 1852, parle 11 , pp . 372-373 .
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LA LOGISTICA DELL'ESEII.CITO -
VOl,. I
11 Commissario delle Fortificazioni procederà ad un particolarizzato verbale di visita con intervento dell'Ufficiale del genio e dell'Aiutante Maggiore del corpo, che lo firmeranno, con facoltà a quest'ultimo di apporvi in calce quelle osservazioni che crederà del caso nell'interesse del Corpo che rappresenta.
Alla fine della stagione invernale, altra complicata procedura: gli attrezzi devono essere restituiti, e pertanto il Comandante generale militare nella Divisione ordinerà ai Comandanti dei Reggimenti, e questi ai rispettivi loro Aiuta nti Maggiori la restituzione degli !strumenti stati consegnati, rendendone contemporaneamente avvertito il Direttore del Genio, il quale provvederà perchè gli oggetti rientrino nei magazzini delle Fortificazioni ed affinchè venga redatto il verbale di restituzione nello stesso modo che si è prescritto all'art. 4° per la consegna degli oggetti stessi, e dal quale verbale dovrà pure risultare a carico di chi avranno ad imputarsi le spese per le riparazioni, o mancanze che si saranno riconosciute.
Con ulteriore precisazione in data 11 luglio 1953 14 agli attrezzi vengono aggiunti anche "palanchini, ossia pali in ferro, a destinarsi particolarmente per la rottura del ghiaccio"; e si aggiunge che nei distaccamenti di livello inferiore al reggimento gli attrezzi devono essere presi in consegna dal subalterno meno anziano, o dallo stesso comandante, se vi è un solo ufficiale. Con circolare in data 19 agosto 185315 si regolamenta l'iter delle richieste per le riparazioni urgenti, che devono essere indirizzate ai commissari di guerra e da questi direttamente e immediatamente inoltrate alle. direzioni del genio o all'ufficiale del genio del luogo di stanza del reparto. Dove manca l'ufficiale del genio, le richieste devono essere indirizzate al sotto-commissario alle fortificazioni , o in assenza di questi all'assistente militare. Questo viene fatto (si precisa) a riparo degli inconvenienti che talora dal ritardo conseguimento dei chiesti lavori potrebbero nascere a danno del servizio, o anche degli stessi fabbricati .
Singolare in merito all'accasermamento una disposizione concernente i sotlu fficiali ammogliati comandati " d' ordinanza" presso i vari Comandi militari, le Intendenze, gli uffici e gli stabilimenti. Su proposta dell'Intendente generale, il Ministro della guerra dispone che
14
G.M . 1853, parte li , p. 239.
15
G. M. 1853, parte II, p . 279.
VIII · EVOLUZIONE DEI SERVIZI TR ASPORTI E MATERIALI
411
debbasi continuare a somministrare il letto per la moglie e figli a tulti coloro che non ricevono l'indennità del letto, e nel modo sin qui praticato; e che riguardo agli altri sia loro corrisposta la doppia indennità per la piazza lelto della moglie; ma non cosi quella dei figli .
Un altro problema di dettaglio del quale ci si preoccupa addirittura al livello di Mjnistero è la sostituzione - che evidentemente non sempre avviene con la dovuta sollecitudine - dei vetri rotti degli immobili militari. Così, con dispaccio in data 21 luglio 1853 al comandante militare del genio e ali ' Azienda generale di Artiglieria 16 , ad oggetto di evitare gli inconvenienti e le conseguenze che ne possono derivare a pregiudizio degli individui alloggiati nei locali militari dal ritardo che talor si frappone a surrogare i vetri che vengono infranti dalla grandine che spesso viene spinta contro le finestre di detti locali, ovvero anche dalle bufere, intemperie e simili ca~i straordinari,
Il Ministro della guerra incarica il Comandante generale del genio di impartire le opportune istruziom alle varie direzioni dell 'Arma, affinchè si provveda senza ritardo alle sostituzioru necessarie, dietro le richieste dei Comandanti dei Corpi, muniti di apposite dichiarazioni delle Commissarie di Guerra, in cui venga fatto risultare che si è proceduto preventivamente dalla solita commissione alla compilazione cli analogo p rocesso verbale.
Circa l'accasermamento, l'Azienda generale di guerra con cir. n. 1613 in data 23 dicembre 1853 17 lamenta l'eccessivo numero di richieste di sostituzione delle lettiere in ferro distribuite alla Truppa, attribuite dai corpi a difetti nel ferro e nella costruzione. Secondo l' Azienda, invece, la causa è spesso l'insufficiente serraggio delle viti di connessione dei vari pezzi, che provoca oscillazioni e conseguenti rotture. Per evitare l'inconveniente, è stato distribuito ai furieri un cacciavite. L' Azienda pertanto ritiene opportuno richiamare i comandanti di compagnia all'osservanza delle disposizioni a suo tempo impartite per la buona conservazione delle lettiere, e far loro presente che
16
G.M. 1853, parte li, p . 243.
17
G.M.
1853, parte IJ, p. 451.
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LA LOGISTI CA DELL' llSERCITO -
VOL. I
oltre le gravi spese che le rollure in questione cagionano al'Erario, sono ancora causa dell'altro grave inconveniente di non potersi servire di parecchie centinaie di lettiere in ferro, al cui difello divesi anche supplire col mellere in distribuzione presso alcune frazioni dei corpi una certa quantità di letli d'antico modello.
L'evoluzione ordinativa del corpo del treno e le nuove modalità per i trasporti a mezzo quadrupedi. Come sempre era accaduto in un tempo di pace, subito dopo la fine della prima guerra d'indipendenza, "cessate le straordinarie esigenze del servizio", con R.D. dicembre I 984 18 la forza del corpo del treno di provianda è sensibilmente ridotta: le divisioni da 14 passano a 6, e - segno sicuro della scarsa importanza al momento attribuita al corpo, e del conseguente suo basso prestigio - nel citato decreto si prescrive altresì che dagli uomini appiedati devono essere tratti gli attendenti per gli ufficiali generali Ispettori a disposizione del Ministero, per gli ufficiali del corpo di Stato Maggiore, gli aiutanti di campo e gli ufficiali d'ordinanza della Casa Reale. 11 treno subisce un'ulteriore riduzione nel 1852, quando con R.D. 12 dicembre 19 è definito un organico di pace quasi simbolico: 24 ufficiali (di cui il comandante con il grado di tenente colonnello o colonnello, un maggiore comandante in 2•, 4 capitani, e il resto subalterni) e 440 sottufficiali, caporali e soldati. Scompaiono le divisioni e il corpo si articola su sole 4 compagnie al comando di un capitano: i cavalli in totale sono 160, numero la cui esiguità è significativa. Con il predetto R. D. , il treno muta inoltre la denominazione da treno di provianda a treno di armata. È con questa struttura di base che i trasporti miiitari si presentano ail'appuntamento della spedizione d'Oriente, per la quale viene adottato un organico ad hoc del treno in guerra. Non si può dire che vengano individuati limiti e competenze ben precise. li treno può servire per fare tutto, tranne che trainare le artiglierie: sarà adoperato nelle condotte e nei trasporli dei viveri e delle altre cose occorrenti alle Sussistenze degli uomini e dei quadrupedi, come altresì di quelle necessarie a l vestimento; nelle condotte e nei trasporti del ba-
18
G.M . 1849, parte Il , p. 303.
19
G.M. 1852, parte I, pp. 493-495.
VIII - EVOLUZIONE Dlll SERVIZI TRASPORT I E MATERIALI
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gaglio e degli altri oggetti dei quartieri generali, dei corpi e delle ambu-
lanze; nella condotta e trasporto tanto dei parchi delle munizioni da guerra in servizio dell'artiglieria, quanto dei parchi del genio 20 •
Con R .D. 27 gennaio 1852 è approvata anche una nuova Tariffa sul sistema decimale degli assegnamenti per mezzi di trasporto alle truppe in marcia21 in sostituzione dell'ancor vigente regolamento del 9 agosto 1836 (vds. capitolo V). Il decreto apporta rilevanti innovazioni ai pesi massimi consentiti per il trasporto del bagaglio minuto dei vari tipi di reparti e dei singoli ufficiali, definisce i relativi carri e cavalli che competono, c fissa il carico massimo da considerare per carn alle bestie da soma. Per il battaglione di fanteria, ad esempio, il limite massimo di peso del bagaglio minuto è di 1750 Kg se è su 6 compagnie, di 1600 Kg se è su 5 compagnie, di 1400 Kg se le compagnie sono 4. Per ogni reggimento di cavalleria (6 squad roni), il peso è di 2650 Kg (evidentemente, in relazione alle bardature per cavalli e ai foraggi). Per gli ufficiali si va dai 330 Kg (comprese le carte e oggetti del suo ufficio) per il colonnello o tenente colonnello comandante di corpo, ai 220 Kg per il tem:nle <.:olonnello, fino ai 50 Kg per il subalterno e il medico di battaglione. Per i capi operai i pesi oscillano dai 120 Kg per il capo calzolaio, agli 80 per il capo armaiuolo o sellaio, fino ai 40 per il capo sarto. Ad un reggimento di fanteria di 3 battaglioni (qualunque sia il numero delle compagnie) competono 5 carri da 4 cavalli e 1 carro da 2, se il "grosso bagaglio" viene trasportato con altri mezzi (treno e/ o impresa civile) , e invece 7 carri da 4 cavalli se il corpo deve provvedere in proprio anche al trasporto del grosso bagaglio. Un battaglione su 6 compagnie ha diritto a 1 carro da 2 cavalli e da 4, oppure solo a 2 carri da 4 cavalli a seconda che debba o meno trasportare direttamente il grosso bagaglio. Diminuendo il numero dei battaglioni o delle compagnie, le cifre diminuiscono. Per le compagnie o squadroni isolati, infine, è prevista l' assegnazione di I carro a due cavalli e un altro carro se il reparto porta con se anche le casse e le relative carte contabili.
20
Cit. in C . GREGORIO, Ari. Cii .• "RI VISTA DI C OMMISSARJATO " n° 5/ 1941.
21
U.M . 1851, parte I, pp . 73 e segg.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO -
VOl.. I
Anche i carichi massimi trisportabili per i carri e le bestie da soma sono variati:
Tipo di traino del l."arro
2 3 4 2
Cavallo Cavalli o buoi Cavalli Cavalli o buoi Buoi (barocchi) Cavalli o muli da soma o da sella
kg Trasportabili
330 700
1000 1400 330 110
La portata massima da considerare per i carri risulta dunque aumentata rispetto alle quantità a suo tempo indicate nella regolamentazione del 1833, 1836 e J848 (capitolo V) e il numero dei carri disponibili ai vari livelli è sensibilmente diminuito. Ciò parrebbe inspiegabile se si pone mente alle carenze nei trasporti che si erano verificate proprio nel corso della prima guerra d'indipendenza, ma occorre considerare che il provvedimento del 1852 ora in esame concerne le esigenze del tempo di pace, e in regime di stretta economia: obiettivi diversi, per esigenze diverse.
La regolamentazione dei trasporti per ferrovia . La riduzione del corpo del treno di provianda perchè ritenuto in tempo di pace poco importante (alla quale si aggiunge la parallela riduzione apportata nel citato decreto del 1852 ai mezzi di trasporto a traino animale rispetto a quelli, già scarsi, disponibili a livello reggimento e battaglione nella campagna del 1848-1849) potrebbero far pensare a un accantonamento almeno temporaneo del problema dei trasporti, per ragioni di economia. Non è del tutto così: nello stesso periodo si verifica in fatto di trasporti militari un'inversione almeno qualitativa di tendenza, attraverso il riconoscimento - che avviene per la prima volta in sede ufficiale - dell'importanza assunta dai trasporti per ferrovia, per i quali si ritiene ormai necessario un intervento volto a fissare delle norme che ne disciplinino l'uso da parte dei reparti. Sotto questo profilo la parallela riduzione del treno appare un fatto positivo, nel senso , cioè, che le crescenti, possibilità del trasporto su strada ferrata duninuiscono proporzionalmente, specie per lunghi percorsi e per trasporti strategici, la necessità di carri e cavalli.
VIII - EVOL UZIONE DEI SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
415
D' altro camto l'Istruzione sul trasporto delle truppe per mezzo delle Ferrovie emanata in data 23 agosto 185222 , paragonando nell'Art. 1 i trasporti per ferrovia a quelli per mare, dà un'impressione abbastanza esatta della novità di questo tipo di trasporto, che mantiene ancora al tempo un carattere straordinario e come tale rende necessario fissare norme che almeno in parte oggi parrebbero scontate o superflue, anche se qualcosa di simile si trova talvolta nell'attuale Manuale per l'ufficiale di caricamento. Recita, ad esempio, il predetto Art. 1: i trasporti per mezzo delle strade ferrate richiedono, in ragione della massa spostata e della velocità impressa, una sicurezza compleLa, ed una gran celerità in tutte le operazioni che precedono, e seguono i movimenti . Queste condizioni non possono essere soddisfatte che colla regolare ed esalla osservanza di tutte le norme, che precedono al carico e scarico in genere. Inoltre le Truppe che viaggiano sulle strade ferrale, sono in una siluazione analoga a quella dei Corpi imbarcali per mare, dove la direzione della via, e in gran parte l'autorità è concentrata nelle mani dei Commissari delle navi. Duranle il viaggio, il Comandante del corpo o Distaccamento è obbligalo ad eseguire perfettamente le indicazioni che gli saranno date dall'Impiegato incaricato del treno, sul quale pesa la responsabilità del movimento. Per lo stesso motivo, gli Ufficiali, Bass'uffiziali e Soldati devono, durante il cammino, conformarsi alle raccomandazioni degli Agenti delle strade ferrate.
Avuto l'ordine della partenza, il comandante di corpo o di distaccamento fa compilare una sorta di tabella di caricamento (''una tabella della forza, nonchè la nota del peso e natura dei bagagli che la truppa avrà con sè") e quindi prende accordi di dettaglio col capo-stazione, che lo mette in contatto col capotreno. La composizione del convoglio deve essere la seguente: uno o due carri merci, per i bagagli della truppa; i vagoni necessari per il trasporto di metà della truppa; un vagone di 1 a e 2 8 classe per gli ufficiali, completato se necessario con i sottufficiali (la Bandiera viaggia nel vagone del comandante); i vagoni necessari per il trasporto dell'altra metà della truppa; uno o più vagoni per il trasporto dei cavalli (2 per maggior generale e ufficiali di Stato Maggiore, 1 per tutti gli altri).
22
G.M. 1852, parte I, pp. 445-451.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO -
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I reparti devono giungere in stazione mezz'ora prima della partenza. Nel caso che sia necessario portare al seguito anche il "bagaglio principale", i colli devono essere consegnati all'ufficio bagagli un'ora prima dell'arrivo dei reparti alla stazione. Giunta in stazione, la truppa fa adunata in gruppi di caricamento corrispondenti alla capacità dei vagoni, con le baionette levate. Ci si spinge anche a precisare che le frazioni di truppa sono suddivise secondo la capacità degli scompartimenti e collocate secondo la disP.osizione delle portiere. Ciascuna frazione o suddivisione è formata perpendicolarmente alla via di ferro, all'altezza dello scompartimento o vettura che essa deve occupare, facendo faccia ai vagoni.
L'aiutante maggiore o l'ufficiale incaricato della ripartizione dei vagoni tra i reparti scrivono man mano con il gesso sulle portiere dei vagoni il numero dei posti che contiene ciascuna vettura, e il numero delle compagnie e del battaglione che devono occupare il vagone. Deve essere raccomandato ai sottufficiali e alla truppa di prendere conoscenza del numero del vagone e della scritta in gesso, in modo da poter trovare facilmente il loro posto nelle stazioni . Ogni vagone deve avere la seguente tabella:
Tabella indicativa del contenente in ciascun vagone ali .... ....... 185 ........... , in seguito all'art. 80.
Indicazione delle Strade in ferro
Contenente in uomini Vagoni da viaggiatori
Vago ni da merci
Vagoni da bestiame
· Minute disposizioni regolano la disciplina dell'"imbarco", dello "sbarco", e del viaggio. Deve essere comandato un "posto", cioè un picchetto al comando di un sergente, incaricato di mantenere l'ordine nelle stazioni e all'arrivo. li picchetto occupa uno scompartimento del vagone truppa più vicino a quello degli ufficiali. Nelle soste il picchetto discende immediata-
Vili - EV0T.U7.10NE OEI SERVI ZI TRASPORTI I:! MATERIALI
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mente, fornisce là dove è necessario le sentinelle, e deve in particolar modo impedire che si aprano le portiere dei vagoni dalla parte interna della strada ferrata, prima che venga impartito l'ordine. L"'imbarco" viene regolamentato fin nei più piccoli particolari: il Comandante fa battere un rullo di tamburo. I Bass'ufficiali, Caporali e Soldati levano il loro sacco, e lo prendono alla mano. Terminato tale movimento, un colpo di bacchetta darà il segnale dell'imbarco. Gli Uomini montano nei vagoni ordinatamente uno per uno, i primi entrati accomodano gli zaini sulla panca, e li dispongono l' uno sopra l'altro. Ciascun Uomo si imbarca dopo che sia accomodato il suo zaino nel vagone, tiene l'arma fra le gambe, il calcio in basso. L'imbarco nei vagoni da mercanzia si cseguisce al medesimo segnale, ma a volontà. Se non vi fossero panche, i Soldati staranno in piedi, o si sederanno sui loro zaini.
Durante il viaggio il comandante del reparto deve aver cura di far passare gli uomini dai vagoni merci a quelli passeggeri e viceversa, per dividere equamente vantaggi e inconvenienti dei diversi tipi di vagoni. È rigorosamente proibito alla truppa di fumare, di sporgere la testa o le braccia fuori del vagone durante la marcia, e di passare da una vettura all'altra . Gli ufficiali devono conoscere la durata delle fermate. Ad un segnale convenuto gli uomini prendono le armi e discendono esclusivamente (e con ordine) dalle portiere che si aprono verso l'esterno della strada ferrata. A meno di un ordine contrario, gli zaini si lasciano nelle vetture. Cinque minuti prima della partenza, ognuno deve rientrare con ordine e celerità ai propri posti. All'arrivo a destinazione del convoglio gli ufficiali devono essere i primi a scendere. Ii comandante riconosce il terreno dove deve sostare la truppa e lo fa conoscere agli ufficiali. Successivamente ad un suono convenuto, i reparti scendono dai vagoni, mettono lo zaino in spalla, e vengono guidati dagli ufficiali sul prestabilito luogo di adunata. I bagagli e i cavalli, invece, sono scaricati e consegnati a coloro che li hanno in consegna dall' impiegato delle ferrovie addetto. Se per i reparti organici esiste una minuta regolamentazione che disciplina l'uso delle ferrovie, tuttavia per i militari isolati o infermi il mezzo di trasporto ferroviario non è ancora consentito, e nella normalità dei casi per il trasporto dei materiali vari si ricorre come sempre ad imprese civili convenzionate, che eseguono il trasporto a mezzo carri e cavalli di loro proprietà, con l'integrazione dei "carri di precetto" dell' Amministrazione militare.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO
VOL. I
I trasporti di sottufficiali e soldati isolati infermi sono regolamentati
con circolare dell'Azienda generale di guerra n. 1442 in data 17 novembre 185123, con la quale si dispone che tali militari utilizzino, per i tratti di strada per i quali esiste, il servizio di "vetture periodiche" (cioè vetture di posta) e che per il resto, per mezzo dei carri di precetto (militari) essi vengano avviati fino alle località dove si possa fruire di tale servizio, e dove si trovi anche un funzionario dell'Azienda che provveda ad avviarli a destinazione attraverso le vetture periodiche civili. A tal fine i funzionari dell'Azienda generale di guerra devono prendere gli accordi di dettaglio necessari con i concessionari civili locali, in modo che questi ultimi, su richiesta scritta dei funzionari, si impegnino ad " assicurare, ove occorre, e pagare il posto nelle vetture periodiche successive" ai militari interessati, con pagamento mensile da parte dell'Azienda del prezzo pattuito, per il quale occore una nota del concessionario vidimata dal funzionario e accompagnata da certificato medico. Prima di partire deve essere pagata al sottufficiale o al soldato un'"indennità di via" corrispondente a 25 Km se arriva a destinazione nello stesso giorno della partenza, 50 Km se arriva nel giorno successivo e 75 Km se arriva al terzo giorno. Si stabilisce anche che il Bass'uffiziale o Soldato s'intenderà aver sempre ragione ad un posto di minor costo; nondimeno, qualora l'infermità sia tale fosse dichiarata dal Medico, che nei posti di minor costo, secondo le vetture, la salute sua potesse soffrire, dovrà assegnarglisi un posto conveniente allo stato d'uso.
Ai militari a lunga ferma che viaggiano isolati, sulla base dell'art. 44 del Capitolato annesso alla Legge del 9 Luglio 1850 (inserito a pag. 429 degli Atti del Governo di quell'anno), viene concesso il beneficio della riduzione a metà per posti di 2 3 e 3a classe sulla ferrovia Torino-Cuneo. Con nota del Ministero in data 17 dicembre 1853 24 il beneficio viene esteso anche ai "Provinciali" (soldati di leva) che dalle case loro si recano sotte le armi, o dai Corpi si restituiscono ai propri focolari , semprechè siano essi muniti del foglio di congedo illimitato, coll'assegnazione delle tappe di data recente, e debitamente firmato da un Commissario o Sotto-Commissario di guerra".
23
G.M. 1851, parte II , pp. 370-371.
24
G.M. 1853, parte 11 , p. 450.
VIII - EVOLUZIONE DEI SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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Norme generali per i trasporti militari. I trasporti militari di bagagli, merci, derrate, medicinali, materiali d'armamento, casermaggio, vestiario ecc. sono regolamentati con il Regolamento per il servizio generale dei trasporti militari, e condizioni generali del relativo appalto in data 21 marzo 185525 , che pur emanato praticamente in coincidenza con la campagna di Crimea, ha validità e quindi interesse generale, e fa seguito e riferimento, per quanto non viene variato, all 'analogo regolamento 9 agosto 1936 e alla successiva istruzione ministeriale del 31 ottobre dello stesso anno (Capitolo V)_ Sono inclusi nel trasporto da parte dell'impresa civile appaltatrice i grossi bagagli delle truppe, ma sono esclusi i bagagli che il soldato deve portare al seguito_ L'Amministrazione militare, comunque, si riserva la facoltà di effettuare i trasporti con propri mezzi, quando e se lo ritiene opportuno. I trasporti devono essere eseguiti solo su ordine scritto del Ministero o dell'Intendenza. Nel caso di cambi di guarnigione, il Ministero
farà conoscere dieci giorni prima all'impresario i movimenti da effettuare, e per trasporti che sllperano il peso di 1000 miriagrammi (100 quintali) si devono accordare all'impresario non meno di tre giorni di tempo, per dargli modo di procurarsi i mezzi. Onde facilitare i contatti ai vari livelli, l' impresario deve avere sede legale in Torino, e nominare un suo agente - il cui nome deve essere reso noto alt' Intendenza - in ogni capoluogo di divisione militare territoriale. A loro volta l'Intendenza e i corpi stabilimenti devono incaricare un ufficiale e funzionario della trattazione di tutto ciò che concerne i trasporti. Circa i tempi da considerare, le basi di calcolo sono di 40 Km giornalieri per strade ordinarie di pianura e 25 Km per slrade di monlagna (queste ultime vengono preventivamente definite). Il compenso dell'impresario è di 0,004 millessimi di lira per Km (il doppio di montagna; il 500Jo in più per trasporto di polveri e munizioni). I carri occorrenti ad ogni movimento di truppa devono travarsi nel cortile della caserma 24 ore prima. I materiali da trasportare sono consegnati all'impresa a piè di carro, cioè a pian terreno e nei cortili, e allo · stesso modo sono consegnati a destinazione. L' impresa ha però l'obbligo di far eseguire il trasporto dal luogo così detto a piè di carro sino al cortile della caserma, a mezzo di muli o a braccia d' uomo.
25
G.M . 1855, parte I, pp. 525-440.
420
LA LOGISTICA DELL' ESERC ITO -
VOI.. I
Severe e precise norme regolano l'"incassamento e l'imballaggio" dei colli, che deve essere eseguito a regola d'arte a cura e spese di corpi e stabilimenti, e in modo tale che le cose imballate non siano soggette a guasti o smarrimenti. Inoltre ove gli oggelti a trasportarsi siano di tal natura che convenga prevenire ogni sostituzione od alterazione, o che non debbano essere visti, saranno apposti ai relativi colli, cas~e o pacchi , tre sigilli .
Il comandante del convoglio o l'impresa hanno facoltà di rifiutare i colli, le casse e gli involti non bene confezionati e di esigere che loro si dia la solidità necessaria ad assicurare la buona conservazione degli oggetti che contengono. A sua volta l'impresa deve curare che i colli che contengono materiali facilmente soggetti ad avarie e danni per effetto delle intemperie o per altri motivi, siano accuratamente coperti con teloni o strati di paglia o altre protezioni. Terminato il caricamento dei carri, si deve precedere, in contraddittorio tra i rappresentanti dall'impresa e 4uelli dell'Amministrazione militare (comandante del convoglio e/ o funzionario o ufficiale addetto ai trasporti militari) alla pesatura e alla definizione della tara, onde calcolare il peso netto trasportato: impertanto, prima d 'ogni cosa si dovranno pesare i carri vuoti, e quindi subitamente si caricheranno onde prevenire ogni qualunque fraul enta sostituzione.
I convogli all'arrivo dovranno essere altentamenle controllati dall'ufficiale o funzionario addetto. Gli eventuali danni arrecati ai materiali durante il trasporto devono essere accertati da due arbitri scelti l' uno dall'Ufficio d'Intendenza e l' altro dall'impresa, e devono essere addebitati a chi ha effettuato i trasporti. Se però viene accertato che i colli, le casse, e gli involti sono all'esterno intatti e non risultano manomessi, dei danni avvenuti ai materiali che contengono non può essere chiamato a rispondere chi ha effettuato il trasporto. I risultati dell'indagine dei due arbitri devono essere riportati in apposito verbale. Non mancano istruzioni speciali per il trasporto delle polveri, che dato il loro interesse sono riportate nell'allegato DOCUMENTO 9. Le avvertenze e le precauzioni da usare a quei tempi, in parte ancora attuali , sono se mai molto più numerose di quelle usate oggidì: ciò dipende dalla particolare pericolosità delle polveri del tempo, molto più facili a deflagrare degli esposivi attuali e molto più deteriorabili. Riguardo alla documentazione da compilare per i trasporti, il documento fondamentale è il Registro mod. n. I 0 • Per ciascun trasporto da
Vlll - EVOLUZIONE DEI SERVIZI TRASPO RTI E MATERIALI
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effettuare è compilato un foglio del predetto registro, suddiviso in tre parti uguali e concordi tra di loro: matrice, lettera di vettura, contro/et/era di vettura. In tutte e tre le parti sono indicati, oltre il lirrùte di tempo entro il quale devono essere eseguiti i trasporti, il numero dei colli, le merci ed oggetti che contengono, e il peso dei colli stessi. La matrice (Parte Prima) è firmata dal comandante e/ o dal funzionario addetto ai trasporti. Sul suo retro sono trascritte le eventuali osservazioni e dichiarazioni della parte ricevente, in caso di danni o mancanza di materiali. Essa rimane nell'ufficio del funzionario che procede alla spedizione. La contromatrice (Parte seconda) o lettera di vettura, firmata dal funzionario che procede alla spedizione e vidimata dall'ufficio d'Intendenza mili tare che ha disposto il trasporto, è consegnata al responsabile dei trasporti . Anche in calce alla lettera di vettura, in caso di danni o mancanza di materiali la parte ricevente, facendo riferimento al precitato verbale da compilare, inserisce una dichiarazione di quanto riscontrato. Infine la Parte terza (controlettera di vettura) sempre firmata dal responsabile della spedizione, è trasmessa a mezzo corriere direttamente all'Ente o corpo ricevente. In definitiva sono molto poche le differenze di questi documenti da compilare rispetto al sistema delle "lettere di vettura" istituito nel 1834 (vds. capitolo V). Sono previsti anche provvedimenti dell'Amministrazione rrùlitare in caso di ritardo o interruzione del servizio, da documentare a mezzo di un verbale compilato da un funzionario della Intendenza militare, con l'intervento di un membro dell'autorità locale. Quando - eccettuati i casi di forza maggiore - si verifica questo tipo di disservizio, l'Amministrazione rrùlitare ha facoltà di far eseguire per cònto e a spese dell'impresa i trasporti pattuiti anche valendosi di mezzi d 'urgenza. Nel caso invece che l' Amrrùnistrazione non ritenga opportuno avvalersi di altri mezzi, è prevista una riduzione tariffaria proporzionata al rita rdo. Vi è anche un accenno ai trasporti per ferrovia: i trasporti su percorsi serviti da strad·e ferrate di proprietà regia o privata sono pagati all'impresa secondo i prezzi fissati nelle tariffe ferroviarie, con le facilitazioni tariffarie accordate ali' Amministrazione militare, ma con l'aumento del 20% per spese di carico e trasporto dei materiali delle caserme o magazzini allo scalo ferroviario c viceversa.
La regolamentazione dei trasporti marittimi. L 'esercito stanziale piemontese della Restaurazione, se si eccettuano i movimenti via mare da e per la Sardegna, non aveva molto frequente-
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LA LOUISTICA UELL'ESERCITO -
VOL. I
mente occasione di spostare una quantità rilevante di truppe via mare. È forse per questo che solo il 6 marzo 1853 - quando la spedizione di Crimea del 1855 non era ancora all'orizzonte - è emanato il Regolamento
per le R . Truppe ed Impiegati che prendono passaggio a bordo dei R. Legni26 , rirerito - a quanto par di desumere da taluni particolari - soprattutto a viaggi non molto lunghi e in tempo di pace. Secondo tale regolamento, il comandante delle truppe imbarcate risponde al comandante della nave dell'ordine e della disciplina dei sottoposti, dell'osservanza delle consegne e degli ordini che ricevono non solo dal comandante, ma anche dagli ufficiali e sottufficiali in servizio della nave. Quando la truppa giunge a bordo il comandante della nave fa ritirare le armi, le munizioni e le giberne che sono chiuse in locali separati, e non possono essere ritirate se non dietro suo espresso ordine. li comandante della truppa prima dell'imbarco deve far sottoporre a visita sanitaria da parte degli ufficiali medici del corpo la "bassa forza " , per assicurarsi che non vi siano portatori di malattie infettive. All' atto dell'imbarco, consegna al comandante un ruolino nominativo di tutto il personale, comprese le eventuali famiglie dei militari, e suddivide la truppa in ranci di dieci uomini ciascuno, al comando di un sottufficiale che avrà l' incarico di capo-rancio, designando inoltre due uomini per la confezione del rancio. 1 capi-rancio, all'ora dei pasti , con il necessario numero di uomini ritirano le suppellettili e terminato il pasto le fanno riportare al loro posto, lavate e in buono stato. Rispondono altresì del buon ordine durante il rancio e controllano che "non si sparga sulla coperta vino, olio, e simili". L'aiutante maggiore o altro ufficiale sorvegliano il buon andamento del servizio, per il quale il comandante delle truppe designa anche una commissione che deve assistere alla distribuzione dei viveri fatta per conto dell'impresa di sussistenza. La sistemazione a bordo è piuttosto spartana: a bordo dei bastimenti che non hanno batteria coperta la truppa rimane sul ponte superiore, tra l'albero maestro e la prora, e le è fatto divieto dì scendere sotto coperta, fatta eccezione per il personale addetto ai viveri. Il comandante di bordo, se il tempo lo permelte, fa stendere delle tele a foggia di tenda per riparare il personale. Le donne i ragazzi alloggiano invece al coperto, possibilmente separate dagli uomini. Gli ammalati sono ricoverati all'ospedale di bordo e viene precisato (ma ce n'è bisogno?) che ricevono lo stesso trattamento dell'equipaggio. Gli ufficiali
26
G.M. 1853, parle I, pp. 17-21.
VIII - P.VOT.UZTONP. n P. t SERVIZ I TRASPORT I E MATERIALI
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potranno abitare e dormire nel quadrato degli Ufficiali di bordo, senza però aver dirillo nè a camerino nè a lello (.... )gli Uffizi ali superiori saranno possibilmente forniti cli un Quadro dello all'inglese, e gli Ufficiali di un materasso per ciascheduno; i quali oggetti loro saranno dati verso sera e ritirati al mattino, quando siano cli ingombro al quadrato degli Uffiziali cli bordo. Essendovi dei camerini clisponibili, il Comandante di bordo potrà destinarli a favore delle mogli degli uffiziali, anche a preferenza degli Uffiziali superiori.
La tavola degli ufficiali di passaggio potrà essere separata da quella degli ufficiali di bordo quando, a esclusivo giudizio del comandante della nave, ragioni di spazio non consentono una mensa unica. In quest'ultimo caso gli ufficiali di passaggio pagano lire tre al giorno (lire cinque, per gli ufficiali che convivono alla mensa del comandante). Nel caso invece di mensa separata, gli ufficiali di passaggio ricevono dal commissario di bordo l' occorrente per il servizio da tavola, viene facilitato l'imbarco delle loro provviste e viene loro assegnata una parte della cucina per l'uso da parte del loro cuoco, oltre che - a richiesta - un marinaio per ogni otto ufficiali per i] servizio a lavula. Da ogni paragrafo del regolamento traspare l'autorità e la discrezionalità assoluta del comandante della nave, anche sotto il profilo disciplinare "interno" al reparto trasportato, visto che il comandante delle truppe lo deve persino avvertire delle punizioni che infligge ai dipendenti, e se intende riunire gli ufficiali, i sottufficiali o i soldati deve prendere con lui gli opportuni accordi. In conclusione, la normativa sui trasporti nel periodo ha una duplice fisionomia: da una parte prevedibili riduzioni nel corpo del treno, corrispondenti alle minori esigenze di un esercito stanziale in tempo di pace, dall'altra il riflesso concreto dei nuovi orizzonti che si aprono per l'utilizzazione sempre più diffusa anche in campo militare delle ferrovie, e per i trasporti via mare.
Il Servizio di amministrazione. Si è già visto che ,secondo concordi fonti ad ogni livello, nel corso della campagna del 1848-1849 il Servizio di amministrazione propriamente detto (cioè il Servizio preposto alla branca giuridico-amministrativa e di gestione contabile del contante e del materiale) non aveva funzionato a dovere specie a livello corpo e compagnia. Ciò viene ufficialmente ammesso anche nel già citato R.D. del 13 dicembre 185027, nel quale si ricono-
27
G.M . 1850, parte II , pp. 388-396.
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Li\ LOC.ISTICA DELL' ESERC ITO -
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scono l'eccesso di controlli preventivi e la complicazione nelle norme e nei procedimenti contabili, con necessità di molteplici scritture difficilissime da tenere aggiornate specie in guerra. Con il predetto decreto si dispone pertanto che i fogli di competenza e le matricole, prima tenute sia dai commissari che dai corpi, per maggiore semplicità vengano tenuti solo da questi ultimi, eliminando un'inutile duplicazione. I fogli di competenza, una volta compilati, sono consegnati ai commissari di guerra, i quali li verificano e dopo le necessarie correzioni li trasmettono ali' Azienda generale di guerra per l'approvazione definitiva. Per quanto riguarda le matricole un doppione dovrebbe essere tenuto dal Ministero (come ancor oggi avviene, almeno per gli ufficiali in servizio permanente effettivo). Per verificare i fogli delle competenze (che devono contenere tutte le competenze del soldato) i commissari devono tenere un ruolo annuale con tutte le variazioni relative ad ogni militare, sulla base delle variazioni che le compagnie a loro volta registrano giornalmente e consegnano al segretario del consiglio di anuuinislraziune. Quesl'ultimo, sotto la particolare sorveglianza del maggiore relatore, le riepiloga e quindicinalmente le inoltra al commissario di guerra, con specchio firmato da tutti i membri del consiglio. Gli arruolamenti invece di essere effettuati dai commissari di guerra devono essere effettuati dai comandanti di corpo. Anche i congedamenti devono essere firmati dai comandanti di corpo e vidimati dai comandanti di divisione militare, piazza o provincia. Altra riforma di rilievo è la modifica dei sistemi di pagamento dei fornitori, le cui competenze fino a quel momento erano liquidate dai commissari di guerra, sulla base delle presenze giornaliere che figuravano nei ruoli da loro stessi compilati in contraddittorio con i corpi . In tal modo la spedizione [dei mandati di pagamento - n .d.r.J degli Stabilimenti dipendendo dalla chiusura dei giornalieri, e potendo questa per circostanze straordinarie essere molto ritardata, gl'impresari vanno soggetti per causa ad essi affatto estranea e non toccare per un tempo anche considerevole un danaro che è loro dovuto.
Ne conseguono o un ingiusto danno per gli appaltatori, oppure una maggiorazione dei prezzi applicata da questi ultimi per tutelarsi, con conseguente aggravio per l'erario. Pertanto viene stabilito che per le derrate il pagamento degli impresari avvenga dietro semplice presentazione dei buoni delle somministrazioni effettuate, buoni compilati sotto la responsabilità dei consigli di amministrazione. Per gli oggetti di semplice uso (come i letti e gli utensili di scuderia) il pagamento viene fatto in proporzione alle giornate di uso che si ricavano dai fogli di competenza trimestrali , abolendo così il "giornaliere pane e letti ecc." fino a quel momento in uso.
VIII • EVOLUZI ONE DEI SERVIZI TRASPO RTI E MATERIALI
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Anche la contabilità delle prestazioni in natura, affidata in precedenza agli aiutanti maggiori, è delegata al consiglio di amministrazione del corpo. Sono infine abolite le tradizionali riviste dei commissari di guerra per accertare la presenza sotto le armi dello stesso personale che figura nei ruoli: le riviste ai corpi passate come il sono di presente dai Commissari e SottoCommissari di Guerra, sono interamente inutili per lo scopo loro; ed invero non v'è esempio che ad una T ruppa sotto le armi sia data rassegna da un'Autorità estranea alla gerarchia militare. Le riviste sono di quando in quando necessarie per a ccertare la presenza sotto le armi di tutti gli individui che figurano sui Ruoli, ma d ebbono essere operate dai Superiori militari, ai quali incombe il sorvegliare che i loro inferiori eseguiscano ogni loro dovere. I Commissari di guerra hanno diritto di avere la prova materiale, che i ruoli e le variazioni che loro si comunicano siano esatte, ma questa possono ottenerla senza passare essi stessi la rassegna, basta perciò che la promuovano e la assistano.
Tende così a scomparire un secolare istituto, che spesso non del tutto a torto era stato visto dall' ufficialità come manifestazione di sfiducia dell'esecutivo nei riguardi della gerarchia militare, in un aspetto - la forza presente sotto le anni - che peraltro, in passato , era stato occasione di abusi e contrasti tra commissari e ufficiali. Questi ultimi nel commissario, impiegato civile depositario di assai ampi poteri in materia amministrativa, vedevan? talvolta più che un collaboratore e un prezioso riferimento per i bisogni del reparto, un nemico da contrastare è combattere con ogni mezzo. Le riforme introducono anche una prassi nella sostanza tuttora seguita nei riguardi dei pagamenti dei fornitori. Ma per il resto poco innovano al livello di corpo, che risulta anzi gravato da incombenze prima di affidarle ai commissari, come gli arruolamenti e i congedi. Più che altro è il vecchio sistema di controlli, e quindi in ultima analisi il potere dei commissari, ad essere intaccato a vantaggio della gerarchia, nella quale gli ufficiali generali assumono essi stessi quel ruolo di ispettori anche nelle cose minute dell'amministrazione, prima demandato ai commissari quali rappresentati del Ministero. Fatto, questo, indubbiamente positivo, ma non tale da sciogliere il vero nodo del problema: la difficoltà, specie in guerra, di tenere aggiornate le troppe scritture contabili previste a livello compagnia, e l'eccessivo carico che continua a gravare sul consiglio di amministrazione del reggimento. Invece, per questi livelli si verifica addirittura un aumento di responsabilità, e quindi di incombenze amministrative.
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LA LOGISTICA DELL'ESER CITO -
VOL. l
Con R.D. 16 gennaio 1851 sono emanate Istruzioni per l'eseguimento del R.D. 13 dicembre 1850 28 , precedute da raccomandazioni dello stesso La Marmora sulla necessità che i comandanti e i consigli si rendano ben conto del loro obbligo di vegliare "con assidua solerzia" affinchè tutte le operazioni amministrative affidate ai corpi procedano regolarmente. Le Istruzioni riguardano la tenuta dei ruoli annuali e le norme per le variazioni e le situazioni numeriche, per le rassegne annuali e straordinarie degli ufficiali generali, per la compilazione,., tenuta e registrazione dei buoni di distribuzione, per letti, piazze di foraggio ecc., per gli arruolamenti e i congedi. I ruoli annuali sono tenuti per compagnia, secondo apposito modello distinto per: a) ufficiali, sottufficiali e soldati in servizio permanente ("categoria d'ordinanza"); b) sottufficiali e soldati di leva ("di servizio temporario della riserva"), uno per ciascuna classe; c) sottufficiali e soldati in congedo illimitato, pure separatamente_ Questi ruoli sono firmati e consegnati in due copie dal comandante di compagnia al consiglio di amministrazione, che li controlla, ne vidima una copia e la trasmette non più tardi del 15 gennaio di ogni anno al commissario di guerra. Le compagnie registrano ogni giorno le variazioni, dopo averle annunciate alla maggiorità, sul libro mastro, che pertanto fa anche le veci del ruolo annuale_ Singolari le minute norme per le rassegne: devono avvenire in campo aperto e "con quella maggiore solennità che si addice a siffatta operazione' '. Per ragioni climatiche possono anche essere di fferi(e di due o tre mesi, non più tardi, però. del mese di marzo. Poco prima della rassegna il corpo fa preparare il banco e vi depone i ruoli annuali, mentre il commissario a sua volta vi fa trasportare i ruoli del suo ufficio, e si deve trovare sul luogo della rassegna all'ora fissata, poncddosi alla sinistra del rassegnatore; le compagnie sono disposte in ordine di ruolo e non di statura_ Giunto il rassegnatore, il comandante di corpo gli consegna in duplice copia: gli elenchi nominativi degli uomini a cavallo di ciascuna compagnia, a firma del comandante di compagnia, con le vàriazioni che sono avvenute dopo le ultime comunicate al commissario, la posizione di ciascun soìdato nella giornata, e gli ufficiali, sottufficiali e soldati che quantunque presenti non possono intervenire;
28
G.M. 1851, parte I, pp. 3-68.
VIII - EVOLUZIONE DP.I SERVIZI TRASPORTI E MATERIAI.I
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l'elenco nominativo dei predetti militari assenti; l'elenco nominativo degli aggregati al corpo e ad altri corpi e reparti. Ciò fatto, ha inizio la rassegna: ogni compagnia si reca successivamente al banco e i comandanti di compagnia fanno la chiamata_ L'ufficiale ressegnatore visita anche (o fa visitare) l'infermeria, i corpi di guardia, ed altri luoghi ove vi siano militari del corpo comandati, per constatarne l'esistenza. Riguardo alla compilazione dei buoni, le compagnie ogni giorno trasmettono "di buon mattino" al consiglio di amministrazione i buoni di tutto ciò che possa loro occorrere per la giornata in corso e per quella successiva, per pane, foraggio, legna, paglia ed olio per le scuderie. I buoni sono firmati dal comandante di compagnia e riportati in apposito registro. Quando il corpo viene trasferito, ogni compagnia compila prima della partenza una situazione da cui risultano le giornate di presenza di uomini e cavalli, e le giornate di uso dei vari tipi di letti e altri oggetti di caserma, oltre che le "piazze di alloggio" somministrate dalle amministrazioni municipali che danno diritto a retribuzione per parte del Governo. Sulla base di tali situazioni il segretario del consiglio di amministrazione del corpo compila i buoni da rilasciare agli appaltatori o alle amministrazioni municipali. All'Istruzione sono allegati vari modelli dei buoni, registri ecc. da compilare, il cui insieme dà la consueta immagine di una contabilità tutt'altro che semplice. In data 20 dicembre 1851 è emanata una seconda parte delle Istruzioni conseguenti al citato decreto del 13 dicembre 185029: in questa occasione, anche a modifica delle Istruzioni precedenti si impartiscono nuove disposizioni per la compilazione di ruoli annuali, buoni e registri, e si forniscono nuovi modelli dei relativi stampati. Dal 1851 fino al termine dell'anno 1854, non si notano nel Servizio di amministrazione mutamenti di assetto importanti, eccezione fatta per il R.D. del 12 settembre 185230 , con il quale i quartier-mastri esistenti presso i corpi e gli Istituti militari cessano dalle loro attribuzioni, e vengono sostituiti da "un solo Quartier mastro per l'Armata, ed un vice-Quartier Mastro per coadiuvarlo, ed in caso di assenza o di impedimento, rappresentarlo". Il nuovo ufficio del quartier-mastro per l'armata ha sede in Torino, è alle dirette dipendenze dell'Azienda generale di guerra e corrisponde direttamente con i consigli di amministrazione principali dei corpi, con esclusione, quindi, dei consigli eventuali. Le sue attribuzioni consistono:
29
G .M . 185 1, parte Il, pp. 687-766.
30
G.M. 1852, parte I, pp. 521 e segg.
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LA LOGISTI CA l)ELL' ESERC!TO -
vor.. I
nell'emettere mandati di pagamento per conto dell'Azienda generale di guerra, e nel farli convertire in assegni sulle tesorerie provinciali a favore dei corpi; nell'eseguire a mezzo conto corrente i pagamenti e riscossione tra corpo e corpo; nel provvedere alle riscossioni e ai pagamenti relativi ai militari isolati , ag~i ospedali militari ecc.; nell'eseguire gli acquisti e le vendite nella capitale per conto dei corpi stanziati fuori Torino; nel ricevere e restituire al magazzino merci e alle sale di armi materiali ed armi per conto dei corpi stanziati fuori Torino. Egli custodisce i fondi esistenti in una cassa, della quale detiene le chiavi ed è responsabile. A tal fine è tenuto a versare una cauzione di ben L. 30.000. I fondi sono gestiti mediante un registro di cassa (entrate e uscite), un registro di conto corrente sul quale vengono versate le somme a credito e debito di ogni corpo, e un registro delle quietanze (madre e figlia) per le somme da riscuotere indipendentemente da mandati con le Tesorerie. È solo il 29 dicembre 1854, quando viene diramata una nuova Istruzione sulla contabilità dei corpi3 1, che il nuovo sistema crealo il 13 dicembre 1850 fa sentire appieno i suoi effetti anche ai minori livelli , nell'intento di meglio rallllodare al sistema medesimo l'Amministrazione e Contabilità dei corpi, ed agevolarne l'andamento nel modo più semplice, chiaro e spedito.
I vantaggi delle innovazioni introdotte sono elencati nella circolare di accompagnamento per i comandanti di corpo: a) pagamento del prestito alla truppa a cinquina scaduta (giorni 6, 11 , 21, 26) e non più allo scadere della cinquina., con conseguente necessità di anticipare i fondi. In tal mpdo, l'importo del prestito può essere esattamente calcolalo in precedenza sulla base del "registro - memorie" della compagnia, ed è possibile ottenere la piena esattezza e rispondenza alle presenze del "fogli di competenze, che le compagnie devono inviare in tempo utile" al consiglio di amministrazione del corpo;
31
G.M . 1854, pp. 41 -84 .
VIII - EVOLUZIONE DEI SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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b)
l'importo delle trattenute praticate alla truppa sul prestito per la massa individuale e d'economia è custodito nella cassa del corpo e non dalle compagnie. In tal modo il comandante della compagnia è sollevato dalla responsabilità di custodire denaro che non gli serve direttamente, e ne risultino facilitati i passaggi di consegne. Anche la contabilità ne risulta semplificata, in quanto le compagnie non dovranno più presentare mensilmente ma trimestralmente lo stato delle trattenute e dei versamenti; c) i numerosi registri di cassa a livello di corpo sono sostituito da un solo Giornale generale categorico di cassa, con un nuovo modello che elimina molte scritture contabili e ha il vantaggio di riunire in un unico registro tutta la contabilità del corpo suddivisa per masse; d) la contabilità relativa alle varie masse è facilitata da norme volte a chiarire e semplificare la materia che rientra in ciascuna massa, con particolare riguardo alla massa d' economia, per la quale l' ArL 37 così recita: la massa d'economia essendo ora dispensata da certe spese ed introiti, che non avevano che un effetto illusorio, siccome operazionj transitorie e distruggentesi vicenda, la finanza ili tale massa verrà a risultare positiva, non meno che quella delle altre; ma perchè non venga altrimenti pregiu<li1.:ato simile risultamento, deve intendersi vktato di valersi della massa d 'economia per eliminare dal bilancio generale categorico o scansare di far in esso comparire partite di crediti e debiti deriva nti da omissioni , errori od irregolarità, senza un' apposita autorizzazione ministeriale, la quale non sarà mai chiesta, se non per circostanze che possano giustificare un provvedimento eccezionale da esporsi in a pposito allo deliberativo;
e)
La chiusura trimestrale della contabilità reggimentale e la spedizione delle relative carte al Ministero avviene in maniera indipendente dalla chiusura della contabilità delle compagnie, sulla base dei documenti tenuti dal consiglio di amministrazione, senza quindi necessità di parifica e controllo preventivi dei conti delle compagnie. A loro volta queste ultime, nella loro contabilità, si possono basare solo sugli elementi tenuti dall'Amministrazione del corpo. Le differenze tra la contabilità del corpo e quella delle compagnie che dovessero successivamente emergere in Sfdc di bilancio generale catagorico, sarebbero dovute solo ad errori, esscndochè la d enuncia loro servila da freno per evitare la ripetizione nelle successive contahilit:\ , e quindi contrihuirà all'effetto d'introdurre grada-
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I.A LOUl~'TICA DELL' ESERCITO -
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tamentc quella maggiore esallezza che si conviene, perchè riescano semplificate le operazioni contabili;
la contabilità da trasmettere trimestralmente al Ministero dovrà comprendere sia il contante che il materiale, senza necessità di effettuare preventive verifiche di magazzino; quest'ultima operazione è indipendente dalla resa trimestrale dei conti; g) le somme depositate dai provveditori e ogni altra somma esistente presso il corpo ed estranea alla nrumalc contabilità dei reparti (qualcosa di simile alle "gestioni extra bilancio" attuali) sono tutte riunite nella cassa del corpo, eliminando le complicazioni contabili prima derivanti dal diverso modo di conteggiare ciascuna di queste somme. Base della contabilità della compagnia rimane il "registro memorie" considerato quale Giornale di contabilità di compagnia (è la prima volta che compare questa dizione, tuttora in uso). Viene numerato e firmato dal relatore del consiglio; i comandanti di compagnia firmano ciascun quadro alla chiusura trimestrale. Le compagnie dispongono di una somma di riserva ragguagliata ai bisogni di una cinquina, per provvedere alle spese del vitto giornaliero, e per il pagamento del piccolo prestito per le giornate (già trascorse) dovute a coloro che si recano in licenza, entrano in ospedale, vengono trasferiti ecc .. Il consiglio di amministrazione del corpo fissa con apposita delibera l'importo di tali somme, che in tal modo rispondono ad esigenze analoghe a quelle dell'attuale "Fondo permanente". Tutte le restanti somme, comprese quelle volontariamente versate dai sottufficiali e soldati a beneficio della loro massa individuale, sono versate al consiglio di amministrazione del corpo. Nei primi quindici giorni d'ogni trimestre i comandanti delle compagnie devono consegnare al rispettivo consiglio d'amministrazione i documenti che riportano la chiusura della contabilità del trimestre, e in particolare: il foglio delle competenze per gli uomini e per i cavalli; il foglio di deconto (vestiario - equipaggiamento) e la situazione delle relative trattenute e degli effetti nuovi e usati distribuiti; la situazione del caricamento in cappotti, arredi, armi, buffetterie e bardature; lo "stato comparativo", cioè lo specchio riassuntivo della contabilità del contante e del materiale. Gli ufficiali in servizio di settimana della compagnia sono responsabili verso il loro capitano della esattezza: a) del registro della situazione e variazioni giornaliere, cioè del giornale di contabilità o registro memorie; f)
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b) c)
del libretto d'ordinario; di tutti i pagamenti alla truppa. I predetti ufficiali, al termine del servizio di settimana, devono firmare, senza lasciare il minimo spazio, il registro delle variazioni uomini (colonna n_ 7 del registro situazione e variazioni giornaliere). Devono inoltre firmare il quadro n° 2 del predetto registro, per certificare sia che ogni soldato ha ricevuto il dovuto, sia che la somma totale pagata è esatta. Nel caso che l'ufficiale subentrate riscontri che il furiere ha omesso qualche variazione, deve farne rapporto al comandante di compagnia. La chiusura della contabilità trimestrale . di reggimento consiste nel chiudere - sulla base degli analoghi fogli delle compagnie - il foglio generale delle competenze, e, dopo di esso, il giornale di cassa. Deve essere anche compilato il "bilancio generale categorico", il quale ha Io scopo di dimostrare la finanza del Corpo coi relativi debiti e crediti, i quali vi devono essere accennati con indicazioni concludenti, e tali da lasciarne comprendere facilmente l'origine e il modo con cui dovranno essere liquidati, separando sempre in appositi articoli quelli della gestione attuale e quelli delle gestioni trascorse, non omettendo di accennare, quanto a questi ultimi, il trimestre d'onde rispettivamente derivano, e distinguere le partite che si trovano in corso di liquidazione per mezzo cli periodiche rientranze, e le partite la cui liquidazione non fosse ancora stabilita e principiata, spiegandone chiaramente il motivo .
Merita ancora di fare cenno a due particolarità: presso i distaccamenti, qualunque sia il livello di forza, non devono più essere costituiti consigli eventuali, e l'amministrazione deve essere concentrata nelle mani del comandante. Se il distaccamento si compone di più compagnie di corpi diversi, ciascuna di esse rende i conti al proprio corpo come se fosse in sede; gli impresari devono fornire d irettamente tavoli e panche ad uso delle scuole reggimentali, e pertanto i consigli di amministrazione sono esentati dall'acquisto di tali oggetti, che sono così definiti: n ° 30 tavole con due panche ciascuna per i reggimenti di cavalleria, artiglieria da campagna, e per il corpo del treno; 14 tavole con due panche ciascuna per i battaglioni bersaglieri e zappatori del genio.
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CAPITOLO IX GUERRA DI CRIMEA (1855-1856): CRONOLOGIA E LINEAMENTI GENERALI DELLA ORGANIZZAZIONE LOGISTICA
Cenni (per quanto di interesse) sulla cronologia, i caratteri e gli eventi della campagna. La campagna di Crimea ha inizio il 27 marzo 1854 con la dichiarazione di guerra della Francia e Inghilterra alla Russia. Nell'autunno dello stesso anno le truppe franco-inglesi cingono d'assedio la grande fortezza e base navale russa di Sebastopoli. L'assedio si potrae inutilmente per lunghi mesi, durante i quali gli alleati devono sopportare le malattie e i rigori del clima, con molte sofferenze e considerevoli perdite in buona parte dovute, more solito, a cattiva organizzazione logistica: "si guardava (dice il generale Niel nella sua relazione) con viva ansietà l'abbassarsi del termometro. La rigida tramo ntana poteva portare via in una notte tutta la guardia delle lrincee" . TI numero degli ammalati era considerevole e gli inglesi, poco assuefatti ai disagi, soffrivano anche più dei francesi. Spesso mancava la legna; i soldati non solo non potevano scaldarsi, ma dovevano mangiare alimenti freddi; quindi le malattie infierivano, specialmente fra gl'inglesi, in modo spaventoso . L' Inghilterra aveva spedito in Crimea 54 mila uomini; al 18 gennaio 1855 ne restavano appena 17 .000, dei quali solo 12 mila in grado dì prestare servizio alle trincee. '.
Una guerra, dunque, dove il problema logistico (con particolare riguardo ai trasporti, al vettovagliamento e al Servizio sanitario) prevale di gran lunga su quello operativo, e dove non sono le operazioni in sè, ma fattori geografici e ambientali esterni a provocare difficoltà logistiche. Non sono il rifornimento di anni e di munizioni o lo sgombero di feriti dalla linea di contatto a provocare le difficoltà, bensì il fatto che: a lle resistenze dei russi si aggiungevano la rigidezze del clima, gli scarsi approvvigionamenti di tende, di vestiario, di legna, di viveri, ecc.ccc.; chè nè gli ostacoli, nè i bisogni erano stati tutti preveduti. T comandanti degli eserciti alleati reclamavano altamente ai loro governi uomini e provvisioni d'ogni specie.'
Questa grave crisi diventare appetibili ai franco-inglesi anche le poche migliaia di uomini del piccolo Piemonte; ed è in questo quadro operativo e logistico, i cui caratteri al momento dell'intervento sono largamente noti fino ad essere scontati, che si inserisce la spedizione piemontese,
C. MANFREDI, La spedizione sarda in Crimea, RO MA , SME-UF. STORICO 1896 (Ristampa 1956), p. 15.
2
I V I, pp . 14- 15.
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descritta da Cristoforo Manfredi in un volume edito daJl'Ufficio Storico nel 18983 che ancora fa testo, apprezzabile - oltre che per la chiarezza, la vivacità e il realismo nella narrazione - per una veramente insolita attenzione riservata alla parte logistica, senza dubbio la più interessante di una vicenda per il resto priva di grossi movimenti di truppe e fatti d'arme. I preparativi piemontesi per la spedizione hanno inizio con la firma il 26 gennaio 1855 - cioè quando già era in corso l'assedio di Sebastopoli e le truppe franco-inglesi soffrivano i rig·ori del clima e le malattie - di una convenzione militare con la quale il Piemonte si impegna a fornire un corpo d'armata di 15000 uomini, cifra più che ragguardevole in rapporto alle risorse del piccolo Stato e alle particolari esigenze che comportava una spedizione così lontana dalla madre patria, solo in parte mitigate dai generosi prestiti finanziari dell' Inghilterra e dall'impegno inglese a trasportare per mare la truppe piemontesi fino al luogo d'impiego. Quest'ultimo aspetto, essenziale per un buona preparazione, rimane ancora per molto tempo imprecisato (Bosforo o Crimea·!), con conseguenti negativi riflessi sull' organizzazione dei Servizi: solo il 2 maggio 1855 un dispaccio del comandante inglese Lord Raglan invita il comandante del corpo piemontese generale Alfonso La Marmara (che nel frattempo, il 28 aprile, aveva iniziato a prendere il mare) a proseguire il viaggio fino alla Crimea. Poco da dire sulle operazioni militari: il 9 maggio il primo scaglione di forze piemontesi giunge a Balaclava, quando già infierisce il colera. Le truppe piemontesi si attestano sul fiume Cernaia, spingendo in avanti un sistema di avamposti ed eseguendo frequenti ricognizioni. 11 16 agosto 1855 sei divisioni russe (70000 uomini) conducono un vigoroso attacco alle posizioni alleate della Cemaia, attacco che viene respinto dando modo alle truppe piemontesi di distinguersi. Le perdite piemontesi nella famosa battaglia sono esigue (14 morti, 170 feriti e 2 dispersi)4 e non danno quindi luogo a particolari problemi di sgombero e cura, anche se, come osserva il Genova di Revel, tali perdite possono essere considerate relativamente elevate, viste che vanno riferite al numero di uomini effettivamente partecipanti alla battaglia, nella fattispecie non superiore ai 2000. 5
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Cfr. C. MANFREDI, Op . cit..
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I V I, p . 180.
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Cfr. GENOVA DI REVEL, La spedizione di Crimea, Ricordi di un Commissario militare del Re, MILANO, ED. F.LLI DUMOLARD 189 1, p. 154.
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L'assedio di Sebastopoli, che durava da lunghi mesi costringendo decine di migliaia di uomini - con evidenti riflessi negativi in campo igienico e sanitario - a vivere e combattere in una ristretta zona di territorio, si conclude 1'8 settembre con la caduta della città, l'auto-distruzione della flotta russa e la ritirata delle truppe zariste nel "forte nord" . Da allora, se si eccettua una spedizione per impadronirsi delle f~i dell'Oder (17 ottobre 1855), le operazioni subiscono una stasi, e le truppe alleate si preparano a svernare lungo la Cernaia e sulle nuove posizioni costruendo ricoveri e strade, fino a quando, a primavera, sopraggiunge la pace (trattato di Parigi, 30 marzo 1856). Le perdite totali piemontesi superano di poco i 2000 uomini, dei quali circa 1900 per colera: questo dato, già di per sè significativo, da solo mette in evidenza il rilievo assunto dai problemi igienici e sanitari, e, per contro, la relativamente scarsa importanza del Servizio armi e munizioni.
Fisionomia organico-logistica del " Corpo d'Armata di spedizione in Oriente" . Al comando dello stesso Ministro della guerra generale Alfonso La Marmora il corpo di spedizione in Oriente risulta così composto: 6 quartier generale principale, su: Stato Maggiore, Intendenza di armata, sussistenze militari, cassa militare, Servizio sanitario, uditorato di guerra, Comando Superiore di artiglieria, Comando Superiore del genio, Comando Superiore dei bersaglieri, comandanti dei Carabinieri, delle Guide e del treno d'armata; due divisioni, ciascuna con quartier generale composto da Stato Maggiore, Intendenza militare, sussistenze militari, Servizio sanitario, comandante d'artiglieria, comandanti dei Carabinieri e Guide, comandante del treno d 'Armata; una brigata di riserva (con Stato Maggiore e Intendenza militare); un reggimento cavalleria; una brigata d'artiglieria da piazza, con una compagnia operai di artiglieria; un battaglione zappatori del genio (4 compagnie); un distaccamento Carabinieri Reali;
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La composizione in uomini e materiali del corpo, fin nei più minuti particolari, è riportata in G .M. 1855, parte 1• , pp. 519-562.
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un distaccamento del treno d'armata; un distaccamento della compagnia infermieri militari; ospedali temporanei e generali; un distaccamento di operai delle sussistenze militari; ufficio dell'Intendenza militare presso i depositi di materiali; un parco mobile d'artiglieria; un deposito generale d'artiglieria; un deposito succursale d'artiglieria; un parco divisionale del genio; un parco principale del genio. Ciascuna divisione è composta di due brigate; ciascuna brigata, di un reggimento fanteria ( su 4 btg . di 4 cp.), un battaglione bersaglieri, una batteria d'artiglieria; le due batterie di una stessa divisione formano una brigata di artiglieria. In totale, una forza (al 31 luglio 1855) di 16946 uomini, suddivisi in 25 battaglioni, più 13 compagnie varie, 5 squadroni, 6 batterie.7 Negli organi logistici al livello di corpo non risultano mutamenti sostanziali rispetto al 1848-1849, se si eccettua - data anche la particolare fisionomia della campagna - la mancanza di un deposito al seguito dei reggimenti, e l'abolizione dell'aiutante maggiore in 1° . Ciò non significa, tuttavia, che i depositi vengono aboliti: essi continuano a funzionare, per gli Enti per i quali sono organicamente previsti, nella sede stanziale in Piemonte, e presso la sede stanziale rimangono anche i consigli di amministrazione, il che, come è facile immaginare, dà luogo a diversi problemi . Nello Stato Maggiore di un reggimento di fanteria, ad esempio, oltre al colonnello si trovano 5 ufficiali, dei quali un subalterno di contabilità, un subalterno a disposizione, un sottotenente portabandiera (che è anche una specie di Jolly), un cappellano e un medico di reggimento. A livello sottufficiali e truppa, un furiere maggiore, un caporale falegname, 2 armaioli . Nello Stato Maggiore di ciascuno dei 4 battaglioni oltre al maggiore si trovano 4 subalterni: (un ai utante maggiore, un ufficiale di contabilità, un ufficiale a disposizione e un medico di battaglione). Dei 22 soldati che fanno parte dello Stato Maggiore degli stessi battaglioni, 8 sono scelti fra i soldati che per professione sono pratici a governare cavalli e muli e a condurre carri; 4 fra quelli che sono sarti di professione; 4 fra quelli che sono calzolai,
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F. STEFANJ, Op. cii., Voi. l, p . 89. IL Genova di Revcl, nei suoi " Ricordi ", parla però di 17767 uomini, 4404 cavalli e 36 bacche da fuoco, come da situazione comunicata ai generali alleati. Per il Manfredi invece (Op. cii., p. 33) la for7.a all'imbarco è di 18058 uomini e 3496 cavalli.
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5 sono attendenti ed uno addetto alla cucina degli ufficiali del battaglione_ Vi sono inoltre, sempre a livello battaglione, 2 falegnami, mentre nella compagnia è stato ripristinato il furiere. A livello superiore al corpo, l'unico fatto nuovo - conseguente ai provvedimenti del 1849 - è la presenza delle "sussistenze militari" nel quartier generale principale (un direttore e 18 impiegati) e nel quartier generale divisionale (un vice direttore e 3 commessi). La brigata continua a non avere alcuna rilevanza logistica, e scarso rilievo ha anche in campo tattico, vista l'esiguità del suo Comando (4 ufficiali, un sottufficiale, 4 soldati). Nella struttura di comando del corpo di spedizione prima delineata, va notato che nell'ambito del quartier generale l' Intendente generale d'armata, con il suo personale dipendente, come già in passato non fa parte organica dello Stato Maggiore, ma continua a costituire un'organizzazione a sè stante, affiancata e parallela alla catena di comando (e rimane addirittura a Costantinopoli, mentre il La Marmara è in Crimea). A sua volta il Servizio di sanità per la parte tecnica non è alle dipendenze dell'Intendente ma del proprio consiglio superiore e per diversi aspetti costituisce organizzazione a parte, mentre, come sempre, i comandanti di artiglieria e genio hanno le competenze logistiche già considerate, che continuano a svolgere in modo largamente autonomo rispetto all'Intendente, e rispondono pertanto del loro operato direttamente al comandante in capo del corpo di spedizione. Continua a mancare nell'ambito dei quartier generali di Grande Unità un unico organo coordinatore di tutti i Servizi, assimilabile all'attuale Capo Ufficio Logistico, e, per la parte Servizi, rimane pienamente valida nelle linee fondamentali la struttura degli organi di comando e direttivi già definita nel Regolamento di servizio p er le Truppe in campagna del 1833 , e già adottata, con poco brillanti risultati, nel corso della prima guerra d'indipendenza. Comunque il regolamento del 1833 subisce con R.D. del 22 marzo 1855 un ritocco nel quale si cerca di definire meglio - senza intaccarne la sostanza - le attribuzioni in guerra dell'Intendenza generale d'armata e i suoi rapporti con il generale in Capo e con il Capo di Stato Maggiore. 8 Ma anche in questo decreto, al di là dell' intento del legislatore, il quadro è tutt'altro
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" Regio Decreto portante alcune aggiunte e modificazioni al Regolamento di servizio per le truppe in campagna per la parte che si riferisce ai servizi amministrativi" (G.M. 1855, Parte I , pp. 455-458) .
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che chiaro, e forse assai meno chiaro di quello del regolamento del 1833; tuttavia esso è importante, anche perchè consente di stabilire fino a che punto, a livello ufficiale, ci si stà avvicinando al concetto di logistica nel senso attuale del termine. L'Art. 1 recita: in tempo di guerra la somma del servizio amministrativo presso l' armata è affidata all'Intendente Generale dell'armata, il quale ne regola l'andamento, giusta le leggi e i Regolamenti relativi ai diversi servizi amministrativi sollo la dipendenza del Ministero della guerra, e del Generale in Capo delle truppe nel modo qui dopo divisato.
L'Intendente può emanare istruzioni (non in contrasto con i regolamenti) relative alla parte esecutiva dei vari Servizi, e sempre che il Ministero della guerra non abbia già disposto in merito, ha la facoltà di proporre d'iniziativa al Generale in capo tutte le misure relative allo stabilimento, collocamento degli approvigionamenti e maga7..zini d'ogni specie; a l numero, capacità e località degli o spedali temporanei che può essere necessario creare, al personale e materiale di cui ciascun stabilimento può essere provvisto. Ha del pari la scelta dei mezzi d'esecuzione dei vari servizi , qualora tali mezzi non siano preventivamente determinati; scelta questa che più di ogni altra impegna la sua responsabilità personale.
Se ne deduce che, al posto del termine logistica, a livello ufficiale il termine usato è ancora quello di Servizi amministrativi, nel quale si vuol comprendere, oltre agli attuali Servizi di amministrazione propriamente detti (gestione denaro, branca giuridico-amministrativa, contratti ecc.) anche gli attuali Servizi di commissariato (vettovagliamento, vestiario, poste), il Serv izio trasporti e (almeno in parte) di sanità. Non risultano dunque ben chiarite le incombenze dell'Intendente per il Servizio armi e munizioni e materiali di artiglieria e del genio. Permane anche l'ambiguità della duplice dipendenza, fonte di non pochi disservizi nella precedente campagna, dipendenza alla quale si era cercato di porre rimedio con provvedimenti temporanei miranti ad attenuare il canale diretto tra Intendente e Ministero della guerra e/o Aziende. Questa dipendenza diretta viene in questo caso pienamente confermata, e forse anche rafforzata: L'Intendente Generale corrisponde direttamente col Ministero della guerra; ne riceve gli ordini, lo informa dell'esito delle disposizioni amministrative dal Ministero ordinate; delle circostanze che potevano farne anticipare, o ritardarne l'esecuzione; degli avvenimenti, o dei bisogni, o degli ordini del Generale in Capo che ne esigano o ne esigettero delle nuove; e generalmente di tnttn ciò che interessa l'andamento dell'Amministrazione.
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Sempre che il Ministero non abbia già dato disposizioni in merito (e, anche qui, vi è da rilevare un'interferenza) l' Intendente generale formula al generale in capo proposte per l'organizzazione e funzionamento dei Servizi. Inoltre ha la scelta dei mezzi di esecuzione dei vari servizi, qualora tali mezzi non siano preventivamente determinati; scelta questa che più d'ogni altra impegna la sua responsabilità personale.
D'altra parte il decreto specifica che l'Intendente generale " lavora" con il Capo di Stato Maggiore, dal quale riceve gli ordini del comandante in capo e viene informato dei suoi progetti. A ciò si aggiunga che concerta giornalmente col medesimo il modo di dare sbrigo agli affari correnti per avere il concorso dei capi militari, quando l'appoggio della loro autorità e delle truppe che comandano, è ra vvisato necessario per la esecuzione delle misure amministrative. Lo informa dello sfogo dato agli ordini ricevuti dnl Ucncrnlc in Capo; non che dcll'andamcnlo dei vari servizi e della situazione dei magazzini, e dei mezzi d 'ogni specie di cui può disporre.
La dipendenza anche per la parte tecnico-amministrativa dalla linea di comando sembra, però, riaffacciarsi quando il decreto prescrive che l'Intendente deve eseguire gli ordini impartiti per iscritto dal generale in capo, se questi sotto la sua responsabilità ritiene opportuno disporre la stipula di contratti, o qualunque altra operazione amministrativa straordinaria. Ma, in genere, molto si insiste sul "concerto" tra Intendente e Capo di Stato Maggiore, concerto che per la scarsa chiarezza e delimitazione delle rispettive competenze e responsabilità non rende di per sè facile e semplice un concorde operare, e rimane più che altro affidato al carattere, alla personalità e buona volontà dei singoli (nel caso concreto, per giunta, come potevano lavorare insieme Intendente e Capo di Stato Maggiore, l'uno a Costantinopoli e l'altro in Crimea?). Anche gli Intendenti capi-servizio ai livelli inferiori si regolano nei loro rapporti con la catena di comando in maniera analoga a quella dell'Intendente generale. Sulle loro attribuzioni, con circolare n. 15 in data 29 maggio 1855, sono diramati dal Ministero i Ricordi del Funzionario dell'Intendenza Militare in campagna9, compilati dai sotto commissari Plantard e Vesin in vista delle esigenze della campagna d'Oriente per inizia-
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UNIONE TIPOGRAFICA EDITR., TORINO 1855 .
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tiva del Ministero, che fin dal gennaio 1855 esorta i funzionari a compilare una guida pratica per tutti coloro - addetti o meno ai Servizi - che si dovevano occupare di amministrazione, poichè, sparse come sono in gran numero di speciali regolamenti, e di provvedimenti parziali le norme che reggono la somma delle cose dell' Amministrazione stessa, non a tutti è dato di poterle avere presenti alla memoria, e per l'allra parte è difficile, massime fra gli eventi della guerra, anche a chi siano perfettamente famigliari , di potervi, il caso occorrendo, avere ricorso.
Si tratta di un documento veramente prezioso per ricostruire in un contesto unitario lo stato dei Servizi nel 1855, la natura dei principali problemi logistici da affrontare, e le soluzioni ufficialmente indicate per risolverli. Da esso si può trarre una deduzione fondamentale: l'armata sarda del 1855 nel settore considerato non ha mutato gran che la sua fisionomia, e rimangono in vigore - con poche varianti non di grosso rilievo - gran parte delle disposizioni dd 1848-1849. li manuale è suddiviso in tre parti principali: attribuzioni e doveri generali del funzionario militare in campagna, incombenze del funzionario relative ai vari Servizi, e un'appendice con specchi e istruzioni varie, assegni e razioni, testo dei contratti da stipulare con le imprese per gli acquisti di viveri, oggetti di vestiario, quadrupedi, bardature, ecc .. Tra i doveri generali, particolare rilievo è dato a lla necessità che il funzionario conosca in ogni momento la composizione, la dislocazione e la forza delle truppe che deve amministrare e le leggi e i r egolamenti che stabiliscono diritti, doveri e competenze dei militari di ogni Arma. Egli dovrà curare che alla truppa, compatibilmente con le oper azioni e i movimenti da compiere, venga passata quanto più spesso è possibile la rivista e venga controllata sul posto la forza effettiva in uomini, cavalli e carri. Dovrà inoltre farsi consegnare regolarmente, alle scadenze previste, le segnalazioni delle varizioni di forza. Questo perchè l'esperienza delle scorse campagne ha dimostrato gli inconvenienti che derivano, in circostanze di grandi movimenti e di numerose variazioni nella forza, dal non accertare col debito rigore la situazione giornaliera delle varie armi, là onde non sarà mai soverchio lo zelo che impiegherà a questo proposito il Funzionario dell'Intendenza, affinchè non esca dalle Casse dell'Armata che il denaro richiesto dalle condizioni reali della truppa, e non segua alcuna spesa che giustificata non sia dalle vigenti discipline.
La cura che egli dimostrerà per questo aspetto essenziale delle sue incombenze avrà un benefico effetto presso i corpi e li obbligherà a lavorare
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con maggiore precisione, rimuovendo la causa principale degli abusi, "che procedono per lo più dalla negligenza dei superiori anzi che da malizia o mediato inganno nè subalterni". Per ottenere buoni risultati è particolarmente utile condurre frequenti riviste periodiche sul terreno, specie dopo ogni scontro armato, quando occorre accertare le perdite e regolare di conseguenza pagamenti e distribuzioni. Secondo il manuale il funzionario deve uniformarsi con intelligenza ai regolamenti che definiscono e delimitano le sue competenze. Tuttavia in guerra sorgono talvolta esigenze imperiose e straordinarie che non è possibile fronteggiare con strumenti regolamentari, e per le quali l'inazione è il peggior rimedio. In questi casi il funzionario - informando successivamente il superiore diretto - deve prendere quelle decisioni che giudica più opportune nell'interesse delle Truppe e dell'Erario: Egli è in queste difficili occorrenze in cui i regolamenti tacciono, cd è non pertanto mestieri operare, che il fnn7.ionario dcli' Amministra1.ionc milita re deve dare prova di tutto il senno e di tutto il vigore di cui è capace, e può sperare di conciliarsi la stima e la consider azione dei Capi militari e dei corpi ai quali è addetto.
Vi sono parecchie norme generali a carattere etico o di comportamento, in quanto si ritiene necessario ed estremamente vantaggioso che il funzionario riesca a conquistarsi la stima e la confidenza dell' ambiente nel quale deve operare: norme che ancora oggi hanno una loro validità ed importanza. Come fa un padre di famiglia con i propri figli l'Ufficiale a mministrativo deve vedere tutto ed essere in ogni luogo, qui per riparare ai difetti e togliere gli abusi, là per assicurarsi della regolarità delle cose e promuovere le opportune migliorie. La sua presenza deve rassicurare il soldato circa il timore che nelle possibili angustie, in caso di ferita e di malattia, sien per venirgli meno q uelle cure eque conforti c he il di lui stato richieder potesse. Egli, quasi provvidenza del Campo, dev'essere costantemente sollecito di alleviare a' difensori della patria gli stenti e le privazioni che trae seco la fortuna d elle battaglie, studioso di r imuovere, per quanto è in lui, quelle cagioni che recano lo sconforto dell'animo loro, scemandone il valore, o col peggiorarne la salute li rendono meno atti a durare le fatiche cui debbano necessariamente andar soggetti. Niuno deve a lui ricorrere invano per oggetti compresi nel cerchio delle sue attribuzioni, o alle medesime in qualche modo connessi; è d'uopo che egli abbia pronta la soluzione alle quistioni che gli vengono mosse ed efficace il ripiego agli inconvenienti che si presentano. È d' uopo che egli s' ingengi quanto sa e può far sì che, volgendo avverse le sorti della guerra, nessuna accusa possa essergli fatta d 'imperizia e d 'imprevidenza, e che per contro, sorridendo la fortuna alle belliche imprese, a lui venga attribuita parte del successo e della vittoria.
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Per raggiungere questi obiettivi, oltre ai mezzi e materiali che gli vengono forniti dall'Amministrazione militare il funzionario può ricorrere quando questi non sono sufficienti - alle risorse locali e se necessario anche alle requisizioni forzate, tenendo presente che in guerra "suprema legge" sono le esigenze di sostentamento dell'esercito, e che ogni interesse particolare deve tacere davanti al "debito sacro" di conservare alla Patria la vita di coloro che la difendono. Pertanto, deve essere sua principale cura quella di stabilire amichevoli relazioni con le 'autorità locali e di raccogliere informazioni e dati sulle ricchezze che il paese può offrire. Si raccomanda anche che il funzionario svolga le sue attribuzioni "d'accordo coi capi militari" presso i quali deve rimanere il più possibile, e con i quali deve sforzarsi di mantenere cordialità di rapporti, usando sempre modi affabili e assecondandoli con il suo consiglio e la sua assistenza in tutto ciò che torna a profitto del servizio e a giovamento del soldato: ma se gli sta bene il prestarsi con z.clo e deferenza alle ragionevoli domande, non è a dire però eh'ei debba cedere, con incomportabilc debolezza, alle ingiuste cd indiscrete pretese che gli venissero per avventura manifestate; chè anzi ci debbe negare risolutamente la sua cooperazione, ed opporsi eziandio con fermezza, allorchè si trattasse di prendere tali determinazioni, che senza essere comandale dalla necessità, uscissero dannose alle finanze dello Stato e poco dicevoli al decoro dell'Amministrazione.
Oltre a seguire con particolare attenzione gli aumenti e diminuzioni della forza (raccomandazione, questa, quasi ossessivamente ripetuta, che dimostra che questo antico problema era ancora assai sentito), il funzionario deve controllare con cura speciale anche la regolarità e chiarezza dei conti (specie per quanto concerne le spese e distribuzioni che devono essere sempre comprovate da idonea documentazione) e l'esatta e completa compilazione dei processi verbali. Le sue attribuzioni nei riguardi dei singoli Servizi verranno in seguito meglio esaminate trattando di ciascuno. Da notare, com unque, l'insistenza con la quale il manuale sottolinea l'importanza di quasi tutti i Servizi: i viveri e soprattutto il pane sono "oggetto principalissimo dell'Amministrazione all'Armata, e che presenta ad un tempo non pochi inconvenienti"; i foraggi sono "una parte delle sussistenze dell'Armata, non inferiore alle altre per l'importanza"; il ruolo del vestiario - anche per i suoi riflessi sul morale e benessere è tale "che non si può raccomandare abbastanza all'attenzione del Funzionario dell'Intendenza"; il Servizio di sanità "non la cede in importanza a nessun altro" ed è "parte rilevantissima" dei suoi compiti; il Servizio dei trasporti in campagna richiede " la maggior attività ed energia" e il suo rilievo nel contesto generale è tale, che se esso è ben organizza-
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to e diretto rende l'esercito sciolto nelle sue mosse, e "giova non poco" ad assicurare la vittoria; per contro, esso si trasforma in "principale elemento di rovina" quando è male organizzato. L'importanza del manuale, alla luce di queste affermazioni, più che alla novità o arditezza del contenuto è dovuta all'efficace sintesi della regolamentazione, e al modo come viene sentito ed affrontato il problema dei Servizi. Sotto questo aspetto si trovano - in linea generale e di principio spunti assai moderni, che però perdono forza e aderenza alle effettive esigenze dei reparti man mano che si scende di livello e ci si avvicina alla realtà del combattimento con gli ardui e mutevoli problemi che essa pone. li 14 aprile 1855, quando erano in corso i preparativi per l'imminente imbarco, viene anche emanata una circolare del Ministero, che richiama ai loro doveri e responsabilità i funzionari dell'Intendenza_ 10 Facendo riferimento ai recenti e già citati provvedimenti, con i quali "venne il corpo stesso dichiarato parte dello Stato Maggiore dell'armata, e i fun zionari ne furono assimilati a gradi militari" , il Ministro Durando invia una sorta di sommario a carattere etico-militare dei doveri del funzionario, che ben dimostra la filosofia e l'ottica nella quale sono visti i Servizi: i siffatti provvedimenti, se ridondano a lustro e decoro del corpo d'Intendenza, impongono però il dovere ai Funzionari che sono parte di raddoppiare di zelo, e di energia nello adempimento delle attribuzioni [...] Grave si è il carico che pesa sulla responsabilità dei Funzionari stessi, specialmente nelle circostanze straordinarie che prepara la prossima partenza di un Corpo piemontese di spedizione per la guerra d 'Oriente. L' Intendenza militare è chiamata a provvedere e disporre i molteplici servizi amministrativi che per la sussistenza. e il maggior benessere del soldato in guerra si richiedono: ad essa si appartiene di pensare al vitto, ed ai fornimenti d 'ogni na tura che al soldato sono necessari [... ], e quindi agli speciali servizi che ne conseguono 1---1 ad essa spellano le cure del soldato ferito od ammalato, procurandogli i soccorso della scienza salutare, i sussidi di medicature e di adatti alimenti, ed il possibile agio maggiore nei trasporti, nelle ambulanze e negli ospedali. li soldato combatte, ed espone la propria vita: il Funzionario amministrativo, ove sia per mostrarsi pari all'altezza delle affidategli incombenze, allevia co'suoi provvedimenti le fatiche e i disagi del soldati , nè ha meno importante e faticoso dovere da compiere per meritarsi la riconoscenza della patria, poichè sa ognuno come all'ardore ed allo slancio del soldato assai contribuisca una prudente ed attiva amministrazione(... ) Ma se la prima,
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ed essenzial cura del Funzionario militare vuol essere il bene del soldato , non debbe egli però aver meno presente l'economia nelle spese, ed un saggio e prudente impiego dei mezzi posti a sua disposizione ( ... ) per la qual cosa un duplice dovere gli incombe, e richiama la sua responsabilità, quello cioè di prevedere e provvedere ad ogni bisob'llO, e quello pure di rendere, a fare da altri cui spetti, che si renda conto esattissimo dell'impiego fattoa del pubblico denaro, e delle occorse consumazioni.
Sempre nell'aprile 1855 sono definite le modalità per il Servizio degli ufficiali del Corpo reale di Stato Maggiore in tempo di Guerra", che poco mutano, nelle linee fondamentali, rispetto al sempre vigente regolamento del 1831 (vds. capitolo I), anche se il "quartier mastro generale" di allora è diventato "Capo di Stato Maggiore", senza peraltro mutare di mollo le sue incombenze e responsabilità. Il servizio in guerra viene diviso in cinque branche: quartier generale, di cancelleria, alle truppe, di missioni speciali, segreto. Le mansioni di interesse logistico del quartier generale sono svolte da un ufficiale di Stato Maggiore che ne è il comandante, e consistono nel preparare e stabilire gli alloggiamenti, stabilire i luoghi di riunione del bagaglio, dei parchi e delle ambulanze, fornire di guide e scorte i convogli, i corrieri e le casse del tesoro, provvedere per la spedita e facile comunicazione delle varie parti dell'esercito fra di loro e di ognuna col Capo. Per il servizio di cancelleria, le prescrizioni relative alla tenuta dei registri e al carteggio ufficiale e l'elenco dei princiapali oggetti di corredo e della cancelleria, danno un 'idea assai precisa delle modalità con le quali viene svolto il servizio di Stato Maggiore e dello spirito " Jominiano" che le impronta, rivolto più che altro ad una minuziosa cura dei particolari, e alle incombenze burocratiche. Il servizio presso ie truppe comprende, per quanto è di interesse logistico, il controllo delle distribuzioni dei viveri, la guida e/o il comando dei convogli più importanti e delle colonne, e la ricognizione degli alloggiamenti e campi. II "Servizio di missioni speciali" consiste nel disimpegno da parte degli ufficiali di Stato Maggiore di speciali incarichi in aggiunta a quelli normali di servizio, e comprende la direzione delle requisizioni, le ricognizioni per la ricerca di località per il gittamento di ponti, per costruire o riparare strade, le visite agli ospedali e le girate (tourneé5). No rme particolari vengono definite per questi due ultimi tipi di incarichi: le visite agli ospedali devono comprendere il controllo dell'andamento
11
G.M. 1855, parte 1, pp. 775-793.
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generale del servizio, la situazione igienjca degli ammalati e altri aspetti particolari ili volta in volta richiesti. Le girate sono ricognizioru tattico-logistiche in una data zona, per le quali l'ufficiale riceve dettagliate istruzioru e deve riferire in un rapporto sulla salubrità dell'aria e delle acque, sui luoghi più idonei per i parchi, i bagagli e le distribuzioni, sulla situazione degli ospedali, le risorse locali, le comunicazioru che devono essere stabilite o intercettate.
Aspetti generali della preparazione logistica (vds. Fig. 34). Sugli aspetti generali della preparazione logistica sono disponibili, oltre che - in talune parti - la già citata opera del Manfredi, anche le memorie ili due protagonisti di rilievo, che dati i loro incarichi forruscono una visione sufficientemente panoramica: il Genova di Revel, commissario militare presso il quartier generale inglese, e il maggiore del gemo Raffaele Cadorna, comandante di battaglione fanteria e addetto successivamente a lavori di fortificazione e stradali. 12 Documenti preziosi per verificare, nel concreto, l'efficacia, la rispondenza e i riflessi morali dell'organizzazione logistica realizzata, al di là di quanto riferito dal Manfredi stesso. Va anche citata una dotta opera del dott. Gio. Antonio Comissetti, medico capo del corpo di spedizione, Sulle malallie che hanno dominato in Oriente fra le truppe del corpo di spedizione sardo 13 , opera che oltre a una parte iniziale di estremo interesse, contiene l'esame e lo studio prettamente scientifico delle malattie più diffuse in quella occasione, a cominciare naturalmente dal colera. Dal complesso dei vari contributi, oltre che naturalmente dalla consultazione del Giornale Militare per gli anni 1955 e 1956, emerge un quadro chiaro e particolareggiato degli avvenimenti e dei provvedimenti adottati. Si possono distinguere, a tal proposito diverse fasi, ciascuna con propri caratteri: a) la fase della preparazione iniziale (gennaio-aprile 1855), che ruversamente dalla campagna del 1848-1849 soprattutto per la parte logistica viene iniziata con largo anticipo, attivando il meccanismo delle ricognizioni, dei contatti, degli studi, delle predisposizioni fin da quando si profila la firma della convenzione che definisce a grandi linee la partecipazione piemontese alla campagna;
12
C fr. G ENOVA DI REVEL, Op. cii., e L. CADORNA, li generale Raffaele Cadorna nel Risorgimento italiano, MILANO, TREVES 1922. In quest'opera, il celebre nipote generale Luigi Cadorna riporta anche (pp. 46-95) a mpi stralci di un "Giornale" tenuto dal maggiore Cadorna nel corso della campagna di C rimea.
13
C fr . O.A. COMMISSErfl , Sulle malattie che hanno dominato in Oriente fra le truppe del Corpo di spedizione sardo, TORINO, TIP. ARTERO E COTTA 1857.
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il trasferimento per mare a Balaclava e il periodo di sistemazione (fine aprile-giugno 1855) nel quale, nonostante le predisposizioni abbastanza accurate, si manifesta una crisi logistica e organizzativa che investe soprattutto il Servizio di sanità e il vettovagliamento; c) la fase culminante delle operazioni (Cernaia, caduta di Sebastopoli , operazioni alle foci dell'Oder: luglio 1855-marzo 1856), durante le quali migliorano gradualmente il morale, la salute delle truppe e l'organi zzazione generale dei Servizi, mentre•acquistano rilievo particolare, nell'autunno e inverno, le predisposizioni per un conveniente alloggiamento del personale in baracche e ricoveri di fortuna. Al profilarsi di una spedizione oltremare che pone esigenze logistiche del tutto nuove, a cominciare da quelle connesse con il trasporto per via marittima, il governo piemontese, forse ammaestrato da precedenti e negative esperienze, ancor prima della firma della convenzione tra il Piemonte e le potenze occidentali invia in Francia alcuni ufficia li (il commissario Muttoni , il maggiore della Rovere, il capitano di fregata Boye) con l'incarico di studiare le predisposizioni adotlatc dall'esercito francese per la campagna d' Oriente, con particolare riguardo ai problemi del trasporto marittimo, al Servizio di sanità e al vettovagliamento. Nel rebbraio 1855 si reca in Francia, per lo stesso motivo, il generale Alfonso La Marmora, Ministro della guerra e designato per il comando del corpo di spedizione. Subito dopo la firma e la rati fica da parte del Parlamento del trattato di alleanza, le Intendenze di Torino e Genova provvedono all'acquisto di grandi quantità di viveri (specie biscotto e carne salata), foraggi e materiali di equipaggiamento (compresi materiali sanitari, di artiglieria e genio, forni da campagna ecc.). Tutti i viveri e materiali da spedire sono a poco a poco concentrati in Genova, l'unico porto d'imbarco. L'autonomia logistica di base è inizialmente di tre mesi. 14 Per assicurare un ordinato concentramento e imbarco dei materiali , è costituito con R. D. in data 16 marzo 1855 15 un magazzino di deposito di merci ed effetti militari in Genova (detto di transito), al quale devono corrispondere uno o più magazzini presso il teatro di operazione, atti a fungere sia da magazzini di ricevimento rispetto a quello d'imbarco, sia da magazzini generali arretrati per le truppe operanti. Vi è, inoltre, l'esigenza di organizzare l'impianto di qualche ospedale da campagna, e di riconoscere le risorse locali e le zone per possibili accampamenti.
b)
14
15
Per autonomia logistica si intende " Capacità di una unità o di un complesso di forze di operare per un prestabilito periodo di tempo, avvalendosi di organi logistici , di me7.zi e di materiali organici o assegnati in rinforLO" . (Cfr. Pub . SME n. 5895 - E d. 1984, p . 13). G.M. 1855, parte I , pp . 421 -422.
LX - CRIMEA: C RONOLO<JIA E LI NEAMENTI GENERALI
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L'"lntendente all'armata" generale De Cravero, provvisto dei fondi necessari e accompagnato da un gruppo di ufficiali (tra i quali il medico capo dott. Cav. Comissetti) il 26 marzo 1855 viene inviato a Costantinopoli per le ricognizioni e le prese di contatto necessarie. Anche se, come si è visto, non era ancora stato stabilita la località dove il corpo di spedizione doveva sbarcare, la grande città turca sul Bosforo si prestava a fungere o da grande base logistica arretrata o da grande posto tappa, nel caso che - come poi avvenne - la zona d'operazioni fosse stata la Crimea. Il De Cravero incontra sul piano concreto notevoli difficoltà, per quanto il Manfredi parli di accoglienze cordiali da parte delle autorità alleate e turche. Così infatti scrive il Cornissetti, mettendo anche in evidenza di non aver avuto, per la parte sanitaria, istruzioni particolari (che però difficilmente in quel momento potevano essere date): sarebbe lw1go e tedioso il raccontar minuto per minuto i molti ostacoli che si incontrarono per mandare ad effetto non tutta, ma una parte soltanto di questa missione, la quale, già fatta difficile dalla molteplicità delle incombenze, divenne poi scabrosissima per differenza di lingua, per l'ingordigia dei commessi e fors'anche per indole, e suspicione del divano in allora un pochino risenlito dell'inavvertita nostra adesione all'alleanza, c già gravato di molte richieste simili alle nostre, sporte dagli amministratori di Francia cd Inghilterra ."
Queste difficoltà non erano peraltro previste nelle istruzioni del La Marmora al De Cravero prima della partenza: sulle prime non le sar à difficile di riuscire a concentrare, nei magazzini da impiantarsi, la totalità degli approvvigionamenti che il Governo è nell 'intenzione d 'inviarvi. Si vedrà però, mediante successive spedizioni e compere sul luogo, di raccogliervi e mantenervi sempre, integralmente, fondi d'ogni natura, bastevoli per tre mesi ai bisogni del corpo di spedizione. La truppa partirà con viveri a bordo solo per tutto il tempo che durerà il tragitto e per tre giorni dopo lo sbarco, affine di trovarsi al riparo di ogni eventualità, lao;ciando all'amministrazione il modo di stabilire ed assicurare i vari servizi e le distribuzioni [... ] Ove poi gl'intendimenti e le previsioni per impensati casi dovessero fallire, gli amministratori dell'esercito francese, secondo i concerti presi con quel governo, sussidieranno l'amministrazione sarda nelle dom ande che loro fosse per fare di quelle co se che siano per occorrere nei primi giorni. ".
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A. COMISSETII, Op. cit. , pp. 11- 12.
17
C. MANFREDI, Op. cit., p . 23.
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LA LOGISTICA UELL' ESEKCITO -
VOL. I
In sostanza la situazione di fronte alla quale si trova la delegazione piemontese - difficilmente modificabile - può così riassumersi: scaristà di risorse locali e di mano d'opera qualificata, in quanto, come è naturale, i franco-inglesi si erano già accaparrati ciò che vi era di meglio; prezzi locali di derrate, materiali e mezzi di trasporto estremamente elevati, a fronte delle massicce richieste dettate dalle esigenze di guerra degli eserciti occidentali; mancanza di fabbricati adatti per ospedali, magazzini ed alloggiamenti di truppe e di località comunque idoneè per la costruzione di baraccamenti, in quanto, anche in questo, i più numerosi eserciti alleati avevano occupato o impegnato quanto disponibile, o se non altro il meglio disponibile. Dopo tergiversazioni, contrattempi e ostacoli burocratici sopravvenuti anche dopo la scelta e l'assegnazione ufficiale della località, viene reperita la tenuta di Jeni-Koi con relativo palazzo, abbastanza adatta per installazioni logistiche, anche se i locali disponibili sono insufficienti. Il 2 aprile il De Cravero scrive pertanto a Torino per avere il personale e il materiale (specie legname) necessari per la costruzione di baracche, dato che a livello locale i prezzi erano esosi, e mancava la mano d'opera qualificata (a questo proposito, il Comissetti mette in evidenza l'errore commesso nel non inviare subito per primi i reparti zappatori del genio). Poichè dal Piemonte il personale e il materiale tardano a giungere, e visto che il Governo aveva pensato a tante cose, ma non all'eventualità di fare costruzioni sulle rive del Bosforo, il generale De Cravero decide di dare in appalto la costruzione dei baraccamenti più urgenti a imprese civili che avevano già fatto lo stesso lavoro per i franco-inglesi. In tal modo in breve vengono costruite a Jeni-Koi 10 baracche in legname di dimensioni 54 m x 6,50 m x 3,60 m di altezza, capaci ciascuna di 50 letti e costate L. 10.000 cada una . Esse vengono adattate all ' impiego come ospedale, con materiale nel frattempo giunto dal Piemonte. In più, sono rapidamente costruite altre 4 baracche da impiegare come magazzini. Manca però lo spazio per altre costruzioni a Jeni-Koi, perchè i francoinglesi occupavano già tutto con ospedali, magazzini e accantonamenti. Per di più, nel campo francese di riserva sulle rive del Bosforo si era diffuso il colera, e ciò impedisce al generale De Cravero di organizzare l'accantonamento delle truppe piemontesi vicino al campo francese (era, questo, il suo progetto iniziale, visto che si pensava, al momento, che i piemontesi avrebbero fatto parte della riserva). Altre località più adatte ad essere usate come accantonamenti e più lontane dal campo francese sono reperite sia pure con difficoltà, e si inizia ad approntarle. Non così avviene per i magazzini, i quali d'altro canto una volta impiantati non potevano facilmente essere spostati. Il De Cravero è
IX - CRIMEA: CRONOLOGIA E LINEAMENTI GENERALI
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costretto a prendere in affitto, naturalmente a prezzi esorbitanti, una serie di ampi locali vicino al porto, cosa che fino allora aveva cercato di evitare per motivi finanziari. In tal modo diventa possibile sbarcare i materiali, che nel frattempo, per l'incertezza nella destinazione del corpo di spedizione e per la difficoltà di reperimento dei magazzini, rischiavano di deteriorarsi sulle navi, già partite per Genova e ferme nel porto di Costantinopoli. Quando il 2 maggio giunge a Costantinopoli un ufficiale inglese con l'invito al generale La Marmora, comandante del corpo di spedizione, a raggiungere Balaclava in Crimea per unirsi al corpo di spedizione inglese, questo annuncio viene accolto secondo il Manfredi con soddisfazione sia dagli ufficiali piemontesi, che preferivano battersi anzichè rimanere in riserva, sia dal De Cravern, ''che la notizia liberava da gravissimi imbarazzi e molte difficoltà" , perchè le navi ancora cariche potevano senz'altro preseguire per Balaclava, mentre sapendo la destinazione precisa si poteva finalmente disporre di un riferimento sicuro per tutti i provvedimenti logistici necessari. Non è della stessa opinione il Comissetti, secondo il quale l'ordine di preseguire il cammino direttamente sulla Crimea riuscì a mio credere di non poco nocumento e per avere di slancio sfidato un clima giudicato infausto alla salute, e per avere perduto i vantaggi che offri va all'evenienza uua cillà ricca e commerciale __ _,.
li Cornissetti riferisce anche che, da contatti avuti con medici della zona, aveva appurato che tanto a Costantinopoli come nei dintorni nessuna epidemia aveva mai avuto durata superiore a 12-15 giorni. Conveniva, quindi, alle nostre truppe subire l'inevitabile crisi sulle rive del Bosforo, dove erano anche maggiori le risorse per fronteggiarla_ In fatti nella zona di Balaclava, al momento della ricezione dell'in vito inglese noi non avevamo nulla preparato per ricevere ed alimentare le truppe: nulla invialo, e nulla disposto affinchè le seguisse da vicino, nè in vettovaglie nè in materiali, tranne alcuni materassi con lenzuola e coperte in numero insignificante per i più urgenti bisogni del momento. 19
Causa non secondaria dei notevoli disservizi e disagi iniziali in Crimea è stata la perdita per incendio, il 24 aprile, della grande nave inglese Croesus, che rimorchiava il piroscafo Pedestrian carico di foraggi. Sul Croesus, se-
18
A . COMISSETII, Op. cii., p. 84.
19
IVI, JJ. 15.
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LA LOUIS rJCA OELL'F,SERC ITO - VOL. I
condo Manfredi, erano caricate 450.000 razioni di viveri e molto altro materiale, oltre a 36 ufficiali e funzionari e 244 sottufficiali e truppa degli incarichi logistici più pregiati, che si era ritenuto conveniente inviare per primi e che appartenevano all'Intendenza, al treno, al corpo sanitario e al genio. Secondo il Genova di Revel, il piroscafo aveva imbarcato materiale per ospedali, attendamenti e altro di prima necessità, e, a parte il prezioso materiale perduto, le conseguenze della perdita erano anche di altro ordine, visto che la grettezza dell' Intendente generale rese ancor maggiore la dirficolLà di riparare a tanta perdita, col non voler provvedere in via economic;i, e di poi fu malvezzo dell'Intendenza di rispondere a lle richieste, che la cosa chiesla era sul Croesus! Come se ciò avesse tolto il bisogno assoluto di averla. L' inevitabile inavvertenza di tutto prevedere e provvedere, la distruzione del materiale del Creso e la burocratica grettezza del genera le De C ravero, furono nel loro insieme la causa delle inaudiLe sofferenze dei nostri soldati nei campi e principalmente negli ospedali, durante i primi tempi del soggiorno in Crimea. Questo disastro non rallenlò l'imbarco, confidandosi incautamente di ripararvi con ripiegtù, che r iuscirouu così impossibili ."'
Alla perdita del Croesus si aggi ungono i ritardi nell'imbarco dei materiali nel porto di Costantinopoli per la nuova destinazione della Crimea, e ancor più la mancanza di rimorchiatori per mandare sollecitamente il tutto a Balaclava. Osserva il Revel che la mancanza deplorata di rimorchiatori era in parte causata dalla tema abituale di La Marmora di sciupare, e dalla sua confidenza in ripieghi che non erano possibili in questa contra da. La noslra Marina militare si prestò alacramente per riparare a questi mali, ma le navi non erano adatte al carico, e riusciva loro arduo il rimorchiare nel Mar Nero.' '
Con queste premesse la crisi logistica iniziale - nei suoi due essenziali aspetti, tra di loro connessi, dei Servizi di sanità e del vettovagliamento diventa inevitabile. Si supplisce alle esigenze, per quanto possibile, con l'aiuto inglese. Per circa un mese la sussistenza inglese continua a somministrare alle truppe piemontesi lo stesso tipo di razione che, secondo gli accordi, ricevevano a bordo delle navi inglesi, i magazzini inglesi forniscono i materiali di vario genere necessari e non ancora disponibili, e si ottiene anche che una parte dei nostri malati sia ricoverata a ll'ospedale inglese di Balaclava,
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GENOVA DI REVEL, Op. cit. , p. 84.
21
IVI , p. 104.
IX • CRIMEA: CRONOLOGIA E LINEAMENTI GENERALI
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visto che le difficoltà sanitarie risultano aggravate in maniera decisiva dalla diffusione del colera anche tra i piemontesi, iniziata già con alcuni casi di morte a bordo delle navi non appena giunte a Costantinopoli, e in viaggio da Costantinopoli a Balaclava. Per il Genova di Revel, comunque, le difficoltà avrebbero potuto essere in buona parte ovviate con un pò più di elasticità da parte dell'Intendenza, che anche a Costantinopoli (ove ciò non era possibile) intendeva procedere con il normale sistema del pubblico incanto per le forniture: la colonia genovese, e con ciò si comprendono i principali negozianti italiani, i più ricchi e stimati di Costantinopoli, mossi da sentimento nazionale, avevano offerto di formarsi in associazione ed assumere, mediante un diritto di commissione fisso, la provvista di quanto occorreva alla nostra annata, dando le stesse qualità e colle medesime condizioni fatte dagli alleati, con un ribasso del 30% sui contratti inglesi e del 200/o sui francesi. Questi negozianti godevano di reputazione, a vevano fondi, ed era impegnato il loro amor proprio nazionale. Si sarebbe stati guar entiti contro ogni deficienza di provvista, e si poteva rifiutare i generi scadenti. Uiminuivansi pure le spese d'amministrazione. La burocrazia ministeriale rifiutò, e si volle procedere con gli incanti che andarono deserti , perchè quei negozianti avrebbero creduto farsi torto presentandosi a un'asta. Si dovettero in ultimo far contratti privati con imbrogli e pagar lire 12 ciò che si poteva avere per 8. Ma le regole amministrative erano salve.u
I giudizi negativi sull'operato in questa prima fase dell'Intendenza e in particolare del generale De Cravero, accusato di avarizia e eccessivo formalismo, sono unanimi. t u stesso La Marmora, in un rapporto del 7 giugno al Ministero, scrive che è una gran contrarietà questa epidemia nel nostro esordire, perchè mancano ancora molti dei materiali più indispensabili, e gli impiegati ed altri non hanno ancora acquistato quelle pratica, quella energia, quella facilità di trovare ripieghi, che sono tanto necessarie in una contrada come questa, e durante un flagello come quello che gravita sopra di noi. Gli ospedali c i relativi servizi vanno migliorando alcun poco, ma lasciano moltissimo a desiderare; però io credo poter asserire che questa condizione di cose dipende dalla circostanza particolare del momento in cui si sviluppò il morbo, e non c' è amministrazione al mondo che avrebbe potuto ovvia rvi, presa all'improvviso come noi fummo. Il paragone tra quello che è presso di noi e quello che è presso i nostri alleati ci fa scomparire; m a se il pa ragone si istituisce invece con ciò ch'era presso i fran cesi e inglesi poco dopo il loro arrivo,
22
IVI, p. 103.
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LA LOG ISTICA DELL' ESE RC ITO -
VOI •. I
risulta a nostro vantaggio. Questo non toglie però che non sia strazia nte la vista dell 'attuale condizione di cose."
Effettivamente le difficoltà intrinseche dello sbarco (il primo convoglio giunge a Balaclava il 14 maggio 1855) e della prima sistemazione dei Comandi, delle truppe e dei Servizi sono molte, sia per la già citata insalubrità della zona ove in ristrettissimo spazio si ammassavano truppe di tre Paesi, sia per le scarse capacità di cariGo e scarico che consentiva il porto di Balaclava, intasato di navi. La situazione che ne deriva - con riflessi ancor più negativi per i piemontesi, i più deboli e gli ultimi arrivati - è descritta dal Manfredi con tinte crude ma efficaci: i legni entravano in porto a suon di musica, ma lo speLLacolo che si presentava agli spetta tori non era incoraggiante. li porto aveva l'aspetto di una vera Cloaca. L'acqua era coperta da detriti di ogni specie e ne usciva un fetore insopportabile. In questa cloaca bisognava talvolta aspettare qualche giorno per poter sbarcare e si stava sul baslimt:nlo pigiali come acciu gne nel barile. Quanto al materiale, era uno spreco, una distrnzionc. I marinai inglesi , ansiosi di sbrigarsi, mellevano giù tutto alla rinfusa, senza badare alle raccomandazio ni dei nostri commissari, spesso senza neanche la loro presenza. E questi commissari intelligenti e diligenti, ma lenti, metodid , avvezzi alla routine, non mai trovatisi in simili frangenti , non sapevano da che parte voltarsi. E mentre essi piangevano su llo spreco dei viveri, gli ufficiali piangevano sulle rovine dei cavalli; mentre sulle calate del porto la roba si guastava ammucchiala ed esposta alla pioggia, i soldati del campo di Karani mancavano di viveri, perchè non si"avevano mezzi cli trasporto. Le lettere dei commissari , in quel tempo, sono piene di lagnanze contro gli inglesi; quelle dei comandanti cli truppa, sono piene cli lagnanze contro i comnùssari. Naturalissima l'una cosa e l'altra I... ) Due cose colpivano vivamente l' udito e l'olfatto di coloro che si stabilivano nell'accampamento di Karani : un vivo cannoneggiamento, che era diventato la sveglia mattutina [ .. . ) e un fetore na useabondo, che proveniva dai miasmi esaltati dalla numerosa popolazione di nùgliaia e migliaia d' uomini agglom erati su una stretta zona cli terreno, ove viveva e moriva da più mesi per effetto del fuoco , del tifo , dello scorbuto e del colera."
Per i magazzini e i Comandi, il La Marmora si fa cedere dagli inglesi un gruppo di baracche nella zona del porto, ove vengono sistemati il quar-
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C . MANFREDI , Op. cit., p . 115.
24
IVI , pp. 68-70.
IX - C RIMEA: CRONOLOGIA E LINEAMENTI G ENERALI
453
tier generale principale, gli uffici dell'Intendenza, un magazzino viveri, un magazzino foraggi, il personale e il materiale del treno e un ospedale di 300 letti; le truppe invece, data la stagione, sono attendate. Nonostante le difficoltà gli sbarchi si susseguono per tutto il mese di maggio, e il 5 giugno la forza del corpo di spedizione già tocca i 15.000 uomini, con 2 .246 cavalli, 364 bestie da soma e 323 carri. 25 Per meglio regolare le operazioni di sbarco delle truppe e dei materiali e di reimbarco di ammalati e convalescenti che sono trasferiti a Jeni-Koi, e per mantenere la disciplina delle truppe piemontesi di stanza nel porto di Balaclava, è costituito il 13 giugno in Balaclava stessa un "Comando di piazza", retto dal maggiore di artiglieria Marabotto, che deve dirigere i movimenti di concerto con il comandante inglese. Oltre al Comando di piazza, vengono costituiti il 21 giugno due "Comandi di Porto Marittimo in Oriente" 26 , alle dirette dipendenze del comandante in capo, ma tenuti ad eseguire gli ordini che sono loro direttamente impartiti dal Ministero della marina. I due Comandi hanno sede in Balaclava e Costantinopoli e possono anche trasferirsi in altri porti, su ordine del comandante in capo e dandone avviso al Ministero della marina. Il loro compito è di sorvegliare e dirigere i capitani dei bastimenti noleggiati, mantenere l'ordine, e la disciplina tra i medesimi, e provvedere di concerto con l'amministrazione militare agl'imbarchi e sbarchi occorrenti, ed a tulle le altre esigenze di servizio relative ai porli.
Nonostante questi provvedimenti, per tutto il mese di giugno la crisi logistica continua. li 16 giugno La Marmora scrive al Ministero che è necessario, per abbreviare i tempi, rinunciare all'idea di costituire depositi di rifornimenti a Costantinopoli, dove si può unicamente raccogliere quanto s'incetta sul posto, e avviare tutto a Balaclava, perchè mentre il Governo, con sacrifici immensi, giunse a raccogliere vettovaglie per il nostro corpo e ce le spedì , noi qui ci troviamo mancanti dei generi più indispcnsabili. 27
La causa principale è la penuria di mezzi di trasporto, via mare da Costantinopoli alla Crimea, e via terra da Balaclava alla zona d'accampamento. La Marmara invoca rimorchiatori e mezzi di trasporto marittimo, e il 19 giugno ripete la richiesta di rimorchiatori, perchè
25
IVI , p . 11 8.
26
G. M. 1855, parte 1, p. 1358.
27
C. MANFREDI, Op. cit. , p . 127 .
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LA LOGISTI CA DI!LL' ESERCITO - VOI.. I
le nostre derrate si guastano nella navi e noi manchiamo di tutto. Insito perc hè si tratta della salute e della vita del corpo affidatomi."'
Ai più bassi livelli, il quadro che viene tracciato di questo periodo di crisi da persona degna della massima fede è ancor più fosco e particolareggiato. Scrive infatti nel suo Giornale in data 26 giugno l'allora maggiore del genio Raffaele Cadorna: mi duole di dover biasimare l'amministrazione della nostra armata: tanto minuta, meticolosa, pedante in pace e sì poco curante in guerra. I primi bisogni sono dimenticati; non bianchetto per la pulizia delle buffetterie, non manteca per giberne e zaini, non olio per fucili, non grasso e lucido per scarpe, non utensili nè materiali da calzolaio e sarto , salvo il cuoio giunto or ora. Dovere dipendere ad ogni trailo da inglesi e francesi per commestibili, con poco decoro e dignità del paese; oggi abbondanza e scialacquio di generi, domani penuria; non locali in siti opportuni e baracche ben distribuite per conservazione e regolari distribuzioni; viene un temporale e tutto è a soqquadro e guasto: botti di rhum date per vino, furti e sottrazioni che accadono impuneamente; olio da abbruciare travasato con olio da tavola; contratto di riso coi francesi, in cui esiste il tarlo, si che mondandolo con tre secchi se ne fa uno; le armi di chi entra in ospedale alla rinfusa, confuse di ogni corpo, con 7.aini , cartucce, buffetterie, dimodochè all ' uscire è un caos, e chi esce sen7.a, chi con oggetti cambiati, deteriorati, massime le armi."
La situazione comincia a migliorare già al 30 giugno, con l'arrivo dal Piemonte di un grande convoglio di rifornimento di viveri, foraggi e materiali di ogni genere spedito in risposta alle pressanti sollecitazioni, e lo stesso La Marmara il 30 giugno già riconosce che la situazione è migliorata. Viveri ne abbiano ora in porto e fuori ; ma è diffici le scaricarli per il molto ingombro e per il grande lavoro degli inglesi per conto proprio. Però l'essenziale è che la roba ci sia. Spero poter preparare tra pochi giorni un posto spazioso per lo scarico delle nostre navi e per far depositi a terra ... "'.
Anche il Comissetti registra che il 17 giugno, data della prima azione di guerra (ricognizione per la valle dello Scioulou), le "fasi più stringenti e difficili" dell'epidemia sono ormai superate, gli attacchi colerosi tendono a trasformarsi in forme più benigne, e la stessa ricognizione ha tonificato
28
JBll)EM
29
L. CADORNA, Op. cit., p. 60.
30
C. MANFREDl, Op. c1t. , p. 129.
IX - CRIMP.A : CRONOLOGIA E LINEAMENTI GENERALI
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il morale e sollevate le truppe dalla prostrazione nella quale le aveva gettate l'inazione e "la quieta contemplazione delle nostre sciagure"_ Da allora, il miglioramento è sensibile e continuo: gli è a datare da quest'epoca che i servizi amministrativi e sanitari cominciarono a funzionare con quell'ordine e regolarilà che in processo di tempo banno attirato l'attenzione e meritati gli elogi dei nostri alleati. Le sussistenze come gli ospedali avevano preso uno sviluppo proporzionato ai bisogni , si ebbe in breve la consolazione di vedere poco a poco subentrare ai frequenti richiami la generale soddisfazione, siehè il soldato potè ben prcslo avvedersi di quali e quanto sollecitudini egli fosse oggetto per parte del governo il quale, ben interpretando i voti del paese, trovò mezzo colla sua provvidenza di far scomparire l'aridità del paese non solo, ma di cancellare dalla memoria fin anche il ricordo delle passate sciagure. "
Anche dalle memorie di Genova di Revel, altrove assai critico, si registra un miglioramento generale, che prosegue fino al termine della campagna: le non molte occasioni di impiego bellico delle truppe, come la battaglia della Cernaia, non provocano riflessi di rilievo in campo logistico, e anzi mettono in luce un funzionamento complessivamente positivo dei vari Servizi, a cominciare da quello sanitario. Degna di particolare attenzione, perchè per la prima volta compare il concetto della ripartizione e dello scaglionamento in profondità di dotazioni esattamente prefissate, è l'Istruzione per lo stabilimento dei magazzini vestiario, arredamento e oggetti d'ospedale ecc. presso l'Armata d'Oriente emanata in data 21 giugno 1855,32 evidentemente in previsione dell'arrivo in Crimea della grossa spedizione di materiali alla quale si è fatto cenno_ I materiali sono suddivisi in "oggetti di I a e 2a linea" . Sono oggetti di 1a linea quelli che servono ai bisogni giornalieri delle truppe e devono seguire in tutti i suoi movimenti il corpo di spedizione, rimanendo però accentrati presso l' Intendenza generale. Gli oggetti di 2 3 linea, invece, sono custoditi presso magazzini e depositi fissi più arretrati e più distanti dalle truppe. Il magazzino di I a linea può rifornirsi sul magazzino di 2a linea, oppure direttamente ai magazzini dello Stato, previa richiesta diretta al Ministero della guerra. Il magazzino di 2" linea, a sua volta, mantiene a numero le sue dotazioni ogni qual volta che le distribuzioni effettuate lo rendono necessario, compilando una dettagliata richiesta ove oltre al numero e tipo dei materiali deve essere indicato il corpo al quale sono destinati, in modo che nella spedizione se ne tenga conto.
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A . COMISSETII, Op. cit., p. 33.
32
G.M. 1855, parte I , pp. 1389 1392.
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I.A LOGISTICA OEU.'ESERCTTO -
VOL. I
Le richieste del magazzino di 2a linea sono trasmesse all'Intendente generale d'armata, il quale dopo averle vistate le trasmette al Ministero della guerra. Da questi ultimi vengono emanati gli ordini necessari al magazzino merci centrale di Torino, che provvede alle spedizione al magazzino di transito di Genova. Una procedura assai lenta e macchinosa, alla quale si cerca di ovviare almeno in parte disponendo che in caso d'urgenza, l' ufficiale d'fntendenza militare incaricalo dalla direzione d,el magazzino di 2• linea, potrà trasmettere direllamenle le richieste al Ministero della guerra, accompagnandole però da una circostanziata relazione in cui siano dimostrate cause per cui non poté adempire all'obbligo imposto dal precedente ordine. Sarà però il medesimo tenuto d'informare il più sollecitamente possibile l' Intendenza generale d'armata delle richieste
passate direttamente al Ministero, unendovi copia delle medesime.
In tal modo le esigenze della burocrazia, con la "circostanziata relazione" sono salve. Gli oggetti costituenti le dotazioni di magazzino di I a e 2• linea sono def'initi in due specchi (n° I e n° 2)33 , dei quali il n ° I si riferisce ad "oggetti di corredo, arredamento, accampamento e simili", e il n° 2 al "Materiale e generi medicinali". Li riportiamo nel DOCUMENTO 10, perchè essi forniscono a chi vi abbia interesse una panoramica completa dei materiali dei vari Servizi dell' epoca, compresi tutti i tipi di medicinali allora in uso nell'armata sarda. Da essi risulta che la ripartizione degli oggetti è ancora riferita, più che alla qualità, alla quantità dei generi. Non esistono, cioè, materiali tipici delle dotazioni di J" linea e altri disponibili solo nel magazzino di 2 a linea. In tal modo, quest' ultimo risulta solo il più pesante dei due, perchè è formato di una maggior quantità degli stessi generi. Un altro evento di rilievo nel periodo è la nomina ad Intendente generale (avvenuta il 10 agosto 1855) del maggiore di artiglieria Della Rovere, che su proposta dello stesso La Marmara sostituisce il generale De Cravero, inviato a comandare la brigata di riserva. Si è già visto che il De Cravero era stato spesso oggetto di critiche più o meno fondate; non si comprende pertanto il motivo di questa ritardata sostituzione, proprio quando il peggio era passato e i Servizi, come da tutti riconosciuto, erano avviati ad un soddisfacente funzionamento. Almeno in parte criticabile, pertanto, il giudizio del Manfredi, che così commenta il provvedimento:
33
IVI, pp. 1397-1427.
JX - CRIM EA: CRO NOLOGIA E LI NEAMENTI GENEl<.ALI
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ne risultarono due benefici: la brigata di riserva e bbe il suo titolare e i servizi amministrativi andarono meglio. Giustizia vuole però che si noti che, quando il Della Rovere entrò in carica, le difficoltà erano molto minori di quando vi entrò il De Cravcro 34 •
Altra modifica di rilievo, resa necessaria dall' accoglimento della proposta del La Marmara di non scaricare più le navi a Costantinopoli ma di avviarle direttamente dal Piemonte a Balaclava, è il cambiamento di sede dell'Intendenza generale, che con la nomina del Della Rovere si stabilisce in Crimea e non più in Costantinopoli, come era stato fino ad allora. A Costantinopoli rimane solo un centro amministrativo, affidato a un funzionario dell'Intendenza alle dipendenze dell'Intendente generale. Si tratta per altro di una modifica - afferma il Manfredi - caldeggiata dal Ministro fin dal principio35 , il che rende legittimo chiedersi perchè, allora, il Ministro stesso non abbia provveduto d'autorità, e subito. Sempre secondo il Manfredi, con la gestione Della Rovere scompare anche un altro inconveniente verificatosi nei primi tempi, che dà luogo a reciproche a ttribuzioni della responsabilità dei disguidi tra truppe opera nti in Crimea c il Ministero a Torino: accadeva talvolta che le stesse cose richieste a Torino si acquistassero poco dopo, e a caro prezzo, in Costantinopoli; sicchè al quartier generale giungevano contemporaneamente le robe richieste e l'annunzio di un secondo acquisto delle medesime."
Ciò era dovuto alla mancanza di collegamenti rapidi e di affiatamento e coordinamento tra uffici competenti a Torino, in Crimea e a Costantinopoli, e alla tendenza del quartier generale in Crimea a rivolgersi, specie nei primi tempi, sia a Torino (Ministero) sia a Costantinopoli (Intendenza generale), in modo da avere maggiori probabilità di ottenere comunque presto e bene i rifornimenti così desiderati e così necessari, che tardavano a d arrivare con grande disagio delle truppe. In ultima analisi, al di là di fattori di base oggettivamente sfavorevoli anche questo è un ennesimo riflesso delle non chiare attribuzioni in campo logistico dei vari organi direttivi e di comando, tali da rendere difficilmente evitabili specie in caso di difficoltà e in situazioni particolari come questa i conflitti e i palleggi di responsabilità, conflitti tanto più facili quando non viene osservato - come era avvenuto in Crimea fino ad agosto - il principio basilare di qualsiasi tipo di cooperazione, cioè la convivenza anche fisica dei capi responsabili e dei loro organi.
34 35 36
C . MANFREDI, Op. cit., p. 133. IVI , p. 135. IVI , p . 134.
458
IX - CRIMEA: CRONOLOGIA E LINEAMENTI GENERALI
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F!G_ 34 - Pianla generale delle installazioni logistiche nella zona di Balaclava (Guerra di Crimea 1855-56) (Ricordo pitLorico miliLare della spedizione sarda in Orienle, a cura del Comando Corpo SM - 1857)
I LA LOGI STI CA DELL'ESERCITO_ - VOL. _
-l4r.J!J!I.
Il
459
.
CAPITOLO X GUERRA DI CRIMEA (1855-1856): I SERVIZI DI SANITÀ, VETERINARIO E DI COMMISSARIATO, PERNI DEL SISTEMA LOGISTICO
1 Servizi di sanità e veterinario (vds. Fig. 35 e 36). Dopo aver tracciato un quadro generale dei caratteri logistici - del tutto particolari - della campagna di Crimea, condurremo ora una rapida analisi di taluni aspetti dei singoli Servizi, soffermandoci particolarmente sulla sanità, sul vettovagliamento e sui trasporti, per poi pervenire a qualche conclusione di carattere generale. Per le reciproche connessioni, i Servizi di sanità e commissariato formano praticamente un tutto unico, intorno al quale ruota non solo il sistema logistico, ma anche l'intera organizzazione del corpo di spedizione piemontese, che specie in questi settori deve affrontare, in ristretti limiti di tempo, problemi nuovi. Personale e materiale di sanità sono fissati nel dettaglio fin dall'inizio e in maniera chiara cd esauriente. Nello specchio XVIII allegato al cita to R. D. in data 31 marzo 1855 1 è riassunto l'impiego previsto per tutto il personale sanitario. In totale si tratta di 1 medico maggiore direttore in 2a, 1 medico capo, 10 medici divisionali, 35 medici di reggimento, 105 medici di battaglione, 21 farmacisti (di 18, 2a, e 3a classe), 17 ufficiali subalterni, 28 furieri e sergenti, 29 caporali, 286 infermieri, 2 arrotini (evidentemente per i ferri chirurgici), 39 soldati assimilabili a aiutanti di sanità (di cui 24 "esercenti la flebotomia" e 15 "esercenti la farmacia"), 40 suore di carità e 6 cappellani. Le strutture di prevista costituzione al livello superiore a quello di corpo sono un ospedale temporaneo di 500 letti, "presso l'Esercito" (a Costantinopoli), due altri da 300 e uno da 100 (sul luogo di impiego del corpo di spedizione), più un "ospedale generale di 500 letti presso i Depositi" (quelli generali del corpo di spedizione) a Balaclava. Il personale proveniente dalla compagnia infermieri militari (subalterni , infermieri ecc.) è addetto agli ospedali militari, al quartier generale principale e ai due quartieri generali di divisione, evidentemente come riserva. li maggiore direttore in 2a dirige l'ospedale generale presso i depositi, gli altri tre ospedali da 500 e 300 letti sono diretti da 3 medici di 2a classe, mentre un medico di reggimento dirige quello da 100 letti. Presso i quartieri generali (principale e di divisione) si trovano il medico in capo e una parte dei medici divisionali, di reggimento e di battaglione. Il materiale sanitario da portare al seguito (calcolato per un consumo di tre mesi, ivi compresi i viveri di riserva per ospedali) è stabilito dal Ministero con l' Elenco Generale del Materiale necessario per servizio delle Ambulanze, e degli Speda/i temporanei e generali, non che per la Veterinaria al seguito del Corpo d'Armata di Spedizione in Oriente1, dal quale risultano anche le dotazioni di medicinali per un ' infermeria di 300 cavalli.
I
G.M. 1855, parte I, pp. 555-557.
2
G.M. 1855, parte Il , pp. 1429-1523.
462
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO -
VOL . I
In totale si hanno 4 ''ambulanze divisionali composte", 31 ambulanze reggimentali, 31 zaini di ambulanza di fanteria, IO "coppie saccocce d'ambulanza di cavalleria", 16 carri per trasporto malati trainati da 4 cavalli, 30 "cacolets" a dorso di mulo a "litières", 70 "cacolets a dorso di mulo a seggiola" Oe "cacolets" sono me~ per trasportare i feriti a dorso di mulo; o sdraiati - "litières" o seduti - a seggiola); infine, 61 "barelle piegate nodate" (cioè barelle pieghevoli). Vi sono tre tipi di ambulanze divisionali (che conservano la fisionomia intermedia, già sottolineata per il 1848-1"849, tra gli attuali posti medicazione e ospedale da campo): una (di riserva agli ospedali generali presso i depositi) composta di 5 carri a cassone con 4 cavalli, una (presso il quartier generale del corpo di spedizione) composta da 2 carri a cassone a 4 cavalli e da 12 coppie di cofani a dorso di mulo, due (presso i quartier generali delle divisioni) composte solo da 12 coppie di cofani a dorso di mulo, che vengono denominate "Ambulanze divisionali volanti". Le ambulanze reggimentali (delle quali 4 si trovano di riserva all'ospedale generale presso i depositi e le altre al livello di battaglione fanteria e bersaglieri) sono composte ciascuna da una coppia <li cofani a dorso di mulo, e dispongono inoltre di I zaino d ' ambulanza di fanteria, 1 barella pieghevole e 1 mulo. Il reggimento di cavalleria ha una "coppia saccocce d'Ambulanza di cavalleria" per ciascuno dei 5 squadroni. li materiale delle ambulanze è composto da strumenti chirurgici, medicinali, oggetti per le medicazioni , apparecchi per fratturati, e anche attrezzi per la preparazione e distribuzione degli alimenti per gli ammalati e il personale sanitario. Nelle ambulanze divisionali, il materiale è suddiviso in cassoni montati sui carri, dei quali ve ne sono di quattro tipi: carro con cassone leggero, carro con cassone ordinario, carro con cassone magazzino, carro con cassone riserva. L'ambulanza divisionale a 5 carri, di riserva presso gli ospedali generali, comprende 1 carro leggero, 1 ordinario, 2 magazzino e 1 riserva; le 2 ambulanze a 2 carri presso il quartier generale delle divisioni ne comprendono ciascuna uno leggero e uno di riserva. Ogni cassone è diviso in IO compartimenti, oltre a una cassa sul davanti; i compartimenti, cominciando dal carro leggero, sono indicati con un numero progressivo da I a 40, visti che i tipi di carro sono 4. Il carro leggero, ad esempio, trasporta Kg 312 di materiale sanitario, tra i quali apparecchi di medicazione in legno, liste di cartone assortite per fratture, cassetta ferri di chirurgia per amputazione, cassetta coltelli di ricambio, 4 siringhe per iniezione, 2 barelle, medicinali vari, bendaggi, attrezzi vari, necessario per scrivere, candele, zolfanelli, asciugamani e grembiuli. Il carro ordinario n. 2 trasporta gli stessi materiali del carro n. 1 (per un totale di Kg 563), con in più sacchi da viveri e materiali per confezione rancio e per consumare il rancio, vasi da notte, e, in genere, il materiale per un piccolo ospedale, compresa una maggiore quantità e qualità di medicinali. Il carro magazzino n. 3 e il carro n. 4 di riserva, come dice il nome stesso, costituiscono
X - C RIMEA: SERV1 7.I SANlTA, VETERINARIO E COMMJS.<;ARIATO
463
un volano di materiale sanitario, e contengono gli stessi oggetti dei primi due, più alcuni tipi di materiale considerato di uso meno frequente (come bascule per dispensa, coperte di lana). L'ambulanza divisionale "volante" presso ciascuno dei due quartieri generali di divisione, composta di 12 coppie di cofani portati da altrettanti muli, è stata costituita alleggerendo quelle dei livelli superiori, stante le accidentalità - del suolo sul quale deve farsi la guerra, e la mancanza di strade carreggiabili, (in modo che l' ambulanza risulta) modificata per guisa da poter tener dietro all'armata in qualsiasi località, e soddisfare e qualsiasi esigenze.
Il materiale è più o meno lo stesso delle ambulanze divisionali più pesanti: la prima coppia di cofani comprende (oltre a bendaggi vari, medicinali, carta per scrivere, compresse assortite, candele, aghi per cucire, asciugatoi e grembiuli per medici) anche " una cassetta d'amputazione" e una " borsa compita per estrazione denti", e matasse di filo per legatura arterie. Le altre coppie, oltre a medicinali, bende ecc. anche cateteri, un'altra " cassetta d'amputazione a doppio fondo di Chanier", cartoni preparati per coscie e gambe fratturate, materiale da cucina e per il rancio e utensili vari, lenzuola e coperte di la na. L' ambulanza reggimentale (2 cofani con 1 mulo) opera, come si è visto, a livello battaglione, e ha la possibilità di effettuare 176 "medicazioni ordinarie" e 24 speciali, per un totale di 200 medicazioni e 50 Kg di materiale sanitario. Anche a questo livello sono disponibili I cassetta d'amputazione e I borsa completa per l'estrazione denti, 3 siringhe, compresse varie, medicinali, bendaggi, necessario per scrivere, candele, asciugatoi e grembiuli, più una "lettiga piegata a nodi". Lo "zaino d'ambulanza di fanteria", disponibile anch'esso al livello di battaglione, contiene una "busta ossia astuccio di strumenti chirurgici" e, persino a questo livello, carta per scrivere, l siringa, le solite bende, cerotti, I bacinella di latta e 1 gavetta di latta con bottiglia e bicchiere pure di latta: in totale, 8 Kg. di medicinali vari e attrezzature. Le caratteristiche delle ambulanze reggimentali sono definite nell' introduzione al precitato elenco di materiali di una grandissima utilità, mentre possono seguitare in qualsia~i località la colonna cui sono addette, segnatamente nei luoghi montuosi, ove per mancanza di strade carreggiabili non potrebbero andarvi i carri . TI materiale eh' esse contengono è identico a quello dei carri a cassone leggeri, ma in quantità molto minore" .
Per il trasporto feriti, i 16 carri disponibili sono ripartiti in numero di 4 presso ciascuno dei 3 quartieri generali (del corpo di spedizione e delle 2 divisioni), più 4 di riserva. Tenendo conto che i 16 carri trasportano ciascuno un massimo di 4 feriti o malati, in totale la capacità di trasporto feriti complessiva è di 164, di cui 70 con cacolets a seggiola, 64 con i carri, 30 con cacolets a litières. I criteri adottati sono così esposti:
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LA L()()ISTIC A DELL'ESERC ITO - VOL. I
per il trasporto dei feriti, quantunque siasi fatta l'a5segnazionc ai Quartieri Generali del Corpo d ' Armala di alcuni carri di nuovo modello, i quali sono interamente provvisti di lunghi sedili mobili, che possono all'occorrenza venir convertili in un ampio e comodo letto capace di tre, o qua!lro malati; avuto riguardo però che non sempre riesce fattibile, stante l'ineguaglianza del suolo, ed il difetto di strade carreggiabili di potersi valere dei detti carri sul campo di battaglia, si è addivenuti alla provvista di seggiole, e di lettiere (caco lels) modello francese, già in uso con grande vantaggio presso le Armate alleate. Questi mezzi di trasporto, di costruzione assai ingegnosa, e di una grandissima utilità, sono portati a dorsò di mulo, ed il ferito può starvi sopra seduto, oppure agiatamente coricato e steso, e percorrere così grandi distanze per luoghi mancanti di strade carreggiabili, senza risentirne il minimo incomodo.
Le modalità per lo sgombero dei feriti e per lo scaglionamento in profondità degli organi esecutivi non subiscono varianti di rilievo. Viene comunque emanata, per migliorare le conoscenze pratiche del personale, una Istruzione concernente il servizio degl'lnfermieri militari in campagna, compilata dal dott. P .A. Solaro, medico di battaglione, su incarico del Ministero. 3 L'Istruzione si suddivide in due parti: servizio di ambulanza c servizio di campo. Nella prima parte si forniscono notizie sul materiale e sua ripartizione, sulle ambulanze, sui veicoli per trasporto malati. Nella seconda parte, si descrivono arterie e vene e si indicano i primi soccorsi da prestare a un ferito, le precauzioni da usare per trasporto feriti, le principali fasciature da praticare. Volumetto pregevole, che verrà ristampato nel 1860 e farà ancora testo per diversi anni. Sulla base dell'organizzazione generale del Servizio prima delineata e dell'esame dei materiali, si può formulare un primo giudizio, che non può essere che positivo: rispetto al 1848-1849 si ha maggiore disponibilità di materiali e mezzi di trasporto al livello di battaglione, ove addirittura è disponibile un'attrezzatura elementare (strumenti chirurgici) per la prima cura ai feriti, dando all'ambulanza di battaglione un grado e un livello di autonomia forse superiore a quello attuale, visto che presso i posti medicazione, come si è visto, non è oggi possibile la cura dei feriti. Le disponibilità dei materiali vari sono più che sufficienti, e va notata la provenienza francese delle principali attrezzature per la cura e il trasporto, segno che ci si era preoccupati di sfruttare la esperienza acquisita presso altri eserciti e, al tempo stesso, che il servizio piemontese in questo settore era allineato sullo stesso "standard" di quello dell'esercito-guida del tempo.
3
TORINO, F0DRATI1 1855.
X - CRIMEA: SERVIZI SANITÀ, VETERINARIO E COMM ISSARIATO
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Le uniche perplessità nascono dalla disponibilità di mezzi di trasporto, disponibilità migliorata per numero e qualità ma non ancora tale da consentire al livello di reggimento di disporre di un volano per esigenze impreviste. Va inoltre tenuto conto che la lentezza dei trasporti con quadrupedi rendeva ciascuno di questi ultimi indisponibile per ore, prima di poter essere reimpiegato dopo ogni viaggio di sgombero sugli ospedali. È, questo, un secolare punctum dolens, destinato a cessare solo con il trasporto automobilistico. Un'altra perplessità nasce dal fatto che, visto che l'Istruzione è datata giugno 1855, quando cioè era avvenuto lo sbarco, non risultano essere stati accantonati materiali e medicinali speciali per fronteggiare l'epidemia dicolera che si sapeva già in atto nelle truppe anglo-francesi. Gli specchi dettagliati allegati all'Istruzione sembrano riferirsi solo un esercito che genericamente entra in campagna, senza particolari problemi che non siano quelli delle lunghe distanze, e senza che si tenga conto delle esigenze della specifica situazione (colera) da affrontare. Rimane, ora, da esaminare come questa struttura di base regge la prova della campagna. Si può sinteticamente dire: benissimo nei combattimenti, peraltro complessivamente non molto numerosi e non molto cruenti; meno bene, anche per fattori imprevisti non strettamente attinenti al funzionamento del Servizio, quando si è trattato di fronteggiare il colera, esigenza eccezionale la cui portata, risulta già da sola, senza bisogno di sottolineature, dallo specchio allegato (DOCUMENTO i 1), tratto dall'opera del Comissetti. Lo stesso Comissetti, il Manfredi e il Genova di Revel forniscono con dovizia di particolari l'immagine delle difficoltà provocate dallo scatenarsi dell'epidemia, i cui primi segni si avvertono quando ancora le navi devono sbarcare in Crimea. Daremo, qui di seguito, sono un breve riassunto dei problemi più salienti affrontati nei mesi di maggio e giugno. È prima cura dell'Intendente De Cravero impiantare a Jeni-Koi presso Costantinopoli un ospedale generale di 500 letti, in I O baracche di 50 letti il cui materiale sanitario era giunto fin dal 22 aprile, insieme con il personale addetto. Ma il problema vero e unico, e più urgente, è la creazione di strutture sanitarie in Crimea. Così, infatti , il Comissetti descrive la situazione sanitaria delle truppe allo sbarco del 14 maggio:
2
Incongrua alimentazione da circa un mese, compresa la durata del viaggio. Presenza nelle truppe del germe coleroso, chiarita dalla rninifestazione <lei falli più sopra citati.
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I.A LOGISTICA UEl.l.'ESERClTO -
3 4
VOI.. I
Perdita del Croesus con i viveri, cd i materiali di stabilimento. Discesa in una regione che per le sue influenze miasmatiche e per la mancan7_.a del più necessario alla vita aveva acquistato assai lontano una fatale rinomanza.4
I primi ammalati di colera sono ricoverati nei lazzaretti inglesi. Gli al-
tri, nell'ospedale temporaneo organizzato in baracche a Balaclava. Subito dopo lo sbarco, il 17 maggio, sono eman~te Norme per provvedere al ricovero dei malati e ferit,-s. Entro le 17 di ogni giorno ogni corpo segnala al commissario di guerra addetto il numero di feriti e malati che non riescono a raggiungere a piedi l'ospedale di Balaclava. Le situazioni vengono riepilogate dal commissario capo servizio e spedite non più tardi delle 20 all' Intendenza, che predispone i carri o le lettighe. " Di buonissima ora" il giorno dopo, dopo aver caricato gli ammalati presso i vari corpi, viene formato un unico convoglio, accompagnato dal numero ritenuto di volta in volta necessario di medici e infermieri. Una procedura troppo accentrata, burocratica e macchinosa, che non assicura certo la tempestività degli sgomberi, anche se si consente che, in circostanze straordinarie, i malati possono essere avviati dai commissari in qual unque ora del giorno agli ospedali, con i mezzi che potranno essere utilizzati sul momento. Anche in questo caso, dunque, non si rinuncia alla supervisione dei commissari di reggimento. Con circolare n. 41 in data 21 maggio6, "onde non ingombrare di soverchio lo spedale temporaneo istituitesi presso il quartier generale principale, il quale non è per anco provvisto delle necessaria dotazione", si modificano le precedenti disposizioni, e si istituisce sotto tenda un'infermeria per ciascun reggimento per curarvi i malati più leggeri. " I pochi medicinali che possano occorrere" saranno quelli dei cofani d ' ambulan:ta delle infermerie reggimentali. Le tende - non disponibili in ambito reggimento - sono fornite dall'Intendenza. Si inizia con ogni possibile urgenza anche la costruzione di baracche per due altri ospedali, vicino al mare e perciò denominati "primo e secondo ospedale di Marina" . Tali ospedali, però, non entrano in funzione che il 13 luglio e il 1° agosto, quando già il morbo è in diminuzione. Per fronteggiare - intorno ai primi di giugno - la punta massima dei colerosi, non si
4
G.A. COMISSETTI, Op. cii., p . 20.
5
G.M. 1855, parte I, p . 1376.
6
IVI, p. 1377.
X - CRIMEA: SERVIZI SANITÀ, VETERINARIO E COMMISSARIATO
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può più contare sui lazzaretti inglesi, divenuti insufficienti, e si decide di sgomberare gli ammalati di altre malattie su Jeni-Koi (Costantinopoli), mentre i colerosi sono avviati a Balaclava, alquanto distante dalla zona d'accampamento in località Kamara. Si rende pertanto necessario costruire presso Kamara stessa in gran fretta un altro ospedale per colerosi, che calcolato in precedenza per soli I 00 letti, giunge a contenerne 800. Come sono curati i soldati ammalati di colera, tra i quali incontra la morte lo stesso fratello del generale La Marmara? Con rimedi piuttosto empirici e primitivi. Ce ne dà conto il Manfredi: norme preservative raccomandate dai medici e ordinale dal comando erano: poca fatica, fasce di lana al ventre, distribuzioni di vino e caffè. Ai colpili dal morbo si dava anzitutto acqua di riso e gocce di laudano; si spogliavano nudi e si strofinavano con panni di lana, si somministrava loro un forte cordiale di rhurn e di cognac, poi si portavano all'ospedale, dove guarivano se Dio voleva. Con Lutto lo zelo, i medici avevano poco a che farci. Il curioso poi si è che mentre i nostri medici curavano tutte le malattie con la dieta e diremmo qua.si con la fame, gli inglesi le curavano con le scorpacciate; o almeno facevano mangiare ai loro ammalati il più possibile' .
Le predisposizioni d'emergenza e l'impegno del personale non riuscirono, però, ad evitare la crisi, provocata - oltre che dalla mancanza di rimedi specifici, dall ' insalubrità della zona, e dalla cattiva alimentazione - anche da altri fattori. Afferma, infatti, il Comissetti: due cose hanno influito a r endere la nostra posizione veramente critica ed addolorante, la penuria d'utensili e di robe da letto, ed il sistema di attendamento per ospedali, cui nessuna umana provvidenza avrebbe potuto ovviare, a meno di spedire assai prima di noi artefici e legnami per confezionare baraccamenti' .
Il quadro tracciato dal Manfredi è di conseguenza assai crudo: molti ammalati giacevano su stuoie. Nè mancavano i letti soltanto: mancava tutto. Qualche volta anche i viveri adatti per infermi. Evidentemente, malgrado la buona volontà dei funzionari, la nostra amministrazione era stata sorpresa. La necessità della parsimonia aveva poi impedito di prendere larghi provvedimenti, per eventualità che si sperava di poter evitare•.
7
C. MANFREDI, Op. cit., pp. 110-111.
8
G.A. COM1SSE1TI , Op. cit., p. 31.
9
C. MANFREDI, Op. cit., p. 109.
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LA LOGIS J"JCA U E LL' ESERCITO -
VOI.. I
Il Manfredi riferisce anche le affermazioni di un testimone oculare nel('ospedale per colerosi di Ealaclava: si è impiantato un ospedale di tende presso Balaclava, ma si difetta del necessario, e più che luogo cli cura è considerato come luogo di agonia. I solda ti lo sanno e si rifiutano di andarvi. Qua.ndo sono colpiti dal colera, e il medico ne ordina l' invio all'ospedale, se ne hanno ancora la forza, fuggono dalle tende, si nascondono fra i crepacci delle r occe, nei cespugli, ove possono, cd accade qualche volta che cercando un ammalalo si trova un cadavere".
Non vi è dubbio che le impressioni e relazioni dei protagonisti, come sempre accade, in questi casi eccedono nella vivacità delle tinte: ma anche dalle lettere del La Marmora al Ministro emerge la difficile situazione. Egli infatti scrive il 7 giugno, nel pieno dell'epidemia: è una gran contrarietà questa epidemia nel nostro esordire, pcrchè ma ncano ancora molti dei materiali più indispensabili, e gli impiegali ed altri non hanno ancora acquistato quella pratica, quella energia, quella facilità cli trovar
ripieghi, che sono tanto necessarie in una contrada come questa, e durante un flagello come quello che gravita sopra di noi. Gli ospedali e i relativi servizi vanno migliorando alcun poco, ma lasciano moltissimo a desiderare; però io credo poter asserire che questa condizione di cose ~ipcndc dalla corcostanza particola re del momento in cui si sviluppò il morbo, e non c'è a mministrazione al mondo c he avrebbe potuto ovviarvi, presa all'improvviso come noi fummo. "
In data 12 giugno, il La Marmora descrive i provvedimenti d'emergenza (approvvigionamento di "tentes magasins" doppie, fatta apposta per ospedali che assicura più confortevoli delle baracche; costruzione "con fascinoni e tavole" dei letti). Egli lamenta però la mancanza di infermieri, ai quali si è supplito comandando a turno un intero battaglione presso gli ospedali. Alla mancanza di medicinali si è supplito ricorrendo all'ospedale inglese, e dall'amministrazione francese il La Marmara riferisce invece di aver ottenuto 10000 fasce di lana (panciotti), per prevenire i nocivi effetti della forte escursione termica tra giorno e notte. Finalmente il 16 giugno il La Marrnora nota con soddisfazione un miglioramento, pur osservando che "è opera penosa e difficile" provvedere
IO
IVI , p. 111.
11
lVl ,p. 115.
X - CRIMEA: SERVIZI SANITÀ, VETE RI NARIO E COMMISSARIATO
469
ai 1200 ammalati che ancora si hanno, con personale e materiale per 700. In quanto al rendimento del personale dei Servizi nell'evenienza, così egli lo giudica: il personale dell'Intendenza militare ebbe a soffrire in proporzioni molto maggiori di lutti gli altri. Colpi sì replicati e tristi non potevano a meno di agire sul personale medesimo, col diminuirne il numero in un momento in c ui ne sarebbe stato maggiore il bisogno e cll'inlluire non poco sul morale dei rimanenti. Debbo soggiungere però che, riavutosi tosto dell'abbattimento, essi s'impegnarono c si impegnano molto in questi giorni per alleviare i danni dell'epidemia, e mancherei a me stesso se non dicessi che non sono inferiori ad altri nel disimpegno delle loro funzioni. Per far fronte all'imperversare del morbo si dovettero applicare agli ospedali i medici e gli infermieri dei qua rtieri generali, delle ambulanze ed anche alcuni medici di battaglione dei reggimenti. Ma tale stato di cose non poteva durare, perchè in tal modo il corpo non avrebbe potuto muoversi. Verificandosi ora qualche diminuzione nell'infermità, ed avendo anche vari personali presso maggior pratica nel servizio di questi ospedali temporanei, pensai a r iordinare tosto le ambulanze e a rimandare i medici ai loro corpi" .
Da metà giugno in poi non si verificano più, nel funzionamento del più delicato dei Servizi, inconvenienti di rilievo . Lo sgombero dei feriti nel fatto d'armi della Cernaia risulta tempestivo ed aderente e la situazione sanitaria viene mantenuta sotto controllo, anche se il Comissetti, nella sua opera, dà conto dei problemi creati dai numerosi casi di scorbuto e di tifo, e delle possibili cause che possono aver favorito la diffussione anche di queste malattie tutto sommato secondarie. Vanno comunque ricordate la circolare emanata dall' Intendente generale Della Rovere sulle norme igieniche da osservare prìma e durante la navigazione per il ritorno in Patria13 , e l'Istruzione pel ricovero e trattamento dei malati e dei convalescenti provenienti dal corpo di spedizione 1' , disposizioni ovviamente tendenti ad evitare il contagio delle malattie infettive in genere (non solo il colera, ma anche il tifo, le malattie veneree, la scabbia). Si riportano nel (DOCUMENTO 12) tali disposizioni, come indice delle misure di prevenzione adottate per evitare il diffondersi di epidemie, al tempo frequenti tra la truppa, anche in tempi normali. Osserviamo ancora, prima di chiudere l'esame del Servizio, che il Casarini a proposito della guerra di Crimea si diffonde in interessanti particola-
12
IVI, p . 11 7.
13
G.A. COMISSEITI, Op. cit., pp. 59-62.
14
G.M. 1855, Parte II , pp . 1819-1822.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO -
VOL. I
ri sull'organizzazione sanitaria dei franco-inglesi, mettendone in rilievo le lacune, ma sulle vicende sanitarie del corpo di spedizione piemontese appare piuttosto evasivo, e tende a fornire una immagine piuttosto edulcorata degli avvenimenti. A suo giudizio, infatti in mezzo a questa generale disorganizzazione, il piccolo esercito piemontese rifulse per la meravigliosa preparazione del servizio sanitario."
