STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO
FERRUCCIO BOTTI
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO ITALIANO (1831-1981)
VOLUME III DALLA GUERRA TOTALE ALLA GUERRA INTEGRALE ( I 919-1940)
PROPRIETÀ LETll:.RARIA
Tulli i dirilli riservati. Vietata la riproduzione anche parziale sc,rzll uulurizz.u.ziune. O lly SME - Ufficio Sloriu..• - Rorna 1()()4
Finito di stampare nel Gennaio 1994 dalla Fusa Editrice s.r.l. - Roma
PRESENTAZIONE
Dopo aver illustrato la logistica "industriale" tipica dell'inizio del '900, il Colonnello Ferruccio Botti, con il terzo volume della sua opera, ripercorre con ampie falcate, il periodo, non eccessivamente lungo ma sicuramente travagliato, che intercorre tra i due conflitti mondiali. In questa parte del secolo in cui viviamo, la quantità e la qualità dei rifornimenti, la tipologia ed il sistema di funzionamento dei vari servizi logistici assumono un'importanza sempre maggiore, tanto da essere giustamente ritenuti elemento basilare e fattore determinante per la pianificazione e la condotta della manovra. La disponibilità di risorse logistiche e La capacità di assicurare con continuità il sostegno delle unità operative costituiscono parte integrale della preparazione dello strumento sin dal tempo di pace. Queste importanti tematiche, cui si aggiungono validi cenni ai problemi logistici a carattere interforze, rendono il presente volume estremamente interessante e di sicura attualità. IL CAPO UFFICIO STORICO
DETII CELEBRI
"Trascurare il vellovagliamento significa rischiare di essere distrulli senza comballere [ ... J. Più che la guerra, la penuria dei viveri consuma l'esercito, poiché la fame è più terribile che il ferro: si può rimediare in campo agli accidenti che possono sopraggiungere, ma non c'è altro mezzo per evitare le penuria che la previdenza [ ...]. È gran senno, in guerra, fare sì che le vettovaglie siano bastevoli all'esercito ed operare in modo che manchino al nemico". VEGEZIO "Le strade ferrate sono d, gran lunga più facili a rimuovere che non le solite. Quindi parrebbe che questa gran novità ahhia ad accrescere i mezzi della guerra difensiva sopra la offensiva; ma forse che esaminando bene, si verrà a concludere che ne sarà vantaggiata almeno nel paro l'offensiva. Le ~tradc ferrate, fatte c he furono da uno dei popoli continentali, sono diventate necessità di guerra per tutti gli altri. Quindi risulta un altro principio. pur evidente e forse opportuno a notare ora: che le strade ferrate d'un paese debbono tenersi non solamente come grande strumento di commercio, di unione, di nazionalità in pace, ma come vero e grande strumento cd apparecchio di guerra, e perciò d'indipendenza; che dunque elle sono dè pochi affari di pace che non si dovrebbero far cedere agli affari di guerra, non forse allo stesso armamento". CESARE BALBO (1847)
"È per la via maestra dei posti medicazione che può avere inizio la dissoluzione di un'annata". Medico Militare CORTESE, secolo XIX "Viveri di riserva e munizioni costituiscono la vera forza delle truppe combattemi".
Gen. G. LTUZZI (1922) "Una volta la logistica s'interessava delle operazioni militari fino ai margini del campo di battaglia ch'era il glorioso campo della tattica. Domani il campo dell'azione dovrà risultare quello glorioso della logistica e della tattica fuse nello stesso crugiuolo della sLrategia". Geo. G. LIUZZI ( 1934) "Se una volta si poteva pensare di distruggere un esercito cadendo sulle comunicazioni che lo collegavano alla base dei suoi rifornimenti , oggi tale concezione non può più reggere, perché tanto l 'esercito quanto la sua base e le frapposte comunicazioni sono costituiti da tutto il paese nemico. E cosl oggi si spiegano le direzioni più efficaci delle offensive terrestri, come gli obiettivi più importanti degli attacchi aerei, come gli scopi delle azioni marittime; si tende alla distruzione delle forze nemiche attraverso la distruzione delle loro basi materiali e morali". Gen. G. LIUZZI (1934) "Dove l' indole è garibaldina, il decentramento esecutivo impone l'accemramemo direuivu". Geo. G. LIUZZI (1922)
Ferruccio Botti
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"Nei servizi vi è un largo impiego di energia organizzatrice, coordinatrice e dirigente che poco si manifesta all'infuori del suo ambiente e che nei risultati si fonde e si confonde con l'energia dei combattenti. Invece per l'impiego dei servizi occorre uno studio psicologico, se non superiore, certo più acuto e più sensibile di quello che occorre per l'impiego delle truppe, in quanto che i servizi devono, con il loro lavoro, tendere ad uno scopo che viceversa deve essere raggiunto dall'azione delle truppe". Gen. G. LIUZZI (1934) "Una volla in materia organica si soleva sempre obiettare che bisognava fare i conti con le finanze; ma oggi anche la sottomissione all finanze si è resa relativa, non già per effetto di una minor disciplina, bensì di propositi più pratici e lungimiranti. Se l'Esercito è per la guerra, tutta la sua amministrazione, per essere economica, deve adattarsi alla guerra. L'esperienza non è mancata; le improvvisazioni sono sempre assai costose ma io materia amministrativa riescono sempre disastrose". Gen. G. LIUZZI (1934)
"Il ripiegamento è forse l'operazione logistica più grave, specie se effettuato sotto la pressione del nemico e per più giorni0.
Gen. G. LIUZZI (1934) "l servizi sono fatti per servire! Sicuramente, ma a condizione ch'essi siano considerati con la dovuta previdenza e in ragione della loro importanza; senza di che i migliori piani d'operazioni sono sogni, sono castelli in aria, sono colpe. Il meno peggio che ne può derivare è lo spreco di energie e di mezzi, è il funzionamento dei servizi precipitoso e contrario ad ogni economia, è il funzionamento incosciente dei servizi, che in breve esaurisce le più belle e forti intelligenze assieme alle più rigogliose risorse del paese". Geo. G. LIUZZI (1922) "Il meglio o il peggio di una nuova adozione sta principalmente
nella sua applicazione". Gen. G. LIUZZl (1922) "L'aumento di importanza dei trasporti nella guerra odierna, dovuto all'adozione dei mezzi automobilistici e all'aumentata entità dei rifornimenti, rende il relativo servizio una funzione principale di comando; i trasporti infatti non danno soltanto vita ai servizi, ma rafforzano le operazioni e offrono le maggiori possibilità alla manovra, saldando intimamente i servizi alle operazioni"_
Geo. G. LIUZZI (1934) "La tendenza a moltiplicare i compiti dei servizi è la diretta conseguenza della tendenza a moltiplicare le macchine de Ile truppe, e noi pensiamo che quando in materia si oltrepassa il limite ammesso dalle esigenze della guerra di movimento per cadere senza scampo nelle pastoie della guerra di posizione, le truppe impoveriscono moralmente anche se ricche di macchine, e con le truppe impoverisce materialmente e moralmente il Paese. Si tratta di un limite che varia a seconda dei caratteri fisici e politici dei Paesi, ma di un limite sicuro e calcolabile con relativa approssimazione. Oltre quel limite, da molti anni vediamo il cosl detto "pericolo tndustriale", e lo vediamo in casa nostra come in casa altrui. E un pericolo che fa parte della corsa agli armamenti". Gen. G. LIUZZI (1934)
Introduzione
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"Una secolare esperieni;a di guerra ha dimostrato che piani strategici e operazioni tattiche, peT quanto sapientemente concepiti ed abilmente attuati, non possono raggiungere risultati adeguati se il funzionamento dei servizi non risponde per deficienza di mezzi o per difetto di direzione o di esecuzione, alle esigenze dei piani delle operazioni stesse. Nella guerra mondiale, poi, cresciuta la mole e con essa le esigenze e la sensibilità delle masse, i servizi dimostrarono la loro grande importanza non solo materiale ma anche morale; provarono cioè che soltanto truppa bene armata. abbondantemente provvista di munizioni, bene nutrita, curata nelle malattie o nelle ferite, protetta dalle intemperie, fornita di mezzi di difesa, è in condizioni di corpo e di spirito che le permettono di affrontare la lotta con probabilità di successo". Gen. F. FOSCHJNI "L'amministrazione è arte ed a.ne difficile, giacché per ben amministrare non è sufficiente prevedere e volere ma è anche necessario sapere. L'amministratore, per esser veramente tale, deve penetrare nell'intimo carattere della materia sulla quale lavora e nell'essenza dell'atto amministrativo. Egli deve comprendere che i vari aspelli dell'atto amministrativo non sono privi di legame fra di loro, che alla loro origine presiedono leggi dalle quali non è lecito discostarsi, che da queste leggi scaturisce la dottrina dalla quale dovrà trarre guida per la scelta della soluzione dei vari problemi. La conoscenza dei principi amministrativi è indispensabile per creare nell'amministratore una coscienza che lo porti a trattare le questioni affidategli, sostituendo all'empirismo della pratica, la consapevolezza degli studi, l'esperienza delle applicazioni e la pacatezza del ragionamento". P. SALLE FRANQUE "Non è chi ignori quanto importi alla buona amministrazione di qualsivoglia azienda che i conti ne siano bene e chiaramente tenuti. Non si delibera con sana ed opportuna preveggenza, né si opera con precisione e sollecitudine, se non quando si traggono dall'evidenza dei conti sicure norme di consiglio di esecuzione". Q. SELLA "L'amministrazione non è un costoso lusso del tempo di pace, ma va riferita anche, e soprattuuo, ali 'ullimo scopo di ogni attività militare: la guerra". Cap. S. BRUNO (1929)
ABBREVIAZIONI E SIGLE a. A.A.S.S. AA.VV. ACL ACM ACP AVT Ali. A.O. Apd. Art. Artl.
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Ferruccio Botti
metro/i cubo/i Ministero della guerra Missione Militare Italiana in Spagna Mili7ia forestale mortaio/i metro/i quadrato/i messaggio mitragliatrice/i muniz.ioni milizia volontaria sicurezza nazionale nota dell'Autore nota onoranze caduti Spagna operazioni militari Spagna ordine d'operazione opera citata pagina pagine paragrafo posto distribuzione e avviamento (muni7ioni o materiali del genio) protocollo quintale/i raccoglitore (archivio) Regio Decreto regolamento repertorio (archivio) reparto rifornimento/i raggruppamento reggimento rimorchio reparto munizioni e viveri di gr. a. raccolta ufficiali leggi e decreti Regno d·ltalia Servizio logistico/i scaglione seguenti Servizio Informazioni Militari sezione italiana parco artiglieria (Spagna) Stato Maggiore Stato Maggiore Aeronautica Stato Maggiore Esercito Sovrano Ordine Militare di Malta Sottufficiale/i bUpplemento se7.ionc (unità) sezione (Comando) tonnellata/e traino animale tenente colonnello ferrovie e teleferiche traino meccanico traino meccanico privato (affidato a imprese civili) truppa trasporto/i Testo Unico Ufficiale/i ufficio unità carburanti e lubrificanti unità di fuoco volume vestiario ed equipaggiamento viveri, fieno, paglia e legna viveri
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via ordinaria
INTRODUZIONE
Come già abbiamo messo in evidenza in altra sede 1 , esiste un ben definito spartiacque tra gli anni Venti e gli anni Trenta. Negli anni Venti - un periodo di attesa, di pace imperfetta e inquieta - non mancano fermenti nuovi e ambiziosi disegni, che dovrebbero recepire quanto di nuovo e di diverso ha fatto emergere la prima guerra mondiale. Al giro di boa degli anni Trenta la porta rimane ancora aperta per soluzioni capaci di mantenere la nostra organizzazione militare competitiva rispetto ai principali eserciti europei, con i quali un'ambiziosa politica estera rende necessario ricercare il confronto. Queste favorevoli premesse e nuove prospettive ben presto decadono, di sé lasciando solo i lati meno favorevoli. Con l'avvento al potere di Hitler nel 1933, il fallimento delle trattative per il disarmo ne l 1934 e le guerre limitate di Etiopia e Spagna ( 1935-1939) incomincia per lo strumento militare italiano - e per l'esercito in particolare - un periodo di espedienti e soluzioni più o meno obbligate e improvvisate, con le quali in un quadro di costante scarsità di risorse si cerca di far fronte alle mutevoli esigenze della politica estera e di sicurezza. Dalla guerra d ' Etiopia in poi la politica chiede alla strategia - e, attraverso di essa, alla logistica - di abbandonare capisaldi rimasti costanti dal 1861 e di far fronte a una situazione che sempre più prescinde dalle possibilità dell'economia nazionale e dalla dipendenza dell'Italia dai rifornimenti via mare. Anche per questo mancano le premesse e le risorse per soluzioni dottrinali, organizzative, tecniche lungimiranti , per quella preparazione logistica accurata che sarebbe necessaria. Negli anni Trenta si tratta, infatti, di far fronte alla sempre più nitida prospettiva di un conflitto che impone all'Italia da misurarsi contemporaneamente con la più grande potenza marittima e la più grande potenza terrestre dell'Europa e del mondo, il tutto a prescindere da vincoli di carattere economico e logistico. Questo stato di fatto ha inevitabilmente riflessi primari sulla logistica e sulla sua evoluzione, che segue un proprio ritmo non senza discrasie, contraddizioni e ripensamenti. Negli anni Venti anche la dottrina logistica sembra respirare aria nuova ed è anzi la prima a rinnovarsi, precedendo (e non seguendo, come logica vorrebbe) quella strategica. Diramate in bozza di stampa nel 1924, le Norme per l'organizzazione e il
1 F. Bolli - V. Ilari, li pensiero milirare italiano dal primo al secondo dopoguerra (1919- 1949). RQma. SME - l lf. Storiro l'l8'i , pp 164-248.
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dei S1•1Ti·i log,stin in guerra sostituiscono il Servizio in l'a,tc Il tlcl 1915 c.: rcccpi~cono direttamente e di prima mano pia ,1111mac~1ra111cnti della grande guerra, precedendo sia il fondamentale "orcl111a111cnto Mussolini" del I 926, sia la nuova regolamentazione tattica del 1928. Quest'ultima è seguita solo nel 1932 dalle Norme generali per l' organizzazione dei Servizi in guerra, che rimangono invariate fino alla primavera 1940 nonostante 1'uscita fin dal 1935 delle Direttive per l' impiego delle Grandi Unità, cioè di una nuova teoria della "guerra di rapido corso" che segna una netta rottura rispetto agli orientamenti dottrinali degli anni Venti e affossa definitivamente la guerra di trincea insieme con la prospettiva esclusiva della guerra sulle Alpi, quindi ha contenuti tali da richiedere pronti adeguamenti logistici. Affiorano ancora incertezze e controverse opinioni sul ruolo effettivo della logistica, sul suo campo d'azione, sul rapporto tra strategia e economia. Benché la grande guerra sia stata per unanime ammissione una guerra logistica dove i Servizi hanno imposto il loro ruolo fino a detlare le modalità delle operazioni, nel 1926 il ten. col. Rosmini, insegnante di logistica alla Scuola di Guerra, sente il bisogno di chiarire con un' ottica piuttosto tradizionale significato e contenuti della logistica e del termine dottrina logistica, per analogia con dottrina tattica. 2 Dopo aver attribuito al Ricci il merito di aver introdotto in Italia la logistica del generale Jomini che in altre nazioni aveva avuto poco successo, e di averla "riconosciuta e lanciata come ramo dell'arte militare" dapprima alla Scuola di Applicazione di Torino e poi alla Scuola di Guerra, il Rosmini lamenta una perdurante incertezza sul significato del termine logistica (tecnica degli alloggiamenti o arte del calcolo?) e sui suoi compiti. Ciò risulterebbe da alcuni fatti da lui rilevati: /1111 11111111111·1110
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- la logistica ha considerato, ancora per qualche anno dopo la guerra, come una delle operazioni logistiche l'esplorazione lontana o avanscoperta, per quanlo questa non sia soltanto un movimento, ma essenzialmente un impiego di !ruppe per compiti speciali; - per qualche anno dopo la guerra si furmulò un.i llldle1ia Jj iusegnameulu col Lilolo: logislica e servizio di S1ato Maggiore, come se la logistica anche in passato non avesse compreso una parte (per il Jomini era tutta) che era servizio di Stato Maggiore; - un regolamento recente dà ad alcuni organi l'attributo di «logistico», intendendo dire che logistica non è soltanto servizi; - al Ministero della guerra si chiama «Direzione dei servit.i logistici» una Direzione che si occupa soltanto di servizi di commissariato; - alcuni si meravigliano che nelle manovre logistiche per lo studio dei servizi, si parli di schieramento ed impiego di truppe oltre che di schieramento ed impiego dei serviz i, come se questi si potessero studiare facendo astrazione da una si1uazione tallica delle grandi e delle minori unità. Bastano questi esempi per far comprendere che. se si vuole conservare la tradizione senza correre il pericolo di non intenderci fra noi Slessi, occorre definire i I campo di s tudio della logistica, eliminando da essa le interferenze con gli altri rami dell'arte mi-
2 A. Rosmini, Alcuni fondamenti e aspe/li della nostra do/Irina logistica, "Alere Flammam" n. 2/1926. ·
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litare e riportando tale ramo alla sua giusta funzione: di rappresentare quel gruppo diconoscenze necessarie per organizzare ed impiegare - nel senso logistico sottospecificato - le truppe ed i servizi nelle migliori condizioni di rendimento per l'azione tattica alla quale truppe e servizi devono tendere.
Per fare un po' di chiarezza, il Rosmini indica come oggetti della logistica (secondo i quali ne è al momento già orientato l'insegnamento): "tecnica delle marce, tecnica delle stazioni, Servizi, formazioni e datazioni dei reparti per quanto riguarda i Servizi, servizio di Stato Maggiore". Oggi noi non includeremmo quest'ultima voce nelle branche della logistica, essendo il servizio di Stato Maggiore una tecnica dell'organizzazione dell'azione di comando e coordinamento che non fa parte, in senso stretto, di alcuna disciplina, ma tutte le comprende e ad esse si sovrappone. Questa idea non più attuale del Rosmini ha però un lungo e confuso retroterra che vale la pena di ricordare: Gli scrittori italiani che abbiamo nominati in principio non videro tutti nello stesso modo il servizio di S.M. come uno degli oggetti della logistica, e sarà bene citarne i concetti. li R1cc1: « 1 dovcn dello log,sticn sono esercitati da un corpo detto di Stato Maggio re e gli ufficiali che lo compongono, adempiono a quei doveri in maggiore o minor misura a seconda della posizione da essi occupata nella gerarchia delle funzioni che eserc itano». li Marselli: «La logistica forma il compilo più speciale dello S.M. deputato a fare in un esercito l' ufficio di nervi conduttori del pensiero dal cervello alle membra. 11 che non vuol dire che soltanto il Capo di S.M. debba occuparsi delle modalità logistiche; se ne occupa anche il Comandante in capo». 11 Corsi: «Sollo il titolo convenzionale di logistica si comprende nel corso di questa Scuola (di guerra) oltre quella parte delJ 'arte militare cui suol darsi comunemente tal nome, anche il servizio di S.M. e l'intendenza in guerra». Il Moreno separa completamente la logistica dal servi7io di S.M. facendo di quella un ramo teorico dcll'a.rtc militare e di questo un organo tecnico esecutivo. Lo Zuccari, abbiamo già visto, avrebbe voluto limitare la logistica ai servizi. E per finire ricorderemo che nel 1901 il programma di logistica alla Scuola di guerra comprendeva: Impiego delle grandi unità, Servizi di intendenza, Mobilitazione e radunata. Servizio dello Stato Maggiore. Riassumendo dunque, il servizio di S.M . che all'inizio fu la stessa logistica, andò man mano differenziandosi da essa, mentre per converso la logistica rinunziando in parte al suo contenuto speculativo si riduceva a contenuto prevalentemente tecnico. Dopo quanto abbiamo detto circa gli altri oggetti che riteniamo convenga assegnare alla logistica, sembra ora logico aggiungere ad essi il servizio di S.M.. Questo infaui non è che la applicazione della tecnica da parte degli organi ai quali spella compilare le disposizioni esecutive per la preparat.ione e attuazione delle marce, delle stazioni e dei servizi non solo, ma anche delle operazioni tattiche che rappresentano lo scopo finale e la integrazione delJe operazioni delle truppe e delle operazioni dei servizi che si svolgono nel campo della logistica. Il servizio di S.M. costituisce presso gli altri eserciti all'incirca la materia, o meglio il gruppo di cognizioni che noi potremmo chiamare logistica dei Comandi: però lo S.M. di una Grande unità nella sua funzione spirituale di ausiliario del Comandante non fa soltanto del la logistica, ma per mezzo dell'azione coordinatrice del Capo di S.M., integra ed applica le conoscenze di tulli i rami dell'arte militare a profitto della soluzione dei problemi di organizzazione e operativi prospeuati dal Comandante. La logistica che noi abbiamo tracciato non costituisce prerogativa culturale e di applicazione degli Stati Maggiori delle Grandi Unità, ma essa deve scendere fino ai ripar-
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ti i cui Comandanti nella sfera del loro campo di vione svolgono in scala ridona operaLioni che sono bensl differenziali, ma nella loro essenza analoghe a quelle dei maggiori aggruppamenti.
Attraverso questo approccio del Rosmini si può constatare che, negli anni Venti, rimane ancora parecchia strada da percorrere per dare alla logistica una propria individualità, realizzando al tempo stesso una sua piena integrazione con la branca operativa. E benché la prima guerra mondiale dimostri l'importanza della logistica di produzione e del suo stretto raccordo - oltre che con la logistica di campagna - con le opzioni strategiche e ordinative, non vi è ancora, negli anni Venti, un chiaro concetto di logistica di produzione, cioè di quella parte della logistica - non di diretta competenza delle truppe operanti - che si occupa della produzione e dell'approvvigionamento dei mezzi e materiali sul! 'intero territorio nazionale e anche all'estero. A giudizio del Rosmini, lo studio dei problemi della organizzazione del paese per la guerra e delle operazioni di mobilitazione non è compito del servizio di Stato Maggiore, ma bensì dell'organo centrale militare (Stato Maggiore del R. Esercito) il quale in tempo di pace si può dire faccia dell' arte militare integrale applicata. in quanto si occupa di problemi organici, tattici, logistici strategici e li risolve armonicamente tanto per i rapporti che intercedono fra essi, quanto per quelli che li legano ai problemi c he sono compito degli organi c ivili.
Certo, il Rosmini insiste molto sul fatto che la logistica deve estendersi anche al campo di battaglia e fino alle prime linee, deve diventare patrimonio di tutti e non può arrestarsi alla soglia di esso come voleva Clausewitz. Anche branche che ormai impropriamente ne facevano parte sono da lui eliminate, ma egli sembra restringerla solo alle operazioni belliche e all'esercito di campagna. E rimane sempre nel nuovo concetto da lui delineato una robusta influenza jominiana, là ove afferma che "occorre portare tale disciplina in campi ben definiti, dandole un carattere prevalente di tecnica applicativa al servizio degli organizzatori e dei comandanti di ogni grado" (ma come può una branca dell'arte militare essere solo tecnica?). Con tutti questi limiti, il Rosmini facendo riferimento alle idee del generaJe Liuzzi propone di codificare tutta la materia logistica in un regolamento da intitolarsi "Norme logistiche" (ma non era già stato fatto qualcosa del genere con la regolamentazione 1924?). Tale pubblicazione avrebbe una conveniente prefazione con la quale si presenterebbe la logistica nella sua essenza e nei suoi oggetti , e poi vari titoli e capitoli che Lrallerebbero gli argomenti marce, st:uioni, servizi, servizio di S.M. secondo i concetti che abbiamo espressi nelle pagine precedenti. Noi abbiamo già dei regolamenti che trattano questi argomenti, e cioè il Servizio in guerra, Parte I, e le Norme per l' organizzazione ed il funzionamento dei servizi in guerra che hanno sostituito il Servizio io guerra, Parte Il: si tratta di stralciare da essi quanto riguarda gli oggetti ormai noti , modernizzare la tr,mazione nei criteri e nei dati e mettere l'eticbeua logistica a questo gruppo di cognizioni base. E la soluzione sarebbe prettamente italiana. Allora tutti si convincerebbero che la cultura logistica non è specializ-
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zazione, ma invece è e deve essere paLrimonio professionale di chiunque eserciti un comando. Dalle "Nonne logistiche" - regolamento per tutti - si farebbero derivare i regolamenti particolari regolamenti per gli specializzati - sul servizio di S.M. e sui singoli servizi; mentre gli argomenti marce e stazioni, per la parte che riguarda la loro esecuzione in relazione all'impiego delle truppe (marce e stazioni, genericamente dene in vicinanza del nemico) troverebbero sede opportuna nel regolamento che tratta l'impiego delle Grandi Unità. In queste dovrebbero anche trovare posto i concetti direttivi di impiego e di funzionamento dei servizi.
Tuttavia, rifacendosi ad analoga definizione di dottrina tattica daia dal colonnello Trezzani in un precedente articolo, il Rosmini ha il non piccolo merito di dare, per la prima volta, una definizione di dottrina logistica tuttora accettabile, per quanto ristretta essenzialmente alla distribuzione: "insieme di norme generali e particolari che in un certo periodo di tempo le supreme autorità militari indicano e sanciscono mediante regolamenti e istruzioni - per stabilire i princlpi, i criteri e le modalità secondo le quali le forze armate di un determinato esercito vengono costituite (in personale e mezzi dei Servizi), fatte muovere e mantenute in efficienza per agire poi nel modo migliore sul campo di battaglia". Per il Rosmini la dottrina logistica italiana deve avere spiccata fisionomia nazionale, perché i fattori determinanti sui quali essa è basata - l'uomo, l'armamento, il terreno - hanno caratteristiche peculiari e molto diverse da quelli tipici degli altri eserciti : per noi il terreno sarà di montagna. quindi la tattica e logistica saranno riferite al terreno montano. Di conseguenza Non sarà ad ogni modo superfluo accennare molto sommariamente agli aspelli del la logistica in montagna per i quali la tallica ne risulta grandemente influenzata, così che mentre in altri paesi, in linea generale e teorica, la tattica può comandare alla logistica, da noi invece che dovremo operare essenzialmente in montagna, la logistica può comandare alla tanica. An7i, le operazioni in montagna sono sovente orientate da elementi di carallere essenzialmente logistico, ossia le comunicazioni proprie o dell'avversario, in quanto che la scarsezza di esse ed i rapporti che legano frn loro valh, coll1 e profondità di montagna, fanno del possesso delle comunicazioni l 'obbiettivo delle azioni talli che delle grandi e delle minori unità. Non è nello scopo di questo studio la trattazione anche sommaria della logistica in montagna; per stare nei limiti di un articolo di rivista basterà considerarne alcuni clementi sufficienti per far comprendere - e ci serviamo delle stes~e parole del Colonnello Trezzani - «la necessità che le disposizioni regolamentari (e noi specifichiamo talliche e logistiche) siano inspirate nei concetti e siano infonnate nelle disposi.lioni esecutive dalla visione costante delle caralleristiche e delle necessità che la montagna impone,.. Ed aggiungiamo che anche la coslitu.t.ione organica dei riparti e dei servizi deve essere orientata al concetto del loro impiego nonnale in montagna; l'impiego in pianura, se dovrà avvenire, non avrà che da avvantaggiarsi da tale costituzione, poiché essa risponde indubbiamente al caso più difficile d.i impiego del riparto e di funzionamento del servizio, e occorrendo, potrà anche convenientemente essere semplificala o modificata raggiungendo così una economia di mezzi.
Questa visione riduttiva del Rosmini ha un certo seguito anche negli anni Trenta e nelle sedi ufficiali 1ta1iane, nonostante l'esperienza del-
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la guerra d'Etiopia invece attentamente considerata, fin da allora, in Francia, fino a far affermare ad alcuni studiosi francesi (come ad esempio il Kroener) che la logistica nel significato attuale del termine è nata in Francia proprio con la guerra d'Etiopia, altra guerra "logistica".3 Eppure il volume della Società Italiana per il Progresso delle Scienze Un secolo di prof?resso italiano nelle scienze militari (1839-1939), edito nel 1940 sotto la direzione del generale Maravigna (che va ritenuto il più aggiornato documento sulla dottrina globale di ciascuna forza armata) pur essendo "mirato" sulle scienze non parla di logistica, anche se dedica la Parte vm all'impiego in guerra delle forze annate e all'evoluzione della strategia di ciascuna di esse. Vi trovano ospitalità solo le applicazioni scientifiche militari (Parte Ili e IV) e l'evoluzione e la tecnica di costruzione delle Armi e dei materiali (Parte V), mentre solo la Parte VIT è dedicata - non si sa con quale criterio - ad alc:une materie logistiche (medicina e chirurgia militare; igiene e alimentazione del soldato), proprio quelle meno influenzate dalle esigenze della guerra di rapido corso. Va tuttavia considerato che, almeno nella seconda metà degli anni Trenta., sono abbastanza numerosi gli studiosi che - con un percorso intellettuale opposto a quello del Rosmini e di altri - indicano la necessità di un allargamento del concetto di logistica, nel quale compare anche la tematica dei rifornimenti via mare. Non a caso la sede privilegiata di questi interventi è la Rivista di commissariato e dei Servizi amministrativi militari, sulla quale il colonnello Reisoli scrive nel 1937: nel concetto della guerra integrale, condotta conte mporaneamente alle tre forze armate dello Stato, anche dalla na:lione, mobilitata dal fronte alle più lontane retrovie. in ogni organismo o articolazione, è chiaro che il problema logistico non riguarda più soltanto l'esercito e le altre armi parallele e cooperanti, ma l'intero Paese in un solo sforzo teso verso l'auspicata vittoria. Guerra integrale: dunque logistica integrale [è la prima volta, a quanto ci risulta, che viene usato questo termine - N.d.a.]. Il problema logistico, considerato nel suo complesso e in relazione alla sua soluzione che deve essere unitaria cessa di essere affare di soldati, per divenire funzione squisitamente politica. A un comando unico delle forze operanti deve corrispondere un dittatore dei consumi e dei rifornimenti che raccolga, suddivida, coordini, distribuisca, ricuperi". 4
Se la logistica richiede tante sinergie e coinvolge tante risorse fino a richiedere il concorso di tutta la nazione e di tutti gli organismi di vertice, anche una sua definizione angustamente militare e tecnica è ormai, per il Reisoli, insufficiente, e nel 1938 egli arriva - come già il generale Zuccari al principio del secolo (vds. Introduzione al volume I) - a mettere in dubbio la specificità del concetto di logistica (che comunque
3 Si veda. ad esempio, il .recentissimo A . Corvisier, Dictionnaire d'art et d' histoire militaires. Paris, Puf l 988, p. 522. 4 G. Reisoli, Evnluzimze di idee sul problema logistico, " Rivista di Commissariato" n. 4/1937.
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non va vista come branca separata e autonoma dell'arte militare paritaria rispetto alla strategia, ma se mai come una componente, un momento della strategia): Dico, insomma, che la locuzione logistica, già impropria o superflua in passato, più non esprime la multiforme preparazione della guerra moderna e i suoi molteplici bisogni, quando essa è in a.no. Né si dica ch'cssa nacque dall'opportunità lull'affauo scolastica di distinguere e di definire, senza di che non è possibile filosofare, che tale obiezione già sarebbe condannata. Distinzioni siffalle inducono a incasellare, a separare ne ttamente le attività concorrenti e cooperanti, perché interdipendenti, producendo il deplorato fenomeno di pericolose autonomie necessariame nte destinate a farsi antitetiche e contrastanti. Precisamente a tali teoretiche delimitazioni si deve se molti si sentirono e si credeuero specialin.ati e si denominarono tattic i e logistici, recipnx:ameute con,idcrandosi con una certa diffidenza. Il tattico guardò il collega come un guastafeste, il logista reputò il tanico un superficiale che poco si curava delle insorgenti umili necessità. Entrambi si arrestarono sul limite convenzionale che pareva di vedere un campo dall'allro. "Fin qui il componente sono io. Ora ascoltiamo ciò c he dirà costui". Allora si parlò dell' influenza della logistica sulle operazioni, a.Itri credette di piegarla alle proprie esigenze. Il problema più non fu esaminato nel suo complesso, ma dalle diverse facce e, invece di un raccordo, s'ebbe uno spigolo vivo. Più che i nostri scolastici, vi è dunque da credere che la ragione sia dalla parte del Mestica, quando, nel suo dizionario, dice che la log1suca è parte della strategia. Se questa mfaui è l'art"c di condurre la guerra nella sua visione unitaria, organica, logistica e tattica non sono tre branche distinte ed equipollenti, ma momenti del lavoro che lo stratega deve compiere: con la prima si prepara il mc7zo idoneo per raggiungere gli obiet tivi perseguiti, con la seconda si assicura il fon71onameoto del mezzo, con la ter,;a si realiaa.5
Un concetto così ampio chiama in causa, oltre che la logistica di produzione, il rapporto tra strategia, economia militare ed economia di guerra.6 Attraverso l'economia militare e l'economia di guerra la logistica si salda alla politica e alla politica interna e diventa anzi essa stessa - almeno in parte - politica. A sua volta la strategia si salda alla politica anche "dal basso" e attraverso la logistica di produzione. Per questa ragione nel 1938 il generale Vincem:otti scrive, come il già citato Reisoli, che la guerra integrale impone di dare al vocabolo logistica un significato più ampio, tale da mettere in rilievo la crescente importanza assunta da fattori politici cd extramilitari: la guerra totahlana fm I popoli - che tale ormai è divenuta ha generato necessariamente la logistica totalitaria comprendente l' intera Nazione, esplicantesi non solamente in tempo di guerr.;, ma in continua preparazione fin dal tempo di pace. Siffatta nuovo logistica presenta due a~petti e due momenti diversi: l'uno, generale, di prcpara1ione in pace e
5 G. Reisoli, Attacco alla lo8islica, "Rivista di Commissariato" n . 1/1938. 6 Secondo il Possony, l'economia militare si propone fin dal tempo di pace l'organizzazione economica della nazione in modo che quando si entra in guerra non sorgano difficoltà né per iJ soddisfacimento delle esigenze della popolazione civile né per i bisogni delle for,;e armate.L'economia di 8Uerra è invece l'organu.zazione economica che enlra in fun:zione all"atto de lla guerra, preparata fin dal tempo di pace dall'economia militare (S.H. Possony, L'economia nella guerra totale, Torino, Einaudi 1939, pp. 17-19).
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di continuazione in guerra nell'interno del Paese; l'a!Lro, particolare e militare, in a.!:ione soltanto in tempo di guerra, nello spazio compreso fra i centri rifornitori alimentari dalla logistica generale e le estreme linee di combattimento. Quasi tutti gli organi civili dello Stato sono impegnati nel funzionamento della logistica generale [ ... ]. Di conseguenza [ .••J mi sia lecito esprimere l 'opinione che L'attuale definizione esclusivamente militare [che è anche quella oggi in uso - vds. Introduzione al Voi. I, N.d.a.] non corrisponda adeguatamente alla realtà dei falli e che perciò riterrei legittimo fosse sostituita dalla seguente: "La logistica è scienza di Stato, civile e militare, che studia e applica i modi di rifornire alla Nazione in armi i mezzi per vivere e per alimentare la guerra" . 7
Non sono cose nuove, né solo italiane: proprio uno studioso tedesco, il Possony - evidentemente poco letto in Italia - sosteneva fin dal 1937 la necessità di un rigoroso e preventivo vaglio economico delle teorie strategiche:
[...J. 2°) Le teorie militari non si costruiscono per passatempo; esse invece hanno parte eminente nella preparazione della guerra. È dunque della massima importanza dare la prova dell'impossibilità di realizzare dei postulati militari: anzi, questa prova è il presupposto più importante di tutti per poter mellere i piani di guerra all'unisono coll'economia del paese. Soltanto sceverando quello che è economicamente impossibile da quello che è economicamente sopportabile, secondo come si esprime il Kcllcr, c cioè facendo la critica economica delle dottrine militari, si rende veramente possibile !"organizzazione di un'economia di guerra che possa fun7ionarc t>cne. 3°) In guerra si cale-ola il fahbisogno prima di qualsiasi piccolo combattimento; non si capisce perché quc~ti calcoli dovrebbero essere senza significato quando si estendono alla guerra in generale. Le cifre base da noi impiegate per i nostri calcoli comprendono già le supposizioni dei militari sul grado di «preponderanza sensibile», in modo da fornire un indice di essa. 4 °) Viceversa ci si potrebbe domandare se non ;,ia piutto,to la critica del Rcyucttc che co11 i,ponJ<:: ad una dottrina militare antiquata. Scn1.a dubbio si possono calcolare le quantità occorrenti alla difensiva; secondo questi calcoli risulta chiaro che ogni s tato grande nella difensiva è in grado di tenere una linea di 1.000 km. Quanto siano enormi invece le quantità occorrenti per rendere «sensibile» una superiorità dinanzi a una difensiva ben organi nata è appunto quel che risulta dalle nostre cifre. Oramai, da quando cioè sono scomparsi i fianchi scoperti, quel che conta non è più la superiorità, ma la «possibilità di svolgere un'azione sensibile» contro l'avversario. A che grado debba giungere quest'azione sensibile si può sapere soltanto attraverso la via da noi percorsa.R Questi opposti orientamenti sul ruolo e l'estensione della logistica dimostrano che fino al 1940 manca un terreno di intesa comune, un ben consolidato patrimonio di chiare idee-guida sul quale tutti si trovino d'accordo. D'altro canto, anche i sostenitori di un concetto più allargato e moderno di logistica alla fin fine non si discostano troppo da quanto detta l'esperienza della prima guerra mondiale: già dal 1915 al 1918 si consolidano legami e interdipendenze tra Servizi e operazioni, mentre la logistica di produzione si afferma come base dell'intera organizzazione militare. Viene perciò da chiedersi quali sono gli autentici elementi di novità
7 L. Vincenzotti, La logistica e la sua definizione. "Rivista di Commissariato" n. 1/1938. K S.T. Possony, Op. cit., pp. 122-123.
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dal 1919 in poi e in quale misurn essi influenzano il pensiero militare e le soluzioni dottrinali in campo strategico e logistico. Per rispondere a questi fondamentali interrogativi non è sufficiente un esame anche accurato della regolamentazione ufficiale, che dice molto ma lascia ampie zone d'ombra da chiarire con riferimento ai nuovi parametri della strategia, ovunque dominata dall'ansia di trovare nuove strade per sfuggire alla logica della guerra statica, di logoramento e di materiali. Di conseguenza l'ampio contenzioso logistico del ventennio I 9 I 91939 non si esaurisce in fattori specifici già derivali daJl'esperienza della guerra, come i contenuti del concetto di logistica e il rapporto tra logistica di produzione e di distribuzione. Fin dai primi anni Venti lo sviluppo e il perfezionamento di nuovi ritrovati bellici che già hanno fatto una prima apparizione sui vari fronti (carro armato, aereo e gas in particolar modo) sembrano aprire alla strategia strade nuove e addirittura rivoluzionarie e impongono alla logistica e ai rapporti tra forze armate nuove esigenze, nuove forme e nuovi contenuti. li vecchio si mescola al nuovo, e dà origine a un quadro assai complesso che rende necessario chiarire bene fino a che punto la prima guerra mondiale segna a sua volta una rivoluzione rispetto al passato. Se inserita in una più ampia prospettiva storica e con l'occhio rivolta sia al "prima" che al "dopo", la prima guerra mondiale - giustamente definita la prima guerra totale, tale da coinvolgere l'intero apparato economico e produtlivo della nazione e da mobilitare al fronte la maggior parte degli uomini validi - è una svolta solo tecnica e quantitativa, non una novità totale e assoluta. Ciò che compare di veramente nuovo, dal 1914 in poi, è l'adozione di una serie di misure anche forzose che consentono di far giungere in gran quantità a un esercito di dimensioni senza precedenti nella storia le armi, le vettovaglie e i materiali di cui ha bisogno, volgendo a suo favore tutte le risorse della rivoluzione industriale già in atto e i ritrovati dalla tecnica. Ma non bisogna dimenticare che anche nel Medioevo, all'epoca dei Comuni. la difesa delle mura delle città era affare di tutti, al quale partecipavano non solo i (pochi) militari e tecnici di professione, ma anche (con i contributi finanziari e di lavoro e il loro braccio armato) tutte le corporazioni. Quando la città era assediata, non esisteva più una distinzione netta tra combattenti e non combattenti, e tutti cooperavano al meglio e in vario modo (comprese donne, vecchi, bambini) alla difesa della città, che una volta caduta segnava anche il comune destino verso la schiavitù o la morte. Ancor più chiaro è il carattere di "guerra totale" della rivoluzione francese: i grandi eserciti levati in massa dal 1879 in poi vengono proiettati al di là dei confini, con tattica marcatamente offensiva e ricorso esclusivo alle risorse locali, non solo per scelta napoleonica ma per necessità economiche, e tutta la nazione viene mobilitata. La Leveé en masse non significa solo mobilitazione dei portatori di fucile, ma anche mobilitazione industriale ante litteram, e persino mobilitazione dei mass media. Nell'agosto del 1793, la Convenzione decreta:
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tutti i francesi sono in stato di requisizione permanente al servizio dell'esercito. I giovani andranno alla guerra, gli uomini con famiglia fabbricheranno armi e trasporteranno i vettovagliamen1i; le donne faranno tende, abiti e serviranno negli ospedali; i bambini faranno bende da vecchia hianchcria; e i vecchi sì faranno portare sulle pubbliche piazze per eccitare il coraggio dei guerrieri, predicare l'odio al re e l'unità della repubblica. 9
Se ne può dedurre che la "guerra totale" versione prima guerra mondiale, da un punto di vista economico e logistico-amministrativo non segna un reale punto di rottura, ma solamente una tappa significativa nello sviluppo della "nazione armata" e un'evoluzione rispetto a forme del passato. Essa non è che una "ripresa di contatto" con la guerra di tipo napoleonico, insita, nel resto, nello stesso concetto di nazione armata. In definitiva: maturazione di un fenomeno che già si manifesta in alcuni aspetti della guerra civile americana 1861-1865 o della guerra francoprussiana del 1870-1871 ed è esasperato dal progresso della tecnologia. La vera rottura avviene nel periodo tra le due guerre mondiali, con lo sviluppo su vasta :.cala di due nuove armi suscettibili di abbinamento e di diventare assolute, risolutive, Kià comparse - con effetti parziali e non determinanti nella prima KUerra mondiale: i gas e l'aeroplano. I riflessi logistici di queste due armi in continuo sviluppo per raggio d'azione ed efficacia sono di grande portata. Anche i centri di produzione e le vie di comunicazione all'interno del Paese - a cominciare dalle ferrovie - non sono più al sicuro, la protezione passiva cattiva (difesa aerea, sicurezza delle coste) delle popolazioni civili e delle masse operaie sottraggono risorse e materiali all'esercito di campagna, i tra,;porti e tutte le installazioni logistiche e vie di comunicazione (militari e non) richiedono misure di mascheramento, diradamento, interramento e protezione passiva anche molto lontano dalla zona delle operazioni. Al tempo stesso questi due mezzi delineano a loro volla una guerra industriale e di materiali. Da una parte il progresso della meccanizzazione e della tecnologia e le sempre maggiori esigenze del soldato accrescono le esigenze quan1ilalivc e qu,tlitativc della logis:tica in prima linea e all'interno dc! Paese e indeboliscono l'Europa, rendendola logisticamente dipendente dalle nazioni oltremare; dall'altra la minaccia aerea e chimica aumentano enormemente le difficoltà di funzionamento dei vari organi e impongono una flessibilità, una capacità di funzionamento autonomo e un raccordo anche interforze prima non richiesti e estremamente difficili da realizzare. Negli anni Venti nasce perciò la KUerra integrale. Tale termine, anche oggi usato indifferentemente al posto di guerra totale (e viceversa), in realtà è cosa ben diversa da quest'ultima. Nella guerra totale tipo prima guerra mondiale, era ancora possibile - anche in pratica e non solo in teoria - una distinzione umanitaria tra belligeranti e non. Le popo-
"A. Math1ez, La rimtu,inne france.<e. il terrore (1793-1794 /, Torino I 956, pp. 63-64.
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!azioni civili magari soffrivano per il blocco navale, ma - con qualche sporadica eccezione per le città costiere - non erano oggetto deliberato della violenza bellica, pur fornendo con la produzione industriale e agricola una base sempre più importante, insostituibile e decisiva per l 'efficienza bellica degli eserciti, i quali esaurivano in sé la capacità di offesa propria ed altrui. Ciò avveniva per una semplice ragione: la mancanza di armi con sufficiente braccio d'azione. Lo scenario strategico, e quindi logistico, muta radicalmente con lo sviluppo - già iniziato nella prima guerra mondiale - del grande aereo da bombardamento capace di trasportare un carico offensivo sempre maggiore a centinaia di chilometri di distanza, coinvolgendo così l'intero territorio degli Stati in guerra: nasce così la guerra integrale, che oltre a coinvolgere tutte le risorse, le rende vulnerabili ovunque. Poiché per la produzione bellica hanno estrema importanza il morale e l'efficienza psicofisica delle masse operaie e la funzionalità delle infrastrutture urbane, l'italiano Giulio Douhet e molti strateghi ultraprogressisti, in Italia e all'estero, negli anni Venti spingono le loro teorie fino a sostenere - non senza un brutale fondamento logico e in contrasto con le leggi di guerra - che nei conflitti del futuro l'obiettivo decisivo non sarà più rappresentato dalle forze armale nemiche, ma da quei centri demografici e industriali all'interno del Paese che li alimentano, e possono essere battuti solo con la nuova Arma aerea abbinata o meno al le bombe a gas. Le forze aeree diventano così - secondo i nuovi profeti armati - le uniche in grado di assicurare quella vittoria rapida, economica e decisiva invano inseguita fino a quel momento dalle forze di superficie, ritenute idonee solo a interminabili, onerose e sanguinose battaglie di logoramento sul tipo della prima guerra mondiale, dalle quali anche in futuro una strategia meramente terrestre o navale non potrà uscire. IO Non colpire le forze militari del nemico dunque, ma anemizzare la sua produzione e i suoi rifornimenti, prescindendo da regole umanitarie del resto estranee allo stesso Clausewitz, e anche da eventuali trattati internazionali (come quello che proibisce l'impiego - ma non la produzione - di armi chimiche, pur sottoscritto nel 1925). Come osserva fin dal 1937 il Possony, questa impostazione della ottimistica strategia aerea douhetiana - in definitiva fondata sulla possibilità di azzerare in poche battute la logistica di produzione - si dimostra errata e non risponde allo scopo di provocare il repentino cedimento dell'avversario: una delle forLe maggiori dell'arma aerea pare stia appwllo nella sua facoltà di paralizzare la vita economica dell 'avversario. Perciò è sbaglialo considerare l'aeroplano come una del-
IO Vi è dunque, dopo il 1919. un rapporto assai stretto tra la accresciuta importanza della logistica di produzione e le teorie strategiche douhetiane che ne fanno l'obiettivo preferenziale delle for7c aeree. Cfr., in merito, F. Botti M. Cennelli, La teoria della guerra aerea in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale (1884-1939). Roma, SMA - Uf. Storico 1989, Parte quarta e quinta.
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le anni o addirittura l'anna per eccellenw della strategia di distruzione. Al contrario, l'aeroplano è proprio l 'anna per eccellenza della strategia di esaurimento (... ]. Date le condiòoni attuali le prospettive migliori sono dunque quelle della strategia di esaurimento [... ). Oggi deve prevalere [come nel secolo XVIIT - N.d.a.] una strategia che ha per oggetto non l'esercito nemico, ma i suoi magazzini..} I
In tutti i casi, dal 1919 in poi la regolamentazione logistica non può più ignorare le incidenze dell'offesa dall'alto, e in una comunicazione al congresso di medicina e farmacia militare tenutosi a Roma nel maggio 1923 il generale medico G.B. Calegari afferma, ad esempio, che, sul piano generale "in una guen-.i futura troveranno larghissimo impiego le tank& e gli aerei. Queste armi, congiunte e non all"impiego dei gas asfissianti e velenosi, daranno una impronta speciale alle opervioni e si può facilmente presumere che nei terreni pianeggianti la guerra assumerà forme di movimento anziché di posizione. Nella 7ona delle opera7ioni, come nelle retrovie e nel territorio delle nazioni beUigeranti, si dovrà far largo uso di gallerie sotterranee e ben protette per ripararvi le truppe e le popolazioni civili dall'azione degli aerei, e forse alle stesse misure si dovrà ricorrere per la protezione di alcuni materiali, di officine e di stabilimenti".12
L'altro fattore che pone la logistica tradizionale di fronte a sfide dt portata rivoluzionaria, l'arma chimica oggi (1991) tornata alla ribalta, è, appunto, un 'arma di distrnzione di massa esattamente come quella nucleare, un'anna che anch'essa coinvolge comballenti e non combattenti ed è stata ed è soggetta alle regole della dissuasione. Vedi caso, nella preparazione a questo nuovo tipo di guerra l'Italia non brilla, mentre fin dagli anni Venti sono in posizione di avanguardia con imponenti stanziamenti, nonostante i molli diversi sistemi di reggimento politico, le due superpotenze di oggi, gli Stati Unili e l'Unione Sovietica, che pure fin da allora ufficialmente operavano per il disarmo e la pace. 13 I concreti riflessi logistici dell'Arma chimica e dcli' Arma aerea impongono fin dagli anni Venti una categoria di misure non mollo diverse da quelle che avrebbe imposto, qualche decina d'anni più tardi, l'Arma nucleare: misure varie di difesa passiva (maschere, ricoveri speciali ecc. anche per la popolazione civile) e soprattutto (anche per la logistica di produzione) frazionamento, diradamento e mascheramento degli stabilimenti e delle installazioni, flessibilità e molteplicità delle fonti di alimentazione, maggiore autonomia delle unità, movimenti per via ordinaria prevalentemente notturni, maggiore rilevanza dell'automezzo rispetto alla ferrovia (individuabile e soggetta a interruzioni, della quale tuttavia non si può fare a meno come asse portan-
s:r. Possony, Op. rii., pp. 126-127. Cit. in G. Boschi, La guerra e le arti sanitarie, Milano, Mondadori 1931, p. 154. Cfr., m merito, A. Lustig, Operazwnt aerorl11miclte ciel/a Russia Sovtettca e della Polonia . ..Esercito e Nuione", n. 5/1928: G. Douhet, La guerra aerochimica e le ron· ,·enzioni inlernazionali, "EducaLione Fascista" n. 7/1929; "Esercito e Na7ione" n. 1/1927. 11
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te, visto il sempre crescente volume di trasporti richiesto da un esercito in guerra). Non solo Douhet. ma molti strateghi italiani e stranieri degli anni Venti - tra i quali il maresciallo Foche i nostri colonnelli Gatti e Pentimalli - parlano non senza esagerazioni dell'importanza della produzione di guerra e della portata rivoluzionaria del binomio aereo-gas. È perciò innegabile che sia un campo strategico che logistico i mutamenti più cospicui e improvvisi avvengono allora, e si riassumono in una guerra che sposta il suo centro di gravità non tanto sulla logistica, ma sulla logistica di produzione, con tutto ciò che ne consegue. Come si è visto, un'altra esigenza non nuova, che però la prospettiva della guerra integrale accentua fino a farla diventare una conditio sine qua non, è quella del coordinamento dello sforzo logistico ad ogni livello: tra forze armate, tra forze armate e Paese, tra for.te armate di nazioni alleate, lra economia, approvvigionamenti e produzione di nazioni alleate. In tema di logistica interfor.te e interalleata con relativa unificazione degli organi già abbiamo avuto modo di osservare (Vol. Il, Parte IV) che nel corso della grande guerra le straordinarie esigenze del momento richiedono un coordinamento degli approvvigionamenti, deHe materie prime e della produzione industriale sia nell ' ambito delle potenze dell'Intesa sia tra le due forze armate, per il resto facenti capo a due diversi Ministeri che tengono a mantenere una puntigliosa e sempre più dannosa e anacronistica separazione, alimentata da un mixage di ragioni buone e meno buone: il giusto spirito di forza armata, l'ovvia peculiarità di talune funzioni, ma anche - specie nei Servizi - il conservatorismo e l'attaccamento a consolidati assetti di potere tipici di ogni struttura burocratica e gerarchica, che trovano alimento nel concetto di " indipendenza" (ma da chi, e da che cosa? chiedevano giustamente alcuni già negli anni Venti), ribadito anche dopo il 1.945 con argomentazioni quanto meno controvertibili. Assai meno controvertibile, invece, un altro obiettivo anch'esso non ancora raggiunto, cioè un sistema razionale di comando, coordinamento e controllo unico delle tre forze armate, a cominciare dalla branca logistico-amministrativa. La guerra integrale richiede un Comando unico delle tre forze armate. È noto che esso esisteva - ed esiste tuttora - solo in modo parziale e con poteri molto limitati, che non hanno mai intaccato seriamente, a cominciare dal campo logistico-amministrativo, l'autonomia di ciascuna forza armata. Il risultato di tutto questo è che, per quanto nel 1928 l'autorevole scrittore navale Fioravanzo abbia osservato che anche in una guerra futura i traffici marittimi sarebbero stati il fulcro della guerra sul mare, e che "non è più possibile impostare il problema logistico dal punto di vista strettamente marittimo" 14, a fine 1939 il Capo di Stato Maggiore Generale non riesce ad avere un 'idea
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G. Fioravanzo. Questioni di /ol(istica marittima. "Rivista Militare" n. 2/l 928.
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esatta dei livelli delle scorte delle tre forze armate ed a stabilire dei termini comparativi, perché ciascuna di esse adotta diverse unità di misura e diversi criteri per il computo dei materiali dei vari Servizi.1 5 Un ultimo aspetto che dopo il 1915 assume connotazione nuove e particolari fino a riassumere le profonde trasformazioni della logistica, è il rapporto tra affluenza di rifornimenti da tergo e sfruttamento delle risorse locali. Su questo punto la prima guerra mondiale, combattuta su spazi ristretti con enormi masse di uomini, dimostra l'obsolescenza del concetto tipico della guerra franco-prussiana del 1870-1871: "provvedere innanzi, come se nulla venisse da tergo; provvedere da tergo, come se nulla fosse davanti". Tutto o quasi tutto, nella prima guerra mondiale, deve affluire da tergo e addirittura da oltre Oceano. Ma anche dopo il 1918 il continuo aumento di esigenze logistiche militari specifiche (munizioni, carburanti, ricambi) derivanti dalla motorizzazione e meccani7zazione sempre più estese fa si che tutto debba continuare a venire da tergo, anche e soprattutto nella guerra offensiva in territori extra-europei privi di qualsiasi tessuto agricolo. industriale e urbano. Scrive, nel 1937. il colonnello Rei soli che La solu7ione di "provvedere da tergo, come se nulla fosse davanti" parve il mm plus ultra. la coscieni;a di tulli, anche se meueva qualcuno nell"imbarnu;o, e faceva colpo, quando era pronunciata con qualche ~ussicgo. Ma siffaue teorie possono ancora avere fresca voce? Rispondono ancora alla mastodontica realtà dei nostri tempi? No. certa mente. Un acuto studioso ha dello che la prima parte del monito logistico è un vecchio hunc..:onc clu.: uuu ha più vila.
Tuuo. dunque. deve venire da tergo e però la questione non è più semplice come fu in passalo. Derrate, munizioni, comunicazioni, mezzi di trasporto! Si 1raua di cifre di molli zeri. qualcuna addirittura astronomica. 16
In tal modo, risulta capovolto il vecchio assioma che allribuiva alla guerra offensiva il vantaggio di utilizzare le risorse locali, tanto più che la principale preoccupazione della guerra di movimento non erano i carburanti o le munizioni. ma il vettovagliamento o il vestiario (esempio tipico la campagna del 1866 - Cfr. Voi. II. Capitolo III). Non abbiamo finora citato, tra gli elementi di novità, i riflessi della motorizzazione e meccanizzazione degli eserciti e lo sfruttamento per il trasporto logistico del mezzo aereo: aspetti, come meglio vedremo in seguito, tra di loro connessi. Tutto sommato si tratta di novità a carattere secondario, perché da una parte si riallacciano abbastanza strettamente al filone della guerra integrale, e dall'altra non sono novità in assoluto: già nella prima guerra mondiale vi erano stati, su tutti i fronti, imponenti autotrasporti di truppe, la motorizzazione degli organi logistici era andata continuamente estendendosi e si era spinta ormai fino alle prime linee. E per quanto riguarda l'aeroplano, sul fronte ita-
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M. Montanari, L'Esercito Italiano alla l'igilia della seconda guerra mondiale. Ro'.toricu 1982. pp. 447-448.
mn Sll,ffi - Uf 16
G. Reisoli, Evoluzione tli ùlee ... (Cit.).
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liano - come ricorda il generale Zoppi - già l'aereo e la logistica si erano incontrati: nell'ottobre 1918, la la Divisione d'assalto, essendo saltati i ponti sul Piave mentre essa era già passata sulla sponda sinistra, venne rifornita di munizioni e di pane a mezzo di piccoli paracadute, che però non evitarono la rottura degli involti nel toccar terra, e il conseguente dispcndimento dei materiaJi.17
Il già citato studioso tedesco Possony, che non è certo sostenitore del ruolo decisivo dell'Arma aerea, ricorda che nella prima guerra mondiale, sul fronte occidentale dal luglio al novembre 1918 furono lanciate dall'aviazione tedesca 500 tonnellate di bombe contro i ponti (una tonnellata al giorno), sia pure con modesti risultati data l'imperfezione dei congegni di puntamento del tempo. Astrazione fatta dal bombardamento dei depositi munizioni, migliori risultati furono invece ottenuti dall'aviazione alleata con attacchi contro treni di munizioni tedeschi, attacchi che nella prima battaglia della Marna bastarono a costringere l'artiglieria tedesca a rallentare e poi sospendere il fuoco per una giornata, e nel luglio 1918 paralinarono per 4 ore le comunicazioni tedesche distruggendo un treno di munizioni nella stazione di Thionville.18 Mollo brevemente si può fin d'ora affermare, a premessa di analisi più approfondite, che in fatto di motorizzazione e di impiego in campo logistico del mezzo aereo - lo dimostrano non solo la campagna d'Etiopia del 1935-1936, ma anche le operazioni per la nconquista della Libia negli anni Venti - tutto sommato, dal punto di vista dei criteri d'impiego, l'Esercito italiano ben poco aveva da imparare da altri eserciti appartenenti a nazioni più ricche e tecnologicamente più progredite. Le maggiori lacune, soprattutto nel cruciale periodo dal 1936 al 1943, si manifestano invece per tutto ciò che attiene alJa guerra meccanizzata: strategia e tattica, quantità e qualità dei materiali, logistica in grado di assicurare la rapida progressione in profondità delle punte di lançia e di garantire la continuità del fuoco. Il tasso di motorizzazione, d'altro canto, neppure oggi deve essere enfatizzato a priori come unico fattore dell'efficienza di un esercito. Nel 1939-1940 tutti i principali eserciti europei, a cominciare da quello tedesco - e con la sola eccezione di quello inglese - pur chiamati ad agire in un terreno favorevole all'impiego dei carri sfruttavano ancora largamente il traino animale, sia per utilizzare il patrimonio equino nazionale, sia per risparmiare carburanti, sia per l'imperfetto avanzamento dei costosi programmi di motorizzazione. 19 Nel 1938 il colonnello
17 O. Zoppi. u npuazioni militari in Polonia e in Occidente- li primo mese di guerMilano, lspi 1940, p. 49. 18 S.P. Possony, Op. cit., pp. 77-78. 19 M. Van Creveld, Loxisticsfrnm Wal/e1weil1 to Patton, Cambridge. Cambridge University Prcss 1977, pp. 145 e 147 e E.N. Luttwak, Strategia. Milano, Rizzoli 1989, p. 348.
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Caméra osserva (con ottica peraltro esclusivamente rivolta al territorio metropolitano) che la motorizzazione integrale non può considerarsi raggiungibile, almeno verso le prime Linee. Ma, a misura che ci si allontana, l'autocarro diviene il padrone assoluto dei trasporti militari [ ...]. Una rapida corsa nella re=nte regolamentazione dei vari esercizi europei mette in evidenza come il mezzo meccanico, pur essendo entrato dappertutto, non sia riuscito ad eliminare i quadrupedi, che, rappresentati di massima da salmerie, costituiscono l'ausilio più aderente al movimento delle truppe, all ' azione, all' alimentazione del combattimento.20
*** È questa, nelle linee essenziali, la problematica sul tappeto. Nel prosieguo della trattazione verranno individuate e verificate in tutte le loro implicazioni le risposte che essa riceve in sede dottrinale e organizzativa e nella condotta delle guerre limitate dagli anni Trenta (Etiopia e Spagna). Per il momento, ci limitiamo a sottolineare due limiti fondamentali della nostra organizzazione logistica, purtroppo riferiti a punti-cardine: a) fino al 1940, la dottrina italiana non è in grado di fornire unarisposta esaustiva a quella che il generale Liuzzi indicava come la principale eredità logistica della grande guerra: come alimentare una guerra di movimento offensiva; b) le nostre soluzioni ordinative e organizzative negli anni Trenta non tengono sufficientemente conto che - come dimostra il Possony nel 1937 - le esigenze di alimentazione logistica sono maggiori nella guerra rapida e offensiva che nella guerra difensiva: quest'ultima comporta, dunque, minori difficoltà. Lo stesso avviene per l'impostazione unitaria e per le molteplici esigenze di coordinamento che richiede la logistica della guerra integrale, nel concreto assai poco e male considerate anche se Mussolini ne fa uno dei cavalli da battaglia dei suoi discorsi, individuando chiaramente - ma solo in linea di principio - gli obiettivi da raggiungere e la loro importanza. Sta di fatto che rimangono disattesi gli ammaestramenti che nel I 938 il generale Bollati trae dal crollo - prima di tutto economico - degli Imperi Centrali nel 1918: È indubbio che le condizioni logistiche sulla fronte, le ristrettezze all'interno esercitarono grande influenza sul crollo finale delle Potenze Centrali: non tanto forse sulla volontà di combauere delle loro truppe, quanto sulla capacità intrinseca di resistenza e sulla volontà di resistere del «fronte interno» . Donde l'importanza dell'autarchia economica non solo nel campo industriale, ma anche e più ancora in quello alimentare (battaglia del grano) e del mantenimento del dominio del mare, affinché al Paese possa pervenire dall'esterno ciò che gli sia ancora necessario. Anche l'occupazione di regioni finitime pro-
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R.M. Camèra, La mo/orizzazione dei Servizi , «Rivista cli Commissariato» n. 6/1938.
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duttive, se in un primo tempo può essere utile (Serbia, Romania, Veneto e Friuli, Ucraina), si dimostra a lungo andare insufficiente per lenire i bisogni in Paese e nelle truppe di occupazione: e se l'invasione di delle regioni (come è avvenuto per l'Ucraina, in parte per la Romania, e come s'intendeva avvenisse, quale principale movente dell'offensiva del g iugno 1918, in Italia) si è effettuata precipuamente allo scopo di sfruttarle, possono derivarne gravi delusioni, per effello di difficoltà locali, di deficicn7a di mezzi di trasporto, di esaurimenti progressivi. Il mezzo aereo. che è stato così sagacemente sfruttato nella nostra campagna in Eliopia per rifornire nostri Corpi di truppe, potrà ovviare in parte alla deficienza di altri mezzi di trasporto: ma il suo rendimento anzitutto sarà pur sempre limitato in confronto alle esigcn7e di un intero esercito e di milioni di popola.1:ioni civili, e d'altronde, non sarà utile se non quando esistano le derrate da trasportare; senza contare che per aver la sicurezza di poter effettuare rifornimenti per via aerea, è indispensabile, come sul mare, il dominio dell'elemento nel quale avvengono i trasporti. La soluzione del problema logistico militare e di quello dell'alimentazione civile non può esser data che da provvedimenti presi di lunga mano: autarchia economica spin ca al massimo grado, rete di comunicaLioni produttiva e servita da sufficienti mezzi di trasporto, organizzazione efficace degli apparati di rifornimento, rigida disciplina dei consumi estesa a tulle le classi sociali. Questi sono gli scopi cui tende l'illuminata azione del Governo fascista: i benefici effetti già raggiunti si sono potuti constatare nel periodo delle «sanzioni,., ma esse per l'appunto ci hanno dimo,Lmlo la necessità di non arrestarci su questo cammino.21
In realtà i "provvedimenti di lunga mano" mancano quasi totalmente, e la minore competitività dell'esercito del 1940 rispetto a quello del 1915 dcnva essenzialmente da ragioni logistiche. Le carenze hanno una sola matrice strategica e ordinativa. Esse sono dovute al fatto che dal 1935 al 1940 l'esercito non prepara uno strumento veramente adatto alla "guerra di rapido corso". Quest'ultima è giustamente indicata, nelle Direttive per l'impiego delle Grandi Unità del I 935, come l'unica opzione strategica conveniente per un Paese come l'Italia, povero di materie prime e con i rifornimenti che gli giungono da frontiere con Paesi potenzialmente ostili (Francia e Jugoslavia) e da un mare dominato dall'Inghilterra. Per le nazioni avversarie, più ricche di mezzi e materiali, era evidentemente vero il contrario, e risultava pagante proprio la guerra di logoramento. Per motivi analoghi a quanto avviene per la motorizzazione e meccanizzazione, nemmeno possono essere sfruttate appieno le grandi possibilità in campo logistico del mezzo aereo, che per le sue impareggiabili doti di flessibilità e velocità avrebbe potuto già allora rappresentare, in ogni momento, un efficace rimedio alle carenze di tempestività ed aderenza dei normali organi logistici (sanità, aerotrasporto dei materiali più urgenti, ma anche trasporto aereo di truppe e Comandi). Una larga messe di esperienze teoriche e pratiche in questi settori viene tratta dal nostro esercito nel corso degli anni Venti (operazioni per la riconquista della Libia) e degli anni Trenta (campagna d'Etiopia), e anche nel corso della seconda guerra mondiale (campagne di Grecia e Africa Settentrionale). 21 A. Bollali, Le wmliziuni logistiche dell'Esercito Austro-Ungarico nel 1918, "Rivista di commissariato" o. 1/1938.
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Fino al 1940 il trasporto aereo rimane - specie per forze armate, come le nostre, alle prese con eterni problemi di bilancio e vincolate alla difesa dei confini nazionali - un trasporto d'élite a carattere eccezionale, e non una normale pedina logistica. Inoltre si tratta di una forma d'impiego del vettore aereo poco considerata in ambito aeronautico, sia perché sottrae risorse al ruolo offensivo precipuo della forza armata, sia perché configura un caso classico di dipendenza delle forze aeree delle forze terrestri, contrastando con il verbo dohuetiano dell'Anna aerea .. indipendente" particolarmente sentito negli anni Trenta (non senza robusti influssi anche ai giorni nostri). Tutti questi limiti reali non trovano alcun riscontro nella dottrina strategica di base, che pertanto rimane pura teoria. Le Direttive per l'impiego delle Grandi Unità del 1935, se ben lette, in fatto di logistica indicano chiaramente gli obiettivi da raggiungere. Nella prefazione si afferma che il comandante "deve essere tattico e logista" ed il testo è costellato di impliciti o espliciti riferimenti al ruolo della logistica, che non si vuole passivamente subordinato a quello della strategia (alla maniera napoleonica e tradizionale): Para. 7: Anche contro nemico organizzato a difesa si può fare guerra di movimcn to, purché si sappia vincere la battaglia di posizione e sfruttarne il successo fin dove e quanto possibile I sono chiare le implica7ioni logistiche dt questo asserto - N.d.a.]. Para. I O: Comandante deciso. Stato Maggiore preparato e <le volo nou bastano: per una rapida e sicura evoluzione si richiede uno strumento - truppe e servizi agile e foru:. Pul<:nLa e mubililà noi dobbiamo ricercate, compensando con la qualità le eventuali deficienze quantitative dei mezzi tecnici. Para. 11: Le truppe, e, soprattutto, i servizi, dovranno essere sotlralli, per quanto possibile, all'osserva7ione e all'offesa dell'alto. Para. 14: Truppe e servizi - nella guerra d'oggi - vanno considerali allo stesso piano: le prime, per louare con successo. devono essere alimentate e sostenute dai secondi. 11 fuuzionamento dei servizi non s'improvvisa: se manca, tutto resta paralizzalo, riappare la stasi, e, con essa, la guerra di trincea.
Para. 21: Rotta la copertura avven;aria, occorre persistere nella rapida avanzata[ ...]. Spetta a colonne leggere[...) il compilo <li sgomberare il terreno dagli elementi ritardatori[ ...]. Audd1..ia, ùttuito ddla ,ilua,:ione, resi.lenza a tutta prova e spregiudicatezza logistica Inostra sotlolineatura: che cosa vuol dire? - N.d.a.] devono essere le caratteristiche di queste colonne. Para. 26: 11 volume di fuoco - soprattutto nei nostri terreni di frontiera - è in ragione delle munizioni più che dei cannoni; perciò s'impongono previdenze e provvidenze intese ad assicurare contemporaneamente affiuecua. schieramento delle artiglierie e rifornimenti. Quante munizioni occorrano per la battaglia è problema complesso, alla cui soluzione provvede soprattutto l'intuito del comandante. Nel dubbio è meglio esagerare; ma anche l'errore per eccesso può essere dannoso, perché l'afflusso delle munizioni richiede non solo me7.zi e tra.sporti pesanti, vincolali alle strade, ma anche tempo; e perciò ritardo nell'auacco, con vantaggio <lei nemico. Arduo compito per il comandante è deci dere se attaccare subito e di sorpresa, col fuoco appena disponibile, o attendere per aumentarlo diminuendo così le possibilità della sorpresa. Para. 28. L'alimentazione logista della battaglia, in larga misura, influisce sul momento in cui l'attacco può essere sferrato. Per arrivare con sicurezza., rapidità, non è necessario correre; basta non fermarsi, e, per non doversi fermare, non bisogna partire prima di essere pronti; si è pronti quando si dispone di un complesso organizzato per l'offesa; e cioè non soltanto truppe schierate e mezzi efficienti, ma rifornimenti a portata utile. li comandante deve sapere conciliure le esigenze d'impiego con quelle logistiche, che non sono mai secondarie o subordinate.
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La cattiva solu7ionc del problema logistico - quando non ha conseguenze più gravi - è causa prima del paralizzarsi del movimento, cioè della guerra di posizione.
In zone di scarsa viabilità, muovere contemporaneamente truppe, servi;i:i e rifornimenti è impresa assai laboriosa, spesso irnpossihile.
L'addensarsi di tante truppe per lo schieramento impaccia il funzionamento dei servi;i:i, complica i rifornimenti nella battaglia. li problema va attentamente studiato dagli stati maggiori, sia per evitare ritardi nell'ini;i:io dello attacco, col rischio di mancare la sorpresa e di esporsi ad eventuali rea.doni nemiche, sia per non impegnare battaglia senza certezza di poterla alimentare. È opportuno, dove la situazione lo consente, spingere dietro allo scaglione avanzalo noa solo le artiglierie di corpo d'armata di prima schiera e parte di quelle di ammta, ma anche adeguate aliquote di servi;ti e di rifornimenti.
Se si tiene conto di queste continue precisazioni e puntualizzazioni, non si può accusare le Diretlive - firmate da Mussolini, ma dovute al sottosegretario per la guerra generale Baistrocchi - di trascuratezza per la logistica. An7i, esse ben lumeggiano quello che già dagli scritti logistici del Liuzzi appare come il fondamentale e irrisolto problema della guerra di movimento, cioè lo spostamento in avanti delle artiglierie e soprattutto del relativo munizionamento (ovvio che, in una guerra moto/meccanizzata, a questo problema si deve aggiungere anche quello dei carburanti). Per obiettività si deve anzi dire che nessuna delle pubblicazioni dottrinali precedenti e successive (pubblicazioni 600, 700, 800 e 900 del secondo dopoguerra) sottolinea e continuamente richiama, come le Direttive, il legame tra operazioni e logistica. Dopo l'uscita delle Direttive, sarebbe stata però neces!>aria che una specifica elaborazione logistica e tecnica riempisse gli spazi aperti, definisse i nuovi materiali, indicasse come raggiungere gli obiettivi e fornisse una risposta precisa a problemi assai ardui, che si trascinavano fin dall'ottobre 1918. Ciò avviene in misura decisamente insufficiente: la logistica del 1940 si mantiene - come dottrina e ancor più come prassi - largamente ancorata alle linee tradizionali. È questo, come meglio dimostreremo in seguito, il più serio limite del periodo che ciaccingiamo ad esaminare. Limite in cerlu senso anomalo, visto che ad esempio la normativa del 1912 e quella stessa del 1915 erano fin troppo innovative in materia di impiego dei mezzi motorizzati, ed erano comunque largamente allineate in ambito europeo. Solo la guerra d'Etiopia rappresenta - purtroppo - una parentesi che non sarà mai abbastanza lodata, e concretamente applica in tutte le sue implicazioni quanto affermava, fin dal 1913, il Von Bemhardi: è dunque un vasto sistema di truppe del treno, di ferrovie e di telegrafi e di lavoratori civi-
li che bisogna organizzare per assicurare la capacità operativa degli eserciti di oggi. che si misurano in cifre dell'ordine di milioni di uomini; sistema indispensabile, perché senza di esso le truppe sarebbero nella guerra moderna pressoché incapaci d, movimento [nostra sot1olineatura - N.d.a.]. È estremamente importante essere in grado nella guerra di domani di compiere un 'avan7.ata verso il nemico, perché si traila cli avere la possibilità di concentrare for7e superiori nella direzione decisiva e di riuscire a battere un avversario più forte". 22
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Gcn. Von Bemhardi, L'Allemagne et la prochaine guerre, Paris, Payot 1916, p. 198.
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La guerra di rapido corso era, in sostanza, una questione di mezzi, materiali e logistica: le Direttive, lungi dal fornire miracolistiche e superficiali soluzioni, lo lasciano capire abbastanza chiaramente, almeno a chi lo voglia. Il problema dell'alimentazione di colonne corazzate e meccanizzate (ma anche, in montagna, di reparti appiedati) spinte rapidamente in profondità non poteva essere affidato ad asettiche e parziali misure buone per tutti gli usi né andava considerato come un caso particolare, ma richiedeva specifici provvedimenti nel campo dottrinale, delle procedure, dei materiali ecc .. Ciò non avviene, e la regolamentazione logistica 1940 non segue l'ammonimento del generale Liuzzi (1934): non perdiamo mai di vista che la guerra di posi.Lione e la guerra di movimento esigono per l'esercito - tanto per le truppe quanto per, serviLi - formazioni e organinazioni differenti in materia organica. Ogni compromesso, a scaden.ta più o meno lunga, è sicuramente dannoso.2.l
Come poteva adattarsi alla guerra meccanizzata nel deserto dell'Africa Settentrionale un 'organizzazione logistica concepita in via prioritaria per la guerra sulle Alpi? A ciò si aggiungu che le Direuive del 1935, nel contesto piuttosto retorico e alquanto superficiale del tempo, sembrano (immeritatamente) far dimenticare - in nome dello spirito offensivo, della rapidità e del dinamismo - molte buone vecchie regole, un patrimonio di esperienza ancora molto utile specie in materia di predisposizione di trasporti, rifornimenti, recuperi e vie di comunicazione, che pure alla fine della prima guerra mondiale erano ormai un patrimonio comune dei Comandi operativi e logistici. Non ottengono alcun visibile effetto nemmeno talune autorevoli precisazioni - con il sapore dell'ammonimento - che pure si leggono nella stampa specializzata all'inizio della guerra. Nel 1939, ad esempio, il Sottocapo di SM Intendente (generale Viscontini) scrive che: La grande estensione delle fronti, gli effe11ivi che raggiungono l'ordine d1 b'Tandezza di parecchi milioni, l'enonne consumo di materiale di ogni genere, nnn possono giustificare in alcun modo un'organizza7ione statica dei serviLi. li movimento, prima che un problema tecnico, dev'essere l'espressione di un sentimento colletùvo, comune a quanti vivono ed operano sia a stretto contauo col nemico, sia nelle più lontane retrovie. I criteri basilari di un'organizzazione dei servizi che risponda a tali presupposti sono, soprallullo, quelli della ernnnmia, cioè del r.uionale accentramento di tutto quello che è possibile tenere alla mano dopo aver decentralo tulio quanto è indispensabile, e della aderenza, la quale impone il rapido e costante adattamento alle mutevoli, e talvolta improvvise, necessità operative. Si vede, in sostan7a, che «senza uno spirito di organi:naTione che si mantenga sempre vigile anche nei momenti più critici della lolla, sarebbe vano e pericoloso pensare a quelle potenù concentrazioni di mcz71 che, m una guerra di rapido corso, noi poniamo come base per un'azione risolutiva». La nostra dottrina tattica, di contenuto eminentemente spirituale, esalta come elemento
2·1 G. Liuzzi, I Servizi in guerra, Milano, Corbaccio 1934, p. 447.
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di successo il culto del rischio, che, considerato non come atto eroico a se stesso, ma come manifestazione equilibrata della volontà che deve centuplicare con esso gli effelli della decisione, costituisce una/orza reale anche nel campo dei servizi. Non si tratta di prendere un posto che non ci tocca; si tratta piuttosto di rinunziare ai luoghi comuni «dell'ambiente relativamente tranquillo per un sicuro fun1ionamento dei servi1i», alle riserve mentali «degli schieramenti arretrati che facilitano la manovra dei mezzi». L'unica manovra ammissibile è quella che ci consente di far affluire in tempo e nel posto voluto i rifornimenti necessari perché l'azione non lancia e non si arresti. Non si deve quindi parlare di schieramenti avanzati o arretrati dei servizi, ma di schieramenti che rispondano allo scopo, che si inquadrino logicamente nella situazione, che si adattino al terreno senza subirne la tirannia. Realizzandosi queste condizioni, noi otteniamo, in definitiva, la possibilità di eliminare o almeno di ridurre notevolmente quei tempi passivi che, in passato, hanno determinato l'arresto delle opera1ioni meglio concepite e dei successi iniziali più promettenti. Tra I vari servizi non v'è gerarchia d'importanza. La molteplicità di essi risponde ai molteplici bisob'llÌ della truppa e ciascuno può avere, in un determinato mnmemo, un'importan.ta preminente. L'energia morale e la vigoria fisica del soldato sono estremamente pre.tiose in guerra; un difetto di organizzazione, un solo particolare trascurato, possono arrecare danni talvolta irrimediabili. Per contro, se l'organin.a1ionc è completa e perfeua, i servizi costituiscono una molla per fare agire più potentemente le truppe. Se vi è una tecnica dei servi1i, vi è altresì una psicologia che li governa. Nel momento della lotta la volootà del combauente è giustamente tirannica; non ammctle il ritardo, l'imprevidenza, l'insufficienza dei rifornimenti. In una guerra di movimento, manovrala e risoluta, le difficoltà da superare saranno certamente enormi, poiché i procedimenti risolutivi della fun.,;ione logistica cioè l'ammassamento, il rifornimento e lo sgombero, sono influen~ati dal tempo, fattore preponderante ed anch'esso tirannico.14
È un fatto, però, che la logistica proprio dopo la guerra "logistica" d'Etiopia viene relegata in un cantuccio. Perché ciò avviene? Le cause sono molteplici, e si potrebbe semplicemente - ma anche semplicisticamente - rispondere che, mancando dopo il 1936 una vera e propria - e ben mirata - strategia, come del resto già era avvenuto in passato non si può pretendere di trovare una altrettanto ben mirata e ben studiala logistica. A una strategia che si vuole buona per tutti gli usi, anche quelli tipo "usa e getta", non può che corrispondere - a maggior ragione, visto che si tratta di lavorare su una materia che richiede molto tempo per essere modificata - una logistica che cerca di essere buona per tutti gli usi, quale è la nostra fino al 1940. Ed a ordinamenti generali qualitativamente molto carenti e poco competitivi non possono che corrispondere organi logistici a loro volta carenti e poco competitivi, ivi compresi i criteri di organizzazione e funzionan1ento, per i quali nessun logista, per quanto geniale e preparato, riuscirà mai ad evitare i cattivi compromessi imposti dall'uso di coperte troppo corte, a cominciare dagli eternamente carenti mezzi di trasporto a motore. Se si considera, comunque, la filosofia organica che prevale dal 1926 (ordinamento Mussolini) in poi, con robusti segni di continuità an-
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V. Viscontina, Truppe e Servizi, "Rivista di commissariato" n. 1/1939.
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che nel secondo dopoguerra, si può individuare nella "dottrina del numero" (più uomini che macchine) la matrice primaria di carenze strategiche, ordinative e operative che hanno poi un inevitabile e pesante contraltare logistico. In sostanza, costanti esigenze di carattere politico e prima di tutto del tempo di pace hanno imposto, senza alternative valide, uno strumento altrettanto costantemente sovradimensionato rispetto alle risorse disponibili. Tutto ciò è stato ulteriormente aggravato da un anticlausewitziano uso della forza militare, nel quale la ragione tecnica e la specificità istituzionale - diversamente da quanto teorizzava Clausewitz - risultano totalmente ignorate e violentate (non solo e semplicemente subordinate) dalla ragione politico-sociale del momento, completamente prevaricante. Esempi di questa strategia, o meglio non-strategia, sono le guerre limitate (Etiopia e Spagna) dal 1935 al 1939, che - non solo perché prosciugano risorse e svuotano magazzini - distolgono le forze armate dalla preparazione a una guerra europea (a fronte del massiccio e serio riarmo, iniziato fin dai primi anni Trenta, di Francia, Inghilterra e Germania). Altro esempio eclatante è, dal 1940 al 1943, la dispersione - per esigenze esclusivamente politiche - delle (scarse) forze valide su tutti i fronti, accompagnata dalla vecchia e vana tendenza (pensiamo agli attacchi con poche artiglierie e mitragliatrici del 1915) a sostituire i mezzi, che mancano, con gli uomini, che sono numerosi, ma ancor meno di allora possono sostituire le armi moderne. Nonostante il citato, isolato richiamo delle Direttive del 1935 alla qualità che deve sostituire la quantità, nella politica (e quindi nella strategia e nella logistica) di ogni giorno avviene esattamente il contrario. Mussolini nel 1939 richiama un principio peraltro vecchio e purtroppo sempre molto presente e immeritatamente influente, anche prima degli anni Venti e dopo il 1945: l'Italia può mobilitare proporzionalmente un numero maggiore di uomini che la Germania A una ahhondan.i;a di uomini corrisponde una modestia di meni. L'Italia nel piano bellico darà quindi più uomini che meni; la Germania più mez7i che uomini. 25
Ci troviamo di fronte ad uno dei principali casi di prevaricazione della ragione tecnica (e quindi logistica), da parte della ragione politica che cerca nel numero un espediente per rimediare alla scarsità di risorse, e quindi di macchine e rifornimenti. Eppure non era mancato, negli anni Venti, chi - come il tenente colonnello Roluti - impostava correttamente il problema generale della qualità e delle macchine e il loro rapporto con la pur necessaria quantità: la grande guerra ha dimostrato l'imponanza del fuoco e la necessità di meccanizzare lt: unità di cui si compongono gli eserciti; occorre accettare questa dedu.i;ione. Si possono fare economie di macchine, è vero, ma entro ceni limiti, determinati questi dal fatto che è poss1-
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Memoria per Hitler in data 27 maggio 1939 (Cii. in M. Montanari, Op. cii., p. 432).
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bile vincere, pur essendo inferiori all'avversario per numero di divisioni, per numero di corpi d'annata e di annate: alla condizione però che le divisioni, i corpi d'armata e le armate siano meccanizzate in misura eguale alle grandi unità corrispondenti avversarie, e che il generalissimo sappia riunirle celermente e improvvisamente in numero superiore a quello nemico, nel seuore decisivo del campo cli battaglia. Cioè le unitàfondamentali possono complessivamente essere per numero, inferiori a quelle nemiche, ma alla condizione che ognuna di esse valga tatticamente ognuna delle avversarie. Da questo criterio fondamentale non è possibile discostarsi, se si vuole avere un esercito in grado di riuscire vittorioso! rinvece, a parte le guerre d'Etiopia e Spagna, da questo criterio ci si è sempre discostati, a cominciare dall'ordinamento Mussolini del 1926 - N.d.a.]. 2 6
Minore importanza, a fronte di questo nodo fondamentale, hanno i riflessi - senza dubbio non positivi - dell'enfasi posta dalla retorica ufficiale, specie negli anni Trenta, sulla prevalenza dei valori dello spirito, che possono consentire anche di supplire all'inferiorità dei mezzi, in una parola: della logistica. Questa errata impostazione trova accoglimento in taluni scritti dell'autorevole critico militare Aldo Valori, che nel 1930 definisce la guerra di élites corazzate che l'Inghilterra stava allora sperimentando un genere di guerra eminentemente aristocratico e perciò contrario allo spirito della guerra moderna, che è anzi di massa e dove tutti i cinadini debbono, col minimo possibile di mezzi [nostra sottolineatura - N.d.a.J dare il massimo contributo alla comune vittoria [ ...]. Questo concetto della guerra non è fascista, e non è neppure, in certo senso, italiano. Esso può prevalere, e si può per conseguenza spiegare, nei popoli ricchissimi, ampiamente dotati cli mezzi meccanici e di carburanti; essi sono i veri aristocratici dell'epoca moderna ...27
Talune frasi contenute nelle Direttive per l' impie1:o delle Grandi Unità, e interpretate in modo decisamente poco accorto e ad usum delphini, favoriscono certe poco serie e superficiali proposizioni che circolano sulla stampa mili tare dal 1935 al 1940. Ma non è seriamente sostenibile che i numerosi Quadri che avevano vissuto la prima guerra mondiale, o che semplicemente avevano una qualche esperienza della vita militare e una qualche conoscenza dell'animo del soldato, abbiano dimenticato d'un solo colpo, fulminali dalle nuove idee, quanto 11 generale Supino - primo comandante della Scuola di Guerra dopo il 1945 scriveva nel 1952: Nulla è più indomabile ma anche tanto caduco quanto il morale dei combattenti, a seconda che sia sostenuto da clementi concomitanti e consistenti di ordine materiale o che manchi di tale sostegno. Non è disconoscere il pregio dei valori dello spirito affermare che è indebito, e praticamente è pericoloso, parlare cli valori morali a uomini male annali, mal nutriti e peggio equipaggiati il cui morale, anche se inizialmente elevato, è destinato a crollare sotto la dura lezione dei fatti. È un errore decantare come gloria militare le uniformi lacere e le scarpe rolte dei combattenti, dimentichi che è disonorevole per un paese menere i propri soldati nelle vesti di
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F. Roluti (Wolfder), Le grandi manovre nel Canavese, "La Rassegna Italiana" ot-
rohre I Q2S. 27
A. Valori, La ricostruzione militare, Roma, Littorio I 930, pp. 82-83.
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mendicanti, come è avventato di parlare di ricostruzione di forze armate e di rinascita di valori spirituali se i quadri sono sfiduciati e le armi superate e insufficienti. I valori morali non sono mai stati il surrogato della preparazione, né il succedaneo di armi efficienti e di un equipaggiamento adeguato: di s olito sono le vittime della carenza di preparazione, di armi e di equipaggiamento e l'asserzione è più vera oggi che nel passato. La disponibilità di mezzi che ponga sicuramente le forze all'altc7.Za delle prove che le attendono è una necessità inderogabile che non ammette sostituti di ordine esclusivamen te morale". 28
Proposizioni valide da sempre, che sottolineano il rapporto diretto tra logistica e morale e che peraltro - bisogna dirlo - attengono al comune buon senso. Per questo hanno fatto e fanno parte, da tempo immemorabile, del bagagJio giornaliero non solo dei grandi Capi, ma dei comandanti di qualsiasi livello, non solo in guerra ma in pace. Sì, anche in pace: perché l'enfasi oggi posta dai mass media - non senza concessioni a una retorica approssimativa, sia pure di segno contrario a quella degli anni Trenta - sulla necessità che il servizio militare sia pagante per il singolo soldato di leva, spesso sembra trascurare che il benessere morale e materiale del soldato e la stessa funzione educativa dell 'obbligo militare dipendono, oltre che dalla quantità e qualità dell' inquadramento, sempre dalla logistica: sanità, infrastrulture, vettovagliamento, equipaggiamento, mantenimento dell' insieme .. . tutti obiettivi che hanno un costo, per i quali la mancanza di risorse non può essere sostituita da altri provvedimenti o da generiche indicazioni per i Quadri. In conclusione, né le Direttive del 1935, né alcune improvvide idee che circolano dopo tale data sulla stampa militare sembrano aver avuto una reale influenza, e aver prodotto i guasti e gli errori dei quali è pur-
troppo costellata la nostra storia dopo il 1936. Questi guasti ed errori banno due sole cause: carenza di leadership strategica e cattivo meccanismo logistico, favorito, più che dall'insufficienza e dalle lacune della dottrina, dalla carenza di risorse e dalla dominante improvvisazione, dalla cattiva strategia, dal cattivo coordinamento. Anche negli anni Trenta vi è chi - come il generale Francesco Saverio Grazioli, già Sottocapo di Stato Maggiore - si pronuncia per un esercito di qualità fortemente meccanizzato29, mentre il tenente colonnello di fanteria Canevari, che pure non vede troppo di buon occhio i carri armati, oltre a sostenere anch' egli una fanteria e un esercito di quaJità intensamente addestrati e ben equipaggiati, ne individua con chiarezza tutte le implicazioni logistiche, con corretti criteri di impostazione del problema che anche oggi dovrebbero presiedere ai calcoli delle unità da mantenere costituite, da completare oppure da mobilitare ex-novo. Al di là dell'eterno e mai spento mito della "nazione armata", Canevari ritiene possibile, in caso di guerra, mobilitare un esercì28 Cit. in O. Bovio, L ' Ufficio Sto rico d e/l' Esercito, Roma, SME - Uf. Storico 1987, pp. 15-16. 29 F.S. Grazioli. Della g uerra e della pace - m editazioni di un combatlente. " Nuova Antologia" I O luglio 1931.
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to di soli 500.000 uomini, e così giustifica questa tesi (contestata dal generale Baldini, noto studioso militare che è l'interprete degli orientamenti dell'esthablishment politico-militare del momento): Da che mondo è mondo, la frase «mobilitazione di tulle le fone nazionali» non è stata che retorica. Inevitabilmente una parte dei cittadini, l'élite, sta al fronte; una parte sta nelle retrovie e la parte maggiore sta a casa e provvede a vivere ed a rifornire l'esercito. Tutto è questione di proporzioni e di misura [ ... J. Vogliamo dire che oggi la mobilitazione deve farsi non solo in base a criteri demografici, chiamando alle armi tutti i validi disponibili, ma esseruialmente in base alla capacità industriale ed alle possibilità di rifornimento. Senza le macchine, senza aver cioè una grande potenza unita ad una grande mobilità, le folle armate non sono che carne da cannone, « materiale umano» come si diceva con elegante perifrasi durante la guerra. Ora, noi non vorremmo più far la guerra con materiale umano, ma con fieri soldati, bene annali, ed animati da un freddo e tranquillo coraggio [ ... )_ Quanto ai rifornimenti di ogni specie ed al materiale, saranno proprio gli uomini rimasti a casa, i quarantenni, i produttori in una parola, c he potranno fornirlo all'esercito operante, se nza sconci di esoneri e di imboscamenti.30
Lo scontro tra le varie teorie non è cosa accademica, di scarsa presa sulla realtà, perché la tendenza a fare del numero una variabile indipendente prima di tutto dalle risorse ha ben precisi e primari sottofondi logistici. Tutto o quasi tutto deve essere sacrificato al mantenimento del! 'esistente, senza spazio per le indispensabili scorle - a cominciare da viveri, vestiario, carburanti e munizioni e, oggi, pezzi di ricambio - e per la ricerca, la sperimentazione e I ' ammodemamenlo dei materiali. Ma anche se nuovi materiali vengono approvvigionati, i dintorni e sottofondi logistici - che richiederebbero un pari ammodernamento di strutture, procedure, ecc. - rimangono con intuibili danni in seconda linea. Al tempo stesso la dottrina logistica, ancor più di quella strategica, è costretta a tenere molto conto dei vincoli e limiti dell'esistente prima di procedere a riforme che, senza idonei presupposti sarebbero - più che un salto in avanti - un salto nel vuoto, con organi e mezzi solo sulla carta accompagnati dallo stravolgimento di strutture e metodi magari antiquati, che pure in qualche modo funzionano. ln teoria la dottrina logistica dovrebbe tallonare strettamente quella strategica e ad essa raccordarsi senza smagliature. Ambedue dovrebbero poi disegnare gli ordinamenti necessari per realizzare i presupposti dottrinali. In pratica ciò raramente è avvenuto, raramente avviene e raramente avverrà. Nessuna dottrina - a maggior ragione se si tratta di una dottrina logistica - può ignorare che le effettive risorse disponibili pongono dei limiti ben precisi a progetti di rinnovamento ritenuti necessari, ma in sede puramente teorica e dottrinale. Tutto ciò finisce col favorire le correnti più conservatrici, e con il togliere spazio alle correnti innovalrici. Il compromesso raramente è "sano", perché nella migliore delle ipotesi anche se non aggrava il problema, ne ritarda la soluzione. 30 eserciti di ieri ed eserciti di domani, "La Vita Italiana" settembre 1931. L 'articolo non è firmato, ma è attribuibile ad Emilio Canevari (critico militare della Rivista).
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Di qui la ragione primaria delle smagliature e dei ritardi nella regolamentazione logistica del periodo in esame, per la quale vi è la costante tendenza a parziali adeguamenti ed anche troppo prudenti soluzioni, che lasciano immutato il quadro di riferimento. E quando si decidono ampliamenti organici, la filosofia del numero non porta certo a dare il dovuto peso a problemi di disponibilità degli indispensabili supporti logistici, la cui mancanza, almeno fino a quando si rimane lontano dal campo di battaglia, può perciò essere vista come un "alleggerimento".
*** Dopo aver tracciato questo quadro in cui non sempre positivi condizionamenti di fondo non solo impediscono alla dottrina logistica (e ciò sarebbe un bene) voli pindarici, ma finiscono con il fortemente limitarne la capacità di adeguamento al mutare delle strategie, si deve constatare che dal 1919 in poi sono più le costanti - molte delle quali diventano "indipendenti" - che le variabili. Difficile stabilire se e in che misura ciò dipende dal conservatorismo degli Stati Maggiori, che pure è esistito, specie a proposito della nuova guerra dei corazzati. Un valore determinante ha, senza dubbio, l'errata impostazione strategica. Al di là di questa, si deve tenere presente l'antico motto latino "ultra posse nemo tenetur", e il posse del 1939-1940 era irrimediabilmente minore, e di mollo, di quello del 1914-1915. Se n'era del resto accorto il vecchio maresciallo Caviglia, che nel 1940 si schierava apertamente e pubblicamente contro l'entrata in guerra e scriveva nella prefazione a un libro che tra l'altro non è molto tenero nei riguardi del maresciallo Badoglio: il Capo politico europeo, conscio delle sue responsabilità, non lancerà il suo paese in una guerra con grandi potenze, se non ha la possibilità di continuarla fino all'esaurimento dell'avversario. Nel suo calcolo le forze militari non avranno il valore principale, bensì le forze economiche e finanziarie. La possibilità di procurarsi viveri e rifornimenti per vivere e combattere durante una lunga guerra dev 'essere la Slla prima prcoccupa7ione. Vi potrà provvedere colla scelta delle alleanze. La strategia si fonde con la politica perché fin dal tempo di pace l'uomo politico prepara la vittoria [anzitullo nel campo economico e logistico - N.d.a.] o la sconfitta [ ...J. Se non si sono preveduti in tempo gli obbiettivi politici e militari della guerra, lo scopo non può essere scelto. È imposto dai mezzi dispo11ibili, almeno in primo tempo [nostra sollolineaiura - N.d.a.]; finché cioè non siano organizwte le forze necessarie per lo scopo voluto dal Capo politico. Ma non sempre ciò sarà possibile durante la guerra .. .3 1
Queste parole ammonitrici e profetiche della vigilia della guerra non ebbero alcun peso, il che non può meravigliare più di tanto visto che, come ahhiamo a suo tempo constatato nei precedenti volumi I e II, non è mai stata abitudine dei nostri Governi considerare seriamente i ri-
31 A. Cappa. La guerra totale-politica e strategia nel XX secolo, Roma, Bocca 1940 (Prefazione del maresciallo Caviglia).
Introduzione
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svolti militari, logistici e tecnici delle decisioni politiche e strategiche. Ne è seguita una mai smentita tendenza a chiedere allo strumento militare - quindi alla logistica, quindi allo stesso soldato - ciò che non potevano dare. Ne è seguita anche una ricerca di espedienti e compromessi in campo dottrinale e organico, che come tali non potevano che dare mediocri risultati. Saremmo perciò lieti se l'analisi che ci accingiamo ora a condurre riuscisse a rendere ben chiara ancora una volta una cosa sola: che la partecipazione o meno a un conflitto, oppure l'assunzione di impegni militari in ambito internazionale, non possono prescindere dal parere dei tecnici e non possono ridurre la nazione e il suo esercito ad una specie di dado gettato ex abrubto sul tappeto verde del gioco internazionale alla ricerca della buona sorte o in nome dei supposti, sperati vantaggi di una politique politicienne staccata dalla strategia. Le decisioni principali di politica militare - di competenza dell'autorità politica - richiedono a monte seri calcoli di congruità economica e logistica nei quali devono essere vagliate tutte le ipotesi, anche le pe,:giori. Concetto elementare, che però troppo spesso la complessità delle situa7ioni ha fatto dimenticare o trasc urare. È nel non dimenticare e non trascurare che consiste invece una buona politica, una buona strategia e soprattutto una buona logistica: quella buona logistica che il ricercatore militare vorrebbe sempre trovare e che, come l' azione disciplinare, è " virtù di comandante" ; lo è oggi, lo era anche ieri, lo sarà sempre.
Ferruccio Botti Parma, marzo 1991
PARTE PRIMA
GLI ANNI VENTI: DALLA LOGISTICA DELLA GUERRA DI POSIZIONE ALLA LOGISTICA DELLA GUERRA DI MOVIMENTO (19 I 9- 1932)
CAPITOLO I
GLI AMMAESTRAMENTI DELLA PRJMA GUERRA MONDIALE
I. Premessa
Se dedichiamo un apposito capitolo. ad apertura di quest'ultimo volume, agli ammaestramenti della prima guerra mondiale (guerra che ormai non sembrerebbe dire gran che di attuale) , ciò risponde a ragioni profonde e precise. Come già ahhiamo avuto modo di osservare in altra sede 1, a distanza di sellanta anni si può constatare che questa prima guerra di masse e di na.t:ioni per la stessa sua natura apre una serie di problemi e di prospettive che neppure oggi hanno trovato un assetto organico e delle risposte dt:fiuilive. È una guerra che pur nel modesto stadio tecnologico raggiunto delinea la necessità di un nuovo e complesso sistema di legami, organi, funzioni e rapporti per i quali oggi sono mutate le forme e modalità, ma assai di menu le impostazioni concettuali e le e sigen.t:e di base. Per questo l'esperienza logistica di allora. oltre a non essere del tutto e sempre superata, influenza assai di più di quanto si possa pensare il periodo tra le due guerre mondiali, e anche nella seconda guerra mondiale ha molto da dire, specie dopo che questa, tramontate le illusioni del blirz Krieg e della guerra di rapido corso, si trasforma in pratica - dal 1941 in poi - in una seconda guerra di logoramento ove la maggior sofisticazione dei materiali dà origine a problemi di produzione e rifornimento ancor più ardui, sia sotto l'aspetto quantitativo che qualitativo. La prima guerra mondiale appartiene pili alla nostra epoca che a quella passata del secolo XIX: per questo è più giusto che l'analisi di quanto ne scaturisce, anziché chiudere il periodo fino al 1918, apra quello che inizia con il 1919. Nonostante la luminosa e oggi quasi dimenticata villoria del 4 novembre 1918, la guerra sottopone le istituzioni militari, civili ed economiche del Paese - tutt'altro che salde, consolidate e pr~paratc nel I 'estate 1914 - ad uno sforzo immane che provoca al loro interno scompensi, guasti, problemi, ferite difficili da sanare in breve tempo. Uno sforzo tale da dare quasi ragione, in ritardo, a certe frange dell'estremismo rivoluzionario interventista del 1915 che proprio in questo effetto dirompente speravano. Solo un approccio logistico-amministrativo agli eventi della guer-
1
F. Boni, Ceredml del(a grande guerra, ..Panorama Difesa .. n . )4 apnh: 19119.
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ra e del primo dopoguerra - come tale fatto anche di (tutt'altro che aride) cifre e di dati concreti alla cui eloquenza non è facile sfuggire - può consentire di fare piena luce sulla pesante eredità che la guerra lascia, e su molli problemi strategici e logistici che rimangono irrisolti nel novembre 1918. Come già abbiamo messo in luce a chiusura del volume Il, l'eredità logistica del grande conflitto è estremamente povera di risultati, concetti, assetti definitivamente acquisiti, e più che altro sottolinea i nodi tecnici e pratici da affrontare nel futuro, nodi che la difficile realtà politico-soci.aie ed economica del prima dopoguerra contribuisce più a far dimenticare che a far ricordare, spostando l'attenzione sugli espedienti per realizzare economie. La stessa vittoria non solo in Italia non spinge certo ad una riflessione profonda gli Stati Maggiori, portati a vedere nella conclusione vittoriosa della guerra il risultato e la miglior dimostrazione della bontà delle soluzioni strategiche, ordinative e logistiche adottate quali che esse siano state, e non un punto di partenza per un serio, sereno e severo esame critico degli avvenimenti e dei fattori in gioco. Afferma Liddell Hart: i capi dell'esercito britannico, e anche quelli dcli 'esercito francese, erano molto più soddisfatti e sicuri di sé per il successo finale ottenuto nel I 918, e perciò inclini a continuare con gli antichi sistemi e a perseverare nei metodi che si erano dimostrali sufficienti nell'ullimo anno del confliuo. senza tentare iaaovuioni rivoluzionarie [...l. "Tornare al I 914": 4uesta era la parola d'ordine dei militari del dopoguerra [ ... J. Questi timori all 'interno dell'esercito erann alimentari dall"opinionc puhhlica, stanca della guerra: un atteggiamento passivo che a quel tempo aveva molto più peso del pacifismo. Molti erano pronti a credere allo slogan "niente più guerra" semplicemente perché non volevano prendere in considerazione eventualità più sgradevoli.2
Eppure da un punto di vista logistico, aveva certamente più ragione che torto Giulio Douhet scrivendo, nel 1923: e'.: chi affeuua 11011 .,,,ere n"ppute ueceo,aiiu 1i0t<li11are. pe1chi la gu.,ua fu vintd cou ve<0chi ordinamenti. Ma chi afferma cio cade m un e4u1voco: la guerra non fu vinta Rra:1e ai vecchi ordinamenti, fu vinta 110110.<tattte quegli ordinamenti e il paese sa che cosa gli cnstò quel 11n11nstante.3
Benché secondo la comune accezione la grande guerra sia stata prettamente logistica ed economica, le questioni logistiche che nel 1918 rimangono sul lappelo sono proprio le più qualiricanli, in particolar modo per un Paese povero di risorse come l'Italia: a) l'assctlo generale dell'organizzazione logistica, per il quale il Liuzzi precisa che "l'organizzazione finale dei servizi [nel novembre 1918 - N.ù.a.l non può essere considerala che come una situazione
2
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<'
B.H. Liddel Hart, L'arte della f(Uerra 11el XX sernln, Milano, Mondadori 1971, pp. 126. 1 G. Douhel, La difesa na=itmale. Roma, A.L.I., 1923. p. 29.
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d'arrivo imposta dalle circostanze di quella guerra, e non mai come una situazione di base per venture guerre"4 ; b) le misure necessarie per garantire il supporto logistico della guerra di movimento, misure rivelatesi insufficienti e tardive a Vittorio Veneto5; c) l'assetto del vertice logistico-amministrativo, con il correlato problema delle Intendenze e del legame eternamente insoddisfaciente tra operazioni e Servizi, che si vorrebbe più stretto e organico; d) l'economico funzionamento delle strutture logistiche·, al quale durante la guerra è stato gioco-forza rinunciare dato il carattere eccezionale della situazione 6 ; e) il coordinamento tra Servizi logistici dell'esercito di campagna e territoriali, e tra questi ultimi e i Servizi civili; I) il ruolo cd il conseguente ordinamento dei trasporti in una guerra futura che si spera più dinamica e, in particolare, il grado di motorizzazione auspicabile. Per tutti questi settori qualificanti la prima guerra mondiale non fornisce delle soluzioni, ma solo delle generiche indicazioni, del materiale su cui lavorare: ci dice ciò che non va bene, ma non ci suggerisce il rimedio. Sul piano generale, tuttavia, v'è solo da dolersi che negli anni precedenti il fatale 1940 non abbiano avuto il giusto peso queste parole ammonitrici e precorritrici, che concludono il libro/ rifornimenti del/" esercito mohilitato durante la guerra alla fronte italiana, edito dal Ministero della guerra nel 1924: l dati statistici più volte citati possono dare un'idea adeguata dell'entità dello sforzo compiuto. Per vincere. l'Italia dovelle mobilitare tulli i suoi uomini e tulle le sue ri-
sorse agricole. industriali e rinanziarie. Dovelle contrarre grossi dehiti all"estero per comprare i metalli mancanti. tutto il cotone, la hcn7ina cd il carhonc, i cereali per colmare l'insufficiente raccolto, ed, oltre a ciò, i cavalli, i materiali chimici, i materiali ferroviari e per pagare grossi noli alle marine estere che concorrevano ai nostri trasporti. Per fron teggiare queste enormi spese bisognò esaurire le limitate riserve rinanziarie ed impegnare per moli, anm le entrate luture. Pur tuttavia, fra mezzo a tante difficoltà, aggravate ancora dalla guerra sottomarina (specialmente nell'anno 1917), i rifornimenti furono assicurati all'Esercito; ciò fu merito degli organi dirigenti e, soprattutto, dell'intero Paese, che concorse in rutti i modi e sopportò serenamente le limitazioni imposte dallo stato di guerra. Bisogna 1111/avia riconoscere che le circuslanu 11elle quali noi emrammo i11 guerra facililarono s11111olarme11te /' opera della preparazione. la q11ale poté, in parie almeno, completarsi gra:ie al 11oslro rilardato i11tervemo. Sarehhe però estremameflle pericoloso il fa re asseg11amen1n, per l'avvenire. su circostau:e consimili [nostra sottolineatura - N.d.a.]. Le guerre moderne richiedono il concorso di tulle le fort.e dello Stato e, per conseguenza. una lunga e metodica preparat.ione. Sono tali e tanti i me7..zi necessari che sarehbc follia credere di poterli trovare o, meglio, improvvisare al momento dello scoppio del conflitto. 4
G. Liu:ni, I urvizi logistici nella g11l'rra, Milano. Corbaccio, 1934 p. 199. lvi, p. 395. G. Liuz.zi. Op. cii., pp. 375-390 e F. Zugaro-R. Ratiglia, Statis1ica dello sfnr=n mi/ilare ilaliano nella guerra mondiale - I Servizi logis1iri. Roma, Ministero della Guerra 1929. Voi. I, pp. 447-460. 5 6
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Occorre quindi prepararsi per tempo: occorre prevedere i bisogni ed assicurare la provvista e la raccolta dd meui. In altre parole, per quanto riguarda i rifornimenti, è necessario che: I) il Paese abbia la certezza di potersi procurare, possibilmente entro i suoi confini, tulle le materie prime indispensabili; 2) sia stata accuratamente predisposta la rdp1da e completa mobilitazione delle risorse naturali cd industriali del Paese stesso, fin dal tempo di pace. I sacrifici che un Paese sopporta per tale scopo sono il pegno migliore della sua sicurezza e saranno \Cmprc di molto inferiori a quelli che il Paese stesso dovrebbe inevi tabilmente affrontare, al momento del pericolo, per richiedere alle sue armi la propria salvezza.
Anche Zugaro e Ratiglia, nel I 929. si soffermano sul peso che il fattore economico ha esercitato nella condotta e nella conclusione della guerra: La serena indagine dello storico futuro mellerà forse in evidenza, più di quanto non lo sia stato finora nella pur copiosa lcucratura fiorita intorno alle cause della grande guerra, che queste furono prevalentemente di ordine economico e che ragioni econom,che stesse molto contribuirono alla cessazione della guerra e alla viuona degli alleati. Ne gli ultimi mesi del 191 ~ Joffrc costituis<.:e nel suo Stato Maggiore uno Srato Maggiore e<.:onomico; llind.,nburg e Falkenhayn lamentano e ,i preon:upano non cklla mancan7a di armi e munizioni ma di vivcri. 7
Sulla base di queste deduzioni, va subito messo a fuoco un primo e fondamentale concetto di grande valenza anche allualc: dal 1916 al 1918 non sono la trincea, il reticolato, la mitragliatrice, le artiglierie e la superiorità della difensiva i fattori che più influenzano l'esito della guerra, bensì la capacità economica, industriale, finanziaria, in una parola: le attività attinenti alla logistica di produzione, base su cui poggia tutto il resto. Solo così ci si può spiegare lo strano, paradossale fenomeno di un grande esercito-modello, come quello tedesco, che riporta per anni successi su successi dimostrando fino al 1918 la sua netta superiorità strategica, tattica e di leadership, ma è ugualmente co'>tretto a cedere il campo - ancora al di là dei confini della Germania - dal cedimento di tutto ciò che sta alle sue spalle, pur essendo riuscito persino a neutraliz;,are le azioni offensive della sua futura arma vincente, il carro armato. Ben chiari sono dunque, già negli anni Venti, gli ammaestramenti generali da trarre dal conflitto appena concluso, tutti incentrati sull 'importanza dell'economia e dei rifornimenti, importanza tale da spostare decisamente indietro il baricentro della guerra, da far cadere molte barriere sia tra forze armate sia tra organiu;azione militare e civile, e da far ritenere decisamente superate e persino illusorie e pericolose queste teorie dell 'Odier: in tempo di pace. la prima legge è l'economia. In campagna, essa però non è che l'ulti ma. Malgrado tulle le prodigalità immaginabili, si è sempre ricchi dopo la villoria, men-
7
F. Zugaro R. Rat,glia, Op. rit .. Voi. I. pp. 457-459.
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Ire i risparmi e la parsimonia non servono, dopo la disfatta, che a soddisfare la cupidigia del vincitore.8
La visione che l'Odier ha dell'economia di guerra è evidentemente quella tipica del secolo XIX, in auge fino al 1914. Essa si fonda su tre presupposti: a) possibilità di ottenere con relativa rapidità la debellatio completa, definitiva e senza appello dell'avversario, alla maniera di Napoleone; b) costo della vittoria molto inferiore ai vantaggi che si ottengono; e) conseguente convenienza della debellatio. Un approccio economistico e logistico alla prima guerra mondiale consente, invece, di dare un primo colpo a questa visione: la guerra totale, fatte le debite eccezioni, è stata cd è un cattivo affare, specie per l'Europa e per l'Ilali, ed ha indebolito e resi più poveri sia i vinti che i vincitori, sconvolgendo le economie e gli assetti sociali dell'Europa. Paradossalmente, è proprio il timore di una guerra di logoramento tipo '14-' 18 a spingere Mussolini ed Hitler, nel 1939-1940, a trasformare lo scenario internazionale in una specie di tavolo per il gioco d'azzardo. Purtroppo nel 1940 non si ripetono le circostanze fortunate che nel 1914 facilitano la nostra preparazione e la nostra ritardala entrata in gueria, meutre il tentativo mussuliuiano di co1tui;ircuilare con un sul i;ulpu di dado le strettoie dell'economia e della logistica si rivela disastrosamente perdente. Viene però da chiedersi come, e in che misura, subito dopo la grande guerra vengono tratti ammaestramenti logistici di dettaglio, relativi cioè ai caratteri dell'organizzazione logistica futura e a compiti, struttura e funzionamento dei singoli Servizi. Come già osservato, la pubblicistica del primo dopoguerra (e anche fino ai nostri giorni) fornisce, su questo problema, indicazioni del tutto insufficienti. Basti solo dire, in questa sede, che dopo il 1918 i vincoli e i limiti posti dalla constatata debolezza economica e industriale dell'Italia e dalla sua dipendenza dai rifornimenti via mare spingono tutti gli studiosi italiani di strategia - sia terrestre, che marittima, che aerea - a ricercare lo strumento più adatto a una guerra hreve, economica, decisiva, tale cioè da rappresentare l' opposto della temuta guerra di logoramento, e da richiedere meno sangue e meno risorsc.9 Tra gli strateghi navali, la scuola di pensiero più seguila - si veda ad esempio il Baistrocchi - insiste sulla necessità di garantire i rifornimenti via mare anche con idonee alleanze con le nazioni più forti sul mare (leggi: Inghilterra), mentre ad esempio il Pentimalli suggerisce di non seguire le grandi potenze nella ricerca del dominio assoluto del mare costruendo costosissime corazzate, ma di badare più modestamente a proteggere i rifornimenti marittimi costruendo naviglio sottile di scorta, sommergibili e aerei. Nel complesso, si verifica negli anni Venti un fenomeno che poi sarà 8 G. Liuzzi, Op. Cii., p. 445. 9 Cfr .. in merito. F. Bolli-V. Ilari, Il pensiero mi/Ilare ilaliano Ira il primo e il secondo dopoguerra (/919-/949). Roma, SME - Uf. Storico 1985.
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alla base di talune fatali e incongrue decisioni strategiche degli anni Trenta: si tende a studiare e teorizzare e sostenere non il tipo cli guerra che - tenuto conto della situazione internazionale - si rivela effettivamente e sicurameflle possibile per l'Italia prima di tutto dal punto di vista loRistico, bensì i/ tipo di guerra che sembra pii~ conveniente (a prescindere da chi è, e da ciò che può fare l'avversario) per un Paese povero di risorse, che dunque non può sostenere una guerra di logoramento (ma che avviene, se l'avversario ce lo impone?). Emblematico quanto scrive nel 1922 il De Rysky, sostenitore di un grosso esercito sempre pronto, in grado di sconfiggere (nonostante l'esperienza della prima guerra mondiale) il nemico (ma quale?) in poche battute: come faremo noi, che nel territorio produciamo meno di 5.000 tonnellate di petrolio all'anno, che sulla fine del 1918 ne consumammo 10.000 al mese per i soli servizi <lell'esercito, come faremo noi a sostenen: glt assalti nemici, quando, con l'incremento dell'uso <lei motori a nafta e a bcn7ina non solo nei Lra~porti terrestri ma anche nella marina militare e mercantile, ma anche ncll"armata dell'aria, troveremo chiusi tutti i centri di rifornimento e inlcrrolle lt: vie per accedervi"! 10
Guerra breve quindi, come nel 1914: ma nessuno dei generosi e brillanti sostenitori di ardite (anche se non del tutto nuove) concezioni offensive clausewitziane sembra darsi pensiero del fenomeno - già studiato da Clausewitz - del progressivo esaurimento dell'azione offensiva, esaurimento che nella guerra del secolo XX è dovuto prima di tutto a ragioni logistiche; nessuno si sofferma sulle implicazioni logistiche di una strategia offensiva e imperniata sul rapido movimento. La più ricca e innovativa letteratura militare degli anni Venti, dunque, ignora la dimensione logistica del Lema della guerra futura, che pure è dominante, e per la massima parte non si va al di là del consueto e generico richiamo ali 'importanza della logistica, dei rifornimenti via mare e della produzione di guerra. Richiamo nel quale sembra che si voglia - ieri e oggi cono,;iderare esaurito un argomento. che invece quant'altri mai richiede indagini laboriose e a largo spettro e valutazioni e previsioni non superficiali, ma basate su ben delimitati dati di fallo di per sé tali da lasciare poco spazio ai miti propagandistici del tempo, ai quali non sempre sa sfuggire la strategia. L'eccezione che conferma la regola è rappresentata prima di tutto dal Liuzzi, al quale principalmente ci riferiremo, e da alcune opere in materia di sanità, amministrazione, motori.uazione e trasporto in genere. Specie con il suo libro (ufficioso) Ricordi e pensieri di un Intendente d'armata ultimato nell'aprile del 192211, quindi ancora in un clima di notevole libertà di dibattito e con davanti agli occhi l'immagine anco10 C. Dc Rysky. L'Esercito che ct occorre, Roma, Ass. Naz. Tubercolo1ici Trinceristi, 1922, p. 233. 1 1 Cfr , G. Liuzzi, Ricordi e pensieri dt 1111 fotendell/e d" armata, Roma, 1st. Poi. Stato 1922.
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ra fresca e viva della guerra il Liuzzi è l'unico a fonùre una visione globale degli ammaestramenti, logistici da trarre dal conflitto, ammaestramenti che - come meglio vedremo in seguito - influenzano in maniera notevole la nuova regolamentazione del 1924. Al tempo stesso il robusto cordone ombelicale che lega la sua ottica alla prima guerra mondiale è anche un limite: la nuova logistica che scaturisce dalle osservazioni del Liuzzi è solo un miglioramento di 4uella del 1918, e tulto sommato assume quale riferimento un tipo di strategia non molto lontano da quella della grande guerra. La prospettiva della futura "guerra di movimento" talvolta ricompare ma non è ancora un fattore condizionante e trainante, è solo un 'eventualità futura ancora tutta da studiare e da mettere a punto, anche se il Liuzzi giudica la guerra di posizione combattuta al confine di nord-est solo una fase momentanea da superare e non come invece Douhet e tanti altri - un dato costante per il futuro: non dohbiamo dimenticare che se la guerra combattuta è stata esclusivamente guerra di posizione, la preparazione militare deve sempre mirare alla guerra di movimento di cui 4uel1a di posizione è soltanto una specializzazione. È la regola e non I·eccezione. che dobbiamo sempre considerare e applicare. 12
il massimo a cui egli arriva nel 1922 - ed è già parecchio - ~ una pruspelliva di guerra di movimento, ma pur sempre in montagna e condotta da eserciti di massa e non di élite: più che nella guerra di posi,;ione, la logistica deve compiere tutto il suo dovere nella guer-
,a di movim.,nto e a,,sai più "he nelle regioni pianeggianti, in 4ucllc montane. Manlcn.,ndu orientate le nostre menti verso la guerra di movimento, s ia pure questo movimento relativo alle grandi masse poste in campo dalle odierne nazioni, noi dovremo sempre ricordare che è runa montana la nostra zona di fron1iera. che è per la guerra di montagna che le nostre unità devono essere costituite, addestrate, equipaggiate. alimentate, e che la montagna è più s.,nsibile alla saturazione logistica che a quella tauica. t3
Un altro limite, inevitabile nella pur ampia capacità prepositiva del Liuzzi è che la sua ottica è in gran parte rivolta ai Servizi di campagna, ScrviLi nei quali, del resto, si riassume la sua personale esperienza di guerra. Ma parecchi dei problemi sui quali egli si diffonde - ad esempio la struttura centrale di comando e controllo dei Servizi dell'esercito, che gli sta molto a cuore - possono trovare equilibrata soluzione solo nell'ambito di un preciso progetto complessivo, che ripartisca carichi, funzioni e competenze tra vertice militare (Intendenza generale e/o Stato Maggiore) e vertice politico (Ministeri e organi tecnico-amministrativi centrali di varia specie). Né compare, nel Liuzzi, la prospettiva di una guerra in diversi teatri d'operaLione, che anch'essa ha risvolti immediati nella struttura centrale a carattere logistico-amministrativo: per tutte queste ragioni non si deve chiedere agli ammaestramenti da lui tratti più di quello che possono dare, che tuttavia non è poco.
12
lvi, p. 62.
13
Jvi. p. 2.17.
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2. Ammaestramenti generali tratti dal Liuzzi Sono quelli più attuali, perché mellono in evidenza la necessità di evitare una serie di errori e degenerazioni che in ogni Lempo impediscono il buon funzionamenlo dell'organizzaz.ione mililare in generale, e di quella logistica in particolare. Li raggruppiamo per argomenti affini.
Personale
Occorre tenere nel massimo conto, per i Servizi, la specializzazione. Essa fa premio anche sul grado, perché nei Servizi dell'lntenden7.a il grado della normale gerarchia degli ufficiali perde della sua importanza: essa di sovente non corrisponde alla competenza tecnica richiesta dai servizi, e allora riesce di ostacolo alla migliore utilinazione delle effettive competenze. 14
Per questo motivo le questioni organiche relative al personale dei Servizi devono essere attentamente risolte e predisposte fin dal tempo di pace: non possono esserlo durante una guerra. Fin dal reclutamento. bisogna distinguere il personale "in combattivi e di servizio, ripartendolo altresì convenientemente, gli uni e gli altri, in elementi di I· linea, 2· linea e territoriali.". In Lai modo, la specializzazione dà a ciascun elemento il giusto ruolo. Gli ufficiali utilmente addetti ai Servizi esercitano la loro azione in una sfera più estesa e complessa di quella normalmente assegnata agli ufficiali d'Arma, e inoltre hanno eccezionali responsabilità amministrative; per questo i cambi d'incarico per gli ufficiali che vi sono addetti riescano più dannosi, se non sono effettuati con speciali cautele che assicurino la continuità funzionale. Per gli incarichi direttivi più importanti la sostituzione dovrebbe avvenire solo per cause di forza maggiore (durante la guerra, si era invece esagerato con il disboscamento, cioè con la rotazione - per motivi morali - degli ufficiali tra incarichi di 2· linea e relativi ai Servizi e incarichi di l ' linea 15, con negativi riflessi sul buon funzionamento dei Servizi). È anche necessario e opportuno premiare con incarichi più elevati gli ufficiali dei Servizi che si distinguono, visto che per essi vigono criteri di valutazione diversi da quelli d'Arma: come nell ' azione di comando un ufficiale deve poter meritare una promo7ionc di grado. così nella fun~ione di servi.do un ufficiale dovrebbe poter meritare almeno una elevazione d·impiego. Ciò non fu mai ammesso, e mai ne compresi la causa. Vero è che nei servizi non si verificò un caso di siluramento, neppure quando il siluro sarebbe evidentemente
14
lvi, p. 54. D'ora in avanti, per ··servizi di J• linea" mtenderemo - nel concetto di allora - i Servizi al livello di corpo d ' armata e inferiori, affidati alla piena, diretta cd esclusiva responsabilità dei Comandi operativi, Per "Servizi di 2' linea" invece, quelli di armata, affidati all'Intendenza di armata con il concorso dell'lntenden73 generale. 15
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giusto e benefico; ma non posso ammettere che per compensare questa incomprensibile
generosità verso i ... meno idonei si sia voluto non ricono~cere il merito dei veri valori."'
Criteri da adottare per la compilazione di studi, piani e ordini L 'organiu:azionc e il fun7.ionamento dei Servizi in guerra deve essere materia importante di cultura professionale comune a tutti gli ufficiali, più estesa per gli ufficiai i di grado più elevato e per gli ufficiali di Stato Maggiore. All"'ignoran7..a dei Servizi" è dovuto principalmente un funzionamento non economico degli stessi, che può compromettere le risorse del Paese e la possibilità di condurre ulteriori operazioni, anche se - a prima vista - appare regolare cd efficace. Occorre rifuggire dall'eccessiva burocra7ia (uno dei tradizionali lati negativi, che si era mantenuto e anzi si era accresciuto durante la guerra): "conferire sempre che possibile e utile; scrivere solamente quando e quanto è necessario". 11 sistema amministrativo (altra vecchia piaga) deve essere più semplice e attuare un opportuno - anche se non eccessivo - decentramento di respom,abilità. L 'organin.a7ione del lavoro all'interno dei Comandi deve essere il più possibile semplice e adatta a personale di normali capacità, con organizzazione degli archivi molto curata. Solo così cia">Cun rotismo fornirà il massimo rendimento: "non è possibile. né conveniente, fare assegnamento su dei superuomini". Gli studi logistici del tempo di pace, pur considerando ogni questione relativa alle varie eventualità di guerra, devono sempre concludersi con predisposizioni eminentemente pratiche, cioè "semplici, snodate, elastiche"; ciò vale soprattutto per gli studi di mobilitazione. In relazione a questo criterio pratico, i problemi operativi e la conseguente composizione e articolazione delle forze (anche in sede di ordinamenti per la mobilitazione) devono tenere ben presenti vincoli epossibilità del supporlo logistico, e non solo le esigenze strategiche e tattiche (ciò vale anche per I 'organiu.a/,ione del comando): il limite ultimo è comunque quello imposto dall'organizzazione logistica. Le zone delle armate devono essere definite tenendo conto, oltre che del compito e del terreno, anche della necessità di assicurare il buon funzionamento dei Servizi, mentre sono le caratteristiche delle comunicazioni a consentire la definizione dei limiti della capacità logistica e quindi anche della capacità tattica. L'ordinamento e le dipendenze dei Servizi devono perciò essere definiti considerando tutti i fattori in gioco (a cominciare dal terreno e dalle vie di comunicazione) e non essere rapportati solo alla forza media: "lo schieramento dei Servizi dipende dal concetto d'azione, dallo schieramento delle truppe, dalle condizioni topografiche della zona e dalle caratteristiche diverse dei singoli Servizi". 17 Per il Liuzzi l'incidenza del16 I/
G I .iuni, Ricordi ... (Cit.), p. 58. fri, p. 248.
so
Ferruccio Bolli
la minaccia aerea è, per altro, da non sopravvalutare. Su di essa devono far premio le esigenze di funzionalità, che suggeriscono di far assumere agli stabilimenti una dislocazione tendenzialmente accentrata in prossimità delle stazioni più importanti e in località con queste collegate anche a mezzo decauvilles: nonostante i progressi raggiunti e raggiungibili dall'Anna aerea, "le contrarie concezioni sono, a mio parere, frutto di esagerazioni pericolose e dannose assai più che i bombardamenti aerei". 18 Un fondamentale corollario è la necessità di eliminare un vecchio e pesante inconveniente già delle guerre d'indipendenza, che si era largamente verificato anche nel 19 I S: la ritardata mobilitazione dei Servizi rispetto a quella delle truppe. Per il Liuzzi, i Servizi che assicurano la vita delle truppe e l'esercizio del comando (sanità, vettovagliamento, postale, collegamenti e trasmissioni) devono funzionare henc e fin da quando le truppe iniziano a mobilitarsi: gli altri Servizi a carattere operativo (artiglieria, genio) devono invece essere a punto al momento di entrare in azione. Comando e controllo L'organizzazione di comando ad ogni livello deve assicurare una perfetta e continua saldatura tra operazioni e Servizi: il Leitmotiv dell 'opera del Liuzzi, fin troppo ripetuto, è che non vale più la vecchia massima pre-1914 "I Servizi son fatti per servire", perché presuppone una subordinazione aprioristica dei Servizi alle esigenze operative. Rispetto alle operazioni, il ruolo di quest'ultimi è ormai paritario: "l'ultima grande guerra fu essenzialmente guerra logistica, e tutto fa ritenere che le venture guerre accentreranno maggiormente tale caratteristica[ ... ]. La maggiore importanza acquistata dai Servizi vuole che si appoggino direttamente ai grandi Comandi, in stretta e continua aderenza con le operazioni". 19 Come già si è visto (vol. Il, capitolo XVI) il sistema delle Intendenze (generale e d'armata) che ai più alti livelli creava due separate catene di dipendenza di Servizi e operazioni, durante la guerra non aveva dato buona prova. Per il Liuzzi le Intendenze devono essere abolite (altro motivo ricorrente della sua opera), e gli alti Comandi devono avocare a sé l'impiego e la responsabilità dei Servizi. Ciò è necessario anche in relazione alla prospettiva della guerra di movimento, nella quale l'aderenza dei Servizi alle operazioni tollera ancor di meno che nell'azione difensiva soluzioni di continuità: Nella vecchia concc7.ionc della guerra non si era ammessa e prevista l'impossibilità di separare nel comando del corpo d'armata (ch·cra - notiamolo - l'unità logistica) l'at1ivi1à logistica da quella Jallica? Orbene, quelle medesime ragioni impongono oggi di congiungere quelle due allività anche nei comandi più elevati (di armata, di gruppo d'armate. di esercito).
18 19
lvi, p. 74. lvi. p. 237.
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Per quanto riguarda/' i111enden=a generale. tenuta presente la funzione che, conforme i criteri prebellici, reale razionalmente fosata dall'"ameno volumetto", devesi inoltre osservare: - Che relativamente all'azione direttiva e generai,: di tutti i servizi delle armate operanti. oggi. in cui tutti i rifornimenti occorrenti all'Esercito devono provenire dal tergo, ossia dal Paese, tale a.tione trova la sua natumle convergen7a non più nell'Eserci to ma nel Paese, e più precisamente nell'Amministra.tione centralt: che cumulativamente deve provvedere ai rifornimenti dell'Esercito e del Paese. - Che le relazioni coi Ministeri. in quanto riflenono i servizi di tutto l'Esercito, non possono più essere che di diretta spettanza del Comando Supremo, a causa dell 'accennata diretta e importante influenza che i servi7i hanno assunta sulle operazioni e, in consegucn7a, anche sulla politica di guerra. Allorché potevasi dire ''i servizi sono fatti per servire" quelle relazioni potevano eonvenicntemente essere tenute dall'organo direllivo dei servizi, dipendente e staccato dal Comando Supremo_ Oggi i servizi possono servire soltanto quando precalcolati e preordinati sulla base delle operazioni che si vogliono compiere: il Comando Supremo oggi può volere solamente in quanto il Paese vuole e può. È così che la logistica penetra assieme alla strategia nel campo politico. Le rela7ioni coi Ministeri che riguardano invece i ~ervi.ti in dipen<len.ta di ordini emanati <lai Comando Supremo, possono convenientemente svolgersi direttamente dai comandi delle armate o, dove esistono, dei gruppi di annate. In genere tali relazioni saranno semplici e tempestive richieste già preventivate. Che i tra,porti ferroviari costituiscono oggi per il Comando Supremo il servizio logistico di capitale importanza, non tanto per I'auiva.lione degli altri servi7i, quando per l'esplicazione dell'azione operativa dello stesso Comando Supremo. Ben si comprende perciò che l'organo direttivo di tali trasponi deve entrare <lireuamente nella costituzione di tale comando. L'abolizione delle intenden.te non porta come conseguen7a un soverchio appesantimento cki rispcnivi comandi (di arma1a e Supremo)? Si potrebbe rhpondere affermativamente solamente quando si potessero considerare le intcnden1c come parti staccate e non integranti dei comandi: ma ciò non è. Il congiungimento delle intenden1e ai comandi consente in vece l'eliminazione di parecchi duplicati e favorisce in quanto possibile la semplificazione del complessivo fun.tionamenlo dei comandi (intendenze comprese). Certo che la guerra cxhema, cssen1ialmente per l'aumentata imponan.ta dei servizi. impone ai grandi comandi un'a.tione più complessa che a sua volta richiede un organo più polente. Ma la maggior potenza di lavoro si dovrà ouenere, non già complicando la costitu1ione dell'organo comando. ma rendendo più solidi i suoi elementi, singolarmente e per mutua colleganza. In proposito si deve ricordare che l'elemento praticamente coordinatore dei servi.ti presso i più elevati comandi è dato <lai 1raspor11, e che perciò tale elemento conviene rispettarlo fin che possibile integro nelle sue diverse pani. Sono i trasporti che materialmente saldano I serv1L1 con le operazioni, e al loro diretto esercizio nessun grande comando potrà rinunciare senza compromenere gravemente la propna azione. A questa considerazione, nei riguardi del Comando Supremo, come pure degli eventuali comandi di gruppo d'armate, si allaccia la considem7ione relativa ai servizi di riserva. Anche il Comando Supremo deve nella guerra odierna poter disporre oltreché di truppe, di servizi di riserva. È una logica conscguen1a dell 'imponanza acquistata dai servi.ti e della necessità di un impiego razionale ed economico dei me77i [ ...]. Oltre le truppe di riserva, che devono disporre, se del caso, dei propri serviLi, il Comando Supremo abbisogna di servizi di riserva destinati ai rifornimenti straordinari e urgenti delle armate operative. Infine: l'aboli1ione delle intendenze non cagiona l'eliminaLione di un utile controllo tecnico amministrativo dei servi7i? Prima di tu Ilo gl 'intendenti non furono mai investili di attribuzion, tecnico-amministrative ma soltanto di ... aurihuzioni logistiche, proprie di tutti i comandanti di grado elevato, come di tutti gli stati maggiori dei grandi comandi. In secondo luogo il controllo tecnico-amministrativo risulterà possibile ed efficace soltanto col congiungimento delle intendenze ai comandi. poiché l'azione dei direttori dei singoli servizi si protenderà sui rispettivi servizi delle unità dipendenti acquistando caraueri di comando. Non si dimentichi che il regolare funzionamento dei scrvi7i si constata sempre in avanti. e che soltanto dall'avanti si può trarre previsione e norma per l'a.7 ione dei scrvi7i sul tergo.20 20
hi, pp. 238-240.
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Per inciso, già compare in questa visione del Liuzzi il concetto di riserva logistica, che dunque emerge dall'esperienza della grande guerra e non è dovuto solo all'ambiente nucleare, nel quale gli organi esecutivi e gli stessi organi direttivi sono sottoposti al continuo pericolo di distruzioni o neutralizzazioni totali e prolungate.
Organizzazione integrale della nazione per la guerra. Anche su quest'aspetto il Liuzzi ha una visione nient'affatto superata degli obiettivi da raggiungere e delle cose da fare (che non sono state fatte, o non sono state fatte a sufficienza, né prima del 1940, né dopo): I servizi defl' Esercito mobilitalo devono trol'are nel Paese la loro base. morale e materiale. An.titullo morale nel senso di incondizionata fiducia, poiché dove manchi per i rifornimenti la fiducia nel Paese, l'Esercito sarà fatalmente portato a succhiare oltre l'abbisogncvolc, con conseguente e grave danno proprio e del Paese. Tale fiducia dipenderà naturalmente dalla base materiale che il Paese potrà porgere ali 'Esercito, e che sarà il risultaw di un'organica e preventiva opera del tempo di pace avente scopo essenzialmen1e d1 pace e quiod, unche di guerra. Senza tale base nel Paese qualsivoglia elaborala organiaazione dei servizi dell'Esercito rimarrebbe atrofizzata e avrebbe arenalo il suo funzionamento. Oggi tale base è tutta da ricostruire ... e sarchbc urgente ricostruirla essenzialmente per la pace e quindi anche per la guerra 1... I. Le sorprese subite nell'ullima guerra furono in massima dovute alla mancan.ta o quanto meno ai difeui della base cui si accenna. Effello ùi tali sorprese furono gli espedienti che in genere si risolsero in nuove istituzioni (minislen. sollosebrrelanati, commissanat1, comitati~ commissioni, ccc.), che, mentre dovettero accentrare la direzione di tutto il lavoro e di tutta la produzione nazionale, dovettero anche rivestire un carattere prevalentemente militare, che solo dalle eccezionali circostanze derivate dalla impreparazione del Paese può essere, a nostro avviso, giustificato. Anche lenendo conio del carattere na,:ionale delle odierne gut:rre. non è! affatto ammissibile che l'Esercito combauente debba e possa prendere nelle sue mani le redini del Paese. D'altra parte è indispensabile che l'Esercito combattente ahbia fiducia nel Paese e che questa fiducia gli derivi da un sano e robusto ordinamento na7ionale che, valendo ai fini clella pace, possa al hisogno far fronte alll' nect'ssit~ della guerra. Le due esigenze, anziché antitetiche. perfettamente si sovrappongono. Oggi la pace vuole disciplina e lavoro, e disciplina e lavoro vorrà domani la guerra: disciplina e lavoro, anziché prerogative dell'Esercito. debbono essere virtù attive e fattive di tutto il Paese e debbono quindi avere nell'ordinamento centrale dei Paesi la loro sorgente e la loro direzione naturale. Jn tale e su tale ordinamento deve inquadrarsi ed appoggiare anche la funzione militare, predispositiva di pace ed operativa di guerra (fun.tione organica e logistica). È sollo questo punto di vista 1:he ci permelliamo giudicare che oggi la base occorrente nel Paese ai servizi dell'Esercito è tutta da ricostruire L..• ]. La mobilitazione militare o dell'esercito comhattentc non è che una parte della mobilitazione della Nazione, o civile che dir si voglia, la quale deve complessivamente contemplare altri eserciti (territoriale, industriale, agrario, dei trasporli. di altri pubblici servi,:i): in questo senso si può dire che la mobilitazione militare è subordinata alla mobi/i1azio11e civile [nostra solLolineatura N.d.a.l e che gli obblighi di servizio militare sono una parte di quelli di servizio civico.21
In aderenza a questa visione giustamente circoscritta e specialistica 21 lvi, pp. 240-242.
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del ruolo della componente militare, le zone delle armate devono essere limitate, e non raggiungere le enonni estensioni di quelle della guerra. Per contro, nell'ambito di tali zone l'autorità preminente sia sulle autorità militari territoriali che su quelle civili deve essere quella operativa: in essa ci deve essere un'unica direzione dei Servizi, e i servizi territoriali e civili devono coadiuvare quelli di campagna. Secondo il Liuzzi un'eccessiva estensione in profondità della zona delle armale mentre aumenta dannosamente la sovrapposizione di giurisdi7ione dei comandi mobilitati e territoriali, mentre appesantisce gli organi mobilitati dei Servizi distraendoli ugualmente dalle principali loro attribuzioni, non migliora in proponione le condizioni dei direlli rifornimenli e sgomberi delle armate. Queste ormai devono allargare la loro base a tutto il Paese, anzi a tutti i Paesi alleati.22
L' esercito mobilitalo, se i Servizi territoriali e la mobilitazione civile funzionano male, è costretto ad assumersi oneri impropri che lo appesantiscono (di qui la degenerazione dei compiti delle Intendenze durante la guerra): l'esercito mobilitato deve essere il più possibile forte, e perciò dev'essere in quanto è possibile leggero di tullo ciò che direllamente non vale alla sua azione. Tale alleggerimento dcv'essergli dato dal Paese, essenzialmente a mezzo dell'esercito territoriale. C'iò dev'essere voluto dal Paese, accettato e preteso dall'esercito mobilitato. 23
Lineamenti generali dell'organizzazione logistica da realizzare Conseguono ai criteri generali prima indicati e consistono in una serie di accorgimenti e di inconvenienti da evitare, che qui di seguito riassumiamo. L'organizzazione dei Servizi di un esercito deve corrispondere a un ben ponderalo schema generico corrispondente ad un caso medio d'impiego, ma ai livelli inferiori (gruppo d'annale e armate) deve potersi adattare senza difficoltà alle effettive e mutevoli circostanze di situazione e d'impiego. Lo scaglionamento dei Servizi in profondità richiede modalità, criteri e distanze diverse per ciascun Servizio. Gli inconvenienti che ha presentato l'eccessivo scaglionamento in profondità dei Servizi dopo la ritirata sulla linea del Piave sono stati superiori a quelli che avrebbe causato il difetto opposto. A un maggiori esigenze di scaglionamento in profondità corrispondono infatti maggiore quantità di personale (specie esecutivo), maggiori mezzi di trasporlo, maggiore previdenza e iniziativa nei provvedimenti, minore economia di funzionamento, più stretti collegamenti in tutti i sensi. I Servizi di un'armata possono essere suddivisi in: operativi (Servizi di artiglieria, getùo, aeronautica dei collegamenti); riflettenti la vita del22 lvi, p. 119. 23 Jvi. p. 77.
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le truppe (sanità, veterinario, di commissariato, postale e telegrafico); operativi ed azionanti i precedenti Servizi (trasporti, retrovie, genio civile). Tutti questi Servizi devono avere una propria e completa organizzazione nell'ambito dell'armata stessa, fatta eccezione per i trasporti ferroviari, marittimi e fluviali che interessano tutte le armate insieme, e richiedono che il principale centro direttivo si trovi presso il Comando Supremo. I Servizi operativi sono alle dirette dipendenze dei Comandi delle Armi rispettive (artiglieria, genio, aeronautica) e dei Capi di Stato Maggiore delle Grandi Unità, e trovano presso il Comando Supremo i loro organi naturali di superiore e generale direzione, nonché i loro organi di riserva. Invece i Servizi riflettenti la vita deJle truppe non hanno bisogno di trovare nel Comando Supremo che un'autorità tecnica superiore con funzioni ispettive, e per rifornimenti e sgomberi possono far capo al rispettivo organo centrale territoriale (fa eccezione il Servizio di sanità, per il quale è bene che il Comando Supremo disponga di una riserva di mezzi). L ' ultima categoria di Servizi ha carattere promiscuo e quindi richiede soluzioni diverse caso per caso. Ad esempio, oltre al Servizio trasporti ferroviari, fluviali e marittimi anche il Servizio dei trasporti stradali e delle retrovie abbisogna presso il Comando Supremo di un'autorità tecnica superiore con funzioni ispettive e di una ri<;erva di mezzi, mentre per quanto riguarda i rifornimenti e sgomberi funziona con modalità analoghe ai Servizi che assicurano la vita delle truppe. Nell'ambito dell ' armata l'organinazione di ogni Servizio comprende: organi direttivi, organi esecutivi, stabilimenti (ospedali, sezio ni, magazzini, depositi, ecc.) e truppe ausiliarie (compagnie e centurie lavoratori, scaricatori, ecc.). Gli organi direttivi vanno previsti solo al livello di armata e di corpo d'armata, mentre nelle divisioni gli organi preposti ai Servizi sono ugualmente considerati esecutivi. Le direzioni dei Servizi d'armata, oltre ad essere responsabili del buon funzionamento del Servizio, devono averne anche la responsabilità tecnico-amministrativa. Il loro funzionamento avviene dall'indietro verso l'avanti, e man mano che si scende dell'armata ai corpi d'armata e aJJe divisioni, l'organizzazione deve diventare più frazionata e leggera, con il criterio "in avanti tanto e quanto è necessario, indietro tanto quanto è possibile". Per lo schieramento dei vari Servizi (e degli organi "interni" di ciascun Servizio) valgono i seguenti criteri): a) le località dove gravitano i Servizi sono determinate dalla rete di comunicazioni stradali e ferroviarie; b) il terreno di pianura favorisce l'accentramento; quello montano, il decentramento; e) i Servizi eminentemente operativi (artiglieria e genio) debbono necessariamente gravitare più in avanti, senza mai perdere il contatto con le truppe; quelli che riguardano la vita delle truppe possono gravitare più indietro, mantenendo un contatto discontinuo purché tempestivo; d) in relazione a queste esigenze, la vecchia distinzione dei Servizi in "di I" linea e di 2' linea" risulta troppo rigida e artificiosa, e allo scopo di ottenere una maggiore elasticità e una maggiore libertà nella
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assegnazione e nei trasferimenti, i Servizi potranno più utilmente denominarsi "di armala, di corpo d'armata, divisione, settore" ecc., a seconda dell'unità alla quale sono assegnati; e) è conveniente che i centri principali dei Servizi di un 'armata, che si costituiscono nel la parte più arretrata dello schieramento dei Servizi, siano promiscui (cioè tali da comprendere più Servizi insieme e non un solo Servizio). Questi centri sono organizzati intorno ai più importanti nodi dicomunicazioni e si dislocano possibilmente su due linee: quelli più avanzati comprendono gli stabilimenti di rifornimento, e quelli più arretrali gli stabilimenti di recupero. Questa organizzazione per funzioni ante litteram per il Liuzzi fornisce tutti i vantaggi che anche oggi le vengono attribuiti: maggiore elasticità e sicurezza di funzionamento sia nell'aLione offensiva che nell'azione difensiva; possibilità di rendere più agevole e tempestivo l'intervento del Comando, per adeguare il supporto logistico per i corpi d'armata; possibilità di decentrare le spedizioni e le operazioni di carico e scarico, il movimento delle colonne, il lavoro degli stabilimenti, rendendo meno temibile l'offensiva aerea; possibilità di mantenere ovunque attive le relazioni fra i diversi Servizi, favorendo il cameratismo dei Servizi. n corpo d'armata deve ancora essere considerato come "la maggiore unità tattica e la minore unità logistica". Data la maggiore celerità dei rifornimenti da tergo, i suoi organi devono essere leggeri, ma, al tempo stesso, fungere da riserva nei riguardi delle divisioni dipendenti e consentire a tutto i I corpo d'armala un certo grado di indipendenza dai rifornimenti da tergo, specie per quanto riguarda i Servizi riflettenti la vita delle truppe. L'armala difficilmente potrà far fronte in modo continuo, parallelo e tempestivo a tutti i rifornimenti. Nei periodi di marcia, sarà l'insufficiente capacità logistica delle vie di comunicazione a vietare ai rifornimenti provenienti dall'armata di raggiungere le divisioni più avanzale, mentre nei periodi di intensa attività operativa saranno appunto i Servizi a carallere operativo (artiglieria, genio) a richiedere priorità assoluta nei trasporti. Per quanto riguarda le divisioni, la loro caratteristica tattica dev'essere mantenuta dando ad esse quel tanlo che necessita per impegnarsi nell'azione e sostenerla fino a quando sicuramente porranno essere alimentate dai Servizi di corpo d'armala. Dare normalme nte di più alle divisioni significherebbe appesantirle dannosamente per lo svolgimento stesso dell'azione e per l'economico funzionamento dei Servizi; bisogna in proposito non dimenticare che azione significa in genere rnovimen10, e che questo movimento riesce particolarmente affannoso iu montagna. 24
Last not /east , "i mezzi di trasporto automobilistici non possono con convenienza sostituire tutti quelli ippotrainati, specialmente nei Servizi di divisione e di corpo d'armata".25 24
fri, pp. 250-25 1 p. 251.
25 /vi,
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Da questo criterio enunciato dal Liuzzi non ci discosterà fino alla seconda guerra mondiale, peraltro non solo nell'esercito italiano. Va però osservalo che, se questo era il criterio, la sua applicazione a seconda della situazione e del terreno poteva oscillare tra un minimo e un massimo, ed era riferita alle caratteristiche prevalenti del territorio nazionale e soprattutto al carattere montano dei suoi confini. Le motivazioni del Liuai, se ricondotte ai tempi e a questo contesto, sono tutt'altro che improvvide e passatiste, e lasciano - se ben lette - la porta aperta a soluzioni più ardite: La non convenienza (di eliminare i trai.porti ippotrainati - N.d.a. I è dichiarata in rela.lione principalmente alle condi7ioni stradali, sovente non confocen1es1 coi mezzi automobilistici, e al fatto che le truppe indivisionale hanno in massima la esigenza di essere co stantemente seguire da vicino dai propri servi.ti. La nostra .lona di frontiera terrestre non può ammettere la convenienza di ridurre i mezzi di trasporto al seguito delle truppe ai due estremi: il mulo e l'autocarro. Il carreggio rappresenterà in molte c ircostanze il meLLO di trasporto più economico e sicuro, anche quando non dovessero risultare un meno indispensabile di fronte alla impossibilità di fornire le divisioni di rulli i muli e di tutti gli autocarri che sarebbero richiesti con l'aboliòone del carreggm. È bcnsl vero che pochi autocarri trasportano (4uando le strade lo consentono) più rap1da1m:nle lutti i materiali che lentamente riescono a trasportare un numero quintuplo o decuplo, se si vuole, di carrelle trninate da quadrupedi; ma giova tener presente le situazioni in cui i trasporti di guerra dei corpi si compiono per comprendere il mag gior valore di garnn1ia e di sicurezza che t, offerto dal mezzo più modesto e più fedele. Tullo ciò risulta più evidente pensando a periodi di movim«lllo che non a speciali circostanze di guerra di po,u.ione in cui la rete stradale migliorata è lasciata pressoché a completa disposi7ionc dei servizi. Ma qui dev.:si 1Ì<.:or<lar" tjuanto si disse al precedente n. 5, c irca l'adauabilità dei servizi alle effettive circostanze di situazione e di terreno. I. 'organiz.zazione generica che devesi prevedere. deve supporre il caso medio, e il caso medio per no, vuole tuttora i servizi alle divisioni, sia pure assieme ad autocarri. carreggi e salmerie. Ciò non toglie che, dove risultassero esuberanti o meno convenienti in avanti, i quadrupedi potrebbero e dovrehhero essere tiraH indietro sostituendoli con mezzi automobilistici. Le speciali circostanze di guerra di posizione cui si è testé accennato, se talvolta consigliano tale provvedimento. consentono allresi 1·u1ile impiego dei quadrupedi sul tergo dei corpo d ' armata. L'adattamento riesce quindi spontaneo 4uasi in modo provvidenziale, ma si tratta del caso ecce.,ionale che non può assoluramentc costituire nonna. 26
Aspetti particolari della «memoria" 1918
Le precedenti riflessioni del Liuzzi non sono dovute solo a una rivisitazione delle sue esperienze "a bocce ferme", alla fine della guerra: al contrario, già nella primavera 1918, a qualche mese da Caporctto, parecchie di esse maturano in una memoria che indica nel concreto le principali riforme da compiere fin da allora, presentata dall'autore direllarnente al Comando Supremo in via ufficiosa e su richiesta ufficiosa. Il documento - a quanto asserisce il Liuzzi - trova una buona accoglienza: seppi che la-proposta contenuta in della memoria era stata in massima approvata, ma che ad attuarla si preferiva aspettare la stagione invernale in cui. per la sosta delle operazioni, si poteva meglio scongiurare ogni pericolo di erisi. 27 26 27
/vi, pp. 251 252. lvi, p. 115.
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Nell'agosto del 19 I 8, il Liuzzi la presenta anche - su suo desiderio - al comandante dell'armata del Grappa, accompagnata da una pessimistica nota nella quale egli denuncia un peggioramento dell 'organizzazione dei Servizi. Si trattava peraltro di un primo passo, ma non di una soluzione nuova e valida per l'avvenire: fortunatamente le mie previsioni relative alla durala della guerra furono smentile dalla vittoria di Viuono Veneto, e quella mia proposta, non solo non ehbe più modo di essere attuata, ma non ebhe più ragione di sussistere, poiché la organizzazione dei servizi per una guerra avvenire non avrà più motivo di adattarsi a quelle fonne di ripiego che, invece, guerra durante, erano imposte. Quello di allora era, come dichiaravo, un primo passo, misurato in guisa da non compromettere la continuità delle operazioni. In visia dell'avvenire, oggi invece si deve ordire una sistemlUione dei servizi, non dico completamente nuova, ma inlleramente organica, che cioè accordi con i fondamentali c storici principi che regolano la vita e la for7a degli eserciti in guerra tutta la pratica esperienza della guerra recente, disimpegnata da quei sistemi complicati ed ingombranti che forse erano adatti a tempi ormai tramontati. La mia proposta del marzo 1918 rientrava per necessità in questi sistemi e perciò non può conservare che un assai modesto valore storico, appena sufficiente per meritare un posto tra i presenti miei ricordi. 28
Nonostante il loro asserito, esclusivo e contingente valore storico, gli aspetti principali de1Ja memoria 1918 meritano d1 essere qui riassunti. Essa si ripromette obiettivi tanto ovvi quanto difficili da raggiungere, e intende rendere: più intimo il raccordo tra operazioni e Servizi, più solleciti, autorevoli ed efficaci gli ordini, e più economico l'impiego del personale. Naturalmente, magna pars di essa è dedicata - non v'è da meravigliarsi - alla riorgani7.za7.ione radicale della catena di comando e controllo dei Servizi ai livelli più elevati (Comando Supremo e Comandi di armata). Scompaiono le Intendenze, assorbite dai rispettivi Comandi, e sono modificate soprattutto le competenze e dipendenze dei trasporti e dei Servizi materiali di artiglieria e del genio. Le principali riforme concernono: a) Ja sostituzione dell'Intendente generale con un Capo Ufficio ServiL.i del Comando Supremo, che ha alle dipendenze gli ispettori di sanità, di veterinaria, di commissariato, il delegato generale della CRI e il direttore superiore delle poste. Questi organi direttivi hanno funzione di consulenza rispetto al Comando Supremo, ispettive nei riguardi degli organi inferiori e di collegamento con il Ministero per i rifornimenti occorrenti alle armate. Non fanno capo all'Ufficio Servizi i rifornimenti dei materiali di artiglieria e del genio, ai quali provvedono i rispettivi comandanti generali d'Arma. lnollre alle dirette dipendenze del Comando Supremo (e non più dell'intendenza generale) funziona una direzione trasporti (trasporti ferroviari, fluviali e marittimi) anch'essa autonoma e non facente parte dell'Ufficio Servizi, così come i Servizi automobilistici (funzionamento e rifornimenti) sono di competenza dell'ufficio tecnico; 28
fri, p. 116.
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b) l'abolizione dell'Intendente di armata, che entra a far parte del Comando di armata c diventa Capo di Stato Maggiore per i Servizi del Comando di armata (o, meglio, Sottocapo di Stato Maggiore). In tal modo "tutti gli ordini relativi ai Servizi sono emanati dal comandante dell'armata o d'ordine del comandante (e non più dall'Intendente o d'ordine dall'Intendente - n.d.r.). È il comandante il vero Intendente dell'armata". 29 Rispondono direttamente al Capo di Stato Maggiore per i Servizi i direttori di sanità, commissariato, veterinaria, postale. Inoltre, in seno al suo ufficio funziona la direzione trasporti e tappe d'armata, dalla quale dipendono tutti i tipi di trasporto. Il delegato dei trasporti distaccato dalla delegazione trasporti del livello superiore (voi. li - capitolo XIX) rimane, ma fa parte della predetta direzione. Per il Servizio automobilistico, la direzione trasporti e tappe fa capo all'ufficio tecnico del Comando Supremo, tramite il Comando di armata; e) le direzioni di artiglieria e del genio di armata sono alle dirette dipendenze dei rispettivi Comandi d'Arma per il servizio tecnico (laboratori d'artiglieria) e per la gestione amministrativa dei materiali. La direzione dei rifornimenti delle due Armi compete sempre ai comandanti d'Arma, che coordinano l'impiego tattico dell'Arma con i rifornimenti, avvalendosi a seconda dei casi <l~l Capo di Stato Maggiore per le operazioni e del Capo di Stato Maggiore per i Servizi; d) il Servizio legnami (da costruzione e da ardere) è svolto da appositi comitati legname distaccati presso i Comandi di armata dal competente Ministero, che regola il funzionamento del Servi1io anche nella zona territoriale retrostante le armate. I comitati dipendono direttamente del Capo di Stato Maggiore per i Servizi, il quale regola il Servizio mediante accordi con il Comando genio e la direzione di commissariato; e) sono aboliti i depositi centrali di armata per ciascuno dei vari Servizi, i quali, come già si è visto (voi. li - capitoli XVI e XVII) durante la guerra avevano perduto il loro ruolo iniziale. A tergo della ristretta zona assegnala a ciascuna armata è organizzata una zona alle dirette dipendenze del Comando Supremo, denominata di riserva dell' esercito, nella quale si fonde l'azione dello stesso Comando Supremo con quella del Ministero. In questa zona il Comando Supremo, avvalendosi anche degli organi territoriali militari, provvede alle esigenze di polizia e sicurezza militare e organizza i volani logistici per intervenire a ragion veduta a favore delle armate. Queste ultime vi possono mantenere una parte dei propri stabilimenti più arretrati (depositi, laboratori, organi sanitari). Con questa organizzazione, "le armate hanno bisogno di giornaliere tradotte di rifornimento, e queste potranno essere inviate ugualmente e ugualmente richieste anche senza disporre di uno speciale deposito centrale d'armata"30_
29 fri, pp. 116-117. ,n '"'· p. 120.
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Questa nuova organizzazione del Liuzzi è almeno in alcune parti discutibile (ci riferiamo principalmente alla sotlrazione al vertice dei Servizi delle branche artiglieria e genio, come nel secolo XIX, e alla mancanza di una chiara ripartizione delle competenze tra Comando Supremo e Ministero. e tra organi territoriali e di campagna), ma per altro verso introduce innovazioni positive (depositi centrali solo come volani a livello centrale, Servizio legnami autonomo) e soprattutto dimostra una visione molto moderna e poco schematica del ruolo e del funzionamento generale della logistica. li complesso degli ammaestramenti da trarre dalla guerra viene ripreso in esame dal Liuzzi nel periodo dal 1918 all'aprile 1922. Ne scaturisce - con qualche variante non di rilievo rispetto alle soluzioni del marzo 1918 - un'organizzazione logistica i cui caratteri sono riepilogati nel Documento I. Per ciascun ServiL.io il Liuzzi trac, nel 1922, gli ammaestramenti che qui di seguito riepiloghiamo, citando anche brevemente - quando esistono - ammaestramenti tratti da altri studiosi.
3. Servizio di Sanilà Ammaestramenti tratti dal Liuzzi Organi direttivi. Erano molto, troppo leggeri all'inizio della guerra. Sulla base dell'esperienza, il Liuzzi ritiene necessario il loro potenziamento a cominciare dalla direzione di sanità di armata, perché i loro compiti si sono estesi. La direzione di sanità d'armata, in particolare, non potrà più limitarsi alle questioni di personale e di statistica, ma dovrà estendere la propria azione alle questioni di igiene, di medicina legale, di farmacia e materiali vari, e soprattutto dirigere con criteri razionali lo sgombero dei malati e feriti. Essa avrà, inoltre, delle non lievi attribuzioni di carattere disciplinare e amministrativo. In generale, per il Liuzzi gli organi direttivi del servizio devono acquistare maggiore capacità direttiva nel campo più propriamente logistico, che va coordinalo strettamente con quello tecnico-sanitario. Ciò vale in particolare per gli organi direttivi ai livelli inferiori, per i quali "acquistano essenziale valore le qualità d'indole logistica che devono valere a un più stretto e più pronto coordinamento dei provvedimenti relativi al Servizio con quelli delle operazioni" (durante la guerra le lacune maggiori, specie ai livelli più elevati, si erano manifestate proprio nelle "qualità d'indole logistica", lacune peraltro dovute allo scarso addestramento del personale a queste mansioni). Organi esecutivi. Per il Liuzzi i magazzini materiali al livello di armata devono gestire solo i materiali sanitari propriamente detti, e non - come è avvenuto materiali generici (effetti letterecci, stufe ecc.) che, scarsi all'inizio
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Ferruccio Botti
della guerra, erano venuti acquistando un sempre maggiore peso. Necessita anche regolamentare l'acquisizione di materiali sanitari (specie chiiurgici) extraregolamentari, e impiantare al livello di armala laboratori per il recupero e la riparazione di materiali - come quelli chirurgici preziosi, scarsi e costosi. Per quanto riguarda gli ospedali (da 200 e da 100 letti) e gli ospedaletti (da 50 letti), tenendo presente la necessità della loro specializzazione: a) gli ospedaletti, sempre someggiati, devono avere carattere prevalentemente chirurgico; b) gli ospedali, sempre autotrasportali, dovrebbero essere articolati in due specializzazioni essenziali, medicina e chirurgia. Tutti questi organi sani lari dovrebbero disporre di tende e baracche per il ricovero e la cura, pur dovendo avere la priorità nell'usufruire dei fabbricati più adatti: devo pur tuttavia ricordare che nei primi mesi di guerra si doveue in proposito e non senza fatica ottenere dal Comando d'armata una direttiva che in certo modo sanzionasse l'ac<:ennata priorirà di diritti, che però quella direuiva durante tutta la guerra ebbe un 'applicazione mollo relativa, e che infine anche nell'ultimo periodo della guerra si verificò il fatto ( giustificato soltanto dalla naturale attrazione dell'anima umana verso le località più co mode e ridenti) che taluni ospedali chirurgici delle retrovie, anche da tempo specialin:ati, dovettero essere traspnrrati altrol'e per ... altra destimuione fatta alle ville che li ospitarono.3 1
Circa le sezioni sanità, il Liuzzi è così previggente da ritenere necessaria la ripartizione dei loro troppo numerosi compiti fra più unità, ripartizione attuata molti anni più tardi. Considerando che ad esse competono la raccolta dei feriti, la loro eventuale medicazione, lo smistamento e sgombero, i più urgenti interventi chirurgici e il ricovero degli intrasportabili, il Liuzzi propone la loro articolazione su: a) sezione sanità propriamente detta, solo per la medicazione e lo smistamento dei feriti; b) unità portaferiti, per la raccolta e sgombero dei feriti; c) ospedaletti e ospedali chirurgici, per i più urgenti interventi chirurgici e il ricovero dei feriti intrasportabili. La costituzione degli organi sanitari della divisione deve essere adatta al funzionamento in terreno montano, "e in proposito dobbiamo ricordare la montagna dei primi mesi della nostra guerra e non già quella degli ultimi, in cui la principale caratteristica della montagna (scarse e difficili strade non cammionabili) era seomparsa".32 Per quanto attiene ai posti di medicazione, il numero di quelli delle unità di fanteria (uno per battaglione) si è rivelato troppo scarso (gli alpini ne avevano uno per compagnia). Sarebbe necessario disporre, oltre ai posti medicazione di hattaglione, almeno di un posto di medicazione a livello reggimento, "riserva indispensabile per un'azione che appena un po' si distolga dalla guerra di posizione". 31
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lvi, p. I 39. /vi. p. 140.
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Allo sgombero dei feriti devono provvedere solo gli organi direttivi del Servizio, che anche per questo è necessario posseggano le capacità nel campo più propriamente logistico, sulle quali il Liuzzi molto insiste. I Capi di Stato Maggiore delle Unità possono, come per tutto il reslo, esercitare un 'azione di vigilanza, aiuto e consiglio, ma non devono intervenire direttamente. I mezzi disponibili devono, per il futuro, essere notevolmente aumentati per quantità e qualità. Lo sgombero da un organo sanitario su quelli retrostanti deve, di massima, rimanere compito dell'organo direttivo immediatamente più arretralo. Questo sistema ha dato buoni risultati nella guerra di posizione ed è quello che si presta meglio anche in un'azione di movimento. perché limita a un raggio conveniente la sfera d'azione dei vari organi, e al tempo stesso consente di evitare un frazionamento eccessivo e quindi di ottenere un loro maggiore rendimento; esso pertanto dovrebbe essere adottalo anche per gli sgomberi dalla zona di guerra alla 10na territoriale. Bisogna evitare ai feriti i frequenti trasferimenti da un ospedale all'altro, inconveniente che si è verificalo di frequente durante la guerra.
Società d1 soccorso (CRl e SMOM). Secondo il Liuzzi, dispongono di mezzi troppo limitati per prendere su di sé la responsabilità dell'intero Servizio samtano di una unità. Esse dovrebbero invece dedicarsi a compiti au~iliari ma ben definiti, come ad esempio lo sgombero con treni e navi ospedale su determinate linee, lo sgombero con autoambulanze in una o più zone delle retrovie, l'ospedalizzazione e la cura in determinati centri della zona territoriale, il servizio delle infermiere volontarie presso lutti gli ospedali, il servizio notizie relative a malati, feriti e dispersi, ecc. Per questo orientamento vi è un ' altra ragione: come già accennato nel voi. Il - capitolo XVIll, il Liuzzi ritiene che non è conveniente il frammischiamento nelle armale di unità di ~crvi7io di tali associa 1.ioni con tutte le unità analoghe del corpo sanitario militare. Quelle unità praticamente complicano le dipenden,:e e il servizio: dico praticamente nel senso di non astrarre dagli uomini e cioè dalle loro virtù e dalle loro dcbolczze.33
Altri ammaestramenti Diversamente da quanto avviene per altri Servizi, per il Servizio sanità il Liuzzi non è il solo a lrarre ammaestramenti e a indicare nelle soluzioni. Specie sul Giornale di Medicina Militare del dopoguerra sono riportati interventi di diversi ufficiali medici effettivi ed ex-ufficiali medici, con memorie ed osservazioni che riguardano in prevalenza il
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fri , p. 143.
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campo tecnico sanitario. Su questo argomento c1t1amo, ad esempio, l'ampia memoria del colonnello medico Salvatore Salinari (già apprezzato autore dell'anteguerra) su "Trattamento delle ferite oste-articolari d'arma da fuoco in 1° e 2° tempo, secondo gl'insegnamenti della recente guerra", lavoro corredato da una ricchissima bibliografia sulla medicina e chirurgia di guerra che merita il Premio Riberi per il 1922. 34 Altra pregevole opera è la memoria del tenente colonnello medico Filippo Caccia "Trattamento e sgombero dei fratturati degli arti in guerra"35, che contiene una parte dedicata ad un argomento - quale quello degli sgomberi - di interesse non strettamente tecnico-sanitario. Il Caccia ritiene necessario costituire al livello di corpo d'armata un'unità sanitaria specializzata per fratturati (ciò non era avvenuto durante la guerra, nonostante che le statistiche avessero dimostrato I 'elevata percentuale di ferite agli arti e di lesioni osteo-articolari). Tale unità- dotata di mezzi rapidi, numeroso personale specializzato e materiali adatti - si deve articolare su una base dotata di molti letti distante 40-50 Km e più dalla .wna delle operazioni, ed almeno due gruppi chirurgici avanzati (uno per ciascuna sezione sanità divisionale) fomiti di un numero di automezzi sufficiente per poter seguire gli spostamenti delle Grandi unità e per provvedere al trasporto dei fratturati. Condizione indispensabile per la buona riuscita delle cure dei fratturati è la direzione unica delle predette unità sanitarie. La cura e l'iter del fratturato iniziano presso i I posto medicazione di battaglione con l'immobilizzazione provvisoria (a meao di tele metalliche preparate per i diversi segmenti di arti e di stecche di legno) e il rapido sgombero presso la sezione sanità, che li avvia il più rapidamente possibile alla formazione sanitaria specializzata per fratturati. Quest'ultima provvede anzitutto alla revisione degli apparecchi provvisori applicati presso i posti medicazione, con largo ricorso (specie per fratture omerali, femorali, e delle due ossa delle gambe) agli apparecchi Thomas. La cura dei fratturati presso l'unità avanzata, comunque, varia a seconda del tipo di guerra e del grado di affluenza: Nei periodi di grande affluenza, anche nella guerra di posizione oltre i soccorsi di urgenza per emorragia per shock, per cancrena gassosa in caso di trasporto ritardalo per ragioni diverse, si cureranno i frallurati più gravi con il lrattamcnto chirurgico profilallico primitivo già esposto, senza suturare le ferite che. oel caso, potranno essere saturate successivamente nell'unità base (sutura primaria rilardala o secondaria, secondo il decorso). Nei periodi di calma il 1rattamcn10 profilattico chirurgico primario, nella guerra di posizione, deve es~ere fallo indislintamentc a tutti i fratturati che ne hanno bisogno. Nella guerra di movimenlo invece bisogna limitarsi ai soli traltamenli di urgetua ed alla cura antiflogislica nei casi più urgen1i. Meglio ancora se si dispone di 1reni sanitari vicini, sgombrare dircuamcnle tutti i fratturali su 4ueMi, dove saranno praticate le cure del caso già esposte per poi trasportarli in repar11 specialiuati negli ospedali arretrati. Compilo importante di tali unità sanitarie avan7ate è la revisione degli apparecchi provvisori.
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'"Giornale di Medicina Mili1are" 1924. pp. 339-538.
1s lvi. pp. 5R9-6 I 7.
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La vera cura chirurgica completa deve avvenire presso le unità di base. Prima dell ' ulteriore sgombero, deve essere assicurato il buon andamento delle lesioni riportate e degli alti operativi praticati. Lo smistamento avviene con i seguenti criteri: a) recuperabili subilo, guariti chirurgicamente e funzionalmente: per un certo periodo ai convalcsccnzari della zona di guerra; b) guariti chirurgicamente, ma non funzionalmente: in appositi centri fisio-lerapici territoriali; c) non guariti chirurgicamente per processi ossei di lunga durata: in appositi ospedali territoriali . A proposito delle modalità di sgombero, il Caccia accenna alle notevoli possibilità future dell'aviazione sanitaria, citando le precedenti esperienze: a) primi tentativi nel 1914 con il trasporto in volo di 12 feriti, da Prizrcnd a Scutari (80 Km), durante la ritirala dei Serbi; b) primo velivolo sanitario idealo in Francia ( 1917) dal dott. Chassaing, che studia un sistema di trasporlo aereo per due feriti coricati; c) impiego di velivoli sanitari da parte francese sul fronte occidentale (Villacoublay, Aisne) e. dopo la guerra, su scala ancor più vasta in Marocco e nel Levante, con predisposizione per il trasporto di feriti di 60 apparecchi Bréguet 14 A 2 e costituzione nella primavera del 192 I di due squadriglie, che trasportano più di 700 feriti dal marzo al novembre dello stesso anno; d) utilizzazione anche da parte dcll'Ttalia nelle ulrime operazioni coloniali in Tripolilania di velivoli attrezzati con comode barelle opportunamente sospese (modello Santucci) e apertura di un concorso per un velivolo speciale per il trasporto di feriti in colonia. Sulla base di queste esperienze, il Caccia afferma che l'aviazmne sanitaria si è venuta affermando come me.uo pre.tio"o «I indispcnsahile in paesi sprovvisti di vie, con comunica.doni difficili. dove le opcra7ioni militari creano posizioni molto delicate per il servizio sanitario. Colonne con viveri contati troverebbero grandi difficoltà ad espletare i loro piani tattici se esse dovessero arrestarsi o rallentarsi per la sicurena e cura dei feriti. In tali casi l'avia.tione sanitaria toglie d'imharano con l'evacuazione. Inoltre perrnette di alleggerire il materiale sanitario e salva feriti gravi da fine pietosa.
Il Caccia conclude con due proposte di estremo interesse delle quali la prima - la più pregnante - non è stata del tutto realizzata nemmeno dopo la costituzione della NATO e la conseguente necessità di standardizzazione dei materiali: a) la grande guerra europea ha insegnato che, in avvenire, le guerre saranno combattute fra molte nazioni, schierale in due campi avversi. Sarebbe pertanto opportuno che le nazioni alleate studiassero insieme, fin dal tempo di pace, i tipi di apparecchi per fratturati più utili e pratici, scegliendo quanto c'è di meglio in ciascun Paese. Adottando tipi di apparecchi unificati per gli organi sanitari ai vari livelli, sarebbero più facili gli scambi di materiale in tempo di guerra, con conseguente gran-
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de vantaggio per i feriti. Inoltre, in tempo di pace risulterebbe più facile diffondere tra il personale medico la conoscenza pratica di tali tipi di materiale; b) sarebbe opportuno studiare un unico tipo di barella ("altro problema importante, ma difficile da risolvere"), in modo da rendere possibile il trasporlo dai posti medicazione fino agli organi sanitari più arretrati e ai treni sanitari, senza dover ricorrere a trasbordi da una barella all'altra, "che tanto tempo prezioso fanno perdere e tanto fastidio e anche danno, apportano al ferito". Ancor più particolareggiati e completi di quelJi del Caccia sono gli ammaestramenti tratti dal tenente colonnello medico Giovanni Memmo nel suo articolo "Il servizio sanitario militare nell'ultima guerra - considerazioni e deduzioni per una guerra avvenire"36 , che come dice il titolo stesso oltre alla parte tecnico-sanitaria dà ampio spazio anche alla parte più propriamente logistica e ai relativi ammaestramenti. Dopo aver messo in evidenza che l'esperienza della guerra ha dimostrato l'estrema importanza assunta rispetto al passato dalle attività di prevenzione e recupero, nel quadro della prevenzione il Caccia enuncia un concetto estremamente moderno, perché oggi valido anche per il tempo di pace: selezionare meglio il personale dal lato fisico e sopral tutto psichico, onde diminuire la percentuale di perdite per logorio psicofisico, elevata anche nell'esercito francese (nel quale gli affetti da tale menomazione erano chiamati /es éc/opés): tali perdite per logorio possono essere diminuite con una scelta rigorosa del soldato, perché con I'tnlrodurre nelle fila dell'esercito individui a debole resisteni:a organica, non si aumentano ai fini militari,i combattenti, ma solo si hanno elementi, che vanno ben presto a ingombrare gli ospedali da campo. Certamente l'attuale guerra ha costretto ad allargare i limiti della idoneità al servi7io militare. ma se ciò è stato possibile in questa guerra, che ba avuto la caratteristica di una guerra di posizione, dovrà essere ben ponderalo in una guerra di movimento. Se una solui:ione si impone dal lato fisico, 10 credo che ancora più si imponga una selezione dal lato psichico degli individui che vengono chiamati alle armi: direuiva questa. che non è stata forse valutata nella sua giusta importanza. Perché i delinquenti della vita civile, moltissin1i esseri instabili. isteroidi od epilettici e anche criminaloidi, svelano le anomalie del carattere sotto l'azione emotiva della guerra: ma più dannoso ancora è il co111agio morale, che i più gravi degenerati possono esercitare sui deboli, sui timidi, suglt emotivi, sui passionali. sui primitivi del carauere e dell'educa7ione. Di qui il triste fenomeno della diserzione, della simula7ione delle malauie fino alle automutila.:ioni. Forse questi elemenù potranno in guerra essere utili7.:r.ali in altri e opportuni ambienti e in modi adeguati, onde col lavoro loro possano contrihutre all'utile collettivo. Se la scelta del soldato valido fisicamente può contribuire a diminuirne la predi sposii:ione alle malatùe e ad accrescerne la resistenza, compito del servizio sanitario è qut:1Jo di provvedere ad eliminare o diminuire le cause di morbilità, con la più rigorosa applicazione delle nonne di igiene, sia che rifleuano l'individuo, sia la località dove deve soggiornare. Quindi deve da un lato essere curata la alimentazione del soldato per qualità e quantità della razione e confei:ioname1110 del rancio. il vestiario per impedire tutte le cause per
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lvi, pp. 3-48 (con 5 allegali).
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rigeranli, l'approvvigionamento idrico, e dell'altro il regime igienico nella vita delle trincee, negli accantonamenti, accampamenti. Quando sia possibile, la marcia della fanteria dovrebbe compiersi senza lo zaino, e meglio ancora. il trasporlo delle truppe si dovrebbe fare con camion e con treni, non solo per urgenti motivi militari, come è stato attuato nella nostra guerra, ma anche per eliminare il fallo deprimente dello strapano e della fatica.
Un altro concetto assai moderno è quello della protezione passiva del combattente, ottenuta con l'adozione dell'elmetto metallico e di appositi occhiali da trincea: "e forse si potrà estendere tale armamento difensivo con l'applicazione di metalli leggeri e resistenti a difesa dei grossi vasi del collo, del cuore e dell'addome" (ecco, in nuce, la formula e le finalità del giubbetto antiproiettile oggi assai diffuso). Cosa assai rara - se non unica - nel 1924, il Memmo si sofferma particolarmente sulle implicazioni sanitarie della futura guerra integrale e della guerra di movimento, che rendono più difficile l'opera dei vari organi, anche se nella guerra di posizione molti inconvenienti e pericoli di carattere igienico derivano - come la guerra ha dimostrato - dall 'addensamento protrarto nel tempo di gran numero di uomini e animali in sp111i ristretti (e magari poveri d'acqua), ove le preesistenti misure igieniche per la popolazione civile erano di gran lunga inferiori agli accresciuti bisogni della popolazione militare. Nella guerra di movimento, l 'osscrvanza delle norme igieniche diventa più difficile. Tutta 1·organizzazione del servizio profilattico assume il più alto valore. perché si trova continuamente davanti a incognite sempre gravi: tuttavia, i suoi lineamenti generali anche in questo caso non si discosteranno da quanto già attualo nella guerra. La sezione disinfezione, oltre a intervenire in caso di focolai di epidemia, dovrà provvedere rapidamente al risanamento delle zone e dei locali che le truppe dovranno occupare. Sarebbe quindi opportuno che le sezioni disinfezioni di corpo d'armata avessero gli stessi apparecchi dei quali sono state fornite le sezioni di disinfezione d'armata, e cioè le stufe tli disinfezione tipo 'Victoria" di grantle capacità su autocarro, po tabilizzatori e bagni a doccia. Pur non essendo possibile nella guerra di movimento provvedere all'accertamento batteriologico e all'isolamento degli effettivi con quella larghezza di impianti e mezzi che consente la guerra di posizione, occorre che il servizio batteriologico sia assicurato in modo più capillare, assegnando un piccolo gabinetto batteriologico per ciascun corpo d'armata, quale sezione volante distaccata del laboratorio batteriologico d'armata. Anche i locali di osservazione e di isolamento non potranno essere organizzati come lo sono stati nella guerra di posizione, e sarà perciò opportuno che la direzione di sanità di armata tenga a disposizione un ospedale da campo da dislocare nelle vicinanze del focolaio epidemico. in modo che, collegato con la sezione disinfezione, possa assumere le funzioni contumaciali. Poiché i campi di bonifica usati nella guerra di posizione potrebbero trovare difficoltà a funzionare nella guerra tli movimento, al loro posto
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potrebbero essere adottate stazioni di pulizia ambulanti, con bagni e autostufe, da dislocare presso le sezioni di disinfezione. In regioni dove la rete ferroviaria è ben sviluppata si potrebbero inoltre usare, come hanno fatto gli Imperi centrali nella guerra, appositi treni da adibire alla disinfezione, al cambio biancheria ecc .. Anche le vaccinazioni preventive contro il tifo e il colera, che nella guerra di posizione era possibile praticare nei turni di riposo, saranno meno agevoli nella guerra di movimento. Ne consegue la necessità che le truppe e i complementi siano accuratamente vaccinati nella zona territoriale, prima di entrare in campagna. D'altro canto, per il futuro con l'ado7ione del lipo vaccino (vaccino in sospensione oleosa) le vaccinazioni saranno più facili e soprattutto più spedite, perché basterà una sola vaccinazione (anziché le tre diverse vaccinazioni opportunamente intervallate che richiedeva il vaccino in soluzione acquosa). Dal punto di vista della chirurgia di guerra, la guerra di posizione ha favorito la specializzazione. TI Memmo non ritiene opportuna una specializzazione troppo spinta: la specializzazione dovrebbe essere limitata alle branche generali della chirurgia e della medicina. E piuttosto che numerosi e frequenti ospedali di piccola capacità, risulta più conveniente e più economico costituire grossi ospedali, organizzati attorno al nucleo ospedale da campo (che più propriamente si dovrebbe dire nucleo ospedaliero). Nella prima linea la specializzazione del servizio dovrà essere limitata, perché le unità sanitarie dovranno essere sempre pronte a seguire il movimento delle truppe. Acquista perciò grande importanza lo sgombero dei feriti, in modo da consentire loro di giungere con la massima rapidità possibile dalla prima linea alle retrostanti formazioni sanitarie specializzate di 2' linea. Ciò non toglie, però, che in prima linea rimane la necessità di provvedere rapidamente e con elementi specializzati, al primo soccorso dei feriti gravi. Quindi le ambulanze chirurgiche o altre unità sanitarie più leggere, da costituire presso le sezioni sanità, dovranno avere il compito di assistere gli intrasportabili, i cavitari per poi affidarli agli ospedali da campo. Il soccorso dei feriti in prima linea (posti di medicazione) ha messo in evidenza che il numero dei medici è sufficiente, ma risulta "di gran lunga" inferiore alle necessità, nei momenti di azione, i I numero dei portaferiti e delle barelle per la raccolta dei feriti. Anche le dotazioni di materiali sanitari si sono rivelate "in parte superflue o esagerate e in parte eccessivamente scarse". È pertanto necessario aumentare: a) il numero dei portaferiti delle unità di fanteria da 48 (per lullo il reggimento) a 36 per battaglione (cioè a 108, per un reggimento su tre battaglioni); b) il numero deUe barelle da 24 (per reggimento) a 16-20 per battaglione (per un totale, quindi, di 48-60 per reggimento); c) il materiale di medicazione, racchiudendolo preferibilmente in sacchi impermeabili che ne consentono un più agevole trasporto a spalla (al momento. il reggimento dispone solo di 387 medicazioni in 3 sacchi e 3 cofani di sanità).
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La sezione sanità di divisione, così come era costituita, non ha pienamente corrisposto ai suoi compiti, specie riguardo al tempestivo intervento sui casi più gravi (dal quale dipende la vita del ferito, se viene fatto in accettabili margini di tempo e da personale chirurgico provetto) e allo sgombero dai posti di medicazione. Sul primo aspetto il Memmo ritiene molto importante la disponibilità di personale medico in grado di effettuare correttamente la fondamentale operazione dello smistamento. Bisogna inoltre conservare anche per il futuro le ambulanzette chirurgiche dislocate in prossimità delle sezioni sanità, oppure costituire neU 'ambito delle sezioni stesse un gruppo chirurgico. Le carenze maggiori le ha rivelate lo sgombero dai posti medicazione. per i quali gli 8 carri a traino animale per feriti della sezione si sono rivelati troppo lenti (in IO ore, potevano trasportare solo 28-32 feriti ciascuno) e inadatti per le continue scosse alle quali sottoponevano i feriti ad ogni minima accidentalità del terreno. Anche le 4 autoambulanze in più delle quali era stata dotata la sezione si sono rivelate insufficienti, sì che spesso "si dovette ricorrere a mezzi di sgombero improvvisati e agli autocarri. che effettuavano il vettovagliamento delle truppe". Tra l'altro. la sezione di sanità si è dimostrata troppo pesante per l'ingom bro del carreggio e di materiale spesso inutile. Ne consegue che ~"- "suprallullo in una guerra di rnovimenlo, la se zione di sanità deve avere la caralleri slica della mot,ilità. non deve essere su carrette di oallaghone, ma con traino meccanico. In lai modo la se1ione polrà rimanere più tempo sul posto. assolvere meglio il suo com pito e raggiungere poi rapidamente le !ruppe che ava11Lano. senza dire che gli autocarri potranno concorrere al scrvi7io dello sgombero[ ... ]. Se si pensa poi alle perdite che in a.1.ioni violente sono arrivale fin al 50 e più per cenlo dei combauenti, che in una guerra av venire si dovrà provvedere anche al trasporto dei colpiti da gas, appare evidente come si imponga la sos1i1Uzione dei carri con autoambulanze [ ...1. Dovrebbero almeno essere assegnale I O autoambula11Le a 6 posli, e forse meglio le autoambulanze leggere a 4 posti ben chiuse per riparare gli infermi dalle intemperie e illuminate in1ernamen1e per lu sorveglianza per i trasporli di notte.
Per queste ragioni il Mernmo si dichiara contrario all'abolizione di questo fondamentale organo esecutivo, proposta da taluni. Anche nella guerra di movimento essa deve essere conservata, se non altro per l'importante funzione che assolve nello sgombero e smistamento dei feriti. Se nella guerra ùi trincea non ha ben corrisposto alle attese, ciò è avvenuto per deficienza dei mezzi e del personaJc, non perché era superflua. Un 'altra deficienza assai grave è stata, per il Memmo, quella dello sgombero dei feriti in 2a linea, che secondo la regolamentazione 1915 avrebbe dovuta essere effettuata solo con colonne carreggio di requisizione. Tali colonne in questa guerra non sono siate quasi mai impiegate: i direttori di S3.Llità di corpo d'armata e di armata hanno avuto autoamoulan7.c e autocarri in numero però limitato, mentre invece si fece sempre senlire la necessità di avere una larga disponibilità di rapidi mezzi di trasporto, ogni qual volta si rivelò un aumento degli infermi da ospedalizzare o sgombrare.
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Sarebbe perc10 necessario che ogni direzione di sanità di corpo d'armata potesse disporre di 15 autoambulanze e ogni direttore di sanità di armata di altre 15 autoambulan.le per ciascun corpo d'armala dipendente. Mantenere pronto fin dal tempo di pace un materiale così costoso e numeroso non è pratico. Si potrebbe dotarne gli ospedali militari e incoraggiare gli Enti sanitari civili ad adottarli con facilitazione negli acquisti; inoltre, le ditte costruttrici potrebbero essere invitate a studiare un tipo di autocarro e di vettura, che al momento del bisogno potesse trasformarsi in autoambulanza con il cambio della carrozzeria. Oltre alle autoambulanze, un'altra soluzione utile, adottata dai francesi, è stata quella di organizzare speciali treni per feriti da operare. che venivano avviati, a seconda del bisogno, agli ospedali di 2· linea in zona di guerra o anche nella .lOna territoriale. 11 Mcmmo alla fine del suo studio perviene a conclusioni di carattere generale, che partono da una visione della guerra futura tipica di molti nostri studiosi degli anni Venti: la stona militare insegna che 4uals1asi prcvi~tone per la guerra si è dimostrata fallace. Certo pcrò vi è che in una guerra avvenire due anni avranno il predominio: l'arma chimica e l' arma aerea, questa completando 4uella nd portarne !"offesa ovun4ue. E un altro co11 celio ,i ~ saldamente affermato: che le guerre non saranno più guerre cli eserciti, ma guerre di Nazioni. guem: di scienziati. guerre cli matenali per la collaborazione dell'industria na71onale.
In particolare la dirt:.t:iunt: di lullu il Servi,io sanitario in .lOIUl di operazioni dovrà essere affidata a una sola autorità con assoluta indipendenza tecnica, cioè a un generale medico presso 11 Comando Supremo. Importanza ancor maggiore rivestirà l'organizzazione sanitaria in zona territoriale, "centro vitale di Luna la complessa organizzazione sanitaria, che integra quella della zona di guerra e la fonde con quella della zona territoriale". Essa dovrebbe far capo, come per il passalo, a una direzione centrale del servizio sanitario retta dal generale medico capo, coadiuvalo tla ali! i due gcneiali 1111::tfil-i (unv per il servizio igienico profilattico e l'altro per il scrvi.lio ospt:daliero); per i servizi specialiaati il generale medico dovrebbe avvalersi della consulenza c dell'opera di ispettori specialinati. Riguardo al personale, tenendo presente che in guerra gli ufficiali medici sono, per la gran parte, non in servizio permanente, gli ufficiali effettivi dovrebbero avere pcrfcna conoscenza della logistica sanitaria e acquistare la qualità di ottimi organiLZatori; gli ufficiali in congedo dovrebbero essere periodicamente istruiti con conferenze ed esercitazioni pratiche e con richiami in servizio. Infalli, in guerra Uno degli inconvenienti lamentati, non solo per il nostro Esercito nrn anche per 1·escrcito francese, è stato 4uello di non avere aS\egnato, almeno in un pnmo tempo, i mc · dici richiamati dal congedo ai serviLi. secondo la loro compctcnrn; ccl altro inconvenienle di non avere adeguatamente provveduto alla assistenLa civile a causa della mohilitazionc dei medici (:nnclnui
P
n<,;perl:t1ieri
Tali inconvenienli non sono certo imputahili ali' Amministr..uione militare. perché qua-
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si m:ssuno dei medie-i in congedo si è fatto parte diligente nel segnalare i suoi ulteriori Mudi, né I' Amministnuione militare può seguire nella carriera scientifica e professionale tutti i medici delle categorie in congedo. Quindi per l'avvenire deve particolarmente essere portata l'atten7.ione, ai fini della mohilitazione. su questi dati: sarà molto opportuna una speciale scheda individuale, da essere tenuta al corrente con il concorso degli Ordini dei medic1.
Anche il personale paramedico si è dimostrato insufficiente per numero e qualità. Poiché con le ferme sempre più brevi sarà difficile disporre in futuro di personale di truppa esperto nella branca, è necessario reclutare infermieri militari a lunga ferma, e assegnare alla sanità in caso di mobilita.lione Lutti gli infermieri civili. Per la protezione contro i gas. al momento i problemi da risolvere e le difficoltà sono molte, anche se il Memmo indica nel carro armato un mezzo che potrà fornire elevata protezione, attribuendogli quindi, fin da allora, il ruolo che avrebbe ricoperto in ambiente nucleare: l.'a7ione di prevcn7ione contro le offese chimiche è molto importante, perché il ri sultato della protezione delle maschere \i può ritenere eguale a quello di una resistenza viuoriosa a un a1tucco violento. È paò un problema difficile da risolvere. anche perché non possiamo prevedere quale sarù In qunhtn e In natura del gas. La protezione deve essere individuale e collettiva. p.,r la protezione individuale, se i gas tossici s1 limitassero all'offesa delle congiuntivite e delle mucose respiratorie, possono ben corrispondere i tipi di maschera finora adottate, sebbene non sia detta l'ullima parold, dati i tentativi di penetrare le maschere con finissime polveri irrilauli o tossidie. Più difficile. invece, è la difesa contro i gas vescicatori, perché la protezione completa dell'individuo con pesanti e complete vesti impermeabili, oliate, ostacola il soldato e gli loglic tutto il valore militare. Converrà quindi studiare il modo di dotare il soldato di uniforme e biancherie, non troppo pesanti, ma opportunamente confezionate e trattate con speciali sostan,1;e. La proiezione collettiva poi dovrebbe mirare soprattutto alla neutralizzazium: " all'allontanamento dei gas, ma ciò non è certo facile. Né ha molta praticità la prote7.ionc collettiva in locali, caverne, difese e con dispositivi per la depurazione dell'aria, perché non si può tenere imprigionata un'armata, che deve comhattere. Quindi la futura protezione collettiva dovrà non impedire la mobililà e i movimenti agli uomini. Ollimc spcran7.c danno a questo riguardo i carri di a,;salto. quando foss.,ro protelli con tro i gas. con apparecchi di tillrazione e dcpura7innc dell'aria.
Poiché in una guerra futura le nuove armi tenderanno a colpire i centri più sensibili e vitali della nazione, se da una parte è consigliabile costituire in zona territoriale strullure sanitarie di grosse dimensioni, dall'altra esse dovrebbero essere impiantate in centri minori, scegliendo preferibilmente gli stabilimenti balneari di terra e di mare, che possono diventare nuclei ospedalieri intorno ai quali sviluppare costruzioni speditive in baracche di legno e lega leggera_ L'onere economico non sarebbe superiore a quello che si è avuto nell'ultima guerra per gli "immensi" affitti, per spese prima di adattamento e poi di ripristino dei locali e per indennità cli deterioramento, mentre a guerra ultimata questi grandi locali potrebbero essere utiliaati come deposito per gli ingenti materiali recuperati.
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Ferruccio Botti
4. Servizio veterinario Come avviene per il Servizio di sanità, anche quello veterinario è costretto durante la guerra a moltiplicare le sue attribuzioni e i suoi organi (con particolare riguardo all'attività di recupero prima quasi sconosciuta). Secondo il Liuzzi gli ufficiali veterinari specie all'inizio della guerra hanno dimostralo (come gli ufficiali medici) "un evidente disorientamento per la parte logistica", anche se egli deve riconoscere che, una volta assestalo, il Servizio "si affermò e si svolse con sufficiente metodo ed efficacia". Questo riconoscimento non impedisce, però, al Liuz1.,i di lamentare la scarsa considerazione nella quale continua ad essere tenuto il Servizio proprio da parte degli ufficiali delle Armi a cavallo: È un vi7iO radicale e grave che oggi, assai meno che per il passato, riesco a spiegarmi e che, secondo mc, dovrebbe essere combatluto con energia. sia a vantaggio dcWcconom,a nazionale, sia a vantaggio morale di una categoria d, uffi<:iali tecnici che anche in guerra si sono dimostrali perfettamente all'allena del loro compito. Anche per la veterinaria il sistema empirico ormai dovrebbe essere sostituito da quello scientifico. e sembra a me che, allo stesso modo che i comandanti sentono il bisogno di appoggiare sui medici la conosccn7a e la cura fisica dei soldati. gli addestratori di quadrupedi dovrcbhero persuadersi della necessità dei veterinari. Non mancano invece ancora oggi le manifcsla7ioni contrarie. lamio che. per citare un esempio caratteristico, I'!speuor.ito ippico del Ministero della guerra non conia nd wo seno nessun ufficiale veterinario. Questo vizio ereditario spiega a mio avviso la minore importanza che, anche durante la guerra, venne a torio attribuita al servizio veterinario, e dice il perché, pur disponen do cli egregi dirigenti, questo servizio abbia potuto dare risultati non corrispondenti. 17
Ciò premesso, per il futuro al livello di corpo d'armala il Liuzzi ritiene anzitutto necessario potenziare gli organi direttivi del Servizio, costituendovi una vera direzione.Gli ufficiali veterinari del corpo d'armata, che durante la guerra di trincea poterono far fronte a malapena alle esigenze del Servizio, sarebbero stati decisamente insufficienti se le truppe avessero dovuto passare alla guerra di movimento. Poiché durante la guerra l'abolizione delle colonne munizioni al livello di divisione aveva fallo mancare l'organo incaricato della raccolta e dello sgombero dei quadrupedi ammalati, tanto la divisione che il corpo d'armata dovrebbero disporre di tale organo. Al l.ivello di corpo d'annata dovrebbero inoltre essere previste un'unità disinfezione e dotazione di materiali veterinari e di mascalcia per i rifornimenti ai livelli inferiori (la branca mascalcia, prima della guerra di competenza del Servizio di artiglieria, dovrebbe passare definitivamente al Servizio veterinario). Nulla di mutato al livello di armata, che dovrebbe disporre del magazzino avanzato di materiali dei veterinari e mascalcia già costituito durante la guerra e delle infermerie quadrupedi (completate da sezioni di disinfezione). Nel caso che il rifornimento quadrupedi passi dal Ser-
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G. Liuui, Ricordi . .. (Cit.), pp. 192-193 e 196.
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vizio di artiglieria al Servizio veterinaria, dalla direzione di veterinaria d'annata dovrebbe dipendere anche il deposito avanzato quadrupedi. Il Liuzzi conclude l'esame con un ammonimento, che ben riassume la filosofia di base alla quale si ispirano, fino agli anni '40, il Servizio trasporti e l'organizzazione logistica in genere: Non lasciamoci illudere da una generale adozione degli HP e da una conseguente generale scomparsa dei quadrupedi. I bisogni di un esercito odierno sono tali che oltre agli HP occorreranno sempre i quadrupedi in un numero sempre maggiore, e ciò tanto più per il nostro esercito che. se dovrà fare la guerra, dovrà farla in montagna. Non dimentichfamo che durante la guerra il numero degli equini deU 'esercito e nel paese è notevolmente accresciuto a malgrado del considerevole aumento dei motori, e non dimentichiamo neppure che la guerra ci ha dimostrato le insuperabili difficoltà di nuovi rifornimenti di equini e la conseguente necessità di conservare fino ali 'estremo possibile quelli che si posseggono. Accresciuto enormemente il valore commerciale e il valore bellico dei quadrupedi , deve risultare notevolmente accresciuta l'importanza del servizio. importanza che deve tradursi in una completa ed efficace sua organizza.done.
5. Servizio di commissariato Oltre che degli ammaestramenti tratti dal Liuzzi, disponiamo, per questo Servizio, anche di talune considerazioni di Zugaro-Ratiglia e del Laporte.38 La guerra di posizione ha limitato la funzione generale del Servizio a quella di ricevere e distribuire i rifornimenti che affluivano pressoché per intero da tergo, se1w.a le complesse incombenze relative allo sfruttamento delle risorse. Ciononostante il suo funzionamento è tato tutt'altro che semplice e agevole, ha visto un enorme incremento -per quantità e qualità - dei generi, e ha richiesto ai Quadri doti di iniziativa e una capacità di lavoro duttile, intenso, improntalo a senso pratico, che non molti di essi possedevano. La critica del Liuzzi - confermala anche dallo Zugaro - è principalmente rivolta a questo aspetto, che assimila i problemi del commissariato a quelli della sanità e che impedisce un funzionamento economico e aderente de] Servizio, soprattutto a causa del difetto di specializzazione e dell'eccessiva rotazione dei Quadri: lo conservo, non per mc s'intende, ma per le annate che ho servito, sincera e viva gratitudine per tutti i miei collaboratori indistintamente, che al servizio dedicarono tutte le !uro furLe e tulli i loro sforzi: ma sono persuaso che quegli stessi miei collaboratori, dopo l'esperienza acquisita, ancora più di me sono convinti della necessità di mettere il loro corpo e il loro servizio su nuove basi, su basi cioè più solide, più estese e più elevate. li corpo di commissariato dev'essere il vero cervello del servizio che è il servizio più complesso delle armate e che maggiormente è vincolato alla vita del Paese. L'ufficiale di commissariato deve basare la sua capacità militare su di una moderna e larga cultuT'd e su cognizioni tecniche specializzate affinché la parte direttiva del servizio
38 G. Liuzzi , Ricordi ... (Cit.), pp. 143- 167; F. Zugaro- R. Ratiglia, Op. cit., Voi. I, pp. 447-460: lntendant Laporte, Mobilitazione economica e Intendenza militare. "Rivista di commissariato" dal n. 5/1936 al n. 5/1939 (4 conferem:e pubblicate a puntate).
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possa svolgersi veramente a beneficio delle armate e del Paese. Assicurata così la parte direttiva, quella esecutiva del serviLio non presenterà mai difficoltà, solo che i meni corrispondano ai reali bisogni delle rruppc. All'alto pratico. durante la guerra, con gli elemenri di cui si disponeva, le mansinm direttive si confusero coi compili esecutivi, e il ,ervi,io procedelle come meglio fu possihile. coll'unico scopo di non far mancare alle !ruppe quanlo loro necessitava. Il mede,ìmo ufficiale che oggi dirigeva qua il rifornimento del pam: o dt:lla carne, doveva domani dirigere là il rifornimento del vestiario o del vino; e così si andò avanti applicando effcllivamente la troppo semplice formula più sopra enunciata, ricevere e distrihuirc. che per le truppe sì risolve in avere, avere senza fine, e per il Paese in dare, dare senza fine!
L'esperien.la della guerra ha anche dimostrato che le incombenze relative al vettovagliamento e al servizio di cassa sono diventate così pesanti da assorbire completamente - da sole - l'attività della direzione di commissariato d'armata. Tenuto conto che la branca vestiario - equipaggiamento funziona con particolare modalità che la differenziano notevolmente dalle altre, il Liuzzi ritiene opportuno scinderla del tullo, fino al livello di armata, dalle altre due. pur mantenendola nell'ambito amministrativo del corpo di commissariato. Inoltre, la dipendenza degli organi del Servizio dalla direzione di commissariato dovrebbe essere anche disciplinare oltre che tecnico-amministrativa e dovrebbe essere estesa agli organi di J• linea,<·> in modo da consentire al direttore di armata di disporre senza ostacoli del personale a seconda dei bisogni e delle sue capacità: come può un direllorc d'armata rispondere del proprio ,erviLio quando gli organi di pri ma linea delle unità combattenti non funzionano a dovere'/ Come avrei potuto io stesso, intcndcn1c, assìcuranm che un servìL10 funLiona'Va bene \enLa portarmi sovente a contano delle truppe dì I' linea'/ 1... 1. Se la dipendenza tecnico-amministrativa de, servi~, fosse sta 1a anche d1sc1plinare nel senso ora indicato. oggi avremmo il hcncficio che il personale ,upt>riorc dei servizi si troverehhc meglio al suo pmto ...
Anche gli organi di commissariato, durante la guerra, hanno dovuto necessariamente moltiplicare l'iniziale formazione di guerra: "ho dC'tto lll'<Tssnriaml'nle. ma :iggiungt>rò poco efficacemente, poiché, come in genere avvenne in tutti gli Stati Maggiori. il maggior numero non valse a compensare la deficiente qualità". Le direzioni di commissariato di corpo d'armata, in assenza di movimento e di risorse locali, sono state ridotte a compiti meramente esecutivi, di utile vigilan;:a sul servi.lio delle divisioni e di necessario raccordo tra le divisioni e l'armata, senza amministrare volani. Per il Liuzzi. sarebbe però un errore ritenere che questa ridotta funzione possa continuare anche per l'avvenire, prima di tutto perché il Comando di corpo d'annata non può esercitare la sua azione ~cnza disporre di organi e mezzi che garantiscano un certo grado di autonomia logistica delle Grandi Unità: questa esigenza è ancora accresciuta dalla prospettiva della guerra di movimento e dalle caratteristiche montane del nostro terreno di confine. ('l NOTA: gli organi d.-, Servi,i di I• lin.. n (finn n livf'llo CA ) cllpcndcvano diret1amente dai rispcllivi Comandi di G.U. e non dall'lnrcndcnza d'arrnata.
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Vettovagliamento
Confezione del pane. 1 panifici avanzati e con forni prevalentemente mobili (tipo Weiss) si sono rivelati indispensabili alle armate. Riguardo alla loro dislocazione, onde evitare opposti inconvenienti il pane non può né deve essere confezionato presso le unità di prima linea, ma non deve neppure essere confezionalo troppo distante. Nel primo caso, oltre ad appesantire le unità non se ne avvantaggiano neppure i trasporti da tergo di farina e legna. Nel secondo caso, il pane arriva alle truppe - specie se in montagna - stantio e spesso guasto. Nei lunghi periodi di soc;ta è opportuno valersi di forni in muratura, con il duplice viintaggio di dare al soldato pane migliore e di consentire le riparazioni e la manutenzione ai forni mobili. Occorre disporre anche di forni someggiati, ma non è necessario né conveniente che le truppe da montagna siano interamente dotate di tali forni. Tutte le squadre di forni mobili debbono possedere una piccola officina di riparazione. l Hl forni di una squadra non devono mai essere tutti in funzione, le farine devono arrivare direttamente ai panifici e non ai magazzini e la loro miscelazione (che in guerra è necessaria) deve essere effettuata negli stabilimenti territoriali, prima della spedizione agli organi di campagna. Oltre che la confezione, sono importanti anche le modalità di avviamento del pane alle truppe, che durante la guerra ne hanno a volte lamentato la cattiva 4ualità. Per evitare inconvenienti, occorre limitare al minimo le dotazioni di pane alk unità di I' linea (corpi e se:tioni sussistenze), perché n10lle lamentt:k l!ra110 dovutc alla mancata rota/Ìone delle dotazioni di riserva. Anche l'imballaggio richiede maggiore cura, perché i semplici sacchi si sono dimostrati antieconomici, antigienici e non in grado di assicurare la buona conservazione del pane nella stagione umida. Last not least, come sempre anche per i panifici occorre prevedere personale specializzato adeguatamente istruito: il personale dei panifici deve sapere che cosa significafàrc i/ pane: ufficiali c militari di 1ruppa. Pretendere, come ahhiamo preteso nel · 17 e nel '18. di 1rasformare in 40 giorni un contadino o un calzolaio in panetliere. è lo stes,o che voler distribuire alle truppe ... lucciole per lanlerne.
rn conclusione, per il Liuzzi il forno Weiss ippotrainato conserva tutta la sua validità. né egli accenna alla possibilità di organiu.arlo pcr l'au totraino. Nell'esercito francese, invece, il forno mobile a traino animale sul tipo del nostro Weiss aveva rivelato i suoi limiti, specie in caso di operazioni dinamiche. Osserva, in merito, l'Intendente Laporte: allo scoppio della guerra i panifici da campagna erano costituiti da forni mobili trainali da cavalli. materiale ideato mollo inge1,'llosamente e che ha dato degli ottimi risultati, ma che ern costoso, di scarso rendimento e che richiedeva soprarruuo un forte consumo di comhustihilc. Cosicché dur:lnte la guerra il forno mobile ha finito per cedere definitivamente il campo al suo vecchio rivale. il forno smontabile ~islema Go<lelle. Que~t'ullimo richiede, è ve-
ro, per ogni spostamento lunghe operazioni di smontaggio e montaggio che sono etimi-
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nate nel forno mobile, ma dà la possibilità - se viene caricato su autocarri di effenuare notevoli spostamenti e di cambiare di posi7ione con maggiore rapidità <lei forno mobile ippotrainato. li che, in definitiva, fa sì che un panificio di forni smontabili ù,a miglior rendimento di un panificio di forni mobili, in periodo di continui spostamenti: rendimento che migliora ancora in periodi di stabilità prolungata.39
Distribuzione della carne. Il sempre più largo ricorso della carne congelata ha dato buoni risultati e ha semplificato al massimo il servizio, anche se richiede un 'idonea organizzazione di frigoriferi e scorte nella zona territoriale. Sarà quindi eossibile mantenere, anche per il futuro, l'abolizione dei parchi buoi. È necessario tuttavia che le unità si tutelino da sempre possibili interruzioni del rifornimento di carne congelata, che peraltro dovrebbero sempre essere precedute da un preavviso. A tal fine, si può ricorrere a parchi buoi di armata di riserva, che in nessun caso debbono essere tenuti in la linea; si deve inoltre ricorrere a incette e requisizioni nelle zone riservate alle armate. Le modalità per il rifornimento e la distribuzione del vino hanno subìlo durante la guerra continue modifiche, senza mai pervenire a soluzioni soddisfacenti. Il Liuzzi afferma addirittura che "fu questo il rifornimento che diede maggiori preoccupazioni", anche per i problemi creati dalla necessità di disporre di botti, fustame e recipienti veri. Posto che per il soldato "il vino è provvidenziale nelle più difficili circostanze di guerra", è un rifornimento da prevedere anche per l'avvenire e da organizzare fin dal tempo di pace perché non si può improvvisare. In questo caso (c ciò vale anche per paglta, legna e combust1b1li) vale come punto fcrrno che è la zona territoriale la base principale dell'organizzazione: le armate devono sfruttare al meglio quanto offre la rispettiva zona, e per i I resto rivolgersi alla zona territoriale. Per i viveri complementari (cioè i generi della razione giornaliera che completano carne, pane e vino), bisogna distinguere tra i rifornimenti da tergo al magai:zino avanzato viveri d'armata, e tra i rifornimenti da questo ai magazzini di corpo d'armata e divisione. Nel primo caso, non è opportuno avviare giornalmente dalla zona territoriale al magai:i:ino d'armata un quantitativo uniforme di tutte le derrate: per semplicità di ricezione e di custodia le spedizioni devono avvenire a vagoni completi, e un collegamento quotidiano tra l'armata e l'Ente territoriale che spedisce i generi deve mantenere le disponibilità di magazzino al giusto livello. Invece il rifornimento dal magazzino d'armata alle Grandi Unità deve essere effettuato per tutte le derrate in ragione di una razione giornaliera, tendendo a non appesantire mai le unità avanzate. Particolare cura deve essere rivolta ai colli e agli imballaggi, che devono essere adatti (ciò che non si ottiene mai durante la guerra) ai tipi di mezzo di trasporto impiegati. Per quanto riguarda quantità e qualità della razione viveri, non tutte le armate si trovano nelle medesime condizioni:
J9 In1endant Laporte, Op. cii. (appendice alla "Rivista di Commissarialo" n 6/] QJ7,
p. 74).
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di qui la necessità di adattare le disposizioni daJ centro alJa differente situazione delle armate, sia riguardo alle risorse locali che ai rifornimenti da tergo. La disponibilità di viveri di riserva condiziona la capacità di resistenza delle truppe, anche e soprattutto sotto l'aspetto morale. L'industria delle conserve alimentari può riuscire di grande aiuto nei rifornimenti di guerra, purché la produzione venga in precedenza indirizzata secondo criteri razionali. Infatti durante la guerra ne chhimo copiose fioriture di concezione industriale, quasi sempre poco felici agli scopi della guerra. Non dobbiamo dimenticare che a questi scopi le conserve alimentari rispondono bene solamente quando rappresentano, o in un minor volume w1a quantità necessaria e sufficiente di risorse nutrienti, o un alimento di singolare utilità nella vita bellica e che viceversa in altro modo non è possibile di rifornire. Delle prime sono genericamente tutti i così detti concentrati di carne o di latte, delle seconde invece possono essere i frutti o le verdure. Le altre conserve alimentari non possono considerarsi che sostituti poco convenienti dei viveri complementari.
li rifornimento dei foraggi durante la guerra ha presentato notevo1i difficoltà per la quantità e il volume dei generi che si dovevano trasportare, anche se la guerra di posizione ha consentito di ritirare dalla prima linea, specie nella stagione invernale, i quadrupedi non strettamente necessari. In guerra di movimento e in montagna il problema dovrà necessariamente essere affrontato e risolto con una preordinata e solida organizzazione, tenendo presente ciò che suggerisce l'esperienza della guerra: la razione va proporzionata alla costituzione e al lavoro dei quadrupedi, è necessario semplificare i trasporti ricorrendo alla pressatura del fieno, e per rimediare ai frequenti esaurimenti organici ai quali sono soggetti i quadrupedi in guerra è necessario prevedere una razione che comprenda anche pannelli di mangime adatti a questo scopo. L'abolizione del parco viveri di corpo d'annata non ha ridotto il numero delle razioni complessivamente disponibili nelle unità di prima li nea (7, di cui 4 ordinarie e 3 di riserva). È variata solo la distribuzione di queste ultime tra i magazzini di corpo d'armata e di divisione, che hanno dato al servizio la voluta elasticità nei periodi più intensi delle operazioni, quando i trasporti dell'Intendenza erano assorbiti dal rifornimento munizioni e daUo sgombero feriti. Per il futuro e in vista della guerra di movimento, nonostante l'aumentata potenzialità dei mezzi di trasporto (ferrovie e autocarri) non sarà conveniente abolire sic et simpliciter le razioni prima trasportate dal parco viveri di corpo d'armata, mentre un aumento delle razioni ordinarie per i corpi non farebbe che aumentare il loro appesantimento, già notevole a causa del maggior quantitativo di munizioni richiesto dalle numerose armi automatiche. Anche per il futuro sarà perciò necessario dotare il corpo d'armata di un organo esecutivo proprio quale volano per il vettovagliamento, sia pure con dotazioni ridotte (basta una razione di viveri ordinari e una di viveri di riserva). Il mezzo di trasporto per tali dotazioni dovrebbe re-
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stare il carreggio a traino animale, sia per consentire al corpo d'armata una riserva di carreggio, sia perché è quest'ultimo il mezzo di trasporto più adatto nei terreni montani in cui i nostri corpi d'armata saranno chiamati ad operare. In quanto ali 'autocarrcggio, "dove può essere impiegato potrà sempre tempestivamente arrivare e servire quello dell'armata proveniente dagli stabilimenti avanzati" (ciò significa che per il Liuzzi rimane pienamente valido nonostante l'esperienza della guerra - l'accentramento al livello di armata anche per i mezzi automobilistici adibiti ai trasporti dei viveri). Per il Liu.ai va invece rivisto il meccanismo della distribuzione viveri al livello di divisione e corpo. Durante la guerra le sezioni sussistenza delle Grandi Unità furono abolite, ma dovettero essere sostituite da magazzini di distribuzione viveri i quali "altro non furono che nuove sezioni sussistenze improvvisate e adattate alle speciali circostanze di guerra". Esse dovranno pertanto essere previste anche per il futuro, sia pure con fisionomia di unità incaricata della distribut:ione viveri e non di volano di viveri. La distribuzione viveri dovrà però essere fatta a domicilio, presso ciascun corpo e non presso la sct:ione per tutte le unità della divisione, come doveva avvenire secondo la regolamentazione prebellica. A fronte degli inconvenienti della distribuzione accentrata (tempo eccessivo richiesto dalle operazioni, specie in una guerra di movimento; eccessivo e pericoloso addensamento cli carreggio presso la c;c/ione, dannoso anche nei riguardi della disciplina del traffico nelle retrovie) l'esperienza ha dimostrato che il sistema di invtare i nuclei di sussistenza decentrati presso un determinato corpo a rifornirsi direttamente presso l'organo di corpo d'armata, ha dato ottimi risultati.
Vestiario ed equipaggiamento In zona di guerra , le esigenze sono state enormemente superiori a quelle preventivate, mentre 1· organizzazione è rimasta la stessa. Ne è derivato un funzionamento poco economico del servizio, dovuto appunto al fatto che I'"organizzazione si manifestò e si conservò insufficiente e non corrispondente al reale bisogno". Tra le maggiori cause di spft:co è stata la dota1:ione del soldato calcolala non in misura dello stretto indispensabile: il soldato, dobbiamo ricordarcelo bene. butta via tutto quel di pìù che per lui non rappresenta un bisogno evidente e immediato. ma piutlosto un peso maggiore c.:he grava sulle sue spalle già sovraccariche. Tanto meglio se quel di più di c.:ui sente la necessità di disfarsi, può servirgli di utile meno di scambio per procurarsi qualche maggiore soddisfa1ione ...
La solu,ione di dare ai reparti appositi mezzi di trasporto per il corredo delle truppe, sgravando così le spalle del soldato, non sarebbe per il Liuzzi attuabile per molte mg ioni. prima di tutto l'indisponibilità degli stessi mezzi di trasporto. Le strade da percorrere sono perciò due:
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o persistere (nonostante gli inconvenienti) nel vecchio sistema migliorandolo per quanto è possibile, oppure ridurre al minimo indispensabile la dotazione individuale riorganizzando il sistema su nuove basi. In tutte i due i casi, bisogna prevedere specifici organi per l'attività di recupero, che durante la guerra pur non dando sempre ciò che avrebbe potuto dare - si è rivelata preziosa, e che per il futuro dovrà essere la base principale del funzionamento della branca. Se si conserva il vecchio sistema con il rifornimento inteso principalmente a mantenere in efficienza gli oggetti del corredo individuale, il recupero sarà difficile, le sostituzioni difficilmente saranno tempestive e quando giungeranno non saranno più sostituzioni ma rinnovi. con oggetti di non più conveniente riparazione. Invece, con il nuovo sistema sostenuto dal Liuzzi (soldato equipaggiato c vestito del puro indispensabile, e con sostituzione automatica, a s<:adenzafi.\sa e senza richiesta, dei capi di corredo) oltre a uno spreco minore di oggetti, si otterrà un alleggerimento notevole del servizio in prima linea, senza necessità di depositi anche a ridosso della trincea, come era avvenuto durante la guerra. L ·attività di recupero dovrà gravitare nella zona territoriale e nella ,ona di guerra si arresterà normalmente nelle retrovie dcli 'armata, perché non è conveniente coinvolgere in incombenze del genere 1 corpi d'armata e le divisioni: io pen,o chc dnhhiamo di1Uèlltica11: tuui quei piccoli e grossi slabiluncnti che, con gara 1kgna di altri scopi. vennero nella reccllle guerra impiantati quasi tulli i comanùi di granùe unità( .. ) è ceno che per il servi;i;io e per il Paese quegli ,tahilimenti rappn:sen tarono nella loro ,omma una grossa passività:10
Argomento secondari (ma poi non tanto. date le loro implica.tioni) riguardano il vec;tiario, e l'c4uipaggiamento e i materiali per la guerra e la vita in montagna. che dovrebbero essere meglio definiti, e il rifornimento di meni d'illuminazione, cancelleria e stampati: esprimo l"augurio eh<' in una gu~, ,a avvcnioc il 11JuJ11lltlèlllO degli ,rampali e della cancelleria possa riu,cire assai meno greve di quello che in pratica ~i verificò durante I 'ultima guerra. È ceno perù che questo mio augurio risulterà vano st: fino dal tempo di pa ce il no~tro eserc,Lo non saprà .:manc,parsi dal contagio hurocrat,co. e non ,aprà ridurre lt: pretese contabili a un sistema pratico e semplice, che meglio tragga profollo ùalle spe ciali virtù che oggi ancora si dehhano chiamare militari, ma che sarebbe tempo acquistassero valore civile.4 1
6. Serl'i::.io materiali di artiRlieria Secondo il Liun:i l'esperienza di guerra ha dimostrato l'eccessiva complessità dei compiti del ScrviL.io (interessato non solo per il ri forni mento, riparazione e sgombero delle armi e delle munizioni compre40 G. Liuzzi. Rirnrdi ... 41 fri. p. 167.
(Cil.). p. 166.
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se que!Je della fanteria, ma anche per tutte le attività relative a carreggio, quadrupedi e strumenti da zappatore). La sola direzione di artiglieria d'armata si è dimostrata, quindi, insufficiente per siffatte mansioni. Inoltre, dato lo stretto legame del Servizio armi e munizioni con le operazioni, la catena di dipendenze del Servizio prevista dalla regolamentazione 1915 (sezione artiglieria dell'Intendenza generale-direzione d'artiglieria della Intendenza d'armata - Comandi di artiglieria di corpo d'armata) ha dovuto, come si è visto (voi. II - capitolo XIX) essere modificata, assegnando le reali mansioni direttive rispettivamente al Comando Supremo e ai Comandi di armata (anche se per quanto riguarda i provvedimenti di dettaglio relativi ai trasporti, al deposito, al carico e scarico delle am1i e munizioni ecc. le Intendenze non hanno potuto essere escluse). In tal modo - come osserva il Liuzzi - l'organizzazione prevista è rimasta almeno sulla carta inalterata, e si è addivenuti a un compromesso di fatto tra Comandi e Intendenze. Sulla base di queste esigenze. il Liuzzi - anche in vista della prospettiva della guerra di movimento in montagna - propone di adottare le seguenti soluzioni: a) limitare i compiti del Servizio alle attività di rifornimento, recupero, sgombero e riparazione delle anni e delle munizioni per fanteria e artiglieria, alle dirette dipendenze dei comandanti di artiglieria e non degli Intendenti; b) assegnare al Servizio trasporti per via ordinaria le attività di rifornimento, recupero, sgombero e riparazione del carreggio, finimenti, bardature, ecc.; e) assegnare la branca rifornimento quadrupedi al Servizio veterinario; d) al livello di prima linea (corpi d'armata e divisioni) l'aboli7.ione delle colonne munizioni è stata suggerita dalla particolare fisionomia della guerra di posizione, ma "non avrebbe potuto funzionare quando le operazioni avessero ripreso il carattere di guerra di movimento". Di qui la necessità, per il futuro, di assegnare al livello di corpo d'armata un'unità per il rifornimento munizioni articolabile in aliquote divisionali, m parte autoearreggiate e in parte carreggiate in misura variabile.
7. Servizio materiali del Renio Anche il Servizio materiali del genio, come e ancor di più di quello d ' artiglieria, ha risentito durante la guerra dell'eccessiva complessità dei compiti e del gran numero di specialità, che si traduceva in un'estrema complessità e varietà dei rifornimenti necessari. E anche per questo Servizio - che ha dimostrato per la gran parte un carattere eminentemente operativo - valgono le stesse considerazioni sulle dipendenze fatte per quello d'artiglieria. Le proposte del Liua.i mirano, nella sostanza, ad alleggerire l'Arma del genio in guerra di lutti i compiti non strettamente connessi con le operazioni , assegnando la direzione delle singole attività ai Comandi genio e non alle Intendenze. In particolare:
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a) devono rimanere sotto la diretta responsabilità dei Comandi genio i lavori di difesa o di rafforzamento del campo di battaglia, i lavori in la linea relativi alle strade, al ricovero delle truppe e alla sistemazione dei Servizi, i lavori di difesa anche in 2• linea, i rifornimenti di materiale per i lavori stradali in 2· linea; b) i lavori relativi al ricovero delle truppe, alla manutenzione delle strade e alla sistemazione dei Servizi in 2' linea devono essere di competenza dell'Intendenza d'armata, tramite la sua direzione genio e organi tecnici apposi ti; c) l'organizzazione della rete dei collegamenti che interessa direttamente i Comandi e della quale è perciò responsabile il Capo di Stato Maggiore della Grande Unità dovrebbe essere d1retta dallo stesso Capo di Stato Maggiore, che provvederebbe ai relativi lavori avvalendosi di speciali organi e reparti tecnici da lui direttamente dipendenti (in questa concezione del Liuzzi, che vede la branca collegamenti e trasmissioni nettamente staccata dall'Arma del genio, vi è già, in nuce, I' Arma delle trasmissioni che si è staccata dal genio solo nel secondo dopoguerra); d) il Servizio legnami, che non ha nulla a che vedere con l'Arma del genio, deve fare capo ad appositi organi territoriali.
8. Servizio del genio civile ( o delle strade) Per il Liuzzi si tratta di un Servizio prevalentemente di seconda Linea, che oltre all'organo direttivo di armata deve avere alJe dipendenze di questo altri organi direttivi di corpo d'armata, con Ja funzione di saldare robustamente (per sovrapposizione) il proprio con il Servizio del genio militare, che come si è visto si occupa della costruzione e manutenzione delle strade in 1 a linea. La direzione d'armata si deve articolare, in 2• linea, in un certo numero di sezioni, e deve spingere la sua azione fino ai corpi d'armala con apposite sezioni del genio civile di corpo d'armata. Pur mantenendo il Servizio autonomo dai Comandi del genio, occorre improntare l'azione dei vari organi direttivi alla massima elasticità, senza stabilire rigide lince di separazione e/o di contatto tra il Servizio del genio civile e quello del genio militare: posto che non è di massima conveniente spingere in avanti l'opera del genio civile, solo al livello di corpo d'amata è possibile prevedere una zona di saldatura, di ampiezza variabile a seconda delle esigenze.
9. Servizio postale Per eliminare le mende principali che si rivelano nel funzionamento del Servizio durante la guerra, cioè la ritardata costituzione degli organi, la scarsità di personale, l'eccessivo accentramento nello smistamento della corrispondenza e la separazione tra servizio postale mi-
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litare e civile, il Liuzzi ritiene che anche in questo caso si deve applicare il principio generale della subordinazione, nella zona delle armate. degli organi civili agli organi militari. Nella zona delle armate le parti militari e civili del Servizio devono essere opportunamente fuse sotto il controllo unitario esercitato dall'autorità militare, senza dividere nettamente i compiti, come proposto da taluni funzionari postali civili. Nemmeno la proposta di militarizzare completamente il Servizio, avanzata da taluni funzionari postali assimilati, trova il Liuzzi consenziente. In sostanza, il Liuzzi non scende in dettagli organizzativi e accenna solo a qualche miglioramento. Per non depauperare eccessivamente di personale il servizio postale civile occorre prevedere un apposito reclutamento del personale militare da adibire agli uffici postali, che va addestrato fin dal tempo di pace e deve essere in numero sufficiente, in modo da consentire l'aumento degli uffici. Il serviz.io dei corrieri militari, anche se non ben visto dagli impiegati postali perché cortocircuita il normale iter della posta, deve essere mantenuto. Infine si deve estendere in ai•a11ti,fi110 ai corpi, la competenza dei capi ufficio postale (durante la guerra l'andamento del Servizio al livello di corpo non ha dato huoni risultali perché era affidato agli aiutanti maggiori, che avevano altro da fare).
I O. Servi-::io trasporti
Per comodità di lrallazione intendiamo riferirci con tale dizione a tutti i tipi di trasporlo in senso lato. La regolamentazione 1915 rimasta in vigore nel 1918, invece, assegnava al Servizio trasporti (voi. II - capitolo Xlii) il compito di gestire - al livello superiore all'armata - i trasporti ferroviari, fluviali e marittimi, e al Servizio delle tappe, al livello di armata, la competenza sui trasporti per via ordinaria (a mezzo quadrupedi e/o aulomerci). Dopo aver rivelato che anche dopo l'e~pcrienza della prima guerra mondiale il Servizio dei trasporti specie nell'ambito delle armate "era e resta quello che integra, regola e attiva lutti gli altri Servizi", il Liuzzi prende in esame l'andamento delle varie branche durante la guerra, e arriva a queste conclusioni: a) la direzione militarizzata dei trasporti ferroviari attuata durante la guerra risponde solo alle esigenze di una guerra breve condolla da un pic<;olo esercito. Poiché la guerra odierna assorbe con continuità I 'intero traffico ferroviario, tale servizio in linea di massima deve essere mantenuto alle dipendenze degli stessi or1:ani (civili) che lo dirigono fin dal tempo di pace, con propri organi tecnici di collegamento presso il Comando Supremo e i Comandi di armata; b) l'accentramento dell'impiego degli automezzi al livello di armala deve essere mantenuto, perché si è rivelato la soluzione più economica e vantaggiosa anche per le truppe combattenti almeno in quelle circostanze, cioè nella guerra di posizione 111 montagna e "fino a
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tanto che le azioni non acquistano carattere di movimento (in tale eventualità l'economia del servizio urterebbe contro l'efficacia e talvolta <'Oniro la possibilità)" [nostra sottolineatura - N.d.a.]; e) specie in vista della guerra di movimento, il parco automobilistico d'armata si è rivelato troppo pesante e di funzionamento troppo complesso. Esso si dovrebbe scomporre in una unità d'impiego (le autosezioni e autoreparti) decentrabile a ragion veduta, e in una unità logistica (deposito di materiali e pezzi di ricambio e organi di riparazione). Autosezioni e autoreparti conserverebbero le relative autofficine, che in guerra si sono rivelate necessarie (questa proposta già prelude, in certo senso, alla costituzione del Servizio automobilistico); d) solo nell'ultimo periodo della guerra è stato possibile impiegare i rimorchi, che hanno fornito risultati inferiori alle aspettative per due motivi: "preconcetto contrario e mancanza di pratica da parte del personale automobilistico; difetti inerenti ai rimorchi e più specialmente al loro sistema di attacco". Nel futuro, per molli trasporti i rimorchi costituiranno una soluzione economica e dovranno essere introdotti nell'ambito degli autoparchi; e) durante la guerra l'inadeguata preparazione tecnica del personale e la sua eccessiva rotazione sono state la causa principale dell 'eccessivo logoramento di un materiale tanto costoso e prezioso. Di qui la necessità di dedicare la massima cura, fin dal tempo di pace, al reclutamento e all ' istruzione del personale; I) il parco carreggio e salmerie d'armata (costituito nel 1917 accentrandovi tutti i 4uadrupedi e mezzi di trasporto recuperati dai vari organi, perché non necessari nella guerra di posizione) deve essere mantenuto anche per il futuro, però senza i relativi laboratori di riparazione costituiti durante la guerra. Questi ultimi dovranno far parte dell'organo incaricalo di rifornire, riparare o sgomberare quadrupedi, carreggio e salmerie per tulle le unità dipendenti dell'armata, e non solo per il predetto parco; g) data l'esisten.la di precisi legami funzionali, non è conveniente affidare la clire/i<me dei trasporli meccanici e quell:i dei trnsporti a trai no animale a due organi distinti al livello di annata. Così come non è conveniente a tale livello separare il Servizio dei trasporti per via ordinaria da quello delle tappe e retrovie; h) il Servizio in guerra 19 I 5 (para. 238) affidava alle direzioni delle lappe d'armata anche il compito di coordinare il Servizio delle tappe con quello dei trasporti ferroviari e fluviali, che, come si è visto, non dipendeva dall'armata. Mancandone i presupposti, questo coordinamento non ha potuto essere effettuato; ciò sarebbe potuto avvenire solo se la direzione delle tappe d'armata avesse avuto alle sue dipendenze anche la delegazione trasporti d'armata. Per il futuro è conveniente affidare agli organi dei trasporti ferroviari (e non ai Comandi di tappa, come invece è avvenuto) le operazioni di carico e scarico presso le stazioni ferroviarie, "che dipendono essenzialmente dagli ordini di movimento relativi alle varie spedizioni e dalla reale capacità di carico e scanco delle diverse stazioni " ;
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i) occorre tendere a un maggior decentramento ai corpi d'armata di responsabilità direttive, sia per il Servizio trasporti per via ordinaria (con particolare riguardo a quello automobilistico) che per il Servizio delle tappe. I corpi d'annata dovrebbero affidare ambedue queste branche a un unico organo specializzato, anziché far gravare direttamente sul Capo di Stato Maggiore, già oberato di lavoro, anche la responsabilità di questi Servizi; I) riguardo alla dire1.ione dei trasporti per via ordinaria al livello d'armata, diversamente dal Pugnani (voi. Il - capitolo XIX) il Liuzzi non ritiene conveniente la tendenza (manifestatasi durante la guerra) ad accentrare la parte più propriamente tecnica automobilistica (rifornimenti, riparazioni, addestramenti e impiego tecnico del personale ecc.) in un organo direttivo specializzato autonomo nell'ambito deJl'Intendenza d'armata, organo che non aveva, né poteva avere ingerenza nei trasporti d'armata ed era separato dalla direzione di tali trasporti: anche la parte tecnica automobilistica dev'essere rispettata, ma per farsi rispettare deve decentrarsi, e a me sembra che, tenendo presente l'accresciuto sviluppo dell'automobilismo, almeno nell'armata essa richiede una funzione direttiva che perfcllamcnte si adatti all'organo incaricMo elci trasporti La crea1.ionc di uno speciale organo sarebbe esorhttante per quella sola funzione e danno,amente complicherebbe il servizio. La parte tecnica deve suborclinarsi alla parte logistica del servizio automobilistico, allo stesso modo du: la parte tecnica artiglieristica dev'essere subordinata a quella lattica. 42
Né nel Liuzzi né in altri, comunque, si delinea un possibile ruolo sostitutivo del trasporto a motore per via ordinaria rispetto alle ferrovie. Quest 'ultime conservano anche nella prospettiva della futura guerra di movimento tutta la sua importanza, nonostante la sua riconosciuta e accresciuta vulnerabilità di fronte alla nuova minaccia aerea. La ragione è semplice, ed è hcn sintetizzata dal Von Bcmhardi nel 1923: data l'enorme estensione dei teatri di guerra attuali e la mole delle masse che spesso occorre proiettare a grandi distanze in direzioni varie, non è possibile che, movimenti delle truppe si compiano solo per via ordinaria; ne deriverebbe un movimento troppo lento e truppo facile ad essere scoperto dall 'avvcrsario. E però è assulula necessità che i movimenti slrategici, ogni volta che sia possibile, si effettuino per ferrovia e siano tenuti celati al nemico con ogni cura. Nessun Staio possiede una rete stradale e ferroviaria così ricca da rispondere a tut te le esigenze su accennate: donde la necessità di costruire tronchi stradali e ferroviari. da mantenersi in cfficieni.a. A ciò occorrono grandi quan111à di lavoratori, , quali alla loro volta vengono ad accrescere la mole delle masse e le d1fficollà logistiche, e richiedono in pari tempi un gigantesco organismo di uffici e d1 direzioni varie: sl che la mole di un esercito moderno, tenendo conto anche di tutte le truppe che, specialmente in territo rio nemico, debbono assumere la protcz.ione delle comunicazioni, cresce in modo fantastico. Tutte queste circostanze rendono anche difficilissimi i movimenti delle truppe. Per poter effelluare movimenti strategici di concentramento e di cambiamento d, direzione dei singoli gruppi d'esercito, occorre un organismo poderoso ed una preparai.ione perfetta.43
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/vi, p. 224. Generale Von Bernhardi, I.o 11uerra dl'i/'av1·enire (traduzione a cura del gen. A. Bollali). Roma, Libr. clcllo Stato 1925. pp. 12-13. 43
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Anche in Italia, in uno studio premiato nel concorso ministeriale dello stesso anno 1923 il colonnello di Stato Maggiore Verri, commissario mii itare per le ferrovie, dopo aver illustrato l'apporto dei trasporti ferroviari durante la guerra arriva a queste conclusioni sul loro ruolo futuro44: a) nelle lince ferroviarie delle terre liberate il 3 novembre 1918 è stata riscontrata la distruzione di 2594 metri di ponti e gallerie e 127.000 metri di linea. La riattivazione ha richiesto L'impiego di 14 compagnie ferrovieri, 9 compagnie di fanteria, 18 Compagnie di prigionieri e 2000 operai delle ferrovie. Queste distruzioni sono destinate ad aumentare nelle guerre future, "oggi che già si parla ovunque (cd ovunque la si crea) di un'armata del cielo, la quale con azione indipendente da quella dell'Esercito, dovrebbe portare ovunque la distruzione e lo sterminio"; b) occorre, di conseguenza, aumentare la disponibilità di personale spccialiu.ato per i riattamenti, e di riserve di materiali da ponte e di materiali d'armamento; c) occorre decentrare il più possibile, eliminare le strozzature e i passaggi obbligati, evitare di concentrare il traffico (di arrivo e partenza, ma anche di transito) in grossi centri ferroviari, organiaando meglio i raccordi tra le linee che vi fanno capo, che devono essere più distanti dai centri stessi in modo da sottrarsi ai bombardamenti, e provvisti alle loro estremità di posti di movimento, meai di alimentazione delle ferrovie ecc.; d) l'elettrificazione delle lince ne aumenta enormemente la vulnerabilità, riferita sia alle lince stesse sia agli impianti di produzione e di . stribuzione dell 'energia nelle linee e nelle stazioni: "non si può fare a meno di affermare qui che una estesa elettrificazione ferroviaria sia dannosissima nei riguardi della difesa del Paese, in specie quando le centrali idroelettriche di alimentazione vengono a trovarsi dislocate in prossimità del confine, come è nel caso nostro!"; e) per esigenze militari, ma anche civili, occorre effettuare tutta una serie di lavori sia nelle zone montane che in pianura, per raccordare meglio le regioni liberate con il resto del Paese. In sintesi, dopo il 19 I 8 le ferrovie, lungi dal perdere la loro importanza, tendono ad accrescerla. Aumenta però ancor di più la loro vulnerabilità, fino a creare una forbice nella quale si riassume non solo il nuovo problema delle ferrovie, ma quello dei trasporti in genere.
I I . Servi:io di amministrazione
Specie per la parte contabilità (e sua resa nei termini e con le modalità fissate) dei corpi e degli innumerevoli stabilimenti e Enti autorizzati, dà adito a concordi critiche, ed è così giudicata dal Liuzzi: "la
44 C. Verri. /.e feruwie e la difesa del PC1ese, Torino. Ed. Anista Moderno 1923. pp. 93-1 IR.
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guerra - lo dichiaro senza malignità - è stata per la nostra contabilità un grosso fallimento che non vorremmo mai più certamente ripetere".45 Diversamente da 4uanto avviene per altri Servizi, egli non scende però nei dettagli per motivare un giudizio così drastico, né formula proposte precise. Critiche più particolareggiate - ma non nuove - si trovano, ad esempio, in un articolo del 1929 del capitano Bruno4 6, nel 4uale si afferma che: a) durante la guerra nelle unità al livello di compagnia il comandante, oberato da ben altri impegni, lasciava quasi del tutto nelle mani di un graduato opportunamente scelto le mansioni relative alla contabilità, sen za avere tempo e modo di seguirne l'operato: b) gli organi amministrativi con l'azione di controllo (che erano notiamo noi - istituzionalmente tenuti a compiere) esercitavano sui reparti una "inopportuna azione di disturbo". Inoltre "un controllo minuzioso richiedeva abbondanza di me.ai, e cioè molte paia di braccia non tutte inadatte a sostenere il peso di un fucile"; c) i centri amministrativi dove si effettuava il controllo. data la loro distanza dalla prima linea e la difficoltà delle comunicazioni, facevano conoscere i loro rilievi dopo diversi mesi , cioè quando Comandi e comandanti ormai non avevano più la possibilità di tenerne conto e di prendere i necessari provvedimenti; d) altre volte "il controllo non fu che una burla", e in definitiva "gravi irregolarità ebbero modo di passare inosservate, come ben celata merce di contrabbando. e di fruire infine ... del generale perdono. mentre piccole mam:hevolezze meritarono talvolta gravi sanzioni". Il Bruno critica, ma anch'egli non indica rimedi. Nel corso degli anni Venti altre voci si levano per far notare gli inconvenienti emersi durante la guerra e per suggerire soluzioni alternative. Tra di esse, quelle che si sembrano meritevoli di maggiore attenzione sono due opere ( 1919 e 1922) del capitano di amministra.t.ione Bertini su li 'ordinamento amministrativo e contabile militarc47 • nelle quali l'autore senza perifrasi giudi(;a ··e11 atll ed antieconomico il modo come vive e funziona quel complicato organismo che st:ol chiaman,i amministrazione militare italiana". Il Bcrtini lamenta di non essere stato ascoltato nonostante una sua richiesta scritta - da una commissione presieduta dal scn. Berio nominata nel 1922 per studiare e proporre le riforme da introdurre nell 'Amministrazione militare (il cui operato sarà da noi esaminato nel dettaglio nel prosieguo della trattazione). Eppure, egli rileva, la commissione s1
45 G. Llun,. Ricordi (Cit.), p. 16J. 46 S. Bruno. Comando e Ammi11isrrazio11e. "Le Fort.e Armate" 9 aprile 1929. 47 A. Bertini, f'nrdinamenlo ummi11i>1ratil'o-r0111ubi/e mi/ilare critirhe e proposi<'. Panna. Tip. Coop. Parmense 1919, pp. 5-17. 58 e 62-631. Cfr anche dello stesso autore. il polemico Qul'llo d1e Cll'rei dl'lln olla Cvmm1.1stot1<' per le riforme dei serl'I: i delrAmministra:ione Militar,• .\i~ la Co,nmissione non 111•,.,,"" rifiuttJlfJ di ascoltarmi. Parn1a, Unione Tip. Parmense 1922.
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era dichiarata lieta di accettare il contributo di chi avesse voluto dare un apporto ai suoi lavori, e d'altro canto tra i suoi componenti "mancava affatto ogni e qualsiasi funzionario tecnico dcli' Amministrazione dei corpi, e precisamente un ufficiale del corpo di amministrazione, cioè l'unico che sciente e cosciente poteva portare allo studio e alla discussione argomenti irrefutabili". A suo avviso la crisi dell'amministrazione militare è incominciata nel 191 O, quando il corpo contabile viene sciolto allontanandone gli ufficiali -· cioè i soli tecnici amministratori-contabili che vi erano nei corpi di truppa - dai reggimenti di fanteria, e anche dall'ufficio di revisione della contabilità presso il Ministero e dalla direzione dei magazzini. Essi sono stati sostituiti nei primi due incarichi da ufficiali d'Arma. e nella direzione dei magazzini da ufficiali richiamati dall'ausiliaria (con gravissimo danno per la mobilitazione del 1915). Anche se nel 1915 il direttore dei conti tecnico ritorna nei corpi, "ormai il disastro era avvenuto, gli Ufficiali tecnici sfiduciati, le amministra/.ioni sottosopra, le tradizioni spezzate, la continuità del lavoro interrotta, il ruolo sparuto, il reclutamento venuto a mancare". Mentre fino al 191 O il Ministero era davvero per gli organi periferici "una autorità suprema, il più alto tribunale, la fonte della conoscenza, l 'esempio della perfezione", dopo il 191 O, e soprallutlo nel dopo guerra, il quadro cambia radicalmente: Oggi ... oggi le cose vanno ben d1versam.,nle e quando <lìeo oeei mi riferisco all'a11Uale periodo dte ha inizio da quasi un decennio. cioè ancor prima della Grande Guerra. Per farsene un'idea basterà sfogliare un'annata del ..Giornale Militare". precisamente nelle rubriche d, carauere amministrativo. Reuifichc, aggiunte. chiarimenti e minacce si alternano. si susseguono con una vi cenda così assidua fin sui mcclcsimi argomenti da sbalordire. disorientare e stancar.:. Si arriva al punto d, chiedersi se è davvero 11 p,ù allo organo ammm1strat1vo dell'eserc,10 che in tal mo<lo esprime il suo volere. che in tal modo confessa d, non essere né capilo. né ohhcdito [ ... ]. Ad esempio stasi di fun1ionamcnto per omissione di tempestive disposizioni. errori in cene norme per sconoscenza dei scrvi1i periferici. disfonnità di traua menlo a seconda della po.:rsuna t 11u11 ut:I "" YiLiv. influenza dcli.:: raccomandazioni personali nelle deeision, ministeriali anche in alli ammimslrali'1i. Potrei citare tinanco la mancata apphcaL1one <li un Decreto Regio ordinata con circolare imerna d, una Dirc1ione Gcacralc. Il dccrelO fu abrogalo solo dopo due anni ma facendo decorrer<:: l'abrogazione dalla data in cui esso era entrato in vigon:. Né scriverò degli infiniti rendiconti in denaro di enti territoriali non mobilitati smarriti. pur rappresentando documcnta1ioni di spese per somme d1 mìliom. non degli smarrimenti do pratiche, di domande. ed anche di decreti originali d, nomine ecc. ecc .. benché tutto c,ò avrebbe servilo a m"uere 111 giusta luce gli ambienti centrali e quelli periferici, nei quali con mano ferrea e collello aguzzo devesi, se si vuole effettivamente risanare ed e,onomizzarc, lavorare asportando e tagliando senza misericordia. 18
A parer nostro, il Bcrtini dipinge a tinte troppo rosee la situazione fino al 19 JO. mentre calca la mano fino ali 'eccesso nei giudizi sulla si-
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A. Bertini. Quello che avrei dettn ... (Cit.). pp. 5-6 e IO.
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tuazione del primo dopoguerra, che pure corrispondono a un'effettiva crisi, in parte almeno evitabile ma in parte anche inevitabile. Tutto sommato, i suoi rilievi sulla situazione dopo il 1918 non sono completamente nuovi, visto che tutte le guerre avevano lasciato non solo in Italia un ampio contenzioso amministrativo e che buona parte delle sue critiche di fondo erano già state mosse da altri studiosi, fin dal secolo XIX. Nel concreto, e sempre a suo giudizio, i principali difetti da eliminare sono: a) "assoluto accentramento" presso il Ministero, che però si ferma alla sua soglia: all'interno del Ministero stesso, le varie direzioni generali agiscono con piena e fors'anche eccessiva autonomia e indipendenza. Ne consegue un'azione degli organi centrali tarda e lenta, e "si ha l'impressione che manchi quella perfetta coesione, quella uniformità di criteri, quel sicuro e deciso indirizzo che, se fosse intraveduto alla periferia, spesso eliminerebbe dubbiose o false interpretazioni, permetterebbe iniziative sane, risparmierebbe valanghe di quesiti, eviterebbe certe stati si funzionamento per dover attendere decisioni ministeriali; b) i controlli degli organi di revisione del Ministero sono solo formali e in pratica limitati alla pura revis ione contabile, tali cioè da non mettere a nudo la natura e la rispondenza alla concreta situazione degli atti amministrativi. Ciò avviene perché " dal punto centrale di osserva,-;ione i colori, specialmente degli obhiettivi più lontani , spariscono per confondersi in un colore unico il quale impedisce anche ad occhio acuto ed assuefallo di scernere nella confusa massa i colori che rivelano le cose, le proporzioni delle cose, la vita che anima lo scenario posto dietro quel velo uniforme 1... J la revisione per essere piena ed efficace, deve avere come primo requisito la vicinanza e per sua intima costituzione la immediatezza"; c) la nomina durante la guerra degli Ispettori contabili di corpo d ' armata territoriale li corpi d'armata operativi non avevano alcuna rilevanza amministrativa - N.d.a.] risponde a un criterio "lodevolissimo e opportuno", ma questi Ispettori sono stati lasciati soli, senza uno staff che li coadiuvasse nei controlli di competenza e responsabilità e senza tutelarne adeguatamente l'autorità e il prestigio, visto che henché l'Ispettore costituisca l'organo tecnico immediatamente superiore agli ufficiali di amministrazione dei corpi, non gli sono esplicitamente attribuite facoltà che implichino da parte sua un efficace e autonomo accertamenlo di meriti e demeriti: "il personale, è ovvio, non dovrebhe avere per giudice nelle sue funzioni tecniche che un superiore tecnico: avviene invece che i personali d'amministrazione, giudicati da superiori non tecnici, vengano valutati pci risultati di forma che sanno dare, non per le necessità soslanziali che sono riusciti a soddisfare". Anche per questi motivi l ' Ispettore non spez,-;a il tradizionale sistema accentratore, ma si riduce ad essere "un puro organo sollecilatorc di documenti contabili "; d) i consigli di amministrazione in realtà non amministrano il corpo, non si riuniscono e non discutono ma si limitano ad apporre la firma su deliberazioni già prese, e il vero deux ex machina, colui che ve-
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ramente opera e agisce, è il direttore dei conti, cioè l'unico elemento tecnico (ufficiale di amministrazione) presente nei corpi, che è anche segretario del consiglio: "il consiglio non amministra, né può amministrare il corpo, sia per la sua composizione giacché tutti i componenti dipendono direttamente per ogni loro desiderio o ambizione lecita dal comandante del Corpo e quindi in effetti sono privi dell'autonomia e dell'indipendenza tanto necessarie, sia per la misura delle sue attribuzioni in tutto e per tutto vincolate, oserei dire, annullate dall'azione dell'Amministrazione centrale I ... I di mano in mano che in Italia si è proceduto alla ricompilazione del regolamento d'Amministrazione e contabilità dei corpi dell'esercito si sono verificati questi due fatti: costituzione dei consigli con Ufficiali di grado sempre più elevato, trasferimento delle più importanti attribuzioni naturali dei consigli stessi ali' Amministrazione centrale". Ne consegue che i consigli di amministrazione militari non possono essere paragonali a quelli delle società private, perché mentre questi ultimi ricevono il mandato di gestire gli affari sociali e la responsabilità che ne consegue, i consigli militari hanno solo la responsabilità di gestioni altrui; e) tutti i Comandi, corpi cd uffici dei grossi Presidi hanno ciascuno una cassa e un magazzino, con dispersione di risorse. di materiale e di personale e immobilizzazione di valuta; f) il vigente ordinamento amministrativo militare ha quasi completamente abolito il conto corrente, da molto tempo istituito fra i corpi dell'esercito, sicché ogni operazione deve svolgersi con l'effettivo movimento di contante. Tra le amministrazioni militari è necessario un continuo, cd eccessivo, lavoro di accreditamenti, che l'istituzione del vaglia di servizio non ha abolito perché richiede pur sempre il versamento del contante all'ufficio postale e il pagamento del vaglia al corpo creditore: "or mentre da ogni parte si studia e si lavora affinché il movimento di contante sia ridotto alla eccezione, nelle amministrazioni dell'Esercito ogni partita richiede il materiale passaggio di denaro da una cassa ali' altra"; g) il trattamento economico e morale e il profilo di carriera dell'ufficiale di amministrazione non sono proporzionati al delicato e gravoso lavoro che egli svolge nell'interesse dello Stato. li suo stipendio è di gran lunga inferiore al compenso che una qualsiasi amministrazione privata gli pagherebbe per un uguale lavoro, mentre la sua carriera, che nel I 9 I O si stava normalizzando, ha ricevuto un duro colpo "da quell'infelice legge che sfasciò il corpo e regalò all'Esercito quel tale ordinamento con cui si iniziò la crisi detta della baraonda amministrativa", e, in genere, è sempre stata la peggiore di quelle delle altre Armi e corpi. Le articolate proposte del Bertini per rimediare a uno stato di cose che nel 1919 è effettivamente non privo di serie mende (anche se è da lui descritto con tinte troppo fosche) sono tal i da anticipare molli aspetti de li 'assetto attuale, e da lasciare persino intravedere, in pectore, quello che dal 1940 in poi sarebbe stato il Serv1z10 dt amministrazione.
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1 loro punti qualificanti sono l'abolizione del consiglio di amminislraLÌonc, e la creazione di un direttore di amministrazione del corpo sul quale esercita la sorveglianza un /spetroraro (e non più un Ispeltorc) al I ivello di corpo d'armata territoriale, con un unico organo tecnico coordinatore al livello centrale (Ispettorato generale) che funge anche da rappresentante delle esigen.le del corpo presso gli organi centrali. e ha potere di indirizzo dell'attività tecnica. Riassumendo: Per comodità d, esame si riportano per sinte,i le varie riforme proposte: 1') Siano aboltli ndle amministrazioni penferich..-: J.) il Cun~igliu J'a1n111inblraLiu111,: 1
bJ la Cassa e relativo ufficio; e) 11 Magazzino e rela11vo ufficio. 2° ) Le opera,;iom di accreditamento cd addebitamento tra le varie ammini~traiioni militari siano eseguite per meno del conto corrente. L'Ufficio di Amministra1ionc di Personali Militari Vari agisca da Stanza di Cornpèn,azione. 3°) Siano istituiti: a) una Cassa Militare di Presidio presso ogni Se,iont' di T..-\oreria; b) Casse militari succursali permanenti od eventuali ne, presidi stabilili e lcmporan.:i quando necessità di scrviLio lo richieg~ano: e) Magau1111 m1l11an presidiari principali; d) Maganm, milltnri prcsidiari succursali pennancnti od eventuali nei Presidi sta biliti o temporanei quando m:cessilà di servi1io lo richicggono. 4 ° ) c;i, Ufficiali d'amministra1ionc gocl:ino di un'indc:nni1,1 di ufficio in propor,io ne del loro grado. La metà d1 essa sia pagata men,ilrno:,nle con lo s11pcndio. 1·a1tr:1 mclii venga accantonata onde formare per ogni ,ingoio Ufficiale presso la Cassa Depositi e Prestiti un fondo frunifero detto: "Garanzia e Capitale". A carico di 4uo:,sto fondo. e quando esso non fosse sufficiente, con ritenute sullo st ipendio e sulla pensione, lo Stato si indenni.ai dtei danni causaugli clallc negligenze e dal dolo del fun1ionario. L'ammontare anivo del fonJo. esclusi gli interessi maturali, venga pagalo al funzionario quando cessa dal serviLio attivo pcrmancnrc o agli eredi in caso di morte avvenuta prima della cessa,ionc del servizio. Gli interessi de, vari fondi "GaranLiil e Capitale" vengano ari ogni esercizio finanLt<1110 11pa1lìli pi.:1 Dcc,etu dd Ministro della Guerra tra gli Ufficiali di Ammmi,1razione in S.A.P. che specialn11:111e si siano dis1i111i nel !Utclarc e cumn: gli interl!ssi della Ammmistra7ione Militare. Per l'attua.i:ione del nuovo ordinamento sia ,1a11Lia1a. ntel Bilancio della guerra una somma. una volta tanto, per iniziare la costitulione dei foncli "(iaran7ia e Capitale" per gli Ufficiali cli Amministra,.ionl! in S.A.P. alla data d'ini1io del nuovo sistc:ma. 5°) Ogni Corpo dell'Esercito sia ammini,trato da un Uffidale Superiore d·ammini strazione col 1110]0 di Direttore d'amministrazione agli ordmi del Comandante ciel Corpo e sono l'immediata vigilanza e la guida dell'Ufficio d'bpe.i:,one del Corpo d'Armata. 6° ) Presso ogni Comando di Corpo d'annata e alla diretta dipendenza del rispettivo Comandante ,,a istituito un Ufficio d't,pc=iont' di Cd.A . con i segu.:nti compili: a) sorvegliare i Corpi della ginrisdl7ìonc affinché il rispcltivo funzionamento amministrativo-contabile sia regolare, economico" conforme alle leggi, regolamenti e norlllt:' ministeriali; b) guidare gli Ufficiali d'amministra,;1one m servizio nel territorio della giurisdizione. nelle loro auribuzioni tl!cniche e vigilarne l'operato. 7°) Pr.:s,o il Mini,1ero clclla Guerra sia istituito un Ispenorato Generale d·Ammini str.uione con i seguenti compiti: a) dirigere e coordinare l'azione degli Uffici d'Ispe.i:ione d, Corpo cl'Annata;
Cl, ammaes1rame1111 della Prima Guerra Mondiale
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b) provvedere al regolare fun7ionamento delle amminiMrazioni dei Corpi dell'Esercito: c) assicurare la regolare, completa c generale applicaLione delle norme di legge e mi · nisteriali riguardanti il funzionamento amministrativo-contabile dei Corpi dell'Esercito. 8") La Direzione Generale Revisione Conti per quanto riguarda le amministra7ioni d1pendenu abbia apposite Sezioni distinte per materie. Ogni Sezione si scinda in gruppi per Corpi d'Annata, ed ogni gruppo in clementi per Divisioni e per Presidi.
Last not least, riguardo al reclutamento e alla formazione e istruzione dei Quadri il Bertini osserva che, essendo la carriera deU'urlìeiale di amministrazione poco ambita, il sistema di colmare i vuoti organici ricorrendo a ufficiali .-ichiamati dal congedo o a<l ammissioni in carriera di uflìciali inferiori e sottufficiali con corsi straordinari accelerati ("e a volte anche senza") ha come base - né potrebbe essere altrimenti - un abbassamento dei requisiti normali, e quindi il livello degli ammessi, salvo rare eccezioni, non è tale da aumentare la considera1ione in cui deve essere tenuto il corpo. Tanto più che egli lamenta - per la p.-cpara1ione degli ufficiali di amministrazione non risulta designata alcuna scuola. La necessità di questa scuola già traspare dalle sue parole: s1 vuol proprio nominarli degli ufficiali o dei souufficiali di complemento scn7a al cuna p11:par.uione? Dovranno assumere le cariche loro attnhu1te ,en7a che abbiano ricevulo no,iom unifom11 di tecnica? Senza quei criteri fonclamcnrali che funnl'rebhcro sicura gui da tlcl 111o<lu d1 ~omponar,i ,n tutia la loro carn.,ra·•
A questo si aggiunga che antica lamentela - esiste un'ingiusta e dannosa tendenza a non voler considerare gli ufficiali d'amministrazione alla stregua degli altri ufficiali, tendenza che deve sparire, così come si deve porre fine alla tendenza a contrarre gli organici del corpo, proprio quando, al contrario, le m:ccssità amministrative dell'esc.-cito e l'esperienza del passato dovrebbero indurre ad aumentarli. Né si deve ricorrere al sistema di colmare con ufficiali richiamati dall'ausiliaria i posti lasciati scoperti dati 'organico insufficiente. perché ciò oltre a danneg giare il prestigio del corpo e il morale dei suoi appartenenti finisce con il ritardare l'avan,.amcnto degli ufficiali di amministra1ione in servizio attivo (che vedono ricoperti con ufficiali provenienti dall'ausiliaria molti posti di ufficiale superiore).
12. Co11clusio11e Accanto all'imponente bagaglio di esperienLc e di concetti messo in campo dal Liuni, meritano un giusto apprezzamento le proposte del Memmo e del Bertini, che in settori così diversi e non interdipendenti come la sanità e I'amministra7ione forniscono ambedue clementi sufficienti e ben calibrati per costruire un 'organizzazione logistica alt 'al tezza dei tempi, pit1 leggera, mobile e flessibile. in grado di reggere di fronte alle sfide degli anni Trenta e Quaranta.
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Molte esigenze che sono state prospettate, molti obiettivi generali da raggiungere non hanno validità limitata agli anni Venti, ma non hanno perduto, neppure oggi, di una certa attualità. Ciò vale in particolar modo per il Liuzzi, la cui opera, spogliata di quanto è caduco e contingente, è tuttora una vera miniera di spunti, di riflessioni, di criteri generali che è bene seguire, di accorgimenti pratici che nessuna dottrina, in quanto tale, potrà mai suggerire. Nulla di simile - osserviamo - esiste in campo strategico e tattico, ove l'innumerevole massa di pubblicazioni descrive, esalta o demolisce, ma non tende - come fa il Liuzzi - a costruire su realistiche basi qualcosa che serva ad evitare gli errori del passato, senza tale passato rinnegare, respingere o accantonare, ma ricordandolo nel solo modo serio, cioè sena retoriche e senza veli di circostanza. Per questi motivi riteniamo doveroso rendergli omaggio, qui riportando i precetti sempre freschi che concludono la sua opera del 1922: Il fuD.L.ionamento dei servizi deve sempre essere inspirato ai seguenti fondamentali precetti: - i rifornimenti da tergo impongono ai servizi di meritare e possedere la fiducia delle truppe; - le truppe hanno fiducia aei servi.ti quando sono soddisfatte in tutti i loro reali bisogni scn7.a sopportare il peso dei meu, th soddisfacimento; chi sta avanti deve fidare in chi sta dietro e viceversa: lo scaglionamento dei serv1,:i come quello delle truppe, si basa su tale mutua fiducia; - il massimo rendimento dei mezzi sta nel loro accentramento. ma Il loro decentramento favorisce l' autonomia delle truppe. La conciliaz,onc dei tcrmin, con le circostan7e effellive è suggerila dal seguente aforisma: ··111 avanti tanto e quanto è necessario, indietro tanto e quanto è possihile"; l'azione di qualsivoglia Comando si esplica o con riserve di truppe o con riserve di servizi; - la previdenza deve essere massima o minima virtù dei Comandi in ragione del loro massimo o minimo grado; - il cameratismo delle truppe trova base ed alimento nel cameratismo dei servi7i; - l 'arte del comando si manifesta con l'impiego più economico e quindi più redditi,:io delle truppe e dei servizi, essa vuole l'organica organinazione e l'intima cono~cenza delle truppe e dei servizi.49
Precetti che valgono per qualsiasi tipo di guerra, anche se né in essi, né nell'intera opera del Liuzzi o di altri si trova un abbozzo di risposta al quesito fondamentale, che già negli anni Venti inizia a prendere forma: qual'è il peso dei trasporti nella difensiva e nell'offensiva e in che precisa misura nell'offensiva è diverso e maggiore e abbisogna del motore?
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9 G. Liuzzi, Rimrdi ... (Cit.), pp. 252-253.
Gli ammaestramenti della Prima Guerra Mondiale
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Fig. I -Antichi strurne11ti: cassetta Charriere per necroscopie ( 1864). (Museo lntrrnazinnale della CRI - Castig/in11e dello Stiviere ).
Fig. 2 - Antichi strumenti; cassetta con strumentario per interventi cromo-encefalici (seconda metà sec. XIX). (Museo Internazionale della CRI).
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Ferruccio Bolli
Fig. 3 - Pinza metalloscopica di Lavermicocca per l'estrazione dei proieuili (I • guerra mondiale - urnta anche nel dopoguerra). (MusPO Internazionali' della CRI).
CAPITOLO Il
LA NUOVA REGOLAMENTAZIONE LOGISTICA DEL 1924 E LE SUE RADICI
I . /,,, propn,·1,, ,, gli .1·t11di df'IIO Statn Maggiore dal 1919 al 1924
La nuova regolamentazione logistica del 1924 è preceduta <la un intenso periodo di studio e analisi "interna·· degli ammaestramenti logistici della guerra, che inizia già nel 1919 e riguarda tre questioni principali, tutte ben presenti nell 'opera del Liuzzi: a) opportunità di abolire o mantenere le Intenden;:e al livello centrale e di armata: b) opportunità <li abolire o mantenere i depositi centrali; c) soluzioni più idonee ad evitare per il futuro la cri~i logistica dei primi mesi di guerra. Sul primo problema, con dispaccio n. 11986 in data I ì settembre 1919 1 il Ministero della Guerra nell'impartire al Comando Supremo le dircllive per il riordinamento dell'esercito esprime il desiderio che "sia alkggerila la pesante organizzazione dei servi;:i di 2• linea, abolendo almeno l'Intendenza generale". Nel rispondere con foglio n. 95226 in data 19 settembre, il Comando Supremo dichiara di "concordare sulla necessità di alleggerire i servizi di 2' Iinea e di modificare I nostra sottolineatura N.d.a.l la costituzione delle Intendenze, in modo da renderle organi dei rispettivi Comandi". Con successiva lettera dell'ollobre I 919, da noi rinvenula nel carteggio del Comando Supremo sen;:a prolocollo e data (forM; u11a bo/./.a pu1 nun inviata), il Comando Supremo meglio definisce nel <lellaglio il suo progetto di riordinamento e s i dichiara contrario all'aboli;:ione dell'Intendenza generale, date le insostituibili funzioni che essa svolge (coordinamento dell'assegnazione e impiego dei mezzi logistici per le armate; impiego unitario delle ferrovie per i rifornimenti di tutto l'esercito; raccolta, secondo gli ordini del Comando Supremo, dei mezzi necessari alle operazioni pianificate). Con queste funzioni essenziali, secondo il Comando Supremo l'Intendenza generale più o meno corrisponde ad analoghi organismi esi<;tenti presso altri eserciti. Non sarebbe possibile addossare i suoi compiti agli organi centrali, sui quali già gravano durante la guerra pesanti responsabilità, a cominciare da quella di approvvigionare i mcz;:i e materiali di ogni genere necessari all'esercito.
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AUSSME. Rep. F/4 - F/5. Racc. 107. Cart. "Riordinamento lntenden.t.e'".
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Onde evitare gli inconvenienti derivanti dal suo appesanlimenlo e dall'insufficiente collegamento con il Comando Supremo, si potrebbe ridurla agli elementi essenziali e riunirla al Comando Supremo alle dipendenze di un generale addetto, in modo che il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito possa avvalersi di un generale addetto alle operazioni e di uno addetto ai Servizi (per mantenere il più possibile invariato l'ordinamento di pace, quest'ultimo dovrebbe avere alle sue dipendenze anche il reparto ordinamenlo e mobilitazione). I numerosi organismi che durante la guerra erano stati aggregati ali 'Intendenza generale (delegazioni CRI, commissioni sanitarie ecc.) dovrebbero essere riuniti in una sede più arretrata alle dipendenze del Ministero della guerra, "evitando che per naturale e spiegabile altrazione essi finiscano per aggregarsi al Comando Supremo". Il problema si pone in termini diversi per le Intendenze di armata, che - diversamente dall'intendenza generale riducibile senza danno a pochi organismi essenziali - hanno funzioni così importanti e vitali da richiedere organismi molto complessi. Per questo lo svantaggio iniziale della loro fusione con il Comando di annata sta nell'appesantimento del nuovo organismo, mentre è ovvio che nelle guerre future i grandi Comandi dovranno evitare i centri abitati. Ci sarebbe quindi la convenienza di avere organismi piccoli e autonomi, e il loro intimo collegamento potrebbe essere ricercato, anziché con la fusione, con la dislocazione di Comandi e Intendenze in località molto vicine. Per contro, con la fusione si avrebbe il vantaggio di eliminare automaticamente gli inconvenienti verifiealisi durante la guerra, che "nulla esclude possano ripetersi anche per l'avvenire" (scarsa iniziativa nel ricercare e mantenere il collegamento; distanze a volte eccessive fra Comandi di armala e Intendenze; costituzione di "doppfoni" presso i Comandi di armala, come gli Uffici Servizi). È quindi preferibile - secondo il Comando Supremo - la fusione, anche perché nulla impedirà al Comando di armata di frazionare i suoi organi secondo le esigenze della situazione e del terreno: ad esempio il Comando po1rà tener riuniti nella medesima sede gli organi essen/iali del reparto operazioni e del reparto servizi e dislocare indietro, in un raggio conveniente. gli Uffici e sezioni di minor importanza e che meno possano risentire pc! distacco della parte essenzialmente direttiva. In altri termini. si potrà realizzare nel Comando d'amrnta quel necessario frazionamento. che ora è rappresentato da due organismi separali: Tntenden.1.e ed armate.
In definitiva, nel Comando di armata si avrebbero alle dirette dipendenze del comandante due Capi di Stalo Maggiore: uno per le operazioni e uno per i Servizi: quest'ultimo avrebbe tulle le attribuzioni dell'ex-Intendente di armata. Le conclusioni alle quali è pervenuto il Comando Supremo sono portate a conoscenza dei Comandi designali d'armata e degli lspellorati di artiglieria e genio con lettera n. 161/Serv. del Comando Supremo (Re-
La nuova rexolamentazione logistica del 1924 e le sue radici
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parto ordinamento e Servizi-ufficio "S") in data 5 febbraio 1920, a firma del Capo di Stato Maggiore generale Badoglio, con la quale si chiedono il parere e le proposte dei Comandi in indirizzo (anche se il Reparto che origina la lettera dimostra che l'Intendenza è già stata riunita al Comando Supremo). Nella lettera del generale Badoglio si aggiunge che la soluzione adottata per la direzione dei Servizi al livello di Comando Supremo è analoga a quella francese, e che nel quadro dell'alleggerimento delle Intendenze verrebbero affidati ai Comandi di artiglieria e genio le attribuzioni relative al rifornimento e alle riparazioni del rispettivo materiale (come già proposto dal Liuzzi). Anche il problema dei depositi centrali in guerra viene studiato dal Comando Supremo (poi Stato Maggiore Esercito) fin dal 1919: nella citata lettera senza protocollo del l'ottobre I 9 I 9, anzi, diversamente da quanto ritiene iJ Liuzzi si esprime il parere che i depositi centrali non solo devono essere mantenuti, ma vanno anzi preventivamente costituiti fin dal tempo di pace (la loro costituzione richiede dei mesi). Essi hanno una funzione non sostituibile di organi accumulatori e regolatori, perché i centri di raccolta in zona territoriale non sarebbero in grado di assicurare alle annate il tempestivo arrivo dei rifornimenti , secondo le necessità mutevoli dei vari fronti. Ciò che invece dovrebbe essere mutata è la loro dipendenza (non più in toto dalle Intendenze d'armata, ma alle dipendenze logistiche del Comando Supremo e disciplinari/amministrative dal Ministero, tramite i Comandi di corpo d ' armata territoriali). Con notevole diversità di accenti rispetto al 1919, il problema viene ripreso in maniera molto più approfondita dallo Stato Maggiore Esercito nel 1921, con due documenti in data 2 giugno (Promemoria circa i depositi centrali in guerra e Referendum circa la conservazione od abolizione dei depositi centrali o adozione del sistema misto) che analizzano in maniera veramente esemplare gli svantaggi e i vantaggi delle varie soluzioni, richiedendo anche il parere dei principali Comandi, uffici, Ispettorati e delle direzioni del Ministero interessato.2 I principali vantaggi che vengono riconosciuti ai depositi centrali di armata nella formula l 915 (cioè con 30 giornate in media di viveri e materiali raccolti dai centri di produzione, con i quali riforniscono i magazzini avanzati della stessa armata) sono: a) funzione generale di organi accumulatori e regolatori garantendo la sicurezza dei rifornimenti, che soprattutto a causa delle deficienze della rete ferroviaria sarebbe certamente minore se i materiali affluissero direttamente dai centri di produzione ai magazzini d'armata; b) funzione di coordinamento e di riordino, per costituire le necessarie dotazioni regolamentari con materiali che affluiscono da diverse parti, in misura diversa e irregolarmente; c) possibilità di assicurare i rifornimenti delle armate anche a fronte di forti e improvvise variazioni di forza;
2
AUSSME, Rep. F/4 - F/5, Racc. 107, Cart. "Depositi Centrali".
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d) possibilità di costituire adeguate scorte, quindi di consentire l'alleggerimento dei magazzini avanzati (vantaggio molto importante nella guerra di movimento) e di assicurare la continuità di rifornimento anche quando - come è avvenuto nel 1917 a causa dei sommergibili - i rifornimenti dall'estero sono precari; e) possibilità di assicurare i rifornimenti - come è avvenuto dopo Caporetto nel 1917 - anche in caso di perdita dei magazzini avanzati; t) maggiore elasticità dell 'organizzazionc logistica, maggiore regolarità di funzionamento degli stabilimenti territoriali (che possono evitare di costituire riserve), possibilità di assicurare un'ordinata arrluen1:a dei materiali alle armale con conseguente minore aggravio del servi7io ferroviario (mentre le esigcn.r,e di spedizione ai magazzini avanzali rivestono normalmente carattere di urgenza, quelle per i depositi centrali possono beneficiare di maggiori margini di tempo, e nulla vieta di ricorrere anche ad automezzi per il trasporto di materiali dai depositi centrali ai magazzini avanzali). Gli svantaggi principali riguardano l'aggravio complessivo sul sistema dei trasporti e la dispersione di personale. L' interposizione dei depositi centrali nella catena di rifornimento tra i centri di produ1:ionc c i magazzini avanzati richiede un maggior impegno degli scarsi materiali ferroviari e un maggior ingombro delle stazioni, perché devono essere programmati due diversi trasporti ferroviari: uno dai centri di produzione ai depositi centrali, l'altro da questi ai magazzini avanzati. Per lo stesso motivo, sono necessane doppie operazioni di scarico e carico nelle stazioni, con relativo grosso impegno di personale e di altri mezzi di trasporto. Altri svantaggi sono la necessità di riunire ingenti quantità di materiali in determinate località (di solito città importanti), con pericolo dell'offesa aerea, ingombro di gran numero di locali e impiego di numeroso personale per la gestione. In caso di guerra prolungata, poi, specie per determinati generi e materiali (le farine, le munizioni ecc.) i depositi centrali finiscono con il non funzionare perché non possono essere riforniti con continuità, e data l'impellente necessità e urgenza dei rifornimenti si è costretti a trasportarli direttamente ai magazzini avanzati. La loro abolizione indubbiamente consentirebbe di eliminare tutti i predetti inconvenienti, e soprattutto il movimento ferroviario "guadagnerebbe enormemente in rapidità e scioltezza". Per contro. comporterebbe anche sensibili svantaggi: a) difficoltà di regolare il movimento ferroviario dai porti o centri di produzione direttamente alle armate; b) conseguente possibilità che si verifichino disservizi e ritardi, spingendo le armate a premunirsi con un eccessivo appesantimento dei magazzini avanzati; c) difficoltà supplementari di gestione e funzionamento dei magazzini avanzati, che dovrebbero dipendere per i rifornimenti da numerosi organi arretrali (Ministero, centri di produzione. stabilimenti di riserva
La nuova regolamentazione logistica del 1924 e le sue radici
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ecc.) con i quali le armate e/o gli stessi magazzini dovrebbero mantenere laboriosi contatti; d) necessità di addossare agli stessi magazzini avanzati la funzione di coordinamento dei materiali e delle derrate componenti la razione, con conseguente inopportuno appesantimento di detti magazzini; e) soppressione dei grandi laboratori di riparazione che funzionano presso i magazzini avanzati e conseguente necessità di inviare i materiali abbisognevoli di riparazione nella zona territoriale (con perdila di tempo e maggiore aggravio del traffico ferroviario), oppure a laboratori costituiti presso gli stessi magazzini avanzali (con sensibile appesantimento di questi ultimi). Qualche Intendenza - prosegue il Comando Supremo - ha suggerito un sistema intermedio in grado di conciliare i vantaggi delle due soluzioni, attenuandone gli inconvenienti. Secondo questo orientamento, normalmente i materiali affluirebbero ai magazzini avanzati, ma si costituirebbero alla dipendenza dell'Ufficio Servizi del Comando Supremo dei depositi di riserva che entrerebbero in funzione nei casi straordinari, quando cioè risultassero temporaneamente insufficienti per tutte le dotazioni o per parte di esse i rifornimenti dai magazzini avanzati. Anche questa soluzione complica il movimento ferroviario per l ' inserimento di un altro anello, e inoltre costringe l'Ufficio Servizi del Comando Supremo a disimpegnare funzioni di carattere esecutivo alle quali per la sua composizione risulta poco adatto. I depositi centrali potrebbero essere mantenuti alle dipendenze delle armate oppure dell'ufficio Servizi del Comando Supremo. La prima soluzione favorirebbe i compiti dell'ufficio Servizi del Comando Supremo: risulterebbe però difficile la manovra dei rifornimenti tra le varie armate, esigenza di particolare importanza per un Paese come il nostro povero di risorse e con una limitata rete ferroviaria. La seconda soluzione ha vantaggi e svantaggi opposti. Il referendum del 1921 circa la conservazione o abolizione completa dei depositi centrali dà risultati ampiamente favorevoli alla conservazione (7 voti su 1O, contro 1 per il sistema misto e solo 2 per l'abolizione). Anche lo Stato Maggiore si orienta sostanzialmente per il loro mantenimento, sia pure senza soluzioni rigide e limitandolo - per la maggior parte dei Servizi - alla sola fase iniziale. In pratica si tende a costituire e mantenere fin dall'inizio depositi centrali unici, alle dipendenze del Comando Supremo, per taluni speciali Servizi (artiglieria, genio, automobilistico) e, per il resto, si prevede di costituire inizialmente depositi centrali d'armata da eliminare quando e se possibile, inviando i rifornimenti dal Paese direttamente ai magazzini avanzati delle stesse armate. In tal modo si compie solo una prudente e ragionata evoluzione - a favore del rifornimento diretto dei magazzini avanzati - di quanto già prescriveva la normat.iva 1915 (para. 31): gli stabilimenti di riserva [all'interno del Paese - N.d.a.J riforniscono i depositi centrali: nulla vieta, peraltro, che i rifornimenti possano farsi direttamente da detti
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Ferruccio Botti
stabilimenti a quelli avanzali, sempre quando però ne risultino facilitati i trasporti ferroviari e non sia pregiudicato il regolare rinnovamento dei materiali nei depositi centrai i.
Il fattore maggiormente condizionante, prima e dopo la guerra, è quello dei trasporli ferroviari. In merito, va rilevato che la direzione trasporli si pronuncia a favore dell 'avviamenlo preferenziale dei rifornimenti ai magazzini avanzati, pur sostenendo un sistema misto. fnfatti essa ammette che nei primi tempi della guerra. per la deficienza del servizio ferroviario, i Depositi Centrali ha1mo garantito i rifornimenti: ritiene però che con un servizio più perfezionato, quale si ebbe negli ultimi tempi della guerra, sarà possibile inviare direi/amen/e e tempeslivamen/e ai maga=::ini avanzali le derrate e i materiali ne-
ces.wri. attingendo ai centri di produzione e di sbarco, anche se molteplici e lo11ta11i. Aggiunge però subito che ovvie ragioni di prudenza, sia per le immancabili incertezze cbe si avrebbero all'inizio della guerra, sia per le imprevedibili necessità che possono impone gli cvenli di guerra, consigliano di non privarsi di serbatoi di sicurezza ai quali attingere al momento del bisogno. Queste riserve le vorrebbe però lontane dal teatro di guerra, vicine ai centri di produzione e suddivise in varie località.
Nel citato Promemoria senza data dell'ollobre 1919 il Comando Supremo esamina anche le soluzioni in grado di eliminare i principali inconvenienti emersi durante la guerra, con particolare riferimento alla troppo tardiva radunata e organizzazione dei Servizi di 2' linea ali 'inizio della mobilitazione e al correlato problema dei trasporti ferroviari. In merito, il Comando Supremo propone di: a) organizzare fin dal tempo di pace i Servizi in zona di radunata, in modo che essi possano poi raggiungere la piena efficienza nel breve tempo previsto per la mobilitazione, e a tal fine predisporre i locali necessari per depositi, magazzini avanzati e ospedali, forni in muratura, ospedali da campo (2.000-3.000 lelli per corpo d'armata); b) articolare le circoscrizioni territoriali in modo tale che le Grandi Unità (divisioni e corpi d'armata) siano in grado di mobilitarsi con tutti i Servizi di l' linea; c) predisporre per tempo i rifornimenti necessari per condurre la guerra "tenendo anche presente l'eventualità che, fallita la sorpresa iniziale, la guerra riassuma le caratteristiche e la durata di quella appena conclusa" (norma, questa, aurea, purtroppo non minimamente osservata negli anni a venire); d) organizzare fin dal tempo di pace nelle wne di maggiore importanza militare la rete di comunicazione di ogni genere (con particolare riguardo a quelle ferroviarie) necessarie per condurre la guerra. Molto poca attenzione, rispetto alle conseguenze che avevano comportato durante la guerra, ricevono sempre nel 1919 due altri dibattuti inconvenienti: l'insufficiente scaglionamento in profondità dei Servizi fino ali 'ottobre 1917, attribuito alla carente rete di comunicazioni, e I 'appesantimento dei Servizi di 2' linea, attribuilo alle necessità della guer-
La nuova regolamentazione logistica del 1924 e Le sue radici
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radi posizione, alla deficienza della rete ferroviaria e alla stessa necessità di migliorare sempre di più i Servizi: si venne cioè creando poco a poco una vera sistemazione territoriale con tutte le caratteristiche e comodità del tempo di pace. Ma se tale organizzazione apparve pesante ed eccessiva, non bisogna però dimenticare, che essa costituì uno dei fattori principali di resistenza della truppa e quindi un fattore principalissimo del successo.
Riguardo all'impiego e alJa gestione dei trasporti ferroviari, il Comando Supremo è dell'avviso che sia necessario mantenere anche per il futuro una direzione trasporti al livello centrale e alle sue dipendenze, con le attribuzioni previste dalla normativa I 9 I 5. Infatti, data la scarsità delle nostre linee ferroviarie (con due sole linee si deve provvedere ai trasporti di tutto l'esercito alla frontiera di nord-est) non si ritiene possibile decentrare alle armate la gestione del servizio ferroviario (in Francia ciò è avvenuto perché la ricchezza del sistema ferroviario consentiva di assegnare a ciascuna armata due linee indipendenti dalle altre). Per non appesantire il Comando Supremo, la direzione trasporti non dovrebbe fame parte integrante, ma dislocarsi in una località abbastanza vicina per mantenere un sicuro collegamento.
2. La prima eredità dottrinale della guerra: la regolamentazione logistica del 1924. Caratteri generali Nell'immediato primo dopoguerra - non c'è da stupirsene - l'ottica prevalente è quella della riduzione del grande esercito del 1918. La prima pubblicazione dottrinale del dopoguerra nel campo logistico, le Norme per l'organizzazione e il funzionamento dei Servizi logistici in guerra, sostituisce il Servizio in guerra - Parte II del 1915 ed è emanata in bozza d1 stampa il 31 agosto 1924. Essa non nasce in vacuo, ma ha quant'altrc mai tutto un robusto e ricco retroterra "interno" (i citati studi dello Stato Maggiore) ed "esterno" (pubblicistica militare, con speciale riguardo all'opera del Liuzzi che funge da spinta e da elemento catalizzatore). Al tempo stesso, questo retroterra ne definisce e anticipa la fisionomia e i limiti, in un quadro generale ove antiche dicotomie sono tutt'altro che scomparse, anche se teoricamente superate. Infatti la nuova pubblicazione non solo prescinde - come già si è accennato - dalla dottrina strategica e tattica ancora in via di elaborazione, ma si mantiene praticamente indipendente anche rispetto ai numerosi, successivi ordinamenti dell'esercito e degli organi centrali militari dal 1919 al 1926, oltre che dalla legislazione sull'organizzazione della nazione per la guerra. Eppure il legame - da tutti ribadito con molta forza anche a quel tempo - tra operazioni, ordinamenti e Servizi, e l'imponanza dei Servizi territoriali, in linea puramente teorica avrebbero
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suggerito un diverso, più conseguenziale e metodico approccio. Rileviamo questo, senza farcene però eccessiva meraviglia: così è sempre avvenuto, tranne forse per il periodo precedente la prima guerra mondiale. Evidentemente la complessità delle situazioni e 9ei fattori in gioco fa sì che, nella pratica, non sempre la regolamentazione dottrinale di base abbia quella priorità - e anche quel peso e quell'influenza - che in teoria le competerebbe, mentre a loro volta gh ordinamenti sono costretti a tenere conto di fattori preponderanti estranei alla regolamentazione tattica e logistica, e di esigenze pratiche e didattiche. Ciò premesso, è un fatto non privo di un suo significato che la prima regolamentazione dottrinale uscita nel dopoguerra sia quella logistica: la citata normativa del 1924 infatti precede di ben 4 anni le Norme generali per l'impiego delle Grandi Unità del 1928 (la prima regolamentazione strategica e tattica di base del dopoguerra), e di ben 2 anni il cosiddetto, fondamentale "ordinamento Mussolini" del 1926. Con ogni probabilità non è estranea a questa netta differenziazione di tempi - che in certo modo si configura come un anticipo - la massa di insegnamenti, con propria autonoma valenza nel campo tecnico-amministrativo, che la guerra aveva potuto fornire, a fronte di una fisionomia della guerra futura che - per unanime giudizio - di poco avrebbe potuto discostarsi specie in campo logistico da quella passata: molte norme erano elastiche e polivalenti, mentre la guerra di movimento non era ancora, all'epoca, un fattore di base e doveva essere meglio definita prima di tutto in campo strategico e tattico, oltre che concretamente riferita a un determinato teatro di operazioni. Infine. visto che la regolamentazione 1924 accoglie molte delle esigenze e delle riforme prospettate dal Liuzzi. si deve ritenere che almeno in talune parti essa è dovuta anche alla sua influenza, se non addirittura alla sua opera. Le innovazioni più qualificanti che contiene riguardano l'abolizione delle Intendenze (che tanto a cuore stava al Liuzzi), la riduzione del ruolo dei depositi centrali, l'introduzione del nuovo "Servizio delle retrovie" (che corrisponde al Servizio delle tappe propriamente detto del 1899 - vds. Vol. II, capitolo X), l'impostazione unitaria del Servizio trasporti a traino animale e meccanico e l'elevata incidenza attribuita alla minaccia aerea. Per il resto, la normativa del 1924 non è che una sistemazione organica dell'assetto che - al di là del Servizio in guerra I 915. rimasto in teoria invariato - l'organizzazione logistica aveva di fatto raggiunto nel 1918: ovviamente nel J924 sono eliminali allivilà e organi che non avevano dato buona prova o gli arrangiamenti dovuti a esigenze contingenti e locali. 3 Il numero dei Servizi previsti passa dai IO del 1915 (sanità, commissariato, artiglieria, genio, veterinario, telegrafico, postale, tappe,
3 Sui principali caratteri della regolamentazione logistica 1924 in rapporto alla precedente Cfr. A. Quarto, Co11siderazioni sul 'organizzazione dei Servizi in guerra, "Rivista di Commissariato" n. 5/1937.
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manutenzione stradale a tergo dell'esercito, trasporti) ai 9 del 1924 (sanità, commissariato, artiglieria, genio, veterinario, trasporli, genio civile, postale, delle retrovie). Scompare il Servizio telegrafico, affidato per intero al Servizio del genio; i Servizi artiglieria e genio sono alleggeriti di talune incombenze, la branca trasporti è separata da quella tappe, il Servizio della manutenzione stradale cambia solo nome e diventa "del genio civile" (come già lo chiamava il Liuzzi). Pur affermando che (para. 9) "ad ogni ben definito e importante bisogno delle truppe, che richieda una particolare organizzazione di mezzi per soddisfarla, corrisponde un servizio", le "Norme" del 1924 non parlano delle incidenze dell'arma chimica nel campo dei Servizi, né prevedono un Servizio chimico. Eppure nel 1923 (R.D. 31 maggio 1923, n. 1527) era stato istituito un Servizio chimico militare, che successivamente con R.D. legge n. 1911 del 15 ottobre 1925 era stato reso unico per le tre Forze Armate, alle dipendenze dirette del Ministero della guerra.4 Omissione oggi difficile da giustificare, visto che l'impiego dell'Arma chimica anche sul nostro fronte aveva resa necessaria, durante la guerra, una particolare organizzazione per lo sgombero e la cura dei colpiti e per il rifornimento dei relativi materiali. ll concetto dt guerra integrale è comunque ben presente nel 1924. Anche se nei Servizi di campagna l'area affidata al personale civile - militarizzato e non - tende piuttosto a restringersi (il che non è affatto un male), come il Servizio in guerra 1915 anche la regolamentazione 1924 oltre ad essere ponderosa e a scendere nei dettagli del funzionamento tecnico dei singoli Servizi, accenna all'organizzazione territoriale e degli organi centrali e ai loro rapporti con gli organi direttivi di campagna (il che - osserviamo noi - nella moderna guerra integrale dovrebbe sempre avvenire). Un ' altra analogia con la regolamentazione 1915 è ! 'insistenza nell'importanza dei Servizi. Non si parla ancora di logistica nel significato attuale e onnicomprensivo del termine, ma in premessa dopo aver definito i Servizi "i mezzi occorrenti alle forze operanti e agli organi incaricati di provvedere ai rifornimenti e agli sgomberi", accogliendo una proposta del Liuzzi se ne prescrive lo studio per tutti gli ufficiali, affinché - si precisa - ognuno possa rendersi conto di quanto è possibile richiedere ai Servizi e di quanto possono dare (ciò che non sempre era avvenuto fino allora). E si aggiunge che (para. 1) l'esperienza ha dimostrato che piani strategici o<l operazioni tattiche, per quanto sapientemente concepite ed abilmente attuate, non possono raggiungere risultati adeguati quando il funzionamento dei servizi non risponda, per deficienn di mezzi o per difetto di direzione o di esecuzione. alle esigenze dei piani o delle operazioni stesse.
Minore enfasi viene invece posta sulla necessità - ben sottolineata nel 1915 - di adattare l'organizzazione dei Servizi stabilita dalla nor4
G.M. 1925. pp. 2088-2091.
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ma alle concrete esigenze della situazione. Tale necessità nel 1924 viene tuttavia implicitamente riconosciuta, in quanto si intende (para. 2) "prestabilire nelle linee generali il funzionamento dei Servizi che possa servire per i casi più comuni", e indicare "la organizzazione sommaria dei servizi e lo schema generico del loro funzionamento".
Organi direttivi (vds anche Documento 2) Abolite le Intendenze (generale e di annata), presso il Comando Supremo l'altra direzione dei Servizi è affidata a un reparto logistico retto da un generale di divisione, che sovraintende ai Servizi, fatta eccezione per i Servizi materiali di artiglieria e genio, per i quali si mantiene in collegamento con i "generali a disposizione" delle rispettive Armi che vi sono preposti. I predetti organi hanno il compito di seguire le operazioni per poter definire le esigenze e le possibilità dei rispettivi Servizi, raccogliere i mezzi necessari per le annate e ripartirli tra di esse, mantenere le relazioni fra l'esercizio mobilitato e le autorità centrali: in tal modo il reparto logistico non è che un'Intendenza interna al Comando, ridotta agli organi essenziali. Per altre esigenze meno pressanti e "campali" si costituisce in zona di guerra una delegazione ministeriale, che si disloca in località designata dal Ministero in accordo con il Comando Supremo. È retta da un generale, ha costituzione variabile, e ne fanno parte tutti quegli organi che entrano in azione in tempo di guerra per esigenze tali da non richiedere Ia loro costante presenza presso il Comando Supremo (di massima: delegazioni della CRI e del SMOM, commissione ispettiva per la profilassi, commissione dei consulenti medici specialisti, direzione superiore postale, ispettorato delle casse militari, curia castrense, ufficio centrale notizie, ufficio revisione contratti ecc.). La delegazione dipende dal Ministero della guerra per la parte disciplinare, e dal Comando Supremo per quanto attiene alle funzioni ispettive e di controllo da essa esercitate sugli organi dell'esercito mobilitato. Al livello di armata l'alta direzione e il coordinamento dei Servizi sono affidati al Capo di Stato Maggiore, che si avvale: a) di un Sottocapo di Stato Maggiore logistico (è la prima volta che compare questa figura tuttora in auge) per i Servizi di sanità, commissariato, veterinario, trasporti per via ordinaria e postale (ai quali presiede una direzione); b) dei rispettivi Comandi d'Arma, per i Servizi di artiglieria e del genio (ai quali presiede un ufficio Servizi); e) del Comando delle retrovie di armata, per il Servizio delle retrovie. Al livello di corpo d'armata e divisione, è lo stesso Capo di Stato Maggiore che - tramite i Capi-Servizio - dirige e coordina, rispondendone al Comandante, i Servizi di sanità, commissariato, trasporti per via ordinaria, veterinario, postale, il rifornimento delle armi portatili e il relativo mu-
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nizionamento. A lui fanno inoltre capo, per quanto si riferisce al funzionamento del rispettivo Servizio, i Comandi di artiglieria e del genio. Questo nuovo assetto, imponendo a tutti i livelli la convivenza anche fisica degli organi direttivi addetti alle operazioni con quelli addetti ai Servizi facenti capo ad un unico terminale di comando, favorisce indubbiamente un più stretto coordinamento tra le due branche e soprattutto elimina la ingiustificata dicotomia di competenze tra Servizi di la linea (di competenza della stessa catena gerarchica operativa) e di 2a linea (di competenza delle Intendenze). In tal modo molti degli inconvenienti che il Liuzzi attribuiva alla separatezza e lontananza tra Comandi e Intendenze non hanno più motivo di verificarsi: ma il problema può dirsi una volta per tutte risolto? Notiamo, intanto, che anche le Norme del 1924 sentono il bisogno di prevedere una sorta di Comando logistico arretrato quale è la delegazione ministeriale, nella quale sono riuniti molti di quegli organi e fi gure che nel '15-' 18 avevano contribuito a snaturare, a "territorializzare" le Intendenze. In secondo luogo, rimane da stabilire fino a che punto è possibile e opportuno alleggerire il vertice dell'esercito mobilitalo di talune attività e funzioni logistico-amministrative, che pur non avendo un legame diretto con le operazioni possono, tuttavia, condizionare i 'efficienza di base di tutto Io strumento: sotto questo profilo, la delegazione ministeriale non è altro che un'Intendenza in pectore, meno operativa e spogliata di talune funzioni non direttamente attinenti ai bisogni immediati delle truppe. Vi è anche chi non è d'accordo con questa soluzione: ad esempio il colonnello commissario Quarto5 , che nel 1937, dopo cioè che le Intendenze erano state - come meglio si vedrà in seguito - ripristinate, su questo punto interpreta l'esperienza della guerra in modo molto diverso da quello del Liuzzi (e dello Stato Maggiore) nel 1919-1922. Per il Quarto, se le Intendenze nel '15-' 18 hanno operato troppo separate dai Comandi il difetto era più nel modo di applicazione del sistema, che nel sistema. Furono le Intendenze a distaccarsi dai comandi o avvenne il contrario? forse si verificò la seconda ipotesi, frutto del concclto allora diffuso che i servi,,;i erano falli per servire.[ ... ] L'avvenuta separazione insomma era conseguenza del modo di pensare degli uomini, perché la dipendenza e il contatlo non dovevano mancare. [...] I servizi devono dipendere dai rispellivi Comandi, ma fino all'armata compresa hanno bisogno di una certa autonomia.[ ... ] Presso le armate tale necessità è ugualmente sentita, però i servizi di massima non hanno il compito di soddisfare immediatamente i bisogni delle truppe operanti, ma quello di far affluire i mezzi del Paese. E siccome l'azione direttiva dei servizi vi assume tante vaste proporzioni da non consenlire al comando di attendere alla relativa direzione senza discapito della parte per esso più importante, che è quella delle operazioni, così sorge la necessilà di un altro organo - l'Intendenza - creato poi, per analoghe ragioni, presso il Comando Supremo.
Premesso che ogni situazione, e ogni teatro operativo, richiede so-
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luzioni ad hoc e che un giudizio definitivo sulla complessa questione è possibile solo in presenza di un completo organigramma dell'intero vertice politico-militare, a parer nostro questa interpretazione del Quarto dà, adito a parecchie perplessità e risente di concetti superati anche nel 1937. Prima di tutto, come ricordava il Liuzzi sono gli ordinamenti a doversi adattare alla vera natura umana, non viceversa: l'organigramma 1915 senza dubbio favoriva la naturale inclinazione dei Comandi a dimenticare i Servizi, e di questi ultimi a chiudersi nella stretta sfera tecnico-amministrativa ricavandosi spazi troppo autonomi. In secondo luogo, uno dei princìpi basilari di una buona cooperazione è sempre stata la convivenza, anche fisica, sotto lo stesso tetto. Jn terzo luogo, è vero che dal livello di armata in su si tratta prima di tutto di far arrivare i materiali e il personale dal Paese, e non di distribuire i rifornimenti alle truppe: ma ciò non toglie che i Servizi non vanno visti come un aggravio da cui i Comandi devono essere sollevati, bensì come un termine "con pari dignità" - onnipresente e insopprimibile - del problema operativo. Concludendo, anche e soprattutto nell'ambito dei Comandi più elevati - lo insegna una mai smentita esperienza storica - deve operare un organo ben funzionante che si occupa dei Servizi, e prima di progettare operazioni bisogna avere bene il polso di quello che può arrivare dal Paese e quello che già hanno le unità. Problemi di eccessivo appesantimento - che ai liveJli più elevati hanno peraltro importanza relativa possono essere risolti prevedendo un 'articolazione dei Comandi in aliquote, come del resto fa il Liuzzi (vds Documento 1). Tutto ciò non significa che 1'Intendenza debba essere affossata: il nome non importa, tutto dipende dai compiti. Ben venga, se necessario, un'Intendenza con compiti sostanzialmente residuali e territoriali come quelli della delegazione ministeriale, ma anche nei Comandi deve essere tradotto in pratica il principio - già riconosciuto necessario negli anni Venti della parità e della coesione (si direbbe quasi fisica) tra operazioni e Servizi . Sotto questo aspetto si deve anzi osservare che, anche nella realtà e nell'ottica degli anni Venti, i Capi di Stato Maggiore di divisione e di corpo d'armata, già gravati da tante incombenze, non potevano sempre occuparsi direttamente dei vari Servizi e avevano bisogno di un organo coordinatore e demoltiplicatore, cioè di un Capo ufficio Servizi.
Organi esecutivi Anche la regolamentazione 1924 - come quella 1915 - li indica con il nome di stabilimenti, con tale termine intendendo "gli organi autonomi, aventi carattere esecutivo, che possiedono materiale e mezzi appositi per il funzionamento del servizio ad essi affidato". Come già nel 1915, non sono considerati stabilimenti gli organi esecutivi dei Servizi organicamente previsti al livello di corpo e reparto delle varie Armi per i loro immediati bisogni: distinzione della quale oggi non si ve-
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de la necessità, probabilmente residuo dei tempi antichi quando, a tali livelli, in pratica non esistevano veri e propri organi esecutivi con fisionomia e autonomia ben definiti. La zona dove si svolgono le opera.t.ioni, sulla quale hanno giurisdizione le autorità militari mobilitate, è denominata zona di guerra. Essa si suddivide in territorio delle operazioni e territorio delle retrovie ed è suddivisa tra le armate. Suddivisione e compiti degli stabilimenti sono nel 1924 notevolmente mutati rispetto al 1915, quando erano previsti stabilimenti di campavia (suddivisi in di I' e 2• linea e questi ultimi, in avanzati e depositi centrali delle armate) e stabilimenti di riserva (nella 7ona territoriale, alle dipendenze del Ministero). Nel 1924, gli stabilimenti si suddividono in di campagna (di I a linea, di 2' linea e di riserva, cioè depositi centrali) e territoriali (nel la 70na territoriale). Gli stabilimenti di la linea sono assegnati al livello di corpo d'armata e di divisione e sono dislocati nel territorio delle operazioni. Gli stabilimenti di 2' linea (o magazzini avanzati) sono prevalentemente dislocati nel territorio delle retrovie e dipendono dalle armate. I depositi centrali o stabilimenti di riserva, dislocati ne1Ja zona delle retrovie o anche nella zona territoriale, possono dipendere sia dalle armale che dal Comando Supremo. Gli stabilimenti territoriali, dislocati nell'interno del Paese in prossimità dei principali porti o nodi di comunicazione, sono costituiti a cura del Ministero della guerra o di altri Ministeri e dipendono dalla commissione suprema mista di difesa o dagli Enti centrali inrnricali di presiedere alla mobilitazione civile. Hanno lo scopo d1 nunire e preparare gli approvvigionamenti che occorrono a1J ' esercito, e di ricever tutto quanto viene sgomberato dalla zona di operazioni. Stabilimenti territoriali sono inoltre considerati tutti quegli stabilimenti militari e civili, di grande entità, che possono effettuare la diretta spedizione di materiali agli stabilimenti di campagna (arsenali, fabbriche d'armi, stabilimenti automobilistici, pastifici, stabilimenti farmaceutici ed alimentari ecc.). Gli :.tabilimt:nli di la Iint:a sono su ruote, a traino animale e/o meccanico. l magazzini avanzati di 2' linea sono, invece (come già nel 1915) a terra. Hanno il compito di rifornire gli stabilimenti di la linea e - per alcuni Servizi - anche direttamente i corpi. A tal fine sono, di massima, suddivisi in aliquote di Grande Unità. Al loro spostamento si provvede con meni di trasporto fomiti dalla direzione trasporti d'armata. La loro dislocazione dipende da vari fattori: sempre che possibile, comunque, devono essere dislocati in prossimità di stazioni ferroviarie, e a una distanza dalle truppe operanti tale da non intralciare la loro manovra e al tempo stesso da non oltrepassare la mezza tappa per il trasporto automobilistico (75 Km). Per i depositi centrali si segue la via intermedia sostenuta nel 1921 dallo Stato Maggiore, senza accetlare le tesi del Liuzzi favorevole alla loro totale abolizione: a) in un primo tempo, subito dopo la mobilitazione viene costituito ed assegnato a ciascuna armata un deposito centrale con funzioni di
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organo di raccolta e di rifornimento periodico per i Servizi che fin dai primi giorni comportano un rilevante movimento di materiali (sanità, commissariato, artiglieria ... ); b) in un secondo tempo, quando la produzione sarà stata organizzata e la situazione dei trasporli ferroviari consentirà l'avvio diretto dei materiali dai centri <li raccolta e/o di produzione fino ai magazzini avanzati d'armata, i depositi centrali d'armata saranno gradualmente soppressi e sostituiti da un deposito centrale per ciascun Servizio unico per tutte le armate, alle dipendenze del Comando Supremo. Tali depositi centrali unici disporranno solo di limitate dotazioni e avranno la funzione di or1:a11i rifornitori di riserva, con intervento limitato ai casi imprevisti o a quando non giungono tempestivamente ai magazzini di armata i rifornimenti della zona territoriale; c) eccezioni a questa norma sono previste per taluni Servizi con fisionomia particolare (genio, trasporti a trazione meccanica e animale). Per il genio è previsto un unico deposito centrale alle dipendenze del genera.le del genio a disposizione del Comando Supremo, con funzioni inizialmente di organo di raccolta e rifornimento periodico e successivamente di organo rifornitore di riserva. Per i trnsporti a lraino meccanico, è previsto un unico deposito centrale alle dipendenze del reparto logistico del Comando Supremo, con funzioni sempre di organo di raccolta e di rifornimento periodico. Per i trasporti a traino animale, l'unico deposito centrale, sempre alle dipendenze del reparto logistico, ha la sola funzione di organo rifornitore di riserva. Particolare non trascurabile, al para. 24 si precisa che l'organizzazione prima delineata ha integrale auuazione solo per le armate destinate ad operare in corrispondenza dei confini terrestri dello Stato (cioè: delle Alpi). Per le Grandi Unità che invece sono destinale ad agire nell'interno del territorio nazionale contro eventuali operazioni di sbarco da parte del nemico, l'organizzazione logisli<.:a potrà essere notevolmente ridotta utilizzando nella maggior misura possibile il <.:umplesso dei magazzini. stabilimenti sanitari, mezzi di trasporto ccc. esistenti in paese e c.:he passeranno alla dipendenza dell'autorità mobililata.
(Criterio questo - notiamo - anche oggi pienamente valido).
Rifornimenti e sgomberi I rifornimenti vanno normalmente dall'indietro in avanti fino ai magazzini avanzati di armata (Servizi di 2a linea); dall' avallli afl' indietro, dai Servizi di la linea a questi ultimi (gli stabilimenti di I a linea, per taluni materiali, possono però ricevere i rifornimenti direttamente <lai rlepositi centrali). Vi è quindi un notevole mutamento rispetto al 1915, quando si prevedeva che anche dai magazzini avanzati i rifornimenti
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giungessero ai Servizi di I a linea, con mezzi di trasporto forniti dall' Intendenza di armata. Un altro mutamento di rilievo riguarda l'utilizzazione delle risorse locali: cade piuttosto in disuso la vecchia massima - nata con Ja guerra franco-prussiana - di "trarre partito daJJe risorse locali come se nulla potesse giungere dagli stabilimenti retrostanti, e, dall'altra parte, assicurare i rifornimenti da tergo come se ogni risorsa locale avesse assolutamente a mancare". Sistema che, evidentemente, in tutti i casi richiedeva lo sfruttamento spietato, fino all'osso, delle risorse locali, anche a discapito della popolazione civile: invece nel 1924 in maniera molto più equilibrata e meno enfatica si afferma semplicemente che i rifornimenti possono essere assicurati sia con 1'utilizza7ione delle risorse locali che da tergo. Soprattutto, è abolita la nonna del 1915 che affida agli stessi organi direttivi delle divisioni e dei corpi d'armata questa incombenza, nel 1924 sottratta all'esercito mobilitato e affidata ad apposite commissioni nominate dal Ministero, la cui azione è regolata da apposite norme legislative da predisporre fin dal tempo di pace. Scopo del provvedimento è di impedire dispersione di meui, sperequazioni tra le diverse provincie del territorio nazionale e anche la eventualità che un eccessivo sfruttamento delle risorse locali obblighi successivamente a provvedere anche a rifornimenti di quanto occorre alla popolazione.
Nelle zone dei corpi d'armata (cioè in 1• linea), solo nei casi di eccezionale urgen.la possono essere effettuate - su speciali e temporanee disposizioni dei Comandi di Grandi Unità interessate - requisizioni di risorse locali da parte delle truppe. Tn tali zone, le direzioni dei Servizi possono invece ricorrere ad incette6 per quei pochi materiali per i quali ciò risulti conveniente (legnami e legna da ardere, fieno, paglia, vino ecc.). Per quanto attiene alle esigenze di rifornimento da tergo, i direttori e capi ufficio dei corpi d'arrnata e delle divisioni (ricordiamo che il corpo d'armata mobilitato non costituisce ancora anello superiore rispetto alla divisione) indirizzano le richieste ai Comandi di armata (direzioni dei vari Servizi e uffici Servizi dei Comandi artiglieria e genio). A lo-
6 Tra requisi:ioni e ince/le vi era, e vi è, una nutevule <lifferen,a. La requisizione consiste in un allo <l ' imperio, con il quale la Pubblica Amministra,ione (prcvalcniemente quella mili1are) toglie al privato, senza che questi possa opporsi, la disponibilità di beni mobili n immobili e impone la prestazione di determinati servizi dietro compensi unilateralmente fissati. L' incctla invece consiste nel 'acquisto di un bene determinato da parte della Pubblica Amministrazione (prevalentemente di quella militare) in base a criteri (obbligatoriamente oppure non) prestabiliti dall' Amministrazione stessa. Nell'incetta, perciò, aru.iché coartare del tutto la volontà del singolo come nel caso delle requisizioni, lo Stato prderiscc presentarsi quale contraente sia pure privilegiato, e si limita a modificare in parte la volontà individuale (Cfr. A. Cicchilli. Requisizioni e incelle di guerra nella /pgi.<lazin11P itnlinnn, "Rivista di Commissariato" n. 5/ 1938).
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ro volta, i Comandi di armata inoltrano le richieste per il rifornimento degli stabilimenti avanzati alle direzioni dei singoli depositi centrali di armata, se e fino a quando esistono, oppure direttamente al Comando Supremo - Reparto logistico - per quei Servizi per i quali esiste un deposito centrale unico per tutte le armate. Le richieste per il rifornimento dei depositi centrali di armata da parte degli stabilimenti territoriali sono inviate dalle annate direttamente alle Amministrazioni centrali competenti, inviandone copia al Comando Supremo. La stessa procedura viene seguita quando cessano di funzionare i depositi centrali, e gli stabilimenti avanzati si riforniscono direttamente dagli stabilimenti territoriali. Le modalità relative agli sgomberi sono fissate dagli organi direttivi dei vari Servizi. In linea di massima, gli sgomberi dalle truppe e dai Servizi di la linea si effettuano sui magazzini avanzati; gli sgomberi dai magazzini avanzati si effettuano sui depositi centrali o sugli Enti territoriali designati dal Ministero della guerra.
Servizio di sanità 7 (vds. anche Documento 2) Conserva, rispetto al 1915, compiti invariati. Nel 1924 si insiste molto sull'importanza dell'attività di prevenzione: "deve soprattutto provvedere alla salubrità degli accampamenti e accantonamenti, alla buona qualità degli alimenti e delle acque e all'igiene del vestiario". Rispetto al 1915, la principale novità è data da un considerevole aumento quantitativo e qualitativo degli organi, che grosso modo rispecchia l'assetto raggiunto nel 1918, recepisce molte proposte del Liuzzi e del Memmo e riguarda soprattutto i livelli più "specializzati" della divisione in su (questo è un serio limite, visto che molte carenze si erano manifestate anche al livello di corpo). Organi direttivi. È introdotta, con importanti e precise attribuzioni, la figura del generale medico capo del Servizio sanitario presso t esercito mobilitato, che dirige l'ufficio di sanità presso il reparto logistico del Comando Supremo e risponde del perfetto funzionamento del Servizio al capo dello stesso reparto logistico. Si tratta di un organo operativo con funzioni di vero e proprio Capo del Servizio e piena responsabilità e facoltà di ispezione e di controllo; qualcosa di ben divérso dal generale medico ispettore addetto all'Intendenza generale (para. 12 del regolamento 1915), che è un semplice consulente dell 'Intendente generale e un organo di studio, al quale possono essere affidati anche compiti ispettivi e controllo (che, quindi, non gli competono normalmente). Dal generale medico capo dipendono, per la parte tecnica e logistica, la commissione ispettiva per l'igiene e la profilassi, la com-
7 Cfr. anche G. Villasanta (Ten. Col. Med.). li Servizio sanitario militare in pace e in guerra, Firenze, Stab. Tip. Anani 1928, pp. 235-350.
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missione dei consulenti medici specialisti, e le delegazioni delle associazioni di soccorso, che sono tutte distaccate presso la delegazione ministeriale. Le sue attribuzioni più qualificanti sono: ripartire tra le armate il materiale a disposizione del Comando Supremo; esprimere pareri sulla designazione degli ufficiali medici alle cariche più importanti; intervenire in tutte le questioni di indole tecnica quando constata che lo svolgimento del Servizio non è in armonia con le esigenze scientifiche; inviare all'occorrenza i consulenti medici specialisti anche alle armate, ai corpi d'armata e alle divisioni . Organi esecutivi. Non sono più considerati tali, come nel 1915, i capi ufficio sanità delle divisioni, che passano a far parte degli organi direttivi; continuano invece ad essere considerati come organi esecutivi con compiti invariati, gli ufficiali medici dei corpi e reparti. Il principale salto di qualità non solo rispetto al 1915 ma anche rispetto al 1918 avviene al livello di corpo d'armata, che perde la sezione di sanità per truppe suppletive ma acquista importanti organi che trasformano la sua fisionomia fino a consentirgli di svolgere una funzione di volano e di anello logistico che nel 1915 era prevista solo per l'armata (oltre agli ospedali da campo, che possono in casi speciali - diversamente dal 1915 - essere assegnati alle divisioni, anche una sezione di disinfezione. un 'ambulanza radiologica, un 'ambulanza odontoiatrica, una sezione autoambulanze di corpo d'armata). Il livello di armata confenna sostanzialmente l'assetto di fatto aggiunto nel 1918: ospedali da campo, sezione di disinfezione, eventuali infermerie provvisorie e ambulanze chirurgiche, magazzino avanzato di materiale sanitario (che rifornisce i reparti e organi sanitari vari solo di materiale più propriamente sanitario, come voleva il Liuzzi, e non anche di altri materiali appartenenti ai vari Servizi), deposito centrale di armata di materiale sanitario e veterinario (solo nella fase iniziale della guerra), sezioni autoambulanze di armata, treni attrezzati e treni ospedali, eventuali ambulanze fluviali e lagunari e navi ospedali. Le sezioni di sanità di divisione - come da tutti auspicato - risultano notevolmente potenziate in personale e mezzi, ed i loro tipi sono ridotti da 4 del 1915 a 2 (per divisione di fanteria e per divisione di cavalleria). La sezione di sanità per divisione di fanteria è composta da un reparto carreggiato (cioè con carri a traino animale) e da due reparti someggiati, e può essere scissa in tre parti (e non più due, come nel 1915) capaci di funzionamento autonomo. Elemento portante è il reparto carreggiato, che si articola in parecchi nuclei: a) nucleo smistamento; b) nucleo chirurgico (non era previsto nel 1915) che provvede alla cura dei feriti cavitari e degli intrasportabili. Dispone di 3 ufficiali medici ("tutti di provata capacità chirurgica"), un adeguato strumentario chirurgico, una baracchetta operativa, mezzi di disinfezione, di riscaldamento e di illuminazione elettrica. La regolamentazione precisa che
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anche sui nuclei chirurgici si esercita la sorveglianza dei consulenti specialisti, "rappresentando essi nuclei il primo anello della catena delle formazioni chirurgiche e dipendendo spesso dalla buona condotta delle prime cure il felice esito delle lesioni più gravi"; c) nucleo disinfezione, che concorre all'opera della sezione disinfezione di corpo d'armata; d) drappello treno (carreggio a traino animale); e) drappello automobilistico (8 autoambulanze; il loro numero risulta pertanto raddoppiato rispetlo al 19 I 8). Le sezioni di sanità per divisione di cavalleria dispongono di 24 autoveicoli, con 16 autoambulani;e. A ciascun gruppo alpino anziché una sezione sanità sono assegnati speciali reparti somefa~iati di sezione di sanità; l'autoreparto del gruppo dispone inoltre di 5 autoambulanze. Gli ospedali da campo, diversamente dal 1915, sono di tipo unico (50 letti) e non hanno mezzi di trasporto propri, essendo questi fomiti di volta in volta, a seconda delle esigenze, dal Comando di Grande Unità dal quale dipendono. Quando le circostanze lo consentono possono accrescere la loro capacità (con un limite - solo per gli ospedali di divisione e corpo d'armata - di I 00 letti). Le ambulanze radiologiche sono piccoli gabinetti mobili per l'indagine radiologica, e quelle odontoiatriche sono costituite da un autocarro attrezzato con un gabinetto odontoiatrico completo. Ambedue i tipi di ambulanze per la parte amministrativa si appoggiano a un ospedale da campo. Le ambulanze chirurgiche al livello di armata possono essere costituite sia dalla sanità militare che dalle Associazioni di soccorso, e sono definite (para. 55) "formazioni di grande rendimento per la loro mobilità, per la ricca dotazione dello strumentario e per la speciale competenza chirurgica del personale addetto". Ai fini dello sgombero, si distinguono tre zone: di primo s1-:ombero (tra la linea di combattimento e gli ospedali di corpo d'armata inclusi); di secondo sgombero (fino agli ospedali d'armata inclusi), territoriale (ospedali territoriali). Scompaiono quindi, come auspicato dal Liuzzi, gli ospedali di riserva, che pur essendo in zona territoriale dipendevano almeno in parte dalle Intendenze. I posti di medicazione al livello di corpo non muta110 compiti, costituzione e dipendenze: possono però essere costituiti, se necessario, posti di medicazione di battaglione (il regolamento del 19 I 5 prevedeva invece, di massima, un solo posto di medicazione per reggimento: i battaglioni costituivano posti di mcdicalione solo se operavano a distanza o isolatamente). In tal caso, non si costituisce il posto di medicazione di reggimento. La sezione sanità divisionale provvede allo sgombero dei feriti dai posti medicazione impiegando esclusivamente autoambulanze (i carri per feriti a traino animale non sono più in dotazione). Quando le ambulanze non possono giungere fino ai posti medicazione, i feriti sempre a cura della sezione di sanità e avvalendosi di eventuale personale in rinforzo sono trasportati fino al luogo di sosta delle ambulanze.
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L'attività più importante che avviene presso le sezioni sanità è lo smistamento. Oltre ai feriti intrasportabili e/o abbisognevoli di un immediato intervento chirurgico, sono trattenuti presso la sezione i feriti leggeri recuperabili in breve tempo (a tal fine la sezione dispone anche di letti). Gli altri sono sgomberati negli ospedali di corpo d'armata più avanzati (se se ne prevede il pronto recupero) oppure negli ospedali di corpo d'armata e di armata più arretrati e direttamente negli ospedali specializzati (feriti con fratture degli arti, osteo-articolari, cavitari gravi trasportabili). Gli ospedali da campo eventualmente assegnati al livello divisione non sono specialiaati, quelli al livello di corpo d'armata limitano la loro specializzazione alle branche medica e chirurgica. La zona di secondo sgombero (al livello di armata) funge dafiltro per evitare l'ingresso nella zona territoriale di malati affctli da malattie epidemico-contagiose, e da recupero per i feriti non abbisognevoli di lungo periodo di degenza e convalescenza: gli altri sono sgomberati sulla zona territoriale. Mentre il sollecito sgombero della zona di primo sgombero deve essere la norma per mantenere il più possibile liberi per ogni evenienza i posti-letto, per la zona di secondo sgombero si seguono criteri caso per caso definiti dalla direzione di sanità di armata, tenendo comunque presente che (para. 82) in occasione di lunghe e cruente azioni belliche il numero di posti-lctlo pui> rapidamente divenire insufficiente. li giustificato desiderio di un più facile recupero uomini non deve indurre a mamenere saturi .e,li stabilimenti sanitari della zona di primo e secondo sgombero.
(prescrizioni, queste, evidentemente suggerite dalla constatazione di quanto era avvenuto in guerra). Il trasporto dei malati e feriti dalle sc7.ioni di sanità agli slabilimenti retrostanti di corpo d'armata viene eseguito, di reRola, dalle autoambulanze delle sezioni stesse e dai reparti someggiati e/o dalle sezioni autoambulanze di corpo d'armala. Per lo sgombero dagli stabilimenti di corpo d'armata su quelli di armala si impiegano le sezioni autoambulanze di corpo d'armata in concorso con quelle di armata; per i feriti non gravi possono inoltre essere impiegali autocarri di ritorno o allri mezzi automobilistici richiesti al rispettivo Comando dalle direzioni di sanità di armata. Per lo sgombero degli stabilimenti di am1ata alla zona territoriale si utilizzano - come già era avvenuto durante la guerra treni attrez7.ati e/o treni ospedale. L'attività di prevenzione, alla quale la pubblicazione dà molto rilievo, si svolge con organi e modalità analoghe a quanto attuato durante la guerra (Voi. 11- capitolo XVIII): da notare comunque, in questo campo, la presenza anche al livello di corpo d'annata di specifici organi (se7.ioni di disinfezione, laboralori chimici, stazioni di bonifica, ospedali per infettivi e contagiosi). Immutato anche il ruolo delle Associazioni di soccorso (CRI e il SMOM). Il SMOM fornisce solo treni-ospedale; la CRI fornisce treni
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e navi-ospedale per gli sgomberi su lunghi percorsi, posti di soccorso nelle stazioni ferroviarie, ambulanze fluviali e lagunari, e anche organi esecutivi mobili specializzati, impiegabili in prossimità della zona delle operazioni (ospedali chirurgici mobili, ambulanze radiologiche, bagni a doccia mobili, colonne automobili con 15 autoambulanze). I treni-ospedale sono costituiti da 14 vetture con 318 posti-letto (8 carrozze per infermi, J carrozza medicazione, 2 bagagliaio, l alloggio personale direttivo e infermiere volontarie, 1 carrozza cucina e mensa, I carrozza alloggio personale assistenza). Diversamente da quanto previsto nel 1915, non vi sono delegazioni presso il Comando di armala: gli unici organi direttivi delle due Associazioni sono al livello di Comando Supremo.
Servizio veterinario Rispetto al 1915 ha il nuovo compito di provvedere al rifornimento dei materiali di mascalcia, prima assegnato al Servizio artiglieria in quanto competente anche per il rifornimento quadrupedi. È anch'esso diretto da un capo del Servizio veterinario presso l'esercito mobilitato, che risponde al capo del reparto logistico del Comando Supremo del funzionamento del Servizio. Per gli organi direttivi, rispetto al 1915, oltre alle direzioni di veterinaria di armata e corpo d'armata è previsto anche un ufficio di veterinaria di divisinnr Gli organi esecutivi sono quelli già in atto nel 1918, e risultano molto incrementati, per qualità e quantità, rispetto al 1915: a) infermerie temporanee per quadrupedi affetti da malattie leggere, costituite se necessario presso i reparti a cavallo (non previste nel I 915); b) infermerie quadrupedi di corpo d'armata (una per corpo d'armata, con capienza di 50 posti): dipendono dalla direzione di veterinaria di armata e fungono da organo di cura e soprattutto di smistamento e rifornimento (anch'esse non erano previste nel 1915); e) infennerie quadrupedi di armata (come nel 1915, sono due per corpo d'armata e hanno capienza di 150 posti). Sono impiantate non troppo distanti da quelle di corpo d'armata. Fungono anch'esse da organo di cura e di smistamento. Dispongono di un piccolo reparto per i quadrupedi affetti da malattie infettive, che vengono inviati in appositi stabilimenti retrostanti; d) infermerie quadrupedi per malattie infettive (non esistevano nel 1915); e) convalescenziari per quadrupedi (non esistevano nel 1915); f) stabilimenti per la distribuzione e utilizzazione delle carogne (non esistevano nel 1915); g) magazzino avanzalo di materiale sanitario e mascalcia d'armata (non esisteva nel 19 I 5, quando si faceva affidamento soprattutto sulle risorse loca Li);
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h) deposito centrale: è costituito solo ali 'inizio, ed è unico con quello sanitario. Attraverso la moltiplicazione degli organi del Servizio veterinario rispetto al 1915 si possono apprezzare con molta chiarezza i riflessi logistici del modello di guerra e di logoramento e di posiz.ione, quale è ancora quello del 1924, e le sue differenze rispetto al modello di guerra breve del 1915 (risorse locali, scarso rilievo dell'attività di recupero, dotazioni limitate).
Servizio di commissariato (vds. anche Documento 2) Le branche di competenza sono invariate: vettovagliamento, vestiario-equipaggiamento, cassa e branca giuridico-amministrativa. Non viene dunque costituito, nonostante l'esperienza della guerra, un Servizio di amministruione autonomo, e il commissariato continua ad articolarsi in branche che ben poco hanno in comune. Riguardo agli organi direttivi, diversamente dal 1915 è prevista la figura del Capo del Servizio di commissariato presso l'esercito mohilitato, che risponde del funzionamento del Servizio al capo reparto logistico del Comando Supremo, ha un proprio ufficio e attribuzioni analoghe - nell'ambito dello specifico Servizio - a quelle del Capo Servizio sanità. Da lui dipende l'Ispettore delle casse militari (civile militarizzato), che risiede presso la de legazione ministeriale. Per la branca vettovagliamento, al livello di armata rispetto al 1915 non è più previsto il parco avanzato buoi, mentre al rifornimento del fieno, della paglia e della legna provvede un magazzino avanzato autonomo da quello per i viveri (nel 1915 vi provvedeva lo stesso magazzino avanzato viveri, al quale tuttavia nel 1924 rimane il rifornimento dell'avena). Al livello di corpo d'armata non è più previsto il parco viveri, e sia il corpo d'armata che la divisione dispongono di una sezione sussistenza e di un magazzino eventuale. Anche ai livelli inferiori ali 'armata scompaiono i parchi buoi. li deposito centrale di vettovagliamento fun7:iona solo ali' inizio, e poi viene soppresso. Le sezioni sussistenza mantengono lo stesso ruolo che avevano nel 1915. Quelle per fanteria si compongono di personale di sussistenza, un drappello treno (per il trasporto su carri a traino animale degli attrezzi e di eventuali rimanenze di generi; per gli zaini e il personale sono previsti carri di requisizione) e un drappello automobilistico (autocarri frigoriferi per il trasporto di carne congelata dai magazzini frigoriferi). I 4 automeni del drappello sono in organico alla sezione ma dipendono, tecnicamente e nei riguardi dei rifornimenti, dall 'autogruppo di corpo d'armata. Le divisioni di cavalleria dispongono di 2 autosezioni viveri, che fanno parte dell'autoreparto divisionale e servono a trasportare anche pane, foraggi e viveri di riserva per la divisione. Le sez1on1 sussistenze per divisione cavalleria sono scindibili in 2
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nuclei che possono funzionare in modo autonomo, quelle per divisione di fanteria, in 3 nuclei. Esse hanno personale e mezzi per effettuare, eventualmente anche la macellazione in proprio ma non trasportano derrate, limitandosi a distribuirle - quando giungono loro giornalmente da tergo - ai corpi e reparti dipendenti, che si recano a prelevarle presso le sezioni con propri mezzi. Non viene così accolta la proposta del Liu.u:i di non effettuare distribuzioni presso le sezioni, ma di avviare i viveri direttamente ai reparti; peraltro i 3 nuclei possono essere distaccati presso i 3 reggimenti della divisione, realizzando di fatto un rifornimento a domicilio. Gli organi esecutivi al livello di armata non hanno - comprese le sezioni forni Weiss - meu:i di trasporto in proprio: si dislocano però, di re1:ola. a una distanza dalle truppe tale da consentire ai mezzi automobilistici di effettuare in giornata un viaggio di rifornimento di andata e ritorno. Si fa normalmente ricorso alla carne congelata. L'approvvigionamento di carne mediante sfruttamento delle risorse locali è eccezionale, e le sezioni sussistenza con I loro automezzi frigoriferi provvedono direttamente al prelevamento della carne congelata presso le stazioni di scarico o gli stabilimenti frigoriferi (nel 1915 avveniva il contrario: la carne congelata era praticamente sconosciuta). Per fieno, paglia e legna si ricorre, finché possibile, alle risorse locali. Quando occorre il rifornimento da tergo, i quantitativi occorrenti sono spediti direttamente dai centri di produzione o di raccolta ai magazzini avanzati, e se possibile, a località vicine. Gli altri generi sono fatti affluire giornalmente alle sezioni sussistenza a cura delle direzioni di commissariato di armata. che provvede anche ai mezzi di trasporto necessari e si basa sulle richieste che le pervengono dai corpi d"armata. Le razioni viveri ordinari e foraggi sono fissate dal Ministero della guerra all ' atto della mobilitazione, in base alla situazione generale alimentare del paese e all'afflusso dei rifornimenti all'estero. Il tipo di razione viveri ordinari indicato come base per i calcoli è il seguente: gr 700 pane, gr 250 carne, gr 150 pasta o riso. gr 50 formaggio. gr 150 legumi o patate, gr 20 caffè. gr 25 zucchero, gr 300 verdura, cl 25 vino. Per le razioni foraggi sono previsti kg 5 di avena, kg 5 di fieno e kg 1,5 di paglia per i cavalli , e rispettivamente kg 4 , kg 5 e kg I per i muli. La razionebase per viveri ordinari non è certo abbondante, visto che nel 1915 era previsto un maggior quantitativo di pane (gr 750) e di carne (gr 375) e che anche a fine 1917 la carne era stata aumentata da gr 250 a gr 350. Per la panificazione, i criteri rimangono sostanzialmente immutati rispetto al 1915: confezione al livello di armata con sezioni articolate in squadre di IO forni Weiss per divisione, eventualmente decentrate per corpo d'armata. Presso il panificio avanzato si trovano, inoltre. delle sezioni panettieri con formi mobili mod. I 897 del tipo carreggiato (non si fa cenno. come nel 1915, anche a squadre senza forni, per l'utilizzazione dei forni in muratura civili già disponibili e/o da costruire). Mentre i forni nel I 9 l 5 hanno carreggio a traino animale in proprio, la normativa
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1924 (para. 125) non prevede mezzi di trasporto per i forni, che pertanto devono essere comandati, all'occorrenza, dai Comandi presidio o forniti dai Comandi d'armata: rimane così senza alcun seguito la decisione del 1918 di motorizzare le squadre forni Weiss in vista delle esigenze della guerra di movimento. Se le modalità per il trasporto dei forni mobili subiscono un 'involuzione, il problema del rifornimento del vino, che tanto preoccupava il Liuzzi, non viene risolto. I reparti non ricevono in dotazione adatti recipienti, e la regolamentazione si limita a prescrivere che finché possibile si provveda - anche per i recipienti - con le risorse locali, e solo in difetto mediante rifornimenti da tergo. Per la branca vestiario, equipaggiamento e materiali generali, come già era avvenuto nella guerra dopo l'abolizione del parco viveri, il corpo d'armata non funge da anello. Sono previsti un deposito centrale (solo all'inizio della mobilitazione), un magazzino avanzato vestiario ed equipaggiamento d'armata e - retaggio dell'esperienza della guerra - un magazzino recupero vestiario cd equipaggiamento d'armata. li magazzino avanzato d'armata provvede all'invio direttamente alle divisioni dei materiali richiesti. Accogliendo una proposta del Liuz.z.i, per non sovraccaricare il soldato nelle marce gli viene distribuita all'atto della mobilitazione una sola serie di biancheria. Successivamente, a scadenze periodiche, quando le operazioni lo consentono e previ accordi con i Comandi di Grande Unità, le direzioni di commissariato di armata dispongono per l' invio diretto ai corpi di una serie completa di biancheria per ciascun militare. Tcorpi ricevono gli oggetti puliti e consegnano subito quelli sporchi, che se possibile con gli stessi mezzi di trasporto sono avviati al magazzino avanzato vestiario ed equipaggiamento competente per la lavatura e la riparazione. In tal modo, per la prima volta la regolamentazione del 1924 affida agli organi di commissariato - e in particolare alla direzione di armata - l'umile ma importante incombenza della disinfezione, lavatura e riparazione del corredo individuale del soldato. Infatti, come rilevava nel 1936 il colonnello commissario Chirico il regolamento sul servizio in guerra del 1915, mentre trattava del prelevamemo e versamento degli oggetti di vestiario ed equipaggiamento. nulla disponeva per la lavatura della biancheria. che veniva pertanto attuata dal soldato con i propri mezzi. Ma la guerra mise in evidenza taluni inconvenienti derivanti da tal sistema, come quello dell'impossibilità in cui taluni reparti si sono venuti a trovare per provvedere alla lavatura della biancheria. Vi erano infatti zone, come quella carsica, nelle quali si nolava scarseua o addirittura mancanza di acqua, non sollanto per la lavatura della hiancheria, ma hen anche per la collura degli alimenti; la sLessa guerra mise in rilievo la necessità di Lenere celala all'osserva,:ione aerea la dislocazione delle truppe, la quale veniva facilmente individuata dalla biancheria posta al sole per asciugare.s
ij G. Chirico, Conlrihuto allo studio del rifornimento deKli OKKelli di biancheria in guerra, "Rivista di Commissariato.. n. 5/1936.
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I magazzini recupero dipendono dal Ministero della guerra, e se ne costituisce uno per ogni armata; nella zona territoriale possono però esserne creati altri. Per motivi che riesce difficile comprendere, le Norme del 1924 non accennano nei compiti del commissariato a questa importante attività, che pure viene svolta anche nei magazzini avanzati, né accennano ai compiti specifici dei magazzini recupero nella zona delle armate, probabilmente adibiti alla raccolta e alla riparazione di oggetti di corredo abbisognevoli di lunghe riparazioni, che come tali escono dal ciclo delle sostituzioni periodiche e riparazioni spediti ve di competenza dei magazzini avanzati. Nulla di mutato per il servizio di cassa. affidato a personale civile militarizzato dal Ministero delle finan7.e e cioè a cassieri e controllori , sotto la vigilanza di un Ispettore e un vice-Ispettore che, come si è visto, fanno parte della delegazione ministeriale. Sono costituite casse militari presso il Comando Supremo e i Comandi di armata e di corpo d'armata. I fondi sono forniti dal Ministero delle finanze sulla base di richieste quindicinali del Comando Supremo e dei Comandi di armata. I corpi indirizzano le loro richieste alle direzioni di commissariato da cui dipendono, che danno le disposizioni di competenza.
Servizio materiali di artiglieria Come già dello, risulla assai alleggerito rispello al 1915, e ha il compito di provvedere al rifornimento delle munizioni e al rifornimento. sgombero e riparazione delle anni per tutti i Comandi, corpi, reparti e Servizi dell'esercito, ad eccet.ione del rifornimento di armi portatili per le divisioni e i corpi d'armata, che rimane di competenza degli stessi Stati Maggiori delle Grandi unità (dicotomia, questa, che ci pare dannosa). Diversamente dal 1915, il Servizio fa capo alla stessa catena di comando dell'artiglieria, che richiede al reparto logistico e/o ai Comandi di Grande Unità i mezzi di trasporto necessari. Per provvedere alle esigenze logistiche, presso l ' Ufficio del generale di artiglieria a disposizione del Comando Supremo e presso i Comandi di armata sono costituiti Uffici Servizi. La responsabilità del rifornimento delle munizioni per le artiglierie divisionali e di corpo d'armata è devoluta al Comando di artiglieria di corpo d'armata, che si avvale dei Comandi di artiglieria di divisione. Riguardo agli organi esecutivi, all'infuori della colonna munizioni per gruppo alpino non esistono più - come nel 1915 - organi esecutivi espressamente costituiti per il trasporto delle munizioni. Gli stabilimenti di rifornimento di 2' linea e nella zona territoriale sono gli stessi del 1915: magazzino avanzato di artiglieria, deposito centrale di artiglieria, stabilimenti territoriali vari. I depositi centrali di armata funzionano solo nel periodo iniziale dopo la mobilitat.ione, e sono destinati ad essere soppressi e sostituiti da un deposito centrale unico di artiglieria,
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con funzioni di organo di riserva. Il magazzino avanzato di annata è suddiviso in aliquote di corpo d'armata, di massima riunite in un solo stabilimento, che possono essere distaccate per assicurare rifornimenti più aderenti. Se un corpo d'armata passa ad altra armata gli viene assegnata la relativa aliquota di magazzino avanzato, anche se il Comando Supremo darà le disposizioni del caso per evitare l'effettivo egravoso movimento di munizioni e materiali. Le riparazioni sono affidate a laboratori campali, non previsti nel 1915 ma introdotti con successo durante la guerra. Sono officine autocarreggiate per la esecuzione di riparazioni di non grande entità e di carattere urgente alle artiglierie e alle armi portatili. e funzionano anche come depositi mobili di parti di ricambio e di materie prime. Si distinguono in laboratori campali per artiglieria (a disposizione dei Comandi di artiglieria di armata e di corpo d'armata) e laboratori campali per fanteria (a disposizione degli Stati Maggiori di divisione, responsabili per la riparazione delle armi portatili). Le armi portatili e le artiglierie che non è possibile o conveniente riparare presso i laboratori campali sono sgomberate sul magazzino avanzato. Riguardo al meccanismo per il rifornimento delle munizioni, le Norme del I 924 sono come sempre preoccupate di evitare il mancato avvio alle unità delle munizioni a causa di intoppi burocratici: tutti gli organi incaricati del rifornimento hanno l'obbligo di rifornire- all'occorrenza - anche reparti non di loro competenza. E poiché ··1e prescrizioni e le esigen,e amministrative devono cedere assolutamente alle esigen,e del comballimenlo", si devono distribuire comunque le munizioni in presenza di qualsiasi richiesta fatta per mezzo di ufficiali o sottufficiali, per iscritto o meno: il ricevente ha solo l'obbligo di rilasciare ricevuta. Per i rifornimenti munizioni e le riparazioni di armi portatili, i corpi rivolgono le richieste ai rispettivi Stati Maggiori di divisione, che richiedono agli Stati Maggiori di corpo d'armata quanto loro occorre. Questi ultimi indirizzano le richieste ai magazzini avanzati d'armata, e provvedono per mezzo della propria direzione trasporti per via ordinaria al trasporto dei materiali e delle munizioni dai magazzini avanzali (che hanno anche armi portatili e relative munizioni) direttamente ai posti di rifornimento munizioni costituiti dalle truppe e dai corpi. Il rifornimento di ogni tipo di armi, artiglierie. munizioni e materiali di armamento per le divisioni di cavalleria è invece diretto dallo stesso Stato Maggiore della divisione, che indirizza le richieste al Comando di artiglieria di armata e dispone nel proprio autoreparto di una autosezione che trasporta una giornata di fuoco. Da notare il perfezionamento del concetto di ·'giornata di fuoco" comparso durante la guerra, e la ridefinizione dei suoi valori. L'istruzione sul tiro per l'artiglieria del 1924 la definisce "il presumibile consumo giornaliero medio per pezzo in periodo di operazioni intense" (durante la guerra, era più che altro un'unità di misura convenzionale per i calcoli relativi ai rifornimenti). I nuovi valori indicati dall'Istruzione sono:
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piccoli calibri 250 colpi (invariati); medi calibri pesanti 100 (80 durante la guerra); medi calibri pesanti campali 150 (100 durante la guerra); grossi calibri 40 (invariati).
Servizio materiali del genio (vds. Documento 2) Muta anch'essa notevolmente i suoi compiti rispetto al 1915, che pur essendo limitati alla zona delle operazioni e prevalentemente ai Servizi di 2' linea risultano appesantiti e non alleggeriti. Infatti anche se perde attribuzioni di carattere territoriale come quelle relative ai legnami, il Servizio deve provvedere: a) al servizio del genio di carattere generale (lavori per l'impianto e sistemazione dei Servizi di 2a linea; lavori per l'impianto e funzionamento di speciali servizi tecnici, teleferiche, impianti elettrici vari; rifornimento, recupero, sgombero e riparazione dei materiali di tutte le specialità dell'Arma e degli strumenti da zappatore per tutte le truppe e Servizi); b) ai collegamenti elettrici cd ottici di ogni tipo (non è più necessario, quindi, gran parte del personale civile militarizzalo addetto ai servizi telegrafici); c) al servizio idrico (branca che prima della guerra era di competenza esclusiva del commissariato, la cui importanza si era rivelata durante la guerra). Gli organi direttivi ed esecutivi di campagna hanno, in generale, articolazioni e compiti analoghi a quelli di artiglieria, tranne che per la costituzione, fin dall'inizio, di un deposito centrale unico che in un secondo tempo assume una fonnazione ridotta ed entra nella catena di rifornimento diretto tra stabilimenti territoriali e magazzini avanzati solo quale organo di riserva per assicurare la continuità dei rifornimenti in casi imprevisti. Gli stabilimenti territoriali del genio sono: l'officina di costruzione del genio militare di Pavia e l'officina R.T. ed E. di Roma; le direzioni territoriali incaricate degli acquisti; i laboratori dei reggimenti; gli stabilimenti statali e privati per la fabbricazione di materiali. I collegamenti elettrici e ottici fanno can1po alla direzione superiore dei colle,:amenti alle dipendenze del generale del genio a disposizione del Comando Supremo, che comprende un generale o colonnello direttore superiore dei collegamenti, coadiuvato da vari ufficiali specialisti, e un commissario generale civ ile per quanto attiene ali 'uso, ali' ampiamento alle modifiche e al funzionamento delle reti telegrafiche, telefoniche e radiotelegrafiche dello Stato e di società private comprese nella zona di guerra. Alle dipendenze del Comando genio di armata opera la direzione dei collegamenti di armata, retta da un ufficiale superiore che si avvale di 2 ufficiali superiori ispettori e un commissario civile. Oltre a presiedere ai collegamenti dell 'arrnata, la direzione di ar-
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mata risponde del rifornimento del magazzino avanzato per tutti i materiali di interesse del servizio. Al livello di corpo d'armata è previsto un ufficio collegamenti, con due ufficiali superiori; al livello di divisione e raggruppamento alpino, una sezione collegamenti con 2 ufficiai i superiori. Per i lavori inerenti al servizio idrico, i Comandi del genio si avvalgono dei battaglioni zappatori-minatori del genio al livello di divisione, corpo d'armata e armata, che dispongono delle attrezzature adatte. Quando non sono sufficienti tali battaglioni, il Comando genio di armata previ accordi con il rispettivo Comando provvede a costituire - ricorrendo se occorre anche a personale civile - speciali reparti idrici. i cui organici e dotazioni sono stabiliti di volta in volta dai Comandi di armata, su proposta del Comando genio. Per quanto attiene alla parte igienico-sanitaria e a quella logistica, i Comandi genio richiedono il concorso degli organi addetti ai Servizi di sanità, di commissariato, dei trasporti per via ordinaria e dei trasporti ferroviari, fluviali e marittimi. I Comandi genio ai vari livelli dirigono il rifornimento idrico in tutti i vari aspetti: individuazione delle risorse idriche, progettazione e costruzione di impianti permanenti e campali, e sfruttamento delle risorse anche nelle ore notturne per costituire idonee riserve nelle ore diurne quando il consumo è maggiore; delimitazione e segnalizzazione delle zone di rispetto intorno alle sorgenti superficiali. per evitarne l'inquinamento; disposizione della segnaletica per indicare, lungo le strade, fontane, abbeveratoi, vasche predisposte per uomini, quadrupedi e autoveicoli; indicazione delle acque nocive, indicazione, in genere, della natura dell'acqua e dell'uso cui può essere destinata. Presso gli stabilimenti avanzati di 2• linea (deposito centrale unico e magazzino avanzato genio) si trova una riserva di materiali per la costruzione e manutenzione di impianti idrici permanenti e campali (materiali per presa d'acqua, per pozzi lrivcllati o Northon, per costruzione vasche di carico e raccolta e serbatoi, lavanderia, impianti di potabilizzazione, ecc.). I materiali in dotazione ai reparti per il rifornimento campale dell'acqua (bidoni a spalla, barilotti, botti, tubi di gomma, rubinetti. ecc.) sono di competenza del Servizio di commissariato; quelli per il trasporto per via ordinaria (carri, autobotti, ecc.) sono predisposti dal Servizio trasporti. Durante i movimenti di truppe per ferrovia, nelle stazioni indicate dall'ufficio trasporti dello Stato Maggiore sono predisposti posti di rifornimento acqua a cura degli organi ferroviari militari, che si rivolgono alle direzioni di commissarialo per i materiali, alle direzioni del genio per eventuali lavori e ai Comandi presidio per il personale. Le procedure per il rifornimento dell'acqua sono, nella sostanza e nelle grandi linee, analoghe a quelle adottate per qualsiasi materiale del genio. I corpi, reparti e Servizi rivolgono le richieste di acqua al Comando genio delle Grandi Unità dalla quale dipendono, il quale ripartisce le risorse e ne disciplina l'uso, stabilendo orari, richiedendo al proprio Comando i necessari servizi di guardia, emanando norme per evi-
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tare l'inquinamento delle sorgenti. Se le risorse non sono sufficienti, si rivolge al Comando di Corpo d'armata e questi al Comando d'armata, fino a giungere se necessario ali 'ufficio del generale del genio a disposizione del Comando Supremo. Ciascun livello provvede al soddisfacimento delle richieste con gli impianti a sua disposizione, oppure richiedendo agli organi direttivi del Servi:.t:io trasporti i mez7i necessari. Gli uffici e le direzioni di sanità oltre a emanare norme igienico-profilattiche sulla potabilizzazione delle acque, fanno saltuariamente eseguire analisi chimiche e batteriologiche delle acque destinate all ' alimentazione delle truppe.
Servizio trasporti per via ordinaria (vds. anche Documenti 2 e 3) Le Norme del 1924, per la prima volta da quando esiste una regolamentazione logistica organica, prendono in esame solo il Servizio trasporti per via ordinaria (a traino animale e meccanico), rimandando per i trasporti in ferrovia alle norme contenute nel Regolamento per/' esecuzione dei grandi trasporti militari (che è ancora quello in vigore du rante la guerra, e anzi prima). Questo nuovo approccio al problema dei trasporti (che può dirsi opposto rispetto a quello della regolamentazione l 915, incentrata sui trasporti per ferrovia) sembra dovuto non tanto alla minore importanza attribuita ai trasporti ferroviari dopo la guerra, ma all'influenza delle idee del Liuzzi, il quale, come si è visto, era dell'avviso che in una guerra prolungata i trasporti ferroviari dovevano privilegiare le esigenze militari, continuando però ad essere direlli dagli stessi organismi civili del tempo di pace, senza bisogno di essere sottoposti a gestione militare diretta. In questa prospettiva, al livello di reparto logistico del Comando Supremo gli organi direttivi sono separati (ufficio dei trasporti a trazione animale e ufficio dei trasponi a tra7ione meccanica), mentre ai livelli inferiori vi è un unico organo direttivo per i due tipi di trasporto, che ne coordina l'impiego in base alla concreta situazione (direzioni dei trasporti per via ordinaria di armata e di corpo d ' armata; ufficio del Capo di Stato Maggiore della divisione). Le Norme del 1924 accennano ai trasporti ferroviari, marillimi, fluviali solo (para. 240) al livello di armata, e assegnano a quella direzione trasponi il compito di coordinarli con i trasporti per via ordinaria, "prendendo opportuni accordi con la direzione trasporti del comando supremo" (che non fa parte - va sottolineato - del reparto logistico dello stesso Comando). La fisionomia degli organi esecutivi, sia per il traino animale che per quello meccanico, è profondamente diversa da quella prevista dalla regolamentazione 1915 (Servizio delle tappe). Se da una parte essi non si occupano più del Servizio delle tappe propriamente detto, quelli per il traino animale assorbono anche le attribuzioni del Servizio artiglieria relative al rifornimento quadrupedi e al rifornimento, recupero, sgombe-
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ro e riparazione carreggio e bardature, mentre quelli a traino meccanico assorbono le attribuzioni che in merito avevano i Servizi di artiglieria e del genio. Tre sono i criteri di base ai quali è improntata al costituzione e l'assegnazione degli organi esecutivi: a) I 'accentramento (volani di mezzi di trasporto dei due tipi solo dal corpo d'armata in su, con esclusione della divisione che quindi non ha automezzi e carreggio o salmerie in proprio, ma li riceve di volta in volta - su richiesta e nella misura occorrente - dal corpo d'armata, ivi incluse le autoambulanze della sezione di sanità). Questo criterio, che in certo senso segna un regresso rispetto alla situazione di fatto esistente nel 1918, appare dettato - più che da esigenze operative - da considerazioni relative all'economica dei mezzi e di personale tecnico anche direttivo, e alla manutenzione e gestione tecnico-amministrativa, oltre che dalla natura (montana) delle presumibili zone d'impiego; b) la specializzazione e separazione ad ogni livello degli organi esecutivi in organi per il traino animale e organi per il traino meccanico (non esistono organi esecutivi misti del Servizio); c) la separazione tra volani di mezzi e organi di rifornimento, recupero e mantenimento. I volani di mezzi, comunque, hanno la possibilità di provvedere in proprio alle piccole riparazioni dei propri mezzi e di quelli della Grande Unità. Al livello di corpo d'armata, i meu.i di trasporto a traino animale sono accentrati nel gruppo carreggio e salmerie di corpo d'armata, articolato in un numero di reparti carreggio e salmerie pari a quello delle divisioni dipendenti. Per i mezzi a traino meccanico il corpo d'armata dispone di un autogruppo con officina mobile per le riparazioni dei propri me.lzi e di quelli assegnati ai reparti e Servizi della Grande Unità, tanti autoreparti quante sono le divisioni dipendenti e una sezione autoambulanze che, per l'impiego. dipende dalla direzione di sanità. Ciascun autoreparto è composto da un numero di autosezioni che può variare da 4 a 8. Ai livelli di armata e Comando Supremo, gli organi sono più numerosi e specializzati e sono quelli indicati nel Documento 2. Il raggruppamento carreggio e salmerie di armata si articola anch'esso in tanti reparti autonomi quanti sono i corpi d'annata dipendenti, e ha alle sue dipendenLe il parco quadrupedi, carreggio e bardature di armata, a sua volta rifornito dal deposito centrale unico carreggio, bardature e mascalcia che dipende dal reparto logistico del Comando Supremo. Molto complessa la costituzione dell'autoraggruppamento di armata, che si articola su un Comando, un autogruppo e un parco automobilistico. L'autogruppo si compone di un Comando, un'officina mobile, tanti autoreparti quanti sono i corpi d'armata dipendenti, un autoreparto di manovra, una sezione di autobotti (Servizio idrico). due sezioni di autoambulanze che dipendono per l'impiego dalla direzione di sanità d'armata. Il parco, infine, si compone di una direzione, un magazzino autoveicoli, un magazzino di parti di ricambio, gomme e materiali va-
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ri, un ufficio materie di consumo e un laboratorio di riparazioni pe.- ripa.-azioni medie, non effettuate dalle officine mobili. Al livello di Comando Sup.-emo, da notare la funzione e la strullura del parco automobilistico, che ha il compito di costituire nuovi o.-gani dei servizi automobilistici e di inviarli alle armate, di distribuire allearmate gli automezzi nuovi che riceve dal Ministero e di fungere da maguzino avanzato di rifornimento per l'autoraggruppamento trasporti di manovra dello stesso Comando Supremo. Ha pertanto composizione va.-iabile, e normalmente comprende: direzione del parco; due autogruppi di rise.-va; magazzino parti di ricambio; ufficio materie di consumo; laboratori di armata; eventuali officine stabili. Il funzionamento del Servizio, in tutte le sue attività, si attiva con il meccanismo delle richieste dal basso alle competenti direzioni trasporti. Le richieste di trasporto - esigenza già emersa nella guerra - non devono indicare tipo e numero degli automezzi, ma "limitarsi a indicare la qualità e il peso dei materiali da trasportare, la località di carico e quella di scarico ed il carattere di eventuale urgenza" (para. 255). Una volta vagliate le richieste e ordinato il se.-vizio, la direzione dei trasporti preavvisa tempestivamente le autorità interessate della località e dell'ora di arrivo delle colonne di rifornimento, in modo che i reparti interessati possano predisporre il sollecito scarico dei mezzi di trasporto, che devono far ritorno alla loro sede con la maggiore prontezza possibile. I mezzi vuoti di ri torno, se possibile, devono e;.sere utilizzati per lo sgombero di feriti, di ma teriali vari (recuperati o non dal campo di battaglia) e fustame. La regolamentazione 1924 dà molto rilievo alle norme per il movimento stradale e alla disciplina di marcia delle truppe, distinguendo i movimenti - in base al loro scopo - in strategici, lattici e logistici, e in base ai tipi di trasporto, in circolazione dei convogli a trazione animale, circolazione di convogli a trazione meccanica e circolazione di truppe con relativi carreggi e salmerie (vds. Documento 3). Gli obiettivi a cui tendere sulla base dell ' csperienza e tenendo conto delle possibilità offerte dalla rete stradale sono due: a) assegnare a ciascun tipo di movimento (strategico, tattico e logistico) un itinerario speciale; b) separare nettamente nello spazio, nel tempo e nel senso della di rezione i tipi di circolazione. La disciplina e l' organizzazione degli itinerari è affidata, nell 'ambito di ciascuna armata, a un certo numero di commissari per il movimento stradale (possibilmente ufficiali automobilisti) che si avvalgono di drappelli mobili comandati da ufficiali, e di drappelli fissi comandati da sottufficiali. Oltre che con i drappelli fissi, il commissario deve essere in comunicazione con i commissari laterali, con le stazioni ferroviarie vicine e in genere con tutti i posti importanti di carico e scarico delle colonne. Il commissario previene ed elimina ogni causa di ostruzione stradale, cura il recupero dei veicoli che si rendono inefficienti, esercita particolare sorveglianza sul movimento in prossimità delle zone di carico e scari-
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co. Divide ogni strada in sezioni di 10-15 km. affidate ciascuna a un posto fisso, fa disporre lungo gli itinerari un numero adegualo di indicatori, cartelli e segnali luminosi, stabilisce in ogni sezione un posto di rifugio per veicoli inefficienti, dispone drappelli mobili nei punti di incolonnamento, afflusso e deflusso, e altro personale (cantonieri, piantoni) nei punti più critici della circolazione (curve slretle, lralli a forte pendenza, ponti, bivi, ecc.).
Servizio del genio civile in guerra L'organizzazione del Servizio non si discosta da quella prevista nel 1915. Al livello di reparto logistico del Comando Supremo è previsto un Ispettore superiore del genio civile, che dipende anche dal Ministero dei lavori pubblici per lavori e modifiche di opere dello Stato di competenza del predetlo Ministero. Al livello di armata opera una direzione del genio civile retta da un ingegnere capo; altre direzioni possono essere costituì le per lavori speciali. Ciascuna direLione si articola in sezioni con a capo un ingegnere, e ciascuna sezione è divisa in reparti con a capo un geometra. Normalmente gli organi direttivi del genio civile si avvalgono di personale e mezzi civili già addetli ad analoghe incombenze per conto del Ministero dei lavori pubblici, oppure di mano d'opera avventizia locale e/o di personale fornito da Enti vari. Eventualmente il Comando Supremo assegna - in via temporanea o permanente e a seconda delle necessità - personale militare e meui di trasporto (ferroviari, a trazione meccanica e animale).
Servizio postale Gli organi direttivi sono invariati rispetto al 1915 e alla guerra: di rczione superiore postale presso il reparto logistico del Comando Supremo e direzione postale di armata. Sono conservati tutti gli organi esecutivi previsti nel 1915 (uffici postali dal livello di divisione in su), ma l'unico ufficio di concentramento della posta militare, che nel 1915 doveva smistare l'enorme quantitativo di corrispondenza in arrivo e in partenza tra Paese ed esercito mobilitato, si sdoppia in due: un ufficio per la posta in arrivo e uno per la posta in partenza. Rispetto al 1915, sono previsti in più - evidentemente sulla base dell'esperienza della guerra - organi esecutivi di costituzione eventuale, che devono assicurare la regolarità del servizio anche per quei reparti ove sussistono particolari difficoltà (sezioni di posta militare, per le truppe che si trovano troppo lontane dall'ufficio postale della rispettiva Grande Unità; nuclei di posta volante motorizzati, per le truppe che, oltre ad essere troppo lontane dagli uffici postali, sono sparse su zone molto vaste).
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Anche con queste modifiche, non sembra che le esigenze emerse nella guerra (vds. anche Voi. Il - capitolo XIX) trovino una risposta adeguala. La mancata militarizzazione - almeno parziale - del Servizio, proposta anche dal Liuui, non consente di eliminare il principale inconveniente emerso nel 1915, cioè la ritardata entrata in funzione del Servizio, che deve essere costituito solo all'atto della mobilitazione con personale civile (diverso è il caso del genio civile, che può provvedere ad apprestamenti di interesse militare anche senza essere mobilitato, e conservando anche in guerra l'ossatura di pace). li dualismo esistente anche in zona di guerra tra uffici postali civili e militari, messo in rilievo dal Liuzzi, non trova una soluzione, e infine due soli uffici di concentramento per tutto l'esercito si rivelano insufficienti (anche se si lascia la porta aperta, prevedendo altri uffici di concentramento per le armate che agiscono in teatri d'operazione diversi da quelli in cui opera la massa dell'esercito).
Servizio delle retrovie Svolge in zona di guerra (territorio delle retrovie a tergo della zona delle operazioni) i compiti affidati al Servizio delle tappe propriamente dello nella regolamentazione precedente quella del 1915, che si possono riassumere nell'assicurare le spalle delle unità in zona delle operazioni e nel garantire un ordinato e celere movimento di truppe e Servi.Li da e per il fronte. Provvede pertanto al mantenimento della sicurezL:a, alla sorveglianza delle popolazioni, specie in paese nemico, alla vigilanza dei punti militarmente importanti e degli stabilimenti militari, al vettovagliamento, ricovero e avviamento dei reparti di truppa di passaggio e di drappelli o militari isolati, e alla eventuale raccolta di dati statistici e di notizie di carattere politico- militare. Il territorio delle retrovie dell ' esercito mobilitalo è sotto la giurisdizione di un Comando generale delle retrovie, che fa parte del reparto logistico. È suddiviso in zone di armata che dipendono da Comandi delle retrovie di armata, e a loro volta si articolano in circoli di retrovie retti da Comandi di circolo. 1 Comandi territoriali che si trovano nel territorio delle retrovie conservano le funzioni che esercitano per conto del Ministero della guerra, ma dipendono anche dal Comando Supremo e dai Comandi di armata, per tullo quanto ha attinenza con le operazioni di guerra e con la conseguente organizzazione militare. Il Comando generale delle retrovie è retto da un generale, quello delle retrovie d'annata da un colonnello: entrambi hanno alle dipendenze, quali ispettori delle retrovie, un ufficiale superiore dei carabinieri. Il ruolo autenticamente direttivo è svolto dal Comando generale. Gli organi esecutivi sono: battaglioni ausiliari e compagnie presidiarie formati con i militari meno atti alla guerra; reparti, drappelli o stazioni Carabinieri; organi dei Servizi per le principali esigenze delle unità in transito (infermerie provvisorie per uomini e quadrupedi, eventuali magazzini di vettovagliamento e officine).
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Riflessi logistici dell'impiego del/'Arma aerea L'ultimo capitolo, il XII, è dedicato dalle Norme del 1924 all"'influenza della guerra aerea nel campo logistico", vista non solo in negativo, ma anche - per la prima volta - accennando sia pur brevemente alle nuove possibilità che si aprono in campo logistico con il ricorso al trasporto aereo. Ali' Arrna aerea, in particolare, viene attribuita (para. 332) la possibilità di ostacolare i rifornimenti delle truppe colpendo i centri di produzione e gli stabilimenti di dis1ribuzione, interrompendo le strade, disturbando il traffico nei porti e nelle sta.doni ferroviarie, arrestando e in parte distruggendo , convogli.
Oltre all'azione della nostra Armata Aerea e della difesa antiaerea, queste nuove minacce richiedono l'adozione sia di misure di carattere generale che interessano tutti i Servizi (stabilimenti, rete stradale e trasporti), sia di misure specifiche che riguardano alcuni di essi (sanità, commissariato e armi c munizioni in particolar modo): a) stabilimenti : quelli di più vitale interesse vanno segnalati alla difesa aerea. Dd,uunu essere frazionati, la produzione di materiali della stessa specie deve essere affidata a più stabilimenti tra di loro lontani, depositi centrali e magazzini avanzati devono essere dislocati nelle località di meno facile individuazione e lontane da centri ferroviari importanti, predisponendo però i necessari raccordi. I laboratori devono funzionare possibilmente con l'energia elettrica, in modo da non svelare la loro presenza con pennacchi di fumo. Poiché gli aerei possono lanciare gas, anche presso gli stabilimenti più arretrati deve essere organizzata, come presso gli stabilimenti più avanzati, la difesa antigas. Gli stabilimenti di la linea devono essere tenuti lontani dalle sedi dei maggiori Comandi, e data la loro limitata estensione conviene piuttosto ricercare l'occultamento delle strade d'accesso; b) strade e trasporti: ricorrere all ' innaffiamento, per evitare di rendere visibili le autocolonne con la polvere sollevata e ai trasporti preferibilmente notturni. In caso di attacco aereo diurno a un'autocolonna, rispettare in ogni caso le norrne sulla disciplina di marcia, tenere sgombri i ponti allontanando gli automezzi carichi di esplosivi e munizioni e adottare di volta in volta le decisioni più opportune, tenendo presente che un ·autocolonna in marcia è più visibile e quindi conviene aumentare la distanza interveicolare, mentre le ombre degli alberi delle siepi e delle case riparano abbastanza bene dalla vista degli aerei. Conviene eseguire di giorno i movimenti a carattere periodico, e di notte quelli aperiodici e i trasporti di truppe, artiglieria ed equipaggi da ponte. È opportuno ricorrere al frazionamento dei parchi carreggio e automobilistici, e per i depositi di carburanti interrare i serbatoi, diradare i fusti collegandoli con trincee mascherate, tenere lontane la autocisterne dai parchi di automezzi; e) per 11 Servizio sanitario, occorre evitare che gli stabilimenti sia-
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no coinvolti in attacchi aerei diretti contro obiettivi importanti. ln zona di guerra bisogna tenerli lontani da schieramenti di artiglieria, magazzini importanti e in genere truppe e Servizi. In zona territoriale, i centri ospedalieri devono essere dislocati lontani dal centro delle città e contemporaneamente da centri industriali. Se si rende necessario lo sgombero feriti di giorno, occorre evitare lunghi convogli di autoambulanze, distanziando le autoambulanze una dall'altra; d) per il Servizio di commissariato, i magazzini avanzati vanno frazionati in aliquote ciascuna con una o due giornata viveri complete, facendole funzionare successivamente per uno o due giorni, in modo da evitare movimenti continui di automezzi. Accelerare le operazioni di prelevamento evitando la pesatura dei generi con la predisposizione di colli e casse di peso predeterminalo. Ricorrere il più possibile a forni in muratura, che sono molto frazionati e quindi non provocano concentramenti di automezzi. Evitare di dislocare numerosi forni da campo nella stessa località; e) Servizio materiali di artiglieria e del genio. Il sistema più conveniente sarebbe la costruzione di ricoveri in casamatta o blindati. Poiché questo obiettivo non può essere realizzato facilmente, si deve ricorrere al frazionamento, formando piccoli depositi con munizioni di vari calibri, e al mascheramento. Devono essere adottate adeguate misure antincendio, ed emanate precise norme sul comportamento che il personale deve tenere in caso di attacco aereo. Il concorso aereo in campo logistico viene visto - anche per l' immediato futuro - come eccezionale e non ancora tale da richiedere modifiche radicali all ' organiaazione dei Servizi. L'introduzione di squa driglie aeree tra i mezzi logistici richiederebbe provvedimenti e impianti complessi che fanno ritenere dubbi i vantaggi dell'innovazione (evidentemente si pensa solo a un decentramento ali 'esercito, il che non era strettamente e sempre necessario). Comunque, a prescindere da eventuali trasporti di truppe, si intravedono possibilità d'impiego dell'aereo nel Servizio postale (specie per il trasporto di ordini operativi urgenti), nel Servizio sanitario, con qualche apparecchio attrezzato per il trasporto feriti in circostanze nelle quali si rivela conveniente sfruttare la celerità dell 'aercoplano, e nei rifornimenti di viveri a truppe che si trovano in particolari situazioni tattiche nelle quali non è possibile intervenire altrimenti. Questo tipo di missione, al quale si è già fattoricorso durante la guerra, può essere effettuato sia atterrando sia lanciando i carichi dall'alto. In quest'ultimo caso, è bene usare il paracadute o lanciare i generi meno soggetti a guasti nella caduta.
3. Conclusione La regolamentai;ione logistica fino al 1924 appare dominata - senza altre alternative - dalla prospettiva strategica di una guerra sulle Alpi condotta da un esercito di massa non dissimile da quello del 19 I 8.
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Vi si affaccia - senza peraltro esaminarne concreti risvolti logistici anche la prospettiva di una guerra di movimento, ma sempre limitata a teatri d 'operazioni montani e quindi (più a torto che a ragione) ritenuta tale da non richiedere - specie per l'impiego dei trasporti - criteri differenti da quelli già adottati per la guerra di posizione. È l'approccio al problema dei trasporti l'elemento che - specie dopo la prima guerra mondiale caratterizza maggiormente una data organizzazione logistica, e non solo logistica. Sotto questo profilo l'impiego del mezzo automobilistico risulta - quali che ne siano le ragioni pratiche - troppo accentralo e denota un regresso rispello a posizioni già raggiunte, perché la fisionomia organico-tattica della divisione nel 1918 già attuava un parziale decentramento di automezzi anche a questo livello, specie per sanità e vettovagliamento, cd era comunque tale da richiedere un volano sia pur minimo di me1.zi di trasporto in proprio, come del resto aveva nel 1915. Questo, anche per ragioni addestrative e per fare acquisire ai Quadri una mentalità più aperta alle possibilità della moloriuiu.ionc, perché difficilmente si impara a impiegare e considerare nel suo giusto peso un mezzo di cui non si dispone in permanenza. Altri seri limiti sono il mancato esame del Servizio chimico e dell'impiego delle ferrovie, con particolare riguardo alle modalità concrete per il loro coordinamento con i trasporti per via ordinaria ai livelli più elevati, mentre anche ruolo e fisionomia dei Servizi territoriali e della mobilitazione civile non :-.ono sempre trattati con la m:cessaria profondità. Come carallerizzazione positiva vanno considerati l'esame dcli' incidenza dell'Anna aerea e il tentativo (a parer nostro più riuscito che mancato) di dare un nuovo assetto al coordinamento tra operazioni e Servizi ai livelli più elevati. Destano tuttavia perplessità la mancata costituzione di un ufficio Servizi per un anello logistico ormai diventato così importante come il corpo d'armala, la separazione tra il rifornimento dei materiali e munizioni di artiglieria e quello delle armi portatili e relative munizioni, e soprattutto la sottrazione di queste branche fondamentali agli organi direttivi più propriamente logistici (solu/.ione, que st'ultima, già per lungo tempo in auge nel secolo XIX). Pur con questi limiti, va riconosciuto che le Norme del 1924 recepiscono correttamente molti sani ammaestramenti della guerra e soprattutto - come meglio si potrà constatare in seguito - sono adeguate alla realtà strategica e ordinativa e alla disponibilità effettiva di Quadri, risorse, macchine e infrastrutture, che caratterizzano lo strumento militare terrestre italiano per tutti gli anni Venti anche a prescindere dai vari ordinamenti, e lo rendono assai poco idoneo a recepire soluzioni più avanzate.
CAPITOLO lii
DALLA REGOLAMENTAZIONE DEL 1924 ALLA REGOLAMENTAZIONE DEL 1932: EVOLUZIONE O INVOLUZIONE?
I. Cenni sufi' evoluzione del quadro di riferimento strategico, ordinatiwJ e logistico.
La regolamentazione del 1924 - emanata in bozza, quindi suscettibile di sperimentazione e di modifiche - rimane in vigore fino ai primi anni Trenta, anche se il quadro strategico, tattico e ordinativo muta sensibilmente rispetto al 1924. Permangono, tuttavia, robusti elementi di continuità rispetto all'esperienza della guerra. Infatti la prima rego-
lamentazione tattica dopo il 1918, le Norme Renerali per l' impieRO delle Grandi Unità in ,:uerra del 1928, in premessa (para. IV) afferma di voler dare preminente sviluppo alla guerra di movimento, come caso più difficile che quindi include la preparazione anche ai casi meno complicati; e di voler imperniare lo studio sull'"azione offensiva, che è il solo modo di azione capace di risolvere la lotta". Ciononostante, rimane ben saldo- e chiaro - l'ancoraggio primario all'esperienza della guerra. La premessa inizia ricordando che queste Nonne sono slale redalle Lenendo conto dell 'esperien,;a dell 'ullima guerra; alla quale esperienza si è ricorso anche per non ripetere. nei metodi lattici, taluni indirizzi e abitudini propri della guerra stabilizzata ma inadatti alla guerra di movimento. Una Istruzione di carattere tatlico non è ne immutabile né unil'ersale. Essa vale fino a quando perdurano i mezzi e le possibilità tecniche in base ai quali essa fu concepita. Tuttavia, anche se apparissero mezzi e possibilità tecniche nuove, occorrerà procedere cauti prima di mutare radicalmente principi e metodi; primo, perché non sempre nuovi ritrovati provano poi in pratica di avere gli effetti determinanti che sogliono prospettarsi al loro apparire; secondo, perché la muta7ionc dei metodi impone quasi sempre modifica,:ioni organiche profonde, la cui applicazione generale non è di solito né facile né pronta e che sono perciò, finché possibile, da evitare.
Parole, queste, gravide di conseguen,.;e anche nel campo della regolamentazione logistica, tanto più che - fallo nuovo nella dottrina tattica - le "Norme" del 1928 mostrano di rendersi conto dei maggiori problemi logistici che crea la guerra offensiva, affermando che nonostante le molteplici e gravi difficoltà che nel combattimento offensivo in terreno libero si oppongono al regolare funzionamento dei servizi. le truppe devono sentire che il loro benessere è curato allora più che mai con avvedutez?.a e abnegazione.
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Con molto realismo, queste parole mettono in relazione - per la prima volta in una pubblicazione dottrinale strategica - il morale e lo spirito offensivo delle truppe con il buon andamento dei Servizi. Ad esse viene dato rilievo anche nelle Norme per I' impieRO tattico della divisione dello stesso anno 1928, che le accompagnano (para. 111-1 12) con altre significative prescrizioni, con ogni probabilità ispirate dalle deficien.t:e e scollamenti che si erano verificati nella grande guerra: I I 1. Per i servizi di rifornimento, criterio fondamentale, nell'ambito della Divisione è di assicurare a c iascun reparto l'affluenza di quanto è necessario e sufficiente per l'azione. L·immediato contatto con la reahà facilita la commisurazione dei rifornimenti ai probabili consumi [...J. I mezzi devono essere amministrati da ogni comandante con parsimonia e previdenza, non con avarizia: la manovra di essi intesa ad alimentare ogni unità in ragione delle sue particolari esigenze, deve essere assicurala mediante scaglionamento in profondità[ ... ]. T responsabili dei singoli servi.li dovranno essere informati appena possibile circa il carattere generale del combattimento, lo schieramento delle truppe, le difficoltà che il nemico, il terreno e le esigenze varie dell'azione opporranno allo svolgimento dei servizi singoli, e ricevere nonne per l'ordinato sfruttamento di vie o di mezzi comuni a differenti scrvi7.i.
In un articolo non firmato su Le Forze Armate del 27 luglio 1928, queste significative prese di posi1.ione sono viste come indice di una maggiore sensibilità rcr i Scrvi.t:i dopo l'cspcrien.t:a della guerra, e del salutare abbandono di una mentalità troppo legata "alla teoria del sacrifizio che da eccezionale diveniva quotidiano". Purtroppo il riconoscimento del valore non accessorio e non subordinato della logistica - del quale c'è gran bisogno e che è il principale e più duraturo insegnamento della guerra - risulta in buona parte contraddetto e spento da precetti - sempre in premessa alle stesse norme generali (para. VII) che si prestano (e si presteranno ancor più in futuro) a superficiali e affrettate sottovaluta.t:ioni del ruolo della logistica e del suo influsso primario e insostituibile sul morale: i mezzi materiali non sono se non sussidio all'azione del combattente; la loro efficacia si misura soprattutto sul valore dell'uomo che li impiega, cd è inversamente proporzionale al valore di chi la subisce. Truppe bene addestrate, nutrite di ardente spirito combattivo, possono avere ragione di un avversario dotalo di mezzi anche molto superiori.
Un altro elemento che non può non avere primari riflessi nell'evoluzione logistica dopo il 1924 è l'approccio al problema della motori zzazione e meccanizzazione, quale viene maturando in Italia negli
1 F. Botti-V. llari, Op. cir .. pp. 164-215: L. Ceva-A. Curami. La mec:c:anizzaziune delresercitofino al 1943. Roma, SME Uf. Storico 1989, Voi. I, pp. 15-212.
Dalla re,;:olamenrazione del /924 a quella del 1932
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anni Venti. 1 Premesso che per "molorizzazione" al tempo si intende (diversamente da oggi) il semplice aulolrasporlo (o autotraino) di truppe, quadrupedi, materiali e Servizi fino alla zona d'impiego, mentre per "meccanizzazione" si intende l'adol.ione di mezzi meccanici protetti che consentono il combattimento da bordo, negli anni Venti le soluzioni più convenienti sono affrontate con molla serietà dalla pubblicistica mililare, prestando molta attenzione a quanto viene fallo all'estero. Gli studi più significativi sono dovuti al colonnello (poi generale) Pugnani, il maggiore specialista italiano del tempo, al Rovere e allo Zanotti (anch'essi ufficiali).2 È fondata opinione comune che il problema si pone per l'Italia in termini assai diversi da quelli dei principali Paesi (Francia, Inghilterra Germania e Stati Uniti) per due ragioni essen.l.iali: caralleristiche monlane del presumibile teatro di operazioni nel quale l'esercito sarebbe chiamato ad agire (che rimane, come sempre, quello alpino, e solo quello alpino) e scarsità di risorse energetiche nazionali. Un terzo fattore, quello della disponibilità di risorse finanziarie, ha molto minore influsso di quanto si creda; vi è anzi chi dimostra l'economicità dell'estensione del lrasporto motorizzato. Si attribuisce (Pugnani) alle caratteristiche del teatro delle operazioni, che ha reso nella guerra e rende la meccanizzazione poco conveniente, la mancanl.a in Italia di "capi-scuola" come in Francia e in Inghilterra (Fullcr, Liddell Hart, Camon, Alle haut ... ). Tutti concordano sul fatto che per l'Italia la scelta per la motoriL.zaz.ione è pressoché obbligala. e che una motorizzazione completa non risulta conveniente per tre ragioni: a) sul terreno montano le salmerie sono ancora in molti casi insostiluibili; b) le possihilità di uscita fuori strada degli automezzi del tempo sono ancora limitate; c) è conveniente ulilizzare il patrimonio equino nazionale e al tempo stesso si deve supplire alla scarsità di carburanti e ali' insufficienza della rete stradale specie in montagna. I pareri, quindi, divergono solo sul grado di motorizzazione - sia pure non completa da raggiungere, e sull'ordinamento dei mezzi automobilistici. Il Pugnani, nel 1925, osserva che sulla base dell'esperienL.a della guerra "non vi è nessun dubbio circa la convenienza e la necessità del traino meccanico pei servizi generali dell'esercito". Infatti la guerra ha imposto di spingere l'automezzo in avanti il più possibile e fin dove lo consentivano le strade, e anche sollo il fuoco nemico i trasporti automobilistici hanno funzionato ottimamente. Egli ritiene per-
2 Cfr., in panicolare: A. Pugna11i, // problema del carburanti' nazionale e il traino meccanico, "Rivista di Artiglieria e Genio" 11. 2 e 3/1925; Id.,// probll'ma della motori==a=inne nei suoi aspl'lli 011110/i e nel :mo diwmire, "Rivista Militare" n. 7/1930; M. Zanolli, li traino ml'ccanico nei Sen•izi, "Rivista di Artiglieria e Genio" 11.4/1926; E. Rovere, Un problema di intl'resse na=ionale: .fftwla di motorizzazione o scuola di mecrn11izzazio11e?, "Nuova Antologia" 16 luglio 1931: V. Bobbio, Note sui Sen•izi in mo111agna. "Rivista Militare" n. 1/1930.
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tanto che dopo aver adottato il traino meccanico per le artiglierie pesanti e pesanti campali, bisogna estenderlo sia pure gradualmente anche alle artiglierie da campagna jal tempo, ovunque ippotrainate - N.d.a.l. A suo giudizio, non è fondato il timore di coloro che, indipendentemente dalla possibilità di reperire un modeHo di trattore che risponda bene a questa esigenza, temono il rischio di non poter far fronte, per scarsità di carburanti, al notevole aumento dei consumi che questa decisione provocherebbe. Egli ammette il pericolo di una paralisi delle operazioni in caso di interruzioni dei rifornimenti di carburante via mare, ma ritiene che con un ventaglio di opportuni provvedimenti possa essere raggiunta l'autonomia energetica. Le sue proposte riguardano: a) l'intensificazione degli studi per motori che, a parità di potenza, richiedano un consumo minore; b) la costituzione per ogni evenienza di idonei depositi costieri di carburanti di riserva; e) soprattutto, la sostituzione fin dal tempo di pace della benzina - in gran parte importata - con combustibili di produzione muionale (alcool ricavato da prodotti agricoli; olio pesante ricavato dagli scisti e dalle rocce asfaltiche disponibili in gran quantità in Sicilia). Evidentemente queste idee non prevalgono. L'argomento della estensione della motorizzazione viene infatti ripreso dal Pugnani in un articolo del 1930 sulla Rivista Militare, nel quale prima di tracciare un bilancio di quanto è stato realizzato in Italia e all ' estero esordisce con queste parole che ben riassumono una situazione che, rispetto al I 925, non ha subìto molti mutamenti: noi all ' infuori delle direttive del Ministero della guerra, non abbiamo capi scuola, ma solo isolati fautori di un graduale sviluppo della motorizzazione, in contrapposto con una considerevole massa di indifferenti che si mantengono tali per due credenze generalmente ammesse senza neanche volerle discutere, e cioè: - mancanza di carburante, in Italia, durante la guerra; - imposizione di spese non adeguate alla nostra potenLialità finanziaria per l ' acquisto ed il mantenimento del materiale sia in tempo di pace che all'alto della guerra. Mi ripromello di d1mosl.rare che queste pregiud1/.iali nun reggono ad una serena e ragionata disamina e mi riterrò perciò pienamente soddisfatto se ad esposi,donc compiuta sarò riuscilo a convincere un buon numero di indifferenti. Non parlo di contrari sistematici perché non voglio supporre che ancora ne csislano.
Dopo aver affermato che, in relazione alla grande difficoltà di movimento sui terreni delle Alpi, "per noi sarebbe assurdo parlare di meccanizzazione", il Pugnani replica alla prima obiezione richiamando i concetti già espressi nel 1925 e cita due provvedimenti già adottali: un decreto-legge che impone un prezzo basso d'imperio a una percentuale dell'alcool di melassa, in modo da consentire la vendita di carburante a base di alcool a prezzo concorrenziale rispetto alla benzina, e la legge n. 1106 del 27 giugno 1929, che consente la costruzione di un grandioso impianto per lo sfruttamento delle rocce asfaltiche di Ragusa. Riguardo al secondo problema - riduzione degli oneri finanziari che comporta una motorizzazione estesa fin dal tempo di pace - il Pu-
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gnani indica come soluzione il ricorso nella maggior misura possibile a modelli di veicoli civili che abbiano idonee caratteristiche anche per l'impiego militare, previa requisizione in caso di mobilitazione. A tal fine deve essere incoraggiata la produ.lione civile di modelli idonei anche alla marcia fuori strada, di trattori agricoli a cingoli con ridotto ingombro laterale ( I m) per il traino di artiglierie leggere in terreno montano, e di autocarri veloci con motori ad iniezione ad olio pesante. Forse per l'elevato incarico che ricopre nell'ambito della motorizzazione militare, egli non caldeggia più - come nel 1925 - l'estensione completa del traino meccanico alle artiglierie da campagna, e si limita ad affermare che il problema "è allo studio, e la solu:tionc non potrà essere né unica, né semplice". li problema del traino meccanico - o meno - delle artiglierie da campagna non è solo artiglieresco, tattico o tecnico, ma è ancor di più logistico: pare evidente che traino meccanico delle artiglierie significa anche traino meccanico per i trasporti munizioni e per tutti i Servizi (anche di 1a linea) dei numerosi reggimenti da campagna, e inoltre ridu7.ione consistente del numero di quadrupedi dell'esercito e della quantità di foraggi, bardature, conducenti, organi di rifornimento e cura dei cavalli ecc .. Esso non viene risolto negli anni Venti, anche se, oltre all'autorevole opinione del Pugnani nel 1925, nel 1927 il generale Gatto, in una lettera alla Rivista di Artiglieria e Genio, afferma che il traino animale delle battene è ormai superalo cd antieconomico: per un insieme di circostanze. a tutti note, la trazione animale non consente più, alle artiglierie leggere, quel delicato, snervante lavoro, di seguire mollo da vicino, spesso per più giorni, le fanterie, specialmente se la guerra ~i avrà, come da lutti si desidera, carattere di movimento e si svolgerà in terreno rotto, accidenl.ato, privo di ogni riserva, privo d'ac4ua_ li Lrallorc, a differenza del cavallo, darà questa possibili1à, come ha sempre dimostrato e più dimostra, quello adottato per le artiglierie pesanti campali 1... J. Ma dove la trazione meccanica offre vantaggi marcati su quella animale, è nella dolcezza con la quale essa consente di superare ostacoli di qualun4uc natura a maleriali dèlicatissimi, 4uali attualmente abbiamo, senza produrre il minimo danno a1 meccanismi vari e complessi che ne fanno parte J ••• 1. Oggi la mobi lità delle ballerie leggere è spesso ridotta appunto pei guas1i cui il materiale va incontro ad ogni scossa e sobbalzo causato dagli sforzi irregolari che i cavalli devono esercitare in simili circostanze J ... J. Infine, la trazione meccanica consentirà di appesantire alquamo i materiali da campagna, senza far loro perdere la voluta mobilità se, in avvenire, ciò sarà necessario per accrescere le gittate: necessità quesl.a, imposta dalle esigenze della moderna lotta. Se il traino meccanico, per queste batterie, verrà adonato presto, la trasformaJ.ione po1rà effettuarsi senza gravare per nulla sull'erario; vantaggi finanziari ingenti, valutati. come si dirà appresso, a parecchi milioni annuì, ritrarrà lo Stato quando la lrasformazione sarà un fatto compiuto.3
Nel 1931 il tenente colonnello Rovere scrive che il problema della
3 S. CìaLLO. t vnntnggi dPI trn<pnrrn ml'CCllnico applicato o/Il' artif?lierie leggPre. "Rivista di Artiglieria e Genio" n. 2/1927.
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motorizzazione e meccanizzazione è stato da noi affrontato in ritardo rispetto ad altri eserciti: "nessun male a riconoscerlo, dal momento che oggi possiamo constatare di aver riguadagnato il tempo perduto e forse preceduto altri nella soluzione di importanti problemi particolari". Anch'egli si dichiara d'accordo per la motorizzazione sia pur parziale ("binomio automezzo-mulo") e per la scelta di modelli di carri armati leggeri e veloci atti ad accompagnare la fanteria anche in terreni montani: è infatti il terreno a imporre all'ltalia una soluzione nazionale del problema e precisi limiti anche alla motorizzazione. Occorrono, per il Rovere, soluzioni elastiche, per rispondere a necessità continuamente variabili e diverse: più che nella disponibilità di un certo numero di unità specialmente preparate per la utilizzazione massima della motorizzazione, la buona soluzione sta per noi nella possibilità di consentire la pronta e sicura utilizzazione stessa nella misura che le circostanze contingenti potranno di volta in volta consigliare cd imporre.
Evidenti i primari riflessi sui trasporti logistici di questa impostazione. L'atteggiamento ufficiale sul problema negli anni Trenta corrisponde alle idee del Pugnani e del Rovere, con esclusione sia pure non definitiva del traino meccanico delle artiglierie da campagna. Esso è sintetizzato nel 1929 dal sottosegretario alla guerra nel discorso sul bilancio del dicastero alla Camera dei deputati: si parla ovunque di motorizzazione degli eserciti. Noi non dobbiamo formulare dei piani stridenti con la natura dei nostri terreni e perciò irreali. Ma in questo campo si può dire che, per le nostre reali necessità, siamo in buone condizioni di preparazione: in particolare abbiamo felicemente risolto il problema del traino delle artiglierie pesanti e pesanti campali, cd è tecnicamente risolto quando chcssia anche quello delle artiglierie leggere. Il Ministero, mentre attende a provvedere i veicoli necessari anche in tempo di pace, definisce i modi e i mezzi per lo sfrultamento in guerra di tutti gli altri che debbono venirgli per via di requisizione; particolare importanza, hanno, in questo campo, i risultati preliminari ottenuti per l'autotrasporto di unità con le loro complete dotaziom, non solo di materiali, ma anche d1 quadrupedi.•
Questa posizione rimane immutata anche dopo le grandi esercitazioni dell'estate-autunno 1932, nelle quali i principali eserciti europei sperimentano l'impiego di nuovi mezzi di trasporto meccanici e di nuove soluzioni ordinative. Gli ammaestramenti ufficiosi che vengono tratti dalle nostre grandi manovre in un articolo non firmato sulla Rivista di ArtiRlieria e Genio5 esaltano le prestazioni della nuova autocarretta da montagna e dell'autocarro tipo "dovunque" adatto al terreno vario, tipo particolare indovinato che corrisponde al "tous tcrrains" francese. La sua ado1:ione arricchisce di un potente mezzo logistico le nostre Grandi Unità e può costituire un passo verso la motorizzazione (parziale, non integrale) delle fanterie. 4
Cit. in E. Rovere,
Art. l"Ìt ..
5 (Senza Autore), Le grandi esercitazioni militari dPI 1932. "Rivista cli Artiglieria
e Genio" n. 10/1932.
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Tuttavia - si afferma - nei nostri terreni c'è un limite ollre il quale motorizzazione e meccanizzazione non possono essere spinte, e il mulo rimane in taluni casi insuperabile e insostituibile. L'autotraino delle artiglierie da campagna sarebbe "un provvedimento immaturo" e la trazione ani.male per queste artiglierie risponde ancora "abbastanza bene" ai suoi compiti: ciò non toglie che possano essere motorizzali aliquote di artiglieria leggera per le esigenze delle divisioni celeri. Accanto a questi giudizi certamente non avveniristici, un interessante, e preveggente, ammaestramento logistico viene però tratto dalle manovre francesi: il consumo delle munizioni da parte delle fanterie armate modernamente è diventalo enorme, e quindi il problema del rifornimento è dj gran lunga complicato. Occorre un mev:o di lrasporto - meccanico e protetto - che si spinga fino alle prime lince e vi porli le muniLioni occorrenti. Gli inglesi hanno a questo fine, in recenti manovre, sperimentato veuurelle automobili a chenilles, leggennente blindate, del tipo Carden Lloyd. Sembra che i francesi abbiano fatto qualcosa di simile e nelle auuali manovre è apparsa una "chenillette" con compiti di tale genere.
L'impostazione generale prima descritta, che dunque si mantiene costante anche oltre la boa degli anni Trenta e anzi non manca di qualche involuzione, condiziona in particolar modo lo specifico - anche se non secondario - problema della motorizzazione dei Servizi. In merito, nel 1926 il maggiore Zanotti compie un'accurata analisi deJJe esigenze e perviene a ragionate proposte, naturalmente partendo anch'egli dalla necessità di trovare solu1:ioni adatte ai nostri terreni/• In caso diverso il problema non esisterebbe, perché se io dovessi trattare dei Servizi di un esercito che non fosse l'italiano potrei subilo rispondere alla questione che ho posta, affermando che tutti i mezzi di servizio potrebbero, con vantaggio, essere trasformati a traino meccanico.
Lo Zanolli intende riferirsi principalmente alla guerra di movimento. perché nella guerra di posizione intervengono molti elementi che facilitano ed estendono l'impiego dell'autocarro: possibilità di migliorare le comunicazioni, sicurezza di movimento, maggiore disponibilità di tempo per il movimento ecc .. In questo contesto egli intende rispondere a tre quesiti (che influenzano soprattutto - notiamo - l'assegnazione di automezzi ai Servizi di I· linea): a) si può sostituire il traino animale a queJJo meccanico, quando non si ha la certezza di poterlo impiegare in qualsiasi circostanza? b) indipendentemente dai vantaggi e dalle semplificazioni che consentono gli automezzi, conviene impiegarli anche quando il loro raggio
6 A. Zanotti, I{ traino meccanico nei Servizi, "Rivista di Artiglieria e Genio" n. 4/1926.
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d'azione o il loro sfruttamento sono limitati? c) si può pensare ad assegnazioni temporanee di automezzi solo nel momento in cui se ne manifesta l'opportunità? Le soluzioni da lui indicate si ispirano a due criteri d'impiego fondamentali, che in sostanza non hanno niente di nuovo rispetto a quelli prevalsi nella guerra, e anzi in taluni casi rappresentano un'involuzione: a) per i rifornimenti e gli sgomberi tra gli stabilimenti di 2' linea a quelli di l ' linea, deve essere impiegato - per tutti i Servizi - esci usivamente l'automezzo. a meno che il terreno non lo consenta; b) non è conveniente l' assegnazione di molti autoveicoli ai Servizi della divisione, "che deve essere leggera, sciolta, senza vincoli logistici. Le divisioni appaiono e scompaiono nel campo di battaglia, si mutano, ruotano [ ... ] troppo rapido in guerra di movimento è il loro passaggio in una determinata zona" [il problema vero non era, al tempo, di dare o meno molti automezzi alla divisione, ma di esaminare la convenienza di assegnarle organicamente - sia pure in una misura limitata da s tabilire - degli automezzi almeno per alcuni Servizi e/o per i Comandi - N .d.a.]. Per lo Zanotli le sezioni sanità, disinfezione e sussistenza d ' armata devono essere interamente motorizzate, perché operano solo a favore di unità di armata in una zona - quella dei Servizi di 2' linea ove l' impiego di automezzi è "certo e continuo". Anche per i magazzini avanzati di armata, che hanno il compilo di far giungere fino ai Servizi di la linea un 'ingente quantità di rifornimenti in tempi brevi, è necessario poter disporre di automezzi. Per quanto riguarda le sezioni forni Weiss dei panifici avanzati d'armata (che ncll 'estalc I 918 erano state organi:t:t;ate per il traino meccanico in tutte le armate, tranne che nella I '), l'abolizione del traino animale dà "i più sentiti vantaggi", perché nella guerra di movimento consente di spostare le sezioni ogni 60-70 chilometri di avanzata e di spingere molto più verso le truppe i mezz.i di panificazione, evitando lunghi e dannosi trasporti del pane confezionato. A questo si aggiunge il risparmio di tempo e di personale: la sezione di I O forni ha I O autocarri con 17 automobilisti. in confronto di 52 carri. 60 conducenti e oltre 100 quadrupedi. Col traino animale poteva fare tappe di 25 chilometri e per ognuna perdere 10 ore di funzionamento. Col traino meccanico la lappa può essere di 120 chilometri con eguale interruzione. Se non dista soverchiamente dalle truppe, ogni sezioni può contemporaneamente provvedere al rifornimento in proprio della farina e della legna ed al trasporto del pane agli enti di distribuzione.
Analoghi vantaggi possono essere ottenuti anche per le unità panettieri senza forni mobili, sostituendo le carrette a traino animale con autocarri 15 tcr o 18 BL, che consentono il rapido spostamento in quelle località dove si possono sfruttare forni fissi. Completamente autocarreggiate possono essere anche le infermerie quadrupedi da campo, le
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varie ambulanze chirurgiche, odontoiatriche, radiologiche ecc. e le autofficine per riparazioni urgenti ai materiali di artiglieria, genio e ambulanze. Per gli ospedali da campo d'armata, che devono essere in grado di portarsi ali 'occorrenza a stretto contatto con gli organi esecutivi di 1' linea per liberarli dagli infermi oppure sostituirli, è opportuno adottare una soluzione mista articolandoli in due nuclei: un nucleo di pronto impiego - parte con mezzi di trasporto a salma e parte con mezzi di trasporto a motore - e un altro nucleo senza mezzi di trasporto in organico, che riceverebbe ali 'occorrenza i mezzi di trasporto nella quantità e qualità necessarie. Non necessitano invece di mezzi di trasporto in organico gli ospedali e i laboratori che non hanno necessità di seguire da vicino le truppe di l" linea. I mezzi di trasporto per i Servizi di 1• linea (dal corpo d'armata in giù) devono essere assegnati con criteri molto diversi da quelli prima indicati per i Servizi d'armata. Lo Zanotti infatti sottolinea che i Servizi di I' linea devono essere in grado di mantenersi a stretto contatto con le truppe in ogni tipo di situazione e di terreno, e inoltre essere in grado di costituire volani a immediata portata delle truppe, per dare elasticità ai Servizi più importanti e per far fronte agli imprevisti. In linea generale, quindi, il carreggio dovrà essere misto. Ma lo Zanotti non è molto propenso ad assegnare loro organicamente degli automezzi, e distingue due casi: a) si debbano assegnare loro tutti i tipi di mezzi di trasporto, e cioè autocarri , carri e salmerie. 1n effetti così è avvenuto durante la guerra (anche se era guerra di posizione}, e noi abbiamo avuto le sezioni di sanità organizzate tutte sul tipo con salmerie, mentre prima era previsto in parte quello senza; le sezioni sussistenze tutte con salmerie, ecc. e altresl ciascuno dei servizi ebbe anche autocarreggio (sezioni sanità, sezioni sussistenza, sezioni disinfezione): b) oppure si debba lasciare loro soltanto carreggio e salmerie, perché nei terreni dove sarà possibile l'impiego degli autocarri si potranno far giungere fino a loro immediato conlallo quelli del corpo d'armala (o dell'armala), ~e11La fare lrasbordi: e, nei terreni dove l'auLocarro non potrà essere usalo, il contano con i mezLi del corpo d 'armala (o di armala) avverrà precisamente dove deve iniziarsi lo sfruttamento dei mezzi di trasporlo ordinari (dei quali dispongono i meai di cui lralto), punto di contalto nel quale dovrehhero arrestarsi ad ogni modo anche gli autocarri organici dei mezzi stessi. Col primo sistema abbiamo una dispersione di mezzi, e potrà darsi il caso che alcuni di essi siano scarsamente sfrullati, magari inulili1.zati e mal parcali. La guerra però ci ha insegnato che in questi casi, là dove si curavano sani criteri di economia e d'impiego, gli automezzi venivano raccolti cd accentrati presso l'ente superiore, ed allora è inutile l'assegnazione organica. Dove non c'era il severo controllo, quei mezzi venivano impiegati per scopi 5upcrflui, e allora l'assegna7ionc organica si dimostra perniciosa. Col secondo sistema si privano questi elementi sempre di un potente mezzo quale è l'autocarro: ma che cosa vieta all'eme superiore, quando se ne manifesti veramente il bisogno, di mandare il rinforzo temporaneo di automezzi'! Ci troviamo in un caso analogo ai trasporti straordinari. che possono essere fronteggiati colle aliquote di mezzi a tale scopo assegnate alle varie grandi unità, arricchite ancora di quel-
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li così resi disponibili. L'esperienza della guerra non consente di affermare che i pochi autocarri dati ad alcuni mezzi di servizio di la linea fossero sufficienti ai normali bisogni; erano un modesto campione che doveva sempre integrato a cura degli organi superiori.
In quesla otlica, per lo Zanotti il volano più conveniente per i mezzi di trasporto - e quindi per i Servizi in genere - diventa il corpo d'armata e non la divisione, i cui Servizi devono essere "ridotti e semplificati alle più essenziali funzioni": l'unica eccezione può essere fatta per le divisioni di cavalleria e le nuove unità celeri, che dato il terreno su cui operano possono e debbono avere i Servizi interamente molorizzati. Questa filosofia si applica alle sezioni di sanità, che devono avere pochi automezzi in organico per lo sgombero immediato dei casi più urgenti, lasciando esclusivamente alle unità autoambulanze di armata e di corpo d'armata lo sgombero sugli ospedali retrostanti. Diverso è il discorso per le sezioni sussistenza. Esse vanno considerate come organo distributore mobile, che una volta rifornito da tergo porta con propri mezLi a domicilio alle lruppc i generi, cvilando ai corpi e rcparli l'onere di recarsi a prelevare i generi con propri mezzi. Occorrerehhcro, pertanto, per queste ultime una quindicina di automeai, che però in monlagna sarebbero in parte esuheranti e andrehbero impiegati a cura dei Comandi di divisione. Per le colonne munizioni, oltre che di autocarri occorre disporre anche di carreggio e salmerie, in modo da essere in grado di rifornire le truppe anche in terreni difficili. Poiché le artiglierie divisionali e le fanterie hanno al seguito solo una giornata di fuoco (2 per le artiglierie pesanti campali), potrebbe essere conveniente - specie in azione di guerra di movimento che comportano consumi maggiori - assegnare alla divisione stessa una colonna munizioni. Ma lo Zanotti è dell'avviso di assegnarla al corpo d'annata, perché le divisioni ben presto si logoreranno e dovranno essere sostituite, lasciando inoperosa la loro colonna munizioni. In conclusione, l'impostazione data al problema dallo Zanolli lascia perplessi, sia perché esclude del tutto la fum:ione di volano logistico del livello di divisione - già allora unità tattica fondamentale - spostandolo indietro al corpo d'armata, sia perché- come si è già detto - il vero problema non è di assegnare o meno molti automezzi alla divisione, ma di assegnarne organicamente in quantità limitata o di non assegnarne affatto. Contraddittori anche i criteri d'impiego per l'assegnazione organica degli automezzi e/o di altri mezzi di trasporto: taluni reparti al livello di armata (infenneria quadrupedi, ospedali, ecc.) dovrebbero avere mezzi di trasporto in organico per potersi spostare rapidamente quando non ne hanno poi grande e immediato bisogno, ma la stessa necessità non viene riconosciuta ai Servizi di I' linea, che specie nella guerra di movimento non possono contare sempre sul puntuale afflusso dei rifornimenti (o di rinforzi di mezzi di trasporto) da tergo e, per essere in grado di far fronte con immediatezza agli inevitabili imprevisti, do-
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vrebbero avere in proprio anche mezzi di trasporto automobilistici. In montagna già allora era difficile che la divisione non disponesse di almeno un asse stradale; in ogni caso, chi impediva ai Comandi superiori di adottare - specie per il vitale trasporto munizioni - la soluzione suggerita dallo stesso Zanotti per la sezione sussistenza, cioè di recuperare ali' occorrenza i mezzi organicamente assegnati ma non utilmente impiegabili? Sembra, questa, una soluzione con minor numero di inconvenienti dell'eccessivo accentramento suggerito dallo Zanotti. Tanto più che, in pianura, carreggio e salmerie nel 1926 sono ormai antieconomici, né è del tutto condivisibile ciò che egli prevede: ed infine un'ultima domanda, che viene spontanea: ma in terreno piano, tutto peTcorribile dagli autoveicoli, le divisioni non soffrirnnno dell 'csseTe quasi pTive di automezzi'? Penso di no: i mezzi di servizio divisionale maTciano dietTo le lrnppe, e le truppe a piedi in azione non hanno velocità forti , quindi a quei mezzi giungerà sempre il quotidiano rifornimento di viveri e munizioni e sarà possibile la quotidiana sottrazione di ingombri, da parte e per vigile cura del corpo d ' armata.
Nel 1930 il generale Bobbio, che esamina il problema dei Servizi in montagna, sostiene tesi sostanzialmente coincidenti con quelle dello Zanotti. 7 A suo giudizio, per le unità che devono operare in montagna è necessaria, per il Bobbio, una fisionomia ad hoc dei Servizi, che però segue i criteri enunciati dallo Zanotti: l'accentramento visto come forma più economica e redditizia specie per i mezzi di trasporto, e la tendenL.a a limitarne ilfruziorw.mento - pur necessario in montagna - solo ai casi in cui è veramente possibile e conveniente. Questo perché sul contenuto della parola autonomia, ed anche in materia logistica, bisogna intendersi al fine di non creare da una parte degli Enti pletorici e dall ' altra soffrire dell ' indispensabile, sen.i:a contare che non è bene alimentare idee non esatte ed errate sul proprio essere, sui propri compiti e doveri [ ... 1. Esistono anche nel nostro di.r.ionario militare parole che direi pericolose[... ] che bisogna invece combattere gagliardamente quali tarli del nostro organismo: tali parole racchiudono verità sacro~ante, ma vanno ben spiegate [... ] tali parole sono: iniziativa, decentramento, libcrrà d'azione, autonomia e simili. Andiamo adagio con queste cosiddette novità, non eccitiamoci in un corsa che ci può far rompere l 'osso del collo!
Domina lo scritto di Bobbio la preoccupazione non per l'autonomia logistica, ma per la leggerezza: la quantità di carreggio e salmerie deve essere rivista, limitata e esaminata "al lume del principio capitale delle forze e dei mezzi, inteso in senso molto elevato nel campo generico dell'impiego, della produzione, del rendimento, e non con mentalità strettamente contabile (è la mania contabile che fa crescere i numeri negli specchi e nelle tabelle)". Da una parte il Bobbio teme fortemente che l'eccessivo numero di carreggio e salmerie comprometta non solo la libertà di movimento e la velocità di progressione delle truppe, ma il lo-
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V. Bobbio, Art. cit..
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ro stesso spirito combattivo; dal! 'altra, egli afferma che le accresciute necessità logistiche della montagna devono essere soddisfatte "non tanto con il trascinarsi dietro l'occorrente, quanto con l'averlo a portata facile di mano" (cioè in numerosi depositi retrostanti, che non sempre potranno essere - notiamo noi - "a portata facile di mano" perché le linee di comunicazione in guerra si interrompono facilmente, e comunque richiedono pur sempre mezzi di trasporto di quantità e qualità adeguate). Il principio della leggerezza, inteso come alleggerimento delle dotazioni logistiche ai livelli inferiori per meglio fronteggiare le esigenze della guerra di movimento, sembra avere molto successo anche nel campo tattico e ordinativo in genere. Uno studio del 1930 del tenente colonnello di SM MarrasR dopo un accurato confronto con la dottrina e gli ordinamenti dei principali eserciti dimostra che: a) la nostra regolamentazione tattica è, con la tedesca, quella che più sta evolvendo verso nuove forme offensive, privilegiando - all'opposto dei francesi - il movimento rispetto al fuoco; b) si è manifestata ovunque la tendenza a proiettare la massa delle artiglierie verso la divisione, anche perché il movimento ha come condizione un'adeguata superiorità di fuoco. La quantità di artiglierie impiegata nella guerra di movimento. comunque. tende a diminuire; c) i battaglioni italiano e tedesco hanno la metà di armi automatiche di reparto rispetto a quello francese: rispetto ai soli 3 pezzi da 65/17 italiani, comunque, il reggimento francese e tedesco hanno alle dirette dipendenze maggiori quantità di fuoco a tiro teso o curvo. Anche il Marras ritiene che per l'Italia non è possibile la costituzione di Grandi Unità meccanizzate, per i soliti motivi (terreno montano, limitazioni finanziarie) ai quali aggiunge "la necessità di sfruttare anche nel senso quantitativo l'elemento uomo, vale a dire di valorizzare il numero, che è e deve rimanere fattore essenziale di potenza". Più aperto dei precedenti autori, invece, il suo atteggiamento nei riguardi della motorizzazione dei Servizi: La guerra ha già veduto estese applicazioni del traino meccanico ai servizi logistici, al movimento delle artiglierie pesanti e al 1rasporto di grandi unità. Oggi si tende a diffondere maggiormente i lrasporti automobilistici inlroduccndoli anche nei servizi della zona di combattimento e ad impiegare i mezzi di traino meccanici anche nel campo tattico, per il movimento in terreno vario delle artiglieri e pesanti e leggere e di nuclei di combattimento dotali di armi automatiche. L'incremento dei trasporti meccanici per i servizi dell'Esercito è da mettere in relazione con le disponibilità del Paese e con la natura dei teatri di operazione. È fuor di dubbio che essi vanno di giorno in giorno guadagnando terreno [ ...J. Con tutto ciò non si può ritenere che i mezzi meccanici siano in grado di sostituire completamente i mezzi animali. Senza porre qui a raffronto, nei loro noti vantaggi e inconvenienti, le due specie di mezzi di traino, l'impiego del cavallo e del mulo nelle forma,,ioni di combattimento e nei servizi, particolarmente di combattimento, si appoggia su alcuni ele-
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E. Marras, Panorama lallico /930, "Rivista Militare" n. 8, 9 e 10/1930.
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menti essenziali: la loro facoltà di agire in condizioni di terreno e di comunicazioni che rimangono ancora intcrdcuc a mezzi meccanici; - la maggiore plasticità dei me:u.i di trasporto animali e sopra tutto del someggio, che pcrmelte ad essi di adattarsi al terreno, di sfruttare la copertura e di frazionarsi; - la necessità di sfruttare in caso di guerra anche le riserve equine e foraggere <lei Paese. Nel fatto, oggi tutti gli eserciti conservano il traino animale c il someggio per la maggior parte delle unità di fanteria, di cavalleria e delle artiglierie leggere ed è sintomatico che lo stesso Esercito degli Stati Uniti - nonostante le abbondanti riserve automobilistiche del Paese - abbia sentito la necessità di mantenere il traino ippomobilc per le artiglierie da campagna.
Prima di giudicare le soluzioni italiane, bisogna dunque considerare che al tempo (1930) nessun esercito pensava alla motorizzazione integrale e il traino animale delle artiglierie era ancora in auge ovunque, anche in Germania ove già allora prevaleva la prospettiva della guerra di movimento, guerra ritenuta non solo desiderabile ma possibile. Sempre in Germania, nello stesso periodo si mette l'accento sui limiti del trasporto a motore, che diversamente dal traino animale non consente ancora ai mezzi l'uscita fuori strada o lo sfruttamento di rotabili in cattive condizioni; perciò a!Ja Germania non converrebbe motorizzare completamente i trasporti. Il grado di motorizzazione è in relazione alle caratteristiche dei probabili teatri d'operazione: finché essi (Polonia, Russia, Lituania) opporranno le presenti difficoltà ali 'impiego degli automezzi e finché l'economia civile non offrirà mezzi di trasporto adatti, "il treno ippomobile, si voglia o non si voglia, dovrà essere conservalo, anche se lo si consideri come una palla al piede".9 Molto più pericolosa degli orientamenti riduttivi sulla motorizzazione è la tendenza a far fronte alle nuove esigenze della guerra di movimento con il semplice, e semplicistico, "alleggerimento" delle unità dal livello di divisione in giù (cioè: con meno dotazioni logistiche, e meno mezzi di fuoco e di trasporto), tendenza che fin da allora ha in Italia più che altrove immeritato successo, per il prevalere di specifici fattori nazionali. Di qui la prevalente filosofia dell'accentramento (spesso poco "economica"), che si manifesta soprattutto in campo logistico, e che dà origine in diversi casi a soluzioni meno avanzale e più tradizionali rispetto al 1918. Ne deriva una "sottomotorizzazionc" dovuta non tanto a scarsa considerazione per il problema, ma a una sua impostazione inadeguata e a breve respiro, favorita oltre che dalla scarsità di risorse da molteplici altri fattori: prospettiva strategica troppo vincolata alla guerra sulle Al-
9 Col. Hierl, / grandi problemi del comando: guerra di posizione o guerra di movimento?, "De Re Bellica", Berlino, n. I, e Gen. E. Kabisch, Motorizzazione. treno ippomobile e teatri di operazione, "Militar Wochen blau" n. 33/1930.
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pi; tendenza a fare troppo assegnamento sulla mobilitazione anche per gli autoveicoli e persino per i trattori dell'artiglieria da campagna, nonostante i cattivi risultati della mobilitazione del 1915; sottovalutazione delle possibilità dell'automezzo e della rete stradale in montagna; errata valutazione delle reali csigen1.e logistiche del livello di divisione. che rendevano indispensabili anche volani di munizioni e di mezzi di lTasporto, come del resto la guerra di posi1ione aveva richiesto (e ancor più avrebbe richiesto la guerra di movimento). Questa tendenza eccessiva ali '"alleggerimento" dei reparti sperando in tal modo di poterli far muovere più rapidamente specie in terreni montani è, tra l'altro, frutto di un 'insufficiente valutazione dei reali risvolti logistici della guerra di movimento, così come era stata attuata anche sul nostro fronte (offensiva austro-ungarica sul nostro fronte nel I 917, Vittorio Veneto) e soprattutto nei Balcani. Da uno studio del generale Bollati comparso nel 1935 sugli aspetti logistici delle campagne condotte nei terreni difficili di quella regione dalle truppe tedesche e austro-ungarichetO risulta ben chiara una cosa sola: che l'avanzata delle truppe e la riuscita delle offensive non era mai stata ritardata o ostacolata dalla "pesantezza" delle dotazioni al seguito delle truppe, ma, al contrario, sempre e solamente dalla loro scarsissima autonomia logistica a fronte dell'impossibilità di rifornirle, sia per mancan.la di munizioni e vettovaglie che di mezzi di trasporto adatti, di ferrovie e di vie di comunicazione. Nell'offensiva - e ancor più nella difensiva - t bisogni logistici sono quello che sono: nes<:una teoria può dunque sopprimerli. Riassumendo, fino ai primi anni Trenta la filosofia che prevale - inevitabilmente anche logistica, c non solo relativa aJ'impiego degli automezzi in genere - è quella così descritta nel 1928 dal generale Foschini: a guiorra finita, il no~tro stato maggiore si trovò di fronte a questo problema: provvedere alla organinazionc dei servizi per un grande esercito e per la ipotesi di una guerra di movimento. ln un primo tempo si era pensato. come nell' aote guerra, di dare ad ogni servizio 1 suoi me.ui dt t1aspo1to, ma quando poi~• vollero fare le somme, si trovò un fabbisogno di mezzi impressionante, gigantesco e una non meno impressionante deficienza delle nostre modeste risorse nazionali. E si dovette anche considerare che se pure fossimo, come per miracolo riusciti a moltiplicare le risorse nazionali. avremmo finito col creare a tergo dell'esercito un ingnmhro, un caos di autocolonne, di carriaggi, di salmerie che avrebbero non semplicemente appesantito ma paralizzato addirillura l'esercito; che avrebbero non semplicemenle saturata ma ostruita la scarsa rete stradale disponibile specialmente in montagna; che avrehhero assorbito qualche centinaio di migliaia di uomini per la loro condotta impoverendo di altrettanto le file di combattenti; che avrebbero fornito un'enorme vulnerabilissimo bersaglio ali 'arma aerea.' 1
10 A. Bollati, Influenza del fa/Iure logì.vtiro sulle operazioni della guerra mondiale, '"Rivista di Commissariato" n. 2 e 3/1935. 11 F. Foschini, Appunti di logi:.tica applicata: la manovra dei me:zi logistici . .. Esercito e Nazione" n. 7/1928.
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Il Foschini accenna all'offesa aerea in ultimo e quasi di sfuggita, a coronamento di una lunga serie di ragioni che imporrebbero l'accentramento (come se anche quest'ultima tendenza non potesse creare obiettivi paganti per chi agisce dall'alto). In linea generale, non ci si preoccupa affallo dell'incidenza dell'aviazione sull'organizzazione e funzionamento dei Servizi, benchè le opere di Douhet in quel momento siano già uscite, e nonostante che le Norme del 1924 vi dedichino, come si è visto, una certa attenzione. Solo il Chirico, ufficiale commissario molto attivo sulla pubblicistica militare del periodo, pubblica su Esercito e Nazione n. 12/1929 un articolo sulla guerra aerea e i Servizi logistici, con particolare riferimento a quelli di commissariato. La sua visione del problema, anche se non del tutto nuova, è corretta: il primo provvedimento per diminuire la vulnerabilità del dispositivo logistico è la riduzione dei movimenti e delle soste presso gli organi di rifornimento, che si può ottenere frazionando gli stabilimenti (magazzini di armata e depositi centrali specialmente), oppure costituendo numerosi magazzini per l'esercito mobilitato fin dal tempo di pace. Quest'ultimo è un provvedimento costoso e di difficile attuazione: bisogna quindi frazionare gli stabilimenti e anche scaglionarli nel senso della profondità, lasciando a ridosso delle prime lince solo ciò che è strettamente necessario. Secondo il Chirico, al frazionamento non devono essere sottratte le sezioni panettieri di armata, che creano un bersaglio assai vasto e facilmente individuabile, a causa delle grandi tende (m 8xl3) non mimetizzate. Biso gna <;pingerle in avanti il più possibile e predisporre fin dal tempo di pace, nelle zone di frontiera, forni in muratura: in questo modo, oltre a diminuire la vulnerabilità del dispositivo (anche attraverso la riduzione dei locali o tende da utilizzare come depositi del pane appena sfornato, che non può essere subito spedito) si ottiene anche che il soldato consumi pane più fresco.
2. 1929: L' orf!.anizzazione logistica e il fun=ionamento dei Servizi nel reggimento di fanteria in f!.U<'ITa (vds anche Documento 4) Uli orientamenti teorici spesso discutibili che prevalgono negli anni Venti, con particolare riguardo alla tendenza eccessiva all'accentramento dei trasporti e alla "leggerezza" - per non dire povertà - dei Servizi, trovano un preciso riscontro ufficiale alla fine del decennio nella regolamentazione logistica del livello di reggimento, che per altro verso e sia pure in linea generale e puramente formale - segna un progresso. Infatti per la prima volta il nuovo "Addestramento della fanteria" emanato nel 1929 comprende anche un capitolo dedicato all 'csame dei Servi7i nel reggimento di fanteria in guerra, che in premessa reca (para. 487) un ammonimento: il buon funzionamento dei servizi è elemento indispensabile per il successo dell'azio ne. Ogni comandante deve vigilare pertanto ,ul ,uo regolare svolgimento specie ncll ·,mrnanen,a del cornbatt,mento.
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Nel già citato articolo non firmato su Le Forze Armale del 26 luglio 1929, del tutto a ragione si giudica favorevolmente la decisione di introdurre in un sede che pure non è del tutto propria anche l'esame dei Servizi, ritenendo che in tal modo resta chiaramente fissata una profonda verità, forse non abbastanza assimilata ed accettata [ ...1. Si crea così quella coscienza dei Servi/i, per qualche tempo invero mancata nei nostri quadri, e che risponde agli odierni complicati fattori organici. coi quali si snoda la grande massa degli armati.
La puhblicazione cita (para. 488) solo 6 Servizi presenti nel reggimento (nell'ordine: sanità, armi e munizioni, vettovagliamento, idrico, vestiario cd equipaggiamento, veterinario). Elencazione senz'altro semplice e efficace ma troppo sommaria, perché omette - almeno in quanto tali - il Servizio materiali del genio. il Servizio postale, il Servizio trasporti e il Servizio cassa e giuridico-amministrativo (quest'ultimo ancora facente parte del commissariato, almeno in guerra). Inoltre vettovagliamento e vestiario-equipaggiamento sono citati come se fossero veri e propri Servizi autonomi, anziché come semplici hranchc del commissariato (che non viene mai nominato). 12 Organo direttivo per i Servizi di tutto il reggimento (esclusi i Servi7i trasporti e postale, affidati all'aiutante maggiore in I', e il Servizio sanità, che ha un proprio capitano dirigente) è un capitano del Comando (ufficiale ai rifornimenti). Le compagnie comando di battaglione e di reggimento dispongono inollrc di un suhalterno incaricato di provvedere ai rifornimenti e ai trasporli e di assumere, se necessario, il comando delle salmerie del reparto e del carreggio: si tratta dunque, in pectore, più che altro di un organo del Servizio trasporti. Il personale, i quadrupedi e i relativi mezzi e materiali si trovano nel plotone comando delle 9 compagnie fucilieri (squadra rifornitori e squadra salmerie), nel plotone comando delle 3 compagnie mitraglieri (squadra rifornitori e salmerie e carreggio), nella compagnia comando dei 3 battaglioni (squadra Servizi e squadra salmerie e carreggio del plotone comando) e nella compagnia comando di reggimento (plotone Servizi. su una squadra Servi7i e una squadra salmerie e carreggio). Per il Servizio armi e munizioni, ogni compagnia fucilieri ha nella squadra mitragliatrici leggere (2 armi) IO porta munizioni, ogni compagnia mitraglieri ne ha 21 (7 per arma). Il personale, i materiali e i mezzi di trasporto sono riepilogati nel Documento 4. Anche se non sono indicati come Servizio, la fisionomia dei trasporti è delineata in modo chiaro e abbastanza dettagliato. Il reggimento non
12 Per una panorami<.:a più <.:omplcta e panicolareggiata Cfr. anche A. Rosmini, I Servizi nel reggimento di fanteria, "Esercito e Nazione" n. 9/1930: (Senza Autore), Il rifomimefllo munizioni della fanteria, "Esercito e Nazione" n. 7/1927 e (per il reggimento alpini) P. Barbier, La guerra 111 mo111ag11a e i rifomimenti. "Esercito e Nazione" n. ti/1 lJ l I.
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dispone permanentemente di mezzi di trasporto a motore, che gli vengono assegnati solo se opera in zone fomite di strade adatte e hanno un ruolo assai umile, visto che sono destinati, di re,:ola, al tra<;porto dei materiali non di combattimento (cioè le "impedimenta", i materiali meno importanti dei quali le truppe possono alleggerirsi senza danno per il loro rendimento in combattimento). 13 TI reggimento dispone invece, in proprio, di salmerie e carreggio. Nel reggimento vi sono 234 muli e 29 carrette (64 muli e 27 carrette nel battaglione). Le salmerie sono divise in tante squadre quante sono le compagnie. Ciascuna squadra è suddivisa in due scaglioni, di cui il primo trasporta armi, munizioni materiali di sanità e collegamento, e il secondo casse di cottura, acqua, viveri, oggetti di cucina e materiali di servizio generale. Durante il combatlimento i quadrupedi del primo scaglione sono impiegati a cura del comandante di ballaglione, mentre quelli del secondo sono normalmente riuniti per reggimento. Il carreggio (una squadra per battaglione e una per il Comando reggimento), sempre riunito per reggimento, trasporta armi di riserva, munizioni, materiali sanitari, per il servizio idrico e per la difesa contro aggressivi chimici. Non manca (para. 106) un accenno anche al trasporlo aereo dei rifornimenti. al quale si ricorre quando manca ogni altro tipo d1 trasporto. In questo caso, con i mezzi di segnalazione regolamentari prescritti la fanteria deve indicare il punto di lancio più conveniente e segnalare di volta in volta i carichi raccolti. Per il Serviào di sanità nel reggimento sono costituiti di nnrmo 1 posti di medicazione (uno per battaglione): da notare che la regolamentazione 1924 non era, in merito, così tassativa. Il Servizio veterinario è assicurato da un ufficiale veterinario, che non costituisce specifici organi esecutivi e controlla anche il servizio di mascalcia e la buona qualità della carne e dei foraggi. Nell'ambito del reggimento, il rifornimento armi e munizioni va dal!' avanti ali' indietro e può dirsi il Servizio più numeroso e articolato; ciascun comandante è responsabile del rifornimento per il suo reparto ed effettua con propri mezzi il prelevamento presso l'anello su peri ore. La pubblicazione indica, per la prima volta, una catena di rifornimento che ha parecchie analogie con quella attuale: a) posto munizioni di battaglione al comando di un ufficiale o sottufficiale, inizialmente costituto dalle salmerie porta-munizioni del primo scaglione delle compagnie. Deve essere il più possibile vicino alle compagnie avanzate e defilato alla vista e al tiro. In attacco si sposta in avanti. Può essere costituito, specie in difensiva, con munizioni a terra, oppure - per ragioni di vulnerabilità - le salmerie possono essere suddivise in due nuclei, mantenendo al posto munizioni solo quelle strettamente necessarie per i primi bisogni. Al posto munizioni di batta-
11 Solo nelle marce in lontananza del nemico l'autocarreggio può trasportare le bombe della dot.v.ione individuale dei militari (lstneione sul caricamento, para. 25).
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glione fanno capo i rifornitori delle compagnie. Presso di esso si trovano, inoltre, gli armaiuoli delle compagnie per le piccole riparazioni e le sostituzioni di parli che non possono essere eseguite direttamente dai capi arma e dai tiratori; b) posto munizioni di reggimento, comandato da un ufficiale che regola il movimento dei portatori e delle salmerie ed è in continuo contatto con i battaglioni e con il comandante di reggimento, tenendolo informato sulla quantità di munizioni in modo da consentirgli di inoltrare a ragion veduta le richieste al livello divisione. È inizialmente costituito dall'aliquota di carreggio dei battaglioni e del Comando reggimento che trasporta munizioni e armi di riserva. Nella difensiva o quando non è possibile tenere le carrette cariche, è organizzato a terra. Viene rifornito a cura del Comando divisione, con i mezzi di cui dispongono i posti di distribuzione ed avviamento di divisione (non necessariamente automobilistici - si tratta di un nuovo organo esecutivo non previsto nella regolamentazione 1924). Se i I rifornimento è fatto con autocarri, il posto munizioni di reggimento si disloca lungo una strada e in prossimità di essa. Poiché i quadrupedi del carreggio sono fomiti anche di basti e bardature, se necessario il comandante di reggimento può disporre che i quadrupedi del posto mumz1oni siano impiegati in rinforzo alle salmerie dei battaglioni, per rifornire di munizioni i reparti maggiormente impegnati. /\I Servizio di vettovagliamento sono preposti gli stessi ufficiai i ai rifornimenti di reggimento e di battaglione (non vi sono dunque, per questo Servizio, ufficiali con incarico esclusivo). La pubblicazione sollolinea che le condizioni fisiche del soldato influiscono su quelle morali: ciascun comandante è tenuto perciò a vigilare sul buon andamento del Servizio e a provvedere d'iniziativa. Sono disponibili nel reggimento 2 giornate di viveri e foraggi ordinari e 2 giornate di viveri di riserva. La parte della giornata viveri ordinari non consumata prima della partenza è trasportata con le salmerie dei battaglioni, che trasportano appunto i viveri e i foraggi della giornata, compresa una razione di caffè, le casse di cottura e alcuni oggetti di cucina. L'altra razione viveri ordinari (viveri "complementari", cioè i viveri ordinari meno la carne e il pane; scatoletta di carne al posto della carne fresca, razione di pane e avena per la seconda giornata) è trasportala con il carreggio o l'autocarreggio. Il soldato porta con sé una giornata di viveri di riserva (gr 400 di gallette - 500 per le truppe di montagna - e una scatoletta di gr 220 di carne); l'altra giornata è caricata sui mezzi di trasporto. I comandanti di minore unità devono controllare con particolare cura che i viveri di riserva siano conservati intatti e considerati "un pre1.ioso deposito" per far fronte a inevitabili imprevisti. Essi devono essere consumati solo su ordine del comandante della divisione, e il comandante di reggimento, a titolo precauzionale può disporre che il soldato porti con sé la seconda razione di viveri di riserva. Nell'azione offensiva il comandante di reggimento stabilisce le modalità di distribuzione dei viveri e indica il posto ove devono essere im-
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piantate le cucine dei battaglioni (cioè le casse di cottura) e ove devono stazionare le salmerie con i viveri. A loro volta i comandanti di battaglione, in relazione allo sviluppo del combattimento, indicano ai propri ufficiali ai rifornimenti località e ora dove debbono fare affluire le salmerie con il rancio. I rifornitori delle compagnie fanno capo alle salmerie o alle cucine. Nessuna novità, rispetto al 1924, nel rifornimento viveri e foraggi da parte del livello superiore: il prelevamento viene giornalmente fatto a cura del reggimento, con propri mezzi, presso le sezioni sussistenza delle divisioni, nelle località e nell'ora indicati dai Comandi di Grande Unità. In taluni casi, le sezioni sussistenza possono far affluire i rifornimenti direttamente ai corpi (possibilità alla quale la regolamentazione 1924 non accenna). Le modalità di rifornimento ai battaglioni sono stabilite di volta in volta dai comandanti di reggimento. Per il vestiario ed equipaggiamento, viene portata al seguito, per i rinnovi urgenti, una scorta di oggetti minuti di corredo e di calzature e l'occorrente per eseguire piccole riparazioni. I rinnovi di oggetti e la sostituL.ione degli oggetti di biancheria da lavare avvengono a cura dei Comandi superiori, su richiesta dei Comandi di reggimento. Tutti i comandanti debbono curare che alle truppe non manchi mai l'acqua, e contemporaneamente che essa non venga sprecata. Per il trasporto dell'acqua, i corpi sono forniti di bidoni da 10 o 15 litri e di barilotti da 35 o 45 litri trasportati in parte con le salmerie e il carreggio e in parte con l'autocarreggio. I comandanti di reggimento e di battaglione possono disporre anche perché i bidoni siano trasportati dai soldati delle compagnie, e perché alcuni quadrupedi da salma trasportino i recipienti normalmente carreggiati o autocarreggiati. In sintesi, al livello di Comando reggimento sono previsti veri e propri organi esecutivi solo per i Servizi di sanità e armi e munizioni. Per quest'ultimo Servizio, e anche per il vettovagliamento, il livello di reggimento esercita anche funzione di volano e di organo regolatore. Il rifornimento prco,;so gli organi del la divisione nvviene normalmente dal/' indietro in avanti, fatta eccezione per il vettovagliamento. Sono però ammesse ecceL.ioni: i viveri possono anche essere inviati a domicilio ai reggimenti a cura delle sezioni sussistenza, e secondo il Rosmini "può anche avvenire che siano gli stessi mezzi del reggimento (preferibilmente autocarri) che vanno a ritirare le munizioni al posto distribuzione avviamento munizioni di divisione". 14
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A. Rosmini, Art. cit..
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3. Le "Norme generali per l'organizzazione e funzionamento dei Servizi in ,:uerra" (Ed. 1932)
Caratteri generali La nuova regolamentazione logistica del 1932 è condizionata dal contesto generale prima tracciato, non certo tale da favorire innovazioni profonde e una maggiore consapevolezza del reale peso e della reale fisionomia dei fattori logistici nella guerra di movimento, con particolare riguardo a munizioni per artiglieria e trasporti. Secondo un'autorevole fonte ufficiale del 1938, 1~ il rinnovo della regolamentazione logistica e delle predisposizioni di mobilitazione all'inizio degli anni Trenta è dovuto "alla paziente e costante guida e, bene spesso, al diretto intervento" del generale Bonzani (Capo di Stato Maggiore dal 1929 al 1934), e le nuove Norme del I 932 sono giudicate "un modello di chiareua e precisione". Per inciso, il generale Bonzani era tra i pochi Capi militari ad avere una precedente esperienza logistica: nel 1907, chiamato a far parte del corpo di SM e nominato insegnante aggiunto di logistica, ..contribul a conferire a questa disciplina le caraneristiche ùi aderenza alla reallà e spirito pratico che furono vanto del Serviz.io di Stato Maggiore nelle operazioni coloniali della Libia, nella grande guerra e nelle recenti campagne dell'Africa Orientale italiana ...
Si deve convenire che la situazione del momento non consente voli pindarici, tanto meno in campo logistico, e che la nuova normativa è ispirata a un prudente realismo. Rimarcandone in tal modo indirellamente il carattere contingente e provvisorio e la scarsa rilevanza nell'evoluzione della dottrina, le Norme del 1932 non fanno alcun riferimento alla Boz.la del 1924, ma dichiarano anch'esse di abrogare il ''Servizio in guerra - Parte 11" dei 1915, oltre che la normativa precedente non in armonia con la nuova dottrina. Né esse sentono il bisogno di sottolineare - come era stato fatto dal 1912 al 1924 - l'importanza dei Servizi e la loro influenza sulle operazioni, ma si limitano ad affermare che "Nessuna azione di guerra può raggiungere risultati adeguati se i servizi per difetto di direzione e di esecuzione non corrispondono alle esigenze operative". Nel 1937 il Quarto attribuisce ollimisticamente la mancan7.a di altre e ormai consuete sottolineature del ruolo dei Servizi all 'ormai avvenuta acquisizione della necessità di integrarli con le operazioni.I<> Noi, più semplicemente, la at-
15 Comando Corpo di SM, Alberto Bomani, Roma 1938, pp. 7, 16, 19. 16 A . Quarto, Considerazioni sul 'organizzazione ... (Cii.), "Rivista di Commissariato.. n. 5/1937. Su altre innovazioni introdone nelle Norme del 1932 panicolarmentc per il commissariato. si veda M. Capa.,so, L' evoluzwne dei ser.'IZi di commissariato in g uerra dal 1915 ad 01u1i. "Rivista di Commissarialo" n. 4/1938 e G. Cardona. Note .rni .1crvizi in guerra, "Rivista d1 Aniglicria e Genio" n. 2/1933.
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tribuiamo alla ricerca della brevità e concisione che caratterizza la nuova pubblicazione: intelligenti pauca, e una volta detto che le operazioni non possono riuscire se i Servizi non fanno il loro mestiere, che altro c'è bisogno di aggiungere? Paradossalmente, le principali innovazioni introdotte dalla nuova pubblica.t.ione segnano più che altro un ritorno ali 'antico, che sconfessa in diverse parti importanti la bozza del 1924 e la rende spesso vicina a quella del 1915 (ristabilimento delle Intendenze - generale e d 'armata - separate dai Comandi e dei depositi centrali sempre in funzione "a tempo pieno"; Servizio trasporti di nuovo riunito a quello delle tappe e comprendente la parte ferroviaria ... ). La struttura generale della pubblicazione è molto snella e schematica (112 pagine e un solo specchio allegato, contro le 279 del 1924 e le 228 del 1915 e i numerosi specchi e allegati di entrambe) e rimanda spesso ad altre specifiche istruzioni e pubblicazioni. Anche questa non è un'innovazione, bensì un ritorno all'antico, in quanto rispecchia l'impostazione della normativa del 1899 (vds. Voi. II, capitolo IX), a parer nostro poco pratica specie per i livelli inferiori che la devono consultare, e hanno bisogno di trovare tutto riunito in un unico documento. Probabilmente questo "ritorno al 1915" su diversi punti qualificanti è dovuto alla rinata prospettiva della guerra di movimento e offensiva: ma di "guerra di movimento" non si parla mai, né si distingue tra criteri e modalità valide per l'offensiva e per la difensiva, anche se (para. 41) si afferma che "come per le truppe, co<;Ì per i <;ervizi , non esistono schemi e regole d'impiego validi per tutti i ca<;i". In aderenza a questo principio, deve essere cura di ogni Comando ridurre la complessità della organizzazione logistica e dei Servizi, il cui scaglionamento e la cui dislocazione devono essere adattati - con disposizioni elastiche e tempestive - alla situazione, al terreno e alle caratteristiche speciali di ogni Servizio. Con il ripristino delle Intendenze si cerca di evitarne gli inconvenienti, prescrivendo che per assicurare il miglior coordinamento tra opera7ioni e i Servizi gli Tntendenti, con i propri uffici, non dovranno essere distaccati dalle località in cui hanno sede il Comando Supremo e i Comandi d'armata, "di cui fanno parte integrante". È probabilmente per accentuare la dipendenza degli Intendenti dai comandanti e ben delimitarne la responsabilità e l'autonomia (ricordiamo che Cadorna aveva addossato ogni responsabilità della perdita dei Servizi nel ripiegamento del 1917 all'Intendente generale), oltre agli ormai tradizionali organi direttivi ed esecutivi si crea la figura dcli' organo coordinatore di tutti i Servizi tra di loro e delle operazioni con i Servizi, il quale non è altro che il comandante, o il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, che nel Comando Supremo si avvale dell'Intendente generale e nel Comando di armata dell'Tntendente di armata (la pubblicazione non indica di chi si avvale il comandante nei livelli inferiori, ma pare logico che sia il Capo di Stato Maggiore e, al livello di corpo, l'ufficiale ai rifornimenti). Le attribuzioni generali degli organi coordinatori sono, in breve, quel-
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le una volta (1899, 1915) esclusivamente riservale agli Intendenti stessi. In tal modo questi ultimi più che avere l'alta direzione dei Servizi (para. 9 [Servi/io in guerra] 1915) e la autonoma facoltà di regolarne l'andamento mantenendo i contatti necessari anche con il Ministero, diventano - almeno sulla carta - dei semplici esecutori di ordini addetti a questioni di dettaglio, o se vogliamo degli assistenti e consiglieri tecnici del comandante. L'organo coordinatore deve: mantenersi sempre al corrente delle opera/ioni per regolare su di esse l'andamento dei Servizi (ma come fa, se è il comandante, a non essere al corrente delle operazioni?); conoscere la situazione dei Servizi (vale lo stesso interrogativo); raccogliere e richiedere in tempo i mezzi necessari, mantenendo continue relazioni con l'organo coordinatore dell'unità superiore (l'Intendente generale le mantiene con le unità centrali territoriali); emanare direttive sui Servizi e sul loro coordinamento (gli Intendenti le emanano presi gli ordini dal comandante), ripartire fra le unità dipendenti i mezzi disponibili. Difficile intravedere quali concreti vantaggi e miglioramenti assicura questa solu7ione. Le competenze dell'organo coordinatore sono di natura tale, da dover essere di fatto delegate dal comandante a un organo direttivo sottostante che agisce a suo nome: d'altro canto non c'è bisogno di indicare nel comandante l'organo coordinatore, perché il coordinamento tra le varie pedine e tra opera7ioni e Servizi fin dai tempi di Vegezio fa parte dell'azione di comando, (la quale. in quanto tale. non può trascurare la pedina Servizi). Se il comandante non può svolgere di persona questi compiti, negli Alti Comandi rimane il pericolo di dualismi e incomprensioni tra Capo di Stato Maggiore (alter ego e braccio destro del comandante, che dunque non può trascurare i Servizi) e Intendente, al quale sono delegate incombenze che il Capo di Stato Maggiore non può lasciargli del tutto. Infatti con la soluzione 1924 il Capo del reparto logistico o Sollocapo di SM era inequivocabilmente alle dipendenze non solo del comandante (o del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito) ma anche del suo Capo di Stato Maggiore o aiutante, ciò che non avviene con la soluzione 1932. Non siamo perciò del tulio concordi con il Quarto, che nel citato articolo del I 937 approva il ristabilimento delle lntenden7e, attribuendogli dei vantaggi che - leggendo bene la regolamentazione - i loro rapporti con il comandante non consentono o non consentono sempre. Il Quarto parla della necessità di organi autonomi per i Servizi ai livelli più elevati, che però la regolamentazione, caricando direttamente il comandante di tutti quei compiti, in teoria non prevede. È vero che l'Intendente generale tiene i contatti con gli organi centrali territoriali, ma se la configurazione dei compili rimane quella, egli non può essere che una sorta di ufficiale di collegamento per conto del comandante, senza possibilità di autonome iniziative. Il Quarto osserva giustamente che v'è necessità, ai livelli più elevati, di guardare soprattutto ai rifornimenti che arrivano da tergo. Ma prima di a definire un organo, bisogna analizzare bene i rotismi in cui va inserito: su questo punto al normativa del 1932 - ristretta ai Servizi di cam-
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pagna - è lacunosa, perché non parla della delegazione minislcriale e non accenna a quali e quanti organi di raccordo tra esercito, Servizi territoriali e mobilitazione civile vengono creali, ma ripristina semplicemente le direzioni dei vari Servizi alle dipendenze dcli' Intendente. Ciò consente almeno una più corretta impostazione del rifornimento munizioni di artiglieria e armi portatili e dei materiali del genio, che tornano a fare lutti capo alle rispetti ve direzioni. In definitiva, al di là delle enunciazioni formali di compiti e dislocazione (che non sono molto diversi da quelli del reparto logistico), nella realtà quotidiana la nuova soluzione finisce con il ripristinare - con pregi e difetti - la vecchia figura dcli' lnlcndentc, chiamato a dirigere una branca specialistica e come tale facilmente soggcllo a ritagliarsi un'autonomia eccessiva, facilitando i disservizi, gli scollamenli, le mezze soluzioni e gli inconvenienti e i conflitti di competenza già emersi durante la guerra mondiale. È naturale tendenza dei Comandi in guerra - al di là dei regolamenti - a gestire in proprio ciò che al momento preme, e a trascurare e delegare tutto il resto anche quando ciò - a media scadenza almeno - si rivela dannoso. Forse per questo motivo il Quarto teme che, con la soluzione del reparto logistico faccnlc parte del Comando Supremo, "la direzione dei servizi avrebbe finito col prendere le caratterislichc delle abolile Intendenze'·. C'era indubbiamente questo pericolo: ma allora, osserviamo noi, il pericolo diventa oggettivamente molto maggiore se, anche dal punto di vista formale e tecnico, &i crea come nel 1932 una situazione che da una parte fini sce con il favorire i vecchi inconvenienli, e dall'altra non alleggerisce affatto il comandante delle incombenze logistiche, anzi aggrava il loro peso diretto sulla sua figura. Una caralteristica che differenzia la normativa del l 932 dalle precedenti è anche la distinzione - adottata per la prima volta - tra Servizi di campagna e Servizi territoriali (cosa ben diversa dalla distinzione tra stabilimenti di campagna e territoriali, prevista nel 1924). I Servizi territoriali costituiscono la base di rifornimento e sgombero di quelli di campagna e hanno il compito di produrre, riunire e spedire a quelli di campagna i mezzi di ogni genere occorrenti all'esercito e di ricevere tutto quello viene sgomberato. I Servizi di campagna collegano le truppe operanti con i Servizi territoriali, avviando e distribuendo a queste - con regolarità, esattezza e in misura corrispondente ai bisogni - i rifornimenli che giungono da tergo o tratti dalle risorse locali della stessa zona delle operazioni, e sgomberando nella zona territoriale o negli stabilimenti di recupero della zona del! 'esercito operante, i materiali divenuti inutili o inservibili. Distinzione, questa, più formale che sostanziale, visto che di fatto esisteva anche nella regolamentazione precedente, ove il deposito centrale e/o il magazzino avanzato erano l'organo esecutivo di saldatura tra Servizi dell'esercito operante e stabilimenti della zona territoriale. Probabilmente la distinzione è resa necessaria dall'intento cli trattare esclusivamente i Ser11izi di campagna: questa autolimitazione (o meglio automutilazione) non esisteva nella regolamenlazione 1915 e 1924 e non
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appare del tutlo coerente con il concetto di logistica integrale che si afferma dopo il 1918. Ad essa - conseguenza inevitabile - segue anche quella di prendere in esame solo l'organizzazione e il funzionamento dei Servizi ad ultimata mobilitazione e radunala dell'esercito, trascurando la delicatissima fase della saldatura - dopo l'inizio della mobilitazione - tra Servizi di pace e Servizi di guerra, per la quale si è così costretti a rimandare a non meglio precisate "speciali disposizioni". Il mancalo esame - magari sommario - dei Servizi territoriali è tanto meno comprensibile. visto che, come afferma il Quarto (e come già aveva messo in evidenza anche il Liuzzi) poiché il Paese per la mutala fisionomia della guerra vi premk piena parie anche per ciò che nguarda i Servizi, è il caso di mcucre in rilievo quali rudi fatiche sopportino gli organi lcrritoriali. Se gli sfor.1i dei Servizi mobilitati sono - o per lo meno erano · poco conosciuti e quindi poco appreua1i, ancor meno nel quadro generale delle at1ivi1à è stato messo in rilievo il gigantesco lavoro che incombe sugli enti territoriali per tenere in vita l'imponente organizzazione dei ,ervi7i. Non a torto è stato affennato che il verbo servire, nel caso al quale ci riferiamo. è diventato sinonimo di governare.17
Per il resto è mantenuta. con fisionomia invariata, la distin7ione tra ?Ona dell'esercito operante (non più suddivisa come nel 1924, tra territorio delle operazioni e territorio delle retrovie) e zona territoriale. Nella zona dell'esercito operante si trovano gli stabilimenti assegnati alle Grandi Unità, che sono distinti - come nel 1924 in stabilimenti di la linea (fino al livello corpo d'armata), di 2' linea (al livello di armata). e di riserva. Gli stabilimenti possono essere riforniti da tergo, o mediante ricorso alle risorse locali, il cui sfruttamento però - come nel 1924 - è affidato ad apposite commissioni e può essere effettuato dai corpi solo su ordine delle Intendenze. Degli stabilimenti di I a linea non fanno parte, come sempre, i mezzi logistici e le piccole riserve di viveri e materiali assegnati ai corpi e reparti per la vita giornaliera e per le prime necessità del combattimento. Gli stabilimenti di riserva sono esclusivamente i depositi celllrali, che possono dipendere sia dalle armate che dal Comando Supremo, e diversamente dal 1924 non sono mai soppressi ma entrano nella catena di rifornimento e sgombero solo in casi impre1•isti, perché la catena di rifornimento normale - che di norma procede, come sempre, dall'indietro in avanti - va degli stabilimenti territoriali direttamente ai magazzini di am1ata. li Quarto ritiene che, con questo nuovo assetto, i depositi centrali aumentano il loro ruolo rispetto al 1924, quando ne era previsto (ma non per tutti!) lo scioglimento dopo il periodo iniziale. A ben guardare, invece, lo diminuiscono sia pure lasciando la porta aperta a tulle le soluzioni future, perché sparisce la formula del deposito centrale come normale anello di rifornimento (o temporaneo o - per taluni Servi.li - costante) e si afferma invece quella della sua destinazione permanente a riserva, che come tale è normalmente fuori dalla catena dei rifornì17
A. Quarto, Considerazioni ... (Cit.).
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menti. Un altro vantaggio che, a parere del Quarto, si perderebbe con l'eliminazione dei depositi centrali dalla catena dei rifornimenti è la possibilità che solo essi hanno di fungere da anello di congiunzione tra contabilità ordinaria (usata nei rapporti con gli Enti territoriali) e contabilità di guerra (usata nei rapporti con gli organi in zona di guerra). Questa funzione, infatti, non potrebbe essere svolta dai magazzini avanzati. In proposito, tutto dipende dall'ottica di partenza: se si è - come si dovrebbe essere - d'accordo con antiche affermazioni del generale Cavalli, allora anche la contabilità ordinaria e del tempo di pace deve adeguarsi alle esigenze di guerra e vi deve essere, in pace e in guerra, in zona territoriale come in zona di operazioni, un unico tipo di contabilità senza bisogno di organi di raccordo e di trasformazione ma al massimo con qualche adeguamento su questioni marginali. Nel complesso l'organizzazione logistica si ispira (para. 42) a cinque criteri fondamentali, largamente coincidenti con quelli emersi nella pubblicistica degli anni Venti e non certo nuovi, oltre che difficili da realiz.t:are nel concreto e nella giusta misura: a) agevolare, sino al limite delle possibilità dei servizi. le operazioni delle unità comballenti [cosa pleonastica - N.d.a.]; b) non appesanlire le truppe combaltcnli cd i servizi a loro diretto contatto; assegnare solo i soli mezzi caso per caso strettamente necessari; e) liberare le truppe ed i servizi a loro contatto da apprensioni circa l 'entità e la tempestività dei rifornimenti e degli sgomberi occorrenti; scaglionar.: perciò a loro tergo i mezzi necessari per soddisfare prontamente, ma seni.a spreco, ogni loro esigenza. spingendoli quanto più avanti consenlito dalla necessità di non creare ingombri alle truppe operanti [quella dei rifornimenti, è forse un'"'apprensione" evitabile o inutile? - N.d.a.]; d) tenere a disposjzione una riserva di dotazioni e di mezzi per far fronte a necessità impreviste Lelementare norma di prudenza - N.d.a.J; e) regolare i rifornimenti e gli sgomberi in modo da ridurre al minimo i trasbordi.
Sulla base di questi criteri, gli stabilimenti di l" linea e di 2' linea hanno opposte caratteristiche: mobilità e limitatafrazionabilità per gli stabilimenti di la linea, e/razionabilità e limitata mobilità per quelli di 2• linea. Questi ultimi hanno le dotazioni a terra e ricevono i mezzi di trasporto solo quando sono necessari. Si compongono di magazzini d'armata (scompare l'aggettivo "avanzati" che, come nota il Quarto, aveva senso solo se dietro i depositi centrali fungevano da anello) e di mezzi di trasporto per via ordinaria. Le loro dotazioni iniziali possono essere modificate dal Comando Supremo e corrispondono, di massima, a quanto occorre per il rifornimento normale agli stabilimenti di la linea, più una riserva per casi imprevisti. Sempre che possibile, essi sono dislocati in località sede di stazione ferroviaria e servile da una buona rete stradale, tenendo presenti la necessità di non creare ingombro alle truppe e al tempo stesso di assicurare comunque i rifornimenti giornalieri necessari agli stabilimenti di l ' linea. Tranne che quando si parla della frazionabilità, nonostante gli accenni
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del Chirico (1929) al problema non si cita mai l'offesa aerea, che invece nel 1924 aveva avuto l'onore di un intero capitolo e aveva spinto a prescrivere la dislocazione dei depositi centrali lontano dai centri ferroviari, c degli ospedali lontano dal centro delle città. Nemmeno vi sono riferimenti alle possibilità logistiche del mezzo aereo, che pure - oltre che nella prima guerra mondiale - avevano cominciato ad emergere già nel corso degli anni Venti nella campagna per la riconquista della Libia. La nuova prospettiva d'impiego in Francia era, al tempo, assai dibattuta: ad esempio nel 1930 il ten.col. Vauthier, autorevole interprete di Douhet, ritiene per l'avvenire possibile superare gli invitabili, rigidi schieramenti della guerra di posizione solo ricorrendo a truppe aviotrasportate, con squadriglie da combattimento che trasportano la fanteria e squadriglie da trasporto che trasportano i mezzi di fuoco e logistici. 18 In questo conleslo, per la specifica organizzazione di ciascun Servizio sono più i vincoli che i nuovi parametri. Organi di comando (o coordinatori), direttivi ed esecutivi sono indicati nel Documento 5. Compiti e caratteristiche di ciascun Servi.lio e di ciascun organo esecutivo verranno completati con riferimento e studi di dettaglio, e con i dati organici più significativi contenuti ncll ' Istruzione per la mnhilitazinne del R. Esercito - Tomo I - Formazioni di guerra per i Servizi - diramata in data 1° luglio 193 l, e successiva prima serie di aggiunte e varianti che porta la data del 25 ottobre 1932 (quindi, entrata in vigore subito dopo l'uscita delle Norme, diramate in data 22 luglio 1932). Dall'esame dell 'organizzazione e funzionamento degli organi dei vari Servizi emergono anche elementi positivi, che fanno da contrappeso ai limiti ai quali si è prima fatto cenno: a) le attribuzioni degli organi direttivi di ciascun Servizio (o delle varie branche dello stesso Servizio, come avviene per il commissariato) sono analoghe, e non variano più da Servizio a Servizio o tra una branca e un'altra. Esse consistono nell'organizzare e dirigere il Servizio, emanare direttive, svolgere attività ispettiva, dirigere i rifornimenli, i recuperi e gli sgomberi di generi e materiali, rappresentare le esigenze all'organo superiore (con particolare riguardo ai mezzi di trasporto) e ripartire (normalmente, in via temporanea) mezzi e materiali tra gli organi dipendenti, mantenendo o meno alla mano una riserva; b) particolare rilievo viene dato, tra i compiti di ciascun Servizio, alle attività di recupero, riparazione e sgombero (retaggio dell 'esperienza della guerra); e) pur essendo sottoposti all'autorità dell'Intendente generale, gli organi direttivi al vertice dei principali Servizi acquistano autorità ed autonomia. Per sanità, veterinaria, commissariato, materiali di artiglieria, materiali del genio e trasporti e tappe sono infatti previste direzioni superiori rette da un ufficiale generale, e non più ( come nel 19 J 5) semplici sezioni dell'Intendenza generale rette da ufficiali superiori. •8 Vauthier (Len.col.), I distaccamenti armati trasporrari da aeroplani. "Revue dcs Forccs Acricnnes" luglio 1930.
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Tra gli organi esecutivi, se da una parte non sono previsti dall 'organico volani a traino animale nell'ambito della divisione, dall'altra compaiono per la prima volta a questo livello posti distribuzione e avviamento munizioni e materiali del genio (dei quali, peraltro, non si precisano né la costituzione di massima, né soprattutto gli organi direttivi ed esecutivi responsabili della gestione). È vcrn che i materiali sono su ruote, ma poiché i corpi e reparti devono normalmente prelevarli con propri mezzi di trasporto, sarebbe stato necessario prevedere per questi organi una fisionomia precisa o almeno un reparto da cui trarre il personale per la gestione. Rispetto ai 9 del 1924, i Servizi nel 1932 sono 11 (nell'ordine indicato dalla pubblicazione: sanità, commissariato, artiglieria, genio, chimico, veterinaria, trasporti e tappe, postale. strade e genio civile, idrico, legnami). È abolito il Servizio delle retrovie (il quale non è altro che il Servizio delle tappe autonomo), ma ne sono introdotti tre nuovi: chimico, idrico e legnami. La normativa 1924 non considerava tra i Servizi di campagna quello dei legnami, che con quello idrico si era rivelato molto importante nella guerra di posizione e in montagna: anche da questo particolare si può apprezzare, quindi, quanto la normativa del 1932 rimanga legata ali 'esperienza della guerra. li nuovo Servizio trasporti e Lappe aggiunge alle attribuzioni relative a quest'ultima branca anche quelle concernenti qualsiasi tipo di trasporto, compreso quello ferroviario (soluzione già adottata a fine secolo XIX , quando però non vi era ancora l'autmm:.u.o).
Ser vizio di sanità (vds. anche Documento 5) I compiti generici del Servizio sono quelli di sempre. Tra gli organi direttivi - nei quali, per la prima volta, sono inclusi i dirigenti del Servizio nei corpi e reparti - scompare al livello più ele vato la figura del generale medico capo con relativo ufficio di sanità, sostituito da una direzione superiore di sanità della quale fa parte anche la commissione di igiene e profilassi (che nel 1924 era presso la delegazione ministeriale). Per i predetti organi sono indicate a fattor comune per tutti le attribuzioni specifiche. Quelle non previste nel 1924 sono le seguenti: a) assicurare il soccorso immediato e la cura dei colpiti da gas tossici; b) esercitare funzioni ispettive nella zona dell'unità alla quale sono addetti (prima, queste funzioni erano espressamente indicate solo per il generale medico capo); c) rappresentare al proprio Comando - in relazione al prevedibile andamento delle operazioni - le eventuali esigenze di mezzi sanitari e di trasporto in più di que lli di cui già dispongono; d) assegnare alle unità maggiormente impegnate, sulla base delle direttive ricevute, mezzi tratti da quelli a disposizione o dalle unità dipendenti meno impegnate. Vi sono sezioni di sanità per reggimento alpino, per divisione celere
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e per divisione di fanteria (quindi scompaiono le sezioni sanità per cavalleria). La sezione di sanità per reggimento alpino è interamente someggiata, quella per divisione di fanteria in parte carreggiata e in parte someggiata (un solo autobus in organico), e solo la sezione di sanità per divisione celere ha in organico un drappello automobilistico ( 12 autoambulanze), che peraltro per il rifornimento, la disciplina e le riparazioni dipende dall'autoreparto leggero per divisione celere. Al li vello di divisione di fanteria, quindi, non sono previste autoambulanze in organico: le esigenze debbono essere di volta in volta rappresentate dall'ufficio di sanità di divisione alla direzione di sanità di corpo d'armata, che dispone di un'autosczione ambulanze (20 autoambulanze) articolabili in due mezze sezioni (quindi: I O per divisione), e di un' autosezione leggera che ha tra l'altro 6 ambulanze. La sezione di sanità per divisione di fanteria si articola su: Comando, I reparto carreggiato, 2 reparti someggiati, I reparto porta feriti. li reparto carreggiato ha IO soldati infermieri, IO soldati portaferiti, 15 carri a 2 ruote di requisi.t.ione, 34 quadrupedi muniti anche di ba-;to per l'eventuale impiego nei trasporti a salma. La sezione può funzionare sia riunita che divisa per reparti. Comprende anche un nucleo disinfezioni (IO disinfettori, con un potabi1izzatore e una stufa "Giannolli"). Ciascun reparto someggiato ha 6 soldati infermieri, 6 soldati portaferiti e 30 quadrupedi da salma; il reparto portaferiti si articola su 3 plotoni, per un totale di 65 portaferiti e 9 quadrupedi. Gli ospedali da campo ~ono di tipo unico (50 lelli) e possono essere assegnati ruiche al livello di divisione. Ne sono previsti 5 per divisione sia al livello di corpo d'annata che di armata, per un totale di IO per ciascuna divisione di fanteria. Non dispongono di mezzi di trasporto in proprio, se si eccettuano 4 quadrupedi da tiro, 2 biciclette e un carro di requisizione. Hanno 6 ufficiali (di cui un chimico-farmacista e un ufficiale di amministrazione), 1 sottufficiale, 55 militari di truppa di cui 19 infermieri e 15 portaferiti. La specializzazione è prevista particolarmente per gli ospedali da campo più arretrati, ed è ottenuta non con la preventiva differenziazione delle dotazioni ma con l'assegnazione di personale sanitario specializzato a seconda delle esigenze. Anche le sezioni di sanità, se necessario, possono ricevere nuclei chirurgici dal corpo d 'armata. È a quest'ultimo livello che si trovano tutti gli organi più importanti, da manovrare e decentrare a ragion veduta, retti da un Comando di unità sanitarie varie: 1 sezione disinfezione (3 autocarri leggeri, 1 autostufa, I autopotabilizzatore); 1 nucleo chirurgico per ogni divisione di fanteria dipendente (ciascuno con 3 ufficiali medici, di cui uno pratico di radiologia; 10 infermieri e 6 portaferiti; 2 autocarri speciali); 2 ambulanze radiologiche (2 automezzi ciascuna) e 1 odontoiatrica (1 automezzo); l sezione bonifica per gassati (non prevista nel 1924, e anch'essa motorizzata, decentrabile fino alla divisione). Per lo sgombero dei feriti, si confermano le tre zone: di 1° sgombero (fino agli ospedali di corpo d'armata inclusi); di 2° sgombero (fino
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agli ospedali di armata inclusi) e territoriale (ospedali territoriali). La sezione sanità sgombera con i propri portaferiti - organizzando se necessario anche posti sosta - i feriti e malati dai posti medicazione (non si parla, come nel 1924, di utilizzare per questa prima esigenza anche le autoambulanze). Successivamente lo sgombero sulle formazioni sanitarie della zona di l O e 2° sgombero avviene esclusivamente a cura della stessa sezione di sanità, con le autoambulanze che le sono assegnate di volta in volta e con il concorso di salmerie. autocarri, carreggio vuoto di ritorno, o con altre autoambulanze fomite dai direttori di sanità di corpo d'armata o di armata. I ,a politica di sgombero è definita dagli organi direttivi, con i seguenti criteri di massima (para. 67): sgomberare il ferito dalle sezioni sanità direuamcntc sugli ospedali in cui la sua cura possa avere inizio e lenninc, eviLando successivi passaggi da un luogo di cura all'al-
tro; mantenere il più a lungo possibile disponibili le unità sanitarie della zona di I sgombero; ricoverare pen:iò ,ugli ospedali della zona di secondo sgombero, o direltamenl., in quelli specializ.lati, i feriti e i malati gravi trasportaboli; sgomberare in quelli della zona di I O sgombero i feriti e malati gravi intrasponabili ed in caso di disponibilità di posli-lello - anche i feriti e malati più leggeri, di pronto ricupero. Gli sgomberi di cui sopra si effeuuano nonnalmcntc a mezzo autoambulanze. 0
Nella zona di 2° sgombero avviene la selezione tra gli infermi da curare negli stabilimenti della zona dell'esercito operante e quelli da sgomberare in zona territoriale a mez:lO di treni attrezzati o treni ospedale, costituendo se necessario infermerie temporanee di sgombero nei pressi delle stazioni ferroviarie. I criteri per la selezione sono stabiliti dalla direzione superiore di sanità, conciliando le opposte esigenze di reçupcrarc uomini il più possibile nella stessa zona dell'esercito operante, e, al lempo stesso, non ridurre eccessivamente la çapadtà riçelliva degli ospedali nella predetta zona. I feriti e malati dimessi da luoghi di cura nella zona dell'esercito operante sono avviati in convalescenziari, e suçccssivamente, in centri di raccolta: da questi ultimi rientrano ai Comandi e corpi di appartenenza. Quelli dimessi da luoghi di cura o convalescenziari dislocati nel territorio, sono avviati al centro di mobilitazione che ha costituito il Comando, corpo, reparto e Servizio di appartenenza, e successivamente impiegati a cura del Ministero. Una innovazione importante, che recepisce le indicazioni del Liuzzi e di altri scrittori (tutti poco o nulla propensi ad impiegare in l' linea unità costituite dalle Associazioni di soccorso), è la limitazione dei loro compiti allo sgombero dei feriti in 2' linea. La CRI allestisce treni ospedale e posti di soccorso nelle stazioni ferroviarie pitl importanti ed eventualmente navi ospedale e ambulanze fluviali. Il SMOM, solo treni ospedale. La CRI, quindi, non deve più costituire - come aveva fat-
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lo durante la guerra, e come era previsto anche nel 1924 - altri importanti organi esecutivi destinati a compiti di I' linea (ospedali chirurgici mobili, autoambulanze radjologiche, hagni a doccia mobili, colonne autoambulanze ... ). In sintesi va notata una positiva tendenza a indicare dei criteri più che delle norme immutabili, ed a lasciare che l'attività di cura e sgombero presso i vari organi sia di volta in volta definita nei dettagli, manovrando i volani di personale, meni e materiali di cui dispone il corpo d'armata. La sezione di sanità, comunque, appare fin troppo leggera e priva di autonomia di base in proprio, sia per quanto riguarda la cura che lo sgombero, ormai chiaramente legato a larga disponibilità di autoambulanze in organico e quindi sempre disponibili. Servizio veterinario (vds. anche Documento 5) Non presenta innovazioni rilevanti rispetto al 1924: anche il dirigente del Servizio al livello di corpo, comunque. è indicato per la prima volta trn gli organi direttivi. L'organo esecutivo fondamentale, l'infermeria quadrupedi , è assegnato al livello di corpo d'am,ata (uno) e a livello di armata (2 per ciascun corpo d'armata dipendente). Dispone di 5 ufficiali di cui uno d'amministrazione, 4 sottufficiali e 98 militari di truppa, tra i quali gli spccialiaati per il Servizio sono pochi: I maniscalco e 2 allievi maniscalchi, a fronte di 68 soldati per servizi vari. I mezzi di trasporto in organico sono: I bicicletta, 12 quadrupedi, 4 carri a due ruote di requisizione, 2 carri-biga, I autoveicolo che trasporta materiali per l'igiene e la profilassi (un apparecchio sterilizzatore, un apparecchio "Breslavia" o similare, 2 pompe irroratrici e mastelli vari). Servizio di commissariato (vds. anche Documento 5) I suoi compiti generali si estendono, come sempre, alle tre branche vettovagliamento, vestiario ed equipaggiamento e cassa, ma sono distinti in principali e secondari: per la trattazione di questi ultimi, si rìmanda ali' Istruzione per il servizio di commissariato in ,:uerra del 19 I I. Essi mettono in risalto anche l'attività di recupero e sgombero, alla quale - nonostanle l'esperienza della guerra - non facevano cenno le Norme del 1924. Tra i compiti principali sono indicati il vcllovagliamento, il rifornimento degli oggetti di vestiario-equipaggiamento, di materiali vari e di materiali per il servizio sussistenze, il servizio di cassa e l'attività di sgombero e recupero per i materiali deteriorali. Tra i compiti secondari (che non vengono esaminati), gli atti di procura, di consenso e di autorizzazione e le pratiche relative ai contributi di guerra e alle prede belliche. Gli organi direttivi (tra i quali, per la prima volta, è compreso l 'uf-
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ficiale incaricato dei rifornimenti dei corpi) sono comuni a tutte le branche. Le attribuzioni principali degli organi direttivi sono: a) provvedere al rifornimento e al recupero delle derrate e dei materiali, richiedendo all'organo superiore i relativi mezzi di trasporto; b) tenere al corrente il comandante dell'unità e l'organo direttivo superiore della situazione degli stabilimenti, e proporre al proprio Comando gli spostamenti di personale, mezzi e dotazioni necessari; c) proporre le varianti alla razione viveri e foraggi che si rendono necessarie e le possibili modalità per l'utilizzazione delle risorse locali; d) provvedere alla sostituzione della biancheria; e) inoltrare tramite il proprio Comando le richieste di personale ed esprimere il parere sulla destinazione di ufficiali del Servizio agli incarichi più importanti; I) esercitare funzioni ispettive su tutti gli organi dipendenti. La branca veltovagliamento provvede a rifornire le unità di viveri, foraggi. paglia, legna e tabacchi. 19 11 rifornimen Lo è regolato in modo da conservare presso le truppe e gli stabilimenti di campagna le dotazioni prescritte, e normalmente si effettua mediante afflusso da tergo fino alle sezioni sussistenza. Si ricorre alle risorse locali solo quando lo impongono particolari esigenze operative o la carenza di trasporti. oppure se lo consentono le risorse della zona. Solo in casi eccezionali e su autorizzazione dei comandanti responsabili (non si parla più, come nel 1924, di comandanti di divisione o di corpo d'armata) si consumano i viveri di riserva; quando ciò avviene, devono essere subito reintegrati. Organo esecutivo tipico è la sezione sussistenza, che può essere di 5 tipi (per reggimento alpino, per divisione celere, per divisione di fanteria, per corpo d 'armata e per armata). Solo la sezione sussistenza per divisione celere, articolabile in 2 nuclei, ha in organico permanente un drappello automobili stico con autofrigoriferi (3 autocarri leggeri, 2 autofrigoriferi, I motocarrozzetta). La sezione per reggimento alpino non ha mezzi di trasporto in organico; quella per divisione di fanteria, arti colabile in 3 nuclei, ha 12 quadrupedi da salma, 3 biciclette e 4 autocarri leggeri per trasporto materiali, con 4 ufficiali, 4 sottufficiali e 42 militari di truppa, di cui 18 macellai (gli autofrigorifcri le vengono assegnati di volta in volta dal corpo d'armala). La sezione di corpo d'armala non ha salmerie e ha solo 2 automezzi in organico; quella di armala, non ha mezzi di trasporlo. Queste due ultime sezioni non costituiscono volano nei confronti delle G.U. dipendenti, ma operano solo per i reparti alle dirette dipendenze del rispettivo Comando. Per il rifornimento da tergo, le derrate affluiscono normalmente, per ferrovia, dalla zona territoriale ai depositi centrali oppure diretlamen-
19 Secondo le Norme del 1932, i viveri si distinguono in ordinari e di riserva. Sono viveri ordinari: il pane, la carne (fresca o congelata) cd i viveri complementari (cioè tutti i generi - pane e carne esclusi - che compongono la razione del soldato). Sono viveri di riserva: la galletta e la carne in conserva.I foraggi comprendono avena, fieno e paglia (se e quando usata come commestibile). Per derrate si intendono tuni i generi che compongono la razione viveri e foraggi.
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te ai magazzini di annata. Da questi ultimi le razioni viveri, foraggi, legna e tabacchi (meno pane e carne) affluiscono: a) alle sezioni panellieri di armata e alla sezione sussistenza di armata, con modalità fissate dall'Intendenza di armata (direzione trasporti e tappe); b) alle sezioni di sussistenza delle unità di I• linea, con modalità e mezzi di trasporto a cura del Comando di corpo d'armata, divisione celere o reggimento alpino. La carne congelata affluisce dai porti o dai centri di produ ..done a località dove esistono frigoriferi, o a stazioni ferroviarie di scarico designate dalle Intendenze di armata. Successivamente, con modalità e mezzi di trasporto (autofrigoriferi per la carne congelata) a cura rispettivamente dei Comandi di armata, corpo d'armata, divisione celere e reggimento alpino, affluisce giornalmente alle sezioni sussistenza, che ali 'occorren.la possono ricevere anche carne in piedi perché hanno capacità di macellazione in proprio. A loro volta, i corpi e reparti prelevano giornalmente con propri mezzi di trasporlo le razioni di loro spettan.la alle sezioni sussistenza. li pane, prodotto dalla sezione panettieri di annata, segue un iter di rifornimento analogo a quello degli altri generi. Le sezioni panettieri ricevono farina, legna e sale e cruschello con modalità e automezzi fissati delle Intendenze di annata. Esse sono di 3 tipi: con forni mobili rotabili mod. Weiss; 20 con forni carreggiabili (cioè smontabili e trasportabili su carri) mod. 1897; scn:.Ga forni mobili (queste ultime utilizzano i for ni locali in muratura o i forni fissi espressamente costruiti per uso militare). Rispetto all'anteguerra, quindi, risultano abolite: a) le sezioni panellieri con forni mod. J 893, perché tale tipo di forno era ormai ritenuto troppo antiquato e di difficile impianto; b) le se.lioni panettieri con forni mod. 1897 someggiabili, perché richiedevano molti quadrupedi ed erano, per contro, di rendimento assai limitalo; c) le sc/.ioni panellieri per gruppo alpino. Per i forni Weiss, che - come già visto - nell'ultima fase della guerra erano stati adattati al traino motorizzato, gli studi del dopoguerra portano alla soppressione dei mezzi per l'autotraino che erano stati dati alle squadre, e al ritorno al traino animale. Poiché il pane viene trasportato alle sezioni sussistenza con autocarri di volta in volta forniti dai Comandi, sono anche aboliti i carri per pane a Lraino animale in organico alle squadre. La motorizzazione aveva lo scopo di rendere possibile la panificazione in zona molto vicina alle truppe, e di consentire nelle 24 ore un completo trasferimento dei forni anche in località molto distanti (70 2 0 Sull'cvolu/ione e sui problemi della panificazione di campagna dopo il 1918 Cfr. G. Chirico, Le manovre coi Quadri rela//l·i ai Servizi di commi.,·sariato, "Rivista di Commissariato" n. 2/1935. Sull'incidenza della trazione meccanica per il com missariato e per tutti i Servizi Cfr. G. Chirico, La trazioni' meffanirn e i Servizi di commissariato in guerra, "Esercito e Nazione·· n. 8/1931.
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Km). Questi vantaggi non vengono ritenuti prioritari, sia perché la panificazione si svolge normalmente in 2· linea, cioè in una zona dove gli spostamenti non sono frequenti, sia perché l'impiego degli autocarri a<;segnati di volta in volta consente in tulli i casi di far giungere il pane alle truppe tempestivamente e in buone condi.doni; inoltre i carri-forno Weiss, costruiti per il traino animale, non si prestano bene ali 'autotraino. Anziché progettare dei nuovi modelli di carro-forno per l'autotraino, viene sperimentato l'autotrasporto dei forni su speciali carri-bigarimorcbiabili da autocarri tipo Ceirano 50 M oppure FI AT I 8BL o 18 BLR. I risultati non sono evidentemente soddisfacenti, perché anche nei primi anni Trenta le sezioni mantengono in organico mezzi per il traino animale, sia pure limitati ai soli carri-forno, con esclusione cioè delle farine, degli allrezzi ecc. che vengono evidentemente trasportati con autocarri. Ogni armata ha una sezione per ciascun corpo d'armata, che si articola in tante squadre quante sono le divisioni. Fino alla prima serie di aggiunte e varianti ali 'Istruzione per la mobilitazione (25 ottobre 1932) le squadre rimangono su IO forni, cia-;cuno con un carro-forno e 12 pancuicri; successivamente i forni sono portati a 12 per squadra, con un aumento del personale in proporzione. In sintesi, J'organizza7ione del vellovagliamento non recepisce due esigenze che frequentemente ricorrono nella pubblicistica del dopoguerra: far giungere i generi per il rancio direttamente ai corpi, e motorizzare le sezioni sussistenza e i forni. SenLa contare che non viene presa in considerazione da nessuno una terza esigenza, poco appariscente, ma fondamentale in terreni desertici a poseri di legni: la confezione del pane e del rancio con fonti di calore a nafta e non a legna. Le Norme insistono comunque sulla massima elasticità del Servizio, e prescrivono (para. III) che "se il combattimento dura più giorni, nulla dovrà essere trascurato per far giungere giornalmente alle truppe almeno un rancio caldo, approfittando delle circostanze favorevoli". Con queste soluzioni, i pur fondamentali livelli tattici di divisione e corpo d'armata non hanno in proprio alcun volano di viveri, perché le sezioni sussistenza normalmente fungono solo da organi di distribuzione, anche se (vds. para. 108, 111 e l 12) in fasi statiche possono essere organinati magazzini viveri temporanei e in caso di avanzata sono predisposte colonne di rifornimento da inviare appena possibile alle truppe, e si distribuiscono razioni di riserva in più nella misura necessaria. Sia pure con alcuni temperamenti, prevalgono le tesi esposte sulla Rivista Militare del 193 I del ten.col. commissario Chirico,21 che si dichiara contrario al ripristino di un volano di viveri al livello di corpo d'armata, al quale era favorevole, come si è visto, anche il Liuzzi. Coloro che sostengono questa soluzione (proposta anche in Francia da diversi autorevoli studiosi, tra i quali il Laporte) ritengono giustamente che sen-
21 G. Ch1nco, Guerra di m,,..imenlo e vef/ovagliamento, "Rivista Militare" n. 5/1931.
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za iJ parco viveri di corpo d'armata lo scaglionamento delle dotazioni presso le truppe di 1• linea da una parte è troppo avanzato e quindi facilmente soggetto a perdite anche per effetto dell'offesa aerea, e dall' altra può essere mantenuto a regime solo facendo capo direttamente agli organi esecutivi dell'armata, che sono eccessivamente arretrati. E poiché nel corso dei combattimenti è spesso necessario dare la precedenLa assoluta ai trasporti di munizioni e materiali del genio, data anche l'offesa aerea sarebbe spesso necessario sospendere, con ovvi riflessi negativi, il rifornimento viveri alle truppe. Al contrario, il Chirico sostiene che il sistema di raccordo diretto tra sezioni sussistenza e magazzini di armata risponde bene sia alle esigenze della guerra di posizione che a quelle della guerra di movimento, in quanto: a) non in tulle le circostanze e non in tutti i corpi d'armata è necessario costituire in la linea una riserva di viveri, perché le normali dotazioni già consentono al corpo d'armata un 'autonomia di parecchi giorni, durante i quali sarà pur sempre possibile trovare spazio anche per i rifornimenti viveri; b) la regolamentazione non esclude la possibilità di costituire riserve di viveri anche in la linea (il Chirico si riferisce alla regolamentazione 1924: ma anche quella del 1932, come si è visto, prevede questa possibilità); c) possono pur sempre essere spostate in avanti, per i corpi d'armata che ne necessitano, frazioni di magazzino viveri d'annata; d) l'assegnazione organica dei mezzi alle Grandi Unità deve corrispondere al criterio del bisogno normale da soddisfare, mentre ad esigenze eccezionali meglio corrispondono provvedimenti eccezionali; e) il nostro meccanismo dei rifornimenti con gli automezzi del corpo d'armata fa arrivare i viveri dagli stabilimenti di armata fino alle sezioni sussistenza di divisione. Esso consente quindi alle truppe di allontanarsi dagli stabilimenti d'armata a una distanza equivalente a mezza tappa giornaliera automobilistica ed è più razionale di quello francese, con il quale le truppe possono allontanarsi dagli stabilimenti d'armata solo di mezza tappa per il carreggio a traino animale, quindi molto più corta. Per la branca vestiario ed equipaggiamento22 vige sempre il criterio di alleggerire al massimo il soldato distribuendogli una sola serie di oggetti di biancheria, periodicamente rinnovati a cura della direzione di commissariato di armata che fa giungere direttamente ai corpi gli oggetti puliti e ritira con gli stessi mezzi di trasporto quelli sporchi. Un meccanismo che lascia perplessi, perché da una parte "alleggerisce" il soldato anche di capi di corredo che possono risultare in ogni momento indispensabili per l'igiene o per difendersi dalle intemperie, e dall'altra esaspera il funzionamento accentrato, rendendo molto problematica l'effettiva regolarità dei rifornimenti. Le Norme del 1932 indicano per
22 Cfr. anche F. Foschini. Appunti di logistica applicata - li servizio di vestiario ed equipaggiamento, "Esercito e Nazione" n. 11/1928.
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la prima volta le modalità per la raccolta, la lavatura e la riparazione degli oggetti di corredo e dei materiai i: si organizzano a tal fine dei centri di raccolta dove i corpi fanno affluire con propri mezzi di trasporto gli oggetti e materiali da riparare, sempre che non sia possibile organizzare il prelevamento sul posto da parte degli organi superiori. Le operazioni di disinfezione, di lavatura e di riparazione sono normalmente effettuate presso gli stabilimenti territoriali, ai quali il materiale affluisce a cura delle Intendenze di armata. Tuttavia, in tutto o in parte e in via eccezionale possono essere effettuate anche a cura del magazzino vestiario ed equipaggiamento d'armata (reparti recupero e lavanderia), quando la situaL.ione lo consente e vi è possibilità di utilizzare anche stabilimenti civili o militari già esistenti nella zona territoriale. Jn merito, il Quarto osserva23 che nessun organo di lavatura e riparazione è previsto presso il deposito centrale VE, che per natura, dislocazione e funL.ione a suo giudizio sembra più adatto del magazzino d'armata a funzioni del genere. In proposito, osserviamo che il suo carattere di riserva per casi imprevisti fa escludere il deposito centrale anche dalla normale catena dei recuperi e sgomberi: d'altro canto la regolamentazione assegna quest'ultima attività ai Servizi territoriali proprio per alleggerire quelli di campagna, il cui intervento eccezionale solo in questi termini può essere ritenuto non in contrasto con l' ormai ben nota importanza delle operazioni di recupero, lavatura e riparazione. Un'ultima novità è la defmizione della terminologia da usare per i materiali e gli oggetti a cui provvede la branca VE, che si distinguono in: a) dotazioni individuali (oggetti distribuiti a ciascun militare); b) dotazioni di reparto (oggetti assegnati ai reparti come scorta e fabbisogno per speciali esigenze); c) materiali di servizio vario (materiali di servizio generale - borse per denaro, lanterne e insegne da campo ecc. - materiali di cucina, di cancelleria e quelli per il trasporto dell'acqua); d) materiali per il servizio delle sussistenze (forni, accessori e serie di attrezzi speciali per le sezioni sussistenza).
Servizio di cassa Nulla di variato rispcllo alle Norme del 1924.
Servizio materiali di artiglieria (vds. anche Documento 5) I compiti del Servizio e le modalità per il suo funzionamento sono notevolmente diversi rispetto al 1924. I compiti (para. 118) comprendono - senza ulteriori distinzioni - anche il rifornimento, riparazione e sgom-
23
A. Quarto, Art. cit..
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bero delle armi portatili e relative munizioni e hanno una formulazione più chiara e dettagliata, riferita alle seguenti branche: a) il rifornimento delle munizioni per le armi portatili ed automatiche e per le artiglierie, delle bombe a mano, delle armi e relativi accessori; b) il rifornimento degli artifizi pirotecnici da segnalazione, degli strumenti da zappatore di modello speciale per l'artiglieria e degli strumenti onici, topografici e di misura che costituiscono dotazione dei comandi e reparti, o caricamento dei materiali di artiglieria, dei lubrificanti e delle materie di consumo occorrenti per la buona conservazione delle armi e dei materiali; c) lo sgombero e le riparazioni alle armi ed ai materiali del servizio di artiglieria effetruabili con i mezzi assegnati alle grandi unità; lo sgombero sugli stabilimenti territoriali delle armi e dei materiali che, per essere rimessi in efficienza, richiedono riparazioni di maggiore entità e tempo notevole e di quelli di preda bellica non prontamente utiliuabili.
Tra gli organi direttivi viene ristabilita la piena competenza delle Intendenze (direzione superiore di artiglieria e direzione di artiglieria di armata) anche nell 'imporlanle branca del rifornimento munizioni, nella quale non entrano più direttamente né il Comando Supremo, né i comandanti d'artiglieria dell'esercito e/o di armata, mentre i Comandi di artiglieria di divisione e corpo d'armata- sempre responsabili del buon andamento del rifornimento munizioni di artiglieria - vagliano le richieste e poi le indirizzano alla direzione di artiglieria dell'Intendenza di armata, che provvede in merito. Al livello di corpo d'armala e divisione viene però mantenuto il dualismo tra rifornimento di munizioni per artiglierie (competenza dei comandanti di artiglieria) e quello per armi portatili {di competenza dei Capi di Stato Maggiore). Tra gli organi esecutivi scompaiono i laboratori campali per artiglierie e fanteria del 1924, e sono creati, al livello di corpo d'armata (per le unità direttamente dipendenti) e di divisione, i posti di distribuzione ed avviamento per munizioni di artiglieria e quelli - separali - per munizioni per armi portatili, che di conseguenza hanno diverse dipendenze. Le principali attribuzioni degli organi direttivi sono: a) provvedere ai rifornimenti necessari, richiedendo i mezzi di trasporto al proprio Comando e/o richiedendo, per quanto possibile per via gerarchica, i rifornimenti stessi all'organo direttivo dell'unità superiore; b) tenere al corrente il Comando e l'organo direttivo superiore della situazione del-
le dotazioni e proporre i travasi ritenuti necessari; e) provvedere allo sgombero e riparazione dei materiali; d) inoltrare tramite Comando le richieste di personale; e) svolgere funzioni ispettive. Per il rifornimento munizioni, se si tratta di armi portatili, cannoni per fanteria e bombe a mano le richieste sono inoltrate dai corpi e reparti ai Comandi di Grandi Unità (o reggimento alpino). Questo dopo averle vagliate le inoltra, suUa catena di comando, alle Intendenze di armata (alle quali i Comandi di corpo d'armata trasmettono direttamente le richieste). Le richieste per le munizioni per artiglierie pervengono inve-
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ce, sulla catena dei comandanti d'Arma, sempre alle direzioni di artiglieria di armata, che pertanto sono i principali organi regolatori del rifornimento munizioni di ogni tipo. Alle richieste di munizioni alle autorità territoriali provvede la direzione superiore di artiglieria, che ne regola l'avvio ai depositi territoriali e/o ai magazzini di annata e loro aliquote. Se lo consente la rete ferroviaria, il munizionamento può essere spinto anche più oltre verso i Servizi di la linea. Di massima viene avviato ai posti di distribuzione e avviamento munizioni del corpo d'armata solo il munizionamento per le unità direttamente dipendenti e quello che il Comando della Grande Unità ritiene opportuno mantenere a disposizione, mentre il rimanente viene avviato con le stesse autocolonne, senza trasbordi, direttamente ai posti di distribuzione ed avviamento delle divisioni. Questi ultimi sono costituiti rispettivamente a cura dei Comandanti d'artiglieria, dei Capi di Stato Maggiore e dei Comandi di reggimento alpino. I corpi, reparti e Servizi provvedono con propri mezzi di trasporto al prelevamento delle munizioni loro occorrenti presso il posto di distribuzione ed avviamento munizioni e al loro trasporto fino ai posti munizioni reggimentali e di battaglione. Sempre che sia possibile e conveniente, parte del munizionamento può affluire con gli stessi automezzi delle colonne di rifornimento direttamente ai posti munizioni e alle batterie, evitando trasbordi. È, questa, un'altra fondamentale innovuione non solo rispetto al 1924 ma anche rispetto al I 929, quando il rifornimento munizioni andava dall'avanti a/l'indietro solo nell'ambito del reggimento, mentre il posto munizioni di reggimento continuava ad essere normalmente rifornito a cura del Comando divisione e con mezzi di trasporto della stessa divisione. Questa nuova organizzazione implica, evidentemente, l'incremento dei mezzi di trasporto anche al livello di corpo. Predisposizioni particolari sono adottate in previsione di operazioni che richiedono forti consumi di munizioni. Se si dispone di materiale ferroviario si tengono a disposizione per l'impiego a ragion veduta presso i depositi centrali treni di munizioni già carichi, e si accantonano a terra riserve di munizioni presso i posti di distribuzione e avviamento munizioni o in deposito a parte: tale provvedimento deve essere però ben ponderato, perché può essere causa di inutile aggravio per i trasporti e di spreco di munizioni. In previsione di avanzate o di ripiegamenti, è opportuno tenere un'aliquota di munizioni su ruote (su carri rimorchio o autocolonne), in modo da costituire un magazzino mobile in grado di aderire agli spostamenti delle truppe e al tempo stesso di corrispondere ad altre necessità. La pubblicazione prescrive comunque la massima scioltezza: in caso di urgenza i comandanti di reparto possono richiedere munizioni a uno qualsiasi degli organi esecutivi più vicini, e le richieste di rifornimento urgente possono essere inoltrate anche senza seguire la via gerarchica. Le richieste di rifornimento di artiglierie, armi portatili e materiali di artiglieria sono tutte indirizzate ai Comandi di artiglieria delle Gran-
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di Unità, che le inoltrano alla direzione di artiglieria di armata. Questa provvede a inviare i materiali direttamente ai corpi, oppure a centri di raccolta costituiti dai Comandi di Grande Unjtà o dalJa stessa Intendenza. Per le riparazioni e gli sgomberi, i Comandi di Grande Unità sulla base delle richieste dei corpi richiedono l'invio presso i reparti del laboratorio mobile del magazzino di artiglieria d'armata, per le riparazioni che possono essere eseguite presso i corpi stessi. I rimanenti materiali sono versati o ai centri di raccolta, o al laboratorio del magazzino d'armata. I materiali di preda bellica non utilizzabili e quelli che non possono essere riparati presso i laboratori predetti sono inviati in zona territoriale. Nel 1926 viene profondamente modificata la tradizionale struttura logistica della batteria e del gruppo di artiglieria,24 nella quale, specie per il rifornimento munizioni, la batteria provvedeva in proprio con lo "scaglione munizioni" e il gruppo non costituiva un vero e proprio anello logistico. In tutti i tipi di gruppo (fino al calibro 210 escluso, e fatta eccezione - per ragioni di terreno - per i gruppi someggiati e da montagna da 75/13 e da 65/17) gli scaglioni munizioni e quasi tutti gli organi dei Servizi sono sottratti alle batterie per formare un nuovo organo logistico di gruppo, il "reparto munizioni e viveri" (R.M.V.). Il reparto munizioni e viveri è dotato di cassoni per munizioni identici a quelli in dotazione alle batterie, per le unità da 75/27 e da 100/17; di salmerie e carrette, per quelle someggiate da 75/13; di autocarri, per le unità a trasporto o traino meccanico. Esso ha costituzione particolare diversa a seconda della specialità di appartenenza del gruppo del quale è parte organica, ma in tutti i casi la sua ossatura principale consta di un Comando di reparto e di tante sezioni munizioni e viveri quante sono le batterie del gruppo, con i mezzi di trasporto necessari per un determinato quantitativo di munizioni, viveri, foraggi e avena, sufficiente per un primo rifornimento alle batterie del gruppo (vds. Documento 6). Al livello di Comando di reparto sono disponibili dotazioni di riserva e organi esecutivi per i principali Servizi, che operano a favore di tutto il gruppo: a) un ufficiale subalterno medico e un aiutante di sanità, che costituiscono il posto medicazione di gruppo, al quale affluiscono i feriti raccolti dal graduato aiutante di sanità e dai portaferiti in organico alle batterie; b) dotazioni viveri (ogni sezione porta - oltre alle due razioni viveri, avena e foraggi per sé stessa - la seconda razioni viveri ordinari e avena per la batteria rispettiva); e) un ufficiale veterinario e un sottufficiale maniscalco, organi direttivi del Servizio che presso le batterie è svolto da maniscalchi e allievi maniscalchi;
24 {Senza Autore), li rifornimento delle munizioni dell'artiglieria divisionale, "Esercito e Nazione" n. 10/1927, e O. Bollea, / reparti munizioni e viveri nei RrllPpi di artiglieria divisionale, "Esercito e Nazione" n. 8/1928.
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d) un sottufficiale capo-operaio di artiglieria e un soldato operaio, che - con il concorso degli operai di batteria - provvedono all'ordinaria manutenzione (con sostituzione di piccole parti guaste) delle artiglierie e delle armi portatili; e) riserva di uomini, quadrupedi e mezzi di collegamento. La riforma si ripromette di conseguire diversi vantaggi di notevole importanza: a) alleggerimento delle batterie, con conseguente maggiore attitudine alla manovra e adattabilità al terreno e minore vulnerabilità; b) più sicura e razionale affluenza ai pezzi delle munizioni, un 'aliquota delle quali è sempre pronta a seguire le batterie negli spostamenti; c) possibilità, per il comandante di gruppo, di adeguare l'afflusso delle munizioni alle singole batterie alle esigenze della situazione contingente, e cioè di eseguire all'interno del gruppo anche la manovra delle munizioni. In tal modo il gruppo diventa, oltre che unità fondamentale d'impiego dell'artiglieria, anche unità di base per la manovra del fuoco.
Servizio materiali del geniol.~ (vds. anche Documento 5)
Rispetto al 1924 muta in misura notevole i suoi compiti, che risultano notevolmente alleggeriti. Infatti - per la prima volta da quando esiste - non provvede più al "servizio speciale dei collegamenti elettrici ed ottici" e al servizio idrico, mentre acquista il compito di rifornire i reparti aerostieri di gas idrogeno, conservando quello di: a) svolgere tutte le attività logistiche nei riguardi di tutti i materiali del genio (ivi inclusi i mezzi e materiali delle trasmissioni) e degli strumenti da zappatore occorrenti alle truppe e ai Servizi; b) raccogliere, allestire e distribuire i materiali e macchinari vari occorrenti per i lavori del campo di battaglia di competenza delle truppe, e per quelli in zona arretrata affidati ai Comandi del genio (che li ripartiscono tra le unità del genio militare e gli organi del Servizio strndc e genio civile). Gli organi direttivi - invariati rispetto al 1924 - hanno attribuzioni analoghe a quelli del Servizio materiali di artiglieria. Come avviene per l' artiglieria, sono previsti posti di distribuzione e avviamento per i materiali del genio anche ai livelli di corpo d'armata e divisione, che pri-
25 Per una più completa e particolareggiata visione del roolo tattico-logistico deU' Arma si rimanda a G. Ferreri, Mezzi per i lavori di sistemazione del terreno, "Rivista di Artiglieria e Genio" n. 4/ 1926; (Senza Autore), Appunti di logistica applicata - Il Servizio del genio , "Esercito e Nazione" n. 9/1927; E. Cianctti, visione panoramica dei compiti del genio in guerra, "Esercito e Nazione" n. 12/1928; G. Cardona, Il decalogo per/' impiego del genio, "Rivista di Artiglieria e Genio" n. 9-10/1931.
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ma (1924) non avevano alcun organo esecutivo in proprio. Il meccanismo delle richieste di rifornimento dei materiali è analogo a quello per i materiali di artiglieria, con il ruolo principale sempre affidato alla direzione di annata. I rifornimenti sono, di massima, fatti affluire direttamente agli Enti che li hanno richiesti; possono tuttavia essere scaricati presso i posti di distribuzione ed avviamento, per il successivo prelevamento a cura e con mezzi cli trasporto degli Enti richiedenti. Per gli sgomberi e le riparazioni, i corpi e reparti provvedono alle piccole riparazioni che possono effettuare con propri mezzi. I materiali di collegamento abbisognevoli di riparazioni di maggiore entità sono versati a parte all'officina autocarreggiata per materiali di colle~amento del corpo d'armata, che può essere assegnata a turno anche alle divisioni. Gli altri materiali non riparabili presso i reparti sono versati ai posti di distribuzione e avviamento materiali o, in loro mancanza, a centri di raccolta impiantati a cura dei Comandi del genio di Grande Unità. Le riparazioni vengono però effettuate solo presso i magazzini genio di annata, ai quali sono avviati i materiali. A loro volta, tali magazzini sgomberano sugli stabilimenti territoriali i materiali che non sono in grado di riparare. Citiamo, a chiusura della parte dedicata ali' Arma, un "decalogo" dovuto al generale Cardona (1931), utile anche per meglio inquadrare i criteri che presiedono al funzionamento della parte più propriamente logistica anche se un po' scontato: T) Impiega il genio quando lo imponga necessità e lo giustifichi rendimento.
m Non pretendere più di quello che può dare, pur sfruttandolo in tutta la sua capacità tecnica. lll) Impiegalo a massa e con metodo nuionale, cioè unitariamente e con saggie combinazioni e graduatorie d'importam:a e d'urgenza, e mai a spizzico. IV) Adopera, con procedimento di manovra tecnica, giusti mezzi per compiere un determinato lavoro. tenendone una congrua riserva alta a fronteggiare I' imprevisto. V) Scegli materiali adatti aJ terreno del loro impiego. o terreno adatto ai materiali disponibili, modificandolo se occorre. VI) Fai che il passo della tecnica sia lungo quanto la sua gamba. VlI) Abbi presente che un'opera, per riuscire efficace, deve essere precalcolata. Vlll) Non lesinare il tempo alla previdente e accurata preparazione, che è il primo fattore del celere ed efficace lavoro. IX) Ricorda, che senza previsione e metodo razionale, il genio non può cooperare e va a tentoni. X) Risparmia i preziosi mezzi tecnici, per prodigarli, anche d'iniziativa, nei momenti supremi.26
26 G. Cardona, Art. cit..
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Servizio chimico (vds. anche Documento 5) Istituito, come si è visto, nel 1923 e a carattere interforze, ha il compito di: a) eseguire, in concorso con le truppe, le bonifiche dei terreni e degli ambienti che sono stati soggetti a offesa chimica, e debbono essere occupati da truppe e Servizi; b) provvedere al rifornimento, alla riparazione e allo sgombero dei materiali per la difesa chimica; c) contribuire agli studi e alle ricerche inerenti alla difesa chimica. Oltre a provvedere alla bonifica chimica e al rifornimento, recupero e sgombero dei materiali, gli organi direttivi devono tenere il collegamento con quelli degli altri Servizi per le questioni che li possono interessare, e raccogliere e trasmettere al proprio Comando informazioni e dati sperimentali sia sui mezzi in distribuzione alle nostre truppe, sia sui mezzi e sui procedimenti d'impiego usali dal nemico. Se le bonifiche richiedono solo operazioni elementari, senza necessità di impiego di speciali mezzi e reagenti, vi provvedono gli stessi corpi e reparti con il personale e mezzi di cui dispongono: altrimenti intervengono le sezioni bonifica chimica assegnale alle Grandi Unità, con l'eventuale concorso di reparti del gruppo chimico, il cui impiego è deciso dal Comando Supremo. È prevista l'assegnazione di una sezione bonifica chimica al Comando Supremo, a ciascuna armata, a cia-;cun corpo d'armata, a ciascuna divisione di fanteria e divisione celere. La sezione bonifica chimica, interamente motoriuata, è composta da un comandante, 1 plotone comando, 2 plotoni bonifica chimica, I plotone rifornimento e riparazione. Il plotone bonifica chimica oltre a un ufficiale e a un sottufficiale specializzati, dispone di 16 soldati (di cui 12 soldati-operai), di 2 autocarri pesanti per il trasporto del personale e del materiale e di 1 autocarro bonificatore. Le sezioni di bonifica chimica rungouo anche da organo di rifornimento e distribuzione materiali e da organo di riparazione nei riguardi della rispettiva Grande Unità, al cui comando sono inoltrate le richieste. Se esse non possono essere soddisfatte con i materiali della scz.ione, i Comandi inoltrano le richieste all'ufficio del Capo di Stato Maggiore dell'Intendenza d'armata, che dispone l'invio dei materiali occorrenti da parte del magazzino di materiale chimico d'armata: se possibile il materiale è inviato direttamente ai corpi, oppure alla sezione bonifica. Analogamente si procede per gli sgomberi e le riparazioni: i materiali che la sezione bonifica non è in grado di riparare sono inviati al magazzino d'armata, che a sua volta provvede alle disinfezioni eriparazioni che è in grado di effettuare, sgomberando il rimanente materiale sulla zona territoriale. I Comandi, corpi, reparti e Servizi devono tenersi continuamente al corrente - utilizzando gli organi del Servizio ad essi assegnati - degli aggressivi, dei materiali e dei procedimenti usati dal nemico e della
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effettiva rispondenza dei mezzi di difesa in dotazione alle proprie truppe. A tal fine, devono accuratamente organizzare la raccolta sul campo di battaglia di dati sperimentali e di campioni di materiali, aggressivi, armi speciali usati dal nemico, disponendone il sollecito invio ai Comandi di Grande Unità, e da questi, ali' ufficio servizio chimico dell'Intendenza generale. Questo ufficio fa analizzare i materiali presso gabinetti scientifici chimici esistenti nella zona dell'esercito operante, oppure li invia agli organi tecnici territoriali specializzati (centro chimico militare e dipendenti centri di studio territoriali).
Servizio postale (vds. anche Documento 5) Gli organi direttivi ed esecutivi sono, come sempre, costituiti con personale civile militarizzato, designato daJ Ministero delle comunicazioni. Non è più previsto il servizio di "posta volante" usato durante la guerra e confermato da!Ja regolamentaLione 1924. Non sono più previsti uffici postali di concentramento per la posta dell'esercito mobilitato in avvio e in partenza e per le armate destinate ad operare in teatri d'operaLione eccentrici, ma semplicemente si stabilisce che vi è un unico ufficio postale di concentramento, il quale in caso di necessità può articolarsi in una o più sezioni staccate, eventualmente anche a livello di armata. Un certo risalto viene dato alle modalità da seguire per la corrispondenza telegrafica, non indicate nella regolamentazione 1915 e I 924 e anch'esse ereditate dalla guerra. Per la corrispondenza telegrafica di ufficio si ricorre alla rete telegrafonica militare, che inoltra anche i telegrammi privati dall'esercito al Paese solo nella misura in cui ciò è consentito dalle preminenti esigenze del serviLio. Normalmente, i predetti telegrammi sono perciò inoltrati per posta e per telegrafo tramite l'ufficio postale militare dell'unità, che li trasmette al più vicino ufficio postale civile perché provveda all'inoltro con le normali modalità. Invece la corrispondenza telegrafica privata diretta dal Paese all'esercito è inviata dagli uffici postali civili all'ufficio telegrafico militare di concentramento, che sulla scorta dei dati in suo possesso la inoltra all'ufficio telegrafico civile più vicino all'ufficio postale militare dell'unità alla quale appartiene il destinatario. Di uffici telegrafici di concentramento ne è previsto uno solo: e anche da questo segno si può constatare che ancora una volta non si creano le premesse per rimediare ai vistosi inconvenienti emersi nella guerra, a cominciare dai "colli di bottiglia" che ostacolano il tempestivo inoltro della corrispondcnLa.
Servizio strade e genio civile (vds. anche Documento 5) C'ompiti e organiLzazione non mutano rispetto alla regolamentazione 1924. Rispetto alla regolamentazione 1915, se ne conferma l'esten-
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sione dei compiti: oltre ai lavori connessi con il miglioramento delle capacità logistiche della rete stradale (compito principale di carattere continuativo), il Servizio riceve il compito eventuale e temporaneo di: migliorare le difese idrauliche, sistemare regime e conduttura delle acque correnti, stagnanti e potabili; migliorare le condizioni della navigazione interna, gli approdi, i porti e i rifugi marittimi.
Servizio idrico (vds. anche Documento 5)27
Non è più branca di competenza del Servizio materiali del genio (come durante la guerra e nel 1924) e costituisce Servizio a parte, la cui competenza è sottratta ai Comandi genio e affidata agli stessi Comandi di Grande Unità, che con il concorso degli organi tecnici dei vari Servizi devono: a) individuare le risorse idriche nelle zone assegnate alle Grandi Unità c assicurarne il massimo rendimento; b) determinare i requisiti di potabilità e salubrità dell'acqua, organizzarne la raccolta e disciplinarne la distribuzione, segnalando al Comando superiore le deficienze o esuberanze delle risorse idriche della zona. La nuova struttura è suggerita dalla necessità di coinvolgere molti organi. Infatti - sulla base degli ordini ricevuti dal Comando - gli or-
gani sanitari effettuano l'accertamento della potabilità dell'acqua, la disinfezione dei recipienti, l'impiego degli strumenti di cui dispongono e il rifornimento alle truppe dei mezzi chimici per la potabilizzazione delle acque. Gli organi di commissariato provvedono alla distribuzione alle truppe dei recipienti e dei mezzi e materiali necessari in aggiunta alle dotazioni organiche per la costituzione di depositi di conservazione e distribuzione dell'acqua. Gli organi del genio militare e del Servizio strade e genio civile sono competenti per i lavori e il rifornimento dei materiali del rispettivo Servizio; gli organi dei trasporti, infine, mettono a disposizione gli occorrenti mezzi di trasporto e ne regolano il movimento. Organi esecutivi del Servizio sono le compagnie idrici del genio, le sezioni autobotti (al livello di corpo d'armata) con 24 autobotti ciascuna, ed eventualmente aliquote dei reparti carreggio e salmerie con recipienti di circostanza.
27 Sulle quantità di acqua necessaria per le varie esigenze e sui sistemi di captazione e relativi materiali necessari si rimanda a G. Piazza. Appunti sul servizio idrico di guerra, "Rivista di Artiglieria c Genio" n. 8/1927.