E quale esempio di "sapiente organizzazione" indica le baraccheospedale e le tende-ospedale costruite dai piemontesi a Balaclava, osservando che dopo tre quarti di secolo questi impianti possono reggere ancora al confronto con quelli fatti nelle ultime guerre.••
Sensibilmente diverso è il quadro che si può desumere dagli scritti prima citati, compresi quelli dello stesso La Marmora. Al corpo di spedizione sono assegnati anche gli strumenti, utensili e medicinali per la costituzione di un'infermeria per 300 cavalli (cioè per il 10% circa della forza in cavalli, percentuale più o meno analoga a quella dei posti letto negli ospedali per gli uomini). Sorprendente la quantità degli strumenti e dei medicinali in dotazione, elencata negli allegati L e M del citato elenco: fiamme, lancette, ben 4 tipi di bisturi (retti, curvi, convessi, col bottone), scalpelli, sonde e sondini, cauteri a coltello e a punta, spille per salassi, siringhe, aghi, forbici , pinze, "cassetta per operazioni del trapano", "cassetta con ferri per la veterinaria" ... più le attrezzature per la vita della infermeria (mangiatoie, carretta, secchi ecc.) e di mascalcia (fucina, tenaglie ecc.) Tra i medicinali, 5 tipi di tintura e 7 di unguento, 3 tipi di olio (di giusquiamo, di lino, di ricino), cerotti, e una lunga serie di medicamenti naturali e erbe medicinali: oppio, "papaveri - capi", manna, miele, lino, liquerizia, laudano, essenza di trementina, ammoniaca, camomilla, canfora, valeriana.. .. Le quantità maggiori sono di "papaveri-capi" (400 Kg), lino (80 Kg), "sai canale" (60 Kg), clorito di calce (40 Kg), miele (40 Kg). Emerge, dunque da questi elenchi sia il livello assai elevato raggiunto dalla veterinaria a metà secolo XlX, sia la grande cura per il cavallo, più che mai, in ogni occasione, prezioso e insostituibile strumento per il combattimento e le attività logistiche. In conclusione, le indubbie lacune che avevano causato una non buona condizione igienica tra la truppa e un elevato indice di mortalità specie
15
A. CASARINI, Op. cii., p . 450.
16
lvi, p. 453.
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tra i malati di colera, vanno rapportate più che altro alla situazione dei Servizi sanitari presso gli eserciti alleati, sui quali così si pronuncia lo studioso italiano Loris Premuda: si sa per cerlo comunque che quando iniziò la guerra di Crimea nessuna misura particolare era stata presa per il trasporlo degli ammalati e dei feriti, evidentemente il messaggio e i consigli fomiti relativi alla ripartizione e suddivisione dei ferili in piccoli ospedali distanti tra di loro non era stato ben recepito ed era stato addirittura dimenticato. Poichè a causa dell'impraticabilità delle strade, l'uso delle ambulanze con due persone coricate ed una seduta risultò impossibile, i francesi ricorsero ai cosiddetti cacolets (basto a spalliera), lettiere trainate da muli che ci ricordano gli usi del popolo abis-
sino. I francesi inviavano i feriti a Kamicsch e dopo diversi giorni li imbarcavano su velieri diretti a Costantinopoli. Ancor meno preparati risultavano gli inglesi i quali, non essendo in grado di utilizzare le ambulanze del generale Smith, ricorsero inizialmente al trasporto dei feriti in barella cd amache per poi imbarcarli dopo due giorni su navi a vapore. Si è trattato di esperienze estremamente negative tanto per i francesi (lo storiografo Richter ha fornito un quadro assai drammatico della situazione), quanto per gli inglesi. La promioscuità, la mancan za totale di norme sanitarie e di qualsiasi tipo di comfort causarono l'insorgenza di numerose malattie setticoigieniche quali per esempio cancrena, tifo [... ] e casi di colera. Fortunatamente sulla penisola di Crimea fu costruita una strada e - fatto di estrema importanza - a nch e una ferrovia fmo a Balaclava, situata sulla parte meridionale della penisola. Per la prima volta si ricorse all'uso di una ferrovia per il trasporlo di feriti, che vennero adagiati sul pavimento dei vagoni merci ricoperti di paglia. 17
Poichè anche e soprattutto per i Servizi sanitari il corpo di spedizione piemontese aveva preso a modello le soluzioni franco-inglesi e specie francesi, va riconosciuto che quanto realizzato in questo campo per le truppe di La Marmora durante la campagna non può dirsi certo ad un livello in feriore rispetto all'organizzazione degli alleati (e ancor più a quella dei russi nel campo opposto). Rimane, tuttavia, la grossa lacuna della mancata predisposizione in tempo utile, come sarebbe stato possibile, delle misure per fronteggiare le punte numeriche di ammalati provocate dal colera, nell'aprile 1855 già diffuso tra le truppe alleate.
17
Cfr. L. P REMU DA , Zur' Problemalik des Vervundelen - trasports im 19. Jahrhundert, in Vervundetentrasport gestern und heute, BERNARD e GRAEFE VERLAG.
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L A LOGIS l"ICA Dt::LL' l:.'it::RCITO -
VOL. I
Il vettovagliamento (vds. Fig. 37 e 38). All'inizio della campagna, non sfuggono l'importanza del vettovagliamento della truppa e il suo stretto rapporto con le condizioni igieniche e sanitarie specie in una campagna d'oltremare in condizioni climatiche avverse oltre che in zone prive di risorse locali, parametri questi destinati a far sentire la loro influenza e ad accrescere in gran misura le difficoltà. Af._ ferma, ad esempio, il Comissetti: la forza, la robustezza e la salute del soldato, dice il professore Freschi, dipendono principalmente da una buona e sufficiente alimentazione. "Bontà e sufficienza di alimenti, ecco i due termini entro cui sta circoscritta la prosperità <li un esercito. Fuori <li esse, robustezza e salute sono impossibili, quand'anche siano favorevoli tulle le altre condizioni , quand'anche siano accuratamente applicati gli altri precelli di i1,'Ìene'" '
A parte le condizioni particolari nelle quali si svolge, la campagna di Crimea impone, più che consigliare, l'adozione di una serie di provvedimenti intesi a migliorare le razioni, le dotazioni, gli utensili e la quantità e la qualità del personale addetto. Le razioni viveri e le dotazioni d'attrezzi per il rancio sono stabilite con l'Istruzione ministeriale relativa alle competenze varie in natura stabilite per le Truppe dalla Spedizione d 'Oriente in data 31 marzo 1855 19 • Le modalità per la confezione e distribuzione viveri sono fissate sia durante il viaggio a bordo delle navi che a terra. A bordo, gli ufficiali convivono aJla tavola del capitano secondo gli usi di bordo. L'Amministrazione militare rimborsa al capitano 3 franchi giornalieri. Per i sottufficiali e truppa si prevedono due possibilità: a) convivenza al rancio dei marinai, previo pagamento al capitano di Fr. I, I O a testa. In tal caso il vitto del marinaio si compone di: mattina: pane o galletta, e formaggio o acciughe; mezzogiorno: minestra, carne fresca o salata, e pane; cena: pane e un piatto di pesce secco o altro; b) confezione rancio in proprio, previa concessione da parte del capitano dell'uso della cucina e degli utensili, escluso il combustibile. In tal caso la razione è quella stessa del marinaio (da ritenersi - dati i tempi - varia ed in quantità più che sufficiente): oltre al pane bigio (735 gr)
18
G.A. COMISSETII, Op. cit., pp . 327-328.
19
U. M. 1855, parte I, pp. 735-753.
X - CRIMEA: SERVIZI SANITA , VETERINARIO E COMM ISSAR IATO
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e galletta (572 gr), anche vino nero (un terzo di litro), rhum o acquavite (4/ 100 di litro), gr 238 carne fresca, caffè, zucchero, formaggio, legumi, olio, sale, pepe, aceto, gr 53 riso o pasta bianca. La "razione viveri sul piede di guerra" risulta meno varia: gr 1000 di pane (di cui 250 per zuppa), gr 300 carne, gr 60 riso, gr 60 legumi, gr 17 sale, centilitri 25 di vino, gr 15 di lardo per condimento. Cosa rimarchevole, la razione è uguale per tutti, ufficiali compresi e al raffronto con quella di campagna in vigore dal 1833 (vds. capitolo IV) presenta notevoli miglioramenti quantitativi e qualitativi (più pane e più carne; sono previsti i legumi), anche se il vitto del marinaio risulta migliore. Sono possibili diverse sostituzioni (del pane con galletta, della carne fresca con bue salato o 240 gr di maiale; di legumi con riso o viceversa; di vino e lardo con 16 gr caffè e 21 gr di zucchero). È inoltre prevista, su ordine del generale in capo, la distribuzione straordinaria - in aggiunta alla razione ordinaria - di galletta, carne di bue o maiale salata, legumi secchi ("saranno distribuiti mediante una tavoletta a 40 piccoli scompartimenti a tre razioni caduna, e così in tutto la tavoletta è a 120 razioni"), formaggio, acquavite, tabacco (quest'ultimo genere, a pagamento da determinarsi). In tal modo, i moderni principi dell'elasticità della razione viveri, dell'integrazione vitto e dei generi di conforto trovano già una sostanziale applicazione. Va però notato che in relazione alle effettive e spesso carenti disponibilità sul posto dei generi, al clima, alle esigenze sanitarie, a eventi imprevisti come la perdita del Croesus, ecc., questa razione teorica di base subisce nel corso della campagna continui mutamenti, pur rimanendo sempre a un buon livello di quantità e qualità. Ad esempio, la razione viveri con circolare del 16 agosto viene migliorata aumentando lievamente pane o galletta, prevedendo riso (gr 80) e pasta (gr 30) a giorni alterni , e anche pepe, sale, caffè, zucchero e vino; solo la carne fresca diminuisce a gr 200. La carne fresca, con allra circolare in data 21 settembre, passa a 300 gr, e si prevede la distribuzione a giorni alterni di una maggiore quantità di riso e pasta ( 120 gr riso e 80 gr pasta). Con circolare in data 13 novembre 1855 la razione viene ancora modi ficata, prevedendo la distribuzione periodica di farina di granoturco, carne di bue salata e carne di maiale salata. In data 21 novembre si decide la distribuzione di "carne cotta in conserva" (gr 200 a testa, in scatole da 20 Kg), per due volte alla settimana. Si forniscono anche istruzioni sul modo di preparare tale tipo di carne: quando si voglia mangiarla calda, si potrà seguire il metodo seguente: vuotare il brodo di due o tre scatole in una marmitta da campagna, aggiungendovi una mezza scatola di acqua per ogni scatola di carne, far scaldare il
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO -
VOL. I
brodo finchè cominci a bollire; in tale momento si toglie la marmitta da fuoco, si mette dentro la carne in conserva e si lascia finchè sia ben calda. Per preparare poi la zuppa, il brodo viene utilizzato con il lardo"'.
Anche per consumare carne salata si forniscono istruzioni, con circolare ai comandanti: primieramente la carne debb'e&serc lavata e ripulita, raschiandone diligentemente il sale in ogni superficie, indi riposta ed immersa in un recipiente con acqua fresca dove starà per lo spazio di 12 ore, avvertendo però di ricambiare l'acqua tre volte in tale intervallo, dopo di che la carne stessa verrà messa a cuocere, nelle forme solite per la carne fresca, mediante il quale procedimento, non solo la carne riuscirà buona e nutritiva, ma anche il brodo potrà servire per qualunque minestra".
Gli ufficiali, a pagamento, possono acquistare a seconda delle disponibilità tutta una serie di generi di conforto in conserve alimentari, la cui vendita viene regolamentata con apposita circolare, Distribuzione di conserve
alimentarie, legumi compressi, formaggio, zuccaro, caffè ecc. e di tabacchi22 • L'elenco delle conserve alimentari disponibili, in genere di produzione rrancese, è sorprendentemente nutrito e raffinato. Se ne riporta lo specchio (in lingua francese) nel DOCUMENTO 13 , quale dimostrazione che l'industria delle conserve alimentari era al tempo assai progredita, almeno in Francia. Tuttavia l'opinione del Comissetti sulle conserve alimentari in genere non è, a ragione, favorevole, e i loro limiti gli sono ben noti: i vantaggi arrecati agli eserciti di C rimea dalle conserve di legumi, e dai vegetali compressi furono al certo grandissimi, ma sono ben lungi dall'avere raggiunto lo scopo ultimo cui la provvidenza li ha destinali .... Noi siam o grati a questi ritrovati dell'odierna industria che hanno non poco giovato a moderare gli effetti di quella sconfortante uniformità di vitto, che, forse più c he non si pensa, contribuì alla prostrazione dell'organismo, ... ma neghiamo loro recisamente il vanto di rappresentare nella nutrizione lutti i vantaggi delle sostanze omonime al loro stato naturale."
20
G.M. 1855, parte Il, p. 2031.
21
G.M. 1855, parte I , p. 1381.
22
G.M. 1855, parte Il, pp. 1383-1386.
23
G.A. COMISSETII, Op. cit., pp. 336-337.
X - CRIMEA: SERVIZI SANITA, VETERINARIO E COMMISSAR1ATO
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I tabacchi vengono distribuiti anch'essi a pagamento dai vivandieri a tutti, truppa compresa: sono disponibili sigari (200 sigari = 1 Kg, costano 5 lire), trinciati di I ae za qualità, "Repato" di 1a e di za qualità, "Brasile in corda". Nel complesso sono più progredite di quanto si possa oggidì immaginare anche le attrezzature per confezione e consumazione rancio. Gli ufficiali dispongono di cucine di campagna a 4 e ad 8 persone, distribuite fino al livello di battaglione (un battaglione fanteria o bersaglieri ha in dotazione I cucina da 4 persone e 2 da 8); sono inoltre disponibili, sempre per gli ufficiali, cassette per viveri di riserva (4 per battaglione, cioè una per compagnia). Una cucina per 8 ufficiali24 è composta da una marmitta di ferro con coperchio per cottura carne e minestra, una casseruola di lamiera in ferro stagnata all'interno, I padellotto "per far friger il condimento per la minestra quando non si può avere carne, e anche per preparare un piatto di cucina", 1 graticola, l mestolo, 1 forchettone, 1 pepiera, 1 saliera, 1 caffettiera, 8 tazze "di ferro bianco" per il caffè da usare anche come bicchiere, 8 piatti per zuppa e 8 per pietanze in ferro bianco , 8 cucchiai , 8 forchette, 8 coltelli, 8 cucchiaini. Per la truppa, viene adottato un nuovo tipo di marmitta (per cottura carne e minestre) e in più un padellotto (per cottura pietanze e condimenti)25. La nuova marmitta mod. 1855 (che rimane in dotazione fino all'ultima guerra) è in ferro, di forma tronco-conica, e sostituisce quella di rame e latta fino ad allora in uso. È completata da un coperchio, e per ogni tre marmitte viene dato in dotazione uri padellotto di lamiera di ferro, con manico anche esso in ferro. Particolari avvertenze sono usate per il trasporto: nei trasporti le marmitte sono poste le une entro le a ltre ed i coperchi, e padcllotti riuniti, e posti sulle medesime. Le marmitte sono poi introdotte, e trattenute in una porta marmitte di legno, le a ste del quale sono a ttortigliate di paglia per essere caricate sui carri, o sulle bestie da soma, secondo i casi.
Non è più previsto, come nel 1848-1849, che le marmitte vengano trasportate a spalla dai soldati, e le accurate predisposizioni adottate per il trasporto risentono, evidentemente, delle negative esperienze della precedente
24
U.M. 1855, parte I, pp. 307-308 e 594.
25
G.M. 1855, parte I, p. 200.
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l.A I.OG ISTICA DEl.l.'ESERCJTO -
VOI.. I
campagna, quando le marmitte erano state sovente abbandonate dalla truppa, perchè erano un impaccio ai movimenti e non erano disponibili mezzi di trasporto. Le attrezzature per la confezione rancio sono completate da sacchi di tela, coltelli, mestole, schiumatoi, forchettoni . Anche questo materiale è distribuito fino al livello di battaglione, livello al quale sono disponibili 40 marmitte, 16 sacchi di tela, 12 coltelli, mestole, schiumatori e forchettoni. Poichè le compagnie nel battaglione fanteria sono 4, ogni compagnia ha IO marmitte, 4 sacchi a tela, 3 coltelli, 3 mestoli ecc .... La citata Istruzione ministeriale relativa alle competenze ecc. indica persino il modo di costruire i fornelli speditivi di campagna per la cottura rancio: i fornelletti per la cottura del rancio sono formati di mattoni e pietre, cd in mancanza, di zolle e terra. Essi devono essere costruiti per il maggior numero di marmitte di campagna, che sia possibile di unire insieme, e sotto lo stesso fuoco.
Ci si preoccupa di regolamentare anche il modo migliore di cucinare le vivande, e i relativi tempi di cottura: per rancio di paste, riso e legumi, le marmitte dopo 10 minuti di fuoco giungono ad ebollizione, e 3/ 4 d'ora dopo la zuppa rimane colla, 20 minuti necessitano per la distribuzione a un'intera compagnia: cosicchè in un'ora e l / 4 si fa cuocere e si distribuisce il rancio. Ogni otto gamellini d'acqua per ogni marmitta di campagna, ne fornisce abbondantemente dieci, cioè il 5° in più, di zuppa pel rancio di pa~te, riso e legumi. Pel rancio con carne, una mannitta con 9 gamcllini d'acqua giunge in IO minuti ad ebollizione, e dopo un'ora e 20 minuti circa la carne rùnane cotta; 20 minuti sono necessari per fare le por zioni e distribuire il brodo; di modo che nello spazio di ore I e 50 minuti il rancio con carne è prcparaco e distribuiw aiia truppa .
Riguardo al personale specializzato nella branca sussistenza, il 4 aprile 1855 in previsione della campagna viene costituita una compagnia operai mililari per il servizio delle sussistenze26, con un organico di pace di 1 capitano o tenente comandante, 3 sergenti, I furiere, 18 brigadieri e 100 soldati operai, da impiegare come ritenuto più opportuno dal Ministero per il servizio nei magazzini e panifici militari. Il personale di truppa viene reclutato tra gli operai borghesi che ne facciano domanda, accettino di sottoporsi alla ferma militare e siano abili al servizio di campagna.
26
G.M. 1855, parte 1, pp. 608-613.
X - C RIMEA: SERVIZ I SANITÀ , VF.TERINARIO E COMMISSARIATO
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Si prevede che l'organico possa essere aumentato per esigenze belliche_ E, in effetti, ciò avviene con altro decreto emanato lo stesso giorno della costituzione della compagnia, motivato dalla necessità di provvedere contemporaneamente alle esigenze straordinarie della campagna, e al tempo stesso al servizio del pane ad economia in Patria, servizio al quale non si vuol rinunciare_ La compagnia sussistenza destinata in Crimea comprende, in totale, 253 tra sottu ffici ali e soldati operai, suddivisi in tre gruppi: per il servizio presso il quartier generale, per il servizio presso le 2 divisioni e la riserva, e per i servizi d'accampamento e magazzino di vestiario e materiali di ospedale. A livello quartier generale il personale è a sua volta ripartito in: servizi vari, servizio del pane, della carne fresca, dei viveri, dei liquidi e dei foraggi . Lo stesso avviene al livello divisione, ove però il personale non è addetto al "servizio del pane" (quindi, anche alla confezione) ma solo alla "distribuzione del pane"). Va notato che la compagnia, alla partenza, non ha in dotazione forni da campo o materiali per la loro co struzione. Il De Cravero, infatti, aveva appaltato inizialmente il pane a un impresario di Costantinopoli. Nel complesso le predisposizioni inizialmente adottate per il vettovagliamento sono assai accurate, con particolare riguardo alla razione viveri, secondo il Comissetti molto ben studiata ed equilibrata per quantità e qualità dei generi che la compongono, e lodata anche dagli alleati. 27 Ma, al tempo stesso, sia il Comissetti che il Manfredi mettono in rilievo le carenze iniziali nella disponibilità di derrate e nell'organizzazione del Servizio, carenze, per la verità, almeno in parte dovute a cause non eliminabili (e, in primis, all'ovvia difficoltà di provvedere i generi più graditi dalle truppe piemontesi, come la carne fresca, i legumi freschi e le verdure). La cattiva e non equilibrata alimentazione, come osserva ripetutamente çOn occhio di medico il Comissetti, non manca di favorire non solo la diffusione dell'epidemia di colera, ma anche il cospicuo diffondersi di malattie infettive come il tifo, lo scorbuto e la diarrea acuta. Il genere fondamentale, il "pane da munizione" anch 'esso molto gradito e ritenuto indispensabile dal soldato piemontese, all ' inizio viene a mancare. Infatti il pane fab bricato a Costantinopoli giunge alle truppe in Crimea ovviamente immangiabile, ed è giocoforza rescidere il contratto con l'impresa civile, trasportare in Crimea la farina, e cuocere il pane in forni da campo costrui ti dal genio. Ma queste predisposizioni richiedono tempo, e
27
G.A . COMISSETTl , Op. clt. , p. 33 1.
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I.A T.OGISTlCA DE LL' ESERC ITO -
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solo al fine giugno, con un convoglio straordinario partito da Genova alla metà del mese, giungono forni mobili da campo in lamiera ed è possibile distribuire con maggiore frequenza anche carne fresca . I forni da campo, costruiti in muratura, erano dapprima 2, poi divennero 4, e a fine luglio 7. I forni in lamiera sono tenuti di riserva. Fino ad allora le carenze sono sensibili, anche perchè, come scrive il Comissetti bisogna pur anche avvertire che, nel mentre avevamo perduto i soccorsi del Croesus, il nostro soldato in paragone degli alleati fu di assai difficile acconlentatura. TI piemontese, all'opposto di quanto si è visto nei campi francese e inglese, ha una tale avversione alla carne salata, che mai in seguito la si potè far b'Tadire due, o tre volte la settimana . Per lui vi vuole del vino, e non del rhum, od a cqua vite; vi vuole carne fresca, cd in difetto si rassegna piuttòsto a pane ed acqua".
Purtroppo il soldato piemontese imbarcato su navi inglesi è costretto a tragugiare la razione inglese, a lui non gradita perchè composta da carne salata, biscotto "a dir vero scadente", piselli secchi non suscettibili di cottura, rhum e non vino ... e, dopo lo sbarco, dato che le sussistenze piemontesi non sono ancora entrate in azione, deve accontentarsi più o meno degli stessi generi. Il 12 giugno la situazione non era ancora migliorata. Così scrive il La Marmara stesso, a quella data: il nostro soldato non assuefallo al pane e al riso forestiero li mangia con poco gusto c spesso li lascia. La mancanza poi di vino è dannosissima. Sentila è anche la ma ncanza di lardo, pcrchè, accadendo che talvolta la carne salata, senza essere guasta, abbia poco buon odore, i soldati la gettano via e si riducono al solo biscotto senza alcun condimento. L'incrudire delle malattie si deve in parte al cattivo alimento. Vorrei poter dare carne fresca tutti i giorni, ma bisognerebbe averla. Abbiamo a Co stantinopoli 1400 buoi, più di 2500 agnelli e 8000 montoni. La difficoltà è nel trasporto. A Jeni-Koi c'è riso e fieno e ce n'è sulle navi a vela che aspettano il tempo propizio per venire a Balaclava. A Costantinopoli abbiamo biscotto a bizzeffe e qui i solda ti soffrono la fam e."
11 La Marmora lamenta che anche dopo l'arrivo del convoglio straordinario alcuni generi, come zucchero, caffè, sale, riso e lardo, continuano
28
IBIDE M, p. 19.
29
C. MANFRE DI , Op. cit., p. 126.
X · CRIMEA: SERVIZI SANITÀ, VETERINARIO li COMM ISSARJATO
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a mancare, e ordina di far distribuire tutti i giorni sia caffè che vino, "per misura igienica". I calcoli sono però basati sulla distribuzione giornaliera di una sola di queste bevande. A sua volta il Comissetti mette in rilievo citando autorevoli studiosi francesi - che a favorire lo scorbuto e le altre malattie non è stata solo la mancanza di carne fresca e verdure fresche, ma anche quella di pane fresco: quand'anche non avesse altro vantaggio, un pane di munizione contenendo una certa quantità di crusca divien utile nel senso che ritiene più lungamenle negli organi digestivi le materie assimilabili e meglio si presta al loro assorbimento.,.
Solo dopo tre mesi dalla partenza delle prime truppe, cioè a fine luglio, il Servizio raggiunge un assetto soddisfacente. Il magazzino principale delle sussistenze era situato a nord di Balaclava, in tettoie e baracche. Da questo magazzino si faceva direttamente la distribuzione dei foraggi. Per gli altri generi si era creato un magazzino succursale nella chiesa di Kamara, vicino al campo piemontese, che veniva alimentato da quello principale, al quale si faceva direttamente capo per esigenze straordinarie. La distribuzione della carne fresca avveniva sempre al campo. La carne era macellata in due macelli , uno al porto di Balaclava e l'altro (il principale) in zona d'accampamento. In sintesi , un'organizzazione del Servizio sotto molto aspetti più che adeguata alle particolari esigenze della campagna, ma un'eccessiva difficoltà della branca approvvigionamenti e rifornimenti ad entrare in funzione e a trovare il giusto regime, anche per deficienze non eliminabili facilmente nei mezzi di trasporto via mare da Costantinopoli a Balaclava, e nella conservazione delle derrate. Non sono state perciò le razioni in sè ad essere insufficienti, ma le lacune nel campo dei trasporti specie via mare, che non hanno consentito, nella prima e più critica fase, di raggiungere i livelli e le finalità della regolamentazione.
Vestiario, equipaggiamento, alloggiamento (Vds. Fig. 39, 40 e 41). Per il bagaglio degli ufficiali e per la cancelleria sono distribuite a tutti i livelli apposite cassette, di misure unificate. È fatto divieto di servirsi di altri tipi di bauli, e il peso del bagaglio personale consentito per ciascuna
30
O.A . COMISSETII, Op. cit., p. 334.
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LA LOGl~'TICA DELL'ESERCITO - VOL. I
ufficiale viene rigidamente fissato: si va dagli 80 Kg del capo di Stato Maggiore del quartier generale principale, ai 50 Kg del comandante di battaglione fanteria o bersaglieri, fino ai 25 Kg degli ufficiali inferiori di tali Armi . Il capitano e subalterno di artiglieria hanno però diritto a 50 Kg, il capitano di cavalleria a ben 60, sia pur compresa la cancelleria. Un battaglione di fanteria o bersaglieri ha 22 cassette per bagaglio (2 per il comandante di battaglione e 1 per ciascun ufficiale) e 2 per cancelleria. Gli ufficiali di cavalleria, di artiglieria e-tutti gli altri a cavallo, non essendo ancora (chissà perchè) provvisti di cassette di tipo unificato come la fanteria, possono utilizzare bagagli di altra forma. La maggior quantità di bagaglio che viene loro concessa (il doppio degli ufficiali a piedi) è giustificata con la necessità di portare al seguito attrezzi per il governo dei cavalli, come piccole coperte in gomma per coprire il cavallo quando piove, museruole, pastoie, striglie e spazzole di riserva. L'ufficiale, oltre agli effetti di vestiario che indossa, deve acquistare e portare al seguito i seguenti capi di corredo e oggetti, che possono essere tutti rinchiusi, "dietro fatte esperienze" nella citata cassetta d'ordinanza 31: una tunica, un paio di pantalo ni, 5 camice, 3 paia mutande, 2 farsetti in lana, 11 paia calze, 4 asciugatoi, 7 fazzoletti da naso, un cinturino, un paio di stivali e scarpe a doppia suola, un paio di spalline, un berretto, 2 paia di guanti, 2 spazzole per abito, una scatola di grasso, pettine, spazzoletta da testa, specchietto, rasoi, 2 pezzi di sapone, una sciarpa, un paio di uose, 3 cravatte da collo, una coperta in lana da campo, una secchia di tela (fornita dall'Amministrazione a richiesta). È "tollerato" un mantello impermeabile di gomma: " l'ufficiale che se ne provvederà ne trarrà grande vantaggio contro le piogge frequenti". Sono raccomandate le camice di cotone piuttosto di quelle in filo, ritenute nocive alla salute. Sulla base dell'esperienza degli ufficiali e inglesi, sono consigliate, perchè molto utili per proteggersi dai nocivi effetti del clima, 3 camice di flanella al posto delle camice di cotone e dei farsetti di lana. Compare anche la borsa portacarte per gli ufficiali: sarà utilissimo agli ufficiali in campagna essere provvisti di una musella o bisaccia in pelle ove riporre il ruolo tascabile, le carte, il cannocchiale e simili."
r, pp. 698-700.
31
G.M. 1855, parte
32
G.M. 1855, pa,te I, p. 620.
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La truppa di fanteria è fornita dei seguenti effetti33 : 1 zaino, 1 keppy, I cappotto, 1 coperta di lana da campo, I sacco a tenda, 2 camice di cotone, 1 asciugamani, 1 paio di mutande, 2 paia di scarpe, 1 paio uose di cuoio, l paio di pantaloni di panno, 1 paio di pantaloni di tela, 1 giubba di tela, 1 farsetto a maglia di lana, 1 berretto di lana, 1 tasca a pane, I borraccia, 2 fazzoletti da naso, I gavetta, 1 cucchiaio, I spillo a focone, 1 spazzola per abito, 1 spazzola per scarpe, l lustrino, I lisciatoio, 1 scatola per la cera da scarpe, 1 borsa di pelle coli' occorrente per cucire, che inoltre contiene: forbici, ampollino da olio, pettine, pettinette, copricaminetto, cacciavite, cavastracci, scatole per la cera da giberne (i caporali da fanteria sono forniti a mente di un dispaccio del 24 febbraio 1855, di un picozzino assicurato allo zaino). Ogni corpo presenta varianti anche sensibili nel numero e qualità dei capi, varianti della cui necessità non sempre è agevole, oggi, rendersi conto: i bersaglieri hanno in più una camicia e un paio di mutande, guanti, cravatta, una tunica invece del cappotto, una ginocchiera, e tutti i capi di corredo tipici del corpo . L' artiglieria porta al seguito una giubba di panno e una di tela, i "cannonieri da battaglia" vestono abitualmente la tunica, i sottufficiali dei reggitnenti artiglieria da piazza e operai hanno due tuniche .... Per l'artiglieria, inoitre, si preannuncia che le tuniche saranno sostituite da giubbe di panno. Per tutti, va notata l' assenza di taluni oggetti oggi ritenuti elementari per la pulizia personale (come asciugatoi e sapone, previsti solo per gli ufficiali) e l'eseguità del numero di camice e della biancheria intima di ricambio; non vi sono le calze e (almeno per la fanteria) i guanti. Questo corredo di base non sembra tenere conto nè del clima delle zone di probabile impiego (dalle quali non andava certamente esclusa la Crimea) nè delle particolari esigenze igieniche e di prevenzione delle malattie infettive. Già ai primi di settembre vengono distribuiti 2 coperte di supplemento per ogni ufficiale e 1 alla truppa, e a giugno, come si è visto, sono fornite dai francesi 10000 fasce ventriere di lana, ritenute molto utili per prevenire il colera. A dicembre, quando il clim a si fa particolarmente rigido, sono distribuite alle truppe farsetti a maglia, calze di lana e guanti: ma pare che una parte di questi oggetti fosse stala lasciala, con poca previdenza, nei magazzini di Costa ntinopoli, perchè la distribuzione polè essere completata il 3 gennaio. In questo giorno furono pure distribuiti 200 paia
33
G .M . I RSS , parte I, pp. 585-591.
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I.A 1,0GI Srt CA DELL'ESERCITO -
VOL. I
di guanti di feltro per ciascun baitaglione di fanteria, e un numero corrispondente per ciascun reparto delle altre armi. Oltre gli oggetti sovraindicati, l'amministrazio ne francese cadette alla nostra 33 paletò foderati di pelle di montone e destinati alle sentinelle."
I francesi avevano già in uso i cappotti da scolta; e, in effetti, tra le sentinelle piemontesi si erano avuti diversi casi di congelamento. Relativamente abbondante il materiale d'attendamento, con notevoli differenze a seconda dei gradi: 2 tende per ogni ufficiale generale, 1 per comandanti di corpo ed ufficiali superiori, 1 per ogni 6 capitani e subalterni. Anche l'arredamento delle tende varia: per la truppa è prevista una tenda ogni 10 o 12 persone, sono inoltre disponibili a seconda del bisogno badili, rastrelli, vanghe, roncole, scope, martelli, asce, falci, ecc .. Il materiale per l'attendamento è, in buona parte, di origine e modello straniero: quelle per generali sono di modello francese (marquises), le tende per comandanti di corpo di modello turco e per la truppa, di modello francese (fenfes-abrit); anche gli arredi vari sono di modello francese. Il letto da campo in ferro si chiama pliant, le sedie (adottate fino a livello di comandanti di brigata) plianfs. In occasione della campagna, per la prima volta sono adottati i paletti da tenda scomponibili e sono dati in dotazione a ciascun soldato, come oggidì, i paletti allora in legno con raccordo metallico: questo Ministero ha determinalo che le così dette tentes-abrit, invece di essere sostenute dai fucili, come per il passato, lo siano da due puntelli in legno divisi in tre pezzi ciascuno congiunti per mezzo di piccoli tubi di latta, cosicchè, per formare una tenda per tre individui, occorrono due puntelli formati da sei pezzi che dovranno essere collocati sullo zaino dei Sottufficiali e soldati in ragione di due pezzi cadauno."
Il materiale di attendamento disponibile per i reparti è di buon livello qualitativo e in quantità sufficiente. All'inizio dell'autunno nasce però il problema di costruire alloggiamenti adatti ad affrontare l'inverno russo, molto rigido anche in Crimea. Fin dal mese di luglio il La Marmora aveva chiesto baracche per uffici ed ospedali, e tende coniche per sostituire quelle fuori uso; ma il materiale tarda ad arrivare, ed è giocoforza provvedere sul posto a mettere al riparo Comandi e truppe, avvalendosi delle risorse locali.
34
C. MANFREDI, Op. cit., p. 241.
35
G.M. 1855, parte I , p. 595.
X - CR!MEA: SERVIZI SANITA, VETERINARJO E COMMISSARIATO
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Il I 0 · settembre è nominata una commissione con l' incarico di studiare il miglior sistema di ricoveri da costruirsi col materiale che si trova sul posto. Della commissione fanno parte ufficiali poi diventati famosi, come il maggiore del genio Raffaele Cadorna e il capitano Ricotti. Il 17 settembre il La Marmora è già in grado di ordinare la costruzione del modello prescelto dalla commissione, il quale non tiene conto della soluzione di per sè migliore (grandi baracche di legno), ma di ciò che è concretamente possibile costruire con materiali già disponibili sul posto (mancano i mezzi per trasportare all'accampamento il legname, disponibile in quantità sufficiente solo in località molto distanti da Kamara). li modello prescelto è una capanna capace di contenere 6 uomini, di dimensioni m 4,30 x 2,20, provvista di caminetto, scavata fino a 0,80 m sotto il piano di campagna, alta m 1,30, con tetto formato da graticci, sui quali si dispone uno strato di m 0,50 di terra e concime, e sopra di essa cm 10 circa di terra. I vari reparti, con ingegnosità tutta italiana, fanno a gara per migliorare il modello base. Il 10 novembre i ricoveri possono dirsi in buona parte terminati, e si costruiscono scuderie anche per i cavalli. li 16 novembre l'amico Petitti scrive al Genova di Revel (che nel frattempo ha lasciato la zona) mettendo in rilievo i progressi compiuti, sia nella costruzione di baracche per ospedali, sia negli alloggiamenti per le truppe: soldati ed ufficiali pensarono e pensano tuttora a ripararsi per l'invernale stagione, e fabbricarono per coseguenza huttes, baracche, case e ricoveri d'ogni genere ... Si adottò un modello per le huttes dei soldati , e si esigelle che fossero collocate in ordine e simmetricamente. Non ti fai idea del bell' aspetto che prese il campo nostro con siffatte costruzioni. Tutti gli uffi. ciali alleati vengano a vederlo, ed ammirano !'industrie des Sardes. 36
In ciò che riferisce l'allora maggiore Raffaele Cadorna, invece, non mancano le critiche alla soluzione adottata, che egli ritiene meno rispondente di quella da lui proposta, annotando in data 1° di<.:embre: le costruzioni per il ricovero di soldati ed ufficiali, si possono dire ultimate. Quelle dei soldati hanno il difello che a vevo previsto, di essere troppo anguste, scarse d'aria e di luce, e generandosi in esse molti inselli schifosi è difficile di sradicarli; vi manca pure lo spazio per collocare gli oggetti di corredo. Questi difetti si evitavano col Gourbi da me proposlo. Tra quelle degli ufficiali alcune in muratura non ebbero tempo di asciugare, e sono le più micidiali; a ltre in graticci com'erano da mc proposte, riuscivano le più soddisfacenti. Io non ho adottato nè l' uno nè l'altro sistema ed il mio
36 GE NOVA DI REVEL , Up. cit., pp. 174- 175.
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I.A LOGJ5TICA DELL'ESERCITO -
VOI .. 1
è forse il migliore. Eccolo: nell'interno di due tende coniche d'ordinanza, sovrapposte l'una all'altra, feci scavare un fosso circolare di 4 metri di diametro, lasciando così tra il fosso e il lembo inferiore della tenda una banchina interna, larga melri 0,35 al livello del suolo esterno, ben coperto di zolle, con un cordone pure in zolle, in rilievo e contro la tenda, largo metri O, 12 ... un caminetto formato di nove pietre da taglio trattabili con la scure è collocato contro la parete interna, con la canna che esce dall'esterno della tenda e con la cappa del camino alta ... Le pareli interne del fosso nonchè quelle esterne del cumulo, sono rivestite di stuoie, ed il suolo è ricoperto da tavole. La banchina lasciala' tra il fosso e la tenda, su cui si può disporre la roba, è coperta da una tela di cotone cinerina ... L'ambiente è caldo, non una goccia d'acqua vi penetra; la luce è abbondante, l'aria più che sufficiente, ed è abitabile fin dal primo giorno della costruzione."
Evidentemente questo sistema, basato sostanzialmente su una doppia tenda migliorata con lavori in terra, presenta dei vantaggi, ma ha anche l'inconveniente di richiedere il raddoppio del numero di tende in dotazione; mon v'è comunque dubbio che le capanne deJ tipo prescelto davano luogo a diversi inconvenienti dal punto di vista igienico. Tali inconvenienti, secondo alcuni medici piemontesi e francesi, sono la causa principale della notevole diffusione dello scorbuto nei mesi invernali. Del problema v'è ampia traccia nell'opera deJ Comissetti, il quale riporta un brano del rapporto del dottor Bima, Direttore degli ospedali generali sul Bosforo secondo il quale nei gourbi la coabitazione di molli individui, la scarsa luce, il difficile ed insufficiente scambio dell' aria sono, forse più che il freddo e l'umido per sè stessi, valide cagioni di funeste influenze. Il soldato massimo in inverno vi sta inerte per molte ore al giorno, e sdraiato sul fondo di quelle fosse artificiali, respira negli strali inferiori ove giace (strati immobili, chè le aperture sono ad un livello molto più elevato), un'aria corrotta, insufficiente per volume e qualitativamente poco alla all'organica combustione necessaria per la vita ... "
Il Comissetti, pur ammettendo che in tali ricoveri si respira effettivamente un'aria viziata nociva alla salute, non concorda con il Bima per diversi motivi: a) i soldati piemontesi, durante l'inverno, di giorno erano continuamente occupati e venivano lasciati il meno possibile ad oziare nei ricoveri; b) i russi, che pure avevano adottato un tipo di alloggiamento simile a quello piemontese, non ebbero a soffrire per lo scorbuto;
37
L. C ADORNA, Op. cit., pp. 81-82.
38
O.A. COMISSEITI, Op. cit., p.322.
X - CRIMEA: SERVIZ I SANJTÀ, VETERI NAR IO E COMMISSAR IATO
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c)
i francesi che (fatlo significativo) avevano preferito svernare nelle tende, avevano anch'essi lamentato il diffondersi della malattia; d) i casi di scorbuto tra le truppe piemontesi erano 11 a settembre, poi erano diminuiti a ottobre e novembre, per raggiungere la massima intensità nei successivi tre mesi, diminuendo di nuovo da marzo in poi. Pertanto lo scorbuto si era manifestato quando le truppe non alloggiavano ancora nei gourbi, ed era d'altra parte dimùiuito quando, da marzo in poi, esse continuavano ad alloggiarvi. La conclusione del Comissetti è, pertanto, che la diffusione dello scorbuto è dovuta principalmente a un'alimentazione carente di generi freschi . Prova ne sia che le truppe russe, egli osserva, sono rifornite abbondantemente di cavoli e carne fresca, e in tal modo, pur alloggiando nei gourbi, sono rimaste immuni da scorbuto.
Cenni sul Servizio posta/e_ Il Servizio postale viene disciplinato con il Regolamento sul servizio di Posta Militare presso il corpo d'Esercito di spedizione in Oriente in data 30 marzo 1855_ 39 Da notare che non esiste ancora, tra le truppe in Crimea e il Piemonte, un servizio telegrafico, posto invece in atto per le truppe francesi, tramite il quale Napoleone III sembra tempestasse il suo comandante in capo sul posto di continui ordini e di pressanti richieste di notizie. Il predetto regolamento istituisce presso il quartier generale principale del corpo di spedizione una direzione genera le delle poste militari, che corrisponde con le direzioni divisionali delle poste militari di Genova e Torino e con gli uffici di posta militare da essa designati a l momento del bisogno. La d irezione ha una costituzione estremamente snella (il direttore capo servizio dispone solo di due applicati e un inserviente). La destinazione del predetto personale - precisa il regolamento - deve intendersi temporanea, e per la sola durata dell'esigenza. Cessate le circostanze che hanno dato luogo al particolare impiego, il personale dovrà ritornare ai precedenti incarichi, "senza affidamento a maggiori diritti per il servizio prestato" . La dipendenza della nuova direzione è duplice: da una parte dall'Intendente generale, e dall' altra dalla competente direzione generale del Ministero della guerra _
W
G.M. 1855 . parte I. pp. 477-480 .
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
Presso il quartier generale principale in data 21 maggio40 si costituisce un ufficio posta, che funziona con le seguenti modalità: Partenza: martedì e sabato di ogni seilimana - l'ultima levata dalla buca avrà luogo alle ore 7 precise del mattino. Arrivo: lunedì c giovedì d'ogni settimana verso le ore 4 pomeridiane. Tale arrivo è però incerto, per i ritardi che possono accadere per mare. L'ufficio starà aperto dalle ore 7 del mattino, fino alle 5 di sera: nei giorni d 'arrivo però la chiusura non si farà che alle 7 pomeridiane.
Il regolamento fissa le tariffe postali per i vari tipi di lettera, i plichi e i giornali, che sono le stesse pagate dai soldati e marinai francesi inviati in Crimea. Infatti, il governo francese assicura il trasporto con i propri piroscafi postali da Genova a Balaclava e viceversa. Ma anche così le tariffe non risultano gran che diverse da quelle praticate dallo Stato piemontese. Ad esempio per lettere semplici (cioè di peso inferiore ai 7,5 gr) affrancate si deve pagare una tassa di 20 centesimi (30 centesimi, per lettere semplici non affrancale). I giornali e stampati sono soggetti a un diritto di affrancatura di 10 centesimi per foglio. Queste tariffe sono aumentate, e in pratica raddoppiate, per la corrispondenza diretta all'estero; la corrispondenza ufficiale viene trasmessa in franchigia_ Come si vede, nessuna facilitazione o riduzione è prevista per la conispondenza personale dei militari di ogni grado. Per la spedizione del denaro, l'Amministrazione trasmette alla direzione postale militare presso il quartiere generale principale gli stampati necessari, dei quali vengono provvisti i sottufficiali portalettere e i commessi ai bagagli dei corpi, le cui generalità devono essere comunicate per iscritto dai corpi stessi alla direzione delle poste militari. I vaglia presentati per l'incasso dai destinatari sono trascritti su apposito registro dall'incaricato del Servizio nel corpo, che dovrà avere cura di non ammettere per il pagamento quelli che vengono presentati dopo oltre tre mesi dalla data di emissione, o che mancano del prescritto bollo d'ufficio. Devono essere firmati per l'incasso dal destinatario (che, se analfabeta, firma con un segno di croce convalidato dalla firma di due testimoni) e devono portare anche la firma dell'incaricato del Servizio nel corpo, a cura del quale vi deve essere apposta anche la data del pagamento. Ciò fatto, i Bassuffiziali od altri incaricati del servizio di Commessi ai bagagli presenteranno in tal modo le dette specifiche assieme ai relativi vaglia all'appog-
40
G. M. 1855, parte I, p. 1379.
X - CRIMEA: SERVIZI SANITA, VETERINAR IO E COMMISSARI ATO
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gio all'Uffiziale pagalore, dal quale ne verrà loro rimesso il totale ammontare. li rimborso di lali pagamenti verrà effettuato dalla suddetta Direzione postale a mani dell'Uffiziale pagatore o di altro Uffiziale a ciò delegato sulla presentazione delle dette specifiche, munite della firma dell 'Uffiziale pagatore e dell'altro Uffiziale delegato, ed accompagnato come sovra dai relativi vaglia.
Per le esigenze della corrispondenza militare di Ufficio, sono osservate le norme generali per la franchigia emanata con R .D. con cui S.M. determina in ordine alla franchigia postale ed approva l'annesso Regolamento riguardo alla medesima, in data 15 maggio 1851 , 41 secondo il quale le lettere ed i pieghi in franchigia non debbono contenere che la sola corrispondenza. Sono comprese in essa le carte manoscritte, ed anche le stampate quando fossero di spiegazione alla medesima, e relative al pubblico servizio. La franchigia è data alla qualità ed alla carica, non alla persona. Il suo efretto dipende dalla qualità del destinatario. o dall'apposizione di un contrassegno .
La franchigia è di due tipi: limitata e illimitata. Le persone che godono della franchigia, sia limitata che illimitata, sono contemplate in apposite tabelle annesse al regolamento. La franchigia illimitata si estende indistintamente al carteggio di qualunque provenienza, che viene spedito sotto qualsiasi forma alle persone annesse a goderne, che sono il Re e i membri della famiglia Reale, il Presidente del Consiglio i Ministri e i primi ufficiali dei Ministri , e i Senatori e Deputati (solo durante le sessioni Parlamentari, e venti giorni prima e dopo di esse). Altre cariche dello Sta to godono di franchigia limitata, ristretta cioè alla corrispondenza tra determinati funzionari, e alla corrispondenza nell' ambito del distretto sul quale i funzionari stessi estendono le competenze del loro ufficio. Vi sono tre gradi di franchigia limitata: massima (lettera e piego chiuso), per i funzionari il cui carteggio è per lo più soggetto a vincoli di segretezza; media (lettera chiusa e piego sotto fascia) per i funzionari che talvolta tengono corrispondenza segreta, ma non si trasmettono tra di loro documenti segreti; minima (lettera e piego sotto fascia, cioè senza busta) per i funzionari ai quali non occorre trasmettere nè lettere, nè carte con vincoli di segretezza. La corrispondenza diretta a persone con franchigia illimitata non ha bisogno di contrassegni; il contrassegno è invece di rigore su lettere e pieghi diretti a persone con la franchigia limitata. Il contrassegno può essere a mano
41
C.M . 185 1, parte 1, pp. 803-814.
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I.A LOG ISTICA DELL' ESERCITO -
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(riservato ai funzionari contemplati in apposita tabella), nel quale è necessario che almèno la firma sia di pugno del funzionario, oppure a bollo . Il contrassegno a bollo cor,siste in un timbro ovale, nella cui parte superiore è scritto Regie Poste, e nella parte inferiore l'indicazione dell'ufficio che ne fa uso: la slampaglia predetta volendo essere adoperata esclusivamente per il contrassegno delle lettere e pieghi di pubblico servizio, le persone cui è accordato sotto la propria responsabilità un tal contrassegno non dovranno servirsene, nè tollerare che altri se ne serva per oggetti estranei al servizio medesimo; incomberà ad esser pertanto di tenere gelosamente custodita la stampaglia suddetta, o di affidarne la custodia ad un solo impiegato di loro speciale confiden7.a.
Tra le cariche militari che possono godere di franchigia limitata, a mente dell'Art. 29 del precitato Regolamento, sono il Comandante dello Stato Maggiore Generale, il Comandante generale del Corpo dei Carabinieri Reali, i Comandanti generali delle divisioni territoriali, l'Intendente generale, l'Uditore generale di guerra. Nel caso specifico della spedizione d ' Oriente, comunque, tutta la corrispondenza d'ufficio, come già ricordato, è soggetta alla franchigia, e l'estensione della franchigia anche ad incarichi intermedi viene regolamentata con tutta una serie di disposizioni, 4 2 che la estendono anche alla corrispondenza tra comandanti di corpo e magazzino merci di Torino. Nell'ambito del corpo di spedizione esiste un collegamento e una corrispondenza diretta, senza altri intermediari, tra i corpi (e, per essi, il sottufficiale porta-lettere, di antica istituzione, e/ o il commesso bagagli) e l' ufficio posta militare presso il quartier generale principale. Nessun organo specifico del servizio postale militare si trova presso gli anelli intermedi (Comandi di brigata e divisione), che pertanto anch'essi si avvalgono, solo per le loro esigenze, di un loro sottufficiale porta-lettere e di un commesso bagagli. Una particolarità del servizio svolto dal sottufficiale porta-lettere è che egli non si limita a ritirare dall'ufficio postale la corrispondenza e a distribuirla, ma deve pagare all'atto del ritiro l'importo della tassa della corrispondenza che gli viene affidata, per poi riceverne il rimborso da parte degli stessi destinatari all'atto della consegna delle lettere.
42
G .M . 1855, parte r, pp. 1105- 1106 e parte 11, p. 1804 e 1870.
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Il consiglio di amministrazione dei corpi, con Nota n. 80 in data 2 luglio 1854, 43 è pertanto autorizzato, se lo giudica opportuno, a concedere ai sottufficiali porta-lettere un anticipo di fondi non superiore a L. 25. Il provvedimento è così motivato: ben risulta che generalmente, i corpi e gli stabilimenti militari, mercè l'avvedutezza di prescegliere per porla-lettere un bass'uffizialc, non solamente morigerato, ma cziandio fornito di qualche peculio, non si trovano di dovergli anticipare danaro pell'uopo suddivisato; ma non però è men vero che talvota può occorrere che sia meno combinabile questa seconda conilizione nell'individuo prescelto, e che in Lai caso giova stabilire il mezzo onde provvedere all'esigenza del servizio.
Benchè in teoria esista, come si è visto, una sufficiente intelaiatura organizzativa, a quanto riferisce il Manfredi44 il Servizio Postale specie nei primi mesi lascia parecchio a desiderare, il che non può sorprendere molto, visto che anche il movimento della corrispondenza non poteva non risentire delle turbative generali già messe in luce. L'ufficio postale del corpo di spedizione, dapprima stabilito con la cassa militare sulle alture di Balaclava, è costretto a sdoppiarsi, perchè si ritiene necessario istituire un altro ufficio a Costantinopoli, per le esigenze della stessa Intendenza generale (che era rimasta in un primo tempo - fino a settembre - in quella città) e della base logistica di Costantinopoli e Jeni-Koi . Vi sono anche che complicazioni burocratiche sulle tariffe da praticare alla corrispondenza, in quanto (scrive il Manfredi) la nostra burocrazia, che in quel tempo era anche più ristretta di oggi, rilevò che, siccome i francesi trasportavano le lettere soltanto da Genova a Balaclava e viceversa, bisognava applicare alle medesime una sopratassa per il percorso negli Stati Sardi. La cosa si discusse fra i vari ministeri; ma finalmente, considerando la benemerenza del corpo di spedizione in Oriente, gli si fece grazia di non sopratassare le corrispondenze."'
Il Manfredi mette poi in luce gli inconvenienti che si erano verificati nel recapito della corrispondenza, che per la verità sembrano dovuti più che altro a scarso zelo e scarsa elasticità dei portalettere ed a ignoranza dei mittenti: nei primi mesi vi fu nel servizio postale una confusione enorme. Le lettere perdute si contavano a centinaia; quelle giacenti negli uffizi erano a muc-
43
G.M. 1854, pp. 448-449.
44
C. MANFREDI, Op. cit. , pp. 132-133.
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LA LOGISTICA Dl::LL'ESERCITO -
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chi. Fra le cause di questo inconveniente, una delle principali era la mancanza dell'indicazione del corpo od uffizio del destinatario. T portalettere rifiutavano la corrispondenza senza questa indicazione. Ci volle un ordine del generale in capo per obbligarli a prender_c queste lettere, far ricerca nel proprio corpo dei relativi destinatari, e, non trovandoli, restituire le lettere stesse all'ufficio postale con la dichiarazione: i tali ed i tali non si trovano nel tale corpo. Allora l'ufficio postale le rimetteva ad un altro portalettere e così facendo il giro, i destinatl!ri finivano col trovarsi. Tolte queste ed altre cause di ritardi e di spedirnenti , a poco a poco fini per funzionare bene anche il servizio postale.
Queste considerazioni del Manfredi, in effetti, trovano base concreta in una circolare dell'Intendenza generale in data 5 ottobre 1855 45, con la quale, constatato che una quantità ben rilevante di lettere di Militari rimane inesitata all'Ufficio di Posta, perchè i Sol!' ufficiali porla-lettere le respingono dicendo di non trovarsi più presenti g li individui, senza saper individuare dove siano,
si dispone che i sottufficiali porta-lettere ritirino le lettere comunque indirizzate al loro corpo, anche se indirizzate a militari che non vi appartengono, e non sono più presenti. Le lettere non distribuite dovranno essere consegnate all'ufficiale d'Amministrazione, che si incaricherà di farle recapitare ai militari assenti, aggregati ad altro corpo, o ricoverati negli ospedali temporanei in Crimea. Se i militari assenti si trovano negli ospedali generali di Costantinopoli, o sono rientrati in patria, le lettere devono essere respinte all'ufficio postale dopo aver rettificato l'indirizzo. Anche nel successivo miglioramento, il Servizio postale segue la parabola degli altri Servizi. Le difficoltà nel recapito avrebbero comunque potuto essere eliminate o ridotte, se ci si fosse subito preoccupati di trovare il modo di far giungere alle famiglie l'indirizzo preciso dei destinatari, tanto più che risultava ben noto che la maggioranza della truppa e delle famiglie non aveva dimestichezza con le lettere ed era composta da analfabeti o semianalfabeti, il che aumentava di per sè, fin dall'inizio, gli ostacoli per il normale funzionamento del Servizio.
45
G.M. 1855, parte II, p. 2024.
X · CRIMEA: SERVIZI SANITÀ, VETERINARIO E COMMJSSARIATO
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Fig. 35 Guerra di Crimea (1855-1856): tenda-baracca tipo Marquise, per ospedale, per 30 amma lati. (Modellino - Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del genio, Roma).
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO -
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Fig. 36 G uerra di Crimea (1 855-1856): baracca - ospedale. (Modellino - Istituto Storico e di Cullura dell'Arma <ld genio, Roma).
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X - CRIMliA: SERVIZI SANITÀ, VETERJNARJO E COMMISSARIATO
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-------;--------·-t Fig. 38 Modello di scaffale per stabilimenti di sussistenze militari (1855) (G.M. 1855, p. 1276/ bis).
496
LA LOGl:.'TICA DELL'ESERCITO · VOL. I
Fig. 39 - Guerra di Crimea (1855-1856): T ende per ufficiali (a sinistra seminterrata; a destra per generali). (Modellini - Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del genio, Roma).
Vig. 40 - Guerra di Crimea (1855 - 1856): Tende per militari di truppa (a sinistra gourbies a sostegni e tralicci; al centro cucina truppa; a destra gourbies a traliccio semplice). (Modellini - Istituto Stori co e di Cu ltura dell'Arma del genio - Roma).
X - CRIMP.A: SERVI ZI SANITÀ, VllTllRI NAR IO E COMMISSARIATO
Fig. 41 - Guerra di Crimea (1855-1856): scuderia per cavalli. (Modellino - Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del genio, Roma).
497
.
CAPITOLO XI GUERRA DI CRIMEA (1855-1856): I SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI E DI AMMINISTRAZIONE CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Servizio materiali di artiglieria. Alla campagna partecipa una compagnia operai d'artiglieria, composta da 5 ufficiali e 120 sottufficiali e soldati, un furiere, 25 operai "di maestranza" , 16 artificieri, 12 armaiuoli, 64 pontieri, 3 con altri incarichi. Vengono costituiti, con personale tratto prevalentemente dalla brigata d'artiglieria di piazza, un parco mobile, un deposito generale e uno succursale. Le dotazioni munizioni e materiali delle batterie e dei vari organi per il corpo di spedizione sono definite con dispaccio in data 3 aprile. 1 Ogni batteria da 16 cm (oltre a 7 affusti con cannoni) ha 9 carri da munizione mod. 1850 da 16 e 6 carri da munizione mod. 1844 e 1850 per fanteria. Le ba tterie da 8 cm hanno (oltre a 4 affusti con cannoni, 2 con obici e 1 di ricambio) 6 carri da munizione mod. 1844 da 8, 4 carri da mmùzione mod. 1844 da obici, 6 carri da munizione mod. 1844 (o 1850) per fanteria. Ogni batteria trasporta al suo seguito, in complesso, 200 colpi circa per ogni bocca da fuoco, 62000 cartucce a pallottola da fucili e moschetti (a stelo e Nessler), 18000 cartucce a pallottola da pistole e pistolini, 14000 pacchi per cartucce da bersaglieri di IO colpi ciac;cuno. Inoltre ciascuna batteria dispone di 2 cani da foraggio, I carro a ridoli mod . 1844 da parco per trasporto materiale, I carro a ridoli mod. 1844 per trasporto personale. Il parco mobile comprende ben 66 carri, tra i quali 36 per munizioni di artiglieria e 12 per munizioni per fanteria, 4 carri da pontieri, 4 affusti di ricambio con munizioni da obice, e persino 2 carri da parco scoperti per strumenti da guastatore per le compagnie da piazza. In totale le munizioni trasportate sono 100 colpi per ogni bocca da fuoco , 224000 cartucce per fucili e moschetti, 6000 cartucce a pallottola da pistole e pistolini, 5000 pacchi di cartucce da bersaglieri, 6000 cartucce da pistola per carabinieri reali. Come si vede, esistevano ben 3 tipi di cartucce per fucili e moschetti e 3 tipi di cartucce per pistole, il che complica certamente i rifornimenti. li deposito succursale ha una parte delle munizioni e del materiale a terra, cioè senza la corrispondente dotazione di mezzi di trasporto. Per un totale di 100 colpi per ogni bocca da fuoco, 900.000 cartucce a pallottola per fucili e moschetti, 10.000 per pistole e pistoloni e 17 .000 pacchi da bersaglieri, dispone solo di 27 carri, di cui 6 di munizioni di artiglieria e 2 da fanteria. Comprende inoltre 3 carri per maestranze, artificieri ed armaioli con 2 fucine da parco, e ciò significa che presso questo deposito funzionano officine sia pure molto leggere, ove opera il predetto personale.
G.M. 1855, parte I, pp. 1.189-1192.
500
LA LOGISTICA DE LL'esERCITO -
VOL. I
Presso il deposito generale si trovano artiglierie e affusti di ricambio, 6 fucine e la maggior parte dei materiali, trasportati da 13 carri più 2 carri per il personale. Anche in questo caso, a una cospicua quantità di munizioni per fanteria e artiglieria (tra le quali ben 2.000.000 di cartucce per fucile e moschetto e 400 colpi per bocca da fuoco) corrispondono solo 7 carri da munizioni per artiglieria e 4 da munizioni per fanteria. li deposito generale, quindi, non è destinato a muoversi, e ba solo 38 carri. L'articolazione e lo scaglionamento del personale e dei materiali sembrano eccessivi, a fronte delle relativamente brevi distanze della zona di operazioni da Balaclava e dall'accampamento, e anche della ridotta disponibilità di personale di ogni grado per la gestione degli organi logistici, le riparazioni e i rifornimenti. li parco mobile, evidentemente, doveva dislocarsi a ridosso delle truppe operanti, il deposito succursale all'accampamento e il deposito generale nella zona del porto. Più razionale ci sembra sarebbe stata la riparti zione in due parchi leggeri divisionali, facenti capo direttamente al deposito generale. La compagnia operai d'artiglieria ha il compito di riparare o sostituire anche i carri del treno. Le fucine d 'artiglieria, oltre alla ferratura dei propri cavalli, c.kvono provvedere allor ferratura dei cavalli degli Stati Maggiori e dei reparti più vicini. Il trasporto del deposito succursale e generale avviene a mezzo quadrupedi e personale del treno. Riguardo al servizio armi e munizioni per la fanteria (facente capo, come sempre, alla branca logistica dell'artiglieria), con dispaccio in data 23 aprile2 le dotazioni d'arma di munizioni, al seguito del soldato nelle giberne e nello zaino, sono fissate come segue: fanteria: 40 cartucce per armati di fucile a stelo e 60 per armati di fucile ordinario; zappatori: 20 cartucce per ogni fucile ordinario; artiglieria e cavalleria: 20 cartucce per moschetto, pistolone e pistole; bersaglieri: 80 cartucce per carabina. Le munizioni durante l' imbarco sono custodite in casse, e distribuite allo sbarco. Nulla di sostanzialmente variato nelle procedure per il rifornimento munizioni, che rimangono piuttosto macchinose, con troppi livelli interessati. In data 4 marzo 1855 viene emanato il R.D. che approva il Regola-
2
G.M. 1855, parte I , pp. 1080-1081.
Xl - CRIMEA: S ERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
501
mento sul servizio del Materiale d'Artiglieria presso gli Eserciti in campagna3 , che fissa le norme per i rifornimenti e per la gestione del materiale, norme valide sia in tempo di pace e in patria, che per la campagna. Il predetto regolamento distingue il Servizio del materiale di artiglieria in arte e in Servizio economico - amministrativo. Quest'ultimo ramo in campagna si divide ancora in amministrazioni propriamente detta, e in contabilità in materia. Ai sensi del regolamento di servizio delle truppe in campagna del 1833 (ancora valido anche in questo caso), gli attributi d'arte (cioè di comando e suprema direzione dei reparti operativi e degli organi logistici) competono al comandante superiore, che è alle dipendenze del comandante dell' esercito e si mantiene contemporaneamente in relazione con la direzione del materiale del Ministero, per quelle predisposizioni che sono necessarie per l'esecuzione degli ordini e disegni di detto comandante. Tutti gli organi d'artiglieria ai livelli inferiori, a cominciare dalle batlerie e dai parchi, dipendono direttamente e solamente dai comandanti d ' artiglieria: così, dipendono direttamente dal comandante superiore il comandante generale dei parchi mobili, il comandante del parco generale di deposito, i comandanti dei traini da ponte e tutti i capi servizio. Nell'ambito delle Grandi Unità i Comandanti delle batterie dei parchi di divisione sono dipendenti dai Comandanti d'artiglieria delle rispettive divisioni, i Comandanù del parco principale e dei parchi di riserva sono dipendenti dal Comandante generale dei parchi mobili 1••••J i comandanti dei pa rc hi di divisione per ciò che concernente le munizioni e il materiale sono pur dipendenti dal Comandante generale dei parchi mobili .
Questa dipendenza esclusiva dei vari organi operativi e logistici dai comandanti d' artiglieria e capi t,ervizio d'artiglieria non sembra fatta per favorire la cooperazione e la tempestività di rifonùmenti, dovendo le esigenze dei comandanti di Arma base (fanteria) e di artiglieria ai vari livelli essere trasformate in richieste scritte, soggette al vaglio preventivo di molti, troppi organi. Infatti, quando gli stessi comandanti di organi di artiglieria abbisognano di materiali o munizioni da guerra ne fanno richiesta al comandante Superiore d'artiglieria, il quale si rivolge all' Intendenza d'armata per le disposizioni in proposito, ed a seconda dei casi scrive alla Direzione del materiale e stabilisce gli opportuni concerti con la Intendenza medesima. I Comandanti dei depositi , nelle circostanze <l ' ur-
3
G.M . 1855, parte I, pp. 627-675.
502
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
genza, possono ricorrere direttamente alla mentovata Direzione del materiale. Detti materiali o munizioni possono essere riforniti dai magazzini degli arsenali, mediante un ordine speciale del Ministero della guerra, ovvero dai magazzini delle piazze più vicine, mediante annuenza del Governatore o Comandante della piazza stessa.
Lo scaglionamento in profondità previsto per i vari tipi di parco (di divisione, di riserva, principale, generale) e le modalità per il rifornimento munizioni sono del tutto analoghi a quanto previsto nel 1848-1849 (vds. capitolo V). Ugualmente macchinoso il rifornimento munizioni, peraltro temperato dalla possibilità di adottare precedure d'urgenza più snelle: i Comandanti, per rifornire i propri reggimenti o frazioni di munizioni da guerra, volgono domanda al Comandante di batteria o parco col mezzo di apposito vaglia conforme al modello annesso al presente Regolamento, il quale serve di richiesta e di ricevuta, ed è rimesso al distributore all'atto della distribuzione. Nei casi d'urgenza i comanda nti di batteria o parco possono effettuare distribuzioni anche senza le forma lità richieste dal precedente paragrafo, ma debbono far risultare della cosa, mediante apposita dichiarazione [... ] le munzioni vengono rifornite dal parco generale di deposito al parco principale, da questo ai parchi di riserva, da questi a quelli di divisione, e da questi ultimi alle batterie. Però questa scala non è indispensabile, e quando torna utile, i parchi possono rifornirsi gli uni cogli altri senza distinzione, come possono pure tutti rifornire le batterie [... ] nei casi urgenti ed imperiosi le munizioni si possono richiedere complessivamente a carri, vale a dire si richiede un dato numero di carri da munizioni o di cassoni pieni , in contraccambio d 'altrettanti vuoti che si rinviano.
Il rifornimento di armi portatili o parti di ricambio è effettuato solo dal parco principale, al quale i corpi restituiscono le armi esuberanti o fuori servizio, con una procedura amministrativa anch'essa elaborata: i Consigli d'Amministrazione (dei corpi - n.d.r.) rivolgono le relative domande all'Intendenza generale d 'armata, la quale provoca dal Comandante dell'esercito l'ordine di distribuzione o versamento e fa passare al Comandante di artiglieria le opportune richieste. Questi trasmette le proprie richieste (vidimate da lui) al Comandante del parco principale, il quale fa operare la distribuzione, o ricevere il versamento, ed in quest'ultimo caso accerta la cosa col mezzo d'un altro verbale compilato in contradditorio, fra un Uffiziale d'artiglieria delegato, un uf fizialc rappresentante il Corpo rimettente, e il contabile d'artiglieria. In quest'atto si dichiara su chi debbono cadere le spese di riparazione se occorrono.
Xl - CRIMEA: SERV IZI TRASPORTI F. MATE RI A LI
503
Molto più perfezionati, rispetto aJ I848-1849 (vds_ capitolo V), gli strumenti e la materie prime per la manutenzione delle armi della fanteria e le modalità per il loro impiego, che risultano da apposita Istruzione sul modo
di provvedere, conteggiare e far uso degli oggetti destinati al governo delle armi dei corpi di fanteria, a seconda dell'Istruzione sulle armi, che completa il 2° volume del nuovo Regolamento per l'esercizio e le evoluzioni della fanteria in data 12 marzo 1855. 4 Secondo tale Istruzione, ai fucili e ai pistoloni in dotazione ai corpi di fanteria devono essere sempre uniti gli "assortimenti", considerati come parte integrale del fucile e definiti in apposita tabella, che riportiamo nel DOCUMENTO 14. Inoltre ogni individuo armato di fucile o pistolone deve essere provvisto di un pezzo di panno, alcuni pezzi di tela usata, alcune piccole stecche di legno dolce. In tempo di guerra, ogni individuo è provvisto di 2 luminelli di fucili di ricambio . Per evitare guasti alle armi in servizio ed efficienti, ad ogni compagnia vengono distribuiti un fucile e un acciarino fuori servizio, da impiegare nell'istruzione del personale sulla scomposizione e ricomposizione delle armi. Per pulire e lubrificare le armi vanno usate esclusivamente le seguenti materie prime: olio d'ulivo depurato con piombo; pomata; spirito di vino od aceto; tripoli; mattone pesto; maiolica o pietra pomice (queste ultime quattro materie prime sono elencate in ordine di preferenza e servono per togliere la ruggine). È proibito l'uso dello smeriglio per togliere la ruggine; solo l'armaiuolo potrà farvi ricorso, quando non sono sufficienti le altre materie prime. Per la verniciatura delle giberne e dei foderi di daghe, sciabole e baionette le materie prime devono essere esclusivamente le seguenti: manteca, tintura da cappelli, colla d'amido o dijarina, carta vetrata. Tutte le predette materie prime, insieme con quelle per la pulizia delle armi, sono preparate a cura dell'Amministrazione dei corpi e distribuite in recipienti comuni per compagnia, per plotone o per camerata, a seconda di quanto disposto dai comandanti di corpo. In guerra, nel caso che queste modalità per la distribuzione non possano essere seguite, ad ogni individuo sono forniti olio (nell'ampollino), manteca (nella scatoletta di latta), tripoli e pietra pomice avvolti separatamente. Lo spirito di vino o aceto e la pomata sono distribuiti dal comandante di compagnia al momento dell'uso.
4
G.M . 1855, pa rte T, pp. 407-411.
504
I.A LOG ISTICA DELL'ESERC ITO - VOL. I
Il pezzo di panno viene custodito nella giberna sotto le cartucce. Tutti gli altri oggetti e materie prime, nella borsa contenente l'occorrente per cucire. I sergenti custodiscono gli oggetti in dotazione nella borsa assortimenti, collocandola nella parte superiore dello zaino. Le spese di tutti gli assortimenti sono a carico dell ' erario; quelle delle materie prime (e relativi recipienti) per la manutenzione, alla massa bene armato e arredi dei corpi. Il soldato deve provvedersi dei pezzi di panno e di tela e delle piccole stecche di legno, senza però ricorrere alla massa individuale di deconto. Inoltre all'individuo (massa individuale) sono addebitate le spese per rinnovo o riparazione di assortimenti, dovute a smarrimento o incuria.
Servizio materiali del genio (Vds. Fig. 42, 43, 44, 45). Il genio partecipa alla campagna con un battaglione zappatori, su Stato Maggiore e 4 compagnie. Ciascuna compagnia comprende 4 ufficiali, 1 furiere, 5 sergenti, 12 caporali, 15 artisti, 80 zappatori. Sono costituiti 1 parco per la I• cp e 1 parco per la 2• cp. (con una guardaparchi e 8 cavalli da tiro), 1 parco di divisione (1 sottotenente, I guardaparchi, I sotlocommissario, I scrivano e 32 cavalli da tiro), 1 parco principale (I assistente militare e 4 persone per la gestione; 48 cavalli). I veicoli, utensili, macchine e materiali in dotazione ai parchi sono definiti con appositi specchi. 5 Il parco di compagnia ha un carro coperto e uno scoperto, con strumenti e materiali. In particolare: accessori del carreggio; cordame; legname; metalli; materie diverse; carta; strumenti ed apparecchi scientifici; strumenti e robe da disegno; strumenti d'arti e mestieri (da zappatore, da legnaiuolo, da magnano; da minatore e scalpellino; da muratore; da segatore di legnami); strumenti comuni (ad esempio compassi di ferro e di legno, mazzuoli di legno), masserizie diverse (ad. es. 200 sacchi a terra e 4 scope di saggina), recipienti, robe ad uso d'ufficio. Il parco divisionale comprende 2 carri coperti, 5 carri scoperti e I fucina da campagna mod. 1830, con strumenti, materie prime e materiali vari, ma non strumenti d'arti e mestieri. Il parco principale ha I carro a ridoli mod. Gribeauval, 2 carri da parco coperti, 6 scoperti, I fucina da campagna mod. 1830, con materie prime e strumenti per arti e mestieri, tra i quali quelli da lattaio e calderaio, non disponibili al liveI1o di compagnia.
5
G.M. 11!55, parte I, pp. 1129-11 87.
Xl - CRTMEA: SERVIZI TRASPORTI E MATERJALI
505
A proposito di competenze del genio, va ricordata una Nota del Mini-
stero emanata il 4 dicembre 18556 , cioè nel culmine della campagna, diretta a vietare le spese di lusso effettuate senza preventiva autorizzazione ministeriale: si avverte che s'intendono spese di lusso quelle tutte non indispensabili a procurare alle truppe ed a.Itri utenti dei Fabbricati militari un alloggiamento decente e convenientemente riparato.
Tra i lavori di lusso sono compresi, a titolo di esempio: i giardini e gli alberi nei cortili, i pavimenti in laterizi verniciati; e quelli detti a tutta arrotatura, ovvero alla Veneziana, od altrimenti lucidi; i palchetti a scompatimenti; gli intonachi a stucco, o lucidi, le gucrniture di fornelli in marmo, le stufe od i fralklini verniciati, ornati di arabeschi o muniti di colonne scannellate; la riquadratura delle pareti e le tappezzerie in carta, quando non siano per alloggi di Uffiziali o impiegati, nel qual caso però rlehhono essere sempre ddle più semplici che si rivengano in commercio; le vernici alle imposte di porte e finestre, agli sportelli e simili , le persiane e le imposte di finestre nei locali che non siano destinali per alloggi od Uffizi, per Infermerie reggimentali, o per ospedali.
Austerità resa particolarmente necessaria dalle esigenze finanziarie della campagna in corso? Ritornando alla campagna di Crimea, va notata la modernità della soluzione adottata, prevedendo leggeri parchi anche per la compagnia: criterio anche oggi sovente seguito, assegnando magari in via temporanea o per un dato lavoro un'aliquota di parco, anche al livello di minori unità. Tutta la struttura organizzativa del genio dà buona prova, nonostante il notevole ritardo nell'afflusso dei materiali. Unico neo - che desta risentimento nel personale - è l'impiego, che avviene esclusivamente nei numerosi e faticosi lavori necessari e non in combattimento. Infatti in data 23 giugno il comandante superiore del genio "onde calmare la militare suscettibilità da questo battaglione zappatori manifestata in occasione dell'ultima mossa militare di cui non fu chiamato a far parte", comunica al battaglione un dispaccio in data 4 giugno dello stesso generale La Marmara, che così inquadra l'impiego del battaglione e sottolinea l'importanza anche operativa dei lavori che è chiamato a compiere:
6
G.M. 1855 , parte Il, pp . 2037-2038.
506
LA LOU IS l"I CA DE LL' ESERCITO -
VOL. I
prima regola per ogni esercito o Corpo che si accinga ad intraprendere operazioni di guerra, quella si è di formarsi una base, ossia di stabilirsi i depositi di viveri, munizioni ed approvvigionamenti diversi, gli spedali e le infermerie, in guisa che l'csistem.a di questi stabilimenti non sia fortui ta, e qua nto ai primi , non sia esposta, come nel caso nostro, ad essere annullati da una semplice pioggia e quanto ai secondi presenti le condizioni di ricovero e comodità che sono indispensabili alla guarigione degli infermi. Molte sono le cose che occorrono onde si possa dire c he abbiamo una base, e si possa evitare un rimprovero che giustamente ci potrebbe esser mosso di non essercela preparata, che anzi si può dire che il più resta a farsi. Finora mancavano i mezzi, non si avevano legnami , utensili e ciò senz.a di cui non si lavora. Ora se questi materiali sono luni,oi dall'essere tulli giunti e sbarcali , se ne ha però una quantità sufficiente per porre mano all'opera . È intenzione pertanto del Generale in Capo che il Battaglione del Genio si applichi interamente a questi lavori [... ) e li mandi a compimento nel minor tempo possibile [. .. ) Ad un corpo che ha sì notevoli sentimenti qual'è quello agli ordini di V.S. ricrescerà sinceramente di non trovarsi cogli altri compagni d'armi in prima linea e di non attendere ad o pere di guerra anzich 'è ad a ltro; ma per poco che esso rifletta riconoscerà che riuscirà in questi giorni molto più utile in questa maniera che non in altra e c he provocherà la riconoscenza del corpo assai più che non trovandosi con esso più verso il nemico. 7
Queste parole del La Marmora (che, tra l'altro, mettono l'accento sul pernicioso ritardo nell'afflusso di materiali ai quali avrebbe dovuto invece essere conferita priorità assoluta, anche rispetto al grosso del corpo di spedizione) sottolineano ulteriormente la mole di lavoro enorme che il genio ha dovuto affrontare, mole cospicua che del resto già è emersa trattando dei vari Servizi, a cominciare dai Servizi di sanità e vettovagliamento, e dal problema dell'alloggiamento della truppa nei mesi invérnali. Il Borgatti elenca, in proposito, ben 18 tipi di costruzioni e lavori: ospedali, baracche, ricoveri per uffici e comandi, magazzini vettovaglie, armi, vestiario ecc., scuderie, approdo per bastimenti a Balaclava, forni da campagna per panifici, triceramenti e campi trincerati, osservatorio di Monte Hasford, ferrovia (la prima ferrovia militare costruita) tra il porto e i magazzini di sussistenza in zona di Kamara, viabilità varia, 4 ponti in muratora, macelli ed edifici per la distribuzione della carne, recinti per il bestiame e alloggi per macellai e pastori, acquedotti, abbeveratoi, lavatoi, fontanelle (presso accampamenti e ospedali), chiese, cappelle e monumenti funebri ,
7
M. BORGATII , Op. cit. pp. 320-321.
Xl - CRIMEA: SERVl 7.l TRASPORTI E MATl:ilUALI
507
fornitura alla truppa degli strumenti necessari per i gourbis e direzione dei relativi lavori, demolizione delle baracche a fine campagna e vendita del relativo materiale8 • Per tutti questi lavori le truppe del genio, aiutate da ausiliari di fanteria per i baraccamenti e di artiglieria per le fortificazioni, riscuotono numerosi apprezzamenti. Molto eloquente è la particolareggiata descrizione dei lavori compiuti fatta dal Borgatti, per i quali si può solo dire che, non per demerito del genio, se vennero conclusi con ogni celerità possibile, non sempre furono iniziati con tempestività e ancor prima dello sbarco delle truppe, come invece sarebbe stato necessario almeno per ospedali, magazzini e viabilità principale.
Servizio trasporti. 11 Servizio trasporti in occasione di questa campagna comprende, per la prima volta nella storia dell'esercito piemontese, due aspetti: trasporli per mare e trasporti per terra. I trasporti per mare sono di gran lunga i più interessanti: ci si trova di fronte alla prima spedizione d'oltremare, e anche se non si tratta di sbarcare in coste ostili fortificate o difese, ma di attuare un movimento logistico, le difficoltà sono di grande portata. Nemmeno esiste, ai primi del 1855, un preciso quadro normativo di riferimento, e ciò contribuisce ad accrescere le difficoltà, inevitabili specie nel campo dei Servizi quando si devono applicare procedure nuove. Sui trasporti via mare della spedizione, che pertanto esamineremo per primi, è stato di recente pubblicato uno studio sulla Rivista Marittima9 , il quale però, per quanto attiene alla regolamentazione, fa riferimento solo alle fonti dell'Archivio dell'Ufficio Storico della Marina, ma non alle numerose disposizioni (che non possono essere trascurate) riportate nel Giornale Militare del 1855. In merito, va ricordato che al tempo, pur esistendo già un Ministero della marina, il Giornale Militare era l'unica fonte ufficiale sia per l'armata sarda, che per la Marina mercantile e militare e il Ministro della guerra e marina era unico. Il problema dei trasporti via mare del corpo di spedizione è influenzato, per tutta la durata della campagna, da una serie parametri altamente condizionanti:
8 9
IVI, pp. 322-344. N. ESPOSITO ELEFANTE, la Marina Sarda nella guerra di Crimea, "RIVISTA MARITTIMA" n. 8-9/1986.
508
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO -
VOL. J
a norma dell'art. III della Convenzione Supplementare alla Convenzione militare la flotta inglese si incarica del trasporto gratuito delle truppe sarde in Oriente; b) nel Regno di Sardegna al momento dell'assunzione dell'impegno non esistono (come invece in Francia e in Inghilterra) grandi società di navigazione in grado di assumersi per contratto incombenze di grosso rilievo, quali erano pur sempre quelle relative al trasporto di 15000 uomini e dei relativi materiali a grande distanza dalla Madrepatria. Ne consegue la necessità di ricorrere ad artp.atori esteri, in buona parte già impegnati a favore dei franco-inglesi; c) per "trasporto gratuito delle truppe", locuzione non del tutto chiara, o meglio non sufficiente a delineare in tutti gli aspetti"i rispettivi impegni, dagli inglesi viene inteso un pò capziosamente che l'impegno va di massima riferito in senso stretto alle truppe, e non ai materiali, viveri ecc.; d'altra parte gli inglesi stessi provvedono anche al vettovagliamento delle truppe trasportate. Così dopo la perdita del Croesus alla quale si è fatto cenno il governo sardo rinuncia a chiedere risarcimenti per l'ingente danno perchè il piroscafo trasportava materiali e non truppe, e può peraltro, nella grave situazione di carenze di ogni genere dopo il naufragio, risparmiare i viveri per le truppe già imbarcate, forniti dagli inglesi; d) il trasporto gratuito da parte inglese viene inteso solo per il viaggio iniziale dal Piemonte alla Crimea. Resta a carico del governo piemontese la provvista del naviglio per i successivi invii di uomini e materiali, necessari per mantenere a numero gli effettivi prefissati e per l'alimentazione logistica. È in tale contesto generale che vanno inseriti i numerosi provvedimenti normativi del 1855, dei quali diamo qui ora un rapido cenno, suddividendoli in due grandi categorie: a) organizzazione e funzionamento del "magazzino di transito" costituito in Genova (vds. capitolo IX), organo di importanza vitale ai fini di un ordinato imbarco, del quale non fa cenno il citato articolo sulla Rivista Marittima; b) norme per il trasporto via mare di uomini e materiali e trattamento a bordo dei vascelli inglesi e piemontesi (per il quale si deve tenere conto delle diverse consuetudini e dei diversi ordinamenti delle due marine). Il magazzino di transito riceve, fin dall'inizio, molta attenzione. Costituito - come si è visto - in data 16 marzo 1855, con apposita Istruzione in data 17 marzo 10 ne sono definiti compiti, dipendenze e modalità di f unzionamento. È sotto la sorveglianza e direzione dell'Intendenza militare di Genova, e deve provvedere a a)
IO
G.M. 1855, parte I, pp. 451-454.
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ricevere tutte le merci, oggetti di vestiario, di bardatura, d'arredamento, d'accampamento, d'ospedale, compresi i medicinali , le derrate ed altri generi cli sussistenza che devono essere spediti all'armata in Oriente, a procurarne l'imbarco, non che a ricevere quelli che dall'armata venissero rimandati .
Il magazzino si incarica inoltre della spedizione di oggetti e pacchi personali per i militari della spedizione consegnati dai parenti, per i quali il Governo si assume la spesa di trasporto, senza peraltro rendersi garante nè di eventuali danni, nè del loro corretto recapito. I materiali da spedire sono accompagnati da lettere di vettura e nota descrittiva degli oggetti, e accuratamente incassati, imballati o contenuti in fusti. Su ogni collo e cassa deve essere indicato in modo ben chiaro il corpo di appartenenza, il numero d'ordine e l'elenco deglj oggetti contenuti. Se si tratta di materiali dei corpi, alla spedizione presenzia il funzionario del1' Amministrazione militare addetto al corpo. I materiali sono introdotti in magazzino solo previa registrazione su apposito registro, e sono spediti solo su ordine del Ministero, diretto all'intendenza di Genova. Il contabile del magazzino deve accompagnare la spedizione con apposita polizza di carico a sua firma (ricavata da un registro madre - figlia), con nota generale descrittiva dei materiali. Una copia di tale polizza viene rimessa all'Intendenza di Genova per l'inoltro al Ministero, un' altra copia viene consegnata all' Intendente genera le del corpo di spedizione. Con successive disposizioni del 9 e IO agosto 11 il personale aumenta da 8 a 9 impiegati (di cui I contabile, 3 aiutanti contabili, 9 commessi), e ne viene definito il trattamento economico (il personale di manovalanza non è fisso). Il magazzino viene suddiviso in tre distinte branche: vestiario , arredamento e accampamento; viveri; foraggi. Le disposizioni concernono anche le norme per l'introduzione dei generi (che oltre che al magazzino merci di Torino o dall ' Intendenza possono provenire da acquisti e provviste fatti a Genova o all'estero) e per i relativi collaudi, a cura di apposita commissione. Il capo dell'ufficio Intendenza militare di Genova impartisce gli ordini di spedizione dopo aver preso gli opportuni concerti con il comandante generale della marina, e secondo gli ordini del Ministero. Ricevuto l'ordine di spedizione, il contabile fa trasportare i materiali sulle calate d'imbarco. Le operazioni di caricamento delle navi sono così descritte: ad ogni nave, e secondo il carico, [il contabile del magazzino - n .d.r.J destinerà un Commesso delle sussistenze, il quale dovrà assistere il tonnellaggio, se non ancora fatto, ed il carico affinchè il tutto proceda con ordine e precisione, senza confusione e secondo le direzioni date dal Comandante generale della Marina, e pcrchè niuna delle cose ordinate sia dimenticata nella spedizione. Ad evitare ogni confusione sulle calate laddove tutte fossero ad un tempo ammassate le robe da imbarcarsi , così pronte che siano nei rispettivi magazzini, verranno quivi condotte di mano in mano che ve lo richieda
11
CT. M . 1855, parte II, pp. 1721-173 1.
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il Commesso di ciò incaricato, il quale specfalmente resta incaricato di far eseguire il carico, secondo le intelligenze già prima prese col Comandante generale della Marina o col Capitano della nave, per caricare prima quelle robe che siano più alte alla stiva, e quelle che devono o possono stare senza inconvenienti sotto o sopra coperta; al quale fine prima di procedere all'imbarco sarà comunicata al prefato Comandante della nave, la nota delle cose da imbarcarsi.
Le predette norme devono essere il}tegralmente applicate solo nel caso che il noleggio e il carico della nave avvengano ad economia, o direttamente a cura dell' Amministrazione militare; se invece la nave è solo noleggiata presso un impresario civile, il trasporto dei materiali dal magazzino alla nave e il caricamento avvengono a cura dell'impresa, sempre però alla presenza di un incaricato del magazzino che tiene nota delJe cose da imbarcarsi. li coordinamento generale tra il Ministero della marina e quello della guerra per le operazioni d'imbarco delle truppe è inizialmente assicurato da una commissione per gli imbarchi, costituita dal Ministero con dispaccio dt:l 20 marzo. Una volta ultimata la partenza del corpo di spedizione, con Nota n. 108 in data 24 maggio 1855 viene modificata la direzione generale delle operazioni di imbarco, che rimane affidata esclusivamente al comandante della marina, senza altri intermediari; le disposizioni precedenti sul funzionamento del magazzino transito sono però confermate. Con il predetto comandante devono prendere gli opportuni accordi per l'imbarco il Capo di Stato Maggiore della divisione territoriale locale (per le truppe e i quadrupedi); i comandanti locali di artiglieria e del genio (per i materiali della rispettiva Arma) e il capo dell ' ufficio d'Intendenza militare locale, (per gli altri Servizi). Anche da questo frazionamento eccessivo di responsabilità in un unico organismo emerge dunque il difetto di coordinamento e la mancanza di un'unica impronta non solo tra truppe e Servizi, ma all'interno della stessa branca Servizi. Le spedizioni e gli imbarchi possono essere disposti soltanto dal Ministero, che comunica per tempo le decisioni al comandante generale della marina. Questi predispone il naviglio necessario, stabilisce tutte le modalità per il caricamento e in particolare, decide se le spedizioni devono essere effettuate con navi della marina sarda, con navi a noleggio oppure con navi fornite dell'Inghilterra. li comandante della marina fa conoscere per tempo al capo dell'Intendenza militare di Genova le speciali condizioni alle quali deve soddisfare il noleggio, che viene effettuato dall'ufficio d'Intendenza militare divisionale di Genova. I comandanti delle truppe e d'Arma e i capi dei Servizi, a loro volta, devono attenersi con precisione alle disposizioni che vengono impartite dal
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comandante deUa marina, il quale con un ufficiale da lui delegato controlla il caricamento. I corrispondenti del comandante generale della marina nelle due zone di sbarco (Costantinopoli e Balaclava) sono, come si è visto, i due comandanti di porto in Oriente, istituiti il 21 giugno 1855 12 • I due più importanti strumenti normativi per il noleggio dei bastimenti presso armatori civili e per la stipula di contratti di trasporti via mare sono
l'Istruzione sul noleggio dei bastimenti, carico e scarico di truppe, cavalli e materiale diretti al corpo di spedizione in Oriente in data 21 giugno 1855, e la Convenzione relativa agli occorrenti trasporti in Genova e presso l'Armata in Oriente, in data 13 agosto 1855, 13 che recano anche ulteriori modalità per l'imbarco e lo sbarco delle truppe e dei materiali, ad integrazione delle precedenti. I noleggi possono essere a tempo, cioè per un periodo prefissato, e a viaggio. Questi ultimi, a loro volta, possono avvenire per tonnellata di stazza della nave, oppure per tonnellata di peso dei materiali imbarcati. Il sistema da pre ferire, quando si tratta del trasporto di soli materiali, è quello per tonnellata di peso, che risulta più economico. La stipula del contratlo è preceduta dalla visita alla nave fatta da un ufficiale di marina e da un ingegnere navale, che deve stabilire il valore del bastimento e indicare se esso è oppure no perfettamente atto alla navigazione. Per l' imbarco, il comandante delle truppe nel giorno e nell'ora prefissati fa trovare la truppa sul punto di partenza , ove da parte del funzionario dell'Intendenza si procede al controllo nominativo dei partenti. Successivamente egli compila l'ordine d'imbarco sulla base della situazione nominativa - distinta per compagnia - presentata dal corpo. Se l'imbarco è di uomini e cavalli, o di materiali, viene redatto un processo verbale. Una volta ul timato l'imbarco, e dopo che il comandante della marina ha dato l'ordine di partenza, l'ufficio d'Intendenza militare della località di imbarco compila il bolle!Jino d'imbarco e di partenza, cioè il prospetto di tutti i bastimenti partiti nella giornata con il relativo carico. Al comandante della nave viene invece consegnato un foglio di via e di deconto, ove deve essere riportato il giorno dell'imbarco e dello sbarco. Per non dividere ai fini amministrativi e della gestione viveri la giornata in due, l'imbarco deve essere regolato in modo che la truppa salga a bordo il mattino. I cavalli prendono posto a bordo prima della truppa. Sulle navi ove vi sono i cavalli deve esservi un numero di uomini proporzionato
12
G.M. 1855, parte I, pp. 1263-1265.
13
G.M. 1855, parte 11, pp. 1525- 1556.
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a quello dei cavalli, e inoltre il funzionario dell'Intendenza deve controllare che vi siano disponibili acqua (16 litri / giorno per cavallo) e foraggi sufficienti per la durata del viaggio. In caso di sinistri, come ad esempio la morte o malattia di uomini e cavalli il comandante della nave e quello delle truppe compilano un verbale, che sarà vidimato dal funzionario dell'Intendenza all' arrivo. L'ufficio d'Intendenza militare nel luogo di sbarco riceve dallo stesso comandante del bastimento copia de~ processi verbali d'imbarco di materiale, uomini e cavalli, e l'ordine di imbarco per la truppa, insieme con un originale del contratto di noleggio. Ricevuto l'avviso dell'arrivo di uno o più bastimenti, il funzionario dell'Intendenza militare si reca sul luogo dello sbarco e ne sorveglia l'ordine (prima gli uomini, poi i cavalli, poi il materiale). Per il personale si fa l'appello nominale, mentre i viveri e i materiali sono controllati con il processo verbale. I materiali d'artiglieria e del genio sono controllati alla presenza di un ufficia le contabile della rispettiva Arma. Ultimato il controllo il funzionario se il contratto fu stabilito a tempo curerà che il bastimento sia tosto ricaricalo per utilizzare il fermo, e se il contratto è a viaggio farà in modo c he lo scarico sia effettuato entro il termine fissato, affine di non essere obbligati a rinnovare il contratto senza bisogno, ed a lasciar partire essendone il bisogno il bastimento.
La Convenzione del 13 agosto viene stipulata con la direzione delle messaggerie imperiali francesi, e con essa tale direzione si impegna a eseguire i trasporti per via di mare da Genova a Costantinopoli o in C rimea, che il Ministero della guerra Sardo gli piacesse far eseguire a seconda delle richieste. dei suoi Rappresentanti debitamente autorizzati, di passeggeri {Militari ed impiegati viaggianti d'ordine del governo), mercanzie, munizioni da bocca e da guerra, escluse quelle incendiabili, denaro od oggetti preziosi direlli al corpo d'armata sarda in Oriente, ed a Militari ed impiegati ....
/\d esempio in 1a classe, per una persona con bagaglio, la tariffa è di L. 280 per il viaggio, più 8 per il vitto al giorno. Questa ragguardevole cifra in 4a classe (l'ultima) scende a L. 75,60 e L. 1,50. Per un collo o cassa di peso inferiore ai 20 Kg il prezzo è invece di L. 10. Per un cavallo o mulo la tariffa è di L. 440 per Costantinopoli e di L. 564 per la Crimea. Il prezzo vale sia per l'andata che per il ritorno (al ritorno, però, solo "le persone san e" !) Il punto d'imbarco è a Genova, dove i passeggeri devono presentarsi a bordo muniti di biglietto di passaggio, mentre per i materiali deve essere
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compilata una polizza di scarico sottoscritta dall'incaricato per gli imbarchi_ li porto di sbarco è Kamiesh. È facoltà deUa società di spedire i materiali che riceve a Marsiglia, e là imbarcarli sulle navi in partenza per l'Oriente. I passeggeri, invece, devono essere caricati a Genova, trasbordare a Malta, fermarsi a Costantinopoli in attesa deU'altro piroscafo per Kamiesh . In questi intervalli la direzione non assicura alcuna assistenza, perchè l'impegno assunto riguarda solo il trasporto e il trattamento a bordo. Altri numerosi provvedimenti riportati dal Giornale Militare (e in particolare l'Istruzione ministeriale del 32 marzo 1855), 14 definiscono le competenze e il trattamento di ufficiali e soldati a bordo. Nella sostanza, però, per l'imbarco su navi sarde sono confermate le norme contenute nel già citato regolamento del 6 marzo 1853 relativo alla disciplina e al trattamento a bordo delle navi sarde (vds. capitolo Vlll), integrate con l'I struzione del 3 I marzo 1855 per il trattamento a bordo di un legno da guerra. L'imbarco su navi inglesi è disciplinato con Istruzione del 22 aprile 1855 15 e con Circolare n. 7 15 del 28 giugno 1855. 16 Gli ufficiali e impiegati all'atto d'imbarco sono informati se potranno convivere a lla mensa ufficiali di bordo, oppure se dovranno provvedere essi stessi al vitto, e ricevere i viveri in natura. Essi ricevono, a bordo, una branda da marinaio con sottomaterasso. Anche per la truppa viene comunicato se essa debba provvedere al rancio con le proprio marmitte, oppure avvalersi dei mezzi per la confezione rancio della nave. I sottufficiali e i soldati sono provvisti di brande in ragione di 1/ 3 della forza, in modo che, alternandosi, possano dormire ciascuno 8 ore su 24. A bordo delle navi inglesi, i viveri per la truppa e il trattamento tavola per ufficiali ed impiegati sono forniti a cura delle navi stesse, senza alcun intervento della marina e/ o della sussistenza sarda. Il trattamento tavola per gli ufficiali è stabilito in 9 lire giornaliere, delle quali rimangono a carico del Governo sardo 6 lire ogni subalterno e 5 lire per ogni ufficiale superiore. A cura del funzionario dell'Intendenza incaricato del servizio a bordo, viene tenuto un ruolino nominativo con tutti i dati relativi agli ufficiali e impiegati.
14
G .M . 1855, parte I , pp. 735-740 .
15
G. M . 1855, parte l , pp. 1077- 1079.
16
Cr.M. 1855 . par te ll, p. 1635.
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11 pagamento di questa cifra viene fatto direttamenlc al capitano della nave inglese all'atto dello sbarco ad opera del corpo, che registra la spesa sul giornale di cassa corredandola da uno stato nominativo degli ufficiali e impiegati. Questo documento serve anche per la successiva richiesta di rimborso da inoltrare a cura del consiglio di amministrazione, dopo che è stata trattenuta agli interessati la quola di contributo prevista per ciascun grado. Per la truppa, le modalità per la distribuzione viveri sono quelle fissate per l' imbarco sulle navi sarde, e anche in queslo caso viene praticata la trattenuta di centesimi venti. A giudicare dalle cronache del tempo e dall'opera del Manfredi, non sono queste disposizioni in sè a provocare disservizi, bensì tutla una serie di fattori di base, non favorevoli e non modificabili, che - come già in parte si è visto - esercitano negativi riflessi sull'assetto organizzativo generale del corpo di spedizione. Il primo di questi è la strana dipendenza delle stesse navi sarde: il Comandante ddla Divisione navale e quelli dei singoli bastimenti erano a disposizio ne del Generale Comandante in Capo del Corpo di spedizione, il britannico Lord Raglan, e dovevano eseguire gli ordini che venivano dali da lui, diretlamentc o per mezzo del suo Capo di Stato Maggiore; al Gcn . Comandante doveva rivolger~i il Ministro sardo a Costantinopoli nel caso avesse voluto affidare qualche missione ai hastimenli della Divisione Navale, a meno che vi fosse impedito dalla lontananza o vi fosse urgenza per l'esecuzione."
L'allro aspetto fondamentale è la scarsità di naviglio in generale (non solo sardo), specialmente per fare l'indispensabile spola lra Costantinopoli e la Crimea (con particolare riguardo agli sgomberi dei feriti sugli ospedali di Costantinopoli). Questo, anche perchè francesi e inglesi con le loro cospicue esigenze avevano già provocato una rarefazione del naviglio disponibile su un mercato internazionale dei noli da essi dominato, e nella spola lra l'Europa e la Crimea tendevano naturalmente a privilegiare le loro esigenze, disimpegnando con affrettata trascuratezza i servizi a favore del corpo di spedizione piemontese. Nessuna meraviglia, quindi , se dal citato articolo sulla Rivista Marittima e soprattutlo dalle affermazioni del Manfredi 18 emergono notevoli dif-
17
N. ESPOSITO ELEFANTE, Art. cit.
18
C. MANFREDI, Op. cii., p. 22 e 129.
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ficoltà, specie nella fase critica iniziale, anche nei trasporti marittimi , alle quali poteva trovare solo parziale rimedio l'impiego di naviglio da guerra "in gabarra", cioè senza cannoni per far posto ai materiali (fregata a vela Beroldo e corvette a vela Euridice, s_ Giovanni, s_ Michele e Aurora). Per di più, come afferma il Manfredi, quanto ai legni della R. Marina, il comando della stessa faceva sempre mille difficoltà ogni volta c he se ne chiedeva uno per servigi di tra~porlo.
I trasporti terrestri hanno, naturalmente, le caratteristiche peculiari richieste della campagna e operano in una situazione tutto sommato più semplice e più favorevole, per diversi motivi: non sono costretti, in Crimea, ad avvalersi di personale civile e di quadrupedi di requisizione o mobilitati, piaga costante dei trasporti fino all'avvento dell'automobilismo; il loro compito si riassume nella spola - circa 5 Km. - tra la zona del porto di Balaclava e la zona d'accampamento; infine, il carattere statico della campagna rende meno ardua la necessità di assicurare l'aderenza dei Servizi alle truppe combattenti, sempre problematica - per le caratteristiche intrinseche del traino animale - quando si trattava di rifornire truppe in movimento su ampi spazi , specie in assenza di vere ferrovie. Gli organi del Servizio trasporti che partecipano alla campagna sono definiti con dispaccio dell'8 aprile 1855,1 9 con il quale delle 4 compagnie treno al momento costituite, 2 (la I a e la 2 a) vengono destinate al corpo di spedizione, per un totale di 9 ufficiali (di cui 2 veterinari), I furiere, 10 sergenti, 329 militari di truppa (tra i quali 4 maniscalchi e 2 sellai), 11 cavalli da sella e 600 cavalli o muli da tiro o da basto. Solo la 1a compagnia viene subito portata a pieno organico e si imbarca per prima; per la 2" ,compagnia è previsto il completamento sul posto. L'organico del corpo del treno in generale (comprese le truppe rimaste in patria) durante la campagna è definito con R.D. del 9 maggio 1855 20 che, in relazione alle accresciute esigenze derivanti dalla necessità di assicurare sia le esigenze della Crimea che quelle normali delle truppe rimaste in Piemonte, rafforza i Quadri e gli specialisti di truppa (furieri, sellai, maniscalchi) tanto nello Stato Maggiore del corpo che nelle compagnie, pur mantenendo invariato il numero di queste ultime.
19
G.M. 1855 , parte I, pp. 703-704.
20
G .M. 1855, parte I , pp. 1200-1202 .
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Questo provvedimento, con i modesti aumenti all' organico che prevede, si rivela insufficiente, e pertanto con R. D. del 4 giugno 18552 1 viene costituita una quinta compagnia e viene ulteriormente aumentato lo Stato Maggiore del corpo per metterlo in grado di fronteggiare i maggiori compiti, con una maggiore disponibilità di organi direttivi nel campo dei Servizi. Con il nuovo ordinamento lo Stato Maggiore comprende, oltre al colonnello comandante, I maggiore, 1 capitano relatore, 2 aiutanti maggiori, 1 ufficiale di amministrazione, 1 ufficiale pagatore, 1 direttore del carreggio, I ufficiale a disposizione, 1 medico: 3 veterinari, 7 sottufficiali (di cui 1 sergente al carreggio), 4 graduati, l capo sarto, 1 capo calzolaio, 1 capo sellaio, 1 capo carradore e 2 carradori . Alla Crimea, quale comandante del treno sul posto, è destinato il maggiore, che porta con sè un piccolo Comando: 2 aiutanti maggiori, un furiere maggiore, I caporalmaggiore, I caporale o sergente di amministrazione. A fine 1855, viene anche per la prima volta concesso, con Nota del 28 ottobre 1855, 22 che in caso di utilizzazione delle ferrovie per spostamenti di reparti, i famigliari della "ba<;saforza dei Reggimenti o Corpi partenti" abbiano diritto al trasporto gratuito sulle ferrovie, per cui i Comandanti divisionari provvederanno a ciò chè I Comanda nti di Corpo mandino al rispettivo ufficio d 'Intendenza militare, l'Elenco degli individui appartenenti allt: Ùt:llt: famiglie, e quindi le facciamo accompagnare alla stazione da un Aiutante Maggiore od altro Ufficiale, onde evitare così che s'introducano nei vagoni persone estranee alle medesime.
Nel~a stessa occasione, poichè il Ministero del lavori pubblici aveva lamentato il disordine e la confusione con il quale era avvenuta in taluni casi l'utilizzazione delle ferrovie per il trasporto di truppe, si richiamano le disposizioni già impartite con la citata Istruzione del 23 agosto 1852 (capitolo VIH) e, in aggiunta alle norme in essa contenute, si dispone che, un'ora prima della partenza del treno, l'aiutante maggiore si rechi sul posto per riconoscere i convogli destinati al trasporto dei militari, e che, sempre un 'ora prima della partenza, addirittura si mandi alla stazione un picchetto di forza tale che basli a porre una sentinella ad ogni ingresso della della stazione, alla quale sentinella dovrà darsi la consegna di non lasciar entrare nella medesima persone estranee al servizio delJa stazione stessa, od a quella d el Corpo che deve muovere.
21
G.M. 1855, parte 1, pp . 1285-1287.
22
G.M. 1855, parte Il, p. 1978.
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Non sembra che il sistema dei trasporti terrestri così organizzato abbia dato luogo a inconvenienti gravi. Il Borgatti scrive però che, nella fase iniziale della campagna, "i soldati nel campo di Karani mancavano di viveri, perchè non avevano mezzi di trasporto mentre le derrate si deterioravano sulle banchine,", e il Manfredi così descrive il funzionamento dei trasporti dal porto di Balaclava all'accampamento: li porto di Balaclava era sempre l'unico punto di sbarco per noi e per gli inglesi. Le operazioni riuscivano difficilissime e bisognava usare grande pru· dcn7,a per non litigare ogni giorno cogli alleati. Queste operazioni erano dirette dal comandante del porto, tenente di vascello Villorio La Marmora. Gli sbarchi erano eseguiti da marinai della R. Marina; il trasporto e il cari-
camento sui vagoni e sui carri si faceva da soldati e da facchini. Due erano gli scali per il servizio degli sbarchi; uno a levante del porto, l'altro dalla parte opposta. Da ciascuno di essi partivano due comunica7.ioni: una ferroviaria , arrivava fino a magazzini poco discosti; l'altra, carreggia bile, e quando non era guasta, arrivava fino agli accampamenti ; questa si adoprava dura nte il giorno, quella duranlt: la notte, pcrd,i: di eiorno se ne servivano gli inglesi. Col servizio di notte si alimentava il magazzino foraggi e legna; col servizio di giorno si alimentavano i magazzini viveri.
O ltre il treno d' armata concorrevano a tali scrvi7j la compagnia O[)t!rai d'artiglieria ed un battaglione di fanteria comandato, come si disse, per turno settimanale a Balaclava. Dalle c inque e mezza alle undici di mattina erano comandati a llo scalo di levante: un ufficiale d'artiglieria con 12 artiglieri , un sergente di fanteria con 25 soldati, IO carr i del treno coi relativi conducenti; allo scalo di ponente: un ufficiale e un sergente di fanteria con 25 soldati di quest'arma e 12 artiglieri lo stesso numero di carri e conducenti come all'altro scalo . Alle undici si smclleva il lavoro, ripigliandolo alle due e continuando fin o alle cinque e me-eta. Si facevano tre viaggi nel mallino e tre nei pomeriggio, ua da,1.un degli scali all'acc:unp::imcnlo o ai magazzini; sicchè erano 120 carrate al g io rno, salvo casi imprevisti, e tuttavia non rari. Dalle sei a lle undici pomeridiane il servizio si faceva colla ferrovia, adoprandovi sola la fanteria e quel numero di vagoni che gli inglesi lasciavano liveri. Un gio rno per l'altro, si potevano calcolare 12 vagoni e, siccome si faceva due viaggi, ne risultava un trasporto di 24 vagoni di foraggi o e legna. t,a capacità di ogni vagone era di 60 sacchi di biada e di 14 fastelli di fieno. Commisurando e ripartend o o pportunamente questi due generi si poteva trasportare ogni sera il necessario per l'indomani"
23
M. BORGATTI , Op. cii. , p. 68.
24
C. MANFREDI , Op. cit., pp . 225-227.
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L/\ LOGISTICA DELL'ESilRCITO -
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La guerra di Crimea deve essere ricordata anche perchè nel corso delJa operazioni si verifica il primo caso di impiego di una ferrovia a scartamento ridotto (quella che poi sarebbero state il tipo decauville), che viene costruita su progetto di un ingegnere inglese a partire dai primi di settembre 1855, per il collegamento tra il porto e la zona di accampamento. I particolari della costruzione della ferrovia - i cui vagoni erano a traino animale - sono descritti dal Borgatti, 25 dal Manfredi 26 e nelle memorie del generale Raffaele C adorna, che diresse i lavori 27 sulla base della seguente ripartizione di compiti: i piemontesi, che avevano solo le braccia e le cariole, furono incaricali dei movimenti di terra; gli inglesi d ovevano mettere a posto le rotaie e provvedere il materiale ferro via rio.
I lavori - che si svolgono contemporaneamente alla costruzione delle baracche, nell'autunno del 1855 - arrivano a occupare 1 ufficiale subalterno, 2 sergenti, 4 caporali e 80 soldati per ogni battaglione piemontese, alle dipendenze di un capita no per ciascuna brigata, il quale a sua volta dipende dal maggiore Raffaele Cadorna.
Il Servizio di amministrazione. In occasione della campagna viene emanata una cospicua serie di disposizioni su numerosi particolari della branca giuridico-amministrativa. Tra queste ricordiamo le norme in data 23 gennaio 1855 sul pagamento delJ"'Imposta Personale-mobiliaria dovuta dai militari" , 28 il Regolamento sugli Atti
relativi allo Stato civile, e sui Testamenti dei militari componenti l'Esercito in tempo di guerra ed in campagna, sia entro che fuori dei R egii Sfati, non che delle persone impiegate, addette, od al seguito dello stesso Esercito in data 8 marzo 1855 ,29 le Avvertenze per agevolare i mezzi di accertare, giusta il Reale Decreto 15 agosto 1852, la causa, la natura, l'epoca, il luogo e le circostanze delle ferite od infermità incontrale dai militari in servizio in data 3 1 marzo 1855.30
25
M. BORGATII, Op. cit. , pp. 334-335.
26
C. MANFRE DI, Op. cii., pp. 225-227.
27
L. CADORNA , Op. cii., p. 61-70.
28
G.M. 1855, parte I, pp. 174-175.
29
U.M. 1855, parte I, pp. 386-406.
30
G.M. 1855, parte I, pp. 481-484.
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li trattamento economico è fissato in data 31 marzo 1855, con il R.D. che stabilisce le competenze di Campagna per le R egie Truppe, Funzionari dell'Intendenza militare ed altri Impiegati, in tempo di guerra. 31 Interessante la motivazione del decreto, quale risulta dalla relazione del La Marmara che lo accompagna, apertamente critica nei riguardi delle procedure adottate nel 1848-1849: durante la guerra 1848-1849, l'esperienza fece conoscere parecchi difeU.i nelle tariffe degli assegnamenti varii in denaro, e delle competenze in viveri e foraggi agli Uffiziali, Funzionari dell 'intendenza militare, ed agli impiegati amministrativi; Ebbesi a lamentare specialmente: 1° Che all'aprirsi d'una Campagna non era dai nostri Regolamenti assegnata veruna somma per agevolare il mezzo di far fronte a quelle maggiori spese, che necessariamente occorrono in quelle circostanze. 2° Che i soprassold.i, e le competenze di viveri e foraggio non erano in equa misura a~segnati, e che stante la facoltà di prelevare queste ultime in contanti, potessero faci lmente derivarne abusi a danno del servizio, e dell'Erario. 3° Che niuna disposizione regolamentare determinasse le indennità dj rappresentanza in Campagna degli Uffiziali Generali, e dei Comandanti di Corpo. 4° Che per i Sott'uffiziali promossi Uffiziali non fosse dai Regolamenti consentita un' indennità all' atto della promozione propuu.iouata alle spese che debbono incontrare per fornirsi il proprio corredo. 5° Che niuna indennità fosse stabilita in risarcimento dei cavalli, cd effetti tolti dal nemico .
Le competenze - solo per ufficiali e impiegati - consistono in: gratifica d'entrata in campagna: da lle 6.000 del comandante in capo, alle 1.500 del colonnello per Armi a cavallo (1.000 per Armi a piedi) -, fino alle 300 per il sottotenente delle Armi a piedi (400 per le Anni a cavallo); soprasso ldo giornaliero di campagna, con relative razioni di viveri e foraggi (dalle 28 lire, 16 razioni viveri e 10 foraggi del comandante in capo, fino a L. 1 e 2 razioni viveri per il sottotenente di fanteria); indennità di rappresentanza ai generali e comandanti di corpo; indennità di primo corredo ai sottufficiali promossi ufficiali; indennità per perdita di cavalli ed effetti in guerra.
31
G .M. 11!55, parte I , pp . 486-498.
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A parte questi aspetti da non trascurare ma tutto sommato accessori, profonde modifiche subisce anche il sistema amministrativo in generale, per il quale entrano in vigore due appositi regolamenti: il Regolamento per la Contabilità dei fondi e delle spese per servizio delle Regie Truppe in campagna in data 1° aprile 1855, 32 concernente la gestione dei fondi a livello centrale, e il Regolamento per l'Amministrazione e Contabilità della Truppa in campagna in data 26 marzo 1855,33 che riguarda più specificamente il funzionamento dell'amministrazione al liyello di corpo (ivi compresa la gestione dei viveri e dei materiali in genere), con a corredo tutta una serie di modelli a specchi da compilare ai vari livelli. Nel regolamento del 1° aprile si stabilisce che l' Intendente generale presso l'armata in campagna ha la superiore direzione dell'amministrazione economica di tutti i Servizi. Gli impiegati dei vari Ministeri destinati presso l'armata sono alle sue dipendenze per l'adempimento delle rispettive incombenze, e sono tenuti a trasmettergli tutti i documenti e le informazioni di cui abbisogna. Egli gode di una larga autonomia nel decidere le spese (autonomia della quale, come meglio si vedrà in seguito, non sempre saprà fare buon uso): 5C l'Intendente Generale avrà tempo a rapportarne l'approvazione nei modi stabiliti dovrà ottenerla; diversamente pre nderà gli ordini dal Generale in Capo e se ne intenderà dispensato come sì dalle solite formal ità dei pubblici incanti nei casi che non sia possibile altrimenti. Tulle le attribuzioni dell' Intendente Generale d' armata relative ai fondi cd alle spese s'intenderanno pur conferiti a ciascun funzionario in capo dell'Intendenza militare addetto a quel corpo od a q uella Divisione d 'armata c he operasse indipendentemente dal Quartier Genera le.
L'accredito dei fondi necessari al cassiere dell'armata viene richiesto dall ' Intenden te tramite il Ministero della guerra. T fondi sono accreditati al cassiere dell'armata in diversi modi (assegni sulle Tesorerie provinciali, credenziali sia per l'interno che per l'estero, cambiali pagabili all'ordine del cassiere, tratte dell'Intendente generale, buoni del tesoro negoziabili dall'Intendente generale d'armata, trasporti materiali di fondi). In tutti i casi, le assegnazioni di fondi al cassiere sono sempre fatte dal tesoriere generale dello Stato. Nessun pagamento può essere fatto dal cassiere dall'armata se non in forza di un mandato di pagamento dell ' Intendente generale. I mandati so-
32
G.M. 1855, parte I , pp. 563-56!!.
33
G.M. 1855, parte I, pp. 821- 105 1.
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no intestati al tesoriere generale e per esso al cassiere in campagna, e sono considerati come provvisori. Come tali, vengono a suo tempo trasmessi dal Ministero delle finanze al Ministero della guerra, per essere regolarizzati come mandati definitivi e sottoposti all'esame del controllo generale. Tutte le spese occorrenti per il servizio dell' armata in campagna sono applicabili ai fondi straordinari stanziati sul bilancio del Ministero della guerra, anche se alcune di tali spese possono riguardare Serviza amministrativi dipendenti da altri Ministeri. Qualunque riscossione effettuata dal cassiere deve dare luogo a una quietanza a sua firma, vidimata dal controllore addetto alla cassa e staccata da apposito registro con matrice e contromatrice. Tutti i mandati sono trascritti dall'Intendenza d'armata in un registro, dal quale risulta il nome di colui al quale è spedito il mandato, la somma di questo e l'oggetto. A sua volta il cassiere dell'armata tiene un libro-giornale di cassa, ove annota da una parte data e provenienza delle somme in entrata, e dall'altra i pagamenti fatti, con l'indicazione del mandato, dell'oggetto e della persona alla quale si riferisce. Ogni sera il cassiere consegna all' Intendente generale una nota vistata dal controllore con le riscossioni e i pagamenti fatti. Al principio di ogni mese, egli tramite l'Intendenza generale fa pervenire al Ministero delle finanze l'elenco delle operazioni di cassa che ha eseguito nel mese precedente. Nello stesso termine di tempo - e più frequentemente se ha l'occasione - deve trasmettere sempre al Ministero delle finanze i mandati soddisfatti dallo stesso Ministero, accompagnati da apposito elenco e dei documenti giustificativi. Al termine della campagna, oppure alla scadenza dell'esercizio se le sue incombenze si protraggono oltre tale termine, il cassiere rende il conto generale della propria gestione al Ministero delle finanze, producendo a dimostrazione dei pagamenti le quietanze della tesoreria generale. Al livello di corpo, il citato Regolamento per l'Amministrazione e contabilità delle truppe in campagna del 26 marzo 1855 non abroga e sostituisce il regolamento del 1840 e i suoi criteri informatori (con particolare riguardo al cordone ombelicale compagnia-reggimento) ma appare più che altro manifestamente inteso a semplificare al massimo - per le sole specifiche esigenze della Crimea - le operazioni contabili, dando responsabilità e funzioni ispettive anche in campo amministrativo ai comandanti ai vari livelli. Il testo è insolitamente breve (solo 5 capitoli e 139 articoli molto brevi, corredati dai modelli di specchi). Su di esso ci soffermeremo particolarmente, perchè presenta diversi aspetti analoghi agli attuali. Gli istituti fondamentali del regolamento del 1840, e in particolare i consigli d'amministrazione, esistono ancora e in teoria esercitano ancora tutti i loro poteri, ma sono in pratica esautorati, se non altro per ragioni di distanza dai corpi
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amministrati. I consigli di amministrazione risiedono presso la parte del corpo non distaccata in campagna (quindi in Piemonte), ed ad essi vengono resi, a cose fatte, i conti da parte del reggimento, che assume la fisionomia del "distaccamento". Anche i commissari di guerra non si ingeriscono più (almeno fino al livello di prima) nell'andamento amministrativo del corpo. Significative, a tal proposito, le disposizioni generali: Art. 3 - li Comandante di ogni' Battaglione, squadrone, Batteria, Comapagnia d' Artiglieria e del Genio governerà l'amministrazione e contabililà della propria truppa . Art. 4 - L'amministrazione di più battaglioni o squadroni di vari Corpi formati Reggimento di campagna sarà sotto l' ispezione del Comandante il Reggimento. Arl. 5 - Così pure l'amministrazione di più Batterie o Compagnie dell'Artiglieria riunite sarà sollo l'ispezione del rispcllivo capo.
Altro fatto notevole è l'istituzione di una nuova figura amministrativa, il " maggiore d'ispezione alla contabilità" con turno mensile, che ha l'incarico di curare la stretta esecuzione degli ordini del comandante di corpo e di controllare l'osservanza delle norme amministrative e contabili in vigore. In tale veste Art. 10 - Egli vidimerà tutti i documenti relaLivi alle riscossioni ed ai paga· menti che si farann o dall' Ufficiale d' Amminis trazio ne del Reggimento, veglierà all 'effettuazione dei medesimi, e su tutti i movimenti del Magazzino, non che sulla conservazione degli effetti, e sull'andamento dell'amministrazione del Comandante del Reggimento quanto richiedesse il concorso dei di lui provvedimenti. Art. 11 - Il Maggiore d ' Ispezione, terminato che ab· bia il suo turno mensile, deve tuttavia attendere alla verificazione e spedizione dei rendiconti e delle carte relative al m ese stesso, della cui gestione è rcsponsahile.
Le altre figure di rilievo sono di "tecnici", con molteplici responsabilità e ampi poteri ispettivi: l'ufficiale d'amministrazione di reggimento e quello
di battaglione. Il primo dipende direttamente dal maggiore d'ispezione alla contabilità, e adempie le funzioni di segretario per tutto ciò che interessa l'amministrazione e contabilità del reggimento. Egli custodisce la cassa e il magazzino, esegue riscossioni, pagamenti e ritiro degli effetti, controlla la puntualità della spedizione dei documenti al consiglio di amministrazione o all'Intendenza generale, tiene i registri, non effettua nessun pagamento se non dietro presentazione di regolari documenti, corredati da debite quietanze. L'ufficiale di amministrazione di battaglione se distaccato dal reggimento svolge, nell'ambito del battaglione, gli stessi compiti dell'ufficiale di reggimento. Quando il battaglione è unito al reggimento, agevola i contatti
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tra le compagnie e l'ufficiale di amministrazione del reggimento; inoltre istruisce i furieri delle compagnie. Presso i distaccamenti al livello inferiore al battaglione le mansioni di ufficiale di amministrazione sono svolte dallo stesso comandante di distaccamento. Notevole semplificazione anche nei documenti da tenere. Al livello di reggimento sono previsti solo tre registri: il Giornale di cassa, il registro dei buoni numerici per gli oggetti di corredo distribuiti, il registro di magazzino pei cappotti o pastrani, armi, arredi, buffetterie e bardature. I predetti registri sono chiusi al termine di ogni mese, firmati dall'ufficiale di amministrazione del reggimento, certificati dal maggiore d'ispezione della contabilità e vidimati dal comandante di reggimento. Il reggimento dispone di una cassaforte con due serrature, le cui chiavi sono tenute una dall'ufficiale di amministrazione del reggimen to, e l'altra dal maggiore d'ispezione della contabilità. Nella cassa sono custoditi - "in denaro sonante" - i fondi che risultano in attivo dal giornale di cassa, i fondi per le spese correnti di campagna, le carte della contabilità corrente fino a quando non è stata versata, e - in marcia - anche i registri. Ogni volta che per un qualsiasi motivo le chiavi debbono mutare consegnatario, viene fatto il controllo dei fondi e viene stesa una regolare dichiarazione scritta sul Giornale, dalla quale risulta pure la consegna della chiave. La cassa deve rimanere presso il comandante di reggimento, e sotto la sua responsabilità deve essere custodita in luogo sicuro. Quando la cassa si trova a distanaza tale che il maggiore di contabilità non può usare una delle due chiavi, il comandante di reggimento dispone che essa passi in consegna all'ufficiale di amministrazione più elevato in grado, mentre l'altra rimane in consegna all'ufficiale di amministrazione di reggimento. Per la compagnia la contabilità risulta, rispetto al passato, assai semplice, e assume una fisionomia del tutto analoga a quella mantenuta fino a tempi recentissimi, cioè fino al passaggio delle incombenze contabili dalla compagnia al battaglione. I documenti da tenere sono il Ruolo tascabile, il cui modello (n.6) è simile a quello ancora oggi in uso anche nei caratteri, e il Giornale mensile di contabilità di compagnia, che anch'esso risponde più o meno alle finalità attuali. Il Ruolo tascabile si compone di tre parti . Nella 1a parte sono riportati i movimenti collettivi della compagnia e le assegnazioni straordinarie di viveri. Nella parte 2a, le variazioni relative agli uomini e nella parte 3a, le variazioni per cavalli e muli. li Ruolo serve per mantenere sotto controllo la forza effettiva della compagnia, per gli appelli, le distribuzioni e le operazioni varie del tempo di pace. Oltre alla copia tenuta presso ogni compagnia dal furiere, ne deve tenere una anche il capitano e una ogni altro ufficiale della compagnia, per essere in grado di controllare quello della compagnia,
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e di dare conto di ogni individuo. I capitani e i comandanti di reggimento, battaglione e brigata, devono di tanto in tanto accertarsi della buona tenuta del Ruolo. Il Giornale di contabilità sostituisce i vari registri tenuti dalla compagnia sul piede di pace, -ed è destinato a contenere tutti gli elementi necessari per la chiusura della contabilità trimestrale. Al principio di ogni mese si impianta un nuovo Giornale, e quello scad}JtO viene firmato dal capitano là ove termina la scritturazione di ogni quadro, e consegnato all'ufficiale d'amministrazione del reggimento per l'invio al consiglio di amministrazione in Patria. È custodito in un apposito astuccio di latta con cordone, portato a tracolla dal caporale maggiore e dal caporale incaricato delle funzioni di furiere, e si compone di 12 quadri (a rronte dei 9 attuali). Il maggior numero di quadri è dovuto ad un uso più ampio, in quanto - diversamente dall'attuale - serve per registrare, oltre che i movimenti del personale e dei quadrupedi e le spettanze (assegni personali e vitto) del personale di ogni grado
(ufficiali compresi), anche il movimento degli oggetti di corredo e dei materiali sia in distribuzione individuale che di reparto, le punizioni e le memorie varie. In particolare, il quadro I è il ruolino nominativo della compagnia, in cui vengono registrate, per ogni uomo e quadrupede, le variazioni nel mese. Come tale, serve per le rassegne amministrative. Il quadro 2 riporta la situazione numerica giornaliera della forza, e serve per compilare i fogli di prestito e i buoni del pane, viveri, foraggi ecc. Il quadro 3 contiene le variazioni giornaliere tanto individuali, che del reparto. Nel quadro 4 sono registrati i /ogli di paga degli ufficiali. Nel quadro 5 sono registrati i fogli di prestito per i sottufficiali e ia truppa. il quadro 6 riporla le registrazioni dei buoni per il pane, viveri, foraggi ecc. Il quadro 7 comprende la registrazione dei buoni numerici degli oggetti di corredo ricevuti dal magazzino, e delle distribuzioni alla truppa. Il quadro 8 contiene la registrazione delle riparazioni, iJ quadro indica i movimenti dei cappotti, arredi, armi ecc., il quadro IO riporta le punizioni, il quadro 11 registra tutto quanto concerne gli aggregati, il quadro 12 contiene memorie varie. Dall'esattezza del ruolo e del Giornale di contabilità è responsabile, nei confronti del comandante di compagnia, il subalterno più anziano, che ogni giorno deve rirmare il quadro delle variazioni anche quando non ve ne è nessuna. Ai comandanti di plotone è fatto obbligo di accertarsi che ogni sottufficiale e soldato del plotone riceva in tempo debito quanto gli spetta, e di fare rapporto al comandante di compagnia di ogni abuso e irregolarità riscontrata.
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Il meccanismo delle riscossioni e dei pagamenti è abbastanza semplice. li consiglio d'amministrazione consegna ai comandanti di compagnia in partenza il denaro, gli oggetti e gli stampati occorrenti per due mesi, più un fondo per spese correnti di compagnia (che, come si è visto, viene custodito nella cassa del reggimento). Jl comandante del reggimento ogni dieci giorni richiede alla cassa dell'Intendenza generale d'armata i fondi occorrenti per il pagamento dello stipendio agli ufficiali, del prestito alla truppa e per le altre spese del reggimento, avendo cura che nella cassa non rimanga molto più di quanto sia necessario. La paga agli ufficiali viene corrisposta ogni quindicina, sulla base dei fogli paga delle compagnie. Gli ufficiali con famiglia hanno facoltà, presentando una dichiarazione scritta, di assegnare fino ad un massimo di due terzi dello stipendio alla famiglia. Dalla paga sono detratte l'importante della tassa e sovrallassa, non che la retribuzione per la musica, e pel soldato di confidenza, cd inoltre, all'occorrenza, la quota dei debit i che avessero gli ufficiali verso ìl C ons iglio di Amministrazione.
Nulla di variato rispetto al passato per il pagamento del prestito, che viene pagato a cinquine decorse dalla cassa del reggimento ai comandanti di compagnia, c he poi lo fanno distribuire in giornata alla truppa. Rimane pienamente valido, e in vigore, il libretto di deconto individuale della truppa, sul quale deve essere registrato qualunque oggetto ricevuto, smarrito o degradato. Circa gli oggetti smarriti dai sottufficiali e soldati, si è piuttosto severi: saranno tosto addebitati al prezzo di nuovi sul conto loro, se non giustificheranno appieno che siffatta perdita proviene da causa non dipendenti da colpa loro. Le cause che possono accettarsi per buone. purchè comprovate, sono specialmente essere stato fatto prigioniero di guerra, od essere rimasto ferito.
In compenso ci si preoccupa di regolamentare con grande precisione l'invio di denaro dai militari alle famiglie e viceversa. Chiunque voglia far pervenire denaro ai militari in guerra lo versa con una nota indicante il destinatario al consiglio di amministrazione del corpo, al Comando di Piazza o al quartier-mastro per l'armata. Il consiglio di amministrazione segna su apposito registro gli estremi del versamento e dà ordine al corpo di effettuare il pagamento. Il contrario avviene per il militare che voglia inviare denaro alla famiglia: il denaro viene versato alla cassa del reggimento in campagna con l'indicazione della personale cui deve essere inviato e relativo indirizzo, e accreditato in sede di rendiconto mensile al consiglio di amministrazione, che lo fa trascrivere su apposito quaderno, provvedendo al pagamento.
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Il reggimento mensilmente chiude i registri di competenza, compila il rendiconto di cassa separato per ciascun battaglione, fa copia del registro armi, arredi ecc., e ritira dalle compagnie il giornale di contabilità scaduto. La resa della, contabilità da parte dei corpi al consiglio di amministrazione rimane piuttosto complicata, e troppo differenziata. Scaduta ogni cinquina, sono inviati i documenti delle compagnie (rapporti giornalieri, fogli prestito, buoni per pane, stati delle distribuzioni oggetti di corredo, ecc.). Scaduta ogni quindicina, i fogli paga dègli ufficiali. Nei cinque giorni successivi alla scadenza d'ogni mese, il corpo spedisce al consiglio di amministrazione il rendiconto di cassa e i Giornali mensili di contabilità di compagnia. A sua volta, l'Intendenza generale spedisce nei primi giorni d'ogni mese, per il mese scaduto, le note delle somme corrisposte, dei materiali distribuiti, ecc . . Il consiglio di amministrazione effettua la chiusura della contabilità per trimestre ed osserva, in merito, le procedure stabilite dal regolamento del 1840, con la sola variante che l'assestamento della contabilità può aver luogo solo quando detto consiglio ha ricevuto i documenti per l'intero trimestre. Pertanto, quando il consiglio riceve la resa della contabilità mensile da parte del corpo registra le variazioni, procede al controllo, chiede eventualmente le spiegazioni necessarie, dispone le rettifiche, e dà subito corso a quegli atti che richiedono un intervento immediato. Una volta ricevuto il rendiconto del terzo mese, la chiusura della contabilità trimestrale della compagnia in campagna viene effettuata presso la sede del consiglio stesso da un ufficiale e da un sottufficiale per ogni compagnia, che evidentemente sono distaccati presso la sede del consiglio in Patria. Tale incarico non potrà essere svolto dal direttore dei conti, o dagli altri appartenenti al consiglio di amministrazione. Comunque il relatore dovrà tenere uno specchio delle carte che devono giungere periodicamente dalla truppa in campagna, sia per accertarsi t.:he non ne rimanga interrotla la serie, sia per sollecitare la spedizione, ed il Consiglio ne riferirà al Ministero ogni qual volta le sollecitazioni rima nessero infruttuose.
Particolare risalto - evidente retaggio degli abusi passati - continua ad essere conferito da regolamento al controllo della forza presente in uomini, cavalli e muli, controllo peraltro non più affidato come in passato ai commissari, ma in prevalenza alla catena gerarchica. Il comandante di compagnia controlla giornalmente la forza in occasione della prima chiamata del mattino. Il comandante di battaglione, almeno una volta ogni cinque giorni, e in tal caso si deve accertare anche che ciascun soldato sia in possesso del libretto personale di deconto. Il comandante di reggimento effettua il controllo una volta ogni quindici giorni; infine, il comandante di brigata una volta al mese, con l'intervento del sotto commissario di guerra addetto al reggimento:
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Tali ricognizioni si faranno confrontando l'esistenza materiale degli uomini , cavalli e muli, servendosi all'uopo or dell' uono, or dell'altro Ruolo tascabile tenuto dalla compagnia e dagli ufficiali, non che dalla situazione numerica risultante dal Giornale di ciascuna Compagnia, ed occorrendo osservazioni, queste saranno consegnate sul quadro n. 3 dell'ora detto Giornale, e sottoscritte da chi fece la ricognizione.
L'Intendente generale d'armata, infine, potrà chiedere al comandante in capo quelle rassegne straordinarie, generali o parziali, che crederà necessarie, sia per il personale che per il materiale. Dopo ogni combattimento ciascun comandante di compagnia effettua al più presto la rivista degli uomini e quadrupedi, per individuare i mancanti. Per ciascuno di questi compila un'apposita documentazione con tutte le generalità e le circostanze della perdita, che devono risultare da apposita dichiarazione di almeno tre militari che gli erano vicini; tutto questo in aggiunta agli adempimenti previsti nel citato R.D. dell'8 marzo 1855 sullo stato civile. L ' effettivo funzionamento dell'organizzazione anrnùnistrativa e con-
tabile all'interno del corpo di spedizione può essere, a lmeno in parte, desunto da quanto riferisce il Manfredi: ai primi di lug,lio, gli uffizi dell'Intendenza, già stabiliti sulle alture comprese nei tr inceramenti di Balaclava, si tra.~portarono al di fu ori di essi, ma restarono su quelle alture, oltre ai magazzini ed altri stabilimenti sopraindicati, la cassa militare e l'ufficio postale. Al principio vi fu solo una cassa militare in Crimea, presso il quartier generale principale, alla quale attingevano le amministrazioni dei vari corpi. A Costantinopoli, il generale de Cevero, fi no al 15 maggio, riceveva i denari direttamente e teneva una gestione sua particolare. Ma siccome i denari venivano parte in oro e parte in tratte su Costantinopoli, così fu necessario istituire quivi una ca.~sa che venne detta centrale: essa ebb.: il servizio delle cambiali, l'incarico di lutti i pagamenti ai fornitori e quello d ell' invio delle somme occorrenti in Crimea."
Diversamente da altri settori, il funzionamento della branca più propriamente amministrativa e contabile ai livelli di corpo, compagnia e battaliane non dà adlito, come in passato, a lamentele da parte dei protagonisti. Ciò dìpende anche dal fatto che, una volta giunti in Crimea, i reggimenti raramente hanno necessità di spostarsi, e tutto procede con il relativo respiro consentito da operazioni prevalentemente statiche tipiche della guerra d'assedio, alla quale in ultima analisi si era ridotta la guerra di Crimea: un tipo di guerra che lascia, in genere, ai Quadri un certo margine di tempo.
34
C. MANFREDI, Op. cit. , p . 132.
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Non vi è dubbio, comunque, che un effetto assai benefico hanno anche le norme del regolamento per l'amministrazione del 26 marzo 1855, che snelliscono notevolmente le procedure nell'ambito dei minori reparti notevolmente le procedure, nell'ambito dei minori reparti. E v'è solo da rimpiangere che certi sani criteri di gestione contabile siano stati adottati come sempre solo sotto la sferza della situazione del tutto eccezionale di operazioni oltremare, mentre avrebbero fornito comunque ottimo rendimento anche in tempo di pace, nelle sedi stanziali, o in campagne in prossimità dei confini piemontesi. Anche i meccanismi amministrativi previsti al livello superiore sonorispondenti allo scopo, sì che gli inconvenienti riscontrati nel funzionamento dei vari Servizi non possono certo essere attribuiti alla regolamentazione amministrativa in sè. Nell'impostazione generale del Servizio permane tuttavia un inconveniente di grosso rilievo: anzichè snellire le procedure previste dal regolamento del 1840, che anche nelJa tranquilla vita di guarnigione provocano difficoltà specie ai minori livelli, si preferisce sospenderne praticamente la validità in tempo di guerra, dando luogo ad un doppio sistema di contabilità che è tale da provocare confusione sulle procedure da adottare di volta in volta, visto che anche in guerra si pretende pur sempre che rimanga pienamente valido il regolamento del 1840.
Considerazioni conclusive. Nella valutazione dei caratteri generali della campagna lo Stefani così si esprime: sollo il profilo militare, il successo maggior e fu collo nel campo logistico dove, nonostante talune deficienze, l' armata sarda dimostrò capacità di previsione e di organizzazione addirittura insospettabili in un organi smo militar e che si cimentava per la prima volta in una spedizione oltre mare e che appena 5 anni prima era uscito seonfiu o nelle battaglie decisive a causa della sua impreparazione logistica.35
Come conciliare questo giudizio marcatamente positivo dello Stefani (e quello già citato del Casarini) con le valutazioni critiche del Comissetti, del Genova di Revel, del Cadorna e dello stesso Manfredi, che forniscono un quadro complessivo assai più gravato da ombre, mettendo in particolare evidenza la grave crisi logistica per i primi due-tre mesi delJa campagna? Non vi è dubbio - tanto per sgombrare subito il campo da critiche non sufficientemente equilibrate - che l'organizzazione logistica del corpo di spedizione in Crimea era di gran lunga più perfezionata, più moderna, più di-
35
F. STE FANI, Op. cit., voi. I, p. 85.
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mcnsionata per la guerra e non per la vi ta di guarnigione, di quanto non fosse quella del 1848-1849. In cinque anni, dal 1850 al 1855, i progressi erano stati veramente ragguardevoli, se si considera il punto di parlenza: un esercito sconfitto e gravato da secolari incrostazioni tipiche delle truppe stanziali, che rendevano estremamente difficoltoso ciò che seppe fare La Marmora, cioè cambiare decisamente rotta, migliorare non le singole parti, ma il tutto. Per altro verso, si è trattato di un progresso notevolissimo, ma non di successo vero e completo. Sotto questo aspetto, una domanda che occorre porsi è se e in quale misura la crisi logistica di maggio-giugno 1855 poteva essere evitata. Sia il Manfredi che il Genova di Revel e il Comissetti - la cui opera trascende i puri aspetti sanitari per fornire interessanti spunti anche sul restante panorama logistico - hanno messo in sufficiente rilievo le oggettive difficoltà della campagna, e le disgrazie (come la perdita del Croesus) che senza dubbio ebbero non trascurabile influsso sulle carenze iniziali. In merito , va pienamente condiviso il giudizio generale del Comissetti, non certo reticente nel mettere in evidenza, là ove vi sono stati, i disservizi: importa anzitullo rammentare che la guerra porta con sè straordinarie esigenze, non sempre indeclinabili in tempo di pace, e che a mandare ad effett o precauzioni credute agevoli e di ovvio concepimento oslano bene spesso difficoltà insormontabili, che sono o si tengono alla gran maggioranza dai subalterni ignorai.e [...] Quelli però che si trovano alla loro volta implicati in cose d'amministrazione; coloro che hanno visto ùa vicino la scaltrezza dei fornitori, la mala fede di Lutto quello sciame di gente che avidamente persegue e circuisce nei tempi di guerra il ramo amministrativo; quelli ancora che furono presenti all'ingombro del porto di Balaclava; alle difficoltà di sbarco, alla mancanza di braccia e di veicoli, quelli soli potranno fond amentalmente giudicare sulla convcnicm.a e giustizia di quelle molte recriminazioni fatte circolare in principio, le quali , impotenti a sventare difficoltà imprevedute ed inemovibili, non riuscirono ad altro che ad accrescere il duo lo, e portare lo spavento in seno a molte famiglie ...
Almeno in parte non eliminabili e non prevedibili, dunque, le difficoltà oggettive della prima campagna d'oltremare, le conseguenze della perdita del Croesus, del clima, del colera, e anche dell'abbandono della ricca e temperata zona di Costantinopoli per la fredda e deserta landa della Crimea. A queste aggiungiamo le difficoltà di conservazione degli alimenti senza i mezzi di oggidì e lo scarso progresso, nella cura e prevenzione delle malattie, della farmacologia e in genere dell'arte medica del tempo. Ci sembra, però che la crisi iniziale avrebbe potuto essere di molto compressa nel tempo e nell'intensità, pur che si fossero tenuti maggiormente presenti, nella preparazione della campagna, talune esigenze ieri e oggi basilari, proprio sotto l'aspetto logistico.
36
G.A . COMI SSETJ'I, Op. cii., pp. 16-19.
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I riflessi del mancato soddisfacimento di queste esigenze sono stati piuttosto trascurati da tutti coloro che della campagna hanno trattato. Anzitutto, quando il 23 gennaio 1855 è stipulata la convenzione per l' intervento piemontese, per motivi che non ci sono noti i negoziatori piemontesi non pretendono la definizione di un dato piuttosto elementare, indispensabile per ben orientare fin dall'inizio la preparazione logistica specie in terra d 'oltremare: dove deve sbarcare il corpo di spedizione? A Costantinopoli o in Crimea? Di qui una perniciosa incertezza con ovvie conseguen ze nella preparazione logistica che nè ieri, nè oggi si poteva improvvisare. Par di capire che ci si era orientati, all'inizio, su Costantinopoli; ma, in questo caso, eventuali mutamenti avrebbero dovuto essere preceduti da uno spazio di tempo sufficiente per organizzare i Servizi nella nuova zo na di dislocazione, della quale le difficoltà erano ben note. È proprio alla luce delle difficoltà del tutto particolari che presenta la campagna che non si riesce a comprendere perchè, ancor prima della firma ufficiale della convenzione di gennaio e quando " qualcosa era nell'aria", non si provvede immediatamente ad inviare in Cdmea e a Costantinopoli qualche ufficiale, anche di grado non elevato, che vedesse e riferisse, in modo da avere già pronti dati di studio sulle risorse locali e sulle difficoltà, e da evitare ottimismi non giustificati, come quello iniziale dello stesso La Marmora. Invece, come si è visto, ci si limita a far partire (piuttosto con ritardo) alcuni ufficiali per la Francia, misura utile ma assai meno indispensabile delle preventive prese di contatto e della valutazione delle reali difficoltà in loco, sul teatro di operazioni. Un terzo aspetto da valutare è la perdita dei Croesus, avvenuta proprio all'inizio e quando il corpo di spedizione non aveva ancora preso il mare. Ebbene, i ca<;i sono due: o tale perdita poteva essere sostituita in un lasso di tempo sufficiente per non provocare troppe conseguenze negative, oppure - in mancanza dell' indispensabile sostegno logistico - l'invio delle truppe doveva essere o ritardato in blocco o maggiormente scaglionato, in modo da dar tempo al dispositivo logistico di adeguarsi alle improvvise esigenze e all'Intendenza di ripianare i vuoti. Come nota uno degli attori , la perdita dei Croesus pare a volte costituire una specie di alibi per giustificare agli occhi delle truppe le esigenze: se era tanto importante e se quindi del Croesus non si poteva fare a meno, allora la partenza non poteva avvenire senza aver provveduto, con misure di emergenza, alla sostituzione dei materiali indispensabili . Le misure di emergenza negli approvvigionamenti più tardi si resero ugualmente necessarie: e tal proposito, sulla base delle citate affermazioni del Genova di Revel, non si comprende perchè l' Intendente De Cravero non
Xl - CRIMEA: SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI
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abbia fatto ricorso alla trattativa privata e si sia limitato al pubblico incanto, anche io quelle costingenze eccezionali. Eppure il ricorso alla trattativa privata, sulla base della normativa in precedenza citata, sarebbe stato possibile, legalmente ammesso e attuabile senza troppe difficoltà burocratiche, e senza forzature dello spirito e della lettera della legislazione. Probabilmente non si è trattato solo di imprevidenza organizzativa, e per il superamento delle difficoltà logistiche (previste e non) si è fatto affidamento nelle promesse degli alleati , forse nella speranza di risparmiare. Questa fiducia non risulta giustificata, anche perchè gli alleati stessi, come era naturale, avevano già parecchio da fare per superare le loro difficoltà, di modo che l'aiuto ci fu, ma non nella misura incautamente sperata. D'altro canto, era su questo terreno che si poteva concretamente misurare l'effettivo grado di autonomia del corpo di spedizione, che il La Marmora come riferisce il Manfredi - si sforzava in ogni modo di tutelare, onde apparire un alleato di pari dignità dei franco-inglesi, e non una specie di corpo mercenario ai loro ordini: ma l'autonomia aveva un prezzo logistico assai alto, che bisognava naturalmente pagare. È dunque lecito concludere che sono state quelle che abbiamo prima messo in luce le cause principali delle deficienze logistiche subito dopo lo sbarco in Crimea, cause di natura non strettamente tecnico - amministrativa ma legate al quadro generale degli avvenimenti, e soprattutto alla natura delle convenzioni e dei successivi rapporti generali con gli alleati, certamente non tali da tenere nel dovuto rilievo gli immancabili riflessi logistici di taluni provvedimenti e accordi. A fronte di questi aspetti fondamentali, l'opera dei comandanti dei vari livelli e del personale addetto ai Servizi può dirsi esente da grosse mende, e non dà quasi mai luogo a rilievi specifici da parte dei comandanti di truppa, il che non è poco viste le difficili situazioni nelle quali il personale logistico si trova ad operare, e l'inesperienza sul funzionamento di organi esecutivi, fino ad allora costituiti con ottica regionale. Per tutte queste ragioni la campagna di Crimea è una miniera di fecondi insegnamenti nel campo dei Servizi. Sul piano del coordinamento ai livelli elevati, tra Comando militare e Intendenza, rimangono però confemate le precedenti discrasie, così messe in luce dal tenente generale commissario Vincenzotti nel 1936: questo ricordo della guerra di Crimea suggerisce, una breve digressione onde mettere in rilievo l'enorme diversità fra l' andamento dei servizi logistici di allora e quelli di oggi, mcrcè la retice innovazione di riunire operazioni e servizi nelle mani dei comandanti delle grandi unità. L' Intendente all'Armata sarda, gen. De Cravero, ebbe a scrivere in un rapporto al Ministero della guerra: "non mai intendente militare s' è trovato in più brutto imbarazzo: corro; grido, parlo, domando, mi lamento; tutto è inutile. Creda,
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signor Ministro, che la mia situazione è deplo rabilissima e se fra tante insuperabili difficoltà di cui niuno al mondo può farsi un concetto se non vi si trova , se non mi si travolge il capo, sarà un g ran portento. L 'orgasmo in cui vivo è perpetuo, non vedendo modo di uscirne nemmeno prodigando l'oro a piene mani . Questa terribile situazione non mi consente riposo[... ] Questa mia sconfortante situazione scoraggia non solo me, ma anche i miei coadiutori perchè nulla abbatte più dell'aspetto dell'impossibile". Parole che comprovano l 'errore dell'antica concezione di mantenere l'Intendenza staccata dal Comando delle tn1ppe, con responsabilità quasi separata (nostra sollolincatura-o.d.r.)"
Più nel particolare, per il vertice politico-militare della campagna emerge la necessità, di valutare le implicazioni logistiche di certe decisioni o non decisioni, di prevedere fin dall'inizio un razionale equipaggiamento e capi di corredo adatti al clima delle zone operative, di adattare con elasticità il vettovagliamento al clima e alle esigenze igieniche, e infine la stretta connessione di tutti questi fatlori con lo stato sanitario delle truppe. Poco da dire sul campo avverso; gli scritti dei partecipanti riferiscono l'interesse degli ufficiali russi, quando visitavano g li accampamenti, specie per gli organi e materiali sanitari del corpo piemontese. Ma la notizia più curiosa la fornisce il Ma nfredi: a proposito dell'approvvigionamento dei russi noteremo una particolarità: le derrate giungevano su rozzi carri di legname greggio, tirati da tre o quattro paia di buoi. Di questi carri nulla tornava indietro: le derrate andavano al magazzino, i buoi al macello e i carri, disfatti, al fuoco . 38
Un primo e inaspettato esempio, dunque, di organi logistici esecutivi mobili a fisionomia mista comprendenti materiali di diversi Servizi, e, al tempo stesso, un embrione di organizzazioni per "funzione" (in questo caso, il rifornimento per diversi Servizi).
37
L . VTNCENZOTII, La contabilità in guerra, " Rivista di Conunissariato" n . 6/ 1936.
38
C. MANF REDI, Op. cii .. p. 246.
Xl - CR IMEA: SERVIZI TRASPORTI E MATEKIAI.I
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F l(ì. 42 Guerra di Crimea (1855- 1856): Telegrafo francese diurno, usato anche Llai piemontesi. {Modellino - lstitmo Storico e Lii C ullura Llell'Arma del genio, Roma).