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Servizio legnami (vds. anche Documento 5) Diversamente dal 1924 e come già durante la guerra, nonostante l'avviso contrario del Liuzzi ridiventa un Servizio di campagna, ma è anch'esso autonomo e non costituisce più una branca del Servizio materiali del genio. Gli organi direttivi non appartengono all'esercito, ma sono costituiti con personale della Milizia Nazionale Forestale, utilizzando l'organizzazione del tempo di pace di quest'ultima, opportunamente sviluppata e adattata al tempo di guerra. Gli organi direttivi sono indicati nel Documento 5. Organi esecutivi (ambedue eventuali) sono le compagnie carpentieri-boscaioli e le imprese assuntrici di lavori, che costituiscono - su indicazione degli Intendenti - depositi di legname in località coincidenti o meno con quelle dei magazzini fieno, paglia e legna, dei magazzini del genio militare e dei magazzini del Servizio strade e genio civile. Il Servizio rifornisce di leKna da ardere i magazzini fieno, paglia e legna del Servizio di commissariato, e di leKname da lavoro i magazzini del genio militare e del Servizio strade e genio civile. In generale gli organi direttivi provvedono a: a) proporre al rispettivo Comando le ordinanze da emanare per disciplinare la utilizzazione dei boschi e la requisizione del legnarne sia per le esigenze delle truppe che per quelle delle popolazioni; b) organizzare personale, attrezzature e mezzi di trasporto per l'utilizzazione dei boschi; c) inoltrare all'organo direttivo del Comando superiore (l'Ispettorato legnami si rivolge alle autorità centrali) le esigenze di rifornimento alle quali non è possibile far fronte con le disponibilità esistenti nella zona di competenza e provvedere alla consegna del legname agli Enti. L'Ispettorato del Servizio legnami si mantiene in collegamento - trami te l'Intendenza - con il Ministero dell'agricoltura e foreste ( ufficio centrale legnami), per quanto riguarda il funzionamento del Servizio e i materiali da trarre dagli organi territoriali.
Servizio trasporti e tappe (vds. anche Documento 5)
È quello che rispetto alla regolamentazione 1915 e anche 1924, subisce le maggiori varianti. Al prezzo di una indubbia complessità, il Servizio riunisce in sé (con specifici organi direttivi presenti al livello di Intendenza generale e di armata) sia ambedue le branche del Servizio trasporti (trasporti per ferrovia e per via acquea e trasporti per via ordinaria) sia il Servizio delle tappe propriamente detto, cioè l'organizzazione degli itinerari e dei movimenti che su di essi si effettuano. In tal modo si evita la vecchia dicotomia tra trasporti per ferrovia e per via acquea (di competenza esclusiva del Comando Supremo) e tra-
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sporti per via ordinaria (di competenza delle annate). Al tempo stesso, il Servizio delle tappe propriamente detto (denominato, nel 1924, Servizio delle retrovie) non è più separato dalla branca trasporti per via ordinaria, con la quale ha strette connessioni. Ne viene di conseguenza meglio assicurato, specie rispetto al 1915, il coordinamento fra i trasporti per ferrovia e via acquea e quelli per via ordinaria, affidato agli Intendenti. Anche i trasporti a motore per via ordinaria fanno capo, a tutti i livelli, agli stessi organi direttivi dei trasporti a trazione animale, assicurando così una maggiore unitarietà di indirizzo e di gestione. Con questa fisionomia, il Servizio si articola in due branche, con distinti organi direttivi: trasporti per ferrovia e per via acquea e trasporti per via ordinaria e Servizio delle tappe (a questa seconda branca presiede un unico organo direttivo, con organi esecutivi distinti per Je tre sottobranche trasporti automobilistici, trasporti a traino animale e Servizio delle tappe propriamente detto).
Servizio trasporti per ferrovia e per via d'acqua. Ha iJ compito di: a) organizzare e predisporre in relazione alle esigenze militari i trasporti per ferrovia e per via d'acqua, sorvegliandone l'esecuzione e regolando l ' impiego delle linee, dei materiali ferroviari e del naviglio; b) esercire direttamente tronchi di linea ferroviaria particolarmente esposti alle offese nemiche e tratti di linea di navigazione interna, e costruire e gestire ferrovie da campo e militari; c) provvedere alla riparazione delle interruzioni ed alla esecuzione dei lavori occorrenti per aumentare la potenzialità delle linee, delle stazioni ferroviarie e degli scali per la navigazione interna. La normativa specifica di riferimento è l'Istruzione sulla costituzione e funzionamento delle delegazioni trasporti militari, dei Comandi militari di stazione e degli uffici militari imbarchi e sbarchi. Ed. 1925, che rimane in vigore fino ali' agosto 1934. All'inizio della guerra, durante la mobilitazione e radunata si costituisce presso l'ufficio trasporti del Comando del Corpo di Stato Maggiore una direzione trasporti per ferrovia e per via acquea, con il compito di dirigere sull'intera rete ferroviaria nazionale i trasporti militari, che hanno la precedenza assoluta. Essa si avvale dei seguenti organi: a) delegazioni trasporti militari, presso ciascun compartimento delle ferrovie, esistenti fin dal tempo di pace e/o costituite all'atto della mobilitazione (quelle costituite in pace sono 6, nei compartimenti di Trieste, Venezia, Torino, Firenze, Napoli e Palenno); 28 b) delegazione mobile trasporti militari nella zona di radunata dell'esercito;
2 8 Per altri particolari Cfr. MG, Istruzione sulla costituzione e sul funzionamento delle delegazioni trasporti militari, dei Comandi Militari di Stazione e degli uffici militari imbarchi e sbarchi, Roma, 1925.
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e) Comandi, reparti e uffici vari (Comandi militari di stazione, uffici imbarchi e sbarchi, reparti genio e lagunari). A radunata compiuta, la delegazione trasporti per ferrovia e per via acquea dopo aver lasciato un ufficio trasporti presso il Ministero della guerra, si trasferisce nella zona dell'esercito operante alle dipendenze dell'Intendenza generale, assorbendo la delegazione mobile trasporti militari. Al livello di Intendenza d'armata viene costituita la delegazione trasporti ferroviari d'armata, e si costituiscono tutti gli organi esecutivi indicati nel Documento 4. Sempre al termine della mobilitazione e radunata, la rete ferroviaria dello Stato si distingue in: a) rete ferroviaria della zona dell'esercito operante, che comprende, di massima, tutte le linee ferroviarie esistenti nella zona dell'esercito operante. Ad esse possono essere temporaneamente aggiunte linee della zona territoriale sulle quali è previsto un intenso traffico militare; b) rete ferroviaria della zona territoriale, con la rimanente parte delle linee della rete ferroviaria statale. Su di essa ha giurisdizione l' ufficio trasporti del Ministero della guerra, che dipende direttamente dalla direzione trasporti del Comando Supremo. I limiti fra le due reti sono stabiliti daJ Comando Supremo (direzione trasporti per ferrovia e per via d'acqua) d'accordo con le autorità centrali: le stazioni che si trovano al limite tra le due linee (stazioni di transito) appartengono alla rete ferroviaria della zona dell'esercito operante. La direzione trasporti per ferrovia e per via acquea impiega personale, mezzi e materiali, segnala alle Intendenze d'armata i trasporti per ferrovia da completare per via ordinaria e propone all'Intendenza generale: l'esecuzione di determinati tronchi di linea ferroviaria o di lince di navigazione interna; la costruzione e l'esercizio di ferrovie da campo; i provvedimenti e i lavori per il riattamento delle interruzioni o per migliorare il rendimento della rete ferroviaria o de1le linee di comunicazione interna. La delegazione trasporti ferroviari di armata deve: regolare e disciplinare i trasporti sulle linee e nelle stazioni del territorio assegnato ali 'armata; raccogliere e trasmettere alla direzione trasporti i dati necessari per l'esecuzione dei trasporti di interesse dell'armata; vigilare perché le operazioni di carico e di scarico e quelle di sgombero nelle stazioni si svolgano con la necessaria sollecitudine.
Servizio trasporti per via ordinaria e servizio delle tappe. Il servizio trasporti per via ordinaria deve: a) effettuare i trasporti per via ordinaria, assegnando di volta in volta i mezzi (a traino animale e/o meccanico) necessari ed organizzandone e regolandone il movimento; b) provvedere al rifornimento dei quadrupedi (dello sgombero e della cura dei quadrupedi feriti e ammalati si occupa il Servizio veterinario) e al rifornimento, riparazione e sgombero dei mezzi a traino animale e meccanico per tutto l' esercito, ad eccezione dei mezzi speciali
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per l'artiglieria e per il genio (trattori, ecc.) ai quali provvedono i rispettivi Servizi. Il Servizio delle tappe deve provvedere alla sicurezza, disciplina e regolarità dei movimenti e dei trasporti lungo le strade della zona dell'esercito operante. Gli organi direttivi cd esecutivi sono quelli indicati nel Documento 4. Da notare che: a) la direzione superiore trasporli e tappe (al livello di Intendenza generale) e la direzione trasporti e tappe di armata si articolano su 3 sezioni (movimento e lappe; trasporti a trazione animale; trasporti a trazione meccanica); b) la divisione celere e il reggimento alpino dispongono di un autoreparto, che invece risulta di assegnazione eventuale alla divisione di fanteria. Quest'ultima non dispone nemmeno di volani di salmerie o carreggio in proprio; c) il corpo d'annata, è di conseguenza, l'anello più basso presso il quale sono disponibili, per l'impiego e il decentramento a ragion veduta, volani di salmerie e di mezzi a traino animale e meccanico. Un'aliquota di salmerie e carreggio è comunque in organico, come si è visto, al livello di reggimento. In relazione alla branca trasporti, gli organi direttivi hanno le seguenti, principali attribuzioni: a) ripartire i mezzi dipendenti in base ali' importanza e urgenza dei trasporti da effettuare, assegnando eventualmente mezzi di trasporto in rinforzo alle unità dipendenti; b) coordinare l'esecuzione dei trasporti da eseguire in parte con autocarreggio e in parte con carreggio a trazione animale e salmerie, tenendo presente che il coordinamento dei trasporti da eseguire parte per ferrovia e parte per via ordinaria compete ali 'Intendente; c) tenere aJ corrente l'organo direttivo superiore della situazione dei mezzi, segnalando eventuali ulteriori esigenze di assegnazione; d) disciplinare l'impiego di teleferiche: e) sovraintendere ai rifornimenti, riparazioni e sgomberi; f) svolgere attività ispettiva sugli organi dipendenti. In relazione alla branca tappe, gli organi direttivi provvedono a: a) organizzare lungo le strade principali i Comandi di tappa e impiantare e far funzionare gli organi esecutivi dei Servizi per le truppe e i convogli di passaggio; b) regolare la circolazione sui tratti stradali che lo richiedono e segnalare i lavori necessari per migliorare la capacità logistica degli itinerari; c) organizzare la vigilanza e la protezione degli impianti. delle opere d'arte e degli stabilimenti di interesse militare; d) controllare l'osservanza da parte della popolazione e delle autorità civili dei bandi e delle ordinanze emanati dai Comandi per la sicurezza e l'ordine delle retrovie. TI funzionamento della branca trasponi avviene con richieste dal bas-
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so, da parte dei Comandi, corpi, reparti e Servizi al Comando di Grande Unità da cui dipendono, tenendo presente che: a) i trasporti di truppa con autocarri sono di massima limitati a unità appiedate, oppure a unità di artiglieria non autotrainate (limitatamente ai pezzi con il personale strettamente necessario per l'entrala in azione ed eventuali quadrupedi per traino e someggio, ad un'aliquota del munizionamento e ai materiali più importanti per la preparazione del tiro); b) in genere non conviene ricorrere all' autotrasporto se la distanza da percorrere è inferiore ai Km 20 per le truppe a piedi, Km 30 per le artiglierie someggiate, Km 45 per le artiglierie ippotrainate. Spetta ai Comandi di armata fissare la priorità da dare ai trasporti urgenti per il rifornimento delle unità di la linea e disciplinare il movimento delle unità di 2a linea che debbono utilizzare gli stessi itinerari. L'Intendenza di armata (ufficio del Capo di SM) vaglia a sua volta le richieste in relazione ai mezzi disponibili e alle caratteristiche degli itinerari, determina quali richieste debbono essere soddisfatte, e le trasmette alla direzione trasporti e tappe per gli ordini esecutivi di sua competenza, indicando il grado di urgenza e importanza dei trasporti. I corpi, reparti e Servizi ripianano le perdite di quadrupedi ricorrendo prima di tutto a quelli di riserva loro organicamente assegnati. Le richieste di rifornimento sono inoltrate, per via gerarchica, all'Intendenza di armata che dà gli ordini relativi al parco quadrupedi, carreggio e bardature di armala, a sua volta rifornito con quadrupedi dimessi dalle infermerie o afnuili su richiesta dell ' Intendenza generale dalla zona territoriale. Norme analoghe sono seguite per il rifornimento di carreggio, bardature e finimenti, anch'esso eseguito presso il parco suddetto, a sua volta normalmente rifornito - su richiesta de11'1ntendenza generale - dalla zona territoriale, ed eccezionalmente dal deposito centrale carreggio, bardature e mascalcia del Comando Supremo. Le piccole riparazioni al carreggio e alle bardature sono eseguite normalmente presso i corpi, con J'eventuale concorso delle squadre operai dei gruppi carreggio e salmerie di corpo d ' armala e d 'armata. Le riparazioni di maggiore entità sono invece eseguite presso il laboratorio del parco quadrupedi, carreggio e bardature d'armata e/o presso opifici civili. Per il materiale automobilistico, motociclistico e ciclistico le Grandi Unità si riforniscono presso il parco automobilistico dell'autoraggruppamento d'armata (o del Comando Supremo, per gli Enti alJe dirette dipendenze di quest'ultimo). A loro volta, i parchi automobilistici sono riforniti dal deposito centrale automobilistico o direttamente dagli stabilimenti territoriali. Le richieste di assegnazione di materiale non previsto dalle dotazioni organiche sono vagliate dal l'Intendenza generale, che decide in merito. Le piccole riparazioni al predetto materiale sono eseguite per quanto possibile direttamente dai reparti, o ahrimenti presso le officine degli autoreparti. Alle medie riparazioni provvedono esclusivamente i laboratori dei parchi automobilistici e/o ahre officine locali organizzate dalle Intendenze di armata. Di massima i materiali inviati alla riparazione
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non vengono sostituiti, tranne che per particolari esigenze. Le grandi riparazioni sono eseguite solo presso gli stabilimenti territoriali. I prelevamenti di carburanti, lubrificanti e altre materie di consumo avvengono presso i posti distribuzione carburanti e materie di con.\'Umo, impiantati a cura dei parchi automobilistici su ordine dell'Intendenza di armata, che fissa anche le scorte di carburanti e altre materie di consumo che devono eventualmente essere custodite presso i corpi, reparti e Servizi dotati di automezzi. l1 rifornimento dei parchi automobilistici è eseguito dal deposito centrale automobilistico e/o dagli Enti territoriali. Il ruolo estremamente importante del livello di corpo d'armata nel Servizio trasporti rende utile e opportuno soffermarsi brevemente sulla fisionomia organica degli organi esecutivi a questo livello, quale essa risulta dall' Istruzione per la mobilitazione del R. Esercito - Tomo I ed. 1931 (con prima serie di aggiunte e varianti in data 25 ottobre 1932). Per il traino animale non esiste più la vecchia specialità treno (ancora prevista dalla regolamentazione 1924) e gli ufficiali provenienti da questa specialità o che abbiano prestato servizio nelle disciolte compagnie treno dei reggimenti d ' artiglieria sono utilizzati per l'inquadramento delle nuove unità trasporti. Il gruppo carreggio e salmerie di corpo d'armata si articola su: - Comando di gruppo; - 2 o 1 reparti carreggio e salmerie di corpo d'armata (tanti reparti quante sono le divisioni di fanteria del corpo d'armata). Del Comando di gruppo fa parte una squadra operai per le riparazioni ( I sottufficiale e 15 operai, più 8 conducenti, con 16 quadrupedi e 4 carri a 4 ruote). Ogni reparto carreggio e salmerie per divisione fanteria è articolato su: - Comando ( I ufficiale, I sottufficiale, 30 truppa con 4 quadrupedi e 2 carri a 4 ruote); - sezione carreggio ( I ufficiale, 2 sottufficiali. 140 truppa, con 121 cavalli e 160 carri a 4 ruote); - sezione salmerie ( I ufficiale, 2 sottufficiali, 120 truppa, 101 quadrupedi da soma). (Tutti i carri sono di requisizione). I mezzi automobilistici sono concentrati nell'autoreparto pesante di corpo d'armata, che comprende: -Comando; - 4 o 5 autosezioni pesanti (tante quante sono le divisioni, più 2); - 2 sezioni autoambulanze; - I autosezione mista. L'autosezione pesante ha 24 autocarri pesanti, la sezione autoambulanze ha 20 autoambulanze, l'autosezione mista per corpo d'armata 11 autobotti pesanti e 11 autofrigoriferi. Ne consegue che una divisione di fanteria può normalmente ricevere dal corpo d 'armata un massimo di 24 autocarri pesanti, 10 autoambulanze, 4-5 autofrigoriferi e 4-5 autobot-
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ti per acqua pesanti. Peraltro, il corpo d'armata può ricevere a seconda delle esigenze un rinforzo di automezzi dall'autoraggruppamento di armata, che ha una costituzione molto complessa e comprende: - 2 autogruppi pesanti con un totale di 828 autocarri e 416 rimorchi, ciascuno articolato su autofficina e 4 autoreparti pesanti; - 1 autoreparto leggero con I 02 autocarri; - 1 autoreparto autobus (97 autobus, 6 autocarri leggeri, I auto officina); - 2 sezioni autobotti con 24 autobotti ciascuna; - 3 sezioni autoambulanze con 20 autoambulanze ciascuna; - I nucleo movimento stradale e assistenza automobilistica. Con la citata I a serie di aggiunte e varianti del 25 ottobre 1932, il parco automobilistico di armata, che secondo le "Norme" dello stesso 1932 faceva parte del raggruppamento, viene separato da quest'ultimo e risulta costituito su direzione, magazzino parti di ricambio e gomme, ufficio materie di consumo e laboratorio. Quest'ultimo è suddiviso in 6 sezioni, di cui 3 ordinarie, I speciale, I per trattici, 1 per trattori. Ogni sezione dispone di 3 autocarri officina e 3 carri rimorchio. Benché le Norme del 32 (vds. Documento 4), non facciano cenno ad alcun organo esecutivo dei trasporti in organico alla divisione di fanteria, la citata Istruzione per la mobilitazione del 1931 (specchio n. 47) prevede anche un' aulosezione leggera per divisione di fanteria che è assegnata - evidentemente di volta in volta - alla Grande Unità per le esigenze dei 3 reggimenti di fanteria, e normalmente costituisce un auro drappello per ciascun reggimento di fanteria, con un totale di I O autocarri leggeri, 1 motocarrozzetta e 3 motocicli. Inoltre il Comando divisione di fanteria può disporre di un drappello automobilistico con 4 autocarri leggeri, 1 autofurgoncino per il servizio postale, 3 motocarrozzette (delle quali 2 per il servizio informazioni) e 10 motocicli (dei quali 2 per il servizio informazioni). Queste soluzioni organiche sono ancora ispirate al presupposto che non sempre la divisione di fanteria ha bisogno di automezzi in proprio. In definitiva, a quattordici anni dalla fine della grande guerra l'organizzazione del Servizio trasporti - cioè del Servizio-chiave - non si discosta poi di molto da quella in atto nel 1918 e appare riferita anch'essa esclusivamente a una guerra di logoramento e di massa, in montagna e ai confini nazionali. Per i mezzi di trasporto per via ordinaria - con particolare riguardo agli automezzi - si accentua notevolmente la tendenza all'accentramento: neppure nel caso delle sezioni sanità e sussistenza viene rispettato il principio logistico elementare di dare in organico mezzi che servono a soddisfare esigenze che si pongono con carattere di continuità, e anche autoambulanze e autofrigoriferi sono accentrati al livello di corpo d'armata. Né la regolamentazione del 1932 accenna ai riflessi dell'impiego della nuova Arma aerea sulla continuità e regolarità dei trasporti e particolarmente di quelli ferroviari, che oltre ad essere facilmente interrompimibili non possono subire interruzioni nelle 24 ore - o svolgersi
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solo di notte - senza compromettere in misura irrimediabile il loro rendimento e quindi anche il normale flusso giornaliero di rifornimenti vitali come i viveri e le munizioni. Anche nell'ipotesi di guerra di movimento, comunque, le ferrovie conservano tulla la loro importanza, che è ben messa in luce dal tenente colonnello Chiappi Armellini in un articolo del 1926 sull' autorevole periodico della Scuola di Guerra Alere Flammam .29 Il Chiappi Armellini, rifacendosi tra l'altro alla citata opera del Verri ( I 923) riconosce anch'egli che "le ferrovie potranno trovare nell'Arma aerea un formidabile avversario", ma al tempo stesso ne riconferma l'importanza e l'insostituibilità in qualsiasi ipotesi operativa, respingendo le tesi estremiste sulla "guerra breve" del Pentimalli (La nazione organizzata, 1922) e dei douhetiani, che avrebbero voluto la guerra risolta in poche battute iniziali dal nuovo binomio aereo-gas. A suo giudizio è invece probabile che nella guerra futura, passata la fase iniziale di operazioni dinamiche, chi dei due contendenti si troverà in difficoltà non vorrà e non potrà rinunciare ai vantaggi che la guerra di posizione continua ad offrire anche al più debole. In entrambi i tipi di guerra, comunque, lo strumento ferroviario conserverà inalterato il suo ruolo in fase di mobilitazione e radunata. Anche nel caso di guerra di posizione la sua funi:ione strategica, tattica e logistica rimarrà inalterata rispetto al passato. Infine, nella guerra di movimento le difficoltà saranno maggiori, ma cresceranno anche le esigenze: queste ultime funzioni dovranno essere contenute in limiti più ristrelli, il che non implicherà diminuzione d'importanza dello strumento fom1viario; le offese aeree nemiche renderanno più ardua la missione delle ferrovie ed ognuno vorrà chiedere ad esse quel rendimento massimo, che valga ad avvantaggiarlo rispetto all' avversario. Ogni Stato che voglia valorizzare al massimo tulle le proprie energie per la guerra, dovrà pertanto curare in sommo grado la propria organizzazione ferroviaria militare.
Come già nel 1915, però, il nostro sistema ferroviario non risponde ancora alle esigenze militari, e anche il Cb.iappi Armellini - come il Verri - ritiene necessario e urgente compiere i lavori necessari.
Conclusione
Quale giudizio può essere dato della regolamentazione 1932? Si può solo dire che essa rappresenta un primo e timido tentativo, non sempre riuscilo, di conciliare l'impostazione tipica di una logistica "di montagna" (nazionale, metropolitana, ancor molto legata a soluzioni proprie della guerra di posizione) con le nuove esigenze della guerra di-
29 A. Chiappi Armellini, Organizzazione e impiego delle ferrovie nella guerra delfwuro, "Alere Flammam" n. 6/1926.
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namica. Per questo la ricerca di elasticità e il tentativo di evitare prescrizioni rigide, che pure ne costituiscono il pregio maggiore, hanno dei limiti e un prezzo, che è quello di zone d · indeterminatezza piuttosto frequenti, colmabili solo in parte con le istruzioni particolari alle quali la pubblicazione rimanda e con eccessivo culto dell'accentramento. Scorrendo la pubblicazione, a ogni piè sospinto (pensiamo alla fisionomia logistica della divisione e del reggimento, ai Servizi trasporti e legnami, alla costituzione delle sezioni sanità e sussistenza) si può constatare che la prospettiva è rivolta più al passato che all'avvenire, e rimane sempre quella già riassunta dal tenente colonnello Rosmini nel citato articolo del 1926: La nostra dottrina logistica, affinché sia nei suoi concetti orientata sul terreno più probabile delle nostre operazioni, deve tener conto delle influenze che esso esercita sulla tecnica dei movimenti, sul funz.ionamento dei servizi e sulla costituzione dei reparti. In montagna le distanze si misurano in ore e dislivelli anziché in chilometri, le formazioni di marcia di maggior impiego sono quelle per due o per uno, e perciò le colonne si allungano, i tempi di marcia per spostamenti anche di minori unità sono forti; il movimento di grandi unità. vincolato magari ad una sola comunicazione. è lento cd è difficile da organizzare: si richiede tempo per raccogliere e dislocare potenzialmente le varie unità in relazione al loro impiego. Lo stazionamento nelle regioni di montagna è operazione sempre difficile per la deficenza di abitati, di risorse e di ampi spazi adatti vicini alle comunicazioni, e perciò le truppe devono sistemarsi in profondità ed in ampiezza con inconvenienti relativi all'impiego tattico. Le condizioni climatiche sensibilmente variabili con la stazione e l'altitudine, obbligano a previdenze e provvidenze in materia di vestiario ed equipaggiamento; la costruzione di baracche si rende necessaria appena la sosta si prolunghi, e quindi occorre tutta una organizzazione predisposta per l'apprestamento del materiale, il suo trasporto a piè d'opera cd il montaggio o costruzione delle baracche. Per i servizi il terreno di montagna impone una organizzazione in qualità e quantità di mezzi cd un funzionamento che possano adattarsi alla natura ed al numero delle comunicazioni. L'autocarro pesante cede il passo all'autocarro leggero, questo al carreggio leggero, e questo a sua volta al mulo che è l'unico vero mezzo di trasporto per far vivere e combattere le truppe dovunque la situazione le porti ad operare: donde il problema di crearsi in paese una buona disponibilità di muli incoraggiandone la produzione. Le difficollà dei rifornimenti limitano la quantità di truppe che può operare in un dato sellare; si raggi unge cioè la saturazione logistica prima della saturazione tal· Lica; solo aumentando le possihilità dei movimenti o dei trasporti (strade, teleferiche) si può dar modo di impiegare maggiori truppe. TI problema del decentramento od accentramento dei mezzi e dei servizi acquista un'importanza particolare; esso va risolto in rapporto alle comunicazioni, alla natura dei mezzi, alla compartimentazione del terreno; lo schieramento dei servizi si deve adattare allo schieramento delle truppe. I magazzini di armata si frazionano per avvicinarsi agli sbocchi o penetrare nelle valli, ed avanti ad essi si rendono anche necessari depositi a miglior portala delle Grandi Unità e delle truppe. Un elemento che differenzia fra i vari eserciti il servizio di vellovagliamento è quello della natura dei generi costituenti la razione del soldato; questi devono rispondere alle abitudini ed ai gusti che in materia esistono nella massa della popo-
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!azione ed alla disponibilità dei generi di maggior produzione interna. Pur trascurando il fattore ricchezza nazionale che può consentire un vitto più o meno vario ed abbondante, è certo che il nostro soldato si nutre con generi e con modalità diverse da un soldato inglese, giapponese od anche francese.
Questa impostazione concettuale ha come principale risultato quello di "alleggerire" il livello di divisione di tutti i possibili volani, con particolare riguardo ai trasporti e al commissariato, e di fare del corpo d'armata l'autentico anello logistico di 2° grado, al di sopra cioè dei corpi e reparti. In tal modo, le esigenze della guerra di movimento vengono, in pratica, lette nel senso di diminuire l'autonomia logistica della divisione 1918 a vantaggio del corpo d'armata: soluzione che, per i motivi prima esposti, appare sostanzialmente non rispondente e rende lo strumento antiquato. In definitiva, la dottrina del 1932 appare contradditoria e disattende la sostanza degli insegnamenti del Luizzi. Da una parte essa vorrebbe fonrire criteri validi per qualsivoglia tipo di terreno e di situazione, il che è irrealistico; dall'altra ha come riferimento reale e costantemente operante non solo una guerra di montagna, ma una guerra di montagna ai confini nazionali. Infatti, solo questo tipo di guerra può giustificare la tendenza a un eccessivo accentramento e all"'alleggerirnento", tendenza altrimenti in nessun modo ammissibile.
Ferruccio Bolli
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Tav 9
P.C.M s mod 1921-
c'.Jns,eme
f,9 11
Fig. 4 - Piano caricatore mobile scomponibile ferroviario mod. 1927.
CAPITOLO IV
ASPETTI LOGISTICI DEGLI ORDINAMENTI DI PACE E DELLA MOBILITAZIONE CIVILE E MILITARE NEGLI ANNI VENTI
I. Generalità Gli anni Venti sono costantemente dominati da preoccupazioni di bilancio e dalla necessità di realizzare rigide economie, che se influenzano non molto positivamente la regolamentazione tattica e logistica, condizionano ancor di più gli ordinamenti di pace e l'evoluzione dei singoli Servizi, determinando degli stati di fatto ai quali risulta molto difficile porre rimedio, anche prescindendo dalla rispondenza teorica delle soluzioni individuate. A fronte delle carenze d1 bilancio, permangono le preoccupazioni derivanti dalla poco favorevole prospettiva strategica di una guerra su due fronti (Alpi Occidentali, contro la Francia e Alpi Orientali, contro la Jugoslavia) che richiederebbe un livello di forze molto elevato a fronte di esigue disponibilità di bi lancio. Si tratta di un fondamentale difetto della politica di sicurezza del momento, che non tiene alcun conto della elementare necessità di evitare la prospettiva di una guerra su due fronti e di commisurare la politica estera alle effettive possibilità militari. Questa situazione favorisce in ultima analisi le tendenze più conservatrici e determina uno stato di fatto che ha molte analogie con quello già diagnosticato dalla commissione d'inchiesta per l'esercito nel 1907-191 O (Voi. ll, capitoli [X e X), stato di fatto al quale le riforme militari del nuovo regime non riescono a porre rimedio. Come del resto gli eserciti francese e inglese, l'esercito italiano ritorna alla filosofia ordinativa del 1914-1915, e nonostante le numerose e interessanti proposte degli innovatori militari prevale, come sempre, la filosofia del numero a scapito di quella delle macchine. Tra il "piccolo esercito" e l' esercito di milizia, fu scelta una terza soluzione, che si doveva rivelare la peggiore: quella del ritorno a un voluminoso "esercito di caserma" sottoaddestrato, sottocquipaggiato e soffocato da onerose e mutili strutture parassitarie di suppono territoriale e di comando. Tale soluz10ne fu sancita con l 'ordinamento del 1926, rimasto soslan/.ialmente inalterato fino al secondo conflitto mondiale. Con esso venivano privilegiati: le dimensioni rispcuo alla qualità; la larga intelaiatura rispetto alla prontea,a operativa; le spese per la for/a bilanciata rispetto a quelle per l'addestramento e a quelle per la ricerca. lo sviluppo e l ' approvvigionamento di nuovi mezzi. Veniva inoltre mantenuta I 'orga11iua,oiu111.: di supporto, via via dilatatas i nel corso del confihto: essa as-
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sorbiva una cospicua aliquota di risorse umane e finanziarie, sottraendole alle unità operative, cioè alla preparazione bellica vera e propria.'
Queste scelte, che hanno pesanti incidenze sullo stato dei Servizi in pace e sul loro approntamento per la guerra, sono eloquentemente descritte in una relazione presentata aJ Parlamento il 31 ottobre 1924 dal Ministro delle finanze Belluzzo, il quale ritiene antieconomica e dispersiva l'organizzazione generale dell'esercito, e per quanto specificamente riguarda i Servizi lamenta: a) l'eccessivo numero di Comandi ed Enti territoriali di supporto logistico, inutili o poco produttivi; b) la burocratizzazione delle attività; c) l ' eccessivo numero di militari ricoverati in ospedali militari e in licenza di convalescenza; d) l'eccessivo frazionamento delle unità e degli Enti, che assorbe gran numero di personale per i Servizi di caserma e territoriali. La radicale soluzione indicata dal BeUuzzo è analoga a quella già sostenuta dal colonnelJo Marazzi all'inizio del secolo, nel suo libro l'Esercito nei tempi nuovi: 2 sopprimere ospedali militari, centri di ricerca, opilici, arsenali, ecc. Non solo la produzione, ma anche la manutenzione del maleriak militare dovrebbe ormai essere affidata all'industria civile, perché a causa dell'aumentata sofisticazione degli armamenti, gli stabilimenti militari non potranno mai raggiungere una specialinazione di livello analogo a quella del!' industria privata. Questo orientamento alla semplificazione delle strutture e alla "privatizzazione" dei Servizi militari non è cosa che emerge solo nel 1924 e dopo l'affermazione del nuovo regime, ma risponde a una opinione diffusa nelle sedi istituzionali del dopoguerra, visto che già con D.M. 13 ottobre 1922 il Ministro della guerra Soleri nomina una commissione che deve studiare e proporre i provvedimenti necessari per "attuare particolari provvidenze per rendere più efficaci, più agili e rispondenti ai nuovi bisogni la gestione e il funzionamento dei servizi dell'amministrazione militare in relazione alle mutate esigenze dell'ordinamento dell'esercito e alla brevità delle ferme, allo scopo anche di realizzare tutte le possibilì e<'nnomie 3 [nostra sottolineatura - N.d.a.]. La commissione è presieduta dal senatore Berio e formata da rappresentanti della Corte dei Conti e dei due Ministeri interessali (guerra e tesoro). Ne fanno parte nomi illustri come il generale Vacchelli, il "colonnello dell'aeronautica" (sic) Croceo e il colonnello commissario Yincenzotti (per la sanità, anche il colonnello medico Mauri). Molto indicativi dell'orientamento dell'esercito in quel momento gli specifici quesiti che vengono posti alla commissione: 1 C.
Jcan, La relazione Belluzzo, "Rivista Mililllre" n.6/1978. Per allri panicolari in merito si veda F. Botti. Note sul pemiero militare italiano da fine secolo XIX ali' inizio della prima Ruerra mondiale - Parte l, in "Studi storici-militari 1985", Roma, SME- Uf. Storico 1986. 3 G.M. 1922, pp. 1149-1150. 2
Aspetti logistici degli ordinamenti di pace
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È costituita una commissione con l'incarico di studiare e di proporre le riforme da introdursi nella gestione e nel funzionamento dei vari servizi dell'amministrazione militare in relazione alle mutate esigenze dell'ordinamento dell'Esercito cd alla gravità delle ferme, allo scopo anche di rendere effettivo il conseguimento delle maggiori possibili economie. Più particolarmente la commissione dovrà esaminare e proporre: a) se e quali servizi dell'amministrazione, attualmente gestiti ad economia, convenga passare, totalmente o parzialmente, alla industria privata, con quali modalità e con quali cautele; b) se e quali stabilimenti, laboratori, officine ed altre organizzazioni con carattere tecnico-industriale o tecnico-sperimentale convenga devolvere, in tutto o in parte, all'industria privata, con quali forme e con quali garanzie; e) se e quali organizzazioni o specializzazioni sanitarie convenga, dal duplice punto di vista tecnico-scientifico e finanziario, trasferire nelle corrispondenti organiaazioni civili, suggerendone eventualmente le modalità e le cautele; d) se e quali economie effettive e permanenti sia dato di realizzare nel funzionamento dei vari servizi ed uffici dcll 'amministrazionc militare.
Le proposte della commissione non vengono però tenute in gran conto, e gli orientamenti del 1922 non hanno successo. Nel 1927 il sottosegretario alla guerra generale CavaJlero in un discorso pronunciato alla Camera nella seduta del 19 marzo4 dichiara, al contrario, che la insistenza con cui in vari campi si ritorna, di tanto in tanto a chiedere la sostitu1ione di gestioni private a nostre gestioni ad economia trova appoggio nella presun1ione che in massima lo Stato non sia buon amministratore e che nelle sue gestioni si sovverta la legge economica del minimo mezzo. Ora io penso che questo è un pregiudit.io che bisogna sfatare mentre dal canto loro le amministrazioni dello Stato devono compiere il massimo sforzo per smentirlo coi fatti.
A riprova di queste affermazioni il generale Cavallero cita il caso del casermaggio, per il quale le varie commissioni che negli ultimi anni hanno studiato la convenienza del ritorno alla gestione privata (proposto da molti) si sono tutte pronunciate per il mantenimento della gestione militare cd economica, mentre da accurati calcoli effettuati è emerso che anche il pane prodotto nei panifici militari ha un costo di produzione notevolmente inferiore a quello dell'industria privata, per quanto i predetti panifici - costruiti per una produzione molto vasta - mantengano in pace un livello produttivo ridotto. I numerosi ordinamenti e le riforme che si susseguono dal 19 I 9 in poi non si discostano mai, in definitiva, da talune costanti che mantengono inalterati i caratteri fondamentali dell'organizzazione, e quindi anche della sua componente logistico-amministrativa.
4
U. Cavallero, l'Esercito del ' Ila/ia rinniwata, "Esercito e Na,,ione" n. 4/1927.
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2. Fisionomia IORistica degli ordinamenti del/' esercito5
Dal punto di vista giuridico e logistico-amministrativo la guerra finisce, per l'esercito, solo con il R.D. n. 210 e n. 211 del 24 febbraio 1921, con i quali cessa lo stato di guerra nella Venezia Giulia: "la mobilitazione generale del R. Esercito e della R . Marina e la requisizione quadrupedi e veicoli s'intendono cessate, per ogni effetto, col giorno 15 marzo 1921 ". 6
Ordinamento Albricci (1919) Il primo ordinamento del dopoguerra è quello di cui al R.D. 2143, del 21 novembre 1919, "relativo all'ordinamento provvisorio del R. esercito" (ordinamento Albricci),7 il quale si ispira a criteri di stretta economia, perseguiti con la riduzione delle unità a cavallo che, dato il maggior costo intrinseco, avrebbero più fortemente gravato sul bilancio, con la trasformazione dei servi;,i a traino animale mediante la tranone meccanica. più economica specie in tempo di pace. con la soppressione di ogni reparto e servizio non assolutamente necessario alla funzione dell'esercito.
Rispetto ali' ordinamento anteguerra (191 O) si passa da 12 corpi d'armata territoriali a 15, da 25 divisioni a 30 e da 3 divisioni cavalleria a 2. I corpi dei Servizi sono: - corpo automobilistico; - corpo del treno; - corpo sanitario militare; - corpo di commissariato militare; - corpo di amministrazione; - corpo veterinario. La riforma più incisiva (che in certo senso è anche un ritorno a soluzioni del secolo XIX) riguarda i trasporti per via ordinaria, distaccati per la prima volta nel XX secolo dall'artiglieria e dal genio con la costituzione di due nuovi corpi autonomi (automobilistico e del treno). Inquadralo da 221 ufficiali di cui un colonnello, il nuovo corpo automobilistico "provvede ai servizi automobilistici di carattere generale,
5 Cfr. anche, in merito. SME-Uf. Storico, L'Esercito italiano tra la prima e la Aeconda guerra mondiale (novembre /9/8-giugno 1940), Roma 1954, pp. 24-82, e V. Gallinari, L'Esercito italiano nel primo dopoguerra (19/8-1920). Roma, SME - Uf. Storico 1980. Sui caratteri degli ordinamenti e della mobilitazione e reclutamento Cfr. il pregevole V. ilari, Storia del Servizio militare in ltalia - Voi. IJT 1919-1943, Roma, Ed. Rivista Militare 1990. fi G.M. 1921. p. 195. 1 G.M. 1919, pp. 862-887.
Aspelli logistici degli ordinamenti di pace
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esclusi quelli inerenti al servizio particolare delle varie Anni e corpi". Esso è costituito da una direzione centrale, che gestisce i rifornimenti e le riparazioni, e da 15 centri automobilistici (uno per corpo d'annata). Il corpo del treno raggruppa insieme le ex-compagnie treno di artiglieria e del genio, ha competenza sui servi7.i di traino animale di carattere generale "esclusi quelli inerenti al servizio particolare delle varie Armi e corpi" ed è costituito da 15 gruppi treno, inquadrati da 45 ufficiali di cavalleria, artiglieria e genio distaccati dati' Arma di appartenenza (criterio che verrà seguito - per le formazioni dei trasporti in genere - anche dai successivi ordinamenti del periodo, che non prevedono ruoli a parte per le unità trasporli). La tendenza generale è verso un aumento dei mezzi di fuoco, del tasso di motorizzazione e delle truppe tecniche. Per l'artiglieria sono previsti un reggimento pesante campale a traino meccanico per ciascun corpo d'armata e, per la prima volta, un reggimento autoportato (cioè con pezzi, personale e munizioni caricati su automezzi); i reggimenti da campagna rimangono a traino animale. Rispetto all'anteguerra, il genio aumenta le specialità (costituzione di un reggimento radiotelegrafisti), aumenta anche il numero dei battaglioni zappatori e telegrafisti e trasforma il battaglione specialisti in reggimento. li corpo d'armata acquista una più completa e uniforme fisionomia operativa, logistica e di comando che facilita la mobilitaL.ionc e il passaggio al piede di guerra (un Comando e una direzione sia di artiglieria che del genio; direzioni di sanità e commissariato; un centro automobilistico e un gruppo treno; un battaglione genio zappatori e un battaglione genio telegrafisti; compagnia di sanità e compagnia di sussistenza).
Ordinamento Bonomi (1920)
Con il R.D. 20 aprile 1920, n. 248R viene attuato un nuovo ordinamento "provvisorio" (ordinamento Bonomi), i cui caratteri fondamentali sono: a) il dichiarato ritorno a11 'antiguerra (art. I: "nel passaggio daJlo stato di guerra allo stato di pace il R. Esercito ritorna aU 'ordinamento del periodo anteriore alla guerra, con tutte quelle riduzioni e modificazioni che sono stabilite nei corpi e negli articoli seguenti"); b) la tendenza a ulteriori economie, e quindi a ulteriori riduzioni e contrazioni, che interessano Comandi, Grandi Unità, e Armi tecniche e Servizi, con particolare riguardo alle costose Armi a cavallo (cavalleria e artiglieria a cavallo); e) il potenziamento de11 'attitudinc delle divisioni ad agire in montagna, con la costituzione di un gruppo di artiglieria someggiato per ciascuna Grande Unità di fanteria e di divisioni alpine su 3 reggimenti alpini.
H G.M.
1920, pp. 311-341.
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l corpi d'armata sono ridoni da 15 a 1O, e si adolla anche a questo livello Ja formazione ternaria, prevedendone la costituzione in caso di guerra su 3 divisioni. Le divisioni sono 27 (più 3 divisioni alpine). Viene mantenuta la tendenza a dotare i corpi d'annata, anche in tempo di pace di tutti gli organi (Comandi, reparti alle dirette dipendenze e Servizi) necessari in caso di mobilitazione. Ma poiché essi diventano I O, sono ridotti allo stesso numero anche i Comandi di artiglieria e del genio, le direzioni dei Servizi, le compagnie sanità (di quelle di sussistenza non viene precisato il numero) e infine le unità del genio (riduzione dei battaglioni zappatori e telegrafisti da 15 a 10, e anche dei battaglioni nel reggimento pontieri-lagunari e ferrovieri). Sempre per ragioni di economia, si tende a contrarre i Quadri dei Servizi (fatta eccezione per il ruolo tecnico di artiglieria) e a diminuire il numero di distretti, depositi e stabilimenti militari. Il corpo automobilistico è mantenuto (sia pure con i gruppi ridotti da 15 a 10 e gli ufficiali da 221 a 189), mentre il corpo del treno è sciolto e si ritorna a soluzioni analoghe all'anteguerra, con IO gruppi treno che fanno parte di altrettanti reggimenti da campagna. Il tasso di motorizzazione dell'artiglieria viene comunque mantenuto e anzi migliorato, con 14 reggimenti pesanti campali e 1 autoportato a fronte di 27 (e non più 30) da campagna a traino animale.
Ordinamentu Diaz (1923) Il R.D. n. 2 del 7 gennaio 1923, "relativo all'ordinamento del R. Esercito",9 è il primo del dopoguerra a non essere ispirato da mere logiche di economia e di riduzione, non contiene nel titolo l'aggettivo limitativo "provvisorio", ed è anche il primo che non è studiato e diramato a cura del Ministero ma dello Stato Maggiore R. Esercito (ufficio ordinamento e mobilitazione). I criteri di base che lo informano hanno caratLc1e prevalentemente strategico cd operativo, e intendono tenere conto soprattutto degli inconvenienti della mobilitazione del 1915. Essi quindi sono diversi, e anzi sotto molti aspetti opposti, rispetto a quelli tipici degli ordinamenti provvisori Albricci e Bonomi: non si tratta più di ridurre per quanto possibile, ma, al contrario, di ampliare la base organica e aumentare il numero dei Quadri, dando priorità alle esigenze della rapida mobilitazione e del pronto impiego in guerra di tutto l'esercito. Fin dal tempo di pace ogni corpo d'armata territoriale è costituito con gli elementi indispensabili per mobilitare rapidamente, all'occorrenza, le unità destinate a farne parte, e dispone nel suo stesso territorio di tutte le risorse (uomini, mezzi e materiali) che gli occorrono per la mobi-
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G.M. 1923, pp. 53-81.
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litazione. Inoltre una opportuna ripartizione territoriale tra gli stessi corpi d'armata permette automaticamente di aver concentrata a portata delle zone di più probabile impiego la maggior parte dell'Esercito, provvedendo cosl a una conveniente copertura, e consente in pari tempo a tullo il resto della penisola di fare fronte. con le forze sul posto, anche ad attacchi che provenissero dalle vie del mare e dell'aria, come è doveroso ammettere date le condizioni particolari del nostro paese.
L'intelaiatura dell'esercito di pace deve essere stabilita in rapporto all'unità da costituire in guerra, e consentire una rapida e ordinata mobililai:iune di lutle le forze. 11 problema delle macchine e dei nuovi ritrovati tecnici non è trascurato, ma è visto - in teoria e ancor più in pratica - in subordine rispetto all'elemento uomo: date le contingenze attuali, l'ordinamento proposto, pur facendo un considerevole fondamento sull'elemento uomo, tiene il massimo e realistico conto del valore dei mezzi meccanici e della loro pratica applica,ionc, quale è oggi e quale potrà presumibilmente essere nel nostro Paese in un non lontano avvenire. Le altre potenze militari. facilitate dalle loro condi7ioni particolari, hanno già adottato su considerevole scala mezzi meccanici, ma mantengono altre,ì una larga organizzazione di uomini. È necessario che per ora noi, già inferiori ad esse nella provvista e nell'apprestamento dei mezzi meccanici. non estendiamo la nostra inferiorità anche nella utilizzazione dell'elemento uomo, che costituisce una nostra indiscutibile risorsa. È perciò indispensabile che noi lo curiamo in modo particolare e lo sfruttiamo al massimo grado possibile, adottando in pari tempo le meccaniche di guerra nella giusta propor.1ione che oggi ci è consentita e promuovendo gli studi per preparare alacremente quella produzione di mezzi meccanici che ci permetterà in seguito di nuenere un sicuro e vantaggioso risparmio di uomini.
I corpi d'annata rimangono IO, le divisioni territoriali sono 30, e 10 sono quindi i Comandi e le direzioni di artiglieria e genio, le direzioni di sanità e commissariato, le compagnie di sanità e sussistenza, i raggruppamenti genio (di nuova isliluziunc). In particolare, sono previsti: Per l'arma di artiglieria: - l'adozione di unità leggere (someggiate) e di obici nell'artiglieria da campagna per assicurare un più efficace appoggio alla fanteria in relazione alle caratteristiche del nostro terreno; - l'adozione in larga misura del traino meccanico delle artiglierie (certamente destinato ad un ulteriore sviluppo col progresso della tecnica) che assicura tra I'altro il tempestivo intervento delle artiglierie di medio e grosso calibro, sul campo di ballaglia e che rende quest'arma assai meno vulnerabile di fronte al possibile largo impiego di gas venefici. Per l'arma del genio: la riunione in raggruppamenti di Corpo d'armala, alla dipendenza dei Comandi di tali grandi unità, di quelle specialità di genio (zappatori, minatori, telegrafisti) che più specialmente saranno loro assegnate in guerra, raggiungendo il tal modo, oltre al vantaggio di aumentare la capacità professionale degli ufficiali, anche quello di affiatare maggiormente tale arma, della quale la guerra ha confermato l'importanza. con le altre armi, togliendola da quel dannoso isolamento in cui era tenuta an-
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teguerra. D'altra parte con opportuni provvedimenti si assicura l'unità l'indirizzo delle varie specialità e possibilità di seguire i perfezionamenti tecnici e scientifici; - la creazione di un reggimento radiotelegrafisti, che risponde all'ampio sviluppo assunto dalla radiotelegrafia sul campo di battaglia ed anche alle varie necessità del tempo di pace. Per i servizi: - la costituzione dei raggruppamenti trasponi di Corpo d'armata (comprendenti le specialità del treno e degli automobilisti) che pcrmeue tra l'altro il più redditizio ed economico impiego dei vari mezzi di trasporto; - la creazione d'un servizio chimico-militare, atto ad assumere lo sviluppo che le circoslan,:e consiglieranno; - il mantenimento di quei soli stabilimenti militari che è consigliato da ragioni di prudenza ne, riguardi della mobilita,ione, intendendo di ricorrere nella massima misura l'attività civile e di promuoverla adeguatamente ove occorra.
Tutte le Armi e Servizi aumentano considerevolmente l'organico degli ufficiali. Nonostante i postulati favorevoli alla motorizzazione, il reggimento artiglieria autoportato viene trasformato in reggimento a cavallo. Per il genio, i raggruppamenti di corpo d'armata sono formati da un Comando, l battaglione i;appatori-muratori, I battaglione telegrafisti e un deposito. Di conseguenza la forza delle unità dcll'Arrnu alle dirette dipendenze del corpo d'armata al di là del diverso ordinamento di quest'ultime non subisce molti mutamenti, mentre il reggimento ferrovieri oltre ai due battaglioni previsti nel 1920 comprende anche un gruppo d'esercizio. L'innovazione di maggior rilievo consiste, pertanto, nella costituzione del nuovo Servizio trasporti, che si aggiunge agli altri corpi (di sanità, di commissariato, di amministrazione e veterinario), riunisce insieme (per la prima volta in pace) il treno e i trasporti automobilistici e comprende: - IO raggruppamenti trasporti (uno per corpo d'armata, ciascuno su 1 comando, I deposito, l gruppo automobilistico e 1 gruppo treno); - l officina di costruzioni automobilistiche. L'ordinamento Diaz presuppone una cospicua base finanziaria che poi, come sempre, non risulta possibile assicurare; troppo ampia anche la base organica, che va a detrimento, nonostante gli ambiziosi presupposti, della rapidità della mobilitazione e di un minimo di prontezza operativa da assicurare in ogni occasione. Il relatore dello stato di previsione del Ministero della guerra per il 1924- I925, onorevole Belluzzo, nell'ottobre 1924 avvertiva che: l'ordinamento Diaz, al quale si riferiva il bilancio in discussione, era apparso legato troppo fortemente alle idee e ai criteri anteguerra e debolmente agi 'insegnamenti della guerra passata, alle nuove condizioni del! 'Italia. la quale, malgrado le ingenti spese sostenute, era praticamente disarmala e aveva l'esercito talmente disorganizzato, che in caso di bisogno era dubbio se potesse affidare la propria difesa a qualche divisione.
Per rimediare a questo stato di cose il successore di Diaz generale Di Giorgio (Ministro della guerra dal 30 aprile I924 al 4 aprile 1925)
Aspetti logistici degli ordinamenti di pace
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prepara un nuovo progetto che contiene anche per i Servizi interessanti innovazioni, 10 e in sostanza intende dimensionare Jo strumento in relazione alle effettive disponibilità finanziarie, e deJ trinomio Quadri-uomini-macchine intende privilegiare i Quadri e soprattutto le macchine, prevedendo per la parte logistica: a) la costituzione di un ruolo tecnico a parte, distaccato da!J 'artiglieria; b) il mantenimento del traino animale solo per le artiglierie someggiate e da montagna, e l'adozione del traino meccanico per tutte le rimanenti artiglierie, comprese, quindi, quelle da can1pagna. li disegno di legge relativo a tale ordinamento non viene approvalo, principalmente perché il Consiglio del) 'Esercito ritiene che non consenta di approntare rapidamente, in caso di guerra, il numero di Grandi Unità che l'ordinamento stesso prevede.
Ordinamento Mussolini (1926)11 Dal punto di vista logistico la legge I I marzo I 926, n. 396 (Ordinamento Mussolini) rispetto all'ordinamento 1923 non contiene novità di grosso rilievo, se si eccettua, ancora una volta, l'ordinamento dei trasporti. Scompare il Servizio trasporti militari comprendente trasporti a motore e a traino animale e si torna ai criteri deJl'ordinamento Bonomi, con l'istituzione di un Servizio automobilistico militare che comprende solo il traino meccanico e si art.i cola su: a) 12 centri automobilistici (ciascuno su 1 Comando, un deposito, un gruppo o una compagnia automobilistica); b) un ispettorato tecnico automobilistico; c) un'officina automobilistica. Con questo ordinamento dei trasporti si accentua l'importanza del traino meccanico e viene definitivamente abolito dopo circa un secolo - limitatamente al tempo di pace - il treno militare con corpo a sé stante. L'intelaiatura fondamentale è costituita da quattro Comandi designati d'armata, IO corpi d'armata territoriali con 29 divisioni territoriali su base ternaria (3 reggimenti fanteria e L d'artiglieria), un Comando militare della Sicilia (considerato equivalente a un Comando di corpo d'armata) e un Comando militare della Sardegna (equivalente a un Comando di divisione).
IO L 'ordinamento Di Giorgio sembra ispirato a concetti di base analoghi a quelli - prima citati e perdenti - del Belluzzo. Sullo spirito di rinnovamento e di apertura a un concetto più esteso di preparazione che lo pervade, Cfr. Senex. Aspettando l'ordinamento Di Giorgio, "Critica Fascista" n. 10/1924. 11 Sotto la data dell' 11 marzo 1926 sono promulgale 7 nuove leggi militari, le quali nel complesso prendono il nome di Statuto del 'Esercito e sono riunite in un apposito volumetto (MG, Le nuove leggi militari, Roma, Provv. Geo. dello Stato 1926).
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L'organizzazione operativa e logistica dell'artiglieria e del genio e quella dei Servizi si uniforma a questa i_ntelaiatura di base. Per I' artiglieria, poiché risultano necessari 30 reggimenti di artiglieria da campagna a traino animale ( e non più i 27 dell'ordinamento Diaz) e 11 reggimenti pesanti campali a traino meccanico (nell'ordinamento Diaz erano 14), il tasso di motorizzazione risulta peggiorato, anche perché viene mantenuto il reggimento a cavallo. Le unità genio aumentano ancora: 11 reggimenti (e non più 10 raggruppamenti) di corpi d'armata, 2 (e non più 1) reggimenti radiotelegrafisti, oltre ai gruppo aerostieri di nuova costituzione. Nulla di nuovo per i corpi dei Servizi, se non il loro dimensionamento tenendo conto degli 11 corpi d'armata: corpo sanitario militare (che ha 12 compagnie di sanità, una anche per la Sardegna), corpi di commissariato, di amministrazione, veterinario. Dal punto di vista numerico, rispetto all'ordinamento Diaz aumentano sia pur di poco gli ufficiali in servizio permanente di artiglieria (con particolare riguardo al Servizio tecnico, che passa da 88 a 119 ufficiali) e del genio (da 922 a 1050), ma tendono a diminuire quelli dei Servizi. Il corpo sanitario militare passa da 956 a 864 ufficiali medici e da 131 a 117 ufficiali chimici farmacisti, gli ufficiali di commissariato e sussistenza da 414 a 4 I 3, gli ufficiali di amministrazione subiscono la riduzione più forte passando da 1124 a 939, gli ufficiali del Servizio automobilistico (che appartengono, come, sempre, alle varie Armi e sono compresi nelle rispettive tabelle organiche) passano da 270 a 213, con ciò dimostrando che, nel contesto generale, la motorizzazione di fatto non progredisce. Non mancano talune innovazioni di interesse logistico: a) l'istituzione di un centro chimico militare per la guerra chimica già prevista ma non ancora attuata nell'ordinamento Diaz, diretto da un generale di brigata, su una direzione e un gruppo chimico al quale sono assegnati ufficiali delle varie Armi e corpi compresi nelle rispettive tabelle organiche; b) l ' istituzione di Ispettorati di mobilitazione presso ciascun Comando di divisione territoriale. Composizione e compiti dei predetti Ispettorati sono regolamentati nello stesso 1926. 12 Sono retti da un generale di brigata Ispettore alle dirette dipendenze del comandante di divisione, che riceve direttive da questi per i centri di mobilitazione che ne dipendono, e direttamente dal comandante di corpo d'armata per gli altri centri dislocati nel territorio della divisione. I predetti Ispettori in tempo di pace svolgono attività ispettiva sui distretti e centri di mobilitazione delle truppe e Servizi per accertarsi della completa ed esatta attuazione degli ordini emanati in merito dalle autorità centrali,
12 R.D. 14 ottobre 1926. Cfr. MG, Ispettorati di mobilitazione (ordinamento e funzionamento), Roma, Provv. Gen. dello Stato 1928.
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ivi comprese le predisposizioni per la precettazione dei quadrupedi, veicoli, automezzi e si assicurano, altresl, che gli enti predetti mantengano nel numero, nell'ordine e nello stato di conservazione stabiliti, i materiali di mobilitazione, tenendoli ben distinti da quelli di ordinario impiego e consumo. Debbono, inoltre, accertarsi che i dati forniti dai centri di mobilitazione alle superiori autorità, per quanto riguarda il personale e le dotazioni corrispondano alla reale situazione e consistenza ...
Ancor più importanti - se si ricordano gli inconvenienti logistici della mobilitazione del 1915 (Voi. TI, capitolo XVll)-i compiti dei generali Ispettori in caso di mobilitazione, quando assumono la funzione di direttori delle operazioni di mobilitazione, e come tali debbono vigilare ad atlivare le conseguenti operazioni dei corpi, reparti e servizi stan1:iati nel territorio, delle rispettive divisioni, volgendo particolare attenzione alla formazione dei servizi, organizzazione dei trasporti e funzionamento delle operazioni di requisitorie. Provvedono, altresl a vigilare l'esecuzione degli ordini di movimento, partenza e transito delle truppe, nonché la formazione di reparti ausiliari e presidiari, provocando, se del caso le disposizioni necessarie dalle autorità competenti.
Pare evidente, in queste disposizioni, il peso delle specifiche esperienze della guerra e l'intento di evitare il ripetersi dei negativi riflessi derivanti dal mancato coordinamento di talune operazioni di mobilitazione. Se viene messo in relazione, com'è necessario, con la situazione politico-militare ed economica del tempo, l'ordinamento 1926 non è privo di equilibrio e di pregi e rappresenta almeno per il momento un sano compromesso - anche se non troppo ardito - tra varie esigenze, lasciando la porta aperta per ulteriori evoluzioni qualitative (logistica più macchine). Al contrario, negli stessi anni Venti e fino al 1940 l'evoluzione avviene sempre più in senso meramente quantitativo, senza accompagnare l'ampliamento della base organica e l'aumento dei Comandi con l'introduzione di nuovi materiali, l'incremento della motorizzazione e/o il potenziamento delle strutture logistico-amministrative. Con il R.D. 5 agosto 1927, n. 1539 che costituisce il corpo d'armata di Udine, 13 il numero dei corpi d'annata territoriali passa ad 11, con il conseguente aumento delle unità di artiglieria. del genio, dei Servizi e dei relativi Comandi e direzioni. In particolare le direzioni di sanità e commissariato passano da 11 a 12 le compagnie di sanità da 12 a 13, le compagnie di sussistenza da 11 a 13, i centri automobilistici da 12 a 13. Ciononostante gli ufficiali dei Servizi diminuiscono: con R.D. - legge 23 aprile 1931, gli ufficiali medici passano da 864 a 835, gli ufficiali commissari da 261 a 246 (quelli di sussistenza rimangono invariati: 152), gli ufficiali di amministrazione da 939 a 91 l e gli ufficiali veterinari da 179 a 171. È inoltre abrogata la facoltà concessa nel J926 al Ministro della guerra, relativa all'aumento di 6 tenenti colonnelli e 9 maggiori di sussistenza e al loro collocamento fuori quadro. 14 13 14
G.M. 1927, pp. 1833-1834. G.M. 1931. pp. 1163-1166.
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Gli unici provvedimenti in controtendenza, che potrebbero aprire la strada a ulteriori sviluppi verso l'ammodernamento, sono (legge n. 462 - 17 aprile 1930) 15 la costituzione di due divisioni celeri, l'aumento delle artiglierie pesanti campali (da 11 a 12 reggimenti) e pesanti (da 5 a 11 reggimenti) e la costituzione di un reggimento leggero e di 5 reggimenti controacrci autocampaJi. Le divisioni celeri sono nuove Grandi Unità operative nel senso attuale del termine, svincolate da oneri territoriali e con arti1::lierie e propri Servizi motorizzati già costituiti (sia pure in formazioni di pace). Secondo la citata Istruzione per la mobilitazione del R. Esercito -Tomo I- 1931: a) la sezione di sanità per divisione celere, composta da 7 ufficiali (5 ufficiali medici, un ufficiale chimico-farmacista, uno d'amministrazione), 4 sottufficiali e 98 militari di truppa, ha un drappello automobilistico con 12 autocarri leggeri. Non ha pertanto in organico autoambulanze, che riceve anch'essa di volta in volta dal corpo d'armata; b) la sezione sussistenza per divisione celere (3 ufficiali, 3 sottufficiali, 31 truppa) ha in organico 3 autocarri leggeri e 2 autofrigoriferi. Gli automeu.i delle predette sezioni sono inquadrati in un 'autosezione che dipende da un Comando di autoreparto le1::1::ero per divisione celere. Dipendono inoltre da quest'ultimo per la parte tecnico-automobilistica, i rifornimenti e le riparazioni: a) 2 pattuglie di assistenza automobilistica stradale e I carro soccorso; b) 7 autocarri leggeri del plotone telegrafisti autocarreggiato della divisione; e) 2 autocarri leggeri della sezione fototelegrafisti autocarreggiata; e) 5 autocarri leggeri della Sezione radiotelegrafisti autocarreggiata. Questi provvedimenti parziali e limitati non mutano le linee di tendenza molto tradizionali seguite nel campo dei Servizi (che, come già nel secolo XIX, sono contratti aJ massimo in tempo di pace) e i soliti criteri d'impiego del mezzo automobilistico, basati "per economia" su un accentuato e aprioristico accentramento.
3. Evoluzione del vertice logistico-amministrativo Ministero della guerra È soggetto fino al 1926 a molteplici rimaneggiamenti, decisi in un'ottica non sempre ben chiara nella quale si assommano ragioni di economia a quelle funzionali. Il primo ordinamento del dopoguerra è quello del 1919 (D.M. del 22 marzo), che abroga l'analogo decreto ministeriale del 18 marzo 191 1. 16 Il nuovo assetto del Ministero non presenta varianti di rilievo rispetto alla fisionomia assunta verso la fine della guerIS
G.M. 1930, pp. 984-987. 1919, pp. 191-214.
16 G.M.
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ra dopo la soppressione del Ministero per le armi e munizioni. Per quanto riguarda i Servizi le direzioni generali sono: di artiglieria, del genio, di sanità militare, dei servizi logistici e amministrativi, revisione dei conti. Vi sono inoltre un Ispettorato ippico (retto da un generale d'Arma a cavallo) e un ufficio automobilistico. Specifiche attribuzioni logistiche hanno anche talune divisioni e uffici del segretario generale (ufficio d ' ispezione veterinaria; divisioni ragioneria I e II; ufficio guerra; ufficio speciale ragioneria armi e munizioni). La direzione generale di artiglieria (e non l'ufficio automobilistico) è competente anche per la trazione meccanica delle artiglierie e i relativi mezzi. Molto pesante e con branche poco omogenee la direzione generale servizi logistici e amministrativi, che si articola in: ufficio del direttore generale; ufficio mobilitazione; divisione I assegni fissi e indennità eventuali; divisione JI amministrazione dei corpi; divisione lll indennità per il tempo di guerra e per le truppe nelle colonie e all 'estero; divisione IV sussistenze; divisione V vestiario ed equipaggiamento; divisione VI casermaggio, combustibili e alloggiamento; divisione VII trasporti (ferroviari, marittimi e tluviali) e servizio postale e telegrafico; divisione VIII colonie; ufficio ispezione. Dal Ministero dipendono direttamente numerose commissioni e uffici centrali, che per quanto di interesse logistico sono: a) ufficio del delegato del Ministero della guerra presso le Associazioni di soccon,o (dipende dalla direzione generale di sanità militare); b) ufficio del delegato del Ministero della guerra presso l'istituto nazionale delle assicurazioni (dipende dalla direzione generale del genio); c) commissione centrale indumenti militari (alle dirette dipendenze del sottosegretario di Stato alla guerra); d) commissione centrale mista incette (dipende dalla direzione generale servizi logistici e amministrativi); e) commissione per l'esame delle controversie sorte in dipendenza dello stato di guerra con assuntori di provviste e lavorazioni militari (dipende dalla direzione generale servizi logistici e amministrativi); f) ufficio stralcio pellami e calzature (dipende dalla direzione generale servizi logistici e amministrativi); g) ufficio stralcio legnami (dipende dalla direzione generale del genio); h) commissione per l'esame delle vertenze derivanti dallo stato di guerra (dipende dalla direzione generale deJ genio). Molte commissioni sono dunque costituite per liquidare le pendenL.e logistico-amministrative derivanti dallo stato di guerra. A tal proposito, con D.M. dcli' 11 agosto 1920 i I Ministro del tesoro istituisce un comitato liquidatore delle gestioni di guerra. del quale fanno parte anche rappresentanti dei Ministeri militari,17 e con D.M. 12 agosto 1920 il Ministro della guerra istituisce a sua volta un Ispettorato centrale
11
G.M. 1920, pp. 778-781.
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per le alienazioni dei materiali residuati dalla guerra, che rappresenta l'Amministrazione militare nelle operazioni di alienazione e ha l'incarico di "coadiuvare il comitato liquidatore delle gestioni di guerra e i suoi organi nell'azione che svolgono per la alienazione dei predetti materiali provvedendo alla parte disciplinare degli organi militari, nonché facilitando le relazioni fra questi e il comitato e sorvegliando e spronando le loro azioni".IR Profonde modifiche alla struttura interna del Ministero sono apportate con il D.M. 17 gennaio 1924, 19 che pertanto va visto come il primo che supera l'assetto ereditato dalla guerra. Rispetto al 1919, sono aboliti l'Ispettorato ippico (riunito alla parte veterinaria in un Servizio ippico e veterinario autonomo) e l'ufficio automobilistico. Tutto ciò che concerne l'automobilismo diventa di competenza di un'unica direzione generale che riunisce, come prima della guerra, le branche artiglieria, genio e automobilismo. La direzione generale dei servizi logistici e amministrativi, invece, si scinde in due parti (direzione generale dei servizi logistici; direzione generale dei servizi amministrativi). E poiché a partire dal 1923 la revisione della contabilità è decentrata al livello di corpo d'armata, la direzione generale revisione dei conti è soppressa. Riassumendo, nel 1924 il Ministero per quanto di interesse logistico si articola su: a) Servizio ippico e veterinario; b) direzione generale artiglieria, genio e automobilismo; c) direzione generale servizi logistici; d) direzione generale servizi amministrativi; e) direzione centrale di sanità militare; t) uffici stralcio non dipendenti da direzioni generali, che dovranno essere soppressi entro il 31 dicembre 1924 (gestione aeronautica; revisione dei conti; ispettore alienazione materiali residuati di guerra). Nel 1925 è di nuovo costituita la direzione generale del genio militare autonoma. 20 Per la parte logistica, la legge 11 marzo 1926, n. 400 "Nuovo ordinamento dell'Amministrazione centrale della guerra e dei personali civili dipendenti"21 non contiene novità di rilievo, e l'articolazione degli organi logistici del Ministero rimane la seguente: direzioni generali artiglieria e automobilismo; del genio; servizi logistici; servizi amministrativi; direzione centrale di sanità militare; direzione del centro chimico militare (di nuova istituzione); servizio ippico e veterinario. Nello stesso anno 1926 con D.M. del 26 novembre22 la direzione generale dei Servizi amministrativi si trasforma in Ispettorato generale am-
18 lvi, pp. 781-782. 19 G.M. 1924, pp. 235-270.
20 21 22
D.M. 14 agosto 1925 (G.M. 1925. pp. 1612-1614). G.U. 15 marzo 1926, n. 61. G.M. 1926, pp. 2412-2417.
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ministrativo, che oltre all'attività ispettiva - ordinaria e straordinaria ha importanti attribuzioni: determinazione degli stipendi, paghe e assegni fissi, compilazione e applicazione dei regolamenti amministrativi, revisione di talune contabilità speciali. E in seguito al decentramento amministrativo al livello di corpo d'armata l'Ispettorato, tramite un ufficio centrale dei servizi contabili presso i comandi di corpo d'armata (di nuova istituzione e distaccato presso la ragioneria centrale del Ministero) controlla, coordina e riassume il lavoro degli uffici di contabilità e revisione degli stessi corpi d'armata. All'ufficio centrale dei servizi contabili competono anche gli accordi con la direzione generale ufficiali per la destinazione degli ufficiali d'amministrazione, "allo scopo di meglio assicurare il funzionamento dei servizi contabili". L'ordinamento 1926 del Ministero prevede, senza dubbio, una migliore ripartizione di funzioni e responsabilità e per questo può essere considerato quello definitivo, rimanendo stabile fino agli anni Trenta. In esso i militari ricoprono 5 su 7 posti di direttore generale (riservati al grado di generale) e 12 su 29 posti di capo sezione (riservati a colonnelli e eccezionalmente a tenenti colonnelli). Oltre a ufficiali di grado inferiore delle varie Armi e corpi, alla branca più propriamente logistica sono addetti solo 2 generali di brigata provenienti dalle Armi (servizio ippico e veterinario e centro chimico) e 4 colonnelJi dei Servizi (veterinario, chimico farmacista, medico e di amministrazione). 23
Stato Maggiore Generale e Stato Maggiore dell'Esercito 24 In relazione al perdurare dello stato di guerra l'Intendenza generale viene sciolta solo I' 11 marzo 1920. 25 Anche il vertice dell'esercito è soggetto, fino al 1927, a molteplici mutamenti che però non ne alterano nelle linee fondamentali - anche rispello all'anteguerra - le attribuzioni del tempo di pace relative alla logistica, che sono generiche, riferite cioè a tutte le branche e non solo a que Ile che interessano i Servizi. Compete, in particolare, all'Ispettore generale dell'Esercito (e/o al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito), oltre all'attività ispettiva, la direzione degli studi per l'organizzazione difensiva dello Stato e la preparazione delle truppe e dei Servizi alla guerra. A tale fine emana direttive e cura la compilazione della pianificazione e dei documenti relativi alla formazione di guerra dell'Esercito, alla mobilitazione eradunata e all'impianto e funzionamento dei Servizi. Nell'ambito dello Stato Maggiore, dal novembre 191926 le attribuzioni logistiche fanno capo al reparto ordinamento e servizi (ordinamento
R.D. 23 febbraio 1928, n. 327 (G.M. 443-448). Cfr. anche, in merito, gli schemi grafici in AUSSME, Rcp. L/3, Racc. 300/6. 2~ G.M. 1920, p. 197. 26 G.M. 1919, pp. 236-237. 23 24
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e mobilitazione dal dicembre 1920), che si articola su ufficio ordinamento e mobilitazione, ufficio reclutamento e avanzamento, ufficio servizi e ufficio trasporti. Ncll 'ordinamento di cui al D.M. 17 gennaio I 924 lo Stato Maggiore (che nel gennaio 1923 aveva assunto la denominazione di Stato Maggiore Centrale) mantiene invariata la denominazione e composizione del reparto ordinamento e mobilitazione. Le attribuzioni di tale reparto e dei suoi uffici sono così definite: Reparto ordinamento e mobilitazione Ufficio ordinamento e mobilitazione (4 Sezioni) Studi e disposizioni esecutive riguardanti: ordinamento delle forze militari terrestri; circoscrizione militare e stann <lei corpi. Questioni generali attinenti al bilancio - studi e disposizioni esecutive riguardanti: mobilitazione dcll 'esercito, costituzione delle grandi unità di guerra e dei loro elemenli. Documenti di mobilitazione. Corpi annali e corpi ausiliari. Dotazioni complessive dei materiali d'armamento e delle munizioni e loro ripartizione. Forza alle armi e in congedo, richiami. Ufficio reclutamento e avan1:amtmto (3 Sezioni) Studi di mass ima rifleuenti il reclutamento dell'esercito, l'avanzamento nei gradi di truppa, l'avanzamento e lo stato dei M>llufficiali. Studi e disposizioni di mas~ima relativi al rec lutamento, all'avanzamento, al trallamento economico cd allo sta tu degli ufficiali. Reclutamento e impiego degli ufficiali in servizio di Stato Maggiore. Questioni relative aJl'assimiJ.uione e alla militariua/ione di personali civili. Associa/ioni di soccorso. Questioni genera.li di disciplina riguardanti ufficiali e truppa e relativa regolamentazione. Regolamento sul servizio territoriale. Ufficio servizi (3 Sezioni) Studi sull 'organiuazione, impianto e funzionamento dei servizi in relazione all'ordinamento di pace e alle operazioni di guerra. Mobilitazione dei servizi e relative disposizioni esecutive. Regolamenti relativi ai servizi. Preparazione del personale addetto ai servizi e relative esercitazioni. Rivista, precctta7ionc e requisizione dei quadrupedi e dei veicoli a trazione animale e meccanica. D0ta1ioni per i scrvi1:i in guerra. Relazioni con la commissione suprema di difesa dello Stato nei riguardi della mobilitazione industriale. Ufficio trasporti (3 Sezioni) Studio, predisposizione ed attuazione dei trasporti di pace ferroviari, mariuimi e fluviali di truppe e materiali militari. Conseguenti trasporti tecnici con le varie amministrazioni. Documenti militari ferroviari, fluviali, lagunari di mobilitazione e di radunata. Protezione e vigilanza delle ferrovie. Lavori ferroviari di interesse militare. Elettrificazione delle ferrovie. Studi sulle reti ferroviarie italiane ed estere. Ordinamento, addestramento e impiego dei ferrovieri del genio e dei reparti lagunari. Corsi ferroviari d'istruzione. Navigazione interna nei riguardi militari.
Aspetti logistici de,:li ordinamenti di pace
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La nuova figura del Capo di Stato Maggiore Generale (creata con la legge n. 866 dell'8 giugno 1925)27 oltre a far parte (Art. 6) delle commissioni straordinarie convocata dal Governo o dal Ministro della guerra per lo studio di questioni interessanti la preparazione della nazione alla guerra, nei riguardi dell'esercito ha (Artl. 2 e 3) importanti attribuzioni di interesse logistico, prima demandate allo stesso Capo di Stato Maggiore dell'Esercito: a) determina la formazione di guerra dell ' esercito e i criteri in base ai quali devono essere effettuati gli studi e adottati i provvedimenti esecutivi per la mobilitazione delle truppe, la predisposizione dei materiali, la organizzazione dei Servizi e provvede alla compilazione dei relativi documenti; b) definisce, con il concorso delle autorità interessate, i provvedimenti per la protezione delle vie di comunicazione e per le loro eventuali interruzioni; c) elabora gli studi di massima relativi al reclutamento e all'ordinamento dell'Esercito, alle circoscrizioni territoriali, alla organizzazione e funzionamento dei Servizi in pace. Anche da questi aspetti, si può constatare che nel 1925 il nuovo Capo di Stato Maggiore Generale ha attribuzioni in gran parte incentrate s ulla preparazione dell'esercito, per le quali è alle dipendenze del Ministero della guerra. La nuova fisionomia della carica definita con il R. Decreto - legge n. 68 del febbraio 192728 ne fa, però, più che altro un organo consultivo, di coordinamento e di studio alle dipendenze dirette del C apo del Governo (e non più del Ministro de lla guerra). Nel 1927, quindi, il Capo di Stato Maggiore Generale perde le attribuzioni di carattere logistico del 1925, che rientrano nelle competenze del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, ridefinite con R.D. - legge n. 69 del 6 febbraio 1927 _29 Per effetto della predetta legge n. 866 dell ' 8 giugno 1925, lo Stato Maggiore Centrale riassume dal 2 luglio dello stesso anno la denominazione di Stato Maggiore del R . Esercito, e con R.D . 26 luglio 1925, n. 13930 mantiene praticamente invariata l'articolazione del reparto ordinamento e mobilitazione e dell'ufficio Servizi che ne fa parte. Lo stesso R.D. n. 1394 segna un ritorno alla soluzione anteguerra, con l'istituzione di un Sottocapo di Stato Maggiore che a norma dell'art. 11 del citato R.D. legge n. 69 de 6 febbraio 1927 in guerra è destinato aricoprire l' incarico di Capo di Stato Maggiore per i Servizi, previsto dalla regolamentazione logistica del 1924 allora in vigore. L'ordinamento Mussolini del I 926 ristabilisce il Corpo di Stato Maggiore. ln pace il Comando del Corpo di Stato Maggiore (non più Sta-
21 G.M . 1925, pp. 1276-1283. 2s G.M . 1927, pp. 273-288. 29 fri, pp. 277-288. 30 G.M . 1925, pp. 1668-1674.
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to Maggiore del Regio Esercito) ai sensi della citata legge 11 marzo 1926, n. 400 sull'ordinamento dell'Amministrazione centrale si compone di 3 reparti, dei quali il 2° è quello logistico con articolazione ancora una volta invariata: ufficio ordinamento e mobilitazione (4 sezioni); personale di Stato Maggiore e bollettino di mobilitazione (2 sezioni); Servizi (3 sezioni); trasporti (3 sezioni). li R.D. febbraio 1927, n. 70 determina l'ordinamento e la ripartizione in uffici del Comando del Corpo di Stato Maggiore, dei generali comandanti designati di annata e del Consiglio dell'Esercito.3 1 Il predetto R.D. non accenna più all'articolazione in reparti e prevede solo uffici, in parte alle dirette dipendenze dello stesso Capo di Stato Maggiore e in parte alle dirette dipendenze del comandante in 2' del Corpo. Dipendono dal Capo di Stato Maggiore gli uffici segreteria e personale, operazioni (comprese le colonie), addestramento, servizio informazioni militari e ufficio storico; sono invece alle dipendenze del comandante in 2' gli uffici mobilitazione (compreso il "Bollettino di mobilitazione"), servizi e trasporti. Le attribuzioni degli uffici "difesa aerea" e ordinamento e mobilitazione previste dalla legge n. 400 del 1926, sono devo Iute rispettivamente all' Ispettorato di artiglieria e - per la sola parte riguardante I' ordinamento - all'ufficio coordinamento del Ministero della guerra. Il comandante in 2' mantiene (Art. 6) la destinazione a ricoprire in tempo di guerra la carica di Capo di Stato Maggiore per i Servizi, e come già avveniva nell'anteguerra fino al settembre 19 I 4 (R.D. 5 marzo 1908) in tale prospettiva "sono di sua speciale pertinenza gli studi d'indole logistico-amministrativa che, sotto l'alta direzione del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, si compiono presso il Comando del Corpo di Stato Maggiore". Anche per lo Stato Maggiore Generale e lo Stato Maggiore dell'esercito, gli ordinamento del 1926 e 1927 possono considerarsi definitivi, e rimangono invariati per diversi anni. Dal punto di vista logistico, essi ritornano praticamente all'anteguerra e non recepiscono l'esigenza di una impostazione interforze della logic;tica militare (che pure negli anni Venti già era implicitamente postulata dal concetto di nazione armata, organizzata o preparata) né prevedono - al livello centrale o di armata - la costituzione fin dal tempo di pace di taluni organi d'Intendenza, come era stato proposto sia nell'anteguerra sia nel dopoguerra (Liuzzi). Anche a livello di annata, i comandanti designati di armata (Art. 7 della citata legge n. 70 del 1927) dirigono genericamente gli studi e le predisposizioni per la preparazione alla guerra delle armate ma non hanno alcuna specifica attribuzione logistica e non dispongono di organi direttivi logistici permanentemente costituiti.
31
G.M. 1927, pp. 289-292.
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Fisionomia logistico-amministrativa degli organi collegiali di vertice: la commissione suprema di difesa Nessun aJto ufficiale rappresentante dei Servizi fa parte, in via permanente, degli organi collegiali di vertice istituiti nell'immediato dopoguerra (consiglio degli Ispettori generali istituito nel 1919; consiglio dell'esercito istituito nel 1920),32 anche se del consiglio dell'esercito possono essere di volta in volta chiamati e far parte - con voto consultivo e su deliberazione del presidente - ufficiali del R. Esercito o della R. Marina o personalità civili che abbiano particolare competenza sulle questioni trattate. Jn un certo senso, questa <;olu7ione segna un regresso rispetto all'anteguerra, quando il R.D. 9 aprile 1914,33 relativo alla composizione del consiglio dell'esercito, prevedeva che: ne fanno parte eventualmente, quando lo richiede la natura della materia da trattare [ ... ] l'ispettore capo di sanità militare[... ] l'ispettore dei servizi di commissariato, il capo del reparto intendenza presso il comando del corpo di stato maggiore.
Per effetto di questa specifica disposizione, nel I 9 I 4 quando si trattavano argomenti di interesse logistico erano praticamente sempre presenti i più alti gradi dei corpi dei Servizi. Le norme del dopoguerra appaiono, invece, meno vincolanti e non sottolineano l'opportunità della presenza, in determinati casi, di ufficiali dei Servizi. Un salto di qualità, anche nel senso del coordinamento interforze specie per la logistica di produzione, avviene nel 1923 con la costituzione di una commissione suprema mista di difesa (R.D. 11 gennaio 1923, n. 21).34 Il nuovo organo, la cui composizione subisce numerose varianti fino al 1930, ha il compito di "risolvere le più importanti questioni concernenti la predisposizione e l'organizzazione delle attività nazionali e dei mezzi necessari alla guerra", ha funzione anche deliberativa e non solo consultiva, è presieduto dallo stesso Mussolini ed è costituito da un comitato deliberativo, organi consultivi e un ufficio segreteria. Il comitato deliberativo ha carattere interministeriale (Ministeri militari, Ministero degli esteri, Ministeri dell'interno e delle colonie, Ministeri economici) e definisce le questioni sulle quali sono chiamati a esprimere il loro parere gli organi consultivi (consiglio dell'esercito, comitato degli ammiragli, e comitato per la preparazione della mobilitazione nazionale). Quest'ultimo organo, di nuova istituzione e presieduto
32 R.D. 20 novembre 1919, n. 2145 (G.M. 1919, pp. 861-862); R.D. 16 gennaio L921,n.3(G.M. L921.pp.51-52);R.D.16novembre 1921.n.1574(G.M.1921 , pp.935936); R.D. 11 gennaio 1923, n. 20 (G.M. 1923, pp. 82-87). 33 RULDRD! 1914, Voi. Il, pp. 1428-1429. 34 G.M. 1923, pp. 87-88. Sull'evoluzione della commissione suprema di difesa, sui retroscena dei principali provvedimenti e sui limiti del suo funzionamento. Cfr. F. Minniti, A.<pPlti nrgani1.w1ivi dt>l rn,1/rolln sulla prod11zionr bellica in Italia. in "Clio", n. 4/1977.
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dal generale Dall' Olio proposto dal Ministro Diaz, si configura come di studio e non di gestione, e ha il compito di studiare i problemi "concernenti l'utilizzazione di tutte le attività nazionali, la predisposizione, l'organizzazione e l'impiego delle risorse del Paese occorrenti per la guerra". Si articola in 6 sezioni, ed è composto da un presidente, 8 rappresentanti dei vari Ministeri (ivi compreso il sottosegretario della Marina mercantile), i direttori generali delle ferrovie e della Banca d'Italia, i Capi di Stato Maggiore, 6-1 O rappresentanti designati dal Ministero della guerra di concerto con quello del1a marina e scelti tra gli "esperti" nel campo della scienza, dell'industria e dell'economia nazionale. 11 presidente del comitato per la preparazione della mobilitazione nazionale interviene, con voto consultivo, alle riunioni del comitato deliberativo. L'ufficio segretaria è organo permanente, che "accentra le questioni che devono essere sottoposte agli organi consultivi e quindi al comitato deliberativo, prepara e coordina i lavori delle varie sezioni del comitato per la preparazione della mobilitazione nazionale; notifica ai vari Ministeri le decisioni del comitato deliberativo e ne segue l'attuazione". Con questa struttura per altro verso assai complessa, la commissione suprema rispetto a quella del! 'anteguerra (R.D. 9 aprile 1914, n. 282) che era composta solo da militari, mostra di recepire le nuove esigenze della guerra totale, aprendosi ai rappresentanti delle altre Amministrazioni dello Stato, degli Enti civili più qualificati e del mondo scientifico. La sua composizione tende sempre più ad allargarsi: con il successivo R.D. n. 1432 del 7 giugno 1923 entrano a farne parte i rappresentanti della neo-costituita Aeronautica. 35 Con R.D. n. 2957 del 20 dicembre dello stesso anno36 la commissione muta il suo nome in commissione suprema di difesa, e il suo compito rispetto al R.D. n. 21 del gennaio 1923 risulta diversamente formulato, mettendo l'accento suli 'attività di coordinamento: "risolvere le più importanti questioni concernenti la organizzazione e predisposizione dei mezzi necessari alla guerra ed il coordinamento delle varie attività nazionali in relazione alle esigenze della difesa nazionale". Il predetto R .D. del dicembre 1923 allarga notevolmente la struttura del comitato deliberativo: oltre al Presidente del Consiglio, a 7 Ministri e al commissario per l'aeronautica, possano farne parte (all'occorrenza, e sia pur con voto solo consultivo) altri Ministri e commissari del Governo, e intervengono alle sedute con voto consultivo anche tutte le più alte autorità militari (presidente del consiglio dell'esercito; presidente del comitato degli ammiragli; presidente del comitato superiore dell'aeronautica; presidente del comitato per la preparazione della mobilitazione nazionale; Capi di Stato Maggiore dell'esercito e della marina; comandante generale ed lntendente del! 'aeronautica). Ri-
35 36
G.M. 1923, pp. 992-993. G.M. 1924, pp. 1267- 1271.
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mangono invece organi consultivi il consiglio dell'esercito, il comitato degli ammiragli, il comitato superiore dell'aeronautica istituito con decreto 22 maggio 1923, il comitato per la preparazione della mobilitazione nazionale. Con lo stesso R.D. la composizione di quest'ultimo comitato è notevolmente ampliata. Oltre ai Capi di Stato Maggiore della Marina e dell'Esercito (per l'Aeronautica, l'Intendente generale, perché - per inciso - si tratta dell'unica forza armata che prevede anche in pace tale carica) e ai direttori delle ferrovie e della Banca d'Italia, ne fanno parte: a) il segretario generale della commissione suprema di difesa, la cui figura acquista quindi uno specifico ruolo istituzionale; b) 11 direttori generali o capi servizio delle varie amministrazioni statali, delegati in via permanente o di volta in volta; e) 11 presidenti o rappresentanti delle grandi associazioni tecnicoculturali ed economiche del Paese; d) I 1 rappresentanti delle attività nazionali nel campo della scienza, dell'industria, dell'agricoltura, e dell'economia; e) di volta in volta, e per decisione del presidente, esperti per le varie questioni. Il successivo R.D. - legge n. 123 del 4 gennaio 192537 nomina il maresciallo Diaz vice-presidente del comitato deliberativo, mentre quale rappresentante del l'aeronautica scompare l'Intendente, sostituito dal comandante generale. I compiti della segreteria sono ampliati e il suo peso complessivo aumenta in senso operativo, con il nuovo compito di "provvedere al funzionamento del servizio di segreteria per il comitato per la preparazione della mobilitazione nazionale, coordinando i lavori delle varie sezioni in esecuzione agli ordini del presidente del comitato stesso". I Ministri nel comitato deliberativo passano da 7 a 8 oltre il commissario - dal 1925 Ministro - per l'aeronautica (esteri, interno, finanze, guerra, marina, colonie, economia nazionale, comunicazioni, con aggiunta di quest'ultimo) e scompaiono il comitato superiore d'aeronautica e il suo presidente come organi consultivi. La legge del 1925 (n. 969 dell'8 giugno) sull'organizzazione della nazione per la guerra, che meglio esamineremo in seguito, assegna alla commissione suprema di difesa importanti compiti anche operativi: a) coordinamento dell'operato degli organi per la mobilitazione civile costituiti in caso di necessità dai Ministeri competenti, che peraltro dipendono da questi ultimi; b) emanazione di direttive ai Ministeri competenti, per la compilazione fin dal tempo di pace di un piano dei consumi da razionare e per la costituzione delle riserve di derrate che il paese non produce o produce in quantità insufficiente;
n G.M. 1925, pp. 422-426.
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c) preparazione della mobilitazione della mano d'opera in accordo con i Ministeri militari per la parte che riflette i cittadini soggetti a obblighi militari. Nel 1925 e 1926 (R.D. - legge 15 ottobre 1925, n. 2281; R.D. 6 agosto 1926, n. 1765)38 sono apportate modifiche di rilievo alla composizione del comitato per la preparazione della mobilitazione nazionale, che muta il suo nome in comitato per la mobilitazione civile, risiede presso il Ministero dell'economia nazionale e non ha più trai suoi membri i Capi di Stato Maggiore di forza armata, ma un rappresentante per ciascuno dei tre Ministeri militari. Rispetto al 1923, il numero dei restanti membri è molto più ristretto: oltre al capo della segreteria generale della commissione suprema di difesa, 8 rappresentanti "delle grandi associazioni tecniche, culturali ed economiche del Paese e rappresentanti delle attività nazionali nel campo della scienza, della industria, della agricoltura e dell'economia". Questi rappresentanti non sono più nominati, come nel 1923, dal Ministero della guerra di concerto con gli altri Ministeri militari, ma dal Capo del Governo su proposta del Ministro per l'economia nazionale, d'accordo con il presidente del comitato. Le modalità di funzionamento del comitato sono, nel 1926, sensibilmente diverse rispetto al passato: Per lo studio di questioni ed argomenti specifici il presidente avrà facoltà di richiedere l'intervento nel Comitato d<.'i delegati di ciascuno dei Ministeri interessa ti secondo la rispettiva competen,a. Le modalità che dovranno regolare i rapponi diretti fra il Comitato ed il Ministero dell'economia nazionale saranno determinate di accordo fra il Ministro per l'economia nazionale cd il presidente del Comitato. Per le questioni in special modo allinenti alla produzione dell'armamento e del munizionamento, o ai servizi elettrici o alle comunicazioni elettriche. quando l'argomento lo richieda, il presidente del Comitato per la mobilitazione civile domanderà l'intervento di un delegato dei Comitaù superiori tecnici istituiti coi Regi decreti 7 marzo I 926, n. 408, n. 409, o di un delegato del Servi,io chimico militare. TI Comitato può aggregarsi, per decisione del suo presidente, di volta in volta. persone scelte fra quelle particolarmente competenti nelle questioni da trallarsi. I membri di cui al precedente comma 2° durano in carica due anni; al termine del primo anno delle nomine conseguenti al presente testo unico scadrà la metà di detti membri in seguito a soneggio. Per lo studio e lo sviluppo delle questioni di sua competenza, il Comitato fa capo ad una propria segreteria, e agli organi nel Ministero della economia nazionale secondo disposizioni di cui al terzo comma del presente articolo.
Nel complesso il comitato accresce la sua autonomia e il suo peso, sottraendo alla segreteria generale gli uffici più importanti (armi e muJS G.M. 1926, pp. 2176-2178 e G.M. 1928, pp. 426-435 (Testo Unico delle disposizioni concernenti l'ordinamento della Commissione Suprema Difesa e il servizio degli osservatori industriali). Cfr. anche. in merito, L. Chatrian-G. Torelli, Costituzione del/' EsPrcito Italiano , Torino, Schioppo 1933, Parte Prima.
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nizioni; miniere e trasporti marittimi; alimentazione) e il servizio degli osservatori industriali, del quale si dirà meglio in seguito. Inoltre con la nuova organizzazione diventa molto più snello, è composto da membri di grado inferiore e dispone di una propria segreteria, acquistando una fisionomia più adatta a un organo operativo che a un organo di studio e consultivo. Sono previsti contatti diretti con il Ministero dell'economia nazionale (al momento retto dall'on. Belluzzo) presso il quale risiede, e ciò significa che è questo Ministero, e non più quello della guerra, a tenere le fila della mobilitazione civile e ad assumere il ruolo preponderante anche a scapito dello stesso comitato. Il Testo Unico del 1928 (R.D. 8 gennaio 1928, n. 165) conferma la composizione del comitato deliberativo fissata nel 1925 e indica come organi consultivi il consiglio dell'esercito, il comitato degli ammiragli, il comitato tecnico delJ'aeronautica e il comitato per la mobilitazione civile. Da notare una nuova formulazione dei compiti: la commissione suprema di difesa è "organo interministeriale" [istituito] allo scopo di coordinare lo studio e la risoluzione delle questioni attinenti alla difesa nazionale e di stabilire le nonne per Io sfruttamento di tutte le attività nazionali ai fini della difesa stessa". Il comitato per la mobilitazione civile ne è, per così dire, il braccio, quale "organo di studio e consultivo per le questioni inerenti alla utilizzazione di tutte le attività nazionali alla predisposizione, alla organizzazione ed all'impiego delle risorse occorrenti per la guerra". La composizione del comitato deliberativo, è anche una volta mutata dalla legge 24 marzo 1930, n. 526, 39 con la quale oltre al Capo del Governo presidente, esso risulta composto da 10 Ministri (esteri, colonie, interno, finanze, guerra, marina, aeronautica, agricoltura e foreste, per le comunicazioni e per le corporazioni). Ne fanno parte come membri con voto corn;ultivo il Capo di Stato Maggiore Generale, il segretario del partito nazionale fascista, i tre Capi di Stato Maggiore delle forze armate e il presidente del comitato per la mobilitazione civile (non più, quindi, i presidenti degli altri organi consultivi). Queste modifiche al comitato deliberativo e al comitato della mobilitazione civile rispecchiano la nuova organizzazione del vertice militare e la modifica dei rispettivi compiti, con particolare riguardo alla figura del Capo di Stato Maggiore Generale. Quest'ultimo, e ancor più i Ministri e i Capi di Stato Maggiore di forza armata, hanno le loro competenze limitate alla parte strettamente militare e tecnica. L'unico organo per il coordinamento della mobilitazione civile con quella militare rimane perciò la commissione suprema di difesa, che pur disponendo della segreteria non ha una struttura operativa veramente in grado di coordinare sia i Ministeri militari tra di loro, sia la mobilitazione civile con quella militare. Scompare, in sostanza, il controllo militare sul-
39
G .M. 1930, pp. 1006-1007.
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la mobilitazione civile che aveva contraddistinto la prima guerra mondiale, però senza che si affermi un forte potere centrale sostitutivo capace di coordinare tutte le energie civili e militari e di indirizzarle verso un unico fine. Citando a riprova della sua tesi un promemoria rintracciato nell'archivio centrale dello Stato e le affermazioni del Canevari e del generale Spigo, il Minniti 40 scrive che "il campo di intervento della commissione suprema di difesa era stato sin dal primo momento circoscritto alla preparazione definita civile". Il suddetto promemoria, non si sa da chi e perché compilato, afferma effettivamente che il compito immediato e diretto della istituita CSD si (sic) verte alla preparazione civile della nazione, ed alla Mobilitazione nazionale civile. In conseguen/a, il compito di istituto della Segretaria generale (organo esecutivo della C.S.D.) diviene essenzialmente parallelo a quello degli Stati Maggiori, singoli e complessivo, suddetti, nei riguardi dell'organizzazione e preparazione, nonché esecuzione iniziale, della mobilitazione civile.
Queste affermazioni sono in evidente contrasto con i compiti assegnati per legge alla commissione e alla segreteria, che senza possibilità di equivoco fanno della commissione - almeno in linea teorica e di principio - il supremo organo di coordinamento dove si decidono gli indirizzi generali della politica militare, superiore quindi sia agli Stati Maggiori che agli organi civili comunque interessati alla preparazione militare. SupcrJluo aggiungere che - sempre sotto il profilo legislativo la segreteria non era un "organo parallelo", ma superiore agli Stati Maggiori. E poiché, come giustamente osserva il Canevari, "la preparazione astratta della guerra è cosa inafferrabile", l'operato della commissione valeva e aveva un senso solo se essa era in grado di definire indicazioni concrete e ben precise, sulle scelte fondamentali da compiere e sulle cose da fare anche nei riguardi della strategia e degli ordinamenti militari. Ignorando la dimensione militare, come avrebbe potuto esercitare l'indispensabile coordinamento per il quale essa era nata? Concordiamo, perciò, solo in parte con l'affermazione del Minniti che origine sicura della netta divisione delle competenze era stato il timore dei militari <li perdere la loro autonomia nei confronti degli apparati di governo civili, timore in quei primi anni del nuovo regime politico molto forte se Mussolini si era preoccupato <li riha<lire "l'autonomia perfetta e rispettata di tutte le forze militari della Nazione per quel che concerne la loro preparazione tecnica e il loro impiego tattico e anche strategico in caso di guerra".
Su questo punto, va chiarito che: a) la legislazione sulla commissione suprema e sul suo finanziamento non divide affatto le competenze de-
40 F. Minniti, Art. cit. e E. Canevari, Retro.H"ena della disfalla, Roma, Ed. Rivista Romana 1965. Voi. I, pp. 314-315.
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gli organi militari e civili in modo da far considerare l'apparato militare estraneo alle competenze della commissione stessa; b) un conto è il giusto e sempre necessario grado di autonomia tecnica degli organi militari nei confronti degli organi politici, e un conto è la loro totale indipendenza rispetto all'autorità politica, la quale nella fattispecie si avvale di un organismo misto dove i militari sono ben rappresentati, e controllano anche la segreteria; c) la legislazione sulla commissione suprema non sembra farsi carico di questo delicato problema di equilibrio e di buon senso, e non indica affatto in maniera netta i campi d'azione, i ruoli e gli indispensabili e concreti raccordi tra i vari elementi che la compongono, lasciati alla buona volontà dei singoli, allo spirito di sacrificio, al patriottismo e allo spirito di collaborazione. Concludendo, a parer nostro bisogna distinguere tra il ruolo attribuito per legge alla commissione e il suo funzionamento pratico, che risente dei soliti contrasti di potere. Se il Capo di Stato Maggiore Generale non ammette alcuna "ingerenza" della commissione nei problemi più specificamente militari, ottiene un successo solo apparente e a tutto danno dcli' interesse nazionale e dello stesso esercì to, perché il prezzo che paga è la parallela esclusione dell"'ingerenza" militare in faccende ritenute di loro competenza da parte dei Ministeri civih, da sempre fin troppo attenti - come dimostra la prima guerra mondiale - a non "militarizzare" la loro attività e a mantenere ben saldo il controllo esclusivo di settori che pur risultano determinanti per il buon funzionamento dei Servizi di campagna e per l'efficienza militare in genere. È innegahile comunque che già negli anni Venti non soltanto il Capo del Governo e il Capo di S.M.G. - che per tali funzioni era stato esplicitamente creato per legge non esercitarono alcuna azione di indirizzo e di i:oordinamento. ma impedirono che l'unico organo atto a farlo, o, quanto meno. apredisporre i provvedimenti necessari, agisse nel campo dell'azione in senso coordinatore. Non potrebbe meglio venir dimostrato i:he la nave della preparazione militare fosse senza timore.41
4. Gli orRani periferici: ruolo logistico-amministrativo dei Comandi di corpo d'armata, di divisione territoriale e di presidio Corpi d'armata e divisioni - con la sola eccezione delle divisioni alpine e delle divisioni celeri costituite nel 1930 - hanno anche giurisdizione territoriale, come del resto era già previsto nell'anteguerra. Le loro attribuzioni sono ridefinite dal Regolamento sul servizio territoriale edizione 1932, il quale abroga quello del 1905 e stabilisce che in tutto il territorio del Regno il servizio territoriale è regolato dal Ministero della guerra, tramite i comandanti di corpo d'armata territoriale (o co-
41
E. Canevari, Ibidem.
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mandanti di isola) e il comandante dell'Anna dei Carabinieri Reali. Pertanto, quando viene detto comandante di corpo d'armata (e e/o di divisione) si deve intendere, in pace, comandante di corpo d'armata o di divisione territoriale. Sono però sottratti alla giurisdizione del Ministero della guerra le piazze marittime e le zone militari marittime, sulle quali esercita la sua autorità il Ministero della marina. 11 comandante di corpo d'armata provvede, secondo le direttive ricevute, all'organizzazione per la guerra del territorio di sua giurisdizione e sovraintende al servizio territoriale dei Comandi, truppe e Servizi che vi sono stanziati: egli ha perciò un ruolo operativo e logistico insieme. In quest'ultimo campo esercita la sua azione avvalendosi dei comandanti di divisione, dei comandanti di artiglieria e del genio e dei direttori di sanità e di commissariato di corpo d'armata. Le sue attribuzioni logistiche sono: a) alta vigilanza sui fabbricati militari e d'uso militare e su tutte le dotazioni che si trovano nel territorio di sua giurisdizione, inoltrando, all'occorrenza, le relative proposte al Ministero; b) alta vigilanza, con le modalità stabilite dal regolamento apposito, sulle predisposizioni ed operazioni relative alla requisizione quadrupedi. veicoli ed autoveicoli; c) parere sulla convenienza ai fini militari della esecuzione di lavori stradali, ferroviari, idraulici; d) nulla-osta per l'effettuazione di lavori edilizi, stradali, ferroviari. minerari, marittimi, idraulici, elettrici e di disboscamento nelle zone militarmente importanti del suo territorio (imponendo, se occorre, determinate condizioni nell'interesse della difesa nazionale); e) vaglio delle domande per l'esecuzione di lavori in genere da eseguire in zone soggette a servitù militare. e/o per la costruzione di nuovi rifugi alpini; f) controllo sul!' osservanza delle clausole di sicurezza inserite nei nulla-osta concessi della commissione suprema di difesa per l'impianto di nuovi depo,;iti di combu,;tihile liquido, e definizione con le ditte interessate delle modalità per il mascheramento e l'occultamento di ciascun deposito. Il comandante della divisione territoriale sulla base delle direttive che riceve esercita piena autorità, per le questioni di carattere territoriale, su tutti i corpi, stabilimenti, Enti e reparti dislocati nel territorio di sua giurisdizione. Ripartisce fra i vari corpi gli immobili e le infrastrutture, stabilisce le competenze per la manutenzione di quelli di carattere generale e di uso comune, ordina visite e ispezioni agli immobili stessi, assegna gli alloggi militari disponibili. Organo di demoltiplica del comandante di divisione è il comandante di presidio, che rappresenta l'autorità militare nei rapporti con le autorità politiche e amministrative del luogo e ha diverse, importanti mansioni logistiche. Vigila sulle condizioni sanitarie generali del presidio e sul trattamento dei militari negli ospedali civili, nei presidi dove manca l'ufficiale di commissariato controlla (delegando, se del caso, un ufficiale dipendente) il servizio del-
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le imprese, i magazzini viveri e foraggi presidiari, i magazzini succursali e presidiari di casermaggio. Decide anche sulle questioni urgenti che riguardano il Servizio di commissariato, e svolge tutte le incombenze relative ai trasporti (contratti per il servizio ed economia, autorizzazioni per l'esecuzione dei trasporti stessi, concessione di uomini e mezzi del!' Amministrazione militare per i trasporti che devono essere effettuati da Enti del presidio). Benché il comandante di corpo d'armata debba provvedere all'organizzazione per la guerra del suo territorio, egli come sempre non ha alcuna ingerenza nel funzionamento tecnico degli stabilimenti, e il regolamento 1932 non accenna ad incombenze relative alla mobilitazione, e/o alle misure di coordinamento - in caso di guerra - tra autorità militari territoriali e autorità civili (anche nel quadro della mobilitazione nazionale, dell'impiego e disciplina del personale, dei servizi pubblici ecc.). Eppure - a parte il fatto che sul coordinamento molto insiste nelle sue opere il Liuzzi - durante la guerra la situazione aveva imposto, nel settore sanitario, del funzionamento delle industrie, dei trasporti ecc. uno stretto raccordo tra autorità militari territoriali e autorità civili.
5. Organizzazione della nazione per la guerra Sulla base degli ammaestramenti della prima guerra mondiale, già nei primi mesi del 1923 il nuovo regime inizia a dare concreta attuazione al principio della guerra totale, che impone di predisporre fin dal tempo di pace non solo la mobilitazione delle forze armate e delle industrie che le alimentano, ma anche quella dell'intera nazione, in ogni ordine e campo di attività. Alla mobilitazione militare si affianca perciò con pari importanza la mobilitazione civile, e la relativa legislazione cessa di essere compresa nel novero dei provvedimenti a carattere eccezionale, da adottare solo limitatamente al tempo di guerra, ma diventa parte integrante e fondamentale della normativa militare di pace. Come già si è visto, con R.D. 11 gennaio 1923, n. 21 viene costituito nell'ambito della commissione suprema mista di difesa un comitato per la preparazione della mobilitazione nazionale presieduto da una figura eminente e qualificata come il generale Dallolio, che mantiene la carica fino al 1° settembre 1939. Con due lettere da lui inviate nell'autunno I 923 rispettivamente alla Confederazione Generale dell'Industria e dello Stato Maggiore Centrale,42 il generale inizia a raccogliere pareri tra i Ministeri militari e le industrie e a impostare gli studi su due problemi fondamentali, che
42 Lettera n. 90 l dell ' 8 ottobre 1923 "operai per periodi di eventuale mobilitazione o pel tempo <li guerra", nella quale si sollecita il parere degli industriali e dei tecnici, e lettera n. 1199 di prot., con lo stesso oggetto, allo Stato Maggiore Centrale (AUSSME, Rep. F/4-F/5, Racc. 293).
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durante la guerra - egli lo sapeva bene - avevano causato le più gravi preoccupazioni e contestazioni: a) il reperimento dell'ingente quantitativo di personale da destinare alle industrie di guerra e la sua compatibilità con le contemporanee esigenze delle forze armate; b) la costituzione di riserve di materie prime da destinare, ali' occorrenza, ad usi bellici. Sul primo problema, il Dallolio riùene del tutto a ragione che, in caso di mobilitazione o di guerra: il quantitativo numerico degli organi del tempo di pace andrà, nelle dette ipotesi, non solo mantenuto inalterato ma occorrerà eonvcnientcmcntc cd intensamente rafforzarlo. Probabilmente con aliquota percentuale di gran lunga maggiore di quanto non sia occorso nella nostra recente guerra.
Il Dallolio ricorda le soluzioni adottate durante la guerra: dispensa (per tutta la durata della guerra) per determinati gruppi che ricoprivano specifici impieghi nelle pubbliche amministrazioni, in associazioni per l'assistenza ai feriti e malati in guerra, in imprese che provvedeva no a servizi pubblici, oppure per cittadini con speciali professioni di pubblico interesse; esonero temporaneo - eventualmente ripetuto in caso di necessità - per gli addetti all'industria bellica e in genere a organismi che interessavano l'economia nazionale e l'ordine pubblico. Poiché la massa dei dispensati cd esonerati non bastava, furono creali - anche facendoli ritornare dal fronte - i così detti operai militari, che quando non alloggiati in caserma e a diretta disposizione degli stabilimenti erano chiamati appunto, a disposizione, e quando alloggiati e vettovagliati in caserma erano chiamati comandati. Secondo il Dallolio, mentre la militarizzazione degli stabilimenti ha dato buonj risultati e si rivela ancora dj indiscutibile necessità in caso di guerra, circa la costituzione della massa operaia invece, circa i modi di compensare spcc1almcntc gli operai militari, circa la possibilità che nei dispensati molti rifuggenti dalle fatiche e più dai pericoli della guerra si annidassero con destrezza o mediante corruzione o connivenza dei superiori molto si è detto, ora di vero ora di esagerato ora di falso a seconda che più convenisse per combattere ed avversare, per ragioni politiche, lo spirito guerresco della nazione, e minarne la compagine volitiva per arginare e respingere lo sforzo guerriero del nemico.
Per questo, data la delicatezza del problema e le difficoltà pratiche che esso presenta, il generale Dall'Olio cruede contributi di idee. E lo stesso fa per il problema delle materie prime: prima occupazione e precipuo studio del sottoscritto. e cosl del comitato che mi onoro di presiedere, è stato quello di avvisare ai mezzi più acconci per misurare in Paese ciò di cui esso non abbonda, essenzialmente materie prime per cui si è tributari all'estero, e fonnare cosl un primo nucleo di materiali necessari a tutte le industrie belliche sempre pronti per qualsiasi evenienza: i quali permettano, non appena il Governo lo ritenga necessario, di intensificare la lavorazione di guerra senza preoc-
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cupazioni di altra natura che non siano quelle contingenti del momento, ed eliminando perciò da queste tutte quelle che un'avveduta ed accorta preparazione può con lodevole previggenza enumerare ed adeguatamente, secondo le forze della nazione, provvedere. Nel 1923, quindi, i problemi che più influiscono sul reale potenziale bellico nazionale sono correttamente impostati. Una prima concreta, anche se interlocutoria, risposta è data dal R.D. 6 settembre 1923, n. 2009, che istituisce il "servizio degli osservatori industriali" scelti fra gli ufficiali e gradi corrispondenti delle tre forze armate e del Servizio chimico con il compito di "seguire l'attività e la produzione delle varie industrie del Paese (attrezzamento, maestranze, capacità tecnica e produttiva ecc.) ai fini del loro concorso agli armamenti militari".43 Il numero degli osservatori industriali è fissato in 55, di cui 40 dell'amministrazione della guerra, 12 della marina e 3 dell'aeronautica. Il loro servizio è diretto dal Ministero de1l'economia nazionale; fermo restando tale dipendenza, i predetti osservatori fanno capo a stabilimenti, direzioni, uffici tecnici, organi di studio delle tre forze armate. Le direzioni dei val'i stabilimenti e organi, e gli industriali privati, sono tenuti ad agevolare la loro opera ed a aderire alle loro richieste di informazioni. Gli osservatori e i membri del comitato per la mobilitazione civile sono tenuti al più rigoroso segreto; tuttavia "per le comunicazioni di notizie che involgano gravi interessi delle ditte industriali, queste possono riservarsi di riferire direttamente al presidente del comitato per la mobilitazione civile". li nuovo servizio che successivamente (R.D. 8 gennaio 1928, n. 165) è trasferito alle dipendenze del comitato per la mobilitazione civile, non è un organo di gestione con funzioni organizzative e disciplinari ai fini bellici, ma un mezzo di indagine e di informazione per la raccolta diretta presso le industrie dei dati di base necessari per una corretta programmazione della produzione militare, e concernenti due branche: mezzi di vita (nutrimento, vestiario, ecc.) e mezzi di azione (armi, munizioni, equipaggiamento, ecc.). A tal fine il territorio del Regno viene suddiviso in 8 zone, a ciascuna delle quali è assegnato un gruppo di osservatori industriali alle dipendenze di un direttore capo-zona, il quale a sua volta dipende dal segretario del comitato di mobilitazione civile. Gli uffici di zona sono visti al tempo come presumibili nuclei degli organi regionali di mobilitazione civile in caso di guerra, e come tali coordinano l'attività dei singoli osservatori, ripartiti per attribuzioni e categorie d'industria come segue: - meccanici (M.) - siderurgia meccanica; 41 GU 4 ottobre 1923, n. 233. Cfr. anche, in merito, la serie di articoli (tendenzialmente apologetici. ma interessanti) sulle principali industrie di interesse militare (Ansaldo, Fiat, Breda, Galileo) su "Esercito e Nazione" n. 11/1930, 1/1931, 3/1931, 8/1931. Le norme sul servizio deglj osservatori industriali sono riepilogate anche nel Testo Unico di cui al R.D. 8 gennaio 1928, n. 165 (G.M. 1928, pp. 426-435).
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- elettricità (A.) - aviazione e automobilismo; - industrie varie (G.) - materiale vari da costruzione; - chimici (C.) - industrie chimiche; - Commissari (L.) - industrie alimentari, tessili, agricole, equipaggiamento. Come già era stato fatto nel corso della prima guerra mondiale (Voi. II, capitolo XVI), con R.D. - legge n. 1828 del 16 ottobre 1924,44 si dà facoltà ai Ministeri competenti di richiedere comunicazione della descrizione e del disegno di brevetti depositati, concernenti invenzioni utili a fini militari, per le quali lo Stato può, nell'interesse della difesa nazionale, espropriare in tutto o in parte il diritto di privativa, o sfruttare il brevetto anche senza consenso del titolare. Nel 1925 è emanata la fondamentale legge n. 969 dell '8 giugno sull'organizzazione della nazione per la guerra,45 che pertanto precede di un anno l'ordinamento Mussolini del 1926 e si configura come una legge-quadro, emanata per indicare solo dei princìpi e delle linee maestre che dovrebbero ricevere concreta attuazione in specifici provvedimenti e in normative secondarie emanati dagli organi e Enti rispettivamente responsabili. Naturalmente l'esperienza della prima guerra mondiale nella legge è tenuta ben presente, ma specie per l'organi7Zazione del vertice politico-militare le soluzioni di massima adottate da essa si discostano notevolmente e anzi seguono criteri opposti a quelli che, nella prima guerra mondiale, portano praticamente al controllo militare - e quindi del generale Dallolio e dei Ministeri militari - sulla produzione e suH'economia nazionale, senza molto riguardo per equilibri di potere e per competenze di organi civili, che nel 1915-1918 sono posti in subordine e nella fattispecie - nonostante il clima autoritario del tempo - vengono salvaguardati anche oltre il necessario. Infatti lo spirito della nuova legge - e di ciò non ci si può meravigliare vista l'interpretazione restrittiva che viene data del ruolo della commissione suprema di difesa - si informa al principio della netta separazione e intangibilità di poteri e competenze dei vari Ministeri già esistenti. Quest'ultimi agiscono ciascuno per proprio conto e sono solo in teoria indirizzati e coordinati da un organo come la commissione suprema di difesa, che - se non altro perché si riunisce solo una volta all'anno - non è in grado di svolgere effettivamente e con continuità il ruolo che la legge gli affida. Ciò è avvenuto perché, come ricorda il Dallolio che ovviamente sostiene (senza successo ma anche sen.la molta decisione) soluzioni analoghe a quelle della prima guerra mondiale il Ministro della guerra Di Giorgio non volle ammettere assolutamente che i Ministri militari in tempo di guerra rinunciassero alle loro attribuzioni, e così analogamente per gli altri Ministri. E il più forte sostenitore fu Mussolini.4 6
G.M. 1925, pp. 1677-1679. s lvi, pp. 1271-1283. Cfr. anche V. Bari, Op. cit., Voi. IIl.
44
4
46
Cit. in F. Minniti. Ar1. cit.
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Di conseguenza non si prevede più l'istituzione in caso di guerra di specifici Ministeri o commissariati per le esigenze di supporto dello sforzo bellico, ma si assegna la direzione delle branche che possono interessare la difesa nazionale ai rispettivi Ministeri già esistenti, i quali vi provvedono con propri organi interni costituiti o meno ex-novo all'atto della guerra. La mobilitazione civile viene demilitarizzata e sottratta al controllo centralizzato dei Ministeri militari o di organismi retti da militari. Oltre a suddividere le competenze, la legge mira ad ampliare nella massima misura possibile e fin dal tempo di pace i poteri dell 'esecutivo, garantendogli la più assoluta discrezionalità e libertà d'azione e superando i vincoli garantisti dell'interesse dei singoli e della proprietà privata, in misura molto maggiore e molto più netta di quanto era avvenuto nel corso della passata guerra, nella quale, come si è visto, almeno fino al giugno 1915 le possibilità d'intervento forzoso dell'esecutivo nell'economia e nella produLione erano molto limitate. Stabilito (Art. l) che il Governo ha il compito di organizzare fin dal tempo di pace la nazione per la guerra, la legge distingue la mobilitazione nazionale in civile e militare, ciascuna delle quali può essere generale o parziale e ha propri organi. In ogni caso (Art. 15) il Governo, ai fini della difesa immediata dello Stato, può avvalersi, in tutto o in parte, delle disposizioni della legge, anche quando non sia stata decretata la mobilitazione parziale o totale (queste disposizioni mirano evidentemente a garantire la massima elasticità di approntamento dell'industria e delle stesse forze armate, non più vincolato alla dichiarazione di spe· cifiche misure di mobilitazione o di stato di guerra). In caso di mobilitazione tutti i cittadini - uomini e donne - e tutti gli Enti legalmente costituiti sono obbligati a concorrere alla difesa morale e materiale della nazione nella misura ritenuta dal Governo più opportuna, e sono sottoposti alla disciplina di guerra. Per la mobilitazione civile "quando se ne dimostra evidente la necessità" sono costituiti dai Ministeri competenti (Art. 4) specifici organi, che rimangono alle loro dipendenze ma sono sottoposti per il coordi11ame11to alla commissione suprema di difesa. In tal modo, quest'ultima anche su questo punto ha la sua funzione essenziale nel coordinamento dell'attività dei vari Ministeri, più che nell'emanazione e nel controllo di ordini e direttive. Sono previsti (Art. 4): a) un organo che presiede all' importazione delle materie prime per i bisogni delle forze armate e per la popolazione civile; b) un organo che provvede alla produzione di guerra, alla ripartizione delle materie prime e dei manufatti industriali, al controllo degli stabiJimenti statali e privati (è questo l'organo di competenza dei Ministeri militari, ma di quale?); e) un organo per l'alimentazione, che deve provvedere all'incetta e alla ripartizione delle derrate destinate alle forze armate e alla popolazione civile, e al controllo delle industrie alimentari statali e private; d) un organo per la propaganda e l'assistenza civile, "con il compito di provvedere alla propaganda all'interno e all'esterno, alla assistenza
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alle famiglie dei combattenti e degli emigrati ritornati in patria, alla sistemazione dei minorati di guerra, alla concessione delle pensioni di guerra". Al fine di attuare un opportuno decentramento, sono istituiti (alle dipendenze della commissione suprema di difesa? La legge non ne indica esplicitamente compiti e dipendenze) dei comitati regionali, che hanno la direzione di tutte le attività civili mobilitate nelle rispettive zone di giurisdizione e possono essere coordinati da sottocomitati corrispondenti alle singole attività inerenti alle 4 branche (industriali, agricole, commerciali, di assistenza e propaganda). La mobilitazione della mano d'opera è preparata dalla commissione suprema di difesa, in accordo con i Ministeri militari per la parte che riflette i cittadini aventi obblighi militari. Per quanto possibile, però, la mano d'opera viene tratta dai cittadini "non soggetti a obblighi militari. e per quelli che vi sono soggetti" "il trattamento sarà uguale a quello dei cittadini mobilitati" (evidente il tentativo di eliminare una delle principali ragioni di malumore dei combattenti nella precedente guerra, che ricorre anche nelle precedenti lettere del generale Dallolio). All'atto della mobilitazione la branca relativa alla mano d'opera e all'impiego dei prigionieri di guerra passa sotto la giurisdizione di un apposito organo, che opera alle dipendenze delle autorità militari (quali)? Gli organi preposti ad attività all'estero, quale che sia la branca in cui operano, "devono agire tutti senza eccezione d'intesa col Ministero degli affari esteri, al quale spetta in ogni caso di controllare e coordinare all'estero l'azione degli organi anzidetti e dei loro agenti, subordinandola a quella dei rappresentanti diplomatici nel luogo dove questa azione si svolge. Le questioni finanziarie saranno trattate soltanto pel tramite di questi rappresentanti". Non vi è alcun limite, in caso di mobilitazione generale o parziale, alle requisizioni alle quali il Governo può ricorrere non solo per le esigenze delle forze armata ma anche per quelle della popolazione civile: possono essere requisiti tutti i beni mobili e immobili "esclusi quelli coperti da speciale immunità", i servizi individuali o collettivi di tutti i cittadini, i servizi di tutti i sindacati, società ed associazioni. li Governo può ricorrere a qualsiasi censimento ritenuto necessario, i cui dati però potranno servire solo per le esigenze della mobilitazione e avranno carattere strettamente riservato. Avvalendosi di tali statistiche e sulla base delle direttive della commissione suprema di difesa (Art. 8), i Ministeri competenti devono predisporre un piano dei consumi da razionare, e "costituire delle riserve di quelle derrate che il paese non produce e produce in quantità insufficiente" (ma perché si pensa solo alle derrate e non alle materie prime?). Ogni Ministero deve anche predisporre e tenere aggiornato insieme con gli studi connessi, un proprio progetto di mobilitazione che preveda la sostituzione del personale mobilitato con altro scelto tra i cittadini non aventi obblighi militari e raccolga i dati di competenza, relativi alle 4 branche prima citate; in maniera analoga devono regalarsi gli Enti indicati dalla commissione suprema di difesa.
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Per tre importanti materie, la legge rimanda a strumenti normativi da predisporre per il futuro: a) il regolamento per la disciplina delle requisizioni in tempo di guerra; b) una legge sulla disciplina di guerra, contenente anche le sanzioni per le infrazioni alla normativa sull'organizzazione della disciplina di guerra; c) un regolamento per disciplinare la gestione finanziaria e patrimoniale dello Stato in tempo di guerra "nei riguardi delle Amministrazioni militari, dei servizi speciali creati per la guerra di ogni altro Ente o Servizio dello Stato, chiamato a disimpegnare anche in parte compiti e funzioni dipendenti e comunque annessi allo svolgimento della guerra" (evidente il ricordo ammonitore del caos amministrativo e contabile della passata guerra). Da queste ultime prescrizioni si può notare che la legge, oltre ad assicurare al Governo la massima libertà d'azione anche in tempo di pace, tende a eliminare un inconveniente tipico della grande guerra, cioè la proliferazione di organi periferici senza attribuzioni, dipendenze, referenti ben chiari, il cui funzionamento si è rivelato poco economico e difficile da controllare. Ne era derivata la tendenza ad attività autonome e separate e gelosie e conflitti di competenL.a, anche all'estero dove i due Ministeri militari, more solito, tendevano ad operare ciascuno in modo indipendente e senza accordo con le autorità diplomatiche. Gli obiettivi della legge sono quindi condivisibili, ma anche estremamente ambiziosi e ardui da raggiungere, pen.:hé tendono a forzare consolidati stati di fatto. Mai come in questo caso si può affermare che "il diavolo sta nei dettagli", e i dettagli spingono, in realtà, più verso l'aggravamento dei conflitti di potere del '15-' 18 che verso la loro eliminazione: né si vede perché i vari Ministeri civili dovrebbero operare con tanta lena a favore, in ultima analisi, dei Ministeri militari. Completano la legge del 1925 il R.D. legge 18 novembre 1929, n. 2488, che dà facoltà al Governo di indicare le industrie da dichiarare fondamentali per la fabbricazione dei prodotti essenziali per la difesa, e il R.D. 18 luglio 1930, n. 1455, concernente il primo elenco delle predette industrie, al quale segue il R.D. 29 giugno 1932 n. 2067 "Norme interpretative del R.D. 18 luglio 1930, n. 1544". Con quest'ultimo decreto si indicano come facenti parte delle industrie fondamentali, quali attività produttive che forniscono alle industrie anzidette mezzi indispensabili al loro esercizio, anche l'industria siderurgica, quella dei refrattari e quella dei materiali elettrici.47 Da ricordare anche il R.D. - legge 18 novembre 1929, n. 2488 concernente la disciplina della fabbricazione dei prodotti essenziali alla difesa dello Stato, che dà possibilità alla commissione suprema di difesa di compiere interventi a carattere dirigistico sulla produzione, sentiti i Ministeri militari.
47
G.M. 1983. pp. 851 -852.
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Il più importante corollario della legge del 1925, la legge sulla disciplina di guerra, è emanato solo nel 1931 (legge n. 1699 del 14 dicembre),48 con regolamento di applicazione del 1933 (R.D. n. l l 76 del 15 giugno).49 La legge e il regolamento si preoccupano essenzialmente di fissare norme di carattere disciplinare e di stabilire sanzioni per i reati più comuni e più gravi, per la verità senza eccedere in severità (ad esempio, il reato di ostruzionismo e sabotaggio dei lavori è punito, in caso di danno grave, solo con la reclusione fino a 7 anni). Perno della mobilitazione civile è il comitato di resistenza civile costituito in ogni comune con a capo un direttorio presieduto dal podestà, del quale fanno parte il locale segretario del fascio e un cittadino nominato dal prefetto. li comitato esplica la sua azione secondo le direttive dello stesso prefetto, e ha il compito di: a) vigilare sull'applicazione della legge sulla disciplina di guerra nell ' ambito del territorio comunale; b) coadiuvare, a richiesta, gli organi costituiti a norma della legge del 1925 sulla organizzazione della nazione per la guerra; e) coadiuvare gli Enti municipali e statali nella ricerca della mano d'opera necessaria per le industrie e aziende e per le opere assistenziali; d) agevolare l'attuazione pratica delle norme emanate dal Governo e dai suoi rappresentanti locali; e) segnalare con urgenza alle autorità governative le informazioni di rilievo, le iniziative meritevoli di essere incoraggiate, le azioni meritevoli di ricompensa; f) ingiungere anche ai cittadini e Enti che non siano mobilitati civili prestazioni d'opera e impartire loro direllive. Il comitato deve compilare giornalmente su apposito modello un diario a carattere riservato, nel quale devono essere riportati gli avvenimenti locali più rilevanti, con particolare riguardo a: servizi per la mobilitazione civile, personale preposto, dati statistici; provvedimenti relativi al vettovagliamento e ad altri bisogni collettivi; movimenti di popolazione e loro cause; condizioni sanitarie; attacchi aerei con bombe o gas, loro effetti, condizioni atmosferiche nelle quali si effettuano (sempre che nel Comune non esistano Enti preposti alla protezione antiaerea); manifestazioni dello spirito pubblico; principali disposizioni per la mobilitazione civile emanate nel Comune. In caso di mobilitazione sono tenuti a concorrere alla difesa e alla resistenza della nazione gli Enti comunque costituiti nello Stato, i cittadini non soggetti a obblighi militari comprese le donne e i minori ecoloro che, per qualunque motivo, pur avendo obblighi militari non si
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s G.M. 1932, pp. 123-143. G.M. 1933, pp. 1851 - 1887.
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trovino in un reparto militare. Il concorso si esplica, oltre che con la prestazione delle attività richieste, con la riduzione al massimo possibile delle spese e dei consumi, con l'astensione da qualsiasi atto che possa menomare la difesa del Paese, con la pronta e assoluta obbedienza alle autorità e con il fornire loro le informazioni di carattere militare delle quali si venisse in possesso. Sono esenti dall'obbligo della limitazione delle spese e dei consumi i minori fino al 16° anno, i vecchi oltre i 70, coloro che ne sono dispensati da altre leggi, coloro le cui condizioni di salute richiedono speciali cure, le donne nel periodo di gestazione e puerperio. All'atto della mobilitazione, il Governo con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dichiara quali Enti o associazioni, pubblici e privati, sono civilmente mobilitati. La mobilitazione di determinati Enti può essere però disposta, per speciali ragioni, anche senza pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Per gli stabilimenti privati ausiliari la mobilitazione civile si verifica, in ogni caso, all'atto stesso della ricezione dell'ordine di trasformazione in stabilimento ausiliario, emanato dall'organo per le fabbricazioni di guerra. Tutte le persone di qualunque sesso cd età dipendenti dagli organi statali di produzione bellica o dagli stabilimenti privati mobilitati sono completamente soggetti alla giurisdizione dei tribunali militari (Art. 30). Per coloro che hanno obblighi militari, le pene comuni sono sostituite dalle pene militari secondo il conguaglio fissato dal codice penale militare. Queste disposizioni configurano pertanto un regime di particolare disciplina per il personale civile degli stabilimenti addetti alla produzione bellica, che dal punto di vista penale è soggetto senza alcuna eccezione alla stessa legislazione prevista per il personale militare. ln caso di mobilitazione sono considerati mobilitati civili tutti i cittadini, di qualunque sesso e di età non inferiore ai 14 anni, appartenenti o dipendenti in via temporanea o permanente sia dalle amministrazioni statali sia dalle associazioni ed Enti sia pubblici che privati civilmente mobilitati, nonché tutte le persone che abbiano avuto un incarico da qualsiasi amministrazione dello Stato, durante l'incarico stesso. La condizione di mobilitato civile può derivare anche da chiamata per manifesto o per precetto personale; essa sussiste solo se il soggetto non ha in atto alcun obbligo di servizio alle armi. Per i dipendenti statali di ruolo la condizione di mobilitato civile comporta l'aggravamento delle ordinarie sanzioni per le infrazioni disciplinari commesse nell'ambito delle proprie attribuzioni, e, fuori dall'ufficio, l'aggravamento di 1/6 delle sanzioni stabilite dalla legge per la disciplina di guerra e, inoltre, l'obbligo di cooperare attivamente, se richiesti dalle pubbliche autorità, all'osservanza delle norme per la disciplina di guerra. l dipendenti statali temporanei sono soggetti alle stesse sanzioni e obblighi di quelli di ruolo, con eventuale applicazione anche della riduzione e sospensione dallo stipendio. Strettamente connesso con la legge sulla disciplina di guerra è il Regolamento sulle dispense dai richiami alle armi per mobilitazione del
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1931 ,50 che affronta uno dei problemi più spinosi e più difficili darisolvere con equità in una guerra totale. Il regolamento intende "assicurare in caso di richiami alle anni per mobilitazione, il funzionamento delle pubbliche amministrazioni e dei principali pubblici servizi" e detennina le modali Là per la concessione di ritardi nella presentazione alle armi e di dispense al personale addetto a servi.Gi essenziali di interesse collettivo, che non può essere sostituito senza danno da altro esente da obblighi militari. A tal fine, le pubbliche amministrazioni e gli Enti, così come previsto dalle leggi sull'organizzazione della nazione per la guerra e sulla disciplina di guerra, devono preparare e tenere annualmente aggiornato un apposito progetto, che lasciando disponibile il maggior numero possibile di personale da richiamare alle armi deve "dare un conveniente assetto ai propri uffici e servizi in caso di mobilitazione, mediante il più proficuo impiego del personale proprio e di personale provvisorio non soggetto a obblighi militari". Nello stesso anno 1931 sono compilati dal Ministero, e riuniti in apposita pubblicazione, gli "Specchi degli impieghi o mestieri che possono dar titolo a dispensa o ritardo" e gli elenchi delle linee ferroviarie, lacuali e automobilistiche e delle società concessionarie di servizi telefonici, telegrafici e radioelettrici il cui personale può essere proposto dalle autorità a ciò competenti per la dispensa o il ritardo. Questi specchi e elenchi si riferiscono solo al personale di Enti e stabilimenti statali, ministeri e amministrazioni o servizi pubblici: le modalità per l'esonero del personale dell'industria privata, dell'agricoltura e del terziario sono definite con il R.D. 14 agosto 1931, n. 1249. Per le requisizioni e incette, a seguito della legge sull'organizzazione per la guerra del 1925, con decreto del Capo del Governo 9 novembre l 9265 1 è istituita una commissione interministeriale presieduta dal generale Dallolio denominata commissione per la compilazione del regolamerlfo sulle requisizioni, con il mandato di studiare il regolamento in parola nel 4uale dovranno essere raccolte tutte le disposizioni sulle requisizioni (fatta eccezione per tutto 4uanto concerne la requisizione del naviglio mercantile). Nel periodo in esame tale regolamento non viene ultimato, anche se nel 1927 (R.D.: 16 gennaio n. 374) viene emanata una nuova normativa che dà soddisfacente e unitario assetto ad un
~ R.D. 24 luglio 1931, n. 1185, che approva il regolamento sulle dispense dei richiami alle armi per mnhilitazionc. Questo decreto e il successivo R.D. 14 agosto 1931, n. 1249 che approva il regolamento sull'esoncrazione traggono origine dalJ' Art. 15 della legge 8 gennaio 1931, n. 3, che dà al Ministero della guerra facoltà di "concedere dispense o esonerazioni dal servizio militare in caso di richiamo per mobilitazione a coloro che coprano determinali impieghi o si trovino in posizioni speciali, da stabilirsi con regolamento, ~cntito il parere rlPI C'onsiglio di Stato". SI G.M. 1926, pp. 2380-1381.
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aspetto sempre importante: quello delle modalità per la concessione di alloggi alle truppe da parte dei Comuni.52 Come precisato nella relazione al Consiglio dei Ministri che l'accompagna, il nuovo regolamento mette finalmente ordine in una materia, nella quale sopravviveranno ancora, almeno in parte, norme emanate dai Governi degli Stati pre-unitari (vds. Voi. JI, capitoli Xl, X e XVI). L'istru.lione di cui al R.D. 26 marzo 1899, n. I 55, che avrebbe dovuto unificare a livello nazionale la materia, lasciava infatti sopravvivere norme antecedenti al 1861 e diverse per ogni Regione, mentre al successivo R.D.L. n. 1513 del 26 luglio 1917 non faceva seguito (come previsto dall'Art. 12 del predetto R.D.L.) il relativo regolamento di applicazione. Pertanto per l'applicazione e l'integrazione dei contenuti del decreto del 1917 si era ancora costretti a ricorrere, "se e in quanto ancora compatibili", alle norme del 1899, sorpassate e in gran parte tacitamente abrogate dalla legi:,lazione posteriore. Il nuovo regolamento del I 927 fa seguito al R.D. - legge del 4 maggio 1925 (con il quale si elevano del 400% i compensi stabiliti per gli alloggi del decreto del 1917 e si estende l'obbligo dei Comuni di fornire alloggi anche al personale dell'Aeronautica, della Guardia di Finanza e della Milizia).51 Esso è molto più particolareggiato del decreto del 1917, e sta bi lisce anzitutto i limiti entro i 4uali i Comuni, tenendo conto del numero di abitanti, sono tenuti a fornire le camere ammobiliate per gli ufficiali e marescialli e i locali per il pernottamento della truppa (forniti all'occorrenza di "paglia, lume e fuoco") e per maga7zini, infermerie, prigioni, scuderie ecc .. L'obbligo si limita al primo reparto e corpo che giunge, della forza non minore di un battaglione, per Comuni con popolazione di 3000 abitanti; di un reggimento, se la popolazione non supera gli 8000 abitanti; di una brigata, per città con popolazione non superiore a 30000 abitanti; di una divisione, per centri che non superano i 100000 abitanti. Si conferma la limitazione a 3 mesi del periodo per il quale i Comuni sono tenuti a fornire l 'aJloggio; tuttavia si precisa (Art. 5) che tale limita.tionc "non sussiste nelle ecce.tionali esigenze di operazioni di guerra, d'ordine, di sicurezza e di sanità pubblica". L'obbligo dei Comuni è inoltre esteso a militari e funzionari isolati addetti alle truppe, che incontrino difficoltà a trovare alloggio per proprio conto. In questo caso, l'alloggio viene concesso su richiesta scritta dell'autorità militare territoriale, con pagamento da parte dell'interessato di un'equa pigione stabilita da apposita commissione. Il regolamento del 1927 non fa cenno a due importanti norme vincolanti del 1917: quella che fa obbligo alle autorità militari di preavvisare almeno 24 ore prima i Comuni dell'arrivo delle truppe specificandone la forza, e 4uella che prescrive ai corpi, reparti e militari isolati di li-
32 Cfr. MG, Regolamento ge11erale sugli alloggi militari dovuti dai Comuni, Roma, Provv. Gcn. dello Stato 1927. 33 G.U. o. 127 del 2 giugno 1925.
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quidare al Comune prima della partenza, e in ogni caso entro un mese, il corrispettivo delle prestazioni ricevute. In compenso, diversamente dal 1917 si indica tutta serie di speciali luoghi che non possono venire considerati come occupabili (edifici destinati al soggiorno di membri della famiglia reale, del Papa e dei più alti prelati; edifici di legazioni e consolati esteri; luoghi di culto; conventi di monache e, nei monasteri di monaci, locali di clausura; istituiti per la cura degli ammalati e di beneficenza, e anche "tutti i locali indispensabili e in uso pel servizio dello Stato e delle sue aziende e similmente delle Provincie e dei Comuni"). In caso di mancata concessione dell'alloggio l'interessato ha diritto allo stesso compenso che sarebbe spettato al Comune se avesse fornito l'alloggio; tuttavia l'Amministrazione militare conserva il diritto di procedere a norma di legge contro i responsabili delle inadempienze, già previsto nel 19 I 7. Se i proprietari di case e alberghi non forniscono volontariamente gli alloggi agli ufficiali o assimilati e non danno ad essi la preferenza rispetto ai privati e agli stranieri, le autorità militari territoriali possono dichiarare in accantonamento il corpo o distaccamento e allora gli alloggi devono essere forniti d'imperio dal Comune, con le modalità previste in questo caso. Oltre che con questa procedura deterrente, si cerca di stimolare l'offerta volontaria di alloggi specialmente per il tempo di pace, stabilendo (Art. 9) che l'Amministrazione militare, anziché avvalersi delle disposizioni e tariffe sulla concessione forzosa di alloggi , possa stipulare "a libera contrattazione, speciali convenzioni" in qut:i Comuni dove le truppe devono recarsi annualmente per esercita.lioni, corsi ecc .. Fino a che punto la nuova normativa degli anni Venti viene applicata e indica appropriata soluzioni per i problemi cosl chiaramente posti nel 1923 dal Dallolio? Premesso che nessuna norma di legge può, da sola, sostituire o creare la correttezza ed efficienza della pubblica amministrazione o lo spirito guerriero della nazione e dell'esercito, non v'è dubbio che il corpus legislativo in questione affronta una materia estremamente complessa ancora per sommi capi, senza approfondire aspetti importanti e fors'anche decisivi che non possono certo essere confinati tra le no~e di dettaglio. Non sono costituiti, almeno per il momento, i vari organi previsti dalla legge, a cominciare da quelli di cui ali' Art. 4 della legge del 1925, e ciò è in contraddizione con il principio (pur ribadito) che vuole la produzione di guerra organizzata nelle linee essenziali fin dal tempo di pace, e con l'eredità della guerra che sconsigliava di creare, anzi improvvisare solo all'emergenza organi del funzionamento complesso e difficile da avviare. Molti settori sono poi in attesa di ricevere una regolamentazione più precisa, e tra di essi ricordiamo la gestione della mano d'opera da parte militare in caso di guerra, i compiti, le dipendenze l'organizzazione e il funzionamento dei comitati e sottocomitati regionali per la mobilitazione civile (il cui ruolo nella prima guerra mondiale era ben definito e regolamentato), le requisizioni e incette, le competenze delle autorità militari territoriali nei riguardi della mobilitazione civi-
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le e i loro rapporti con gli Enti a ciò preposti, le nonne amministrative particolari per il funzionamento dell'amministrazione militare e civile in tempo di guerra. Riguardo al problema che nella grande guerra si era rivelato il più delicato. quello della quantità e qualità degli esoneri temporanei per il personale dell'industria addetto alla produzione di guerra, il fascicolo "Condizioni attuali della mobilitazione" di un documento dello Stato Maggiore sulle "Condizioni dell'Esercito al 30 giugno 1930" lascia tutto in sospeso, in quanto l'intero problema inerente alla concessione di mano d'opera in favore della mobilitazione civile, sarà affrontato e risolto, fra breve, da apposita commissione interministeriale.54
Un altro settore che non riceve per il momento un assetto completo è quello della guerra chimica e dell'organizzazione della relativa difesa passiva per le popolazioni, per il quale tuttavia abbondano gli studi e le propostc.55 La commissione suprema di difesa compie comunque un buon lavoro, p1eparaturiu, trasmettendo fin dall"aprile-maggio 1925 all'ufficio ordinamento e mobilitazione dello Stato Maggiore Centrale le Memorie per la preparazione del piano di mobilitazione relative alle principali industrie (Tomo I - Voi. lV combustibile; Tomo II, Voi. lii e IV industrie siderurgiche; Tomo Il, Voi. V industrie dei laminati e trafilati siderurgici; Tomo VII - Voi. 11 industrie dell'azoto; Tomo Xlii - Voi. I approvvigionamenti). 56 Da notare anche l'inizio dei provvedimenti a carattere autarchico, con il R.D.: - legge 7 gennaio 1926, n. 216, "riguardante la preferenza di prodotti dell'industria naL:ionalc negli acquisti da effettuarsi da parte delle Amministrazioni dello Stato, degli enti autarchici, e sottoposti alla tutela o vigilanza dello Stato"; convertito in legge con lievi modifiche con legge n. 1379 del 15 luglio 1926.57
6. La preparazione logistica, le dotazioni e i livelli di efficienza dell'esercito nel 1930
Dopo la vittoria del 1918, il quadro internazionale rimane inquieto e i rapporti con i vicini ad ovest ed est (Francia e Jugoslavia) sono
54 AUSSME, Rep. F/4-F/5 Racc. 293, Cart. "Condizioru dell'esercito al 30 giugno 1930", documento "Condizioni attuali della mobilitazione". 55 Cfr. ad esempio, in merito, la serie di articoli del generale Maltese nel 1931-1932 (E. Maltese, La guerra chimica. "Esercito e Nazione"' n. I. 3 e 6/1931, e n. 3-4/1932). 56 AUSSME, Rep. F/4-F/5, Racc. 293. Cart. Mobilita/ione civile. ~1 G.M. 1926, pp. 1739-1740.
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tutt'altro che buoni. La smobilitazione dell'esercito deve tenere conto anche di questi fattori; il primo problema che tocca direttamente l'efficienza e la capacità di risposta per ogni evenienza è un'oculata utilizzazione dell'ingente quantità di materiali residuati di guerra disponibile, che potrebbe consentire di fare fronte a due contrastanti esigenze: rimediare alle streltoie del bilancio con Ja vendita (ma non la svendita) dei materiali ritenuti di non più conveniente impiego, e al tempo stesso assicurare una sufficiente disponibilità quantitativa e qualitativa di dotazioni e scorte per la mobilitazione. Come viene messo in evidenza nella relazione sullo stato di previsione del Ministero della guerra per l'esercizio finanziario 1925-1926, alla fine della guerra una enorme quantità di materiali di nuova invenzione. si tro· vava accumulata e inutilizzata sui più diversi punti del fronte e, più ancora, nella zona territoriale. Superfluo dire che su ciò, oltre all'improvvisa7ione e all'incompetenza, aveva influito in buona parte anche la speculazione, col dubbio danno della sfiducia che si ingenera nel combattente quando gli si affida un congegno che non serve e del deperimento di meni e di preziose energie.
Evidentemente nel 1919 sarehhe stato necessario procedere a un accurato inventario di quanto esisteva e deUe sue condizioni di manutenzione, per poi poter effettuare a ragion veduta la scelta dei materiali da conservare e cedere al miglior offerente i restanti. Si verifica, invece, una pessima utilizzazione di armamenti, macchine, strumenti e derrate il cui rifornimento a suo tempo era costato alla Nazione tanto Lavoro e tanti sacrifici. È questa, forse, la matrice principale delle difficoltà nelle quali si diballe l'esercito nel primo dopoguerra, e dei numerosi ordinamenti che tentano - senza molto successo - di porvi rimedio. A breve distanza di tempo dalla fine della guerra, buona parte dei materiali del grande esercito di fine 1918 non è più disponibile, e da uno studio sull'efficienza dell'esercito compilato nel novembre 1928 dallo Stato Maggiore Esercito58 risulta che per completare le dotazioni di mobilitazione (calcolate riferendosi a un esercito di 5 armate, 20 corpi d 'armata, 52 divisioni ternarie, 3 divisioni di cavalleria e 54 battaglioni alpini) occorrerebbero: - 175 milioni per il Servizio sanitario e veterinario; - 1.750.000 per il Servizio di commissariato; - 6.000.000.000 per il Servi.do materiali di artiglieria; - 237.000.000 per il Servizio materiali del genio; - 2.800.000 per il Servizio veterinario (parte mascalcia); - 91.000.000 per i trasporti a trazione animale; - 98.000.000 per i trasporti a trazione meccanica. L'esigenza totale viene calcolata in ben 8.363.000.000. Cifra enorme e fors'anche calcolata per eccesso, che però è pur sempre indicati-
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AUSSME, Rep. F/4-F/5, Racc. 293.
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va della gravità del problema e delle dimensioni di un "buco" che esisteva e andava colmato, a fronte dell'esiguità delle risorse finanziarie disponibili. Per avere un termine di raffronto, basti ricordare che nell'esercizio finanziario 1924-1925 il bilancio preventivo dell 'esercito è stato di soli 1.421.000.000 e il bilancio consuntivo di 1.766.000.000. Negli anni Venti si raggiunge il massimo delle risorse con l'esercizio finanziario 1929-1930, caratterizzato da 2.300.000.000 di preventivo e 2.484.000.000 di consuntivo.59 Ciò significa che, per lutti gli anni Venti e quali che siano gli orientamenti strategici e i conseguenti ordinamenti, l'esercito deve fare i conti con due fattori negativi concorrenti, di peso determinante: una carente situazione dei materiali e delle dotazioni e l'esiguità delle risorse finanziarie. Al secondo inconveniente era praticamente impossibile rimediare; al primo, invece, sarebbe stato possibile. Se, infatti, durante la guerra si erano verificati degli sprechi in certa misura inevitabili data la situazione eccezionale, assai meno giustificabili erano stati gli sprechi del primo dopoguerra, che la scarsità di risorse avrebbe dovuto rendere se mai meno facili. Su quanto avviene dal 1919 in poi influisce indubbiamente la troppo affrettata soppressione da parte del governo, per un malinteso senso di economia, di tutti i numerosi e importanti organismi - militari e non - che durante la guerra erano nati sotto la pressione degli avvenimenti per disciplinare la produzione, gli approvvigionamenti, i consumi, i trasporti. Ma quando, come e perché sia avvenuta un'affrettata, antieconomica e irrazionale liquidazione di materiali dei vari Servizi in buona parte ancora utilizzabili per le future esigenze di mobilitazione, è descritto in termini molto crudi in uno studio sulle condizioni di efficienza dell'esercito a fine 1924 del Ministro generale Di Giorgio, che risulta consegnato in data 5 febbraio 1925 al consiglio dell'esercito.60 Secondo iI generale Di Giorgio, l'alienazione indiscriminata dei materiali inizia nell'ottobre 1919 (Ministro Albricci), quando in seguito a pressioni del Ministro delle finanze viene liquidato in maniera indiscriminata il 50% delle consistenze di magazzino: le vendite furono fatte freuolosamente, sen,.a tenere conto esatto dei bisogni dell'esercito per una futura mobilitazione e dello stato reale d'uso dei materiali. Coi materiali medesimi vennero anche soddisfatte richieste delle terre liberale, di istituzioni varie di bcneficienza, di cooperative, di consorl!:i e talora di speculatori. Ne venne così che alcuni centri ospitalieri, ad esempio rimasero con materiali in calli ve condii.ioni; che si perdette il meglio dei materiali di casermaggio; che si alienò la mas~ima parte del carreggio in ottime condizioni: che si alienarono autoveicoli i quali con poca spesa avrebbero potuto rimettersi in efficienza. Nell'ouobre 1920 fu dato ancora maggiore impulso all'alienazione, finché nel
MG, L'Esercito iraliano tra la /• ... (Cit.), allegato 6. AUSSME, Rep. F/4-F/5, Racc. 293. Cfr. anche. in merito. E. Conti. la liquidazione dei Servizi delle armi e munizioni e del 'Aeronautica, Roma, Stab. Tip. Amm. Guerra. 59
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dicembre dello stesso anno per un senso di resipiscenza fu ordinato di proseguire l'alienazione solo dei materiali che il Ministero della guerra avrebbe segnalato esuberanti ai suoi bisogni. Ma era troppo tardi: le dotaTioni dei magazzini erano già state in gran parte svuotate e si era giunti a un punto tale che oggi si è costretti ad allestire nuove dotazioni per una futura mobilitazione, con spese più che decuplicate rispetto ali 'anteguerra.
Secondo il generale Di Giorgio, aJ momento (1924) l'esigenza più urgente è l'approvvigionamento di nuove munizioni per l'artiglieria, in sostituzione di quelle residuate di guerra che sono di qualità scadente. È inoltre necessario migliorare la gittata delle artiglierie stesse, e dotare la fanteria di mitragliatrici leggere e di cannoncini. Poiché per il traino meccanico delle artiglierie pesanti e pesanti campali si dispone di un tipo di autocarro che si è rivelato non adatto a questo impiego, è stato sperimentato con ottimi risultati un trattore ad aderenza totale e con le 4 ruote motrici, in grado di marciare anche fuori strada; presso i reggimenti pesanti e pesanti campali sono anche in corso di esperimento i cingoli per autocarri. Sarà sperimentato un trattore leggero per le artiglierie da campagna, a cu, ~• è rnvvisuto la necessità di estendere il traino meccanico per considerazioni inerenti a scarsezza di risorse equine, minore vulnerabilità alle offese dei gas, economia di personale, minore ingombro nelle colonne, più rapido rifornimento munizioni, rispannio di rifornimenti ingombranti per profende ai quadrupedi.
TI generale Di Giorgio passa poi in rivista le varie esigenze di approvvigionamento dei materiali, per ciascuna indicando il carico finanziario. Le principali voci di spesa da mettere in preventivo riguarderebbero: a) 178 milioni per colmare i vuoti nelle dotazioni di materiale sanitario e veterinario; b) 54 milioni per 5,5 giornate di viveri di riserva (8.800.000 scatolette e 36.000 quintali di gallette); t;) l.140 milioni per materiali di vestiario ed equipaggiamento (tra cui 1,5 milioni di borracce, 1,4 milioni di teli tenda, 5()().000 coperte, 1,2 milioni di gavette, 3,5 milioni di camicie, 1,7 milioni di giubbe e pantaloni, 15.000 casse di cottura, 100.000 bidoni circa). È inollre necessario spendere 540 milioni per dotazioni speciali deJle truppe da montagna; d) 60 milioni all'anno per l'acquisto di munizioni per addestramento (fino a quel momento prelevate dalle scorte già esistenti) e 220 milioni per la sistemazione dei depositi esplosivi e munizioni (quelli provvisori di guerra non sono più idonei); e) 800 milioni per la trasformazione delle artiglierie a traino meccanico e 1.112 milioni per le artiglierie controaerei (di cui 545 milioni per l' esercito operante e 567 milioni per la difesa territoriale). Esistono, infatti, solo poche batterie controaerei mobili antiquate e un centinaio di batterie da posizione anch'esse antiquate; f) 237 milioni per le dotazioni di materiali del genio, che risentono particolarmente dell'alienazione indiscriminata del I 919. Occorrono, in
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particolare, 3 dotazioni per i magazzini avanzati del genio (suddivisi in 5 aliquote di armata e 20 di corpo d'armata) secondo i caricamenti di recente adottati, I dotazione per deposito centrale unico, 6 equipaggi da ponte ippotrainati, 20 autocarri. il materiale dei parchi per le compagnie zappatori, il materiale delle trasmissioni ecc.; g) 950 milioni per il nuovo Servizio chimico (materiali mobili lanciagas; 1/4 del munizionamento di artiglieria a caricamento speciale; mezzi di protezione individuale e collettiva), tenendo presente che dopo la loro alienazione non esistono più combinazioni antipritiche, e sono rimasti solo 1.400 m di tessuto antipritico fabbricato nel 1918; h) 98 milioni per l'approvvigionamento dei mezzi automobilistici speciali che la requisizione non può fornire (autoambulanze, autobotti, autofrigoriferi, autofficine); i) 91 milioni per carreggio e bardature regolamentari, calcolati solo per i casi in cui sono indispensabili (carrette alpine, carrette per mitragliatrici), e prevedendo di ricorrere, per il resto, a requisizioni su vastissima scala. Il generale Di Giorgio ritiene inoltre necessaria e urgente l' assegnazione dei fondi necessari per la difesa costiera. per la sistemazione stradale del le frontiere occidentale e orientale e per adattare a trasporli militari di personali e quadrupedi 12.000 carri ferroviari. Egli accenna anche a due problemi che già allora sono di grande rilievo: quello dei carri armati e delle "autoblindo mitragliatrici'' e quello degli immobili. Per il primo, tenendo conto che si tratta di materiali in continua trasformazione anche negli eserciti esteri, e che per noi le condizioni di possibile impiego dei mezzi corazzati sono diverse rispetto ad esempio alla Francia, noi abbiamo assunto a tale riguardo una posiziooc di vigile attesa. di esperimento e di studio e ci siamo fomiti semplicemcnte di pochissimi materiali del genere. Ma non tra.~eorrerà mollo tempo che anche per noi potrà imporsi una congrua dotazione dei materiali medesimi. Sul secondo problema, quello degli immobili, la diagnosi del generale Di Giorgio è estremamente moderna, anzi del tutto attuale: va infine ricordalo che la maggior parte delle caserme è costituita da vecchi edifici, con locali poco igienici, poco adalli, e di costosa manutenzione. Il generale d'Havet è stato incaricato di studiare la possibilità di procedere a permute di aree e fabbricati nelle guarnigioni principali, su cui sorgono le vecchie caserme, in cambio di altre. alla periferia delle città, più adaue per la costruzione di nuove caserme pienamente rispondenti alla necessità di una sistema,ione dei reparti, e anche alle esigenze della copertura, dell'addestramento e dell'igiene [... l. Le condizioni dcll 'accasermamento dell'esercito, già infelici nel periodo d'anteguerra, sono diventate ancor più critiche nel dopoguerra, quando alle aumentate esigenze dei corpi non corrisponde un aumento dei locali disponibili, ma bensì una materiale diminuzione per cffcllo delle cessioni di caserme prima alla R. Guardia, poi ai Carabinieri Reali, e ora anche alla Milizia ...
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Dopo aver indicato come esigenza minima per colmare le principali deficienze anche in questo settore la cifra di 150 milioni, il generale Di Giorgio conclude il suo lungo studio giudicando le condizioni dell'esercito buone per il personale, ma "tutt'altro che floride" per il materiale e per la indispensabile sistemazione difensiva del territorio. Tenendo conto anche di quest'ultima branca e pur prevedendo di utilizzare essenzialmente i materiali della guerra passata (senza adottare su larga scala - come pur sarebbe opportuno - nuovi materiali), il generale calcola che sarebbero necessari per colmare le lacune ben 14 miliardi. Somma esorbitante che dichiara di non voler chiedere, ritenendo però che occorra almeno l'assegnazione di fondi straordinari annuali per far fronte alle esigenze di primo ordine, che comprendono: a) i lavori più urgenti e di carattere tale da non risultare inutili (sistemazione delle ferrovie, delle frontiere e dei depositi esplosivi); b) le lacune da colmare subito perché tali da pregiudicare l'efficienza dell'esercito (nuovo armamento della fanteria; trasformazione dell ' artiglieria a traino meccanico; difesa e offesa chimica; difesa antiaerea e costiera). Alle altre necessità, che il generale definisce di secondo ordine, si potrà provvedere in seguito, oculatamente, in misura almeno parziale: ma è certo che non potremo rimanere nella ~iluazione attuale che potrebbe essere causa di grande inferiorità rispetto a un nostro eventuale nemico. Cito ad esempio, che anche per noi si impone l'introduzione di qualche bocca da fuoco più moderna, così come si imporrà, l' aumento di gittata per le aniglicric.
Non possono sfuggire l'estremo acume e l'aderenza della diagnosi e dei rimedi, il cui interesse va ben oltre gli anni Venti e investe - trattandosi di questione a largo respiro - la preparazione dell'esercito alla vigilia della seconda guerra mondiale. Come risulta dal verbale della seduta dell' I I novembre 1924,61 la scarsità di risorse finanziarie è una delle principali preoccupazioni anche per il consiglio dell'esercito e spinge a ricercare compensazioni tra i bilanci delle tre forze armate e sistemi per una più economica gestione interforze dei Servizi. Il generale Giardino, in particolare, dà una serie di suggerimenti assai interessanti, e si direbbe attuali: a) vedere se vi è proporzione tra i bilanci dei Ministeri militari e i bilanci delle Amministrazioni civili; b) nell'ambito delle forze armate, vedere se vi è giusta proporzione tra il bilancio dell'esercito e quello delle altre forze armate, e "se non vi sia mezzo invece di risparmiare a vantaggio dell'esercito su quelle forze che non danno la garanzia assoluta e unica che dà l'esercito alla nazione"; c) "nello stesso ambito delle forze nazionali, è da esaminare se non
61
AUSSME, Rep. F/4-F/5, Racc. 294, pp. 19-20.
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vi sia mezzo di fare economie a vantaggio deUa forza, come per esempio assoggettando l'aviazione allo stesso rigore amministrativo dell'esercito e della marina"; d) "qualche economia deve potersi studiare esaminando la possibilità di unificazione dei Servizi comuni alle varie forze armate dello Stato, come il Servizio gas, lo studio o produzione dei proiettili ed esplosivi, gli stabilimenti sanitari e di vettovagliamento ecc. [ ... ].Quandosi fa lusso altrove, non si ha il diritto di chiedere restrizioni all'esercito, che non conosce lussi di sorta; non si ha il diritto di farlo morire ... ". In relazione aHe varie esigenze, per il bilancio 1925-1926 il Giardino giudica necessari 1.975 milioni, somma non raggiunta né in quell'anno, né nei successivi. Ciononostante l'ordinamento Mussolini del 1926 compie - almeno in linea di principio - un notevole passo avanti, sancendo il principio dell'intangibilità delle scorte di mobilitazione e indicando anzi la necessità di ripianarle al più presto. Si tende così a mettere fine all'abitudine degli anni precedenti - poi ripetutasi anche dopo il 1945 - di intaccare per taluni dei materiali più importanti (vestiario, munizioni) le scorte stesse, quaJe mediocre e (apparentemente) "economico .. espediente per rimediare all'insufficienza delle assegnazioni di bilancio per l'istruzione e l'addestramento del contingente di leva. Gli ardui problemi, prima di tullo finanziari e di dotazioni e scorte, che emergono dopo la guerra sono dati ormai per risolti nel 1927, quando nella seduta della Camera dei Deputali dal 19 marzo 1927 il sottosegretario alla guerra generale Cavallero dichiara che, oltre a vivificare, semplificare e dare finalmente scioltezza ai congegni e ai procedimenti amministrativi si è provveduto, grazie alle assegnazioni provvidamente fissate in bilancio, a colmare le gravi lacune che, per la scarsità dei mezzi finanziari durante lunghi esercizi precedenti si erano prodotte nelle dotazioni di mobilitazione; questo ripianamento è oggi un fatto compiuto. Si procede ora, coi mezzi disponibili, agli aumenti ed alle integrazioni ncccssan.62
Nel giugno 1929 l'ufficio Servizi del Comando del Corpo di Stato Maggiore dirama le Direttive generali per l'impianto e il funzionamento dei servizi in zona di copertura e di radunata,63 che tenendo debito conto della negativa esperienza del funzionamento iniziale dei Servizi nel maggio 1915 stabiliscono due importanti criteri: a) in caso di mobilitazione, i Servizi territoriali esistenti nelle zone di copertura e di radunata devono essere organizzati in modo da assicurare il sostegno logistico iniziale delle unità affluenti nelle predette zone, fino a quando non potranno essere gradualmente sostituiti dai Servizi mobili mobilitati;
62 63
U. Cavallero, l'Esercito del 'Italia ... (Cit.). Let. n. 4544/RR in data 26 giugno 1929 (AUSSME, Rep. F/4-F/5, Racc. 297).
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Ferrucciu Bulli
b) la base per il loro funzionamento è rappresentata dall' organizzazione logistica territoriale già in posto. Competono quindi ai corpi d'armata territoriali, che si avvalgono dei rispettivi organi direttivi, gli studi e le predisposizioni di ogni genere relativi al loro impianto e alla loro organizzazione, e la responsabilità del loro buon funzionamento.64 A tal fine, gli studi e le predisposizioni oltre ad essere commisurati ali 'entità delle truppe di previsto afflusso nei successivi giorni di mobilitazione devono tenere conto anche delle successive operazioni da compiere, prevedendo fin dal tempo di pace l'impianto di organi esecutivi in località opportunamente scelte. Devono essere accuratamente pianificate anche le operazioni da compiere in periodo di sicurezza o al momento della mobilitazione per il completamento dei depositi e stabilimenti già esistenti, facendo largo ricorso a personale e a mezzi precettati localmente. Per quanto possibile, presso questi ultimi è opportuno assegnare un nucleo o una frazione degli stessi organi esecutivi mobilitati, che poi li dovranno sostituire. L'organizzazione dei Servizi di copertura si articola, di massima, per settori. In base alle disposizioni del Comando di corpo d'armata competente, i direttori dei singoli Servizi dello stesso corpo d'armata adottano le predisposizioni necessarie per l' organizzazione e il funzionamento del rispettivo Servizio. li numero, la disloca,done e la consistenza degli organi da impiantare in ogni settore dipende - oltre che dal tipo, entità dislocazione e compiti delle forze - dalla loro distanza dagli organi territoriali già costituiti, dalle condiLioni di variabilità, dalla disponibilità e dal rendimento dei meui di trasporlo e infine dalla possibilità di ricorrere alle risorse locali, tenendo conto anche delle esigenze della popolazione. Le direttive per l'impianto di ciascun Servizio prevedono la costituzione di organi esecutivi a carattere provvisorio, avvalendosi di personale delle unità Servizi del corpo d'armata (compagnie di sanità, compagnie sussistenza, reparti automobilistici ecc.), oppure dei corpi. 1H pa1 liLulai e, ali ' atto della mubilttazwne. a) per il Servizio di sanità, sono costituite infermerie temporanee che funzionano come reparti di sezione sanità e come luoghi di cura per malati e feriti non trasportabili. Gli sgomberi a tergo sugli ospedali civili o militari già esistenti possono avvenire con vari mezzi (autoambulanze, carreggio, automezzi vuoti di ritorno, ferrovia); b) per il vettovagliamento sono impiantati posti distribuzione viveri, foraggi, paglia e legna, che funzionano come nuclei di sezioni sussistenza
64 Sulla mobilitazione delle varie branche del commissariato e sulle predisposizioni da attuare fin dal tempo di pace per assicurarne la rapida entrata in funzione all'emergenza (con ampi riferimenti anche all'esperienza della guerra passata) Cfr. G. Chirico (ten. col. commissario). La mobilitazione civile dei Servizi del Commissariaro militare, '·Rivista Militare" n. 7, 8 e 9/19]0 (lavoro premialo nel concorso indetlo dal Ministero della guerr.i per l'anno 1929 con Circ. n. 533 G.M. 1928).
Aspe/li logistici degli ordinamenti di pace
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e sono riforniti dai magazzini territoriali costituiti fin dal tempo di pace o al momento del bisogno. Al rifornimento dei generi si provvede con scorte accantonate fin dal tempo di pace, con il ricorso alle risorse locali, oppure con l'afflusso da tergo. Per le truppe di copertura, sono accantonate due razioni viveri di riserva; c) Servi7io materiali di artiglieria. In zona di radunata sono costituiti fin dal tempo di pace depositi munizioni destinati al bisogno ad essere riforniti da altri dislocati (anch'essi fin dal tempo di pace) in zona di radunata. da considerare come frazioni di magazzino d'armata. L'organizza7ione è completata con posti distribuzione e avviamento munii'ioni co<.tituiti al hisogno in 7ona di copertura, e riforniti dai depositi di prevista costituzione nella stessa zona di copertura; d) Servi7io materiali del genio. L'organizzazione è analoga a quella per i materiali di artiglieria, anche se non è prevista la costituzione di posti distribuzione e avviamento; e) Servizio trasporti. Le modalità organizzative sono diverse, a seconda del tipo di trasporto. l trasporti ferroviari e marittimi sono diretti dall'ufficio trasporti del Comando del Corpo di Stato Maggiore; quelli a traino animale, dai Comandi di corpo d'armata (Stato Maggiore) che impiegano i mezzi organicamente assegnati alle truppe ricorrendo, se necessario, al noleggio di mezzi di trasporto locali rimasti disponibili dopo la requisizione a livello nazionale. Per quanto attiene ai trasporti a trazione meccanica, i Comandi di corpo d ' armata (Stato Maggiore) dislocano fin dal tempo di pace in località opportunamente scelle nuclei di autoveicoli dei dipendenti centri di automobilistici e all'emergenza impiegano anche autoveicoli locali noleggiati tra quelli non soggetti a requisizione; fin dal tempo di pace devono anche essere fissate le località ove costituire posti di rifornimento di carburanti e materie di consumo. Nel già citato rapporto del Comando del Corpo di Stato Maggiore sulle condizioni dell'esercito al 30 giugno 193()65 i vari uffici prendono in esame la parte di rispettiva competenza, e nelle "Considerazioni i.:um:.:lu:si ve :suJla :situai;iuue atluaJe dell 'esercilu in relai;ione all"ipote:si di guerra contemporanea sulle due frontiere est ed ovest" , l'ufficio operazioni traccia un quadro tutt'altro che roseo: le forze che è realmente possibile mobilitare e inviare alle frontiere ammontano a 29 divisioni di fanteria, 2 divisioni celeri, 9 Reggimenti di artiglieria pesante campale, più reparti vari non indivisionati. Il rapporto di forze rispetto a Francia e Jugoslavia è di I :2 a nostro sfavore, e si ritiene che occorrerebbero almeno 40 divisioni entro un mese, con meta finale 60 divisioni. L'esame delle possibilità di mobilitazione conferma e anzi fa ancor di più emergere la difficoltà di mettere in campo, all'occorrenza, uno
65
AUSSME, Rep. F/4-F/5, Racc. 293. Cfr. anche, in merito. S. Pclagalli, Il genera-
'" Pit>lrn Gn•,t>rn n/ Minislno de/In g uerra (/928-1933) , "Storia Contemporanea" n.
6/1989.
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Ferruccio Botti
strumento veramente idoneo alla difesa dei confini. I vincoli sono invalicabili e riguardano non tanto il personale, ma i mezzi e i materiali, in una parola: ancora e sempre, la quantità e qualità del supporto logistico che risulta effettivamente possibile fornire. Anche tenendo conto deJle esigenze della mobilitazione civile, le disponibilità di personale consentirebbero di costituire 70 divisioni, cioè 30 divisioni in più di quelle previste dall'indice di mobilitazione per il 1° e 2° tempo (40 divisioni di fanteria di cui 31 di I O tempo e 9 di 2° tempo, più 2 divisioni celeri e 3 brigate alpine, tutte di I O tempo). Questo obiettivo massimo è però ben lungi dal poter essere raggiunto, in quanto la mobilitazione dell 'esercito involge non solo e non tanto problemi di forza (in quantità e qualità), ma soprattutto e piuttosto problemi di disponibilità di dotazioni di materiali di ogni genere (in quantità, e nella loro appropriata distribuzione): problemi, quest'ultimi, i quali si traducono, in definitiva, in limitazioni insormontabili all'esplicazione immediata dello sforzo massimo, che sarebbe altrimenti consentito dalla integrale utilizzazione del personale alle armi e in congedo, come pure dalla disponibilità di pace di quadrupedi e di automezzi e dalla possibilità di aumentarle, ali 'allo della mobilitazione.
In questa prospettiva, la situazione che- risulta dall'analisi delle effettive disponibilità logistiche è molto meno favorevole di quanto la delinea nel 1927 il generale Cavallero nel suo già citato discorso in Parlamento. Non solo si deve rinunciare alle 70 divisioni, ma anche alle 40 (strategicamente l'obiettivo minimo), e all'inizio risulta possibile mobilitare solo 29 divisioni inquadrate in 13 corpi d ' annata e 4 armate, più 3 divisioni celeri e 4 brigate alpine. Le divisioni non sono ancora del tutto al completo di dotazioni e materiali, anche se le loro deficienze sono ritenute "tali da non infirmare seriamente l'efficienza complessiva delle divisioni stesse". Ma uscendo dal ristretto ambito divisionale, si riscontrano lacune logistiche tali da compromettere 1'effettiva efficienza e la prontezza operativa anche di queste 29 Grandi Unità, nonostante le (esigue) assegnazioni straordinarie (145 milioni) concesse per l'esercizio finanziario 1930-1931: a) manca interamente il supporto logistico di 2° grado per le divisioni e non esistono le dotazioni per i magazzini di armata e i depositi centrali, "la cui costituzione riveste sempre più carattere di particolare delicatezza e urgenza, quanto maggiore è il numero delle divisioni mobili tabili"; b) le deficienze nel gettito dei muli da requisizione nei corpi d'armata territoriali del settentrione, che permangono nonostante la recente adozione di criteri di idoneità più larghi, rendono necessario far affluire dai corpi d'armata territoriali dell'Italia Centrale e Meridionale a quelli dell'Italia Settentrionale oltre 12.000 muli per le esigenze di mobilitazione di 1 ° tempo e 8.000 muli per quelle di 2° tempo. con ovvi riflessi sulla prontezza operativa delle unità;
Aspetti logistici degli ordinamenti di pace
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c) ad avvenuta requisizione degli autoveicoli si avrebbe un'esuberanza di autocarri leggeri e autobus, ma una sensibile deficienza di autocarri pesanti (400 su 14.600), e soprattutto di autospeciali non disponibili per la requisizione (cioè autoambulanze, autobotti, autofrigoriferi ecc.), dei quali ne mancano ben 2.150 su 4.250. Molto forti anche le deficienze di trattori (800 su 2.500) e di trattrici (330 su 960). In caso di mobilitazione è pertanto possibile disporre solo degli automezzi per le esigenze di 1° tempo (fatta eccezione per gli autospeciali, ancora in grave deficienza) e per il resto a cominciare dagli autospeciali si dovrebbe ricorrere all'industria privata, con commesse di automezzi militari per le quali non esiste la copertura finanziaria. Se si tiene conto che per l'esercizio finanziario 1930-1931 il bilancio preventivo è di 2.398 milioni e quello consuntivo di 2.781 milioni,66 molto eloquente risulta il prospetto dei fondi occorrenti per le dotazioni di mobilitazione alla data del 28 giugno 1930, allegato al citato documento sulle condizioni di mobilitazione e riportato nella pagina seguente: In un altro documento sull "'Efficienza dei reparti", compilato dall'ufficio addestramento del Comando del corpo di Stato Maggiore, è riportato un dettagliato e nutrito elenco dei materiali moderni che occorrerebbero "onde assicurare una sufficiente efficienza alle unità mobilitate", ma che non è possibile approntare per mancanza di fondi. Tra di essi, figurano nuove armi controcarri e conlroaerei, il fucile semiautomatico e il lanciabombe (in sostituzione del 65/17) per la fanteria, oltre a 260 carri armati, a diversi modelli di nuove artiglierie e al miglioramento del munizionamento e della gittata di quelle esistenti. Tra i provvedimenti di più diretto interesse logistico citiamo l'allestimento di nuovi mezzi di trasporti corazzati per le truppe celeri (tipo Carden Lloyd) e di autocarri per fanteria (o autocarri da montagna) in sostituzione parziale del carreggio. Sulla base delle predette disponibilità di forze e mezzi, l'ufficio trasporti del Comando del Corpo di Stato Maggiore compila un pro memoria con le esigenze e possibilità di trasporto in caso di mobilitazione e radunata alle due frontiere (occidentale o orientale) e lo stato della relativa pianificazione. 67 I criteri e le predisposizioni adottate in questo fondamentale settore tengono anch'essi conto dell'esperienza non positiva dei 1915 e ricercano una maggiore elasticità, prevedendo (pare evidente l'influsso delle proposte del Lizzi): a) l'abolizione dell'orario militare e l'adozione, per i movimenti di radunata, dall'orario generale di servizio, in cui sono introdotti tutti i treni straordinari consentiti dalla potenzialità delle linee;
66 Ci si riferisce ai dati contenuti in M.G., L'Esercito italiano tra la J• ... (Cit.), allegato 6. 6 7 Promemoria sulla situazione dei trasporti (n. 1240/R.S. di prot. in data 9 luglio 1930 - AUSSME, Rep. F/4-F/5, Racc. 293).
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Ferruccio Botti
b) il decentramento alla delegazione trasporti della compilazione e tenuta a giorno dei progetti di mobilitazione; c) l'accentramento all'ufficio trnsporti del Comando del Corpo di StaIMPORTO
UNITÀ
Con le dota,ioni al completo ma sempre con serie vestiario ridotte e senza magazzini d'Armata né depositi centrali.
dei magazzini di Armata e depositi (dot:11.ioni complete) -
Spesa occorrente per completare tutte le unità dell'Indice dt mobilita1ionc (I O tcmpo) (I) ................
1.063.000.000 (2)
NOTE
centrali
--
510.000.000
(I) Nel I O tempo sono state comprese anche le I I Obatterie da posizione poiché esse ormai fanno parte del1··1ndicc" e le quarte compagnie dei battaglioni alpini . (2) Compresa la spesa occorrente di 66 milioni per completare la trasformazione di I grnppo ippotrainato da 75/27 dei reggimenti da campa1,,'lla in gruppo someggialo da 75/ 13.
Spesa occorrente per 30 gruppi da 149/12 Skoda .....
Spesa occorrente per tutte le unirà della Appendice all'Indice di mohilitatione (2°tcmpo) .....................
TOTALI
47.000.000 (3)
640.000.000 (4)
1.750.000.000
-
125.000.000
635.000.000
(3) Dei quali 30 milioni circa per riparazioni e adattamento al lraino meccanico, caricamenti ecc., e 17 miIioni circa per il miglioramemo di 54.000 colpi completi per au mento di gittata. (4) Compresa la spesa di 40 milioni per la sostituzione del maleriale del gruppo someggiato da 65/ 17 attualmente previsto ed esistente, con materialc da 75/13 e per l'allestimento del gruppo someggiato da 75/13 in sostituzione di uno da 75/27 ippotrainato (nella divisione di fanteria).
233
Aspe/li logistici degli ordinamenti di pace
to Maggiore della compilazione del progetto dei trasporti di radunata (ivi compresi i trasporti relativi alla copertura, alla protezione delle ferrovie, alla difesa delle coste e delle operazioni oltremare); d) la diramazione in tempo di pace solo dei documenti interessanti i primi 5 giorni di mobilitazione, in modo da consentire l'adattamento della programmazione per i giorni seguenti al le esigenze del momento. Il progetto dei trasporti di mobilitazione è attuabile entro i primi 4 giorni, fatta eccezione per quelli interessanti i corpi d'armata dell'Italia Centrale e Meridionale che si protrarranno fino all'8° giorno. Nei primi cinque giorni di mobilitazione potranno affluire alle frontiere: uomini circa 415.000
Front. occidentale - uomini circa 180.000 - quadrup. circa 33.000 - pezzi circa 344 - carri circa 4.200
quadrupedi circa 79.000
Front. orientale - uomini drca 235.000 quadrup. circa 46.000 - pezzi circa 256 - carri circa 7.300
pezzi 818
carri circa I 1.550
Tali quantitativi rappresentano: - tutte le unità destinale in copertura a partire con organici di pace; - i complementi alle predette unità, ad eccezione di quelli per i reggimenti d'artiglieria da campagna e di un'aliquota di quelli per i gruppi pesanti campali; clementi di unità non di copertura che completano la mobilitazione entro il 3° e 4° giorno di mobilitazione, e precisamente: ., t• Armata oi 3 Com. di Divisione ~ 1 C'om cli Rrigata di rant ~
7 Regg. di Fant. meno l btg.
t: 2 comp. telegrafisti
0
art. pesante camp. t-~ 744 gruppi btg. camicie nere btg. ausiliari
e 7 comp. presidiarie '- l btg. mitraglieri .!:! Aliquota serv. d'Armata ~ Aliquota scrv. di 3 c.d'A. Aliquota serv. di 3 Div.
2' Armata I Comando di Divisione 3 Comandi di Brig. di Fanteria 7 Reggimenti di fanteria l Battaglione mitraglieri ~ I Gruppo art. pesante campale ~ 6 Battaglioni ausiliari -~ Aliquota scrv. di 2 Divisioni 2 Battaglioni di CC.RR.
o ~
.!! 3' Armata § I Comando di Divisione ,!: 1 Comando di Brig. di Fanteria ~ 2 Reggimenti di font. meno 1 btg. t Aliquota elementi d'Armata o.. Aliquota elementi di un Com. di C.d'A. Aliquota servizi di una Divisione 2 Battaglioni ausiliari 4' Armata I Gruppo controaerei
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Si calcola che verso il 15° giorno, saranno affluiti alle frontiere 715.000 uomini, 135.000 quadrupedi, 2 .080 cannoni e 37 .000 carri (di cui 490.000 uomini, 90.000 quadrupedi, 1.444 pezzi e 2.700 Carri alla frontiera orientale). Al 12° giorno i trasporti di radunata delle Grandi Unità possono considerarsi ultimati. Dal 13° al 18° giorno sono previsti trasporti che riguardano artiglieria pesanti, elementi per il servizio automobilistico e per i servizi in genere. In totale, è previsto l'impiego di 2.136 treni, di cui 894 per i trasporti di radunata dei primi 5 giorni. Concludendo, attraverso l'esame della reale preparazione logistica dell'esercito con particolare riguardo alle dotazioni e scorte, è significativo constatare che a qualche anno appena dalla guerra d'Etiopia e in un quadro internazionale che si avvia al peggio l'esercito da mobilitare è come sempre ricco solo di uomini, ma manca dei mezzi più moderni e soprattutto di dotazioni e scorte in genere: non è quindi in grado di sostenere alcuna guerra, né europea, né coloniale. Per l'esercito dei primi anni Trenta, nella sostanza non è affatto mutata la situazione dei primi anni Venti, così riassunta dal Gallinari: si apre un drammatico divario, destinato a crescere fino agli anni della seconda guerra mondiale, fra i compiti che si vogliono assegnare all'esercito e la sua effettiva consistenza. La scelta a favore di un esercito per tanti aspetti più simile a quello del 1915 che a quello del I 918, avvenuta negli anni del primo dopoguerra, peserà in modo allora impensabile sugli avvenimenti futuri.68
68
V. Gallinari, Op. cit., p. 229.
Aspetti logistici degli ordinamenti di pace
AMtRICA
DCL HDRD
o
Fig. 5
Produzione mondiale di petrolio greggio nel 1925.
235
236
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Fig. 6 -Attrezzamra chirurgica per ospedale da campo ( 19/ 5-19/8) in dota::ione anche nel dopoguerra (Museo Jmernazionale della Croce Rossa).
Fig. 7- Gavetta e borraccia in legno (1915-1918) in dotazione anche nel dopoguerra.
Aspe/li logislici degli ordinamenti di pace
237
Fig. 8 - Carrella di battaglione mod. 1907, in dotazione fino a/l'inizio degli anni '50.
Fig. 9-AutocarroFiat 18 BL (1914), in dotazione fino agli anni '30, costruito in 20.000 esemplari.
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Fig. 10 - Autocarro Ceirano 50 M. (Museo della Motorizzazione - Cecdiignola)
Fig. 11 - Trattore Pavesi P/4 ( 1926). (Museo della Motorizzazione - Cecchignola)
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CAPITOLO V
L'ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE E DI PACE DEI SINGOLI SERVIZI NEGLI ANNI VENTI: PROBLEMI E ASPETTI EVOLUTIVI
1. Premessa
Nonostante la comparsa suUa pubblicistica militare di numerosi e interessanti fermenti, l'organizzazione e il funzionamento dei singoli Servizi in pace non denota in nessun caso un distacco netto dai criteri anteguerra, nemmeno sotto l'aspetto territoriale e deUe predisposizioni di mobilitazione. Le due normative fondamentali emanate nel periodo segnano una prudente evoluzione rispetto al 1915 e al tempo stesso delineano e consolidano la fisionomia di base dei Servizi anche negli anni Trenta. Esse sono (in ordine sia di priorità che cronologico): a) il nuovo Regolamento per l'amministrazione e contabilità dei corpi, istituti e stabilimenti militari del 1927; 1 b) il Regolamento sul servizio territoriale del 1932 (Pub. n. 2352). Queste pubblicazioni contengono anche norme di dettaglio sul funzionamento territoriale (non solo in tempo di pace) dei Servizi, con particolare riguardo a sanità, commissariato e veterinario. Pur avvenendo in linea di stretta continuità con l'impostazione dianteguerra, l'evoluzione dei Servizi territoriali presenta due aspetti nuovi e interessanti, che anche se non hanno i concreti e positivi sbocchi che meritano, denotano una certa sensibilità per i problemi posti dalla prospettiva della nuova guerra integrale. Il primo di questi aspetti riguarda gli studi e le proposte per una struttura logistica e territoriale più economica, e tale da dare maggiore spazio al "civile" rispetto al "militare"; il secondo recepisce le esigenze di coordinamento dei singoli Servizi dell'esercito tra di loro, e soprattutto della logistica dell'esercito con quella delle altre forze armate. Le soluzioni delineate, che esamineremo trattando dei singoli Servizi, hanno un interesse anche attuale.
1 MG, Regolamento per l'amministrazione e contabilità dei corpi, istituti e stabilimenti mi/ilari (Pub. n. 1828), Roma 1927 (approvato con R.D. 10 febbraio 1927,
n. 443).
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2. Servizio di sanità La crisi del primo dopoguerra e le proposte del Lustig Nell'immediato dopoguerra la sanità militare attraversa un periodo di acuta crisi e vi è anche chi - se non altro per ragioni di economia mette in discussione la stessa utilità del Servizio, almeno in pace: come si è visto nel Voi. Il, idee del genere erano state sostenute all'inizio del secolo dal colonnello Marazzi nel suo libro L'Esercito nei tempi nuovi. Nel 1919 il Ministro Albricci nomina una commissione incaricata di presentare proposte per riorganizzare su nuove basi il Servizio, presieduta dall'illustre clinico senatore prof. Alessandro Lustig, che durante la guerra aveva ricoperto incarichi di elevata responsabilità nell'organizzazione sanitaria militare in zona di guerra. Le proposte di riforma che la commissione presenta al Ministro, nel giro di poche settimane e all'unanimità, sono riassunte dallo stesso Lustig in un articolo su Nuova Antologia del 1920. 2 Le carenze più gravi riguardano il personale medico e infermieristico: a causa del cattivo trattamento economico e morale, si sta verificando un vero esodo di massa di ufficiali medici, e soprattutto dei migliori. Vi è anche carenza soprattutto qualitativa di personale paramedico, in quanto finora ti personale infermiere degli ospedali militari o delle infermerie presidiarle è stato costituito esclusivamente da soldati di leva e da militari inabili alle fatiche di guerra, in gran parte contadini ignari di qualunque pratica di assistenza agli ammalati e per giunta con una istruzione così limitata da non <lare affidamento <li poterli, con un corso tanto affrettato, abilitare a<l esercitare nemmeno grossolanamente e l'ufficio di infermiere.
A parere del Lustig il corpo sanitario militare non solo deve essere mantenuto, ma deve estendere le sue funzioni fino ad esercitare delicate e insostituibili funzioni in campo civile, sia pure per mezzo di incisive rifanne.Talune proposte e considerazioni (come la concentrazione degli ospedali) non mancano di attualità: oltre l'onere pecuniario certamente maggiore, non si potrebbe mai avere né unità d'indirizzo, né saldezza di disciplina, né possibilità di una assistenza sanitaria, profilattica e curativa, come solo può ottenersi da un organismo esclusivamente adibito alla tutela della salute dell'esercito. Oltre a ciò non sarebbe possibile improvvisare in tempo di guerra lutti i delicati e complessi congegni inerenti al servizio sanitario, senza una precedente preparazione tecnica, quale solo può essere offerta da un corpo sanitario organiaato fin dal tempo di pace a fronteggiare gli specialissimi eventi sanitari della guerra. Certo che occorrerà "riformare ed adattare alle nuove esigenze scientifiche e militari rutto il vecchio organismo della sanità militare" quale era ante bellum; l'assi-
2 A. Lustig, RifornU? del servizio sanitario militare, .. Nuova Antologia" del 16 aprile 1920.
L'organi::zazione territoriale e di pace (anni 20)
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stenL.a ospedaliera deve essere portata al livello delle moderne vedute in questo campo; sarà a lai fine necessario abolire molti piccoli ospedali succursali, molte infermerie presidiane, migliorando invece i servizi tecnici dei grandi ospedali divisionali e di Corpo d'armata e dando un maggior sviluppo alle infermerie reggimentali. Si aggiunga a tutto questo che coi medici borghesi non sarebbe possibile assicurare molti servizi inerenti all'auività dell'esercito anche in tempo di pace, quali l'assisten7.a alte manovre, alle esercitazioni, ecc.); la funzione stessa del reclutamento, una delle più delicate per la compagine dell'esercito. richiede esperienza e una esatta conoscen,a delle esigenze militari; qualità tutte che non si possono pretendere dai medici borghesi, l'attività dei quali è rivolta ad altri problemi. Quale influenza poi sia continuamente chiamato ad esplicare il medico militare dal punto di vista disciplinare è nolo a chiunque abbia la benché minima esperienza di cose militari; per tale ragione pre.:isamcntc anche ndl"esercito tedesco, inglese, russo, giapponese, americano i medici militari hanno grado e vesL, militare e tale conseguimento è auspicato nell'esercito francese, cosl come prima del 1873 era invocato dai medici dell'esercito italiano che fino allora avevano la sola assimilazione al !,'Tarlo militare. Se si pensa poi che il solo servizio delle Colonie impiega circa 200 ufficiali medici su circa 1000 che nominalmente costituiscono l'organico nonnale del Corpo sanitario, si avrà un ultimo argomento per la necessità di conservare tale Corpo.
Al di là del ruolo militare, il Lust1g ritiene che il corpo sanitario militare, per le sue caratteristiche tecnico-funzionah e per la disciplina alla quale impronta la sua azione, è l'unico organo sul quale lo Stato può fare sicuro affidamento - in caso di epidemie o calamità naturali per le esigenze di assistenza sanitaria alla popolazione civile. Infatti la direzione generale di sanità civile del Ministero degli interni non ha alle sue dirette dipendenze organi esecutivi permanenti. e al momento del bisogno deve avvalersi di varie organizzazioni offerte dai grandi Comuni, dalla sanità militare o dalla Croce Rossa, o improvvisare qualche volta servizi molto costosi e di scarso rendimento. Per fare fronte agli impegni derivanti dal suo duplice ruolo militare e civile, secondo il Lustig è necessario aumentare gli organici del corpo, anche perché in caso di guerra i Comandi e i Servizi tecnici non possono essere improvvisati. quindi occorre disporr(' di una solida intelaiatura in grado di inquadrare gli ufficiali medici richiamati (da limitare al minimo anche per non nuocere ali 'assistenza sanitaria per la popolazione civile). In tempo di pace con un maggior numero di ufficiali medici ,i eviterà la spesa ingente, che s'incontra attualmente e, 'incontrava prima della guerra, per emolumenti che si pagano ai medici civili per le loro prestazioni alle truppe ovunque manchino ufficiali medici, e sarà possibile una huona volta congedare la massa ancora notevole di ufficiali medici d1 complemento che vengono tullora trattenuti alle armi con evidente ingiustificato danno alla carriera di tanti giovani medici e sen.(a che lo stato possa trarre dall'opera loro vantaggi pmpor,ionati al loro sacrificio.
Il Lustig ritiene insufficiente l'organico di ufficiali medici al momento previsto (981 ), che pure è più elevato di queUo anteguerra (773), cifra quest'ultima molto inferiore a quella dei principali eserciti (Francia I .300; Germania 2.226; Austria 1.452; Russia 2.000; Inghilterra
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Ferruccio Bolli
832, ma per un esercito di soli 72.000 uomini; Stati Uniti 868, per un esercito ancor più piccolo di quello inglese). Per ottenere un aumento degli organici, occorre migliorare il trattamento economico del personale, portandolo al livello di quello di un medico condotto. Di qui "il risultato lacrimevole" del recente concorso per 100 medici effettivi, per il quale i concorrenti sono stati solo 15. Questi inconvenienti avvengono (come già prima del 1915 - vds. Voi. II) perché ancora non si vuole intendere che l'ufficiale medico è anzitutto un professionista, al quale bisogna offrire condizioni di vita non inferiore a quelle che egli può trarre dal libero esercizio della professione civile; che come ufficiale divide in guerra disagi e pericoli pressoché uguali a quelli degli ufficiali combattenti, mentre invece è nel trattamento pareggiato agli ufficiali del corpo d'amministrazione e del commissariato. Oggi ai giovani laureati in medicina delle nostre Università si offrono possibilità di guadagni immediati più elevati della retribuzione di un ufficiale superiore medico, senza avere né i legami disciplinari, né i disagi dei continui cambiamenti di residenza, né tutte quelle limitazioni della libertà individuale che la vita militare impone. Per migliorare quantità, qualità e rendimento degli infermieri, la metà o meglio i due terzi del personale paramedico dovrebbero essere costituiti - come già avviene per la Marina - da professionisti arruolati con speciali condizioni e pagati in relazione al delicato servizio al quale debbono attendere. Ci si potrebbe anche avvalere, almeno a titolo d'esperimento, di personale femminile debitamente istruito nelle varie scuole professionali, che offrono ormai un personale di elevato livello tecnico e moralmente ineccepibile. È inoltre indispensabile la costituzione per il tempo di pace di un corpo di "disinfettatori" militare, inquadrati in sezioni di disinfezione dislocate presso gli ospedali militari. Oltre che per un sistematico risanamento di tutti gli edifici militari, all'occorrenza tali sezioni potrebbero intervenire anche in edifici pubblici e in abitazioni civili collettive o familiari, specie in caso di epidemie. Il vertice del corpo dovrebbe essere modificato, fondendo insieme la dire7i0ne generale di sanità (istituita ne l 1917, durante la guerra, per riunire in un unico organo le varie branche del Servizio, affidate a tecnici esperti alle dipendenze dirette del Ministero) e l'Ispettorato, al quale sono rimaste funzioni medico-legali, consultive, ispettive e di studio. I rapporti tra questi due diversi e separati organi danno luogo a intralci e conflitti di competenza, e tra l'altro fondendoli insieme si realizzerebbero delle economie. Altre proposte riguardano: a) l'elevazione intellettuale e morale degli ufficiali medici. La scuola di sanità militare dovrebbe essere Ente di reclutamento per i soli ufficiali effettivi, con corsi di medicina militare della durata di 6 mesi che verrebbero seguiti - ritiene il Lustig - con maggior profitto e serietà di quelli obbligatori per tutti i neo-laureati con obblighi di leva. Gli ufficiali dovrebbero frequentare periodici corsi di perfezionamento presso la scuola e ruotare tra ospedali e reparti. Anche nella sanità militare bisogna adottare il principio della speciaJizzazione, così come avviene in campo civile (tutti gli ufficiali medici dovrebbero essere obbligati a
L'orf?anizzazione territoriale e di pace (anni 20)
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seri corsi di perfezionamento presso le cliniche dei grandi ospedali, assicurando successivi vantaggi ai migliori). Infine, le promozioni dovrebbero avvenire ascella e non per anzianità; b) allo scopo di consentire alla sanità militare di svolgere anche le funzioni di organo esecutivo di pronto intervento per la profilassi delle malattie infettive e l'assistenza della popolazione civile, ad ogni grande ospedale dovrebbe essere annesso un laboratorio di batteriologia, microscopia e chimica applicata ali 'igiene. Oltre alla squadra di disinfezione pronta a far fronte a tutte le richieste di Enti militari e civili, dovrebbe essere tenuto di riserva un nucleo di infermieri professionisti per la costituzione ali 'occorrenza di lazzaretti civili e militari; c) presso la direzione di sanità di corpo d'armata un ufficiale superiore medico igienista dovrebbe avere, nei riguardi delle truppe, le stesse funzioni che in campo civile svolge il medico provinciale: i due funzionari si completerebbero così nei loro rispettivi mandati. L'istruzione degli ufficiali medici specialisti e del personale delle squadre di disinfezione andrebbe affidata alla scuola di sanità militare. Queste idee del Lustig trovano almeno parziale attuazione nelle riforme del primo dopoguerra. ma trascendono spesso il periodo al quale si riferiscono e le sue esigen7e per disegnare nelle grandi linee un modello ideale della sanità militare, neppure oggi privo di attualità. 3
L'e••oluzione degli organi direttivi centrali del Servizio
L'ordinamento provvisorio Albricci (1919) su 918 ufficiali prevede I tenente generale o maggior generale Ispettore capo di sanità, 3 brigadieri generali addetti all'Ispettorato di sanità o ad incarichi speciali e 32 colonnelli . Nello stesso anno con R.D. - legge 25 novembre 1919, n. 2435 4 è prorogata fino al 30 giugno 1920 la validità del D.L. 23 agosto 1917, n.1319, che istituiva la direzione generale di sanità militare limitandone però la durata fino a sci mesi dopo la guerra. Accogliendo la proposta del Lustig, l'ordinamento Bonomi del 1920 anziché sciogliere la direzione di sanità militare non prevede più l 'Ispettorato, anche se conserva il maggior generale ("a disposizione per ispezioni") e i 3 brigadieri generali, riducendo però da 32 a 17 i colonnelli medici. Con il successivo R.D. - legge 5 novembre 1920, n. 1597 (Art. I) finché non sia provveduto con legge al riordinamento dell'amministrazione centrale della guerra, al cessato Ispettorato di sanità militare e alla cessata direzione generale è sostituita una direzione centrale di sanità militare. Detta direzione provve-
3 Cfr. anche, in merito, G. Villasanta (ten. col. medico insegnante alla Scuola di Sanità Militare), fl servizio sanitario militare in pace e in guerra, Firenze, Stab. Tip. Ariani, 1928. 4 G.M. I 920, p. 84.
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Ferruccio Botti
de alla trattazione di tutte le questioni relative al personale, al materiale sanitario, nonché al funzionamento di tutti i servizi sanitari militari. Alla detta direzione sono devolute le funzioni medico-legali ...5 •
Il personale dei due Enti soppressi viene ridotto e reimpiegato. 11 maggior generale medico è capo della direzione centrale di sanità militare, e dei tre brigadieri generali uno è presidente del collegio medico superiore istituito con mansioni medico-legali, e gli altri due sono impiegati per ispezione (uno al servizio ospedaliero e l'altro al servizio profilattico). L'Art. 6 del predetto R.D. - legge istituisce due commissioni miste permanenti, presiedute dal maggior generale medico e composte da ufficiali medici generali e superiori e professori. Ad una di esse è affidato lo studio di tutte le questioni generali interessanti il Servizio; I 'altra ha l'incarico di dare il suo giudizio di merito per i medici aspiranti alla carriera militare e per le promozioni degli ufficiali medici, sia in servizio che in congedo.6 Il D.M. 28 novembre 19207 definisce contestualmente la ripartizione in branche della direzione centrale del Servizio sanitario militare e le relative attribuzioni. Oltre ad un ufficio del direttore generale, sono previste 4 divisioni; divisione la personale sanitario, divisione 2• ser-
vizi tecnici (norme tecniche, disposì,doni e reclami concernenti gli accertamenti sanitari; provvedimenti medico-legali in caso di mobilitazicme; stabilimenti sanitari territoriali; funzionamento del servizio negli ospedali e nei corpi; studi sulla organizzazione ospedaliera in caso di mobilitazione); divisione 3· amministrativa e del materiale sanitario; divisione 4· ordinamento generale sanitario, istruzione, igiene e statistica (direttive e regolamenti, scuola di sanità militare, giornale di medicina militare, igiene del soldato, alimentazione, vestiario, equipaggiamento, caserme, organizzazione del servizio profilattico, statistica, ispezioni, ecc.). In seguito a questi provvedimenti l'accentramento di funzioni al Ministero risulta eccessivo: nel 1925 con R.D. - legge del 6 luglio, n. 12038 sono istituiti tre Ispettorati periferici di sanità militare, retti da generali medici Ispettori e con sede a Milano, Firenze e Napoli. Essi sono organi tecnici, di consulenza e ispettivi del Ministero e hanno giurisdizione sul territorio dei corpi d'armata nella rispettiva zona. Nei riguardi del personale non hanno funzioni disciplinari e amministrative; queste rimangono di competenza dei rispettivi corpi d'armata. Dipendono di.r ettamente dalla direzione centrale di sanità militare e le loro attribuzioni rispondono all'esigenza di decentrare talune branche, affidando loro nella rispettiva zona:
s lvi, pp. I 084- I 086. Vds. anche D.M. 28 novembre 1920 (G.M. 1920. pp. 1088-1089). 7 G.M. 1920, pp. 1086-1087. R G.M. 1925, pp. 1431-1435. 6
L'organizza:ione territoriale e di pace (anni 20)
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a) gli studi relativi a un miglior funzionamento del Servizio, l'incremento delle ricerche relative a particolari branche della medicina militare, i provvedimenti intesi a migliorare la cultura tecnico-professionale degli ufficiali, specie a mezzo dei centri universitari e clinici; b) le predisposizioni per una sollecita mobilitazione del Servizio; e) i rapporti con gli ufficiali medici in congedo e con le autorità civili e marittime; d) il coordinamento del servizio delle direzioni e degli stabilimenti, risolvendo sul posto le questioni di carattere tecnico che non richiedono un diretto intervento ministeriale. Dopo l'istituzione degli Ispettori di zona, i direttori di sanità di corpo d'armata non mutano i loro compiti, ma corrispondono direttamente con essi per le questioni di carattere tecnico e scientifico. L'ordinamento Mussolini del 1926 pur riducendo - come si è visto - gli ufficiali medici anziché incrementarne il numero come avrebbe voluto il Lustig, aumenta il grado del direttore (tenente generale medico) e dei tre generali med.i ci rispettivi (maggior generali), e aumenta il numero dei colonnelli a 25. Il R.D. 23 dicembre 1929, n. 21959 abolisce gli Ispettorati di sanità di zona e dispone che i tre maggior generali siano impiegati uno quale direttore della scuola di applicazione di sanità militare di Firenze e due - con sede in Roma - presso la direzione generale di sanità militare, per studi e ispezioni. In tal modo si ritorna alla soluzione accentratrice del 1920, e non vi sono più diaframmi tra le direzioni di sanità di corpo d ' armata territoriale e il Ministero.
Evoluzione degli organi direttivi ed esecutivi territoriali periferici
IO
L'assetto degli organi direttivi ed esecutivi territoriali periferici (direzioni di sanità; compagnie di sanità; ospedali militari principali e secondari e infermerie presidiarie) dipende - come si è visto - dall'ordinamento via via assunto dall'esercilo e in particolare dal numero di corpi d'armata territoriali, tenendo presente che per ogni corpo d'armata sono previsti una direzione di sanità, almeno un ospedale militare principaJe e una compagnia di sanità. Pertanto nel 1927, con la costituzione del corpo d'armata di Udine, le direzioni di sanità militare da IO nel 1923-1924 raggiungono il numero massimo di 12, e anche le compagnie di sanità
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G.M. 1930, pp. 112- 113.
° Cfr. in merito, MG, Regolamelllo sul sen•i:io sanitario militare territoriale
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(Pub. n.2544), Roma 1932 (abroga L'analogo regolamento del 1903 e rimane in vigore nella seconda guerra mondiale e nel secondo dopoguerra). Contiene norme dettagliate sulle attribu.zioni dei vari organi, sul servizio e sulle operazioni presso ospedali , infermerie, magazzini sanitari ecc., nonne medico-legali, prescrizioni di ordine e di polizia medica, prescrizioni di puli,cia e igiene ospedaliera e norme sul funzionamento del servizio interno presso le compagnie di sanità. Utile anche G. Villasanta. Op. cit., pp. 75-232.
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Ferruccio Botti
da I O nel 1923-1924 diventano 13. Gli ospedali militari principali da I O nel 1923-1924 passano a 11 nel 1926 e 12 del 1927, gli ospedali militari secondari invece si riducono da 17 a 16 (1926) e 15 (1929) e le infermerie presidiari da I I a 8 (1926) e 6 (1929), benché la relazione sullo stato di previsione della spesa del Ministero della guerra per l'esercizio finanziario 1925-1926 presenti come "un fatto compiuto" la soppressione di 9 infermerie presi diarie su 1 I. 11 Da questi dati si può desumere che le variazioni negli ospedali e infermerie non dipendono da mutamenti nel loro ruolo o dai processi di razionalizzazione del Servizio auspicati dal Lustig, ma semplicemente dalla necessità di aderire all'ampliamento delle strutture territoriali. Il più importante organo direttivo periferico è il direttore di sanità di corpo d'armata, che ha la direzione tecnica e la vigilanza su tutto quanto concerne il Servizio sanitario. Dipende direttamente dal comandante di corpo d'armata; per la disciplina del personale degli ospedali e dei luoghi di cura dipende però dal comandante della divisione territoriale competente per territorio. Per la parte tecnica del servizio corrisponde direttamente con il Ministero della guerra, tranne che per le pratiche più importanti, che inoltra tramite i Comandi di divisione e di corpo d'armata. Questi ultimi non hanno alcun potere di vaglio tecnico, ma "'daranno senza indugio corso alle pratiche. dopo averne preso conoscenza ed espresso, se del caso, il loro parere al riguardo" (disposizione, questa, già in vigore nell'anteguerra). Deve conoscere le esigenze delle truppe, le condizioni igieniche e le risorse del territorio per quanto interessa il Servizio sanitario, per poter intervenire in ogni evenienza. Estende la sua vigilanza agli ospedali civili dove sono in cura dei militari. Ispeziona gli organi sanitari dipendenti, previa autorizzazione del comandante di corpo d'armata che avverte 1 Comandi interessati. Gli propone i trasferimenti di personale e - in caso di bisogno - il richiamo temporaneo di ufficiali medici e farmacisti. Esprime giudizi di carattere medico-legale con le modalità stahilitc dalla legge, e mantiene contatti con i Servizi sanitari delle altre Forze Armate, con le istituzioni civili, i centri universitari e ospedalieri. Ha autorità di comandante di corpo sulla compagnia di sanità e ne ripartisce il personale tra gli Enti dipendenti. L'unico opificio militare per il Servizio rimane, come sempre, l'istituto chimico farmaceutico militare, che in data 17 ottobre 1931 si trasferisce da Torino a Firenze Rifredi.1 2 r suoi compiti sono specificati dal citato Regolamento sul servizio sanitario territoriale del 1932: § 537 L'istituto chimico farmaceutico militare ha il compito di rifornire gli ospedali dell'esercito e della marina, gli stabilimenti sanitari del ministero, delle co-
11 R.D. 31 maggio 1923, Circ. n. 257 in data 20 marzo 1924 (G.M. 1924, pp. 1029-1040), c R.D. 4 novembre 1926, n. 1925 (G.M. 1926, pp. 2377-2379). 12 G .M.1931,p. 2533.
L'organizzazione territoriale e di pace (anni 20)
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Ionie e l'aeronautica, di tulle le sostanze specificate nell'elenco tariffa che viene pubblicato ogni anno dal Ministero Difesa-Esercito, su proposta della D.G.S.M. Provvede eventualmente anche altri enti statali che ad esso si rivolgono pel tramite del Ministero della Difesa-Esercito. Esplica tale compito acquistando dal commercio locale e collaudando le materie prime ed i medicinali necessari; e, particolarmente. preparando e producendo, coi propri impianti specializzati, i materiali di medicazione e rimedi più in uso, i quali possano per bontà, perfezione e fiducia di preparazione rendersi più propri e sicuri per le varie necessità del servizio sanitario, e quando, per ragioni economiche, si ritenga conveniente prepararli direttamente dalle materie prime. § 538 - Provvede, secondo gli ordini che il ministero impartisce, alla preparazione del materiale sanitario e veterinario occorrente nei bisogni di mobilitazione cd all'allestimento di unità collettive di nuova formazione. Rifornisce le farmacie militari. quando non sia il caso di acquistarli sul luogo, degli strumenti ed attrezzi di chimica e farmacia e dei recipienti che possano ad esse occorrere per rinnovazione e miglioramento del materiale farmaceutico.
L'istituto è sotto l'autorità e la vigilanza del comandante di corpo d'armata competente per territorio (Firenze) ed è retto tecnicamente da un direttore (ufficiale superiore chimico farmacista) e amministrativamente da un gestore e da un ufficio di amministrazione proprio. Le ispezioni tecniche e amministrative all'isliluto sono eseguile dal colonnello chimico farmacista addetto al Ministero, su ordine della direzione generale di sanità. li direttore ha la responsabilità del funzionamento tecnico e l'alta sorveglianza sulla gestione dell'istituto. Esercita tutte le attribuzioni del comandante di corpo e dipende: a) per la parte disciplinare, dal comandante di corpo d'armata; b) per la parte amministrativa e contabile, dal Comando di corpo d'armata; c) per la parte tecnico-scientifica, direttamente dalla direzione generale di sanità militare. Altri organi esecutivi sono i magazzini di materiale sanitario (in data 1° novembre 1928 ne è costituito uno in Parma, rimasto in funzione anche nel secondo dopoguerra),13 che sono retti da un consegnatario, costituiscono distaccamento amministrativo di un ospedale militare e secondo il regolamento 1932 (para. 542) provvedono a rifornimenti di materiali veri e alle lavorazioni di essi pei bisogni del servizio ospedaliero ordinario e del servizio sanitario di guerra, compreso l'allestimento di unità da campo. Essi, inoltre, raccolgono e custodiscono quei materiali a disposizione del Ministero che sono ceduti dagli stabilimenti sanitari o da altri Enti perché esuberanti ed avariali, e si incaricano delle riparazioni necessarie. Effettuano, secondo gli ordini del Ministero, le spedizioni dei materiali in consegna che sono distribuiti ai vari Enti militari.
13
G .M . 1928, pp. 2558-2559.
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Ferruccio Borri
Accogliendo le proposte del Lustig. nel 1921 è istituito presso le direzioni di sanità l'ufficiale superiore medico igienista e sono assegnate a ciascun corpo d'armata territoriale le sezioni disinfezione. 14 L'ufficiale superiore medico igienista. le cui attribuzioni sono fissate nel particolare nel I 923 1\ è organo di studio, ispettivo e consultivo del direttore di sanità (dal quale direttamente dipende) per quanto concerne l'igiene e la profilassi delle truppe. e ha la direzione tecnica e la sorveglianza sull'impiego e sul funzionamento della sezione disinfezione. Si occupa in particolar modo della profilassi antivaiolosa, antitifica, anticeltica, antiparassitaria, controllando la esatta osservanza delle norme in merito. Per incarico del direttore di sanità vigila sulle condizioni igieniche Jellc caserme (cubatura e aerazione camerate, disponibilità di buona acqua potabile, lavatura biancheria e bagni, latrine e letamai). Su richiesta dei Comandi, accerta la buona qualità del rancio e vigila sull'osservanza delle norme igieniche nei magazzini viveri , frigoriferi. spacci. mense, ccc .. Si mantiene. infine. in contatto con le autorità sanitarie civili.16 Le sezioni disinfezione, dotate in proprio di autocarri e salmerie, hanno una composizione che ricorda quella della guerra mondiale, sono articolabili in nuclei da destinare a ciascuna divisione territoriale del corpo d'armata e hanno il compito di alluare negli immobili militari le mi,ure attinenti all'igiene e alla profilassi delle malattie infettive. provvedendo alle disinfezioni e disinfestazioni . Il Ministero della guerra si riserva di decidere caso per caso. previa richiesta del Ministero dell'interno. il loro eventuale concorso nei servizi di profilassi per le popolazioni civili. Su questo punto dunque, diversamente da quanto auspicato dal Lustig, non vi è alcun impegno tassativo e definitivo, e i compiti degli organi del Servizio solo eccezionalmente esulano dall'ambito militare.
Reclutamento e istruzione del personale Nell'immediato dopoguerra la scuola di sanità militare rimane chiusa, perché tutti i laureati in medicina avevano adempiuto agli obblighi di leva durante la guerra, e per esigenze sanitarie del l'esercito erano ritenute sufficienti gli ufficiali medici effettivi e quelli di complemento trattenuti. A partire dal 1922, la scuola riprende la sua attività con i cri-
14 Circ n. 515 del 6 ouobre 1921 (G.M. 1921. pp. 820-821) e Circ. n. 443 del 24 luglio 1927 (G. M. 1927. pp. 1414-1415). 15 Circ n. 397 del 26 gennaio 1923 (G .M. I 923. pp. 945-946). 16 Sulle misure di carattere igienico e profilaltico e sulle modalità e materie prime per le disinfezioni e disinfestazioni in pace e in guerra Cfr. MG, Istruzione per l'igiene dei militari del R . Esercito. Roma 1932 (che sostituisce la precedente istruLione del 1903) e MG, Istru zione sul sen·i:io delle disinfezioni e delle disi,ifesta:io11i. Roma 1932.
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L'organìzza=ione territoriale e di pace (armi 20)
teri anteguerra, senza quindi tener conto delle innovazioni proposte del Lustig. L'innovazione più importante rimane l'istituzione, nel 1921, degli ufficiali chimici farmacisti in servizio attivo permanente (gradi massimi: un colonnello e un lenente colonnello}, che fanno parte - con ruolo a parte - del corpo sanitario militare (legge n. 367 del 7 aprile). 17 Questo provvedimento completa il R.D. 28 marzo 1915, che aboliva (vds. Voi. II) la categoria dei farmacisti militari di complemento assimilati al grado militare e creava gli ufficiali farmacisti di complemento. Si completa così. nell'aprile 1921, la militarizzazione dei Quadri dei Servizi iniziata nel 1873 dal Ministro Ricotti. L'attività della scuola (che con R.D. - legge 18 marzo 1928, n. 742 riprende l'antico nome di scuola di applicazione di sanità militare) è così riassunta dal Casarini: Negli anni <lai 1920 al 1924 non si svolsero corsi di ufficiali <li complemento. perché 1u11i i giovani medici idonei al servizio militare avevano in precedenza adcm piuto gli obblighi d1 leva durantcla guerra. Nelranno I 922-1923 si iniziarono così semestrali per sullolenenli medici a chimici-farmacisti di complemento, aspiranti alla nomina in servizio a11ivo permanente, 111 quali venne accordato il trallamento morale e disciplinare degli allievi delle allre scuole d1 apphcanone. Le materie fondamentali <lelrinscgnamcnto furono le seguenti: a) per gli ufficiali medici: I O medicina e chirurgia d'urgenza; 2° servizio sanitario in pace ed in guerra; 3° igiene mìlilare; 4° medicina legale militare; 5° patologia ed igiene coloniale; 6° ch1m1ca; 7" odontoialria; h) per gli ufficiHli chimici-farmaci~ti: I O igiene militare; 2° servizio sanitario in pace ed in guerra; 3° chimica farmaceutica e tossicologia; 4° bromatologia e merceologia. Furono svolii inoltre corsi di clinica di malattie infettive, di clinica traumatologica e di parassitologia medica. Furono istituii i ancora un centro psi co-fisiologico per l'arruolamento e controllo dei piloti della R. Aeronautica (il qua le poi passò alla dipendenza del Ministero dell' Aeronaulica), un laboratorio di chimica, una biblioleca medica di guerra, un museo di traumatologia di guerra.Furono svolti corsi leorico-pratici di o<lonloiatria, microscopia clinica e radiologica, corsi di integrazione e di preparazione agli esami di avanzamenlo per ufficiali medici in servizio pemianente effe1tivo. Successivamente, con circolare 73 del Giornale Mili1arc 1924 furono ripristinali i corsi trimestrali per aspiranti alla nomina a so1to1enenle medico di complemento, nonché per i laureali in chimica e farmacia o diplomali in farmacia aspiranti alla nomina a su1101encn1e chimico-farmacista di complemento previo un corso d'istruzione mii ilare <li 3 mesi presso un reggimento di fanteria. lnfi ne, con circolare 319 del Giornale Mii ilare 1926 fu abolito il corso di 3 mesi presso i reggimenti e venne elevata a 5 mesi la durata del corso presso la scuola di sanità, comprendendo in questi anche l'istruzione militare. Con R. decreto legge n. 742, del 18 marzo 1928. la scuola riprese la sua amica denominazione di Scuola di applica/ione di samtà m1htarc. Nel 1931 fu iniziata la forma1,ione di un museo d1 materiale sanitario di guerra. a scopo, soprattutto, didattico. 1R
G.M. 1921. pp. 300-302. A. Casarini. La medici11a militure nella lef.:f,!endn Giornale dì Medicina Militare I 929, pp. 632-633. 11
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Ferruccio Botti
Secondo il ten. col. medico Villasanta, che nel 1928 esamina nel dettaglio i criteri per il reclutamento, la selezione e l'istruzione del personale sanitario di truppa (compreso quello assegnato ai corpi), l'istruzione e il rendimento degli infermieri continuano a non essere soddisfacenti. 19 Per quanto si cerchi di assegnare l'incarico a soldati di leva con precedenti di mestiere (oppure a camerieri e mestieri affini, o anche a contadini che sappiano leggere e scrivere), la preparazione tecnica di quest'ultimi è insufficiente a causa della scarsa cultura e alla brevità dei corsi di istruzione teorica e pratica imposta della brevità della ferma, anche perché alla compagnia di sanità affluisce gran numero di personale con ferma minima o riducibile. Sempre secondo il Villasanta, con la recente istituzione di sottufficiali specializzati infermieri capi-sala si è ovviato solo in parte all'inconveniente, e occorrerebbe personale a ferma più lunga e più istruito. ln questo campo, dunque, nessun progresso si verifica fino agli anni Trenta.
Materiale sanitario Le innovazioni e i miglioramenti apportati al materiale nella seconda metà degli anni Venti sono notevoli, e migliorano soprattutto la qualità delle prestazioni, più che ampliare le possibilità d'intervento dei vari orgam. Nulla da aggiungere a quanto riporta il Casarini: Tutte le unità collettive del materiale sanitario in dotazione presso i vari corpi e reparti sono state trasformate e radicalmente rinnovate nel loro caricamento per quanto riguarda specialmente il pacchetto ed i materiali da medicazione, i medicinali, le tabelline diagnostiche e gli apparecchi per illuminazione e si è proceduto gradatamente alla loro sostituzione. Sono stati studiati inoltre nuovi tipi di barelle ed un dispositivo di due ruote di bicicletta da applicarsi alle barelle stesse per trasporto di maiali e feriti, specialmente in trincea. A ciascuna se/.ione di sanità è stato assegnato un nucleo chirurgico comprendente tullo il materiale tecnico sanitario, trasportabile 5U due camion~· uno cli que~ti ~erve per il tra.sportn di una baracchetta divisa in tre reparti: camera di accettazione, saleua operatoria e gabinetto radiologico; l'altro camion trasporta il rimanente materiale, tra cui un potente gruppo elettrogeno, capace di fornire l'energia necessaria sia per l'illuminazione diretta della baraccheua che per la carica di accumulatori, a mezzo dei quali si può ottenere una luce fissa, tanto indispensabile per l'illuminazione delle sale operatorie. Il gruppo elellrogeno provvede inoltre al funzionamento del gabinetto di radiologia, che è dotato di un apparecchio intensivo, mediante il quale si possono anche eseguire radiografie istantanee e di due stufe eleuriche per il riscaldamento dell'ambiente. Ai reparti someggiati delle sezioni di sanilà ed agli ospedali da 50 letti assegnati alle truppe in montagna è stata assegnata una tenda baracchetta per alti operatori, divisa in due reparti (camera di accellazione e saletta operatoria) e someggiabile su 5
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G. Villasanta, Op. cit.. pp. 91-96.
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muli. Inoltre l'ambulanza radiologica è stata dotata di una tenda 7x7, costituente un gabinetto radiologico vero e proprio, fornito dì pavimento di legno, isolato per mezzo di mattoni di vetro_ Fra le nuove unità allestite in questi ultimi tempi secondo concetti modernissimi, merita di essere ricordata l'ambulanza odontoiatrica, montata su un camion attrezzato a forma di saletta per il gabinetto dentistico, provvisto di una sedia a pompa, di un trapano a pedale e dello strumento ad hoc per tutte le operazioni di avulsione e conservative. È stato inoltre costruito un autobagno su camion modernissimo, fornito di 12 docce con temper.uura regolabile, il quale in sole IO ore può provvedere alla pulizia personale di 600 individui. JI riscaldamento è dato da un fornello a vapori di petrolio; la riserva d'acqua è fornita da due botti metalliche, della capacità di 1000 litri ciascuna: una pompa potente at.tonata dallo stesso motore del camion è capace di riempire i serbatoi in un quarto d'ora. Nella parte superiore del veicolo esiste un apposito reparto per biancheria: si hanno inoltre speciali scompartimenti per la custodia degli oggetti personali. Il camion infine è dotalo di una tenda ampia per il riparo dei bagnanti. Dobbiamo infine ricordare fra i nuovi materiali in dotazione alle unità collett1ve, tanto presso le truppe a piedi che montate, i sacchi di medicazione tipo tirolese, forniti di materiale adallo (falde sterilizzate) per l'occlusione provvisoria delle va sie lacerat.ioni prodotte dai proiettili di grosso calibro. per le quali non è sufficiente il pacche110 di medicazione individuale. Sono ancora stati allesllti un armamentario di oculistica sistemato in due colh e un armamentario per otorinolaringoiatria in un collo; i quali servono a trasformare un ospedale comune di 50 letti in un ospedale della i.pecialilà e si è inoltre provveduto il materiale necessario per l'adattamento di tale unità per ricovero e cura dei colpiti da gas da combattimento. Da ultimo si sono costituiti dei laboratori chimici <la campo per Corpo d'Annata. dei laboratori chimici-batteriologici e tossicologici di Armata cd anche i magazzini di sanità d'Armala sono stati ampliati e riorganizzali in modo da rendere più spedito e completo il rifornimento dei vari materiali.20
I nuovi materiali adottati dal 1928 al 1932 sono molto numerosi. Ricordiamo: ospedale da campo per 50 letti, someggiabile o autotrasportabi le, mod. 1929; sezione di sanità mod. 1932; autoclave da campo mod. I 93 I; tenda baracchetta per operazioni con antitenda mod. 1931; letto da campo m terro per medicazioni e operazioni mod. 1931; barella arrotolabile e scomponibile mod. 1931; lettino da campo in ferro mod. 1928; inceneritore da campo mod. 1932; lettino da campo in ferro per treno ospedale mod. 1931; autoambulanza radiologica e autoambulanza odontoiatrica mod. 1932; tenda da medicazione per sezione di sanità mod. 1931; pacchetto di medicazione mod. 1931; zaino di sanità mod. 1929; coppia cofani di sanità mod. 1929; tasca di sanità mod. 1928; zainetto di sanità per ciclisti e truppe da montagna mod.1931; cofanetto medicina Ii per truppe da montagna mod. 1929; coppia borse di sanità per armi a cavallo mod. 1929. Con modifiche non di rilievo, questi materiali rimangono in dotazione
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A. Casarini, Op. cir., pp. 630-631.
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anche nella guerra 1940-1945 e nell'immediato dopoguerra.21 Da ricordare anche il Caproni Ca. 36S, che rappresenta la prima versione di aeroplano sanitario in Italia e deriva dal bombardiere Ca. 26 in servizio fino al 1926. È dotato di cabina chiusa, con velocità massima 135 Km/h e capacità di trasporto di 8 feriti (4 su barelle e 4 seduti), più un medico e un armadio per medicinali . Già durante la guerra, comunque, si era sperimentato (nel 1917) un modello di aeroplano sanitario derivato dal bombardiere Caproni allora in servizio.
Statistica sanitaria È tenuta come sempre in grande onore, e per dettagli sulle condizioni sanitaria dell'esercito rimandiamo, ad esempio, alle relazioni sulla profilassi anticeltica nell'esercito nel! 'anno 1923 e alla relazione (con dati anche sugli anni precedenti) medico-statistica del 1930.22
Croce Rossa Italiana Accogliendo le proposte del Liuzzi e di altri. le nuove attribuzioni fissate con R.D. - legge 14 dicembre 1919, n.246923 limitano le competenze della CRI in guerra allo sgombero e alla cura dei feriti soprattutto in 2a linea, e ad attività territoriali. A raie scopo l'Associazione allestisce sezioni automobilistiche, treni ospedali, posti di soccorso nelle stazioni ferroviarie, navi ospedali, ambulanze fluviali e lagunari e relative stazioni, ospedali chirurgici mobili e altre formazioni sanitarie specializzate mobili (ambulanze radiologiche, sezioni di disinfezione, bagni e docce mobili, reparti odontoiatrici), magazzini di rifornimento, depositi di personale, autoparchi ecc .. Sempre in tempo di guerra, 1' Associazione si occupa dell'assistenza di prigionieri di guerra e nei limiti l:unsenlili dalle ùispunibilità ùi uomini e materiali l:usliluisl:e and1e unità sanitarie territoriali. In tempo di pace interviene in occasione di pubbliche calamità e svolge opera continuativa di educazione igienica e assistenza sanitaria tra le popolazioni civili. Gli organi della CRI impiantati per i Servizi di guerra sono alle di-
21 Per maggiori particolari sui materiali Cfr. MG, Specchio di caricamenlo dello zainello per cidisJi e truppe da montagna - mod. 1931; Caricamento delle sezioni di sanità mod.1932 (Pub. n. 267 l - ed. 1932): Caricamento dell'ospedale da campo mod. 1929 (Pub. n. 2339 ed. 1931 ). 22 L. Dc Bcmardinis (tcn. col. medico), La profilassi anriceltica del/' Esercilo durante l'anno 1923, "Giornale di Medicina Militare" 1924, pp. 637-655, e MG, Relazione medico-statistica delle condizioni medica-sanitarie del R. F.sercito dell' anno 1930. Roma 1934. z1 G.M. 1920, pp. 418-419.
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pendenze gerarchiche e amministrative delle autorità militari, e presso il competente organo dell'esercito mobilitato che presiede ai servizi è istituita una "delegazione della CRI presso il R. Esercito". Per le unità territoriali in tempo di guerra è invece previsto, "un ispettore sanitario dell'Associazione, che opera alle dipendenze del direttore di sanità del corpo d'armata territoriale". li materiale sanitario della CRT deve essere sottoposto per l'approvazione alla commissione speciale istituita presso l'Ispettorato di sanità militare. li Ministro della guerra fissa, con decreto, il numero massimo di personale avente obblighi militari e i limiti dell'iscrizione. Anche in caso di guerra, dello personale non può essere sottratto; possono inoltre prestare servizio nelle unità mobili e territoriali le infermiere volontarie, con le modalità stabilite dal R.D. 20 ottobre 192 l. Le predette attribu.lioni di dettaglio prevedono, in sostanza, che la CRI svolga le attività più importanti e qualificate in zona di guerra (sia pure in 2' linea) e le assegnano anche in pace un ruolo importante. Il Lustig avrebbe voluto che tale ruolo fosse interamente svolto dalla sanità militare, lasciando in tal modo alla CRI "agio di preparare e attuare un'opera molro piìì vasta e importante a vantaggio delle più impellenti provviden1.e sociali che non possono più essere lasciate interamente ai Comuni e alla beneficenza privata". Alla fine degli anni Venti sembra affermarsi l'orientamento a impiegare gli organi della CRI soprat tutto al di fuori della zona di guerra. In un articolo del 1928 il generale Ottolenghi, dopo aver constatato che nel moderno concetto di guerra integrale tutto il paese è ormai zona di guerra e le popolazioni sono soggette all'offesa aerea e chimica, è dell'avviso che la CRI deve operare solo nella zona territoriale, occupandosi in particolare della attività connesse con la difesa delle popolazioni contro l'offesa chimica: un ruolo, quindi, opposto rispetto a quello che l'Associazione aveva ricoperto durante la guerra sotto la spinta delle neccssità. 24 Il R.D. - legge I O agosto 1928, n. 2034 recante "provvedimenti necessari per assicurare il funzionamento della Croce Rossa ltaliana",l; conferma le attribuzioni secondarie fissate nel 1919 (assistenza alle popolazioni, intervento nelle calamità, ecc.) ma per quelle specifiche del tempo di guerra si limita a una formula assai più generica (recare soccorso ai malati e feriti in guerra e disimpegnare il servizio dei prigionieri di guerra). Le attività di pace sono svolte alle dipendenze del Ministero dell'interno; per quelle di guerra il decreto accenna solo che le sue attribuzioni sono esercitate alle dipendenze del Ministero della guerra e che essa fornisce all'organizzazione sanitaria militare "'un efficiente contributo". Le relative modalità sono definite (di concerto con gli altri Ministeri militari e con la presidenza dell'associazione) dal-
~4
A. Ottolenghi, La CRI e la guerra. "Rassegna Mensile" {Parma). settembre
1928. H
G.M. 1928, pp. 2345-2355.
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lo stesso Ministero, che ha anche il mandato di compilare di concerto con quello delle finanze un regolamento dell'Associazione per i I tempo di guerra. Quindi un decreto interlocutorio, che implicitamente riconosce la necessità di ridefinire il ruolo dell'Associazione. Jl R.D. - legge 12 febbraio 1930, n. 84 (convertito in legge con legge 17 aprile 1930, n. 578) modifica quello del IO agosto 1928 e indica abbastanza chiaramente i nuovi compiti dell'Associazione, che ne spostano il centro di gravità verso la zona territoriale e tendono a farne l ' unico Ente per l'assistenza alle popolazioni: a) contribuire. con personale e con mezzi propri, allo sgombero e alla cura dei malati e feriti di gucm1; organizzare ed eseguire la difesa sanitaria contraerei cd antigas; disimpegnare il servizio dei prigionieri di guerra, secondo la Convenzione internazionale di Ginevra 6 luglio 1906, messa in vigore nel Regno con R. Decreto 9 settembre 1907, n. 545. L'alluazione di tali suoi compiti, ad eccezione dello sgombero dei maiali e feriti in guerra, è, di massima, limitata al territorio non compreso nella zona di guerra. Ma può essere anche estesa a località in detta zona fissata dall'autorità militare; b) svolgere opera nel campo della profilassi delle malattie infettive e in quelli dell'a:-.sistenza sanitaria e della educa,,ione igienica a favore delle popolazioni più bisognose; c) atlendere all'istruzione e preparazione tecnico-professionale di idoneo personale di assistenza, anche ai sensi e per gli effetti cosl della legge 23 giugno 1927, numero 1264, come del R. decreto-legge 15 agosto I 925, numero 1832; d) recar soccorso in caso di pubblica calamità, in conformità delle disposizioni per i servizi di pronto soccorso in <:aso di disastri tellurici o di altra natura, contenute nel R. decreto-legge 9 dicembre 1926, n. 2389. La Croce Rossa può istituire cosl servizi ordinari di pronto soccorso nei Comuni nei quali non vi sia sufficientemente provveduto dagli ospedali esistenti, come posti di prima assistenza dove se ne manifesti la necessità. Con decreto Reale, su proposta del Ministro per l'interno, possono essere sciolte le associazioni di assistenza non ancora erette in ente morale, e possono essere destinate le relative auività patrimoniali alla Croce Rossa, che si sostituirà nei compiti delle associazioni disciolte. La Croce Rossa Italiana può inoltre, promuovere, a norma dell 'arl. 30 del R. de1.-reto 30 dicembre I 923, n. 2841, federazioni tra le istituzioni puhhliche che prcwvedono a servizi di pubblica assistenza; e) collaborare con le Croci Rosse degli altri Stati e con le istituzioni internazionali di Croce Rossa nelle iniziative umanitarie di carattere internazionale per il raggiungimento degli scopi filantropici comuni.26
Anche la struttura interna dell'Associazione è soggetta a frequenti modifiche. Per ragioni non note, nel 1927 (R.D. - legge 14 aprile 1927, n. 503) il comitato centrale e il consiglio direttivo sono sciolti ed è prevista la nomina di un commissario straordinario con l'incarico di esercitare le loro funzioni.27 Il citato decreto dell'agosto 1928 determina la provenienza delle risorse finanziarie necessarie per conseguire gli sco-
26
27
G.M. 1930, pp. 384-390. G.M. 1927, pp. 820-821.
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pi istituzionali, definisce lo status del personale (istituendo, tra l'altro, la Croce Rossa Italiana Giovanile - C.R.I.G.) e sottopone l'Associazione alla vigilanza e tutela dei Minisleri dell'interno e della guerra, ognuno per la parte di competenza, concedendole talune facilitazioni (concessioni speciali per trasporti ferroviari di personale e materiale; cessione gratuita della carta da cestino, dei documenti di archivio riconosciuti inutili e di mobili e materiali fuori uso). Il decreto definisce la struttura organizzativa dell'Associazione, rappresentata da un presidente generale e amministrata da un comitato centrale, il cui consiglio direttivo è composto, oltre che dal presidente generale, da un vice-presidente generale e 12 consiglieri. I poteri del presidente sono definiti in uno statuto da approvare entro tre mesi. L'organizzazione periferica del Regno e Colonie comprende comitati provinciali, sotlocomitati e delegazioni comunali; all'estero possono essere costituite delegazioni per ogni Stato. I comitati provinciali e i sottocomitati sono rappresentati da un presidente e le loro funzioni sono esercitate da un consiglio composto rispettivamente, oltre che del presidente, di 6 e 4 membri. Il decreto del febbraio 1930 conferma questa ~truttura con modifiche riguardanti la nomina dei comitati e sottocomitati provinciali, e detta nuove norme per il reclutamento e la gestione del personale e per i bilanci. Lo statuto organico dell ' Associazione è approvalo con R.D. 21 gennaio 1929, n. 111, e modificato con R.D. 10 aprile 1930, n. 496,2 8 che indica come atto fondamentale il citato R.D. - legge 10 agoslo 1928 (modificato con il R.D. - legge 12 febbraio 1930) e dà assello definitivo alle attribuzioni del consiglio diretlivo, del comitato centrale e dei comitati e sottocomitati provinciali. li consiglio direttivo delibera i bilanci preventivi e i conti consultivi da approvare a norma di legge, adotta i provvedimenti di carattere generale, delibera l'accettazione di lasciti e doni, l'investimento di somme, l'alienazione di immobili e i regolamenti interni, propone modifiche allo statuto dell'Associazione e nomina il direttore generale dcli' Associazione. I comitati provinciali dipendono direttamente dal comitato centrale; quelli residenti nelle sedi dei Comitati di corpo d'armata sono anche centri di mobilitazione. I sottocomitati e le delegazioni con i rispettivi limiti territoriali sono definiti dal presidente generale. I sottocomitati dipendono normalmente dal comitato centrale, e dal comitato provinciale solo per le questioni di carattere provinciale; le delegazioni dipendono invece, di regola, dai comitati provinciali o anche dai sottocomitati. Il predetto Statuto del 1929-1930 rimane in vigore nella guerra e nel dopoguerra ed è a tutt'oggi (1991) l'ultimo emanato in materia. Da ricordare che alla fine degli anni Venti il quadro giuridico entro il quale si svolge la difficile opera delle Associazioni di soccorso in guer-
zs G.M. 1930, pp. I028-1031.
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ra viene ampliato e meglio precisato con la Convenzione di Ginevra del 27 luglio 1929, relativa al trattamento dei prigionieri di guerra, e la Convenzione di guerra (portante la stessa data) relativa al miglioramento della sorte dei feriti e dei malati negli eserciti di campagna. Ambedue le Convenzioni sono ratificate dall'Italia il 24 marzo 1931 e sono contenute integralmente nella Pub. n. 3336 Raccolta delle Convenzioni Internazionali che riguardano la guerra terrestre (Ed. 1938 e ristampa 1941 ), che riporta il testo delle più importanti convenzioni volte a umanizzare la guerra dal 1868 in poi. Le nuove Convenzioni non riguardano le popolazioni civili, anche se negli anni Venti la prospettiva del bombardamento strategico aereo «controcittà» era ormai una realtà. Tuttavia esse indicano una serie di predisposizioni organizzative, di diritti e doveri, di linee di comportamento e di criteri da adottare nelle varie situazioni, che restringe notevolmente le possibilità dj arbitrio da parte di chi cattura i prigionieri. Al tempo stesso, le norme mirano ad evitare che i feriti e malati catturati vengano abbandonati a loro stessi e che il materiale sanitario (o i veicoli per lo sgombero) vengano utilizzali a totale discrezione di chi ne viene in possesso. In particolare, per i prigionieri la Convenzione del 1929 indica minute norme per l'organizzazione degli accampamenti e del lavoro, la salvaguardia dell'igiene, il vitto e soldo ecc .. Per i feriti e malati la predella Convenzione, che sostituisce quella del 22 agosto I 864, ne riprende lo spirito precisando tra l'altro che: a) le forma1,ioni sanitarie mobili di campagna e gli stabilimenti sanitari fissi sono rispettati e protetti dai belligeranti, così come il personale addetto. Pertanto quest' ultimo, se catturato, non può essere considerato prigioniero di guerra; b) le predette formazioni se catturate conservano il loro materiale. i loro mezzi di trasporto e i relativi conduttori; c) gli immobili e il materiale degli stabilimenti sanitari fissi catturati sono soggetti alle leggi di guerra, ma non possono essere distratti dal loro impiego fino a quando sono necessari ai feriti c malati; d) tuttavia l'autorità militare competente può servirsene sempre per la cura di feriti e malati, oppure disporne in caso di necessità militari urgenti, provvedendo in ogni caso alla cura dei feriti e ammalati che vi sono ricoverati; gli immobili delle società di soccorso tutelale dalla convenzione sono considerati proprietà private; e) i veicoli impiegati per gli sgomberi sanitari se catturati ricevono lo stesso trattamento delle formazioni sanitarie-mobili. Tuttavia, il belligerante che ne viene in possesso può impiegarli per esigenze sanitarie nello stesso settore.
3. Servizio veterinario Il grado più elevato rimane quello del colonnello capo del corpo veterinario presso il Ministero, che sovraintende anche ai lavori del ga-
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binetto di batteriologia veterinaria e nel 1919 (D.M. 22 marzo) è a capo dell'ufficio d'ispezione veterinaria del segretario generale, mentre nel 1924 (D.M. 17 gennaio) regge l'ufficio del capo del Servizio Veterinario facente parte del Servizio ippico e veterinario (al quale è preposto un generale d'Arma a cavallo alle dirette dipendenze del Ministro). Questo assetto è confermato dalla legge 11 marzo 1926, n. 400. 29 Nel 1931 i colonnelli veterinari passano da 1 a 3 (R.D. - legge 23 aprile, n. 539). Gli organi direttivi periferici sono: a) il capo ufficio di veterinaria di corpo d •armata (tenente colonnello); b) il capo ufficio di veterinaria di divisione (maggiore o capitano); e) il dirigente del Servizio veterinario dei corpi (ufficiale inferiore). Il capo ufficio veterinaria di corpo d'armata fa parte integrante del Comando, e per la parte tecnica del Servizio dipende direttamente dal Ministero. Provvede a tutto quanto si riferisce al servizio zooiatrico, visita e ispeziona (annualmente ed ogni volta che speciali esigenze lorichiedono) i quadrupedi dei corpi e reparti e le infermerie 4uadrupedi, preannunziando le visite e chiedendo preventiva autorizzazione al comandante di corpo d'armata, al quale poi riferisce. Propone al Comando di corpo d'armata i movimenti temporanei di ufficiali veterinari che si rendono necessari, e fa parte della commissione superiore nominata dal comandante del corpo d'armata per pronunciarsi in merito alle contestazioni sulle derrate alimentari per i quadrupedi e sugli alimenti di origine animale per le truppe. li capo ufficio veterinaria di divisione fa parte integrante del Comando e dipende in linea tecnica dal Capo ufficio veterinaria di corpo d'armata. Propone la distribuzione del servizio tra gli ufficiali veterinari dipendenti e i turni di coloro che devono far parte della commissione di collaudo per i viveri della truppa e per i foraggi, ai quali partecipa egli stesso. È incaricato del servizio veterinario presso i reparti che sono sprovvisti di ufficiale veterinario, e si tiene in contatto con gli ufficiali veterinari dipendenti e con i veterinari civili in località sedi di presidio militare, per essere sempre e prontamente informato sulle condizioni sanitarie e di nutrizione dei quadrupedi, per poter intervenire in tempo in caso di epidemie oppure per rimettere in efficienza i quadrupedi deperiti, riferendo in merito al Comando divisione e all'ufficio veterinario di corpo d'armata. Gli ufficiali veterinari di complemento sono reclutati, come già nell'anteguerra a partire dal 1894, previa frequenza (a domanda) di un corso di 5 mesi presso la scuola di applicazione di cavalleria di Pinerolo; quelli effettivi, per concorso tra gli ufficiali di complemento. Tra gli organi esecutivi, da ricordare il laboratorio batteriologico veterinario militare di Roma (in funzione dall'ottobre 1906), presso il quale nel 1924 riprendono
29 Cfr. anche MG, Regolamento sul Servizio territoriale - Ed. 1932, capiLolo IX.
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i corsi d'integrazione di 4 mesi per ufficiali inferiori veterinari in servizio permanente, istituiti anch'essi nel 1906.30 I corsi si svolgono alle dirette dipendenze del colonnello capo del Servizio e le materie d'insegnamento sono: esercitazioni pratiche di microscopia e batteriologia; nozioni di epizooziologia e polizia sanitaria; nozioni di anatomia patologica e tecnica delle necroscopie; nozioni di zootecnia; ispezioni delle carni da macello e dei foraggi; nozioni sul Servizio veterinario in pace e in guerra. A Bologna continua a funzionare il laboratorio militare per la produzione del siero antitetanico, il cui primo nucleo era sorto nel 1897 presso l'istituto di patologia veterinaria dell'Università di Bologna.
4. Servizio di commissariato Nel 1923 le direzioni di commissariato perdono le competenze loro assegnate nel 191 O circa la somministrazione dei fondi ai corpi. Per il resto, i compiti e la struttura generale del Servizio rimangono nella sostanza quelle delineati nell'Istruzione sui Servizi di commissariato del 1911, che come si è a suo tempo messo in evidenza (Vol. II, capitolo IX) non regolamenta la branca vestiario-equipaggiamento e non definisce le norme per l'esercizio della "sovraintendenza sull'amministrazione generale" pur attribuita per legge al corpo. Nuove norme di dettaglio per la gestione delle singole branche, comunque, sono contenute nel regolamento di amministrazione del 1927, che ne fissa (Art. 733 e segg.) le aree di competenza e i principali criteri di gestione: Art. 733 I servizi di commissariato comprendono: i servizi delle sussistenze militari, cioè tutto quanto interessa il mantenimento degli uomini e dei quadrupedi; il servizio del casermaggio; il servizio vestiario ed equipaggiamento. Art. 734 I servizi di conm1issariato, sollo l'alta autorità dei comandanti di corpo d'armata, sonn diretti, sorvegliati e controllati dal commissariato militare, fatta eccezione di quella parte dei servizi stessi che speciali disposizioni assegnano, in determinate circostanze, ai corpi, o ai comandi di presidio, nel quale caso però rimane fermo il compito da parte degli organi di commissariato competente di invigilare ed impartire direttive tecniche. Art. 735
Ai servizi di commissariato si provvede mediante contralti ad asta pubblica, a licitazione privata ed a trattativa privata nei modi stabiliti dalla legge di contabilità generale dello Stato e della legge 17 luglio 1919, n. 511. Art. 736 I servizi di commissariato che possono essere eseguiti ad economia, secondo le
30 Circ.
n. 218 in data 20 marzo 1924 (G.M. 1924, pp. 885-886).
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nonne stabilite dal presente regolamento comprendono: a) gli acquisti del grano, e la trasformazione in pane o galleua, e gli acquisti dell'avena, del caffè e dello zucchero; b) la produzione delle paste da minestra e delle vettovaglie di riserva; e) la custodia dei magazzini centrali militari e degli opifici militari di vestiario ed equipaggiamento. Possono. inoltre, essere eseguiti ad economia, quando speciali esigenze di servizio, da valutarsi dal Ministero o dalle autoriLà militari interessate, lo richiedano, gli acquisti delle vettovaglie (pane, farine e simili, viveri ordinari e di riserva, ave• na, fieno o generi di sostituzione) e della paglia da giacitura o da lettiera o generi che la sostituiscono, e del combustibile.
Il provvedimento di base più innovativo riguarda l'impostazione interforze dei Servizi di commissariato (R.D. - legge 14 gennaio 1926 n. 196 - coordinamento dei servizi di commissariato delle forze armate dello Stato)1 1 che però non dà tutti i risultati sperati, perché investe problemi interforze neppure oggi risolti, e richiede in ogni caso un autorevole vertice militare unico. Riportiamo gli aspetti più interessanti del decreto-legge, che - va notato - viene emanato dopo l'istituzione della carica di Capo di Stato Maggiore Generale (8 giugno 1925): Considerata l'opportunità di utilizzare l'organiaazione logistica amministrativa delle forze armate dello Stato nel comune interesse delle forze medesime e di unificare i criteri economici e tecnici da osservarsi per le provviste dei generi occorrenti ai servizi di vettovagliamento, vestiario, equipaggiamento, giacitura cd affini; Udito il Consiglio dei Ministri, Sulla proposta del Primo Ministro Capo del Governo e Ministro Segretario di Stato per la guerra, la marina e l'aeronautica, di concerto coi Ministri per le finanze, per l' interno, per la giustizia, per l'economia nazionale e per le comunicazioni; Abbiamo decretato e decretiamo: Art. I Gli acquisù dei vari generi di impiego comune, per il vettovagliamento, il vestiario, l'equipaggiamento, la giacitura, il riscaldamento ed i vari servizi affini delle forze armate dello Stato (Esercito, Marina, Aeronautica, Guardia di Finan,.a, Capitanerie di porto, Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, agenti carcerari, Corpo delle foreste ed altri corpi analoghi) sono effettuati, per tutte le Amministrazioni, da quella per la quale il consumo dei singoli generi as'ccnde a quantità più considerevoli. Una Commissione di acquisti, cosLituita presso iJ Ministero della guerra e composta di rappresentanti delle varie forze armate e di un rappresentante del Ministro delle finanze, determina annualmente, o a periodi più brevi, la qualità dei generi, la quantità complessiva, il relativo frazionamento in rate per la consegna, i luoghi in cui la consegna stessa deve essere effettuata e distribuita. La nomina dei componenti la Commissione è fatta per decreto Reale, su proposta dei Ministri interessati. Art. 2 La Commissione di cui al precedente art. l designa l'Amministrazione che, per le singole provviste, debba procedere alle gare e trattative occorrenti e alla sti-
31
G.M. 1926, pp. 383-387.
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pulazione del contratto. Il contratto di regola sarà unico, col solo intervento delJ'Amministrazione appaltante. ma potrà anche essere ripartito. qualora risulti più opportuno, in atti separati per ciascuna delle Amministrazioni interessate. Nei casi in cui venga stipulato un contratto unico, la Commissione predetta può stabilire modalità speciali, da inserirsi nei capitoli, affinché le Amministrazioni interessate, che non intervengano direttamente nella esecuzione della fornitura, possano partecipare ai collaudi e al ricevimento dei generi. Saranno sottoposti alla Commis:.ione predella, per il parere, i tipi ed i capitoli d'oneri, generali e speciali, preparali dalle Amministrazioni designate per le provviste di generi d'impiego comune.
An. 3 Salve le disposi/ioni dei precedenti articoli, l'Amministrazione incaricata dall'acquisto determina, con piena libertà di azione, entro il limite delle vigenti leggi, il momento, il mercato, il prezzo e le modalità di acquisto. In caso di urgenza, ogni Amministrazione potrà provvedere direuamente all'acquisto dei generi nella misura ritenuta necessaria, prendendo accordi con quella che sia eventualmente già stata designata per l'approvvigionamento comune nei medesimi generi, e dandone avviso alla Commissione di acquisti. Art. 6 La stipulazione e la vigilanza sulla esecuzione dei contratti relativi a generi d'impiego comune, non avocali a sé direttamente dalle Amministrazioni centrali saranno, a secondo della competenza territoriale, devolute alle direzioni ed agli altri organi locali delle varie forze armate. Nei limiti territoriali, e nella misura stabilita di accordo fra i Ministeri interessati, deui organi locali di ogni Amministrazione designata potranno, quando trattasi di genere di interesse comune, disimpegnare le proprie funzioni anche per gli Enti delle altre Amministrazioni dislocate nella zona stabilita. A tale uopo potranno corrispondere con le altre Amministrazioni centrali e ricevere dalle medesime le necessarie anticipationi di fondi. Art. 7 Gli stabilimenti e i magazzini di commissariato delle forze armale, pure rimanendo sotto la piena giurisdizione dell'Amministrazione da cui dipendono , dovranno, n.:lla wassima misura possibile, essere utilizzate per corpi, repani e servizi di ogni altrn forza armata esistente nel territorio. Terranno ali 'uopo gestioni distinte, secondo i bilanci ai quali debbono far carico le relative spese. Ciascun Ministero provvederà per questa utilizz:uione comune, nei riguardi degli organi dipendenti, tenute presenti le indicazioni che saranno formulate dalla Commissione di cui al precedente art. l, la quale presenterà, altresì, ai rispettivi Ministeri le proposte di semplificazione negli accennati servizi di lulli i corpi armati, che potranno derivare dall ' applicuione del presente decreto.
L'impostazione interforze viene estesa anche ai controlli amministrativi. Un importante organo centrale in materia è la commissione centrale pei collaudi in appello delle sostanze alimentari, dei materiali di corredo e vari, occorrenti alle forze armate dello Stato, istituì-
32
G.M. 1927, pp. 357-360.