' FIG. 43 - Guerra di Crimea (1855-1856): Telegrafo francese notturno, usato anche dai piemontesi. (Modellino - Istituto Storico e di Cullura dell'Arma del genio, Roma).
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LA LOOl!:>'TICA DELL'ESERCITO -
VOL. I
,';Ì i!
flG. 44 - Guerra di Crimea (1855-1856): Scalo e base del Corpo di spedizione piemontese a Balaclava. (Modellino - Istituto Storico e di Cultura dcli ' Arma del genio, Roma).
flG. 45 - Guerra di Crimea (1855-1856): Stazione "Moncalieri" della ferrovia a scartamento ridotto a traino animale in Balaclava. (Modellino - Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del genio , Roma).
PARTE TERZA
DALLA GUERRA DI CR IMEA ALLA COSTITUZIONE DELL'ESERCITO ITALIANO (1856-1861)
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CAPITOLO XII I SERVIZI TRA LA GUERRA DI CRIMEA E LA SECONDA GUERRA D'INDIPENDENZA (1856-1858)
Generalità. Il breve periodo che va dal 1856 al 1858 rappresenta per l'Esercito piemontese - in tutti i settori - una fase di raccoglimento, nella quale più che varare nuove riforme e accrescere i volumi organici, si pensa a colmare i vuoti - sensibili e consistenti più di quanto possa apparire, specie in campo logistico - della guerra di Crimea, a "leccarsi le ferite'' insomma, cercando più che altro un miglioramento delle strutture esistenti in vista dei nuovi impegni che si profilano all'orizzonte. I provvedimenti nel campo dei Servizi non mancano, anzi sono numerosi, ma non hanno grande portata innovativa e non intaccano la struttura fondamentale con la quale si era combattuta la guerra di Crimea, in ciò segnando una notevole differenza rispetto alla già convulsa campagna del 1848-1849, dopo la quale, a partire dallo stesso anno 1849, la spinta riformatrice del La Marmara aveva avuto manifestazioni significative anche e soprattutto nel campo logistico. Ciò non significa che l'esperienza della Crimea sia stata trascurata. Si era piuttosto ritenuto che, nel complesso, non vi fosse che da confermare gli indirizzi fino ad allora seguiti, anche perchè le nuove prove che si profilavano all'orizzonte a breve scadenza sconsigliavano quei profondi mutamenti di carattere organico e organizzativo che, anche se di per sè necessari, avrebbero richiesto un congruo periodo di tempo per essere digeriti . Prova di ciò erano stati i provvedimenti adottati in gran fretta specie per il vettovagliamento nel corso della campagna del 1848 - 1849, che pur seguendo il giusto indirizzo della militarizzazione dei Servizi, avevano creato più che altro confusione e disorientamento. Fanno eccezione all'indirizzo generale di consolidamento e non di espansione talune riforme esplicitamente motivate con l'esperienza della guerra di Crimea: l'aumento dei Quadri e degli stabilimenti dell'Arma di artiglieria, e soprattutto la costituzione - a fine 1856 - di un "battaglione di operai per i servizi amministrativi". Ci soffermeremo particolarmente su quest'ultimo aspetto, che se è tale da segnare una tappa fondamentale nell'evoluzione della logistica, non sempre è stato studiato, interpretato e collocato in maniera esatta e corrispondente ai reali intendimenti dell'ordinatore (come sempre, il generale La Marmora). Non ci sembra esatto far risalire le origini dell'attuale corpo di amministrazione, o del Servizio di amministrazione nell'accezione attuale
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del termine (il Servizio, cioè, che si occupa della branca giuridico amministrativa e contabile) 1 alla costituzione di tale battaglione, che raggruppa piuttosto personale di diversi Servizi. Le finalità del provvedimento chiaramente emergono della relazione che accompagna il R. D. per la formazione di un Battaglione di Operai per i servizi amministrativi, in data 14 dicembre 18562 (e non 4 dicembre, come scrivono taluni autori)3 : l'esperienza dell' ultima guerra ha dimostr ato la necessità di a vere al seguito dell' Armata per i diversi se~vizi dipendenti del!' Amministrazione milita re, sia negli O spcdalj che presso i Magazzini, individui riuniti in un Corpo speciale, senza dover ~icorrerc al le file dell'Esercito, nè a persone estranee alla Milizia. Tali individui , è d'altronde necessario siano militarmente organizzati , onde abbiano ad essere soggetti alla disciplina militare, ciò che non si potrebbe ottenere laddove fossero borghesi. Questa necessità è tanto più suggerita per poter utilizzare il detto personale in quei diversi servizi ad .economia, che la M . V . gjà si degnava di approvare, ed il cui eser cizio progredisce con ta nto vantaggio e soddisfazione del Militare. In vista delle avanti espresse considerazioni, il Referente ha l' onore di rassegnare alla M . V. il qni unito progetto di Decreto col q uale viene organizzato un Battaglio ne di Amministrazione composto d i uno Stato Maggiore e di tre Compa1,'11ie di cui una d'lnfcrmieri per servizio degli Ospedali, e altra di Operai delle Sussistenza per essere applicata a i panifu.ii e Magazzini dei viveri, ed una terza di Deposito alla quale verrebbero assegna ti operai esercenti diver si mestieri e professio ni per ser vizio dei Magazzini generali dell' Amministrazione militare, degli Arsenali , del Laboratorio farmaceutico e simili ; e in tempo di guerra di tutti i magazzini dell'Armata. Il dello Battaglione, il qua le sarebbe alimentato coll'assegnazione di uomini di leva, cd avrebbe quindi in tempo di guerra, colla chiamata delle Classi in congedo illimita to, il naturale suo sviluppo proporzionatamente a ll'aumento della forza degli a ltri . Corpi dell' Esercito, riceverebbe inoltre quegli individui, che nelle rassegne vengono chiar iti non più co mpletamente idonei al servizio dei Corpi attivi.
Il termine battaglione di amministrazione, impropriamente usato dal La Marmora, può creare confusione. Rende molto meglio il concetto informatore della costituzione del nuovo reparto il termine, contenuto nel titolo, battaglione di operai per servizi amministrativi: un'unità del tutto simile a un battaglione Servizi, e meglio ancora all'attuale battaglione logistico delle Grandi Unità elementari (brigate), che raggruppa e inquadra personale e organi di vari Servizi. Bisogna ricordare che il termine Servizi amministrativi al tempo usato equivaleva all'attuale Servizi logistici, in quan-
2
Pub. SME n. 900 s.d. voi. III - La logistica (Cil.) pp. 9- 10 G .M. 1856, pp. 1435 - 1443.
3
Come ad esempio C. GREGORIO, Art. cii., "RIVI STA DI COMMISS ARIATO" n. 5 I 1941.
Xli - I SERVIZI DAL 1856 AL 1858
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to, come già precisato nell'introduzione, il termine logistica non aveva ancora assunto il significato attuale, rimaneva ancora ignorato nella regolamentazione ufficiale e veniva generalmente sostituito con amministrazione, da intendersi, nella fattispecie, in senso lato_ li R_D_ del 14 dicembre, dunque, non si ripromette di modificare strutture e compiti del Servizio di amministrazione propriamente detto, bensì di dare una prima risposta concreta e organica ali' esigenza (già emersa nel corso della guerra del 1848 - 1849 e ampiamente confermata dalla campagna di Crimea) di disporre, per i vari Servizi logistici, di organi esecutivi normalmente composti da personale militare specializzato e permanente e non da civili, rendendo in tal modo possibile una sempre maggiore estensione dei Servizi ad economia, cioè gestiti direttamente dall'Intendenza militare. Questo sia per il tempo di pace che per il tempo di guerra, nel quale è prevista espressamente l'espansione organica del nuovo reparto, che ha compiti di inquadramento disciplinare e amministrativo e non è unità d' impiego. Dal punto di vista strettamente amministrativo, il battaglione non svolge alcuna specifica funzione rispetto ad altri reparti. A mente dell'Art. 12 del R.D. del 14 dicembre le competenze del battaglione in denaro e natura sono le stesse stabilite per l'Arma di fanteria, e secondo l'Art. 17 sono applicabili aJ Battaglione i Regolamenti di Amministrazione e di ConLabilità in vigore per i Corpi di lruppa; e verrà perciò instituilo un Consiglio di Amministrazione sulle stesse norm e che regolano quelli dei corpi .
La sua fisionomia amministrativa è, dunque, del tutto simile a quella di un qualsiasi corpo, e vi mancano particolari organi direttivi del Servizio di amministrazione. Riguardo ai compiti specifici e a lla composizione delle compagnie, la compagnia infermieri deve provvedere, come sempre, al servizio presso gli Ospedali militari e., in guerra, anche al servizio delle ambulanze. La compagnia sussistenza provvede in tempo di pace al servizio presso i panifici militari e i magazzini sussistenza, e in tempo di guerra "a tutti indistintamente i servizi che si riferiscono alle Sussistenze dell'Armata" . La compagnia deposito deve fornire il personale per molteplici esigenze: "servizi secondari e straordinari" presso gli ospedali, i panifici ed i magazzini, soldati con particolari precedenti di mestiere per i Servizi di campagna, in pace personale di fatica per magazzini, laboratori e arsenali e in g uerra per tutti i magazzini dell'esercito, e, infine, attendenti non solo per gli ufficiali del battaglione, ma anche per gli ufficiali d'Intendenza, per gli ufficia li medici e per gli impiegati di sussistenza.
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LA LOUISTICA DELL'ESERCITO -
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Il battaglione comprende, in totale, 29 ufficiali, I furiere maggiore, 17 furieri, 43 sergenti e 569 militari di truppa, questi ultimi suddivisi in due categorie principali: soldati scelti (58) e il resto so ldati ordinari. La compagnia infermieri è la più numerosa, e comprende ben 21 ufficiali e 366 sottufficiali e truppa. La compagnia sussistenza è composta da 3 ufficiali e 157 truppa, la compagnia deposito da 3 u fficiali e 102 truppa (può però essere a umentata a seconda delle circostanze). Nello Stato Maggiore oltre a l maggiore comandante sono previsti solo u.n subalterno aiutante maggiore contabile, un furiere maggiore e due sergenti di amministrazione. li R.D. fa riserva di determinare i compiti di sorveglianza del comandante e degli ufficiali del battaglione nei riguardi del personale distaccato presso gli ospedali e panifici, e pur prevedendo l 'impiego solo di personale militare fisso, non chiude del tutto la porta al personale civile: la crca1.ione del battaglione non esclude però che presso i Panifizi possano essere ammessi, secondo che le specialità del caso siano per richiederlo, Operai borghesi, i quali riceveranno esclusivamente il loro slipendio dalla Categoria I'an e: essi potranno coprire posti ili Capi operai o di Sotto capi. Ncll'cseguimento del scrvi1.io gli Operai militari d elle Sussistenze dovranno ai medesimi obbedienza, e saranno passibili di quelle punizioni disciplinari di cui si renderanno meritevoli, come se avessero mancato ai Superiori militari.
L'alimentazione è comunque prevista con personale di leva selezionato o trasferito da altri corpi, o anche volo ntario. Ad ogni buon conto, gli operai civili addetti ai panifici e magazzini idonei al servizio militare potranno, a domanda, essere incorporati nel battaglione. Sono, anche a tal fine, previsti soprassoldi per il personale di sussistenza e della compagnia deposito, mentre agli infermieri militari viene assegna ta una razione viveri in più, oltre a centesimi 10 di soprassoldo giornaliero per gli esercenti la farmacia o la flebotomia, e ai centesimi 40 giornalieri già concessi in precedenza. Ulteriori e più dettagliate norme sulla costituzione del battaglione sono emanate in data 29 dicembre 1856, con l' Istruzione per l'eseguimento
del R . D. in data 14 dicembre 1856, relativa all'instituzione del Battaglione d'Amministrazione4, che stabilisce l'uniforme e le norme per la selezio ne del personale di truppa, ne fissa la ripartizione tra gli ospedali e i panifici, e contiene disposizioni di carattere disciplinare e a mministrativo - contabile. Il personale all'atto dell 'assegnazione è preso in forza presso la compagnia deposito, e non può essere promosso alla qualifica di specializzato
4
G .M . 1857, pp. I
36.
Xli • I SF.K VIZI UAJ.. 1856 AL 18 S8
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(infermiere o operaio della sussistenza) se prima non ha dato dimostrazione pratica della sua preparazione professionale. Sia per i volontari militari che per gli operai civili è previsto un periodo di prova di due mesi presso i panifici e gli ospedali, trascorso il quale coloro che per condotta disciplinare o per altri motivi non sono stati giudicati idonei sono rinviati ai corpi_ Sempre in tema di istruzione del personale, il comandante della compagnia infermieri ha anche il compito di addestrare il personale dipendente presente in Torino a svolgere le rispettive mansioni in guerra, in particolare nel servizio delle Ambulanze, e dar loro una islruzionc speciale relaliva al modo di Lrasportare i ferili sul campo, ai primi soccorsi che è necessario di dare ai medesimi cd all'applicazione dei primi apparecchi e delle prime fascialure adaltatc al vario genere di ferite. Per allendcrc alla parte di siffatta istruzione che si riferisce all'arte sanitaria, il Comandante del ballaglione si rivolgerà al Comando generale della Divisione, affinchè ne venga incaricato un Uffiziale Sanitario militare, scelto fra quelli addetti allo Spedale Divisionario. Ove occorrano carri, cassoni , cofani od altri materiali destinati per servizio delle ambulanze. il Ministero vi provvederà sulla rich iesta del Comandante del Battaglione.
Vengono inoltre fissate la distribuzione del personale e le attribuzioni dei vari livelli disciplinari, fino ai direttori dei panifici e stabilimenti e al comandante del battaglione, con disposizioni analoghe a quelle della precedente Istruzione del 27 marzo 1856, che è abolita. Il personale della compagnia infermieri è suddiviso tra un nucleo alla sede (Torino) e 25 ospedali. Il personale distaccato presso i magazzini costituisce altrettanti distaccamenti della compagnia, agli ordini dei rispettivi direttori di sussistenza che hanno tutte le attribuzioni disciplinari e amministrative dei comandanti di distaccamento (sono previsti 17 distaccamenti corrispondenti ad ugual numero di magazzini). I commessi di sussistenza comandati in servizio settimanale hanno il compito di regolare e mantenere la disciplina, coadiuvati dai sergenti. I direttori corrispondono direttamente con il comandante di battaglione tramite il capo dell'ufficio dell'Intendenza militare, per tutto ciò che concerne la disciplina e l'amministrazione e contabilità del distaccamento. I sergenti e i soldati - operai, con particolari adattamenti (ad esempio, sostituzione della sala o della consegna in quartiere con la consegna in magazzino, e competenza del solo capo ufficio d' Intendenza militare nel fissare la durala delle punizioni) sono soggetti alle normali regole disciplinari. Per particolari motivi (ai,senze del lavoro o negligenza) essi possono anche subire trattenute da praticarsi in quinJi del soprassaldo giornaliero. Possono inoltre essere loro addebitati gli oggetti da loro ricevuti in consegna, che risultino successivamente smarriti o deteriorati.
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Il consiglio di amministrazione del battaglione funziona con le stesse norme che regolano le attribuzioni dei consigli dei corpi, è presieduto dal comandante del battaglione e si compone di un capitano relatore, un capitano e un tenente membri e dell' aiutante maggiore che è anche contabile e ufficiale di massa, e che come tale dà corso alle diverse operazioni relative sia alla contabilità in contante che in natura. La contabilità in denaro è ripartita in due categorie (paghe e deconto) e quattro masse (cappotti, economia, bene armato e arredi, ordinario dei sergenti). La contabilità in natura è composta da: oggetti nuovi di corredo acquistati con la categoria deconto; oggetti usati di corredo (morti, disertori ecc.); oggetti di proprietà del Governo (cappotti, arredi, armi, oggetti di bufalo e cuoio); mobili e oggetti vari acquistati con i fondi della massa economia o bene armato e arredi. In conclusione nel battaglione di amministrazione (o, meglio, di operai per vari Servizi logistici) costituito nel 1856 può a buon diritto ricercarsi l' origine non tanto dell'attuale corpo di amministrazione dell'esercito (che, data la particolare fisionomia, no n ha mai potuto disporre di repa rti organici a sè stanti e specifici del Servizio, come ad esempio la sussistt:nza, il corpo sanitario o automobilistico), bensì dei battaglioni e compagnie di sanità, dei reparti di sussistenza e dei numerosi reparti a fisionomia mista (raggruppamenti Servizi, reparti RRR ecc.)tipici del dopoguerra per il 2° e 3° anello della catena logistica. In questo senso, il battaglione del 1856 può dirsi anche un preludio lontano del passaggio - almeno ai livelli superiori - dall'organizzazione per materia a quella per fun zione. Per altro verso il provvedimento, indubbiamente positivo a tale da precorrere i tempi, non è del tutto nuovo: abbiamo già messo in rilievo che Napoleone il 13 aprile 1809 crea le compagnie di infermieri militari, e il 5 febbraio 1813 istituisce il battaglione di ouvriers d 'administration, che riuniva panettieri, macellai e pressatori di foraggi, ed era già stato favorevolmente sperimentato nel 1806 presso la Guardia Imperiale, con compagnie miste che comprendevano macellai e panettieri. Soluzioni che hanno breve vita: con la Restaurazione si ritorna al vecchio sistema - tipico del XVIII secolo - delle imprese civili, anche perchè, come causticamente osserva l'Odier, ''l'I mpresa qualche volta è un ripiego contro l' inesperienza degli amministratori militari". Nel 1856 era dunque ben vivo il raccordo specie in campo logistico, con il pensiero e le esperienze, vicine e lontane, dell'esercito francese.5
5
Queste notizie sono tratte da C. GREGORIO, Ari. cii., " RIVISTA DI COMMISSARIATO" n . 6 / 1940.
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Se la costituzione del nuovo battaglione di amministrazione rappresenta l'evento più importante di un periodo povero di novità, non mancano, per la maggior parte dei Servizi, provvedimenti meritevoli di essere qui brevemente ricordati, se non altro per rendere più chiaramente individuabile la base della successiva' 'fiammata" di norme e disposizioni connessa con le esigenze della ormai vicina campagna del 1859; delli provvedimenti concernono sia l'organizzazione generale dell'Intendenza militare, sia i singoli Servizi. Con circolare n. 8 Norme d'assegnazione e di riparto del Personale negli Uffici d'Intendenza militare in data 16 marzo 1858,6 il Ministero fissa ripartizione e attribuzioni degli impiegati d'Intendenza al livello di divisione, sotto - divisione militare (territoriale) e Presidio, e rende note alcune norme generali sul servizio degli impiegati: a) quando si verificano vacanze in alcuni dei posti indicati nelJa tabella organica, gli altri impiegati devono addossarsi anche le incombenze relative ai predetti posti vacanti, e sono tenuti ad eseguire qualunque ordine intenda loro impartire il superiore, anche se esorbita dalle loro attribuzioni specifiche; b) I capiufficio devono alternare le incombenze di servizio fra i vari impiegati dello stesso grado, in turno mensile, trimestrale, semestrale o annuale a seconda dei casi, in modo da ottenere che tutti acquistino esperienza pratica in ogni ramo del servizio, con particolare riguardo alle sussistenze; c) la direzione economica dei consigli di amministrazione dei corpi , le verifiche trimestrali e la stipulazione di contratti per i corpi stessi non devono essere affidate ai sotto-commissari aggiunti (cioè all'ultimo livello gerarchico) ma preferibilmente ai commissari ed eventualmente ai sottocommissari effettivi. I predetti sotto-commissari aggiunti devono peraltro intervenire ai consigli e alle verifiche trimestrali insieme ai commissari o sotto-commissari, in modo da impratichirsi ed istruirsi il più possibile in simili operazioni amministrative. I compiti e la ripartizione del personale dell'Intendenza, che riportiamo nell'allegato DOCUMENTO 15, dimostrano che di fatto ben poco risulta mutato rispetto alle funzioni esercitate nel 1848 - 1849, e anche prima, dai commissari di guerra. Tant'è vero che la circolare n. 9 in data 16marzo 1858, Visita semestrale agli Uffici d 'Intendenza militare di Presidiu1 , si richiama esplicitamente.ai compiti di sorveglianza sul funzionamento degli uffici di Presidio, già previsti per i commissari con circolare n. 733 in data 19 novembre 1825 della disciolta Azienda generale di guerra.
6
G.M . 1858, pp. 408 - 4
7
G .M . 1858, pp. 413-414.
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LA I.OGISTICA DELL'ESP.RCITO - VOL. I
Secondo la citata circolare del 16 marzo 1858, i capi degli uffici d'Intendenza militare di divisione e sotto-divisione devono ogni semestre, "ad epoche indeterminate ed improvvisamente", eseguire una visita ai Presidi dipendenti, controllando (per poi riferirne al Ministero) i seguenti settori: tenuta del carteggio e funzionamento degli uffici; tenuta dei ruoli annuali delle truppe del Presidio, base dei controlli amministrativi; andamento dei vari Servizi, con .particolare riguardo alle sussistenze, sia per la parte contabile che per quella relativa ai materiali (qualità del pane e delle provviste, stato d'uso degli utensili ecc.); situazione del casermaggio ed eventuali abusi, accertando in particolare se i mobili sono della qualità voluta, e se la distribuzione ~ei letti avviene con le modalità stabilite; magazzini presidiari delle imprese civili che hanno in appalto determinati servizi: se gli effetti di casermaggio sono tenuti nella quantità stabilita e sono sufficienLi per far fronte anche ad eventuali esigenze straordinarie, se la legna è conforme a quanto viene stabilito dai capitoli d' impresa, e se il magazzino foraggio è provvisto di fieno e biada nella quantità e qualità stabilita. Nel corso delle ispezioni, i Capi degli Uffici si devono anche accertare del mondo con cui i loro dipendenti del Presidio eseguono le rispettivt: attribuzioni, e devono raccogliere "opportune e positive informazioni " , onde essere in grado di compilare gli specchi caratteristici con piena conoscenza del personale. Prendiamo ora brevemente in esame le norme impartite nel periodo sui singoli Servizi, da non trascurarsi se non altro quale efficace raccordo con l'assetto assunto nella ormai vicina guerra del 1859, e quale sia pur timido segno di evoluzione.
Servizi di Sanità e veterinario.
Il provvedimento di maggior rilievo del periodo, che ha sensibili riflessi anche sull'organizzazione del Servizio in guerra, è rappresentato dalle Norme ed Istruzioni per l'eseguimento del Regio Decreto in data 26 giugno I 853, relativo all'ordinamento del servizio Chimico-Farmaceutico Militare (20 marzo 1856)8 •
8
G . M. 1856, pp. 303 - 453 .
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Le Norme ed Istrnzioni per gli organi esecutivi e il relativo personale già previsti con R.D. del 1853 (vds. capitolo VII) fissano le attribuzioni dei vari livelli gerarchici e le minute modalità per la gestione amministrativa, il funzionamento, la spedizione e la ricezione del materiale, le verifiche, i collaudi e i controlli. Un intero capitolo è dedicato al funzionamento del Servizio in guerra, con particolare riguardo alle "Farmacie di ambulanza" istituite in campagna (il R.D. del 1853 non prendeva in esame questo aspetto). In calce alle Norme sono infine riportati ben 21 modelli per gli specchi da compilare, corredati da tre tabelle per i medicinali da acquistare rispettivamente per il deposito centrale, le farmacie divisionali e le farmacie, e da una tabella per "le preparazioni chimiche ed officinali a farsi più solitamente nel laboratorio centrale" . Il farmacista direttore del laboratorio e deposito centrale dipende direttamente dal consiglio superiore di sanità militare per la parte inerente al servizio, ma è soggetto alla supervisione e al controllo dcli' Amministrazione militare per la parte amministrativa e contabile. Egli è, in breve, responsabile di tutto, anche in sua assenza: buona conservazione dei mobili, attrezzi e medicinali, qualità e quantità delle preparazioni chimico-farmaceutiche da eseguire, andamento d isciplinare e amministrativo dello stabilimento, pronta esecuzione degli ordini di spedizione che riceve dal consiglio, tenuta dei registri. La gestione dello stabilimento è soggetta a periodiche ispezioni da parte sia del consiglio superiore di sanità che dell ' Intendenza, e di ogni irregolarità risponde sempre il di rettore. Quando questi è assente, pur continuando a rispondere ugualmente di tutto lascia la direzione dello stabilimento al farmacista assistente, responsabile verso di lui, al quale può chiedere cauzione. I farmacisti (di 1a o di 2 3 classe) dirigenti delle farmacie divisionali (affiancate agli ospedali divisionali territoriali) hanno la responsabilità della corretta e tempestiva preparazione di medicinali di loro competenza, e della buona conservazione di tutto quanto si trova nella farmacia. Controllano che la farmacia disponga in ogni momento di tutti i medicinali necessari non solo al buon funzionamento dell'ospedale, ma anche alle farmacie succursali e ai corpi e stabilimenti che ne hanno necessità. A tal fine, inoltrano nei tempi prescri tti al consiglio di amministrazio ne l'elenco dei medicina li occorrenti, da richiedere al deposito centrale o da preparare sul posto. A seguito di regolare delibera del consiglio di amministrazione, provvedono alle spedizioni dei medicinali alle farmacie succursali, corpi e stabilimenti, previa ricognizione dei medicinali da parte del medico divisiona le, e curando l'accurata confezione dei colli per la spedizione. Dipendono da l medico divisionale, a cui riferiscono e danno le spiegazioni necessarie, tengono a giorno tutti i registri <lei medicinali e ne rendono mensilmente conto
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LA LOGl!>'TICA 1)1::LL' ESERCITO -
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al consiglio di amministrazione da cui dipendono. Gli stessi doveri dei direttori delle farmacie divisionali sono osservati nel loro più ristretto ambito, dai direttori della farmacie succursali. Particolare cura viene dedicata dalle Norme ed Istruzioni alla preparazione dei medicinali sulla base dell'elenco giornalmente trasmesso dai medici al farmacista: la preparazione dei medicinali s;ome sovra prescritti debb'essere attuata dal Farmacista colla maggiore attenzione e sollecitudine, sicchè la distribuzione agli infermi seguir possa col massimo ordine. [ ....] Tosto pervenuti impertanto alla Farmacia gli estratti delle prescrizioni, il Farmacista prepara i medicamenti distintamente per sezione d'inferrnerie, avvertendo che ogni ordinazione individuale debb'essere riposta in apposito vaso, bottiglia o capsula di carta, coll'indicazione soprascritta del numero del letto cui è destinala, della qualità del medicamento e del modo cui vuol essere amministrato, cioè se per uso interno od esterno, se in una sol volta, overo a rifratte dosi , secondo l'ordinazione. I Medici divisionali si accerteranno con visite frequenti ed impreviste dell'esattezza e celerità di simili importanti operazioni, e riconoscendo nell'eseguimento di esse trascuranza od abusi, devono porvi immediato riparo, riferendone anche all'uopo al Direttore dello Spedale ed al consiglio superiore sanitario, ove le esortazioni loro non ottenessero una piena cd immediata soddisfazione.
Tre sono i sistemi di approvvigionamento delle materie prime (erbe, droghe e medicinali) ai quali può ricorrere il laboratorio farmaceutico centrale: per appalto, commissione o acquisto in economia, a seconda delle disposizioni del Consiglio Superiore; per raccolte sui monti e nelle campagne, e per coltivazione nell' orto dello stabilimento; per preparazione nel laboratorio. Il denaro occorrente è prelevato dalla cassa dell'ospedale militare divisionale di Torino, su richiesta del direttore del laboratorio, vidimata dal capo dell'ufficio di Intendenza militare, al quale il direttore stesso presenta entro dieci giorni la quietanza dell'avvenuto pagamento. Le erbe raccolte nella campagna o nell'orlo dello stabilimento non fanno da per sè oggetto di spesa; sono però ammesse le spese sì di trasferta del Farmacista direttore, ove occorra, nel modo indicato, ali ' Art. 9, e si di mercede alle persone mandate in perlustrazione, e sì di coltivazione nell'orto dello stabilimento. Le note relative (Modulo n. 8) sono rilasciate dal Farmacista Direttore, ed il pagamento non avrà luogo se tali note non sono prima sottoposte all'approvazione del Consiglio superiore sanitario, a cui spetta riconoscere, se realmente sono state profittevoli alla finanza dello Stabilimento. Le erbe, come sopra raccolte, devono pur essere collaudate e stanziate in caricamento.
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Riguardo al funzionamento in campagna, le farmacie d'Ambulanza sono istituite sia in caso di guerra che durante i campi e le manovre in termpo di pace, e si suddividono in tre categorie: farmacie di ospedali temporanei di linea (o generali) e di ambulanze divisionali (di divisioni operative, e non territoriali come nel caso precedente); farmacie reggimentali; farmacie di battaglione. Le farmacie degli ospedali temporanei di linea sono costituite solo in tempo di guerra, con medicinali che, a seconda di quanto ritenuto conveniente dall'Intendenza generale d'armata, sono approvvigionati o con i fondi delle divisioni d'ambulanza, con spedizioni dal deposito centrale oppure con incette e requisizioni. Esse sono affidate a farmacisti militari che ricevono in consegna recipienti, utensili e medicinali e tengono la contabilità così come previsto per le farmacie degli ospedali permanenti, fatte salve le modifiche che le circostanze possano rendere necessarie, e che sono comunque decise dall'Intendente generale d'annata, su proposta dei consigli di ammiuislrazionc o dell'ufficiale incaricato della direzione del Servizio. Le "divisioni, suddivisioni, e sezioni di farmacia d ' ambulanza", i cui compiti e la cui composizione sono decisi nel regolamento 28 novembre 1848 (capitolo III), fanno parte del materiale contenuto nei cassoni d'ambulanza che debbono seguire in guerra i corpi e le divisioni, e possono essere pure inviate al seguito delle truppe in marcia o in esercitazione. Le farmacie reggimentali sono composte dai medicinali contenuti nei due cofani portati a dorso di cavallo o di mulo al seguito dei corpi o distaccamenti per le prime esigenze di soccorso in combattimento (vds. capitolo III). Esse sono date per lo più in consegna ai corpi per l'uso da parte dei rispettivi medici militari, ma il mantenimento a numero dei materiali avviene sempre a cura e per conto del!' Amministrazione militare (e non del corpo). I medicinali possono essere prelevati dal deposito centrale, dagli ospedali permanenti, dai cassoni di riserva dell'ambulanza divisionale (solo in guerra e nelle esercitazioni), oppure, in caso d'urgenza, anche mediante requisizione o acquisto .sul luogo. Le farmacie di battaglione sono trasportate negli zaini o tasche d'ambulanza di cui ogni corpo deve essere provvisto sia in pace, che iri guerra. In pace o all'inizio della gQerra i medicinali che loro occorrono vengono prelevati, su richiesta del comandante di corpo, presso una delle farmacie divisionali o succursali presso le quali il corpo si trova. Nel corso delle campagne di guerra o delle esercitazioni il rifornimento avviene presso i cassoni delle ambulanze divisionali, dietro presentazione di richiesta firmata dal medico di reggimento, e con allegato l'elenco dei medicinali.
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LA LOGISTICA DEI.L'ESERCITO -
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Tra i numerosi interventi migliorativi, da citare quelli attinenti all'introduzione della vaccinazione delle reclute contro il vaiolo, allora assai diffuso. Con Nota n. 32 in data 1° marzo 18579, "allo scopo di prevenire una maggiore possibile diffusione del vaiolo, che da alcuni anni va con proporzioni notevoli dominando nell'esercito, e specialmente in alcune determinate guarnigioni," il Ministero stabilisce che i medici dei corpi sottopongano ad accurate visite le reclute dell'ultima classe di leva, per individuare coloro che non hanno ancora sofferto il vaiolo naturale e non sono ancora stati vaccinati, sottoponendoli a vaccinazione entro la primavera. Il Ministero non manca di raccomandare che i Comandanti dei corpi, siccome quelli cui dcbbe premere in singolar modo la salute delle loro truppa, abbiano a secondare a tale riguardo colle opportune disposizioni i Medici militari, ed invigilare perchè i medesimi si dicno pensiero di eseguire le vaccinazioni di coloro cui ne sia il bisogno.
Con altre disposizioni 10 la vaccinazione è estesa anche ai volontari e "surrogati" (che non possono essere comandati presso distaccamenti se prima non vi sono stati sottoposti) e si prescrive che venga ripetuta per tutti nella primavera di ogni anno, facendo obbligo ai medici militari di trasmettere ogni trimestre al consiglio superiore di sanità l'elenco, completo di tutti i dati, dei militari sottoposti a vaccinazione. li servizio interno e l'organizzazione generale negli ospedali militari sono migliorati. "Nell'interesse dell'igiene, e per la maggior pulizia personale", nel 1857 si dispone che all'ingresso in ospedale gli ammalati vengano forniti se ufficiali di una "salvietta dì tela operata imbianchita", e se "di bassa fo rza", di un asciugatoio in tela". Altre minute ma interessanti disposizioni organizzative sulle operazioni giornaliere negli ospedali sono contenute nella Nota n. 192 in data 29 ottobre 1856, a firma di un nome illustre: il presidente del consiglio superiore di sanità Riberi 12 • Nella "Sala di guardia" devono essere affisse una serie di tabelle riportanti la situazione di tutto il personale sanitario addetto all'ospedale e al Presidio, la distribuzione nelle varie sezioni dell'ospedale degli ufficiali medici e dei soldati esercenti la flebotomia e la farmacia, l'impiego degli ufficiali di sanità destinati al servizio nelle caserme, il turno di guardia presso l'ospedale dei medici di battaglio-
9
G.M. 1857, pp. 185.
10
G.M. 1857, p. 249 e G.M. 1858, p. 558.
ll
G. M. 1857, p. 286.
12
G.M. 1856, pp. 1057 c 1058.
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ne che ne hanno l'incarico, la situazione giornaliera degli ammalati con la indicazione del nominativo del medico di guardia_ Giornalmente ogni sezione deve portare nella sala guardia un piccolo registro a firma del medico capo sezione, dal quale risultino i salassi stati ordinati in ogni visita, le medicazioni da farsi fuori del tempo della visita e tutte quelle altre avvertenze che occorreranno intorno agli ammalati gravi od a quel li altri i quali tentino di ritardare la guarigione delle loro malattie cangiando o togliendo i mezzi di medicazione.
Nella stessa sala di guardia deve essere tenuto un registro dei militari in osservazione per ordine superiore, i quali se possibile devono essere collocati in una sola sezione e in camere chi use. 11 quaderno di visita deve essere tenuto evitando per quanto possibile le correzioni, che comunque solo il medico capo sezione è autorizzato ad apportare e sottoscrivere. Particolare cura deve essere rivolta dal medico capo sezione nel controllo della coincidenza della quantità e del tipo di alimenti e medicinali che risultano prescritte nel registro delle prescrizioni, con quelle che devono essere riportate per esteso nell' "estratto" giornaliero degli alimenti e dei medicinali passati al consumo: prima di sottoscrivere i tcstè detti estratti il Medico Capo Sezione darà giornalmente un'occhiata alle prescrizioni del giorno precedente onde assicurarsi che non siano state fatte a sua insaputa cancellazioni o variazioni, specialmente nel riepilogo dell'estratto degli alimenti[ .... ) l medici capi sezione nella prescrizione dei medicinali si atterranno strettamente a quanto consente la farmacopea militare epperciò non concederanno più nei casi ordinari quali bevande comuni, la limonta vegetale, l'acqua zuccherata o l'emulsione di mandorle dolci, ecc., dovendo a questi sostituirsi la tisana comune. Avvertiranno inoltre di far scrivere chiaramente e senza abbreviazioni il nome e le dosi dei medicinali che prescrivouo.
Si cerca anche di inserire meglio nelle strutture sanitarie ospedaliere i farmacisti e i veterinari, fino a quel momento rimasti un pò in disparte visto che non partecipavano alle prescritte conferenze scientifiche tenute dagli ufficiali di sanità presso gli ospedali. Con Nota n. 156 del 15 agosto 185613 il Ministero prescrive che essi partecipino a tali conferenze, alle quali sono tenuti ad intervenire fatti salvi gli impegni di servizio: la siffatta determinazione, la quale può a meno che tornare gradita ai farmacisti e veterinari predetti, siccome quella che tende all'incremento della
13
G.M. 1857, pp. 954 .
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I.A LOGISTICA VELL' l'.SERCITO -
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scienza, e porge loro ad un tempo opportunità e le personali prerogative onde non pochi di essi sono in modo distinto forniti, vale eziando a maggiormente assicurare il perfetto andamento di tutto chè si riferisce al delicato e importante servizio che interessa la salute del militare.
Sempre riguardo all'impiego e istruzione del personale addetto negli ospedali, constatato che gli ufficiali medici militari sono ormai - per effetto delle citate disposizioni impartite nel 1854 - sufficientemente impratichiti nell'esercizio della "medicina operativa·dentale", con apposita disposizione del 185714 anche questa branca è definitivamente affidata a medici militari, escludendo da ogni ulteriore rapporto d'impiego i dentisti civili. Continuano, tuttavia, ad essere all'occorrenza impiegati, per visite e perizie, medici e chirurghi civili, per i quali apposite norme fissano le modalità per il pagamento delle prestazioni 15 • Altre disposizioni riguardano l'impiego dei "soldati della compagnia infermieri esercenti la farmacia o la flebotomia" 16, qualcosa di più degli aiutanti di sanità e qualcosa di meno degli ufficiali medici, visto che si tratta di studenti universitari, o almeno di studenti che diano garanzia di possedere i requisiti necessari per intraprendere gli studi di medicina. Ne viene fissato il numero (50 in totale, di cui 24 flebotomi e 26 farmacisti) e la ripartizione tra gli ospedali militari, e si fa loro obbligo di trasmettere per via gerarchica al consiglio superiore di sanità, ogni anno, "l'admitatur da cui risulti avere eglino felicemente subito l'esame del corso antecedente". I medici divisionali, inoltre, devono trimestralmente inviare al consiglio Superiore apposita Note, relative al modo con cui i soldati esercenti svolgono le loro mansioni, e al loro comportamento disciplinare. Così questa categoria, che in passato si tendeva ad eliminare, riacquista un ruolo importante; al tempo stesso, va notata in disposizioni come queste la tendenza all'aumento dei controlli e delle incombenze burocratiche , anche nel campo della medicina militare. Il beneficio del ricovero - previa trattenuta sulla paga proporzionata al grado rivestito - negli ospedali militari, fino a quel momento riservato ai soli ufficiali delle Armi combattenti, è esteso nel 1856 17 anche agli ufficiali d'Intendenza e agli impiegati, operai e commessi dei vari rami dei Servizi,
14
G.M. 1857, p . 196.
15
G.M. 1858, p. 608 e 1335.
16
G .M. 1856, p . 1059 e 1060.
17
G.M. 1856, p. 867.
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considerando come i Funzionari dell' Amministrazione militare costituiscono parte integrante dell'Esercito, e come impertanto sia equo che, per quanto le circostanze possano consentirlo, a quelli pure vengano estesi i vantaggi a questo attribuiti, tra i quali vuolsi certamente annoverare il diritto di essere, cadendo infermi, ricoverati negli ospedali m ilitari.
Un ultimo argomento al quale viene dedicata una certa attenzione nel periodo sono i certificati medici per i militari in licenza ammalati. Con circolare n. 24 in data 5 gennaio 1857 18 si lamenta che tali certificati non sempre sono compilati in aderenza alle norme prescritte: tale inconveniente, oltre a cagionare uno spreco di tempo e un sopracarico di corrispondenza pei Comandanti dei corpi, può pregiudicare i Militari real-
mente inferm i, e favorirne altri non affatto impotenti a restituirsi al corpo.
Facendo seguito alle numerose altre circolari si ribadisce, perciò, ancora una volta che i predetti "fogli di malattia" devono essere rilasciati dal medico in carta libera e autenticati dal Sindaco locale, che con la sua firina non solo au tentica quella del medico, ma anche si rende garante che, da informazioni assunte, il militare risulta effettivamente ammalato. I predetti fogli malattia devono essere rinnovati ogni 15 giorni. Con successiva Nota del 22 luglio 1858 19 si stabilisce che quando uno dei militari in licenza che cade ammalato risiede in una località ove si trova di stanza un ufficiale di sanità, solo questi è autorizzato a firmare i certificati medici, che se firmati da altri, sono considerati nulli. Il funzionamento del Servizio veterinario procede secondo le norme già stabilite prima della campagna del 1848-1849. Un provvedimento di un certo rilievo è, comunque, la nomina nel 1858 di un "Ispettore aggiunto per la veterinaria" presso il consiglio superiore della sanità militare20 , il quale starà sotto la immediata dipendenza del Presidente del Consiglio, prenderà parte, come membro, alla Commissione per gli esami dei veterinari, e dovrà recarsi ovunque il Ministero della guerra r avviserà opportuno di mandarlo per l'ispezione delle Infermerie Cavalli presso i Corpi e Stabilimenti militari, e per quelle altre incombenze relative al servizio di Veterinaria che crederà d'affidargli. Sarà speciale suo incumbcnte di proporre al Ministero, per mezzo d el Presidente del Consiglio, li mezzi per prevenire gli abusi che possono aver luogo in ogni ramo di ser vizio di Veterinaria, come pure di presentare quelle variazioni ed addizioni che fossero ravvisate del caso pel migliore e più regolare andamento di siffatto servizio.
18 19
G.M. 1857, p . 48. G.M. 1858, pp. 403 e 404.
20
cf.M. 18:58, pp. 403 e 404.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO -
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In caso di guerra o di riunione delle truppe di cavalleria al campo, l'Ispettore aggiunto svolgerà le funzioni di veterinario capo presso le truppe. Egli viene scelto "tra le persone dell'arte di maggior rinomanza per dottrina e perizia". Sarà titolo di preferenza, a parità di altri meriti, la sua appartenenza ai veterinari militari (quindi, potrebbe anche essere un civile). Egli viene assimilato al grado di capitano, "cogli onori e le prerogative che sono a tal grado annessi". Dopo dieci anni di ininterrotto servizio ha diritto a un aumento di paga di lire 250, m~ntre ogni volta che per ordine del Ministero della guerra deve recarsi fuori Torino, ha diritto a un soprassoldo giornaliero di lire 5. Un trattamento economico e morale, dunque, che specie per il grado molto modesto al quale l'Ispettore è equiparato, risulta tutt'altro che esaltante.
Servizio di commissariato (vettovagliamento). Molta cura viene dedicata ai particolari del funzionamento disciplinare e amministrativo della compagnia di sussistenza, e alla confezione e distribuzione del pane. Con due Istruzioni rispettivamente in data 27 e 28 marzo 185621 sono emanate ulteriori norme di dettaglio sul servizio, la disciplina, l'amministrazione e la contabilità della "compagnia operai delle sussistenze militari", norme che il già citato R.D. del 1° dicembre 1856 sulla costituzione del battaglione di amministrazione non fa che confermare, inserendole in un contesto più ampio. Lo spirito ed i criteri informatori delle due predette Istruzioni sonoriportati in apposita circolare del 7 aprile 1856 agli uffici d'Intendenza militare: la prima, basata sulle mao;sime di ordine e subordinazione militare e sul principio di un giusto ripartimento delle attribuzioni dei Funzionari che hanno con questo servizio diretta relazione, tende a stabilire nei limiti naturali la latitudine dei poteri delle Intendenze militari, dei Direttori delle Sussistenze, e del Comando della Compagnia. La seconda, sebbene adattata alla specialità del Corpo, fu tuttavia ammessa in armonia col sistema di amministrazione e contabilità dell'Esercito, e contiene le norme colle quali i Direllori devono amministrare i distaccame nti degli Operai addetti ai loro magazzini e le regole per la centralizzazioni delle parziali contabilità presso il Comano della Compagnia. I vantaggi derivanti dall'applicazione degli adottati principii appariscono spontaneamente: da una parte, sorveglianza, disciplina, precisione militare, e quindi guarentigia, prontezza e proprietà nell'esecuzione delle opere; dall'altra, semplificazione di forme, riduzione di spese, unificazione di conti e per conseguenza faci lità di liquidazione, regolarità e speditezza nell'andamento dell'Amministrazione.
21
G.M. 1856, pp. 455 e 527.
Xli - I SERVIZ I D/\ L 1856 /\L 1858
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Tra le disposizioni particolari di maggior interesse, quella che prescrive che i direttori dei magazzini, quando sono comandati in distaccamenti i soldati operai della compagnia sussistenza, devono riunire almeno una volta al mese nella caserma i soldati stessi in uniforme, e con gli oggetti collocati sul rispettivo posto letto come previsto dal regolamento di disciplina militare, per accertarsi che ognuno abbia tutti gli oggetti di corredo previsti, le armi e le buffetterie di prescrizione, e che tutto sia in buono stato. Molto si diffonde l'Istruzione nelle norme a carattere disciplinare e sanitario. Ad esempio solo i soldati operai sono ricoverati, se cadono ammalati, all'ospedale militare. I soldati "provvisori", cioè aggregati in prova, in caso di malattia devono provvedere da sè stessi a curarsi. Vengono poi elencate tutte le punizioni , la loro natura, e i criteri per la loro applicazione. Questi ultimi meritano di essere almeno in parte riportati , perchè sono efficace specchio sia del modo di intendere la disciplina nell'esercito piemontese, sia della preoccupazione di tutelarla anche nel caso - al tempo del tutto speciale - di una compagnia di operai militari: Art. 6 - A quali mancanze si applicano le punizioni. Para. 27. 1 due primi ca5tighi per Caporali ed operai (turni di fatica, consegna al Magazzino) ed il primo pei sott'ufficiali (consegna nel Magazzino) sono applicabili principalmente per mancanze lievi contro il servizio cagionate da negligenza o pigrizia, ed ancora per non curanza dei loro oggetti di corredo. Para. 28. Sono puniti col prevosto o sala di disciplina li soll'uffiziali, Caporali ed Operai che avranno commesse mancanze contro il decoro, la disciplina, il servizio ed anche per mancanze lievi contro la subordinazione. Para. 29 . Col pane ed acqua e colla prigione saranno puniti gli uomini dediti ai vizii e particolarmente a ubbriachezza, quelli che per negligenza od incuria facessero mancare o venir meno la buona riuscita di qualche mano d'opera, li recidivi nelle mancanze più leggere, ed i colpevoli di disubbidienza cdi lieve insubbordinazione, oltre quelli che si presentano alle riviste sprovveduti degli effelli prescritti, quelli che per negligenza o malizia guastano o vendono qualche parte del loro vestiario, armamento od utensili inservienti al Magazzino, semprechè non sia il caso di sottoporli a giudizio per l'applicazione delle pene stabilite dal Codice penale militare. Para. 30. La retrocessione da una classe all'altra cd il passaggio ad altro corpo sono riservati per gli incorreggibili ed i recidivi in ogni genere di mancanza, per gli insubordinati, e per tutte le mancanze, che quantunque gravissime non possono essere considerate come delitti. Para. 31. Siccome quest'ultima punizione non può applicarsi agli Operai borghesi tuttora esistenti nella Compagnia, dessi saranno licenziati ognora che incoressero nelle mancanze nelle quali sarebbe applicabile il passaggio ad altro Corpo. Para. 32. Saranno sospesi i graduati la cui condotta non sia regolare, o che mostrino negligenza ostinata nell'adempiere li proprii doveri, o che siano r ecidivi in mancanze non però cosi gravi che meritano la rimozione. Para. 33. La rimossione sarà incorsa da coloro che si mostrano recidivi in qualunque mancanza, disubbidienti od insubordinati, che non usino Ja pru-
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
pria auloriLà per impedire disordini, o che gli autorizzano col mal esempio, ed a coloro che abusando della loro a uloriLà si permettessero maltrattamenti od ingiurie verso eguali e verso inferiori.
Alto segno della preoccupazione prevalente di tutelare la disciplina è la prescrizione che i direttori di magazzino sono tenuti a conoscere i precedenti disciplinari e la condotta dei soldati operai alle loro dipendenze, e pertanto devono avere copia dell"'assento matricolare" e delle punizioni di ciascun soldato. Sembra che, nonostante tutte queste provvidenze che in teoria almeno avrebbero dovuto assicurare una disciplina ferrea, non sia mancato in taluni casi un certo lassismo. Ne fa fede una Nota in data I O gennaio 185822 , con la quale si ribadisce che i sottufficiali e soldati del battaglione di amministrazione sono soggetti alle stesse norme disciplinari degli altri corpi e, poichè risulta al Ministero che presso taluni panifici si tollera che i soldati operai rientrino tardi la sera, si prescrive che a questi non sia concesso di ritirarsi più tardi delle truppe del Presidio, fatta eccezione per i permessi "che potranno talora essere accordati" . A1 tempo stesso (cosa non priva di significato) si ricorda come gli stessi Operai delle Sussislenze debbano sempre veslire la propria divisa, epperciò non potranno altrimenti uscire dai panifici. I comandanli miliLari di Piazza invigileranno sull'osservanza delle fatte prescrizioni nel modo medesimo che ad essi b>ià spetta pella Truppa di Presidio.
Dal punto di vista amministrativo e contabile la compagnia di sussistenza, così come la compagnia infennieri, non tiene il giornale di contabilità di distaccamento, così come era stato inizialmente prescritto - con evidente aggravio contabile - con la citata Istruzione del 28 marzo 1856. La Nota n . 127 del 17 settembre 1857 23 , a modifica delle precedente Istruzione, prescrive che in sostituzione del giornale di contabilità siano tenuti: un ruolino nominativo, con le variazioni relative a ciascun individuo; un quaderno del prestito (cioè dei pagamenti delle competenze giornaliere al soldato); un quaderno per la registrazione dei buoni (pane, legna, letti ecc.); un quaderno, a penna, per la registrazione degli oggetti di corredo distribuiti; un quaderno, a penna, per la registrazione delle riparazioni agli oggetti di corredo (calzature ecc.);
22 23
G.M. 1858, p. 2. G.M. 1857, pp. 578 e 579.
Xli - I SERVIZ I UAL 1856 AL 1858
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un quaderno a penna delle punizioni; un quaderno di conto corrente per gli introiti e le spese. La resa della contabilità dei distaccamenti avviene al comandante del battaglione, è trimestrale, e comprende il rendiconto di cassa desunto dal quaderno di conto corrente, la dimostrazione della somministrazione in natura e l'estratto del quaderno delle punizioni (che possono dare luogo a trattenute sulla paga) . Se le preoccupazioni per l'andamento disciplinare e amministrativo della compagnia di sussistenza risultano da parecchi segnali, non altrettanto si può dire dell'organizzazione del lavoro negli stabilimenti militari, e delle attrezzature e dei particolari tecnici del funzionamento dei panifici, sui quali non risulta siano emanate specifiche disposizioni . Comunque, con Nota n. 18 del 20 gennaio 185624 si indica la "Nomenclatura ed unità di misura e di conteggio di derrate di consumazione" (DOCUMENTO 16), dalla quale risultano i vari tipi di farine, pane, carne, foraggi ecc. usati nell'alimentazione del soldato. Con Nota del 16 marzo 185825 i panifici militari (1 7 in totale) risultano divisi in tre classi. Alla prima classe appartengono i panifici di Torino, Genova ed Alessandria, che confezionano un numero annuo di razioni di pane (con assegni in proporzione) non inferiore a un milione all'anno. Alla 2" classe appartengono 7 panifici (Chambery, Nizza, Novara, Cagliari, Savigliano, Vercelli e Casale), con numero di razioni con fezionate dalle 500000 a 1000000. I panifici di 3a classe (altri 7: Cuneo, Sassari, Savona, Pinerolo, Ivrea, Voghera e Fenestrelle) confezionano razioni in numero inferiore alle 500000 annue. Nella destinazione dei direttori ai panifici si tiene conto in linea di massima dell'anzianità, senza peraltro che ciò costituisca un diritto per il singolo. li personale direttivo - preannuncia la Nota - verrà di frequente ruotato tra le varie località, per aumentare le sue conoscenze dei mercati, degli usi locali e dei diversi metodi di lavorazione a seconda del clima, delle farine ecc., anche perchè essendo probabile che possa estendersi anche ad altri rami di servizio delle Sussistenze, dessi nulla devono trascurare per acquistare quelle cognizioni locali , che loro possono occorrere, onde sapere ad ogni mo mento di quali mezzi si possa disporre sul sito in materia di Sussistenza ed in ogni genere di raccolti.
24
G .M. 1856, pp. 151 e 153.
25
G.M. 1858, pp. 427 e 428.
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LA LOGISTI CA UELL' ESERCITO -
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La tendenza dell'ampliamento dei compiti delle sussistenze è confermata anche dalla successiva Nota n. 49 del 16 marzo 1858 26 , con la quale si decide il richiamo in servizio di personale direttivo in aspettativa, considerando l'ampliazione data a l servizio delle Sussistenze militari, per quanto riguarda i Panifici nelle varie Guarnigioni - il pensiero di darvi un'estensione anche maggiore - ed infine alcun.e esigenze straordinarie.
Particolare curioso, saranno chiamati - annuncia la Nota - di preferenza quelli che già prestano un servizio volontariamente, senza retribuzione. Gli impiegati si considerano richiamati per servizio straordinario, ma conservando la loro posizione di aspettativa. Il provvedimento così viene commentato dal La Marmora; con le presenti disposizioni gli Impiegali delle Sussistenze avranno una prova come si pensi ognora da questo Ministero al Maggior incremento di questa islituzium:, e wll'ai;segnamento di un competente nmnero di essi nei singoli l'anificii non avra1mo più causa di lamentare deficienza di personale nel disimpegno di loro incombenze, Gli Uffici poi d'Intendenza militare riconosceranno nelle siffatte disposiziorù quanto stia a cuore dcli' Amministrazione che questo ramo di servizio proceda con ordine e precisione, e colla maggior soddisfazione dell'armata ...
Diversamente dal passato, non sembra che la qualità del pane prodotto dia luogo a rilievi. Comunque nel novembre 185627 il Ministero dà conto del risultato di esperimenti condotti, per esaminare la convenienza di somministrare pane bianco in razioni ridotte al peso di gr 650 giornalieri, ottenuto con farine il cui tasso di estrazione di crusca non sia inferiore al 200Jo (rispetto al 15% regolamentare): la soluzione della quistione, accertata sui dati positivi degli esperimenti fatti, si riassume in questo: che il pane da muruzione normale, cioè coll'estrazione del 15 p. o/ o di crusca, è di ottima qualità casalinga, e che una maggior biancheria in realtà lo avvantaggerebbe soltanto nell'apparenza, mentre poi questo miglioran1ento recherebbe o una maggiore spesa non abbastanza giustificata dalla tenue bonificazione suddetta, ovvero una minorazione nel peso e nel volume della razione; lo che una lunga esperienza e le recenti prove fatte dimostrarono non potersi effettuare senza apportare un sensibile male accetto disquilihrio nella composizione del vitto del soldato.
26
G.M. 1858, pp. 429 e 430.
27
G.M . 1856, pp. IU85 e !086.
Xli - I SERVIZI DAL 1856 AL 1858
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Viene pertanto confermato il sistema precedente, come quello che al momento meglio soddisfa a tutte le esigenze, e i direttori dei panifici sono diffidati a non permettersi, per riuscire più accetti all'Arma, un'estrazione di crusca maggiore della prescritta, in quanto che il Ministero nel renderli responsabili , a tenore dei vigenti regolamenti, dei danni che ne risulterebbero all'erario, non tollererebbe per altra parte che i corpi di truppe elevassero pretese contrarie allo scopo dell'istituzione economica di questo servizio.
La decisione, almeno alla luce degli attuali principi della scienza dell'alimentazione che hanno valorizzato la crusca, sembra assai meno oscurantista di quanto possa sembrare: indubbiamente il pane bianco era più gradito alla truppa, ma risultava anche meno nutriente e meno completo del pane nero con molta crusca. Ci si preoccupa anche dell'igiene nella custodia delle materie prime (farine e grani) per la confezione del pane. Con nota n. 64 del 21 marzo 185628 si prescrive l'impiego di asfalto artificiale, a preferenza di qualunque altro genere di pavimento a rivestimento, in tutti i locali in uso delle sussistenze militari. L'asfal to è di prezzo uguale o inferiore a quello dei rivestimenti in lastre di pietra lavorata, ed è preferibile alla pietra quando si tratta di locali suggelli ad umidità; non si devono rivestire in asfalto i solai , perchè in caso di incendio ciò sarebbe di alimento al fuoco. Infatti, sentiti i pareri dei tecnici, un siffatto genere di rivestimento si è rivelato il migliore per difendere simili d errate dall'umidità , allontanare i sorci e altri insetti nocivi a lle medesime, impedire il lo ro disperdimento cd anche ritardarne il deterioramento.
L' acquisto a trattativa privata del grano è disciplinato con la Relazione e Regio Decreto circa il Regolamento per l'acquisto a trattativa privata dei Grani occorrenti a/l'Amministrazione militare pel 1856, e 1857 in data 17 agosto 185629, che, come viene precisato nella relazione che accompagna il decreto, da una parte "non istituisce una deroga, ma solo un'eccezione" ai principi generali prescritti anche in materia di trattativa privata dalle leggi finanziarie, e dall'altra è la riproduzione di un'analoga istruzione del 15 novembre 1854, la quale ha dato buona prova, tanto che "sarebbe stato inutile, e forse anche pericoloso" tentare nuove vie.
28
G .M. 1856, p. 285.
29
G.M. 1856, pp. 959
t:
970.
558
LA LO<Jl!>'TICA DELL' ESERC ITO -
VO L. I
Altri provvedimenti dimostrano una cura costante per i vari aspetti, disciplinari e non, del vettovagliamento, con innovazioni di insospettata attualità come le Prescrizioni relative a/l'ordinario della Compagnia Guardie del Corpo di SM3°, con le quali si istituisce nella predetta compagnia l'equivalente dell'attuale "Nucleo controllo cucina": questo Ministero, dopo sentito il parere del Comandante della compagnia e di una Commissione stata da Jui istituita in seno alla Compagnia stessa, ha deliberato quanto segue: 1° ollre al Brigadiere Guardia anziana incaricato dell'ordinario a mente del paragrafo 66 dell'Istruzione 29 marzo 1852 [ .... ] sarà istituita sotto la sua Presidenza una Commissione di quattro Guardie elette ogni tre mesi a maggioranza di voti dai conviventi dell'ordinario, eerziorando segnatamente le varie operazioni che vi si riferiscono e concerlando le disposizioni più opportune per le incette delle derrate e generi. Le operazioni e deliberazioni di siffatta Commissione saranno soggette sempre all'ispezione ed a pprovazione del M aresciallo d'alloggio di servizio e del Relatore del Consiglio, non che, ben inteso , alla suprema direzione del comandante della Compagnia .
Un'altra disposizione che ha anche un risvolto disciplinare e morale è quella del La Marmora in data 12 settembre 185731 , che proibisce i pranzi di corpo in uso all'atto del cambio di guarnigione tra reggimenti, giudicati troppo dispendiosi in rapporto alle condizioni economiche di almeno una parte dei Quadri: sebbene il Ministero abbia per l'addietro tolleralo siffatte dimostrazioni di cortesia e cordialità fra i varii corpi dell'Esercito in quanto giovano a mantenervi e promuovervi la concordia e la fratellanza, non può tuttavia dissimilarsi che esse riescono tultavolta d' aggravio ad uffiziali di più ristretta fortuna segn atamente nell'occasione a ppunto che il cambio di guarnigio ne li obbliga ad altre notevoli spese.
Per quanto attiene al rancio giornaliero della truppa, le razioni, per tutto il periodo, rimangono invariate, così come i controvalori delle razioni in contanti, fatte salve alcune oscillazioni - anche nello scotto giornaliero della mensa sottufficiali - poi rientrate. Per il concorso Riberi (L. 1000) dell'anno 1857, si presceglie il tema " l'Alimentazione del soldato", per il quale perviene un'unica Memoria giudicata incompleta e non meritevole
30
G. M. 1856, p. 190.
31
G.M. 1857, p . 544.
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di premio_ L'argomento viene riproposto per il 185832 , anno per il quale si richiede uno studio che fornisca una risposta a quattro quesiti: quali sono i viveri e le bevande più convenienti per l'alimentazione del soldato, e come se ne può controllare la qualità o riconoscere le adulterazioni e sofisticazioni; se quantità e qualità dei generi devono essere sempre le stesse, oppure variare nelle diverse circostanze di clima o di attivita del soldato; quali sono i generi che più si prestano a sostituire quelli normalmente previsti per il vitto del soldato; quali sono gli accorgimenti da adottare per la buona conservazione dei generi. Emerge, nel periodo, anche uno dei maggiori inconvenienti legato alla tradizionale gestione del rancio per compagnia: le disparità di trattamento tra diverse compagnie, ragione per cui poteva accadere che le economie fossero maggiori o minori a seconda del maggiore o minore numero di partecipanti al rancio di ogni compagnia. All'atto pratico, questo poteva ad esempio significare che mentre una compagnia aveva fondi sufficienti per la distribuzione del vino, ciò non avveniva - o avveniva in minima misura - per un'altra (come già si è visto, la distribuzione del vino non avveniva per tutti i giorni dell'anno, ed era legata anche alle economie). Per far scomparire una disparità di trattamento che aveva ovvi riflessi sul morale e sulla disciplina, il Ministero, con circolare n. 26 in data 30 settembre 185833 dispone che al principio d'ogni mese, il fondo risultante disponibile dal libretto d'ordinario presso le varie compagnie presenti, sia diviso in eguali porzioni , e che sempre quando il fondo stesso consenta distribuzioni di vino a tutte le dette compagnie, spetti al Comandante di corpo darne l'ordine.
Servizio di commissariato (vestiario, equipaggiamento e materiali generali).
Poche le novità per il vestiario e l'equipaggiamento della truppa. La confezione del vestiario rimane affidata ai corpi, con pezze di stoffa fornite dal magazzino merci centrale di Torino su loro richiesta. Poichè pervengono talvolta al Ministero lamentele da parte dei corpi, secondo i quali la quan-
32
G_M_ 1857, pp. 729 e 730.
33
G.M. 1858, p. 1097.
560
I.A LOGISTIC A DELL'ESERCITO -
VOL. I
tità di stoffa fornita non sarebbe sufficiente per confezionare gli oggetti, il Ministero con Nota n. 19 in data 24 gennaio 185634 conferma che sulla base di accurati esperimenti ripetuti ogni qual volta era pervenuto un reclamo, la stoffa è sufficiente, e consente anzi una certa economia. Gli inconvenienti sono dovuti a carenza di controllo, e particolarmente alla mancata designazione da parte del consiglio di amministrazione come prescritto di un ufficiale per assistere al taglio delle stoffe da parte del capo sarto. Pertanto il Ministero, nel ribadire. l'osservanza di tale norma, raccomanda: di affidare, salvo casi eccezionali, al capo sarto la confezione di un certo numero di capi di corredo tutti insieme, e non di capi di corredo singoli, e che "un oggetto sia tagliato contro l'altro", in modo da evitare scampoli; che l'accettazione degli oggetti consegnati avvenga, come prescritto, al livello di corpo, e non da parte dei comandanti di compagnia; che i corpi mantengano costantemente in magazzino la prescritta scorta di oggetti consegnati, e che non permettano mai "che ad ogni distribuzione si prenda la misura agli individui che la devono indossare"; che le pezze di panno di altezza variabile ricevute dal magazzino centrale siano accuratamente scelte, destinando le pezze con altezza maggiore alla confezione degli oggetti di I a taglia. Con dispaccio n. 5055 del 23 ottobre 1857 sono dati in dotazione, a titolo sperimentale e solo per talune guarnigioni, i guanti in lana bianca, per i quali viene richiesto entro l'aprile 1858 un circostanziato rapporto ai comandanti di corpo sulla convenienza e sul'uso del nuovo capo di corredo 35 • II servizio per i materiali che corrispondono all'attuale casermaggio continua ad essere affidato ad imprese civili. Nuovi capitolati in data 10 novembre 185636 fissano tutte le particolarità del servizio che le imprese stesse devono fornire. In tali capitolati menlre si è pensato di vie=eglio provvedere al benessere dei militari, si è: pur cercata di rendere più faci le l'eseguimento di queslo speciale servizio, di impedire iJ più che possibile ogni sorta di contestazione cogli Imprenditori, e di cautelare inoltre l'interesse delle pubbliche finanze.
34
G .M . 1856, pp. 159 e 160.
35
G.M . 1858, p. 24.
36
G.M. 1856, pp. 10!!9 e 11 55.
Xli - I SliRVIZ I DAL 1856 AL 1858
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Il servizio ha carattere presidiario, è aggiudicato per pubblico incanto e consiste nell'obbligo dell'impresario di "ricevere, provvedere, distribuire e mantenere" sia sul piede di pace che sul piede di guerra, e sia in caserma che negli accantanamenti e accampamenti, in tutte le località della circoscrizione concordata: materiale da caserma (oggetti letterecci e mobili); combustibili, lumi, mobili e attrezzature per i corpi di guardia. L ' impresario inoltre, se l'Amministrazione lo ritiene opportuno, deve accollarsi la manutenzione dei materiali da pozzo in uso nelle Caserme (corde, secchie, secchioni, catene, catenacci, carriole ecc.) e, per le scuderie, l'approvvigionamento dei frascati (con fronde verdi di quercia, castagno, olmo ecc_) per le finestre, oppure la manutenzione delle stuoie da collocare alle finestre stesse. L'impresario riceve in carico dall'Amministrazione militare i materiali che è tenuto a distribuire e gestire, e li deve restituire al termine dell' appalto nelle stesse condizioni in cui risultano essergli stati consegnati all'inizio o nel corso dell 'appalto stesso. La restituzione del materiale può avvenire ali' Amministrazione militare o diretta mente all' impresario subentrante, alla presenza di un funzionario. Gli oggetti sono descritti nell'inventario per categorie e p er classe, in relazione alle condizioni d'uso. La prima classe comprende gli oggetti nuovi, la seconda quelli che hanno perso l/10 del valore che avevano da nuovi, la terza 2/ 10, la quarta 3/ 10, la quinta 5/ 10. Gli oggetti inferiori alla quinta classe possono essere conservati in servizio, fino a quando non siano dichiarati tali dai periti in seguito alla verifica richiesta dal funzionario dell'Amministrazione milita re nel corso della visita ai magazzini. Una volta messi fuori uso, non possono essere più tenuti in servizio, e devono essere collocati in luogo separato dagli a ltri. L' impresario è tenuto a fare annuali rinnovi proporzionali al deterioramento naturale degli oggetti ricevuti e dati in uso, in modo da avere costantemente una quantità d'aggetti di ogni categoria uguale a quella ricevuta in carico. Tutti i materiali di caserma e gli altri distribuiti ai corpi sono da lui riportati su un quaderno di carico uguale a quello dei corpi, che dovrà dare in visione al funzionario dell'Amministrazione, ogni volta che questi lo richiede. Al principio di ogni trimestre l'impresario deve vidimare in duplice copia il risultato della verifica fatta ai mobili della caserma dal relatore del consiglio di amministrazione, e vi deve dichiarare di avere riconosciuto esatta la quantità di materiali che risulta da lui distribuita, e assunta in carico dai corpi. La distribuzione dei materiali da parte dell'impresario avviene con modalità diverse, a seconda del tipo, dietro presentazione di buoni di prelevamento fimati da diversi consegnatari. In particolare:
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LA LOGISTICA DEl.l.'ESERCITO
VOL. I
i buoni per il prelevamento dei mobili di caserma e degli utensili di scuderia sono compilati dall'aiutante maggiore del corpo, che li assume in carico; i buoni per il prelevamento di letti e mobili per ufficiali e impiegati, sono firmati dagli interessati; i buoni per materiali di consumo, come paglia, legna, olio ecc. o per le giornate d'uso dei letti sono rilasciati dal segretario del consiglio, ove esiste, o dal comandante del distaccamento. In caso di aumento di forza dei reparti del Presidio, dell'arrivo di nuovi corpi o anche di militari isolati, l'impresario deve ricevere preventiva comunicazione scritta dal funzionario dell'Amministrazione. In tali circostanze egli consegna alla truppa, in cortile o nei locali di pianterreno, gli effetti più pesanti (lettiere, oggetti di sostegno del letto, materassi e pagliericci, panche e tavole ecc.). I rimanenti effetti letterecci sono ritirati dalla truppa nel magazzino dell'impresa. È proibito all'impresario di corrispondere in contanti alla truppa ciò che le compete in natura; gli ufficiali e impiegati hanno però facoltà di richiedere il pagamento in contanti - in tutto in parte - delle assegnazioni speciali di legna. In tal caso, l'impresario trattiene il 10% del prezzo d'appalto . Le spese di magazzino e dei locali per l'esercizio dell'impresa sono a suo carico. Non gli è dovuto alcun indennizzo in caso di incendi o furti, tranne che per danni provocati dallo stato di guerra; in questo caso, l'impresario deve avvertire al più presto il funzionario dell'Amministrazione militare competente o, in sua mancanza, il Sindaco, e procedere alla compilazione di apposito verbale da cui risultino i danni e le perdite di materiali, per i quali ha diritto ad un risarcimento sulla base dei 2/3 del valore assegnato all'oggetto nuovo. Un'altra circostanza che dà luogo a risarcimento dell' Amministrazione militare nei riguardi dell'impresa è la distruzione con il fuoco dei materiali a causa di epidemie (fatta eccezione per la paglia). Un particolare interessante è che i letti in uso per ufficiali, sottufficiali e per la truppa sono divisi in 6 classi. Inoltre, sono conservati in uso letti di vecchio modello sebbene sia stabilito che tutti i soldati debbano far uso cli lello ad una sola piazza, tuttavia, finchè esistono, saranno conservali ed adoperati in servizio gli oggetti letterccci a due piazze, e di modello diverso dai campioni stabiliti di recente.
I letti di 1a e 2a classe sono destinati ai sergenti, caporali e soldati. Il letto di 1 a classe si compone di due cavalletti di ferro, 3 assi di legno, un pagliericcio (paglia), 1 materasso di lana, 1 capezzale, 2 lenzuola di tela, 1 coperta di lana. Quello di za classe si compone di una "lettiera di ferro,
XIJ - I SllRVlZI DAL 1856 A L 1858
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detta branda" , 1 portamaterasso, 1 sotLomaterasso, 1 materasso di lana, capezzale, coperta e lenzuola. Il letto di 3 a classe, detto di sergente, è destinato ai sottufficiali ammogliati, o anche ai sottufficiali scapoli (se l'impresario non ha un numero sufficiente di letti di prima e seconda classe); può inoltre essere assegnato alla compagnia delle Guardie Reali. Si compone di 4 panche di legno, 2 cavalletti di ferro, 4 assi di legno, capezzale, coperta, lenzuola, pagliericcio e materasso a due piazze. Il letto di 4a classe è per caporali o soldati ammogliati, ed è naturalmente meno comodo del precedente, dal quale di differenzia per non avere a due piazze nè capezzale, nè lenzuola nè coperta, e per essere privo di materasso. li letto di 5a classe serve per ospedali e infermerie, ed è composto da 3 panche di legno (a 3 assicelle su 2 cavalletti), 1 pagliericcio, I materasso, capezzale, lenzuola e coperte, e quindi risulta praticamente uguale al letto di I a classe. Il letto di 6a classe è riservato agli ufficiali, e poco sembra differenziarsi dal letto di 1a classe, rispetto al quale ha (chissà perchè) il pagliericcio ripieno di foglie anzichè di paglia, e in più ha un guanciale con fodera e un copriletto; può inoltre avere anche 2 coperte. Anche le assicelle per gli ufficiali sono un po' più larghe (pochi millimetri) e verniciate. Un ' altra particolarità è dunque che le "piazze di letto" competono non solo ai sottufficiali e soldati, ma anche alle mogli e ai figli, così ai figli dei sergenti, caporali e soldati compete una piazza di letto di 4a classe, alle mogli dei sergenti compete una piazza di letto di 3 a classe, e a quelle dei caporali e soldati una piazza di 4a classe. Questa concessione viene fatta, però, solo quando le mogli sono residenti in luogo diverso di quello dove sono comandati i rispettivi mariti.
Servizio postale e telegrafico. Non esiste ancora un telegrafo militare; l' impiego del telegrafo nello esercito ha inizio con l' autorizzazione a determinate autorità militari a servirsi del telegrafo all'interno dello Stato, il cui uso viene disciplinato sia per i militari che per i civili con R.D. 14 aprile 1856. A mente dell'Art. 26 di tale decreto sono autorizzati a servirsi del telegrafo - senza tassa - gli ufficiali e i comandanti delle stazioni dei Carabinieri, gli Intendenti, i commissari e sotto-commissari di guerra per il Servizio delle sussistenze militari, e i capi d'ufficio nella loro corrispondenza al Ministero. Con il citato regolamento 17 agosto 1856 sull'acquisto dei grani a trattativa privata, pertanto, gli uffici d'Intendenza erano autorizzati ad usare per questa esigenza anche il telegrafo.
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LA LOGISTICA UELL' l'..SERCITO - VO L. I
Da parte delle autorità militari si verifica una tendenza ad applicare in maniera troppo estensiva le norme del decreto: di qui due note di richiamo del Ministero. La prima, in data 26 febbraio 185737 , avendo osservato che "gli uffici d'Intendenza militare abusano di tale facoltà" e si valgono della via telegrafica anche per cose di poco rilievo, li richiama all'uso di questo nuovo mezzo solo quando non si può ricorrere alle normali vie postali senza gravi inconvenienti per il servizio, e gravi danni per l'erario. La seconda Nota in data 25 aprile-1857 38 precisa che in virtù del citato Art. 26 del R.D. 14 aprile 1856 le Autorità militari godono bensì della frachigia per la loro corrispondenza telegrafica col Ministero, ma non già fra di loro, salve le poche eccezioni sovra specificate in favore dell' Arma dei Carabinieri Reali e dei Commissari di Guerra. I Comandanti militari dovra nno perciò astenersi d 'ora inna nzi dal valersi del T elegrafo per affari di ser vizio, eccettuati soltanto i casi di assoluta urgenza . In quesLi casi poi dovranno pagar e la tassa stabilila pei Dispacci privati e rimandarmene quindi la n ota per essere risarciti, avver k n <lu che dovra nno giustificare i motivi d ' ur genza che li indussero a valersi di qud mezzo di corrispondcn7.a. La lassa di quei Dispacci che si fossero mandati senza sufficiente motivo d' urgenza resterà a carico del mittente.
Il telegrafo in campo militare, fino a tutto il 1858, rimane dunque un mezzo eccezionale, ed a poterlo usare senza restrizioni - nell' esercizio delle loro funzioni - sono piuttosto le autorità di polizia civile militare, i Ministri e persino i Sindaci, mentre ai comandanti militari è consentito di usarlo solo per corrispondere con il Ministero .
Servizio materiali di artiglieria. L'artiglieria è l'unico corpo a subire aumenti dovuti all'esperienza della guerra di Crimea. Con R.D. in data 14 giugno 185639 , infatti, aumenta il numero degli ufficiali a livello direttivo (2 ufficiali superiori e 18 capitani), è prevista la nomina di capi officina civili in sostituzione degli ufficiali che al momento disimpegnano tali funzioni, i sottotenenti allievi delle scuole sono considerati extra-organico, e sono per contro diminuiti i subalterni. Il provvedimento è motivato con quanto era accaduto nel 1855, anno nel quale
37
G.M . 1857, pp. 155 e 156.
38
G.M. 1857, pp. 257 e 258.
39
G.M. 1856, pp. 185 e 828.
Xli · I SERVIZI DAL 1856 AL 1858
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il passaggio dal piede di pace a quello di guerra di un lerzo appena della forza del Real Corpo palesò gravi inconvenienli i quali avrebbero potuto col tempo riuscire di grave incaglio c di vero danno al servizio; imperocchè quando appunto ferve la guerra ed il maggiore numero degli uffiziali è chiamalo a concorrervi così pel servizio delle Batterie, come per la creazione di Parchi, si fanno tanto maggiori i bisogni dei vari rami di servizio negli Arsenali, cui conviene provvedere nell'inleresse dell'intero Esercito. Non v'ha dubbio che tale condizione, già molto per sè difficile, laddove perdurando la guerra si fosse dovuto alimenlare I' Arliglieria presso il corpo di spedizione, sarebbesi falla viepiù grave, qualora le contingenze della guerra avessero reso necessario di chiamare in Campagna tutta la rorza disponibile del Corpo.
La nomina di capi officina borghesi in sostituzione degli ufficiali a sua volta ha lo scopo di evitare i frequenti cambiamenli che avvengono ora per il progradire della carriera militare, per cui il Governo perde ben sovente l'opera di quelli che per lunga pratica divenne abile capo d 'arte.
L'incremento è dunque principalmente finalizzato a coprire le esigenze della branca materiali, la quale riceve nel periodo particolare attenzione, con una serie di provvedimenti qualificanti che incrementano gli stabilimenti di a rtiglieria e danno loro un maggiore e più economico assetto. Con R. D. in data 1° luglio 185640 la fabbricazione delle armi portatili, fino a quel momento suddivisa tra Valdocco (ove si fabbricavano le canne) e l'arsenale di Torino, viene concentrata in Valdocco, ampliando gli impianti ivi esistenti, visto che vi è abbondanza di forza motrice (acqua). In tal modo portando a Valdocco i laboratorii della Fabbrica d' Armi che ora sono nel1' Arsenale, si otterrà una migliore distribuzione di lavoro, economia di tempo, risparmio notevolissimo di spese per trasporti dall'Arsenale a Valdocco e viceversa, una più facile c una più efficace sorveglianza, e la disponibilità nell'Arsenale di alcuni locali che potranno essere destinati ad a ltri servigi che ne hanno urgentissimo bisogno.
Di peso ancora maggiore le innovazioni introdotte nel 1857, con una serie di provvedimenti41 tra i quali:
40
G.M. 1856, pp. 863 e 865.
41
G.M . 1857, pp. 229 e 230, p. 245, pp. 314 e 317.
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I.A J.OOIS"TICA DELL'ESERC ITO -
VOL. I
lo stanziamento della somma di L. 1.800.000, ripartita in diversi esercizi finanziari, per la costruzione di un nuovo polverificio in Fossano; il miglioramento della fonderia per artiglierie in bronzo dell'arsenale di Torino, per renderla idonea a fabbricare anghe artiglierie in ferraccio e proietti. Il livello di produzione previsto in un anno è di 12 artiglierie in bronzo, 36 in ferraccio e Kg 140000 di proietti. A tal fine anche il personale subisce un aumento: il nuovo organico prevede 4 ufficiali e 5 civili con incarichi direttivi, 55' operai e 12 lavoranti. Nel campo dei materiali, nel 1856 sono soppressi i fucili e moschetti con sistema detto a stelo, e sono abolite le cartucce a pallottola (sferica) da fucili da mm 16,3 e quelle da moschetto, in sostituzione delle quali si adottano le cartucce a pallottola cilindro-sferica (Nessler) per fucili e moschetti, calibro mm 16,642 • Viene anche adottato nel 1858 un nuovo carro da batteria, denominato carro da batteria mod. 185'143 • Con Istruzione in data 31 ottobre 185644 sono indicate le modalità per la tenuta del ruolo matricolare delle bocche da fuoco, già prescritto nel 1854 dal Regolamento generale della contabilità in materia e dal Regolamento per il servizio interno del Ministero della guerra. Il ruolo matricolare si compo ne di due volumi, di cui il I O delle artiglierie di bronzo, il 2° delle artiglierie di ferraccio. Ogni volume è suddiviso in due parti, una per le artiglierie di modello (cioè per le artiglierie di più recente adozione, per così dire in dotazione regolamentare) e l'altro per le artiglierie di vario modello (artiglierie antiquate di vari modelli). Nel ruolo matricolare - che dura dieci anni - sono riportate "le indicazioni e i contrassegni delle artiglierie" , cioè i dati di fabbricazione, il numero di matricola, il calibro, il peso, i principali dati di ingombro, le variazioni relative ai passaggi di carico, i verbali di collaudo, verifica e collocamento fuori uso. Sempre nel 1856, in data 29 giugno è diramata la Tariffa dei prezzi degli strumenti verificatori ed attrezzi componenti il corredo d 'un armaiuolo e di un Morsaro (DOCUMENTO 17), attraverso la quale si può avere un'idea della complicata e sofisticata serie di strumenti in dotazione agli armaioli dei corpi e ai morsari (che sono gli armaioli dei corpi di cavalleria, ai quali fa capo oltre a quella delle armi e buffetterie, la manutenzione di finimenti e bardature):
42
G.M. 1856, p. 976.
43
G.M. 1857, p. 569.
44
G.M. 1856, pp. 1062 e 1068 .
Xli - I SllRVIZI DAL 1856 AL I 858
567
Da ricordare anche la Tariffa per la fabbricazione delle armi portatili approvata dal Ministero della guerra nel gennaio 185845 , dalla quale si possono desumere i prezzi delle principali arrni portatili in dotazione: una sciabola d'artiglieria a cavallo costa L. 14,56 (il prezzo aumenta a L. 15,50 se è per cavalleria; se per fanteria, solo dalle L. 6,45 alle L. 7, 10); la carabina Mod. 1856 per bersaglieri, L. 42,56; il fucile di fanteria Mod. 1844, L. 33,43; il pistolone da cavalleria Mod. 1843, L. 21,87 e la pistola di artiglieria e cavalleria Mod. 1844, L. 17,36 .... Ancora una volta troppi tipi di armi e troppi prezzi, ctifferenziati anche di pochi centesimi, e ciò non può che complicare le scritture contabili e i calcoli.
Servizio materiali del genio. La composizione e le attribuzioni del consiglio del genio militare sono meglio precisate in una serie di disposizioni. Con Nota n. 17 in data 19 gennaio 185646 è affidata ai membri del consiglio del genio militare l'attività ispettiva sulle direzioni e sotto direzioni dell'Arma e sull'andamento del servizio nellambito di quest'ultime. Ogni Ispettore riceve come area di competenza dal Ministero, su proposta del presidente, un dato distretto composto da una o più direzioni. Egli è relatore presso il consiglio di tutti i progetti, calcoli e altri studi delle direzioni. Previa autorizzazione del Ministero, ogni anno ciascun Ispettore visita tutti i fabbricati e stabilimenti militari della sua giurisdizione e ispeziona i seguenti settori: "collaudazione definitiva'' della contabilità finale e dei lavori, quando essa è prevista, ed esame anche dei lavori e della contabilità non soggetti a verifica finale; lavori in corso; lavori e spese che le direzioni intendono proporre per l'anno seguen te, nel preventivo da trasmettere al consiglio; progetti di massima e di dettaglio che le direzioni intendono proporre direttamente al Ministero; magazzino del genio e relative contabilità, piazzeforti e relative dotazioni;
45
G.M. 1858, pp. 41 e 56.
46
U.M. 1856, pp. 47 e 50.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO -
VOL. I
stato di conservazione di tutti i fabbricati e stabilimenti militari, "ed ove occorra loro di rilevare abusi nella destinazione dei locali, o guasti prodotti dal loro mal governo parte della Truppa o di altri Utenti" , l' Ispettore deve darne comunicazione ai rispettivi comandanti generali o locali e/ o agli utenti stessi invitandoli a far cessare gli abusi e a far riparare i guasti; funzionamento degli uffici del genio e tenuta dei registri, con particolare riguardo alla contabilità; indole, istruzione, attività e moralità del personale, del quale l'Ispettore deve acquisire una conoscenza personale. I comandanti ai vari livelli e gli uffici dipendenti dcli' Amministrazione miljtare devono tenere in considerazione le osservazioni che vengono fatte dagli Ispettori, e fornire loro tuti i ragguagli necessari. In data 14 gennaio 1857 con apposita Jstruzione47 è minutamente regolamentata la compilazione dei rapporti da parte degli Ispettori, rapporti suddivisi in due categorie: rapporti di co/laudazione (distinti a loro volta in ordinari e speciali) e rapporti d 'Ispezione (ordinari, speciali e generali). I rapporti ordinari di collaudazione si riferiscono all'esame e verifica dei conti finali di una stessa direzione, e se ne compila uno per ogni ispezione. I rapporti speciali di colla udazionc si riferiscono, invece, ai conti che hanno dato luogo ad osservazioni oppure a un contenzioso in campo amministrativo e giuridico. l rapporti ordinari d'Ispezione sono compilati distintamente per i fabbricati e fortificazioni, magazzini e uffici. I rapporti speciali d'ispezione si riferiscono a q ualche particolare contingenza di servizio per la quale è necessario provvedere in modo speciale. Infine, i rapporti generali concernono tutti quegli aspetti che non è possibile includere nei rapporti precedenti , e che si ritiene opportuno far conoscere al Ministero (proposte e considerazioni sul servizio, sulle dotazioni, sulle fortificazioni ecc.). Tutti i rapporti sono inviati dal presidente del consiglio del genio al Ministro. La composizione del predetto consiglio viene variata, nel 1858, con il R.D. in data 25 marzo e relativo regolamento di esecuzione48, con i quali le attribuzioni del Comando generale del genio e quelle del consiglio sono concentrate in un consiglio superiore del genio militare, che viene potenziato riguardo al personale, risultando composto da un presidente (tenente generale), un vice-presidente (maggior generale), 4 membri (ufficiali generali o superiori), un maggiore o capitano segretario, con relativo personale addetto; il Coma ndo generale dell'Arma viene sciolto.
47
G . M. 1857, pp. 75 e 83.
48
G.M . 1858, pp. 457 e 460.
Xli - I SERVIZI DAL 1856 AL 1858
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Il provvedimento è dovuto alla constatazione che il previsto controllo all'operato delle direzioni anche per la parte tecnica, prima da parte del Comando generale del corpo, e poi da parte del consiglio dell'Arma, si è dimostrato non conveniente perchè fonte di ritardi e inutili complicazioni burocratiche. Il consiglio è organo composto dai più eletti ingegni, che di fatto ha la direzione dell'Arma, e grazie all'attività ispettiva che svolge ha tutte le cognizioni sulla situazione degli Enti dipendenti . Invece il Comando generale del Corpo non può per le condizioni della propria posizione, indipendentemente dal merito personale e dallo zelo dell'Uffiziale Generale che vi è preposto e degli Uffiziali superiori che lo coadiuvano, esercitare effettivamente le attribuzioni principali che dai Regola menti gli sono affidate senza riuscire a rallentare l 'andamenlo del servizio stesso, e produrne una d uplicazione superflua all'opera del consiglio, il quale intanto per le a ccresciute incumbenze difetta, nell'attuale sua composizione, di Membri per potervi soddisfare nel modo più conveniente.
I particolari relativi aJ funzionamento del consiglio con i nuovi poteri sono definiti con apposita Istruzione in data 20 aprile 185849 • Il Ministero dedica una certa attenzione anche al problema della manutenzione delle infrastrutture, che forma oggetto dei vari provvedimenti, come ad esempio la Nota n. 51 in data 26 marzo 185850 , con la quaJe si dispone che quando le direzioni del genio compilano i progetti e i calcoli per i lavori di manutenzione e di miglioramento per gli immobili , devono concordare con i comandanti o direttori dei corpi e stabilimenti che utilizzano le infrastrutture le modalità per i predetti lavori, tenendo conto delle loro osservazioni. Nel caso che ciò non sia possibile per motivi tecnici o di carattere economico, le predette direzioni devono informare il Ministero . Par di constatare, tuttavia, che non sempre i reparti hanno la dovuta cura per gli immobili, e che persiste la piaga, già riscontrata anche in passato, dei guasti anonimi, per i quali risulta spesso difficile risalire ai responsabili . Con Nota n. 13 in data 18 gennaio 185851 si prescrive che tutte le riparazioni a guasti dovuti a incuria o altre cause imputabili agli utenti, saranno a carico di chi (persona o corpo) occupa i locali al momento nel quale tali guasti vengono individuati , e fatti risultare su apposito verbale; dovrà essere cura di chi prende in consegna i locali far risultare nei verbali di carico e scarico l' esistenza di simili guasti, consentendo in tal modo di addebitarli a chi li ha prodotti.
50
G.M. 1858, pp. 571 e 576. G.M . 1858, p. 461.
51
G .M . 1858, p. 59.
49
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Il passaggio di consegna dei locali, al tempo assai frequente, viene invece fatto con trascuratezza. Lo testimonia la Nota n. 30 del 7 febbraio 1858 del Ministero52 , che lamenta numerose imperfezioni e lacune nella compilazione dei prescritti verbali da parte dei corpi, riepiloga le principali inesattezze riscontrate e richiama alla stretta osservanza delle norme i funzionari incaricati.
Servizio trasporti: il treno d 'armata e le ferrovie. Il 29 luglio 1856, cessate le esigenze della campagna di Crimea, il treno d'armata come sempre riprende, con poche varianti, l'organico ridotto del tempo di pace (uno Stato Maggiore e 4 compagnie, per un totale di 24 ufficiali, 445 sottufficiali e soldati e solo 180 cavalli e muli). Gli ufficiali esuberanti passano ad altri corpi, e le normali esigenze di trasporto sono fronteggiate con il ricorso a imprese civili convenzionate. Riguardo al materiale (carri) con Nota n. 91 in data 9 luglio 185753 è introdotta in servizio la carretta di battaglione, denominazione questa destinata a rimanere in uso fino alla seconda guerra mondiale, sia pure al variare dei modelli. Il provvedimento è così motivato: sulla considerazione che li carrettoni a bagaglio e a viveri di cui erano provvisti i Corpi di Fanteria, in seguito a ministeriale disposizione del IOgiugno 1853 n. 2189, riuscivano meno appropriali al servizio delle Guarnigioni in tempo di pace, il Ministero, nel determinare che tali carrettoni fossero conservati per l'occorrenza di m ovimenti di truppe in campagna od ai campi d' Istruzione, approvava un modello di carretta da mano, della quale li suddetti corpi dovranno essere provvisti coi fondi della Massa d'economia, e da denominarsi Carretta da Battaglione.
Il Ministero riscontra molte irregolarità nei conti per le spese dei trasporti eseguiti da parte dei Comuni, delle Ferrovie e dei concessionari di vetture, irregolarità che provocano "incagli più o meno gravi nell'andamento amministrativo". La Nota n. 143 del 24 ottobre 185754 ribadisce talune norme non sempre osservate con diligenza:
52
G.M. 1858, pp. 237 e 238.
53
G.M. 1857, p. 366.
54
G.M. 1857, pp. 661 e 664.
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gli uffici d'Intendenza militare devono trasmettere al Ministero nei primi cinque giorni cli ciascun trimestre l'elenco dei fogli di via rilasciati nel trimestre precedente, e relativi a mezzi di trasporto a carico dei Comuni; ai fogli cli via dei militari che si ammalano in marcia devono essere allegate le clichiarazioni dei meclici e dei chirurghi che giustificano la necessità di fornitura dei mezzi cli trasporto da parte dei Comuni_Ciò deve avvenire anche per le richieste di mezzi di trasporto pubblici clirettamente da parte degli uffici d'Intendenza; occorre indicare nei fogli di via, specie per individui isolati e piccoli drappelli , la posizione del militare e il motivo del trasferimento. Questa necessità è di gran lunga la più sentita, da quando "considerazioni cli servizio, disciplina, economia dell'Erario, disaggravio dei Comuni, e comodità degli individui", hanno reso più frequente il ricorso ai trasporti pubblici e alle ferrovie. L'impiego delle ferrovie per i trasporti militari in genere si va facendo sempre più frequente, e in merito il Ministero ribadisce che le norme in vigore escludono dal diritto di trasporto a carico dell'Erario i militari inviati in licenza o che fanno ritorno dalla licenza al corpo, e che i capitolati per l'esercizio delle strade ferrate, "eccetto quella Vittorio Emanuele, ossia della Savoia", non accordano il beneficio del "mezzo biglietto militare" ai militari medesimi. Nonostante queste disposizioni - nota il Ministero - gli uffici d' Intendenza militare rilasciano di frequente a tali militari richieste di trasporto per ferrovia a prezzo ridotto, il che provoca pendenze nella contabilità dei corpi e tutto un carteggio tra corpi e Ministero. Ragione per cui pongonsi in avvertenza i predelli Ufficii di desistere dal rilascio di richieste per trasporti di uomini avviati in licenza o reduci dalla medesima, salvo che il favore non sia appositamente concesso in una colla licenza; facendo solo eccezione alla regola il caso che sia urgente di ridurre il Militare allo Spedale o al Regimento per causa di malattia o per ragioni di servizio e disciplina.
Sempre in merito ai trasporti per ferrovia, con Nota n. 22 in data 1° febbraio 185855 si ribadisce che in caso di movimenti di truppe o di drappelli e militari isolati hanno diritto a trasporto gratuito in 3 a classe le famiglie dei sottufficiali e soldati, intendendosi per famiglia la moglie e i figli, e con Nota n. 87 del 27 agosto 185856 è istituito un nuovo modulo cli richieste per trasporti militari sulle ferrovie.
55
G.M. 1858, pp. 217.
56
G.M . 1858, pp. 757 e 759.
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Fino al 1857 il personale dell'Arma dei Carabinieri, caso strano, nei viaggi di servizio non aveva diritto al trasporto per ferrovia a carico dell'Erario. Con R.D. del 23 dicembre57, pertanto, si dispone che gli Uffiziali, Sotl'uffiziali ed altri dell'Arma dei Reali carabinieri, essendo in marcia per servizio, hanno ragione al trasporto sulle ferrovie in posti di I•, 2• e 3• Classe, nel modo stesso che gli Uffiziali, Sotl'uffiziali ed altri delle altre Armi dell'Esercito, e col favore del mezzo biglietto quanto ai posti di 2• e 3• classe.
Ciò non toglie però che in determinati casi (come i giri d'ispezione), fermo restando il diritto al trasporto per ferrovia degli interessati, le spese rimangono a carico dell'individuo. Questi aspetti di dettaglio dei trasporti militari, se collegati al quadro di riferimento generale, non sono privi di una loro importaza. Essi infatti da un Iato dimostrano che il ricorso da parte dell'esercito a mezzi di trasporto pubblici (e non privati)callc ferrovie si va sempre più estendendo, e dall'altro porta a constatare che per molti fondamentali aspetti della vita di un esercito in pace e in guerra (il vettovagliamento di drappelli militari isolati, il loro movimento, le licenze della truppa, i militari ammalati in patria o in viaggio) il Comune continua a ricoprire un ruolo di grande importanza, riunendo in sè buona parte delle attribuzioni che ha oggi l'autorità militare locale (Carabinieri e Comandi Presidio).
Servizio di Amministrazione. Le prescrizioni in materia amministrative riguardano principalmente osservazioni, richiami, chiarimenti e integrazioni a proposito di norme a suo tempo già impartite, il che p uò significare scarsa diligenza e competenza da parte dei consigli di amministrazione dei corpi e del personale addetto alle scritture contabili, ma anche potrebbe essere dovuto alla farraginosità e all'eccessiva frequenza e complessità delle istruzioni e dei regolamenti, oltre che al gran numero di segnalazioni periodiche che i corpi devono trasmettere. Di particolare rilievo le Osservazioni ed avvertenze sull'andamento dell'Amministrazione e contabilità dei Corpi de/l'Esercito a firma del Ministro La Marmora, dirette in data 13 marzo 1858 agli uffici d'Intendenza militare58 •
57
G.M. 1857, pp. 847 e 848.
58
G.M. 1858, pp.405 e 407.
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Dopo aver accennato alle continue osservazioni che il Ministero deve fare ai documenti contabili che gli pervengono dagli uffici d' Intendenza militare il La Marmora, anche in relazione ai "deplorabili fatti, purtroppo rinnovatisi in alcuni Corpi del R. Esercito" lamenta che il controllo esercitato dagli ufficiali d'Intendenza militare sui corpi non è sempre "fermo, attivo, occulato, scrutatore". E così prosegue, in maniera assai esplicita e impietosa: tale stato di cose lamentabile sempre, lo è Lanto più in ora che con mutati regolamenti, ebbesi in mira di introdurre nel sistema organizzativo dei Corpi, quelle migliorie che valgono a semplificarne l'andamento. Simile rilassatezza facilmente s'introduce, quando coloro che per ufficio sono tenuti a curare lo stretto e letterale eseguimento delle discipline amministrative, o per una mal calcolata confidenza, o per far mostra di un mal fondato metodo di conciliazione, o per un più riprovevole principio di non curanza, o finalmente per lutti questi motivi ad un tempo, si astengano dal praticare sull'andamento contabile quell'attenta vigilanza che l'Amministrazione militare ha diritto di pretendere e si ripromette dai suoi Agenti. Quando le verificazioni di cassa si fanno più per forma che in real là. Quando in tali verificazioni, senza cercare più che tanto, si ammettono documenti e s pecialmente effetti attivi c he, per poco che si analizzassero, lascierebbero vedere l'infedellà loro, o le viziose operazioni che nascondono; quando in ultimo l'intervento degli Uffiziali d' lntenden7.a, che dovrebbe servire a scoprire la benchè minima irregolarità , e a dar la certezza che ogni cosa essendo passata sotto l'occhio di chi essendo esperto conoscitore dell'argomento amministrativo è in piena regola, non serve invece che a legalizzare in certo modo viziose operazioni o peggio, e a dar ai consigli amministrativi la morale convinzione che tutto procede con regolarità ed esattezza_ Queste cose che si verificano soventi succedono poi tanto più facilmente quando le verificazioni di cassa e la disamina delle contabilità categoriche sono affidate, senza preventive analoghe istruzioni, ad Impiegali esordienti nella carriera, non ancora in gran che esperti e mal conscii dell'importante ufficio che disimpegnano.
Gli Intendenti e capi ufficio dell'Intendenza, oltre ad esercitare uno stretto controllo sull'operato dei dipendenti, devono far ben conoscere loro l'importanza dei loro compiti, le norme ad essi relative e le singole parti dell' Amministrazione e le responsabilità loro demandate, con le relative conseguenze in caso di mancato scrupoloso adempimento dei loro doveri. Gli impiegati di recente nomina devono sempre intervenire alle verifiche di cassa presso qualsiasi Amministrazione e devono essere accuratamente istruiti, anche con il concorso dei più anziani e provetti, sulle modalità con le quali si deve procedere alle predette verifiche: per riconoscere la moralità dei diversi documenti contabili, del come accertarsi non solo della materiale esistenza in Cassa delle somme che proferiscono i vari Registri, ma pur ancora il modo di riconoscere l'esattezza dei Registri stessi, la correlazione che ha nno fra di loro, dove si possano più facilmen-
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te celare viziose e fittizie operazioni, e di tullo insomma che può loro tornare utile per essere in guardia da O!,'lli sorpresa si. volesse loro fare.
Gli uffici d' Intendenza militare infine, quando il Ministero chiede loro chiarimenti sulla contabilità di un corpo che a loro fa capo, non devono limitarsi a trasmettere le risposte e le delucidazioni tali e quali le hanno avute dal basso, ma devono studiare la pratica, recarsi presso il corpo e fare le verifiche occorrenti, e assumere tutte le informazioni necessarie, in modo da essere in grado di inoltrare tramite il rispettivo càpo ufficio, conclusioni pienamente esaustive. Altri richiami riguardano la consegna nei tempi prescritti da parte dei corpi agli uffici d'Intendenza, a norma della già citata Istruzione del 20 dicembre 1851, delle variazioni relative al personale, che deve avvenire ogni cinque giorni, e non può essere ritardata più di due giorni. Avviene invece che alcuni reggimenti ritardano l'invio di tali variazioni persino di dieci o quindici giorni, e perlanto il Ministero dispone che i Comandanti Generali delle Divisioni e Sotto-Divisioni militari daranno positivi ordini in proposito, rendendo responsabili i Comandanti dei Corpi di qualunque ritardo nella consegna delle suenunciate variazioni, con accertarsi di tanto in tanto, o personalmente, o per mezzo del rispettivo Capo di Stato Maggiore del puntuale seguimento delle prescrizioni contenute nell'art. 23 della suddella lstruzione59 .
Se si verificano ulteriori ritardi devono riferire al Ministero, non essendo loro facoltà di accordare dilazioni nella consegna dei documenti, o di tollerare irregolarità, specialmente nelle circostanze anormali, nelle quali la consegna delle variazioni diviene maggiormente necessaria. Altre osservazioni riguardano "le inesattezze e lacune" che si rilevano nei "mensuali estratti delle deliberazioni dei consigli di amrninistrazione"(cioè la raccolta mensile delle delibere del Consiglio, base dell'amministrazione del corpo); pertanto il Ministero dispone che sul modello dei mensuali predetti, annesso al regolamento di amministrazione del 1840, siano stampate "Avvertenze" con le principali norme da seguire per una loro più esatta compilazione60 • Abbondano anche precisazioni e istruzioni sulle modalità per la compilazione e trasmissione delle periodiche e sugli accorgimenti per ovviare a diversi inconvenienti, come ad esempio la frequente mancanza, all'atto della
59
G.M . 1856,. p. 146.
60
G.M. 1857, p. 472.
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chiusura della contabilità da parte dei corpi, delle variazioni relative al personale rimasto separato dalle rispettive compagnie, il che provoca ritardi e un complicato carterggio per venire a capo dell'esatta posizione degli interessati. Si dispone pertanto61 che sui fogli di paga degli ufficiali e sui ruolini dei sottufficiali e soldati (nonchè cavalli e muli), aggregati o in servizio isolato, siano riportate le variazioni relative a ciascun individio, la provenienza e il corpo di appartenenza. Se tali documenti si riferiscono a militari di diversi corpi, i consigli di amministrazione devono fame stralcio e inviarlo ai rispettivi Enti interessati, e devono comunque trasmettere loro le variazioni relative ai militari aggregati, non appena ricevono dal Ministero i prescritti stati delle variazioni. Anche gli ospedali militari e le infermerie per uomini e per cavalli devono mandare direttamente ai corpi, di volta in volta, i biglietti di uscita, gli atti di morte, i verbali di decesso o di abbattimento per i quadrupedi, ecc .. Conserva la sua validità il regolamento di amministrazione del 1840; I'unica innovazione di rilievo è l'attibuzione al relatore dei corpi, con Nota del 16 dicembre 185 8, di autonome competenze in merito ai movimenti della cassa sussidiaria e altre operazioni contabili, che possono essere da lui effettuate senza preventiva delibera del consiglio62 • A modifica degli Art. 69 e 74 del regolamento del 1840, in fatti, il relatore può effettuare direttamente determinate riscossioni e spese. In particolare può riscuotere le somme versate dai congedanti in debito sulle loro masse individuali, delle paghe dei lavoranti, delle stoffe e pezzi di ricambio, ecc .. Tra le spese, può pagare il dovuto ai congedanti che sono in credito con la loro massa individuale, gli anticipi agli ufficiali, le somme che il comandante del corpo permette talvolta di prelevare sulle masse individuali.. .. Sì tratta, in sostanza, di movimenti di cassa di poco conto e al tempo stesso abbastanza frequenti , ali quali si aggiungono i passaggi di fondi dall'una all'altra categoria o massa e le verifiche mensili alla cassa sussidiaria sulla base dei conti del segretario del consiglio. Pertanto il relatore firma direttamente tutta la documentazione relativa alle predette operazioni, delle quali rimane responsabile fino a quando il consiglio non le ha definitivamente sanzionate. Rimane invece necessaria l'approvazione preventiva del consiglio, mediante regolare delibera, per tutte le operazioni più importanti: composizione del consiglio, e sue variazioni; convenzioni e tariffe per le diverse operazioni;
61
G.M . 1856, pp. 258 e 259.
62
G .M . 1858, pp. 1337
t:
1339.
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sconti da convenire per la confezione di oggetti da parte dei capi operai; richieste di acconti e paghe, ricevute, riscossioni e spedizioni di assegni; operazioni relative alla cassa pricipale; richieste, contratti, collaudi, introduzione e pagamento di merci, arredi, armi, manufatti vari; dichiarazioni di fuori uso, vendite ed incanti del materiale; iscrizione sul giornale generale categorico di cassa dei rendiconti dei distaccamenti, scuole e del quartier·mastro dell'armata; convalida dei movimenti effettuati ogni trimestre dall'ufficiale di massa sui registri relativi alla contabilità in natura, e dei movimenti di materiali effettuati dalle compagnie. Alla fine di ogni mese e dopo la verifica dei conti del segretario del consiglio, il relatore sottopone al consiglio, per la convalida e la firma di relativi atti, tutti i movimenti di entrata ed uscita effettuati, sanzionati anche con atto deliberativo finale che riconosce esatti i conti. Nel caso che il consiglio riscontri delle irregolarità, se l'irregolarità proviene da semplice difetto di forma ne deve esigere la eliminazione da parte del relatore . Nel caso, invece, che l' irregolarità non possa essere sanata nell' ambito del corpo il consiglio ne informa il Ministero per le decisioni di competenza, allegando copia all'atto dispositivo, dalla quale deve risultare una ben circostanziata descrizione dei fatti. In tal modo, evidentemente per evitare prevedibili intoppi nella quotidiana attività amministrativa il relatore riceve la delega ad effettuare direttamente, senza altre incombenze amministrative e sotto la esclusiva responsabilità, determinate operazioni di cassa per piccole somme quotidiane, la cui frequenza richiederebbe - ciò che è manifestamente impossibile a l consiglio - di riunirsi e deliberare ogni giorno, o più volte al giorno. Tuttavia le attribuzioni di quest' ultimo rimangono invariate per tutta una serie di altre operazioni più importanti, e l'attività autonoma del relatore, ivi compresi i controlli di competenza, rimane soggetta al vaglio finale del consiglio. Un'altra variante -evidentemente derivante dall'esperienza della Crimea - è la denominazione definitiva del Registro- Memorie prescritto dall'art. 263 del regolamento di amministrazione del 1840, con il nuovo termine Giornale di contabilità di compagnia63 , già introdotto a fine 1854 e per la campagna di Crimea, e destinato a rimanere in uso per oltre cento anni, fino al recente passaggio della tenuta della contabilità dal livello di compagnia al livello di battaglione.
63
G.M. 1856, p. 997 .
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Alle innovazioni nella gestione del contante si aggiunge, per la gestione dei materiali, il Regolamento sulla Contabilità del materiale dipendente dal Ministero della Guerra", approvato con R.D. in data 10 novembre 185664 • Di particolare interesse la relazione che accompagna il decreto, nella quale si traccia un quadro dell' amministrazione del contante fin dal secolo XVIII, si descrive la situazione della contabilità del materiale, rimasta fino a quel momento un po' trascurata, e si mettono in rilievo le difficoltà di attuazione della già citata legge del 23 marzo 1853 (capitolo VII), con la quale si abolivano le aziende e si uniformavano le procedure contabili, una legge che tardava ad essere applicata a causa dell' inevitabile isteresi burocratica e della tendenza alla separatezza nella gestione dei materiali di artiglieria c del genio: Dallo studio della legislazione amministrativa del nostro paese si fa manifesto quanto parte abbia avuto alle sollecitudini dei Governanti il ramo delJa contabilità pubblica . In ogni provvedimento di qualsiasi epoca si scorgono gli effetti di una costante perseveranza nelJo introdurre dovunque l'ordine e la perfezione. La contabili là in danari specialmente appare con tanta ponderazione meditata e maturata nell'intricata sua vatietà di norme, nelle innumerevoli sue minutezze e nelJa quantità di forme essenzialmente mutabili, ma pur sempre armonizzanti fra loro e conducenti tutte ad uno stesso scopo, che gli è impossibile non ammirare i provvidi consigli, coi quali s'intende in ogni tempo a tutelare, ad accrescere la ricchezza dello Stato, circondando con previdente sapienza delle maggiori garanzie le riscossioni e le spese. Per questa parte si può asserire che abbiamo ognora emulate e talvolta precorse le Nazio ni più colle e più incivili le nei miglioramenti che vennero altuandosi col variare dei tempi. col succedersi dei nuovi bisogni e col progredire dei lumi e della esperienza. Infatti basti pensare che, mentre in uno dei paesi, ove l'amministrazione procede con tanta regolarità, il sistema dei bilanci rima ne sconosciuto (Nccker fu il primo a porre in opera in Francia il sistema dei bilanci) sino al 1789, da noi era iniziato fin da l 17 17 ; indi con regolamento del 28 giugno 1730 concrelato in iutiero corpo di norme non solo il sistema dei bilanci, ma ben anche quello degli spogli, e così dei due cardini d 'ogni ben intesa contabilità. Successivamente non si cessò di rivolgere ogni studio a sviluppare gradatamente le basi allora gettate, ed a rrecare a tale importantissimo ramo tutti i miglioramenti possibili, a segno che oramai ha esso raggiunto il più alto grado di perfeziona mento che si possa ragionevolmente pretendere. Ciò non di meno, è forza dirlo, il compito dell'ordina mento della contabilità in danari, rimane a far sì che divenga l'oggetto di eguali c ure, che sia informata agli stessi principi i di perfezionarnenlo, la gestione e la contabilità dei valori materiali, che pur costituiscono sì ragguardevole porzione della pub-
64
G.M. 1856, pp. 1201 e 1368.
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blica fortuna, e pure hanno sì grande importanza, sia rispetto agli interessi che rappresentano, massime per la par te c he riflette il Dicastero di guerra, per le tante specialità dei distinti servizi che lo costituiscono, sia rispetto alle spese che possono conseguirne maggiori o minori secondochè maggiori o minori sono le cautele, con le quali n'è governata la contabilità. Non è tuttavia da dirsi che siasi trasandata si essenziale parte; chè anzi molte leggi ed altri provvedimenti attestano deU ' impcgno posto eziandio in ordine alla medesima. Lo stesso regola mento già citalo del 1730, per questo ramo altresì ha stabililo delle .basi fondamentali, ma queste sono, naturalmente quali debbono essere in un regolamento d'interesse generale dello Stato, generiche e non particolarizzate, in vista della speciale loro applicazione. Esse prescrivono, ad esempio, che i Contabili debbano trasmelleremensua/i, ovvero note delle robe introdotte ed estratte in ogni mese; che abbiano a tenere giornali e libri di caricamento e scaricamento, ma lasciano ad ulteriori disposizioni svolgere e defrnice le norme e le forme speciali, con le quali vogliono cotale ed ogni altra regola mandarsi ad effetto. Posteriormente si andò bensì cercando di d are il necessario sviluppo; ma dapprima ciò si eseguì col mezzo d'istruzioni particolari, che si compilavano ad ogni destinazione di Contabi le; e di leggieri si può argomentare come poco dovessero fra esse consonarc inslru7joni, per cosi dire, eccezionali e date sempre in vista esclusivamente d'un particolare ramo di contabilità e subordinatamente alle peculiari circostanze di luogo, di tempo e di persone. Tali furono per la maggior parte quelle datesi nello scorso del secolo passato e nei primi anni della ristaurazione della Monarchia per il direttore del magazzino delle merci, per i munizionieri di guerra, per i cuswdi degli arsenali, per le polveriere, la fabbrica d 'armi, le sale d' armi, per i guardamagazzini delle diverse piazze, e così dicasi di tulle le gestioni dei vari disparati servizi dipendenti dal Dicastero di guerra; e non fu che al cominciare del regno del Magnanimo Genitore della M. V. che s'iniziò un sistema di provvidenze aventi un carattere più ampi_o e meglio appropiato per avviare il servizio verso un più stabile e più normale indirizzo. Con tale impronta compilati furono nel 1793 il regolamento per i diversi guardamagazzini d elle piazze; nel 1843 quello per il magazzino delle merci ; nel I844il regolamento ed il modello d'inventario generale di tutto il materiale d'artiglieria; e più tardi sollo il regno della MV. la istruzione compilata nel 1849 sulla tenuta delle carte contabili di tutte le gestioni del servizio d' artiglieria, il regolamento formatosi nel 1853 per gl' inventari del materiale del genio militare e simili altri lavori, oltre agli studi fatti da speciali commissioni per preparare gli elementi a progredire in questo servizio. Però neppure questi provvedimenti poterono affatto svestirsi nelle singole loro disposizioni di quel carattere di esclusione ch'era inerente alla forma e, per così dire, al meccanismo dell'Amministrazione dello Stato; cd o ltre a ciò generalmente prescrivevano essi norme sulle tenuta speciale delle contabilità nelle località, ma non entravano guari lutti nel merito delle relazioni precise fra le une e le altre, fra esse e l'Amministrazione centrale, e del modo, col quale quest'ultima dovesse poi disimpegnare gli attributi, ai quali è al riguardo necessariamente chiamata. Di qui la incertezza cd il diverso procedere fra l'uno e l'altro servizio. L' Amministrazione centrale per la parte riflettente la contabil ità era scompartita in due Aziende distinle , non vincolate fra
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loro da verun nesso_ Cadauna Azienda era suddivisa in rami o meno segregati e indipendenti gli uni agli altri, nè aventi rassomiglianza vicendevole di ordinamenti contabili e non solamente ogni Azienda, ma quasi ogni ramo della stessa Azienda dava al rispettivo servizio uno speciale indirizzo, emanava istruzioni con impronte particolari, nè poteva esser e diversam ente; che per riuscire ad un risultato diverso sarebbe stato indispensabile riformare radicalmente l'amministrazione ed ordinarla in modo che ad un solo centro facessero capo t utte indistintamente le gestioni Contabili da qualsiasi servizio attinente alla g uerra . Questo risultamenlo divenne possibile mediante la legge del 23 marzo 1853, la quale ha dato a ll'amministrazione la forma voluta per lo additato scopo, e divenne quindi possibile far sottentrare alla molteplicità e disparità di procedimenti la regolare uniformità e nel tempo stesso riempire finalmen te le lacune, che ancora potessero esistere. Lo effettuare tuttavia il nuovo piano disegnato dalla legge non era agevole co sa riguardo al ramo di contabilità in materia. Gli svariati elementi, che per tale uopo si dovevano unificare, produssero ostacoli che non fu dato superare se non lentamente. Le stesse difficoltà impedirono finora il Ministero della Guerra dal compiere all'obbligo, che dalla medesima legge gli è fatto di presentare, al Pa rlamento l'in ventario generale di tutti i beni mobili, anche secondo il voto già em esso da l Parlamento in varie occasioni (vedasi segnatamente la relazione della Commissione centrale della Camera dei Deputati sul bilancio dell'azienda generale dell'Artiglieria presentata in tornata dell' l! marzo 1850). Questi sono si svariati ed inservie nti ad usi ed impieghi sì dispa rati, c he prima di raccoglierne la descrizione in un sunto complessivo corredalo della relativa valutazione, com' è dalla legge ordinato, era gioco forza regolarizzare le nomenclature, coordinarle, in armo nia nei vari servizi cd in sostanza predisporre le cose per o rdinare le contabilità a quell'unisono che appun to si ha in mira di stabilire. L' estensione di questo lavoro ne rese certamente arduo l'assunto. Per misurarne l' importanza basta notare che i I so lo materiale d ' artiglieria si scompone in più di ventimila specie di oggetti ripetute in molte località; e a d esso tien dietro ancora quello del genio m ilitare equel!i dei diversi servizi generali d cli' Amministrazione della guerra. Ciò nondimeno sarebbe tale assunto stato anche prima condotto a termine se un'altra causa di ritardo non si fosse incontrata nelle straordinarie esigenze, a cui dovette il Ministero attendere per la sorvenuta guerra di Oriente. In oggi però il Riferente fa la soddisfazione di poter accertare la M .V. c h'esso crede giunto il momento in cui sia possibile entrare in un completo sistema di regolarità, il quale, rispetto a l ma neggio ed a lla conservazione dei valori materiali , prometta d elle garanzie analoghe a quelle vigenti per la finanza in danari; m eta questa, alla quale preme di arrivare massime per il Dicastero della guerra, come quello che possiede materiale di un valore, che se n on è superiore a quello di ogni a ltra a mministrazione sta però certamente fra i più essenziali. Pensa il Riferente che un tale scopo si possa pienamente raggiungere co l mezzo d'un compiuto corpo di regolamento sulla Contabilità in materia del Ministero della guerra intitolandolo della Contabilità del materiale secondo )la denominazione determinata dall'articolo 72 del regolamento 30 ottobre 1853.
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Prendendo pertanto le mosse dalla prescritta Legge, appoggiandosi alle massime fondamentali; che per la esecuzione di essa frnono divisatc nei successivi regolamenti approvati da V.M. con decreti del 30 ottobre 1853, e del 13 aprile 185 5, e scecliendo finalmente fra le norme finora usate quelle più confacenti al nuovo sistema d'unificazione, ampliandole, estendendole, ove d'uopo, ed adotlando quelle nuove misure, che dalle nuove circostanze possono sembrare consigliale, il Riferente si pone in grado di presentare alla M. V. l'accennato regolamento, col quale pensa sia riempito un vuoto e soddisfallo un bisogno, tanto più sentito, i" quanto che nessun altro regolamento consimile esiste da noi, su l quale all' evenienza ricorrere, alfi ne di procedere almeno per analogia.
Il nuovo regolamento, prendendo le mosse dalla legge del 23 marzo 1853 e dal regolamento del 30 ottobre 1853, si ripromette di estendere norme uguali a tutti i rami del servizio, e distinguere le contabilità relative ai vari materiali in dirette e indirette. Le contabilità dirette sono quelle tenute per conto del Ministero da agenti contabili espressamente designati, con incarico permanente e personale e soggetti al controllo della Corte dei Conti, i quali ricevono dal commercio o dall'industria privata i materiali che poi vengono impiegati negli stabilimenti militari, oppure prendono in consegna dagli stabilimenti militari stessi gli oggetti lavorati , che poi distribuiscono e impiegano secondo le norme in vigore. Le contabilità indirette sono tutte le altre , tenute dai singoli individui o dagli stabilimenti e corpi, ai quali il materiale viene consegnato. Il regolamento si compone di otto capitoli: disposizioni generali, contabilità dirette, contabilità indirette, vari gradi di controllo, modo con il quale il Ministero provvede alla contabilità del materiale, rendimento dei conti giudiziali comuni ai capitoli precedenti. Al regolamento sono anche allegati 36 modelli di registri. I beni mobili affidati alla tutela del Ministero della guerra sono suddivisi in tre categorie: materiale d'artiglieria; materiale del genio militare; materiale dei Servizi generali dell'Amministrazione della guerra (a sua volta suddiviso in: vestiario, equipaggiamento, materiale per il Servizio sussistenze, materiale per il Servizio sanitario, materiale per il treno d'armata); Appartengono pure ai beni mobili i quadrupedi e gli oggetti accessori del materiale dei vari Servizi, cioè i modelli ele altre robe raccolte nei Musei, i libri ed ogni altro qualsiasi oggetto che compongono le biblioteche militari, gli oggetli esistenti nei laboratori di chimica, di Farmacia militare, nei Gabinetti di fisica, gli strumenti ed attrezzi per il servizio topografico del Real Corpo di Stato Maggiore, ed infine
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i mobili fi ssi e non, che arredano gli alloggi , gli Uffici, i Magazzini e le officine in locali spettanti al Governo, ed assegnati a qualsiasi servizio dipendente dal Dicastero di guerra.
La forma e le caratteristiche di ciascun materiale devono essere conformi ai disegni, modelli e istruzioni approvati dal Ministero, presso il quale è custodita la collezione di tutti i disegni . Il concetto attuale di dotazione è già ben chiaro, visto che la specie e la qualità del materiale per ciascun Ente (piazzeforti, arsenali, magazzini, depositi ecc.) sono determinate dal Ministero della guerra in apposite dotazioni; sentite,ove creda, le proposte del Capo di servizio ed il parere di Commissioni miste, dei Consigli dei comitati speciali, come anche del Congresso consultivo permanente della guerra.
Il Ministero esercita la sua azione direttiva per mezzo dei capi Servizio, cioè per il servizio di artiglieria, per mezzo del direttore del materiale in Torino e dei comandanti locali dell'Arma, per il servizio del genio militare per mezzo degli ufficiali direttori e capi sezione, per i Servizi generali del Ministero della guerra per mezzo dei direttori del magazzino centrale merci di Torino e dei funzionari capi ufficio d' Intendenza. Per il materiale esistente presso direzioni, ospedali, stabilimenti, corpi di truppa, la sorveglianza del Ministero si esercita per mezzo dei responsabili per quel livello stabiliti dal regolamento di amministrazione e contabilità del 1840 o da apposite istruzioni. Chiunque abbia oggetti mobili li riceve in carico per mezzo di regolare inventario compilato secondo apposite norme; nessun aumento o diminuzione è ammessa e tenuta per valida se non è accompagnata dai documenti prescritti. Nessuna perdita, nessun consumo e nessuna avaria sono ammessi e possono dar luogo a scarico del materiale, se non è prima comprovato che il danno proviene da cause di forza maggiore (incendi, inondazioni, affondamenti di edifici, epizoozia constatata, cause belliche). Possono tuttavia essere presi in considerazione quei danni e quelle perdite, che pur non rientrando nelle cause indicate sono riconosciuti come prodotti da naturale deperimento e consumo (come ad esempio il consumo del nitro per effetto dell' azione atmosferica sui sali, il consumo di oli e di altri grassi, quello dei liquidi causato da evaporazione ... ). Le avarie di questo genere devono essere constatate con appositi verbali. In tutti i casi, il contabile deve immediatamente riferire al capo del Servizio locale le mancanze o i deterioramenti di materiale, fornendogli quelle prove o indizi che ha potuto procurarsi. li Capo Servizio chiede, a sua volta, alle autorità competenti dì procedere alle ricognizio ni, indagini e accertamenti che il caso comporta; se vi sono sospetti di dolo, se ne dà avviso anche all'autorità
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giudiziaria. Le perdite o danni ingiustificati sono addebitati al contabile, salvo che "per circostanze che li facciano ritenere meritevoli di speciali riguardi" non ricevano apposito condono. Può anche essere soggetta a condono la mancanza di robe date bensì in caricamento a taluno, ma che per loro natura e specialità, come fusti d'alberi, bocche da fuoco, carri, proietti e simili non possano essere richiusi in magazzini, semprecchè risulti formalmente non imputabile a negligenza delle persone contabili e dei loro dipendenti.
Nessun movimenmto di introduzione o di distribuzione può avvenire senza un ordine di chi ne ha la competenza. Il materiale esuberante rispetto al carico che si rinviene nel corso degli inventari e delle ispezioni rimane di proprietà dello Stato e deve essere assunto in carico. La responsabilità dei consegnatari è "a<,soluta, intiera e senza eccezione, nè interruzione", anche nei casi nei quali, per licenza o per altri motivi, essi si fanno rappresentare da altri, e in caso di perdite e danni rispondono civilmente presso lo Stato, fatto salvo il loro diritto di rivalsa su coloro che li hanno rappresentati. In tali operazioni contabili non si può che fare uso di pesi e misure debitamente approvate, e si osservano in merito le disposizioni di legge e i regolamenti vigenti. Le persone contabili devono curare che i pesi e le misure siano regolamente controllati e campionati. Le voci di materiale devono essere riportate nella documentazione contabile e amministrativa impiegando solo le denominazioni e le unità di misura previste in apposite istruzioni e modelli d'inventario per ciascun Servizio, indicati in apposito decreto del Ministero, nel quale per ciascun oggetto sono definite la nomenclatura. l' unità di misura e la classificazione. I consegnatari sono anche responsabili della buona conservazione del materiale, e pertanto debbano informarsi alle norme che vengono emanate in merito dai Capi Servizio, tenendo presente che gli oggetti in magazzino devono essere costuditi separati per specie e qualità, a secondo della classificazione nel modello d'Inventario. In particolare è speciale d overe delle persone contabili d'invigilare affinchè le robe d'ogni sorta siani ben costudite e tolte dal rischio d'andar soggette a degradazioni , e che i locali dove sono rinchiuse sieno di tanto in tanto aperti per dar luogo alla ventilazione, qualora ne sia il caso[ ... ] Ogni contabile debbe mantenere nè suoi magazzini apposite polizze costantemente affisse a caduna delle robe ivi esistenti, ad ogni scaffale. che le contengono per denotare la qualità degli oggetti secondo le precise nomenclature stabilite dal modello d'inventario. Tali polizze hanno dal Iato che dev'essere tenuto in vista la nomenclatura dell'oggetto, e dall'altro lato il peso, la misura o il numero secondo il primitivo caricamento con indicazione degli aumenti e delle diminuzioni ulteriori.
La gestione da parte degli agenti contabili del Ministero (contabilità diretta) avviene attraverso tutta una serie di documenti:
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gli ordini scritti, semplici lettere con le quali i capi Servizio ordinano i movimenti, e che danno inizio alle procedure di movimentazione; le richieste d'introduzioni e distribuzioni, compilate a seguito di tali ordini rispettivamente dai contabili che ricevono o distribuiscono il materiale e inviate ai capi Servizio (possono essere definitive o provvisorie); gli ordini di caricamento e scaricamento, compilati dai capi Servizio in calce alle predette richieste e riconsegnate ai contabili. Nei predetti ordini deve essere citata la persona alla quale si deve rilasciare - o dalla quale si deve ritirare - la ricevuta. Devono essere inoltre precisati gli estremi dell'ordine ministeriale, o del comandante militare, o del contratto, verbale di collaudo, visita, disfacimento ecc., in base ai quali si dà l'ordine; il brogliasso d'introduzioni e distribuzioni, sul quale i contabili registrano immediatamente qualsiasi documento, provvisorio e definitivo; il registro giornale delle introduzioni e delle distribuzioni definitive e il registro giornale delle introduzioni e delle distribuzioni provvisorie, sui quali a fine giornata i contabili sono tenuti a trascrivere i movimenti; i registri di conto corrente cog/'impresari, di collaudazione, di analisi, ecc. per la introduzione in magazzino di materiali provenienti dal commercio e/ o dall'industria privata; il libro mastro della contabilità del materiale, cioè il documento più importante da) quale risulta in ogni momento la vera e reale situazione della contabilità. Sul libro mastro, alla fine d' ogni giorno i contabili trascrivono, con tuttfi dati, i movimenti annotati sui citati registri giornali delle introduzioni e distribuzioni definitive. Alla fine di ogni anno, i contabili chiudo no il libro mastro tanto per il carico che per lo scarico, e nei primi cinque giorni d' ogni mese trasmettono per via gerarchica al Ministero gli specchi delle introduzioni e distribuzionj definitive effettuate nel mese precedente. Per q uanto attiene a lla contabilità indirefta, nei corpi e istituti militari per i quali è prevista la costituzione del consiglio di amministrazione i materiali sono dati in consegna al consiglio stesso, che per la gestione segue le norme per la contabilità in natura già stabilite al regolamento di amministrazione del 1840. Il materiale delle batterie d'artiglieria, dei parchi e dei traini da ponte è dato in consegna ai rispettivi comandanti, che per la gestione si regolano come gli agenti contabili nella contabilità diretta, e si avvalgono, per il disimpegno delle operazioni contabili, di sottufficiali della rispettiva Arma, con il titolo di guardia bafterie nell'artiglieria e di guardia-parchi nel genio militare. Per queste gestioni speciali, i comandanti di reggimento, i Comandi locali, o gli ufficiali superiori di artiglieria o del genio n ei rispettivi Presidi disimpegnano le stesse funzioni dei capi Servizio nelle contabilità dirette. I gradi di controllo previsti per la gestione contabile dei materiali sono tre:
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sorveglianza locale; revisione centrale del Ministero della guerra; giurisdizione della "Regia Camera dei Conti". A mente dell'art. 107 del regolamento del 30 ottobre 1853, hanno inoltre compiti di vigilanza presso determinati Enti (come il magazzino centrale merci di Torino) anche il Ministero delle finanze e il Controllo Generale. La sorveglianza locale viene esercitata: dai capi Servizio locali, negli agenti·contabili e direttori che tengono contabilità diretta; dai comandanti di corpi, istituti, stabi limenti ecc., sui consigli di amministrazione e sulle altre persone che hanno materiale in carico. I capi Servizio esercitano la loro attività ispettiva con le modalità previste da speciali istruzioni: essi divengono inoltre a speciali verificazioni trimestrali, o diversamente periodiche, secondo chè viene ordinato dal Ministero della guerra, nelle quali procedono all ' esame dei libri, delle carte e di ogni altra scritturazione ed ope-
razione dei contabili, facendo ad ogni ricognizione constatare delle loro approvazione o disapprovazione su apposito quaderno che ebbe ogni contabile tenere e conservare nel proprio Ufficio.
La revisione centrale del Ministero della guerra si esercita sia per mezzo di ispezioni, sia per mezzo della documentazione inoltrata da parte degli agenti contabili, la quale viene messa a confronto con i registri e documenti tenuti dal Ministero stesso. La giurisdizione della Regia Camera dei Conti, infine, si esercita per mezzo dell'esame del conto giudiziale prescritto dal regolamento 13 aprile 1855, che ciascun contabile, in quanto soggetto al controllo della stessa Camera dei Conti, è tenuto a presentare alla scadenza di ogni anno al Mi nistero della guerra. Il conto giudiziale presenta tutte le introduzioni e gli scarichi di materiale avvenuti durante l'anno, corredati dai documenti giustificativi, e la situazione degli effetti dei corpi di truppa eventualmente in magazzino. Presso il Ministero della guerra il funzionario che per decreto ha ricevuto l'incarico di esaminare i conti giudiziali effettua i controlli di sua competenza. Riconosciuti esatti i conti sottoscrive apposita dichiarazione vidimata dal Ministro, e successivamente trasmette il tutto alla Camera dei Conti, che, a seconda dei casi, emette il decreto di liberazione della contabilità, oppure in caso di irregolarità promuove il risarcimento a carico del contabile o il condono. Molte delle norme prima citate, con particolare riguardo a nomenclatura, conservazione, responsabilità ecc. sono tuttora valide. Tuttavia, anche se ne deriva un nuovo e più organico assetto dell'importante settore, esse non esercitano alcuna apprezzabile intluenz.a sull'organizzazione dei Servizi di carn-
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pagna, la quale alla vigilia della campagna del 1859 rimane largamente analoga non solo a quella della guerra di Crimea, ma anche a quella del 1849. R.jspetto alla prima guerra d'indipendenza, i mutamenti riguardano la possibilità di un uso sia pur limitato del Servizio telegrafico civile e di un più esteso ricorso, nei trasporti strategici, a una rete ferroviaria in progressiva espansione. Solo il vettovagliamento dal 1849 al 1858 subisce un'evoluzione profonda, con la panificazione affidata a stabilimenti militari, e la costituzione di magazzini d'Intendenza presso i quali i corpi possono riformarsi direttamente della maggior parte dei generi. L'Istruzione sui Servizi Amministrativi presso le Truppe di Cavalleria e Artiglieria, che convenir debbono al Campo sulle Lande di San Maurizio pe/ giorno 9 settembre I 858" in data 26 agosto 185865 , alla quale rimandiamo per ulteriori approfondimenti, è efficace dimostrazione dei criteri per l'organizzazione logistica di campagna del tempo, nei quaJi nulla più di quanto si è detto è degno di menzione.
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G.M. 1858, pp. 770 t: 784 .
CAPITOLO XIII CARATTERI E RIFLESSI LOGISTICI GENERALI DELLA CONDOTTA DELLE CAMPAGNE DI GUERRA DAL 1859 AL 1861
Avvenimenti salienti. La seconda guerra d'indipendenza inizia, sul piano generale, con premesse organizzative assai più favorevoli rispetto alla precedente campagna del 1848-1849, che aveva visto un faticoso e repentino passaggio dell'organismo militare dal piede di pace al piede di guerra, con notevoli ampliamenti e rimaneggiamenti organici, una mobilitazione e radunata non ancora completate all'inizio delle operazioni e anche la necessità di adeguarsi rapidamente a un contesto normativo che specie dal punto di vista dei Servizi risultava, allora, in gran parte nuovo. li 9 marzo 1859, cioè non appena firmato il trattato con la Francia, il governo sardo dà inizio, oltre un mese prima della dichiarazione di guerra, al graduale passaggio dell'esercito e della notta dal piede di pace al piede di guerra: miglioramento della rete stradale, costituzione dei depositi di mobilitazione, completamento della struttura organica dei reparti, trasferimento alla frontiere con l'Austria delle unità di stanza in Liguria e sulle Alpi. Abbiamo parlato di completamento e non di costituzione ex-novo: perchè non vengono costituite nuove Grandi Unità, e la forza organica viene anzi ridotta rispetto al 1849. L'esercito piemontese si articola su uno Stato Maggiore Generale e 5 divisioni di fanteria di costituzione organica che potrebbe definirsi ormai classica, e analoga a quella del 1849: due brigate di fanteria ciascuna su due reggimenti, due battaglioni bersaglieri, un reggimento di cavalleria, tre batterie di artiglieria, una compagnia genio. Con un totale di circa 70000 uomini, l'esercito piemontese assume in tal modo la fisionomia di un piccolo e saldo organismo di qualità, con un livello addestrativo e organizzativo, un assetto regolamentare e un armamento nel complesso buoni, ottenuti soprattutto grazie ai miglioramenti introdotti dal La Marmora, la cui opera feconda e intelligente non trascura nessun settore, nè tanto meno quello logistico. Anche molti Quadri hanno esperienza di guerra e sono ben preparati. Una menda di carattere ordinativo, che dà luogo a qualche inconveniente anche dal punto di vista logistico, è la mancata costituzione in campo piemontese di Comandi di corpo d'armata:
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che fosse stato uno sbaglio il non a ver raggruppa to le divisioni in corpi d 'armata, come avevano fatto i francesi e gli austro-ungarici, venne successivamente riconosciuto da lutti , e la stessa relazione ufficiale ammise c he l'esistenza di 2 comand i di corpo d 'armata avre bbe giovato alla coesione e alla snellezza delle operazioni, come pure all' unità di comando . L 'attribuzione della manovra Lattica al livello di divisione, anzichè di corpo d'armata, trovò i comandanti alle prime imprcparati 1 ••••
Altro aspetto generalmente trascurato, però tale da comportare negativi riflessi soprattutto in campo logistico è la ritardata costituzione delle di visioni attive e la ritardata a ssegnazione alle stesse degli organi direttivi ed esecutivi dei Servizi (i parchi di artiglieria e del genio, i commissari, gli organi sanitari, il treno, le sussistenze). Ovvi gli inconvenienti di carattere organizzativo e nei riguardi dell'affiatamento - già di per sè difficile da raggiungere - tra i vari orga ni direttivi in ambito Grande Unità. Vengono d'altro canto evitati perniciosi e improvvisi rimaneggiamenti organici, e nel campo di Servizi la base di partenza è abbastanza solida e ben coUaudata, anche se, come era avvenuto (ma in maggior misura) nel 1848-1849, non si riesce ad evitare la dframazione di importanti regolamenti proprio alla vigilia della guerra nella fase iniziale. Ne nascono prevedibili inconvenienti peraltro non di grosso rilievo, visto che la struttura fondamentale dei Servizi rimane pressochè invariata rispetto al 1849 e al 1855-1856. Come già la guerra di Crimea, anche la guerra del 1859 è di coalizione, il che non manca di dare luogo a problemi di vario o rdine: a fianco dei piemontesi vi partecipa un' armata francese, che inizia la mobilitazione il 21 aprile. cioè solo 5 giorni prima della guerra, dichiarata il 26 aprile: le truppe francesi rapidamente affluiscono in parte via mare (sbarcando a Genova) e in parte attraverso le Alpi , ma la radunata dell'armata francese fu improvvisata, iniziata con grande ritardo, compi uta in ma niera disordinata e confusa e le unità afflu iscono in Piemonte c in Liguria inizialmente incomplete di personale, di quadrupedi, e di mezzi, comprese le artiglierie, facendo correre gravi rischi all'armata sarda che dovette coprirle' .
Ovvi i negativi riflessi logistici di siffatti affrettali movimenti , aggravati anche dal fatto che le truppe francesi (circa I 00000 uomini), pressochè prive di magazzini e depositi, almeno aJl' inizio fanno affidamente soprat·tutto sulle risorse locali e sul concorso piemontese. Altro fattore non positivo è l'incertezza iniziale sul disegno strategico da adottare da parte del comandante in capo (l'Imperatore Napoleone III) e di conseguenza anche l'armata sarda, come già nel 1848, entra in campagna senza un piano. Per di più, forse per rivalità interne tra gli alti gradi, solo con lettera del 23 aprile3 - a tre giorni dalla guerra - il Ministro della guerra La Mar-
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F. STEFANI, Op. cii., voi. I, p. 125. ivi, p. 117. COMANDO CORPO DI SM - U F STORICO, La guerra del 1859 per l'indipend enza d 'Italia, Voi. I (Documenti), pp. 138 - 139.
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mora nomina il Capo di Stato Maggiore (generale Della Rocca), i comandanti e Capi di Stato Maggiore delle divisioni , i comandanti di artiglieria e del genio, e lo stesso Intendente generale (il colonnello di artiglieria Alessandro Della Rovere, già Intendente in Crimea). E solo con lettera del 24 aprile4 sono definite le destinazioni minori - fino al livello di capitano e applicato - negli Stati Maggiori ai va ri livelli, fino alla brigata. Così che, dopo il 24 aprile, con lettera senza data5, il direttore capo degli uffici del quartier generale principale colonnello Reghini (una sorta di Solto - Capo di Stato Maggiore) è finalmente in grado di impartire minute disposizioni di dettaglio sull' organizzazione e funziona mento interno degli Uffici del quartier generale principale. Fortunatamente, queste ombre negli apprestamenti franco-piemontesi sono compensate dall'eccessiva prudenza del comandante austriaco generale Gyulai, che pur avendo iniziato con anticipo, fin da febbraio, la mobilitazione delle sue forze (5 corpi d'armata, con circa 120.000 uomini) non pensa a d approfittare (con un a rapida avanzata oltre il Ticino in direzione tli Torino) dell 'iniziale crisi dei franco-picmonLesi, che gli avrebbe consentito di battere separatamente i due avversari, affrontando le forze piemontesi (molto inferiori di numero) quando erano sole a dover proteggere il proprio confine, e al tempo stesso a coprire la radunata a est della Alpi delle forze francesi. Grazie alla timidità del Gyulai, il 10 maggio i movimenti dei francesi (con largo ricorso alle ferrovie, e in parte via mare fino a Genova, in parte attraverso i passaggi alpini del Monginevro e del Moncenisio) sono compiuti, senza essere stati minimamente distrurbati dagli austriaci. Le forze franco-piemontesi sono inizialmente schierate sulla riva destra del Sesia e del Po, tra Ver celli e Voghera, con gravitazione a sud, in torno ad Alessandria e dietro il Po (I piemontesi con !a massa minore a Vercelli e la m assa maggiore a Casale; i francesi più a sud, a sem icerchio, tra Casale e Voghera). Con il combattimento preliminare di Mo ntebello (20 maggio) i francopiemontesi respingono oltre il Po due brigate austriache inviate dal Gyulai per scoprire, con una ricognizione offensiva verso Voghera, eventuali tentativi - che temeva molto - di aggirare il suo fianco sinistro, per Stradella e Piacenza. Il 26 maggio Napoleone III, ponendo fine a un periodo di incertezze e di ordini contradditori, decide di aggirare da no rd, con un unico rapido movimento a cavallo della direttrice Casale-Vercelli-Novara, la m assa
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ivi, PP - 139 - 141 .
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ivi, pp . 141 - 141.
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I.A LOOISTICA DELL' ESERCITO -
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a ustriaca gravitante a sud, nella Lomellina e intorno a Mortara. Le truppe piemontesi debbono passare per prime il fiume Sesia a Vercelli, su un unico ponte militare che sostituisce quelli stradale e ferroviario distrutti dagli austriaci. Successivamente, devono proteggere occupando Palestro il fianco destro del dispositivo di marcia francese, anch'esso avviato sulla stessa strada. Avviene così il combattimento di Palestro (30-31 maggio), cn il quale i piemontesi respingono un corpo d'armata austriaco che ha ricevuto il compito di eseguire una ricognizione verso Ver~ lli. Il Gyulai rinuncia comunque alla favorevole occasione di attaccare nella pianura tra Sesia e Ticino i franco-piemontesi che avanzano verso Novara (divisi in due masse e su un'unica strada), e invece ripiega mantenendosi a sud e disponendo il passaggio del Ticino tra Vigevano e Pavia. intanto, dopo alcune esitazioni, Napoleone III decide di puntare decisamente da Novara su Milano, passando il Ticino ai ponti di Turbigo e Buffalora, con il rischio di essere attaccato sul fianco e di fronte durante il passaggio. Ancora una volta il Gyulai non sa sfruttare la favorevole occasione: affronta nella hattaglia di Magenta (4 giugno) i franco-piemontesi divisi in due masse (in corrispondenza dei due ponti) e con un dispositivo estremamente diluito in profondità (la coda della lunga colonna è ancora presso Vercelli). Ma le sue forze sono troppo sparse e soprattutto molto stanche per le lunghe marce di ripiega mento dei giorni precedenti. Ne segue un'altra sconfitta, alla quale egli non cerca di rimediare - come sarebbe stato possibile - attaccando il giorno successivo con le numerose forze non ancora impegnate. Dopo Magenta gli austriaci si ritirano nel quadrilatero, e i francopiemontesi il 7 giugno occupano Milano, proseguendo il movimento I' 11 giugno verso Brescia, con forze molto concentrate. Il 18 giugno gli alleati superano il Fiume Mella presso Brescia, e i piemontesi si dislocano in avanguardia lungo il Chiese, tra Calcinato e San Marco . Lo stesso 18 giugno, l'Imperatore Francesco Giuseppe esonera il Gyulai ed assume personalmente il comando, ordinando il ripiegamento oltre il Mincio. Il 21 giugno i franco-piemontesi passono il Chiese e puntano verso il Mincio, che nel frattempo gli austriaci avevano ripassato. Il 24 giugno, avvengono così le due grandi battaglie d' incontro - ad ovest del Mincio - di S. Martino (tra piemontesi e austriaci) e di Solferino (tra francesi e austriaci), nelle quali da una parte gli alleati sono sorpresi di trovarsi di fronte l'intero esercito austriaco che credevano ad est del Mincio, e gli austriaci sono sorpresi di trovarsi di fronte il grosso dei franco-piemontesi. Questi ultimo non sfruttano la vittoria nei sanguinosi scontri con l'inseguimento degli austriaci in ritirata, sia perchè le truppe hanno subìto gravi perdite e necessitano di riposo e riordiamento, sia perchè è ne-
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cessario riorganizzare i Servizi. L'armistizio di Villafranca ( I I luglio) coglie l'esercito alleato schierato sulla linea Castelnuovo-Valeggio. Di assai minore interesse, almeno ai fini della nostra indagine, le campagne di Garibaldi nel Varesotto, con i Cacciatori delle Alpi, e nell'Italia Meridionale (5 maggio - 1° ottobre 1860). Si tratta di imprese militarmente notevoli, ma condotte con un'organizzazione logistica embrionale e si direbbe quasi artigianale, che faceva ricorso soprattutto alle risorse locali, e non aveva soverchie necessità di rifornimento e riparazione dei materiali più pesanti (artiglieria e genio), presenti in quantità molto esigua nelle truppe garibaldine. La stessa campagna piemontese nelle Marche, nell'Umbria e nel Napoletano (11 settembre 1860 - 12 febbraio 1861) assomiglia più a un rapido movimento logistico che a una guerra guerreggiata. Vi partecipa un'armata su due corpi d'armata, che muovono senza collegamenti tra di loro, lungo due direttrici, il IV (su 3 divisioni), lungo la regione costiera dell'Adriatico, e il V (su 2 divisioni), dal confine toscano verso sud, lungo la direttrice Arezzo - Perugia - Spoleto. Spoleto viene occupata il 17 settembre: ma è nei pressi della fortezza di Ancona, a Castelfidardo, che il 18 settembre viene sconfitto e annientato l'esercito pontificio del Lamoricière. Ai primi di ottobre, ottenuta la resa di Ancona, l'armata sarda muove verso il Napoletano, per congiungersi con le truppe garibaldine, ricorrendo anche ai trasporti via mare da Genova e Napoli; un altro distaccamento di truppe viene inviato a Manfredonia, nelle Puglie, con il compito di puntare su Napoli via Benevento. II IV corpo muove lungo la direttrice Ancona - Pescara - Isernia, il V da Spoleto verso Rieti e Sulmona. I borbonici, dopo scontri al Macerone e a Mola di Gaeta, si rinchiudono nella fortezza di Capua (che si arrende ben presto) e dentro le mura dei forti di Gaeta, ove resistono a lungo fino al 12 febbraio 1861. Ual punto di vista logistico i caratteri peculiari delle operazioni così descritte sono molteplici, e tali da dischiudere nuovi orizzonti: ricorso per la prima volta, su larga scala, alle ferrovie, che rendono possibile il rapido afflusso e concentramento delle forze francesi e successivamente la manovra per linee interne con la quale i franco-piemontesi si spostano da sud a nord, per investire il Lombardo-Veneto lungo la direttrice "Vercelli - Novara - Milano: necessità di supporto logistico anche delle truppe francesi, con relativa esigenza di ripartire risorse, magazzini e vie di comunicazione; ricorso per la prima volta, da parte piemontese, al servizio telegrafico; notevole ampliamento dell'esercito, con rimaneggiamenti anche dell'organizzazione generale dei Servizi, dopo l'armistizio di Villafranca e in seguito all'inglobamento nello Stato di nuovi territori (Lombardia, Emilia, Toscana, Marche, Umbria, Regno delle due Sicilie).
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adozione di più progrediti armamenti , specie da parte francese (tra i quali le artiglierie da campagna con anima rigata e con proietto cilindroogivale ad espansione e fucili e revolver più pe rfezionati) e di procedimenti tattici che, particolarmente nelle battaglie di S. Marino e Solferino, aumentano le perdite, con conseguenti difficoltà di funzionamento del Servizio di sanità; necessità, all'inizio della campagna e dal 30 maggio fino al 20 giugno 1859, di rifornire i due eserciti avvelendosi di un unico itinerario parzialmente servito da ferrovia Oa rotabile Vercelli - Novara - Milano Brescia); accentuate difficoltà di rifornimento dal 21 giugno in poi, dopo il passaggio del Chiese, dovute alla scarsa disponibilità di risorse locali (già depauperate dagli austriaci) e alla scarsità di mezzi di trasporto per far giungere il necessario fin dal Piemonte. Si tratta di un complesso di esigenze concentrate in ristretti limiti di tempo, tale da rendere necessario, anche dopo l'armistizio di Villafranca, il superamento di molteplici difficoltà logistiçhe. Ne deriva che questa campagna, al di là delle apparenze, si rivela tutt'altro che "facile", pur tenendo conto che la situazione di partenza è nel complesso più favorevole che in passato; nè bastano le esperienze delle campagne precedenti, perchè molti dei problemi che si pongono hanno carattere nuovo e diverso rispetto a quelli che si erano pn:sentati nel 1848-1849 e in Crimea.
La regolamentazione logistica di base (vds Fig. 46). I princìpi e l' impostazione generale dell'organizzazione logistica possono essere agevolmente desunti da due documenti fondamentali: il Regolamento di servizio per le truppe in campagna del 1833, ancora in vigore nel 1859, del quale nel 1860 viene pubblicata una nuova edizione in larga parte immutata6 , e i/ Regolamenfo di disciplina militare e di istruzione e servizio interno per la fanteria, pubblicato il 30 ottobre 1859, che abroga l'analogo regolamento 1840 e entra in vigore il 10 gennaio 1860, cioè dopo la conclusione della guerra del 1859 e prima dell'inizio della campagna nell'Italia Meridionale nel 18607 • Oltre ai cenni che ne fanno lo Stefani e il PieriR, il problema dei Servizi è trattata con una certa ampiezza nel volume del Corpo di Stato Mag-
6
TORINO, f'ODRATTI, 1860.