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261
ta con R.D. 16 gennaio 1927, n. 11832 e mantenuta in funzione anche dopo il 1945. Ha il compito di esaminare in seconda istanza i ricorsi presentati dai fornitori contro le decisioni delle commissioni di primo collaudo, per i generi alimentari e per i materiali di vestiario, equipaggiamento ed affini, introdotti nei magazzini delle forze armate dello Stato previa designazione della commissione di cui ali 'art. 8 del citato R.D. - legge 14 gennaio 1926, n. 196, sul coordinamento dei Servizi di commissariato. La commissione è presieduta da un tenente generale commissario dell'esercito o della marina. Ne fanno parte i rappresentanti delle tre forze annate, della guardia di finanza, della mili7ia e del Ministero dell'economia nazionale, e si avvale di un ufficio tecnico e di segreteria costituito da ufficiali commissari di specifica competenza tecnica con funzioni di periti relatori, e con voto consultivo nelle sedute della commissione alle quali intervengono come relatori. Tn aggiunta a queste importanti funzioni, l' ufficio tecnico attende pure a tutti gli studi. incarichi e pratiche di carallere esclusivamente tecnico che i vari Ministeri delle forze annate ritengono di affidare a dello ufficio. Relativamente a tale funzione il capo dell ' ufficio tecnico corrisponde direllamente col Ministero della guerra (direzione generale servizi logistici) al quale gli altri Ministeri devono rivolgersi.
Evoluzione degli organi direttivi centrali e periferici
L'ordinamento Albricci del 1919 istituisce - con compiti invariati rispetto all'anteguerra - un Ispettorato dei Servizi di commissariato (retto da un maggior generale rspettore, con un brigadiere generale addetto) e 15 direzioni di commissariato, una per corpo d'armata, rette da colonnelli; non è più previsto il grado di tenente generale istituito con D.L. 15 giugno 1918, n. 798. L'ordinamento Bonomi ( 1920) fissa come grado massimo per il Servizio quello di un solo brigadiere generale "a disposizione per ispezioni" (quindi, non si fa più menzione di un vero e proprio Ispettorato) e riduce le direzioni a 10. Sono pertanto ridotti a 10 anche i colonnelli, mentre il grado di tenente generale è conservato solo "ad personam", per il tenente generale al momento ancora in servizio. L ' ordinamento Diaz (1923) prevede anch'esso come grado massimo quello di brigadiere generale e conserva le 10 direzioni con i 10 colonnelli. Per il generale commissario, con il citato D .M. 17 gennaio 1924 sulla composizione del Ministero è previsto un Ufficio del generale commissario facente parte della direzione generale servizi logistici. L'ordinamento Mussolini del 1926 ripristina i gradi di tenente generale (I) e di maggior generale (2) e aumenta le direzioni da 10 a 11 (prevedendo quindi 11 colonnelli). Oltre alle direzioni sono istituite per La prima volta nel dopoguerra anche 19 sezioni staccate (poi 20). La dipendenza, le attribuzioni e le sedi dei due maggior generali sono fis-
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sale con il R.D. 14 ottobre 1926, n. 1820.33 Essi sono definiti "Ispettori", perché assumono l'incarico di Ispettori di zona con attribuzioni analoghe a quelle dei 3 generali medici ispettori di zona, istituiti sotto la stessa data. Hanno sede uno a Milano, con compiti ispettivi sull'andamento del Servizio nei corpi d'armata dell'Italia settentrionale, uno a Roma e l'altro a Napoli, con analoghi compiti per i corpi d'armata dell'Italia Centro-Meridionale, la Sicilia e la Sardegna. Le loro principali competenze riguardano, nella rispettiva zona: a) il coordinamento del servizio tecnico delle direzioni e degli stabilimenti militari e il controllo - sulla base delle direttive ricevute - degli approvvigionamenti e dei collaudi; b) gli studi per la mobilitazione degli organi del Sevizio, la raccolta di informazioni sulle industrie private la cui attività interessa la branca commissariato e l'inoltro al Ministero - sulla base dei dati raccolti - di proposte per mettere le industrie stesse in grado di meglio soddisfare i bisogni dell'esercito in caso di guerra; c) il miglioramento dell'istruzione teorica e pratica degli ufficiali in servizio e in congedo; d) i contatti con gli analoghi Servizi delle altre forze armate e con gli Enti civili aventi attività affine, "allo scopo di una proficua collaborazione e rendimento dei servizi e delle risorse nazionali". Nel 1927, come già visto, dopo la costituzione del corpo d'armata di Udine le direzioni aumentano a 12; di conseguenza aumentano a 12 anche i colonnelli. Perno dell'organizzazione periferica è il direttore di commissariato, al quale, come si è accennato, nel 1923 sono sottratte le competenze nel servizio di cassa che gli erano state affidate con la legge 17 luglio 1910, n. 51 l. Alla dipendenza diretta del comandante, il direttore ha la responsabilità amministrativa, tecnica e contabile dei Servizi di commissariato del corpo d'armata sui quali esercita azione di vigilanza e controllo.34 Da lui dipendono le sezioni staccate, gli uffici locali e gli stabilimenti di commissariato nel territorio del corpo d'armata. Nelle divisioni il cui Comando ha sede comune con il Comando del corpo d'armata, sovraintende direttamente secondo le direttive del Comando divisione (a cui risponde) al funzionamento del Servizio della divisione anche per la disciplina del personale degli organi del Servizio dislocati nel territorio della divisione stessa. Corrisponde direttamente con il Ministero della guerra, per quanto concerne i servizi d'amministrazione generale affidati al corpo di commissariato ed il funzionamento tecnico degli stabilimenti dipendenti, fatta eccezione per le branche di competenza del comandante di corpo d'armata in applicazione delle norme ammini0
13 34
G.M. 1926, pp. 2315-2317. Cfr. MG, Regolamento sul servizio territoriale (Cit.), capitolo X.
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strati ve in vigore. Inoltra però al Ministero per via gerarchica le pratiche di maggiore importanza, per dare modo ai Comandi di divisione e di corpo d'armata di avere perfetta conoscenza del servizio. Per il resto, le sue attribuzioni particolari sono del tutto analoghe a quelle prima elencate per il direttore di sanità (studi, raccolta di dati, autorità di comandante di corpo sul personale, ecc.). Gli compete anche di stipulare, per delega del Ministero, i contratti riguardanti i servizi di istituto di carattere generale o interessanti uno o più corpi d'armata, nonché tutti quegli altri contratti che le norme in vigore affidano alle direzioni stesse.
Organi esecutivi Le compagnie di sussistenza conservano inalterati i compiti dell'anteguerra, sono una per corpo d'armata e il loro numero varia in relazione ai vari ordinamenti, fino a raggiungere un massimo di 13 nel 1927, con la costituzione del corpo d'armata di Udine. Il numero degli stabilimenti militari di commissariato previsti per R.D. rimane imponente e con tendenza all'aumento (almeno in alcune branche) dal 1923 in poi, come dimostra lo specchio seguente:35
NUMERO
1923
1926
1930
1932
Magazzini centrali VE
4
6
6
6
Opifici VE
1
I
I
I
Molini
1
14
14
13
Panifici
24
26
26
24
Gallellifici
I
3
3
3
Carnifici
2
2
2
2
Magazzini viveri
25
32
32
30
Magazzini foraggi
-
-
-
30
Magazzini_ casermaggio
32
32
32
30
Frigoriferi
-
3
9
9
TOTALE
90
119
125
148
TrPO
3S R.D. 25 gennaio 1923, n. 179 (G.M. 1923, p. 293); R.D. 14 febbraio 1930, n. 88 (G.M. 1930, pp. 460-461); R.D. 17 luglio 1931, n .. 1025 (G.M. 1931, p. 1945) e R.D. 14 luglio 1932, n. 921 (G.M. 1932, p. 1553).
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Rispetto all'anteguerra (vds. capitolo IX - Voi. II) diminuiscono i panifici ma aumentano - e di molto - gli altri stabilimenti. Il regolamento di amministrazione 1927 (Art. 765 e segg.) aggiunge a questi organi esecutivi i magazzini foraggi, distingue tra magazzini di casermaggio principali, succursali e presidiaci e prevede anche la costituzione per tutte le branche, in circostanze speciali (manovre di campagna) di stabilimellfi eventuali (sezioni sussistenze, sezioni panettieri, parchi viveri, parchi vestiario e magazzini vari). Gli stabilimenti funzionano ad economia, sotto la direzione dell'ufficio di commissariato da cui dipendono. Ad ogni stabilimento è preposto un ufficiale consegnatario nominato dal Ministero (per gli stabilimenti eventuali, dal locale direttore di commissariato) che rende conto del denaro e dei materiali affidatigli. 1 consegnatari sono esonerati da ogni responsabilità per mancanze e danni che si verifichino nel denaro e nei materiali dati regolarmente in consegna a contabili secondari, distribuiti a corpi e reparti o affidati in custodia a persone appositamente delegate. Ai magazzini centrali militari e agli opifici militari di vestiario ed equipaggiamento sono addetti ufficiali commissari con l'incarico di controllori, per l'esame tecnico dei materiali. Gli stabilimenti di maggiore importanza possono anche essere diretti da un ufficiale commissario.
Reclutamento e impiego del personale 16 Gli ufficiali del corpo sono sempre suddivisi in due ruoli distinti, commissari e di sussistenza. I primi hanno attribuzioni essenzialmente direttive; i secondi, esecutive o comunque di livello inferiore. In particolare gli ufficiali di sussistenza comandano le compagnie di sussistenza, dirigono i magazzini più importanti e possono raggiungere il grado massimo di tenente colonnello (4 nell'ordinamento 1919, poi 3 e poi di nuovo 4 nell'ordinamento 1920). Come già nell'anteguerra, il reclutamento dei Quadri - a giudizio unanime cli quanti si occupano sulla pubblicistica militare di questo problema37 - costituisce il vero punctum dolens del Servizio per tutti gli anni Venti, a causa della difformità e aleatorietà dei criteri ai quali via via ci si ispira sotto la spinta di esigenze contingenti. Ne consegue un'estrema disparità di provenienze, attitudini, mentalità, studi civili e militari frequentati dagli ufficiali, i quali con ovvi riflessi negativi costituiscono un tutto poco omogeneo. Gli ordinamenti dell'immediato dopoguerra stabiliscono che il reclutamento degli ufficiali commissari avviene tra quelli delle varie Ar36 Sugli ufficiali dei cosiddetti corpi amministrativi (commissarialo, sussistenza, amministrazione) Cfr. gli interessanti dati statistici in F. Zugaro, Gli ufficiali dei corpi amministrativi, "Esercito e Nazione" n. 9/1927. 37 Cfr., in merito, A. Cicchitti, Vicende legislative del corpo di commissariato del R. Esercito, "Rivista di Commissariato" n. 1/1934, e A. Quarto, Il commissariato militare, "Rivista Militare" n. 11/1947.
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mi e del corpo contabHe ( 1919) e delle varie Armi e del corpo d 'amministrazione (1923). Sono tratti: a) dai capitani in servizio permanente delle varie Armi e del ruolo sussistenza, previo esperimento e frequenza di un corso speciale a Parma (1922); b) dai sottotenenti commissari di complemento e, per l/4, dai sottufficiali, previa frequenza di un corso presso l'Accademia di Modena ( 1924);311 c) dai tenenti e capitani in servizio permanente delle varie Armi farmacisti, di sussistenza e amministrazione, muniti di laurea, previo esperimento seguito da un corso speciale a Modena (1926); d) dai giovani in possesso di titolo di studio di scuola secondaria e per 1/4 dai sottufficiali, con un corso triennale presso l'Accademia di Modena (1927 - nel 1929 la percentuale dei sottufficiali è aumentata a 1/3 e la durata del corso è ridotta a due anni).39 Anche per gli ufficiali di sussistenza si susseguono varie forme di reclutamento, con provenienza prevalentemente dai sottufficiali allievi tielle scuole militari di Parma, Modena e Caserta. L'ordinamento Mussolini del 1926 prevede che gli ufficiali <li sussistenza, a cominciare dai gradi e cariche inferiori, possono essere sostituiti da marescialli (sia di sussistenza che delle varie A1mi e corpi) che abbiamo frequentato con buon esito un corso tecnico-addestrativo. Secondo la circolare n. 48 del 29 dicembre 1930, possono essere trasferiti nel ruolo degli ufficiali di sussistenza - con promozione a tenente dopo due anni - i subalterni del corpo di amministrazione esuberanti nspetto all'organico previsto dall'ordinamento 1926.4 Con la stessa circolare è data facoltà al Ministero della guerra di nominare ufficiali in servizio permanente nel ruolo sussistenza gli allievi dell'Accademia di Modena che ne facciano domanda, e che hanno ultimato o ultimeranno i corsi di amministrazione.
°
Vettovagliamento (pane e viveri) li regolamento di amministrazione 1927 (Art. 219 e segg.) prevede che, in linea generale, i corpi possono ricevere i viveri e il pane dagli stabilimenti di commissariato (magazzini presidiari viveri), da apposite imprese territoriali, oppure da fornitori locali. Le relative pratiche sono svolte dal Ministero, se gli approvvigionamenti riguardano più corpi d'annata; dalle direzioni di commissariato, se riguardano le truppe della circoscrizione del corpo d'armata; dai Comandi di presidio - quan<lo mancano organi direttivi di commissariato - se riguardano le sole
R.D. 30 dicembre 1923, n. 2986 (G.M. 1924. pp. 294-300). R.D. 21 mar.t.o 1929, n. 639 (G.M. 1929, pp. 920-938). 40G.M. 1931. pp. 135-140.
38 39
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truppe del presidio. 41 ln tutti i casi, prevalgono i criteri che già si erano affermati nell'anteguerra: a) produzione diretta e distribuzione con propri organi direttivi ed esecutivi, da parte del!' Amministrazione militare, di alcuni generi principali (pane, galletta, conserve alimentari con particolare riguardo alla carne in scatola). Di qui l'aumento dei gallettifici nel 1926; b) ricorso aJ rifornimento centralizzalo di carne congelata di importazione, come già nell'anteguerra. La carne fresca è distribuita, mediante contratti con fornitori locali, solo nei casi in cui non è possibile o economico far giungere ai reparti la carne congelata. La distribuzione della carne avviene direttamente a cura del!' Amministrazione militare - come durante la guerra - fino al 1924. Dal 1925 al 1928 si ricorre alla distribuzione tramite un 'impresa privata, ma dal 1929 in poi si ritorna alla gestione diretta del servizio di distribuzione, che viene ritenuta più economica e fornisce inoltre il vantaggio di addestrare fin dal tempo di pace iJ personale militare a eseguire un rifornimento così importante in guerra;42 c) approvvigionamento e distribuzione della pasta a cura delle dire1:ioni di commissariato, mediante grandi contralli con fornitori civili; d) riso, zucchero, caffè. cacao: approvvigionamenti a cura del Ministero con assegnazioni mensili alle direzioni di commissariato dietro segnalazione del fabbisogno. Il Ministero può anche incaricare degli acquisti, per spuntare condizioni più favorevoli, una o più direzioni di commissariato; e) legumi, patate, formaggio, lardo, conserva di pomodoro: per i corpi di stanza nelle rispettive sedi e per gli altri presidi per i quali risulti possibile e conveniente, vi provvedono le direzioni di commissariato. Negli altri presidi ove per diverse ragioni ciò non è possibile, vi provvedono i corpi, avendo cura di non oltrepassare la spesa di centesimi 9 per convivente; f) olio: se le truppe lo gradiscono, è possibili sostituire il lardo della razione viveri con l'olio. Questo viene acquistato dalle direzioni d1 commissariato e, in caso eccezionali, dagli stessi corpi; g) spezie, verdure e sale: sono acquistate dai corpi direttamente dal commercio con la quota stabilita a tale scopo dal Ministero, prelevando le somme dal fondo permanente. Quando sia possibile e conveniente, tale provvista è effettuata per tutte le truppe del presidio mediante convenzione (la quota a disposizione nel 1927 è di 20 centesimi pro-capite). Con queste modalità del rifornimento, il perno del sistema sono i magazzini viveri divisionali e/o presidiari, presso i quali i corpi si riforniscono. L'autonomia e discrezionalità dei corpi stessi negli acquisti di-
41 Cfr., ad esempio, le nonne di dettaglio di cui alla Circ. n. 137 del 24 agosto 1927 (G.M. 1927, pp. 399-412). 42 Per le relative modalità Cfr. G. Chirico, La razione alimentare del soldato il rifornimento della carne, "Esercito e Nazione" n. 5/1931.
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retti è estremamente ridotta, e si limita normalmente a spezie, verdure e sale. Per gli altri generi (non esclusi il pane e la carne) essi ricorrono agi acquisti e contratti diretti solo nelle speciali circostanze che non rendono possibile e conveniente il normale meccanismo dei rifornimenti, ormai pilotato e controllato dall'alto. La razione viveri di pace41 (quella di guerra, come si è visto, è determinata solo all'atto dell'entrata in guerra) è fissata nel 1919,44 è unica e rimane invariata fino al 1935. Si compone di 700 gr di pane, 200 gr di carne bovina fresca o congelata con osso, 180 gr di pasta (oppure 150 gr di riso distribuito due volte alla settimana). 500 gr di legumi secchi oppure 100 gr <li patate, IO gr di caffè tostato con 15 gr di zucchero (oppure gr 15 di cacao con 30 di zucchero), generi di condimento vari ( 15 gr di lardo oppure olio, 15 gr di concentrato di pomodoro oppure l 00 grammi di pomodori freschi, gr 20 di sale, 10 gr di formaggio grattugiato). I corpi possono inoltre spendere centesimi 20 per acquisto diretto di spezie, cipolle, agli, verdura fresca e generi di miglioramento vari al vitto. Rispetto alla razione di pace dell'anteguerra fino al 1911 (vds. Voi. Il - capitoli lX e XV) la razione del 1919 ha il vantaggio di prevedere la distribuzione di caffè e zucchero tutti i giorni, ma diminuisce la pasta da 200 a 180 gr, quantitativo che a suo tempo era stato ritenuto insufficiente dalla commissione d'inchiesta sull'esercito nel 1907 ed era stato perciò portato a 200 gr nel 1909. Inoltre non è normalmente prevista la distribuzione di vino, che anche dopo l'esperienza della guerra - a giudizio del Liuzzi e di altri - si era rivelato un genere molto gradito dalle truppe e pressoché indispensabile. Il valore energetico della razione degli anni Venti è calcolato in 3169 calorie, quantitativo assai inferiore specie per la carne, caffè e zucchero ecc. a quello previsto nell'esercito francese e inglese, ma superiore a quello austriaco del dopoguerra.45 L'apporto energetico, giudicato da taluni insufficiente, a partire dal 1921 viene integrato prevedendo somministrazioni straordinarie per le truppe che svolgono particolari attività addestrative (campi, manovre, scuole tiro, attività in montagna), oppure che sono impegnate in attività sportive (corso sciatori, campionato nazionale di educazione fisica ecc.). In questi casi - e solo in questi casi - è prevista anche la somministrazione di vino, oppure - nei mesi estivi e su autorizzazione del Ministero - di anice correttivo dell'acqua.46
43 Cfr. anche, in merito, A. Terrone, Appunti per una storia del rancio e del 'ali mentazione. "Memorie Storiche Militari 1981" Roma. 1982, pp. 405-443. 44 Circ. n. 648 in data 4 dicembre 1919 (G.M. 1919, pp. 931-937). 45 Per i dati comparativi sui principa.li eserciti nel periodo Cfr. V. Adami, L'alimentazione del soldato attraverso la storia, Milano, Tip. S. Giuseppe 1932, pp. 61-70. 4 6 Circ. n. 606 in data 1 dicembre 1921 (G.M. I 921, p. 954); Circ. n. 554 in da-
ta 30 novembre 1922 (G.M. 1922, pp. 1243-1253); Circ. n. 137 in data 24 febbraio
1927 (G.M. 1927, pp. 399-410).
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La filosofia alla quale si ispira la razione unica del 1919 viene assai criticata - senza alcun risultato - dal tenente colonnello medico prnf. Grixoni in un articolo del 1924.47 A suo avviso un esercito moderno, sotto l'apparenza di una ingannevole uniformità, è in realtà una collettività quanto mai eterogenea e varia: diverse sono le attività, diverse le regioni di provenienza e la condizione sociale originaria delle reclute, diverso il clima delle regioni nelle quali il personale vive prima e dopo l'arruolamento, diverso il trattamento dietetico che si impone per truppe che svernano sulle Alpi o per reparti di stanza in Sicilia; diverso il consumo energetico nelle varie attività e specialità, e per reparti in guarnigione. in campagna o in guerra. I supplementi e integrazioni di vitto previsti non raggiungono lo scopo, sia perché sono insufficienti, sia perché sono concessi in denaro e quindi soggetti alle oscillazioni del mercato nelle varie zone, sia infine perché la loro concessione è affidata al giudizio - discrezionale e non sempre competente in materia di scienza all'alimentazione - dei Comandi di corpo e di Grande Unità, che possono anche modificare la razione. 11 Grixoni propone pertanto di mettere sollecitamente allo studio una nuova razione multipla (di guarnigione di manovra e di guerra), che "tutti gli Stati da lunghissimo tempo hanno adottato con indiscutibile vantaggio". La razione in vigore è ritenuta dal Lustig appena sufficiente se viene distribuita a norma di regolamento, e nettamente insufficiente per sforzi più intensi. Secondo il Grixoni, devono essere seguiti nella scelta della razione questi criteri (che in parte almeno contraddicono la sua tesi della molteplicità delle esigenze e delle condizioni locali): la razione alimentare del soldato deve essere determinata in ogni dettaglio in seguito a studi e ricerche di competenti (fisiologici e igienisti), deve essere fissa, e non modificabile senza alcun pretesto o ragione da autorità territoriali. Deve avere un ' intangibilità almeno uguale a quella che hanno gli oggetti di vestiario, di equipaggiamento e le armi di ogni genere, pei quali tutti a nessuno è dato modificare, non dico l'essenza, ma neppure la foggia o le norme d'impiego. Solo i comitati tecnici hanno la facoltà di proporre mutamenti o innovai:ioni suggeriti da studi accurati e profondi, da progressi tecnici e scientifici.
Nel 1930 il Chirico dimostra però che la razione di quell'anno (più o meno la stessa del 1919) è migliorata rispetto a quella del 1914,4 8 facendo riferimento al seguente specchio:
47 G. Grixoni, Per una nuova razione alimentare del soldato italiano, "Giornale di Medicina Militare" 192'1, Fase. IV, pp. 185 189. 4R G. Chirico, La razione alimentare del soldato, "Esercito e Nazione" n. 5/1930.
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Generi
Razione 1914
Razione 1930
Carne bovina congelata ............................. . gr. Pane ......................................................... . » » Pasta ......................................................... . » Caffè tostato ............................................. . Zucchero .................................................. . » » Lardo ........................................................ . Sale .......................................................... . » Legumi secchi ... ..... ..... ... .......... ....... ........ .. » Estratto di pomodoro ....... .. ......... ...... ....... .. » Pepe ..........................................................centigr Cipolle, agli, ecc; ..................................... . Formaggio................................................. gr Vino.......................................................... »
190 700 (I) 200 IO (3) 15 15 20
200 700 (2) 190 10 (4) 15 15 20 (5) 50 15 0,5
8,5
10
(6)
25
(I) o riso gr. 180 la settimana. - (2) o riso gr. 150 due volte la settimana. - (3) Duecentocinquanta distribuzioni annue. (4) Oppure cacao gr 15, zucchero gr 30. - (5) Oppure patate gr 160. - (6) Trenta distribu/.ioni annue.
La composizione chimica ed il valore energetico delle due razioni sopraindicate risulterebbero i seguenti: Razione 1914
Razione 1930
~ostanzc proteiche .................................... . grassi ........................................................ . idrati di carbonio ........................ .............. .
137,3 23,8 525,3
154,5 28,0 550,8
Calorie sviluppate
2863 ·
3070 -
Premesso che il fabbisogno complessivo viene stimato generalmente in 3000 calorie per un uomo adulto sottoposto a lavoro moderato, fabbisogno che può essere aumentato o diminuito di 500 calorie a seconda che l'organismo venga sottoposto a lavoro gravoso o leggero, il Chirico fa notare che: a) l' apporto complessivo di proteine è in aumento, non tanto per le proteine animali che rimangono più o meno le stesse, ma grazie all'aumento delle proteine vegetali (legumi secchi o patate non previsti nel 1914, che danno gr 12,1 di legumina); b) i grassi sono aumentati a causa della distribuzione giornaliera di gr I O di formaggio, anche se la loro quantità è ancora assai bassa; e) gli idrati di carbonio, nonostante la diminuzione della pasta, risultano aumentati a causa della distribuzione di legumi, e consentono di compensare la scarsità di grassi; d) grazie anche alla presenza di generi vari di condimento assenti nel 1914 e alla possibilità di sostituire il caffè con il cacao, la ra7ione del dopoguerra è assai più varia di quella del 1914.
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Altro vantaggio messo in evidenza dal Chirico e da altri è che la razione di pane in distribuzione a partire dal 1921 (700 gr non più in una sola pagnotta, ma in 2 pagnotte "tipo duplex") aumenta la qualità del prodotto ma richiede un aumento di farina di 14 gr pro capite al giorno, oltre che un maggiore impiego di combustibile e di personale. Inoltre si usano ancora per la confezione (anche negli anni 30) lieviti naturali, perché si ritiene - del tutto a ragione - che i lieviti artificiali ai quali ormai ricorre l'industria privata peggiorino la qualità del pane, rendendolo più rapidamente raffermo e di sapore meno gradevole. Questo, anche se i lieviti artificiali consentirebbero delle sensibili economie, fornendo per uno stesso quantitativo di farina una maggiore quantità di pane, il cui aumento di peso consiste però esclusivamente in acqua.4 9 Riguardo alle nonne igieniche da seguire nell'alimentazione delle truppe e ai requisiti che devono possedere gli alimenti e le acque potabili, un 'ampia messe di dati è contenuta nell'Istruzione per l'igiene di militari del R. Esercito del 1932 (Capo II e III), alla quale si rimanda.
Vettovagliamento (foraggi)
La gestione del servizio foraggi, che fino al 1930 è basata sul tradizionale sistema di fornitura a mezzo di un'impresa civile convenzionata per ogni divisione territoriale, a partire ùal 1931 subisce profonde modifiche che aumentano ancora il già cospicuo volume di Servizi direttamente gestiti dall'Amministrazione militare e intendono anche in questo caso migliorare la qualità delle prestazioni fomite. 50 Infatti l 'antico sistema della fornitura a impresa aveva dato frequentemente luogo ad inconvenienti, tra i quali: a) la fornitura di generi di qualità scadente, agevolata dai continui contatti diretti tra i produttori e una miriade di Enti utilizzatori, ciascuno con propri responsabili; b) la facilità di errori e di frodi nel sistema dei buoni di prelevamento, sul quale erano basate le forniture ai corpi da parte delle imprese; c) l'impossibilità per i Quadri di addestrarsi in pace a gestire il Servizio, che in guerra sarebbe affidato esclusivamente a personale e mezzi militari. Per l'esercizio 1931-1932 si decide pertanto anche per i foraggi il ricorso alla gestione diretta in tutte le divisioni territoriali, dopo che il nuovo sistema era stato sperimentato con esito favorevole dapprima in 2 divisioni (1929) e poi in 8 divisioni (1930). Con il nuovo sistema l' Am-
49 C. Gancia, li servizio del pane per l'esercito in pace e in guerra, "Rivista di Commissariato" n. 1/1936, e L. Vincenzotti, divagazioni su alcuni generi divettovagliamento, Rivista di Commissariato" n. 1/1936. .50 C. Raimondo, li servizio foraggi nel suo assetto attuale, "Rivista di Commissariato" n. 1/1941.
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ministrazione si ripromette di realizzare sensibili economie mediante acquisto centralizzato dei generi direttamente dai produttori, eliminando gli intermediari e gli speculatori. Le relative modalità sono fissale dalla circolare ministeriale n. 293 del 4 giugno 1931,5 1 con la quale si stabilisce che i generi (avena, fieno e paglia) siano acquistati direttamente dall 'Amministrazione militare, che li introduce nei propri magazzini: con R.D. 17 luglio 1931, n. 1025 sono perciò costituiti 30 magazzini foraggi divisionali, che distribuiscono i generi ai corpi.52 La gestione e vigilanza tecnica del servizio è affidata alle direzioni di commissariato di corpo d'armata, che possono anche proporre - ed eccezionalmente attuare - le modifiche necessarie. L'approvvigionamento dell'avena avviene a cura del Ministero, al quale le direzioni commissariato segnalano mensilmente il fabbisogno. Al quantitativo di fieno e paglia necessario per 12 mesi provvedono le stesse direzioni di commissariato, mediante gare ad asta pubblica. Oltre ai magazzini divisionali, possono essere istituiti magazzini prcsidiari. I primi hanno consegnatari propri e gestione autonoma; i secondi sono gestiti da uno dei corpi del presidio. I magazzini divisionali sono gesti li da uffìciali di sussistenza o d'amministrazione consegnatari . I consegnatari dei magazzini presidiari sono designati dai Comandi di corpo d ' armata, abbinando se possibile tale incarico con quello di consegnatario del magazzino viveri o casermaggio. Poiché dato il ridotto organico delle compagnie sussistenza non è possibile destinare in modo permanente militari di truppa anche ai magazzini foraggi, nei principali centri i magazzini stessi sono autorizzati ad assumere personale civile di fatica dell'ordine delle 10 unità. Presso ogni presidio, infine, devono essere costituite delle scorte di avena, fieno e paglia (mangiativa, da casermaggio e da lettiera). È singolare constatare che i criteri indicali dal Grixoni per determinare la razione del soldato (che dovrebbe essere flessibile, variare a seconda dell ' attività svolta, ecc.) sono adottali solo per l'alimentazione dei quadrupedi. Infatti nel 1927 viene definita una complicata razione foraggi per il tempo di pace, che varia a seconda della taglia o categoria e della posizione del quadrupede (in stazione, in marcia o in viaggio su ferrovia o treno): ed è composta come segue:53
52
G.M. 1931 , pp. 1181-1189. lvi. p. 1945.
SJ
Circ. n. 157 in data 3 marzo 1927 (G. M. 1927, pp. 461 -464).
51
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Ferruccio Botti
Composizione della razione Tipo di razione
I Categoria 11 Categoria
III Categoria IV Categoria V Categoria
Posizione del quadrupede Stazione Marcia Viaggio Stazione Marcia Viaggio Stazione Marcia Viaggio Stazione Marcia Viaggio Stazione Marcia Viaggio
Aveva kg
Fieno kg
Paglia kg
4.000 5.000 2.000 3.500 4.500 1.750 3.500 4.000 1.750
5.000 5.000 5.000 4.000 4.000 4.000 4.000 4.000 4.000 3.500 4.000 3.500 3.500 4.000 1 .500
1.500
3.000 3.500 1.500 2.500 3 .000 1.250
-
-
1.500
-
l.500
1.500
--
Vestiario, equipaggiamento e materiali generali 54
Nel 1922 la commissione Beno s1 preoccupa in particolar modo del vestiario cd equipaggiamento a 1..ausa degli alti cosi i del !>istema di gestione anteguerra, che rendeva necessario conservare permanentemente allestite - oltre alle serie in distribuzione e a quella richieste dalla vestizione della classe annuale di leva - anche quelle necessaria alla mobilitazione (solo per quest'ultima esigenza occorrevano 1.000.000 di serie di vestiario, per un importo di 530 milioni del tempo). Allo scopo di contenere le spese, la commissione propone di ridurre le scorte e al tempo stesso indica alcune predisposizioni necessarie per mettere l'industria nazionale in grado di produrre al bisogno, in tempi ristretti, le serie di corredo necessarie. Le provvidenze suggerite mirano principalmente a garantire all'esercito ampie disponibilità di materie prime, attraverso la diffusione dell'impiego in campo civile di tessuti ai quali si ricorre o si può ricorrere anche per esigenze militari. La commissione poco si sofferma sul problema della confezione che pure è strettamente connesso con quello delle scorte, in quanto la consistenza delle riserve che si rende necessario accantonare fin dal tempo di pace è inversamente proporzionale alla capacità dell'industria di produrre in poco tempo i materiali richiesti dall'Amministrazione militare. La commissione, comunque, propone di abrogare il vecchio si-
54 Sull'evoluzione della branca VE Ira le due guerre Cfr., in particolare, C. Gregorio, li servizio del corredo nell'esercito, "Rivista di Commissariato" n. 4/1939.
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sterna (immagazzinamento e collaudo del panno e degli oggetti forniti dall'industria presso i magazzini centrali, che poi li inviano ai corpi incaricati essi stessi della confezione tramite i capi operai) e di seguire nuovi criteri basati su: a) eliminazione dei magazzini periferici di corpo, sostituendoli con magazzini al livello di divisione territoriale e/o di presidio diretti da ufficiali di commissariato (e non più d'Arma, come avveniva per i magazzini vestiario equipaggiamento di corpo); b) taglio delle stoffe con mezzi meccanici presso i predetti magazzini (sempre su modelli forniti dall'opificio di Torino). Dopo il taglio, le stoffe sono affidate ai capi operai dei corpi per il completamento della confezione; c) collaudo delle stoffe da parte dei magazzini centrali competenti presso le stesse industrie produttrici, che poi le inviano direttamente ai magazzini periferici, senza passare per i magazzini centrali (come avveniva in precedenza). Come afferma il Gregorio, già verso la fine degli anni Venti la proliferazione delle organizzazioni giovanili a base militare volute dal regime rende insufficiente il tradizionale sistema della confezione del vestiario presso i corpi con stoffe e modelli forniti dal!' Amministrazione militare e incrementa la produzione di materie prime e oggeni di uso militare da parte dell'industria civile, agevolando in tal modo la soluzione del problema economico e logistico delle riserve con l'introduzione di più larghe basi industriali. Tuttavia le proposte della commissione Berio nell'ambito dell'esercito non sono prese in considerazione, e per il vestiario-equipaggiamento come per le altre branche sono mantenuti i sistemi artigianali di gestione dell'anteguerra. Lo stato di previsione delle spese per l'esercizio finanziario 1925- I 926, facendo riferimento alle proposte della commissione (che vorrebbe mostrare di avere accolto ma che risultano svuotate, almeno nella loro parte sostanziale) riassume la situazione nei termini seguenti: a) Servizio vestiario Sono stati soppressi i calzaturifici di Modena, Aquila, Firem:e e Caserta. È staio conservato l'Opificio militare di Torino, ricondouo però alle sue origini come laboratorio di studi e preparazione di campioni e mantenendo il calzaturificio. Tquattro magazzini centrali militari continuano a funzionare utilmente in armonia col parere già espresso della Commissione. Per il personale (di ruolo) dei commessi, la riduzione proposta dalla Commissione è verificata naluralmenle per effello del nuovo sistema di considerare tullo il personale operaio come avventi.r.io, salvo pochissime eccezioni. Per quanto ha Lralto al panno il Ministero ha tenuto conto anche delle proposte della Commissione si relative alla quantità di panno da tenere accantonata, riducendo opportunamente la riserva di detto panno e sono in corso d'alluazione provvedimenti per usufruire di oggetti del vestiario con i quali il cittadino si presenta alle armi. Ad ogni modo le riserve di oggetti di vestiario si sono complessivamente assai ridolle. diminuendo con ciò il capitale accantonato.
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Ferruccio Botti
b) Servizio caserniaggio Si è dovuto mantenere il servi1.io ad economia per i cauivi risultati avuti nel servi.t.io ad impresa precedentemente svoltosi per oltre un trentennio. n servizio manutenzioni (riparazioni, rifacimenti e bucato) del materiale di casermaggio, è stato, dovunque si è trovato un assuntore, affidato all'industria privata, licenziando in massima parte il personale operaio addetto ai magau.ini di casermaggio ed alienando gli impianti meccanici di lavanderia di proprietà dell 'Amministrazione militare.
Il regolamento di amministrazione I 927 (Artt. 243-265) disciplina il funzionamenlo della branca vestiario ed equipaggiamento presso i corpi, ai quali compelono le spese per la confezione e riparazione degli oggetti e per l'acquisto delle piccole quantilà di materie prima occorrenti, quando non sono fomite dal Ministero. I capi di corredo di cui gli uomini devono essere provvisti sono determinati dal Ministero, che fissa anche la durala minima di ciascuno di essi. I materiali di equipaggiamento, come le armi, sono riportati nel regislro dei materiali in carico al comandante di compagnia che li dà in consegna temporanea ai singoli individui; quelli di corredo e di uso personale si intendono invece dati in uso al soldato e sono detratti perciò dal carico ali 'atto della distribuzione. Il comandante d1 compagnia è il principale organo di gestione e di conlrollo nell'ambito del corpo. Oltre a distribuire e rilirare gli oggetti, esercita un'assidua vigilanza affinché gli uomini abbiano il loro corredo al completo e lo conservino con la dovuta cura e ordina "sotto la sua responsahilità" le ripara:Lioni necessarie (eseguite da capo-sarto e dal capo-calzolaio). Nei casi accerlali di incuria da parte del soldato consegnalario procede ai relativi addebili, ed è anche "personalmente responsabile" degli scambi di oggelli che avvengono tra uomini partiti per il congedo e quelli che rimangono alle armi. Ai sollufficiali e ai militari di truppa è distribuito un Libretto persona/e, nel quale sono elencati i materiali in consegna e in uso. Gli oggetti di corredo per la prima vestizione delle reclute sono distribuiti in parle dai distretti e in parte dai corpi, secondo le disposizioni del Ministero. 11 completamento della vestizione presso i corpi è fatto a cura dei comandanli di compagnia. Compiuta la vestizione, le compagnie registrano tulli gli oggetti ricevuti dal soldato sul libretto personale, indicando la classe d'uso. Gli oggetti di corredo tendono - specie a fine anni Venti - a migliorare per quantilà e qualità, anche se (almeno nell'ottica attuale) sembrano scarsi. 55 Nel 1924 sono assegnale al soldato: 2 divise di panno, 1 di tela, 3 paia di calze di cotone, 3 camicie, 1 coperta da campo, 3 fazzolelli, 2 paia di mutande, 2 ventriere di lana, 2 paia di pezzuole da piedi, 1 gavclta e I tazza di lamiera. Sono previsti guanti di lana (2 paia) solo per ciclisti, automobilisti e truppe alpine. Il soldato dispone
ss Dati tratti dal Giornale Militare Ufficiale degli anni Venti.
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inoltre di una borsa di pulizia (di nuovo modello dal 1926 in poi) contenente un pettine, un paio di forbici, un rocchetto e un assortimento di bottoni. Nel 1927 è distribuita una divisa di tela in più e le pezzuole da piedi sono portate a 3 paia; compare anche - segno dell'incipiente motoriz7..azione - la "combinazione di tela rasata bleu" (voce tuttora in uso) "per carristi, meccanici e operai di artiglieria, genio e altre specialità". Nel 1929 è adottata tutta una serie di nuovi materiali speciali per le truppe alpine,56 seguita dalla chiodatura speciale per le scarpe delle truppe operanti in montagna (1931). Nel 1930 sono introdotti nuovi materiali, che sembrano denotare una maggiore cura per il vettovagliamento e per i suoi risvolti igienici. Oltre al "grembiale per rancieri" (tuttora in uso) e alla "combinazione di tela rasata bianca per i militari addetti ai molini", all'inizio dell'anno (accogliendo antichi auspici) è introdotta "una posata composta di cucchiaio e di forchetta in lamiera di ferro stagnata". 57 Innovazione importante, perché fino a quel momento il soldato disponeva solo di un "cucchiaio di ferro". Sempre nel 1930, oltre alle posate, in sostituzione dei vecchi oggetti in ferro sono adottati i seguenti oggetti in alluminio: a) gavetta grande e piccola, ambedue divise in corpo e coperchio con relativi manici; b) borraccia per armi a piedi e borraccia per armi a cavallo; c) tazza.~R Di un certo rilievo anche le innovaL.ioni del 1932. Per gli ufficiali un modello unico regolamentare di pistola, binocolo prismatico e bussola. Per la truppa: il farsetto a maglia di lana grigia tipo "pull-over" in lana vergine (che sostituisce il farsetto a maglia color bianco di lana e cotone); la giubba di panno grigio-verde mod. 1932, di tipo unico per tutte le armi e corpi; gli "stivaletti a gambaletto con tomaia di vitellone tipo Piemonte, a fiore esterno, con tacco rinforzato", in sostituzione di quelli con tomaia di vacchetta adottati nel 1926. Anche i materiali di attendamento sono rinnovati: oltre a una "tenda mimetica completa per comandante di corpo" adottata nel 1931, merita rilievo l'adozione, nel 1929, di un nuovo tipo di telo tenda mimetico di forma quadrata (m. 1,75 di lato), dato in dotazione a ogni soldato con 2 bastoni, 2 paletti e una funicella, che si presta a molteplici impieghi: per formare vari tipo di tende, come mantellina impermeabile, come sacco da addiaccio, come pagliericcio e come mezzo di mascheramento.59 Si tratta di un ottimo materiale che rimane in uso anche nel secondo dopoguerra, cosl come rimangono per lunghi anni in uso la se-
56
Circ. n. 398 in data 30 giugno 1929 (G.M. 1929, pp. 1575-1617). Circ. n. 48 del 23 gennaio 1930 (G.M. 1930, pp. 154-155). 58 Circ. n. 389 in data 19 giugno 1930 (G.M. 1930, pp. 1215-1222). 59 Circ. n. 691 in data 14 novembre 1929 (G.M. 1929, pp. 2678-2682). Cfr. anche SME, Istruzione sul 'uso del telo da mimetico impermeabilizzato per tenda mod. 1929 Roma, 1942. 57
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rie di mobili per camere da ufficiali (1930) e il cofano scrittoio e la cassa scrittoio con cavalletto e sedile da campo (1929). Il materiale da casermaggio (letti col relativo corredo; tavole, panche e sgabelli da caserma; cappotti, mobili e arnesi per i corpi di guardia di presidio; mobili per alloggio di servizio degli ufficiali e impiegati; suppellettili per le mense degli ufficiali presso alcune opere fortificate) continua ad essere gestito direttamente dall'Amministrazione militare, secondo le norme contenute nell'Istruzione sul servizio di casermaggio militare (1925), che abroga e sostituisce il Libro Ili dell'Istruzione sul commissariato militare senza mutarne, nella sostanza, i contenuti ma fornendo maggiori dettagli. Come risulta anche dal citato discorso alla Camera del sottosegretario alla guerra generale Cavallero ( 19 marzo 1927), sono le ragioni economiche a consigliare la conservazione del vecchio sistema; i costi della gestione diretta sono assai inferiori a quelli delle offerte fino a quel momento pervenute, il personale militare necessario per la gestione del servizio è numericamente molto esiguo, e infine - argomento non nuovo - "le imprese utilizzano meglio il materiale, ma a beneficio proprio e a tutto danno del soldato". L'Amministrazione militare provvede pertanto all'acquisto del materiale, alla sua custodia e alla manutenzione. La gestione si svolge a mezzo di magazzini principali (nelle sedi delle direzioni e sezioni staccate di commissariato), maguzini succursali (nei presidi di maggiore importanza dove hanno sede più corpi) e magazzini presidiari, in tutte le altre località dove hanno stabile dimora truppe. Dal punto di vista amministrativo e contabile, i magauini succursali e presidiari dipendono da quelli principali. L'ufficiale consegnatario responsabile dei magazzini principali è nominato dal Ministero; i contabili secondari per i magazzini succursali e presidiari sono invece designati dal comandante del presidio, che dirige personalmente il servizio quando manchino altri ufficiali. I materiali di casermaggio per i corpi sono prelevati dall'aiutante maggiore in 1' del reggimento/corpo, che impianta un apposito registro e li dà in consegna ai comandanti di compagnia: questi ultimi ne rispondono a tutti gli effetti. Tutti indistintamente i magazzini di casermaggio sono sottoposti alla direzione, alla vigilanza e al controllo tecnico-amministrativo degli uffici di commissariato: non viene però accolto il suggerimento della commissione Berio (1922) di impiegare ufficiali di commissariato anche quali consegnatari dei magazzini. Un servizio apparentemente modesto, ma dagli importanti risvolti igienici e amministrativi è quello del bucato, sia per il casermaggio che per gli oggetti di corredo di uso personale. La citata Istruzione sul servizio del casermaggio militare del 1925 fornisce, in merito, norme estremamente dettagliate, compresi i particolari tecnici richiesti per le operazioni di lavatura meccanica e/o a mano (prevista ogni anno per materassi e coperte, ogni 6 mesi per il capezzale, ogni 30 giorni -d'inverno -e ogru 20 giorni - d'estate - per le lenzuola, e ogni 7 giorni per la bian-
L'organizzazione territoriale e di pace (anni 20)
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cheria personale). li servizio del bucato è assicurato da assuntori civili presidiari con contratto annuale, e come dimostra un articolo del generale Zugaro, oltre a dare luogo a scarti di prezzo molto rilevanti tra i contratti dei vari presidi in ambito nazionale, è fonte di numerose contestazioni tra i corpi, che lamentano di frequente il cattivo lavaggio della biancheria, e gli assuntori che si giustificano affermando che la biancheria viene consegnata eccessivamente sporca.60 Anche da questi particolari, dunque, si può dedurre che, in linea generale, non sempre la privatizzazione dei Servizi ne garantisce il buon funzionamento. Da un altro importante e dettagliato studio statistico del generale Zugaro61 si può dedurre che, nonostante i molteplici tentativi di realizzare delle economie, l'incidenza delle spese riferibili ai soli Servizi di commissariato rimane assai rilevante: infatti nei due anni solari 1925 e 1926 (che interessano tre esercizi finam;iari) l'ammontare della spesa ordinaria e straordinaria, sia in conto di competenze, sia in conto residui si avvicina a un totale di 1903 milioni, a fronte di un bilancio consuntivo che è di 1766 milioni nel 1924-1925, 2355 milioni del 1925-1926 e 2658 nel 1926-1927. Sui 1903 milioni, 1500 sono impiegati per forniture di materie prime, derrate e oggetti. 66 per trasporti, 204 per confezioni, riparazioni e tenuta dei magazzini, 140 per manutenzione, rinnovo e materie di consumo per macchinari degli stabilimenti divettovagliamento, compensi speciali e paghe. Ciò avviene perché in linea generale - come osserverà più tardi il generale Spigo -"la spesa riflettente il personale supera di gran lunga e sempre quella relativa al materia/e".62
5. Servizio materéali di artiglieria Evoluzione dei compiti
I compiti del Servizio subiscono varianti che finiscono con l'appesantirlo o almeno con il non alleggerirlo, seguendo quindi una tendenza opposta a quella auspicata nell'anteguerra e durante la guerra. La circolare n. 194 del 4 maggio 192263 stabilisce che gli elmetti metallici, poiché servono alla difesa del soldato, vanno considerati non più come oggetti di vestiario ma di armamento, e anche la gestione di questo materiale rientra quindi nelle competenze del Servizio. Quale evidente preludio all'abolizione dei reparti trasporti a traino animale (autonomi in tempo di pace) sancita con l'ordinamento 1926,
F. Zugaro, // bucato per le caserme, "Esercito e Nazione" n. 3/1928. F. Zugaro. Forniture r fornitori, "Esercito e Nazione" n. 11/1927. 62 MG, L'Esercito italiano tra la la ... (Cit.). allegalo G. e U. Spigo, Premes· se tecniche della disfalla: dall'euforia al disastro, Roma, Faro, 1946, p. 58. 63 G.M. 1922, p. 366. 60 61
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Ferruccio Botti
la circolare n. 307 in data 25 giugno 1925 dello Stato Maggiore Centra)e64 stabilisce che - come già avveniva in passato - il Servizio di artiglieria deve provvedere al rifornimento del carreggio per tutti i Comandi, corpi e Servizi escluso il carreggio speciale per il genio, e delle bardature e finimenti per tutti (compreso anche il genio). Il Servizio materiali del genio invece provvede al rifornimento degli attrezzi leggeri da zappatore, fino a quel momento affidato all'artiglieria. Questi nuovi compiti sono riconfermati nel 1931. Secondo la circolare n. 264 del 28 maggio 1.- li servi zio di artiglieria provvederà: a) al rifornimento degli artifizi di segnalazione pirotecnica (razzi, cartucce segnalazione, artifizi vari) che fanno parte dei materiali di collegamento, ma che sono esclusi da quelli da fornirsi dal servi/io del genio; b) al rifornimento degli strumenti da zappatore e gua~Latorc e di modelli speciali e formanti caricamenti e dotazioni intrinseche del materiale di artiglieria; e) al rifornimento degli esplosivi in genere per tutti i comandi, truppe e servizi del R. Esercito ad eccezione degli esplosivi da mina e da distruzione, per i quali deve provvedere il servizio del genio; d) al rifornimento e riparazione degli isLrumenti topografici e da misura e degli strumenti o munufntti completi di ottica di impiegu cumune o costituenti produzioni degli stabilimenti d 'artiglieria, fatta ecce,.ionc di quei materiali da provvedersi dal servizio del genio, come è indicato nel successivo punto I); e) al rifornimento del carreggio occorrente a rutti i comandi, truppe e servizi del R. Esercito, escluso il carreggio speciale del genio, per il quale provvederà il servizio del genio; f) al rifornimento delle bardature e finimenti occorrenti a tulli i comandi, truppe e servizi del R. Escrcito.65
E-voluzione del vertice e dell'organizzazione territoriale dell'Arma
L'ordinamento provvisorio 1919 prevede un Ispettorato generale dell'Arma. un Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria, una direzione delle esperienze, 15 Comandi d'artiglieria di corpo d'armata, 15 direzioni di artiglieria, stabilimenti d'artiglieria il cui numero deve essere fissato per decreto reale. Con l'ordinamento 1920 l'Ispettorato viene soppresso e per le questioni tecniche, l'andamento delle lavorazioni, il personale le direzioni passano alle dipendenze dell'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria, tramite i Comandi di artiglieria di corpo d'armata che esercitano azione tecnica, disciplinare ed ispettiva sulle stesse direzioni, sulle sezioni staccate e sugli uffici provvisori.66 Fino ali' ordinamento Mussolini del 1926 anche il numero dei Comandi, direzioni ecc. si adegua man mano al numero dei Comandi di cor-
G.M. 1925, pp. 1301-1302. G.M. 1931, p. 1103. 66 Circ. n. 519 in data 26 agosto 1920 (G.M. 1920, p. 799).
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l'organizzazione territoriale e di pace (anni 20)
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po d'annata previsti. L'ordinamento 1926 segna anche per l'artiglieria un punto fermo, ristabilendo la carica di generale Ispettore d'artiglieria (tenente generale), e prevedendo: I 0 ) l'Arma e il servizio territoriale d'artiglieria 2° ) il servizio tecnico di artiglieria. H R.D. 17 febbraio 1927, n. 162,67 che fissa dipendenza e attribu7.ioni dell •Ispettore, riduce i suoi poteri e non gli conferisce specifiche funzioni direttive in campo logistico, anche se gli dà mandato di esercitare l'alta vigilanza sul servizio tecnico di artiglieria, dando al direttore superiore del servizio le direttive per gli studi di nuovi materiali, in base ai criteri di massima stabiliti dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. L'Ispettore è inoltre organo consultivo del Ministero per il servizio ippico. per quanto di interesse dell'Arma. I principali organi direttivi periferici sono il comandante d'artiglieria di corpo d'armata e il direttore d'artiglieria di corpo d'armata, le cui attribuzioni sono definite nel Regolamento sul servizio territoriale - cd. 1932. Il comandante d'artiglieria di corpo d'armata dipende dal comandante e dirige i servizi d'artiglieria, fatta eccezione per il servi7io tecnico-amministrativo degli stabilimenti d'artiglieria che è alla diretta dipendenza della direzione superiore del servi7io tecnico d'artiglieria. È consulente tecnico, per i servi7i d ' artiglieria, del comandante di corpo d'armata. Il direttore d'artiglieria del corpo d'armata è capo - per la parte tecnica e amministrativa - della gestione dei materiali di armamento ed è responsabile dell'intangibilità e della conservazione dei materiali in consegna alla direzione. Ha sul personale autorità di comandante di corpo. Dipende dal comandante dell'artiglieria, e può corrispondere direttamente con: a) i Comandi di presidio, per lo svolgimento delle operazioni relative ai movimenti di materiali; b) il Comando di corpo d'armata, per le questioni amministrative e i movimenti di materiali nel! 'ambito dello stesso corpo d'armata; c) il Mintsli;ro della guerra, per i movimenti di materiali che inle ressano Enti di altri corpi d'armata, per le commesse di lavorazione e per tutte le questioni di carattere amministrativo; d) gli organi tecnici del!' Arma, per le lavorazioni e la conservazione dei materiali . In casi d ' urgenza accoglie le richieste straordinarie di materiali che gli sono rivolte dai comandanti militari, dandone comunicazione alle autorità superiori. Previa autorizzazione del comandante di corpo d'armata e a richiesta dell'autorità giudiziaria o di pubblica sicurezza, dispone anche per le perizie tecniche agli esplosivi o ai materiali di artiglieria costituenti oggetto o mezzo di reati. Le perizie avvengono con accorgimenti e entro limiti ben definiti fissati dal regolamento 1932 (para. 80).
67
G.M. 1927, pp. 339-341.
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Nel I 927 e 1928 sono riordinati i servizi tecnici di artiglieria, per i quali non manca una prospettiva interforze. Con il R.D. 7 marzo 1926, n. 408,68 infatti, si riconosce la necessità di istituire un organo coordinatore degli studi, delle esperien.1e e delle norme generali per le armi e munizioni, allo scopo di trarre dalle persone e dagli istituti competenti il massimo profitto nell'interesse della organizzazione e preparazione militare.
A tal fine si istituisce un comitato superiore tecnico per le armi e nwnizioni composto di 12 membri di cui 5 dell'esercito, 5 della marina e 2 dell'aeronautica, e presieduto dal più anziano. Il comitato dispone di una segreteria permanente anch'essa a struttura interforze, e può articolarsi in sezioni eventualmente integrate da tecnici ed esperti civili. Esso (Art. 3) in collegamento con il comitato di mobilitazione civile e con l'eventuale concorso del Servizio chimico o di altri Enti, formula e discute le questioni di tntere,sc comune delle tre Amministrazioni militari e quelle che riflettono la preparazione dei mezzi per la mobilita7ione, cd esamina altresl i quesiti che gli vengono sottoposti dai singoli Ministeri.
Le effettive possibilità d'intervento del comitato sono però assai limitate, visto che le deliberazioni, che saranno prese a maggioran.t:a assoluta di voti, hanno carallere di norma generale e non modificano le particolari responsabilità spellanti alle autorità tecniche delle singole Amministrazioni.
Questa caratteristica-coordinamento per così dire consensuale senza potere di imporre soluzioni non gradite dei Ministeri di forza armata - contraddistingue tutti gli organi interforze nel periodo tra le due guerre, quindi necessariamente anche la branca logistica. Il R . D. - legge 16 dicembre 1926, n. 21269 stabilisce che il servizio tecnico d'artiglieria è costituito da una direzione superiore e stabilimenti e centri tecnici. Ne fanno parte 119 ufficiali (tra cui un tenente generale direttore superiore, 3 tenenti generali o maggiori generali capi-reparto, 14 direttori e 10 vice-direttori o capi di sezione staccata). Per essere assegnati al servizio occorre aver superato i corsi regolari d'accademia oppure possedere Ja laurea in ingegneria, chimil:a o matematica. L' ammissione avviene per concorso e previa frequenza di un corso superiore tecnico di tre anni, di cui due di insegnamento teorico e il terzo di tirocinio. Con il R.D. - legge 11 agosto I 92770 sono definite le norme per il
G.M. 1926, pp. 626-628. G.M. 1927, pp. 28-34. 10 lvi, pp. 1517-1528.
68 69
L'organizzazione territoriale e di pace (anni 20)
281
funzionamento, le attribuzioni e le dipendenze dei vari organi del servizio tecnico. Sono di sua competenza: a) gli studi, le ricerche ed esperienze relativi alle armi e al loro trasporto; b) gli studi per la definizione o la modifica dei materiali; c) la rimessa in efficienza dei materiali; d) le lavorazioni dei materiali negli stabilimenti militari e le relazioni con l'industria privata per quanto riguarda le commesse ad essa affidate. Il servizio si compone di una direzione superiore, stabilimenti militari d'artiglieria, 2 centri d'esperienza e I ufficio tavole di tiro. La direzione superiore dipende: a) dall'Ispettorato dell'Arma, per le direttive per lo studio e la definizione dei materiali e la compilazione e aggiornamento delle tavole di tiro, per l'ordinamento del servizio tecnico, per la compilazione dei regolamenti e istruzioni tecniche e per l'impiego degli ufficiali e capi reparto; b) direttamente dal Ministero della guerra, per la parte tecnico-amministrativa del servizio tecnico, il personale civile e militare, i materiali che non costituiscono armamento proprio dell'Arma d' artiglieri a. Dipendono dalla direzione superiore gli stabilimenti e i centri tecnici. Inoltre il direttore superiore sovraintende alla sezione esperienze per armi portatili, per quanto attiene all'indirizzo tecnico dei suoi lavori. Ai tre capi-reparto alle dipendenze del direttore superiore sono rispettivamente affidate le branche: studi, ricerche ed esperienze, progetti dei materiali e loro varianti, lavorazioni presso gli stabilimenti militari e relazioni con l'industria privata. 11 capo reparto preposto a quest'ultima branca ha anche la responsabilità dei corsi per ufficiali d'armamento, istituiti per la prima volta nel 1926 con durata di 45 giorni (30 giorni presso la fabbrica d'armi di Terni e IO giorni presso il centro esperienze d'artiglieria di Nettuno). La circolare che istituisce corsi così motiva .il provvedimento: la presenza presso le truppe di fanteria delle anni automatiche, dei cannoncini, dei lanciabombe a mano, richiede, come l'esperienza ha confermalo, di dare la massima importanza alla carica di ufficiale d'armamento dei corpi.7 1
Se si pone mente alle numerose sezioni staccate, nel dopoguerra il numero degli stabilimenti d'artiglieria rimane praticamente costante. Lo dimostra la seguente tabella:
71 Circ. n. 497 in data 2 settembre 1926 (G.M. 1926, pp. 1886-1888).
282
Ferruccio Botti
NUMERO
ANNO
TTPO
1923"'
1926 ...
1927 •••
1932 "°'
ARSENALI
2 (Torino e Napoli) "'
3 (Torino, Napoli Piacenza)
3
3
OFFICINE
2 (Torino e Piacenza)"'
FABBRJCHE D'ARMI
I (Temi)'''
PIROTECNICI
I (Bologna) '"
POLVERIFICI
I (Fontana
LABORATORI PRECISIONE
SPOLETTIFICI TOTALE(N.)
-
I
I I
m
-
I"'
I
I
I (Roma)
1
1
I
8 (più 3 sz.
staccate)
e•,
8 (più 3 sz. sraccate)
I
(lii
2 (Bologna e Capua) I
Liri)
-
l
u11
I
(I}
8 (pii) 3 sz. staccale)
8 (pii) 2 sz. staccale)
(I) D.M. 15 febbraio 1923 (G.M. 1923. pp. 302-303).
(2) L'Arsenale di Napoli ha una sezione a Torre Annunziata.
(3) L'officina di Torino deve essere soppressa entro il 31 maggio 1925. (4)
Con una sezione a Gardone V.T..
(5) Con una sezione a Capua (6) Circ. n. 641 del 4 novembre 1926 (G.M. 1926, pp. 2377-2378). (7) Con una sc7ione staccata (Capua). (8) Con due sezioni staccate.
(9) R.D. 19 luglio 1927, n. 1314. (IO) Circ. n. 281 del 18 maggio 1931 (G.M. 1931, p. 1167) e Circ. n. 484 del 5 agosto 1932 (G.M. 1932, pp. 1783- 1784).
Con se7ionc staccata a Gardone V .T.. (12) Con sezione staccata (alti esplosivi) a Piacerua.
(11)
Con il R.D. 16 agosto 1926, n. 1628 è approvato il Nuovo regolamento per il servizio del materiale di artiglieria e automobilistico del Regio Esercito, che abroga e sostituisce l'analogo regolamento anteguerra (R.D. 9 agosto 1914, n. 1419).72 Le nuove norme definiscono tutti i particolari di carattere tecnico-amministrativo relativi alla gestione del contante e del materiale sia per gli stabilimenti, che per i corpi ed Enti vari di artiglieria e del Servizio automobilistico (che, al momento, fanno capo a un'unica direzione generale del Ministero), precisando anche le responsabilità e attribuzioni dei comandanti e organi ai vari livelli e le modalità per la manutenzione.
72
U.U. n. 232 - 6 ottobre 1926.
L'organizzazione territoriale e di pace (anni 20)
283
Le attrihuzioni relative alla gestione del materiale degli organi di comando e direttivi presso i corpi, stabilimenti e officine (solo di artiglieria e automobilismo) sono riassunte nello specchio di pag. 284. Il personale operaio militare incaricato della custodia, manutenzione e riparazione dei materiali d'artiglieria e automobilistici presso i reggimenti di artiglieria e gli Enti automobilistici, con le relative mansioni, è definito con circolare n. 769 del 22 novembre 1928, ed è costituito da: - sottufficiali capi officina d'artiglieria e capi officina automobilisti (marescialli dei vari gradi); - sottufficiali capi meccanici d'artiglieria e capi meccanici automobilisti (marescialli dei vari gradi. sergenti maggiori, sergenti); - sottufficiali meccanici motoristi (per il solo servizio automobilistico - marescialli dei vari gradi, sergenti maggiori, sergenti); - sottufficiali operai d'artiglieria ed operai automobilisti (sergenti maggiori, sergenti): - militari di truppa operai d'artiglieria ed operai automobilisti (caporali maggiori, caporali, soldati); - militari di truppa allievi operai d'artiglieria ed allievi operai automobilisti (caporali, soldati). 1 capi officina hanno la direzione di tutti i lavori che vengono eseguiti presso le officine dei reggimenti d'artiglieria e degli enti automobilistici, compresa la riparazione e manutenzione delle armi portatili e delle mitragliatrici. I capi meccanici eseguono i lavori che richiedono maggiore abilità; coadiuvano ed eventualmente sostituiscono i capi officina. Ad essi è anche affidata la riparazione e manutenzione dei materiali in consegna a distaccamenti o centri staccati dal deposito del reggimento.
6. Servizio materiali del genio Evoluzione dei compiti Dato il ruolo dell'Arma nei collegamenti e nei lavori agli immobili militari e alle opere fortificate, l'evoluzione dei compiti investe anche i rapporti con l'amministrazione civile dei lavori pubblici e delle comunicazioni. Con le già citate circolari n. 307 del 25 giugno 1925 e n. 264 del 28 maggio 1931, il Servizio materiali del genio provvede: g) al rifornimento dei materiali di collegamento occorrenti a Lutti indistintamente i comandi, le truppe ed i servizi del R. Esercito. esclusi gli artifizi di segnalazione pirotecnica (razzi. cartucce, segnalazione, artifizi vari) che saranno fomiti dal servizio di artiglieria; h) al rifornimento dei materiali di rafforzamento, degli attrezzi pesanti e leggeri da zappatore e degli attrezzi da minatore, occorrenti a tutti i comandi di truppe e servizi del R. Esercito, ad eccezione degli strumenti da zappatore e guasLatore di modello speciale formanti caricamento e du1.uiu11i inlrinsechc del materiale d'aniglieria, ai quali ultimi, provvederà il servizio di artiglieria;
Prospetto dell'ordinamento interno dei vari servizi dell'ente \cccrtamcnu morah ,ull1 condo1ta dclii m.aestranu • mu-
SERVJZJO TEC:,/JCO (V1ce·D1.rct1oreJ Approvazione tariffe e prt\·cnll·
\·i dt 11,oralione
Auunnone e hcenziamento oponti temporanei.
con1r1111. Studi ed cspenc.n1c
Carteaslo rhervatissjmo e rittr-
1D1re11orc)
Documenti ruc:rvati 01tc1plin1 uffic1ah e imp1C'111i F,nna della corrispondenza ,n aentrc e delle noie di p1,amcn10 1 minute ,pe-.c. Firma dei documenti di •pedi• zlone dei mttcriah. No~:,rrsonall uffict•h e impie·
~f~:fn-=ntf!'!rd,nnUn~f: RAOIO"ERE DELL L1'FTC10
~:~rmr;!~:~fi~Cta~~h~,c:~~t.
di
Canto e IC:lriCO.
Paghe operai a commo e vanaz1oru operel Id economia. Rubriche o~rai temporanei. ( l1chiesta d1 usc.ananoni. llcgutro dtllc commc.s1e e dei coUaudt. -:-cnuta rcgHl10 minute tpc.st e di quelle delle lrl.sfcne.
1
F1nn1 della com,pondcnu ri ficnen1e la pane ammm1atr1• uva, coallblle e contnuuale
aumento
di paaa.
Spese n,CJVatc.
~~:~r=~:ze;~~imstraii\a.
Emiuionc di noie dt paga_mento a minutt ,pece.
infortuni e v11ite mcdiçhc
mantnli, orario di bvoro. SKurez.u interna.
contab1Ji,
TECNICO
t:r:h~~1~r,:~' ;;~tfcl :r~w;! 1ranci.
Ordini del 1iomo e ordtni per• Pusaa&I di categoria e
Conteggi dei cotUmi Compilaz1one tanffc. ~iaestranta. disciplina ~fovuncnd d1 mtteriah tra officine e magauim e v1c:cveru. SEZIONI TEC1'1CHE ( Ord.i m d1 lavoro (documenti mano d'opera. mllcriah, spese 1enerah). Yanuionl deali opera, del labontono. DI LABORATORIO (Il
S11ti,uca. ~cnuncllc. e ronu. porticn e pomp1cu ~ervuio 11n11u10, dcnunue,
,ato personale.
DJREZJO,"E
to delle autontl. competenti Collaudi. Compilaz1ooc dei pre\·c.ntivt d1 )1\·oraz1one. C1rteaa10 riservato spc.c11le Comp1laz.1one conditlon1 tecni· che con1rani t-:scculioni commes,c. lnformaz,on1 commcrciaJI Mmulo mmtewmc.010, b1bh0<eche, 1111 d·armi. ~ole canttcri!l.bche capi oprr11 e optrll a matncola. Prov\'iUc a mmule spese e per
SER\~ZJO
AMMlNl· STRATIVO (Capo d<U ufficio d'1mm1n1• struione:
Ji:.1luc10 degli onhn.i eh Paa•meto e di riscomonc, Richiesta antic1p11ione dì fondi.
Scneglianu e controllo dei mo\llmcnti di cassa corrente e dei maga.alni e di ~tto il acrv lZ.10 ammin1struivo e conttblle S1ipulllione ccnu-,ui.
OEST!O'IE l)ICO~ìA'ffl (R.a&iODJC.h: Dire11ore dei CO'f'IU
OESTIO~e L"i \1ATER!A (Ragioruere
Consc.anatano) ECO'<OMATO (Archi\"i\llO tpphCJ.10 CCl"IDOfflO
Si1ua.ziooe ruw\lla.ru.. Smi di servi.zio ufficiali cd 1m-
p1e11t1. Tenuta della matncol1 operai
SERV!ZlO
CO~'TRATT!
permanenti. PROVVISTE (I) Tante quan1e s1 ritcn1ono nece11ane In rapporto al numero dc.1 l1bonuon cd alle. smaiolc. l1vor11.lon1. E AL!EMZJO'll ·Ra,10r1icrel
Ch1u1ur1 dei con . 111 dena.,o. •".,a del conto 11udl1ialc. Corrbrondcnza rclarlva 1111 gcsuonc. Movimen!I d1 cana (riscoulom e p111menU). Pl@he operai. R1ch1e1t1 di antic1pu1on1 m onbnc e alk a.uc1na1.1ooi Teouta dei rcao,tn delle coruabthtl a dcr.uo. Vcnamcnto provc.n11 cuual1.
l
Corrllponcknu della 1c.11Jooc ~;~:an~'~t!~';:Z~~:_.dc:l conto g1ud1ziale. { Richieste d1 cam:o e scanco. lcnuu della con1abihtl ,n matenL
Com1pondcnza rclwva allecoooawo Cc,mptluione dcli.e tabelle d1 carico per 01nì stanu e dcUe ncbJcste dei movimenti d'introduzione e di~tnbuz1onc { i.CN dell 1n,cntatio. Tenuta dei re1utn eh c:anc:o e scanco. Corrupondcnu rc.l11Ju ~egu:tro obtiU&,hl unpresan
!
~~~~:r~li,bc1ic1 dei contralti
Rca11tro collaudi. Tenuta dei rc9litri delle robe _prt.1cn11te dai provved1ton e d.J quelle ad eu1 nflu111c. trff1,1J.lt ro1an1c dct contntt1.
L'organizzazione territoriale e di pace (anni 20)
285
i) al rifornimento degli esplosivi da mina e da distruzione; I) al rifornimento e riparazione dei metri di legno e di metallo, delle rotelJe e dei nastri metrici, dei livelli a bolla d'aria ed a cannocchiale, dei tacheometri, tedoliti, planimetri e simili, tutti materiali forniti dall'industria privata in largo assortimento con ampia possibilità di scelta; m) al rifornimento e riparazione degli strumenti topografici e da misura e degli strumenti o manufani completi di ottica di impiego comune nel solo caso che gli strumenti in parola siano parti integranti di complessi da allestire per cura del servizio del genio; n) al rifornimento del carreggio speciale per il genio (parchi vari, zappatori, minatori ecc. per stazioni telegrafiche e fotoelettriche, aerostieri, carri colombaia, ecc.); o) al rifornimento delle stazioni fotoelettriche occorrenti a tutte le anni, corpi e servizi del R. Esercito.
Da notare che i1 genio provvede anche al serv1z10 pompienst1co militare. Pertanto nel 1931 viene istituito un corso della durata di 7 mesi per 2 ufficiali e 2 sottufficiali del genio, presso i pompieri di Milano e di Genova.74 Nel 1925 con R.D. - legge del 15 ottobre, n. 1934, l'Arma del genio tende a perdere per la prima volta la responsabilità- fino ad allora esclusiva - dei lavori per la costruzione di nuove caserme e di edifici nii li tari in genere. A partire dal 1° luglio 1926 tali lavori sono proseguiti dal Ministero dei lavori pubblici, previa consegna da parte di quello della guerra, che trasmette al predetto Ministero l'elenco dei fabbricati da costruire e i relativi progetti di massima. A sua volta il Ministero dei lavori pubblici fa compilare i progetti particolareggiati che, prima della loro esecuzione, sono trasmessi al Ministero della guerra per l'approvazione. Al collegamento con gli uffici civili provvedono la direzione generale del genio e i Comandi del genio di corpo d'armata.75
Evoluzione del vertice e dell'organiu.azione territoriale dell'Arma È analoga, nelle linee essenziali, a quella dell'artiglieria. Soppressa nel 1920, la carica di Ispettore viene ristabilita nel 1926. Secondo il R.D. 17 febbraio 1927, n. 163,76 l'Ispettore del genio ha alla propria dipendenza tecnica il servizio degli specialisti del genio, e dà al direttore superiore del servizio stesso le direttive per gli studi e la definizione dei materiali e mezzi tecnici, stabilendone le caratteristiche in relazione alle esigenze d'impiego. Segue e controlla l'esecuzione delle direttive stesse, e corrisponde con i comandanti del genio di corpo d'armata per quanto concerne il servizio materiali del genio. G.M. 1928, pp. 2647-2654. Circ.n.275indata28maggio 1931 (G.M. 1931,pp.1136-1137). R.D. 25 febbraio 1926, n. 422 (G.M. 1926, pp. 907-908); R .D. 28 novembre 1929, n. 2139 (G.M. I 930, pp. 13- I 4) e Circ. n. 282 in dala 18 maggio 193 l (G.M. l 169-1170). 76 G.M. 1927, pp. 341-344. 73
74 75
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Ferruccio Botti
Al livello di organi direttivi periferici, gli ordinamenti del primo dopoguerra fino al 1926 prevedono - come per l'artiglieria - Comandi e direzioni del genio per ciascun corpo d'armata. L'ordinamento 1926 non prevede più direzioni ma uffici fortificazioni, che in pratica assorbono le funzioni (in massima parte logistico-amministrative) delle direzioni.77 Jn totale, nel 1926 sono previsti 12 Comandi del genio con relativi uffici fortificazioni e 3 stabilimenti (istituto militare di radiotelegrafia e elettrotecnica, officina radiotelegrafica e elettrotecnica, officina di costruzioni del genio militare). Il comandante del genio di corpo d'annata dipende dal comandante e ne è il consulente tecnico per quanto riguarda i servizi del genio, che dirige ad eccezione di quello degli specialisti (alle dipendenze dirette dell'Ispettore tramite la direzione superiore degli specialisti del genio). Ha l'alta sorveglianza su tutti i lavori nel territorio di sua giurisdizione (eseguiti sia dal genio militare che dai corpi e uffici). Esercita la revisione tecnica e contabile dei lavori di competenza del dipendente ufficio fortificazioni e provvede - se del caso - al loro collaudo. Esamina le perizie di competenza dello stesso ufficio fortificazioni e le pratiche di contenzioso riflettenti la consistenza patrimoniale, esprimendo su di esse un parere. JI capo ufficio fortificazione di corpo d ' armata dipende dal comandante del genio e sovraintende: a) al sevizio di rifornimento dei materiali del genio; b) alla compilazione dei progetti e all'esecuzione dei lavori per la costruLione di fortificazioni, strade militari, depositi di esplosivi e munizioni, stabilimenti militari, poligoni, colombaie militari; e) ai lavori di minuto mantenimento, miglioramento, ampliamento e grande trasformazione degli immobili militari;?& d) alle pratiche e relative convenzioni per l'acquisto e permuta di immobili e alla liquidazione dei danni arrecati dalle truppe per le esercitazioni militari. L'innovazione più significativa del periodo, che aumenta la valen7a tecnica dell'Arma, è l'istituzione anche per il genio di un servizio tecnico. Di fronte ai rapidi progressi della tecnologia militare accompagnati da una sempre maggiore "tatticizzazione" dell'Arma, si ritiene onnai non più valida la tradizionale concezione ottocentesca che - poiché il genio era già nel suo insieme da ritenersi un'Arma eminentemente tecnica escludeva l'utilità e la convenienza di ulteriori selezioni e specializzazioni di ufficiali per il servizio tecnico, per le quali non rimaneva tra I'altro alcun margine di personale. Prevale quindi l'orientamento a suddi-
Regolamenro sul servizio terrilOriale - Ed. 1932, Capo Vll. Per 1'uso e il minuto mantenimento degli immobili militari da parte dei corpi, da ricordare l'emanazione da parte della direzione generale del genio di due successive istruzioni: quella emanata in data l novembre 1925 e queUi di cui alla Circ. n. 754 G.M. 1929, che la abroga e sostituisce e rimane in vigore anche nel secondo dopoguerra (Cfr. MG , Istruzione per r uso e il minuto mantenimento degli immobili militari, Roma 1929 - la rist. 1940). 77 78
L'organizzazione territoriale e di pace (anni 20)
287
videre gli ufficiali in militari tecnici e tecnici militari, anche se non si ritiene ancora necessario suddividere l'Arma in genio propriamente detto e in servizio delle trasmissioni (come invece era già avvenuto in vari paesi, e anche in Inghilterra con la creazione del Royal corps of si1:nals).19 Per tutti gli aspetti tecnici dei collegamenti, comunque, non mancano provvedimenti intesi a favorire - in analogia con la branca materiali di artiglieria - un'impostazione interforze. Al comitato superiore tecnico per le armi e munizioni (vds. precedente para. 5) corrisponde infatti un comitato superiore tecnico per i servizi militari elettrici e delle comunicazioni elettriche, organo consultivo creato - fatto significativo sotto la stessa data (R.D. 7 marzo 1926, n. 409W) e anch'esso con il compito (Art. I) di coordinare gli studi, le esperienze di interesse comune alle tre Amministrazioni militari o che riguardano la preparazione dei mezzi per la mobilitazione e concretare le norme generali relative.
Sono del tutto analoghi a quelli del comitato per le armi e munizioni i limiti ai poteri d'intervento, la struttura (9 membri, 3 per ciascuno dei
Ministeri militari) e le modalità per il funzionamento del nuovo organismo. Inoltre a mente del R.D. 13 giugno 1929, n. 107581 le tre forze armate, pur gestendo in proprio i rispettivi collegamenti radio, hanno propri rappresentanti in un comitato di coordinamento dei servizi radioelettrici istituito presso il Ministero delle comunicazioni, per il coordinamento e il concerto con quest'ultimo Ministero delle frequenze e dei particolari tecnici per il funzionamento. Il nuovo Servizio degli specialisti del genio è istituito con R.D. - legge 16 dicembre 1926, n. 2122,82 sulla falsariga di quello d'artiglieria, anch'esso organizzato su nuove basi sotto la stessa data. Comprende: a) una direzione superiore che ha alle sue dipendenze gli stabilimenti e i centri di studio; b) 4 stabilimenti del genio; c) centri di studio del genio. Il servizio ha essenzialmente il compito di studiare, definire e costruire i materiali del genio. Ne fanno inizialmente parte 60 ufficiali, la cui ammissione è disciplinata dalle stesse regole che valgono per gli ufficiali del servizio tecnico d'artiglieria. Sia per concretare i nuovi materiali, sia per migliorare quelli esistenti, l'Ispettore del genio comunica al direttore superiore le esigenze di ma-
79 Cfr., in merito, Nazione" n. 2/1927, e e Nazione" n. 6/1928. so G.M. 1926, pp. s1 G.M. 1929, pp. 82 G.M. 1926, pp.
(Senza autore), li servizio tecnico nel 'Esercito, "Esercito e A. Stabarin, // servizio degli specialisti del genio, "Esercito
629-631. 1620-1623. 1729-1732 e G .M. 1927, pp. 37-41.
Ferruccio Botti
288
teriali e le caratteristiche alle quali essi devono rispondere. J materiali studiati sono sottoposti ali 'esame di apposite commissioni nominate dal Ministero su proposta dell'Ispettorato, e composte da personale appartenente agli Enti che debbono impiegare i materiali. li personale specialista che ha studiato i materiali interviene solo come assistente o consulente. Una volta adottati, i materiali vengono allestiti a cura del servizio degli specialisti, che oltre ad avvalersi degli stabilimenti militari possono anche ricorrere ali ' industria privata. Riguardo agli stabilimenti, l'ordinamento 1919 (Art. 14) prevede solo un'officina di costruzioni (Pavia). Nell'ordinamento 1920 (Art. 18) gli stabilimenti sono 2. e all'officina di costruzione si aggiungono unistituto centrale di radiotelegrafia ed elettrotecnica, un'officina radiotelegrafica ed elettrotecnica, un laboratorio pirotecnico e di studi chimici. L'ordinamento 1923 (Art. 16) non prevede più il laboratorio pirotecnico e di studi chimici, riducendo gli stabilimenti a 2, più l'istituto centrale di radiotelegrafia e elettrotecnica. Questo assetto è confermato anche dall'ordinamento del 1926 (Art. 21 ). In aggiunta a questi organi, il citato R .D. - legge 2122 del 16 dicembre 1926 prevede anche dei centri di studio, che il successivo R .D. 23 luglio 1927, n. 14383 distingue in: a) centro di studio delle specialità zappatori, minatori, teleferisti, pontieri e lagunari (Pavia); b) centro di studio delle specialità telegrafisti e radiotelegrafisti (Roma); c) centro di studio della specialità ferrovieri (Torino); d) centro di studio della specialità aerostieri (Roma).
7. Servizio chimico militare Il Servizio chimico militare, previsto dall'ordinamento Diaz del 1923, è istituito con R.D. 3 I maggio 1923, n. 1527 e segue una linea di tendenza già emersa nelle principali nazioni (a cominciare dagli Stati Uniti e dall'URSS, che dedicano grandi risorse finanziarie allo studio e alla fabbricazione di armamenti chimici). L'attività prevalente del 1923 e 1924 è quella relativa al personale specializzato, con particolare riguardo agli ufficiali del ruolo tecnico di artiglieria (3 nel 1924), e agli ufficiali chimico-farmacisti (4 nel 1924). Un primo abbozzo della fisionomia e dell'organizzazione del Servizio è fissato dal R.D. - legge 15 ottobre I 925, n. 191 I. 84 Il Servizio ha carattere interforze, dipende direttamente dal Ministero della guerra e ha il compito di eseguire studi, esperimenti ed applicazioni pratiche sui mezzi chi-
83 114
G.M. 1927, pp. 1727-1728. G.M. 1924, pp. 1006 e 1029-032; G.M. 1925, pp. 2089-2091.
L'organizzazione territoriale e di pace (anni 20)
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miei di guerra, diretti specialmente a stabilire l'azione fisiologica delle sostanze chimiche sulle persone e sugli animali; a determinare le conseguenti alterazioni anatomiche e funzionali sui vari tessuti, organi e sistemi e la relativa terapia, ed a definire i meui di protezione delle persone e degli animali dalle offese che possano derivarne.
Si articola su una direzione, dotata di laboratori sperimentali e un gruppo speciale con campo sperimentale. Il personale comprende: a) un generale di brigata o colonnello, direttore; b) un ufficiale superiore capo della sezione chimica e della sezione fisiopatologia e terapia; e) un ufficiale superiore d'artiglieria capo della sezione tecnica; d) personale tecnico e specializzato, civile e militare, altri ufficiali o tecnici civili comandati da tre Ministeri, esperti civili temporaneamente assunti in servizio. Il direttore può inoltre avvalersi della collaborazione delle maggiori autorità scientifiche della naz.ione e di specialisti di particolare competenza nelle varie branche. L 'organiuaziunc e la pianta organica dei Servizio sono definite più nel dettaglio cuu il R.D. 4 febbraio 1926, n. 370.115 Direzione e gruppo speciale hanno sede in Roma. La direzione comprende: ufficio del direttore; ufficio del vice-direttore; 3 sezioni (chimica, fisiopatologia e terapia, tecnica); un laboratorio sperimentale. Il gruppo speciale comprende: un Comando. una compagnia speciale. un ufficio amministrazione, un ufficio magazzino, un corpo sperimentale. Il direttore dipende direttamente dal Sottosegretario di Stato del Ministero della guerra e - solo per le questioni amministrative - dalla direzione generale dei genio. Ollre alle funzioni di studio, consulenza e preparazione tecnica del personale, ha anche il compito di seguire io sviluppo di quelle industrie nazionali che interessano i suoi studi ed esperienze, e inoltra al Ministero proposte per metterle in condizioni di assicurare. al bisogno, la necessaria produzione dei mezzi chimici di guerra. Le varie sezioni studiano e collaudano i mezzi chimici offensivi e i mezzi protettivi individuali. Il gruppo speciale funziona da centro di mobilitazione degli organi del Servizio in guerra e inoltre di quelle speciali uniLà che si reputasse necessario di costituire per l'impiego delle sostanze chimiche con mezzi diversi da quelli della Regia Marina, della Regia ae~ ronautica e delle armi di artiglieria e fanteria, per meglio provvedere alla protezione collettiva.
La direzione è composta da un quadro permanente di 14 ufficiali e 7 specialisti civili, più l I uflìciali delle tre forze armate comandati e personale d'ordine civile. Il gruppo speciale dispone di 12 ufficiali, 6 impiegati civili, 14 sottufficiali, 157 militari di truppa, 26 operai civili.
85
G.M. 1926, pp. 605-614 e G.M. 1929, pp. 2473-2475.
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Dal 1926 in poi l'organizzazione del Servizio in ambito militare si evolve, e nel 1930 ha raggiunto un buon livello, come risulta da i "Dati riassuntivi sulle condizioni attuali deJ servizio chimico militare" compilati a cura dell'ufficio difesa chimica deJ Comando del corpo di Stato Maggiore e inseriti nel citato fascicolo sulle "Condizioni dell'esercito al 30 giugno 1930".86 L'ordinamento di pace nel 1930 prevede: "comitato chimico permanente, direzione del centro chimico militare, ufficio difesa chimica del Comando del Corpo di Stato Maggiore, Gruppo Chimico, deposito del centro chimico militare, centri di studio, laboratori depositi e centri di produ7ione vari". Nel mese di dicembre 1929 sono diramate le nuove tabeUe di formazione del gruppo chimico e del deposito del centro chimico, e presso ogni reggimento esistono uno a più ufficiali inferiori che hanno frequentato i corsi di difesa chimica presso il centro chimico militare. Gli organi previsti per il tempo di guerra sono: "gruppo chimico, sezioni bonifica chimica, magazzino materiale chimico, ufficio difesa chimica del Comando Supremo, sezione difesa chimica dei Comandi d ' armata, ufficio del Servizio chimico militare presso i Comandi di corpo d'armata, di divisione e di brigata alpini, ufficiali addetti alla difesa chimica presso i Comandi di reggimento e di battaglione". La regolamentazione di riferimento è l'Istruzione sulla difesa contro gli ag gressivi chimici, diramata nel maggio 1930.87 La situazione dei materiali del 1930 (vds. Documento 7) non è felice, prima di tutto perché non è stato possibile utilizzare almeno in parte l'ingente quantità di materiali apprestata durante la guerra. Infatti con circolare n. 53 del 22 gennaio 1920 il Ministro generale Albricci avendo già provveduto a far trallenere a propria disposizione per eventuali futuri bisogni un certo quantitativo di respiratori inglesi nuovi [... J dispone che tutti gli altri quantitativi di maschera antiasfis~ianli, qualunque sia il loro tipo e il loro stato d'uso, siano messi a disposizione della commis\ione superiore centrale per l'alienazione dei materiali residuati di guerra.8K
In sintesi, nel 1930 sono disponibili solo 600.000 maschere, 30.000 teli antipritici e una giomata di fuoco (a fronte di 2 previste per le dotazioni di mobilitazione) di proietti d'artiglieria a caricamento speciale. Lo Stato Maggiore perciò calcola che al 30 giugno 1931 saranno provviste di maschere tutte le truppe combattenti (esclusi i complementi e servizi) delle truppe da montagna, truppe celeri e di 25 divisioni , oltre alle truppe d1 artiglieria e del genio non inquadrate nelle divisioni stesse.
AUSSME, Rep. F/4-F/5, Racc. 293. Cfr. anche, in merito, MG - Istruzione per la mobili/azione del R. Esercito, Tomo I-Formazione di guerra per i Servizi . Roma. 1931 e A. Lustig, Effe/li dei gas di guerra . Milano, 1st. Sieroterapico 1930 (manuale ad uso degli ufficiali medici). 88 G.M. 1920, p. 67. 86
87
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A parte la gravità della mancanza di maschere per i complementi e Servizi e del 50% delle dotazioni di munizionamento speciale, mancano quindi le maschere per 4 divisioni, visto che l'ordinamento Mussolini del 1926 ne prevedeva 29. Per le esigenze di materiali per la protezione civile, un cenno merita la legge n. 551 del 23 maggio l 932 Disciplina della produzione e vendita delle maschere antigas per uso della popolazione civile, 89 alla quale dovrebbe far seguito apposito regolamento. La legge si inquadra nel più vasto ambito dell'organizzazione de1Ja nazione per la guerra (vds. precedente capitolo IV) e stabilisce che le dille che intendono costruire maschere antigas per la popolazione civile devono chiederne preventiva autorizzazione alla direzione del centro chimico militare, fornendo per ciascun tipo di maschera i dati e i campioni. Diretto dal generale Maltese, negli anni Venti il Servizio raggiunge una prima intelaiatura di base, con l'addestramento degli ufficiali del ruolo chimico scelti per concorso e comandati per due anni ai corsi di chimica all'Università di Roma, la creazione di "centri studi" presso le più importanti Università, lo studio e la definizione dei mezzi di offesa e di difesa (tra questi ultimi, le maschere campali mod. 1931 e 1933 e gli indumenti protettivi).
8. Servizio trasporti Ge11eralità Le due branche trasporti ferroviari, fluviali e marittimi e trasporti per via ordinaria (a motore o a traino animale) rimangono ben distinte, anche nell'Amministrazione centrale. La prima si evolve solo al vertice, e per il resto riprende l'impostazione di pace dell'anteguerra (Comandi militari di stazione e delegazioni trasporti periferiche; corsi ferroviari militari di stazione per ufficiali delle varie Anni). La direzione trasporti (ferroviari, fluviali e marittimi) fmo all'agosto 1919 non fa parte del Ministero della guerra, ma continua ad appartenere alla non ancora disciolta Intendenza generale. Con R.D. 25 agosto 1919, n. 167390 essa, "per la durata delle operazioni di smobilitazione e per un periodo non superiore a un anno" passa a far parte del Ministero della guerra, il quale "emanerà disposizioni esecutive per passare a1Ja direzione trasporti le funzioni esecutive di altri Enti, ferme restando quelle di competenza del Comando del Corpo di Stato Maggiore". Con circolare n . 689 del 22 dicembre 19199 1 la divisione Yll della direzione generale servizi logistici e amministrativi del Miiùstero (<.:he
89
G.M. 1932, pp. 1185-1186.
90G.M 1919,p. 611. 9 1 lvi, p. 1012.
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tratta i trasporti e il servizio postale e telegrafico) entra a far parte della neo-costituita direzione trasporti, la cui struttura organica è definita con D.M. del 14 marzo 1920.92 L'Art. 1 di tale decreto indica la composizione della direzione trasporti presso il Ministero della guerra, che quindi non ne fa parte organica come le direzioni generali, ha speciali dipendenze e si articola su: a) un ufficio del direttore; b) una divisione tecnica, suddivisa in servizio ferroviario (I• sez. trasporti ferroviari, 2' sez. mobilitazione) e servizio marittimo e fluviale (3• sez. movimento e traffico, 4• sez. controllo della gestione); c) un ufficio lavori ferroviari (per lavori sulle linee a scartamento normale e ridotto); d) una divisione amministrativa trasporti e servizio postale e telegrafico. Presso la direzione tra'-porti è distaccato l'ufficio 6° del servizio movimento delJa direzione generale FF.SS. Dipendono dalla direzione trasporti i vari organi periferici (delegazioni trasporti militari; Comandi militari di Stazione; uffici militari marittimi e di imbarco; organi speciali di collegamento ali 'estero per il servizio ferroviario militare). Il generale direttore ha una duplice dipendenza: dal Ministro della guerra (come ogni altro direttore generale) per il funzionamento tecnico e amministrativo della direzione. e dal Capo di Stato Maggiore dell'Eserc1to, dal quale riceve le direttive per tutto quanto ha attinenza con l 'impicgo delle ferrovie in guerra e in particolare per le seguenti attività: a) preparazione dei grandi tra~porli militari; b) sistemazione delle linee ferroviarie (costruzione di nuove linee e miglioramento di quelle esistenti); e) organizzazione del servizio ferroviario e marittimo durante e dopo la radunata; d) protezione delle ferrovie e loro impiego nella difesa costiera; e) predisposizioni relative alle interruzioni ferroviarie; f) ordinamento e impiego della :.pedalità genio ferrovieri; h) corsi ferroviari tecnico-pratici di stazione e di linea. La regolamentazione sull'impiego militare delle ferrovie rimane in sostanza quella dell'anteguerra, e le norme del marzo 1920 riprendono largamente il ruolo che lo Stato Maggiore ricopriva prima del 1914 nell'organiz.zazione del sistema ferroviario ai fini militari. La fisionomia dei trasporti militari per via ordinaria - sia a motore che a traino animale - si evolve invece notevolmente rispetto ali 'anteguerra, e ciò non può stupire visto il ruolo conquistato (a viva forza e sotto la pressione degli avvenimenti) dai trasporti a motore in soli quattro anni, dal 1915 al 1918. Passato il periodo delle contrazioni e delle economie del primo dopoguerra, dal 1923 in poi la preparazione tecnico-logistica dell 'eserci-
92
G.M. 1920. pp. 200-203.
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to nel campo automobilistico riceve nuovo impulso. Come già si è accennato, la prospettiva della guerra sulle Alpi fa escludere la convenienza di motorizzare i servizi di la linea, per i quali si fa principalmente ricorso alle salmerie. Viene motorizzata solo l'artiglieria pesante campale, e i criteri costruttivi dei mezzi - non esclusi i carri armati - sono principalmente ispirati dall'esigenza di renderli idonei al movimento in terreno montano. 93 L'approvvigionamento dei materiali automobilistici si ispira al seguente programma di massima: a) Per le nuove costruzioni, escludere l'intervento diretto degli stabilimenti militari. il cui compito fondamentale doveva rimanere limitato alle riparazioni. Eccezionalmente questi stabilimenti dovevano provvedere alla costruzione di modelli e prototipi, specie di carrozzerie con caratteristiche particolari, che dovevano però essere riprodotti in serie solo dall'industria privata. b) Ricorrere invece all'industria automobilistica nazionale per tutte le costruzioni di autoveicoli nuovi, distinguendoli però in due grandi categorie: - autoveicoli d'impiego esclusivamente militare: trattrici. trattori, autoblindo mitragliatrici, carri da combattimento, autoambulanze, autofficine, ccc.; - autoveicoli di uso generale e specialmente autocarri, che doveva contemporaneamente essere in grado di rispondere alle esigenze dei trasporti civili ed a quelle dei trasporti militari. c) Solo per i nuovi autoveicoli della prima categoria, cioè d'impiego prettamente militare, si dovevano passare gli ordinativi all'industria automobilistica nazionale, nei quantitativi necessari per le dotazioni di pace e di guerra dell'Esercito, da conservare nei magazzini militari quali indispensabili scorte di riserva. d) Per gli autoveicoli di uso gtmerale, essen/.ialmenle autocarri comuni, si doveva tendere ad evitare le grandi forniture da tenere di scorta nei magazzini, e si doveva invece provvedere ad indirizzare la produzione delle fabbriche automobilistiche verso quei tipi di autoveicoli che. pur rispondendo a tutte le necessità dell'impiego civile, possedessero anche le caratteristiche costruttive tali da consentire, all'atto del bisogno, un buon impiego militare. Si evitava in tal modo di tenere inutilmente ad invecchiare, nei magazzini, le scorte di autocarri di riserva, cd all'atto della mobilita/.Ìone si potevano requisire gli autocarri circolanti nel paese ad uso civilc.94
Una :.olLUione, 4uesla, in<lubbiamenle economica, tanlo più che il terreno del confine alpino non richiedeva un'estesa motorizzazione. Tuttavia sembrano evidenti i negativi rinessi della ridona motorizzazione di pace sull'addestramento dei Quadri e dei Comandi (per i quali una mentalità motorizzata non si poteva improvvisare) e soprattutto sulla prontezza operativa delle Grandi Unità, che fin dal primo momento, e anche sulle Alpi, per vivere e combattere avrebbero avuto bisogno di un'estesa rete di trasporti logistici a motore anche per via ordinaria. Né
93 Sull'evoluzione generale dell'automobilismo militare negli anni Venti, con particolare riguardo alla problematica più strettamente tecnico-produttiva, Cfr. A. Pugnani, Storia della motorizzazione militare italiana. Torino. Roggero e Tortia 1951, pp. 231-315 c L. Ccva-A. Curami, La meccanizzazione deff' esercito fino al 1943, Roma, SME-Uf. Storico 1989 (2 Voi.). 94 A. Pugnani, Op. cit., p. 256.
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si può trascurare che, basando la motorizzazione praticamente sulla requisizione di autoveicoli civili all'emergenza, si finiva con il puntare troppe carte su un metodo - anzi un espediente - che non aveva mai funzionato, nemmeno per i meno complicati trasporti a traino animale per i quali l'inserimento nel! 'organismo militare non era mai stato semplice e indolore.
Organizzazione centrale e periferica
Nel precedente capitolo IV si è già accennato all'evoluzione dei trasporti militari nei vari ordinamenti dal 1919 al 1926. Va comunque chiarito che gli ufficiali dei corpi dei trasporti (1919-1920), del nuovo Servizio traspo1ti a traino meccanico e animale (1923) e del Servizio automobilistico militare (1926) non fanno ancora parte in toto di un vero e proprio corpo dei Servizi (come la sanità, il commissariato, ecc.) e non hanno ancora un proprio ruolo a parte, ma continuano ad appartenere alle varie Armi e sono fuori quadro (1919, 1920, 1923) oppure vengono compresi nella tahella organica dell'Anna rispettiva ( 1926).
Dopo lo scioglimenlo <lell' Inlendenza generale la sezione aulomobilistica entra a far parte del Comando Supremo in Padova, dirige la smobilitazione e l'alienazione dei maleriali e il 15 settembre si fonde, a Roma, con l'ufficio aulomobilistico del Ministero della guerra. Quest'ultimo a mente del citato D.M. 22 marzo 1919 (vds. precedente capitolo IV) si articola su ufficio tecnico, ufficio materie di consumo e commissione benzina (con il compito di distribuire la benzina per impiego civile, come previsto dal D.L. 5 ottobre 1916, n. 1569). li l O maggio 1920 viene costituita in Bologna la direzione centrale automobilistica prevista dagli ordinamenti 1919 e 1920 e sono disciolti il deposito centrale automobilistico e la direzione tecnica automobilistica di Torino con i relativi distaccamenti di Milano, Piacenza e Roma.95 La nuova direzione centrale di Bologna ha alle dipendenze 3 distaccamenti (a Torino, Milano e Roma), IO centri automobilistici e 2 laboratori di riparazione. Nello stesso anno 1920 sono soppresse anche le compagnie automobilisti di artiglieria ancora esistenti presso i reggimenti dell'Anna, e il relativo personale passa a far parte dei 10 centri automobilistici, che dal 1° luglio 1920 funzionano anche come centri di mobilitazione per il personale in congedo. La nuova direzione non riesce a far fronti alla mole delle attribuzioni che su di essa si accentrano, relative al personale, al materiale, alle riparazioni, ecc .. Per di più gli Enti dipendenti non sono amministrativamente autonomi, ma fanno capo a due consigli di amministrazione costituiti presso la stessa direzione centrale. Sono perciò costituiti due Ispettori del servizio automobilistico (uno per l'Italia settentrionale e l'altro
95
G.M. 1921, p. 178.
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per il centro-sud e le isole), con il compito di sovraintendere all'addestramento del personale e alla buona utilizzazione del materiale. Per rimediare alla carenza di Quadri specializzati, con circolare n. 370 del 31 giugno 1921 96 è istituito a Torino un "corso superiore automobilistico" per 25 ufficiali in servizio permanente, a carattere tecnico-pratico e della durata di 5 mesi, diretto dal colonnello del genio Pugnani. Il corso, che forma un primo nucleo di tecnici, avrebbe dovuto svolgersi anche nel 1922, ma viene successivamente annullato, per poi essere ripreso nel 1923 e nel I 925. L'ordinamento 1923, che prevede 10 raggruppamenti trasporti a traino animale e meccanico, sopprime la direzione centrale automobilistica compreso il suo distaccamento di Torino, e prevede, sempre in Bologna, una officina di costruzioni automobilistiche.97 Il 2° laboratorio di riparazioni in Piacenza è però sciolto, e i suoi reparti (ad eccezione di quelli radiatoristi e motociclisti, che passano al 1° laboratorio di Bologna) sono assorbili dal locale arsenale, che se ne avvale per costituire un reparto riparazioni trattrici di artiglieria.9R Con l'ordinamento 1923 si reali7.7.a un benefico decentramento anche amministrativo e per la gestione materiali: i nuovi raggruppamenti trasporti, soppressa la direzione centrale automobilistica, dipendono direttamente dai rispettivi Comandi di corpo d'armata e hanno finalmente ciascuno un proprio consiglio di amministrazione, costituito con R.D. 14 giugno 1923, n. 1526.99 Per la parte tecnica prima di competenza della direzione centrale viene invece istituito (circolare n. 451 del 26 luglio 1923) un ufficio tecnico superiore automobilistico in Torino, cioè nella sede della principale industriale automobilistica nazionale. La circolare così definisce scopo e fisionomia del nuovo organo: per la necessaria a.lione coordinatrice di carauerc tecnico amministrativo nei riguardi dei mezzi automobilistici in dotazione di raggruppamenti trasporti e a tutti indistintamente gli altri enti militari che fanno uso di autoveicoli, si rende opportuna l ' istituzione di un ufficio tecnico superiore automobilistico che avrà sede in Torino, per poter costantemente anche seguire la continua evolu1:ione dell'industria automobilistica nazionale 1... J. 11 medesimo dipende dal Ministero della guerra (ufficio automobilistico) per quanto concerne consulenza, studi e ispezioni relative al servizio automobilistico dcli 'Esercito. ICKJ
L'azione di consulenza, studio e ispezione dell'ufficio tecnico superiore riguarda tutte le branche che interessano il personale e il materiale (reclutamento, ordinamento, addestramento e corsi, impiego, regolamenti, rifornimenti, manutenzione, studio per progettazione di nuolvi, pp. 528-529. Circ. n. 567 in data 27 settembre 1923 (G.M. 1923, p. 1314) e Circ. n. 384 in data 19 giugno 1924 (G.M. I 924, p. 1585). 98 Circ. n. 220 in data 19 aprile 1923 (G.M. 1923, p. 570). 99 G .M . 1923, pp. 1101-1102. 100 lvi. pp. 1025-1027. 96
97
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vi materiali, ecc.) e soprattutlo si estende a tutti i corpi e Enti dell'esercito che hanno in dotazione automezzi, senza quindi limitarsi ai raggruppamenti trasporti. ln tal modo viene impresso un indirizzo veramente unitario all'automobilismo militare, prima frazionato per Arma o per Servizio. li nuovo organismo è osservatorio industriale ai fini della mobilitazione automobilistica e non è solo organo consultivo e di studio, ma ha alle dipendenze dirette l'officina automobilistica militare di Bologna. Pertanto sovraintende alle lavorazioni sia presso l'industria privata che presso l'officina, alla quale fa compiere studi ed esperienze per definire nuovi materiali o per migliorare quelli esistenti. L'ufficio tecnico superiore riorganizza su nuove basi il rifornimento dei pezzi di ricambio, che avveniva come durante la guerra tramite acquisti centralizzati a cura della direzione centrale, alla quale gli Enti richiedevano i pezzi. Il sistema, troppo centralizzato, comportava una dispendiosa gestione di numerosi e ingombranti magazzini, con conseguente gran mole di carteggio e numerosi reclami per ritardati o mancati rifornimenti alle unità. Il nuovo sistema si ispira a due criteri: a) abolire i magazzini centralizzati di materiali e parti di ricambio e costituire invece adeguate scorte di materie prime pregiate; b) stipulare con le principali ditte, contratti per l'acquisto in quantità indeterminata a prezzi fissi. In tal modo i singoli Enti, senza bisogno di ricorrere a magazzini militari, acquistano direttamente presso le filiali delle ditte i pezzi di ricambio che man mano loro occorrono, nei limiti delle rispcllive disponibilità finanL.iarie. Solo per le pi1.:cole forniture gli Enti hanno fa1.:ollà di effettuare acquisti del libero commercio. L'ordinamento Mussolini del 1926 ricostituisce i centri automobilistici (in numero di 12, con un proprio deposito, poi aumentati a 13), scioglie i reparti del treno, sostituisce all'ufficio tecnico superiore un Ispettorato tecnico automobilistico (sempre in Torino) e conserva l'officina di Bologna, con la nuova denominazione (assunta nel 1924 e poi mantenuta anche dal 1940 al 1943) di officina automobilistica Regio E~t:rcilo (0.A.R.E.). Se 1,i tiene conto dell'abolizione del treno come corpo autonomo in tempo di pace, il volume organico previsto per il Servizio automobilistico militare rimane costante (213 uffici al i nel I 926, contro i 270 deJ 1923), ma aumentano i gradi più elevati: mentre negli ordinamenti preceduti era previsto - come grado massimo - un solo coJonneilo, l'ordinamento 1926 prevede un generale di brigata o colonnello Ispettore tecnico automobilistico e 15 colonnelli o tenenti colonnelli. Le attribuzioni e dipendenze del nuovo Ispettore tecnico automobilistico sono fissate con R.D. 17 febbraio 1927, n. 164 come segue: 101 a) sovraintende all'istruzione tecnica dei centri automobilistici e agli studi, esperienze e costruzioni, corrispondendo direttamente, per le sue attribuzioni, con i centri automobilistici; b) dipende dal Ministero della guerra (Direzione Generale artiglie-
101
G.M. 1927, pp. 344-346.
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ria e automobilismo - servizio automobilistico), ma riceve dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito le direttive e informazioni concernenti l'indirizzo e l'addestramento del servizio in relazione al suo impiego in guerra, la compilazione di determinate istruzioni speciali e lo studio delle questioni che interessano il servizio; c) concreta in relazione alle esigenze d ' impiego, le caratteristiche dei nuovi materiali; d) riceve e promuove direttive dal Ministero per la lavorazione, le provviste e il collaudo dei materiali e delle materie di consumo; e) segue lo sviluppo deHe industrie nazionali che interessano il servizio; f) vigila sul funzionamento tecnico e amministrativo dell'officina e previa autorizzazione ministeriale effettua ispezioni ai centri automobilistici, riferendone sia ai Comandi di corpo d'Armata che al Ministero; g) è consultato dal Ministero della guerra sull'idoneità tecnica degli ufficiali da destinare al comando dei centri e dell'officina. Con siffatte attribuzioni sembra attenuarsi la dipendenza diretta dall'Ispettorato del l'officina di Bologna, che dipende in linea disciplinare (come prima) dal Comando di corpo d'armata di Bologna, in linea amministrativa (amministrazione personale e materiale, riparazioni, gestione contratti) dal Ministero e in linea puramente tecnica dall'Ispettorato, chiamato solo a vigilare sull ' officina ma non a dirigerne - come prima - il lavoro. L'officina di Bologna dispone di 11 ufficiali, 18 impiegati e circa 400 operai temporanei o avventizi, a seconda delle necessità. Ogni centro automobilistico comprende 17 ufficiali (2 di amministrazione), 3 impiegati, 461 militari di truppa, un laboratorio per le piccole riparazioni, un deposito carburanti e lubrificanti, magazzini per le scorte di mobilitazione. l centri hanno una triplice dipendenza: per l'impiego, dai Comandi di corpo d'armata; per la disciplina, l'addestramento e la mobilitazione, dai Comandi di artiglieria degli stessi Corpi d'armata; per la parte tecnica, dall' fspcttorato. La complessità della problematica tecnica che il Ministero, l'Ispettorato e l'officina automobilistica devono affrontare rende necessario anche per l'automobilismo militare disporre di un sia pur ristretto numero di tecnici ad incarico esclusivo. Come già era avvenuto per l'artiglieria, il genio e il Servizio chimico, con la legge 17 aprile 1930, n. 458, completata dai D.M. 9 maggio e 9 giugno 1930, 102 viene istituito un Servizio tecnico automobilistico, che "provvede a soddisfare alle esigenze relative allo studio, alla definizione e alla provvista dì materiale automobilistico, nonché alle riparazioni che non sono effettuabili presso i reparti che lo hanno in consegna". Sono suoi organi: a) l'Ispettorato del materiale automobilistico, retto da un generale
1020.M. 1930,pp.1136- 1157.
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de!Jo stesso Servizio tecnico, che fa parte integrante del Ministero guerra, sostituisce l'Ispettorato tecnico automobilistico di Torino e non è solo organo di consulenza, di studio e ispettivo, ma dirige il servizio tecnico automobilistico ed emana direttive tecniche; b) l'officina automobilistica R.E. e relativi distaccamenti, che dipende dal! 'Ispettorato in linea tecnica e amministrativa, per l'avanzamento e destinazione del personale militare e per lutto quanto concerne il personale civile, e dal Comando di corpo d'armala per la disciplina del personale militare; c) gli uffici tecnici automobilistici ( 13) per i Comandi di Corpo d'annata e delle isole. Questi nuovi organi direttivi fanno parte integrante dei predetti Comandi, ricevono loro tramite le direllive tccn i che dell'Ispettorato, fungono da anello di congiunzione tra i corpi e Enti con automezzi e biciclette in carico e il predetto Ispettorato e li ispezionano, dipendono direttamente dal Capo di Stato Maggiore, sono i consulenti tecnici dei Comandi, fanno parte delle commissioni di controllo dei materiali da dichiarare fuori uso o da inviare alle grandi riparazioni , controllano i prelevamenti di carburanti e materiali , sovraintendono a tutto quanto concerne la precettazione e requisizione autoveicoli nella circoscrizione di competenza. J03 Nel l'ambito del Ministero in data 9 maggio 1930 la direzione generale di artiglieria e automobilismo assume la denominazione di direzione generale artiglieria; la divisione automobilismo è soppressa e alle di~ rezioni generali si aggiunge appunto il nuovo Ispettorato del materiale automobilistico (su un ufficio coordinamento e collegamento e 2 divisioni). Nel 1931 (D.M. 22 maggio)ICl4 l'ufficio coordinamento e collegamento si trasforma in ufficio dell'Ispettore e alle due divisioni si aggiunge un ufficio studi ed esperienze, con le seguenti attribuzioni: Questioni riguardanti lo sviluppo tecnico dell'industria automobilistica in Italia ed all'estero - Controllo ed elaborazione dei dati relativi al materiale aulomohilis tico in ge nere - Esame degli apparecchi di nuova idea,ione e clei nuovi carburanti e lubrificanti presentati dalle ditte, in relazione al loro impiego sugli auloveicoli militari - Esame dei progetti di autoveicoli di nuovo tipo offerti dalle ditte - Esperien,e relative agli autoveicoli di nuova costruzione che interessano l ' amministra/ione militare e controllo delle prestazioni - Determinazione delle caratteristiche di quelli da ordinarsi all'industria privata per conto del Ministero della guerra - Determinazione delle caratteristiche tecniche per carburanti, lubrificanti e dei materiali vari occorrenti per i rifornimenti degli enti automobilistici - Esame delle nuove domande di privative industriali che hanno relazione con l ' automobilismo militare.
Per l'alimentazione dei vari organi direttivi sono previsti inizialmente 37 ufficiali del servizio tecnico, (di cui un maggior generale o tenente generale Ispettore e 3 colonnelli direttori e capi divisione). L'ammissione avviene a domanda e per concorso, tra i provenienti dai corsi regolari 101
Cire. n. 226 in data 7 maggio 193 I (G .M. 1 93 I, pp. 779-803 ).
104
fvi, pp. 1171- 1172.
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o laureati in ingegneria, chimica o matematica che abbiano prestato almeno 12 anni di servizio, dei quali 2 presso centri automobilistici o unità dotate di automezzi. Per l'ammissione definitiva gli ufficiali idonei devono aver superato un tirocinio di 6 mesi presso l'officina automobilistica e aver compiuto con esito positivo un esperimento pratico di un anno nel servizio tecnico. Non è però ancora previsto un ruolo a parte, e gli ammessi nel servizio tecnico continuano come sempre a rimanere nei ruoli dell'Arma di provenienza.
Requisizione quadrupedi e autoveicoli Come si è visto, dal 1923 in poi prevale il vecchio orientamento a fare affidamento in caso di emergenza soprattutto sui trasporti a traino animale e meccanico di requisizione. Per i trasporti a traino animale, dal 1926 in poi non sono previsti in tempo di pace unità treno autonome, e i corpi dispongono di una ridotta quantità di quadrupedi e carreggio per le sole esigenze di vita e di guarnigione del tempo di pace; questa situazione rende necessario affinare le predisposizioni per la requisizione. La legge 22 giugno 1913, n. 693 sulla requisizione dei quadrupedi e dei veicoli. integrata con le disposizioni di cui al D.L. 4 agosto 1918, n. 1206, viene modificata e migliorata per la prima volta nel 1923 (R.D. 31 dicembre, n. 3225) 105 con nuove norme che tendono a: a) apportare alla legge del ] 913 alcune varianti atte a renderla ri spondente anche alle esigenze della marina, stralciando la parte relativa alla requisizione degli aeromobili che dovrebbero formare oggetto di una legge distinta; b) estendere il campo di applicazione dell'istituto della requisizione, oltre che ai casi di mobilitazione, a tutti gli altri casi di urgente necessità, nei quali l'opera dell'esercito e della marina venga richiesta nel pubblico interesse; c) aumentare lo spettro delle dispense dalle requisizioni, per non danneggiare eccessivamente l'industria, l'agricoltura e i pubblici servizi. L'esperienza della guerra ha infatti dimostrato che la legge del 1913, pensata per una KUcrra breve, era troppo restrittiva; d) aumentare la durata dei noleggi oltre i 30 giorni previsti dalla legge del 1913, dimostratisi insufficienti; e) aumentare le penalità allo scopo di evitare sottrazioni dolose alle requisizioni e rendere più spedite e efficaci le procedure per il funzionamento delle commissioni di requisizione, la determinazione dei prezzi, il regolamento delle controversie, impedendo ai proprietari di sottrarsi al vincolo della precellazione con alienazioni simulate dei capi precettati e cambi di residenza; f) autorizzare le autorità militari non inferiori a comandante di di-
105
G.M . 1924. pp. 647-658.
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Ferruccio Botti
visione, ad ordinare requisizioni senza preventiva precella.lionc e senza preavviso di presentazione, sempre però tramite la commissione provinciale di requisizione, o, in sua mancanza, avvalendosi di altra apposita commissione. Il decreto del 1923 autorizza il governo a riunire un testo unico le disposizioni del 1913 e quelle dello stesso decreto, e a emanare il relativo regolamento di esecuzione. Il testo unico è approvato con R.D. 31 gennaio 1926, n. 452, modificato con la legge 12 gennaio 1928, n. 93 e il R.D. legge 4 ottobre 1928, n. 2327 . 106 Le modifiche, non di rilievo, riguardano essenzialmente l'obbligo di denunciare entro 30 giorni l'acquisto, la vendita o la permuta di veicoli o quadrupedi precellati, l'estensione delle requisizioni anche alle esigenze dell'aeronautica e il coordinamento dei provvedimenti istitutivi del pubblico registro automobilistico (R.D. legge 15 marzo 1927, n. 436) con le disposiLioni che regolano la requisizione degli autoveicoli e dei natanti a motore. A tal fine, il registro o schedario dei quadrupedi e veicoli idonei e soggetti a requisizione non è più tenuto presso i Comuni ma in ogni capoluogo di provincia presso il pubblico registro automobilistico, con facoltà a ogni cittadmo di prenderne visione. Per le esigenze dell'automobilismo militare. tuttavia. non basta perfezionare i meccanismi di requisi,ione di mezzi costruiti in base a criteri di utilizzazione esclusivamente civili. Con una serie di norme (R.D. legge 9 novembre 1925, n. 2080; D.M. 30 novembre 1926; legge 30 maggio 1932, n. 759 sull'incremento dell'automobilismo pesante) 107 si cerca di incoraggiare la produzione di automezzi civili di determinate caratteristiche che li rendano idonei anche ali 'impiego militare, concedendo l'esenzione dalla tassa di circol.uione ai veicoli con i requisiti richiesti. In particolare, con i decreti del I 925 e 1928 sono esentati dalla tassa di circolazione gli autoveicoli dichiarati da apposita commissione "ausiliari militari" di portata da 1,5 a 3 tonnellate, autonomia minima 200 km, carreggiata massima m 1,5 ecc. La legge del 1932 costituisce un incentivo allo sviluppo in campo civile della trazione meccanica pesante con moderni motori diesel, estendendo l'esenzione agli autocarri con motore a olio pesante di portata da 3 a 5 tonnellate, agli autocarri di portata non inferiore a 5 tonnellate (a 6 ruote di cui 4 motrici o a gasogeno), e ai trattori agricoli fabbricati dopo il t O gennaio 1932. Essa incoraggia anche la buona manutenzione degli autocarri pesanti soggetti a requisizione, concedendo dei premi per non più di 3 armi. Possono anche essere ceduti ai privati, a prezzi e condizioni di favore, autocarri per trasporto merci di proprietà militare, con reintegro a cura dell 'Amministrazione militare delle dotazioni di autoveicoli. Poiché la legge del 1932 abroga il R.D. - legge del 9 novembre 1925 e la relativa qualifica di "autoveicoli ausiliari militari" (lasciandola solo a quelli che l'hanno già ottenuta), se ne deve dedurre che, almeno per
°'' G.M. 1926, pp. 892-906 e 2521-2526; G.M. 1928, pp. 279-281 e 2542-2544.
1
107
G.U. n. 281 del 3 dicembre 1925 e n. 277 del I dicembre 1926; G.M. 1932. pp. 1327- 1329.
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gli autocarri leggeri e medi fino a 3 tonnellate di portata, si era deciso di puntare di più sulla produzione militare, e che ormai le caratteristiche dei mezzi civili si prestavano a sufficienza anche all'impiego militare.
Materiali e carburanti Non ci soffermiamo sui particolari dello studio, progettazione, costruzione e approvvigionamento dei vari materiali, per i quali rimandiamo alle già citate opere del Pugnani, e a numerosi articoli comparsi nel periodo sulla Rivista Militare e sulla Rivista di Artiglieria e Genio. Per i motivi pnma specificati, i nuovi autoveicoli militari coprono quasi esclusivamente la gamma di utilizzazione che non trova riscontro in campo civile (trattori per artiglieria, autoambulanze, veicoli speciali in genere). Tra le realizzazioni più significative - naturalmente tutte ispirate alla filosofia della motorizzazione di montagna - ricordiamo: a) il trattore Pavesi ("trattore pesante campale 25") adottato nel 1924 e successivamente perfezionato con i modelli "26" "30" e "30/A", per il traino anche in terreno vario, con apposito carrello, delle artiglierie pesami campali di costruzione bellica o prebellica, costruite solo per il traino animale; b) il tipo standard di autocarro militare medio (SPA 25C/10), con portata utile di tonnellate 1,8 e autotelaio usato anche in campo civile; c) l'autoambulanza SPA 25 C/10 (1924). su autotelaio già di costruzione corrente usato anche per i nuovi autocarri leggeri militari, con gomme pneumatiche, in grado di trasportare 6 feriti gravi bareJJati (o 12 feriti leggeri seduti) e un infermiere; d) il tipo standard di autocarro militare pesante (Ceirano 50, poi Ceirano 47 CM) con portata di 5 tonnellate e peso massimo non superiore alle 10 tonnellate, cioè al limite di portata dei nuovi ponti d'equipaggio (1926); e) le speciali attrezzature per l'autotrasporto di truppe e quadrupedi (panche, rimorchi - biga); f) l'"autocarretta 32" da montagna, progettata daU' Ansaldo e costruita dall'O.M. di Brescia (1932); g) il trattore leggero mod. 31, per il traino delle artiglierie da campagna (organizzate per il traino con apposito carrello) delle nuove Grandi Unità celeri e motorizzate (1931). Un cenno meritano, infine, i numerosi studi e esperimenti condotti nel 1923-1924 sulla possibilità di produrre e impiegare miscele di carburanti a base di alcool di produzione nazionale, dai quali emerge che alla benzina importata dall'estero potrebbe essere sostituita una miscela contenente 3/4 di alcool, più etere, benzolo e altri combustibili di produzione nazionale. Altra dimostrazione, questa, che il problema della dipendenza energetica dell'estero veniva correttamente valutato nei suoi primari riflessi militari.108 I08
A. Pugnani, Op. cit., pp. 259-262.
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Concludendo, la storiografia militare del secondo dopoguerra - non sempre serena e obiettiva e poco attenta ai particolari strategici, ordinativi e tecnici - è spesso andata a ricercare le cause dell'inferiorità manifestata dal nostro esercito nel campo della motorizzazione e meccanizzazione dal 1940 al 1943, nelle scelte (o mancate scelte) degli anni Venti. ln realtà, se si tiene conto del contesto strategico di quegli anni e della più volte sottolineata carenza di risorse e di carburanti di produzione nazionale e se si considerano nel loro giusto peso le strullure e delle realizzazioni nel campo tecnico-logistico che prima sono state delineate, la politica di sviluppo dei veicoli a motore seguita dall'esercito negli anni Venti va assolta da ogni accusa, lascia la porta aperta a soluzioni più ardite e anzi sotto diversi aspetti non è priva di apprezzabili soluzioni organizzative e tecniche. Diverso è evidentemente il discorso negli anni 30, quando cambiano le prospenive strategiche.
9. Servizio di Amministrazione Evoluzione generale
Per tutto il periodo non esiste - come sempre - un vero e proprio Servizio di amministrazione con fisionomia autonoma e compiuta assimilabile a quella dei Servizi logistici tradizionali, come la sanità. il commissariato ecc .. Tullavia il corpo di amministrazione, costituito con la legge n. 531 del 17 luglio 1910 (Cfr. Vol. Il, capitolo X) subisce un'accentuata evoluzione, aumenta la sua autonomia e acquista molto maggior peso, specie al livello di Comando di corpo d'annata (che, ricordiamo ancora, in pace è anche territoriale), ove dal 1923 in poi compare un primo abbozzo delle future direz.ioni di amministrazione. 109 Al livello centrale, l'evento più significativo è la creazione, con il citato D.M. 17 gennaio I 924 sulla organizzazione del Ministero della guerra (capitolo IV) di un ufficio del colo11ncllv capv del corpo di amministrazione, che fa parte della direzione generale personale ufficiali ma dipende dal direttore generale soltanto disciplinarmente e ha le seguenti attribuzioni: "consulenza per il governo degli ufficiali di amministrazione ai fini dell'avanzamento e delle destinazioni di pace e di mobilitazione; consulenza e studi riguardanti il corpo di amministrazione; ispezioni e altri incarichi di carattere amministrativo contabile affidatigli dal Ministero". 11 0 Anche se l'ufficio non riceve ancora - per tutti
109 Per maggiori ùetlagli Cfr. L. Candela, L ' evoluzione degli ordinamenti amministrativi dei corpi del/' Eseffito dal 1920 a oggi. "Rivista di Commissariato" n. 4 e 5/1938; O. Monaco, L'Amministrazione nell'Esercito. "Esercito e Nazione" n. 4 e n. I 1/1928 e n. 1/1929; Il Servizio di amministrazione militare dalla sua costitu:irme a oggi, Roma. Uf. Capo Serv. Amm., 1954; V. Caporaso-L. Vorrasi, Il ,·orpo di amministrazione dell'Esercito, "Rivista Militare'" n. 3/1985. 110 G.M. 1924, p. 251.
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gli anni Venti - un preciso e stabile assetto ed è solo organo di studio, di consulenza e di ispezione, non vi è dubbio che nel 1924 il corpo di amministrazione incomincia ad acquistare un proprio autonomo vertice e quindi una propria autonoma fisionomia completata, nel 1926, dalla citata istituzione di un ufficio centrale dei servizi contabili (D.M.dcl 26 novembre 1926 - capitolo TV). L'ufficio centrale dei servizi contabili, distaccato presso la ragioneria centrale del Ministero, fa parte dcli' Jspelloralo generale amministrativo costituito con D.M. 25 novembre 1926, 111 che sostituisce la direzione generale servizi amministrativi e si articola su: a) ufficio dell'ispettore generale; b) divisione assegni e indennità eventuali; e) divisione amministrazione dei corpi (alla quale compete, tra !"altro, la compilazione e applicazione dei regolamenti amministrativi): d) ufficio ispezioni amministrative (al quale compete anche l 'indirizzo e il coordinamento delle funzioni affidate agli ispettori amministrativi territoriali di cui alla legge 15 ottobre 1925, n. 2253); e) ufficio determinazione stipendi; f) ufficio centrale det servizi contabili [svolti] presso i corpi d'armata, che coordina il lavoro degli uffici di contabilità e revisione isti tuiti presso i Comandi di corpo d'armata e prende accordi con la direzione generale personale ufficiali per la destinazione degli ufficiali di amministra.i:ione . Riassumendo, il vero potere dal I 926 in poi è detenuto dall'ufficio centrale dei servizi contabili e non dal colonnello capo del corpo di amministrazione, e le reciproche attribuzioni hanno anche aree di sovrapposizione. Ma, al momento, anche queste soluzioni parziali e ambigue rappresentano pur sempre un progresso. Al livello di corpo, a fine 1920 la branca amministrativo-contabile è così organizzata: a) l'amministrazione economica dei Corpi rimase sempre affidata ai Consigli di amministrazione con l'alta vigilanza dei comandanti; b) la dimostrazione della forza rimase basata sul rapporto situazione, sul ruolino tascabile e sul giornale di contabilità per compagnia; c) la ~omministrazione dei fondi fu decentrata presso le direzioni di Commissarialo, le quali ricevevano dal Ministero adeguate anticipazioni e, con apposita contabilità speciale e dietro richiesla mensile. somministravano ai Corpi i fondi loro abbisognevoli . Le richieste dei Corpi erano basate non soltanto sulla forza, ma anche sulla spesa accertata nel mese precedente. Per le momentanee deficienze di cassa fu costituito presso i Corpi il fondo scorta; d) la resa dei conti. La con1uh11ità di compagnia era mensile e consisteva nella presentazione del giornale di conlahilità e del riepilogo documentalo della gestione. il quale dimostrava le somme pagaie come dal foglio paga, le razioni di pane e viveri in contanti, gli as-
111 G.M. 1926, pp. 2412-2417.
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segni di piccola licenza, le indennità eventuali, ecc.. li dello riepilogo stabiliva inoltre il confronto delle anticipazioni prelevate dalla compagnia durante 11 mese con le somme pagate e ne deriniva i conti, determinandone la differen:t.a a credito od a debito. La contabilità di Corpo, mensile sino al 1918-19. fu posteriormente resa trimestrale e consisteva nella trasmissione al Ministero (Direzione generale revisione dei conti) di ~ingoli rendiconti documentali per ciascun capitolo di bilancio; ed alla ragioneria del Ministero. della copia del giornale di cassa. della situazione di tutti i conti, di prospclli sui proventi versati in tesoreria e sulle anticipazioni riscosse; e) la revisione dei conti era accentrata al Ministero (Direl'.ionc generale revisione dei conti). ed ispe/.ioni amministrative ordinarie e straordinarie venivano eseguite da ufficiali generali e da fonzionari civili.112
Nell'immediato dopoguerra sui corpi e sull'intero apparato amministrativo pesa ancora negativamente la pesante eredità del periodo bellico, sia per la necessità di liquidare rapidamente i numerosissimi organismi amministrati vi sorti dopo il 1915 e di alienare la gran massa di materiali ritenuti non più necessari, sia perché - come era avvenuto per la guerra di Libia - di fronte alle eccezionali contingenze del periodo dal 1914 al 1918 il sistema contabile e amministrativo delineato dalle riforme del 1910-1911 (vds. Voi. TJ, capitoli X, XlV e XV) non regge, e dal 1919 in poi la resa dei conti da parte deU 'enorme numero di Enti e agenti consegnatari dal periodo di guerra e poi sciolti è talmente in arretrato, da non poter più essere completata e assestata e da richiedere, ancora una volta, misure eccezionali di sanatoria. Una prima serie di provvedimenti diretta a sanare la situazione e a por fine agi i inconvenienti è adottata nel 1920. Con circolare n. 150 dell'l 1 marzo 113 si dispone la ricognizione dei materiali di tutti i corpi, che deve essere effettuata presso i rispettivi magazzini da una commissione composta da un ufficiale superiore designato dal Comando presidio, dal relatore e dal consegnatario, .. nel duplice intento di accertare lo stato di fatto e le eventuali responsabilità e di restaurare l'ordine e la regolarità nel funzionamento di questo importante ramo del servizto". l success1v1 provvedimenti riguardano: a) l'istituz.ione di una commissione parlamentare d'inchiesta sulle spese di guerra di 30 membri (legge n. 999 del 18 luglio l 920) 114 con l'incarico di accertare gli oneri dello Stato, procedere alla revisione di contratti, commesse, pagamenti ecc., accertare le relative responsabilità (morali, giuridiche, amministrative, politiche) e proporre provvedimenti atti a reintegrare l'erario di ciò che risulta da recuperare; b) la soppressione della giunta esecutiva del comitato interministeriale per il passaggio dello stato di guerra allo stato di pace, istituita con D.L. 17 novembre 1918, e l'istituzione presso la ragioneria cen-
O. Monaco, Art. cit .. G.M. 1920, pp. 181-182. 114 lvi, pp. 690-692. 112
ttJ
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Lrale dello Stato di un comitato interministeriale liquidatore delle gestioni di guerra (R.D. 7 agosto 1920, n. 1093);115 c) l'istituzione di un Ispettorato centrale per le alienazioni dei materiali residuati dalla guerra (D.M. 12 agosto 1920),1 16 che deve "coadiuvare il comitato liquidatore delle gestioni di guerra per i suoi organi, nell'azione che svolgono per la alienazione dei predetti materiali, provvedendo alla parte disciplinare degli organi militari, nonché facilitando le relazioni fra questi e sorvegliando e spronando la loro azione". In particolare, l'Ispettorato sottopone al comitato le disposizioni del Ministero della guerra relative ai materiali da conservare, compila gli inventari dei materiali giacenti. studia e suggerisce i provvedimenti più opportuni per accelerare l'alienazione dei materiali, provvede perché parallelamente all'alienazione dei materiali proceda il più rapidamente possibile anche la smobilitazione degli Enti incaricati della loro custodia. Questi provvedimenti non danno buoni risultati. L'alienazione dei materiali, come già visto, è troppo affrettata, la situazione di quelli rimasti rimane poco chiara e le conclusioni dell'indagine compiuta dalla commissione d'inchiesta sono cos1 descritte nel 1935 dal capitano di amministrazione Riccardi: pagine roventi - ci si consenta 1'aggeuivo - troviamo in pubblicazioni ufficiali: la commissione d ' inchiesta sulle spese di guerra soffermò la sua altcn.i:ione sull"argomento dell'elevato costo della guerra, in conrronto a quello che sarebbe stato con un'amministrazione economica più razionale, ponendo in luce la dericienza di taluni Servizi a cui devesi in buona parte il costo elevato dell'ultima guerra. 11 7
Nel 1923, anno dell'entrata in vigore dell'ordinamento Diaz, viene finalmente liquidata - in qualche modo - l'eredità del passato con il R.D. 30 dicembre 1923, n. 2830 118 che si estende anche a Enti e funzionari civili e segna "la rinuncia da parte degli organi costituzionali ad esigere la documentazione di un'amministrazione economica che, per impreparazione e fatalità di eventi, risultava, a vista d'occhio, difficile e caotica". 11 9 L'Art. 1 del decreto infatti recita: i consigli di amministrazione e gli agenti consegnatari militari, che abbiano avuto ge.~Lioni in contanti ed a maleria, durante gli esercizi finanziari dal 1914- 1915 aJ 19201921, ivi comprese quelle condotte fuori bilancio, delle quali gestioni non siano state, a tutto il 3 I dicembre 1923, compilale, rivedute e parificate le relative contabilità, s'intendono discaricati agli effetti contabili, salve ed impregiudicate le responsabilità emerse o che potessero emergere per fatti inerenti alle gestioni stesse.
/vi, pp. 777-778; /vi, pp. 781-782. 117 N. Riccardi, L ' amministrazione economica Commissariato" n. 1/1939. IIR G.M. 1923, pp. 191-197. 119 N. Riccardi, Art. cit .. IIS
116
del 'Ente
militare, "Rivista di
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La commissione parlamentare d'inchiesta del 1920- come già quella dell'anteguerra - aveva suggerito un più deciso decentramento amministrativo, che viene attuato con il fondamentale R.D. 19 luglio 1923, n. 1857 relativo alla sistemazione dei servizi contabili e di revisione dell'amministrazione della guerra,120 seguito dalla circolare n. 533 in data 30 agosto 1923 Mansioni degli ispettori contabili e norme per il funzionamento dell'ufficio di contabilità e revisione istituito presso i comandi di corpo d' armata.121 Con questi provvedimenti viene ridotta la tutela degli organi periferici di commissariato sulla branca amministrativo-contabile. Le competenze delle direzioni di commissariato dei corpi d'annata in merito alla somministrazione dei fondi ai corpi e alle contabilità speciali con le sezioni di tesoreria (sancite con la legge n. 511 del I 7 luglio 191 O) passano ad appositi uffici di contabilità e revisione retti da un colonnello di amministrazione, che è Ispettore contabile del corpo d'armata e disimpegna le sue mansioni per mandato diretto del Ministero ma alle dipendenze del Comando dello stesso corpo d'armata. I nuovi uffici hanno due funzioni fondamentali: a) prima revisione della contabilità delle Amministrazioni militari nell'ambito del corpo d'armala (fino a quel momento affidata al Ministero); h) somministraL.ione dei fondi a tulle le AmminislraL.ioni della circoscrizione, nei limiti deile assegnazioni del Ministero. Essi dipendono dalla direzione generale serviL.i logistici e amministrativi del Ministero (per la parte amministrativa, dall'ufficio ispezioni; per la parte contabile, dalla divisione ragioneria). Gli Ispettori contabili hanno la diretta sorveglianza, la continua direzione e la responsabilità della revisione della contabilità dei corpi, che deve essere completa - cioè estendersi a tulle le contabilità - e non deve limitarsi alla parte meramente contabile e formale ma essere diretta a vigilare sulla gestione dei corpi e sulla regolarità e giustificazione delle singole spese; a rilevare subito, e correggere, gli eccessi di spese, gli abusi e le irregolarità sostanziali; ad impedire che ogni manchevolezza si ripeta o, peggio ancora diventi abitudinaria; ad indirizzare, infine, i vari Enti militari verso una gestione regolare e parsimoniosa. È evidente pertanto che un tale riscontro dovrà essere efficace, cioè seguilo immediatamente dalle sanzioni e dai provvedimenti, di cui abbiamo messo in rilievo la necessità, e rapido, in modo da evitare ad ogni costo che sopraggiunga la contabilità successiva senza che la precedente sia stata esaminala.
Gli Ispettori contabili sono i naturali consulenti tecnici dei Comandanti di corpo d'armata per l'amministrazione e la contabilità, eriferiscono loro sull'andamento della branca presso gli Enti dipendenti. Effettuano, d'iniziativa o su ordine degli stessi comandanti o del Ministero, delle ispezioni ai corpi e stabilimenti che danno minore affi-
120
G.M. 1923, pp. 1221-1222.
121
lvi, pp. 1222- I 227.
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damento, ispezioni che peraltro devono limitarsi alla parte contabile e non devono essere confuse con le ispezioni amministrative ordinarie e straordinarie effettuate da ufficiali e funzionari civili in conformità a quanto stabilito dal regolamento di amministrazione 1911. La revisione è eseguita su delega del Ministero ma deve intendersi fatta anche per conto della ragioneria, alla 4uale sollo la personale responsabilità degli Ispettori devono essere segnalate tutte le spese fatte in deroga alle leggi e ai regolamenti, ma eseguite su ordine degli uffici amministrativi del Ministero. l corpi trasmettono la contabilità agli uffici di revisione, che dopo aver eseguito il controllo inviano loro note di osserl'azione. Al Ministero competono l'alta vigilanza. le ispezioni ai corpi e agli stessi uffici di revisione, l'emanazione di direttive per evitare che ciascun corpo d'armata adotti nella revisione criteri diversi. Le modalità di carattere particolare per il funzionamento del nuovo sistema decentrato, i compiti e le attribuzioni dei vari organi, i rapporti corpi/uffici di revisione e uffici di revisione/Ministero, le norme per la tenuta e la resa della contabilità (che rimane trimestrale) e i relativi registri sono contenuti nell'Istruzione per la contabilità di tutti gli enti amministrativi del R. Esercito, approvata con D.M. 5 giugno 1924. 122 Con tale Istruzione che si ispira alla nuova legge sulla contabilità dello Stato, i corpi non fanno più capo direttamente al Ministero e si san7iona definitivamente. a pieno titolo, l'introduzione dell'anello intermedio del corpo d'armata (come era stato auspicato fin dal 1907 dalla commissione d'inchiesta sull'esercito). Va comunque tenuto conto che, a mente del para. 60 della predetta Istruzione 1924, per numerosi e importanti Enti, stabilimenti e Istituti gli uffici di corpo d'armata non sono competenti per la revisione della contabilità, che rimane affidata al Ministero. Tra di essi citiamo: l'istituto geografico militare, l'istituto chimico farmaceutico, gli stabilimenti di pena, i depositi di allevamento cavalli. Anche le contabilità in contanti e in materia relative ai capitoli di bilancio speciali dell'artiglieria e del corpo automobilistico sono trasmesse per la revisione direttamente alla direzione generale competenti, mentre per la revisione della contabilità relativa ai capitoli speciali deH' Arma del genio è competente il Comando genio di corpo d'armata: sopravvivono, dunque, antiche separatezze e la norma ammette troppe eccezioni. Il decentramento è esteso anche al campo amministrativo in generale con il R.D. legge 15 ottobre 1925, n . 2253, 123 che destina presso ciascun Comando di corpo d'armata un ispettore amministrativo territoriale (funzionario civile di grado non inferiore al 7°). Le sue attribuzioni sono: a) sovraintendere su delega del Ministero e sotto l'alta vigilanza del Ministero ai servizi di amministrazione generale;
122G.M. 1924.pp. 1351-1415 123 G.M. 1924, pp. 3-8.
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b) esercitare il sindacato amministrativo ed economico, preventivo e successivo, sull'operato di tulle le Amministrazioni militari nel territorio del corpo d'armata, avvalendosi anche dei dati e delle notizie che gli devono essere forniti dagli uffici di revisione della contabilità; e) determinare il fabbisogno finanziario per tutto l'eserciL.io finanziario per ogni Ente, suddiviso in capitoli; d) esaminare, esprimendo su di essi un parere scritto e motivato, gli atti amministrativi che a mente dello stesso R.D. del 15 ottobre rientrano nelle competenze dei Comandanti di corpo d'armata e non più del Ministero (tutti i contratti - stipulati dalle autorità militari e non più dalle sole direzioni di commissariato - per i quali non è necessario il parere del Consiglio di Stato; atti di transazione diretti a prevenire e troncare contestazioni giudiziarie, per un conten7.ioso che non superi le L. 20.000; abbandono di somme in controversia non superiori alle L. 5.000; definizione di responsabilità amministrative per perdite o avarie di denaro, derrate o materiali di importo non superiore a L. 10.000). L'istituzione dei due nuovi organi con attribuzioni assai contigue Ispettore contabile (militare) e Ispettore amministrativo territoriale (civile) - è così commentata dal Monaco nel 1928: con le disposizioni sopra indicate il decentramento fu completo, i,tiluendo presso 1 Comandi di corpo d'armata due organi distinti con funzioni affatto differenti, cosl come differenti organi e differenti fun/ioni esistono presso l'amminis1ra,ione centrale. Non hisogna tacere però che solo dalla collabora7ione serena e integratrice dei due organi il decentramento artcnde I suoi benefici effetti.124
Secondo il Candela, destinando presso i Comandi di corpo d'annata gli Ispettori amministrativi territoriali (che quindi non ne fanno organicamente parte, ma sono ad essi affiancati) il Ministero intende solo decentrare talune sue attribuzioni a propri organi amministrativi periferici, ma non affidarle ad organi non amministrativi, quali erano i Comandi di corpo d'armata. E data l'autonomia delle funzioni degli Ispellori amministrativi, l'alta vigilanza che i Comandi di corpo d 'armata esercitano su di essi non comporta un vero e proprio rapporto di dipendenza. La creazione del nuovo organo è d'altro canto giustificata dalla mancanl'.a presso i Comandi di corpo d'armata di uno specifico organo tecnico-amministrativo per i servizi di amministrazione generale, perché questi ultimi almeno in pratica non rientrano tra quelli di istituto del commissariato (nonostante le attribuzioni in merito a contratti ecc. conferite dalla legge 17 luglio 1910, n. 511 alle direzioni di commissariato)_l25 In conclusione, dopo l'emanazione del R.D. 15 ottobre 1925 i compiti affidati al corpo di amministrazione sono: a) amministrazione dei personali militari vari (di tutti i personali cioè 124 O. Monaco. Art. cit.. 125 L. Candela, Art. cii.
L'organizzazione territoriale e di pace (anni 20)
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direttamente dipendenti dall'Amministrazione della guerra, senza un'amministrazione propria); b) tenuta dei conti presso i corpi, istituti e stabilimenti vari; c) distribuzione dei fondi ai predetti corpi, istituti e stabilimenti; d) revisione della contabilità dei corpi e stabilimenti in contanti e in materia; e) funzioni di capo ufficio amministrazione presso determinati Enti.
L'abolizione dei consigli di amministrazione e il regolamento di amministrazione 1927 Fino a tutto il 1925, le riforme amministrative avevano interessato i livelli superiori a quelli di corpo e non avevano intaccato nella sostanza i contenuti dell'ancor vigente regolamento di amministrazione 1911. Era inevitabile, comunque, che i tentativi di semplificazione e decentramento toccassero anche la gestione interna dei corpi, e con R.D. - legge IO gennaio 1926, n. 185 126 sono aboliti senza lasciare troppi rimpianti i consigli di amministrazione dei corpi, istituto ultrasecolare di origine francese che era immeritatamente sopravvissuto anche all'abolizione delle masse nel l 911 (da notare che l'esercito francese, nostro costante riferimento, li mantiene fino al dicembre 1934). Il decreto <lei 10 gennaio 1926 affida la gestione dei fon<li ad agenti singoli e a consegnatari responsabili. Il comandante ha l'alta vigilanza sulla gestione amministrativa del corpo e può - se lo ritiene opportuno - intervenire negli atti relativi a tale gestione, prendendo ove occorra decisioni sotto la sua personale responsabilità. Normalmente la gestione amministrativa di ciascun corpo, istituto o stabilimento è esercitala dall'ufficiale d'Arma (denominato gestore) che per anzianità o per grado è immediatamente inferiore al comandante o direttore, coadiuvato da un ufficio di amministrazione da lui dipendente. Il decreto sostituisce, quindi, "al principio della responsabilità amministrativa collettiva quello della responsabilità singole", ma per talune materie fino a quel momento di competenza dei consigli (come le dichiarazioni relative alle cause di perdite e avarie, la valutazione dei quadrupedi perduti, le dichiarazioni di fuori servizio e fuori uso di materiali ed eventualmente altre speciali attribuzioni) il decreto conserva il principio della responsabilità collettiva, prevedendo la nomina di speciali commissioni da parte del comandante o direttore. Una precisazione che fa molto discutere è quella dell'Art. 5 del decreto, che tocca l'antico argomento dei possibili conflitti tra organi tecnico-amministrativi e organi di comando, e intende chiarire le reciproche responsabilità salvaguardando nel contempo il quadro disciplinare e i contenuti del rapporto gerarchico:
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G.M. 1926, pp. 379-380.
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Il direllorc dei conti, quando riconosca che nella delerminazione adottala o nella disposil'.ione impartita dal comandante o direttore. dall'ufficiale che esercita la gestione o dal capo dell'ufficio d'amminislra7ione, sussisle qualsiasi motivo d'ir regolarità, deve farne oggetto di rilievo scritto. presentandolo al capo dell'ufficio d · amministraLione. Questi. se tratlasi di determinazione adollata o di disposizione impartita da lui personalmente, ove giudichi non fondato il rilievo o, comunque, necessario che la determinazione o la disposizione abbia corso. ne dà ordine scritto al direttore dei conti, il quale deve eseguirlo. Quando invece si traila di determmazione adottala o di disposizione impartita dal comandante o direttore o dall'ufficiale che esercita la gestione, il capo dell'ufficio di amministrazione trasmette il rilievo scritto del diretlore dei conti per gli effelli di cui al precedente comma, all'ufficiale che esercita la gestione, il 4ualc a ,ua volta lo rimette al comandante o direttore ove si tratti di determinazione adottata o di disposizione emanata dal medesimo.
Si tratta di un decreto fortemente innovativo, che il Saccorolti nel 1938 giustifica con una serie di ragioni, tutte riconducibili al fatto che, com osserva anche il Monaco (il Garavelli, nel 1878, già ne proponeva l'aboliLione) da gran tempo l'istituto dei consigli era diventato una specie di scatola vuota che non offriva più, nella realtà della vita quotidiana dei cor pi, le garanzie teoricamente fomite dai principi della responsabilità collettiva e della deliberazione collegiale che in origine ne avevano giustificato la creazione. In effetti, come osserva nel 1938 il Saccorotti: 12 7 a) secondo i principi fondamentali del nostro diritto pubblico, la forma collegiale era propria dell'amministrazione consultiva mentre gli organi dell'amministrazione attiva erano costituiti da persone singole; b) sull'azione del relatore - che come principale agente del consiglio e capo dell'ufficio amministraLioni del corpo, era il vero gerente responsabile - finiva spesso con il prevalere illegalmente quella del direttore dei conti (l'unico organo tecnico), anche per la continua ed eccessiva rotazione dei relatori stessi, dovuta evidentemente al fatto che, presso i corpi, anche in tempo di pace su quelle amministrative finivano con il prevalere altre esigcnLe; c) i consigli di ammìnistraLione, in un organismo rigidamente gerarchico quale era e doveva essere l'esercito, ben difficilmente potevano esercitare un 'azione contraria alle vedute del presidente (che e ra l 'ufficiale più elevato in grado dopo il comandante) e dello stesso comandante, che di fallo aveva i poteri necessa"ri per coartare le decisioni del consiglio; d) sovente il consiglio non si riuniva effettivamente e non deliberava dopo aver studiato e discusso i problemi, ma nella realtà i provvedimenti erano prima decisi dal relatore soltanto o addirittura dal segretario del consiglio, e poi sottoposti - a cose falle - alla firma dei membri del con-
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F. Saccorotti, (direttore generale dei servil'.i amministrativi nel 1938), Ragioni dei con.,i1:li di amministrazione in tutti i corpi, istituti e <tahilimenti miliruri, "Rivista di Commis~ariato" n. 6/1938.
del 'abolizione
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siglio (ciò avveniva - osserviamo noi - non tanto e non solo per scarso impegno nell'incarico da parte dei membri, quanto la loro materiale impossibilità di riunirsi a causa degli impegni di servizio, visto che l'incarico non era esclusivo). Per tutte queste ragioni il Saccorotti ritiene che agenti singoli, consci della loro esclusiva responsabilità, avrebbero curato meglio di quanto era avvenuto in passato gli interessi del servizio e quelli dell'erario, ed eliminando quella che ormai era una finzione giuridica, gli atti amministrativi avrebbero acquistato speditezza e semplicità. Naturalmente il decreto del 10 gennaio 1926 oltre a rivoluzionare la vita amministrativa interna dei corpi, rende inevitabili e urgente la compilazione di un nuovo regolamento di amministrazione, che viene approvato con R.D. 10 febbraio 1927, n. 443 e recepisce anche i contenuti del R.D. - legge 15 ottobre 1925 sul decentramento amministrativo. L!S Premesso che per corpi si intendono "tutti gli istituti dell'esercito la cui gestione comprenda le spese per gli ufficiali, i sottufficiali e militari di truppa, e che abbiano un'amministrazione propria", e che per comandante si intende anche il direttore (presso le dirc:,ioni, gli stabilimenti e gli uffici), il nuovo regolamento pur essendo riferito al livello di cor po non riguarda l'amministra:rionc delle direzioni e degli stabilimenti d'artiglieria. automobilistici e del genio: per questi importanti Enti , sottratti all'amministrazione normale, sono mantenuti speciali regolamenti che ne riservano il controllo amministrativo ai ve, lici stessi dell"artiglieria e del genio. Il nuovo regolamento si articola in 4 libri e 963 articoli (contro i 4 libri e 1050 articoli del regolamento 191 J). Il più importaate è il lihro primo. che contiene come nel 191 I disposizioni comuni a tutti i corpi sull'organizzazione amministrativa in generale, la responsabilità amministrativa e i contratti e servizi ad economia. Nel libro secondo sono impartite disposizioni di dettaglio su: procedimenti e scritture contabili, movimento 01 fonui 1.: 11.:i.1.: 01::1 1,;unti, spese generali e loro suddivisione, assegni del personale, Servizi ui commissariato, quadrupedi di truppa, gestione e riparazione del materiale, amministrazione e contabilità delle compagnie e dei distaccamenti. li libro terzo contiene norme speciali per taluni Comandi, corpi, uffici e stabilimenti e sull'operato delle direzioni e servizi di commissariato. li libro quarto, infine, tratta la gestione di "taluni servizi speciali" (spese d'ufficio e di riscaldamento, rimonta dei quadrupedi, cavalli degli ufficiali) e definisce le modalità per le ispeiioni amministrative.
12M Circ. n. 329 in data 15 giugno 1926 (G.M. 1926, p. 1228) e MG. Regolamento per ram111i11istrazione e la contabilità dei rnrpi, i:.tituti e stabilimenti militari, Roma 1927. Su fisionomia e allribuzioni degli organi previsti dal nuovo rcgolamcnlo
Cfr. anche 1-. Saccorotti. La fig11r<1 gi11ridic·a degli agenti dp/1' nmmini.<trazionP.
·'Rivista di Commissariato" n. 3/1935.
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Sulla nuova impostazione amministrativa riportiamo integralmente le norme più significative del libro primo: Art. I. Ogni corpo <lell'cscrcito è amministrato da un ufficiale, secondo le designazioni del presente regolamento, al quale spelta il governo e la <lirc1.ione di tulio quanto riguarda l'azienda economica del corpo medesimo. Art. 2 . L ' ufficiale che esercita la gestione amministrativa assume la denominazione di gestore. Egli ha alla sua dipendenza un ufficio d'amministra1:ione di cui è capo l'ufficiale indicato nei diversi capitoli del presente regolamento, e composto. salvo che sia diversamente disposto: a) degli ufficiali che compiono le fum.ioni di direttore <lei conti, ufficiale pagatore, consegnatario del materiale, ufficiale di matricola; b) degli impiegati civili, dei sottufficiali e militari di truppa necessari per il fun /Ìonamento dell'ufficio. Le funzioni amministrative non dispensano coloro che le esercitano dalle altre attribuzioni ordinarie o dagli incarichi speciali di cui fossero rivestili.
Art. 3 . Spetta al gestore: a) fare la domanda dei fondi occorrenti; b) provvedere ai lavori , alle forniture, ai collaudi cd all"acceuazione dei materiali secondo le norme vigenti; c) delegare ufficiali al ricevimento e riconoscimento delle rohe che provengono da altri magazzmi; d) disporre la vendita <lei materiali fuori uso e dei cavalli riformati; e) assegnare fondi permanenti ai comandanti dei riparti ed agli ufficiali incaricati di speciali servizi; f) assumere in servizio operai temporanei ; g) compiere, in!im,, ogm altro atto amministrativo che sia a lui deferito dalle presenti o da altre disposizioni. Art. 4. J'urte le disposiLioni date dal gestore devono essere annotate su apposito Registro dal gestore medesimo, o sempre sollo la sua esclusiva responsabilità - da un ufficiale da lui delegato. Le disposizioni devono, in ogni caso. essere firmale dal gestore e controfirmate, per conoscenza, dal capo dell'ufficio di amministrazione. Nel registro deve anche farsi menzione delle nomine e dei cambiamenti nelle cariche di gestore, di capo dell'ufficio d'amministrazione e di quelle di cui alla leu. a) dell'articolo 2. Art. 5. L'Ufficio d'amministrazione deve: a) fare la previsione della fon:a e delle spese; b) preparare i rendiconti; e) provvedere all'esecuzione di tutte le disposizioni amministrative date dal gc~ store, o deferite ali 'ufficio di amministrazione dalle presenti o da altre disposizioni.
Art. 6 . Al capo dell'ufficio di amministrazione incombe, in ispccia1 modo. l'ohhligo di
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rappresentare in tempo debito, al gestore, i bisogni amministrativi del corpo. Egli deve vigilare su ogni particolare di servizio, per assicurarsi che tutto proceda ordinatamente e per impedire qualsiasi abuso. Ari. 7. li direttore dei conti dirige il servizio contabile, coadiuva il capo dell'ufficio
d'amministra7ione nella vigilanza sull'ufficio medesimo assicurandosi specialmente della regolarità delle scrilture e dei relativi riscontri, tiene i conti dei debiti verso l'amministra/.ione, provvede per le operazioni di cassa e compila i rendiconti a denaro. Quando ritenga che in una determinazione adottata o nella disposizione impartita dal comandante del corpo, dal gestore o dal capo dell'ufficio d'amministrazione sussista qualche motivo di irregolarità, deve indicare verbalmente al capo dell'ufficio di amministrazione le prescrizioni legislative e regolamentari che, a parer suo, sarebbero contrarie all'attuazione del provvedimento, concretando ad un tempo una proposta di quelle determinazioni che potrebbero invece essere adullate. Nei casi in cui l'autorità che ha adouata la determinazione o impartita la disposizione giudichi che essa debba egualmente aver corso, il direllore dei conti dovrà compilare apposito rapporto scritto nel quale siano ripetute le ragioni già verbalmente esposte, e su tale rapporto l'autorità stessa apporrà il proprio ordine. ll rapporto medesimo sarà poi trascritto nel registro di cui all'art. 4. Art. 8. L'ufficiale pagatore fa le riscossioni e i pagamenti e tiene il Memoriale di cassa. Art. 9. Il consegnatario del materiale ha in carico i materiali del corpo ed ha l'obbligo di custodirli e mantenerli in buono stato, tenerne le scritture e renderne il conto giudiziale. Art. IO. L'ufficiale di matricola è incaricato della tenuta dei ruoli della forza e degli stati di servizio e di ogni altro registro e documento matricolare[ ... ].
Art. 13. La carica di capo dell'ufficio d'amministrazione è incompatibile con quella di direttore dei conti, di ufficiale pagatore e di consegnatario del materiale. La carica di direttore dei conti è incompatibile anche con quella di ufficiale pagatore. Art. 14. T comandanti dei reparti fai livello di compagnia- N.d.a.] hanno l'obbligo di tenere e presentare i conti del proprio riparlo, di render ragione e rispondere di quan10 ricevono sia per il mantenimento sia per l'arredamento e l'equipaggiamento delle truppe affidate al loro comando.
Capo ll. Attribuzioni dei comandanti di corpo e di rcpani di corpo. Art. 15. TI comandante del corpo ha I 'alla vigilanza sulla gest;one amministrativa del corpo stesso e, pei reggimenti il di cui deposito sia staccato. anche sulla gestione del deposito. Può pertanto stabilire che determinati atti non siano resi esecutivi se non in seguito alla sua approvazione, e può, in ogni caso, sospenderne l'eseguimenlo, riferendone subito al comandante del corpo d'armata.
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Se, però, vi sia urgenza, può intanto provvedere sotto la sua personale responsabilità. Art. 16. Prima che sia dato corso ad un atto quahiasi che importi inizio di liti giudiziarie, le quali impegnino o possano impegnare gli interessi dell'amministrazione, è obbligo del comandante di corpo di riferirne al comandante cli corpo d'annata. Art. 17. Spella al comandante del corpo di provvedere: a) alla destinazione degli ufficiali alle funzioni di direLLore dei conti, ufficiale pagatore, ufficiale di matricola, ufficiale di contabilità, consegnatario del materiale, quando non siano nominati dal Ministero o non sia diversamentc dhpo~to; b) alla custodia delle casse pel denaro ed alla sicurezza dei magauini; e) alla regolazione del servizio delle mense dei sottufficiali e musicanti e del rancio dei caporali e soldati; d) alla eseni;ione degli uomini di truppa <lai vitto in comune e alla concessione di razioni supplementari <li pane, sentito il parere dell'ufficiale medico: e) alla musica: f) ad ogni altro allo che interessi la disciplina, l'educazione. l'istru/.ione o l'igiene della truppa. Gli atti di cui alle lellere a), b), e) cd. in quanto possa occorrere, all:i letlern O sono compiuti sentito il gestore. Art. IR. Per i riparti distaccati le attribuzioni di cui agli articoli precedenti sono esercitate dai rispettivi comandanti sotto la sorve)?lìanza e direzione del comandante del corpo. [ ........... ]
Art. 20. Sono personalmente responsabili del denaro e dei materiali loro affidati in forza del presente regolamento o di altre disposi7ioni regolamentari, nonché di qualsiasi danno che possa derivare allo Stato dalla loro opera, e ne rispondono secondo la legge e il regolamento per la contabilità generale dello Stato: a) il gestore; b) i componenti dell'ufficio di amministr:vione; e) i direttori delle infermerie; d) ogni altro ufficiale, souufficialc o milnare di truppa, che abbia maneggio di danaro o di materiale. Art. 21. La responsabilità amministrati va auribuita alle varie cariche è personale ai rispettivi tiL<>lari, i quali sono pure responsabili dell'opera delle persone di cui si valgono, anche se siano autorizzati ad affidare a queste cose o allrihu,.ioni. Art. 22. I danni accertati dal Ministero o dai comandi di corpo d'armata, secondo le disposizio1ti dell'art. 7 del R. decreto sul decentramento amministrativo, sono addebitati in solido ai responsabili. Art. 38.
I servi.1.i da eseguirsi in economia sono quelli determinati dal presente regola-
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mento o da altri speciali regolamenti approvati con decreto reale, previo parere del Consiglio di Stato. Essi comprendono la produzione falla con meui propri dell ' Amministrazione, gli acquisti eseguili direttamente dal commercio e le vendite. Per gli acqui~ti e le vendite ad economia, possono anche stipularsi contratti scritti sen/a speciali formalità. Nei casi non preveduti dai regolamenti, possono dai corpi eseguirsi ad economia acquisti o lavori o vendite il cui importo rimanga nei limite di lire trentamila, previa però l'autorizzazione del Ministero qualora l'importo ecceda le lire diecimila, e del comando del corpo d'annata ove l'importo sia compreso fra le duemila e le die cimila lire. A1l. 39.
I reggimenti, tanto se riuniti al deposito, quanto ,;e disgiunti dal medesimo, sono amministrali dall'ufficiale superiore più elevato in grado, o più anziano, presente dopo il comandante, esclusi gli ufficiali provenienti ùal servizio di stato maggiore, in rota/.iom: alle truppe. Art. 40. L'ufficio di amministrazione dei reggimenti è diretto da un ufficiale, possihilmenle superiore. del reggimento nominalo dal comandante del corpo d'armata, su proposta del comand:mlc del eorpo. Sono, in ogni caso, esclusi gli ufficiali provenienti <lai servizio di stato maggiore, in rola/ione alle truppe. Quando il capo dell'ufficio d'amministra/inne debba assentarsi per un periodo di tempo d1e si prevede non superiore a trenta giorni, le sue funzioni vengono assunte dal gestore. il quale cumula le due cariche. Se l'assenza è prevista superiore a trenta giorni. o venga, in fatto, a risultare tale, la carica di capo dell'ufficio d'amministrazione viene affidata ad altro ufficiale designato dal comandante del corpo d'armata. su proposta del comandanLe del reggimento. Nello stesso modo indicato ai due commi precedenti si pn1cede quando il capo dell'ufficio d 'amministrazione debba, per ragioni di grado o di anzianità, assumere la carica di gestore. Art. 41. I depositi disgiunti permanentemente dal reggimento sono amministrati dal comandante del deposito. il quale è anche capo dell'ufficio d'amministrazione. Lo stesso dicasi per le unità del servi1.io trasporti ed automobilistico militare, in cui il comandante del deposito riunisce le cariche di gestore cdi capo dell'ufficio d'amministrazione. Art. 42. Nel ca50 di allontanamento temporaneo di tulle o di parte delle truppe di un reggimento l'ufficio di amministrazione rimane alla sede. L 'amministruione delle truppe che si allontanano è affidata al loro comandante con le norme stabilite per i distaccamenti. Qualora però anche il gestore si allontani con le truppe, l'amministrazione ne rimane a lui affidata, e l'amministrazione delle truppe rimaste alla sede viene assunta dal capo dell'ufficio d'amministra,:ione. L'ufficiale che esercita la gestione delle truppe distaccate ha a sua disposizione un ufficiale, che assume il titolo di ufficiale di contabilità, per le fun1:ioni di ufficiale pagatori' .. <li consegnatario del materiale. per l'cscguimcnlo degli alti amminislrativi e per la tenuta dei conti.
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Solo il direttore dei conti e - in taluni Enti speciali - il capo ufficio amministrazione sono ufficiali del corpo di amministrazione e svolgono il loro incarico a tempo pieno. Il comandante di compagnia mantiene pienamente il suo tradizionale ruolo centrale e il suo canale diretto con l'amministrazione del reggimento, sia per i contanti che per il materiale, i viveri, le armi ecc., nella cui gestione, controllo e manutenzione ha la responsabilità primaria, sia disciplinare che amministrativa. I documenti fondamentali della compagnia sono il ,:iornale di contabilità, che viene chiuso mensilmente e registra giornalmente le variazioni relative al personale, il ruolino tascabile e il rapporto situazione. Quest'ultimo documento dimostra la situazione della forza della compagnia alJ' inizio di ogni giorno, segnala le razioni di pane e viveri spettanti e viene giornalmente inviato alla maggiorità di reggimento. 129 Il Candela e il Monaco, negli studi già citati, mettono bene in evidenza taluni aspetti del nuovo regolamento, che qui riassumiamo: a) nel regolamento 191 I mancava un articolo che istituisse l'ufficio amministrazione, anche se taluni articoli vi facevano riferimento: tale ufficio era quindi solamente un organo di/atto.L'Art. 2 del regolamento 1927 gli dà invece piena veste giuridica. prevedendo un gestore con alle dipendenze un ufficio amministrazione; b) il comandante conserva sulla gestione amministrativa del corpo l'alta vigilanza, che non può essere considerata un atto amministrativo e quindi non comporta alcuna specifica responsabilità amministrativa. Infatti gli Artt. 2 e 15 configurano gli interventi del comandante come atti di sindacato, che in quanto tali non concorrono alla formazione di provvedimenti amministrativi ma li presuppongono; c) come già avveniva nel 19 I I, per gestori e consegnatari non è previsto l'obbligo di cauzione. Nel 1911 ciò avveniva in deroga alle norma della legge di contabilità dello Stato allora vigente: nel 1927 ciò avviene invece solo in conformità a quanto disposto dalla nuova legge di contabilità dello Stato del 1923; d) i gestori conservano l'autonomia a1111111111sliativa 1,;he il regolamento 1911 assegnava ai consigli di amministrazione. Viene comunque meglio precisato l'ordinamento amministrativo del corpo, indicando una precisa gerarchia (gestore - capo deJl'ufficio di amministrazione componenti deJI 'ufficio); e) anche se la norma (Art. 2) prevede un gestore con alle sue dipendenze un ufficio amministrazione, non è configurabile una distinzione tra organo direttivo (il gestore) e organi esecutivi (i componenti dell'ufficio amministrazione). Infatti mentre l'ufficiale di matricola e l'ufficiale pagatore possono essere considerati organi esecutivi, ciò non può avvenire per il capo dell'ufficio amministrazione e per il direttore dei
129 Per altri dettagli su Il 'amministrazione della compagnia Cfr. MG, Nozioni d, amministrazione e conlahilità pPr fp trunle AUC, Roma 1930, e N. Montagnan;, Manuale di amministrazione e contabilità militare, Roma, Voghera 1927.
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conti, che hanno attribuzioni principalmente direttive e sono, c_ome si è visto, ufficiali di amministrazione; t) secondo il Monaco, il citato Art. 7 che dà al direttore dei conti cioè all'organo tecnico - la facoltà di manifestare anche per iscritto un diverso e motivato parere rispetto alle decisioni dei superiori gerarchici, non è come pensano taluni un attentato alla disciplina, ma configura "un dovere che non può essere equivocato né col diritto né con la facoltà". Tale dovere è l'equivalente, in campo militare, dello stato giuridico degli impiegati civili (R.D. 30 dicembre 1923, n. 2960), il cui Art. 107 prevede che l'impiegato ha il dovere di fare - esclusivamente per via gerarchica - le osservazioni da lui ritenute più opportuna sul servizio che è chiamato a svolgere i suoi relativi inconvenienti. 130 Il regolamento I 927 certamente semplifica e meglio chiarisce le norme amministrative e contabili. Ma nella ricerca della semplicità, come scrive il Monaco nel 1928, non si possono avere eccessive illusioni perché anche quando, con oculati provvedimenti, uheriori semplificazioni si riuscirà ad ollenere, v1 è un linute oltre il quale, daLa l'entità della gestione e le eccezionali circostanze in cui può svolgersi, sarebbe pericoloso spingersi. E sono noti i poco benefici effetti di alcune sempliricazioni che si alluarono racendo soverchio affidamento sulla portata semplilìcatrice della legge n. 511 del luglio 1910_1 11
Nel 1929 il Monaco ha anche il merito di sottolineare - sia pure in maniera sfumata - una lacuna non certo trascurabile della regolamentazione amministrative 1927: la mancata definizione delle nuove norme amministrative e contabili per i corpi in guerra, nonostante che tutti almeno in linea di principio - ritengano che l'amministrazione debba essere dimensionata per il tempo di guerra. Sotto questo profilo, i consigli di amministrazione nella grande guerra si sono rivelati un istituto del tutto inadeguato alle particolari esigenze. Eppure nel 1929 le norme non sono ancora state adeguate: Le istruzioni amministrative per le truppe in campagna vigenti sono quelle del 1914. Esse tendevano è vero ad adauare le nom1e del tempo di pace alle esigenze del tempo di guerra, ma si può sicuramente affem1are che non raggiungevano lo scopo. Per convincersene basta solo accennare a due gravi inconvenienti: i Corpi mohilitati rimanevano alla dipendenza amministrativa dei consigli, i quali dovevano esen:itare le loro inefficaci funzioni amministrative, a distanza di centinaia di chilometri. Cosicché reggimenti dislocati sul Carso stabilivano una fitta rete di corrispondenza, di quesiti e di spedizioni di documenti coi propri depositi residenti in territorio. talvolta in Sicilia o nelle Calabrie; il comandante. esonerato in tempo di pace dall'amministrazione del proprio reggimento, ne diventava di punto di bianco amministratore in guerra, quando al reggimento di ben altri ideali deve essere consacrata la sua attività.
no O. Monaco, Considerazioni ml regolamento di amminisrrazione Ed. 1927, "E~ercito e Nazione .. n. 11/1928. 131 O. Monaco. L'Azienda re,:gimenrale, ··Esercito e Nazione", n. 5/1928.
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Ed aggiungasi l' aggravante che gli veniva meno il contributo del coadiutore tecnico, perché il direttore dei conti rimaneva al deposito, c che nessun ausilio efficace poteva trarre da un relatore che funzionava a turno mensile. Il regolamento sulle casse militari vigente è quello approvato con R. decreto 4 marzo 1915, con le varianti che derivano dal R. decreto 23 maggio 19 I 5 (circolare 387 del Giornale militare). Le ultime disposi,:ìoni circa le indennità speciali per le truppe in campagna sono date dal R. decreto n. 677 del 23 maggio I 9 I 5 (circolare 374 del Giornale mi litare).1 n
Il Monaco indica anche i criteri di semplicità e speditezza ai quali si dovrebbero ispirare le norme amministrative per il tempo di guerra, criteri riassumibili con il mollo "massima semplificazione e minimo mutamento rispetto al tempo di pace" . Va solo detto, a tal proposito, che in pochi casi come nel campo amministrativo militare è difficile raggiungere realmente - nella pratica quotidiana - gli scopi di per sé pienamente condivisibili che la norma si prefigge, quale che essa sia. Il rinnovamento della regolamentazione è completato dal Testo unico delle disposizioni legislative concernenti l'amministrazione e la contahihtà dei corpi, istiluti e stabilimenti militari, previsto dal citato R.D. - legge I luglio 1926, n. 134 ed approvato con R.D. 2 febbraio 1928, n. 263. 133 Si tratta essenzialmente di un riepilogo e di una confenna delle precedenti norme, comprese quelle - se ancora valide - dal 191 O. In sintesi, l ' ordinamento amminis trativo dei corpi che scaturisce dalle norme emanate dal 1926 al 1928 è il seguente: a) per la somministrazione dei fondi: il Ministero emette le aperture di credito a favore degli Uffici di contabilità e revisione presso i Corpi d'Armata e questi distribuiscono i fondi agli enti militari della circoscrizione; b) per la gestione dei fondi: provvedono i gestori; c) per le revisione delle contabilità degli enti militari della circoscrizione territoriale dei corpi d'Armata: provvedono i rispettivi uffici di contabilità e revisione; d) per il servizio del materiale: provvedono i gestori, a mezzo dei consegnatari del materiale; e) per le ispezioni amministrative ai corpi provvedono le autorità immediatamente superiori. Per quelle alle direzioni di commissariato e agli uffici di contabilità e revisione provvedono, di regola, gli ispettori amministrativi centrali. Per i contratti, nel 1926 è emanata dal Ministero una nuova Istruzione sulla stipulazione dei contratti per i servizi del/' Amministrazione della guerra, i cui principali elementi di novità sono riepilogati nella circolare n. 92 del 10 febbraio 1927.134 O
13 2
O. Monaco, Art. 1·it., (" Esercito e Nazione" n. 1/1939).
m G.M. 1928, pp. 3R6-405. 114
G .M. 1927, pp. 292-295.
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Fisionomia organica del corpo di amministrazione: il reclutamento Come già accennato, gli ufficiali effettivi del corpo da 964 nell 'ordinamento 1919 (con 3 colonnelli e I 9 tenenti colonnelli) passano a 864 nell'ordinamento 1920 (con 2 colonnelli e 25 tenenti colonnelli). 11 massimo volume organico viene raggiunto nel 1923 con l'ordinamento Diaz: 1124 Ufficiali, con 6 colonnelli e 433 tenenti colonnelli. A tale numero si aggiungono 5 colonnelli a 20 capitani che possono essere richiamati dal congedo. Altra diminuzione con l'ordinamento 1926, che delinea una situazione numericamente insufficiente: 939 ufficiali di cui 3 colonnelli e 39 tenenti colonnelli. L'insufficiente consistenza organica in rapporto ai delicati e capillari compiti del corpo può quindi essere considerata un dato di fatto costante per tutto il periodo, visto che già a fine 1919 il Ministero, "date le esigenze della chiusura della contabilità da ultimarsi al più presto possibile", sente il bisogno di estendere le disposizioni circa la destinazione di ufficiali inferiori in servit:io permanente e di complemento alle funzioni di ufficiali di amministrazione, anche agli ufficiali di milizia territoriale e ai capitani di milizia territoriale e di complemento del corpo di commissariato, che desiderino essere richiamati per disimpegnare temporaneamente servizi inerenti al corpo di appartcnent:a.1 35 A fronte di queste esigenze, il reclutamento degli ufficiali di amministrazione segue vicende alterne e travagliate, analoghe a quello degli ufficiali Jegli altri corpi amministrativi (commissariato e sussistenza).136 Le tappe salienti sono: a) R.D. 19 aprile 1923 n. 91 O: 137 concorso straordinario per il reclutamento di 500 capitani e tenenti di amministrat:ione in servizio permanente, da trarre dai capitani in servizio permanente dalle varie armi (che transitano nel corpo con lo stesso grado) e, per quanto riguarda i subalterni, per 3/4 dagli ufficiali inferiori in congedo e 1/4 dagli ufficiali subalterni in servizio permanente. Gli ammessi frequentano, nel 1924, un corso di 3 mesi circa presso la scuola di applicazione di fanteria di Parma; b) R.D. 30 dicembre 1923, n. 2986: 138 reclutamento dei tenenti in servi7io permanente di amministrazione per 2/3 dai sottotenenti di complemento del corpo e per 1/3 dai sottufficiali, previa frequenza dei corsi regolari presso l'Accademia di Modena, come gli allievi d'Arma e di commissariato e sussistenza (i provenienti dai sottufficiali frequentano un corso speciale); c) R.D. 21 mar.w 1929, n. 629:139 nomina a sottotenente in servizio
rncirc.n.692indata23dicembre 1919(G.M.1919,pp.1013-1014). 1.16 Cfr. N. Riccardi, Vicende legis/alive del corpo di amministrazione militare, "Rivista di Commissariato·· n. 1/1936. m G.M. 1923, pp. 776-780 e Cin:. n. 545 in data 19 aprile 1924 (G.M. 1924. pp.2114-2116). 118 e; M 1924, pp. 294-100. IW G.M. 1929, pp. 920-938.
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permanente previa frequenza di un corso biennale all'Accademia di Modena oppure - per i provenienti dai sottufficiali - di "analogo corso speciale di studi". Inoltre, i sottotenenti in servizio permanente del corpo possono essere tratti da marescialli ordinari con 2 anni di anzianità, previo esame e corso di abilitazione di un anno, oppure dai sottotenenti di complemento con 5 anni di servizio nelle colonie che abbiano superato il predetto corso, al quale sono ammessi senza esami. Caratteristica costante dei vari sistemi di reclutamento è comunque la tendenza - non certo nuova - a collocare su un piano inferiore e diverso gli ufficiali di amministrazione (e di sussistenza) rispetto a quelli di commissariato. li citato decreto del 30 dicembre 1923 stabilisce che mentre per i tenenti di fanteria, cavalleria e commissariato l'anzianità di grado naturalmente coincide con la data di nomina, per i tenenti di sussistenza e amministrazione essa decorre "dalla data con la quale saranno nominati tenenti gli allievi di fanteria che ultimeranno il corso nell'anno successivo e nella corrispondente sessione di esami" (vi è dunque, per questi ufficiali, una perdita di anzianità di un anno). Inoltre la circolare n. 195 del 7 maggio 1925 140 per l'ammissione dei sottotenenti di complemento alle scuole di reclutamento per ufficiali effettivi per il 1925-1926 stabilisce che i sottotenenti commissari classificati nel concorso di ammissione oltre i posti disponibili possono ancora concorrere per il ruolo sussistenza e e il corpo di amministrazione. mentre il citato decreto del 21 marzo 1929 prevede che i sottotenenti di sussistenza siano tratti esclusivamente dai marescialli ordinari e degli ufficiali subalterni di complemento provenienti dalle colonie, riservando ai provenienti dai sottufficiali solo 1/3 delle nomine a ufficiale commissario, contro i 2/3 delle nomine a ufficiale di amministrazione.
IO. Le attribuzioni di carattere logistico-amministrativo nel Re~olamento di disciplina 1929 Con il R.D. 24 giugno 1929 è approvato il nuovo Regolamento di disciplina militare per il Regio Esercito. che sostituisce quello del 1907 e rimane in vigore - con aggiunte e varianti - fino al 1° luglio 1965. li nuovo regolamento non può essere trascurato, perché armonicamente sintetizza le attribuzioni disciplinari, addestrative e logistico-amministrative delle principali figure del reggimento, dal colonnello comandante al comandante di squadra. Il comandante di corpo (Art. 215) ha l'alta direzione, con conseguente responsabilità, della buona conservazione delle armi. materiali e quadrupedi e l'alta vigilanza sulla gestione amministrativa. Nel caso che il deposito sia distaccato dal corpo, vigila anche sulla sua gestione (Art. 246). Deve assicurarsi che tutti i militari ricevano ciò che loro com-
140G. M . 1925,pp. 780-907.
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pete, nel tempo e nella qualità e quantità prescritta (Art. 247). Esige dai comandanti di battaglione che le armi e bardature siano sempre in buono stato, e che i soldati siano provvisti degli oggetti di corredo prescrilli e li conservino bene (Art. 249). Vigila personalmente sul buon andamento dello spaccio e designa le persone incaricate di controllare il suo funzionamento disciplinare e amministrativo (Art. 250). Vigila sullo stato sanitario e sul vitto della truppa e contro I la I' osservanza delle norme igieniche. Quando un ufficiale si ammala, si accerta che questi si metta subito in cura, ogni giorno s'informa sulla sua salute e ne riferisce al comandante di corpo d'armata, compilando e inoltrando all'ospedale territoriale competente le eventuali pratiche per riconoscimento di infermità per causa di servizio (Art. 252). Esercita costante vigilanza sulla salute e buona conservazione dei quadrupedi, con particolare riguardo alla prevenzione di malattie contagiose (Art. 254). Nel campo amministrativo, la carica di gestore - al quale spetta il governo e la direzione di tutto quanto riguarda l'attività amministrativa ed economica del corpo - spetta all'ufficiale più elevato in grado (dopo il comandante) o più anziano presente, esclusi gli ufficiali di Stato Maggiore. U gestore non è dispensato dalle sue normali attribuzioni. Nei depositi permanentemente disgiunti dai reggimenti, negli ospedali e nei distretti e stabili menti dove non è prescritta tale carica, le sue funzioni sono svolte dallo stesso comandante. direttore o capo ufficio (Artt. 285-286). TI capo dell'ufficio amministra.,;ione è d'Anna ed è scelto tra gli ufficiali superiori del corpo, esclusi quelli di Stato Maggiore; quando il deposito è alla sede del corpo è anche comandante del deposito stesso. Ha l'obbligo speciale di rappresentare in tempo utile al gestore i bisogni amministrativi del corpo e deve vigilare su ogni particolare del servizio per impedire qualsiasi abuso, curando anche che nei sottufficiali e soldati addetti a lavori amministrativi non venga mai meno lo spirito militare (Art. 288-294). L'ufficiale al materiale, alle dirette dipendenze del comandante di corpo, ha la direzione sia dell'ufficio del materiale (che tratta tutte le pratiche relative al servizio e alla contabilità del materiale) sia del laboratorio di riparazione e della officina reggimentale. L'ufficiale consegnatario del magazzino dipende dal capo dell'ufficio amministrazione. Se però questi è di lui meno elevato in grado o meno anziano, dipende dal gestore. Ha in carico determinati materiali del corpo e ha l'obbligo di custodirli, mantenerli in buono stato, tenerne le scritture e renderne il conto giudiziale. Il sottufficiale capo officina o capo operaio del laboratorio di riparazione dipende dell'ufficiale al materiale; il sottufficiale capo armaiolo dipende dall'ufficiale d'armamento. I capi operai non militari (capo sarto e capo calzolaio) dipendono dal comandante del deposito o dall'ufficiale al materiale e debbono servirsi esclusivamente di operai civili: è vietato concedere loro l'ausilio di soldati. Particolare interessante, il sottufficiale capo operaio dei corpi può esercitare la propria profcssio-
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ne in commercio con il pubblico al di fuori delle officine militari e nelle ore libere dal servizio, munendosi delle prescritte licenze per il commercio e per la fabbricazione di armi. Il capitano medico dirigente del servizio sanitario del corpo (Artt. 329-341) dipende <li rettamente dal comandante, al quale presenta osservazioni e suggerimenti per migliorare lo stato sanitario delle truppe; ha alle sue dipendenze gli altri ufficiali medici. Per la parte tecnica, I'ufficiale medico segue i dettami della scienza medica uniformandosi ai consigli e agli ordini dell'ufficiale medico direttamente superiore, "in tutti i casi in cui la responsabilità incomba a quest'ultimo". Anche al di fuori della parte tecnica, l'ufficiale medico - quanto può farlo senza contravvenire alle disposizioni del rispettivo comandante - segue le direttive del direttore di sanità; in caso contrario deve darne a quest'ultimo "pronto e motivalo avviso". Non mancano (Art. 332) prescrizioni di carattere etico: l'ufficiale medico, alle doti proprie di chi professa l'arte sanitaria, deve accoppiare il coraggio. l'energia e tutte in genere le virtù del militare. Deve anendere con zelo ed amore al servizio, ed assistere gli ammalati con quei modi e riguardi che sono atti ad ispuare fiducia, e che sono dovuti a chi dedica la vita al servizio del Re e della Patria.
Presta gratuitamente la propria opera agli ufficiali, ma gli è proibito curare privatamente sottufficiali o militari di Lruppa. Quando deve visitare o curare militari colpiti da lesioni traumatiche (per violenza esterna) trasmette al comandante <li corpo una dichiarazione, nella quale si descrivono accuratamente le lesioni e si accenna alle cause accertate o presunte e alle probabili conseguenze. In caso di malattie epidemiche o contagiose studia e consiglia al comandante tutti i mezzi atti a prevenire, arrestare e mitigare il morbo e ne dirige e controlla egli stesso, quando occorre, l'applicazione. Fa parte della commissione rancio ed esamina i cibi e bevande della truppa e l'igiene della cucina, rappresentando gli eventuali inconvenienti all'ufficiale al quale compete provvedere. Assiste alle esercitazioni e marce al livello di battaglione o unità superiori, alle esercitazioni di tiro e ai bagni, mantenendosi in grado - se fa parte di un corpo a cavallo - di seguire a cavallo le marce. AH 'occorrenza fa gli ufficiali e sottufficiali istruzioni sull'igiene, sull'arte medica in genere e sul modo di raccogliere i feriti, ed è tenuto a mantenere in perfetto stato il materiale sanitario a lui affidato. L'ufficiale veterinario ha nei riguardi dei quadrupedi attribuzioni analoghe a quelle dell'ufficiale medico (Artt. 342-349). Ogni volta che gli nasce qualche dubbio sulla salubrità dell'acqua, dei foraggi e dei locali adibiti a scuderia, fa rapporto al comandante. Propone 1'isolamento dei quadrupedi affelli da malattie contagiose, e sorveglia che siano accuratamente disinfettati gli arredi o arnesi che hanno servito a questi. Tndica ai comandanti i quadrupedi che hanno bisogno di trattamento speciale, propone al comandante di corpo la riforma
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di quelli non più atti al scrv1z10 e l'abbattimento di quelli affetti da malattie contagiose o lesioni insanabili. Controlla spesso la ferratura dei quadrupedi dando le istruzioni del caso ai maniscalchi, e fa al personale i corsi di ippoiatria e mascalcia disposti dal comandanti. Cura gratuitamente i cavalli degli ufficiali, e "quando esercita le funzioni di perito, vi deve portare la massima imparzialità e delicateZ?a". Ai livelli inferiori, il comandante di battaglione risponde al comandante di corpo anche dell'amministrazione delle truppe al suo comando (Art. 278). Al comandante di battaglione risponde il comandante di compagnia che come sempre rimane (Artt. 390-395) la figura di maggior rilievo logistico-amministrativo del corpo, conservando un legame diretto con il Comando del corpo stesso. Il comandante di compagnia sottoscrive tutti i rapporti. gli specchi, i buoni e gli altri documenti riguardanti la compagnia, della cui regolarità ed esattezza risponde egli solo. Provvede al benessere dei dipendenti con tutti i mezzi che sono in suo potere, segnalando al comandante di battaglione quelle esigenze che non può direttamente soddisfare. Tiene presso di sé i fondi in denaro della compagnia e controlla che le camerate siano sempre in ordine e pulite. Vigila sulla buona conservazione del corredo della truppa e delle bardature, armi c munizioni e di tutti i materiali della compagnia. Perciò (Art. 408) pa\sa frequenti riviste al corredo e ai materiali di tutte le specie; fa senza indugio nnnovarc: le: <.:u,c: logore o mancanti e raccomodare le guaste; e quando riconosca col pa o ncgligen/a da parte del militare, stabilisce l'addebito. In queste circostanze ~pecialmcntc, ha modo di apprezzare la diligenza e la vigilanza dei suoi ufficiali e sot
tufficiaJi. Esercita assidua sorveglianza sulla dislribui:iune del vitto della truppa, interrogando spesso i propri dipendenti e rappresentando al comandante di battaglione gli eventuali inconvenienti nella confezione. Visita di quando in quando i militari ammalati della compagnia Lanto all'infermeria che all'ospedale, e si interessa perché essi ricevano un conveniente trattamento. Per lo svolgimento delle sue funzioni in campo amministrativo, si avvale di un sergente o sergente maggiore in possesso delle nozioni contabili necessarie, che viene addetto all'ufficio di compagnia, esegue i lavori di scrittura, tiene i registri della compagnia e gli risponde della regolarità ed esattezza delle operazioni contabili e dello scrupoloso impiego delle somme e dei materiali che gli sono affidati. U predetto sottufficiale ha personalmenle cura dei materiali di compagnia non dati in regolare consegna ad altri, e controlla il loro corretto impiego (al magazzino di compagnia è addetto un piantone). Vigila sulle armi, sulle bardature e su tutti gli oggetti dei militari di truppa assenti, e di qualunque guasto o mancanza informa il maresciallo di compagnia (che, quale sottufficiale più anziano, è una sorta di supervisore anche per la parte logistica).
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All'ufficio di compagnia è addetto anche un graduato, al quale il comandante di compagnia può lasciare in consegna - sotto la sua responsabilità - il denaro per pagamenti alla truppa da farsi nelle 24 ore. Il graduato è una figura di notevole rilievo: infatti, nei cambi del graduato il comandante di compagnia deve verificare accuratamente tutti i registri e documenti della compagnia e assiste con gli altri ufficiali alla consegna al graduato subentrante, da parte del graduato cedente, dei materiali affidati alla custodia di quest'ultimo (Art. 396). Il comandante di compagnia veglia sulla buona conservazione dei quadrupedi affidatigli (Art. 404) ed esige che tanto gli ufficiali veterinari, quanto i maniscalchi abbiano per gli stessi le cure dovute. Si assicura che il numero di matricola, apposto sul piede sinistro anteriore di ogni animale, sia sempre ben leggibile e conforme a quello del ruolino. Destina i cavalli ai propri dipendenti, curando per quanto è possibile che "l'indole e la qualità del cavallo si confacciano col carattere e coll'abilità del cavaliere". Dopo aver assegnato un cavallo a un soldato, non deve di massima cambiarglielo senza serio motivo. L'ufficiale subalterno comandante di plotone risponde al comandante di compagnia del benessere degli uomini del suo plotone, del buon governo dei quadrupedi, della buona conservazione dei materiali in consegna. Deve controllare che ognuno curi la propria salute e l'igiene del corpo e che le armi, il corredo e ogni altro materiale siano sempre efficienti. Lo stesso fa il sottufficiale comandante di s4uadra, che deve tra l'altro curare che gli oggetti di corredo distribuiti siano immediatamente contrassegnati nel mondo prescritto. Nelle anni a cavallo il sergente assiste al governo dei quadrupedi del proprio reparto e designa coloro che debbono curare e montare (o condurre) i quadrupedi degli assenti.
11. Il "Libretto personale" del soldato (vds. anche Documento 8) Il Regolamento di amministrazione 191 O (Art. 305) e quello 1927 (Art. 251) prevedevano la distribuzione a ciascun militare di truppa di un "libretto personale", che doveva rispecchiare i rapporti del singolo con l'Amministrazione militare per 4uanto riguarda i materiali dati in uso o in consegna. Nel 1931 viene introdotta una nuova edizione (n. 589 339-A del Catai. - R. l 931 - Anno X) di tale Libretto, che serve "come documento constatante i rapporti dei militari coli' Amministrazione del corpo, specie per ciò che concerne il loro equipaggiamento individuale" e costituisce, insieme con il foglio di congedo, il documento militare fondamentale per gli uomini soggetti a obblighi militari. Durante il servizio militare deve sempre rimanere presso il soldato al quale appartiene, e non può essergli ritirato che temporaneamente, per aggiornarlo in sua presenza. U libretto, del quale nel Documento 8 riportiamo un modello, va molto al di là del conto dei materiali perché è la sintesi della personalità del
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soldato e della sua vita militare e riunisce insieme i dati somatici dell 'interessato, le note sanitarie individuali, le variazioni matricolari relative al servizio, i risultati dei tiri e gli eventuali titoli di distinzione acquisiti, e infine le variazioni relative agli oggetti di corredo e di armamento ricevuti in consegna. Un soldato di fanteria (granatieri) ha in consegna permanente: un fucile mod. 9 l con assortimenti, una baionetta, una cinghia da fucile, un cinturino mod. 91 , una giberna da fanteria, due cinghie da cartuccere, una borsa per baionetta, un elmetto. Tra i principali oggetti di corredo che riceve ricordiamo: 2 asciugatoi, borsa completa per pulizia, 3 paia di pezze da piedi, 2 camicie di colone e 1 di flanella, cappotto, 2 farsetti a maglia. 2 fasce di flanella (ventriere), 3 fazzoletti, cucchiaio e forchetta (manca il collello), gavetta, 2 farsetti a maglia, 3 giubbe (2 di panno, di cui una da parata e I di tela), un paio di guanti di cotone bianco o nero (non è prevista, per le unità che non sono da montagna, la nom1ale distribuzione di guanti di lana), 2 paia di mutande di tela, 5 paia di pantaloni (2 di panno lunghi, I di tela lunghi, 1 di tela corti, l da ginnastica), un paio di bastoni per teli tenda o bastoni per tende sistema Bucciantini, I telo tenda, 3 spazzole da scarpe e vestiti, I spazzola per capelli, 2 paia di stivaletti a gambaletto e 1 paio di scarpe da ginnastica, l tazza di latta, l borsa a zaino per armi a piedi , I borsa di tela per il corredo. Alla fine dd librello sono riportati i "Ricordi del soldato", cioè un elenco di semplici norme di carattere disciplinare, penale e logistico e di precetti morali ùal 4uak t: completamente assenle ogni accenno di carauere politico o al regime del tempo: se si sostituisce il Re con il Presidente della Repubblica e lo Statuto con la Costituzione, queste norme (che riportiamo nel citato Documento 8) si rivelano in gran parte - anche dal punto di vista logistico - di piena attualità, per lo spirito elevato, sereno e serio, scevro da retoriche e da truculenza militaristica, che le impronta.
12. Conclusione Non concordiamo con coloro che giudicano negativamente, nel loro complesso, le scelte militari degli anni Venti. Anche nei più discutibili ordinamenti dell'immediato dopoguerra, ispirati da una logica di mera riduzione, vi è una ricerca di soluzioni organiche e di un legame armonico tra Stati Maggiori, Comandi, truppe, Servizi, organizzazione territoriale e operativa del quale non si trova più traccia nel secondo dopoguerra. Anche nel campo della motorizzazione, delle dotazioni e dei Servizi, l'ordinamento del 1926 senza essere troppo ardito e innovalore crea una possibile e solida base di partenza per soluzioni più moderne, alle quali non chiude la porta. In questo quadro generale, vanno considerate tappe positive la creazione dei Servizi tecnici (di artiglieria, del genio, chimico, automobilistico), i tentativi -rimasti a tutt'oggi senza molto seguito - di dare cor-
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po a un 'organizzazione logistica interforze, le riforme amministrative che pur non eliminando del tutto antichi mali aumentano l'autonomia degli organi periferici e aboliscono i consigli di amministrazione, le stesse soluzioni ordinative e tecniche nel campo della motorizzazione che, se pur dimensionate esclusivamente per operazioni in terreno di montagna, sono tali da consentire ancora un 'equilibrata evoluzione. Peraltro emergono chiaramente. fin dagli anni Venti e senza aspettare gli anni Trenta, tre fattori di debolezza, dai quali traspare, ancora una volta, la scarsa considerazione per il peso del fattore logistico nella guerra. li primo è dovuto ali 'impostazione della politica estera e militare. che porta l'esercito a dover preparare una guerra su cluc fronti (ovest ed est) per la quale ha gli uomini (sia pure non sempre ben addestrati), ma non le risorse finanziarie e industriali, le materie prime e - come si è visto al capitolo IV - le dotazioni. Una guerra contro un avversario. come la Francia, il cui potemiale economico, industriale, finanziario allora è di gran Iunga superiore.14 t Nessuna predisposizione nel campo normativo. ordinativo, logistico, o dei materiali poteva oggettivamente essere tale da annullare queste gravi debolcz/.c di fondo dovute a un 'impostazione troppo ambiziosa (e non certo nuova) della politica militare. Questa impostazione è tale da favorire inevitabilmente la ricerca del numero a scapito della qualità. Comunque, se si eccettua la pagina triste e oscura della dispersione di materiali ancora utili subito dopo il 1918, lo Stato Maggiore compie nel complesso un buon lavoro, al 4ualc manca due sole cose; la base finanziaria per rinnovare i materiali e completare le dotazioni, e il retroterra industriale. Il secondo fattore di debolezza è cronico e non ancora del tutto scomparso neppure oggi: benché la regolamentazione insista sulla necessità che lutti gli ufficiali conoscano la logistica, e nonostante la probante lezione della prima guerra mondiale. nel 1928 il colonnello Foschini rinnova la sconfortante constatazione di sempre dei Sani, dei Grilli, dei Corselli, dei Liuzzi e di tanti altri. invero nel nostro Esercito non vi è ufficiale, di quelli cosl detti "brillanti" o chetali si giudichino per proprio conto, il quale non consideri poco meno che una disgrazia il doversi occupare di servizi. Di questa avversione per i servi/i vi è una causa e vi era sino a pochi anni fa, anche una colpa. La causa, legillima e ragionevole, è che i servizi costituiscono io verità una materia di studio in sé e per sé complicata e piuttosto arida. Ma questa, se mai, deve considerarsi come una maggiore difficoltà e quindi deve costituire un maggior merito per gli ufficiali che se ne occupano. Questo soprauu110 richiede, impone che siano dclii ufficiali scelti per naturale attitudine a comprendere e sempli-
141 La situazione strategica e militare dell'TLalia (non senza significati accenni alla scarsità di materie prime e alla vulnerabilità del sistema industriale e delle coste) è descritta con molto acume in col. A. Wittich, Politit·a militare e forze armate dell'Italia. "Militarwiss<'nschaftliche Mitteilungen" luglio-agosto 1930 (recensito in "Rivista Militare" n. 12/1939).
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fieare cose complicale e quindi scelti per lucidità e precisione di metodo nel lavo-rare. Invece - ed ecco la colpa! - nel nostro Esercito sino alla passata guerra i servizi venivano considerati come un ramo di studi di importanza affatto secondaria e quindi si assegnavano ad essi quelli tra gli ufficiali che fossero ritenuti meno "brillanti"! QueMa causa e questa colpa sono sufficienti a spiegare, ma non a giustificare, la trndi,rionale avversione o - se si vuole una parola più dolce -la tradizionale ritrosia per i servizi. Si chiami pure come si voglia. ma si ritenga per certo che essa costituisce un fatto assai dannoso, assai pericoloso. 142
Terzo, nonostante la gran massa di studi, scritti, dichiarazioni ufficiali che sottolineano le esigenze di coordinam(!nto e stretta unità d'azione imposte dal nuovo concetto di guerra integrale, le singole forze armate rimangono rigorosamente separate e tra di loro in frequente polemica. mentre il funzionamento della Commissione Suprema di difesa, cioè del massimo organo di indirizzo della politica militare e della mobilitazione militare e civile costituito nel 1923, è tale da non combattere a sufficienza i tradizionali difetti nazionali e quei particolarismi, interessi di potere, rivalità tra Ministeri e organi dello Stato, che, nella prima guerra mondiale solo le forti pcrsonalitù dei Cadorna e dei Dallolio e i poteri loro concessi avevano contribuito a sconfiggere. o almeno a contenere in limiti non troppo dannosi. D1 qui una logistica di campagna non ben coordinata con quella di produ7ionc, mentre quest'ultima non lo è con la politica economica e interna della nazione: fenomeno per la verità presente anche in altre nazioni, ma dagli effetti tanto più dannosi in un Paese - come l'Italia - che non poteva certo permettersi un uso irrazionale e antieconomico delle scarse risorse e delle potenzialità complessive.
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F. Foschini, Appunti di lo,:istica applicata, "Esercito e Nazione" n. 12/ 1928.
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B
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Fig. 12 - Stufa di disinfezione Giannolli mod. 1917 (a traino animale. trasformata o costruita a traino meccanico alla fine degli anni '30 ).
PARTE SECONDA
GLI ANNI TRENTA: LA LOGISTICA TRA "GUERRA DI MOVIMENTO" E .. GUERRA DI RAPIDO CORSO" ( 1933-1940)
CAPITOLO VI
L'EVOLUZIONE DELLA DOTTRINA LOGISTICA DAL 1933 ALL'INIZIO DELLA GUERRA (GIUGNO 1940)
I. La nuo\'a dotrrina tattica e strategica e il ruolo dei Servizi e del materiale.
Proprio quando nelle nazioni più progredite si prepara seriamente la guerra e si stanno sviluppando potenti mezzi logisticamente molto impegnativi destinati a dare un nuovo volto alla guerra svalutando il numero a vantaggio della qualità, negli anni Trenta la dottrina tattica italiana accentua la sua impronta spiritualistica, abbandona del tutto l'eredità della prima guerra mondiale ancor presente nel "codice tattico" degli anm Venti e pa:ssa dalla .. guerra di movimento" ullu "guerra di rapido corso". Benché (vds. Introduzione) le Direttive per l' impie/,/o delle Grandi Unità del 1935 se ben lette e meditate diano il dovuto rilievo alla logistica, prevale di fatto un'impostazione artificiosa e irrealistica, mirante a svalutare l'importanza del materiale e delle macchine (quindi - in ultima analisi - la logistica stessa) e tutti gli ammaestramenti della guerra, ivi comprese le idee del Liuzzi. Anche al di là della lettera della regolamentazione, l'orientamento strategico verso la "guerra di rapido corso" che prevale specie dal 1936 al 1940 è cosa ben diversa dal ritorno del "codice tattico" degli anni Venti alla guerra di movimento, ancora in linea di stretta continuità e contiguità con l'esperienza degli ultimi mesi della guerra. Il "codice tattico" intende uscire dallo stallo della guerra di trincea restituendo alla manovra dinamica il suo ruolo, e alla potenza abbinando la mobilità con la formula "guerra di movimento" che il Canevari a ragione giuridica poco felice, perché "come tutte le formule, rasenta il pericolo di una cristallizzazione degli spiriti e non rappresenta che una parte della realtà"': va comunque notato che l'espressione "guerra di movimento" già si trova negli Autori classici francesi di fine secolo XVlll - inizio secolo XIX, quando il movimento è componente essenziale della strategia. È proprio questo che avviene con l'espressione "guerra di rapido corso", nella quale l'esasperazione del parametro tempo - bisogna non solo vincere, ma vincere presto e quindi essere in grado di condurre offensive rapide e risolutive - fa sì che la ricerca della mobilità prevalga su tutlo il resto, e che la possibilità di una rapida progressione in avan1 M. Clarcmoris (E. Canevari), Le grandi esercitazioni del/' amw XIV - osser1·a=ioni e cumideru~iuni, "La Vita Italiana" 15 :sctt. 1936.
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ti venga ottimisticamente fatta coincidere prima di tulto con !'"alleggerimento" delle unità. In sostanza, questo orientamento finisce con il significare: "pochi mezzi di fuoco, pochi organi logistici, poche dotazioni, per avanzare meglio". Pare superfluo sottolineare i riflessi logistici di una siffatta impostazione che capovolge la situazione del 1918; invece della ricerca della potenza a scapito della mobilità, si ricerca la mobilità a scapito della potenza, cadendo nell'eccesso opposto. Questo avviene anche se - fino al 1940 - la prospettiva strategica e la prassi dominanti nei Comandi rimangono limitate alla guerra nella zona alpina, la meno adatta a quelle azioni rapide, dinamiche, risolutive che diventano il nuovo verbo ufficiale, se non altro perché richiede particolari predisposizioni di carattere ordinativo e logistico del tutto divergenti da quelle necessarie per una guerra "mediterranea". Concorre a questo atteggiamento che confonde i desideri con la realtà, un complesso di fattori militari e non: la necessità oggettiva di trovare comunque il modo di lasciarsi alle spalle la "guerra di logoramento", la guerra lunga e di materiali, sanguinosa, inconcludente e adatta solo ai popoli ricchi di risorse che dominano i mari; la povertà (più che scarsità) degli stanziamenti effettivamente disponibili per la preparazione militare a fronte di una politica estera da grande potenza, non corrispondente ali 'effettivo potenziale economico e industriale della nazione; la retorica di regime che per ragioni di prestigio intemaL.ionalc vuole un grosso esercito senza badare troppo ad allro, balle la grancassa dello spirito che trionfa della materia, e sui popoli poveri, snelli e vigorosi che hanno ragione dei popoli ricchi grassi e torpidi, i cui eserciti tendono a risparmiare con le molte macchine il personale; il conservatorismo di una parte delle gerarchie militari, che credono nel numero e ritengono ancora buoni i vecchi cannoni e i vecchi materiali della prima guerra mondiale, con i relativi metodi tecnici; l'opportunismo di altri, che sottolineano la necessità di adattare la dottrina al nuovo spirito del regime e della nazione; infine [fast not least] il drenaggio di risorse delle guerra limitate (Etiopia e Spagna) da taluni improvvisamente citate ad esempio della nuova guerra offensiva e risolutiva. Molti degli aspetti più criticabili di un approccio che - sempre in pratica e al di là delle intenzioni stesse e delle norme - finisce con il favorire certi vecchi e sempre presenti mali nazionali come la superficialità, il garibaldinismo, il conformismo, il culto dell'improvvisazione, sono già contenuti nel libro del generale Zoppi l celeri (1933), con prefazione del generale De Bono. 2 Quest'ultimo, che si autodefinisce "sempre bersagliere e impenitente cavaliere", conviene che in passato il potente mezzo meccanico è stato talvolta una remora per lo spirito offensivo, anche se ha il buon senso di aggiungere - toccando il clou del problema - che il nostro esercito deve possedere tutti i mezzi più moderni, perché "è questa una questione morale: non bisogna mai che il soldato
2
Cfr. O. Zoppi,/ celeri, Zanichelli, Bologna 1933.
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possa pensare che possiede mezzi meno potenti ed efficaci dell'avversario che deve combattere". Ben diverso il tono del generale Zoppi, che riferendosi alla passata guerra attribuisce al fattore logistico e al materiale un ruolo in negativo che avrebbe facilitato la guerra di trincea e depresso lo spirito offensivo: chi guarda al fenomeno con visione militare o comunque limitata, può facilmente essere indotto ad attribuire le cause della guerra di trincea a sole ragioni militari, comprendendo tra queste anche le puerili giustificazioni [nostra sottolineatura N.d.a.J basate sull'esaurimento per fatica e sul difetto di munizioni, come è affermato da talune relazioni ufficiali straniere [e anche italiane! - N.d.a.]. ~
Il repentino passaggio alla guerra <li trincea è stato, per lo Zoppi, favorito da due fattori: il disorientamento delle gerarchie militari, ancor legate agli schemi del 1870, di fronte alle impreviste possibilità delle nuove armi (mitragliatrici, ccc.) e il concorrente interesse dei politici a un periodo di attesa, dopo il fallimento delle offensive iniziali. Si era diffusa così negli Stati Maggiori una mentalità rinunciataria e rassegnata, che ora bisogna cambiare ristabilendo la fiducia nella manovra, ridotta dunque a una questione di mentalità e di spirito, più che di mezzi: calzino gli stivali guerrieri, questi "mezzi odierni" di ieri e di oggi, e si mellano in marcia per i monti e pel piano, agli ordini di Governi e di Capi i quali vogliano e sappiano fare la guerra, intesa come sapiente, ardita e geniale combinazione e concentrazione di sforzi, per raggiungere scopi decisivi; e allora vedremo come essi altro non siano che altrettanti numeri del grande arsenale bellico della storia. Arsenale di cose militari sulle quali l'intelligenza dell'uomo e le sue energie, salvo nei periodi di oscurantismo politico-militare, sempre dominarono, col porle al servizio della manovra che è la vera ed unica forma guerriera dcli 'azione.4
Per fare una guerra offensiva e risolutiva, dunque, basta volerla. La manovra sembra identificarsi con l'offensiva. e il materiale ne sarebbe solo una componente sulla quale domina lo spirito dei Capi: è questa la quintessenza della filosofia spiritualistica e clausewitziana della "guerra di rapido corso". Con una mescolanza tra concetti troppo arditi di rottura con il passato e visioni tecniche troppo antiquate che è una caratteristica frequente del periodo, la visione che lo Zoppi ha del materiale più adatto per l'offensiva è del tutto fuori dalla realtà. Vede nell'aviazione "il mezzo preminente per dare impulso al movimento e vita alla manovra", ma non considera che la nostra aviazione è orientata all'azione "indipendente", senza alcun vero vincolo di cooperazione con le forze di superficie. Crede nel valore taumaturgico della sorpresa iniziale (che non si sa come e dove sia possibile, di fronte, ad esempio, alle potenti sistemazioni difensive francesi sulle Alpi); crede ancora nella cavalleria. che col nuovo armamento potrà affrontare le fanterie anche nel combattimento a piedi. In quanto al carro armato, altra idea che ha immeritato successo fino al 1940: 3
fri, p. 12.
4
lvi. pp. 25-26.
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il carro per le truppe celeri deve essere veloce, piccolo e potente, affinché vi si associno la velocità, la poca vulnerabilità e la potenza di fuoco e di urto; clementi tutti preziosi per la sorpresa, per la lotta e per la manovra. È questione di dargli un'anima; e qui sta il segreto della sua potenza definitiva [che non starebbe nel cannone o nella corazza - N.d.a]. Con queste idee, il generale Zoppi fa esagerato assegnamento sulle Grandi Unità celeri, mescolanza di truppe con molto diverse caratteristiche e quindi molto diversa velocità operativa (cavalleria, ciclisti, carri armati, e, in montagna alpini), sul la cui alimentazione logistica (e sui problemi che presenta) more solito non spende una sola parola. Riflesso fondamentale di questo approccio non corretto al problema del materiale è la perniciosa tendenza a identificare la capacità offensiva delle unità, che si vorrebbe esaltare, con il loro alleggerimento. più che con il possesso di mezzi di fuoco, di trasporto, di collegamento ecc. in quantità e qualità adeguata ad imprimere slancio e profondità reali allo sforzo offensivo, che anche per ragioni logistiche è più oneroso. complesso, soggetto a crisi di quello difensivo. In sostanza, ci si preoccupa troppo di ottenere un celere movimento in avanti delle unità. senza quasi con-;idcrare che, prima, bisogna pur aver ragione di un nemico che non intende certo cedere terreno, e ha magari più cannoni e carri armati di noi. L'alleggerimento - inutile sottolinearlo - viene ottenuto prima di tutto nel campo logistico, dando cioè alle unità più avanzate pochi materiali e mezzi logistici e spostando verso l'indietro l'intera organizzazione logistica, anche grazie all'apporto degli autonu::ai. Di qui un'ulteriore escalation nella tendenza ormai consolidata - e tipica degli anni Venti - all'accentramento eccessivo, che espone i reparti a rimanere improvvisamente senza vitali rifornimenti in momenti difficili, e rende necessario un continuo afflusso di rifornimenti verso l'avanti esposto ad imprevisti vari (attacchi aerei, intasamenti, sistema stradale insufficiente, carenza di mezzi di trasporto, o, semplicemente, interruzione sia pur momentanea da parte del nemico delle linee di alimentazione, a fronte delle necessariamente limitate possibilità di rifornimento aereo). La nefasta tendenza verso l'accentramento (am.:hc dei materiali e mezzi logistici) ai livelli più elevati, senza molta considerazione per i problemi di tempestività e aderenza che ciò comporta ai fini del traffico stradale e della protezione antiaerea, risulta anche dalla circolare n. 9000 La dottrina tattica nelle realizzazioni del 'anno XVI ( 1938): Nella loua, truppe e servizi debbono essere elementi solidali. Troppe distinzioni teoriche sussistono tuttora in questo campo, mentre è considerazione fondamentale di successo il mantenere ogni funzione logistica strettamente connessa con I 'azione delle truppe. Nelle esercitazioni del tempo di pace questa fun,;ione deve essere valorizzata al ma~simo grado, in modo da far sparire quella mentalità pesante, direi statica, che ancora presiede alla organizzazione dei servi7i. Poiché la quasi totalità dei rifornimenti e degli sgomberi viene effeuuata con automezzi, bisogna sfruttare autonomia. velocità e portata di questi per abolire ogni intermediario (che è a sua volta un consumatore di energie c. in ogni caso. un elemento ritardatore), giungendo direttamente dai depositi ai luoghi di immediato impiego.
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Solo con una grande previden/a si può far fronte alle complesse esigenze di una lotta violenta, condotta con la precisa volontà di superare ogni ostacolo. Quindi, meni re occorre gravitare in avanti più che sia possibile con i rifornimenti, è altrcltanto necessario, a combattimento iniziato, avere allcggerilo il traffico sulle rotabili in guisa che queste siano disponibili per il movimento delle truppe[... ]. La divisione tipo ed il corpo d'armata (nel conseguente ordinamento), per la potenza di fuoco che sono in grado di realizzare e per la larga applica/ione della motorizzazione, sono particolannente idonei a qucll 'urto di masse - manovrato e risoluto - attraverso il quale noi ricerchiamo la soluzione rapida della lolla. È evidente che queste G.U. trovano il loro terreno ideale di lotta nelle regioni di media difficoltà morfologica. Tuuavia, nell'eventualità che dovessero essere impiegate in terreni che, per le loro caratleristiche, accentuino in misura notevole le difficoltà del movimento (nei suoi aspetti tattici e logistici) ~ari\ sempre possihile, con l'intervento della G.U. superiore l'armata di renderle adeguate al terreno ed agli scopi con l'assegnazione dei mezzi indispensabili.
Se il tono prevalente della pubblicistica militare ·· ci riferiamo in particolare alla Rassegna di cultura militare negli anni dal 1936 al 1940 è tutto incentrato sui valori dello spirito, sul! 'offensiva, sullo spirito che prevale sulla materia, sull'antinomia popoli poveri/popoli ricchi, non mancano altre voci significative che richiamano a maggiore realismo. Chi centra il problema e indica una via specularmente opposta a quella poi seguita è Emilio Canevari, che fin dal I 931, in una poco nota polemica con il direttore di Nazione Militare generale Baldini (seguita alla comparsa su Nuom Antologia di due famosi articoli dei generali Grazioli e De Bono sul rinnovamento dell'esercito), 5 giudica "un errore piuttosto grossolano" confondere l'offensiva con la capacità di manovra dei reparti e lo spirito offensivo delle truppe, respinge l'idea che "l'attacco debba essere fatto essenzialmente da uomini inermi scagliati contro le macchine" e indica un sano criterio di base (Cfr. Introduzione) al quale - a parer nostro - si sarebbero dovute uniformare anche la logistica di produzione e distribuzione (specie in una guerra totale, quest'ultima sono strettamente, anzi indissolubilmente legate insieme): quello di dimensionare la mobilitazione sulle effettive possibilità industriali e non su quelle meramente demografiche, come invece è avvenuto.6 Anche sulla Rivista di ArtiRlieria e Genio del 1933 si ricorda che occorre oggi più di ieri dare a questo soldato i meni occorrenti perché, come ben disse un illustre parlamentare, "a nulla valgono gli uomini, anche se forti, quando si mandino contro i reticolati armati di sole pinz.e" [evidenle riferimento al 19t5 N.d.a.J. li comballere il tecnicismo perché "è un fenomeno profondamente rivolto alla valutazione di ohiellivi materiali" equivale a una divagazione filosofica che non ha senso[ ... ].
5 Si rimanda, in merito, a F. Bolli-V. Tlari, Il pensiero militare italiano tra il primo e il secondo dopoguerra ( 1919-1949), Roma_ SME-Uf. Storico 1985, pp. 164-176. 6 Eserciti di ieri ed eserciti di domani. "La Vita Italiana"' settembre I 931 (articolo non firmato, ma attribuibile al Canevari).
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La guerra è un fatto positivo che auinge la propria ragion d'essere tanto nel campo materiale quanto in quello morale, a meno che non la si voglia ridurre ad un incruento parapiglia di dotti o ad un contraddittorio fra filosofi e poeti. Cominciamo dunque con lo stare in guardia contro quest'ultima categoria di semplicisti, che è la più pericolosa perché pretende di affidare la sicurezza delle nostre frontiere a nuclei di spartani provvisti di molta buona volontà ma troppo sommariamente armati. Ma i semplicisti non sono i soli nemici del tecnicismo. Ci sono anche i futuristi ad oltranza, gli idolatri del materiale, i piazzisti del tale o del tal 'altro ordigno che - in buona od in malafede - tentano, come già è stato detto più avanti, di distrarre l'attenzione degli studiosi e dei profani da quella che dovrebbe essere la preoccupazione comune: la preparazione dell'esercito. Anche questi estremisti devono essere coraggiosamente combatluti perché pure i danni prodotti dalle loro esagerazioni possono essere rilevanti, data la facilità con la quale attecchiscono, nelle masse impreparate, le idee paradossali che attingono alla novilà ed alla megalomania. Mancano forse, a tutt'oggi, gli ingenui che credono in coscienza di risolvere le guerre future azionando un numero più o meno grande di bombole di gas? No certamente, come non mancano gli esalt.ati i quali non pensano che nessun'arma, presa isolatamente, può bastare per il raggiungimento di risultali definitivi. Conseguentemente è doveroso mettere in guardia il lettore contrn ogni esagerazione futurista che nuoce allo sviluppo del tecnicismo ed alla condotta della guerra al pari delle tranquille monomanie dei semplicisti-7
Molto corretta e corrispondente alle effettive esigenze strategiche che si pongono è la visione che il Canevari - in polemica con il generale francese Debeney - ha del materiale. 8 Mentre quest'ultimo riduce la preparazione di pace all'accumulo di gran numero di dotazioni di mobilitazione di ogni genere da distribuire alla massa dei richiamati all'emergenza, Canevari obietta che il materiale invecchia rapidamente, e pensa piuttosto a un esercito che in tempo di pace è solo una vasta scuola per lo studio e la sperimentazione pratica e sistematica dei materiali, che un'industria accuratamente preparata a mobilitarsi per la produzione militare deve essere in grado di produrre all'occorrenza, in tempi ristretti e nel numero necessario. Visione forse estremista, che però mette il dito sulla piaga dei materiali e delle armi della guerra passata, la cui presenza in quantità consistenti nei magazzini condiziona già di per sé la preparazione e la stessa dottrina tattica e logistica, specie se si tratta di nazioni povere che come l'Italia - non hanno le risorse per rinnovare il vecchio materiale. Lo stesso generale Visconti Prasca, protagonista della fase iniziale della guerra di Grecia, dedica un articolo del 1936 al rapporto tra sistema stradale e guerra di movimento, ritenendo necessario sviluppare sia la capacità degli autoveicoli di uscire fuori strada, sia la capacità di costruire in tempi rapidi nuove strade.9 In tal modo, sarebbe possibile spostare il 7 B. Cappuccini, Tecnicismo e guerra futura, "Rivista di Artiglieria e Genio" n. 1/1933. 8 E. Canevari, La guerra del materiale, "Rivista di Fanteria" n. 4/1934. 9 S. Visconti Prasca, La strada tattica e la libertà di manovra (nuove possibilità per la guerra di movimeflto), "Echi e Commenti" 5 giugno 1936.
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combattimento anche nelle "zone infrastradali" tramite "strisce di percorribilità" da costruire al momento, realizzando una duplice sorpresa: "stradale" e "tattica". Visione senz'altro ottimistica ma pur sempre basata sull'importanza delle vie di comunicazione, che trova anche un preciso riscontro tecnico in articolo sulla Rivista di Arti,:lierìa e Genio, nella quale dopo l'esame dei possibili accorgimenti e mezzi tecnici da usare, il tenente colonnello del genio Steiner giudica tecnicamente realizzabile l'obiettivo indicato dal Visconti Pasca di "rendere la manovra sempre più libera nella scelta della direzione, di conferirle sempre più un ritmo logistico adeguato a quello tattico, di mantenere in ogni momento la potenza ad un grado adeguato": nessuno dei due però considera che, nei prossimi teatri d'operazione (Africa Settentrionale, Russia) il problema prima ancor che di strade era di mezzi idonei per quantità e qualità ... 10• A fine 1939, quando dopo la campagna di Polonia la guerra sembra giunta a un punto morto e tedeschi e franco-inglesi si guardano senza combattere al riparo delle rispettive linee fortificate, il generale Corselli, pur riconoscendo che la guerra economica, ricca di mezzi, basata su tempi lunghi e sull'anemizzazione dell'avversario non conviene ai popoli poveri e non sempre potrà trionfare, aggiunge che d ' altra parte, trattando della guerra rossa o di anime, bisogna guardarsi bene dal fare del romanzo e del Lirismo, come purtroppo avviene assai di sovente. L'entusiasmo a lunga gittata, tanto caro a coloro che scrivono e parlano a conveniente distan7.a, non serve sui campi di batlaglia. Quando si dice perciò che la guerra è una lotta di fattori morali, si dice una bella frase, ma con le belle frasi non si uccidono gli avversari. Occorre che le virtù morali, le quali hanno un indiscusso e enorme valore, non siano presentate nude all'avversario, quando essendo adiposo e flaccido si presenti bene armalo e corazzato: occorre che esse siano sorrette in buona misura dall'apparecchio materiale. 11
Benché prevalga inspiegabilmente fino al 1940 la tendenza (del 1932) a non considerare la possibilità di una guerra corazzata contro gli inglesi in Africa e a ritenere limitate - sui nostri prevedibili teatri di operazione - le possibilità di manovra delle "costosissime e pesanti" Grandi Unità corazzate sul modello inglese e tedesco, a ben guardare anche nelle circolari e pubblicazioni derivanti dalle Direttive del .1935 non mancano accenni all'importanza dei Servizi, e alla necessità di dedicare la dovuta attenzione ai problemi di rifornimento e movimento che pone la guerra di rapido corso. Ad esempio, all'inizio del 1936 e quando la guerra d'Etiopia è ancora in corso il Sottosegretario alla guerra generale Baistrocchi, dopo avere (ottimisticamente) dato per acquisito da11a massa lo spirito della
10.P. Steincr. Strade e reparti del ge11io per la guerra di movimento, "Rivisw di Artiglieria e Genio" n. 3/1937. 11 R. Corselli, Guerra di mezzi e guerra di anime, "Echi e Commenti" 1939.
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nuova regolamentazione, accenna alla necessità di adeguarvi anche i Servizi, implicitamente ammettendo che essi non sono ancora al passo: A tale dottrina ardimentosa devono quindi adeguarsi con volontà e con fede anche i dirigenti e gli escculori dei servizi. L'esercilo collabora all'intenso ~for/.O della Na.,ione per sourarsi alla soggezione delle imporlazioni estere nel campo dei quadrupedi, dei metalli, dei carburanti. del vesliario e delle calzature; presto anche l'avena. che l'esercito acquista tutta ali 'estero, essendo la produzione nazionale appena sufficiente ai bisogni civili, sarà totalmente sostituita da un mangime di nostra fabbricazione. Quale, quanta maggiore importanza l'esercito dia oggi ai servizi, è sancito non solo dalla nuova dottrina che meue la logistica allo stesso piano della laltica, ma dagli avvenimenti della guerra rn atto.Il
Negli Ammaestramenti tratti dalle Grandi esercitazioni del 1935-XIII si condannano senza perifrasi taluni casi di impiego improvviso e avventato delle nuove divisioni motori27ate e celeri su terreni dove meglio avrebbe agito una divisione di fanteria, si richiama l'importanza del fuoco, e, per la parte logistica: a) si lamenta che gli ordini per i Servizi sono trascurati (vecchia piaga, riaffiorante am.:he nel se<,;onùu ùupuguerra);
b) si invita a non dimenticare che. poiché nelle esercitazioni di pace i Servizi più importanti (come quello sanitario e di artiglieria) non hanno che un funzionamento embrionale ben lontano dalla realtà, l'organizzazione logistica manca di quella mole e quel peso che avrebbe in guerra; c) ci si sofferma molto sulla disciplina stradale, e sulla disciplina delle retrovie, perché "è questa per noi, che dobbiamo fare la guerra in zone povere di strade [cioè: le zone alpine - N.d.a.] con unità motorizzate. una necessità assoluta [...]. Inutile tutta la nostra dottrina di movimento e a1·dimento, se la scarsa disciplina sulle arterie strada] i ci dovesse condannare alla paralisi".13 Importante anche la parte dedicata a "Truppe e Servizi" della circolare 9000 del 1938, 14 dove si accenna ancora alla disciplina del traffico e alla necessità di mutare lo spirito informatore dell 'organizzazione logistica, evidentemente - dopo tre anni - non ancora aderente alla dottrina tattica e alla innovazioni organi che già inlroùotle. Riferendosi ai due ultimi capiversi di queste impegnative direttive alle quali dovrebbe improntarsi la logistica della guerra di rapido corso, si deve solo notare che esse sono contraddittorie e in contrasto con l'esigenza di alleggerimento delle unità più avanzate, alle quali prima si è fatto cenno: se infatti le unità avanzate hanno costantemente ridotta autonomia, esse abbisognano di rifornimenti ininterrotti, con i relativi problemi di traffico stradale ecc. proprio nelle fasi più calde. D'al-
12
13 14
1938.
"Rivista di Commissariato" n. 4/1936. MG, Circ. n. 4000 in data 23 luglio 1936, Roma 1936. MG, La dottrina tattica nelle relazioni del/' a11110 XVI (Circ. n. 9000), Roma
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tra parte, come si concilia il criterio dell'alleggerimento con quello della "grande previdenza", che dovrebbe far aumentare, ad ogni buon conto, le dotazioni di l' linea? e il movimento delle truppe nell'azione offensiva oltre che di strade sgombre, non ha forse bisogno (Vittorio Veneto docet) di un supporto logistico assai più articolato e complesso che in difensiva? Infine, l'eliminazione di ogni organo intermedio tra magazzini d'armata e la prima linea, oltre a postulare un tipo di guerra dove sembra si debba e possa sempre correre in avanti a tappe forzate, non tende a escludere forse i volani intermedi tra annate e reggimenti, il che sembra in contrasto con ogni sano concetto di autonomia tattica (condizionato prima di tutto dall'autonomia logistica, se truppe e Servizi vanno di pari passo), e finisce ovviamente per rendere poco aderente, e poco previdente, il dispositivo logistico? È in questa ottica e alla luce di questi interrogativi che va vista l'evoluzione della normativa logistica, il cui non lieva scopo dovrebbe essere di rendere concretamente possibile la guerra di movimento e di rapido corso. 2. Le nsserva:::ioni e riflessioni critiche del Liuzzi nel 1934 Nel 1934 il Liuzzi ampiamente ritorna sugli ammaestramenti della guerra nella più volte citala opera J Servizi logistici nella guerra (1934), nel la quale le riflessioni dal 1922 sono confermate e completate con interessanti riferimenti alla recente normativa dal 1932 e alla guerra di movimenlo.15 È proprio in relazione alle esigenze di quest'ultima che il Liuzzi si dichiara ancora favorevole al sistema della diretta, in1mediata dipendenza dei Servizi dai Comandi più elevati e critica le Norme del 1932, ritenendo che le Intendenze siano state "almeno apparentemente" resuscitate: diciamo "almeno apparentemente" perché 1ali norme, in confronto di quelle prebelliche. determinano, ci sembra. in modo meno preciso. l"inquadramento delle lntendcnzc nei Comandi (supremo e d'armala). Sebbene sia detto esplicitamente che 'l'organo coordina1ore delle opera/4ioni con i servizi e di lulli i servizi tra di loro è lo stesso comandante dcll'uni1à ·, a noi pare che in real là la responsabilità dell'impiego dei servizi non risalga ai comandanti e si arresti, come ncU'ultima guerra, all'inlendente, e che quindi resti la causa della poca considerazione c della poca conoscenza elci servizi".
Non mancano, nel Liuzzi, concetti antiquati che mostrano il suo legame fors'anche eccessivo con l'esperienza passata. Ad esempio dopo aver rettamente riconosciuto che il Servizio trasporti è ormai diventato "una funzione principale di comando", egli arresta come sempre e come tutti la prospettiva della guerra di movimento al terreno di montagna, attribuendole inoltre limitate esigenze logistiche. E poiché l'efficienza dei trasporti dipende prima di tutto dalle strade, paradossalmente il mezzo automobilistico diventa più utile nella guerra di po15
G. Liuzzi, I Servizi lo,?istici ... (Cit.}, pp. 393-457.
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sizione che nella guerra di movimento, dove - altro errore - i rifornimenti e quindi i trasporti sarebbero più limitati: Nella guerra di movimento dove non sono possibili previdenti e notevoli trasformazioni della rete stradale, dove i mezzi di trasporto devono in I' linea muovere frammisti alle truppe o aJ seguito di queste, e dove i rifornimenti si mantengono di entità piuttosto limitata, il carreggio conlinucrà a rappresentare in molle circostanze il mezzo di trasporto economico e più sicuro. Il meno automobilistico suUe carrarecce, specie in montagna, potrà talvolta seguire le truppe a strada riconosciuta e organizzata, ma non mai avanzare assieme alle truppe, come invece converrà che sia fauo in guerra di movimento. D'altra parte, se i mezzi meccanici molto si prestano, come abbiamo visto, alla guerra di posi1.ione, specie in I' linea, abbiamo ragione di ritenere ch'cssi rappresentino in guerra di movimcntu, più che in ustacolu, una pericolosa resistenza quando impiegati oltre una certa misura nell ' ambito della divisione e del corpo d'armata.
Diffidenza del Liuzzi anche per le macchine: richiedono molto personale specializzato che invece è sempre scarso e accrescono le esigenze di riparazione, vicppiù difficili da soddisfare nella guerra di movimento. Oltre un certo limite le truppe impoveriscono moralmente anche se ricche di macchine, e con troppe macchine impoverisce anche il Paese: oltre quel limite, da anni vediamo il così detto "pericolo industriale" , e lo vediamo in casa nostra come in casa altrui. È un pericolo che fa parte della corsa agh armamenti. L'esistenza di quel limite cdi quel pericolo ci sembra facilmente dimostrabile [... ]. Le troppe macchine impongono la guerra di posizione. E come abbiamo visto che all'inizio della guerra il difello d1 rifornimenti arrestò la noslra offensiva accrescendo con le esigenze della guerra di trincee, la necessità dei rifornimenti medesimi, cos} dobbiamo ricordare che fu la guerra di posizione a sviluppare la passione insaziabile delle macchine.
Giustamente il Liuzzi, come già si è visto, ritiene che guerra di posizione e guerra di movimento richiedono un 'organizzazione logistica molto diversa. che non ammette compromessi (in ciò implicitamente dissentendo dalle Norme del 1932). ma, per il resto, egli sembra credere che la guerra di movimento consente delle economie nella costituzione delle truppe, quando era (ed è) vero esattamente il contrario. Jn quanto alle macchine, proprio perché la guerra di movimento richiede predisposizioni assai diverse da quelle tipiche deJla guerra di posizione il problema non è solo e tanto quantitativo, ma qualitativo (cosa che il Liuzi:i non considera). Si tratta di un equivoco del quale sono vittime non solo uno sperimentato e anziano generale con un'esperienza logistica Tara, ma - a maggior ragione - gran parte dei tecnici militari italiani del periodo, che dunque ha conseguenze a dir poco rovinose sulle mentalità dei Quadri più giovani e sulla dottrina negli anni Trenta. Questo, anche se il Liuzzi ritiene più economica l'organizzazione dei Servizi nella difensiva. Infatti, pur non condividendo la formula degli eserciti "lancia e scudo" del Bencivenga e del Von Sccckt (che prevede due eserciti di differente valore) egli vorrebbe un unico esercito
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suddiviso in due parti, una adatta alla guerra di posizione e l'altra adatta alla guerra di movimento. Ma mentre nella parte adatta alla guerra di movimento l'economia materiale si otterrebbe principalmente con la costituzione delle truppe, nella parte destinata alla guerra di posizione l'economia materiale sarebbe ottenuta specialmente con l'organizzazione dei servizi faltra cosa nienle affalto vera - N.d.a.1.
Di qui la sua sia pur garbata e velata polemica (dati i tempi) con la dottrina del 1928 che già voleva improntare l'organizzazione di tutto l'esercito (e non solo di una sua parte) alla guerra di movimento, e soprattutto con l'impostazione delle Nomie del 1932. Per ragioni di carattere economico e logistico, non gli sembra conveniente né un esercito interamente orientato per la guerra di posizione, né un esercito interamente orientato per la guerra di movimento. Questo pur ammettendo che lo spirito nazionale e in gran parte anche il criterio economico, armonicamente combinati. ci impongono di tendere il più possibile alla guerra di movimento, come a quella più completa, decisa e risolutiva, che non ammette l'impiego di molte macchine. e che impone la minor quantità di rifomimenù. di munizioni e di materiali (sic.).
Dopo questa ammissione, egli aggiunge anche che si può parlare solo di tenden::.a, perché non sempre si potrà imporre la propria volontà all'avversario, mentre nel campo logistico la volontà è subordinata alla possibilità. Un moderno esercito non può pretendere di impegnarsi interamente in una guerra di movimento, specie nel terreno alpino delle nostre frontiere, per una serie di motivi: a) anche se l'esercito disponesse all'inizio deJla mobilitazione con immenso sacrificio del paese - di tutti i mezzi necessari per la guerra di movimento, non sarebbe possibile assicurarne la manutenzione, dato che l'industria sarebbe gravata da tante altre esigenze; b) se tutto l'esercito dovesse muovere per sviluppare un piano di oper:uioni manovrale, verrebbe meno la copertura terrestre del territorio nazionale, "e diciamo copertura terrestre per non lasciar motivo di discutere la copertura aerea, che noi giudichiamo impossibile e non necessaria; contro le minacce dal cielo ci accontentiamo di proteggerci"; c) non sono pochi gli eserciti europei I fra questi, vi è quello italiano - N.d.a.J che devono considerare una guerra su più frontiere, e quindi devono attaccare a fondo da una sola parte limitandosi a sbarrare difensivamente le altre frontiere, predisponendo le forze armate in parte per la guerra di movimento e in parte per la guerra di posizione; d) se tutto l'esercito dovesse muovere in avanti, per scarsità di vie di comunicazione dovrebbe scaglionarsi molto in profondità, rendendo estremamente difficoltoso il funzionamento dei Servizi; e) con ogni probabilità, l'offensiva nel territorio di frontiera dell'avversario dovrà investire un sistema fortificato fin dal tempo di pace. Qualsiasi pianificazione offensiva dovrà prevedere una battaglia di sfondamento, la quale richiederà l'impiego iniziale di Grandi Unità costitui-
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te per la guerra di posizione [nella campagna del 1940 contro la Francia sulle Alpi occidentali è proprio avvenuto così - N.d.a.J. D'altro canto, per il Liuzzi un esercito che voglia tendere seriamente ad una risoluzione del conflitto, anche se costretto inizialmente a una guerra di posizione non potrà rinunciare a riserve adatte per la guerra di movimento. Si deve pur sempre prevedere un possibile sfondamento da parte del nemico, e in questo caso le truppe organizzate per la guerra di trincea, a parte il diverso funLionamento dei Servizi, non sono adatte (materialmente e moralmente) né al movimento verso l'avanti, né a quello verso l'indietro. Dunque. truppe (e normativa e organizzazione logistica) ad hoc per le due ipotesi fondamentali. E accanto a questo primo importante punto di divergenza rispetto alla dottrina ufficiale, il Liuai non sposa affatto il criterio - base dell'accentramento, che tanto successo aveva avuto nelle Norme del 1932: è vero che il massimo rendimento dei mezzi si ottiene con l' accentramento, ma il decentramento favorisce l'autonomia delle truppe. In pace ci si potrà attenere a una media facilmente determinabile, e in guerra solo i termini concreti della situazione indicheranno la via da seguire: "in avanti tnnto quanto è necessario, indietro tanto quanto è possibile". Di qui la sua discordanza anche dal criterio di mantenere tendenzialmente accentrati i mezzi di trasporto, che condiziona l'intera organizzazione logistica del 1932: la guerra di movimento vuole una grande d1sponib1h1à e un grande decentramento dei men.i di trasporto, allo scopo di dare ali.: Grandi Umtà la necessaria rispettiva autonomia e capacità operativa[ ... ] in guerra d1 movimento non può convenire l'accentramento dei trasporti nell'armata, soprattutto per il minor vincolo esistente fra il servizio di 1• linea e quello di 2' linea e per l'incostanza del cullcgamenro fra i trasporti ferroviari e ordinari.
Pur concordando sulla necessità di alleggerire al massimo la divisione lasciandole solo la fisionomia di unità tattica. il Liuzzi ritiene che l'importanza assunta nel campo logistico dal corpo d'armata rende ormai superata la netta distinzione (mantenuta dalle Norme del 1932) tra Servizi di 1" linea (ai quali appartengono anche i Servizi di corpo d'armata) e Servizi di 2' linea (armata). Superati anche i depositi centrali (mantenuti nel 1932), "ai quali dovrebbero sostituirsi i magazzini di riserva generale". I Servizi dovrebbero distinguersi in Servizi di riserva generale, di gruppo d'armata (eventualmente), di armata, di corpo d'armata. di divisione e di corpo o reparto. Nella guerra di movimento la manovra dei Servizi deve armonicamente intrecciarsi con quella delle truppe, e per favorirle lo scaglionamento delle dotazioni deve acquistare maggiore profondità, gravitando di massima sulla 2' linea (anche in J• linea, comunque, le dotazioni devono essere accresciute). Per i Servizi di 2' linea (armata), il Liuzzi prevede per la prima voila un ' articolazione in centri principali di servizio promiscui, cioè formati
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da aliquote dei diversi Servizi. Una soluzione molto vicina agli attuali Centri logistici 16 (nati nell'età nucleare), che anticipa agli organi esecutivi tipici della logistica per funzioni e ancora una volta si discosta dalle Norme del 1932, rigidamente ancorate alla ripartizione "per materia": in tutti gli an,ideui schieramenti i centri principali di servizio in 2· linea verranno, in massima costituiti allorno ai più importanti centri di comunicazioni esistenti nella parte più arretrata della zona am,ata. e in genere saranno promiscui e cioè formali da aliquote dei diversi scrvi1i. Tali centri promiscui dovranno essere collegati fra loro nel senso della fronte, e anche nel senso della profondità quando le circostanze consentano uno scaglio11amcnlo più conveniente su due o più lince. In massima, ogni centro promiscuo ser ve normalmcnle un detenninato settore (di uno o più corpi d'armata) cd eventualmente un altro dei sellori limitrofi, in guisa da garantire in op.ni evenienza la cooper:uione dei vari centri e con ciò la solidità dello schieramento a mezzo della manovra dei mezzi e delle dotazioni. Qualsivop.lia schieramento deve rispondere alla necessità di 1ale manovra, o per considerare una nostra azione di sorpresa, racendo convergere il runzionamento di più centri promiscui di servizio a vantaggio di un solo settore, o per parare alla momentanea paraliu;aJione di qualcuno di quei centri mediante la coopcra,.ione dei centri vicini, o per Lra~fonnare il tipo dello M:hieramenlu nc"I modo piil cconom1co, e cioè riducendo il più possibile l'impiego dei mezzi e il tempo necessario. l centri promiscui agevolano evidentemente la po,sihilità della manovra, e tanto più quando ,i trovano dislocali su due linee.
Sono già ben deli.neati, dunque, la manovra dei mezzi logistici e il correlato concetto di riserva logistica. E attraverso questi centri si realizza il criterio del frazionamento degli organi dei Servizi dell'armata, imposto dal pericolo degli attacchi aerei e anche dalla necessità di ottenere la massima elasticità. Questo requisito deriva principalmente dalla molteplicità dei depositi, convenientemente distribuiti sulla rete ferroviaria e stradale. L'elasticità va estesa anche ai Servizi territoriali, il cui frazionamento va mantenuto anche se le esigenze della difesa antiaerea consiglierebbero ùi conccntraae glt approvvigionamenti - e quindi le difese antiaeree - in poche località. Questi tasselli consentono al Liuz.zi di tracciare un quadro assai attendibile delle peculiarità dell'organizzazione logistica nella guerra di movimento, e al tempo stesso di rimarcare le difficoltà logistiche che essa presenta, dovute anche ad altri fatlori: a) in guerra di movimento certe predisposizioni (come l'aumento preventivo delle dotazioni) intese a diminuire le esigenze di rifornimento nel corso della battaglia non possono essere attuate nella stessa misura delle guerra di posizione. Ne consegue che, poiché le esigenze ri-
16 Nato nel secondo dopoguerra con la logistica dell'età nucleare, il Centro lo gistico è un '·complesso di organi esecutivi di più Servizi unitariamente organizzato, preposto al sostegno logistico cli 2° grado di determinate unità o complessi di forte" (Pub. SME n. 5895, Nomenclatore Militare Esercito - Ed. 1984, p. 23).
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mangono analoghe, un eccesso di lavoro imposto ai Servizi può causare l'arreslo delle truppe; b) se in guerra di posizione il limite del carico che i Servizi possono sopportare è dato solo dalla disponibilità di malcriali, in guerra di movimento il limite è dato anche dalla possibilità dei trasporti, in necessaria relazione con i movimenti delle truppe; c) la forza preponderante della difesa è data dai Servizi, mentre nella guerra di movimento la crisi iniziale dell'attacco è dovuta alla necessaria riorganizzazione interessante principalrnenle i Servizi; d) la fisionomia della guerra Lotale odierna rivalula gli obiettivi territoriali. È pertanto ingiusta, per il Liuni, la critica posluma rivolta ai condottieri della grande guerra di aver mirato ad obiettivi territoriali, anziché ricercare la distruzione delle forze nemiche. A parte il fatto che un obiettivo territoriale per noi importante non può non essere ben difeso da forze nemiche che pertanto dovremmo distruggere, e a parte i vantaggi derivanti dall'occupazione di posizioni favorevoli, "oggi è evidente come il possesso di territorio nemico equivalga di per sé a distruzione di forze nemiche. Se una volta si poteva pensare di distruggere un esercito cadendo sulle comunicazioni che lo collegano alla base dei suoi rifornimenti, oggi tale concezione non può più reggere, perché tanto l'esercilo quanto la sua base e le frapposte comunicazioni sono costituiti da tutto il paese nemico. E così oggi si spiegano le direzioni più efficaci delle offensive terrestri, come gli obiettivi più importanti degli attacchi aerei, come gli scopi delle azioni marittime: si rende alla distruzione delle forze nemiche mediante la distru.t.ione delle loro basi materiali e morali". Concezione, questa, antitetica a quella del blitz Krieg e della dottrina della guerra di movimento del 1928, che si preoccupano del nemico più del terreno. Per altro verso, però, si tratta di una prospettiva niente affatto antiquata, perché è tipica del XX secolo la tendenza a colpire (prima con la marina, poi con l'aviazione) anzitutto Je indispensabili basi morali e materiali, dalle quali le forze annate traggono alimento e forza, tendenza alla base delle teorie:: douht!tianl!. 17 Ad cssa si accompagna un'altra implicita critica alle Norme del 1932, che evidentemente non rispondono secondo il Liuzzi allo scopo, visto che egli afferma: la preparazione dei servizi, oggi orientata esclusivamente alla guerra di posi.done [nostra sollolineatura - N.d.a.], dovrebbe acquistare nuova sostanza e nuova aspirazione per tendere anche alla guerra di movimento. La questione in sé non sarebbe grave, perché riguarderebbe esclusivamente la formazione dei quadri più importanti dei servizi, ma per la soluzione di essa occorrerebbe prima di tullo trovare una base organica che rifleuesse luminosamente lUlla la considerazione che la guerra moderna vuole data ai servizi.
17 Sul ruolo ricoperto fin dalla sua comparsa a fine secolo XIX dall'Arma aerea nel colpire le basi morali e materiali dell'efficienza combattiva delle forze militari cfr. F. Boui-M. C.ennelli, Lo teoria della gul'rra aerea in Italia dalle nrigini alla seconda guerra mondiale, Roma, Ufficio Storico Aeronautica 1989.
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3. Cenni ,rni nuovi orientamenti tecnico-logistici: "Logistica povera" e alimentazione del movimento Idee divergenti sulla fisionomia generale della nuova organizzazione logistica. Dopo aver esaminalo il ruolo del materiale e dei Servizi nella dottrina tattica che si afferma fin dai primi anni Trenta e aver ricordato il pensiero del generale Liuzzi sulla nuova problematica, diamo ora qualche cenno degli altri orientamenti che su un piano più specifico e tecnico emergono nella pubblicistica militare, anche nel periodo considerato tutt'altro che ricca in materia logistica.18 Una fonte mollo autorevole e interessante, dal 1935 in poi, è la Rivista di Commis.\·arialo e dei Sen•izi Amministrativi Militari, con numerosi lavori dai quali si possono dedurre i reali riflessi che la dottrina deHa guerra di rapido corso ha in materia logistica in genere, e non solo per i Servizi di commissariato. Non vi è dubbio che - specie dal 1936 in poi e dopo la guerra d'Etiopia - la tendenza generale che prevale nell'impostazione della nuova organizzazione logistica è quella della Logistica povera , che noi chiameremmo anche logistica autarchica, nel senso che essa trova l'unica giustificazione logica e razionale non tanto in corretti presupposti teorici ma nell'autarchia e nella povertà di risorse di ogni genere che caratterizza in quel momento l'economia nazionale, con inevitabili riflessi in campo militare (si deve convenire, pur senza troppe indulgenze, che non si può avere una logistica ri<"ca in un paese povero, e viceversa). La nuova, ottimistica filosofia "rompe" con il Liuzzi e la prima guerra mondiale ed è così descritta a fine I 936 dal generale Bobbio, che pur proviene dagli alpini ed è stalo intendente d'armata nel 1915-1918: 11 movimento richiede organismi snelli, asciulli, sen/a troppi bisogni, non vuole adipe, sdegna le comodità delle stasi e delle èstasi. Ciò porta alla riduzione, non all'aumento. delle cosi dette impedimenta. o meglio vuole che si conferisca ai reparti la maggiore autonomia possibile. Autonomia è indipendenza, è celerità. Caricare sempre più al seguito clelle truppe il bagaglio . salmerie. carreggi. autocarreggi - equivale ad appesantirle: occorre cercare cli sganciare i ripani dai cosl detti convogli. Per avanzare, per muoversi non bisogna subire lrallcnute dietro di noi e perciò è necessario avere il più possibile con noi di quanto è: inclispensabilc per vivere e combattere. Ln alcuni terreni, a noi cosl abituali, cioè in montagna, si ha in genere quanto si porta sulla nostra persona: per cui I ·uomo più carico è il più celere perché non ha bisogno
IM Sulla logistica in generale Cfr. A. Stirpe, Lu /o81,1tica negli eurciti moderni, Milano, Martucci 1936 (sintesi delle Norme del 1932). Interessanti cenni sulla parte logistico-amministrativa anche in I.. Chatrian-G . Torelli. Costituzione del/' esercito italiano, Torino, Schioppo 1933, e in MG, Esercito anno XVII, Roma novembre 1939. Per la sanità Cfr. C. Manganar<> (Tcn. col. mcd.), Il servizio sanitario militare i111:uerra (2' edizione), Milano, SEI 1938 (pubblicazione autorizzata dal Ministero della guerra. quindi ufficiosa). Rari gli articoli sulle riviste militari, al di fuori della Rivista di Commissariato. Nessun effettivo ammaestramento di rilievo, per ragioni che in seguito esamineremo, viene trailo dalle guerre di Etiopia e Spagna.
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di fermarsi. Perciò "zaini in spalla ed avanti", "sacco in spalla cd avanti". questo ordina in modo pen::ntorio la guerra di movimento non solo ai gregari ma anche ... ai giovani ufficiali. Con questi sistemi si fanno miracoli di movimento anche senza salmerie, quasi e senza servizi a domicilio: i miei fanti, già di molti anni fa, lo sanno. Di qui, in fondo, il criterio informativo del nuovo equipaggiamento della fanteria lestè concretato dall'Ispettorato dcli' Arma. Sempre in base allo stesso principio sopraccennato, occorre snellire i servizi, semplificarli. ridurli allo stretto indispensabile: s'impone quasi dirci una logistica povera. Bisogna saper ripiegare e adattarsi: non pretendere, ad esempio, sempre il rancio ad orario, generi di conforto, comodità, neanche quelle che con termine poco felice chiamiamo compelen/.e: deporre eccessive pretese di benessere, rinunciare anche, se necessario, all'indispensabile con quei così deui ripieghi che germogliano spont:mei da un profondo spirito di sacrificio. Educare truppe e quadri alla semplicità, all'austerità, alla rinuncia. alla privazione, al disagio, alla sofferenza, cd il tutto in serenità non di prescrizione, è ottima scuola guerriera, oltre che per formare dei caratteri e degli uomini solidi, anche per muoversi, per progredire, per cogliere il ~uccesso. Nell'anno 1930 scrivevo: "far guerra di movimento e non volere sofferenze in materia di servizi, sono termini in contraddizione naturale, inconciliabile". Pur troppo prediche del genere, anche suffragate dall'esempio, allaccano poco. Né sarà male ricordare che l'aver poco può essere stimolo efficace a muoversi per procacciarsi di piì1, acl offendere per pretendere la roba altrui: un noto proverbio dice che chi sta bene non si muove specie quando muover,i significa andare intorno a stenti ed a dolori. li bisogno è un grande ~timolo ad avanzare, può determinare spinta vigorosa ad offendere, ad aggredirt:. La storia di tutti i giorni, di lutti i popoli ce lo prova in modo lampante. L'aver molto sviluppa lo spirito di conservazione, l'aver poco quello di aggre\,ione. Chi ha, tiene (difen\iva, statica); chi non ha, prende (offensiva, dinamica). Paradossi? no: è la realtà, i'.! la guerra ... di movimento. 19
Senza che ciò tomi a soverchia lode del Bobbio, questa è forse la miglior giustificazione teorica di un verbo antico, che poi sarà coniugato nella seconda guerra mondiale ancor più che nella prima, rappresentando il fallimento dell'organizzazione: il verbo, appunto, "arrangiarsi" (francese: s' arranger) che come già avvenne nel 1796 per l'armata napoleonica destinala a invadere l'ltalia20 e per l'esercito austro-ungarico dal 1917 dovrebbe rinfocolare lo spirito offensivo, con la prospettiva di un pingue bottino e di abbondanti pasti a spese delle popolazioni conquistate ... Un fatto che merita il dovuto rilievo è che gli ingiustificati e quasi ingenui entusiasmi del Bobbio per la "logistica povera" non sono affatto condivisi dagli ufficiali dei Servizi (e anche di marina e delle varie Anni dell'esercito), che dopo la guerra d'Etiopia e l'uscita delle "Direttive" del 1935 scrivono sulla Rivista di Commissariato: si percepisce anzi distintamente un'aria di fronda contro la tendenza a svalutare i 19 V. Bobbio, /,e grandi manovre dell'Irpinia: dedu=i<mi e considerazioni, "Rivista di Fanteria" n. I 0/1936. 20 Sulla logistica degli eserciti napoleonici e dt:lla rivoluzione francese, affine (ma in un'epoca nella quale le macchine erano molto meno complesse e numerose) a quella del Bobbio Cfr. .r. Botti, Approvvigionamenti e organizzazione logistica nelle armate rivoluzionarie e napoleoniche, in AA.VV., Le scienze e gli ordinamenti militari della ri1•oluzione francese (Quaderni dell'Jstrid 14), Roma, Edizioni difesa 1991, pp. 91-11!!.