7
Cfr. G.M. 1859, Supplemento n. 12, pp. I - 11 6.
8
C fr . F . STEFANI, Op. cit., e P. PfERT , Op. cii.
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giore - Ufficio Storico La campagna del 1859 per fa indipendenza d'Italia, che riporta notevole mole di ordini e predisposizioni di carattere logistico9 • Preziosa come sempre, infine, la raccolta del Giornale Militare, che completa la cospicua documentazione disponibile, alla quale vanno aggiunti taluni spunti che, anche per la parte logistica, si possono cogliere dalle opere del capitano svizzero LecomtcJO e del francese De La Fruston 11 , oltre che dalla storia della campagna compilata dallo Stato Maggiore prussiano' 2 • Per il regolamento d~I 1833 rimandiamo al breve esame già contenuto nella parte I, capitolo I. Da allora in poi, benchè siano passati quasi trent'anni, l'abbondante normativa emanata anche in merito alle attribuzioni specifiche dell'Intendente generale e dei commissari non è tale da mutare radicalmente i princìpi sui quali si reggono le competenze di questi importanti figure , e i loro rapporti con la catena gerarchica. A dimostrazione della stabilità del quadro normativo di base, anche il già citato Regolamento per le somministrazioni da farsi alle troppe in marcia, in distaccamento, od agli alloggiamenti del 9 agosto 1836 (cfr. capitolo V) rimane sostanzialmente immutato, e poichè esso era riferito, all'atto della sua emanazione, al solo Piemonte, viene esteso anche alle truppe operanti in Lombardia ed alle stesse truppe francesi. Il regolamento di disciplina militare del 1859, invece, innova sensibilmente talune prescrizioni di carattere logistico contenute nel regolamento del 1840 (vds. capitolo I) e dà ancor maggiore risalto all'organizzazione dei Servizi ai minori livelli, con particolare riguardo ai controlli che competono alla ·catena gerarchica e ai vari servizi che vengono comandati a livello compagnia e corpo. Vi sono contenuti anche dettagli sulle uniformi, come per esempio quella (para. 130) che gli allendenli degli uffiziali generali e superiori e gli inservienti alla mensa degli uffiziali vestono il pantalone e il berretto di divisa, ed una giubba di panno turchino coi bottoni di divisa del rispettivo corpo.
Meritevole di essere ricordata anche la solennità con cui si ricevono gli ispettori amministrativi (para. 97-100):
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Cfr. COMANDO CORPO DI STATO MAGGIORE- UFFICIO STORICO, Op. cit., Voi. l Narrazione e documenti; Voi. Il Narrazione, Voi. 111 Documenti.
IO
Cfr. F. LECOMTE, Relatiofl historique et crilique de la campagne d'ftalie en 1859, PARIS, TANERA 1860.
11
Cfr. F. DE LA FRUSTON, La guerre d'ltalie de 1859 considereè au point de vue de la stratègie et de la tactique, PARIS, TANERA 1861. Cfr. La campagne d'ftalie en 1859, rèdigèe par la divisiofl historique de l'èlat-major de Prusse, TURfN, LOESCHER 1862.
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allorchè l'ispettore dell'esercito e quello di contabilità si presenta al Corpo che deve rassegnare, egli è ricevuto da Lulli gli uffiziali riuniti in gran mo ntura con sciarpa; il comanda nte di corpo gli presenta una copia del rappo rto mod. n. 24, l' orario in vigore, e tutti quei documenti di cui faccia richiesta [. . . ] Durante l' ispezione, il Corpo vestirà sempre la montura di parata, salvochè l'Ispettore stesso ordini altrimenti.
Un altro aspetto caratteristico da ricordare sono le prescrizioni sul servizio spirituale di cui ali' Art. 52, nelle quali è prevista la dovuta tutela per i militari non cattolici, si fa obbligo ad ogni militare di adempiere ai doveri della propria religione, ma di rispettare anche quella degli altri e si investe la responsabilità dei comandanti nel garantire anche ai non cattolici l' esercizio del culto: i comandanti procureranno che anche i militari acattolici a bbiano modo d i attendere a lle pratiche prescritte dal c ullo cui appartengono , nei paesi dove esse hanno luogo; in q uanto però lo consenta il servizio. Gli acattolici saranno dispensati da!l'intcrvenire alle funzio ni puramente cattoliche, eccettuate le parate e le altre funzioni militari, cui siano comandati di servizio. O ve talun acattoHco in fermo ric hieda i conforti del proprio culto, i ministri di q uesto saranno ammessi ad assisterlo senza impedimento.
Molto rilievo viene dato all'osservanza delle norme igieniche, prescritte in apposito allegato (DOCUM ENTO 18) : di ben poco utile riuscirebbe un esercito, anche nelle altre parti be n ordinato, le cui truppe fossero però affrante dalle malattie [ ... ] Vuolsi perciò annoverare fra i principa li doveri di tutti i militari quello di osservare le regole igieniche a ppro priale, e di lutti i coma ndanti militari di scegliere diligentemente a ta le occore nza non solo per riguardo a lJa utilità del servizio, ma a nche per affezione verso i l0ro subordinati [ ...] l comandanti di corpo non ometteranno di prescrivere di tra tto in lra u o la lettura di tali avvertenze alla truppa nell'interno delle compagnie (ci si riferisce a lle avvertenze ripo rtate in allegato - n . d .r.) e di raccoma ndar sopra ogni cosa la temperanza, la nettezza del corpo, e l'astinenza dagli eccessi del vino e de!le bevande spiritose (Art . 55) .
Molto curate, per gli evidenti riflessi morali e disciplinari, le disposizioni sulle mense ufficiali di corpo, che possono anche essere due: una per gli ufficiali superiori e capitani, l' altra per i subalterni. Possono essere istituite ad economia, o per mezzo di una convenzione con i vivandieri e trattori, e vi debbono partecipare tutti gli ufficiali, eccetto gli ammogliati e quelli espressamente dispensati; dei due pasti che forniscono, uno solo è obbligatorio . Sono presiedute dal più elevato in grado o più anziano; all'amministrazione delle mense ad eco nomia provved e una direzione nominata semestralmente dal comandante di corpo e composta di tre membri, tra i quali
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un presidente e un segretario. Quest'ultimo (ufficiale inferiore) sorveglia l'andamento economico della mensa, ne tiene la contabilità e ne presenta ogni quindici giorni il conto alla direzione. I comandanti di corpo vegliano sull' andamento delle mense e vi prescriveranno quelle più particolari regole che ravvisino necessarie, e avvertiranno specialmente che non siano di stretta necessità, e di avere riguardo alla condizione economica dei commensali che fruiscono di minore stipendio (art. 58).
Essi, in particolare, tengono un registro - da esibire agli ispettori in occasione delle rassegne annuali - dal quale risultano i dispensati, lo scotto stabilito, le spese straordinarie, le disposizioni impartite e tutte le indicazioni che ritengono utile inserirvi. Poco di mutato nelle attribuzioni sostanziali del comandante di corpo, rispetto al regolamento del 1840: egli vigila sullo stato sanitario, l' igiene e il vitto del soldato, sull' amministrazione, sulla montura, sul corredo, sulle arrni, sul casermaggio, e sugli uffici del corpo. Anche se ne è presidente, non deve, però, ingerirsi nelle attribuzioni del consiglio di amministrazione. Gli sono riservati soprattutto i controlli sulle varie branche, e sull'attività ispettiva dei sottoposti : egli si procura frequenti informazioni, specialmente dal maggior relatore sull 'andamento dell'amministrazione, e su tutto ciò che possa giovare o nuocere alla salute e agli interessi del so ldato. Al principio d'ogni semestre, egli passa o fa passare da un ufficiale superiore la rassegna del dcconto secondo le norme stabilite dal regolamento d 'amministrazione. Ogni reclamo del soldato per fatto anteriore all'ultima precedente rassegna di deconto è sempre rigettalo [ ...] Terminata la rassegna, con un ordine del giorno da leggersi al Corpo degli uffiziali riuniti, il comandante indica quali compagnie egli abbia trovata meglio amministrale, qua li mcdiocrame nte e quali male.
Il regolamento ritiene "sommamente importante" la buona tenuta delle armi, del corredo e delle suppellettili, e pertanto fa obbligo al colonnello di controllare che i comandanti di compagnia e di battaglione effettuino con la dovuta diligenza le riviste prescritte, e in particolare di controllare almeno due volte all'anno la tenuta dei registri degli uffici e delle compagnie. La figura di maggior rilievo del corpo in campo-logistico dopo il colonnello rimane il maggiore relatore, la cui attribuzioni poco sono mutate rispetto a quelle del regolamento 1840 (vds. capitolo I): gli è affidata la direzione dell' amministrazione e contabilità del corpo, e in tale veste vigila sui militari di ogni grado addetti alla amministrazione, per quanto attiene sia al perfetto adempimento delle loro incombenze, sia alla loro condotta
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privata (Sic). Si accerta spesso dell'effettiva esistenza in magazzino dei materiali che figurano sui registri, e della loro buona conservazione. Le altre modalità sui controlli che è tenuto a compiere sono e meglio specificate: visita ogni trimestre i materiali in distribuzione alle compagnie, uffici, ecc., parificandoli con i rispettivi registri di carico, e ne riferisce al comandante di corpo; ogni sabato controlla - apponendovi la s ua firma - il registro del portalettere; inoltre verifica sovente i registri di contabilità che si tengono nel corpo onde accertarsi della loro perfella regolarità, reprime le trascuranze che vi riconosca, e segnatamente le irregolarità anche leggere che incontrasse a danno della truppa nei registri d'ordinario che deve accuratamente esaminare in capo ad ogni mese[ . .. ] Esercita infine severa vigilanza sull'infermeria del Corpo e sui militari che vi sono addeui, assicurandosi che gli ammalati vi siano bene assistiti, e che il capitano d'ispezione, l'uffiziale direttore e i medici vi adempiano con zelo ai loro doveri, nè si t rattengano abusivamente ammalati che debbano curarsi negli ospedali , o uom.i1ù non ammalati capaci di fare servizio (Sic).
In tal modo la figura del maggiore relatore acquista un rilievo che va molto di là delle attribuzioni amministrative e contabili, e investe importanti aspetti disciplinari e di controllo su tutti i Servizi. I suoi poteri ne fanno di fatto un alter ego del colonnello, se non una sorta di eminenza grigia. Ne risultano parallelamente svuotate, anche ma non solo dal punto di vista logistico, le figure dei comandanti di battaglione (di nessun rilievo nel campo dei Servizi) e dell'aiutante maggiore in 1 •. A quest'ultimo rimane il compito di dirigere l'ufficio maggiorità, vegliare sulla pulizia della caserma, vegliare sui furieri, tenere la contabilità del casermaggio, presiedere alla mensa sottufficia li, vigilare sui prezzi, pesi, qualità delle derrate dei vivandieri e rivenditori: tutte competenze che, mutatis mutandis, ha conservato fino ai nostri giorni. Da notare che l'ufticio maggiorità ha il compito di tenere ben 35 registri, ai quali per lo più corrispondono altrettanti modelli. Rispetto al 1840 i registri di interesse logistico sono diminuiti, vi è sempre il registro del casermaggio, al quale si aggiungono quello degli alloggi ufficiali , dei lavoratori presso i capi-operai, dei dati statistici, e delle munizioni da guerra . L'aiutante maggiore in I •, inoltre, compila sempre il rapporto giornaliero della forza e l'elenco delle variazioni giornaliere. Il cappellano del corpo, oltre all'assistenza spirituale, mantiene le funzioni di ufficiale di stato civile del corpo. Come tale, su appositi modelli fomiti dal consiglio di amministrazione tiene il registro dei matrimoni contratti dai militari del corpo, delle morti dei militari del corpo deceduti sotto le armi, delle morti dei membri delle famiglie dei militari deceduti in caser-
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ma, e finalmente delle nascite dei figli dei militari. Le relative variazioni gli vengono comunicate dall'aiutante maggiore e, per le nascite, dal rispettivo genitore. Egli rilascia anche, senza diritto a compenso, certificati di stato libero e simili, in ciò svolgendo anche le funzioni di quello che oggi si chiamerebbe "ufficiale addetto all'attività certificativa". Il capitano rimane, in campo logistico - amministrativo, una figura centrale: vigila sul rancio recandosi nelle camerate all'ora della distribuzione non vi sono refettori, risponde dei materiali, armi e arredi vari in magazzino e fuori, controlla che il furiere tenga come prescritto i registri della compagnia, controlla con frequenti riviste le a rmi, le munizioni, gli arredi e le camerate, e in particolare gli si raccomanda di non fidarsi troppo del furiere: Gli è strettamente vietato di lasciar fo ndi presso iJ fu riere, ma gli rimette le somme necessarie pel pagamento del prestito nel giorno stabilito, e si accerta che la distribuzione ne segua con per fetta regolarità, ed in presenza dell' uffiziale di settimana. Si acccna similmente che il furiere annoti sul libromastro, e sul libretto del soldato, nel l'atto stesso della distribuzione, le robe che distribuisce ai militari della compagnia; e non gli permelle mai di ritenere esso libretto presso di sè, siccome quello che deve rimanere presso il soldato medesimo, affinchè questi conosca sempre il suo conto (Art. 134).
Il capitano è coadiuvato dal luogotenente (vice-comandante di compagnia) che ha il compito di vigilare attentamente sulla condotta, il benessere c la salute del personale della compagnia, e al ritorno dalle istruzioni e esercitazioni in caserma deve informarsi delle cose dei militari del suo pelottonc che si fo ssero smarrite e guaste, e se ciò sia a vvenuto per effetto dell'uso, o dell ' incuria del soldato, facendone immediata mente rapporto al capitano.
I registri della compagnia, per le semplificazioni a suo tempo introdotte nel sistema di contabilità, sono diminuiti da 17 a 14. Tra di essi quelli che riguardano l'amministrazione sono: registro di caricamento di tutti i materia li della compagnia, libretto d ' ordinario, registro di entrata in ospedale, libro ma<:tro, copia dei fogli di decanto, foglio di competenze, giornale di contabilità di compagnia. Tra i compiti particolari del furiere di compagnia, quello di avere cura dei materiali della compagnia e in particolare delle armi e del corredo degli assenti: ritira in magazzino le armi e gli oggetti dei disertori, e inoltre procura, coll'opera del soldato assegnatogli di piantone, che le robe di lana siano preservate da l tarlo; veglia c he nessun oggetto sia distolto ad uso diverso da quello a cui è destinato, nè ceduto sotto qualunque titolo al altrui servizio, quand'anche eccedesse i bisogni della compagnia (Arl. 143).
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LA LOGIS flCA UELL' ESE KC ITO -
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Anche il sergente e il caporale di ogni squadra hanno attribuzioni logistiche. li sergente controlla che i soldati della squadra mantengano in buono stato le armi, gli oggetti di corredo e i materiali vari che hanno in uso, e "procura che gli oggetti di corredo distribuiti siano tostamente contrassegnati col rispettivo numero di matricola". A sua volta, il caporale più anziano di ogni squadra ha la particolare incombenza del ritiro e della consegna del bucato. Egli perciò ritira, nei giorni stabiliti, dai caporali e soldati della medesima, le robe da consegnarsi al bucato, annotandole sopra apposito registro colle o sservazioni che occorressero, sia nel ritirarle che nel ricerverle liscivate. Avrà cura di far portare agli ammalati ricoverati nell'infenneria reggimentale, ed a quelli che sono detenuti nelle sale di punizione, la loro biancheria, e di ritirarne le robe da lavare. Le robe Uscivate poi degli uomini in licenza, all'ospedale, od altrimenti assenti dalla compagnia, le deve rimettere a l furiere (Art. 150).
Il ruolo del caporale nei riguardi dell' igiene dcJ personale è particolarmente importante subito dopo la sveglia: procureranno pure i caporali, che i loro uomini si vestano sollecitamente della montura prescritta, a ttend ano a pettinarsi, si lavino le mani e la faccia, si nettino di denti, e si risciaquino la bocca . Avvertiranno anzi che si lavino i piedi a lmeno una volta la settimana con a cqua intiepidita più o meno a l sole, od a l fuoco , secondo la stai,•ione, ed in generale che c urino la nettezza della pe lle, come il più efficace preser vativo contro le malattie specialmente cutanee. Tosto che gli uomini siansi vestiti, i caporali faranno aprire le finestre, anche nei giorni piovosi, per rinnovare l'aria nelle camere, ma solo per quel tempo c he non abbia a nuocere alla salute dei soldati, ed intanto si procurerà, per qua nto possibile, che essi escano per qualche tempo nei corridoi, ed anche nel cortile.
A sua volta il soldato ha anch' egli i suoi precisi doveri in campo logistico: è tenuto ad avere cura degli arredi, armi e buffetterie avvertendo di non smarrire cosa alcuna, di conservare sempre ogni cosa pulita, ed in tale stato da potersene in ogni istante avvalere, cd anche mettersi in marcia sia di giorno che di notte, con tutto il suo bagaglio .
Ripara immediatamente eventuali piccoli guasti, e, quando ciò non è possibile, ne riferisce al caporale della squadra. Gli è vietato di alterare la foggia del corredo, deve usare armi e buffetterie solo nella maniera prescritta, attenendosi alle istruzioni vigenti per il buon governo delle armi. È tenuto a conoscere esattamente lo smontaggio e il montaggio dell'arma individuale, le singole parti, la loro nomenclatura, la funzione di ciascuna di esse, e deve avere cura che gli oggetti di equipaggiamento siano sempre imbiancati, o anneriti a seconda dei casi.
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Poco risultano nel complesso mutate, rispetto al regolamento del 1840, le norme per il servizio interno di caserma e le relative attribuzioni logistiche del personale. Di particolare rilievo le mansioni logistiche del capitano d'ispezione (specie nei riguardi del controllo del rancio). Esistono anche, in servizio settimanale, un aiutante maggiore in 2a, un subalterno per compagnia, un ufficiale sanitario, un furiere maggiore, un sergente e un caporale per compagnia. Le figure più importanti del vettovagliamento - ufficiale ai viveri e caporale e soldati di cucina per ogni compagnia - sono comandate giornalmente, insieme con un sergente per accompagnare coloro che entrano od escono dall'ospedale, ai piantoni a magazzini, uffici, infermeria, e ad un caporale e alcuni soldati per compagnia per portare il rancio ai comandati di servizio. Giornalmente sono comandati anche l'ufficiale di picchetto e il sergente d'ispezione. Quest'ultimo ha importanti mansioni in merito al rancio e alla pulizia della caserma, per la quale ha in consegna gli attrezzi, e, dopo averli impiegati, li ritira e li chiude in apposito ripostiglio. Campagna durante, con le Istruzioni varie di servizio e di disciplina del 15 maggio 185913 il Capo di Stato Maggiore generale Della Rocca ribadisce anche alcune disposizioni di carattere logistico, richiamando (si vede che ve n'è bisogno) la validità del regolamento di servizio del 1833 per le parti non successivamente superate da a ltre disposizioni . In particolare: ogni volta che le truppe si mettono in marcia, i comandanti.delle colonne devono provvedersi di guide del posto, pratiche dei luoghi; i comandanti di divisione e brigata e gli ufficiali di Stato Maggiore devono sempre avere al seguito la carta topografica; salvo specifico ordine, è rigorosamente vietato ai soldati di trasportare durante il combattimento i feriti alle ambulanze; questo compito deve essere svolto solo dagli in fermieri ; i comandanti delle truppe devono essere avvertiti in tempo utile del posto dei comandanti di divisione, nonchè della dislocazione durante il combattimento delle ambulanze e dei cassoni delle munizioni da guerra; i comandanti di compagnia, squadrone e batteria devono controllare che ogni sottufficiale e soldato abbia sempre al seguito il libretto di decanto; gli uffici d'Intendenza generale e delle divisioni devono essere rinforzati da piantoni (1 per ogni divisione presso l'Intendenza generale; I per ogni brigata presso l' Intendenza divisionale);
13
U . M. 1859, parte I, pp. 4 16 - 419.
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LA 1.0GlSTlCA DELL'ESERCITO
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nella scelta delle località di accampamento e di bivacco occorre evitare i luoghi umidi, paludosi e vicini ad acque stagnanti; nelle ore libere della giornata, le truppe devono essere occupate nella pulizia e rivista delle armi e del corredo, nel riassetto delle calzature e delle bardature, nella ferratura dei cavalli. Raccomandazioni e prescrizioni in buona parte ovvie, che tuttavia, visto che vengono ribadite, evidentemente non sempre erano state osservate all'inizio della campagna.
Le riforme nell'Amministrazione centrale della guerra. Se la regolamentazione logistica di base non presenta molte varianti, profonde modifiche di struttura subiscono invece, nel 1859 e nel 1860, I' Amministrazione centrale dello Stato e il Ministero della guerra, con riflessi diretti anche sull'organizzazione logistica. Evidentemente si tratta di provvedimenti che tendono a fronteggiare le maggiori esigenze amministrative - molte delle quali di carattere temporaneo e straordinario - che si creano dopo l'inizio della guerra, quando si tratta di inglobare altri eserciti e altre organizzazioni statali, adotlando e perfezionando i moduli piemontesi già definiti con precedenti riforme. I ritocchi - sia pure, per il momento, non di grande rilievo - cominciano subito: con circolare del 30 aprile 1860, " in considerazione delle attuali circostanze straordinarie" il regolamento del 15 settembre 1854 viene modificato, e le direzioni di artiglieria e genio del Ministero passano sotto le dipendenze dirette del segretario generale. Con R.D. del 30 giugno, il personale dell'Amministrazione centrale della guerra viene a umentato sia pure in misura modesta, "provvisoriamente e finchè lo richiedano i bisogni della guerra attuale14" . Il segretariato del Ministero della guerra passa da 3 a 4 direttori capi divisione, da 7 a 8 capi sezione e da 57 a 66 segretari e applicati. La direzione generale del materiale e dell'amministrazione militare aumenta di 2 i capi divisione (da 5 a 7), di 2 i capi sezione (da IO a 12), e gli altri impiegati passano da 105 a 115. Si dà inoltre facoltà al Ministro di modificare a seconda delle necessità la ripartizione delle divisioni e degli uffici. Queste modifiche provvisorie sono rese definitive, con il successivo R.D. del 30 dicembre 1859, che stabilisce il quadro numerico del personale del Ministero 15 •
14
ivi, p. 373
15
ivi, pp. 856 - 857.
e pp. 550 - 551.
xrn - CARATTERI
E RIFLESSI DELLE CAMPAGNE DAL 1859 AL 1861
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Altre due fondamentali leggi sono emanate il 13 novembre 1859: la Legge sull'Amministrazione centrale e la Contabilità generale dello Stato, e la Legge su/l'ordinamento dell'Amministrazione centrale 16 • Ambedue non prevedono in linea di principio norme o deroghe anche parziali per le speciali esigenze del Ministero della guerra, e pertanto non fanno che ribadire la sostanza di analoghe norme, in tal senso impartite anche in precedenza dal 1850 al 1853 (vds. capitolo VII). Secondo la prima di tali leggi, a conferma della legge del 23 marzo 1853 compete al Ministero delle finanze la formazione del bilancio attivo e passivo dello Stato, mentre ad ogni Ministero compete la ripartizione degli stanziamenti in categorie di bilancio. Tale ripartizione viene approvata con decreto ministeriale, previa comunicazione alla Corte dei Conti per le sue osservazioni. Si ribadiscono le norme sulla presentazione al Ministero delle finanze da parte degli altri Ministeri degli inventari annuali; le alienazioni dei beni immobili dello Stato debbono essere autorizzate con legge speciale, quelle di beni mobili che non possono può servire debbono essere alienate con il consenso del Ministero delle finanze, e i loro proventi versati nelle casse dello Stato. È vietato lo storno dei fondi da categoria a categoria di un bilancio approvato. Lo storno da un articolo a un altro della stessa categoria può però essere autorizzato solo per decreto ministeriale, comunicato alla Corte dei Conti. Se si manifesta la necessità di superare la somma assegnata su una categoria di bilancio, oppure di effettuare una spesa nuova non prevista in alcun capitolo, si deve provvedere con legge speciale, la quale deve determinare anche i mezzi per farvi fronte. In caso di necessità e urgenza e negli intervalli delle sessioni del Parlamento, le assegnazioni di fondi possono essere autorizzate con decreto reale, preceduto da una delibera del Consiglio dei Ministri , firmato dal Ministro interessato e controfirmato dal Ministro delle finanze. I lavori e le forniture di materiali per conto dello Stato non possono aver luogo se non per contratti, preceduti da pubblici incanti. I servizi ad economia vanno disciplinati da regolamenti speciali, approvati per decreto reale, previo parere del Consiglio di Stato. Per ser vizi non previsti dai predetti regolamenti, e la cui spesa sia superiore a 4.000 lire, occorre il preventivo parere del Consiglio di Stato, al quale debbono essere altresì sottoposti i conti a spesa compiuta, prima di ordinare il pagamento.
16
ivi, pp. 41 - 54.
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LA LOGISTICA UliLL'ESt;RCITO -
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In determinati casi possono essere stipulati contratti senza ricorso al pubblico incanto; ciò è consentito per esempio in caso di vendita di beni mobili o di affitto di immobili per cifre modeste, e, per quanto di interesse dell'Amministrazione militare, per acquisto di grano, tabacco e rimonte di cavalli all'estero, per opere, macchine e oggetti speciali la cui fabbricazione non può essere affidata che a singoli, per riparazioni al corredo militare, per materie prime e derrate che si acquistano direttamente sul luogo di produzione e dal produttore e infine per le somministranze, i trasporti e i lavori che non hanno formato l'oggetto di offerta negli incanti o al riguardo dei quali non sono stati proposti che prezzi inaccettabili [ . .. J, per le somministranze, i trasporti e i lavori che, in caso di evidente urgenza prodotta da impreviste circostanze, non possono ammettere i termini degli incanti, e per le provviste relative ai provvigionamenti <lei forti , le quali hanno per oggetto la sicurezza dello Stato.
I contabili che hanno maneggio di denaro dello Stato o materia li dello Slalo in consegna pur essendo alle dipendenze dei rispettivi Ministeri cadono sotto la vigilanza del Ministero delle finanze, e sono soggetti alla vigilanza e alla giurisdizione della Corte dei Conti; la legge determina, inoltre, quali contabili debbono prestare cauzione. I funzionari dello Stato, e in paticolare quelli incaricati dalle verifiche contabili, rimangono responsabili delle somme perdute dello Stato per loro colpa. La Corte dei Conti può tuttavia attenuare a seconda delle circostan ze gli effetti di tali responsabilità, fissando la somma che dovrà rimanere a carico dei predetti fun zionari. l tesorieri e tutti gli altri contabili in denaro e in materiale rendono il conto delle loro gestioni alla Corte dei Conti, con le modalità indicate in appositi regolamenti. La legge sull'ordinamento dell'Amministrazione centrale, a sua volta, non fa che rihadire e rendere valide anche per le am ministrazioni degli Stati annessi le norme già stabilite in precedenza nel I 853 per il solo Piemonte, con il regolamento di esecuzione della legge 23 marzo: i Ministri provvedono alle loro incombenze per mezzo di uffici, riunendo in direzioni generali gli uffici attinenti a uno stesso ramo. Di conseguenza sono soppresse le cariche cd aboliti gli uffici che nei paesi annessi alle antiche province dello Stato riempiscono incombenze di amministrazione centrale, <li controllo o di revisione dei conti dello Stato.
L'ordinamento dei Ministeri e d egli uffici deve essere uniforme quanto a titoli, gradi e stipendi del personale, che sono determinati per decreto reale, e non possono essere mutati se non allo stesso modo . Ai principali rami amministrativi nelle province annesse si provvede per mezzo di direzioni e altri uffici speciali e/ o con delegati della Corte dei Conti.
Xlii - CARATIERI E RIFLESSI DELLE CAMPAGNE DAI. 1859 AL 1861
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Anche l'ordinamento delle tesorerie e i loro servizi devono essere uniformi; ogni tesoreria altrimenti ordinata deve cessare dalle sue funzioni. Gli impiegati che per effetto del nuovo ordinamento cessano dal loro ufficio sono collocati in altri rami dell'amministrazione, tenendo conto della rispettiva posizione e del servizio prestato. A coloro che vengono collocati in aspettativa è concesso un trattamento economico corrispondente ai 2/ 3 di stipendio. È alla luce di questi criteri generali che, nel 1860, si procede a due riforme destinate a protrarre nel tempo i loro effetti: con R.D. del 18 marzo 186017 il Ministero della marina viene distaccato da quello della guerra e unito alla Presidenza del Consiglio (provvedimento evidentemente dovuto alla crescente complessità assunta dall'amministrazione delle forze di terra) e infine con R. D. del 9 maggio 1860 sono riordinati - e notevolmente ampliati - gli uffici del Ministero della guerra 18 • Con questo nuovo decreto il Ministero assume una fisionomia intermedia rispetto a quello che sono oggi il Ministero della Difesa e lo Stato Maggiore Esercito. Nella nuova articolazione viene mantenuto il segretariato generale, e le direzioni passano da una sola a 3: una direzione generale delle Armi di fanteria e cavalleria, una Direzione generale delle Armi speciali, e una Direzione generale de/l'amministrazione militare. La nuova pianta organica prevista è di un segretario generale, 3 direttori generali, ben 18 capi divisione, 41 capi sezione, 276 segretari e applicati delle varie classi: un netto salto quantitativo e qualitativo dunque, visto che il Ministero della guerra può anche assumere impiegati provvisori. Tra le attribuzioni del segretario generale, oltre agli affari confidenziali o che il Ministro vuol riservare a sè, rientrano, ad esempio, anche le "mosse di truppa ed operazioni militari" e gli Istituti militari e il loro personale. Oltre che della fanteria e della cavalleria, la direzione generale relativa a queste Armi si occupa anche del reclutamento, e dell'ordinamento, del personale e della disciplina dei Carabinieri Reali e del treno d'armata, del personale, del servizio e dell'ordinamento dello Stato Maggiore delle divisioni territoriali e delle piazze, e a nche delle rimonte e dei depositi di cavalli e stalloni (per i quali, però, i contratti e la contabilità sono di competenza della direzione generale di amministrazione). Alla direzione delle Armi speciali competono l'ordinamento, il personale, il servizio, l'istruzione e la disciplina del Corpo di Stato Maggiore,
17
G.M. 1860, parte l , p. 329.
18
ivi, pp. 479 - 484.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOI.. I
dell'artiglieria e del genio, e l'ordinamento e servizio tecnico e amministrativo dei Comandi, stabilimenti e direzioni d'artiglieria e del genio, nelle piazze, negli arsenali di artiglieria e presso le truppe. La direzione generale dell'amministrazione militare riunisce la maggior parte delle attribuzioni logistiche, e precisamente: il Servizio e personale delle Intendenze militari; li Servizio delle sussistenze militari, sia ad impresa che ad economia; il Servizio del vestiario e casermaggio; il Servizio degli ospedali militari; . il Servizio delle rimonte e dei depositi stalloni (solo per quanto riflette contabilità e contratti); il Servizio dei trasporti militari; le retribuzioni ai Comuni per alloggi e trasporti a favore delle truppe; la contrattazione diretta di tutte le provviste che occorrono ali' Amministrazione militare; la direzione e controllo centrale della contabilità in denaro e materiali di tutti i corpi di truppa, ad eccezione degli stabilimenti di artiglieria e del genio; il Servizio del treno d'armata e del corpo di amministrazione; l'ordinamento e la disciplina del personale deH' Intendenza, delle sussistenze militari, addetto al vestiario e casermaggio, e di sanità; la formazione e la gestione del bilancio generale di tutti i rami dell' Amministrazione militare. Per svolgere questi complessi compiti, la direzione si articola su: ufficio di gabinetto del direttore generale; divisione delle sussistenza; divisione del vestiario; divisione del casermaggio e trasporti; divisione degli ospedali militari; divisione della contabilità dei corpi e stabilimenti; divisione contabilità centrale; divisione contratti. Anche da uno sguardo superficiale ad una si ffatla ripartizione di competenze e responsabilità emerge la con fusione tra comando (prerogativa dei militari) e amministrazione (prerogativa dell'organo politico) 19 oltre che il frazio-
19
Secondo F. CIBO-OTTONE (Della amministrazione, TORINO, CASSONE, 1863, voi. l , p. 11) il comando (l'anima) comprende "reclulamenlo, organizzazione, movimenti di truppa, istruzione, disciplina, polizia mm Lare, formazione di corpi d'armata, tribunali militari, giustizia militare, istituli, scuole militari, ricompense, piani di campagna e di difesa" mentre l'amministrazione (il corpo) equivale grosso modo a q uella che è oggi la logistica: "servizi di sussilenze, vesliario, casermaggio, ospedali, rimonte, trasporti, contrattazione, appalti, approvvigionamenti, costruzioni, governo economico di tutti g li stabilimenli mili Lari - la contabilità di ogni genere , la direzione suprema di tutti i servi zi. TI controllo di lullo ciò che si arruola si riceve esi rende, in altri termini il controllo generale degli uomini e delle materie". Schematismo oggi non a ccettabile, sia pcrchè trascura la logistica di distribuzione per l'esercito di campagna, (che non può non essere di interesse degli Stati Maggiori e ne è anzi branca essenziale), sia perchè non fa cenno degli aspetti logistici dell'artiglieria e del genio.
XIII - CARATIERI E RIFLESSI DELLE CAMPAUNE l)Al. 1859 A L 1861
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namento delle attribuzioni logistiche tra le varie direzioni, con particolare riguardo alla branca logistica dell'artiglieria e del genio, la cui responsabilità ricade integralmente sotto la direzione generale delle Armi speciali. Persino le competenze relative allo Stato Maggiore sono divise, differenziando gli Stati Maggiori territoriali (piazze e divisioni territoriali) da quelli operativi, che non si sa a quale titolo sono di competenza della direzione generale delle Armi speciali. Si tratta, in definitiva, del riflesso più appariscente - messo in luce di recente dal Meriggi20 - di una contraddizione difficilmente sanabile tra due esigenze contrastanti, e di per sè entrambe legittime: da una parte l'omogeneità dei principi che regolano il funzionamento amministrativo dell'esercito rispetto a quelli - tipici dei governi costituzionali-dell' Amministrazione generale dello Stato, e dall'altra la specificità militare, causata dalla presenza di un nemico da combattere e dalla preminenza della funzione di sicurezza, che impongono requisiti e caratteri speciali anche per l'Amministrazione militare. Spingendo al limite estremo quest'ultima concezione, il Ministero della guerra tende a divenire piuttosto uno strumento o appendice dell'esercito; secondo l'altra invece, il Ministero militare è solo un'articolazione - una delle tante - dell'Amministrazione centrale, dell'esecutivo, e in ultima analisi del Parlamento. La ricerca di un equilibrio era resa difficile, e la confusione aumentata, dal fatto che, come osserva il Meriggi diversamente dai casi tedesco, austro-ungarico ed inglese, nel dirillo pubblico italiano mancò fin verso la fin e dell'età liberale, un organo speciale (capo di Stato Maggiore) che consentisse l'esercizio = lusivo - disgiunto dall'amministrazione - della prerogativa regia in ambito militare. Quest'ultima veniva di fatto esercitata sotto la responsabilità congiuta del Ministero della guerra e di quello della Marina[ ...] La figura del Ministro della guerra veniva così da un lato sdoppiata giuridicamente e dall'altro "raddoppiata" funzi onalmente, trovandosi egli ad essere - in linea teorica - titolare di un potere (il comando) delegatogli dal sovrano al di fuori e al di sopra della dialettica parlamento - ministero (in virtù del ben noto articolo 5 dello Statuto albertino), e contemporaneamente di un potere O'amministrazione) derivantegli invece dalla strnttura costitu7jonale e parla mentare dello Stato.
Lo Stato Maggiore, in effetti, esisteva, ma rimaneva come sempre confinato a mansioni meramente esecutive; come già Carlo Alberto, anche Vittorio Emanuele II tendeva ad esercitare personalmente i I comando dell'esercito
20 M . ME RIGG I, [Amministrazione civile e Comando militare (L'Amministrazione nella storia moderna-estratto da ISAP - Archivio, Nuova serie 3), MILANO, GlUFFRÈ 198511362 - 1372.
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LA LOUJSTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
in guerra. In tal modo, l'attività organizzativa rimaneva concentrata nel Ministero, e la confusione di poteri e responsabilità che inevitabilmente si veniva a determinare tra quartier generale e Ministero (al quale - va ricordato - in materia amministrativa facevano capo direttamente i corpi) si rifletteva in basso nella persistente e secolare dialettica tra Intendenza, Stato Maggiore e corpi, e, nell'ambito di questi ultimi, tra consiglio di amministrazione e colonnello, e tra battaglioni attivi e deposito. Questo, senza contare i poteri e le facoltà (che potevano facilmente trasformarsi in ingerenz€) dei consigli superiori dell'artiglieria, del genio e della sanità. È con questa struttura che il Ministero della guerra affronta le grandi trasformazioni e le nuove responsabilità del 1860 e 1861 , per le quali l'unico adeguamento degli organi centrali è la costituzione l' 11 novembre 186021 , in Napoli, di una direzione generale per gli affari di guerra del territorio napoletano, organo evidentemente temporaneo e destinato a fungere praticamente da " ufficio stralcio" del Ministero della guerra borbonico, visto che viene destinato a reggere la direzione generale il maggior generale Cugia, comandante della brigata Como, che conserva anche tale incarico. Dal punto di vista finanziario, la nuova struttura del Ministero decisa nella primavera del 1860 non esercita alcuna apprezza bile influenza sulle vicende di quel cruciale anno, che pongono esigenze finanziarie di dimensioni senza precedenti, alle quali si fa fronte con R.D. del 30 dicembre 1859. Per il bilancio della guerra è previsto uno stanziamento di 74.000.000, dei quali 18 di spese straordinarie; l' esame della ripartizione in categorie di spesa dà un'idea precisa dello sforzo di trasformazione sostenuto, per quell'anno, dall'armata sarda.
Evoluzione degli organi dei Servizi: Stato Maggiore, Intendenza, battaglione di amministrazione, depositi, corpi. Nel 1859 e nel 1860 le trasformazionj organiche assumono un ritmo frenetico, anche e soprattutto dopo la conclusione dell'amministrazione di Villafranca, sì che da questo punto di vista non si verifica alcuna soluzione di continuità tra la guerra contro l'Austria e la campagna nello Stato Pontificio e nell'Italia Meridionale. Tuttavia tali trasformazioni hanno per lo più carattere quant itativo, non intaccano i principi che reggono la struttu-
21
G .M . .1860, parte I, p. 1197.
Xlii -CARA"ITERI E RIFLES::il UELLE CAMPAGNE UAL 1859 AL 1861
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ra organica di base ma ne adeguano talune parti alla nuova situazione, e apportano qualche perfezionamento al quadro d'insieme. Le varianti di maggior rilievo avvengono nel 1860, dopo l'annessione della Lombardia e dei ducati dell'Emilia e della Toscana con i relativi eserciti, e nel 1861, dopo la conquista dello Stato pontificio e dell'Italia Meridionale. Nel marzo del 1860, in particolare, si decide la costituzione di 5 Grandi Comandi Militari (Alessandria, Brescia, Parma, Bologna e Torino) con alle loro dipendenze le truppe e i Comandi militari locali, nella rispettiva zona di giurisdizione. L'esercito raddoppia fino a comprendere 13 divisioni attive, 2 brigate autonome, 1 divisione di cavalleria di riserva. Le divisioni sono al comando di uno Stato Maggiore Generale; continuano a non essere costituiti i Comandi di corpo d'armata (dei quali però fanno le veci, in certo senso, i Grandi Comandi militari). Nel gennaio 1861, l'esercito è riordinato su 6 corpi d'armata con 17 divisioni, una divisione cavalleria di riserva e una riserva generale d'artiglieria. Queste varianti costringono l'intera organizzazione logistica a un improbo sforzo di adattamento alle nuove esigenze, che inevitabilmente comporta la creazione ex-novo di un gran numero di organi a tutti i livelli. In tal modo, i pur considerevoli vantaggi iniziali della relativa stabilità organica e normativa sono annullati da esigenze straordinarie di ampliamento, i cui effetti traumatici risultano peraltro considerevolmente ridotti, a fronte dei caratteri di campagne che - come quelle del I 860-1861 - nel complesso risultano assai meno impegnative di quella contro l'Austria. Quanto al corpo di Stato Maggiore, rimangono immutati la sua fisionomia e i suoi compiti fino al 24 gennaio 1861. L'unica modifica prima di tale data è l'ampliamento della pianta organica di cui al R.D. dell'll marzo 186022, che fissa un totale di 79 per gli ufficiali del corpo, al quale però aggiunge 19 tenenti (detti appunto, aggiunti) tratti dai reggimenti, che hanno diritto al trattamento economico dei subalterni di cavalleria (più favorevole di quelli degli appartenenti ad altre Armi). Oltre alla ritardata nomina del Capo di Stato Maggiore generale va messo in rilievo il precario funzionamento iniziale dello Stato Maggiore, la cui dislocazione e ripartizione appare del tutto irrazionale, e rinette la difettosa ripartizione delle competenze alle quali si è fatto cenno: il comandante del corpo di Stato Maggiore, generale Luigi Fecia di Cossato, ed il direttore superiore dell ' ufficio militare dello stato maggiore non entrarono a far parte del comando supremo e furono lasciati a Torino, mentre il mini-
22
ivi, pp. 233 - 234.
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LA LOGIST ICA DEl.1.'ESERCITO - VOT .. I
stro della guerra, luogotenente generale La Marmora, che avrebbe dovuto restare a Torino, seguì il Re e il comando supremo con poca soddisfazione del!' uno, che ebbe a lagnarsi del!' inopportuna presenza con il Cavour, e del! 'altro che si sentì esautorato" .
Quando già la campagna è iniziata il direttore capo degli uffici colonnello Righini divide gli uffici dal quartier generale principale in tre sezioni: informazioni, topografia e cancelleria24 , senza che in tal modo venga data alcuna rilevanza, almeno indiretta, agli affari logistico-amministrativi, che rimangono totalmente concentrati nell'Intendenza e/ o nei Comandi delle Armi di artiglieria e del genio: non esistono però, con questi Enti, organi di collegamento_Con R.D. del 24 gennaio 1871 25 gli ufficiali di Stato Maggiore aumentano considerevolmente di numero (210, tra cui 10 colonnelli, 20 tenenti colonnelli, 28 maggiori). Sono costituiti un Ufficio Superiore del Corpo di Stato Maggiore e un Comitato Consultivo di Stato Maggiore, ma la caratterezzazione del corpo non muta: l'Ufficio Superiore del Corpo deve provvedere' ' pei lavori geodetici, topografici, militari e per la contabilità" , senza alcuna precisa incombenza di carattere operativo e logistico. Assai più intenso, rispetto al Corpo di Stato Maggiore, il travaglio organico, e in parte anche normativo, del corpo d' Intendenza militare, che fin dal1'inizio deve fronteggiare esigenze straordinarie di vario ordine, provocate anche da carenza di dotazioni. Con circolare ai commissari e sottocommissari di guerra in data 26 aprile 185~6, cioè all'inizio della campagna, l' Intendente generale Della Rovere ribadisce le principali incombenze del personale dell'Intendenza, richiama l'attenzione sui provvedimenti da adottare per talune branche, preannuncia la diramazione dei nuovi regolamenti sulle sussistenze militari e sulla sanità in corso di stampa, e intanto allega la tabella delle razioni viveri e foraggi e dei materiali e cavalli da assegnare alle divisioni di fanteria e cavalleria, oltre che il contratto di appalto per i viveri. Dopo le ormai consuete raccomandazioni sulla necessità di dimostrare lo zelo e l'energia richiesti dalle circostanze, il Della Rovere sottolinea l'importanza e delicatezza del Servizio sussistenza e richiama l'attenzione sulla necessità di ricorrere in contingenze straordinarie alle requisizioni, anche per rimediare alla carenza di mezzi di trasporto.
23
G. STEFANI , Op. cii., voi. I , pp. 117 - 118.
24
C DO CORPO SM, Op. cii. voi. T dommenli, pp. 141 - 143.
25
G.M. 1861, parte Il, Suppi. n . 4, pp. 7 - 17.
26
G.M. 1859, parte I, pp. 399 • 403 .
X lll -CARA"nliRI li RIFLt::SSl UliLLli CAMPAGNE DAL 1859 AL 1861
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Con R.D. del 30 aprile 185927 (ma perchè non è stato fatto prima?) la pianta organica del corpo aumenta a 178 unità: oltre a 5 Intendenti militari, i commissari diventano 18 e i sotto-commissari 80. È prevista la presenza di funzionari dell'Intendenza anche a livello brigata; tuttavia, quando la divisione attiva è riunita detti funzionari devono prestare la loro opera presso le divisioni. Il Ministero ha anche facoltà di riammettere in servizio (extraorganico) i funzionari e impiegati riformati, a riposo e in aspettativa. Ulteriori aumenti sono previsti con R. D. del 30 giugno 185928, con il quale il personale passa a un totale di 250, gli Intendenti diventano 8, i commissari sono raddoppiati e i sotto-commissari diventano 106. Ciononostante, l'ampliamento organico dell'esercito rende necessari nel 1860 altri provvedimenti, che facilitano il celere reclutamento di nuovo personale e ne allargano le maglie. In seguito aJla già accennata costituzione di 5 Grandi Comandi militari e 13 divisioni attive, con R.D. del 1° aprile 186029 si dettano norme per estendere l'organizzazione dell' l ntendenza a 5 nuovi dipartimenti militari territoriali corrispondenti ai 5 Grandi Comandi (Alessandria, llrescia, Parma, llologna, Torino) e alle nuove divisioni territori ali
(Firenze, Genova, Milano, Cagliari) utilizzando finchè possibile il personale sia nelle circoscrizioni territoriali che nei corpi d'armata attivi, e affidando in parte ai Comandi locali le incombenze degli ufficiali d'Intendenza. Ulteriori norme per le competenze, le relazioni di servizio e la ripartizione del personale dell'Intendenza sono diramate con circolare n. 26 in data 5 maggio 1860 e30 circolare n. 32 in data 26 maggio 186031 • Con la circolare del 5 maggio, probabilmente in relazione al loro numero ormai troppo elevato (fino a 18 per dipartimento) si tende ad attenuare la dipendenza diretta dal Ministero degli uffici di sotto-Intendenza militare locale (e, indirettamente, anche dei corpi): Gli ufficiali d' Intendenza militare di Dipartimento militare o di Divisione militare lerriloriale saranno quindi innanzi considerali quali centri d'ogni ramo di amministrazione militare nella periferia del rispettivo Dipartimento o Divisione mili lare, dai quali debbono dipendere Lulli gli uffici di Sollo-intendenza militare com unquc retti da funzionari del corpo d 'Intendenza e dai Comandi mili lari. Gli ordini, le direzioni, e le norme agli uffici di Sollo-intendenza miJ.\tare per l'andamento dei diversi rami di servizio saranno per conseguenza loro date per mezzo dell ' u fficio di Intendenza militare da cui dipendono.
27
ivi. pp. 37 1 - 372.
28
G.M . 1860, parte I, pp. 187 - 192.
29
ivi, pp. 335 - 337. ivi, pp. 461 - 467. ivi, JJJJ, 621 - 623.
30 31
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LA LOGISTICA l>ELl.'fSERCITO - VOL. I
In casi urgenti gli uffici di sotto-Intendenza possono corrispondere direttamente col Ministero, al quale per il momento devono continuare a trasmettere anche gli avvisi dei pagamenti di acconti concessi ai corpi nei casi straordinari non ammettenti delazione, e i verbali delle verifiche di cassa ai corpi, che detti uffici sono tenuti a compiere. Gli uffici d'Intendenza militare di dipartimento o di divisione sono autorizzati a decidere direttamente su eventuali contestazioni amministrative, ed a impartire istruzioni agli uffici dipendenti. Essi trasmettono al Ministero, dopo avervi apposto il parere, le pratiche che ricevono dai livelli inferiori, e devono stendere una nota dei documenti che gli uffici di sotto-Intendenza sono tenuti a trasmettere loro in determinate epoche. Rimangono confermate le disposizioni sulle ispezioni semestrali che i capi ufficio di dipartimento devono compiere ai Presìdi dipendenti. In tale occasione, i predetti capi ufficio devono esaminare attentamente, per poi riferire al Ministero: il funzionamento di ogni ufficio, la tenuta e l'ordine del carteggio, dei registri e dell'archivio, con particolare riguardo al rispetto dei tempi nella consegna degli stati di variazione dei corpi, e all'aggiornamento e alla buona tenuta dei ruoli annuali delle truppe di presidio; l'andamento dei vari Servizi, con particolare riguardo alle sussistenze (qualità di generi, tenuta della contabilità); effetti di caserma, loro stato d'uso, e rispetto delle modalità per la distribuzione; corrispondenza degli effetti di casermaggio alle dotazioni stabilite, corrispondenza quantitativa e qualitativa della legna e dei foraggi; capacità e zelo del personale, onde essere in grado di compilare i rispettivi specchi caratteristici. Anche gli uffici di Intendenza e sotto-Intendenza militare presso le divisioni attive dell'esercito osservano le stesse norme stabilite per il funzionamento degli uffici territoriali, oltre quelle che sono stabilite dall'Intendente generale. Gli uffici d' Intendenza militare presso le divisioni attive dipendono direttamente dall'ufficio d'Intendenza militare del rispettivo dipartimento. Questo provvedimento evidentemente crea confusione, perchè esautora l'Intendente generale d'armata dalla direzione dei Servizi delle divisioni attive: probabilmente, esso è dovuto ai caratteri della guerra da condurre dopo l'armistizio di Villafranca, che non è più di coalizione e con la massa dell'esercito riunita, ma assume i caratteri di una guerra territoriale con forze ormai molto sparse su lullo il territorio nazionale, tanto che l' In-
Xl ii - CARATTERI E RIFLESSI DELLE CAMPAGNE DAL 1859 AL 1861
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tendenza generale d'armata il 16 febbraio 186032 si trasferisce da Brescia a Torino, e lì rimane. La successiva circolare del 26 maggio in merito alle prescritte ispezioni precisa che la loro frequenza semestrale rappresenta un minimo al quale attenersi in tempi normali, ma che nelle circostanze del momento queste ispezioni devono essere più frequenti . La circolare suddivide poi il personale dell' Intendenza in territoriale e mobilizzalo (quest'ultimo, presso i corpi e le divisioni attive). Riguardo alle dipendenze e al collegamento tra le due organizzazioni, si cerca di prevenire possibili conflitti di competenza: i capi dei servizi amministrativi in un diparùmento od in una divisione militare territoriale dovranno poi avvertire che essi non debbono provvedere soltanto ai servizi delle truppe del Gran Comando o della Divisione di cui essi fanno parte, ma altrcsì ai servizi di tutte le truppe che si trovino stanziate nel Dipartimento o nella divisione rispettiva, ed estendere perciò la loro a utorità sovra i relativi uffici d'Intendenza e Sollo-intendenza militare, senza riguardo alle Divisione attive a cui appa rtengono le stes~e lruppe, salvo il caso di un ordine speciale in contrario.
Ne consegue che il personale d'Intendenza addeuo alle truppe mobilizzate nel caso che queste si spostino fuori dal rispettivo dipartimento o divisione deve entrare aJie dipendenze del capo ufficio d ' intendenza del nuovo dipatimento o divisione territoriale nella cui giurisdizione si trova, e partecipare altresì, se necessario, ai servizi territoriali. Anche i corpi devono il più possibile fare capo a questa nuova organizzazione logistica territoriale, che si cerca di esaltare in tutti i modi, facendone un anello intermedio con il Ministero: i Comandanti dei corpi, tuttavolta che trattisi di affari che si riferiscano a servizi inerenti alle località in cui si trovan o, oppure loro insorgano dubbie?J..e intorno alle competenze della truppe, dovranno rivolgersi, per quanto loro occorra, al rispellivo ufficio, e quindi a quello della Divisione attiva, e finalmente all' Intendenza militare del Dipartimento e della Divisione milita re, dirigendosi solo al Ministero nel caso in cui non sono paghi delle disposizioni o spiegazioni date dai detù uffici.
Fra le incombenze degli organi d'Intendenza territoriali, la circolare sottolinea particolarmente l'importanza del servizio presso i depositi dei vari corpi, presso i quali
32
ivi, p . 142.
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Li\ LOG ISTICI\ DELL' ESERCITO -
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l'opera dei funzio nari del corpo d'Intendenza vuol essere tanto più vigile, attiva ed efficace, quanto più considerevoli sono nelle presenti cir costan ze i lavori d'ogni maniera, sia riguardo alla contabilità, che a lle provviste e alle confezioni[ ... ] A tale scopo, e nella mira di utilizzare nel miglior modo il personale disponibile, fu concentrato in alcuni uffici il servizio anche dei Depositi che trovansi in luogo diverso e tutta volta che le meno facili comunicazioni od a ltre considerazioni il consigliarono, furono stabiliti uffici sul sito.
Come ormai da oltre vent'anni, il deposito rimane il fulcro della vita amministrativa del corpo, e presso il deposito, più che presso i battaglioni attivi, gravita la presenza - e si svolgono i controlli - dei funzionari d' Intendenza. Un ultimo importante aspetto affrontato della circolare è il rapporto degli " Intendenti militari o fu nzionari capi presso i Gran Comandi" con i rispettivi generali. In merito si confermano le precedenti disposizioni, e si stabilisce che essi devono aderire pienamente alle richieste ed ordini formali, con obbligo però di riferire in1mediatamente all'Intendente generale d'armata, o al Ministero, secondo il caso, tuttavolta che gli ordini o richieste non sono conseguenze di regolamenti, disposizioni cd autoriz7.azioni specia li date da questo stesso Ministero ai gener ali comandanti dei Dipartimenti militari.
L'ultima variante all 'organizzazione territoriale della Intendenza avviene nel 1861, dopo l' intervento piemontese nell'Italia Centrale e l'annessione del Regno delle due Sicilie. Il 20 gennaio 1861 è istituito un ufficio d' Intendenza militare negli Abruzzi, "con sede in quella località che nell'interesse del servizio sarà ravvisata conveniente" 33 • Successivamente, per aderire ali 'organi zzazione territoria le di cui a l citato R .D . del 4 aprile I 861, con R.D. del 14 aprile34 si istituiscono uffici d ' Intendenza militare nelle sedi di ciascun capoluogo di divisione militare (Napoli, C hieti, Bari, Salerno, Cata nzaro), c un ufficio d' fntendenza rnilitare per la Sicilia, a Palermo; al Ministro si lascia facoltà di istituire uffici di sotto-Intendenza militare dove lo richiedono le esigenze di servizio. Poichè con tale decreto si provvede a tutte le esigenze dell'Amministrazione militare in quelle province, con R .D . del 21 aprile35 l'Intendenza generale dell'esercito ed il commissariato di guerra a suo tempo istituito per il Regno delle due Sicilie sono sciolti.
33 34
G.M. 1861 , parte I, p. 37. ivi, p. 235.
35
ivi. p. 531.
Xlll - CARATTERI E RIFLESSI DE I. LE CAMPAGNE DAI 1859 AL 1861
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Braccio esecutivo principale dell'Intendenza è il battaglione di amministrazione, che inizia la guerra contro l' Austria con l'organico stabilito nel 1856 (vds capitolo Xli). Alla fine della guerra con R .D . del 5 luglio 1859 l'organico risulta aumentato36 , sia pure mantenendo l'articolazione in Stato Maggiore, compagnia infermieri, compagnia sussistenza, compagnia deposito. La forza totale raggiunge il ragguardevole numero di 69 ufficiali e 2358 sottufficiali e soldati. La compagnia infermieri, articolata su 3 sezioni, è la più numerosa (53 ufficiali e 850 sottufficiali e soldati). La compagnia sussistenza, pur avendo solo 4 ufficiali, raggiunge i 630 sollufficiali e soldati. Nulla di variato circa i compiti: la compagnia infermieri fornisce personale agli ospedali e ambulanze, la compagnia sussistenza distribuisce il personale "presso le sussistenze e magazzini vestiario ed altri servizi", il deposito fornisce soprattutto gli attendenti, ripartendo i suoi uomini tra gli ospedali e magazzini; una ridotta aliquota di personale delle tre compagnie (357 uomini in tutto) rimane presso la sede del Comando del battaglione in Torino. Probabilmente questo nuovo assetto del 5 luglio è la sanzione ufficiale di un'articolazione man mano assunta, con forza crescente, in precedenza. Con R.D. del 29 febbraio 186037, che evidentemente tiene conto sia degli ampliamenti generali in corso nell'esercito sia dell'esigenza di una maggiore flessibilità organica, viene aumentata ancora la forza; le compagnie diventano 12, ed a buon diritto il battaglione muta il suo nome in quello di corpo d'amministrazione. Va ancora chiarito che tale denominazione appare dovuta alla fisionomia di un vero e proprio reggimento misto sotto tutti gli aspetti, assunta con la nuova struttura: nulla , dunque, il corpo di amministrazione di allora ha a che vedere con l'attuale corpo degli ufficiali di amministrazione, che assicura solo gli organi direttivi per il Servizio di amministrazione propriamente detto, mentre nel 1860 si tratta di un vero e proprio raggruppamento misto Servizi, che fornisce organi esecutivi alle principali branche logistiche. La forza è di 77 ufficiali e 3060 sottufficiali e soldati, con Stato Maggiore, 7 compagnie infermieri (ciascuna con 7 ufficiali e 257 sottufficiali e soldati), 4 compagnie sussistenza e servizi speciali (3 ufficiali e 243 sottufficiali e soldati ciascuna), compagnia attendenti ed ordinanze38 • Nulla di mutato nell'impiego e nella struttura amministrativa del copo, che continua ad essere autonoma.
36 37
G. M. 1859, parte I, pp. 566 - 570. G.M. 1860, parte I, pp. 184 - 185.
38
ivi, p. 596 e pp. 961 - 962.
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I.A LOGISTICA DELL'ESERCITO -
VOL. I
Un ulteriore ampliamento organico è definito con R.D. del 6 settembre 186019, con il quale le compagnie infermieri aumentano da 7 a 10, le compagnie sussistenza da 4 a 6, e la forza totale raggiunge i 104 ufficiali e 4159 sottufficiali e soldati; il Ministro è inoltre autorizzato ad ulteriori aumenti, se le circostanze del servizio lo richiederanno. Un altro istituto di base per l' organizzazione logistico-amministrativa è rappresentato dai depositi dei corpi, la cui composizione, struttura, dislocazione sono soggette a innumervole varianti, in relazione allo sviluppo degli eventi e delle relative esigenze: i compiti fondamentali rimangono comunque pressochè invariati rispetto a quelli del 1848-1849. Con circolare n . 13 in data 9 marzo 1859"0 , in previsione della guerra, i depositi dei reggimenti di fanteria sono ordinati su uno Stato Maggiore e due compagnie. La sede dei due depositi di ciascuna brigata di fanteria è nella stessa località, in Piemonte. Presso ciascun deposito devono rimanere il consiglio di amministrazione del corpo, i magazzini e la cassa. Lo Stato Maggiore del deposito stesso comprende 1 maggiore comandante, I subalterno aiutante maggiore in 1a, il direttore dei conti e l'ufficiale di massa del corpo, 2 ufficiali subalterni per i conti, 1 medico di battaglione. Il personale esecutivo è composto da 1 furiere maggiore, 3 furieri d'amministrazione, 4 sergenti di a mministrazione, 6 graduati , 1 capo sarto, 1 capo calzolaio, I armaiuolo, 1 vivandiere. Struttura e compiti a naloghi assumono i depositi , o le compagnie deposito, istituiti presso le altre Armi e corpi. Con circolare del 1° agosto 1859 e R .D. del 7 ottobre 1859, l'organico dei reggimenti di fanteria, fino ad allora rimasto quello del 1852, è aumentato di un maggiore relatore e di un ufficiale di matricola (subalterno). L ' Introduzione di queste nuove figure amministrative ad incarico esclusivo è dovuta all'aumento della mole di lavoro nel campo matricolare e amministrativo in genere, uno dei tanti riflessi dei frequenti mutamenti e ampliamenti organici anche nella composizione dei depositi e nei reparti da essi amministrati. Un nuovo organico dei reggimenti di fanteria, e delrelativo deposito, è fissato dal R.D. 12 febbraio 1860"1, con il quale il reggimento di fanteria si articola su 4 battaglioni di 4 compagnie attive ciascuno, più un depo-
39
G.M. 1859, parte I, pp. 208 - 209.
40
ivi, pp. 665 - 666.
41
G.M. 1860, parte I, pp. 133 - 137.
X lii - CARATTERI li RIFLhSSI UELLE CAMPAGNE DAI. IR59 Al. IR61
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sito su 2 compagnie, comandato dallo stesso maggiore relatore, con due ufficiali in più rispetto all'organico del 9 marzo 1859. (un subalterno di amministrazione e il già citato subalterno di matricola). Anche il personale di truppa nel Comando del deposito aumenta da 18 a 26. Poco mutata risulta, nel complesso, la fisionomia delgi organi direttivi ed esecutivi nello Stato Maggiore del reggimento e dei battaglioni attivi; questi ultimi continuano a non avere alcuna rilevanza logistica. Le compagnie hanno ciascuna un furiere e 4 sergenti di compagnia, il battaglione (comandato da un maggiore) ha un aiutante maggiore in 2a, un furiere maggiore, un caporalmaggiore e un medico di battaglione (dei 4 medici di battaglione del reggimento, uno si trova presso il deposito). Organi direttivi a livello di reggimento sono l' aiutante maggiore in I a, l' ufficiale di amministrazione, il cappellano, il medico di reggimento. Organi esecutivi: l sergente d'amministrazione, l porta-lettere e commesso al bagaglio, l capo armaiuolo con I armaiuolo, I caporale falegname e 8 falegnami, 1 caporale e 23 soldati conducenti , I capo-musica con 18 musicanti, 2 vivandieri. Con R.D. del 2 maggio 186042 sono costituiti due depositi centrali, con sedi in Como e Novara, per i 14 reggimenti di fanteria provenienti dall'Emilia. Ciascun reggimento deve fornire al rispettivo deposito centrale una compagnia di deposito, e per lo Stato Maggiore il proprio direttore dei conti, più un ufficiale di matricola, due subalterni per i conti delle compagnie attive e personale esecutivo. Con successiva Nota n. 94 del 4 giugno 186043, il Ministro della guerra Fanti lamenta che i comandanti di reggimento provenienti dall' Emilia si rivolgono direttamente al comandante della rispettiva compagnia di deposito per gli ordini ed altre comunicazioni e per ordinarie variazioni di ogni genere , ad insaputa del wmandanle del Deposito centrale rispettivo.
Il Ministro, ritenendo questo sistema contrario ai principi della disciplina militare, fa obbligo ai comandan ti di reggimeto di rivolgersi per le loro esigenze esclusivamente al comandante del deposito, e conferisce a quest'ultimo l'autorità del comandante di corpo su tutto il personale dipendente. In tale veste deve vegliare sul servizio, la disciplina, l'amministrazione e l'istruzione, con particolare riguardo alle incombenze amministrative assegnate a ciascuna compagnia deposito reggimentale.
42
ivi, pp. 445 - 447.
43
ivi, p. :542.
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LA LOGISTICA DELL'l:'.SERC ITO -
VOI.. I
Questo sistema dei depositi centrali dei quali fa parte una sola compagnia di deposito per reggimento, peraltro adottato solo per i reggimenti di fanteria di nuova formazione, dà luogo a diversi inconvenienti , il principale dei quali è l'insufficienza degli alloggiamenti ali' atto della chiamata delle classi di leva per tanti reggimenti, la cui istruzione viene concentrata presso un solo deposito. Di conseguenza, con R .D. del 3 novembre 186044 sono sciolti i due depositi centrali costituiti per i reggimenti" emiliani, e anche il terzo deposito centrale costituito nel frattempo per i raggimenti toscani. Contemporaneamente, per tutti i corpi si dispone la formazione di un proprio deposito autonomo, su uno Stato Maggiore e 2 compagnie, con l'organico di cui al citato R.D. del 12 febbraio 1860; ciascun corpo deve inoltre costituire un proprio consiglio di amministrazione. Per taluni reggimenti si prevede la costituzione di una terza compagnia deposito , che con circolare del 30 aprile 186 145 è estesa a tutti i reggimenti di fanteria. In tal modo si applica il R .D . del 24 gennaio 1861 46 , che fissa la composizione del reggimento fanteria sul piedi di guerra a uno Stato Maggiore, 3 battaglioni attivi su 6 compagnie, un deposito su tre compagnie. Nella nuova tabella organica, lo Stato Maggiore di reggimento rispetto al febbraio 1860 subisce qualche lieve ritocco (I tenente colonnello in più , che funge da sostituto del colonnello; 2 falegnami e 2 conducenti in meno; aggiunta di un caporale furiere d ' amministrazione). Al livello di battaglione è previsto un medico in meno, e si precisano per la prima volta i compiti logistici dei comandanti di battaglione, che invigilano nel battaglione stesso la disciplina, il servizio, la montura, il buon governo degli arredi ed oggetti di ogni specie , e la regola rità dei conti e delle scritlure.
Nelle compagnie sono istituiti, al posto dei caporali contabili fino ad allora esistenti, i caporali furieri. Notevolmente accresciuto l'organico del deposito dei reggimenti fanteria, che comprende, in to tale, 22 ufficiali e 133 sottufficiali e soldati (più le reclute in transito); lo Stato Maggiore del deposito comprende IO ufficiali e 48 sottufficiali e soldati. Tra gli ufficiali,
44
ivi, pp. 1178 - 1181.
45
G.M. 1861, parte I, p. 285.
46
G.M . 1861, parte Il , Supplemento n. 4, pp. 21 - 25.
Xlii - CARATTERI E RIFLESSI DELLE CAMPAGNE UAL 1859 Al. 1861
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il maggiore comandante, l'ufficiale di massa, quello di matricola, l'aiutante maggiore in 2•, il medico di battaglione e ben 4 ufficiali d'amministrazione (uno aiutante del direttore dei conti e gli altri tre addetti ciascuno a un battaglione). Tra i sottufficiali, oltre al furiere maggiore vi sono ben 12 tra furieri e sergenti d'amministrazione, più un sergente di magazzino e 6 caporali furieri d'amministrazione. Il predetto R.D. del 24 gennaio 1861 contiene anche allegato uno specchio (DOCUMENTO 19) con le "competenze di ciascun reggimento di fanteria sul piede di guerra in armi, oggetti di bufalo e corame e arredi diversi" , il che consente di avere la visione del peso logistico, invero consistente in rapporto ai tempi, di un reggimento di fanteria . Dopo le diverse esperienze di guerra, il 1861 vede dunque accresciuto il peso e l' importanza del principale organo logistico al livello di corpo, il deposito. In tal modo, nonostante le frequenti lamentele rimane in atto la dicotomia tra momento operativo (i battaglioni attivi col colonnello) e momento logistico (il deposito con il consiglio di amministrazione, in guerra quasi sempre staccato dai battaglioni attivi). Con una menomazione della sua autorità anche allora decisamente inopportuna e che oggi parrebbe inaccettabile, il colonnello - normalmente con i battaglioni attivi distaccati dal deposito - non è che il comandante di un distaccamento rispetto al deposito stesso, retto dal consiglio di amministrazione al quale rende in conti. I difetti di questo sistema, già emersi nel 1848, paiono evidenti: ma si deve ammettere che le possibili alternative erano tutt'altro che praticabili, almeno per il momento e con i mezzi di trasporto - ed i sistemi contabili - del tempo. Dimostrazione delle persistenti, inevitabili difficoltà è una Nota del 1° dicembre 1859"7 del Ministro La Marmora: sebbene, finchè l'amministrazione e contabilità dei corpi è retta sul piede di guerra, i comandanti di corpo non possano prendere ingerenza nelle operazioni amministrative dei Consigli neppure quando la parte attiva del Corpo si trova riunita in uno stesso presidio col rispettivo Deposito, ciò non toglie però che in questo caso il Deposito debba dipendere dal comandante del corpo per tutto quanto ha tratto al servizio, a ll 'istruzione e alla disciplina e generalmente per tutto quanto non si appartiene all'amministrazione del Corpo. E siccome fra le incombenze affidate ai Consigli Amministrativi alcune ve ne sono che riguardano appunto sostanzialmente il servizio e non hanno che lontana attinenza all'amministrazione, ragion vuole che nel caso sovracennato i Consigli non debbano procedere ad insaputa o senza l'assenso del Comandante.
47
G . M . 1859, parlt: I, p. 809.
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LA LOG ISTICA DELL' ESE RC ITO -
VOI.. I
Evidentemente non era facile, specie allora, scindere nettamenle l' amministrazione e contabilità dal "servizio, l' istruzione e la disciplina": e non a caso gli arruolamenti, assoldamenti, riforme, giubilazioni erano decise dal consiglio di amministrazione. Nel caso specifico, il Ministro è costretto perciò a precisare che quando il corpo si trova di stanza nella stessa località del deposilo ( e solo allora!) queste operazioni non possono essere decise senza l' assenso del colonnello, che - sempre e solo in questo caso - assume la presidenza del consiglio di amministrazione.
*
*
*
Nonostante questi limiti, dal 1859 al 1861 l'intelaiatura Intendenza corpo di amministrazione - depositi dei corpi e Armi speciali, dopo tutto ormai ben collaudata, regge nel complesso positivamente le prove. Come mette in rilievo la storia ufficiale della guerra del 1859, diverse difficoltà si verificano però all' inizio: Il compito dell'intendenza militare sarda fu a rduo specialmente in due occasioni : al principio della guerra e quando l' esercito si trasferì sul Chiese. Nel primo mese della guerra, oltre a dover lotta re contro le difficoltà dipendenti dall'incompleto ordinamento dei servizi e dalla poca conoscenza che il personale a veva delle proprie allribuzioni , l'intendenza sarda fucostretta a venire in a iuto di quella francese, qua~i del tullo sprovvista di viveri e di carreggio, perchè l'armata francese era scesa in Italia facendo assegnamento di vivere in massima parte con le risorse locali . L'aiutò nella creazione della base principale a Genova e della secondaria a Susa , nella formazione di tre magazzini di deposito a Serravalle, a Novi e ad Alessandria e, alla fine di maggio, le cedette le vettovaglie riunite a Torino per l'impianto di un grande centro di rifornimento a Vercelli. Quando l'esercito da Milano si avviò verso il C hiese, le difficoltà a umentarono, stante l'impossibilità di far viver e le truppe sul paese, già depaupera to da gl 'Tmperia li, e i pochi me1zi di trasporto a disposizione per far giungere il necessario dal Piemonte. L e prime difficoltà si erano veramente fatte sentire appena passata la Sesia, a causa dell'interruzione della ferrovia, dovuta alla distruzione del ponte di Ver celli. A ciò si aggiunga la lacuna esistente nella linea ferroviaria a Milano, essend o tuttora in costruzione l'allacciamento fra le stazioni di Porta Nuova e di Porta Tosa. Allontanandosi da Mila no, dove si erano costituiti grandi magazzini, le difficoltà aumentarono, in ispecie attorno a Brescia, dove gl'lmperiali avevano requisito tulle le risorse esistenti. Inoltre, dall' Adda al Chiese l' unico mezzo di trasporto ferroviario si limitò a pochi vagoni e ad una locomotiva lasciali dagli Imperiali a Gorlago.
Xlii - CARATTERI E RIFLESSI UliLLE CAMPAGNE DAL t 8S9 AL 1861
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Nel secondo periodo della campagna sorsero parecchi attriti fra l'intendenza sarda e quella francese. Già il 4 giugno L'intendente sardo (Col. Della Rovere) aveva telegrafalo a Torino al ministero della guerra, lagnandosi che i francesi gli avevano tolto alcuni carri che egli aveva precellalo a Vercelli per il trasporlo del pane. li giorno dopo, preoccupato da notevoli ritardi nell'arrivo di foraggi e di oggetti di vestiario e di accampamento, scrisse al capo di stato-maggiore dell'armata, facendo notare la necessità di regolare il servizio sulle retrovie, che erano occupate quasi esclusivamente dall'intendenza fran cese. Vi erano tre linee ben distinte per i rifornimenti: l O da Torino, per Vercelli e Milano, a Brescia; 2 ° da Genova, per Alessandria e Pavia, a Cremona ; 3° da Genova, per Novi e Stradella, a Piacenza ed oltre. 11 col. Della Rovere propose che le due ultime, più ricche e più vicine al mare, fossero assegnate al servizio della armata francese e che la prima venisse lasciata interamente all'armata sarda. Il generale La Marmara approvò questa idea e si adoperò presso l'Imperatore ed il maresciallo Vaillant affinchè i movimenti delle due armate fossero regolati in conseguenza; ma non riuscì a vincere le difficoltà sollevate dall'Imperatore, preoccupato di tenere le forze raccolte, per non esporre qualche corpo ad essere attaccato isolato. Le due intendenze attraversarono fel icemente il difficile periodo nel quale si trattò di far vivere le due armate incolonnate su una sola strada da Milano a Brescia, con la ferrovia interrotta al ponte di Cassano; ma, giunte sul Chiese, avendo l'Imperatore, per la difficoltà dei trasporti , ordinato a lla propria intendenza di far vivere le truppe completamente con le risorse del paese, l'intendenza sarda si trovò nuovamente di fronte a grandi difficoltà , specialmente per la provvista del pane e dei foraggi. Appena la divisione d' Autemarle del V corpo ebbe occupato Piacenza, i Francesi organizzarono il 22 giugno un servizio di trasporti sul Po per mezzo di barconi, da Port' Albera a Cremona: così adoperando la ferrovia da Genova a Stradella e poi le squadriglie di barconi fino a Cremona, donde un parco carri requisiti portava gli approvvigionamenti all'armata, si ebbe a disposizione un'altra linea di rifornimento. Tuttavia la ferrovia Novara - Milano - Cassano (ad u n solo binario) non potè essere esclusivamente adibita all'armata sarda perchè i Francesi avevano costituito grandi magazzini a Milano, che dovettero pur far capo a quel!' unica linea. Le difficoltà furono superate dall'attività e dell'energia del colonnello Della Rovere, convenientemente coadiuvato dai commissari divisionari, sicchè le truppe non mancarono mai del necessario. li ministero della guerra, retto da l conte di Cavour con l'attiva cooperazione del segretario generale, mg. gen. Valfrè, provvide all'intendenza quanto essa non poteva traTTe dalle risorse del teatro di guerra, mediante grandi acquisti di materiali nell'alta e media Italia, in Francia ed in Algeria, ed obbligando con mezzi energici i fornitori ad adempiere ai loro impegni. Le intendenza, create dal governo sardo nei territori via via sgombrati dagli Austriaci, furono pure di valido aiuto all' intendenza militare. Durante il corso della campagna si provvide, con decreto del 30 giugno, ad ampliare i quadri del personale d'inte ndenza. Per tenere poi a numero il
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LA LOGISTICA DELL' ESEKCITO -
VOL. J
battaglione d'amministrazione vi si dovettero ammettere volo ntari, soldati d i 2 • categoria, disertori ed anche prigionieri di guerra. Inoltre, per facilitarne il funzionamento, si divisero le sue compagnie in sezioni . Per quanto riguarda i cacciatori deUe Alpi, il generale Garibaldi era stato autorizzato a rivolgersi aUe a utorità locali per precellare cavalli , carri e viveri, e si valse largamente tli questa facoltà '' .
Riguardo al funzionamento dei vari organi e al coordinamento tra Intendenza e quartier generale nell'ambito della divisione, meritano un cenno le relazioni di coloro che hanno vissuto questi problemi, che peraltro , nel complesso, poco si soffermano sull'importante argomento. Il maggiore Pictet de Rochemont, Capo di Stato Maggiore della 2a divisione49 , definisce " non sempre soddisfacienti" le relazioni tre quartier generale e Intendenza, e ritiene che tutti i Servizi nell'ambito della divisione, compreso quello sanitario, dovrebbero dipendere dall ' Intendenza mil itare della divisione stessa, così come avviene per l'Intendenza generale d'armata, che ha alle dipendenze i Servizi dell' intero esercito; dovrebbe a tal fine essere esplicitamente precisato che l'autorità dell'Intendenza della divisione si estende anche al treno e alla posta. In linea generale, per il Pictet occorre contrastare la tendenza dei vari Servizi a rendersi indipendenti dai commissari di guerra divisionali. È vero che l' ufficiale di sanità, per quanto riguarda il servizio tecnico d'ambulanza, desidera giustamente essere autonomo rispetto al commissario di guerra, di lui meno anziano; ma, in questo caso, si potrebbe stabilire che il capo dell'ambulanza deve obbedienza agli ordini superiori trasmessi tramite il commissario, autorizzando quest' ultimo a firmare d 'ordine, come il Capo di Stato Maggiore. Secondo il commissario di guerra capo della 3" divisione Busi50, il numero di due sottocommissari disponibili presso l' ufficio d'Intendenza della divisione è troppo esiguo, perchè spesso l'ufficio rimane senza personale, dovendo tutti uscire in missione. E poichè il personale dell'Intendenza deve controllare il funzionamento dei magazzini di sussistenza, sarebbe necessar io che questi ultimi fossero dislocati nelle vicinanze dello stesso ufficio d' Intendenza.
48
COMANDO CORPO DI STATO MAGGIORE - UFFIC IO STORICO, La campagna del 1859 (Cit.), Voi. Il Narrazione, pp . 38 1 - 383.
49
ivi, Voi. Il Documenti, pp. 1039 - 1040.
50
ivi, pp. 1046
1047.
Xlii - CARATTERI E RIFLESSI llliLUi CAMPAGNE D AL 1859 A L 1861
621
Infine, anche il rapporto sul funzionamento dei Servizi della 5a divisione del magg .. Piota Caselli51 richiama l'attenzione sulla neessità di definire con maggiore precisione, in apposito regolamento, le posizioni relative dell'Intendente, del treno e del corpo sanitario della divisione . Dalle predette relazioni si trae la conferma della permanenza di talune antiche difficoltà di coordinamento e controllo dovute a: a) tendenza dell'Intendente generale e degli Intendenti in genere a dislocarsi lontano dai quartier generali, privilegiando più le specifiche esigenze tecnico-amministrative, che quelle del coordinamento e collegamento, anch'esse di importanza almeno pari (evidentemente il problema era di trovare un ragionevole compromesso tra opposte esigenze); b) difficoltà di collegamenti efficienti e rapidi (vi erano solo guide e staffette); e) eccessivo accentramento delle responsabilità nelle mani dell'Intendente generale, a scapito degli uffici d'Intendenza periferici; d) mancata definizione di talune responsabilità e dipendenze; e) mancanza di anelli intermedi tra divisioni e corpi. Nel complesso, a parte i riflessi della presenza del corpo di spedizione francese, si deve constatare che la natura delle difficoltà non è poi tanto diversa da quelle tipiche della precedente campagna del 1848- 1849: regolamentazione non aggiornata o non ultimata e dotazioni incomplete all'inizio della guerra, scarsità di mezzi di trasporto, problemi di rifornimento e di qualità del pane, problema di coordinamento dei Servizi tra di loro e con l'attività operativa. Un esame più approfondito dell'organizzazione e del funzionamento dei singoli Servizi varrà a meglio mettere in luce luci ed ombre, che già affiorano dall'impostazione organizzativa generale.
51
ivi, AUS, 57 - 318_
622
LA LOGISTICA D ELL' ESERC ITO -
VOL. I
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~ìore e dal caporale contabile. Dello giornale vieee incomincialo al di io cui è posto in vigore il regolamento per la conlahililì dei C<lrpi in campagna, e ticn luogo dei r~gialr1 vari i dalla Cnmpignia tenuti 1ul piede di pace; rppereiò la Compagnia da esso defiume 1,li elementi n ~cessari por re~olarc le sue operazioni giornaliere, e -vi in5crivt: <1uelli oci;orrenli per ricavarne a suo tempo la coutahilili& trimestrale.
S 2.
Fig. 46 - Stampati per giornali di contabilità e ruolino di compagnia (Campagna del 1859). (G.M. 1859 - Supplemento, pp. 63 e 69).
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CAPITOLO XIV I SERVIZI DI SANITA ' E VETERINARIO DAL 1859 AL 1861
Servizio di Sanità (Fig. 47). Quando il 26 aprile 1859 l'armata sarda entra in campagna è appena stato emanato il nuovo Regolamento per il servizio sanitario dell'Armata di terra in campagna1, che porta la data del 23 aprile 1859, e abroga l'analogo regolamento del 28 novembre 1848 (ved. capitolo III). La ritardata diramazione rappresenta un inconveniente, le cui conseguenze tuttavia non possono essere ritenute particolarmente gravi: il nuovo regolamento, infatti, non muta la struttura fondamentale e i compiti dei vari organi e il suo contenuto è più che altro un aggiornamento, una puntualizzazione e u n completamento in alcuni particolari della precedente normativa, e di quanto già sperimen tato nella guerra di Crimea. G li organi esecutivi rimangono le ambulanze, gli ospedali temporanei, i depositi di convalescenza, sussidiati dagli ospedali permanenti di divisione territoriale, delle fortezze e civili. Scompaiono gli ospedali ~pedali per sifilitici e scabbiosi. l sifilitici sono curati presso gli ospedali normali; per gli scabbiosi si prescrive che siano curati per quanto possibile presso i corpi, seguendo il metodo curativo di Bardy. Per il resto, le funzioni e le modalità per il funzionamento dei vari stabilimenti sanitari rimangono invariate. La suddivisione del personale di tutti i gradi tra gli organi da costituire (DOCUMENTO 20) tiene conto della scompa rsa del livello di corpo d'armata e, nel complesso, prevede per le ambulanze una composizione quantitativa non molto diversa da quella della campagna di C rimea, con tendenza - al livello superiore a quello di reggimento - a una contenuta riduzione più che a un a umento, anche rispetto al 1848: ciò è probabilmente dovuto alle difficoltà di approvvigionamento del materiali e di reclutamento del personale, destinate se mai ad aumentare, più che a ridursi, nel corso della campagna. Anche per il materiale i quantitativi indicati, la suddivisione (DOCUMENTO 20), e gli strumenti, medicinali e arredi vari sono più o meno gli stessi della guerra di Crimea. Le ambulanze si dividono in divisionali (per il quartier generale principale, per divisione di fanteria, per divisione di cavalleria, per divisione di montagna), reggimentali e di battaglione (per fanteria e cavalleria). Il materiale comprende cassoni d'ambulanza (leggeri, ordinari, magazzino, di riserva), coppie di cofani, zaini, coppie saccocce, (per la cavalleria), cacolets a seggiola e a lettiera (introdotti nella guerra di Crimea),
G.M. 1859, parte II, Suppi. n . 3.
626
LA LOUISTI CA UELL'F.SF.RCITO -
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barelle. Sempre rispetto alla Crimea, è prevista in più per le ambulanze divisionali di fanteria una carretta con botte per l'acqua (oppure, per l'ambulanza per divisione di montagna, una coppia di barili). Sono inoltre disponibili, invece di carri per trasporto malati, vere e proprie vetture d'ambulanza (12 per l'ambulanza del quartier generale, 5 per le ambulanze di fanteria), vetture cioè costituite ad hoc (che però non danno prova del tutto positiva, per alcuni difetti di costruzione e perchè poco idonee al movimento fuori strada). Ai fini dell'impiego, il materiale di un' ambulanza divisionale di fanteria si suddivide come sempre in sezione attiva e sezione di riserva. Il personale dell'ambulanza va con la sezione attiva, destinata al campo di battaglia; la sezione di riserva (costituita con i cassoni di magazzino e di riserva) rimane presso il quartier generale, per rifornire la sezione attiva e per fronteggiare qualsiasi esigenza, compresa l'eventuale costituzione di un ospedale tempo ra neo. La sezione attiva può essere suddivisa in ambulanza leggera (con il solo cassone leggero) e in deposito d'ambulanza (<.:on il restante materiale). Il medico divisionale divide il personale tra ambulanza leggera e deposito, destinando alla prima un medico di reggimento e 2 di battaglione. L'ambulanza leggera si dispone sul terreno nel luogo indicato dal Capo di Stato Maggiore all'Intendenza milita re. Va notato che, su questo punto, si sanziona una netta prevalenza della catena di comando rispetto al vecchio regolamento del 1848 (Art. 67), secondo il quale il chirurgo in capo prenderà gli opportuni concerti col capo di stato maggiore e coll'Intendente generale d'annata, o chi lo rappresenta sul luogo d 'azione, per il collocamento del' ambulanza.
Un'altra novità è la costituzione dell ' ambulanza divisionale di montagna, composta di materiale interamente semeggiabile, anche per il trasporto feriti (non ha vetture d'ambulanza, ma solo coppie di cofani, caco/ets , poche barelle e 59 quadrupedi da basto). In essa la suddivisione del personale e del materiale è comunque analoga a quella dell'ambulanza di fanteria, sostituendo con coppie di cofani i cassoni. La soluzione dei cofani someggiati era già stata adottata per le due ambulanze divisionali della Crimea, in relazione alla natura del terreno del prevedibile teatro di operazioni, ove mancava quasi del tutto la viabilità ordinaria: non era, evidentemente, questo il caso delle pianure della Lombardia e del Veneto. Le medicazioni che è possibile effettuare con le dotazioni delle ambulanze sono, specie nel caso (quello più frequente) delle ambulanze di fanteria, più t:he adeguate alle prevedibili esigenze e anzi decisamente abbondanti:
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XIV - SERVIZI DI SANITA E VETERINAR IO ( 1959- 1961)
NUMERO TIPO DI AMBULANZA
DT
ME DICAZIONI
RIPARTIZIONE DELLE MEDICAZIONI
Cassone Ca~sone Cassone Cassone Ca~sone
leggero n . 1 ordinario n. 2 ordinario n_ 2 bis magazzino 11. 3 di riserva n . 4
Divisionale di fanteria
14300
Divisionale di cavalleria
4300
Divisionale d i montagna
3400
-
Reggimentale
250
-
Di battaglione
20
-
Cassone leggero n . 1 Cassone ordinario n. 2
1500 2800 2800 2200 5000
1500 2800
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LA LOGISTICA DE LL'ESERC ITO -
VOL. I
Il regolamento del 1859 precisa più nel dettaglio (Art. 67, 78, 109) le modalità per l'impiego degli infermieri e per lo sgombero dei feriti, nel quale per la prima volta la ferrovia acquista un ruolo di rilievo: gl'infermieri staranno in parte presso il deposito d 'ambulanza pei bisogni occorrenti, ed in parte saranno spediti sul campo di battaglia con barelle per coadiuvare al trasporto dei feriti. Le vettura d'ambulanza, le seggiole e le lettiere saranno condotte dai so ldati del T r eno di Armata sotto gli ordini dell'ufficiale comandante la Sezione del Treno addetto all'ambulanza, il quale vedrà che il trasporto dei feriti proceda ordinalo e senza pretermissione, e per tal effetto scompartirà le seggiole e lettiere in diverse piccole sezioni, condotte ciascuna da un sott' ufficiale e caporale. Sarà da avvertirsi d'indirizzare le seggiole e lettiere sulle parti più esposte della linea, e di rivolgere le vetture sui punti dove si trovino già adunali parecchi feriti.
La vettura d'ambulanza serve più che altro per la raccolta dei feriti e il loro trasporto all'ambulanza, dove è il medico. Per lo sgombero sugli ospedali retrostanti, in caso di necessità e per evitare ritardi, l'Intendenza delle divisioni fa affluire presso i depositi d'ambulanza un numero sufficiente di carri o vetture requisite (mezzi di trasporto ausilian) nelle vicinanze delle località occupate dalle truppe: nel fare le requisizioni si avvertirà d 'indicare le vetture destinate al trasporlo dei malati affinchè siano convenientemente preparate, cioè per quanto possibile essere coperte in tela bianca sostenuta con cerchi di legno, ovvero coperte con fogliame, guarnite a sufficienza di paglia secca, e munite di un recipiente per riporvi l' acqua.
I trasferimenti di feriti possono essere individuali o collettivi. Quelli individuali sono eseguiti su proposta degli ufficiali di sanità e su ordine dell'ufficio d'Intendenza, per speciali esigenze di cura relative a ciascun ammalato. I trasporti collettivi sono decisi sia per prevenire, o far cessare l'ingombro degli spedali, agli effetti di una malattia epidermica, come per evitare il pericolo ai malati di cadere in poter del nemico, oppure soltanto per misure preventive, ad oggetto di avere a disposizione per ogni evento gli ospedali più prossimi al centro delle operazioni militari.
Sul biglietto di uscita dell'a mmalato, nei trasporto individuali, devono essere riportati tutti gli elementi utili per la diagnosi e le cure future: ordine e motivo del trasferimento, ospedale cui è diretto, "qualche riflessio ne sulla cura particolare", i periodi di permanenza in altri ospedali. I trasporti collettivi dei feriti sono disposti e regolati da ll'Intendenza generale d'armata, che ne definisce tutti i particolari a cominciare dall'iti-
XIV - SERVIZ I DI SANITÀ E VEITP.R INAR IO ( 1859-1861)
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nerario e dalle località di sosta, tenendo comunque presente l' esigenza che i convogli arrivino possibilmente a destinazione in un sol giorno, prima di notte. L'Intendente generale deve preavvisare le autorità civili e i comandanti delle piazze nelle località di sosta, in modo che si adottino tempestivamente tutte le misure per ospitare i feriti nel miglior modo possibile. Il medico capo di servizio all'ospedale, non appena ricevuto l'ordine di trasferimento, deve redigere una situazione nominativa del personale da trasferire, indicando, oltre le annotazioni che sono riportate el quaderno di visita degli ammalati, il tipo delle cure praticate e il suo parere sulla situazione della malattia. Il trasporto degli ammalati deve essere eseguito se possibile servendosi della ferrovia, sempre che essa esista. In ogni caso, il mezzo di trasporto da prescegliere deve tenere conto del tipo di malattia: in mancanza delle ferrovie il medico capo di servizio indicherà individualmente sulla nota quei malati o feriti che a bbisognassero di mezzi di trasporto, .,f>eci fic.1ndo ne la qualità a lt:uore di 4udli che si avranno a disposizione,
colle avvertenze di assegnare i mezzi più comodi per quelli affetti da gravi fratture, da ferite penetranti nel capo, o nelle altre cavità, ovvero a coloro che furono di recente assoggettati ad amputazioni o ad altre es.~enziali operazioni di chirurgia. Ed anzi dovrebbero tutti questi a mma lati gravi, se i mezzi di trasporto disponibili e ia poca distanza dall'ospedale lo permei tessero, essere traspor tati su lettighe.
Sulla base della situazione del personale da trasferire compilata dal medico capo, l'ufficiale compila su apposito modello regolamentare il foglio di lraslocazione in duplice copia, che viene consegnato al comandante del convoglio. Delle due copie, una è lasciata al direttore dell'ospedale di destinazione, l'altra, sul cui tergo viene compilata ricevuta del personale e del materiale trasportato, è consegnata dal comandante del convoglio all'amministrazione dell'ospedale di partenza. Le operazioni di partenza del convoglio sono regolate in tutti i particolari. Le visite, le medicazioni e le distribuzioni devono avvenire prima della partenza; i malati devono essere riuniti in un locale per quanto possibile appartato, e il funzionario dell'Intendenza ne deve fare l'appello in presenza dell'ufficiale di amministrazione, il quale deve vigilare fino a quando il convoglio non sia partito, affinchè non vi inseriscano persone non comprese nel foglio di traslocazione. Per giunta il funzionario d ' Intendenza militare si chiarirà personalmente della buona condizione dei mezzi di trasporto, non che dell'esattezza con cui sono state fatte le provviste e date le disposizioni per assicurare il servizio durante il viaggio. AJ presentarsi dei malati l' ufficiale d'Amministrazione farà loro
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LA LOG ISTICA DELL'ES!iRCITO -
VOI .. I
individualmente consegnare e riconoscere le armi e gli effetti portati dallo stato, e li farà quindi collocare sul carro a lato di ciascheduno d 'essi in presenza della persona che dovrà accompagnare il convoglio e del eomandanle della scorla. Riconosciuto il numero dei malati destinato a parlire, il funzionario dell' Intendenza militare lo indicherà a piedi del foglio di traslocazione, dove noterà pure l'ora precisa della partenza del convoglio [... J la partenza del convoglio dovrà pure essere presenziata dal direttore dell'ospedale, e dal medico capo di servizio, i quali sorveglieranno al collocamento dei malati sulle vetture, o su&l! altri me1,zi di trasporlo, che essi avranno cura di visitare per riconoscere se abbia no le condizioni prescritte, affinchè i malati siano trasportati colle maggiori comodità, sucurezza e cautela.
Prima della partenza del convoglio il medico capo di servizio deve anche compilare buoni parziali per la quantità e qualità dei medicinali ritenuti necessari per i malati durante il viaggio. Per assicurare le dovute cure ai feriti anche durante il movimento, i convogli devono essere comunque accompagnati, a seconda della loro importanza, da un ufficiale medico, e da un sottufficiale di sanità e alcuni infermieri. Se il personale sanitario non è sufficiente per la scorta del convoglio, il fun zionario d'lntedenza richiede al Comando una scorta " per vegliare alla sicurezza, e mantenere l'ordine e la disciplina nel convoglio durante il viaggio". In particolare, il comandante della scorta riceve una consegna scritta, che gli fa principalmt:nk obbligo di controllare che: nessun ammalato si allontani dal convoglio o si fermi per procurarsi cibi o bevande non prescritte dall'ufficiale di sanità; nessun estraneo si aggi unga a l convoglio durante il viaggio, o prenda posto nelle vellure; i conducenti e i soldati di scorta non si allontanino dal loro posto. Queste norme, compilate principalmente per i trasferimenti di ammalati da un ospedale ad un altro, valgono anche per lo sgombero dei feriti dall'ambulanza - cioè l'elemento più avanzato - ai retrostanti ospedali: nei casi di fazione, praticate le operazioni, ed applicati i primi apparecchi di medicazioni ai ferili, saranno questi diretti in convoglio agli spedali più vicini colla maggior prontezza, e con ordine, bastando per ogni convoglio, invece del foglio di traslocazione, un semplice elenco nominativo conforme al modello n . I annesso al presente regolamento, il quale dovrà essere firmato dal medico divisionale della ambulanza, dall'ufficiale contabile, e vidimato dall'ufficiale di lnlendenza militare. Le numerose traslocazioni saranno sempre accompagnate oltre all'ufficiale di sanità, da un funzionario dell'Intendenza militare, il quale faccia provvedere per via quanto possa occorrere ai malati.
Non si rinuncia, dunque , alla burocrazia, nemmeno per gli sgomberi della linea del fuoco ai retrostanti stabilimenti sanitari: per muovere un fe-
XIV - SERVIZI
l)J
SANITÀ E VETERI NAR IO (1859-1861)
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rito dall'ambulanza avanzata occorrono ben 3 firme di ufficiali con diversi incarichi che per di più non si trovano mai nello stesso posto, e i feriti devono essere sempre accompagnati dall'ufficiale di sanità e dal funzionario d'Intendenza, il che automaticamente esclude - se si rispetta la norma - sgomberi immediati, e rende in generale problematici e poco frequenti i trasporti di feriti, legati alla disponibilità dei predetti ufficiali_ Se mancano i mezzi di trasporto oppure nel caso che le operazioni delle truppe avvengano in località lontane e fuori mano rispetto agli ospedali rendendo difficile o impossibile trasportarvi i malati, il medico capo divisionale di concerto con l'Intendenza dispone che l' ambulanza sia convertita in ospedale temporaneo, purchè però sia essa già stabilita in un cascinale, od in un altro locale al riparo delle intemperie, ovvero vi sia mezzo di ri7.7..arvi tende. Nel caso contrario si cercherà tra i locali più vicini il più conveniente dove, fatti trasportare come meglio si potrà i feriti, si stabilirà un servizio momentaneo, e si tratteranno gli infermi con le norme prescritte per quelli degli altri ospedali.
Nel caso che terminata l'azione le truppe avanzino o cambino direzione, il medico capo divisionale lascia un sufficiente numero di medici presso l' ambulanza, con l' incarico di assistere i feriti e farli trasportare ai retrostanti ospedali, mentre egli stesso con il resto dell' ambulanza muove al seguito del quarLier generale che si sposta. Ma nemmeno negli spostamenti si devono dimenticare la cura e il controllo dei materiali, e le incombenze amministrative: prima di levare l'ambulanza il medico divisionale coll'intervento del farmacista e dell'ufficiale contabile, se le circostanze lo permelleranno, od a ppena sarà in grado di farlo, avrà cura di visitare i cassoni per conoscere la quantità degli oggetti o medicamenti stati impiegati al soccorso dei feriti onde, si il far macista che il contabile, ognuno per la parte che lo concerne, siano in grado di fare ali' Intendenza militare della divisione la richiesta per il loro rimpiau..amcnto. Tali richieste dovranno essere cerziorate e vidimate dal medico divisionale, e serviranno nel tempo stesso di titolo di scarico della consumazioni .
Altra pescrizione burocratica contenuta nel regolamento precedente, che viene mantenuta, è l'iscrizione su apposito registro regolamentare (Art. 83) di tutti gli infermi che durante il combattimento si presentano alle ambulanze, "con tutte le maggiori indicazioni che sia possibile di procurarsi". Comunque, si consente che: qualora i feriti si presentassero numerosi basteranno le indicazioni sul registro del numero d'ordine del capo, del casato e nome, del grado e del gene-
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LA LOG ISTICA OEl.l.'F-<iERC ITO -
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re di ferita, avvertendo d' indicare nella colonna delle annotazioni se il ferito sia stato tosto rima ndato al corpo dopo le prime medicazioni, ovvero se sia stato trasferito in un ospedale, ed in quale. Nei casi ora detti il medico in capo di concerto con l' ufficiale contabile provvederanno per la regolare iscrizione nel registro d 'entrata dei feriti e malati, e firmeranno entrambi il registro in fine d ella giornata in prova dell' esattezza delle iscrizioni.
Rispello al regolamento del 1848, il regolamento del 1859 definisce meglio le attribuzioni del medico in capo dall'armata e del farmacista, confermando però la responsabilità della superiore direzione del Servizio all'In tendente generale, che ha tutto il personale ai suoi ordini fatta eccezione per i medici, autonomi limitatamente a "quanto si riferisce all'arte di guarire". L'aulorità dell'Intendente pare anzi rafforzata: non esiste più, come era previsto nel 1848, un consiglio medici militari in capo da lui presieduto, che aveva il compilo di slabilire le modalità particolari di funzionamento del Servizio nell'ambilo dell 'armala , esercitando le stesse funzioni del consiglio superiore di sanità. Il medico in capo dell' armata ha la direzione, l'ispezione e la sorveglianza del servizio sanitario e farmaceutico . In tale veste, propone aH' Intendente tutte le disposizioni che ritiene utili (destinazioni, cambi, missioni particolari, ricompense, misure disciplinari), e particolarmente nel caso di movimenti o di imminenti battaglie riceve dall'Intendente generale gli ordini che questi ha sua volta ricevuti dal Capo di Stato Maggiore Generale, e concerta con lui i provvedimenti da prendere, t enendo presente che nelle cose le quali entrino nel dominio esclusivo dell'arte sanitaria, l'Intendente generale d ' Armata deve riferirsi al giudizio <lei medico in capo, che è in ciò il solo giudice co mpetente.
Per la prima volta, forse tenendo conlo dell'esperienza della guerra di Crimea, si mette l'accento sull ' azione preventiva che gli compete: il medico in capo dell'Armata si occuperà assiduamente non solo di mettere in opera tutti i mezzi suggeriti dall'arte per c urare nel modo più pronto le malattie, ma si adopererà in tutta sollecitudine nello scoprire e prevenire le cause che danno luogo. Egli terrà una continua corrispondenza coi medici divisionali incaricati della direzione dei diver si rami di servizio, onde mettersi in grado di prontamente conoscere le variazioni occorse in tutti gli stabilimenti alla sua sorveglianza affidati.
Se una malattia grave di carattere epidemico si manifesta in qualche località occupata dall'esercito, il medico in capo si reca subito sul posto per studiare la malattia, e quindi poter dare ai medici dipendenti le istruzioni
XIV · SERVIZI DI SANITA E VETERINARIO (1859- 1861)
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necessarie per curarla, per arrestarne i progressi e per definitivamente sradicarla. Egli è tenuto a compiere frequenti ispezioni agli ospedali e agli stabilimenti sanitari, per controllare il buon andamento del servizio e la rispondenza dei metodi di cura adottati per gli ammalati. In caso di abusi o negligenze, ne deve riferire all'Intendente generale per i provvedimenti necessari. Visita spesso i materiali sanitari, onde accertarsi che siano ben conservati, e all'occorrenza propone all'Intendente le sostituzioni, gli aumenti, le riparazioni e le modifiche ritenute necessarie. La sua attività ispettiva è inoltre rivolta alle località ove i corpi sono accasermati, accantonati e accompagnati. In tale occasione si esaminerà la qualità delle acque, si assicurerà della buona condizione degli alimenti e del le bevande di ogni genere, in ispecie del pane, del vino, delle acquavite, della carne, e su cià farà all'lnlendenle generale quelle riflessioni che crederà più vantaggiose al benessere dell'Esercito.
In previsione di una battaglia il medico in capo, se non ritiene sufficiente il personale sanitario addetto ai quartier generali, ai corpi e allt:: ambulanze, propone all'Intendente generale di rinforzare provvisoriamente tali organi con personale degli ospedali temporanei , senza però lasciare in questi scoperto il servizio, ed escludendo i medici incaricati della loro direzione, i quali dovranno rimanere al loro posto in modo da predisporre ogni cosa per l'eventualità di un arrivo straordinario di feriti. Nel corso della battaglia il medico in capo, di concerto con l'Intendente generale, prende le misure più opportune affinchè i soccorsi giungano ai feriti durante il combattimento stesso, e là ove più urgente ne è il bisogno. La sua opera deve limitarsi al semplice controllo del Servizio su tutti il fronte, e rivolgersi specialmente alle località ove gli scontri sono più intensi. Egli deve anche tenersi continuamente in contatto con l'Intendente generale, e in assenza di questi, con il Capo di Stato Maggiore, onde essere in grado di ricevere e trasmettere tempestivamente gli ordini che le circostanze suggeriscano. A sua volta il capo dell'ufficio d'Intendenza ha l'obbligo di evitare, durante la battaglia, che l'ambulanza sia minacciata dai movimenti del nemico. In merito, l' Art. 80 del regolamento prescrive che p uò succedere che i movimenti del nemico minaccino l'ambulanza, oppure che questi perda terreno; sarà perciò obbligo del capo Ufficio d'Intendenza militare divisionale d'avvicinarsi sovente a l Generale cd al Capo di Stato Maggiore, e prendere i suoi ordini per far rilirare e avanzare, secondo ne sia il caso, l'ambulanza, e determinare il luogo ove convenga di trasferirla.
Nel complesso, se si eccettuano i difetti ricorrentj nella regolamentazione..: <ld Lempo, come l'eccessiva ricerca di dcllagli e la tendenza alla buro-
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LA LOGISTICA UELL'ESEKCJTO -
VOL. l
cratizzazione delle attività anche in combattimento, il regolamento sanitario del 1859 va giudicato positivamente, pur contenendo prescrizioni difficilmente praticabili nella realtà del combattimento: non risulta comunque, che sia stata il regolamento in sè a provocare le difficoltà, nè esso dal 1859 al 1861 subisce modifiche o adattamenti. In effetti, gli unici provvedimenti adottati all'inizio della campagna sono quelli - inevitabili - con i quali si aumenta l'organico di guerra dei medici e farmacisti militari. L'organico previst'O è tale da raddoppiare il numero del tempo di pace (che era di 133 rnedici): 2
MEDICI
2
FARMACISTI
N.
Capi divisionali (1 • e 2• classe) di reggimento (1 a e 2• classe) di battaglione (I• e 2• cla5se)
1 16 84 96
Aggiunti
103
TOTALE
300
G.M . 1859, parte I, pp. 367 - 370.
N.
Di 1 • classe di 2• classe di 3 a classe
20
TOTALE
45
10 15
XIV · SERVLZI DI SANITÀ E VlffERINARJO (1859-1861)
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Il Ministero della guerra ha anche facoltà di impiegare presso gli ospedali militari e i corpi all'interno delle Stato il numero di medici civili che riterrà necessario, assegnando agli stessi una gratifica mensile. Il reclutamento dei medici aggiunti e dei farmacisti di 3 a classe avviene tra i medici e farmacisti civili di età inferiore ai 40 anni e fisicamente idonei alle fatiche del servizio in campagna; detto personale non ha però diritto al mantenimento del grado, e viene congedato al termine della campagna con 6 mesi di stipendio di gratifica; coloro che si distinguono nel corso della guerra, possono tuttavia conservare il grado ed essere matenuti in attività di servizio. Anche l'organico così aumentato si dimostra ben presto insufficiente: con R.D. dell' 11 giugno 18593 i medici passano a 350 e i farmacisti a 52. Sono aumentati soprattutto i medici aggiunti (da 100 a 143), i medici di ballaglione (che diventano 100) e i medici di reggimento (90). Per tutto il 1959, il 1960 e il 1961, nonostante i successivi e consistenti ampliamenti organici, questo quadro non subisce più varianti. Ciò avviene per un complesso di motivi: quantità di forze relativamente ridotta impegnata nelle campagne del 1860-1861 ; ridotto numero di perdite in tali campagne; " territorializzazione" dell'esercito, che dopo l'armistizio di Villafranca si sparge su tutto il territorio nazionale, rendendo più agevole il ricorso alle infrastrutture sanitarie civili; inrine, assorbimento dei reggimenti emiliani e toscani con tutto il loro personale medico, mentre per i medici e farmacisti garibaldini con R.D. del 6 maggio 1861 4 viene imposto un esame di idoneità. L'unico ampliamento organico è così quello dell'assorbimento delJa compagnia d'ambulanza dell'Emilia di stanza a Rimini, che con Nota n. 97 del 4 giugno 18605 è incorporata nel corpo di amministrazione. Sulla base di questo indirizzo, dopo il 1859 è ampliata soprattutto l'organizzazione sanitaria territoriale. Nel settembre 1860 sono istituiti un ospedale militare divisionale di 1• classe in Firenze, un ospedale militare
3
G .M. 1859, parte 1, pp. 477 - 478.
4
G.M. 1861 , parte I, pp. 297 - 298.
5
U.M. 1860, parte 1, p. 544.
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I.A LOGISTICA DELL' ESEKCITO -
VOL. I
succursale (dipendente da quello di Milano) in Cremona, un ospedale di 1 a classe in Bologna (con alle dipendenze ospedali militari succursali in Forlì , Ravenna, Ferrara e Rimini) e un ospedale di 1a classe in Parma (con a lle dipendenze ospedali militari succursali in Modena e Piacenza); l'Intendenza militare viene inoltre autorizzata a stipulare convenzioni con ospedali civili per trattamento, cura e ricovero di militari infermi. li periodo maggiore di difficoltà e impegno, per i movimenti, le masse di combattenti impegnate e il volume di perdite, rimane quello della guerra contro l'Austria, dal 26 aprile 1859 alle battaglie di Sol ferino e S. Martino (24 giugno). Nella campagna del 1860 contro l'esercito pontificio, la conquista di Perugia costa al V corpo d'armata solo 7 morti e 65 feriti , quella di Foligno e Spoleto 14 morti e 49 feriti. Nella battaglia di Castelfidardo il IV corpo d'armata ha 62 morti e 150 feriti, e l'assedio di Ancona gli costa
27 morti e 188 feriti. Il successivo assedio di Gaeta, protrattosi per oltre tre mesi, richiede da parte piemontese il sacrificio, relativamente modesto, di 46 morti e 321 feriti6 • Le difficoltà nella guerra contro l' Austria, ancor più che dalla scarsità di personale derivano dalla deficienza di materiali e soprattutto di mezzi di trasporto: fino al luglio 1859 i reggimenti di fanteria hanno a disposizione una sola ambulanza rispetto a l numero (variabile tra le 2 e le 4) previsto dall'organico. Queste deficienze emergono dalla già citata lettera del 26 aprile dell'Intendente generale Della Rovere, che per i mezzi di trasporto non sa indicare altro che il ricorso alla requisizione, soluzione precaria e insufficiente specie per i Servizi di sanità, che abbisognano di trasporti speciali. Deficienze iniziali di personale sanitario si verificano nelle ambulanze divisionali, ma vengono colmate già ai primi di maggio. Lo Stato Maggiore in data 8 maggio lamenta con il Ministero che le ambulanze divisionali sono incomplete di personale e chiede che vengano al più presto portate a numero, così come già proposto dal consiglio superiore di sanità. In risposta il 10 il Ministero assicura di aver provveduto, e di avere anzi inviato presso il quartier generale un'aliquota di personale di riserva7 •
6
Queste cifre sono tratte da A. C ASAR INl, Op. cit., pp. 449 - 473.
7
COMANDO CORPO SM, La campagna del 1859... (Cit.), voi. I documenti, p. 167.
XIV · SERVIZI DI SANITÀ E VETERINARIO ( 1859- 1861 )
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Da fine aprj)e al giugno 1859 il Servizio provvede alle esigenze sia dell'armata sarda che delle truppe francesi, assai poco fornite di personale e materiale. Le attività di competenza si svolgono, nel complesso, senza inconvenienti (almeno da parte italiana) e così la storia ufficiale della campagna ne descrive il fun zionamento: nei primi giorni della guerra gli alleali si servirono degli ospedali militari e civili , in numero di 45 esistenti nello Stato sardo e di altri impiantali per l'occasione: fra questi, 5 ospedali per 4000 letti a Genova, 2 per 1700 letti a Torino e 5 per 2000 letti ad Alessandria. Quando gli alleati entrarono in Milano vi trovarono 8 ospedali con 7000 letti: l'Intendenza sarda ne impiantò altri 18 dal 6 al 24 giugno, portando il numero dei letti a 15 - 20.000. In Brescia, dove esisteva un solo ospedale, gli alleati ne impiantarono (dopo il 14 giugno) altri 38 con 8812 letti. Per il V corpo e le truppe toscane vennero allestiti 652 letti a Livorno, 250 a Firenze, 500 a Pistoia, 300 a Lucca. Per i cacciatori delle Alpi furono stabiliti ospedali a Sondrio, a Grosio ed a l:lormio. Alla metà di giugno, allo scopo di alleggerire gli ospedali, furono organizzati depositi di convalescenza ad Alessandria, a Monza, a Pavia, a Piacenza, ccc. Nel complesso, durante il corso della guerra, furono creati 258 stabilimenti sanitari [ ... [ i feriti nel combattimento di Montebello vennero trasportati a Voghera, e, i meno gravi, ad Alessandria e Genova; i feriti nei combattimenti di Palestro, Vinzaglio e Confienza furono inviati a Vercelli, dove si organizzarono due ospedali di 500 letti; i feriti di Magenta vennero avviali parte a Novara, dove si crearono due grandi e quattro piccoli ospedali, con un complesso di 2500 letti, e parte a Milano; i feriti infine delle battaglia di S. Martino e Solferino vennero trasportati a Dcscnzano e poi a l:lcrgamo, a Brescia e a Milano. Dopo questa battaglia, non essendo gli ospedali sufficienti, si costituirono in fcrmcric reggimentali per gli ammalati leggeri'.
Una particolarità di questa prima fase della campagna è che i medici piemontesi devono spesso prendersi cura, oltre che dei feriti francesi, anche dei feriti austriaci. Questo, anche se - va ricordato - non esistono ancora convenzioni internazionali per la protezione dei feriti e del materia le sanitario. Ad esempio, dal rapporto del comandante della 2• divisione sulla battaglia di Magenta (4 giugno 1859) risulta che, nel corso dell' occupazione dell'abitato nella giornata del 5 giugno si curarono dai medici della divisione più di 1000 feriti di a mbedue le parti, rimasti la notte sul terreno, mentre intanto vennero raccolti e collocati sollo le cure dei propri medici altri 1500 circa feriti austriaci 9 •
8
ivi, Voi. Il, pp. 386 - 387. Cfr. anche, in merito, F'. Dl LAURO, il Servizio sanitario nell'armata sarda del 1859, in Saggi di storia etico-militare, SME-UF STORICO, 1976, pp. 101 . 116 (il Di Lauro mette in luce che i disservizi si verificano soprattutto nell'esercito francese).
9
ivi, voi. I, p. 1071.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO -
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Ancor più eloquente la relazione del medico capo della stessa visione:
za
di-
i feriti trasportati dall'ambulanza nostra, durante la giornata del 5 e molli del 6, ascendono a 600 circa tra Francesi e Tedeschi. Ad eccezione di pochi feriti di taglio e punta, le altre lesioni sono state prodolle da palle di fucile [... ] un numero grandissimo di feriti vem1ero, nella giornata stessa del 5, evacuati su Buffalora coi mezzi di trasporto di cui dispone l'ambulanza e con quelli requisiti dall'Tntenden7_.a d 'armata. I due convogli che partirono separatamente in tal giorno erano composti di soli francesi, e furono tutti e due accompagnati da uno dei nostri medici sino alla loro destinazione. Gli altri feriti, tedeschi in gran parte, furono evacuati su Milano nel mattino del 6. L'opera nostra , che ebbe inizio nel mattino del giorno 5, era compiuta prima delle 12 del giorno susseguente'°.
I feriti austriaci sono evacuati su Milano per ferrovia, e il loro numero è considerevole: ben 1400. Lo sgombero per ferrovia è deciso d'iniziativa dallo stesso comandante della za divisione• 1, in mancanza di altri mezzi di trasporto e dopo che l'autorizzazione richiesta a ricorrere alla ferrovia era rimasta senza risposta: dimostrazione sia del ruolo ancora sussidiario ed eccezionale della strada ferrata, sia dell'immanenza del problema dei trasporti. Per quanto riguarda i feriti piemontesi, sempre dopo la battaglia di Magenta u11a parte di essi oltre che su Novara viene sgombrata su Vercelli e ricoverata nel locale ospedale civile o in ospedali militari temporanei subito allestiti. Il Casarini mette in evidenza talune particolarità delle cure in quell'occasione adottate per la prima volta: li chirurgo Larghi fece in qucst.a circostanza le prime applicazioni sui feriti della cauterizzazione sulla pietra infernale, dimostrandosene convinto fau tore, poiché aveva potuto constatare che con tale metodo si riusciva a diminuire notevolmente la cancrena nosocomiale, la quale aveva già fatto la sua comparsa, specialmente negli ospedali impiantati forzatamente in vecchie chiese umide, mal ventilate ed inverosimilmente ingombre. P er combattere la cancrena si sperimentò anche l'applicazio ne di un topico a base di coaltar e di gesso, che era stato caldamente r accomandato dal celebre Velpean . Per l'anestesia nelle operazioni si ricorse al cloroformio, già sperimentato nella precedente campagna di Crimea, oppura a miscele di etere e cloroformio 12 •
IO
ivi, pp. 1083 - 1084.
11
ivi, p. 1099.
12
A . C ASARTNJ, Op. cit., pp. 458 - 459.
XIV - SERVl 7.I DI SA NI TÀ E VETEJUNARIO ( 1859- 1861)
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Nonostante l' ormai annosa deficienza di mezzi di trasporto, fino a S. Martino e Solferino non si manifestano nel funzionamento del Servizio e nell'assistenza ai malati e feriti lacune veramente gravi, e il Servizio di sanità piemontese è in grado di intervenire, come si è visto, anche a favore dei francesi e degli austriaci; sono state le battaglie di San Martino e Solferino a rappresentare il banco di prova più severo, da ambedue le parti, fino alla prima guerra mondiale. In quell'occasione, su un fronte di circa 5 Km, con il caldo soffocante di fine giugno, si schierano circa 300000 uomini, la maggior parte dei quali a digiuno. Avviene così che la divisione di Autemarle ebbe a registrare in un sol giorno di marcia oltre 2000 ammalati, una gran parte dei quali colpiti da insolazione: durante il solo passaggio del Mincio si ebbero a deplorare 26 morti. Per tre giorni e tre nottj di seguito soldati portaferiti e contadini del luogo si moltiplicarono a raccogliere i caduti sul campo, ma moltissimi rimasero nascosti nei fossati, neUe siepi, fra le accidentalità del terreno. E due giorni dopo la battaglia, ogni chirurgo aveva ancora più di 500 fe riti da medicare: financo i caffè e le osterie si dovettero trasformare in posti di pronto soccorso. La situazione fu resa ancor più grave a Ca~tiglione delle Stiviere da un panico impr ovviso che assali la popolazione, avendo scambiato una colonna di prigionieri austriaci dirigentesi verso il paese, per una ripresa o ffensiva d el nemico. Si provocò cosi una pazza fuga , e gli abitanti si allontanarono in disordine a bbandonando, calpestando i feriti, anche essi terrorizzati per l'impossibilità di cercare una via di scampo qualsiasi".
Le maggiori deficienze nel funzionamento del Servizio Sanitario emergono, comunque, nelle truppe francesi, per le quali la situazione iniziale e i particolari relativi alla battaglia di Sorferino sono dal Casarini efficacemente descritti: a nche il servizio sanita rio presso l'armala francese nella battaglia si Solferino, si compì attraverso a gravi difficoltà, per la deficienza di personale e di materiali : infatti, sopra una forza di 160.000 uomini, disponeva soltanto di 132 ufficiali medici effettivi, cioè meno di I su 1000 combattenti. Medico in capo dell'armata francese fu Ippolito Larrey, figlio del celebre Domenico, c he per 25 a nni aveva preso parte come chirurgo militare a tutte le campagne intraprese da lla Francia. Egli fu fervido sostenitore di questi due principi: conservare e sgomberare.
13
ivi, p. 466.
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LA LOUJSTJCA ll P.U .'ESERCJTO
VOL. I
All'ambulanza del gran quartier generale, ove si praticavano le operazionj più importanti, il medico capo aveva a sua disposizione soltanto 5 assistenti, dei quali 2 o 3 dopo le azioni dovevano essere distolti per il servizio di sgombero. Dopo un mese e mezzo dall'entrala in campagna, ai medici addetti alle ambulanze divisionali non era ancora stato assegnato il cavallo, e dovevano perciò percorrere a piedi lunghe distanze o ridursi ad essere trasportali e sballottati sui carri, con grande disagio ed inutile spreco di energie. Ogni unità non disponeva, a l massimo, che di quattro sanitari, e molti reggimenti erano privi del me1ìco: anche il personale sanitario subalterno e quello d'assistenza era oltremodo deficiente. Due chirurglù addetti ad una di queste ambulanze per l'enorme lavoro di operazioni e di medicature, esauriti dalla stanchezza, furono colti da lipotimia ed obbligati ad assoluto riposo per parecchie settimane. Le ambulanze erano per Io più impiantate nelle fallorie e nelle case; e molte volte, per mancanza di locali, anche all'aria aperta, all'ombra di alberi: ma la scorta di materiale chirurgico e di medicazione, di barelle, di sedie - lettighe e di coperte era addirittura irrisoria. Da Castiglione delle Stivicrc, ove nella sola c.:hiesa maggiore giacevano oltre 500 soldati alla rinfusa, i feriti dovevano essere trasportati negli ospedali di riserva di Brescia, di Cremona e di Milano, ma, avendo il nemico fallo razzia sul posto di tutti i veicoli disponibili, si fu costretti per la mancanza di mezzi di sgombero, a trattenere i feriti sul posto ed a coricarli sulla paglia nei cortili e perfino nelle piazze e nelle vie, ove si erano improvvisati con tele e tavole dei ricoveri per ripararli alquanto dal sole e dalle intemperie. È doveroso infine riconoscere la generosa e spontanea cooperazione delle popolazioni del luogo durante questa campagna. Le famiglie più agiate si prodigarono nell'accogliere nelle loro case malati e feriti, ed anche le popolane facevano a gara per prestare i loro modesti aiuti: e perfino i ragazzi correvano, con la vivacità propria dell'età, a riempire alle fonti le secchie e i bidoni di acqua per dissetare gli infermi e i feriti. Si disponeva di una grande quantità di filaccie, ma le dotazioni di fascie e di bianche ria, specialmente negli ultimi scontri, furono inadeguate a l bisogno, ed anche per questo provvide l'offerta privata, come sempre, generosamente. Anche il materiale chlrurgico e farmaceuti co si dimostrò insufficiente fin dall'inizio delle osti lità: è da rilevare però che nel porto di Genova alla fin e della campagna si dovette nuovamente imbarcare una grande quantità di materiale sanitario in casse non ancora apcTtc, il che dimostra la deficiente organizzazione dei servizi san itari . In mancanza di carri d'ambulanza, si ricorse ai carri agricoli del luogo, che erano trascinati da buoi e forniti di uno st rato di paglia e fieno e riparali dal sole a mezzo di rami d 'albero intrecciati , sui quali era stata distesa una tela; inoltre si fu costretti a costruire barel le sul posto con mezzi improvvisati e delle forme più svariate. E le popolazioni lungo il percorso con entusiasmo ammirevole si moltiplicarono nell'offrire viveri di conforto e oggetti di medicatura. Secondo il Delorme, la fine rapida cd imprevista delle ostilità salvò una situazione già compromessa. Con un sistema di sgombero ad oltranza, messo in pratica senza metodi, con un'organizzazione di ospedali e di a mbulanze difettosa, non si aveva il diritto di esigere dalla chirurgia dei brillanti risultati. Questa campagna
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del 1859, secondo l'illustre chirurgo, è riuscita a dimostrare la pernkiosa influenza che può esercitare nella pratica chirurgica degli eserciti un'irrazionale organizzazione sanitaria militare, alla dipendenza di elementi amministrativi non tecnici. Berthrand. medico in capo addetto all'ambulanza del gran quartier generale imperiale, pubblicò nel 1860 alcune lettere interessanti sulla campagna del 1959, riportando una casistica di 16.907 feriti visitati in dette unità. Souricr, addetto all 'ospedale di riserva di Cremona, ebbe occasione di curare dopo la battaglia di Solferino 2840 feriti e diede alla stampa nel 1863 a Parigi una memoria sui ca5i più importanti osservanti. Chenu, come per la guerra di Crimea, compilò una voluminosa statistica sanitaria , dalla quale risulta che durante la campagna i Francesi ebbero 2536 morti e 17 .054 feriti , i Piemontesi 1010 caduti sul campo, 4.822 feriti e 1268 dispersi, gli Austriaci 5416 morti, 26.149 feriti e 17 .306 dispersi. Le perdite maggiori nel campo nemico sono dovute, secondo l'autore, alla velocità superiore dei proiettili u.~ati da lle truppe alleate. Riporta inoltre numerosi casi di tetano manifestatisi specialmente nelle chiese ridotle ad ospedali e di cancrena nosocomiale, insorta con particolare virulenza nei feriti austriaci. Per quanto riguarda la morbosità, daJ maggio 1859 al maggio 1860 si manifestarono 6.835 casi di febbri ricorrenti , con una mortalità corrispondente al 0,52%, 4100 casi di diarrea e di dissenteria con 0,240/o di decessi, 1622 casi di febbri malariche col 0,47%, 389 di febbri tifoidi col 30% e 2168 casi di altre malattie col 2,90%".
Dalla parte opposta, anche il Servizio di sani là dell'esercito austriaco, benchè rosse disponibile una compagnia di Sanità (con 240 uomini e 40 barelle) per ogni corpo d'armata, mette in luce gravi inconvenienti di funzionamento, dovuti a mancanza di autonomia e di un'unjca direzione sanitaria. Le perdite, anche per malattia, sono perciò molto elevate: 4620 morti per ferite e 4760 per malattia. Minori, ma anch'esse ragguardevoli sono le difficoltà incontrate dal Servizio di sanità piemontese nelle giornate di S. Martino: per tutto iJ giorno e per tutta la notte, e a nche nella giornata seguente, fu un continuo sgombero di feriti con i più svariali mezzi di trasporto regola mentari e di requisizione: ciò nonostante, la sera del 25 numerosissimi caduti giaceva no ancora nelle cascine atlorno a Lonato, Rivoltella e Dcsenzano: e ciò, oltre che per la deficienza di veicoli, a nche per un violento uragano che imperversò per oltre tre ore [ ... ]. li m edico capo dell'esercito sardo, dotl. Comissetti, nella sua relazione al Ministro della guerra sul funzionamento del Servizio Sanitario a S. Martino,'dopo aver esaltato lo zelo, l'operosità e l'intelligem a spiegata dal personale dipendente nell'assistenza e Lra~porto dei feriti , riferisce sulle enormi difficoltà incotrate dai servizi di sgombero specialmente a Desenzano,
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ivi, pp. 463 - 465 .
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LA LOG ISTIC A DE LL' ESERCITO -
VOL. I
ove si dovettero utilizzare per il ricovero, oltre l'ospedale, anche il collegio, l'oratorio, la dogana, il teatro e le case prospicienti la strada: dapprima si potè usufruire di le tti, poi di giacigli , poi della paglia; ed anche questa venne ben presto a mancar e. E si deve allo spirito patriottico e uma nitario di quella popolazione, se tutti i feriti poterono a vere le prime indispensabili cure 15 •
Maggiori ancora più interessanti particolari sul funzionamento del Servizio di sanità piemontese nella cruciale giornata di S. Martino emergono dalle relazioni e dalle lettere dei partecipanti 15, che nella generalità dei casi contengono elogi per rimpegno, lo zelo, l'abnegazione dimostrati dal personale sanitario; non vi manca un prezioso complesso di riflessioni critiche, e di proposte, che derivano dalle esperienze della campagna e in particolare della giornata di S. Martino. Di particolare rilievo, per l'a mpiezza della visione e per la qualità e quantità della tematica a ffrontata, le relazioru del Capo di Stato Maggiore della 2• divisione maggiore Pictet dc Rochemont conte T eofilo, del commissario di guerra capo della 3" divisione Busi, e del medico capo della 3 a di visione Ma nayra. Pur esprimendo un giudizio globalmente positivo, il maggior Pictet elenca tutta una serie di osservazioni che possono essere così riassun te: a) il numero di infermieri disporubile si è dimostrato insufficiente; il personale dell'ambulanza divisionale andrebbe aumentato a 2 sergenti, 4 caporali e 30 soldati inferrrueri. Senza questo provvedimento, non potrà essere evitato in futuro il grave inconveruente dell'abbandono delle file da parte di numerosi soldati, per trasportare i loro compagni feriti ali' ambulanza; b) occorrerebbe assegnare in via permanente all'ambulanza un sottocomrrussario di guerra, per presiedere al trasporto dei feriti all'ospedale e disimpegnarvi, in genere, le mansioni burocratiche; c) tre medici per reggimento sono troppo pochi. Sarebbe opportuno che ogni battaglione disponesse in ogni occasione del suo medico, accompagnato da un soldato semi-infermiere che porti lo zaino d'ambula nza del battaglione; d) sempre riguardo al personale, due vecchi problemi che, come già si è visto, si erano affacciati nelle armate napoleoniche: allo scopo di a umentare la loro autonomia e le loro prestazioni, ai medici dovrebbero essere assegnato un soldato quale attendente e aiutante, e soprattutto
15 16
ivi, pp. 462 - 463 . COMANDO CORPO DI SM, La campagnade(J859 ... (Cit.)Vol. II, pp . 1002- 1119.
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avere a disposizione un cavallo, il che aumenterebbe grandemente la loro prontezza d'intervento (in merito a questa proposta del Pictet, va notato che già per i commissari di guerra e altri impiegati era previsto un attendente, e che i medici militari, nel 1859, mantenevano uno status intermedio tra quello dell'ufficiale e quello dell'impiegato civile, risultando solo assimilati ad un grado militare); e) mezzi di trasporto per i feriti: i corpi hanno lamentato deficienze, ma va tenuto presente che in giornate come quella di S. Martino qualunque sia la quantità di mezzi disponibili, sarà sempre insufficiente; nè conviene aumentarne troppo il numero, vista l'opportunità di evitare ingombri eccessivi delle strade. Comunque, tenuto conto dei bisogni dei corpi, sarebbe opportuno aumentare le dotazioni della divisione di 2 vetture e 8 cacolets, da suddividere tra le due brigate (I vettura e 4 caco/ets ognuna); f) materiali vari: ogni corpo dovrebbe avere qualche tenda conica che serva da infermeria, "per dare agli ammalali quei primi soccorsi da cui può dipendere talvolta la vita dell'uomo, o tutto almeno per mettere al riparo in luogo separato gli infermi in attesa di trasporto"; g) quantità dei materiali sanitari: i corpi dovrebbero avere, oltre alla coppia di cofani d'ambulanza reggimentale, anche uno zaino per ciascun battaglione; al momento, gli zaini sono solo 2 per reggimento. Il quantitativo di medicazioni disponibile nei cassoni dell'ambulanza divisionale, può, invece, essere ridotto; h) qualità del materiale: le vettura d'ambulanza austriache si sono dimostrale migliori di quelle piemontesi . Esse sono verniciate in colore chiaro e munite di vetri a persiane scorrevoli, che consentono al tempo stesso di mantenere una temperatu ra più fresca all' interno, e di riparare più efficacemente i feriti dalle intemperie. Inoltre, per mezzo di un'apposita ringhiera consentono, diversamente da quelle piemontesi, di collocarvi zaini e armi dei feriti. Da rivedere anche la proporzione tra cacolets a sedia e a lettiga. li commissario di guerra Busi mette in evidenza le difficoltà di collegamento, visto che molto dipende dalle decisioni dell' ufficio d'Intendenza: l'Ufficio d' Intendenza militare della divisione non sempre potè compiere presso l'ambulanza il suo dovere, poichè tante volte era lontano a segn o da non poter mettersi neppure in comunicazione; ignorava persino il sito assegnatole.
Per evitare questo inconveniente, l'ambulanza divisionale dovrebbe dislocarsi nelle vicinanze del quartier generale, oppure, se ciò non è possibile, prendere posizione dd luogo indicato dal Capo di Stato Maggiore della di-
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I.I\ LOGISTICA DELL'ESEKC ITO -
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visione all'Intendenza militare (ciò, der reslo, era già previsto dal nuovo regolamento). Non era mai stato indicato da nessuno il luogo dove essa doveva dislocarsi, forse perchè non si prevedeva di impegnarsi nell'azione. Per ottenere un maggiore coordinamento, il commissario di guerra dovrebbe sempre seguire l'ambulanza. Il personale sanitario è sufficiente solo in fatti d'armi di poco rilievo: ma in giornate come quella di S. Martino, occorre rinforzarlo con il personale ~ell'ambulanza del quartiere generale, e con la riserva a disposizione di quest'ultimo. Non è possibile, secondo il Busi, provvedere azione durante alle incombenze burocratiche (registrazione delle entrate ed uscite dall'infermeria, verbali richiesti dal regolamento i stato civile e riconoscimento il caso di morte). Occorrerebbero, presso l' am bulanza, oltre all'ufficiale di amministrazione e a l furiere, altri due incaricati, oppure, se ciò non è possibile, si dovrebbe munire il personale dell'ambulanza - fino al livello di caporale - di un libretto tascabile, ove annotare i dati di coloro che si presenlano all'ambulanza. Anche per il Busi, in previsione dell'azione occorrebbe un rinforzo di carri di precetto per il trasporto di malati e feriti; il materiale è generalmente sufficiente per quantità e qualità (occorrebbe però segnare chiaramente sui cassoni il loro contenuto, per faci lilarne l'impiego rapido). Molti soldati, nel ritorno dal trasporto feriti, o si disperdono o si trallengono, quindi è necessario che un ufficiale presieda a questi trasporti, riuniti in convoglio. La più dettagliata e approfondila è la relazione del medico divisionale Manayra, tale da fotografare tutti i problemi del servizio. Secondo il Manayra in grossi fatti d'arme i medici sono sempre insufficienli, specie quando i battaglioni devono agire isolati. Un provvedimento economico sarebbe quello di rcitrodurre in servizio gli allievi medici militari . Questa soluzione nel tempo stesso che somministrerebbe ai m edici graduali - a iutanti aspcrti ed intelligenti, servirebbe di vivaio per rifornire di medici a ggiunti i corpi e stabilimenti sanita ri dell' armata [ ... ] I mi gliori e più disinvolti fra gli attuali medici militari sono appunto quelli che incominciarono la loro carriera in qualità di a llievi.
Onde diminuire le distanze (e quindi i tempi) che devono percorrere i feriti prima di giungere all'ambulanza divisionale (che secondo i regolamenti vigenti si deve stabilire fuori dal tiro del cannone cd a portata di tutte le truppe della divisione) sarebbe necessario creare ambulanze di brigata, le quali, seguendo in ogni momento da vicino la brigata renderebbero meno faticosa l'opera dei medici dei reggimenti, e riuscirebbero di sollievo e vantaggio grandissimo a i feriti, i quali talvolta hallllo da
XIV - SERVIZI
f)J
SANITÀ E VETERI NARI O (1859-1861)
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sopportare dolori e spasimi atroci, non di rado seguiti dalla più funesta conseguenza, prima di giungere all'ambulanza divisionale.
Il personale delle ambulanze di brigata potrebbe anche intervenire proficuamente a favo re dei vari reparti privi di medici (treno, parchi e batterie d'artiglieria, compagnie genio). In quanto alle sezioni d 'ambulanza, secondo il Manayra non possono fare le veci dell' ambulanza di brigata. Infatti queste ultime sarebbero in grado in ogni momento di entrare in azione immediatamente, mentre le sezioni d'ambulanza si distaccano dal deposito solo d i volta in volta e al manifestarsi delle esigenze; potrebbe così accadere che esse arrivassero in ritardo sul posto per ostacoli vari incontrati lungo la strada, o che l'ordine - in combattimenti d'incontro improvvisi come quelli di S. Martino - giungesse in ritardo o non giungesse affatto. Il Manayra si sofferma particolarmente sul problema delle relazioni del medico capo della divisione con il quartier generale, l'Intendenza e i medici addetti ai corpi, relazioni che lasciano molto a desiderare. Nella giornata <li S. Martino il medico capo non riccvelte nè gli ordini nè le comunicazioni sui movimenti della divisione, nè gli venne chiesto il suo parere sulla località ove dislocare l'am bulanza, che pertanto fu spesso falla passare ed a ccampata in siti poco adatti ,
11 0 11 si trovò al fa ldi Vin7.aglio e poco ma ncò che la stessa cosa non si ripetesse il giorno della baLLaglia di S. Martino.
lo
L'Art. 80 del regolamento, che prescrive che sia il capo dell'ufficio d'Intendenza di visionale a mantenersi in contatto con il Capo di Stato Maggiore per poi disporre i movimenti dell'ambulanza, per difficoltà di collegamento non è mai stato esso in pratica, nè credo possa esserlo, a meno che si destini specia lmente un impiegato dell'Intendenza colla mi ssione di combinare col Cap o di Stato Maggiore la direzione e il posto da da rsi all'ambu lam.a, e di renderne q uindi informato il medico capo.
Finchè il commissario capo accentra su di sè tanti importantissimi compiti, questo articolo corre, secondo il Manayra, il rischio di rimanere eternamente lettera morta; e qui egli affronta il delicato e non mai risolto problema delle dipendenze del medico capo, a suo giudizio del tutto irrazionali e ingiuste: al postutto che necessità o qual ragione havvi di frapporre fra il capo di stato maggiore cd il medico divisionale il commissario capo? 1... J Non sa rebbe più semplice e più logico che il medico tra ttasse direttamente col generale e col capo di stato maggiore le q ueslioni c he si riferiscono al servizio
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LA LOGISTICA DEI.L' ES ERCITO -
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sanitario? [... ] E qui mi cade in acconcio di avvertire che non mi sembra abbastanza legittimata la disposizione contenuto nell'articolo 32 in cui viene stabilito che i "funzionari d'Intendenza militare, capi d'ufficio, eserciteranno o faranno esercitare per mezzo dei sollocommissari da loro dipendenti, si sugli ospedali che nelle ambulanze, una continua ed assidua vigilanza, onde assicurarsi del regolare andamento d'ogni ramo di servizio". Jmperrocchè in che modo può un commissario giudicare se il servizio medico o farmaceutico procede non a dovere, egli profano profanissimo alla medicina cd alla farmacia? ... E çon quel fondamento di disciplina militare si sottopone un medico divisionale, che ha grado di maggiore, alla sorveglianza ed alla tutela d ' un sotto - commissario, a lui inferiore in grado? .. . L'operalo degli ufficiali sanitari, se mal non m'appongo, non può e non deve essere controllato che da persone d'arte, capaci di discutere tecnicamente le ragioni di questa o di quella misura, d ' una o di un'altra disposizione.
Il materiale sanitario è ritenuto dal Manayra sufficiente: occorrerebbe tuttavia che i 4 cofani disponibili da luglio in poi presso ciascun reggimento contenessero materiali tali, da rendere possibile distribuirne uno per ogni battaglione, con tutto l'occorrente per mettere in grado il medico di battaglione di far fronte a qualsiasi eventualità, senza bisogno di concorso da parte di chicchessia. Questo, nel caso che ciascun battaglione svolga un'azione autonoma e proceda per una propria direzione, rendendo inutile impiantare l'ambulanza reggimentale. Sarebbe anche indispensabile aumentare di due le barelle del reggimento, in modo che ogni battaglione abbia abbia la sua, e l'aggiunta alle barelle di quattro gambe onde potervi collocare su il ferito con suo minor disagio, e non esporre coloro c he dovranno sollevare da terra e spelarsi le dita nell'atto di afferarne le stanghe.
L' Iter del ferito descritto dal Manayra è il seguente: i militari amma lati o feriti quando la divisione è in trasferimento sono visitati da uno dei medici del corpo e diretti quindi all'ambulanza divisionale. All'ambulanza sono sottoposti a una seconda visita e, a seconda della gravità della malattia, sono trasportati al più vicino ospedale oppure lasciati presso la stessa ambulanza. I mezzi di trasporto dell'ambulanza divisionale (5 vetture, 30 cacolets, 26 barelle) sono da lui ritenuti sufficienti, purchè vengono impiegati solo per la raccolta dei feriti (cioè per il loro trasporto dalla linea di combattimento all'ambulanza) e impiegando carri e vetture di requisizione per lo sgombero a tergo della ambulanza: ho asserito che i succitati mezzi di trasporlo erano bastevoli ad ogni bisogno, e nessuno spero mi w ul1aùÙÌ.1à, poichè nelle vetture d 'ambulanza pos-
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sono stare comadamente 40 feriti (8 per vettura), 60 si mettono sui cacolets, e 26 sulle barelle; e s'ha per conseguenza un totale di 126 uomini che s'ha il modo di portar via dal campo d'un solo tratto [ . ..] le vetture d'ambulanza non potendo seguire ovunque le truppe a cagione del loro volume, d'ordinario erano tenute presso l'ambulan7.a divisionale, e quando si supponeva che i corpi potessero abbisognare di mezzi di trasporto, si dava loro preferibilmente un certo numero di cacolets, siccome quelli a cui era concesso di andar su per le erte e di passare in qualsiasi sentiero. I veicolo d 'ambulanza nella ricognizione di Prarolo stettero col deposito d'ambulanza: e dopo il fallo si spedirono i pochi feriti che si ebbero all'ospedale di Vercelli per mezzo di una vettura, meno il capit.ano di stato maggiore Signor Ferreri che fu mandato a Casale adagiato sopra un cacolet a lettiera .
Alla fine del rapporto il Manayra tratta anche questioni igieniche, rappresentando che, in un'altra campagna: si badi più di quello che si fece nel passato, a far accampare le truppe in luoghi quanto più puossi salubri, compatibilmente colle esigenze strategiche; che sui campi non si trascurino le esigenze dell'igiene, che, co11,c11te11dolo le circostanze non si obblighi il soldato a camminare nelle ore più soffocanti del giorno: che non gli si permetta, mentre è sudato, di sdraiarsi a ll' ombra sull'erba o sul terreno umido; di ferma rsi a bere smodata mente acqua fredda e di COllllllellere altrettanti disordini, capaci d'influire nella più. sfavorevole maniera sulla di lui salute.
Con qualche spunto originale la relazione del maggiore Piola Caselli, sull'andamento del Servizio presso la 5a divisione17 • Come già altri, il Piola Caselli ritiene che il numero degli infermieri si è rivelato troppo scarso e che le loro dipendenze non sono risultate chiare, con conseguenti incagli nell'esecuzione delle operazioni e dei servizi (il corpo degli infermieri - egli osserva - dipendeva solo in maniera indiretta dei medici e dagli ufficiali d'Intendenza, essendo agli ordini degli ufficiali di sanità). Il motivo per cui il giorno della battaglia, nonostante le proibizioni, molti soldati sono stati trasportati indietro a braccia è dovuto sia all'impossibilità dei cacolets - a causa del terreno - di arrivare a ridosso dei feriti, sia alla tendenza dei conducenti di caco/ets, soldati non dei migliori, ed evitare i posti pericolosi. Le annotazioni prescritte dal regolamento per i feriti non possono essere osservate in combattimento, quando i feriti sono troppo numerosi. Il materiale d'ambulanza è troppo pesante, e il quantitativo di medicinali è "esorbitante": basterebbero solo 2 cassoni, risparmiando un carro. Sareb-
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AUSSM E , REP. G- 17, RACC. 348
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LA LOUISTICA [)El.L' ESERCITO -
VOL. I
be utile studiare un modello unico ad uso di caco/et e seggiola ad un tempo. I cofani caricati su muli sono troppo pesanti, e le vetture d'ambulanza sono di costruzione difettosa, perchè contengono solo pochi feriti, che vi possono essere coricati con difficoltà dalla troppo angusta portiera. Il medico capo ritiene "un incaglio" la sua dipendenza dall'Intendente della divisione, e non trova ben definita la sua posizione, rispetto al comandante del treno, per la direzione delle vett ure di ambulanza (in effetti anche secondo altre relazioni, accadeva spesso che era il comandante del treno a decidere, d'iniziativa, dove la ambulanza doveva andare). Anche l'uniforme per il Piola Caselli andrebbe modificata, perchè le unifom1i degli uffi ciali sanitari sono troppo facilmente scambiate con quelle degli impiegali delle poste e delle sussistenze.
A fronte di quanto riferiscono specie il Manayra e il Piola Caselli, francamente deludente appare il rapporto sulla giornata di San Martino del medico capo dell'esercito dott. Comissetti, che già aveva ricoperto la stessa carica in Crimea, pubblicando su quella campagna uno studio fondamentale di cui abbiamo dato conto (vds. capitolo X): ci si sarebbe aspettati che il Comissetti affrontasse le questioni di fondo inerenti al funzionamento del servizio, invece egli si perde nel descrivere particolari tutto sommato di scarso peso della giornata del 24 giugno, ed i conseguenti suoi interventi qua e là sul campo di battaglia. Unico fatto di rilievo - peraltro no n nuovo - che emerge dalla sua relazione è lo scarso coordinamento del Servizio con l'attività operativa, e la mancanza di un collegamento di qualche genere con i sottoposti: a bhenchi: la sera del 23 non mi fosse nulla annunciato di quanto era per accadere nel gio rno successivo, tuttavia, in vista dei grandi concentramenti di truppe nemiche in nostra prossimità e dei pronunziati movimenti delle nostre, nel giorno 24 , prima delle ore 6 del mattino, mi portai di bel nuovo al quartier generale principale onde prender lingua sulle possibili eventualità . II Signor Maggiore Piola (Caselli) ebbe la compiacenza di assicurarmi esservi nulla di nuovo, tranne alcune forti ricognizioni nostre verso il nemico [... J debbo grandemente lamentare di non aver avuto nessuno, non dirò che mi assecondasse, ma che mi surrogasse nè dal lato della parte militare nè dalla parte amministrativa. Erano necessarie persone autorevoli , munite di cavallo, onde potersi portare sui diversi punti , come erano necessari infermieri e soldati per aiutare a scaricare i feriti provveduti di medicazione.
li Servizio veterinario.
L'organizzazione e il funzionamento del Servizio in campagna sono disciplinati, appena prima dell' inizio delle operazioni, con I' lsiruzivfle per il
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servizio e la contabilità delle infermerie cavalli in campagna del 18 aprile 1859 18 •
Secondo tale istruzione, i cavalli affetti da malattie leggere e che possono seguire i movimenti delle truppe sono curati presso i corpi a cura dei veterinari dei corpi stessi; i cavalli che non possono essere curati presso le lruppe, perchè affetti da malattie che richiedono una lunga cura, sono ricoverati in una o più infermerie cenlrali, istituite a mezzo apposito verbale a cura dell'Intendenza generale d'armata, che nè dà nolizia a tutto l'esercito. In tal modo, rispetto all'organizzazione prevista nel regolamento del 1836 (capitolo 111), peraltro valida per il solo tempo di pace, non sono più previste in campagna infermeria cavalli di corpo e il ricovero e la cura dei quadrupedi sono accentrati al livello di armata, come del resto era già stato fatto, nonostante la mancanza di uno specifico regolamento, nella campagna del 1848, da aprile in poi. Ciascuna in fernùeria centrale viene amministrata per conlo di uno dei corpi a cavallo (del quale, ai fini a mministrativi, costiluisce distaccamento), ed è composla da personale permanente e temporaneo in numero sufficiente per oltenere una capacità di ricovero di 300 cavalli. Fanno parte del personale permanente un capilano o tenente direttore o contabile, 3 veterinari , I farmacista, 3 sergcnli (I per la contabilità, 2 per la disciplina), 7 caporali, 3 maniscalchi, 3 allievi maniscalchi c un trombettiere. li personale temporaneo, fornito dagli stessi corpi che ricoverano i cavalli, comprende un soldato ogni 2 cavalli, che provvede anche a curare i quadrupedi della fanteria. L'infermeria è divisa in sezioni, ciascuna delle quali è composta da un numero di cavalli non superiore a I()()_ Ad ogni sezione è addelto un veterinario e un maniscalco; le sezioni devono essere di forza pressochè uguale. Nei limiti del possibile, i cavalli ricoverati di uno stesso corpo devono essere riuniti in una sola sezione; per quelli sospetti di malattie conlagiose devono essere costituite sezioni apposite, in scuderie isolate. L'ingresso all'infermeria dei cavalli è così regolamentato: i cavalli devono mandarsi all'infermeria con filetto , con collare o capezza munita di catena o corda, e provvisti di foraggio per la giornaLa, e saranno messi in bassa al corpo cui appartengono . P er ciascun cavallo dirello all'infermeria deve essere spedita dai corpi la relativa bulletta di ammissione, che vorrà essere rimessa ai soldati destinati in condotta perchè sia poi presentata all'infermeria. I soldati saranno muniti di uno stato di bassa per es-
18
G.M . 1859 , parte TT, Suppi. n . 8.
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LA LOGISTICA DELL' ESERC ITO - VOI .. I
si loro, e di un altro per i cavalli: le bulettc di ammissione saranno unile a quest'ultimo .