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Servizi e i rifornimenti in nome di uno spirito offensivo tutto da dimostrare e realizzare, della quale il Bobbio forse anche contro la sua volontà e i suoi veri intendimenti è uno dei maggiori portatori. Il ruolo determinante (non certo nuovo) dei rifornimenti via mare e delle importazioni di materie prime daJl'estero, alla cui carenza si vorrebbe supplire solo con l'autarchia e ... tirando la cinghia, è ad esempio ricordato e documentato nel 1938 dal tenente colonnello commissario della R. Marina Sandiford e a fine 1940 dal capitano commissario Mazzanti, che registra come già emersa fin dalle prime battute della guerra la preponderanza del fattore logistico e accenna ai vantaggi che la Germania ha conseguito, procurandosi attraverso l'alleanza con la Russia un enorme serbatoio di materie prime. 21 Altri scritti accennano alla persistenza - anche negli anni Trenta e nel clima di guerra integrale, rapida e risolutiva - di antichi mali come l'eccessiva burocrazia e il proliferare delle carte periodiche particolarmente intenso nella branca logistica,22 o come le procedure per il rifornimento, che oltre ad essere macchinose variano troppo da Servizio a Servizio. Su quest'ultimo problema, molto importante se si vuole effettivamente assicurare uno snello e aderente funzionamento dei Servizi, certo dott. Piccirilli23 nota che, ad esempio, il comandante di corpo può decidere l'acquisto di materiali di vestiario, equipaggiamento, casermaggio ecc. fino a lire 50.000, ma se si lratta di acquistare materiali di artiglieria al di sopra delle 8000 lire deve rivolgersi al Ministero, al quale compete anche l'approva.liunt: dt:i cunlralli supt;riuri a lak cifra. li Piccirilli, come tanti avevano fatto in passato, propone il decentramento e l'unificazione delle procedure di acquisto per i materiali di tutti i Servizi, con una maggiore sollecitudine nelJ'esecuzione dei collaudi dei vari contratti. Se si vuole un funzionamento dell'Amministrazione militare più consono ai nuovi tempi e al nuovo indirizzo, occorre snellire i servizi a dare ad essi un ceno ritmo dinamico; occorre precisare e limitare le cnmpcteni'c degli uffici e ridurre di conseguenza i controlli al puro indispensabile, eliminare duplicazioni e sovrapposizioni; trovare cioè un sistema per cui l'amministrazione possa nel più breve tempo possihile venire in possesso del materiale di cui ha bisogno per il conseguimento dei suoi fini e per il suo funzionamento.
Un altro vecchio male è evocato nel 1937 dal colonnello Reisoli,24 che lamenta la persistenza mancanza di una coscienza logistica nei Qua21 P. Sandiford, La guerra e rifornimenti via mare, "Rivista di Commissariato" n. 2/1938, e M. Mazzanti, /I fattore logistico nella guerra marittima, "Rivista di Commissariato" n. 6/1940. 22 L. Trionfi (Col. SM), Della burocrazia militare, "Rivista di Commissariato" n. 3/1938. 23 T. Piccirilli, La procedura nei ri[ornimemi dei materiati. "Rivista di Commissariato" n. l/1935. 24 G. Rei soli, F.vnluzin11P di idt>t> ml prnhlt>mn lngi.<rirn, "Rivista di Commissariato" n. 4/1937.
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dri, i quali devono considerare l'organizzazione dei Servizi non come un'attività secondaria e fastidiosa, ma come un dovere di capitale importanza di tutti i gradini gerarchici. Il riconoscimento di questa importanza non deve ridursi a generici riconoscimenti solo formali e teorici: è vero, di tale necessità tutti si mostrano convimi, e non mancano solenni affermazioni, ma è doveroso dire che la questione dei servizi appare molto spesso come il teorico
complemento di studi e di esposizioni, più che la manifestazione di intimi e ben fondati convincimcn1.i. Così è del morale. di cui sempre si parla, ma che spesso è assai trascurato, forse perché molti ne discorrono ma pochi, in pratica, se ne intendono.
Come già si è visto nell'Introduzione, il Reisoli accenna anche al problema della guerra integrale e quindi della logistica integrale, che richiederebbe il massimo grado possibile di unificazione dei Servizi delle tre forze armale. Non si può dire che negli anni Venti tale unificazione, pure abbozzata, abbia progredito molto: qualche concreto accenno al problema si trova negli scritti del Valori,25 che però non ritiene possibile unificare il Servizio di artiglieria, perché le artiglierie dell'esercito e della marina hanno requisiti generali e caratteristiche balistiche diverse [ma sempre e in ogni caso? c<l è, 4ueslu, un motivo sempre valido? N.d.a.j. Si potrebbe invece, sempre per il Valori, unificare la sanità. la posta militare, i trasporti ecc.: discorso interessante ma che non trova la minima rispondenza nelle riviste militari, forse perché esse sono appunto riviste di forza armata. Tutta questa problematica per un verso o per l'altro non è certamente nuova. Più legato al clima autarchico dell'epoca un articolo del 1937 del maggiore commissario Cappelli sui recuperi,26 che contiene interessanti modalità per riutilizzare con criteri scientifici - avvalendosi anche dell'esperienza della precedente guerra mondiale - la gran mole di materiali e di materie prime che in guerra gli eserciti e le stesse industrie belliche scartano dopo l'uso. Uno dei pochissimi a risentire alquanto di motivi propagandistici del tempo è l'articolo del 1938 del Reisoli, il cui titolo è indicativo: Una strana le1:1:enda: il predominio dei popoli manRiatori di carne.27 Vi si vorrebbe dimostrare che per l'italiano medio mangiare molto meno carne dei tedeschi, francesi e inglesi (Kg 16 contro kg 50-60) è un vantaggio e una ragione di efficienza bellica, perché anche le legioni romane si nutrivano di legumi ecc .... Questi omaggi - parziali e contenuti - all'ottimistico clima del tempo rappresentano però dei casi isolati. Con titoli che già di per sé dicono molto, la massa degli interventi sulla Rivista di Commissariato non fa che sottolineare l'opportunità di non dimenticare le vecchie buone regole, specie riguardo al vettovagliamento delle truppe, alla sua impor-
A. Valori, Esercito e Marina, Milano, Mondadori 1933, pp. 95-99. C. Cappelli, Dalla fronte al/a fronte. i recuperi di guerra, "Rivista di Commissarialo" n. 2/1937. 2 7 ··Rivista di Commissariato" n. 5/1938. 25 2~
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tanza strategica, al suo inllusso sul morale. Citiamo i più significativi interventi (in successione cronologica, perché anche il periodo ha la sua importanza).
Anno 1937: IL benessere materiale e l'efficienza delle truppe (dott. Poppi). 211 Vi si combattono le tesi del generale Bobbio e dei sostenitori della logistica povera: "L'Esercito che è una realtà vivente, fatta essenzialmente di uomini, non può e non deve ignorare l'influenza del benessere materiale sullo spirito e sull'efficienza delle truppe, specie oggi che esso non vive più avulso dal Paese". 11 soldato può agevolmente sopportare un maximum di sacrifici solo se gli dà modo di rifarsi tempestivamente delle perdite di energia subì te; per questo il benessere del personale non è fine a sé stesso, ma è condizione indispensabile per la sua efficienza. Vitto, vestiario e casenna sono i tre termini indispensabili a una milizia bene ordinata: la privazione di determinati beni, il mancato soddisfacimento di bisogni primari rappresentano il pericolo più temibile per una compagine militare e ne minano il morale, la disciplina, in una parola il rendimento. Sconforto, demoralizzazione, scetticismo e sospetto sono immediata conseguenza della irregolarità dei rifornimenti. Nel concreto, la preparazione, l'approntamento, la distribuzione, la sost ituzione dei generi e materiali compresi nelle voci vitto, vestiario, equipaggiamento e casermaggio; il ricupero, la riparazione e la riutiliL.z:.uione di essi, coinvolgono in pace e in guerra una massa ingente dì interessi che, qualora non coscientemente tutelati, si risolverebbero in danno gravissimo per l'erario e indebolirebbero l'efficien.ra delle truppe, pregiudicandone in ultima analisi lo spirito militare.
Anno 1938: Nei ser11izi. il 11etto11agliamento, nel vettn11a1:liamento, il pane (ten. gen. Vincenzotti). 29 Si dimostra che la quantità dei generi e materiali per il vettovagliamento impegna da sola il 50% dei trasporti, e che mentre il problema del vettovagliamento può dirsi risolto una volta assicuralo il pane, il problema logistico è risolto una volta assicurato il vettovagliamento. Primum vivere, deinde philosophari (col. Reisoli):30 altra sottolineatura dell'importanza del vettovagliamento, delle sue connessioni con la strategia e della scarsa utilità delle belle frasi per risolverlo ("stringere la cintola non è un gesto eroico, significa solamente rassegnarsi alla disperazione": si può ordinare alle truppe di tenere duro fino a]la morte, ma non di digiunare). Ancora del "primum vivere ... " (cap. comm. La Rosa)3t: rifacendosi ali 'articolo precedente, ottimisticamente si dà ormai per avvenuta una
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"Rivista di Commissariato" n. 6/1937. "Rivista di Commissariato" n. 3/1938.
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"Rivista di Commissarialo" n. 4/1938.
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maggiore presa di coscienza dell'importanza dei Servizi, dimostrato anche dalla storiografia sulla recente campagna etiopica, che non trascura di mettere in rilievo l'apporto dei Servizi e gli inevitabili inconvenienti nel loro funzionamento. Anno 1939: Le "impedimema" (gen. Reisoli):32 importanza alluale (ma anche per le invitte Legioni), di quelle che i romani chiamavano le "impedimenta" (riserve di legnami, carreggio, macchine e viveri con il relativo personale specializzato, che appesantivano gli eserciti ma proprio come oggi erano loro indispensabili). Anno 1940: Tagliare i viveri al nemico fu sempre buona norma di guerra (gcn. Bollati);33 Riunirsi per combattere, dividersi per vivere? (gen. Rcisoli): 34 "si recidano dunque i rami vecchi del rigoglioso albero del sapere, ma l'amore per il nuovo non ci induca ad eccessi, non ci porla ad illazioni arbitrarie". Nel caso specifico, è in errore chi vorrebbe capovolgere una vecchia massima, sanzionando il nuovo principio "dividersi per comballere, riunirsi per vivere": la guerra rapida e decisiva richiede l'impiego della massa contro il punto vitale dell'avversario. e. come in passato, l'alimentazione logistica di una forte massa riunita non è affatto agevole, anche se non si pensa più di ricorrere alle risorse locali. Un altro omaggio al passato è, infine, un articolo dal titolo addirittura profetico, uscito proprio ali 'inizio della guerra: Le guerre si perdono e si vincono per le vettovaglie (ten. col. f.c. Reisoli).35 Dopo dovizia di riferimenti storici, il Reisoli richiama i passi delle Direttfre per l'impiego delle Grandi Unità del 1935 (vds. Introduzione) che vogliono le esigenze logistiche non "secondarie o subordinate" rispetto alle esigenze d'impiego ma con esse armonizzate, e così conclude: Il principio è rettamente enunciato. Ma - ciò che più interessa - a un problema posto con tutta limpidezza risponde una soluzione intravista, meditata e perfezionata con chiaroveggente intuito di valori. con seria ponderatezza di studi, con risoluta chiarità di propositi. In una attenta valutazione di possibilità e di mea:i; in un calcolo di concorsi dinamici considerati ed esperimentati in terra, in cielo e in mare; senza irrigidimenti assolutistici che vincolino ad angusti esclusivismi di procedimento e senza eccessive disinvolture che portino ad anche subordinate trascuranze, domina la convinta imposi,:ione di un criterio che reca una lineare impronta di realismo e dice una decisa e ferrata volontà: sono i servizi che devono spingere avanti le truppe. Tutto in questo e per questo: e la guerra, se verrà, e quando verrà, sarà vinta anche per le vettovaglie.
A che cosa è dovuto questo improvviso proliferare di articoli che,
"Rivista di Commissarialo" n. "Rivista di Commissariato" n. 34 "Rivista di Conunissariato" n. 35 "Rivista di Commissariato" n. 32 33
4/1939. 1/1940. 2/1940. 3/1940.
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senza polemiche dirette e per così dire nominative, invitano negli anni più "caldi" della preparazione alla guerra a non dimenticare certe buone vecchie norme che peraltro hanno sempre fatto parte del bagaglio elementare del vero comandante e attengono più che altro al buon senso? Non ci sembra un fatto casuale, né una difesa corporativa degli ufficiali dei corpi amministrativi: comunque sia, si tratta certamente della prova che le Direttive per l'impiego delle Grandi Unità del 1935 e la stessa strategia militare dal 1937 in poi non hanno trovato in campo logistico una risposta precisa e convincente. Convincente prima di tutto per coloro che i Servizi devono impostare e dirigere dal punto di vista tecnico, cioè gli ufficiali dei corpi amministrativi che, per abitudine, si chiedono sempre se i conti tornano.
Servizio di commissariato Panificazione, rifornimento delle carni, rifornimento e riparazione della biancheria in guerra sono gli argomenti più trattati sulla Rivista di Commissariato. Da ricordare anche, su Esercito e Nazione dei primi mesi del 1932, un accenno al vecchio problema dei depositi centrali sotto il profilo dei generi di commissariato. Anticipando la soluzione poi adottata con le nuove Norme 1:enerali per l' nr,qa11izzazio11e e fun zionamento dei servizi in KUerra uscite nel luglio 1932, il Chirico ritiene che sarebbe un errore accentrare a livello Comando Supremo i depositi centrali per il vettovagliamento, branca che richiede cure capillari e giornaliere; l'accentramento oltre a rendere assai pesanti i compiti del Comando Supremo a ciò preposto, nuocerebbe alla regolarità del servizio c al tempo stesso spingerebbe le armate ad appesantire i loro magazzini avanzati, con pregiudizio della mobilità. 36 Per tutti gli anni '30, e fino ali' inizio della guerra, il sistema di panificazione rimane quello di sempre: stessi materiali della prima guerra mondiale (forni rotabili mod. Weiss; forni carreggiabili e someg giabili mod. 1897) e stesso livello ordinativo che normalmente impiega le unità panettieri (armata). Si ritiene non necessario e non conveniente che le sezioni panettieri siano decentrate ai livelli inferiori, perché da una parte la disponibilità di automezzi consente di far giungere rapidamente il pane alle unità più avanzate, e dall'altra specie in un quadro di guerra di movimento non conviene appesantire le divisioni e i corpi d'armata con Servizi dal funzionamento assai delicato, che meglio possono funzionare a tergo (essi, ad esempio, abbisognano di grandi quantità di acqua e combustibili, non facilmente reperibili nelle prime linee). Già molto dibattuto in passato, il problema della panificazione anche negli anni Trenta può dirsi tutt'altro che risolto e dà ancora luogo
.1 6 G. Chirico, 1 rifornimenti in guerra - il deposito centrale viveri, "Esercito e Na~.ione" n. 2/1932.
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nel 1939-1940 a un dibattito tra ufficiali commissari sulla Rivista di Commissariato.31 La ragione è molto semplice: al di là della convenienza a mantenere una confezione accentrata, da una parte il pane finisce con il giungere al soldato in prima linea troppo vecchio, e dall'altra la sua confezione con i forni mobili lascia a desiderare per la qualità della cottura. Tenuto conto che è buona regola non distribuire il pane prima di 16 ore dalla confezione, o dopo 36 ore, in pratica il meccanismo di rifornimento è tale che - anche a causa degli imprevisti di guerra spesso il pane giunge alle truppe oltre la soglia massima di 3 giorni dalla confezione. Infatti, come ricorda il Merenda, si tratta di provvedere all'insaccamento del pane presso i centri di produzione. al carico presso le sta,ioni dei centri stessi. all' inoltro in ferrovia fino alle stazioni terminali, al proseguimento (con automezzi n.d.r.) fino ai posti di distribuzione e poi ai corpi. alla distribu,ione alla truppa , che infine consumerà il pane quando potrà.
Per rimediare a questa situazione di fatto, che rende poco pratico un meccanismo almeno apparentemente rispondete a criteri cli razionalità. i vari autori non concordano con la proposta del generale Dall'Ora, Intendente in Africa Orientale, secondo il quale "iu umi guerra sui fronti europei l'attenzione maggiore dovrà essere portata alla possibilità di panificazione con forni stabili in muratura, e rapidi trasporti del pane". né ritengono opportuno abolire, almeno nelle guerre europee, i forni mobili da campo. Si ritiene che la panificazione accentrata in grandi impianti stabili in muratura - organizzati su scala industriale e affidati magari a imprese civili -· consente parecchi vantaggi (prodotto migliore. economie di personale, combustibili e materie prime), ma non sempre sarà possibile disporre di tali impianti a conveniente e non eccessiva distanza dalle prime linee, e si deve anche tenere conto della minaccia aerea che non lo consente. Scartata anche la possibilità di decentrare la panificazione ai corpi d'armata e alle divisioni (a questa prospettiva rispondeva in origine la formula del forno rotabile mod. Weiss). tutti concordano sulla necessità di non adottare soluzioni unilaterali, ricorrendo fin che possibile a impianti fissi e quando ciò non è possibile e conveniente, tenuto anche conto della guerra di movimento, a forni mobili. Il Merenda accenna genericamente alla necessità di disporre di personale specializzato in misura sufficiente, e di non improvvisare il servizio ma di organizzarlo razionalmente fin dal tempo di pace, con dotazioni di forni di campagna e materiali moderni e in quantità sufficiente. 11 Chirico fa proposte migliorative più concrete e specifiche, che investono anche i criteri d'impiego e le dotazioni viveri e si riassumono nella ricerca di accorgi-
n L. Merenda, L'evoluzione del .~ervfrio d1 panificazione in campagna, "Rivista di Commissariato" n. 1/1939; G . Chirieo, La panificazione per le truppe in campagna. "Rivista di Commissariato" n. 3/1939: L. Rossa , /.n pn11ificn1ione in campagna, '"Rivista di Commissariato" n. 4/1940.
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menti per ridurre il tempo eccessivo che intercorre tra la confezione e il consumo, prevedendo: a) la riduzione da 16 a 10 o anche a 8 ore del tempo di raffreddamento iniziale, che comporta però una minore produzione giornaliera e quindi richiede un maggior numero di forni e personale; b) l'avvicinamento quando possibile dei forni mobili alle truppe, fino alle zone dei corpi d'armata e delle divisioni, mantenendoli peraltro alle dipendenze dell'armata. In vista di questa possibilità "occorrerebbe accelerare l'attuazione della motorizzazione dei forni Weiss per la quale gli studi e le prime esperienze sono già a buon punto" (dopo aver motorizzato in buona parte i forni nel 1918, negli anni Venti si era tornati al traino animale - n.d.r.); c) la sostituzione con galletta del pane della razione viveri di riserva che i reparti trasportano al seguito oltre alla razione di pane e carne della giornata. In tal modo l'intervallo di tempo tra produzione e consumo sarebbe ridotto di 24 ore, perché la necessità di far ruotare continuamente la razione di pane di riserva impone al soldato di consumare giornalmente quest'ultima, e non il pane giunto dai panifici, che a parte il tempo necessario per il raffreddamento e il trasporto, in tal modo invecchia di 24 ore anche presso i reparti. Trattando del rifornimento del pane alle truppe non viene considerata la possibilità che manchino i cereali e le farine, come pure era già avvenuto nel 1917. Mentre per i cereali si fa probabilmente affidamento sulle misure prese dal regime (battaglia del grano ecc.) per rendere autosufficiente I 'Italia e le sue forze armate in questo fondamentale settore, aspetti diversi assume il rifornimento della carne in guerra, perché vi è anche un problema di impianti. Dopo aver accennato alla convenienza e ali 'economicità del ricorso al rifornimento di carne congelata come nella guerra precedente (che tra l'altro consente l'integrale e ottimale sfruttamento dei prodotti provenienti dalla macellazione), a fine 1939 il tenente generale Quarto dopu accurata indagine sulla poten,1.,ialilà degli impianti civili e militari esistenti arriva alle seguenti conclusioni: 38 a) è ormai necessario provvedere non solo alla conservazione, ma anche alla congelazione delle carni, nell'ipotesi che i rifornimenti via mare siano interrotti; b) gli impianti esistenti consentono di far fronte alle esigenze del tempo di pace e della conservazione delle scorte per il tempo di guerra (8000 tonnellate, corrispondenti a soli I O giorni), ma non a quelle della congelazione delle carni in tempo di guerra, per la quale occorre una capacità giornaliera di I 000 tonnellate (800 per il consumo giornaliero e 200 per costituire una congrua scorta di un mese, equivalente a 24000 tonnellate);
Il.
38 A. Quarto, Il rifornimento delle carni in guerra. "Rivista di Commissarialo" 6/1939.
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e) dato che gli impianti esistenti - molto spesso antiquati e mal dislocati - consentono di congelare fino a un massimo di 200 tonnellate al giorno, in caso di interruzione dei rifornimenti provenienti da Paesi oltremare il servizio della carne congelata non sarebbe più possibile, e "si dovrebbe tornare all'organizzazione del pesante e dispendionissimo servizio deJla carne fresca, attraverso la ricostituzione dei deprecati parchi buoi"; d) per evitare questo, pur tenendo conto che l'Italia non dispone di abbondanti risorse zootecniche, si dovrebbe studiare l'impianto in zone ricche di bestiame o vicine ai possibili mercati d'importazione di 23 grandi stabilimenti di congelazione moderni, con potenzialità di 300 tonnellate al giorno ciascuno se gli impianti sono 2, e di 200 se sono 3. Questi impianti servirebbero, tra l'altro, a conservare in pace le scorte occorrenti per la guerra e fungerebbero anche da calmiere a beneficio dell'economia nazionale, macellando il bestiame in periodo di flessione dei prezzi per scarsità di risorse foraggere, e mettendo sul mercato le carni congelate in periodi di rialzo. La lavatura, rifornimento e riparazione della biancheria e del vestiario in guerra è una branca solo apparentemente umile ma importante per i rincssi igienici e sul morale, al tempo stesso molto difficile da gestire in modo soddisfacente e senza sprechi (anche in pace e anche in tempi molto recenti). L'argomento è trattato nel 1936 dal Chirico e nel 1940 dal La Rosa.39 Entrambi gli autori ritengono che, all'ano pratico, a poco servono le cosiddette lavanderie mobili da campo, usate in diversi modelli e in notevoli quantitativi nella guerra di Libia (1911- I 912), nella grande guerra (600 serie del solo tipo ..Comi" oltre a notevoli quantitativi prodotti da altre ditte) e nella guerra d'Etiopia (60 serie del tipo "Comi"). Questi impianti dati i requisiti necessari per il loro funzionamento (richiedono, ad esempio, non meno di 40 kg di acqua per 1 kg di biancheria da lavare, oltre a una superficie coperta di 450 mq per ciascuna lavanderia) sono legati al terreno e non possono seguire le truppe. D'altra parte, a causa della loro ridona potenzialità mentre non servono alle truppe di prima linea, sono insufficienti per i magazzini vestiario cd equipaggiamento d'armata (poiché sono in grado di lavare solo 15-20 quintali nelle 24 ore e quindi ne occorrerebbero circa 12-15 per armata, con conseguenti inconvenienti organizzativi). Ritenendo che le unità dell'esercito mobilitato non possono essere gravate con incombenze che non interessano da vicino la vita delle truppe, ambedue gli autori concordano sulla necessità che le lavanderie abbiano carattere di stabilimento territoriale, con il vantaggio tra l'altro di poter fare largo ricorso alla mano d'opera femminile. TI Chirico propo-
19 G. Chirico, Contributo allo studio del rifornimento degli 01111etti di biancheria in 11uerra. "RivisLa di Commissariato" n. 5/1936, e G. La Rosa. Sulla lavatura del corredo in guerra, "Rivista di Commissariato·· n. 5/1940.
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ne perciò di creare alle dipendenze degli organi di commissariato delle lavanderie militari fisse dislocate nei presìdi di maggior importanza, con potenzialità dai 50 ai 100 quintali al giorno, in grado di far fronte ad esigenze derivanti da aumenti di forza e di lavare anche gli oggetti di casermaggio, degli ospedali ecc; ciò richiede la riorganizzazione del servizio del bucato, fino a quel momento affidato a piccoli assuntori civili convenzionati con i corpi, che rispondono di questa branca. E poiché al livello di armata, secondo le Norme del 1932, devono essere disponibili non solo gli oggelli necessari per procedere al rinnovo di quelli logori, ma anche quelli che servono per il cambio della biancheria presso le truppe, il Chirico sulla base del l'esperienza della guerra mondiale ritiene necessario l'aumento delle dotazioni del magazzino vestiario ed equipaggiamento di armata (ad esempio: 330000 camicie di cui 80000 per il rinnovo e iJ resto per il cambio; 325000 mutande di cui 75000 per il rinnovo ... ). Il La Rosa ritiene che, sulla base delle prescrizioni contenute nelle Norme del 1932, l'attività che in ogni caso deve essere sempre presente nell'amhilo dell'armata è la raccolta della biancheria da lavare: presso i magazzini d'annata sarà pertanto costituito in permanenza solo il reparto vestiario ed equipaggiamento, mentre gli altri reparti (recupero e lavanderia) saranno costituiti solo se sono disponibili sul posto gli impianti e la manodopera civile necessari. Soprattutto, per La Rosa l'organizzazione di pace del servizio deve essere in grado di passare senza scosse a quella di guerra, abbandonando i presupposti prevalentemente economici sui quali fino a quel momento si è retta per dare priorità alle esigenze funzionali del tempo di guerra: come? Abbandonando definitivamente l'attuale assunlore, ponendo sul mercato una domanda dell'amministrazione miliLare fondala, non su un servizio domestico ed artigiano, strettamente commisuralo alla media del fabbisogno annuale, ma su un servizio a carattere industriale, commisuralo alle punte del maggior bisogno e suscettivo di rapido e sicuro potenziamento. Questo sotto il punto di vista militare. Sotto il punlo della visLa tecnico ed economico, esonerando i corpi da un servizio che è estraneo alla loro attività militare ed inserendolo nelle naturali attribuzioni degli organi di commissariato: ciò, fra l'altro. consentirebbe un'adeguata preparazione del personale che poi è chiamato ad attuarlo in guerra.
In questi termini, la proposta del La Rosa non è di poco peso, investe J•antico problema di alleggerire il livello di corpo da incombenze ammissibili solo in era pre-industriale e, al tempo stesso, lascia capire che gli organi specializzati dei Servizi dovrebbero estendere verso il basso e al livello esecutivo le loro attribuzioni, anziché limitarsi alle direttive e al controllo tecnico. Importante anche l'accenno - che vale per tutti i Servizi - alla necessità di una stretta saldatura tra organizzazione di pace e organizzazione di guerra, saldatura tradizionalmente trascurata in omaggio alla filosofia ottocentesca (di origine francese) che lo stato di guerra per l'Amministrazione militare è un fatto eccezionale, da af-
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frontare con speciali provvedimenti a sé stanti e ben distinti da quelli di pace (secondo questa concezione, la guerra non sarebbe quindi il costante obiettivo, il fine ultimo a cui tende l'organizzazione militare nelle sue varie espressioni, anche in pace). La visione del La Rosa non è del tutto nuova, ma riprende taluni dei motivi salienti di un dibattito del 1935 sulla confezione, lavatura e riparazione del corredo militare, che vengono effettuate come sempre interamente a cura dei corpi, avvalendosi dei capi-sarti e capi-calzolai per la confezione e/o riparazione e di assuntori civili per la lavatura del corredo (dal canto loro, come sempre i magazzini centrali forniscono le stoffe e materie prime e l'opificio militare di Torino i modeJli). 40 Si tratta di soluzioni organizzative anch'esse pre-industriali, che aggravano il lavoro dei corpi senza assicurare un soddisfacente andamento del Servizio. Jl capitano di amministrazione De Biase apre il dibattito definendo un "palliativo regolamentare" la presenza presso i corpi di un "ufficiale al taglio" che dovrebbe controllare se la confezione del vestiario da parte del capo-sarto avviene a regola d'arte, ma è privo delle cognizioni tecniche necessarie e quindi non può scoprire quelli che potrebbero essere definiti i trucchi del mestiere Il lenente in congedo Bernatti aggiunge che le commissioni di collaudo nominate presso i corpi ai sensi dell'Art. 376 del regolamento di amministrazione 1927 e composte da 3 ufficiali (di cui un comandante di compagnia), sono a loro volta incompetenti, quindi presso i corpi nessuno è in grado dt controllare bene il corredo. U sistema della confezione a questo livello, aggiunge il Bernatti, comporta un notevole aggravio burocratico per preventivi di materie prime, richieste, assegnazioni ecc. e rende necessarie numerose spedizioni: ad esempio, solo per la giubba di panno mod. 33 l'opificio di Torino deve spedire a 250 Enti 6500 serie di modelli di carta e 250 campioni con confezione dei relativi colli, che ali 'arrivo devono essere aperti in presenza di un ufficiale. Per ovviare a questi inconvenienti il Bernatti propone di impiantare alcuni opifici centrali militari con macchinari moderni e organizzazione di tipo industriale, in grado di confezionare il corredo per tutti i corpi di uno o più corpi d'armata territoriali, e di spedirlo a destinazione. I corpi si limiterebbero a richiedere i capi di corredo alle direzioni di commissariato, che inoltrerebbero la richiesta al Ministero per l'ordine esecutivo agli opifici. Secondo il Bematti, il sistema offrirebbe molteplici vantaggi: alleggerimento di oneri impropri per i reparti, semplificazione della contabilità e delle spedizioni, economia. Non vi sarebbero tempi morti nelle lavorazioni, perché in assenza di ordini di lavorazione gli opifici fabbricherebbero oggetti che non hanno bisogno di indicazione di taglie (asciugatoi, borse di pulizia, ecc.). 401° Cap. Amm. De Biase, l'ufficiale al raglio e il tagliatore. "Le Forze Annate" n. 954/1935; Ten. V. Bernaui, Il corredo militare. "'Le Forze Armate" n. 977 e 979/1935 e La man111enzione del corredo nel/" esercito . ..Rivista di Commissariato" n. 6/1940; Col. V. Ciricllo, Il corredo mili1are. "Le Fone Annate" n. 998/1935.
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Questi sarebbero già grandi ventagli in tempo di pace: ma i maggiori vantaggi si avrebbero, per il Bernatti, in tempo di guerra, perché sarebbe assicurata una r.v.ionale confezione in serie evitando gli inconvenienti del '15-' 18, quando lo Stato per supplire in qualche modo alla ingente e imprevista richiesta di oggetti di corredo era stato costretto ricorrere a comitati e imprenditori improvvisati, inaugurando un sistema "tuttora sorretto con primordiali strumenti e con mezzi di fortuna da occasionali imprenditori". E qui il Bematti ricorda di aver visto durante la guerra in una città dell'interno, "un improvvisato caposarto che tagliava alti strati di panno destinati a confezioni militari, con un coltello da salumiere ... ". Poiché anche i servizi del bucato e delle riparazioni sono organizzati in modo del tutto artigianale, fanno capo a due diversi assuntori e applicano tariffe variabili a seconda dei corpi e delle riparazioni compiute (richiedendo di conseguenza lunghi elenchi e laboriosi controlli), il Bematti propone di adattare anche in questo caso un sistema industriale e più moderno, affidando le due branche a un unico imprenditore a quota fissa giornaliera (così come da tempo fanno. senza che ne risultino inconvenienti, gli ospedali e i collegi civili). L'assuntore manterrebbe un laboratorio in caserma per le riparazioni speditive, e ogni 'iettimana. in un giorno prefissato, ritirerebbe i sacchetti individuali della biancheria sporca e riconsegnerebbe la biancheria pulita, stirata e riparata. Interviene infine il colonnello commissario Ciricllo, che attenua gli inconvenienti del vecchio sistema messi in luce dal Bernatti e ridimensiona i vantaggi ùelle nuove solu/.ioni da 4ucst'ultimo indicate. Secondo il Ciriello, i controlli del corredo presso i corpi non richiedono specifica competenza tecnica e con un po' di buona volontà gli ufficiali d'Arma possono benissimo apprendere le cogniz.ioni necessarie. Inoltre il vecchio sistema sfrutta di più la mano d'opera locale e meglio si adatta per i numerosi reparti di guarnigione lontano dai grossi centri. Il nuovo sistema diminuisce la burocrazia ma non di molto, risulta forse più costoso del vecchio e non dà molta garanzia di eliminare taluni inconvenienti, come la po:.:.ibilità di frodi da parte dei fornitori. Il Ciriello riconosce tuttavia il cattivo funzionamento del Servizio in guerra, e anche se non concorda sull'utilità del ricorso a un unico assuntore per il bucato e le riparazioni, ammette che "merita attento studio" la proposta di affidare la confezione del corredo agli organi di commissariato e non ai corpi, con esclusione però del ricorso a imprese private. Il dibattito non ha termine nel 1935 e con l'intervento del Ciriello: nonostante i forti aumenti della forza dell'esercito e le campagne di guerra al di fuori dei confini nazionali, i problemi prospettati dagli autori prima citati non trovano alcun concreto sbocco e nel 1939-1940 il dibattito viene ripreso sulla Rivista di Commissariato dai due più autorevoli scrittori in materia, il maggiore Gregorio (n. 4/1939) e il maggiore La Rosa (n. 4 e n. 5/1940). ambedue concordano sostanzialmente con il Bernatti sull'opportunità di alleggerire i corpi delle mansioni relative alla confezione, riparazione e lavatura del corredo, sviluppando l'industria privata (peraltro al momento poco efficiente, specie in fatto di lavanderie)
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e coinvolgendo direttamente gli organi direttivi ed esecutivi periferici di commissariato. Ad esempio, secondo il Gregorio i magazzini di casermaggio potrebbero trasformarsi in organi tecnici per il taglio meccanico degli oggetti di corredo da consegnare poi all'industria privata per la confezione, e inoltre provvedere al recupero e alla riparazione degli oggetti stessi.
I problemi del rifornimento delle munizioni
li rifornimento delle munizioni già nella prima guerra mondiale era stato uno delle principali preoccupazioni degli Stati Maggiori, fino ad essere ritenuto uno degli aspetti principali dell'azione di comando ai più alti livelli, e non una branca tecnico-logis6ca da lasciare alle Intendenze. Ricordiamo anche che - sempre nella prima guerra mondiale il fattore principale che veniva preso in esame prima di decidere un 'offensiva strategica era la disponibilità o meno di artiglierie e di enormi quantità di munizioni. Il problema nel nuovo quadro della guerra di movimento viene ampiamente trattato sulla Rivista di Arti1?fieria e Genio, non senza le solite, indebite concessioni alla filosofia dell 'alleggerimento o richiami ad antiquati e mediocri espedienti, come quelli della severa parsimonia e disciplina nel consumo delle muni/ioni, dei quali già si parlava al tempo della guerra di Libia. Ad esempio nel maggio 1935 l 'Ispettorc dcli 'artiglieria generale De Pignier, riferendosi a un precedente articolo del generale Trez1.ani. riconosce le difficoltà del rifornimento delle munizioni in guerra di movimento, che richiede un "volume impressionante" di trasporti logistici da organizzare prevalentemente nell'arco notturno. Ma non considerando bene il detto delle Direttive del 1935 che "senza fuoco non si avanza", anziché esaminare il problema dello scaglionamento delle dotazioni, dei mezzi di trasporto e dei meccanismi di rifornimento, in omaggio alla moda del tempo intende anch'egli "alleggerire" e limitare aprioristicamente esigenze e consumi, cioè risolvere il problema ignorandone i reali termini: l'aumento delle artiglierie organiche alla Divisione, da taluni invocalo, appesantirebbe quindi a doppio tilolo detta G.U., rendendola meno idonea ad azioni pronte e vivaci. Sarebbe cioè in antilcsi perfetta con la concezione della guerra di movimento: molto opportunamente quindi gli stati maggiori reagiscono a quei desideri. Cosl pure molto opportunamente le nostre D .G .U. proclamando l'opportuni1à dell'azione a massa, la vogliono regolata dal comandante di G.U. nel quale vogliono accentrato l ' impiego del fuoco. Specialmente in guerra di movimento occorre sapere spendere le munizioni col criterio del padre di famiglia prudente, che ai propri figli non fa mancare nulla di quanto è indispensabile, ma che non dà loro il superfluo, pur sapendo, all'occasione, figurare da gran signore. All'oculato consumo delle munizioni, sono, non dico interessati, ma impegnati non solo i più alti comandanti, ma anche gli esecutori di qualunque arma: per l ' artigliere l' impegno si assolve mediante la pcrfeua preparazione professionale, che so-
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la può rcalinarc un giusto ed onesto equilibrio fra consumo fauo e risultati conseguiti.41
Di ben altro tono un articolo dei primi mesi del 1936 del colonnello Frondoni,42 il quale premette - e ciò vale prima di tutto per le munizioni nella guerra di movimento - che il problema dei rifornimenti si è fatto sempre più vasto, complesso e arduo da risolvere, perché alla crescita esponenL.iale dei consumi dovuti ai progressi tecnici e all'aumento delle arrni di reparto non ha corrisposto un pari sviluppo delle reti stradali e dei mcai di trasporto, a cominciare dal mezzo automobilistico. Il Frondoni calcola che per rifornire di due sole giornate di fuoco 43 due divisioni e una non rilevante aliquota di artiglieria (organica e di rinforzo) agenti in terreno montano, con previsioni e supposti relativamente ottimistici, itinerari interamente percorribili da automezzi e a totale disposizioni e nella stagione più favorevole, occorrono 4 giorni di tempo, 1/4 dell 'autoraggruppamento di armata e 150 uomini di fatica. Ricordando che in alcune azioni della grande guerra si sono avuti consumi giornalieri molto maggiori e che rifornimenti della mole e complessità di quelli prima esaminati possono rendersi necessari anche al.ione durante, il Frondoni accenna alla "forrnidabile gravità dell'argomento" e al "ricorso che si deve fare a tutte le risorse intellettuali, tecniche e morali perché esse armonicamente concorrano allo studio del problema". Nel 1937 il colonnello d'artiglieria Zauli 44 si sofferma sull'importanza della rete stradale, specie in montagna ove diminuisce la capacità logistica delle comunicazioni mentre aumentano le esigenze logistiche, e sul pericolo frequente dalla sua saturazione quando si devono far vivere e combattere unità moderne: è quindi indispensabile tenere conto della rete delle comunicazioni prima di decidere la densità degli schieramenti di artiglieria o di richiedere e concedere assegnazioni di unità di artiglieria extraorganiche. Nello stesso armo 1937 il generale Monti45 accenna alla necessità di apportare modifiche alle Norme del 1932, che non entrano in particolari 41 A. De Pignier, L'artiglieria in guerra di mo\limento, "Rivista di Artiglieria e Genio" aprile-maggio 1935. 42 C. Frondoni, Il rifornimento munizioni sul campo di hallaglia. "Rivista di AIliglieria e Genio" maggio 1936. 43 Per Giofu (giornata di fuoco) si intende "unità di misura logistica riferita al munizionamento delle anni a tiro indiretto (artiglieria e mortai), espressa in colpi per arma al giorno" (Pub. SME n. 5R95 Nomenclatore Militari Esercito - cd. 1984, p. 57). La Gio. fu. è 51ala intro<lolla nella prima guerra mondiale.li 11ome11clatore Orga11icoTattico-Logistim 1936 non parla di Giornata di fuoco ma di Unità difuoco, " unità di misura per il muniLionamento definito per ciascuna arma o tipo di arma. È lermine conven.tionale usato nei calcoli relativi alla consistenza dei maguu.ini e depositi muni,r.ioni e negli ordini per la costituzione di cvcnluali scorte "in previsione di azioni". 44 A. Zauli, La densità degli schieramenti di artiglieria in relazione al problema dei rifornimenti, "Rivista di Artiglieria e Genio" gennaio 1937. 45 E Monti, Rifornimento delle munizioni con particolare riguardo alla guerra di mo\limento. "Rivista di Artiglieria e Genio" luglio 1937.
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per quanto riguarda il rifornimento munizioni. In merito egli cita la circolare del Comando Corpo di Stato Maggiore n. 11663 del I O mar/O 1937, che intende limitare maggiormente la possibilità di effettuare depositi a terra e trasbordi, cambia la denominazione dei "posti di distribuzione e avviamento munizioni" in "posti di avviamento munizioni" (in quanto devono solo avviare le munizioni alle batterie e ai corpi, sugli stessi automeai che le trasportano dai magazzini di armata senL.a costituire volani) e infine considera la possibilità di effettuare rifornimenti di munizioni (specie per armi portatili e automatiche) ricorrendo anche ad aerei. Oltre ad approfondire quest'ultimo problema il Monti. considerando che sui tempi occorrenti per il rifornimento munizioni incidono quattro fattori principali (carico da trasportare, tempo per il carico e lo scarico, distanze da percorrere, condizioni della viabilità) indica una serie di provvedimenti per rendere il serviL.io più aderente alle necessità della guerra di movimento: a) prevedere una dislocazione più avanzata sia dei magazzini d ' artiglieria d'armata e relative aliquote, che dei posti avviamento munizioni. La distanza corrispondente a mena tappa automobilistica (60 km) tra que<.ti due organi prevista dalle Norme del 1932 è eccessiva, anche perché tale da non consentire la riutiliuaL.ione degli automezzi nelle 24 ore: b) rendere possibile presso i maga77ini d'artiglieria d'armata il carico e lo scarico contemporaneo di più autosezioni; c) avviare il più possibile le colonne munizioni (già ripartite all'atto della partenL.a per carico e specie) direttamente allo scarico presso le batterie (squadre munizioni dei R.M. V. - reparti munizioni e viveri di gruppo) dando la precedenza alle batterie ippotrainate, perché quelle autotrainate disponendo di automeu.i possono all'occorrenza rifornirsi anche con propri meni più indietro; d) costituire !come già nel 1915 - N.d.a.] autosezioni munizioni adibite esclusivamente al rifornimento di munizioni di artiglieria, con automezzi e rimorchi speciali intercamhiabili con quelli che hanno già in distribuzione i reggimenti di artiglieria di corpo d'armata, celeri e motorizzati, in modo che quando l'autoseL.ionc giunge al R.M.V. lascia gli autocarri munizione carichi e riporta indietro quelli vuoti Icome avveniva per i cassoni d'artiglieria fino al 1915 - N.d.a.]; e) fare largo impiego di autocarrette appositamente attrezzate per il trasporto munizioni; f) alleggerire, specie in fase di preparazione e azione, il traffico stradale degli altri Servizi, dando la priorità al rifornimento più cssenL.iale, quello delle munizioni, e adottando speciali mezzi aerei per il trasporto di viveri, vestiario, feriti e malati e munizioni per armi portatili, così come suggerisce il generale Visconti Prasca nel suo libro La guerra decisiva. A questa visione troppo ottimistica e anzi miracolistica dell'impiego del mezzo aereo corrisponde una scarsa considerazione per i riflessi dell'offesa aerea sull'organizzazione logistica e sullo scaglionamento
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delle dotazioni. Una delle poche eccezioni è un articolo (Rivista di Fanteria n. 9/1936) del tenente colonnello di Stato Maggiore Giorgio Liuzzi (figlio del celebre - in campo logistico - Guido e Capo di Stato Maggiore dell'Esercito nel secondo dopoguerra), profetico e implicitamente critico per le Norme del 1932 che, come già si è visto, trascurano il problema. Il Liuzzi ha una visione non riduttiva e realistica delle effettive possibilità di impiego del mezzo aereo in campo logistico, che nonostante l'esperienza della guerra d'Etiopia saranno a suo giudizio pur sempre limitate, almeno fino a quando non saranno disponibili mezzi più moderni e costruiti ad hoc (come l'aereo-treno sperimentato dai russi, che traina diversi alianti, o come I'"autogiro" cioè l'elicottero di oggi). Sono i Servizi di 2' linea ad essere più esposti all'offesa aerea, perché quelli di I a linea hanno dimensioni più ridotte, sono meno visibili e più facilmente occultabili e mimetizzabili. Occorre pertanto spingere in avanti, verso le armate, solo gli organi e le dotazioni che rispondono a esigenze immediate, e soprattutto le pesanti formazioni dei Servizi di 2' linea devono essere frazionate, intervallate e scaglionate in profondità di regola (e non eventualmente. come prevede la regolamentazione vigente). Diversamente da quanto prevede La regolamentazione, esse devono anche essere rese parzialmente mobili con mezzi di trasporto in proprio, in modo da rendere possibili pronti e rapidi spostamenti. [ movimenti diurni vanno evitati: quando ciò non è possibile conviene far muovere le truppe di giorno e i trasporti logistici di notte, sia perché le truppe sono meno vulnerabili agli attacchi aerei, sia perché è buona norma non stancarle. Tutti gli autori prima citati mostrano di rendersi ben conto della maggiore complessità e difficoltà che incontra il rifornimento munizioni nella guerra di movimento, e questo è un merito non piccolo in tempi in cui anche il cannone - come si è visto - rischia di diventare un mero fattore di appesantimento e non una componente di base per assicurare la progri::,,:e.ioni: 111 avanti. Si:111bra pi:rò prt!vali:ri: l'i::e.igeni;a Ji a:s:sicurari: movimenti rapidi in tempi contenuti, più che la potenza e la massa di fuoco necessaria per sfondare le difese avversarie: il nemico non è solo il tempo! Il pericolo di attacchi aerei - fatta eccezione per il Liuzzi non è molto considerato, e ci si preoccupa - giustamente - dell'intasamento delle strade, ma non altrettanto della quantità dei mezzi di trasporto organicamente necessari e della loro possibile assegnazione anche ai minori livelli. Nel complesso, quindi, anche i rimedi suggeriti dal Monti sembrano dei palliativi, e addirittura fantasiosa è la pretesa di riservare le strade ai trasporti di munizioni, alleggerendo il traffico stradale con il ricorso per gli allri Servizi ai rifornimenti aerei (subordinati, oltre che al dominio dell'aria da parte dell'aviazione amica, alle condizioni atmosferiche e alla disponibilità di mezzi idonei).
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Tralporti a motore, trasporti a traino animale e salmerie Negli anni Trenta è convinzione comune che l'automezzo - anche se tende a sostituire verso l'avanti il traino animale- non può sostituire del tutto le salmerie e verso l'indietro specie sui lunghi percorsi non può sostituire le ferrovie. Orientamento, questo, tutt'altro che antiquato, visto che il mulo è stato abolito nelle unità alpine solo nel 1989 e che vi è tuttora chi sostiene l'utilità delle salmerie per l'artiglieria da montagna, nelle fasce di terreno alpino dove anche recentissimi mezzi a motore speciali incontrano serie, anzi invalicabili limitazioni d 'impiego.46 Come già negli anni Venti, la ferrovia non risente troppo del pur forte pericolo di offese dall'alto e conserva tutta la sua importanza. Nel 1936 il tenente colonnello di Stato Maggiore Marioni non concorda con i contenuti di un articolo di Marce! de Cominck dall 'eloquentc titolo "La mort du rail'', e ritiene che anche nel nuovo quadro della guerra di movimento le ferrovie rappresentano le arterie principali indispensabili se si vuole ottenere una radunata rapidissima, mentre i trasporti automobilistici. come già nella prima guerra mondiale, non sono che "le vene capillari": esse sono insostituibili per trasporti su lunghi percorsi (su peri ori ai 200 Km), e per trasporti d'urgenza ai livelli superiori al corpo d'armata.47 Anche lo Spinelli, nel suo libro sui trasporti ferroviari della prima guerra mondiale, afferma nel 1936 che almeno dal punto di vista logistico le ferrovie, là ove ci sono, non perdono la loro importanza: solitamente si dice che la ferrovia ha fatto ìl suo tempo, anche dal punto di vista strategico e logistico. Ora, per il lalo strategico, nessun dubbio che, dopo l'invenzione dell'aeroplano le vecchie concezioni della ferrovia al riparo dell'offesa nemica, siano cadute. Ma per l'aspello logistico bisogna distinguere tra la guerra in un paese servito o non servito da ferrovie. Per il caso del paese servito in misura adeguata, s'intende - è certo che la ferrovia è il solo men.o capace d1 effettuare trasporti di massa alle più grandi distanze ...48
Si tralla ora d1 vedere se e in che misura il ruolo dei trasporti a motore per via ordinaria - con particolare riguardo ai Servizi - negli anni Trenta viene visto in modo diverso rispetto agli anni Venti (Cfr. capitolo Hl). Premesso che - non bisogna mai dimenticarlo - la prospettiva strategica di fondo rimane quella di una guerra europea in terreni difficili, prevale la tendenza a sostituire interamente, anche nelle prime linee, il carreggio a traino animale con automeui, assicurando però i trasporti più importanti a immediato ridosso della linea del fuoco con le salmerie, viste come il mezzo di trasporlo che al momento è ancora 46 N. Pignalo, Non mulo a motore ma mulo e motore per le nostre truppe alpine. RID n. 12/1989. 4 7 G. Marioni , Le ferrovie e gli autome:z:i nelle operazioni militari, "Rivista di 1-'anteria" n. 5/ 1936. 48 O. Spinelli, Trasporti di RUPrrn , Rnm:i , Fct Trnsporti e Lavori Pubblici. 1936, pp. 55-56.
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il più adatto per portare al seguito immediato del fante i materiali di impiego più importanti (armi e munizioni). Anche gli organi logistici delle unità d'artiglieria tendono ad essere motorizzati, e il colonnello Camèra nel 1938 dopo aver indicato il ruolo dell'automezzo nel "prolungare, integrare, sostituire i mezzi di trasporto ferroviari" cosl riassume l'orientamento generale da adottare in tema di motorizzazione dei Servizi: Potevano forse aver ragione quei critici militari che, trattando dell'argomento nel periodo 1920-925, auspicavano l'abolizione del carreggio e traino animale, vedendo per i trasporti militari il passaggio diretto dal mulo all'automezzo. La carretta con i suoi 500-600 kg di carico utile costituisce ancora oggi per molti reparti l'elemento necessario. Se però si riuscisse a rivedere i caricamenti, a sfrondarli del superfluo, a ritirare materiali ad alcuni reparti alimentari per accentrarli in altri di ordine superiore, sarebbe oltremodo conveniente e redditizio sostituire alla carretta l'automezzo. Si tratterà di autocarri piccoli, di limitata portata. di buone prestuioni, qualità che riunite insieme costituiscono un autoveicolo che, se ben rispondente dal lato militare, trova poco utile impiego nella vita civile per la sua scarsa economia. Queste ragioni fanno ben comprendere la convenienza di abolire per quanto possibile nelle formazioni dei servizi i quadrupedi che consumano sempre, anche quando non lavorano; che trasportano poco; che sono soggetti a malattie; che interferiscono col loro numero nei rifornimenti. Tutti gli eserciti moderni hanno naturalmente provveduto alla parziale, se non totale, motorizzazione dei servi.li e dei benefici effeni si sono subito palesati. Qualcuno, che si è spinto un po' troppo e che ha voluto estendere il provvedimento anche alle truppe, ha avuto modo di constatare che non conveniva essere totalitari e che i quadrupedi non possono esser emessi del tutto da parte [...1. li carreggio regolamentare è rimasto come transizione, diremmo quasi come na turale uso di tutto il materiale esistente. costoso ed ancora efficiente. Esso va pertanto adoperato anche per fruire del notevole quantitativo di quadrupedi che la Nazione può mettere a disposizione delle forze armate. Si tratterà perciò di stabilire [...] se lo stesso dovrà o meno figurare nelle formazioni dei servizi ed i limiti di impiego per le unità di ordine superiore, nelle quali la possibilità di manovra dei mezzi, per il loro preventivo accentramento, fa riferire scnz' altro il traino meccanico. Però gli automezzi, salvo le volute eccezioni, se agiscono bene sulle strade, sia nelle retrovie che nelle zone prossime alle posizioni sulle quali si combatte, conviene non sernno troppo sotto. La loro vis.1b1htà e la facile vulnerabilità cons1g1iano d1 tenerli alquanto lontani. Ecco perchco la motorizzuione integrale non può considerarsi raggiungibile, almeno verso le prime linee. Ma a misurn che ci si allontana, l'autocarro diviene il padrone assoluto dei trasporti militari e come tale dev·essere considerato [... ]. La velocità dell'automezzo, anche per movimenti in colonna, pcrmcUc oggi di considerare tappe giornaliere automobilistiche del! 'ordine di 150-200 chilometri; la qual cosa pone subito in rilievo la convenienza di scaglionare in profondità i magazzini di armata e tenerli mollo più lontani dalla zona operativa di quanto non si riteneva, né si poteva fare in passato. Qualcuno potrà pensare che il problema sia reversibile e che se si allontanano i magazzini, occorre organizzare sempre meglio il fascio stradale, su c ui far muovere gli automezzi. Fra le due possibilità sembra preferibile quella di allontanare i magazzini che sono clementi vulnerabili, mastodontici, facili a subire intralci nel funzionamento, che si ripercuoterebbero in maniera molto sentita sulle unità operanti.49
49
R.M. Camèra, Art. cit ..
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Le artiglierie da campagna non appartenenti a divisioni motorizzate o corazzate tendono a rimanere almeno in parte ippotrainate o someggiate, come del resto avviene in tutti i principali eserciti, non escluso quello tedesco.50 In questo settore, rimane lo stesso orientamento della fine degli anni Venti, non smentito dalla guerra (limitate e spesso in terreno difficile) di Etiopia e Spagna, e così riassunto nel volume Esercito anno X: arduo problema è quello del trnino delle artiglierie, date le caralleristiche dei nostri terreni montani e le difficoltà che vi sono connesse, agli effetti del transito fuori delle strade e anche lungo le strade[ ... ]. Rimane, comunque siano progrediti i mezzi di traino meccanico o di autotraino, il someggio, c;he ha ,empre 1e,o e rt:nderà ancora tanti preziosi 5ervizi nelle operazioni in montagna ...s1.
Nel I940 con l'impiego di salmerie o materiali a traino animale fino a ridosso delle prime linee non vengono evitati gli inconvenienti che si temevano spingendo gli automezzi fino alle prime linee. Scrive il generale Pagano che. nella battaglia di Francia del 1934 i francesi avevano un ottimo cannonc ino da 37 mm; senonché esso era ippotrainato e le pariglie, nella prima difesa della Mosa, furono uccise e disperse dal bombardamento aereo, sicché le anni restarono immobilizzate sul terreno e con poche munizioni. E furono abbandonate per l' impossihilità di trainarlc.~2
Nelle manovre òel tempo di pace (ad esempio, quelle del 1936 in Irpinia)53 acquistano comunque importanza i rifornimenti logistici a domicilio fino alle unità avanzate, e la conservazione delle salmerie e di un'aliquota di carreggio nei reggimenti di fanteria non è da tutti vista con entusiasmo. In una lettera del 1937 alla Rivista di Fanteria54 il maggiore Raspo ritiene che le salmerie e il carreggio del reggimento (150 quadrupedi) potrebbero essere ridotti del 60% e sostituiti con autocarri e autocarrettc (con organico di guerra triplo rispetto a quello di pace, cioè 9 autocarri e 9 autocarrette ): lo stesso si deve fare per 1'artigl ieri:i divisionale. Secondo il Raspo i quadrupedi costano, perché mangiano anche quando non servono; se manca il carburante nazionale, si possono costituire delle riserve, e riducendo i quadrupedi si creano anche di-
so Nel settembre 1939 solo 16 delle 103 divisioni tedesche erano completamente motorizzate o corazzate. Le divisioni di fanteria, cioè la massa della Wehrmacht, avevano in organico 942 veicoli motorizzati o corazzati, numero cospicuo ma non sempre raggiunto effettivamente. e comunque tale da consentire il trasporto solo di un uomo su 6; la maggior parte delle provviste veniva trasportata con carreggio a traino animale (E.N. Luttwak. StrateRia, Milano, Riuoli 1989, p. 348). 51 L. Chatrian-E.G. Torcili, Op. cit .. p. 155. 52 S. Pagano, Swrmi aerei e divisioni corazzate, Roma, Tip. Regionale 1941 , p. 146. 53 S. Piazzoni, le grandi manovre nelflrpinia, "Nazione Militare" n. 8-9/1936. 54 "Rivista di Fanteria" n. 9/1937.
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sponibilità di moneta aurea, perché si trasformano i quadrupedi stessi in denari, che poi diventano automezzi: cosa rappresentano quelle poche ottocentesche carrcue (rimodernate e alleggerite nel 1870) in dota,ione ai reggimenti. trainate il più delle volle da due quadrupedi, per trasportare ad una velocità di 4 km/h 5-6 quintali appena di roba?
D'altro canto, se gli automezzi richiedono delle operazioni tecniche alle quali le unità e i Quadri di minore livello sono poco preparati (manutenzione, rifornimento pezzi di ricambio, istru.i:ione dei conduttori ecc.), anche i numerosi quadrupedi dei reggimenti di fanteria creano dei problemi. In una lettera del 1937 alla Rivistu di funteria 55 il capitano veterinario Godano. pur non negando l'utilità delle salmerie in determinati terreni, si sofferma sull'antica esigenza, che periodicamente riaffiora. di addestrare meglio i conducenti e i Quadri preposti alle salmerie, istituendo in ogni divisione un corso per conducenti diretto dall'ufficiale superiore veterinario, mentre 1'ufficiale inferiore veterinario dovrebbe essere egli stesso il comandante della salmeria, consentendo tra l'altro il risparmio di un ufficiale d'Arma: tutto questo personale dovrebbe essere predes1gnato per l'assegnazione, in cuso di mobilitazione, a re parti salmerie. In tempo di pace i reggimenti hanno (come sempre, e anche nel secolo XTX) pochi muli, adibiti non al someggio ma al traino delle carrette da battaglione per csigen.i:e di vita giornaliera: in tal modo, poiché solo in caso di mobilitazione le unità si completano di salmerie, il personale non si addestra, e nasce una serie di inconvenienti assai antichi: come conducenti sogliono destinarsi militari non sempre adaui; come comandante della salmeria stessa. il più delle volte. viene assegnalo un ufficiale di complemento che, forse. nella sua vita civile non ha mai visto la coda di un mulo. CompleLanu l'organico uno o due ufficiali dcli' Arma e un subalterno veterinario, cui suole affidarsi la cura di una o più salmerie della brigata. Ed in quanto agli animali che devono costituire la salmeria. e che provengono alla prccetta7ionc o dalla requisi/ione, che si compie durante la mobilitazione, non tutti sono abituati al someggio, e Lrovano intanto al loro arrivo un personale. che non solo non ha avuto nessuna istruzione particolare per fare il conducente, ma che spesso non conosce il modo come avvi cinare una bestia. di cui finisce per avere timore. Da ciò scaturiscono: una scarsa as· sisten/a, una scarsa cura. un cattivo imbastamento. Bastano poche decine di chilometri di marcia e cominciano a palesarsi i primi inconvenienti [ ... J. Le istruzioni del Ministero della guerra, le circolari dei comandi. i rimproveri. spesso le punizioni, non raggiungono lo scopo di un adeguato addestramento.
È con questa concreta realtà logistica che deve più che altro misurarsi la teoria della guerra di rapido corso, che dovrebbe trovare una precisa rispondenza prima di tutto nei trasporti. Il Camèra, comunque, prospetta una serie di soluzioni di per sé condivisibili ed equilibrate, na-
~, "Rivista di Fanteria" n. 11/1937.
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turalmente sempre tenendo presente l'ambiente naturale e il contesto strategico ufficialmente prescelti: a) il gruppo carreggio e salmerie d'armata previsto dalle Norme del 1932 dovrebbe eliminare il carreggio e ridursi alle sole salmerie necessarie per le divisioni motorizzate e autotrasportabili, ridotte all'indispensabile e adeguate per numero e possibilità al trasporto delle armi e delle munizioni degli scaglioni di combattimento della fanteria; b) analoga evoluzione dovrebbe subi.re il reparto carreggio e salmerie di corpo d'armata, per il quale il carreggio può servire solo per disimpegnare gli ordinari servizi interni (spesa viveri, foraggi, ecc.), mentre le salmerie sono indispensabili anche a questo livello non tanto per dotarne le truppe e Servizi di corpo d'armata ma per decentrarle alle divisioni dipendenti, "costrette ad operare in zone poco ricche di strade"; c) le unità trasporti che una volta facevano parte della divisione motorizzata (salmerie con circa 140 muli; autosezione di autocarri pesanti con carri rimorchio biga per il trasporto quadrupedi) dovrebbero entrare a far parte integrante delle unità trasporti d'armata (reparti e gruppi salmerie e autoraggruppamcnto di armata); d) conviene estendere sia pur gradualmente la motorizzazione dei reggimenti di fanteria non solo alla sostituzione del carreggio, ma anche alle salmerie di secondo scaglione, cioè a quelle dello scaglione non di combattimento; e) si sta affermando la tendenza a riunire alle dipendenze del Comando divisione i mezzi automobilistici necessari per il rifornimento delle munizioni, artiglieria compresa. Si tratta di un ritorno alla costituzione delle colonne munizioni di anteguerra, che figurano tuttora nelle formazioni delle Grandi Unità di altri eserciti europei. L'abolizione delle squadre munizioni dei reparti munizioni e viveri dei gruppi renderebbe l'artiglieria divisionale meno pesante; f) l'artiglieria divisionale ha bisogno di tre ordini di provvedimenti: rivedere il trasporto delle pattuglie e delle muni7ioni e risolvere meglio il trasporto dei materiali che non sono di combattimento (bagagli, viveri e cucine); "se per la fanteria si pensa di fare un passo in avanti, è ovvio che questo passo si debba fare anche per l'artiglieria, che ancora adesso allinea i vecchi carri bagaglio, che portano poco, sono ingombranti e muovono lentamente". Anche nell'artiglieria ippotrainata, quindi, occorre sostituire il carro bagaglio con l'automezzo; g) anche se l'area di utilizzazione dei quadrupedi tende a restringersi, non bisogna trascurare lo sviluppo del patrimonio equino e il suo sfruttamento per la mobilitazione. Occorre sviluppare il mulo anche nella zona bassa padana e in quella alpina, onde ottenere un maggior numero di esemplari per salmerie pesanti e da carico centrale per artiglierie (quelli per salmerie leggere sono già in numero eccedente rispetto alle effettive esigenze). Va anche curato lo sviluppo del cavallo da traino per artiglierie, perché in guerra molte artiglierie saranno ippotrainate; h) anche i parchi carreggiati del genio devono essere motorizzati.
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li Camèra conclude con considerazionj pienamente condivisibili: la rapida scorsa alle necessità varie della motori1.2azione dei reparti e dei servizi della divisione di fanteria ci mette in condizioni dì valutare quanto sia difficile trovare la solu,rione totalitaria del prohlema e come e~so dehha. attraverso fa5i 'lJCrimentali, evolver~i, per avvicinarsi alla migliore soluzione in fatto di impiego e di approntamento dei meui.
Si può solo obiettare che il tempo ormai stringeva e che bisognava decidersi: ma non vi è duhbio che almeno sotto il profilo dell'impiego dell'automezzo, sulla base delle affermazioni del Camèra e di altri non si può parlare di conservatorismo ma piuttosto di indirizzo strategico, di mezzi finanziari e di capacità industriali, tenendo peraltro conto che la motorizzazione non è il toccasana per tutti i mali e che non può essere finalizzata al mito della velocità, senza dare peso agli imperativi della potenza necessaria per sfondare le linee nemiche. Ha perciò ragione il Canevari, quando nel 1937 riporla il problema alle sue reali dimensioni (e di questo, anche oggi, c'è bisogno per giudizi storici sereni. meditati e competenti): hi",gna mantenere la visione d'insieme dell'impiego dell ' Esercito. Nessuno può pensare e certamente nessuno dei capi responsabili della preparazione pensa che con le truppe leggere (di cavalleria o autotrasportate o motonuate) si \ia trovala la pietra filosofale o scoperto il "segreto della vittoria". ln ogni caso, se le truppe motoriL.zate riusciranno di pratico impiego il che è sempre da dimostrare. a cau5a <ki molti inconvcnienll intrinseci d'ordine materiale e morale con cui essi si urtano - potranno come le allre truppe leggere in certi casi e sotto certe condizioni essere utili. ma non certo, allo stato attuale delle cose, capovolgere la fisionomia della guerra e provocare la famosa "guerra di movimento" di cui si parla con tanta facilità ed in senso evidentemente errato. Poiché in ltalia non è sradicato il malvezzo per cui i giudizi e le opinioni emesse all'estero hanno un valore per lo meno doppio di quelle emesse in Italia, ci piace citare un autore non sospetto, il generale francese Deheney. caldo fautore della mo<lemi:uaziom:, dt!l suo esercito: comandnntc di armata illustre durante la guerra. poi capo di S.M. dell'esercito francese e suprema autorità culturale militare nel suo Paese. Nel volume "La guerre et les hommcs" uscito poche settimane or sono (ma redallo prima della guerra di Spagna che tanto efficacemente gli ha dato ragione nei concclli che citeremo) egli. dopo aver esaminato tulli i vantaggi, gli svantaggi, gli inconvenienti e i pregi della "motorizzazione~ e della "meccanizzazione" delle truppe, così si e~prime sarcasticamente: "La 'motoriuazione' è diventala la 'Larte à la crème' che permette di risolvere in un batter d'occhio tutti i problemi, sia lattici che strategici ed anche organici e finanziari". E conclude che nella guerra futura "Noi vedremo muoversi delle divisioni motorizzate e cioè suscettibili di trasportare rapidamente in blocco tutti i loro elementi, truppe e servi,ri, risultato notevole, ma che esige in modo assoluto la sicurezza completa ed una buona rete stradale: queste divisioni si spostano dietro la linea di battaglia e sbarcano sopra un terreno protcllo ùa altre truppe prima di entrare in linea: in una parola. il vantaggio della velocità si arresta nello alla soglia del campo di battaglia [... ]". Tullo ciò significa che il fallore "velocità" non è il solo fattore della "motonz-
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za1:ionc" ma che esso subisce la legge del fattore "for,a" il quale fu, in tutti i tempi, il primo elemento della guerra. La velocità permette di schivare la forza per effettuare manovre a grande raggio, pennette delle apparizioni improvvise, degli sbocchi di sorpresa, e questi vantaggi sono grandi: ma appena il combaltimento si impegna, essa scompare davanti alla fona. Soli valgono in comballimcnto la protezione e l'armamento delle macchme, con i mezzi dì azione delle altre anni. È necessario porre in guardia gli spiriti contro il feticismo della velocità che è evocato istintivamente dal tenninc troppo sintetico "motorizzazione". Nel 1914 noi siamo entrati in guerra con la mistica dell'offensiva, e Dio solo sa quello che essai ci è costata: noi corriamo oggi verso peggiori e più sanguinose avventure se partiamo di nuovo con la mistica della velocità. Queste parole, che oggi cì avviene di leggere, rispecchiano a pieno il nostro pcnsiero.56
4. la Regolamentazione per i Servizi in guerra dal 1932 al /940 Generalità Per tutti gli anni Trenta rimangono in vigore le Norme generali per l' organi::.::.a::.ione e il funzionamento dei Servi-i in Rue,.,-a del 1932, ristampate nel 1938 senza alcuna variante o aggiunta. Esse rappresentano. quindi, la regolamentazione logistica di riferimento anche per le guerre d'Etiopia e di Spagna, nonostante il particolare contesto di queste due campagne. L"unico fatto nuovo è l'emanazione, nel 1936, del primo Nomenclatore organico-tatlico-logistico (del quale riportiamo, nel Documento 9, le principali voci di interesse logistico). Si ripete la poco positiva tendenza - tipica del periodo fino al 1915 - ad emanare solo alla vigilia del conflitto importanti norme dottrinali, che pertanto per mancanza di tempo non possono essere ben assimilate dai Quadri e dai molteplici organismi interessati. Il I O giugno 1940 - cioè solo dicci giorni prima dell'inizio della guerra - viene diramato uno Sirnluo della nuuva edizione ( 1940) delle Norme generali per I' organizzazione e funzionamento dei servizi in guerra in prossima pubblicazione (Circ. n. 17000 in data I O giugno 1940 del Comando del Corpo di Stato Maggiore - Ufficio Servizi ). seguito subito dopo dalla Pub. n. 2662 Norme generali per l'organizzazione e funzionamento dei Servizi in guerra - ed. 1940 (bozza di stampa). La circolare 17000 tratta solo i Servizi di campagna che sulla base della nuova impostazione sono creati ex-novo, oppure subiscono le varianti più significative (Servizi di amministrazione, chimico, di ippica e veterinaria, dei trasporti, automobilistico, postale e telegrafico, delle tappe. delle strade, delle acque). Le Norme del 1940, oltre a riportare integralmente il contenuto della predetta circolare 17000, rielaborano il
~6 M. Claremoris, Le unità motori::ate alle grandi manovre di Conegliano, "La Vita Italiana" agosto 1937.
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testo delle Norme 1932 per la parte concernente i Servizi che non hanno subito modifiche sostanziali, con varianti non di grande rilievo che riguardano principalmente: a) l'impiego in campo logistico del mezzo aereo; b) una diversa ripartizione del territorio, che in un certo senso segna un ritorno al 1924, con la suddivisione della zona delle operazioni in zona di frontiera (sotto la giurisdizione dei comandi di corpo d'armata mobilitati) e zona delle retrovie; c) una maggiore enfasi posta sull'attività di recupero e sgombero. La maggior parte dei paragrafi delle Norme del 1932 è riportala integralmente anche nelle Norme del 1940, che pertanto vanno viste come un parziale rifacimento delle Norme del 1932 (delle quali conservano la struttura), anziché come una pubblicazione impostata ex-novo. Ciononostante, non mancano nella nuova regolamentazione aspetti di grande peso sull'efficienza deJl'escrcito.57 In sintesi: a) l'Intendenza generale è abolita, lasciando però in vita le Intendenze di armata. Gli organi direttivi al livello più elevato dei principali Servizi dipendono sia dal Ministero della guerra (per la parte concernente gli approvvigionamenti, la gestione e l'amministrazione in generale) che dallo Stato Maggiore (per la parte concernente i rifornimenti all 'esercito mobilitato). Afferma, in merito, la circolare 17000 che "gli organi direttivi presso l'Alto Comando dei Servizi di sanità commissariato-amministrazione-artiglieria-genio-chimico-ippico e veterinario-automobilistico, sono rappresentati dal1e rispettive direzioni generali od ispettorati del Ministero. Gli organi direttivi dei rimanenti servizi sono rappresentati dalla direzione superiore trasporti, direzione superiore postale, direzione superiore strade, direzione superiore acque, ufficio centrale legnami" [Le direzioni superiori fanno capo direttamente allo Stato Maggiore - N.d.a.]; b) i depositi centrali sono mantenuti, ma dipendono tutti dallo Stato Maggiore (non più - come avveniva, sia pure in determinati casi, nelle Norme dal 1932 dalle armale, e nemmeno dal Ministero); c) il Servizio di commissariato è alleggerito e cede al Servizio di amministrazione (di nuova costituzione) la branca giuridico-amministrativa e la branca gestione del conlante e del materiale (riflesso ritardato, questo, del passaggio al corpo di amministrazione, fin dal 1923, delle competenze di pace relative ai fondi e alla contabilità); d) il Servizio dei trasporli e lappe acquista una gestione più centralizzala cd è notevolmente alleggerito, cedendo: la branca tappe ad un nuovo "Servizio delle lappe" a parte; la branca gestione tecnica e rifornimento, riparazione e sgombero degli automezzi al nuovo "Servizio automobilistico"; la branca rifornimento, riparazione e sgombero del car-
s1 Sulla fisionomia e portata delle riforme del 1940 Cfr. G. Giannuzzi, La 11uova re,1olamen1azio11e /o,1isrica e le caratteristiche dei Sen1izi nella Gra11de Unità, "Rivista di Commissariato" n. 3/1941. e/ Servizi. "Le Forze Armate" n. 1587/1940.
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Ferruccio Bolli
reggio, bardature e finimenti e Ja branca rifornimento, cura e sgombero dei quadrupedi al Servizio di veterinaria, che si trasforma in "Servizio di ippica e veterinaria" ed estende quindi i suoi compiti a tutte le attività logistiche relative al traino animale e salmerie, e non solo alla raccolta, ricovero e cura dei quadrupedi feriti e ammalati; e) il Servizio idrico, che nel 1932 comprendeva sia le attività di rifornimento propriamente dette del! 'acqua (con i relativi recipienti e mezzi di trasporto) sia i grossi lavori necessari per l'utiliua.lione delle risorse idriche, cede quest'ultima branca a un "Servi.lio delle acque" di nuova istituzione. Con questa ripartizione, ali 'entrata in guerra i Servizi passano dagli 11 del 1932 (sanità, di commissariato, di artiglieria, del genio militare, chimico, di veterinaria, dei trasporti e delle tappe, postale, strade e genio civile, idrico, legnami) ai J5 del 1940. con aggiunta di 4 nuovi Servizi (automobilistico, delle tappe, di amministrazione, delle acque), mentre taluni Servizi preesistenti mutano denominaLione, compiti e fisionomia. In particolare, il vecchio Servizio "di veterinaria" si trasforma in '"di ippica e veterinaria", il Servizio dei trasporti e delle tappe diventa semplicemente "dei trasporti". il Servizio "Strade e genio civile" diventa solo "delle strade". Facendo riferimemo costante alle Norme del 1932, esamineremo qui di seguito le varianti intervenute nel 1940, anche per effetto della pubblicazione n. 3766 - Sen-i·::io in ,:uerra - Anno 1940, che abroga l'analoga pubblicazione del 1937.
Attribuzioni e procedure per i Servizi nell'ambito dei Comandi L'impostazione del 1940 alla quale prima si è fatto cenno altera profondamente il sistema di comando, coordinamento e controllo per i Servizi di campagna al livello centrale. L'"organo coordinatore" a questo livello non è più, come nel 1932, l'lnten<lente generale, ma il "Sot tocapo di Stato Maggiore Intendente", creato con R.D. legge 21 ottobre 1937, n. 1883. E poiché gli organi direttivi centrali <lei principali Servizi (sanitàcommissariato-artiglieria-genio-chimico-ippico e veterinario-automobilistico-di amministrazione) coincidono con le stesse direzioni generali del Ministero, ne risultano di molto sminuiti il potere e la discrezionalità dello Stato Maggiore, a vantaggio del Ministero. Pare infatti evidente che le direzioni generali non possono che dipendere in prima istanza dal Ministro, e solo in seconda istanza dal Capo di Stato Maggiore: altrimenti, non avrebbero ragione di appartenere al Ministero stesso. Nel suo citato articolo del I 941. il colonnello Giannuzzi fa un 'opportuna distinzione tra le competenze del Ministero e quella dello Stato Maggiore (peraltro non precisate nel dellaglio nemmeno dalle Norme del 1940) e assegna allo Stato Maggiore funzioni, che da una parte sembrano lasciare al Ministero solo le competenze relative agli ap-
L'evoluzione della do/frina logistica ( 1933-1940)
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provvigionamenti, alla produzione, all'amministrazione (in una parola, alla logistica di produzione) e dall'altra indirettamente dimostrano - se non altro per il gran numero di Enti direttamente dipendenti - l'appesantimento degli organi dello stesso Stato Maggiore, oberati da molteplici funzioni e responsabilità: Lo Stato Maggiore ha la suprema funzione di organizzare e coordinare tutli i servizi presso l'esercito mobilitato. In conseguen:1.a è di sua spellanza: dare le disposizioni esecutive alle direzioni generali o direzioni superiori dei vari servizi circa la provvista, i rifornimenti, gli sgomberi e le ripara:1ioni di tullo quanto occorre alle truppe operanti in Patria cd oltremare: impartire le norme e le direttive generali per il funzionamento dei vari servizi sia alle predelle direzioni generali e superiori che alle in tendenze di armata. Per assolvere a 1aJi case funzioni il Sollo<.:apo di Stato Maggiore dell'Esercito si vale dell'opera di un Generale <.:apo reparto, da cui dipendono in linea diretta l'Ufficio servizi e la Direzione superiore trasporti, facenti parte dello Stato Maggiore R.E. Quali organi direttivi funzionano le dire~.ioni generali esistenti sin dal tempo di pace presso il Ministero della guerra, nonché le direzioni superiori della posta militare, delle strade, delle acque e 1'ispellorato legnami che si costituiscono ali ' atto della mobilitazione. Quali organi esecutivi dei servizi lo Stato Maggio re R. Esercito di spone di: - depositi centrali di sanità. di viveri ed avena. di vestiario cd equipaggiamento, di artiglieria, genio, chimico, carreggio-bardature e mascalcia, automobiJistico; - treni e navi-ospedale da decentrare in parte, di volta in volta, alle armate dipendenti; - una cassa militare; - una colonna gas per rifornire l'idrogeno ai reparti aerostieri; - convalescenziari per quadrupedi; - unità varie relative al servizio dei trasporti per ferrovia e per via acquea (unità del genio pontieri e genio ferrovieri. comandi militari di stazione, uffici militari imbarchi e sbarchi. commissioni allestimento imbarchi, delegazioni trasporti militari); - autoraggruppamento (di manovra e di riserva) per l 'alluazione <li grandi autotrasporti nel campo strategico o per rinforzare le unità automobilistiche di talune armate; - un parco automobilistico; - uffici postali cd uffici telegrafici <li concentramento; - unità varie relative al servizio delle acque (uffici del genio civile, reparti lavoratori, rcpani del genio).
Questa oggettiva diminutio capitis (abbinata a un notevole appesantimento) non è invece rilevata dal Giannuzzi, che mette in rilievo il maggior ruolo logistico assunto dallo Stato Maggiore a scapito delle armate, e per il resto presenta come un vantaggio ]a riforma: - i depositi centrali sono stati posti alla diretla dipendcnz.a dello Stato Maggiore R. Esercito ed assegnati solo eccezionalmente alle annate, costituendo così depositi a disposizione della suprema autorità militare mobilitata, la quale può quindi provvedere direttamente a fronteggiare le esigenze improvvise di una o più armale, ovunque si trovino schierate, senza dover attingere agli stabilimenti territoriali; - sono state soppresse le direzioni superiori dei servizi pei quali esistono altrctlanti organi direttivi presso il Ministero della Guerra (direzioni generali e ispet-
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tarati), in base al criterio sancito dal Duce che Ministero della guerra e Stato Mag-
giore dell'Esercito abbiano a mantenere anche in guerra le caratteristiche di enti coesistenti, strettamente collaboranti, complementari l'uno dell'altro.
Nulla di mutato, rispetto al 1932, nelle attribuzioni relative ai Servizi nell'ambito dei Comandi di armata e inferiori. Per l'armata l'organo coordinatore è l'Intendente, e per il corpo d'annata, la divisione e il reggimento/corpo lo stesso comandante {o, per lui, il Capo di Stato Maggiore). Il Servizio in guerra edizione febbraio 194058 - come già quello edizione 1937 - fornisce altre indicazioni su responsabilità, attribuzioni e documenti per i Servi.li nt:ll'ambilo dei Comandi. L'Alto Comando dell'esercito, al quale (precisa.lione significativa) spetta "interamente ed esclusivamente" la responsabilità delle operazioni, "provvede ai bisogni dell'esercito mediante le Intendenze" (quindi, nel febbraio 1940 si prevede ancora la costituzione dcli' Intendenza generale). L'autorità dell'Alto Comando oltre che sull'esercito mobilitato, si estende a tutti i Comandi. corpi. uffici e stabilimenti militari che si trovano nella zona dell'esercito operante, sulla quale e:-.ercita piena autorità politica e amministrativa. Esso ha inoltre facoltà di mod1ticarc la formazione di guerra dell'esercito (quindi anche la formazione dei Servi.li). Nell'ambito degli Stati Maggiori delle Grandi Unità (corpi d'armata e divisioni) il coordinamento dei Servizi è affidato per delega del comandante rispettivamente al Sottocapo di Stato Maggiore e al Capo di Stato Maggiore, che firmano "d'ordine" le istruzioni e comunicazioni relative. Inoltre i Comandi di artiglieria e del genio di corpo d'armata e di divisione oltre ad essere organi tecnici del comandante per l'impiego delle rispettive Armi - funzionano anche come organi direttivi dei rispettivi Servi.li, e come tali mantengono direttamente con le intendenze di armata le rela.lioni tecniche e amministrative necessarie. All'atto della mobilitazione i Comandi di difesa territoriale assumono tutte le funzioni operative e logistico-amministrative territoriali devolute - in pace - ai Comandi di corpo d'armata, per permettere a questi di svincolarsi dal territorio e raggiungere la zona di radunata. Nella zona dell'esercito opcranle i Comandi di difesa territoriale, pur conservando le normali dipendenze, devono uniformarsi alle norme e alle disposizioni delle autorità dell'esercito operante, e coadiuvarle nella misura del possibile (non viene dunque recepita appieno l'antica proposta del Liuzzi di mettere le autorità territoriali alle piene e dirette dipendenze di quelle operative, onde evitare nella zona dell'esercito operante i disservizi, le duplicazioni di organi e i conflitti di competenza che si erano verificati nella prima guerra mondiale). Comunque taluni Enti territoriali possono essere posti, per quanto riguarda il funzionamento dei Servizi, anche alle dirette dipendenze delle autorità dell'esercito operante, ss MG., Servizio in guerra - Anno 1940 (Pub. n. 3766), Roma 1940, para. 41 48; 54; 64-71.
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quando ciò possa agevolare il buon andamento dei Servizi e non sia incompatibile con le loro normali funzioni territoriali. Al livello di corpo/reggimento il prelevamento del pane, viveri e foraggi avviene possibilmente per tutti i reparti, impiegandovi gli uomini ed i mezzi di trasporto strettamente necessari. Sovraintende a tali Servizi per tulto il reggimento l'ufficiale ai rifornimenti, e si comandano giornalmente, di massima, un sottufficiale per battaglione a gruppo e un caporale e 3-4 soldati per compagnia, squadrone e batteria. In ciascuna compagnia, squadrone e batteria un ufficiale subalterno, designato con turno giornaliero, controlla il rancio, la distribuzione dei foraggi e l'abbeverata dei quadrupedi, il pagamento del soldo ecc. Gli ordini impartiti dai Comandi si distinguono in ordini di operazione e ordini per i Servizi (quest'ultimi, compilati solo per le Grandi Unità di livello superiore alla divisione). Per le divisioni e le unità di livello inferiore, pertanto, gli ordini di operazione contengono anche le disposizioni relati ve ai Servizi, raggruppate nel paragrafo "schieramento e funzionamento dei Servizi". Agli organi preposti al funzionamento dei Servizi non viene data copia integrale dell'ordine di operazione, ma nno stralrin dell'ordine stesso. Fin qui il Servizio in guerra del 1940. Le Norme del 1940 introducono varianti a quest'ultimi e alle Norme del 1932, sia per la ripartizione del territorio dello Stato in guerra (nella quale le armate acquistano maggior rilievo) sia per i rapporti tra le autorità militari territoriali e quelle dell'esercito mobilitato, la cui preminenza risulta ancora attenuata con J'eliminaz1one del comma (contenuto anche nelle Norme del 1932) che prevede la dipendenza - in determinati casi - di taluni enti dei Servizi territoriali dalle autorità dell'esercito operante, e con l'individuazione di settori importanti che rimangono alle dipendenze delle autorità territoriali: l. In guerra il territorio dello Stato viene diviso, a cura dell'autorità centrale, in: Zona delle operazioni: sotto la giurisdizione dei comandi di armala. Zona territoriale: sotto la giurisdizione dei comandi 1crriloriali. 2. La zona delle operazioni è quella nella quale agisce l'esercito operante. Le linee che dividono la zona delle operazioni da quella territoriale e quelle che ripartiscono la zona delle operazioni tra le armate possono essere modificate dallo Stato Maggiore R. Esercito (S.M.R.E) in relazione allo svolgimento delle operazioni. La zona delle opera.lioni viene a sua volta ripartila, a cura dei comandi di arma -
ta, in:
Zona di frontiera (terrestre e marillima): sollo la giurisdizione dei comandi di C.A. mobilitati. Zona delle retrovie: sotto la giurisdizione dei comandi di difesa territoriale. 3. l Comandi di G.U. operanti conservano giurisdizione sulle unità dipendenti anche se dislocate nella zona delle retrovie. I Comandi territoriali dislocati nella zona delle operazioni conservano giurisdizione in tema di difesa contraerea. protezione antiaerea. difesa costiera, protezione delle opere, stabilimenti, ecc., anche nella zona di frontiera. Ciò ferma restando la competenza dei Comandi di G.U. operanti nei riguardi della difesa costiera entro i limiti stabiliti dai piani operativi e dalla difesa contraerea e protezione antiaerea per le unità ed enti dipendenti.
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Le autorità territoriali e le autorità civili aventi giurisdizione su territorio compreso nella zona delle operazioni, pur conservando in tutto od in pane i loro rapponi con le autorità da cui normalmente dipendono, devono uniformarsi alle norme cd alle disposizioni delle autorità facenti parte del! 'esercito operante a dare a queste tutto il possibile concorso per facilitarne l'azione. 1 servi/i territoriali nella wna delle opera.i:ioni dipendono dai comandi di difesa territoriale che, a loro volta, dipendono dalla Intendenza di armata per quanto riguarda i servizi a favore delle unità dell'armata stessa e dalle autorità centrali per quanto concerne i servizi a favore delle restanti unità. 4. Nella zona territoriale le autorità militari territoriali e le autorità civile conservano la loro normale giurisdizione e le loro normali dipendenze, salvo le varianti necessarie per l'attua.i:ione della mobilita/ione civile.
Evoluzione generale dei Servizi Le Norme del 1940 confermano per intero la parte del 1932 riguardante i caratteri generali, le attribuzioni e la ripartizione degli organi per il funzionamento dei Servi.li di campagna, che rimangono distinti in Servizi di J• linea (al livello di corpo d·arrnata e divisione), di 2' linea (armata) e stabilimenti ui ri::.t:rva (depositi centrali alle dirette dipendenze dello Stato Maggiore). Per i recuperi e gli sgomberi, le Norme del 1940 sembrano preoccupati di evitare gli sprechi e rimediare alle carenze di materie prime: 37. È assolutamente necessario evitare qualsiasi spreco e fare parallelamente, ogni possibile recupero, anche di materiali ed oggetti che appaiono inservibili e che non sono da classificare altrimenti che come rollami o come materia pnma. Al recupero di tali materiali tulli debbono concorrere: comandi e reparti, ufficiali e soldati; per cui occorre creare una vera coscienza del risparmio e del ricupero. Anzitutto i consumatori, in particolare le truppe, debbono essere educati a radunare ordinatamente, e non a geuare e disperdere, gli oggetti inutili.u:abili e i rifiuti, ciò allo scopo di rendere prontamente reperibili gli oggetti e i rifiuti stessi ...
L'organizza.lione dell'attività di recupero compete alla direzione tappe di armata, che costituisce dei centri di raccolta ove i materiali recuperati sono suddivisi in due categorie: quelli che possono ancora trovare un utile impiego presso le truppe, sgomberati sugli stabilimenti di armata per la ripara.lione e il reimpiego a cura delle rispettive direzioni di Servizio; quelli che non sono immediatamente riutilizzabili, sgomberati sulla zona territoriale (e eventualmente venduti a ditte civili segnalate dal sottosegretario per le fabbricazioni di guerra), a cura del Servizio delle tappe.
Servizio di sanità Subisce parecchie modifiche organiche dal 1934 al 1935. La sezione di sanità per divisione di fanteria prevista dallo Specchio
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33 dell'Istruzione per la mobilitazione del Regio liserl'ito - Tomo l stralcio sanità - Roma 1930, aggiornata a tullo il 1934, è in parte someggiata e in parte motorizzata. Essa si articola su: a) Comando (3 U., 2 SU., 14 Tr., l cappellano, 1 cavallo, l autobus, 2 biciclette); b) I reparto automobilistico, con personale di sanità (2 U., 35 SU., 45 Tr.) e drappello automobilistico ( I SU. automobilista, 12 Tr., dei quali un meccanico, 1 autostufa, 1 autopotabilizzatore, 7 ACL, 1 moto); c) 2 reparti someggiati ciascuno con personale di sanità e drappello salmerie. per un totale di 4 U., 4 SU., 108 Tr. (nel 1934, 4 U., 4 SU., 116 Tr.), con 4 quadrupedi per ufficiali e 60 da soma; d) I reparto portaferiti, su Comando e 3 plotoni portaferiti (ciascuno con personale di sanità e drappello salmerie), per un totale di l U ., 3 SU., 230 Tr., 21 quadrupedi da soma (nel 1934: 1 U., 3 SU., 236 Tr., 27 quadrupedi da soma). In totale, la sezione sanità è composta da I O U., 15 SU., 409 Tr. (nel 1930, 10 U., 1 I SU., 423 Tr.), I cappellano, 5 quadrupedi per ufficiali, 75 (nel 1934, 87) quadrupedi da soma. 2 autospeciali (autostufa e aulopotabiliualore), 7 ACL, l autobu:s, l molo, 2 biciclette. Con questi mezzi di trasporto, la sezione può trasportare solo il materiale e parte del personale. Oltre che dalle autoambulanze per lo sgombero dei feriti, se si deve spostare deve essere integrata da mezzi di trasporto. Nel 1935 viene anche modificato il nucleo chirurgico motorizzato introdotto alla fine degli anni Venti (vds. Pub. n. 2973 Caricamento del nucleo chirur~ico mod. 1935, Ed. 1936/1939, Specchio n. 16). La predetta pubblicazione così ne delinea l'impiego: il nucleo chirurgico è un'unità mobile da campo a finalità esclusivamente chirurgica. È fom1ata da un'autovettura [o meglio autocarro - N.d.a.] a carrozzeria chiusa destinata a contenere e trasportare tulli i materiali che ne costituiscono la dota/.ione, riunita in i.;ullt 1... 1. Il nu,.;k:o ,i111pia111a 1api<lamenle nd gnu J1 podi.: 01.: i;d e11l1a in fu111:1unc per eventuali interventi solamente su feriti intrasportabili (addominali, emorragici gravi, ostco articolari, ccc.). Esplica la sua attività affiancandosi ad un ospedale da campo ed eventualmente al reparto carreggiato della sezione sanità. Può funzionare in zone pianeggianti. trasportato dall'autovettura, ed in zona montana, trasportando a soma i diversi materiali, che all'uopo sono riuniti in colli adaui al someggio. Nel caso di funzionamento in montagna, se appoggiato ali 'ospedale da campo per reggimento al piano può servirsi dell'apparecchio radiologico di tale unità ed evitare così il trasporto del proprio apparecchio, per quanto questo possa facilmente someggiarsi.
Il nucleo si compone essenzialmente di: strumenti e accessori chirurgici, 2 autoclavi per unità sanitarie <la campo mod. 1931, I apparecchio radiologico da campo con gruppo elettrogeno someggiabile, I gruppo elettrogeno per illuminazione e riscaldamento, mezzi di riscaldamento e illuminazione elettrici, l tenda baracchetta per operazioni con antitenda mod. 1931, 1 tenda da ricovero 7x7, 1 tenda di tela nera destina-
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ta a fungere da camera oscura, l letto per operazioni mod. 1935. Per il trasporto il materiale è contenuto in 48 coJJi, con un peso totale di 1900 kg.
Nel 1935 viene emanata la Pub. n. 2747 Istruzione per il Servizio di sanità in guerra - Ali. n. 1 alle Norme generali per l' organizzazione e funzionamento dei Sen•izi in guerra. (Yds. specchio a pag. 378-379). La pubblicazione descrive attribuzioni e fisionomia organica di base dei principali organi sanitari direttivi ed esecutivi. Nella Pub. n. 2747 l'organo esecutivo fondamentale, la sezione sanità, assume una fisionomia a'isai diversa da quella dell'Istruzione 1934. Può essere per divisione fanteria, per divisione celere e per reggimento alpino. Comandata da un ufficiale superiore medio, la sezione sanità per divisione fanteria comprende Comando, un reparto carreggiato, due reparti someggiali e un reparto portaferiti. Non ha il reparto automobilistico; solo il Comando dispone di un autobus per il trasporto del personale e materiale in orgamco al Comando stesso. Ciascun reparto carreggiato è dotato di 3 tende ricovero (una 9x I I e due 7x7) e di una tenda per medicazione. Il peso complessivo dei materiali è di 83 quintali. r feriti sono normalmente sistemati in pagliericci o paglia a terra; solo per gli intrasportabili il reparto dispone di un limitato numero di lettini da campo. Per le esigenze igieniche, il reparto dispone di una stufa per disinfezione Giannolli e di un potabilizzatore carreggiato. I quadrupedi del reparto carreggiato sono provvisti anche di basto. I materiali sono sistemati 10 colli in parte intercambiabili con quelli degli ospedali da 1.,ampo, che pu:s:suno essere indifferentemente carreggiati o someggiati. Il reparto someggiato è più leggero di quello carreggiato (34 quintali di materiali, dei quali una tenda ricovero 7x7 e una tenda medicazione). li reparto portaferiti comprende un Comando del reparto e 3 plotoni portaferiti, ciascuno della forza di 60 portaferiti con 30 barelle. Al reparto sono assegnati i quadrupedi occorrenti per il trasporto delle dotazioni (del peso di 7 quintali). Il Comando di sezione comprende, oltre al comandanlc, u11 ulTic..:iale chimico-farmacista, o farmacista, un ufficiale di amministrazione e un cappellano. La sezione può funzionare sia riunita che frazionata in nuclei comprendenti un reparto carreggiato e someggiato e un plotone portaferiti. La sezione sanilà per divisione celere comprende personale e dotazioni all'incirca uguali a quelle di un reparto someggiato di sezione di sanità per divisione di fanteria. Diversamente da quest'ultima, dispone di autocarri leggeri organicamente assegnati per il Lrasporto di personale e dotazioni. La sezione di sanità per reggimento alpino si articola su Comando, 2 reparti someggiati (come quelli della sezione di sanità di fanteria) e un reparto portaferiti (su due plotoni portaferiti uguali a quelli della sezione di sanità di fanteria). Sempre secondo il citato AH. 1 del 1935, l'iter del ferito è quello riportato alle pagine 378-379. Gli ospedali da campo sono di tipo unico, quelli per truppe alpine dispongono in più di un apparato radiologico someggiabile. Hanno una potenzialità-base di 50 posti letto e sono diretti da un maggiore o capitano medico.
L'evoluzio11e della dottrina logistica (1933-1940)
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I colli possono essere trasportati con carreggio, automezzo o a dorso di mulo e sono ripartiti in 5 gruppi, così contrassegnati: rosso amaranto (strumenti chirurgici); verde (oggetti medicazione); bianco (medicinali e materiale farmaceutico); arancione (viveri di riserva); arancione con striscia bianca (generi di conforto). Il personale e il materiale sono sistemati in 4 tende ricovero (tre 9xl 1 e una I Ox I O oppure 7x7) e una tenda medicazione. L'area occupata dall'ospedale impiantato è di circa 1200 mq. Gli ospedali dispongono organicamente dei soli mezzi di trasporto occorrenti per la vita del reparto e per il traino della stufa Giannolli. Per il trasporto occorrono in rinforzo 5 ACP, oppure 15 carri a due ruote, oppure 96 muli. Con l'adozione, dopo il 1937, della struttura organica della "divisione binaria" la fisionomia degli ospedali da campo definita nel 1935 dalla citata Pub. n. 2747 non muta. Le sezioni sanità della divisione fanteria, invece, assumono una consistenza organica più ridotta che verrà meglio indicata in seguito, conservando peraltro sostanzialmente inalterata la composizione del Comando e i compiti e la struttura interna dei reparti carreggiato, someggiato e portaferiti. Nella regolamentazione 1940 i compiti generali del Servizio rimangono invariati; tuttavia essa accentua l'accentramento degli organi esecutivi al livello di armata e l'importanza del livello di corpo d'armata, dove sono riuniti organi e mezzi - come i nuclei chirurgici, gli ospedali da campo e le autoambulanze - che ormai sono di normale impiego al livello di divisione, quindi dovrebbero farne parte organica. Le varianti rispetto al 1932 riguardano principalmente gli organi esecutivi per le Grandi Unità speciali al livello di divisione (alpina, celere, corazzata, motorizzata, autotrasportabilc) e il livello di corpo d'armata e superiore. In particolare: a) al livello centrale (Stato Maggiore Esercito) non sono più presenti treni attrezzati per trasporlo feriti, e sono previsti, in più, depositi centruli di ~a11ità è vdè1 inaria, b) la seL.ione bonifica per gassati passa dal livello ùi corpo d'armata a quello di armata; e) il livello di armata non ha più a disposizione i treni attrezzati (che pertanto sono sostituiti in toto dai treni ospedale, più comodi e funzionali perché allestiti ad hoc) ed il deposito centrale; d) il livello di corpo d'armata dispone di una sezione di sanità, che però serve per i numerosi supporti di corpo d'armata e non costituisce anello logistico rispetto alle sezioni di sanità delle divisioni; e) la divisione di fanteria normale conserva invariati i suoi organi e non ha in organico le autoambulanze; f) la divisione alpina (non prevista nel 1932) dispone, oltre che di infermerie temporanee e ospedali da campo, di una "sezione sanità per alpini" e di autoambulanze in proprio; g) le altre divisioni "speciali" dispongono di una "sezione di sanità per G.U. speciale" (motorizzata) e di autoambulanze in proprio.
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In definitiva gli organi ai vari livelli (1940) risultano dallo specchio seguente. ORGANI COMANDO OD UNITÀ Stato Maggiore R. Esercito
Armat.a
Coordinatori
Direttivi
Esecutivi
Sottocapo di S.M. dell'esercito
DireLione generale di sanità
Depositi centali di sanità e di veterinaria Treni Ospedale Navi ospedale(])
Intendente d'armata
Direzione di sanità d'armata
Infermerie temporanee di sgombero Ambulanze chirurgiche (I) Ospeda Ii da campo Sc1.ioni disinfc1ionc Sezione bonifica per gassati Sezioni autoambulanze Ospedali di riserva Campi contumaciali Convalescenziari Laboratorio chimico-batterio· logico - tossicologico Maganino di santà d'armata Treni ospedale (J) Ambulam:e fluviali (I) Navi ospedale ( J) Nuclei chirurgici Ambulanze radiologiche Ambulauai u<lonloiatrica Sezione di sanità di C.A. Ospedali da campo Sezione disinfezione Sezione autoambulan1e Campi contumacrnh Laboratorio chimico da campo
Corpo d'armata
Comandante del corpo d'annata
Direzione di sanità di corpo d'armata
Divisione di fanteria
Comandante della divisione
Ufficio di sanità cli divismne
Divisione alpina
Comandante della divisione
Ufficio di sanità di ,hv1sione
D. cl. D. cr. D.mot. D.at.
Comandante della divisione
Ufficio di sanità di divisione
Sezione sanità per G.U. speciale Autoambulanze
Regg. Alpino
Comandante del reggimento
Dirigente il servizio sanitario
Infermerie temporanee (I) Sezione sanità per alpini Ospedale da campo
Corpi e rcp.
Comandante di corpi Dirigente il servizio o reparti sanitario
lnfenniere temporanee (I)
(I) Eventuale
Infermerie temporanee (I) Sezione sanità Ospedali da campo (I) Infermerie temporanee (I) Se,ione di sanità per alpini Ospedali da campo Autoaumbulanze
L'evoluzione della dottrina lo!(isrica (1933 -1940)
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In merito alla politica di sgombero dei feriti, le Norme del 1940 non indicano soluzioni rigide, ma diversamente da quanto previsto delle Norme del 1932 (para. 59) stabiliscono che i nuclei chirurgici del corpo d'armata, anziché essere assegnati alle sezioni di sanità delle divisioni, siano inviati presso Rii ospedali da campo e solo eccezionalmente alle sezioni di sanità. Si tratta di una svolta rispetto al criterio prevalso anche nella prima guerra mondiale, che nella sostanza preferiva avvicinare il medico al ferito più che il ferito al medico. AI di là delle Norme del 1940, grazie alla sempre maggiore diffusione dell'autoambulanza, all'inizio della guerra prevale il criterio di evitare in linea di massima interventi chirurgici non solo presso le sezioni di sa nità c i posti di medicazione, ma anche presso i gruppi chirurgici degli ospedali da campo più avanzati, sgomberando iJ più rapidamente possibile e senza passaggi intermedi sulle formazioni sanitarie specializzate più arretrate i numerosi feriti abbisognevoli di interventi chirurgici di un certo impegno (craniolesi, feriti alla colonna vertebrale e al midollo, feriti al viso. al torace e all'addome, feriti alle articolazioni). È dimostrazione di questo nuovo orientamento (assai attuale, ma pretenzioso perché reso possibile solo da un'ampia di!.ponibilità di mezzi di trasporto veloci) una direttiva per i dirigenti sanitari (dovuta al generale medico Casella) su Le Forze Sanitarie del 15 settembre 1940, preceduta da un commento che osserva: le direuive Jèl prof. Ca~ella tendono a "~gomberare.. in profondità L..•J. Alla precocità del trattamento, faUore sempre di successo. si unisce l'appropriata tecnica attuata da coloro che realmente la conoscono[ ... ]. Le vecchie unità sanitarie campali quali l'ospedale da campo, pittoresco allorché è trasportato da ben 95 muli o è ,piegato al sole, resteranno per compiti più limitati e in montagna. Esse cedono oggi il passo alle autoambulanze, che il più rapidamente possibile portano i feriti negli ospedali arretrati, ove alle serenità dell'ambiente si unisce la capacità dei chirurghi .
I.a dire-ti iva del generale Casella si impernia sulla necessità di disimpegnare i nuclei chirurgici da quei feriti che richiedono una speciale competenza del chirurgo, difficile da trovare in così gran numero nelle zone più avanzate, e al tempo stesso comportano interventi chirurgici di una lunghezza tale, che bastano tre o quattro casi per assorbire il lavoro del nucleo chirurgico per tutla la giornata. con gravissimo danno per altri feriti: L'ho disimpegnato soprattullo per iI fallo che questi feriti sia per la particolare resisten/a Jci tessuti della regione colpila all'infezione, sia per la conformazione anatomica che rende più difficile l'invasione ed il progredire di essa, consentono un lasso di tempo superiore a quelle I 0-12 ore che sono di prammatica per un intervento immediato qualunque. Con questa discriminazione ha alleggerito il nucleo chirurgico, ho dato le giuste funzioni agli ospedali da campo e sopra tutto ho dato il mezzo agli ospedali di riserva di esercitare la loro funzione di specialità già nel primo intervento che è il più importante e che dà spesso l'impronta al futuro decorso della ferita.
382
Ferruccio Botti
A questo orientamento corrisponde uno schema della politica di sgombero da attuare allegato alla direttiva, che qui riportiamo: l.t.
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Un 'altra variante riguarda gli sgomberi sulla zona territoriale, nei quali si attenua il ruolo (prima esclusivo) delle Associazioni di soccorso e compare il mezzo aereo. Mentre le Norme del 1932 (para. 68) prevedono che i predetti sgomberi siano effettuati con treni attrezzati (forniti dall'esercito), treni ospedale fomiti esclusivamente dalle Associazioni di soccorso (CRI o S.M.O.M.) e eventualmente da ambulanze fluviali (senza fare cenno ad altri mezzi), il para. 68 delle Norme 1940 così. recita: gli sgomberi nella zona territoriale si effettuano a mezzo treni ospedali del R. Esercito, della Croce Rossa Italiana e del Sovrano Ordine di Malta; eventualmente con
ambulanze fluviali, lacustri, lagunari e con aerei.
L'evoluzione della dottrina logistica ( /933-1940)
383
Come già era previsto dalle Norme del 1932, i compiti delle Associazioni di soccorso nell'organizzazione sanitaria di campagna escludono la cura e rimangono limitati allo sgombero dei feriti e alla costituzione di posti di soccorso nelle stazioni ferroviarie più importanti. Questi nuovi orientamenti per le modalità di sgombero sono recepiti dal Regolamento per il trasporto sulle ferrovie dei feriti e malati in guerra (Pub. n. 2915 - Ed. 1936), che abroga l'analogo regolamento del 1895 (Vol. Il, capitoli IX e X) rimasto fino a quel momento in vigore. Il nuovo regolamento prevede anche le modalità per il trasporto aereo, marittimo e/o sulle ambulanze fluviali e lagunari. dedica una parte ai treni ospedale delle Associazioni di soccorso, cd elimina i treni attrezzati che a causa delle loro attrezzature rudimentali tante lagnanze avevano provocato fin dalla prima guerra mondiale. I feriti e malati che devono viaggiare coricati sono trasportati con tren i-ospedalc (dell'esercito o delle Associazioni di soccorso). Per lo sgombero di pazienti non particolarmente gravi e per viaggi di breve durata si impiegano i treni sanitari improvvisati, costituiti da treni merci vuoti di ritorno senza particolare attrezzatura; infine, per coloro che possono viaggiare seduti e senza speciale assistenza si ricorre alle carrozze riservate dei treni viaggiatori. I nuovi treni ospedale dell'esercito possono trasportare nonnalmente 318 infermi coricati (di cui 12 ufficiali) ed eccezionalmente, sfruttando anche i posti riservati al personale di assistenza, 372 malati a feriti barellati. Sono compusli ùa 15 carro.a e metalliche intt:n;umunicanti, di cui: - 8 carrozze attrezzate ad infermeria truppa, con 36 barelle ciascuna su tre ordini; - 1 carrozza adibita per metà (18 barelle) a infermeria truppa e per metà a infermeria ufficiali (12 barelle); - 1 carrozza per metà sala medicazione e farmacia e per metà alloggio personale assistenza; - 1 carrozza alloggio personale assistenza; - 1 carrozza per metà cucina e per metà mensa personale assistenza; - 1 carrozza alloggio, ufficio e mensa del persona direttivo; - 2 carrozze-bagaglio per deposito viveri, magazzino, ecc. Nei treni ospedale dell'esercito il personale di assistenza è composta da I capitano medico direttore, 2 subalterni medici assistenti, 1 subalterno di amministrazione, I cappellano, 2 sottufficiali, 36 soldati di sanità (graduati, infermieri e portaferiti), 12 soldati servizi vari (cucinieri, attendenti, ecc.). I treni delle Associazioni di soccorso hanno composizione e capacità di trasporto identiche, con qualche differenza per il personale di assistenza. I treni ospedale della CRI banno 4 componenti a livello truppa in meno, mentre i treni dello SMOM hanno organi direttivi con attribuzioni diverse e ripartite tra il direttore (maggiore cavaliere dell'Ordine) al quale compete la parte disciplinare e amministrativa, e il capiLano medico capo, responsabile della parte sanitaria.
384
Ferruccio Bnlti
Servizio di ippica e veterinaria Oltre ai tradizionali compiti relativi alla cura, sgombero e recupero dei quadrupedi feriti o ammalati, al rifornimento dei materiali di veterinaria e mascalcia e all'accertamento della buona qualità della carne e dei foraggi, acquista anche quelli - assai gravosi - di: a) provvedere al rifornimento dei quadrupedi occorrenti a tutti i Comandi, corpi, reparti e Servizi dell'esercito operante (compresi i quadrupedi per l'artiglieria e il genio, per i quali nel 1932 erano invece competenti i rispettivi Servizi); h) provvedere al rifornimento. riparazione e sgombero del carreggio, bardature e finimenti (anche in questo caso per tutti, senza alcuna eccezione). Gli organi coordinatori, direttivi cd esecutivi sono i seguenti:
ORGANI COMANDO OD UNITÀ
Coordinatori
Direttivi
E.ecutivi
AhoComando ddl'&erc.
Sott0<;apo di S.M. dcll'Eserc.
hpenorato del servizio ippico e veterinario
Depositi centrali di sanità e veterinaria (quah organi di rifornimento per i soli materiali di veterinaria) l)(>posiro crntralr carreggio hardature e mascalcia Convalescenttari per quadrupedi Infermerie quadrupedi Infermerie specializzate per malattie infettive contagiose
Annata
Intendente d'armata
Diruione d, ippica e veterinaria d'armai: Maganino di veterinaria e mascalcia di armala Parco quadrupedi, carreggio e bardature di armata
Corpo d'armata
Comandante del C.A
DireLione di ippica e veterinaria di C.A.
Infermerie tempomnee quadrupedi (ev .)
Div. di ftr. - cl. at. - al.
Comandante di divisione
Capo ufficio del servizio ippico e veterinario divis.
Infermerie temporanee quadrupedi (cv.)
Corpi e repani
Comandante di Corpo e Reparto
Dirigente il scrvi1io di ippica e vetcrioaria.
Ufficiali veterinari e maniscalchi Infermerie temporanee quadupedi (ev .)
L'evoluzione della dollrina logistica ( 1933-1940)
385
Fatti salvi i mutamenti al vertice, la catena degli organi coordinatori e direttivi del Servizio non presenta varianti rispetto al 1932. Per gli organi esecutivi, invece, si nota l'alleggerimento dei livelli di corpo d 'armata e di armata. Infatti: a) al livello di corpo d'armata non sono più previsti l'infermeria quadrupedi e il gruppo carreggio e salmerie (quest'ultimo - va precisato solo quale organo di rifomimenlodel Servizio veterinario. Rimane, invece, quale organo esecutivo del Servizio lrasporti); b) i convalescenziari per quadrupedi e il deposito centrale di sanità e veterinaria passano dal livello di armala a quello centrale. Le modalità per lo sgombero, la cura e il recupero dei quadrupedi e per il rifornimento, sgombero e dei materiali non subiscono varianti rispetto al 1932, tenendo peraltro conto della diversa collocazione di alcuni organi e della mancanza di organi di cura e rifornimento ai livello di corpo d'armata e divisione. Ciò rende necessario un raccordo diretto tra gli organi esecutivi a livello di armata e i corpi e reparti, specie quando non sono costituite infermerie temporanee quadrupedi nell'ambito delle Grandi Unità.
Servizio di commissariato
59
Rispetto al 1932, non figurano più tra i suoi compiti il servizio di cassa, la redazione e trasmissione di atti di procura, di consenso e di autorizzazione (che passano al neo-costituito Servizio di Amministrazione) e lo sgombero e il recupero degli oggelli e materiali deteriorati (che passano al neo-costituito Servizio delle tappe autonomo). Rimangono pertanto compiti del Servizio (di compiti secondari non si parJa più): il vettovagliamenlo, il rifornimento degli oggetti di vestiario ed equipaggiamento, dei materiali di servi.lio vario (oggi denominati "materiali generali") e di quelli per il servi.òo delle sussistenze, e infine le pratiche relative alle conlribu.lioni di guerra e alle prede belliche. Gli organi del Servizio sono riportali nella tabella alla pagina seguente. Rispetto al 1932 scompaiono le casse militari e i depositi centrali al livello di armata, che passano alle dipendenze dello Stato Maggiore. Le rimanenti modalità per il funzionamento del Servizio rimangono invariate, se si ccceuua l'accenno alla possibilità di rifornimento a domicilio di alcune derrate a mezzo di aerei (para. 96). Benché nei compiti del Servizio non si accenni all'attività del recupero, gli organi direttivi
59
Cfr. Anche G. Giannuzzi, l ' evoluzione dei Servizi di commissariato in ~uer-
ra, ·'Rivista di Fanteria" n. 7-8/1940. Sulla particolare struttura del commissariato
in montagna Cfr. R.Bossa, Il servizio di commissariato nella divisione alpina, "Rivista cli Commissariato" n. 6/1936.
386
Ferruccio Bolli
ORGANI COMANDO OD UNITÀ
Coordinatori
Direttivi
Esecutivi
Stato Maggiore R. Eserc.
Sottocapo di S.M. dell'Escr.
Direzione generale Servizi logistici
Depositi centrali viveri e avena Depositi centrali vestiario ed equipaggiamento
Ispettorato dei servui di Commissariato militare Sezione sussistenza Sezioni panellieri con forni rotabili mod. Weiss Sezioni panettieri con forni carreggiabili mod. 1897 Sezioni panettieri senza forni mobili Magaaino viveri ed avena d'armata Magazzino vestiario ed equipaggiamento d'annata
Annata
Intendente d'armata
Dirc1ionc di Commissariato d'annata
Corpo d'annata
Comadante del Corpo d'armata
Direzione di commissariato del corpo d'armala
Sezione sussitenza
Div.
Comadante della divisione
Ufficio di Commissariato di divisione
Sezione sussistenza
Regg. alpino
Comadantc del reggimento
Dirigente del servi-
Sezione sussistenza per reggi-
zio di commissariato mento alpino
Comadante del corpo o reparto
Ufficiali incaricati dei rifornimenti
Corpi e rep.
conservano l'attribuzione generale di organizzare e dirigere il recupero stesso, costituendo centri di 1acc0lta, e di provvedere al rifornimento della biancheria pulita e allo sgombero di quella dismessa. Normalmente la disinfezione, lavatura e riparazione del corredo avviene, come sempre, presso gli stabilimenti territoriali, ma la lavatura e riparazione degli oggetti e dei materiali da parte degli organi dei Servizi di campagna da eccezionale nelle Norme 1932 (para. 115) diventa eventuale in quelle del 1940 (para. 114).
387
L'evoluzione della dottrina logistica (1933-/940)
Servizio materiali di artiglieria Conserva gli stessi compiti del 1932. Gli organi sono i seguenti: ORGANI COMANDO OD UNITÀ
Coordinatori
Direttivi
Esecutivi
Stato Maggiore R. Esercito
Sottocapo di S.M. dell'Esercito
Direzione generale di aniglieria
Deposito centrale di artiglieria
Armata
Intendente d'armala
Direzione di aniglicria d'armata
Magazzino di aniglicria di Annata
Corpo d'armata
Comadantc del corpo d'armata
Comando di aniglieria di corpo d'armata
Posti di distribuzione ed av-
Div.
Comadante della divisione
Comando di aniglieria divisionale
Corpi e rep.
Comadante di corpo o reparto
Ufficiale addeuo ai rifornimenti
viamento munizioni di corpo di armata Posti di distribuzione ed avviarnento munizioni di divisione
I mutamenti rispetto al 1932 riguardano: a) il passaggio del deposito centrale dal livello di annata al livello di Stato Maggiore; b) le attribuzioni dei Comandi di artiglieria di corpo d'armata e divisione, ai quali compete anche il rifornimento munizioni per la fanteria (che nel 1932 era di competenza dei Capi di Stato Maggiore delle G.U.). In tal modo si ritorna all'antico, eliminando un inutile e dannoso dualismo; c) la possibilità di effettuare rifornimenti aerei a domicilio di limitati quantitativi di munizioni (specie per armi portatili e automatiche) dai magazzini di armata fino alle Grandi Unità di prima schiera; d) l'introduzione come procedura normale del rifornimento diretto (a mezzo di autocolonne provenienti dai magazzini di armata e loro aliquote) fino ai posti munizioni dei reggimenti di fanteria, delle batterie e dei reparti munizioni e viveri di artiglieria, evitando trasbordi. Solo quando il ricorso a tale procedura non è possibile i corpi, reparti e Servizi provvedono con propri mezzi al prelevamento delle munizioni presso i posti distribuzione e avviamento delle Grandi Unità (le Norme del 1932 - al contrario - sancivano quest'ultima procedura come normale e come eventuale l'altra); e) una più dettagliata definizione della fisionomia dei posti di distribuzione e avviamento munizioni, che possono anche essere costituiti separatamente per fanteria e artiglieria, funzionano con personale fornito dalle stesse unità da rifornire e non hanno carico contabile, ma
388
Ferruccio Botti
agli effetti amministrativi considerano le munizioni distribuite ai reparti come consumate e ne danno comunicazione periodica ai comandi da cui dipendono.
Servizio materiali del genio
I compiti rimangono invariati, e gli organi direttivi sono i seguenti: ORGANl COMANDO OD UNITÀ
Coordinatori
Diretliv1
Esecutivi
Stato Maggiore R. faerc.
Sottocapo di S.M. dell'Eser.
Dtn:ltone generale del genio
Deposito centrale del genio Colonna gas
Annata
Intendente d"annata
Dirc1ionc del genio annata
Magazzino del genio di armata
Corpo d'arm.
Comandante cli corpo di annata
Comando del genio rli rorpo d'.armata
Posti di disllibuz.ione ed avvioilllll.-':110 111,11criali Jd gt"nio di corpo d'annata (a) Officina autocareggiata per materiali dt collegamento
Comandante di divisione
Comando del genio divisionale
Div.
Posto di dis1ribu1ionc ed avviamento materiali del genio divisionale (a)
(a) Di costitu.t.ione eventuale
Rispetto al 1932, da notare solo che oltre a quello di divisione, anche il posto distribuzione e avviamento materiali del genio di corpo d'armata è di costituzione eventuale. Ciò avviene perché i posti di distribuzione e avviamento - qualora costituiti - fungono solo da posti di transito per l'avviamento diretto dei materiali ai corpi, reparti e Servizi che li hanno richiesti. Solo in via eccezionale (precisazione che manca nelle Norme 1932) i materiali sono scaricati ai posti distribuzione e avviamento e prelevati con propri mezzi di trasporto dei reparti. Da ricordare, per i loro riflessi logistici, l'emanazione di talune pubblicazioni su branche specifiche del genio (Pub. n. 2723 Istruzione sui lavori di mina e sugli esplosivi - Voi. I, II e III, Ed. 1935 e Pub. n. 3060 Istituzione sui lavori da zappatore - Ed. 1937, che abroga quella del 1912 con aggiunte e varianti del 1928).
Servizio chimico Rispetto al 1932, il Servizio chimico limita i suoi compiti alle attività strettamente inerenti al materiale (la bonifica chimica compete al-
389
L'el'oluzione della dollrina logistica ( 1933-/940)
le unità specializzate per la guerra chimica e/o alle stesse truppe, e la cura e bonifica personale dei militari colpiti da aggressivi chimici rientra, come già nel 1932, nei compiti del Servizio di sanità). In tale quadro, il Servizio contribuisce agli studi e ricerche inerenti alla difesa chimica e provvede: a) al rifornimento dei materiali sia ai reparti dell'Anna chimica che aUe truppe; b) alla rimessa in efficienza dei materiai i non abbisognevoli di grandi riparazioni; c) allo sgombero sugli stabilimenti territoriali dei materiali abbisognevoli di grandi riparazioni o da recuperare; d) a mettere le truppe in condizione di eseguire la bonifica del terreno, degli ambienti, delle armi e dei materiali, e a contribuire agli studi e ricerche. Gli organi del Servizio sono: ORGANI COMANDO OD UNITÀ
CoorJiualori
Dirt'llivi
E-,r.eulivi
Stato Maggiore R. Esercito
Sottocapo di S.M. deU'Esercito
Direzione servizio chimico
Deposito centrale chimico
Armata
Intendente d'armata
Direzione servi,io chimico d'armata
Magauino materiale chimico di armata
Corpo d'armata
Comando C.A.
Ufficio chimico diC.A.
-
Div.
Comadante
Ufficio chimico di divisione
-
Corpi e rep.
Comandante
Ufficiale per la difesa chimica
Personale appositamente addestrato (parte III - "lstruLione ~ulla difesa contrn gli aggressivi chimici")
Rispetto al 1932 i mutamenti sono quindi notevoli, sia al livello di organi direttivi che esecutivi. Per gli organi esecutivi è previsto in più un deposito centrale chimico al livello di Stato Maggiore e rimane solo l'organo più propriamente logistico (magazzino materiale chimico d'annata). I rifornimenti avvengono su richiesta dei corpi, inoltrata per via gerarchica all'ufficio del Capo di SM dell'Intendenza d'armata che ne dispone l'invio direttamente ai corpi da parte del magazzino chimico di armata. I magazzini d'armata, a loro volta riforniti dagli stabilimenti territoriali, hanno anche il compito di disinfettare i materiali non più utilizzabili che sono loro versati dai corpi, di riparare quelli abbisognevoli solo di piccole riparazioni e sgomberare gli altri sugli stabilimenti territoriali.
390
Ferruccio Botti
Per quanto non riguardi, in senso stretto, il Servizio chimico ma il Servizio sanitario, per omogeneità nella trattazione degli argomenti ricordiamo l'uscita, nel 1935, della prima pubblicazione sul primo soccorso e la cura dei colpiti da gas tossici, compilata dalla direzione di sanità militare del Ministero della guerra.60 La pubblicazione si divide in quattro parti: parte I l'offesa chimica (classificazione delle sostanze aggressive; mezzi d'impiego e concause dell'aggressione chimica); parte II patologia e clinica dei colpiti da aggressivi chimici; parte Ili la difesa antigas (protezione individuale con maschere, autoprolettori e indumenti protettivi; protezione collettiva con ricoveri ermetici o filtranti; protezione degli animali e degli alimenti); parte IV il Servizio sanitario nella guerra chimica. Per il primo soccorso e la cura dei colpiti da gas l'esercito italiano non adotta il criterio della specializzazione degli organi sanitari, che nella prima guerra mondiale era stato seguito dall'esercito francese e - in parte - da quelli inglese e americano: sono perciò i normali organi sanitari a occuparsi del ricovero e della cura anche del personale vittima di questo particolare tipo di offesa. Sono previste squadre sanitarie per Rassari (l graduato e 16 uomini) al livello di compagnia, per Laricerca, raccolta e prima cura dei colpiti da gas, e sezioni per la bonifica dei gassati a livello di corpo d'armata, autotrasportate, per la grande bonifica dei colpiti da vescicatori mediante autobagni.
Servizio trasporti Ha una fisionomia più semplificata, e molto diversa dal Servizio dei trasporti e delle tappe del 1932. A parte la costituzione di un Servizio autonomo e separato per la branca tappe, non gli compete più: a) il rifornimento dei quadrupedi (che passa, come si è visto, al Servizio di ippica e veterinaria); b) il rifornimento, riparazione e sgombero del carreggio a traino animale e delle bardature e finimenti (che passano anch'essi al Servizio di ippica e veterinaria); c) il rifornimento, riparazione e sgombero dei mezzi di trasporto a trazione meccanica (di competenza del neo-costituito Servizio automo bi li stico). In compenso, il nuovo Servizio trasporti estende le sue competenze a qualsiasi trasporto militare per conto di tutte le forze armate, non escluso il trasporto aereo. Infatti le Norme del 1940 (para. 189) gli assegnano il compito di provvedere in tempo di guerra, alla organiz7.azione ed alla esecuzione dei trasporti: per ferrovia; per via acquea; per via ordinaria; per via aerea, interessanti tulle le forze annate dello Stato ed attuantisi per: esigenze organiche (trasporti di mobili-
60
MG, Manuale sanitario per la guerra chimica, Roma 1935 (Pub. n. 2642).
L'evoluzione della dottrina Lo~istica (1933-1940)
391
tazione); esigenze strategiche (copertura, radunata, manovra); esigenze logistiche (rifornimenti, sgomberi).
Un'altra positiva riforma è la organizzazione e gestione unitaria di tutti i tipi di trasporto sia al livello centrale (un 'unica direzione superiore trasporti) che al livello di armata (la direzione trasporti d'armata). Le Norme del 1932 prevedevano invece, a questi due livelli, organi separati (rispettivamente: direzione trasporti per ferrovia e per via acquea e delegazione trasporti ferroviari d'armata, per i trasporti per ferrovia e per via d'acqua; direzione superiore trasporti e tappe e direzione trasporti e tappe d'armata, per i trasporti per via ordinaria e per il servizio delle tappe). La direzione superiore trasporti dipende dallo Stato Maggiore Esercito (anche se non ne fa parte organica) ed entra in funzione subito all'atto della mobilitazione, costituendosi - con fisionomia interforze - per trasformazione dell'ufficio trasporti dello stesso Stato Maggiore. Ha sede fissa in una località che consenta l'immediato contatto con il Ministero delle comunicazioni e con gli altri Enti interessati ai trasporti. Nel caso che lo Stato Maggiore si trasferisca in altra sede permanente o temporanea, rimane in posto e distacca presso di esso uno o più ufficiali con funzioni tecnico-consultive. Procedura, questa, diversa e anzi opposta rispetto al 1932, quando la direzione trasporti per ferrovia e per via acquea ultimata la radunata si trasferiva ( come era previsto anche nel I 9 I 5) nella zona dell'esercito operante al seguito dell'Intendenza generale, assorbendo la delegazione mobile trasporti militari ivi provvisoriamente costituita e lasciando un ufficio trasporti presso il Ministero. La direzione centrale unitaria per tutti i tipi di trasporto, così come le altre riforme del Servizio, sono principalmente dovute all'incremento della motorizzazione dell'esercito. Il trasporto automobilistico aumenta i legami di interdipendenza con il trasporto ferroviario fino a rappresentare sovente (essendo, tra l'altro, meno soggetto ali 'offesa aerea) un sistema alternativo, anche nella zona territoriale. Come scrive nel 1940 il Giannuzzi riferendosi di compiti e alla struttura previsti dalle Norme del 1932, tale organizzazione, se ben rispondeva ai bisogni dell'esercito mobilitalo durante la guerra mondiale, allorché la motorizzazione nell'esercito era al suo nascere, non risponde più alle esigenze attuali, causa il grande sviluppo che si è avuto nell'impiego del mezzo meccanico e che ci sta portando rapidamente verso la completa motorizzazione dell'esercito, fatte le dehile eccezioni per le unità destinate ad operare in montagna e per quelle aliquote di salmerie costituenti gli scaglioni di combattimento di tutte le minori unità di fanteria od assegnate in organico ai comandi di G.U. per compiti vari. Infatti il largo impiego del mezzo meccanico ha portato, di conseguenza, alla necessità di dover risolvere molli problemi a tale impiego connessi e che interessano in principal modo: -1 'attulV.ione degli ingenti rifornimenti delle materie di consumo e quella delle riparazioni automobilistiche; - l'organizzazione stradale per adeguare le vie di comunicazione all'intenso traf-
392
Ferruccio Bolli
fico automobilistico che su di esse deve svolgersi; - la disciplina del movimento, tendente ad assicurare correnti regolate di lrarfico, dimodoché si possa trarre il massimo profitto all'aumentata prestazione della strada e dal maggiore rendimento dei mezzi di trasporto a traino meccanico. Ciò premesso è facile dedurre come lo sviluppo della motorizzazione abbia creato un complesso di attivilà, di nuove attribuzioni e responsabilità che non sarebbe possibile devolvere ad un unico servizio. senza correre il pericolo di appesantirlo eccessivamente. A parte ciò vi è da considerare che, mcnttc l'anività inerente all'impiego dei mezzi ed al coordinamento dei trasporti nell'interno di una G.U. rientra nelle allribtU.ioni vere e proprie di Stato Maggiore, quella interessante il mantenimento in efficien1.a dei mezzi è compito particolare degli organi tecnici di alcuni servizi.6 1
Branca trasporti per ferrovia e per via acquea Gli organi coordinatori, direttivi ed esecutivi sono i seguenti:
ORGA"lf
COMANDO OD UNITÀ
Coordinatori
Direttivi
Alto Comando dell'Eserc.
Sottocapo di S.M. dell'Esercito
Dirc11one superiore trasporu
Armata
Intendente di armata
d'armata
S.M. territoriale
Sottocapo di S.M. territoriale
Dire.cione In.sporti
Esecutivi Reparti del genio ferròvieri Reparti del genio pontieri Reparti au1001ob1hst1cì Compagnie e sc1ioni ferrnvi~rif mobilitate (a) Comandi militari di sta1ione e posti di vigilanza Uffici militari imbarchi e sbarchi Commissioni di allestimento imbarchi De1eg8.7ioni trasporti militari Ufficiali di collegamento con laD.T.S.
Ufficiale di collegamento con fa D.T.S.
(a) evemuali
Rispetto al 1932, tra gli organi esecutivi non figurano più i reparti del genio lagunari, gli uffici imbarchi e sbarchi di armata e i delegati ai trasporti presso i depositi centrali, mentre sono aggiunti: a) gli ufficiali di collegamento distaccati presso la direzione superiore trasporti dal Sotto capo di SM territoriale e dalla direzione trasporti d'armata; 61 G. Giannuzzi, // servizio dei trasporti per via ordinaria e delle tappe, "Rivista di Commissariato" n. 4/1940.
L'evoluzione della dottrina logistica (1933-1940)
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b) le commissioni di allestimento imbarchi; e) i posti di vigilanza, costituiti - per le sole esigenze di mobilitazione e radunata - nelle stazioni di minore importanza; d) i reparti automobilistici, a disposizione della direzione superiore trasporti fino al compimento della radunata per assicurare la continuità dei rifornimenti anche in caso di interruzioni ferroviarie; e) i reparti del genio pontieri, che in caso di interruzioni hanno il compito di assicurare il transito attraverso i corsi d'acqua di truppe e materiali, per consentire loro di proseguire per via ordinaria o raggiungere a ltre stazioni di carico al di là dell'interruzione. Nulla di mutalo nei criteri e principi generali nel funzionamento dei trasporti ferroviari e per via acquea. All'atto della mobilitazione sono stabilite per decreto le misure di carattere eccezionale da adottare per i trasporti militari, che hanno sempre l'assoluta precedenza sugli altri, sono attuati come previsto dai progetti in vigore con le varianti suggerite dalla situazione del momento e si svolgono secondo uno speciale orario ferroviario, mentre l'orario normale viene ripreso a radunata compiuta e con le limita7ioni imposte dalle esigenze militari. Mutano però notevolmente rispetto al pass;iro le modalità per la gestione dei grandi trasporti militari e le competenze degli organi direttivi militari e civili, con tendenza ad aumentare la priminenza e discrezionalità dei primi, a raggiungere la massima flessibilità in ogni momento nell'esercizio della rete ferroviaria ai fini militari, a sfumare le differenze tra organizzazione di pace e di guerra e mobilitaz10ne e radunata e a coordinare le esigenze di tulle e tre le forze armate. Di conseguenza si rende necessario rivedere la regolamentazione specifica di base del settore, rimasta invariata dalla prima guerra mondiale. Ali 'inizio del 1940 il Regolamento per l'esecuzione dei grandi trasporti militari del 1915 (R.D. 15 aprile 1915, n. 505) rimasto fino a quel momento in vigore, è abrogato e sostituito da un altro approvato con R.D. 16 novembre 1939, n. 2167 e completato da una copiosa normativa secondaria.<•2 Anche il nuovo regolamento prevede una Commissione centrale per i grandi trasporti militari in ferrovia, presieduta dal Sottocapo di Stato Maggiore Intendente o - in sua vece - da un generale capo reparto del Comando del Corpo di Stato Maggiore, la cui composizione presenta due novità principali : ne fanno parte, oltre che i rappresentanti delle ferro-
hl Pub. n. 3859 Regolamento per l'esecuzione dei grandi trasporti militari in ferrovia ed 1940 (G.M. 1940, pp. 287-299). È integrala dalla Pub. n. 3908 Norme per i trasporri mi/ilari in tempo di guerra - Ed. 1940 e della Pub. n. 2807 Regolamento sul servizio dei trasporti ferroviari e marittimi - Parte seconda trasporti ferro· viari - Ed. 1940 (prima ristampa dell'edizione 1935, che a sua voha abroga il Regolamento sul servizio dei trasporti per ferrovia e .\ulle navi - Parte I - trasporti per ferrovia in tempo di pace - Ed. 1901 ). Da ritenersi ancora valide, infine, le Norme per la predisposizione ed esecuzione dei grandi traspor/ i ferroviari militari in guerra - Ed. L936.
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Ferruccio Botti
vie e Enti civili interessati e il Capo dell'ufficio trasporti del Comando del Capo di Stato Maggiore, anche i capi delle delegazioni trasporti militari, e i delegati di tutti e tre i Ministeri militari (e sono solo del Ministero della guerra come nel 1915). Competono a questa commissione gli studi del tempo di pace e i pareri sui problemi che concernono i grandi trasporti militari. Essa predispone, in particolare, un apposito schema di provvedimento legislativo da emanare ali 'atto della mobilitazione, nel quale deve essere contemplato e disciplinato il diriuo dell'Alto Comando dell'esercito di ouenere dall'autorità ferroviaria, in aggiunta o in deroga alle norme prestabilite. l'aLLu.u.ione di tutti i provvedimenti che si rendessero necessari - durante la mobilita,.ione e la guerra per ogni nuova esigenza di ordine militare.
Questa precisazione - assente nel regolamento 1915 significa che in pratica l'autorità militare ha la massima libertà d'azione e preminenza assoluta sulle autorità ferroviarie. senza limiti di alcun genere, anche nei riguardi del territorio. Il nuovo regolamento fissa composizione, dipendenze, dislocazioni, attribuzioni, modalità di funzionamento dei vari organi (direzione superiore trasporti; delegazioni trasporti militari; Comandi militari di stazione; battaglioni di lavoro; sezioni militari di esercizio di linea del genio; sezioni e compagnie ferroviarie militari; personale militare sussidiario). Poiché il regolamento è pubblicato nel febbraio 1940, esso prevede ancora l'Intendenza generale: " all'atto della mobilitazione, l'ufficio trasporti del Comando del corpo di stato maggiore passa a far parte dell'Alto Comando dell 'esercito, alle dipendenze dell'Intendenza generale assumendo il nome di direzione superiore trasporti". Ne fanno parte, oltre aJ personale militare previsto del bollettino di mobilitazione, un ufficiale delegato per ciascuno degli altri Ministreri militari (marina e aeronautica), alcuni funzionari superiori delle ferrovie addetti all 'esercizio e al personale e due funzionari dell'Ispettorato generale delle fer rovie, tramvie e automobili. La direzione superiore trasporti, è - in ogni settore - l'organo regolatore centrale: mantiene le sue competenze su tutto il territorio nazionale anche a radunata compiuta e decide su quali linee e in quale momento deve entrare in azione l'orario normale, con facoltà di richiedere in ogni momento alle amministra7ioni ferroviarie che parte o tutti i treni previsti dall'orario ordinario siano utilizzati per esigenze militari, che il predetto orario sia modificato o che il materiale ferroviario sia messo in tutto o in parte a disposizione dell'esercito. Poiché la direzione superiore (diversamente dal passato) continua a svolgere per intero i suoi compiti anche a radunala compiuta e su tutto il territorio nazionale rimanendo a Roma senza seguire l'Alto Comando, non è più necessario distinguere come nel 1915 tra zona ferroviaria militare (dove si esercita la competenza della direzione trasporti) e 70na ferroviaria interna. Tuttavia la direzione superiore trasporti provvede a:
L'evoluzione della dourina logistica ( 1933-/940)
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a) designare le stazioni di transito, che costituiscono l'allacciamento tra la rete ferroviaria della zona dell'esercito operante (doverimane in vigore, di massima, l'orario militare) e la rete ferroviaria della zona territoriale (dove, a radunata compiuta, viene in larga misura ripristinato 1'orario normale); b) stabilire, in accordo con le Intendenze di armata e con il Servizio delle tappe, le stazioni testa di linea ferroviaria per le singole armate (cioè le stazioni fino alle quali giunge il servizio ferroviario, e a partire dalle quali devono essere organizzati i trasporti per via ordinaria a cura delle armate); c) indicare, in accordo con le Tntenden7e dì armata, le stazioni più importanti per le attività di rifornimento e di sgombero, dove devono essere organizzati depositi di munizioni, viveri e vettovaglie. Le sezioni militari di esercizio del reggimento genio ferrovieri operano alle dirette dipendenze della direzione superiore trasporti, sono opportunamente dislocate nelle zone di più probabile impiego e provvedono al ripristino delle linee, al miglioramento delle possihilità di carico e scarico nelle stazioni della zona dell'esercito operante e all'esercizio di linee che per eventi di guerra devono essere gestite dall'autorità militare. Per le stesse esigenze la direzione superiore trasporti può formare - con personale militarizzato appartenente alle FF.SS. - delle sezioni ferroviarie militari, che possono operare autonome oppure raggruppate (in numero da 2 a 4) in compagnie ferroviarie militari. Sono previste I 8 sezioni, una o due per ciascun compartimento ferroviario. Ogni sezione è alle dipendenze di un capo sezione tecnico e di un capo sezione militare; analogamente, ogni compagnia ferroviaria militare ha un comandante tecnico e un comandante militare. Ai capi sezione tecnici e ai comandanti tecnici compete la direzione tecnica dei lavori e l'amministrazione, in quanto il personale, benché militarizzato, percepisce dall'amministrazione delle FF.SS. (e non da quella militare) gli assegni, paghe e indennità. Ai capi sezione e comandanti militari competono la sorveglianza, la parte disciplinare e - se le drcostanze lo richiedono - anche il supporto logistico e amministrativo militare del personale, prelevando fondi, generi e materiali dai magazzini militari di tappa o da altri magazzini di corpi vicini.
Branca trasporti e movimento per via ordinaria
Risponde alla duplice esigenza di effettuare i trasporti di truppe, servizi e materiali per via ordinaria, assegnando di volta in volta i mezzi necessari, e di provvedere all'organizzazione stradale e all'organizzazione del movimento. I suoi organi sono i seguenti:
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Ferruccio Botti
ORGANI COMANDO ODUNTTÀ
COORDINATORI
D!RETIIVI
ESECUTIVI Trasporti a l!atione animale
Stato Maggiore R. Esercito Annata
Sonocapo di S.M. dcllfaercito
Diretione superiore trasporti
Intendente di
Direzione tra.sporti di armata
armata
Corpo d'armala
Comandante del C.A. Dirc1.ione trasporti delC.A. diC.A.
Divisione fanlcria eD.al.
Comandante della Div. Uff. del Capo dt S.M.
-
Tmponi a l!atione meccanica
Autoraggrup. di manovra Autoraggrup. di riserva
Gruppo carreggio e salmerie di annata
Autoragrupp. di armata Banaglione movimento stradale Reparto soccorw stradale
Gruppo salmerie di corpo di armata (I)
Autoreparto pesante di corpo d'armata (I)
-
-
Divisione celare
Id.
Id.
-
Autoreparto misto
Id. coranata
Id.
Id.
-
Nucleo movimento stradale
Id. molomJ,ata
Id.
Id.
-
Nucleo soccorso stradale
Id. alpina
Id.
Id.
Colonna salmene per divisione alpina
Autoreparto per d1v1stone alpina
Reggimento alpini
Comandante del reggimento
Ufficiale addetlo
(I) Non è assegnato ai C.A. alpino, celere, corazzato.
Reparto salmerie per reggimento alpino
-
L'evoluzione della dottrina logistira ( /933-1940)
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Da notare, rispetto al 1932, l'aumento degli organi esecutivi dei trasporti a trazione meccanica (autoraggruppamento di riserva al livello centrale; battaglione movimento stradale e reparto soccorso stradale a livello di armata; l'autoreparto del corpo d'armala diventapesante; le divisioni celeri, corazzate e motorizzate hanno un autoreparto misto, un nucleo movimento stradale e un nucleo soccorso stradale). Per contro, mentre la divisione alpina ha in organico un autoreparto per divisione alpina, nessun autoreparto stabilmente assegnato è previsto per il livello di divisione di fanteria (scompare anche la nota del 1932 "di costituzione e assegnazione eventuale"), per la quale evidentemente si continua come sempre a seguire il discutibile criterio di assegnarle di volta in volta gli automezzi (e/o le salmerie e il carreggio) necessari, in relazione al compito e al terreno e senza prevedere un organico minimo. Le modalità di dettaglio per l'organizzazione e il funzionamento, dei trasporti per via ordinaria sono definiti a parte in diverse pubblicazioni: Pub. n. 3107 / trasporti per V.O. in guerra (Allegato n. 7 alle Norme generali) - edizione 1939; Pub. n. 3120 Organizzazione stradale e disciplina del movimento in guerra - edizione 1939; Pub. n. 3767 Istruzione sul movimento in guerra - edizione 1940, che abroga l'analoga pubblicazione Ed. 1937). Per quanto riguarda il traino animale, un cenno merita la Pub. n. 2630 Istru zione sulle salmerie e sul carreggio dei corpi- Ed. 1935, che sostituisce la Pub. n. 24 (528) Istruzione preliminare sulle salmerie e sul carreggio dei corpi - Ed. 1912) e si suddivide in tre parti: a) parte prima - struttura e conservazione del mulo e del cavallo (caratteristiche e norme igieniche; precetti per la buona conservazione degli equini; malattie più frequenti; pratica e governo); b) parte seconda - trasporti (salmerie: bardature, carichi e modo di condurle. Traino: finimenti, carrette, carichi e modo di condurre i quadrupedi. Norme per la conservazione di bardature, finimenti e mezzi di trasporto; e) parte terza - norme di addestramento, di istruzione e di servizio. Compete agli organi direttivi la razionale utiliuazione dei mezzi di trasporto per via ordinaria in relazione alle loro caratteristiche, al genere e alle esigenze dei trasporti, alle caratteristiche e condizioni degli itinerari e il coordinamento del loro impiego, riducendo al minimo i trasporti allorché mezzi diversi (automezzi, carreggio, salmerie, teleferiche, slitte) debbono essere impiegati per lo stesso trasporto. Altre loro attribuzioni specifiche sono: a) l'eventuale assegnazione di mezzi di recupero alle unità dipendenti, il collegamento con l'organo superiore per tenerlo informato delle proprie disponibilità e di eventuali esigenze di rinforzo, lo stretto controllo dcll 'esecuzione dei trasporti anche per ottenere un economico impiego dei mezzi; b) l'organizzazione stradale e la disciplina del traffico; e) l'organizzazione dei cantieri di carico e scarico, la mimetizzazione e l'occultamento dei parchi, la difesa antiaerea degli itinerari e dei vari organi;
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Ferruccio Botti
d) l'impiego delle teleferiche e il raccordo delle stazioni di testa con la rete stradale. Nulla di variato rispetto alle Norme del I 932 per il meccanismo di manovra e l'assegnazione dei mezzi di trasporto. I Comandi, corpi, reparti e Servizi inoltrano al Comando di G.U. di cui fanno parte le richieste di trasporto e le eventuali richieste di movimento sugli itinerari per i quali l'armata pone dei vincoli. I Comandi di G.U., vagliate le richieste, definiscono se e quali unità dovevano compiere il movimento con i loro meni e le relative modalità, provvedono ai trasporti con i mezzi di cui dispongono e trasmettono le rimanenti richieste al Comando della G.U. superiore (per l'armata: l'Intendenza d'armata). L'Intendenza d'armata dopo aver vagliate le richieste le trasmette alla propria direzione trasporti, che compila il piano dì movimento da cui discendono gli ordini di movimento e gli ordini di trasporto. Per gli autotrasporti di unità organiche, si seguono le seguenti procedure: 24. - Gli autotrasporti di truppe sono limitali alle divisioni di fanteria e sono organizzati dalla Direzione superiore trasporti o dalle Dire,:ioni trasporti di armata. Tenuto conro della velocità media oraria delle autocolonne, dei tempi di afflusso degli automezzi e delle operazioni di carico e ,t:arico, l'autotrasporto di massima è conveniente solo per distanze superiori ai 25 km per truppe e a piedi, ai 70 km per truppe montane. 25. - Deciso l'autotrasporto di una grande unità, questa inoltra alla Direzione trasporti di armata (oppure alla D.S.T.) la richiesta di autotrasporto indicante, per ciascun battaglione od unità corrispondente, la forza (uomini, quadrupedi, peni e materiali) da trasportare, la località di ca.rico, la costituzione degli scaglioni di marcia, la zona di scarico, l'itinerario proposto, i limiti di tempo entro i quali l'autotrasporto dev'essere compiuto.61
La citata pubblicazione n. 3 l 07 del 1939 sui trasporti per via ordinaria in guerra - prima del suo genere - contiene interessanti indicazioni sul ruolo dei varì mezzi di trasporto all'inizio della guerra, sui criteri di base che ne governano l'impiego, sui rapporti che li legano. La premessa e le conclusioni sono significative: I. Il grande sviluppo assunto dai trasporti per via ordinaria - soprallulto per effetto della motorio.a/ione - la varietà dei mezzi, il differente loro grado di prestazione, impongono conoscenza profonda di essi. costantemente soccorsi, nel campo applicativo, della organizzazione degli itinerari. 2. Nessuna azione di guerra può, infatti, sboccare al successo se i trasporti per v.o. non sanno corrispondere, io tempo e in quantità, alle complesse esigenze operative che reclamano incessante, varia, gigantesca alimentazione L.•• I
63 Circ. n. 17000 del 1° giugno 1940 (Cit.), pp. 24-25. Sul movimento di una divisione di fanteria non autotrasportata Cfr. A. Rosmini, La divisione di fanleria in marcia, "Esercito e Nazione" n. 6/1932. Sull'autotrnsporto di un battaglione Cfr. (Sen"a Autore), Autotrasporto di un battaglione. "Esercito e Nazione", n. 11/1933. Sulla viabilità Cfr. P. Ferrari, Viabilità di guerra, "Nazione Militare" n. 4/1938.
L'evoluzione della dottrina logistica (1933-1940)
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97. 1 trasporti per via ordinaria, iniziano, sostengono, concludono ogni azione di guerra. A rendere economica, muscolata, vibrante la loro organizzazione, occorre previsione concreta delle necessità, frutto di solida preparnzione professionale. Dalla consapevole visione delle esigenze balzano infatti, pronte e conformi, la provvidenza e i trasporti per via ordinaria si intonano al ritmo insaziabile della battaglia.
Le caratteristiche e le possibilità d'impiego assegnate ai vari mezzi di trasporto lasciano trasparire il ruolo essenziale ancora ricoperto dalle salmerie e dal traino animale, non solo in montagna ma anche nelle zone più avanzate: Meu:i
IO. Si distinguono in: - mezzi a traino animale - mezzi a trazione meccanica.
Meui a traino animale 11. Comprendono: carreggio regolamentare e di requisizione, sliue e, con estensione <li significato. le salmerie. insostituibili per i trasporti in zona montana. 12. Caratteristiche essen?iali: - scarsa potenzialità di carico, lentezza <li movimento, donde limitata capacità <li pe rcorso giornaliero - di nonna sui 30 km; - grande impiego <li personale, <li quadrupedi, di veicoli; - rilevante ingombro per le strade, rese maggiom1ente impegnate per cffc llo della lentezza di movimento; notevulc onere per il vc11ovagliamcnto dei quadrupedi; - stretta subordinazione delle dislocazioni alle esigenze dei quadrupedi. 13. L'impiego ne è, per ciò, di massima limitato: - alle zone avanzate dello schieramento, in cui i quadrupedi diventano preziosi ausiliari del combattente; - alle zone montane; - alle zone in cui manchino o difettino le rotabili; - ai trasporti non urgenti e di percorso inferiore ai 30 km; - ai trasporti interni dei corpi e reparti, previa assegnazione di mezzi dai comandi superiori; - ai trasporti di sistemazione nei cantieri. Nel percorso di più tappe conveniente è l'adozione di un servizio a catena o ad anello. Nel primo caso, occorre provvedere alla sostituzione dei quadrupedi a ogni tappa o mezza tappa. L'utilizzazione di essi è, di massima, informata al principio dell'impiego promiscuo a tiro e a soma. 14. È imprescindibile necessità di assegnare alle salmerie e al carreggio personale capace e mezzi adeguati per tenere costantemente in efficienza quadrupedi, bardature. carreggio, sotto pena di distruggere, in poco tempo, materiale prezioso, <li difficile sostitu,;ione. 15. Condizioni particolari di terreno e di clima potranno imporre di sostituire carreggio e salmerie con slitte, con notevole economia di uomini e di quadrupedi. Saranno sempre da preferire, allora, le slitte locali, semplici, rustiche, collaudate dall'esperienza, raccolte in numero adeguato ai bisogni prevedibili, calcolati con sufficiente largheaa. L'uso delle piste destinate alle slille deve, di norma, essere interdetto agli altri mezzi di trasporlo [ ... ].
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Ferruccio Botti
In casi particolari di neve alla, proibitiva per i quadrupedi, le slitte potranno essere trainate per trasponi inderogabili - da uomini muniti di adatto equipaggiamento [ ... ].
Mezzi a trazione meccanica 18. Si distinguono in: - auloveicoli; - leleferiche. Autoveicoli 19. Si suddividono in: automezzi: aulocarri e aulovelture; - motomezzi: motocicli e mototricicli. Gli autocarri comprendono: - autocarri comuni: leggeri, pesanti, giganti; - autocarri speciali: autocarreue, aulocarri "dovunque", trattori, trattrici. autofficine, autobus, autoambulanze, autofrigoriferi, autoserbatoi, autocisterne. 20. Velocità, autonomia, rilevante capacità di carico, pronta disponibilità, elasticità d'impiego, rendono gli automezzi particolarmente idonei ai lra.,porti di guerra. Occorre. però, ~uhito notare che il loro facile deterioramenlo, le onerose esigen7e di manutenzione, la necessilà del maggior risparmio del carburanle, impongono impiego costantemente informato a rigoroso criterio di economia. 21 . Tn pari içolarc l'automezzo: - consenlc elasticità di movimento e di impiego superiore a quella delle ferrovie, di cui costituisce preziosa integrazione: - ha larghe possibilità di adattamento alla strada e, in virtù di par1icolari caraneristiche coslrutlive, anche al terreno vario: è adatto ai trasporli di ogni genere, talché, eccezion fatta per alcuni lipi - autoambulam:e, autoserbatoi, autocisterne, aurofrigorifcri - occorre evitarne La specializzazione; - deve essere utilizzato volgendo costantemente a profitto la propria caraueristica fondamentale: la velocità, che entro ceni limiti aumenta il rendimento della strada. Epperò sono da evitare: - costitu/.ione di colonne con automezzi eterogenei e, soprauuuo, aventi grado di prestazione diverso; - movun,mll J, autono.:u1, di 4ualunque tipo, in cosa a truppe a piedi, a salmerie, a carreggio; - carichi superiori ai limiti di portata; - assegnazione di itinerari inadaui.
Nel complesso l'importanza dei trasporti per via ordinaria risulta accresciuta rispetto alla prima guerra mondiale, ma non fino al punto da spodestare la ferrovia dal ruolo di mezzo di trasporto principale. Infatti la pubblicazione assegna ai me.ai di trasporto per via ordinaria il compito generale di prolungare, integrare, sostituire i mezzi di trasporlo ferroviari, marillimi, fluviali, ripartendo le complesse correnti dei rifornimenti di ogni genere in rivoli minimi, ma incessanti, di alimentazione e concorrendo, fin dall'inizio delle ostilità o in previsione di esse, ai trasporti di copertura, di mobilitazione, di radunata. Deve il servizio trasporti per V.O. intonarsi al ritmo delle operazioni, come esse son volute dalla nostra dottrina, con adeguata mentalità [nostra sottolineatura - N.d.a.J.
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La pubblicazione distingue tre tipi di trasporto: a) di rifornimento, diretti ad alimentare il combattente in virtù della maggiore elasticità posseduta dai mezzi di trasporto per via ordinaria; b) di S!?Ombero; c) autotrasporti, che "influiscono direttamente sull'esito stesso della lotta con rapida immissione, sul campo di battaglia di unità in riserva o tratte da alcuni settori" Fin qui, nulla di nuovo rispetto alla prima guerra mondiale; ma oltre che per spostare le riserve e per attuare manovre intersettoriali, gli autotrasporti servono anche per proseguire movimenti ferroviari o marittimi, per sostituire i primi in tratti interrotti, o semplicemente per portare le truppe in buone condizioni fisiche e morali nella zona d'impiego. Sono questi due ultimi compiti, attraverso i quali compare la minaccia aerea che rende le ferrovie interrompibili, a far capire che qualcosa è cambiato rispetto alla guerra precedente. I trasporti di rifornimento e sgombero si distinguono in ordinari e straordinari. Quelli ordinari si effettuano per il rifornimento giornaliero di viveri, munizioni e materiali e/o per lo sgombero di feriti e ammalati oppure di materiali. Quelli straordinari, in previsione o nel corso della bauaglia e anche dopo, per adeguare lo schieramento dei Servizi alla dislocazione assunta dalle truppe. La pubblicazione dedica molto spazio all'organizzazione degli autotrasporti, con particolare riguardo alle zone di carico e scarico. Ogni divisione dislocata a una distanza maggiore di una tappa dalla zona di probabile impiego deve sempre considerare la possibilità del proprio autotrasporto, e deve tenerne conto nella dislocazione dei Comandi, delle truppe e dei Servizi. Nell'impossibilità di poter definire una località di scarico, deve essere indicata una zona di scarico che tenga conto delle esigenze di sicurezza, della situazione, del compito e del terreno. Essa deve essere scelta a ridosso di una linea di scarico stabilita dai comandi di Grande Unità, in modo da rispondere allo scopo di avvicinare, non portare, la Grande Unità sul campo di battaglia, l'autotrasporto essendo solo azione di innesto tra dislocazione delle truppe e impiego di esse.
La tappa automobilistica è normalmente di 8 ore di marcia, che corrispondono a km 140 per autocolonne pesanti (media circa 18 km/h) e km 200 circa per autocolonne leggere (media circa 25 km/h), in buone condizioni di viabilità e su itinerari organizzati. Di notte, a fari spenti o schermati, la lunghezza della tappa è ridotta da 1/2 a 1/3. Tenendo conto dei normali turni di riposo dei conduttori, delle esigenze di manutenzione e revisione e della necessità di lasciare disponibile un'aliquota di personale e mezzi come riserva, l'autosezione, la mezza autosezione e la squadra devono essere considerate, ai fini dell'impiego, come costituite (rispettivamente) di 20, 1O, 5 automezzi anziché di 24, 12 e 6 (consistenza a pieno organico). Di qui l'importanza del servizio riparazioni, definito "potere ricostituente", che deve essere organizzato in modo da poter rimettere in efficienza un numero giornaliero di automezzi equivalente a quelli che si rendono mediamente non impiegabili ( 1/12 del totale).
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Fatto di notevole rilievo, è il livello di armata a mantenere - come nella prima guerra mondiale - il ruolo maggiore nei trasporti automobilistici. Infatti (precisa la pubblicazione): 35. L'annata provvede alla quasi totalità dei trasporti automobilistici poiché in essa è accentrata, con la maggior parte dei servizi, anche una maggiore disponibilità di automezzi occorrenti al funzionamento di quelli. 36. Epperò. indipendentemente dai trasporti che essa effellua direltamente. su richiesta dei propri comandi d'anna e direzioni dei servizi, all'armata risalgono pure tutte le richieste di trasporto che, inoltrate da comandi, corpi, reparti, servizi, non possono essere soddisfatte dai comandi intermedi. 37. Con la maggiore disponibilità dei meai di tra\porto compete, di conseguenza, alrannala, la organizzazione degli itinerari. È infatti l'annata che, ripartendo il traffico secondo le caratteristiche e le condizioni delle strade, impone norme di circolazione in virtù delle quali urgenza e intensità di tra.~porli e di movimento, determinati in direzione e in tempi di percorrenza. si rendono confonni alle esigenze operative.
L'accentramento al livello di armata, la tendenza ad assegnare i trasporti di volta in volta su richiesta e in base alla necessità, l' insistenza sulla necessità di adottare rigorosi criteri di economia ne li 'impiego dei trasporti a motore e sul ruolo insostituibile delle salmerie e del traino animale, consentono di concludere che al di là di numerose e apprezzabili affermazioni di principio e della dottrina della guerra di rapido corso. l'organizzazione dei trasporti rimane di fatto basata, anche nel 1940, sul modello della ,:ucrra sostanzialmente difensiva in terreno mo11ta1w e alpino, con rigorosa esclusione del modello di guerra meccanizzata nel deserto o in terreni europei ad alto indice di scorrimento per i corazzati (o anche, semplicemente, del modello di "guerra di movimento", che richiede numerosi trasporti a motore in permanenza anche in prima linea). Questo, senza contare che - da un punto di vista strettamente logistico - la maggiore importanza genericamente attribuita dalla regolamentazione ai trasporti per via ordinaria non sembra tale da tenere sufficientemente conto dei due nuovi fattori in gioco, la vulnerabilità dall'alto delle ferrovie (o la loro assenza e insufficicnz.a in determinati teatri d'operazione) e soprattutto l'aumento dei pesi e dei consumi rispetto alla prima guerra mondiale, al quale si vorrebbe trovare un artificioso rimedio con l"'alleggerimento". Nella sostan.1a, poche sono le reali differenze rispetto al 1918, dove anzi al livello di divisione (Voi. II. capitolo XIX) si disponeva in permanenza di un volano di automezzi di 2 autosezioni. In un discorso pronunciato a fine 1932 in sede di discussione del bilancio della guerra, alla Camera,64 il Ministro generale Gazzera distingue due diversi modelli di motorizza:t:ionc:
64 L' allività del 'Esercito dell·An110 X nel dnrnr.w del Ministero della guerra . .. E,crcito e Nazione" n. 3/1933.
L'evoluzione della dorrrina logisrica (1933-1940)
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a) un primo modello, in cui le Grandi Unità sono dotate di motori solo per i Servizi di retrovia, per le artiglierie pesanti campali e pesanti e per i carri armati. Fanteria, genio e Servizi logistici sono appiedati, le artiglierie leggere ippotrainate, e tutte le unità di queste Armi sono seguite da carreggio e salmerie; b) un secondo modello di "motorizzazione più spinta", nel quale le Grandi Unità trasportano con mezzi a motore non solo tutti i loro materiali, ma anche i reparti di fanteria, del genio, dei Servizi. Le truppe combattono appiedate, i quadrupedi sono in numero molto ridotto e nelle marce sono anch'essi autotrasportati con carri-biga. Al momento il generale Gazzera dà per raggiunto - e anzi notevolmente oltrepassato - il primo modello, e aggiunge che "possiamo applicare con una certa ampiezza anche il secondo tipo, quando la situazione lo possa consigliare, e ulteriori studi e esperimenti sono in corso al riguardo". Per quanto riguarda la meccanizzazione, il generale Gazzera è dell'idea che, come sempre, "il terreno dei nostri prevedibili teatri di guerra circoscrive, a tutt'oggi, la possibilità d'azione delle costosissime e pesanti unità corazzate". E questo vale - egli aggiunge "non solo per il terreno difficile delle nostre zone di confine, ma anche per le nostre pianure intricate e coperte". Nel 1933, quindi, non si pensa ancora ad alcun impegno sul continente europeo, al di là delle Alpi. Nonostante i grandi mutamenti nello scenario internazionale ed europeo nel periodo dal 1933 al 1940 e l'alleanm con la Gennania, anche alla vigilia della guerra i criteri d'impiego dei trasporti si avvicinano certamente più al primo modello che agli altri, e non lasciano spazio per· una motorizzazione totale anche dei Servizi di la linea. Nessun riferimento, nella dottrina e nella dottrina d'impiego dei trasporti, alle esigenze di una guerra sui terreni del fronte occidentale, cioè al di là delle Alpi, o a quelle di operazioni in teatri extra-europei, per quanto a fine 1932 presentando al senato il bilancio della guerra per il 1933 lo stesso Ministro Gazzera accenni alla necessità che 1/3 dctrcscrcito rimanga dislocato nell'Italia peninsulare, aggiungendo: e quando si dice ILalia peninsulare ed insulare il pensiero nostro corre alle coste nostre ed ai territori nostri d'oltremare, e cioè ad una frontiera costiera che va assumendo sempre maggior valore con l'affermarsi dalla concezione della "guerra integrale" e con l'importanza che avranno nei conflitti futuri le comunicazioni marittime e con esse le basi da cui hanno origine. È dunque bene inteso che identificare le frontiere con le sole regioni alpine. sarebbe pensare né modernamente né medilerraneamente.65
Per tutte queste ragioni, l'organizzazione e il funzionamento <lei Servizio trasporti nel 1940 assume un 'importanza primaria, perché con-
65
Problemi dell'esercito nel discorso del Ministro della guerra al senato,
"Esercito e Nazione" n. 4/1933.
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sente una verifica della rispondenza della dottrina logistica in generale alla situazione strategica che si prepara. Per conferire un carattere più moderno all'impostazione dei trasporti, a poco giova l'accenno finale delle Norme del 1940 (para. 215; 216 e 217) ai trasporti per via aerea (non presi in esame né nelle Norme del 1932 né nella circolare I 7000 del 1940).66 Si ricorre a questo tipo di trasporto quando non è possibile trasportare con gli ordinari mezzi terrestri e marittimi uomini e materiali delle forze armate, e per tre tipi di esigenze: a) organiche (mobilitazione e completamento delle unità); b) logistiche (rifornimento di armi, munizioni, viveri e materiali vari aventi carattere di particolare urgenza; sgombero di feriti, ammalati e materiali vari al quale non è possibile provvedere con i mezzi ordinari); c) operati ve (trasporto di reparti e materiali in connessione con le operazioni belliche). Ai trasporti aerei di carattere organico e logistico provvede la sezione aeronautica della direzione superiore trasporti, in stretto collegamento con il Ministero dell'aeronautica e con gli altri organi centrali del Servizio trasporti. Ai trasporti per esigenze operative provvedono i Comandi aeronautica delle Grandi Unità operanti. Le richieste di trasporto per esigenze organiche e logistiche vanno rivolte (indistintamente da tutte le forze armate) alla direzione superiore trasporti, indicando numero, peso e volume dei colli da trasportare e le ragioni che rendono necessarie il trasporto d'urgenza con mezzi aerei. Per i mezzi e le modalità d'impiego, le Norme del 1940 rimandano ad "apposite disposizioni del Ministero dell'Aeronautica".
Servizio automobilistico
È il più importante Servizio di nuova istituzione. La sua organizzazione è delineata - in maniera molto più approfondita delle Norme del 1940 - nella Pub. n. 3813 Istruzione per il servizio automobilistico i11 RUerra (Allegato n. 15 alle Norme Generali per l'organizzazione e funzionamento dei servizi in guerra), che porta la data del 15 luglio 1940. A quest'ultima pubblicazione, pertanto, ci riferiremo. Rientrano nei compiti del Servizio in guerra: a) l'approvvigionamento e la distribuzione di automotoveicoli, mezzi corazzati, rimorchi e relative parli di ricambio e gomme; carburanti e lubrificanti; biciclette macchinari e materiali vari per le officine automobilistiche di riparazione;
66 Cfr. anche V., Trasporti aerei di truppe, "Le Fo,Le Armate" 16 maggio 1935. Secondo l'autore, per questo tipo di trasporti la Russia è in testa e anche negli Stati Uniti vi è molto interesse.
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L'evoluzione della do/Irina logistica (/933-1940)
b) la conservazione, manutenzione e riparazione, raccolta e sgombero del suddetto materiale; c) la consulenza e sorveglianza tecnica sull'impiego dei veicoli a motore. Gli organi coordinatori, direttivi ed esecutivi sono i seguenti:
ORGANI COMANDO OD UNITÀ
Coordinatori
Direttivi
Esecutivi
Stato Maggiore Regio Esercito
Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito
Oirez. generale della motorizzazione
Dep. centr. automobilistico Parco automobilistico dello Stato Maggiore R.E. Posti di distribu:tiooe c. e l.
Armata
Intendente di annata
Direl. automobilistica di armata
Parco automobilistico di annata. Posti di distribuzione c. e I.
Corpo d'Armata
Comandante di C.A.
Uff. automoh. di corpo d'annata
Sc1. carburanti di C.A. (I) Posti di dislribuz,one c. e I.
Divisione
Comandante della divisione
Ufficio del Capo di S.M.
Sez. o squadre carburami divisionali Posti di distribuzione c. e I.
Corpi e reparti
Comandante di carpe
Comadante di rcpart< Mezzi assegnati a ciascun corpo e reparto
Organo direttivo centrale è la direzione generale della motorizzazione, che fa parte integrante del Ministero della guerra ed è composta da ufficiali del Servizio tecnico aulomobilislico, ufficiali del corpo automobilistico e delle varie Armi e funzionari dell'Amministrazione della guerra. Presiede all'organizzazione e al funzionamento del Servizio nella zona delle operazioni, propone eventuali varianti e inoltre: a) tiene informato l'ufficio Servizi dello Stato Maggiore Esercilo sulla disponibilità di materiali e mezzi;
b) provvede al rifornimento, riparazione e sgombero dei materiali automobilistici delle armate e delle unità automobilistiche direttamente dipendenti dallo Stato Maggiore, e assegna personale operaio specializzato ai vari organi esecutivi; c) esercita funzioni ispettive sugli organi del Servizio in zona delle operazioni e provvede al servizio di statistica; d) sentita la direzione superiore del servizio tecnico automobilistico e del corpo automobilisLico, emana direttive tecniche ed esegue rilievi tecnici, anche per mezzo delle direzioni automobilistiche di annata;
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Ferruccio Botti
e) formula proposte ed esprime pareri per l'assegna.t:ione degli ufficiali del servizio tecnico automobilistico. La direzione automobilistica di annata, retta da un colonnello o tenente colonnello del servizio tecnico automobilistico, è composta da una direzione (con tre ufficiali superiori del corpo automobilistico) e 4 sezioni (l' rifornimento materiale automobilistico; 2' rifornimento carburanti e lubrificanti, controllo tecnico degli impianti, funzionamento depositi carburanti; 3' Servizio riparazioni; 4' consulenza e disciplina tecnica-impiego mezzi automobilistici). Ha funzione ispettive sulle unità dipendenti e inoltra le richieste di personale e materiali su un duplice canale: a) allo Stato Maggiore Esercito - Ufficio Servizi, se si tratta di automotomeui completi; b) al Ministero della guerra - direzione generale della motorizzazione. per il personale specializzato e il rimanente materiale. Organizza il servizio di distribuzione carburanti e lubrificanti e la manutenzione e riparazione autoveicoli, indicando quali frazioni di laboratorio devono esser distaccate dal parco e la loro dislocazione. Emana direttive anche per l'utilizzazione degli stabilimenti civili esistenti nella zona assegnata ali 'armata e non impegnati dalla direzione generale della motorizzazione. Presso i Comandi di corpo d'armata l'organo direttivo è l'ufficio automobilistico di corpo d 'armata, retto da un ufficiale superiore del corpo automobilistico che fa parte dello Stato Maggiore del corpo d'annata. Presso i Comandi di divisione motorizzata e corazzata, l'organo direttivo è un ufficiale inferiore del corpo automobilistico. Per gli altri tipi di divisione non esistono organi direttivi ad incarico esclusivo, ma le funzioni di organo direttivo sono svolte (come già nella prima guerra mondiale) dall'ufficio del Capo di Stato Maggiore della Grande Unità (lo stesso comandante di reparto, per i corpi e reparti).
Gli organi esecutivi centrali sono il deposito centrale automobilistico e il parco automobilistico dello Stato Maggiore Esercito. Diretto da un generale del servizio tecnico, il deposito centrale rifornisce direttamente i parchi di annata, nel solo caso in cui essi non possono essere riforniti da,:li stabilimenti territoriali. È quindi un organo di riserva, ove viene accantonato il materiale che la direzione generale della motorizzazione ha disponibile, dopo aver esaudito le richieste delle armate. I suoi magazzini sono di quattro specie: autoveicoli; parti di ricambio; materiali vari e gomme; reparto carburanti e lubrificanti. Il parco automobilistico dello Stato Maggiore, che dispone di magau.ini e laboratori, provvede agli sgomberi, riparazioni e rifornimento di autoveicoli, parti di ricambio, carburanti e lubrificanti e materie di consumo per tulle le unità direttamente dipendenti dallo Stato Maggiore.
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Il parco automobilistico d'armata (previsto per tutte le armate, meno l'armata motocorazzata del Po) funge da volano per il rifornimento di materiali e da organo di riparazione di 3° livello, per i materiali che non è possibile riparare né presso gli stessi reparti che hanno in dota1,ione automezzi, né presso le autofficine. Il corpo d'armata non dispone di volani per il rifornimento di materiali (eccezion fatta per i carburanti e lubrificanti) e ha una limitata capacità di ripara1,ione presso l'officina dell'autoreparto in organico. La divisione di fanteria non ha alcuna autonomia nella branca ripara1,ioni e rifornimenti e dispone in via permanente solo di posti di distribu1,ione carburanti e lubrificanti. costituiti da una squadra carburanti (1 sottufficiali, 15 militari di truppa, IO autocarri pesanti). Per la manuten1,ione e riparazioni di 2° e 3° grado (cioè al livello di Grande Unità) sono previste officine mobili di riparazione, che si distinguono in: a) autostazioni di servizio, autocarri attrezzati assegnati ai reparti che non dispongono di autofficine dato il limitato numero di automezzi, e per i quali i cofani di autosezione sarebbero insufficienti; b) autofficine (mod. 31, 35, 37 e 38). Hanno una dotazione di macchine operatrici, utensili, allrczzi che consentono di effettuare tutte le piccole riparazioni, le ripassature, le sostituzioni di gruppi ecc. Non hanno dora,ioni fisse di parti di ricambio e impiegano normalmente i ricambi contenuti nei cofani di sez.ionc. Si distinguono in leggere (mod. 37) e pesanti (mod. 31, 35, 38). Quelle leggere sono montate su 2 autocarri SPA 38. Quelle pesanti, su un autocarro pesante Ceirano 50 con rimorchio (mod. 31 e 35) oppure su 2 autocarri Lancia RO e Lancia 3 Ro (mod. 38). Le autofficine mod. 31 e 35 funzionano senza scaricare a terra il macchinario. Le rimanenti possono funzionare sia con macchine a terra che montate sugli automezzi; c) officine mobili pesanti. Hanno una dotazione di macchine operatrici, altrezzi, utensili e parti di ricambio che consentono di effettuare le ripassature e le revisioni parziali di automezzi (escluse le revi-;io ni generali dei motori) e la sostituzione di gruppi. 1 materiali sono trasportati con autocarri pesanti; per il funzionamento, devono essere sistemate a terra. Le autofficine mod. 3 I, 35, 37 e 38 sono assegnate ai reggimenti e gruppi di artiglieria, agli autoreparti, ai gruppi carri L ecc .. Le officine mobili pesanti sono assegnate agli autogruppi. I mezzi per la manutent.ione e Je piccole riparazioni previsti per i livelli più bassi (corpo e reparto) sono i seguenti: a) dotazioni di automezzo, per la manutenzione e le piccole riparazioni di competenza del conduttore; b) dotazioni di squadra (per ogni gruppo di 4-6 automezzi), in consegna al graduato capo-squadra. Non sono previste per gli automezzi di requisizione; c) cofanetti di squadra per biciclette e cofanetti per squadre e plotoni motocicli;
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d) cofani di sezione automobilistica per attrezzi e cofani di sezione per parti di ricambio, dati in consegna ai meccanici delle autosezioni quando funzionano isolate, e normalmente conservati presso le autofficine; e) cofani per parti di ricambio rinforzati, assegnati di volta in volta alle officine mobili pesanti. Sono costituiti da cofani di sezione per parti di ricambio e da cofani supplementari per parti di ricambio, per riparazioni di grado più elevato di quelle consentile dai normali cofani di sezione. L'armata del Po (motocorauata) non dispone di parco automobilistico e ha un'organizzazione ad hoc, più leggera delle altre armate. Viene rifornita direttamente dagli stabilimenti territoriali, dal deposito centrale automobilistico oppure dai parchi automobilistici delle armate più vicine. Per le riparazioni, in sostituzione del parco dispone di 4 officine mobili pesanti, che funzionano normalmente accentrate alle dipendenze del Comando di armata ma possono all'occorrenza anche essere decentrate una per corpo d'armata: i materiali non riparabili presso le officine sono sgomberati direttamente sugli stabilimenti territoriali, oppure sui parchi delle armate più vicine. Per il rifornimento carburanti e luhrificanti, sono previste sezioni carburanti e lubrificanti per armata del Po e G.U. dipendenti, assegnate nel numero di una per le unità direttamente dipendenti dal Comando d'armata e dai Comandi di corpo d'armata (celere, corazzato o autotrasportabile) e nel numeco di due per ciascuna divisione corazzata e motorizzata.
Gli approvvigionamenti e rifornimenti sono di competenza della direzione generale della motorizzazione, che si avvale degli stessi organi del tempo di pace opportunamente potenziati (ufficio autonomo approvvigionamenti automobilistici R.E. di Torino, per l'acquisto, il collaudo e la spedizione di automotoveicoli, biciclette, rimorchi e gomme; officina automobilistica R.E. di Bologna per a1.:quii;lo, collaudo e spedizione dei carburanti e lubrificanti, macchinari, attrezzature speciali e materiali vari per le officine). I rifornimenti delle unità operanti avvengono secondo gli schemi riportati a pagina seguente. Per il rifornimento carburanti e lubrificanti viene fissata per la prima volta un'unità di misura (unità carburanti e lubrificanti, abbreviata in unità e.e.I.) che corrisponde al consumo medio di carburante e lubrificante occorrente per un percorso di 50 km, è espressa in kg o in litri ed è riferita a ciascun tipo di autoveicolo. Sono inoltre definite le dotazioni di reparto di carburanti che ciascun tipo di unità deve avere al seguito, trasportate parte in fusti da 200 litri e parte in bidoni di 32,20 e 15 litri e distribuite dalle squadre e sezioni carburanti delle G.U .. I corpi, reparti e Servizi prelevano normalmente i carburanti presso i posti distribuzione costituiti dalle predette squadre e sezioni. che in via eccezionale possono anche rifornirli a domicilio.
L'evoluzione della dottrina logistica (1933-1940)
Rifornimento ricambi gomme - materiali vari
Ufficio Autonomo Approvvigionamenti Automobilistici R. Esercito (Approautomiles) Torino (Produzione)
Deposito Centrale Automobilistico Piacenza
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Rifornimento Carburanti e Lubrificanti
Depositi costieri Raffinerie
Depositi media Capacità
Magazzino parti ricambio e magazzino matenah vani e gomme del Parco Automobilisuco d'Armata
SeLJom Carburo e Lubrificanti Laborarorio dd Parco Automobilistico d'Armata
Autofficina Officine Mobili Pesanti
Cofani di Sezione Corpi - Reparti - Se Dotazioni Individuali
Sul meccanismo dei rifornimenti, le varie operazioni da effettuare, le caratteristiche dei depositi ecc., rimandiamo a] citato articolo del 1940 del Giannuzzi;67 anche in questo caso, va tenuto ben presente il ruolo centrale dell'armata come volano. Come prescrive l'Istruzione per il Servizio in guerra, i depositi fissi di media capacità a disposizione delle annate devono considerarsi come riserva da tenere costantemente al completo e da intaccare solo in casi estremi dalle armate stesse, quando manchi il rifornimento da tergo. In quest'ultimo caso ne devono dare immediata comunicazione alla direzione generale della motorizzazione.
67 G. Giannuzzi. /I servizio dei trasporti ... (Cit.).
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Per quanto riguarda le riparazioni ancora una volta riveste particolare importanza l'armata, che tende a rappresentare l'ultimo Livello. Afferma, in merito, l'Istruzione: come nonna generale, allo scopo di non appesantire i trasporti ferroviari, è opportuno che le riparazioni vengano effettuate presso i laboratori d'annata, ricorrendo se occorre, anche a una larga sostilu.1:ione di gruppi. D'altra parte è opportuno che i materiali non giacciano troppo a lungo nel campo autoguasti, ove mollo facilmente si degradano ancora di più. Le intendenze d'armata debbono quindi contemplare le varie esigenze e decidere in merito.
Gli automezzi che l'Intendenza d'armata ritiene di sgomberare sulle officine territoriali devono essere spediti agli Enti indicati dalla direzione generale della motorizzazione. L'/Jer delle riparazioni è il seguente: Servizio riparazioni automobilistiche Dota1ioni individuali Dota,iooi d1 ,quadra Cofani di Se,ionc
'
S1a1ioni di servi1io
Au1officine Officine Mobili Pesanti
Par,i;u Aul0111ubili~li1:u d'AnniJla
Laboratorio (Eventuali Officine civili di Ripara,ione) ~-------Officina au1omobilis1ica R.E. Bologna Officine riparazioni per veicoli F!AT Officine riparazioni per veicoli Lancia Officine riparazioni per veicoli O.M. N.B. Tutte le officiOfficine ripara,ioni per veicoli Bianchi ne riparazioni terriOfficine ripara,.ioni per veicoli I.F. Officine ripara,ioni per 11101ociclene toriali dipendono Officine ripara,ioni per hiciclelle dalla direzione OASetione staccata OARE Piacenia RE di BOLOGNA Officine riparazioni per veicoli esteri Officine riparazioni per carri armati I materiali riparati dal Parco Automobilistico d'Armata ritornano ai propri Repani. I mnterialì riparati dalle Officine Terriloriali res1ano a disposizione del Minìs1ero della Guerra
Da questo specchio riportato dalla regolamentazione ufficiale, risulta ben chiaro l'OTientamento del momento: anziché unificare i modelli di automezzi e i ricambi e accessori, si specializzano gli stabilimenti militari non per tipo di autoveicolo, ma per marche... Il laboratorio ùi armata ha mobilità limitata e richiede, per il trasporto, ben 20 autocarri pesanti con rimorchio. Per l'impianto, è necessaria un'area coperta di mq 6000 per il laboratorio e mq 3000 per i magazzini. La sua potenzialità è di 3 revisioni generali giornaliere ( 1600 ore di lavoro giornaliero). Può distaccare frazioni di laboratorio presso i corpi e reparti avanzati, o ampliare le proprie capacità di pro-
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L'evoluzione della dollrina logistica (1933-1940)
duzione (pur senza assumere carattere di vera slabilità) anche ricorrendo a officine civili non impegnale dalla direzione generale della motorizzazione. Le officine territoriali civili alle dipendenze della direzione generale della motorizzazione sono specializzale per tipi di veicoli, onde accrescerne il rendimento. Le officine lerriloriali militari sono: a) officine automobilislico R.E. di Bologna (OARE), con officina riparazione carri; b) se7,ione staccata officina aulomobilistica R.E. di Piacenza, che fin dal tempo di pace provvede alla riparazione delle biciclette; c) officine lipo A dei centri automobilistici, che fin dal tempo di pace provvedono alle ripassature e revisioni generali dei tipi di automezzi più comuni; d) officine lipo B dei depositi, che fin dal tempo di pace provvedono alle ripassaturc e piccole riparazioni dei tipi di automezzi più comuni. Le officine civili che effettuano riparazioni di autoveicoli militari sono preventivamente riconosciute dagli organi competenti idonee per tali lavori. Dipendono dall'officina automobilistica R.E., con lavorazioni effettuate sulla base di regolari contratti approvati dalla direzione generale della motorizzazione.
Servizio postale e telegrafico Come già abbiamo avuto modo di osservare (capitolo III), le Norme del 1932 non recepiscono le proposte del Liuzzi sulla necessità di militarizzare il Servizio costituendone in embrione gli organi fin dal tempo di pace, e nonostante gli inconvenienti emersi durante la guerra delineano un'organizzazione molto simile a quella del 1915. Nelle Norme del 1940 i compiti del Servizio rimangono invariati e i suoi organi sono i seguenti: ORGANI COMANDO OD UNITÀ
COORDINATORI
DlREITIVI
ESEClITIVJ
Stato Maggiore RJ:.
Souocapo di S.M. dell'E.lercito
Direzione superiore postale
Ufficio postale dell'Alto Comando Uffici postali di concentramento Uffici telegrafici di concentramento
Armata
Intendente d'armala
Dirwone poslale d'armala
Ufficio postale d'armata Se1ione di Ufficio postale militare (a)
Corpo d'annata
Comandante del Corpo d'armala
Capo di Stato Maggiore
Ufficio postale di corpo d'armata Sezione di Ufficio postale militare (a)
Divisione
Comandante della d1v1sione
Capo di Staio Maggiore
Ufficio postale di divisione Se1ionc di Ufficio postale militare (a)
(a) Eveniuale.
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Ferruccio Botti
Gli organi direttivi ed esecutivi sono come sempre costituiti solo dall'emergenza, con personale civile predesignalo dal Ministero delle comunicazioni: ciò rende inevitabile il solito periodo di isteresi subito dopo l'inizio della mobilitazione. La direzione superiore posta militare incomincia a funzionare qualche giorno prima della guerra, in base al D.M. 10 luglio 194068 che ne ordina la costituzione retrodatala a partire dal 5 giugno, indicandone anche la ripartizione in reparti e uffici (I reparto ispezione; II personale; III amministrazione postale e telegrafica; IV ragioneria; ufficio cassa; ufficio cassa locale; gestione dei depositi vari). Anche i provvedimenti per la censura e il controllo dei mezzi di comunicazione entrano in vigore parecchi mesi prima della guerra (R.D. 12 ottobre 1939, n. 2248). Per il resto, con alcune modifiche degli organi esecutivi e delle loro attribuzioni ai livelli di armala superiori le Norme del 1940 cercano di evitare i soliti ritardi nello smistamento della corrispondenza. lnfatti al I i vello centrale non sono più previsti, come nel 1932, un solo ufficio postale di concentramento - sia pure con eventuali sezioni staccate - e un solo ufficio telegrafico di concentramento dove affluiscono la corrispondenza e i telegrammi in partenza e in arrivo tra esercito e paese e viceversa, ma la corrispondenza affluisce a diversi uffici postali di concentramento e a diversi uffici telegrafici, costituiti secondo disposizioni di deuaglio impartite dal Ministero delle comunicaziohi. Inoltre - innovazione ancor più di rilievo - gli uffici postali di concentramento riparti8cono la corrispondenza in arrivo dal Paese per reggimento e unità autonoma, e la smistano alle direzioni postali di armata già ripartita in tanti dispacci quanti sono gli uffici postali riceventi. Evidentemente, queste nuove procedure snelliscono il servizio e limitano di molto la necessità che la corrispondenza sosti per ulteriori operazioni di smistamento presso i livelli inferiori (armata, corpo d'armata, divisione), diventati più che altro degli anelli intermedi per il trasporto della corrispondenza, che giunge al livello più basso (ufficio postale di divisione) già ripartita per reggimenti e corpi autonomi. Le rimanenti modalità per il funzionamento del Servizio indicate nelle Norme del 1932 non mutano. Se si tiene presente l'articolazione delle tre forze armate nel 1940 anche su vari teatri d'oltremare, sorge però un dubbio: come funzionava la corrispondenza per le altre forze armate, e quali erano i canali comuni previsti, visto che spesso non risultava economico e conveniente utilizzare tre distinte organizzazioni e tre distinte organizzazioni di trasporto?
fili
G .M. 1940, pp. 2460-2461.
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L'evoluzione della dourina logistica ( I 933-1940)
Servizio delle tappe Con il Servizio deJJe tappe autonomo, nel 1940 si ritorna alla soluzione del 1915 (e, se vogliamo, anche del 1924). Nelle Norme del 1940 la formulazione dei compiti del Servizio è molto più dettagliata rispetto a quella del 1932, anche se s i riassume pur sempre nell'assicurare la sicurezza e la regolarità dei movimenti e dei trasporti nelle retrovie e nell'organizzare il recupero dei materiali (compito, quest'ultimo, non previsto nel I 932-1934). In particolare il Servizio deve: a) provvedere alla vigilanza e protezione degli impianti, delle opere <l'arte sulle vie ferroviarie, ordinarie e fluviali, degli stabilimenti di interesse militare dislocati nella zona delle operazioni; b) vigilare e provvedere affinché da parte delle autorità civili e della popolazione siano osservate le leggi, i regolamenti. i bandi e le ordinanze emanati dai comandi di G.U. per la sicurezza e l'ordine ne!Je retrovie; e) provvedere all'impianto e funzionamento di speciali servizi per le truppe ed i convogli di passaggio cd in sosia; d) cooperare con gli organi esecutivi del servizio trasporti alla disciplina del traffico stradale; e) eseguire la raccolta e sgombero dei materiali di recupero; f) presidiare gli immobili e gli impianti indu~triali abbandonati e soggetti a danneggiamenti, anche se non presentano un immediato interesse militare. g) esercitare fun7ioni ispettive sugli organi dipendenti.
Per l'attuazione dei suoi compiti il Servizio dispone dei seguenti organi: ORGANI COMANDO OD UNITÀ
COORDfNATORl
S1a1o Maggiore R.E.
Sottocapo di S.M. R.E.
Anna1a
lo1enden1e di armala
DIRETIIVI
-
Dimione delle lappe di annala
F,SECUTIY!
Comandi difesa temlonah Comandi di lappa Uffici di lappa Comandi di presidio 1erritorialì Reparti lerriloriali mobili Compagnie presidiane Se1ioni CC. RR. mobili Sezioni CC. RR. territoriali Servizi di lappa (I)
(I) D, costituzione even1uale - comprendono: infem1erie temporanee, ospedali, magazzini di distribuzione viveri e foraggi, paglia e legna, panifici, infermerie quadrupedi, ecc. - Di massima si costituiscono uliUzzando le risorse locali.
Il Servizio delle tappe è organizzato per armata e svolge la sua attività in tutta la zona delle operazioni. I Comandi di difesa territoriale dipendono dall'Intendenza d'armata per le sole questioni inerenti al Servizio, conservando per il resto le attribuzioni loro assegnate fin dal
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Ferruccio Botti
tempo di pace, relative allo studio e all'attuazione in caso di guerra della vigilanza e protezione degli impianti, delle opere d'arte sulle vie di comunicazione e degli stabilimenti. A tal fine possono avvalersi anche dei Comandi di tappa (principali e secondari), costituiti nelle località più importanti per il movimento delle truppe e dei convogli. Gli uffici di tappa hanno funzioni analoghe a quelle dei Comandi di tappa, dipendono da questi e sono costituiti per una migliore e più redditizia organizzazione nelle località particolarmente importanti della circoscrizione di taluni Comandi di tappa. I Comandi di presidio possono ricevere in tutto o in parte le attribuzioni relative alle tappe. In tal caso, e limitatamente alle predette attribuzioni, dipendono direttamente dalla direzione delle tappe d'annata; per la vigilanza e protezione degli impianti, stabilimenti ccc. conservano però la dipendenza di pace dal rispettivo Comando territoriale.
Servizio delle strade Rispetto al "Servizio strade e genio civile" del 1932. il Servizio delle strade 1940 limita i suoi compiti a tutto ciò che concerne appunto i lavori inerenti alla viabilità e perde (a favore del nuovo Servizio delle acque) quelli relativi alla manutenzione ed esecuzione di opere idrauliche e per la navigazione interna. Per contro, i lavori di viabilità non sono più limitati alle "zone arretrate": il Servizio opera nell'intera zona delle operazioni e deve: a) adeguare le strade (tracciato, opere d'arte, segnaletica) alla natura e intensità del traffico a cui sono soggetti; b) compilare e aggiornare le carte della rete stradale; c) rifornire e sgomberare i materiali occorrenti per la esecuzione dei lavori. Gli organi direttivi ed esecutivi si trovano solo presso l'Alto Comando e le armate: ORGANI COMANDO OD UNITÀ
COORDINATORI
DIREITJVI
S1a10 Maggiore R.Eserc.
Sottocapo di S.M. dcll'f'.1erc.
Direzione superiore strade
Annala
Intendente di armata
Direlione ,trade di di armata
ESECUTIVI
(I)
Organi deU'A.A.S.S. Imprese private (ev.) Rep. Lavoratori (ev.) Rcp. del genio (cv.) Mag. e laboratori (ev.)
(I) La direzione superiore strade non ha normalmente organi esecutivi alle direlle dipendenze, essendo i lavori stradali ripartili tra le armale. (2) A1icnda Autonoma Strade Statali.
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Per i lavori di normale manutenzione aventi carattere continuativo si utilizza per quanto possibile l'organizzazione civile preesistente sin dal tempo di pace (A.A.S.S. - Azienda Autonoma Strade Statali, organizzazione provinciale e comunale), adattandola alle esigenze militari. Per gli altri lavori che rispondono ad esigenze di carattere eventuale e temporaneo (miglioramento, riattamento, sgombero neve, segnaletica, mascheramente) si provvede con l'A.A.S.S., con imprese private e/o con reparti lavoratori. I lavori stradali che rispondono a contingenti esigenze operative normalmente interessanti la zona avanzata e i lavori urgenti provvisori (gittamento di ponti, ripristino o immediato d'importanti interruzioni stradali, ecc.) sono di massima ordinati dai Comandi di G.U. ed eseguiti da truppe delle varie Armi, con il concorso delle unità del genio quando occorre direzione e mano d'opera specializzata. Questo tipo di lavori non è da considerarsi di competenza del Servizio strade: nell'ambito dell'annata, il Comando genio suddivide perciò i lavori inerenti alla viabilità tra il Servizio stradale e le stesse truppe. Le competenze tra direzione superiore strade e direzione strade d'armata sono così suddivise: 5 - La direzione superiore strade deve: a) presiedere all'organi:uazione e funzionamento del servizio sulla base degli ordini ricevuti dall 'A lto comando; b) tenersi in collegamento col Comando superiore del genio. coi Ministeri dei LL.PP. (Ispetlorato della viabilità minore) e dell'Agricoltura e foreste (Sottosegretariato per la bonifica integrale), con la Presidenza dell 'A.A.S.S. e con la Direzione superiore trasporti, quando occorre eseguire lavori di modifica alle strade cd alle opere d'ane esistenti; c) emanare direttive per la compilazione di studi, progetti e l'attuazione dei la vori relativi a miglioramenti della rete stradale nelle zone di competenza di ciascuna armata, sorvegliandone l'esecu/ione; d) coordinare i lavori nelle /,One di annata contigue e quelli fra la zona delle operazioni e la zona territorialt:; e) tenere aggiornata la carta della rete stradale della zona delle operazioni. 6 - La dire/.ione strade di armata deve: a) provvedere all'organizzazione e funzionamento del servi/io strade in base agli ordini dell'Intendente di armata ed alle direllive tecniche della direzione superiore strade, mantenendosi in collegamento con il Comando genio di armata; b) eseguire studi, progetti e lavori stradali richiedendo personale e mezzi quando non s iano sufficienti quelli organicamente assegnati.
Servizio delle acque Per quanto detto prima, il nuovo Servizio delle acque ha competenza solo sui grandi Lavori concernenti le opere idrauliche e la navigazione interna, da effettuare con organi direttivi ed esecutivi civili e solo eventualmente con unità genio. Pertanto i suoi compiti sono:
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a) provvedere nella zona delle opera,r.ioni alla: - manutenzione delle opere idrauliche e di navigazione; - esecuzione dei lavori idraulici, di bonifica, edilizi e di allro genere occorrenti per migliorare le difese idrauliche; sistemare regime e condullure delle acque correnti, stagnanti e potabili; migliorare le condizioni della navigazione interna, gli approdi, i porti ed i rifugi marittimi; b) compilazione ed aggiornamento della carta della rete di navigazione e di quelle delle opere idrauliche di maggiore importanz~ c) rifornimenti e sgomberi di materiali occorrenti per l'esecuzione dei lavori; d) studi e progetti e concorso nell'esercizio di allargamento a scopo operativo; e) consulenza e concorso nello studio, predisposizioni cd csccu,ione di svuotamenti di bacini idroelettrici dislocati nella zona di opera7ioni, provvedendo invece direttamente per gli altri bacini.
Come per il Servizio strade, anche in questo caso gli organi direttivi ed esecutivi si trovano solo al livello di armata e superiore:
ORGANI COMANDO ODUNlTA
COORDINATORJ
DIRETTIVI
Allo Comando dell'F.scrcilo
Souocapo d1 S.M. dcll"L;erc110
Direaooc superiore a.:que
Armata
lotendeote di annala
Uff,cio acque di Armata
ESECUTIVI Uffici genio civile (I) Imprese spcc1alizzatc Reparti lavoratori Rcpani del gemo (cv.) M;iga.uini e lal>ornlon (ev.)
-
{I) Preesistenti o di cosliluzione eventuale.
Sempre in analogia al Servizio strade, per la normale manutenzione a carattere continuativo ddle opt:u! c:::.i:.tenti si utilizza con gli opportuni adattamenti l'organizzazione <li pace del genio civile, mentre la costruzione di nuove opere o per lavori di miglioramento si provvede avvalendosi degli stessi organi direttivi del genio civile, i quali ricorrono a imprese specializzate, reparti lavoratori o reparti del genio militare.
Servizio idrico Provvede al rifornimento dell'acqua necessaria alle truppe, ai quadrupedi e ai Servizi. L'organizzazione e direzione del Servizio spella ai Comandi di Grande Unità, coadiuvati dagli organi direttivi <lei Servizi addetti al Comando. Organi esecutivi specializzati per il Servizio idrico sono le compagnie idriche del genio, le sezioni autobotti ed eventualmente aliquote dei reparti carreggio e salmerie appositamente attrezzate con mezzi di circostanza. I mezzi sono forniti dagli organi ese-
L'evoluzione della dottrina logistica ( 1933-1940)
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cutivi dei Servizi. Spetta agli organi del genio l'esecuzione di tutti i lavori occorrenti per la utilizzazione delle risorse idriche esistenti nella zona di azione di ogni Grande Unità operante, e in caso di deficienza di risorse, l'esecuzione di lavori atti a facilitare la distribuzione dell'acqua trasportata da tergo. Questa impostazione del Servizio è regolamentata fin dal 1935,69 ed è valida oltre che per la guerra d'Etiopia, anche per la successiva guerra mondiale. Compiti e attribuzioni dei vari organi sono definiti negli specchi seguenti: Organi direttivi del servizio idrico ORGANI D1RE1TIVI
COMPITI
Comando di Gra11de U11ità
Provvede alla organizzazione e direzione del servizio, coadiuvato dagli organi seguenti. addc111 al comando.
A) Comando del genio
Provvede ull'uccertumenlo deUu entilÙ delle ri-
sorse idriche utilizzabili nella zona di propria competenza; alla esecuzione dei lavori da effettuare per il massimo sfruttamento delle risorse locali; alla costruzione di impianti ex novo; all'ampliamento di quelli esistenti impiegando i reparti dipendenli. B) Dire=ione Servizio sanitario
missariato
C) Direzione Servizio di com-
D)
Dire~ione trasporti
Provvede all'accertamento della potabilità ed aUa sorveglianza igienica delle acque, nonché alla potabilizzazione di quelle sospette di inquinamento. Provvede al rifornimento dei recipienti e mcz/i per attingere acqua in aumcnlo a quelli assegnati organicamente ai corpi, reparli e servizi per la costituzione di depositi di raccolta e distribuzione dell'acqua. Provvede, quando occorre, ad eseguire traspotti da tergo con vagoni-cisterna, teleferiche, autobotti, ecc., dalle località di presa e cli raccolta a 4uelle di distribuzione.
69 Cfr. MG Ospcttorato del Genio), Istruzione sul sen•izio idrico. Roma 1935 (ristampa 1941 ).
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Ferruccio Bolli
r - - - - - - - - - - -- -- , -- - - -
ORGANI
-
-
- - -- , --
PERSONALE I
--------.---------~
COMPITI
MATERIAI.I I
I
Assegnati alla divisione. Due rnmpagnie ZA (*) Quello delle cp. (Nel Quelli del parco di ogni Provvedono ai lavori plotone operai di ogru compagnia consistenvari di earanere camcp., in particolare, si ti principalmente in pale inerenti alla utitrovano 1ubisti, piom- anreai da lavoro di lizzazione delle acque requisi1ionc sul silo bisti, fontanieri, motoristi. meccanici). o di rifornimento da 1crgo.
7a11pawri dei cnrpi.
Come contro.
Carr('ggia t' .va/merie Conducenti. dei corpi.
Anrcni in dota1ione.
Provvedono ai piccoli lavori per facili1are gli accessi, e la distribuzione dell'acqua dalle fonti assegnate al proprio corpo.
Recipienti in do1azio- Provvedono al trasporne. to dell'acqua nell'interno dei corpi. Ogni corpo ha reci pienti vari in dot3711>nc in numero tale da consentire il trasporto al seguilo di circa metà, del fabbisogno giornaliero di acqua.
Mec/1n de, ('(Jrp, .
Provvedono ala ~orveglianza igienica e alla po1abilizza1ione delle acque. Assegnati al corpo d'armata.
Battaglione Z.A . (*)
Quello delle cp. 1..a. ( *), Quelli dei parchi delle Provvede a, lavori di manu1enzione, evendi fonnuione del bai- cp . z. a., di requisitaglione. 1ionc sul sito o di tuale ampliamento derifomimcnio cvemua gli impianli esistenti; k da tergo. ad 1mp1ant1 nuovi e lavori vari ai quali non possono provvedere le cp. z. a. divisionali.
Se:ìone cli dùinfezìone. Quello della sezione.
Il potabilizzatore auto- Potabilizzaziooe delle carreggiato. acque sospette di inquinamento.
Gruppa carregi:io e Quello del gruppo. salmerie.
Carri botte in dotai.io- Per i rifornimenti nelne . l'interno della G.U. o da tergo a brevi distanze.
Autoreparrv pesante
(*) Z.A.
~
Quello dell'autoreparto. Autobotti in dotazione. Per facilitare i rifornimen1i nell'interno della G.U. o da tergo, anche da distanze coosidcrevol i
zappatori artieri
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L'e,,otu:ione della dottrina logistica ( 1933-/940)
ORGANI
PERSONALE
MATERIALI
COMPITI
(segue or11ani esecuti1·ì) Assegnati all'annata. Compugniu idrici con La cp. comprende: Quelli del parco, o di Ad essa vengono affieventuale rifornimen- dati compili di partiporco outocarreggio. - I comando. - I pi. operai con offi- to a tergo e requisi- colare importanza, (lavori vari di captacina. zione. zione, costruzione, - 3 pi. idrici. manutentione, ed Forza approssimativa: esercizio di impianti, circa 250 uomini. ccc)
La cp. può operare riunita u per plutoni; ecceLionalmenle nel settore divisionale. Hottaglinne l.A.
Magu::1n1 genia dt armara.
Maga:zino ,·estioric, ed
eq111poggtamenrn.
Quello delle cp. formazione.
L.
a. di Vale quanto dcuo pcl Come contro. btg. 1. a. di Corpo d'Armata. Ila una cospicua dota- Provvede ai bisogni Jione di attrezzi e ma· delle G.U. dipendenti tcriali per impianti di dall'Armata all'infuo ri dei mezzi ad esse caplationc:. condotla. sollevamento e distri- in dota,ione o di requisizionc. buzione delle acque Ha una dotazione di n,- Come sopra. cipient, e meui vari d, at1rng1menti.
lahnratono chimico- Quello specializzato del Ha impianto di polabi- Provvedono alla potali11.a7ionc e di disin- biliu.aiione delle achat1eriolog1co di arlaboratorio. mala - .ez. disinfeziofezione. que.
11,.
A11toraggr11ppamento Quello del raggruppa- Autobolli in dotazione. Per i rifornimenti nelptlante di armata l'interno della G.U. o mento. da tergo, delle maggiori distanze possihili.
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Ferruccio Botti
Servizio legnami Ha il compito di assicurare il rifornimento del legname da lavoro e della legna da ardere all'esercilo mobilitato. Va visto quindi come un Servizio di campagna, e come tale era già previsto nelle Norme del 1932. In effetti, poiché i forni per il pane e le cucine da campo funzionano fino al 1943 - a legna, questo fatto dimostra già di per sé l'importanza del rifornimento quotidiano della legna fino alle unità e Servizi di I a linea. Gli organi risultano dallo specchio seguente:
ORGANI
COMANllO ODlNITÀ
COORDINATORI
D1RF.IT1V1
ESECLIWI
Stato Maggiore RE=·
Souocapo d, S.M. dcllfacrcito
hpellorato serv mo legnami (pn,,,o il comnndo MNF (b)
Comandi e pr<.onalc della M.NF. Compagnie lavoratori forestali
Armata
Intendente d'armata
Cflic10 legnami d, armata
Corpo d'annata
Comandante di corpo d'annata
Senone defflJf11c10 legnami di armata
Nuclei di pol17ia forc<talc Rcp,irti Jcll• M.KI'. compre,i nel temtono dt g1umdwooe dell'armata (a) 1'uclei d"10quadramcnto hnscaioli Comp•gme lavoratori forcstali
Nuclei di polina fore,tale (•) Nuclei d"inqu,namcmo hosca,oli (a) Compagnie lavoratori forestali (a)
(a) Eventuale.
(b) MiliLia Na,:1onale Forestale.
Il servizio legnami rifornisce di legna da ardere i magazzini fieno, paglia e legna del Servizio di commissariato, e di legname da lavoro i magazzini del Servizio strade e del Servizio delle acque. A tali rifornimenti gli uffici legnami di annata provvedono con l'incclta del legname esistente nella zona assegnata alla Grande Unità, e in un secondo tempo con la costituzione di depositi la cui dislocazione può anche coincidere con quella dei maga.t.zini del genio e dei magazzini dei Servizi strade e acque. I tagli e l'allestimento del legname vengono normalmente effettuati da imprese civili oppure da compagnie lavoratori forestali, sotto la direzione della Milizia Forestale. Per la movimenta.t.ionc del legname, gli uffici legnami d'armata richiedono all'Intendenza i mezzi di trasporto necessari.
L'el'Olu:ione della dollrina logistica ( 1933-1940)
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Servizio di Amministrazione La creazione di questo nuovo Servizio di campagna, che cioè- va sottolineato - opera solo in guerra e solo a favore delle unità mobilitate, pone rimedio a una carenza storica, che costringeva i corpi e gli altri organismi a mantenere anche in guerra - per tutte le esigenze di gestione, controllo e revisione - un legame diretto, fortemente burocratizzato, continuo e capillare con l'organiaazione territoriale e/o con il Ministero. Per sua natura, date le distanze e le circostanze della guerra questo legame risultava invariabilmente aleatorio e tale da non soddisfare con tempestività né le esigenze dei corpi, né quelle di una corretta, economica e puntuale gestione amministrativa. Di qui il naufragio dell'amministrazione specie nella prima guerra mondiale, al quale più volte abbiamo fatto cenno. li tenente colonnello di amministrazione Califano nel 1940 espone con molta efficacia le ragioni che hanno spinto a istituire il Servizio: L'esperienia acquisita nelle guerre affrontate in questi ultimi trenta anni aveva reso necessano rivedere i precedenti ordinamenti. anche per quanto rineuevano il servizio di amministrazione e contabilità in guerra. onde adeguarli alle particolari caratteristiche dcll 'cscre1to opcrunle e dei nuovi organi di guerra. La nuova orgamna11one di questo servizio in guerra doveva mirare a questi scopi: svincolare, per quanto possibile, gli enti e reparti mobilitati dai propri centri di mobilitazione; seguire da vicino la loro gestione amministrativo-contabile per rilevare in tempo gli errori, gli eccessi di spesa e tutte le altre manchevolenc, beninteso, di carattere sostan,iale: - dirigere e coordinare la gestione degli enti e reparti stessi per meglio guidarli cd assicurarne una regolare a1.ione amministrativa. L'organizzazione, completata dell'autorità centrale, ha indubbiamente raggiunto questi scopi. Si ha per ciò motivo di ri1cncre che l'organizzazione stessa, mentre assicurerà un impiego razionale ed economico del pubblico denaro, risponderà pienamente alle esigenze dell'esercito in guerra, tenendo conto degli interessi degli amministrati.70
Il nuovo Servizio tende dunque a eliminare - per la verità quando già erano trascorsi parecchi anni dalla fine della prima guerra mondiale - gli inconvenienti costantemente presenti nelle guerre precedcnli, con particolare riguardo al controllo e revisione della contabilità. Esso ha compiti che nel 1932 competevano ancora al commissariato oppure - come il servizio di revisione e controllo della contabilità - agli organi territoriali: a) dirigere e coorrunare il servizio di amministrazione generale di tutti gli enli mobilitati; b) provvedere al servizio di cassa; c) provvedere al servizio di revisione della contabililà, e svolgere azione di vigilanza sulle geslioni in contanti e in materia di tutti gli enti mobilitati;
°
7 F. Califano, Il Servizio amministrativo-comahile in guerra, "Rivista di Commissarialo" n. 4/1940 e "Le Fone Armate" n. 6/1940.
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Ferruccio Bolli
d) istruire e svolgere le pratiche di carattere giuridico e relative allo stato del personale (atti di stato civile, di successione, procura, di consenso e di autorizzazione; inventario degli effetti lasciati da militari defunti, prigionieri o dispersi). Gli organi direttivi ed esecutivi sono i seguenti: ORGANI COMANDO OD UNITÀ
COORDINATORI
D1RF.1TIVI
ESECUTIVI
Stato Maggiore R. E>crcito
Sottocapo d1 S.M. de Il'Escrci10
D1rrnoo<e Generale de, çervizi amnurustrJtivi D1rt1iooc d'amministra·
Ufficio di revisione Cassa Mihtare
zionc Armata
Intendente d'annata
D,reaone d'amministra1ioot d'armata
Ufficio di rcvi<ione Cassa militare
Corpo d'am,ala
Capo di S.M. del corpo d'annata
D1rc1ionc d'amminis1raziooe di corpo d'armata
Ca:\~J nuhlare
Regg.u e unità
Comandante del rtggìmenlo
Capo ufficio di ammini
Comandante di
Comandante o ufficiale J".auuw,tr. o ufliciale di anna coo furuioni
conispondenti Repani
Rcpano
strazionc
-
amm1ni\tratl\'C
Le allribuzioni degli organi direttivi sono: a) presiedere all'organiua,,.ione ed al funzionamento del servizio di amministrazione per tutte le unità dell'esercito operante, ciascuno nell'ambito della propria sfera d ··azione, sulla base degh ordrn, rn:evuti dall'organo coordinatore dal quale dirctlamcntc dipendono e seguendo le direuive tecniche emanate dall'argano direttivo della unità immediatamente superiore; h) informare l'azione degli uffici di amministrazione alle necessilà della guerra, in relazione alle circostanze eccezionali derivanti dallo sviluppo delle operazioni; e) proporre, con motivato parere, all'organo coordinatore, accertamenti direlli sulle gestioni in contanti ed in materia, di qualsiasi ente mobilitato; d) assicurare, per mezzo dei dipendenti uffici di revisione, il controllo delle contabilità in contanti ed in materia di tulli gli enti mobilitati; e) assicurare, per mezzo dei dipendenti uffici di revisione, il controllo delle contabilità in contanti ed in materia di tulli gli enti mobilitati; f) attuare ispezioni alle casse militari; g) rappresentare agli organi coordinatori. da cui dipendono, i hisogni del servizio di amministrazione, suggerendo i rimedi ed i mezzi necessari; h) inoltrare, per il tramite dell'organo coordinatore, le richieste del personale occorrente ai vari organi del servizio; i) esprimere parere sulla designazione degli ufficiali di amministnv.ione alle cariche più importanti.
L'el'Oluzione della dottrina logislica ( /933-/940)
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Al Servizio di amministrazione per tutto l'esercito mobilitato è preposta la direzione generale dei Servizi amministrativi del Ministero, per mezzo dell'ufficio centrale di amministrazione e contabilità che è alle sue dirette dipendenze per quanto riguarda 1'escrcito mobilitato, In relazione alle necessità della guerra e alle circostanze in cui essa si svolge, l'ufficio centrale dirige tutto il servizio amministrativo dello Stato Maggiore, sovraintende alla sorveglian7..a delle casse militari, al servi7.io dei pagamenti e delle riscossioni, al rifornimento dei fondi, alla vigilanza e alla direzione degli uffici di amministrazione dei Comandi dipendenti, agli accertamenti di carattere amministrativo e contabile, quando ne sia dato ordine dallo Stato Maggiore. Quale organo costituito solo per le esigenze del tempo di J:uerra e per la durata della guerra, l'ufficio centrale di amministrazione e contabilità svolge la sua opera esclusivamenle afa~·ore degli Enti mobilitati e si distingue dal1'ufficio centrale dei servizi contabili. retto dal colonnello capo del Servizio di amministrazione e - quale organo permanente del tempo di pace - alle dipendenze della ragioneria centrale del Ministro anziché della direzione generale servizi amministrativi. A quest'ultimo ufficio continuano a far capo gli Enti territoriali anche in guerra. Alle dipendenze dirette dello ~lato Maggiore è posto un ufficio amministrativo con l'obbligo di: a) sovraintendere, a mezzo della propria cassa militare, al servi/io di rifornimento dei fondi alle unità e ai reparti autonomi dipendenti direttamente dallo Stato Maggiore; b) procedere alla revisione della contabilità degli enti e reparti medesimi. Le direzioni di amministrazione di annata assicurano il servizio di cassa per mezzo del dipendente ufficio di cassa militare, e il servizio della revisione della contabilità in contanti e in materia per mezzo del proprio ufficio di revisione. Le direzioni di amministrazione di corpo d'armata (mobilitato) non eseguono revisioni di contabilità ma svolgono azione di vigilanza e controllo su tutti gli enti, curano l'uniformità delle gestioni vigilando sulla loro regolarità e sulla tempestività della resa dei conti, e assicurano per mezzo della dipendente cassa militare il servizio rifornimento fondi a tutto il corpo d'armata. I capi ufficio amministrazione dei corpi e gli ufficiali incaricati di funzione amministrativo-contabili nei reparti minori compiono le operazioni di cassa e di matricola e rendono i conti della gestione in contanti. Come nel 1932, le casse militari sono previste solo per i livelli di corpo e reparto autonomo, corpo d'armata e armata. Funzionano alle dirette dipendenze del direttore di amministrazione o capo ufficio, al quale spetta la firma degli ordini di riscossione e pagamento. La gestione delle casse del corpo d'armata e dell'armata è affidata a un cassiere e un controllare, entrambi funzionari del Ministero delle finanze. Sul loro operato vigilano un Ispettore e un Vice-Ispettore (anch'essi funzionari del Ministero delle finanze) che fanno parte della direzione generale dei servizi amministrativi (ufficio centrale d1 amministrazione e contabilità). Alle
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Ferruccio Bolfi
casse dei corpi e reparti sono addetti gli ufficiali pagatori; la resa dei conti da parte delle casse militari è fatta, tramite i rispettivi organi direttivi di Grande Unità, alla ragioneria centrale del Ministero della guerra. Questo assetto organizzativo assegna il massimo rilievo al livello di armata, specie per la presenza di un ufficio di revisione la cui istituzione risponde alla necessità di una sollecita e definitiva revisione della contabilità dei corpi (che non era mai stata ottenuta). Con l'istituzione di tali uffici si ottiene inoltre la separaLionc delle gestioni dei corpi e reparti operanti (che devono avere spiccato carattere di scrupolosità e spigliatezza) da quelle degli Enti non mobilitali o rimasti nella zona territoriale.L'azione dell'ufficio di revisione di armata è integrata del riscontro effettuato sul posto da parte di un funzionario della ragioneria centrale del Ministero della guerra. La revisione è unica per tutti i Servizi, senza le solite eccezioni per l'artiglieria e il genio: pertanto per la parte relativa alle spese delle branche artiglieria, genio e motoriaazionc il personale dell'ufficio revisione è integrato da ragionieri d'artiglieria e da ragionieri geometri del genio. Mollo minor rilievo della direzione di armata ha la direzione di amministrazione del corpo d'armata, che costituisce anello logistico solo per il servizio di cassa e per il resto svolge =ione di vigilanza, ispettiva, di assistenza e consulenza tecnica ccc .. Gli Enti mobilitati hanno amministrazione autonoma separata da quella dei centri di mobilitazione da cui provengono. Poiché la divisione e la brigata non hanno alcun rilievo nel campo amministrativo-contabile, i corpi e reparti autonomi: a) per il Servizio di cassa fanno capo alla direzione di amministrazione del corpo d'armata; b) per la resa dei conti relativi alla gestione in contanti fanno capo direttamente, ogni mese, all'ufficio di revisione d'armata; c) per il servizio matricolare c:onsen•ano il legame con il rispettivo centro di mobilitazione, non essendo possibile affidare a Enti mobilitali compiti che sono di esclusiva pertinenza dei centri di mobilitazione. Pertanto, comunicano a detti centri le variazioni matricolari relative al personale che vanno in forza. Nel 1940 sono emanate dalla direzione generale dei servizi amministrativi del Ministero, in bozza, le Istruzioni amministrative per le truppe in campagna,7 1 che non si applicano alle truppe dislocate in AOI e contengono disposizioni amministrative di dettaglio ad inlegra.lione o in sostituzione delle norme del regolamento di amministrazione 1927, sostanzialmente valido anche per gli Enti mobilitati a cominciare dal livello di compagnia, per il quale le Istruzioni si limitano a riportare, in al1egato, gli articoli del regolamento 1927 che lo riguardano. Riepiloghiamo, qui di seguito, le più significative norme contenute nelle predette Istruzioni, che dopo la fallimentare esperienza della 7 1 Cfr. anche E. Checcacci, La revisione della conrabilità degli Enti mobilitati, "Rivista di Commissariato" n. 4/194 I.
L'e1•0/uzione della dottrina logistica (1933-1940)
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grande guerra finalmente recidono ogni legame amministrativo e contabile tra gli Enti mobilitati e i centri di mobilitazione. UFFICI DI AMMTNTSTRAZIONE. Costituiti in ogni comando o corpo mobilitato avente amministrazione autonoma sono retti da un ufficiale di amministrazione possibilmente con il grado di capitano, alle dirette dipendenze del comandante. In sua mancanza o assenza, viene nominato dal comandante o direttore un ufficiale inferiore che dia il necessario affidamento. Oltre al capo ufficio, sono composti dal personale esecutivo (sottufficiali e militari di truppa) necessario. Avvalendosi del predetto personale il capo ufficio compie le operazioni di cassa e matricola, tiene le prescritte scritture della contabilità in contanti e i conti particolari degli amministrati e rende i conti mensilmente della gestione dei fondi. trasmettendo ali 'ufficio revisione dc li' armata, entro 15 giorni dalla fine del mese, copia del quaderno di cassa con allegati i documenti giustificativi delle spese, i giornali di contabilità dei reparti a livello compagnia dipendenti e i rapporti situaLione giornalieri. In speciali circostanze, la dire7.ione di amministrazione di armata può autorizzare la resa della contabilità anche per periodi superiori ad un mese, mai però oltre il trimestre. DEPOSITI DEI CORPI. 1 depositi uniti ai reggimenti dal giorno in cui questi si mobilitano e assumono gestione autonoma, si amministrano come depositi disgiunti dai reggimenti stessi, prendendo in forza lutto il personale che rimane alla sede. I depositi permanentemente disgiunti dal reggimento anche in pace, all'atto della mobilitazione assumono in amministrazione come distaccamento il personale rimasto alla sede, provvedendo al serviào matricolare e liquidando le pendenze amministrative del tempo di pace. A1TRIBUZI0NI PRINCIPALI DEL COMANDANTE O DIRET TORE. Oltre a nominare il sostituto del Capo ufficio amministrazione quando questi manca o è assente, nomina quando occorre - il consegnatario del materiale ed emana disposizioni per la custodia della cassa, la sicurezza del denaro e dei materiali, la costituzione delle mense ufficiali ed eventualmente di quelle sottufficiali. In caso di particolari necessità può prendere speciali provvedimenti, mediante atti dispositivi a sua firma e controfirmati dal capo ufficio amministrazione, riportati in apposito registro e allegati ai titoli di cassa o di magazzino. CONTRAlTT E SERVIZI AD ECONOMIA. Ai bisogni delle truppe che non possono esser fronteggiati con materiali e derrate fomiti dall'Amministrazione militare si provvede con acquisti, forniture, prestazioni e lavori da effettuare mediante contratti a trattativa privata, oppure ad economia. Questi ultimi sono autorizzati fino a L. 30.000 dal comandante o direttore, per somme da 30.000 a 100.000 lire dal comandante di corpo d'armata e dall'Intendente d'armata, e per somma al di sopra delle L. 100.000 dal Ministero. Al di fuori di questi casi, per somme superiori a L. 100.000 si deve provvedere mediante contratto, che viene approvato e reso esecutivo dal comandante di corpo d'annata fi no a L. 300.000, e dall'Intendente d'armata per somme dalle 300 alle
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Ferruccio Botti
500.000 lire. Per somme di importo superiore è necessaria la preventiva autorizzazione del Ministero, che poi approva e rende esecutivi i contratti. In casi di particolare urgenza, l'approvazione preventiva può essere data dallo Stato Maggiore, che ne informa il Ministero. I decreti di approvazione dei contratti stipulati dalle autorità mobilitate non sono soggetti alla registrazione della corte dei conti, né per essi occorre il parere degli organi consultivi. Numerose eccezioni e deroghe sono però previste a queste procedure normali nei casi di particolare urgenza o necessità. Chi ha stipulato il contratto può ordinarne l'esecuzione prima della relativa approvazione. Quando è necessario ordinare l'inizio di una fornitura o lavoro prima che sia possibile definire i prezzi o altre condizioni contrattuali, si stipula un atto dal quale risultino le clausole che possano essere intanto stabilite e l'importo anche approssimativo, mentre le altre condizioni possono essere fatte risultare in un successivo atto addizionale. Quando si deve stipulare un contratto e non è possibile - per ragioni di assoluta urgenza - compilare un atto scritto, la relativa commessa può essere data anche verbalmente sotto la responsabilità di chi la ordina. In tal caso il funzionario che ha ordinato la commessa mvita la ditta a riconoscere al più presto mediante privata scrittura l'impiego verbale. e se ciò non è possibile fa risultare i dati essenziali della contrattazione in un documento scritto a corredo del primo titolo di pagamento. GESTIONE DEI MATERIALI. Le norme per la gestione dei materiali degli Enti mobilitati ad integra.lione delle Istruzioni-amministrati ve per le truppe in campagna sono emanale solo nel 1941.72 In base al suo impiego, il materiale è diviso in 3 gruppi (A, B, C). 11 gruppo A comprende gli oggetti di vestiario cd equipaggiamento individuale della truppa. i panni, le tele e le altre materie prime e accessori per la confezione dei capi di corredo. Il gruppo B comprende il materiale di equipaggiamento generale e di cucina, il materiale sanitario, di casermaggio, delle sussistenze, il materiale alpinistico, gli occhiali, le tute, il ve stiario speciale per gli automobilisti, le macchine da scrivere, gli apparecchi di ripro<lu.lione, le carte topografiche ecc. Il gruppo C comprende i materiali dei Servizi di artiglieria, genio, automobilistico, chimico e del Servizio ippico e veterinario. Agli effetti contabili il materiale è suddiviso in due grandi categorie, ciascuna delle quali segue particolari norme con scritture diverse: materiali e Of?getti in dotazione o .\'Corta, distribuiti dai centri di mobilitazione per costituire e completare le dola.lioni di guerra, e materiali
e generi di rifornimento e consumo immediato. La gestione dei materiali è tenuta - diversamente dal 1915 - solo a
quantità e non a valore, e si uniforma alle seguenti norme fondamentali: a) gli organi dei Servizi di riserva e di seconda linea (cioè gli organi esecutivi centrali e al livello di armata) hanno gestione autonoma del ma72
Cfr. MG. La gestione dei materiali de~fi Enti mobilitati, Roma 1941.
L'evolu:ione della dottrina logistica (1933-1940)
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teriale e il consegnatario ha l'obbligo di resa del conto giudiziale. Gli organi dei Servizi di prima linea (cioè al liveJlo di corpo d'armata, divisione e brigata) sono invece considerati distaccamenti dei rispettivi organi di seconda linea, ai quali rendono i conti; b) tutti i prelevamenti e versamenti di materiali si effettuano da parte dei reparti mobilitati con appositi buoni in duplice esemplare, firmati dal comandante. Lino dei due esemplari, controfirmato dal repruto cedente o ricevente a riprova dell'avvenuta operazione, è restituito al reparto interessato; c) i materiali che costituiscono dotazione o scorta dei corpi e reparti sono prelevati da questi ultimi presso i magazzini dei centri di mobilitazione previo rilascio di buoni di prelevamento a firma del comandante, e sono assunti in carico sui quaderni di carico mod. 547 (impiantati distintamente per i materiali del gruppo B e C); d) i materiali di rifornimento e consumo immediato si intendono consumati ali 'atto del prelevamento e acquisto non danno luogo a registrazione; e) i materiali in distribuzione al personale (gruppo A) esclusi quelli d ' armamento e per la difesa antigas, non costituiscono carico della compagnia, e per essi, quindi, non si impianta il quaderno mod. 547; f) i materiali occorrenti ai reparti e Enti di nuova costituzione sono elencati nei quaderni di carico mod. 547 predisposti dai centri di mobilitazione in duplice esemplare, uno dei quali viene consegnato al comandante di compagnia o Ente corrispondente ali 'allo ùt:lla costituzione, mentre l'altro, firmato dal predetto comandante, costituisce documento giustificativo dello scarico; g) gli organi dei Servizi di prima linea rendono conto mensilmente a quelli di seconda linea - per conto dei quali gestiscono i materiali dei fondi riscossi e delle spese derivanti da tale gestione, la cui contabilità va tenuta distinta da quella relativa alle spese che tali organi effettuano come reparti. Per i materiali, gli organi di prima linea inviano a queJJi di seconda linea - a scadenze periodiche fissate dagli organi direttivi - la situazione relativa ai movimenti effettuati corredata da documenti giustificativi; h) gli organi di 2' linea e di riserva che hanno gestione autonoma del materiale (cioè gli organi esecutivi centrali o al livello di annata) rendono la contabilità in materia alla fine della campagna, entro il termine fissato dal Ministero della guerra. Rimane facoltà dello Stato Maggiore di stabilire "in particolari circostanze e per giustificate ragioni" che la contabilità in materia di tutti gli organi con gestione autonoma sia resa in qualsiasi momento; i) le compagnie, batterie e squadroni aventi gestione autonoma rendono tuttavia semestralmente la contabilità dei materiali in dotazione, versando i quaderni di carico mod. 547 corredati dai relativi documenti giustificativi direttamente al competente ufficio di revisione (che li custodisce per ogni eventuale controllo), e impiantando un nuovo quaderno di carico. Le compagnie, batterie, squadroni ecc., che non hanno gestione
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autonoma effettuano tale versamento tramite l'ufficio di amministrazione dell'Ente amministrativo da cui dipendono. Hanno autonomia amministrativa, oltre alle unità mobilitate al livello di reggimento, i battaglioni di fanteria e gli altri reparti o unità Servizi ai quali essa viene espressamente accordata dall'Intendente d'armala, i gruppi di artiglieria alpina, le compagnie genio, i battaglioni camicie nere, carabinieri e guardia di finanza alle dipendenze di G.U. mobilitate, i quartier generali e le sezioni carabinieri mobilitate. Gli organi dei Servizi di 2' linea (al livello di armata) e di riserva (depositi centrali) sono autonomi sia per quanto riguarda la gestione del reparto (contante e materiale in dotazione) sia per quanto riguarda la gestione dei rifornimenti che devono distribuire. Quelli di l ' linea (al livello di corpo d'armata e divisione) sono, in genere, autonomi solo per quanto riguarda la gestione del reparto (contante e materiale) e sono invece considerati - salvo espresse disposizioni dell'Intendente d'armata - distaccamenti degli organi dei Servizi di 2• linea per quanto si riferisce al movimento dei rifornimenti che essi hanno il compito di distribuire. Per tali materiali, essi rendono i conti agli organi di 2• linea. Per quelli in dotazione al reparto riportati sul registro mod. 547 essi rendono invece i conti - come per il contante - alla direzione di amministrazione d'armata. Gli organi e formazioni dei Servizi non aventi compiti di rifornimento, infine, hanno l'autonomia sia per la gestione del reparto che per il materiale. Esaminiamo brevemente, tfui di seguilo, il grado di autonomia concessa ai principali organi dei Servizi mobilitati. SERVIZIO DI SANITÀ E VETERINARIO. Sono interamente autonomi: depositi centrali, magazzini di armata, sezioni disinfezioni e bonifica, treni e navi ospedale, ambulanze chirurgiche, ospedali di riserva, campi contumaciali e convalescenziari. Sono autonomi solo per la gestione del reparto (contante e materiale): sezioni di sanità, ospedali da campo, infermerie quadrupedi, convalescenziari quadrupedi. SERVIZIO DI COMMISSARIATO. Sono interamente autonomi. depositi centrali, magazzini di armata, sezioni panettieri. Sono autonomi solo per la gestione del reparto (contante e materiale): sezioni sussistenza, nuclei sussistenza per reggin1ento alpino. SERVIZI DI ARTIGLIERIA E GENIO. Sono interamente autonomi: depositi centrali, magazzini di armata. colonne gas, officine auto carreggiate del genio. SERVIZIO CHIMICO. Sono interamente autonomi: compagnie e battaglioni chimici, magazzini di armata. SERVIZIO TRASPORTI. Sono interamente autonomi: deposito centrale automobilistico, parchi automobilistici e parchi quadrupedi. Sono autonomi solo per la gestione del reparto (contante e materiale): gruppi carreggio e salmerie, autoraggruppamenti e gruppi automobilistici ai vari livelli (Stato Maggiore, armata, corpo d'armata, divisione). SERVIZIO MOTORIZZAZIONE. Possono essere rese autonome per la gestione del materiale, svincolandole dagli organi di 2• linea, le
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sezioni e squadre carburanti e lubrificanti previste al livello di corpo d'armata e divisione. COMANDI DI TAPPA. Per quanto riguarda la distribuzione dei materiali, agiscono come distaccamenti dei rispettivi magazzini d'armata. Le modalità per il trattamento economico, infine, sono riportate nelle Istruzioni relative al trattamento economico del personale militare e militarizzato mobilitato per la guerra, diramate in data 11 giugno 1940 dalla direzione generale dei servizi amministrativi del Ministero. Interessanti accenni alle paghe del personale e agli aspetti pratici della gestione amministrativa dei corpi all'inizio del 1940 sono contenuti anche nell'Agenda militare 1940. 13
Dopo l'esame delle riforme che si succedono dal 1923 al 1940 e delle innovazioni introdotte nell'amministrazione delle truppe in campagna nel 1940, non vi è alcun duhbio che alla vigilia della seconda guerra mondiale il s istema contabile e amministrativo ha nel complesso - diversamente dal 1915 - una struttura ben dimensionata per affrontare Je eccezionali esigenze del tempo di guerra, e tale da assicurare ai comandanti periferici - specie al livello di corpo d ' armata e reggimento a corpo - l'indispensabile autonomia, rinunciando persino a importanti adempimenti formali (si pensi alla possibilità di dare corso ai contratti anche senza preventiva autorizzazione degli organi superiori a ciò preposti, e di assegnare connesse con accordi anche solamente verbali). Questo, per i rapporti "esterni", che legano cioè i reggimenti e corpi - e i livelli superiori - con gli altri Enti, militari e civili. Molto minore attenzione viene invece dedicata al funzionamento del sistema amministrativo e contabile ali' interno del reggimento/corpo, e nell'ambito delle compagnie. Per questo fondamentale livello, nessuna apprezzabile semplificazione è prevista, e il funzionamento è forse ancor più complicato che per il tempo di pace. Anche scorrendo la già citata Agenda militare 1940, si rimane colpiti dalla robusta sopravvivenza di antichi difetti di origine addirittura piemontese, e se vogliamo francese del secolo XIX. Le troppe e minute regole, le numerose ed eccessive eccezioni, gli specchi e controspecchi, le sottili distinzioni, le più disparate e disorganiche norme per i vari settori: un sistema contabile, insomma, che nella pratica quotidiana pretende ancora troppo dai minori livelli e lascia sopravvivere l'antico eccesso di burocrazia, favorendo anziché prevenire irregolarità e trascuratezze. Sotto questo aspetto, anche le nuove norme per la gestione dei materiali ricorrono troppo spesso a artificiose distruzioni e prevedono una quantatità di casi particolari , misere di ricercare la semplicità e l'uniformità.
73
L. Danesi, Agenda militare 1940, Pistoia, Libr. Pacinotti 1940.
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5. Conclusione L'innovazione più positiva e di maggior portala nella regolamentazione 1940 è la costituzione di un Servizio di amministrazione autonomo, che consente una maggiore autonomia amministrativa dei reparti mobilitati e la revisione della contabilità nel loro ambilo. Risulta benefica anche la riunione nel Servizio di ippica e veterinaria di troppo sparse compelcnze relative ai quadrupedi e carreggio. Riguardo alla costituzione di un nuovo Servizio automobilistico separato da quello dei trasporti, il problema è complesso e l'innovazione, se da una parte alleggerisce gli organi preposti all'impiego dei mezzi da incombenze relative all'approvvigionamento e alla manutenzione, dall'altra appare in contro-tendenza almeno rispetto agli sviluppi attuali, perché introduce una dicotomia tra due auività affini (impiego dei mezzi; loro manutenzione, rifornimento e recupero) che avrebbero anche potuto rimanere riunite almeno fino al livello di corpo d'armata, con una diversa articolazione dei trasporli (ad esempio: costituzione di una corpo dei trasporti o del treno, presente con organi direttivi ed esecutivi opportunamente dimensionati dal livello di reggimento/corpo compreso in su) e prevedendo un unico organo dircllivo centrale e organi ai livelli intermedi e inferiori specializzati per i trasporti propriamente detti e le collaterali attività di manutenzione e rifornimento. La separazione del servizio delle strade da quello delle acque appare artificiosa, o quanto meno non necessaria: ambedue i Servizi riguardano i lavori per la viabilità nella zona delle retrovie (viabilità per via ordinaria e per via acquea), e tra le due branche occorrerebbe evidentemente un coordinamento e una direzione militare unica, anche se gli organi civili ai quali ricorrere sono diversi. Difettose le attribuzioni di carattere direttivo nel Servizio idrico, affidate ai Comandanti di Grande Unità (cioè a organi non tecnici), ma tali da richiedere specifici organi tecnico-logistici alle dipendenze della linea di comando, che non può assumersi in proprio - sia per ragioni di tempo che di competenza l' onere del coordinamento tra i vari Servizi interessati. Evidentemente, in questo caso l'organo direttivo naturale non poteva essere che il Comando genio, il quale disponeva della competenza tecnica e insieme della maggior parte degli uomini e mezzi necessari. Il passaggio dei depositi centrali dal livello di armata al livello di Stato Maggiore dell'Esercito prende atto di un'esigenza già emersa nella prima guerra mondiale, ma avrebbe dovuto essere accompagnato da un'indicazione almeno sommaria dei raccordi (e dei relativi organi) tra logistica dell'esercito mobilitato (o logistica di distribuzione) e logistica territoriale (o di produzione). In questo senso, l'abolizione dell'Intendenza generale e la conservazione dell'Intendenza al livello di armata è una mezza misura difficile da giudicare, che però indica il vuoto e quindi il difetto più significativo della nuova regolamentazione, nella quale rimane sollo tono anche la minaccia aerea sul dispositivo logistico, nel 1940 non ritenuta tale da richiedere, come nel 1924, specifiche misure passive.
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In tal modo, proprio i due riflessi più importanti della guerra integrale non ricevono dalla normativa del 1940 la dovuta attenzione, insieme con la logistica al livello di corpo che rimane sostanzialmente antiquata. complicata dal punto di vista della gestione contabile e povera di organi direttivi specializzati e a tempo pieno.
CAPITOLO VII
L'EVOLUZIONE DEGLI ORGANI CENTRALI E DEI SERVIZI TERRITORIALI NEGLI ANNI '30
I. Evoluzione degli organi centrali: la logistica integrale
La dottrina tattica e logistica, quale che essa sia, deve trovare una puntuale e ben definita corrispondenza in un complesso armonico di provvedimenti di vario ordine, a cominciare da struttura e attribuzioni degli organi centrali (Ministeri militari, Stati Maggiori, Ministeri e organi che operano in settori di più diretto interesse militare) e dall'organizzazione della nazione per la guerra. Specie in campo logistico il peso specifico di una regolamentazione, la sua capacità di incidere effettivamente sulla realtà dipendono principalmente dal contesto generale creato, appunto, dalla convergente azione di vari organismi civili e militari, che devono essere diretti a un fine comune. Sono questi i contenuti della logistica integrale, prima conseguenza della guerra integrale che, almeno in linea di principio, negli anni Trenta viene da tutti riaffermata e teorizzata: ed è in questa ottica che va vista la fisionomia dei vari organismi che ora ci accingiamo a delineare.
Ministero della guerra (vds. anche Documento I O)
L'ordinamento interno del Ministero della guerra risponde alle due esigenze fondamentali del decentramento amministrativo e della maggiore specializzazione, conseguente alla nuova fisionomia che vanno assumendo i Servizi in guerra: in questa direzione prosegue e si intensifica la linea di tendenza che già si era manifestata negli anni Venti. L'indirizzo da seguire nel campo dell'amministrazione generale è derinito con il fondamentale R.D. - legge 28 settembre 1934, n. 1635 Decentramento e avviamento alla sistemazione dei servizi dell'amministrazione centrale della guerra, 1 del quale riassumiamo i contenuti principali. a) U Ministero è autorizzato a decentrare gradualmente ai Comandi di corpo d'armata territoriale funzioni di carattere esecutivo al momento disimpegnate direttamente dallo stesso Ministero, fatti salvi i controlli di sua competenza sia in sede ispettiva, sia in sede di revisione degli atti.
I
G.M. 1934, pp. 3575-3581.
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b) Sono abolite la carica e le funzioni di Ispettore amministrativo territoriale (Cfr. capitolo V, para. 7) di cui al R.D. 23 febbraio 1928 n. 327. Le facoltà e attribuzioni esecutive decentrate ai Comandi di corpo d'armata sono disimpegnate presso i predetti Comandi da un ufficio amministrativo alle dirette dipendenze del Sottocapo di Stato Maggiore, retto da un funzionario civile di grado non inferiore al 7° coadiuvato da altro funzionario civile di grado inferiore. d) Le ispezioni si distinguono in tecnico-militari (di competenza di generali di brigata) ed amministrative propriamente dette (di competenza di ispettori centrali civili del Ministero). A tal fine il territorio nazionale è diviso in 7 zone, a ciascuna delle quali è preposto un ispettore generale. Le zone sono portate a 9 nel 1939 (D.M. 1 giugno 1939) e a 10 nel 1940 (D.M. 27 aprile 1940).2 Le ispezioni sono rivolle a tutti i corpi, non senza le solite, numerose eccezioni: sono esclusi gli organi territoriali dei Servizi sanità, commissariato, artiglieria, genio, i centri e stabilimenti automobilisti e i centri rifornimento quadrupedi, e alcuni Enti speciali (stabilimenti di pena, ccc.). e) L'Ispettorato generale amministrativo del Ministero della guerra costituito nel novembre 1926 (Cfr. articolo IV. para. 3) è trasformato di nuovo in direzione generale dei servizi amministrativi, com'era prima della legge 11 marzo 1926, n. 400. Riflesso di questa nuova struttura amministrativa e della maggiore importanza assunta dall'automobilismo e dal Servizio chimico è il R.D. 3 dicembre 1934,1 che separa la branca automobilismo dalla direzione generale artiglieria e automobilismo ( 1926), costituendo un Ispettorato del materiale automobilistico e apportando lievi modifiche alla denominazione delle altre direzioni. Per quanto di interesse logistico, la nuova articolazione del Ministero prevede: direzione generale artiglieria; direzione generale del genio; direzione generale (e non più centrale) di sanità militare; direzione generale dei servizi amministrativi; direzione del Servizio chimico militare (e non più del centro chimico militare); ufficio ippico e veterinario. Inoltre, con R.D. - legge 18 aprile 1935, n. 648;~ inoltre, al nuovo Ispettorato del materiale automobilistico e alla direzione del centro chimico - che prima per le rispettive esigenze amministrative facevano capo rispettivamente alle direzioni generali di artiglieria e del genio - viene conferita la piena autonomia amministrativa anche in questo settore. Del I O luglio 1936 (R.D. 9 luglio)5 l'Ispettorato del materiale automobilistico assume la denominazione di lspeuorato della motorizzazione, e l'assetto raggiunto nel 1936 è mantenuto anche con la nuova articolazione del Ministero definita nel 1938 (R.D. - legge 21 marzo 1938,
G.M. 1939, pp. 1614-1616 e G.M. 1940, pp. 1323-1326. G.M. J 935, pp. 5-6. 4 /vi, pp. 1329-1330. 5 G.M. 1936. p. 1190. 2
3
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n. 521 ), che pertanto prevede sempre: direzione generale artiglieria; del genio; servizi logistici; di sanità militare; dei servizi amministrativi; direzione del servizio chimico militare; Ispettorato della motorizzazione; Servizio ippico e veterinario. La suddivisione interna dei vari organi e le attribuzioni di sezioni e uffici sono definite con il successivo D.M. 25 Jugl io 1938,6 riportato - per quanto di interesse - nel Documento I O. Poco dopo l'inizio della guerra, la legge 6 luglio 1940, n. 1039 apporta altre varianti alla struttura del 1938: l ' Ispettorato della motorizzai.ione diventa direzione generale della motorizzazione, il servizio ippico e veterinario si trasforma in Ispettorato del servizio ippico e veterinario, ed è aggiunto un Ispettorato superiore dei servizi tecnici le cui allribu.lioni saranno da noi esaminate trattando dell'organizzazione della na.lione per la guerra.
Stato Maggiore Esercito Per tutto il periodo lo Stato Maggiore Esercito - denominato Comando del Corpo di Stato Maggiore per quanto di interesse logistico non muta l'articola.tione definita nel 1926-1927 (vds. capitolo IV, para. 3): del 2° reparto (ordinamento e servizi) fanno parte un ufficio Servizi, un ufficio trasporti e un ufficio ordinamento e mobilitazione. Il mutamento di maggior rilievo avviene con il R.D. - legge 21 dicembre 1936, n. 2327, 7 che riordina il vertice del Comando del Corpo di Stato Maggiore abolendo la carica di Sottocapo di Stato Maggiore (nuova denominazione, dal 1933, del Comandante in 2 °)l! e prevede: - un Sottocapo di Stato Maggiore Intendente del Regio Esercito, coadiuvato da 3 generali capi-reparto; - un Sottocapo di Stato Maggiore per la difesa territoriale,9 coadiuvato da un generale addetto. Con il R.D. - legge 21 ottobre 1937, n. 1883 10 ai 2 Sottocapi di Stato Maggiore (Intendente - c he è il vero Sottocapo anche operativo - e per la difesa territoriale) si aggiunge un Sottocapo per le operazioni, e i generali capi-reparto passano da 3 a 2 : in tal modo il Sottocapo Intendente si occupa a tempo pieno della parte logistica. Come afferma il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito generale Pariani nel suo discorso del 30 giugno 1938 al Senato, in seguito ali ' unificazione delle cariche di Sottosegretario alla guerra e di Capo di Stato Maggiore (avvenuta nel 1934)
6 G.M. I 938, pp. 1249-1251 e 151 1-1512. Su compiti e struttura del Ministero nel 1939 Cfr. anche MG , Esercito anno XVII. Roma, 1939, pp. 9 3-98. 1 G . M. 1937, pp. 282-283. 8 R.D. legge 19 ottobre 1933, n. 1404 (G. U. n. 2 59 del 9 novembre 1933). '1 Carica istituita con R .D. legge 3 1 ot1obrc 1935 , n. 2233 (G.M. 1936, pp. 5862). 10 G .M. 1937, pp. 2615-2617.
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con la denominazione di Sottocapo di Stato Maggiore intendente si è voluto orientare le attribuzioni del Sottocapo di Stato Maggiore dcll'Escrcilo verso i Servizi, in modo che chi è preposto a tali funzioni, ne presieda in pace alla organizzazione e in guerra al funzionamento. Si garantisce così la dovuta continuità d'azione in questo delicatissimo campo, cosa questa che avrà il più benefico influsso sul fauore Lempo che è forse il più importante per le operazioni. Allo scopo di facilitare la collaborazione tra uffici Servizi dello Stato Maggiore e direzioni generali del Ministero, si è dato vita presso le singole direzioni a degli Uffici di Stato Maggiore che hanno funzioni di collegamento.
Con questo provvedimento (che evidentemente intende porre rimedio alla maggiore proiezione dell'attività del Capo di Stato Maggiore verso questioni politiche e di coordinamento) sono alle dipendenze dirette del Sottocapo di SM per le operazioni gli uffici operazioni, addestramento, storico, informazione; dal Sottocapo di SM Intendente dipendono gli uffici ordinamento e mobilitazione, trasporti, Servizi. Il sottocapo di SM per la difesa territoriale, "presso il quale l'impiego di vero e proprio personale di SM è eccezionale", ha alle sue dipendenze oltre agli uffici relativi alla protezione delle coste, comunicazioni e unpianti vari, le unità delle milizia per la difesa contraerea e costiera e gli Enti ai quali è affidata la protezione passiva delle popolazioni contro I'offesa aerea e chimica (C.C.1.P.A. e U.N.P.A.), il cui ruolo specifico sarà da noi esaminato più avanti. 11 La struttura del 1937 rimane invariata fino ali 'inizio della guerra, ma viene modificata praticamente in coincidenza con tale inizio della legge 14 giugno 1940, n.1010, 12 che non rispetta più il principio della specializzazione e della proiezione sui Servizi sottolinealo nel 1938 dal generale Pariani, abolisce la carica di Sollocapo di Stato Maggiore Intendente e prevede che il Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito sia coadiuvato: a) da un Sottocapo di Stato Maggiore del Regio Esercito (comandante in seconda del Corpo di Stato Maggiore); b) da due generali Capi reparto, uno per la hranca operativa e I 'altro per la branca logistica i.n senso lato. Quest'ultima è accentrata nel 2° reparto, che comprende 3 uffici - ordinamento e mobilitazione, Servizi, amministrativo - e la direzione superiore trasporti; c) da un generale addetto; d) da un Sottocapo di Stato Maggiore per la difesa territoriale con un generale addetto. Non è probabilmente estranea a questa modifica - decisa in un momento estremamente delicato - il ritorno a partire dal 3 novembre 1939 allo sdoppiamento tra le cariche di Sottosegretario (cioè, in pratica, di Ministro. visto che il Ministro era Mussolini) e di Capo di Stato Maggiore, che consente a quest'ultimo di proiettarsi maggiormente sulla
11
12
Crr. anche MG, Esercito anno XV!/ (Cit.), pp. 99-104. G.M. 1940. pp. 2017-2020.
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parte tecnica. Anche se il motivo è questo, proprio all'inizio della guerra - come era stato fatto nel periodo precedente la prima guerra mondiale - viene accantonato il vecchio e saggio principio (evocato dal Pariani) della specializzazione degli organi anche al vertice, e di una più che opportuna continuità degli incarichi in pace e in guerra.
2. Fisionomia logistica degli ordinamenti dell'esercito dal /934 al /940 li primo ordinamento degli anni Trenta, quello del 1934 (R.D. - legge I I ottobre 1934, n. 1723) 13 si muove anche per quanto attiene ai Servizi nel solco tracciato dati' ordinamento 1926, e prevede sostanzialmente un ampliamento del numero di Grandi Unità (da 11 a 13 corpi d'annata e da 30 a 31 divisioni, più 3 divisioni celeri e 4 brigate alpine) con conseguente aumento di unità di artiglieria, del genio e dei vari Servizi. Questi ultimi rispetto al 1926 rimangono invariati; l'unica differenza è che il "Centro Chimico militare" del 1926 diventa "Servizio Chimico Militare". Nel 1934, quindi, vi sono: Servizio chimico militare. corpo sanitario militare, corpo di commissariato militare, corpo di amministrazione militare, corpo veterinario militare e Servizio automobilistico militare. Si ribadisce il principio dell'intangibilità delle dotazioni già sancito dal! 'ordinamento 1926 e si riconosce implicitamt::nte che esse sono ancora incomplete, visto che il Ministro per la guerra curerà il completamento e la sistemazione cli tuui i mate rial i cosliluenli le dota.z ioni di mobililaJ.ioni stabilite dai progetti di difesa, nei limiti dei fondi che saranno all'epoca slan/iati in bilancio. Tali dota/ioni sono intangibili; è ammesso soltanto l'impiego di aliquote delle medesime per rinnovazione. nei limiti delle disponibilità ordinarie di bilancio. Delle aliquote devono avere immediata ed integrale sostituJione.
Segno detrimportan..m assunta da11'01 gani.t:L.at.ione della nazione per la guerra, l'ordinamento 1934 istituisce un ruolo transitorio ad esaurimento di ufficiali da impiegare per le esigenze del comitato per la mobilitazione civile ( l colonnello e 30 tenenti colonnelli, maggiori e capitani vice-direttori e addetti). Da alcuni segni, sembra si vada affermando una maggiore considerazione per gli ufficiali dei Servizi. Nel 1934 non si sente più il bisogno di ribadire, come per gli ordinamenti precedenti, che questi ultimi hanno gli stessi diritti e obblighi di quelli d'Arma, e soprattutto con la legge del 1934 che divide gli ufficiali in due ruoli, comando e mobilitazione, agli appartenenti ad alcuni Servizi speciali viene riservato un trattamento di favore. Il ruolo mobilitazione dovrebbe riunire gli addetti a servizi sedentari e a mansioni di ufficio. Vi sono iscritti gli ufficiali delle varie Aru G.M. 1934, pp. 3765-3789.
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mi già appartenenti al ruolo M (cioè a mansioni di carattere territoriale), gli ufficiali di artiglieria e genio provenienti dalla disciolta specialità treno e gli ufficiali consegnatari (di magazzino o addetti alla sezione matricola). D'altro canto tra gli ufficiali del ruolo comando (cioè tra quelli più idonei alla vita dinamica di reparto e al comando di unità, che ricevono un trattamento normativo e di carriera più favorevole) sono ugualmente iscritti gli ufficiali dei Servizi tecnici (anni e munizioni, studi ed esperienze del genio, tecnico automobilistico) e anche quelli che appartengono ai depositi cavalli stalloni e ai centri di rifornimento quadrupedi. Incarichi senza dubbio molto delicati ma - ameno secondo lo spirito e la lettera della legge - rientranti più nel ruolo mobilitazione che in quello comando, e inoltre meno esposti a pericoli e responsabilità dirette e gravi degli ufficiali dei Servizi di I· linea. Nel I 935, in coincidenza con la preparazione della guerra d'Etiopia che richiede l'invio oltremare di un numero senza precedenti di Grandi Unità, viene emanata una legge (n. 930 del 30 maggio)l4 che alleggerisce i Comandi di corpo d'armata e di divisione di fanteria delle tradizionali attribuzioni inerenti alla difesa territoriale. Si afferma così, per la prima volta, il principio della separazione dell 'organizzazione territoriale da quella operativa, e il territorio dello Stato è ripartito in zone militari con il compito di attendere a tutte le funzioni di carattere eminentemente temtonalc fino ad oggi affidate ~ia ai corpi d ' HrmlllH che alle divisioni di fanteria. a cui restano invece riservate solo funzioni di carauere addcstrativo e operativo.
Le funzioni territoriali dei corpi d'armata e divisioni di fanteria (si ricorda che le Grandi Unità celeri e alpine, già costituite, non avevano incombenze territoriali) rimangono limitate solo a quanto interessa le truppe e i Servizi di mobilitazione. È per questa ragione che viene istituita a fine 1936 la figura del Sottocapo di Stato Maggiore per la difesa territoriale al quale si è già accennato, che è responsabile di "tutto quanto ha tratto alt' organizzazione militare del territorio nazionale (zone militari; difesa antiaerea e costiera, per la parte che interessa l'esercito), escluse le frontiere". Dal Sotto capo per la difesa territoriale dipendono 5 Ispettorati di zone militari e da questi ultimi 29 Comandi di zone militari. l5 I corpi d'armata conservano alle loro dipendenze le unità e organi dei Servizi territoriali che rimangono anche centri di mobilitazione (compagnie di sanità, di sussistenza, ecc.) ma fin dal tempo di pace - e sia pure in forma ridotta - tendono a disporre delle unità Servizi organicamente previste per il tempo di guerra. Conservano, invece, la loro tradizionale circoscrizione territoriale le direzioni e sezioni di artiglie-
14 15
G.M. 1935. pp. 1645-1646.
Vds. anche R.D.
legge 31 ottobre 1935. n. 2233 (G.M. 1936, pp. 58-60).
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ria, i Comandi del genio, i distretti militari, le direzioni di sanità e commissariato. Poiché tali Comandi e direzioni continuano a far parte dei corpi d'armata anche in quanto organi di mobilitazione dei Servi.li di campagna, ne consegue che, in pratica, la legge n. 930 alleggerisce i Comandi di corpo d'armata e di divisione solo delle funzioni di difesa territoriale (esclusa quella dei confini) e dei carichi inerenti ai Servizi di presidio, all'ordine pubblico e ai rapporti esercito-paese. Per il resto, i corpi d'armata continuano a disporre di organi locali - direttivi ed esecutivi - dei Servizi di sanità, veterinario, amministrativo-contabile. E quando - come nel ca,;o delle guerre d'Etiopia e di Spagna - si rende necessario co<:tituire Grandi Unità da inviare al di fuori dei confini nazionali, si procede con R.D. alla "costituzione temporanea" (e non alla mobilitazione vera e propria) di Grandi Unità operative al livello operativo di corpo d'armata e divisione (naturalmente al completo dei relativi Servizi), in aggiunta a quelle già previste dall 'ordinamento 1934. Tale costituzione temporanea ha iniz,io con il R.D. 18 marzo 1935, n. 347 che costituisce 2 divisioni di fanteria in aggiunta alle 31 dell'ordinamento 1934. ' 6 Tn sostanza. fino alla guerra d'Etiopia compresa rimane confermato anche dal punto di vista logistico il ruolo fondamentale già svolto dai Comandi di corpo d'armata e di divisione territoriale nella prima guerra mondiale. L'unica variante è una maggiore e più specifica proiezione sulla mobilitazione e sui Servizi dei generali nominati comandanti designati d'armata, le cui auribuzioni specifiche, ridefinite con il R.D. legge 9 dicembre 1935 n. 2343, 17 prevedono anche che siano investili "di missioni ispettive nei riguardi dei serviLi per la guerra e delle predisposizioni di mobilitazione, e di altri evenluali compiti riflettenti il funzionamento e l'efficienLa dell'esercito". Per altro verso la guerra d'Etiopia, pur richiedendo un notevole ampliamenlo della già dilatata base organica dell'esercito, almeno ad un primo esame non sembra ritardare la spinta alla motoria.aLione e alla modemiuazione dell'esercito e all'approntamento in Palria (a parlire dal 1935) di Grandi Unità operative speciali senza giurisdizione territoriale (costituzione della divisione motorizzata 'Trento", poi destinata in Libia; motorizzazione della divisione di fanteria "Po"; costituzione di una brigata motomeccanizzata e motorizzazione di due reggimenti bersaglieri). La legge n. 930 del 1935 è modiricata dal R.D. - legge 4 giugno 1936, n. 1251 18, che prevede 8 Comandi di difesa territoriale e 29 Comandi di zona militare e restituisce la giurisdizione territoriale ai Comandi di corpo d'armata (non più ai Comandi di divisione), cosa più che logica visto che essi conservano alle loro dipendenze organi direttivi dei Servizi aventi a loro volta giurisdizione territoriale. Nel 1937 sembra si
16
17 IH
G.M. 1935, pp. 875-876. G .M. 1936, pp. 97-98. frj, pp. 945-948.
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tenda a ridurre ancora gli oneri territoriali e di mobilitazione delle Grandi Unità: con il R.D. - legge IO maggio 1937 19 n. 1046 sono previsti 13 Comandi di difesa territoriale (e non più 8), si confermano i 28 Comandi di zona militare e le attribuzioni di tali Enti sono meglio configurate, rendendo di loro competenza: a) le predisposizioni relative alla difesa territoriale (sempre escluse le zone di frontiera) in pace, e la loro attuazione in guerra, escluso il territorio dichiaralo zona di operazioni; b) le questioni di carattere territoriale, di reclutamento e di mobilitazione che non sono devolute dal Ministero ai Comandi di Corpo d'armata e divisione territoriale; c) tutti i compiti dei Comandi di corpo d'armata e di divisione, in caso di mobilitazione di questi ultimi. Limitatamente alle questioni inerenti alla difesa del territorio, l'Ufficio del Sottocapo di Stato Maggiore per la difesa territoriale mantiene relazioni con la direzione del Servizio chimico militare, con le Associazioni di Soccorso, con le altre forze armate e con Enti vari. Dipendono direttamente dai Comandi di zona militare: i distretti militari, gli stabilimenti militari di pena. i tribuna) i militari, gli Ispettorati pre e post-militare, Enti vari stabiliti dal Ministero della guerra. Anche con il decreto del 1937, quindi, i Comandi di corpo d'armata e di divisione oltre a conservare in pace una parte dei compiti di reclutamento e mobilitazione conservano alle loro dipendenze Comandi e direzioni dei vari Servizi. Fino ali 'ordinamento assunto alla vigilia della guerra compresa (legge 9 maggio 1940, n. 368)20 si confermano tre linee di tendenza: costituzione fin dal tempo di pace di divisioni "specializzate" senza circoscrizione territoriale (motorizzate, corazzate, celeri, alpine, autotrasportabili) alle quali devono, per forza di cose, corrisponde sia pur ridotti Servizi costituiti ad hoc; continuo ampliamento della base organica dell'esercito, il che richiede il parallelo aumento di unità di artiglieria, del genio e dei Servizi; mantenimento dei Comandi di difesa territoriale (16 nel 1940) e dei 28 Comandi di zona militare. Benché l'approssimarsi del conflitto richieda se mai un più deciso svincolo dei Comandi di Grande Unità da mansioni non strettamente operative, si verifica un'involuzione con la legge 13 luglio I 939, n. 115621 che stabilisce la dipendenza dei Comandi di difesa territoriale non più dal Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito a ciò preposto, ma dai corpi d'armata territoriali nella cui circoscrizione hanno sede, "per tutto quanto non concerne la difesa del territorio, il personale in congedo e il reclutamento". La circoscrizione territoriale per i Comandi di corpo d'armata, le direzioni e sezioni di artiglieria, i Comandi genio, le direzioni di sanità e
19
20 21
G.M. 1937, pp. 1455-1459. G.M. 1940, pp. 840-871. G .M. 1939, pp. 2397-2398.
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di commissariato è confennata anche dalla citata legge n. 368 del maggio 1940. Queste disposizioni contraddittorie e non sempre chiare dimostrano una cosa sola (che a maggior ragione dovrebbe valere anche oggi): per ragioni prima di tutto logistiche una Grande Unità complessa di stanza nella madrepatria non può, senza inconvenienti, essere divelta in pace o in guerra dal territorio, sia pure al fine - di per sé condivisibile - di alleggerirla. Le varianti all'ordinamento 1934 che si susseguono con frequenza per tutti gli anni Trenta hanno carattere settoriale e mantengono il quadro generale del 1934 (ivi compreso il R.O. - legge 22 dicembre 1938, n. 2095, meglio identificato come "ordinamento Pariani")22 . Solo con la legge n . 368 del 1940 è ridisegnato in forma organica e completa l'intero ordinamento dell'esercito, in parte assorbendo le modifiche precedenti. Per quanto più propriamente alliene alla fisionomia generale dei Servizi (Art. 3 di ambedue gli ordinamenti) le modifiche introdotte dall'ordinamento 1940 sono notevoli. e possono essere così riassunte: a) sono previsti fin dal tempo di pace 6 Comandi di annata senza giurisdizione territoriale (erano stati creati nel 1938, nel numero di 5, con l'ordinamento Pariani); b) l'Arma di artiglieria diventa "Anna di artiglieria e servizio tecnico delle Armi e delle munizioni"; c) l'Arma del genio diventa" Anna del genio e servizio studi ed esperienze del genio"; d) il Servizio chimico militare è denominato ·'Servizio chimico", e) i "corpi" dei Servizi indicati nel 1934 (sanitario militare, di commissariato, militare di amministrazione militare, veterinario militare) diventano "Servizi" (sanitario, di commissariato, di amministrazione, veterinario); t) il Servizio automobilistico militare diventa, invece, "corpo automobilistico e servizio tecnico automobilistico"; g) sono previsti 4 nuovi Servizi: geografico, dei centri di rifornimento quadrupedi. dei depositi cavalli stalloni, dei trasporti militari territoriali. Come meglio !';arà specificato in seguito, questi nuovi Servizi corrispondono a funzioni territoriali autonome svolte anche in precedenza . I Comandi ai vari livelli (designati di armata, di corpo d'armata, dei vari tipi di divisione, di difesa territoriale, delle varie isole) sono sempre più numerosi. Va però detto che i loro organici di pace, almeno nell'ottica attuale, sono estremamente ridotti, e ancor più ridotto è il numero di ufficiai i dei Servizi che ne fanno parte organica.23 Ad esempio, nel 1938: a) il Comando designato di armata ha in tutto 45 ufficiali compreso il comandante, solo 2 sottufficiali, 5 piantoni e 2 biciclette (nessun ufficiale dei Servizi);
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G.M. 1939, pp. 208-213. Cfr. MG, Tabelle di forma zione di pace e ordinamento interno dei Comandi
di Gra11de U11ità e Comandi Territoriali, Roma 1938.
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b) il Comando di corpo d'armata, clou del sistema logistico e territoriale, ha da 11 a 13 ufficiali d'Arma o di SM (di cui un comandante, un Capo e un Sottocapo di SM). Gli ufficiali dei Servizi sono: da 6 a 7 ufficiali di amministrazione (dei quali un colonnello o tenente colonneUo) e un ufficiale veterinario (colonnello o tenente colonnello). Sono inoltre previsti 2 funzionari addetti all'ufficio amministrativo; c) il Comando di divisione ha da 6 a 9 ufficiali d'Arma o di SM, di cui I generale Comandante, l generale vice-comandante (solo per le divisioni motorizzate e celeri), un Capo di Stato Maggiore. L'unico ufficiale dei Servizi (solo nella divisione di fanteria) è un maggiore veterinario. In conclusione, dopo questo sommario esame degli ordinamenti si può affermare che, anche negli anni Trenta, i Servizi di pace e territoriali conservano l'impostazione fondamentale già prevista negli anni Venti, e anzi nei primi anni del secolo. Segue l'indirizzo generale anche l'organizzazione del nuovo Servizio automobilistico, frutto del progresso tecnico. Da notare che taluni organi direttivi dei Servizi (direzioni di sanità, di commissariato ecc.) non sono considerati, nell'organico del 1938, comefacenti parte organica del Corpo d'armata. Anche per quanto attiene alle attribuzioni degli organi direttivi dei Servizi al livello di corpo d'armala (Comandante di corpo d'armata; Capo uflìcio veterinario di corpo <l'armata; direttore di commissariato; comandante c direttore d'artiglieria; comandante e capo uflìcio fortilìcuioni del genio) rimangono ih vigore le norme del Regolamento sul servizio territoriale (Pub. n. 2352 - edizione 1932), già esaminate nel capitolo V.
3. Servizio di sanità Aspetti ge11erali 24 L'evoluzione del Servizio per tutti gli anni Trenta non presenta aspetti di particolare novità e lascia immutata la struttura degli anni Venti. L'organo direttivo fondamentale a livello periferico è sempre la direzione sanità di corpo d'armata territoriale; gli organi esecutivi nel 1939 sono: a) organi per il ricovero e la cura degli infenni (ospedali militari, convalescenzioni, infermerie presidiarie, infermerie speciali delle scuole mi1itari, infermerie di corpo/reggimento, stabilimenti balneotermali ecolonie marine, istituto climatico sanatoriale di Anzio); b) un istituto di produzione e di esperienze chimiche farmacologiche (istituto chimico farmaceutico militare di Firenze), diretto da ufficiali chimici farmacisti e articolato in 5 reparti, che produce medicinali, sostanze accessorie, materiali di medicazione e taluni mezzi chirurgici (per le esigenze di tutte le forze armate e non solo per 1'esercito); 24 Cfr. anche MG, Esercito anno XVII (Cit.), pp. 201-208 e 263-270 e MG , Gli stabilimenti sanitari ili Italia, Roma maggio 1935.
Organi centrali e Servizi territoriali (am1i 30)
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c) un centro di studi (scuola di applicazione di sanità militare); d) laboratori di ricerche ed esperienze scientifiche (laboratori di micrn-biologia di Roma, alle dirette dipendenze della direzione generale di sanità militare; laboratori della scuola di applicazione di sanità militare); c) organi per la profilassi: sezioni disinfezione di corpo d'armata. Come avviene per gli altri Servizi, l'aspetto di maggior rilievo rimane la progressiva e inevitabile dilatazione degli organici dal 1934 in poi, corrispondente ali' ampliamento organico di tutto l'esercito. li colonnello medico Carmelo Manganaro, direttore di sanità del corpo d'armata di Genova, nel 1939 riassume i meriti anche sociali del Servizio. a cominciare dal primato nella prevenzione e diagnosi precoce tubercolare, iniziata fin dalla prima guerra mondiale con l'istituzione di un centro diagnostico prima presso l'ospedale militare di Milano e poi presso gli altri ospedali. Grazie ai risultati della vaccinazione collettiva iniziata fin dal 1915, l'indice di morbilità per il gruppo tifo-paratifo è nell'esercito assai inferiore a quello della popolazione civile. li Manganaro cita anche i provvedimenti per migliorare la cultura degli ufficiali medici e farli specializzare con corsi biennali di perfezionamento presso cliniche e istituti universitari, perché il primo canone di profilassi, in una collettiviLà come l'esercito. è la scelta del soldato, cioè la valutazione della sua idoneità fisica e ps ichica alle complesse esigenLe della vita militare. Qui s'inizia quella vastissima funzione medico-legale del servizio sanitario, che esige dagli ufficiali medici, oltre ad una somma di cognizioni legali e regolamentare, il contributo della capacità di osservazione clinica, della coscienza diagnostica, della ininterrotta esperienza, di un altissimo senso di responsabilità.25
Dopo aver accennato al primato della scuola di applicazione di sanità nell'insegnamento della batteriologia pura e applicata, benché sia necessario formare un numero sempre crescente di ufficiali medici il Manganaro conferma l'orientamento a mantenere l'istruzione dei medi1.:i in apposite s1.:uolc militari. Quc::..lo perché sollanto chi non ha mai esercitato la funzione di sanitario nelle collettività militari può credere che tale compito sia subito e sempre accessibile ad ogni medico. Eppure la guerra mondiale ha già dimostrato la assoluta necessità di una speciale preparazione dei medici militari. A professionisti distinti erano stati assegnati, in principio, posti direttivi, che sembravano confacenti al loro prcsligio scientifico. L ' esperi mento fu negativo, perché non erano preparati a provvedere alle complesse esigenze del servizio sanitario di guerra. E anche i giovani laureati si mostrarono impari alla missione da compiere nei reparti di prima linea, tanto che, essendo stata chiusa la scuola di applicazione, si doveue istituire l ' università castrense di S. Giorgio di Nogaro, la quale doveva necessariamente avere tutte le manchevolezze della improvvisazione.26
25 26
lvi, p. 265. /vi, p. 268.
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Evoluzione del vertice del corpo Nell'ordinamento 1934 - come già in quello del 1926 - i I grado più elevato è un tenente generale capo del corpo (precisazione che manca nel 1926, prevista nel 1934 per i principali Servizi). I maggior generali nel 1934 passano da 3 a 6 dei quali 4 lspenori. Di conseguenz.a il R.D. 17 dicembre 1934, n. 213327 ripristina gli Ispettorati aboliti nel 1929 ( vds. capitolo V) e ne determina le sedi (a Torino, Verona, Roma e Napoli), le circoscrizioni e le attribuzioni. Rispetto a quanto era previsto dal R.D. 6 luglio 1925, n. 1203, gli Ispettori conservano le funzioni di studio, consulcnz.a e ispettive, ma perdono la loro sia pur limitata operatività e non hanno più alcun potere di intervento diretto nei riguardi dei direttori di sanità per risolvere sul posto la questione di carattere tecnico che non richiedono un diretto intervento del Ministero. Esprimono giudizi medico-legali sulle ferite, lesioni e infermità, e oltre a tenersi al corrente degli studi e delle proposte dei direttori in materia di mobilitazione, "studiano ciascuno alle dipendenze di un generale designalo d'armata speciali questioni riguardanti organizzazione e funzionamento dei Servizi sanitari mobilitati". I maggior generali medici diventano 7 (dei quali 5 ispettori di sanità di zona) nel 1940: viene pertanto istituito (D.M. 15 ottobre 1940) 28 un quinto Ispettorato di sanità a Bari.
Evoluzione degli organi direttivi periferici e degli organi esecutivi Le direzioni di sanità passano da 12 del 1927 a I 3 del 1934, 14 nel 1937 (R.D. - legge 8 luglio 1937, n. 2280), 18 nell'ordinamento 1940; le compagnie di sanità dalle 13 del 1927 diventano 14 nel 1937 e 18 nel 1940. Con R.D. 12 ottobre 1939, n. 178929 il numero degli ospedali militari è stabi Iito in 28 e quello delle infermerie presidi arie in 7. Contenuto l'aumento degli ospedali militari (da 27 nel 1929 a 28), mentre le infermerie presidiarie diminuiscono (da 8 nel 1929 a 7). L'unico stabilimento del quale si fa menzione negli ordinamenti 1934 e 1940 è I 'istituto chimico farmaceutico militare; non si citano gli altri organi esecutivi prima indicati e nemmeno i magazzini di materiale sanitario, che pure nel 1933 sono 5 e non risultano sciolti. Naturalmente una siffatta struttura sempre più ampia richiede consistenti aumenti dei Quadri: dagli 864 ufficiali medici effettivi (di cui 25 colonnelli) e dai 117 ufficiali chimici farmacisti (di cui un colonnello) del 1926 si passa rispettivamente ai 1003 (3 I colonnelli) e 99 (2 colonnelli) del 1934, ai 1243 (39 colonnelli) e I 19 (2 colonnelli) del
G.M. 1935, pp. 87-89. G .M. 1940, pp. 3257-3259. 29 G.M. 1939, pp. 2890-2891. 21
28
Organi cemrali e Servizi territoriali (anni 30)
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193930 e infine ai 1471 (46 colonnelli) e 143 (3 colonnelli) dell'ordinamento 1940, che rispetto al 1926 quasi raddoppia il numero di ufficiali nel corpo. Il reclutamento dei Quadri in servizio permanente e di complemento presso la scuola di applicazione di sanità militare in Firenze avviene con modalità invariate rispetto al 1926. Nei primi anni Trenta la scuola assume il ruolo specifico di Istituto medico post-universitario, e presso di essa viene istituito un Kabinetto di ftsiopatoloKia sperimentale da KGS bellici, diretto dal sen. Lustig e successivamente dal maggiore medico Manieri. Man manq che si avvicina il 1940, però, la sua attività puramente scientifica si riduce dando priorità all'attività didattica per formare i numerosi ufficiali medici richiesti. Nel 1938 le disposizioni sul reclutamento degli ufficiali dell'esercito emanate negli anni precedenti ( 1929, 1935, 1936 e 1937) sono riepilogate con il Testo Unico approvato con R.D. 14 marzo 1938, n. 596 (G.U. n. 121/1938) che per 4uanto riguarda gli ufficiali in servizio permanente medici, chimico-farmacisti e veterinari, stabilisce che: a) la nomina a ufficiale (Art. I) ha luogo con il grado di tenente (anziché di sottotenente. come avviene per le Armi e i rimanenti corpi dei Servizi) e il reclutamento viene effettuato mediante concorso per titoli ed esami; b) i tenenti medici (Art. 12) sono reclutati tra i giovani con diploma di abilitazione all'esercizio della professione di medico-chirurgo o con laurea conseguita entro il 31 dicembre 1925; c)i tenenti chimico-farmacisti, tra i giovani con diploma di abilitazione all'esercizio della professione di chimico e all'esercizio della professione di farmacista, ovvero con laurea in chimica e diploma in farmacia, conseguiti entro il 31 dicembre 1925; d) i tenenti veterinari, tra i giovani in possesso del diploma di abilitazione all'esercizio della professione di veterinario ovvero di laurea in zooiatria conseguita entro il 31 dicembre 1924 oppure durante tutto l'a11110 a1.x:adcmi..:o 1924-1925. Dopo la nomina i tenenti medici e chimico-farmacisti sono inviati a frequentare un corso presso la scuola di sanità militare, mentre i tenenti veterinari dopo aver fre4uentato un corso presso la scuola di cavalleria di Pinerolo devono compiere un periodo di esperimento teorico-pratico presso un centro .rifornimento quadrupedi. I tenenti veterinari provenienti dagli ufficiali di complemento sono dispensati dal corso presso la scuola di applica.liane di cavalleria. Gli ufficiali di complemento medici, chimico-farmacisti e veterinari sono tratti (Art. 26) dai giovani con il predetto titolo di studio (ad eccezione dei chimico-fannacisti, per i quali è sufficiente il solo diploma di abilitazione ali 'esercizio della professione di farmacista) che abbiano superato i corsi allievi ufficiali di complemento. Possono però essere
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Legge 26 luglio 1939, n. I 131 (G.M. 1939, pp. 2252-2271 ).
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reclutati anche tra gli ufficiali inferiori di complemento di qualsiasi Arma o corpo e/o tra i sottufficiali e militari di truppa sempre in possesso del titolo di studio di cui sopra e di età non superiore a 50 anni, che abbiano superato gli appositi esperimenti. Nel campo delle pubblicazioni, da citare l'Istruzione per l'igiene dei militari del ReRiO Esercito - Edizione 1940, articolata in 22 capitoli che ampiamente trattano tutta la materia (alimentazione e acqua potabile; igiene della pelle e pulizia della persona; esercizi fisici; alloggi permanenti e temporanei; norme generali di igiene ospedaliera; disinfezione e disinfestazione; norme igieniche per i trasporti; visite sanitarie e propaganda igienica; norme igieniche speciali per le truppe destinate nei paesi caldi; malattie infettive e celtiche - a quest'ultima voce sono dedicati ben 9 capitoli). Nel 1933 è emanata anche I' lstru:ione sul servizio delle disinfezioni e disinfestazione - Appendice (Pub. n. 2553), che contiene le norme per l'impiego dei principali materiali usati - in pace e in guerra - per la disinfezione e disinfestazione, la potabilizzazione dell'acqua e i bagni; pompa Gatteschi per disinfezioni; stufa da disinfezione locomobile a traino animale (sistema Giannolli), s tufa da disinfezione Victoria su autocarro; filtro sistema Berkefefd tipo militare; potabilizzatore someggiabile Salus; potabilizzatore Hartmann, apparecchio Breslavia per formaldeide; inceneritore da campo mod. 1932: autobagno con capacità di 12 doce su chassis Ceirano, assegnato in ragione di uno per sezione disinfezione sia h::rriluriale che mobilitata. Per la stufa di disinfezione, nel 1940 t:: pubblicata anche apposita Istruzione per ii fun zionamento (Pub. n. 1803). Oltre al già citato nucleo chirurgico mod. 1935, negli anni 30 sono studiati e introdotti nuovi materiali sanitari campali, trai quali ricordiamo: la cassetta per operazioni dentarie mod. l935; l'armamentario chirurgico per nucleo chirurgico mod. [935; la coppia cofani per la cura dei gassati mod.1936 (in dotazione alle sezioni di sanità e ospedali da campo); l'ambulanza radiologica e l'ambulanza odontoiatrica mod. 1939 (che sostituiscono quelle mod. I 932).
Evoluzione della CRI
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Nel periodo in esame la Croce Rossa si dedica intensamente alle opere di pace (assistenza sanitaria a favore della popolazione di zone depresse o malariche, lotta antitubercolare, contro il trauma ecc.) e interviene in caso di calamità naturali. Dal punto di vista militare, di particolare rilievo la partecipazione a numerose grandi esercitazioni di difesa antiaerea e antigas nella zona territoriale (Torino, luglio 1931; Bologna e Firenze, estate l 934; Roma, settembre 1932 e aprile 1939), in aderenza ai nuovi compiti che gli erano stati affidati negli anni Venti.
J1
Cfr. anche A. Frezza. Op. cit.. pp. 229-264.
Organi centrali e Servizi territoriali (anni 30)
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Nel campo dei materiali e mezzi, da ricordare la costituzione di un autoparco centrale in Roma, in un nuovo edificio espressamente costruito, e il riordinamento dei magazzini e centri mobilitazione a partire dallo stesso anno 1932. T provvedimenti più importanti e numerosi riguardano il personale, e tra di essi ricordiamo: a) i I R.D. I O febbraio 1936, n. 484 Norme per disciplinare lo stato giuridico, il reclutamento, l'avanzamento e il trattamento economico e amministrativo del personale della CRJ,32 con il quale il personale viene diviso in due ruoli, normale (personale sempre iscritto e a disposizione, arruolato sia per il tempo di pace che di guerra, suddiviso a sua volta in mobile. indisponibile e di riserva) e speciale. comprendente il personale con obblighi militari, arruolato per i soli servizi di pace, che in caso di mobilitazione risponde regolarmente alla chiamata alle armi. Si tratta di un provvedimento di legge d'importanza fondamentale, che rimane in vigore - con modifiche - nella guerra e nel dopoguerra; b) i D.M. 18 e 25 luglio 1936, che stabiliscono per il biennio 19361937 il numero e l'organico del personale mobilitabile direttivo e di assistenza della CRI (6703 ufficiali e 39249 appartenenti al personale di assistenza, di cui 5240 sottufficiali). 33 Questo numero viene riconfermato con successivi decreti, e rimane invariato fino al 1940-41. L'apporto dato dalla CRI nelle campagne d ' Etiopia e Spagna verrà esaminato trattando delle campagne stesse.
4. Servizio ippico e veterinario
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A parte la già citata trasformazione, nel Ministero della guerra, del Servizio ippico e veterinario in Ispettorato del Servizio ippico e veterinario, ruolo e struttura del servizio non subiscono varianti. L ' Ispettorato è composto da: ufficio del generale ispettore (generale di cavalleria), Servizio ippico, Servizio veterinario con l' ufficio del capo del corpo (colonnello veterinario), ufficio amministrativo. li Servizio ippico e l'ufficio amministrativo provvedono all'acquisto, all'allevamento e all'addestramento dei puledri, e a promuovere la produzione e il miglioramento delle razze equine nazionali. li Servizio veterinario provvede, come sempre, alla tutela igienica, sanitaria e zootecnica dei quadrupedi. Al Servizio ippico fanno capo i 6 centri allevamento quadrupedi (Carso, Mirandola, Grosseto, Lazio, Persano, Bonorva)3 5 e le rimonte
32 G.M. 1936. pp. 525-579. Cfr. anche CRI-Comitato Centrale, Stato giuridico, rec/111amento, a,•anzamento, trattamemo economico e amministrazione del personale mobilitabi/e del ' Associazione Italiana della Croce Rossa, Roma 1942. 33 /vi , pp. 1096- 1099. 34 Cfr. MG, Esercito anno XVII (Cit.), pp. 229-232 e 285-292 e Pub. n. 2630 Isrruzio11e sulle salmerie e carreggio dei Corpi - Ed. 1935, pp. 22-48. 35 Nuova denomina.i:ione dei centri allevamento quadrupedi ai sensi della legge 3 aprile 1933, n. 287.
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militari. Per incrementare la disponibilità di quadrupedi per uso militare si ricorre anche alla concessione temporanea di cavalle fattrici agli allevatori, alla cessione di stalloni a prezzi di favore, all'erogazione di premi a gare ippiche, mostre equine ecc .. Rientrano nelle competenze del Capo del corpo e del Servizio veterinario lo stato, avanzamento, reclutamento, assegnazione e trasferimento degli ufficiali veterinari; l'impiego, addestramento e movimento del personale maniscalco; i materiali veterinari e di mascalcia, gli studi e le norme sulla ferratura dei quadrupedi; le rimonte (controllo ed esiti); l'alimentazione dei quadrupedi; l'igiene e profilassi, le ispezioni igienico-sanitarie le infermerie e gli stabilimenti veterinari; la consulenza tecnico-legale sulle cause di perdita di quadrupedi. Continuano a funzionare, alle dipendenze del capo del corpo veterinario, il laboratorio militare per il siero antitetanico (per uso umano e veterinario), il laboratorio batteriologico veterinario militare (centro di studi e ricerche e insieme istituto di produzione di sostanze diagnostiche e immunizzanti come malleina, siero antistreptococcico polivalente, vaccino antiadenitico, siero vaccino antiinfettivo) e infine l'istituto sierovaccinogeno eritreo, che produce principalmente siero per combattere la peste bovina. Nonostante l'incremento della motorizzazione i quadrupedi conservano tutta la loro importanza. e anche gli ufficiali veterinari aumentano: l ' ordinamento 1934 prevede 181 ufficiali veterinari effettivi wn 6 colo1mt:lli, ùi 1,;ui il più anz:iano è il capo del corpo (rispetto al 1926 l' aumento totale è di sole 2 unità, ma i colonnelli sono 5 in più). Nel 1939 (R.D. 26 luglio, n. 1131) i veterinari sono 234, con 8 colonnelli. Con l' ordinamento 1940 essi salgono a 263, con 10 colonnelli (il grado di colonnello rimane il massimo livello gerarchico del corpo). Nel campo dell'attività radiologica e fisioterapica sono compiuti molti progressi. Nel 1933 iniziano esperimenti di radiumterapia microenergetica basati sull'impiego di cuscinetti radiofari, oppure di fialette di radiogen e di fango radiogen, allo scopo di saggiare il valore curativo di tali prodotti nel trattamento di alcune malattie ribelli ad ogni altra medicina risolutiva. Nel I 937 1'infermeria quadrupedi della scuola di cavalleria di Pinerolo (che continua a formare gli ufficiali veterinari) viene dotata di un centro radiodiagnostico.36
36 MG. fl _çprvizin VPtPrinarin militarP nPI cPntenario della coslituzione, Roma 1961, pp. 36-37.
Organi centrali e Servizi lerritoriali (anni 30)
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5. Servizio di commissariato Generalità
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I problemi del Servizio e la rispondenza della sua struttura all'inizio degli anni Trenta sono trattati dal capitano commissario Carlo Gregorio nel suo libro l corpi e i Servizi tecnico-amministrativi e contabili del 'esercito (Alessandria, Stab. Tip. Grasso, 1931 ). Premesso che "corrono da tempo negli ambienti militari della Penisola voci disparate di progetti allo studio per ridurre i Servizi Tecnico-amministrativi dell'Esercito e si intrecciano insieme voci di progetti di fusione dei Corpi di Commissariato e di Amministrazione", il Gregorio si dichiara favorevole al mantenimento del sistema a gestione diretta (da estendere anche a foraggi e combustibili) ma ne propone la razionalizzazione, con una serie di economie e riduzioni non tulle condivisibili: un solo mulino (annesso a un panificio) per ogni corpo d'armata territoriale, con deposito del grano in un moderno sylos da costruire anch'esso per ogni corpo d'armata con risparmio negli affitti di locali per magazzini; recupero di locali con riduzione degli alloggiamenti; una sola pagnotta gior naliera da 700 gr e non due, con risparmio di farina; una divisa di tela in meno per il soldato, sostituita da una camicia con colletto "alla russa"; revisione delle norme per i collaudi che devono essere effettuati presso gli stabilimenti militari (e non presso le ditte) e solo per i lotti più importanti, con minor spesa e impegno di personale; costituzione per ciascun presidio di un solo "magazzino presidiario di commissariato" avente altrettante gestioni separate (viveri - foraggi - casermaggio), un solo consegnatario e un solo sottufficiale guardiamagazzino; abolizione delle cariche di gestore e capo ufficio amministrazione e loro sostituzione con il comandante in 2• (organo di demoltiplica e controllo per conto del comandante) e con il direttore dei conti (organo tecnico che traduce in provvedimenti spécifici la volontà del comandante). In 4ucsta prospell1va, pe1 il Gregorio non sussistono ragion.i valide per mantenere gli ufficiali ùel corpo separati in due distinti ruoli (commissari e di sussistenza) ed a tal fine egli richiama, giudicandole "un capolavoro di antiveggenza" le dichiarazioni del relatore della legge 17 luglio 1910 (Voi. Il, capitoli IX e X) che aboliva i corpi di commissariato e contabile e istituiva il corpo di commissariato (suddiviso nei due ruoli di commissariato e sussistenza), con il corpo di amministrazione autonomo. Le riportiamo qui di seguito, perché neppure oggi hanno perduto di attualità, e investono una problematica ricorrente: giustificate o meno queste opposte tendenze e gli apprezzamenti che ne derivano. noi dobbiamo riconoscere che la coesistenza ed il concorso, in uno stesso campo di attività, di Ufficiali Commissari e di Ufficiali di Sussistenza comunque possano essere nettamente determinale e definite le rispettive attribuzioni, sarà causa costante di at-
37
Cfr. anche MG, Esercito anno XVJJ, pp. 215-222 e 271-278.
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triti e di quel dualismo già avvertito dalla Commissione d'Inchiesta, coltiverà un lievito di malcontento reso più grave dal più modesto trattamento fatto ai contabili e da una forma di subordinazione morale di questi ultimi al Corpo di Commissariato. La questione in esame, contiene in sé un grave problema di organica nel quale si ergono a fronte interessi contrapposti che bisogna comporre nell'interesse della disciplina e del servizio; riteniamo perciò non fuori di luogo esaminare i criteri che hanno proceduto alla formazione di questa Legge. Ila ubbidito senza dubbio questa ad un sano principio quando ha separato neltamente le funzioni contabili e di ragioneria da quelle amministrative. Ciò è generalmente ammesso in lutto le pubbliche amministraLioni e concorre non solamente alla divisione del lavoro ma alla designazione delle responsabilità. Non pare però che sia egualmente giustificabile la separazione netta delle funzioni amministrative in direttive e di esecuzione. sino al punto da costituire due personali con due ruoli, come si propone per il Corpo di Commissariato militare. Il fatto amministrativo è uno inscindibile dalla prima concezione speculativa del fenomeno economico (necessità del! 'Esercito) ali 'ultimo di quella serie di atti che, con libertà di movimenti, tendono alla soddisfazione di quelle necessità. Cosl, accanto all'Organo Supremo che prevede le necessità dell'Esercito, vi deve essere quello in sottordine che, per la soddisfazione di tali necessità, predispone i meu.i più idonei e vi devono essere infine gli organi esecutivi destinali a dare corpo e forma al disegno concreto delle Aulorità Superiori. Ma siffalla esec:u.lione. c:he implic:a una cena libertà di movimenti ed una facoltà di critica. non può essere considerata co me un meccanico svolgimento di aui, sibhene come una intelligente ed opportuna coordinazione di falli. Per il che occorre una somma di cognizioni e di altitudini che sono il sub-strato comune ed essenziale di chi dirige e di chi esegue: di 4ui la logica conseguenza di un w1ico reclutamento e di un ruolo unico.
Queste proposte del Gregorio per la maggior parte non trovano un concreto sbocco. I compiti generali del Servizio rimangono invariati, e l'intelaiatura fondamentale subisce varianti solo quantitative. Alla fine degli anni Trenta si riaffaccia - sempre senza alcun esito - il vecchio problema dell'unificazione tra i corpi di commissariato e di amministrazione. Il tenente generale Arturo Quarto (Ispettore capo del corpo nel 1929) così commenta nel 1947 il naufragio del progetto di riunificazione (dovuto, a quanto pare, a questioni di carriera): basta por mente alle difficoltà che si sono profilate quando nel 1939 inopportunamenle fu decretata l'unificazione del corpo di commissariato e nel corpo di amministrazione dell'Esercito, volendosi e dovendosi assicurare a ciascun ufficiale in servizio un ritmo di carriera non diverso da quello che avrebbe goduto se la fusione non fosse avvenuta. La riforma, quantunque solennemente proclamala, fortunatamente abortl. 11 1939, anno nel quale si maturavano i germi di una prossima guerra non era certo iJ più adatto per riforme del genere.3 8
Come già avveniva nell'ordinamento 1926, anche nell'ordinamento I 934 al vertice del corpo si trovano un tenente generale e due maggior generali commissari. In analogia a quanto avviene per il corpo sanitario, con R.D. - legge 19 ottobre 1933, n. 1404 al tenente generale
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A. Quarto, li commissariato militare. "Rivista Militare" novembre 1947.
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è attribuita la qualifica di Capo del corpo Ispettore dei Servizi di commissariato e ai due maggior generali quella di Ispettori di commissariato di zona. Le relative attribuzioni sono definite con il R.D. 19 ottobre 1933, n. 1475,Wcheabrogal'analogoR.D.14ottobre 1926,n.1820(vds.capitolo V), riferito ai soli maggior generali Ispettori. 11 tenente generale lspellore e capo del corpo è organo di consulenza e di studio: a) del Ministero della guerra, per tutti i provvedimenti esecutivi riguardanti il Servizio; b) del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, per quanto concerne l'organizzazione e funzionamento del Servizio in pace e in guerra e l'addestramento del personale. In tale veste l'Ispettore presenta di sua iniziativa le proposte che ritiene necessarie ed esprime parere sulle principali questioni, compresi ordinamento e mobilitazione e impianto e costituzione degli stabilimenti. Per questi ultimi compila i relativi progetti di massima, segnala i lavori e gli acquisti di materiali occorrenti, fissa le norme per il funziona.mento tecnico e la manuten1:ione, sovraintende all'accertamento dei requisiti tecnici degli operai civili da assumere. Collabora alla compilazione e revisione dei regolamenti e istruzioni, propone le caratteristiche e i requisiti dei nuovi materiali, dà l'indirizzo tecnico-professionale al personale del Servi zio ed esprime parere sulla sua destinazione. Nell'ambi tu di queste auribuzioni, l'Ispettore vigila sulle istruzioni tecniche delle truppe e sul funzionamento tecnico degli stabilimenti, e previa autorizzazione del Ministero o del Capo di Stato Maggiore esegue (o fa eseguire dagli Ispettori di zona) ispezioni tecnico-professionali ai vari enti. Segue (e fa seguire dagli Ispettori di zona) lo sviluppo delle industrie nazionali che interessano il Servizio, inoltrando al Ministero le proposte per la loro utilizzazione in caso di guerra, e si mantiene al corrente della situazione del Servizio presso i principali eserciti esteri. Gli Ispettori di zona dipendono dall'lspeltore cnpo del corpo, eseguono previa autorizzazione ministeriale ispezioni ai Servizi dei corpi d'armata indicati dal Ministero, coordina.no il servizio tecnico delle direzioni e stabilimenti nella rispettiva zona, sovraintendono agli approvvigionamenti e ai collaudi. Con queste nuove attribuzioni, la loro figura rispetto al decreto del 1926 viene sminuita ed a essi cedono parecchie delle loro attribuzioni specifiche (come studi per la mobilitazione, raccolta di dati sulle industrie, contatti con le altre forze armate) allo stesso Ispettore capo del corpo, del quale sono collaboratori diretti e semplici organi di demoltiplica, anche in quest'ultimi settori. Il citato decreto n. 1475 del 1933 rimane in vigore anche nella guerra 1940-1943 e nel dopoguerra.
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G.M. 1933, pp.2311-2314.
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Evoluzione degli organi direttivi ed esecutivi Gli organi direttivi periferici sono, come sempre, le direzioni di commissariato di corpo d'armata, le sezioni staccale alle sedi delle divisioni, e speciali uffici locali che provvedono a particolari esigenze in determinati presidi. Le direzioni di commissarialo dipendono: a) dalla direzione generale dei Servizi logistici del Ministero, per la parte amministrativa; b) dall'Ispettorato dei Servizi di commissarialo, per la parte tecnica e organica; c) dai Comandi di corpo d'armata, per la parte disciplinare e per la parte che concerne il soddisfacimento dei bisogni delle truppe. Nell'ordinamento 1934 sono previste 13 direzioni e 13 compagnie di sussistenza (contro le 11 del 1926 e le 12 del 1927). Nel 1937 (R .D. - legge 8 luglio, n. 2280) esse aumentano a 14, nel 1938 (R.D. - legge 5 settembre, n. l 554) a 15, nel 1940 a 18, con 22 sezioni territoriali e 3 uffici ( I a Civitavecchia. 2 in Albania). I Quadri effettivi passano dai 261 ufficiali commissari (l l colonnelli) e 152 ufficiali di sussistenza (4 tenenti colonnelli) nel 1926 ai 282 ( 13 colonnelli) e 161 (8 colonnelli) del 1934, ai 359 ( 19 colonnelli) e 184 (9 tenenti colonnelli) del 1939, e infine ai 435 commissari (20 colonnelli) e 227 di sussistenza (14 tenenti colonnelli) del 1940. Nonostante il notevole ampliamento degli organici, per glt ufficrnli di sussistenza il grado massimo rimane quello <li tenente colonnello. Come sempre, gli ufficiali di commissariato rappresentano la parte direttiva del Servizio, e ad essi sono esclusivamente riservale le direzioni, sezioni ed uffici. Gli ufficiali di sussistenza dirigono invece gli organi esecutivi (stabilimenti, magazzini, panifici ecc.), con la sola ecce7ione dei magazzini centrali e dell'opificio militare di Torino, che in quanto organi esecutivi più importanti sono diretti da ufficiali di commissariato. fl distacco tra i due ruoli è definitivamente consacrato anche dalla nuova e lungamente attesa normativa sul reclutamento del 1935 (R.D. 28 gennaio 1935, n. 36),40 che per la prima volta richiede il possesso di laurea in discipline affini per coloro che aspirano a diventare ufficiali commissari (con questo provvedimento, l'esercito si allinea con quanto già da tempo faceva la marina e, in anni più recenti, aveva stabilito anche l'aeronautica). i laureati vincitori dell'apposito concorso per titoli ed esami sono promossi sottotenenti dopo un anno di corpo presso l'Accademia di Modena, e con tale grado frequentano per un altro anno la scuola di perfezionamento di commissariato militare di Roma,41 per poi essere avviati agli Enti di assegna7ione. Nonostante gli au-
G.M. 1935, pp. 241-259. Sui programmi della scuola di perfe7ionamcnto di Roma e sulle relative materie di inse)?;Tlamcnto Cfr. G. Pipitò. lndiri==i. proxrammi e metodi nella .,cuoia di perfezionamento di commissariato militare, "Rivista di Commissariato" n. 1/1938. 40 41
Or11ani cemrali e Servizi territoriali (anni 30)
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spici del tenente generale Vincenzotti nel 1937,42 non si torna più al reclutamento dai tenenti delle varie Armi, con promozione a capitano commissario dopo la frequenza di un corso biennale presso l'Accademia di Modena (sistema adottato dai primi anni del secolo fino al 1915). Il reclutamento degli ufficiali di sussistenza si mantiene su un piano ben diverso, perché essi possono essere tratti anche direttamente dai sottufficiali senza frequenza di scuole militari. Infatti il loro reclutamento può avvenire: a) previa frequenza di due anni di corso presso l'Accademia di Modena, per i giovani provenienti dai collegi militari o in possesso di licenza di istruzione media di secondo grado, oppure per i sottufficiali con almeno due anni di servizio e in possesso del predetto titolo di studio; b) direttamente e senza la frequenza dell'Accademia, per i sottufficiali (sergenti maggiori e marescialli) di fanteria e cavalleria con 7 o più anni di servizio di cui almeno 4 nelle compagnie, batterie e squadroni e per i sottufficiali (sergenti maggiori o marescialli) di sussistenza con 7 o può anni di servizio da sottufficiale (di cui almeno 4 presso gli stabilimenti di commissariato). Tutti i predetti sottufficiali d'Arma o di sussistenza devono essere designati dalle autorità gerarchiche e devono ave re frequentato un corso pratico di accertamento. Le predette nonne sono confermate dal citato T.U. delle disposizioni sul reclutamento degli ufficiali approvato con R.D. 14 marzo 1938, n. 596, il quale stabilisce tra l'altro che: a) gli ufficiali in servizio pennanente del corpo di commissariato (Art. 2) possono essere tratti anche dai sottufficiali in servizio di qualsiasi Arma o corpo laureati nelle discipline richieste, che abbiano compiuto due anni di servizio e il corso di un anno all'Accademia di Modena. A i predetti sottufficiali è riservato I /4 dei posti; b) gli ufficiali di complemento del predetto corpo possono essere tratti anche dai militari in congedo illimitato provenienti da qualsiasi Arma o corpo, laureati in legge ovvero in scienze economiche e commerciali, in scienze politiche e soc1ali, 111 chimica o in ingegneria industriale: c) per gli ufficiali di sussistenza, i 4/16 delle nomine nel grado di sottotenente in servizio permanente sono riservati ai provenienti a vario titolo dai sottufficiali, e i rimanenti 12/16 agli allievi dcli' Accademia di Modena provenienti dalle scuole militari e/o ai licenziati degli istituti di istruzione media di secondo grado indicati nel regolamento. Il riferimento è sempre il T.U. del 1938 (R.D. 14 marzo, n. 596- vds. voi. III, capitolo VIII), sul reclutamento degli ufficiali dell'esercito. Di particolare rilievo il concorso straordinario per titoli indetto con legge 6 giugno 1940, n. 630 e D.M. 16 luglio 1940.
42
L. Vincenzotti, Intendenti e commissari nel/" esercito italiano. '"Rivista di Com-
missariato" n. 3/1937.
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La nuova Istruzione per i Sevizi di commissariato Oltre a quella concernente il reclutamento degli ufficiali ruolo commissari, l'altra innovazione di grande rilievo del periodo è la compilazione della nuova Istruzione per i servizi di commissariato militare - Ed. 1940, che sostituisce quella edita in bozza di stampa nel lonlano 191 I (vds. Voi. II, capitolo TX) e questa volta regolamenta anche la branca vestiario, non traltata nel 191 I .43 L'Istruzione (che a tutl'oggi -I 990- non risulta ricompilata) comprende: - Libro r - servizio interno per gli enli di commissarialo; - Libro 11 - servizio delle sussistenze militari; - Libro IV - servizio vestiario ed equipaggiamento; - Libro 111 - istruzione sul casermaggio militare, che era già stato pubblicato nel 1925, e viene ristampato nel 1938. 1n linea generale si può affermare che l'Istruzione del 1940, frutto di un lungo lavoro iniziato nel 1933, sanziona la massima espansione dei servizi a gestione diretla, alla quale corrisponde un'imponente rete di organi esecutivi: a) a livello centrale: magazzini centrali VE, opificio militare VE di Torino, gallettifici, stabilimenti per la produzione di prodotti alimentari in conserva, stabilimenti per la produzione di mangimi concentrati, frigoriferi per carne congelata (nei principali porti e a Bologna). magazzini di deposito e transito derrate (in Libia e Albania), un molino; b) per ciascun corpo d'annata territoriale; 2 o più magazzini viveri, 2 e più magazzini foraggi, 1-2 panifici, 2 o più magazzini casermaggio, I magazzini VE di corpo d'armata. Il Libro I tratta l'organizzazione, il funzionamento e l'ordinamento delle direzioni di commissariato, degli stabilimenti e delle compagnie di sussistenza, con le allribuzioni dei vari organi, le norme per i servizi, i turni ecc .. In allegato riporta la suddivisione degli ufficiali tra le direzioni, sezioni, uffici e stabilimenti dalla quale si può risalire anche al numero c tipo degli stabilimenti, che all"inizio della guerra è il seguenle: - 5 magazzini centrali militari (Torino, Milano, Verona, Firenze, Napoli); - I opificio militare VE (Torino); - 3 gallettifici (Torino, Genova - Cornigliano e Foligno; i due ultimi sono unili a un panificio con molino);44 - 1 molino militare (Aldifreda - Caserta); - 2 stabilimenti per Ja preparazione di prodotti alimentari in conserva (CasaraJta - Bologna e Scanzano - Foligno);
4 3 Sui contenuti della nuova Tstru1.ione Cfr. A. Quarto, La nuova Istruzione per i servizi di commissariato militare. "Rivista di Commissariato" n. 4/1940. 44 Sui procedimenti di meccaniz1.a1.ione della produzione di gallella Cfr_ A. Ramponi, La produzione della gallella nei panifici militari, "Rivista di Commissariato" n. 3/1939.
Organi cenlrali e Servizi lerritoriali (anni 30)
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- 2 stabilimenti per la produzione dei mangimi concentrati (a Bologna e a Maddaloni); - 4 magazzini di deposito e transito derrate ( l in Libia-Tripoli, 3 in Albania - Durazzo, Valona e S. Giovanni di Medua);45 - 9 frigoriferi (a Trieste, Bologna, Civitavecchia, Bari, Napoli, Palermo, Venezia, Genova, Durazzo); - 11 panifici con molino; - 17 panifici senza molino (3 in Libia e 3 in Albania), - 40 magazzin1 viveri (7 in Lihia); - 36 magazzini foraggi (3 in Libia); - 6 magazzini viveri e foraggi (in Albania): - 35 magazzini casermaggio (2 in Libia, l in Albania); - 19 magazzini VE di corpo d'armata (2 in Libia, I in Albania). Rispetto al 1932 (vds. capitolo V) diminuiscono di un'unità i magazzini centrali e i molini. I gallettifici rimangono 3, gli stabilimenti per la produzione di conserve rimangono 2, l'opificio militare VE è sempre uno solo, e anche i frigoriferi sono sempre 9. Aumentano tutti i restanti stabilimenti (in più: 4 panifici, IO magazzini viveri, 6 foraggi e 5 di casermaggio) e compaiono am.:hc organi esecutivi nuovi (stabilimenti per la produzione di mangimi concentrati; magazzini VE di corpo d'armata; magazzini viveri e foraggi; magazzini di deposito e transito). Riepiloghiamo ora brevemente i contenuti del Libro I; i Libri II, III e lV saranno esaminati trattando delle rispettive branche. Il Libro I 11011 apporla sostan.L.iali innovazioni alla materia, tranne che per una più precisa formulazione delle attribuzioni dei vari organi, a cominciare da quelle del direttore di commissariato che non viene più definito - come nel 1911 - naturale ispettore dei servizi di commissariato. Questo da una parte perché la sola qualifica di ispettore ne sminuiva la figura di fronte agli organi superiori (per i quali era invece responsabile a pieno titolo del Servizio nell'ambito del corpo d'armata) e dall'altra perché l'attività di controllo faceva automaticamente parte delle sue facoltà e attribuzioni di organo direttivo. Da notare anche che le attribuzioni riportate dall'Istruzione del 1940 non coincidono del tutto con quelle del Regolamento sul servizio territoriale del 1932: nel 1940 non compare più la prescrizione (secondo capoverso para. 128) che fa obbligo al diTettore di inoltrare al Ministero le pratiche "che abbiano carattere di speciale importanza" tramite i Comandi di divisione e corpo d'armata, né quella (para. 130 d) relativa alla "tenuta in evidenza del personale dei corpi amministrativi, secondo le istrnzioni dettate dal Ministero della guerra". Non compare nemmeno, nell'Istruzione, l'obbligo (para. 132 del regolamento 1932) di chiedere il permesso del comandante di corpo d'annata quando deve eseguire ispezioni, e di informare delle sue assenze il comandante della divisione o del presidio nonché i capi delle sezioni, uffici e stabilimenti dipendenti.
4~
li primo è istituito con R.D. 16 marzo 1939, n. 243 (G.M. 1933, pp. 723-724).
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Da queste omissioni è legittimo dedurre da una parte la tendenza a una maggiore autonomia ùel direttore nel capo tecnico-amministrativo a lui proprio, e dall'altra la rinuncia definitiva ad attribuire agli organi direttivi del commissariato quella "sovraintendenza sull'amministrazione generale" auribuita al corpo da una vecchia legge non ancora abrogata, e ignorata anche dall'Istruzione del 1911. La direzione di commissariato "funziona nella stessa località dove ha sede il Comando di corpo d'armata" (quindi, di esso non è considerata come facente parte organica) e si articola su: a) ufficio del direttore (studi di carattere generale, pratiche riservate, affari che non riguardano le branche affidate alle sezioni interne); b) i- sezione-viveri, foraggi e combustibili; stabilimenti sussistenze e loro contabilità; movimenti di truppa; c) 2• sezione-studi di mobilituione, statistica, dotazioni viveri di riserva e dotazioni materiali di mobilitazione del proprio centro; controllo delle dotazioni viveri di riserva dei centri e loro perequazione; vestiario ed equipaggiamento, contabilità relative e controllo e perequazione delle dotazioni VE dei Centri; magauino VE di corpo d ' armata e sua conta bi! ità; d) 3· sezione casermaggio, trasporti, contabilità relative cd economato; e) 4 , sezione-contratti e contenzioso: O ufficio amministraz10ne-conti e cassa, magazzino arredamento della compagnia ùi sussistenza, 111at1 icola, atti stabiliti <lai n::gulanu:nlu di amministrazione. Il Libro I definisce anche l'organigramma del personale direttivo dei vari tipi di stabilimenti: a) agli stabilimenti più importanti (per la preparazione di prodotti alimentari in conserva e di mangimi concentrati, magazzini centrali VE, opifici militari) sono assegnati: un ufficiale superiore commissario direttore; un ufficiale commissario vice-direttore (eventualmente); ufficiali commissari periti in merceologia; un ufficiale di sussistenza consegnatario; un ufficiale veterinario (solo agli stabilimenti per la produzione di mangimi); b) ai magazzini VE di corpo d'armata che svolgono anche altri servizi (confezioni, recuperi, ecc.) sono assegnati un capitano commissario direttore, un subalterno di commissarialo e uno di sussistenza addetti, un ufficiale di sussistenza consegnatario; c) ai magazzini casermaggio e ai magaaini foraggi e combustibili sono assegnati quali consegnatari solo ufficiali d ' Arma o riassunti in servizio; d) ai rimanenti stabilimenti sono assegnati un ufficiale di sussistenza consegnatario ed eventualmente ufficiali inferiori di sussistenza addetti.
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Servizio delle sussistenze militari È trattato nel Libro I (para 25-41) e nel Lihro TI dell'Istruzione 1940, che rispetto al 1911 introduce le seguenti innovazioni: a) riduzione al minimo delle spese degli stabilimenti, che ormai tenevano una contabilità in contanti molto ragguardevole, mentre era nello spirito dell'istruzione che l'amministrazione del contante avesse limitata entità, in modo da consentire al consegnatario di dedicare la sua prevalente attività alla gestione in materia; b) disciplina della materia relativa ai verbali: e) aggiornamento e definizione della funzione, dipenden7,,a e com pili degli stabilimenti; d) introduzione di tutta la parte relativa ai combustibili e delle norme tecniche (cali. perdite, tare ecc.) che non erano state incluse nell'Istruzione 191 I, con conseguenti inconvenienti derivanti dall'applicazione di criteri difformi da parte degli stabilimenti; e) adeguamento delle norme relative alle verifiche di cassa e di magauino a 4uanto previsto dal regolamento di amministrazione 1927. li Libro 11 prevede per il servi7io delle sus,;istenze la gestione diretta, e solo eccezionalmente il ricursu a imprese e forniture locali. Il servizio a gestione diretta si esplica o con produ7ione dei generi a mezzo di stabilimenti militari. o con ac4uisto per contratto o ad economia e distribuzione dei generi a mezzo di organi esecutivi militari. Agli acquisti a mezzo di imprese e forniture locali s1 provvede mediante contratti a seguito di pubblici incanti, licitazioni private o trattative private, con le modalità stabilite dal Testo Unico approvato con R.D. 2 febbraio 1928, dal regolamento di amministrazione 1927 e dalla legge generale di contabilità dello Stato. I compiti dei principali stabilimenti delle sussistenze militari sono: a) panifici militari: custodia del grano e preparazione delle farine, 4uando hanno annesso il mulino; confezione del pane ed eventualmenlc della galletta; distribuzione del pane alle truppe (direttamente, a quelle del presidio; mediante spedizioni giornaliere quando possibile per ferrovia, ai presìdi esterni); b) gallcttifici: fabbricazione della galletta e suo rifornimento periodico ai vari corpi per mantenere in efficienza le dotazioni di mobilitazione; e) stabilimenti per la preparazione di prodotti alimentari in conserva: fabbricazione di scatolette di carne, boccette di brodo concentrato, minestre scatolate e eventualmente di altri generi46 e rifornimento di 4uesti generi ai corpi per mantenere in efficienza le dotazioni di mobilitazione;
4c, Cfr. A. Marcozzi, // verrovagliamento delle forze armate: le conserve alimentari, in "L'industria delle conserve alimentari", n. 31/1938 (il ten. gen. Mureozzi fu per lunghi anni direttore dello stabilimento di Casaralta).
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d) frigoriferi: congelazione (dove possibile), immagazzinamento, conservazione e rifornimento della carne congelata; e) magazzini deposito e transito derrate: ricevimento, conservazione e rispedizione di derrate e materiali provenienti da oltre mare o destinati oltre mare. Gli stabilimenti, come già nel 19 IL si distinguono in territoriali (quelli stabiliti in permanenza in determinati presidi e previsti dalle tabelle organiche, le cui modalità di costituzione, gestione e soppressione sono di competen/,a del Ministero) ed ei•entuali (queJli impiantati per scopi speciali e temporanei o per le esercitazioni di campagna, la cui costituzione e gestione sono di competenza degli organi locali di commissariato). Agli cffelli della gestione. gli stabilimenti si distinguono in autonomi e dipendenti da altri stabilimemi. QueJli autonomi hanno un consegnatario responsabile del denaro e dei materiali, la cui nomina è devoluta al Ministero (per gli stabilimenti territoriali) e ai Comandi di corpo d'armata (per gli eventuali); qucJli dipendenti da altri stabilimenti - di massima istituiti in circostanze speciali per la sola distribuzione dei generi sono gestiti da un contabile secondario nominato o dagli organi ùi commissariato di corpo d'armata o da altra autorità militare, anch'esso agente responsabile verso lo Stato, i cui conti sono però resi al consegnatario deJlo stabilimento autonomo. Di massima, gli stabilimenti territoriali sono autonomi Gli stabilimenti deJle sussistcnLc di maggiore importanza hanno il seguente ordinamento interno: direzione dello stab1hmento; cassa e contabilità; custodia e manutenLione dei materiali e degli attrezzi. Il direttore è capo dello stabilimento e dipende: a) direttamente daJla direzione di commissariato di corpo d'armata, se lo stabilimento al quale è preposto non ha carattere divisionale (stabilimenti per la produzione di carni in conserva e mangimi; molini, frigoriferi, gallettifiei autonomi); b) dalla stessa direzione, ma tramite la sezione staccata o ufficio di commissariato che ha g1urisdiz1one sul territorio nel cui stabilimemo si trova, negli altri casi. Per il funzionamento tecnico, gli stabilimenti il cui direttore è un ufficiale commissario dipendono direttamente da)] 'Ispettorato dei Servizi di commissariato; tutti gli altri stabilimenti fanno capo all'Ispettorato stesso tramite la rispettiva dire..done di commissariato. Negli stabilimenti nei quali, oltre al consegnatario, è previsto un ufficiale commissario direttore, questi assume la responsabilità diretta di tutto quanto riguarda la preparazione e trasformazione dei prodotti, lasciando al consegnatario le attribuzioni relative a cassa, contabilità, custodia e conservazione delle materie prime, generi e materiali e loro movimenti. Ciononostante, il dirctlorc è tenuto ad una continua vigilanza su tutto quanto si svolge nello stabilimento e risponde in solido con l'ufficiale consegnatario della buona conservazione delle derrate. I direttori degli stabilimenti per la produLione di carne in conserva e mangimi hanno anche il compito di eseguire studi, ricerche ed esperimenti per il miglior
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impiego e sfruttamento delle materie prime, e per il perfezionamento delle lavorazioni. Il consegnatario dello stabilimento è sempre un ufficiale di sussistenza; negli stabilimenti ai quali non è assegnato un ufficiale commissario svolge anche le funzioni di direttore. Egli assume l'incarico dopo la ricognizione e dei fondi in denaro e dei materiali da assumere in carico, che deve essere constatata in verbali (uno per i fondi e uno per i materiali) compilali da un ufficiale commissario e firmati dal consegnatario cedente e subentrante. La gestione di un consegnatario comprende due diversi aspetti: a) gestione tecnica. che mira ad assicurare il proficuo. regolare cd economico svolgimento dei servizi affidati allo stabilimento; b) gestione contabile, comprendente contabilità del denaro e contabilità dei materiali e distinta per esercizio finanziario o per periodo di gestione, la quale deve in ogni momento rispecchiare la vera e reale situazione di cassa e di magazzino. Sotto la denominazione di materiali per i servizi delle sussistenze militari si comprendono le derrate e gli oggetti d'ogni specie (macchine, attrezzi, utensili vari) per l'attuazione del servi7io. Sotto il profilo del bilancio e della resa dei conti i servizi delle sussistenze si distinguono in: a) pane e viveri (compresi gli utensili e attrezzi per la loro conservazione e manipolazione); b) foraggi (e relative attrezzature); c) combustibili (e relative attrezzature); d) approvvigionamenti di mobilitazione (dotazioni di viveri di riserva e materiali di mobilitazione). L'attività del consegnatario è sottoposta alla giurisdizione della Corte dei Conti, alla quale devono essere inviati i documenti prescritti dalle Istruzioni, relativi alla contabilità in denaro e del materiale.
Servizio pane e viveri dei corpi 41 La razione viveri di pace è fissata dal Ministero della guerra con il criterio di renderla aderente alle necessità fisiologiche dell'organismo del soldato e al tempo stesso gradita, variando nel corso della settimana tre o quattro volte il vitto, con la distribuzione - a giorni alternati di carne o pesce o formaggi da tavola o anche di generi acquistati dal commercio: non si ha perciò un unico tipo di razione, ma tipi diversi. Nel 1940 la razione di pane giornaliera è composta di due pagnottelle
47 Cfr. in merito: fslruzione per i servizi di commissariato militare - Edizione 1940, Libro 11, pp. 34-61; A. Terrone, Appunti per una storia del rancio, in Memorie sloriche militari 1981. Roma, SME-Uf. Storico 1982; F. Ferraioli, La razione alimenlare del soldato con particolare riguardo alla sua quota proteica, Roma, Tip. Regionale 1959: R. Russo. li regime autarchico e l'alimentazione del soldato. "Na7ione Militare" agosto-settembre I 938.
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di gr 350 ciascuna per un totale di 700 gr (tipo duplex); rimane, peraltro, facoltà de Ministero di disporre la fabbricazione di pagnottelle di peso inferiore a gr 350. Una possibile ripartizione dei generi nel 1940, nei vari giorni della settimana, è la seguente: 48 Composizione razione viveri Circ. JJ7 G.M. 1927. Circ. 106580 ri,p. del 711 1939 La composizione della razione viveri del soldato nei vari giorni della settimana, rimane stabilita come dal seguente prospeuo:
Generi componenti
Luncdl
Martedl Mercoledì Giovedì
Venerdì
Sabalo
Primo rancio
Domenica Giornma libera
Carne congelata (I) 200 Carne in conserva-scatolena Vino cl. 25 Formaggio da tavola Pa<ta oppure riso Lardo Comerva di pomodoro Pesce congelato (2)
200
200
(3)
25
25
25 60 100
200
25
25
25
15
10 175
Secondo rancio Pasta Ri,o Lardo Formaggio da gra1tug1are Conserva di pomodoro Patate Fagioli Latte Q170 e
surrogati
Cacao Zucchero
200
200
200
200
200
150 15 IO
15 IO
15
15
15 IO 15
20
50 20
50 20
20
20
20
20
5
5
5
5
5
5
5
15
15
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(1) A tutte le truppe sarà distribuito un supplemento di carne di gr 30 nelle ricorrenze dei genetliaci delle Loro Maestà Imperiali, del Principe Eredi1ario, nonché della festa del corpo, e nei giorni di capo d'anno, di Pasqua e di Natale (Circ. I 61 G.M. 1936). (2) Per l'acquisto di quanto occorre per confezionare il rancio di pesce congelato, è assegnata la quota di L. 0,40 per convivente da spendere in economia e da dimostrare mensilmente nel mod. 659. Le fatture deUa Genepesca relalive alla fornitura del dentice dovranno essere registrate al fisco, giusta quanto prescrive la circolare Ministeriale 8288 del 2 Dicembre 1938-XVII. (3) Truppe I e IV Armata, carne anche il Giovedì e minestrone di formaggio il Venerdì.
48 L. Danesi. Agenda militare 1940 Pistoia 1940. p. 398. La razione corrisponde a quella giornaliera indicata dal! 'Istruzione 1940 (Libro ll, p. 35).
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Rispetto a quella degli anni Venti (capitolo V) la razione di pace del 1940 non subisce dunque varianti, se si eccettua la distribuzione di vino. Nella razione di guerra i valori prima indicati sono aumentati di 175 gr di pane, 50 di carne, 20 di pasta, 10 di surrogato di caffè, 15 di zucchero, 40 di formaggio tavola e mezzo gr per il pepe. Nel complesso le calorie fornite dalla ra,done ordinaria di pace sono 3417, e quella della razione di guerra 3738 (4216 con il supplemento di pane, distribuito però solo a truppe in determinate condizion.i).49 Dagli stessi scrittori coevi (come ad esempio il tenente generale commissario Marcozzi) la razione di pane viene giudicata scarsa, perché povera di proteine (127 gr contro un fabbisogno minimo di 150) e di grassi, e inferiore al quantitativo minimo di calorie ritenuto necessario (4000). Inoltre - nota sempre il Marcozzi - è inferiore a quella delle truppe a terra della marina, che oltre ad avere una maggiore quantità di calorie è più varia. Anche rispetto alle razioni dei principali eserciti esteri, pur tenendo conto delle diverse condizioni climatiche, la nostra raLione risulta povera specie di carne e di grassi, e inferiore per numero di calorie.so Anche durante la prima guerra mondiale (vds . Voi. II, capitolo XVII) era ritenuto indispensabile per il combattente un quantitativo minimo di 4000 calorie: come nota anche il Ferraioli,51 la razione di guerra del 1940 è di conseguenza insufficiente, in quanto si mantiene al di sotto di 250-350 calorie del quantitativo ritenuto necessario. Nel complesso era maggiore il quantitativo di calorie di~ponibile nella prima guerra mondiale, che peraltro aveva raggiunto le 4082 calorie solo nel maggio 1915 e successivamente era stato ridotto, passando (vds. Voi. TT - capitolo XVIII) a 3850 calorie sino al dicembre 1916 e a 3067 calorie nel novembre 1917, per poi risalire a 3580 calorie nel giugno 1918 (quantitativo anch'esso inferiore alle 4000 calorie). Per completare il quadro, va considerato che quantità e qualità di ciò che effettivamente consuma il soldato sono sempre cosa assai diversa dalla razione teorica, perché dipendono da due fattori a loro volta estremamente variabili (effettiva disponibilità presso il reparto dei generi teoricamente previsti nel momento necessario e nella quantità stabilita; accuratezza e tempestività della confezione). Sotto ambedue questi aspetti, la situazione del 1940 è assai peggiore di quella del 1915. Al miglioramento della razione militare si oppongono ovvie ragioni di spesa, tanto più rilevanti in un esercito ricco solo di uomini; e il clima autarchico non riesce a supplire alla scarsità di aJcunj generi-base previsti (a cominciare dalla carne e dai legumi), la cui importazione specie dall'ini-
4 9 G. Marcozzi, // 1·i110 del soldato, "Rivista di Commissariato" n. 1/1937, e il sistema alimentare nel nostro esercito, "L'alimentazione italiana" n. 3 e 4/1935. 50 (Senza autore), La razione alimentare del soldato di terra e di mare negli eserciti esteri. "Rivista di Commissariato" n. 4/1938. s t F. Ferraioli, Op. cir., p. 87.
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zio della guerra europea (settembre 1939) si contrae sempre di più e richiede comunque valuta pregiata estremamente scarsa. 52 Riguardo alla confezione del rancio, fino al 1941 rimane in vigore la vecchia Istruzione sul servizio del vitto militare del 1917, e per la confezione persistono vecchi inconvenienti già lamentati ali' inizio del secolo. Secondo il Marcozzi (1937) alla maggiore spesa dovrebbe abbinarsi la razionale trasformazione delle cucine, con l'impianto di aureualure più complete e moderne, in modo da ottenere risparmio di combustibile e possibilità di preparare diversi tipi di rancio. Tnfine, alle cucine dovrebbe affluire personale di mestiere e proveniente tutto da apposito corsi, intensificando e continuando quelli tempo addietro iotrapresi.51
Per la confezione del rancio nelle esercitazioni di campagna e in guerra, nonostante la continua enfasi ufficialmente posta sulla guerra di movimento nel 1940 non è ancora stata adottata la cucina rotabile autotrainata da campo, che nel 1937 risulta allo studio. 54 Tale tipo di cucina forniva la possibilità di cucinare il rancio anche con veicolo in movimento ed era già stato introdotto (ippotrainato e a legna) negli eserciti francese, tedesco e russo prima della grande guerra. 55 Rimangono perciò ancora in uso le cucine isotermiche mohili da campo (casse di cottura) con fornello a legna, adottate prima della grande guerra, e la marmitta mod. 1855. L'Enl"iclopedia Militare (Voi. IX - 1931, voce carreggio) giustifica questa seria lacuna in modo non del tutto convincente: "un problema di particolare interesse per la vita delle truppe in campagna e per il carreggio dei corpi è stato quello delle Cucine mobili o rotabili, che sono destinate alla cottura degli alimenti durante la marcia delle truppe. Una cucina rotabile per essere veramente pratica deve rispondere a un complesso di requisiti non sempre conciliabili tra di loro; per questo, e anche per economia, è mancata finora da noi una vera adozione di cucine rotabili, che invece sono largamente adoperate da altri eserciti". Le casse di cottura nel 1935 vengono modificate, perché già nel corso della prima guerra mondiale e nel periodo seguente avevano rivelato diversi inconvenienti, specie nei materiali usati per la coibentazione e nel modo di fissare la marmitta al fornello: in conclusione era divenuta normale in campagna la costruzione del fornello di fortuna, o in iscavo su terreno solido, o in mattoni, o in pietra, il quale non solo ri-
chiedeva non lieve impiego di tempo e di materiale, ma era causa, per la sua imperfetta costruzione, di uno sciupìo di combustibile non indifferente. A tale inconveniente si aggiungevano la chiusura ad autoclave a non perfetta tenuta, l'antigienica appli-
R. Russo, Art. cit.. G. Marcozzi, Art. cit., "Rivista di Commissariato" n. 1/1937. 54 (Senza autore) / Servizi di commissariato, "Rivista di Commissariato" n. l/ 1938. p. 129. ss B. Tuchman, I cannoni d'agosto, Milano, Garzanti 1973, p. 205. S2
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ca,.ione della cordicella di amianto imbevuta di materia putrescente e soprattutto le notevoli spese per il frequente ricambio della cordicella. per la ristagnatura della marmiua e per il ricambio e riverniciatura della fodera interna di lamiera zincata, la quale, saldata nelle giunzioni a stagno, non proteggeva (per effello della legge resistenza della saldatura legante in preponderanza l'esiguo strato di ,rinco) lo stato interno di sughero dall'imbibizione dei putrescenti prodotli di trasformazione del brodo e dei grassi organici.56
Anche il nuovo modello 1935 comprende una cassa di coibenza, una marmitta e un fornello. Le modifiche riguardano essenzialmente i congegni di chiusura del coperchio, i materiali e gli accorgimenti per ottenere una migliore coibentazione, la forma della marmitta e le sue modalità di fissaggio al fornello, e infine l'impiego di alluminio (e non di ferro iternamente stagnato) nella marmitta e nell'involucro interno della cassa di legno che la contiene. Con queste modifiche si intende ottenere i seguenti vantaggi: - risparmio del 50% di combustibile, con l'eliminazione dei fornelli di fortuna e dei difetti di chiusura, e maggiore rapidità della confezione; - ermcticità della chiusura ed eliminazione delle perdite di brodo durante il trasporlo; - eliminazione delle antigieniche guarnizioni di amianto e cuoio; - sicurezza di funzionamento durante la ebollizione; - eliminazione - con la sostituzione dell'alluminio in ferro - delle non lievi spese di manutenzione. Per migliorare la confezione e distribuzione del rancio in campagna si dà molto, forse troppo credito alle minestre scatolate "Chiarizia" adottate nel gennaio 193457 e ideate dal maggior generale commissario Chiari.zia (nel 1936 Capo del Corpo), in scatole da 400 gr (poi da 500 gr a partire dal 1937) contenenti minestrone o minestre di pasta e lenticchie da consumare calde o fredde. AH' inizio il loro previsto impiego è circoscritto: delle mine~tre - che saranno annualmente confc7ionatc in occasione dcll:i fahhricazione, presso gli stabilimenti militari, delle scatolette di carne in conserva - sono destinate ad essere consumate dalle truppe alpine in occasione delle escursioni estive ed invernali, nelle circostanze in cui o per esigen/e di manovra o per difficoltà di rifornimento dei generi costituenti la ra,:ione o per altre ragioni, risulti malagevole la preparazione dei ranci normali.
Ben diversa la prospettiva che compare in un articolo del 1936 (anche eccessivamente elogiativo) dovuto al 1 ° capitano commissario La Rosa,58 il quale dopo averne enumerato i vantaggi (possono essere con-
56 A. Biscarini, La vecrhia e la nuova cucina isotermica da campo, "Rivista di Commissarialo" n. 6/1937. 57 Circ. n. 3 del 4 gennaio 1934 (G.M. I 934, p. 25). ~l! G. La Rosa, Forme speditive di vettovagliamento e mint'stre scatolate, "Rivista di Commissariato" n. 2/ 1936.
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servate per 7 mesi; non richiedono prima di essere consumate alcuna cottura) riferisce che la loro adozione, dapprima limitata alle truppe da montagna, è stata estesa alle dotazioni di mobilitaLione di tutto l'esercito dopo il larghissimo uso che ne è stato fatto con pieno successo nelle esercitazioni estive ed invernali e soprattutto dopo l'impiego su vasta scala che al momento se ne sta facendo in Africa Orientale, dove ne vengono inviate 2 milioni di scatole al mese. Secondo il La Rosa queste minestre risolvono addirittura tutti i vecchi, secolari inconvenienti del rancio in campagna: Questa volta però l'innovazione, se anche non ha tutta l'evidenza e la risonanLa dell'esteriorità, come è il caso dell'uniforme, ha tuttavia una portala di contenuto squisitamente operativo che va subito messa in rilievo perché, mentre da una parte permette al soldato, nelle giornate che chiameremo campali per i disagi, i movimenti e le fatiche, di soddisfare appieno i propri hisogni fisiologici con un rancio completo, fumante, di bel colore, di buon sapore e di grato odore: dall'altra esonera comandi e servizi dalla preoccupazione di assicurare alla truppa, in circostanze in cui è assai problematico conciliare tempestività, qualità e proprietà, un'alimenla/ionc che sia proporzionata al bisogno fisiologico ed adeguala alle necessità dell ' impicgo. Talché si può affermare che l'innovazione. offrendo al soldaw. in qualsiasi pos1nonc e dislocazione e quando più sì fà sentire la mancanza di un completo apprestamento logistico al seguito immediato, una succulenta minestra sempre pronta ali 'uso e singolarmente appropriata ai suoi gusti ed alle sue abi1udini, condanna definitivamente il ripiego del pane e della carne fredda fra i sislcmi superati e svincola decisamente l'impiego della truppa dalle limiL3/.ioni che imponeva una forma di venovaglian1ento sommaria e scarsamente gradita. Va mfalli ricordato che tal sistema gravava negativamente sulle possibi.lità di ,frullamcnto delle ore residue della giornata nelle esercitazioni di campagna del tempo di pace e non contribuiva efficacemente alla resistenza fisica e morale delle truppe in tempo di guerra, quando si doveva allendcrc la notte per ricevere una vivanda calda. Il prohlcma quindi che per molti anni parve insolubile, che ha invano allesa la solu/ionc dalle cucine mobili da campo troppo legate alle più svariate con1ìngcnzc, e che avrebbe dovuto essere svolto - nell'acuta critica d1 «uno qualunque» dalla ipotetica gavena termo, da approntarsi dall'industria na/.ionale, trova ora nelle minestre scatolate - appa,,1011atamcnlc ~Luuiale dell ·auualc Capo del Corpo di commissariato mi liture, tcn. gcn. Chiarizia il mezzo più idoneo per risolvere in modo completo e radicale la spinosa questione del veuovagliamcnto della truppa in situazione particolari, cd evita « ... che il soldato, per tutta la durata del combauimento, dovrà contare sul pane e sui così deui generi di conforto ... che dovrà altendcre il sopraggiungere delle tenebre per vedere arrivare una volta sl e due volte no, il porta· torc del rancio ... ». Pertanto possiamo concludere che «senza urtare la logica Lattica e la pratica logistica» la soluzione in alto favorisce largamente tattica e logistica insieme, aggiunge ali 'autonomia dei reparti, derivata dal I 'adoLione delle cucine mobili da campo, l'autonomia del soldato: integra gli elementi nutritivi dei comuni viveri di riserva e conferisce efficicn7a e mobilità alle truppe in campagna
Sempre secondo il La Rosa, queste minestre sono molto gradite dal soldato: tuttavia la Rivista di Commissariato n. I/ 1938 annuncia che si è sospesa la fabbricazione del tipo <li minestra a base di cavolo, risulta poco gradita alle Lruppe.
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I generi componenti la razione viveri sono forniti ai corpi dai magazzini viveri dietro presentazione dei buoni di prelevamento (fatta eccezione per il sale. i legumi e le palale, che possono essere acquistati dal commercio quando i magazzini viveri non li forniscono). In determinate circostanze, sono concesse dal Ministero somministrazioni straordinarie di pane e viveri; lo stesso Ministero ha facoltà di disporre somministrazioni di viveri di conforto per truppe che si trovano in determinati posizioni o in località disagiate. Con la quota di miglioramento vitto (centesimi 30 procapite nel I 940, contro le 20 degli anni Venti) i corpi possono acquistare spezie, cipolle, agli e verdure fresche e altri generi di miglioramento vitto. anche presso i magazzini viveri e a prezzi fissati dal Ministero. Il pane viene normalmente prodotto e distribuito - come sempre da panifici militari. L'approvvigionamento dei generi costituenti la razione viveri ordinaria è fatto dal Ministero oppure - su sua delega - dalle direzioni di commissariato, mediante contratti stipulati con gli industriai i e/o produttori delle singole derrate; il Ministero provvede poi a rifornire periodicamente i magazzini viveri su richiesta delle direzioni di commissariato. Le modalità e i criteri per l'approvvigionamento dei singoli generi non presentano varianti di rilievo rispetto agli anni Venti (vds. capitolo V). ln particolare: a) i viveri di riserva sono fabbricati esclusivamente presso i già citati stabilimenti militari. La razione individuale si compone di 450 gr di galletta e di una scatoletta d1 carne m conserva; b) normalmente viene distribuita ca111e congdata conservala in frigoriferi militari e inviata per la distribuzione ai magazzini viveri. Quando ciò non è possibile o conveniente si ricorre a carne fresca, acquistata e macellata a cura dell'Amministrazione militare e distribuita dai magazzini viveri. oppure fornita per contratto direttamente ai corpi da dilte private; e) la pasta viene acquislala dai privati, con gare indette simultaneamente da tutte le direLioni di commissariato (contratti annuali, sacchi fomiti datrAmminislrazionc militare e consegna franco magau.ino militare); d) per il riso all'inizio di ogni campagna risicola viene concordato il prezzo di cessione tra Ministero ed Ente Nazionale Risi di Milano, che indica anche le ditte fornitrici; e) formaggi. grassi. conserve di formaggio, caffè, cacao, zucchero sono acquistati dalle direzioni di commissarialo che hanno la sede rispettivamente più indicata in rapporto alle wnc di produz.ione, designate dal Ministero; f) per il latte fresco sono stipulati contratti presidiati a cura delle direzioni di commissariato. Per i presìdi dove non è distribuito latte fresco viene acquistato da direzioni di Commissarialo designate dal Ministero laue condensato o evaporato; g) per le patate e legumi secchi sono stipulati dalle direzioni di commissariato contratti annuali per forniture che possono essere per corpo d'armata, divisione, presidio o corpo.
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Servizio foraggi I generi componenti la razione alimentare dei quadrupedi (mangime concentrato, fieno e paglia) sono normalmente prelevati presso i magauini foraggi. Solo in casi eccezionali i generi non fomiti dagli organi di commissariato sono acquistati dal comandante delle truppe, secondo le direttive delle direzioni di commissariato. Gli acquisti diretti dal commercio. comunque, sono sempre limitati al fieno e alla paglia; i mangimi concentrati sono sempre forniti dai magazzini militari con spedizioni al seguito delle truppe. Nel I 935 (Circ. n. 874 del 13 novembrc)59 è stabilita una nuova razione foraggi, che segue gli stessi criteri di quella del 1927 (vds. capitolo V) dividendo le razioni in 5 categorie in base al servizio cui sono adibiti, distinguendo nell'ambito di ogni categoria la posi.lione (in stazione. in marcia o in viaggio) e prevedendo altre integrazioni in determinati casi di impiego. Il nuovo specchio è il seguente: TIPO DI RA/.IONE
Compo~tLtone dc:lla ra.tione in chilogrammi Posizione dei quadrupedi Avena Fieno Paglia mangiati va
I' categoria
2· l·ategoria
3' categoria
4' categoria
5• categoria
sta:,ione marcia
3.800 4,800
5
1,500
5
-
v1agg10
2-
5
, ,,no
-
44 4-
1.500
4
1,500
stazione marcia viaggio
4.300 1.750
stazione marcia viaggio
3 3,700 1.750
s1a1ionc marcia viaggio
2,600 3,200 1.500
3.500 3.500
-
~tai;ione marcia viaggio
2 2,700 1,250
'.\ 50() 43,.500
1,500
4,500 4 4
-
1.500
-
-
Caratteristica saliente della nuova razione è la diminuzione del quantitativo di avena per i quadrupedi in stazione o in marcia, lasciando invariate le razioni da viaggio. La diminuzione è modesta per la 1• e 2' categoria (200 gr), ma più forte per le altre, specie per i quadrupedi in stazione (400-500 gr mentre per i quadrupedi in marcia è di 300 gr). Anche per effetto della spinta parallela delle sanzioni e delle esigenze della guerra d'Etiopia, negli anni Trema avviene un notevole salto di qualità nell'alimentazione dei quadrupedi. con la sperimentazione e la produ1ione diretta (a partire dal luglio 1934) di mangimi concentrati, nei
w G .M . 1935. pp. 3072-3073.
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due citati stabilimenti istituiti con R.D. 22 ottobre 1936, n. 210 I (a Casaralta di Bologna e a Maddaloni).60 Per mangimi concentrati si intendono gli alimenti del bestiame dotati di un potere nutritivo superiore a quello del fieno, distinti per 4ucsta loro prerogativa dagli alimenti fondamentali (fieni, erba, latte) e dai prodotti complementari o alimenti sussidiari (paglia, stoppie ecc.). I mangimi concentrati hanno due vantaggi fondamentali: permettono la sostituzione dell'avena, prodotto costoso e per il quale l'Italia è fortemente tributaria all'estero, e consentono l'economica utilizzazione dei numerosi cascami dell'industria alimentare nazionale. Negli anni Venti sono sperimentati diversi tipi di mangimi forniti dall'industria privata (estiosi.na, zotami.na, zoo trofeina, cerealina, mangi.mi melassati S.P.A.B., sangue granulare, farina di sangue, farina di estrazione di soia, seolina, foraggio compresso). I risultati non sono però soddisfacenti, per diversi motivi: consentono la sostituzione solo di 1/3 della razione di avena; essendo ottenuti mescolando sia pure in quantità prestabilita una decina di tipi di cascami industriali con composizione chimica oscillante in una banda molto larga, all'analisi chimica rivelano - a loro volta - un'eccessiva oscillazione del contenuto percentnale clei vari princìpi nutritivi; la composizione chimica in 4uesti mangimi si presta a frodi dei fornitori ed è la sola base (instabile) di garanzia, mentre la loro formula non attribuisce la dovuta importanza al reale valore biologico dei vari ingredienti e agli equilibri alimentari (4uantità ottimale di proteine, grassi, lipidi ecc.) previsti dalla moderna scienza dell'alimentazione. Nella prima metà degli anni Trenta lo Stato Maggiore affronta su nuove basi il problema e affida all'ufficio del Capo del Servizio veterinario l'incarico di trovare la soluzione tecnica, integrale del problema, tenendo presente la convenienza economica di utilizzare anzitutto i cascami (80000 quintali annui) provenienti dalle lavorazioni dei molini militari. Per evitare gli inconvenienti emersi negli esperimenti degli anni Venti si ritiene infatti necessario coinvolgere direttamente l'AmminisLrazione militare nello studio e nella produzione di un nuovo composto con tutti i re4uisiti richiesti. I primi campioni di mangime ener,:on studiati dal maggiore veterinario Malvicini presso l'Istituto di zootecnica di Firenze sono sperimentati nella primavera del 193 I con risultati soddisfacenti. Successivamente il Mal vicini ne perfeziona la composizione, con il criterio fondamentale di stabilire per ciascun tipo di mangime una formula chimico-biologica di base capace di fornire un sufficiente apporto di vitamine e comprendente per ogni gruppo di principi nutritivi (proteine, gras-
60 G.M. 1936, pp. 1715-1716. Cfr. anche P. Pietrucci (capo del corpo veterinario),/ mangimi concentrati realizzati nel/' esercito, "Rivista di Fanteria" n. 4/1937 e C. Raimondo, Note e osservazioni sul 'alimentazione dei quadrupedi militari, "Rivista di Commissariato" n. 4/1935.
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si, lipidi, zuccheri, destrine, amido, emicellulose, cellulosio, sali) un limite minimo e massimo da non superare mai. Con questa formula sono realizzati tre tipi di mangimi: ener,:on, sintetico, mangime completo compresso. L'energon è un mangime melessato, concentrato, complesso, prodotto sotto forma granulo-scagliosa, che può anche essere formellato in panelli, dadi, cilindretti. Prodotto con materie prime (crusca, granoturco, fave, buccia di cacao, farina di soia, melasso di canna ecc.) in parte di produzione nazionale e in parte di provenienza estera, viene ritenuto adatto specialmente in tempo di pace e quando il mercato offre determinate materie prime a prezzo conveniente. Il sintetico, con caratteristiche simili, si produce con materie prime esclusivamente nazionali (crusca, cruschello, mondiglia di grano, bucce di uva, sansa di olive ecc.) ed è quindi più adatto alla produzione in periodo bellico. Si ritiene - ottimisticamente - che energon e sintetico possano sostituire a pari peso anche tutta la razione d'avena, mentre il mangime completo compresso è ottenuto dagli alimenti deUa normale razione trinciati e compressi, in modo da far loro assumere un piccolo volume. Dopo l'inizio della loro produzione nel 1936. i mangimi concentrati nel 1939 sono introdotti in totale sostituzione del quantitativo d'avena dello stesso peso previsto nella razione del 1935 (Circ. n. 178 del l O marzo 1939).61 Riguardo agli approvvigionamenti e alla distribuzione dei foraggi, per tutti gli anni Trenta (e fino all'esercizio 1939-1940) continua il sistema della gestione diretta, e il Libro II dell'Istruzione 1940 prevede che il fieno e la paglia siano approvvigionati a cura delle direzioni di commissariato con aste pubbliche e contratti annuali per lotti, normalmente comprendenti i presìdi di una circoscrizione di divisione. La distribuzione ai corpi e la conservazione delle scorte avvengono a cura dei magazzini foraggi, riforniti dal la ditta privata vincitrice de Il 'asta. In tal modo per l'anno 1939-1940 si ritorna almeno parzialmente al sistema ad impresa. J motivi sono due: a) l'esperienza dimo;,tra che non è M:!mpre possibile raggiungert: il principale vantaggio che la riforma ùel J 931 si proponeva, cioè I 'eliminazione degli intermediari e l'acquisto diretto dei generi dai produttori. Questi ultimi sono in pochi a presentarsi alle aste, che rimangono aggiudicate a grossi commercianti; b) nel 1938-1939 sono istituiti nuovi organismi civili (come la Federazione nazionale dei Consorzi Provinciali, articolata nei vari settori produttivi) che modificano profondamente la gestione delle risorse agricole e quindi anche il rifornimento dei foraggi, ma non sono ancora entrati in funzione e richiedono, quindi, un periodo di attesa. Anche questo sistema ha breve vita e in pratica cessa con il periodo d'emergenza che prelude all'entrata in guerra, pur dovendo durare tecnicamente dall'ottobre 1939 al settembre 1940.
61
G .M. 1939, pp. 462-465.
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Combustibili
La branca combustibili comprende la legna da ardere e i combustibili fossili occorrenti per la cottura del rancio, per il riscaldamento e per il funzionamento di taluni stabilimenti di sussistenza. Essa viene gestita: a) per la legna da ardere di massima ad impresa, con appalto indetto dalle direzioni di commissariato a licitazione privata (sempre che non sia possibile e conveniente ricorrere ad asta pubblica); b) per i combustibili fossili a gestione diretta, a mezzo dei magazzini combustibili. Se si tratta di combustibile prodotto in esclusiva da una sola dina. gli acquisti avvengono a trattativa privata; in caso diverso a licitazione privata, stipulando però sempre regolare contratto. Le ditte sono tenute a fornire esclusivamente legna e combustibili nazionali, anche in deroga ai requisiti richiesti. Per le truppe in manovra i combustibile sono fomiti dalle dire.lioni di commissariato; i piccoli reparti provvedono direttamente con acquisti dal commercio. I limiti massimi di combustibili per le varie esigenze e per giornate di presenza sono i seguenti: legna da ardere gr I000. lignite xi Ioide gr 780. lignite di Ribolla gr 400, antracite Ilalia 400, carbone Arsa 300, carbone Sulcis 330, cokegas 370. Il riscaldamento dei locali - con date di inizio e termine a cura dei Comandi di corpo d'armata - è previsto solo per gli uffici, sale per conferenza e manovra, stabilimenti sanitan, mfennerie, aule di studio, men!.e e sale ritrovo allievi delle scuole, camere degli ufficiali ui picchetto, corpi di guardia delle casenne, stabilimenti, forti e accantonamenti di alta montagna, e per altri locali per i quali i I Ministero ne ravvisi, di volta in volta, l'opportunità. Quando a parere degli organi sanitari ciò è ritenuto necessario per la salute delle truppe, i Comandanti di corpo d'armata hanno facoltà di consentire il riscaldamento anche delle caserme e accantonamenti dislocati in località eccezionalmente rigide.
Vestiario, equipaggiamento e materiali ge11erali
Il Libro IV dell'Istruzione 1940 dà veste organica a tutte le disposizioni emanate in merito dal 1919 in poi, e oltre a definire e/o ridefinire compiti, funzionamento tecnico, organizzazione e dipendenze degli organi esecutivi ai vari livelli tratta anche - diversamente dal 1911 - la parte direttiva di competenza delle direzioni di commissariato. Vi è meglio precisato l'obbligo dell'intervento del direttore di commissariato nei collaudi presso gli stabilimenti, quale presidente della relativa commissione. Le procedure per i collaudi sono ridefinite tenendo maggiormente presenti le effettive possibilità di esame da parte delle relative commissioni. La revedibilità dei materiali è di massima disposta d'ufficio anziché chiesta dall'interessato, cd infine è eliminato il divieto per gli ufficiali degli stabilimenti di partecipare alle esercitazioni (in quanto ciò costituiva un danno per la preparazione professionale specie
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Ferruccio Botti
dei giovani ufficiali). Scarsa è però la parte dedicata dall'Istruzione al funzionamento della branca a livello corpo e compagnia: non vi si fa cenno, in particolare, al problema del bucato e alle importanti incombenze del comandante di compagnia, che rimangono regolate dal regolamento di amministrazione 1927. Nella sostanza, il Libro IV non recepisce le esigenze di industrializzazione e accentramento della branca presso gli organi di commissariato, che erano emerse nel 1935 e sono riprese anche sulla Rivista di Commissarialo del 1939 (vds. Capitolo VI). Eppure Losscrva il Gregorio sul n. 4/1939 della Rivista - N.d.a.J la parziale mobilitazione del 1935 per J'AOI ha rimesso in evidenza il problema, documentando la nuova rcallà. Le piccole organizzaz.ioni aziendali dei capi sarti reggimentali, poggiale sul lavoro femminile casalingo, sufficienti per l'alleslimenlo dei quantitativi normali, scaglionali nel tempo che intercorre tra l'una e l'altra leva, sono apparse ancora una volta impari di fronte ai vigenti e pressanti bisogni. In relazione alle richieste di corredo coloniale, fu d'uopo chiamare, in ausilio agli imprenditori militari, la nuova industria in questione. E qui non vanno sottaciute le conseguenze economiche: le richieste improvvise, dettate dalrimpellenza dei bisogni, per la insufficiente oJganizzazione del tempo di pace, non potevano non far aumentare le pretese dei privati industriali, secondo la legge naturale della domanda e dell'offerta: il che non si verificherebbe se questi fossero in qualche modo legati ali' Amministrazione da particolari vincoli, ccntratti in tempi normali.
Il sistema previsto dall'Istruzione del 1940 rimane invece nelle linee essenziali quello degli anni Venti, cioè su base artigianale, locale e basato soprattutto sull'opera degli organi direttivi ed esecutivi a livello di corpo o al massimo di presidio: diversa è invece la soluzione adottata dalla marina e dall'aeronautica, dove la confezione è accentrata in abitifici militari gestiti ad economia. L ' unica riforma di rilievo in senso, per cosl dire, industriale è quella del preventivo taglio meccanico degli oggetti di corredo da parte dell'opificio militare di Torino e dei magazzini centrali. Sperimentato con successo a partire dal 1932 presso l 'opific10 militare di Tonno, il sistema m1zia a funzionare nel dicembre 1935 con moderne attrezzature presso il magazzino centrale di Milano, e viene gradualmente esteso a tutti i magazzini centrali. 62 Con questi limiti, gli organi esecutivi previsti dall'Istruzione 1940 sono: - opificio militare VE di Torino; - magazzini centrali militari VE; - magazzini VE reggimentali. L'opificio militare VE di Torino conserva i tradizionali compiti di organo di studio dell'Ispettorato e di unico organo addetto alla confe-
62 Cfr. in merito, R. Prati, / laboratori militari pel taglio meccanico degli oggetti v.e .. "Rivista di Commissariato" n. 1/1937 (il Prati, tra l'altro, si dichiara favorevole a una completa industrializzazione della branca) e A. Mangiameli. Il nuom opificio militare v.e. di Torino, "Rivista di Commissariato" n. 1/1939.
Organi cenlrali e Servizi territoriali (anni 30)
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zione di campioni e modelli di vestiario da inviare ai corpi. Inoltre gli sono affidati la fabbricazione ad economia di calzature, zaini, oggetti di vestiario, tomaie di calzature da cedere ad altri enti e a ditte specializzate per la confezione e il Laglio a macchina di oggetti di vestiario da far successivamente confezionare ai capi-sarti reggimentali. Per la parte relativa agli studi, l'opificio dipende dall'Ispettorato del Servizio; per la parte relativa alla produzione, dalla direzione generale dei servizi logistici del Ministero; per la parte amministrativa e disciplinare, dal direttore di commissarialo del corpo d'armata di Torino. Al funzionamento tecnico dell'opificio è dedicala l'intera parte seconda del Libro TV. Esso si articola in 7 reparti. presso i quali sono anche eseguiti studi relativi agli oggelli da adattare e modificare: - reparto calzature, diviso in 4 sezioni (tomaia, fondo, montaggio e chiodatura); - reparto gambalcria e zaineria; - reparto sartoria (preparazione dei modelli in carta e allestimento dei campioni); - reparto autonomo trance (approntamento di parti tagliate per calzature, da cedere per la confezione a dille private); reparto meccanica (manutenzione e riparazione macchine dello stabilimento); - reparto Laglio meccanico (composto da laboratorio e magazzino). I maga:zzim centrali dipendono direttamente dalla direzione di commissarialo della circoscrizione in cui hanno sede c hanno i seguenti compiti: - introduzione, collaudo, custodia e successiva distribuzione ai corpi di Lutti i materiali di vestiario ed equipaggiamento e materiali generali; - taglio a macchina di oggetti di vestiario ed (eventualmente) loro confezione. I magazzini VE di corpo d'armata (non previsti negli anni Venti) dipendono direttamente dalla direzione di commissariato e custodiscono: - i materiali di vestiario ed equipaggiamento non necessari ai corpi e Enti della circoscrizione, o perché esuberanti rispetto al fabbisogno, o perché assegnati con vincolo dal Ministero per essere tenuti a sua disposizione; - le scorte degli stessi materiali per far fronte ad esigenze improvvise; - i materiali fuori uso provenienti dai vari corpi ed Enti. I magazzini VE reggimentali provvedono alla custodia e conservazione dei materiali dei corpi, in conformità alle norme del regolamento di amministrazione. Sono istituiti presso i relativi depositi e dipendono dai corpi stessi; sono però sotto controllo delle direzioni di commissariato che hanno il compito di vigilare sulla loro allività e di impartire direttive tecniche, per delega dei comandanti di corpo d'armata. Quando i reggimenti di fanteria e bersaglieri sono permanentemente distaccati dal deposito, viene costituito presso la loro sede un ma-
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Ferruccio Botri
gazzino per i bisogni ordinari delle truppe, per l'equipaggiamento di una classe di leva e per la sostituzione di oggetti per gli uomini alle armi. Sono pure istituiti magazzini succursali presso i reparti distaccati permanentemente dalla sede del corpo e specie presso quelli destinati a funzionare come centri di mobilitazione. Per le riparazioni degli oggetti di corredo e il bucato, nessuna variante rispetto alle disposizioni in vigore negli anni Venti e alle norrne previste dal regolamento di amministrazione 1927. Le camicie, le mutande e gli asciugamani sono dati a lavare una volta alla settimana presso gli assuntori civili locali; i farsetti a maglia, quando se ne presenta il bisogno. Gli altri oggetti sono lavati direttamente dal soldato; tuttavia se i pantaloni e giubbe di tela hanno macchie tali da non poter essere ripulite con la sola opera del soldato possono essere anch'essi dati a lavare. Non risultano varianti o miglioramenti di rilievo negli oggetti di corredo ed equipaggiamento in dotazione individuale, che rimangono quelli previsti negli anni Venti (vds. capitolo V). Nel 1935 sono adottati il berretto a busta mod. 35 e la camicia di flanella grigio verde, oltre a nuovi tipi di pantaloni di panno e di giubbe di tela, e al giubbone di pelle nera per <.:arabinicri motociclisti. La Rivisra di Commissariato n. 1/1938 riepiloga l'attività di studio e sperimentazione, che non riguarda aspetti molto importanti: - Recentemente è stato adouaLo un nuovo tipo di occhiali che risponde bene ai requisiti voluti per ti personale de, cam armati, per gli alpini e per i bersaglieri ciclisti. La corda "mani Ila" per reparti alpini è in via di sostituzione con la corda di canapa. Non è opportuno generalizzare in tempo di pace l' uso delle uose valdostane; si fa eccel'.iont: pel periodo delle esercitazioni invernali, nel quale ogni unità alpina potrà attingere, nella misura strettamente indispensabile e con le consuete modali Là, alle proprie dotazioni di mobilitazione. - È in corso di adozione il tipo "Schiancio" di attacchi per sci, più comodo e praLicu <lei lipu allualmenle in uso. - Non è convenjenle coslrnire gli scarponi da monLagna senl'.a spunterbo, perc hé verrebbero a costare di più e sarebbero meno resistenti di quelli con spunterbo. che hanno dalo sempre ottimi risultati. - Qualche ente ha lamentato le cattive qualità Lennichc di alcune copene da campo. Trauasi probabilmente di coperle similari acquistate in occasione della guerra e.li ELiopia. La coperta regolamentare è sufficientemente soffice, leggera e presenta Lutti i voluti requisiti. - È stato già provveduto per la distribuzione ai ciclisti di un secondo paio di pantaloni di tela. - È allo studio un tipo di cucina mobile da campo autolrainata. Non è acceLLabile la proposta di applicare un ritegno sul coperchio della gavetta per fissarvi la posala, perché taJe sistema darebbe luogo a frequenti smarrimenti della posata sLessa. - È stato chiesto di poter estendere ai militari dei reparti lavoratori la concessione dell'aumento di pane, carne o fonnaggio, pasta o riso, previsLo dalla cir-c. I37 G.M. 1937 per le truppe dislocate in alrn montaena Il quesito s'intende risolto favorevolmente qualora detti reparli si Lrovino in alta montagna; in caso diverso
Organi re111rali e Servizi territoriali (anni 30)
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essi fruiranno ugualmente della concessione, anche se alquanto ridotta nel pane, potendosi classificare fra le truppe sottoposte a speciali fatiche fuori quartiere per 2 o più giorni consecutivi, di cui alla letl. a), art. 5 e 6 della circolare stessa. - La .. Istruzione per la mobilitazione <lei R.E. - Tomo 11 Fase. l" già prevede rassegnazione di una tenda per ciascun ufficiale.S'intende che la medesima disposizione vale, ove non vi ostino particolari difficoltà, anche per le esercitazioni di campagna. - È stato definito cd è in corso di adozione un nuovo tipo di lanterna da campo. destinato a sostituire gradualmente quello ora in distribuzione. - È in corso di definizione un tipo di giubba a vento da distribuire a tutte le truppe alpine. Le racchette da neve del nuovo modello aventi il sottopiede di cuoio, sosti1uiranno gradualmente quelle vecchio modello col soltopiede di canapa. · È in esperimento un nuovo tipo di tela impenneuhile per tende. - Data la larga percentuale di rinnovazione degli oggeni di corredo concessa alle truppe alpine, non si rende indispensabile aumentare il numern di paia di calze di lana in distrihu,ione alle truppe stesse: d"altra parte vi osterebbero le presenti difficoltà di approvvigionamento della lana necessaria. Sono in corso esperimenti per la unificazione dei vari tipi di equipaggiamento in uso pres,o le varie armi e specialità (circolare Direz. gen. serv. logistici 11. 2455/204 del 22 giugno u.s.). Sono in corso esperimenri per l'alleggerimento dcll"affardcllamento dei ber saglieri ciclisti (circolare dcll'lspcttorato truppe celeri n. 111/830 del 28 giugno u.s.).
Casermaggio
È sempre in vigore l'Istruzione sul servi:io del casermaggio militare del 1925 (ristampata nel 1938 come Libro III dcli' Istruzione per i servizi di commissariato militare Ed. 1940). Conclusione Negli anni Trenta, l'imponantissimo Servizio di commissariato per procedure, organizzazione, quantità e qualità dei generi e materiali, non sembra reggere il passo con i tempi nuovi e con gli eserciti delle nazioni più progredite (si veda, per esempio, l'organizzazione del servizio delle calzature e dei bagni e lavatura corredo nell'esercito americano del I 939, con appositi battaglioni corredo e bagno e battaglioni Javanderia).61
"·' Cfr., in merito, la traduzione degli articoli della rivista USA Quartiermastro Rei•iew sulla Rivista di Commissariato n. l/1938 e n. 4/1939.
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Ferruccio Bolli
6. Servizio materiali di arti,?lieria
Evoluzione del vertice e dell'organizzazione territoriale dell'Arma I compiti del Servizio di artiglieria rimangono invariati rispetto a que11i definiti nel 1931 (vds. capitolo V); anche l'organizzazione territoriale e le attribuzioni dei vari organi direttivi ed esecutivi rimangono quelle previste dal Regolamento sul servi;;io territoriale del 1932. Le varianti più importanti riguardano le attribuzioni dell'Ispettore e l'organizzazione del servizio tecnico. Secondo il R.D. 26 settembre 1933, n. 1340, che abroga quello ciel 17 febbraio 1927 (vds. capitolo V) l'Ispettore di artiglieria, come gli Ispettori delle altre Armi (fanteria, genio, truppe celeri e truppe alpine) è organo di consulenza e di studio del Ministero e dello Stato Maggiore specie per quanto attiene agli ordinamenti, ali ' istruzione, alla regolamentazione, alla definizione delle caratteristiche dei nuovi materiali; si deve anche tenere al corrente (prescrizione che manca nel decreto del 1927) dello sviluppo e della situazione della propria Arma presso i principali eserciti stranieri. L'Art. 6 accresce di nuovo il ruolo dell'Ispettore, stabilendo chiaramente che "I' [spettare dell'artiglieria ha alla sua dipendenza diretta il servizio tecnico di artiglieria", mentre i decreti del 1927 gli assegnavano solo generiche funzioni cli sovraintendenza e alta vigilaJ1L.a. con il potere di emanare direttive per la parte tecnica e l'impiego del personale. In relazione a tali nuove e più complete allribuzioni, con Ci1c. n. 597 del l O novembre 193364 è costituito presso l'Ispettorato, a datare dal 1° ottobre, un Istituto superiore tecnico d'artiglieria, alle dipendenze del direttore superiore del servizio tecnico che opera su direttive dell'Ispettore. L'Istituto ha i I compito di riunire presso un ente unico tutti gli aggruppamenti scientifico-sperimentali di specializzazione tecnica superiore ali' Arma di artiglieria ed armonizzare lo svolgimento delle di~c iplinc e degli insegnamenti per i corsi superiori tecnici. corsi superiori balistici e corsi di prepara/ione tecnica per gli ufficiali di fanteria.
L'articolazione di massima dell'Istituto comprende una sezione studi, una sezione gabinetti di prove e ricerche, un banco di prova per le armi portatili, una officina-tipo per l'esecuzione diretta dei modelli di prima progellazione e di corredo della sezione studi per le esercitazioni pratiche di tecnologia delle fabbricazioni. Con la legge 4 giugno 1934, n. 9526 ~ il Servizio ternico di artiglieria (così denominato nell'ordinamento 1926), muta il suo nome in Servizio tecnico delle armi e munizioni. li successivo ordinamento 1934 prevede, appunto, un Servizio tecnico delle armi e munizioni, costitui-
64G.M.1933,p. 2193. 65 G.M. 1934, pp. 2033-2034.
Organi centrali e Servizi lerriLoriali (anni 30)
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to da una direzione superiore (con centri delle esperienze e ufficio tavole di tiro) e stabilimenti e centri di artiglieria; non vi si fa menzione dell'istituto superiore tecnico, forse perché lo si considera parte integrante dell'Ispettorato. Il problema dell'allestimento dei nuovi materiali ha dei riflessi anche sulle dipendenze del servizio tecnico. Nel I 936 (lettera n. 41000 del 1° giugno) il Ministero dispone che la direzione superiore del servizio tecnico passi alle dipendenze dirette del Comando del Corpo di S.M., che deve studiarne e prepararne anche L'ordinamento definitivo. Con la successiva lettera n. 77030 del 28 dicembre 1936, il Ministero precisa che la predetta direzione superiore è posta alle dipendenze dirette del Capo di Stato Maggiore (tramite il Sottocapo Intendente) solo per la parte tecnica, gli studi e i lavori, mentre per le rimanenti branche rimane alle dipendenze della direzione generale d'artiglieria. L'ordinamento 1940 presenta parecchie novità, che anche implicitamente delineano una diversa dipendenza e un diverso ruolo dell'Ispettore, del Servizio tecnico delle armi e munizioni e degli stabilimenti militari.L'Art. 3 ("elementi costitutivi dell'esercito") anziché accennare semplicemente, come tutti gli ordinamenti precedenti, all'"Anna di artiglieria", parla di "Arma di artiglieria e servizio tecnico delle armi e munizioni'', in tal modo accentuando la particolare e autonoma fisionomia del servizio. che secondo il successivo Art. 11 comprende: - una direzione superiore; - un i1>lituto l>uperiore, cun officina sperimentale e se.1.ioni chimiche e tecnologiche; - centri di esperienze e ufficio tavole di tiro. Con l'ordinamento 1940, quindi, gli stabilimenti di artiglieria passano alle dipendenze della direzione generale e non sono più considerati come facenti parte del servizio tecnico, come invece avveniva negli ordinamenti 1926 e 1934; di conseguenza, su di essi l'Ispettore non ha più competenza diretta. Con questa struttura, all'inizio della guerra il Servizio di artiglieria66 dipende dal gabinetto del Ministro per le questioni di bilancio e dal Comando del Corpo di Stato Maggiore per le questioni di carattere tecnico-organizzativo, mentre per la parte amministrativa e contabile - che è autonoma - è soggetta alla giurisdizione e al controllo della Corte dei Conti. Organo direttivo centrale del Servizio presso il Ministero è la direzione generale di artiglieria, che ha piena responsabilità sulla produzione, sotto l'aspetto sia quantitativo che tecnico ed è composta da: - due divisioni tecniche (una per le armi, una per le munizioni), affiancate ciascuna da una divisione amministrativa; - un ufficio coordinatore delle questioni di carattere generale; - un ufficio a cui fanno capo ufficiali generali e ispettori civili incaricati del controllo su funzionamento degli Enti periferici;
66
M.G., Esercito anno XVII (Cit.), pp. 233-240.
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Ferruccio Botti
- un ufficio per la revisione della contabilità del denaro e del materiale dei corpi e stabilimenti. Per le questioni di carattere strettamentc tecnico la direzione generale si avvale degli Ispettorati delle varie Armi e della direzione superiore del servizio tecnico delle Armi e munizioni, e ha alle dirette dipendenze le dire1.:ioni di artiglieria, gli stabilimenti militari, i corpi e reparti (per quanto riguarda la gestione del materiale di armamento o del munizionamento). La direzione superiore del servizio tecnico delle Armi e munizioni è organo centrale di consulenza e di studio. Su richiesta della direzione generale costituisce Ente di appello per i collaudi e su ordine dell'Ispettorato superiore dei servizi tecnici può anche attuare ispezioni tecniche. Ha alle sue dipendenze: a) l'Istituto superiore tecnico di artiglieria, composto, oltre che dagli organi previsti dalla circolare istitutiva del 1933, anche da un reparto per la fabbricazione e lo studio del vetro per gli strumenti ottici, costituito nel quadro del programma autarchico nazionale. Il vetro prodotto da tale reparto è utilizzato anche dalle industrie civili produttrici di strumenti di precisione per uso militare: b) 3 centri di esperienze (2 per l'artiglieria. I per la fanteria); c) un ufficio tavole di tiro. Sono considerali centri di studio anche gli stabilimenti militari, presso i quali alle dipendenze della direzione superiore funziona un apposito reparto incaricato degli studi particolareggiali e pratici inerenti alle lavora1.:iu11i dello stabilimento e alla preparazione dei modelli. Gli stabilimenti dispongono inoltre di scuole per operai specialiuati e svolgono periodicamente corsi per specialisti militari nelle varie branche (armaioli, artificieri, capi officina, capi meccanici ecc.). Le attribuzioni della direzione superiore nei riguardi degli stabilimenti di artiglieria sono. pertanto, di carattere esclusivamente tecnico. I principali organi direttivi periferici di carattere tecnico e insieme territoriale sono le direzioni di artiglieria, che dipendono dai Comandi di corpo d'armata per la pa1 h.: len ito1 ialt: e dal Minislt:ro per la parte tecnica e conservano anche dopo il 1935 (diversamente dai Comandi di artiglieria) una propria circoscrizione territoriale. Gli stabilimenti di artiglieria nel 1939 sono 10 (con 3 sezioni staccate) a fronte degli 8 (con 2 sezioni staccate) del 1932 (vds. capitolo V): 3 arsenali, 1 fabbrica d'armi con sezione staccata, 1 laboratorio di precisione, 1 proiettificio, 1 pirotecnico con sezione staccata (a Bologna poi divenuta indipendente), 1 polverificio, I spolettificio con sezione staccata, ! laboratorio caricamento proiettili. Rispetto al 1932, risulta soppresso un pirotecnico e sono costituiti in più un proiettificio (Genova), uno spolettificio con sezione staccata e un laboratorio caricamento proiettili (a Piacenza, con reparto staccato a Noceto costituito nel l 937). Al confronto con il 1915, gli stabilimenti di artiglieria nel 1940 anziché essere organi primari di produ1.:ione assumono la prevalente fisionomia di organi-pilota e di controllo della produzione, affidata ormai in prevalenza alle industrie civili. Essi hanno il compito di
Organi centrali e Servizi terrilOriali (armi 30)
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creare basi di valutazione tecnica per la definizione dei costi nelle contrattazioni con l'induslria libera; garantire l'efficit:n/.a dell'armamento e del muni/ionamento medianle la rimessa a punto delle dota1:ioni di normale impiego addestralivo delle unilà cos1i1uite. Agli stabilimenti militari è quindi assegnata la missione di centro mobilitativo per lo sviluppo quantitativo e l'arrnoninazione di tutte le capaci1à industriali civili alle alla collaborazione nel campo dell'armamento e del muni7ionamento.67
Evoluzione degli organi direttivi periferici e del personale. Nel! 'ordinamento 1934 i Comandi e direzioni di artiglieria sono 13 (12 e 10 nel I 926) e aumentano a 14 nel I 937 (R.D. - legge 8 luglio 1937, o. 2280) e a 16 nel 1938 (R.D. - legge 22 dicembre 1938, n. 2095). Nell'ordinamento 1940 i Comandi sono 21 e le direzioni 18. Gli ufficiali del servizio tecnico nel 1934 sono 124 (contro i 123 del 1926 ), di cui I tenente generale direttore, 3 tenenti genera Ii capi-reparto, 6 maggior generali capi-reparto e direttori principali, 13 colonnelli direttori. L'ordinamento 1940 aumenta i Quadri del servizio solo di un colonnello. Ai sensi dell'Art. 16 del citato T.U. del 1938 sul reclutamento degli ufficiali dcli 'esercito, il passaggio al servizio tecnico armi e munizioni avviene in forme definitiva con il grado di capitano. conferito ai tenenti delle Armi di fanteria, cavalleria e artiglieria che abbiano superato il corso superiore tecnico armi e muniLioni. L'ammissione al corso avviene mediante concorso indetto tra i tenenti delle predette Armi che abbiano compiuto con buon esito i rispettivi corsi di applicazione e inoltre siano in possesso del titolo di laurea previsto dal regolamento. In sostanza, dal 1926 in poi il servizio tecnico non aumenta i suoi Quadri. Le ragioni di tale mancato incremento non sono oggi facili da individuare, se si considerano le accresciute esigenze tecniche degli anni Trenta e la dilatazione del volume organico dell'esercito, al quale corrisponde nel 1940 un numero pressoché raddoppiato di Comandi e direzioni dell'Arma. Il peso degli stabilimenti, è vero, rimane stazionario, ma essi ormai sono solamente uno dei possibili Enti per l'impiego del personale tecnico, e forse nemmeno il più importante (si pensi ai contatti con le industrie, agli studi e ai collaudi).
Conservazione, gestione e manutenzione dei materiali presso i corpi L'organizzazione e funzionamento del Servizio presso i corpi delle varie Armi sono disciplinati dall'Istruzione sul servizio del materiale del gruppo C presso i corpi (Pub. n. 3407 - ed. I 939). che abroga le analoghe disposizioni del 1917 e 1918. Per le direzioni e stabilimenti di artiglie-
t,1
h•i. p. 237.
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Ferruccio Botti
ria e di automobilismo e inoltre - per la sola parte che concerne la gestione amministrativa - per i reggimenti di artiglieria e i centri contraerei, automobilistici e di carri armati e le scuole centrali d'artiglieria, è ancora in vigore il Regolamento sul servizio del materiale d' artiglieria e automobilistico del 1926, ristampato nel I 938 (vds. capitolo V). L'Istruzione del 1939 definisce an?itutto (para. 3) la responsabilità della buona conservazione dei materiali: La responsabilità della buona conserval'.ione dei materiali del gruppo C depositati nei maga?.Zini spella al relatore o comandante di deposito; per quelli in distribuzione alle truppe la stessa responsabilità spetta ai comandanti di compagnia. Sono però anche responsabili, per quanto è di loro competenza per i materiali depositati, i relativi consegnatari e specialmente per le anni, i singoli militari a cui sono dati in consegna, o<l anche temporaneamente affidati fnon si parla di responsabilità del comandante di corpo - n.d.r. ].
Il personale per la gestione dei materiali del gruppo C presso i corpi varia a seconda del l'Arma e di massima comprende: ufficiali al materiale; ufficiali di armamento: ufficiali consegnatari di magazzino: capi tecnici di artiglieria e del genio (:iolo per alcuni reggimenti di artiglieria d'armata); ufficiali d'ordine e sottufficiali in servizio sedentario addetti ai magazzini; sottufficiali al materiale, capi officina o capi mecc anici ; armaiuoli e allievi armaiuoli , soldati meccanici e operai di maestranze varie. L'ufficiale di armamento è scelto dal comandante di corpo tra gli ufficiali inferiori non aventi comando di compagnia, che abbiano frequentato il prescritto corso di un mese (oltre i giorni di esperimento) presso la fabbrica d'armi di Temi (per le armi portatili) e di 15 giorni presso l'arsenale di Napoli (per tutte le altre armi della fanteria, cioè cannoni, mortai, bombarde ecc.). Nei reggimenti di artiglieria le mansioni di ufficiale di armamento sono svolte dail 'ufficiale addetto ali 'ufficio materiale. L ' ufficiale d'armamento non risponde al comandante di corpo della gestione amministrativa del materiale, che è di competenza del! 'ufficiale consegnatario, ma della buona conservazione, manutenzione ed efficienza delle armi in magazzino. A tal fine assiste alla distribuzione e versamento di armi in occasione di arrivo a congedamento di classi e io qualunque altra occasione, non consente che nessun 'arma entri nell'armeria del reggimento senza un suo diligente controllo, vigila sulle operazioni di manuten7,ione e riparazione delle armi svolte presso l'armeria reggimentale e sui relativi mobili e attrezzi, controlla le armi da riparare versate dalle compagnie per accertare l'entità dei guasti, dirige le istruzioni svolte dal capo armaiolo al personale di truppa. Il sottufficiale capo-armaiolo, ad incarico esclusivo, ha il compito di coadiuvare l'ufficiale d'armamento per la parte tecnico-pratica, e frequenta un corso di 5 mesi presso la fabbrica d'armi di Temi (per le armi portatili e mitragliatrici) e di circa un mese presso l'arsenale di Napoli (per gli accessori, elmetti ecc. e le armi pesanti della fanteria).
Organi centrali e Servizi lerriloriali (a1111i 30)
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Nei reggimenti di artiglieria e fanteria carrista e nei corpi e scuole che hanno in organico i capi-officina e capi-meccanici, le funzioni di capoarmaiolo sono svolte da questi ultimi. Gli armaiuoli e allievi-armaioli sono militari di truppa che frequentano anch'essi un corso di 40 giorni presso la fabbrica d'armi di Terni, e sono alle dipendenze del capo-armaiolo. L'ufficiale consegnatario di magazzino è consegnatario di tutti i materiali del gruppo C depositati in magazzino, fatta eccezione per i reggimenti di artiglieria nei quali il consegnatario è il ragioniere addetto all'ufficio materiale o - in mancanza di questi - il capo ufficio materiale. Il consegnatario risponde della buona conservazione e manutenzione dei materiali, escluse le armi per le quali è competente l 'ufficiale di armamento. Presso i corpi esistono solamente - sotto la sorveglianza dell'ufficiale d'armamento- un'armeria (o magazzino) di corpo ove vengono custodite le armi non in distribuzione alle compagnie. con modalità e attrezzature indicate nel dettaglio dall'Istruzione del 1939 (che si preoccupa della buona conservazione, ma non della sicurezza dei locali). La manutenzione delle armi dell'armeria deve essere fatta "in un locale adatto, possibilmcnle in legno, prossimo all'armeria cd avente con questa, comunicazione coperta". Le compagnie non tengono in carico armi che non siano in distribuzione alla truppa e versano le armi esuberanti al magazzino del corpo. dal quale ritirano anche le materie prime per la manutenzione. Ad eccezione delle mitragliatrici, "che è conveniente collocare in luoghi appositamente destinati", le armi sono custodite in rastrelliere o banchine mobili disposte nei dormitori che portano accanto ..cassettini e tiretti con arresto" contenenti pezzuole di tela asciutte e pezzuole di panno imbevute di olio d'oliva per la manutenzione. Le armi dei militari temporaneamente assenti per licenza, malattia, ecc. sono custodite nell'ufficio del comandante di compagnia e manutenzionate a cura del personale addetto. Il comandante di compagnia controlla le armi in due modi: segnando sul ruolino tascabile in corrispondenza del nome del militare la lettera e il numero di matricola dell ' arma in consegna e mantenendo costantemente aggiornato il Re1:istro delle armi di distribuzione al reparto (allegato n. 3 ali 'Istruzione 1939), la cui forma è analoga a quella in uso attualmente (1990). Più in generale (para. 30) il comandante di compagnia esige dai suoi dipendenti una cura rigorosa e continua dell'arma loro affidata, e dei suoi ufficiali e graduali che ciascuno, nella sfera delle proprie attribuzioni, vigili a che non siano trascurali le allenzioni e i riguardi che si devono avere per le armi, e si assicuri. con frequenti visite, che tulle le prescrizioni ad esse inerenti siano osservate. [n occasione dei tiri porta speciale atten7ionc sulle nonne che più riguardano il buon funzionamento dell ' arma nei tiri stessi. Non penneue che, per qualsiasi causa, s'indugi mai a denunciare i guasti subiti dalle anni, onde potervi rimediare immediatamente.
Le materie prime occorrenti per la riparazione e pulitura delle armi risultano dal seguente specchio (allegato n. 4 ali 'Istruzione del I 939):
~
SPECCHIO DELLE MATERIE PRIME OCCORRENTI PER LA PULITURA E CONSERVAZIONE DELLE ARMI
:X:
o
Anni distr = Ar1111 in distnb11:wne: assegnazione mensile in grammi Armi magaz. = Armi in ma/.:u::1110· assegnazione annuale in grammi PETROLIO
OLIO
VASELLII\A
GRASSO RUOTE
STOPPA
STRACCI
AVflRUGGTh"E
Armi distr. Armi distr. Armi distr. Armi distr. Arm1distr. Armi distr. Armi Armi Armi Armi Ar:ni Armi Armi Fant. Tr. magaz. Fan1. Tr. magaz. Fant. Tr. magaz. Fanr. Tr. magaz. Fam. Tr. magaz. Fant. Tr. magaz. Faol. Tr. maga.z. Alp. celeri Alp. celeri Alp. celen Alp. celeri Alp. celen Alp. celeri Alp. celeri Armi distr.
ARMI
Pistole
7
7
7
14
14
5
5
5
I
IO
IO
5
5
5
5
Fucili o "1oschetti
15
20
15
30
40
IO
15
20
2
25
30
5
IO
IO
5
Fucili muraghaton
125
150
50
250
250
20
35
50
15
100
100
20
20
20
20
Mitragliatrici
125
150
50
250
250
25
35
50
20
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NOTE.· I quanutativi sopra indicati dovranno essere aumentati del 10% per truppe di 1,docate in t.one marine e montane. In occasione di campi. manovre, escursioni ecc .. detti quantitativi dovranno c~sere au:11en1ati:
-
-
del 10% per le pistole. fucili e moschclli, fucili mi1raglia1ori, murogliatrici e monai; del 100% per il cannone da 47/32 mod. 35 e per il cannone da 65/17. Per fn,ioni di mese l'aumento dovrà essere ragguagliato a decadi. È in facoltà del comandante di corpo d'armata di aumeniare secondo le ~ingole esigenze , quantita1iv1 sopra indicali. che ~onn sta1i calcolali m base alla macdia delle esigcn,c normali.
OrRani centrali e Servizi territoriali (armi 30)
481
A seconda dell 'enlilà e del tipo del guasto, le riparazioni alle armi possono essere eseguite: presso le compagnie o altri reparti che hanno in dotazione le armi; presso le officine reggimentali a cura del capo armaiuolo; presso la direzione di artiglieria del corpo d'armata; presso la fabbrica d'armi di Temi e la sezione staccala di Gardone Valtrompia, secondo il tipo dell'arma da riparare. La spesa per le riparazioni è a carico di chi ha prodotto il guasto, se si tratta di incuria: in lutti gli altri casi è sempre pagata dal corpo, anche se le riparazioni avvengono a cura di Enti superiori. Le tariffe per le riparazioni sono contenute in apposito tariffario aggiornalo al 1° luglio di ogni anno. Le varie tariffe sono contraddistinte da lettere a seconda del tipo di materiale, e inoltre sono indicate con la lettera D se si tratta di riparazioni di competenza delle direzioni, e con la lettera F se sono di competenza della fabbrica d'anni; nessun contrassegno è apposto alle riparazioni di competenza dei corpi. In particolare: a) presso le compagnie si eseguono semplici sostituzioni di parti del fucile mod. 91 (prelevando i pezzi di ricambio presso il Comando di battaglione) e per fucili mitragliatori e mitragliatrici (con le parti esistenti nelle cassette accessori e parti di ricambio). Le compagnie non dispongono di personale specializzato, e le sostituzioni sono eseguite sotto la responsabilità del comandante da "militari che ne abbiano la necessaria capacità"; b) presso i corpi (capo armaiuolo) si eseguono le riparazioni che non richiedono cognizioni e met:zi speciali, e come tali nel tariffario non sono indicate né con la lettera D né con quella F; c) a cura delle direzioni sono eseguile riparazioni più complesse, indicate nel tariffario con la lettera D; d) a cura della fabbrica d'armi sono eseguile le grosse riparazioni indicale con la lettera F (a Temi, per i fucili 91, le mitragliatrici e i fucili mitragliatori; alla sezione di Gardone Val Trompia, per le pistole e la maggior parte dei moschetti mod. 91 e 91 T.S.). A parte la loro rispondenza cd cfficicnt:a, i nuovi materiali che entrano in servizio nel periodo consideralo sono numerosi, specialmente nel 1935. Con Circ. n. 915 del 29 novembre 1934 l'elmetto metallico tipo guerra mondiale (da definire senza retorica glorioso), è sostituito con quello mod. 33 tuttora (1990) in uso, giudicato "esteticamente diverso e di maggiore efficienza protettiva". Nel 1935 e 1936 sono stabilite le denominazioni delle nuove armi portatili, bombe a mano, artiglierie e mortai e relativo munizionamento (Circ. n. 740 del 18 settembre 1935 e n. 647 del 19 agosto 1936),68
68
G.M. 1935.
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Ferruccio Botti
7. Servizio materiali del genio
69
Nessuna variante ai compiti del Servizio. Gli organi territoriali del genio fanno capo alla direzione generale del genio presso il Ministero della guerra, articolata in: ufficio coordinamento, divisione lavori, divisioni materiali, divisione demanio, ufficio amministrativo, ufficio progetti. Per la parte tecnica la direzione generale si avvale clell'lspettorato del genio, al quale il citato R.D. 28 settembre 1933, n. 1340 assegna le stesse attribuzioni di quello di artiglieria, e, in particolare stabilisce che l'Ispettore del genio "ha alla sua dipendenza diretta il servizio degli specialisti del genio". Inoltre, sulla base della successiva circolare n. 635 in data 23 novembre 1933: I. - L'Ispettore del genio esamina cd esprime il parere sui progetti definitivi ed esecu1ivi circa le opere di fortificazione, i campi di liro ed i lavori di competenza degli uffici delle fortificazioni e dei corpi per i quali non sia sufficiente, per disposizione di legge o di regolamento, il parere dei comandanti del genio. Analogamenle esamina ed esprime il parere sulle perizie riguardanti espropriazioni od acquis ti di immobili per usi militari e sulle questioni relative ali 'imposizione di serviti:, militare. 2. - Esercita azione di vigilanza sul personale militare e civile dell'arma e rassegna al ministero della guerra le proposte riflcncnti l'impiego del personale stesso.70
Per la parte telecomunicazioni, in aderenza al principio della «smilitarina7ione» dell 'organi77a7ione della na7ione per la guerra con legge 29 gennaio 1940, n. 281 viene costituito un comitato per le telecomunicazioni (C.T.) il cui presidente non è un militare ma il Ministro per le comunicazioni. Le esigenze militari vi sono comunque ben rappresentate: ne fanno parte, tra gli altri, due membri per ciascun Ministero militare, e inoltre un rappresentante dell ' ufficio del Capo di Stato Maggiore Generale, della commissione suprema di difesa e del comitato di mobilitazione civile. Alle dirette dipendenze del presidente funziona una segreteria retta da un generale o ammiraglio, con il compito di studiare le questioni, raccogliere tutti gli elementi relativi alle questioni stesse da sottoporre al C.T., e notificare agli interessati le decisioni.
Evoluzione degli organi direttivi ed esecutivi Con legge 3 aprile 1933, n. 28771 i Comandi del genio (con ufficio fortificazioni) diventano 13 e gli stabilimenti rimangono invariati: è previsto anche il Servizio specialisti del genio costituito nel 1926 (vds. capitolo V), ma non comprende - come avveniva per il servizio tecni-
69
M.G .. Esercito anno XVJ/ (Cit.), pp. 241-248. G.M., 1933, p. 2319. 1 1 lvi, pp. 887-888.
10
Organi centrali e Servizi territoriali (anni 30)
483
co di artiglieria già nel 1926 - gli stabilimenti del genio. L'ordinamento 1934 conferma i 13 comandi del genio e prevede un Servizio studi ed esperienze del genio (e non più specialisti del genio), comprendente: - una direzione superiore; - un istituto militare superiore delle trasmissioni (Roma); - una officina radiotelegrafica ed elettrotecnica (Roma); - una officina di costruzioni del genio militare (Pavia); - centri di studio del genio. Nel 1935 (R.D. 31 ottobre 1935), n. 2233)72 l'officina radiotelegrafica ed elettrotecnica di Roma cambia la sua denominazione in officina militare delle trasmissioni. Nel 1936 (R. D. legge 4 giugno 1936, n. 1251) gli uffici fortificazioni mutano la loro denominazione in uffici lavori genio militare, conservando inalterati i loro compiti. La circolare n. 899 in data 25 novembre I 936 prevede 13 uffici lavori, con alJe dipendenze 13 sezioni staccate e 14 uffici staccati permanenti.73 I Comandi del genio (con relativi uffici lavori) aumentano a 15 nel 1937 e a 16 a fine 1938. Nel 1938 (circolare n. 633 del 7 settembre) sono previsti 15 uffici lavori, con 16 sezioni staccate e 23 uffici staccati permanenti.74 1n analogia a quanto previsto per l'artiglieria, l'ordinamento 1940 prevede (Art. 3) tra gli elementi costituenti l'esercito "l'Arma del genio e il servizio studi ed esperienze del genio". I Comandi del genio con relativo ufficio lavori diventano 18, e gli stabilimenti (che non fanno più parte del servizio studi ed esperienze del genio) sono sempre 2: officina ùdlt: trasmissioni (Roma) e officina ùelh: costruzioni ùel genio (Pavia). Il servizio studi ed esperienze comprende una direzione superiore, un istituto superiore delle trasmissioni, centri di studio. Anche il personale del Servizio studi ed esperienze dell'Arma dal I 934 al 1940 aumenta solo di un colonnello ( da 52 - di cui un tenente generale direttore, 2 maggior generali e 6 colonnelli - a 53). In definitiva, l'evoluzione del Servizio materiali del genio segue le stesse leggi di quella del Servizio di artiglieria: nessun incremento dei Quadri tecnici e nel 1940 cessazione degli stabilimenti dalle dipendenze dell' Ispettore e del direttore superiore del servizio studi ed esperienze, che appunto alla branca studi ed esperienze limita le sue competenze. L'ammissione al predetto Servizio è definitiva e avviene (vds. Art. 16 del citato T.U. del 1938 sul reclutamento degli ufficiali) con norme solo in parte analoghe a quelle previste per il servizio tecnico armi e munizioni. I capitani del servizio studi e esperienze del genio sono tratti dagli ufficiali inferiori dell'Arma che abbiano superato il corso superiore tecnico del genio, al quale sono ammessi per concorso gli ufficiali inferiori dell'Arma che abbiano compiuto con buon esito il corso di applicazione, oppure siano in possesso del titolo di laurea previsto dal re-
n G.M. 1936, p. 60. 73 G . M . IQ36, pp. 1632-1633. 74 G.M. 1938, p. 2246.
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golamento possono concorrere per il passaggio al predetto servizio studi non solo i tenenti ma anche i sottotenenti o capitani (di complemento o effettivi) e agli ufficiali che hanno superato i corsi regolari non è richiesto il titolo di laurea. Riguardo agli stabilimenti del genio, va ricordato che in aggiunta ai 2 previsti dagli ordinamenti 1934 e 1940 alcuni uffici staccati permanenti (come quelli di Peschiera e Pizzighettone) dispongono anche di magazzini e officine per la riparazione e la produzione di materiali. Le competenze relative ai vari tipi di materiali nel 1939 sono così suddivise: a) l'officina di costruzioni del genio militare di Pavia provvede alla costruzione e/o ali 'approvvigionamento presso ditte private di ogni tipo di materiale dell'Arma, escluso il materiale radio; b) l'officina militare delle trasmissioni di Roma provvede alla riparazione e costruzione del materiale radio, e all'approvvigionamento dal commercio del materiale radio che non può costruire direttamente; c) l'ufficio staccato di Peschiera, comprendente magazzini, depositi e officine sparsi su una vastissima zona. provvede alla riparazione dei materiali del genio in genere e delle teleferiche in particolare, oltre che alla produzione diretta di numerosi materiali in legno, ferro e cuoio: d) l'ufficio staccato di Pizzighetlonc, di minore potenzialità rispetto a quello di Peschiera, provvede anch'esso alla riparazione di materiai i del genio e alla produzione di materiali di mascheramento. L'approvvigionamento dei materiali e le commesse all ' industria privata avvengono sulla base c..lelk norme di cui al D.M. 7 l"cbbraio 1935, che approva "i capitolati generali d'oneri per le provviste di materiali del genio militare, tanto se reperibili in comune commercio quanto se da ottenersi con speciali lavorazioni presso l'industria privata con o senza impiego di materie o parti costitutive di proprietà dello Stato".75
8. Servizio chimico militare 76 L'art. 24 dell'ordinamento 1926, che prevedeva un centro chimico militare con una direzione e un gruppo chimico, viene modificato dalla citata legge 4 giugno L934, n. 952, che istituisce un vero e proprio Servizio chimico militare composto da un reparto chimico con annesso deposito territoriale e centri sperimentali staccati, il cui numero e specie sono stabiliti per decreto reale. L'Art. 21 del successivo ordinamento dell'ottobre 1934 conferma l'assetto della legge del 4 giugno e stabilisce che al Servizio chimico siano assegnati un generale di divisione o di brigata (nel 1926, era solo di brigata) e ufficiali superiori e inferiori delle varie Armi e corpi, che come già nel 1926 continuano a far parte delle tabelle organiche dell 'Ar-
1s G.M. I 935, pp. 263-274. 76
Cfr. anche MG, Esercito anno XVll (Cit.), pp. 257-261.
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ma di appartenenza. Il citato decreto del 1934 articolazione interna del Ministro della guerra (Circ. n. 1012)77 prevede che il Servizio sia costituito da una direzione, un Ispcllorc delle truppe chimiche, un reparto chimico. un laboratorio esperienze. Nello stesso I 934 (circolare n. 4606 del 2 luglio) sono costituite le prime 5 compagnie chimiche di corpo d'armala; altre 5 sono cosliluile nel 1935. 3 nel 1936, 1 nel 1937). L'Art. I O del citato R.D. - legge 4 giugno 1936. n. 1251 aumenta l 'importanLa del ServiLio, sostituendo al reparto chimico costituito nel 1934 un reggimento chimico (su 2 battaglioni, di cui il I su 3 compagnie e il li scuola, con I compagnia chimica, una lanciafiamme. una mortai). L'ordinamento 1940 conferma questa riforma (un reggimento chimico, un deposito territoriale, centri sperimentali staccati); nessuna variante anche per il personale. Riassumendo, l'organizzazione raggiunta nel I 939 dal Servizio comprende: a) direzione presso il Ministero, della quale fa parte il laboratorio sperimentale costituito su 5 sezioni (ricerche bellico-chimiche. ricerche speciali, fisiopatologia, collaudi. impianti "semindustriali" del lago di Vico); b) campo sperimentale; c) centri di studi presso alcune Università e alcuni gruppi industriali privati. la cui azione è coordinata dalla direzione del Servizio; d) centro chimico militare con sede in Roma, con alle dipendenze numerosi depm,iti e magazzini e con compiti di approvvigionamento, distribuzione e riparazione dei materiali assimilabili a quelli di un direzione di artiglieria~ d) stabilimenti industriali interamente privati, che in caso di mobilitazione sono alle dirette dipendenze della direzione anche per la parte disciplinarc;78 e) reparti chimici: compagnie chimiche di corpo d'armata, con un plotone per ciascuna divisione e un plotone "L" (lanciafiamme) quale nucleo della compagnia "L" di corpo d'armata; plotoni chimici speciali per divisioni speciali (alpine e motoriL.Late) e per le truppe del presidio di Zara.
9. Servizio trasporti
Generalità L' impostazione del Servizio fino all'inizio della guerra non può essere giudicata serenamente se non si tiene conto dei criteri generali
11
G.M. 1934, pp. 4157-4198.
78
R.D. 1° luglio 1936, n. 1785 e lii rehhrain 1937. n. 1039 (RULDRDD. Non vie-
ne pubblicato il testo dei due decreti, molto probabilmente per ragioni di segretezza.
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Ferruccio Botti
adottati sulla base dell'orientamento strategico ufficiale, cbe privilegia le esigenze della guerra "continentale" sul confine alpino. Quindi: trasporti ferroviari visti come intelaiatura fondamentale, eliminazione del carreggio, motorizzazione di montagna con sempre ragguardevole spazio alle salmerie in ambito reggimento di fanteria e artiglieria divisionale, produzione di mezzi motorizzati speciali per la marcia in terreni difficili, cioè in terreni rotti e accidentati (tra di essi, però, non si considerano il deserto e il terreno tipico dell'Africa Settentrionale). Ciò vale anche per ordinamenti e materiali delle unità corazzate, che dunque rimangono (anche dopo la guerra d'Etiopia) leggeri e adatti ai terreni nazionali poco favorevoli ali 'impiego dei corazzati, seconda la formula di fine anni Venti. Non aiutano un mutamento di indirizzo e di programma, anzi loritardano, la guerra d'Etiopia e quella di Spagna, condotte entrambe in terreni in buona parte difficili che confermano l'utilità delle salmerie e di mezzi leggeri e con caratteristiche adatte alla montagna. Scrive, in merito, il Pugnani: nello stesso anno 1936, in cui ehhe Lerrnine la campagna in Africa, rimasero così disponibili circa un migliaio di carri veloci 33 e 35, proprio mentre stavano formandosi in llalia le prime unità corazzate e motorizzate. i cui carri armati di tipo medio erano ancora in periodo di sperimentazione. Si stabill perciò di distribuire provvisoriamente i carri veloci come meui corazzali leggeri, passando sopra allo scopo principale per il quale questi mezzi erano stati progcuati e costruiti. Con questi provvedimenti venne praticamente sanzionala l' errala credenza che 11 carro veloce fosse il nostro carro armato leggero, mentre era stato studiato e realiu.ato per un diverso impiego Lnostre sottolineature - N.d.a.].79
Almeno per i mezzi corazzati, dunque, dal 1937 in poi non si tratta di errata scelta della formula costruttiva di base (occorre il carro medio e questo è riconosciuto), bens1 di una utilizzazione in mancanza di meglio di mezzi superati e di una realizzazione dei progetti di massima inspiegabilmente lenta, carente e tecnologicamente arretrata. Principalmente per ragioni di "economia" si mantengono inoltre due altri orientamenti tradizionali: riduzione delJe salmerie dei corpi in tempo di pace a un numero praticamente trascurabile che in caso di mobilitazione impedisce di avere personale e quadrupedi addestrati e allenati (si veda, in merito, l'articolo del capitano veterinario Godano sulla Rivista di Fanteria n. 11/1937) e ruolo prioritario assegnato ad automezzi, quadrupedi e carreggio provenienti dalla requisizione (del resto, sia pure in misura diversa ciò avviene anche nei principali eserciti del Continente, a cominciare da quello francese). Nei riguardi della motorizzazione militare, infine, accanto agli er-
79 A. Pugnani, np. rit., p. 109. Cfr anch.- MG, Ffrercitn anno XVII (C'it.) , pp 193-199 e 245-251.
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rati presupposti strategici non vanno trascurati gli inconvenienti che derivano (anche in fatto di disponibilità di conduttori e meccanici e relativi Quadri con coscienza automobilistica) dall'arretratezza del Paese in fatto di motorizzazione. Si legge in un libro del Faldella del 1930: in Italia soprattullo, dove l'automobilismo è ancora in una situazione arretrata, per non dire mortificante, rispetto non agli Stati Uniti, ma alle altre nazioni d'Europa, deve divulgarsi il concetto espresso cosl bene nel monito di Augusto Turati che indica l'automobilismo non pili un fine come venti anni fa, ma un mezzo di lavoro e di produzione.RO
Fatte le debite proporzioni, questo vale anche per il 1940.
Trasporti ferroviari, fluviali e marittimi Come accennato al para. 2, l'ordinamento I 940 sancisce un ordinamento di fatto esistente da tempo, prevedendo (Arl. 36) 6 delegazioni trasporti militari, un ufficio del delegato dei tra.'iporti militari della Sardegna, un numero vario di Comandi militari di stazione, di uffici imbarchi e sbarchi e di biglietterie militari. A tali Enti sono assegnati ufficiali delle varie Armi compresi nelle rispettive tabelle organiche. L'assetto di pace e di guerra dei trasporti militari per ferrovia è definito con il fondamentale R.D. 16 novembre 1939, n. 2167 Regolamento per l'esecuzione dei grandi trasporti m1l1tan (vds. precedente capitolo VI), che rimane in vigore anche nel secondo dopoguerra e definisce norme di dettaglio per i compiti e il funzionamento dei vari organismi in tempo di pace e all'emergenza. L'importante materia dei trasporti marittimi - fin dalla grande guerra, decisiva per i rifornimenti delle truppe oltremare - riceve una prima definizione in coincidenza con la guerra d'Etiopia con il R.D. legge 19 settembre 1935, n. 1836 che assegna al Ministero delle comunicazioni le competenze per l ' organizzazione e l ' esercizio del naviglio da traffico, e al Ministero della marina quelle relative alle modalità per la condotta della navigazione e per la difesa del traffico. 81 In occasione della guerra d'Etiopia viene costituito l'ufficio Comando difesa traffico, poi sciolto al termine della guerra e ricostituito nell'agosto 1939. L'ufficio Comando di Difesa Traffico in data I O settembre 1939 forma presso il Ministero della marina il Comando Difesa Traffico (Marico traf), organo tecnico di studio e operativo insieme, al quale corrispondono presso i Comandi Marittimi e nei porti di maggiore importanza gli Uffici Difesa Traffico, che sono alle dirette dipendenze delle
G. Faldella, l'automobilismo in Italia, Torino. Bocca 1930, p. 5. Per ulteriori particolari in merito Cfr. G. Califano // Comando Difesa Traffico: oril(ini, costilllzione e attività fino al 1942, "Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della Marina Militare" n. 3.1988. 80 81
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autorità di marina locale e agiscono in stretta collaborazione con gli uffici operazioni dei Comandi marittimi periferici, ai quali compete la difesa diretta del traffico nelle zone di rispettiva giurisdizione, mentre le forze navali si occupano della difesa indiretta (e in casi eccezionali anche di quella diretta) dei traffici con le colonie e con l'estero. La guerra d'Etiopia spinge inoltre a rinnovare, nel periodo 19341935, parecchi vecchi regolamenti relativi ai trasporti militari in pace, che spesso estendono la loro validità anche al tempo di guerra. Ricordiamo: la Pub. n. 2712 Regolamento per i trasporti militari nelle ferrovie dello Stato - Parte Il trasporti di cose, Edizione 15 maggio 1934 (che riepiloga le nonne di dettaglio anche per il trasporto di merci pericolose e nocive e dedica un capitolo a "disposi?ioni particolari in caso di guerra"); la Pub. n. 2627 Regolamenw nel servizio dei trasporti ferroviari e mariflimi - Parte prima ordinamento del servizio - edizione agosto 1934, che abroga analoghi regolamenti (o loro parti) del 190 I, 1908 e 1925 e indica i principali organi esecutivi (delegazioni trasporti militari, Comandi militari di stazione. uffici militari imbarchi e sbarchi, commissari di bordo); la Pub. n. 2807 Regolamenco sul servizio dei trasporti fnrnviari e marittimi - Parte /I trasporti ferroviari - edizione febbraio 1935 (che abroga il Regolamento sul servizio dei trasporti per ferrol'ia e sulle navi - Parte I - trasporti per ferrovia in tempo di pace - edizione 190 I).
Il Servizio automobilistico: evolutione degli organi direttivi ed esecutivi. Come già si è visto (para. I) il vertice dell'automobilismo militare è rappresentato dall'ispettorato del materiale automobilistico costituito nel 1934, che nel 1936 diventa Ispettorato della motorizzazione e nel luglio 1940 si trasforma in direzione generale della motorizzazione. Competono all'Ispettorato (poi direzione): gli studi, le ricerche e le esperien.le su meu:i e materiali; la compilazione delle direttive tecniche per la conservazione, manuten.lionc e riparazioni dei materiali, delle istruzioni riguardanti il servizio automobilistico, delle direttive per la visita, rivista e requisizione degli autoveicoli; le ispezioni tecniche; le commesse ali' industria privata e le predisposizioni per la mobilitazione militare e industriale dei materiali. L'ordinamento 1934 prevede un serviLio tecnico automobilistico e 13 centri automobilistici (sempre al li vello di corpo d •armata). I centri automobilistici sono composti da un Comando, un deposito e un gruppo o una compagnia automobilistica. Nello stesso anno 1934 (R.D. legge 16 aprile 1934, n. 384)82 sono emanate nuove e più severe norme per il reclutamento dei Quadri del servizio tecnico automobilistico, che però non formano ancora un ruolo a parte. Nel 1935 (R.D. - legge 31
s2 G.M. 1934, pp. 1419-1422.
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ottobre 1935, n. 2233 e R.D. 27 dicembre 1935, n. 2171)83 la denominazione di Servizio automobilistico militare è sostituita con Automobilismo militare e viene finalmente creato - con ruolo a parte - un corpo automobilistico suddiviso in ruolo comando e ruolo mobilitazione. Secondo l'Art. 16 del citato T.U. approvato con R.D. 14 marzo 1938, n. 596 il reclutamento degli ufficiali del Servizio tecnico automobilistico viene effettuato, in base a concorso: a) tra i capitani e i tenenti di artiglieria, del genio, del corpo automobilistico (provenienti dall'artiglieria o dal genio) che abbiano compiuto con buon esito i corsi di applicazione di artiglieria e del genio; b) tra i capitani e tenenti delle varie Armi e del corpo automobilistico in possesso di laurea di ingegneria, in chimica pura o industriale, in matematica o in fisica, oppure che abbiano superato tutti gli esami di profitto prescritti per le predette discipline universitarie. Gli ufficiali concorrenti devono aver prestato determinati periodi di servizio. l vincitori del concorso sono nominati "aggregati al Servizio tecnico automobilistico" e in tale veste devono superare un periodo di esperimento pratico di 18 mesi. Gli idonei sono definitivamente assegnati al Servizio tecnico automobilistico man mano che si creano delle vacanze. Per quanto riguarda il corpo automobilistico, ai sensi dell'Art. 13 del citato T.U. del 1938 i posti annualmente vacanti nei gradi di subalterno in servizio permanente sono assegnati, con le norme stabilite dal regolamento e nella proporzione fissata dal Ministro della guerra: a) in parte ai subalterni in servizio permanente delle varie Armi, provenienti dai corsi regolari o dai subalterni di complemento; b) in parte ai sottotenenti provenienti dalle varie Armi, assegnati alle unità automobilistiche; c) in parte ai sottotenenti provenienti dai sottufficiali comandanti di squadra automobilisti appartenenti alle unità del corpo automobilistico e/o dai sottufficiali specializzati automobilisti. Gli ufficiali di cui alla lettera a) per essere trasferiti nel corpo automobilistico devono aver frequentato con esito favorevole un corso d1 tre mesi. Gli ufficiali di cui alla lettera b) devono provenire dalle scuole militari o essere licenziati dagli istituti d'istruzione media di secondo grado, superare apposito concorso per titoli ed esami e avere due anni di anLianilà da ufficiale di complemento. I sottotenenti di cui alle lettere a) e b) conseguono il grado di tenente - sempreché prescelti per l'avanzamento - dopo due anni di an1.ianità nel grado e dopo aver compiuto con esito favorevole i casi di applicazione stabiliti dal regolamento. I sottufficiali di cui alla lettera c) per conseguire la nomina a sottotenente devono: aver compito almeno 7 anni di servizio, dei quali almeno 4 presso reparti automobilistici od officine automobilistiche, oppure presso reparti carristi o bersaglieri; essere stati designati dalle autorità gerarchiche; aver frequentato, con esito favorevole, un corso pratico di accertamento della loro capacità professionale. Nel maggio 1936 sono diramate le TahPIIP grndunli P numeriche di formazione di pace dell'automobilismo militare. che con varianti non so-
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stanziali del settembre 1936 e gennaio 1937 rimangono in vigore anche durante la guerra. Ogni centro automobilistico comprende un Comando, 1-2 gruppi automobilistici (ciascuno su 2-3 compagnie), un ufficio materiali gruppo C, un numero vario di depositi principali e succursali. L'unità di base è la compagnia automobilistica, composta da Comando e 3 autosezioni ( 1 leggera e 2 pesanti) oppure da 4 autosezioni (1 leggera, 2 pesanti e 1 autocarrette). Il Comando di compagnia ba 1 ufficiale (Comandante di compagnia) 3 sottufficiali e 32 militari di truppa, con 3 autovetture, 2 autoambulanze, 1 autobus, 2 carri rimorchio. L'autosezione ha 1 ufficiale subalterno e 32 militari di truppa con 24 automezzi. I depositi, alle dirette dipendenze dell'ufficio materiali, fungono da centri di mobilitazione e a mezzo dell'officina provvedono alle medie e piccole riparazioni degli automezzi del centro e di quelli dei corpi e Enti del presidio sprovvisti di officina. Si distinguono in tipo A (con dotazione di automezzi non superiore ai 300 autoveicoli) e tipo B (con dotazione di automezzi superiore ai 300 autoveicoli). Per l'inquadramento, la gestione tecnica e la manutenzione degli automezzi della divisione motorizzata è previsto un autof?ruppo per divisione motori:::zata, composto da Comando autogruppo (con autofficina), 1 autoreparto pesante (su 5 autosezioni pesanti, di cui 2 con rimorchi biga per trasporto quadrupedi), I autoreparto autocarrette (su 5 autosezioni), II autoreparto autocarrette (su 4 autosezioni auto carrette e I mista), 111 autoreparto autocarrette (su 4 autosezioni autocarrette e 1 autosezione leggera divisionale), per un totale di 5 autovetture, 116 autocarri pesanti. 35 leggeri, 312 autocarrette, 12 autobotti, 4 autofurgoncini, 2 autofrigoriferi, 10 autoambulanze, 5 autofficine, 6 autobus, 40 rimorchi biga. I centri automobilistici diventano 14 nel 1937 e 15 con il citato R.D. legge 5 settembre 1938, n. 1554, che crea anche un centro studi della motorizzazione. A mente del R.D. - legge 22 dicembre 1838, n. 2095 (Art. 8) l'automobilismo militare comprende un Servizio tecnico automobilistico, 16 centri automobilistici, un numero vario di gruppi automezzi. Infine, l'ordinamento l 940 (Art. 19) prevede un corpo automobilistico e un servizio tecnico automobilistico. Fanno parte del corpo automobilistico 18 centri automobilistici, un numero vario di gruppi automobilistici, un 'officina automobilistica del Regio Esercito (Bologna) con sezione staccata a Piacenza e un ufficio autonomo degli approvvigionamenti automobilistici (Torino). Il Servizio tecnico comprende una direzione superiore e un centro studi della motorizzazione (Roma). Riguardo al personale, l'ordinamento 1934 prevede 41 ufficiali del Servizio tecnico (di cui un maggior generale Ispettore e 4 colonnelli) e ufficiali delle varie Arrni e corpi, ancora compresi nelle rispettive tabelle organiche in numero non precisato (nell'ordinamento I 926 erano 213 ). Il R.D. del 3 I ottobre 1935 che costituisce il corpo automobilistico non
s.1 G.M.
1936. pp.20-22 e 58-62.
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apporta varianti al numero dei componenti del Servizio tecnico, mentre per il nuovo corpo sono previsti 385 ufficiali effettivi, di cui 321 del ruolo comando (con 4 colonnelli) e 64 del ruolo mobilitazione. La legge 26 luglio 1939, n n. 1131 prevede per il ruolo comando 400 ufficiali (di cui 11 colonnelli), che diventano 564 (con un generale di brigata capo del corpo e 14 colonnelli) con l'ordinamento l 940. Quest'ultimo ordinamento lascia invariato il numero degli ufficiali del Servizio tecnico (4 I), prevedendo però un aumento dei gradi più elevati: 1 tenente generale direttore, 2 maggiori generali, 5 colonnelli. Le norme per l'assegnazione e l'impiego degli automezzi sono fissate dalla circolare dell'Ispettorato n. 638 del 23 novembre 1933.84 Nel 1940 gli elementi più importanti che costituiscono l'intelaiatura della motorizzazione militare sono il centro studi della motorizzazione, i centri automobilistici e gli stabilimenti automobilistici, dei quali è opportuno prendere in esame più nel dettaglio compiti e fisionomia organica all'inizio della guerra. Il centro studi della motorizzazione di Roma tratta le questioni riguardanti lo sviluppo dell'industria automobilistica in Italia e all'estero, studia le caratteristiche dei nuovi materiali, ne elabora i relativi capitolati tecnici e ne omologa i prototipi, provvede all'esame e alle prove sperimentali dei materiali, organizza il corso superiore automobilistico e i corsi di carattere tecnico. È articolato su 3 sezioni, di cui le prime due destinate allo studio e alla sperimentazione dei materiali e la terza a carattere tccnico-addestrativo. I centri automobilistici - vero perno del sistema - sono al tempo stesso organi di impiego, di mantenimento, di addestramento e di mobilitazione, con i seguenti compiti particolari (riferiti al corpo d'armata di appartenenza); - trasporti automobilistici in tempo di pace per le esigenze di carattere generale; - riparazione, per mezzo della dipendente officina, degli automezzi in dotazione e in parte anche di quelli dei reparti del rispettivo corpo d'armata; - corsi di addestramento per ufficiali delle varie Armi e specialità e corsi di addestramento e specializzazione per sottufficiali e truppa; - rifornimento di determinati materiali ai reparti motorizzati e al corpo d'armata; - predisposizioni di mobilitazione e accantonamento dei materiali nei rispettivi magazzini. Per le divisioni motorizzate nel 1940 sono sempre previsti gruppi autonomi con funzioni analoghe a quelle dei centri, composti da un comando, un ufficio materiali con officina e 3 autoreparti, un deposito autoveicoli. Ai predetti autogruppi con R.D. - legge 21 giugno 1938, n. 96985 è conferita la piena autonomia amministrativa prevista per i corpi. 84G.M. 1933.pp. 2327-2338. ss G.M. 1938, pp. 1897-1900.
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L'OARE-officina automobilistica R. esercito di Bologna (stabilimenti di S. Vitale e Alberoni, con sezione staccata di Piacenza) ha molteplici compiti :86 - riparazioni di tutti i tipi di automezzi in dotazione all'esercito, direttamente oppure mediante contratti con ditte civili; - lavorazione di materiali di esperimento e di materiali vari che per ragioni di riservatezza l'amministrazione non intende affidare a ditte private; - approvvigionamento per tutto l'esercito dei materiali per l'impianto e il funzionamento delle officine; dei carburanti e lubrificanti (compresi i depositi di piccola o media capacità), delle gomme e parti di ricambio; - corsi per ufficiali destinati a dirigere parchi e officine e relativi sottufficiali specialisti; - custodia di dotazioni per la mobilitazione (macchinari per officina, attrezzi e parli di ricambio). La sezione staccata di Piacenza ha una duplice funzione: di deposito (per autoveicoli, motomczzi e biciclette. parti di ricambio, carburanti e lubrificanti) e di Ente per la ripara7ione dei materiali automobilistici e delle biciclette. L'ufficio autonomo approvvigionamenti automobilistici R. esercito, con sede in Torino, è competente per: - definizione e esecuzione dei contratti relativi alle forniture degli autoveicoli, dei motomezzi, delle biciclette e dei materaili automobilistici vari; - sorveglianza delle lavorazioni interessanti le forniture iu corso di espletamento; - collaudo dei materiali forniti; - ricovero dei materiali e successiva spedizione ai vari enti delJ 'esercito; - sorveglianza delle riparazioni di automezzi presso ditte civili.
Utilizzazione dei mezzi civili in caso di mobilitazione
Lo strumento legislativo primario è sempre il Testo Unico delle leggi sulle requisizioni dei quadrupedi e dei veicoli per le tre forze armate, approvato con R.D. 11 dicembre 1927, n. 2598 e modificato con R.D. 21 marzo 1929, n. 680 (vds. capitolo V). Con R.D. 13 luglio 1939. n. 167487 sono apportale al Testo Unico ulteriori modifiche, che tendono sempre a rendere le operazioni di requisizione più sollecite e scorrevoli e al tempo stesso mirano a reprimere con maggiore severità i tentativi 86 Su stabilimenti e loro compiti Cfr. R.D. 5 settembre 1935. n. 1717 (G.M. 1935, pp. 2857-2858) e circolare n. 806 in data 13 novembre 1935 (G.M. 1935, p. 3070). k 7 G.M. 1939, pp. 2806-2816. Cfr. anche Requisizione quadrupedi e veicoli
per R. E.,·PrCÌ/o. R. Marina. F.. APrnnautif'a P MVSN (TP.<tn 1/nirn
giornato a furto aprile 1939). Parma, Casanova 1939.
I'
rPgnlnmentn n g-
Orxani centrali e Servizi territoriali (anni 30)
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illeciti di sottrarre i mcui alla requisizione. Il quadro generale nel quale avvengono le requisizioni è quello - valido per la requisizione di tutti i generi e materiali - definito dalle Norme per la disl'iplina delle requisizioni (Pub. n. 3316 - ed. 1940), la cui compilazione era già prevista dalJa legge del 1925 sull'organizzazione della na1,ione per la guerra (vds. capitolo IV). Fino al 1937, la politica di incentivi alla prodULione di automezzi civili adatti anche alle esigenze militari e da requisire in caso di mobilitazione si basa sul sistema (introdotto negli anni Venti) delle incentivazioni fiscali per chi acquista automezzi con determinate caratteristiche, provvisti a cura dell'autorità militari di "brevetto di conformità". Alla legge del 1932 sull'incremento dell'automobilismo pesante fanno pertanto seguilo il R.D. 21 settembre 1933, n. 1449,88 che fissa nel dettaglio le caratteristiche tecniche degli autoveicoli per i quali è concessa l'esenzione della tassa di circolazione, e il R.D. 5 febbraio 1934, n. 239, 119 con norme aggiuntive per le trattrici agricole. In aderenza a quanto prcscriuo dai predetti decreti, con circolare n. 847 del 30 ottobre 1935 è dirnmalo l'elenco dei tipi di autocarri pesanti e di trattori agricoli che possono ottenere il brevetto di conformità. 90 Questa politica basata sull'incentivazione degli acquisti volontari degli automezzi indicati dà modesti risultati, perché per ragioni di bilancio il risparmio effettivo da parte delJ 'acquirente rimane tale da non compensare la rinuncia a talune caralteristiche di economicità di gestione dei veicoli. Nel 1937 sono quindi emanati nuovi provvedimenti che impongono all'intera industria civile la produzione di veicoli con determinate caratteristiche unificate. In particolare, dopo laboriose trattative interministeriali iniziate nel 1936, il R.D. - legge 14 luglio 1937 n. 1809 (Artt. I e 2)91 dà facoltà al Ministro delle comunicazioni di emanare norme per disciplinare "le caratteristiche di ingombro, peso, portata, prestazione e facilità di circolazione degli autoveicoli e dei rimorchi di nuova costruzione, nell'intento di adeguarli ai vari casi di utilizzazione, e di ridurre la varietà dei loro organi essenziali". In questo quadro, il successivo D.M. 8 novembre 1937, n. 48969 2 stabilisce le Norme costrullive per gli auto<'arri, autobus e rimorchi di nuova cosrru::::ione di tipo unificato che prevedono due soli tipi di mezzo, ambedue con non più di due assi e ingombro trasversale non superiore a m 2.35 (I O tipo: autoveicoli con motore a iniezione di peso massimo a pieno carico di 120 quintali e 2° tipo: autoveicoli con motore a iniezione o a carburante di peso massimo e a pieno carico di 65 quintali se autocarri, di 68 quintali se autobus). Al 1° tipo corrisponde l'autocarro pc-
G.M. 1933. pp. 2289-2295. G.M. 1934, pp. 639-640. 90 G.M. 1935, PP- 3050-3051. 91 G.M. 1937. pp. 2562-2564. 92 A. Pugnani, Op. l"it., allegato 36. 88
89
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sante (attuale ACP) con 65 quintali di portata e velocità non inferiore a 45 km/h (38 km/h con rimorchio da 12 tonnellate) e al 2° tipo I 'autocarro medio (attuale ACM) con portala fino a 30 quintali e velocità non inferiore a 60 km/h. La riduzione del numero dei tipi - nota il Pugnani - viene raggiunta indirettamente e solo per effetto dello scarso numero delle industrie private coslruttrici.93 I tipi di automezzi effettivamente prodotti sono 5 pesanti e 6 medi, cioè pur sempre troppi: MARCA FIAT LANCIA ALFA ROMEO O.M. ISOTTA FRASCHINI BIANCHI
ACM
ACP
626 Esa-Ro 430 Taurus D.65 Miles
666 3-Ro 800 Ursus D.80
-
La limitazione del numero di parti di ricambio viene raggiunta con provvedimenti che favoriscono l'intercambiabilità dei particolari e dei complessivi costruiti dalle varie ditte. Le misure per l'unificazione sono concordate tra le ditte costruttrici e le Amministrazioni dello Stato nell'ambito della <"ommissione tecnica di unificazione nell'automobile (C.U.N.A.), della quale fanno parte anche rappresentanti dcll'Ammi nistrazione militare. La C.U.N.A. compila tabelle tecniche di unificazione che i costruttori dapprima si impegnano spontaneamente a rispettare a titolo sperimentale, e che in un secondo tempo, se accolte dall'U.N.A. (Unificazione Nazionale Industria) sono rese obbligatorie. Tutti questi provvedimenti danno modesti risultali: infatti, come si è visto nel precedente capitolo VI trattando il Servizio automobilistico nell'ambito della dottrina logistica, si è costretti a specializzare gli stabilimenti territoriali assegnando a ciascuno gli aulomeai di una determinata casa costruttrice e non secondo altri parametri più razionali.
Cenni sugli orientamenti la produzione di materiali automobilistici militari 9 4 Nel campo del materiale, l'orientamento di fondo è verso la produzione di mezzi adatti alla marcia fuori strada e all'impiego in terreni difficili o montani: ancora una volta, si deve sottolineare che le particolari caratteristiche del terreno dell'Africa Settentrionale sono tenute poco o nulla in considerazione.
9J
94
Ivi, p. 349. /vi, pp. 320-365.
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MOTOCICLI: a partire dal 1934 il materiale di tipo antiquato a telaio rigido è sostituito dal tipo a telaio elastico con motore di 500 mc (prima Guzzi 500. poi Bianchi e Gilera), monoposto e successivamente biposto, con un modello più perfezionato (Guzzi Alce) prodotto a partire dal 1938. Sono anche adottati mezzi di trasporto derivati (motocicli Guzzi e Benelli e motocarro Trialce) a tre ruote. AUTOCARRI PER LA MARCIA IN MONTAGNA: come già visto (vds. capitolo V) a partire dal 1927 viene sviluppato un veicolo da adibire al rifornimento delle truppe in montagna con carico utile di 800 kg e adatto per le carrarecce montane e le buone mulattiere (autocarretta mod. 32). Dal 1935 al 1937 il veicolo viene migliorato aumentandone la carreggiata (e quindi la stabilità) e la velocità, con gommature pneumatiche e velocità massima 45 km/h. Il tipo 36 P può trasportare 10 uomini oltre al conduttore; il tipo 36 M è concepito per il trasporto di materiali; il modello 37. anch'esso riservato al trasporto di materiali, impiega gommature semipneumatiche e ha velocità massima minore (40 km/h). AUTOCARRI PER LA MARCIA IN TERRENO VARIO: nel 1933 viene realizzato l'autocarro 612 o "dovunque 33", con motore a benzina di 45 HP, portata utile su strada kg 2500 e fuori strada kg 2000, capacità di trainare in terreno vario anche un rimorchio da kg 2000, velocità massima 47 km/h. Nel 1935 sul mezzo viene montato un motore di maggior potenza (lo SPA 18, montato anche sul trattore TL 37 e l'au tocarro SPA 38 R) e la nuova versione assume la denominazione di "dovun4ue 35". TRATTORI PER ARTIGLIERIE: sono perfezionati, con nuovi modelli, ambedue 1 tipi di trauori studiati e realizzati negli anni Venti (trattore Pavesi mod. 26 e mod. 30 per il traino delle artiglierie pesanti campali; trattore leggero T.L. 31 per il traino delle artiglierie da campagna deJle Grandi Unità motorizzate e celeri). L'ottica prevalente è di migliorare la velocità per il traino su strada: viene dapprima realizzato il trattore leggero TL 37, a quattro ruote motrici e indipendenti, in grado di raggiungere su strada la velocità di 40 km/h e pcrtanto dotato di telaio rigido (e non snodato come il modello precedente, che privilegiava la marcia fuori strada). Con la stessa formula costruttiva è realizzato il trattore medio TM 40, dopo un concorso tra le ditte costruttrici che presentano modelli fissati da un capitolato tecnico compilato dal centro studi della motorizzazione. Infine, per il traino del pezzo da 75/18 e relative munizioni in montagna è realizzato il trattore cingolato 708 CM. derivato dalla trattrice agricola FIAT 700. Per il traino delle artiglierie pesanti e degli equipaggi da ponte è introdotta in servizio la trattrice pesante Breda 32, con motore a scoppio di 84 HP, portata 3500 kg, peso rimorchiabilc 10 t, gommatura semipneumatica. Durante il 1939 la trattrice mod. 32 viene migliorata dotandola di un motore diesel di maggiore potenza e di gomme pneumatiche a larga sezione (trattrice pesante mod. 40). AUTOCARRI LEGGERI. MEDI E PESANTI: Nel campo civile l'autocarro leggero (con portata non superiore ai 1500 kg) è poco dif-
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fuso; viene pertanto adottato all'inizio degli anni Trenta l'autocarro Fiat 618 CM con portata di 1300 kg, che utilizza molti particolari (motore, gruppi di trasmissione) dell'autovettura civile Fiat 518 (Ardita) e risponde solo in parte ai requisiti militari. Solo nel 1938 viene adottato un autocarro leggero espressamente progettato per le esigenze militari (lo SPA L/39), con portata di 1000 kg. Nel settore degli autocarri medi lo SPA 25 C/10 è sostituito dallo SPA 38 R, con motore a benzina di 56 HP e portata di 2500 kg. Sull'autotelaio del mezzo è montata tutta la serie dei veicoli speciali derivati per impiego logistico (autoambulanza, autofrigorifero, autofficina mod. 37, autobus ecc.). Nel campo degli autocarri pesanti, il Ceirano 50 degli anni Venti viene sostituito da nuovi modelli con motore a gasolio (dapprima il Fiat 633 N.M. e subito dopo il Lancia Ro): quest'ultimo mezzo rimane in servizio fino agli anni 60 e rappresenta per diversi anni il tipo di autocarro pesante classico militare, con portata utile di 5000 kg e prestazioni ritenute soddisfacenti anche in Africa Settentrionale.
I O. Servizio di amministrazione
95
Evoluzione della struttura periferica del Servizio
Rimane valido il regolamento di amministrazione 1927, con modifiche nelle attribuzioni degli organi direttivi e nelle modalità di attuazione delle sue norme fondamentali che riguardano soprattutto due livelli: quello di corpo d'armata territoriale e quello di reggimento/corpo. A tal proposito, va ricordato che il Servizio di amministrazione propriamente detto nasce solo nel I 940 e limitatamente al tempo di guerra (vds. capitolo VI), e che quindi le direzioni di amministrazione sono previste solo per il tempo di guerra e nell'esercito mobilitato. Dal punto di vista strettamente amministrativo e contabile, di grande rilievo è il R.D. 28 settembre 1934, n. 1635, perché realizza compiutamente le esigenze di autonomia - più che di decentramento - degli organi periferici già emerse ancor prima degli anni Venti.96 Infatti: a) il predetto decreto non decentra le attribuzioni dì indirizzo e controllo generale degli organi centrali (che rimangono proprie dal Ministero), bensì concede ai Comandi di corpo d'armata un maggiore grado di autonomia e quindi un maggiore ruolo anche nel campo amministrativo, assegnando loro funzioni esecutive ancora impropriamente assolte dallo stesso Ministero; b) questo obiettivo è realizzato principalmente con l'abolizione del-
9 .~
MG, Esercito anno XV/l (Cit.), pp. 223-227 e 279-283.
Sui riflessi amministrativi del decreto Cfr. L. Candela, Art. cit., "Rivista di Conunissariato" n. 47 /1938, e F. Saccoroni, L" ordinamento militare de/l'esercito in seguito ali' ultima riforma valuta del regime, "Rivista di Commissariato'' n. 1/1935. 96
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la carica e delle funzioni di Ispettore amministrativo territoriale, e con l'attribuzione agli stessi Comandi di corpo d'armata della responsabilità di assicurare il regolare e armonico svolgimento dei servizi decentrati della rispettiva circoscrizione, con ampia facoltà d'iniziativa e di de-
cisione; c) viene a cadere per il comandante di corpo d'armata anche l'obbligo di richiedere il preventivo parere dell'Ispettore amministrativo territoriale per determinate materia (approvazione dei contratti, degli atti di transazione superiori a L.20.000 ecc.), imposto dal R.D. - legge 15 ottobre 1925 n. 2253, che nei casi in cui il comandante stesso non ritenga di accogliere il parere. configura (Art. I O) una vera e propria "limitazione a decidere"; d) il decentramento delle funzioni esecutive viene esteso, e non rimane più limitato alle funzioni di amministrazione generale, ai Servizi di commissariato e a poche altre questioni; e) come mezzo, ausilio e guida per la razionale trattazione della materia decentrata valgono - se richiesti - i pareri degli organi tecnici e amministrativi, e soprattutto le direttive che a mente del predetto decreto del settembre 1934 il Ministero è tenuto ad emanare per ogni ramo del servizio; f) la costituzione di un ufficio amministrativo presso i Comandi di corpo d'armata intende fornire ai Comandi stessi lo strumento necessario per tradurre in atto la loro autonomia e il loro maggior ruolo in campo amministrativo. Al tempo stes:,o, con la prese1na presso il preuellu ufficio di funzionari civili e ragionieri dell'Amministrazione centrale si assicura un indirizzo amministrativo e finanziario uniforme, facendone un embrione delle future direzioni di amministrazione territoriali. Le riforme degli anni Trenta sono tutte riflessi primari di questo decreto. lnfatti l'Art. 2, dopo aver concesso ai Comandi territoriali le attribuzioni predette, aggiunge che "analogamente si regolano i corpi nel disimpegno delle attribuzioni di loro spettanza".Con l'abolizione degli Ispettori territoriali, viene altresì a cadere la funzione di sindacato preventivo e di controllo esercitata da quest'ultimi nei loro confronti: si rende pertanto necessario ridefinire organi funzioni e responsabilità anche all'interno dei corpi, e a partire dal 1933 si sperimenta nei corpi la soppressione della carica di capo ufficio amministrazione bilanciata da un coinvolgimento più diretto del comandante. La sperimentazione inizia presso il solo corpo d'armata di Firenze con il R.D. 21 settembre 1933, n. 1285,97 che si ripromette di "ottenere, con minore impiego di personale, una maggiore rapidità di decisione e maggiore semplicità nel funzionamento amministrativo contabile delle aziende corpo". li decreto assegna le funzioni di capo ufficio amministrazione del corpo all'ufficiale superiore (d' Arrna) che esercita le funzioni di gestore, esonerandolo da ogni altra funzione inerente al grado e alla specialità.
97
G.M. 1933, pp. 2043-2044.
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Dopo successive estensioni e proroghe del periodo di esperimento, con il D.M. 4 dicembre 1935 la carica di capo ufficio amministrazione è definitivamente soppressa,9R e al comandante di corpo (Art. I) oltre alle funzioni a lui riservate dalle disposizioni vigenti è attribuita "'la diretta vigilanza [nostra sottolineatura - N.d.a.] sulla gestione amministrativa del corpo, cui deve imprimere un indirizzo razionale ed inspirato a criteri di sana e retta economia, ed il controllo permanente di tutti i servizi, che esplica nel modo che riterrà più opportuno: ciò indipendentemente dalle ispezioni da praticarsi a norma delle relative disposizioni". TI comandante di corpo detiene le chiavi della cassa di riserva ed è personalmente responsabile , secondo la legge e il regolamento per l'amministrazione e contabilità generale dello Stato e senza pregiudizio per le responsabilità altrui: a) degli atti amministrativi riservati dalle norme vigenti alla sua decisione o approvazione, di quelli che egli ha riservati alla sua approvazione e di quelli attuati in casi di urgenza ai sensi dell'Art. 15 del regolamento di amministrazione 1927; b) delle disposizioni impartite nei riguardi della gestione amministrativa del corpo e della vigilanza su di essa esercitata, quindi del mancato o insufficiente controllo sui servizi del corpo; c) di ogni altro alto "dal quale ri sulti la sua personale determinazione". Le attribuzioni prima disimpegnate dal capo ufficio amministrazione del corpo sono attribuite all' ufficiale d'Arma che nel regolamento 1927 (art. 2) esercitava (non a tempo pieno) le funzioni di gestore, che viene denominato relatore, ha incarico esclusivo ed è scelto tra gli ufficiali del ruolo mobilitazione dal comandante di corpo d'armata, su proposta del comandante di corpo. Dal relatore dipendono: a) l'ufficio amministrazione, composto dal direttore dei conti (che in nessun caso può essere nominato relatore) dall'ufficiale pagatore, dal consegnatario del materiale, dall ' ufficiale di matricola, dagli impiegati civili, da personale d'ordine (sottufficiali e militari di truppa); b) la compagnia deposito (o reparto corrispondente); c) l'ufficio mobilitazione. L'ufficiale consegnatario del materiale dipende dal comandante di reggimento per la parte tecnica del servizio e per l' officina reggimentale, e del relatore per la parte amministrativa. In caso di mobilitazione, il relatore e tutti i predetti organi restano alla sede continuando nelle relative attribuzioni. Questa riforma accresce in misura considerevole l' autonomia e le conseguenti responsabililà del comandante di corpo, che nel regola-
98
G.M. 1935, pp. 3224-3227. Sui contenuli del decreto Cfr. anche F. Saccornui,
I 'nrdinnmt'ntn nmmini.<tra.tivn dl'i rnrpi in rappnrtn alla. rifnrma dPI 4 dit'emhrP 1935. "Rivista di Commissariato" n. 4/1936.
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mento 1927 (Art. 15) aveva solo/' alta vigilanza (non la diretta vif?ilanza) sulla gestione amministrativa, non figurava tra i responsabili del denaro e dei materiali di cui ali' Art. 20 del predetto regolamento, non era responsabile della tenuta delle chiavi della cassa di riserva e disponeva quale organo interposto tra di sé e l'ufficio amministrazione - del gestore, che a norma dell'Art. 39 era l'ufficiale superiore più elevato in grado o più anziano che amministrava il reggimento e al quale era affidata una delle chiavi della cassa di riserva. Di non poco conto anche l'espressa disposizione (Art. 6) che in caso di mobilitazione del corpo tutti gli organi direttivi della branca amministrativa rimangono alla sede. Ciò significa che da una parte il corpo in guerra ha organi direttivi scarsi e poco esperti, e dall'altra che nonostante le infelici prove della prima guerra mondiale il suo cordone ombelicale con il deposito è sempre esistente. L'Art. 42 del regolamento 1927 stabiliva invece che l'ufficio amministrazione in caso di allontanamento temporaneo rimaneva alla sede: norma poco chiara (che cosa si intende per "temporaneo"?), ma indicativa di un diverso orientamento. Fino all'aholizione dei consigli di amministrazione nel 1926, il relatore era il principale agente del consiglio che ne curava e controllava la puntuale esecuzione delle delibere. Anche nella nuova versione, il relatore è il principale organo del quale si avvale il colonnello, primo responsabile dell'amministrazione, per realizzare i suoi intendimenti nel campo amministrativo. Al tempo stesso, come mette in evidenza il Saccorotti, istituendo il relatore "si è inteso di evitare il principale incon veniente dell'ordinamento soppresso, che era quello di avere un troppo frequente succedersi di titolari nella carica di gestore, con danno del servizio e dell'erario".99 Per raggiungere i suoi obiettivi, la riforma richiede però una certa disponibilità di personale. Oltre ad un sufficiente numero di ufficiali d'Arma del ruolo mobilitazione aventi i particolari requisiti dall'incarico, secondo quanto previsto dall'Art. 19 del decreto sono anche necessari per parecchi Enti speciali (legioni carabinieri, distretti militari, scuole, ecc.) ufficiali superiori del corpo di amministrazione che assumono l'incarico di vice-relatore, sostituiscono il relatore in caso di assenza e lo coadiuvano specie nel controllo della gestione in materia e in contante e della regolarità della resa dei conti. Come sempre, il personale manca: di qui il D.M. 16 febbraio 1937, 100 con il quale si stabilisce che - fino a quando non saranno disponibili in numero sufficiente ufficiali del ruolo di mobilitazione e/o ufficiali superiori di amministrazione - l'incarico di relatore del reggimento può essere affidato a un capitano d'Arma del ruolo comando, e quello di vice-relatore e di di-
/vi. G.M. 1937, pp. 579-581. Cfr. anche, per le scuole, il D.M. 1 settembre 1938, (G.M. 1938, pp. 2576-2578). 99
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rettore dei conti (anche quest'ultimo dovrebbe essere ufficiale d'amministrazione) a capitani e tenenti. Naturalmente, l'ufficiale relatore anche in questo caso deve essere "possibilmente" esentalo da altri incarichi e avere attitudine alle funzioni amministrative. In conclusione, alla data d'entrata in funzione del decreto del dicembre 1935 (I O gennaio 1936) le principali fun.l.Ìoni amministrative nell'ambito dei corpi sono regolate come segue: a) per l'assegnai.ione dei fondi: il Ministero emette le aperture di credito a favore degli uffici di contabilità e revisione di corpo d'armata (che rimangono e si affiancano ai neo-costituiti uffici amministrativi). Tali uffici distribuiscono i fondi agli Enti militari della circoscrizione; b) per la gestione dei fondi: provvedono i relatori dei corpi; c) per la revisione della contabilità degli Enti della circoscrizione del corpo d'annata: provvedono i rispettivi uffici di contabilità e revisione, peraltro con tendenza ingiustificata ad aumentare gli Enti esclusi dalla loro competenza; 101 d) per la branca materiali: provvedono i relatori a mezzo degli ufficiali consegnatari (1 Comandi d1 corpo d'armata con D.M. 14 giugno 1932 ricevono la delega ad approvare e rendere esecutivi i contatti la vendita dei materiali del gruppo C fuori uso): 102 e) per le ispezioni tecnico-militari e amministrative: provvedono organi ispettivi, con sede presso il Ministero. L'ai.sctto raggiunto dal 1935 al 1938 nell'attribu,ione degli incarichi al livello di corpo prevede sempre e in ogni caso che il relatore, cioè il principale organo direttivo del Servizio, sia un ufficiale non di am ministrazionc. Nel 1939 il Capo del corpo di arnministra.t.:ione colonnello Medoni giudica questo organigramma implicitamente non del tutto soddisfacente, prevedendo che il domani ci conduce inevitabilmenle ver,o due riforme: la prima, quella di affidare la gestione economica delle uiende-cnrpo allo stesso comandante; la seconda quella di mettere a l:llere del comandante in 4ualità di direllore amministrativo. un elemento tecnico che sappia tradurre in alto secondo legge e regolamento (assumendone piena e consapevole responsabilità) i provvedimenti amministrai ivi che il comandante ~lesso deve adollare per i bisogni dell'addeslramento, educa/.ione e disciplina [... j. Esislendo nello stesso esercito il corpo di amministrazione, che possiede I re4uis1ti necessari alla bisogna, il tecnico di cui sopra dovrebbe proficuamenle lrarsi dalle sue fila [e non dagli ufficiali d'Anna N.d.a.1. 101
101 Secondo il D.M. 20 giugno 1936 (G.M. 1936, pp. I 044-1045) la revisione della co111ahili1à per gli Enti automobilistici è d1 competen.1.a di un apposilo ufficio presso l'Tspellorato del materiale automobilistico. Secondo il D.M. 14 sellemhre 1939 (G.M. 1939. p. 2831) la revisione stessa per gli Enti del Servizio chimico è di competenza dell'ufficio amministrativo della direzione del Servizio. 102 G.M. 1932, pp. 1913-1948. 103 MG, F:sercito anno VII (Cit.), p. 283.
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Reclutamento, impiego e disponibilità di personale
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L'ordinamento 1934 prevede un totale di 1001 ufficiali di amministra.t.ione, di cui 8 colonnelli: sensibile quindi l'aumento rispetto al 1926 (939 ufficiali, con solo 3 colonnelli). li grado più elevalo del corpo rimane, per tullo il periodo, quello di colonnello. Per il più anziano di essi - come avviene per gli altri Servizi - l'ordinamento del 1934 ripristina l'incarico di capo del corpo, che regge l'ufficio centrale dei servi.t.i contabili. Il reclutamento riceve l'assetto definitivo - identico a quello previsto per gli ufficiali di sussistenza - con il citalo R.D. - legge 28 gennaio 1935. n. 36. Pertanto a partire dal 1935 in poi gli ufficiali effettivi di amministrazione sono tratti: a) dagli allievi dell'Accademia di Modena che hanno frequentato due anni di corso, scelti per concorso tra i giovani possessori di diploma di istruzione media di secondo grado oppure tra i sottufficiali con due anni di servizio, anch'essi in possesso di diploma e vincitori di concorso; b) oppure direttamente dai sottufficiali, designati dalle autorità gerarchiche e in possesso di determinati requisiti di grado, anzianità di servizio e professionali (sette anni di servizio, ecc.). Con tale decreto si migliora notevolmente rispetto al passato la qualità del reclutamento, richiedendo agli aspiranti ufficiali rc4uisiti analoghi a quelli necessari per le varie Armi. Infatti si prevede il concorso e il titolo di studio di secondo grado per 1 frequentatori dell'Accademia, sottufficiali compresi, e per coloro che provengono dai sottufficiali la percentuale diminuisce da 1/3 a 1/4 (o 4/16), tenendo però presente che di 4uesti 4/16 solo 1/16 viene tratto direttamente dai sottufficiali: tutti gli altri, in possesso di diploma, passano attraverso I' Accademia. Per i sottotenenti provenienti dai sottufficiali è inoltre previsto un periodo più lungo degli altri per la promo.t.ione a lenente (4 anni invece 3), e l'avanzamento è limitato al grado di capitano. li T.U. approvato con il R.D. 14 marzo I 938, n. 596 per il reclutamento e la formazione di base degli ufficiali di amministrazione conferma le precedenti disposizioni e prevede le stesse norme in vigore per gli ufficiali di sussistenza: si rimanda, pertanto, alla parte di questo capitolo precedentemente dedicata agli ufficiali del corpo di commissariato - molo sussistenza. La citata legge 26 luglio 939, che aumenta gli organici degli ufficiali, prevede per il corpo di amministrazione un totale di 1173 ufficiali, con raddoppio dei gradi più elevati rispetto al 1934 (16 colonnelli e 52 tenenti colonnelli, a fronte di 8 e 29). Le attribuzioni principali dei vari gradi sono: a) il colonnello capo del corpo e del! 'ufficio centrale dei servizi contabili è il consulente tecnico dei competenti uffici del Ministero
104 A. Cicchitti. Art. cit .. "Rivista di Commissariato'" n. 3/1935 e N. Riccardi. /\rt. cit.. "Rivista di Commissariato" n. 1/1936.
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per quanto riguarda l'ordinamento dei servizi contabili e il reclutamento, avanzamento e impiego degli ufficiali; b) i rimanenti 15 colonnelli ricoprono l'incarico di capo ufficio di contabilità e revisione presso i corpi d'armata. Uno di essi dirige l 'ufficio di amministrazione di personali militari vari; c) i tenenti colonnelli e maggiori sono impiegati come vice-relatori presso gli Enti speciali prima indicati, e come vice-direttori presso i predetti uffici di contabilità e revisione e l'ufficio di amministrazione personali militari vari. Altri ufficiali superiori sono impiegati presso le direzioni generali del Ministero (in prevalenza presso la direzione generale dei servizi amministrativi e la ragioneria centrale); d) gli ufficiali inferiori assolvono, in grande maggioranza, l'incarico di direttore dei conti presso i corpi. Per quest'ultimo, fondamentale incarico sono previsti 621 capitani e 359 subalterni, che si rivelano ben presro insufficienti. Inevitabile, quindi, il ricorso a misure di recluramento straordinario, adottate con la legge 22 dicembre 1939, n. 2192 105 che prevede il reclutamento straordinario di sottotenenti in servizio permanente tra i subalterni di complemento (delle tre forze armate) in possesso del diploma di ragioniere o di perito commerciale (sono previsti 74 posti per il 1939 e 39 per il 1940). Gli ufficiali così reclutati sono nominati sottotenenti in servizio permanente a una data postenore a quella di nomina degli allievi dell'Accademia, ma non frequentano alcun corso d1 applicazione o di perfezionamento e sono nominati tenenti dopo 3 anni di anzianità di grado (poi ridotti a 2 con la legge 14 ottobre 1940, n. 1519). 106 Come già era avvenuto nella prima guerra mondiale, con quest'ultimi provvedimenti adottati sotto la spinta delle straordinarie contingenze belliche il decreto del 28 gennaio 1935 viene in buona parte svuotato nelle sue finalità selettive, e le maglie del reclutamento sono (inevitabilmente) allargate. Oltre a sostituire al termine "corpo di amministrazione" il termine "Servizio di amministrazione", l'ordinamento 9 maggio 1940 conferma il grado massimo di colonnello (con la carica di Capo del Servizio attribuita secondo le norme della legge di avanzamento) e aumenta considerevolmente gli organici degli ufficiali in servizio permanente. Rispetto alla legge 26 luglio 1939 i colonncll i passano da 16 a 22, i tenenti colonnelli da 52 a 78 e il totale degli ufficiali da 1173 a 1470.
Cenni sulla regolamentazione La regolamentazione di base degli anni Venti (Testo Unico di cui al R.D. 2 febbraio J 928, n. 263) è integrata (per la parte più propriamen-
IOS 106
G.M. 1940, pp. 347-350. lvi, pp. 311 1-3112.
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te concernente le scritture contabili, le responsabilità e funzioni amministrative e contabili dei vari organi e i modelli da impiegare per i1 carteggio e la contabilità del materiale) dall'Istruzione per la contabilità degli Enti amministrativi del Regio Esercito (Pub. n.2614- edizione 1933), poi sostituita - con modifiche non di rilievo sulla stessa materia - dall'analoga Pub. 3765 edizione 1940.
11. I Servizi di caserma del reggimento (vds. anche Documento I I) Nel 1935 sono emanate con decreto del Capo del Governo le nuove Norme per la vita di caserma, che abrogano quelle contenute nel Regolamento di servizio interno per le varie Armi (esclusa quella dei carabinieri reali) di cui al R.D. 1° marzo 1909, e forniscono un'immagine precisa e completa dei Servizi nell'ambito di un corpo in tempo di pace e in caserma (vds. anche schema - Documento 11 ). Attraverso di esse è pertanto possibile verificare il concreto sbocco ai livelli inferiori dell 'organinazione prima esaminata per ogni servizio. Ogni caserma ha un comandante di caserma che di massima è il vi ce-comandante di reggimento. Il comandante di reggimento regola l'organizzazione della caserma in modo da "assicurare il benessere materiale e morale di tutti i militari alloggiati in caserma, imprimere in tutte le operazioni di caserma quella vivacità che caratterizza la vita di oggi". Ogni caserma dev'essere "possibilmente" provvista di: - mensa, sala di convegno e di lettura per ufficiali; - mensa, sala di convegno e di lettura per sottufficiali; - refettori, spaccio cooperativo e sala di ritrovo per militari di truppa; - sale di scherma, con annesso bagno. per ufficiali e sottufficiali; - palestre: una scoperta e una - se possibile - coperta; - piccolo poligono per il tiro ridotto; - lavatoi (distinti per il personale, la biancheria e le gavelle - in media un rubinetto ogni 10 uomini); - doccia con acqua calda per i bagni di pulizia dei sottufficiali e militari di truppa; - locali di punizione, parlatorio, corpo di guardia, cucine, infermeria. Le sale di mensa e convegno dei sottufficiali e quelle di ritrovo dei caporali e soldati devono essere oggeno di speciale interessamento, non solo del comandante cli easenna, ma di tutti i comandanti di reparto. Vi deve sempre figurare il ritratto del Re Imperatore a grande formato [non si parla del ritratto di Mussolini-N.d.a.]. Quando possibile, occorre provvederle di quegli svaghi (teatro, cinematografo, radio, giochi sportivi) tanto benefici e tanto graditi ai sottufficiali e militari di truppa, affidarne la direzione e la vigilanza a chi ne comprende l'utilità e sa, con genialità e interessamento promuoverne lo sviluppo [ ... ] lo spaccio, ben diretto e amministrato, è elemento di benessere materiale e spirituale ...
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Anche nelle sale di convegno e di lettura per gli ufficiali deve sempre figurare il ritratto del Re Imperatore a grande formato (e solo quello). Le Norme prescrivono che in esse dev'essere evitata qualsiasi forma lussuo~a e perciò non compatibile con l'austerità militare. È vietato l'uso di salene riservate a ufficiali di grado piìl elevato: la vita in comune educa, affiata tutti, restringe maggiori vincoli di cameratismo fra ufficiali di ogni grado.
Le camerate devono essere un modello di ordine, pulizia e uniformità. Corpo di guardia, cucina e latrine sono i locali che richiedono la maggiore vigilanza: "Vanno tenuti in pe,jetto stato d1 conservazione e pulizia: il comandante di caserma ne risponde personalmente al comandante di reggimento". Le Norme insistono sull'importanza della cura giornaliera della persona. li bagno è fatto almeno una volta alla settimana, "possibilmente" all'aperto, in mare o in acqua dolce, nelle località fissate dal Comando del presidio. In inverno o anche in estate se manca la possibilità di fare bagni all'aperto, si usa il bagno a doccia ed eventualmente l'autobaguo. Al bagno, specialmente se all'aperto, assiste l'ufficiale medico di settimana, che si attiene - per la temperatura dell'acqua e i tempi dell'immersione - alle prescrizioni dell'Istruzione sull'igiene ed è fornito di materiale adauo per il pronto soccorso. La lavatura della biancheria e degli altri oggetti di corredo è fatto nei giorni e con le modalità fissate dal comandante di reggimento. Quando la lavatura è affidata a una lavanderia privata, ogni capo-squadra ritira dai propri uomini gli oggetti da lavare e li annota sull'apposito quaderno; successivamente il sottufficiale di contabilità di compagnia fa ritirare gli oggetti, compila il prescritto riepilogo e li consegna ali' incaricato della lavatura. Il Servi.do di sanità - affidato a un ufficiale inferiore dirigente - deve tutelare la salute del personale, tenendo presente che il medico di reggimento non è solo un tecnico o uno scien.tiato, ma uno psicologo, che sa vivere e comprendere la vita e i bisogni della truppa. Egli dev'essere un efficace collaboratore del comandante di reggimento nell'azione educativa che questi compie.
La continuità del Servizio è garantita dall'ufficia/e medico di settimana, che si avvale dell'aiutante di sanità di giornata e del piantone infermiere e assicura il servizio sanitario quotidiano del corpo. Visita giornalmente i militari a riposo in camerata, i puniti e le camere di punizione, esercita assidua vigilanza sul vitto e l'igiene in lutti i locali, assicura il regolare funzionamento della sala anticeltica e vigila sui bagni della truppa. Il Servizio veterinario - affidato anch'esso a un dirigente del Servizio di reggimento - nella Armi a cavallo è assicurato da un ufficiale i·eterinario di settimana, che assicura il Servizio veterinario quotidiano ed è direttamente responsabile dell'Infermeria quadrupedi. Visita i
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quadrupedi in arrivo prima del loro ricovero nelle scuderie, e tutti i quadrupedi del corpo almeno una volta alla settimana; esercita assidua vigilanza sugli alimenti e sul rispetto delle nonne igieniche nelle scuderie. È coadiuvato dal maniscalco e allievo maniscalco di settimana ali 'infermeria quadrupedi, e dal graduato e dai piantoni addetti dell 'infermeria stessa. In tutti i reparti provvisti di quadrupedi è comandato un servizio di scuderia, che ha lo scopo di assicurare l'assidua vigilanza dei quadrupedi e la regolarità delle operazioni di scuderia. A tal fine sono giornalmente comandati un capo scuderia (graduato a soldato scelto) e guardie scuderia nel numero necessario; il graduato di scuderia è responsabile della vigilanza dei quadrupedi e della pulizia e ordine della scuderia, e ha in consegna gli utensili e attrezzi necessari. Il governo dei quadrupedi è effettuato due volte al giorno, se possibile fuori dalle scuderie, sotto la vigilanza dell'ufficiale di servizio: "la distribuzione della biada è l'atto conclusivo del governo". II vettovagliamento "è servizio di primaria importanza per l'efficienza fisica e morale della truppa e va quindi organizzato e curato con particolare avvedutezza, in ogni circostanza, ma soprattutto nei momenti di maggiore disagio". È diretto da una commissione del rancio il cui organo esecutivo è l'ufficia/e di vettovagliamento; quest'ultimo, sua volta, si avvale di un subalterno ufficiale ai viveri, del sottufficiale di vettovagliamento, dei caporali di cucina e dei rancieri. La commissione rancio, nominata trimestralmente dal comandante di reggimento, è presieduta da un ufficiale superiore o primo capitano e ne fanno parte come membri l'ufficiale di vettovagliamento e un ufficiale sanitario. Vigila sull'acquisto dei generi del commercio e sui prelevamenti dalla sussistenza, sulla confezione del rancio e sulla gestione del miglioramento vitto, sull'ordine e pulizia della cucina e sulla manutenzione dei relativi materiali. Deve anche mantenere il contallo con la truppa laLLraverso i comandami di repano e anche atlraver~u gli slessi gratluali più anziani) per secondarne i desideri. specie nei riguardi della confezione e della varietà delle vivande.
L'ufficiale di vettovagliamento (ad incarico esclusivo? le Norme non lo precisano) è alle dipendenze del presidente della commissione del rancio; vigila su tutto quanto riguarda l'alimentazione del soldato; prepara e sottopone all'approvazione della commissione il menù settimanale, tenendo conto per quanto possibile dei desideri della truppa e dell 'opportunità di variare il cibo; sorveglia la confezione, distribuzione e introduzione dei generi in magazzino; provvede alla scelta e al prelevamento dei generi di miglioramento rancio, mediante rilascio di buoni giornalieri a firma del presidente della commissione. Il pagamento compete all'ufficio di amministrazione, sulla base delle fatture dei fornitori e dei buoni giornalieri allegati, con la sola eccezione di quelle piccole spese che è bene pagare in contanti all'atto dell'acquisto.
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L'ufficiale ai viveri è comandato a turno giornaliero ed è essenzialmente un organo di vigilanza sulla quantità e qualità del pane e dei viveri prelevati giornalmente, alle dipendenze del! 'ufficiale di vettovagliamento. Il sottufficiale di vettovagliamento, "incarico da affidarsi solo a chi abbia particolare attitudine", è dispensato da ogni altro servizio e risponde personalmente di ogni manchcvolca:a nel servizio cucina. Preleva e custodisce negli appositi magazzini - dei quali ha in consegna le chiavi - i viveri e i combustibili, dirige la confezione e distribuzione, vigila sulla pulizia dei locali, attrezzi e personale, tiene il registro dei consumi e lo sottopone giornalmente alla firma dell'ufficiale al vettovagliamento e al controllo dell'ufficiale ai viveri, tiene la contabilità degli acquisti per il miglioramento rancio. Benché fin dall'inizio del secolo (Cfr. Vol. II, capitolo IX) si riveli opportuno, a parere di molti, prevedere personale di cucina fisso e istruito ad hoc, la truppa comandata in cucina ruota ancora a turno trimestrale (si intende evidentemente, in tal modo, privilegiare l'addestramento). I caporali di cucina sono comandati uno per battaglione, i rancieri per compagnia, "fra quelli che hanno speciale attitudine alla confezione del rancio". Sono provvisti di camicioni e berretto da tenere sempre puliti, perché "la nettezza del personale di cucina è sintomo del senso di disciplina che regna in caserma". Nelle Armi a cavallo, per il prelevamento e distribuzione dei foraggi e della paglia sono comandati /' ujjìciale a1 foraRRi di reggimento, i sergenti di settimana dei reparti e il numero necessaa io di uomini di fatica. Se i prelevamenti avvengono presso fornitori privati, l'ufficiale ai foraggi è comandato tra i capitani d'Arma ed è coadiuvato da un subalterno per ogni gruppo e dall'ufficiale veterinario di settimana; se si tratla invece di prelevamento presso organi esecutivi militati (magazzini presidiari), è comandato tra gli ufficiali subalterni. Quando si tratta di fornitura privata, il capitano ai foraggi deve accertare se fieno e paglia sono di qualità corrispondente ai contratti; in caso contrario li rifiuta e riferisce al comandante di reggimento, pe1d11! pw,:,a dare corso al verbale previsto dalle procedure. Nelle Anni a piedi (che quindi hanno un ridotto numero di quadrupedi) è comandato per i foraggi un ufficiale subalterno, coadiuvato da un graduato e dal numero necessario di conducenti e attendenti di ufficiali con cavallo. Per la conservazione, distribuzione. recupero e riparazione dei materiali dei gruppi A, 8 e C sono previsti un magazzino materiali dei gruppi A e B (vestiario, equipaggiamento, materiali generali) e un ufficio materiali del gruppo C (artigljeria, genio, Servizio automobilistico, Servizio chimico) con officina in taluni corpi. Il magazzino materiali dei gruppi A e B dipende da un ufficiale consegnatario; l'ufficio materiali del gruppo Ce l'officina, dal capo ufficio materiali. Le Norme, in merito, raccomandano: dalla buona conservazione e ripar.l/ione <li tali materiali deriva notevole vantaggio all'Erario. È perciò necessario che i comandanti di corpo agevolino, nei limiti <lei-
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le loro possibilità, gi organi preposti a tale servizio con l'assegnazione di personale ausiliario in particolari contingenze, con l'esecuzione da servizi, la somministrazione dei mezzi ecc....
L'ultimo paragrafo (il 115) delle Norme precisa che le prescrizioni indicale hanno valore orientativo, e che il comandante di reggimento, unico e vero responsabile, è arbitro di disporre razionalmente del personale, con l'elasticità richiesta da situazioni specifiche, "delle quali solo il comandante può essere giudice per decidere". Mutatis mutandis, anche in virtù di quest'ultima, aurea precisazione la normativa del 1935 ancora oggi può essere ritenuta valida in parecchie parti, e soprattutto nei criteri di base che la informano. Meritevoli di essere ricordati e meditati gli accenni all'austerità e semplicità militare, all'igiene e alla pulizia, al ruolo del medico militare, all'importanza del vettovagliamento per il quale si devono ascoltare i gusti della truppa: pienamente meritata, dunque, la lunga vita di questo regolamento, che rimane in vigore a lungo anche nel dopoguerra e ha il solo, rilevante difetto di non prevedere in misura sufficiente - per gli incarichi più delicati e importanti - Quadri e militari di truppa ad incarico esclusivo. fissi e specializzati. anche con appositi corsi.
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Fig. 13
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Pacchetto di medirazione mod. I 931 .
Fi1: 14 Veduta aerea dell'Arsenale di Pinrpn-,,, ww dei principali stabilimenti militari (/936).
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/- tg. 15 A111ocurro leggero Sf'A L 39 L. (Museo della Mnlnri=za:zione - Cecchignola)
CAPITOLO VIIl
L'ORGANIZZAZIONE DELLA NAZIONE PER LA GUERRA DAL 1932 AL GIUGNO 1940: MINISTERI IN ORDINE SPARSO
l. Premessa
A partire dal 1933-1934, con il fallimento definitivo delle trattative per il disarmo e la conquista del potere in Germania da parte di Hitler, ha inizio in tutta Europa un riarmo al quale l'Italia - pur dedicando alle spese militari una parte ragguardevole del suo bilancio - partecipa in misura inadeguata allo status di grande potenza che Mussolini ambisce mantenere. Ne consegue che proprio man mano che si avvicina il conflitto da tutti previsto e preparato, le forze armate italiane e an1.:itutto l'esercito perdono di competitività in ambito europeo per quantità e qualità di armamenti, dotazioni e scorte. Le cause principali - che ovviamente hanno riflessi immediati prima di tutto sull'efficienza dei Servizi in guerra - sono quattro: la scarsità delle risorse e lo scarso sviluppo industriale e della motorina1ione nel Paese; il conseguente mantenimento di una filosofia ordinativa apparentemente rinnovata, ma che di fatto tende sempre più a compensare con il numero la qualità; le guerre limitate di Etiopia e Spagna che pro,ciugano risorse finanziarie ingenti distolte dal reale ammodernamento e consumano dota11on1, automezzi, vestiario, carburanti; la cattiva organiua.lione della mobilitazione civile e milihtre. Di qui le distorsioni nella preparazione e l'impossibilità di fare fronte anche alle pur ridotte esigenze quantitative e qualitative di una dottrina logistica che rimane inadeguata alle esigenze della nuova guerra. perché troppo innuenzata da falsi concetti di "economia" e "autarchia", che di fatto vorrebbero fare a meno non solo del superfluo, ma del necessario, il che è palesemente inattuabile. La prima domanda alla quale si deve rispondere è perciò questa: posto che le risorse erano poche, si poteva utilizzarle meglio?
2. La teoria delf' economia militare e economia di guerra: riflessi strategici. Diversamente da quanto avviene per la prima guerra mondiale, per il periodo dal 1919 al 1943 mancano tuttora opere organiche capaci di collegare in un contesto unitario gli studi coevi di economia militare in Italia e ali 'estero, gli orientamenti teorici sull'organizzazione della nazione per la guerra, le concrete soluzioni organizzative alle quali si
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perviene e la loro effettiva rispondenza, in rapporto al tipo di organizzazione prescelta negli altri Paesi e al criterio dell'autarchia che prevale in Italia anche dopo l'abrogazione delle sanzioni. In materia di economia militare, economia di guerra 1 e andamento della spesa militare in Italia e all'estero, gli studi coevi ci sembrano non di rado pregevoli e non troppo inquinati da vincoli di carattere politico e propagandistico, anche se ancora in attesa di un 'analisi organica che non è possibile effettuare in questa sede. Proprio in Germania, cioè nella patria del bliz Krieg, compare a fine 1937 il già citato libro S.T. Possony su L'economia della guerra totale, opera finora ignorata ma sotto molti aspetti profetica, che attraverso un accurato esame teorico sia delle possibili misure di economia militare e di economia di guerra che dei risvolti economici dei vari tipi di strategia, giunge - come lo stesso Autore ammette nella prefazione alle edizioni italiana e inglese - a conclusioni diametralmente opposte agli orientamenti allora effetlivamentc seguiti in Germania, e ancor più in Italia. Ne indichiamo alcune: a) se l'economia militare ha il dovere di fare tutto quanto serve per la difesa della patria. anche l'esercito. per conto suo, ha l'obbligo di contenere le sue esigenze entro i limiti del possibile e di adattare alla realtà economica i principi secondo i quali è organizzata la difesa I quindi: niente strategie troppo ambiziose, non proporzionate alle effettive possibilità dell'economia - N.d.a.]; h) è prevedibile una lunga durata della guerra, e anche in questo ca so non si sa se essa possa essere vinta con mezzi puramente militari. Quc sto perché le possibilità di abbattere militarmente un avversario di pari forza sono uguali a zero e si può avere ragione - con un'offensiva solo di un avversario già stremato da parecchi e offensive, che a sua volta ha condotto; c) la forza economica è perciò diventata la massima potenza. Nessuna delle nuove armi, ciascuna delle quali ha i suoi profeti, potrà provocare mutamenti di rilievo nei caratteri della guerra attuale, e ani:i l'introduzione di queste nuove armi sofisticate renderà ancor più complicato il problema del personale (di qui la sua polemica, in chiave economica, con la strategia aerea "risolutiva" di tipo douhetiano); d) la politica economica più confacente ai bisogni della guerra e in ultima analisi meno gravosa è di impronta liberista e non dirigista: non protezionismo doganale ma libertà degli scambi; non autarchia ma forti riserve di combustibili, viveri e materiali; non politica economica fondata sul controllo dei cambi, ma intensificazione dei rapporti creditizi con l'estero fondali sull'impiego della moneta aurea; non tasse sul capitale, ma agevolazioni al capitale; e) l'organizzazione fin dal tempo di pace delle industrie per la produzione di guerra, con la predisposizione dei relativi impianti, non risulta
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Ci riferiamo alte definizioni del Possony (Vds. Introduzione).
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economicamente conveniente, né tale da corrispondere alle esigenze militari. Anche nella prossima guerra prima di passare alla produzione militare a pieno regime si dovrà attendere un periodo più o meno equivalente a quello che è già stato necessario per la prima guerra mondiale; f) l'autosufficienza bellica, sia pure relativa, presuppone le seguenti misure: predisporre i rifornimenti di materie prime in modo che ali 'occorrenza in guerra sia possibile rinunciare per un certo periodo di tempo all'importazione; organizzare la trasformazione il più possibile sollecita degli impianti industriali dalla produzione di pace a quella di guerra; tendere a far affluire dall'estero la parte più grande possibile di materie prime e prodotti finiti: g) ne consegue che "una grande potenza che entra in guerra senza avere alleati ricchi di materie prime, e inoltre non disponga di possibilità di acquisto presso Stati neutri [era naturalmente 4ucslo il caso dell'Italia - N.d.a.], dovrà senza fallo perdere la guerra, contro un 'alleanza di Stati magari inferiori militarmente, ma superiori dal lato economico e aventi credito nelle loro relazioni commerciali"; h) il progresso tecnico fa ancora diminuire in maniera considerevole la prospettiva di riuscita di una strategia di schiacciamento e aumenta l'importanza del blocco navale, anche perché un approccio economicistico ai due possibili modelli di strategia (I - difensiva per terra e offensiva per aria; li - offensiva per terra e offensiva sporadica per aria) dimostra che una strategia offensiva richiede circa il doppio di materie prime, di forL.a lavoro e di capacità industriale, perché assorbe molti più carri, artiglierie, munizioni ecc. [esattamente 1'opposto, almeno a livello ufficiale, si pensava in Italia, improntando la dottrina offensiva tattica e logistica sul! "'alleggerimento" - N.d.a.]; Su Echi e Commenti del 19392 il generale Bollati (che pure negli anni Trenta era stato autore sulla Rivista di Commissariato di numerosi articoli che esaltavano l'importanza dei rifornimenti nelle guerre di ogni tempo) forse per dovere d'ufficio critica queste tesi del Possony, con particolare riguardo a quelle che ritengono l'offensiva contro avversari di pari forza militare priva di prospettive, perché il successo sarebbe possibile solo contro un avversario stremato. Anche il maggiore commissario La Rosa recensendo l'opera fa carico al Possony - che è solo un economista - di non credere alla guerra breve, rapida e decisiva che ci sarà in futuro e che è profetizzata dai più accreditati strateghi, e lo accusa (su questo punto, a ragione) di eccessivo liberismo. 3 L'unico a sostenere pubblicamente, proprio pochi giorni prima della guerra, tesi affini a quelli del Possony rimane perciò il maresciallo Caviglia nella citata prefazione al libro del Cappa. 4 L'economia militare deve essere strettamente collegata con l'econmnia di guerra e quest'ultima - attraverso la logistica - con la strate"Echi e Commenti" 1939, pp. 715-717 e 878-880. "Rivista di Commissariato" n. 5/1939. A. Cappa, La guerra totale. politica e strategia nel XX secolo. Milano, Bocca, 1940, pp. XT-XTJ. 2
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gia e con le soluzioni ordinative e le scelte nel campo del materiale militare. Ma nel 1939-1940 in Germania (e ancor più in Italia) la direzione politica - pur essendo ben consapevole dell'insufficienza dell'apparato economico, finanziario, industriale e logistico e degli svantaggi che ne derivano - arriva alla conclusione che l'unica scappatoia è la "teoria del rischio": giocare cioè il tutto per tutto, entrare in guerra, cercare di concluderla vittoriosamente in poche battute e prima che I 'avversario abbia il tempo di raccogliere le sue grandi forze e di far sentire sul campo di battaglia tutta la sua potenza economica e industriale ... Purtroppo il nemico, confermando le previsioni del Possony, non era surficientemente clehole, né le scelte compiute in tema di economia militare e di strategia dal 1935 in poi furono particolarmente indovinate. In particolare in Italia e in Germania la visione corporatjvistica dell'economia dà orignine a un'economia militare e di guerra che si ispira a princìpi dirigisti e semicolleltivisti quasi sempre in antitesi a quelli del Possony.5 Viene così smentita la previsione di Spengler: "vedremo risorgere nella loro efficienza i mezzi più antichi e originari: i militari; la potenza più fortemente armala costringerà la più debole ad abbandonare la difesa economica. a capitolare. a scomparire. I cannoni sono, in ultima ana1isi, più potenti che non il carbone''.6 Tanto più che l'Italia, oltre a non avere il carbone, non aveva nemmeno i cannoni ... e che il carbone, oltre che l'acciaio, era necessario per fabbricare i cannoni. 3. L'organizzazione della nazione per la guerra nella pubblicistica italiana degli anni Trenta Specie su Esercito e Nazione (poi Nazione Militare) degli anni Trenta, sono numerosi gli studi e articoli che richiamandosi di frequente all'esperienza della prima guerra mondiale trattano la problematica, con particolare riguardo alla questione della manodopera e alla organiua.zione della produzione industriale. La bibliografia esistente al momento attuale ( 1990) dà a parer nostro eccessivo rilievo - e questo è un limite - ai problemi della produzione di armamenti (artiglierie e carri in particolar modo), concernenti quindi la sola industria siderurgica e meccanica e le relative scorte. Oltre alla mobilitazione industriale, esistono infatti altri settori non certo trascurabili: la mobilitazione finanziaria, la mobilitazione civile (che mira allo scopo di utilizzare al meglio le energie umane, ripartendole opportunamente tra forze armate e l'esercito del lavoro, e si realizza anche con misure di assistenza so-
s Cfr. la teoria ufficiale dell'economia di guerra in llalia in C. Arena, L'economia di guerra, Roma, INCF 1941. 6 Questa frase di Spcngler viene citata dal Canevari in appoggio alla sua polemica contro la guerra economica e difensivistica delle plutocrazie occidentali (Cfr. E. Canevari, Co11siderazio11i politico-militari .r opra due a,mi di guerra, Roma, INCF 1942, p. 5).
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ciale) e infine la smobilitazione a guerra ultimata.7 Necessario anche per giudiL.i ben meditati - condurre dei raffronti con le soluzioni straniere, al momento attuale assai rari. 8 Ai fini della nostra indagine, necessariamente sommaria e limitata agli aspelli di più diretta influenza sulla logistica di distribuzione, i lavori più significativi e pregevoli sono: a) l'opera coeva del prof. A. Padoan Disciplina delle fabbricazioni di guerra ,9 incentrata sugli aspetti giuridici e preziosa per l'interpretazione della vasta nomiativa (fino al 15 settembre 1941) sulla mobilitazione industriale, sulla disciplina delle aziende, dei dirigenti e del personale, sull'azione di controllo e tutela del commissariato (poi sottosegretariato di Stato) per le fabbricazioni di guerra, sulle assegnazioni di personale all'industria, con preziosi raffronti con quella precedente; b) le memorie di due protagonisti, il generale Spigo a lungo segretario della Commissione Suprema di Difesa dal 1934 in poi 10 e il generale Favagrossa (già Intendente del Corpo Truppe Volontarie in Spagna), 11 dal 1° settembre 1939 commissario generale per le fabbricazioni di guerra e presidente del comitato per la mobilitazione civile in sostituzione del generale Alfredo Dallolio. dal 23 maggio 1940 sottosegretario di Stato e dal 6 febbraio 1943 Ministro per la produzione bellica. Diremo subito che queste due opere, pur soffrendo degli intenti autogiustificativi e autoesaltativi tipici cli tutte le memorie di ogni latitudine, forniscono una panoramica non cli raclo precisa e attendibile e una massa di dati incontrovertibili; c) i recenti studi ( 1975-1979) del Minniti, che mettono a fuoco il problema delle materie prime e della mobilitazione industriale dal 1934 al 1943; 12 7 Sui vari a~pelli dell'organizzazione della nazione per la guerra negli anni Trenta Cfr. R. Bianchi o·Espinosa, La preparazione integrale alla guerra di uno stato moderno, "Nazione Militare" n. 5/1937, T. Fuselli, La mobilitazione agraria per /'alimentazione in guerra, "Rivista di Commissarialo.. n. 4/1935, e U. Spigo, Problemi della smobilitazione, "Nazione Militare" n. 2/1938 (rielaborazione di uno studio inedito del generale Dallolio). 8 Cfr., in merito, V. Franehini, La Francia e la sua organizzazione, "Esercito e Nazione" n. 11/1932, e B. Bellomo. La guerra e l'economia, "Nazione Militare" n. 3-4/1942 (notizie sulla mobilitazione tedesca). Cfr. anche le notizie sulla mobilitazione economica dei vari Paesi in "Rivista di Commissariaìo" n. 5/ I \138. 9 Roma, Arti Grafiche Padoan, 1941. IO U. Spigo, Premesse tecniche della disfatta - dal 'euforia al disastro, Roma, Faro 1946. 11 C. Favagrossa, Perché perdemmo la guerra - Mussolini e la preparazione bellica, Rinoli, Milano 1945. 12 F. Minnili, Due anni di attività del "Fabriguerra" per la produzione bellica ( 1939-1941 ), '·Storia Contemporanea" n. 4/1975; Le materie prime nella preparazione bellica del 'Italia, "Storia Contemporanea" n. I e n. 2/1986; Aspetti organizzativi del controllo sulla produzione bellica in Italia (1923-1943), "Clio" n. 4/1977; Il problema degli armamenti nella preparazione militare italiana dal 1935 al 1943, ·'Storia Contemporanea" n. 1/1978; Aspelli territoriali e politici del controllo sulla produzione bellica in Italia (1936-1942), "Clio" n. 1/1979.
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d) il volume coevo Economia armata ( 1939), che raccoglie scritti e discorsi di Mussolini e di Badoglio in materia di organizzazione dell'industria e de Il 'economia per la guerra; 13 e) la sintesi (con sommaria bibliografia) contenuta nel nostro lavoro (con V. Ilari) Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra ( 1985); 14 t) 11 recente libro di Ceva-Curami La meccanizzazione dell' esercito fino al 1943, che fornisce interessanti spunti sui retroterra industriali di certe discutibili scelte in materia di mezzi corazzati e dimostra, in sostanza, l'inesistenza di validi organismi in grado di imporre all'industria privata - che naturalmente anche in questo settore persegue una logica di puro profitto - scelte in linea con i tempi e con le esigenze della guerra corazzata; 15 g) il citato volume di Virgilio Ilari Storia del servizio militare in Italia - Voi. III (1919-1943). h) il poco noto volume di J. F. Kennedy Perché l'lnghilterra dormì (Ed. IJ Borghese, 1964) dal quale traspare con quale impegno e con quale efficienza e profusione di mezzi l'Inghilterra dopo il 1936-1937 si prepara alla guerra mobilitando l'industria. L'importanza della preparazione unitaria dell'economia e dell'industria alla guerra emerge in più occasioni - quanto meno in linea teorica e di principio - sia dagli scritti e discorsi di Mussolini, che da quelli di Badoglio. Nel marzo 1936, ad e:.empio, mentre la guerra d'Etiopia è ancora in corso Mussolini dichiara: L'autonomia politica, cioè la possibilità di una politica estera indipendente, non si può più concepire senza una correlativa capacità di autonomia economica. Ecco la (e.,ione che nessuno di noi dimenticherà! [ ... ] V ' è un settore nel 4uale soprattutto si deve tendere a realizzare questa autonomia: il settore della difesa nazionale. Quando questa autonomia manchi, ogni possibilità di difesa è compromessa. La politica sarà alla mercè delle prepotenze straniere, anche soltanto economiche; la guer1a economica, la guerra invisibile - inaugurala da Ginevra contro l"Italia - finirebbe per aver ragione di un popolo anche se composto di eroi. li tentativo di questi mesi è ammonitore al riguardo. Per vedere se e in quali limiti l'Italia può realizzare la sua autonomia economica nel settore della difesa nazionale, bisogna procedere all'inventario delle nostre risorse e stabilire inoltre quel che ci può dare la tecnica e la scienza. Per questo abbiamo creato e date le agevolazioni necessarie al Consiglio Na.tionale delle Ricer-
13 AA.VV., Economia armata, Voi. I, Roma Ed. Centri Tecnici, 1939. Contiene: due discorsi di Mussolini ("discorso dell'indipendenza" , 23 marzo 1936 e "discorso della potenza", 30 marzo 1938), quattro discorsi di Badoglio, e una parte dovuta ad A. Aytano, dedicata al rapporto tra Marine da guerra e guerra economia e al la propulsione navale a nafta. 14 F. Botti- V. Ilari, Il pensiero militare italiano dal primo al secondo dopoguerra (1919-1949), Roma, SME-Uf. Storico 1985, pp. 78-87. 15 L. Ceva-A. Curami. La meccani=zazione del/' eserritn finn n/ /94 .1 (2 V nl .). Roma. SME-Uf. Storico 1989.
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che [ ...]. La questione delle materie prime va, una volta per tulle, posta non nei termini nei quali la poneva il liberalismo rinuncialario e rassegnato a una eterna inferiorità dell'Italia, riassumentesi nella frase oramai divenuta abusato luogo comune che l'Italia è povera di materie prime. Deve dirsi invece: l'Italia non possiede alcune materie prime, cd è questa una fondamentale ragione delle sue esigenze coloniali; l'ltalia possiede in quantità sufficiente alcune materie prime; l'Italia è ricca di molte altre materie prime.Questa è l'esatta rappresentazione della realtà delle cose equesto spiega la nosua convinzione che l'Italia può e deve raggiungere il massimo livello utile di autonomia economica per il tempo di pace e soprallullo per il tempo di guerra. Tutta l'economia italiana deve essere orientata verso questa suprema necessità: da essa dipende l'avvenire del popolo italiano[ ... ]. li Fascismo non ha mai pensato di trasformare in "monopolio di Stato" tutta la economia della Nazione: le Cor porazioni la disciplinano e lo Stalo non la riassume se non nel settore che interessa la sua difesa, cioè l'esistenza e la sicurezza della Patria. 16
Dal canto suo Badoglio, nei quattro discorsi riportati nel citato volume Economia armata: 17 a) ricorda che i 1 principio "la guerra moderna è soprattutto una gigantesca organizzazione industriale" è sempre stato uno dei capisaldi della sua opera, fin da quando nel 1928 in una relazione presentata alla commissione suprema di difesa egli ha sostenuto la necessità di costituire idonee riserve di materie prime e di creare un organismo per assicurare i rifornimenti in caso di guerra; b) ritiene che il conseguimento dell'autarchia sia un obiettivo da perseguire çon priorità assoluta: "L'industria è legata all 'ltalia fascista da un compito eroico·•, e solo grazie al Duce che ha concesso più di quanto gli era stato richiesto e alla conseguente abbondanza di mezzi e materiali logistici è stata vinta la campagna d'Etiopia; c) in veste di Presidente del consiglio nazionale delle ricerche, descrive la sua organizzazione (che comprende anche un Istituto per l'applicazione del calcolo) e invita gli industriali a sviluppare maggiormente la collaborazione con questo organismo, con particolare riguardo ai problemi di perfezionamento dell'industria elettrica. Infatti la collaborazione del CNR con l'industria privata rimane "assai limitata, mentre invece è om,ai molto feconda" con i Ministeri e i singoli studiosi. Ricordiamo anche che nel 1933 il generale Baldini, direttore di Nazione Militare e autorevole interprete ufficioso del punto di vista del regime sul ruolo delle forze armate nella preparazione unitaria della guerra, ritiene alquanto ottimisticamente che l'istituzione delle corporazioni renda ormai obsoleto il tradizionaJe concetto di militarizzazione dei Servizi logistici e tecnici: Notiamo di passaggio che l'organizzazione con assisa prettamente guerriera dei servizi tecnici e logistici per gli eserciti - con 1a conseguenza inevitabile di una
16 11
Cil. in "Nazione Militare" n. 3/1936. P. Badoglio, Op. cit., pp. 35-61.
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discriminazione dalle analoghe attività non militari - fu storicamente l'effetto, non Lanlo dell'accresciuto peso delle forze armate e dei progressi della tecnica (i quali marciano, del resto, di pari passo dentro l'Esercito e fuori) quanto della necessità di difendere gli organismi miliLari, contro il demagogismo licenzioso, indisciplinato, disfattista, che tentò di pervaderli dalla rivoluzione francese in poi. Si detemùnò una giustificata riluttanza ad immettere elementi non militari negli ingranaggi dell 'Esercito. Ma oggi? Dove tutti i fattori dell'economia nazionale - dalla ideazione superiore ai minori organi esecutivi - sono riuniti, come in Italia, in associazioni sindacali, in via di affermare sempre più col corporativismo il fondamentale carattere anti-classista, alle quali lo Stato ha attribuito competenza di diritto pubblico, con una disciplina giuridica che integra la disciplina politica e quasi si identifica con la disciplina miliare, dove ciò avviene, lo spirito particolarista dei servizi tecnici per l'Esercito sa di Lroppo vecchio stile. Aggiungasi che il sindacalismo italiano investe tut ti gli appartenenti alle varie categorie, anche se non iscritti; e che la compagine sindacale è ripartita in unità decrescenti dal centro alla periferia, il che conferisce agli organi attivi della vita economica del Paese impronta gerarchica simile a quella degli organismi militari ed è decisivo fattore di reciproca comprensione e di concorde lavoro. 1n quest'ordine di idee il Ministero della guerra ha già iniziato ( e tutto lascia prevedere più larghe affermazioni concrete del nuovo metodo) convegni plurilaterali dove convergono, da un lato, professionisti e produttori sindacati e. dall'altro lato, tecnici militari. Vantaggio reciproco evidente, tanto maggiore nella fase attuale, in cui il corporativismo fascista sta elaborando ulteriori sviluppi e trovasi perciò nelle condizioni più proprie per definire, anche in sede costituente occorrendo, la sua competenza nei rapporti con le attività economiche ed amministrative dell'Esercito, così per le opere certe della preparazione durante la pace, come per le possibili evenienze di conflitti armati. Nessuno dubiLerà che uomini e mezzi quaJi attrezzati e controllati dal Regime fascista possano portare nei servizi tecnici e logistici dell'Esercito cui fossero applicati, animo tiepido o insufficiente comprensione dello spirito militare o scarso senso di responsabilità nazionale.18
4. Le attribuzioni dei vertici: vincoli e /imiti nel ruolo del Commissariato Generale per le fabbricazioni di guerra (Cogefag), della Commissione Suprema di Difesa e del/' Ispettorato Superiore dei Sen•izi Tecnici La realtà che corrisponde a enunciazioni teoriche e di principio di per sé corrette e condivisibili è ben diversa, e non consente certo di raggiungere gli obiettivi annunciati. Paradossalmente, a un rafforzamento politico della dittatura specie dal 1935 in poi, alla guerra d'Etiopia e alle esigenze dell'autarchia (tutti fattori che dovrebbero spingere a un'unitarietà non solo verbale degli sforzi) corrispondono alle strullure organizzative che non solo mantengono, ma accentuano la tendenza endemica al frazionamento dei poteri e degli organismi e alla limitazione del controllo militare diretto sull'economia e sull'industria, che era già emersa chiaramente nelle leggi di base degli anni Venti (Cfr. capitolo IV).
18
A. Baldini, Concentrazione. "Nazione Militare" n. 11/1939.
L'organiz;:;azione della nazione per la guerra (anni 30)
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L'emanazione. dal 1934 in poi, di un gran numero di provvedimenti nei vari settori che le annate del Giornale Militare Ufficiale testimoniano, potrebbe dare a prima vista l'impressione di un fervore di idee, iniziative e programmi. In realtà la normativa primaria segna il passo, e se da un lato negli anni Trenta le leggi del 1925 e del 1931 sono giudicate insoddisfacenti, dall'altro esse rimangono in vigore fino al 1940, anche se sono attuate solo in parte. Ne consegue un non trascurabile vizio di base nella preparazione, perché pare evidente che se un provvedimento di legge a torto o a ragione viene ritenuto inadeguato, allora va senz'altro modificato (ma in tempi brevi, non certo alla vigilia della guerra o subito dopo il suo inizio). La normativa primaria (leggi del 1925 e del 1931) è invece abrogata o modificata solo a fine maggio 1940, con la legge 21 maggio 1940, n. 415 "organizzazione della nazione per la guerra" accompagnata dalla conseguente legge 24 maggio 1940, n. 461 "disciplina dei cittadini in tempo di guerra" (che abroga solo in parte l'analoga legge del l931). 19 Tn tal modo queste leggi sono precedute - e non seguite - da tutta un'importante normativa che da esse dovrebbe derivare, e che invece le anticipa o ne prescinde. Il contesto nel quale matura la necessità di modificare le leggi del 1925 e 1931 è così descritto dal Padoan (che, come meglio vedremo in seguito, fa delle affermazioni in parte inesatte): La vecchia legge sulla Organizzazione della nazione per la guerra (L. 8 giugno 1925 n. 969) prevedeva l'istituzione di organi per il commercio, per l'alimentazione, per la propaganda e l'assistenza civile, per le fabbricazioni di guerra. Di questi Organi - che in definitiva avrebbero rappresentato delle sovrastrutture, sovrapponentisi all'uno o all'altro dei Ministeri, a cui in tal modo si sarebbero sottratte attribuzioni "di governo" di loro competenza - fu costituito solo quello per le fabbricazioni di guerra, con la istituzione <lei Commissarialo Generale per le Fabbricazioni di Guerra. Degli altri organi previsti dalla vecchia legge, si intese presto l'inopportunità, in quanto le funzioni che ad essi sarebbero state attribuite. già erano adempiute, nei limiti delle rispettive competenze, dai Ministeri delle Corpora7ioni, degli Scambi e Valute, dell'Agricoltura e Foreste, dal P.N.F. e da Uffici di altri Ministeri. La loro istituzione avrebbe costituito un inutile e dannoso appesantimento del congegno amministrativo cd organizzativo statale, e perciò nettamente antitetico alle esigenze della organizzazione bellica f... ]. li Comitato per la Mobilitazione civile istiruito col R.D.L. 4.1.1925 n. 123, con tutto il seguito <li Comitati e Sollo-comitati regionali, e poi di Comitati provinciali e comunali di resistenza- previsti questi ultimi dalla vecchia legge sulla Disciplina di Guerra - portava ad un faragginoso sistema che, ai fini del preordinamento della mobilitazione dei cittadini, si risolveva a sua volta in una superstrutlura organizzativa, dannosa per l ' adempimento di compiti (in definitiva, l'approntamento dei piani di mobilitazione), più opportunamente decentrabili e quindi più facilmente attuabili se attribuiti, nei limiti delle rispettive giurisdizioni, a ciascun dei Ministeri e di quegli Enti, che il Governo ritenga, a seconda le circostanze, di designare o istituire. 20
19
G.M. 1940. PP- 1396-1402 e pp. 1413-1419.
20
A. Padoan, Op. cit., pp. 25-27.
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In questo modo, ciascun Ente predisponeva piani di mobilitazione basati su propri esclusivi interessi e su proprie particolari esigenze, facendo dei piani stessi uno strumento di lotta di potere e aumentando la possibilità di favoritismi e abusi ... In una situazione che di fatto favorisce le ragioni dell'equilibrio di potere e non quelle dell'efficienza militare, non v'è troppo da meravigliarsi se il Commissariato generale per le fabhricazioni di guerra (Cogefag), istituito con R.D. - legge 14 luglio 1935. n. 137421 in vista delle speciali esigenze che si profilano per la guerra d'Etiopia, benché retto da una personalità simbolo di grande prestigio come il generale Dallolio ha attribuzioni non comparabili con quelle del Ministero delle armi e munizioni del 1915-18. Di fatto, il nuovo organismo deve limitarsi a un generico coordinamento tra i programmi di armamento delle tre forze armate e all'assegnazione delle materie prime (non tutte), mentre le commesse alle industrie rimangono di esclusiva e autonoma competenza dei rispettivi Ministeri militari e la mobilitazione del personale degli stessi organismi che hanno interesse diretto a conservare per sé il meglio e il più possibile. Ne deriva un triplice danno: le commesse sono sovente non coordinatt: tra di loro e con la disponibilità di materie prime, le assegnazioni di queste ultime sono effettuate da Cogefag con molto ritardo perché dovrebbero tener conto delle esigenze segnalate dai Ministeri e comportano notevole burocrazia, e infme i Servizi tecnici per le Anni e muniz1om rimangono "di forza armata", con conseguente impossibilità di realiu;are economie, unificare là ove possibile materiali e procedure ecc.. Non basta: nell'ambito dell'esercito (e questo si fa sentire nella produzione di sistemi d'arma complessi come i carri armati) manca un efficace coordinamento tra i Servizi tecnici d'Arma e di corpo .... Viene così dispersa e del tutto accantonata (e non utilizzata con provvedimenti migliorativi) l'esperien.rn della prima guerra mondiale, quando il generale Dallolio aveva accentrato in sé le connesse ed esisteva un unico Servizio tecnico presso il Ministero delle armi e munizioni (vds. Voi. Jl, capitoli XV e XVI). Eppure l' estensore del decreto del 1935 è proprio lo stesso Dallolio, che al tempo è presidente - dal 1923 - del comitato per la mobilitazione civile, dal quale nasce il Cogefag. Il Favagrossa attribuisce i difetti del decreto non a errore o dimenticanza del generale Dallolio, ma a difficoltà opposte dagli stessi dicasteri militari, che non vollero rinunciare alle loro attribuzioni dopo che, verso la fine della guerra mondiale, era stato abolito il Ministero delle Armi e munizioni con la conseguente giubilazione dello stesso Dallolio: non dobbiamo altresl meravigliarci se il Capo del governo aderì al desiderio dei dicasteri militari, in quanto che Mussolini, non potendo sempre approfondire personalmente Jultc le questioni, per non opporsi ai dicasteri militari che in tale circostanza erano concordi nel non rinunciare alle commesse, finì per creare un ente non rispondente allo scopo: un vero aborto. 22 21
G .M. 1935, pp. 2171-2173.
22
C. Favagrossa, Op. cii .. p. 34.
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Prendendo in esame un po' più nel dettaglio il citato decreto del 14 luglio e ancor di più il successivo decreto del Capo del Governo del 23 settembre 1935 che definisce attribuzioni e ordinamento del Cogefag,23 emerge il basso profilo del nuovo organismo, che pure ha molte e svariate attribuzioni importanti, dovrebbe "disciplinare e controllare le attività inerenti alle fabbricazioni di guerra, nonché l'impiego del personale e dei mezzi necessari" e - diversamente da quanto prevede la legge del 1925 - è alla diretta ed esclusiva dipendenza del Capo del Governo (che è anche presidente della commissione suprema di difesa). Il commissario è anche il presidente del comitato per la mobHitazione civile e si avvale del personale dello stesso comitato; 24 si fa così confusione tra due organi con finalità diverse e si impedisce al commissario di concentrarsi a tempo pieno sul suo oneroso lavoro di gestione e orgruùzzazione. In secondo luogo, le funzioni di disciplina, controllo e coordinamento innescano un processo burocratico inevitabilmente complesso e dai tempi lunghi, e al tempo stesso tendono a fare del commissario. più che un organo superiore e di controllo. un organo sussidiario e per così dire di lubrificazione delle attività delle direzioni generali dei tre Ministeri militari alle quali rimane il vero potere, visto che ciascuna di esse per le commesse di rispettiva compcLenza "conserva intera la propria responsabilità tecnica e amministrativa".25 D'altro canto, il commissario deve concordare con il Ministero delle finanze i provvedimenti dai quali possono derivare riOessi finanziari, e con il Ministero delle comunicazioni e corporazioni e la sovrintendenza agli scambi e valute gli approvvigionamenti all ' estero e i relativi trasporti. Ciò significa che, ali 'atto pratico, non può assumere alcuna iniziativa senza il benestare dei Ministeri economici. Questo vincolo è fonte di frequenti contrasti e già di per sé ne ridimensiona fortemente il potere, che per essere tale deve poter contrare su un minimo di discrezionalità e autononùa rmanziaria. Non a caso il R.D. 26 giugno 1915, n. 993 sulla mobilitazione industriale e il relativo regolamento di applicazione (vds. Vol. II, capitolo XVI) non fanno cenno di questi vincoli, il che è significativo, perché - pur senza disconoscere il ruolo dei Ministeri finanziari pare naturale che ciò che importa di più in guerra è appunto il massimo
n G.M. 1935, pp. 2859-2865. 24
11 decreto del 23 settembre 1935 (Art. 14) fa riserva di costituire un ruolo organico. che viene poi definito con decreto del Capo del Governo 11 maggio 1936 (G.M. 1936, pp. 898-901). Tale decreto fissa solo il ruolo organico del personale civile (26 unità) e per il personale militare stabilisce che si continui a provvedere con personale della Segreteria e dei Servizi dipendenti dal comitato per la mobilitazione civile, richiamalo dal congedo o comandalo dai Ministeri militari su richiesta di Cogefag. 2S Inoltre, la Marina ammetteva le funzioni di coordinamento e controllo del Cogefag per le armi e munizioni, ma non per gli scafi e loro parti (si veda, in merito, la lettera di protesta dell'ammiraglio Cavagnari a Mussolini- F. Botti-V. Ilari, Op. cit. , p. 83).
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incremento della produzione bellica, che almeno in tempi eccezionali non dovrebbe essere troppo ostacolato da vincoli finanziari. Le attribuzioni più importanti e meno soggette a vincoli che rimangono al commissario sono quelle relative all'approvvigionamento e alla ripartizione delle materie prime per gli stabilimenti civili (mobilitati e non) e statali, alla formazione e gestione delle scorte, al controllo dei prezzi, all'indicazione ai tre Ministeri militari delle industrie di cui si devono avvalere e all'approvvigionamento all'estero di prodotti finiti di speciali caratteristiche tecniche. Attribuzione importante è anche quella della predisposizione e direzione della mobilitazione degli stabilimenti civili (e solo di questi) e del controllo disciplinare e tecnico degli stabili.menti stessi, ma in questo settore egli emana disposizioni solo attraverso i rispettivi Ministeri, che a loro volta le comunicano alle autorità civili e militari territoriali, agli uffici periferici e alle organizzazioni sindacali interessate. Sono organi del commissariato generale per le fabbricazioni di guerra: a) la direzione superiore per le fabbricazioni di guerra che sovraintende a tutte le attività; b) il segretariato generale; e) il servizio ispettivo delle fabbricazioni di guerra, che si avvale di ispettori; d) il servizio della mobilitazione industriale, attraverso il quale il commissario svolge i compiti di controllo d1sc1phnare e tecnico, avvalendosi di vari organi (uffici centrali della mobilitazione industriale presso il segretariato generale; ispettori delle fabbricazioni di guerra; delegazioni interprovinciali delle fabbricazioni di guerra; servizio degli osservatori industriali di cui al citato R.D. 8 Gennaio 1928, n. 165; giunta centrale consultiva, presieduta dal segretario generale della commissione suprema di difesa e composta da esperti, da rappresentanti dei Ministeri finanziari, degli industriali e dei sindacati, del Ministero delle corporazioni, e dal direttore superiore delle fabbricazioni di guerra). 11 Cogefag non corrisponde certo alle funzioni di cui ali' Art. 4 della legge dell '8 giugno 1925, che parlava di un organo "incaricato di provvedere (nostra sottolineatura - N.d.a.] alle fabbricazioni di guerra, alla ripartizione delle materie prime e dei prodotti industriali, al controllo degli stabilimenti, siano essi statali o privati". Né corrisponde al ruolo che il Padoan vorrebbe assegnargli (apprestamento dell'attrezzatura industriale bellica, organizzazione della mobilitazione industriale, direzione e controllo della produzione bellica), accennando anche che dovrebbe corrispondere all'esigenza "di una disciplina della produzione, convogliata ad unico fine, predisposta ed attuata razionalmente perché le energie produttive, non disperse, si sommino, e si fondino nella risultante del più alto ed efficiente potenziale".26 Da non trascurare, in-
26
A. Padoan, Op. cii. , pp. 26 e 32.
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fine, che mentre nel 1915-1918 gli stabilimenti militari dell'esercito erano alle dipendenze dirette del generale Dallolio ed erano anzi da lui ritenuti il perno della sua azione propulsiva, Cogefag non ha su di essi alcuna autorità, perché tutti gli stabilimenti militari fanno interamente capo ai rispettivi Ministeri di for.ta armata, pur avendo ormai un ruolo marginale e sussidiario. Il I O settembre 1939 il generale Dallolio, che dal 1923 era anche presidente del comitato per la mobilitazione civile, viene sostituito in questa carica e in quella di commissario per le fabbricazioni di guerra dal generale Carlo Favagrossa, già Intendente in Spagna. 27 Esce cosl di scena il maggior protagonista della nostra preparazione militare dal 1914 in poi, e ciò che annota Alberto Pirelli nel suo diario è indicativo del clima nel quale l'Italia si prepara ad entrare nel conflitto che sta già iniziando: Gen. Dallolio. Sta per lasciare il posto dopo 70 di servizio militare. Ha 87 anni. Mi presenta a Favagrossa. Fa uno sfogo contro i tedeschi. Dice che Pariani era d'accordo sulla richiesta tedesca di mettere un osservatore al Cogcfag! Lui si è rifiutato in iscritto e ha jnsistjto con Mussolini nella negativa. A Mussolini ha dato pochi giorni or sono le statistiche delle nostre deficienze e dice: "Sono andate in mano aJl'ambasciatore tedesco a conferma della nostra impossibilità di intervenire".28
Con R.D. 23 maggio 1940, n. 499 il Cogefag si trasforma in sottosegretariato di Stato per le fabbricazioni di guerra (Fabbriguerra) mantenendo la diretta dipendenza del Capo del Governo. Ma le sue attribuzioni - assai circoscritte - rimangono praticamente invariate fino al febbraio 1943, per quanto Mussolini il 30 marzo 1938 al Senato ne esalti il ruolo nei consueti termini semplicistici e ottimistici:
27 GeneraJe Carlo Favagrossa, nato a Cremona il 22 novembre 1988. Sottotenente del genio nel 1909. Partecipa alla campagna di Libia (1911 - 1912). Capitano comandante ili compagnia zappatori nel maggio 1915, ricopre successivamente vari incarichi presso l'ufficio tecnico del Comando Supremo e i Comandi 49a e 50a divisione. Il 15 ottobre 1917, con il grado di maggiore, è destinato alla sezione movimento della direzione trasporti dcli 'Intendenza generale, dove rimane fino al termine della guerra. Dal giugno 1919 al settembre 1925 è presidente della commissione tecnica militare di controllo per la ripartizione del materiale rotabile di preda bellica. Da fine 1925 al 1928 frequenta la scuola di guerra. Tenente colonnello nel giugno 1926, colonnello nel dicembre 1930, generale di brigata nel marzo 1936. Nella primavera I 93 7 parte per la Spagna aJ seguito del nuovo comandante generale Bastico e assume l'incarico di Intendente del CTY. Generale di divisione nell'aprile 1938, rimpatria alla fine dello stesso anno. Comandante della divisione militare di Bologna daJ marzo all ·agosto 1939, il 1° settembre dello stesso anno è nominato commissario per le fabbricazioni di guerra (poi sottosegretario nel maggio 1940 e Ministro nel febbraio 1943). Rimane Ministro della produzione bellica fino allo scioglimento suo Ministero a fine 1943, e da allora scompare dalla scena. Il suo libro di memorie Perché perderemo la guerra rimane un documento insostituibile e sostanzialmente attendibile. 2 8 A. Pirclli, Taccuini 1922-1943, Il Mulino, Bologna 1984, p. 227.