Sul tergo della bulletta di ammissione devono essere indicate le cure già prodicate; quando un cavallo entra all'infermeria deve essere spedita al capo la bulletta d'infermeria. I cavalli che escono dall'infermeria devono essere provvisti di una bulletta d'uscita, e forniti degli stessi oggetli di cui erano provvisti all'entrata più una razione di foraggio per la giornata. Il direttore contabile tiene un registro di entrata e uscita e un registro di conto - aperto, nel quale sono iscritti separatamente per corpo tutti i cavalli entrati. Le ordinazioni per i cavalli, sia di foraggi, che di medicinali, devono risultare da apposito registro; ai soli veterinari è riservata la facoltà di prescrivere gli a limenti e i medicinali. Per l'esercizio della loro arte, i veterinari e i maniscalchi sono ciascuno provvisti di una apposita busta la cui composizione - insieme con i medicinali previsti - è riportata nel DOCUMENTO 21. Lo stato di salute dei cavalli ricoverati all' infermeria viene accertato ogni quindici giorni da un'apposita commissione, alla quale spetta decidere quali dei cavalli devono essere riformati o abbattuti, tenendo anche presente la probabilità che anche guariti possano fornire un buon servizio. Quando l'infermeria centrale deve spostarsi, i cavalli che non possono seguire il convoglio sono consegnati a l Municipio locale, per essere curati da qualche veterinario civile. Se però la malattia dalla quale sono affetti fosse di natura tale da non lasciare speranza di guarigione, essi vengono riformati o abbattuti. Le infermerie cavalli centrali dipendono direttamente dall'Intendenza generale d'armata, la quale esercita la sua superiore direzione ed ispezione per mezzo dei suoi funzionari. Il funzionario di Intendenza addetto a un'infermeria centrale deve, in particolare, verificare rnesilmente la contabilità del direttore, firmando per vidimazione i documenti esaminati. I risultati della verifica dovranno essere inviati dall'Intendente generale d'armata per mezzo di un rapporto, che dovrà accennare anche agli inconvenienti e irregolarità di ogni genere riscontrati, anche sul servizio della farmacia. Nelle relazioni sulla campagna del 1859, non compaiono rilievi dei protagonisti sul funzionamento del Servizio. Da una lettera datata 29 maggio 1859 19 del Ministro della guerra al Capo di Stato Maggiore dell'armata risulta comunque la mancanza, fino a quella data, di veterinari:
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COMANDO CORPO DI SM, La campagna del 1859... (Cit.), Voi. I, p . 168.
XIV - SERVIZI DI SANITÀ E VETER INARIO ( 1859- 1861)
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in seguito alle rappresentanze fatte dal l'Intendente generale dell'armata sulla mancanza di veterinari presso le divisioni dell'armata, questo Ministero ha determinato di destinarvi gli infrascritti soldati del corpo del treno (patentali veterinari) per disimpegnare le necessarie funzioni ...
Per motivi che non appare facile individuare l' infermeria cavalli centrale, benchè costituita per tempo (sulla carta) dal quartier generale con dispaccio all'Intendente generale n. 548 in data 7 marzo 1859, tarda notevolmente ad entrare in funzione 20 • Oltre due mesi dopo, con lettera n . 337 in data 8 maggio, quindi a campagna già iniziata, la 3a divisione chiede al quartier generale dove mandare i cavalli abbisognevoli di cure. La risposta del quartier generale è che quando sarà costituta l'infermeria cavalli, si dovranno mandare colà. Il 9 maggio l' Intendente generale assicura che il Ministero - da lui interessato fin dai primi di marzo - ha assegnato il personale e spedito il materiale, ma intanto non è ancora stato scelto il corpo che deve amministrarla, come prescritto dal citato regolamento. Solo I' 11 maggio l'Intendente propone a l Capo di Stato Maggiore di far amministrare l' infermeria dal corpo del treno d'armata (proposta approvata il 12 maggio). Allo stesso giorno, però, da un'altra lettera risulta che non è ancora stato scelto il luogo. Inevitabile quindi, l'ordine del 12 maggio con il quale - unica soluzione possibile, e sfruttata anche in passato - si dispone che i comandanti di corpo lascino i cavalli ammalati o feriti presso i Municipi, con un soldato ogni 2 - 3 cavalli. La costituzione, finalmente, sembra cosa fatta a metà di maggio: il 23 di maggio, il quartier generale ordina al direttore dell 'in fermeria cavalli di ricoverare 3 cavalli, con 2 uomini per il governo (ma era necessario un ordine del quartier generale? . non era cosa automatica?) Il ritardo, a parte le inevitabili difficoltà organizzative connesse con il reperimento e l'avvio a destinazione del personale e del materiale, non può che essere spiegato con lo scarso interesse per questo pur importante branca logistica da parte di parecchi organi, a cominciare dal Ministero: non si spiegherebbe altrimenti il ritardo nella scelta del luogo e del corpo responsabile dell'ammi nistrazione, ritardo tanto più ingiustificato, visto che si trattava di salvaguardare il prezioso e costoso materiale equino, allora vera spina dorsale dell'Esercito.
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Cfr. in merito, la serie di lellen: w nLentute in AUSSME, REP. G-17, VOL. JV .
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LA LOGISTICA D ELL' ESERC ITO -
VOI .. I
Le origini della Croce Rossa. Come già nelle campagne precedenti, nella guerra del 1859 i feriti e il persona le sanitario non hanno alcun status particolare e non sono a ncora sottoposti ad alcuna forma di tutela internazionale . Il già citato regolamento per il Servizio di sanità in campagna del 1859, pertanto, non manca di ribadire le norme da osservare (Art. 87) nel caso di ritirata di movimenti improvvisi, che potrebbero rendere nec~ssario, per mancanza di tempo, abbandonare i feriti dove sono, con pericolo che cadano nelle mani del nemico: qualora il medico in capo, od in sua assenza il medico più elevalo in grado, incaricalo della direzione del servizio fosse avvisalo che l' Arma ta dovesse operare movimenti di ritirata, combinerà con l' lnlendente genera le d'armata, e coll'ufficio d' Intendenza militare divisionale tutti i mezzi possibili onde far tostamcntc trasportare i ferii.i affinchè qucstj non rimangano alla discrezione del nemico. Nella circost.an7a che siffatto trasporto non potesse avere effello, il medico in capo, o chi per esso designerà personalmente il numero degli ufficiali di sanità di o~ni grado. che dovranno resta re all'assistenza dei feriti presso il d eposito d'ambula nza anche con sicuro pericolo di rimanere prigionieri di guerra.
Ma già nella campagna di Crimea il gran numero di ammalati e feriti e l'insufficienza delle misure per lo sgombero, il ricovero e la cura aveva creato il terreno favorevole per iniziative fi latropiche senza riguardo alla nazionalità, che vedono ad esempio nell'inglese Florence Nightingale una delle animatrici. Tra il 1859 e i I 1861 si gettano le basi per fare dei fcri ti e del personale sanitario in guerra dei soggetti particolari, sottratti a lle normali leggi di guerra. Il merito è di due eminenti figure: l'italiano Ferdinando P alasciano, già medico militare dell'esercito bo rbonico, e ii commerciante svizzero H enry Dunant2 1• Il primo a sostenere la neutralità dei feriti è stato in senso stretto proprio il quasi dimen ticato Palasciano, che come medico militare studiò particolarmente i problemi (al tempo tutt'al tro che risolti) della cura delle ferite di guerra e del soccorso urgente dei feri ti sul campo di battaglia, sostenendo già nella prima metà del seco lo XIX che la vita dei feriti in g uerra è sacra, essi devon o essere considerali neutra li e come tali aventi diritto all'aiuto e a lla protezione dell ' uno e de ll 'altra pane degli eserciti belligeranti.
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C fr. Sintesi storica CRI, AUSSME . RACC. 133 .
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SERVI Z I Ili S ANITÀ (] VETERI NAR IO ( 1859-1861)
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Concetti al tempo troppo arditi, che tardano a farsi strada. Così, quando nel corso dell' insurrezione siciliana del 1848 il generale borbonico Filangeri, che assediava Messina, ordina di non risparmiare i fe riti avversari, Ferdinando Palasciano disobbedisce agli ordini e continua a curare con pari dedizione i feriti di ambedue le parti. Accusato di insubordinazione aggravata di fronte al nemico e tradotto dava nti a una Corte marziale, è condannato a morte. Grazie all'alta stima professionale acquisita e al suo prestiglio, la condanna gli viene però successivamente tramutata in un anno di carcere. Dopo l'annessione del Regno di Napoli all'Italia nel 1860, il Palasciano torna a sostenere con maggiore forza e maggiore libertà la sua vecchia idea, auspicando il 28 gennaio e il 28 aprile 1861 , all 'A ccademia Pontiniana di Napoli, che per il futuro le potenze belligeranti, nella dislocazione di guerra, riconoscan o reciprocamente il principio della ncul ralità dei combattenti feriti o gravemente malati, per tutto il tempo de!Ja cura.
In queste parole consegnate alla storia si esaurisce l' azione precorritrice di questo grande medico militare italiano, che alle prime riunioni internazionali per costituire la Croce Rossa e alla successiva Conferenza di Ginevra del 1864, durante la quale il sodalizio fu fondato , non venne neppure invitato. Il più noto Henry Dunant, fondatore della Croce Rossa nel 1864, era casualmente presente per ragioni di affari (forniture militari di granaglie all'armata francese) nel giugno 1959 a Solferino, nei giorni della battaglia, dove la carente organizzazione sanitaria delle truppe francesi, la mancanza di medici militari , di mezzi di trasporto e di ospedali predisposti per il ricovero resero part icolarmente penoso lo spettacolo delle migliaia di feriti delle due parti, abbandonati senza alcuna utile e tempestiva cura. Di qui la decisione del Dunant di condurre una campagna a naloga a quella del Pala<;ciano ma più fortunata, i cui motivi ispiratori furono magistralmente condensati nel libro Un Souvenir de Solferino, pubblicato nel 1862. Tra i germi di rinnovamento che compaiono del 1859 al 1861 nelle istituzioni militari e nella organizzazione e condotta delle campagne di guerra un posto d ' onore spetta dunque, a buon diritto, a questa nuova concezione che tende a umanizzare la guerra e, per la prima volta nel secolo XIX, ha uno sbocco concreto in accordi internaziona li volti a rendere la guerra, per così dire, più civile.
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LA LOGl~'TICA DELL' ESERCITO -
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Fig. 47 - Modello di carro farmaceutico per trasporto medicinaJi (Regno di Napoli - seconda metà XIX sec.) (Museo Artiglieria, Torino).
CAPITOLO XV IL SERVIZIO DI COMMISSARIATO DAL 1859 AL 1861
Vettovagliamento (regolamentazione e funzionamento). In data 12 aprile 1859, come sempre a pochi giorni dall'inizio della campagna, viene emanato il Regolamento per il servizio e la contabilità delle sussistenze militari in campagna1, con una premessa (Art. I) significativa, che mette in rilievo il ruolo assai importante, e anzi ormai esclusivo, assunto dalle sussistenze militari: l'assicurare all'armata la regolare distribuzione del vitto, il vegliare su questo sia della voluta qualità e bontà, deve essere una delle principali, più costanti e assidue cure dcli' Amministrazione militare. L'intendenza generale d'armala dirige i varii rami delle sussistenze, per mezzo dei suoi Funzionari, li fa disimpegnare mediante il personale superiore ed inferiore delle Sussistenze militari che le è assegnato.
Il personale superiore delle sussistenze militari assegnato all'Intendenza generale d'armata è composto dal direttore principale, di direttori o vice - direttori contabili, vice - direttori e commessi. Tale personale è suddiviso tra l'Intendenza generale d'armata e i vari magazzini, alle dipendenze dei funzionari dell'Intendenza capi - Servizio. Il personale esecutivo è composto da sottufficiali e soldati operai del battaglione di amministrazione (vds_ capitolo XII), che possono essere coadiuvati da operai civili e da sottufficiali e soldati dei vari corpi, aggregati su ordine dell'Intendenza militare. Di particolare rilievo e delicatezza le incombenze del direttore principale delle sussistenze, pur strettamente subordinato, presso l'Intendenza generale, al "funzionario dell'intendenza militare incaricato dei servizi delle sussistenze". Egli deve: individuare i mezzi più facili e opportuni per gli approvvigionamenti sia nel paese occupato che in quelli vicini, e le risorse che sono disponibili per eventuali requisizioni; definire i luoghi più appropriati per dislocarvi il magazzino delle sussistenze, nell'ambito della zona indicata dalle autorità superiori; individuare i mezzi più adatti per eseguire i trasporti dei generi; dirigere il personale delle sussistenze, proponendo i cambi di destinazione ritenuti necessari, e sorvegliare il buon andamento del servizio, compiendo frequenti ispezioni.
G.M. 1859. parte ll, Suppi. n. 2.
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LA LOGISTICI\ DEl.l.' ES EKCJTO -
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l direttori e vice - direttori contabili dei magazzini hanno il compito di ricevere, custodire e spedire le vettovaglie, e presiedere alla fabbricazione e distribuzione del pane e alla macellazione e distribuzione della carne. Sono pertanto responsabili del materiale, del denaro e delle vettovaglie che vengono loro dati in consegna, della disciplina del personale e del buon andamento delle operazioni nell'ambito del loro magazzino. L'impianto e la chiusura dei magazzini vengono disposti dall'Intendenza generale d ' armata. In campagna, il loro scaglionamento è così definito (vds. anche DOCUMENTO 22): vi sono magazzini per la distribuzione dei viveri, legna e foraggi alle truppe. Magazzini per sussidiare i primi, e magazzini di riserva per assicurare i viveri e i foraggi per buon numero di giorni a tutta l'Armata. I primi diconsi divisionari, perchè a contatto delle divisioni, i secondi secondari, gli ultimi generali o principali. Però i magazzini secondari ed anche i principali possono talora distribuire viveri, legna e foraggi direttamente alle truppe.
I magazzini divisionali sono alle dipendenze dirette dei capi ufficio d'Intendenza presso le stesse divisioni; gli altri (generali e secondari) dipendono dall'Intendenza generale, tramite un funzionario d'Intendenza addetto. Gli spostamenti dei magazzini sono ordinali dall'Intendenza generale d 'armata per i magazzini principali e secondari , e dai funzionari d'Intendenza capi servizio presso le divisioni, per i magazzini divisionali. Possono anche essere istituiti magazzini provvisori succursali, distaccati da un altro magazzino, ad una distanza non superiore a mezza giornata di marcia. L'impiegato al quale sono affidati il servizio e la contabilità di tali magazzini dipende dal direttore - contabile del magazzino che lo ha distaccato, al quale rende i conti. I magazzini divisionali sono provvisti di proprio carreggio, per rifornirsi presso i magazzini secondari. I corpi, sempre con proprio carreggio, ritirano i viveri presso i magazzini divisionali. Le variazioni e i movimenti di materiale nei magazzini succursali sono riportati dagli impiegati addetti su un brogliasso di movimento dei generi e materiale in consegna. Giornalmente essi inviano un estratto dei movimenti effettuati sul brogliasso al contabile dal quale dipendono, che li riporta sul libro mastro. I magazzini - e in particolar modo quelli di distribuzione - sono protetti con guardie armate, "per la sicurezza loro ed a guarentigia dei contabili". Per quanto possibile, devono essere molto vasti, collocati lungo la strada principale e con un doppio accesso (uno per i generi che arrivano, l'altro per quelli che si spediscono); ambedue gli accessi devono essere ampi a sufficienza per consentire di caricare e scaricare più carri contemporaneamente. Il loro approvvigionamento può avvenire a mezzo di:
XV - SERVIZ IO Dl COMMISSARIATO (1859-1861)
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spedizioni da parte del Ministero della guerra; incette fatte daJ commercio; preparazione interna di determinati generi (pane, carne macellata); requisizioni dirette normalmente ai Comuni e solo eccezionalmente ai privati; doni o prede di guerra. Le convenzfoni, contratti e requisizioni sono fatte a cura dell'Intendenza generale o di funzionari da essa delegati. In casi di particolare urgenza i funzionari d ' Intendenza capi servizio presso le truppe possono ordinare e far eseguire direttamente le provviste, senza la preventiva autorizzazione dell'Intendenza generale, in modo da essere in grado di provvedere comunque alle somministrazioni giornaliere alle truppe. I casi di urgenza contemplati sono, di massima: perdita o deperimento di generi che richiedono un immediato reintegro; impossibilità di reintegrare i generi in tempo utile da parte dell'Intendenza generale; mancanza agli impegni assunti da parte di qualche fornitore, tale da richiedere provvedimenti immediati; improvvisi aumenti di forza da vettovagliare, o improvvisi spostamen ti che non rendono più possibile ricorrere ai normali canali e magazzini di rifornimento. L'apertura di qualsiasi magazzino è sempre preceduta da regolare verbale - inventario dei generi e dei materiali che si danno in consegna al contabile, compilato in contraddittorio con il contabile stesso. Non appena terminata la compilazione del verbale d'inventario, il contabile prende in carico generi e materiali, annotandoli sul libro-mastro (registro di carico e scarico suddiviso in 5 fascicoli; pane e carne, generi diversi e liquidi, foraggi e legna, attrezzi e manutenzioni, attrezzi di movimento giornaliero). I generi e materiali spediti da altri magazzini sono ricevuti dal contabile dietro presentazione delle lettere di vettura ed in presenza di un funzionario della Intendenza militare. Le variazioni di materiali in magazzino in aumento o in diminuzione devono essere sempre giustificate da documenti. Nessuna perdita, nessun consumo e nessuna avaria è ammessa e dà luogo scarico dei materiali, se non risulta comprovato, sulla base di apposite procedure, che essa è dovuta a cause di forza maggiore (furti, incendi, inondazioni, affondamento diedifici, prede e distruzioni da parte del nemico, distruzioni e abbandoni forzati per cause belliche). Possono tuttavia essere tenute in considerazione, a giudizio esclusivo dell'Intendenza generale, le perdite, i consumi e le avarie che, sebbene non dipendenti da cause di forza maggiore, sono dovute a naturali deperimenti e consumi, non attribuibili a incuria dei contabili.
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LA l.()(; ISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
Continuamente sottolineata è la responsabilità diretta dei direttori - contabili per la buona conservazione dei magazzini. Il regolamento (Art. 41) precisa che: l'autorità esercitata sui Contabili dell'Intendenza generale d'Armata e dai Capi di servizio nei limiti dei regolamenti, non attenua , nè restringe, nè modifica comunque la responsabilità che su di loro pesa esclusivamente per ciò che si riferisce alla qualità, quantità e conservazione delle vettovaglie ed oggetti dati loro in caricamento, epperò essi saranno sempre custodi delle chiavi dei rispettivi magazzini , e nessuno potrà entrare nei medesimi a loro insaputa, salvo nelle eccezionali circostanze dichiarate nell'arlicolo seguente.
Le distribuzioni alle truppe delle razioni viveri e foraggi tanto ordinarie che straordinarie si fanno dietro presentazione di buoni per razioni, iscritti dal contabile in apposito registro. Le distribuzioni straordinarie possono avvenire solo su ordine del generale in capo. Se i comandanti delle divisioni ordinano distribuzioni straordinarie, il capo dell'ufficio Intendenza deve ottemperare all'ordine, informandone però l' Intenden te generale. Gli orari delle distribuzioni e l'ordine di precedenza da seguire sono fissati dal generale comandante le truppe. È proibito ai contabili somministrare razioni che non sono state distribuite al momento in cui erano dovute, oppure pagare razioni viveri in contanti. Su autorizzazione dell'Intendente generale d 'armata, possono tuttavia essere pagate in contanti le razioni al personale di ogni grado impegnato in missioni speciali, oppure comandato in ser vizi isolati in luoghi ove non vi sono magazzini. ln questo caso al sottufficiale e al soldato è dovuto il soprassoldo di centesimi 25 oltre alla razione di pane, e non viene fatta sul prestito la trattenuta stabilita per la razione viveri. L'Art. 69 prevede anche norme sul contegno da tenere in caso di lagnanze della truppa sulla qualità dei generi in distribuzione. In merito, viene ribadita la validità delle prescrizioni del regolamento di servizio per le truppe in campagna del 1833: compete al funzionario dell'Intendenza militare fare gli opportuni provvedimenti nello scopo di cautelare gli interessi della truppa stessa e del governo, redigendone ove d'uopo processo verbale o nde far cadere a ll'occorrenza le conseguenze del fatto a carico del Contabile e dell' Impiegato risponsale. Nessuna derrata già acceltata da un corpo e sortita da un magazzino può essere restituita per venire cambiata, e non sarà accettata nessuna lagnanza sulla qualità dei generi già ricevuti.
Nel complesso, questo nuovo regolamento del 1859 non rappresenta che una versione più aggiornata e particolareggiata dell'analoga regolamentazione (decreto di istituzione del Servizio di sussitenza e relativa istruzio-
XV - SliRVIZIO DI COM MISSARIATO (1859-1861)
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ne) del 1848, già presa in esame nel capitolo IV_ In esso, rispetto a quanto già previsto, vengono meglio delineate le funzioni del direttore principale, che acquista rilievo a scapito dei direttori delle divisioni, e anche le responsabilità dei direttori - contabili dei magazzini sono meglio precisate, ribadendo peraltro la suprema direzione e lo stretto controllo del personale della Intendenza, rispetto al quale il personale di sussistenza è il netto subordine_ Il regolamento del 1859 riporta anche le nuove razioni viveri, foraggi e legna (DOCUMENTO 23), la cui definizione compete al Ministero. In "speciali circostanze" le razioni possono essere modificate sulla base di una relazione dell'Intendente al generale in capo. Inoltre, i funzionari d'Intendenza Capi Ufficio, nei casi di urgenza precitati potranno, nei limiti di loro azione, e dopo averne riferito per quanto possibile al Comandante le truppe cui sono addetti, modificare la razione secondo le eventualità e secondo le risorse trovate: avvertendo che in 01,'lli caso la truppa abbia una razione equivalente a quella normale, se lo permettono le risorse trovate, evitando 01,'lli scialaquo. Ne informeranno al più presto l'Intendente generale indicando i loro bisoJ!.Ili e le loro risorse.
Rispetto a quella del 1848 la razione viveri del 1859 (sempre uguale per tutti, ufficiali compresi) prevede un buon incremento del quantitativo di carne (che passa a 300 gr), la diminuzione della razione di vino da 350 a 250 centilitri, l'aggiunta di t:affè e zucchero (non fissa, ma distribuita solo in epoche e luoghi di volta stabiliti); l'aggiunta di pepe e di 100 gr di pasta (in sostituzione del riso), e l'aumento del pane da munizione a 900 gr (compresi però i 150 gr di pane da zuppa). Rispetto a quella (iniziale) della Crimea, i generi fondamentali (pane e carne) rimangono sostanzialmente invariati; vi è però una maggiore varietà negli alimenti di base, data dall'introduzione - per la prima volta - della pasta nel rancio normale, e dall'aggiunta di pepe, caffè e zucchero: queste due ultime importanti componenti, molto gradite dalle truppe, si avviano a diventare sempre più, nel corso della campagna, un genere di normale distribuzione. Un'altra novità è rappresentata dall'introduzione - per la prima volta - della razione viveri a secco, in sostituzione di quella ordinaria (i generi previsti sono biscotto, formaggio, lardo e vino; manca ancora, quindi, la carne in conserva). La razione stabilita nell'aprile del 1849 subisce numerose varianti nel corso della campagna: neppure due mesi dopo con circolare del 26 maggio2,
2
G.M. 1859, parte I, p. 432.
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LA LOGISTI CA DELL'ESel!CITO -
VOL. I
sulla considerazione che la razione pane da munizione di grammi 900, e anche quella della gaietta di grammi 660, sono di soverchio abbondanti e anc he d'ingombro in occasione di marce, per c ui lai volta accade che il soldato ne fa spreco,
la razione di pane viene di nuovo ridotta a grammi 750, e quella di galletta a grammi 550. Sia pure piuttosto tardi (il 4 luglio 1859) sono decise, per i benefici effetti sul morale e benessere, distribuzion> giornaliere di caffè e zucchero alle truppe, mantenendo anche quella di vino ed acquavite. Cessate le particolari esigenze dello stato di guerra, si addiviene però ad una riduzione disponendo, con circolare del 19 ottobre 19593 , che a cominciare dal giorno 22 corrente cessi la straordinaria d.islribuzione di caffè e zucchero, e continui quella di vino ed acquavite a giorni alternali. Quando poi sarà consunto il fondo di acquavite esistente in magazzino, in sua vece si riprenderà al distriblLlione del caffè e zucchero, alternandola con quella del vino.
La razione viveri subisce due ulteriori, sensibili contrazioni nel 186 1, al termine delle esigenze belliche, quando per le truppe mobilizzate (cioè operative) con Nota del 20 aprilc4 la carne è riportata a 250 gr, il riso (o pasta) sono lievemente aumentali a 150 gr, pane, lardo e vino rimangono invariati, e il sale aumenta a 30 gr. Ulteriori contrazioni dei quantitativi sono decise con Nota del 19 maggio5, con la quale sono previsti soli 155 gr di carne. Inoi tre per il vino (che rimane a 25 centilitri) si ritorna aUa distribuzione a giorni alterni ,pane da munizione, riso o pasta e lardo rimangono invariati, e si aggiunge solo 1/ 4 di razione di pane (o galletta) per la zuppa, oltre a quello da munizione. Le modalità per il pagamento deUe razioni viveri in contanti danno luogo a tutta una serie di provvedimenti restrittivi. Sulla base di quanto disposto dal regolamento delle sussistenze, con successiva circolare del 20 maggio 18596 è data facolta al solo personale di ogni grado dei quartier generali di prelevare o ricevere in contanti, al prezzo di centesimi 70, le razio ni viveri loro spettanti. Qualora ai sottufficiali e alla truppa sia distribuito il pane, il prezzo della razione è ridotto a centesimi 45. li trattamento è però diverso
3
ivi, p. 698 .
4
G .M . 1861 , parte I, p. 250.
5
ivi, p. 337.
6
0.M. 1859, parte I, pp. 422 - 424.
XV - SERVIZIO DI COMMISSARIAT O ( 18 5\1-1861)
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per il personale dei vari corpi non appartenente ai quartier generali, per i quali a mente del R.D. in data 15 marzo7, nel caso che non sia possibile distribuire viveri in natura, competono a ciascun sottufficiale e soldato centesimi 25 oltre l'intero ammontare del prestito, senza trattenute per il rancio. Per altri corpi (treno, amministrazione, Carabinieri) il trattamento è più favorevole: essi ricevono senza trattenute la razione viveri, e, se ciò non è possibile, un soprassoldo di ben 50 centesimi. Una successiva circolare del 1° giugno 18608 lamenta che non si applicano ugualmente le disposizioni vigenli intorno ai viveri di campagna assegnati agli individui di truppa; taluni si credono autorizzati a far prelevare le razioni in contanti per certe categorie di individui addetti aspeciali incombenze, e tali razioni sono conteggiate a prezzi diversi da quelli stabilili ,
e ribadisce le precedenti norme. Queste frequenti oscillazioni nelle quantità e qualità dei viveri appaiono dovute, più che a calcoli dietetici, a esigenze contingenti, di disponibilità di fondi o di determinati generi: dopo tutto, la razione di campagna fissata nel 1833 (737 gr di pane, 245 gr di carne, 245 gr di riso, più lardo, sale e vino) fa ancora, nel 1861, una buona figura, e lo stesso controvalore in contanti della razione in natura del 1833 (65 centesinù) e il decanto di allora (30 - 32 centesimi) rimangono, dopo quasi trant'anni, invariati. Ciò ha pure un suo significato, che trascende la constatazione dell'inesistenza, in quegli anni, dell'inflazione. A parte le variazioni nelle razioni, i provvedimenti successivi attengono, più che altro, alla piena applicazione del regolamento. II R.D. del 24 aprile 18599 istituisce (provvedimento adottato solo all'inizio della guerra, i! che non può che dare luogo a ovvi inconvenienti) i! previsto personale contabile per le sussistenze militari, suddiviso in 7 direttori contabili ùi I a e 2a classe, 34 vicedirettori (di 1•, 2a e 3a classe) e 106 commessi. Un provvedimento di portata in certo senso storica è quello di cui al R.D. 300 ottobre 185910, che estende anche al tempo di pace l'organizzazione prevista per il tempo di guerra dal predetto regolamento sulle sussistenze in campagna del 12 aprile 1859, e, in particolare, prescrive (Art. I) che
7
ivi, pp. 265 - 270.
8
G.M. 1860, parte I, p. 537.
9
G.M . 1859, parte I, pp. 343 - 350.
1O
ivi, pp. 723
727.
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LA LOGISTICA DELL' ESERC ITO -
VOL. f
analogamente a quanto stabiljto per le truppe sul piede di guerra, i viveri occorrenti al vitto giornaliero del soldato saranno provvisti anche in tempo di pace per cura della Amministrazione militare, e distribuiti dai magazzini delle sussistenze militari.
In tal modo, per il vettovagliamento del tempo di pace si esclude totalmente, per la prima volta, il ricorso da parte dei corpi a imprese civili convenzionate, e la razione viene distribuita pressochè totalmente a cura delle sussistenze militari . Il Servizio di pace è presidiario, e viene diretto nei Presidi a cura degli ufficiali locali d'Intendenza. Sul prestito di ciascun caporale e soldato sono trattenuti per il rancio centesimi 25, più centesimi 5 per far fronte alla spesa del sale, condimento e verdura, unici generi ad essere acquistati a cura dei corpi stessi (va notato che nel 1848 erano destinati allo stesso scopo sempre 5 centesimi). Altro fatto rimarchevole, è che, poichè la razione viveri è predeterminata dal Ministero, è il Ministero stesso a provvedere con propri fondi, con un assegno suppletivo, nel caso che l'acquisto dei viveri richieda un costo maggiore della quota trattenuta al soldato. Ciò significa, in pratica, l'abbandono - o l'inizio dell'abbandono - del principio delle masse, e l'introduzione di criteri più moderni, che compaiono a livello di contabilità centrale con l'istituzione delle nuova categoria Viveri per la truppa, costituita, appunto, dall'ammontare presumibile delle trattenute alla truppa, più l'assegno suppletivo per le spese varie del servizio e per gli eventuali maggiori costi. Diversamente da quanto avviene nel 1848 - 1849, la regolamentazione emanata nel 1859 all'inizio della guerra non subisce, fino al 1861 , alcuna variante: ci si limita a impartire disposizioni organizzative cd a richiamare l'osservanza delle norme preesistenti, come ad esempio nella Nota n. 10 del 31 gennaio 18611 1, la quale, poichè al Ministero risulta che non sono osservate le norme relative ad controllo della distribuzione del pane, richiama l'obbligo del capitano d'ispezione - previsto dal regolamento di disciplina - di controllarne la quantità e il peso, assistendo alla distribuzione fino alla fine, e firmando l'apposito registro. Si ribadisce anche, in proposito, l' obbligo di rilasciare esplicita dichiarazione, al ritiro dei viveri, che essi corrispondono alla quantità e qualità dovute, e pertanto appena i medesimi sian o usciti dal magazzino non verrà ammessa in nessun modo alcuna reclamazionc nè sulla loro qualità nè sul loro peso, essendo stretto dovere degli ufficiali che sono comandati alla distribuzione di accertarsene prima di accettarli.
11
G.M. 1861, parte I, p. 53.
XV ~ SERVIZ IO DI COMMISSARIATO (18S9-1861)
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Importante per un buon funzionamento del Servizio è la circolare del 25 gennaio 1861 12, con la quale sono specificate le dolazioni di attrezzi, mobili e utensili dei magazzini di sussistenza ai vari livelli (divisionali, di corpo d'armata, principali, di transito e sussidiari). Il provvedimento è motivato con la necessità di venire, per lo avanti, al riparo delle non poche irregolarità state commesse da taluno dei Contabili delle Sussistenze nel proporre, e dal rispettivo ufficio militare nell'autoriu.are, l'acquisto di attrezzi, mobili od utensili che erano o non contemplati fra quelli Costiluenli la dotazione del magazzino, od in eccedenza ai reali bisogni del servizio.
I materiali sono elencati in tre diversi specchi (A e B per i magazzini, C per i panifici militari), e li riportiamo nell'allegato DOCUMENTO 24, quale dimostrazione del livello tecnico allora raggiunto nella branca vettovagliamento e in particolare nella panificazione, livello più elevato di quanto potrebbe sembrare. La circolare raccomanda agli uffici d' Intendenza e ai contabili dei magazzini di volersi attenere, nelle richieste di acquisto, alle dotazioni fissate. I contabili dei magazzini possono richiedere all'Intendenza anche materiale non compreso in tale dotazione: in tal caso, devono accompagnare la richiesta da una esauriente relazione che ne indichi la necessità e ne specifichi il prezzo . A sua volta, il funzionario dell'Intendenza prima di rilasciare l'autorizzazione all ' acquisto deve sottometterla all'approvazione dell'autorità superiore (Ministero o Intendenza generale), anche pcrchè il materiale richiesto potrebbe anche essere disponibile in altri magazzini . Nel caso che sia necessario sostituire materiale in dotazione guasto, smarrito e consumato, il contabile rivolge regolare richiesta alla Intendenza , che prima di concedere l'autorizzazione all'acquisto si deve accertare che il guasto o smarrimento non sia dovuto a incuria del personale e deve altresì verificare che con la sostituzione proposta si raggiungano, le quantità e qualità di materiali previste dalle dotazioni .
*** Daremo ora qualche cenno delle modalità di funzionamento del Servizio nelle varie occasioni, con particolare riguardo alla campagna del 1859, per la quale è disponibile una nutrita documentazione 13 •
12
ivi, pp. 4 1 - 48.
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Cfr., in merito COMANDO DEL CORPO DI SM , La campagna del 1859.... (CiL)Vol. I , Narrazione (pp. l31-133); Voi. li, Narrazione (pp. 384-386), oltre le raccolte dei documenti di ambedue i volumi.
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LA L()()JSTTCA OEI.L'llSERC ITO -
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All'atto della mobilitazione, per ragioni che non si conoscono, ma probabilmente dovute alla insufficiente disponibilità di personale, materiale, riserve di derrate, mezzi di trasporto, sono costituiti solo i magazzini divisionali. Il personale dei magazzini secondari rimane distribuito Fra le direzioni dei panifici di Torino, Genova e Alessandria. Il pane e il biscotto sono sempre interamente confezionati e distribuiti in economia, a cura dell' Amministrazione militare. Per gli altri generi è stipulato un contratto con l'impresa civile Accossato, che fornisce dirctt.arnente i magazzini divisionali . Ogni divisione dispone di un parco buoi, corrispondente al fabbisogno di carne per tre giorni. Le truppe entrarono in campagna senza viveri di riserva, ma il 20 maggio sono distribuite due razioni di biscotto, da portare nello zaino . Un'altra razione di biscotto è sui carriaggi al seguito della divisione, e una razione di pane è giornalmente in distribuzione. In totale, quindi, ai reparti per il pane e biscotto viene assicurata un'autonomia di quattro giorni. Per gli altri viveri (riso, pasta, lardo, sale) si può contare su un solo giorno di riserva; per il formaggio, sono disponibili due razioni per distribuzioni straordinarie. Non vi sono riserve di vino, ma solo di acquavite, per due distribuzioni straordinarie. In quanto al foraggio, la divisione conserva al seguito due giorni di biada, dato che il fieno riuscirebbe di troppo ingombro. Per il trasporto delle dotazioni le divisioni dispongono di un parco viveri di riserva , con 16 carri del treno borghese che trasportano una razione di viveri e biscotto di riserva per le truppe e di biada per i cavalli. Tali mezzi di trasporto sono insufficienti, e ogni volta che la divisione deve mettersi in marcia, è necessario ricorrere alla requisizione di carri per trasportare tutti i rimanenti generi e materiali d ei magazzini. Il ricorso alle requisizioni forza te, diversamente da quanto avviene da parte austriaca (ove è visto, alla maniera napoleonica, come l'unico ed economico mezzo per alleggerire le impedimenta) rimane nel complesso limitato, tranne che per le truppe operanti a nord, nel settore montano e pedemontano (Cacciatori della Alpi di Garibaldi, per i quali era il mezzo normale , ma anche le truppe piemontesi destinate a ricongiungersi con essi, che operano in un settore eccentrico e lontano dai magazzini). Evidentemente, anche in questo caso ciò avviene, come nel 1848 - 1849, per remore di carattere politico abbastanza giustificate viste le infinite lamentele che suscitano gli sbrigativi metodi di requisizione dei garibaldini. L'approvvigionamento delle truppe francesi è assicurato dall'Intendenza piemontese particolarmente nella fase iniziale, nel corso della mobilitazione e della radunata. Allo scopo di provvedere per aluni giorni al sostentamento delle truppe alleate in afflusso, il 23 aprile l'Intendenza generale sarda dis)'one la costituzione e Io scaglionamento lungo la linea che i corpi
XV - SHKVIZ IO OI COMMI SSARI ATO ( 1859-1861)
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francesi devono percorrere, di magazzini in grado nel loro complesso di fornire i viveri occorrenti a 100.000 uomini per 15 giorni, e i foraggi per 16 giorni a 10000 cavalli. Le località prescelte sono Lansle bourg, Oulx, Susa, Torino, Genova, Alessandria. Ad Alessandria, località di concentramento iniziale dei francesi, si dispone il 15 maggio di accantonare provviste per 30 giorni, per 60000 uomini e 8000 cavalli . Successivamente il corpo di spedizione francese mette in atto una propria organizzazione delle sussistenze, ricorrendo peraltro di frequente a requisizioni indiscirninate e dando luogo a frequenti attriti con l'Intendenza piemontese, anche per l'indisciplina e la prepotenza dimostrata in parecchie occasioni dalle truppe, evidentemente a corto di viveri. La situazione non migliora, anzi peggiora col passare del tempo. In data 20 giugno 185914, l' Intendente generale scrive al Capo di Stato Maggiore informandolo che allo scalo ferroviario di Brescia sono fermi da 200 a 290 cassoni di pane, intorno ai quali le truppe francesi hanno organizzato una continua rapina o meglio ancora un saccheggio.
Sintomatica la lettera dell'Intendente generale al Capo di Stato Maggiore in data 3 luglio'\ nella quale accenna alle difficoltà di approvvigionamento e di requisizione in un paese già sfruttato, e rappresenta che occorre qualche provvedimento perchè le operazioni relative alle sussistenze delle due armate non fossero reciprocamente smagliate dalle due amministrazioni [...l noi siamo quj letteralmente soffocati fra il lago di Garda e le povere montagne del Bresciano da una parte, e la grossa armata francese dall'altra . Non possiamo avere foraggi, non materiali di ospedale, non effetti di vestiario, n on trasporti diretti dal Piemonte[ ...] . Tutto è requisito, tutto è destinato all'armata francese .. .
La linea di approvvigionamento e di sgombero concordata - aggiunge l'Intendente - era lungo la rotabile Genova - Alessandria - Piacenza - Genova, ma invece glj intendenti francesi si sono stabiliti sulle nostre comunicazioni , requisiscono dove noi siamo , intimoriscono i Municipi e nulla noi possiamo avere malgrado offerta di pagamenti.
Pertanto, l'Intendente propone che: i francesi si riforniscano nella bassa Lombardia e nel Piacentino, lasciando ai piemontesi l'alta Lombardia, a nord della strada Milano Brescia cd oltre;
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AUSSME, REP. G-17, VOL. 15-4.
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ivi.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO -
VOL. I
la ferrovia Torino - Milano venga messa a disposizione dell'armata sarda per 2/3 della sua capacità di trasporto, onde poter far arrivare fieno dal Piemonte; gli Intendenti francesi non facciano più requisizioni lungo le linee di comunicazione piemontesi; ambedue gli eserciti evitino le requisizioni forzate e provvedano ai bisogni delle truppe con contratti e pa_gamenti in contanti. Con questo sistema "la roba affluirebbe tosto". Ciononostante, i disordini e le interferenze continuano. Il 19 luglio 1859 16 il quartier generale informa il comandante del settore divisionale di Brescia che (da informazioni ricevute dal commissario di guerra capo dell'ufficio Intendenza dello stesso quartier generale) durante le distribuzioni nei magazzini di Brescia si introducono di viva forza tra coloro che sono in attesa soldati francesi, arrecando disturbo e disordine. Di conseguenza, il quartier generale dispone che dalle 6 del mattino fino alla chiusura sia collocata una sentinella davanti all'ingresso dei magazzini. L'altra turbativa principale è dovuta alla confezione e conservazione del pane e del biscotto. li pane giunge ai corpi spesso ammuffito; di qui una sequela di lamentele di tutte le divisioni, e anche dei corpi speciali (genio compreso), e persino del quartier generale, che con lettera del 5 luglio all'Intendente generale 17 , "visto che il pane esistente nel magazzino sussistenza di questo quartier generale principale è immangiabile" dispone che fino a quando la qualità del pane non sia migliorata, alla "bassa forza" del quartier generale e della Casa reale venga distribuito il corrispettivo in contanti. L'inconveniente inizia, comunque, a manifestarsi molto prima, e man mano che ci si allontana dal Piemonte. A metà giugno, il generale Cucchiari, comandante della 5" divisione, rifuta il pane della intera divisione perchè ammuffito. L'Intendente generale, con una lettera al Capo di Stato Maggiore in data 18 giugno 18 , lo prega di avvertire le divisioni che ricevono il pane deterioralo, che non c'è altro, e che se incominciano a consumare il biscotto invece del pane, fra due giorni non avranno più nulla per i movimenti straordinari che si prevedono :
16
ivi.
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ivi.
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ivi.
XV· SliRVlZIO UI COMMISSARIATO ( 1859-1861)
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questa mattina mi fu portato un pane molto ammuffito e certo non mangiabile; ma me ne furono anche portati parecchi i quali, benché parzialmente ammuffiti, per il resto era buonissimo - i francesi sono anche in condizioni peggiori delle nostre ....
Il deterioramento del pane provoca il frequente ricorso alla consumazione del biscotto, sia su regolare autorizzazione che viene richiesta, sia per iniziativa anche individuale, la quale fa sì che ben presto il soldato non abbia più biscotto di riserva nello zaino; d'altra parte il reintegro in tempi brevi risulta difficoltoso, perchè la produzione è limitata e avviene solo nei forni nùlitari. Il biscotto in parte si deteriora, perchè nello zaino si spezzetta e quindi il soldato Io getta. Tra le cause di queste deficienze sono da escludere, in linea generale, il difetto di coltura e la cattiva composizione del pane: con molta probabilità, il deterioramento è dovuto alla confezione eccessivamente accentrata, e all'impossibilità di ricorrere alla panificazione civile per un numero così elevato di persone, in zone sulle quali già gravavano sia gli austriaci che i francesi. Dal rapporto sul servizio del genio militare nella campagna del 1859 19, risulta che furono costruiti 30 forni stabili , della capacità di circa 360 razioni ciascuno, in Milano e Brescia, che pertanto furono gli unici centri di panificazione militare stabiliti oltre il confine. Se si tiene conto delle modeste velocità raggiungibili anche con il nuovo mezzo di trasporto (la ferrovia), dei tempi tecnici per il controllo, la distribuzione, gli adempimenti burocratici ecc., e infine degli inevitabili disservizi dovuti a carenza magari momentanea di mezzi di trasporto e a movimenti improvvisi delle truppe, ne risulta un quadro che serve a spiegare i ritardi e quindi il deterioramento del pane, per il quale al tempo non erano ovviamente conosciuti accorgimenti per la lunga conservazione. Un altro inconveniente è quello della quantità e qualità dei foraggi, per i quali si lamenta di frequente la non rispondenza rispetto alle dotazioni prefissate, sia per difficoltà di approvvigionamento da parte dell'impresa civile fornitrice dei magazzini, che fallisce, sia per le scarse risorse locali ancora disponibili, sia infine per le disonestà o incapacità dei commissari, come avviene presso la 2a divisione, che con lettera del 27 giugno 185920 rappresenta al Capo di Stato Maggiore che
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AUSSME, REP. U-17, VOL. 57-373 bis.
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AUSSME, REP. G 17, VOL. 15-'1.
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Li\ LOGISTICA OF.T.l.'ESERC ITO -
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la razione d'avena ridotta alla metà non ricevette sempre il compenso in meliga, ed il foraggio è frequ entemente ridotto, non è mai distribuito a tempo, e iera ha mancato.
Con successiva lettera del 28 giugno all'Intendente generale il Capo di Stato Maggiore della divisione generale Della Rocca accusa il commissario di incapacità e il commesso dell' Impresa di mala fede (il commissario viene poi sostituito). A parte questi episodi che tali rimangbno, gli inconvenienti ai quali prima si è fatto cenno emergono anche dalla relazioni sui Servizi, che richiamano inoltre l'attenzione su vari particolari, pur esprimendosi in modo complessivamente positivo sull'andamento generale della branca. Il commissario di guerra capo della 3• divisione Busi 21 propone che la divisione abbia sempre al seguito, su 16 carri, due giornate complete di viveri, compresa carne (in conserva) e acquavite. Una giornata di viveri a secco dovrebbe essere custodita nello zaino del soldato; tra i viveri a secco dovrebbero essere inclusi caffè e zucchero, e il lardo (che è di difficile conservazione, indigesto e nauseante) andrebbe sostituito con il formaggio. Il vino della razione a secco, che non potrebbe essere custodito nella borraccia perchè questa viene impiegata giornalmente per bere, dovrebbe essere sostituito da sei centilitri d'acquavite in un fiaschetto, in dotazione individuale. li capitano di Stato Maggiore Caimi22, della s• divisione, per ovviare all'incoveniente della sminuzzatura del biscotto negli zaini propone di distribuire alla truppe delle scatole di latta. Egli sottolinea poi che al mattino presto, quando ci si deve mettere in marcia è meglio distribuire caffè anzichè brodo, che a quell'ora non risulta gradito e viene gettato. Un serio inconveniente, secondo il Caimi, è l'eccessivo tempo richiesto dalla distribuzione viveri nell'ambito della divisione (4 - 5 ore), che fa capo all'unico magazzino divisionale. Se si aggiunge anche il periodo della cottura del rancio, supposto che una divisione giunga sul luogo di sosta notturno alle 20, non può mettere la carne al fuoco prima delle 02,30 del giorno successivo, e consumarla prima delle 06,30. Ne consegue che spesso, se si deve partire prima di questa ora, la zuppa non viene consumata, o viene mangiata con una fretta tale, da riuscire nociva alla salute del soldato. Poichè il ritardo nella distribuzione è dovuto alla macellazione della carne viva (per una divisione di 12000 uomini, occorrono 16 buoi), i 16 ma-
21
COMANDO CORPO DI SM, /,a campagna del 1859... (Cit.), Voi. Il - Documenti, pp. 1047.
22
ivi, pp. 1063 - 1066.
XV - SERVIZIO DI COMMISSARIATO (IH59-1861)
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celiai della divisione impiegano 4 ore, nelle migliori condizioni di lavoro. Non conviene aumentarli, in quanto l'inconveniente dipende anche dall'unpossibilità di trovare locali adatti per la macellazione contemporanea di più capi di bestiame. Quale riinedio, il Caimi sarebbe dell'avviso di ricorrere a un maggiore decentramento della carne in piedi, assegnando nei giorni di marcia i buoi direttamente ai battaglioni, anche se ciò comporta inco nvenienti di carattere amministrativo e probabile spreco di razioni. Un altro provvedimento che egli suggerisce è di sostituire, quando si prevedono lunghi spostamenti, la carne fresca con carne in scatola. Alla luce di tutti gli elementi prima citati, si può concludere che rispetto alla campagna del 1848 - 1849 la branca vettovagliamento, pur non esente da deficienze, compie un netto salto di qualità, con l'attivazione di magazzini ai vari livelli, l'incremento de1la panificazione militare, il miglioramento complessivo delle razioni e l'ormai completa militarizzazione del personale addetto. Gli inconvenienti sono principalmente dovuti all'accentramento eccessivo della gestione delle altività, che fa perno sulla divisione. Ormai la fisionomia operativa dei reparti impone a questo Servizio, per il quale - come per il Servizio di sani tà - la tempestività è ragio ne di efficienza, uno scalamento ai livelli inferiori, anche se ciò crea problemi di vario ordine, non facilmente risolvibile con i mezzi tecnici e gli strumenti amministrativi del tempo_
Una visione ufficiosa dei problemi dell'alimentazione del soldato: le critiche e le proposte del Baroffio e del Quag/iotti nel 1860. Non si può dire che nel periodo in esame siano trascurati i problemi del vitto miliiare, e i ioro riflessi sul bt:nesscre e sul morale della truppa. Segno di interesse per la branca e al tempo stesso dimostrazione del livello raggiunto dalla scienza dell'alimentazione è la monumentale opera sull' alimentazione del soldato dei due medici militari di reggimento Felice Baroffio e Alessandro Quagliotti, vincitrice del concorso Riberi per il 1860 e pubblicata sotto gli auspici del Ministero della guerra. Dopo aver condotto l'analisi chimica e organolettrica della razione del tempo di pace (gr 735 di pane da munizione, gr 155 di pane bianco da zuppa, gr 155 pasta, gr 155 di carne, gr 15 Lardo, gr 100 legumi) gli autori giungono alla conclusione che
23
Cfr. F. BAROFFIO-A. QUAGLIOTII, /, 'alimentazione del soldato, TORTNO,TIP. SUBALPINA Dl F. ZOPPIS 1860 (Voi. I e Voi. 11).
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO -
VOL. I
non sono troppo floride le condizioni del nostro soldato sollo il rapporto di sua alimentazione; e se a q uesti danni assoluti s'aggiungono altri pur essenziali difetti, non dovremo certamente illuderci sul vero sta to delle cose, non incorreremo certamente la taccia di leggeri utopisti fonnulando un caldissimo voto per un pronto e radicale rimedio"'.
In particolare la carne (nei 155 gr è compreso l'osso) è troppo scarsa, e causa mancanza di azoto; la razione è poco varia, e vi è per contro un eccesso di carbonio (troppo pane e pasta). li minimo sarebbe di 200 gr di carne; e anche i legumi andrebbero incrementati. Il riso, con il quale si può sostituire la pasta, è poco gradito al soldato, soprattutto perchè viene mal cucinato. La pasta, di seconda qualità, si conserva male, viene approvvigionata troppo fresca e cuocendo si spappola, lasciando sul fondo della marmitta un sedimento che il soldato assolutamente non mangia. Le norme per la distribuzione del vino (solo saltuaria) sono insufficienti, in quanto il loro numero è a· discrezione del comandante di corpo. Soprattutlo, secondo gli autori andrebbero abolite le due giornate di rancio di magro alla settimana, prescritte per motivi religiosi e ormai previste solo nell'esercito piemontese: il rancio di magro è controproducente anche ai fini religiosi, perchè il soldato non mangia carne, nè riceve pane bianco, e per condire le zuppe usa il lardo: era tale brullezza di c ui il soldato nostro docilissimo non lagnavasi, ma faceva oggetto delle più frizzanti celie, e con quanto vantaggio della religione facile è comprenderlo. Ciò posto, sare bbe calunnioso il dire che l'attuale regime di magro si risolve in un vero digiuno imposto al soldato a titolo di religioso precetto ed a tutto beneficio della massa d'economia? E sarà lecito con gretta freddezza rosicchiare la già tanto povera e magra razione del soldato?"
11 vitto di magro potrebbe comunque trasformarsi in fattore positivo e aumentare la varietà dell'alimentazione, sostituendo alla carne merluzzo salato, o formaggio "di seconda qualità" e aumentando i legumi come quantità e varietà (con particolare riguardo al largo uso della cipolla). Non sono valide, secondo gli autori, le obiezioni che normalmente vengono mosse a quel tempo, a proposito del necessario miglioramento del rancio (il soldato mangia pur sempre meglio che a casa, e non bisogna creargli
24
ivi, Voi. li, pp. 964 - 965.
25
ivi, pp. 972 - 973.
XV - SERVI ZIO DI COMMISSARIATO (185~1861)
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bisogni superflui; le malattie e la mortalità "eccezionale" non dipendono dall'alimentazione; i motivi che "alienano i soldati dalla vita militare" e fanno loro desiderare il congedo non sono dovuti al vitto; in guerra, non si potrebbe mantenere il livello del vitto che si vorrebbe, e il soldato deve prima di tutto abituarsi alla guerra; il miglioramento del rancio richiederebbe notevole aggravio delle spese di bilancio). Su questo punto, la loro VIS polemica è veemente e parrebbe, oggi, insolita e sconveniente, specie in una pubblicazione ufficiosa: se noi c hiedessimo di sconvolgere l'attuale ordine di cose: se noi chiedessimo pel soldato assurde ed impossibili lentezze, ben meritala avressimo la taccia di dannosi utopisti; ma noi non chiediamo per lui che il necessario, il giusto, il possibile, e solo l'impossibilità degli immobili, l'apatia della più ruinosa mania conservativa, può opporre una resistenza al progresso d'ogni instituzione, condannandola all'immobilità e per cià stesso a certa riuna. E sono costoro che con squisiti sensi di filantropia perorano la causa ùi 4.uì: ùisgraziati, ma colpevoli, che la società (per cui costituiscono una minaccia cont inua, un imminente pericolo) è costretta a scacciare dal su o
seno e rilegare nè luoghi di pcna 26 •
La vita sotto le armi, per i suoi caratteri, è infatti incomparabilmente più dura di quella civile, a causa della perdita di indipendenza, dei rigori disciplinari, e del contrasto della vita attuale con quella a cui l'organismo dell'individuo era abituato fin dall'infanzia: 2°) Nei primi tempi del loro servizio pagano i soldati un gravissimo tributo di malattie e di morti. Nella stagione delle esercitazioni, per qualsiasi lcggiero a umento di fatica, chi ben vi bada vede i nostri soldati deperire a vista d 'occhio [ . ..] non trovano ne/ loro vitto giornaliero i materiali d'una valida e villoriosu resistenza 3°) il maggior numero, la maggior gravezza delle m alattie, l'eccezionale mortalità sono un fatto complesso, ma nel quale ha una parte importantissima, un'influenza positiva, il modo di alimentazione".
Per eliminare i predetti inconvenienti, il Baroffio e il Quagliotti avanzano tutta una serie di ragionate proposte: aumento della carne ad almeno 200 gr; raddoppio dei legumi, dei quali deve essere ricercata la varietà; aggiungere al lardo e al pepe, che già sono sufficienti, un pò d'olio, in modo da poter fare gustosi soffritti, specie per il riso con la cipolla;
26
ivi, P- 979.
27
ivi, p . 981.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
aumentare le distribuziotù di vino a 150 giorni all ' anno per la fanteria, e a 180 per i corpi speciali ; aumentare la disponibilità quantitativa e qualitativa di acqua, e dei relativi recipienti, nelle caserme. Al momento in parecchi quartieri l'acqua è scarsa, torbida, limacciosa, e nè dormitori un piccolo vaso d.i terra (cruchc), o d i latta (bidone) , al cui cannello, con suicida c pericolo.sa comunanza, tutti accostano le la bbra per bere, costituisce il solo recipiente a cui si disseta un'intiera compagnia;"'
portare da due a tre i pasti della giornata, introducendo - come presso altri eserciti - la colazione del mattino, a base di caffè (distribuire il caffè - latte, come avviene in Belgio, non sarebbe opportuno, perchè il latte si presta facilmente a adulterazioni e deterioramenti); razionalizzare gli orari e la composizione dei pasti, prevedendo: mczz' ora dopo la sveglia , la colazione (caffè e pane, sostituendo il caffè con un pezzo di formaggio nelle giornate più faticose per marce ed esercitazioni); dalle IO alle 11 del mattino , il pasto principale (carne con brodo, e verdura di stagione); alle 16 .30 il pasto , più leggero, della sera (minestra di pasta o di riso con legumi, e verdure varie); dopo i pasti lasciare al solda to almeno un'ora di riposo e di libertà per la digestione, cd evitare esercizi violenti (marcia, equitazione, ginnastica .. .); istituire, come in Prussia e in Svezia, i refettori per la consumazione del rancio: "non sarebbe troppo se si facesse altretta nto per i nostri soldati, sarebbe un pò di moralissima giustizia" 29 ; a umentare la quantità e la qualità degli strumenti di cucina, causa non ultima della scarsa varietà del rancio, e adibire al vettovagliamento persona le (sottufficiali e truppa) fisso, perchè una cucina fatta a giro di turno , come si monta la guardia, non può dare che i primi tristi risultati. In Prussia ogni cucina d'un dato numero di soldati ha un soU'ufficiale esente da ogni altro servizio, che con incarico speciale e permanente, sorveglia e fa le compere. Nell ' armata a ustriaca il rancio si fa per isquadra e con una libertà sì larga e ben intesa che, colle meschine risorse di cui gode quel soldato, vi si nota la più soddisfaeient e e gustosa varietà di cibi"'.
28
ivi, p . 988.
29
ivi, p . 960.
30
ivi, pp. 985 - 986.
XV - SERVIZIO J)J COMMISSARIATO (1 8S9- 1861)
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Dal punto di vista economico, per ottenere i miglioramenti auspicati il mezzo più semplice sarebbe l'aumento del soldo della truppa (e quindi del deconto) di cinque centesimi al giorno. Ma ciò comporterebbe "l'ingente spesa" di mezzo milione l'anno. Bisognerà un giorno o l'altro decidere questo aumento, ma per il momento "non si farebbe opera prudente con il farsi campioni di una tale proposta". Le soluzioni possibili (da adottare contemporaneamente) sono pertanto due: abolire il pane bianco, più bello e buono ma meno nutritivo e più costoso del pane da munizione, sostituendolo con pari quantità di pane da munizione. In tal modo, si ovvierebbe anche al "tristissimo e dannossissimo costume" di alcuni soldati, di vendere il pane da munizione; affidare le provviste di tutti i generi commestibili per uso del soldato alle sussistenze militari. La macellazione della carne in macelli militari ha infatti dato, in Italia e all'estero, immensi vantaggi, e gli acquisti centralizzati di grandi quantità di generi consentirebbero un notevole risparmio e una maggiore qualità. Un altro vantaggio è quello di accrescere la facilità e l'esattezza del Servizio in guerra, e, in genere, di evitare che, a causa dei rincari, venga diminuita la razione. Non è necessario, per il resto, concedere doppia razione di pane a quegli individui, ai quali non basta la razione ordinaria: ciò è frequente fonte di abusi (chi chiede questa razione supplementare ha un aspetto ugualmente norido anche con una sola razione, e il soldato così favorito vende spesso parte del pane). Circa le variazioni da apportare al rancio a seconda del clima, della stagione e della località, non sono necessari specifici provvedimenti, ma è sufficiente la buona volontà dei comandanti di corpo nell'applicare con scrupolo le vigenti disposizioni che già consentono l'elasticità delle razioni viveri. Se gli autori non risparmiano critiche anche severe alla raziona di pace, non altrettanto avviene per la razione di guerra, che (a parte l'aggiunta di caffè e zucchero, particolarmente graditi e necessari) giudicano rispondente. Molto si diffondono, comunque, sui particolari accorgimenti da adottare in guerra per superare le numerose difficoltà, garantendo la disponibilità di un vitto di buona qualità (costruzione di forni da campo per il pane; trasporto del pane su speciali carri chiusi, e non su carri che prima sono serviti per altri usi, e persino per trasporto feriti; costituzione di parchi buoi con carne in piedi, unica soluzione per assicurare ovunque, anche in movimento, la disponibilità di carne fresca e sana). Un ultimo aspetto sul quale il Baroffio e il Quagliotti - qua li medici di reggimento - insistono particolarmente, è la necessità che al medico militare siano attribuiti più estesi e chiari compiti nel controllo giornaliero del vitto del soldato:
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LA LOG ISTIC A DEl.l.'ESERC!TO - VOL. I
il medico militare dovrebbe pure avere la più la ta, la massima ingerenza in tuttociò che riguarda l'alimentazione del solato e nei quartieri, e negli ospedali e in guerra. I regolamenti però determinandone le attribuzioni, ne hanno in modo veramente singolare limitata l'influenza. Nei quartieri la somma delle cose sotto questo rapporto è affidata agU ufficiali e sta bene; ma dovrebbero pure i regolamenti sanzionare pel Medico il diritto di esporre al Comandante del corpo tutte q uelle osservazioni, di formulare tutte quelle proposte, che egli credesse opportune nell 'interesse della salute e del benesst:re del soldato".
Per la quantità e la rilevanza degli argomenti trattati e per i continui raffanti con quanto viene fatto all'estero e specie in Francia e Prussia, l'opera d el Ba roffio e del Quagliotti, della quale abbiano potuto qui dare solo qualche cenno per gli argomenti ritenuti di maggiore interesse attuale, è u n documento prezioso p er stabilire l'andamento effettivo del Servizio di vettovagliamento nel 1860, alla vigilia della costituzione d ell'esercito italiano . A molti dei problemi che vi sono toccati - come quel lo dell'integrale affidamento del Servizio alle sussistenze militari, anche in tempo di pace - vie ne d ata una risposta quasi immediata, o contemporanea. I problemi della varietà dei generi, d ei refettori, dell'igiene, dell'acqua nelle caserme, del personale addetto alla confezione, della confezione in campagna, saranno invece ancora sul tappeto - invariati - all'inizio del secolo XX, fino a formare oggetto di acceso dibattito sulla stampa militare, e di una serie di osservazioni e proposte da parte della Commission e d'Inchiesta per l' Esercito istituita nel 1907 32 •
Vestiario ed equipaggiamento (vds Fig. 48). L'organizzazione d el Servizio no n subisce varianti di rilievo rispetto alle precedenti campagne. Normalmente, durante la campagna contro l'Austria, i corpi attivi, distaccati dal deposito, fanno capo direttamente al magazzino vestiario dell'Intendenza generale d'armata, che dopo l'occupazione della Lombardia si trasferisce al seguito delle truppe da Casale a Milano, e successiva m ente - il 18 giugno - a Brescia. Al trasporto provvedono 26 carri del tr en o borghese. A sua volta, il magazzino vestiario d'Intendenza fa capo al magazzino merci centrale di Torino.
31
ivi, p. 11 71.
32
Cfr. F. Il(?TTI, Note sul pensiero militare italiano dal fine secolo XIX all'inizio della prima guerra mondiale, Parte III , in Studi Storico-militari 1987, ROMA, SME,-UF. STORICO, 1988 .
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Dopo l'incorporazione negli Stati sardi dell'Emilia e della Toscana e dei relativi eserciti ducali, sono istituiti magazzini merci centrali anche a Bologna, Modena e Firenze, con il compito di rifornire solo i corpi provenienti da quelle regioni. Detti magazziru, però, tardano ad organizzarsi e ad entrare pienamente in funzione. A causa di carenze improvvise di determinati materiali, i corpi a volte sono costretti a ricorrere ugualmente ai lontani depositi, che però anche per l'eterna carenza di trasporti, non sempre sono in grado di soddisfare con tempestività le richieste. Poichè i depositi continuano a fare capo al magazzino merci di Torino, ne nasce (come sempre) una inevitabile confusione nelle responsabilità per i rifornimenti ordinari della branca, che dovrebbero essere sempre chiare ed univoche. Con Nota n. 46 del 4 marzo 186033 , "affinchè i magazzini dei corpi (attivi, cioè staccati dal deposito) possano in ogni circostanza far fronte alle esigenze del servizio'', si stabilisce la dotazione di materiali che i corpi devono costantemente avere in riserva, facendo loro obbligo di richiedere a provvedere direttamente gli oggetti mancanti. La riserva comprende gli oggetti principali, di uso più frequente e comune, quindi soggetti a frequenti sostituzioni (borracce, camice, cappotti, mutande, pantaloni, scarpe . . _) I quantitativi p revisti sono calcolati con relativa abbondanza: un reggimento di fanteria deve avere 500 borracce, 5000 camice, 700 paia di scarpe ... . . Con la stessa Nota sono definiti (DOCUMENTO 25) gli oggetti d ' accampamento, d'ambulanza e cucina necessari per le Armi di fanteria e cavalleria ai vari livelli (brigata, reggimento, battaglione), mezzi di trasporto compresi. Con circolare del 19 maggio 186034 le dotazioni di oggetti di vestiario ed equipaggiamento sono ulteriormente a umentate (le borracce passano a 700, le camicie a 6000, le scarpe a 8000 paia ..... ) e si dettano norme di dettaglio per il prelevamento del materiale, derivanti dall'impossibilità per i reggimenti toscani di prelevare gli oggetti dal magazzino centrale di Firenze, e per quelli emiliani di ricorrere ai magazzini di Bologna e Modena, mentre i magazzini dei loro depositi centrali istituiti a C uneo e Novara, non sono ancora entrati in funzione. Con altra Nota (n _47, sempre in data 4 marzo 1860)35, "per menomare ai magazziru merci l'imbarazzo di distribuire vari oggetti di militar corre-
33
U.M . 1860, parte I, pp. 203 - 205.
34
ivi, pp. 515 - 516 e 539 - 541.
35
ivi. pp. 206 · 208.
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LA LOGISTI CA DELL'ESERCITO -
VOL. I
do che i Corpi possano in tutta facilità provvedere direttamente", il Ministero, "nelle attuali circostanze" e fino a diverso ordine, autorizza i corpi all'acquisto diretto di un certo quantitativo di oggetti di corredo, fermo restando il divieto di procurarsene altri. Cosa che non appare facilmente spiegabile, gli oggetti di corredo indicati per l'aquisto diretto sono in massima parte quelli speciali e di uso meno frequente alla massa della truppa: bottoni di metallo giallo per artiglieria e bersaglieri, cappelli e berretti speciali,. oggetti per bande musicali, cravatte, distrintivi, nappine, corregge, giubbe .... oggetti che pertanto devono essere approvvigionati presso fornitori speciali presumibilmente dislocati in Torino, il che non sembra agevole, anche per ragioni di tempestività, per reggimenti ormai sparsi per tutta la penisola. Due deduzioni vanno di conseguenza tratte da questi provvedimenti: la prima è che essi sono poco tempestivi, dovendo se mai essere adottati all'inizio della campagna del 1859 e non in occasione dei grandi ampliamenti organici della primavera 1860; la seconda è che si cerca di rimediare all'eccessivo accentramento (con conseguente super - lavoro del magazzino merci centrale di Torino) aggravando il carico amministrativo e burocratico del reggimen to, già ingente, senza quindi inserire nella catena diretta corpi magazzino centrale organi intermedi come la divisione e la brigata. Anche i criteri per la contabilità e la gestione amministrativa del materiale non subiscono varianti. Al livello di corpo attivo (distaccato dal deposito) i documenti fondamentali da compilare sono due: il registro dei buoni numerici e degli stati di distribuzione degli oggetti di corredo, e il registro degli attrezzi da campo, da cucina ecc.. Detti registri sono numerati e segnati dal commissario di guerra addetto al corpo, hanno lo scopo di dimostrare la contabilità direttamente con l' Intendenza generale d'armata, devono essere chiusi alla fine di ogni mese, firmati dall'ufficiale di amministrazione, certificati dal maggiore d ' ispezione alla contabilità, e vidimati dal comandante (viene dunque escluso, dalla loro gestione, il consiglio di amministrazione). Il regolamento di amministrazione emanato in data l O aprile 185936 riepiloga le principali norme di funzionamento e indica (Art. IO) la definizione di magazzino di reggimento (con i battaglioni attivi): intendesi per magazzino il deposito di quei pochi oggetti che fossero restituiti all'Ufficiale di amministrazione dalle c ompagnie per essere rimasti indistribuiti per variazioni avvenute negli individui, per i quali venivano ric hiesti coi buoni numeric i, non che di quegli altri di ogni specie ritirati e
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G.M. 1859, parle Il, Suppi. n. I.
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lasciati dagli individui che si fossero allontanati dal corpo, od avessero cessalo di farne parte. Questi ultimi oggetti dovranno essere consegnati al più presto al magazzino dell 'Intendenza generale d' armata[ ... ] il magazzino rimarrà costantemente presso l'Uffiziale di amministrazione [si intende, quello che era col colonnello presso i ballaglioni attivi - n.d_r.J
Evidentemente, nel 1859 non era ancora prevista la funzione di vera e propria riserva, di volano, del magazzino di reggimento, poi assunta con i citati provvedimenti del 1860. li ruolo fondamentale della compagnia rimane invariato_ Nel caso necessitino al reparto oggetti di corredo, il comandante di compagnia compila su apposito modello un buono numerico, dal quale risulta la denominazione degli oggetti, il prezzo, la quantità e la taglia (le taglie sono 3: 1•, 2•, 3")- Questo buono è consegnato all'ufficiale di amministrazione del corpo, che lo riporta sull'apposito registro e compila successivamente, a sua volta, un buono generale, da presentare al magazzino dell'Intendenza generale d 'armata per il prelevamento del materiale nei giorni stabiliti. Gli oggetti prelevati devono essere subito consegnati alle compagnie, le quali entro 24 ore presentano all'ufficiale di amministrazione del corpo lo stato nominativo di distribuzione (attestante l'avvenuta consegna al soldato) _ L' ufficiale di amministrazione lo riporta sul registro dei buoni, ericonsegna alla compagnia il buono numerico ricevuto. 1 comandanti di compagnia devono dichiarare sugli stati numerici di distribuzione di avere registrato gli oggetti sui libretti di dcconto. Essi si incaricano, come sempre, anche delle riparazioni presso i capi operai, compilando apposito buono il cui ammontare viene poi pagato dal consiglio di amministrazione. Gli oggetti e arredi di qualsiasi genere smarriti dai sottufficiali e soldati sono addebitati come se fossero nuovi sul loro conto, tranne che non venga dimostrato che lo smarrimento è dovuto a cause di forza maggiore, tenendo però presente che, in merito, si è piuttosto severi e restrittivi: le cause che possano accettarsi per buone, purchè comprovale, sono quelle specialmente di essere stato fatto prigioniero di guerra, e di essere rimasto ferito.
I continui movimenti dei reparti e i frequenti rimaneggiamenti organici danno luogo a un prevedibile disordine nella contabilità e nella tenuta dei magazzini. In una circolare del 21 giugno 186037 si traccia un quadro assai eloquente delle ingiustificate mancanze di materiale di casermaggio:
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G.M_ 1860, parte I , p. 734.
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Li\ LOGISTICI\ DE LL' ESERCITO -
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le perdite c he si vanno giornalmente verificando negli oggetti di casenna, sono così straordinarie da non lasciar dubbio che taluna persona sappia prevalersi nel suo interesse a danno dell'erario, delle eccezionali circostanze le quali impongono frequenti cambiamenti di destinazione di locali. Tali perdite non possono a meno che essere la conseguenza di grave incuria nel vigilare alla conservazione del casermaggio. Le perdite si verificano più particolarmente nelle lenzuola e nelle coperte, le quali si trovano mancanti a centinaia; e ciò che più reca a meraviglia si è la mancanza di brande, materassi, tavole, panche e simili altri oggetti d i grossa mole, di cui non si può ammettere in nessun modo lò smarrimento.
Richiamandosi alle norme del regolamento di disciplina, per frenare gli abusi il Ministero preavverte che farà da quind 'innanzi imputare a carico degli stessi comandanti, e così ancora dei comandanti dei depositi e distaccamenti, le perdite che si verificheranno nel casermaggio, salvo ai medesimi il regresso verso i comandanti di compagnia ...
Anche per la gestione dei materiali in genere le irregolarità e imprel:isioni sono frequenti. Una nota del 26 dicembre 186038 lamenta notevoli dirferenze, nei corpi, tra gli oggetti di corredo prescritti e quelli effettivamente posseduti senza che vengano fornite spiegazioni sufficienti della differenza; si raccomanda pertanto una maggiore esattezza. Dal 1859 al 1861 non vi sono mutamenti di rilievo nell'uniforme e nell'equipaggiamento, che rimangono quelli della guerra di Crimea. L' unica innovazione è l'introduzione a fine 1859 del nuovo zaino di fanteria mod. 5939 , del tipo a pelo, che sostituisce gradualmente quello di cuoio nero in uso, e per il quale sono minutamente descritti gli oggetti che deve contenere e il modo di collocarli nello zaino. Lo zaino è "di pelle di vitello con pelo naturale, conciata all'allume per preservarla dal tarlo e renderla impenetrabile". È interamente foderato in "tela cruda" e pesa, con gli oggetti contenuti, intonno agli 11Kg. Esso contiene i 4 pacchi di cartucce in una scatola di latta infissa sul fondo, gli oggetti di pulizia e per cucire, biancheria e scarpe di ricambio, e in una specie di borsa formata dalla rodera del coperchio, il libretto di decanto più altra biancheria. Sulla testa dello zaino, è assicurato con cinghie un rotolo composto dal sacco a tenda, dalla coperta da campo e dal cappotto o dalla tunica. All'estremità superiore del coperchio dello zaino sono assicurati la gavetta (al centro), e il picconcino, per chi lo ha in dotazione.
38
ivi, p. 1315.
39
G.M. 1859, µa1tc I, µp. 329 · 330 e pp. 854 - 849.
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Nel corso della campagna del 1859 il vestiario e l'equipaggiamento danno luogo ad alcuni rilievi, che si possono desumere dalle relazioni. Particolarmente critica, in merito, è la relazione del già citato medico divisionale della 3a divisione Manayra40 , che ritiene poco igienica la normale tenuta delle truppe (cappotto e Kepy coperto da foderina impermeabile). Questo perchè il berretto, esteticamente indovinato, è dal lato igienico criticabile: non difende il capo e il collo dalla pioggia, nè gli occhi dalla luce eccessiva, mentre le coperture impermeabili dei kepy in uso non lasciano passare l'aria; l'idea di vestire la fanteria con il solo cappotto è economica, ma in caso di pioggia il soldato, una volta giunto a destinazione, non ha di che cambiarlo, e inoltre il cappotto d'inverno non ripara a sufficienza dal freddo e d'estate non ripara dal caldo; poichè il soldato è tutto vestito di scuro (colore che assorbe i raggi del sole) nelle marce sarebbe opportuno fargli indossare " una leggiera mantellina di percollo bianco"; le uose di cuoio con la pioggia e il sudore si macerano e quando il tempo è secco s'induriscono, cagionando rossore, gonfiori ed escoriazioni alle gambe, e non potendo essere lavate diventano melodoranti e malsane. Uose di tela bianca sarebbero esteticamente più rispondenti, e di più pratica pulitura; per evitare la semi - macerazione dei piedi durante le marce, se non si vogliono adottare le calze per i militari, sarebbe opportuno dare loro in dotazione "alcune compresse con cui ravvolgersi i piedi". Si otterrebbe in tal modo una maggiore pulizia, e non si vedrebbero ''tante a mpolle e tante piaghe ai piedi, quante ne avremmo a vedere nel primo mese di questa campagna". Creano dei problemi anche le coperte, che per carenza negli approvvigionamenti, sono distribuite in vari tipi e dimensioni non sempre regolamentari, dopo acquisti d'emergenza anche in Inghilterra. Alla fine di maggio il comandante della 3 • divisione, sentiti anche i comandati di corpo, rappresenta al comandante dell'armata che le coperte e i sacchi da tenda ' 'non sono, nelle attuali condizioni della stagione, di utilità proporzionata all'ingombro che impongono al soldato" e ne chiede il ritiro41 •
40
COMANDO CORPO DI SM, La campagna del 1859... (Ci!), Voi. li Documenti, pp. 1090.
41
AUSSME, REP. G-17, VOL . 5 · 535.
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Anche il comandante della 4• divisione, generale Cialdini, scrive ai primi di maggio al Capo di Stato Maggiore che "le enormi coperte rovinano la fanteria" 42 • Questi, dopo avere disposto, il 23 maggio, che per ora il soldato deve continuare a portare con sè la coperta, in data 27 maggio 1859 ne autorizza il versamento facoltativo da parte dei corpi ai magazzini dell'Intendenza generale in Casale43 • Sull'organizzazione generale del Servizio e sullo scaglionamento delle dotazioni, in data I O luglio 1859 il generale Ispettore dei depositi scrive al Ministero che i magazzini dell'armata difettano di oggetti di corredo, e che proprio per questo egli ha raccomandato a tutti i depositi di mantenere i loro magazzini sempre ben forniti, in modo da essere in grado non solo d i far fronte alle esigenze dei corpi rispettivi, ma anche di concorrere a mantenere forniti i magazzini dell' armata. Data la mancanza di materiale presso i magazzini dell'armata, alcuni reggimenti sono costretti a richiederli al proprio deposito, e benchè questi abbia provveduto all'immediata spedizione non sono mai giunti a destinazione. Secondo il generale, preme quindi assaissimo, se voglionsi evitare inconvenienti di tale fatta , e la riproduzione dei brogli del 1848, che assolulamente i ballaglioni anivi ricevano roha dai soli magazzini dell'armata, i quali debbono per ciò essere ognuno convenientemente forniti di quanto sia bisogno.
Questa lettera evidenzia una definizione degli anelli di rifornimento tutt'altro che chiara ed univoca. Per particolari esigenze operative, e per ragioni di tempestività, si consente infatti ai battaglioni attivi di fare direttamente capo, per i rifornimenti, ai magazzini dell'Intendenza generale, derogando dal normale canale del tempo di pace (in guerra mai eliminato del tutto) hattaglioni attivi - deposito - magazzino centrale di Torino. Ciò non può non creare successive complicazioni contabili e amministrative, dovendo in ogni caso il deposito controllare e gestire il tutto, sia pure a posteriori. Altre carenze di rilievo sono dovute alla mancanza, nel giugno 1859, di scarpe e tende. La 1a divisione in data 18 giugno chiede al quartier generale (che dà ordini in merito all'Intendenza) 2190 paia di scarpe44 , e l'Intendenza ne dispone l'acquisto dal commercio, il che significa che i magaz-
42
ivi.
43
AUSSME, REP. G-17, VOL. 6 - 585.
44
AUSSME, REP. G-17, VOL. 15 - I.
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zini sono vuoti e significa anche che le scarpe sono probabilmente di cattiva qualità, visto che (come le scarpe delle truppe napoleoniche) richiedevano il ricambio dopo così breve tempo dall'inizio della campagna. Il 13 giugno il comandante della 4a divisione generle Cialdini scrive al Capo di Stato Maggiore dell'armata che "se non ricevo scarpe ho la divisione scalza fra due giorni4 5 , e il 17 giugno che oltre al difetto di scarpe, di cui già scrissi e parlai, devo far presente alla
s_v_ JIL che nella divisione vi sono attualmente più di 300 individui coi piedi laceri o contusi, incapaci di qualche giorno di camminare, e che vennero trasportati sui carri 46 •
Per le scarpe, evidentemente la portata del fenomeno, oltre a confermare i rilievi del Manayra sulla poca razionalità delle uose e sulla mancanza di calze, dimostra che pur trattandosi di un capo di corredo prevedibilmente soggetto a logorarsi gli approvvigionamenti iniziali erano stati insufficienti, o che la qualità era pessima, così come già avveniva nelle armate napoleoniche. Non facilmente spiegabile anche la mancanza di tende nel giugno del 1859, visto anche che l'esercito, fino a quel momento, non aveva subìto aumenti organici significativi: con molta probabilità in questo caso la carenza è dovuta a scarsa disponibilità di fondi, perchè si tratta, da tempo, di un oggetto di equipaggiamento di prevista distribuzione a tutti. Comunque a giugno inoltrato, la divisione di cavalleria è ancora senza tende. In data 20 giugno, il comandante della divisione rappresenta al Capo di Stato Maggiore dell'armata che la frequenza dei pernottamenti all'adiaccio rende indispensabile la distribuzione di tende ai Comandi e ai reparti (eppure altri volevano versarle!): finora l'Intendenza dell'armata non ha potuto fornirle, il che rende il bivacco molto dannoso a gU uomini e agli arredi ed a rmi specialmente in tempi piovosi sì frequenti in questa stagione" .
Alla divisione di cavalleria, le tende dopo questa richiesta sono prontamente concesse. Non così al genio: in data I luglio48 , il comandante del genio chiede al Capo di Stato Maggiore di dare ordine all'Intendente di mettere a disposizione tende per gli ufficiali del genio che ne sono privi,
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AUSSME, REP . G- 17, VOL. 2 - 991.
46
AUSSME, REP. G-17, VOL. 14 - 9_
47
AUSSME, REP. G-17, VOL. 15 - 4.
48
ivi.
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le quali massime nelle circostanze in cui si trovano attualmente gli ufficiali del genio riescono loro indispensabili per rico verarsi nelle poche ore che loro rimangono disponibili .
Il comandante del genio, nel caso che l'Intendenza non ne disponga, chiede anche di essere autorizzato all'acquisto diretto dal commercio, precisando che occorre iniziare la distribuzione con 6 tende per coloro che ne abbisognano di più. Questa volta l'Intendente - come risulta da una lettera del 3 luglio49 aveva già provveduto, e da tempo aveva sollecitato la spedizione al magazzino merci di Torino di "tende alla turca" per il genio, ma per mancanza di mezzi di trasporto, ed a causa dell' ingombro delle strade, le tende non erano ancora arrivate. Nonostante il minor numero di truppe impiegate e quindi il minor volume complessivo di rifornimenti necessario, a nche la campagna nell'Italia Centrale contro l'esercito pontificio non è pri va di mende logistiche, dovute oltre tutto alla rapidità della marcia: benchè il movimento sia iniziato l' l 1 settembre, già il 16 settem bre, d o po solo cin4.m: giorni, la 13 a divisione del generale Cadorna si trova in condizioni critiche, sia dal punto di vista del vettovagliamento che dei trasporti, e soprattutto ha l'eterno problema delle scarpe: il giorno 16 sellembre fu dalla 13• divisione consacrato al ripo so: essa acquistò in vari luoghi calzature d i cui aveva estremo bisogno, perché buon numero di soldati era ormai a piedi nudi; racconciò alla meglio i fi nimenti e i traini che, poco adatti per i monti si erano resi quasi inservibili e provvide anche alle più urgenti necessità della sussistenza, ormai priva di tutto, mediante larghe incelle spinte sino a Foligno"'.
Meno soddisfaciente di quanto potrebbe sembrare a prima vista risulta d unque l' andamento generale della branca. Diversi capi di corredo non sembrano ancora corrispondere ai requisiti igienici fissati fin dal 1851 dal Carnevale -Arella (vedasi capitolo VII), mancano giugno 1859 e nella campagna del 1860 in Italia Centrale articoli fondamenta li come le scarpe, e gli anelli logistici non sono bene a punto. È comunque un fatto positivo che prevalga l' orientamento a dotare organicamente i corpi di una riserva di oggetti di più frequente uso, il che se da una parte aumenta la loro autonomia logistica, dall'altra li appesantisce, con gli inevitabili riflessi nel campo della gestione amministrativa e dei trasporti .
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AUSSME, REP . G-17, VOL. 15 - I.
50
A. VIGEVANO, La campag1ta delle Marche e dell'Umbria, Roma, CDO CORPO SM Ut'. STOJUCO, 1923, p , 391.
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li Servizio postale e telegrafico (vds. Fig. 49). Il Regolamento per il servizio di posta militare, concertato tra il Ministero dei Lavori Pubblici e quello della guerra compare solo il 2 maggio 1859, quando la guerra è già iniziata51 • Lo accompagnano l'elenco degli uffici di posta militare costituiti, e norme per l'estensione della franchigia postale e delle facilitazioni per il pagamento dei vaglia ai militari dell'armata francese : le lettere affrancate in Francia, mediante il solo diritto territoriale fra ncese di cent. 20, saranno distribuite franche in Piemonte; quelle non affrancate saranno distribuite percevendo su di esse la tassa francese di centesimi 30 di cui giungeranno gravate. Le lettere dei militari o a ltri individui al seguito dell'Armata fra ncese diretti in Francia saranno rimesse fuori conio agli uffici postali francesi, purehè presentale alla Posta dagli ufficiali o dagli incaricati dei rispettivi reggimenti[ ... ) gli uffici di Posta sono autorizzali a non richiedere sui vaglia la firma dei destinatari, ma soltanto quella degli incaricati (Vague - Mestre).
Precedono nel tempo il regolamento talune disposizioni di dettaglio, impartite per estendere la franchigia postale (ad esempio, oltre che ai battaglioni attivi anche ai depositi) . Si dispone, fin dal 16 gennaio 185952 , che in eccezione al disposto dei vigenti regolamenti circa la chiusura degli Uffici Postali, d'ora in poi sino a nuovo ordine li pieghi e corrispondenze d ' ufficio dirette alle Autorità militari e ai Comandanti di Truppe siano distribuite nella sera stessa del loro arrivo all'Ufficio di destino, c ciò nello scopo di ovviare ai gravi incovenienti che nelle attuali straordinarie circostanze potrebbero derivare ove se ne differisce la distribuzione sino al giorno seguente.
Con il regolamento del 2 maggio sono istituiti uffici di posta militare presso il quartier generale, presso ciascuna delle 5 divisione di fanteria (numerati dal n. 1 al n. 5), e presso la divisione di cavalleria. Per la rimanente cavalleria delle divisioni di fanteria, per i bersaglieri e l'artiglieria viene indicato l'ufficio di posta delle divisioni al quale devono fare capo. Nessuna indicazione specifica per il genio, evidentemente troppo frazionato, per il quale non può che valere la norma di appoggiarsi all'ufficio di posta militare più vicino.
51
G.M. I 859, parte I, pp. 379 - 386.
52
ivi, p . 52.
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I.A l.001STICA VliLL' l'.SEllCITO -
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La composizione degli uffici di posta militare è piuttosto esigua: presso il quartier generale un direttore capo, un impiegato sotto - ispettore, 2 applicati, un inserviente; presso le divisioni un direttore capo, un impiegato sotto - ispettore, un applicato, un inserviente. La posta militare, dunque, è ancora composta da impiegati civili, anche se vestono la divisa stabilita nel 1853. La dipendenza degli uffici è duplice: oltre che dalla competente direzione generale del Ministero dei lavori pubblici (per la parte tecnica del Servizio) essi dipendono direttamente dall'Intendenza generale d'armata, e il personale è "sotto la di lui protezione". Gli uffici di posta militare corrispondono direttamente sia con la direzione di Torino sia con gli uffici che vengono loro indicati da Ministero o dall'Intendenza; possono anche corrispondere d'iniziativa tra di loro. Si confermano, nel regolamento del 1859, tutte le disposizioni al momento in vigore (Cfr., in particolare, i capitoli IV e X), eccezion fatta per la gestione del denaro, e per quanto specialmente concerne l'ammontare massimo dei vaglia e il loro pagamento. l vaglia diretti ai militari 11011 possono superare le L. 50 se inviati da privati, e le L. 100 se rilasciati da uffici pubblici non militari. L'importo massimo per i vaglia inviati da enti militari oscilla, a seconda del tipo di Ufficio, dalle 50 alle 600 lire. Il pagamento dei vaglia ai componenti dell'esercito può avvenire esclusivamente a cura delle autorità militare; agli uffici di posta militare è solo riservato il pagamento di vaglia rilasciati a favore di impiegati civili, facenti parte dell'armata, o di civili in genere al suo seguito. Il pagamento di vaglia diretti ai militari può essere fatto o dall'ufficiale pagatore di ciascun corpo, o dagli ufficiali contabili, o dai direttori degli ospedali militari, o dai comandanti di distaccamento. L'ammontare dei vaglia è riscosso dall'ufficiale pagatore o dagli ufficiali contabili, a cura di un sottufficiale a ciò delegato per iscritto dal comandante di corpo. I vaglia pagati sono riportati su apposito registro già in uso, e inoltre tutti i loro estremi si trascrivono in una specifica n. 8, divisa in sette parti, i cui modelli sono forniti dal Ministero. Devono essere firmati dall'interessato (che, se analfabeta, vi appone la croce convalidata dalla firma di due testimoni) e sono controfirmati dal comandante di corpo o distaccamento, che vi riporta la data del pagamento. Il rimborso dei vaglia all'Ente o persona che ha proceduto al pagamento dell'interessato avviene a cura dell'ufficiale pagatore, dietro presentazione di specifiche e vaglia quietanziati. I comandanti responsabili, gli incaricati e gli ufficiali pagatori devono astenersi dai pagamenti dei vaglia in tutta una serie di casi: se superano le L. 100, se vengono presentati al pagamento due mesi dopo il rilascio, se presentano segni di alterazione del nome e della somma da pagarsi, se que-
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st'ultima non è espressa in chiare lettere, se vi manca il bollo dell'ufficio postale o dell' ufficio traente, se vi manca il numero d'ordine di registrazione. Le norme predette non si applicano agli ufficiali e agli altri funzionari militari, che possono riscuotere direttamente dagli ufficiali pagatori, senza intervento degli incaricati, i vaglia a loro diretti. Il reintegro agli ufficiali pagatori e contabili delle somme pagate per i vaglia avviene a cura della cassa dell'Intendenza generale, che a sua volta lo riceve dalla Direzione divisionale delle Poste di Torino .
Nascita del Servizio telegrafico militare. La campagna del 1859 va ricordata anche perchè vi si fa largo ricorso, per la prima volta, al Servizio telegrafico elettrico. Viene peraltro utilizzata quasi esclusivamente la preesistente rete telegrafica staw,J~ civile, avvalendosi sia in Piemonte che in Lombardia e nel Veneto dello s-iesso personale civile addetto, che tuttavia non entra ancora a far-.P<l!!e di una vera e propria struttura militare. Riguardo al materiale, gli austriaci costruiscono nella Lomellina alcuni brevi tro nchi di linea campale con piccoli pali, muniti di un isolatore a campana di gutta - perca, pregevole per la sua semplicità. L'armata francese, con materiale portato al seguito dalla Francia oppure reperito sul posto, si preoccupa subito di riattivare le principali lince telegrafiche della Lombardia, distrutte dagli austriaci in ritirata. I piemontesi sperimentano un sistema di linee volanti con pali sottili alti circa 3 m e filo di rame: sistema assai semplice, ma rivelatosi poco solido . Per quanto riguarda l'organizzazione di un vero e proprio Servizio telegrafico militare, il Regolamento pel servizio del genio militare in campagna e pel servizio dei parchi in data 23 aprile 185953 , all'Art. 9 stabilisce che al corpo reale del genio "è affidato il materiale e l'esercizio della telegrafia all'esercito", e nello specchio del personale prevede, per il Servizio telegrafico militare, " 12 impiegati telegrafici da ripartire secondo il bisogno". (si noti: impiegati, non militari; esattamente come avviene per il personale delle poste). Detto personale viene al momento adibito al servizio del telegrafo ottico o aereo, e non al ben più importante telegrafo elettrico. All'inizio della campagna nulla è ancora stato predisposto. Dell'organizzazione del Servizio presso l'armata e dell'acquisizione del materiale necessario per il telegrafo elettrico viene comunque incaricato lo stesso Ispet-
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G.M. 1859, parte Il, Suppi. n. 4.
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tare capo dei telegrafi dello Stato. L' 11 maggio 185954 , il quartier generale sollecita provvedimenti dal Mirùstero, che in data 18 maggio dopo aver interpellato l'Ispettore risponde che già furono eseguite le incette che si devono fare all'estero e si lavora con la massima allività per la pronta costruzione del restante materiale, per cui crede il prelato Signor lspellore che fra una settimana al più si potrà spedire al quartier generale quanto oçcorre al servi7fo telegrafico presso il medesimo, ed in seguito, di settimana in sellimana, quello di ciascuna delle sei divisioni.
Secondo quanto comunica il Ministero, sono perviste sezioni telegrafiche presso il quartier generale e presso ciascuna delle sei divisioni. Ciascuna sezione ha in dotazione il personale e il materiale necessario per una linea lunga km 15, a un solo filo di rame, compresi i pali di sostegno e gli attrezzi necessari per mettere in opera e rimuovere la linea. Tutto il materiale è trasportato su due carri, uno dei quali potrà essere usato per installarvi la sezione telegrafica. l1 Mirùstero conclude assicurando il suo interessamento anche per il personale al quale deve essere affidato l'esercizio delle linee, con la collaborazione del Ministero dei lavori pubblici dal quale dipende l'amrrùnistrazione telegrafica dello Stato. I tempi di realizzazione previsti dal Mirùstero si rivelano ben presto decisamente ottimistici. Ai primi di giugno 1859 nulla è ancora pronto: il Servizio viene formalmente istituito solo con R. D. dell' 11 giugno, circa l'instituzione del servizio telegrafico presso l'Esercito 55, così motivato nella relazione introduttiva: questo ramo di servizio, che ora soltanto si va ponendo in pratica presso le Armate in campagna, vuol essere regolarmente costituito presso le nostre trnppe, quantunque già vi si trovi un principio di allua.zione a norma di appositi esperimenti fattisi per mezzo del personale telegrafico dello Stato , e di concerti seguiti in proposito tra il Ministero della guerra e quello dei lavori pubblici. Secondo i bisogni che l'esperienza va dimostrando, si sta compila ndo un regolamento, che quanto prima verrà dal riferente sottoposto all'approvazione dell ' A.V . ...
Il R .D. fissa gli assegrù e la divisa degli impiegati (che già prevede ricamato sulle marùche e nella goletta un simbolo - fascio di fulmirù - ancor
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COMANDO DEL CORPO DI SM , La campagna del 1859... (Cit), Voi. I, Documenti, pp. 189 - 190.
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G.M. 1859, parte I, pp. 479 - 482.
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oggi un vigore, e in particolare bottoni con stemma reale, fascio di fulmini e la scritta Regio Servizio Telegrafico) e stabilisce i principali lineamenti organizzativi per collegare i quartier generali dell' armata a mezzo di"un servizio speciale di telegrafia elettrica campale, per le pronte comunicazioni fra di loro" (di qui, evidentemente, il segno del fulmine). li comandante superiore del genio dell'armata e i comandanti dell'Arma presso le divisioni hanno la superiore direzione dell'esercizio delle linee; il relativo materiale fa parte dei parchi del genio. Dal punto di vista tecnico il Servizio, sotto gli ordini dei predetti comandanti, è diretto dall'Ispettore capo o da un vice - Ispettore dei telegrafi dello Stato, con personale subalterno tratto dal personale telegrafico dello Stato, che gode del soprassaldo di campagna e delle indennità assegnate, a spese del Ministero della guerra, agli impiegati civili. Il personale conserva la propria posizione amministrativa nell'ambito dell'amministrazione civile dei telegrafi, nella quale rientra al termine della guerra. In tal modo, al nuovo Servizio non sono destinati impiegati in pianta fissa anche in tempo di pace come avviene per le altre branche dei Servizi, bensì personale temporaneamente preso in prestito dal Ministero dei lavori pubblici, sul quale ricadono interamente le responsabilità direttive, organizzative ed esecutive. Il nuovo decreto, che rimanda a un prossimo regolamento speciale le norme di dettaglio per il funzionamento, a causa di discordie tra Ministeri non ha felice esito nè vita facile, e resta di fatto inapplicato. Lo testimonia senza perifrasi nella sua relazione lo stesso comandante superiore del genio: Io schema di regolamento che, secondo il decreto dell' 11 giugno p .p. doveva servire di nonna a quel servizio, quantunque da me trasmesso al ministero d ei lavori pubblici, non venne peranco approvato, ed in conseguenza con due mie successive lettere indirizzate a l minbtero della gu erra in data 23 e 25 luglio , ho declinato ogni responsabilità di questo comando relativamente a quel servizio.
La mancanza del telegrafo si fa sentire, specie man mano che ci si allontana dal Piemonte. In data 18 giugno il Capo di Stato Maggiore dell'armata, da Brescia, scrive al predetto Ispettore capo dei telegrafi sollecitandolo a voler provvedere il personale e materiale necessario presso questo quartier generale principale al più presto possibile e far si chè si possa al più presto comunicare, non potendosi più oltre far senza l'importante mezzo di comunicazione che con grave danno del servizio e pur con grave danno dell'armala stessa, specialmente che le linee telegrafiche delle quali si serviva il governo austriaco sono già nelle mani dei francesi 56 •
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C OMANDO DEL CORPO Voi. I Documenti, pp. 190 - 1? 1.
DI SM ,
La campagna del 1859...
(Cit),
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Evidentemente anche in questo i francesi fanno la parte del leone e l'intervento del quartier generale rimane senza e ffetto. Come testimonia lo stesso comandante superiore del genio nella sua relazione, la campagna contro l'Austria ha termine prima che il progettato servizio in ambito militare entri in funzione sotto gli ordini del Comando Supremo dell'Armata. Dato il massiccio ricorso al normale telegrafo di Stato da parte di Comandi ed Enti che in tal modo ne deriva, con R.D . del 22 Luglio 186057 ai comandanti militari di divisione territoriale e divisione attiva, ai comandanti di brigata, di artiglieria e all'Intendente genera le d'armata viene concessa la franchigia limitata di 3 ° categoria (cioè limitata alla corrispondenza di ufficio, e diretta ad autorità che a loro volta godono di franchigia), mentre per i comandanti militari di circondario e gli Uffici d' Intendenza militare la franchigia è limitata di 4 ° categoria (cioè, oltre che diretta solo alle autorità con franchigia, anche soggetta al visto delle autorità che hanno franchigia di ordine superiore). Il 12 settembre 1860 è anche emanato un nuovo R.D. circa il servizio dei Telegrafi presso l'Esercito58 , che poco innova rispetto aJle disposizioni precedenti, tranne che per quanto riguarda il materiale il cui approvvigionamento questa volta è affidato al Ministero dei lavori pubblici, al quale il Ministero della guerra deve rimettere il materiale nel frattempo immagazzinato. Per qualsiasi esigenza l' Ispettore telegrafico capo deve rivolgersi al comandante del genio, il quale gli assegna il numero di zappatori necessario. L'Intendenza generale d'armata, su richiesta del comandante del genio, provvede solo al trasporto del materiale con uomini e cavalli e cavalli del treno borghese. Da questo nuovo decreto, che si occupa ancora di particolari organizzativi fondamentali, si deve dedurre che ai primi dì settembre del 1860 il Servizio telegrafico elettrico non è ancora entrato in fun zione. Non così avviene per il Servizio di telegrafo aereo nella campagna del J859, per il quale il comandante del gemo così riferisce nella precitata relazione: il genio ebbe ad organizzare un servizio di telegrafi aerei tra Novi, Alessandria, S. Salvatore e Casale, seguendo il sistema già elaborato dal tenente colonnello Roeci, capo dello stato maggiore del genio , in una sua memoria del 1849. II materiale venne appositivamente costrutto e collocato in opera. Un dizionario di segnali appropriati venne compilato, il personale nominato ed addestrato; e soltanto in questi ultimi tempi, quando lo permisero i progressi degli eserciti alleati, venne tolto quel personale non essendo più il caso di ritenerlo a tal servizio.
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G.M. 1860, parte 1., pp. 839 - 840.
58
ivi, p. 998.
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Nella campagna del 1860 - 1861 in Italia Centrale e Meridionale, che inizia ai primi di settembre e alla quale evidentemente prelude il citato decreto del 12 settembre, il telegrafo elettrico per uso militare ha, per la prima volta, un'applicazione abbastanza estesa, sia nella riparazione delle linee già esistenti (linee ordinarie) sia nella creazione di linee volanti. Il Servizio si compone di un ufficio centrale al Comando in capo, retto da personale civile tratto dal Ministero dei lavori pubblici, con due macchine e 30 Km di filo, e di una sezione presso ciascuno dei due Comandi di corpo d'armata, anch'essa composta di personale borghese, con 60 Km di filo59 • Molti particolari dell'utilizzazione del Servizio sono contenuti in uno stralcio del manuale di telegrafia elettrica del prof. Carlo Matteucci, allegato alla voluminosa relazione del generale Menabrea, comandante superiore del genio, sull'impiego dell'Arma nelle campagne del 1860 - 1861 60 • Per inciso il Matteucci mette magistralmente in rilievo i vantaggi della telegrafia elcttrica militare, e per la prima volta ne dà una definizione: la telegrafia elettrica può applicarsi vantaggiosamente in servizio degli eserciti guerreggianti. Per provare questa proposizione basta pensare all'effica cia che deve avere sulla riuscila di un piano di operazioni la celerità delle informazioni . Il buon esito di una manovra dipende in parte dalla protezza colla quale si possono Lrasmellere e ricambiare gli ordini. Oltre di ciò la difficoltà di concentrare delle grandi masse sopra un dato punto nel momento decisivo è in gran parte superata, quando si possiede un mezzo istantaneo di comunicazioni. Per telegrafia militare intendiamo appunto un servizio cosi combinato, da recare tutti quei vantaggi, ossia l'arte di improvvisare linee telegrafiche con tale celerità, da seguire un e.<;ercilo attivo nelle sue mos.~c, e da mantenerlo in comunicazione continua ed istantanea coi suoi centri di comando e colle sue fonti d'informazione.
Il Malleucci descrive poi dettagliatamente l'utilizzazione del telegrafo nel corso delle operazioni . Il IV e V corpo <l'armata, pur divisi dagli Appennini, sono mantenuti in continuo collegamento nelle loro rapide mosse per mezzo di due linee telegrafiche, in parte volanti e stabilite con molta celerità . Nelle operazioni in Campania sul Garigliano, l'ala destra e l'ala sinistra sono messe in comunicazione istantanea tra di loro e col quartier generale per mezzo di stazioni telegrafiche improvvisate a S. Centore, Castrese e Sessa. Inoltre
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A VIGEVANO, Op. cii., p. 61.
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TI Genio nella campagna di Ancona e de/fa bassa Italia 1860 - 1881 (Relaz. del generale L. Menabrca), TORINO, G. FAVALE E COMP .IA 1864, pp. 57 - 61.
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LA LOGISTICA DELL'ESERC ITO -
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nei prinù due giorni dell'assedio d'Ancona fnrono costrutti intorno a lla medesima circa venti chilometri di linea telegrafica e impiantate cinque stazioni. L 'ala destra, la sinistra e la flotta erano in comunicazione diretta cd istantanea fra di loro e col q uartier generale, e questo colle altre linee telegrafiche del regno. Attorno a Gaeta si costrussero non meno cli quaranta chilometri di linee telegrafiche, con sci stazioni, per il servizio esclusivo dell'esercito. Gli avamposti e le batterie comunicavano direttamente tra di loro e col quartier generale.
Secondo il Matteucci, la celerità della messa in opera è il requisito principale del materiale per le linee ordinarie, che di conseguenza deve essere anche facilmente trasportabile, di facile impiego e sufficientemente robusto. L'esigenza principale che si pone è di ristabilire rapidamente le linee stesse (cioè la rete civile preesistente); e per fare questo occorrono una buona provvista di pali secchi e sottili alti 5 - 6 m e degli isolatori solidi e di facile applicazione . Le lince ordinarie devono essere tracciate un poco fuori dalle grandi strade, per sottrarle ai possibili urti del carreggio militare. Inoltre esse devono essere solide, sia per la durata che devono avere, sia per sottrarre il filo e i pali a lla rapacità dei soldati e del personale che segue l'armata, i quali hanno il mal ve7.zo, e ciò successe nella guerra del 1859 e in quella del 1860 - 1861, di a ppropria rsi, semprechè lo possano fare facilmente ed impuneamente, il filo cd i pali per i loro usi particolari .
L'Ispettore capo dei telegra fi Sig. Cappa, direttore del servizio telegrafico nella campagna del 1860 - 1861 , progetta per il ristabilimento delle linee ordinarie un sistema di linee militari con un isolatore di vetro, a campana, solido e di facile e pronta applicazione, senza bisogno di attrezzi. Per le linee volanti è richiesta soprattutto la massima celerità, anche a scapito del costo e della durata. 11 materiale più opportuno per tali linee, è, per il Matteucci, il filo di rame coperto di gutta - perca, oppure il filo di rame semplice con isolatori a roJe/la di porcellana o di terra cotta. Ambedue i sistemi sono usati con risultati molto soddisfacienti nel corso della campagna. In particolare, le linee di rame coperto con gutta - perca uniscono al requisito della massima semplicità quello del buon isolamento, e della facilità di trasporto e di applicazione. Il filo si può sospendere con chiodi ordinari ai muri e agli alberi, nascondere nei solchi di un campo, e sotterrare nei passaggi delle strade. Facilmente trasportabile, consente in poco tempo di stendere parecchi chilometri di linea provvisoria, in qualsiasi terreno. Il filo di rame ricoperto con gutta perca è perciò proficuamente impiegato all'assedio di Gaeta, ove serve sia per congiungere il quartier generale
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alla batteria di Monte Marrone, con una linea telegrafica lunga 8 Km in terreno assai difficile, sia per collegare gli avamposti al quartier generale: q uesto lavoro fu eseguito celermente sotto il fuoco diretto della piazza, che tentava di ctistrurbare l'operazione. Cogli altri sistemi che richiedono un certo tempo per piantare il palo e collocare il filo, non si sarebbe potuto riuscire, ed avrebbero costalo la perdila di mol lo gente.
Anche il filo di rame semplice con isolatore a rotella ("girella di porcellana o di terra cotta, che si fissa con una vite, o con un chiodo, a guisa di pernio") trova vasto e soddisfacente impiego, trattandosi di materiale semplice e solido, applicabile con semplici chiodi a qualunque sostegno (senza possibilità però, come per il caso precedente, di esser sotterrato o appoggiato al terreno). In meno di due giorni con tale materiale viene costruita la linea campale che collegava le truppe impegnate nell'assedio di Ancona, lunga circa 20 Km con 5 stazioni telegrafiche. Sul Garigliano viene stesa in meno di cinque ore una linea di 10 Km con tre stazioni. Infine, per collegare le truppe del corpo del generale de Sonnaz, il corpo d'osservazione distaccato in Pico, il Comando Supremo dell'assedio in Mola e il governo in Napoli, viene stesa in cinque giorni una linea tra Mola di Gaeta e Sora, lunga circa 90 Km con tre stazioni. La linea, pur appesa per mancanza di pali agli alberi o ai muri delle case, funziona con sufficiente regolarità per tre mesi, e se si manifestarono sulla medesima piuttosto frequenti interruzioni, che d 'altronde erano prontamente riparate, non fu tanto peri vizi suoi, quanto per malizia di agenti reazionari appositamente assoldati a questo scopo.
Sulla base di questa descrizione dei Matteucci, si può concludere che l'impiego del Servizio telegrafico nel 1860 - 1861 rappresenta un autentico salto di qualità rispetto alla precedente campagna del 1859, e soprattutto fornisce utili ammaestramenti, per le innovazioni tecniche adottate e portate a buon fine. Probabilmente, l'accentuata mobilità richiesta alle truppe e le considerevoli distanze fra le varie aliquote di forze sono in questo caso di benevolo stimolo per il perfezionamento di un Servizio, in cui impiego nel 1860 - 1861 rimane forse l'aspetto più interessante di una campagna tutto sommato "facile" e altrimenti priva di spunti realmente nuovi, sia in campo operativo che logistico.
Cenni sul Serviz io cartografico. Come già nel 1848 - 1849, anche nella nuova campagna, che pur interessava zone ampiamente note e di prevedibile interesse fin dal tempo di
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
pace, la distribuzione delle carte topografiche subisce un grave ritardo6 1, soprattutto per mancanza di un numero sufficiente di carte delle zone interessate. Il Corpo di Stato Maggiore deve perciò lavorare durante tutta la campagna contro l'Austria e far tirare e legare su tela il gran numero di carte richiesto. La distribuzione di carte è prevista per i Comandi francesi e piemontesi, iniziando da quelli di brigata, per tutti gli ufficiali di Stato maggiore, per i Comandi Superiori di artiglieria e ae1 genio, per i capi dei vari Servizi e per l' Intendenza: rimangono dunque esclusi, almeno all'inizio della campagna, i comandanti di corpo e i comandanti di unità d'artiglieria. Le carte previste sono: carta dei Regi Stati (cioè del P iemonte) rispettivamente alle scale 1:500000, 1: 250000, 1:50000; carta del Regno Lombardo - Veneto e Ducati, alle scale I :86400 e 1:288000. Di quest'ultima sono disponibili solo 130 copie, e viene pertanto sosLituita presso gli uffici di minore livello con la carta corografica delle Alpi, dal Mediterraneo all'A driatico alla scala 1:600000, di cui il corpo di Stato Maggiore possedeva la matrici per la riproduzione , in 4 fogli dei quali però in uno solo era riportato il rilievo (nè vi era possibilità di rimediare a ll ' inconveniente). Sono anche distribuite a taluni Comandi carte speciali del Po (il territorio da monte di Frassineto fino all'Isola di S. Antonio) e della città e dintorni di Novara (a scala I: 10000). Dopo la conquista di Milano, 1'8 giugno presso la stamperia reale di quella città è ordinato un grosso quantitativo di esemplari della carta corografica itineraria e statistica del Regno Lombardo - Veneto del Maridati (scale 1:172800), che viene subito distribuito insieme con le altre. Contemporaneamente inizia la distribuzione della carta di manovra del Mincio (terreno tra Chiese a Adige), alla scala 1:21600. Dopo il 10 giugno, diventa finalmente possibile assegnare anche ai Comandi di reggimento e corpo autonomo la carta del Lombardo - Veneto e dei ducati (scale 1:86400). Delle difficoltà iniziali nel soddisfare le impellenti esigenze di cartografia è dimostrazione una lettera in data 15 maggio 185962 (quindi, quando la campagna è iniziata da parecchi giorni) del comandante del Corpo di Stato
61
CDO CORPO DI SM, La campagna del 1859... (Cit), Voi. I , Narrazione. pp. 129 - 130.
62
ivi. Voi. l , Documenli. pp. 156 - 157.
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Maggiore Fecia di Cossato al Capo di Stato Maggiore dell'armata, che gli aveva chiesto con urgenza 100 esemplari in tela della carta del Lombardo - Veneto alla scala 1:288000, e 150 alla scala 1:86400. Il Fecia di Cossato rappresenta l'impossibilità di fornire in tre giorni il materiale cartografico nel numero richiesto, sia pure impiegando tutti i disegnatori del corpo, e prendendo anche aH'esterno il poco personale specializzato reperibile. Malgrado tutto l'impegno, è possibile riprodurne su tela solo 250 - 300 fogli al giorno delle carte delle zone indicate. Egli pertanto, per guadagnare tempo, propone al Capo di Stato Maggiore di preparare prima le carte della Lombardia e dei Ducati e poi quelle del Veneto (che potrebbero servire in un secondo tempo), in tal modo risparmiando I / 3 del tempo. Poichè la funzione principale del Corpo di Stato Maggiore piemontese era proprio la preparazione della cartografia, riesce oggi difficile spiegarsi le ragioni della mancata disponibilità di cartografia di territori non facenti parte del Piemonte, ma tuttavia fin dal 1848 di primario interesse slralregico ci riferiamo anche al Veneto e di prevedibile occupazione anche nel 1859 (ci riferiamo in particolar modo al Veneto).
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XV - SERVIZIO DI COMMISSARIATO (1859-1861)
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Fig. 49 - Telegrafo Rocci - primo telegrafo aereo mi litare italiano usato nella campagna del 1859. (Modellino - Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del genio, Roma).
CAPITOLO XVI l SERVIZI MATERIALI DI ARTIGLIERIA E DEL GENIO DAL 1859 AL 1861
Servizio materiali di artiglieria: regolamentazione e ordinamenti (Fig. 50 e 51). In data 22 aprile 1859 sono approvati i Regolamenti sul servizio del materiale d'artiglieria presso gli Eserciti in campagna, e sul servizio dell'artiglieria negli assedii1 • Nel suo complesso, la nuova regolamentazione poco innova rispetto alla normativa preesistente, anche se abroga - solo per le parti in contrasto - il regolamento di servizio per le truppe in compagna del 1833. Le dipendenze rimangono invariate: poichè il servizio del materiale d'artiglieria in campagna comprende tutto quanto si riferisce al governo, all'amministrazione e alla contabilità, anche i comandanti d ' artiglieria ai vari livelli rispondono (ma solo al comandante d'artiglieria superiore) sia della parte tecnico - operativa che della parte logistico - amministrativa dell'Arma. Il comandante superiore dipende direttamente dal comandante generale dell'esercito, ma "si mantiene però in relazione con il Ministero della guerra" . I comandanti d'artiglieria delle divisioni, dei parchi, delle frazioni isolate dipendono dal comandante superiore. In tal modo, anche se della divisione fanno parte batterie d'artiglieria, sembrerebbe esclusa ogni dipendenza logistica delle unità dell'Arma dal comandante della Grande Unità, e anche l'Intendenza appare totalmente esclusa dalla branca. L'amministrazione e contabilità del materiale rimane affidata al personale contabile dell'Arma, che opera alle dipendenze esclusive del comandante superiore dell'Arma e/ o dei comandanti dei rispettivi reparti o stabilimenti di artiglieria. Il comandante superiore, come capo del servizio amministrativo e contabile di artiglieria, ha con il Ministero della guerra relazioni analoghe a quelle che mantiene con lo stesso Ministero il direttore del materiale di artiglieria. li personale contabile di tutti i reparti, riguardo alla tenuta della contabilità, osserva le norme in vigore per il servizio amministrativo e contabile negli arsenali e nelle piazze. Le stesse norme valgono anche per i comandanti delle batterie, dei parchi e dei traini da ponte, che rispondono della parte logistica dei rispettivi reparti. I fondi occorrenti per la gestione del materiale d'artiglieria sono concessi dall'Intendenza generale d'armata, alla quale il comandante di artiglieria indirizza le motivate richieste ricevute - sia a titolo di anticipazione che a spesa compiuta - dagli agenti contabili.
G . M . 1859, p a rte lii , Suppi. n . 5.
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LA LOGISTICA DELL' ESERC ITO - VOI.. I
I materiali di qualsiasi genere sono forniti dai magazzini d'artiglieria degli arsenali e delle piazze, su ordine del Ministero della guerra, e secondo le disposizioni dei capi Servizio locali. Nel più breve tempo possibile, la direzione del materiale invia al Ministero un elenco completo del materiale consegnato, sottoscritto dagli agenti contabili . La gestione contabile del materiale da parte dei contabili dei parchi risulta da apposito libro mastro, nel quale sono registrate le operazioni di carico e scarico . Essi trasmettono mensilmente al Ministero, tramite il comandante superiore d'artiglieria, gli specchi delle introduzioni e distribuzioni, accompagnati dai documenti giustificativi del loro operato e dalle ricevute. I comandanti di batteria, responsabili del materiale, tengono un libro mastro, e si avvalgono per la tenuta della contabilità di sottufficiali guardabatterie, ai quali è assegnato, per le speciali incombenze disimpegnate, un soprassoldo giornaliero di L. l,50. Nei primi cinque giorni di ogni trimestre essi inoltrano se possibile al Ministero, tramite il Comando superiore di artiglieria, gli spe<.:<.:hi di introduzione e di distribuzione, accompagnati dai vaglia, dalle ricevute, e da altri documenti giustificativi. Ogni volta che occorrono distribuzioni di munizioni, lo comunicano al Comando superiore mediante appositi specchi. In caso di cambiamenti dei comandanti avviene il passaggio delle consegne, con la chiusura e la firma dd libro mastro e la ricognizione del materiale esistente. A sua volta, l'Amministrazione centrale informa il comandante superiore d'artiglieria dei movimenti di materiale, tiene un duplicato dei libri mastri degli agenti contabili, esercita rispetto ad essi la vigilanza e la revisione dei conti. Al termine della guerra gli agenti contabili rendono conto all'Amministrazione centrale della loro gestione, presentando per la verifica il libro mastro e gli altri documenti. La normale catena di rifornimento, dall'indietro verso l'avanti, è la seguente: dai magazzini degli arsenali e delle piazze al parco principale d'armata, dal parco principale ai parchi di riserva; dai parchi di riserva ai parchi divisionali; dai parchi divisionali alle batterie ed ai corpi: "però questa scala non è sempre indispensabile, e, quando torna utile, i parchi possono rifornirsi gli uni cogli altri senza distinzione" . I lavori più importanti di riparazione del materiale sono effettuati su ordine del comandante superiore presso il parco principale, e all'occorrenza anche presso i parchi di riserva. I "minuti racconciamenti" si effelluano presso le batterie e i parchi delle divisioni. I lavori relativi sono compiuti da soldati - operai, ovvero, in loro mancanza, da maestranze civili. Al regolamento è allegata una tabella delle paghe e orari, dalla quale risultano anche le qualifiche e i livelli.
X VI - SER VIZ I MATERIALI UI ARTIGLIERIA E DEL GENIO (1859-1861 )
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Per rifornire i rispettivi corpi di munizioni da guerra, i comandanti delJe truppe indirizzano le richieste scritte ai comandanti d'artiglieria della rispettiva divisione, e in casi di urgenza anche direttamente al comandante del parco della medesima. La richiesta è compilata su apposito vaglia che serve da richiesta e al tempo stesso da ricevuta, e viene consegnato a chi deve distribuire il materiale, al momento della distribuzione. Nei casi di "assoluta mancanza" si possono effettuare le distribuzioni di munizioni anche senza le procedure prima indicate, ma "debbesi far constare della cosa, mediante apposita dichiara". In casi "urgenti e imperiosi", le munizioni si possono richiedere a carri, vale a dire chiedendo al parco un certo numero di carri carichi (al completo) di munizioni, in sostituzione di un pari numero di vuoti, che si inviano. In questo caso, il parco che consegna le munizioni ne specifica esso stesso il quantitativo preciso nella richiesta ricevuta, dandone una copia anche al corpo che riceve le munizioni. I carri vuoti devono essere privi degli oggetti di ca ricamento esterno, e conservare quelli di caricamento interno; le parti mancanti o abbisognevoli di riparazione devono essere imlirale nella richiesta. Nel caso che non siano in grado di fornire tutto quanto viene richiesto, i comandanti dei parchi correggono la richiesta in modo che i quantitativi in esso indicati siano uguali a quelli effettivamente forniti, consegnando al corpo ricevente un duplicato delle correzioni apportate. I rifornimenti di armi portatili, di accessori o di parti di esse fanno sempre capo al parco principale, presso il quale vengono versate direllamcnte anche le armi eccedenti o fuori uso. Per le distribuzioni e restituzioni tra il parco principale e i corpi, si osservano, per quanto in uso, norme analoghe a quelle che governano i rapporti tra le sale d ' armi e i corpi, in tempo di pace. I movimenti da parco a parco si svolgono per mezzo di richieste che si staccano da un registro madre e f iglia, vidimate dai comandanti dei parchi e, per il parco divisionale, dal comandante dell' artiglieria. La figlia, con in calce la ricevuta del materiale rilasciata dal corpo, rimane al parco. I quantitativi di materiale catturato al nemico, oppure le perdite di materiali per ragioni belliche, devono essere constali a mezzo di un'apposita commissione che compila il relativo verbale. Le prede di guerra, in tutti i casi, devono essere versate al parco principale. Il 21 aprile 1859 è approvato dal Ministero un nuovo ordinamento dell'artiglieria dell' esercito (parte operativa, esclusi cioè gli stabilimenti e l'organizzazione territoriale)2, che - per quan to di interesse logistico -definisce
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ivi, Suppi. n . 6.
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LA LOGISTICA DELL' ll.~ E RC ITO -
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anche composizione, funzionamento, dipendenze dei parchi, e composizione e attribuzioni in merito dei Comandi. A mente di tale ordinamento, l'"artiglieria all'esercito", cioè dell'esercito attivo, comprende un Comando Superiore, 6 Comandi di divisione, un Comando della riserva di artiglieria, 18 batterie da battaglia (3 per ciascuna delle 5 divisioni e 3 per la riserva di artiglieria), 2 batterie a cavallo (per la divisione di cavalleria), 7 parchi divisionali (1 per ciascuna divisione fanteria, 1 per la divisione di cavalleria, 1 per la riserva di artiglieria), 2 parclli di riserva, un parco principale, 2 equipaggi da ponte. Si chiariscono meglio le dipendenze dei parchi: i parchi divisionali dipendono direttamente dal maggiore comandante dell'artiglieria della divisione, quelli di riserva direttamente dal comandante superiore dell'artiglieria dell'esercito, il comandante del parco principale "corrisponde" col predetto comandante superiore e col comandante generale del\' Arma. Per assicurare il funzionamento dei parchi, sono loro assegnate 4 compagnie di artiglieria da piazza (2 ai parchi divisionali, 1 al parco di riserva, I al parco principale) e 4 compagnie di fanteria (2 per il pan;o principale, una per ciascuno dei due parchi di riserva). Per eseguire le riparazioni ai materiali d'artiglieria in campagna, sono assegnati ai parchi ufficiali subalterni, sottufficiali, caporali, artisti, artificieri, armaioli delle compagnie maestranza. Dalla ripartizione del personale risulta confermata la limitata capacità di riparazione dei parchi divisionali (che hanno solo da 12 a 16 artisti di maestranza in ferro e legno, per la riparazione degli affusti delle artiglierie e del carreggio, e 9 artificieri), mentre il parco principale è l'unico ad avere ufficiali preposti alle riparazioni (4) e dispone di ben 89 specialisti, dei quali 10 armaioli: le armi portatili, quindi, possono essere riparate solo presso il parco principale. I parchi divisionali sono sempre trasportati a cura del treno d'armata, cioè del treno militare. Gli altri parchi sono ugualmente trainati fin che possibile dal treno militare, con ricorso al treno civile (inquadrato da Quadri del treno militare) solo quando ciò non è possibile, e tenendo presente un preciso ordine di priorità (parchi di riserva - primo equipaggio da ponte parco principale). Ai parchi divisionali in generale deve essere data priorità anche nell'approntamento all'inizio della campagna, per il quale dopo i parchi divisionali vengono in ordine di priorità i parchi di riserva, e per ultimo il parco principale. Il treno fornisce ai parchi solo il personale e i cavalli da tiro e da sella: non i carri, fatta eccezione parziale per i 7 parchi di divisione (solo 2 carri per parco). I totali previsti sono di 7 ufficiali, 778 sottufficiali e soldati, 1238 cavalli (76 da sella) per i 7 parchi di divisione; di 48 sottufficiali e soldati
XV I - SER VIZ I MATERIALI 01 ARTlULllilUA li DEL GENIO (1 859-1861)
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e 80 cavalli (8 da sella) per ambedue i parchi di riserva, e di 24 sottufficiali e soldati e 40 cavalli (4 da sella) per il parco principale. Da questa suddivisione si deduce che solo i parchi divisionali sono interamente su ruote; per il parco principale, in particolare, è prevista una dotazione di mezzi di trasporto che consente di trasportare solo la metà del materiale. Fin dal 1° marzo, allo scopo di alleggerire le batterie si dispone che le loro colonne munizioni siano di massima separate dalla parte attiva delle batterie stesse, e riunite presso i parchi di divisione, ove rimarra nno per il corso di tutta la campagna. La composizione, la forza e il munizionamento delle batterie dei parchi divisionali, dei parchi di riserva e del parco principale risultano dalDOCUMENTO 26. Da esso si può dedurre che nessun~ novità sussiste per i tipi di materiale e del carreggio, in buona parte quelli della Crimea e del 1848. Dal punto di vista quantitativo, mentre i carri munizioni delle batterie rimangono invaria ti (6 da cannone, 2 da obice), quelli delle batterie a cavallo per divisioni cavalleria aumentano da 3 a 5 (di cui 3 da cannone e 2 da obice). Nel parco della divisione i carri per munizioni di fanteria aumentano da 8 a 12 e i carri per munizioni di artiglieria da 8 a 14. Il totale del munizionamento disponibile in ambito di visione subisce comunque poche varianti: 66 cart ucce per il soldato di fanteria, 106 per il bersagliere, 226 colpi per i canno ni da 16 (nel 1848, 192), 220 colpi per i cannoni da 8 (280 nel 1849), e 222 colpi per gli obici (214 nel 1849). Vi è, anzi, nel complesso, una lieve diminuzione complessiva rispetto ai quantitativi del 1849. L'artiglieria subisce un nuovo ordinamento, che investe anche la parte logistica, con R.D. del 17 giugno 1860, conseguente allo assorbimento - il 25 marzo - degli eserciti dalla province dell'Emilia e della Toscana3 • Sulla base del nuovo decreto, l'Arma comprende: Un comitato di artiglieria, composto di un presidente e 5 membri (tutti ufficiali generali); 5 Comandi territoriali di artiglieria (a Torino, Milano, Firenze, Genova, Piacenza); 22 Comandi locali; 14 direzioni di stabilimento di artiglieria per la fabbricazione di materiale da guerra (nel 1859, viene creata anche la fabbrica d'armi di Brescia)4;
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G .M . 1860, parte I, pp. 665 - 69 1.
,t
ivi, p. 60 5 .
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LA LOGISTICA DllLL' l'SllRC ITO - VOL. I
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8 reggimenti (uno operai, 3 da piazza, 4 di campagna). Il reggimento operai si compone di una brigata operai e una brigata pontieri. La brigata operai è su 3 compagnie maestranza, 3 artificieri, una armaioli, una deposito. Le specializzazioni nella brigata comprendono artisti (i più numerosi: 540), artificieri (480), armaiuoli (60), cannonieri (67, tutti alla compagnia deposito). Con circolare del 13 agosto 18605 sono meglio precisate le atlribuzioni dei comandanti territoriali e dei comandanti di reggimento artiglieria. I comandanti territoriali esercitano nella loro circoscrizione l'autorità e le attribuzioni dei direttori del materiale e del personale soppressi nel 1850, fatta eccezione per i trasferimenti dei sottufficiali e della truppa dall'uno all'altro corpo, che sono riservati al Ministero. Di conseguenza i comandanti di reggimento, i comandanti locali di artiglieria, i direttori di stabilimenti e i vari distaccamenti di artiglieria non addetti alle divisioni attive che si trovano nella loro circoscrizione, dipendono tulli dai comandanti territoriali, i q uali per tutto quanto si riferisce al personale esercitano nei confronti di Enti e reparti dipendenti dell'Arma attribuzioni analoghe a quelle dei comandanti di brigata di fanteria. I comandanti di artiglieria presso le divisioni attive adempiono, nel loro ambito, le stesse funzioni che svolgono i comandanti locali di artiglieria; in quanto ai comandanti di reggimento, essi tengono con il Ministero lo stesso carteggio che tengono i comandanti di corpo delle altre Armi. Con successiva nota dell'8 agosto6 si dispone che, finchè non sia istituito un Comando Superiore di artiglieria presso l'Esercito, le batterie e i parchi devono trasmettere al Ministero, tramite i Comandi territoriali, i rendiconti, le carte e qualsiasi altra comunicazione relativa alla contabilità in denaro e in materiale. In tal modo, le attribuzioni dei comandanti di reggimento artiglieria risultano tutt' altro che chiare, anche nei riguardi dei distaccamenti, che vengono a dipendere sia dal comandante di corpo sia dai Comandanti locali. A loro volta le batterie incorporate nelle divisioni attive per i Servizi non riguardanti l'artiglieria rimangono di rauo soggette, anche se non viene precisato, all' Intendenza, se non altro p erchè si avvalgono di organi esecutivi logistici divisionali che all ' Intendenza fanno capo. Anche da questi aspetti non trascurabili, l'assetto delle dipendenze dell'artiglieria rivela un'eccessiva tendenza all'autonomia anche quando ciò,
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ivi, pp . 903 - 904.
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ivi. p. 892.
XVI - SERVIZI MATERIALI DI ARTIGLI ERIA E D E L GENIO (IR59- IR61)
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all'atto pratico, risulta poco razionale _ Il regolamento non accenna, come sarebbe necessario, alle dipendenze dell'artiglierie inquadrata nelle divisioni , il cui comandante sembrerebbe in tal modo esautorato dal controllo diretto non solo sui Servizi, ma anche sulla parte operativa e logistica dell'artiglieria della divisione. Questo indirizzo è solo in parte giustificato dai particolari caratteri dei vari organi, le cui dipendenze da Comandi superiori a quello della divisione andrebbero strettamente limitate a taluni aspetti della parte tecnico - amministrativa. Queste ambiguità - volute o non - del regolamento sembrano ancor più inesplicabili , visto che, com'è ovvio, nel corso di tutta la campagna i comandanti di divisione danno ordini diretti all'artiglieria alle loro dipendenze, e in movimento e in sosta ne fissano il posto nel dispositivo e ne indicano i compiti. In ultima analisi, ci si trova di fronte al problema del rapporto tra fanteria e artiglieria, con due tendenze contrapposte e quasi secolari , visto che sono ancora vive all'inizio del secolo XX: quella dei comandanti di fanteria a far prevalere il decentramento delle funzioni e attività, e quella dei comandanti di artiglieria a far prevalere le ragioni dell'accentramento. Gli ampliamenti organici dell'esercito che caratterizzano il 1860 e il 1861 impongono, anche nel campo dell'artiglieria, l' incremento del personale e la creazione di nuovi Comandi, direzioni e stabilimenti. Il 5 luglio 18607 viene approvata una legge, già preannunciata I' 11 marzo, con la quale, per colmare le vacanze organichè, si autorizza il reclutamento straordinario di sottotenenti nell'artiglieria e nel genio, traendoli dai laureati in ingegneria che non abbiano superato il 26° an no di età (limite non rigido, che in determinati casi, a giudizio del comandante generale dell'artiglieria, può essere superato). 11 provvedimento, che immette in servizio s ubalterni senza alcuna esperienza pratica di impiego operativo dell'Arma, pare finalizzato, più che altro, all'incremento del personale dirigente nella branca logistico amministrati va, per la quale con R. D. in data 5 settem brc I 8608 si decidono consistenti aumenti del personale contabile d' artiglieria, dovuti al fatto che il personale contabile del materiale d'artiglieria, secondo il suo ordinamen-
to, corrispose per il passato allo scopo della sua instituzione, ma gli straordinari armamenti ordinari, la creazione di nuovi stabilimenti, la maggior
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ivi, p. 742.
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ivi, pp . 1012 - 1016.
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LA LOGISTICA DE LL'liSERCITO -
VOL. I
estensione presa dal servizio ad esso affidato e l'ulteriore sviluppo che vi si debbe dare, in seguito alla ampliazionc dello Stato, sono circostanze che rendono necessario aumentarne la pianta organica.
Il decreto fissa i gradi, le competenze e la ripartizione del personale, che comprende 165 unità (1 contabile cassiere, 2 contabili anziani, 30 contabili di I a, 2• e 3• classe, 72 aiutanti contabili, 40 scrivani, 20 volontari). Le sedi previste per gli uffici sono 31: oltre alle vecchie sedi del Piemonte e della Sardegna, si comprendono ancl'le nuove sedi in Lombardia, Emilia, Veneto e Toscana, con esclusione delle regioni meridionali e della Sicilia, al momento non ancora occupate. Come tutte le altre Armi, con l'ordinamento del 24 gennaio 18619 anche l'artiglieria subisce notevoli ampliamenti e rimaneggiamenti, che peraltro non mutano i compiti par ticolari e le funzioni che i vari organi devono assolvere, per le quali rimangono quindi valide le norme dell'aprile 1859. Il Comitato di artiglieria viene aumentato di d ue membri ufficiali generali, piu un ufficiale superiore e tre capitani. Lo Stato Maggiore dell' Arma passa da 5 a 6 Comandi territoriali (Torino, Milano, Firenze, Genova, Piacenza più Ancona), i Comandi locali passano da 22 a 20, le direzioni di stabilimenti da 14 diventano 18, con aggiunta di stabilimen ti in Lombardia, Emilia e Toscana . Le direzioni comprendono: fonderia di Torino, officine di maestranza di Torino, laboratorio d 'artifizi di Torino , fabbriche d'armi di Torino e di Brescia, raffineria di nitri in Genova, officine di maestranza di Genova, Firenze e Cagliari, poverifici di Fossano e Cagliari, fonderia di Parma, la boratorio d 'artifizi di Piacenza, officine dei pontieri e officine di maestran za di Milano, laboratorio di riparazione armi di Genova, polverifici di Spila mberto e Montechiarugolo (Emilia). La composizione dei numerosi organi direttivi è peraltro estremamente snella, e il numero di personale previsto per i vari livelli è assai esiguo. Il comitato d'artiglieria ha in tutto 15 ufficiali e 27 sottufficiali e soldati, tra i quali 8 ufficiali generali; oltre a l genera le (co n la sola eccezione di Torino, che ne ha due) , i Comandi territoriali hanno un solo ufficia le superiore, e il personale d'ordine si compone di soli 4 sottufficiali e soldati . Le direzioni degli stabilimenti sono rette da un ufficiale superiore (le più importanti) o da un capitano e comportano l' impiego complessivo di 18 ufficiali e 41 sottufficiali e soldati.
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G .M. 1861, parte Il, Suppi. n . 4, p p. 37 - 58 .
XVI - SEKVI ZI MATEKIALI 0T ARTIGT.IERIA E DEL GENIO (1859- 1861)
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I pontieri sono separati in un reggimento a sè, il 9°, su due brigate di 4 compagnie ciascuna; il I O reggimento (operai), che come sempre fornisce la mano d'opera per gli stabilimenti, viene aumentato di una compagnja maestranza e una artificieri, fino a comprendere 4 compagnie maestranza, 4 artificieri, una armaioli, una di deposito. Anche i reggimenti da piazza e da campagna aumentano il numero delle batterie attive, ed è prevista, per ciascuno, una batteria deposito. Sono anche previsti 21 capi - officina borghesi, ripartiti in numero di 2 o I tra i vari stabilimenti, e 30 controllori borghesi , ripartiti in tre classi e assegnati alle fabbriche d'armi di Torino (18), Brescia (IO), e al laboratorio riparazione armi in Genova (2). Dopo l'assorbimento delle province napoletane e dalle Sicilia, con R.D. del 28 febbraio 1861 è costituito un "Comando superiore d'artiglieria delle provincie na poletane" 10, con alle dipendenze direzioni e stabilimenti di artiglieria e le truppe d'artiglieria non inquadrate nei corpi d'armata e nelle divisioni. Poichè, al momento, non si conosce ancora bene il funzionamento del Servizio di artiglieria ereditato dall'esercito borbonico, ed " essendo della massima importanza che nelle attuali contingenze il medesimo non abbia ad esservi monomamente incagliato" , si dà al nuovo Comando soprattutto il mandato di studiare le modalità per estendere in un secondo tempo gli ordinamenti piemontesi anche a quelle province. Analogo provvedimento è adottato in un secondo tempo per la Sicilia, nella quale con R.D. del 14 aprile 1861 11 è istituito un Comando territoriale in Messina, con 6 Comandi locali (Palermo, Siracusa, Milazzo, Augusta, T rapani e Catania) e una direzione della Maestranza in Messina. A causa dei continui e sensibili ampliamenti organici, la gestione e il controllo del materiale d'artiglieria, così come quelli delle armi portatili, incontrano specie nel 1860 e 1861 un perioùo Ji inlenso travaglio e di non lievi difficoltà, connesso anche ai molti problemi da superare per l'introduzione di nuovi materiali, o per profonde modifiche di quelli esistenti (rigatura delle veccme artiglierie e sperimentazione e introduzione di nuovi materiali; adozione di un nuovo fucile rigato; adozione di un nuovo munizionamento per fucili e per pistole, con conseguente necessità di modificare anche il caricamento dei carri munizioni per arrni portatili). In data 14 e 18 aprile 1860 sono approvate le Norme provvisorie per la visita e co/Jaudazione dei cannoni da campagna da 88 rigati, e il Regola-
JO
G .M . 1861 . parte l, pp. 116 - 117 .
11
ivi, pp. 232 - 233.
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LA LOC.ISTIC A OEl.1.'ESERCTTO - VOL. I
mento provvisorio sul modo di procedere alla verificazione e collaudazione delle artiglierie di ferraccio' 2 • In data 1. maggio 1860 sono infine approvate dal Ministero le norme provvisorie per la rigatura dei cannoni da 88 e I6B, oltre a tutta una serie di modifiche del materiale 13 • I cannoni da 8 da campagna in bronzo, fusi per essere rigati, sono sottoposti a tre visite e a due prove, a cura di una commissione di tre ufficiali d'artiglieria, assistita da un ufficiale o capo - officina della fonderia. La prima visita ha lo scopo di riconoscere., sulla base delle tolleranze stabilite, i difetti nelle dimensioni e nella fusione, e comporta la prova di tiro e la prova dell'acqua. Quest'ultima consiste nel riempire l'anima della bocca da fuoco con acqua compressa fino a 4 atmosfere, per vedere se vi sono segni di trapelamento dell'acqua stessa all'esterno. La seconda visita si ripromette di esaminare l'effetto prodotto dalle prove precedenti all'interno dell'anima, onde constatare l'assenza della formazione di "camere" interne. Eseguita questa seconda visita, la bocca da fuoco accettata è riportata in officina, ove viene ultimata e pesata alla presenza di uno dei membri della commissione. La terza visita comprende l'esame della documentazione prevista per la fabbricazione, la verifica della posizione delle tacche di mira e dell'alzo, e l'apposizione dell'apposito marchio di collaudo. La prova straordinaria è effettuata in tre casi: quando una bocca da fuoco è scoppiata alla prova ordinaria, quando si intende introdurre un nuovo modello dì bocca da fuoco, e in genere quando si intende controllare la rispondenza dei materiali fabbricati dalla fonderia. Essa consiste nello sparare con un angolo di 30 gradi un certo numero di colpi, procedendo durante il tiro al controllo dell'anima e prendendo l'impronta del focone . Le prove di saggio , infine, si fanno ogni volta che si deve combinare il tipo e la composizione chimica dell'acciaio da usare per la fusione delle bocche da fuoco, e sono compiute con "cannoni da 8 lunghi, modello francese", per i quali viene accertata preventivamente l'assenza di difetti esterni. Supera la prova di saggio il cannone che ha resistito a 55 colpi di prova, sparati in condizioni stabilite. Le norme descrivono anche gli strumenti da impiegare per le visite tecniche e le modalità per il loro corretto uso, e vengono completate con un dispaccio del 12 maggio 186014, il quale, circa le visite da effettuare, precisa - a testimonianza di una difficile fase di transizione - che
12
G.M. 1860, parte 11, Suppi. n . 8.
13
G.M. 1860, parte l, p. 438.
14
C. M. 1860, parte Il, Suppi. n. 8.
XVI - SERVIZI MATER IALI D I ARTIGLIERIA E DEL GENlO (1859-1861)
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ogni qual volta si recheranno nella Regia fonderia cannoni da campagna da SB già stati collaudati come bocche da fuoco a canna liscia , ed il di cui verbale di collaudo fu già trasmesso dal Ministero, basterà che la Commissione che li visiterà dopo eseguita la rigatura dichiari nel suo verbale un tal fatto, indicando la data del primo verbale, e p roceda quindi all'esame della rigatura stessa nel modo indicato dalle Norme provvisorie sovracitate. Quafora poi si tratti di fond ere e rigare artiglierie nuove, non è necessario di collaudarle prima coma bocca da fuoco a canna liscia ...
Per le bocche da fuoco in ferraccio in servizio, le Norme indicano le modalità per i controlli necessari, con particolare riguardo al focone, più che nelle artiglierie in bronzo soggetto a "sgranamento, crepature e corrosioni". La visita tecnica comprende: la verifica del calibro; l'esame dello stato dell'anima; la visita del focone, che consiste nel prendere l' impronta del focone per individuarne le dimensioni e il numero, il tipo e l'estensione delle crepature e nel misurarne con apposito strumento (tenta di rifiuto) il diametro. Qualora sia ritenuto necessario, anche le bocche da fuoco in servizio sono sottoposte alla prova dell'acqua. Allo scopo di disciplinare le numerose commesse e le lavorazioni negli stabilimenti, con circolare del 9 dicembre 186015 si stabilisce che qualsiasi lavoro di riparazione, fabbricazione e trasporti di una certa entità deve formare oggetto di una a pposita commessa di lavoro ordinata dal Ministero. li numero e la specie delle commesse si deducono dalle deficienze di materiale in rapporto alle dotazioni, oppure ai bisogni più urgenti e dalle somma assegnate nei bilanci. Le commesse sono annotate sia dal Ministero che dai Comandi territoriali d ' artiglieria su apposito registro. Quando un Comando territoriale riceve una commessa, impartisce agli stabilimenti competenti l'ordine di esecuzione, riportandolo sul registro degli ordini di lavoro, che è del tipo a madre e figlia: la seconda parte (figlia) viene trasmessa alla competente direzione. Ambedue i registri son annualmente rinnovati. Ancor più numerose le norme per la gestione delle armi portatili, che denotano una certa preoccupazione prima di tutto per il controllo numerico delle armi stesse, preoccupazione più che comprensibile visti i continui
15
ivi, Suppi. n. 8 bis.
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LA LOGISTICA D ELL'ESERCITO - VOL. I
movimenti di materiali d'armamento e munizioni imposti dall'adozione, nel febbraio 1860, del fucile rigato di fanteria francese mod . 1860, e della relativa pallottola cilindro - ogivale cava da 17 ,2 mm, del peso di 33 gr in pacchi di carta contenenti 10 cartucce e 12 cassule; nello stesso tempo si decide la trasformazione secondo il nuovo sistema francese anche del fucile di fanteria mod. 1844 a canna liscia 17 • Sulla base degli ingombri delle nuove cartucce, viene inoltre modificato il caricamento interno dei carri da munizioni mod. 1844 e mod. 1850. Fin dall'inizio dell'anno, il 17 gennaio 186018, il Ministero ordina che si proceda all'immediata ispezione di tutte le armi in distribuzione ai reggimenti di fanteria, da condurre secondo apposita Istruzione, ove nulla viene lasciato al caso o alle individuali preferenze. L'ispezione è condotta da un ufficiale generale o superiore, accompagnato da un capitano d'artiglieria, che dovrà essere provvisto dalla competente direzione della fabbrica d 'armi di una serie completa di strumenti di verifica. In tale occasione, l'ufficiale di artiglieria deve accertare il numero di fucili suscettibili di rigatura. Con successive Note del 4 e 15 giugno 186019 il Ministro prescrive che i consigli di amministrazione dei corpi provvedano ad inviargli direttamente entro il 5 di ogni mese lo specchio (compilato ~u apposito modello) delle armi in esistenza, facendoselo trasmettere in precedenza dal comandante di corpo, se questi è separato, insieme con i battaglioni attivi, dal deposito. Si verificano però ri tardi nella trasmissione di questo documento fondamentale, che costringono il Ministero - evidentemente molto interessato a questa pratica - a richiamare i consigli di amministrazione ad una maggiore puntalità, e i colonnelli che sono distaccati dai depositi a non inviare le segnalazioni direttamente al Ministero, bensì ai rispettivi consigli di amministrazione p resso i dcpositi20 •
16
Nel febbraio 1857 era stato indetto un concorso tra inventori per un nuovo fucile della fanteria . Nel gennaio 1859 furo no ammessi alle prove 5 tipi di armi, tulle di concorrenti stranieri. Nell'ottobre del 1859 venne no minata una commissione mista, con l'incarico di esaminare e sottoporre a prove di tiro le a n ni rigate, già in servizio presso vari eserciti d'Europa. Oltre al fuc ile rigato francese poi adottato, vennero provati i fucili rigati della fanteria a ustr iaca e svizzera, e il fucile rigalo inglese Enfield (G .M. 1859 , parte I , pp. 30- 31; G.M. 1860. pa rte I, p. 150 e pp. 259 - 260).
17
U. M. 1860, parte I, p . 739.
18
ivi, p. 81.
19
ivi, p . 543 e p.645.
20
ivi, p . 842.
XV I . Slill VIZI MATP.RI AI.I DI ART IG LIERIA E DEL GliNlO ( 1859-1861)
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È possibile ricostruire le modalità particolari con le quali viene regolala la movimentazione delle armi e delle munizioni attraverso le Note del 30 giugno e dell'8 settembre 186021, con le quali, pur rimanendo fermo il principio che ogno movimento di armi deve essere dai corpi richiesto al Mini stero e dal Ministero debi tamente autorizzato, si autorizzano i comandanti delle divisioni territoriali ove si trovano corpi che abbiano ricevuto un ordine improvviso di partenza, a disporre il versamento delle armi esuberanti al più vicino magazzino di artiglieria, ove sono incassate con l'indicazione del corpo cui apparlengono, e spedite alle direzioni di Torino o di Parma, ove le armi stesse verranno controllate e riparate. I nuovi fucili mod. 1860, senza foderi di baionetta e accessori, sono spediti, su ordine del Ministero, al capoluogo della divisione lerritoriale o dipartimento militare, il cui comandante, non appena giungono a destinazione, ordina a l locale comandante dell'artiglieria di spedirli ai corpi, secondo l'ordine di precedenza prefissato. Non appena ricevuti i nuovi fucili, i corpi devono versare i vecchi, previa regolare richiesta da parte del consiglio di amministrazione per la dislribuzione del numero occorrente dei nuovi fucili, e per il versamento dei vecchi. Allo scopo di preparare ovunque gli istrullori sui nuovi fucili, i corpi per i quali al momento non è ancora previsto il cambio delle armi devono far pervenire al Ministero una richiesla per avere subito 30 fucili. da impiegare per l'addestramento. Evidenlcmente per facilitare le operazioni , in questa occasione il Ministero usa un'insolita larghezza: i corpi possono versare i vecchi fucili anche senza foderi di baionetta e assortimcnli, e per di più i fucili che si restituiscono non saranno assoggettati a lla consueta visita regolamentare; nè si addebiteranno ai reggimenti le solite spese di ristauro imputabili a loro carico , salvo però il caso in cui risultasse di qualche parle mancante, o di alcun grave guasto evidentemente prodotto da notevole incuria.
Per le munizioni (dotazio ni di Grande Unità), da Torino si spediranno le nuove munizioni - in cassette e se possibile per ferrovia - ai parchi delle divisioni attive di appartenenza dei reggimenti per i quali è previsto il cambio dei fucili. I parchi provvederanno a vuotare la casse e a riempirle con le vecchie munizioni non più in uso, che dovranno essere restituite ai più vicini magazzini di artiglieria . Le nuove munizioni per i reggimenti vengono invece spedite ai depositi più vicini alle loro sedi, ai quali essi restituiranno, con le normali procedure, il vecchio munizionamenlo.
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ivi, pp. 727 e pp. 984 - 985.
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I.A I.OG ISTICA DELL'ESERCITO -
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Assai numerose ed esaurienti le norme emanate nel periodo per la manutenzione delle armi. Con Nota del 17 giugno 185~2 è approvato un nuovo elenco degli strumenti e attrezzi occorrenti agli armaioli dei corpi per la riparazione delle armi, che sostituisce quello in uso dal 1833. Ad eccezione delle fucina con mantice e della bicornia con ceppo, tutti i rimanenti strumenti devono esser acquistati a cura dell'armaiolo stesso. Circa il luogo di lavoro, in tempo di pace per cura del Governo sarà collocalo in ogni quartiere pel servizio degli Armaiuoli che vi hanno stanza una fucina stabile col suo mantice. In tempo di guerra non si somministreranno in massima fucine agli Armaiuoli, dovendo esse valersi di quelle addette ai Parchi di artiglieria, o di quelle private esistenti nei luoghi in c ui si trovano di passaggio.
Nel 1860, con Nota del 15 giugno si determinano l'armamento e gli attrezzi di falegnami di fanteria: il caporale falegname deve avere un pistolone da falegname mod. 1845 cuna sciabola a sega da falegname mod. 1845, il fakgname deve avere, oltre a una sciabola di fanteria e un pistolone da falegname, una scure da fa legname (mod. 1849) e un secchio da f a/egname. Da questo equipaggiamento, si deduce che il falegname di fanteria è sempre una via di mezzo tra il " pioniere" e il "servizi vari". Anche con i nuovi fucili, e per i nuovi reggimenti, con Nota del 15 giugno 186023 si confermano le dotazioni già in uso di "assortimento per il buon governo delle armi", sulla base delle quali: ogni soldato o caporale armato di fucile deve avere ben 9 accessori; ampollino da olio di stagno, astuccio da setolini di latta, cacciaviti, cavastracci, copriluminelli di cuoio, scatoletta di latta con pomata per ungere armi, setolino d'acciarini, spilletto di ferro con catenella di ottone, turacciolo di legno; ogni sergente deve avere borsa di assortimenti, caccialuminelli, caccianoci, tiramolle. I corpi sono pertanto invitati a fornirsi, con apposita richiesta, degli accessori mancanti. , Il servizio dei capi armaiuoli viene completamente rinnovato e riordinato con R.D. (e regolamento annesso) del 2 maggio 186124, che, in relazione alla maggiore importanza assunta dalla branca manutenzione e ripa-
22
G.M. 1859, parte 1, pp. 525 · 526.