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Per mobilitare un milione di uomini occorrono mezzi materiali ingenti, il cui ordine di grandezza va dal milione al miliardo, come per le cartucce per armi portatili. Il C.G.F.G., o, più intelligibilmente, Comitato generale per le fabbricazioni di guerra, istituito nel 1935 e diretto con superiore cumpetem:a dal senatore Dallolio, è l 'organo che coordina, controlla, sospinge tutti gli stabilimenti che lavorano ininterrottamente per le For.le Armate. Tali stabilimenti, che si chiamano appunto ausiliari, sono 876, con una massa di operai di 580.033, sottoposti alla disciplina militare. Aggiungiamo subito che la disciplina degli operai negli stabilimenti ausiliari è perfetta.
Di qui la giustificata lamentela del generale Favagrossa: Naturalmente, siccome il pubblico - spesso anche in piena malafede- attribuiva al Cogefag gli stessi poteri concentrati durante la passata guerra nel Ministero delle A.rrru e Munizioni, le colpe di molte anomalie gli venivano attribuite con generosità sorprendente e qua~i sempre a torto. n solo sellore "assegnazioni di materie prime, semilavorati, ecc." richiederebbe volumi per illustrare gli assurdi che in pratica ne emergevano e ciò proprio per non avere accentrato nel Cogefag Le commesse.29
Non esistono altri organismi veramente in grado di rimediare alla mancanza di coordinamento. li Cogefag arresta le sue limitate competenze ulk materie prime e ullu produzione di armamenti (nel senso ristretto del termine) da parte dell'industria privata, e diversamente della prima guerra mondiale non gestisce materie prime di importanza fondamentale anche per la metallurgia (come i carburanti e lubrificanti, la gomma, Ja lana, il cotone, la canapa e le fibre tessili artificiali, la legna e il carbone vegetale). Le competenze per gli approvvigionamenti alimentari e le relative industrie statali e private, la legna e il carbone vegetale rimangono al Ministero dell'agricoltura e foreste, mentre per quanto riguarda i carburanti con il R.D. legge 24 ottobre 1935, n. 1880, convertito nella legge 6 gennaio 1936, n. 387, viene istituito alle dipendenze del Ministero delle corporazioni l'ufficio speciale dei combustibili liquidi. Il l O gennaio 1940 viene istituito un Ispettorato Superiore dei Servizi tecnici per l'esercito agli ordini del generale Caracciolo di Peroleto, che dovrebbe unificare e sveltire le complesse procedure per l 'introduzione in servizio dei nuovi materiali, ma il nuovo Ente non raggiunge i suoi scopi e il Favagrossa e lo Spigo non ne parlano nemmeno, anche se dovrebbe contribuire a qualificare la produzione. Anche in questo caso, si riscontra la solita divaricazione tra gli intenti (almeno dichiarati) del legislatore e la realtà. Il 13 marzo 1940 il sottosegretario alla guerra generale Soddu dichiara alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni: tutta la vasta attività inerente alla preparazione dei mezzi è stata tcstè riordinata allo scopo di imprimerle un impulso sempre più rigoroso, di meglio coordinarla e di separare funzioni tecniche ispettive e amministrative che, con aspetti contrastanti, erano talora venute a sommarsi nello stesso Ente. A ciò si è provveduto istituendo 29
C. Favagrossa, Op. cit., p. 35.
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un Ispettorato superiore dei servizi tecnici, organo di studio, di sperimentazione e di coordinamento, e devolvendo alla direzione generale del Ministero - e ad essa soltanto - la responsabilità della produzione.
Con il nuovo organo (che, come si è visto, fa parte del Ministero) si vorrebbe alleggerire le direzioni generali del Ministero, e ancor più lo Stato Maggiore Esercito, di tutte le incombenze relative allo studio, sperimentazione e collaudo dei nuovi materiali, lasciando loro solamente la responsabilità delle commesse (Ministero) e del rifornimento e riparazione dei materiali per le truppe (Stato Maggiore). Nessuna misura di coordinamento con Cogefag è prevista. E, in realtà, nessuno dei troppi ufficiali, Enti e direzioni interessati allo studio e sperimentazione dei materiali presso il Ministero e lo Stato Maggiore intende come sempre - cedere una parte dei suoi poteri al nuovo organismo, il cui ruolo viene visto come aggiuntivo e non sostitutivo di altri (e quindi crea, se mai, maggiore confusione e burocrazia). Le attribuzioni specifiche del nuovo Ente, che peraltro non sono mai definite per legge come sarebbe necessario, sono: a) studio e sperimentazione dei mezzi occorrenti all'esercito in base a direttive del Comando del Corpo di SM: b) consulenza tecnica nei riguardi dello Stato Maggiore; c) indirizzo e coordinamento dell'attività delle direzioni superiori dei vari Servizi tecnici (che passano alle sue dipendenze); d) individuazione e definizione delle correlazioni tra armi e materiali destinati ali 'impiego unitario; e) questioni concernenti - per quanto di interesse dell'esercito - lo sviluppo industriale nazionale ed estero. L'Ispettore Superiore corrisponde direttamente con il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, dal quale riceve ordini e direttive per quanto riguarda studi, esperienze, evoluzione e miglioramento dei materiali; dipende invece dal Ministero per tutto quanto concerne lo sviluppo e il completamento di studi ed esperienze, la nomina di commissioni ecc. In questo quadro, svolge la sua attività anche nel campo della collaborazione tra l'organizzazione tecnica e quella amministrativa; ha facoltà di riunire gli Ispettori, i direttori generali e i direttori superiori per trattare tutte le questioni che richiedono saldatura fra tecnica, produzione ed impiego; ha l'alta i:;orveglianza sul servizio collaudi del quale risponde al Ministero; sulla base delle caratteristiche fissate dallo Stato Maggiore provvede agli studi per i materiali, richiedendo agli Enti amministrativi i relativi fondi; dispone per la compilazione dei progetti e, quando richiesto, per la realizzazione degli esemplari sperimentali; propone al Ministero la nomina di commissioni per le esperienze di controllo. I risultati ottenuti da questo organismo (in linea generale e di principio senz'altro necessario) non sono confortanti. In merito, non richiedono commenti i ricordi del primo Ispettore generale Caracciolo di Feroleto (che non è un tecnico, ma un ex-comandante di divisione):
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A quanto mi affermarono, questo nuovo Ente avrebbe avuto per compito di intensificare e sollecitare la produ,done di nuovi materiali bellici, finora attardata da formalità burocratiche, da non so quante commissioni, alla dipendenza di non so quante autorità. «Si deve costruire un carro annato? Per lo scafo deve provvedere l'Ispellorato della motorizzazione, per l'armamento i tecnici dcli 'artiglieria, per la radio i competenti del genio ... Ognuno fa per suo conto. Noi vogliamo ora che uno solo sia al di sopra di tulli, coordini e ordini ... ». Così mi si disse. Fui ricevuto da Mussolini che volle confennanni l'importanza della nuova istituzione. «Oggi - t:gli affermò - la guerra è diventata essenzialmente tecnica ... : la tecnica tiene un posto sempre più importante». Gli osservai che, con ciò la posizione dell'Italia, al confronto delle altre nazioni, era peggiorata, perché né come impianti tecnici né come materie pnme possiamo competere con la Germania o con la Francia o con l'Inghilterra. Ne convenne. Volle poi dirmi quelle parole di elogio, che facevano parte del suo «metodo di governo» e concluse: «Voi siete il capo della tecnica milòtare italiana» f...]. È qui necessario qualche chiarimento sulla produzione dei materiali di guerra. Come si era proceduto fino allora per la costruzione di una qualunque anna o aurev:o o materiale militare? Si trattasse di un cannone o di una cartuccia, di una radio o di una giberna, dopo che il materiale era stato progettato e costruito, bisognava tisperimenlarlo. A tale scopo, per ogni singolo oggeuo era interessata una sene di commissioni, nominute du1 vari enti interessali: D1rc~1one supenore tecnica dell'artiglicna o del genio o della motorizzazione, secondo la specie del materiale: poi le rispettive Direzioni generali del Ministero, che avrebbero dovuto avere solo funzioni amministrative ma invece erano riuscite ad arrogarsi diritto di entrata negli esperimenti e nei collaudi: poi gli ispettorati delle diverse armi; infine lo Stato Maggiore con gli ufficiali òcll'ufficio addestramento. Ho ancora dimenticato: il Gabinello del ministero guerra che doveva dare il «via,. finale. Era cosl sei, sette enti per ogni pii) modesto materiale. Se una delle commissioni proponeva una modificazione anche minima al materiale io esperimento, tulio l'esame ricominciava da capo per la stessa serie delle stesse sei o sette commissioni: mesi di attesa, ritardi senza fine. mollo spesso completo scollegamento tra gli enti delle diverse anni. Forse per riflesso dei rapidi e conclusivi sistemi germanici, si pensò di creare un nuovo Ente, accentratore e sempliftcatore. Almeno tale doveva essere. Ma le buone intenzioni sono una cosa e l'e~ecuzionc è un 'altra. Di chi fosse la buona intenzione non ~o. Quello che so è che la nascila e poi la vita del nuovo ente fu ostacolato con tutti i mezzi leciti e non leciti. Le prime settimane di vita del nuovo Ispettorato furono consacrate all'organizzazione dell'ente stesso e alla definizione delle sue attribuzioni. E qui cominciò la battaglia. Nessuno di quelli che fin'allora avevano avuto voce in capitolo volle rinunziare a qualcuno dei suoi compiti. Non volle il Gabinetto rinunziare al suo esame cd alla parola finale, si trattasse anche del più piccolo materiale o di una vernice per le bandoliere; non volle lo Stato Maggiore ritenere possibile che un oggetto qualsia\i, dopo l'esame di infiniti tecnici e tattici, potesse fun7ionarc senza il suo benestare, che era poi quello dei suoi ufficiali dell'ufficio addestramento, e poiché a questo incarico erano addetti tre tenenti colonnelli (uno di fanteria, uno di artiglieria, uno del genio), per di più occupati anche in altro lavoro di ufficio, così le commissioni si riunivano quando e come questi ufficiali potevano; e le cose ~i trascinavano per le lunghe. Non ba~ta: fra gli enti puramente tecnici e le rispettive direzioni generali del ministero era una continua lotta per le relative sfere d'azione, spesso sorpassate dal più invadente o da quello meglio d'accordo col ministero. Così, gli enti che avevano studiato ed e~perimentato un materiale, e cioè i tecnici propriamente detti, non dovevano più occuparsi della loro fabbricazione né del
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controllo durante la costruzione, perché i direttori generali - che avrebbero dovuto avere funzioni puramente amministrative - erano riusciti ad avocare a sé la giurisdizione sugli stabilimenti di produ7ione. Da ciò questioni, dissapori, perditempo: quante volte dovetti personalmente intervenire per comporre dissidi, che nulla avevano a che fare con le mie mansioni, ma in definitiva danneggiavano gli studi e la produzione. È quasi inutile avvertire che intervenni spesso energicamente. Proposi qualche provvedimento radicale, per dare aJ nuovo ispettorato superiore una funzione fattiva, sostituendosi ad alcune commissioni e non aggiungendosi ad esse. Ma le mie insistenze le mie proteste a nulla servirono. Il generale Soddu, che aveva tenuto a battesimo il nuovo Ente, non si curò di assicurarne la vita o non ebbe la forza di imporsi ai recalcitranti. Gli portai una volta un esempio di chiarezza lampante: «abbiamo in questo momento da esperimentare 42 materiali diversi, pei quali sono in corso 42 commissioni; di esse fanno parte di diritto i tre ufficiali dell'ufficio addestramento. È chiaro che se essi sono presenti in tre commissioni. le altre trentanove restano in sospeso. Ora non si potrebbe. almeno pei materiali di minore importanza, lasciare a noi la decisione. visto che ci avete creati apposta a questo scopo come "ispettorato superiore"? Non si può fare a meno di un tenente colonnello di stato maggiore, dopo che si sono già pronunziati diecine di competenti?». inutili parole; «è questione di principio», si disse. In realtà, e 'erano sollo le solite beghe fra Ministero e Stato Maggiorc)O
Un altro organo che dovrebbe agevolare la risoluzione in tempi brevi dei problemi tecnici commessi con l'autarchia e la correlata necessità di produrre armamenti tecnologicamente all'altezza dei tempi è il Consiglio Nazionale delle Ricerche, costituito nel 1923 e riordinato nel 1937 (R.D. - legge 25 giugno 1937, n. 114)3 1 indirizzandone l'attività scientifica ai fini militari, anche attraverso l'assegnazione della presidenza al maresciallo Badoglio (succeduto a Guglielmo Marconi). Alle dirette dipendenze del Capo del Governo, il consiglio esercita attività di consulenza per tutto quanto attiene all'attività scientifico-tecnica dello Stato e promuove, coordina e disciplina la ricerca scientifica al fine di consentirne la massima valorizzazione "con particolare riguardo ai problemi che interessano l'autonomia economica e la difesa della Nazione". L'azione del consiglio incide direttamente sul settore degli armamenti e delle materie prime. Infatti il parere del consiglio nazionale delle ricerche è obbligatorio sugli schemi di atti e regolamenti concernenti l'attività produttiva, da sottoporre all'approvazione del Consiglio dei Ministri. Sono di sua competenza anche i rilevamenti tecnici sulla produzione industriale (sui quali riferisce periodicamente al Governo), il collaudo di prodotti nazionali, la taratura di apparecchi scientifici e l'emanazione di norme per l'esecuzione, il collaudo e la protezione degli impianti e delle costruzioni.
JO M. Caracciolo di Feroleto, E poi? La tragedia del/" Esercito Italiano, Roma, Casa Ed. Libreria Corso 1946, pp. 57-59. JI G.M. 1937, pp. 1952-1965.
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La scarsa operatività del Cogefag non è compensata nemmeno verso l'alto con un migliore funzionamento della commissione suprema di difesa, che con la legge 30 marzo 1936, n. 80632 riceve un nuovo assetto che non ne privilegia certo l'operatività: le attribuzioni di cui all'Art. l del Testo Unico del 1928 (capitolo IV. para. 3) sono confermate, ma i membri del comitato deliberativo previsto dalla legge 24 marzo 1930, n. 165 aumentano: ne entrano a far parte tutti i Ministri e in più (quali membri con voto consultivo) i marescialli d'Italia, il Capo di Stato Maggiore della Milizia, l'Ispettore Capo della preparazione militare e post-militare della nazione. [n tal modo il comitato deliberativo assume la fisionomia di una sorta consiglio dei Minis:tri allargato, a tutto danno della sua operatività, e si stabilisce inoltre che degli organi consultivi faccia di nuovo parte anche (oltre al consiglio dell'esercito, comitato degli ammiragli, comitato per la mobilitazione civile) il comitato tecnico di aeronautica. li comitato per la mobilitazione civile non muta il suo ruolo: tra gli organi consultivi manca il Cogefag, e il comitato deliberativo "emana le decisioni concernenti i provvedimenti di carattere esecutivo. Organo per la notifica dei provvedimenti è la segreteria generale della commissione suprema di difesa". Quest'ultima ha carattere interforze, è alle dipendenze amministrative della Presidenza del Consiglio ed è retta da un ufficiale superiore di Stato Maggiore dell'esercito o delle altre forze armate, coadiuvato da un ufficiale per ciascuna delle tre forze armate. Oltre a notificare le decisioni del comitato deliberativo, raccoglie e coordina le questioni che devono essere sottoposte al comitato deliberativo e consultivo. Un ruolo operativo importante quindi, che il Cogefag dal 1935 in poi tende ad assorbire almeno in parte (dando luogo a contrasti, visto che la legge del 1936 non modifica i compiti - fino a quel momento preminenti - del comitato della mobilitazione civile). Secondo una nota del dicembre 1934 del generale Dallolio,33 l' attività fino a quel momento svolta dal predetto comitato comprendeva il 1.:ensimenlo delle industrie e la registra.t.ione della loro speciali.t..t.a.t.ione, con l'assegnazione delle "cosiddette commesse di previsione", cioè di commesse fittizie assegnate alle aziende per verificarne la capacità produttiva. Tutti settori che nel 1935 diventano di competenza esclusiva e specifica del Cogefag, senza che per questo si senta il bisogno di modificare le attribuzioni del comitato per la mobilitazione civile. È proprio nel 1938, quando gli uffici, nuclei e uffici speciali che provvedono alle varie branche della mobilitazione civile sono ormai tutti costituiti, che si acuisce il contrasto tra il segretario generale della commissione suprema difesa, che vorrebbe tali uffici alle sue dipendenze, e il generale Dallolio che a sua volla ne rivendica il controllo nella sua veste di presidente del comitato per la mobilitazione civile. li problema
32 G.M. 1936, pp. 653-654. n F. Minniti, Aspelli organizzalil'i ...(Cit.).
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del controllo unitario degli svariati Enti preposti alla mobilitazione civile rimane così aperto, fino all'inizio della guerra. E benché la legge dal 1925 assegni alla commissione suprema di difesa la preparazione della mobilitazione della mano d'opera, anche questo settore fondamentale per la mobilitazione civile e la produzione di guerra viene poco ragionevolmente suddiviso tra due Enti, il Ministero delle corporazioni per gli uomini dai 19 ai 70 anni e la Segreteria del PNF - che costituisce un proprio nucleo - per i minori dai 14 ai 18 e per le donne dai 19 ai 60. L'unico tentativo di coordinamento è quello dell'istituzione con decreto interministeriale del IO maggio 1935 (cioè in coincidenza con le esigenze della guerra d'Etiopia) di un comitato con rappresentanti dei vari Ministeri, per la revisione delle liste delle dispense dal richiamo per mobilitazione. Compito comunque che ancora una volta dimostra 1'intento politico - sempre costante dal 1919 in poi - di non privilegiare le esigenze militari e quindi di non sancire, in materia. la preminenza dei Ministeri militari. Il comitato per la mobilitazione civile presieduto, come si è visto, dallo stesso Favagrossa - viene sciolto nel! 'estate 1940, e di conseguerua viene meno propno all'inizio della gue1ra sen,.a suslituirlu cuu altri - l'unico organo che avrebbe potuto esercitare il coordinamento degli svariati Enti interessati alla mobilitazione civile. Evidentemente lo si ritiene un doppione del sottosegretariato per le fabbricazioni di guerra, il cui settore d'azione non viene però amplìato fino a comprendere materie di competenza degli organismi civili. Senza seguito rimane anche l'orientamento a separare - dopo le dimissioni del generale Dallolio nel 1939 - le cariche di commissario per le fabbricazioni di guerra e di presidente del comitato per la mobilitazione civile, forse perché si ritiene opponuno assicurare con una direzione unica il coordinamento tra mobilitazione civile e produzione bellica. Ciò rende ancor più inspiegabile la mancata, tempestiva attribuzione al sottosegretario per le fabbricazioni di guerra di poteri più ampi, evidentemente dovut;i alle solite lotte di potere nelle quali Mussolini non interviene affatto, dimostrandosi alla prova dei fatti debole, incerto e senza idee chiare in questo fondamentale settore. Il risultato è un regresso rispetto alla prima guerra mondiale, del quale i Capi militari prendono atto senza poter fare molto e senza poter cogliere i vantaggi della "mobilitazione strisciante" iniziata nel 19381939. Nella riunione del 26 gennaio 1939 dedicata anche alla mobilitazione civile vengono chiaramente alla luce tutte le incongruenze del sistema: lii. Mobilitazione civile
S.E. Badoglio - Ho scritto al Capo del Governo nei riguardi della mobilitazione civile perché essa non è stata predisposta come studiato in C.S.D. Le induslrie si sono lamentale per il richiamo alle armi di persone indispensa bili per il proprio funzionamento: ciò perché non erano state segnalate come indi-
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sponibili. Toccheremo di nuovo l'argomento in C.S.D. Occorre, che la mobilita/ione civile sia tenuta al corrente come la mobilitazione militare per impedire l'arresto delle indusrrie proprio quando devono aumentare il ritmo della produ,.ione o ampliarsi. S.E. Pariani - Ritengo opponuno un chiarimento. La mobili1a,ione civile fu affidata a S.E. Dallolio. Successivamente il Cogcfag assorbì quasi lulla l'auività di essa e la mobilitazione è stata ripanita fra singoli Ministeri, rimanendo praticamente quasi lettera mona. Bisogna riprendere in esame tuua la materia.Bisogna creare in ogni distretto. accanto all'ufficio per la mobilita.1ione militare, un ufficio di mobilita1:ione civile col compito di suddividere il personale in base alle esigenze civili e militari e studiare nei panicolari la sostitu.1ione, in secondo tempo, del personale civile con elementi meno idonei al servizio militare. li lavoro di questi uffici sarà più forll.! di 4ucllo ucgli uffici militari. Tale lavoro deve essere assolutamente organizzato, altrimenti si va incontro a un grande disordine. Sinora è stata confusa la mobilitazione industriale con la mobilitazione civile, che è assai più vasta. Per risolvere il problema nel senso sopra indicato, ho disponibile una t!suberanza di ufficiali del ruolo Mobilitazione e fuori quadro: il che consentirebbe, anche, la soluzione più economica. S.E. Badoglio - In un modo o in un allro si deve trovare la soluzione [che non fu mai trovata N.d.a.].
La struttura e i compiti della commissione suprema e.li difesa non vengono più modificati fino al maggio 1940 (legge 21 maggio 1940, n. 416-34 Fino alla promulgazione di tale legge, le modifiche non sono di rilievo (R.D. - legge 3 giugno 1938, n. 148,15 e decreto del Duce 18 ottobre 193936) e riguardano l'elevazione del grado del segrelario generale, l'eliminazione dal comitato consultivo di taluni membri secondari e infine la facoltà per il presidente del comitato deliberativo di convocare di volta in volta alle riunioni degli esperti, e di variare la composizione della segreteria generale. La legge del maggio 1940 formula ancora una volta i compiti della commissione, definita '·organo interministeriale per coordinare gli studi e le risoluL.ioni di tutte le questioni attinenti alla sicurezza e difesa della nazione, alla organizzazione e mobilitazione della nazione per la guerra, allo sviluppo e migliore utilizzazione di tutte le risorse e di tutte le attività dello Stato ai fini della difesa". Del comitato deliberativo continuano a far parte tutti i Ministri, ma la partecipazione dei membri con voto consultivo rispetto al 1936 risulta ancora allargata, aggiungendone molti altri al commissario generale per le fabbricazioni di guerra e al segretario della commissione suprema di difesa. Allargati rispetto al 1936 anche gli organi consultivi (consiglio dell'esercito, comitato ammiragli, comitato dell'aria, centro nazionale
G.M. 1940. pp. 1403-1407. G.M. 1938. pp. 2485-2487. 36 G.M. 1939, pp. 2785-2786. 34
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di mobilitazione civile del PNF, consiglio nazionale delle ricerche, commissariato generale per le fabbricazioni di guerra). Questi due ultimi organismi acquistano perciò maggiore peso, mentre scompare tra gli organi consultivi il comitato per la mobilitazione civile che sempre ne aveva fatto parte: provvedimento, questo, che ne preannuncia l'imminente abolizione. Altro segnale della perdita d'importanza del comitato per la mobilitazione civile è il passaggio del servizio degli osservatori industriali - che prima faceva capo al predetto comitato - alle dipendenze del commissariato generale per le fabbricazioni di guerra. In tal modo si elimina una possibile fonte di contrasti, perché il decreto del 23 settembre 1935 che fissa le attribuzioni del commissariato generale prevede che il servizio della mobilitazione industriale facente parte del commissariato "dispone e si avvale dell'opera", tra l'altro, del servizio degli osservatori industriali, senza abrogare le disposizioni del R.D. 8 gennaio 1928 che ne fissavano la dipendenza del comitato per la mobilitazione civile. forse perché - in senso slrello - un conto è "disporre e avvalersi dell'opera" di un organismo, e un conto è invece averlo alle piene e dirette dipendenze. Un 'altra caratteristica saliente della legge dèl 21 maggio 1940 è il nuovo risalto che essa dà alla figura del segretario generale della commissione suprema difesa e alle attribuzioni della segreteria generale, che sono ampliate, rafforzate e meglio definite. Il segretario generale dipende direttamente dal duce, ha facoltà d1 delegare il personale dipendente a intervenire in sua vece in quei consessi dei quali fa parte in rappresentanza della commissione suprema di difesa, può chiedere direttamente alle Amministrazioni pubbliche e privale lutti gli clementi, notizie e dati di cui ha hisogno. La segreteria generale "mediante la raccolta e il coordinamento di dati, notizie e informazioni. e mediante studi ed elaborati" prepara il materiale per le delibere o per gli organi consultivi, traduce in deliberazioni, direttive e istruzioni le determinazioni del duce e della commissione suprema di difesa, ne cura la comu01caz10ne agh mteressati per i provvedimenti di competenza, e inoltre ne segue lo sviluppo, per tenere continuamente informati il duce e il comilalo deliberativo e per provocare in tempo utile, se necessario. nuove deliberazioni, istruzioni e direllive. Mantiene uno stretto collegamento fra le autorità, gli enti e gli mgani in· teressati allo studio ed alla risoluzione delle questioni di competenza della commissione suprema di difesa.
Queste nuove attrihuzioni della segreteria generale sono tali da poter assorbire anche parte di quelle del comitato per la mobilitazione civile (e del Cogcfag). Non ci sembra però che, come invece scrive su Le Forze Armate un articolista del tempo, i maggiori compili prima dcccn!rati al comitato per la mobilitazione civile vengono assorbili dalla commissione suprema di difesa presiedula dal duce, che ha i s uoi dircui ordini la segreteria generale retla da un ufficiale generale e con ufficiali di tut-
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le le fone annate, che ha il compito della predisposizione e dell'aggiornamento della pianificazione.11
In sostanza la segreteria della commissione suprema di difesa, mentre non integra il vuoto di potere gestionale e decisionale del Cogefag e interferisce anche nella sua opera, non è mai in grado rimediare al mancato coordinamento della preparazione militare con un 'attività decisionale profonda e costante. li generale Favagrossa dipende direttamente da Mussolini e solo a Mussolini si rivolge. limitandosi a citare la predetta segreteria nel suo libro solo per taluni studi. Lo stesso generale Spigo, che pure ne era stato il segretario generale in anni cruciali, si limita a ricordare che l'attività della commissione era rimasta ristretta al campo industriale ed economico,l8 e quale unica iniziativa di rilievo cita !"istituzione di un comitato presieduto da Guglielmo Marconi con il compito di riassumere in annuali reJa,,ioni, prodouo per prodotto. lo stato di fatto circa le materie la cui produ,,ione na,,ionale era mancante o insufficiente, e per prospcllare le soluzioni non solo cin:a l'impiego di succedanei e ~urrogati. ma altrcs1 quelle rinellenti un più intenso sfrullumento minerario del suolo nazionalc.39
L'opera del comitato dà buoni risultati - descritti dallo Spigo40 - in materia di realizzazione dell'autarchia nel campo delle materie prime più importanti, risultati peraltro ben lontani dal colmare il gap industriale e tecnologico dell'Italia. Al momento attuale, tuttavia, non si conoscono interventi di rilievo della commissione suprema di difesa o della sua segreteria generale per risolvere i più importanti problemi che di fatto allontanavano quella prospettiva di condotta veramente unitaria ed economica della guerra integrale, da tutti in teoria ardentemente perseguita. In tema di autarchia, da ricordare l'istituzione con R.D. - legge 9 gennaio 1939, n. 32 di un Comitato interminùteria/e per l'autarchia, allo scopo di «conseguire un più efficace e diretto coordinamento nell'esame dei problemi attinenti ali 'autarchia economica della Nazione e nella preparazione dei provvedimenti legislativi». I1 Comitato è presieduto dal Duce e ne fanno parte, tra gli altri, il Capo di Stato Maggiore generale, il Presidente del consiglio generale delle ricerche, il commissario generale per le fabbricazioni di guerra, il segretario della commissione suprema di difesa. L'esecuzione delle delibere del comitato compete al Ministro per le corporazioni. Al nuovo organismo sono conferiti ampi poteri e in particolare «può, in deroga alle disposizioni vigenti, autorizzare nuovi im-
37 L. Magliari Galanlc, [,e leggi per la difesa della 11azio11e, "Le Forze Armale" 26 apr. 40, n. 1584. 38 U. Spigo, Op. cit., p. 47. 39 /,·i. p. 77. 40 /vi, pp. 77-83.
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pianti industriali, prescrivere alle imprese industriali di adottare determinati processi produttivi, e fissare i prezzi dei prodotti» (Art. 4). Anche questo provvedimento non risolve i problemi di fondo, ecomunque si dimostra impari alle esigenze. Ancora una volta, nella citata riunione del 26 gennaio 1939 Badoglio e i Capi di Stato Maggiore non possono che limitarsi a prendere atto di una situazione che sfugge al loro controllo diretto, ed è comunque tale da giustificare le più gravi preoccupazioni anche per l'ingente dispendio di materiali, scorte di mobilitazione e materie prime provocato dalle guerre di Etiopia e Spagna: S.E .. Badoglio - f ...1 Si può dire, anzi, che 1' esercilo, del 1935, fa da deposito a tre scacchieri: all'A.0., alla Libia e alla Spagna la quale ultima, specialmente, continua ad ingoiare soprattutlo bauerie e munizioni. Proprio nel ramo muni/.ioni ho grandissime preoccupa7,ioni. Non baslano i milioni per poter avere le munizioni: occorrono gli acciai che vengono dal di fuori. Nel 1937 noi abbiamo lavorato 1.800.000 ton. di acciaio, mentre la Germania ne ha lavorate 21.000.000. Bisogna avere moneta estera. Questa mia preoccupazione per le scorte di mobilitazione costituisce eguale angoscia per i Capi di S.M. delle Forze Armate. Sarà bene, quindi. fare azione concorde alla C.S.D. per giungere ad una soluzione. lo pregherò il Capo del Governo di dare la parola ai Sotlosebrretari militari e poi parlerò anch'io. Se non si provvede ci possiamo trovare all'ablativo poco tempo dopo l ' inizio di una guerra. S.E. Pariani - La larghezza è stata ancora maggiore per la Spagna. S.E. Valle - Con l ' oro si fa la guerra, però occorre anche il ferro. In scucmbrc scorso avevamo rottami di ferro appena per una settimana. S.E. Badoglio - Se ricorda S.E. Valle, nel 1933 fui proprio io a sollevare alla C.S.D. il problema della riserva aurea. 11 ministro Jung non comprese bene la mia proposta. Parlò della moratoria e delle emissioni di biglietti di Stato. Io dissi che occorreva oro. Fu allora che venne fatta la raccolta di oro per ordine del Capo del Governo e si arrivò ad un deposito di 7 miliardi e 800 milioni di oro presso la Banca d'Italia. Adesso non s i conosce la nostra consistenza aurea. È ceno che la guerra di movimento richiede una cnonnc quantità di materiale, e, quindi, di oro. Porremo que~to problema al Capo del Governo in tutta la sua interezza, perché possa prendere le sue decisioni.
5. Cenni
sul 'evoluzione
della normativa secondaria
Nella citata opera del Padoan è riportato un elenco (suddiviso per materia) dei principali provvedimenti di legge, regolamenti, istruzioni ecc. concernenti la disciplina della produzione bellica e le materie prime, riferito in particolar modo al periodo dal 1935 aJ 1941.41 Anzitutto non è vero che - come afferma il Padoan - degli organi previsti dall'art. 4 della legge del 1925 è costituito solo, nel 1935, il Co41
A. Padoan, Op. cit., pp. 245-262.
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gefag. Quest'ultimo è invece preceduto, fin dal 1933 (R.D. 13 marzo 1933, n. 674 e R.D. - legge 5 dicembre 1935, n. 2417) dalla costituzione alle dipendenze del Ministero dell'agricoltura e delle foreste di un "nucleo di mobilitazione civile dell'organo dell'alimentazione",42 che ha lo scopo di raccogliere dati e di predisporre il funzionamento del servizio dell'alimentazione in tempo di guerra, mantenendosi in collegamento con il comitato per la mobilitazione civile e con i nuclei degli altri organi previsti dalla legge del 1931; il nucleo è costituito da un ufficio centrale dell'alimentazione e da 12 uffici interprovinciali dell'alimentazione. Gli ufficiali addetti a tali uffici hanno libero accesso alle aziende di produzione, conservazione, trasformazione e scambio dalle quali han no diritto di ottenere le informazioni necessarie al servizio, mantenendo il segreto di ufficio. Nello stesso anno 1933 sono costituiti altri due nuclei di mobilitazione presso il Ministero delle corporazioni, per le operazioni commerciali e la manodopera. Con R.D. I O aprile 1935, n. 412,41 si stabilisce, inoltre, la costituzione (solo ali 'occorrenza) di altri 9 uffici speciali di mobilitazioni civile (trasporti e combustibili solidi presso il Ministero delle comunici'lzioni: combustibili liquidi e prodotti minerari presso il Ministero delle corporazioni; legnami presso il Ministero dell'agricoltura e foreste; energia elettrica presso il Ministero dei lavori pubblici; protezione aerea presso il Ministero della guerra; assistenza civile presso il Ministero dell'Interno; propaganda presso il Ministero degli esteri). La guerra d'Etiopia provoca naturalmente una certa accelerazione nella costituzione di organi e nell'adozione di provvedimenti speciali per fare fronte alle sanzioni. Per le materie prime, con il R.D. - legge I O novembre 1935, n. 215444 viene costituito presso il Ministero delle corporazioni un "ufficio prodotti minerari" che ha il compito di disciplinare l'estrazione, la lavorazione e la distribuzione delle sostanze minerali, con particolare riguardo "ai minerali metalliferi alJe zone asfaltiche e bituminose, alla bauxite e alla leucite, nonché alla produzione dei combustibili solidi nazionali". Per disciplinare e controllare le importazioni e le esportazioni si ricorre a fine 1935 a un sottosegretariato di Stato (R.D. 29 dicembre 1935, n. 2186),45 poi trasformato in Ministero nel 1937 (R.D. 20 novembre 1937, n. 1928). 46 Il nuovo Ente assorbe le competenze fino a quel momento spettanti in materia al Ministero delle corporazioni e alla sovraintendenza agli scambi e valute. Risalgono al periodo della guerra d'Etiopia le prime norme a carattere G.M. 1936. pp. 1469-1472. Cfr. anche r. Minniti, AspeTli orKanizw1ivi ... (CiL.). li decreto non contenuto nel G.M. dell"anno è pubblicato sulla G.U. del 23 aprile 1935 (n. 95) senza indicarne per evidenti ragioni di segretezza i contenu1i, che riprendiamo dal Minniti (F. Minniti, Aspetti organizzath•i ... Cit.). 44 G.M. 1936, pp. 17-19. 45 fri, pp. 19-20. 46 G.M. 1937, p. 2730. 42
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straordinario per facilitare gli approvvigionamenti e la produzione di materiale bellico: il R.D. legge IO febbraio 1936, n. 322 autorizza i tre Ministeri militari, in deroga alle norme vigenti, a procedere ad appalti a tratti va privata quando questa sia resa necessaria. ai fini della mobilitazione industriale, per avviare determinate unità industriali a produzioni specifiche di materiali bellici di particolare interesse o a lavorazioni comunque interessanti la difesa dello Stato, o per mantenere assicurata la capacità produttiva delle unità già attrezzate e addestrate.47
Anche i settori della lana e dei pellami sono disciplinati con provvedimenti straordinari. Il R .D. - legge 24 febbraio 1936, n. 317 stabilisce che tutta la lana di produzione nazionale della tosa 1936 deve essere messa a disposizione dell'autorità militare, che la requisisce per propri usi. 48 Sono inoltre costituite una commissione interministeriale per la requisi7ione della lana (presieduta dal generale commissario in ausiliaria Barbato) e 12 commissioni interprovinciali per i prezzi della lana.49 L'approvvigionamento dei pellami è regolato in funzione delle esigt:ru:t: militari con il R.D. - lcggt: 24 febbraio 1936, n. 454,5 0 che fa seguito al R.D. - legge I 9 dicembre 1935, n . 2226 relativo alla disciplina della raccolta, ricevimento e salatura delle pelli bovine ed equine fresche. li decreto prevede che il Ministero delle corporazioni accerti i quantitativi di pelli greL.Ze o conciate esistenti presso gli stabilimenti e le ditte, ai quali su richiesta del Cogefag può ordinue con proprio decreto la cessione dei quantitativi occorrenti ali' Ammin istnuione militare o agli Enti e stabilimenti indicati. Per definire i pre.l.lÌ ed esprimere pareri sull'applicazione del decreto, è istituita presso il Ministero delle corporazioni un'apposita commissione. Nel campo dell'alimentazione, dopo l'aumento della produzione dei generi alimentari e l'istituzione degli ammassi volontari che caratterizzano la politica agraria già nei primi anni Trenta (battaglia del grano, ecc.), nel corso del 1935-1936 si rendono obbligatori e totalitari gli ammassi dei vari prodotti agricoli. Con questo provvedimento che poi viene mantenuto si mira a conseguire molteplici vantaggi: assicurare ai produttori prezzi remunerativi sottratti alle oscillazioni del mercato e al tempo stesso controllati, mettere sotto controllo dello Stato l'intera disponibilità vendibile della produzione, rendere di conseguenza possibile la compilazione di un piano dei prezzi, della produzione e del consumo, definire in termini esatti la politica di acquisti all'estero, rendere possibile la costituzione di scorte.
G.M. 1936, p. 455. lvi. pp. 349-351. 49 D.M. 20 giugno t936 (G.M. 1936. pp. 903-905). so G.M. 1936, pp. 456-457. 47
48
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La fine della guerra d'Etiopia non interrompe i provvedimenti a carattere straordinario. Del 1936 al 1940 si nota una linea di tendenza costante che, nel complesso, riprende molte delle misure a carattere straordinario già adottate in tempi ristretti nel periodo dall'agosto 1914 al maggio-giugno 1915 (vds. Voi. Il, capitolo XV), senza particolari elementi di novità. Sul piano generale, nell'aprile 1938 risultano già costituiti tutti i nuclei, uffici e uffici speciali previsti dal citalo decreto dell'aprile 1935. Nel 1939 sono adottati altri importanti provvedimenti che segnano l'inizio del passaggio del paese a un'economia di guerra, e accentuano le misure autarchiche. Con la legge 9 gennaio 1939, n. 189" sono impartì te nuove disposizioni per la preferenza dei prodotti na,donali, facendo obbligo alle Amministrazioni civili e militari dello Stato, province, comuni, enti pubblici ecc. di dare la precedenza ai prodotti italiani negli acquisti, nelle forniture e nei lavori d'ogni specie. Sono concesse deroghe alle norme solo nel caso che risulti impossibile ottenere prodotti italiani che per quantità, qualità o termini di consegna (da notare che non si accenna al prezzo) corrispondano alle esigenze dell'Amministrazione. I provvedimenti di carattere finanziario e amministrativo <lirelli a incrementare la produzione bellica continuano. Sempre per rimuovere gli intoppi burocratici che potrebbero ritardare l'iter delle commesse, con R.D. - legge 17 febbraio 1937, n. 42052 si dispone che nei casi di assoluta urgenza, le provviste e le lavorv.1om <.h matenala destinali alla c ostituzione, al completamento e alla I ico,titu,ioni: <lt:lli: <lotat:ioni <ldle Amministrazioni militari, nonché alla costruzione e manutenzione <lei Regio naviglio, possono essere eseguite, previa autorizzazione del Ministero competente, prima della stipulazione e approvazione del relativo contratto nei modi di legge.
n Ministero competente può inoltre autorizzare pagamenti in acconto dei lavori eseguiti, anche prima della registrazione alJa corte dei conti del relativo decreto di approvazione. Il R.D. - legge 25 marzo 1939, n. 57453 "per provviste e lavori straordinari ai fini del rafforzamento dell'efficienza bellica del Regio Esercito" autorizza lo stanziamento della somma annuale di 500 milioni per 10 anni e prevede l'adozione di misure dirette ad agevolare le industrie belliche, autorizzando il consorzio per sovvenzioni su valori industriali (seàone autonoma dell 'TMI) a concedere i finanziamenti richiesti dalle ditte assuntrici anche prima della maturazione delle rate previste dalle relative commesse, contro cessione dei crediti statali delle ditte medesime. Altre disposizioni di legge sono emanate alla vigilia della guerra con le leggi 21 maggio 1940, n. 4 79 e 23 maggio 1940, n. 480,54 che autos1 G.M. 1939, pp. 1267- 1272. G.M. 1937, pp. 421-422.
s2
53 G.M. 1939, pp. !054-1058. s4 G.U. 4 giugno 1940, n. 129.
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rizzano i Ministeri militari, "nei casi di assoluta urgenza", a dare immediata esecuzione anche senza il parere degli organi consultivi a capitolari d'oneri non superiori a L. 5.000.000 in caso di asta pubblica, L. 3.000.000 in caso di licitazione privata e L. 2.000.000 in caso di trattiva privata. E qualora le autorità militari abbiano espressamente richiesto a una ditta l'esecuzione prioritaria di ordinativi, agli effetti di legge si considera come dovuta a cause di forza maggiore l'impossibilità o la grave difficoltà da parte della stessa ditta, di adempiere ad altri impegni assunti. Questi provvedimenti, oltre a non essere nuovi, non dimostrano certo una severa e totale volontà coartatrice del Governo nei riguardi dell'industria. Analoghi a quelli già adottati per la prima guerra mondiale sono anche altri interventi, tra i quali: a) il R.D. 14 ottobre 1937 n. 2707, che dispone la militarizzazione del personale civile al seguito dell'esercito operante con attribuzioni di carattere tecnico e amministrativo, in caso di mobilitazione generale o parziale o quando il governo lo ritiene necessario:55 b) il R.D. - legge 5 settembre 1938. n. 1628. che in caso di mobilitazione generale o parziale prevede la militarizzazione di Enti "che per la loro importanza nazionale possono essere utilizzati, parzialmente o nel loro complesso, a vantaggio delle Forze annate dello Stato";56 c) il R.D. - legge 18 giugno 1940. n. 631 (emanato - si noti - dopo l'inì7.ìo della guerra, quindi in ritardo). che a seguito dei due decreti precedenti autoriaa la mililariuazionc di tutti gli stabilimenti ausiliari, da predisporre con decreto 1.kl sottosegretario per le fabbricazioni di guerra. 57 Il settore dove l'intervento del Governo si fa più sentire, con provvedimenti che iniziano già nel 1936, è quello della disciplina dei prezzi e dei consumi (con particolare riguardo ai prodotti alimentari). Facendo seguito a taluni provvedimenti precedenti (R.D. - legge 5 ottobre 1936, n. 1746 e 28 aprile 1937, n. 523), e allo l>Lupu d1 c.:umbatlere perturbazioni nel mercato e ingiustificati aumenti del costo della vita, il R.D. legge 16 giugno 1938, n. 13875!! dà facoltà al comitato corporativo centrale (oppure - in caso di necessità e urgenza allo stesso Ministero delle corporazioni) di fissare i prezzi massimi di vendita per qualsiasi tipo di merci. I prezzi delle merci, dei servizi, degli impianti industriali dei salari e delle pigioni sono bloccati subito dopo l'inizio della guerra (R.D. - legge 19 giugno 1940, n. 953),59 Per i prodotti alimentari, nonostante le crescenti difficoltà per le im-
ss G.M. 1937, pp. 749-753. G.M. I 938, pp. 2615-2616. 57 G.M. 1940, pp. 1550-1551.
56 58
G.U. I~ scllemhrc 1Q~R. n ?09.
59
G.U. 30 luglio 1940, n. 177.
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portazioni - maggiori di quanto era avvenuto per la guerra precedente - prevale almeno fino all'inizio della guerra l'orientamento a organizi;are e controllare i consumi, ma senza addivenire a un razionamento totale e senza adottare provvedimenti dirigistici troppo spinti (come i calmieri, il monopolio statale per i cercali, il prezzo politico del pane che nella prima guerra mondiale avevano scoraggiato la produzione e causato disagi alle popolazioni senza riuscire ad arginare la speculazione). In questo campo il Governo italiano sceglie per il momento una strada opposta rispetto alle rigide, teutoniche misure di "militarizzazione dei consumi" introdotte in Gerrnania.60 Anche in Italia, comunque, nei primi mesi del 1940 si dà ini7io ad alcune I imitate misure di razionamento, che concernono generi di difficile importazione. Il 1° febbraio I 940 sono impartite le prime disposizioni limitative del consumo di zucchero e caffè: il l O giugno viene razionato il sapone e decretato il divieto della vendita del caffè. Perno dell'organizzazione per il controllo e disciplina della produzione e dei consumi è il sistema degli ammassi obbligatori, gestito (legge 18 giugno 1931, n. 987) dai Consorzi Provinciali dei produttori agricoli ed eventualmente da essi delegato ad altri. con il quale lo Stato intenderebbe anche incentivare la produzione e rimediare alla rigidità del sistema di blocco dei prezzi, concedendo agli agricoltori determinati prezzi di produzione per ogni quintale di prodotto. I principali ammassi obbligatori disposti nel periodo dal 1936 al giugno 1940 sono: grano (R.D. legge 15 giugno 1936, n. 1237), granoturco (D.M. 26 agosto 1939), risone (R.D. - legge 12 ottobre 1939, n. 1682), canapa (R.D. - legge 8 novembre 1936, n. 1955), lana (R.D. - legge 8 marzo 1937, n. 521 ), lana da concia e lana prodotta da pelli importate (R.D. - legge 6 settembre 1939, n. 1361), bozzoli (R.D. - legge 15 aprile 1937, n. 812), cotone (R.D. legge 16 giugno 1939, n. 896), olio d'oliva (R.D. - legge 12 settembre 1939, n. 1627), latte (D.M. 16 aprile 1940), oltre a essenza di bergamotto, manna, zafferano, sottoprodotti delle lavorazioni dei cereali. Fino al 1939 rimane in vigoae il citalo R.D. 13 marzo 1933, n. 674, che istituisce presso il Ministero dell'agricoltura e foreste un nucleo di mobilitazione civile competente per tutte le branche dell 'alimentazione. Alla fine dello stesso anno il R.D. - legge 18 dicembre 1939, n. 22226 1 abroga quello del marzo 1933 e suddivide le competenze in merito tra due diversi Ministeri (ovvi gli inconvenienti), prevedendo: a) un servizio degli approvvigionamenti per l'alimentazione nazionale in tempo di guerra, alle dipcndcn:te del Ministero dell'agricoltura e foreste;
60 Cfr. in merito, G. La Rosa. L · alimentazione del paese e delle forze armate in guerra, "Rivista di Commissariato" n. 3/1941, R. Selvatico, Problemi alimentari e politica annonaria. "Rivista di Commissariato" n. 4/1941 e V. Crea, Economia ::ootecnica di Guerra, "Rivista di Commis~aria10" o 6/1940 61 G.M. 1940, pp. 618-624.
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b) un servizio della distribuzione dei generi alimentari e del controllo degli stabilimenti dell'industria alimentare, alle dipendenze del Ministero delle corporazioni. Il servizio degli approvvigionamenti per l'alimentazione nazionale in periodo di guerra ha il compito di provvedere al fabbisogno dei generi alimentari per le forze armate e la popolazione civile. Effettua censimenti, procede agli acquisti e eventualmente all'incetta e requisizione delle derrate, del bestiame e dei foraggi, determina l'aliquota di generi alimentari da ritirare in ciascuna provincia, assegna alle forze armate - su loro richiesta - i quantitativi occorrenti e determina il fabbisogno della popolazione civile, stabilisce su richiesta del Ministero degli scambi e valute i quantitativi che possono essere esportati, segnala al predetlo Ministero i quantitativi da acquistare all'estero, smista lederrate di importazione. Per svolgere questi compiti, si avvale di un ufficio centrale e di una serie di organismi periferici (sezioni provinciali per l'alimentazione; consorzi agrari provinciali, organismi per l'acquisto e la vendita collettiva di prodotti ecc.; stabilimenti necessari per la conservazione delle derrate; commissioni militari per le incette e requisizioni che a richiesta sono messe a disposizione dal Ministero della guerra). 11 servizio della distribuzione dei generi alimentari e del controllo degli stabilimenti dell'industria alimentare ha, appunto, il compito di ripartire e distribuire i generi alimentari segnalati come disponibili dal Ministero dell'agricoltura. Promuove l'emanazione di norme per disciplinare e limitare i consumi e per combattere la speculazione, regola la vendita e la distribuzione in regime di prezzi controllati dei generi, distribuisce i generi alimentari alla popolazione civile, ripartisce tra i vari stabilimenti le derrate da trasformare e conservare e vigila sul funzionamento dei predetti stabilimenti, adottando i provvedimenti necessari. Per svolgere i suoi compili, il servizio della distribuzione si avvale di un ufficio centrale e degli stessi organismi utilizzati dal servizio degli approvvigionamenti (sezioni provinciali per l'alimentazione, consorzi, stabilimenti ecc.). Alla distribuzione delle derrate nei Comuni provvedono i podestà, sulla base delle direttive emanate dalle sezioni provinciali per 1'alimentazione. La sezione provinciale per I 'alimentazione, perno del sistema, è costituita presso ciascun consiglio provinciale delle corporazioni e si compone di un consiglio direttivo e di due reparti, ciascuno dei quali composto da diversi uffici che sono fissali rispettivamente dai Ministeri delle corporazioni e dell'agricoltura. li consiglio direttivo, presieduto dal prefetto, è composto da ben 17 altri rappresentanti di tutti gli Enti interessati a vario titolo (segretario del PNF, un ufficiale del Comando difesa territoriale, rappresentanti delle varie organizzazioni di produttori commercianti e lavoratori, medico e veterinario provinciale, ecc.). Funge da segretario il direttore dell'ufficio provinciale delle corporazioni, che pertanto in questo organismo ha la prevalenza. Questo decreto separa le competenze in un settore che, come quel-
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lo dell'alimentazione, abbisogna piuttosto di un controllo e un indirizzo unitario. Inoltre gli organi periferici, che sono in comune, ricevono ordini e direttivi da due diversi Ministeri, i cui compiti per la loro stessa natura provocano interferenze reciproche. Per coordinare i due diversi settori di intervento si rende pertanto ben presto necessario costituire uffici interministeriali con funzioni esecutive inerenti alla disciplina distributiva di prodotti per i quali la competenza è suddivisa tra i due Ministeri (UDOGA, UCEFAP). L'UDOGA (ufficio distribuzione oli e grassi) riunisce in sé la gestione de1la produzione degli oli di oliva conferiti all'ammasso (di competenza del Ministero dell'agricoltura) e que11a della produzione di burro, grassi suini, oli di semi (lavorazioni prevalentemente industriali. di competenza del Ministero delle corporazioni). L'ULCEFAP (ufficio distribuzione cereali e farine) gestisce.appunto, i cereali conferiti ali 'ammasso (grano, granoturco e riso) e cura del Ministero dell'agricoltura e le farine (che come prodotti di lavorazioni industriali sono di competenza del Ministero delle corporazioni). Solo ali 'inizio della guerra, con la legge 6 maggio J940, n. 517 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 18 giugno 1940 (n. 142), e quindi entrata in vigore dopo l'inizio della guerra, si dà facoltà al Ministro delle corporuioni - di concerto con quello dell'agricoltura - di razionare i generi di consumo man mano che se ne presenta la necessità. si prevede il rilascio della carta annonaria da parte del Comune, e si fissano ammende e am.:he l'arresto per i contravventori. Il succe~~ivo R.D. - legge 14 giugno 1940, n. 76462 autorizza il Ministero delle corporazioni a controllare l'esistenza e i successivi movimenti delle merci e delle derrate presso i produttori e commercianti, soggelli a obbligo di denuncia e tenuti a mantenere aggiornati appositi registri di carico escarico. Il decreto apre la via anche a contenziosi tra Ministeri, attribuendo la competenza per i controlli dei prodotti agricoli e zootecnici (cioè dei generi più importanti da razionare) al Ministero dell'agricoltura, "salva l'applicazwne delle norme del R.D. - legge 18 dicembre 1939, n. 2222, riguardru1te i servizi degli approvvigionamenti e della distribuzione dei generi alimentari in periodo di guerra" (branche di competenza del Ministero delle corporazioni, che dunque non può essere mantenuto del tutto estraneo al controllo di quanto deve essere distribuito). Oltre ai provvedimenti in materia di politica agraria, politica industriale e delle materie prime, politica commerciale ecc., assumono rilevante importanza ai fini del rendimento deJl'apparato logistico-produttivo in genere anche le misure di difesa civile, che si intensificano daUa guerra d'Etiopia in poi con particolare riguardo aUa difesa antiaerea e antigas e al servizio antincendi. Per la protezione antiaerea, da ricordare il R.D. 14 giugno 1936, n. 196263 che approva lo Statuto dell'UN-
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G U 10 luglio 1940, n. 160.
63
G.M. 1936, pp. 869-873.
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PA (unione nazionale per la protezione antiaerea), cioè dell'organismo preposto all'organizzazione del settore, alla propaganda ecc., e i R.D. - legge 24 settembre 1936, n. 2121 64 e 29 ottobre 1936, n. 221665 che dettano norme fondamentali in materia di protezione antiaerea facendo obbligo ai proprietari di apprestare ricoveri antiaerei nei fabbricati di nuova costruzione, norme integrate dalla legge 22 dicembre 1938, n. 2224 "disciplina della costruzione di ricoveri pubblici antiaerei". 66 Il possesso della maschera antigas dal 1933 in poi è gradualmente reso obbligatorio per tutta la popolazione civile. La legge 6 aprile 1933, n. 284 (Art. 1) stabilisce che nelle località indicate dal relativo regolamento di applicazione tutto il personale civile e militare che in caso di guerra deve continuare a svolgere la propria attività, deve essere provvisto di maschera antigas.67 Nello stesso anno 1933 (R.D. 29 maggio 1933, n. 1330)68 è approvato il regolamento di esecuzione della legge 23 maggio 1932, n. 551, concernente la disciplina della produzione e vendita delle maschere per la popolazione civile. Il regolamento detta norme e per la produzione il controllo e la vendita delle maschere e ne fissa i requisiti, indicando in allegato anche i criteri tecnico-costruttivi (per la popolazione civile, è adottata una maschera ad hoc meno sofisticata di quella militare). Il regolamento di esecuzione della legge 8 aprile 1933, n. 284, viene emanato solo nel 1938, con il R.O. 4 aprile 1938, n. 49069 che dà mandato al Ministero della guerra di determinare le modalità di applicazione ddla legge (sentiti anche il C.C.1.P.A.A., comitato intem1inisterialc per la protezione antiaerea, e il comitato per la mobilitazione civile). li decreto del 1938 contiene anche un lungo elenco di personale addetto ai servizi essenziali che deve essere di massima provvisto di maschera (addetti alle centrali termiche ed elettriche, ai depositi di esplosivi, di materie acide e incendiarie, ai servizi pompieristici, dei trasporti, di soccorso, ai centralini ecc.) aggiungendo infine che deve essere munito di maschera "qualunque altro personale che per specifiche mansioni non debba la:,t.ian: il p1op1iu puslu duranle l'uffosa nemica". li successivo R.D. - legge 27 luglio 1938, n. 1429,70 estende l'obbligo della distribuzione della maschera antigas a tutti gli operai delle industrie e a tutto il personale delle amministrazioni statali e parastatali. I servizi antincendi sono disciplinati e potenziati con il R.D. 10 ottobre 1935, n. 247271 che crea un Ispettorato centrale pompieri e corpi pompieri provinciali, i quali in caso di guerra sono militarizzati epos-
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65
G.M. 1937, pp. 15-18. /vi, pp. 100-102.
G.M. 1939, pp. 880-887. G.M. 1933, pp. 889-891. l>ll fvi, pp. 2173-2183. 69 G.M. 1938, pp. 1254-1260. 70 h'i, pp 2437-2440. 71 G.M. 1937, pp. 182-187. 66
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sono essere chiamati a prestare servizio anche al di fuori delle rispettive province. li decreto del 1935 è integrato con il R.D. - legge 27 febbraio 1939, n. 333,72 che detta norme organizzative generali per il personale e le infrastrullure e crea - alle dipendenze di una nuova "direzione generale dei servit.i antincendi" istituita presso il Ministero dell'interno - il corpo nazionale dei vigili del fuoco, "chiamato a tutelare la incolumità delle persone e la salvezza delle cose, mediante la prevenzione e l'estinzione degli incendi e l'approntamento di soccorsi tecnici in genere, anche ai fini della protezione antiaerea". I molteplici interventi legislativi dimostrano che negli anni Trenta l'intera problematica della preparazione della nazione per la guerra non è stata certo trascurata, anche se le leggi fondamentali rimangono quelle degli anni Venti, non del tutto rispondenti. Si fa anzi troppo, con la incessante costituzione di organismi e l'accavallarsi di minute prescrizioni che burocratizzano il sistema, lo rendono pesante e difficilmente controllabile, e al tempo stesso, fanno perdere di vista gli obiettivi essenziali e le mete comuni. La legge per l'organizzazione della nazione della guerra del 1925 prevedeva solo 4 organismi principali, costituiti presso i Ministeri e sottoposti al coordinamento della commissione suprema di difesa. A livello periferico, tutti e quattro tali organismi potevano contare su comitati regionali che avevano la direzione di tutte le attività civili mobilitate nella rispettiva zona, ed erano coadiuvati da sottocomitati corrispondenti alle singole attività di competenza dei diversi Ministeri (industriali, agricole, commerciali, di assistenza e propaganda). Evidentemente, la proliferazione degli organi tipica degli anni Trenta va in tutt'altra direzione rispetto alla legge del 1925 e ne peggiora, di molto, i contenuti negativi, attenuando gli effetti di quelli positivi. Accade così che nel 1940, alla vigilia della guerra, gli inconvenienti principali sono due: da una parte scarsità di risorse finanziarie e materie prime e modestia anche tecnologica dell'apparato produttivo; dall'altra forte mancan.la di coordinamento e controllo unitario e di effettivo potere decisionale sia al centro che in periferia, favorita proprio dall'eccessivo e troppo esclusivo accentramento delle decisioni (per forza di cose, solo formale) nella figura del Capo del Governo c dall'ottimistica tesi ufficiale che, poiché ormai (diversamente dal passato) tulla lana1ione è militare e penneata da valori militari e gerarchici, ognuno è autorizzato a fare - in ordine sparso - la sua guerra e a regolare il suo settore senza alcun bisogno di affidare la disciplina, il controllo e la gestione della produzione ai generali e agli Stati Maggiori. Una situazione che ben dimostra il distacco tra teoria e realtà, e tra logica apparente e logica reale.
12
G.M. 1939, pp. 801-833.
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6 . Le nuove leggi sufi' organizzazione della nazione per la guerra e sulla disciplina di guerra del ma1rnio 1940 e la legge di guerra e neutralità ( 1938) Nel contesto prima descritto, l'esame dell'evoluzione della normativa secondaria prima di quella primaria ha una sua logica. Infatti le citate leggi sull'organizzazione della nazione per la guerra (n. 415 del 21 maggio 1940) e sulla disciplina di guerra (n. 461 del 24 maggio 1940) non possono inquadrare e disciplinare su nuove e diverse basi la materia, ma devono più che altro prendere atto di un corpus normativo già esistente, senza avere alcun apprezzabile influsso sulla qualità della mobilitazione ci vile e militare, con la quale la nazione affronta la guerra. Per altro verso, esse sono un'ennesima dimostrazione della tendenza dei nostri Governi a introdurre riforme in settori importanti all'ultimo momento e sotto la spinta degli avvenimenti, anche se non segnano una svolta ma accentuano il principio della separazione e suddivisione dei poteri e delle competenze che già caratterizzava la normativa primaria del 1925 e del 193 I. La legge n. 415 abroga quella del1'8 giugno 1925 (capitolo IV, para 5) e anche il R.D. 1° aprile 1935 relativo alla istituzione di uffici speciali per la mobilitazione civile. In essa i veri protagonisti sono non gli organismi tecnici o di coordinamento e indirizzo interministeriale ma gli stessi Ministeri civili e militari, con quest'ultinù in seconda linea. Tra di essi, assumono particolare (per non dire decisivo) risalto quello delle finanze e quello degli esteri. Infatti (art. 1O) il Ministero delle finanze, in base ai preventivi della Presidenza del Consiglio dei Ministeri, del Partito Nazionale Fascista, dei singoli Ministeri e del Commissariato generale per le fabbricazioni di guerra, concreta il piano generale finanziario.
Queste norme (assenti nella legge del 1925) nel concreto significano che i vari Enti si limitano a rappresentare le loro esigenze, ma è solo il Ministero delle finanze ad autonomamenle decidere le spcs<:: (non si parla, in questo settore, di "concerto tra i vari Ministeri", né di direttive, decisioni o coordinamento o intervento della Presidenza del Consiglio). L'Art. 17 della legge n. 415 conferma, inoltre, la subordinazione di tutte le attività all'estero ai rappresentanti diplomatici, già sancita nell'Art. 6 della legge del 1925. In definitiva, in materia finanziaria e di importazioni i Ministeri militari e lo stesso Cogefag anche in tempi eccezionali devono subordinare le loro esigenze in questi settori di importanza decisiva alle decisioni dei Ministeri civili, con lutti gli ovvi riflessi del caso sulla loro effettiva autonomia e discrezionalità. Il compito più importante che la legge n. 415 assegna alla commissione suprema di difesa è quello (Art. 9) di preparare un piano generale per la mobilitazione e smobilitazione della nazione, sulla base del quale i vari Enti (Presidenza del Consiglio dei Ministri, PNF, Ministeri e organi dipendenti e - per le industrie private interessate alla produzione militare - Cogefag) compilano propri piani, che poi inviano per
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il coordinamento alla stessa commissione che peraltro non ha più, come nel 1925, altri funzioni specifiche sulla mobilitazione della manodopera. Per il resto è direttamente il Governo - e non più la commissione suprema di difesa - l'organo di indirizzo. controllo e gestione dell 'organizzazione della nazione per la guerra. Infatti (Art. 2) il Governo, oltre a stabilire i compiti della Presidenza del Consiglio, del PNF e dei singoli Ministeri e a costituire per decreto reale e su proposta del Capo del Governo - quando ne riscontra la necessità - speciali organi cd uffici, disciplina, coordina e controlla le attività degli enti pubblici e privati comunque interessati alla prepara1.ione dell'organizzazione e della mobilitazione della Nazione per la guerra; 4) assicura: a) lo sviluppo e la maggiore utilizza/ione delle risorse e delle auività della Nazione per conseguire la Vittoria; b) la costituzione di scorte adeguate di derrate e materie prime (tutte attribu1.ioni. queste, in gran parte prima assegnate alla commissione suprema di difesa e/o al comitato per la mobilitazione civile n.d.r.).
Il termine "Governo" significa Capo del Governo, ciu~ Mussolini. Ma tenuto como dei mille impegni del dittatore (cht: tra l 'alllu 1egge almeno formalmente - tutte e tre i dicasteri militari), queste norme di fatto lasciano gli organi centrali di ciascun Ministero arbitri delle decisioni e della gestione nel settore di competenza. Anche se (Art. 3) la presidenza <lei Consiglio dei Ministri. il PNF e i singoli Ministeri comunicano i progetti e gli studi predisposti in base ai loro compiti alla commissione suprema di difesa che ne assicura il coordinamento, il ruolo di quest'ultima nel citato Art. 2 risulta più sminuito che esaltato, visto che l'azione del Governo non si limita alle direttive e ai !,'Tossi problemi ma scende piuttosto nel dettaglio (nel 1925, questi particolari compiti del Governo non erano indicati). L'Art. 12 prevede la costituzione di uffici di mobilitazione civile pres~o diversi Enti; presidenza del Consiglio dei Ministri. PNF, Ministeri, e, occorrendo, presso i dipendenti organi periferici, le prefetture, i Comuni, Enti, servizi e aziende che dovendo provvedere al soddisfacimento dei bisogni della nazione in guerra sono designati dalla commissione suprema di difesa, su proposta dei Ministeri interessati o del Cogefag. I singoli uffici di mobilitazione civile hanno il compito di predisporre, disciplinare e coordinare i provvedimenti necessari per il pronto e ordinato passaggio dalla organizzazione di pace alla organizzazione di guerra, preparare e tenere aggiornata la relativa regolamentazione e pianifil:azione, dirigere e coordinare le operazioni di mobilitazione dei dipendenti organi e uffici. Con questa soluzione si rende estremamente difficile il controllo e si apre il campo ai soliti conflitti di competenza. L'organizzazione prevista dall'Art. 4 della legge del 1925 (4 soli organi centrali, più comitati e sottocomitati regionali che coordinano tutte le attività di mobilitazione nella rispettiva zona di giurisdizione) viene to-
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talmente rivoluzionata, con una minuta suddivisione "per materia" tra molteplici organi e uffici di numero, competenze e dipendenze imprecisate. L'Art. 13 dà ancora una volta rilievo all'attività dei Ministeri a scapito dei poteri della commissione suprema di difesa: infatti la sorveglianza e il controllo sulla preparazione e sullo svolgimento della mobilitazione civile da parte dei vari organi ed Enti competono solo ai singoli Ministeri e - per gli stabilimenti delle industrie private che esplicano attività inerenti alle fabbricazioni di guerra - al Cogefag. Lo stesso avviene per le disposizioni complementari che, in attuazione delle norme di legge, sono necessarie per la mobilitazione e smobilitazione. Per inciso queste norme confermano un altro limite del!' azione del Cogefag. la cui competenza si arresta sempre alle industrie private, con esclusione degli stabilimenti militari che quindi dipendono per intero dai rispettivi Ministeri. Del resto, I' Art.1 lettera a) del citato decreto del settembre 1935 sulle attribuzioni del Cogefag recita che il nuovo Ente "predispone, gradua, attiva e dirige la mobilitazione civile degli stabilimenti delle industrie private che esplicano attività inerenti alle fabbricazioni di guerra".Eppure, nella guerra precedente l'opera di Dallolio si era rivolta prima di lutto agli stabilimenti militari! Se non altro, la nuova legge riconosce almeno implicitamente che il ruolo principale tocca ormai ali 'industria privata. Nel settore delle requisizioni, mentre la legge del 1925 (Art. 10) rimandava ad apposito regolamento, la legge n. 4 I 5 (Ari. 16) fornisce un dettagliato elenco di beni, servizi e attività che il Governo può requisire, disciplinare o limitare. In particolare, possono essere requisiti i servizi individuali e collettivi dei cittadini, i servizi de sindacati, delle società, ecc., beni mobili e immobili nel territorio dello Stato, le invenzioni (per le quali il Governo può anche opporsi alla loro applicazione e di valutazione);73 possono essere disciplinati i consumi e limitate o vietate le importazioni ed esportazioni, così come il commercio interno e la detenzione di qualsiasi specie di merce; possono essere obbligati i cittadini alla denuncia dei beni mobili ritenuti necessari alla difesa nazionale; possono essere costituite organizzazioni di produttori e commercianti per meglio provvedere alle importazioni ed esportazioni, oppure alla incetta, requisizione e distribuzione di generi alimentari e merci di qualsiasi specie. La legge n. 415, oltre a QOn prevedere più la predisposizione della mobilitazione della manodopera da parte della commissione suprema di difesa in accordo con i Ministeri militari, non prevede più nemmeno che all'atto della mobilitazione il settore della manodopera passi sotto la giu73 Cfr., in merito, MG, Norme per la disciplina delle requisizioni (Pub. n. 3916), Roma 1940. La pubblicazione indica i beni, le invenzioni e i servizi che possono essere requisiti, le procedure e le autorità competenti a ordinare le requisizioni, le modalità da seguire per il pagamento delle indennità, per la consegna e riconsegna dei heni requisiti e per le controversie e ricorsi. e infine le disposizioni penali anche per chi risponde della corretta custodia e uso della cosa requisita.
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risdizione di un organo alle dipendenze delle autorità militari, né affenna esplicitamente che la mano d'opera deve essere tratta per quanto possibile da cittadini non aventi obblighi militari. Essa invece configura per i cittadini non soggetti a obblighi militari, comprese le donne e i minori di 14 anni e comunque non alle armi - uno stato giuridico che, come osserva il Padoan, tende ad essere paritario rispetto a quello di mobilitato militare, visto che per la mobilita.Lione industriale il termine "assegnazione all ' industria" sostituisce l'antica (e più realistica e veritiera) formula dell'"esonero del servizio militare", e qualifica il lavoratore, elevandone la figura morale, come "un combattente comandato sul fronte del lavoro".74 In contraddizione con questa discutibile ottica di parità, la legge 415 non riprende la prescrizione dcli' Art. 5 della legge del 1925 che per il personale soggetto ad obblighi militari ma impiegato in attività civili il trattamento economico deve essere uguale a quello del personale sotto le armi. Alla resa dei conti, dunque, il preteso rapporto di parità si rivela fittizio e non tiene in alcun conto i maggiori rischi e disagi che corre chi fa parte dell'esercito mobilitato. di fatto penalizzato anche perché riceve come sempre un trattamento economico assai meno favorevole; ovvi i riflessi negativi sul morale dei combattenti e di chi, in genere, è sotto le anni e ha una famiglia a carico. Un ultimo limite della legge n. 415 è che - diversamente da quanto avviene nel 1925 - essa non si estende automaticamente alle colonie e all'Egeo: per questi territori si fa riserva (Art. 18) di emanare:: scparati provvedimenti su proposta dei Ministeri competenti, lasciando cosl a pochi giorni dal 10 giugno proprio l'epicentro della guerra al di fuori della sfera di applicazione di una legge fondamentale, che se mai avrebbe dovuto riguardare per prime le zone di più immediato e diretto contrasto con l'avversario. Diversamente dalla legge n. 415, la legge n. 461 sulla disciplina di guerra, molto breve (24 articoli contro i 54 della legge 14 dicembre 1931) non dice mollo di nuovo e abroga solo 111 parte la legge precedente, conservandone in vigore le parti relative alle disposi.lioni di carattere penale e alle sanzioni (capi V, VI, VII e Vlll). Essa configura un "servizio civile" le cui coordinate sono molto larghe, quindi praticamente indistinte ed applicabili a chiunque non sia sotto le anni, visto che consiste "nella prestazione della propria attività intellettuale o manuale presso le pubbliche amministrazioni o i pubblici servizi, aziende od enti comunque necessari alla vita, alla difesa e all'efficienza della Na.lione in guerra" (ce n'è qualcuno non necessario? e qual 'è?). Ciò equivale a dire cl1e tutti sono soggetti al servi.lio civile, e che quindi non vi è soggetto nessuno, mentre le uniche forme effettive di mobilitazione sono quelle militari. Infatti sono soggetti al servizio civile gli uomini dai 19 ai 55 anni non chiamati per qualsiasi motivo alle armi, gli uomini dal
74
A. Padoan, Op. cit., p. 27.
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56° anno al 70° a nno di età, i giovani dal 14° al 18° anno di età, le donne dal 14° al 60° anno di età. Sono previste sanzioni penali per chi viola gli obblighi, e ne possono essere esentati solo coloro che si trovano in speciali condizioni di famiglia o dimostrano di trovarsi in condizioni di salute tali da richiedere speciali cure, sino a quando durano tali condizioni. La qualità di mobilitato civile cessa con la chiamata alle armi, e, al contrario, viene assunta dai militari esentati dal servizio militare. Il Governo (Art. 9) stabilisce le professioni e mestieri che possono dar luogo per il mi li tare chiamato alle armi alla posizione di "comandato in servizio civile". Tocca poi all'autorità militare di comandare militari alle armi al servizio civile, nonché detenninare quali cittadini, anche non militari, debbano per la loro specifica competenza essere dichiarali temporaneamente o permanentemente insostituibili negli incarichi da loro ricoperti in tempo di pace.
Con queste norme l'autorità militare è resa arbitra di decidere chi deve essere destinato al servizio civile e chi deve invece prestare servizio militare. Ma i Ministeri militari erano tre più la Milizia (ciascuno con proprie e partiçulari esige,u.e), il termine "autorità militare" è troppo generico e infine solo un organismo operativo interministeriale in grado di disporre di una panoramica completa e continuamente aggiornata delle varie esigenze avrebbe potuto decidere in merito, sia pur dando la precedenza alle esigenze della mobilitazione militare. Si deve perciò concludere che il problema del personale non è certo ben impostato, tanto più che l'Art. 17 stabilisce - senza precisare l'organo coordinatore responsabile - che i I personale occorrente ai vari Enti soggetti a mobilitazione civile per sostituire quello chiamato alle armi o per far fronte ai maggiori bisogni viene trano dai volontari di ambo i sessi con i necessari requisiti, oppure dai mobilitati civili dando la precedenza a disoccupati, nubili, vedove senza prole. Anche le competenze relative alla gestione dei mobilitati civili sono spezzettate tra Enti diversi. Il Ministero delle corporazioni di concerto con gli altri Enti interessati regolamenta le condizioni d'impiego e di lavoro e il trattamento economico delle diverse categorie di mobilitati civili, compresa quella dei "militari comandati" (nessuna uguaglianza di trattamento, quindi). Gli organi preposti alla mobilitazione civile dei cittadini hanno facoltà di disporre, in qualsiasi momento, speciali chiamate di controllo. Il controllo sull'impiego dei mobilitati civili viene esercitato dalla presidenza del consiglio e dai Ministeri dai quali essi dipendono, lasciando però al sottosegretario di Stato per le fabbricazioni di guerra il controllo dei mobilitati civili degli stabilimenti ausiliari e anche l'addestramento della manodopera (Art. 1 del decreto del 23 settembre 1935). In aderenza ai nuovi criteri, la legge n. 461 non prevede più i comitati comunali di resistenza civile previsti dalla legge del 193 l, e per contro - sviluppando le prescrizioni g ià contenute in quest'ultima legge mantiene il concetto-base di "stabilimento ausiliario" già tipico della pri-
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ma guerra mondiale, stabilendo che sia il sottosegretario di Stato per le fabbricazioni di guerra a dichiarare in tutto o in parte ausiliario uno stabilimento e/o a disporne la smobilitazione, con conseguente revoca della qualifica di mobilitato civile al personale civile (la dichiarazione dello stato di mobilitato civile per gli altri Enti compete invece al Capo del Governo). La legge n. 461 autorizza il Governo ad emanare le relative disposizioni applicative, e con un'incongruenza rispetto alla legge n. 415 prevede che i suoi contenuti possano essere estesi con R.D. e con gli adattamenti eventualmente ritenuti necessari anche alle colonie e ai possedimenti dcli' Egeo. Può essere considerata come appartenente alla normativa primaria anche la legge di guerra e di neutralità approvata con R.D. 8 luglio 1938, n. 1415,75 che disciplina settori di rilevante interesse logistico tra i quali: a) i poteri del Governo in materia di disciplina, controllo, requisizione dei mezzi di comunicazione e di trasporto nazionali, nemici e neutrali (titolo I, capo [V); b) le limilai;ioni al bombardamento aereo contro popolazioni civili, obiettivi non di diretto interesse militare e formazioni sanitarie e il divieto di uso di aggressivi chimici (Titolo li, capo Il), limitazioni e divieti piuttosto ignorati dalle teorie douhetiane al tempo (molto in auge specie negli ambienti aeronautici italiani, inglesi e americani); c) la disciplina del diritto delle autorità militari occupanti di utilizzare e/o requisire tributi e di prelevare contribuzioni in denaro, soltanto per i bisogni delle forze occupanti o dell'amministrazione del territorio stesso (Titolo II, capo III);76 d) le norme per il trattamento dei feriti, malati, ministri del culto e prigionieri di guerra (Titolo II, capo VI); e) le norme per la compilazione degli atti giuridici dei militari in zona di operazioni (Titolo II, capo VII); f) le disposizioni speciali per la guerra marittima e aerea, con particolare riguardo al traffico di merci e persone (Titolo 111 e Titolo IV); g) le norme per il trattamento delle persone di nazionalità nemica e dei beni nemici, e per i rapporti economici con il nemico (Titolo V).
7. Conclusione
La normativa per l'organizzazione della nazione per la guerra del 1940 comprende un gran numero di provvedimenti capillari ma quindi di non agevole applicazione e controllo, trascurando invece i settori principali e quelli che più richiedono un controllo e una gestione uni-
1s G.M. 1938, pp. 2645-2761. 7 6 Cfr. anche, in merito, R. Sandiford. L'occupazione bellica e i Servizi di Commissariato . ..Rivista di Commissarialo" n. 1/1941.
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tari. Per questo oltre a non porre rimedio agli inconvenienti del 19141918 (Cfr. Voi. Il, capitoli XV e XV.I) e a non utilizzare gli ammaestramenti della grande guerra, J'assetto legislativo raggiunto nel giugno 1940 rimane più lontano di quello dell'estate 19 I 5 dai concreti obiettivi imposti dalla nuova guerra integrale, per quanto dal 19 I 9 in poi essi siano stati molto studiati e dibattuti. Ciò vale sia per l'unitarietà della domanda (Ministeri delle tre forze armate), con obiellivi di produzione non coordinati e in concorrenza tra di loro, sia per l'unitarietà della risposta (competenze sul personale, sulla produzione militare o di interesse militare e negli approvvigionamenti ripartite tra numerosi Ministeri cd Enti vari, tra i quali la voce dei Ministeri militari è dispersa e frammentata).
PARTE TERZA
LA LOGISTICA NELLE GUERRE LIMITATE (1935-1939): UN'ESPERIENZA SOTTOVALUTATA
CAPITOLO IX
LA GUERRA D'ETIOPIA (1936-1936): NASCITA DELLA LOGISTICA CONTEMPORANEA?
I. Bibliografia
1
Al momento attuale (primavera 1990) non è ancora stata completata la storia ufficiale del la campagna in corso di elaborazione definitiva presso l'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, della quale esiste un solo volume del 1939.2 Ciononostante, ai fini di un 'indagine mirata sulla problematica logistica (e su un'analisi dei criteri e dei motivi ispirawri più che su particolari di condotta), il materiale già pubblicato è più che sufficiente, anzi insolitamente abbondante e tale da dispensarci da ricerche d'archivio che a questo punto ben poco potrebbero aggiungere all'oggetto specifico della nostra ricerca e agli scopi che essa si prefigge. Tra questo materiale una parte ragguardevole occupano la memorialistica e gli articoli pubblicati sulla Rivista di Commissariato e dei Ser vizi Amministrativi Militari dal 1935 al J 940. Non concordiamo con coloro che vorrebbero relegare tale produzione nelle opere agiografiche e retoriche tipiche del tempo. Affermiamo che, al contrario, in diversi casi si tratta di contributi tecnicamente validi, ove meno si fanno sentire i toni autogiustificativi e autoesaltativi, le omissioni, i giudizi soggettivi inevitabili negli studi coevi e nei ricordi dei protagonisti (anche se si e.leve ammettere che, trattando di logistica, è più difficile che in altri '-ellori imhrogliare le carte o indulgere alla retorica). Molte opere e articoli non trascurano di citare senza troppi veli anche gli inconvenienti, le difficoltà, le discrasie, che un'attenta lettura e un lavoro di confronto servono a far emergere maggiormente specie se non si perde di vista il retroterra logistico degli anni Trenta. Ciò premesso, indichiamo in orùinc di priorità le fonti di maggiore interesse logistico: a) il libro dell'intendente (generale Fidenzio Dall'Ora) Intendenza in A.0., 3 franco e attento al fatto tecnico, con nessuna indulgenza per la retorica del tempo;
1 Cfr. anche L. Susani, Bibliografia politico-militare della ~uerra italo-etiopica, "Na.,ione Militare", n. 10/1936. 2 Cfr. SME-UF. Storico, La campagna 1935 1936 in A.O. Voi. I la preparazione militare, Roma 1939. 3 Roma, Istituto Nazionale Fascista di Cultura, 1937.
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b) la Relazione sull'attività svolta per /' esi1:en:a A .O. del Ministero della guerra, insostituibile per i molti dati staticistici e organici:4 c) la relazione su La guerra ila/o-etiopica - Fronte sud del Comando delle Forze Armate della Somalia (in 4 volumi); 5 d) i 4 articoli del generale Bollali ( 1937- I 939) sulla logistica nella campagna italo-etiopica;6 e) la sintesi ricca di dati e di riferimenti di carattere logistico - del generale Baistroechi su L'attività del 'Esercito per /' esigen:a A.O.: 7 f) l'articolo del generale Del Bono,/ Servizi logistici nella guerra d'Etiopia. 8 Tra la memorialistica, da citare La guerra d'Etiopia del maresciallo Badoglio,9 Fronte sud del maresciallo Graziani IO e La prepara:ione e le prime operazioni del maresciallo De Bono. 11 Ricordiamo anche - specie per i retroscena politici e per la preparaL.ione e l'approntamento in Patria dei meai e materiali - i molli dati e documenti contenuti nel l'opera di Giorgio Rochat (1971) su Militari e politici nella prepara:io11e delta campagna d' Etiopia 12 e - per la marina il contributo di Emilia Chiuvarelli ( 1969) su L'opera della marina italiana nella guerra italo-etiopica_ 1 i Tullo questo materiale (e in particolare quello coevo) dà risalto come mai era avvenuto in precedenza alla parte logistica. Nel 1938 il ca pilano commissario La Rosa vede questo fatto insolito con eccessivo ottimismo (lo constatiamo solo ora), ritenendolo indice di una svolta definitiva negli indirizzi storigrafiei che in seguito non c'è stata: oggi l'indagine storic.:a halle altra Mrada [ ... ]. Essa oggi dii, ncll 'csplica1.ione del suo mandato. la misura dell'evolu,.ione di idee verificatasi nei propri ordinamenti militari in fatto di servi,i. Indice del nuovo orientamento è l'indiriao impresso alla nostra regolamcnta,ione dei servizi in guerra, il pensiero degli studiosi e più che tutto la collana delle interessanti pubblicazioni sui servi,i, licenziate al pubblico dopo la vittoriosa campagna in Etiopia: limitando la segnalazione a quelle riferentesi alla più recente esperienLa e rimandando ai libri di De Bono e di Badoglio sul valido apporto dei servizi al buon esito delle npera,,ioni, ~ essenzialmente da ricordare il conLTibuto dato alla progred1cntc evolu1.ione di tait idee del Ministero della guerra con la "Re lazionc sull'attività svolta per l'esigenza /\.0."; dal gen. Dal l'Ora, Intendente del Cor-
4 MG, Rela:i1111P .rnl/'a11fri1à s,·o/1a per /'esigen=a A.O .. Roma. Istituto Poli grafico dello Slato 19)6. 5 Addis Aheha. Ufficio Superiore topo-cartografico del Governo Generale AOI 1937. 6 "Rivista di Commissariato" n. 5 e 6/1936. n. 1/19)7. n. 2/1939. 7 "Rassegna Italiana" giugno I 939. R "'Rivista delle Colonie" fcbhrain I9)7. 9 Milano. Mondadori, 1936. 10 Milano, Mondadori, 1938. 11 Roma, Istituto Na,.innale Fascista di Cultura, 1937. 12 Milano. Franco Angeli 197 I. 1 { Milano, Giuffrè 1969.
La Ruerra d'Etiopia (1935-1936)
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po di Spedizione, con " lntenderua in A.O."; dal Capitano Commissario On. Julio Pornaciari con '"Nel piano dell'Impero"'; dal Corpo di commissariato militare con la "Rcla/itme \Ui ~crvizi di commissariato in A.O. dal marzo 1935 al maggio 1936" , elaborala dalla Direzione di commissariato dell'Intendenza A.O. ed in via di puhhlicaLione in questa stessa Rivista. Dettaglio altamente s ig nificativo: queste puhhlicaLioni hanno visto la luce subito dopo cessate le operazioni, tra il 1936 ed il 1937, e non trascurano di segnalare gli inevitabili inconvenienti verificatisi nell'organiz zazione nell'impiego dei serviLi. Per il che va reso omaggio all'obbiettività storica ed alla lealtà dei soldati che le pubblica1:ioni hanno curato, profonde espressioni l'una e l'altra della più umana delle esperien/e di guerra. 14
2.11 quadro generale: esigenze politiche, dottrina e prassi stratef?ica, ruolo della logistica Come già abbiamo avuto modo di mcllcrc in evidenza trattando degli aspetti logistici della conquista della Li bi a ( Voi. Il - capitolo XII) la guerra d'Etiopia ha caratteri anomali: è la prima - e l'ultima - compagna coloniale della storia condotta da un esercito di leva e di massa avente costituzione organica, mezzi e materiali con fisionomia non molto dissimile da quelle in uso per guerre "europee", anche se naturalmente adattali al particolare ambiente e al tipo di avversario. Di qui i parametri primari che influenzano il problema logistico: a) il grande costo economico e finan.1.iario che comporta l'impiego di masse di uomini (dell'ordine di alcune centinaia di migliaia) e di mezzi e materiali in proporzione, in un particolare ambiente naturale (prevalentemente montuoso e con clima difficile) a migliaia di km di distanza dalla Madre-patria; b) l'importanza - sempre primaria nelle guerre e nelle guerre coloniali - del problema dei trasporti, che in questo caso assume venature particolari, richiedendo l'approntamento in tempi brevissimi e quasi dal nulla di un sistema stradale e portuale in grado di consentire il movime nto a truppe largamente dotate di automcui e materiali moderni, e un 'accurata e vasta organizzazione dei trasporti marittimi; e) le più vaste possibilità che offrono i nuovi meni (autocarro e aviazione in particolar modo) e le molteplici csigcn.1.c di mantenimento, di infrastrutture, organi logistici, rifornimenti di carburante ecc. che però detti mezzi comportano in colonia; d) le dimensioni enormemente accresciute del problema idrico e sanitario, derivanti dalla necessità di far vivere e muovere masse di uomini nel particolare ambiente, dove nelle campagne precedenti non si era potuto evitare la rapida diffusione di epidemie tra uomini e animali. Se si pone mente alle difficoltà incontrate nella prima e seconda campagna d'Eritrea (Voi. TT - capitolo XI) per il sostegno logistico di po-
1-1
n
4/1938.
I .:, Rnsa Ancora del primum ,•ii•ere ... "Rivista di Commissariato'' n.
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che migliaia di uomini con pochi cannoni leggeri ai quali si richiedevano solo operazioni statiche e/o a raggio relativamente limitato, si può avere la visione esatta dei problemi che presenta la nuova campagna, tanto più che essa è dominata da due esigenze politico-strategiche che ambedue accrescono - e di molto - le difficoltà logistiche: a) diversamente dalle campagne coloniali precedenti, le esigenze politico-strategiche richiedono la conquista integrale e definitiva del territorio etiopico, con relativa debellatio delle armate del Negus; b) tutto questo deve essere fatto nel più breve tempo possibile. Si deve cioè essere in grado di condurre anche nel particolare e difficile amhicnte quella "guerra di rapido cor-:o" <;ancita nello stesso anno dalla dottrina ufficiale. Mussolini ha bisogno di chiudere rapidamente la partita prima che la situazione politico-militare in Europa lo costringa a fare marcia indietro: "il tempo lavoro contro di noi". E nella prefazione al libro del maresciallo Badoglio La RUerra d ' Etiopia, riassume la situazione del 1934-1935 in questi termini: "l'imperativo categorico della guerra Africana, come di tutte le guerre, era questo: bisognava vincere, ma nella guerra d'Etiopia, a questo interrogativo, le circostanze ne aggiungeranno un altro non meno categorico: bisognava vincere e presto". A questo quadro, che pone esigenze, problemi logistici e prospclli ve tali da giustificare ampiamente l'iniziale tiepidezza o opposizione di molti esponenti delle alte gerarchie militari , corrisponde fonunatamente un complesso di circostanze favorevoli sulle quali molto pesano, a parer nostro, la frequente esperienza coloniale dei Quadri medio- alti e il ricordo di precedenti pagine amare: fattori di rilievo primario che spingono a non sottovalutare né il nemico né la preparazione logistica e a bandire certa superficialità e approssimazione che, in precedenza, avevano avuto non solo nelle nostre guerre coloniali nefaste conseguenze. Questo vale prima di tutto per la preparazione e condolta politica della guerra, che mostra di avere imparato molto dalle esperienze precedenti: quindi chiarezza di scopi e di obiettivi strategici, condotta unitaria e cot:rènte, inusitata tendenza - ùa parte del Capo del Governo almeno a dare ai militari persino di più di quello che chiedono e a non lesinare l'invio di mezzi e materiali e le larghe disponibilità finanziarie, perché (questa volta, e purtroppo solo questa volta) si traggono corrette e concrete deduzioni dall'affermazione delle Direttive per l'impiego delle ![randi Unità che Ja guerra va vinta anzitutto nel campo logistico, e che senza supporto logistico (e supporto di fuoco) non è possibile la guerra di movimento. Altro fatto dai riflessi logistici primari è che dal 1933 in poi si pensa alla guerra, quindi si può dare inizio con congruo anticipo a sia pur parziali e insufficienti misure di approntamento. In sintesi, nessuna improvvisazione o decisione a cielo sereno; soprattutto, l'autorità politica comprende che solo realizzando una superiorità schiacciante di uomini, mezzi e materiali si potrà concludere la guerra in breve tempo e (per la prima e l'ultima volta) non lesina i mezzi, per altro verso però compromettendo seriamente - checché ne dicano taluni - la preparazione del Paese a una guerra europea (argomento sul quale ritorneremo).
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Dal punto di vista tecnico-militare, tre i fattori di maggiore innuenza sulla preparazione logistica: gli adattamenti apportati per] 'occasione alla dottrina in vigore, l'opzione strategica di fondo da parte dell'avversario, la personalità dei comandanti (De Bono, Badoglio e Graziani) e il loro concreto approccio al problema operativo (e di conseguen.la anche logistico). Nel campo dottrinale, il culto dell'azione offensiva audace, rapida e spregiudicata che impronta le Direttive per /" impiego delle Grandi Unità del 1935 è sensibilmente annacquato dalla Memoria sufi' impiego delle Grandi Unità in A.O. dell'agosto 1935, che pur affermando di volersi inquadrare nello spirito aggressivo tipico delle Direttive è palesemente dominala dalla preoccupazione che taluni concetti esasperatamente offensivi, se male interpretati, avrebbero potuto causare sorprese amare come quelle di Dogali e di Adua. '' Il ricordo di Adua viene continuamente evocalo per scongiurare il ripetersi degli errori, dei difetti di preparazione e delle sottovalutazioni dell'avversario di allora (sintomatiche le espressioni frc4ucnti come "Adua insegni'' e "così il nemico ha fatto anche ad Adua"). Nel concreto. a un concetto fin troppo offensivo la Memoria sostituisce un concetto difensivo - controffensivo basato sul largo impiego del fuoco aereo e di artiglieria. In omaggio al principio "sorprendere, non farsi sorprendere" vi si insiste molto sulla prudenza e sulle misure di si curczza (con particolare riguardo alle retrovie e vie di comunicazione) delineando un impiego della fanteria basato su un dispositivo raccolto e sul "criterio dello sforzo metodico, progressivo e ben coordinato·· (per la verità, quest'ultimo criterio è seguito solo in parte da Graziani). La Memoria supera nettamente il ruolo (paritario, il che è già molto) assegnato alla logistica dalle Direttive, riconoscendo che la guerra coloniale è soprattutto un problema logistico e mettendo l'accento sulla sicureua delle vie di comunicazione (mancata a Adua): I O. La preparazione logistica è fondamentale. Può affermarsi che nella guerra coloniale in grande Mile e a grande distanza dal la madre Patria: a) il successo è · in massima parte - dovuto al fauore logistico; hl !aie preparazione è conseguenza del piano strategico, nonché del numero e della specie delle truppe e dei mezzi necessari per realizzarlo; è resa perì:, più difficile e complessa perché influenzata dalle caratteristiche dell'ambiente coloniale (risorse. clima. terreno) dalla distanza delle basi di rifornimento e dalla lunghezza delle linee di operai:ione.
1~ I ,a Memoria sufi' impiego delle Grandi U11itù i11 A.O. ha il suo retroterra in una serie abhas1ann nutrita di trattati di arte militare coloniale. che danno tutti largo spaLio alla logislica e ai trasporti e si susseguono dal 19 t I in poi. tra i quali ricordiamo la serie di Manuali coloniali curati dal Ministero delle colonie (ad esempio, C. Citerni, Come si viaggia in Africa, Roma. Tip. Unione Ed. 1913, R. Corselli. La guerra 111 colonia Roma. Tip. Unjone E<l. 1915. e V. Vecchi. 01'11' arti' militare coloniale, Milano. Bietti 1937).
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Eccezionale importanza va data duranLe le operazioni. alla sicurezza di tali linee. li loro funzionamento è vitale.
I I. - Qualsiasi grande operazione coloniale si alimenta: - con auLomezzi, fin dove e quando possibile; -con animali da soma (cammelli, muli. cavalli, asini) a completamento degli automezzi e in loro sosliluzione, dove l'automezzo non va. Alimentazione sicura, abbondanle, aderenLe alle esigenze del terreno e delle truppe tenendo presente: - le esigenze di ogni mezzo di trasporto (carburante, acqua, foraggi); - l'ingombro dovuto specie sulle strade non idonee - al traffico di un ingente numero di tali mezzi di trasporto. Apposile colonne per servizi a salma completano l'organizzazione collegando gli automc7.7.i con le salmerie delle Lruppe. La paralisi del movimento può essere provocala Lanto dall'anemia, che dall'eccessivo afflusso di mezzi. li problema dei trasporti, mai come in colonia. esige spiccata genialità per realizzare in pieno l'indispensabile manovra dei scrvi7i. L 'organiu:azione dei mezzi di trasporto è subordinata alla capaci Là logistica delle slrade, ali 'ampiezza dello sbalzo da effettuare: a sbalzo effettuato, occorre procedere alla sistemazione del territorio conquistato, onde formare hasr per lo sbalzo successivo.
12. - Assicurare i rifornimenti alle proprie truppe dev'essere la costante preoccupazione di ogni comandanle. Di lutti i servizi, quello idrico ìo il µiù i111purla.11te. Tenere sempre presente che: la sete è il peggiore nemico; le risorse idriche della zona raggiunta possono sfrullarsi solo a /)()r1iJica ese-
guila; - l'efficienza e la vita stessa dei reparti dipendono dagli autotrasporti e dalle salmerie; donde la necessità che il loro comando sia affidato ad ufficiali energici, fattivi, compresi delle alte loro responsabilità. In sintesi possiamo affermare che in colonia. più che altrove, la interdipendenza - sancita dal le nostre direllive - fra slraLcgia, Lattica e logistica è strcuissima. Se la strategia è commisurata alle possibilità logistiche, la siluazione generale, anche se non brillante, può essere sempre considerala con tranquillità e con fiducia; qualora invece strategia e tattica sorpassino le possibil i1à logistiche, l'insuccesso interviene rapidamente. Nulla di più esalto che la «guerra coloniale è, soprattutto, un problema logistico».
Molto annacquati, di conseguenza, anche i concetti organici e logistici delJa regolamentazione di base, imperniati da tempo sull'alleggerimento della divisione, mentre la Memoria accanto alla leggerezza colloca anche l'autonomia logistica e tattica, sia pure senza fare cenno al ruolo anche logistico del corpo d'armata (fondamentale nella regolamentazione 1932): 6 . - La ballaglia, anche negli scacchieri cnlnni:i, si vince li colpi cli rlivisinnc. Di1•isione anch'essa inscindibile - come nei teatri di guerra europea - ma assai
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più leggera e con autonomia logistica c taltica tale da con,entire grande mobilità e manovrabilllà. In complesso, divisione agile ed elastica. organizzata in modo da potersi articolare in nuclei di banaglia. composti di fanteria ed 'artiglieria (un reggimento di fanteria ed una o più banerie someggiate). li Corpo d'armata. nella guerra che consideriamo. ha soprattutto funzioni strategiche e di coordinamento delle azioni affidate a un complesso d1 divisioni destinato a una grande operazione:
7. - J\niglieria: non esagerare nelle assegna/ioni; troppa artiglieria si risolve in troppi trasporti, cioè colonne pesanti. Di massima: - ogni nucleo di hatLaglia (complesso di due o più battaglioni) dev'essere organicamente provvisto di unità di cannoni di accompagnamento e, eventualmente, di mortai di assalto; - l'artiglieria divisionale - leggera, mobile, capace d1 seguire la fanteria ovun4ue - è tutla someggiata: - 1·aniglieria di Corpo d'armata - anch'essa leggera - è motorizzata e sempre che possibile. con trattori capaci di superare le a,prene del terreno. 8. Anni e meni nuovi - organiuati per sfruuame la potenza del fuoco e la sor presa po~sono offrire largo impiego. nella guerra cnloniale: sono assai redrliti7i contro un nemico molto impressionabile e deficientcmen1.-, annato.
9. L ·anna del genio, in tutte le sue .specialità. trova - in questa guerra il più largo 1mp1cgo. Più che sul numero delle unità il suo rendimento è soprattutto ' in relazione al grado addes1ra1ivo dei reparti. Occorre perciò prepararli. inquadrarli, dowrli largamente di 4uanto è ad essi indispensabile.
La divisione di fanteria è su base ternaria (3 reggimenti di fanteria, uno di artiglieria, compagnia genio) con sezioni di sanità e di sussistenza someggiate e notevole disponibilità di mitragliatrici e automezzi in proprio (7 autovetlure, 25 moto, 207 autocarri, 72 autocarrette}, concentrati in autodrappelli di reggimento e autoreparti divisionali. Cospicuo anche il numero di salmerie (3128 quadrupedi, per i quali è previsto anche un volano a livello divisione - reparto salmerie). L'artiglieria divisionale è generalmente someggiata, i reparti munizioni e viveri dei gruppi sono in prevalenza motorizzati ( 18 automeZ7i), nelle Grandi Unità è assente del tutto il carreggio. Ogni divisione può inoltre disporre di un plotone idrici del genio e ha nonnalmente orientata a favore una squadra forni Weiss trasportati su autocarro.I<• Rispetto alla divisione della prima guerra mondiale, nella divisione A.O. 1935 si nota un notevolissimo incremento di armi automatiche e mezzi di trasporto, che testimonia l'evoluzione tecnologica raggiunta e al tempo stesso la maggiore attitudine del movimento delle unità:
lb MG, l<ela=io11e ... (Cit.), pp. I 16-117 e 177-178. e SME- UF Storico, L "Ese, l"ito ituliuno ... (Cit. ), pp. 230-231.
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PERSONALI E MEZZI
Ufficiali Sottufficiali e truppa Quadrupedi Fucili Fucili mitragliatori e mitragliatrici Pezzi di artiglieria Automcni
DIVISIONE 1915
DIVISIONE A.O. 1935 (media tra divisione fanteria e divisione camicie nere)
430 16000 700 13000
450 13200 2700 I 1600
16 31
390 32 240
-
Nonostante l'incremento degli automezzi, nel I 935 aumenta anche il rapporto tra quadrupedi e uomini. li 24 maggio 1915 l'esercito aveva 144.500 quadrupedi per 852.200 uomini, cioè I quadrupede ogni 6 uomini circa, mentre il 3 ottobre 1935 in Etiopia si hanno 57.650 quadrupedi per 159.700 uomini, cioè I quadrupede ogni 2,7 uomini circa, il che equivale a una proporzione doppia di quadrupedi rispetto agli uomini. Riflesso logistico di tre fattori: l'ambiente coloniale, l'aumento delle amii automatiche e dei meni tecnici, le limitate possibilità di marcia fuori strada del parco autoveicoli Benché la Memoria per l' impie1:o delle G.U. in A.O. non lo sottolinei, in A.O. il corpo d'armata - non solo nel campo dei trasporti a traino animale e meccanico - ha funzioni logistiche di prim'ordine con volani di personale, materiale e meZ7i che quando è necessario comprendono anche quelli delle divisioni. Nonostante la superiorità qualitativa e logistica, i tutt'altro che sotterranei inviti alla prudenza e ad offensive condotte nel rispetto delle buone regole non sono certamente ingiustificati, se si tiene conto di un contesto politico-strategico che spinge robustamente in senso contrario. La loro applicazione è resa mollo più facile dalla stessa strategia abissina, che al momento è la meno adatta per combattere un esercito europeo molto più ricco di mezzi di fuoco ed offre all'aviuionc e all'artiglieria italiana ghiotti obiettivi. Per ragioni di prestigio e di politica interna, infatti, il Negus è praticamente costretto a respingere la proposta di chi gli propone di ricorrere alla guerriglia e di evitare scontri frontali, e al tempo stesso è incapace di controllare i suoi Ras. 17 In pratica, la contrapposta strategia abissina è impostata sul concentramento delle forze in vista della ricerca (rilevatasi illusoria e an.1,i letale) di una seconda Adua, e questa linea d'azione non realistica aiuta a meglio <.:omprendere e apprezzare - da un punto di vista logistico - le due differenze di fondo rispetto alle campagne coloniali precedenti (compresa quella di Libia - vds. Voi. Il capitolo XII), differenze
11
P . Badoglio, Op. cit., p. 79.
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nelle quali sta anche una delle ragioni principali - se non la principale - della favorevole conclusione della campagna in tempi brevi: a) dal punto di vista strategico e tattico, nel 1935 non è mai rilevante la minaccia alle vie di comunicazione e alle infrastrutture logistiche arretrate, che nel 1886 era stata in larga parte la causa della sconfitta di Adua: contingenza tanto più considerevole, perché il sistema delle vie e dei mezzi di comunicazione era se mai più lungo, vulnerabile e frazionato rispetto al 1896; b) l'automezzo, la radio e l'aviazione nonostante il loro peso logistico sono l'atout decisivo rispetto al 1886 e aJla guerra di Libia, perché consentono un 'alimentazione logistica senza troppe restrizioni, e al tempo stesso la costituzione e il redditizio impiego di una massa di artiglierie, per le quali l'aviazione fa da occhio e I 'automeuo trasporta il gran numero di granate occorrente. Per valutare nel loro giusto peso questi fatti basti ricordare che, nelle precedenti campagne coloniali, in mancanza di automezzi (e - in Libia - con automezzi ancora alla loro infanzia) per sottrarsi alle schiavitù, ai problemi e ai costi delle salmerie si era stati costretti a ricorrere anche in colonia alla ferrovia come asse portante dei rifornimenti e - nel caso de-Ila Libia - a rinunciare ad offensive in forze verso l ' interno. Non basta: se la scelta strategica abissina favorisce la strategia (e ancor più la logistica) delle truppe italiane, si rivela rovinosa per la ~tessa vita delle truppe abissine, le cui masse una volta che (con difficoltà) si erano concentrate incontravano difficoltà gravissime di carattere logistico che vincolavano e limitavano i loro movimenti. Le armate del Negus non disponevano infatti di una vera e propria organizzazione logistica e sanitaria di campagna, vivevano sul paese che attraversavano (saccheggiandone le scarse risorse e naturalmente inimicandosi le popolazioni), e , per la parte sanitaria, sintomatica è una corrispondenza dell' United Press da Addis Abeba ( 11 luglio I 936): neg li e serc iti abissini i malati erano numero~i~simi: più d e lla metà era malata di dis senteria. lo scorbuto distruggeva l' armata del fronte sud. il vaiolo decimava l'annata di Mulughietà nel fronte nord. A Dessiè infieriva la polmonite. li terribilt: tifo petecchiale passava da un campo all'altro uccidendo in pochi giorni. La malattia e la febbre ricorrente erano comuni. Donne e bambini partirono a migliaia con i sC>ldati per il fronte, ma soltanto pochissimi ritornarono, essendo stati uccisi dalle malauie [ ...]. L"esercito fu distrutto in gran parte dalle malattie e dalla fame. 18
Se non è esagerato affermare che il problema logistico italiano nel 1935- 1936 viene risolto in gran parte dall'automezzo, si deve anche tenere conto che non è nella campagna d'Etiopia che il veicolo a motore (corazzato e non) e l'aeroplano si rivelano capaci di aprire nuove prospettive nella guerra coloniale, rimediando ad antiche e inevitabili strel-
18 Cit. in A. Castellani, Or11anizzazione sanitaria e salute delle truppe in A.O., "Nuova Antologia" I ottobre 1936.
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toie logistiche. Questi nuovi ritrovati della tecnica, dopo il promettente esordio del 1911-1912 avevano rivelato tutte le loro possibilità già nella campagna per la riconquista della Libia dal 1919 al 1932, con impiego di ardite colonne su larghi spazi nei quali l'aeroplano era al tempo stesso mezzo di esplorazione, di bombardamento e logistico d'emergenza (sgombero feriti, rifornimento di viveri e munizioni), mentre l'autocarro era il posto di rifornimento mobile delle colonne e ali' occorrenza il mezzo di trasporto che consentiva anche alle truppe nazionali la necessaria mobilità. I capi militari protagonisti della campagna d'Etiopia - non è un fatto casuale - avevano esperienza diretta di quelle difficili operazioni, che erano esattamente l'opposto della guerra di trincea allora da poco conclusasi e che meriterebbero, in questa sede, quell'accurato esame da un punto di vista logistico che lo spazio non ci consente. 19 Forse anche per questo, al di là delle diverse situa7ioni e delle spesso contrastanti personalità. la loro condotta delle operazioni rivela un 'impronta analoga: nessuna sottovalutazione dell"avversario e dei vincoli dell'ambiente naturale, largo sfruttamento dell'aviazione anche in campo logistico (che provoca le proteste degli iiviatori), prepara?ione accurata, grande cura per i problemi connessi con i trasporti e le vie di comunicazione anche da parte del più irruento Grat.iani. Esperient:a coloniale e capacità organizzativa della leadership, chiareaa di direllive politico-strategiche, relativa abbondanza di uomini e mct.t.i. tradizionale sobrietà e resistenza alla fatica del nostro soldatocontadino, lutti questi fattori concorrono a voltare pagina rispetto alle campagne precedenti e a smentire le ini.liali, pessimistiche previsioni di molti esperti italiani e soprattutto stranieri. che proprio nelle difficoltà logistiche vedevano l'impossibilità di attuare una strategia di annientamento da parte di un esercito europeo di massa e di leva: Temi predominanti, in quegli apprezzamenti stranieri. erano (limitandoci al campo logistico\: il clima tropicale, che avrebbe escluso la possibilità d'impiego di truppe me-
1' 1 Anche se non è stata compilala una organica storia ufficiale delle operazio ni per la riconquista della Libia dal 1919 al 1932. per la parte logistica molte indicazioni possono essere tratte dal volume di Graziani Verso il l•ezzan (Bengasi, Pavone 1934) e dalle pubblicazioni edite dal Governo e dal Comando locali (Comando R. Corpo Truppe Coloniali, L'occupazione del Fez=an, Tripoli 1930; Governo della Tripolitania e Cirenaica,/.' ocrnpazione di Cufra, Tripoli 1931; Governo della Tripolitania - Stato Maggiore, Norme per IP operazioni militari in Lihia, Tripoli 1918). In quest'ultima pubblicazione (p. 35) già si afferma che ''è l'automobilismo che può dare alle nostre truppe la mobilità necessaria, nel campo tattico e strategico. per po ter competere. anche sotto tale punto di vista coi nostri avversari" e si accenna ai possibili impieghi logistici dell"automezzo {trasporto di aniglierie e am1i di reparto; rifornimento munizioni e viveri: trasporto truppe). Sulrimpicgo anche logistico dcli 'aviazione in Libia negli anni Venti Cfr. infine G. Mattioli, L'aviazione fascista in Africa Se11e111rio11alt'. Roma, Ed. L'Aviazione 1937.
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tropolitane in talune zone e panicolanncntc nel teatro di guerra somalo, e che avrebbe grandemente depressu le energie fisiche delle truppe metropolitane nei loro scacchieri d'impiego; - la mancan,:a d'ac4ua che avrehhe esposto il nostro soldato metropolitano, ma altresì quello coloniale, a gravi sofferenze, deprimendone inoltre il morale; - le malattie tropicali che avrebbero fatto strage nelle nostre truppe, o quanto meno le avrebbero decimate e ne avrebbero grandemente scemato la capacità combattiva e lavorativa; le epidemie nei quadrnpcdi da soma, che avrebbe menomato la capacità logistica e tattica delle truppe, costrette dalla mancan7.a di strade a fare assegnamento soliamo sui mezzi someggiati; - e sopratluLLo, totale mancanza di strade, la quale avrebbe inutilizzato i carri annati, le autoblinde. le aniglierie pesanti, i trattori. gli automezzi per i servizi; .. . "Un paese di montagna priva di strade diviene ben presto il paese della fanteria .. . E chi ha marciato a lungo, senza riposi. in zone impervie e prive d'acqua, tra gole montane. con la minaccia della morte ad ogni passo. sa come soltanto un abito disciplinare profondamente radicato possa riuscire a ponarc avanti le colonne: e una massa in cui predomina il contingente di leva non acquista questo abito disciplinare nel volger di pochi mesi". (The Army, navy and Afr Force Gaulle - Londra <lei 29 agosto 1935). E ancora: "gli aeroplani della magnifica avia,,ione i1aliana" (è il generale Ot!schamps che ~cri ve, nella France Militaire nel medesimo giorno 19 agosto 1935) "non troveranno favorevole a.e ione in questo terreno di lolla in cui mancano bersagli imponanti, grandi città e centri industriali'" (evidentemente, nessuna previsione sulle possibilità dell'aviazione a scopo logist1co). Sicché. in conclusione, "gli Ttaliani non potranno vincere la guerra: nella migliore ipotesi, per vincerla, o<.:correranno quallro anni di campagna" ... "se il Negus polrà resisLere finn alla stagione delle piogge. le operazioni dovranno essere interrotte ed inLanto affluiranno agli Abissini armi e mUJtizioni ... " (e le sanzioni, s'intende. produrranno il loro effetto).20
Ciò non toglie, però, che le difficoltà logistiche per realizzare quanto la direzione politica si prefigge esistono, e specie ali 'inizio sono così forti da far dubitare gli stessi attori sulle possibilità di porvi rimedio. Scrive il Dall'Ora: l'approntamento militare eritreo era stato limitato a pochi battaglioni indigeni, tenuti sotto organico per limitare le spese, a I.Te gruppi di piazzeforti, costituite da fortini in muri a se<.:co con pochi reticolati, a carattere difensivo, sulle tre principali direttrici di Senafè, Mai Ainì ed Adì Qualà, che dal Tigrai adducono alla capitale dell'Eritrea, ed a scorte di mobilitazione limitate al primo fabbisogno di parte delle truppe di colore. Né, in zona arretrata, erano stati fatti o iniziati lavori di carattere civile, con i quali normalmente si prelude ai preparativi di una spedizione militare. U pollo di Massaua era ancora nelle pristine condizione di capacità cd attrezzatura, sufficienti solo al normale, e limitato traffico della Colonia. Le strade adducenti all'altopiano e verso la frontiera, poche, in parte carrare<.:<.:e o sempli<.:i piste, non erano assolutamente aue a consentire e sostenere un traffico intenso di automez.ci. I vari servizi (sanità, veterinario, approvvigionamenti di carattere generale, collegamenti radio-elettrici, acqua potabile, produzione ghiaccio ecc.) commisurati alle necessità della popolazione metropolitana della Colonia; scarsa disponibilità di baraccamenti, tettoie, ca-
20
A. Bollati. Ari. cit .. "Rivista di Commissariato" n. 5/1936.
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pannoni e comunque nessuna disponibilità di locali atti a dar ricovero a truppe e materiali di un Corpo di spedizione. In sintesi: esisteva un'attrezzatura militare. ma ad uno stato organin:ativo embrionale. Zona di a.f.ione a 4000 chilometri dalla Madre patria; porto obbligato di sbarco, insufficiente e non rapidamente attrezzabile. situato. con una retroterra di 50 chilometri, in zona caldissima, non facile alla vita per il clima quasi proibitivo al lavoro dei bianchi; una parete montana di 2500 melri di altezza da superare per raggiungere l'altopiano, senza comunicazioni alle ad un agevole e intenso traffico automobilistico: sul! 'altopiano condizioni ambientali alpestri buone, possibilità pari di vita e di lavoro per i bianchi, ma tutto da fare: strade. pozzi, magaz,:ini, collegamenti vari ecc.. Tutto da richiedere alla Madre Patria per la insufficienza locale di industrie ed agricoltura. D ' altra parte il nolo andamento ~tagionale delle grandi piogge, duo consente lo sviluppo di grosse operazioni militari solo dal settembre al giugno successivo. fissava i limiti di tempo della preparazione per condurre la campagna con la voluta energia ed intensità risolutiva dello !>forzo: o essere in grado di operare nell'autunno 1935 o rimandare le opera/ioni all'autunno 1936. Alcuni clementi del problema si pre~entavano poi sostanzialmente antitetici: necessità di aumentare la produzione di cereali e di foraggi nella Colonia, e di sfruttare la manovalanza indigena. in contrasto col fano di dover mohilìtare lutti gliele menti atti ed indispensabili per la costituzione del Corpo d'Armata Eritreo: larga disponibilità di clementi rl'oltr~ confin.- c-ht> si pr<',.t'nravano volo111a, i, 111<1 che 11011 potevano essere impiegali in posto e dovevano invt:ct: i:ssere inviati in Libia per ragioni d1 sicurezza: attività civili che si sarehhero potute pmmuovere in larga misura. ma che le condizioni e limitate possibilità del porto di Massaua impedivano di sfruttare. La preparazione log1st1ca di una campagna in Africa Orientale, contenuta nel limite di tempo d1 sette o otto mesi. dei quali ben tre ad andami:1110 stagionale sfavorevole, era penanto compito non facile e ponderoso: e infatti una decisione positiva venne presa solo dopo mature rinessioni in relazione a sicuri elementi di studio e di calcolo ...11
Le operaL:ioni si svolgono su due scacchieri diversi (nord-eritrea, al comando di Badoglio e sud-Somalia al comando di Graziani) con decisa gravitazione dello sforw a nord, anche se da ambedue le parti si tende a condurre operazioni offensive, ben presto ~uperando l'iniziale impo:,laLione che prevede una slrella difensiva sullo scacchiere somalo, ove l'ambiente naturale è meno favorevole e - pur essendo pianeggiante manca di risorse idriche e ha un clima torrido ritenuto non adatto per le operazioni di masse di truppe nat.ionali. La dipendenza operativa e logistica dello scacchiere somalo da quello eritreo, inizialmente prevista, diventa ben presto inoperante, e su questo punto anche per Badoglio vale nella sostan;;a il concetto empi-
2 1 F. Dall'Ora, Op. cit., pp. 10- 12. Dall'Ora stesso all'ini1:io è poco fiducioso. e in data 7 novembre 1937 scrive a Pariani che "anche se consentito da favorevole situazione generale e da largo margine di tempo, l'attuazione integrale della esigenza A.O. (invio corpo di spedi,;:ione metropolitano della entità e attrezzatura in mezzi logistici ora previsti) è da considerarsi se non impossibile certo molto difficile; impresa non solo molto onerosa, ma grave di incognite. Il corpo di spedizione si troverebbe sin dall'inizio o in breve in condi1:ioni di vita proibitive" (C'it. in O. Roch~t. Op cit.. p. 368).
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rico che impronta l'azione di De Bono: larghe direttive, perché a circa 4000 km di distanza i vincoli gerarchici non possono essere che aleatori.
3. Fasi salienti delle operazioni e riflessi logistici Per quanto di stretto interesse logistico, ci limitiamo a riassumere molto brevemente i tempi e lo sviluppo delle operazioni. Dopo una pianificazione che con numerosi ampliamenti e modifiche successive nasce nel 1932, le effettive predisposizioni per l'intervento incominciano il 5 febbraio 1935, con la mobilitazione - su ordine di Mussolini - delle divisioni "Peloritana" e "Gavinana" e di un gruppo battaglioni Can1icie Nere. La "Peloritana" inizia ad imbarcarsi il 18 febbraio 1935 dai porti di Messina, Catania, e Siracusa per la Somalia: fatto, questo, di notevole rilievo logistico, perché De Bono - e sembra anche Badoglio avevano sempre escluso la possibilità che truppe nazionali potessero vivere in numero consistente nel clima torrido di quella colonia. Sullo scacchiere eritreo, nella notte sul 3 ottobre 1935 De Bono dà il via (con un mese di anticipo sul previsto) a un prudente movimento oltre il Mareb, che non incontra seria resistenza perché le armate abissine sono ancora in corso di mobilitazione e di afflusso. L'8 novembre conquista Macallè e il 18 è sostituito da Badoglio, che resiste alla sollecitazione di Mussolini, si organizza a difesa e completa la preparazione logistica con particolare riguardo alla strada da Adigral a Macallè che non è in grado di sostenere il volume di Lraffico necessario per rifornire le truppe avanzate e quindi - come telegrafa Badoglio al Ministero delle colonie il 2 dicembre - "costituisce la mia angoscia". Grazie a questo atteggiamento di prudente attesa Badoglio riesce a superare il periodo più critico che va da dicembre 1935 a gennaio 1936, quando cioè la preparazione logistica non è ancora a punto, l'afflusso di forze e mezzi e materiali è ancora in corso e contemporaneamente la pressione abissina raggiu11gc la 111assi111a i11Lc11sità. Ncl rebbi aio 1936 Badoglio , ip1e11dc l'avanzala, e con la ballaglia avvolgente dell'Amba Aradam ( 10-15 febbraio) che vede un massiccio impiego dell'aviazione e dell 'arliglicria, viene eliminato il primo serio ostacolo. La fase centrale della compagna è rappresentala dalla seconda ballaglia del Tembien (27-29 febbraio I 936), che consente di avvolgere e annientare le armate di Ras Cassa e Ras Sejum e, in parte, quella di Ras Immirù. Risultato reso possibile da un'organizzazione logistica che consente a Badoglio di mantenere contemporaneamente in moto 5 corpi d ' armala, con largo ricorso anche al rifornimento aereo. L'avanzata verso l'interno prosegue fino a Mai Ceu, dove il 31 marzo 1936 ha luogo la battaglia decisiva che vede le truppe migliori del Negus sconfitte, anche perché commettono l ' errore di attaccare subito (e in località non da loro scelta) le truppe italiane, come sempre ben sistemate a difesa, con un largo appoggio dell' artiglieria e dell'aviazione e con le vie di comunicazione alle loro spalle praticamente sicure.
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Sullo scacchiere somalo, Graziani non accelta il ruolo del tulio secondario e difensivo assegnato da De Bono a Badoglio fin dalla primavera 1935 alle sue truppe, e ricorrendo direttamente a Mussolini che gli concede piena autonomia operativa e soprattutto logistica, ottiene l'autorizzazione a procurarsi direttamente e come crede i materiali e i mezzi - soprattutto di trasporto - che gli occorrono per una strategia più dinamica. Fin dal novembre 1935 egli è perciò in grado di iniziare operazioni offensive, conquistando Gorrahei (7 novembre). Il 20 gennaio raggiunge con una colonna celere Neghelli, disperdendo l'armata di Ras Destà con uno sbalzo di ben 400 km. Garantita con questa operazione la sicurezza del suo fianco sinistro, le sue truppe si consolidano e perfezionano l'organizzazione logistica in attesa di riprendere le operazioni offensive nell 'Ogaden, sulla destra. Ncll ' aprile 1936, dopo la battaglia di Mei Ceu, in concomitanza con l'azione di colonne motorizzate che anche sul fronte eritreo penetrano in profondità Graziani riprende l'offensiva, supera il forte sistema difensivo approntato dalle forze di Ras Nasibù e il 30 aprile entra in Dagabur, congiungendosi poi il 9 maggio con le truppe di Badoglio a Dire-Daua, sulla ferrovia per Gibuti. In sintesi, lo sforzo operativo - e quindi logistico - su ambedue gli scacchieri raggiunge la massima intensità e incontra le principali difficoltà nel periodo da gennaio a marzo 1936. Da aprile alla cond usi one della campagna (9 maggio) il problema principale consiste nell ' organizzazione e nel sostegno delle colonne ùi truppe nazionali motorizzate e di truppe indigene spinte in profondità. il cui movimento ha carattere logistico più che operativo: non vi sono resistenze di rilievo, ma si tratta di superare le difficoltà relative alla raccolta e al movimento degli autoveicoli su un terreno difficile e spesso privo di strade o con strade tali solo di nome, ricorrendo - quando non è possibile altrimenti - anche ai rifornimenti con l'aviazione. 4. Intelaiatura principale del/' organiz:;a:;ione logistica: Intendenza, base principale 1\.0 . in Patria e basi per operazioni in colonia (vds. anche Documento 12/a) Intendenza Come prescritto (ma per il livello di armata) dalle Norme generali
per/' organizzazione e funzionamento dei Servizi in guerra del 1932, viene costituita (nello scacchiere nord) un' lntendenza alla dipendenza diretta di De Bono (comandante superiore e Alto Commissario in A.O .. L'Intendente (generale Fidenzio Dell'Ora) è chiamato a coprire la carica e inizia gli studi preliminari concernenti la preparazione di una spedizione in Africa orientale nel settembre 1934. La definizione degli elementi concreti per l'organizzazione dei Servizi in A.O. inizia però solo nel gennaio 1935, quando l'Intendente e il suo Capo di Stato Maggiore si trasferiscono in colonia e in un rapporto tenuto nello stesso gennaio
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dall'Alto Commissario alle principali autorità militari e civili della colonia ricevono le prime direttive per costituire l'Intendenza in tutti i suoi organi e dare inizio all'organizzazione e funzionamento dei vari Servizi. Questi primi dati di carattere cronologico hanno un loro significalo: va infatti notalo che l'Intendente incomincia a orientarsi sul suo lavoro un anno prima dell'inizio della guerra, il che non è poco e non era mai avvenuto prima. Vista la mole e la natura dei problemi da risolvere sul posto, non si può certo dire che l'Intendente giunge in colonia molto presto: ma l'Alto commissario generale De Bono giunge a sua volta a Massaua solo il 16 gennaio 1935, e in passato l'Intendenza e i suoi organi si erano mobilitati contemporaneamente alle truppe, mentre le trnppe che da fine febbraio in poi affluiscono in colonia, trovano già in posto, sia pure incompleto, un organo direttivo dei Servizi orientato sui propri compiti.22 Nessun progresso, invece, in fatto di Quadri: nonostante le deduzioni e gli ammonimenti del generale Liuzzi dopo l'esperienza della prima guerra mondiale (Cfr. capitolo I), la costituzione dello Stato Maggiore d'Intendenza non fu scevra di difficoltà. Occorreva un nucleo di ufficiali in grado di interpretare fedelmente il pensiero clavolontà dell'Intendente L... J. Non si può dire che tutti gli elementi inviati (pochi di S.M. uno o due i rimanenti tratti da categorie varie) fossero ben orientati e preparati all'assolvimento del loro compito.2 3
L'organizzazione dell'Intendenza non si discosta, anche nel particolare ambiente, da quanto le Norme del 1932 prevedono per I 'Intendenza di am,ata: direzioni dei vari Servizi (di sanità, commissariato, artiglieria, genio, veterinaria, trasporti e tappe, servizio chimico, strade e genio civile, posta militare) e ufficio legnami. L'unico organo direttivo non previsto dalle norme in vigore è l'ufficio dell'Ispettore generale amministrativo, costituito per fronteggiare le particolari esigenze di decentramento che in materia amministrativa si pongono in una colonia lontana migliaia di chilometri dalla madre patria. A livello periferico, sono previsti anche organi direttivi cd esecutivi ai quali le Norme del 1932 non fanno cenno: a) le delegazioni d'Intendenza (alle quali si era già largamente fatto ricorso nella prima guerra mondiale), distaccate - con i relativi uffi('Ì staccati - nei settori avanzali con funzioni di coordinamento dei vari Servizi, di collegamento logistico e di "'punto di sutura" tra i Co22 Ciò non toglie che, secondo il rapporto a Mussolini del sottosegretario alle colonie Lessona (21 giugno l 935), per mancan7a degli organi dircllivi neccssari 1'lnlcndcnza puÌ> considerarsi costituita solo da metà maggio 1935. Al 21 giugno mancano ancora gli uffici idrico, legnami, genio civile. le officine di riparazione dei materiali del genio. l'infermeria quadrupedi. parecchi consegnatari dei magazzini e il relativo personale. Alla stesa data la forza da sostenere logisticamente è ormai in Eritrea di 80.000 uomini (di cui 40.000 militari e 20.000 operai nazionali e 40.000 indigeni) e le risorse locali sono già esaurite (Cit. in G. Rochat, Op. cii., p. 441 ). 23 F. Dall'Ora. Op. l'it., p. 92.
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mandi di corpo d'armata (uffici Servizi) agenti nei settori stessi e I'organiu,azione logistica d'Intendenza arretrata, della quale riproducono su scala ridotta gli organi direttivi ed esecutivi; b) basi logistiche avanzate, organizzate con il prolungarsi delle linee di comunicazione nelle zone più avanzate per assicurare il più rapido rifornimento alle truppe operanti. Inizialmente semplici depositi a terra di materiali e derrate con qualche ospedale da campo e mezzi di sgombero, sono successivamente sistemate con costru/,ioni stabili. Dispongono in proprio di truppe e reparti carabinieri per la difesa, la disciplina e il carico e scarico dei materiali, e anche per questo hanno caratteristiche analoghe a quelle degli attuali centri logistici. La struttura generale e le dipendenze nell'organizzazione logistica raggiunta sullo scacchiere nord (eritreo) nell'aprile 1936, cioè al termine del la campagna, sono riportate nel Documento 12/a. Da notare che, diversamente da quanto previsto dalle Norme del 1932, l'Intendenza A.O. non è dislocata nella stessa località del Comando Superiore e non lo segue nei suoi spostamenti in avanti, ma per ragioni nella fattispecie più che valide rimane nei centri nevralgici per i Servizi (nei primi tempi Massaua, poi Asmara). L'organizza1.ione di comando e controllo dei Servizi nello scacchiere sud (Somalia) è un caso a parlc. 24 Secondo un promemoria compilato dall'Intendente generale Dall'Ora dopo una visita a Mogadiscio negli ultimi giorni di febbraio 1935. a Mogadiscio avrebbe dovuto essere istituita alle dipendenze dell 'lntendenza A.O. (in Asmara) una delegazione d'Intendenza, il cui personale solo sollo la stessa data veniva richiesto al Ministero insieme con quello necessario per alcuni Servizi. Alle dipendenze di questa delegazione avrebbe dovuto entrare in funzione una base secondaria (a Mogadiscio) con dotazione di circa 30 giornate, che per gli ulteriori rifornimenti avrebbe dovuto fare capo solo alla base d ' operazione principale in Eritrea, con richieste da inoltrare all'intendenza A.O. in Asmara. Questo prima organigramma non entra mai in funzione perché, come scrive lo stesso Graziani, l'esperienza aveva largamente confennato che la delegazione non poteva essere un'emanazione della Tntendcnza dcli' Asmara. dal momento che le esigenze dei due scacchieri erano profondamente diverse, che nessun concorso poteva dare l'Eritrea alla Somalia e che il far capo per gli approvvigionamenti all'lnltmden/a A.O. fin Eritrea - N.d.a.J non avvantaggiava affauo la speditezza dei rifornimenti.25
Ne guadagna l'autonomia degli organi direttivi logistici della Somalia, ma parallelamente si accresce il loro carico di lavoro a fronte dell'esiguità del personale direttivo, che si fa sentire specie all'inizio: nessun organo d'Intendenza precede le truppe, come pure sarebbe sta24 Nel suo libro, il generale Dall'Ora non dedica una sola parola ai Servizi nello scacchiere sud, dei quali era (in teoria) parimenti responsahile, specie nei primi
mesi del 1935. 25
R. Graziani, Fronte Sud (Cit.), p. 78.
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to necessario data l'eccentricità dello scacchiere e la sua maggior distanza dalla madrepatria, e il Comando del corpo di spedizione in Somalia non dispone all'inizio di organi direttivi dei Servizi. Ai primi di marzo si costituisce in Mogadiscio un primo embrione di sezione staccata d'Intendenza (retto dal Sollo capo di SM del Comando corpo di spedizione ten. col. SM Perugini), il cui personale viene richiesto in Italia. All'arrivo in Somalia delle truppe, in data 16 marzo presso il Comando divisione "Peloritana" si costituisce una delegazione dell'ufficio staccato di Intendenza, che il 26 marzo passa a11e dirette dipendenze del Comando del corpo di spedizione. A tale delegazione fanno capo le direzioni dei vari Servizi (costituiti in prevalenza con gli organi direttivi stessi della "Peloritana") e la base secondaria "S" di Mogadiscio. Alcune direzioni dei Servizi in Somalia entrano effettivamente in funzione il 15 aprile e altre più tardi, tutte con personale c mezzi ridottissimi. Contemporaneamente si riscontra la necessità di costituire una vera e propria delegazione d'Intendenza, che anch'essa entra nominalmente in funzione alla metà di aprile. Il titolare della delegazione colonnello Giordano non vi è preposto effettivamente che in agosto, e fino a quella data le incombenze relative alla direzione dei Servizi in pratica gravano sul lo stesso Comando del corpo di spedizione. Dal 26 marzo in poi, e anche dopo l'arrivo del delegato, la delegazione continua a funzionare alle dirette dipendenze del Comando Corpo di Spedizione in Somalia, con autonomia per gli acquisti molto superiore a quella della stessa Intendenza A.O .. Ne risulta accantonata definitivamente la catena di dipendenze inizialmente prevista dal generale Dall'Ora. Pertanto i termini "delegazione d'Intendenza" e "ufficio staccato" (o "sezione") sono del tutto impropri: in pratica quello che opera esclusivamente agli ordini di Graziani è, un vero e proprio Comando logistico arretrato, o, se si preferisce, è l'equivalente dell'Intendenza di un corpo di spedizione praticamente autonomo e alle dirette dipendenze degli organi direttivi dei Ministeri. Questa soluzione non dà adito a inconvenienti: è se mai l'organizzazione dell'Eritrea prima delineata a risentire del dualismo tra il Ministero delle colonie (che ha alle dipendenze, anche amministrative, il R. Corpo Truppe Coloniali preesistente all'arrivo delle truppe nazionali nei primi mesi del 1935) e il Ministero della guerra competente per la mobilitazione delle truppe metropolitane, dualismo che si riflette prima di tutto nel campo logistico-amministrativo. Ciononostante, essa va nel complesso giudicata positivamente, e comunque assicura ovvi vantaggi di omogeneità e unità d'azione e un unico corpus dottrinale rispetto all'organizzazione francese, basata su un'Intendenza composta da funzionari civili assimilati e divisa in due parti con propri regolamenti e propri ruoli (Intendenza metropolitana e Intendenza coloniale).26 26 JI tentativo di unificazione che avviene in Francia alla fine degli anni Trenta non è visto da tutti positivamente (Cfr. articolo tradotto da G. La Rosa in "Rivista di Commissariato" n. 4/1940).
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Organizzazione e f u11zionamento della base principale A.O. (Napoli) (vds. anche Documento 12/b)
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Dato il volume senza precedenti del traffico necessario, il rendimento dell'intero apparato logistico in colonia - e con esso la buona riuscita delle operazioni - dipendono dalla rispondenza ai suoi gravosi compiti della base principale A.O. di Napoli, costituita il 20 febbraio 1935 e in font.ione per tutto il 1936, che si avvale per i trasporti marittimi della corrispondente organizzazione ad hoc del Ministero della marina, comprendente: a) l'ufficio centrale dei trasporti marittimi costituito alle dirette dipendenze del Sottocapo di Stato Maggiore della marina; b) la commissione di allestimellfo e imbarchi (A.I.) di Napoli, a composizione interforze ( Ufficiali dell'esercito e della marina) presieduta dal capitano di vascello Vescia, che funL.iona dal 10 febbraio 1935 al I 6 agosto 1937;2R c) altre commissioni di allestimento e imbarchi costituite - solo per la durata delle operaL.ioni di imbarco - a Messina, Genova, Livorno, Cagliari. In particolare, la commissione di Messina gestisce l'imbarco delle divisioni "Peloritana" e "Sila" con 43.785 uomini, 9.703 quadrupedi, 465 veicoli e autoveicoli , 97.748 tonnellate di merci varie; d) la commissione centrale di noleggio presso il Ministero della marina, t.he concorda con gli armatori il noleggio delle navi che gli indica l'ufficio del Capo di Stato Maggiore della marina, stipula i contratti, liquida le spese e fissa le date nelle quali le navi devono essere messe a disposizione (si ricorre al noleggio e non alla requisizione, per danneggiare il mezzo possibile il normale traffico civile); e) gli arsenali della marina e i cantieri privati, che in tempi ristrettissimi devono adattare con lavori speditivi il naviglio al trasporto di truppe e soprattutto di quadrupedi e automezzi; f) la gestione dei collegamenti telegrafici e radiotelefonici tra l'Eri trea e la Somalia e la Madrepatria, per la quale è necessario aumentare il numero e la potenza delle stazioni (da 35 agli inizi del 1935 a 50 27 Cfr. A. Bollati, Orga11i:zazio11e e J11nzioname11to di hasi per spedizioni oltremare. "Rivista di Commissariato" n. 1/1936 e M. Camèra, La base principale A.O. nella ,·wnpagna italo eriopira. "Rivista d1 Commissariato" n. 5/1939. Per i trasporti marittimi, oltre ad E. Chiavarelli (Op. cit.). Cfr. A. Ginocchietti, I.a R. Ma rina nella conquisra del 'Impero, Roma, UET 1936, L. Nonno, La Marina nella guerra d' J::tiopia, "Nuione Militare" n. 1/1937 e E. Ciurlo, li concorso della Ma rina iraliana alla rnnquista dell'Impero. "Rassegna italiana" luglio 19.19. 28 Per le esigen.te di protezione del traffico marittimo con l'Etiopia funziona dal 15 settembre 1935 al 31 agosto I 936 f,' ufficio del Comando difesa traffico. come nucleo del Comando Difesa Traffico (Maricotrat) da costituire in caso di guerra con l 'Tnghillcrra. Le norme emanate dal predeuo ufficio saranno poi quelle adottate, con alcune varianti. nella seconda guerra mondiale (Cfr. G. Califano, Il Coma11do difesa traffico, "Bollellino d'Archivio della Marina Militare" n. 3/1988).
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nel maggio 1936) e ampliare i centri radiotele grafici di Asmara e Mogadiscio e la stazione radiotelegrafica di Roma-San Paolo. li carico di lavoro che si riversa sulla base principale di Napoli richiede ben presto - ancor prima dcll ' ini7io della guerra - l'adeguamento delle precedenti disposizioni relative alle attribuzioni del depos ito centrale di Napoli, costituito nel 1923 e dimensionato per le modeste esigenze ordinarie degli esigui Corpi R. Truppe Coloniali della Libia, della Somalia e dell'Eritrea, alle dipendenze del Ministero delle colonie con ridotto organico (12 ufficiali, 22 sottufficiali, I impiegato civile, 75 militari di truppa).29 Secondo le attribuzioni definite con apposite Istruzione dell'ottobre 1933, 10 il deposito truppe coloniali di Napoli (che ha come distaccamento il Comando di tappa coloniale di Siracusa) dipende amministrativamente e per l' impiego dal Ministero delle colonie e disciplinarmente dal Comando corpo d ' armata di Napoli, con funzioni di " centro di ricevimento, smistamento e spedizione alle colonie di lutto ciò che gli organi territoriali del Regno sono incaricati di provvedere alle colonie stesse" (e viceversa). Le derrate e i materiali sono falli affluire dagli organi territoriali delle tre forze armate al deposito, che ne effettua Io svincolo, provvede all ' immagazzinamento e alla custodia del materiale e a tulle le successive operazioni d ' imbarco (compresi pratiche doganali, noli, documenti d ' imbarco. ecc.), risponde ndo solo del numero dei colliricevuti e imbarcali ma non della qualità e quantità dei materiali e del carico amministrativo. Il deposito distacca presso il locale ufficio imbarchi e sbarchi, quando occorre, un ufficiale con il personale di truppa necessario per ricevere sulle banchine i materiali da inviare in colonia o per le operazioni di imbarco e sbarco sui piroscafi. Le derrate e i materiali che devono fornire gli Enti militari di Napoli sono fatti affluire direttamente sulla banchina il giorno stesso dell'imbarco, su indicazione del deposito. Le armi , munizioni ed esplosivi sono indiri.uali dagli Enti territoriali alla direz ione d'artiglieria di Napoli, che per ragioni di sicurezza li fa affluire solo il giorno dell'imbarco sulla banchina. li Ministero delle colonie e i Governi coloniali possono anche affidare al deposito incarichi di varia natura, tra i quali gli acquisti di materiali. Per le spese relative ad acquisti, noli , assicurazioni, assegni del personale ecc. il deposito riceve dai Governi coloniali e/o dal Ministero delle colonie le relative assegnazioni di fondi , gestiti con apposita conlabilità speciale istituita presso la sezione tesoreria di Napoli, che è retta dalle norme stabilite con D.M. 4 giugno 1925, n. 3057 e 28 novembre I 925, n. 6682. Rient.rano, infine, nelle competenze del deposito alcune predisposizioni di mobilitazione relative all ' invio di personale e materiale in colonia in caso di mobilitazione dei Regi Corpi Truppe
29
R.D . 23 dicembre 1933, n. 3092 (G .M . 1924. pp. 706-71 I). l0 D. M. 29luglio 1939(G.M.1933, pp. 15451561 ).
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Coloniali (che è cosa diversa dalla mobilitazione delle truppe metropolitane e rientra nelle competenze del Ministero delle colonie). L'istituzione del Comando base nel febbraio 1935 risponde a esigenze ben più complesse, che si riassumono nelle seguenti altribuzioni:31 a) dirigere l'imbarco e lo sbarco delle truppe di tulle e tre le forze armate da e per l 'A.O.; b) provvedere rapidamente al movimento da e per le colonie, di notevoli aliquote di personale non inquadralo e di tutti i materiali, quadrupedi e mezzi delle tre for1c armale destinati in A .O.; e) organizzare la sosta in Napoli di unità organiche, di reparti di militari isolati e di quadrupedi in attesa di imbarco, provvedendo altresì al governo e ali 'amministrazione del personale isolato; d) organizzare l'immagazzinamento dei vari materiali, non solo per quelli già assegnati e predesignali per la spedizione, ma anche per le scorte da imbarcare su ordine, provvedendo alla relativa gestione contabile; e) mantenere le relazioni conseguenti alle attività prima elencate con tutti gli Enti interessali (lnlenden.la A.O. e rispettive basi secondarie di Massaua e Mogadiscio; direzioni generali del Ministero della guerra; Gabinetto del Ministro e Comando del Corpo di SM; centri di mobilitazione; Emi che spediscono i materiali); d) avvalersi, in particolare, del concorso: degli organi dei Servizi e degli stabilimenti del corpo d'armata di Napoli, per la fornitura dei materiali e la loro gestione; della commissione allestimento ed imbarchi (interforze, presieduta da un capitano di vascello) per il carico sui piroscafi e la spedizione, e della delegazione trasporti militari di Napoli, per i movimenti ferroviari. Il funzionamento della base di Napoli nei primi mesi della sua costituzione, dal febbraio J935 in poi, mette in evidenza parecchi inconvenienti che sono esplicitamente riconosciuti dalla pubblicista coeva. In sostanza: - dualismi e sovrapposizione di compiti tra Comando della base principale (competente per le truppe e i Servizi metropolitani) e Comando del deposito centrale, (competente per le truppe e servizi del R. corpo truppe coloniali); - difficoltà di armonizzare le funzioni dei predetti Enti con quelle della commissione allestimento e imbarchi, che opera alle dipendenze del Ministero della marina con il compito di assicurare (tramite noli e/o requisizioni) la disponibilità del naviglio ed alla quale vengono direttamente indirizzati dai vari Enti i materiali da caricare sulle navi; - eseguità degli organi direttivi ed esecutivi del Comando base (con particolare riguardo a magazzini, depositi, attrezzature portuali, ccc.), che costringe a gravare eccessivamente sugli organi del Comando di corpo d'armata di Napoli;
31
MG, Re/aiione ... (Cit.), pp. 87-91.
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- conseguenti intasamenti della stazione ferroviaria di Napoli con carri ferroviari provenienti dai più disparati Enti, provocati dall'impossibilità di caricare direllamente sui piroscafi il materiale dei vagoni ferroviari ali 'atto del loro arrivo, anche perché il lavoro della commissione allestimento imbarchi e sbarchi risulta eccessivamente oneroso. Allo scopo di evitare questi inconvenienti, un decreto interministeriale del 5 settembre 1935 32 sospende (solo nei riguardi del I' A.O.) l'applicuione dell'istruzione del 1933, ripartisce su nuove basi e in maniera chiara le attribuzioni tra Comando base e Comando deposito truppe coloniali e sancisce, di fatto, la preminenza del Ministero della guerra nella gestione delle operazioni di afflusso e imbarco e sbarco. Tnoltre al Comando base si conferisce una maggiore capacità operativa autonoma, con riduzione in pari misura delle attribuzioni del Comando deposito, della commissione allestimento e imbarchi e del concorso del corpo d'armata di Napoli. Tranne alcune eccezioni per le quali il Comando deposito conserva ridotte competenze, a norma dell'Art. 2 del decreto il Comando base deve: - far affluire i materiali fino alla banchina e impartire gli ordini per gli imbarchi e sbarchi alla commissione allestimento imbarchi e sbarchi di Napoli, che ne è l'organo esecutivo e rimane competente solo per la movimentazione dei materiali dal ciglio banchina fino a bordo dei piroscafi; - stabilire le precedenze da dare agli imbarchi e sbarchi di personale, quadrupedi e materiali in base alla loro urgent.a, previa richiesta - in casi dubbi di immediate istruzioni al Ministero delle colonie e all'ufficio trasporti del Comando del Corpo di Stato Maggiore (si noti il persistente dualismo); - prenotare, in mancanza di spazio e di posti sui piroscafi noleggiati, le cubature e i posti presso le società di navigazione sovvenzionate. Il deposito centrale truppe coloniali di Napoli, ollre a segnalare al Comando base il quantitativo di personale militare e di materiale da imbarcare (di interesse delle truppe operanti anche se amministrato dal Ministero delle colonie) e il grado di urgenza, provvede: all'imbarco su piroscafi di linea del personale civile dcli' Amministrazione coloniale, all'immagauinamento dei materiali destinati all'A.0. acquistati direttamente alla stessa Amministrazione coloniale e alla loro spedizione con piroscafi di linea (quando richiedono particolari cure e apposita assicurazione), alla spedizione dei materiali di pertinenza dell' Amministrazione coloniale non forniti dall'Amministrazione della guerra o che partono da porti nei quali il predetto Ministero non ha propri organi di imbarco, e infine al pagamento delle spese relative alle predette operazioni. Come si vede, anche dopo questa riforma manca a Napoli una sola autorità che decida - in base alle preminenti esigenze militari - che cosa, come, dove e quando imbarcare tutti gli uomini e materiali.
12
G.M. 1935, pp. 2853-2855.
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Si Lende a ridurre al mmimo anche il carico burocratico: l'ufficio trasporti del Comando del Corpo di SM non definisce più le modalità per il carico dei materiali sui quadri d'imbarco, che pertanto rimangono di competenza dello stesso Comando di base, come unico Ente in possesso di Lutti i dati aggiornati - anche di tempo - necessari. Gli unici documenti scritti tra Comando base e commissione allestimento e imbarchi sono: a) la situazione giornaliera dei materiali pronti per l'imbarco rappresentante l'integrazione di quelle dei singoli Servizi approntate dagli ufficiali di collegamento; b) la situazione dei vagoni carichi giunti nelle ventiquattro ore, divisa per servizio, compilata da un apposito organo del Comando base. Per far fronte alle nuove funzioni, il Comando base viene potenziato e assume la fisionomia di una vera e propria delegazione d'Intendenza, con uno Stato Maggiore e organi direttivi di tutti i Servizi (vds. Documento I 2/b, che fotografa l'assetto raggiunto nel maggio 1936, cioè a fine campagna). Il comandante della base dipende disciplinarmente dal comandante del corpo d'armata di Napoli e, per il resto, direttamentedal Comando del Corpo di Stato Maggiore e dall ' ufficio militare del Ministero delle colonie. Allo scopo di facilitare il celere disbrigo di tutte le questioni, lo slesso comandante è autorizzato dal sottosegretario alla guerra generale Haistrocchi a rivolgersi direttamente al Gabinetto del Ministro, quando sono necessarie decisioni immediate. Nel capo delle infrastrutture, secondo la relazione del Ministero della guerra per superare difficoltà intcnsi~simc, dovute alla insufficiente capacità del porto di Napoli e delle sue banchine e alla scarsa efficienza della rete ferroviaria facente capo al porto, intervenne il duce con azione personale presso i Ministeri interessati (lavori pubblici, Colonie, Comunicazioni) e presso I' /\Ilo commissario di Napoli, di gui sa che, nello spazio di qualche mese, si poterono realizzare i seguenti lavori: - costruzione di nuovi portili; - ampliamento dei capannoni in muratura: sviluppo della rete stradale; - stendimento di binari ferroviari cosl da permettere la sosta a un numero rilevante di vagoni; costruzione di piani caricatori.33
L'intervento diretto del duce è sintomatico: evidentcmenle manca un'organizzazione capace di tirare le fila e di coordinare le esigenze militari e civili, ma nessuno - a cominciare dallo stesso Mussolini - sembra trame le conseguenze per il futuro. I dati statistici su li 'attività della base dal febbraio I 935 al maggio 1936 (che però comprendono anche Libia e Egeo) forniscono un'immagine efficace dello sforzo logistico compiuto:34 n MG, Relazione ... (Cit.). p. 89. fri. I dati citati in merito dal Ginocchietti, dal Camèra e dalla Chiavarelli sono diversi, anche perché riferiti a periodi diversi. 34
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movimento di personale ufficiali sollufficiali c truppa operai
TOTALE movimento di quadrupedi movimento di materiali (t): sanità commissariato artiglieria genio servizio automobilistico vario
17989 361979 67113 447081 61110
TOTALE
11547,757 280529,341 66484,430 95921,438 53989,694 61644,770 570117,430
I soli materiali di commissariato occupano il 50% del totale dei materiali inviati in colonia. Da questi dati si può perciò trarre, in prima approssimaLione, una deduzione importante: che quella d'Etiopia è stata soprattutto una guerra di uomini, cioè di fanterie, e di lavori (stradali per la maggior parte). Subordinatamente, è stata anche una guerra di artiglierie e automezzi, tenuto conto che si è sparato poco, perché in proporLionc ai consumi enormi della prima guerra mondiale il munizionamento di artiglieria si mantiene di peso non rilevante rispetto al totale, anche se non va trascurata la dimensione assunta dai problemi di spostamento dei pur sempre numerosi pezzi e delle munizioni nel difficile ambiente coloniale. Un'altra deduzione va subito tratta dal gran numero di quadrupedi imbarcati, che significa due cose: che, come già nelle campagne precedenti, le salmerie nonostante l'automezzo rimangono importanti e insostituibili nei terreni più difficili, e che per il loro approvvigionamento è possibile ricorrere solo in misura limitata alle risorse locali. La base secondaria (e di operazione) di Massaua La conformazione delle coste dcli' Eritrea, che non fornisce altri approdi importanti o ben collegati con l'interno, fa di Massaua una sorta di collo di bottiglia attraverso il quale deve passare senza alternative la maggior parte dei rifornimenti che giungono in colonia, visto che la massa delle truppe opera sullo scacchiere eritreo e che in Somalia è approssimativamente destinalo solo 1/4 degli uomini e materiali avviati in A.O. Fino al 1935 il porlo di Massaua ha una modestissima attività (2000 tonnellate mensili), è senza gru e con scarsità di banchine e pontili, di impianti portuali, chiatte e rimorchiatori (8 in tutto), di magazzini, raccordi ccc. ai quali si aggiunge scarsità di acqua e clima torrido che influisce sul rendimento degli scaricatori (in certi periodi il Comando
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base ebbe i 2/3 del personale nazionale ammalato, e dopo pochi giorni dall'arrivo di 1200 portuali italiani, la metà di essi non era più in grado di sostenere il lavoro). Si tratta di potenziare in pochissimo tempo gli impianti del porto per metterlo in grado di sostenere l'ingente tonnellaggio proveniente dall'Italia, e al tempo stesso, di non interrompere il traffico. Come scdve il Dall'Ora, gli inconvenienti che sarebbero sorti se non fossero stati adottati provvedimenti radicali per aumentare la capacità di discarica del porto e disciplinare il traffico, balzano palesi anche all'esame del profano, e si possono compendiare in poche parole: 1mposs1bilità materiale di compiere lm' ,mpresa militare a vasto raggio con dovizia di personale e mezzi, come si prevedeva quella c0111ro l'impero E1iopico. nei termini di tempo srabiliti.35
Verso la metà del 1934 il Ministero della marina aveva eseguito degli studi per la sistemazione del porto, e i lavori prospettati dalla marina erano stati iniziati dal Ministero delle colonie nello stesso anno, ma con due obiettivi del tutto inadeguati: il traffico previsto era quello richiesto dalla ridotta consistenza del corpo di spedizione che era alla base della pianificazione iniziale (3 divisioni, da avviare in colonia in convoglio) e la fine dei lavori era prevista nel dicembre 1936. Sta di fatto che nei primi mesi del 1935 la potenzialità del è ancora rimane di poco superiore a quella dcli' anno precedente, e il capitano di vascello Pardo riferisce agli orgam della manna che per alcune di esse (provvidenze), benché approvate cd aggiornate, non si nota nemmeno un inizio di esecuzione, mentre per certe altre i lavori sono stati appena iniziati, con scarsi mezzi, con mano d'opera deficientissima ... 36
Nel concreto, quando arrivano le prime aliquote di truppe e materiali la possibilità giornaliera di scarico dei piroscafi varia da 1200 a I 880 t, e si dispone per lo smaltimento dei materiali solo di 12-15 carri ferroviari e di I 0-12 autocarri per i trasporti dal porto ai vicini depositi provvisori. Con queste premesse, l'intasamento del porto e il caotico ammassamento dei materiali sulle banchine sono inevitabili e da tutti notati, con frequenti allarmismi e aspre critiche non sempre giustificate. Il capitano di vascello Pardo scrive in data 14 marzo 1935 al Ministero della marina che le calate sono ora tutte ingombre, le banchine di accosto hanno spazi liberi, piroscafi ormeggiati di punta non hanno gaJJeggianti su cui sbarcare i loro materiali; altre unità di imminente arrivo, saranno costrette ad attendere in rada il loro turno per entrare in porto.37
35 36 37
F. Dall'Ora, Op. l'it., p. 94. E. Chiavarelli. Op. cii .. p. 30. lvi, p. 29.
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Ben presto i tempi di sosta in rada dei piroscafi in attesa di scarico si accorciano e la situazione migliora, grazie anche a febbrili lavori di ampliamento e potenziamento degli impianti e degli accessi verso l'interno, e all'incremento dei mezzi di sbarco (ad esempio, nel 1935 la marina invia in Eritrea 134 zatteroni da sbarco, 24 pontili speciali, 8 rimorchiatori, 14 pirobarche, 17 motolance, 3 barche pompa, 2 motocisterne, 3 pontoni biga, 1 portone per la produzione di energia elettrica, 48 chiatte per trasporto di materiali vari e combustibili liquidi). 38 Secondo i dati citati dal Dal! 'Ora, le navi arrivate passano dalle 27 di gennaio 1935 a un massimo di 120 nell'ottobre dello stesso anno, e la media giornaliera degli sbarchi passa dalle 9 ..'i2.'i te 957 uomini (con nessun quadrupede e nessun automezzo) del gennaio 1935 alla punta massima di 147.547 t, 60.556 uomini, 11.525 quadrupedi e 1.312 automezzi dell'ottobre 1935)9 Non tutto, però, funziona bene. Le enormi difficoltà superate e i risultati ottenuti non possono far dimenticare due problemi organizzativi e di coordinamento che sono in parte retaggio delle precedenti campagne oltremare. rimangono irrisolti anche dopo il 1936 e pesano anche sulle sfortunate vicende del 1940-1943 (Albania e Grecia in special modo): la scarsa rispondenza delle modalità di carico dei piroscafi a Napoli alle esigenze di un rapido scarico e di un pronto impiego dei reparti e materiali una volta giunti oltremare, e la struttura direttiva della base di Massaua. Il naviglio men.:antile disponibile per il noleggio - visto che si vuole evitare la requisizione - in massima parte non è adatto alle esigenze di trasporto di un gran numero di uomini, quadrupedi e mezzi tecnici a grande distanza dalla madrepatria, quindi con viaggi di parecchi giorni. Sotto questo aspetto, la disponibilità di navi idonee è molto peggiorata rispetto alla campagna di Libia e alla stessa prima guerra mondiale, quando si disponeva di navi per il trasporto di emigranti nelle Americhe, che quindi si prestavano ottimamente anche per le truppe, e inoltre i viaggi richiesti e1ano Ji b1cvt: durala e le truppe stesse avevano al seguito un minor numero di quadrupedi e di mezzi tecnici. Tutte queste condizioni favorevoli mancano nel 1935, quando si dispone di navi passeggeri costruite con criteri di comodità e di lusso, e di naviglio da carico non idoneo al trasporto di quadrupedi e spesso con piloni di carico insufficienti anche per gli automezzi e artiglierie. Si è perciò costretti a non rispettare i vincoli organici nel caricamento dei piroscafi, a separare le truppe dai quadrupedi, a non tenere conto delle esigenze operative nello scarico dei materiali ecc .. Il criterio che viene adottato è quello (esclusivamente logistico e tecnico) della specializzazione: navi passeggeri adibite al trasporto di sole truppe, con ca-
38 A. Ginocchietti. La R. Marina nella conquista de/l'Impero, Roma, Unione Ed. ù'llalia 1Q1R p 64 39 F. Dall'Ora. Op. dt., pp. 109-110.
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pienza aumentata; navi miste (da carico e passeggeri) impiegate per il trasporto contemporaneo di truppe e quadrupedi, con forte prevalenza di truppe ( l 00: l O); navi da carico impiegate, con lavori di adattamento, per il trasporto di truppe aventi al seguito molti quadrupedi (truppe alpine ad esempio); automezzi (e aerei) trasportati solo sulle (poche) navi che dispongono di idonei piloni di carico. La difficile situazione che ne deriva a Massaua è ulteriormente complicata dal contemporaneo afflusso di piroscafi di ditte private, dell'Amministrazione della guerra e di quella delle colonie cd è così riassunta nella relazione del Ministero della guerra: le divisioni, costrette ini7ialmcnte a partire con un solo terzo di quadrupedi, vennero a trovarsi in crisi durante il movimento dalla costa all'altopiano[... ]. La scarsa disponibilità di piroscafi adatti non consentì all'amministra7ionc della guerra di secondare la proposta avanzata dal Comando superiore A.O. del ··carico omogeneo". che, d'altra parte. si risolveva in un impiego poco economico dei meni. Si manifestò invece più opportuno l'invio delle derrate a ra7ioni complete e, per i materiali, di pro porzionare i quantiiativi alle esige1ue dei singoli servizi, tenuto conto del grado di urge1ua e, nel tempo stesso della capienza dei smgoli piroscafi. Tuili gli inconvenienti sopraindicati non devono sorprendere quando si pensi all'enorme afnuenza e rapidità di trasponi di quadrupedi e automezzi e alle spec1ah esigenze d1 carico degli uni e degli altri.40
Dal canto suo De Bono indica nel poco ra/ionale sistema di carico dei piroscafi a Napoli la causa principale degli intasamenti delle banchine e dei ritardi a Massaua: tornando all'ingombro del porto, costantemente lamentato in Italia, non voglio da re a questo scritto un tono polemico: e non dovrei dilungarmi, citando fatti per dimostrare che specialmente l'ammassamento di merci sulle banchine e il gran numero di bastimenti fermi in rada senza essere messi sotto scarico sono dipesi: il primo dal modo poco pratico con cui alrinizio erano fau, i carichi a Napoli. Cito un solo esempio: tutto il materiale ingombrantissimo e pesante per reticolati era situato sopra tutto il rimanente carico. Ne derivava che le banchine erano piene di paletti di ferro e di filo spinato, dovuto per forza scaricare per potere a sua volta avere liberi gli altri materiali di più urgente necessità. JI 50% delle navi ferme in rada, col danno di forti pagamenti per inattività delle navi stesse, erano cariche di materiali per baraccamenti e di baracche smontabili mandate dal Ministero in A.O per uno scopo al quale io stimai subito che si dovesse rinunciare, come avrò occasione <li <lire più innanzi.41
Il secondo fondamentale aspetto, quello dell'organizzazione dicomando e controllo del porto e della gestione unitaria dei molteplici settori di attività che vi si svolgono, è molto bene approfondito dal Dall'Ora e invece del tutto ignorato nel libro della Chiavarelli, che anche su questo si basa esclusivamente sulle fonti archivistiche della marina
40 Mg, Rela:io11e ... (Cit.), pp. 98-99. 41 E. Dc Bono. Op. cit., pp. 58-59.
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senza prendere in esame la documentazione dell'esercito e senza soffermarsi sui problemi di coordinamento con i vari organi dell'esercito e civili. Ne deriva una deformazione di prospettiva, perché sembra che del porto si occupi solo la marina: la Marina Italiana dee15e di assumersi completamente il grave compito del problema logistico portuale. Fu costituito al principio del 1935 un Comando Superiore di Marina, reuo da un Ammiraglio, coadiuvato da uno sceho Stato Maggiore di uffi ciali esperti, la cui autorità si estendeva su tutti gli stabilimenti a terra dell 'A.O. italiana e su una noua logistica dislocata in gran parte a Massaua e con reparti minori ad Assab e Mogadiscio. A tale Comando fu affidata la Direzione unica delle operazioni di sbarco della spedizione, e 4uindi dei lavori necessari al porto di Massaua e ai porti dell'A.0 ..42
In realtà il problema del porlo di Massaua è uno dei principali motivi di preoccupazione - e di intervento - dell 'Jntendenza A.O. e dello stesso Comando Superiore, e sugli stabilimenti a terra è l'Intendenza stessa - più che la marina - ad avere giurisdizione. Non esiste, purtroppo, una direzione unica delle operazioni di sharco. ma, al contrario, le responsabilità sono fin troppo frammentate e divise, con notevoli ritardi e danni ali 'efficienza dell'insieme. Il Comando base, istituito il 16 marzo 1935 alle dirette dipendenze dell'Intendente e in collegamento sia con la marina (a meno di apposita commissione per gli sbarchi) sia con gli organi civili, risponde solo in parte a queste esigen.le di gestione unitaria delle operuioni. Il predetto Comando si avvale mizialmentc dei se guenti organi: a) ufficio imbarchi e sbarchi, formato da un ufficio centrale e vari ''ispettori di banchina", che in base alle direttive del Comando base entra in immediato contatto avvalendosi dei suoi ufficiali con i commissari di bordo delle navi in arrivo, riceve in consegna il personale e i materiali, dirige le operazioni di sbarco e smista con propri mezzi il personale ai posti di tappa e il materiale ai magazzini di deposito e transito; b) magauini di deposito e transico, incaricati della ricezione, controllo, riordinamento, e eventuale smistamento verso l'interno dei materiali e delle derrate scaricati dai piroscafi; e) ufficio presidio e tappa, che oltre alle funzioni presidiarie svolge per il personale funzioni analoghe a quelle dei magazzini deposito e transito; d) organi esecutivi vari (reparto comando del Comando base, elementi automobilistici, compagnia mista del genio. compagnie presidiarie eritree, sezione carabinieri). Successivamente, essendo emersa la necessità di accrescere la capacità di intervento autonomo del Comando base e di ripartire con maggiore chiarezza le attribuzioni, quest'ultimo si trasforma in delegazione di Intendenza e Comando base, con uffici staccati per ciascun Ser-
42
E. Chiavarelli, Op. cit. p. 31.
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v1z10 che operano in base alle direttive della delegazione e delle rispettive direzioni e hanno il compito della vigilanza sulla gestione dei magazzini deposito e transito dei vari Servizi. Alle dipendenze del Comando base si costituisce anche un ufficio marina, con il compito di regolare il traffico e il movimento nello specchio d'acqua del porto, secondo le direttive e le necessità prospettate dall'Intendente. Superato l'ini,'iale periodi di crisi, la base viene sistemata in maniera definitiva con un complesso di lavori nei cui dettagli non ci addentriamo, mettendo solamente in evidenza il decongestionamento del porto e dello stesso abitato di Massaua, ottenuto allargando l'arca di dislocazione dei maganini di dcpo<.;ito e transito fino a una profondità variabile da 10 a 20 km nel retroterra, la separazione delle zone riservale al traffico militare da quelle adibite al traffico civile e l'alleggerimento dei magazzini di deposito e transito, grazie alla maggiore disponibilità di automezzi che consente un rapido afflusso dei materiali sbarcati verso l'interno. Nonostante i notevoli risultati ottenuti. il generale Dall'Ora giudica poco favorevolmente anche l'organigramma che si era venuto man mano delineando: Non poche furono le difficoltà dovute a deficienze in linea tecnica. soprallullo per quanto concerne la rispondenLa dell'at1rc7za1ura portuale al traffico in continuo aumento. L ·opera dell'intendenLa fu - in akuni momenti inoltre aggravata da interferenze e da insufficienze di organi vari nnn al corrente delle impellenti necessità del Corpo di Spedizione, i quali tardarono ad ingranarsi. Oggi, si può serenamente porre il quesito: il problema della determinazione chiara e precisa dei poteri direttivi e deliberativi, da affidare ad un unico Ente responsabile del furuionamento dell'organismo "Base" (movimento porto discariche - disciplina retroterra - concentra menti e smistamenti) fu risolto nel modo migliore'! Non si può rispondere affermativamente. Per motivi vari - che sfuggono all'esame di chi scrive - non furono messe completamente in vigore le norme contenute nella nostra regolamentaLione in materia di sbarchi oltre mare, mentre la loro applicazione integrale avrebbe fin da principio chiar.unente determinate competen7e e dipendenze. Trartavasi di sbarchi non in presenza del nemico; nessun dubbio quindi poteva esistere sull'ente (R. Esercito) competente ad organizzare e regolare il movimento del porto di Massaua {Base). E mancando una netta definizione di atlribu.:ioni si dovelle ricorrere ad accordi transitori, con frazionamento di responsabilità e di comando che non potevano portare benefico influsso nell'andamento del traffico e ùel movimento. La buona volontà, l'alto spirito e la comprensione degli uomini valsero in linea pratica ad eliminare le difficoltà e divergenze che sarebbero divenute insormontabili altrimenti. Altra questione che non ebbe completa, soddisfacente soluzione. fu quella degli svincoli doganali. T materiali e le derrate per il Corpo di Spedizione giungevano a Massaua pane su pirnscafi noleggiati dall'autorità militare centrale e parte su piroscafi a carico misto: i primi potevano venire scaricati fuori dogana: i secondi, invece, dovevano seguire la trafila normale, passando attraverso la Dogana del R. Governo della Colonia. la quale. sovraccarica di lavoro, senza attrezzatura adeguata e con personale insufficiente, non procedeva nelle varie opcrazroni con la indispensabile sollecitudine, provocando inconvenienti non lievi.Materiali che si sapevano arrivati e che si cercavano affannosamente, venivano trovati nei M:1gazzini della R. Dogana ove giacevano cfa l<'mpn perché giunti coi piroscafi a carico misto (civile e militare) e perché non erano siate ancora condotte a termine tulle le infinite formule burocratiche!
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Da aggiungere la incertez1.a sulla reale dipendenza di un ente importante e di necessità vitale come la Capitaneria di Porto. Comando Base. R. Marina, Governo della Colonia. disponevano della Capitaneria di Porto, e non sempre gli ordini erano in perfetta concordanza. L'Intendenza. che già aveva compiti ben difficili. viste le difficoltà derivanti da un tale stato di cose, richiese ad un certo momento ed in gran parte ottenne, più vasti poteri per lo sviluppo della propria azione organizzativa nel porto e retroterra di Massaua . Permase però sempre la mancanza di facoltà ùeliherativa totalitaria, che avrebbe dovuto essere scevra da formule burocnuiche e da legami di preesistenti interessi, e che consentisse l'esplicazione integrale del mandato. Si cita, ad esempio, la questione delle discariche: tale funzione di importanza capitale per il regolare procedere del traffico, non fu mai soddisfacentemente risolta [... ). In complesso si lrallava di 4uestioni che s,uebbe stato oppoatuno fossero risolte dall'Autorità militare col semplice criterio della preminenza e dell'urgenza degli interessi militari e che invece richiedevano l'intervento di organi civili rivestiti di poteri deliberativi, i quali sovente si trovano loro malgrado - per la loro stessa natura costitutiva - nelle condizioni di non poter corrispondere in pieno a 4uelle che sarebbero state esigenze di caratlere esclusivamente militare. Da ricordare ancora il disseminamento di allribu.;:ioni e responsabilità nell'esecu.1ione dei lavori indispensabili per il poten.;:iamento del porto e suo retroterra (la vori in parte elencati nella trattazione del presente capitolo). La loro dfelluazione avrebbe avuto luogo con più org:rnkitil e celeritl\, si, non fosse mancato all'Intendenza - fino al gennaio 1936 - l'ente direllivo previsto dalla regolamentazione, concesso solamente dopo reiterale richieste: la "Direzione Strade e genio civile" che nel suo ramo "Genio civile" avrebbe potuto accollarsi l'esecuzione di tuui i lavori necessari, lasciando liberi da problema cosl pressante altri Enti (ufr.cio 0.0.P.P. del R. Governo - ufficio speciale genio civile del R. Governo - commissariato regionale di Massaua). 43
La base secondaria "S,, (Somalia) di Mogadiscio e le basi sussidiarie in Somalia. La naturale base secondaria in Somalia è Mogadiscio. Così come il problema logistico in generale, il problema dei porti e della base secondaria si pone in Somalia in termini diversi da quello del! 'Eritrea, anche se con difficoltà analoghe e anzi maggiori. Più che un porto, a Mogadiscio esiste un semplice approdo, dove a causa dei bassi fondali possono avvicinarsi alla costa solo piroscafi a natanti di limitale LonnelJaggio. Le navi di media e grande portata devono ancorarsi a circa un km della costa ed eseguire le operazioni di carico e scarico per mezzo di piccole imbarcazioni a remi guidale da indigeni. Le operazioni di scarico e carico sono condizionate dalle condi..doni mcleo, che possono impedirle per lungo tempo specie quando - nei mesi di gennaio e agoslo - spirano con la massima violenza i Monsoni. A parte 4ueslc difficoltà di rilievo, anche il porto di Mogadiscio ha un ' attrezzatura primaria insufficiente (polenzialità di scarico di circa
43
F. Dall'Ora, Op. cii., pp. 105- 108.
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2000 t mensili) e richiederebbe per il suo potenziamento tempo e mezzi che mancano. D'altro canto, Mogadiscio non è - come avviene in Eritrea -1 'unico approdo possibile, anche se corrisponde all'abitalo più importante della colonia e ha una posizione centrale. La scelta fondamentale che si impone è pressoché obbligata e antitetica a quella dell 'Eritrea, dove lutto è impernialo su Massaua: poiché non era possibile pensare a un'immediata industrializzazione del porto di Mo gadiscio, l'unico che poteva considerarsi tale, bisognava sfruttare, migliorandolo, quando esisteva in Colonia: in altre parole far concorrere agli sbarchi tuni gli approdi esistenti, senza ricercare soluzioni miracolistiche come veniva suggerito da profani e da dilettanti che scoprivano perfino portantosi approdi rimasti ignorali<.: 11011 ulilizzatt.44
Dopo una fase di crisi e di intasamento a Mogadiscio, provocata sia dai ritardi nelle operazioni di sbarco (che iniziano subito all'arrivo della "Peloritana" a metà marzo 1935), sia dal rifiuto dell'Intendenza A.O. di trattenere temporaneamente a Massaua - già intasata - i piroscafi destinati in Somalia. grazie al sollecito inil'io dei lavori con le risorse di uomini e meni disponibili sul porto e alla predisposizione degli altri approdi si riesce a ottenere un sufficiente regolarità e un buon rendimento nelle operazioni di sbarco. Per la scelta degli ancoraggi complementari rispetto a quello di Mogadiscio e la definizione dei lavori più urgenti da compiere, viene nominata nel luglio 1935 una commissione mista con rappresentanti dei Comandi militari (comprese marina e aviazione) ed Enti civili interessati, e nel periodo da maggio a ottobre 1935 sulla base delle proposte della predetta commissione sono organizzate le seguenti basi sussidiarie: a) Bender Cassim, costituita con ordine in data 8 maggio per rifornire le truppe operanti nel settore nord-est (Migiurtinia e settore UaJ-UalUarderc), ma non come base alternativa in sostituzione di Mogadiscio durante la stagione dei monsoni come era negli intendimenti dei tre Ministeri interessali (guena, colonie e marina). Questa soluzione viene scartata dal Comando corpo di spedizione per l'eccessiva distanza di Bender Cassim da Mogadiscio (1500 km) e per le pessime condizioni della viabilità, a fronte della scarsità di automezzi; b) Olbia, costituita il 26 giugno 1935, per alimentare in concorso con quella di Bender Cassim la base avaruata di Rocca Littorio adibita al sostegno logistico delle truppe operanti nel nord-est. Vi vengono scaricati inizialmente tutti i materiali di rifornimento, esclusi i viveri. Per funzionare richiedere la costru,ione di un raccordo stradale di 18 km con la preesistente camionabile di Rocca Littorio; c) Dante, utilizzata per materiali non di urgente impiego da trasportare poi a Mogadiscio via mare e via terra; d) Merca, Brava e Chisimaio, costituite il 5 ottobre 1935. Merca è
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R. Graziani, Op. cii., p. 79.
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destinato allo scarico e deposito delle derrate, e raggiunge una potenzialità di scarico di 300 t giornaliere a fronte delle 80-100 precedenti. Brava, che raggiunge uguaJe potenzialità di scarico, è lo scalo secondario più intensamente sfruttato. Vi vengono in tempi successivi scaricati viveri e quadrupedi provenienti dall'estero, 1000 autocarri provenienti dagli USA (scaricati con ritmo di SO al giorno), i materiali del genio del corpo di spedizione, le unità del genio e le divisioni "Tevere" e "Libia". Nonostante la notevole mole dei lavori speditivi compiuti da marzo a ottobre e nei vari scali e gli sforzi per dotarli di un'organizzazione che ne accresca la prestazione all'inizio della guerra, il prohlema dell'intasamento di Mogadiscio rimane e il Comando del corpo di spedi/ione è costretto a far prevalere ne!Jo scarico dei piroscafi un criterio puramente logistico che prescinde dalle esigenLc operative dei vari settori, disponendo in data S ottobre che al fine di superare nel più breve tempo possibile la congestione dei porti della Somalia. e in special modo di quello di Mogadiscio. tutti i piroscafi da scaricare siano smistati tra i van scali della colonia, scnrn considerare il loro carico e l'ente al quale esso è destinato, solo e, ih:i iu cht: pu,,a i110u1re ,ulla scelta del porto è quello derivante dalla porcnzialirà delle gru e di questo rispeuo al peso dei singoli carichi. In ogni scalo deve essere sempre garantita la presenza dei piroscafi in modo che ne possa es,ere sfrullala al massimo la potcn7ialìtà di sbarco: a Brava dovrehhero scaricarsi 300 t giornaliere, a Merca 200 cd a Chisìmaio 200.45
Il 17 luglio 1975 sono costituite anche nei 5 porti principali della So malia le "commissioni di imbarchi e sbarchi" presiedute da un ufficiale di marina e composte dai rappresentanti della delegazione d 'Intendenza. dell'aviuione e della capitaneria di porto. Alle commissioni è devoluta la direzione degli sbarchi, secondo le esigenze di massima segnalati dal Comando; loro organo esecutivo è l'ufficio imbarchi e sbarchi o, in sua assenza, il rappresentante dell'Intendenza. Con decreto governatoriale del 27 settembre le responsabilità della progettazione e direzione dei lavori nei porli, prima competenza del genio militare, è affidata a un ufficio speciale per costru:::ioni e attre:::zatura portuali retto dal maggiore del genio navale ing. Rapisarda, che per la parte tecnica opera alle dipendenze della commissione permanente dei porti. L'ufficio è competente per Je opere marittime e i lavori in terra, esclusa la costruzione di edifici che resta affidata all'ufficio opere pubbliche del Governatorato e la sistemazione di strade e pianali, che rimane di competenza del genio militare. Il complesso di provvedimenti adottati consente di raddoppiare il quantitativo mensile di materiali sbarcali a Mogadiscio (da 14.247 t nel marzo 1935 a un massimo di 28.727 l nel gennaio 1936) e di incrementare in proporzione e a tempi alterni anche gli scarichi negli altri scali,
4'
Comando delle For,:e Armate della Somalia, Op. cii, Voi. 11, p. 196.
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fino a raggiungere (dal 5 marzo 1935 al 31 luglio 1936) un totale di imbarchi e sbarchi di 135.115 uomini, 18.643 quadrupedi, 810.080 tonnellate di materiali, 9.666 automeai (inclusi quelli civili e del Govemo).46
5. Scacchiere nord (Eritreo): fisionomia generale del/' organi::::zazione logistica. Generalità Dal punto di vista logistico. nello scacchiere nord possono essere considerali tre cicli operativi e un periodo di sosta e di assestamento, ciascuno con proprie caratteristiche ed esigenLe: a) I O ciclo operativo - conquista della linea Adigrat-Enticciò Adua e successiva avanzata su Macallé (3 ollobre-8 novembre 1935); b) periodo di sosta, di assestamento e completamento delle predisposizioni logistiche, con particolare riguardo ali 'asse stradale (8 novembre 1935-metà gennaio 1936); c) 2° ciclo operativo - ripresa delle operaLioni offensiva e battaglie dcll'Endertà, del Tembien e dello Seiré (metà gennaio-primi di marzo 1936). È il periodo di massimo sforzo logistico per sostenere le truppe contemporaneamente in movimento nei diversi settori, nonostante la crisi dei trasporti (terreni frequentemente impervi e privi di strade: epidemia di peste equina tra le salmerie); d) 3° ciclo operativo - operazioni di completamento del successo: conquista della regione del Lago Tana, dcll'Aussa, battaglia finale di Mai Ccu e Lago Ascianghi. marcia su Addis Abeba (primi di marzo-5 maggio 1936). Concetto fondamentale dell'intendente: nessuna limitazione, da parte dei Servi::::i, alle esigen:e operutive.41
Primo ciclo operativo (vds. Documento 12/c) Il problema logistico del primo ciclo operativo viene riassunto dal Dall'Ora in questi termini: se dal lato operativo-tauico gli sbalzi offensivi dell 'ollobre-novt:mbre 1935 presentarono difficoltà e incognite, come accennato ali 'inizio del pre~enlt: capitolo dal lato logistico l'impresa fu forse la più ardua di tutta la campagna A.O.. Gli automcni erano in fortissima deficienLa, lt: ~almerie m via di costituzione, molto personale d'inquadramento ed clementi direttivi dovevano giungere dall"Halta: notevoli quantita-
46
41
R. Gra/iani. Op. cit., p. 85. F. Dall'Ora. Op. cit., pp. 35-36.
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tivi di materiali di urgente impiego e di scorta erano ancora in fase di provvista o in attesa del turno d'imbarco a Napoli. 48
Sull'approntamento logistico influisce l'anticipo di un mese rispetto ai tempi previsti per l'inizio delle operazioni. Da una parte i Servizi delle divisioni nell'ottobre 1935 sono ancora incompleti, e si è perciò costretti a ricorrere a quelli d'Intendenza per completarli, causando gravi difficoltà nel funzionamento delle basi logistiche arretrate. Dall'altra. nel! 'afflusso di truppe, mezzi e materiali in colonia non si rivela possibile aderire alla richiesta dell'Intendenza di far precedere l'arrivo del grosso dei reparti dall'invio dei Servizi divisionali, in modo da mettere immediatamente in grado le Grandi Unità giunte in colonia di appoggiarsi ai loro Servizi già impiantati, senza gravare sugli organi d'Intendenza con richieste di trasporti e di distribuzioni straordinarie. Al contrario, non fu infrequente il caso che contemporaneamente agli arrivi di reparti si dovesse provvedere con lulla urgenza a sostituzioni di automezzi, a maggiori assegnazioni di materiali, a prime distribuzioni o rinnovazioni di oggetti di corredo, di materiali per mense, di tende speciali ccc .... 49
Il primo sbalzo offensivo (effettuato in tre giorni) fino all'allineamento Adigrat-Enticciò-Adua avviene in terreno difficile e privo di strade. Il potenziamento e il miglioramento del sistema stradale fino alle posizioni avanzate e l'impiego degli (scarsi) mezzi di trasporto costituiscono perciò la principale preoccupazione del comandante e deJJ 'Intendente, che solo se l'avanzata è seguita dal progredire dei lavori stradali possono assicurare il sostegno logistico delle truppe. Ad esigenze logistiche e relative ai lavori stradali e ai trasporti è dovuta la sosta di circa un mese sull'allineamento Adigrat-Enticciò-Adua. Dopo la ripresa dell'avanzata ai primi di novembre e la conquista di Macallè (8 novembre), sono sempre le preoccupazioni logistiche a indurre De Bono a non aderire alle pressanti sollecitazioni di Mussolini per una pronta ripresa dell'avanzata su Amba Alagi. L' 11 novembre 1935 De Bono telegrafa a Mussolini: mio parere esplicito est essere errore marciare ora su Amba Alagi anche con soli indigeni. Tieni presente che abbiamo attualmente una linea di operazione lunga 500 km dei quali più di un terzo di cattiva pista. Inoltre 100 km ancom insidiati richiedono misure speciali di sicurezza L.•. J. Mia riserva est tutta scaglionata per lavori stradali [ ...]. Occupando Amba Alagi noi avremo una punta distaccata avanti senza possihilità cli rifornimenti et un Corpo di armata anche indigeno, non est come un battaglione che può vivere per conto suo [... ). Questa est la voce della situazione positiva che io sento essendo sul posto et dopo aver avuto rapporti di tutti Comandanti dipendenti et quelli dello Intendente che si trova in sempre crescenti difficoltà ...so
48 ~9
fri, p. 49. fri, p. 50.
so E. De Bono, Op. cit., p. 210.
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Con questi vincoli, il dispositivo logistico realizzato è quello riportato nel Documento 12/c. L'aderenza del dispositivo logistico alle truppe avanzanti è assicurata: a) al livello di organi direttivi: con delega.lioni di Intendenza a stretto contatto con gli uffici servizi di corpo d'armata, e con uffici staccali e nuclei di Intendenza proiettati in avanti con funzioni informative e di collegamento con le unità più avanzate; b) per il Servizio di sanità: nel primo sbalzo offensivo, con l'assegnazione di un ospedale da campo per ciascuna divisione, e nell'avanzata su Macallè con la costituzione di centri ospedalieri avanzati costituiti da un numero variabile di ospedali da campo con nuclei chirurgici e ambulanza odontoiatrica. Funziona anche una stazione mobile di disinfeLione della potenzialità di 1.000 uomini nelle 24 ore; c) per i Servizi di commissariato. di artiglieria e del genio: con la costitu.lione successiva di magazzini avanzati ad esaurimento a terra, e di fra,-;ioni di magazzino distaccate in avanti dagli stessi magazzini, che con il progredire dell'avanzata si trasformano in magaz.zini avanzati. In merito, va ricordato che le allora vigenti Norme del 1932 non prevedono più il tcnnine magazzino avaw::.ato; peraltro, nel caso specifico questo termine ben rappresenta la differenza funzionale tra magazzini di deposito e transito (Massaua), magazzini d'Intendenza principali (Asmara) e magaLzini avanzati o loro frazioni, a ridosso delle truppe più avanzate. Date le condizioni del terreno e della viabilità, il principale problema - quello dei trasporti - viene affrontato: a) tendendo ad accentrare nelle mani dell'Intendenza i trasporti a motore e le salmerie disponibili; b) costituendo le basi logistiche avanzate - che data la loro consistenza possono essere alimentate da tergo solo con automezzi - alla testata delle rotabili e spostandole man mano che progrediscono i lavori stradali; c) imperniando i trasporti - fino a livello di corpo d'armata compreso - sulle salmerie (il carreggio a traino animale non trova utile impiego in colonia, mentre le salmerie in terreni difficili e privi di strade sono insostituibili). Di conseguenza, per il primo hal1:o offensivo fino a Adigrat-Enticciò-Adua, su terreno privo di strade, gli autoreparti divisionali sono temporaneamente accentrati alle dipendcn1:c dcli 'l ntendenza, e per contro sono decentrate ai corpi d'am1ata notevoli aliquote di salmerie di riserva. Il ruolo delle salmerie è ancora maggiore - fino a diventare esclusivo - per il supporto logistico delle truppe avanzanti dal 3 a11'8 novembre 1935 su Macallè, che sempre per mancanza di strade non possono fare assegnamento sui trasporti a motore. Sono pertanto concentrati nella zona di Adigrat 3 gruppi salmerie muli (3.000 quadrupedi). 2 gruppi salmerie cammelli (2.600 4uadrupedi), I gruppo salmerie asinelli (1.000 quadrupedi). Con queste salmerie d'Intendenza, che si aggiungono a quelle in organico alle Grandi Unità, si riesce a far fronte sen-
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za ritardi e disservizi ai rifornimenti necessari, assicurandone l'aderenza alle truppe. In questa fase - come anche nelle successive - si ricorre frequentemente ali 'autotrasporto delle truppe, specie da Massaua ali 'altipiano: per tale esigenza sono necessari 700 automezzi forniti interamente dall'Intendenza, perché gli autoreparti divisionali servono solo all'autotrasporto dei materiali in dotazione alle rispettive Grandi Unità. Il movimento appiedato da Massaua ali 'altopiano dopo qualche tentativo iniziale si rivela difficoltoso e viene ben presto abbandonato.
Periodo di sosta e di assestamento 11 suo inizio coincide con l'assunzione del comando da parte del maresciallo Badoglio, che riconosce la mole di lavoro compiuta da De Bono ma giudica poco favorevolmente la situazione, nella quale predominano tre elementi negativi di carattere prevalentemente logistico: a Macallè non è stato ancora possibile costituire una vera base logistica. le piste da Adigrat a Macallè e dal Mareb ad Adua non sono ancora in condizione di sostenere il traffico ingente che avrebbe dovuto alimentare le numerose truppe da spostare in avanti, e infine queste due vitali arterie di comunicazione a fronte di una possibile minaccia sul fianco destro sono ancora scarsamente organiLzatc e insufficientemente presidiate e protette. Badoglio perciò esclude la possibilità di riprendere l'offensiva contemporaneamente al lavoro di perfezionamento del dispositivo logistico, e in data 8 dicembre telegrafa a Mussolini che "si tratta prima di organizzare seriamente per non essere per aria r·nmr siamo ora, e poi dare seguito a operazioni militari"51 [nostra sottolineatura - N.d.a.]. Le deficienze prima descritte già indicano l'attività svolta nel periodo, che consiste in un febbrile impulso impresso ai lavori stradali e in un rafforzamento del dispositivo che giunge a comprendere 14 divisioni e 80.000 operai civili, oltre a truppe e Servizi d'annata e corpo d'armata. Al tempo stesso sono completati i Servizi d'Intendenza, che raggiungono una forza imponente: 2.500 ufficiali, 50.000 sottufficiali e truppa, 40.000 quadrupedi e I0.000 automezzi.52 L'attività nel campo dei Servizi si compendia nella predisposizione di tre grandi basi logistiche avanzate (Mai Mac dem, nel settore di Macallè, Hauzieri, nel settore del Tembien e Adi Abuna per il settore di Adua). Si tende infatti a portare a ridosso delle truppe la maggior quantità possibile di derrate e materiali, in previsione di un 'offensiva metodica che prescinde dall' impiego di leggere colonne in profondità tipico delle guerre coloniali, e si basa sull'avanzata contemporanea e ben coordinata di Grandi Unità che si
" P. Badoglio. Op. cit., p. 30. F. Dall'Ora, Op. cii., p. 53.
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proteggono reciprocamente i fianchi e applicano, in colonia, criteri tattici con molte analogie con quelli delle guerre europee: "in altri termini la gigantesca macchina dei Servizi si metteva in grado di rullare" senza soluzione di continuità a seguito delle Grandi Unità che operavano con forme di guerra che di coloniale avevano solo il nome.53
Secondo ciclo operativo (vds. Documento 12/d) Comprende le operazioni preliminari nel Tembien ( l 9-2 l gennaio) con la conquista dell'Amba Aradam ( I 0-15 febbraio), il secondo ciclo operativo nel Tembien (27-28 febbraio) e le operazioni nello Scirè (29 febbraio-3 marzo). Comporta, come già detto, il superamento delle massime difficoltà logistiche della campagna, perché si tratta di assicurare i mezzi di vita, di movimento e di combattimento a ben 5 corpi d ' armata, che conducono contemporaneamente impegnative operazioni dinamiche, e agiscono su un fronte di 250 km in una regione di alta montagna impervia e priva di risorse. ad oltre 400 km dall'unico porto di sbarco (Massaua). Poche cifre, citate dal Dall 'OraH danno un 'idea efficace dello sforzo logistico compiuto: - sanità: 30.600 ricoverati in luoghi di cura di cui 19.050 dimessi, 30 ospedali da campo e 3 nuclei chirurgici impiantati; elevata la capacità totale di posti-letto a 14.000 c distribuiti 8.000 q di medicinali; - vettovagliamento. Autocarri-viaggio spediti verso le frazioni avanzate: 5.950 dai magazzini dcli' Asmara, 3.296 da quelli di Decamerè e 1.684 da quelli di Nefasit. Ben 64 autocarri adibiti in permanenza a1 trasporto di legna da ardere (che - data la mancanza di forni e a nafta serve per la confezione del rancio e del pane); - vestiario-equipaggiamento: 500 autocarri di materiali, con 10.400 camicie, 52.000 coperte, 106.000 teli ùa tenda, 125.000 stivalt:Ui ecc.; - 4.409 t di munizioni (1.285 autocarri); - genio: I 0.000 km di cordoncino telefonico, 115.000 attrezzi da lavoro, 225.000 q di materiale da costruzione, 50.000 q di materiali di rafforzamento. A fronte di tonnellaggi così cospicui, l'attività dell ' Intendenza si riassume in larga parte nella predisposizione e gestione dei trasporti. Daricordare, in coincidenza con la battaglia dell'Amba Aradam, I' autotrasporto completo della divisione "Assietta" in arrivo dall'Italia da Massaua a Macallè, con l'impiego di 800 autocarri in due tappe, e l'autotrasporto parziale della divisione alpina "Pusteria" da Enticciò a Maca11è, con impiego di 500 autocarri.
51 54
lvi. p. 54. lvi. pp. 68-69.
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In occasione della seconda battaglia del Tembien si fa per la prima volta largo ricorso al rifornimenti aerei, in particolar modo (dal 27 al 29 febbraio) per il III corpo d'armata che non era possibile rifornire via terra perché operava in un settore non servito da strade. In merito, il Dall'Ora tocca un punto nodale di contrasto nell'impiego del l'Arma aerea: Sino dal periodo della preparazione l'Intendente aveva prospettato la eventualità, per non dire la certezza, di dover ricorrere all'aviazione per rifornire le truppe operanti a grande distanza dalle rotabili o in zone non pen:orrihili da autocarreggio, ed in una relazione aveva richiesto la costituzione di un nucleo di aviazione ausiliaria con materiale di volo e personale particolarmente adatti a tale specifico compito. La proposta, presa in considerazione in un primo momento non ebbe poi attuazione per motivi non noti alla intendenza. sicché, verificandosi la prevista necessità di effettuare rifornimenti con aerei, si dovette forzatamente ricorrere all'impiego dell'aviazione da bombardamento; ed anche un profano può comprendere come ap parecchi creati per determinati scopi bellici non fossero i più adatti per servizi logistici, anche senza entrare in merito al fatto che venivano distratti dal loro compito principale. Per fare un paragone molto elementare si può pensare alla convenienza di impiegare navi da battaglia per lrnsporti di merci' Che i valenti rappresentanti della R. Aeronautica, in A.O. fossero molto entusiasti del nuovo e gravoso compito che veniva accollato su larga scala all 'aviazione da bombardamento, non si può veramente dire! Occorse vincere qualche naturale e più che legittima resistenza, ma poi la R. Acronautica,con l'alto spirito di collabornzione che è sua simpatica e nobile tradizione verso l ' Eserdto, si adattò al nuovo compito, lo assolse con entusiasmo e sovente offrì spontaneamente la propria disponibilità di apparecchi, anche in mancanza di richieste. Sta il fatto che dal mese di febbraio 1936 in avanti i rifornimenti aerei presero sempre maggiore estensione e si imposero come forma di pratica applicazione per il futuro.55
Nella battaglia dello Scirè si fa ancor più largo ricorso al rifornimento aereo a favore del VI corpo d'armata, che avrebbe dovuto essere rifornito aprendo una pista per autocarrette i cui lavori, però, procedono con ritardo: il 2 marzo viene aviolanciata una giornata di viveri, avena e acqua per l'intero corpo, benché il terreno difficile ostacoli gli aviolanci. La battaglia dello Scirè richiede altri provvedimenti straordinari:56 a) la predisposizione di 200 autocarrette, mod. 32 per assicurare i rifornimenti sulle piste appena tracciate da Axum ai guadi del Tacazzè; b) l'autotrasporto senza gli appositi "carri-biga" di l.800 quadrupedi da Senatè al settore di Adua, per rafforzare le salmerie del li corpo d'annata con una massa di quadrupedi di pronto impiego non logorati da lunghi tra-
55 lvi. p. 62. Cfr. anche T. Marrama (magg. gen. Ispettore commissariato R. Aeronautica),/ rifornimenti con gli aerei nella campagna italo-etiopica, "Rivista di Commissariato" n. 2/1937, e A. Bollati. Ari. cii., "Rivista di Commissariato" n. 3/1938. 56 Per i Servizi di commissariato Cfr. L. Magliari Galante. / Servizi di commissariaro del/\: corpo d'armata nella battaglia dello Scirè, "Rivista di Commissariato" n. 3/1940.
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sferimenti. L'autotrasporto di quadrupedi con automezzi privi di attrezzature speciali viene attuato anche in seguito. senza particolare difficoltà; c) la sostituzione a cura dell'Intendenza di 150 autocarri leggeri inefficienti del li e I V corpo d'armata, cedendo alle unità altrettanti autocarri medi nuovi o in ottime condizioni, tra l'altro più adatti all'impiego su strade in condizioni difficili; d) il vestiario e l'equipaggiamento della truppa, e specialmente le calzature, sono ridotte in cattive condi7ioni dalle lunghe marce: "all'arrivo a Selaclacà una notevole percentuale di uomini marciava a piedi nudi. L'Intendenza provvide con tutta sollecitudine a riparare a questo inconveniente, assegnando e spedendo subito un adeguato rifornimento di oggetti di vestiario, per cui fu possibile distribuire alla "Cosseria" in Selaclacà calzature nuove dopo due ore dal suo arrivo".57
Terzo ciclo operativo (vds. Documento 12/e) Culmina con la battaglia di Mai Ccu e l'occupazione di Dessié (31 marzo-15 aprile), che prelude ali 'occupazione di Addis Abeba (5 maggio 1936). Le difficoltà maggiori sono create dalle esigenze di sostegno logistico delle colonne spinte in profondità nei vari settori, per il quale si ricorre ancora - spes!>o in maniera esclusiva - al trasporto aereo. Jn particolare, la colonna di truppe indigene operanti nell'Aussa attra verso il torrido deserto della Dancalìa viene interamente rifornita fino alla conquista di Sardò ( 11 marzo) con l'aviazione, che (non essendo possibile dato il clima la conservazione di carne macellata) lancia anche capi di bestiame vivi. Nella terza decade di marzo, il III corpo d'armata deve muovere dalla zona di Ferraro sul nodo carovaniero di Socotà percorrendo un terreno sabbioso che oltre a non consentire l'impiego di automezzi rende difficile anche la marcia dei quadrupedi. Oltre a ricorrere ancora una volta in misura massiccia al rifornimento aereo, a questo metodo modernissimo se ne abbina un altro tipo prima guerra mondiale: le truppe stesse dovettero portare a spalla i viveri e 4.000 uomini divisi in due mute portarono in due giorni a 40 km di distanza un carico complessivo di 60 tonnellate che costituì aggiunta individuale di 30 kg al peso normale ddl'armamento ed equipaggiamento. ,H
L'ultimo allo della guerra, la marcia di 300 km su Addis Abeba di una colonna di 1.785 automeni che muove da Dessié il 26 aprile per giungere ad Addis Abeba il 5 maggio, richiede da parte deJI 'Intendenza un periodo di intensa preparazione che inizia con il preavviso rice51 58
lvi. F. Dall ·ora. Op. cii.. p. 76.
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vulo il 7 aprile, e richiede la raccolta degli aulomeai necessari a Dessié, l'impianto delle basi logistiche di Quoram e Dessié e l'organizzaLione del movimento. Della colonna fa parle anche una delegazione d'Intendenza con il compito di iniziare subilo l'organizzazione dei Servizi ad Addis Abeba. Contemporaneamente sono inviati alcuni ufficiali a Gibuti per organizzare i trasporti anche sulla linea ferroviaria Gibuti - Addis Abeba. Nello stesso mese di maggio sono già spediti da Gibuti ad Addis Abeba 17 .000 q di derrate, e alla nuova linea di rifornimento iniziano ad appoggiarsi anche le truppe della Somalia. Nell'organizzazione della colonna viene concentrato in tempi brevi a Dessié. nonostante la mancan.la di strade, quanto di meglio è disponibile m fatto di automcz1.i. Parle delle autocarrette mod. 32 viene autotrasportata su autocarri pesanti fino oltre Macallè per evitarne il prematuro logorìo. Gli automezzi militari disponibili sono integrati da 61 O autocarri civili (raggruppali in aulogruppi a parte), e tra i vari modelli disponibili s1 distinguono i Lancia RO (mentre altri. per contro, si rivelano poco atti a terreni difficili). Il Dall'Ora cita i meraviglio~i Lancia RO - purtroppo solo 120 i quali batterono il rncnrd di arrivare tutti ad Addis Abeba senza guasti od inconvenienti appreu.abili e per di più a111 tando con traini la marcia cli altri automeui meno potenti o meno atti.59
Nella composizione della colonna, da notare ancora la robusta presenza di autoveicoli speciali e sussidiari (40 lrallori P4. 250 autocarrette, 15 autobotti, 40 autoambulanze) e di un servizio riparazioni molto, anzi troppo complesso e articolalo, reso necessario dalle diverse marche di automezzi impiegati (in huona parte anche civili): 7 autofficine. 4 au toveicoli speciali per riparazioni agli automezzi Fiat, 4 per riparazioni agli automcni Lancia. Si può pertanto concludere che l'ultimo ciclo operativo vede esaltata la mobilità e flessibilità dei Servizi, sottratti a ogni lusinga di "territoriali77azionc" attraverso un massiccio impiego di automezzi. L'aderen.la dei Servizi alle operazioni è favorita anche dall'esperienza ormai acquisita dei Quadri in quattordici mesi di campagna e dalla larga disponibilità di scorte. Nonostante il buon funzionamento dei lrasporLi restano però pur sempre i problemi della motorizzazione. definita dal Dall'Ora "il tallone di Achille di tutta l'organizzazione". Le difficoltà sono di carattere quantitativo e qualitativo, riguardano anche i conduttori e vanno riferite principalmente alla motori77azionc militare nelle zone più avanzate: nella zona arretrata gli autotrasporti non destavano preoccupazioni perché affidati ad elementi civili in continuo aumento, i quali potevano dare un aggravio cli lavoro nel campo cl1stnbut1vo, ma in compenso presentavano notevole abbondanza <li offerta. Per le opera,ioni militari invece. nelle quali occorreva autotrasportare truppe cd avventurarsi in terreni insidiosi e su piste appena tracciate, occorreva disporre di autoreparti militari in numero tale e con un ritmo d1 concentra/Ione nel tempo che 5q
fri. p. 82.
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non sarebbero state possibili e tempestive le richieste in Patria. Al riguardo si noli che l'afflusso degli automeui militari dall'ltalia era pressoché incessante, ma il logorio e le perdite del materiale in esercizio erano tait che appena si poteva stabilire un pareggio di bilancio. L'auività dell'Intendenza fu perLanto rivolta a stanare il punto nevralgico della situazione e - prt:si gli ordini dal Comandante Superiore sì indiriuò ad inct:ttare, requisire ed at:quistarc automezzi di tipo il più possibilmente adatto alla costituzione di autorepani militari; contemporaneamente le Grandi Unitit cedettero personale di arma combattente in possesso delle patenti di abilitat:ione di Il e III grado (ed un geuito notevole fu dato dalle divisioni CCNN in modo da polt:r mettere in armonica corrt:la7ionc personale e mez,i).60
Difficoltà, queste, che investono problemi la cui portata va al di là ùt:lla campagna d"Etiopia e che avrebbero dovulo costllutre un fondamenlale ammaestramento per il futuro. 6. Scacchiere nord (é"ritreo): asperri particolari del/' orf?anizzazione
e funzionamento dei principali Servi:i. Servizio di sanità (vds. Documenti 12/f e 12/m) Dati i riflessi ùella situazione sanitaria sul morale e l'cfficien7a delle truppe, la prima e forse più importante battaglia vinta in A.O. è quella della profilassi contro le malattie infcllive, con un numero di casi veramente irrisorio a fronte delle precedenti campagne coloniali italiane e straniere. Le principali misure adottate (dati riferiti ad ambedue i settori) sono: · contro la malaria: 3 pastiglie al giorno di chinino per ciascun soldato (solo 2.334 ospedaliaati con 23 casi di morte in ambedue gli scacchieri); - contro la dissenteria: accurate misure di potabilin.azione dell'acqua (con impiego di potabilinatori e distillatori, con la cluorazione e, in Somalia, anche l'ebollizione e la filtrazione, perché il cloro non distrugge le cisti amebe); disinfezione delle mani con lisolo; uso della fa scia ventriera di lana; misure contro le mosche. J vaccini non vengono usati; viene anche fatto largo uso - soJo per gli ufficiali - di acque minerali. Con queste provvidenze, si hanno solo 453 casi di ospedalizzati, con nessun decesso; contro il tifo e paratifo: viene usata la vaccinazione con il tetra vaccino misto Castellani (TABCH), che dà l'immunità per quallro infezioni: tifo, paratifo A, paratifo B, colera. I casi in A.O. sono in totale 458 (pochissimi casi in Somalia, con nessun caso di tifo petecchiale); - contro il vaiuolo: anche in questo caso, si ricorre alla vaccinazione più volle ripetuta. Naturalmente nella profilassi ha parte importante anche il complesso delle misure igieniche individuali e collettive adollate: impiego di autobagni fissi e mobili (almeno uno per corpo d'armata - ne sono inviati <.o fri.
pp. 85-86.
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in totale 24); sezioni di disinfezione; disposizioni per il vestiario; frequenti distribuzioni di limoni ed aranci per combattere l'avitamonosi e contro lo scorbuto. Inoltre le truppe appena giunte a Massaua sono trasportate subito sull'altopiano, per sottrarle agli effetti del clima malsano. Con queste provvidenze la morbosità comune media è calcolala dal Dall'Ora intorno al 2%, con punte più basse all'inizio (1.70) e più alte durante il periodo delle operazioni, a causa dei prolungati disagi (3%). L'organizzazione del Servizio di sanità fa capo a un direttore di sanità affiancato da una commissione medico-ospedaliera per l 'Erilrea e da una sezione ispettiva di igiene e profilassi istituita il 10 aprile 1935, che nell'ambito delle sue competenze si occupa in particolar modo delle numerose misure igienico-sanitarie per le popolazioni indigene. Jnoltre, alcuni mesi prima della guerra al tenente generale medico (ruolo mobilitazione) Aldo Castellani è assegnato l'incarico (non previsto dalla regolamentazione) di Alto consulente Sanitario ed Jspellore Superiore Generale di tuffi i Servizi sani/ari militari, navali e civili per l'Africa Orientale, con il compito di assicurare "il coordinamento e la sorveglianza di tutti i Servizi sanitari Civili e Militari della Madre Patria e rlelle Colonie per l'Africa Orientale''. Rispellu alla prevenzione delle malattie infettive per una massa senza precedenti di truppe metropolitane impiegate in colonia e in un ambiente naturale particolarmente difficile anche per l'Africa, molto minore preoccupazione desta lo sgombero feriti (circa 4.000 in tutto). Nella politica di sgombero e nella conseguente dislocazione degli orgam sanitari ci si discosta dalla regolamentazione in vigore, prevedendo: a) la frequente assegnazione di ospedali da campo alle divisioni (che le Norme del 1932 ammettono solo in via eccezionale); b) la costituzione a ridosso delle truppe di centri sanitari, organi esecutivi non previsti dalle Norme del 1932, nei quali si riuniscono insieme nuclei chirurgici, ospedali da campo, mezzi per lo sgombero (autoambulanze) e materiali sanitari; c) il ricorso anche al mezzo aereo per lo sgombero dei feriti. Il polo sanitario più importante è ali' Asmara, dove è costituito nel maggio 1935 il magazzino speciale sanitario e veterinario A.O. con frazione a Massaua, affiancato da grandi ospedali a carattere territoriale (l'ospedale 077 specialiu.ato per tutte le branche della chirurgia; I'ospedale 078, specializzato in clinica medica, nella vicina località di Gaggiret; il grande ospedale di Sembel destinato alle truppe eritree). Tra le truppe più avanzate e questo polo sanitario territoriale sono interposte (dall'avanti all'indietro): a) una zona sanitaria di primo sgombero, addossata il più possibile al confine meridionale, per la sosta e cura degli intrasportabili e dei dcgenù con malattie o ferite a breve decorso, e con funzioni di cordone sanitario a fini contumaciali per le provenienze sospette d'oltre confine; b) una zona sanitaria di secondo sgombero, con possibilità curative complete e costituente anello per gli sgomberi, che serve per decongestionare la zona di I O sgombero ed è sistemata in località intermedie sul-
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le tre grandi direttrici che adducono al confine meridionale. Lo sgombero, ostacolato dalle crescenti distanze e dalla mancanza di strade, avviene dai posti di medicazione alle sezioni di sanità divisionali e da queste al polo centrale di Massaua, con i reparti portaferiti e i mezzi di trasporto disponibili (240 ambulanze, 5 sezioni cammellate portaferiti, 2 aeroambulanze). Dall'Asmara a Massaua lo sgombero è effettuato con treni attrezzati e littorine sanitarie, e da Massaua in Patria con 8 navi-ospedale della marina. della capienza complessiva di 6.000 letti, che effettuano un viaggio ogni 40 giorni e a turno funzionano anche da ospedali galleggianti nel porto di Massaua (I 'orientamento è comunque quello di evitare sostituzioni e recuperare il massimo numero di soggetti sul posto, perché già acclimatati). Il Dall'Ora ritiene esiguo il numero massimo di 240 autoambulanze disponibili, "ma di più non fu possibile ottenere''. Prevale pertanto il consueto criterio dell'accentramento e del risparmio. Si assegnano alle divisioni un numero minimo di ambulanze (in genere I O ciascuna) e solo 1-2 ai gruppi ospedalieri per trasporti eccezionali ed urgenti. Con le rimanenti si forma una messa di manovra di 50-60 autoambulanze da impiegare a ragion veduta su ordine dell'Intendenza, tenendo presente che viene rigidamente seguito il criterio di limitare gli sgomberi con au toambulanze ai soli casi di degenti gravi barellali: in tulli gli altri casi. in aderenza a quanto previsto dalla regolamentazione, si impiegano autocarri vuoti di ritorno e/o autocarri attrezzali. Non tutto funziona perfettamente; il Dall'Ora lamenta difficoltà di coordinamento nell'impiego delle navi-ospedale, al quale - come al solito - sono interessati tre diversi organi con competenze non ben delimitate: Intendenza, Comando Marina, Governo dell'Eritrea. Il Dall'Ora è dell'avviso che (come del resto prevedono le Norme del 1932) I 'impiego delle navi-ospedale deve essere diretto e regolato esclusivamente dall'Intendente, per gli evidenti riflessi sulJa politica di sgombero e sul grado di saturazione degli stabilimenti sanitari. Invece , movimenti delle navi ospedale vennero inizialmente regolati dalla R. Marina, poi dal Governo dell'Eritrea, previ accordi con l'Intendente, cd infine con accordi diretti fra Intendente e Comando Marina in A.O .. I 'ultima soluzione fu la migliore e non dette luogo ad inconvenienti per lo spirito di collahora~ione che animì, i due organi mobilitati cointeressati, Intendente e ComarnJo Marina; non fu però perfeua in linea di principio sia perché rimaneva indefinita l'autorità che sostanzialmente poteva disporre delle navi ospedale e sia perch~ rimaneva violato il principio della diretta dipendenza e piena responsabilità dei mezzi idonei ad assolvere un compito a chi era investito della responsabilità del compito stcsso6 t. 61 Oltre che la citata opera del Dall'Ora e gli articoli del Bollati, Cfr., in merito. A. Castellani, Lo staio sanilario delle truppe duran/e il conjlillo ilalo·etiopico. Roma 1939, (riferito ad ambedue gli scacchieri. Di elevato interesse per i raffronti con il problema sanitario nelle spedizioni coloniali di altri eserciti e per la descrizione delle profilassi adottate) e (Senza Autore). Le malattie infenil'e nelle colonie dell'Africa Orienrale. ·'Le Forze Sanitarie'' 30 novembre 1935 (per le statistiche sanitarie par ticolareggiate nel 1934 e fino al 15 ottobre 1935. in ambedue gli scacchieri).
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Un altro ordine di problemi nasce dalla disponibilità (organica ed effettiva) di effetti letterecci, materiale sanitario e attrezzature ospedaliere in genere. per la quale il Dall'Ora accenna "a qualche facile critica (e non furono pochi - anche qualche funzionario - per mancanza di esperienza o per scarsa comprensione della situazione").62 Tenendo conto che la regolamentazione in vigore prevedeva per gli stabilimenti sanitari di campaRna il ricovero dei degenti solo con pagliericci a terra e con sistemazioni accessorie e igieniche a carattere speditivo, e che non si poteva ricorrere (come nella prima guerra mondiale) alle risorse locali, l'Intendenza si ripromcllc di "territorializzare" buona parte degli organi esecutivi arretrali dotandoli di impianti e infraslrullure -.emipermanenti e di effetti letlereeci, ma questo problema viene ostacolato da diverse difficoltà, tra le quali: a) il mancato tempestivo arrivo, specie nel periodo della preparat.ione, di partite di medicinali, che obbliga ad effettuare acquisti diretti per via aerea in paesi limitrofi; b) i ritardi e le irregolarità nell'arrivo degli effetti letterecci (che giungono ancora in forti lotti nel giugno 1936) aggravati da difficoltà di approvvigionamento idrico; c) la lenteua con la quale gli organi del genio, gravati da molteplici incombenze, provvedono alla costruzione dei padiglioni; d) i ritardi dell'autorità civile nell'organi.aa.L.ione dei Servizi generali nei principali centri della coloma. Nonostante 4ue:..le remore, i I i))ultati ollenuti rendono molto calzante il giudizio del già citalo corrispondente dell 'U11ited P,es.1 ( 11 luglio 1936): non è esagerazione il dire che una delle principali cause del successo italiano fu lo sta Lo di salute sempre ottimo dell'esercito. dovuto all'efficienza dei servizi sanitari. La scienrn medica riuscl a fare sl che masse di uomini bianchi potessero sopportare climi mal~ani e in avverse contingen,e rimanendo in migliori condizioni di salute degli indigeni, acclimatizzati da centinaia di anni di residenza in quei luoghi.<'-'
Nessuna epidemia (come invece era avvenuto nelle campagne precedenti) e perdile molto basse (il Castellani per ambedue gli scacchieri parla - per le sole truppe nazionali - di I 19 ufficiali e 980 sottufficiali e soldati deceduti per ferite, di 519 ufficiali e soldati deceduti per malattie e 83 deceduti per incidenti vari). A queste cifre sorprendentemente basse corrisponde un'organizzazione poderosa, che a fine campagna arriva a comprendere: a) personale sanitario: 1.459 ufficiali. 8. 140 militari di truppa nazionali, 1.800 indigeni; b) organi direttivi: direzione sanità d'Intendenza
62
63
F. Dall'Ora. Op. cit.. p. 125 e 138. A. Castellani, /\rt. cir..
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Ferruccio Bolli
Commissione medico-ospedaliere per l'Eritrea Sezione ispettiva di igiene e profilassi 5 direzioni di sanità di corpo d'armata 16 uffici di sanità divisionali 2 uffici sanità staccati (bassopiani) 1 Comando unità sanitarie varie c) Organi esecutivi: 5 sezioni di sanità di corpo d'armata 16 sezioni di sanità divisionali 90 ospedali da campo e fissi I I nuclei chirurgici 5 ambulanze odontoiatriche 9 ambulanze radiologiche 240 autoambulanze I magazzino speciale materiale sanitario e veterinario A.O. (Asmara), con frazioni e depositi a Massaua, Macallè, J\dua, Om Ager e Gondar I deposito infermi rimpatriandi (Asmara) 2 convalescen7iari (Relesa e Cheren) 2 laboratori chimico-batteriologici (Asmara e Adigrat) con un laboratorio mobile 4 sezioni di disinfe7.ione 20.000 posti letto. Anche se manca lo spietato collaudo dell'elevatissimo numero di feriti della prima guerra mondiale, non vi è dubbio che, oltre all'aviazione. all'automeuo e alla radio, la sanità militare è il quarto fattore di vittoria.
Servizio ippico e veterinario (Vds. Documento 12/f)
Le epidemie e le elevatissime perdite di quadrupedi che avevano caratterizzato le campagne coloniali in Eritrea nel secolo XIX compromettendo il loro esito, questa volta sono contenute entro limiti accettabili, ma rimangono parecchi problemi in sospeso, a cominciare da quello (antichissimo) dell'addestramento di Quadri e conducenti dei reparti salmerie: si è accennato come forti percentuali di perdite cli ortimi soggetti fossero dovute a ferite da arnese, sovente trascurdle, che portavano a lunghe inefficienze dei quadrupedi se non proprio a casi letali. Pur considerando la preminenza delle cause di fori:a maggiore date dalla necessità di impiegare i quadrupedi a qualunque costo nel corso delle operazioni, non è da tacersi che una notevole percentuale cli tali perdite fu consequenziale della insufficiente capacità del personale addetto alle salmerie (ufficiali e truppa) [ ... ]. Quando si trallava cli gruppi salmerie comandati da vecchi e provati ufficiali e serviti da personale di truppa pratico e ben indirizzato, le perdite si ridu-
La 8Uerra d'Etiopia ( 1935-1936)
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cevano al minimo; e se invece, per improvvisazione, si avevano salmerie mal costituite per inquadramento e conducenti, le perdite toccavano le percentuali massimc.64
Alle difficoltà di approvvigionamento del gran numero di quadrupedi necessario, conseguenti allo sviluppo (modesto ma pur sempre crescente) della motorizzazione in Italia, si devono aggiungere i tentativi di speculazione che sovente appaiono in forniture del genere e l'Intendenza ne ebbe prova, nel prospettare gravi contestazioni su partite di quadrupedi provenienti dalla Madre Patria, i quali per taglia, condizioni generali, assoluti! mancanza di addestramento e deplorevoli condizioni nelle quali erano stati trasportati a Massaua richiedevano molto cure e lungo tempo prima di poter essere considerati impiegabili.65
Altro fattore che influisce negativamente sullo stato di salute dei quadrupedi - specìe di quelli giunti dall'Italia - è la cattiva alimentazione, per la quale non si può fare a meno di fieno, pena l'aggravarsi delle condizioni generali della massa di quadrupedi. L'Intendenza è costretta ad avviare su li 'altopiano, sacrificando altri trasporti, quantitativi di fieno sufficienti per 1,5 kg di fieno al giorno per quadrupede, e la situazione solo allora migliora. Quanto riferisce il Dall'Ora, pertanto, cliverge con
le Lesi ufficiose, secondo le 4uali (vtls. capilolo VII) il mangime concentrato poteva sostituire interamente fieno, orzo e avena: la biologia insegna, e l'esperienza di quest'ultima guerra lo ha confem1ato pienamente, che la razione di riempimento è indispensabile per ogni macchina animale: senza di esso o con esclusivo o predominante alimento concentrato a secco, l'organismo presto o tardi soccombe per l'insorgenza di turbe della nutrizione, di aberrazione del gusto e di quadri patologici del ricambio (acidosi, inanizioni, marasma, cachessia ecc.).6 6
Come avviene per il personale, la prevenzione e la cura delle malattie è l'aspetto preminente dell'allivilà del Servizio: mollo minor rilievo ha
lo sgombero e la cura dei quadrupedi feriti. Le perdile più forti sono provocate dall'epidemia di peste equina, che colpisce soprallullo i quadrupedi di provenienza nazionale e si diffonde in maniera particolarmente grave tra le unità che operano nel Tembien, con indice di morbilità che raggiunge il 44.50% presso alcuni reparti ( 12% in media rispetto all'intero corpo di spedizione) e percentuali di perdite nei colpiti che a volte toccano il 98%. Contro questa malattia mancano vaccini ed efficaci mezzi di lotta, e le disposizioni impartite tendono principalmente ad evitare le zone infette. Perdite relativamente elevate provoca anche la tripanosi dei cammelli (15%), curata con Naganol. La lotta contro le dermatosi parassitarie (e in particolare la rogna sarcopatica, che colpisce il 55% dei cammelli) dà
64
F. Dall'Ora, Op. cit., p. 214.
M 66
/vi. p. 21.'i. fri, p. 213.
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Ferruccio Botti
buoni risultati (1.90% di perdite sul totale dei colpiti), grazie alle sezioni " dermatosario" istituite presso le infermerie quadrupedi: sono però le ferite e contusioni al garrese, al dorso e al costato (provocate dati ' intenso lavoro al quale sono sottoposti i quadrupedi e in molta parte anche da carenL.e nel personale addetto) a dare il maggior lavoro alle infermerie e a compromettere l'efficienL.a dei reparti. La politica di sgombero e l'attività di cura sono disciplinate com segue: a) posti di medicazione di tappa lungo le linee di comunicaL.ione, per la cura dei quadrupedi malati e comunque lesionati e per indicazioni di carattere igienico sulle località di pernottamento; b) infermerie temporanee presso i reparti operanti ; c) infermerie da campo di corpo d'armata, sulle quali vengono sgombrati i quadrupedi di abbisognevoli di maggiori cure; d) infermerie d'Intendenza e di riserva, che ricevono dalle infermerie di corpo d'armata i quadrupedi in condizioni più precarie e a loro volta sgomberano i quadrupedi guariti sui convalescenziari e sui parchi speciali di concentramento; e) rifornimento dei materiali e attrezzi chirurgici presso il magazzino di sanità e veterinaria d ' Intendenza e del materiale di mascalcia presso lo stabilimento speciale di artiglieria d'Intendenza. Le infermerie di corpo d ' armata funzionano anche da sezioni di magazzino per la dis tribuzione di materiali e medicinali ai reparti . Nel marL.o 1936 gli organi esecut1v1 del Servizio comprendono: 4 infermerie da campo di corpo d'armala 6 infermerie da campo di Intendenza avanLatc 3 infermerie di riserva 1 convalescenziario 11 posti di medicazione di tappa e presidio 2 parchi quadrupedi speciali I dermatosario 3 parchi buoi (non previsti dalle Norme del 1932 ma costituiti per le e s igenze di rifornimento di carne in piedi, 4ua11Ju non sono possibili altre soluzioni). L'attività nei luoghi di cura è molto intensa, con percentuali di quadrupedi curati rispetto alla forza che salgono progressivamente dal 7,980% dell'ottobre 1935 (5.586 quadrupedi curati su 70.000) fino alla punta massima del 25,200% del marzo 1936 (15.835 quadrupedi curati su 62.388), risentendo ovviamente del massimo impegno richiesto nel periodo di operazioni più intense. La percentuale dei quadrupedi guariti oscilla dal 49 al 79%, e anche la percentuale di perdite raggiunge il massimo nel marzo 1936 (dai 1.217 quadrupedi perduti su 70.000 dell'ottobre 1935, corrispondenti all ' l ,738%, ai 7.571 su 62.388 nel marzo 1936, corrispondenti al 12, 160%).67
67 Dati citati dal Dall'Ora (pp. 209-210). Qurlli rirnti dal Bollati (Art. cit.) sono meno completi ca volte diversi.
La guerra d'E1iopìa ( /935-1936)
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Nel complesso, i risultati ottenuti nella tutela della salute dei quadrupedi sono meno brillanti di quelli ottenuti per il personale: ma bisogna tenere conto dei molteplici fattori negativi che in colonia influiscono sulla salute dei quadrupedi, per i quali comunque - a prescindere dall'ambiente naturale - va previsto in operazioni un tasso di perdite mensili del 6%. I dati statistici sulla campagna del 1935-36 vanno inoltre confrontati con quelli della nostra campagna del 1895-1896 (per la quale si verifica, secondo il Dall'Ora, un indice di morbilità dell '84%), con quelli relativi alle ricorrenti epidemie tra i quadrupedi in Africa e infine con quelli relativi alle perdite dei quadrupedi nelle spedizioni coloniali di altri eserciti. Se si considera questo quadro di riferimento, si deve riconoscere che è stato fatto molto per contenere le perdite entro limiti tutto sommato accettabili e non troppo penalizzanti, specie se si tiene conto che i quadrupedi nazionali risentono del clima e sono più delicati di quelli indigeni.
Servizio di commissariato (vds. Documenti 12/g, 12/h e 12/m) Oltre alle più volle citate opere <lei Dall'Ora e del Bollati e alla rela.-:ione del Ministero della guerra, per il Servizio <li commissariato in A.O. è disponibile anche l'esauriente relazione comparsa in ben 14 puntale sulla Ril•ista di Commissariato e dei Servi=i Amministrativi Militari (dal n. 2/1937 al n. 4/1939) e compilala dalla direzione di commissariato in A.O., alla quale rimandiamo per maggiori particolari. l criteri che presiedono all'organizzazione del Servizio in A.O. sono: a) utilizzare al massimo le risorse locali, onde risparmiare spese e perdite inerenti ai trasporli via mare e da Massaua all 'alLopiano, pur senza depauperare troppo il Paese, in modo da evitare di doversi addossare anche gli oneri relativi al sostentamento della popolazione civile; b) limitare gli acquisti ali 'estero per ndurre al mm1mo I trasferimenti di valuta, sia pure mantenendo opportuno contatti per fare fronte anche a possibili interruzioni dei rifornimenti dalla Madrepatria, e privilegiando gli approvvigionamenti in llalia, sia per favorire la produzione nazionale, sia per le maggiori garanzie offerte dagli approvvigionamenti effeltuati tramite il Ministero della guerra o gli organi territoriali; c) escludere gli intermediari, dando la massima estensione possibile alla gestione dei servizi ad economia ed eliminando, dove esistono, gli assuntori locali (gestione diretta della panificazione, della fabbricazione di scatolette di carne per gli indigeni, del governo dei parchi buoi e del recupero e lavorazione delle pelli; approvvigionamento diretto della carne e acquisti ali 'estero tramite i consolati italiani); d) calcolare i fabbisogni con una certa larghezza, tenendo conto, oltre che dei previsti aumenti di forza e delle possibili interruzioni dei rifornimenti dalla Madrepatria, anche del frazionamento dei magaz:Gini che avrebbe imposto l'allungamento delle linee di comunicazione. Mante-
600
Ferruccio Bolli
nere, pertanto, come solo limite le capacità ricettive di Massaua, le possibilità dei trasporti e le possibilità di ricovero e conserva7ione delle derrate e dei materiali; e) dato il clima malsano di Massaua e le sue limitate capacità ricettive, trasportare generi e materiali sull'altopiano il più rapidamente possibile e il più vicino possibile alle truppe, tenendo anche conto della possibile interruzione delle comunicazioni tra Massaua e Asmara e tra i maganini stessi sull'altopiano. Le difficoltà principali che incontra il regolare funzionamento del Servizio (con esclusione del Servizio di cassa e amministrazione, che tratteremo a parte) derivano da quattro ordini di problemi: a) personale. Si ripetono le carenze quantitative e qualitative già lamentate dal generale Liuzzi per la guerra mondiale, con particolare ri guardo a: Quadri di complemento spesso di età matura, poco idonei e poco addestrati per l'incarico da svolgere; numero estremamente scarso di sottufficiali; carenza qualitativa e quantitativi di militari panettieri con precedenti di mestiere; sezioni di sussistenza con organico inadeguato alle s;peciali esigenze della campagna (che ne fanno anche importanti organi di gestionP., con cospicue riserve di generi e di vestiario. e non solo - come prevede la regolamentazione - formazioni campali leggere con compiti limitati alla distribuzione); b) confezione e rifornimento del pane; c) rifornimento della carne; d) per tutti i genen e matenalt (inconveniente anche questo antico): carenza di attrezzi, teloni, tettoie e baracche, irrazionale stivaggio suJle navi e imballaggio poco accurato e non uniforme, che provoca elevata percentuale di deterioramenti e notevoli perdite di tempo - a fronte di scarsità di personale a Massaua - per il riordino e la catalogazione. Le particolari esigen7.e della campagna impongono di derogare parzialmente o totalmente dalle Norme del 1932 su almeno due importanti aspetti: a) tendenza a proiettare in avanti gli orgam esecut1v1 più importanti, pur senza addivenire a forme di vero e proprio decentramento definitivo (unità panettieri spesso "orientate a favore" di ciascuna divisione e al suo seguito; sezioni di sussistenza divisionali normalmente articolate in nucJei al seguito dei reggimenti di fanteria e/o delle colonne; sezioni di sussisten7.a di corpo d'armata costituenti anche volano di generi e materiali per le divisioni, compresa la branca VE; sezioni di sussistenza di divisione aventi anch'esse funzioni di volano); b) unificazione, anche a livello di Intendenza, della gestione deJJa branca viveri e foraggi con quella paglia e legna, riunite in un unico magazzino speciale viveri, foraggi, paglia e legna d'lntendenz.a all'Asmara (VFPL); per contro, normale ricorso al frazionamento di tale magazzino per assicurare l'aderenza alle truppe operanti; c) sviluppo, al livello di Intendenza. di attività (approvvigionamenti in proprio: gestione direw1 di c;tabilimenti: confezione, lavatura e riparazione oggetti di corredo; recupero di imballaggi, pelli, oggetti
La guerra d'Etiopia (1935-1936)
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v .c. e cc.) che le Norme del 1932 non prevedono - o prevedono solo in via eccezionale - per il livello di armala, riservandoli agli organi territoriali retrostanti; d) frequente e largo ricorso al rifornimento aereo. non previsto nelle Norme del I 932, il che costringe gli organi di commissariato ad affrontare categorie di problemi totalmente nuovi (come la confezione di sacchi aerofomilori, cioè muniti di piccolo paracadute, o di imballaggi speditivi formati con "colli formali con doppio sacco, talvolta triplo, imbottiti tra l'uno e l'altro di paglia e fieno"). Per il personale nascono forti difficoltà specie all'inizio, perché le predisposizioni di mobilitazione per gli organi d'Intendenza prevedono solo il personale necessario per la costituzione della direzione di commissariato, di un magazzino speciale viveri, foraggi, paglia e legna (VFPL) e di un magazzino speciale vestiario-equipaggiamento, senza considerare le esigenze di Quadri di commissariato e sussistenza relative alla costituzione di delegazioni d'Intendenza. di uffici staccati e delle sempre più numerose frazioni di magazzino VFPL, e inoltre il personale necessario per la costituzione di organi di commissariato del maganino deposito e trnnsito a Massaua. Quesla località (come già nelle prime campagne d'Eritrea) pel clima veramente infernale e per la somma di lavoro straordinariamente tormentoso durante l'a~scuo in corso d1 allrezzature e organiz.:a.:ioni con contemporaneo ingente arrivo di merci varie, truppe ed operai. rappresentò pel Commissariato una voragine nella quale venivano giornalmente ingoiati ufficiali, souufficiali e truppa, per malattie a rotazione (quindi necessità di ripianamenti. sostituzioni ecc.: ad es. in un mese dovette sostituirsi per tre volte consecutive il consegnatario del magazzino deposito e transito); voragine che usurava l'organico di qualsivoglia ente allora costituito o in via di eostituzione.68
Ai primi di ottobre 1935 il personale di commissariato dell'Intendenza è in quantità sorprendentemente esigua, a fronte della massa di truppe in continuo aumento e delle prevedibili difficoltà da affrontare: 20 ufficiali commissari, 51 ufficiali di sussistenza, 2 ufficiali d'Arma con funzioni amministraLive, 3 ufficiali di amministrazione, 3 ufficiali (civili) assimilali per servizio casse militari, 85 sonufficiali (compresi quelli d ' Arma), 1.900 militari di truppa. Nel maggio 1936 l'aumento è notevole, ma non esallanle se si tiene conto della forza: a) ufficiali: 161 per l'Intendenza, di cui 42 commissari, e 159 per le G.U., di cui 50 commissari. Totale 320, di cui solo 77 in servizio permanenle (gli ufficiali di amministrazione sono solo 14, e 14 anche i civili assimilati per le casse militari); b) 111 souufficiaJi e 5.000 mii ilari di Lruppa. I sottufficiali sono 2 oppure 3 per squadra panettieri o frazione di maga.u:ino; i militari di truppa
68 Relazione sui Servizi di comminariato in A.O .. 3a puntata. "Rivista di Commissariato" n. 4/1937.
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sono 300 per ogni sezione panettieri con forni carreggiati mod 1897, 200 per ogni squadra panelli cri con fom i Weiss, 100 per ogni sezione panellieri senza forni , 50 per le sezioni sussistenza ( I 00 per le sezioni sussistcn1:a rinforzate). Con questo personale, oltre ali 'aliquota di commissariato <lei magazzino deposito e transito di Massaua nel maggio 1936 funzionano i seguenti organi d"Intcn<lcnza: - direzione di commissariato <li lntendenza (direttore e ufficio segreteria; ufficio VFPL; ufficio VE; cassa militare); - magazzino speciale VFPL <li Asmara; - magazzino speciale VE di Asmara; - stabilimento a gestione <lirclla per la produzione di scatolette di carne di Asmara (già della dilla Caramelli, assunto a gestione diretta dal 1° marzo 1936 con produzione media di 12.000 scatolette al giorno); - 18 uffici staccati di commissariato con annessa frazione di maga11ino speciale YFPL; - 3 sezioni di sussistenza ( I normale e 2 rinforzate, di cui una per l'alimentazione degli operai e I ' alLra per le esigenze del personale della base di Massaua); - diversi nuclei di sussistenza; - 2 navi frigorifere stazionarie, /'Asmara e /'Edda; - 2 sezioni panettieri con forni carreggiati mod. 1897; - 2 sezioni panettieri senza forni; - 13 squadre panettieri con forni Weiss (che sono normalmente au totrasportati, e non ippotrainati). VIVERI, FORAGGI, PAGLIA E LEGNA. Le ra1:ioni viveri stabilite dal Ministero nell'aprile 1935 sono di diversi tipi: normale (rancio caldo) e speciale (scatolame e galletta) per truppe nazionali; per truppe indigene; per operai nazionali; per operai indigeni. a) Razione normale per truppe nazionali: pane gr 700 gr 300 carne bovina oppure carne ovina (in caso <li necessità) 350 gr oppure carne bovina o pesce in scatola gr 100 pasta oppure riso legumi oppure patate cipolla-agli
gr
200
gr gr
180 60
gr gr
120 10
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La Ruerra d'Etiopia ( /935-1936)
verdura (quando è possibile, almeno una volta la scllimana)
gr
80
olio gr conserva pomodoro gr gr formaggio grattuggiato gr sale gr caffè lostato zucchero gr vino (prima due volte alla settimana, poi quattro volle, poi ogni giorno) (*) cl anice (due volte la sellimana) cl cognac (una volta la settimana) cl limoni od aranci (2-3 volle la settimana) n. banane o datteri oppure mele (tre volte la settimana in quantità da fissare secondo le disponibilità) tabacco (razione seltimanale) gr
20 15 15 20 15 25
b) Razione speciale per truppe na,ionali : galletta carne bovina o pesce in scatola minestra in scatola limoni od aranci
gr gr gr
25 l 4 I
20
400
n.
100 400 2
gr
600
c) Ra,ione per truppe indigene: farina di grano oppun.: farina di dura oppure galletta
gr
800
gr
400
sale thè zucchero carne bovina od ovina in piedi (due volte la settimana)
gr gr gr gr
20 20 40 500
Indennità viveri giornaliera in aggiunta alla razione in natura L. d) Razione viveri per operai nazionali:
pane carne pasta patate fagioli
gr gr gr gr gr
900 300
350 150
50
{*) li vino viene dìstrihuito alle truppe in fiaschi , cvitanrlo in tal mono il problema dei recipienti e del travaso.
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aglio cipolle olio
gr gr gr ~~a gr formaggio gr caffè tostato gr zucchero gr sale gr Per gli operai indigeni possono essere somministrati fino a gr 900 di rina per individuo, senza altre aggiunte.
IO 50 25 ~
50 15
25 30 fa-
La razione ini.liale di foraggi varia a seconda del tipo di quadrupede, della sua provenienza (na.lionale o indigeno) e della sua posizione. Per i cavalli e muli nazionali, la razione da viaggio (in ferrovia o piroscafo) e di scorta è di kg l.750 di avena (poi ridotta a kg l.250) e kg 4 di fieno. La razione - tipo per i cavalli è di kg 4 di fieno, kg 4 di avena, kg 2 di paglia; per i muli è di kg 3 di fieno. kg 3 di avena e kg 2 di paglia. Per i quadrupedi indigeni è la seguente: a) tipo per: muletti da truppa o da uff. - orzo o dura cavalli da truppa - orzo o dura - orzo o dura cavali i da ufficiali cammelli - or10 o dura asinelli - orzo o dura buoi b) per marcia: orzo e dura: fieno:
kg kg kg kg kg
2.500 3 3.500 3 0.500
-
fieno fieno fieno fieno fieno fieno
4 4 4 5 I 1/2 kg 8
come da razione tipo kg I .500 per tutti i quadrupedi
A causa delle difficoltà di approvvigionamento provocate dall 'allungamento delle vie di comunicazione, nel gennaio 1936 le razioni di or.1.0, dura e di avena sono ridotte di 500 gr.. Notevoli inconvenienti sorgono anche a causa dell'arrivo quasi contemporaneo a Massaua di 4 piroscafi con un carico complessivo di 500.000 q di orzo e avena sfusi, che rendono lo scarico laborioso e lento per la mancanza di attrezzature meccaniche e di sacchi, costringendo l'Intendenza ad acquistare d'urgenza in zone limitrofo 389.600 sacchi di iuta e a creare un deposito provvisorio nelle vicinanze del porto per insaccare le granaglie sfuse. Nel proseguo della campagna anche la razione delle truppe nazionali subisce diverse modifiche, tra le quali: l'aumento della razione di pane (sempre in 2 pagnotte) prima a 800 gr e poi a 750, la corresponsione di una quota miglioramento rancio di L. 0.18 pro capite (quando è possibile la distribuzione di verdura fresca), la larga distribuzione di minestre scatolate tipo "Chiari zia" (aggiunte anche alle razioni viveri di riserva se consumate per più giorni), la sostituzione delle verdure e or-
La guerra d'Etiopia ( 1935-1936)
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taggi freschi con verdure essiccate e il condimento "Marcozzi" e della frutta fresca con verdura secca, la distribuzione bisellimanale di gr 40 pro capite di lane condensato e zuccherato dimezzando la razione di caffè e zucchero, l'aumento della razione tabacchi da gr 20 a gr 35 (tutte sigarette, 50% ''tre stelle" e 50% "Macedonia"). La cottura del rancio avviene con le casse cottura mod. 35 con fornelli a legna, approvvigionata a cura dell'ufficio legnami d'Intendenza che ha propri organi presso le G.U. (la spellan1.a normale di legna è di gr l.500 a testa al giorno, elevabilc a gr 2.000 in casi particolari). Oltre che dalla carenza di personale qualificato (solo il 50% dei panettieri risulta effettivamente idoneo e con precedenti di mestiere) e dall'insufficiente organico delle squadre panettieri, la regolarità della confezione del pane è ostacolata da una serie di fattori negativi, in parte ambientali e in parte legati alle prestazioni del materiale e ai tempi di afflusso. Tra i primi ricordiamo la facile deperibilità delle farine a causa del clima, la scarsità (soprattutto qualitativa) di risorse idriche e di legna adatte per i forni, le difficoltà di far lievitare il pane sollo tenda e di farlo raffreddare, difficoltà provocata dalle forti escursioni termiche. Tra i fattori negativi (evitabili) che invece dipendono dall 'organi1.zazionc nel suo complesso, il principale è l ' inattitudine al movimento nel terreno coloniale del vecchio forno Weiss, per il quale l'organico di mobilitazione continua a prevedere solo il traino animale. Di conseguenza, la relazione sui Servizi di commissariato osserva: Il carro su cui è attualmente sistemato il forno rotabile Weiss è stato giudicato completamente inutile ed ingombrante. li trasporto nelle attuali condizioni del carro è ormai da escludersi. Gli spostamenti, anche in tratti poco bene serviti da strade, sono stati effettuati con automezzi, sui quali i carri-forno hanno raggiunto ogni località. Pertanto è da studiarsi un congegno smontabile perché il cilindro del forno possa trovare adeguata sistemazione durante la lavorazione, dotando le squadre di un paio di carrelli per le npera.i:ioni di carico e scarico dei forni dagli autocarri. Inoltre, in considera/ione delle difficoltà opposte dalle affluen.i:e da tergo della legna <la ardere e della necessità di conlrihuire con o g ni mezzo al miglioramento dei processi di lavora:i:ione, dovrehbero continuare gli studi per l ' attivazione dei forni da campagna con nafta, stimolando all'uopo l ' industria na:i:ionale.
Altri inconvenienti che anch'essi hanno un loro peso sono: a) la mancanza di scaffali smontabili per collocarvi il pane per il raffreddamento, alla quale si rimedia con materiali di fortuna; b) l'arrivo in colonia delle squadre panettieri mùtamente alle altre truppe e non prima, il che impedisce di predisporre tempestivamente l'utilizzazione dei forni di campagna per la panificazione; c) le inefficicn1.c varie riscontrale nei romi all'alto dell'arrivo, forse dovute al loro trasporto poco accurato, e la correlata mancanza di pezzi di ricambio e di attrezzi per la manutenzione; d) la mancanza di semplici attrezzature accessorie (mezzi di illuminazione. mezzi di pesatura adatti. spago per legare i sacchi del pane, accette per la legna, ecc.).
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Si rimedia alle difficoltà ricorrendo nella maggior misura possibile, specie all'inizio, a panifici civili e costruendo forni in muratura ciascuno con capacità di circa 5.000 razioni nei principali centri logistici dell 'altopiano (Asmara, Adì Caieh, Adì Ugri, Godefellassi, Coatit, Senafé, Nefasit), attivati con apposite squadre di panettieri senza forni mobili. Nel complesso, "non si può affermare che la pianificazione abbia potuto procedere con riposante tranquillità" (così afferma la relazione), e si ricorre continuamente ad espedienti (trovasi da un'unità all'altra, afflusso di razioni da località molto arretrate, ricorso a 96 forni someggiati mod. 1897 ecc.). Notevoli contingenti di truppe operanti in località eccentriche per le quali i trasporti sono difficili (settori di Quoram, De~sié, Demheguina, Gondar, ecc.) si nutrono pertanto per parecchi giorni consecutivi di gallette e scatolame. Ad esempio, il generale Bastico ricorda nel suo libro li ferreo lii corpo in A.O. (p. 228), che la situazione sanitaria del suo corpo d'armata al termine del ciclo operativo più intenso non poteva certo essere considerata soddisfacente, perché "un mese di viveri a secco incideva necessariamente sulla resistenza fisica della truppa, specialmente della " 23 marzo" più a lungo provata da tal genere di alimento". Per la carne, non essendo possibile e conveniente depauperare oltre un certo limite le risorse zootecniche locali, il problema principale consiste nel far giungere la carne congelala inviata dall'Italia fino alle truppe più avanzate, ricorrendo alla carne in piedi solo quando ciò non è possibile. Sulle modalità del rifornimento della carne congelata si verifica una netta divergenza di vedute tra la direzione di commissariato dell'Intendenza di una parte e il Ministero dall'altra, che vorrebbe imporre una soluzione "industriale" basata su una ··catena del freddo" ideata e sperimentata in loco dal sen. Crespi e da un ufficiale inviato dal Ministero.69 Fin dal 9 aprile 1935 l'Intendenza presenta all'Alto commissario, che l'approva, un piano di rifornimento basato su: una nave frigorifera tcarico utile tonn. 3.000) m c atena con altre facenti capo ai porti di rifornimento di carne congelata; un impianto frigorifero principale ad Asmara, per 3.500 quintali; due celle frigorifere (di 250 qli ciascuna) ad Adi Caieh ed Adi Ugri; otto vagoni rerroviari coibenti per un treno speciale giornaliero da Massaua ad Asmara; autofrigoriferi per l' inoltro alle G. U.; cofani coibenti per talune località.70
La soluzione Crespi prevede invece l'utilizzazione di 40 containers mobili al giorno riempiti con miscela frigorifera al! 'atto dello sbar69 Cfr., in merito, la 2a e 5a puntala della Relazione sui Servizi di commissarialo (" Rivista di commissariato" n. 3 e 6/1937). La soluzione "industriale" è presentata con dovizia di particolari e toni molto favorevoli sulla Rfrista del freddo n. l/1936, che dà ormai per definitivamente risolto il problema di sbarcare dalle navi nel porto di Massaua 50 tal giorno di carne congelata e di trasportarle nei centri dell'altopiano (Asmara, Adigrat, Axum. Macallè). 70 Relaz ..mi Serv. di commissariato in A.O .• 2a puntata "Rivista di Commissariato" n. 3/1937.
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co dalla nave-frigorifero, del peso complessivo lordo di 40 q e carico utile di carne di soli IO q, che nel giro di tre giorni dall 'ini7io dello scarico dovrebbero raggiungere le truppe sull'altopiano a meno di trattori, autocarri o ferrovia. Il sistema richiede l'organizzazione di una complessa stazione containers a Massaua, con macchine per la produzione di ghiaccio, di miscela refrigerante ecc ... , che entra in funzione a dicembre. L'elevalo numero di casse mobili e la loro pesantezza costringe però a trasporti molto lenti, che occupano per troppo tempo la già congestionata strada da Massaua ad Asmara e impegnano un numero considerevole dei sempre scarsi automezzi. In pratica, i vantaggi offerti dall'azione coibente della miscela frigorifera contenuta nelle casse mobili sono annullati dalle difficoltà pratiche di prerefrigcrazione a Massaua e dalla lenleaa dei trasporti, e il sistema più usato è quello - suggerito inizialmente dall'Intendenza - del trasporto della carne congelata da Massaua all'Asmara fin che possibile a me.u;o ferrovia, del suo ricovero temporaneo in impianti frigoriferi di fortuna costruiti all'Asmara da una ditta privala e del successivo invio alle truppe a mezzo degli (scarsissimi) autofrigoriferi, e soprattutto utilizzando autocarri comuni. Non possono comunque e<;sere evitati inconvenienti perché gli 8 vagoni frigoriferi a suo tempo richiesti giungono con lentezza (gli ultimi nell'aprile 1936) e gli impianti frigoriferi progettati dall'Intendenza ad Asmara, Adi Caieh e Adri Ugri non sono mai costruiti dal competente uffkio opere pubbliche del governo civile della colonia. li primo arri vo a Massaua di carne congelata (700 4) avviene ai p1i111i di luglio 1935, e da allora si susseguono saltuari c insufficienti arrivi di quantitativi limitali, a causa dell'insufficiente capacità di conservazione degli impianti di Massaua. li rifornimento sistematico e continuo di carne congelata inizia solo dal 22 settembre 1935 in poi, con l'arrivo a Massaua del pirost:afo "stazionario' (atto cioè a fungere da magazzino galleggiante frigorifero) Asmara, con capacità di 25.000 q di carne congelata. Fino a quel momento si ricorre superando varie difficoltà agli a<.:4uisti nelle colonie vicine, alle risorse locali e al rifornimento <li ca, 111.: fresca e in piedi, con 84.000 capi requisiti e incettati sul posto (in merito, la relazione della direzione di commissariato accenna a preoccupazioni e allarmi del Governo civile della colonia Eritrea per un eccessivo impoverimento del territorio, che non ritiene giustificati). VESTIARIO ED EQUIPAGGIAMENTO. Le serie di vestiario cd equipaggiamento individuali previste sono riportate nel Documento 12/h, dal quale si può rilevare che la truppa dispone di un solo paio di stivaletti a gambaletto alto, e di solo 2 camicie e mutande. Difficile stabilire se nella definizione di queste dotazioni, che oggi specie in colonia sarebbero ritenute insufficienti anche dal punto di vista igienico, entra di più una parsimonia eccessiva, oppure l'orientamento (sostenuto anche dal Liuai) ad alleggerire al massimo il carico del soldato (ma ciò vale quando, come avviene nella guerra stabilinata, i rifornimenti da tergo - compresi quelli meno prioritari come il cambio della biancheria sono più sicuri). Per le scarpe, comunque, viene successivamente isti-
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tuita a livello compagnia una scorta di reparto corrispondente al 30% della forza. Gli ufficiali dispongono di un lettino da campo, che però si rivela poco solido; per la truppa è prevista la paglia per giacitura, la cui distribuzione, anche per carenza di trasporti, è in pratica possibile solo nei periodi di sosta prolungata. Si rimedia con vari espedienti e con l'utilizzazione di materiali esistenti sul posto, e tra le truppe sono più riluttanti ad adattarsi "quelle che hanno compiuto poche tappe durante tutta la campagna e che avendo sostato nelle singole tappe hanno finito con l'avere maggiore sensibilità a tale penuria".7 1 Il meccanismo dei rifornimenti e recuperi rispecchia solo in parte quello pre-visto d111le Nnrme del I 932. con il conferimento al magazzino principale di Intendenza di funzioni normalmente assegnate agli organi territoriali e la costituzione di volani anche a ridosso delle truppe. Il perno del sistema è il magazzino speciale VE d'Intendenza di Asmara, che oltre alle scorte di materiali dispone di: a) lavanderia militare (6 lavanderie "Comi" da campo, con 12 lisciviatrici, 6 sciacquatrici e impianto di disinfezione preventiva degli oggetti da lisciviare, con stufe tipo "Vittoria". In totale, una capacità di 50 q di biancheria lisciviata in 10 ore dt lavoro); h) laboratorio-sartoria (con manodopera in prevalenza indigena) che confeL.iona oggetti di corredo principalmente per le truppe indigene; c) sandalificio e reparto calL.oleria. per la nparaL.10ne d1 sandali e scarpe; d) reparto lavora/ioni di recupero con 48 operai, al quale vengono versate - anche per la solita carenza di trasporti quantità di oggetti di corredo relativamente insignificanti in rapporto agli elevatissimi consumi (23.462 paia di pantaloni di panno, 19.917 di tela, 11.427 camicie kaki, 41.940 stivaletti, 6.683 coperte da campo, 12 forni Weiss, 450 casse di cottura ... ). Questo, anche perché il recupero viene effettuato con una certa regolarità solo a partire da aprile 1936.72 Dal magauinu :,pcciak VI.:. di Asmara alle I.ruppe il rifornimento dc gli oggetti avviene dall'indietro in avanti, a meL.L.o di autocarri e su richiesta dei Comandi di corpo d'armata, se possibile fino alle se1ioni di sussistenza delle G.U. o altrimenti fino alla più vicina frazione di magaaino d'Intendenza, che poi provvede all'invio dei materiali tino ai corpi. I numerosi inconvenienti, che ricordano quelli della prima guerra mondiale, sono riepilogati dal Dall'Ora: Le cifre delle erogazioni sono ingenti; non si deve però trarre la facile conclusione che i rifornimenti di materiali di vi:stiario ed cquipaggiami:nto siano stati ~empre adeguali. I materiali non facevano in tempo a giungere che già i:rano ingoiati per urgentissime necessità di distribuzioni:. La vita delle truppe, anche prima dell'inizio del-
li fri. I la puntata ("Rivista di rnmm1ssaria10" n. 1/1939). 72 fri. !la puntata (.. Rivista di commissariato.. n. 4/1938).