23
G.M . 1860, parte I , p. 643.
24
G.M. 1861, parte I, pp. 309 · 324.
XVI - SERVIZI MATERIALI DI ARTIULI ERI A F. D EL GENIO ( 1859- 1861)
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razione delle armi presso i corpi dopo l'adozione delle armi rigate, si prefigge di migliorare il trattamento economico e il profilo di carriera dei capi armaiuoli, fino a quel momento assai carenti. La relazione che accompagna il decreto mette infatti in evidenza che gli armaiuoli, che passavano dalla compagnia armaiuoli del reggimento operai ai corpi, da una parte erano obbligati a contarre una ferma di 8 anni, e dall'altra non trovavano condizioni di prestigio, di lavoro e carriera allettanti: il capo annaiuolo era promosso solo all'occorrenza dal comandante di corpo, senza riguardo all'anzianità relativa dei colleghi di altri corpi, e poteva raggiungere al massimo il grado di sergente, ma senza i corrispondenti benefici economici. Era inoltre costretto a ripartire con gli aiuto armaiuoli, in misura uguale, i proventi derivanti dalla riparazione - sulla base di apposite tariffe - delle armi, che erano assai poche in tempo di pace: non vi era, infatti, alcun rapporto di dipendenza, nel campo tecnico, tra capo a rmaiuolo e gli altri armaioli , subordinati al capo armaiolo solo disciplinarmente. Ne era deriva ta una carenza di armaiuoli n ei corpi, alla quale si era stati costretti a d ovviare comandando presso i corpi di fanteria armaiuoli dei reggimenti di artiglieria. Il provvedimento intende appunto ovviare a questi inco nvenienti, introducendo un sistema che viene definito " quasi del tutto conforme" a quello già in uso nell'esercito francese. Il decreto stabilisce pertanto che la responsabilità della riparazione delle armi in ciascun corpo compete esclusivamente al capo armaiuolo, che si avvale di operai aggiunti (militari) da lui dipendenti. Se il deposito è separato dalle truppe attive, un operaio aggiunto vi provvede alle riparazioni per conto del capo armaiuolo (che rimane con i battaglioni attivi). I capi armaiuoli sono divisi in due classi: quelli di 1 • classe hanno la paga e i vantaggi del furiere, e hanno la precedenza sugli altri furieri ; quelli di 2• classe hanno la paga e i vantaggi del sergente, e hanno la precedenza sugli altri sergenti. Essi hanno diritto al trasporto gratuito dei loro utensili. I gradi di caporale armaiuolo nei corpi di fanteria, di armaiuolo nei bersaglieri e di morsaro nella cavalleria sono soppressi. I capi armaiuoli (capi morsari in cavalleria) di 1• classe sono tratti da quelli di 2" classe, per 2/ 3 ad anzianità e 1/3 a scelta. I capi armaiuoli di 2 • classe sono tratti dai capi armaiuoli e armaiuoli dei corpi, dagli armaiuoli di artiglieria comandati presso la fanteria, dai caporali e artisti della compagnia armaiuoli del reggimento operai di artiglieria, da operai aggiunti militari, e da operai civili delle fabbriche d'armi. Tutti i capi armaiuoli così nominati devono contrarre una ferma di anni 8. Sono espressamente indicate, nel regolamento, le operazioni che deve saper compiere un capo armaiuolo, che a quel tempo non si limita come
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LA LOGISTICA DELL'ESJ::KCITO -
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oggidì, a controlli, semplice sostituzione di parti e a piccole riparazioni, ma, oltre a lavori di saldatura e di incollatura, deve sapere anche compiere lavori di officina di un certo livello, come a) connettere e finire un acciarino, usando parti d 'arma fucinate. b) fare e guarnire una cassa nuova per qualunque arma di modello approvalo. e) Temprare a cartoccio e alla tempra comune le parti d'armi, fare rinvenire di tempra le parti temprate[ ... ] K) Aggiustare ed ultimare un alzo digrossato [...] M) Formare ed ultimare-un morso, ed una lancia di cavalleria (solo per capi morsari di artiglieria e cavalleria).
Ai capi armaiuoli sono richiesti condotta ineccepibile e rendimento elevato: nel caso che il loro rendimento e il loro contegno disciplinare lascino a desiderare, il Ministero può disporre la retrocessione dei capi armaiuoli di 1• classe alla 2• classe, e dei capi armaiuoli di 2" classe ad artisti della compagnia armaiuoli del reggimento operaio d'artiglieria. Particolare interessante, la retrocessione è decisa su proposta del consiglio di amministrazione. annotata e trasmessa dal generale Ispettore, e solo in sua mancanza dal generale comandante di brigata o dal comandante di corpo. Una procedura che in questo caso sembra esautorare non solo dalla attribuzioni logistiche, bensì anche da quelle disciplinari il comandante di corpo, specie se non è membro del consiglio di a mministrazione; e anche gli anelli intermedi tra corpo e Ministero (brigata - divisione - corpo d'armata) sono trascurati. Poichè il capo - armaiolo è il solo responsabile delle riparazioni eseguite, queste vengono pagate solo a lui; le parti d'armi da impiegare nella riparazione (che, come già si era precisato in passato, debbono provenire solo dalle fabbriche d'armi) gli vengono fornite, a pagamento, dal consiglio di amministrazione del corpo. Come già in precedenza, egli deve provvedersi a proprie spese degli strumenti e utensili, e gli deve essere fornito un locale (ove, oltre alla fucina e al ceppo a bicorna, devono essere disponibili anche un banco da limatore e una conca per temperare le lame di sciabola a bacchetta.). Gli strumenti e utensili previsti nel 1861 sono assai più numerosi di quelli del 1859 e dimostrano anch'essi il maggior livello delle mansioni dell'armaiuolo. Gli operai aggiunti dei quali si avvale il capo - armaiuolo sono scelti tra gli stessi soldati del corpo, su proposta dell'ufficiale d'armamento a1 comandante, normalmente nel numero di un operaio per ogni battaglione o squadrone. Prima di essere assegnati a1 capo - armaiuolo, essi devono però aver compiuto il previsto periodo di istruzione militare. Sono esentati da tutti i servizi, partecipano alle manovre solo se il comandante di corpo lo ritiene opportuno, e sono tenuti - fuori dall'officina - a vestire la divisa militare, in quanto conservano pienamente lo status militare. Essi sono istmi-
XV I - SERVIZI MATERIA LI DI ARTIGLIERIA
e oer. GENIO (1859-1861)
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ti, con mezzi propri, dal capo - armaiuolo, che non appena sono in grado di fornire un sufficiente rendimento è tenuto a corrispondere loro una paga variabile a seconda delle ore di lavoro e della solerzia dell'operaio, che non può essere inferiore a 40 centesimi.
Servizio materiali di artiglieria: funzionamento in guerra. Come già era avvenuto nel 1848, dal 1859 al 1861 il Servizio materiali di artiglieria dell'armata sarda riesce nel complesso a fronteggiare validamente le esigenze di rifornimento munizioni, armi e materiali. La dotazione totale di munizioni (quella, cioè, risultante dalla somma delle dotazioni individuali, e di quelle esistenti presso il parco divisionale, il parco di riserva e il parco principale) risulta approssimativamente la seguente: soldato di fanteria circa 100 cartucce; bersagliere circa 150 cartucce; soldato di cavalleria 50 cartucce; per ogni pezzo di artiglieria oltre 400 colpi. Queste disponibilità di dimostrano sufficienti . L'unico particolare che fa discutere è il concentramento di tutte le dotazioni di reparto presso il parco divisionale, al quale perta nto deve fare direttamente capo il soldato e per esso il reggimento, quando le munizioni sono esaurite. Non vi sono, come già nel 1848, posti munizioni di battaglione e di reggimento. Ma mentre nel 1848 le batterie d'artiglieria (vds. capitolo V) avevano nella loro colonna munizioni anche aliquote di munizioni di fanteria, in questo caso è previsto che tutte le munizioni di fanteria si trovino presso il parco divisionale. In tal modo le batterie ne vengono alleggerite, ma diminuisce la tempestività <lei rifornimento munizioni di fanteria, in quanto il parco è naturalmente dislocato più indietro delle batterie. In proposito, il parere del comandante della 2 3 divisione è salomonico o quasi (conviene distaccare carri munizioni di fanteria con le batteria, almeno quando la fanteria si trova piuttosto lontana dal parco principale)25 , mentre il comandante della 53 divisione26 è più propenso a un maggiore decentramento dei carri munizioni, osservando che:
25
COMANDO DEL CORPO DT SM, La campagna del /859. .. (Cit), Voi. li Documenti, p . 1044.
26
ivi, p . 1076.
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LA LOGIST ICA OELL'f.SERC ITO -
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se le batteria acquistarono maggiormente agili tà colla sottrazione delle riserve loro, non è però d'altra parte un indifferente inconveniente quello di non avere sul posto di combattimento una riserva di munizioni, nei casi in cui o per la ineguale condizione del terreno, o per altre circostanze, non fosse possibile d'avere subito le munizioni del parco.
Il comandante della 5a divisione nota anche che, sul campo di battaglia, il munizionamento della fanteria di linea non è proporzionato a quello dell'artiglieria, e nella giornata del 24 giugno (battaglia di S. Martino) alle 14, dopo solo 4 ore di combattimento, i soldati avevano ancora pochissime cartucce, benchè avessero sostenuto una serie di combattimenti nei quali i comandanti, più che sul tiro, avevano fatto assegnamento sulla baionetta. Essendo peraltro stato confermato dall'esperienza il vantaggio della maggiore agilità che era stata impressa all'azione delle batteria sottraendo loro le riserve di munizioni, e tenuto conto che il numero dei colpi per pezzo al seguito della batteria (160 per le batterie da 8; 139 per quelle da 16; 108 per gli obici) ba~ta più o meno per una giornata, il comandante della 5 a divisione propone di dare a ciascuna batteria almeno due cassoni di munizioni per fanteria, presso il parco. Anche se incontra una certa crisi alla fine dell'impegnativa giornata della battaglia di S. Martino (crisi poi risoltasi senza difficoltà, perchè, come si è visto, il nemico sconfitto non viene inseguito), il rifornimento munizioni per tutta la durata della campagna non dà adito ad altri rilievi. Solo per la riparazione delle armi portatili vi è chi (come il maggiore Pictet della 2 a divisione) lamenta la mancanza di una fucina campale per il capo armaiolo del corpo; evidentemente, l'orientamento iniziale a sfruttare in merito le disponibilità locali si era rivelata, in taluni casi almeno, poco rispondente. Gli inconvenienti principali sono provocati - deficienza comune a tutto l'esercito - dalla carenza di mezzi di trasporto per i parchi, con particolare riguardo ai parchi di riserva, al parco principale e al parco d'assedio necessario per attaccare il quadrilatero. Carenza che si protrae al mese di luglio, visto che in data 3 luglio il Capo di Stato Maggiore dell'armata ordina al comandante militare della provincia di Cremona di requisire 1000 cavalli , dei quali 500 rimarranno a Cremona e 500 dovranno essere messi a disposizione del parco d 'assedio27 • Nel corso della mobilitazione e nella prima fase della campagna, la regolare costituzione dei parchi previsti non avviene senza inconvenienti. I parchi divisionali iniziano a costituirsi fin dal 1° marzo, e all'inizio della cam-
27
ivi, p. 922.
XVI - SERVIZI MATERIALI DI ARTlGLIERIA P. D EI. G ENlO (1859- 1861}
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pagna sono pronti. Ma non così avviene per i parchi di riserva, per i quali il I maggio il comandante superiore dell'artiglieria informa il Capo di Stato Maggiore che essi non sono ancora "compiutamente allestiti e mobilizzabili" 28 • A sua volta il parco principale è mobilitato solo ai primi di giugno. Altri inconvenienti sono provocati da un notevole ritardo sia nella designazione dei comandanti dei parchi, che avviene solo il 6 maggio 185929 , sia nell'assegnazione dei parchi alle divisioni, che avviene ancor più tardi, 1'8 maggio30 • Ritardi inesplicabili, con ovvi riflessi negativi sull'organizzazione e sull'indispensabile affiatamento tra parte operativa e Servizi, che fanno pensare, più che altro, a un certo disinteresse per questo tipo di problemi da parte di Stati Maggiori probabilmente sommersi da numerosissime altre incombenze. Il risultato è che, il 16 maggio, il Re scrive al Cavour che vi sono ancora due parchi ad Alessandria senza mezzi di trasporto31 • I parchi di riserva anche dopo maggio non ebbero mai nè i mezzi di trassporto al completo, nè le compagnie di fanteria previste dal regolamento per la scorta e manovalanza. Nonostante queste difficoltà riuscirono a seguire bene o male il movimento delle divisioni, utilizzando quando possibile la ferrovia in sostituzione dei quadrupedi mancanti. Il I O parco di riserva il 28 maggio si trasferì a Casale, poi per ferrovia il 21 giugno a Milano, quindi a Ospedaletto, ove sostò per prestare i cavalli al parco d' assedio, e successivamente raggiunse Brescia. Il 2° parco di riserva, trasportato a Milano per ferrovia, fu dotato in questa città di 162 pariglie per cavalli, eripartì il 2 1 giugno raggiungendo Desenzano, per Vimercate e Palazzolo, il 26 giugno. Il parco principale non si mosse mai da Torino, nonostante che in teoria ne fosse previsto lo spostamento. Il parco d'assedio, costituito a Torino, ricevette l'ordine di movimento verso l'esercito ormai nel Veneto il 22 giugno. Ma era ancora interrotta in corrispondenza dell'Adda la ferrovia diretta per Milano e oltre, e d'altra parte mancavan o 1000 cavalli per il trasporto, oltre che i barconi per seguire la via d'acqua del Po. Dopo ordini e contrordini, fu pertanto deciso di inviarlo per ferrovia ad Alessandria, da cui il colonnello Cavalli riuscì da inviare 18 bocche da fuoco a Desenzano, servendosi dei cavalli temporaneamente ceduti dal I parco di riserva e dal parco della riserva di artiglieO
O
28
ivi, Voi. I Documenti, p. 181.
29
ivi, pp. 182 - 183.
30
ivi, p . 155. ivi, p . 583.
31
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ria. Il 13 luglio fu sospesa la partenza dei materiali di artiglieria da Alessandria, e successivamente anche il materiale già presso le truppe fu rimandato in quella città. Si tratta, insomma, di un notevole esempio dei negativi riflessi che soprattutto in campo logistico ha la poca chiarezza di idee nel campo strategico (si era pensato inizialmente di avviare il parco a Cremona, ove - come si è visto - venne inutilmente comandato un capitano per requisire 1000 cavalli)32. Significativa, a tal proposito, uoa lettera di Cavour al generale La Marmora, che mette in rilievo le manchevolezze e incertezze a proposito dello spostamento e impiego del parco, per il quale sarebbe stato lecito attendersi maggiore attenzione e una più chiara definizione dei compiti, visto che fin dall'inizio della campagna l'investimento del quadrilatero non era certo da escludersi a priori.
Servizio materiali del genio: regolamentazione e ordinamenti. L'impiego del genio in campagna, in tutti i suoi aspetti, è disciplinato con il Regolamento pe/ servizio del genio militare in campagna e pe/ servizio dei parchi, anch'esso emanato all'inizio della campagna, il 23 aprile 185933 . Il nuovo regolamento abroga quello precedente del 23 gennaio 1949 e tiene conto delle sopravvenute riforme di carattere amministrativo (abolizione dell'Azienda generale di guerra), della soppressione del Comando generale dell'Arma, e infine delle esperienze ordinative della guerra di Crimea. Studiato dal consiglio superiore del genio, si ripromette di introdurre tutti i perfezionamenti e le semplicificazioni che l'esperienza delle pa~sate campagne a vrebbero potuto suggerire, nello scopo essenzialmente di rendere più faci li e pronte le ralazioni della predetta Arma cogli a ltri servizi militari ali' Armata .
Le modifiche più rilevanti rispetto al 1849 riguardano la parte amministrativa e contabile e l' organizzazione dei parchi, mentre per il resto risultano sostanzialmente confermati i compiti generali e particolari (con l'aggiunta della telegrafia), le dipendenze dei reparti e Comandi del genio, le norme che regolano i rapporti tra di loro e con gli Stati Maggiori delle Grandi Unità, la possibilità di utilizzare in riforzo nei lavori mano d'opera civile e soldati di fanteria, le norme per la tutela delle truppe del genio.
32 33
ivi, Voi. 11 Narrazione, p. 391. G .M. 1859, Parte li, Suppi. n . 4.
XV I . SEKVLZI MATERIALI Dl ARTl GUERIA F. DEL GENIO (1859- 1861)
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Il quadro delle dipendenze e attribuzioni che ne risulta, pur tutelando l'autonomia dell'Arma nel campo strettamente tecnico, del personale e del materiale, risulta assai più semplice e chiaro di quello previsto per l'artiglieria. I comandanti del genio delle divisioni dipendono dai comandanti delle stesse divisioni ed effettuano solo i lavori che questi loro ordinano. Quindi, non possono essere effettuati nelle divisioni lavori disposti direttamente dal comandante del genio. Questi provvede solo per i lavori che gli ordina il generale in capo, dal quale dipende direttamente, e che - diversamente da quanto avviene per l'artiglieria - costituisce suo tramite anche nei rapporti con il Ministero. Il comandante superiore del genio ha autorità su tutto quanto concerne il servizio del genio, tanto per il personale, che per il materiale e i lavori. Inoltra le proposte di promozioni e ricompense per il personale, approva i progetti dei lavori autorizzati, fa collaudare quelli eseguiti, e verifica le contabilità ogni volta che lo ritiene opportuno. I comandanti del genio delle divisioni gli trasmettono le stesse situazioni prescritte per i comandanti di corpo nei con fronti dei comandanti di brigata, e ogni 15 giorni un rapporto sulla loro attività, oltre a un rapporto speciale dopo ogni fatto d'armi. La struttura di comando prevista dal regolamento è estremamente snella: per il Comando superiore, oltre al comandante (ufficiale generale) e al colonnello Capo di Stato Maggiore, un solo maggiore e 8 ufficiali inferiori, più 2 commissari, 4 aiutanti, 12 impiegati telegrafici . Per le 5 divisioni di fanteria il reggimento zappatori fornisce in totale (comprese le esigenze dei parchi) 5 maggiori o capitani comandanti del genio, 10 subalterni compresi i 5 comandanti dei parchi, 5 sottocommissari d el genio per i parchi, IO a iutanti compresi 5 guardiaparchi. Se ne deduce che un parco del genio diviosinale è composto da 3 persone: un subalterno comandante, un sottocommissario del genio, 1 sottufficiale guardia - parchi (cioè addetto alla gestione dei materiale). Per il parco principale sono previsti un maggiore o tenente colonnello comandante, un capitano, un subalterno, un commissario, un sottocommissario, un aiutante. I parchi hanno le funzione di fornire gli strumenti e i materiali occorrenti non solo per i lavori eseguiti da zappatori del genio, ma anche per lavori nei quali sono impiegate truppe di altre Armi, o operai civili. Essi si suddividono in parchi stabili e parchi mobili. I parchi stabili comprendono il parco generale e i parchi di dotazione delle piazzeforti. I parchi mobili si dividono in parco principale dell'esercito , parchi divisionali e parchi di compagnia. All'occorrenza, possono essere costituiti un parco d'assedio , o parchi speciali per lavori determinati. In questa nuova articolazione dei parchi, sono così previsti in via definitiva e permanente i parchi di compagnia già sperimentati nella guerra di Crimea, e la loro organizzazione è resa più snella, flessibile e aderente.
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Tutti i parchi sono sotto la vigilanza del comandante superiore dell' Arma. Il parco generale è stanziato in una piazzaforte ed è sotto la sorveglianza immediata del comandante del genio della piazza, così come avviene per i parchi delle piazzeforti. Esso è alimentato con materiali acquisiti mediante contratti con imprese e incette parziali . I rifornimenti di materiale effettuati dal parco principale devono essere autorizzati dal Ministero della guerra. lJ parco divisionale dipende dal comandante del genio della divisione, che estende la sua vigilanza anche ai parchi delle compagnie. Questi sono sotto la diretta responsabilità del comandante di compagnia, che si avvale per la gestione di un sottufficiale guarda - parco. I parchi principale, di divisione e di compagnia hanno (diversamente dal 1849, c come già attuato nella guerra di Crimea) una composizione fissa (DOCUMENTO 27). Per gli altri tipi di parco, il personale e il materiale viene di volta in volta stabilito sulla base delle specifiche esigenze. Le proposte concernenti la destinazione del personale ai parchi sono inoltrate a l Ministero dal consiglio superiore del genio. In tempo di guerra, però, i movimenti di personale dei parchi, se si tratta di personale facente parte dell'armata, sono proposti dal comandante superiore dell'Arma. La destinazione ai parchi dei sottufficiali guarda - parchi e della truppa viene fatta, in guerra e in pace, dal comandante del reggimento zappatori, sulla base delle relative richieste numeriche. Le competenze del personale direttivo e amministrativo dei pa rchi sono così regolate: ogni Direttore o Comandante di parco provvede alla conservazione, al miglioramento, e all'ordinamento del materiale del rispettivo parco. Nessun movimento, nessun lavoro possono avere luogo nel medesimo senza suo ordine. Al Contabi le ineumbe la responsabilità della custodia del materiale, ed inoltre, sotto la dipendenza del Direttore o Comandante, quella dell'ordinamento e della conservazione di esso, e la esatta tenuta della conta bilità . ln conseguenza, a l tennine di ogni anno il Direttore o Comandante procederà a lla visita di detto materiale per accertarne lo stato di conservazione, e compilare la Nota delle riparazioni occorrenti coll'indicazione della relativa spesa da rivolgersi al Ministero per sua norma nei provvedimenti a farsi tanto per la loro esecuzione, quanto per l'inserzione nel bilancio delle somme necessarie.
In guerra sia i parchi divisionali che quelli di compagnia sono riforniti dal parco principale: il parco divisionale non costituisce dunque anello intermedio rispetto ai parchi delle compagnie della divisione. Solo in casi di particolare urgenza i parchi di compagnia possono essere riforniti dal parco divisionale più vicino, i cui materiali vengono successivamente riportati a numero dal parco principale. All'occorrenza anche gli altri parchi posso-
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no però essere riforniti, come il parco generale, mediante incette parziali o contratti con imprese civili. Riguardo alle riparazioni, gli oggetti appartenenti ai diversi parchi che richieggiano grosse riparazioni saranno ordinariamente rimandali al parco generale, od al parco principale se si tratta dei parchi divisionali o di compagnia. Se occorrono piccole riparazioni, queste potranno effettuarsi presso i parchi rispettivi. Ove però vi fosse convenienza economica, anche le grosse riparazioni possono farsi presso i parchi rispettivi.
L'organizzazione dei parchi che risulta così configurata non ha nulla di rigido e di schematico, ed è tale da ben corrispondere agli inevitabili imprevisti della campagna. Ciò non avviene - o avviene solo in parte - per le procedure contabili e amministrative, che - com'è da prevedersi - risentono alquanto del sistema amministrativo generale in atto, anche se si cerca di adottare accorgimenti per scavalcare all'occorrenza le normali norme burocratiche e semplificare il meccanismo particolarmente complesso delle autorizzazioni e deìle riehiesie. Indipendentemente dalla contabilità generale tenuta presso il Ministero della guerra, le contabilità di tutti i parchi stabili sono concentrate presso il parco generale, e quelle dei parchi dell'armata in campagna sono concentrate presso il parco principale. Il documento fondamentale per la gestione contabile del parco è il libro mastro, che è un registro di carico e scarico s ul quale sono annotati, per categoria e articolo, i materiali e le variazioni ad essi relative. I dati da riportare sul libro mastro sono desunti da un libro giornale di introduzione ed estrazione, chiuso mensilmente, che riporta le giornaliere introduzioni e le cessioni di materiale, sia provvisorie che definitive. I movimenti di materiale si fanno solo a seguito di richieste scritte d'introduzione o di cessione. Sono compilate richieste distinte, a seconda che il movimento sia considerato definitivo o provvisorio. Presso il Ministero viene tenuto un doppione di libro mastro per ciascun parco; presso il parco generale sono tenuti i libri mastri dei parchi non distaccati all'armata in campagna, e presso il parco principale i libri mastri dei parchi mobili, cioè distaccati all'armata. Alla fine di ogni anno, in ogni parco si procede all'inventario da inviare agli uffici che custodiscono il libro mastro, con l'indicazione delle differenze nel carico di materiali rispetto a ll' anno precedenle, e del motivo al quale sono dovute. L'inventario deve contenere anche indicazioni sullo stato di conser vazione dei materiali (se in buono stato, abbisognevoli di riparazioni, o fuori servizio). A tal fine, prima d'introdurre oggetti nei parchi occorre accer tarsi del loro buono stato, e nel caso che si riscontri la necessità di riparazioni, i materiali devono essere definitivamente
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introdotti solo dopo che sono state compiute le riparazioni stesse. Se le riparazioni non possono essere eseguite nell'ambito del parco stesso, esse devono essere autorizzate dal comandante del genio dal quale dipende il parco. In tempo di pace e in ambito territoriale, il meccanismo delle richieste (con tale termine, il regolamento sembra intendere più che altro ordim) di movimento materiali è piuttosto complicato e anomalo: le richieste ai parchi stabili vengono fatte dai direttori o comandanti del genio rispettivi, quelle invece per i "parchi addetti al reggimento zappatori" sono fatte dal comandante del reggimento zappatori, e i movimenti devono essere autorizzati dal Ministero. Peraltro all'Armata in campagna le richieste saranno rivolte senz'altro dal Comanda nte del Genio al Comandante del par co. In casi di urgenza si potrà prescind ere dall'autorizz.azionc prescritta all'articolo precedente; allora i movimenti nei parchi saranno semplicemente oggetto di ric hieste provvisorie le quali saranno convertite in definitive, 1,ri usta le norme anzi accennate. Saranno oggetto di richieste provvisorie (anche) le domande inoltrate per impiegare o deporre temporaneamente oggetti nei parchi.
Nel fondamentale meccanismo dei movimenti di materiali per i parchi non appartenenti all'esercito in campagna compare in tal modo la figura del comanda nte del reggimento zappatori, per il resto completamente al di fuori dell'impiego dei reparti. Ciò può comportare disarmonia, essendo il riforni mento dei materiali strettamente connesso con la problematica d ' impiego; inoltre i movimenti devono essere ordinati dal Ministero, il che comporta notevoli ritardi. Nell'armata in campagna, invece, questi inconvenienti non si verificano e vale pienamente l'autorità dei comandanti del genio ai vari livelli, nel caso precedente esautorati dalle attribuzioni circa il materiale. Probabilmente ciò è dovuto anche al fatto che i parchi delle divisioni atti ve, e il personale del genio in genere, sono assegnati alle stesse solo in previsione di campagne di guerra; di qui il rilievo assunto, solo per il tempo di pace, dal comandante del reggimento zappatori. li regolamento dedica particolare attenzione ai provvedimenti volti a prevenire lo smarrimento di oggetti di uso giornaliero, e a individuare in ogni occasione consegnatari che devono rispondere, in caso di smarrimento: le persone cui saranno stati consegnali gli oggetti estratti dai parchi dovranno, a semplice richiesta, giustificare l'impiego. Allorché si faranno consegne di oggetti ai lavoranti, questi oggetti dovranno essere registrati nei libretti giornalieri in corrispondenza dei nomi di detti lavoranti. Alla fine della giornata questi oggetti dovranno essere restituiti d ai rispettivi lavoranti quando si fa la chiamata, e qualora si riconoscessero guasti o smarriti per incuria dei lavoranti, se ne terrò nota per operare sul loro salario una compe
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tente ritenenza [... ] ove lo richieda la maggiore spedirezza del servizio, gli oggetti di cui si ragiona potranno essere consegnati ai soli capi - squadra che ne avranno la responsabilità.
Sono previsti anche travasi di materiale con i parchi di artiglieria. Nel caso che occorrano per il servizio del genio oggetti appartenenti ai parchi di artiglieria, i comandanti del genio ne fanno richiesta tramite il comandante in capo dell'esercito, o il comandante della divisione. Le modalità per i trasporti e le spedizioni dei materiali del genio sono analoghe e quelle in vigore per altri materiali . Se gli uffici del genio non dispongono dei mezzi di trasporto, si rivolgono ali' Intendenza. Come criterio generale, i trasporti all'Esercito dai parchi di Compagnia e di divisione si faranno per mezzo del Treno d'Armala, il di cui personale sarà sotto gli ordini dei rispettivi Comandanti dei parchi. li trasporto del parco principale si farà coi mezzi che saranno procurati dall'lntendenza militare dietro richiesta del Comandante superiore del gemo.
Struttura fondamentale dell'Arma, i parchi sono ispezionati di frequente, e i Comandi superiori del genio adottano tutti i provvedimenti necessari per essere costantemente informati sul loro funzionamento. Ogni trimestre i rispettivi direttori o comandanti del genio ispezionano i parchi alle loro dipendenze, vidimando i registri . I parchi sono inoltre sottoposti all'ispezione dei membri del consiglio superiore del genio a tale scopo delegati . Le osservazioni alle quali danno luogo le ispezioni sono trasmesse per via gerarchica al Ministero, o al comandante in capo dell'armata, per i parchi alle sue dipendenze. Anche i direttori o comandanti dei parchi - cosa notevole - possono allo stesso modo inoltrare le ioro osservazioni sui servizio òi competenza. Ogni anno, all'atto dell'ispezione ordinaria, ciascun direttore o comandante del parco consegna all 'Ispettore del genio un rapporto speciale sulle condizioni del suo parco e sui miglioramenti necessari. Tale rapporto è inoltrato al consiglio superiore del genio unitamente a quello dell' Ispettore, ed entrambi vengono successivamente inviati al Ministero. Le norme regolamentari prima esaminate non subiscono alcuna variante nel corso delle successive campagne, il che dimostra la loro validità. Numerosi, invece, i rimaneggiamenti organici dell'Arma, che hanno riflessi assai profondi anche sulla sua fisionomia logistica. Il R.U. dell'8 agosto 185934,
34
O.M. 1859, pa,Lt: I, pp. 619 - 622.
722
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO -
VOI .. I
emanato subito dopo la vittoriosa conclusione della campagna contro l' Austria, tiene conto non solo dei nuovi territori lombardi acquisiti al Regno di Sardegna, ma anche di talune esigenze emerse nel territorio piemontese, come l'aumento degli stabilimenti nella zona di Cuneo e la costruzione di una grande base navale, con le relative fortificazioni, a La Spezia. Le direzioni, in relazione alla loro importanza, sono classificate in tre classi, pur essendo tutte rette da un ufficiale superiore. Esse, nel numero di 14, hanno una circoscrizione in genere coincidente con quelle delle divisioni e sotto - divisioni militari territoriali. Per le speciali esigenze che possono essere temporaneamente create dai lavori inerenti ad opere straordinaire in determinate zone, è inoltre prevista, per decreto reale, l'istituzione di direzioni temporarie, soppresse al termine dei lavori. Il reggimento zappatori, che non aveva subito varianti durante la campagna contro l'Austria, con R.D. del 9 settembre 185935 aumenta le compagnie attive a 20 più una compagnia deposito, suddividendole in 5 battaglioni con un totale generale di ben I 04 ufficiali e 2045 sottufficiali e soldati. Formazione evidentemente troppo pesante, che si appesantisce ulteriormente nel marzo 1860, con l'incorporazione nel reggimento zappatori, che arriva così a contare 32 compagnie, dei reparti del genio dell'Emilia e della Toscana. Con R.D. del 2 maggio 186036 si dispone pertanto la costituzione di due reggimenti zappatori, ciascuno su 3 battaglioni di 4 compagnie, più una compagnia deposito; le rimanenti compagnie sono sciolte. Sempre nel corso del 1860, con numerosi altri provvedimenti (R.D. del 17 giugno, del 5 settembre e del 24 ottobre 1860)37 il servizio tecnico viene adeguato alle esigenze create dell'inglobamento negli Stati sardi dell'Emilia e della Toscana. L'Arma si articola in: un comitato del genio militare (con 6 ufficiali generali); uno Stato Maggiore per il servizio nelle direzioni; due reggimenti zappatori, con una nuova tabella organica. Le direzioni del genio non sono più suddivise in classi e sono ridotte a 9 (I Alessandria, 11 Brescia, III Parma, IV Bologna, V Torino, VI Milano, Vll Genova, VIII Firenze, IX Sardegna). Ciascuna di esse ha però alle dipendenze un numero variabile di sottodirezioni (2 - 3, tranne la direzione
35
ivi, pp. 636 - 637.
36
U.M. 1860, parte I, pp. 453 - 454.
37
ivi, pp. 692 - 700; 973 - 978, I 131.
XV I - SERVIZI MATERIAl.1 01 A RT IGLIERIA J:: Dl::L GENIO (1859-1861)
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di Alessandria che ne ha 4). È anche costi tuta una direzione speciale pel servizio dei parchi, la cui costituzione era già stata ventilata nel R.D. dell'8 agosto 1859. I due reggimenti zappatori rimangono su 3 battaglioni attivi di 4 compagnie ma aumentano a 3 le compagnie deposito, e rispetto alle precedenti formazioni organiche tra i vari organj direttivi dei Servizi normalmente previsti a livello di corpo si nota nello Stato Maggiore (oltre all'ufficiale addetto ai parchi, già previsto nell'ordinamento del settembre 1859) la presenza di 2 ufficiali subalterru pei conti delle compagnie di guerra, introdotti evidentemente allo scopo di disporre di una riserva di personale per far fronte alle maggiori esigenze di carattere contabile dovute all'impiego, in guerra, di compagnie genio autonome anche dal punto di vista logistico - amministrativo. Le maggiori esigenze di Quadri e di personale amministrativo civile sono fron teggiate prevedendo l'aumento di 8 ufficiali (tra cui un colonnello e un maggiore) destinati alla direzione di Ancona, e incrementando il numero dei commissari e aiutanti. Nel 1861, con R.D. del 24 gennaio 38 , il comitato del genio è aumentato di 2 ufficiali generali e 5 capita ni, le di rezioni passano da 9 a 10 (vi si aggiunge quella di Ancona) ed i reggimenti zappatori rimangono su 3 battaglioni, aumentando però il numero delle compagnie da 4 a 6 per battaglione, per un totale di 18 compagnie. Sempre rispetto all'ordinamento del 1860, scompare nello Stato Maggiore del reggimento l'ufficiale addetto ai parchi. Il R .D. del 24 gennaio 1861 provvedeva solo al servizio tecnico territoriale nell'Italia settentrionale e centrale, facendo riserva di emanare altri provvedimenti per l'Italia meridionale, nel frattempo incorporata. La riserva è sciolta R.D. del 18 febbraio 186139 , con il quale è provvisoriamente istituito in Napoli un Comando superiore del genio, con alle dipendenze la direzione di Napoli e gli altri Comandi e Ispezioni del genio, comprese le truppe non incorporate nelle divisioni attive che si trovano nelle province, e anche il Reale Officio Topografico Napoletano. Per la Sicilia si provvede con il successivo R.D. 14 aprile 1861 40 , con il quale si crea la direzione del genio di Palermo, con alle dipendenze le sot-
38
G .M . 1861 , parte li , Suppi. n . 4, pp . 59 - 67.
39
G .M. 1861 , parte I, pp. 118 - 119.
40
ivi, pp. 118 - 119.
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LA LOUJSTI CA UE LL' ESEKC ITO -
VOL. I
todi.rezioni di Messina e Caltanissetta. Con il predetto R.D. si procede anche ad un ulteriore aumento di 20 unità per commissari e sottocommissari del genio, e di 26 per gli aiutanti. Un altro problema legato alla rapida estensione in tutta Italia di un organismo stanziale e regionale, quale era ancora l'armata sarda nel 1859, è dato dalla necessità di occupare gran numero di nuovi immobili, il che richiede da parte dei competenti organi del genio un complesso di specifici provvedimenti, che sia però tale da conciliare il rispetto di norme amministrative e contabili piuttosto rigide con le esigenze di tempestività e rapidità nei lavori e nelle procedure di occupazione; si deve anche tenere conto delle finanze, certamente non floride, dello Stato. Il primo problema che si pone è quello degli alloggi per gli ufficiali con famiglia, costretti dalle esigenze di servizio a repentini spostamenti in località ove il caro - affitti, anche allora , specie nelle città principali si fa sentire e incide pesantemente sugli stipendi del personale . Con R .D. 15 ottobre 185941, a favore degli ufficiali in servizio attivo e degli impiegati dell'armata è prevista un'indennità per alloggio e per mobili annua, proporzionata al grado e alla località, a seconda dei costi degli alloggi (per Milano, Genova e Torino l'indennità varia da 2000 lire per il generale, a 420 lire per il sottotenente; per le altre località, da 1600 a 360). L'indennità è concessa solo quando e a chi non è possibile assegnare alloggi e mobili di servizio e non è dovuta agli ufficiali che godono delle competenze di campagna. Il provvedimento è dal relatore, il Ministro La Marmora, così motivato: oggetto di preoccupazione di V.M. era il considerare come le mutate condizioni economiche della varie province pongano specialmente gli uffiziali , in condizione tale da poter difficilmente coi loro stipendi far fronte alle esigenze giornaliere di vita, e come d'altra parte fosse necessario di non aggravare eccessivamente il pubblico Erario con aumenti di stipendi, i quali non fossero consentiti dalle condizioni finanziarie attuali [.. .] la spesa, sempre rilevante per gli ufficiali , è quella dell'alloggio. Porgere loro i mezzi per sopperire a questa spesa, parve al referente il mezzo più acconcio per migliorare la loro condizione [...1Sul riflesso poi che la sp esa d'alloggio non è uguale in tulle le località, ma ben altrimenti nelle principali città, così il referente ha creduto, guidato dagli stessi principi che informano queste proposte, di regolare su diversa scala l'indennità per le cillà di Torino, Milano e Genova, e per quelle di minore popolazione nella guisa stessa con cui suolsi regolare tale indennità presso altri eserciti.
41
G.M. 18~9. pane I, pp. 689 - 694 .
XVI - SERVIZI MATERIALI DI ARTIGLIERIA E DEL GENIO (1 859-1861)
725
Allo scopo di fare il punto degli alloggi di servizio comunque occupati da ufficiali e impiegati e riconoscerne lo stato d'uso, con circolare del 12 novembre I 85<J42 è nominata una commissione in ogni presidio o divisione militare, presieduta dal comandante o capo di Stato Maggiore e con un ufficiale d'Intendenza, per riconoscere tutti gli alloggi anche non occupati, riportando le notizie ad essi inerenti in apposito specchio da trasmettere al Ministero. Il controllo che viene disposto con la precitata circolare consegue anche, naturalmente, dal precedente decreto, e si ripromette di evitare il pagamento di indennità di alloggio non dovute, che potrebbero essere risparmiate assegnando d'autorità gli alloggi di servi zio vuoti (questi ultimi, a norma del precedente decreto, non possono essere rifiutati dagli interessati). Il diritto o meno alla concessione dell'alloggio da parte degli ufficiali dei vari gradi e degli impiegati è disciplinato con circolare n. 28 in data 12 maggio 1860'13 , la quale, "continuando le domande per parte dei Corpi e degli ufficili d' Intendenza, nonchè i richiami dal canto dei Municipi" richiama le vecchie norme del regolamento 9 agosto 1836. Hanno diritto alla concessione dell'alloggio da parte dei Municipi gli ufficiali e impiegati dell'Esercito attivo inviati agli alloggiamenti in località che non sono di ordinaria guarnigione, oppure inviati in distaccamento di durata con un superiore a tre mesi. Gli ufficiali e impiegati che devono recarsi nella località ove è normalmente di stanza il corpo, hanno diritto all'alloggio solo per i primi tre giorni. Non hanno diritto all'alloggio gli ufficiali e impiegati delle divisioni territoriali, mentre conservano tale diritto gli ufficiali e impiegati dei corpi stanziati in Lombardia. li numero di camere stabilito dipende non solo dal grado, ma anche dall' Arma, senza riguardo alla composizione della famiglia: un colonnello dei Carabinieri, o di Stato Maggiore, d'artiglieria o del genio ha diritto a 4 camere più cucina e camera per i domestici, ma se il colonnello è di fanteria, del genio zappatori, di cavalleria o del treno, è prevista una camera in meno. I subalterni e chirurgi maggiori dormono 2 per camera, il capitano e il cappellano hanno diritto a una camera, più un'altra per il domestico, ma meglio di loro è trattato l'ufficiale pagatore (anch'egli ufficiale inferiore) al quale sono concesse 2 camere, più una per il domestico. Minutamente stabiliti sono anche i mobili e suppellettili, in questo caso uguali per tutti gli ufficiali e impiegati.
42
ivi, pp. 745 - 748.
43
G.M. 1860, parte I, pp. 489 - 495.
726
LA LOG ISTI CA DELL'l'.SERClTO -
VOL . l
Per gli immobili in guerra, con Nota del 27 luglio 186044 si cerca di limitre le spese occorrenti agli immobili provvisoriamente occupati, e onde evitare spese per lavori dai quali si può trarre solo utilità momentanea, si prescrive ai corpi e alle direzioni del genio di escludere ogni provvista a lavoro, che sebbene ammissibile di propria natura a termini dei regolamenti nelle ordinarie stanze della truppa , possano essere risparmiali sen7.a grave inconveniente.
Il Ministero si ripromette anche di disporre al piu presto di una situazione degli immobili aggiornata in tutti i suoi aspetti, allo scopo di poterli meglio mantenere in efficienza e di garantirne un uso migliore, tutelando nel tempo stesso i diritti demaniali e assicurando all'Erario il maggior provento possibile. Come già fatto per gli alloggi, anche per gli immobili in genere con circolare del 15 luglio si nomina una commissione in ciascun circondario , che ha il compito di compilare un apposito specchio, dal quale si possano desumere i dati necessari per giudicare dalla loro capacità, della distribuzione a darsi a cia~cuno di essi , e dei lavori più essenziali che vi possano abbisognare.
Gli immobili sono suddivisi in quattro categorie: 1° ) immobili erariali occupati ad uso militare (caserme, stabilimenti militari, piazze d'armi, tiri al bersaglio). Gli stabilimenti militari, a loro volta, si dividono in: d'artiglieria, del genio, di ospedali, di sussistenze, magazzini effetti di caserma, cavallerizze; 2°) immobili erariali occupati in via eccezionale per esigenze militari; 3°} immobili non erariali, affittati per uso militare, 4°) immobili non erariali, atti ad essere occupati in casi eccezionali. Con successiva circolare del 30 novembre 1860, viene istituito un Sommario di consistenza degl'lmmobili demaniali inservienti ad uso militare, e registro per oggetto degli Atti concernenti tali Immobili in rapporto alle proprietà vicinl!'5 , che si ripromette essenzialmente di fornire tutti i dati necessari sotto il profilo più propriamente giuridico e amministrativo, e in particolare: situazione, provenienza, entità, stato, valore, successivi mutamenti;
44
ivi, p. 174.
45
G .M. 1860, pa oie 11 , Suppi. n . 9.
XVI - SERVIZI MATERIALI U1 ARTIGLIERIA E UEL GENIO (1 859-1R61)
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atti concernenti diritti e vincoli, servitù di ciascun immobile rispetto alle proprietà vicine con conseguente delimitazione dei confini delle proprietà demaniali. A tal fine, il sommario è completato da norme particolareggiate per la registrazione e le ricognizioni, completate dai relativi modelli di specchi.
Servizio materiali del genio: funzionamento in guerra. Diamo ora qualche cenno della rispondenza, nelle campagne di guerra, delle disposizioni di carattere regolamentare, organico e organizzativo alle quali si è fatto prima qualche cenno. Dalla relazione dello stesso comandante del genio generale Menabrea46 risulta confermata la buona prova fornita dal regolamento dell'aprile 1859, e dall'assetto organico da esso previsto. Anche il sistema contabile, sempre secondo il Menabrea, ha dimostrato di possedere il raro requisito della semplicità. L'ordinamento adottalo per la campagna del 1859, che prevede una compagnia con relativo parco per ogni divisione di fanteria e una riserva alle dirette dipendenze del quartier generale (5 compagnie) si dimostra rispondente allo scopo; peraltro, a giudizio del generale Menabrea il numero delle compagnie zappatori fu qua~i sempre insufficiente per i lavori che vennero richiesti, cd accadde ordinariamente che le truppe del genio applicate al quartiere generale si ridussero ad un debole distaccamento, anche dopo l'arrivo di tutte le compagnie di cui si compone il reggimento zappatori. Tal'è il motivo per cui questo comando insisteva sulla necessità di formare un nuovo battaglione di zappatori.
Questa carenza - già emersa anche nelle precedenti campagne - sembra dovuta più che altro all'abitudine ad affidare agli zappatori, ollre a lavori di una certa specializzazione, anche normali lavori di foritificazione campale (trinceramenti) che potevano benissmo essere svolti dalla fanteria, con una congrua disponibilità di strumenti di lavoro. Dalla relazione del Mcnabrea emerge anzi che i lavori di trinceramento e la costruzione di batterie occupano gran parte dell' attività del genio nella campagna, alla quale vanno aggiunti il miglioramento delle strade e la costruzione o riattamento di 22 ponti per un totale di 928 m, oltre ad altri 15 fatti costruire o riparare con mano d'opera civile dagli ingegneri provinciali della Lombardia.
46
COMANDO DEL CORPO Dl SM., La campagna del 1859... (Cit), Voi. TI Documenti, pp. 1009 - I 106.
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I.A I.OGISTICA DELL'ESERCITO~ VOL. 1
Di particolare utilità risultano le sezioni da ponte tipo Birago in dotazione ai parchi del genio delle divisioni, della lunghezza di 26 m, che sono impiegate sia isolate, per il passaggio di corsi d'acqua stretti, sia riunite come sull'Adda e sul Mincio. Secondo il Menabrea, la convenienza di tenerle ordinariamente riunite alle divisioni del genio è ormai comprovata. Rimangono a studiare miglioramenti da introdursi nel materiale che, in alcune circostanze, si è trovato un pò debole in paragone dei pesi enormi dei carri e bagagli che vi debbono transitare.
Presentandosi l' occasione, gli zappatori del genio addetti ai ponti Birago collaborarono efficacemente con i pontieri de ll'artiglieria, preludio al futuro passaggio in toto della specialità pontieri al genio. E, secondo quanto riferisce il Borgatti47 , è stato il comandante del genio a iniziare trattative - non concluse - con la "Compagnie generale de materiél de chemins dc fer à Paris" per l'acquisto di ponti metallici scomponibili, destinati a sostituire provvisoriamente le travate distrutte o a costruirne di nuove. 11 materiale proposto, assai semplice, consisteva in un unico modello di elementi lineari a doppio T, destinati a formare nel loro insieme travi di lunghezza variabile e accompagnati da un modello di tiranti per l'impiego nei casi più comuni . Si fa strada dunque, già nel corso di questa campagna, l'idea dei ponti metallici scomponibili, poi adottati molto piu tardi. Altri inconvenienti tutto sommato non rilevanti, messi in luce dal Menabrea nella precitata relazione, sono lo scarso rendimento della manodopera civile precettata e pagata dai Comuni. Osserva il Menabrea che se si vogliono lavori rapidamente e convenientemente fatti è necessario pagare quotidianamenle gli operai e di allettarli con un discreto e sicuro salario. Mentre se si melle ai Municipi la cura di rimunerarli, siccome il pagamento viene più o meno ritardato, essi si disgustano e rifuggono da un lavoro che per essi è considerato come una onerosa imposta anzichè qual mezzo di procacciarsi un onesto guadagno.
Riguardo al materiale componente i parchi, dal rapporto del capitano Cairni sull'andamento del Servizio presso la 5a divisione48 si desume che alcuni ufficiali del genio erano dell'avviso di ripartire i materiali del parco
47
M. BORGATTl, Op. Cit., p. 147.
48
COMANDO DEL CORPO DI SM, La campagna del 1859... (Cit), Voi. II, Documenti pp. l071 - 1074.
XV I - SERVI ZI MATERIALI Ul ARTIGLIERIA E DEL GENIO (1859-1861)
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di compagnia su un maggior numero di carri di minore portata, in modo che ciascuna delle 4 squadre della compagnia potesse all'occorrenza operare autonomamente, con al seguito un proprio carrello con gli utensili: il Caimi aggiunge che sarebbe necessario dare in dotazione al parco per compagnia zappatori dei tavolati per costruire passerelle speditive che consentano il passaggio dei piccoli corsi d'acqua particolarmente numerosi nella pianura lombarda e veneta. Egli, però, è l'unico a ritenere poco utile l'equipaggio da ponte di 26 m disponibile a livello di divisione, perchè sovrabbondante per il rapido passaggio dei piccoli corsi d'acqua, e troppo corto per il passaggio dei più importanti affluenti del Po; sarebbe pertanto opportuno, a suo giudizio, tenere i predetti parchi in riserva presso il corpo d'armata_ A sua volta, in merito ai parchi il Menabrea nulla ha da rilevare sulla loro composizione, accennando solo alla necessità che anche le compagnie di riserva del genio, che potevano anch 'esse operare in modo autonomo, avessero un loro parco. Sono, questi, tutti aspetti interessanti, ma tali da non poter incidere in misura determinante sul rendimento di uomini e materiali, che per unanime riconoscimento risulta molto positivo. L'unico inconveniente di rilievo nella campagna del 1859 rimane pertanto quello della ritardata costituzione dei parchi e del ritardato loro avvio al seguito dell'armata in Lombardia e nel Veneto, dovuto principalmente alla carenza di mezzi di trasporto che si verifica in misura assai maggiore di quan to era avvenuto per i parchi d'artiglieria (troviamo strano che, di questi fatti, non parli nella sua relazione il generale Menabrea). Il parco principale del genio, costituito in Alessandria, è avviato per ferrovia fino a Voghera, e di lì giunge a Desenzano solo il 4 luglio (cioè a campagna ormai conclusa), trasportato con 36 carri trainati da cavalli di requisizione, mentre le 70 pariglie di cavalli inizialmente destinate al suo trasporto sono impiegate per il trasporto del parco d'assedio d'artiglieria. Questo, nonostante i ripetuti solleciti indirizzati fin dai primi di giugno dal comandante del genio al Capo di Stato Maggiore dell 'armata. Sempre per mancanza di cavalli per il traino, all'inizio della campagna anche i parchi del genio divisionali e per compagnia zappatori non sono in grado di seguire le truppe, e il 6 maggio (come risulta da una lettera del Capo di Stato Maggiore al Ministero)49 solo la 4a divisione era fornita di parco. I comandanti dei parchi divisionali, per motivi difficili da valutare,
49
ivi, Voi. I, D ocu111!!11Li, pp. 185 - 186.
730
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO -
VOL . I
sono anch'essi designati solo con lettera dell'8 maggio50 , e nonostante altri solleciti del Capo di Stato Maggiore i parchi del genio, eccettuate le sezioni da ponte Birago, non ricevono mai i previsti mezzi di trasporto del treno militare. La situazione imzia a normalizzarsi solo a partire dal 20 maggio, quando viene stipulato un contratto con la ditta Accossato5 1 per somministrare pel servizio deU' armata e principalmente pei parchi del genio 110 pariglie di cavalli munì.te di un conducente per cadauna pariglia e delle necessarie bardature per condurre carri .
In tal modo, il 21 maggio il Capo di Stato Maggiore dell'armata può scrivere al comandante del genio per annunciargli la partenza per ferrovia da Torino di 110 pariglie di cavalli, da ripartire tra i parchi52 • La successiva campagna nell'Italia Centrale e Meridionale del 1860 1861, per i numerosi assedi di fortezze e i vasti movimenti, vede un impiego del genio piuttosto intenso, specie per lavori d'assedio e per lavori stradali, che richiede - dala la costituzione due corpi d'armata praticamente autonomi - un particolare ordinamento peraltro tale da non infirmare i principi normativi e organici già adottati nella precedente guerra contro l' Austria. Le vicende dell'impiego del genio nella nuova campagna sono descritte nel rapporto del Menabrea, assai esauriente, pubblicato nel 186453 , e ne diamo qui solo un rapido cenno, con particolare riguardo agli ammaestramenti tratti. L'articolazione dei parchi in questa occasione prevede, all'inizio, solo un parco principale alle dipendenze del comandante superiore del genio presso il quartier generale principale, e un parco presso il IV corpo d'armata (che agisce inizialmente contro la fortezza di Ancona) trasformato poi in parco di riserva dalla resa di Ancona all'assedio di Gaeta, mentre il parco principale serve a sua volta da parco d 'assedio ad Ancona e Gaeta. Nessun parco è assegnato al seguito del V corpo, che provvede alle proprie esigenze con i parchi di compagnia. Le compagnie zappatori impiegate sono 7 (4 per il IV corpo e 3 per il V corpo). In ogni divisione il comandante della compagnia svolge anche le funzioni di comandante del genio. Ogni compagnia è dotata di parco. Il materiale dei parchi è trasportato con un totale di 90 carri, dei quali 48 per il parco principale, 28 per il parco di riserva e 14 per i 7 parchi di com-
50 51 52 53
ivi, p. 155. ivi, p. 171. ivi, p . 187. Cfr . // genio nella campagna d 'Ancona della bassa Italia 1860 - /861, TORINO , FAVALE 1864 (Pub. autorizzala dal Miuislcro della guerra).
XVI - SERVIZI MATERIALI DI ART!Cil.lERJA E DEL GENIO ( 1859-1861)
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pagnia. I carri dei parchi di compagnia erano trainati da 63 cavalli del treno militare, quelli del parco di riserva da 112 cavalli del treno borghese. Gli ammaestramenti tratti dal Menabrea non sembrano particolarmente nuovi. Egli infatti rileva che il sistema dì trasporto dei parchi si è rivelato - come sempre - carente, e che i parchi del genio devono essere provvisti di materiale per la costruzione di ponti di circostanza. Inoltre gli zappatori mancano di strumenti di lavoro portatili, e quando sono comandati in avanguardia, dovendo il parco di compagnia procedere più indietro con gli altri carriaggi, non hanno subito gli strumenti a disposizione, a meno di non affaticarsi eccessivamente trasportando gli strumenti a spalla: presso talune divisioni il generale permise di far camminare il parco di compagnia all'avanguardia. Il mezzo più acco ncio per p rovvedere ai lavori d'avanguardia sarebbe quello di un conveniente assortimento di appropria ti strumenti , trasportati a schiena di muii54 •
54
ivi, p. 38.
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LA LOUISTIC A V EL L'ESEJ<C ITO -
VO L I
Fig. 50 - Carro da munizioni per cannone di artiglieria "cacciatori" (1860), ideato dal Gcn . Cavalli, con ruote alla "STAN HOPE". (Museo Artiglieria - Torino)
XVI - SERVIZI MATER IALI DI J\RTIGI.IFRJA E U EL GENIO ( 1859-1861)
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Fig. 51 - Modello ui pompa antincendio militare a traino, sistema "l:lcnzia" (XIX sec.) (Museo Artiglieria - Torino)
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CAPITOLO XVII I SERVIZI DEI TRASPORTI E DI AMMINISTRAZIONE DAL 1859 AL 1861 FISIONOMIA LOGISTICA ESSENZIALE DI TRENT'ANNI DI STORIA (1831 - 1861)
Servizio trasporti. Dal 1859 al 1861 organi e mezzi del "Servizio dei Servizi" sono messi veramente alla frusta, per una serie di motivi concorrenti, dovuti a: movimenti resi necessari dalle decisioni strategiche, con improvviso spostamento del centro di gravità delle operazioni, inizialmente a sud-ovest (zona Casale - Alessandria - Voghera) più a nord (direttrice Torino Milano - Brescia, servita da un'unica rotabile, ma ormai anche dalla strada ferrata); concorso alla radunata dell'esercito francese intorno ad Alessandria; rapida avanzata su Milano e Brescia, fino a raggiungere a fine giugno il Mincio; rimaneggiamenti organici del 1860 - 1861 , che comportano una intensificazione dei trasporti in genere, e campagne nell'Italia Centrale e Meridionale a fine 1860 e all'inizio del 1861, che impongono un inusitato allungamento delle linee di comunicazione per un esercito che fino al 1859 era dopo tutto uso a muoversi solo in ambito regionale. L'organizzazione del Servizio si trova anche di fronte al fatto nuovo rappresentato dalla possibilità di utilizzare per la prima volta l'ormai ragguardevole rete ferroviaria nel Piemonte e nel Lombardo - Veneto. Come meglio si vedrà in seguito, per il momento si ricorre alle ferrovie non come mezzo normale di trasporto, ma soprattutto come mezzo sussidiario da utilizzare se possibile sulle lunghe distanze, quando si manifesta la carenza di mezzi di traino animale, o quando si deve ricorrere a movimenti di massa che devono essere rapidi e tempestivi, attraverso zone servite dalla ferrovia. Il principale protagonista rimane dunque il treno d'armata a traino animale, che tante preoccupazioni aveva dato nella campagna del 1848 - 1849. La regolamentazione di base per i trasporti rimane dal 1859 al 1861 immutata nei principi e criteri essenziali, e l'unico nuovo regolamento di un certo rilievo che vede la luce nel 1859 è quello relativo al trasporti di polveri piriche sulle ferrovie (il primo nel suo genere), emanato il 21 febbraio 1859 quale stralcio di un nuovo regolamento per i trasporti militari per ferrovia, che si preannuncia in corso di compilazione di concerto tra il Ministero dei lavori pubblici e quello della guerra 1• li regolamento stabilisce che sulla strada ferrata possono essere trasportate solo le polveri piriche per esigenze militari o comunque dello Stato. Per il trasporto, le polveri da guerra sono rinchiuse in sacchi di tela gommata
G .M. 1859, parLe I, pp. 178 - 183.
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LA LOOISTICA UELL' ESERCITO -
VO I., I
impermeabile, a loro volta contenuti in casse o barili. Le munizioni già confezionate vanno rinchiuse anch'esse in casse o barili, con superfici interne rivestite in stoffe o parti metalliche ricoperte in legno. I contenitori devono essere caricati sui vagoni in modo da evitare ogni scossa durante il movimento. I vagoni devono essere provvisti di "molle di sospensione e repulsione" ed essere chiusi con cassa in l~era metallica. Il loro pavimento va ricoperto con tela gommata impermeabile, " in modo da prevenire lo spandimento delle polveri sulla strada, e da-raccogliere la stracciatura con la tela a misura dello scarico dei recipienti". Se provvisti di freno, non possono usarlo. Le porte dei vagoni sono ermeticamente chiuse, durante il tragitto, anche con l'impiego di apposite tendine che impediscono il passaggio all'interno del vagone di pulviscolo o particelle di carbone. Se la ferrovia sulla quale si effettua il trasporto manca di vagoni metallici chiusi (al tempo, ogni tratto di ferrovia era amministrato da una società diversa), l'Amministrazione speditrice ha facoltà di valersi di vagoni di altra strada ferrata. Il peso del carico non può superare i 4000 Kg per ciascun vagone, e i carichi di polveri o munizioni non possono far parte di convogli di viaggiatori, o misti di merci e viaggiatori. I vagoni con esplosivi non possono superare il numero di tre per ciascun convoglio, vengono attaccati all'estremità opposta rispetto alla locomotiva e sono sempre seguiti da ere vagoni ordinari, dai quali l'ultimo con freno. Anche i due vagoni più vicini a quelli con il carico devono avere il freno; e tra il primo vagone con esplosivi e la locomotiva devono sempre trovarsi non meno di 12 vagoni vuoti o carichi di merce non infiammabile. Le locomotive vanno alimentate solo con coke, con esclusione di legna, torba e ogni altro tipo di combustibile. I convogli con esplosivi non possono superare la velocità di 20 Km/ h , nè pcrcoffcrc più di 30 Km senza fermarsi cd essere controllati. Nei movimenti nelle stazioni per comporre il convoglio non possono essere usate locomotive, e i carri che trasportano gli esplosivi da caricare sui vagoni non possono sostare nelle stazioni più di due ore. Tutte le operazioni di carico, scarico e trasferimento sono compiute di giorno, ed è proibito programmare i trasporti nei mesi di giugno, luglio e agosto, salvo avviso contrario del Ministero della guerra. Durante la sosta nelle stazioni, è fatto divieto a chiunque di avvicinarsi a i vagoni con sigari accesi, fiaccole e altri fuochi, e i lumi necessari al convoglio devono essere contenuti in fanali chiusi. È prevista per i convogli con esplosivi una scorta che, durante il movimento rimane insieme con le guardie del convoglio di merci, con il compito di sorvegliare il trasporto, custodire i vagoni nelle fermate, e adottare di concerto con il capo-treno i provvedimenti necessari in caso di incidenti.
X VI I - S P.R VIZ I TRASPORT I E AMMINISTRAZJONE ( 185~1861)
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Durante il tragitto, è proibito alla scorta e al personale delle ferrovie di montare sui vagoni carichi di polveri, e il carico viene continuamente sorvegliato da guardie munite di segnali che prendono posto sui due vagoni vuoti che precedono e seguono il vagone con le polveri. L'Amministrazione centrale che ordina il trasporto deve farne richiesta scritta a quella delle ferrovie almeno 24 ore prima, indicando il materiale da trasportare, la destinazione e il giorno e l'ora del trasporto richiesti_ Le due Amministrazioni p rendo no accordi di dettaglio - da concertare per iscritto - onde evitare lunghe soste nelle stazioni e attivare un celere movimento. Gli accordi sono firmati e riportati su apposito registro, tenuto dal1' Amministrazione delle ferrovie _ A parte questa regolamentazione attinente a un settore importante ma del tutto particolare, la normativa relativa ai trasporti rimane quella già adottata nelle precedenti campagne. Il treno è suddiviso in treno reggimentale, treno d 'armata, e treno uusiliario1 • Il treno reggimentale è costituito da 5 carrette per cia-.cun battaglione, trainate da cavalli che avrebbero dovuto essere ceduti dal treno d'armata nel mese di aprile, ed essere guidati da personale degli stessi reggimenti, che aveva ricevuto apposita istruzione nel mese di marzo_ Il treno d'armata deve provvedere al traino dell'artiglieria (parchi compresi), dei carri degli Stati Maggiori e delle ambulanze, cioè praticamente di tutti i Servizi di prima linea. Il treno ausiliario è costituito da carreggio borghese, diretto a scortato da personale militare, e deve disimpegnare i trasporti di seconda linea lontano dalle truppe combattenti. Nella realtà, questa impostazione e suddivisione del Servizio, di per sè e in linea teorica del tutto corretta e raziona le, non può tradursi un atto per la costante carenza di personale e soprattutto di quadrupedi, che come si è già visto ha effetti negativi ampiamente prevedibili sull'andamento di tutti i Servizi e sulla stessa efficienza operativa delle batterie. Si è costretti quindi a ricorrere in buona parte al treno borghese anche per i Servizi di I • linea e specie per i parchi del genio. Ai parchi di artiglieria si assegna personale della stessa Arma, e l' unico provvedimento organico è quello dell'aumento del numero dei graduati. Spesso non risulta possibile inquadrare con personale militare - come previsto - i drappelli del treno borghese, il che causa sovente disordini e disservizi, ai quali si tenta di porre rimedio aprendo, qua ndo però la campagna era ormai conclusa, un ar-
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Notizie tralle da COMANDO DEL CORPO DI SM , La campagna del 1859... (Cil), Voi. 1 Documenti, pp. 135 - 137, e Voi. II Narrazione, pp. 387 - 389.
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LA LOGISTICA T>El.l.'ESE KC ITO -
VOL. I
ruolamento di graduati congedati dalle truppe piemontesi e austriache; tutti provvedimenti adottati tardivamente e in misura insufficiente, che non servono mai a colmare le carenze. Ci si trova di fronte ad una grave lacuna, senza dubbio la maggiore dal punto di vista logistico ed anche operativo. E v'è da chiedersi il motivo per cui per tutto il 1859 non si adottano veri e propri provvedimenti organici (con R.D . o meno) di aumento del treno, la cui ossatura, in linea teorica almeno, rimane quella stabilita per il tempo di pace con il citato R.D. 29 luglio 1856 (uno Stato Maggiore e 4 compagnie con 24 ufficiali, 445 sottufficiali e soldati, 180 cavalli e muli); e va notato che tale decreto non autorizza il Ministero agli incrementi necessari in caso di guerra. Il treno, pertanto, come del resto gli altri corpi , viene solo completato in uomini e cavalli, ma senza dilatare con specifici provvedimenti di legge la sua struttura organica , come era avvenuto - e in misura anche consistente - nel 1848 - 1849, ove nonostante tutto la carenza più grave era stata, anche allora, quella dei trasporti . In merito, v'è da conco rda re con quanto si afferma nella storia ufficiale della campagna: deficiente fu il comportamento dei q uadrupedi , perchè non era stata abbastanza ben studiata la questione, sicchè le ba tterie entrarono in campagna con 6 pezzi, invece che con 8, e solo alla fi ne di maggio co minciaro no a completarsi3 •
Anche ammesso che si calcolasse (magari per economia) di ricorrere in misura più massiccia di quanto era teoricamente previsto ad imprese civili convenzionate e/ o alle requisizioni, tutto questo - una volta calcolate con esattezza le esigenze - avrebbe dovuto e potuto essere previsto e attuato gradualmente prima dell'inizio della campagna e da gennaio a marzo - aprile, nella fase della preparazione durante la quale non mancò certo il tempo. Invece solo il 20 maggio è stipulato il citato contratto con la ditta Accossato, e le requisizioni e incette di quadrupedi continuano per tutta la durata della campagna contro l'Austria, pur in Regioni che - come la Lombardia e il Veneto - erano già state depauperate dagli Austriaci. Infatti da una serie di lettere spedite tra il 15 e 30 giugno4 si deduce che il 19 giugno sono messi a disposizione degli ufficiali 200 cavalli, ceduti
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ivi, Voi. II Narraz ione, pp. 406 - 407.
4
i vi, Voi. I Documenti pp. 96 - 97.
XV II - SERVIZI TRASPORTI E AMMIN1 STR A7.10NE ( 1859-1861)
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dai Carabinieri della Sardegna, e che il 25 giugno, cioè dopo gli scontri decisivi, il Ministero invia a Mi lano un incaricato per fare incetta di cavalli per gli ufficiali e la truppa. Si pensa anche di inviare in Inghilterra un incaricato per acquistare cavalli per gli ufficiali, e infine il 30 giugno il governatore degli Stati parmensi informa il comandante generale dell' armata di aver requisito come da istruzioni ricevute 1000 cavalli per il trasporto da Stradella a Cremona di càrri e artiglieria; segno non indubbio, questo, che le forti carenze iniziali non sono mai colmate. Fin dall'inizio, la consapevolezza di ciò che sarebbe mancato è ben chiara: una circolare del 18 aprile 1859 ai comandanti di reggimento prescrive che le 2 carrette di battaglione (su 5) disponibili siano destinate l'una al trasporto delle marmitte e l'altra al trasporto delle cassette a bagaglio, e che occorrendo, in occazione <li mossa, qualche altra carretta di simile genere s i dovrà necessariamente ricorrere, giusto il consueto, ai carri precetto.
Questa esigenza si prolungherà per tutta la durata della campagna, visto che solo il 29 luglio 1859 è completato il numero di 5 carrette per battaglione. Anche l'Intendente generale Della Rovere, nella sua citata circolare del 26 aprile 1859 ai commissari di guerra delle divisioni, è piuttosto esplicito e mostra - si direbbe quasi - una sorta di rassegnazione, di fronte alla mancata d isponibilità di cavalli e carri del treno militare: non esistendo a disposizione dell' Amministrazione il numero <li mezzi di trasporto necessario per i vari servizi, si dovrà pe r alcuni ricorrere alle requisizioni e per quelli in specie che potranno occorrere per il trasporto dei viveri dai magazzini alla stanza delle truppe, <lei viveri dei battaglioni di fanteria, dei viveri e bagagli degli stati maggiori <lei reggimenti e brigate. Voglia la S. V. provvedere occorrendo a quest'emergente ed intan to saranno mandati i carri del treno assegnati per lo stato maggiore della divisione, per gli uffici ecc. , come da specchio che fa seguito al presente.
Tutto rimane così affidato a ll'iniziativa e alla responsabilità dei commissari di guerra delle divisioni, che in buona sostanza devono pensare loro a risolvere, con mezzi d'occasione, un fondamentale problema che avrebbe invece richiesto studi e interventi accuratamente programmati da parte degli Organi Centrali. Dagli specchi di assegnazione provvisoria allegati alla lettere dell'Intendente (DOCUMENTO 28) risulta che una divisione di fanteria deve avere in assegnazione 38 carri di tipo vario (ivi comprese le vetture d'ambulanza, più 30 seggiole e lettiere per feriti), trainati da 160 cavalli da tiro e 32 da b asto. Sono esclusi da tale calcolo delle esigen ze i mezzi di trasporto per
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1.A 1.0GJSTICA UtLL' liStRCITO -
VOL. I
i battaglioni e quelli dell'artiglieria. Il 10 maggio erano disponibili solo 1475 quadrupedi, mentre ne occorrevano 2546 (1358 per l'artiglieria, 200 per esigenze del quartier generale, 960 per le divisioni di fanteria, 28 per le divisioni di cavalleria)5 • Il 20 maggio, secondo un rapporto trasmesso dal comandante del treno all'Intendente generale e da questi inoltrato il 2 1 maggio al Capo di Stato Maggiore dell 'armata coll'annotazione "si crede in parte inesatta"6, la situazione è migliorata ma ancora largamente deficitaria, in quanto risultano disponibili 1444 cavalli su 2546 e mancano ancora, quindi, più di mille cavalli , senza contare l'esigenza di costituire una riserva per la formazione ormai imminente del parco di assedio, e per muovere i parchi d'artiglieria e genio a livello d'armata. In data 23 maggio il Capo di Stato Maggiore dirama le norme per la marcia delle divisioni7, nelle quali sono precisati l'organico dei mezzi di trasporto, l'ordine cli marcia da seguire di ma,;sima, le profondità relative e le modalità particolari per la disciplina di marcia (DOCUMENTO 29) Una divisione comprende 222 carri inclusi quelli dei battaglioni, più 36 muli. La profondità di marcia complessiva è di 10000 m, e la Grande Unilà in marcia si articola in avanguardia (della quale fa parte la compagnia zappatori con il parco), corpo principale (del quale fanno parte i parchi e le ambulanze), bagaglio (del quale fanno parte i carri del quartier generale, del treno, dell'Intendenza, dell'uditoriato, il carreggio di brigata e di reggimento, i carri delle sussistenze con un giorno di viveri) e retroguardia (battaglione di fanteria con alcuni cacolets). Anche dopo la fine della guerra contro l'Austria, il 1859 trascorre senza che vengano adottate varianti organiche o organizzative al treno; tali varianti invece si susseguono a distanza ravvicinata dal marzo 1860 in poi . Con R.D. del 4 marzo 8, il treno d'armata è aumentato a 11 compagnie, con 328 uomini e 480 cavalli per compagnia (totale generale: 3988 uomini e 5760 cavalli). Si autorizza inoltre il Ministro ad aumentare il numero delle compagnie per le esigenze del tempo di guerra. Invariati i compiti: trasporto bagagli dei quartier generali delle Grandi Unità, trasporti per conto dell'Intendenza generale, ambulanze, Servizio del genio, parchi di divisione e di riserva d'artiglieria, equipaggi da ponte.
5
ivi. Voi. I, Narrazione p. 135.
6
ivi, Voi. J, Documenti p. 170.
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ivi, pp. 148 - 151.
8
G.M. 1860, parte 1, pp. 209 - 2 12.
XV II - SERVIZI TRASPORTI E AM MINISTRAZIONE (1859-1861)
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Altre 4 compagnie sono aggiunte con R.D. del 9 aprile 18609, dopo che con R.D . del 25 marzo si era disposta la riunione dei corpi del freno della Toscana e dell'Emilia all'esercito piemontese. Con altro R.D. del 6 settembre 1860 10 le compagnie aumentano a 20 più 2 compagnie deposito, e la forza totale che ne deriva è davvero imponente: 7255 uomini e !0560 cavalli. Per meglio controllare il gran numero di compagnie e regolare l'andamento del SeTvizio, con circolare del 3 agosto 1860 viene distaccato presso ciascuno dei "Grandi Comandi Militari" un maggiore, assistito da un ufficiale del corpo incaricato dai lavori d'ufficio 11• Il maggiore ha alle sue dipendenza tutti i distaccamenti che fanno servizio presso il Gran Comando, oppure presso le divisioni alle sue dipendenze. Dipende dallo stesso comandante per l' impiego, ma per quanto riguarda la disciplina, l'amministrazione, l'istruzione, la tenuta e il buon governo dei cavalli e dei muli, risponde direttamente al comandante del corpo del treno. A tal fine potrà dare ai distaccamenti del treno le istruzioni ritenute necessarie, facenùu in modo che esse non siano in contrasto nè con quella del generale comandante, nè con i comandanti dei corpi presso i quali i distaccamenti prestano servizio. È con questo assetto che il corpo del treno partecipa alla campagna nell' Italia Centrale e Meridionale (Il settembre 1860 - 12 febbraio 1861). Fanno parte del IV corpo (25000 uomini) 3 compagnie treno (ridotte), per un totale di 352 uomini e 474 cavalli (il totale dei cavalli nel corpo è però 3910). Del V corpo (13000 uomini) fa parte una sola compagnia treno, con 142 uomini e 163 cavalli (su un totale di 1761). I parchi divisionali, la fanteria, l'artiglieria e il genio, hanno, perciò, propri mezzi di trasporto, conteggiati a parte. Come previsto dalle norme del 3 agosto, fa parte del quartier generale del IV corpo, il più numeroso, un maggiore comandante del treno, mentre tali funzioni sono svolte presso il V corpo da un capitano. Non risultano, nella campagna, inconvenienti provocati dalle cattive prestazioni del treno, nonostante le marce forzate in zone montuose che, oltre alle scarpe, logorano i finimenti e i carri, non adatti a tali zone' 2 , e nonostante la già citata carenza di mezzi di trasporto per i parchi del genio.
9
ivi, p. 34 I.
10
ivi, pp. 963 - 965.
11
ivi, pp . 863 - 864.
12
A. VK ìEVANO, La campagna delle Marche e dell'Umbria, (Cit), p . 391.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO -
VOL. I
Un breve cenno meritano, per completare il quadro dell'anno 1860, due provvedimenti relativi al materiale. Con Nota n. 6 del 14 gennaio 1860 13 è adottato un nuovo modello di carretta da battaglione scoperta, per il trasporto di casse e altri materiali che male si adattano a quelle coperte già in uso. Delle 5 carrette in dotazione a ogni battaglione, 2 dovranno essere scoperte e 3 coperte. Con Nota n. 79 dell'8 maggio 186014, al treno d'armata è assegnata una dotazione permanente di fucine da campagna, per un totale di 60, di cui 8 per l'uso da part~ del corpo negli alloggiamenti e le altre distribuite tra parchi d'artiglieria, Stati Maggiori, sussistenza, ambulanze delle divisioni, ecc .. All'evidente scopo di assicurarne meglio la comandabilità, il corpo del treno con R.D. del 24 gennaio 1861 15 è ripartito in 3 reggimenti, con sedi a Torino, Bologna e Napoli. Il Ministero è inoltre, come sempre, autorizzato ad aumentare il numero delle compagnie, se le esigenze del servizio lo rendessero necessario. Ciascun reggimento si articola su uno Stato Maggiore, 8 compagnie, 1 compagnia deposito, per un totale di 252 ufficiali e 8988 sottufficiali e soldati, con 11340 cavalli, 24 compagnie treno e 3 di deposito. Dello Stato Maggiore del reggimento fanno parte 3 maggiori dei quali uno, incaricato dell'amministrazione del corpo, funge da relatore e gli altri due sono ciascuno addetto a un Gran Comando (cioè, a un Comando di corpo d'armata). L'unica disposizione di carettere normativo sui trasporti nel 1861 riguarda il Servizio generale dei trasporti militari, per il quale si rimanda alle norme precedenti (regolamento del 21 marzo 1855 sul "Capitolato pcll ' impresa del servizio generale dei T rasporti militari" l 6 • Si fanno, comunque, talune interessanti raccomandazioni, che consentono di avere una visione dei principali inconvenienti che si erano verificati. Si raccomanda di segnare sulla lettera di vettura i ritardi, e di non opporvi mai la prescritta ricevuta, se prima l'impresa non ha pagato per eventuali danni o mancanza di oggetti. Per rendere più agevoli pratiche del genere, è necessario indicare il peso dei colli nelle lettere di vettura. Quando all'arrivo i colli vengono aperti, deve esser~ sempre presente un incaricato dell'impresa, e questo deve risultare dai verbali. Un altro inconveniente è provocato da un fatto strano:
13
G.M. 1860, parte I, p. 53.
14
ivi. p. 470.
15
G.M. 1861 , parte Il, Suppi. n. 4, pp. 69 - 72.
16
ivi, Suppi.
11.
11.
XVII · SERVIZI TRASPORTI E AMMJNJSTKAZJO NE (1859-1861 )
743
si è in addietro più volte, ed in questi ultimi tempi specialmente verificato il caso, che all'arrivo a destinazione di un certo numero di colli contenenti effetti di militare corredo, mentre non si potè riscontrare in essi la bcnchè minima alterazione, ed anzi si riconobbe che il peso loro coincideva perfettamente con quello indicato nelle lettere di vettura, venne da altra parte constata la mancanza nei medesimi di una quantità negli effetti stessi che avrebbe dovuto, secondo la descrizione, esservi contenuti .
In questi casi non è possibile elevare alcun addebito alla impresa, e si deve necessariamente ritenere che vi è stato un errore nella confezione dei colli. Pertanto, ad evitare che ne venga ritenuto responsabile l'ufficio mittente, si raccomanda che questa venga fatta con la massima diligenza.
Aspetti particolari dell'impiego delle ferrovie. Le ferrovie rivestono un ruolo di grande rilievo nella campagna contro l' Austria; rilievo molto minore hanno nella successiva campagna del 1860 - 1861, in quanto le direttrici dei due corpi d'armata operanti non sono ancora servite da ferrovie. Ad esempio, quando si deve costituire e alimentare il parco d'assedio a Gaeta i materiali d'artiglieria più pesanti affluiscono a Genova e vengono spediti via mare a Gaeta, con le modalità indicate su apposita nota del J 7 dicembre I 86017 • In rapida sintesi, il sistema ferroviario piemontese all' inizio della campagna del 1859 era costituito dalle seguenti linee principali: 18 Torino - Asti - Alessandria - Genova, a doppio binario, con le più importanti diramazioni da AJcssandria ad Arona (per Mortara - Novara) e da Stradella per Tortona - Voghera (la ferrovia Stradella - Piacenza - Parma - Brescia era ancora in costruzione, e il tratto Stradella - Piacenza fu aperto il 19 gennaio 1860); Torino - Cuneo; Torino - Novara (per Vercelli), con diramazione da Vercelli a Casale, da Chivasso a Ivrea, da Novara per Boffalora (la linea prosegue da Vercelli fino a Milano e Brescia); ferrovia Vittorio Emanuele (Aix - Modane), con in costruzione la ferrovia da Modane a Bardonecchia e Susa, attraverso la galleria delle Alpi. Nel gennaio 1859, il maggiore Govone aveva fatto uno studio intorno alle possibilità di trasporti militari sulle ferrovie piemontesi, e ne aveva concluso che
17
G.M. 1860, parte II, Suppi. n. 8 Bis, pp . 16 - 20.
18
COMANDO DEL CORPO DI SM, la campagna del 1859... (Cit), Voi. I Narrazione, pp. 135 - 137 t: Vul. Il Narraz ione, pp. 388 - 389.
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LA LOGl~'TICA DELL' ESERCITO - VOL. I
il materiale ferroviario del governo, aumentato da quello delle società, abbondava per eseguire contemporaneamenle da Genova o da Torino fino ad Alessandria, senza interruzione per 24 ore e per più giorni, trasporti di uomini , di cavalli o di carri : potevano parlire 24 convogli nelle 24 ore da cadauna delle suddette stazioni ed anche in I / 4 di più [...] La società Vittorio E manuele possedeva maggiore materiali assai di quanto potesse essere utilizzato pel trasporto della truppa che si rileneva potesse affluire a Susa, d estinata a Torino" .
Il materiale rotabile disponibile erà costituito da: 20 636 vagoni per personale, di capienza peraltro difforme (44 da 24 uomini; 73 da 30; 513 da 40; 6 da 120); 845 vagoni per 40 uomini o 7 cavalli; 43 vagoni per cavalli (IO per 4 cavalli, gli altri per 3); 1043 carri merci, capaci di trasportare ciascuno da 1 a 3 vetture, a seconda del tipo di vettura e a seconda che la vettura sia oppure no smontata. In totale, una capacità di trasporto contemporaneo di circa 58.000 uomini senza cavalli, oppure di circa 24000 uomini con 6000 cavalli, cifra dati i tempi di tutto rispetto. Le linee ferroviarie erano gestite in parte dallo Stato (Ministero dei Lavori Pubblici) e in parte da società private (Società di Cuneo, Società di Stradella, Società Vittorio Emanuele ...) La differente proprietà delle linee, specie per i trasporti di militari isolati o di piccoli drappelli, causa non pochi inconvenjenti particolarmente nel 1860 e nel 1861, quando si aggiungono le ferrovie dell'Italia Centrale e Meridionale. Ciò avviene soprattutto quando si tratta di compilare a cura dei corpi le richieste di trasporto che danno diritto a riduzioni per i militari che viaggiano isolati o in drappello. Sul Giornale Militare del 1859 al 1861, un hmgo carteggio concerne richiami a un'esatta compilazione delle richieste stesse, e soprattutto lamentele di vario ordine delle società ferroviarie. Per semplificare la contabilità e agevolare il personale, nel 1859 si decide di compilare una sola richiesta valida per ferrovie gestite da diverse società, ma nel 1861 , visto che il sistema provaca incertezze e ritardi nei conti delle società, si decide di ritornare all'antico; varia anche di frequente la gestione delle ferrovie, con tendenza dello Stato ad allargare il suo controllo diretto su questo settore ormai vitale ai fini militari.
19
ivi, Voi. I Narrazione, p. 137.
20
ivi, Voi. I Documenti, p. 172.
XVII - SERVIZI TRASPORTI E AMMINISTRAZ IONE (1859- 1861)
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Le ferrovie sono soprattutte impiegate per tre esigenze strategiche, che fortunatamente si erano manifestate in tempi successivi : I a fase (radunata): per l'afnusso delle forze francesi sbarcate a Genova nella zona di Alessandria, e per il concentramento della massa delle forze piemontesi nella zona di Alessandria - Casale; 2a fase: per lo spostamento dei franco - piemontesi da tale iniziale zona di radunata, sulla destra del Po, a nord nella zona di Vercelli, a seguito dei mutamenti nella direttrice offensiva; 38 fase: per alimentare dal punto di vista tattico e logistico le forze franco - piemontesi che avanzano sulla direttrice Torino - Vercelli - Novara - Milano - Brescia- Peschiera, procedendo inoltre allo sgombero dei feriti e ammalati. Dallo studio delle varie operazioni emerge che più ancora dei piemontesi è l'esercito francese a servirsi della strada ferrata. Per la radunata l'Imperatore aveva fatto spedire a Genova 200 vagoni, ma non essendo questi sufficienti , il governo sardo fornisce tutto il materiale rotabile che gli è possibile raccogliere. Nella seconda fase (spostamento da sud verso nord della massa delle forze) viene trasportata per ferrovia la fanteria dell'intero III corpo francese, e di un reggimento della guardia imperiale. Nella terza fase, particolare rilievo assumono lo spostamento dei materiali ed i rifornimenti per le truppe francesi, che impediscono spesso ai piemontesi di servirsi della linea. Le difficoltà che si presentano per la piena utilizzazione della ferrovia Vercelli - Milano - Brescia sono rilevanti, a causa delle molteplici interruzioni messe in opera dagli Austriaci in ritirata in corrispondenza dei numerosi fiumi . Le prime difficoltà si fanno sentire appena passata la Sesia, per l'interruzione del ponte in corrispondenza di Vercelli, ben presto sostituito con un ponte di barche. Sono interrotti anche i ponti sul Ticino a S. Martino e il ponte sulla Muzza - Adda a Cassano. li ponte sul Ticino è riattato il 18 giugno , e fino a questo giorno il transito si arresta a Novara. Dopo il 18 giugno, l'esercizio della linea è prolungato fino a Cassano d' Adda. I francesi sono così in grado di impiantare un nuovo grande magazzino a Milano, e di farvi afnuire tramite la ferrovia i rifornimenti dalla base logistica principale di Genova e da quella secondaria di Susa. Il ponte sull' Adda viene riattato solo il 28 Giugno, ma fin dal 20 giugno si era potuto riattivare il servizio sulla tratta Treviglio - Brescia , superando la soluzione di continuità fra Cassano e Treviglio per mezzo di carri che passano l'Adda su un ponte di barche. Il 3 luglio, riattato anche il ponte di S. Marco sul Chiese, la ferrovia può finalmente entrare in esercizio fino a tergo delle truppe, e solo allora essa rimane a completa disposizione <ldl'annala sai-da, incaricala dell' assedio di P~iliera. 11 traffico rimane però
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ostacolato dal mancato allacciamento tra le stazioni milanesi di Porta Nuova e Porta Tosa, ancora in costruzione, che impone onerosi trasbordi con conseguente diminuzione della potenzialità complessiva della linea. Dopo l'occupazione di Piacenza il 22 giugno, i francesi organizzano anche l' altra linea di rifornimento sussidiaria con un servizio di barconi sul Po, da Port' Albero, vicino a Stradella, a Cremona: così i rifornimenti giungono da Genova a Stradella per ferrovia e di lì per via fluviale fino a Cremona, da dove con carri e cavalli requisiti affluiscono all'armala. Ma nonostante questa possibilità alternativa le ferrovie (e in particolare quella Vercelli - Milano) sono in gran parte utilizzate dai francesi, con conseguente aumento delle difficoltà per l'Intendenza piemontese, difficoltà in buona parte prevedibili, visto che l'armata francese, le cui basi di rifornimento erano di gran lunga le più lontane, a lume di logica doveva legittimamente avere la priorità nell'utilizzazione di questo nuovo e sempre più redditizio mezzo di trasporlo, che sarebbe stato già tale da rimediare in gran parte alla deficienza di mezzi di trasporto a traino animale. Un dato irreversibile dal 1859 in poi è, comunque, che da allora il problema dei trasporti non si riduce più solo al traino animale (quindi alla consueta organizzazione del treno militare, con l'ausilio di imprese civili e di mezzi precettali) ma deve tener conto della necessità di utilizzare al massimo. e in modo razionale, le ferrovie, la cui importanza cresce di anno in anno. Nè va trascurato che, da a llora, la ferrovia inizia ad essere vista come unico rimedio per evitare il proliferare del carreggio e il conseguente a umento eccessivo delle colonne, che provoca il tem uto appesantimento dei reparti. Esigenze a loro volta legate alla progressiva "industrializzazione" degli eserciti, ta le da mettere gli Stati Maggiori, e gli ordinatori, di fron te all'alternativa tra reparti leggeri ma con rifornimenti meno tempestivi, oppure, al contrario, reparti con larga autonomia tattica e logistica ma più pesanti. Solo agli inizi del secolo XX il trasporto automobilistico avrebbe consentito di risolvere questo dilemma: intanto già per la guerra del 1859 emergono (come si è visto) discordi pareri circa la convenienza o meno di appesantire le batterie con troppi carri munizioni, e le relazioni pur unanimamente accennando alla carenza di mezzi di trasporto non di rado mettono in rilievo anche la poca convenienza di appesantire le unità con troppi carri e quadrupedi. Ad esempio il Capo di Stato Maggiore della 2a divisione, maggiore Pictet, nella sua relazione segnala che il numero dei carri destinati al trasporto dei viveri della divisione non era sufficiente, e che ad ogni spostamento era necessario ricorrere a carri precettati , oltre a quelli del parco viveri di riserva, già trasportati con 16 carri del treno borghese :
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ma con tutto ciò non si giudica conveniente l'aumento dei carri del treno d 'armata, avuto riguardo al grande inciampo che un maggior numero di essi arrecherebbe negli accampamenti 2 1•
Il maggiore Pictet non indica la possibile soluzione; ma la chiave per risolvere in maniera soddisfacente il dilemma era una e una sola, ed era rappresentata da quel trasporto strategico tramite la ferrovia, al quale l'armata francese, ancor più di quella piemontese, doveva già nella campagna del 59 la sua capacità di operare e combattere, nonostante la deficienza di mezzi a traino animale_
li Servizio di amminisJrazione. È disciplinato dal Regolamento per l'amministrazione e contabilità delle trup-
pe in campagna in data l aprile 185922 , che come sempre non abroga del tutto il regolamento del 1840, bensì ne conserva tutti gli istituti fondamentali (a cominciare dal consiglio di amministrazione), largamente rifacendosi a ll'esperienza della campagna di Crimea, per la quale aveva dato tutto sommato buona prova il precedente regolamento in data 26 marzo 1855 (vds. capitolo Xl). Il nuovo regolamento risulta così nella sostanza analogo al precedente del 26 ma rzo 1855, al quale rimandiamo. In particolare esso ribadisce che: I . la truppa in campagna è considerata, in quanto ali' Amministrazione e contabilità, quale distaccamento. 2. L'amministrazione è concentrala nel Comandante di Reggimento o corpo 3 ..... ...... .......... . .. ..... . ...... .............. ......•....... ............... .•..•. •••. ....
4 . I Comandanti di reggimento o corpo rendono i conti al rispettivo Consiglio di Amministrazione. Quando però una parte di Reggimento o Corpo trovasi solo temporaneamente disgiunta dal medesimo, il Comandante di essa rende invece i suoi conti al Comandante del corpo da cui fu digiunta.
Le figure centrali dell'amministrazione del corpo rimangono il maggiore d'ispezione di contabilità, in turno mensile, che è l'organo ispettivo e di controllo per conto del colonnello, e l' ufficiale di amministrazione del reggimento, colui che tiene materialmente i conti e la cassa. Nel battaglione l' ufficiale di amministrazione è l'aiutante maggiore in 2a, o altro ufficiale nominato dal comandante; nei distaccamenti, lo stesso comandante.
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i vi, Voi. li Documenti, p. 104 1.
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
I registri da tenere al livello di corpo distaccato dal deposito (giornale di cassa, registro dei buoni numerici, registro di magazzino per arredi, armi, buffetterie, ecc.) aumentano del registro per gli oggelli da campo, da cucina ecc., ricevuti dall'Intendenza generale d' armata e distribuiti alle compagnie. I documenti che devono tenere le compagnie (dei quali è come sempre responsabile il comandante) rimangono invariati : il ruolo tascabile, la cui suddivisione in colonne è analoga, ormai, a quella attuale, e il giornale m ensile di contabilità di compagnia. Rimane confermata l'importanza dei libretti di deconto individuali, che devono essere sempre portati al seguito dal soldato (per essi, come si è visto, c'è un' apposito sito nello zaino di nuovo modello) e costantemente aggiornati a cura dei comandanti di compagnia o distaccamento. Le variazioni relative alla posizione del personale sono man mano annotate sia sul giornale di contabilità della compagnia, sia sul ruolino tascabile. Tanto sul ruolino tascabile che nel giornale di contabilità sono riportati anche i movimenti collettivi della compagnia, l'inizio c il termine della somministrazione dei viveri di campagna e di qualunque distribuzione e assegnazione straordinaria, nonchè i mutamenti nella composizione della razione v1ven. Giornalmente le compagnie trasmettono all'aiutante maggiore in 1 • un rapporto con le variazioni. L' aiutante maggiore compila a sua volta un rapporto riassuntivo per il Comando reggimento, e lo stato delle variazioni di tutto il corpo, dal quale deve risultare la forza presente. Copia dei predetti documenti è giornalmente trasmessa, per la vidimazione, all'ufficio d' Intendenza della divisione, che a sua volta li trasmette ogni 5 giorni ali' Intendenza d'armata. La resa dei conti da parte delle compagnie avviene direttamente al consiglio di amministrazione presso il deposito, attraverso l'inoltro della seguente documentazione: ogni cinque giorni: rapporti giornalieri , fogli di prestito, buoni viveri e foraggio, buoni delle riparazioni e quietanze dei pagamenti; ogni quindici giorni: fogli paga degli ufficiali e stati nominativi delle distribuzioni degli oggetti corredo; nei cinque giorni successivi alla scadenza del mese: rendiconto di cassa e giornali mensili di contabilità. Il consiglio di amministrazione controlla i predetti documenti e li fa trascrivere sul giornale generale categorico. In caso di errori, provvede per le opportune rettifiche, inserendole nella contabilità dei mesi successivi. Successivamente, dopo aver dato corso (desumendole dai documenti stessi) alle eventuali operazioni di propria competenza, consegna tutto il carteggio
XVII - SERVIZI TRASPORTI E AMM INISTRAZJONE (1859-1861)
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agli ufficiali incaricati della " tenuta e sistemazione" della contabilità delle compagnie presso il deposito, che sono coadiuvati da sottufficiali. Ogni trimestre il consiglio dispone che venga chiusa la contabilità (fogli nominativi delle competenze, fogli di decanto situazioni varie). A tal fine, il relatore del consiglio deve tenere uno specchio delle carte che devono giungere periodicamente dalle truppe in campagna, in modo da poterle sollecitare quando occorre. Nel caso che le carte nonostante le sollecitazioni non pervengano, il relatore è tenuto a informarne direttamente il Ministero. I reggimenti attivi staccati dal deposito e i corpi trasmettono ogni mese all'Intendenza generale d' armata i registri chiusi, previsti al loro livello . A sua volta l' Intendenza generale d'armala spedisce a l Ministero, nei primi giorni di ogni mese, la seguente copiosa documentazione, relativa al mese scaduto: a) stati delle variazioni e documenti relativi; b) nota separata per corpo delle somme corrisposte; c) riepilogo separato per corpo dei buoni degli oggetti corredo distribuiti; d) copia dei registri chiusi, tenuti a l livello di reggimento e corpo attivo; e) verbali delle verifiche di cassa; I) nota degli individui ai quali sono stati addebitati oggetti deteriorati; g) situazione oggetti e viveri distribuiti agli addetti ai quartier generali. I documenti di cui alla lettera b), c), d), t) , g) sono dal Ministero com un icati a i consigli di amministrazione presso il deposito, che fatti gli opportuni confronti con quelli ricevuti direttamente dai corpi attivi, li rimandano allo stesso Ministero, accompagnati, se necessario, daJle osservazioni del caso. Gli stati delle variazioni di cui alla lettera a) sono trasmessi dal Ministero agli uffici dell'Intendenza militare ove risiedono i depositi, che li registrano sui ruoli annuali . Dopo tale o perazione, vengono comunicati ai consigli di amministrazione interessati perchè li possano con frontare con le variazioni trascritte sul r egistro generale del.le variazioni. Appare evidente che, con un siffatto sistema contabile basato su continue trasmissioni e ritrasmissioni delle carte delle compagnie tra corpi attivi e deposito rispettivo, fino al Ministero e Intendenza generale e viceversa, l'intento di snellire e semplificare le operazioni viene raggiunto solo in parte, anche per il preesistente accentramento nel Ministero - e su scala minore nello stesso corpo - di tutte le responsabilità. L ' Intendenza generale d'armata non è che un passacarte abbastanza superfluo, nè può essere altrimenti visto l'elevato numero dei corpi attivi che compongono l'a rmata. Nessun autonomo potere decisionale e discrezionale in merito alla resa dei conti è conferito alla stessa Intendenza generale, mentre gli anelli intermedi (brigata - divisione - corpo d'armala) non hanno, di fatto, alcuna rilevanza. In questa sit uazione, il sistema dei con-
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
trolli multipli e incrociati, in senso ascendente e discendente che forse ha consigliato il dualismo corpi - depositi e la suddivisione in tanti organi delle responsabilità di trasmissione dei documenti, non può rivelarsi molto efficace e soprattutto la puntualità dell'inoltro della documentazione è assai difficile da raggiungere. Basta, infatti, un ritardo magari giustificato da parte dei reparti attivi, dei depositi o degli uffici d' Intendenza intermedi, oppure la mancanza di qualcuno dei numerosi documenti da trasmettere contemporaneamente fino al Ministero, per far crollare tutto il castello. Nonostante questi limiti, il nuovo regolamento si rivela se non altro abbastanza chiaro, e non dà luogo a problemi di interpretazione: le pur numerose disposizioni a carattere amministrativo - contabile dal 1859 al 1861 rimangono, pertanto, ristrette alle norme per il trattamento economico del personale, alle modalità per le ispezioni e le veri fiche contabili previste, e a tutti i problemi di dettaglio, legati ad esigenze contingenti, che attengono al funzionamento di una branca la cui base organizzative al livello di corpo rimangono largamente immutate, specie rispetto alla campagna di Crimea. Nu merosi e assai interessanti i provvedimenti per il trattamento economico del personale, che è inizialmente disciplinato per la guerra con il R.D. 24 aprile 1859 Competenze di campagna p er le truppe, per gli ufficiali del corpo d 'In tendenza militare, e altri impiegati addetti all'armata2 3, il quale, con decorrenza 27 aprile, prevede (solo per ufficiali e impiegati): a) una gratifica d'entrata in campagna, che va, per i militari, da un massimo di 6000 lire per il generale d'armata o corpo d'armata, alle 300 lire per il sottotenente delle Armi a piedi (il trattamento degli ufficiali delle Armi a cavallo è più favorevole). Gli impiegati vengono mantenuti a un profilo più basso (dalle 3000 lire dell'Intendente generale alle 300 lire del commesso applicato o scrivano; per il medico di battaglione aggiunto, 400 lire); b) un soprassoldo giornaliero di campagna, sia in contanti che in razioni viveri e foraggio (delle razioni viveri, uguali per tutti, una sola viene prelevata in natura, e per tutte le altre è corrisposto il controvalore in contanti di centesimi 70). Un colonnello di fanteria ha diritto a L. 3 di soprassoldo di campagna, 3 razioni viveri e 3 foraggi. Un sottotenente di fanteria, a L. 1 di soprassoldo e a 2 razioni viveri. Per sottufficiali e truppa, è previsto un soprassoldo giornaliero di L. 1 solo quando prestano servizio presso i Comandi (da divisione in su); c) indennità di rappresentanza, solo per ufficiali generali, comandanti di corpo, comandanti superiori e comandanti locali delle varie Armi;
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ivi, Suppi. n. 7.
XV II - SERVIZI TRASPORTI E AMMINISTRAZIONE (1 859-1861)
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d) e)
indennità di primo corredo per i sottufficiali promossi ufficiali; indennità per perdita di cavalli ed effetti persona li . Dal 1 settembre 1859, con circolare del 27 agosto, sono abolite le gratifiche di entrata in campagna e le indennità di primo corredo24• Diversamente dalla truppa, gli ufficiali ammalati o feriti che non siano ricoverati negli ospedali militari "e si facciano curare in case particolari", durante la cura continuano a godere delle paghe e competenze di campagna ad eccezione delle razioni viveri 25 e per tutta la durata della guerra contro l'Austria, con apposito R.D. del 28 maggio 1859 i militari di qualunque grado e gli impiegati sono esentati dal pagamento dell'imposta personale26 • I vantaggi di campagna stabiliti con il citato decreto del 24 aprile sono definitivamente e totalmente eliminati con R.D. del 21 dicembre 185927, che entra in vigore dal 1 gennaio 1860, e "in dipendenza della promulgazione del trattato di pace" sostituisce le competenze di campagna abolite con un soprassoldo per i soli appartenenti alle brigate e divisioni attive (una sorta di indennità operativa), variabile da 20 a 1 lira giornaliera per gli ufficiali, e da 8 a 2 lire per gli impiegati. È anche mantenuta un'indennità di rappresentanza che per il colonnello di fanteria è piuttosto cospicua (L. 600), e questa volta almeno superiore a quella del colonnello di cavalleria (L. 450). La tabella annessa al precedente decreto è abrogata con il nuovo R.D. del 15 Marzo 186026, che stabilisce un soprassoldo di accantonamento e una indennità di rappresentanza per ufficiali e impiegati, applicabili alle truppe che siano considerate mobilizzate; a quelle che dalle Province dell'Emilia e della Toscana vengano nelle provincie degli antichi Stati; ed indistintamente a tulli i militari e impiegati che siano nella provincia dell'Emilia [ ... l Ognora che gli ufficiali e impiegati annessi a godere del soprassoldo fissato da questo Decreto, venissero a godere dei vantaggi di campagna, <lovrà loro cessar~ <lallu stesso giorno il soprassoì<lu <l'a..:canlo· namento.
Infine, con R.D. del 15 marzo 186029 le paghe sono aumentate, ma al tem po stesso viene abolita l'indennità di alloggio e mobili, istituita con il già citato R.D. del 15 ottobre 1860. Questa volta si riscontra "la conve-
24
G.M. 1859, parte I , p. 618.
25
ivi, p . 582. ivi, p. 442. ivi, pp . 841 · 844. G.M. 1860, parte l , pp. 265 - 270. ivi, pp. 271 · 296.
26 27 28 29
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LA LOGISTICA DELL'ESERC ITO - VOI.. I
nienza di surrogare alla detta indennità un proporzionato aumento della paghe"; viene però mantenuta l' indenni tà di rappresentanza, che si trasforma in indennità per spese di rappresentanza e di cancelleria. Al decreto sono allegate apposite tabelle stipendio (ben 25). Le paghe annue variano non solo in proporzione al grado (sono previsti capitani e tenenti di 1a e 2a classe), ma a seconda dell'appartenenza o meno allo Stato Maggiore, e distintamente per Arma o Servizio (ciò vale anche per gli impiegati, per i quali entrano in vigore tabelle distinte a seconda che si tratti di Intendenza, personale sanitario, personale contabile di artiglieria, genio, sussistenza, amministrazione della guerra e persino dell'Ufficio del quartier mastro d'armata). Un generale d'armata percepisce L. 15.000 annue; un maggior generale, 9.000; un colonnello di Stato Maggiore o di cavalleria, 7200 (6600 o se di fanteria, dei bersaglieri o dei Carabinieri, 7000 se di artiglieria o del genio .... ) .. Al capitano di Stato maggiore o di cavalleria o dei Carabinieri, di 1 • classe competono L. 3.400, che scendono a 2.800 se di fanteria o bersaglieri, e a 3 .100 se di artiglieria o del geni o. Il sottotenente percepisce L. 1.600 se di fanteria, bersaglieri o Carabinieri, L. 1.700 se di artiglieria o genio, L. 1.800 se di cavalleria. In sostanza, a l vertice delle paghe si collocano la cavalleria e lo Slalo Maggiore, e all'ultimo gradino, costantemente e in tutti i gradi, fanteria e bersaglieri. Con la fanteria sono allineati gli u fficiali del corpo di amministrazione, mentre per gli ufficiali con cariche speciali dei corpi (cioè: capitano relatore, aiutan te maggiore direttore dei conti , ufficiali d'amministrazione, di massa o di matricola) sono previsti soprassoldi che variano dalle 600 lire (per il subalterno direttore dei conti) alle 150 dell'ufficiali di amministrazione, di massa e di matricola; per motivi che è difficile capire, però i! capitano relatore, che pure ha le sue responsabilità, viene pagato come un normale capitano di fan teria , senza alcun soprassoldo . La differenza tra le paghe delle varie Armi è dovuta solo in parte alle maggiori spese che sono richieste all'ufficiale delle Armi a cavallo: gli ufficiali di artiglieria e genio infatti percepiscono meno di quelli di cavalleria, e quelli del treno hanno paghe allineale con quelle dell'artiglieria. Va ancora notato che il personale dello Stato Maggiore delle piazze (cioè, qualcosa di simile ai Quadri degli attuali organi territoriali) percepisce meno degli altri; un colonnello 5.800 lire, un capitano di 1 a classe 2600, un sottotenente 1550 .... Gli stipendi degli impiegati dell' Intendenza vanno dalle 6.000 lire (meno di un colonnello di fanteria) per l'Intendente di 1 a classe, fino alle 800 - 1600 di un sotlocommissario di guerra locale. I medici, dalle 7.000 del presidente del consiglio di sanità alle 1. 700 del medico di battaglione aggiunto.
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SERVIZI TRASPORTI P. AMMINISTRAZ IONE (1859-1861)
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Molto peggio pagati sono i veterinari (L. 1600 per l'Ispettore aggiunto di veterinaria o il veterinario in 1•; L. 1.200 per il veterinario in 2 a). Varia no di poco, tra di loro, le paghe del personale contabile d'artiglieria, del genio, .delle sussistenze o della Amministrazione centrale; L. 3.500 per il grado più alto, L. 1000 - 1200 per il grado più basso. Grati fiche di entrata in campagna e facilitazioni varie, sovente ristrette ai soli ufficiali, più che riconoscimento di discutibili privilegi vanno anche considerate sotto il profilo delle varie necessità alle quali doveva far fronte in proprio l'ufficiale prima dell'entrata in campagna e durante la campagna, a cominciare dall'armamento, dal vestiario e dall'equipaggiamento (con o senza cavallo), che erano interamente a suo carico e che comportavano una spesa cospicua, dati anche gli orpelli e ornamenti vari all'epoca prescritti per l'uniforme. Serviva in particolare a questo la gratifica di entrata in campagna, tant'è che nel 1860, con R.D . del 19 settembre30 si stabilisce che la gratifica di entrata in campagna deve essere pagata una sola volla, 4ualunque sia la durata della guerra ed il numero delle campagne, nè viene pagata di nuovo se la guerra cessa (e poi viene ripresa) nel termine di 12 mesi. Il R_D. è motivato proprio con la constatazione che l'ufficiale, il quale nel periodo di dodici mesi ritorna sul piede di guerra, non ha certamente d' u opo di rifornirsi nuovamente delle cose necessarie per fare una campagna per la quale ha già ricevuta la relativa gratificazione_
Un altro importante provvedimento - anch 'esso segno dell' impo rta nza assunta dalle operazioni di matricola - è quello adottato con Nota n . 77 in data 15 ottobre 1859, che trasmette ai corpi le "Formole d' assenti e di variai:ioni 111alriculari" 3! : in praiica, ii primo vero e organico regoiamento sulla matricola, la cui compilazione su nuove basi è così motivata: la legge organica sul recl uta mento 1---l stabilì condizioni di servizio per sottu fficiali, caporali e soldati non prima esistenti, quindi ne derivò la necessità di nuove formu le di assento e di variazioni matricolari . Nello scopo pertanto di ripar are dall'una parte all 'attuale insufficienza su questo punto; e dall'altra di presentare riunite tutte le ridette formole e variazioni, si è compilato il quadro che va am1esso alla presente affinchè valga di norma fi ssa ai corpi per la tenuta dei ruoli rnaLricolari.
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ivi, pp. 1069 - 1070_
31
0.M . 1859, parLe Il, Suppi. n. 11.
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LA LOG ISTI CA DELL'ESERCITO -
VOL. I
Abrogando nonne settoriali preesistenti, il regolamento, preceduto da un chiaro indice, fissa le nuove fo rmule per trascrivere a matricola in maniera uniforme tutte le variazioni relati ve al personale, disponendone l' introduzione guaduale per i nuovi arruolati. Specie nel 1860, i repentini passaggi dei reggimenti dallo stato di guerra allo stato di pace e viceversa provocano una certa confusione in un sistema contabile che differenzia troppo nettamente lo stato di guerra e lo stato di pace, e inoltre mal riesce a conciliare·1e attribuzioni amministrative dell'Intendente generale dell'armata in campagna, che diventa spesso il tramite tra corpi e Ministero, e quelle del Ministero stesso, al quale in tempo di pace i corpi facevano rettamente capo, senza intermediari, con un cordone ombelicale che in guerra non si interrompeva ma i del tutto. Si verificano inoltre, in dipendenza degli eventi bellici e dei movimenti, sensibili ritardi nella trasmissione al Ministero da parte dei funzionari d'Intendenza dei fogli nominativi delle competenze dei corpi, dopo averli sottoposti alle prescritte verifiche contabili. Il Ministero con Nota n. 88 del 14 novembre 185932 raccomanda che non solo detti documenti siano scrupolosamente controllati, ma che i controlli non vanno protralli come invece è avvenuto, visto che pochissimi uffici d'Intendenza militare avevano fino a quel momento fatto pervenire (e si era in novembre) solo i fogli nominativi delle competenze del 1 ° trimestre dell'anno. I fogli di competenze - osserva il Ministero - sono "il perno principale, su cui è poggiata la contabilità dei corpi", e ritardandone la veri fica ci si preclude la possibilità sia di chiedere in tempo utile chiarimenti, sia di impedire per tempo che gli errori nelle variazioni si ripetano, e cessino le eventuali competenze indebitamente corrisposte. Tra le righe della Nota ricompare lo spettro dei disservizi del 1848 -1849: per quanto un simile ritardo possa, fino ad un certo punto , trovare la sua giustificazione nell'incremento che vanno prendendo in tempo di guerra le attribuzioni del funzionario militare, nelle freq uenti traslocazioni, e nella diminuzione presso i vari uffici dell'ordinario personale, di cui una parte fu chiamalo ad altre incombenze presso l'armata in campagna; tuttavia non può questo Ministero permettere che il simile ritardo venga più oltre protratto, mentre in tal caso si andrebbe incontro agli innumerevoli inconvenienti che si ebbero a lamentare dopo le campagn e del 1848 - 1849.
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G.M. 1859, parte I, pp. 75J - 754 .
XVII - SERVIZI TRASPORTI E AMMIN ISTRAZ IONE (1 859-1861)
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Il Ministero, pertanto, chiede a ciascun funzionario un documento da cui risultino, con dichiarazione firmata dai funzionari responsabili, la situazione della contabilità, e l'epoca approssimativa in cui potrà essere ul. timata. Alla confusione creata sia dalle esigenze operative sia dalla presenza contemporanea di reggimenti e corpi di vecchia e nuova formazione, (oltre che dell'armata attiva accanto all'organizzazione territoriale), si cerca di porre riparo con circolare del 27 febbraio 186033 ai comandanti di corpi e depositi e all'Intendenza. Reggimenti di fanteria e reparti dell'artiglieria e del genio, siano essi di vecchia o di nuova formazione, devono tenere tutti la contabilità "sul piede di campagna", a decorrere dal prossimo 1 aprile 1860. Peraltro, diversamente da quanto stabilito dal regolamento del I aprile 1859, gli acconti alla truppa, per i reparti non direttamente amministrati dall'Intendenza generale d 'armata, dovranno essere richiesti ogni quindici giorni al Ministero, così come previsto per il tempo di pace. 1 distaccamenti non amministrati direttamente dell'Intendenza generale d'armata continueranno a ricevere gli acconti necessari dai rispettivi consigli di amministrazione. La contabilità del I trimestre sarà chiusa dalle compagnie, mentre per i trimestri successivi sarà tenuta dagli ufficiali addetti dei depositi. Gli stati delle variazioni con i relativi documenti dovranno essere trasmessi giornalmente agli uffici d'Intendenza, i quali a loro volta li spediranno agli uffici d'Intendenza militare dove è di stanza il deposito, quando questi è disgiunto dal corpo. Norme, queste, che non snelliscono e alleggeriscono affatto le operazioni contabili, le quali formano oggetto di ulteriori disposizioni di dettaglio con l'Istruzione per la tenuta ed assestamento trimestrale della Contabilità della Truppa in campagna mobilizzata, comunque disgiunta dal Deposito, che sia amministrata secondo le norme stabilite dal Regol. 1 aprile 1859 in data I maggio 186014 • Questa nuova Istruzione si ripromette di rimuovere gli ostacoli per quella regolare e tempestiva chiusura trimestrale della contabilità anche presso il deposito dei corpi che fino a quel momento non era stato possibile ottenere, ma nella sostanza non fa che ribadire, o al massimo perfezionare, norme in buona parte già note. Posto che la contabilità delle truppe in campagna o mobilizzate figura attraverso i documenti che queste trasmettono ai O
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G.M. 1860, parle I, p. 165.
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G.M. 1860, parte I , pp. 427 - 437.
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consigli di amministrazione presso il deposito, l'Istruzione dispone che gli ufficiali incaricati della contabilità presso il deposito stesso quando ricevono dal relatore del consiglio i documenti di base, devono controllare che i documenti siano completi, che non ne manchi alcuno, e che fogli di paga e prestito concordino con le variazioni giornaliere. Di tutte le lacune, omissioni, irregolarità e differenze devono prendere nota in un apposito specchio, da consegnare alla fine di ogni mese, o anche di volta in volta, al consiglio di amministrazione che provvede a spedirlo alle compagnie attive. I conti trimestrali non vanno chiusi se prima non sono pervenuti tutti i documenti necessari. Eventuali mancanze di documentazione sono comunicate, per i provvedimenti di competenza , al relatore del consiglio. Ma quando, malgrado le sollecitazioni, i documenti richiesti non pervengono e constringono a procrastinare oltre il tempo utile la chiusura della contabilità, gli ufficiali incaricati sono tenuti a procedere ugualmente alla chiusura stessa , tenendo conto nel trimestre successivo della documentazione mancante. L'Istruzione prescrive poi che i libri mastri tenuti dagli ufficiali incaricati presso i depositi devono essere subito aggiornati (sia per quanto concerne le variazioni della posizione degli individui, sia per quanto concerne i conti individuali di massa) ogni volta che il relatore del consiglio trasmette i documenti che gli sono pervenuti dalle compagnie attive. Alla fine di ogni trimestre, gli ufficiali incaricati devono chiudere sul libro mastro i conti individuali di tutti gli uomini della compagnia, e per mettere in grado le compagnie di chiudere a loro volta i conti sul libretto di decanto del soldato facendoli coincidere con quelli chiusi sul libro mastro, gli ufficiali incaricati devono spedire ogni trimestre ai comandanti di compagnia un estratto del foglio di deconto, accompagnato da una dimostrazione delle somme non conteggiate nel giornale di contabilità, ma comprese nel foglio di decanto. Anche per il lavoro interno del consiglio di amministrazione l'Istruzione contiene norme dettagliate, con particolare riguardo ai conteggi, sempre difficoltosi, relativi agli aggregati. In particolare l'Istruzione prescrive che il consiglio di amministrazione deve far risultare da apposito atto deliberativo gli errori, le irregolarità e le omissioni che rileva nella contabilità delle compagnie attive, indicandovi anche le rettifiche da fare, il modo di eseguirle, gli accorgimenti da adottare per eliminare i difetti ed i responsabili dei mancati introiti o delle spese non ammesse. Di tale atto deliberativo deve essere inviata copia al reparto interessato, e nell'eseguire la trascrizione dei rendiconti vanno eliminate le voci di spesa, che nell'atto deliberativo sono dichiarate inammissibili prendendo come base i documenti e non i rendiconti inesatti.
XVII - S EKVI Z I TKASPORTI E AMM INISTRAZIONE ( 1859- 1861 )
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Queste disposizioni, pur minute e circostanziate, non sembrano raggiungere lo scopo: con Nota del 3 luglio 186035 il Ministero lamenta chetaluni corpi continuano a trasmettere in ritardo al consiglio di amministrazione presso il deposito i documenti prescritti, ostacolando così la regolare e tempestiva chiusura dei conti trimestrali da parte degli ufficiali incaricati. Il Ministero pertanto, " importando di far cessare una delle precipue ragioni dei lamentati ostacoli al regolare assestamento delle contabilità trimestrali" , raccomanda ai comandanti di corpo la regolare trasmissione dei documenti ai consigli di amministrazione, rammentando altresì che l'obbligo che hanno questi ultimi di riferire direttamente al Ministero, quando le loro sollecitazioni ai reparti attivi non hanno successo (norma questa, per inciso, assai poco compatibile con la disciplina e il prestigio del comandante di corpo, che ne verrebbe completamente scavalcato) _ Agli errori , assai frequenti, nei conti di massa del soldato si vuole rimediare con la Nota in data 12 ottobre 186016, la quale constata che gli errori che accadono nei conti di massa degli individui traggono pressochè sempre origine dalla ripetuta trascrizione che or si fa di tali conti da uno ad altro libro - mastro, sia in occorrenza della rinnovazione di tal registro, sia nelle circostanze di passaggi di compagnia o di corpo. Ollracciò da tale ripetuta trascrizione dei conti di massa nasce l'inconveniente di non potersi a vere sott'occhio )'iutiero conto consecutivo di ciascun individuo.
Al posto del libro - mastro viene perta nto istituito, su apposito modello, un conto di massa per ciascun individuo, che deve contenere tutte le vicende del conto dall'arruolamento a l congedo, e deve seguire l'individuo nei passaggi di compagnia e/o di corpo. Si tratta di una specie di scheda personale, custodita presso il consiglio di amministrazione in due apposite cartelle per compagnia, della quale una contiene i conti di massa degli individui alle armi, e l'altra di quelli inviati in congedo. Dopo l' istituzione di questi nuovi conti di massa su modelli regolamentari , un'apposita Nota del successivo 12 ottobre 186037 constata che continuano a verificarsi ritardi nella chiusura dei conti di massa, provocati dal mancato invio in tempo utile da parte del consiglio di amministrazione alle compagnie degli estratti dei fogli di deconto per il loro controllo, che a loro
35
ivi, pp. 740 - 741.
36
ivi, pp. 1087 - 1093 .
37
ivi, pp. 1094 - 1095 .
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LA LOGISTI CA DELL'ESERCITO - VOI.. I
volta non sono tempestivamente trasmesse perchè non è possibile chiudere la contabilità delle compagnie. Per rompere questo circolo chiuso, la Nota dispone che invece degli estratti sia trasmessa alle compagnie da parte del consiglio di amministrazione una copia dei predetti conti di massa, sul nuovo modello che deve essere restituito dal comandante di compagnia con una dichiarazione che attesta la sua concordanza con il libretto individuale di decanto del soldato. Il servizio di cassa viene disciplinato con circolare del 30 aprile 185938 , che istituisce in Torino una cassa militare per i pagamenti alle truppe del quartier generale principale, alla 1 a e 4a divisione, a parte della divisione di cavalleria e alle truppe che si trovanò alla sinistra del Po, e in vicinanza della capitale. Tutte le richieste d'abbonconti e altri pagamenti occorrenti alle predette truppe sono dirette all'Intendenza generale d'armata, e possono essere presentate dallo stesso ufficiale delegato a firmare il mandato per quietanza e a riscuotere il denaro. I pagamenti occorrenti alle truppe delle altre divisioni che al momento occupano altre posizioni al di là del Po tra Casale e Genova, continuano per il momento ad essere eseguiti tramite le tesorerie provinciali e a cura dei rispettivi uffici d'Intendenza militare. Il 3 maggio la cassa militare si trasferisce al seguito dell'Intendenza generale da Torino ad Alessandria, e a metà maggio segue l'Intendenza in Lombardia, ove provvede ai bisogni di tutto l'esercito. Non vengono mai istituite delle casse a livello divisionale o corpo d'armata, e dopo gli ampliamenti organici del 1860, si rendono necessari specifici provvedimenti per provvedere ai pagamenti delle somme delle quali necessitano le truppe mobilizzate e i corpi - ormai sparsi in tutta Italia - che non hanno presso di sè la cassa militare, e che per ragioni di urgenza non possono essere eseguiti a seguito di regolare mandati definitivi emersi dal Ministero e preventivamente sottoposti ad esame da parte della corte dei conti. Con circolare in data I novembre 186039 , si dà pertanto facoltà all'Intendente generale d'armata di emettere direttamente mandati di pagamento sulle casse del Ministero delle finanze per spese riguardanti le truppe mobilizzate, o sul piede di guerra. La stessa facoltà viene concessa agli Intendenti e commissari di guerra delle divisioni e corpi d'armata che non hanno
38
G.M. 1859, parte I, pp. 409 - 410.
39
G. M. 1860, parte I, pp . 1169 - 1176.
XVII · SF.RVIZ I TRASPORTI E AMMINISTRAZIONE (185~-1861 )
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con sè casse militari, limitatamente però alle somme occorrenti per acconti di paglia o di competenze dei corpi. Se i pagamenti che devono essere fatti da una stessa cassa superano le 25.000 lire, le richieste devono essere trasmesse preventivamente al Ministero delle finanze, affinchè, presone visione, possa prendere i provvedimenti di competenza onde assicurare la disponibilità dei fondi. L'Intendente generale può inoltre emettere richieste di pagamento per qualsiasi somma ad imprese di viveri e foraggi, accompagnandole con lettera diretta al Ministero delle finanze, che dopo avervi apposto il visto per il pagamento, la riconsegna all'impresario, e a mezzo telegrafo provvede perchè la cassa interessata sia provvista dei corrispondenti fondi. Se il Ministero della guerra in casi eccezionali e per motivi d'urgenza ritiene comunque opportuno delegare l'Intendenza generale ad emettere richieste di pagamento anche in casi che non rientrano in quelli precedenti, questa deve unire alle richieste stesse: situazione delle spese per pagare, con documenti che dimostrano la necessità di effettuarla; dispaccio o decreto ministeriale che autorizza il pagamento (custodendo presso di sè solo una copia autenticata). Nei primi giorni d'ogni mese, gli uffici d'Intendenza trasmettono al Ministero i prospetti delle richieste emerse nel mese precedente, e per la regolarizzazione definitiva si procede secondo le norme generali d'amministrazione e di contabilità dello Stato. Per ul timo, un settore che riceve una certa attenzione è quello delle ispezioni, che date le circostanze assumono, nel periodo considerato, particolare rilievo. La materia è disciplinata con l'lstrozione intorno al modo di eseguire le verificazioni di Cassa e di Maga72.ino presso i Corpi di Regia Truppa ed Istituti Militari in data I gennaio 185940 • La verifica di cassa è distinta da quella di magazzino, e l' una può avere luogo indipendentemente dall'altra; esse vengono effettuate, su ordine del Ministero, da funzionari del corpo d'Intendenza. Nell' ispezione si segue una procedura che assomiglia a un vero e proprio cerimoniale, ed ha lo scopo evidente di tutelare anche nella delicata occasione il prestigio del comandante di corpo, senza peraltro incidere sulla tempestività ed efficacia dell'ispezione, che richiedono che essa sia improvvisa:
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G.M. 1859, parte I, pp. I - 16.
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LA LO<Jl ~TICA DE LL' ES ERC ITO - VOL . I
allorchè un ufficio d'Intendenza militare riceve l'ordjne di esegwre una verificazione, il Capo d ' Ufficio si reca personalmente cd in divisa alla stanza del corpo presso il quale deve aver luogo la verificazione, ed ivi gjunto presenta al Comandante di esso l'ordine ricevuto. Fatta la comunicazjone, il Verificatore si reca immediatamente nella sala in cuj sono depositate le casse e procede senza m ettere tempo in mezzo alla sua incombenza. Ove il Comandante non si trovi in quartiere. il Verificatore si trasporta dal pari tostamente in detta sala ed ha cura che lo ordine sia subito recato al Comandante; intanto mentre si alìl)etta la venuta di esso, il Verificatore eseguisce la ricognizione dei registri e delle carte di conabilità, il che in tal caso precederà la numerazione del dena ro. All'oggetto di evitare per guarito possibile che la verificazjone debba incominciare nell'assenza del Comandante del corpo, il verificatore dovrà recarsi alla Caserma nelle ore del rapporto, od in altre ugualmente opportune.
La prima operazione da compiere nelle verifiche di cassa è la ricognizione del denaro, dei titoli e degli effetti attivi che vi si trovano . Successivamente si procede al controllo dei registri, per stabilire la rimanenza che deve irovarsi in cassa. Al termine dei controlli si compila un apposito verbale, nel q uale devono essere indicate le differenze tra il denaro in cassa e le rima nenze che risultano dai registri . Le cause delle eventuali discrepanze devono essere ricercate e indicate dal consiglio, e compete al funzionario, invece, di accertarle e riportarle nel verbale, unitamente alle osservazioni sulla regolarità dei titoli di introito e spesa. 1l verbale va firmalo, oltre che dall ' Ispettore, dal consiglio, e se un membro del consiglio ha delle osservazione da fare, le fa precedere alla firma. Nel caso che i motivi delle discrepanze riscontrate non possano essere subito indicati, il funzionario ne fa cenno sul verbale che trasmette ugualmente al Ministero, con riserva di riferire - tramite un altro processo verbale - sulle cause delle differenze. Indipendentemente da quelle ordinate dal Ministero, hanno facoltà di disporre le verifiche di cassa anche i comandanti di divisione e di brigata. In tal caso, essi ne informano il Ministero e comunicano per iscritto all' uffici o d'Intendenza dipendente l' ordine per la ispezione, che viene eseguita con le stesse modalità prima indicate, trasmettendo ugualmente copia del verbale al Ministero. Le verifiche di magazzino si compiono alla presenza dell'intero consiglio di amministrazione oppur~ del solo ufficiale relatore, il quale p resenta al funzionario le situazioni firmate dal consiglio di tutti i materiali, e la nota di quelli ricevuti in carico dal I O giorno del trimestre in corso in poi. Il funzionario , prendendo come riferimento le predette situazioni, deve accertarsi che la quantità e qualità dei materiali coincida con le rimanenze in essa indicate, "facendo dai Capi - operai coadiuvati da Soldati, numerare
XVII - SERVIZI TRASPORTI E AMMINISTRAZIONE (1859-1861)
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ad uno ad uno gli oggetti e misurare le stoffe''. Le eventuali differenze riscontrate sono dal funzionario indicate suJJe stesse situazioni r icevute, in apposite colonne. Ultimato il controllo dei materiali, il funzionario si reca presso l'ufficio amministrazione e si accerta che le rimanenze risultanti da registri al primo giorno del trimestre e le introduzioni fatte successivamente in magazzino, siano state esattamente riportate nelle situazioni cbe gli sono state consegnate per il controllo. Dopo aver controllato, attraverso i buoni e le ricevute, le distribuzioni fatte nel trimestre, l' Ispettore compila apposito verbale al quale allega le situazioni dei materiali. Il verba le, dopo essere stato firmato dal consiglio, viene trasmesso al Ministero. Con circolare dell' 11 luglio41 , il Ministero ritiene necessario prescrivere ispezioni sia al personale che alla contabilità dei soli corpi di fanteria e bersaglieri , dandone l'incarico non a funzionari dell'In tendenza, ma ad ufficiali generali, tra i quali suddivide i corpi di stanza nelle varie circoscrizioni territoriali: evidentemente erano i corpi di fanteria e bersaglieri che avevano subito il maggiore travaglio organico, e che quindi necessitavano maggiormente di controlli. Con successiva Nota del 27 luglio 1860"2, il Ministero specifica più nel particolare i settori che oltre a cassa e magazzino. devono essere controllati nelle predette ispezioni, presso i corpi di fanteria e bersaglieri. Pressi i corpi attivi staccati dal deposito, i controlli devono comprendere: regolare ten uta dei registri prescritti; puntualità della spedizione ai consigli presso il deposito dei documenti contabili; aggiornamento dei giornali di contabilità e ruolini delle compagnie; regolare registrazione sui libretti di deconto del soldato delle distribuzioni di oggetti e delle riparazioni; regolare tenuta e chiusura trimestrale dei libre/li di massa del soldato; esistenza in magazzino1di oggetti di corredo in eccedenza ai bisogni presumibili di qualche giorno; stato e buona tenuta dell'armamento, equipaggiamento, arredi, oggetti da campo e da cucina, materiali sanitari, carreggio e bardature. Presso i depositi, i controlli riguardano: veri fiche di cassa;
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G.M. 1860, parte I, pp. I - 16.
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ivi, p . 845 - 846.
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I.A I.OG ISTlC A DELL'ESERCITO -
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andamento generale dell'amministrazione e contabilità, operazioni contabili relative alle gestioni arretrate e regola:;.e chiusura a mezzo della contabilità trimestrale; regolare e diligente disimpegno delle rispettive incombenze da parte degli ufficiali incaricati della tenuta della contabilità delle compagnie; tenuta dei libri mastri e dei fogli nominativi delle competenze; situazione e buona tenuta del vestiario, armamento ed arredi in distribuzione alla truppa; conformità degli oggetti di corredo ai modelli stabiliti .
••• Diversamente da quanto avviene nel 1848 - 1849, il sistema amministrativo - contabile, pur tutt'altro che semplice e spedito, non dà luogo a particolari critiche e lagnanze da parte dei Quadri dei reparti. Unica lamentela, che visti i citati provvedimenti del 1860 sui prelievi presso casse non militari pare giustificata, è quella del capitano di Stato Maggiore Cairni, che nel suo rapporto sul funzionamento dei Servizi nella guerra del 1859 contro l'Austria, pur registrando che i comandanti di corpo mai ebbero a lamentarsi del funzionamento della branca amministrativa e contabile, ritiene che l'essere stati i corpi obbligati a dover distaccare due volte al mese un ufficiale per prendere all' Intendenza generale l'occorrente numerario pel pagamento della truppa, mentre una tale operazioni si sarebbe potuta eseguire all'intendenza divisionale stessa senza inconvenienti pel servizio, fa quindi sentire la necessità di dover qui raccomandare a che in una nuova organizzazione vi abbia ad essere presso ciascuna divisione una cassa col rispellivo personale incaricato dei versamenti di numerario dei corpi, previo mandato della rispettiva intendenza divisionale".
Probabilmente la tendenza a mantenere accentrata la gestione del denaro è dovuta non tanto a mancata valutazione dell'inconveniente messo in luce dal Caimi, bensì all'intento di rendere in tal modo più difficili gli a busi, esigenza che non a torto faceva premio, nel delicato settore, su tutto il resto.
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COMANDO DEL CORPO DI SM, La campagna del 1859... (Cit) Voi. II Documenti, p. I ()(,9.
XVll - SERVIZ I T RASl'ORTI E AMMINISTRAZ IONE (1859-1861)
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Fisionomia logistica essenziale di trent 'anni di storia (1831 - 1861). Chiudiamo il nostro esame con la Nota n. 76 del 4 maggio 1861, atto di nascita dell'Esercito Italiano, a firma del Ministro Fanti: il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi e Uffici milita ri che d'ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l'antica denominazione di Armata Sarda" .
Soprattutto dal punto di vista logistico e amministrativo, il nuovo esercito - nè potrebbe essere altrimenti - pur mutando abito ha cuore, cervello, muscoli e nervi appartenenti alla vecchia regolamentazione sarda. La data del 4 maggio 1861 va dunque vista come evento conclusivo di un lungo processo iniziato nel lontano 1831, con l'assunzione diretta delle principali responsabilità militari da parte di Carlo Alberto. È da allora che inizia, in campo ordinativo e logistico, un lento e quasi inconsapevole recupero dei caratteri dell'epopea napoleonica, rispetto ai quali la stessa campagna del 1859 è largamente tributaria. In tal modo, il periodo dal 1831 al 1848 acquista una sua continuità storica, segna un ' ulteriore tappa del progressivo abbandono della fisionomia logistico - amministrativa tipica degli eserciti stanziali prc e postnapoleonici, per largamente attingere agli elementi di rinnovamento (tra i quali, in primis la militarizzazione dei Servizi) già presenti nella Grande armeé, e non portati a compimento. Ce lo confermano in particolar modo le campagne dal 1859 al 1861, i cui momenti più significativi sono rappresentati proprio dai continui ecospicui ampliamenti del corpo e del battaglione di amministrazione, dal potenziamento delle sussistenze militari fino ad assumere in toto la responsabilità del vettovagliamento dell'esercito, e dallo sviluppo organico del corpo del treno militare. Ci si trova di fronte, in una parola, ad un incremento senza precedenti degli organi esecutivi militari dei Servizi, prezzo necessario da pagare per rendere possibile il dinamismo e la celerità delle operazioni condotte da cospicue masse. Al tempo stesso, anche la natura dei di fetti del sistema logistico - amministrativo ancora presenti nel I 861 dimostra che ci si continua a muovere nel solco napoleonico. L' ibrida posizione del personale medico, dell'Intendenza, degli impiegati delle sussistenze, non ancora a pieno titolo integrati e man tenuti ad un gradino nettamente inferiore rispetto all' ufficiale
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U .M . 1861, parte I, p. 295 .
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO -
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delle Armi combattenti; il cattivo funzionamento dei trasporti e dello sgombero feriti, l'eterno dualismo Intendenza - Stato Maggiore, gli ufficiali medici senza cavallo, la cattiva qualità delle scarpe e del pane, ecc. sono ombre delle armate napoleoniche che rimangono tutt'altro che dissipate quando nasce il nuovo esercito italiano. Per questo è lecito operare qualche distinguo a proposito di taluni giudizi ottimistici espressi sulla campagna del 1859. Afferma, in merito, lo Stefani: diversamente dalla guerra del 111411 - I 1149, non vi furono carenze, inadempienze e ritardi di funzionamento tali da incidere negativamente sull'efficienza combattiva d elle unità, fatta eccezione dell'insufficienza del servizio sanitario, peculiarmente nei riguardi del pronto soccorso e del trasporto dei feriti , nei giorni di combattimento. Talvoltà lasciò a desiderare la confezione del pane, ma in quelle circostanze il pane venne subito sostituito con il biscotlo. Eppure le difficoltà da superare furono maggiori di quelle della guerra precedente, specialmente all'inizio quando il servizio d' Intendenza dovette correre in a uto di quello francese sprovvisto di viveri e di foraggio c:.quau<lo fu nt:ce~sario far vi vt"..1 e e 1nuovere entra1nhe le ann ate incolonn:1-
te su di una sola strada da Milano a Brescia. Per il resto le cose andarono logisticamente per il meglio" .. ..
Anche il Ministro La Marmora, accusato in Parlamento di cattiva amministrazione, in un discorso elettorale (questo particolare ha naturalmente un suo peso) non sembra tener conto di talune non trascurabili deficienze, specie nei trasporti: in C rimea, come in quest'ultima campagna, il nostro esercito fu sempre largamente provvisto di viveri e foraggio. Il servizio sanitario fu p raticato e funzionò ovunque con regolarità e successo e i nostri medici si distinsero per abilità e operosilà. Il merito dei regolari approvvigionamenti per certo si dcbbc in gran parte a l nostro Intendente generale d'armata, Ufficiale di una rara capacità [ .. . ] Egli vi dirà ancora, ne sono certo, che gravi difficoltà ebbe bensì a vincere per far arri vare ai magazzini principali viveri e l'occorrente per l'esercito, stantechè una sola ferrovia, interrotta in alcuni punti, doveva servire in pari tempo ai bisogni delle due armate, ma in quanto alle distribuzioni da i maga7.zini dei corpi si facevano con massimo ordine e con tutta regolarità, per lo sviluppo dato a l nostro treno d'armata che sollo ogni rapporto non è secondo ad alcuno. La introduzione poi dei carri di battaglione fece così buona prova in Cr imea, come in quest'ultima campagna, che l' Imperatore dei Francesi, apprezzandone i vantaggi, ordinò se ne introducesse subito l' uso nel suo esercito [...] il magazzino delle merci era fornito di tutto l'occorrente per l'esercito in campagna ......
45
F. STEFANI, Op. cit., p. 124 .
46
COMANDO DEL CORPO DI SM , La campagna del 1859. .. (Cit) , Voi. Il Documenti , pp. 111 11 - 1119.
XVII - SF.RVl 7.I T RASPORTI b A MMI Nl~'TRAZIO NE (1859-1861)
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Vi è stato certamente un progresso anche notevole: ma la natura, i limiti, la carica innovatrice dei miglioramenti realizzati vanno meglio analizzati e precisati. Ci sembra in effetti che, il progresso vada riferito più al fun zionamento che all'organizzazione in sè. In altre parole, gli aspetti logistici positivi sono più che altro dovuti ad attenuazione dei vecchi difetti d'impostazione, che tutti permangono e non di rado affiorano. Non va però trascurato che proprio nel campo logistico, particolarmente nella guerra contro l'Austria del 1859, iniziano a nascere, a farsi strada germi nuovi, o tali da imporre profondi mutamenti nell'organizzazione e condotta della guerra futura: le ferrovie, il telegrafo, il problema delle convenzioni internazionali per la tutela dei feriti e del personale sanitario. Sono questi ultimi, riteniamo, i soli e autentici caratteri nuovi che differenziano il periodo dal 1859 al 1861 dai precedenti fino a determinare una svolta, aprendo nuove prospettive per sanare taluni mali per altro verso ri velatisi praticamente incurabili . Per il resto, noi pienamente concordiamo con il Lecomte, che nella sua Relation hislorique et critique de la campagne d'ltalie en 1859 , formula un giudizio conclusivo che vale anche per la logistica: l'arte della guerra si Lrova ancora al punto dove l'ha lasciata Napoleone I, con qualche risorsa e qualche possibilità d 'azione in più. I mooesimi principi di combinazione strategica, le medesime formazioni LaLLiche, le medesime basi per le disposizioni di carattere logistico possono ancora essere impiegate per la guerra del nostro tempo, e non forniranno dei risultati, che non ne abbiano degli ana loghi nel passa to" .
Con questi limiti di prospettiva, va però riconosciuto che nella campagna del 1859 è soprattutto al raffronto con quella francese e austriaca, che l'organizzazione logistica piemontese si rivela complessivamente valida, e anzi decisamente migliore. I paragoni e la ricerca di analogie e differenze sono infatti indispensabili per formulare un equilibrato giudizio (non venato dall'assoluto e del senno di poi) sull'efficienza organizzativa di uno strumento militare in un dato periodo; e la documentazione che abbiamo potuto consultare, pur incomplcta48 , è sufficiente per dimostrare che sia l'armata francese, che quella austriaca avevano in questo settore gravi carenze, dalle quali è stato in parte immune l'esercito piemontese.
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F. LECOM TH, Op. cit., Voi. Il, p . 133.
48
Cfr ., in particolare, F. LECOMTE, Op. cii., pp. 25 - 45; La champagne d'Jtalie en 1859... (Cit), pp. I - 25; COMANDO DEL CORPO DI SM, La campagna del 1859. .. (Cit), Voi. I Narraz., pp. 62 - 15l!.
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LA LOOISTJCA VELL'ESERCITO -
VOI .. I
L'organizzazione logistica dei tre eserciti, era, nelle linee di fondo, largamente analoga; e ancor più marcate erano le analogie tra esercito piemontese e francese. L'esercito austriaco si distingueva per non avere un vero e proprio corpo d'Intendenza, affiancato allo Stato Maggiore, come quello francese e piemontese: gli assimilati militari (Militar Parteien) e gl'impiegati militari (Militar - Beamlen) che disimpegnavano i Servizi, erano alle dirette e totali dipendenze del Comando Superiore dell'esercito. In tutti e tre gli eserciti, però, si avevano stabilimenti e opifici militari di vario genere, organi militari di sussistenza con relativi magazzini di vettovagliamento e vestiario, e i consigli superiori (o comitati centrali) di sanità, artiglieria e genio: queste due Armi godevano della tradizionale autonomia anche in campo logistico, e assicuravano in proprio il Servizio armi e munizioni. A parte le lacune - già esaminate - nel Servizio sanitario, dovute prima di tutto a un numero di medici di molto inferiore a quello disponibile nel più piccolo esercito piemontese, all'inizio delle operazioni fu giocoforza per le truppe francesi accelerare i tempi della mobilitazione e della radunata per occorrere prontamente in aiuto dei piemontesi, e questa esigenza strategica - e psicologica - prioritaria non mancò di avere in campo logistico funeste conseguenze, non colmabili in breve tempo: era di una grande importanza per la Francia, di giungere senza indugio in soccorso di una alleato minacciato cosi <la vicino, facendo affluire in Italia il maggior numero possibile cli truppe francesi, anche se esse erano ancora lontane dal poter prendere parte attiva al combattimento. Una partenza così precipitosa non poteva tuttavia avvenire senza difficoltà e confusione. La divisione Bourbaki ad esempio, mobilitata a Briancon, non aveva nè cavalli, nè muli, nè tende, a soffrì straordinariamente durante il passaggio delle Alpi, attraverso il Moncenisio".
La carenza di mezzi di trasporto fu particolarmente acuta per l'aliquota di truppe francesi destinate a passare le Alpi 50 , ma proseguì per tutta la durata della campagna: a causa della mancanza di mezzi di trasporto gli alleati (franco - piemontesi) perdettero J?ÌÙ di un mi lione <li razioni cli pane, che marcirono in magazzino prima di essere consumate".
49
La champagne d'ltalie .. . "(Cit) , p.22.
50
ivi. pp. 17 - 23.
51
F. LECOMTE, Op. cii., Voi. I, p. 39.
XVII
SERV I ZI T RASPO RT I E AMM I N l 5TRAZIONE (1859-1861)
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Secondo il giudizio autorevole dello Stato Maggiore prussiano il soldato francese, costretto a lunghe marce, aveva un equipaggiamento eccessivamente pesante, e marciava male: egli portava nel suo zaino la tunica, un paio cli scarpe, un paio di mutande, tre camicie , le uose, delle spazzole, 80 cartucce, il sacco da campo, una coperta, dei picchetti, la marmilla, la borraccia, degli a rnesi vari c cinque giorni di viveri. La disciplina di marcia era molto r ilassata: vi era gran numero d i predatori e di malati, ma non vi erano ambulanze per accogliere questi ultimi" .
In campo austriaco prevalgono criteri opposti, che mirano ad alleggeri re al massimo il carico del soldato. L'esercito a ustriaco è privo di tende individuali, e fa affidamento, per il vettovagliamento, soprattutto sulle requisizioni, sfruttando senza scrupolo le ricche regioni padane: gli Austriaci, privi di Lemie e costretti a bivaccare a1I'addiaccio, soffrirono molto di più degli a lleati. Costoro, Sardi e fraucesi, avevano in dotazione la piccola 1ente-ahri della quale ogni uomo porla il suo pezzo, e che , senza a umentare di molto il p eso dell'equipaggiamento , è sufficiente a pro teggerlo dalla pioggia e da lla rugiada. In seguito a1le piogge del mese di ma ggio, il numero di ammalati fu assai più elevato tra le truppe austriache che tra le truppe alleate. Ino ltre, i bi vacchi austriaci avevano bisogno di un a quantità molto più considerevole di paglia e di legna, ciò che aumentava il numero delle corveès e dei distaccamenti di foraggiatori , e in definitiva dava un imbarazzo maggiore di quello cli portare e rizzare una tenda".
Anche una recente opera biografica di Franz Herre, pur non mirata sulla parte militare, accenna alla mentalità antiquata della leardership militare austriaca, molto scaduta rispetto ai tempi di Radetzky, e all'armamento ed equipaggiamento superati54 • Le carenze logistiche emergono anche dall'ordine del giorno del 28 giugno 1859 (subito dopo le sconfitte di S. Martino e Solferino) di Francesco Giuseppe: troppi soldati accompagnano indietro i compagni feriti, riserve di munizioni d ' artiglieria troppo distanti , e, al contrario, carri del treno troppo vicini alla linea del combattimento. In quan to al vettovagliamento o ltre a condur bene le pro prie truppe spetta ad un comandante di corpo d 'armata cli provvedere a lempo pel loro nutrimento. Mentre sotto questo rapporto alcuni corpi si da nno ogni cura per avere l'ordine più esemplare, al
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La champagne d'/talie. .. (Cit) , p . 23.
53
F. LECOMTE, Op. cit., p . 40.
54
F. HERRE, Francesco Giuseppe, M ILANO, RIZZOLI 1979, pp. 15 1 - 158.
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LA LOGISTICA UliLL' l:iShl!.CITO -
VO L. I
tri, sempre gli stessi, per non sapersi destreggiare, fanno soffrire le loro truppe. Voglio che ogni ramo di queslo servizio sia regolalo colla massima esattezza cd ordine e c he i comandanti di corpo vi portino speciale aLlenzione. Il primo caso di difettoso approvvigionamento mi spingerà all'inchiesta ed alla punizione più severa dei colpevoli" .
In tutti questi casi, si deve constatate che si tratta di vecchi problemi, da ambedue le parti. Ciò fa maggiormente risaltare gli elementi di novità contenuti nei trasporti strategici anche yia mare, e nel largo ricorso alle ferrovie e al telegrafo (trasporti combinati mare ·- ferrovia delle truppe francesi, dall'Algeria e da Marsiglia a Genova, e poi fino al Alessandria in treno; ricorso da parte piemontese nel 1860 - 1861 a trasporti via mare daJl'ltalia Settentrionale al Meridione). Le ferrovie e il telegrafo sono ancora affidati alla gestione di personale interamente civile, ma sono ben presto destinati, data la loro importanza, ad essere gradualmente militarizzati. È dunque nelle campagne dal 1859 al 1861, prima ancora che nella successiva guerra di secessione americana (1861 - 1865), che nitidamente affiorano possibilità ed esigenze logistiche della "guerra industriale", con particolare riguardo ai provvedimenti organizzativi necessari pc assicurare la rapidità dei movimenti delle truppe. Tutto ciò - ed è un altro insegnamento della campagna del 1859, generalmente sottovalutato - richiede anche dal punto di vista logistico che ali' atto dell'entrata in guerra i rotismi siano già ben oliati, bene affiatat i e ben coordinati, perchè rilevanti furono, all'inizio della campagna, le conseguenze sia operative che logistiche della ritardata costituzione delle divisioni attive (la 1• divisione riunì le proprie truppe solo il l maggio, la divisione di cavalleria si formò solo il 30 aprile, e le batterie di artiglieria all'inizio della campagna furono continuamente spostate da una divisione all'altra, e solo il 24 maggio fu stabilita la loro dislocazione definitiva)56 • Le difficoltà di queste vicende ordinative oggi inconcepibili furono tuttavia ben superate; e anche per queste ragioni particolari non vi è dubbio che la campagna del 1859 - 1961 segna un ' ulteriore tappa positiva nel progressivo miglioramento dell'organizzazione logistica, e nell'adeguamento delle predisposizioni organizzative a lle esigenze di eserciti con materiali sempre più sofisticati (nuove armi individuali rigate, ferrovie, telegrafo, artiglierie rigate, nuovo munizionamento). Su un piano più generale, essa segna un'ulteriore conferma dei due ammaestramenti fondamentali che possono essere tratti dalle vicende dei Servizi nel periodo dal 1848 al 1861.
55
COMANDO DEL CORPO D I SM, La campagna del 1859 ... (Cit), Voi. li Docum enti, pp. 888 - 889.
56
ivi, Voi. I, Narrazione, pp. 127 - 128.
XVII · SERVIZI TRASPORTI E AMMINISTRAZIONE (1859-1861 )
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Il primo è che lo studio delle minute prescrizioni del servizio di campagna va al di là del mero interesse logistico, per il quale tuttavia affiorano aspetti non certo trascurabili: esso si rivela anche una fonte, un tramite indispensabile per stabilire (aJ di là di una storiografia non sempre attenta allo studio dei retroscena e degli aspetti meno brillanti, meno appariscenti del quotidiano) le debolezze - e gli elementi di forza - di una compagine militare che indiscutibilmente si rivela la più dotata di spirito combattivo e Ja più organizzata tra i vari eserciti italiani del tempo, e merita quindi di dare in quella misura la sua impronta alla nascita del nuovo esercito nazionale. Il secondo ammaestramento da sottolineare è che la logistica, pur essendo un termine ancora ignorato dalla regolamentazione ufficiale aUa nascita dell'esercito italiano, non è cosa solo del secolo XX, dovuta alla conquista degli eserciti da parte della tecnologia, e agli accresciuti bisogni del personale. Anzi: nel secolo XIX un insieme di fattori come la perdurante bassa velocità dei trasporti, la modestia dei carichi unitari trasportabili, le limitate possibilità di conservazione dei generi , le difficollà di vario ordine, superiori a quelle odierne, nei grossi approvvigionamenti (mancava un retroterra industriale e di infrastrutture commerciali) fanno sì che la soluzione del problema dei Servizi sia stata semplice solo all'apparenza, visto che nel 1859 - 1861 nemmeno uno sperimentato e capace Intendente come il generale Della Rovere, reduce dalla Crimea, riesce ad evitare certe lacune storiche, dovute più che altro all' impossibilità di corrispondere al dinamismo e alla velocità delle operazioni con pari dinamismo e velocità in campo logistico. RisuJta però dimostrato, in questa prima parte del lavoro, che già nel secolo XIX era sommamente importante, per Capi capace di guidare gli eserciti alla vittoria, disporre di un'organizzazione logistico - amministrativa tale da poter tradurre in atto quanto già osservava nel 1824 G.A. Odicr, uno dei più apprezzati scrittori francesi di logistica del secolo XIX: il sistema dell 'amministrazione sarà buono o cattivo, a seconda dell'organizzazione del personale: ed insegna che possedere, per amministra re gli eserciti , degli uomini che conoscano i bisogni dei soldati, che sappiano provvedervi, degli uomini esperti del commercio e delle industrie, degli uomini famigliarizzanti colla pratica di tutte le attività che concorrono al servizio degli eserciti, equivale ad avere cominciato a provvedere alla conservazione del solda to ed alla prosperità dell'Erario 57 •
57
G .A . ODIER, Cours d'Elude sur l'administration m ilitaire e l'Ecole d'Btat Major ( 1824) - Cit. in A. GREGORIO, l'Amministrazione e gli amministratori militari della storia. " R 1V l STA DI C OMMISSARIATO" 11. 1/1941.
770
LA LOGISTICA DllLL'ESERCTl'O - VOL. I
Indubbiamente le truppe di allora sopportavano molto meglio di oggi i disagi, con particolare riguardo alla frequente mancanza di un rancio caldo ben confezionato, al vestiario insufficiente e poco razionale o alle frequenti permanenze all'addiaccio; ma, per il resto, non si può che rendere omaggio al valore di certe intuizioni precorritrici di Napoleone, grande stratega ma anche grande logista, che peraltro fu sconfitto (come avvenne in Spagna e Russia) proprio quando pretese di rompere o temporaneamente interrompere con la sola forza del suo-gènio, l'ineludibile e organico legame tra strategia e logistica, già allora decisamente operante, e anzi sovente risolutivo.
ALLEGATI
ALLEGATI DOCUMENTO
n.
I:
Organi del servizio di amministrazione in pace cd in campagna (1840).
DOCUMENTO o. 2: DOCUMENTO n. 3: DOCUMENTO n. 4: DOCUMENTO n. 5: DOCUMENTO
11.
6:
DOCUMENTO o. 7: DOCUMENTO o. 8: DOCUMENTO n. 9: DOCUMENTO o. 1O: DOCUMENTO n. 11 DOCUMENTO o . 12: DOCUMENTO o. 13: DOCUMENTO n . 14: DOCUMENTO n. 15: DOCUMENTO o . 16: IJOCUMENTO n . 17: DOCUMENTO
11.
18:
DOCUMENTO n. 19: DOCUMENTO o . 20: DOCUMENTO 11 . 21: DOCU MENTO n. 22: DOCUMENTO n. 23: DOCUMENTO n. 24: DOCUMENTO n. 25: DOCUMENTO n. 26:
DOCUMENTO n. 27: DOCUMENTO n. 28:
DOC UMENTO n. 29:
Campagna del 1848-1849: Norme igieniche per le truppe. Campagna del 1848-1849: Materiale sanitario. Campagna del 1848-1849: " Iter" del ferito. Campagna del 1848-1849: Schema rifornimento materiali di artiglieria e munizioni. Campagna del 1848-1849: Schema rifornimento materiali del genio. Campagna del 1848-1849: TabeUa ripartizione e impiego mezzi di trasporto. Requisiti igienici delle caserme (1850). Istruzioni speciali per il trasporto polveri (1855). Guerra di Crimea: Dotazioni dei magazzini di l " e 2" linea (oggetti di corredo, arredamento e altri). Guerra di Crimea: Movimento degli ammalati negli ospedali sardi. Guerra di Crimea: Norme Igieniche da osservare per il ritorno in patria. Guerra di Crimea: Conserve alimentari disponibili a pagamento per gli ufficiali. Guerra di Crimea: Fornimenti e accessori per armi portatili. Assegnazione, ripartizione e compiti del personale dell'intendenza militare (1858). Nomenclatura e unità di misura delle derrate (1856). Strumenti e attrezzi in dotazione a un armaiuolo o a un morsaro (1856). Norme igieniche per la tenuta delle camerate (1859). Dotazioni armi e materiali vari di un reggimento di fanteria (1861). Campagna del 1859: Ripartizione personale e materiale sanitario. Campagna del 1859: Ferri chirurgici per personale veterinario e medicinali per infermeria quadrupedi. Campagna del 1859: Schema per il rifornimento dei viveri. Campagna del 1859: Razioni viveri, foraggi , legna. Dotazioni per magazzini sussistenza e panifici militari (1861). Materiali sanitari, di accampamento e di cucina e mezzi di trasporto per unità di fanteria e cavaUeria (1860). Campagna del 1859: personale, carreggio, munizioni della batteria d'artiglieria, del parco divisionale, di riserva e principale d'artiglieria. Campagna del 1859: Dotazioni del parco di compagnia zappatori del genio e del parco divisionale del genio. Campagna del 1859: Dotazioni provvisorie di carri e quadrupedi per una divisione di fanteria (comando, carabinieri, genio e servizi logistici). Campagna del 1859: Norme e dati per la marcia di una divisione.
77S
Alll!OATI
DOCUMENTO N. 1
ORGANI DEL SERVIZfO DI AMM1NISTRAZI0NE IN PACE$> IN CÀMPAGNA (1840) (Regolamento di amministf'IIVOM da 1840)
IN TEMPO DI PACE
MINISTERO DELLA GUERRA
-
MAGAZZINO MERCI TORINO DI
,i, ,
' I,
COMANDANTE DI CORPO
.-
DI CONSIGLIO AMMINIS'Ì'RAZÌONE
a
-,.
I,
COMANDANTI DI COMPAGNIA
I ir
,~ ~
LEGEIIDA
dipendenza di Comando dipende nza tecnico-amministrativa
DEPOSITO
776
LA LOGl~'TIC A DELL'ESERCITO - VOL. I
Segue DOCUMENTO N. I ORGANI DEL SERVIZ IO DI AMMINISTRAZIONE IN CAMPAGNA
(Regolamento di amministraz ione del 1840 e provvedimenti del 1849) Appendice B
IN TEMPO DI GUERRA
MlNlSTERO DELLA GUERRA
MAc;11zzINO MERCI DI TORINO
I,
'
'I,
INTENDENTE GENEHALE D' II HMATA
DEPOS TTO DEL COHPO
MAGAZZTNT D'ARMATA
CONS 1GI.IO DI AMMINISTRA ZI ONE PHTNCIPALE OEL CORPO
C/\SSA PR I NCI!'/11.E
1if
COMANDANTE OT CORPO (CON T BATTAGL IONI /\TTIVI)
~
r.oNS I GLI O !J_!_ /\MMINISTR/\ ZIONE F,VENTUALE DEL COR PO
,i.
COMANDANTI ·coMPAGNIA
l) l
LEGENDA d i pendenze per il rifo rn imen to materi al i cd il s ervi zio d i cassa , dipendenze per il Servizio di Amm in i st razione in gen~ re .
777
ALLEGATI
DOCUMENTO N. 2
CAM PAGNA DEL 1848 - 1849: NORME lGIENlCH E PE R L E TRUPPE (G. M. 1848, pp. 432 - 436)
Monzambano 9 luglio 1848.
Avvertrnze iyie11iche dt, osserva,·si nell'esercito italia,110. Avolo r iguardo al geni o ed alla forma d~lle prin cipali mal a ttie attualmente prcdominanli nell' esercito italiano, edalle cau;e morbific h e p iì1 fr e11uenli de lle meclesime , il medico in ca po dell'armala reputa opprortnno cli ricor,lare alla milizia alcuno avver tenze igienic he di preservazione, l 'osservanza delle c1uali , se n on ri esc irà a toglie re in teram en te que lle malallie, certo g iovccà per lo meno a scemare di mollo l ' inten si tà , e la freq ucu za. ART. 1 .
Allo515 i, nccampamenti e bivacchi.
, 1.~ Onde evilare, per quanto~ poHibile, l' a iione dello cause reumalizzanli, siano e manal e s uperiori dispnsizioni, acciò il soldato riparando agli alloggi d opo. lunghe marcie , fati c he ed esercizi, non si allegge risca di lro ppo nP!(li abiti quando s ia b agnato di 1ncl11re ; non immeri:;a il capo, il collo. i piedi nell'acqua fred,la; cli questa non usi per bevanda; no si espon ga seminudo allo fatali co rre nli d 'aria alle fines tre a nolle 'a vanzala. S ~-" Ne lla s celta dei locali per gli a ccam pame nti e pei bi vacc hi, siano ~ol leci tamente osservale le leggi di salubrilà ; Ppperò, evi la li i luoghi umidi e pa lud osi, ed in pross im i là ,li acque stagnanti, di campi santi, e _d ei sili ove f,,ssero sh,lc da poco tempo combaltule ballaglie e se polti c adaveri ; gli acc~mpamtnli ed i bivacchi si.100 pe r q uanto è possi bile, coll»cali • in luoghi le gg ermente e le vati , aperti e battuti d a i ~enti bo ru.Ji e d o rienlali .
5 3.
0
Noo vi si• poouria d, buon'11cqua da bere, n ò s ia qneata molto lonta11a dal campo,
778
LA LOGISTICA DELL'ESERC ITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N . 2
S 4.0
Per quanto ciò rare si pos~a , eviti 11 soldato di dormire :i. cielo scopnlo, anche nella state; poichè appun lo dalla frescu r:i. ed u midi là notturna traggono l'origine loro le fcl,hri perio,li c hc, i reumi, e le disscnlcrio cd ;illri malori. ~ 5. 0 Alla mancanza di tenda si ~upplisca con baracche estemporanee falle con rami di alberi, paglia, ecc, ecc.; e di rami pure, ossia di fosche, in difcllo cli paglia, o di qual sinsi allrol cosa, s i focr.ia t'gli pute uno strato sul 10010, evitando in ogni modo di donnire sulla nuda te rra. Ove però ai dove sse soggiornare per qualche tempo in un silo istesso, le har.1cc he si potrebbero fare di zolle. S 6_ 0 Le fosse cbo usano talora far scavare gli uffiiiali per cori carvisi dentro nviluppali nel lor o mantello, difendono sì dal freddo del la notte; vuolsi però usare di questo mezzo con qualche nvvertenn, perchè il calore stra ordinariamente forte e concentralo promuove un sudor e copioso, b fossa in pocho pre si fa umida, e quando si esce da quella il freddo esterno dell'atmosfera riesce do1i'pia ment, sensibile. 7_q Seinprechò le esige nze strategiche lo permettano, si eviti il sover chio bivacco, specialmente nei luoghi poco salubri, alternando ove d'uopo coi ba ttag lioni provvedo li di migliori alloggiamenti. S 8, 0 Qualora lo truppe fossero staozi nte io luoghi malaaoi e palustri, e le circoalan:i:e vietassero di alloggiarle altrove, si avrà cura di cambiarle e ri levarle di spesso, cd i" soldati · d ovrebbero essere pro-ned uli di camicie , di coperte e di sacchi di lana_ 5 9_0 Se il soldato dorma di giorno allo ,coperto, avverta rii non tenere gli occhi rivolti al sole , altrimenti l!~li sarà facilmeule colpilo da ni ttalopia_ S 10 Il soldato ·al bivacco sia be n coperto del suo vestiario, ed abbia cura rii far a~ciugare al fuoco le su e bianc herie, indossando quelle asciutte, rii cui de ve esser provve,lnto. Nelle nolli frerlde e t! umide il soldalo se renant e passeggi e tenga il su o corpo io moderalo esercizio. S 1 t. In siffatte circnslaoze tornerebbe molto pro6cuo che il soldato facesse uso di un cosi dello p ancio tto di laoa, del quale l'esperienza. dimostrò la forte virtù preservatrice in alcuni corp i cli cavalleria r. he l'adottarono . ~ 12. Affin c hè il 101.talo resis ta vii-:nrosa ruente ai ,lannoai inDu.ssi cui soggiace il b ivacco, sarà eSBenziale cundizioue quella di ben nutrirlo, e di confortarlo g iornalmente con vino o bevande spiritose discretamente amministrate. S 13. Sia consernita negli acca ,npamcuti e nei bivacchi la ma,sima ne ttezza, esportand o quotidianamente e con vigore ogni sorta d 'imroondi1ie ad un a debita distanza, in ispl'cie ogni rimasuglio d ' animale morto, od altro oggello fa cilmento passibile di pulrefnion~, fa_cendo sotterrare ogni cosa a s ufficiente profondità. ~ 14. Siano si:ivate apposito fosse :td oso di !atrio" alla dovuta distanza dal campo, ed in numero 1u0icieutc alla quanlitii d elle truppe, profonde dai 15 ai iO 1•icdi , sopra 8 ai 10 di larghezza. S i c uopraoo q ueste ogn i mattina can uno stra to di terra alto un piede , o quando sono quasi ricolm e, s i otturino affatto e se ne scavino delle allre. S 1:,. Per · moderare il fetore delle latrine si faccia raccolla dei carboni dell e legne abb"rÌJciale nel campo, e ridotli in poho:re se ne asperga le istesse latrine ,
AI.T.EGATI
779 segue DOCUMENTO N . 2
AIIT. i . ÀVV6rt11nze personali. ) I 6. Di qurnla importa nza sia pn la cooeervuiono della. ,alule la corporale n ottciu , nessuno v' ha ch e l'ignori. Provveda adunque sollecitamente il soldato alla medesima, lavaodosi ogni giorno, o acmpre che il posn, la bocca, le nar.i, le or e cc hie ed i piedi; qu~sti ultimi almeno ogni secondo ·gio rno essendo in milrcia . Nelle visite di sao ilà ai invi1,ili ,u!Posservan:i:a d i questo precetto essenziale d i pulizia medica. 17. P e r un lai elfello sare bbe da desiderarsi che il soldato si provvedesse o foss o ad epoche determinale provveduto d i qualche oncia di sapon.e, non solo onde p oter soccorrere alla neceasaria nclleua del auo corpo, ma eziandio onde poter lavare le sue camicio e mutande; ogi;ollo queslo d'ondo provengono , se trasc uralo; le gravi ollalmie, i r ibelli morbi cutanei, ecc. tS. Sarebbe parimenti da desiderarsi che ciascun sold;,.to aveue ,empre con s_ò doe camicie e due paia d_i !P-Ulande, onde scambiarle e !isciiv;.rle. frcq_uenlementa, ,enxa di ,che lo soopo del!_, _ne~teizjl corporea va interamenti, fallito. S 19. Anche l'uso d_ei bagni freschi universali ben direlli, nel!a slagione e,tiva ~ermellendolo le circostanze, è polente mezzo di conservazione d::?Jla salute e di preaerva:i:iolle c_oplro varie· jpfermi_là, e merita, anche in c_ircoslanie di g9_e rra di noi;t esaere lrasa nd a lo. S 20. Non polcndoai allrimenli, ai bagni nei 6.nmi o .nelle acque c:orr enti , si supplisca c nn lavature -universali. I n ogni caso però avverta il soldalo di non fa-r uso µè dei bagni, nè delle lavature · fresche dopo le marcie forzale, gli esercizi, e ~empre quanclo aia bdgoalo di sudore. § ~I. Nei caai di pioggia e d'inaoluzione è ottima precauzione quella di cooprirsi la ouca con lela cerala, la quale attaccala al scakol discenda g•Ìl posloriormonle e laleral meo le sino alle spalle, e c iò nel d'uplice scopo di difendere la nuca ed il collo dalla pioggia e dai raggi del sole. S 2j. NeHe :-r?2!"C~e e neg!i e~eteii !, e cc., qt:?.nd o !! ~:?p:, g:-~nd::. d: ~:idoro, ~on tcr.gil e•po!lo il sn id ato il capo nudo, 1pecialmenti, se spiri un'aria fresca, ma asciugatosi bene la pa rto ca pelluta del capo; rimetta tosto il suo scakot. S i 3 . Lo scarpe aiano di frequente apalmate di grascia , affincbè la_ pelle-conse r vi la sua morbidezia, e quando aono inzuppale di acqua , ai riempino di 6.eoo o paglia, e si fa cciano asciugare all'aria, e non mai al fuooo, pernhò la pelle ai raggrinza e di,iene ru,ida, ciò che rende difficile il camminare, e cagiona ferite ai piedi, Al\T,
Alim~nti
S !M.
~
3. btvand~.
Tanto negl i alloggi che negli accampamenli si vegli sulla quali là J e,I pane,. che blor'a inacid~ace col subire 1econda. fermentaz ione, e delle carni c h e facilmente aoffrono pel calore della atagh ne, ed on la n ecessità. ne comandi tuttavia l'cso, 1i1110 bene arro,lite, aalale e condi&e coll'aceto.
una
780
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 2
S i~.
Onde impedire la troppo facile putrefazione della carne, totnerebbe fqr,e giovevole. che venisse traaportata almeno nella stagione estiva entro cesti in vece dei aacchi di tela che sono in uso, i quali aacchi iozupp:ili di sangue alteralo, danno alla carne talora. di tecente macellala, calda e groodanle di sangue, i primi elemeoli di. putrefazione. ·Aggiuogaai che i c'1!1li ora detti potendo e11ere coperti di fronde•, cosi luogo il "l'iaggio permeltono l'accesso ali' aria, e <l'allronde posaono euere facilmente Inali. S j6. Gioverebbe forse ancora 11d uu tale 1copo ( paragrafo precedente ), che il tra gillo dei viveri fosse fallo in tempo di notte, essendo stato osservato, la carne farsi ~zzolenta dopo poche ore <li viaggio stillo la sferza d,ei raggi 1olari, ane gnachè il bue non fosse stato macellato che al momento della di1tribuzione. S '37. Lo scopo della conservazione della un ità nella massa potendoti più facilmente constguire, on sia in trodotto on ordine ed una rego larità D'ella scelta, nella composizione e nella distribuzione dei viveri, ne addiviene che il sistema di provndere e prepararo il villo in.. comune per complgoia ai soldati, semprechè lo permettano le circostanze :della guerra, sia da preferirsi alla 1ommini1tranza ·dei viveri in contanti. S ~8, Ogoi,.baltagliòne dovendo avere il suo vivandiere, obbligare costoro ad nere sempre buOG'e provvigioni per , la :truppa , e cosi difendere· a chiunque bazzichi pel campo, di vendervi vini·, cibi ed lfcquavite ai soldati, cose queste qoui tempre d' iulima qualità, e di :cui il soldato fa acquisto o pel vile lor -pruzo, onero per necuailà ntlD trovandòiie migliori , dal cantiniere. · ~ j9, Siano emanali ordi ni espresji, per cui i cantinieri ,iauo di continuo sollo la sorvegl_ianza degli uffi ziali di •~nilà, e sia fa lla a questi ultimi fa coltà di far sequest rare i;l i alimenti e le b evande giudi cate di cattiva qualità. S 30. L'uso delle cipolle çruJe, pel ma lefi co abuso che so no fa , dovrebbe esseri auolutamenle pr o, hilo; lo cipolle però pu onno benissimo essere maoi;iate colle ed acconciate in insalata . . S 31 . I frulli immaturi e corrotti della slai(io11e, qur lli di gelso in quantità , sono nocevolissimi alla salute , per chù pn•<lucono facilmente irub.rruzi gastrici, le diar• ree e lo f,bbri intermitlenli : il p crc li è se ne dovrebbe proibire lo 1mercio. § 3\l. Sebbene il riso aia un eccellente alimento, tullavia al soldato, io generale, reca ora fa~Lidi" la wineatrafalla co n ques to' solo cereale, di cui già da tre mesi fa · uso giornalmente. Si polre blie fo rse diminuire d'al cu n che la quantità del riso, e col prodotto del risparmio comperare erbag~i cla mes colarsi ,1ssieme. S 33. Si potrebbe ' forse anche alternare il riso con la dislribuzi one del pane biJcotto quale si csa nella marina. li pane biscotto fa un'ottima zuppa nel brodo, è solu tare e gustoso al palalo inzuppalo nel vino: può ancora servire di companatico se venga condito con olio ed aceto. 34. Dei cibi salati o crudi non farne uso troppo frequente, se di buona qualità; rigettarli se di callin qualità, rancidi o guasti. S 35. I pesci salati, se si ecce ttua il tonno collo e conservato nell'olio <li quest'anno, son o lutti dannosi alla salo te, perchè o troppo vecchi ed alterati, o recenti e crudi. S 36. Se •i prendeuero le oppo'rt une · disposizioni perchè nel correole luglio; e nel prpuimo ago,lq fqsao proibita -la, yen dita delle sardelle, della acciughe, degli a-
781
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N . 2
renghi, ecc. nei campi, forse no nrnhbe impedito lo, sviluppo d1 buon·· numero di ga1lro-enltriti, di diarree, di dissenterie, di ollalmie, e di i01petigini, e di altri fisici malori. S 37. Jnigilare che i noditori gironshi non frequentino di lroppo i campi, ne yen~ano 105lan211 eorrolle, erha~gi passi, e .1opra tolto _insalata in fiori. S 38. Sebbene i 't'iDi 1iaoo di hnona qualità, tullnia il. grande abuso che se ne fa nell'armata riesce nocnolissimo, ed è cagione non ultima di molte e gran infermi!à derivanti ad un tempo dall'u.ione di questo polente stimolante 1u l'or~anisDào vivente, e dalla circoslanie che sogliono esser compagne o pedisseque delll> alalo d'ebrietà . § 39. Qnalora ai nnditori gironghi ed ai •inndieri fosse proibita la vendita, -nella calda stagione, dei commestibili sopraccennati (paragr11fì 151 e 13), i quali oggigiorno sogliono essere qnasi lotti alterali, perchè gi~ vecchi, ai verrebbe forse a togliere, o per lo meno ad infirmare di mollo una delle . principali cagioni dell'abuso che ~eneralmente ai fa del 'fino nell'armala. S 40. I l'ivandieri siano proibiti di somminisuate le acque arzenti, e le acquni\e ai soldati a elomaco digiuno. S 41. Nelle marcie e nei bincchi sia difesa senramente la bevanda dello ·acque iòulubri, · degli •lagni e dello paludi; e nei casi di necessità assolnt3, le aequo , 10&pelle siano corrette col vino, coll'aceto o colle acque spiri tose; S 4i. Dnrante la calda stagione distribuire a larga mano ·buon aceto alla mili:tia ; onde il 1olddo ne faccia uso coll'acqua per bevanda quotidiana durante il giorno, specialmente nei ,'l'iaggi, dopo gli esercizi e le falichc, ecc. ART . 4. Avvertenu r;merali.
S 43.
Negli iotenalli di riposo dalle fazioni militari , si esercitino modera\amente i soldati nelle nolniioni mililari, -od in altri e1erci:r:i che ten gano in ·continua moderata a:i:ione il loro e,orpo. S 44. Risuoni tulli i giorni regolaruienle l'aere di concenti musicali militari , acconcii alle eircoslaue dei tempi . o dei luoghi ; mezzo questo efficacissimo di conservare nella miluia l'ilarilà e lo spirito ma~iiale.
Tl mèdico in capo dell'esercito Do:tUNO.
782
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
DOCU MENTO N. 3
CAMPAGNA DEL 1848 - 1849: MATERIALE SANITARIO (G. M. 1848, pp. 878 - 881 e 921 - 942) AIIT .
103. Norme speci"li per la scelta dt1i loetili ad ruo di spedali temporanei di linea.
Gli spedali temporanei di linea debbono us~re sil uati in rnodu che quelli di prima linea siano, trovandosi i locali convenienti, a poca distan~a dalle ambul;,nze campali, e quelli di sccontla e terza non siano lontani l'uno dall' allro fuorchè una giornata di cammino ad oggetto di r endere più facili i lraslocamonli. Pcl collocaa1enlo ùi siffatti spedali si prescieglieranuo, per quanto si f Olrà, quei loc ali che presenteranno waggior facilità al trasporlo dei maiali cosi ?tir terra , come per acqua,
.AnT. 104. -
Co11di:.iuni di salubrità.
Le reg ole di salul, ri tà proscri lle noi titolo II , e 1V. de l regolarocnlo 4 giugn o 1833, douanno pure adaltani per gli stabilimenti sanitari in ca mpagna, pe r quanto lo permetlenrnno le località, i meni digp,1nihili e lo e,igeuze del serviiio.
CAPO Xli. Materiale. SEZIONE
I,
Composi:.io11e del "'"te,·iale.
Au·. 105. -
Quante parti compo11go11() il maie,·ùrl,.
Il materiale degli spcdali militar, temporanei è composlo: 1. 0 Di mobili, lingerie cd utensili ,·arii. -2 .0 D' istrnmenli di c hirurgia . · 3. 0 Di medicinali ed uleu,ili di farma è ia. 4.0 Di osgetti per le medicature. !i.0 Di auppellettili cd arredi per la cappella. 6 ° Di dcrrale ed altri oggelli di consuniazì one . ?.'°" Di casse e ccsloni d''a rubulanza. 8. 0 Di ,iaini o sacchi d ' arubuluoza. 9.0 Di banderuole d' indicazione. 10. Di mezzi di lruporLo, cioè carri, cavàlli o muli da basto. La quantità e la qualità proporzionate del materiale è determinata dal m1n1stero di guerra e 1narioa , avulo r iguardo u Ila forza e composizione dell'armala , od alla apedizione a cui è deslinala. Tutti g!i ogi;elli 10110 inventariali ed allo~a ti in apposite casse, sacchi eù im·ogl i a tale uso accomodati. Le casse, i sacchi , e gli iu\'Ogli impiegati pel trasrorlo del materiale dovrnnno avere aoprascrilla io tulle lettere, la drslioazione, il numero d'ordine, e I' indicazione degli oggetti conlruuli. La forma ed il peso delle casse , e do' colli pel servizio cl elle ambulanze debbono essere combinali iu modo che rimanga il piì1 possibile facile il caricamento, lo scaricamento, o la dfstribuzione degli oggetti contenuti.
783
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 3
106 -
AI\T.
Mobili
e
lingerie da lr(tt:>.
Pe i le tti degli spedati di campagn~ non sono impiegale se n on se men, forniturs da lotto , lo c1uali con,tauo per cia,cuo malalo di N_o J. Pagliari cciù. Sacco a paglia. I. Coperta di lano u lrapunla. 1. " Bonelli da 11olle. 3. " 3. Cuwicic . 3. Lenrnola . .. ~ 3. Tavo le con cavalelli iu leg n o. Per uso degli uffizi ali, o dei llla lali 1;ravi, è p e rò 3gi;iunlo un deci mo J, forniture compie le consi&lenlo, oltre ~t,;li og sell i iu,licali, in N° I. Slrawani di lane. • I. Ca pezzale id. • 1. Guanciale di l3na . » 'l. Fodere di guanciale in lela . La no ta A qui anuessa irHlica il quanlitalivo dei moLìli , iil'llle liogerie da letto, e dei;li e ffetti ueccss;ui lanlo ;i.ll' uso proprio degli infe1·mi, quanto alla e,igenze del sen-izio, per tre diver si os pedali tempora nei d ella forza di ammalati tOO, 300 e 500. A11T.
107. -
lstr1tme11ti di chir urgia.
Gli istrumenti di chirurgia cousislonu nei sc1ittc11Li , i;i oi, :
N.o :l 2 _g
I 6
Cassa per ampuluione d oppia
" ., "
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2
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»
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))
"
"
Seghe, una 1, rnndc ed u na piccola. L ame <li ri cambio. Colte lli diversi . id. bifido ( 'l 1·e l ti, 4 cuiHi di c ui u no Ga maulli d i,•eni \ bollona lo , 'j co nves, 1 Tenaglia inci5iva 1'inzc tla per le arterie . l'iuzett a anatomica . Tornichetto. Lima. Trequarti . Randelli ( garroLs ). Cnt,?tcre in metallo. id . in gomma ola ,tica . T irnpallu . Aghi curv i. U11c i110 a mani co.
Po.tarcl"c. Trapano-lrè ph iue. Lc,·a. Chi avo inglese cu n tre uncini . P i nucane.
784
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
segue DOC UME NTO N. 3
N.o 1 Sega ·grande } con d oppia · I ama d 1' r1'camb,· o. . ))
I d . picco1a Col lelli ordinarii . t Ii. bifido. t Uncino per le arlerie. 1 Tenaglia in cisiva. 1 P inzella per le arterie. S lrelloio con lutra di cuoio. Torni ebello. t'l Aghi c urvi. 4 Gammaulli ; 1 rello; 2 conveui; 1 curvo. Tira pa lle I Caletoro in metallo. j Id~ in gomma elastica .
g
Caua per a m puta:iione aom plico
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Casse di ooltclli di ricambio
N.0 4 )}
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Borsa di slrumeo li per l'estrazione doi dcnli.
Coltelli ordinar i. Id. mezzani. Id bifidi . 6 Gammautti.
4
•
N.ù
Chiave iagles~ coo tre u ncini. Pinzacane.
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N.o 2 Borse per med icaz:iooe
)) ))
•,, J)
1
Ca te teri di diveno diametro in metallo. Rasoio. Paia for,hici di c h irurgia. Coltello con temperino e lira- turaccioli e cacciavite . .Astu ccio in metallo con 4 lancette cd 1 lancctlon e. Spa tola doppia che &erve anc he di leva. Paia pi nulle a . occhielli.
Caasa completa per il trapan o. Cassa completa 'pel soccorso dei ,omrotrsi. ART .
108·. -
Medicinali.
medi.einali pel aervmo degli spedali temporanei in campagna aono quelli apecifica li nel cod ice mi litare farmace u tico . A seconda delle esigenze del se rvizio di .farmac ia ad u 10 dell'armata, urà rip11rtita, in Divisioni di fa r macia. Suddivisioni di farmacia. Sezioni di fa r macia . Farmacie r eggimen tali. ~·armacia di battaglione. Ciaschedu na delle anzidette r i pa1·li1iooi di farmacia &ari colloca la e111lro cuae di,tintt d ella forma pre,cri tta,
785
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 3
La compo,iiione, l' uso o la de1l inazione delle di'l'erse fa r macie 1ono i ndical e nelle nolo qui annuse Il, C, D, E, F. Nella ripart izione dei medicin a li sarà compresa anche c1uella d ogli uten1ili necessari , nella proporziono relativa ali' impor tanza, ed ali' uso a cui è do1linala ciucuna farmacia.
109. -
ART,
Oggetti per le msdicatur·e.
Tutti 1,li ogll:l;lli di tela per le medicature dovranno essere ridolli , prima di ent r are in èampagna , nello fo rmo di apparecchi qui sollo descritti , e nrauno ordinati in casse col numero <l' ordiuc e coli' indicazione prescritta per desl inar, i a i diversi servizi del!' armala. Bendaggi a col'po. id. a più capi di scullclo. id. triangolari ,loppi. id. 1ciarpe. id. sospensori . somplici Brachieri doppi clastici ombelicali. Bende circolari N.0 I lunghe metri 8, larghe 6 centimetri. assortita n 5 u 5 ,, " 'l <li lre numeri )) li 4 3 li semplici Rende a T doppie F11n on i. Filaccica. N.o l lunghe cenlimelri 60, largh e 40 cen timetri Compre&se >, » 40, id . 30 id. assortite di " :-;2 3ù, id. 90 id. 4 numeri " ,i !iO, id . 20 id .
(
t
ART. 110. -
S1,p11elletti(i eJ altri arredi /lei' la cappl'eUa.
Le s u ppcllcllili necessario per stahil iro le cappell e neg li ~pedali temponrii, gli arredi pel servi1io religioso sono queg li indicali ne ll a o o l a A ;rn nessa ali' arl. tJ4 del regolamento 4 giugno 1833 con quel lo modificazioni c h e saranno rav\'iaa te necessarie a seconda della maggiore o minore importa n za degli stabilimenti e la d ifficollà d ei trasporli. SEZIONE Il.
P1·ovJ1ista del materiale . .\ RT.
11 1. -
Prima sommi11istrazione.
Il materia le pel sPnizio sanilario de ll 'arma la in campagna è &ommioisl rslo cla ll' ;t zienda ~cneral1 di guerra. coi fondi esislenli nel rclli o magazzino merci, e ciò nelle qualità e nelle quanlilà stabi li le dal m inistero di guerra e marina,
786
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO · VOL. I
segue DOCUMENTO N . 3
A11.T.
11 ! , -
Masauini di rùerv111.
lodipendeolemenle dal materiale destinalo alle divi1ioni attive ed 311e ambulanze re;;i;imenlali presso i quarlieri genHali, aar,inno alle spalle dell' armala formali i ma1,azzioi d' effetti di consumazione, di medicinali, Cli oggetti per medicalure al f.ne di provvedere ali' isliluzione degli spedali temporanei e di riparare alle consumazioni, che occorrono nel materiale ~elle ambolan1.e , le quali devono sempre se1,uitare i movimenti Jelle divisioni attive ed avere costantemente il 111ateriale compie lo. Per qnanlo concrrne gli alimenti giornalieri, questi si possono trane dai mai;azzioi militari, con buoni soscrilli dall' nffiziale contabile,. e vidimati dal commisurio di i:ucrra. Le consumazioni poi vorranno essere gi uslific:ile nel modo prescritto dalle discipline contabili . .\RT. l 13. -
Rimpiazzamt!nlo del materiale.
I} ,nten,lenza generale d'armala proHedera alla rinno-vazionr del matcri31e nei ma · 1,çanini rii riserva, al rimpiazzamenlo di quello consu malo nelle ambulanu, e neg li ~pi,,la li non che alle riparazioni di maggior conio r!egli e ffetti, dovendosi , ola mente negli ospctlali provvisorii pra lic.ire quelle di poco rilievo. ART. I 14. -
Vetture ed 11lt1·i mezzi di trnsporlo.
J,e vetture , i cavalli, o muli da basto pel servizio sanitari o dell'armata , si~no ess, regolari od ausiliari, saranno destinali si al trasporlo del materiale , ai a qnello dei feriti. ART.
1t5. -
Yt,uu,·e regolari.
Le vellure rei;olari, i cavalli, i muli oeeeasari ai diversi servi2i sono destinati dal1' inlendenu generale d'armala , in numel'o proporzionalo ;\Ì bisogni per trasporlare tanto i materiali, quanto i feriti , pei quali richieg((onsi -veic<>li di forma speciale ed appropriata. La condotta delle ora delle vellure, dei cavalli e muli , "Vuol essere affidata a soldll.li del corpo del treno di pro'l'iand,. AaT. t 16. -
Yetiurt! ausiliari.
Le vellure ausiliari sollo quelle che ,i pronedono per via di precetto sul luogo nelle sole urgenti cireoslaoie, e verranno des tinale al trasporlo dei feriti dal eampu di ballaglia alle ambulam:e alliTe ed in ogni caso da queste agli spedali temporanei. lo mancania di vetlure regolari e1se -potranno anche essere impiegale per trasportare i maiali da uno ad altro spedale di linea. Le delle vellure saranno requisite per cura degli uftìitiali dell' intenden:r.a generale d'armata nei dintorni dei luoghi occupati dalle truppe ed in quella quantità credula oeee,sari~ alle diverse occorrenze. Le vellure destinale al campo pel trasporlo dei feriti debbono essere riunite al seguilo del depo1ilo d'ambulanza prima che cominci la fazione con un sulli cienle numero d' inferinieri per rac:eogliere sul umpo di battaglia i feriti che
787
Al.LEGATI
segue DOCUMENTO N. 3
noli po11ano r ecarsi da loro ali' 11mbnbnza, ed anche per trasportare agli spcdaii più vicini coloro che sono già stati medicati. Quelle poi requisite pel servizio de l lra~po rlo Jei malati saranno racr,olle pe r tem pc, presso g li ospedali prima de l!' or a dcs!.iua la a ll a parte nu de i con voi:;:i. Esse J ovra.nn o, pe r quanto sarà possihil e , PSSH P c-Opl'rlr d i le la, so, IPn11le d a c e rch i in IPgno, 11 \;Ut> rnite :i snffic ienz• ,ii pa~lia secca , pn coll ocani g li a mmal ati con mag~ior comodo ; e c iasc heduna dovrà p u re MSH C munita di un n l ·· c ipie nlc pe r riponi dell' acqua. Tn ma ncanza del nccessa,·io nume ro di vplturP , nvTrro ri Pscentl,, impossibil" o l,en ilillìc ile l' uso de llP. me1lesim P, si supp lirà pel traspor lo de i fr rili c olla rr quiRi1ione di cavalli, muli, o,I all rc h,·sliP di lras porl n , clic p otranno e ssere fornite dal paese occ upato dall'arm a la. Qu alo ra fosse il caso di Plfdltu rc tras por li d i malati da qna lc ho ospe dsle per acqua , le barche occorre uli al lr;11pnrl o 11a ra n11 0 fallo provvedt're rlall' intPnJen1a ieu er ale d ' a rma ta nP.I morl o so vra in ,li i:alo p<>r ft, ,·e t Iur e.
CAPO Xlii. Delle Amhv/anze. SEZIONE I.
Scopo J,.[ fo amblllan : t! , t! [,.rn co mpnsi:z,ioue. AitT. 117. - ·· i.,t,"w., ù11,i d~lle ambulan ze.
Lo a mbula nzo sono ospedali organ izzali in maniera a pot er seguitare le truppe in lulli i loro movi menti , e ~ono dcslio a l<' ai! offerire più pa r ticolarme nte a i fer iti sul c ampo cli !,atta glia i primi socc or si. R icevono bensì anche gli altri ammalati , però nè quest i né i feriti non vi rima ngono fuorcltè q ue l tempo slrc llamen lc nec~ssari o a pote r r icevere i pr imi soccor si, ed esser e medicali, e quindi ~on o losla me nlc d ir e tti sugli spe<lali, o riman da li al co rpo, s e risanati. I.e ambulanze si co mpongono <le i personale e d e l mate riale . A11T.
t 18. -
Pe non al(',
Jl pe rson ale destinalo al servizio delle ambulanze pro priame nte dell e è composto ,l i uffiziali di s an ità, d i nffizia li , hass' ullit iali e solda ti d e l corpo il egl'info rmieri, come già venne accenna lo in a va n ti. Per la parie relig iosa il ~r rvizi o sarà coperto dai ca ppe llan i adde tti ai qna r lie r i generali eJ ai reggimenti. ART .
11 !). -
Persnmrlt! d~lle nmbulrinz ~ ,-eg g im entali.
Il pe rso nale de lic ambu lanze reggimental i è fo r malo ,li uffizial i rii sanil à, uffizi a li c ontabili , e cappellani dei c orpi stesi.i .. Infermieri maggiori • ha,s' uffiziali N. 1. id. orrlina r i soltlati . 4, Aniserà pertanto il comandante J e l reggime ulo a des lin ar o all' uop o l' uffizial e ed il bass' uffizi.1le e so lclali occonen li.
788
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 3
SE710NE
l i.
Del nurte1·ialc delle nmbulau::;e, e lo ,-r, divisione . ART. l ~ W. - Mal t!riale d i cui devono essere provviste, li materialu io ge nere , di cua sono provviste le 3mLulanze , ~ 11uello descrillo al capo Xll , diviso pc rù e ripartilo in rn rie proporzioni secondo l' uso a cui sarà Jealinato .
ART. 121. -
Comi, .<i d ivùlan n le ambuln11::;e.
11 materiale di cui sono composte le amhula nze è ripa,.ti lo e diviso come si è dello all' articolo p recedente scconJo J,1 divnse esigenze del servizio, formontl o: 1.~ Divisioni J ' a mhulanza di fanteria. :!." Vi vis ioni ,J ' amhulanza di cavalleria . 3." Amhulan zP Ji riserva. 4" Ambulanze regg ime ntali , o di ,lislaccamcn lo. 5 ° Ambulan ze Ji battaglione. 6. 0 Dotazione per gli ospedali temporanei. AGT.
l 22. -
Ripnni::.ione del materiale d elle ambulan;:;e.
Le divisioni J ' ambulanza sì di fante ria che <li C:lvalleria saranno cnmliinate per modo, c ho tulio il materiale, di cui sono composte , sia egualmeolc e collo stesso orJinc riparli lo in apposi te c asse, corbe e colli , lra di essi corrispotHlenli in forma, dimensione e peso, a seconda degli oggelli entro collocali, e ,lei loro uso, com e n el ~iblo c apo XII . Il pi.nzamenlo ,l ' una divisione completa d'ambulanza ha per oggetto : t. 0 Di far conoscere agli uffi7.iali d i sanilà tulle le r isorse in oggetti di medicazione ed in medicinali c he si trovano sul luogo. · '.t." Di fami~liarizzaro gli uffiziali che attendono ali' amministrazione, alle differenti pari• della dispòsizione d 'og ni cassone affinchè conoscendone perfellarnenle la loro composizione, possano dirigere i hass' uffiziali e soldati del corpo degl' infermieri ne' nri mane ggi che de b!J ono eseguire , consi s tt'nti princ ipalmente n el Len Jislinguere lolle le parti d e lla disposizione Jei dilferenti cassoni, nel toglierle e ricollocsrle con tutta la pro ntezza , d estrezza. e precision e necessaria . Rrnc hè gli uffiziali di sanità nou debbano sul luogo esser occupali che nell' eserciiio dcll' nrle loro, hanno però bisogno di conoscere wiuulamcnte i varii oggelli riuniti n ell e ambulanze, per le medicazioni da fare , e i soccorsi da prestare ai feriti ed ai maiali dell'armata, e quindi sarà opportuno che essi <li quando io quando assistano al maneggio dei cassoni, ond' essere in graJo Ji apprezzarne le ri9orse e conoscerne quelle c he l'amministrazione debhe loro fornire. I capi faranno rim ~rcare ai loro subordinal i la comrosizio11e elc i \'ari apparecc hi in bende , compresse , fila ccica e oggetti accessorii , e loro indicheranno gli speciali ben<laggi preparati e i me.!ic inali messi a loro disrosizione. E1si c hiameranur, la loro a llPnzione s ull'nlililà ,li impiei;are solo quanto è 1trellamenle neceuario a fine di economizzare le risorse ; e di conser\'ar sempre la sl~ssa di1posizione degli ogge tti a fìne di ,,ote rli prontamente rinvenire a se-
conda del bi1ogno.
ALLEGATI
789 segue DOCUMENTO N. 3
Gli uffiziali averi ti il carico dell' amminislruione 1000 risponaaLili Jolla buona con1ervaiione e del buon irapiel!'o di quanto è racehius<l nei cassoni; avvi•eranno al modo di prevenire lo 1Lrofinamento e l' urlo d ei vari ~ppnl'echi , p8nieri, casse , 1catole e compartimenti contenu ti nell'interno dei cassoni , avvertendo c he sia l'rappo1ta ai medesimi qualche soffice sos tanza come c aria, panniiini, stoppa o filaccica ecc; e dovranno preH dere il caso delle c onsum:izion i , cli e po~sooo dar luogo a vacui entro le casse ed enlro i panieri o scatole , ~d affinchè non suc ceda scompaginamcnlo degli oggelli rimanenti debbono tali vacui essere colm~ti . sia con oggetti di riserva, sia con '{Uegli a ltri mezzi che la particolar~ circostanza potrà snggerire. Nella scelta della posizione, cercan<lo un locale chioso e riparalo, si tcrrÌI c1•11lv della prossimità del nemico e delle eventualità delle piane. I cassoni debbono formare sul terreno una o <loe linee parallele alla linel! ,li ballaglia a fine di poterli porlarn all'avanti e ali' indie tro con un semplice mo vimento di destra e sinistra. Essi faranno l'accia alla sinistra rlella linea , nffinchè la loro apertura resti all' in · t.lielro. Parimenti ali' indietro si piazurà l'ambulanza alla qnah, essi ~ervirauno di separazione. In un coi cassoni vi debbono essere delle harelle ch e si del,be imparare a montare e ~montare con prontezza seu,.a guastarle. Finché è possihite n on bisogna riporre in sito gli oggetti prima ,li averli nellali e asciugati in caeo di pioµgia, e qualora per ispeciale circostanza non si potesse ciò fare 101 momenlo, si deve rimandare alla prima soO'crmata . QueaL' avvertenza bisogna averla sopratullo per le casse degli strumenti di ch irurgia , per le scatole contenenti m edicinali, e per tu lii gli oggelli su1ccllibili di essere alterali dall' umidi là e dal calore. Allorcbè si à sul luogo , questi apparecchi non .de bbono smuov Prsi che uno per vo Ila , l" solo aprirli a misura che il hisogno lo richie,le Lo stesso si dica nei maneggi d' esercizio; in ogni caso è d'uopo premunirli <l:dl'umidità e <!all'a zione del sole, e 'l"~sto tanto più, quando il legno di cui sono coalrutli è sottile e più suscellih'ile d'i ncurvarsi e perdere le dimen1ioni n ecessarie pel suo csallo collocamento. Per r endere questi va ri maneggi Leo regolari è necessario che l' uffiriale elio dirige l' ambulanza a •segni a ciasc bet.luuo dei suoi auhordinati il lnoi:-o che J eb be occupare e le rispe ttive fnn1ioni; gli uni saranno a posto fisso 1en1.a poterlo aLbandonare e gli altri saranno sempre pronti ad essere messi in movimento secondo i bisogni del servizio. DeLbcsi avvertire che il battente delle casse sia sempre aperto durante l'nione , 1icchè 5!li oggcUi c he in esse si contengono siano con maggior facilità alla mano di ehi deve adoperarli. Quesl' uflhiale uon debbe lasciar il 1>1.slo senza eHere da altri rimpiazzalo , giacchè su <li es,o pesa la risponsabilità delle di1lrib11zioni , e pn ciò devo prender nota di quanto è realmente impiegalo, non c he di ljuaoto è esportalo p er le oocorrenze del servizio.
790
LA LOGISTICA D ELL'ESERC ITO - VOI.. r
segue DOC UMENTO N . 3
Si os,enerà però clal} il pro•igionamenlo dei catsune-maganioo è parlicol,1rn1enl• destinalo a rimpinnre quanto è stato negli altri consumato , e clie per conseguenza debbe sempre essere comrlelamc nte pron· islo. Ciascuna ,livisiooe d 'amhulan1.a do fant e ria formerà il carico di quatlro carri che dovranno essere coperti e distin ti c.ol nume r o progressivo t, Il, 3, 4, ai quali ne urà aggionlo un altro col n. 5 pel lr~sr ort_o del mate riale ,l'ambulanza di r iserva. Pa le ~mhulanze cli cavalleria sono assegnati tre dei carri sopra indicati , cioè òue e guali al o_ I e Il, P. !' altro simile al n . 5 pr.1 materiale di riserva. Ad ogni divisiùne d'ambu lanza tanto di fanteria che di cavalleria saranno inollre aggiun ti carri cosi rlclli ,l' a mb ula nu di fo rma speciale pel trasporlo dei feriti. La ripar tizi one del ca rico de i carri drs tinali llt tras porl o del materiale è in Ji c ala ne lle noie •1ui unile G. H L . M . N. ; il mate rial e p erù del carro di ri serva .~ riparlit,, nel mo,lo indicalo alla o ola O . Le ,li ,·isioni di farmacia che form a no la rlutazionc de lle diverse amloulaoze d a colloca r~i r ipar lilamentr. ~on:i i cani , ca•alli, o muli , onero nei zaini a tenore dei urii servizi a cui saranno ,JesliMli , sono quell e desr.rille nelle suindi cate uolo, e distinte col!a lellet~ H. C. O, 1-; . F. come è fa llo cenno all'ar t . 108. ART.
1!:13. -
Ambu lan ze reggimt!ntuli o d i dùtaccam cnto.
La composizione del maleriale delle a mbulanze r eggimentali o di distaccamento è q uella. descri ll8 nella nota P. li siffatto mat.erialc sarà riparli lo in n . 1 casse , o c orhe di peso uguale porla le a dono di cavallo o mulo.
ART. 124. -
AmLulariz e di Lntt,.g liont!,
Le ambula nze di hallaglione sono composte dei sacchi o zaini d' amlrnlaoza portali dai soldati dei c orpi di fanteria e sui cavalli di quelli ,li cavalleria ne l modo stabi lito. La rl otaxion e dei sacc hi o zaiui d' am hula nza di ogni arma è indi cala nella noia Q.
Dùtl'ibu 1,io11e d ellt! am bulan ze, ammessiont! o mutazion i rda tii,t! ai m al nti. AR T.
125. -
Come distribu ite.
L e amhulanze sono distribuit e !'oll e norme q ui appreaso indic ale, cioè: Per il IJUarlirr generale prin<'ipale del!' ar mala , n, 2 di,·isiooi . Per i qua rlie.ri gen erali dei corpi d "armat:i , n. 2 divisioni per ciascheduna . P ei quartie ri generali de lle di'l"isioni , n . 1 per ogni clivisionr. PPI gran parco d' artiglieria , n . 1 ambulanza rei;:~imentale. Per un ballaglione di fanteria , n. I ambulanza r eggimenta le. Ovvero 4 s'luarlroni di c avalleria, n . I sacco o wino d' ambnlan, a. PPr un forte distaccame11lo di qualunque arma , n . 1 o ':l amloulantc reggimentali , secondo la magi;ior o minor forza.
791
Al.L E G ATI
segue DOCUMENTO N. 3
E quando ne occorresse il bi•ogno, potrà eHervi assegnato il carro 11. t d 'amLulanza leggera, ed in mancanza di questa il carr o n . 4 della sezione di ri11orva d' una diTisione d' ambulan1.a di fan leria. ART. I ! 6. --
Suddivisio ne del materiale delle divisio11i d' ambulanza.
Il materiale di una divisione d'ambulanza prima di essere messo io servizio nrà suddiviso in Sezione attiva ; Sezione di riserva. La sezione a ttiva sarà dest ina ta al campo, la sezione d i riserva ,arà riteoula presso il quartier ge nerale , per servirsene a r iparare le consumazioni, ed a sopperire a qualunqu e bisogno eventuale, ed al c aso an che a sta bilire spedali di I a linea. ART. 1'l7. -
Composfrio11e de lle <t!z i o11i
,r ambulam.a.
I.a se1.ionc attiva d' amlrnl~nia di fa n teria ~i formerà coi carri n. 1, 2 e 3, quella di r iserva coi carri n. 4 e a. La se zione attiva ,l'ambulanza di cavalleria è formala coi c arri n. t , i . Quella d i riserva col carro n . 5. A11.T .
128. -
Divisio11e tiella se~ione attiva d ' ambulanza.
L:i sezion o alli'l'a d'ambulanza sarà poi dh,isa sul campo di battaglia in Ambu lanza leggera ; Deposito d' ambulanza. L' amb11lan1a leggera sarà formata per qualunque oecorrent.a del carro n. t e di uno o due carri pel trasporto dei feriti. In man crnza del carro n . t si su pplirà con nna o due ambulanze regg imentali secondo il bisog no, 11 deposito d ' ambulanra coMlerà dei carri n. 2 e 3 nelle divisioni di fanteria e del carr o n . 2 in que lla d i cavalleria. ART. 1"19. -
JJ,,sti11a:,ioll(: e cnllocamcnto delle ambulanze.
Al capo di s tato maggiore di concerto col commis1ario di gnerra e cogli uffiiiali di sanità in capo, spella d i determinare il luogo in c u i vog liono essere collocale le ambula nze, ed il provvedere per le misure di sic urezza , e per le scorie necessarie ad accompagna re e proteggere i convogli d' infermi , nei ca1i in c ui le compagnie del corpo clcgl' infermieri fossero insullìcieuli a Lalc servizio. L' amliu lanza leggera d'ordinario è collocala al seg uilo ilell'avang uardia ovvero dei forti distaccamenti co mpo1ti, cd in genere poi in qualunqu e punto occupalo dall'a rmala, in cu i si~ nPcessaria la più gra nde a lli,•ità r. prontezza n~I sen•izio. Essa è dP1tinala a prnslare i pii, uqrenli soccorsi ai fer iti ,.•,I a lra~porlarli c ulla ma ggiore possihili, celerilìt al deposito ,l'a mhula nza. L' a mbulanza l~ggera sa rà organinah in moclo da po le r segui r<' spe,lil;imen1 e e da •iciuo tutt i i movimenti dPI corpo a c n i ,-errà applicala .
792
LA LOG ISTICA DELL'ESERCITO - VOI.. I
se,:ue DOCUMENTO N. 3
li d epo1ilo cl' amhulanu de bbo essern collor ato diPlro al centro d ell' armata combattente , e più vicin o ad e.ssa e he 9ia pnuibilP. in un cascinole od io uo allro loc11le coperto al ripnro tie lle inlPmperie e d •I ruoco J pl nemiM , ed in mancanza di siffatti locali sollo a lle bnrncche od alle trnde rizza le colle nn2id elle precauzioni, avvPrtendo di scieglierc una posizione comoda prr l' invio dei feriti e n on incaglia nte i movimenti dell' armala. • Si c!ovrà pure avvertire nella scelta liel loca le per il depMilo d'a mhulanu che e sro s ia in prossi mità di una corren te d'aclJua ovvei o c he prese nti facilità a pro• c urarsene. Il deposito d ·amLu lanza dovrà esse re provveduto dei roohi li, allrezzi ed utensili piì1 in,iispe nsaLili sulle basi stabil ite per H'l i ospetl ali temporanei , con qoe ll e restrizioni perii c he sono cons ig liate dalla d iffi coltà dei tra sporti, dalle condizion i speciali di simili stabilimenti ecl in fine dalla breve pe rmanenza che in essa vi fanno i ma ia li o ferit i ricoverali. Sul punto più emiuco le ,lei loca li ove sono stabiliti i ,leposi li d' ambulanza sarà alzala una banJeruoli\ rossa per servire di direzione ai fni ti cd a quelli che li accompagnan o. Si scguirauno nel miglior modo possihile le stesse precauzioni e regole pe r collocare le ambulanze legger e e quelle dei regg imenti , avendo però sempre ri g uardo allo stato precario di cotesti s tabilimenti ed a lla facilità della loro traslocazione. l cassoni e le vetture di trasporlo suan fa tte gi unger e sulla faccia del luogo alcun tempo prima che cominci l'azione , e così ancora dovranno arri vani gli uffizial i ùi sanità, ed il persona le del corpo J cg l' infe rm ieri giusta il riparto che ne sarà stato fatto. AIIT.
t30. -
Misure a prende1·si pei pirì pronti mezzi di soccorso.
L' nffizia lc incaricalo della conta bilità d ebbe attendere premuroso e solleci to a far scaricare quel nnmero d i cassoni, c h e sarà ravvisalo slrettamen tc necessar io, e a disporre ogni cosa occorrente a l servizio. Gli uffiziali di sanità ved ranno di da re upera pruolamente a quonlo gli ri~ua r,la , acciò possano anche pre1lare li primi soccorsi a i fe rit i su l campo stesso di ba ttaglia quando il caso lo vo~l ia. Uua parte degli nffiziali, hasR' uffiziali e soldati del cor po degl'inrermieri dovrà rimanere con barelle , e con ca rri d:t traspo rlo die tro la linea d'oper azione per raccogliere i feriti e trasportarl i a l deposi lo d' am bu la n ia. AI\T. 13 1. -
M ovimenti dell' armata.
Può s uccedere , c he i movimen ti del nemico minaccino l' ambulanza, oppure c he ques ti pe rda lnreno; sarà perciò \,M,li go ,le i commissario di g nPrra d'avvi ci na rsi soyen tP :i l ~en eral", e prende re i suoi ordini per far ril irare od ~,an,are , s,coorlo ne sia il caso , lo stabilimento, e det er mi nare il luogo OVP conve nga di tras rerirlo,
793
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 3
ART.
131. - Deposito d'ambulanza.
Qualunque militar·e feri:o o.I ammalalo si presenti al deposito d 'ambulanza nel giorno di battaglia, vi sarà ricevuto sulla semplice ricognizione della malattia od ispe· zio ne della di I ui ferita e dopo che gli saranno stati praticati gli opportuni soccorsi, verrà tosto inviato al proprio corpo se affetto da ferita leggera, e nel cas<:, contrario, trattenuto all'ambulanza per essere quindi avvialo all'ospedale di linea più vicino. ART . 133. -
Registrazione dei malati.
Nel caso in coi un ferito presenta tosi all' ambulanza non abbia biso::;no d' altro , fu orc hè d ' una semplice medicazione, il contabile lo noterà sul registro d'entrata con indi cazione della parie ferita , del luogo verso il quale è stato rimandat o, e rlcgli ogge lL', in: piegali nella medicazione. Qual ora la ferita o la malaUia fosse grave, ed esigesse una pronta e parlicolare c nra, il malato sarà lrallcnulo presso l'ambula nza e reg istralo ne l modo che si pr:i.tica per ~li spettali permanenti , e qniudi dirello aJ on ospedale di linea munito de l bigl ie tto d' uscila c he dovrà al de llo speda le essergli ritirato. ART.
134. -
Norme da seg uirai per l'ammessione e per l'uscita dei malati dall' ~mbulanza.
J, e norme a seguirsi, e le formalità a compiersi pcc l'ammessione ed usci la d e i maiali so no q uelle presc ritle dal titolo IV del regolamento 4 giugno 1833, per quanto possono eseguirsi ; se non c lic l'awwalalo che sarà spr ovTedu lo di bigliello d'e ntrata sa rà l>ensi accellato, ma d ovrà il facienle da contab ile t osto compilarlo desumend one le indicazioni dal lilirello, dalle divise , e dalle interrogazioni , ·erbali , e trasmetterà quin di al commissario di i,;nerra no elen co nominativo diviso per corpo degli ammalati sprovveduti di biglie tto p' entrala , a l quale elenco dovrà andare unila una copia dei l>iglietti compi lali dal conlal,ile, nei quali saranno indicati i singoli oi;getti , che ogni militare riteneva .il s uo ingresso nell' amliulanza. ART. 135. -
Uscita.
Per lo sgombro de i maiali o fe riti dai depositi d'ambulama si avrà per norma , per quanto l'urgenza df lla circostanza lo permett erà, ciò c he è indicalo rispetto agli os pedali, servendosi di tutti i mezzi che si potranno avere a disposizione. Avverlirà poi il ch irurgo in capo, nel designare gli ullìziali di sanità che dovrann o ac compa gnare i convo1,li di preferire sempre qnelli che fossP.rn si.ali chiamati p rovvisoriamente dagli spednl i al servizio dell' ambulanza, i quali in tal modo rilornere bbero al loro posto, (Juahira l' opP.ra loro n ci u fosse più credula necessaria ali' :imbulanza. 5EZIONE IV,
Della co11tabilità.
ART. l .:u;_ - 1/ùp on.<nbilità e do ,,el'i de;; li '!J/izinli conluLili. liii uffiziali rl l' I co rpo <legl' infermie ri inc ari cali del se r vizio de lle :i ml,11lan1.e
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rispon~abili di lulli i fondi in materiale , c he lor o sara nno dali in caricamento.
794
I. A I.Q(;JSTICA D EI.L'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N _ 3
- --
"Ari. 106 del Regolamento. ---.._.....,.---.........----.,_ •..
NOTA.
A.
STATO dei Mobili da letto ed oggetti accessorii per frt diHrsi Ospedali tempor·{mei della {01·;:,a di N. 100, 500, 500 malati, coll'aygiunlf'
del decimo di Fornitu1·e complete per yli Ulfiziali ed alt1·i 1aalati o f'erili gravi.
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QUAN'l'l'l' À DELLE FORNITURE ED OCGETT~ PER M.~LA.TI
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ALLEGATI
segue DOCUMENTO N . 3
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QUANTITÀ. DELLE FOR:'ilTURE Ell OGG ETTI l'ER MALATI
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ALLEGATI
segue DOCUMENTO N . 3
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P er la ,hi la ,ionc ùcg li spcdali ,l cll' arnia l a s lahilili 11eli' intern o dello Slalo si duna un o l enc rc J'CI' 11oa11lo si p ossa le pl'rip o·;··,ùni prescritte ,lal llegol<1me nlo 4 g iu g no 1833.
798
LA LOGISTIC A D ELL'ESERC ITO · VOL. I
segue DOCUMENTO N . 3
Non G.
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Aì\lB ULANZE. __ ____,_..,._____ .
DotaÌione del Cassone (1) leggero, -E
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DENOMINAZIONE DEGLI OGGETTI
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Gre mb ial i e.l a Unìzia li di s a ni tà Cor da i o pezzi Spago C_assa di slromen t i J a a inpu la1.io n c, piccola Cassa di collelli di ri camui o. A p parecchi a m cc.licaiiouc Bare lle con hre lelle . Assicelle rli ,·crsc l per le eSl r em iLà I ord inar i e . S u oli! Palmari F anoni . Scir ioi;he da iujeiiouc di slagno (2) Scalula di w lfauc lli fos for i ci I in !alla Scatole d'apparecchi. . . f Bicc:bi er i di slagoo .
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( 1) Il Cassone sia c,;l i n l eggier o, o ordinario , o d i 1·iscrva , o di magazzi110 deve r.sscre fo rmatu di d ,u piani, superiore uno ed ,·1,jèrior e l'a ltro. Questi rluc 11ia11i d ebbono l'oi esse,·• i11tc1·1w mc11tc i11 tal modo t ramc:,~ati c he p ossano c o11t enerc gli 05r;ctti dest inat i ad ogni cassone indicati nelle qui a nnesse no te, e c ont en er li d i t al griis11 clie siano m ai aliti mescola ta , ""' s i <!fTra no ,,uclla vece semp re 01·dù1ati e .facili alla man o che ha da urarli . ('l) D el peso ciascheduna di oncie 'l l /'l a 3.
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799
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 3
DE!\01\IINAZIONE DEGLI OGGETTI
QUANTITÀ
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Agarico · di querc ia Colofo uia in pol vere Cera ·gial:a . Spirito di viuo c anfor ato .Acqua vulneoria T111Lura d i cannella Tinlura d ' oppio Acido acetico a 10 o,o. Liquore di IlolTrnan . Cerollo dia.chilon disteso sulla tela Ammoniecl\ liqu.ida Taffetà d' Inghilterra Sale di Saturno
(!) !\O Sc'fo.1·1,• . 5 Sospensorii'. 'JO Benda5gi a coi-po . 't5 'fd. quad n1Li 20 Id, a T 'l5 Id, trin11gol-i1 ·i 5· Id. d11 jl'at Lw·e. Be11de rublii 4 . . . . . . . ('l) D\" cui 1'iO r asi impie5ati
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LA LO<Jl~'TICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 3
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Non H. L. M.
AMBUL..\NZE. Dotaziono del Ca,son~ ordinario.
DENOMINAZIONE DEGLI OGGETTI
QUANTITÀ
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llibb.,onc.
Coperte di lana Sacchi da viveri Salvie tte. Strofinacci Sciugawani
. . . . da Uffi~iale di aanilà Grembiali da. inferwiere . Corda in peni Spago fino .. . . . . . . Caua d'i1_lrumen~i p_e r _a!Jlputa-zione (piccola) Scatola d1 co\\ell1 da riser va . . . Preparativi di medicamenti . Lettighe cinghiate ( l) . . Assicelle diverse j per le ealremità l ordinarie
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Suole
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Palmari . Fanoni . , . Pentole (! ) f da 18 pente f da 111 pente Candelieri a bugie . Gran· sci ringa (3) . . . Zampille llo . SirinRa a injetionc
Scalole d'apparecchi Ramajoli
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Scumaruola col manico di ferr o Barile ronzano . . Secchia di ferr o per il brodo Vasi per bere Vasi per urinare ( f ) Con bretelle. (11 ) Con il loro coperchio. (3) Con due cannuu.
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801
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 3
QUANTITÀ
DENOMINAZIONE DEGLI OGGETTI
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Scodella di un quartino e meno , . . . . B icchieri Misure per bevande . . Lanterna colla sua lampada e capsula . Bu1tie . . . . ~oltelli di cucina , . . Foi-chelle · da distribuzione . Catene da fu oco di campagna (senza corona) Sn;tocco lato i • . . Sega a mano temper ata o col manico .
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Vanga Tem perino Lucchelli (piccoli). Sacco· d'utcosili (1) . Gran cassa con divisio ni e scanalature Id. coo solo divisioni quercia Casse· mezzane ramate o ferralo Ij di di pioppo Scatole assortito di faggio Ceste (2) Scalol e di salo Calamaio di corno Astucchi di ag hi Matita metallich e . . . . Dolliglie quadrale, di un litro, chi use a smorigrio Boccette chiuse a smeriglio . . . . . Sale bigio Tela incerata Candele . Sapone bianco Acquav ita Aceto destro Bendaggi da ernie sinistro doppio in tela . . d' preparala L mger1e per m e 1camenlt· "(Yrandi piccole
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I
(i) Copert• di tela cerata.
802
I.A LOG ISTICA UELL'ESERCITO • VOL. I
segue DOCUMENTO N. 3
DENOMINAZIONE DEGLI OGGETTI
QUANTITÀ
!., .~. Filacce SLoppa di canapa Fel.luccia di .filo Filo. Sr,ille Aghi . . Carla bianca . Peone Spugue MEDICINALI
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(Nota C. Art. 108 del Regolamento).
A0 arico di quercia Colofonia in polvere Cer;1 g ialla . . Caufora Pillole mercuriali Eslrallo gommoso d' oppio Al cool a 33 0/0 Acqua vila ca o forala Acqua vulneraria . Tiolura di cannella ld . d'oppiò Acqu11 di meliua Acido acetico Liquore d' lloffmaun Unguento mercuriale ld. basilico . Taffetà d' loghilterra ( dozzin e ) Sparad rappo . Sale di Saturno . Alcool volatile ammoniaca liq uida Emdico. Scatola di noce con diTisioni da 8 d:,. 6 Boccelle chi use a 1merig li o ) da 4 f da 'i con imboccatu1·a rivolta I da Id. l da . r { da 4 oncie V asi. d'• maJo ica da 1 a 5l oncie
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803
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N . 3
Art . l!'J del Re5r,,lamento. ~
AMBULANZ~. Dotar.ione del Cassone 111agazzi110.
DENOMINAZIONE DEGLI OGGETTI
QUANTITÀ
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E~ :, .- libh. onc.
Coporle di lana Sacchi per derrate Salviette . . Strofinacci Asciugamani G b. r da Chirurgo da infermiere rem 13 1 Corda cobietta mezzana Spago Cassa. da. lrapaoo . Cassa d' islrum f' nti da am pulazione piccola . Cassa di J'l coltelli di ri cambio Apparecchi da medicuiooe Barelle cinghiale ( t) Assicelle varie 1 per le estremità ! ord inarie Suole Palmari Fanoni 1 .MarmiUe ('l) : Cuserole da t7i penta a 3 pente e t1'l Bacino da pente I e 'I. in rame giallo . . . Bugie di stagno . Grossa. siringa di stagno (3). Siringhe da injezioni, schiz:ialoi Zampilletli Sca tole d ' apparecchi in latta Mestole . Scumar.uola con manico di ferro . Vaso meua.no di latta Vaso da brodo
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( l ) O,n bretelle. ('l) O,n i loro coperchi. (3) O,n due cannul11.
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804
I.A LOGISTICA DELL'ESERC ITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 3
QUANTITÀ
DENOMINAZIONE DEGLI OGGETTI
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a <> ::1 ·;::; libb.,ooc. Vasi da bevande Vasi da n otte . Scod elle da un boccale. Bi cchie ri Bugie . . . Lanterna con lampada e capsule . ·Forhfoi di mezzana grandezza , paja Coltelli da cucina . . . Forchette da dislribu:r:ione Smoccolatoi - Catena da fuo co Sega a mano montata
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Tomporini · . Lucc helti pi cooli . . . Aghi d' imballaggio . . Sacco ù'utensili ooroploto ( 1) B ilaneie in, ,am• per In dispensa . Misura da penta . . Misnra per le distribuzioni . p I . . { del pan e. eso per e porz1on1 d ella carne Peso da due oncte 8 meno rnbbo Basto coi suoi acce!ISori i e le brig lie Cantinelle da tra spoJlo Barili cerchiati in ferro J da 10 a U pente I da 4 a 5 id . Gran c asse a di'fisioni randi d) q!-'ercia. Casse ferrate g d1 p10ppo menan e di pioppo Scatole usortile Cesto Scatola de l aalo Ca lamaio rli corno . Astuccio di agh i Matite molaltic ho B0lli!1lie qoaJrato d i una penta Piccole boccotle (i ) Sale bigio Ceri
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ALLEGATI
segue DOCU MENTO N. 3
QUANTITÀ
DENOMINAZIONE DEGLI OGGETTI
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Candele Sapone bianco Acquavite rosolio A.colo Olio da bruciare Bendaggi da ernie
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Stoppe di lino Filacce Fe ltnccia di filo Filo Spillo A ghi . Carta l.iianca . Peoni, da scri vere . Spugne . . . Cotone da stoppino . . Stampali e Modelli delle diveree 'lualità
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Ipecacuana in polvere Gialappa . . Reobarbaro esotico Cannella Ceilan Senna Agari co di quercia . Gomma arabica iotiera . id. id, in polvere ·Co\ofonia i n polvere . Cera gialla Canfora . Zolfo snbfimato lavato Polvere di giala~pa composta Pillole metcnria i . . . Diascordio Teriaca Estratto di genziana . . . Id. ~ommoso d' oppio . . Id . i chfoa bigia alcoolico . Id . di liquirizia Spirito di vino di 33 gr11.di
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806
LA LOG ISTICA DELL' ESERC ITO · VOL. I
segue DOCUMENTO N . 3
INDICAZIONE DEGLI OGGE'l'TI
QUANTITÀ
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Spirito di vino canforato Acqua vulnerari.a . Tintura di cannella Id. d'oppio Id . di china china . Acqua di melissa Acido acetico a IO i;radi Id. tartarico Liquore d' Holfmann Ungue nto mercuriale Id basilico Id. sloraco Impi astro ag3lutioalivo. Sparadrappo composto . . Taffetà d' ln[thilterra (dozzine) Ace~alo di piombo cristall izzalo Ammoniaca liquida Sublimato corrosivo Sale ammoniaca l'reparnionc d'an timonio P ietra inferna le Sale di Glauber Emetico . Salo di nitro Solfato di china Cassa con divisioni in noce . l\forlaio di cristallo Pestelli id. Bicchiere di )alta di 300 gramma Id . di ve tro. Saggiuolo g uernito. ~ Spatola di fe~ro . Tela da colatura Ca~serola da fusion e (piccola) . .. . da 1 quartino . da 1 boccalo Boccelle col c ollo:rivollo da 10 a 16 oncie da 6 a 8 1d. da 5 go cie da 1 oncia a 1 '/4 . . da 1 quartino noccette ch iuse a ·smeriglio da Ì2 a 16 oocio da 5 oncie j ùa 16 onc,e . Vaai di maiolica t da 8 oocie ad una. libbra
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807
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N . 3
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.Jrt . t!'l del /t,5,,/nnie11to.
NorJ. O.
Al\lBU l ,ANZE.
--·-----
Dotazione dd Cr,.,çsonr, di 1·ùerva ,
QUANTITÀ
DENOMl NAZlONE DEGLI OGGETTI
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Sacc\1i da "iveri Grembiali da U!faiali di sanità Cassa d ' aroputaiiono ( piccola ) . Cassa di dodici collelh di ricamb io AppHocchi pe1· meclicam e uli ,\ . 1 pel" le cstro111ilil . - ssice 11 6 I ordinarie . . su.,lc Scodc l"le pcl sa ngue Fanoni P entola d 1 18 pc u lc, Sciriughe a injct,ooe Sca tola d ·apparccc hi Barilo . . . Vasi da notte Bicchieri Bugie Lucchclli Colle llo d i cucina , Forbici - . Sca to la . Cest" g r andi Temperino Calamaio di corno. . Piccole boccette chius~ a smeri 0 lio Lingeria da medicamenti
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( l ) D esi511a1,io 11e d e' Le11da[Jgi contenuti nei 11a11ie1·i : N . 0 ~ Dc11dag15i per le cst,·eniità s1<pe1·iori; - l ~ pe1· le estrcmilà i11Je1·io,-i. • JO Sciarpe. - 10 A corpo . -10 Tria115olari. - IO Quadrnti. - IO A T. Bende 1·otolate rubbi l 8. Comp,.esu , quelle che s'adope1'a110 per bendare le fratture.
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOI.. I
segue DOCUMENTO N. 3
~
-----IN_D_IC-AZI_O_N_E_D_E_G_L_l_O_G_G_E_TT--l-----1--Q_U_A-NT-l!""T-À-ll J,
Stoppa di lino Filacce affinale Felluccia di filo Filo (I) . Spille
1"ubbi id. ,·asi cartine id. quader11i da. i4 fogli N. N. N.
Aghi Carla bianca . Penne . . . A~lnccbio per le 5p1lle. Matite metalliche . . Spugne Stoppa EAnM,1.r.1,1.
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Art. I 08 del , Regolamet1to).
Acido acetico Arqua sliplica del lhlJCl:iu Acquavite An\moniao~ Cera gialla Colofonia. . Esca da fuoco . . Ehire solforico in due ampollini Essenza di meni;, . Laudino liquido . Olio di oli,·o. Sale di Saturno in pol ,-err. Spirito di vi no rcllilicalo Idem ca nfora lo . Unguento refri 9cranle _. . . . Tatrelà d' lnglullcrra ,li color naturale Tela ~pahuah di ccrollo diachilon·. colle gomme.
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DOCUMENTO N. 3
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DOT AZ I O N E di due 'CCJ$se o Corbe {ormanti le Ambulmue reggimentali. COMPARTll!E-•TO CE~"J RAJ, E,
COl!PA&Tld~TI LATlnALI . N' t.
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810
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
segue
DOCUMENTO N. 3
--------------
Non Q.
Art. . t'J4 d,d_R_e golafW~O . '--. .
ffhscrizione e Dotazione delli Zaini e delle Tasche d'ambulanz:a per i Corpi. di Fanterià e di Cavalleria.
Le lasche d' ambolanz:a per l' arma a ca..-allo colle rispettive coreggie e cin-
!hie sono folle di pelle di vite llo anocrile ed opporlu_n aro.e.ole concia.le. La, loro fo~p1a è quadril~oga ; sono alle 011c ie no,·e , larghe oncic quallro e tre •1ua1·li , e profonde oncie due . Fra esse u r.i lc per me;:w d' un a doppia corc ggia, le la~cl, e debbono pof\giarc sull' estrema parte anlc riorc della sella cd occupa re i! poslo d elie fonde de ll e pi ~Lolc. S ono nelle mr.desimc contenut e ,I n~ cassett e in cu<>io forte, cioè: una per cia scuna lasc?., delle quali cassc llc una ha qual lro scom par l imcn li, ossia divisic,: i iulcnucdie lrasvnsali , e l' alt ra , oltr<' a queste .Ji , is:oni l.-asYersa li un p ~' pi i, slrelle, n e ha pu re un_a longitudinale a uno d e i lali , la qua le occu pa lulla l' al lena della cassett~. In co tcsle cassett e sono contenuti, oltre a lulli gli ogge tti asseg nali in dotazio ne al ,.ai n o d ' ambulanza per la fanteri a , anch e una maggiore quanlità di hcndc, c ompresse e ili fila cci ca .
Dr.sig1uizio11e degli oggetti contennli nella a11cnle r;i171ue scompa1·li1mmti.
C-<.tssclln
I. ~elio scomp:.rlime.nlo longiludin alt ,·i 60110: uno aslucchio d'assalini ed 1 Tirap,lle di Pcrcy modificato ad u~o di p_inzella. 3 Chia,·e inglese con Ire uncini J p er l'estrazione dei ii enli . Pinza- canr. , ossia pellicano . . Spatol11 col manico in forma ~i leva . C ucchiaio in ferro . Piccoli sc iringa. :'.; _É Coll~llo c on tc111peri110 e lira turaccioli . e: ~ c~tclr.1i in go mma r.l~slica <li ,ti,·<' rso di ,,mc h c del l'\. :1 e 4 col rispe lt i,o ;.;i \ 111ascl1io. 2. 1'cllo scomparlimeolo superiore lranersalc vi h a una scatola conl enenle cinc1ue dì visioni per riporvi : I." Due scrupoli di larlaro emeti co , di,i,o in due pacchetti.
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811
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 3
'l.0 Un'oncia e mezza di radice di ginlappa, divisa in l'l pacchelli. 3.0 Scrupoli ollo di solfato di chinina, divisi in t G pacchelli. 4. 0 Piccoli vescicanti ,lislcsi su te ia N. 0 12.
5.0 Un'on cia di polvere astringcnle ( colofonia ), cd oucic due di cerotto diacliilon colle liomme.
3. 0 Nel secondo scompartilllcnlo trasversale vi sono due bocce tte, conlenenli l ' una spirito di vino canforato , e l' altra di essenza di m e nta .
4." Nel terzo scompnl'limenlo trasversale è conlenula uon scatola in lalla avente due divisioni , delle quali una dehbc ca pire una boc ce tta d ' ~mm oniaca liquida, e l'altra due moccoli in cera birnca, mezz'oucia di lìlo , dodi ci aghi da cucire, cento spille ordinarie, cd una pezza di uastriuo bianco lino. 5 ° Nel quarlci scompartimento lrasversale son\'i due boccellc, di cui uua contiene laudano li'luido, o tintura tcbaica, e I' altra sa le di Saturno in polvere. I vani poi esistenti tra le hoccelle nel s~cundò e nel terzo scompartimento lrasversalc del la cassetta, dovranno essere riempili con filar. cica , la quale concorre a tuie. lare c d a rnanlencrc forme lii boccellc , e può irl al cu ne <'Ccasioni essere di qualche u li lita.
Designazione dtgl• oggetti contenuti nella Cassetta o ventc quattro scompartimenti.
l .'' Nello scompartiruen!o su1itriore bavvi una liolLiglia iu lalla debitamenlc anicu..alà per contenere nqua: a qucsla annesso -vi è u n uicc h icre pu,e in lalla di forma quadrala, noi quale si ripon-a una spugna , ed una scatole Ila in lalla con zolfanelli fosforici. "! .0 Ne l secondo scompartimento saranno contenute aole lilaccicbe . 3 .0 Nella parte inferiore del terzo e del quarto s comparliwonto si colloch crauuo dodici hendc, cioe: sci di rasi tre per ciascheduna , ed altre sei di rasi norn. Due sospensori i. Un ' vaso di terra c~nlcne11le oncic sei d ' ungu cnlo r e fri3cranLe. Nelle pnli superiori di questi scompartimenti si c ollochcrauu o diverse compresso di tela usala di varie 0 rande zzt , cd un raso tli tela spalmala di cerotto di diachilo1l colle gomme.
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812
L A L.OGISTI CA U EL.L.'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N_ 3
Dotazione dei zaini d'ambulanza pc1· La Fanteria.
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____________________.,.___________,~ ::1 DESIGNAZIONE DEGLI OGGETTI
Fo;,;uo IJ'ifElllORE .
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Bolliglir. contenenti: a) Spirito di vino ca n fo rato . b) Sa le di Saturn o in polvere e) Essenza di m e nta. d) Landan o liquido o tintura lebaìca .
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Scali,lc .\, !alla a dopp•o fondo co n scompal'L11nenl\ conlenooli I.a Tarlaro c111cl1co due sc1·11pul1 , cl" iso in ~O pacchcl!•. l\:"1r\1 r (' ,t , g-,:ilap pa poh·c riz1.:1la u.11.'oncia e 111e-:.:a, d,n~a in I:! p.,rcl,clli . . . . . . . . . . . . Solfa to ri i chinin:i. scrupoli olio , divisi ,n 16 pacchclt1 . 0 Piccoli \'CSCir.a nti dis tesi sulla seta N . t 2 1.a l',, lvere a~lriogcnlc un'<>ncùr (colofonia ) Boccetta ,I' ammonia c a l iquida N. 0 t . Moccoli di cera bianca N.0 :l . 3 n Filo mc • :.' ottciu . . . . . Nastrino bianco fin o una pe:::.z,1. ;\ gh i da c ucire N ." t'l, Spillo N. " 100. Un hric helto in falla da fosfori . . . 4 .n Grande sc:1 tola quadrala nd uso di cont enere: Un a spugn:1 . . . . . . . . . . . . Un Yaso cli te rra. per on cio 6 ung u e nto refrigerant e T1RATOIO .
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Donde di te la <li rasi 9 caduna. De tte id . ~ id.
Compr esse ctivcrsc libo. I Filacce id. »
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Cerotto <iiachilon colle 1,omroc sulla lei.i presso a poco• d~II~ la rghezza dello zaino oncie due Dello senza t eia oncic due
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Sospensorii ( Cate teri cl i go mma e laslic:1 di dive rso diametro dei N i ·1 e G cnn manrl rino
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813
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 3
PESO __.._
DESIGNAZIONE DEGLI OGGETTI
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LIBB. ONC
8
R1PO!\TO
N. 1 )) 1 1 " 1 » 1 » 1 " 1 I
Aslucchio d' assalini per Battaglione . Tira palle di P ercy . modilica to ad uso di pin ,.clla C h iave iuglesc .:on 3 uncini j I' · d ,•i denti I'ioza-cuo u l prr t•s1razw o11 Piccolo coltello coni tcmpe1·ino~e sluracciolo Cucchiaio di ferro Sciringa. pi ccola ·i I ll · 1, d. li Spatola col manico I u o 111 una orsa 1 pe e io forwa <li le va
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S CO MP,\RTIMENTO SOPERIORt: .
Gli effelli indispensabili al soldato portatore, cioè· 1 Camicia - 1 paja sca rpe . . Q ualche altro piccolo o ggetto di poco peso
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Nella scarsella della coperta. J.e compresse e fìl accica c he non polr:rnn o c api1·c n ell'interno Jcl zaino.
Ne lla scar ulla dello ,port,,Uo. Carla, os Lie e matita
3
Al di fuol'i " sopra lo zaino. Cappotto del solda to o t unic a a~sestata secondo i l modo prcscril(o. li baracchino o gavetta con e ntroslauli una b,,lli~lia .,J u n h,i-chiere di latla . . . . . . . . . . . - . · · · · P eso de l sacco o zain o .
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL . I
DOCUMENTO N . 4
CAMPAGNA DEL 1848 - 1849: «ITER» DEL FERITO
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815
ALLEGATI
DOCUMENTO N. 4
CAMPÀGNA DEL 1848 - 1849: SCHEMA RIFORNIMENTO MATERIALI DI ARTIGLIERIA E MUNIZIONI
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816
LI\ LOGISTIC A O EL L' ESt::l!.C ITO - VOL. I
DOCUME NTO N . 6
CAMPAGNA DEL 1848- 1849: SCHEMA DI RIFORNIMENTO MATERIA LI DEL GENIO
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NOTE ( 1} possi b i l ità di un alt r o .
t r avas i di ma te rial ,a da un parco divisionale ad
(2) non v i ene p r ec i sato se il rifo rn ime n to avv i e n e dal l ' i n dietro vP- r so I ' a v an Li u v iceversa . Comun que , è da riten ersi più fr e q u ent e i l s i sLcma dal l ' i ndie Lr o all ' avan ti .
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL I
DOCUMENTO N. 8 REQUISITI IGIENIC I DELLE CASERME (1850)
(« Manuale di igiene mi/ilare» del Do/I. A . Carnevale - Arella)
.ARTICOLO
XX1V
IIEZZI D\~SSICURARE. LA .8.~LUBRITA' DELLE C~ErulE .
L Una caserma dee essere costruita a poca distanza dal campo di Marte, e dalFospedale militare, e dee essere capace d'alloggiare almeno un battaglione, e al pjù un reggimento. ~. La corte sarà abbastanza grande per permetlei'c il difilare di parata della truppa nella sua' totalità. 3. Una parte della corte sarà lastricata in una larghezza sufficiente che i soldati Ìnonlauti la e;uardia possano difilare senza bagnarsi i piedi. .4,. Nell'inverno e nei gior11i umidi e piovosi dee esservi una grande sala a piano terreno, ovvero una tettoia· che ser_va ad esercitare. la . truppa nel maneggio ·delle armi nella ginnastica, e che nell' in vcruo possa à nelle al bisoglio essere riscaldata èonie si usa fare nelle camere -d' esercizio d'Alemagna: e di Russia. !S. Si preferiranno i dormitorii esposti a me.zzodi, eil in cni l'aria circoli libera e pura . . 6. Non si accumuleranno mai sotto qualsivoglia motivo nelle camere , a dormire più sòldati di quel che lo ··còmporla la loro -capaciLà. 7. Si procurerà che nelle vicinanze ed all'intorno delle caserme si facciano piantagioni; essendoclaè sotto l'azione del sole lè piante s' impossessano dell'acido carhouico-~ e scòmponendòlo ritengono il c~rbonio, e ,·ersano· nell' atm~sfera l'ossigeno; e sono il migHore depuralo.rio dei principi i putridi e del eteri i che si formano nelle grandi riunioni d'uomini entro i quartieri. Pertanto se le escrezioni e gli effiuvi animali viziano l'aria, la vegetazione in cambio la de.pura alim~ntandosi delle sostanze nocive all'uomo.
e
Al.L EGATI
819 segue DOCUMENTO N. 8
MEZZI Dl SALUBRITA•
8. Il numero dei letti dee essere proporzionale alle dimensioni delle camere in modo .che ciascun individuo abbia almeno .,·enti 1iletri cubi d'aria indipendentemente ·dai mezzi di ventilazione. 9. Ogni mattina. appena alzati i soldati, si ·raran'no, anche nei giorni piovosi, aprire le finestre: sarà pure ·oi- · tima ·misura di .obbligarli f)Cr motivi di pulizia ·o di appello a sta re fuori delle camere da letto, cioè nèi corridoi o meglio ancora nena corte quando il tempo sia sereno, onde dare·tcmpo che si rinnovi raria delle camere staia · .dalla sera -al mallino contaminata dai diversi aliti e dalle fetide emanazio11i di tanti corpi. f O. Sarà severamente" ,·ietato di la,·are e fare ·asciu-. iare i paonilini nelle camere da letto, e per (JUeste operazioni ,•errà ·assegnato un particolare silo della caserma. i t. -Nei dormitorii si praticherà una volta àHa settin1ana una Jeggiera fumigazione -di cloro, ed anche tutti ·i .giorni quando vi nascesse .sospelto d'infezione; o vi dominassero in ,vicinanza morbi epidemici ~ contagiosi. · i 2. Bisogna ùue o tre volle al giorno, secondo· jl biso· gno e le circostanze, fare scopare non solo lè ca·mere da letto, rua anche i. corridoi, Je scale, le corti, i pas.:: saggi, e fare togliere del pari Je immondizie dalle vie circostanti. J3. Si avrà l'aVYertenza di fare di tempo io tempo e nelle iioroaie sereoèfavare il pavimento.delle riamere e dei cor·1·idoi; e ·1e scale, · e d'asciugarle subito ·quando sianci ~i · .legno. Essendo,·i sospetto d'in'fezione si aggiungerà ·aira.cqua, che si usa_per lavaré, un ceIJtesimo del s·uo volume d'acqua di sarmenti, ed in maµcanza di questa s' im.piegberà una leggi era soluzione di carbonato di soda · o di potassa. · t 4. Per l'annuale imbianchimento si presceglierà l'..e~
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LI\ LOG ISTICI\ DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 8
MEZZI DI SALUBnlT A'
stale, e si farà in quei giorni fo. cui i soldati trova osi agli eserc1z1. i ?S. Le cucine si stabiliranno ln ampie camere al piano terreno, apparlate ed in comunicazione coll'aria esterna mediante grandi finestre, affin~hè il fumo e j ,gas asfis..: sianti eh~ si forJllano nella combustione della legna e del carbone siano imm~diatameote esportali -via dalla forle co1:rente çhe n~I forneHo si produce dal basso in alto. 't 6. Le latrine si .stabiliranno a corrente d'aria fo èor.. rispondenza colla parte superiore .del caminQ della cucina,. la cui ,·entilazione costituisce -il migli_ ore mezzo per-disperdere nell'atmosfera il çatlivo odore degli escrementi. 17. Saranno le caserme pronisle di tubi e di condotti per Jo ·scolo :delle acque e dell'orina; ed agli -angoli delle corti Yi saranno collocati dei pisciatoi, in cui le orine passano .da un huco in apposi le chiaviche. 18. V.errà _proibito a chicchessia, ed in ·-{!aso d'infrazione sarà se,·eramente punito, il gettare. -0 deporre nei èortili., nei passasgi, o nelle attigue slrade acqua o qualsivoglia maleria o sozzura che spanda callivo odore, e sopr.atullo s' invigilera_nno le rivenditrici affinchè non gettino qua e là per il quartier~ _gli av_anzi dei Jegumi~ frutta cd altri residui, e siano obbligate, so~to pena di una multa, µi tenere. Leo pulito il luogo circostante al loro banco. . i 9: Infine gl'ispellori nella loro ,·isita. a_lle .caserme debbono farsi accompagnare dal medico di· reggimento e da un ~ffi zia le del seni o, 1 quali t;li daranno lu_Ui que~li sch~arimcnli necessari per .conoscere i difeui dei locali, e il . modo di rimediarvi conformemente alle leggi ' igienìche.
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ALLEG ATI
segue DOCUMENTO N. 8
Anr1C0Lb· XXV. lllSURE .REGOLAMl':l'ìTARlE.
-Nella ràccolta delle .R. Determinazioni 1855; regolàmento · per la conservazione- dei quartieri .. pag. ~6?>, si leEgono le seguenti sovrane disposizioni che ·sono neces..:. sarie a sapersi dagli uffizìali di sanità per la loro piena esecuiione : • È pro.ibiro di versar acqua di soverchfo sui pa,·imenli . delle camere e dei pianerottoli delle ·scale. · - 41 8 _vietato di gettare nei canali dei ·cortili e nelle canne delle latrine la cenere che servì al bucato, le spazzature delle camere, paglia e materiali cl1e le possono ingombrare. 41 Non è permesso _ di tenere montoni, conigli, ed altri ammali nocivi agli edifizi ed alla nette'ua loro, nè di for. mare giardini nei cortili e in altri siti dei quartieri. · 41 -t vietato-di accendere il fuoco contro "i muri ove nou 'Ti ha camino; di -gettare acqua dalle finestre e di scoociare in qualsiasi modo le 'pareti si dell'interno ·coine ..deU'esterno dei quartieri. _ • I ,•etri spezzati alle invetriate debbono fra le ~,4. ore daccbè furono ·infranti essere surrogati a spese dei corpi qualunque ne sia la causa • . Leggesi nel regolamento di militare disciplina articolo 3?S3 moo.dezza del qttarlicte: • L··uffiziale di piccheuo è incaricato di vegliare alla -mondezza" ·di tutti i siti del griartie-re non occupali esclusivamente dalle compagnie b dalla Maggiorità. Egli fa ripetere le· scopature · quante· Tolte lo crede necessario, servendosi per ciò dei consegnati, ed in difetto, degli uomini a tale scopo comandati. • lg ogni co~pagnia, art. 581, è comandato gìornal·
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LA LOG J::.'TICA DELL'ESERCITO • VOL. I
segue DOCUMENTO N. 8
nEGOLAIIENTI
me~te un numero d'uomini, i quali _denominati quartilierà- sono incaricati .dell? mondezza dei luoghi. da essa occupati, della scopatura delle camer_e , ·e per togliere -la polvere alle rastrcllier~ delle a·rmi, assi a pane e ta'\'ole. È pur-e dovere dei qu~rtilieri il m1:1ntenere sempre ripieni ·d'acqua i bido rii , secchie,. o brocche, di . mondare i recipienti d'acqua sporca, lavare e pulire le tavole, assestare i letti degli assent~ scopare ·ogni volta :che vi sia qualche immondizia, ecc.; insomma incaricati di tutti · i senizi cbe riOellono la pulizia , e la tenuta delle camere•.
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AT..J.EGATl
DOCU MENTO N. 9
ISTRUZ IONI SPECIALI PER TRASPORTO POLVERI (1855) (G. M. 1855, Parie I, pp. 434 - 435)
Avvertem.e speciali per trasporto polveri. Art. 39. Nelle circostal17c fii trasporto ..li polrnri. il f.orpo reale d'Artiglieria avvertirà du• i hJrili. o 11° ,·assi, w•n1[ano collorati sui carri in moclo clu~ nelle mar•·i,i un ha,·ih\ od una ,·a~sa 11011 venga 111ai a fregare coll'altra f• pm· tal lhw vi farà fr.appo1'l';o olella pa ~lia aU.orlif{liata. e fa.d coprire ciascun t'arru ,·on tele ,·e.rate hen tese. Le r.ass,~ cli i h:mli 11011 ~a. rnn110 pi 1'.i di trenL'l 1•er ,·iasnm nirro, e gli uni r le altri· clispoi-11· in 11011 più di quattro strati . Art. 40. Pel lraspnrto ,foti,• palveri. 1· fuod,i da ~11erra, l'impresa dovrà impie~ar1· 1.:-onihwPnti di ,·11mprova la ilo,·ilit.:i r. prudenza. ,, cavalli trimquilli. Tali 1.:ontl11c1\nli doHanno 1111ifol'l11arsi ~,,rupolosamcnte ali,• qnì sotto particolarizzali! isti:11zioni ,' • J r.tl a qUf•IIP altre ,lirczioni che il rapo convoglio
( *) 1° J lra~ pofli il i p11i"V<·1e si fan :1111 .. , At•nqHn c .. 11 una aufth:i1•n le •1.·orla comanrlata d :i uu hes s' uffl ,ia hi . 1" Il C,,m;, n ,lan te rlcll a s,·o rta c.lrs tinc r u un 1111·1~1 " ad " \; Ili car ro , t•rl inv i. )(il erà pnson alm.,n lr tutti µ li indi vi,lni c he .srortano il con,·o ~lio per 111· cerlanì ~e si nsrno tull~ le preca uziou i neuisu, ie acl 11npedir e 1inistri . Sarà sua specia l .: u.-a di far m ar ciare il coll"VOl{lio ~t'lu prt> el passo. Nou pnme lll'ra che nc ll t> n1pic.l ~ disc 1• sr s i fa ccia uso d el pericolo10 me todo d i lrall encn• le ruot ,• . ,pia le è •1uo-i ll ,, rl•·ll"usnale rue,·,·ani, ,, adottala ,,Ile carrdl t! Jrl c omnH:r c10 . 1nvf' 1~e rli c ui II f:crà u10 d ' una 11la11g a ch e si disporrà iu lra _-ers11 alle ruolt•, o clell,1 scarpa ~<' il ca r r o uc sarà foru ilo 3° :\,) 11 1·•· :i11cllHà ma i eh,· il ennvo;:lio 1' inram m ini prima d el lovar del sole , e prt)C'ur,•rii .-110 esso r11ggi un;.;~ la lappa pri ,11:1 r lw il sole tram ùn l i. 4° ln vi~ileri1 ,. nnn 111•r111Plle1 ;, a d1icchess ia , 11 ,telta acoria . o a p6n,ma u lrane11 di fum11rt' in vici nanza del convoglio. ~0 N o n permellnil ma1 cho , i ponga qualunque c oaa e•tranea sui carr,, 0
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LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOI.. I
segue DOCUMENTO N. 9
rifNW:-Sf', sia 1n ortlin,! allt1 lappe. l'd ;i!ie on:
111
cl!1 riaµgiar, ·, ~1a ri~Jlt'flo
a1 :-ili ptff rico1c1·arr . orron·e11,lo, i c,111y, 1~li , o p,·r f"arl1 )'t'l'll•)lfan·. Art. 41. Se il lraspot'l.tJ 1!.•!11.: puhl'l'i ,,·;.:11ir;i per _ac·<pt.1 , i baril i , ;1ra111in rollorati sulla nan: in !-,:IIÌ :-a ,·I Il' 11t.111 •, ;1.l 1nu ,-oµ gl'I 11 a 111t)111111·11 t 1, 11 i! a fr,• -
gazioni, e po" ti rnpra laYtlla1i 011dl' 1111 11 lorr hi11 0 l;i 11:11·,· , ,, 1·im~11 ,.:-a i11nl1n· pl'r lulta la l111l f.dwzza ,lella n11•d 1·:-i111a ,11111 :-11:izio d1 i'O t'1·11L11111~l ri p, ·1· lo ~colo delle ar,p w. Il cari(11 delle p,,h (' i'! l'" ' , ,a r;i 11111,·1·:111 1, ·111.1· 1,-0 1;111 1 11J o,.;11i al1ro ogg ,.110 d11• po~~a 1rm ;1r,1 a h11 rd11 1!t-l la 11ar,._ :- i111i l11 i, ·111i' d1 1· ,l,in:i 1·s:-1•r ,· 1~ctlat:i dalle :,111·,· b 11,11,• n lia rra ,·li,· :i, r:'1 il lra,.., ,,,rl11 d,·11,· J!tt h·ni
prin c ipalnwnte rnhL• 111d:il lid1t• " p ..·l n ·. ,. 11 11 11 ~i la~ci,·r:, il~lire sopra a lt.: unu clic 11 td ~oln t:asn i 11 ,· ui il ehìi;1si fare 'l'1ttlcl1t• ! ·1nu•nlo , la (Jllid ,~o!'- a ,·or rù
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825
ALLEUATI
DOCUMENTO N. IO
GUERRA DI CRIMEA: DOTAZIONI DEI MAGAZZINI DI t• E 2• LINEA DI OGGETTI DI CORR E DO, ARREDAMENTO, ED ALTRI (G.M. 1855, Parte T, pp. /397-1425)
SPECCHIO degli'. oggetti di corredo , arredamento, accmnpamrmto ed alt.ri , destinati a comporre le dotazfoni dm: maga,zzini di 1.a e 2." linea da stabilirsi preRso l' Armata, in Oriente.
826
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N . IO
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ALLEGATI
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828
LA LOGISTICA DELL'ESERC ITO - VOL. I
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ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 10
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LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 10
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ALLEGATI
segu e DOCUMENTO N . IO
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OESHìNAZIONE DEGLI OGGETTI
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Rnstclli • Vanghe » llo11clie " • Scope . Sccd iiclli di tela 11 A~cie . . , . . • Faki con manico lungo per tagliar crb(1» Marll!ll i con aCCCf$Orio piechetto in forro per temperare le sudd. fa lei • Coperte da campo , . , , . • s ~cchi a tenda . . • l\lane ferrate per piantar i piantoni e picchetti Picconi
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Tridenti
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LA LOOlSTICA DELL'FSERCITO - VOL. I
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833
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 10
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834
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 10
SPECCHIO del Materiale, e generi Medicinali per dotazione dei lttagazzini di 1.,a e 2/ linea, onde provvedere alle distribuzioni e rimpiazzamenti che possono occorrere pel servizio degli Spedali e delle Ambulanze al seg1t'ito del Corpo rl' Armata Sarda d'i Spedizione in Oriente.
835
Al.LEGATI
segue DOCUMENTO N. 10
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836
LA LOGISTICA OELL' PSERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N_ 10
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ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 10
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I.A LOGISTICA DELL'ESERC ITO - VOL I
segue DOCUMENTO N_ 10
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840
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 10
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DENOMINAZION I~ IIEGLI OGGETTI
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Ceslr, r:operl1\ ,li tela ,:1·rata F1laccicn . 1·/iifoy1·. fanoni .V. Nastro i11 lito pezu Pannilinì grnudi .:hi/o9r. IJ . piccoli • Palmari Pietre a rasoi Semicanali ùi lat.ta per fratture ;,;1ampelle prrin Suole in legno Sosprnsorii in tela Ycntosc in vclru Spu~ne per mclii,·.azioni iii. Sloppa ,·hi/.;,_q1·.
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Copia ,lei Crnli!'c Farmaccutsco ~lililarc chilnr1r, Conhcclla m,•1.1.nna ,, robbictla Id. ~f.,rlnio ,li lironzo ,la ti a 8 litri Id. da i a 4 Mohili cd am•di per Caj1pclla (dotaz10 ne ,·ornplcta) l'idra cd attrezzi diversi l1C!cessa ri per llll arrotino ))
Sp~;!O
c!tilo[/1'.
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l'El\ $ ElìVJZlll IIELI.E FAllMACIE.
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l ,.erro e f~ hl1iu1.
Mortai di . g!tisa torniti della ..apwnza di 10 l1tr1 11.., lelli lii f,!rro pci dclti morlai MullclLc l ii ferro . . . . . l'i;:n:stlc di ghisa di 50 litri per calapla, rna S p;111>l,. ,li frrro di :-,o centimetri . di 30 " \ 1,1.. ld di :10 " id ,li l f, • :-=.1urarrif1li di fe1·ro
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Apr.arcccbi a spo_sta1nent_o Co .itoi della cap1c11 ·m litro .
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842
l.A LOGISTICA DELL'ESERCITO · VOL. I
segue DOCUMENTO N. IO
(Jl'A;,(TITÀ ~EL )1AGAZZJ:\O
-----,.---------..
'f'OTAJ,E
ili 'I .a ! di 2.a
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I
linea
l',ei:;110.
Apparecchi_ di. farmacia . _ . . _
. .
lianli pc.- il stroppo ~cmphcc d1 JU hln Cd,ri cerchiati in fo1To ,·ol I 100 litri . copcrchin chiuso con lur.- '. 50 ,. .
chcllì della capienza di I :i;, • Ccbri pcl micie chiusi o'. Ort lucdwlto della . . . capienza di ::O litri . l'e~t.cllì di 1•)5110 duro pn miJrtai di IO litri Id. id. di 2 • (Juadrali a stamigna per ( 50 ccntilil1·i pannolana , <l i • . . ì ao ,, Spalnlc di ,I.O cen timdri Id . di 20 ,. Id. <li 20 • (di ossa) . . " ( id. ) . . Id. di 1G Sostegno per app;m:(:chio a spostamento ro n piede ;i vif(' \ ~l'[tn(li
Scatole di faggio con 12 clivis. ! mL"zzanP
I
pic!'Ol e
Scatole di pioppo a divi sioni Id. a cerniera per mcdìca111e11li cd ! uteusili diversi
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Dlllu1de 1 l"el!!i " lUi!i1111•e,
' Bilancia di farmac.ia .Ii l ù d1ilng'r. cu, seguenti p,·~i, rio è : 1 di 5 chilogramma 2 di 2 » I di 'I » I di r, el.togramma 2 di 2 » 1 di 1 , 1 di 5 dccagramma.
3
A111iol11 tinni
843
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. IO
Qt:ANTITÀ NJ,;L MAGAZZl:SU
Ltl•:~i lli\l l NAZll l,\E 1m;L1 OGGETTI
...
---· ---di 1.a linea
Rilancicltc piccole a mano llila11cia trahorcanlc di iUO grarn111i a l !l divisioni, col soslci,no e co lle srguenti serie tli pe,i contenuti 1wl liraloiu cio,·· · Di I ' peso' ·di 1(/() g-rarnlili lii 1 id tli ::iO lii I id. di iO • Di i id. ùi 10 • lii I id. di 5 , Di :l iii. di i • lJi ·I id .. di I • l'ii1 1111 i:ramma di\'Ìso in ::! lamine di nllon,:, ,·ti 111oltre ancora pci casi di perdila: 2 pesi di 2 grammi I id. di 1 » ,;ti 8 di,•isioni ,li 1 gramma
1
Serie di n11sure litriche di st~gno Id. di foua S,·alola dd peso ,li 1 d 1ilogr. .-011knente 1 seguen ti pesi 1 tli 5 etlogramma 1 di 2 ,, :! di 1 • I tli 5 decagramrnR I di 2 , :! di 1 , I tli 5 gramma
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6
Amwtaziuni
844
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO · VOL. I
segue DOCUMENTO N . IO
DENOMI NAZIONE
nr.,;u
QUA NTITÀ '.'iET, MAGAZZINO
or.GETTI
--d ~ - d\ -2.~' linea hnea
I
TOT ALE
1
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1'JArlltO.
Mortai di marmo bianco di 2 litri Id. nero di 10 litri
2
3 3
2
Malolhm, Poree llana e Vetro.
Alberelli di vetro senza tappo tii 2 litri . Id. i1J. di 1 • . Id. id . di 6 cc·1til. Alberelli con tarpo t merii;liato di 1 lit ro . Id. Id. da 6 a 60 Cl'ntil. Bottiglie di vetro nero di 2 litri Id. id. di 1 • Id. id. di f,O centilitri Boccette (flacons) ordinarie senza t~ppo di 1 litro . . . . Id. id. id. da 6 a 75 centil. Id. piccole con tapJlO smeriglialo per l'ammoniaca liquida . . . Id. con tappo smerigliato di 3 litri . Id. Id. di 2 • Id. id. di 1 '/2 litri Id. id. di 1 » Id. id. Ja 6 a 75 cenlil. Mortai o di porceli. ili 1 litro , con pestello lJ . di vetro di 1 • con pestello
Alcoometro centesimalr col suo astucch10 di latta . . Carta per filtrare . . /n,qli Flancila per colatoi metri lll acrhina . . . Pilloliere a .tO scanalature
12
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70
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3
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12 ~00 3 .t
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1 250 15 3 4.
A1,11otazio11i
845
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 10
I ! -~; -;:--~ , ~, Ql!Alì TITÀ Nf.J., MAl:AZZl i\"U .
IJJ,:'iO~ll~ i\ZIO;-./E IIEGLI OGGETTI
li111!a
lin ea 8 8
Sl:ttcio ùi erin,· ,,·111vlicc Id. id . 1·01 lamlim·o Id. di , eta i,I.
8
T l'n1io 11 td1· 11 1 l•11tÌ!!ril1lo
T11l'an·ioh ili !--ll~li'ero T,·la ,·, ·rata (pezzi· ,li 1; rnl'lri ,:i1·ca J
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An,hnl:inzP. Ili, i~io11a li compo,lfl di C.
rarri a ra~ <'nc, trainali da .J. rava lii rad11n carro Amlrnl:1111.<' lliYi~ion ali composte di ·1':! n•j'PÌ,• ,li cnfa111 a do~so ,li 11ndo . .\111h11 :i nzc l1c~!,;i11w11lali co 111posk di una rnppia ili robni a dosso di 1,11rlo /.:11111 d'A111 lml:111zc di fo nlf'ria , f:11ppi1· , a,·corei<: d'Arnbulama di 1:aval-
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a s1·g~10 a
Jlan·ll,• piP1,alc notiate Ba1·rll,! on\111.iri(\ pie;(atc lb,ti ola mulo con li11i11wnti . t'.operl,• tli pa11110 :1 11,ai,io pci muli " t:o i:.ni
1, r ,-..:, "iall:t ch i/O!JI'. C.11111,~, di caa » ~:11'011<' \, i:l lH'O " Acq11.1 Yil,· 11 rn,olio :1 ~radi ~~ litn· A,·elo ~ ~1·a1h IU . Olio da l1rllt'ian· 111 linfl t• ,li l:i t13 " Camlelt- di ~liil\/lllt:Chcl/Ì C1•ri110 a cord1erl la
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846
LA LOOISTICA DELL' ESERCITO - VO L. I
segue DOC UMENTO N . IO
() t:A NTITÀ.
-------I
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lJENOl\1JNAZIONE IJEGLI OGGETTI
MAGAZZJ:\0
di 1.a linea
A11110111 zio11i
di i .a linea
-
Zuccaro lino Cera lacca basto11i F,lo per cucire . . . chilu9r. ~'ilo pf!r le,;aLnra d"ll r. arterie / a corpo per rnscia pr.r gamba per bra,:eio per antibraccin liendaggi a T. . a doppio T. ' quadrati . triangolari \ sciarpe
I
Cartoni rnorlcll ali per fra tture. cioè: Per cosr.1a Per g:i ml,a . Liste di divcr~a lunghezza Spille in 1:arl ine . N. Aghi negli astuccl,i di latta • C:1rt a bianca (fllÙJlerni Penne da scrivNe N. Col one da stoppino chilo,qr. Ohbi:idini assorli li . . . • Palle da biada vuote per l"ratlure . . Cuscinetti in lana per fratture Sacchi con chiave e sivelli per le ruote dei r,arri Materiale e medicinali per ospedale temporaneo compiuto per 300 ammalali Materiale e medicinali per ospedale temporaneo compiuto per 500 amm alati
I
Materiale e medicinali per inlermcria di 300 cavalli circa
(*) Composti d1 duo pez11 caduno.
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847
ALLEGATI
segue DOCUM ENT O N . 10
11EOICINALI. I
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848
LA LOGISTICA D llLL' C'.SERCITO - VOI.. I
segue DOCUMENTO N. IO
QUANTITA. !'iEL MAGAZZINO
DESIGNAZIONE
'1 1)1\U!
Of.l
o~servaJÙ>lli
di 1.n linea di 2.a linea
M~:OJCINALI I
Chilog.1 Gr. Chilog. Gr - Chilo.;. Gr.
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• 600
Alcoolato di disitale . Id. d'estratto d'oppio Id. di squilla Belladonna foglie
7 1
19,l
a
21 2 40
Id. nostrale
Balsamo copaivc Id. Opoldcldok . Cannella Ceylan intiera Id. in polvere China calis~a,a intiera . Id. in polvere Colofonia intiera . . Id. in polvere
lì
20
.
Id. bianca . Canfora . . Chermes minerale Clorito di calce Cloroformio Collotlion . Cantaridi in polvere
Creosoto Camomilla
. . Carbonato di piombo Cicuta fogl ie Carbonatò di pota~s~ Id. di soda Dulcamara Digitale fogli <: Deutossido di Ml'rrnn 11 Digitale in polverr Essenl'-a d1 ,;edro Id eh mP nta
2"
• 6
B1cloruro di Mercurio Bitartrato di potassa Borato di soda . Bir.arbonato di soda Bolo armeno
r.era gialla .
2"
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37 • 8 7
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12 6
849
Al.LEGATI
segue DOCUMENTO N. IO
Qr.\~TITÀ Nto:L MAG.\ZZINO
UESIGNAZ.IONE flEI
.....s o
ME:Ult:INALI
::,
TOTALE
di La linea di 2.a linea
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_......__-.11-- ----I
I
Chilog. Gr. Chilog Gr. Chilo~-1 Gr.
z
. 35<
Essenza tli anici .
3 i()()
Id. di trementina ltl. di lavanda Etcr.: solforico ltl. alcooli1.1.at.o Elcltuario diascordio lii. tcriacale hl. lcniti,·o Empiastro lMq11ilon con gom. hl. Id. semplice Id. IJ. cli, tcso, metri lcl . mcrc11rialc Id . di emula Id. I.I.
d'arnica
Id. di sambuco IJ. di tiglio Genziana . lìrasso !!epurato : Gomma arabica i,..;, r~ Id. i,I. ~ "'\·,·re
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5
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1 60(
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2 4._~ 2 .i5(J (i 200
1•cr le frallnr e
•:pispa, tico . E:.trallo di genziana . IJ. di belladonna IJ. Ji oppio acquo~o Id. Ji ratania . lt1. di liquirizia ltl . di p:ipavero 1,1 rii gin~quiam,1 ltl. ,racomto . 1,1 Ji chioa resinoso 1,1. di valeriana 1,1. di noce vomica 1-:1.,xir ,li china Euforbio Elleboro . . . . 1-'iori di wlfo del c01,1mertio 1,1. id. la,~ti hl.
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Osscrvlllioni
850
I.A LOGISTIC A DEI. L'ESERClTO · VOI.. I
segue DOCUMENTO N. IO
.,, ~ o · =e,
___.,.._--
-- --
Chilog.1 Gr. Chilog., Gr. Chilog.1 Gr. Gomma Calcd1ì1 IJ. chino IJ. dragante (:ialappa . Gius,,uiamo foglie Iodio . . . Ioduro potassico . ld rnto Ji potassa lpe< aq·iana . Lino semi inticri Id. in polvr.rc Lichcn islandico . Litar!;irio . . . L1j'10 ;;uaiaco raspato I . sassofrasso . li.I. quassio . Laudano li1111ido . Lavt1nda . . Li~uirizia in polvere 1\1 a \'a foglie . Manna . . Miele Mercurio dolc/J Meloni semi l\lagnesia calcinata Oppio . Orzo Olio di ricino Id. ,l'olivo Id. di lino Id. di giusquiamo Pero~sido di manganese N. Paraveri Po rnrc tli onafous . cubebe . Po vere elci Pcrclli Poi pa di tamarindo l'clli rcr reroll i
Pere i
Ossenazio11i
di 1.a linea di 2.a linc:1
MEDICINALI
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Al.LEGATI
segue DOCUMENTO N. IO
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Pillole di solfato di chinina (di 10 centigramma) N. 60,000 • , Pece di Bori;ogna . . H 200, Polrnrc del Plcnch . . 2 2001 Quercia corteccia in polvere 7 • Rose rosse . Hatania . . 1 3:l5" Habarbaro in polvere Simaruba cort.ccci3 3 Senna ori,•nlalc 3 8001 800 . . Segala farina 9 • I . Sottonitrato ,li Bismuto a 800! Sottocarbonalo di ferro idratalo t 8G2 Spugna preparata 1 H 'rl 3 ti()() Id . semplice Serpentaria . . 1 872' Solfato di ferro . aoo • Id. di rame . 1 700 di magnesia Id. Id. di chinina Id. di soda . 77 di zinco . Id. 1 9251 Sprzie amare . 18 500' Id. aromatiche t9 500,' 1d . pettorali . 18 500 . . Squilla in squame 1 872' Id. in polvere . . t 700'. Sparad~appo d'itiocolla, metri 200 Sant onina • 1sd Salsapari[;l ia 4 450'1 Scamonea . • 372 Sale ammoniaco 1 800' Sapone ollicinalc 4 800 Id. nero 80 Sale comune H- • Siroppo .di papav, ·,i mchi i 2 Senapi in polnm 360
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LA LOGISTI CA DELL'l'.SE RC ITO - VOL. 1
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DOCUMENTO N. 11
GUERRA DI CRIMEA: MOVIMENTO DEGLI AMMALATI NEGLI OSPEDALI SARDI
(G. A. Commissetti, «Suf(e malattie che hanno dominato in oriente tra le truppe del Corpo di spedizione sardo»)
~10,1 IMENTO GENERALE de~li Ammalali negli Speda]i Sardi in Crimea. so1u·a mm forza approssimativa di 21,000 uomìm. TIFICI
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854
LA LOOl!:>'TICA DELL'ESERCITO - VOL. I
DOCUMENTO N. 12
GU ERRA DI CRIMEA: NORME IGIEN ICHE DA OSSERVARE PER IL RITORNO IN PATR IA ONDE EVIT ARE JL DIFFONDE RSI DELLE MA LATIJE INFETIIVE (G. A . Comisselli, Op. cii.)
Frattanto eranri pervenute apposilc istruzioni i11torno alle misure adottale dal Governo onde impedirr coll'approdo <lelle truppl· d'Oriente la propagazio11P (kJ tifo in terraferma . A noi spettava perciò il concorrere alla nostra volta con analoghi provvedimen ti affi nc hè le savie disposizioni dale dalla San ità Marill ima alla Spezia sortissero tutt' intiero r effetto desiderato . V Intendenza Generale d'Arma ta emana,·a a tal fin e una circolare in cui erano concretate Je
principali norme a seguirsi prima , e durante la navigazione. Era così concepita: · , Stando il Corpo di spedizione per far ritorno >) nei Regi Stati è rav,,isata necessaria J' attivazione :11 deJie dispogizioni e provvadenze che s~guono : « 1° Uno o due giorui avanti l'imbarco, ognuno » dei soldati, e quelli segnatamente che da breve
, lempo uscirono daWospedale, avranno a praticare , accorate lavature della faccia, delle mani, e dei ) piedi._ , ~· Importa che ogni soldato indossi lingeria netta , e puli&a prima di essere imbarcato, e che lungo il , tragitto sia in grado di·poterla cambiare. , 3° Tanto le di lui robe di vestiario, che la coperta , da campo dofflDDO esaere ben nettateJ battute, e
ALLEGATI
855 segue: DOCUMENTO N. 12
, sciorinate prime che al»bia a riporl8 nello zaino, , oppure a senirselle. • 4o Parimenti gli ogeMi lettereooi, e le r.operte , di lana pro•enieoti dagli ospedali da destinarsi ai , coo,alescenti, che si lraaportaoo in Piemonte, non , che i loro effetti di Yestiario, sannno preventiva, mente lavati e sottoposti a disinfeltazione. , 5° Si dovrà dare molta cura a che i soldati a , bordo si lavino quotidianamente. Saranno messi a , disposizione dei signori medici ac~to, e sugo di » limone per fare be•ande a coloro che ne abbiso-
' gnassero. • 6o La distribuzione del rancio, fatta per iodivi, duo riesc.ndo lunga, sarà ogni nave provveduta di , utensili deHa ,oluta capacità onde effettuarla per
.. squadra. 7° I locali che a bordo dei bastimenti si destine» ranno alle truppe ed ai convalescenti , verranno , quotidianamente sottoposti a lavature con acqua l) clorurata, non che a fumiga~ioni disinfettanti. A , quest'uopo saranno distribuite alla partenza d'ogni , conY<>po le somma occorrenti. , 8° Relativamente al t_rasporto.-degli ammalali~ si « distribuiranno in due categorie: in quelli cioè, che »
possono soltanto essere trasferiti dalla Crimea (( agli ospedali generali sul Boston>, ed in quelli che
«
per tro,arsi i-o i.stato di colfflleseeoa sono atti « alla dirett:i traslot.aliooe ia Plemoote-. Cosi degli « uni come degli allri la scelta sarà latta dai medici (<
856
LA LOG ISTIC A DELL 'ESERC ITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 12
divisionali degli ospedali, areuratamente per modo .: da evitare nel tngitto ogni sinistro accidente, ed-in « quanto al trasporto dei secondi da non incorrere « nella rigorosa applicazione. del Decreto testè emanato sulle disposizioni ·di quarantene per le pro,e~ nìel)ze dal Levante .. e Pei malati che, stante la gravità. della loro mat lattia rimarranno in questi ospedali temporanei, e si daranno disposizioni- partiwlaFi. · << 9<> S'avrà cura percbè nel · tragitto i convale« scenti , e quelli che trovansi in siti poco ventilati , « abbiano a salire sul ponte per tre o quattro ore '<
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• al giorno.
10° Qualora a bordo dei Regii legni si trovas, sero materassi, od altri oggetti letterecci, già dee gradati per uso anteriore , verranno spediti al 1° « ospedale della marina per le necessarie riparazioni, « non che per esservi lavati e disinfettati. « 11 ° Sebbene i bastimenti della Regia Marina « ~iano provveduti di farmacia , ciò nullameno nella « preYisione delle varie esigenze del se"izio sani• tario, sarà disposto-che i due ootlmi e zatni d'ao,. e bulanza d'ogni battaglione vengai:io sul bastimento , caricati di maniera elae il Medico ;ossa averli sotto «
, mano ad Ofbi otoorrema.
« 1i 0 Questa misura sarà specialmente praticata a
navi non appartenenti alla Regia Marina, a ciascuna delle quali sarà inoltre assegnato
e bordo delle t
857
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 12
« un cesto contenente robe di medicazione , ed i e più necessari rimedii. e 18° A bordo d'ogni-· bastimento in cui saranno « imbarcale truppe, la direzioae del servizio sanita« tario speua all'Uflìziale di saoità superiore in grado « oppure al più anziano a parità di grado. e 140 E,li prenderà cli ordini dal Comandante le
, troppe a bordo, ed iD dipeaderm di questi stabi• lirà fra i suoi subordinati un blroo di se"izio , e « c., quotidianamente &erri eaaUo conto d'ogni parli« colarità ad esso relativa- DOD che dello stato di sa« Iute generale ed individuale delle imbarcazioni per « informare d'ogni cosa il Comandante le truppe a
bordo , e per trovarsi in grado all'approdo nei • Regii Stati di comunicare una relazione del viag' gio sia all'autorità marittima locale , non che al ( Medico capo di spedizione. e In dipendenza delle suindicate avvertenze , si e « già disposto perchè sieno imbarcati sui vari legni « aceto e sugo di limone in ragione di 500 litri -per e ogni 1000 uomini, non che il necessario per le « lavature e le disinfettazioni. , I signori Medici a bordo ne ordineranno la di· « stribuzione , avvertendo di non farne spreco , e « d'averne per tutto il viaggio. » ,t
Segnato r Intendente Generale DILLA ROVERE,
858
LA LOGISTIC A DEI.L' ESERC ITO - VOL. I
DOCUMENTO N . 13
GUE RRA DI CRIMEA: CONSERVE ALIMENTARI DISPONIBILI A PAGAMENTO PER G LI UFFI CIALI (G. M. 1855, p. 1384)
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PREZZI llcr o~ni
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Per l' l11lendente Gen. d' Armcta ll Commissari.o di Guerra delegato fRASGHINI,
859
ALLEGATI
DOCUMENTO N. 14
GUERRA DI CRIMEA: FORNIMENTI ED ACCESSORI PER ARMI PORTATILI (G. M . 1855, Parte I, p. 414)
TABELLA
indiconft•
gl-i
o.<.ro,'i'"n:rn ti <hr si
distribuisrono
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Regie Sale d'Armi ai Corpi di Fanteria unitamrnlc ai Fucili r.
Pistoloni. Nt:MF.110
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DENOMI NA ZIONE degl i
<lislril.ini lo per ogni rucilP. per
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ASSORTIMENTI Ser~cnl<'
ANNOTAZIONI
aporale o ~ Soldato
I
I Aropo llioo
da olio, di s:agoo ' ; Aslucchio di seloliui, di lalla
' ! Borse I
di assortimenti , rii pelle
Caccialuminelli d' acciaio
( l\forlello 1854 ),
Caccianoci ( l'tlod .0 185'1), d'acciaio. Cac ciaviti / Mod
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t8M ), d ' acciaio
t (lo )
Cnast racci da fucili , di ferro .
C11vastracci rla facili e mosche tti ( Mod . 0 1854 ), d'acc iaio
(a)
I (b )
Coprilurninelii, di cuoio
I
I
Manico di cacc:a \"ili ( Mod. 0 1854), di legno
I
1 (a)
Scatoletta per maulecn , di latta
I
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Se t olino d ' acciarini
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Spilletlo .-li ferro con ca leuolla di ottone .
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Tiramolle ( l'tforl. 0 1854 ), di ferro
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Turacc iolo da fucili , di !ri; no
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NB. Gli dsso1·tinie11ti sudde,cl'illl
.. a) È per ora sospesa ai Caporali ~ Soldati la distribuzione dPI caccini li Mod ." l l:154, o rlel manico di cacciaviti Mod .0 1854 : questi assor l imeul i sa ranno dislrilouiti ai Caporali e Solda ti solo dopo con s umati !(li attuali cacc iHi li , a misura d,:,I l.iisogoo, (b ) Questi assorlimen li non sono Jiglrihuiti con i pitloh,ni da falegname.
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.10110 p ure i .1oli che vengono di.tl'ibuili dalla Fabbrica d ' Armi ai l;o ,-pi di Jà11tel'ia pe,- le rin11ov11~io11i che 110.,sono occo,-.
r• re, ed a uconda d•lle ric/u",ste d•i Corpi.
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860
LA LO<JISTIC A DELL' ESERC ITO - VOL. I
DOCUMENTO N . 15
ASSEGNAZIONE, RIPARTI ZION E E COMPITI DEL PERSONALE DELL' INTENDENi A MILIT ARE (G. M. 1858, pp.• 409 - 412)
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(D) PtR OGlil [PFICIO D INTEl'IDENli MlLlTAM
reU,, d1il Comnll(Janle militare o da un Sollo-Commissa_ rio di guerra locale.
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COMANDANTE MILIT.UU:
od il S&TT0-Co1!;,;i1~Al\10 LOCAI.E
Ri< eve la consegna · tleHe· variazioni del Dis&acca~ di Truppa. e le trasmette ali' Uflicio del Presidio°"' , laniia il rispettivo Ct.rpo, cui incumbe la tenuta ~ nioli e (~i di competenx - Disimpegna le ~i~ di minnr · importanza' per il Distaccamento ed Oipl<lali Su.:eursali, ed altre di servszio giornaliero CA8: fogli di via e ricbiesLe per .abbuonconli od iodenm di via a Militari ùsolati di passaggio - So"etlu il servizio delle sommiaus~ in natlll'.a - Compie à trasmi~sioni periodiche ·.et. stati e dichiare per la :tp!Jizione_ dei ma nJ a_ti e d'aitri consimili la"Yori ~ 1·1struzwne de1 i 9 ' maggio .(852 , a pagiM U.1 ltl Giornak militare di deJJo ~o, -parte 2.a - Dìsimp~ luite le 'incumbenze di serviaio divi~ate per gli ~ di Divisione c~e po8liOOO occorrere.
. I .
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861
Al.LEGATI
segue DOCUMENTO N. 15
: Attribuzimù confornti ,, ,,uelk determinate per lo llri.'111111; ed iMltr• ~ - O!J1tÌ lle,qgimenlo e Corpo di Trnp~ a cawllo l'assistt:nia alle Comm1:s.ciom per morie, ab.,_ • . bat&imento e vendita ili cavalli. \ oOTTo-CoulH.. n, GnrnRA , S .,~ · d'I · ·'d · I ·· &1trf.\m> . . . { 4 Olio -IUl5all au elll a StlrVIIIO pre~,,, .. J le Truppe potraano essere incaricati er.iandio di l~lu•-delle altribu&icini ,lel seniiio del Presidio _e spct ~ p e l ~,iiio del' Panifizio, dovendo esso aver
ruena
1"°1" ·1*
Suftlo.
·
Vin~ Superiou • Serri.io comune del Praidio. Coli),!~ DI Gu!RI\A . ~ ' :L .• : . d' . - 'le s . . ' } (lt' .1~r Sono-C6!olm;s.• DI Gut1'R.t. ,.,. ,~~0,11 IVl:l(lte " ' . e.wn1 t• _ e ; -:, a Su,v-'19 .. . . . . _ di Diviuotll.
[}11,,;, ci.
PffW't:le e .4Uribu;wni dichiarau 11Ua Snione (• ) degli U~ tli Jivùione.
(C) Pa.R OGNI l;mc10 DI P Rt SIDIO
S o n ~ •. m Gur.!\RA \Ib•""1 I~ l é . ~ , ù dichiMo_te 11l~ Se, ioni (•!, Sc1uvut p (*}, '•)/it" JR'(Jfffi d i ~
862
l.A l, OGTSTICA DELL'ESERCITO - VOL. 1
segue DOCUMENTO N. 15
I
Co11MISSARJ0 01 GrÈRRA
/ thmpia~a l'l.utenJ~nlt: nuhlare, e lo r~pJlrl'!!tlll-~ n~i · d'irÙpodimento ed a!.scn:r.a - Ha I.i speciale Jirezion, tlellTfficio - J.lisimpegna i lavori ,·he ~li ,·P.nson• particolarmenl.t! 1BiJati Jall' lnLendenk, ma pii1 , ~cialmeme regge la Scuola d' AmmmÌ.itraiioae - llà I, opportune CHre&ioni ed istruuoni ai Sotto-Commis~n ~tti ai vari l'UJIÌ di ~enizio - · Ne soneglia e ,eri6ca; i lavori.
SclllH.NO
t Per le scntturuioni e tenuta f deH'Uffic:io, Arehi,io eec.
dei relati'l'i ~ i e mv
~) &,visi comuni' dd Prendio. Affari generali del Presidio per gli alloggiameoti - Pusaggi - Spedizione <lei fogli di via - Traaporti - \'e. rilicuiooi dei Jeconti degli Impresari, dei prospeth e deconti Jei Municipi ~r le somroinistranse in natur, - Teoula dei conti Ji Ospedale - Sor,eslianza Jd scn·izio del Panitìzio - Com missioni per visite di lo.:ali, ed altri servizi g1:1ierali eJ c,·~ntuali - Verificazioni cont.abili per i Corpi o fmioni di Ge1rpo 1100 asSCi!uate agli altri su·1~11nui:;:;ari.
1 S0TT0-Co1ouss.• 01 Gli.uuu. I Sono-COJll~ISS." AGGICNTO
1
8cn1H~O
t .56nf>MJ\ll!Jil." f1-.,... l g f ~. 0
DI Gl.i~l\~A AGGIUNTO
.
Tenuta dei Ruoli annuali - Variazioni giornaliere e Ierilìcaiione d'esse - Verilica,iiooe dei foefi di comretenz.e .,. Verilica~ion~ di Coni.abilità . cosi nel proprio lJfficio come presso il Consiglio d'Amminilìtra:iion~ dr1 Corpi . • Ve~ionc di Cassa - Contraili - Perir.ie - Verbali cd ogni altro particolare di senwo da prOT• vedere o controllf(e , pe.r ·i Corpi dl!Wa Brjpli - Di• . s1mpeJJ10 delra corrispondenza e tielle pl'.a&i~e relative. ·
863
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 15
~J~ llireaione economia dei Consigli d'Amministrazione dei l:orpi, l_e ~ - 11,imestrali presso i tnedesimt, sia categoric he, come di Cassa e ~ . nmnehè la stipulaiione Jei relati,i ~onltalli, non Jeggiono ,·enir lllliati aiSoulo-Commissari aggiunti 11en1aun-grave molivo ,JesiJenndo que• .Msiae0;, per quanto possibile, _&ieno que5te impor~nti e delicate incumMmt; minçep1&e f81i sempre dai CommisS.11rÌ Ji i:ruerra e dai Sotto.ali?riwi ,eltettm, e possibilmente di pref'erenu da quelli. ·Op Capo d'lifticio ,;edr4:- pPfC . cbe,., . conciliabilmen~ alle esigente -6enilior j Sotto-Commissari di perra Aggiunti intervengano ai Consigli IIDlle wrillicuioni lrimest,alì._iainle,. ai, Commissari o Sotto-Commissari ililtm, Oll4fle istruirsi ed ~ -:cea,imili opernìoni amminisl_ralive. a• Nela ·,;pedizione che fari,, Ojpi-_c.po d'Ufficio io caduo anno, degli •chi m.atleristici del Personale dipendente, al· Yuniionario Capo nella })~ou o- Sotto-Di1'iai~~. yj ~nirà .uno stato indicante come ~ a· ripartito- il· lnoro-- ! IJfflr.iQ fn. gli Impiegati durante _lo seerso l)i!Do ; e ~·e!t'llltim& Il ~ al: Ministero in JJI! collo s&aa-> di ripMo lei_l!n1iti nfl ;Jll'l'Pl'tG "Uìtiiit,. e eoglt speed}i caratteristici ~el Per-
sòllàl, Jèltla
Dnmo~:ll Jlimstrt, S'!]Ntarw
~
Stato
A. LA MAIU(OR:.t
·lkcailt•.•;1ltltli!ltM ft"I.L f'&LSOJfÙI Ì>Bt
p,
fliì
11.1.
a e r,. .r,o
co•to· l>' "JNTBI'f DEIU.A.
MILIT ., Ra
~ ~:IMilia S.U.-~ùi.o,i mi!i,W{ e Presidii.
Atuibui..i_.
!Jir~e
superio~ 'di tulli i rami di Servizio, e ~peq~nlo rigua~d_a :_ g.lì. a_ppalti, i ~ontratti, 3 ~ J ò n t , la- spt.•thuoril tle1 mandati , la corn-
:. e~'_'!'_-~?-~ .
~ - m Viu.lT~ ,".' '.. ~ f
s~
le
e-·Je·reJÌii4l"'•,colle
AlllMi\l-, coi
Corpi di
r · 1;~:t~ Sìabilì!Ntlli.'; 'la' discifii'inar 11 - vigilànza ilei
r·~!,-...-iJ• ct'tnte~ e tlela Souisteiue \
iirf>tm.i dhlf[~èno.-: · ·· ~½' -,:rTr.:· .
addetto ai ·
864
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO • VOL. I
segue DOCUMENTO N. 15
Nol'me · d' r,.~1egnn-:.io11e e di ,.;pw·lo' del Pt·1·$onnle ne.gii Uffici
,r!nt nfllt'n:a
militnrr..
Circolne N. 8. - Toriao I& mano 1858.
.~elt~ddivènire all'ultima 1lrst111a1.ione d1 Funzionari ed lmpi~ti lkl Corpo d'ln'tenrl~nta militare , tenuto ronto ilelle proposte e considenzioni fatte d:igli Tntemlentì militari sul finire ùi 5"1ttnibre dell'anuo 1856 , si :<e(ll.i.-· rono per ba~e cli parfrzione e Ji assegn31ione prh-.~& i san l'ffici J 'lo.teiiclem:a lr norme divisate nell'111messa libclla ; laoode nel portare a conoscenza degli Uffici d'lntendenu IJli norme . ranisa qu~to Ministero opportuno di fare 'éònoscere quanto seg11c : i 0 La tlhell:i qui unila servirà bensì pel riparto d~li Impiegali rra gli !!ffici, e pel riparto degli inrnmbenli fra gli lmpie~ali, tuttavia nell'e'f'eniem::r di ncam:e in alcuni dei pMli inclicafi. do,.ranno natunlmente gl i .i Itri Impiegali Jmistarsi per supplire nel· ~rmio ·r elatin- ai dttti posti n canti; ~ sarà- sempre obblig9 rigoro,o d'ognuno d'essi,. _di oltem~~re agli ordini del Superiore. per qualunque incumaenu di servizio inJi$tinbmtnle rbe egli stimi- d'affitlargli, senza riguardo al riparto di attritn11ien[ 911enuncialo, il quale de't'c intenclerSi .e ritenersi non altrimenti che quale mi,ura d'ordine per il più regolare andamento degli affari. ~ Saii speeiiil cura dei Capi tl'Uffic:io di altemare le incumbense di !BTizio fra i vari Impiegati dello steS!'o gra,lo, in modo ad ottenere che tut&i egualmente poss:ino addentrarsi ed impratichirsi in Ofni ramo del1' Amministrfthnic-; e ~pecialmente per quanto si riferisce alle attribuzioni del ~tl>-&rimlissario addetto ai lavori del Presidio , al se"iiio Jelle ScaiiM~ iifltt; cl)e' a quelli cl'ispeiioni, rli sorveglian1.e ed altri che oc, ..."8-AonWdlrlllioio, Vedranno insomma lì deUi Capi d'Ufficio, che i f'a•itP. )i_~ ~ ~ i possano, a senso della Circolare di Mi.... Jatl IIPSl'ri . b e: i ~ . ùwrl:tJ a pag. W5j del Glfflulle •i'IUil ptt tunio: roensil4' o trimestrale. ed whe $emes1rtlt l t ~,••a ~è si rani8erà più conveniente e conciJiabile col P....,._-,ooi!iite.
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questo
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865
ALLllGATI
DOCUMENTO N. 16 NOMENCLATURA ED UNITÀ DI MISURA DELLE DERRATE (1 856) (G. M. 1856, pp. 15 1 - 153)
Nomr,nr/atw·a rd unità di ·mimru I" di di der1·af e ,h com1.1111a:.i o11t'.
ro11/ 1'(/(IÌ(l
( Dir tnio11e ;e11e 1·a ll' - Divis. S e rviz.i ammin. , Sc 1.. S11ssiH1'11 ?t' 111ili1 111·i
NOTA (N . 18) 20 Gennaio 18f,ti.
:'I ella nomenclatura , di~tinzione (' unità di rnism;i , e di rnnlt!~gio dcli,• dn 1·all' e ge neri di 1:11m11mazion1• pr:I s('l'\'izi o delle S 11ssislr 111.r militari :-i osse1•yer;i la S,"gnenlc Tabell a.
N UM F.RO
rl'
\'.Nrr~ e
ordine
l\llSUII,\
Gr1u1I. GR ANO fruml'nlo 1luro •
Jd .
Chi In~ E ll11li l. 1,1.
frum l'nlo l.cn cro
111.
GRANO lnrco (mrl ig:i ) .
Fari ne. 4
FARJNA con
lull a c rusca , ,li gr an o duro
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Id.
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Id
,li g rauo cl uro se laccia la al . .... ( 1,rr p~nP ) .
7
Id .
di gr ano lcn c ro sclacc .• al l a/ 06 ( pe r pane; .
8
Id.
id .
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Id.
cl' Am erica
IO
Id
di me l ii,:n
id .
id.
id .
Chilog. E ll ol il,
!,•nero.
J,!
Id lol .
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al lifoù ( pr·r ;.: al r. lla )
1,1
icl .
al '15/oo
l<l .
Id .
P ane. Il
81SCOT'fO
ChiloRramma
ti
GALETT.4 .
13
PANE de m unizione a 735
Id. Nu mero
14 15
1,1. Id.
id .
da zuppa
a
'750
a i50
gramma la razione id. id.
id.
Id .
id.
Id.
866
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 16
N•MEllO
t ; NITÌI.
11' ordino
1't11SURA
16
e
Car11.-. CA RNI'.
17 18
Id .
19
Id.
Id .
fresca fresca fresca fresca
di line · . ,I i vac ca . ,li montoni'
Chilograrum a
Id. Id .
lei.
in conserva .
Co1u1e1•ve. colla di huo in co nserva colla di pollo in co nsen· a f.oNSf.t\\"P. alimenlar:I' scr\tc .
CAnNE
Id.
Chilo ~ramma Id Id .
Salunli. '23 2-1
31
salala di bu e id. di ma iale FORMAGGIO nostrale . . Id. gri,•cra , di Svizzera Id . g1·ive1·a n oslrale Id. 1l' Olanda ld. di Sar,l egna Id. Piacentino Id. dello di mezza-grana nostrale
3'2
LARDO
:25 i!G 27
28 29 30
CARNE
Id .
Chilo~ramma Id Id ltl. Id .
Jet.
1,1 Id. Id . ltl .
Gene1•I Jter zup1ta, 33 34 35 36 37 38 39
40
LEGOMI
Id Id. Id. lei.
verdi, o secchi naturali secchi preparati fini compressi . . ordinari compressi a r:1zione di Rramma 60 ordinari compressi n tavolette
PATATli • • • P,\.STE di grano
Riso
Chilogramma
Id. Id . Numero Chilog ramma Id. Itl. Id .
Generi dh•ersi. 4t
C.u·FÈ .
42
PEPE SA.LE
43 44 45 46 47'
Chilogramma
Id
• •
SIGARI AVANA
Id . Id.
a
f Re gulares
\ Regaliu .
foggia Svizzera .
51
ordinari . . . . TABACCO rapalo di l .n qualità lei. 1d. di !.a id. Id . trinciato da fumo di I.a qualità . Id. id. di 2 .a id . Id. Brasile in corda
52
ZOCCo\RO
48 49
50
Id. Numero Id .
Id. Id. Chilogramma Id.
Id. Id.
Id.
Id.
867
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 16
NUMERO ti' ordine
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. Id. di Sardegna, Sp;i~na, t.rcc ia e Sm i rn e . Id nus tral c (di Terraferma ) .
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t:hilo~ rnmnù ·10 . Lilri
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FIENO .
Id
ORZO PA GLIA S EGUA 111 g r au a
Id.
Id ,
I.I.
La presente ingcrzione serve di 11artedpaiiouc nflicialc.
868
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL . I
DOCUMENTO N. 17 STRUMEN'fl ED ATTREZZI IN DOTAZIONE AD UN ARMAIUOLO O AD UN _M ORSARO (1856)
(G. M. ' 1856, pp. 843 - 846) Torino 99 giugno t856
d1!i 1n·ez-:,i degli st1·1wJ.enli vl'rifì.catoi cd attrezz, i:0111powmli il r.orl'i:clo d'un Amwiuolo e di un JJ:lorsaro_
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lh DENOMINAZIONE DEGLI STRUIIIENT I
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id . cli moscliclli id. di pistole e pis l ,,lon, della noce di fuci li irl. d, m osclaelli Id. id. di pislole e pislul oni ld Jd . tl,.t cas te Uo della 11 ,ce di fu ci li id di m oschell i I ,I. id. cli pist ole e pisl oloni Id. Id dello s ,;allo di fucili id. di m os chell, Id id . tli p istole e pi~lolo11i l d. Slaze ,!cl c ane ,li fu c ili id . di m<>schelli Id iii. ,li pistole e pistulooi I d. Id . Jelha carlc lla ,li fucili id . d, moscltctli Id id di pislol,• e pis1,, to,11 Id.
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Jt4'11ft lJftlUU,, (.;ilindraloi da ca nR•~ ili col1a n dazione ,la fu cil , lol. id tli rilìulo Id . id. di c ùllaudazione di 1noscltclli Id id . di ritìulo Id . iii d i collaudaz di pisl,, le e pisl oloni IJ id di rii.iulo Ordi~ni pH la i;raJuazi •Jnc deg li alzi da fu.:ili Id. id. da mosch e lli Sagn:nc e ,taz e de i mm111 d e i focili a stelo. Id . id . id. da m ,,sch c lli id . I d. del lrai;uardo e mirino di fu cili e m oschelli Puoz,rni per verificare la posizione dello slelo
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869
ALLEGATI
seg ue DOCUMENTO N . 17
IIA
l>ENONINAZlqNE DEG(, I STRUMENTI Armaiuolo
Ga rl,i della ca ssa d i fu cili id . ,l i mosc lielli Id . lii. ori. tli pislolon i lil. id. <l i pistole di Cavalle r ia ln le rvallal oi de lle !'a sce lle da fu c ili Sai,ome ,l i sopra de lla c a~sa di fu cili Id . iii, di ano~c he lti Id . itl. di p isl olo ni . . id, <li p isto le di Ca vall e r ia l rl. Sa ;;ome "slne ,l ei <liso llo ,lel la cassa d i fu ci li i,I. id . ,li moschelli lrl ltl. i,I. iJ . ,l i pistoloni Id . ,d i,I ,li pistole di Cavali.
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s,r11111e11tl ed ..t.ttrezd. All a rgatoi ,l c l foro ,!e ll e noc , d1 fu c ili 1,1 i,t. i,I. ,t i mosc he lh . . 1,1. irl. id. di pistole e pisloloni . A 11i11, e p~·r alzarP. IP ammacca ture ti e lle canne (N° 3) caduna Arrl,,.lli da lr~p.iui a pdto llacc b ellc ueltaloic Ca cc•acopi~lie Col lcll i a pe lio Fal.~e u oc1 F er ri pe r ,l are J"a pcrlura alle mol le d' accia rin o Ganasce di lr~ uo Guard .,pe ll1 Madrcvili di vili lun~he rh cci8l'ino I! .ta vilone da fuc ili e ornsc hc lli . . . . . . 1,1. d' acciarino d, pisl.. lc d ' Artii:;licria e Cavall e ria ld . di hacclwtL, di fn c ili e rii moschelli . . Maslii Ji c hiocciola ,li portaluminelli 1,1. tri:rngolari di vili d ' acciarino di fucili Id . id. di mosc htll i i,I. Id. iJ . id . di p is tole Id . irl . ,li vili rli vilone di fo c i li. hl. id. id. di mo• chelli Id . irl , id . rli pi•lole Id . id di ,·iii piccole assortite dello scaUo
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LA LOGISTI CA DELL'ESERC IT O - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 17
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l.1E.'i0!\IINAZIONE IJE(.;1.1 S TRUMEN 11
-- -----I----Arma, ur,lo
1\for ~ar<J
I ~Ja,t ii lria 11:.;ola ri di ,i li .l ' acc i.ir ,no de l cas lcllo de lla nuce Id. id. id. d e lle alc lle ;\f3rte lli ila fucina Id . da banco Id . id , piccoli Mazze d ri ltc 1\lorsc da hanco con slall'a ,lel peso d, l,I.,;.. 12 a 15 l\fo1·se lli da mano di ferro I,t Ja ca nne ,l'ottone Mollc lle piane Mulini ,la vili Paldlo ,la fuci u a Pi a lletti 1,I. dell' incasso di ca nne Id . di sbacchellalnra l' ie lrc a nlio Raschiato i di shacchellatnrJ Rasfini d' incasso I, . ,li suacd1e lla lu ra Rocchetti di trapani a petto S ac lle di sbacchcllatura da fu cili ),I . id. da mosc h e tti Id . ,la vi ti d~ legno de l ~ uarda ma u•j Id. id. lnni; he d' acdarino 1,1. id. ilei vitune Id. id. dt-1 c a lci o lo h l. id . dello sca li,) Id id. de ll e moll e ll u Sca lpell i a becco di civetta Id . in is11ua,lra Seg hc llc Segh e d a l'e rro Sgorbi e di larghezza ,fa mili. ·~5 3 :!!l Slriscie da trapa ni imhrigliate ed arch cl l i a petto Tenaglie da fuci11a drillc Id. id . piccc,le Tagli nol i ordinar, Id . da incutliui Volta - maslii da vitone Veri ne
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ALLt UATI
segue DOCUMENTO N. 17
DENOMINAZIONE UEGl,I OGGETTI
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Lime impagliale d ' Alemagn:i piane da 3 al ma n o Id . i d. i,I. mezze to nde id . Id. id. id. id . da5almazzo hl. basla rde piane a cono inglesi di lun~ da C .ri 15 3 19 Id id . id id. id. 30 a 3,i Id . id ~mu<snte id. id . 20a 24 ltl. id . mezze to nde i d. id. IO a I 4 Id . id . id. id. id . 15al9 1,1. id. id. id. id . 95 a t 9 lc1 . i ~. da 5 1 raforo id. id . IOa 14 I, I. id. id . id . id. 15a 19 Id. id. a c oi t,•llo i n,.desi id 15 a 19 Id . id . a taglio fiuo pia ne smussJ l e ingl esi id . 10 a 14 Id 1d . id. id . 20a24 Id. id. mezze tonde id. id tOa 14 1,1 id. id . id id . 1fl a 19 !\lanichi di I ime .M ollette a pu11 la . Id tai;h .. nti . Picc1•zzi n i , . p .. ,laui di larghPZza mili . l a 4 Id id .5 a 9 Punzoni d ' acciaio c oi N. i dall' I al IO R-,sc hialo i l\11spe m,•ne tonde d i lunghena da C.ri 30 a 31 Id · piane id . id . Ruote da arruotarn piccole ~aldal oi . . . Sca lprlti piani di larghezza da mill.ri 1 a 4 ~ id . 5 a 9 Id . id . IO a 14 Id . id . la a 19 Jd id . 20 a 24 Id id. 40 a 44 Sgorbid di larghen:1 da mili ri 1 a 4 Id . id. 5 a 9 Id. iJ . IO a 14 Id. id 15 a 19 Id id . 20 a 24
Torino 'i9 giugno 1856.
v• per l' app ro~azionc U Mit~istro Segretario di Stato A. ,LA MA!wol\A.
872
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO • VOL. I
DOCUMENTO N. 18
NORME IGIENICHE E PER LA TENUTA DELLE C AMERATE (1859) (Regolamento di disciplina 1859 - G. M . 1859, Parte Il, suppi. 108 - 111 e 191 - 194)
ART.
2'i8. -- Indicazioni apposte ai diversi locali.
§ 787 . Debbono essere affissi esteriormente alla porta cl ella camer:i tlel fu-
riere: 1° li registro <lei \"ari tnrni di servizio dei sold ati ; 2° L' elenco dgiJi alloggi degli ufliziali <I ella com pa ~nia; :3" Il libretto d'ordinario ; 4" L' orar~o in vigore; 5~ li sunto <lei han~ Jclla compagnia. Alla porla J' ogni camerata stanno allissi tlalla parte esterna :
t L'elenco nominativo degli uomini ehe la occupano per ordine di O
squadra; 2° La nota delle suppellettili Ji ca$crmaggio in es:1a contenuti. ~ 788. Alla porta di ogni camera, e per cura di chi la occupa, sta similmente aflisso un biglietto indicante l'u~o a cui essa è destinata. ~ 789. L'aiutante maggiore fa apporre la stessa indicazione sui locali non occupali dalle compagnie, Aè tlagli ulliti o magazzini Jet Corpo , o da uffiziali od altre persone. § 790 . All'uflicio della maggiorità, o<l in altro sito apparente, è collocato un orologio che serve per regolare le operazioni della giornata. Nel delto utlìcio è pme affisso in luogo apparente, oltre alle altre ta belle, l'alloggio degli ufliziali del Corpo, e l'ultimo N" del Giornale militare. S ì9-t. Finalmente l'aiutante maggiore manda ogni giorno all'ufficiale di picchetto perchè sia affisso alla porta del quartiere od in altro sito appropriato l'orario in vigore, e \' elenco dei caporali e soldati consegnati. C.lPO li, Ordinamento e polizia delle eamel'ate •. Pollzla del qnarUere.
ART.
§ 792. Non
229. -- Disposizione degli <t.llrezzi ed arredi nelle camerak
è tollerato nelle camerate ncssnn oggetto non prescritto.
§ 703. I fucili vogliono essere collocati coi loro turaccioli e col cane abbat-
tuto, sulla ra$trellicra d'armi nel silo portante il nome dei militari cui rispettivamente appartengono . Quelli degli nomini armati di sciabola hanno inoltre la baionetta innastnta ed inguainata nel fodero.
873
ALLEGATI
seg ue DOCUMENTO N . 18
~
794. Ad ogni rastrelliera sta appeso uno strofinaccio di lana umettato d'olio, e di sevo fuso, che ogni soldato deve passare sulla canna del proprio fucile prima di riporlo a sito. ~ 795. l recipienli per l'acqua ripulili e riempiti Jai quartilieri stanno in un angolo a ciò destinato, e I,~ scope in un altro, dove però non rimarrà alcuna immondizia. ~ 796. Sopra una tavola dev'essere sempre i.111 mastello con coperchio npieno di bianchetto; · un'altra tavola è dcslinata per ripulirvi le armi. ~ 797. Le panche e le tavole rngliono essere onlinatamcnt.c disposte a seconda ùelle località. § 798: Le camere occupale dal piccolo sMo maggiore, e quelle degli ammogliali e dell'inlermeria, saranno lcnnte, per cura Jell'aiulantc maggiore e furiere maggiore, in modo analogo a quanto è indicato per le camerate delle compagnie. A11T.
~30. -- Pulizia delle camerate
t
dei vari locali
del 1uarliere.
§ 799. Si dovranno :scopare Juc o tre volte al giorno, e più, a seconda del bisogno, le camerate, i corridoi , le scale, le corti, i passaggi e specialmente le prigioni, e se ne laveranno anche spesso i pavimenti in giorni sereni, avvertendo però Ji non versarvi acqua soverchia che danneggi le volte· o generi umidità. § 800. È vietato di lavar pannilini o farli asciugare nelle came1·ate. L'aria e l'acqua per bere vi dev'essere rinnovata frequentemente. Ogni immondezza ne vuol sempre essere sollecitamente sr.opata. ~ 801. È vietato severamente di gettare o deporre nei cortili , nei passaggi o nelle attigue strade acqua od altre materie o sozznrc onde esalano cattivi odori; si veglierà soprattutto che le venùitrici nei quartieri non ,·i gettino ·qua e là avanzi di legumi, frutta ed altri residui, e tengano ben puliti i siti circostanti al banco. § 802. Si procurerà anche di far togliere le immondizie Jalle vie circostanti. § 80:J. Ore siavi sospetto tli morbi epidemici o contagiosi nelle vicinanze, si pra-ticheranno tratto tratto fumigazioni di cloro. § 804. La pulizia delle camerate, degli uflici, e delle scuole è allìdata rispettiYamenle alla cura dei comandanti delle co mpagnie , o di quelli cui spella la direzione degli nflìri, delle scuole, ecc. La pulizia di tutti ili altri siti del quartiere, ivi romprese le prigioni , è aflidata al capitano <l'ispezione e sotto la sua direzione all'utlizialc ili picchello eJ ai militari che da lui dipendono.
874
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 18
§ 805. I vetri spezzali nelle invetriate delle camere vogliono essere surrogali ~ollecilamcntc. ART.
<z:H. -- Pulizia e buou ordine delle prigioni.
S 806. Aflìnchè si possa facilmente rirTnoi;are l'aria nelle prigioni disciplinari, se ne terrà talvolta aperl<'I la porta lnngo il giorno; se · ne faranno spesso imbiancar le pareti, nettar dagli insetti e lavare i tavolati. § 807_ Si obbligheranno i dite11uli a [avari.i ogni giorno le mani e la faccia . a pettinarsi , a cambiare la camicia ogni settima11a , a spazzar soventi "battere le loro vestimenta r. lr r,opcrtP, onde tenerle nette dagli insetli " dalla scabbia. ~ 808. Vi sarà se111prc 11na secchia pi1'. 11a di arqua pt.'r bere r,hc vorrà esser cambiata almeno tre volte al giorno. § 809. Vi ~ar:l pure• un rcr.ipic11le p er I..: immondizie che sar;Ì ni~tato fJgni due ore dagli stessi ditenuti per cura del comandante la guardia di polizia. I graduati vanno esenti da tale fa tica, e d0rn fra i ditenuti non vi siano soldati, vi attendono i soldati cumamlatì µcr la proprietà del quartiere ascritti alle compagnie dei gra<lu~ti ditenuti . § 810. Succedendo guasti o sconciature nelle prigioni u negli attrezzi ivi contenuti, se ne curerà prontamente la rìpara1.io11c a carico di r. hi ne fo autore, ed ove questo non si possa conoscere , a ,:;irico comune dei diteru1ti nella sala ove successe il guasto. ART.
2::l'i.
Latrine.
S 81 t. I miasmi delle latrine potendo riuscir molto nocivi alla salute del soldato, e fomentare in ispeci e potentemente le ofialmic, la pulizia di CS!>c vorrà essere invigilala con molta cura, e ~ar:ì perciò vietato di gettarvi cenere , spazzature , paglia od altro che po5sa in~ombrarne i locali, :;i aYvertiranno i rnilitari a non lrattenerri~i oltre il tempo necessario , e s i procurerà anche talvolta di spanden·i i carboni ritlotti in polvere delle legna abbruciate. E siccome la sconcia ahitu<li11e d'insozzare il pavime11to ,!elle latrine renderebbe vana ogni altra cura e diligenza , i comandanti di Corpo faranno i provvedimenti pii, ellìcaci ali estirparla collocan1lo anche soldati di piantone alla porta delle latrine I e castiga11Jo 5evcramente coloro ehe trasgredissero le loro prescrizioni in proposito.
AnT. "ìJ3. -- Altre
110rntt
relalit•e al 9overno dei quartieri.
¾ 8i 2. In seneralc poi dovranno strettamente ossuvarsi le disposizioni che
pcl governo dei quartieri so no di risate nel re15ola mento 2 marzo -1833, le quali si riproducono nella nola C, che fa seguito al presente rciolamento.
875
ALLl'.GATI
segue DOCUMENTO N . 18
Nota A AVVERTENZE IGIENICHE.
( § 205 del regolamento )
Oltre le avvertenze e disposizioni varie divisalc nel corso del regolamento, i comanJanli di Corpo, e generalmente i superiori militari p.rocurer:mno1 per quanto loro si aspetta, che siano altresì ossernte dai loro dipendenti le precau~ioni s•'{,uenti : 1.
Veslimenla e calzari. 1. Le vestimertta devono essere lar{,he e comode, sema che alcuna lcgaccià o compressione impacci il libero moyimenlo dei muscoli ed il con:o del sangue, onde evital'c lo spost3m·ento dei \'isceri, e la form:i:zionc delle varici alle gambe. 2. Là copcrtur:r del capo vuol essere per le dimensioni adattata ·alla testa di chi la porta, e fucile a tenere fcrnia nelle marcie cd esercitazioni, ma senza cse_rci~rvi pressione akuna. 3. Slmilmente nè la tunica, nè la cintura del pantalone, nè il cinturino che ·sostiene la sciabola o baionetta, non vogliono essere troppo strette od esercitar p1·essione sulle rispettive patti del capo, e segnatamente in giro al collo, alle spalle, sui fianchi ed al vcatre. 4. Si _veglierà specialmente che i soldati non portino la cravatl.3 troppo stretta priqcipalmente nelle giornate di lungo servizio, di parate, o di marcia; che senza t.orsela affaito quanùo rientrano in sudore dalle esercitazioni, se la tolgano invece sempre od almeno se la rallentino quando si svestono per meUersi a letto. 5. La calzatura del soldato vuol c;;serc ben adattata, nè troppo larga cio~ nè troppo stretta; la prima ne espone j piedi al freddo ed ali' umido e facilita le st.ortilature, la scconùa ~li è dopo brern marcia motivo di doglia e d1 escoriazioni; predispone àlle Juverrc (durillom) cd ai calfi, pei quali motivi succede sovente io guerra e nelle lunghe marcie che parecchi entrano neGli spedali. Non saranno infine mai troppe le cure che si avranno sulla buona composizione e scelta elci calzari, ritenendosi che il piede si al!unga e si allarga camminando, di modo che si debbono scegliere più larghi circa un mezzo pollice del piede in riposo.
876
LA LOGJST JCA DELL'ESER C ITO - VOL. J
segue DOCUME NTO N. 18
6. Qaando le scarpe si trovino inzuppate d'acqu:1 1 procuri il soldàto ùi farle asciugare all'aria e non al fuoco, riempiendole prima di fieno o di paglia, affinchè l'acqua non. le indurisca; avverla di ungerle frequentem ente con grasso. 11.
Alimenti, bisogni corporali. 'i _ Il solJato eviterà ùi bere ::ilternativamentc caldo e fred~o . e ùi rompèrc
per traslnllo o valentia coi d':!nli corpi troppo aspri e duri, e· di nettarseli con aghi e curadenti metallici _ 8. Si dovrà evibre di mangiare e di b,!r troppo calllO, e di masticare sost.inzc acri ed /rrilanti, come cli fumare moderatamente onde non irritare gli organi digestivi e causare malattie della bocca e del ventricolo. 9. Il tempo necessario all::i digestione è di due a cinque ore, èpprrciò I' intervallo da un pa,;to all"altro deve esrnrc per lo meno di sei ore, nè dovrà tra quello della sera e del maUino ·succcssirn, nei tempi orJinari, esservi 1100 spazio maggiore di 16 o 17 ore al più . . 10. Si deve soddisfare ai bisogni corporali oi.;niqualvolla se ne sente la necessità, al qual uopo i comandan ti di truppa accorderanno tratto tratlo nelle lunghe esercitazioni e nelle marcie alcuni ,minuti di tempo; cosi pure il soldato prima di fare gli e~ercizi, di montar.e la guardia, di andàre in · sentinella o di montare a c_avallo, avrà cura di soddisfarvi.
Ili. Cause 1·cumatiz'l,(111li. 11 . Le soppresse traspirazioni sono la causa principale delle malattie del
soldato, laonde trovanùosi in sndMe· o riscaldato da lunga marcia o da altra fatica, egli eviterà di sboltonarsi subito e tutto ad un lraUo le ,·estin'lenta, di starsi fermo senza cambiarsi ed esporsi alla corrente d'aria, di lavarsi con acqua fredda, tutto ciò in somma che lo esponga a repentina soppressione della traspirazione ; trovandosi col capo sudato procuri cli asciugarlo ben bene ; e quindi ricoprirlo prontamente col . keppy o col berretto, specialmente se tc,nisi all'aperto e spiri aria fredda. i2. Essendo in istatò Ji traspirazione, anche incalzato dalla sete, non bevi mai bevande ghiacciale, e procuri anche di riposarsi qualche minuto prima di hevere acqua, limitandosi, quando non possa fame a meno, a risciacquarsene la bocca senza inghiottirla , come altresi passalo alquanto il sudore, non ne beva in troppa quantità, nè di troppo fredtla, e i;i astenga poi sempre in tale circostanza d' immergere il capo od i piedi nell' acqua fresea o di bagnar~enc il collo od il petto.
877
Al.LEGATI
segue DOCUMENTO N . 18
·13. Il militare che sulÌi straorllinariamentc t.lci piedi dcbhc guardarsi hene ,lopo qualche fatica dallo arrestarne la traspirazione col lavarseli. Se la corsa e le fatiche moderate e-onfcriscono alla salute r, svolgono le forze, non :ivvir,ne però iÌ medesimo degli esercizi violenti dw sogliono detP.rminare abbondante suòot'c, dai quali pen:iù il soltlatn si ilovni :istwcr,: quando non siano necessari .
IV.
Marcie ed esercitazioni mi/ilari - Militat·i 11,sidernti. I .t.
Si osserveranno generalmc11tc per le I.ruppe in marcia le avvcrtenzr tlivisate al § 1398 e seg. del regolamento. 15. Ln sete in viaggio puù cssern in parte minorata, mast.icantlo una foglia, 1111 pezzo ili r.arta otl altrà sostanza the valga a promuovere la Sf!c.rezione d1•lla saliva ed umettare le fauci. I ti. Nei calori estivi clopo 3li esercizi, e le marcie in tempo secco, nei quali il ~nldalo trova~i ranolto da lungo . ed incomodo polverio , giuntfl a de-::-;tinazione dcv1\ Pettar~i ~li occhi tlalla polvere che Yi ~i è intro<lolt...'1 e d11 i puti c~scrc ca usa d' irril.uzionc e 1l' oflalmi_a, ml mezzo òi leggi ere asper~io ni d'acqua , e sarà pur hr.ne lavarsi Jeggicrmentc la fatcia e la bocca. 1i. Al hi\·acco, nel\' inverno, ;wvc11 cndo a<l un soldato di sentire i primi sintomi di congelazione, che so no il torpore, l'imensibilità, la liYidezza eJ il frr.dtlo glacia le delle parli, ~i stropicciera nno tosto le parli intirizzite con neH! cd a,:q11a fr,~dtla clte è il miglior rimedi o contro il gelo incipiente. 18. Ni•I d1iamarc a Yita un :issiderato si a\'Vcrtir:i di ri~calJarlo gr:idatamenlL· , •~ ton molla lenleua, e ~i oi-served nel trasportarlo, r.on,e nello spo~liarlo , la più oculata circospezione pn 11:m (' 3l!ionar1• l:i frattura di:lle parti diacciate. Esse :>i strofineranno colla u,:n :;ino a l'hc <livenl ino pieghevoli e riJliglino nn po' di calore, qninrli pr.r gradi i11scnsibili e succe,-si,·i gli si getterà addosso ilcll'acq1i1 fresca, 4nindi tiepida, cd in fine un po' più calda , tenendo perù spru1.zato il volto con acqua fredda; ciò fatto s· inrnlgerà in pannilini asciutli, si riporrà in un letto non caldo, cd in una tamera non riscaldata; e facendogli frizioni con vino cd acquavite gli si applicheranno sulla regione del c1101·e dei p:mnilini bagnati nell':iccto <li vino e nello spirito canforato; mentre il calore e la pieghcrnl nza ,IC'llc partì rilornano, si procurerà di ristabilire b rcspir:izione r.omprimcndo altem:itivamente ora la superficie del petto con una mano cd ora quella tlrll' ad.tome coll'altra. Infine si favorirà l'azione ctl il movimento 1\cl cuore col mezzo di he\·andc calde cii aromatiche, ~I ove t i s,·ilnpp:is:::c una fd)ltrr troppo forte, ·e le arterie rigurgitas:aero di san3'11<', ~1 p.is~cr:ì al s:ila~~o ed alle bibite rinfrescanti.
878
LA LOGISTICA DllLL' FSllRCITO - VOI.. l
segue DOCUMENTO N. 19
DOTAZIONI ARMI E MATERIALI VARI PER UN REGGIMENTO DI FANTERIA (1 861) (G. M . 1861, Suppi. n. 4, p . 25)
SrECCHIO N°
2. - Co»PETENZ! di ciascun Reggimento di Fanteria sul piede di oruerra in armi, oggetti di bufalo e coramc, ed an·edi diversi. b e
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llan ,liern . blarea-campi Cas, a da tnmburo Tro1 ul,e con cordoni Sacc hi a tenda F er1 i da crollone Ferri da campagna I F u cili con asoorlomonli ,la So rg enti Fucili con ano rLimon li da Caporale e Soldato Bainu c llc . . I S c iab ole o d a~lie , · Sciabole n s c~a . _ . Scia bole p er Furieri-maggiori , Soll' ulliziale p orlalellere , Tamburino -magg , Capo-banda e S uonatori Pi.,lolnni per l'aleg Mmi con asso rtiment i . . Scsori pe r Falegnami Succhi per Falegnami P iccoz1.ini
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Il Gencraù ti' Armata, Ministro della 5uerra IL F~Tt.
879
ALLEGATI
DOCUMENTO N. 20
CAMPAGNA DEL 1859: RIPARTI Z IONE PE RSONALE E MATERIALE SANITARIO
(G. M. 1859, Parte Il, Suppi. n. 3, pp. 91 - 93 e 136 - 137)
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SPECCHIO
di assegnazione del Personale pel Servizio Sanitario in Campagna.
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segue DOCUMENTO N. 20
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881
/\LLEG/\TI
segue
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DOCUMENTO N. 20
TABELLA
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della compo$izione ed assegnazione delle Ambulanze. -.._,_._,
segue DOCUMENTO N. 20
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Am bu lanza Div isi onale di fan ter ia da assegna rsi ad osn i Divisione di fao ler ià
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Ambula nrn Divis ionale di cav all~r ia da assegoarsi all a Divisio ne d i cavalleria
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gnarsi atl og'ni Divis ione di fan teria i n guerra di mon lag-na
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Per fan teria
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Per cavall eria
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Ambul anza r eggimentale ( t )
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( 1) Le Ambulanze regg im ental i sono auegnale in ra gione di !! a 4 per ogni Reggimento di fan te ria , ! pe ,.. o~ni Re ggi mento J i ca.a lleri a e,I ogni Battagli one Bersaglie r i. (2) Le Ambulanze di balla11liono so no a11cgnale io ragione di 1 per og ni ball ag liooe s·, di fa n teria d, lin ea, si di llersaglieri, e 2 per ogni Reggimento d i cava ller ia. (3) Numero 24 Bare ll e sono annesso alle ve llure di Ambulan za, e N° 16 ranno parte ddla dotazio ne òe i Cassoni.
\
883
ALLEGATI
DOCUMENTO N. 2 1
CAMPAGNA DEL 1859: FERRI CHIRURGICI PER PERSONALE VETERINARIO E MEDICINALI P ER INFERMERIA QUADRUPEDI (G. M . 1859, Parie Il, suppi. n. 8, pp. 20 - 27)
T a 1JeJl11 .\ .
D<>lMziont detle buste .(X}n .fet:rì 0per 'i Netet:ihtwi. r. p er , .mani~_calc:hi. . all8TA '8& I 'Vl!'l'Blilll.ill.
OE S JGN ,AZ..ION-~
QU,\NTIT~ -
N.o
Foglie d 'all(lTO , 1 d r sjra , I sini'stra Uncin o · Ago a selone, articoJ,to Porlarefe
fd I rlopf!ia
ANNOTAZIONI
3 I
I I
•
3
Piozelle , I analomioa 1 I a lorzion e ed 1 a polipo Corunelta Portacauslico Ast11ccio a Cia01Q1e per sala~si Forbici , t con vessa ~<l I rieurva Bislori , 1. retto, t cénvesso t OllTY O Sonda scannellala , . Sondino articolalo Lance tlooe ARhi assortiti a c uci t ura Spille a capoèc hia
I 1 I
'l 3
e,!'
I I .1 ~
'lO
.USTA PBB I IIANISCAL6Bl.
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DRSIGN AZIO.NE
QUANTITÀ
DltGLI STROY BNTI
N.o
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A1tuccio d i fiamme·
Consnetta
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Bislori convesso
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Ago a setoa e, . arliccillilo Sonda scanneltàta Forbice retta
.
ANN01'AZION!
t
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1 . .
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-
884
LA LOG ISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 21
u.
'l.'nbella
Elenco dei genel'i' rnr,di«i .•n.li p er · dol<tziont·: di un'iufcnncri<t
di 500 r,avalli al
sL'!]UÌto
I) E 1' .O M I N A Z I . O ,'i E,
clelL' .1rmal<t in campagna.
.
IJJ:I MEÌ>ICISA LI
Acelaio
i )
Aci,I<,
-- --
-
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liquido
nilricn
9
solforico
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Ac,pi ~ di fnoc<>
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Aloe soccolrino
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Anlimouio cr udo 11olvrriznlo
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Ammoniaca liqui,l.t
2
•
Ass afetida
'2
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Arnica -liorì
•
B3ccho di gme pro
IO
Ualsawo oppodeldoch
1J
..
Bellarl o11na-foj\li e essiccale Bolo nos trale
Canioroilla -fior i Canlari,li pol~erizialt! Carhonalu di 11ioroho
Id
,I i pol9 ssa
Cn,osut,,
l
i,l.
per rralln ro
,, 500 »
»
2
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J)
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l:101 il o di calce Canllo
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ANNOTAZJONI
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di pioml,o )rista ltizuw
id.
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J)
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ili 1,~ kil. ca,I. bullÌ(llia
885
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 21
Segua 14 'l'Abella B . · Q U.\ i\ CITÀ
I> E :'i O M I N A Z I O !"i 1':
A !V:VOT.JZION i
1Jf. l MEDICIN.UJ
..
IO
Cremor di la rlaro t'.1111serY~ cti :;irtepr.i
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"
ll igitale-foglie p o lverizule
"
600
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Il
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• Elelluario lenitivo
Etere solforico Euforbio p olvé rnl u
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{ IRvanda
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111.
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" 600
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Miele co munn
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· Oppi o del commercio Papaveri -capi
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Laud.zn o liq u id ,,
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886
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 21
Segue la '.1'11bella B ,
l>E .\ O M I
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A ZIO N F:
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l>ll l :IIEDICll'iALI
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T iolura cani aridi alcoolica
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rame
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Sambuco - fio ri Sen~pa poherizza la
AN,VU J'A7, I ONI
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887
ALL!;G AT I
segue DOCUM ENTO N . 21
Tabella
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duia'ZÌOtW di
UIUS
in{ermcri,i
CCltlt'afo tft
500
Cfll'llliÌ
in
Cfllll/JlllJllll.
ll E S I G.'iA ZlO :\E .1NNO'J'AZJONI DEGLI ùGGE'fTJ
ICasaelle a doppio
fondo per la c la i rnr;! ia velerinaria conleoenli ciascuna i ferri 1ottodescri t ti
3
--------
I
l'•>glie tl ' all oru, doppia, desha e sin1 ~tra
j Scalpelli
~
Ris tori , convesso, re t to, cun o, a bottone
r Forbici ,
una cu rva e l'a ltra re ll a l Uncino .
II
4 ,!
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Tirapallc
I Catetere
3
J
di gomma elastica
I
) Cate tere. ,]i ottone
I
La ncette e l~uce ltun i
3
Aatucci o da fiumo a 5alasso
ISonde scan nellalo di va ria gro~sozza Sondinj ,li vana di mens ione
.
Cistatom o nascosto . Corasnelle Trequarti , uno ,l i mediocre g r oss ez:r.a e l' allN piccolo
I i
i I '.I ~
l'orla refi , ed aghi 11or la c uc itura i n cavii; li aln
I
:l
'
Pinzette, una per le medicazioni o c hirurgia a disseccazione l' altra , e la ;i a a lor zi onll Agh i a sc lone
3
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1
ILnasuole I
Sgo_rbia . Ras,, ,
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I
2
I
888
LA LOUl!>Tl<.:A DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N . 21
HESIH~ .~Z I O .' ìE
QG!!'iTlT~
DKGLI OOGKTTI
~"
A;V,VOTAZlONl
Tenotomo
I
Aghi curvi p~r le suture ,li nria gr os1e11a
G
Porla pi e tra infernale
I
Casaella compita pe r lrapaoo
:\"
1
Buste di !erri per 'l'elerinitria
3
Buste ,li ferri per )ilaniscalco
3
Cauteri, l a colle llo, allrelhnt , a punta
6
Spe_culu~ ori~, otl imbagli per 1umroioislrHe nme,111 . . . .
3
S iring he xroase ,,er i c listeri 1,1.
di metl iocre grosse1.za
!d.
picco le
Sp ille per salassi Balze, ili cui Ire munite di corda Platelo,.s e · · _Ma g li p,r sa lassare · Scarpe d i co rd a S pugne
3
3 6
300 18 3
6 6
14
Compr esse grandi
100
kilogramm ,.
Felluccia di va ria la rghezta
300 :l
met ri.
Cavczzone di corda Bollig lie di la lla per aroroinistr•re i medicinali liquidi Ben de di varia hrnghena
J
:16
Stoppa ·lna
9
Collar i d i legno
6
Fucin11 compita co'suoi accessori e slromen ti da man i1c11 lco . . . . . ·
I
ltilocra mmi.
I
889
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 21
S11gue' ''" Tabella C.
I
Il F, S I
1: ~
A Z I O i'\ E
Q L'M'ITITi
AN_V!)/'.-IZIONI \lF.G l, f 01;/;ETTI
:'\"
:\farm ilt~ gra111le ,li rame
1
Marmitte piccole di rame
,1
Casseruole
lii
rime
-'•ci ug~ malli Collari <li cuoio
3 18 ;
li
Lanterne i:randi
4
Td . piccole Sac ch i :i. biada Bloi,~es di tela lìnl3 per veterinar i Ser ie p~r misura della uiada CeLri
ti
Palandrane di tela Elichella di laua per le hollelle Mangi11toie Secchie
1~ 9
l 'i ti
350 G 6
T rident i
1
Pale
4
Bruache
10
Striglie
IO
Spugnf'
!O
890
LA LOGISTI C A DELL'ESERCITO - VO I.. I
DOCU MENTO N. 22
CAMPAGNA DE L 1859: SCHEMA PE R IL RI FORNIM ENTO DE I VIVERI
rgt. f.
(o corpi var i )
/
/ /
/ /,JJ) /
/
ma . provvisor i s uccursali
ma
/
I
®
ma . genervle o
pr·inc i pnle
891
ALLEGATI
DOCUMENTO N. 23
CAMPAGNA DEL 1859: RAZIONI VIVERI, FORAGGI , LEGNA
(G . M. 1859, Parte II, Suppi. n. 2, pp. 53 - 56)
·SPECCHIO N° 1. CO]![POStZIONK
della razione di viveri ,td piede di g,u~rra. QUI.RTrt'l
:Per
QUALITÀ DEI GENERI
-ogni genere
ANNOTAZIONI
gram . centil.
I
rane da muni1ione (I )
I"'"'""
(~)
900
.
660
•
( I i Cotupre~o quello da LU('p• in &ram mi 1!10 . ( 21 Compreso qaello pe.. la LUppa
.
(Per norma nelle minut o diitribu:ii011i alla truppa, N° 4 gallette circa formaHo la ra:iioll;: in gruntrni !S~O. e N' I per la
Carne fresca
300
Riso
t'JO
.
100
•
Lard o per condimento
15
»
Sale
15
• •
OYV~ro
l'asta
Pepe ( meno gnmm1 ) V inu
~
.
06
Caffè
lii
•
Zuccaro
'.IO
•
Acquavite
.
=uppa grammi 150.)
'J5
.
ovvero
in i;rawmi tlO.
I.a di,t.ribu•io ne del cafl'è e dello ,.occ,.ro u ·rà soltanto luogo a quelle epoch e ed in quei luoghi t:hc "·erranno . o,·c O<"corra, sta-
bilili.
Xofn. La composizione d ci l.t ruionc d i vi~er, snl pied e di ;.: uerra è u·~uale rer lull1 gli Uftiziali di qualun,1uc ~rado od arwa , e pe1 Soll'uRi7.ial i , CapuraJi e Soldati.
I
892
I.A LOGISTICA DELL'ESERC ITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 23
~PECCBlO N. 2. della l'azione Viveri " ' &CCCQ t in ·11ostit,uio11tè , . di quella ordi1Utri.a sr,l pieds di gu8t'1"0,
COMPOSIZIONE
-·
I
QUANTJ'r .i.
. p,>r
Q UA LITA ll.t;I t;E:'IEIII
.
')en1 \;"llirC _____ ,., ___,,_....
.i :V,'ilJT.JZfONl
_
' gra••i jcenhlilri
I
I
F Ol'Dlai;;;iu
Lardo Vino
660
i
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15
I I
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j
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"i.=t
•
J '
I
I
I Biscotto
I
{
Qua n,fo .<i '1i,lribuisc11 $1J lllnl$11l e tulO dei generi co,ilro, la co,nposi.r.ione 1Jellu rn:iu,,e .,a.,à ,li 9ra11Jmi lfiO·
893
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 23
SPECCHIO N" <:oMPOSltlON~
o.
dttle razio,ti .-li Foraggio sul piede di guerra.
Ul-'t'IZIA LI O COl\l' I
I.e IJ•r, la crusca e meliga pos-
Uffiziali l~cncrali e di S taio ,1a ggi,He . \ Uftìziali addclli ai Quarlicri lnlendt! ora mililarc
I;""' nli
-
Ulliz1ah s up eriori di fanlHia, e qualunque all1 0 :nen lo diritte, a 1a , ion1 di forag~ io
Cavalleria di liuea - Carabinieri l\enli do terraferma - Cavalli o mu l i d'Ar• tiglieria o del Treno da se118 o da tiro
Cavalleg;;ieri - Carabinieri R eali I
Il
Sardei111a
di
I )
.,0110 occorrendo C5!,Cro 1osti\uile
nlla biada in •1ucllo. quanlilà, che sc~oudo propo•l• dcli ' lnlcndeun G <"u cn1k J ' .\ rmRl;i. ~arà. stabilila d al Ccner-a!c in cap o.
6
4
)
I
5
4
894
LA L OG ISTI CA UELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N . 23
SPECCHIO N" 4. ,folla rar;io11r. rii Legna o Carbone
CoMPostz1 0N!':
sul piede. di . 91rn1·m.
I
l,F.t;!I" ~
_ .,__.
'l'l\ li [' f'A ACC:\Ml'ATA (Il)
.,;,
IN fl.\RACCAMENTl
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t: AllllON E
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2
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di rami
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o
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FASCETTI pe r accendere il fuoco
I..:
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l\aiion e <l' cslale pl)1' o,ni uoino e pe1· 0);11i ~iorrh~
I
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Razione ti ' iuverno o gni ~i orno
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Trupp" lu 81,.,Jon" p1•usu Ili •llltaull.
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Uno per ,·culi ra J. iOni allor~bè esse s:t.rann o so1n1uini! Ira le in ~arbone di tr.na.
i I
llaz_iouc (l°cslat.i por n~ni
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1,;1o rno
!\azione d ' i1Hcrn o per l)g ni o~ni KÌ0 \"1111 Truppa a ccM~erinata
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(Uei!IIO
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&
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i R ,l t !O IIC (i°t=s lale pcr o~ui no1»0 c p~~
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Rniune d' in çe ru u per og 11i uomo
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co1X1pe leur.a di carbune o vicevena .
895
ALLEGATI
DOCU MENTO N. 24
DOTAZIONI DI ATIREZZI PER MAGAZZINI SUSSISTENZA E PANIFIC I MILITARI (1861 ) (G. M. 1861, pp. 41 - 48)
Composizione delle dotazioni di allrczzi ed utensili per le Sussistenzr, milita1'i. (Direzione gen. dell' Amministr. milit. - l)iv is. Snssistcnzc. - Sez. !a).
To rino adJì 25 gennaio 1861. A~li Uffici d' In tendenza e Soll' lntcndcnza mi litare; e per comu111ca"Z,io11e : Ai Dire ttori e Vi ce-l)ircltori Con tab ,li delle S!1ssis lcnzc militari.
A fine <li venire, per lo avanti, al riparo delle non poche irregolarità state commesse da lall;no tle1 Contabili delle Sussistenze nel proporre , e dal ri ~pell i rn u11it:io d' intendenza militare nell'autorizzare l'acquisto di attrezzi, mobili od utensili , che erano, o non contc11Jplati fra qu el Ii cosliluenti la dotazione del magazzino, od in eccetlenza ai reali bisogni dd servizio, il Ministero si è perciò determinalo <li approvare e di rendere <li pulJblica raf; iun<\ mediant e le tre Note che fanno seguilo al presente (slale compilate e proposte Jall"lntenJenza generale d'Armat;; , meno quella d.:) quali e quanti sia110 gli att rezzi, mobili ed utensili che formar devono la tl otazio ne: a) 1)1 t:iascun magazzino dellè Sussistenze, appo le Divisioni attive e Qirnrti,;r rninei pale di ciascun Gran Corpo d'Armala; b) Di ùasrnn magazzino principale, di transito o sussidiario, tanto stazionario, quanto al seguito dell'Armata; cì Di ciascun panificio. E coll'opportunità, il Ministero nr,l raccomandare, ~ia agli uffici ~'lntendcn1.a militare, 1:he ai Contabili dei magazzini, di volersi attenere, ciascuno per la specialità che sarà per occorrn;;li , al quantitativo ed alla qualità ùe,,li o~~·:Lti in esse Note designali, stima altresì opportuno di aggiungere al rign~rdo le a\'vertenzc se~n(mti: 1" Uo\·cndosi ad Jin•nire all'acquisto ùi qualche utensile o mobile che non sia Cùmprcso nella Nota di dotazione, il Contabile dP-1 magazzino dovrà anzil111lo riYol~cie all'ul-lìcio rispettirn d'Intendenza rni~ilare una rq,olare
896
I.A LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 24
rid1ie:,;La, nella quale sia circostanziatamente r:,pprcsentat.o il bisogno di un tal e acq:1isto, eJ indicato il ristretto prezzo addomandato_ 2" Il fuuzion:irio d'Intendenza, accertalo che ~iasi ùel!a realtà <lei rapprl'~1·ntato hiso~no , donù , prima di rilasciare J' autorizzazione, e pP.rmettend,;lo il s,·rvizio, sottomettere !a'ri thiesta all'autorit;ì superiore (Ministero otl Intendenza generale d'Armala, secondo i casi) O\"C la medesima p,1tesse di ~porre degli o~getli chiesti, prelevandoli da altri magazzini, specialmente quando si tralta di spesa di rp.ial che riliern _ Jn c:iso d'urf;cnza o di spesa tenue, potrù il Capo d'ufficio d'Intendenza emdtw·c, sollo l'a~soluta èi lui risponsabilil;i , l'autorizzazione dell'acquisto. :l" Per i rimpiaw1menti degli oggeUi eù utensili infranti, sma rriti o co nsumali , il 1·.or1tahile ilei ma~azzino dovrà cziandio rivolgere formale rid1ie~la a:t'111lii:io ,!'l11t1'. nilema, il quale verilicato :rnzitullo ~.e i guasti o 1,marri1111:11li non ~iano da attribuirsi a(! incuria degli utenti od a man1,;:rnza di scen·c~liama (in<li ~;rndo ove ne sia il caso a chi si debba ascriverne la cnlra ) prima di cmetlcrr.c l'autorizzazione si acccrtera pur anco se mdi:rnte il proposto rimp iazzunenlo quella q11al it:ì di attrezzi risulti nuoranwnle nelle proporzioni portale dalla t.ibella di dotazione. Si ddlid:i sin d'ora che la spesa per gli ;icqnisti ilegli oggetti, fatta ~r. nza che risulti r:s~crsi esaurite le sovra tcnorizzatc formalità, non sarà ammess~ nella !iq11idazione dei con li, ma al contrario verr2 posta a ,carico del contnhile, uve nnn abbia desso riportata la prescritta autorizzazione; o rpcr metà a lui , e per l'altra metà al Capo d' utticio d'Intendenza in caso'tche sian::-i proposti od autorizzati acquisti di oggetti non contemplati nelle dotazioni di cia~1:11n magazzino, od eccedenti le quanlilù dalle medesime stabilite. Epperciù le richieste dei contabili dovranno sempre essere unite. alle ricc,utc J ci pagament i, 011Ji; riconoscern l'esistenza del!e medesime e delle pedissequ~ autorizzazioni riportate.
Pel Ministro, Il Maggior generale incaricato della Dire::.. get1. dell'Amministr_ milit. INCISA.
897
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 24
A..
NOTA degli attrezzi, mobili ed utensili componenti la dotazione
,~ I.
I ~
I
per ciascuno dti JJ!agazzeni delle Sussistenze militari oppo le Divisioni attive od i Quartieri generali dei Gran Cum"ndi. .
DESCRIZIONE
ANNOTAZIONI
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de i;li oggetti ed ulcosili formanli la dotazione
I~ I
I
I
I 2
Acciarini per a ffilare i coltelli d ' acciaio fu so Astucci di cuoio cou due coltelli, uno grande cd ono piccolo Appie o scu1·i assortite con mani co llaclili con manico . Basc ules della portala di kilogr. 200 { pi egh evu l i co n cassa a Id. id. id. 500 cuslo clia • Carrucole cli ferro, due a doppia girella, due ad una, con g,rnciO giuchi Coltelli per .ihhallcrc i buoi Chiave iugle ,e Cacciavi le con manico in legno Célnnell c ( rubinelli ' in legn o Cassa scrillnio doppio, in noce, a scompartimenti con cavalletti , ~uarda-denaro,e cassetti inte 1·ni Id. sem pli ce ( colla dotazione di cancelleria con caval letti ) . Cavallello porta- stadere Corde da carrucole caduoa di millim. N° kil og r. 20 • • Id. per le~are i buoi, mili. o, O:! diam., m e tri 60 Coltelli da lardo senza astuccio Id. da formaggio, di cu i uno a sega e l'altro a s til e f. rivelli piccoli Ili pelle pel riso e biada Cesloui da farina e riso Cucine compile per Uffiziali a 5 coperte Fendilori g randi Funicella del diametro di O, 01 metri 50 Galosc ie di ferro per raccogliere il sangue dei buoi Grcmliiali di te la lmhuli di latta assortiti, 3 grandi, 2 mezzani, ed 1 piccolo Li ccisjoli pei denti d elle seg he Lante rne di tela Ma nnaie grandi Id. piccole
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898
LA LOUISTI CA OELL' ESE RCITO • VOL. I
SeKUe UOCUMENTO N . 24
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DESCRIZ IONE
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degli ogi;etli ed utensili formanti la dola:tione
:I!) 1io
I
11 ! '12
l\lazza p e r a hln1Ltere i buoi lii a rlclli assortiti :ll aslelli tl a li tr i 50 cad u no Id. piccoli in leg no Misur a µ r ,111tle <li 111c1.1.0 e ttolitro in ferro stagnalo p e i liq uidi l'alo lli lii lall,1 assortiti l'i.:cun i c on mani co i n leg no Pom pa per travasar e i I iquidi con tubo di proJun ga mc n lo o cassa di c ustodia narn pini grandi tla carne 1,1. pi eco I i id. ll ccipi 11nl e, ti.i olio III latta capace di un litro, a li asco S,'.,dpcll i con manico 111 fer r o
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61
III
ferro
Se ghe ass ot'lile, montate Scuri J)i c,·.ulc con m,mico iu leg no S e ri r. mi~u r e liquid i i n ferro: dop pio d ecalitro , deca li tro, m e zzo Llccali lro, d o pp111 litro, litro, m ezzo litro Se rie mirnrc di la tta : litro, mezzo litro , d op pio <l ec ilil r o, d ec ilit ro Sta,l~re a coppa :i~sor lite ri a Kil. '10 a 50 ( c on cav;ii l,~llo - J/edi N" 25 ). S !a,ìcr;i a rn .1 110 con c oppa concava da Kil. 2a Id . in r;;rnc pc l s :.ilc Id. a calt•1ia con ganci a ll' cslrnmilà, d e lla pnr l,:l :i ili 1m . '!00 !1L p,il·coli~ (J HI' liii. tO, con gancio, per pe):a rc i Listelli tie 110 Sc:·d; :e :ii tela impermca l,ile S;1 cchi a lii.1,la l ,1. r,•'i d i conia p e l (ieno ~>-·:!i•(·ll i c,Hl n :a ni <' o 111 leg no T :1 !l ~!~lìe ~;.;·:o di!e
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TAZIONI
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Traj1,111i rt, n ~.wt:e a tre punte, assortiti
2
"ù i1lc nl.i in fe rro co n manico T rivcli e assortite Tor{;ie a vcnio
6 6
10
I
I
899
ALLEGATI
se~ue DOCUMENTO N . 24
B.
NOTA degli att1·czzi, mobili- cd utensili componenti la dolaziouc di ciascun Magazzcno principttlc, secondario o sussidiario delle Sussistenze militari appo l'Armala.
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DE S CHIZ10NE de1, li utensili
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31 32 33
Bad ili co n manico Bascules d ella portala <li K. 200 . 1,1. id . » 1000 . Coltelli da lardo Id . da fo rmag gi o, ~ a sega e 2 a s tile Crivelli piccoli p e r b iada e riso . Ce s toni <la farin a o riso C,1ssa-fo1-Le a c ustod ia d e l dan a ro <.:ucine compile da 5 cop e rte Grcmbia li d i tela lrnhuti d i lalla .issortiti Lau le rue a ve tri hl. di tela l'tfarl e lli asso r titi l\Jaste llo da litri 50 . Id . o brenta con cinghi e a spallie ra Mas telli pi ccoli in legno Mezzo e llolilro in ferro per granaglie Id . id. per liquidi Pal e di leg no da g rano o farina l'alolti di leg no id . Id . di latta assortiti Pompa travasa-bolli co n tubo di prolunga m e nto Ponti ce lli p e r ca r icare e s caricare le botti l\ecipi e nlo d a olio in !a lta Secch ie lli i II ferro bianco Scuri piccole S c:ilpe lli con manico in ferro Seg h e assortite montale 2, a del6no 2 Se rie '20 litri, IO litri, litro, mezzo litro pei liquidi, in fe r ro . . . . . . . . Serie litro, I 12 litro, 'l decilitri , decilitro pe i liquidi , in laUa . Se rie -:!O litri , IO litri , litro per granaglie, in ferr o Stadera a c ate na e gancio di H. 200
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.ArtN0 1' AiJONl
900
I.A LOG ISTI CA DELL'ESERC ITO - VOI.. I
segue DOCUMENTO N. 24
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I. :.,: I 34 o
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degli utensili
§ -~ j o
Stadera piccola per ballotti fieno .cliil. 10 . Sacchi dive rsi Tanaglie asso rtite Trapani a sae tta con saette da ricambio Trivelli assortiti Tridenti con manico
i 37
38 39
1 40
Torcie a vento
I
500 4 2
6 8 60
Occorrendo adun Magazzino principale vi1>el'i di dover stabilire un Magazzino sussistenze sussidiario di distribuzione, si potranno pel medesimo richiedere i se_l]uenti attrezzi.
I I
I
2
3 4 5
6 7 8 9
IO 11 1'.!
n 14
I!> 16 17
18 19
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ANNOT.\ZIONI
··----------------------,~.~-------··
I, 3635 I
DESCilIZIONE
Acciarini scnz'astuccìo per a ffilare i co ltelli Bascul es della portata di R. 200 Id. id. " 500 Carr ucole colla necessaria corda, ginocchi Cestoni da farina Colte lli senza astucc io, 10 g randi o 10 piccoli Id. per ahliallere i buoi . Fend ito i g randi Ga loscie di !alla pe r raccogliere il san gue Gremhi a li di lei.a Mannaie gra n di Id. pi ccole l\last clli grandi I d. pi ccoli Mazza per abbattere i hu ili Palotti ,l i latta Rampini ~rand i Id. picco li Sacchi o reti di corda p e l fi eno Serie ùi mi sure pei liquidi dal lit ro al decilitro Id. per le g ranagli e da l doppio decalitro al litro . . . . . Stadera co n cavalle tti da IC 40
10 1 1
10 2
20 2 2
2
GO
ND. I ceppi pei macelli verra nno acquista li sul luogo.
4
4 2
2 I
4
30 40 12 I
1 1
901
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 24
c. NOTA degli attrezzi, mobili ed utensili abbisognevoli in massima a ciascun Panificio militàre, le di cui quantità saranno determinate in occasione dell'impianto, a norma dell'entità del servizio e del numero dei fomi.
DESIGNAZIONE
ANNOUZI0~1
0
1.:::... --------------------1---------11 llfficlo, 1 '2 3 4
5 6 7
Cand ollie l'i d'ollonc Cassa Portamantello Scalfal e Sedi e Scannelli Tavoli MagaJ.zen1 da fari 11a e d'abburattamento.
5 6 7
Buratto compilo, con hul'allello rivestilo di tela serica Cesta (della Corba) Lume ,J'ollooe Pal e di legno Palollo id. Setaccio per l'estrazione della crusca Sgabello di legno pcl buratto
'i
Sacchi di tela forte, doppia cucitura per grano e farina · Sacch i da pane per trasporto (forti o grandi)
'2 3
4
La tela verrà sempre provvi11la dal R. ma~a1.i.i 110 merci di Torin o.
Magazzino da saccbl,
Magazzini da g-l'ano.
'l
3
Misure, cioè: doppio deca litro, decalitro, doppio li lro e litro Pale di legno ferrate Pal ollo id. llaganeno da Pane e di diltribu:ione.
1
'2 3 4 5 6
Cand ellie ri o lanterne p er la distribuzione Coltello per l'assaggio del pane .; Scaffali di legno conle neati I '200 razioni ! Giusta il mo~: a pag. Stadera a coppa di rame da R. 2(t circa 1:!'76 del r.wrnale Scannello p er l'impiegalo jllla distribuzione militar. l855. Tavolo con panca apposita per la dislrjbozionu ed assaggio del pane
.
1
902
LA L<XòlSTICA DELL' ESERC ITO
~
VOL. I
segue DOCUMENTO N. 24
DESIGNAZIONE
ANNOTA1,I ONI
Forao.
1 'il
3 4
5 6 7
8 9 10
Asso per tornire i pani Barelle di le~no ferrate Bictenl.e di ferro con manico di legno pel combust. Bilancia poi pane in pasta Braciera di ferro o rame con coper chio Caldaia di rame con coperchio Casselta di legno con serratura pel sale Cesta detta corba da farina o 'a s polverino Cestelli di vimini ro,le r ati in lelapc l pane in pasta f.rcmhiali di lela per gli operai
Il
Lumi d'oltone a mano
l'i! 13 14
Madia compila con divisore c coperchi lllcslola di rame per l'acqua Oliere di latta a mano P,,la a ~a loscia in fì'rro per brace con manico legno Pale tonde di ferro con manico legno per infornare Paloni di le~no per lo sforn.ime nto Pancbe di legno a sedere per gli operai Raschio di ferro per pulire la madia Secchie di legno ferrate Secchioni ,li legno ferrati Sega per preparare pezzetti di legna Spazzo -forno Tabelle di legno nero per la nomerazione dei pani Tavolo per d e porvi i cestelli del pan e Tele luni1he m. 4 pero, 16 per asciug.imani d'operai Tirabrace di ferro con manico di logno
15 16 17
18 19
'lO 21 'i!'i!
2:l 'i!4 'i!5 26 '.:17
llla,raneae pel 1erl'izio in generale.
1 i 3
4 5 6 7
8 9
10 11
Carretto a mano pei sacchi gran o e farina Coperte tela spalmata m. 6,50 per 5,50 di riserva Crivello di ferr o pel carboncino L.inlerna di la tta per la porl a d'. entrala Martello di ferr o con mani.:o ,li leg n o Orcio di terra per l'oli o della capacità di It 100 Peso a bilico della portata di K . 1000
Id.
id.
Scala a mano Scure piccola da legna Tanai;lie di ferro
•
500
903
ALIBGATI
DOCUMENTO N. 25
MATERIALI SANITARI , DI ACCAMPAMENTO E DI C UC INA E MEZZI DI TRASPORTO P E R LE UNITÀ DI FANTERIA E DI CAVALLE RIA (1860)
(G. M. 1860, pp. 203 - 205)
degli oggetti d i i:onetlo di cui dovranno i Co1'pi ,wi loro magazzi11i qual /òndo di riserva.
SPECCHIO
c ostantemc11f.e lWCrc
O Co1u•1
RRG GIME1'TI
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..
OG(;F.TTI
I
Bora cc i~ .
.
Capp" lti , Pastran i, Maul~lliue . Cra valle a sciarpa 1
1
(: r avall_c ~a collo . l•a r sell1 d 1 lana .
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200(1
Gavette
1000 t 000
3000
Giubbe d i tela .
!GOO
300(1
Fodere da Kcppy e da Cappe lli
Giubbe di pan no
Guanti.
I000
Kcppy, Elmi o Cappello Mutande
40(1
600
3000
50()0
Panlal oni lii panuo
1000
1500
1600
3000
7000
20000
. Pantal o ni di te la o tralicci o S carpe , sli\·alini u stivali
pa11e l'.ose tli c uo io Zaini e val igie
Tasche
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1'B, li fondo
904
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VO L. I
segue DOCUM ENTO N. 25
R.
degli oggetti cl'accampamrnto, ambulan:.a, trasporti e di cucina abbisognevoli all' Arma di fanteria e di cavalle,.ia, secondo le indicatevi 1miià. SPECCHIO
FANTER JA
CAVALLERI A
I NOlf.AZIONR or.ou OGGF.TTI
Appie Badili .
9
9
8
8
Falciuole da 1egar l'erba
3
2
I
1.anleroe di iPl1 .
16
16
Picconi o Gravine
9
9
Pi rozzini Ja p;uatlalore
»
\
Tende coniche
\ ,
Roncole 4
Barelle sondate
,,
Coppie Colla ni d'1mbul1nza
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Saecoccie d'ambubnza
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Sacchi di tela per , i,eri Schiomuuole
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Zaini d'ambub,nza
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Bidon i di latla
Ces li Ji , imini per la urne Coltelli
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I
2
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905
ALLEGATI
segue DOCUMENTO 25
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INDI CAZIONE. DZGLi OGGE'ITI
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Cucine da 8 Cuse-fo rli piccole pel danaro
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di Ballaglione .
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Barilotti da .lill'i 8
Cud •~P"" ( , • cmlii Carri scoperli Carri corerti
Carri a foraggio . Foeine da campagna Collari di rica.mbio Hur.e ferrale
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Peni corda pei.tllari, luoghi m. 'lO ~'iantoni forrali
• •
Seccliielli di tel,
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Ca valli da t_iro
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l'la. Ollìe gl i 01n1etti indicali nel presente Specchio 4>glli iadivid_1111 di basu foru dcYe essere pro'VYÌslo d' una Copt:rt11 d111. e-,,., e di •• Sacco a Lt:ndtt .:op i rel.tivi bulone e picchetti, e•I i caporali della Puleria di 1111 picozzmo.
I
906
LA LOG ISTICA DELL' ESERC ITO - VOL. I
CAM PAGNA DEL 1859: PERSONAL E, CARREGGIO , MUNIZIONI DELLA BATTERIA D'ARTIGLIERIA , DEL PARCO DIV ISIONALE, DI RISERVA E PRINCIPALE D'ARTIGLIERIA (G . M . 1859, Parte li, suppi. n. 6, 'pp. 13 - 31)
La Batteria ila 8 consta di ltl. 11:, 16 • di
IJ. d'ohici
·UFFIZIALI
l
l,;apitaru,
:-1
( ll llìziali subalterni
Furiere (a)
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CA RRI
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di 1.a classi• Trombettieri \ i di '.t.a · id
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Scrgeuti (h.i
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Maniscalc hi , compreso un allievo
Sr.llai
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Cannonieri
id.
i,I.
di i.a classe } di 2.a
CavaHi di truppa
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da ~ella
l
da tiro (ti)
Bocche da fu oco con afTnsto Affusto di ricambio (/) Carri da munizioni d'artiglieria {g) Fucina di batteria , Carri per bagagli, viveri e fo raggi (h) TOTALI
l>f!r N·
t Il Batterie di battaglia
. '
~
.
40
.
12;•
. •
•
. . .
I
•
I
128
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8
• •
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1
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3
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194
144
7't
3492
259'l
I
~t
I
378
~
907
ALLEGATI
DOCUMENTO N. 26
••h•tas1t•••s._11e ........ 6 cannoni da 8 e
~
obici da eentim. 45."
H Id. da f6. 8 obici da centimetri 15.
.JNl!IOT.IZ/ONI
{«) Il furiere com~nda •u sniaH. (h) Ueo per le fun1i_o ai di g91tdl-Nllerja. (cì Uno pe r cnJd iuure il fnritt• Hi la.or, . coiilabili.
(d , Le l,,; c cl,e d:t fa. oco , i çarn da mu ni , iou i e 1111 fu ci"na • o~lioo.o e11ere tra inati a •~i c,":a lll, lutti ,; li altri carri a 101' qn:1llr•> ca '1 ;1lli ; ri•••!-;ODO 5 p1ri3li r d i ri1ern . (e ~ L~ balleria 1lorl-t cv a ae il 1eg111eule •uni1ioa11mento
Nelle baUerie da
\ Per ogni CaDD~!le colpi 160. ) Per og•• o bice 108 .
8
Nelle t,otlerie da lii Nelle ballerie d ' obici -
r ..- ogni
c•nnone Per ngei obic e
139. 99.
({.1 L' avaulre nd deB' affa,to d i ric amb:.n è c arl~o:
Nelle ballerie da 8 e al'•biei; di lllaai&iÒili d'dbiei. Nelle ha.tleri, da I&, ,.i . . .i,i"i da eaaaou da ti.
(5) La specie dei orri da •nialHi è:
.
!'lalle bàller•• ola
8
1••• ..........
Nelle hallerie da 16 N'elle ha.Iteri.e d' obiei -
8. I ... . Moiee ... CHli•alri t!I.
I •• .eauoae da 16. I ••iee da e .. li111,tri ·15.
•a.
(h) U110 a ridoti, modello 180; ,he .la l,atleria . •odello 1853 o 1857.
908
LA LOGISTICA DELL'ESERC ITO - VOL. I
c.,•p-lzhme e f•l'U' .-..... Ba1terl• La Batteria da 8 consta di da i6 , · di d'obici di UFFI -
ZIALI Tl\lJl'PA
,/
Capitano
: Ulliiiali subalterni :
1111
~
•
.
• •
.
.'
.
I 5
• •
12
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-t
•
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•
t30
•
•
fa
.
.
~aniscalchi, compreso un allievo id.
id.
.
i Cannonieri
'
•
•
.
.
\ da seUa
I
Ìda tiro (ti )
•
'
tm
• •
Bocche da Jùoco con affusto
•
•
•
6
Aftin;to di ric11mbio {JJ
•
• •
•
I
•
6
•
1
•
3
Cavalli 1)i Truppa
'
.
i
.
•
•
; St'llai
;
•
CA" IU
:":
Sergenti (b)
E "'
a
~
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;;.
/ Capor:ll1 (e)
·j } Trombctticri
~
•
.
\ Furiere (a)
i '
I
-
I
I
Carri da munizioni 11'artiglicrlli (9ì
I
I
~·11cina di batteria
Garri per bagagli , nvcrt e foraggi
(h)
•
.
I
I
..____
----
TO'l"ALI
3
154
H5
17
Per N. t8 Batterie ·di bauaglia
5'
~nt
~170
306
909
ALLEGAT I
segue DOCUMENTO N. 26
SPl!CCBIO i'.'C . 6 .
-l cannoni da 8 e ~ obici Ja rentimelri 1:1. 6 ·id. da 16. 6 obiei da centimetri 15. .-1. /i N O 1' .I Z
t O cV I
{a)
Il foriere comaoda uu 1uiooe.
(b)
Uno per le f11Hi oni Ji gorda-halteria .
(e)
Uno pn coadiuare il foriere nei lauri coni.abili.
(d)
Le bocche da fuoco , i carri da maaizio11i e la facina ~oglionu enne lni aali a Hi canili , talli gli altri Cltri • toli quattro tualli; timeago110 <t parii:li e Ji
ri""'· (e)
La batteria porla COD llè il aeganle aaDi~ionatllealo : Nelle baUerie da 8 I Per og11! ca~iaooe colpi UIO. l Per oga• obice " 108. Nelle batterie da 16 · Per ogni ca11no11e 140. Nelle be•terie da ohiei - Per ogni obice 100.
(()
L' nantre110 dell' all'oelo di ric1111bio è carico : ~elio ballerie J11. 8 e d'obici, di ro•tnizirni da obice. Nelle balle rie da 16, di· mo11i1i(IDÌ da cano<>oe d~ 16.
(5)
La ,pecie Jei carri d:1 m11ni1ioni è: • , · ,I da e ano one ria 8 Ne llt oal,Mi1> ,la 11 ~ ,la obice da ceni. 15·
I
Nell11 batterie ,la 16 - 1; da cannone da 16 ~e Ile ballerir. ,la ùbici . 11 da ohice Ja cenli•- la. ( i,)
Uno a , idoli, a1odello 18t4; dn ·d• batlèri•, m'>dello 1863 -a 1857.
\I
I
910
LA LOG IST IC A DELL'ESERC ITO - VOL. I
( !ont1•01'lllz lo11e e f nr:r..- d 'un Parro Dl• l • lonale di Fanteria
I 3 f& U n-~ r s a ir;ller l , 9 Ba"er ie eia 8 ed A
I
' PE R S ON A I. E • ·ArtllU~rla
----
•~• Treao C'Armala
_____....__..
--·
Urr1- T
Ul'Po -
7.1.U.I
l OPPA
:r.1.u.1
.,,....__...-~
l' nu pr.1
/ Capitano comandante subalterni ·
.•
\....,.,; I IJffiz.iali
: !i
Caporali Trombettie1·i ~ - Maniscalchi, fomprt'su 1111 ; Sellai id. i: Artisti di niacstra111.a (b) ;;;, Artilìcieri Cannonieri Soldati
! ...
:l(a)
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; 1IIÌP\°t1
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:i :io 110
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3
da sella Cavalli di Truppa da tiro (c i Carri da 1nun11.11:r1i di fanteria Id. id. da bersaglieri Id. iJ. da rannunc da Id. id. i,I ld. id. ,la obice da centini. .Affusti di ricambio (e) f ucina da batteria Carro a ridoli del mat eriale Carri da trasporlo bagagli, 1·ivcri .,
1't t 88
I \
.,~ t o X
Il)
15
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,~ ! I
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foraggi
TOTAL I
J't:r
CAHLLJ
;, l'archi Oins wnali
'. 't. 10
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1m
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1~
200
630
1000
911
ALLEGATI
segue DOCUMENTO 26
Sruca,o N• 1. ee.l'rl•peadeaCe "• IIMa Dlwlaleae ,H 11,oeo 110111lnl di W'a•terla, da· t• (~•n· 8 . .eellle • .• ,.. _eia-una) MÀTERTALE .o .,,ri
~
.4 N;VQ TA ZION I
-
D'Aar1-
DEL ToTAU TIISftO
-• . -. • • . • •
GLJEBU
•
..
•
•
:a l Uno per le fanuon i di gaard•- balleria . (b) Oae ,n ferro, dae i• lesno
•
.•
te) Tutti, oarri · ,.sliooo C<lerr lnin•li • 4 cav.,11,; riaian • gono ~ p~ri~tiO cl, riserv, .
.. . .• • • • . • . • .. . . • •
• •
r•• ••
(d I carr, J . ,naoitìon, '""" del modello 1844 dlU · niriooi ili ronltria, br.raaglieri , da ·oanoonto da 8 e ,11 · oh ice da cenlimetri I .:i ; ~ dfl moil~llu I 8SO per quelle da can noni ,la 16.
I
•
•
•
12 li I.i I.i I.i 2
• •
12 6 6 6
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•
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(, , Il loro nanlreoo è .:arict1, 11n ~ ,li mnnho-,ni da e11111ona da 16, l' allro di moniaioni da obice da e•nlinulri :S .
(() Qutalo p•rcu pt.>rla cou
1è,
il seguente muoizionan1tnlo :
Pe:dogDi::gloli:::anl. c:lpi : ,\'
t
Id
· IJ
cannollt da 16 •
,,t.
da
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td .obicedacenti111. IS •
. . . I · ),! , : Se II agg1uni;.,no I co p1 117 che portano con loro i H&
( ,~ld_a~i e_le b_alurie della/
60
JD,.,,.,ooe
lit ,
a, b1nDD :
!'lO
, Ut
912
I.A LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
<:ompo1d:r.lone e forza di l'ERSONA LE
--·· - - ·
----• 'Al'llrllerla
ur,1-
/ Mai;gioro Comandante Capitani . . . llffizia\i .subalterni Furiere • Sergenti "' Caporali 111 ; Trombettieri ~ Maniscalchi, compresi due ~llicYÌ ' Sellai id. id . ., Artisti di maestranza (aj : Artilic1eri \ Cannonieri \ Soldati
I
t 2
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E
Cavalli di Truppa
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• • •
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TOTALI
• • • •
• •
da ~ella da tiro (b)
/ Carri da munizioni di fanteria Jd. id. da bersaglieri / Id. id . 11~ can11one da lo (l) ,.... Id. id. i,1 ila 8 \ ~ \ , Id. id. J,1 obice da cent. 15 .i \ Bocche da tiioco con atfnslo (d) Affusti di ricambio (e) . g Fucina tla batteria . , Carri a ridoli del materiale I Carri da trasporto bagagli • viveri e forai;gi \ Carri da batteria di riserva
TauPP.t.
----- J.1.AU
•
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•
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• • ' • •
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• •
• •
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• •
•
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•
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•e1 TN!ao •• Armata
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• •
- --
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•
• •
• •
• • •
291;
-
• • •
472
913
ALLEGATI
segue DOCUMENTO 26
SPECCBIO N. 11 .
elase1111 t•Rreo di rleer,,n. .MA'fERIAU:. Carri
D'J\11.Tl• DEL K,l.1ERIA 'fllENO
A N
,v.._ O 1' A Z
f
O N l
Touu
----·--
(a ) 1're in rerro, Ire in legno. (/,) Tutti i carri <rogliono essere trainali a 4 ç:nalli ; ria11DK0no 10 pariglie di risena. (e) I carri da munizioni s~no del modello 1844 per le muni-
zioni di fanteria , bersaglieri, da canno ne da 8 e -la obice da ceolim. lo ; del modello 1850 per quelle da cannone da IG. (d ) Un canuone da 16 ed uno da 8, ciascuno col rispettivo caric:1mento.
:• : Il loro avantreno il carico, uuo di muo i,ìon i ,la ca nnonr da 16, l' altro Ji munizioni da obice. , () Ile i modellQ I 8fl3 o l 8!'17 .
.V. IJ. Vi si aggiuo~ono I Contabile d'ntiglieria ! Per la conl tbililà tltl maI Applicato ) teriale
20
'tO
5
:,
20
20
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25
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'·
2 2 3 2
20 2 i! •)
"2 6
6
TRl'PP.l CAV.lLLI
Qualora il lraioo di quealo/ parco nn~a allì~ato al treno\ Sergenti bo!i:hese, 1 ca.m ~a traapor!o Caporali pe1 bagagli, \'IVCrt C foragMIO _ ~ . sono somministrati dall'arti-( :soldati glieria, ed il penonale del Ca.alli Ida seìl.treno d'armatasi riduceco.111e di Truppa \ da tiro conlro: .
I
3 90
»
4
36
6
't 101
roa co mpagnia di fanteria pel aeni1:io del parco.
107
TOTALI
40
9 14
I.i\ LOGISTICA DlòLL'ESERCITO
VOL. I
C111u1,oslzloue del AaTHILlF.Rt,
TRENO lll'ArnHla
PER~ONALF. ,,,
f
::,
o:
:....
_,
····~-~ -~ -- -- --------11-=--i._.__ I Coionnell,l " T,mt>nle rolonn. romanci. Mag~inre 1 ( I , Capitani Con}antl~n_u: la comeal!ni3 . :! . A 1'1spo~1Z10111· ,lel Comanil .. 3 addetti alla comp. 1 . 11ffiziali rnbalterni di maestranza ? ,l,·!(li artificieri . I
f
::
-
'~~
;.
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I
•I
furiere \ della cornp~~ni~ } artilìcini . ,li mae!'tr~111.a armainoli · llclla ,.ornpaç, nia \ arliticicri . Caporali I ili 111ac~tra111..; ' arma iuoli Trombetti,~ri ' oli 1 a I b $(' f d; 2.a rl~~~•· Cannoniel'i Arlif1cif'ri
Req~c nli
•
•
I
Arli, ti di rn.w., tninz:1 I I
Annaiuoli Soldati
~I
•
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• • •
• • •
Contabile ,r Arti~lieria . Aiutante f.ont ab,le ,l'Arli~lieria Applicati ·· TOTALI
.. II
.. •l i
111
Cà,·alli di Truppa I '1" ~ella ì ,ta liro 0 ~ { Conducenti §: J Sellai ~ ~ / Mani~calchi ìi Cavalli da tiro
'
I
-.. I :!
IO
~12
915
ALLEGATI
segu e DOCUM ENTO N. 26
SnccHtO N." I'i.
_
hlPIEGAl'll>O CURI ..... O~ N UN l'l lONI
MATERIALE ,,,
_____ _ ~
i:
-:~
·------------1 ~-;
I
i~~
l--:a_ "".....
Cannoni ùa 8 ùa Campagna con affusto ed aYantreno,
mòu. 18H
.
1,1. da Caniragna , moclr lln 18.U da arrnai110li .. Carri a rirloli, mocl. 18.U pel malcrialr Id. da Parco cnpnti,da strum~nti delle mae~tr:1111.1) Id irl ,la bombardieri Id. icl. ,la parti d'armi portatili . . Id. id. COI~ ogg~ltj di ricambio . Id. da ·batteria pel trasporto di vi, crt e rora1rni 'fOTALI
~
( b l Ques to l'arco 11u rla :t~ o•im~ti,a-
r,o c,o
60
,i.,j,
44-
.«)
io
10
- -,- ·--------------11 (a l l'el 9ervmo di q~,10 Parco b i9oi:na agi;-ion ~er~ due Compagn i~ d , rau teria.
'i
Uhici ùa ccntimt-h'1 15, 111 Carri il~ 1,11111izioni òa can'.. noni ria Ili i,I. ,la R ld. Id. ùa obi~i ,la t'POlim. 1:-i Id. ,li fon!Pria Id. d~ Her~:i~lirri 1'':1.1cir11! ,la Campa;!nl, 1110ticllo 181-4 da halleria . lt.1. da Parco ,la Campaf!t,a, moti. 18-14
.fN.VOJ'AZ/Otvl
g
mc nt~ il stguenle 1nuni1i,•namenlo.
f,j
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I I ,:J Per ll!'UÌ sold~lo di \ ": -= -l'an ler,a colpi 11 I ;:_ ;; ti
. Hl "i~~~ • \'01500 ~~ .. ·-f~J .,
ld . bersa~liere
1,1 . sol da lod,c»al. »
Id . c~n uo,1, clo lii Id .
id .
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IJ. obice ,la ero-
limelri t.;
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. 100/ -"'!.. ~il~
I \ ,100
916
LA LOGISTICA UE l.l .'ESERC ITO - VOL. I
DOCU MENTO N . 27
C AMPAGNA DEL 1859: DOTAZIONI DEL PARCO DI COMPAGN IA ZAPPATORI DEL GENIO E DEL PARCO DIVISIONALE DEL GEN IO
(G. M. 1859, Parte 11, Suppi. n. 4, pp. 53 - 83)
l!lpeeelllo Il .
GENIO MILI TARE
-·-
SERVIZIO DEI PARCHI
SPECCHIO di Dotazione per
un Parco di Divisione.
- - ·- ---_., - ------
917
ALLEGATI
segue DOCUMENTO 27
QUANTITÀ
... l~DICAZIO~E DEGLI OGGETTI
..
o
.," :z
e "' :o;
:,
C".,
;,,;
Cate"orla I. f:AttRKGGIO.
AVANTl\tc::"il J , carri <I~ 1•:r,·oco1,ertiM.od·. •
" •
:'i.
scnpf'rli ,. 11!5ti •
6
d i focina Ja carnpagua Mnd 1844 •
.,
'
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Il
6
II ETROTII E :X l d i c arri ,l,1 l'areo coperti Mod tt
~Coperl i
-
li
.. j~3i_f
I
CAte-.orla Il. AccESSOKll OF,L C.ARl\t:GGW.
ACCIAI\li\l d iYersi
~-
.. BILANCl~ l d ' nanlreui
7
,o
. BOSSOLI Ja su gna J i hrniera CASSE a coperchio piano •
seopcrchiate da carbone
•
CASSF.T'l'E 1copercli i, tc .... i cofani ,la facina )(odellu tS-H •
.
1copuchiale
•
,Il carri
COl'ERT!c: di tela ia~erniciata <li c~rri da l'arco ~coperti
. .
. ..
tl'avaalreni di rucin.t di inanliei
id
. . . .
CORREGGlf: Ji cofani di fucina di ,,ainpagu .Mo. dello t~.t4 . . . . •
I
10
•~ I
I
3 8 I
I
•
CORREGG.IUOLI d' acciarini
•
!>O
PIASCIII di lolla da ,,!io
•
10
i
,tNNO'I'AZIONI
918
LA 1.00 IST ICJ\ DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 27
QU .-1.NTITA
•
.INN01'AZIU.VI
.. •
INUICAZIONE DEGl,I OGGKTl'I
.,o ;;,
z;
GIRELJ,ONI di
1111
N.
di f~rro
6
LANTER!'i t ,li 1.,la incHah
10
LUCt:HETll con chine
90 311
ROTl:;LLE ,li c,rriuole onliuarie
•
I\UOTE le i ~ - 'f !,is ,l i c orri d• l'arco
~ ~
SACUII ,IJ cuhone
TIMONI ,I ,.,·,utren i ,1, campa; u, Mo d
C•te5erla lii . ,\l.~ f.C IIINE DIVERSE.
N.
ARGA:'!I ,erlical,
..
AS PE ol'.ir3an, CARRUCOLE do1,pie iu ~roD1o cun c••aa ,li fert o
CARI\.UCOLE 1ern11lici
..
"
. .
.
LEVE o 1n1no, olle
"
LKVE sptuale
.
JURTIN ELLI a deotiera
1
i
I 6 16
t
'
t:ates•r la 1,·.
CoRD.uu. CA VI da carri FUNI •
,1,
i'i.
,liamc lru 111,lliro 'ti a 'iO
d i ariano luni;hena tn~lri 135
FUNICELl,A ,I• sega di 4ia111elro o,illim. Ili 13 ; 1ri11ell•;
SPAGO sturor,in,lo
I.il.
.,. . • •
R
1110,00 7!> ,00"
10,011
à0,00 !>0,00
;;,o:>
919
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 27
QUÀNTITÀ J.
ANNOTAZIONI
I Nl>ICAZIONE DEGLI OGGETTI
.\I.\Tl':RIALI IJA 1'0:-iTI mLITARI. Sedonl di Pontt alla s.trqo col rlai-cuhl acce,;aorl e •tr.-1111 di doladene.
ACCURl!'il ciel N. 4 di sala ,li ferro del :i ;, :\. BILANCINI, Modello 18~1
(ì
CORREGGI VO LI ,!' acciarini
100
G IRELLO NI del N . ~ di oalit di ferrn del N "PIATTINI
•
•
a .,
•
1ir.i ~- -i bii d' avantren i d el carreggio , <la ponte e da tn,por lo •
MA(;Ll di ferraccio
I . 16
d' imballo
kil
ÀNCORE • ! mane da kil. :,5 a 70 AVA.NTR~:N I Ji carrn da ponle , Mod
1
4
PAI.ETTl piccoli ferrati FUNICELLA
't
4
RUOTE cl~I i'i i l>is di r t.lrolreni del cureg~\o .la poule e da lrasporto
.,
(i
N Oira~o
't 6
B.\NCHl;\K J ; <ò&• allelli
4
BAl\CIU~ p~ni a prora
!
•
pri1rual ici
1
CATENE d i sospc111io11e di c;,valletli da poole
8
CROCEIIE
4
:i
g rippic
Cl:l'(Et da cuallelli da ponle
F'~:1un
ci' àn.:-,,a
FUNI • Modello Oirago GAMBE ,li c n•llelti dt ponle lunghe metri 4
Il i
i 8
I
6,00
920
L A LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 27
-. . QUA~fflTÀ A
INDICAZIONE DEGLI OGGETTI
0
ANNOTAZIONI
a:
Il
p
z GAOE di canllclli da ponte lun~he metri ! 50 N.
• •
II
•
8
luoKhe metri ii 00
•
'l
Gl\;FFI a pun~ e gancio
•
MEZZE T A VOLF. d a ponte, Mo,lello ll ir•s"
•
I
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ORMEGt;t
.
·
·
REMI ,! ,versi
.
I!
.
'l
H 18
·
rEZZI ,li ;;a1\lbe di ca vollelli ,la 11onle
8
l'IEOI ,li gamhe ri i c avallelli da p onte i;ra11d1
. J
8
Mod. Bira;;o 6 00
.
•
_
8 4
R~;TROT RE NI ,I, carri da ponte, Mod Birago, da càvalletli
I
da travicell i
4
SOSTEG~l a fo rche Ila ,
4
TAVOLE da ponte
106
di riparo del fondo ,!elle _b~rche Modello Birat10 •
6
TRAVICELLE da ponte rerrale lunghe, Modello B1rago •
to
"
,la ponle ferrale menane
•
,la poule ferrale corte
"
64
DADI del N. 4 quadri
li •
l •
),I
5
•
6
6
»
6
CHlAVETTE di sbarre di carri da. pon~
I I
PERNI d ' unione da barche BADILI
.
6
GRAVINE l\ONCOI.E
l'l 4
.
YAZZ.-\l'ICt:UI ferrali aJ un
I
.1
4
TRIN ELLI> da ghindare, lllod ello Birago
"
l
6 1010
manico
" 6
'I '
. !
'
921
ALLEGATI
segu e DOCUMENTO N . 27
QU.,KTITÀ !
AlVNOT~Z IONI
!NU\CAZIONE 11EGL\ OGGETI' I
·,
N
VANGHE
PICCOZZl~I SCURI da squadrare
GOTTAZZUOLE d i lalla
t;a,tese .. la VII. L EGNAME.
J. S,i,IJi,ision,'. - Legna.ti.e 1ligro!salò
di carri e fflllcchit1e. N.
STA~G II E cli carrette • mano
60
VAte,:011,"lR IX~ META LLI.
I. Smltlivisione - Acciaio. kìl.
!CCl..\10 na lura le
30,00
.t Suddivisione - Ferro. FERRO in v~ri:• p i_allo , lellera
A, l'i 3~
S0,00
<&0,00
..
N. 17
40))0
" quadro
e,
N. 1a
40,(lO
• londo, letlera
T , N. -4
• •
kil.
IJ , N. 16
FILO d i ferru di diame_lro millim.
lO,IJO
.;,oo
j
Perraae•tl laYoratl per ••o •eue taltltl'leuloa1.
ARPESI CAVIGLIE da Ira.aie da pali6cal e
I N l kil.
l
IIJ,00
'i0,00 40,(,0
922
1.A I.0<11STI CA OEl.l.'F$ERCITO - VO I.. I
segue DOCUMENTO N . 27
~,-~
QUANTITÀ J.
·INOICAZIO.'IE OEGLI OGGETTI
. CAVIGUE da paoco ni
CHJOIH da ta rnlati YITI • ie;:uo, l•Uera
,I a
~ 'I ~ :i
z
kil.
50,00
•
50,00
•
':!,00
lesi> 1ccccala
M
•
I
Ferr•-•ll laYenU 11er ca..-1 a
I
I
-cdli••·
~ ,loccia di bilnci111 ( Mo,1•11<> -l !IH; I\. CERC.HI d, mou i rii ruot~ li. ~,. l /, I, della po ucia
·CAYEI\E
l(I
6
,ldla lesl•b 6 piccola •
8 40
•
JO
LEGHE furente- di Ka , clli Ji ruote del l'\ . i bis • • • di tiauai •
t(l
CUIAVETfE doppie rii n\a di carriuol e
•
GHIERE di pal~lli
• jf
semplici di ga,elli di ruote ,Id N. •
~i rai,e
~
..
bis , "
6
,o IO
10
to
PUNTA_Z ZE acciaiate di palel\i ROSE1TJ-; o vtli d i _c osci,,li d ' na11lre110 t lllod. 1644 ) e di carri da l'arc~ a foro quad ro • lonJo
SALE d i c arr i divem
•
d i carriuole
STRINGHE ,li lei;he
PALI a. -.ile
5 . Suddi•isionc - Latùt. LATTA d oppia
!O
10 4
JS !iO 6
1,50
ANNOJ'AZION I
923
A I.I.F.C.ATI
segue DOCUMENTO N. 27
QUANTITÀ
,.
ANNOTAZIONI
INDICAZIONE DEGLI OGGETI'I
iO. Suddivisione - Snldatttrt1. 1,00
I.il.
SALDATURA . fort..
1,aO
a stagn o
ua,e5erl• Xl. MA TER IE DIVERSI,;.
t . S uddivisione - Bitumi, gl'assi ed olii. C.A!\llELB rii cera
OLIO d 'nlive
kil.
6, 10
•
10,00 I0,00
SUGNA d, maiale
~- Suddivisione - Cal'boni. CARBONtl iii c•s lag no
\lii.
150,00
3. Suddivisione - Carta. C ART.\ colombier bianca
•
imperiale
•
p r otocollo .
TELA ing letc ·t,upareute
fogli
,o
• •
30
1500
metri lia.
10,00
5. Suddivisione - Gomme e rui11e. COLOFONIA ( pece greca)
6. Suddivisione - Sali e
kil.
0,40
kil.
0,40
111itlet'1li.
BORACE (1o ttoboralo di soda)
7. Suddivisione - S0sta11ze di11erse. kit.
0,40
MICCIA funa nte >D!:l. : Sa ucisso11 de Bikford) m. lia.
10,00
BAMBAGIA
Sl'UGNE
I.il.
O,?O
STRACCI di lela TORCIE a vuto
4,90
N.
!!6
924
LA 1.0GISTJCA DELL' ESERCITO • VOL. I
segue DOCUMENTO N. 27
QUANTITÀ. .l
ANNOTAZIO;\'f
INDICAZIONE UF.GU OGGETTI
CAtei,;erla Ili. STRUMENTI
SCIENTIFif.l.
f . Suddivi~ione - Geodetici. BIFFE corsoie {mire, da livello w
N.
I 15
cli ferro
IO
t,1BOCCETTF. di livello ad ocqu• BUSSOLE di Burnier
'i
CATENE melricli• di m. 10 con ,piltoni
4
CANNOCCHIALI
t
OOPi>I - METRI ,li legno .
8
GONIOMETRI con busso!•
I
LIVELLI ~d 3cqu•
~
Il
bolla d'aria .
l
I
• cannocchiale . MlSURE di 11,nAheua di metri I 00 (manometri) •
•
IO ~
di lungheua, di nulro
PIEDI di squadre
4
SQUADRE
4
TREPl'IEDJ di livelli ad acqua
di gc>niometri
1. Suddi,·isionc. - Robe da diseg1w. ASTUCCI ,li la1l1 da disegni BUSTE di compassi do i a 13 peui
N.
.
.
1 ,j
CIOTOUNR (scodellini da colori ) ,ti maiolica o porcellaoa . peni COLLA a bocca
10
N
IO
DOPPI-DECIMETRI di legno INCHIOSTRO della China
. poui
10
4
925
A LLEC.ATI
segue DOCUM ENTO N. 27
QUANTITÀ .1NNOT.4Zl<ìYJ
l~Olt~A'ZIONE UEG LI OGGETTI
~.
MATJT•: uso rt ile
. . .
PANELLI~! ;ta~ole lte ) ri i c ulo ri
PENNELLINI , sso rl il i RIGIJE piao P ,li legno
.
SQUADIIF. ila ln oli no ' s,1uad re lle)
c;o 6 I!,
li ,j
CRte.-orla Xlii . S Tll Ul lF.NTI
u'
0
M ITI F. MF.STIERl .
:!. :31Hld l\·i, i11nc·. - llfl pesare. STAIIF:II A a holic.u cl ella l nll• ,li ~il. 'J()(I r.oi rt lati, , rnn11111 i co ri r11 l 1 ,~ ct · au t'llt n to
"
- Dn N11ril,1in ,, Pn11i~rnw. ~.
~ 11 tlfl 1\ Ì~1t1 0 t'\
ASCETT1>
..
8 1tTTICf:I\ C III <:Al'l'Rl'G(; IN ATOI COCClllt;M .o\TOI COLTEI.I.I a prl tu ~ ran1h
.
..
PIALLETTI
RAS1t:RE
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11:1 r r
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r ircol> .1
li
t ~
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•
':I
':! ':!
. ,,, , . . ..
s rACCDERELLI
'j
SPINETTE d ' osso
.
.
TACCARUOLI
.
TIRACERCUI ,li TIRAPONDI
6. Suddivisione. - Un Carradot-e. SGORBIE a manico in ferro di lar11bena milli metri 'JO a 'J4 N.
•
35 a 39
'j
1 'j ~
926
I.A 1.00ISTICA O P. I.I .'F-~P.RCTTO - VOI.. I
segue DOCUMENTO N. 27
QUANTITÀ .\ ~
..,. . .. I" .
l!'WlçAZLONE ot:GLI OGGETrl
o
e
li :::, ;z:
c.
I
7. Su,ldivisione. - Da J.,1pp11lore. F.ALCl fie1ui• con m111nico FALCIUOLF. ,fa mieltre
801
.
400
."
'lOO
. .
'IO
.
GRAVINF.
MANNARF.SI MANICHI ili ba,lili • oo iht » cli gra,1ne ~ picconi
"
cli picco~1e
" "
di piccoz2·1ni
.
d, rastrellidi z:appe
" MAR'fF.1.LINE ,la falciator~ e tauo PICCONI PICCOZZK PICCOZZINI
RASTREl,LI con denti in ferro RONCOLE
VANGHE »
. .
\.
BADll, 1
con slecca
ZAPl'E
•
. . .
.
. . . .
.
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150
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50
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e. Su<ldi,·isionc. - n,, Lattaio. CACCIANFUOIU CALDANI COLTELLE
CORTOLE FORBICIONI MARTELLI a p•nna tonda
N.
. . . .
.
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I
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.1.VNOTAZIONI
927
ALLEGATI
segue DOC UMENTO N . 27
QCA~TITÀ
IIARTKLLI ,la ap piilna re-
~
MAZZUOLI di le1;n,,
.
lon~e
SALDATOI
1n
SOFFIETTI TASSET1'1
.
•
ta gl iuolo
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!1 ::ìudtl1\·i, ìonc. -
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MOLI..F.T'l'E 11iane
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ASCE
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CACCIAVITI
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CAVABULLETfE
"
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BARU.:TTI
COTI fEl\1\1 do pialle
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.
...
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4
.
4
..
" GATTUCCI
.
GRAFt'IETTI
." . .. . .
GRANCIIJ INCOflSATOI
.
t.AMF. di seghe • mano e a Yol ;.:er1."
.
LICCIAllJOLE MANNAIE
rifrndiloac
>•
I
I
pialle Ili
,r1 ncoT!lato1
Ii
I
tla sbo u1 n 1
ò• 1po111lf"rnolf'
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INUlCAZIOìSE DF.l:r.l OGGETTI
I
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A,V:VOT./ ZJUJil
928
LA LOU ISTICA DE LL'liSERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 27
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QUAi'ìflTÀ
' _ .._.__...~ INDIC.,ZlONE l>&f;u OGGgT'fl
o
. MANICHI d ' HCe
.. .
:i.
..
di ,nartelli
d i ~calpelli.
di maPnain
MARTEU.1 " granch io
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Ja banco
PEDANI di lar11hena ,ti mil limetri
.
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PIALLETTI l\ASPF.
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SCALPELl.l ri•ni l~rl(hi millimelri 10 a 14
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SEGACCI l1111gl1uu
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~ 'f'ofgere r iCendiloic
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30 • 34
3!i • · 39 40 a 44
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ANNOTAZIOM
929
ALLEGAT I
sexue DOCUMENTO N. 27
QUAi:'\Tl'.J'4
-..
INDICAZIONE bEGLl OGGET'.H
~
·--
..
., ,. C:o~ :::.. :a-
0
te
J! p
7.
N.
SEGNATOI di ferru SERGENTI i;raodi di ferro id . piccoli SGOIIBI E Ji lar~hena 111illl melri
.
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3
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., 35 a 39
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SPO~UERUOLE SQUADRE zoppe iP legno
!
..
SUCCUI a puula lor~htita m1llimelr1 10 ~ 14
. . .
. .
.
a si:orl•ia
.
. . . .
. . . .
15 a 19 t O a t4 30 a 34
40
a
44
TANA.GLI E groue piccole
-
Da Hagnttno .
A1"11ZZATOJ d ir ilti ca.rTi
BIGORl'ìlA da rociaa co• ceppo da bane·o
CESOIE da J>eoco
..
. .
» ·
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1 I
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.. . .• ' 4
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AJ.LARGATQI
.
3
:
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me1uoe
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SUCCHIELLI auortili
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I I
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930
l. A LOG ISTICA DELL' ESERCITO - VOI.. I
segue
DOCUMENTO N. 27
QUANTITÀ
----.~- . ,\
t!'IOICAZIONF. l>EGLJ OGGETTI
. CHIAVI a marlf!llo, dette ingle11 CHIODAIE diveru
.
quadre
*
!oitde
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..
. .• .
»
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3
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GRAl'iATl'.'H in ferr o
LIME impagliale pian, da
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. . ..
.. . . .
.
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da :I
muie loade clA i lriao~olari d;, :J
..
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h ulanl., piane, 1.nghuu 30 a 34 a oono
. .
da traforo
•
a taglio ini>
. .
•
mezze t onde
trian~olari
MARTELLI da fucina
.
da ban c o IIAZZE d i rillc
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lravcn sf'
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CUSClNET'Ti a muchi di madr..·iti da campagna del N. I
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COIIPASSI di fnro ricani CONTROSPINE J>Ì•lle
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931
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 27
. QUANTITÀ.
,.
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l:'òl>ll:AZIONE llEGLI OGGÈTTI
I
o
I:, ~ • .. .. z i°' :i ::, ::, -
::,
!
.lNNOT.~ZIONI
I i I
!
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MORSE da banto eun slalr• .
.
da
. . . . . .. ..
IBlllO
PRESELI.E qaadre manicate
.
tonde
PONTEI\OOLI da banco SAETTE da trapano SCALPELLI d, -fucina
e·d a
banco
SOFFICI quadri
.
tondi
SPINE q aadre
•
tonde
.
da mano quadre .
.
•
.
·-
.
10111ie
. .
TAGLIUOLI
.
. ..
oh incudine
TAl'IAGLIE da fu cina (arii\lghe '. ,·
.
.
da p; u ironi
•
qHdrale
I
N.
IÌISORE •etrièh., in ferro
diritl,e
. .•
TRAPANI imbrigliali
VOLTAMASTIJ
i I I
i
I '!
·~lb
.
.
.
. . •
À SCIUGATO_I, la.,gh .
•
BATTIFUOCO co11 c1u1ii ua
0,70. 0,99 1,00 a 1,30
'
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'l,00 ~ , ...~
I
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H .. Suddi•isione - Da Minatori e Smlpellìn1J. AG':'I , IGAglouu da mt lri t,50 a 1,99
'I
i
.. .
.
·t
I
4 ~
I
I II
I
II
932
LA LOGISTICA DELL' ESERCITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 27
-·-
..
QUANTITÀ
____ .,... ___.-- ~ o,. ' o "' ~ A
ll'.'ll))CUIO~E DEGLI OGGETfl
.. I;o~
11
;:,
!-
;,:
BIETTE di ferro, lungli. melri 0,11 1 0,19 •
•
ma:;gior-. di O, !O
•
CALCATOI ,la mina, h•ngb. da . O,iO a 0,99
•
da 1,00 ~ 1,t9
CASSETTE ,ta sabbiett. IMBUTI di latta MARTELLI .ta minatore MAZZE a due bocche da pielr<Jni grouc menane
J ,00
NETI'AIIINE, lunghena metri Ò,70 a 0,99
•
1,00
a
t ,30
PALI di ferro, luol\'hezza metri 1,00 a 1,99
'
PISTOLETTI , lunishcn1 motri 0,50 • O,G!l •
•
0,70 a 0 ,99
•
1,00 • 1,30 .SCATOLE ,ti lall1 da puhnino SPILLI , lunl(hezu ,.olri 0,10 'I O,~l\l
• SUBBIE
•
•
.
. . . .
:l
I ,00 a I ,30
• o,~
SUBBIETTE TASCHE di c•a nio Ao p~lnre
'J
')
4 ~ ~
6
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o,•io
•
1
i
0,50
PICCONI a l ts l a
·I
!
.
MISURINI Ji latta di ebilog
•
,\
. •I . I . .
MAZZUOI.I da scalpellino &lAZZETTE d• pisloletti
•
. . ..
.. '
di rame •
l'\.
a 0,70
.
. . .
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,.
'J
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io 'J
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I
. . ~I . . :I . . ~o., "
8
li!
.IMVO.I'4lONI
933
ALLliUATI
.fegue DOCUMENTO N. 27
QUANTITÀ ,\
_.,.__
.... I ~ ;:)
INl)l t:AZIO;,iE l}l>GLI OGGETT I
I.
.. 0 . ,
t~ i
1t. Sucldi,·i~ionc -
/)a
Murntore.
ARCIIIPENZOLI con piombino CAZZUOLE ~,.tiuarie
'i
,,
'iO
'
~o
.
MARRE da calcina Jt,IARTELLI • 1>e on• •
N.
a pnoht
,,
iO
"
10
PENNE LLI r10~18J N1
CO II
'i
.
cordoncino
.
S<:ALPELLI lun~hezza m,t ri 11,:,0 a 0 ,70
~o t i)
U. SuJ.tin~io11e - /.h< Segutorr. di le!jnami 1
L .\ME di scl;IH! fcnrlil~f ..
:'i
1
UCCI AIUO LF. ,rosse
..
SCliR I ,la "l"a,lr.r"
•I
SEt;UE fcu,l,toi,
I
SEGO i' H. l,in~li<ua cirea llle lri 'i,00
!i
IX. Sui!Jivisimu: -
r:omuni.
COMPASS I di f,rro, luu;ihen,1 melri Cl/ fO 'a 0 ,30 N. ·•
di le11110 con l'unle iu ferro , lo n~h uu u1etri tl,;;O a 0 .60 - GOTTAZZE GOTT.-\ZZUOLE ,li I\JAZZUOU <li le~ou,
,;
RAMAIUOLI ,l i rerru
,,
RlGHE
111
IO Ili
ferr »
RUOTE da ,rrotue
SQl.ìAl>f\E di ferro
t» n
manubrio e banco
'!
AN.YOTAZIO.H
934
LA LOUISTICA DE LL'ESERCITO • VOL. l
segue DOCUMENTO N. 27
-- - -- -
.
--- .,, ·-
.
.
--·
- -
Q UANTITÀ
- ...·
A ~
l:'IOICAZIO.'IE IIEGLI OGGF.'M1
~
. Vat.t,,rorl11 :\IA SS Ell/1, I E
"'g "'
I' :'i .
"
S PAZZOI.F. tli cr ine
."
rl'erlc1
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CASSI:: d' in1haa -.) SECClllE cerchialr. d i ferr o
(.; 11te5erla J10DE A D
1;so
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17
I l
XXIII .
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o'U FF 1c1 0.
PENN I-: ,t·uc"
.
." l.
mani
i
01 e la lltc h e, 5ca loie
N
RI G lll:. q u ad re i lo d i lett no
.
6 'l
"
Il
TEMPE lll:'1'1
C U(llll ni
Toria o _1ddi 13 • r rilc 1859. Il' on line di S. M . Il Ministro dtlla Gu• 1·rn
A. L• J•hn 1101u .
935
ALLE UATI
segue DOCUMENTO N. 27
GENIO lJILITA.RE
SERVIZIO DEI PARCHI
SPECCHIO
tli Dotazione per un Parco di Compagnia del Reggimento Zappatori.
--------v----------
936
I.A 1.00I.STICA UEL L'l:SERCITO • VOL. I
segue DOCUMENTO N_ 27
QUA NTITÀ /1.
INDJCAZIO~E DEGLI OGGETT~
A NNO TAZIO_'Vl
Catei;orla I. CARREGGIO.
AVANT llENI di cani da Parco scopetli, l\Jod c llo 1856 N. RETfiOTilENI
Catesorla Il. ACCJ;SSORII DEL UR Rt;GGIO.
DILANCI NI di avanlreni di cam pagna
N.
C arr i N. I e 2 n e ll' i11 l er val1., dei co fa n i , e post eriore del
IlOSSOLI da sugna di lamiera
Carri N. I ~ ~, appc,si ai ganci rei;gi -bossok
COFA;:'il a coperchio pendenle
8
piano
f
FI AS CIII di lat la da olio
t
LAì'\TEilNE d i tela incerata LUCCHETTI con chine
V3nlreno.
C-::arro N. t d' inna nzi al!o sporte llo d' ava ntreno.
TIMONI d ' n antren i d i campagna
Categ o ria lii.
MAilTI NELLI a denlic ra
Jc.l. n el basso fonJo d' a-
Carro N. j d ' innanzi allo sporte llo d 'ava n lrenv.
4 bis
l\L\CCII I N E
le.I . nel bassofond o e.l ei relrolreno.
Id . per il chiud iw.enlo dei cofani.
IlUOTE d el N. 2 bis
LE VE
Id. s u l casson e.
4
CO PEllT E di tela inver niciata. di ca rri da Parco •coperti
•
su l cassone fra le teste lo sportello carro
"
2
Carri N. t e ':l esterna me nte con lr o i l fianco destro.
N.
4
Ca rri N. I e 'l c ori tro ai fi:rn chi e.li c iasc un carro.
DIVt:RSE.
Carri N . t e 'l d ' in nanzi allo srorlc llo d i rclrolr eno.
937
J\LLllGJ\T I
segue DOCUMENTO N. 27
QUAl'\TITÌ\ J.
.
lNOlCAZIO~E DEGLI OGGETTI
..,o (:J
o
ANNOTAZIONI
.. :::,
fil
... "" = C:atesnrla IV. CORD.UII.
N.
CAVI da carri
FUNI di diam. mili. 'H a 20 .
110,00 Carri N. l e 'l. Cofani 'le 4, 8 e IOin rotoli a un di preuo
. mr.tri !io.
_ug uali, e posati sui manicì
delle gravine e picconi.
Carro N. 1. r.ofanoN.6, in
Fl'NICELLA da sega
ro loli dislrihuiti sui piedi ilclle squadre di campagna e d ei livelli nei ,li,·crs, .v ani d ella I. e 3. casella.
•
diametro millim. 13 (trinella)
kil
!0,00
Carro N . I. Cor.no N. 6, :is-
':!,00
Carro N. 1. Cofono N . 6,nclla I. casella, in gomitoli, sollo la caosella de l livello.
sictnealla funicella da se~a. SPAGO strafon:inato
C:atel(orln. IX. METALLI.
4. Sudclivisionc - Ferro da lavoro. FERRO in verga, piallo , lett. B N. 16
kit.
W ,00) W,00
lell. B N. 17
5,00
FILO di rerro di diametro m illim. !l Puramcnll lavorati,
Carri N. I e ~- Cofani N. 4,
ARPESl da cooficcare
) N.
l kii.
da palificale
•
da panconi
CDIOD1 da lnolali
m1:.tà per c ~ascu na specie.
~o.ool 'ffi,00
CAVlGLIE da travate •
IO
!0.00 W,00
•
"!0,00 I
938
LA LOGISTICA DELL'ESERC ITO • VO L. J
segue DOCUMENTO N. 27
QUANTITÀ A
ANNOTAZIONI
INDICAZIONE DtGLI OGGETTI
ca,e,.orla Xl. MATERIE DIVERS E.
t . Suddivisione - Bilu1ni, Grnssi
~
Olii. 1,00
k il.
CANDELE di cera
.
OLIO d ' ulivc
.
SUGNA di maiale
Carri N. I e \I , ba~so fondo d'avaolreno.
2,00
Id.
'.!,00
ld . nei bossoli da s ugna.
ne i fiaschi da olio.
3. Suddivisione - Cm·ttt. fogli
COLO»DIE R b·1aqca
10
/ Carro N. I. Cof N. G, in ap( posilo asluccli io.
20
UIPERIALE
500
PROTOCOLLO TELA inglose trasparente
m etri lio .
:!,00
Id .
N. !i. casella.
Id.
N. neil' as luccliio.
7. Suddivisione - Soslanu varie. 11.ICCU. ordinaria •
famante inglese
SPUGNE.
kil.
o,;;o 'e , arro N .
metri lin.
10,00
lii.
I
i , Cofano N. 5.
2. ,00 / Carri N. I e ':! bassofondo
4,00 (
d'anntreno.
STRACCI di tola
•
TOl\CiE a nqto
N.
Carri N. I e i. Corano N 4, me là per c iascnoo.
N.
Carro N. I, Cofano N. 6 nella ' 3 . ca,ella.
Ca~sorla Xli. STRUMENTI SCIENT IF ICI.
BIFFE di Cerco d 'agrimensore ~ T E di li,ello ad acqua
Id. id. 11ell:a cassetta sco- , . perchiala.
CA.TENE metriche di metri IO con spilloni •
I
DOPPI-IIETRI d i legno
4
•
IJ . id. nella 3. case 113. Id. id. id. snodali .
I
939
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 27
QUANTITÀ .l
I NOIDKLIONI': bEGLI OGG ~: Tf I
Il NNrJr AZtONI
.• ! o
i Va&eprla °'Ili. 0
St11UJr,f.JjTl D ARTI
t,;
1u~:ST1El\1.
7. Sudd. - Da ZappaJore. BAOJq
N.
90
Carri N. I e 'i, Cqfaoì N. I, 44 per c;a,c ono, e '!, uno per ciasllon carro eslerQ•· 111u~ ,appesi 1d pqti4, Carri !'i. I e ' i , Cofani
N.
'l .
FALCIUOLE da mi etere
3
FORCIIE d i ferr o
'I
1,1. cslu111m , parte iealra
GR·APPINI con caleu ,ll a
'I
Carr i N. I e 1. Cofani N. f , sol fondo
Id . Cofani N. i , !:IG_per èiascllno, .e ~- appesi · eslername n le a cad. carro, al gancio.
GRAViNE J ivèri e
IIANNAI\ESI
"1.
lf,'l'IICUI d i badili e oogbe
IJ
id.
Id .
id.
v
di grav1oe e pio.on~
v
di piccone
• di uppe PIOOOZZ& PfCOOZZINI
·•·
RONCOLE
I \
. •
ì
..
IJ .
3
id.
\
ZAPPE
lit.
9: Suddivisione - Da Legnaiuolo, ASCE
c~rao1:"C ·3 ·mellfcad.
. CIJ,.,.o t'{. 1, · l:Ofano. ;JV. 5. li .
!
ì'lel ia I ~ ~- cuella.
CACCIAVITI
'I
!.
CAVA BOLLET1' E
I
l.
cuella snl fon.do. Id .
id .
940
LA LOGIST ICA DELL' ES ERC ITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 27
QUANTITÀ
------ .._,,,,,_......_ A
·JtrolCAZlONE DEGLI OGGE'l"l'I
~ .,
. Il
:::,
z N.
COTI
Al'fNOTAZIONI
.,
.... o
Il)
a.
"'
ò 0
J!
! . cuella e11tro apposila ca -
I
111en.
PERRI Ja pi~ll• da pialletti
.. ..
da sbonin,
GAT'l'UCGl GR AFFIETTI
Gl\ANCIU LAME di seghe a mano e a -volge re LICCiAIUOLF:
MANt CUI di marlelli
.llAI\TELLI a gnnchid
da banco
PEDANI, di larghena 111illim.
. .
. . .
15 a 19
.
90 a ::!4
P IALLE P IALLETTI SA1,;1"TE d a legno a pun ta
.
"
aa 9
IO a 14
a sgorbia
SBOZZI ISl
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id. ia appo1ila slalf1 . iJ . -•al. fondo .
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id,
I.e '2.id . enlru apposito ri ' legno. 3 id. pres.10 i - maTtelli . ~- id .
4
S\;AtPELU 11iui, lar~hena D1itlim. IO a 14 •
. .
( 1.
'
»
.
in apposita shll'a.
i.t. rerma,i coo nolLoliui
. . .
id.
i.
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I
i
. .
di scalpelli
.
.
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MANN-'rn
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. . . . . . "
f 3.
id . alrelli l' uno c;onlro l' 11lro sul -fondo.
,. 1. cuella.
\
I·
id . · sul fondo .
t.
id.
t3 .
id.
1, ì\ 3
'
id.
id . s ul fond,, . id .cou lro·il liaoco deet,o del cora-
941
ALU!Gi\TI
se11ue DOCUMENTO N . 27
-
I
QUANTITÀ ,I
, ....
~
INDIC ,\ Ztn~~; l>EG Ll OG(;ETTI
~
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SCAl,l'~LLI p1;111 i , lar; hvlla mtllin, ':1 5 >
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l'Onlrn i :,:atluui .
Carri N. I e :! , C11fan1 N. I , -i , :1 , 4 e !, contro il eo(lerc!, io t:arro ~ . I. c,,f. l'i . f>, I e 3. cas.
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itf :1 cas~l la.
Id .
,,I I e 'l. it.l . s u l foud o
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Id .
id . t . id .
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I
Cun·, ~ - I •·2 uua ·m ciasc un bassofondo d ' a,•an l reno.
:can,,
I
N. I . Cofa n u N 5.
I
942
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO - VOL. I
segu e DOCUMENTO N. 27
()UANTI TÀ A
IN DI CAZ IONE llF.GI.J O(a;ETTI
I o .. '.Il
,1NNVTAZ ION1
~ ~
-
~o;, I ~
f 1 . Sudrhvisio ne - Da Minatore
Cn rr o
e Scalpellino. ASC irGATOI , di lung hezza l ,00 a 1, 30 N .
I
llATrJFUOCO con ca sse lla
I ~ I
•
BI F.TTR rli ferrn, lu111lhe22a da 0 ,1 l a 0 , 19 • »
0,70 a 0 ,99
»
:t
I
l ,i9
»
I
I
l ,00
»
3
f.ASSETTE J.1 suhhietl••
n
MAZZE a due hocch ~
"
da
pie troni 01e1.1.a ne
"
MAZZUOLI ,la s calpe llin o
"
MI SURINI di latta da pfll ve re ,li
0/ tii
»
0,70 a 0,99 " I ,00 a 1,30 »
PAJ. I d i fe rr•, di lu o~hena
I , tlO a 1,99 •
PICCONI a tes l a
" 0,flO a 0,69
PISTOLET'fl t.li lunHhe1.za
l,
O,''IO a 0,99 • l ,OO a t ,30 , SCATOLE di laUo da polverin o
.,
S UB BIETTE TASCHE d i c uoio ,la polvere
I
~I
•
:1 2 I
z! I Il
i
1F.olro apposi le staffe
' Sul
fond o press" il lian co des tro e sin istro.
1
I
Su I mezzo ,l ei (ofan o Una, cano N. I . f.ofa no N :, ; l'a llra , i:a rn,N '?, Cof.N . 6.
I
Ne lla c:1sse lla ,la subbielle .
A ppesi ai f;3llc1:Lti dei lìanc hi.
/ Conll'o il liallco clesh'o s o \ appositi gaoce Ui. Carro lii ~, l'al tro Carro N l , Co l'ano N 5, su l fondo.
Ca rro N. I , Cofano N . 4 in ;i pposi li incas tr i
i
t~ Ca rru N. '.! ,
:1I I
1,00
I
»
•: nt ru la cas~e ll ~ au le r io re del cofano.
]
I
5
I ~ I
1,30 " ,,
C~/iuu, .V. .,
l:110
0,10 a 0 ,!)9 • 8
~
: Car, o i\.~. cof. N. 5, s ul fondo
I
~ETTAMI NE , l unghezza
S PILLI , di luogh ,·iza metri
'
"
MAZZETTI da p1stolelli
>•
i
u
C .\I.CATOI d~ mina da
"
.)
m agHiore di 0,%0
~v
;
!
iO I i
i
!
Cofa no_N . 5 s ul
londo.
Co ntro la les l;it a pos lH Ìore.
f l<' i&nco s_inislro s1: a ppositi ( ga nccll1.
I
NPll a ca.s sP lln .!~ Ile s ubbi e Ile
Posa la presso la leslal n inl'e riorn.
943
ALLEGATI
segue DOCUMENTO N. 27
QUAl'fflTÀ A
JNDICAZlONE OEGLl OGGETTI
.1,V •VOT.47-10,\ I
12. S m\dìvi~ione - /Ja M11rnt01·e.
Con·o N. :!. Cf!fiwo !\' 6.
CAZZ UOLII ordin~ric
))
MARTELl..l a penna SCALPELLI, lun i; hezza metri
'lii
10
a punta
11
A Jt~l~~t~;ntro il cop~rcliio
N.
ARCHll'ENZOI.I cn11 piombino
I
Soste nute contro i liand1i e le testale.
tPosati di costa sul
fond o.
>)
IO
11,50 a 0,70 »
20
Posali ~111 fon,lo in 2 caselle .
4
Carro N . t , Cofano l'i. a sul fon ,lo nella 2. ca~rlla.
1:l. Su<l1livisionc - IJa Se,qatore. di leg·nami. Llf:CIAIUOLE SEGUE fonrlitoi o
N.
Ca~ro N . I , Cofano ~. :1. smontala r. po~ata sulle . piccozze.
))
SEGONI, lunghezza metri 'i,00 circa
Carro N. J , Cofano J'li . 3, applicati contro il Poprrch io .
-18. S11rlrlìvisione - Comuni. Carro N. 1, f.of. ~ - à , 1. r ase Ila
COMPASSI tli f11rro llrnghezza ù,jO a U,::lO N. "
,ii legno con punte di ferro , di lu11 gheZ%à 0 ,60 ,1 {),60 ,.
GOTTAZZE
i;
'l
lUMAIUOLI di ferro
"
RUOTE da a rrolare
»
icl.
2.
id.
I Carro N. J , t:or. l'ì. 4 , ~upe l ri<'rmenle ai;li altri o~getti .
lì
Carro N . I. Cofano N. :{, 5 e fi, dul' per r.aduu o.
2
Carr ,, ì'i . I . Col'ano N . 1 p o· •ali sop ra i mani ci.
GOTTAZZVOLE di
MAZZUOI.I ,11 legno
l ei.
4
Carro !'i". 1.Ctlf. N. 5, l. casella
944
I.A I.OOISTlCA OELL'ESE KCITO - VOL. I
seRue DOCUMENTO N. 27
QL.\l'ìTITÀ
-- --. A
I" DlCAZIONF. HEGI.I OGGETTI
o
"'
-
:e
AN:\'O'J'.1:tJONI
~o~
Uate1,1:orla X,.- .
M ASSEl\lZIF.
DIVF: RSi,: .
LANTERNE ord inar ir
SACC:IJI da lerrn SCOl'ETTI Ji saggina SPAZZOLI,; di crine ,, d "eri,:a
N
~
»
l,000
"
1
,.
:!
»
~
N.
:!
/ Carro N. l , Cofano N. 4 sul
I fondo,
I
( Carri N. I \
e
t, hauoforul"
J >avautrcno.
l\ecfplenll.
SECC HIE cerdliate <li ferro
Carri N. l e 2 es lernamente negli appositi ganci
t ·•atr.15"0.. la XXIII.
Ron ~:
AD
!ISO 11'{ l FF I CIO.
CA RTELLF. da ca rie PE:\NE d 'oca "
metalliche
RIGHE quadrelle di lel!no TKMPRRINI comuni
Carr,, l'ì. I , Cof. N. 6 pres,o 111 cassella 5Copt>rchi~la.
N.
mani
2
scatole
'il
j Carro
N.
N. I, <.:or. ,' ;. 6, nella eassell;, scoperch iata .
"
Torino, addì 1i aprile 1869.
{)'ordine J, S. M. Il ,11:inistro della Gue,·1·11 A.
LA
MARMOU.
945
ALLEGATI
DOCUM ENTO N. 28 CAMPAGNA DEL 1859: DOTAZIONE PROVVISORIA CA RRI E QUADRUPEDI PE R UNA DIVISIONE DI FANTERIA (COMANDO, CARAHINIERJ, GENIO E SERVIZI LOGISTICI) (G. M. 1859, p. 403)
SPECCHIO
di assegnazione p,·owiROria. Ji materiali e cavalli per ima Divisione di f<.w.tcria. ;,:. e
"',., ""e
·<
!::
GENERE
... ..
..,:i,:"'
~
ASSF.C. NAZIONE
e
n 1
...
I' Kit: O 1, 1
~~
~
f
Generai@ rli Di vìs. e Sia lo Mag ~. lnlendenza e l\iserva SuHisleozc Car abinieri e Gui.le Zappa lori ,lei Geuio
Forgoni Carri del Trnno Id . IJ. ld. Cani Jcl Genio Casson i VeLlnre di maiali Seggiole Lettiere Cani dul Tre1n• Fucine
I
Ambulanza de lla Divisi"""
~
I·t -- . RIEPILOGO , I
I
I I
3
4
~
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Il
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8 8
18
4 1
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l 1 5
Seggiole
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IU
CAVALLI
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Forgon i Jel Tr~no I Carri I d.
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I cl.
For goni Carri ,lei Treno
,..; :.: _, ;>
...z.
V}: I CO I. I
. RIEPILOGO .
I
~
---
----
160
32
I
pèr lu Divisione di Ca vallc,·ia.
ASSF.G~AZIO:'lE
:I
I
8
GE;>ìJo~1ù,;
Ge nerale J i l)i visinne e Staio Mag~iore ln ten Jenza • e Guide Treu ,, , Carahinini
I
"
I
Ris ulta neceuario per una I.li visiono
e
li:ulo
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10 Il
Il
DA.
/4 !I l'l
20
. .-.
~arri ilei Treno l•uc111e . . . Carri ilei Genio Cassoni d' :1mhulan1.a Vell.ure ria malati
tiro
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1······; . . .
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S i aum entano per r iservà
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I
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I
-
i
946
LA LOGl~alCA UEl.l .'E.';t!RCITO - VOL. I
DOCUMENTO N. 29
CAMPAGNA DEL 1859: NORME PER LA MARCIA DI UNA DIV ISIONE (A. U.S.: 45 - JJ7)
Norme per la marcii\ di una divisione .
Casa.le , 2:l m }l.)!gio I Hn9. Il 11apo di s l:1.lo-11m:,rgi11n: dnll'arn,ala <'l'Or!,•. 11 t.ik ,1.t.t.iran· l'atlenziono ,ki ,·:•pt di f-1,ato nHil,(giore d clll' di visio ni rii raukria !;lii ri,~ti :s•'!!llllnli ; l f 1ta
,livi1<io111· cnns t.a d i:
IC11rri l Mull
I rp1a.r1 i(T /!IOlll ' l';'l.lC, il quak . l ' OIIJ)ll'('i'\ fl il ,·011i: 111do d ,·1 I rn1111, . 1'11dit o r at.n. l'in i1' nd c 11 z:1. <',ont.a ,:ani l S hattaglioni fanteri a rli li n<'a ,. h nrsagli<'ri, i quali ha nno p1·.r ora t.rc. c,Hri por hatta.g lio11• ·. 1111 <' carri ili hriga.l.a ,., '111:tttro , (lj l' C'J!~Ì lltl' llf.O
! IO 1
60
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l ,:oppi:~ ,,.,ra.n i d 'amòn lanz:~ prr rc g-girncnt,,
- - !
4
3' I compa_guia. za.ppa(.ori uol par<' o ili compng-ni:i. 4 !;(jlw,ùroni ,·n ,·all Mia 10 :{ hat.1,N'it• ,r arli~lioria. a 6 111·zzi . 51 I 43 parco divi:,it1n a\c d'art.iglir•ria • I parco òivi1<iunale rl ~l ,IZ<'-nio . ,,o n piccolo Pq u.i pagJ:i,, Ila , po11tn .
Vetture a trai.pori.o inalat.i, oon n.mli11 la.11za divisio1m1i,i .\111b11l:inz;1. \ D . ne pn.ia. cofani <l ' ambulanza di rise.rva diYisio n a.ri.1 / Venti caooleta, dieci se.ggiole . :-\11R..<:i,-te 117.f' clelfa division(\ per nn giorno: v in ~ri n 1,ia.ila.
;;
2
- ! 30 19 1- I
.'. 22Z '. :HI
947
Al.LEGATI
segue: DOCUMENTO N. 29
Una tal divii;ionc che profondità:
1111uc1
,;;u una sula colonna or'.cupc rù la seguent e 1\fot ,·i
batt.aglioni di fanteria a 200 metri eia.~cuno 4 squa d roni cavalleria . artiglieria, parchi, ambulanze, hag11gli, ~usaistonze (222 vetture) ,~ v ,mt.i metri per vdturn comrn·o!rn la distanza. e l'a um tonto <li carri "he avranno i battaglioni nel seguilo muli 36 a ùue a ,la c, a cinqu e metri. l'in t.erv allo per l'avanguardia II la rctroguaraia 'l'ot/lJc L'urd.i11e di rnareia offensiva di una <livisione
!<li
3600 3IO
4300 90 1700
I O 0 00
una sola. colouna <l<'v e
(•,;i;ere il M'gu en te. : A 11r1, ,iq11u.n lio ) ( 800 m•it ri j'.>Ct l e Lrn rJH', pi ii
1100 di intel'\'allo, i11 tulto 2001) 111 . di profo11Jit.iì ).
l squadrone cavalleggeri; I haUaglione hen;.:i.glinri ; I uo mpa.g11ia zappai.ori c on pa.rc,o ,li 1;o rnp :tµ;nia: 2 hai.tagli on i fante ri:.l: 1,cziu11e artigli eria ,;on "oli pezzi. ~ h:~tlaglioni 1h11 r e g g im euln
(.:orµo 1n·i11,·i111di,_ (5400 m. di profo11di1ù).
preced e nte; i Kczin ni ùdla. baUc ria. prc.. c!lm1t,·: più i e :l.i'Suui ddle seziu11i pren•denti; ·1 hatta glion i d C\ll' a lt ro 1·,igg iml'ul.o 1lell:\ st e,;,m urig ata; 1 l,aU.ag l ione be rsa.g-Ji1 ,1·i; 2 a l Lre hath•ri1'; l lirig:,ta. fa.nteri'l, 111 eu o 1111 hatLagliorw: 3 • i111ad1.on i d i <:a v al Ieri,,; ,,acol..t ;; _ seggiole . c:.tl'J'i da t ra.><p 1•r l o m a.lati 1·.d :t111 lrnl:.i.11za d i v isiou a.ri a; p,ircn <l iv i~ionario d 'art.lg lini ,,; p.-n,.. di v i1<io nm·io ,l e i ge1tio:
I
1·a1Ti dc·f 1p1«.rtìo1· !,1'•·110ndo . t 1'(1110, irrl.uu1L1>nz,,,
/laya yliu: (111.
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11dit,ornto;
(
:,;1wo nclo l' o nlin,•. di colo1111a ( I J;
1800 ,li prn 1'11 11d ità).
R elr,,!J 1wnl ù 1_ (:tOO
111.
pc! hatt agliotH\
JHll
5tl0 111 . d'intervallo: I ota. l" 7 110 11 1. di profo111li1a ).
1'0tlM
l hai 1.a,g li01u : di fa11 l.<1ri:. ,·.011 ,Lk 11 11 i oac11l11h;-.
( ( ) I-~ ftt.ll-a f::1.c,l lti1 ai , •o nu111 1in11 ti di e,H· pn ,li la:-;dn.r ma1·1· iHH• i 1~:u ..-i ,h~i ,· inrnd iori i11 ùi c iaKC U II l,attac:,l i,1H('.
948
LA I.OGISTIC/\ DELL'ESERC ITO - VOL. I
segue DOCUMENTO N. 29
A vvertenz,:. 1° L 'n fli ciale conian tlan tr·. il t.rcuo div i1,1inn,tl(•. san\ il cr1m:mtlant;H d el ha · <l:l.fl'i 80l)l'a
g,Lg lio . Samnno 111ot.t.o i suoi o rdini tlnrn n(,<' l:i. ma.n·.ia ('.~d11si·1:f1.m.<"nt e i notati
l!Ott.n il t itolo h<,,gnylio . lJn aHro ulliciah· d,d t 1·pno ,;t.:u·i\. prCHHO lt• a111hnl:m :i;1· . p••r la d if,ci pliua. ,.
11cr vizio delle, mede~imc in rnarci:t <' ,;1il c:L11;pn ,li hat.iaglia . :l" Ogn i (:ot·p o ,ti-."t.inni! pr('.:sSo il ,..no hag;i ~lio 1111 1liK'l.accarn• '. t1f,11 ,li JH) lb:ia RoUo g li o rclini Ili 1111 f;(•r gHt1f,1•, i,alcolat,n in rngifJne di 1111 i:;nlda (o ,li fa11t,P.ria ogn i c:Hrn orl 1u1 ~nhla.1.n d.i c:i.v:t.lJ,,1·ia ogni 1[11,• •·arri, : : 11
11
111111 tli p iì1.
111 o/.{ni ordi11,~ ,I.i 111:1n· b~ 8ari1, iutli,·a!.o il luogo ,. l'or a di eon v 1•g110 11<•1
hn.Ka.glio o <i nit" IP u1•ct\r;~n.rit \ di~poHizioni
n11 ilt•
ns~u
pn!-4Ha, t r-ovu.1'1'\i
tu t f.o 1·i1111it u
~o tto g li onlini fl<'.l 1·,011i:u1d1.rn f,, 1lt>I 111t><lc,d 11111 4-0 Q 1m 11rlo u11 a. div i!linnc s i 11wttr. in ma.re i.i, ,La. 11 11 a,c(•:1rn1mrne11(.o od a.lloµ;){Ì.tm<·t1h>, ,;.i d.nn·,\ bada.n• 1:1 •·vcn1111u1I<' a l•lin i ca.l'J'i ,. I• · v.. t.t1u·1· 11011 n11 tri1to 1rnll:1. s irnrh1 se 11011 di mano in ma.no t:!lt' d e hb:.i.11 0 111:irt:i:1 r1•," ciò per r·,·it.:ir<· ingom ltr11. r,o Cmù p er ev ita r<' iogomhro. all ' :uri vo ,kll:1. 1[L\' Ìs ione :i.Ila. (npJw. il c·o tna,n 1lan U1 dnl bagaglio veglierà a. cho i ~arri 1h ·i ,.;ingoi i corp i 11 011 1·:.ggiu11 ga110 i nwd,\c;irni. ,w no1t <Jnanilo fp. t.nJPP" d e lla 1li,·i,sir,11f' :tvr:111110 ragghmi.o i lnr11 1:.1111pi c,L :1.cca.11t.11 na.1111•.nti, 811.lvo ordini rlh ·('r;:i d ('l co111a1,rla.nt.1· la tli \' i1-1io11P. ti" :-i i d ,·.vr, rite11 c re p er regola ge11 ('r:1.l1· d111 la ,· od :1. di 1111:1. ,li\'isimw l'nr111:d.a come :sopr:1 s i m1•tt1,r;} in marcia. »o lo 2 ore !; il.oJlo b t.r•st:1, tid c luì le varie t rupp•: 1:lw. Jn. compongono dovrann o pr,•.udm·e le oppod.nnt1 misnr11 p c•r 1!1:\Kf'.1'11 proni.e a d t·ntr,u-•·· ,1 1-11to I1•.111po in colo1111;1 ,. per n on 111·.,nd<'.J'• ' le 11rni.i prirna del tempo, 111a s<•lo s11c c<',-s ivamnnt11; o f.a. n to le t ruppt' tpt:111Lo i r.:i rri u nn <,ntra.rl\ su lla. ,;h:LCla. r.h<' 1wr 1•n•nd1•n•. poRt:o in en ln 111t:L t· 111a rci:L rC' 1.o,- to. 7° N,•ll n marc i<~ Ri av r:\ mira ,li 111:111i,l' 111·r11 i ,•.arri sl·111pn· ,ml lato <ksl.n, ,lc·.lla. Ht".r:-uhL. Q111·Ht a pn·:,crizio1w. Har;'t ,. i1·ppi i, rignri,s:tll\t'.tl I ,• :1pplicaf.a n n llt• l't·1·111 at,., 111·lle 1111a li s i ,L,,v rà a ccnl'at,amen tc vegli,trtl a t1i twh i· i r.a.rri s.i tioll ot\111110 ,ml m:trgi11< ,, l";rfcU.:rn,c nl.c :.1, ca.po-fih 1'1u10 di<'f. ro l'a l1rn . li c·umn.ntbnt .,• i l ha.gaglio è fa.t.to n•sp urn;abilc s11 la,;cP.rà meLfrrr. pii, 1::1.rri di fro11 1.t- ><ulla stratfa . 80 Q ualora un ca rro pm· gHast i go'J) mvv •·nuf.i non pn,;1:1a. piì1 ct111tin11: trn la s t.rad:1 , ,•.1:1so sa1·}1 tolto fu o ri d <,lla v i:1 o,L a l111 1>11n ;.;ul 111argin1•. ,!ella mndP.sima.. n,l o,·cnrn• nrln ;indw l ravoH,o 111,i fosi,;i lat.c ra li n,· ,i nnn s i po;.;s a. in altro m otln "o lkcil a 111entc ov v iari•. agli incon VP ttit>ul i 1°h< , 11,,sco11 0 s1·11 1pr,, tl:dl'in gnm hro p e r 1'a.rrc.fl1.ar si d e lla. c olonna.. \) 0
Il piccolo nqu ipaggio di ponto ,fol 1w,rno tli vis iona.rio tlt>I ge11in 110(,r :'L in
dati terreni es~orn a1111esso idl 'avan g u ardìa . 10° In ca.so rii m a r cia. retrogra 1la oll in ritira.f,a, ,,i 1-wg 11ir,ì. lo st.1:,;,;o 11nli11, · indica l,o, m a. in vcrtiiu . .I 1° Quand o p.i ì1 divisio.n i 111 :~rciann ,-u 1111:1 ~t.r:ula. sola, ~,•.n z:t pro h :1hilit.ù di incontrare il nemico , es;c;e f nrmano c ia,s<',h ndnna la loro 1·olo11n,~ p:i.r:~ial •· com e• ì·. d el.I.o sopra. La 1,10.la prima di visiuu e fornu·ri• b sua va.ngua rdia ,,olle vohdt·
d.isk'l.n:w.
r,e a ltre po~ij<>IW
tenPr g li intc rva Ili chiu !li.
949
AI.I.EC.ATI
segue DOCUMENTO N. 29
Marcia 11erso il nemico. 12° Quando una divh,ione 11mrci al 1tC111ico c on proha.liilit à di eom h:tUinwnto, il ha gaglio , in vece ùi 111:1rciarf'. fra. la colonn,t e la n :trogua;rùia, marci,·.1·:'t a m ezza m a rcia di diijta.nza., ~e. ù bisogno con 1111:-1. compagnia ,li H<\or ta. li ,,.,_ 111:1ndanlc del bagaglio n o 11 lascerà ,\lle là]J])C chP il hagaglio ra.ggiunga i corpi, :<1·nza. un ordi11 c d,,l.coJHa.ndo ddb divi;;ioue .. 13° I 11 caRo ,li comha.ttim ento, ai primi colpi di ca1morH!, li~a 111li11la 11zc ed i parchi div isionari d 'artìglieri1t <' ch·I genio che ,;onu in 1:od a d<'l t:;orpo pri11cipalt1 fara.1111 0 ,ùt, las11ia11do le l,ntppe porta n1i .w,utt.i in ha t.l.agli:-1., 1·d :-1.tte11dern 11110 or,lini dalla. lCz!ta della colonmr.. 14° li com:indanLe dùl h,1gag lio clella di visio1w fariì. arrestare il h,1.g,1.1-(lio " ,farà. 11: opportune dispof;izioni p11r poter ret.rocedme i111111eùi11tanll'Ofo :ti pri1110 far vol t:trn intlie l.ro i ca.rri del bagaglio. 150 I '!'.I' n •gola. g<'. rinralt, t.ul.t.c·. que,11,e vetture saranno l.oi:;to· fat.te ,;o rt.in· 11 l' i
c1·11110 "
campi btcrali .~ Ila :;t rada, pronte a m a rciai'" i11na 11 z i o d i111Li,· t.ro, Hgo111b ra.11do a si;olala111e nte la ~trnd .t. 1H0 Qua.ndo più div i8ioni rn:1.n·.i:1,110 811 1111a so la stra.da ,·on prnh,thiliii'i. ,l'incontntre il n e mico, allora sarà irnliùato n nll'orclin e di 111:trcia la. forn,azion, • ,klla. colonna, colla proporzionn.t a. :1.va11g11a nlia. , .. rPI rogu a.rdia . [I hagaglio ,Li t.ut.t,• Jr ,li visioni e d el quarti,· re g••111·ralt- priu,: ip;, I<' ~a.r ii. riuJLilo in ,u, s ul .:011 voglio eh" seguirù, la colonna a lla di s h .11 ~.a di 1111•.zza 111:i n oia, ,11,U o g li ordi ni tlnl 1\ornandante d<\I t.i·eno . l) J.: r.1. ,1 l{oc,\ 1.
(l i . 8 . -
4fi-117).
INDICI
953
INDICE DEI NOMI DI PERSONA
Accosato (impresario), 662, 728. Ales, S., 61 (nt. 7). Alliaud (Intendente), 196, 331. Appiani, P. , 196, 337, 339, 386. Arciduca Carlo, 31, 40. Autermale (gen.), 637. Avogadro (col), 343. Badoglio, P ., 23 1. Baroffio, F., 667, 669, 671, 672. Bastico, E., 54 e nt. 86. Bava, E., 16, 275, 340. Bava - Beccaris, F., 19 e nt. 16, 61 (nt 7).
Bellini, B., 28, 29 (nt. 33). Beltrami - Vinelli (impresa), 273. Berthrand (medico in capo), 639. Bima (medico mii.), 485 . Birago, C., 726, 728. Biron, 379. lllond, U., 349 e nt. 27, 352 e nt. 30. Bojel, 245. Borgatti, M., 16 e nt. 12, 226 e nt. 2 e 3, 243 e nt. 23, 248, 249 e nt. 29, 50 e nt. 7, 507, 517 e nt. 23, 518 e nt. 25, 726 e nt. 47. Borgogna e Figari (Ditta appaltatrice), 197. Botta, C., 187. Botti, F., 17 (nt. 13), 70 (nt. 15), 231 (nt. 8), 260 (nt. 45), 349 (nt. 27), 672 (nt. 32). Boudin, J.C.M., 376, 378. Bourbaki (gen.), 27 (nt. 31), 764. Boye (cap. fregata), 446. Brancaccio, N., 19 e nt. 16, 61 (nt. 7). Brauzzo (cap.), 405. Busi (comm. capo), 620,640,641,642, 666. Cadorna, L., 445 (nt. 12), 457 (nt. 29), 485 (nt. 38), 518 (nt. 27). Cadorna, R., 445 e nt. 12, 457 , 484, 518, 528, 680. Caimi (cap.), 666,667, 726, 727, 760. Carnussi, E., 167 (nt. 31 ), 226 e nt. 4, 243 e nt. 23.
Caporaso, V., 103 (nt. 3). Cappa (ispettore capo telegrafi), 688. Caproni, G., 103. Carbone, G., 35 e nt. 49. Carlo VII, 100. Carlo VIII, 261 . Carlo Alberto, 59, 61, 63, 84, 96, 108, 109, 141 , 164, 192, 203, 230, 261, 331, 333, 348, 351, 605, 761. Carlo Emanuele I, 171, 172,197,226. Carlo Emanuele Il, 103, 104, 197. Carlo Emanuele JII, 73, 78 (nt. 33), 105, 172, 173, 226, 260. Carlo Felice, 59, 107, 241. Carnevale - Arella, A., 376 e nt. 20, 377, 378, 379, 380, 680. Casarini, A., 48 e nt. 77, 139 e nt. l, 372 (nt. 16), 375,376,470, 528, 634 (ut. 6), 636 e nt. 12, 637. Cavalli, G., 399, 713, 730. Cavatio, C.G., 261 (nt. 48). Cavour, C., 364, 365, 608, 619, 713, 714. Chapperon , A., I 9 e nt. 16, 61 (nt. 7). Chenu, 639. Chiala, L., 357 (nt. I). C hiodo , A., 162. Chrzanowsky, A ., 96, 278. Cialdini, E. , 212, 678, 679. Cibo - Ottone, F., 604 (nt. 19). Clausewitz (Von), K., 17, 20, 21 e nt. 18, 23 e nt. 27, 24, 27, 28, 34. Colombicr, 380. Comissetti, G.A., 375,445 e nt. 12,447 e nt. 16, 448, 449 e nt. 18, 454, 455 (nt. 31), 466, 467 (nt. 4), 468 e nt. 8, 470 e nt. 13, 473 e nt. 18, 475 e nt. 23, 478 e nt. 27, 479, 480 e nt. 30, 485 e nt. 38, 486, 528, 529 e nt. 36, 639, 646. Corsi, C., 39, 40 (nt. 58). Cucchiari , D. , 664. Cugia, E., 606.
954
Da Bormida, G., 329 e nt. I, 330. D' Ayala, M ., 35 e nt. 47, 36, 73 (nt. 24), 105 , l l l, (nt. 12), 152 (nl. 20), 172 (nt. 5 e 6), 192 (nt. 27), 228, 260 (nt. 46), 261 e nt. 49. D' Argenson, 136. Darv (Intendente), 46, 348. D 'Azeglio, M ., 357. De Be ust (col.), 343. De Cravero (Intendente), 447, 448, 449, 451, 456, 457, 466, 478, 527, 530, 53 1. De Cristoforis, C., 16 e nt. 11 , 37 e nt. 52, 38, 46 e nt. 75, 47, 260 e nt. 44. Del Giudice, V., 164 (nt. 28). De La Fruston, F., 593 e nt. 11 . Della Rocca, E. , 589, 599, 666. Della Rovere, A., 446, 456, 457, 470, 589, 608, 619, 634, 737, 767. Delorme (chirurgo), 638. Desanti , L., 190 (nt. 23). D e Sonnaz , E., 331 , 689. LJi Collabiana (col.), 338, 342. Di Lauro, F., 635 (nt. 8). D onnier (inventore forno francese), 182. Douhet, G., 31 , 103. Dunant, H., 650, 651. Durafour (commissario capo), 347. Durando, G., 443.
Gioberti (Primo Ministro), 357. Giustiniani (magg.), 337, 344, 345. Giustiniani, E. , 35 (nt. 45). Gyulai (gen.), 589, 590. Govone, G ., 741. Grant, V., 31. Grassi, G., 35 e nt. 46, 36, 78 (nt. 33), • l 06 (nt. 8). Gregorio, C., 18 (nt. 14), 63 (nt. IO), 78 (nt. 33), 100, 102 (nt. 2), 103 (nt. 3) 107, (nt. IO), 127 e nt. 23, 135 e nt. 33 e 34, 136 (nt. 35 e 36), 149 (nt. 17), 171 e nt. 4, 172 (nt. 7), 187 (nt. 17), 193 (nt. 29), 228 (nt. 7), 260 (nt. 45 e 47), 370 (nt. IO), 413 (nt. 20), 540 (n t. 3), 544 (nt. 5). Gribeauval, 234. Gritti, L. , 13, 14 e nt. 6, 46 (nt. 75), 260 (nl. 45). Gustavo Adolfo di Svezia, 26 (nt. 30).
Emanuele Filiberto, 16. Esposito Elefante, N., 507 e nt. 9 , 514 e nt. 17.
La Marmora, A. , 357 e nt. 1,390,395, 426, 434, 435, 437, 446, 449, 450, 451 , 452, 453, 454, 456, 457, 468, 469, 471, 472, 479, 483, 505, 506, 519, 529, 530, 53 1, 539, 540, 558, 560, 574, 575, 587, 588, 608, 617, 619, 714, 722, 762. La Marmo ra, V., 517. La moriciere, C., 591 . Laporte (lntendant), 133 e nt. 31, 193 (nt. 29). Laghi (chirurgo mii.), 636. La Rosa, G. , 12 e nt. 4. Larrey, D. , 139 (nt. 2), 140. La rrey, I. , 637. Lecomte, F., 593 e nt. IO, 763 e nt. 47 e 48. Le Tellier (vds. Louvois). Lewal, G.L. , 43.
Faldella, E., 61 e nt. 4. Fanti, M., 761. Favre, P., 41 e nt. 62, 42. Fecia Di Cossato, L., 607, 691. F ederico Il di Prussia, 34, 170. Ferdinando di Savoia, 341, 432. Francesco I , 100. Francesco Giuseppe, 590, 765. Franzini, A., 215. Freschi (prot.), 473. Garibaldi , G., 591, 620. Genova di Revel, 434 e nt. 5, 436 (nt. 7), 445 e nt. 12, 450 e nt. 20, 451 , 455, 466,484 e nt. 36, 528, 529, 530. Giacchi, N., 37 (nt. 52).
Hindenburg (Maresciallo), 46, 127. H crrc, F., 765. Ilari, V., 17 (nt. 13), 21 (nt. 19) . lmbriaco, P., 139 e nt. 2, 140. Jean, C., 21 (nt. 19), 24 e nt. 28, 25, 41. J omini, A. H., 20, 27, 28, 29 e nt. 34, 31, 33, 40, 41, 47, 64.
955 Louvois (Le Tellier, Marchese Di), F. M ., 100, 101, 102. Ludendorff, E., 26. Luraghi, R ., 25 e nt. 29, 26, 31. Luttwak, E. N., 48 e nt. 79, 51 e nt. 83. Manayra (medico capo), 640,642, 643, 644, 645 , 646,677,679. Manfredi, C., 433 (nt. 1), 434 e nt. 3, 436 (nt. 7), 445, 447 e nt. 17, 449, 450, 452 e nt. 23. 453 (nt. 27), 456, 457 c nt. 34,466,468 e nt. 7 e 9,469, 478,479 (nt. 29), 515, 517 e nt. 24, 518 e nt. 26, 527 e nt. 34, 528, 529, 53 1, 532 e nt. 38. Marabotto (magg.), 45 3. Maravigna, P. , 54 e nt. 86. Marselli, N., 31, 32, 33 e nt. 41, 34, 42, 46, 47 (nt. 76). Massari , G., 357 (11L I). Mathè, H ., 15 e nt. 10. Matteucci, C., 687,688, 689. Mc Ncill, W. H ., 11 (nt. I). Menabrea, L. , 687 e nl. 60, 725, 726, 727, 728, 729. Mercurio, E., 364 (nt. 6). Meriggi, M., 605 e nt. 20. Mezzacapo, L. , 35 . Molinari, V. , 49 e nt. 80 . Mollard, G . F., 338. Moltke (Von), Jurùor, 12. Montale, L., 162, 196, 278, 279. Montanari , M ., 140 e nt. 3, 260 (nt. 45). Montecuccoli, R ., 26 (nt. 30). Montù, C., 226 e nt. 2,399,400 (nt. 5). Moravec, E., 12 e nt. 3. Moreno, M. , 40 e nt. 59, 42. Muttoni (commissario), 446. Napoleone I, 17, 27, 34, 38, 46, 47, 48, 92, 135, 136, 141. 192,260, 348, 349, 350, 370, 544, 763. Napoleone III, 486, 589. Necker (Ministro), 579. Niet (gen .), 433, 768. Nightingale, F ., 650. Odicr, G. A., 14, 64, 136, 544, 767 e nt. 57. Otlolenghi, A. , 12 e nt. 5. Ottone (commissario), 346.
Palasciano, F., 650, 651. Percy (chirurgo mii.) 140, 348, 349, 350. Pes Di Villarnarina, E., 60, 61, 64, 113. Petitti, A. , 484. Pettinengo (De Genova Di), I., 391. Pictet Di Rochemont, T., 619, 640, 641, 712, 744, 745. Pieri, P. , 61 (nt. 7), 95 (nt. 47), 329, 353 e nt. 31, 592 e nt. 8. Pinelli, F.A., 61 e nt. 5 e 6, 63, 64, 77 e nt. 29, 95 (nt. 47). Piola - Caselli, C., 621,645,646. Plantard (sotto commissario), 439. Porzio, L. A., 376. Prcmuda, L., 472 e nt. 17. Quagliotti , A. , 667, 669, 671, 672. Racchia, P., 35. Radetzky (maresciallo), 348, 765. Raglan (Lord), 434, 514. Reghirù, G . B. , 589, 608. Reisoli, C., 26 (nt. 30). Reisoli , G., 51, 52 (nt. 85). Riberi , A., 372 e nl. 15, 373, 375, 550, 560. Ribotti, T. , 182. Richtcr, 472. Ricchetti, A. , 21 (nt. 19). Ricci, A ., 31 e nt. 38, 32, 33, 34. Ricotti Magnarù , C., 484. Robcrt, P ., 30 e nt. 36. Rocci, A ., 686. Roero Di Monticello, O. , 182. Ruelle, C., 43 e nt. 68, 44 e nt. 71, 45 e nt. 74. Sala~co (Canera Di), C., 148, 192, 274, 275, 279, 333, 339, 340, 344, 348. Sani , G ., 18. Santarosa (Conte Di), 364. Savant (magg.), 345. Schlieffen (Von), 12. Scozia (col.), 347. Silvestri, A., 164 (nt. 28). Smith (gen.), 472. Solaro, P.A., 147 e nt. 13 , 465 . Solaroli, P ., 211. Somis (magg. ) , 94, 334. Sponzilli, P ., 35 e nt. 48.
956 Stefani, F., 15 e nt. 8, 19 e nt. 15, 60 e nt. 2, 61 (nt. 7), 279 e nt. 65, 329, 357 (nt. 1), 436 (nt. 7), 528 e nt. 35, 588 e nt. I e 2, 592 e nt. 8, 608 (nt. 23), 762 e nt. 45. Sully, 139. Terrone, A., 387 (nt. 38). Terzaghi, C., 170 (nt. 3). Tommaseo, N., 28, 29 (nt. 33).
Vassalli, S., 35. Vauchelle, 64. Vegezio, F. R., 48. Vesin (sottocommissario), 439. Vigevano, A., 680 (nt. 50), 739 (nt. 12). Vincezotti, L., 531, 532, (nt. 37). Vittorio Amedeo Il, 104, 106, 172,605. . Vittorio Amedeo III, 243, 260. Vittorio Amedeo I, 141, 173.
Urangia, R. , 41, 42 e nt. 64.
Wehrlin (col.), 338.
Valfré, L., 619. Vaillant (Maresciallo), 619. Valerio (Deputato), 364. Valle, P. , 39 e nt. 56, 40. Van Creveld , M ., 15 (nl. 9).
Zach (gen.), 37. Zamponi, F., 31 e nt. 37, 187 e nt. 16. Zoppi, O., 17 e nt. 13. Zuccari, L., 42. Zugaro, F ., 43 .
957 INDICE GENERALE
Presentazione
3
Dedica
5
Detti memorabili
7
Abbreviazioni e sigle
9
JI
Introduzione
PARTE PRIMA I SERVIZI DEL RE CARLO ALBERTO (1831-1 849)
I.
Fisionomia generale dei Servizi dell'armata sarda
59
1. L 'armata sarda dal 1831 al 1848: le riforme di Carlo Alberto - la regolamentazione: caratteri generali e criteri informatori - Lo "Stato Maggiore della Regia Armata" e le sue a ttribuzioni logistiche - l' Intendente generale d'armata: organi direttivi dei Servizi presso lo Stato Maggiore dell'armata - Attribuzioni logistiche degli Stati Maggiori a livello corpo d'armata e divisione - Cenni sulla fisionomia logistica del reggimento e del battaglione - Attribuzioni logistiche particola ri : criteri per le tolte, le distribuzioni e l'utilizzazione delle prede fatte dal nemico - Prescrizioni e attribuzioni di carattere logistico nel regolamento di disciplina 1840 - Cenni sul Servizio geografico - Cenni (per quanto di interesse logistico) sulla preparazione e condotta delle operazioni.
Il.
Il Servizio di amministrazione, matrice di tutti i Servizi I . Generalità: le radici storiche - Caratteri salienti del regolamento di amministrazione del 1832 - Il regolamento di a mministrazione del 1840: lineamenti generali - composizione, competenze, funzionamento dei consigli Criteri per la tenuta della contabilità a livello corpo: le casse - Registri, paghe e indennità- Temperamenti del regolamento 1840 per le truppe in cam-
99
958
pagna o in guerra - Facoltà e controlli - Adeguamenti a mministrativi nel corso delle campagne del 1848 e del 1849 - Cenni sul funzionamento del Servizio di cassa durante la campagna.
III.
I Servizi di sanità e veterinario
139
I . Generalità - li Scr viz.io di sanità nell'esercito sardo prima della guerra del 1848 - 1849 - Il Servizio di sanità nel corso della g uerra (1848-1849) Cenni sul Servizio veterinario.
IV .
I Servizi di commissariato
169
I. Generalità - Il vellovagliarnento: cenni sulle origini del sistema in atto nel 1848 - Approwigionamento, confezione e distribuzione del vitto in tempo cli pace - l'organizzazione e il funzionamento del vettovagliamento nella campagna del 1848-1849 - La nascita del "Servizio delle sussistenze dell 'Esercito in campagna" - La branca vestiario cd equipaggiamento: norme generali per la gestione amministrativa - Norme per il corredo, la montura e la divisa dei militari di 01,'lli grado - Il Servizio vestiario ed equipaggiamento: diposizioni particolari per le truppe in campagna e funzionamento nel corso della guerra - Norme per la gestione della categoria «arredi diversi» - Cenni sul Servizio postale militare - Cenni sul casermaggio.
V.
I Servizi di trasporti e materiali (artiglieria, genio, movimento e stazionamento, alloggi e trasporti)
223
I. Premessa - Le ma nsioni logistic he generali delle armi di artiglieria e del genio: origini e matrici comuni - Aspetti particola re della fisionomia logistica dell'artiglieria nel 1848- 1849 - L' Arma del genio nel 1-848-1849 - l'organiz1..azionc degli accampa menti - Le marce - 11 bagaglio - I convogli - Il problema dei trasporti: il treno di provianda.
VI.
Opinioni e proposte dei protagonisti Considerazioni conclusive
329
1• Cause genera li della crisi dei Servizi logistici nella prima fase della cam-
pagna (23 marzo - 9 agosto 1848) - Le relazioni dei Quadri partecipanti alla prima fase della campagna - Considerazioni conclusive.
PARTE SECONDA DALLA PRIMA GUE RRA D'INDIPENDENZA A LLA CAM PAG NA DI
CRIMEA (1849-1856) VII.
Rirtessi logistici delle riforme nell'a mministrazione centrale militare: sanità e vettovagliamento I . Evoluzione dell'Amministrazione centrale militare - La costituzione del corpo d'lntcndenz.a militare - L'evoluzione organica dal 1845 a l 1855 al livello di corpo - li Servizio di sanità: Alessandro Ribcri - 11 vettovagliamento.
357
959 VIII.
Evoluzione dei Servizi trasporti e materiali di amministrazione
395
I . Le riforme dell'artiglieria - Manutenzione e distribuzione del materiale di artiglieria, deUc armi e delle munizioni - Evoluzione della branca logistica del genio militare· Manutenzione delle caserme - Evoluzione ordinativa del corpo del treno - La regolamentazione dei trasporti per ferrovia - Norme generali per i trasporti militari - La regolamentazione dei trasporti marittimi - Il Servizio di amministrazione.
IX.
Guerra di Crimea (1855-1856): Cronologia e lineamenti generali dell 'organizzazione logistica
433
I . Cenni (per quanto di interesse) sulla cronologia, i caratteri e gli eventi della campagna - Fisionomia organico-logistica del "corpo d'armata di spedizione in Oriente" - Aspetti generali della preparazione logistica.
X.
Guerra di Crimea (1855-1856): I Servizi di sanità, veterinario e di commissariato, perni del sislema logistico
461
1. Generalità - I Servizi di sanità e veterinario - U vettovaglia mento - Vestiario, equipaggiamento, alloggiamento - Cenni s ul Servizio postale.
Xl.
Guerra di Crimea (1855-1856): I Servizi trasporli e materiali e di amministrazione - Considerazioni conclusive
499
I . Servizio materiali di artiglieria - Servizio materiali del genio - Servizio trasporti - Servizio di amministrazione - Considerazioni conclusive.
PARTE TERZA I SERVIZI DALLA GUERRA DI CRIMEA ALLA COSTITUZIONE DELL'ESERCITO ITALIANO (1856-1861)
XII.
I Servizi tra la guerra di Crimea e la seconda guerra d'Indipendenza ( 1856-1858)
537
I . Generalità - Servizi di sanità e veterinario - Servizio di commissariato (vettovagliamento) - Servizio di commissariato (vestiario, equipaggiamento e materiali generali) - Servizio postale e telegrafico - Servizio materiali di artiglieria - Servizio materiali del genio - Servizio trasporti : il treno d'armata e le ferrovie - Servizio di amministrazione.
X 111.
Caratteri e riflessi logistici generali della condotta delle campagne di guerra dal 1859 al 1861 I . Avvenimenti saliemi - La regolamentazione logistica di base - Le riforme nell' Amministrazione centrale della guerra - Evoluzione degli organi dei
587
960 Servizi: Stato Maggiore, lntendema, battaglione di amministrazione, depositi, corpi.
XIV.
I Servizi di sanità e veterinario dal 1859 al 1861
625
l. Servizio di sanità - Servizio veterinario - Le origini deUa Croce Rossa.
xv.
I Servizi di commissariato e cartografico dal 1859 al 1861
655
l. Vettovagliamento (regolamentazione e funzionamento) - Una visione ufficiosa dei problemi dell'alimentazione del soldato: Le critiche e proposte del Baroffio e del Quagliotti nel 1860- Vestiario ed equipaggiamento - Servizio postale - Nascita del Servizio telegrafico militare - Cenni sul Servizio cartografico.
XVI.
I Servizi materiali di artiglieria e del genio dal 1859 al 1861
697
1. Servizio materiali di artiglieria: regolamentazione e ordinamenti - Servizio materiali di artiglieria: funzionamento neUa guerra - Servizio materiali del genio: regolamentazione e ordinamenti - Servizio materiali del genio: funzionamento nella guerra.
XVII. I Servizi dei trasporti e di amministrazione dal 1859 al 1861. Fisionomia logistica essenziale trent'anni di storia (1831-1861)
735
I. Servizio trasporti - Aspetti particolari deU'impiego delle ferrovie - Servizio di amministrazione - Fisionomia logistica essenziale di trent'anni di storia (1831 -1861).
Allegati
773
Indice dei nomi di persona
953
Indice generale
957