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le operazioni, non era certamente comoda, dato che la maggior parte dei soldati doveva dormire semi-vestita e talvolta senza paglia da giacitura nei baraccamenti o sotto tende; possibilità di lavatura e riparazione del corredo molto, molto limitate; consumo delle calzature rapidissimo, sia per la natura sassosa dd terreno, sia per qualità ed anche per deficienza di personale e materie prime per le riparazioni. Si può dire che mensilmente sarebbe stato necessario provvedere a sostituzioni integrali del corredo per intere unità del Corpo di Spedizione; l'esame delle erogazioni può ben dimostrare come si sia stati lontani da possibilità del genere e far considerare quanto assillante sia stato il problema dei rifornimenti di vestiario, giunto ad un principio di sistemazione solo verso la fine della campagna. 1n particolare diede serie preoccupazioni il rifornimento delle calzature, sia in linea quantitativa che qualitativa. La truppa giungeva dal l'Italia con un solo paio di scarpe e cia~cun reparto avrebbe dovuto portare al seguito una scorta di calzature pari al 30% della forza; in linea di pratica però molti reparti - in specie i minori autonomi giunsero in Colonia, senza tale scorta. Alcune Grandi Unità affluirono con le calzature di dotazione individuale già abbisognevoli di riparazione, forse a causa dell'intenso periodo di addestramento svolto prima dell ' imbarco. In Colonia non esistevano scorte e per di più non esistevano materie prime per dare congruo sviluppo al servizio delle riparazioni; perciò si dovette ricorrere ad ogni sort.a di ripieghi per sanare, almeno parzialmente, la situazione che si andava delineando, e cosl si procedette a vere e proprie requisizioni delle poche materie prime e <:alzalure esistenti in posto, alla costituzione di laboratori calzolai traendo il per sonale da qualsiasi reparto in grado di cedere elementi del mestiere e altrcsl all 'acquisto urgente di partite di scarpe di confezione estera. Quando poi verso la fine della campagna le calzature affluirono in misura sufficiente, ~i dovette rilevare la loro scadente qualità che portava come conseguenza a deterioramenti molto più rapidi di quello che non comportassero le condizioni di impiego dei reparli e l;i n;il11rn del terreno. TI problema delle calzature si è perciò ripresentato durante la spedizione A.O. in termini analoghi a 4uelli della guerra mondiale. Anche per i caschi coloniali si risentirono forti deficienze quantitative e qualitative. In linea quantitativa non fu forse calcolata la facilità di deterioramento dei caschi per truppe in campagna e sottoposte a vita disagiata, perciò ben presto cominciarono le richieste di sostituzione alle quali non si era in grado di aderire. L ·intendenza dovette ricorrere ad acquisti ali 'estero, con carattere di urgenza, per assicurare almeno il rifornimento dei caschi alle truppe ed agli operai dislocati nei bassopiani ove l'impiego di tale mezzo protettivo è condizione di vita; per le truppe dislocate sull'altipiano il rifornimento dovette forzatamente essere lasciato in seconda linea e pertanto non sono stati pochi i soldati che per vario tempo hanno operato col solo berrettino da fatica, risentendone non grave ma sensibile disagio. In linea qualitativa pullularono le offerte, fatte anche direttamente all'Intendenza, ma purtroppo i modelli che venivano presentati non corrispondevano affatto alle necessità protettive da colpi di sole; lo stesso modello regolamentare di dotazione era molto pesante e confezionato in modo tale che non si adattava bene alla testa; alcune partite poi erano di materiale molto scadente, di insufficienti proprietà adiaterrniche. Altra deficienza. fortemente sentita, fu quella di tende speciali tipo coloniale, delle quali era prevista la distribuzione solo per gli ufficiali delle Unità indigene. Apparsa subito la necessità di effettuare larghe distribuzioni di tale tende, che difendono assai bene dal forte caldo e dall'umidità notturna, anche alle Unità metropolitane, vennero inoltrate urgenti richieste in Patria. Occorsero però lunghe pratiche e chiarimenti per avere le prime forniture di tende similari (tipi Adigrat ed Enticciò) giunte in Colonia solo nella primavera del 1936. Per opportuno ammaestramento del futuro, non è fuori luogo richiamare l 'attenzione sulla necessità che anche nel campo del corredo, per ragioni materiali ol-
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tre che morali, si prevedano con tutta larghC77a i forti consumi sia di oggetti nuovi che di materie prime per riparazioni, tenendo presente altresl che solo effettuando tempestive ed ampie sostituzioni è possibile far funzionare i reparti recupero dei lahoratori di armata.73
La relazione della direzione di commissariato lamenta anche: la tendenza dei corpi e reparti a rivolgersi direttamente all 'Intendcnza anL.iché agli organi direttivi della rispettiva G.U., con richieste e sollecitaL.ioni non sempre giustificate; l'impossibilità di organizzare bene l'attività di recupero e riparazione del vestiario e delle calzature, lasciata ai corpi con il personale, i mezL.i (e il tempo) assai limitati di cui dispongono; J'impossibilità di organizzare il servizio del bucato, anche a causa della carenza di acqua e di energia elettrica per gli impianti - pur sempre insufficienti - dell'Asmara. Al bucato provvedono pertanto individualmente, dove e quando possibile, gli stessi soldati, ai quali però non si è sempre in grado di assicurare un rifornimento regolare di sapone. In conclusione, il funzionamento delle varie branche del commissariato nel difficile ambiente coloniale mette in risalto l'imponen.la dello sforzo compiuto e la ingegnosità degli espedienti adollati, grazie ai quali la truppa viene alimentata, vestita cd equipaggiata ad un livello sufficiente, anche se non esaltante: risultato non trascurabile, che ha i suoi positivi riflessi in campo sanitario. Da un attento esame delle relazioni dei protagonisti e delle solu/.ioni adottate, emergono però parecchi settori abbisognevoli di soluzioni più moderne, razionali, al passo con i tempi: dal rinnovamento dei forni e del materiale da cucina (rivelatisi antiquati e non adatti a una guerra di movimento), all'aumento dei mezzi (autofrigoriferi, vagoni frigoriferi) per il trasporto della carne, al miglioramento del vestiario, alla soluzione del problema della lavatura del corredo, alla revisione degli organici ecc .. L'impressione è quella di un Servizio che arranca e funziona ancora con sistemi artigianali, di strutture molto, troppo primitive e leggere che risalgono alla prima guerra mondiale, con lacune attenuate solo dalle virtù del solido soldato-contadino italiano, tradit:ionalmente sobrio, di poche pretese e resistente ai disagi e alle privazioni. Difficilmente comprensibile risulta anche - a fronte della volontà politica chiaramente espressa di realiaare una guerra di masse e di movimento rapido, con tutte le prevedibili difficoltà logistiche che ne conseguono proprio all'inizio - la palese inadeguatezza degli organici degli ufficiali inizialmenlc previsti e lo scarso numero, tra di essi, di ufficiali in servizio permanente. Nell'ordinamento 1934 gli ufficiali effettivi del Servizio erano pur sempre 395, e il personale richiamato dal congedo avrebbe trovato più utile collocazione in Patria piuttosto che tra le difficoltà di vario genere della colonia, tutte tali da richiedere al personale il possesso in misura molto elevata di doti e qualità professionali, che sarebbe stato troppo pretendere ipso facto dai richiamati. n F. Dall'Ora, Op. cit., pp. 152-155.
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Cenni sul Servizio materiali di artiglieria (vds. Documenti 12/i e 12/m) Diversamente da quanto previsto dalle Norme del 1932, compete al Servizio anche il rifornimento e la riparazione del materiale di bardatura (che dovrebbe essere di competenza del Servizio trasporti) e del materiale di mascalcia (che dovrebbe essere di competenza del Servizio veterinario). L'organizzazione e la dislocazione degli organi esecutivi non si discosta da quella prevista per i Servizi già esaminati: - ufficio staccato di artiglieria e magazz ino deposito e transito di Massaua; - magazzino speciale A.B.M. (am,i, bardature, munizioni) di Asmara, con deposito munizioni, laboratorio fisso e laboratorio mobile su autocarri attrezzati proiettato in avanti; - una catena di depositi a terra, magazzini e frazioni di magazzino avanzati ( 165 in aprile), soppressi o impiantati a seconda delle esigenze create dalla progressione delle truppe. Le munizioni giungono dalla madrepatria in quantità superiore al fabbisogno e i reparti combattenti non ne mancano mai, anche perché in Etiopia si spara poco. Vi sono inviate IO UNFOC per artiglierie (cioè circa 2.500 colpi per pezzo di artiglieria divisionale e 500 colpi per mezzo di artiglieria pesante campale) e 15 UNFOC per armi portatili (30.000 canucce per mitragliatrice e 900 cartucce per fucile). Si calcola che questo quantitativo sia sufficiente per un anno, ma a fine campagna nei depositi esistono ancora ingenti quantità di munizioni. Le difficoltà maggiori nascono: a) dalle crescenti esigenze di rifornimento e riparazione del materiale di mascalcia, a fronte de!Ja deficienza di mano d'opera e di materie prime per la riparazione. Le deficienze sono dovute al ritardato arrivo di forti partite di bardature dalla Madrepatria, all 'impossihil ità di adattare le bardature disponibili alle piccole taglie dei muletti, ai rapidi deterioramenti e ai mancati versamenti specie durante le operazioni, e alla continua costituzione di nuove salmerie; b) dal clima di Massaua, che sconsiglia di lasciarvi a lungo, per ragioni di sicurezza, le munizioni e gli esplosivi più sensibili e impone il loro rapido trasporto sull'altipiano; e) dal munizionamento in parte difettoso e con inneschi alterati, per inconvenienti durante il trasporto via mare, o perché (se si tratta di anni antiquate non più in dotazione ai reparti in Patria) invecchiato, o per altre cause non accertate. Le esigenze connesse con la guerra d'Etiopia provocano un notevole incremento delle lavorazioni degli stabilimenti di artiglieria: i dati principali sono riportati nel Documento 13.
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Cenni sul Servizio materiali del genio (vds. Documenti 12/i, 12/1 e 12/m). L'attività del Servizio si esplica principalmente nella costruzione di magazzini, depositi, infrastrutture varie, impianti logistici ccc. per Comandi, truppe, e servizi; nei lavori per assicurare il rifornimento idrico; nel rifornimento e riparazione di mezzi di collegamento radio e a filo; nel rifornimento di materiali vari e di materiali per lavori stradali e difesa passiva non solo alle unità dell'esercito, ma anche agli Enti del Governo civile preposti alle opere pubbliche, ali 'aeronautica e alla marina. Si calcola che i mezzi e materiali impiegati (indicali nel dettaglio nel Documento 12/1) corrispondano al fabbisogno normalmente previsto per 70 divisioni:74 sono ad esempio impiegati 800.000 q di materiali da costruzione, 154.000 q di materiale di rafforzamento, e costruiti 160.000 m2 di aree coperte per i soli Servi:1i d'Intendenza. La dislocazione degli organi del genio risponde a criteri analoghi a quelli già previsti per il Servizio di materiale di artiglieria (vds. Documento 12/i). Grazie alla complessa e multiforme attività del servizio (che richiede di raddoppiare e poi di triplicare le dotazioni del magazzino speciale genio dell'Asmara, inizialmente ragguagliate a quelle di un magazzino di armata), è possibile creare l'imponente complesso di infrastrutture necessarie per la vita e il movimento di un corpo di spedizione così numeroso, con grande dispendio di preziosi materiali (vds. Documento 12/1). Anche in questo caso, non mancano alcuni inconvc nienti riscontrabili nelle memorie di De Bono e Dall'Ora. TI primo è che, ricordando i gravi inconvenienti per la salute delle truppe provocali dal ricorso all'attendamento nelle precedenti spedizioni in Eritrea, si continua a inviare dall'Italia (nonostante le richieste di sospensione dell'Intendenza) un enorme quantità di materiale per baracche, che Badoglio e altri ritengono inizialmente indispensabile ma che poi rimane in buona parte inutilizzalo e anzi non viene neppure scaricato, ingombrando le navi m rada a Massaua. Questo, soprattutto per l'aggravio che avrebbe comportato nei trasporti ( l 2-16 autocarri per una sola baracca) e per la necessità di dare la precedenza nello scarico ad altri materiali di impiego più urgente. Senza le paventate conseguenze sulla salute delle truppe, De Bono ben presto dà l'ordine di usare le baracche solo per ospedali, infennerie, magazzini viveri e Comandi di Grande Unità, oltre che per le esigenze del personale e dei materiali e per tettoie per quadrupedi. Più pratica e del pari rapida si rivela, al bisogno, persino la costruzione di ricoveri con muri a secco ricoperti di lamiera.75 Un secondo inconveniente è che la direzione strade e genio civile d'intendenza, di prevista costituzione con personale assimilato fornito dal Ministero delle comunicazioni, entra in funzione - con inspiegabi-
74
MG. Rela:ton<' .. (Cit.), p. 117.
75
E. De Bono, Op cir , pp. 72-74.
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le ritardo - solo nel gennaio 1936. Nel frattempo le esigenze di lavori relative al vitale problema stradale sono affidale per intero al Comando Superiore del genio costituito il 16 aprile 1935, che vi provvedere con un proprio ufficio strade, addossandosi l'onere di lavori ad allo contenuto tecnico anche nelle zone più arretrate. Tali lavori secondo il Dall'Ora meglio avrebbero potuto e dovuto essere svolti da personale civile specializzato nella costruzione e sistemazione di strade e più pratico della condotta tecnica dei cantieri e dei rapporti e contratti con le imprese civili assuntrici. Per contro, sempre secondo il Dall'Ora la direzione del genio d'Intendenza avrebbe dovuto accollarsi interamente con il proprio ufficio lavori - opportunamente potenziato - non solo il rifornimento dei materiali necessari per le infrastrutture a carattere semipermanente (baracche, tettoie ecc.) degli organi d'Intendenza, ma anche la loro costruzione (invece affidata nelle zone più avanzale ai Comandi genio delle G.U. e in quelle più arretrate al Servizio strade e genio civile). Per accelerare i lavori stradali indispensabili per l'avanzata, oltre che alle unità specializzate del genio e all'occorrenza anche alle truppe (specie di fanteria) si ricorre all'imriego di gran numero di operni civili (che arrivano a 63.000 nel febbraio 1936).76 Ne nasce una serie di problemi di vario ordine, a cominciare da quelli logistici. Specie nei primi mesi del 1935, la maggior parte degli operai giunge in colonia sprovvista dell'indispensabile equipaggiamento (casco, coperta, capi di corredo di ricambio), e inoltre non è possibile dato lo stato ancora embrionale della preparazione logistica - provvedere al loro vettovagliamento e alloggiamento in maniera soddisfacente e organizzare per loro un servizio sanitario autonomo. Sempre riferendosi ai primi arrivi, De Bono accenna anche aHa necessità di rimpatriarne ali 'inizio un buon numero, perché all'atto dell'ingaggio in Italia, non viene fatto nessun controllo dei requisiti fisici e morali necessari: in tal modo giunge in colonia, attratto dall'alta paga (L. 45 al giorno) personale di ogni genere, fisicamente non idoneo ai duri lavori stradali e senza precedenti di mestiere. De Bono scrive che "di essi ce n'era di quelli che non avevano mai preso un attrezzo di lavoro in mano: si trovarono 12 maestri scuola, 4 farmacisti, 3 avvocati, 9 orologiai e parecchi barbieri". 77
76 Cfr. F. Dall'Ora, op. cir .. pp. 227-232. Sul problema degli operai civili e sulla relativa normativa Cfr. G. Ballaglini (Capo Ufficio operai del Governo dell'Eritrea), Con S.E. De Bono nel turbinìo di una preparazione, lntra, Airoldi 1938, e E. De Bono, Op. cit .. pp. 101 - 107. Sulle condizioni poco soddisfacenti degli operai si veda anche il citato rapporto del sottosegretario Lessona a Mussolini (21 giugno 1935). 77 E.De Bono, Op. cit., p. 44.
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Servizio idrico Sono impiegati plotoni idrici (a livello divisione) e compagnie idrici (a livello di corpo d'armata o Intendenza). La compagnia idrici speciale autocarreggiata ha 8 ufficiali, 12 sottufficiali, 326 truppa e 36 autocarri. L'organizzazione del Servizio è quel la prevista dall '/sJruzione sul servizio idrico del 1935 (vds. capitolo VII), e alla prova dei fatti secondo il Dall'Ora si rivela poco soddisfacente, per due ragioni essenziali: a) competenze e responsabilità troppo frazionate fra vari Enli e Servizi, il che complica l'organizzazione e comporta un impiego antieconomico dei mezzi; b) materiali non sempre idonei, "che risentirono di adattamenti ed improvvisazioni. Mancarono tipi adatti di autobotti, costruite con criteri moderni; difatti quasi sempre si dovette ricorrere a mezzi di circostanza, attrezzando normali autocarri con grandi serbatoi metallici, mentre sarebbe occorso avere apposite autobotti, montate su adatti telai di automezzi, completate di tutti gli accessori necessari per la captazione dell'acqua f---1. I normali barilotti in legno non sempre corrisposero alle necessità contingenti, sia per il peso dei recipienti vuoti e sia anche perché alcuni quantitativi presentavano difetti di costruzione".78
Servizio postale e telegrafico Si potrebbe sintetizzare: solita organizzazione, soliti inconvenienti iniziali. Nel concreto: organizzazione embrionale e improvvisata ali 'inizio, fino al giugno l 935, che provoca ritardi e proteste per disservizi ai quali il particolare carattere italiano è particolarmente sensibile; progressivo assestamento del Servizio con notevole incremento degli organi e dei mezzi, che devono fronteggiare anche le esigenze degli operai e delle numerose (quanto indispensabili alle famiglie) rimesse di denaro in Patria; ritardi provocati soprattutto dalla censura, alla quale si aggiungono la distanza dalla Madrepatria e il correlato problema dei trasporti via mare. De Bono afferma che, all'inizio "dove si manifestò maggiormente e più pressantemente la assoluta deficien7.a fu nel servizio postale e lclegrafico [ ...]. Le lamentele e i reclami per il disservizio postale furono innumerevoli e, ab initio, anche giustificati I ... I più insistenti reclamatori furono gli operai, specie per le difficoltà di spedizione di denaro alle famiglie".79 Meno esplicito ma non discordante il giudizio di DaJJ 'Ora:
7R F. Dall ' Ora, Op. cii., p. 198. li frazionamento delle responsabilità e competenze sul Servizio idrico è lamentato anche nel citato rapporto a Mussolini del sottosegretario Lcssona. 79 E. De Bono, Op. cit., pp. 94-96.
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"il servizio postale militare in A.O. funzionò ewegiamente, anche se nelle sue fasi iniziali dovette superare qualche momento di crisi dovuto alla mole di lavoro e alla non adeguata attrezzatura di personale e mezzi".80 L'organizzazione del Servizio va considerata sollo due aspetti: in Patria e in colonia. In Patria, il I O marzo 1935 è istituito a Napoli I' ufficio concentramento posta, organo civile e militare organizzato di concerto tra i Ministeri interessati (guerra, colonie, comunicazioni) per farvi convergere la corrispondenza in arrivo e partenza per tutte le colonie. La corrispondenza - separata per militari e civili - è inizialmente diretta agli uffici postali civili dell'A.0 .. Dopo l'arrivo in A.O. delle divisioni "Gavinana" e "Peloritana", che dispongono dei rispettivi ufficiali postali, il Servizio viene riorganizzato, indirizzando la posta per i civili all'ufficio postale civile di Napoli e costituendo: - un ufficio di concentramento posta militare alle dirette dipendenze del Comando base principale di Napoli, con personale assimilato dell'amministrazione delle poste. L'ufficio è competente solo per la posta militare da e per l'A.O.; - un ufficio di concentramento postale a Siracusa, per le esigenze della Libia; - un ufficio di concentramento sussidiario di posta militare (con sede prima a Brindisi e poi a Roma), che entra successivamente in funzione per le sole esigenze della posta aerea da e per l 'A.O.; - un ufficio superiore di posta militare, istituito nell'ottobre 1935 con funzioni ispettive e di coordinamento tra organi postali civili e militari. Il 12 aprile 1935 viene costituito un ufficio censura che inizialmente fa parte dell'ufficio concentramento posta militare e poi se ne distacca, aumentando il personale che inizialmente è molto ridotto (un maggiore capo ufficio e 5 ufficiali censori). L'ufficio ha funzioni informative più che repressive, e si limita a un esame percentuale della corrispondenza militare e civile (I% della corrispondenza ordinaria civile e militare pcrl'A .O.; 50% della corrispondenza civile proveniente dall'A.0.; tutta la corrispondenza civile diretta dall'A.0. all'estero). In Eritrea, in data 8 maggio 1935 si costituisce la direzione postale militare d'Intendenza, con alle dipendenze un ufficio di concentramento e smistamento e gli uffici di posta militare delle Grandi Unità (che raggiungono il numero ùi 26). Nel corso delle operazioni sono costituiti nei vari settori altri uffici di concentramento e smistamento secondari, con il compito di ricevere e ripartire la corrispondenza per i rispettivi corpi e reparti (che raggiungono il totale di 1.231). Per aumentare la celerità e regolarità del recapito si ricorre anche ad un servizio di posta aerea, che viene messo allo studio nel febbraio 1935 ma entra in funzione solo il 22 luglio, appoggiandosi a una linea aerea inglese che gestisce il tratto Brindisi-Kartum, mentre I'"Ala Littoria" si limita al tragitto
sn F . Dall'Ora, Op. cii., p. 223.
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Kartoum-Cassala-Asmara (e viceversa). Dal!' 11 novembre 1935 si inserisce anche la Somalia, con viaggi ogni due giorni sul percorso Asmara-Mogadiscio. Infine, dal l O dicembre I 935 il servizio viene reso completamente indipendente dal concorso inglese (salvo che per gli scali obbligatori), inaugurando la linea diretta Roma-Asmara-Mogadiscio. Gli inconvenienti che si verificano sono di vario ordine, a cominciare dalla insufficiente selezione fisica per il personale civile smilitarizzato addetto al servizio inviato oltremare, del quale il 30% circa deve essere rimpatriato dopo le prime settimane di presenza in colonia. Riesce particolarmente difficoltosa anche l'organizzazione <lel servizio per gli operai, a causa dei continui spostamenti dei cantieri che ben presto inducono le ditte interessate a organizzare propri centri di smistamento con relativo personale. Altri inconvenienti - molto antichi nascono dalla esagerata tendenza a ricorrere al servi zio telegrafico anche per la normale corrispondenza ufficiale militare e civile, dalla solita prolissità, dal ricorso alla cifratura anche quando non è necessaria: con l'incalzare delle necessità e degli avvenimenti era impossibile corrispondere per posLa; l'urgenza di ogni pratica esigeva il telegramma. Telegrammi lunghi 4-5 pagine, nei quali, per non rendere possibile nessuna non esalta interpretazione. non si risparmiavano neppure gli articoli e le preposizioni; telegrammi sPmpre e completamente cifrati.SI
Nell'importantissimo e delicato servizio del denaro si verificano ritardi causati dalla mancanza di un organo di controllo contabile presso la direzione e di personale civile specializzato presso gli uffici. Il materiale di prevista dotazione per gli uffici è antiquato per quantità e qualità. Il materiale di attendamento non è idoneo e dei cofani di dotazione fanno ancora parte le trombe ottocentesche da postiglione: sarebbero stati necessari anche automezzi esclusivamente adibiti al conLrollo della corrispondenza. Molto sentita, sempre secondo il Dall'Ora, la mancanza di una regolamentazione più moderna sul Servizio in guerra, perché le norme contenute in un opuscolo che porta la dala del 1913, sono ormai sorpassate e non aggiornate in relazione alla mole degli eserciti moderni ed alla conseguente impossibilità di valersi ampiamente della organi.u.at:ione locale preesislenlc.82
s1 82
E. Dc Bono, Op. cit .. p. 97. F. Dall'Ora, Op. ,·it., p. 227.
La guerra d'Etiopia ( 1935-/936)
Servizio trasporti e tappe
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(vds. anche Documento 12/m). Pur premettendo che la spedizione in A.O. ha rappresentato il primo grande esperimento pratico di motorizzazione su vasta scala (in guerra di movimento e in condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli), il Dall'Ora (cioè l'unico in grado di valutare il funzionamento del Servizio in rapporto al quadro logistico globale) è ben lontano dai trionfalismi di maniera e di scarso spessore tecnico - assai frequenti nella memorialistica coeva quando si parla di trasporti: l'argomento è delicato e complesso a trauarsi, sia per la vastità e la varietà della materia, sia perché a chi ponesse la esplicita domanda: --corrispose in pieno il Servizio tra~poni durante la spedizione in /\.O.?" non si potrebbe rispondere con un sì incondi,ciunato. Deficienze quantitative e qualitative nel materiali:, eccessiva varietà dì tipi, ritardi nelle afnuen:r.e, scarsità di pani dì ricambio e di personale specializzato. condizioni ambientali difficili. mancam.a di strade. impiego intensivo, furono 1Utti fanori negativi concorrenti a rendere talvolta precaria la situazione del ~ervizio. 84
La direzione lrn:spurli e lappe, custituita nell'aprile 1935, si articola su: direttore e ufficio segreteria; sezione movimento e tappe; sezione T.M. (trazione meccanica); sezione T.F. (ferrovie e teleferiche); sezione T .A. (trazione animale); ufficio tecnico automobilistico. Successivamente, in relazione ali 'elevata incidenza assunta dai trasporti civili ausiliari viene aggiunta una sezione TMP (tramo meccanico privato), con il compito di organizzare e gestire l'impiego e noleggio degli autotrasporti civili. TRASPORTI A TRAZIONE MECCANICA. Per la prima volta nelle campagne - coloniali e non, italiane e non - svolgono il ruolo principale.Le salmerie riescono a malapena a far fronte ai trasporti nelle zone più avanzate e impervie dove l'automezzo non può giungere, mentre la ferrovia a scartamento ridotto e a unico binario Massaua-Asmara e Asmara-Cheren-Agardat è sufficiente solo per i limitati bisogni del tempo di pace della colonia. A fine 1934 era dislocato in Eritrea solo un autoreparto con circa 100 autocarri antiquati (Fiat 15 ter e 18 BL), idonei al massimo per brevi percorsi. De Bono tra fine marzo e aprile 1935 per fronteggiare le impel-
Ml Anche sui trasponi la fonte di gran lunga più completa e di maggiore interesse rimane il testo del Dall'Ora. Interessanti. specie per le difficoltà ini1:iali e il problema delle salmerie, le memorie di Dc Bono. li libro di O. Spinelli, Trasporti in guerra (Roma, Ed. Trasponi e Lavori Pubblici 1937, pp. 189-205) reca alcuni utili dati e citazioni. Prevalentemente agiografiche e tecnicamente di scarso interesse le allre opere (A. Chiari 01. L · or,:a11izzuzione del 'esercito motorizzato, Roma. Pinciana 1936; A. Pugnani, La motorizzazione del/'e.w,rcito e la conquista dell'Etiopia. Roma Ed. Trasponi e Lavori Pubblici 1936; C. Focarile, In guerra con i motori. Roma. Ardica 1937). 84 r. Dall'Ora. Op. cit .. p. 256.
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lenti necessità cerca di effettuare acquisti di automez.zi nelle colonie circostanti, ma con scarsi risultati. E dai trasporti civili ausiliari fa ingaggiare persino "autisti indigeni del Sudan, i quali fecero buona prova".85 Intanto giungono dall'Italia 3 nuovi autoreparti (Fiat 18 BL, Ccirano 47 Ce 50 C), più 2 sezioni autoambulanze e 2 sezioni autobotti. Con i nuovi arrivi la disponibilità di automezzi sale a 400 (pur sempre insufficienti). Tra aprile e luglio affluiscono gli autoreparti delle divisioni "Gavinara" e "Sahauda", con 250 automezzi ciascuno. In quel periodo l'Intendenza dispone in proprio di soli 3 autoreparti con 475 automezzi (di cui 325 Fiat 18BL e 150 25 CIO) più 4 sezioni autoamhulan.zc, 4 sezioni autobolli c 2 st:zioni autofrigoriferi. Disponibilità sempre ins ufficiente, perché contemporaneamente sono costituite numerose unità di artiglieria e del genio con automezzi in proprio (queste ultime richiedono da sole 300 automezzi), oltre a 2 divisioni indigeni. Inoltre si rende necessario sostituire il 50% degli autoreparti divisionali , logorati per l'intenso lavoro di trasporto delle dotazioni da Massaua all'altopiano. In tale situazione di caren/a ini.ziano i primi trasporti con automeni civili (25 -30, c on un c arico medio di 600 quintali , nel magg io 1935). A causa del continuo increme nto delle esigcmc di tras porto e di sostituzione di automezzi per le numerose inefficienze prodotte dall ' impiego su lunghi percorsi in condizioni s tradali difficili e dalla solita carenza di pezzi di ricambio. la crisi degli automez.i:i c ontinua fino a11'inizio delle opera,.ioni. Nell'ultima decad<: del mese di luglio, comunque. aumenta l'afnusso di automeni e giunge il parco automobilistico, che impianta due autofficine e inizia la cd'stituzione del IV autoraggruppamento A.O .. Quest'ultimo una volta completalo dovrebbe essere composto da: 7° aulogruppo (3 autoreparti), 12° autogruppo (4 autoreparti), 31 ° autogruppo misto (autoreparti ambulanze, autobotti e frigoriferi), 51 ° autogruppo (5 autoreparti autocarrette mod. 32). Nell'estate 1935 si ricorre anche ad acquisti presso i mercati esteri (cl"feltuati sia dal Ministero che dall ' Intendcnza) e con essi si costituiscc il 65° autogruppo di manovra, prima con 200 autocarri Studehakcr c poi con altre centinaia di autocarri Chevrolct e Ford. All'inizio delle ostilità l'Intendenza dispone in proprio di circa I 000 automeui, con il 12° autogruppo (500 automezzi) dislocato sulla direttrice di Adig rat e il 7° autogruppo (300 Fiat 18 BL) dislocato sulla direttrice di Adua. Altri l.000 automezzi - tutti deJle imprese civili - assicurano i trasporti nelle zone più arretrate. Nel periodo di sosta tra il primo e il s<:condo ciclo operativo sono c ompletati secondo l' organico previsto l'autoraggruppamento A .O., i reparti di artiglieria e genio ecc .. In complesso, da ottobre a fehbraio giungono un autoreparto di 80 autocarri giganti (Lancia 3 RO e Fial 634), un primo scaglione di 168 camioncini Balilla, 3 autoreparti carre lle mod . 32 (360 in totale) e un se-
8'
E. De Bono, Op. cii.. p. 51.
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condo autoreparto ambulanze, ma ancora una volta i nuovi arrivi servono solo a compensare le inefficienze e le aumentate distanze. Le maggiori esigenze del secondo ciclo operativo sono perciò fronteggiate principalmente con l'aumento degli automezzi civili (3.000, impiegati anche per autotrasporti urgenti di truppe, a fronte dei 2.000 tra autocarri e autocarrette dell 'Tntendenza): in questa fase è così possibile l'autotrasporto di intere Grandi Unità. Durante il terzo ciclo operativo affluiscono altri automezzi (2 autoreparti con 160 autocarri giganti; il secondo scaglione camioncini Balilla; 300 autocarrette; mezzi per completare le nuove unità costituite alle quali l'Intendenza ha temporaneamente ceduto propri automezzi). L'Intendenza dispone di 2.600 automezzi militari e 3.000 civili, che sono sufficienti solo per i rifornimenti normali ma non consentono la formazione delle colonne celeri da costituire nell'ultima fase della guerra, alle quali si provvede con l'incetta urgente di automezzi di provenienza estera disponibili in colonia, in arrivo o in viaggio per conto delle ditte di autotrasporti civili (5.000 automezzi acquistati sono destinati alla colonna celere Gondar; ben 1.500 a quella di Addis Abeba). Notevolissimo, nel corso della guerra, l'apporto degli automezzi civili. che passano dalle 24 ditte con l.000 autocarri nell'ottobre 1935 alle 73 con 2.600 autocarri nell'aprile 1936. Alle riparazioni e al rifornimento dei carburanti e pez7i di ricambio provvede l'ufficio tecnico automobilistico della direzione trasporti, che si avvale del parco automobilistico dell'Asmara (per le piccole e medie riparazioni e il rifornimento carburanti e lubrificanti) e dcli' officina centrale riparazione autoveicoli Eritrea (per le grandi riparazioni, con sostituzione di complessi). L'attività dell'ufficio è fortemente ostacolata da tre deficienze basilari: eccessive varietà di tipi di automezzi, scarsità di pezzi di ricambio, scarsità di personale specializzalo per le officine. Si rimedia con gli espedienti classici in questi casi: rinforzo delle officine avvalendosi di personale specialiLzato con precedenti di mestiere reperito in qualche modo tra le stesse truppe comhattcnti, costruzione sul posto con attrezzature di fortuna dei pezzi di ricambio più semplici, "cannibalizzazione" degli automezzi fuori uso. li parco automobilistico dalla prima officina in Mahabar con distaccamento in Asmara estende la sua organizzazione in avanti, con una seconda officina presso la delegazione di Intendenza in Adua e successivamente con un'altra ad Adigrat (e frazione a Macallè) . Nel febbraio 1936 giungono dall'Italia le officine avanzate, che consentono di dislocare organi di riparazione a ridosso dei reparti, fino a Dembeguinà e successivamente a Quoram, Dessiè ed Addis Abeba. Le grandi riparazioni presso l'officina automobilistica di Asmara sono ostacolate, oltre che dalle deficienze alle quali prima si è fatto cenno (sono ad esempio disponibili solo 632 operai al massimo, a fronte di un organico di 1.000) anche dai ritardi nei lavori di predisposizione delle complesse infrastrutture necessarie. che sono di competenza dell'ufficio opere pubbliche del Governo dell'Eritrea e affidati a imprese
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civili assuntrici. Tuttavia l'officina entra in funzione - con organici e potenzialità ridotte - il I O dicembre 1935 (cioè pur sempre con notevole ritardo) e riesce ugualmente a riparare 2.690 automezzi che altrimenti sarebbero andati perduti. Da notare che il parco manca della prescritta riserva di automezzi, quindi l'officina automobilistica non assume in carico e non versa gli automezzi riparati al parco stesso (come sarebbe previsto dalle norme) ma li trattiene solo per le riparazioni e li riconsegna direttamente ai reparti. Queste carenze nel mantenimento degli autoveicoli non sono di piccola entità, data anche l'importanza crescente dei trasporti a motore. Ad esse si aggiungono le difficoltà che derivano dall'eccessivo varietà di tipi di automezzi (circa 20, su un totale di 10.000 automezzi), che il Dall'Ora molto sottolinea, smentendo talune valutazioni troppo ottimistiche del Pugnani sulla rispondenza dei sistemi di unificazione dei tipi di automezzi civili adottati. Né si deve dimenticare che a questo inconveniente contribuisce anche l'insufficiente livello quantitativo raggiunto dalla produzione nazionale, che costringe ad acquistare dove capita un ingente numero di automezzi di marche straniere, mentre anche il masi,iccio impiego di automc.ui di ditte civili aumenta gli in convenienti per la manutenzione e l'impiego. Riguardo alla rispondenza dei nuovi modelli militari adottati, il Pugnani formula giudizi molto positivi, giudicando "brillanti" le prestazioni fomite daU'autocarretta mod. 32 e dagli automezzi tipo Dovunque 33 e 35. Meno favorevoli i giudizi del Dall'Ora, che accenna con chiarezza al molto lavoro ancora da fare per rendere i nostri automezzi militari veramente adatti all'impiego in terreni difficili, cioè a un'esigenza sulla quale si insiste nelle sedi ufficiali fin dagli anni Venti (ma senza un pratico riscontro): In un rapido esame tecnico dei principali tipi di autocarri impiegati in Colonia si possono trarre le seguenti conclusioni. A1110 speciali. L'autocarreua mod. 32-3.i si dimostrò ancora genialissimo autoveicolo di oLLimo rendimento, ahhisognevo1" perè, di modiricazioni aue a renderne più redditizio l'impiegv, quali: aumento di cilindrata, diminuzione di giri del motore, applicazione di un depuratore d'aria, miglioramento degli organi di sospensione e trasmissione possibilità di sostituzione delle ruote normali con ruote a pneumatici per lunghe percorrenze e per traffico su fondi ghiaiosi e sabbiosi [il mezzo aveva ancora gomme piene N.d.a.]. Autocarri le,:,:eri e medi. ll tipo 618 non corrispose alle necessità per scarsa portata su strade di montagna e per la facilità di rouura degli organi di trasmissione e sospensione, mentre invece prt>stmlava un eccesso di velocità su strade di pianura. Meglio corrispose il tipo Spa 25 C IO nel quale il principale inconveniente era daLo dalla facilità di rottura del ponte. Gli autocarri di marca estera non erano costruiti con finalità militari e per ciò presentavano inconvenienti di impiego per eccesso di velocità, raggio di volta troppo elevato e scarsa efficacia degli organi di raffreddamento; erano però di ollima fattura. provvisti di motori di alto rendimemo e poterono sostituire convenientemente gli autocarri di tipi analoghi dei quali si aveva cJericienLa. Autocarri pesanti. È superlluo parlare del vecchio e glorioso 18 BL che, per quan-
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to migliorato con la gommatura a pneumatici e con l'applicazione della fanaleria elettrica, rimase sempre un autocarro sorpassalo per i grandi rifornimenti a causa della sua eccessiva lentez1:a; data però la rusticità e la robustezza di tale autocarro, l'impiego più reddili/.iO avvenne in .tona avanzala ove i percorsi erano assai brevi. ma resi difficili dalle precarie condizioni stradali. l due tipi di autocarro Ceirano 47 C. e 50 CM corrisposero abbastanza bene. sal vo il rivestimento del 50 CM con n1ote a gommarura semipiena, rivelatosi di eccessivo logorio e portante a rotture di balestre e tubazioni per il tormento che imprimono all'automezzo specie su strade a fondo irregolare. 1l rial 634 si dimostrò autocarro di ottima concezione e di elevato rendimento, però risentì sempre in senso negativo delle sue peculiari qualità di autocarro creato per i grandi autotrasporti su ouime strade di larga carreggiata e con ampi raggi di volta; perciò le prestazioni di tale tipo di automezzo che afflul in gran numero in Co Ionia con le diue civili, o dovettero essere limitate alla zona arretrata ove le condi,:ioni stradali erano notevolmente migliorate, o dettero luogo a difficoltà cd inconvenienti nel traffico stradale. per eccessivo ingombro. Rese invece ottimamente il Lancia RO, rivelatosi sotto ogni punto di vista perfetto nella sua costituzione e per l'impiego militare; tale autocarro fu impiegalo su strade e su piste, a tutte le temperature, e percorse sen/.a difficoltà itinerari di montagna con raggi di volta ~(rettissimi e con pendenJCe proihitive. Si può dire che costituì il vero autocarro di grande portata di pura conce:,ione militare ed il solo incom·enientc fu quello che per tu/la la spcdi=io11e in /\.O. Sl' ne ebbe 1111 numero li mitarissimo e che nessuna ditta civile affluì in Colonia con tale tipo fnoslra soltolineatura N.d.a.J. Sugli altri tipi di automcni impiegati in Colonia da enti vari non è compito dell ' Intendenza d, effettuare una disamina, anche sintetica, essendo mancato il diretto controllo. Sarà sufficiente ricordare, a fine normativo, la insufficiente poten,:a dell'autocarro «Dovunque» che pur aveva ollirue doti di percorrenza fuori strada; la non rispondenza delle sospensioni delle autovetturene 508 M, per le quali non fu sufficiente il rinforzo di una foglia; la assoluta non rispondenza di tutti i tipi di motocicli a piccola cilindrata ed a telaio rigido dei quali, purtroppo, si ebbero in un certo periodo notevoli affluenze. probabilmente dovute ad insufficiente produzione di qucUi di tipo militare già da tempo adottati e cli ottimo rendimenlo. 86
Il Da11'0ra accenna anche alla scarsità di autoambulanze e alle deficienze qualitative delle autobotti. ma non accenna alla congruità (o meno), del numero di autospeciali, tenendo anche conto della percentuale (presumibilmente elevata) di inertìcicnzc. Dall'esame dei successivi invii risultano effettivamente disponibili in Eritrea, oltre a circa 240 autoambulanze, 500 autobotti e 50 autofrigoriferi.87 Autobotli e autofrigoriferi erano in numero sufficiente'! Per le autobotti rimane il dubbio, se si considerano le distanze da superare, le condizioni delle strade, l'elevato numero di uomini, la scarsità delle risorse idriche e I 'estremo frazionamento dei reparti e Servizi da alimentare. Il numero di autofrigori feri è palesemente insufficiente, e se ne trova conferma nell'invio della carne ai reparti per Io più con automeL.zi comuni. Poiché non
R6 F. Dall'Ora, Op. cii., pp. 293-295. I giudizi del Pugnani sono riportati in A. Pugnani. Storia della motorizza zione ... (Cit.), pp. 339-346. 87 MG, Refa=ione ... (Cii.), pp. 130- 131. 146-151, 161165.
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può trattarsi di trascuratezza, nei primi mesi probabilmente si fa esclusivo assegnamento sul sistema Crespi per il trasporto della carne congelata, anche in questo caso trascurando i numerosi casi e situazioni nei quali detto sistema non potrebbe risolvere il problema. Altre carenze riguardano l'ordinamento e l'addestramento del personale: l 'autoraggruppamento A.O., a fronte delle particolari necessità della campagna che impongono di distribuire i reparti su una zona molto vasta, si rivela un organismo troppo pesante e non può svolgere appieno le sue funzioni di impiego, ispettive e disciplinari. Sono pertanto costituiti tre sottoraggruppamenti, rispettivamente corrispondenti al <;ettore di Macallè, al settore di /\dua e alla zona arretrata. In merito, il Dall'Ora richiama la convenienza generica di non costituire comandi con giurisdizione su un numero eccessivo di reparti, dislocati su territori Lmppu vasti, in condizione cioè di non po· ter completamente svolgere l'azione direttiva e disciplinare di loro precipua competenza.88
Gli ufficiali automobilisti cffcllivi sono mollo pochi, gli ufficiali di complcmenlO sunu entusiasti e in gene1e pratici di guida, ma insufficientemente istruiti sul materiale militare, sulle norme di circolazione e amministrative ecc .. Anche per il personale di truppa necessario (circa 20.000 tra conduttori, meccanici, ecc.) il Dall'Ora ritiene che ·'il reclutamento di pace non è completamente adeguato alle necessità della mobilitazione".89 La truppa proviene da 6 classi di leva (mentre la fanteria proviene praticamente da una sola classe). Da una parte sono richiamati conduttori senza patente di guida civile perché nella vita civile esercitano altri mestieri, pur avendo conseguito il certificato di guida militare durante il servizio di leva; dall'altra, la carenza di conduttori e di conduttori addestrati consente di trovare ottimi elementi pratici della guida specie nelle divisioni Camicie Nere, alimentate da diverse classi. L'obiettivo da raggiungere e non raggiunto. secondo il Dall'Ora. è di selezionare in sede di predisposizioni di mobilitazione personale veramente idoneo per pratica continua di guida. SALMERJE.90 Non essendo di conveniente impiego il carreggio trainato da quadrupedi, le salmerie sono praticamente l'unico mezzo di trasporto animale, e utilizzano tre specie di quadrupedi: asinelli. cammelli, muli (di provenienza na.tionale, locale o estera). Con gli asinelli - gli unici quadrupedi abbondanti in Eritrea - si costituiscono 4 gruppi salmerie di 3.000 capi ciascuno, con un conducente (indigeno) ogni
F. Dall'Ora, Op. eiL, p. 267. lvi. p. 266. 9 Cfr. Comando Superiore A.O., Istruzione sul caricamento dei quadrupedi e sulla cos1i1uzio11e e scaglionamento delle salmerie assegnate alle unilà indigeni. Asmara. luglin 1~1'i S['l'rie per le unirà na7innali vale la citala lslruzione sulle sai merie e sul carrexxio dei corpi (Pub. n. 2630 Ed. marzo 1935). 88 89
°
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10 quadrupedi. Provvisti di un basto di circostanza molto semplice costruito dalla locale direzione di artiglieria, si rivelano utili solo se impiegati frazionati per piccoli gruppi e con carichi di peso e ingombro ridotto (circa 40 kg), senza spigoli acuti e aderenti al dorso del quadrupede (sacchi di farina, ghirbe per acqua ecc.). I cammelli, capaci ciascuno di un carico utile di circa 150 kg, sono approvvigionati sia con la requisizione delle (limitate) disponibilità in Eritrea sia con acquisti nelle colonie limitrofe. Viene costituito un parco cammelli, che rifornisce i gruppi cammelli composti ciascuno di 1.500 4uadrupedi e 300 cammellieri. Si arriva a costituirne un totale di 7 gruppi; 2 di essi sono già disponibili all 'ini.lio delle operazioni e sono assegnati al corpo d'armata eritreo. Nel secondo ciclo operativo se ne impiegano altri 4 (di cui uno a disposizione dell 'lntendenza e gli altri assegnati al II e III corpo d 'armata); il settimo gruppo, costituito durante il tcrL.o ciclo operativo, è assegnato al scllore di Macallè. Per quanto non adalli all'impiego sull 'altopiano, i cammelli danno nel complesso un ottimo rendimento ed essendo immuni dalla peste equina sono impiegati per sostituire anche integralmente le salmerie dei reparti operanti nelle zone colpite da epidemie. I muli sono per la ml!ssima parte di provenienza na,,;ionale e quindi abbisognevoli di acclimataL.ione e di addestramento, perché le scarse risorse locali della colonia (muletti abissini che portano circa 60 kg) sono sufficienti solo per formare e mantenere a numero le salmerie del corpo d'armata eritreo. Viene perciò costituito nei pressi dell'Asmara, fin dal giugno 1935, un parco per i quadrupedi in arrivo dall'Italia. articolato su deposito rifornimento e deposito ripristino e acclimatamente, che è il serbatoio di alimentazione dei gruppi salmerie (con 650 quadrupedi che portano ciascuno circa 70 kg) previsti a livello d'Intendenza e di corpo d'armata, e dei reparti salmerie divisionali (su 3 sezioni salmerie). La costituzione dei reparti salmerie, che a parere unanime dei protagonisti sono insostituibili e prcL.iosi nella zona avanzata, è ritardata dalle difficoltà alle quali già -.i è fatto cenno: insufficienza quantitativa e qualitativa di Quadri e conducenti addestrati; deficienza, scarsa rispondenza o ritardato arrivo di basti e bardature. ecc.91 Nel settembre 1935 ben 4 battaglioni d'Intendenza sono trasformati in gruppi salmerie, e all'inizio della campagna è pronto per l'impiego un raggruppamento salmerie d'Intendenza (su 3 gruppi muli e un gruppo mi sto salmerie-carreggio). Nel novembre 1935 è disponibile un secondo raggruppamento salmerie su 3 gruppi, più il gruppo organicq del 11 corpo d'armata che prima mancava. Le salmerie d'Intendenza sosti tu i-
QI Cfr. am:he, in merito, E. Dc Bono, Op. cir .. pp. 53-55. Le salmerie sono uno dei fauori che ritardano l'avanzata inizialt:, e De Bono afferma (p. 55) che "In ottobre, quando si passò il Mareb, bisogna pur dirlo, ù1di.\tinta111e11te le salmerie erano inwfjicie111i e quelle esistenti lasciavano molto a desiderare anche dal lato disciplinare, e deperivano".
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scono tra l'altro al completo, per blocchi di gruppo, i gruppi salmerie di corpo d'armata logorati e non più in grado di svolgere i loro compili, e sono man mano assegnati alle Grandi Unità, lasciando a disposizione dell'Intendenza, a fine campagna, solo 2 gruppi muli e 2 gruppi cammelli (anche questo particolare dimostra la loro utilità). FERROVIA E TELEFERTCA. Con la costituzione della direzione trasporti e tappe (aprile 1935) l'esercizio della linea ferroviaria MassauaAsmara-Adigrat passa all'autorità militare, che dispone della 3a sezione esercizio di linea e della 30a compagna ferrovieri del reggimento ge~ nio ferrovieri. Viene studiato e in buona parte attuato un programma di lavori per il potenziamento della linea, il miglioramento degli scali ferroviari (specie quelli terminali di Massaua e Nefasit), il raccordo dello scalo di Massaua con il porto e il miglioramento del materiale rotabile. È così possibile passare dai 4 treni settimanali dei primi mesi del 1935 alle 7 coppie giornaliere di treni dell 'aprilc 1936, oltre a due coppie <li treni-littorina per il trasporto passeggeri: i generi e materiali trasportati passano dalle poche migliaia di tonnellate mensili dcli 'aprile 1935 alle 25.000 tonnellate dall'aprile 1936. È anche progettata una teleferica di 74 km di lunghezza tra Massaua ed Asmara, i cui lavori sono ancora in corso al termine dalla campagna. Di conseguenza. questa opera che intendeva consentire trasporti più economici di quelli su strada o ferroviari riesce più di ostacolo che di aiuto, perché sottrae mano d ' opera e mezzi di trasporto ali 'organizzazione che ne abbisogna subito. TRASPORTI AEREI. La campagna d'Etiopia inaugura il ricorso al trasporto aereo su larga scala (relativamente ai tempi). Secondo cifre citate dal generale Pagano su Le Forze Armate o . 1905/1943, impiegando il vecchio "Caproni 133" sono sgomberati circa 2.500 feriti e con allri apparecchi si trasportano 4.430 uomini, 1035 t di munizioni e 800 t di viveri. SERVIZIO DELLE TAPPE. Si articola su Comandi di tappa, collegati telefonicamente con l'Intendenza e con i principali Comandi e sciolti e costituiti a seconda del bisogno e della progressione delle operazioni. Retti da un ufficiale con un certo numero di militari nazionali per il servizio di guardia, di fatica e di scorta e con un nucleo carabinieri, dispongono di una riserva di viveri, acqua e legna, di qualche tenda per ufficiali e di una località cintata per accampamenti provvisori. Per i servizi di tappa e i servizi di fatica presso i magazzini e le basi logistiche in una data zona sono costituiti in totale 8 battaglioni d'Intendenza.
Servizio di Amministrazione Al tempo la branca amministrativa-contabile fa ancora parte del commissariato. Anche nel caso della guerra d'Etiopia, nessun reale progresso ed ennesima ripetizione di inconvenienti ormai secolari, quali la scarsa chiarezza, il ritardo e la contraddittorietà delle disposizioni amministrative su punti fondamentali, lo scarso affiatamento tra orga-
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ni amministrativi del Ministero della guerra, del Ministero delle colonie e dell'Intendenza, le interferenze e rivalità tra diversi Ministeri, il ritardo e la scarsa incidenza della revisione di conti, ecc .. In sintesi: sistema amministrativo-contabile non aderente alle reali e speciali esigenze dei Comandi e delle unità sul posto, perciò non in grado di individuare a colpire gli abusi e al tempo stesso incapace di alleggerire i Comandi e Servizi di incombenze che non possono svolgere. Le pubblicazioni principali di riferimento sono: il Regolamento per il servizio di cassa in guerra (Pub. n. 2766 - Ed. aprile 1935) e le Norme amministrativo-contabili per il corpo di spedizione in A.O., emanate (notare la data) il 6 agosto J935.92 Il Dall 'Ora93 e la relazione della direzione di commissariato in A.0. 94 forniscono un quadro assai efficace delle difficoltà e dei disservizi provocati dal ritardo nella diramazione delle necessarie disposizioni e delle contrastanti norme emanate dal Ministero delle colonie e della guerra, a loro volta derivanti da unaripartizione delle competenze tra Ministeri che non tiene conto della nuova situazione creata dalla presenza in colonia di un esercito di massa e di livello europeo. A poco giova, per queste ragioni, la presenza nell'ambito dell'Intendenza di un Ispettore amministrativo.funzionario civile del Ministero della guerra che secondo gli Art. 40 e 41 delle citale norme amministrativo-contabili ha un compito consultivo cd eventualmente ispellivo: assicura.re, in base agli ordini e alle direuive dell 'lntendente. le regolarità della ge~tionc di fondi e materie di tutti gli enti amministrativi del corpo di spedizione specialmente per quanto riguarda acquisti, forniture e lavori effettuati mediante contratto, o ad economia, e intervenire, sia pure in forma consultiva, in ogni questione in cui sia interessato l'ernrio. Ove le circostanze di tempo e di luogo possano consentirlo, poLTà esplicare anche il suo mandato mediante controlli e visite dirette.
Premesso che le norme amministrativo-contabili emanate nell'agosto 1935 non rappresentano che un adattamento e un'integrazione (ad uso prevalentemente dei corpi e degli organi esecutivi dei Servizi) del regolamento di amministrazione L927, sintetizziamo in ordine di importanza i principali inconvenienti emersi, traendoli dai veri e propri cahiers de doléances del Dall'Ora e della direzione di commissariato A.O.: a) non viene tempestivamente chiarita dal Ministero - e l'incertezza rimane fino all'inizio delle operazioni - la posizione amministrativa delle truppe che affluiscono in colonia fino ai primi di ottobre I 935, che potrebbe essere quella di unità mobilitate in zona di radunata o di 92 G.M. 1938, pp. 2763-2895. Sulle innovazioni (invern non <li grnn<le portata) introdotte dal nuovo regolamento sul servizio di cassa Cfr. O. Palaai, Il vecchio e il nuovo re;::olamenro sul servizio di cassa in i::uerra, "Rivista di Commissariato" n. 4/1935. 93 F. Dall'Ora, Op . cir., p. 158-159 e 232-236. 94 Cfr. 3°, 7°. 12° e 14° puntata (rispettivamente. su "Rivista di Commissariato" n. 4/ l 937, 3/ J 938, 2 e 4/ 1939).
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Fe,ntc:ciu Butti
truppe inviate di presidio in colonia. Ne consegue che i corpi e reparti si regolano come credono e in maniera diversa, e la successiva sanzione del fatlo compiuto rende irreversibile una disparità di trattamento economico, perché la differenza tra le due posizioni è notevole; b) non vengono tempestivamente diramate le norme per la revisione della contabilità, e l'ufficio di revisione di contabilità per il corpo di spedizione - con compiti corrispondenti a quelli deU 'ufficio di revisione di contabilità di corpo d'armata territoriale in Patria - entra in funzione sul posto solamente a fine febbraio 1936 e con un numero assai esiguo di ufficiali, non tutti di amministrazione e non al corrente delle norme amministrative. L'attività dell'ufficio risulta quindi poco incisiva e scarsamente tempestiva e aderente, perché deve smaltire anzitutto il lavoro arretrato; e) anche le norme per il trattamento economico del personale sono diramate in ritardo (circolare del Comando Superiore del I O febbraio 1936 per I'appl ieazione del R. D. - legge 3 I ottobre 1935 e pubbl ieazione del Ministero della guerra Trattamento economico del personale mobilitato delle F.A., Roma 1936); d) non sono tempestivamente diramate norme per il servizio di cassa, e non viene inizialmente assegnato il personale civile militarizzato per la costituzione della cassa principale d'Intendenza: giunge solo quello previsto per la cassa sussidiaria della divisione "Gavinana" che pertanto l'Intendenza è costretta a impiegare per le proprie esigenze; e) come sempre, mancano ufficiali addetti ali 'amministrazione veramente competenti, e le norme sono applicati con criteri diversi. L'esperienza della prima guerra mondiale è evidentemente dimenticata, visto che il Dall'Ora osserva: "Né d'altra parte è possibile pretendere che ufficiali di Arma combattente provenienti dal congedo, per il solo fatto di essere in possesso di un diploma di ragioniere, siano in grado di assolvere in pieno i compiti assai vasti, propri degli ufficiali di amministrazione; !'orse meglio risponderebbero, ufficiali in SPE tratti da quelli che non possono aspirare ai maggiori gradi o ottimi sottufficiali anzia ni di contabilità opportunamente scelti";9 ~ f) prevale all'inizio la tendenza a mantenere separata la gestione amministrativa dei reparti metropolitani (che fanno capo al Ministero della guerra) e del R. Corpo truppe coloniali (che fa capo al Ministero delle colonie). Vi è, in merito, anche un nocivo mutamento di indirizzo in piena fase di preparazione, perché con il R.D. legge 3 agosto 1935, n. 1683 tutte le spese per il corpo di spedizione in A.O. passano dal bilancio del Ministero della guerra a quello del Ministero delle colonie; g) sono, di conseguenza, respinte le proposte che l'Intendenza presenta a fine maggio 1935 al Ministero della guerra e al Comando del Corpo di SM, basate sul presupposto che il corpo di spedizione non andava consideralo come un ampliamento del R. Corpo Truppe Coloniali ma
95
r. Dall'Ora, Op. cit .. p. 236.
La guerra d'Etiopia (1935 -1936)
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come un organismo metropolitano che inglobava ogni funzione di quest'ultimo e aveva precise finalità di guerra, alle quali erano da subordinarsi le formalità amministrative dei periodi normali. Pertanto - ci pare oggi cosa addirittura ovvia - l'Intendenza sostiene "la necessità che l'ordinamento amministrativo del corpo di spedizione consideri cassa militare unica e norme amministrativo-contabili uniche per tutti i reparti (indigeni e metropolitani) e sia sganciato da ogni rapporto con quello del RCTCE (*) e del Governo coloniale, possibilmente [avendo come] unica fonte di rifornimento di denaro, materiali e derrate, il Ministero della guerra, al cui apposito ufficio di revisione avrebbero dovuto confluire le contabilità dei vari enti (metropolitani e indigeni costituenti il corpo di spedizione)»96; h) dalla situazione che si crea nascono interferenze del Governo civile dell ' Eritrea nella gestione amministrativa dei materiali, e le d isposizioni del Ministero della guerra - che nel dicembre 1935 ribadiscono le competenze dell'Ispettore generale amministrativo al quale devono essere esclus ivamente rivolti i quesiti - sono in contrasto con i provvedimenti che assegnano la responsabilità della gestione amministrativa alla direzione di finanza del Governo dell ' Eritrea, alla quale andrebbero rivolti i quesiti stessi quale Ente responsabile. Mancando un unico organo direttivo tecnico-amministrativo coordinatore di tutte le norme, "si è verificato più volte che sullo stesso argomento sono stati fatti quesiti e dettate modalità dal Comando Superiore, dall'ufficio dell ' Ispettorato Generale Amministrativo, del Comando del R. Corpo truppe coloniali e dalla direzione di finanza, non sempre con azione convergente";97 i) sul meccanismo amministrativo da seguire per gli approvvigionamenti, vi è disparità di vedute tra Ministero della guerra e Intendenza, con conseguenti più o meno larvate o lunghe polemiche epistolari a distanL.a. li Ministero propende - pur tenendo conto delle esigenze locali che impongono eccezioni e deroghe - per acquisti da effettuare preferibilmente in llalia (anche per le "ripercussioni sulla disoccupazione") e per le gare e procedure che tendono ad escludere monopoli di una sola dilla. L ' lntendenza ritenendo operante lo stato di guerra insiste sulla opportunità e liceità di deroghe dai normali sistemi di acquisto, e preoccupandosi soprattutto per una possibile interruzione dei rifornimenti dall'Italia "formula la proposta [mai accolta dal Ministero - N.d.a. J che all'Intendenza sia dato senz'altro, con le facoltà e procedure del tempo di guerra, di stabilire fin d'ora, limitatamente a taluni generi e sia pure per una parte di altri, rifornimenti a sud del canale. Tale sistemazione costituirebbe la piattaforma per eventualmente passare ad una intensificazione, quale potrebbe essere imposta dagli eventi";98
96 Relazione ... (Cit.). 3' puntata. "Rivista di Commissariato" n. 4/1937. •n F. Dall' Ora, Op. cit., p. 236. 9 8 Relazione ...(cit.). 12' puntata. '"Rivista di Commissariato" n. 2/ 1939. (*) Reg io Corpo Truppe Coloniali dell'Eritrea
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Ferruccio Botti
1) a parte la loro ritardata emanazione, le norme amministrativo-contabili del 1935 sono giudicate "incomplete e inadeguate su alcuni punti importanti" dalla direzione di commissariato della stessa Intendenza, secondo la quale "l'esperienza della campagna non conforta il mantenimento del sistema amministrativo-contabile adottato dalle Norme amminùtrativo-contahili per le truppe in 1\.0.». Le caren.le principali sono tre: mancata emanazione di norme per le mense, che costringe l'Intendenza a dare disposizioni che sono poi smentite da altre inviate successivamente dal Ministero; meccanismo di carico e scarico dei materiali che non rende agevoli le operazioni di controllo nei numerosi trasbordi e passaggi di mano e facilita le malversazioni: mancanza di autonomia amministrativa (anche per le derrate e i materiali di rifornimento) per le sezioni di sussistenza, che - pur fungendo normalmente da volano anche per il vestiario - non hanno autonomia amministrativa, non rendono i conti e consegnano i materiali alle truppe per conto del magaL.zino speciale VFPL (o del magazzino VE e delle sezioni panettieri). Ciò crea gravi turbative nel funzionamento delle frazioni di magazzino e nelle possibilità di rendere i conti, perché i numerosi trapassi subiti dai materiali prima di giungere alle stesse sezioni òi sussistenza dai magazzini speciali, non possono essere agevolmente ricostruiti.
7. Scacchiere sud (Somalo): cenm .rnl/'organi::a:ione lo~1st1ca Nello scacchiere sud il problema logistico, che pure non manca di analogie con quello che si presenta nello scacchiere nord, ha proprie caratteristiche che - se aumentano le difficoltà in determinati settori - contribuiscono anche a una sua più corretta impostazione e rapida soluzione. In Somalia l'assegnamento che si può fare sulle risorse locali (quadrupedi e vettovagliamento in particolar modo) è ancora minore che in Eritrea; le risorse idriche sono assai inferiori, e sono fonte di continue preoccupazioni; il terreno è pianeggiante, ma richiede ugualmente la costruzione anche speditiva di strade per gli automezzi; questi ultimi, a loro volta, vedono accresciuta la loro importanza a scapito delle salmerie, date le maggiori distanze da percorrere in una strategia che fin dall'inizio non è di masse e basata su un 'avanzata metodica come nello scacchiere nord, ma si riassume in puntate offensive di colonne motorizzate o indigeni spinte in profondità. Né vanno dimenticate, per completare il quadro, le maggiori distanze dalla madrepatria, la scarsità di approdi, il clima torrido e poco favorevole alla vita e al movimento di numerose truppe europee. Tutti fattori che incidono sulla possibilità di rifornimento di uomini, mezzi e materiali dalla Madrepatria e contribuiscono a far ini,.ialmente escludere dai Ministeri interessali e dagli stessi comandanti superiori in A.O. (De Bono e Badoglio) la convenienza di offensive su questo scacchiere, al quale sono assegnate in un primo tempo forze ridotte con il compito di limitare al minimo quelle cessioni di territorio che si ritengono inevitabili.
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La guerra d'Etiopia ( 1935-1936)
Le difficoltà logistiche sono accresciute dall'iniziale, forte scollamento tra materiali e mezzi logistici previsti (pochi e adatti solo alla difensiva da parte di forze ridotte) e obiettivi offensivi che si prefigge Graziani. I mutamenti in campo logistico richiedono sempre tempo, mentre in Somalia il rapido incremento di uomini e mezzi da sostenere logisticamente in operazioni dinamiche è testimoniato dal seguente spccchio: 99
~
GENNAIO
E
OTfORRE 1935
GENNAIO 1936
(ln11ioop.)
(battaglia del
(offensiva
Canale DORIA)
OGADEN-MARAR)
49.300 35.500 2.200 I(>() 7.000
58.600
I
Truppe na7ionali Truppe indigene Mitragliatrici Cannoni Muli
Cammelli Meui coranati (carri e autoblindo) Automezzi
300 6800 180 28 650 35 14
100
24.300 29.500 1.450 140
4.500 J.500 70 1.800
4.000
APRILE 1936
39.000 2.600 220 7.500 5.500
70
105
3.400
~- '100
Si noti il numero relativamente elevato che raggiunge il contingente nazionale in una regione inizialmente giudicata non adatta per l'itnpiego di truppe e metropolitane (per quc<;to, ri,;pello all'Eritrea, le tmppe indigene sono in proporzione maggiore). Gli inconvenienti sono però in buona parte annullati - e sovente trasformati in vantaggi - dalla pervicace volontà di Graziani - chiara ed espressa fin dal primo momento - di condurre operazioni offensive verso Harar, scavalcando con spregiudicate1:za o ignorando (anche con il ricorso diretto a Mussolini) gli ostacoli formali, burocratici, amministrativi, gerarchici, ecc_ che si presentano alla realizzazione del disegno offensivo_ e si riassumono in buona parte in porti. strade e automezzi. In pratica avviene che: a) le maggiori distanze dalla Madrepatria e la priorità dello sforzo logistico all'Eritrea finiscono con il facilitare gli approvvigionamenti, consentendo a Graziani di sfruttare a fondo la maggiore autonomia amministrativa che sia pure a malincuore (e diversamente dall'Eritrea) gli viene concessa, per rivolgersi alle regioni limitrofe a sud di Suez e imbastire rapporti diretti anche con ditte americane. Le sanzioni ufficialmente proclamate non ostacolano mai seriamente questo indirizzo, e Graziani finisce sempre con l'avere quanto gli occorre, anche da ditte inglesi (magari con qualche "triangolazione" per salvare le apparenze); b) gli ampi poteri che Graziani riceve, conquista o si arroga e la particolare situazione della colonia gli consentono di "mettere in riga" an-
99
R. Gra7iani. Op. nt., (Grafico n. 24).
630
Ferruccio Botti
che il locale Governo civile, evitando perniciosi conflitti di competent:a e facendo prevalere su tutto il resto I a ragione militare. In sostanza, Graziani diventa una sorta di dillatorc della colonia che accentra tulli i poteri e li usa senza lasciarsi imbrigliare da direttive o intendimenti del Ministero delle colonie che ritardano o ostacolano il soddisfacimento delle esigenze militari. In questo contesto, fin daJl 'arrivo della divisione "Peloritana" (metà marL.o-metà aprile 1935) si può rimediare alla scarsità, mancanza assoluta o ritardato arrivo di organi direllivi ed esecutivi dei Servizi e di dotaL.ioni e scorte, riunendo subito sollo un unico Comando i Servizi della stessa divisione. quelli del R. corpo truppe coloniali già in posto e quelli della base di Mogadiscio (cosa che in Eritrea, come si è visto, non era stata possibile). Un'allra differenza sostanziale rispello all'Eritrea è la diversa soluzione che Grat:iani intende dare al problema del rifornimento delle colonne (motorizzate o indigeni) operanti in profondità. A suo giudizio. un 'avanzata metodica e massiccia basata - come in Eritrea - sul criterio di costituire successive basi logistiche avanzate e di procedere a lunghi e difficili lavori stradali per assicurare il transito alle autocolonne ruotate non era conveniente, perché a pane il fattore tempo. un Lale criterio sarebbe tornato a vantaggio del nemico che. avendo mrnori bisogni di noi, avrebbe avuto tempo di riaversi e norgamzzarsi, fru strando la più bella prerogativa che dovevano avere le offensive del fronte sud: /"a=ione celere. numol'l·ata e afo11doji110 ullu di.\truzione delle armate nemiche e delle relati1•e basi di partenza. L'autonomia delle unità indigene era rappresentata da uno scaglione someggiato trasportante 2-3 giornate di viveri, acqua, muni~ioni e da un altro autocarreggiato con analoghe datazioni per due giornate. Le unità metropolitane non disponevano che di uno scaglione rifornimento auto carreggiato. Occorreva costiluire colonne di rifornimento al seguito delle truppe non solo per aumentare questa autonomia, ma idonee anche a seguirle in terreno vario. 100
Di qui il particolare profilo che assume in Somalia il problema dei trasporti, legati non solo alle strade ma anche a una sufficiente disponibilità di mezzi idonei a compiere lunghi percorsi fuori strada, che in quel particolare terreno secondo il concello di Graziani devono costituire magazzini mobili all'immediato seguito delle truppe.
Trasporti e strade Per quanto dello prima, i trasporti acquistano in Somalia un'importanza ancor maggiore che in Eritrea: vanno dunque esaminati per primi. Nel marzo 1935 esistono in colonia I 95 autocarri t!fficienti, appena sufficienti per le esigenze del R. corpo truppe coloniali. Fin dai primi di giugno 1935 Graziani ritiene necessari per il suo concetto offensivo almeno 3.000 autocarri, e nel giugno-luglio 1935, non sen1.a una copiosa 100
lvi, p. 98.
La guerra d'Etiopia (1935- I 936)
631
e a volte polemica corrispondenza con Roma dalla quale emergono molti ostacoli per il pieno soddisfacimento delle sue richieste, il problema viene risolto nei seguenti termini: a) si propone al Governo civile della colonia di affidare a un'impresa civile i trasporti richiesti dalla costituLione dei depositi viveri, carburanti e munizioni che da soli comporterebbero l'impiego di 160 autocarri militari per oltre 4 mesi; b) si ricorre ad acquisti di automezzi, attrezzature per officine ecc. negli Stati Uniti, ancor prima che l'operazione sia autorin:ata. Sono ordinati 500 autocarri leggeri Ford che giungono ad agosto, e successivamente altri 1.000 autocarri Ford 8 V, 100 camioncini Ford (che entram> in servizio a novembre-dicembre 1935) e 490 Dodge (che sono impiegati negli ultimi mesi); c) il problema delle colonne di rifornimento idonee a seguire le truppe anche in terreno vario senza strade viene risolto con acquisti ali 'estero, ordinando negli Stati Uniti un primo lolla di 60 trattori Caterpillar e 120 rimorchi al quale seguono altre commesse fino a portare a 185 il numero di Caterpillar disponibili nel giugno 1936. Ogni trattore traina 2 rimorchi con portata di 10-20 t cd è quindi in grado di sostituire 15-20 aulocarr.i. 60 trattori assicurano un'autonomia logistica di 30 giornate di viveri, 5 di acqua, 5 di fuoco e 800 km di carburanti a due raggruppamenti indigeni; d) si fa affidamento sugli arrivi dalla Madrepatria solo per gli automezzi speciali (autobotti, autofrigoril"t;ri, auluambulanze) t: per gli automeZ?i (pesanti e leggeri) da adibire a trasporti strategici. Da notare che gli acquisti all'estero sono autorizzati dal Capo del Governo anche per il maggiore costo e la minore solidità degli autocarri Fiat, dimostrati dai comandanti locali con "inoppugnabili documenti" (questo vale anche per l'Eritrea). IO! A fine giugno 1936 sono disponibili 3.855 automezzi militari e 780 civili. Gli automezzi militari comprendono 191 autoambulanze, 73 autobotti, 13 offkim:, 47au1or11go1 il"l.:1 i, 185 Caterpillar e sono inquadrati in un autoraggruppamento con 7 gruppi e 33 autoreparti oltre ad un 'officina centrale con impianti modernissimi. Tenendo conto della forza del corpo di spedizione (che è di circa l/5 di quella dell'Eritrea), proporzionalmente molto più elevalo è il numero degli automezzi speciali (specie autoambulanze e autofrigoriferi). li problema stradale si compendia in buona parte nella costruzione della strada a doppio transito Mogadiscio-Ferfcr-Mustahil, parnllcla all'Ucbi-Scebeli, che costituisce l'indispensabile asse centrale per operazioni offensive. Graziani preme fin dalla primavera 1935 per la sua urgente costruzione, che non è ritenuta possibile in pochi mesi né da Dc Bono né dal Ministero. In questo caso, il Governo civile della colonia al quale competono i lavori agisce celermente e nel tardo aprile giun-
101
fri . p. 94.
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Ferruffio Botri
gono tre ditte specialit.Zate, che effettuano i lavori nei tempi prescritti avvalendosi anche del concorso delle (poche) unità del genio e soprattutto di reparti di truppa. Per dare maggiore impulso ai lavori stradali e grazie a una maggiore disponibilità di reparti del genio, nel settembre 1935 la costruzione e manutenzione delle strade viene militarizzata. Tn tal modo, seguendo un indirizzo inverso a quanto avviene in Eritrea l'intero settore è sottratto ali 'ufficio opere pubbliche del Governo civ i le e affidato solo al Comando del genio del corpo di spedizione, che istituisce un ufficio centrale strade con alle dipendenze 4 settori compartimentali oltre a quello di Mogadiscio, organizzati con un ristretto nucleo di personale nazionale direttivo, forze di polizia e un autodrappello che inquadrano il personale di manovalanza in massima parte indigeno. Servizio di sanità Dal1'Italia aflluisce in Somalia un numero abbondante di organi esecutivi (36 ospedali da campo, 4 sezioni di sanità, 8 sezioni di disinfe1;ione, 7 ambulanze radiologiche e 4 odontoiatriche). Gli altri organi specializzati previsti (lahoratorio chimico, sezione ispettiva di igiene e profilassi ccc.) equivalgono più o meno a quelli dell'Eritrea: a Merca funziona anche un istituto vaccinogeno per la produzione di siero e vaccino. Tra le truppe nazionali e ancor più quelle indigene rispetto all'Eritrea vi è una maggiore incidenza di malattie infettive, che si mantengono comunque in limiti mollo contenuti. Viene impiantato un ospedale speciale per malarici ma le principali manifestazioni epidemiche sono probabilmente dovute alla calliva qualità del! 'acqua: nell'aprile 1936, in prevalenza presso le truppe di Chisimaio si ha il 10.20% di colpiti da dissenteria amebica. Le infezioni malariche tra le truppe nazionali oscillano tra lo 0.4 e lo 0.8%. Mentre la percentuale degli ospedalizzati na1.ionali è del 3.98%, per le truppe indigene si hanno in un anno 6.250 ammalati su 18.000 uomini. Nonostante la minore forza del corpo di spedizione in Somalia, le perdile sono superiori a quelle dell'Eritrea: 33 ufficiali, 236 nazionali e 960 indigeni morti (totale 1.229, di cui 26 nazionali) e 37 ufficiali, 84 nazionali e 1.789 indigeni feriti (totale 1.910, di cui 121 nazionali).102 Servizio ippico e veterinario Incontra le stesse difficoltà dell'Eritrea: scarsità e ritardi nell 'arrivo di bardature e materiali di selleria dall'Italia; difficoltà di approvvigionamento dei quadrupedi; elevate perdite anche per cattivo governo; epidemie. Per completare il ristretto numero di muli nazionali e di cammelli requisiti sul posto, si ricorre principalmente ad acquisti nelIOZ
Comando delle Forze Armate della Somalia, Op. cii. , Voi. IV, p. 305.
La guerra d'Etiopia (/935-1936)
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le colonie inglesi: muletti nel Sudan (che vengono però trattenuti in Eritrea, nonostante le obiezioni di Graziani): muli nel Sud Africa, asini nel Tanganika e nel Kenia, muletti e asini a Cipro (si fanno ricerche di quadrupedi anche in Brasile). I muli nazionali e i muletti e asini di Cipro resistono bene al clima della colonia, gli altri hanno difficoltà di acclimatazione. La profilassi e cura delle malattie dei quadrupedi sono facilitate sia dal loro impiego generalmente più statico che in Eritrea (le unità operanti sono in buona parte motorizzate) sia dalla possibilità di immunizzare i quadrupedi contro le epidemie di peste equina, per mezzo di un vaccino preparato sul posto dall'istituto siero-vaccinogeno di Merca (in Eritrea non sono invece disponibili prodotti immunizzanti contro questo tipo di malattia).
Vettovagliamento Per il pane si fa largo ricorso appena possibile a forni in muratura, pur essendo affluite tra febbraio e ouobre 1935 una squadra panettieri Weiss e una senza forni , e un'altra squadra con forni Weiss a dicembre. TI problema cruciale è rappresentato dal nfornunento della carne: non essendo disponibili gli impianti necessari per la carne congelata si ricorre esclusivamente a carne in piedi, con la costin1zione di parchi buoi e in mancanza di carne viva - con la distribuzione di scatolette anche per gli inciigeni . Per gli approvvigionamenti di carne. non essendo possibile e conveniente fare completo affidamento sulle risorse locali se ne importano cospicui quantitativi dalle colonie inglesi e portoghesi. La legna è tratla esclusivamente dalle risorse locali. Per parecchie derrate (farina, riso, tè, caffè, spezie ecc.) i ritardi, i disservizi nelle operazioni di scarico dei piroscafi e le lunghe trafile burocratiche che comportano le richieste in Patria sono evitati ricorrendo con successo ad acquisti nelle colonie inglesi (Kcnia e Tanganika). I rifornimenti continuano anche durante le sanzioni, con un ufficiale a Momhasa e un piroscafo appositamente noleggiato, e si estendono talvolta anche a materiali e merci non di commissariato.
Vestiario-equipaggiamento Nel marzo 1935 manca qualsiasi riserva di vestiario, tende ecc. e la divisione "Peloritana" giunge in colonia in tenuta "griselle di tela" inadatta al clima tropicale. Graziani scrive: quando giunsero, infagottati nelle tenute di tela grigio-verde in uso nella Madre-patria, pesanti, tese come sacchi cerali, anticquatoriali al cento per cento. quei magnifici soldati apparivano invero assai antiestetici e impacciati.103
103 R. Graziani. Op. cii .• p. 46.
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Ferruccio Bolli
Il problema è aggravato dall'enorme logorio dei materiali causato dalle condizioni climatiche e d'ambiente, dalla necessità di cambiare le appariscenti tenute bianche dei Dubat in tenute kaki, ecc .. Anche in questo caso, per fronteggiare i ritardi nell'arrivo dei rifornimenti dall'Italia (che diventano adeguati alle esigenze solo nel dicembre 1935) la direzione di commissariato locale ricorre all'estero per acquisti di tela. caschi, unifonni, ecc., impianta laboratori locali per la confezione di divise e fa allestire dalla conceria di Brava 10.000 paia di sandali.
Servizio di cassa
È istituito il 10 luglio 1935, e fino a dicembre 1935 funziona solo per le esigenze della divisione "Peloritana". Dopo tale data accentra anche il servizio presso le rimanenti Grande Unità, inviando il personale addetto presso i vari corpi se necessario in aeroplano. Anche in questo caso, dunque. un accentramento non attuato in Eritrea. Servizio idrico
l1 rifornimento di una quantità di acqua sufficiente per la forza che si intende impiegare è problema arduo almeno quanto quello dei trasporti. Con la "Peloritana" viene inviato in Somalia solo un plotone idrici senza attrezzature. Già durante il viaggio Graziani chiede l'invio di una nave cisterna stazionaria e di potabilizzatori, tubazioni, attrezzature ecc. che vengono concessi in ritardo (una compagnia idrici aulocarreggiata e 2 sezioni potahilizzatori sono inviali nel sellembre 1935 un'altra compagnia idrici con parco nel novembre 1935; un parco compagnia idrici nel marzo 1936). ln sostanza, le risorse idriche locali (di vario genere) sono sfrullate a fondo con sistemi ed espedienti diversi e soprattutto durante il movimento - con impianti di captazione e depurazione dell 'acqua dei fiumi. I rimedi escogitali non danno mai tranquillità e certezza dei rifornimenti, e dimostrano che, nei primi mesi del 1935, le esigenze relative al Servizio erano state molto sottovalutate dai Ministeri competenti. Concludendo, è indubbio che il problema logistico dello scacchiere sud - e con essa la riuscita delle operazioni offensive - viene risolto solo grazie a tre fattori concomitanti: la non comune tenacia del comandante locale nel superare con spregiudicatezza le remore burocratiche e amministrative, la larghissima autonomia decisionale che gli viene concessa e la possibilità, mai venuta seriamente meno, di approvvigionarsi largamente - specie per viveri e automezzi - nelle vicine colonie inglesi, a Cipro e negli Stati Uniti. Naturalmente ciò non può non aver avuto un prezzo elevato, anche in termini di esborso della (scarsa) valuta estera.
La guerra d'Etiopia (1935-1936)
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8. Ammaestramenti Sono tratti principalmente da Badoglio104 e da Dall'Ora 105 nelle loro opere (a Dall'Ora non viene inspiegabilmente richiesta una relazione ufficiale). Da ricordare anche alcune indicazioni di interesse logistico nel numero speciale dedicato alla conquista dcli' Etiopia dalla Rivista di Fanteria, con entusiastica prefazione del direttore col. Scala (agosto 1936), e alcuni commenti contenuti nella relazione sul Servizio di commissariato.
Problema logistico in generale I riepiloghi delle armi, artiglierie, munizioni e materiali più significativi impiegati e prodotti sono di per sé eloquente dimostrazione dello sforzo compiuto e dei suoi riflessi sulla preparazione della guerra europea (vds. Documenti 12/m e 13). Mentre per il Dall'Ora il problema logistico è basilare e tale da condizionare le operazioni e la stessa decisione dell'intervento, Badoglio diversamente dalla stessa regolamentazione - lo giudica "fra i primi e più importanti, ma non il solo. Vi sono quello organico e quello degli armamenti di importanza forse superiore, certo uguale". Per contro, secondo il maresciallo la campagna è stata condotta all'insegna dell'improvvisazione, mcmre la preparazione per una impresa coloniale deve essere completa e minuziosa.
Intendenza Non emergono, come in passato, contrasti tra Intendente e Comandante (anche se Badoglio nel suo libro è molto parco di elogi per I 'Intendenza, e Dall'Ora dal canto suo si astiene dalle consuete frasi di omaggio ai meriti del Duce e del comandante quasi d'obbligo in questi casi). Secondo Badoglio l'Intendente deve avere il massimo grado di autonomia e iniziativa, purché agisca nello slrello ambito del comandante, del quale deve sempre conoscere il pensiero. Dall'Ora ritiene necessario - ciò che evidentemente non è avvenuto nemmeno nella campagna d ' Etiopia - che Intendenza e Servizi siano pronti a funzionare nei vari scacchieri, ancor prima dell'arrivo delle truppe. Quindi: gli organi tecnici dei Servizi devono operare anche in tempo ùi pace a slrcllo contatto delle truppe come in guerra, gli Stati Maggiori - anche approfondendo l'esame dei Servizi nelle esercitazioni - devono acquisire una maggiore coscienza logistica, e infine (vecchio auspicio di alcuni auto-
Badoglio, Op. cit., pp. 207-217. F. Dall'Ora, Op. cit .. pp. 301-324.
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ri dei primi anni del secolo e del Liuzzi) presso i Comandi designati di annata (che al momento ne sono privi) dovrebbero funzionare fin dal tempo di pace alcuni organi direttivi di base (Intendente, Capo di SM, dire7ionc trasporti e lappe) per lo studio del problema logistico, l'indispensabile affiatamento, i contatti preliminari ecc .... La relazione sul Servizio di commissariato, accenna ai danni e disservizi provocati dalla ritardata c incompleta diramazione di valide norme amministrative: ne scaturisce la necessità che l'Intendenza sia messa in grado di operare fin dal primo momento in un contesto di disposizioni amministrative chiare e aderenti alle effellive necessità di guerra. Quadri dei Servizi Come già il Liuzzi per la prima guerra mondiale, Dall'Ora lamenta che "parecchi" (anche parte di quelli in SPE) sono giunti in colonia impreparati ai compiti che erano chiamati a svolgere, non a conoscenza dei regolamenti e istru1ioni a carattere tecnico e delle norme tecnico-amministrative, privi dell 'cspcricn1.:a necessaria e in condizioni fisiche e di età non sempre risponùeuli alle e:,igt1ue ùella guerra coloniale. In 18 mesi ùi lavoro comunque hanno imparato, e Dall'Ora ne auspica una prolìcua utiliaazione nei futuri impieghi (ciò che non sembra sia avvenuto, a cominciare dal Dall'Ora stesso). Badoglio conferma implicitamenlC il giudizio di Dall'Ora, affermando che "v'è sempre ancora molto da fare" per addestrare e formare dei tecnici, quali richiede la guerra moderna. Reclutamento e addestramento delle truppe dei Servizi Consueta carenza - come in Libia, nella prima guerra mondiale ecc. - di specialisti (panettieri, infermieri, conduttori, conducenti delle salmerie). La maggior parte ... impara guerra durante: "perciò graduati e truppe da adibire ai Servi1.:i costituiscono problema da rivedere sostanzialmente, per adeguare la loro preparazione a un immediato rendimento e il loro numero alle reali necessità di guerra". Fisionomia organica in generale Badoglio malauguratamente sembra accreditare le note tesi a favore dell '"economia", dell'accentramento, dell'alleggerimento delle unità, a cominciare dalla divisione ternaria, che giudica (riferendosi però all'ambiente coloniale) troppo pesante. Tutto ciò che non è impiegabile - egli ricorda - viene inesorabilmente lasciato indietro e appesantisce, ingombra, deprime il morale. La guerra italo-etiopica ha sconvolto molti dei dati teorici in uso: capacità logistica di strade e mulattiere, possibilità e rendimento dei mezzi, velocità, durata delle m;irct", hisogni ciel soldato. Tutto può essere rivisto e studiato secondo il seguente concetto: "da tutto e da tutti si può pretendere di più".
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Meccanismo dei rifornimenti e acquisti Non è basato su valutazioni preventive dei Ministeri ma sull'inoltro di richieste da parte dell'Intendente alla Madre-patria, che richiedono - considerati i tempi di approntamento, i vari livelli interessati, i meccanismi di rifornimento ecc. - ben tre mesi dalla data della richiesta stessa prima dell'arrivo in colonia dei materiali, obbligando gli organi direttivi sul posto a non facili calcoli di previsione. Vi sono, come si è visto, ritardi nell'arrivo specie di quadrupedi e automezzi, e alcuni materiali lasciano a desiderare anche per qualità. Gli approvvigionamenti sul posto per rimediare ai ritardi sono propo;.ti dall'Intendente, ma di competenza degli organi del Governo civile. Dall'Ora ritiene invece che data la preminenza delle esigenze militari - l'Intendente oltre ad essere l'organo proponente, avrebbe dovuto essere anche l'organo deliherante con tutela amministrativa formale da parte dell'Ispettore generale amministrativo alle dipendenze del Ministero della guerra. (In pratica: piena autonomia amministrativa all'Intendenza per gli acquisti, senza interfere,u.e di altri organi). Si è già fatto cenno allo :scar:su cuon.lim1111c::11tu <lei puleri nel punu
di Massaua: ma il Dal! 'Ora va molto più in là, accennando in generale ai rapporti tra autorità civili e militari in una colonia in guerra: POTFRI c1v11.1 F MILITARI. - Gli uomini sui quali s1 assommano le responsabilità occorre abbiano i maggiori poteri coordinativi in ogni campo, civile e militare. quando predominino particolari necessità militari. ed occorre che le amministrazioni civili si mettano in grado di aderire alle necessità degli organi mobilitati, rappresentando il limite delle possibilità. senza però estendere le loro funzioni ad un maggiore esercizio. È questa una necessità che non sempre venne integralmente rispettata, ed in tutti i settori in linea esecutiva, durante la campagna A.O. Nel porto di Massaua, mantenevano proprie attribuzioni e diverse dipendenze organi della R. Marina, della Capitaneria di Porto e della R. Dogana: nel territorio delle retrovie, che cominciava a Massaua e giungeva fino quasi alle linee di combattimento, o per lo meno fino al vecchio confine. si sovrapponevano autorità civili del Governo Eritreo ed autorità militari mobilitate: l'amministrazione di un complesso organico mobilitato dal Ministero della Guerra faceva capo a quello delle Colonie. e per esso gli organi amministrativi del Governo Eritreo; le affluenze di elementi civili e dille la cui attività in Colonia interessava l'Autorità militare erano regolate dalle Autorità civili; le tariffe dei compensi e prestazioni d'opera e per autotrasporti militari erano pure stabilhc da organi civili; il movimento portuale in Massaua si regolava dalla Madre Patria più in relazione al numero dei piroscafi in rada che alle necessità del Corpo di Spedizione. Tutto ciò non poteva che portare ad atlriti ed interferenze la cui portata assumeva maggiore o minore acuteLZa a seconda del 1,;arattere e dd senso di 1,;omprensione, delle reali e superiori necessità, da parte degli uomini preposti alle varie attività. Né si può dire che la nomina al Governo dcli 'Eritrea di un Vice Governatore militare portasse ad un miglioramento della situazione. perché si metteva un ufficiale generale nella condizione di limitare le proprie attività al ristretto campo civile per non interferire nelle competenze cd attribuzioni delle autorità mobilitate, e dell'In1cnden:,;a in particolare, che doveva avere libero campo di azione proprio nel territorio della
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vecchia Eritrea, divenuto grnnde ha,e logistica per le operazioni che si andavano sviluppando. Meglio sarebbe stato, riferendosi alle ,pecifiche e contingenti circostanze di cui trattasi, affidare la carica e le responsabilità d'Tntendenle al Vice Governatore militare o adottando una soluzione inversa - affidare le attribuzioni civili di governo ad un Segretario Generale di colonia dipendente dalle autorità mobilitate per lutto quanto poteva interferire nei rispettivi compiti. In sintesi «troppi galli in un pollaio ···" mentre sarebbe stato bene che a tergo fosse stato uno solo a comandare.
Trasporti e Materiali La maggior parte delle osserva;,ioni e proposte dal Dall'Ora riguardano i trasporti e le possibilità di rapido trasporto elci materiali e meui. li forno Weiss si è dimostrato troppo pesante e ingombrante, e il carro a traino animale sul quale è montato inservibile: il forno è stato sempre autotrasportato, caricando il carroforno sul cassone del mezzo. Il Dall'Ora e la Relazione sul servizio di commissariato sono concon.li nel ritenere necessari nuovi modelli di forno più leggeri e maneggevoli, autoportati o sommeggtabilì, con funzionamento a nafta, da impiegare specie in zone di montagna e in colonia. In una guerra su fronti europei invece, per il Dall'Ora .. l' attenzione maggiore dovrà essere portata alle possibilità di pianificazione con forni stabili in muratura, e rapidi autotrasporti del pane". Alcuni ospedali dovrebbero essere resi mobili, assegnando loro mezzi di trasporto (automezzi e o salmerie) in proprio per metterli in grado di seguire da vicino e tempestivamente le truppe operanti (gli organici prevedevano solo dotazioni "a terra" da trasportare con automezzi richiesti di volta in volta quando erano necessari spostamenti, a tutto danno della tempestività degli stessi). Per contro sui trasporti in generale anche il Dal! 'Ora (ma in colonia e in un quadro di costante scarsità di mezzi) ritiene più redditizio l'accentramento in autogruppi di manovra a livello di armata, il che non era sempre vero anche nel particolare terreno della colonia, visto che secondo quanto riferisce il sottosegretario Lessona nel suo citato rapporto a Mussolini (26 giugno 1935) nel congedarsi da me, il comandante della "Gavinana" ha espresso un solo desiderio, che era quasi una invocazione: mi si ridiano al più presto i mezzi organici di trasporto perché io possa mantenere intatto il grado d1 erficien ..rn raggiunto dalla mia divisione. Sul ruolo dei trasporti a motore, secondo il Dall'Ora non è più il caso di parlare di parziali motorizzazioni, ma delle modalità e forme più convenienti di motorizzazione "su vastissima scala". E poiché una forma moderna di mobilitazione deve basarsi in gran parte su automezzi requisiti o noleggiati, gli organi direttivi, l'industria automobilistica e i tipi di automezzi civili in esercizio devono corrispondere in pieno, per
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quantità e qualità, alle esigenze militari, che possono sorgere senza preavviso (con queste affermazioni, il Dall'Ora implicitamente riconosce che in occasione della guerra d'Etiopia ciò non è avvenuto, o non è sempre avvenuto). L'importanza dei trasporli è tale che, a suo giudizio allo stato attuale il Servizio trasporti è elencato e trattalo nelle "Norme generali" a seguito di altri Servizi; per la sua peculiare importanza e correla7iOne che investe tutta l'organizzazione logistica sembrerebbe che per i trasporti si dovesse fare trattazione diversa: o prima di ogni altro servizio, o a compendio di tutti; comunque con diverso o maggiore risalto. Trattazione, beninteso. non limitata al solo campo, quasi astratto della regolamentazione, ma estesa in quello della pratica applicazione, attraverso opera tempestiva e preveggente delle competenti Autorità centrali.
Le strade sono fattore essenziale per il movimento e il rifornimento delle truppe. Il movimento delle truppe in avanti richiede sempre la costruzione a tergo, il più rapidamente possibile, di strade che colleghino le truppe e le basi logistiche. Per questo, secondo Dall'Ora, I 'esperienza consiglia di mobilitare sin dall'inizio delle operazioni numerose centurie di lavoratori, con dovizia di mc.a i meccanici moderni e organi direttivi specializzati (personale civile assimilato al grado militare del Ministero dei lavori pubblici). Ma, per 4uanto aperte con rapidità, piste e carrarecce non sono in grado di avanzare con la stessa velocità dei reparti: nessun mezzo meccanico - cingolato o meno - è in grado di assicurare tempestivi rifornimenti alle truppe avartzanti in zone di montagna, mentre le salmerie di combattimento riescono a seguire i reparti che operano fuori strada, ma non sono idonee ai viaggi a spola che richiedono i rifornimenti da tergo, per i quali in zone prive di strade e in montagna neppure l'automezzo può essere impiegato. Per questo unico mezzo idoneo a tale scopo si è rivelato l'aeroplano in servizio logistico, sia che effettui lanci, sia che abhia la possibilità di atterraggi di fortuna[ ...] occorre solo che la regolamentazione, e soprattutto il pensiero, entrino in questo ordine di idee e si operi praticamente per la migliore solu/.ione sen7.a defonnazioni concettuali troppo aderenti alla ·'terra".
Su un altro problema interforze, quello dei trasporti via mare e del razionale caricamento dei piroscafi, già si sono riferite le lamentele e proposte di De Bono e Dati 'Ora. Gli inconvenienti devono essere stati molto seri, visto che persino Badoglio sente il bisogno di raccomandare che "si dovrà su questo importantissimo argomento bene esaminare gli inconvenienti avuti specie per la suddivisione più volte avvenuta di elementi organici della stessa unità tra i vari piroscafi". Riferendosi esplicitamente a talune facili critiche, il Dal! 'Ora conclude con alcune considerazioni anche oggi assai utili per distinguere le vere economie dalle economie solo apparenti, che in realtà si traducono in guasti per l'efficienza dell'insieme, e in maggiore e disordinato dispendio di risorse per porre rimedio ai vistosi inconvenienti a medio e lungo termine:
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criteri e modalità organiche si possono sintetizzare in una sola frase: dare al Corpo di Spedizione tutti i mezzi e la possibilità di risolvere la campa~na totalitariamente e nel pii, brew tempo possibile. Si può oggi affermare con sicura coscienza che il sistema seguito è stato altresl il più conveniente nella economia generale della campagna[ ...]. Vi è stato taluno che valutando invece eccessive le richieste di mezzi e materiali ha ritenuto l'organii:zazione logistica in A.O. improntala a un troppo largo dispendio (organizzai;ione cioè di "lusso"). È pacifico che il Corpo di Spedii;ione avrebbe poluln essere organinalo e rifornito con diversi criteri di economia, più restrittivi. Non avrebbe però in Lai modo raggiunto il potenziale bellico sufficiente a tulio osare e la campagna si sarebbe allungata nel tempo in misura imponderabile. E si lascia alla considerazione generale il valutare se le restrizioni organizzative non avrebbero, in definitiva, costituito un danno anche in linea finanziaria.
9. Conclusione Ciò che colpisce di più, e che suona da severo ammonimento per gli eventi che si preparano, è il ruolo importante - se non determinante svolto dagli approvvigionamenti di generi alimentari e quadrupedi nelle colonie inglesi a sud di Sue.le persino a Cipro, e di automezzi negli Stati Uniti: si può dire che nell'ultima fase della campagna l'avanzala procede in buona parte su ruote americane, con rifornimenti inglesi c su automezzi civili. Queste constatazioni, raccordate con i difetti non trascurabili che rivelano numerosi tipi di automezzi militari e di materiali, consentono di concludere che a metà 1936: a) il dispositivo militare italiano, nonostante l'autarchia, non è in grado di condurre guerre - sia pur limitate - senza dipendere fortemente dall'estero per l'approvvigionamento di generi e materiali essenziali, pcrallro dispersi in gran copia nella fornace della guerra; b) le sanzioni, l'embargo, ccc. sono uno strumento di pressione diplomatica e un artificio propagandistico, ma all'atto pratico servono solo a far lievitare gli oneri finanziari pe.r chi vuol condurre guerre Limitate senza il benestare delle grandi poten.le; e) la motorizzazione militare italiana abbisogna di un salto di qualità quantitativo e qualitativo. Quantitativo, perché ormai le necessità di vita di un organismo militare in guerra richiedono un orientamento opposto alla antiquata filosofia dell'accentramento esclusivo che ispira le Norme del 1932, cioè la disponibilità permanente e organica da parte delle divisioni di fanteria e dei principali organi dei Servizi di un minimo di automezzi da accentrare eventualmente a ragion veduta (e non viceversa). Qualitativo, perché c'è molto da rare - si pensi ad esempio alle autobotti - per contrastare la frequente tendenza delJe ditte costruttrici a fornire automezzi militari solo di nome, che con qualche modifica non sempre indovinata sono derivati da quelli in uso in campo civile, quindi poco riusciti e con caratteristiche adatte alle belle strade nazionali, non ai terreni difficili delle colonie, alle strade di montagna e alle particolari condizioni dell'impiego militare in genere; d) vanno riviste e ammodernate le dotazioni e soprattutto qualità e
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quantità dei materiali previsti per le formazioni dei Servizi, in particolare di sanità e commissariato, senza dimenticare il problema del vestiario; e) occorre conferire agli organi esecutivi logistici fondamentali della divisione - a cominciare dalle sezioni di sussistenza·- una sia pur ridotta autonomia amministrativa e capacità di fungere da volano. In campo sanitario, l'abbinamento nucleo-chirurgico-ospedale da campo e il decentramento (o meglio: l'orientamento a favore) anche alla divisione del centro sanitario così ottenuto si rivelano la soluzione più idonea e più frequente (le Norme del 1932 prevedono, invece, che il nucleo chirurgico sia all'occorrenza inviato presso le sezioni di sanità, e che l'ospedale da campo sia decentrato solo eccezionalmente alla divisione); f) il corpo d'armata (non l'armala, troppo distante e non in grado di fornire un supporto logistico tempestivo) si conferma il volano logistico fondamentale per tutti i Servizi, compresi quelli che - come il commissariato, le armi e munizioni ecc. - dovrebbero fun;,ionare, secondo le Norme del 1932, prevalentemente con un legame diretto armata-divisione e/o corpo; g) le procedure e gli orientamenti tipici della "logistica povera", che tendono cioè a far funzionare il dispositivo logistico con il minimo possibile di risorse e con il massimo di "economie" e di accentramento, si rivelano perdenti e an;,i controproducenti. perché aumentano il costo elevato che comportano misure di approvvigionamento decise all'improvviso sotto l ' assillo della necessità, per le quali saltano tulle le regole formali e si bada al risultalo e non al prezzo; h) il superamento non sempre agevole delle difficoltà iniziali di impianto dei vari organi e delle remore e lacune amministrative dimostra ancora una volta la necessità che la struttura direttiva dei Servizi ai livelli più elevati - a cominciare dall'Intendenza - entri in funzione con congruo anticipo rispetto all'inizio delle operazioni, con norme chiare e con personale sufficiente: per le predisposizioni logistiche occorre tempo. Difficilmente giustificabili certi ritardi nell'invio di mezzi e materiali (come quelli idrici) da ritenere sicuramente indispensabili fin daU 'inizio, e certa spilorceria burocratica e limitatezza di vedute nel calcolo iniziale di dotazioni e nell'assegnazione di Quadri in SPE e personale specializzato ecc., per una guerra la cui portata è tempestivamente indicata dall'autorità politica; i) i problemi vitali che investono i raccordi interforze (anche ma non solo logistici) indispensabili in una guerra moderna - come l'organizzazione dei porti e degli imbarchi, il caricamento con criteri razionali del personale, dei quadrupedi e dei materiali sui piroscafi, l'impiego anche in campo logistico dcli' Arma aerea e quindi di aerei da trasporto adani, il coordinamento amministrativo tra organi civili e militari negli scacchieri operativi ecc. - rimangono, a fine campagna, irrisolti o risolti in modo parziale e con temporanei espedienti, pur condizionando fortemente l'andamento delle operazioni. Questo perché prevale in Etiopia la linea di tendenza che impronta tutti gli aspetti della preparazione
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militare fino al 1940: al di là dell'omaggio ufficiale all'unità di comando e ali' integrazione degli sforzi, si crea una situazione di fatto dove le esigenze puramente militari e operative passano costantemente in second'ordine, e si afferma invece la difesa aprioristica, intransigente e sistematica, da parte di ciascun Ministero, organismo civile e militare o forza armala, della propria fella di potere. Per queste ragioni le Norme del 1932 ricevono dalla campagna d'Etiopia una conferma, solo là ove (para. 41 e 42) ammettono che gli schemi e le regole devono essere adattati ai singoli casi e fissano dei criteri generali e generici. Va anche aggiunto che il campo di applicazione delle Norme stesse, e delle regole amministrativo-contabili in materia di approvvigionamenti, è favorito da alcune fortunate e anzi irripetibili circostanze: l'assenza di minaccia aerea avversaria, la sicurezza delle vie di comunicazione marittime e terrestri, la possibilità mai venuta meno di approvvigionamenti a sud di Suez e negli Stati Uniti, la modestia dell'avversario privo di mezzi corazzati, aerei e artiglieri e. Nonostante queste fortunate circostanze e questi limiti, la guerra d'Etiopia - ancor di più della prima guerra mondiale - rimane una grande impresa logistica e un monumento all"ingegnosità, alla capacità di iniziativa e di lavoro tipiche del carattere italiano, dove, come sempre, prevale l'individuo più che l'organizzazione. li risultato è semplice, ma grande: si riesce a f"ar vivere, muovere e combattere un esercito europeo di alcune centinaia di migliaia di uomini, nel difficile ambiente naturak della colonia, creando dal nulla e in pochi mesi la relativa organizzazione, e smentendo lo scetticismo di molti accreditati esperti e generali, italiani e stranieri. Molti inconvenienti erano (come in buona parte quelli prima citati) evitabili, altri inevitabili. Rimane comunque incomprensibile il fatto che il principale artcfit:e locale di quello che alcuni scrittori coevi non del tutto a torto definiscono un miracolo logistico, cioè il generale Dall'Ora, sia elogialo da Dc Bono ma non sia mai nominato né da Badoglio nel suo libro, né dal generale Arrncllini curatore di un'edizione scolastica del libro dello stesso Badoglio (con biografie anche di molti generali di secondo piano), né dal Fettarappa in un'opera anch'essa ricca di biografie di personaggi modesti. 106 Un'altra conseguenza della consueta sottovalutazione della logistica, incoraggiata dalla retorica del tempo che privilegia la figura classica del combattente, ignorando tutto ciò che sta dietro? Sta di fatto che il generale Dall'Ora non viene più impiegato in un campo dove aveva acquisito un 'esperienza preziosa e unica. Dimenticanza per gli uomini, ma anche per le idee: fino ai nostri giorni, i concreti aspetti logistici della guerra d'Etiopia rimangono ignorati, come se i sacrifici, il sudore le difficoltà di allora - quali che siano state le ragioni della spedizione - non facessero parte della memoria sto-
106 Cfr. C. Fetterappa-Sandri. Le unità e i cupi. Roma. Unione Editoriale d'llalia 1938.
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rica del nostro esercito e anzi del nostro popolo. Eppure, rimanendo nel campo strettamente logistico, autorevoli testi francesi attribuiscono al la guerra d'Etiopia grande importanza: il Grand Larousse Encyclopedique afferma che la logistica nel suo concetto moderno e attuale ha fatto la sua apparizione nel corso del conflitto italo-etiopico, e secondo il Le Robert-Dictionnaire Alphabetiqu.e, "la logistica è una branca il cui successo ha inizio dal 1936: esattamente dalla guerra italo-etiopica". Anche nel Corvoisier. nel suo recentissimo Dictionaire d'art et d' histoire militaires si riconosce che "durante il conflitto italo-etiopico I e solo allora - N.d.a.] il termine italiano lo~istica è riapparso nel vocabolario militare francese".107 Di tutto questo vi sarà pure una ragione: non è vero - come affermano taluni - che dalla campagna d'Etiopia non sono stati tratti veri ammaestramenti, perché il particolare contesto in cui è stata condotta non ha consentito di ricavare dati di esperienza validi anche in guerre di lipo "europeo". Dal punto di vista logistico essa ha messo in luce delle carenze e delle sacche di inefficienza che marcano la differenza tra organismo antiquato e moderno, e a maggior rag-ione potevano farsi sentire - e si sarebbero fatte sentire - contro avversari dotati dei più moderni mezzi di lotta, in terreni montani come in terreni adatti all'impiego dei cora1.zati. Soprattutlo, essa ha ampiamente dimostrato un principio solo apparentemente ovvio, che nessuno dei comandanti di laggiù ha mai tra'icurato: che la reale capacità offensiva e le correlate superiorità di fuoco c mobilità dipendono da una preparazione accurata, laboriosa e sen.la false ·'economie", nella quale la logistica occupa immancabilmente il primo posto. E nelJa preparazione come oelJa condotta, i vincoli di tempo, spazio e ambiente naturale non possono essere compressi, violentati o dimenticati io nome delle sempiterne esigenze politiche, che lo stesso Clausewitz voleva in armonia con le esigenze militari, quindi - in primis - con quelle logistiche.
107
p. 522.
A. Corvoisier. Dictionnaire d'arte et d' histoire militaires, Paris, Puf 1988,
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Ferrurrio Bolli
Fii. ft, - Gut•rru d" E1iopia: rifornimenti ammassati sulle banchine del porto di Massaua. (Archivio Ufficio Storico SME)
Fig. 17 - Guerra d'Etiopia: magazzino materiali vari nel porto di Massaua: in primo piano fiuti metallici di carburanti da 200 litri. (Archivio Ufficio Storico SME)
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Fig. /8 - Guerra d'Etu>pia: ,·eduta uereu di horarc11me1111 costr111t1 co11 prefabbricati sull'altopiano di Asmara. (Archivio Ufficio Storico SME)
Fig. 19 - Guerra d'Etiopia: torrefazione del caffè in uno stabilimento di commissariato d' Intendenza. (Archivio Ujfkio Storico SME)
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Ferruccio Boui
Fig. 20 - Guerra d'Etiopia: autocarro leggero SPA Dornnque 1935 idonl'o alla marcia fuori strada e in terreni difficili, largamente impiegato in Etiopia. (Museo della Motorizzazione - Cecchignola)
Fig. 21 Guerra d'Etiopia: autocolonna in marcia sufi' altopiano Eritreo. (Archivio Ufficio Storico SME)
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Fil(. 22 Guerra d'Etiopia: scarico di rifornimenti alla sta-;;ione di L'Asmara. (Archfrio Ufficio Storico SME)
Fig. 23 - Guerra d'Etiopia: so.11a tll'lla n1/01111a Na.1 i a Sl'gog<Ì (Scacchiere sudSomalia). ( Archi l'io Ujjiciu Sturico SME)
CAPITOLO X
LA GUERRA DI SPAGNA (1936-1939): FlSlONOMIA GENERALE DELL'ORGANIZZAZIONE LOGISTICA E SUA EVOLUZIONE
1. Spunti bibliografici di interesse logistico Come si è visto, il materiale (anche coevo) d'interesse logistico disponibile sulla guerra d'Etiopia - a cominciare dalla memorialistica è numeroso e con contenuti che tutto sommato poco concedono a intenti propagandistici e non ne intaccano l'interesse e il pregio tecnico-militare. Il contrario avviene per la guerra di Spagna: pochi contributi che tutti però risentono - in un senso o ncll 'altro del carattere ideologico che a torto o a ragione si è voluto attribuire alla guerra; nessun contributo logistico organico e specializzato. Influiscono su questa carenza di fonti i fattori più disparati: la durata della campagna (tre anni), che si conclude alla immediata vigilia della seconda guerra mondiale senza la'>ciare il tempo per raccogliere le idee; il particolare clima (con aspetti inusuali di "camuffamento") nel quale hanno inizio i preparativi, che date le delicate incidenze sui rapporti internazionali si tende a mantenere celati anche durante e dopo la guerra; il carattere della guerra stessa, complessivamente meno "logistica" dell'Etiopia; la prova indiscutibilmente meno esaltante fornita dalla logistica nel suo complesso, che già scaturisce dall'intreccio di fattori prima individuati. Questi fattori sono tali da accrescere, sia pure in altro senso rispetto all'Etiopia, le difficoltà oggettive che ostacolano la prepant7ione logistica e il re golare funzionamento dei Servizi: di conseguenza, non è facile studiarli e ammetterli tutti e subito. Sta di fatto che al momento attuale (giugno 1990) l'unico contributo logistico specifico rimane quello del generale Francesco Belforte (pseudonimo del generale Biondi-Morra, all'epoca Capo dell'Ufficio Storico SME) il quale nella sua voluminosa opera (in quattro volumi), sulla guerra di Spagna dedica un capitolo di sole 18 pagine ai Servizi d 'lntendenza. 1 Va tenuto presente per i numerosi dati anche il più recente saggio (1980) del generale Montanari su L'impegno italiano nella guerra di Spagna. 2 Di particolare interesse non solo per il Servizio di com1 F. Bel forte, La guerra civile in Spagna, Milano, 1SP1 1939 (4 Voi.), Voi. TV, Capitolo Xl, pp. 187-204. 2 M. Montanari, L' impegno italiano nella guerra di Spagna, in Memorie storiche militari 1980, Roma, SME-UF. Storico 1981 , pp. 121-152.
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Ferruccio Bolli
missariato la relazione (unica del genere) del direttore di commissariato in Spagna pubblicata nel 1942.3 Per il consuntivo logistico della campagna sotto il profilo dei costi e dei materiali impiegati, l'unico breve contributo (tra l'altro con tutti i crismi dell'ufficialità) rimane quello non firmato - del 1941 a cura della Rivista di Commissariato, la quale precisa che "queste cifre non sono dirette agli spagnoli, ma agli italiani e sono incontrovertìbili".4 Un quadro, dunque, assai scarno, che va completato con qualche accenno - interessante ma non tale da aprire nuove prospettive-contenuto nelle opere del Bollati-Del Bono, del Coverdale e - solo per Guadalajara - del Conforti (che peraltro non indica le sue fonti). 5 Infine, alcuni spunti di carattere logistico fornisce anche il libro del comandante dell'artiglieria generale Manca di Mores.6
2. Caratteri generali della campagna e riflessi logistici Almeno ad un primo esame, le difficoltà logistiche che presenta l'intervento in Spagna potrchhcro apparire molto minori di quelle della campagna <l'Etiopia: un clima più "europeo", un terreno complessivamente meno aspro, un complesso di infrastrutture di base (strade, ferrovie, ospedali, risorse agricole e industriali) inesistente in Etiopia, maggiori possibilità di approvvigionamento sul posto grazie anche al concorso dell'Intendenza spagnola, molto minore distanza dai porti della Madrepatria (anche se la configurazione del territorio controllato dai nazionalisti impone di sbarcare truppe e materiali al di fuori del Mediterraneo, nei porti subito a ovest dello stretto di Gibilterra). Questi vantaggi, che hanno un peso indubbiamente rilevante per tutta la campagna, sono annullati dalle forme e dai modi nei quali si svolge l'intervento, che non di rado ripropongono gli antichi inconvenienti delle nostre spedizioni oltremare (e delle prime due campagne d'Eritrea in particolare). Nessuna strategia chiara fin dall'inizio, in quanto la strategia è dettata o da esigenze di politica internazionale o dalle im3 R. Ferrero. / Servizi di commissariato in SpaKnafino alla battaKlia dell'Ebro . ..Rivista di commissariato" n. I, 2, 3, 4/1942, e F. Papadia, / Ser\lizi di commissariato dalla battaglia del/' Hbro a fine campagna , .. Rivista di Commissariato" n. 5/1942. Il colonnello Ferrero fu direttore di commissarialo in Spagna; il maggiore Papadia fu aiutante maggiore. 4 Lo sforzo del 'Italia per aiutare la Spagna, ..Rivisla di Commissariato" n. 2/1941. 5 Cfr. A. BoUali-G. Del Bono, La l(Uerra di Spal(na - sintesi pvlitico-militare (2 voi.). Torino, Einaudi. 1937; J.F. Coverdale, / fascisti italiani nella guerra di Spaw1a, Bari, Laterza 1977; O. Conforti, Guadalajara. Milano, Mursia 1967. Al momento attuale (luglio 1990) risulta in corso di compilazione e di imminente pubblicazione la storia u fficialc della campagna. 6 Cfr. f'. Manca di Mores, L'impiego dell'artiglieria italiana nella guerra di Spagna (marzo 1937-novernbre 1938), Roma, Tip. Regionale l 941.
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prevedibili vicende ed esigenze politiche della guerra civile, e in seguito è decisa da Franco. Nessun periodo di preparazione, tanto più necessario per l'impiego di forze volontarie in una nuova campagna che si apre praticamente senza soluzioni di continuità rispetto a quella etiopica. Nessun orientamento stabile sull'assetto organico e sui compiti delle forze, legati ad esigenze anche internazionali che ne impongono continui rimaneggiamenti. Soprattutto, ricorso a truppe e Quadri volontari, quindi reparti di formazione a basso tasso di specializzazione, pochi Quadri in servizio permanente (con tutti gli inconvenienti anche di carattere logistico che ciò comporta) e impossibilità di inviare sul posto - come era avvenuto in Etiopia, ma anche in Libia - unità organiche regolarmente mobilitate e già affiatate. Questa instabilità organica di base - con tutti i negativi riflessi che ne derivano specie in reparti italiani ove da sempre la conoscenza dell'uomo e l'affiatamento sono fondamentali - è ancor più aggravata dalla strategia che per esigenze politiche e militari Franco adotta fin dall'inizio: prevalenza delle esigenze di conquista e di "pacificazione" del territorio e della valenza politica degli obiettivi, rispetto alle esigenze puramente operative legate alla "guerra di rapido corso" che i comandanti italiani vorrebbero far prevalere; scarsità di forze e di fuoco rispetto agli spazi assai ampi da difendere o conquistare, ciò che rende di per sè possibile, anzi inevitabile una "guerra di movimento" e scongiura la stabilizzazione troppo prolungata delle fronti, ma al tempo stesso impone elevala flessibilità operativa ed organica, per predisporre in tempi brevi e spostare su vari fronti molto lontani fra di loro forze e mezzi via via strutturati ex-novo per le esigenze dei particolari settori nei quali condurre le operazioni. Per completare il quadro, va tenuto conto che non è possibile utilizzare gli ammaestramenti logistici (e gran parte dei Quadri) della guerra d'Etiopia, che si conclude a distanza di tempo troppo ravvicinata rispetto ali 'inizio dell'intervento in Spagna. La guerra - guerra eminentemente "politica" - è inoltre condotta prima dal SIM, e poi dal Ministero degli esteri (ufficio "S"), con i Ministeri militari - e il Comando del Corpo di Stato Maggiore - ridotti spesso a un ruolo meramente esecutivo e tecnico di fornitori di uomini e mezzi, senza un peso sulle decisioni strategiche fondamentali. Anche questa eircostanza, abbinata alla solita scarsità in Patria di materiali e mezzi moderni a sua volta acuita dalle esigenze deU 'Etiopia, finisce con il ridurre l 'influenza dello Stato Maggiore e con l'impedire che venga data una giusta priorità alle esigenze tecniche, quindi logistiche in senso lato. Soprattutto - e qui i riflessi logistici sono particolarmente sentiti - specie ali 'inizio le truppe italiane hanno alcuni pregi ma anche tutti i difetti delle truppe volontarie e delle formazioni improvvisate. Quadri in massima parte di complemento, richiamati per l'occasione, personale non omogeneo per provenienza e attitudine e per la gran parte composto da portatori di fucile, tra i quali i tecnici sono estremamente scarsi; frequente tendenza al garibaldinismo, cioè all'improvvisazione e aJla superficialità; frequente indisciplina, poca profcssional ità, scarsa cura per le re-
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gole, le procedure, le norme amministrative ecc. (peraltro mal conosciute) che sono insostituibile base per l'efficienza logistica. Inconvenienti in certa misura inevitabili, ma aggravati - e non contenuti - dalla retorica di regime e dalle eccessive euforie per la "guerra breve, rapida, decisiva" rinfocolate anche dal felice esito della guerra d'Etiopia, mentre i comandanti di grado più elevato non sono più i vecchi coloniali (poco amanti del beau geste e indotti alla prudenza se non altro da precedenti esperienze non sempre felici). Infine, il materiale rimane quello della prima guerra mondiale e dell'Etiopia; l'unica connotazione nuova è una relativa abbondanza di automezzi, anche rispetto all'Etiopia. li divario qualitativo di forze non è netto come in Etiopia: le truppe repubblicane nel complesso non raggiungono, specie per addestramento e armamento pesante, gli Standard medi europei ma vi si avvicinano. Dispongono di forze aeree e di una flotta, di buoni ufficiali di Stato Maggiore (come i generali Rojo e Miaja) e hanno aperti canali di rifornimento di materiali bellici moderni con la Francia e specialmente con la Russia (carri armati superiori, per dimensioni e armamento, e quelli italiani; aerei metallici veloci e moderni; artiglierie francesi da 155 mm, superiori e di calibro maggiore rispetto a quelle italiane). L'efficienza delle forze repubblicane è però gravemente compromessa dalle discordie, dalla instabilità politica e dall'abnorme conflittualità sociale, che non consentono di raggiungere le condiLioni primarie per il successo militare (una chiara e coerente strategia, un esercito disciplinato, la giusta autonomia per i generali, retrovie tranquille e massima produttività del! 'industria e dell'agricoltura). Ciononostante, dal punto di vista logistico la guerra di Spagna segna una spartiacque, perché per la prima volta il potere aereo viene concretamente esercitato da ambedue le parti, sia in campo terrestre che marittimo e in misura spesso determinante, non marginale ed episodica come nel' 14-' 18. Ne consegue che il dispositivo logistico italiano - a cominciare dai porti e dalle basi logistiche e dai movimenti motorizzati - è costretto per la prima volta a fare i conti con quell'offesa aerea, che le Norme del 1932 trascuravano, e che impone misure di protezione attiva e passiva alle quali per i motivi anzidetti il dispositivo italiano nel suo complesso (e a maggior ragione quello logistico) è tutt'altro che ben preparato.
3. Cenni (per quanto di interesse) alle caratteristiche
delle operazioni e dello strumento Quattro le caratteristiche salienti delle operazioni, che rendono la guerra di Spagna atipica e hanno - inutile sottolinearlo - primari riflessi logistici: a) il terreno in molti settori è montano, con particolare riguardo alla zona tra i Pirenei e Juca, alle Asturie e alle zone a nord-ovest di Madrid, a sud di Teruel, e a est e sud-est di Grenada. Ne conseguono serie e frequenti limitazioni all'impiego dei mezzi motorizzati e coraLati;
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b) le variazioni stagionali sono assai sensibili, così come le differenze di clima tra una regione e l'altra. Fiumi soggetti a piene improvvise, caldi estivi eccessivi (Andalusia), nevicate che costringono a sospendere le operazioni sulle Sierre da ottobre a aprile, zone soggette a nebbie e a prolungato maltempo (Asturie), con clima stabilizzato - nella zona centrale - solo da maggio ad ottobre. Ne consegue l'esigenza di valutare attentamente i vincoli che le condizioni climatiche pongono alle operazioni (equipaggiamento delle truppe, possibilità di uscita fuori strada anche in zone pianeggianti, impiego dell'aviazione ecc.); c) l'invio di truppe e il loro impiego, quindi il sostegno logistico, sono decisi - specie tra gli ultimi mesi del 1936 e i primi mesi del 1937 - "sul tamburo"; d) le operazioni sono condotte in condominio (e a volte in contrasto) con le truppe nazionaliste spagnole, molto gelose della loro autonomia anche per ragioni politiche interne. Ciò consente tuttavia a1le truppe italiane di utilizzare parzialmente l'organizzazione logistica spagnola, anche per supplire alle carenze del sostegno logistico italiano. Normalmente, la ragione di scambio più frequente è la consegna di armi e di munizioni (delle quali gli spagnoli mancano sempre, con particolare riguardo alle artiglierie) contro viveri e altri generi di commissariato; f) date l'instabilità organica imposta - oltre che dal carattere particolare delle operazioni - dal flusso dei rifornimenti dall'estero per ambeùue i contendenti, non esistonu Grandi U1ù1à-tipo a costituzione organica fissa, come era avvenuto per l'Etiopia e in tutte le guerre d'oltremare precedenti. Le pedine logistiche di base previste dalle Norme del 1932 (sezioni di sanità, di sussistenza, ospedali da campo, nuclei chirurgici, unità automobilistiche, salmerie ecc.) sono di volta in volta impiegate a seconda delle esigenze, spesso senza vincoli organici fissi e variando continuamente le dipendenze. Ne risultano aggravati gli inconvenienti sull'affiatamento tra truppe e Servizi, i problemi di carattere amministrativo-contabile ecc. che già si erano verificati nella prima guerra mondiale - e per la parte amministrativa - anche nella guerra d'Etiopia; g) in sostanza, la capacità di manovra e l'attitudine ad azioni dinamiche e offensive che sono riconosciute al Corpo Truppe Volontarie hanno come rovescio della medaglia (non sempre inevitabile) una logistica frequentemente con il fiato grosso, mai assestata, a volte un po' dimenticata, che risente dell'improvvisaLione, coltiva troppo il verbo "s'arrangcr" tipico delle truppe napoleoniche e conta sullo spirito di sacrificio delle truppe. Il Belforte scrive, a conclusione della sua opera: "il comando dal C.T.V., nato dall ' improvvisazione, con tutti i difetti e i pregi di questa, ha attraversato successivi miglioramenti e adattamenti organici, tattici e spirituali per la guerra tutta particolare che doveva combattere".7 Co-
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F. Bel forte, Op. cii. , voi. IV, p. 223.
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sì stando le cose è la logistica ad essere penalizzata per prima, anche se vi è pur sempre la (spesso cattiva) carta alternativa del ricorso agli spagnoli o alle risorse locali. Le prime operazioni (luglio-agosto 1936) mettono in evidenza il grande rilievo logistico ormai assunto dal potere aereo e dal potere marittimo. Solo grazie alla protezione fornita dagli aerei da bombardamento inviati dall'Italia a fine luglio 1936 (12 S81 dei quali 3 perduti durante il viaggio) e agli aerei da trasporto inviati dalla Germania (30 Ju. 52) Franco riesce a trasportare prevalentemente per mare una prima aliquota di truppe insorte nel Marocco nel sud della Spagna, per puntare su Madrid. I primi invii italiani ( agosto-fine novembre 1936) riguardano carri, artigli cric, 4 autoradio, un'autoambulanza e un ridollo numero di specialisti, con aliquota di materiali (in gran parte antiquati) dei vari ServiLi (tra i quali 800 pacchetti di medicazione, 60.000 uniformi di tela kaki, 50.000 elmetti, 20.000 fucili e moschetti, 102 fucili mitragliatori e mitragliatrici, 32 cannoni da 65/12, 12 mitragliere da 20 mm mod 35, munizionamento relativo, materiale radio e delle trasmissioni, 70.000 maschere antigas, 50 lanciafiamme, 20 autocarri, 20 moto). Questo campionario messo a confronto con quello tedesco rivela fin dall'inizio sia iJ diverso indirizzo seguito dall'Italia e dalla Germania nel sostegno alla parte nazionalista. sia la modestia qualitativa del materiale italiano. In data 18 ottobre il generale Roatta (capo della mic:sione milttare italiana, MMIS) scrive al nuovo Capo di Stato Maggiore generale Pariani: ogni oggetto leùcsco da autocarri a scarpe est llpo modernissimo el serve esposizione per futuro acquisto. Nei nostri reparti ho rilevato invece notevoli deficien1:e che segnalerò dettagliatamente ... 8
Tra il dicembre 1936 e i I febbraio I 937 si procede a un massiccio invio di truppe e materiali, che richiede l'impiego di 62 navi (di cui 5 solo con truppe, 21 con truppe e materiali e 36 solo con materiali). In totale aJ 18 febbraio 1937 risultano inviati in spagna 49 .000 uomini, 488 cannoni, 706 mortai, 1.150.000 proietti di artiglieria, 46 carri veloci, 3.730 automezzi ed ambulanze. Molto carenti l'addestramento e l'amalgama delle truppe e notevoli le difficoltà per predisporre in Patria i materiali (specie per il commissariato, gli automezzi e le trasmissioni). Si è costretti ad intaccare non solo le dotazioni di mobilitazione e di riserva, ma anche quelle delle unità corau:atc e motorizzate in vita, e nel caso delle trasmissioni ad ordinare i materiali radio all'industria, perché inesistenti.9 L'aggravio finan.liario delle sempre più cospicue forniture di materiali alla Spagna è aumentato in misura decisiva dal mancato rispetto da parte del Ministero della guerra delle direttive emanate dal Ministero degli scambi e valute, che prevedevano il pronto pa8
9
Cit. in M. Montanari. Art. rit p . I 2"i J.F. Covcrdalc, Op. cit., pp. 164- 165 e M. Montanari, Art cit., pp. 134-135.
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gamento in divisa da parle spagnola all'atto di ogni fornitura. Mentre la Marina cede due sommergibili solo quando ottiene l'intero pagamento c I' Aeronaulica pretende almeno un acconto, il Ministero della guerra consentì a cedere tutto contro l'impegno di regolare la partita alla fine della guerra. in quanto da un lato non poteva non fornire le truppe italiane combattenti in Spagna e dall'altro riceveva più ordini che pressioni dal Ministero degli esteri, il quale. come si è detto aveva interamente avocato a sé il problema spagnolo. Già al 31 dicembre 1937 l'italia sarà in credito verso il Governo di Frnnco <li circa 100 milioni in valuta in conto forniture, più 194 milioni utilin.ati sul credito aperto da un consorzio di banche italiane sollo la guida <le11a Banca d'Italia. Naturalmente, mentre il sol1ecitato saldo rimarrà senza esito, le richieste di nuove cessioni aumentano. 10
11 17 febbraio 1937 le truppe ilaliane in Spagna assumono la denominazione di Corpo Truppe Volontarie (CTV). La prima operazione di rilievo, quella contro Malaga (5-8 febbraio 1937), benché coronata da un rapido successo, avviene con un'organizzazione logistica ancora allo stato embrionale. Queslo evento fortunato incoraggia a prescindere largamenle da certe buone vecchie regole logistiche e dalla messa a punto dcll 'organiL:zazione logislica anche nella successiva azione su Guadalajara (8-22 marzo 1937), nella quale l'impreparazione logistica è aggravata dal maltempo ed è uno dei fattori determinanti dell'insuccesso. Caratteristica fondamentale di queste prime operazioni è il lasso di motorizzazione relalivamente elevato, anche se non si può parlare di unità e di Servizi completamente motorizzati. Le unità non hanno salmerie e carreggio; ogni divisione a Guadalajara ha circa 200 aulomezzi in proprio e riceve ali 'occorrenza dal Comando CTV i rimanenli automezzi necessari per trasportare la fanteria in zona d'impiego o sposlare gli organi dei Servizi. Solo le unità di artiglieria sono interamenle motorizzate, con automezzi in proprio. ln particolare le artiglierie da 65/17, da 75/27 mod. 1906 e da 20 mm sono autolrasportale (e scaricate dagli autocarri in zona di schieramento) e tutte le altre autotrainate da trattori. Dopo la battaglia di Guadalajara, il 14 aprile 1937 assume il comando il generale Bastico, che riordina con crileri selettivi il CTV e introduce le salmerie. Nella successiva offensiva per la conquista di Prato de Escudo-Sanlandcr (3 luglio-25 agosto 1937) sono impiegate 3 divisioni italiane e una brigata mista italo-spagnola. Il CTV partecipa alla successiva offensiva dell'Ebro (marzo-aprile 1938), al centro del dispositivo con obiettivo iniziale Alcaniz. Il dispositivo comprende 3 divisioni, più i raggruppamenti carristi, artiglierie e genio. Due divisioni (Littorio e Fiamme Nere) sono su 3 reggimenti fanteria di 3 battaglioni ciascuno, un battaglione mitraglieri, un reggimento di artiglieria su 3 gruppi, più aliquote di artiglieria da 37 e 20 mm. La divisione Frecce è su 2 brigate, un battaglione mitraglieri, un reggimento di artiglieria su 2 gruppi più aliquote di a1tiglieria da 37 e 20 mm. Ciascuna brigata si com-
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M. Montanari, Art. rit., p. 136.
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pone di 2 reggimenti su 3 battaglioni e un battaglione d'assalto. Dal 12 al 25 luglio il CTV partecipa alla battaglia del Levante conquistando Albentosa e proseguendo su Benafer, nonostante le forti difese nemiche. Nell'ottobre 1938 sono rimpatriati l 0.000 uomini e il CTV assume un organico più contratto, adottando per le divisioni l'ordinamento "binario" di recente introdotto in Patria per tutte le Grandi Unità elementari (compresa un 'aliquota elevata di salmerie, con un gruppo di artiglieria someggiato). Esso è composto da: a) divisione Littorio (solo truppe nazionali) e divisione Frecce Verdi (mista) ciascuna su 2 reggimenti di fanteria, un reggimento artiglieria, un battaglione mortai da 81, 2 compagnie genio, Servizi; b) divisioni miste Frecce Azzurre e Frecce Nere, ciascuna con 7 battaglioni di fanteria, un battaglione mitraglieri-mortai, 3 gruppi di artiglieria, l battaglione genio, Servizi; c) raggruppamenti carristi, artiglieria (vari calibri e contraereo), genio. In totale, nel dicembre 1938 il CTV può contare su 2.077 ufficiali e 25.935 sottufficiali e truppa. Queste forze partecipano alla offensiva di Catalogna (23 dicembre 1938-10 febbraio 1939) e infine aHa battaglia finale di Madrid (27 marzo-1 ° aprile 1939), puntando su TaranconAlbacete-Alicante.
4. L ' impianw iniziale dei Servizi fino alla battaRlia di Guadalayara (dicembre 1936-8 marzo 1937) La base dollrinale dell'organizzazione logistica attuata è sempre quella fornita dalle Norme generali per l'organizzazione e funzionamento dei Servizi in guerra del 1932, con gli adattamenti imposti dalle esigenze operative che - trattandosi di una campagna oltremare - richiedono soluzioni spesso analoghe a quelle adottate in Etiopia. In linea generale: a) non è possibile costituire (come in Etiopia) un 'Intendenza ancor prima dell'inizio delle operazioni, ma, al contrario, l 'lntendenza - con tutti gli inconvenienti che ne derivano - viene costituita solo operazioni durante e ad avvenuto afflusso della maggior parte delle truppe, dei Servizi e dei materiali (cosa che non si era verificata nemmeno nel 1915); b) l'esigenza di assicurare la massima aderenza dei Servizi alle truppe di volta in volta operanti nei vari settori viene soddisfatta costituendo, come era avvenuto in Etiopia, delegazioni d'Intendenza e magazzini avanzati (ambedue organi non previsti dalle Norme del 1932); c) mancando i livelli ordinativi di corpo d'armata e di armata, la divisione e la brigata sono pedine di base del combattimento direttamente dipendenti dal Comando Corpo Truppe Volontarie (e, per quanto di sua competenza, dall'Intendenza). Di conseguenza esse assumono il massimo rilievo logistico, anche con organi esecutivi (sempre assegnati temporaneamente e ad hoc) che secondo la regolamentazione dovrebbero essere in organico o in rinforzo al corpo d'armata;
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d) diversamente da quanto avviene in Etiopia, le infrastrutture territoriali (ferrovie, industrie, centri abitati, ospedali civili) e l'Intendenza spagnola sono - per così dire - l'acqua nella quale nuota il Corpo Truppe Volontarie, anche se richiedono faticose trattative con le autorità militari spagnole e non sempre danno quanto ci si aspetta. In particolare le ferrovie, nonostante la minaccia aerea e la notevole disponibilità di automezzi, rivestono come sempre un ruolo fondamentale e insostituibile, del resto previsto dalle Norme del 1932. L'attività di carattere specificatamente logistico prende avvio il I 0 dicembre 1936, con la costituzione (alle dipendenze della MMIS - missione Militare Italiana in Spagna in Salamanca, diretta dal gen. Roatta) del Comando della base logistica di Siviglia, con un capitano commissario dell'esercito, un tenente del ruolo Servizi dell'aeronautica e un sottotenente di vascello della marina. I I Questo primo, esiguo nucleo di personale direttivo ha il compito di organizzare la ricezione e la gestione dei materiali di ogni genere che stanno affluendo in misura sempre più massiccia dall'Italia, ai porti di Cadice, Huelva e - in quantità minore - a Siviglia stessa: per carenza di personale per il momento viene costituito un magazzino unico per tutti i Servizi. 12 Il 20 dicembre 1936 entra in funzione a Napoli un "Comando Tappa O.M." con il compito di organizzare la ricezione e l ' alloggiamento del personale destinato in Spagna concentrato in quel porto, vestire, am1are, equipaggiare i sottufficiali e militari di truppa, corrispondere i primi assegni dovuti a tutto il personale (ufficiai i compresi) e inviare lo stesso personale alla destinazione di volta in volta indicata. 13 Per quanto di interesse logistico, l' organico dei principali elementi da costituire (dicembre 1936-gennaio 1937) prevede: 14 a) compagnia mitraglieri su plotone comando (4 autocarri leggeri e 3 plotoni mitraglieri su 3 armi, con 3 porta-arma e 7 porta-munizioni ciascuno); b) plotone mortai d'assalto da 45 mm su: comando plotone (2 portaferiti, l artificiere, l autocarro leggero); 2 squadre mortai (ciascuna su 3 armi, 3 porta-arma e 7 porta-munizioni); gruppo munizioni (7 rifornitori con 1 ACL); c) batteria d'accompagnamento da 65/17 su autocarrette, composta da: Comando batteria (4 autocarrette); linea pezzi (4 pezzi, con 16 autocarrette in totale: 4 per i pezzi, 8 per il personale, 4 per le munizioni, con 100 colpi per autocarretta); autocarreggio, con 12 autocarrette (di
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R. Ferrero, Art. cit., "Rivista di Commissariato" n. l/1942. Per i dati e le lettere di seguito indicati Crr. diario storico CTV (gennaio, feb braio, marzo 1937), AUSSME, Rep. Fn, Racc.l. 13 Let. n. 29230/369 in data 18 dicembre 36 del Cdo Corpo SM (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 220). 14 Si vedano le seguenti lettere del Comando del Corpo di Stato Maggiore: n. 2800/369 del 28 dicembre 36, n. 27960 e 21110/369 del 5 dicembre 36 (AUSSME, Rep. M{l , Racc. 150) e n. 30/369 del 1° gennaio 37 (AUSSME, Rep. Mn, Racc. 151}. 12
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cui 3 per bagagli, viveri, cucina; 2 per materiali vari; 6 per munizioni; I di riserva); squadra munizioni e viveri. su 6 autocarrette (2 di viveri); d) sezione di sanilà divisionale su: Comando (I ufficiale di amministrazione, I cappellano, I sottufficiale di contabilità. I autoambulanza); 3 reparti autocarre1u:iati (ciascuno con 1 ufficiale, 1 sottufficiale, 16 militari di truppa di cui 4 infermieri e 4 portaferiti, con 2 autocarri leggeri); i reparto portaferiti (su Comando reparto e 3 plotoni portaferiti, ciascuno con 1 sottufficiale e 40 portaferiti, con 1 autocarro leggero). Totale della sezione di sanità: 7 ufficiali, 8 ufficiali, 197 militari di truppa, 1 autoambulanza, 9 autocarn leggeri (che trasportano solo il materiale). La sezione può arlicolarsi in 3 nuclei; le autoambulanze sono di volta in volta assegnate dal Comando Superiore; e) sezione di sussistenza divisionale: 4 ufficiali (1 capitano e 3 subalterni), 2 sottufficiali ( I addetto agli automezzi) 42 militari di truppa (di cui 3 capi squadra e 18 macellai), con 5 autocarri leggeri. Si può scindere in 3 nuclei; gli autocarri leggeri servono solo per il trasporto del materiale in dotazione; f) autoreparto leggero al livello di divisione o brigata, normalmente con 4 autosezioni (circa I00 automezzi); g) raggruppamento artiglieria: l'organico iniziale ( I gennaio 1937) prevede un gruppo da 105/28 e un gruppo da 149/12 mod. 1914, con 12 pezzi ciascuno. TI gruppo. interamente motoriuato, è compo<;to da Comando, 3 batterie e I reparto munizioni e viveri, con I O autovetture, 30 trattori, 110 autocarri, 1 autoffidna I! 6 carri-rimorchio; h) batteria da 105/28 a 149/12: si articola su Comando (con I aiutante di sanità, 2 portaferiti. l graduato di contabilità e I scritturale, 3 operai di artiglieria, e artificiere, 1 sottufficiale comandante dei trattori, l autovettura, e 3 autocarri leggeri per esigenze di comando e collegamento); linea pezzi (4 pezzi, 5 trattori Pavesi mod. 1926 o mod. 1930, 2 autocarri pesanti porta-munizioni) autocarreggio ( I sottufficiale contabilità comandante, I meccanico automezzi, l autocarro pesante per il bagaglio e I autocarro leggero con i materiali di servizio generale e di cucina e la parte di razione viveri giornaliera non distribuita); i) reparto munizioni e viveri del gruppo da 105/28 o da 149/12: si articola su I Comando e 3 squadre munizioni e viveri (una per ciascuna batteria). Il Comando ha 1 ufficiale medico, 1 aiutante di sanità, I sottufficiale e I graduato di contabilità, l graduato trombettiere e portalettere, I sottufficiale e un soldato operaio di artiglieria, 2 artificieri, I meccanico motorista. Gli automezzi del Comando reparto munizioni e viveri sono 2 ACL ( I per materiali di sanità e uno per viveri) e 4 ACP (I per bagaglio, I per materiale automobilistico, 2 per trasporto benzina e acqua). Ciascuna squadra munizioni e viveri dispone di 3 o 7 autocarri pesanti per trasporto munizioni (a seconda che si tratti del gruppo da 105/28 o da l49/12) e 1 autocarro leggero, per trasporto viveri. Tra il personale sono previsti 7 (o 9, per il gruppo da 149/12) soldati servizi vari per la movimentazione delJe munizioni. La divisione Littorio è composta esclusivamente di personale vo-
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lontario già in servizio nell'esercito e non richiamato, al comando del generale Bergonzoli e con Capo di Stato Maggiore il ten. col. di SM Giannuzzi (uno dei pochi scrittori di logistica militare del periodo). In corso di arrivo proprio durante la battaglia di Malaga, può essere considerata come un modello organico e un riferimento futuro, anche per i Servizi: quartier generale con drappello automobilistico e ufficio postale; 2 reggimenti di fanteria, ciascuno con batteria di accompagnamento autoportata da 65/17; 1 reggimento di artiglieria, su due gruppi da 65/17; una compagnia mista genio; 1 reparto speciale L.C . (lanciafiamme e chimico); 1 sezione di sanità; 3 ospedali da campo; 1 sezione sussistenza; 1 autoreparto misto. 15 Il 22 dicembre giungono in Spagna le prime truppe (battaglioni Camicie Nere). Il 28 dicembre sbarca a Cadice il nuovo comandante della base di Siviglia (tenente colonnello di SM Zanussi), con organi direttivi dei vari Servizi compreso un capitano e un tenente commissari. Benché siano stati richiesti. non giungono ufficiali di sussistenza (per la direzione di magazzini, depositi, ecc.) ed emerge subito un'estrema scarsità di Quadri dei Servizi. che non trova spiegazioni convincenti. Fino a tutto il gennaio 1937, proprio nel periodo di massimo afflusso di truppe e materiali, i servii.i di commissarialo in Spagna furono rappresentali da 3 ufficiali commissari (due capitani e un lenente), i quali recero fronte alle necessità immediate, di giorno in giorno crescenti, mentre si accavallavano già le occorrenti predisposi7ioni per l'imminente azione su Malaga.16
Il 29 dicembre 1936 il Capo di Stato Maggiore della MMIS impartisce al comandante della base di Siviglia le prime disposizioni orientative per l'azione su Malaga (che si prevede per metà gennaio). 17 Si deve mantenere il più assoluto segreto, perciò "la provvista dei materiali va debitamente mascherata soprattutto con gli spagnoli". Le operazioni richiedono l'organizzazione di una colonna di circa 250 autocarri (più veicoli speciali e carri armati) che devono trasportare 8.000 uomini su un percorso di circa 150 km. Subito dopo inizia una marcia di avvicinamento con truppe in parte a piedi e in parte autotrasportate, divise in due colonne di 125 automezzi ciascuna. L'attacco segue all'avvicinamento senza soluzioni di continuità; dopo l'attacco si prevede un "inseguimento a fondo, immediato", con am bcd uc le colonne ( 150 autoveicoli ciascuna) su una profondità di 100 km. Si prevede che, a poche ore di distanza, segua una terza autocolonna, di circa 130 automezzi, da instradare su ambedue gli itinerari o su uno solo. Le predisposizioni logistiche da adottare sono di conseguenza orientate a rendere possibile un rapido movimento, più che il combattimen-
ASSME. Diario storico CTV (Rep. F/7, Racc. 1). 16 R Fer-rero. Art rir, "Rivisrn rii f'ommiss:iri:ito" n 1/1 Q4? 17 Let. n. 14188/5 in data 29 dicembre 36 della MMTS (Ali. 3 al diario storico CTV).
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to. Ci si preoccupa pertanto essenzialmente del rifornimento carburanti, della disciplina del traffico e della predisposizione di materiali per superare le interruzioni stradali. Gli automezzi devono essere riforniti ali 'inizio dell'avvicinamento e al termine dell'inseguimento. Solo in quest'ultimo caso devono essere impiegate le autocisterne per il primo rifornimento: l 'esperien.ra falla in combattimenti con i carri mi ha convinto che i camion-botte non servono: fanno perdere un tempo enorme. Occorrono latte di benzina e latte di olio. Ogni automezzo deve avere le sue. Per i carri e le autovetture ricorrere a una o più autovetture trasportanti le latte; tali autocarri saranno opportunamente ripartiti nella colonna [quindi, non ci sono ancora i fustini da 20 litri - N.d.a.) .
Devono essere predisposti, e suddivisi in due parchi motorizzati, attrezzi da zappatore per rimuovere ostacoli (200 badili, 200 gravine ecc.) e materiali per l'eventuale costruzione di passaggi (travi, tavole, arnesi, funi, seghe, martelli, ecc.); "il suddetto materiale deve essere riccn.:ato presso gli Enti spagnoli del genio: ciò che non si trova sarà acquistato, previo benestan:: di questa MMST". (Quindi: a fine dicembre 1936 non sono am;ura affluiti i mall!riali del genio, anche quelli di impiego più comune). La truppa porterà al seguito viveri di riserva per tre giorni e doppia dotazione di cartucce: " non poterà effetti personali dt ricambio, quindi occorre prevedere la provvista di sacchetti perché ogni individuo possa chiudervi ciò che lascia". I viveri devono essere prelevati in parte da 50.000 razioni di riserva in arrivo dall'Italia, e in parte presso i magazzini spagnoli: "occorre perciò vedere, senza dare nell'occhio, di cosa dispone la sussistenza spagnola, la quantità disponibile, preventivare l'eventuale acquisto dal commercio, studiare la composizione della razione". Scarso rilievo viene attribuito al rifornimento munizioni: "prevedere soltanto la costituzione di un deposito muni7ioni nella località 8 [cioè in zona attesa, a li 'in i7io dell'avvicinamento - N .d.a. I nella mattinata del secondo giorno di operazioni (come I O giorno intendo quello dell 'attacco). Sarà sufficiente una giornata di fuoco ... ". Riteniamo questo primo ordine logistico importante, perché indica i criteri tattici e logistici tipici delle prime opera.doni fino a Guadalajara, e insieme le carenze iniziali dell 'organizzazionc logistica, non tutte giustificabili: a fine dicembre 1936 è già giunta una quantità non trascurabile di truppe e materiali, e certamente anche in questo caso non si è seguito il criterio suggerito e ribadito dal generale Dall'Ora (vds. capitolo IX) sulla necessità che gli organi direttivi cd esecutivi fondamentali siano impiantati e funzionanti prima dell'arrivo delle truppe. Al tempo stesso, da taluni accenni si può avere un ' idea del tipo di rapporto che fin dall'inizio si instaura con le autorità spagnole: una marcala di ffidenza reciproca, e da una parte la necessità di ricorrere al sostegno logistico spagnolo per colmare le cospicue carenze delle truppe italiane
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(specie per il vettovagliamento), dall'altra il tentativo di dissimulare, anche per ragioni di prestigio, questa dipendenza logistica della quale non si può fare a meno (e si fa poco per fare a meno). Subito dopo l'arrivo del comandante della base di Siviglia, comunque, si inizia la costituzione di magazzini singoli per i vari Servizi, e lo stesso Comando base inizia ad articolarsi in vari uffici. 11 1° gennaio si costituisce a Cadice, porto principale di sbarco, una sezione staccata imbarchi e sbarchi alle dipendenze de11a base di Siviglia. Riassumendo, a11a data del l O gennaio 1937 gli organi logistici sono: ufficio Servizi della MMIS, base di Siviglia (con ufficio di commissariato, ufficio genio, 4 ufficiali del Comando marina) e sezione staccata imbarchi e sbarchi di Cadice. Nel corso dello stesso mese di gennaio si susseguono con ritmo particolarmente intenso gli arrivi: il 5 gennaio sbarcano la 738a sezione di sanità e la 538a sezioni di sussistenza il 15 sbarcano, tra l'altro, 2 compagnie miste genio, 2 sezioni di sanità, 2 nuclei chirurgici, 4 ospedali da campo, 2 sezioni di sussistenza speciali. Questi organi esecutivi entrano a far parte delle Grandi Unità nelle quali, per la prima volta, anche il livello di brigata ha in proprio organi esecutivi di 2° grado. In particolare vengono costituite: a) 1• brigata mista ( 15 gennaio 1937), con 2 reggimenti misti ciascuno con una batteria da 65/17, l gruppo banderas anch'esso con batteria da 65/17, I compagnia mista genio e aliquota dei Servizi; b) I • brigata volontari ( 17 gennaio 193 7), con 3 gruppi banderas e sezioni sanità e sussistenza; c) 2' brigata mista ( 18 gennaio 1937), con 2 reggimenti misti, un gruppo banderas, una compagnia mista genio, un'aliquota Servizi. li 19 gennaio 1937 si decide di organizzare (facendo riserva di fissarne la dislocazione e le dotazioni) una base nord, che dipende normalmente dal Comando base sud, ha il compito di assicurare il sostegno logistico sia alle unità dell'esercito che a quelle dell'aeronautica e risponde all'esigenza di avere anche nel territorio settentrionale, dei depositi che consentano di compiere colà eventualmente, delle operazioni, senza dover prima trasportarvi tutti i materiali di rifornimento, munizioni ecc. a dette operazioni corrispondenti. 18
n 18 gennaio 1937 il generale Roatta indirizza ai Comandi dipendenti una lettera 1" che ha l'evidente scopo di arginare le lamentele, i malumori e i negativi riflessi sul morale provocati dalle difficoltà e dalle carenze logistiche, "inevitabili in un organismo che non ha avuto nove mesi, ma pochi giorni per venire alla luce". La lettera preannuncia provvedimenti per risolvere le difficoltà del momento e tocca i seguenti argomenti:
JR 19
Let. n. 5/op. in data 19 gennaio 37 della MMIS (Ali. 13 al diario storico CTV). Let. n. 4/op. in data 18 gennaio 37 della MMIS (Ali. 11 al diario storico CTV).
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a) amministrazione: è previsto il raddoppio del soldo della truppa (che sarà portalo a lire 20 giornaliere per il soldato, lire 22 per il caporale, lire 24 per il caporalmaggiore) e l'aumento degli assegni anche per ufficiali e sottufficiali; b) Servizio postale: è stabilito da nonne distribuite a tutti i reparti. Si raccomanda di non fare accenni, nella corrispondenza, alla situazione militare in Spagna e a nomi di località. Tutta la posta in partenza per I'llalia deve essere indirizzata alla base di Siviglia, con regolare indirizzo. La posta spedita dall'Italia per la Spagna deve essere indirizzata: per le Camicie Nere al Comando della Milizia Postelegrafonica in Roma; per gli altri volontari, ai centri di raccolta dai quali essi 5000 partiti [si noti l'inopportuno dualismo - N.d.a.l; c) viveri e generi di conforto. Appoggiarsi ai più vicini reparti spagnoli: "il rancio spagnolo è molto più variato, e nel complesso anche più abbondante del nostro. Non vi è ragione, poiché si può mangiar meglio, di ostinarsi a mangiar peggio, soltanto perché così si è stati abituati. Si deve piullosto conlrollare la regolarità del prelevamento e della confezione rancio, c;enn c;uperare la quota prestabilita di 3 pesetas giornaliere. Per ciò che riesce rlifficile trovare sul posto (pasta. riso, conserva di pomodoro, tabacco) è stata inoltrata richiesta agli organi competenti in Italia»; d) dotazioni varie (che è, evidentemente, il punto di maggior carenza): "è evidente che molti reparti non sono partiti con quello di cui abbisognavano. Anche per questo si è richiesto il materiale mancante[ ... ]. Ma è del pari evidente che non si può pretendere e tanto meno aspettare tutto per essere pronti ad agire. Occorre distinguere bene l'essenziale dall'accessorio 1... 1. Truppa che attende di essere fornita di tutto ciò che è stabilito dalle tabelle organiche per muoversi, è truppa che novantanove volle su 100 non si muoverà mai, o che, se si muoverà, si muoverà male". Evidente, in queste ultime parole, l'intento di passare presto all'azione, prescindendo dalle carenze logistiche e sena aspettarne l'eliminazione. La lettera di Roatta non può porre riparo alle conseguenze della crisi logistica che raggiunge 1'apice nello stesso mese di gennaio 1937, quando con personale estremamente scarso e non ancora sperimentato (anche per i Quadri dei Servizi, con prevedibili inconvenienti, si ricorre in massima parte a personale volontario richiamato dal congedo) si deve fronteggiare contemporaneamente l'afflusso (disordinato e anzi caotico) di truppe e materiali, la costituzione di nuove unità e di nuovi organi dei Servizi (con le relative, indispensabili norme e procedure per il funzionamento) e l'approntamento logistico in vista dell'operazione di Malaga. I disservizi e le carenze maggiori iniziano comunque con il caotico imbarco dei materiali in Italia, e la critica situazione che ne deriva è descritta, senza reticenze, dal Belforte e da altri: Dalla rine di gennaio al IO febbraio giunsero a Cadice, porlo più che medioc remente attrezzato. migliaia di uomini e tonnellate di merci avviale. suhito. verso il nord; altri volontari sharcarono a Siviglia e a Huclva.
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D1 fronte alla m:cessità di far presto, per approfittarn della situazione politicomilitare del momento, il materiale era stato caricai.o, in Italia. in fretta e perciò senza indica7ioni, caoticamente ammassandolo in casse. stivato alla rinfusa mentre non erano stati approntati sufficienti mezzi cli sbarco. Nel Mediterraneo infuriava una tremenda tempesta per cui molti autocarri, stivati nei piroscafi, ruppero i ritegni e cou.arono fra loro giungendo gravemente deteriorati anche in pani vitali. Gli autisti erano inesperti: moltissimi, fra loro. avevano appena sette giorni d'istruzione, sicché, nella marcia di trasferimento da Caclice all'autoparco di Siviglia ( 150 km). gli incidenti stradali furono numerosi e dovuti, tulli. alla imperizia dei conducenti; improvvisati al punto che alcuni fra loro mettevano in marcia l'autocarro partendo dalla 4uarta velocità. Pezzi d'artiglieria erano giunti scn/.a trallori; materiali disparatissimi con imballaggi cli circostanza e senza indicazione di contenuto. Tuili i proietti di aniglicria erano privi - come è, del resto. regolamentare - di spolette e di inneschi che si dovcllcro ricercare nelle numerosissime casse per alcune i;entina.ia di migliaia di proieui. f'u necessario costituire depositi e lahomtori: ricercare il personale spcciuliuato; costruire le chiavi per lo spolellamento; compiere insomma. un gravoso e complesso lavoro di organiuazione con mezzi di fortuna. Complessivamente. in quel periodo, su 66 piroscafi hen 58 auraccarono a Cadice e solo 4 a Siviglia. e 4 a Huelva. Si verificò, così, un eccesso di attrezzatura nella ha,C" cl'afnuen/a cli Siviglia e un difetto di meui nella zona di sbarco 1mprovv1:,ata a Cadicc alla quale, d'altra parte. era pur necessario far capo data l'urgenza delle operazioni su Malaga.20
Il 20 gennaio 1937 viene scelta come località d'impianto della base nord Aranda del Duero. nodo stradale 93 km ad est di Valladolid servito anche da una ferrovia secondaria, ben scelto perché in posizione centrale rispetto ai baricentri delle zone del nord controllate dal Governo repubblicano (Santander/Bilbao-Madrid-Barcellona). Poiché non sono disponibili porti sul Mediterraneo, per raggiungere la base di Aranda del Duero i materiali devono percorrere 1.000 km circa di ferrovia, e inoltre (aggiunge il Belforte) Le lince fcrrnvi~rie ,:pagnnk rrnnn scarsamenle utilizzabili per deficienza di materiale in rapporto. anche, ai bisogni locali. Le rotabili erano in cattivo stato. Ollrc 50 km corrono da Cadicc a Siviglia, oltre 200 da Siviglia a Malaga, ol1re 500 da Siviglia a Salamanca. oltre 800 da Siviglia ad Aranda del Ducro, "Base Nord". Queste foni distanze consumarono meni e tempo limitando il rendimento ciel traffico. 21
Il 23 gennaio 1937 il tcn. col. Faldella, Capo di Stato Maggiore della MMIS, parte per Roma principalmente per appianare le questioni relative ai Servizi (da Roma si rimprovera alla MMIS di inoltrare richieste esorbitanti). Nello stesso giorno sono messi a disposizione della la brigata mista una compagnia mista genio, 2 ospedali da campo e un nucleo chirurgico. Il 24, in un messaggio diretto a Roma, il genera-
20 F. Belfonc. Op. cit., voi. Hl, pp. 87-88. Cfr. anche R. Fcrrero, Art. cit .. "Rivista di Commissariato" n. I/ 1 1942 e J.F. Coverdalc, Op. cii., pp. 196-197. 2 1 f'. Belfone. Op. cii .. voi. 11, pp. 88-89.
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le Roatla nel confermare la sua volontà di dare corso alla prevista offensiva su Malaga accenna a tre difficoltà principali, tutte attinenti alla logistica (non esclusa l'ultima): deficienza qualitativa et quantitativa autisti alt caratteristica carichi piroscafi in arrivo, per cui pezzi, accessori, proietti et cariche giungono separati, sicché non posso ancora determinare quando avrò pronta una ragionevole aliquota di artiglieria alt deficiente addestramento diversi reparti.22
Dal 28 al 30 gennaio 1937 sono impartiti gli ordini per i Servizi in vista dell'operazione su Malaga,2 3 che prevedono l'afflusso in zona di attesa (Osuna-Montilla-Cobra-Lucena) a mezzo ferrovia entro il 29 gennaio e il successivo movimento in buona parte motorizzato, secondo appositi piani di movimento delle colonne. Nelle linee essenziali, l'organizzazione logistica è la seguente, tenendo presente che i Servizi muovono motorizzati, ma non hanno automezzi in organico permanente. Servizio di sanità. Un nucleo di sezione sanità con plotone portaferiti a ciascuna delle 3 colonne (quello delle colonne di centro è internmcntc autotrasportato, gli altri hanno autotrasportato solo il materiale), 22 autoambulanze, ripartite tra le colonne e impiegate a cura dei capinucleo. Ospedale n. 3 I della CRI impiantato a Loja. Ospedale n. 71 della CRI con nucleo chirurgico ripiegato ad Antequera: il personale è impiegato presso il locale ospedale spagnolo. Gli sgomberi della colonna di sinistra e di centro avvengono suU 'ospedale n. 31: quelli della colonna di destra, sull'ospedale spagnolo di Antequera. U rifornimento materiale sanitario avviene presso gli ospedali, tramite ambulanze vuote di ritorno. Servizio vettovagliamento. 3 nuclei di sezione sussistenza, impianti rispettivamente a Antequera (per la colonna di destra), Loja (per le colonne del centro e di sinistra) e alla stazione ferroviaria di Archidona (per la riserva). Il nucleo di Antequera e quello di Archidona si riforniscono presso il deposito dell'Intendenza Spagnola nella stessa Antequera. Quello di Loja, presso il parco dell'Intendenza Spagnola di Granada. Per il rifornimento giornaliero, il Capo sezione sussistenza dispone degli automezzi che in precedenza hanno trasportato l'ospedale n. 31. Ciascuna colonna dispone di 3 autobotti per l'acqua. Ogni soldato ha al seguito 3 giornate di viveri di riserva: non manca mai, comunque, il rancio caldo. I nuclei sussistenza durante l'azione si spostano in avanti, e il giorno 7 febbraio il nucleo cli Archedona si sposta ad Alhama, il nucleo di Antequera si porta a Loja per proseguire su Malaga, e il nucleo di Loja si fraziona in due parti: una rimane sul posto per l'avviamento delle derrate provenienti da Siviglia e da Granada, l'altra si porta a Colemar per rifornire la colonna di centro.
22 MSG. n. 61 /RR del 24 gennaio 37 (Ali. al diario storico CTV). 23 Ordine per i Servi/in. l del 28 gennaio 37; lei. n. 108/0P/S in daca 30 gennaio ~7· O Op per i Servizi n. 2 in data 30 gennaio 37 (AUSSME, diario storico CTV , Ali. 35, 46 e 50).
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Servizio materiali di artiglieria. Le dotazioni per le armi portatili sono: a) d'arma: 72 cartucce e 4 bombe a mano per ogni armato di fucile; 1.200 colpi per fucile mitragliatore; 1.500 colpi per mitragliatrice; 250 bombe per mortaio da 45; 250 colpi per cannone da 65/17; b) di reparto, al seguito delle colonne: 72 cartucce e 2 bombe a mano per ogni armato di fucile, 1.500 cartucce per fucile mitragliatore, 1.500 per mitragliatrice, 250 bombe per mortaio da 45. Le batterie di artiglieria da 105/28 e da 149/14 hanno al seguito 150 colpi per pezzo. Le munizioni di artiglieria e quelle al seguito delle colonne di destra e di sinistra sono trasportate su appositi autocarri; le munizioni al seguito delle colonne del centro e di riserva, sugli stessi autocarri impiegati per il trasporto delle truppe. I posti di distribuzione e avviamento munizioni sono costituiti a Loja e Antequera, e dispongono anche di automezzi per fronteggiare con rifornimenti a domicilio eventuali richieste urgenti. Le richieste munizioni sono normalmente inoltrate al Comando artiglieria della MMIS, tramite i Comandi di autocolonna. Servizio materiali del genio. Con ogni autocolonna muove un plotone artieri con una sezione di parco provvista dei materiali necessari per rimuovere gli ostacoli e costruire passaggi di circostanza su interruzioni stradali. I plotoni telefonisti collegano il Comando delle truppe con la rete telefonica permanente (non vi sono, dunque, collegamenti radio). Servizio trasporti. Sono costituiti a Loja e Antequera posti di rifornimento carburanti (per i quali si prescrivono .. multipli e rapidi mezzi di rifornimento e di travaso" senza specificarli, il che fa pensare - considerando gli orientamenti precedenti per il trasporto in latte e non con autocisterne - che non esistono). Ciascun automezzo è fornito di una dotazione intangibile di carburante in latte, più una botticella d'acqua da 25 litri. Sono assegnate 5 motociclette per ogni comando colonna, 9 per ogni Comando gruppo banderas (escluso il 3° gruppo), 2 per ogni Comando di bandera. Ogni colonna riceve il numero di automezzi occorrenti per il trasporto dell'aliquota munizioni di reparto al seguito. I carri d'assalto sono autotrasportati fino alle località di partenza delle colonne, dove vengono scaricati lasciando gli automezzi a disposizione dei comandanti di colonna. I reparti devono lasciare in zona di attesa tutti i materiali esuberanti. A lai fine, si dispone che ciascun militare di truppa riceva almeno un sacchetto a terra vuoto, per riporvi gli oggetti di corredo che non porterà al seguito. Data la scarsità del numero di autome.ai disponibili in rapporto alle varie esigen.Le, se ne pianifica un impiego tendenzialmente accentralo, che lascia gli automezzi ai reparti e agli organi dei Servizi solo per il tempo necessario a soddisfare una ben definita esigenza di trasporto. All'organizzazione e disciplina degli itinerari è destinalo un nucleo al comando di un maggiore (commissario stradale), che dispone di 5 ufficiali, 6 sottufficiali, 6 carabinieri e 32 militari di truppa (di cui 6 motociclisti). Il commissario stradale ha alle dipendenze una piccola colonna mista di rifornimento e soccorso stradale, composta di 6 o 7 au-
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tocarri carichi di fusti di carburante, 3 autocarri di soccorso e 4 autocarri carichi di personale operaio. Le prescrizioni particolari per il movimento riguardano: a) incolonnamento tattico dei vari scaglioni sia appiedati che motorizzati; b) rigido mantenimento delle distanze tra i vari scaglioni di marcia; e) velocità media delle autocolonne: I 0-15 km/h; d) fermale: una dopo i primi 30 minuti per la messa a punto dei motori; successivamente una di 15-20 minuti ogni tre ore; e) mantenimento rigoroso della destra durante le marce. Nelle fermate, ove possibile autocarri con le ruote esterne nella cunetta della strada; f) ordine e rapidità nelle operazioni di carico e scarico delle truppe. A tal fine i reparti devono presentarsi in zona di carico già ripartiti in gruppi di caricamento. li concentramento delle truppe in zona di attesa per l'azione su Malaga ha termine con un giorno di ritardo sul previsto, "dovuto alle possibilità delle ferrovie spagnole".24 Nel frattempo il I O febbraio 1937, in pieno periodo di preparazione per Malaga. si costituiscono in forma più completa vari organi direttivi ed esecutivi con personale giunto dall'Italia il 30 gennaio. L'ufficio Servizi della MMlS è costituito definitivamente con il ten. col. di Stato Maggiore Morpurgo; il ten. col. commissario Ferrero assume l'incarico di capo-ufficio commissariato e il ten. col. medico Sabatini assume l'incarico di capo ufficio sanità (prima tenuto dal magg. Gonzalcs). E menln: la ballaglia di Malaga è in corso sono costituiti diversi organi cht: formano una prima intelaiatura dell'organizzazione logistica anche nella base nord: autogruppo di manovra e compagnia presidiaria di Cadice ( 1° febbraio); magazzino ricambi auto della base nord (5 febbraio); deposito centrale armi e munizioni della base nord (6 febbraio); magazzino centrale genio e laboratorio centrale genio della base nord (15 febbraio); sezione imbarchi e sbarchi di Huclva, anch'essa alle dipendenze della base di Siviglia (9 febb,aio). A partire dallo stesso 9 febbraio Malaga, dopo la sua conquista, diventa una base logistica per le truppe operanti in quel settore. L'azione su Malaga, pur vittoriosa, mette in luce una visione spesso distorta della guerra di movimento e delle sue esigenze logistiche da parte dei Quadri. Nell'ordine di massima n.7 del 12 febbraio, 25 il generale Roatta con forti parole depreca l'abbandono di armi, equipaggiamento, parli di ricambio per arma, cassette munizioni e simili, tollerato o addirittura ordinato dagli ufficiali per "alleggerire" la truppa, benché fosse previsto un ciclo operativo di più giorni che non consentiva più di tornare sulla base di partern:a. Nella seconda metà di febbraio 1937 sono due gli avvenimenti di
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Diario storico CTV, 30 gennaio 37. lvi. mese di febbraio.
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grande rilievo logistico: l'inizio della preparazione dell'offensiva di Guadalajara e la costituzione dell'Intendenza. Come sempre, ambedue le esigenze non sono ben distinte o separate nel tempo, ma si sovrappongono e accavallano. Ad esse si aggiunge la costituzione di nuovi organi direttivi cd esecutivi con particolare riguardo al Servizio trasporti. Da quando il 15 febbraio I 937 Franco assegna alle truppe italiane il compito di attaccare al più presto lungo la direttrice Siguenza-Guadalajara, le csigcnL.e logistiche che si pongono sono due: trasferire la massa delle truppe e dei Servizi, ancora gravitanti nella zona tra Siviglia e Malaga, a nord di Madrid, attraversando tutta la Spagna in direzione sud-nord; potenziare, di conseguenza, la base logistica nord di Aranda del Duero, fortunatamente non troppo distante dalla zona di Siguenza. Il 16 l"cbbraio 1937 si costituisce l'ufficio trasporti della MMIS (ten. col. di SM Celada) e il 18 l'officina riparazioni auto: nello stesso giorno si verifica un sabotaggio alla ferrovia in zona di Mcrida, che costringe a ritardare di 24 ore il movimento delle truppe da sud a nord. Il 17 febbraio viene emanato il primo ordine per l'approntamento delle unità in L.ona nord, in località ancora da indicare e con ordini solo verbali per i Servizi: il concentramento nella zona prescelta dovrà avere luogo a partire dal 25 febbraio e fino al periodo dal 2 al 5 marzo J937. Il 20 febbraio s1 dispone la costitu,.ione di un magazzino avanzato di artiglieria a S1guenza, del deposito centrale materiale sanitario, del magazzino materiali chimici, del deposito aggressivi chimici, del deposito viveri e vestiario cd equipaggiamento. I primi ordini per i Servizi alle G.U. in vista dell'azione su Guadalajara (inizialmente prevista per il 1° marzo) sono emanati il 22 febbraio 1937, con promemoria del Capo di Stato Maggiore per i comandanti. Si dispone - facendo riserva di altri dettagli - la costituzione di depositi a terra di muniL.ioni e per artiglieria e fanteria e di viveri a Medinaceli, e si raccomanda di predisporre il rifornimento idrico per il movimento nelle zone meno abitate. Il 23 febbraio si dà ordine alla divisione Lit torio di costituire un Comando militare di stazione e di tappa ad AriL.a e Monteagudo, e alla 2' divisione volontari di costituirne uno a Siguenza. Nello stesso giorno, il Capo di Stato Maggiore orienta i direttori di sanità e commissariato sulle ricognizioni da compiere e sui primi provvedimenti da adottare. Nel frallempo l'organizzazione di comando assume l'intelaiatura definitiva. La MMIS si scinde in Delegazione italiana presso il 4uartier generale di Franco e in Comando del corpo truppe volontarie (costituito il 17 febbraio). In data 24 febbraio viene costituita presso la base di Siviglia anche !'"Intendenza 0.M.S.", che ai primi di marzo si trasferisce ad Aranda Del Duero, iniziando a funzionare in questa località dal 5 marzo. 26 La costituzione dell'Intendenza non è una decisione presa e.A
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Let. n. 1342 del 26 febbrnio 37 dell'Intendenza (All. 152 a diario storico CTV).
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abrupto e matura - non senza contrasti di opinione - fin dal 6 febbraio, quando in un messaggio per il Capo di Stato Maggiore generale Pariani il Capo della MMIS generale Roana comunica: "Parlato con Amico [colonnello di S.M. inviato in Spagna quale comandante del reggimento artiglieria della Littorio - n.d.r.]: pieno accordo su varie questioni alt Riesaminata questione Intendenza aderisco proposta impianto Intendenza Cadice con Intendente Scaroina". 27 L'Intendenza O.M.S. ali 'atto della sua costituzione rispecchia sostanzialmente la fisionomia e il ruolo assunti al termine della prima guerra mondiale, con molte analogie anche con l'Intendenza A.O.: Intendente (col. di SM Scaroina), Capo di SM , ufficiale addetto, 2 subalterni distaccati quali ufficiali di collegamento presso il Comando CTV a Salamanca (con il compito di mantenere il collegamento anche con la base sud), 5 direzioni (sanità commissariato, artiglieria, genio, trasporti), 2 uffici (amministrazione e postalc). 28 Ha compiti che fondono insieme quelli previsti dalla regolamentazione per le Intendenze generale e di armata. Come del resto quella in A.O., non funziona nella stessa sede del Comando operativo (come previsto dalle Norme del 1932) ma nel centro di gravità dell'organizzazione logistica, che ormai per tutta la durata della campagna è a nord (Aranda del Duero) e non più a sud (Siviglia). L'Intendenza si mantiene in contatto sia con il Comando del CTV, sia con l'Intendenza spagnola, sia con gli organi centrali in Patria ai quali indirizza le richieste di rifornimento dei generi e materiali che non possono essere acquistati sul posto o fomiti dall'Intendenza spagnola. Avvalendosi delle basi sud e nord alle sue esclusive dipendenze, regola lo smistamento dei generi e materiali in arrivo dall 'Jtalia fra i depositi del sud (base sud di Siviglia) e i depositi principali o centrali del nord (base nord di Aranda Del Duero), rifornendo tramite questi ultimi gli stabilimenti avanzati d'Intendenza costituiti di volta in volta a ridosso dei settori nei quali è impegnato il CTV, i quali riforniscono (dall'indietro in avanti) gli organi dei Servizi delle divisioni. Infine deve anche recuperare, sgomberare e riparare i numerosi materiali inefficienti delle divisioni stesse. La base sud di Siviglia da unico centro logistico a fine 1936 assume gradualmente la fisionomia multiforme di organo di ricezione e riordino dei rifornimenti in arrivo dall'Italia, di avviamento ai centri di raccolta e sgombero del personale da rimpatriare e di alimentazione della base nord con un gettito periodico di materiali, il cui spostamento per ferrovia verso la base nord (900 km di percorso) deve avvenire a partire dal I O marzo 1937 ed è ritardato dalla modesta capacità logistica delle ferrovie spagnole (solo 6-7 treni al giorno). È composta da comandante, Stato Maggiore (2 tenenti) ufficio presidio (3 ufficiali), uf-
27
Ali. al diario storico CTV (febbraio 1937).
28 Cfr. anche, in merito, il diario storico del! 'Intendenza - mano 1937 (AUS-
SME, Rep. Fn, Racc. 43).
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ficio imbar-chi e sbar-chi (3 ufficiali), uffici amministrnzione (2 subalterni), sanità ( 1 ufficiale), commissariato (2 ufficiali), artiglier-ia (7 ufficiali). Dalla base sud dipende la sezione staccata di Cadice (1 maggiore dell'eser-cito comandante, I ufficiale della marina militare, un plotone Servizi, un plotone della Milizia), alla quale competono la direzione dello sbarco delle truppe e dei mater-iali, la rnccolta e lo sgombero dei rimpatriandi e i ser-vizi del pmto. Ali 'atto della costituzione dcli' Intendenza la massa dei materiali è ancora concentrata nella base sud, mentre quelli della base nord sono in buona parte in viaggio. 1 principali mgani esecutivi nel sud sono, sempre alla data del 24 febbraio: magazzino commissariato di Siviglia, deposito munizioni permanente di Dos Hermanas (a sud di Siviglia), depositi munizioni provvisori di Siviglia, Cadicc e Huclva (quest'ultimo destinato ad alimentare i depositi di Dos Hermanas e Aranda del Duero), magazzino armi della fanter-ia di Siviglia, magazzino matcr-iali genio e laboratorio genio di Siviglia. Sono inoltre fermi alla stazione di Siviglia, ancora da scaricare e inventariare, 5 vagoni con materiale vario, 20 vagoni con mater-iali di armamento. 13 vagoni con materiale chimico. Come si è accennato, la base nor-d di Arnnda del Duero ha il compito di alimentar-e le Grnndi Unità operanti, distaccando di volta in volta e nella misurn e quantità necessaria organi esecutivi avanzati dir-etti e coor-dinati da una delegazione d'Intendenza. Essa è composta da comandante, Stato Maggior-e (3 ufficiali), presidio (2 ufficiali), uffici amminislrnziom: (6 ufficiali), postale (2 ufficiali), sanità (1 ufficiale), commissariato (2 ufficiali), artiglieria (6 ufficiali), genio (1 ufficiale). Gli organi esecutivi pr-incipali della base nord a fine febbraio sono pochi e in buona parte in corso di costituzione: 2 compagnie miste del genio, autoreparto della base su 2 autosezioni, magazzino di commissariato (in via di costituzione), deposito muniz.ioni di Aranda del Duero, magazzini e laboratori ùel genio. Per completare il quadro, anche se questa organizzazione fa interamente capo ali' Inlendtnza in A1 anda del Duero, gli altri organi di comando non possono esimersi dall'occuparsi di Servizi. La delegazione italiana presso il quartier generale <.li Franco tratta le questioni relative ai rifornimenti di materiali per l'esercito spagnolo, tenendo all'uopo stretto contatto con l'ufficio Servizi del CTV (non è menzionata l'Intendenza),29 mentre il Comando CTV ha a sua volta propri organi con attribuzioni logistiche non sempre ben distinte <.la quelle dell'Intendenza (Comandi di artiglieria e genio; ufficio Servizi, retto dal ten. col. Morpurgo; ufficio trasporti (1 capitano) e ufficio amministrnzione (1 capitano).10 Quando si costituisce l'Intendenza am.:he l'organizzazione logistica per l'a7ione su Guadalajara è appena abbozzata, e si stanno costi-
29 I .<"I n 6511 del 13 maggio 37 (ASSME. Rcp. F/6, Racc. 100, Cart. Organici). IO Diario storico CTV - I marzo 37.
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tuendo gli organi esecutivi d'Intendenza avanzati: magazzino avanzato genio ad Almazan, aliquote di magazzino avanzato di sanità, commissariato, artiglieria, genio a Siguenza, con aliquote viveri anche a Medinaccli e Catalayna. Le aliquote di materiali occorrenti sono inizialmente calcolate per un 'azione breve, veloce e senza troppi problemi: materiali sanitari ridotti e solo per un'azione breve; nessuna riserva di pezzi e armi portatili nella base nord, 4 unità di fuoco (UNFOC)3 1 di munizioni d'artiglieria predisposte nella base sud e già spolettate, che peraltro devono affluire alla base nord solo ali' occorre11:::a; materiali di commissariato limitati al vettovagliamento. con piccole aliquote di materiali di vestiario ed equipaggiamento; collegamenti limitati a quelli a filo e con una minima riserva di materiali di collegamento a filo e di rafforzamento. Il 4 marzo I 937 (proprio mentre l'Intendenza si sta trasferendo da Siviglia a Aranda del Duero, con sosta a Salamanca) viene emanato da Il 'ufficio Servizi del Comando CTV (e non dall'Intendenza) l'ordine per i Servizi 11. 3.-12 Esso ha larghe analogie con quello della battaglia di Malaga, i cui ammaestramenti in campo logistico esercitano dunque un· influenza più negativa che positiva. Anche in questo caso la parola d'ordine è la velocità, quindi l'alleggerimento: "la truppa dovrà avere con sé il solo equipaggiamento di combattimento, in modo che ogni unità sia in grado di muovere a piedi e di combattere con i soli automezzi organicamente assegnati". Servizio di sanità. Ogni divisione riceve almeno un ospedale da campo (la Littorio ne ha 3) e un nucleo chirurgico, mantenendoli peraltro ripiegati e pronti a seguire (motorizzati) il movimento della rispettiva divisione. Le 20 autoambulanze disponibili (poche) sono ripartite tra le divisioni (2 alla l', 4 alla 2', 4 alla 3', IO alla Littorio). Sono approntati 2.900 posti letto negli ospedali territoriali di Saragozza e Valladolid. Per lo sgombero su queste due località sono predisposti 3 treni ospedale, ciascuno con capacità di trasporto di 250 feriti coricati e 150 seduti (2 a Sigucnza per lo sgombero su Saragou.a e I ad Almazan per lo sgombero su Valladolid). Il rifornimento di materiali sanitari avviene presso il magazzino avanzato materiali sanitari di Aranda del Duero. L'iter del ferito va pertanto dal posto di medical.ione alla sezione sanità e da questa direttamente al treno ospedale (a mezl.o autoambulanza), oppure quando gli ospedali da campo sono impiantati - dalle sezione sanità all'ospedale da campo divisionale e da questa al treno ospedale. Questa organizzazione ha due caratteristiche non positive: la prima è la grande distanza dei primi organi nei quali può effettivamente av3 1 Il Nomendatore orgunico-tatrico logistico del 1936 definisce l'unità di fuoc:o (UNFOC): "Unità di misura per il muni7ionamenlo definita per ciascuna arma o lipo di anna. È termine convenzionale usalo nei c:alcoli relativi alla consistenza dei magiu:zini e depositi munizioni e negli ordim per la costituzione di eventuali scor-
te in previsione di 37ioni". 32
AUSSME, Rep. F/6, Raee. 83.
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venire la cura del ferito dalla zona delle operazioni (200 km circa Saragozza; 300 km circa Valladolid); la seconda è il ripiegamento iniziale degli ospedali da campo che seguono su autocarri le truppe, e presuppongono dunque che - all'inizio dell'attacco - non vi siano perdite e tutto consista in un'avanzata incruenta e veloce. Vettovagliamento. Una giornata viveri di riserva con il soldato e una di scorta presso la sezione sussistenza divisionale (le sezioni sussistenza della 2' e 3' divisione ricevono mezza razione in più per glielementi non facenti parte organica della divisione). Il pane, la carne e la legna per il rancio caldo sono fomiti dall'Intendenza spagnola, con la quale devono prendere accordi i singoli capi ufficio commissariato delle divisioni. Per il vino si deve procedere ad acquisti sul posto. Ad Almadrones (circa 6 km oltre la base di partenza) è prevista la costin1zione di una frazione di magauino avan,ato viveri con automezzi da richiedere all'Intendenza. Per il serviL.10 idrico sono assegnate 4 autobotti alla 2' divisione e 3 alla 3', più 2 di riserva a Siguenza. Queste predisposizioni rendono molto problematica la confezione anche azione durante del rancio caldo (esplicitamente raccomandata dalle Norme del I 932), basata sul regolare e tempestivo afflusso alle divisioni impegnate del pane, della legna e della carne. Pare evidente che. specie in una situaziunc di rapido movimento e almeno per questi generi fondamentali, gli accordi definitivi con l'Intendenza spagnola avrchbero dovuto essere più proficuamente presi - per tutti - da un organo direttivo unico per tutto il CTV, c non dai singoli uffici divisionali. Da notare inoltre che le sezioni di sussistenza divisionali o i corpi non dispongono all'inizio dell'azione di alcuna riserva di pane, carne, vino e legna, da consumare in caso di mancato afflusso da tergo. Muni:r.ioni. A cura del Comando artiglieria, al quale devono essere rivolte le richieste. È prevista la costituzione di un posto di distribuL.ionc e avviamento munizioni per fanteria e artiglieria a Siguenza, che deve avere sempre disponibilità 2 UNFOC (unità di fuoco), da tenere a 11u111l!ro 1.:011 1 iclm:sle da inol!rare al Comando base nord di A randa, dal 4uale le rnuni1ioni sono spedite a mezzo ferrovia. È anche prevista la costituLione sulla base di partenza (ad Algora) di un'aliquota avanzata di munizioni, con automezzi da richiedere. Materiali del genio. Magazzino avanzato e officina riparazioni radio a Alma1an (località sil Duero circa 70 km a nord di Sigucnza). Deposito a terra con legname per riattivare interruzioni e materiale per costruzione ponti a Siguenza. Deposito materiali su ruote a Algora, cioè sulla base di partenza. Trasporti. Le unità dispongono in proprio degli automezzi in organico, oltre a quelli speciali (autoambulanze e autobotti). L 'Intendenza dispone per le proprie esigenze di un autoraggruppamento di manovra su 2 autogruppi ( I pesante su 3 autoreparti, 1 leggero su 2 autoreparti), che all'inizio dell'azione sono impiegati per l'autotrasporto integrale della 3• divisione (meno 1 autosezione pesante. che è a disposizione del Comando presso il deposito munizioni di Siguenza). Non si può
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dire, quindi, che vi sia abbondanza di automezzi. L'unico volano che I 'Intendenza o il Comando hanno disponibile all'inizio è una sola autosezione orientata prioritariamente al trasporto delle munizioni; se le divisioni sono alleggerite al massimo, è per risparmiare automezzi. Per il rifornimento carburanti, ciascun automezzo porta al seguito una riserva di carburanti e acqua. Le autocisterne carburanti seguono le autocolonne; un'autocisterna da 3.000 litri è a disposizione dell'autosezione di manovra a Siguenza. Sono predisposti centri di rifornimento nelle località arretrate di Burgo de Osma (10.000 litri), Almazan (8.000 litri), Medinaceli (26.000 litri), Calatayud (sufficiente ad ogni fabbisogno) e a Siguenza (90.000 litri). Sono, infine, impartite disposizioni di dettaglio per l'organizzazione degli itinerari. A disposizione dei commissari stradali, che hanno i compiti, il personale e i mezzi ai quali già si è fatto cenno, viene messo dal 3 marzo un reparto della milizia stradale con cartelli indicatori, segnaletica ecc., e con il compito di impedire soste che ostruiscono il traffico, compiere gli accertamenti sugli incidenti, assicurarsi che gli automezzi guasti non siano abbandonati dai conduttori, prestare soccorso agli infortunati, organizzare il recupero dei mezzi. Giunto ad Aranda del Duero, l'Intendente tiene il primo rapporto il 5 marzo, cioè dopo l'emanazione di questi ordini da parte del Comando. Prima e dopo 1'8 marzo (giorno di inizio dell'attacco) continua il perfe7ionamento dell'organizzazione logistica, contemporaneo alle disposizioni impartite durante l'azione su Guadalajara. Lo stesso 5 marzo sbarcano a Caùice parecchi organi esecutivi sanitari: la formazione sanitaria chirurgica specializzata Chiurco, l'ospedale militare territoriale italiano n. 43, I '80' e 81' ambulanza radiologica, la 40' e 41' ambulanza odontoiatrica, la 40' sezione disinfezione. Per ordine dell'Intendenza questi organi con tutti i chirurghi disponibili e i materiali sanitari sbarcati con il piroscafo Mirella sono subito avviati ad Aranda del Duero, insieme con tutte le parti di ricambio per automezzi disponibili alla base sud e alle munizioni per artiglieria. Il giorno 7 marzo si installa a Sigucnza l"officina pesante mobile che iniàa subito il suo lavoro, e l'Intcnden.t:a ordina alla base sud di far affluire al magazzino genio di Almazan tutto il materiale radio disponibile e cospicui quantitativi di carburante a Siguenza (5.000 litri di nafta e 3.000 di benzina; 2.000 litri di olio), Medinaceli (5.000 litri di benzina) ecc .. Il giorno 8 non viene inoltrata all'Intendenza nessuna richiesta di munizioni e materiali; nel frattempo continuano i movimenti per ferrovia verso la zona di raccolta delle brigate miste e di aliquote di mezzi corazzati. Il 9 partono da Siviglia per Aranda 2 formazioni sanitarie complete del la CR 1.11 I O si impianta a Valladolid un ospedale italiano da 260 letti e si costituiscono i posti rifornimento viveri e munizioni previsti dall'ordine del 4 marzo. Come risulta dal diario del Comando CTV ,:n lo stesso giorno 10
33
Cfr. Diario storico CTV
marzo 1937.
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marzo incominciano le difficoltà, che sono di carattere logistico e concernono essenzialmente la mancata osservanza delle norme di disciplina stradale (mancato mantenimento delle distanze prescritte tra automezzi - 5 m - e tra autosezioni - 200 m; disordine nelle soste), aggravate dal movimento su un unico itinerario. L'ininterrotta catena di automezzi costituisce così un buon bersaglio per l'artiglieria avversaria, che ne colpisce alcuni (tra i quali uno carico di munizioni) causando confusione. Grazie all'intervento della milizia stradale, l'ordine è ristabilito e il deflusso dell'autoraggruppamcnlo di manovra prima impegnato nel trasporto della 2a divisione volontari può avvenire senza difficoltà. Si verifica però un altro intasamento al km 104, che provoca il ritardato afflusso in linea di un battaglione in retroguardia divisionale. Per eliminare questi inconvenienti, il Comando lo stesso giorno IO invia alle divisioni una lettera che riepiloga e ribadisce le principali disposizioni in merito. Ciononostante, anche il giorno I J mano le regolarità del traffico continua a mancare e la resistenza nemica si sta irrigidendo: pertanto il Comando ordina all'Intendenza di far aftluire urgentemente munizioni in linea, e di disporre perché la divisione Littorio. non impegnata. fornisca 20 carabinieri per costituire sbarramenti stradali. Lo stesso giorno I 1, quindi proprio nel colmo di queste difficoltà (non si cambiano i cavalli in me.u.o al guado) è istituita in Siguenza una delegazione d'Intendenza, che coordina il funzionamento dei magazzini avanzati presso i quali si trovano le direzioni di sanità e commissariato e aliquota della direLione di artiglieria. Anche se 1·1ntendenrn rimane presso la base nord, l'Intendente si reca giornalmente a Siguenza. Contemporaneamente, a variante delle disposizioni iniziali che affidavano al Comando artiglieria la gestione diretta del magazzino avanzato di artiglieria di Siguenza e al Comando Truppe Volontarie l'impiego tattico dell'autoraggruppamento, viene passata all'Intendenza (e, per essa, alla delegazione di Siguenza) la piena responsabilità di gestione anche per questi due importanti organi esecutivi. Il 12 e 13 marLo sono i giorni di masi.ima c1 ii.i, 11011 i-.ulo talli..:a ma logistica, e non solo per il sostegno logistico delle forze impegnate a Guadalajara. Sul piano generale, il diario storico dell'Intendenza riferisce che i trasporti sono sempre problematici, sia per ferrovia che per via ordinaria. Solo il 12 marzo il magazzino genio di Almazan è definitivamente sistemato e si completa l'assegnazione di automezzi e munizioni alle brigate miste. Il 13 le autorità militari spagnole chiedono la piena disponibilità dei carri ferroviari per sgomberare d'urgenza i depositi del porlo di Siviglia e Cordova a seguito della piena del Guadalquivir. l trasporti ferroviari proprio in questa fase cruciale devono perciò essere contratti; sono anche "rastrellati" 37 carri ferroviari di materiali del genio fermi nelle varie stazioni, che vengono fatti proseguire per il deposito genio avanzato di Almazan. Contemporaneamente a bordo del cargo spagnolo Espartel fermo da 3 mesi a Cadice senza che nessuno ne fosse a conoscenza, sono rintracciate le munizioni per batterie da 160 da cedere agli spagnoli.
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Nel settore di Guadalajara, intanto, si ripetono le difficoltà che riguardano per la maggior parte i trasporti automobilistici. Il 12 marzo avvengono i primi violenti attacchi aerei nel settore della 3' divisione, con perdite e soprattutto un grande effetto morale che deprimono le truppe. Il 13 la carente disciplina di marcia causa un nuovo intasamento nel traffico automobilistico, e alle 07,20 si ordina all'aviazione di inviare la caccia per proteggere gli autocarri della Littorio intasati tra il km 90 e il km 84. Alle 1920 (l'intasamento non è evidentemente cessato) si ordina alla divisione Littorio di sgombrare per quanto possibile la strada di Francia dagli automezzi. Molti automezzi sono inefficienti: su ordine del Comando il 12 è costituita una squadra recuperi, e il 13 sono costituite 3 squadre (ciascuna al comando di un ufficiale e, con 7 autocarri pesanti ciascuna), "per il recupero di tutti i materiali e armi lasciati dalle truppe durante l'azione". Nei giorni seguenti continua a provocare inconvenienti la cattiva disciplina stradale, che il 16 marzo induce il generale Roatta a dare ordine di allontanare gli automezzi dalle prime linee per sottrarli al tiro dell'artiglieria e ad inviare alle divisioni e all'Intendenza una lettera sull'impiego dei reparti motorizzati,34 la cui premess;i non si presta ;id equivoci e fotografa l'effettiva diffusione della coscienza automobilistica nel CTV: le contestazioni fatte in questi ullimi giorni circa l'impiego degli automeZLi in genere e in specie di quelli delle unità d1 fantena e artiglieria dimostrano che Comandi e reparti sono all'oscuro delle più elementari norme di disciplina automobilistica e d ' impiego di reparti motorizzati[... ]. Ho visto centinaia di automezzi incolonnati sen/a differenziazione di scaglione e di tipi e con macchine serrate a pochi passi l'una dall ' altra; colonne rigide che al primo intralcio hanno intasato la sede stradale, bloccato il traffico, escluso l'impiego di truppe a mia diretta disposizione[ ... ]. Ho notato la tendenza a spingere le autocolonne fino presso i reparti avan,.ati, e. peggio ancora, a farle sostare nella zona battuta non solo dalle artiglierie, ma perfino dalle anni portatili del nemico. Ciò può essere manifestazione di sprezzo del pericolo, ma è anche sintomo della vera e propria mania di tenere a portata di mano i mezzi, per disporre subito di quel che vi è caricato e che potrebbe. almeno in parte. essere messo a terra.
Di qui, secondo Roalta, due conseguenze principali: esposizione senza alcun vantaggio di uomini e mezzi all'offesa nemica (non solo a quella aerea, ma anche quella dell'artiglieria); comunicazioni intasate. quindi impossibilità per il Comando di manovrare. I rimedi suggeriti sono elementari: far arretrare di alcuni km (cioè di pochi minuti di marcia) gli automezzi di fanteria e artiglieria non appena hanno scaricati truppe e materiali; mantenere le distanze prescritte; non sorpassare automezzi dello stesso tipo; sostare il più possibile fuori strada evitando tratti di strada già occupati sul lato opposto da altri automezzi, curare I 'occultamento e il mascheramento nelle soste. Questi accorgimenti rispondono al concetto elementare, anch'esso sottolineato da Roatta, che gli auto-
34
Let. n. 3078 del 17 marzo 1937 (All. 170 al diario storico CTV).
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mezzi vanno impiegati per spostare uomini e mezzi con celerità, facendoli giungere nelle zone d'impiego nelle migliori condizioni: non vanno impiegati quando invece di accelerare, ritardano l'azione "(questa eventualità si verifica più spesso di quanto a prima vista non appaia)". I provvedimenti logistici conseguenti alla crisi di Guadalajara si protraggono fino al 3 aprile. Sul cedimento prima di tutto psicofisico e morale di Comandi e reparti hanno notevole influsso due fattori di carattere logistico e che incidono sulla regolarità dei rifornimenti, anche a prescindere dagli intasamenti stradali: l'offesa aerea e il cattivo funzionamento di ambedue le branche fondamentali del commissarialo, cioè il vettovagliamento e il vestiario ed equipaggiamento. Gli intasamenti stradali ostacolano già, di per sé, il regolare arrivo dei rifornimenti e del rancio caldo alle truppe in linea, anche perché, dato l'unico asso stradale disponibile, hanno ovviamente la precedenza i trasporti di truppe e munizioni e di feriti. Ma, a parte questo, gli inconvenienti maggiori nascono dall '"alleggerimenlo": non è infatti possibile fornire alle truppe il rancio caldo, perché "le truppe, muovendo per l'azione, non hanno portato le cucine mobili al proprio immediato seguito".35 Il soldato manca anche di indumenti adatti per combattere il clima rigido e per limitare gli effetti debilitanti delle continue piogge, né sono disponibili riserve di vestiario al livello di divisione e Intendenza. Mancano del tutto materiali di cucina di riserva, visto che il diario dell'Intendenza del 19 marzo accenna a una richiesta urgente al Ministero della guerra di "materiale da cucina per reintegro delle dotazioni dei reparti" (che dunque sono state perdute). Al tempo stesso, le esigue scorte di materiali e munizioni disponibili sul posto sono assottigliate - effetti morali a parte - anche dal bombardamento aereo del 20 marzo sulla stazione ferroviaria di Siguenza, "con gravi danni al materiale ancora sotto scarico giacente nei vagoni della predetta stazione". 36 Pertanto il deposito munizioni di Siguenza nei pressi della stazione ferroviaria viene subito spostalo (ma non ci si poteva pensare da quando sono cominciati gli attacchi aerei, 7-8 giorni prima?). Incominciano a mancare generi e materiali di ogni genere, a cominciare dai materiali del genio di rafforzamento (attrezzi da zappatore, sacchi a terra, reticolato ecc.), dei quali sono sprovvisti sia i magazzini avanzati che la base nord di Aranda del Duero, perché i vagoni che li trasportano sono ancora in sosta nelle stazioni di Siviglia e Aranda del Ducro. Dal 15 marzo in poi le richieste di tali materiali all'Intendenza assumono un ritmo addirillura febbrile: ciò dimostra che non è vero - come sostenuto da alcuni - che il CTV dopo essere stato costretto ad arrestare l'avanzata iniziale rinuncia a consolidarsi. Più probabile, inve-
35 R. Fcrrcro, Art. cit., "Rivista di Commissariato" n. I /1942. 36 Diario storico dell 'Tnlendenza - 20 marzo 1937 e F. Bel forte. Op. cii., voi. III. p. 137.
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ce, che il consolidamento non sia fatto bene, anche per carenza di addestramento. Per turare in tempi brevi la nuova falla, si ricorre a tutte le possibilità: spedizione per ferrovia da Siviglia, lo stesso 15 marzo, di un altro notevole quantitativo di materiali; acquisti dal commercio e presso l'unica fabbrica di filo spinato esistente in Spagna; cessioni da parte delle autorità spagnole; richieste urgenti al Ministero (il 21 marzo si richiedono 300 t - cifra che pare eccessiva - di filo spinato e 1.000 mine anticarro, con un plotone di personale specializzato per il loro impiego). Le truppe sono rifornite anche a domicilio, e il 18 marzo sono fatti affluire in linea 200 q di filo spinato trasportati da autocarri. Si fa particolarmente grave anche la carenza di materiali sanitari per posti medicazione, visto che il 21 marzo l'Intendenza richiede al Mi1ùstero della guerra materiale sanitario per posti medicazione "da spedire subito per via aerea". Sono necessari anche reintegri urgenti di munizioni, specie contro-carri e perforanti, e ciò dimostra l'importanza ormai assunta dai corazzati. Il 19 l'Intendenza richiede alla base sud materiali di artiglieria e munizioni per far fronte alle richieste dei magazzini avanzati e del CTV, e raccomanda di spedire urgentemente a Siguenza tutte le munizioni per artiglieria contro-carri disponibili. richiedendo inoltre al Ministero 100.000 colpi controearri da 20 mm e 500.000 cartucce perforanti cal. 8. L'unica nota positiva di questo periodo critico, che consegue a lahoriose trattative con le autorità spagnole. è la spedizione ogni giorno alle 13 da Siviglia per la zona delle operazioni di un Lreno straordinario con generi di vettovagliamento, a cominciare dal 18 marzo. Il 23 maTZO, quando il Comando decide il ripiegamento (parte per ferrovia e parte con autocolonne notturne) della I•, 2' e 3' divisione e delle artiglierie non indivisionate lasciando sul posto solo la Littorio e il raggruppamento Francisci, l'Intendenza dispone la sospensione del flusso di alimentazione dalla base sud alla base nord, e da questa ai magazzini avanzati. Lo stesso giorno 23 sono costituiti 2 battaglioni presidiari su 3 compagnie ciascuno, per il servizio alle basi logistiche e ai depositi munizioni. li centro di gravità dell'intero dispositivo logistico inizia a spostarsi verso nord-ovest e verso la zona di Valladolid: i magazzini avanzati nella zona di Siguenza sono eliminali, lasciando in posto solo delle aliquote per le esigenze della Littorio e del raggruppamento Francisci. li 27 marzo le munizioni sono suddivise in 3 depositi: uno nella base sud (Dos Hermanas) e 2 nella base nord (Aranda del Duero e Viana de Lega, di nuova costituzione). li magazzino centrale genio il 1° aprile si sposta a Valladolid; anche l'auloraggruppamenlo di manovra (che il 27 marzo ha ultimato l'autotrasporto verso l'indietTo delle Grandi Unità) e l'officina pesante mobile si spostano da Siguenza alla zona di Aranda. Il 3 L marzo cessano di funzionare la delegazione d'Intendenza e il Comando tappa e stazione di Siguenza. L'analisi giornaliera degli avvenimenti e delle decisioni in una prospettiva logistica ci è sembrata assai utile. perché fornisce un'immagine di prima mano delle carenze e dei provvedimenti adottati per elimi-
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narle. Altre indicazioni possono essere tratte dal consuntivo delle perdite di uomini, armi e materiali. Secondo il Belforte, le perdite di personale sono "circa" 1.000 morti, 2.000 feriti e 250 prigionieri da parte italiana e 5000 tra morti e feriti e 500 prigionieri da parte repubblicana. Queste cifre coincidono, grosso modo, con quelle ufficialmente comunicate dal CTV con un telegramma di metà aprile, nel quale si segnalano 33 ufficiali morti e 120 feriti, 533 sottufficiali e truppa morti e 2000 feriti, con numerosi dispersi (9 ufficiali e 533 sottufficiali e truppa) che in parte sono da ritenersi morti e in parte ricoverati in ospedali spagnoli e non ancora segnalati dalle autorità locali.37 Diverse le cifre fomite dal Coverdale; ovviamente molto maggiori quelle di fonte repubblicana e spagnola. 18 Si tratta comunque di dati che non autorizzano a parlare di disfatta, né in valore assoluto né in rapporto alle superiori perdite repubblicane. L'esame delle perdite di materiale porta, d'altro canto, a concludere che esse sono state assai severe e che il ripiegamento è avvenuto piuttosto in disordine, visto che oltre ai materiali definitivamente perduti, occorre considerare il numeroso materiale ini7.ialmente abbandonato e recuperato in secondo tempo grazie alla mancata prosecuzione del contrattacco da parte rcpuhhlicana. Tnoltrc si deve tenere conio dei numerosi automeL.zi e degli altri materiali resisi inefficienti, e delle perdite di materiale sanitario, di commissariato e di munizioni, che per quanto prima sono da ritenersi severe. Nel complesso le perdite di armi e automezzi risultano dalla tabella nella pagina seguente,39 dalla quale si possono dedurre: a) in senso assoluto, le grosse perdite (specie di armi della fanteria e di artiglierie) della 3· divisione volontari; le molto minori perdite subite, per le stesse armi, dalla Littorio (solo battaglione mitraglieri) e le perdite quasi nulle (5 autocarri leggeri) del raggruppamento Francisci; b) le rilevanti perdite di artiglierie della l' divisione volontari (15 pezzi), corrispondenti a gran parte delle artiglierie divisionali. Sensibili anche le perdite di automezzi della stessa divisione (16, cioè la metà del totale delle autocarrette e degli automezzi pesanti perduti); e) le elevate perdite di automezzi della 2· divisione (22); d) le elevate perdite di fucili, fucili mitragliatori e mitragliatrici della 3a divisione, alla quale si aggiungono 7 pezzi e 17 automezzi; e) inspiegabile, infine, la perdita di un elevato numero di motociclette, cioè di un mezzo che consente un celere ripiegamento e, in sosta, non è visibile; t) le elevate perdite complessive di artiglierie (6 batterie, cioè 2 gruppi) e di automezzi (85, cioè 3-4 autosezioni). Queste cifre, in fondo, non possono meravigliare, visto che al di là
37 38 39
Lct. n. 4734 in data I 6 aprile 37 (AUSSME, Rep. M-7, Racc. 156, Cart. 7). J.F. Covcrdale, Op. cit., p. 229 e 243-244. Tclcsprcsso 02620 del 6 maggio 1937 del Ministero esteri
(AUSSME, Rep. F/18. Racc. 46, Cart. 2).
Ufficio '"S"
O\ -i
PERDITE DEL CTV NELLA BATTAGLIA DI GUADALAYARA
00
UNITÀ
Fucili e fmtr. Moschetti
100/17 149/12
carri
mtr.
mortai 20mm 65/ 17
75/27
-
-
-
-
-
-
Moto- Mototricicli cicli
AVT Autocar- ACL reue
ACP
2
3
6
3
1
-
l 8 D. Linorio
106 (a)
3
7 (a)
18 0. Volont.
65
38
33
8
-
9
-
5
l
-
l
7
-
9
9
-
2 8 D. Volont.
93
28
12
-
2
3
-
-
-
-
-
3
16
3
I
-
3 8 D. Volont.
558
71
33
2
-
2
5
-
-
-
2
5
10
-
4
-
Rep. spec.
-
-
-
-
-
-
-
-
-
2
-
-
-
-
8
6
Rgpt. Francisci
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
5
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
12
3
2
-
822
140
85
IO
2
14
5
5
l
2
5
18
49
18
25
6
Autor gpt.
man. TOTALE
(a) del battaglione mitraglieri (Brihuega)
Guerra di Spagna: fùionomia generale
679
di ogni considerazione sulla specificità dei fattori in gioco, la regolamentazione ufficiale e soprattutto la mentalità corrente in quel momento esaltavano troppo l'offensiva e la proiezione in avanti, e per contro, esorci.u.avano il ripiegamento, che invece (anche allora) andava visto come una delle tante contingenze della guerra, contingenza difficile i cui riflessi negativi potevano essere di molto ridotti proprio con ciò che è mancato a Guadalajara: nervi saldi, un severo addestramento, una salda disciplina, Comandi con il pieno controllo della situazione. In una più ampia prospettiva, non mancano fattori positivi: da gennaio a marzo 1937 il quadro si chiarisce e l'organizzazione logistica e il funzionamento dei Servizi con la costituzione dell'Intendenza O.M.S., delle basi sud e nord e dei depositi centrali assumono un assetto di base sostanzialmente valido e destinato a durare per tutta la campagna, creando le premesse per migliori risultati. La batlaglia di Guadalajara mette peraltro in evidenza inconvenienti ed errori d'impostazione, come la costituzione dell'Intendenza ritardata e proprio quando è ormai da tempo iniziata la preparazione dell'attacco, la costituzione della delegazione d·lntendenza in Siguenza solo quando la battaglia è in corso, e soprallutlo le carenze nell'impiego e nella manutenzione dei mezzi a motore, con tutto ciò che ne deriva nel campo dei trasporti, e la distorta quanto comoda mentalità dcll'"allcggerimento" che fa trascurare elementari predisposizioni. Una mentalità con immediato successo tra le truppe volontarie, dovuta a un errato concetto della guerra breve e offensiva, che richiede il massimo affinamento della logistica e della preparazione e non l'accantonamento delle esigenze logistiche. Pare evidente che solo se si deve condurre un'azione breve (2-3 giorni al massimo), senza veri combattimenti e senza offesa dall'alto si possono impunemente trascurare le esigenze logistiche elementari o le possibilità che fornisce il sistema stradale. A tal proposito, più che di eccesso o cattivo impiego della motorizzazione a Guadalajara si può parlare di mancata valutazione dei vincoli del terreno (un solo asse stradale) e delle condizioni meteo, e anche di sottovalutazione dell'offesa aerea, visto l'anomalo addensamento di organi e mezzi in poche e ristrette zone come quella di Siguenza. Con questi limiti, gli ordini e le disposizioni in linea di massima sono da ritenersi appropriati, anche se l'essenza stessa della logistica - della quale la corretta previsione dei consumi e delle esigenze per ogni evenienza è parte fondamentale - avrebbe dovuto consigliare agli organi direttivi dei Servizi una minore dipendenza e una meno pedissequa accettazione di presupposti strategici da ritenere ottimistici (quindi errati) non solo a posteriori, perché basati esclusivamente sull'ipotesi della mancanza di una seria resistenza nemica. Ma ciò che più manca è quel complesso armonico di minute predisposizioni, di cura dei particolari, di ordinata e rigorosa attività di preparazione di uomini, mezzi e materiali, che facevano e fanno la qualità di una compagine militare moderna e in ultima analisi la rendono realmente capace di superare metodi e ordinamenti tipo prima guerra mondiale, conferendo alle truppe - volontarie o meno - una vera capacità offensiva.
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Ferruccio Botti
Una cosa, comunque, va riconosciuta: che nessuna organizzazione militare e nessuna organizzazione logistica - quali che ne fossero i capi e i gregari - sarebbe riuscita a superare senza danno e senza inconvenienti una rara confluenza di fattori disparaù, ma tutti negativi e fortemente penalizzanti che nel periodo gennaio-marzo 1937 raggiungono l'apice dei loro effetti e non consentono di andare al di là dell'improvvisazione.
5. li primo riscatto della logistica: le operazioni del nord-ovest e la conquista di Bilbao e Santander (aprile-agosto 1937) li ciclo operativo che dall'aprile all'ottobre 1937 porta alla con4uista da parte dei nazionalisti della zon~ nord-ovest della Spagna conLrollata dai repubblicani (Biscaglia, Cantabria e Asturie, con le rispettive capitali Bilbao, Santander e Gijon) vede un particolare impegno del CTV al complelo nella con4uista di Santander ( 14-26 agosto 1937) e comporta tre esigenze fondamentali , che si sovrappongono nel tempo e nello spazio e in certa misura sono in contrasto tra di loro, perché ri chiederebbero ciascuna tempo e energie "in esclusiva": a) il riordinamento del CTV e dei relalivi Servizi con l'assunzione di una nuova fisionomia organica; b) lo spostamento verso nord-ovest della base nord e degli organi esecutivi d'Intendenza avanzati, per il sostegno logistico delle truppe che continuano ad operare fin dall'aprile nel nuovo settore; c) il perfezionamento dell'organizzazione logistica con particolare riguardo ai vincoli che il terreno pone ai trasporti a causa della presenza dell'aspra catena dei Monti Cantabrici, con andamento trasversale rispetto alle direttrici d'attacco. Il 15 apri le 1937 assume il comando del CTV il gen. Bastico, che rinnova con generali appena giunti dall'Italia tutti gli incarichi più importanti, a cominciare dalla carica d'Intendente affidata dal 4 maggio al generale Favagrossa, con alle dipendenze quale Capo di Stato Maggiore e vice-Intendente il precedente Intendente col. Scaroina. fn una letlcra del 16 aprile indirizzata a Ciano e Pariani,40 il generale Bastico parla di "manchevolezze gravi, profonde e sostanziali" che riguardano la disciplina, l'addestramento, e, per la parte di diretto interesse logistico, l'armamento ("deficientissimo") e l'amministrazione ("caotica"). Su quesl'ullimo aspello, il generale aggiunge: è necessario l'invio di almeno IO ufficiali contabili energici e competenti per met-
tere un poco di ordine (e di onestà) nell ' amministrazione delle legioni e degli stabilimenti.
Nei mesi di aprile e maggio sono sciolte dapprima la 5· e poi la l ' divisione volontari, rafforzando la divisione Littorio, la 2' divisione 40
Cit. in M. Montanari. Art. cit.
Guerra di Spagna:fisionomia ~enerale
681
volontari e il raggruppamento Francisci (che diventa "XXIII marzo"). I nuovi organici della divisione (binaria più un battaglione d'assalto, oppure ternaria) sono definiti ai primi di aprile, e per la parte concernente i Servizi prevedono:41 a) Comando divisione: comandante, Capo di SM con proprio ufficio di cui un capitano addetto ai trasporti e - per la parte concernente gli altri Servizi - ufficio sanità, ufficio commissariato, ufficio postale e ufficiale di amministrazione (questi due ultimi elementi, presso il quartier generale); b) compagnia mista genio, "possibilmente autoportata" con sezione parco autocarreggiata (5 ACP, 5 ACL, 3 autostazioni radio); c) sezione sanità, su 2 reparti autocarreggiati e un reparto portaferiti. Il drappello automobilistico dei reparti autocarreggiati fa parte dell'autoreparto divisionale. li reparto portaferiti comprende 2 plotoni portaferiti di 5 graduati e 60 portaferiti ciascuno; d) 1-2 ospedali da campo, ciascuno con 6 ufficiali, 2 sottufficiali, 50 militari di truppa (di cui 19 infermieri c 15 portaferiti), I ACL, I carro speciale, una stufa Giannolli a rimorchio (le ambulanze sono assegnate cl i volta in volta); e) 1 nucleo chirurgico; f) sezione sussistenza, articolabile io 3 nuclei, con 4 ufficiali, 4 sottufficiali, 39 militari di truppa (di cui 18 macellai c 21 servizi vari) oltre ai conduttori. Gli automezzi con i militari conduttori e servizi vari tanno parte deirautoreparto; g) ufficio postale; h) compagnia ausiliaria; i) autoreparto misto. Sempre a fine aprile il Comando del CTV decide un parziale ritorno ai trasporti a mezzo salmerie, provvedimento che potrebbe apparire un 'antistorica marcia indietro nel campo della motorizzazione, ma che è in realtà dovuto alle forti difficoltà che l'impiego degli automezzi incontra nel terreno montano e con v1ab1lità scarsa dove si svolgono le operazioni in corso e all'inefficienza di molti automezzi. La fisionomia delle Grandi Unità nel nuovo ordinamento dell'aprile 1937 non si discosta di molto da quella del precedente gennaio (vds. para 4), con la sola eccezione dell'alleggerimento della sezione sanità e del potenziamento dell'autoreparto divisionale. Come meglio si vedrà in seguito essa viene mantenuta fino all'ottobre 1938, pur con varianti che peraltro non ne intaccano i criteri informatori, e riguardano soprattutto le artiglierie, ivi comprese le modalità di traino e di trasporto, la composizione dell'autoreparto divisionale e le salmerie. Il primo ciclo operativo dopo la battaglia di Guadalajara (operazioni per la conquista di Bilbao, 27 aprile-19 giugno 1937) è condotto da
41 Let. n. 3818 in data 3 aprile 37 del Cdo CTV (AUSSME, Rcp. F{7, Rac.:c.:. 2) e !et. n. 3876 del 4 aprile 37 del Cdo CTV (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 83).
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Ferruccio Botti
due brigate "binarie" (brigata Frecce Nere e raggruppamento XXITT marzo), con Servizi che nelle linee essenziali corrispondono all'ordinamento per la G.U. prima indicato, anche se alleggeriti (1 solo ospedale da campo; meno ambulanze; autoreparto del raggruppamento Francisci con meno automezzi, cioè con 4 autosezioni miste per un totale di 97 ACL, 4 ACP, 24 autocarrette, 5 ambulanze, I officina). Ridotta anche l'artiglieria: la brigata Frecce Nere ha un gruppo da 75/27 mod. 1911 autotrainato ( 12 pezzi), e il raggruppamento Francisci un gruppo da 65/17 autotrasportato (12 pezzi). Per il supporto logistico di questa openl7ioni condotte solo da una parte del CTV, il lavoro dell'Intendenza non ha soste. Il 6 aprile iniziano le ricognizioni per le nuove zone di dislocai.:ione dei Servizi, 1'8 aprile inizia lo spostamento dei materiali per i Servizi destinati al fronte nord, il IO aprile si decide lo scioglimento della base nord e la costituzione di una delegazione d'Intendenza a Vitoria (località circa 45 km a sud-est di Bilbao); lo stesso giorno si richiede al Comando CTV una batteria contraerea per la protezione dei depositi munizioni. Dal 1O aprile- I O maggio proseguono le operazioni di alleggerimento dei depositi munizioni e di sgombero dei vagoni carichi disseminali Ira Aranda del Duero e Valladolid. La direzione di sanità prende accordi per l' aumento dei posti letto nell'ospedale di Valladolid e per la destinazione completa degli ospedali di Renedo e Pinar de Antegucra per le esigenze delle truppe italiane, e il 17 aprile viene costituito a Valladolid un ufficio di artiglieria. li 1° maggio l'Intendenza dispone la costituzione di un magazzino recupero di materiali di commissariato e lo sc10glimento dell ' autoraggruppamento di manovra, sostituito da un autogruppo su 4 autoreparti (1 pesante, 2 misti, I leggero). Nello stesso giorno viene annullato un precedente preavviso (23 aprile) per lo spostamento dcli' Intendenza in località Medina del Campo (a sud di Valladolid) e viene scelta come nuova dislocazione Palencia (35 km a nord-est di Valladolid, quindi molto più vicina alla zona delle operazioni), con il seguente concetto per il nuovo schieramento dei Servizi d'intendenza: ..depositi centrali instal lati in zona Valladolid-Palencia per usufruire di quel ganglo ferroviario rotabile; manovra di aliquote di magazzino avviate tempestivamente innanzi e aderenti alle operazioni, a seconda delle necessità". Nel frattempo, la coscienza logistica e la cura delle armi tardano a maturare tra le truppe: con una riservata personale del 1° maggio ai comandanti il generale Bastico lamenta che anche durante le recenti aLioni vittoriose. molti, troppi materiali di armamento sono stati abbandonati sul campo. Ciò dimostra che le truppe sono state mandate avanti un po' alla leggera, senza preoccuparsi di sostenerle tempestivamente e convenientemente[ ... ]. Ciò in definitiva significa notevoli manchcvoleue nell'azione di comando e si traduce in perdite di materiale prezioso perché le nostre riserve so. · no mm1me ...4 2 4 2 Lel. n. 6849 iu data 10 maggio 37 (Diario storico CTV - maggio 1937, AUSSME, Rep. F/7, Racc. 2).
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L'Intendente vorrebbe anche ridurre personale e mezzi dei Servizi: il 7 maggio propone al Comando CTV di ridurre gli organici degli autoreparti delle Grandi Unità e di avviare la compagnia ausiliari della disciolta I a divisione volontari al centro di completamento e addestramento, non essendo essa assolutamente necessaria all'Intendenza, che già deve ridurre di mollo la forza del pletorico battaglione presidiano, cui sono affluiti di recente varie centinaia di complementi dalla 2' e dalla disciolta 3· divisione, in un disordine fantastico dal punto di vista estetico, morale, amministrativo.43
Il 16 maggio l'Intendenza si trasferisce nella nuova sede di Palencia, mentre quale nuova zona di dislocazione dei magazzini avanzati viene scelta Vitoria, dove si è già costituita una delegazione d'Intendenza: nella stessa località di Vitoria si trasferisce successivamente da Salamanca anche il Comando del CTV. La dislocazione e i compiti degli organi direttivi ed esecutivi d'Intendenza al 29 maggio 1937 risultano dall'annesso I al Documento 14. Si tratta di un'organizzazione complessa e pesante, sproporzionata rispetto alla modesta aliquota di truppe combattenti ma di per sé indispensabilt:, vi:,tu che devono essere cundulle operazioni oltremare e a grande distanza dai porti di sbarco. L'appesantimento della base sud sembra eccessivo, trattandosi soprattutto di un centro di raccolta e di transito per quantità di uomini e mezzi di molto inferiori a quelle che per esempio in Etiopia erano sbarcate a Massaua. Va però tenuto conto che alla base sud sono conferite anche funzioni di volano e di centro di sgombero probabilmente consigliate - oltre che dalle esigenze di sostegno logistico dalle unità italiane e (per taluni materiali) nazionaliste operanti sul fronte sud dall'opportunità di non concentrare troppi materiali a così grande distanza dai porli del sud, in modo da fronteggiare con maggiore flessibilità tutte le esigenze (comprese quelle sfavorevoli, che potrebbero ad esempio imporre ripiegamenti). A metà giugno 1937 è completato lo sgombero dei materiali e delle munizioni dalle zone di Aranda del Oucro e Valladolid ai depositi centrali di Palencia. La data del 17 giugno segna l'inizio del riscatto dei Servizi: il generale Bastico invia infatti il primo elogio per l'ottimo funzionamento dei Servizi nelle operazioni fino ad allora condotte. Le successive operazioni per la conquista di Puerto de Escudo-Santander (3 luglio-26 agosto) richiedono il superamento di molteplici difficoltà logistiche, a cominciare dal concentramento (per ferrovia o con autotrasporto) di una massa di 3 divisioni più il raggruppamento artiglieria (oltre 30.000 uomini) a nord di Villarcayo, in una zona poverissima di risorse, con poche e malagevoli vie di comunicazione, piut-
43 Lel. n. 5~69 in data 7 maggio 97 rlell'lnlenrlenn (ALISSME, Rep. F/6 Racc. 79, Cart. Serv. lntd. Varie).
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Ferruccio Botti
tosto lontana rispetto ai naturali centri di rifornimento di Palencia-Burgos-Miranda-Vitoria. Date le difficoltà del terreno, le truppe sono largamente dotate, per la prima volta, di salmerie (circa 1.200 muli). Alcuni orientamenti per !'"operazione nord", ancora assai generici, sono inviati alle Grandi Unità dal Comando (Ufficio Servizi) il 14 giugno; il 30 giugno, sempre dallo stesso Ufficio Servizi del Comando CTV, è emanato "l'ordine per i Servizi n. 8 per l'operazione su Puerto de Escudo-Reinosa". 44 Ne riepiloghiamo gli spetti più caratteristici, che da una parte poco si discostano da quelli degli ordini logistici precedenti, e dall'altra fissano un'intelaiatura che gli ordini successivamente emanati per l'ultima fase dell'azione su Santander non mutano nella sostanza. Servizio di sanità. Sono disponibili 1.300 posti letto in 5 ospedali: ospedale CRI 071 a Balneano; nucleo Chiurco (dotato di reparti chirurgici specializzati e con la capienza maggiore, di 350 posti letto) a Balneario de Sobron; ospedali militari spagnoli di Briviesca e di Ona; ospedale militare e del Seminario di Vitoria. Solo la divisione Fiamme Nere deve impiantare a Villarcayo l'ospedale CRI 031, con il relativo nucleo chirurgico; gli altri ospedali delle divisioni devono essere tenuti ripiegati, pronti ad essere impiantati più avanti, d'iniziativa dai rispettivi Comandi. Per lo sgombero, oltre alle autoambulanze, si impiega anche un 'autose1ione leggera "attrenata", costituita il 21 giugno. Il primo sgombero avviene sull'ospedale CRI 031 della divisione Fiamme Nere; il successivo sgombero sulle formazioni sanitarie di seconda linea è regolato dalla direzione sanità d'Intendenza. Rifornimento materiali sanitari a domicilio, a cura delegazione Intendenza. Servizio vettovagliamento. Nulla di nuovo: una razione viveri di riserva con il soldato, 1,5 di scorta presso le sezioni sussistenza, rifornimento pane, carne, vino, viveri effettuato direttamente dalle sezioni sussistenza presso l'Intendenza spagnola di Villarcayo, rifornimento dei rimanenti viveri presso il magazzino avanzato di commissariato di Poza de la Sai, con richieste da indiriaare alla delegazione d'Intendenza che invia i viveri nelle località indicate. Servizio idrico. Diversamente da quanto previsto dalle Norme del 1932 è interamente affidato al Comando genio, che si avvale del personale specializzato, dei mezzi di analisi e sterilizzazione delle acque, delle autobotti e del materiale idrico, serbatoi metallici ecc. che gli sono forniti dall'Intendenza. Se le G.U. non riescono ad assicurare con propri mezzi il rifornimento idrico, richiedono al Comando genio personale e mezzi per la costituzione di posti distribuzione acqua. riforniti a cura delle stesse G.U. con le autobotti delle quali dispongono, richiedendo - se esse non sono sufficienti - il concorso di quelle del Comando genio, che costituisce anche un posto di distribuzione acqua a Santelices per i reparti in transito.
44
fvi.
Guerra di Spagna: fisionomia generale
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Rifornimento o sostituzione armi. Le richieste delle G.U. vanno rivolte alla delegazione d'Intendenza, dandone conoscenza per le armi portatili al Comando CTV - Ufficio Servizi e per le artiglierie al Comando di artiglieria. Rifornimento munizioni. Una UNFOC (unità di fuoco) al seguito dei reparti. Per le artiglierie che concorrono alla preparazione, sono disponibili una seconda unità di fuoco presso la linea pezzi e una terza unità di fuoco presso i reparti munizioni e viveri di gruppo. Per le rimanenti artiglierie e per le anni della fanteria, è disponibile una seconda unità di fuoco presso i posti distribuzione e avviamenti divisionali. Le richieste di rifornimento seguono due canali, ritornando (sia pur non completamente) alle prescrizioni delle Norme del 1932 (para. 121-123): per le artiglierie, comprese quelle facenti parte dei reggimenti di fanteria (65/17 e 20 mm), al Comando artiglieria del CTV; per le armi portatili della fanteria, all'Ufficio Servizi del CTY. L'Intendenza tiene pronto un treno di munizioni da avviare al primo avviso e rifornisce direttamente i posti distribuzione e avviamento delle divisioni, costituendo - se le esigenze operative lo consigliano - anche un posto distribuzione e avviamento aUe dirette dipendenze. Materiali del genio. Deposito avanzato a Santdiccs (capolinea della ferrovia). Trasporti ferroviari. Per i rifornimenti viene sfruttato al massimo il tronco ferroviario Burgos-Villarcayo-Santelices (dove si arresta la ferrovia, senza proseguire per Santander), onde alleggerire 11 comspondente tratto rotabile, lasciandolo disponibile per i movimenti operativi. Trasporti per via ordinaria. L'Intendenza mantiene alle dirette dipendenze 2 autosezioni pesanti e l leggera (circa 70 autocarri). Rifornimento carburanti e lubrificanti. Sono predisposti ben 12 posti di rifornimento, mantenuti a numero a cura dell'Intendenza. Presso la stazione ferroviaria di Trespaderne si trova un carro cisterna pieno. Le richiesle di rifornimento a domicilio vanno indirizzate all'Intendenza. che vi provvede con autocisterne a fusti. Recuperi e riparazione automezzi. Squadra recuperi costituita a cura dell'Intendenza. Autocarri officina per le piccole riparazioni, inviati su richiesta in posto a cura dell'Intendenza. Gli automezzi abbisognevoli di grandi riparazioni devono essere avviati a cura delle G.U. all'officina pesante di Venta de Banos. Deposito parti di ricambio a Poza de la Sai. Servizio tappe, retrovie, polizia stradale. (a cura della direzione trasporti e tappe). Comando di tappa a Villarcayo, con funzione di Comando militare di stazione. Sono previsti due itinerari: itinerario nord, l'unico utilizzabile fino allo sblocco di Sanullo (Medina-Yillarcayo-....... Santelices e relativo anello di notazione Argomedo-Sancillo-Argomedo); itinerario sud (Incinillas-Cubillos del Roja-Soncillo), utilizzabile solo fino allo sblocco di Soncillo. Dopo lo sblocco di Soncillo, l'itinerario nord (da Villarcayo a Santelices) viene usato solo come itinerario di afflusso, mentre il secondo (da Incinillas a Soncillo) viene usato co-
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Ferruccio Botti
me itinerario principale (di afflusso e deflusso). Il traffico è regolato da 7 posti di blocco dei carabinieri, 2 posti di blocco della milizia stradale, numerose pattuglie mobili nei vari tratti. Oltre alla squadra già indicata, sono predisposte altre 2 squadre recupero con autogru, una per ciascun itinerario. In sintesi, da queste predisposizioni risulta soprattutto una grande cura per l'organizzaL.ione del traffico stradale, degli itinerari e del rifornimento carburanti e riparazione automezzi, tutte branche gravemente carenti a Guadalajara. Un organo di cura dei feriti è impiantato fin dall'inizio; l'impiego di autocarri "attrezzati" per lo sgombero dei feriti denota, peraltro, la carenza di autoambulanze che pure sono nel numero previsto dagli ordinamenti vigenti (5-7 per divisione). Per il rifornimento muniL.ioni, si mantiene una dannosa dicotomia tra Ufficio Servizi del Comando CTV (armi portatili) e Comando artiglieria (artiglierie). L'artiglieria costituisce pertanto un ' organizzazione logistica a sé stante, visto che ali 'Intendenza è sottrntta ogni competenza anche in merito alla gestione degli automezzi delle unità dell'Arma e alla riparazione bocche da fuoco. Appropriata, invece, la decisione di affidare per intero al Comando genio la responsabilità del Servizio idrico. Nel prosieguo dell'azione, l 'organiL.zazione dell' I ntcndcnL.a dei depositi centrali e dei magazzini avanzati attuata ai primi di giugno non richiede modifiche di rilievo, se si eccettua lo spostamento della delegazione d'Intendenza (5 luglio 1937) da Vitoria - località troppo eccentnca - a Poza de la Sa1, nodo rotabile e ferroviario che diventa il centro di gravità dei Servizi d'Intendenza, con magazzini avanzati dei principali Servizi. Al termine dell'azione i criteri d'impianto dell'organizzazione logistica, il funzionamento dei singoli Servizi, i problemi sorti e le deficienze emerse sono riepilogati dall'Intendenza in un'ampia ed esauriente relazione4 5 che merita di essere riassunta. La dislocazione dei magazzini avanzati (Poza de la Sai) viene scelta con tre criteri fondamentali: a) impiantarli in località servita da ferrovia; b) fornirli di una quantità dei materiali sufficiente per alimentare operazioni di lunga durata, anche in caso di interruzioni delle comunicaL.ioni da tergo; c) diradare opportunamente i depositi in modo da limitare i danni degli attacchi aerei (ricercando la copertura, e suddividendo e frazionando i magazzini per quantità e non per qualità, in modo che ciascun deposito sia composto da un ' aliquota di tutti i materiali). La località di Poza de La Sai, notevolmente arretrata per dei magazzini avanzati, viene scelta e mantenuta anche azione durante per la necessità di sfruttare in modo ottimale la ferrovia e gli scarsi mezzi di trasporto per via ordinaria. Infatti la linea ferroviaria Burgos-Poza de la Sal-Pedrosa consente ugualmente di spostare all'occorrenza a Santeli-
4~
84/2).
Let. n. 1622/SM in data 24 sellembre 37 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 2, Cart.
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ces (ultima stazione a nord, verso Santander, attrezzata per carichi escarichi) le frazioni di magazzino avanzato, mentre per spostare al completo i magazzini avanzati in avanti, sarebbe stato necessario muovere ben 800 vagoni di materiali nei giorni precedenti l'azione. Inoltre la linea ferroviaria consente di tenere fermi nelle varie stazioni una certa quantità di vagoni ferroviari da far affluire ali 'occorrenza in avanti, creando così dei depositi mobili avanzati dei principali materiali e in particolare di munizioni. Man mano che le truppe si avvicinano a Santander non è possibile né conveniente spostare più in avanti i magazzini avanzati, in quanto la ferrovia giunge fino a Santelices, l'altra ferrovia (Burgos-Santander) è interrotta da Reinosa in poi, mancano automezzi per prolungare il trasporto e costituendo depositi anche oltre Santcliccs sarebbero stati necessari più automezzi e più personale. Il numero totale degli ospedali (9 su 12) e dei nuclei chirurgici (5 su 6) effe11ivame11re disponibili è risultato troppo scarso. L'Intendenza ritiene che per 4 divisioni gli organici in vigore prevedono 5 ospedali ciascuna (20 in totale), più altri 20 "di cui sarebbe logico disporre avendo il CTV le caratteristiche di annata" (ciò - osserviamo noi - è vero solo in parte; 40 ospedali per 30.000 combattenti sono troppi). Il numero degli ospedali da campo effettivamente disponibili si riduce, anche perché un ospedale (il 043) e il nucleo chirurgico Cbiurco assunsero caratteristiche territoriali. in considerazione dell'opportunità di sottrarre i feriti e malati alle organizzazioni ospedaliere spagnole, inizialmente per ragioni morali ma successivamente anche per ragioni tecnico-sanitarie.
Durante l'azione ad ogni ospedale da campo viene affiancato un nucleo chirurgico. Gli ospedali sono spostati in avanti per successivi scavalcamenti, in modo da dare tempo all'ospedale rimasto di volta in volta più arretrato di sgomberare gli intrasportabili. L'iter del ferito è il seguente: dagli ospedali da campo delle divisioni a quelli d'Intendenza schierati a tergo, che fungono da centri di smistamento sugli ospedali territoriali spagnoli e/o sul nucleo italiano Chiurco. Da questi ultimi, i feriti sono smistati con treni ospedale sull'ospedale 043 di Valladolid e i guariti al centro complementi e addestramento di Duenas (Valladolid). Dall'ospedale 043, gli abbisognevoli di lunghe cure sono sgombrati sulla nave ospedale in sosta a Cadice; da questa ultima in Patria mediante la nave ospedale Gradisca che parte il 31 agosto con 700 legionari, ed è sostituita dalla nave Cesarea con 400 posti letto. Durante l'azione i morti sono 424 e i feriti sono in totale 1.530 (di cui 103 ufficiali). Un numero rilevante, se si tiene conto delle grandi distanze da percorrere (circa 250 km solo fino a Valladolid), della limitata possibilità di utilizzare treni ospedale e della scarsità di mezzi di trasporto per via ordinaria. Sono decentrate alle sezioni sanità 29 autoambulanze (ciascuna per 6 barellati: da 6 a 8 per divisione), mentre l'Intendenza mantiene alle dirette dipendenze una sezione di autoam-
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bulanze con 12 autocarri SPA attrezzati per le barelle, e 12 Fiat 618 attrezzati per il trasporto di 10 feriti seduti. Non sono solo i mezzi di trasporto a motore a mancare. Durante l'azione si sente la mancanza di muli per il trasporto feriti e la mancanza di reparti someggiati delle sezioni sanità da poter spingere in avanti. Le sezioni sanità, interamente autotrasportate, sono legate alle strade, mentre le autoambulanze a causa delle numerose interruzioni non possono raggiungere i posti medicazione, costringendo i feriti a compiere lunghi percorsi in bareJJa. Il numero limitato degli ospedali da campo disponibili in linea teorica ne avrebbe consigliato l'accentramento, ma ciò non è ritenuto dall'Intendenza possibile a causa delle enormi distanze e delle direttrici d'azione eccentriche delle Grandi Unità. In ogni caso gli ospedali sono troppo pochi, e secondo l'Intendenza ne occorrerebbero almeno 4 (anziché 2) per divisione, più almeno 6 per l 'Tntendenza (totale 22, anziché l 2). I nuclei chirurgici ritenuti necessari sono almeno I O (anziché 6, più uno in via di costituzione, al momento disponibili). Infine hunni i risultati conseguii i mcllendo un medico italiano che controllasse la disciplina e il carteggio, negli ospedali spagnoli messi, per l' azione, a disposizione del CTV. In ognuno di delli ospedali il frammischieramento fu evitato facendoci concedere tulio l'ospedale con relativo personale od una pane, riservando quella parte soltanto agli italiani.
Per l'avvenire, secondo l'Intendenza sarebbe necessario dotare anche gli ospedali d'Intendenza che fungono da centri di smistamento di un nucleo chirurgico, in modo da poter far fronte a interventi chirurgici d'urgenza che spesso si rivela.no necessari durante il trasporto stesso. Il magazzino avanzato di vettovagliamento di Poza De La Sal spinge vanti una frazione di magazzino a Santelices. Al 13 agosto i magazzini dispongono di 20 giornate di viveri per una forza di 34.000 uomini e 1.000 muli, più una giornata di viveri a secco presso le truppe. Durante l'azione affluiscono da tergo gli stessi quantitativi di generi fondamentali. Le difficoltà nascono: a) dal rifornimento del pane; b) dalle numerose interruzioni stradali che negli ultimi giorni ostacolano il regolare afflusso dei rifornimenti alle truppe rapidamente avanzati; c) dalla necessità di vettovagliare anche il gran numero di prigionieri (25.000), anche perché le truppe italiane - su espliciti, espressi e ripetuti ordini dei comandanti - non uccidono e non maltrattano i prigionieri stessi. I pezzi da alimentare sono 438, di cui 38 contraerei (30 da 20 mm e 8 da 75 C.K.) e 60 pesanti campali (100/17, 105/28, 149/12, tutti ovviamente della prima guerra mondiale). li magazzino avanzato di Poza de La Sai distacca una frazione di magazzino a Santelices. Per evitare di accumulare troppe munizioni in quest'ultima località, si organizzano depositi mobili di munizioni su vagoni ferroviari nelle stazioni del
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tratto ferroviario Villarcayo-Santelices. Al 13 agosto sono disponibili 3 UNFOC presso i reparti (parte a terra e parte con i reparti munizioni e viveri di gruppo), I UNFOC a Santelices, 1 UNFOC su vagoni ferroviari a Villarcayo. Con questo scaglionamento, il magazzino avanzato di Poza de La Sai viene pressoché esaurito, e le sue funzioni con assolte dai depositi mobili su vagoni ferroviari ai quali prima si è fatto cenno. Per ridurre al minimo le operazioni di smistamento nelle stazioni, le spedizioni dai depositi centrali sono fatte per UNFOC e per calibro, con successione dei vagoni prestabilita. Tn vista dell'azione, la base sud invia ai depositi centrali 330 vagoni di munizioni; altri 225 sono avviati dai depositi centrali ai magazzini avanzati. In totale, tenendo conto anche dei vagoni carichi di materiale d'armamento, nel corso dell'azione su Santander si superano i 600 vagoni concentrati in pochi giorni, con medie giornaliere spesso superiori a I 00 vagoni. L'officina riparazioni artiglieria, con 9 operai italiani coadiuvati da operai spagnoli, distribuisce 66 complessi, ne riceve 66 e ne ripara 106 (quest'ultima cifra è indice, riteniamo noi, della vetustà, della scarsa rusticità e della cattiva manutenzione del materiale). L ' Intendenza conclude che il consumo munizioni nei giorni immediatamente precedenti alla conquista di Santandcr è stato limitato e inferiore alle attese. I numerosi depositi a terra costituiti prima dell 'azione sugli schieramenli di artiglieria rimangono in parte inutilizzati e sono recuperati dall'Intendenza sia nel corso dell'azione (per portarli più avanli) sia aJ aàum: ultimala (per riportarli nei depositi centrali): se ne trae pertanto l'orienlamenlo a "resistere alle richieste, perché i reparti tendono a chiedere troppo". Il magazzino avanzato del genio viene costituito a Miranda de Ebro (località tra Burgos e Vitoria notevolmente più arretrata e più a estrispetto agli altri magazzini avanzati di Poza de La Sai). La scelta viene consigliata dalla necessità di disporre di ampi magazzini coperti per le grandi quantità di materiali che non possono essere tenuti all'aperto, e inoltre dalla possibilità di sfruttare impianti inùu:.lriali civili per organizzarvi anche un laboratorio artieri e un laboratorio per i materiali di collegamento. I materiali di impiego più immediato sono riuniti a Medina de Pomar (5 km a est di Villarcayo) e successivamente a Santelices, ove viene costituito un magazzino eventuale gestito dal Comando genio. Al magazzino avanzato di Miranda sono trasferiti, in totale, 250 vagoni di materiale. Per i trasporti, la conclusione dell 'lntendenza è piuttosto ottimistica: "nulla da osservare. Malgrado il movimento intenso e l'azione dell'artiglieria e dell'aviazione avversaria, tutto si svolse perfettamente". In realtà, da un'attenta analisi della stessa relazione clell 'intendenza e del diario del CTY per i mesi di giugno, luglio e agosto 1937 emergono anche problemi e zone d'ombra dovuti alla persistenza di precedenti difetti, benché si adottino provvedimenti come la prescrizione del giugno che anche i conduttori di automezzi devono essere armati e addestrati al combattimento, per evitare o attenuare le sorprese derivanti
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dal loro impiego isolato e su lunghe distanze (sintomatico il fatto che questa predisposizione elementare, specie dopo l'esperienza della riconquista della Libia e dell'Etiopia, non rientri ancora nella normalità, nella prassi corrente).46 La vecchia e grave piaga dell'indisciplina stradale non scompare, nonostante che ai primi di luglio venga costituito un reparto autonomo per il Servizio tappe. JI 27 luglio il generale Bastico scrive ai comandanti che non passa giorno che non vi siano incidenti, tulli vogliono andare a velocità pazzesche, tutti vogliono auto veloci anche se devono fare normalmente pochi chilomclri. Molti aulomeLzi sono in giro senLa alcun motivo di serviLiO e in cillà lontane: non c'è più una macchina di riserva! 47
Il I 6 agosto il Comando CTV è costretto ad ordinare di sgomberare durante la notte le strade dagli automezzi e di parcheggiarli per quanto possibile al coperto (cioè di adottare delle predisposizioni che dovrebbero essere automatiche). L'ordine non raggiunge evidentemente lo scopo, visto che il 19 è ripetuto per iscritto con un messaggio, nel quale si cerca di limitare la circolazione ai mezzi veramente indispensabili, facendo assoluto divieto di utilizzare gli autocarri per il trasporto della fanteria e prescrivendo di ridurre al minimo anche gli automezzi per il rifornimento di munizioni, viveri e materiali. Inoltre strade sgombrate entro questa notte passando ovunque possibile fuori strada alt faccio espresso divielO sosia aulocoloone affiancate e singole autocolonne con automezzi serrati alt sosta debel essere fatta con mezze autosezioni distanziate in modo da facilitare circolazione alt. 48
Sul buon funzionamento del Servizio di sanità influiscono, come si è visto, la mancanza di salmerie e di ambulanze e la scarsità di treni ospe-
dale in rapporto alle lunghe distanze. Ma anche per le munizioni l'Intendenza afferma che i "trasporti furono molto gravosi per la penuria di automezzi, di salmerie, ma soprattutto. per le interruzioni".] ,'indisciplina stradale è causata, tra l'altro, dal cattivo inquadramento delle unità automobilistiche, visto che (frase aggiunta di suo pugno alla relazione dall'Intendente generale Favagrossa) "per gli automezzi si è risentita l'enorme deficienza di capi". Anche il personale addetto alla disciplina e al controllo del traffico (7 ufficiali, 60 legionari, 30 militi della strada, 30 carabinieri) si è rivelato scarso, e se ne è richiesto un aumento. Con 4ucsli limiti, le unità automobilistiche alle dirette dipendenze dell'lnlendenza forniscono un rendimento elevato e il loro impiego non conosce soste (300.000 autocarri/km percorsi, con I I 0.000 kg di car-
46 Let. n. 762/Add. in data 7 giugno 37 del Cdo CTY - Ali. IO al diario storico CTV (AUSSME, Rcp. F/7, Racc. 2). 47 Let. n. 7826 in data 27 luglio 37 del Cdo CTV - Ali. 36 al diario storico CTV (AUSSME, Rep. F/7, Racc. 3). 48 Msg. n. 2148 in data 19 agosto 37 Ali. 53 al diario storico CTY (ivi).
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buranti consumati). In totale, se si comprendono anche gli automezzi delle divisioni si raggiunge la cifra di 1.508.000 autocarri/km, con un consumo di benzina di circa 500.000 litri. Gli automezzi mantenuti accentrati rappresentano solo 1/6 della disponibilità totale, e sono costituiti da: a) autogruppo di manovra, a disposizione del Comando CTV, che se ne avvale principalmente per l'autotrasporto di truppe. È formato da 1 autoreparto Lancia RO su 3 autosezioni (72 autocani), I autoreparto Spa 38 su 3 autosezioni (72 autocani), I autoreparto leggero (Fiat 618) su 4 autosezioni (96 autocarri); b) autoreparto Servizi di Intendenza (dislocato inizialmente a Poza de La Sale successivamente a Santelices, presso le frazioni di magazzino). È composto da 7 autosezioni: I pesante Lancia RO, I media Citroen, 2 leggere Fiat 618, 1 mista Ceirano IF, I autoambulanza e I autocarri attrezzati per trasporto feriti. Di queste autosezioni, quella mista è prevalentemente impiegata per le esigenze di trasporto e sgombero dei prigionieri. L'impiego maggiore è richiesto non dal trasporto delle munizioni, ma dal trasporto dei viveri e dallo sgombero dei feriti. Anche i recuperi assorbono una quantità di mezzi di trasporto superiori a 4uelli richiesti dalle munizioni. Infatti sui 208.000 km/autocarro nei quali si riassume l'attività dell'autoreparto Servizi d'Intendenza 38.000 sono assorbiti dalle munizioni, 50.000 dai viveri. 50.000 dagli sgomberi di feriti, 30.000 da esigenze varie, ben 40.000 dai recuperi (il che significa: molti automezzi inefficienti e/o mollo materiale da sgombera1e perché inefficiente o htscialu indietro perché ritenuto di impaccio). Nella notte sul 16 agosto con le autosezioni pesante e media si costituisce un deposito mobile di munizioni ( I UNFOC) che il 16 mattina si disloca a Quintanella e il 23 si sposta al bivio del km 350 della rotabile Burgos-Santander. Il rifornimento dei carburanti è reso difficile dall'elevato numero di automezzi, dalla velocità di progressione delle autocolonne avanzanti, e dagli ampi settori d'azione con lunghi percorsi su strade di montagna. Esso è assicurato <la un'impresa civile (C.A.M.P.S.A.), che dispone di vagoni-cisterna, autocisterne (poche), I O posti di distribuzione, distributori fissi civili, distributori mobili e 5 depositi di fusti a terra. I reparti, a loro volta, hanno al seguito rimorchietti e bidoni autocarrati. Il sistema è alimentato da un deposito-base (50.000 litri di benzina, 4.000 di nafta, 4.000 di olio) in vagoni-cisterna parcati nella stazione di Trespaderne, circa 25 km più arretrata rispetto a Villarcayo. Anche durante l'ultima fase dell'azione il deposito-base rimane a Trespaderne, perché la stazione di Villarcayo non si presta alle operazioni di travaso e quella di Santelices è troppo avanzata e già fin troppo intasata. Man mano che le truppe progrediscono, si spostano in avanti i posti di distribuzione e le autocisterne e si utilizzano i distributori e depositi che il nemico non è riuscito a distruggere. Superata ]a displuviale cantabrica, le funzioni del deposito base di Trespaderne sono affidate a quello di Reinosa, aggiungendovi anche un deposito nella stazione di Brizuola a valle di Santelices.
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L'organizza,donc del traffico stradale è affidata alla direzione trasporti, che in accordo con l'Ispettorato di poli.lia si avvale di Comandi e uffici di tappa che, dislocati inizialmente a Villarcayo, si spostano in avanti durante l'azione, della milizia stradale, di ausiliari e di un piccolo laboratorio autocarrato. Gli aspetti caratterizzanti dell 'organizzazione sono: a) l'individuazione di zone attigue agli itinerari, con autocarri attrezzati con pezzi di ricambio e meccanici, dove vengono parcheggiati fuori strada gli automezzi inefficienti per le riparazioni o per il successivo rimorchio, appena possibile, alle sta.lioni ferroviarie per lo sgombero a tergo o alle officine mobili; b) la distribuzione lungo gli itinerari di squadre di soccorso e recupero con autogrù, e recapito per le pattuglie della Milizia stradale. Per i recuperi, si impiega anche una centuria recuperi di prigionieri; c) la predisposizione della segnaletica (preavvisi di deviazione e di possibilità di uscita di strada o di località di parcheggio automezzi guasti; indicazioni di località ai bivi ; segnalazioni delle curve pericolose e inviti a suonare; inviti a mantenere la destra; limiti di velocità. proibi.liom di sorpasso; indicuioni di po<;to rifornimento carburanti ecc): d) l'accompagnamento delle autocolonne e la regolazione del traffico in corrispondenza delle interru.lioni da parte della milizia stradale. Un cenno merita, infine, l'importan.la delle ferrovie: sono i vincoli posti dalla disponibilità e capacità delle linee ferroviarie e dalla potenzialità e ubicazione delle stazioni a dettare l'intelaiatura di base dell'organizzazione logistica d'Intendenza e la dislocazione ed entità depositi centrali e avanzati. Al termine dell'azione, il buon funzionamento ùei Servizi riscuote molti apprezzamenti. li generale Favagrossa indirizza una lettera d'elogio ai direttori dei vari Servizi, compreso il direttore di amministrazione ten. col. Pellegrinelli. Un elogio particolare viene da lui rivolto al comandante della base sud, "per la organizzazione e l'accurato metodo impiegati nel lavoro non facile, né lieve di ricevimento, raccolta, catalogazione, smistamento, dei moltissimi materiali giunti dall'Italia per il CTV e per le truppe nazionali".4 9 ln effetti, l'organizzazione logistica attivata in questa occasione è sotto molti aspetti esemplare e rappresenta un costante e prezioso schema di riferimento anche per le openuioni future, specie per la gran cura posta nell'organizzazione del Servizio sanitario, dei trasporti e del traffico stradale. Tuttavia in questi settori basilari che qualificano il livello di modernizzazione di un esercito si è ancora lontani dall'aver raggiunto un assetto complessivo soddisfacente, con particolare riguardo alla disponibilità di organi e mezzi sanitari, al corretto impiego tecnico degli automezzi e all 'cquilibrio tra automezzi e salmerie. La minaccia aerea sembra ancora sottovalutata, nonostante i suoi effetti anche morali. Sta di fatto che nei nodi ferroviari di Santelices,
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Let. n. 530 in data 13 ottobre 1937 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 84).
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Villarcayo, Poza de la Sai la forte, anzi eccessiva concentrazione di organi e mezzi logistici è tale da offrire ghiotti bersagli all'offesa aerea, bersagli fortunatamente non colpiti dalla poco efficiente Anna aerea repubblicana, che non risulta abbia interrotto nemmeno la ferrovia. Eppure l'offesa aerea è presente, visto che il 21 agosto il generale Bastico indirizza alle Grandi Unità il seguente messaggio: aviazione nemica ovvio che ci offende e aviazione nostra non può essere ovunque alt necessita pertanto che si prendano provvedimenti più volte raccomandati alt occultamento mascheramento et disseminamento cose che purtroppo non si fanno alt specialmente strade devono essere sgombre alt occorre inoltre che i reparti effettuino protezione aerea con i loro mczzi.50
6. Il perfezionamento del 'organizzazione logistica da settembre a dicembre 1937 Dopo la conquista di Santander, le successive operazioni per il completamento della conquista delle Asturie fino a Gjjon (21 ottobre 1937) e quelle sul fronte di Aragona non presentano, dal punto di vista logistico, novità o aspetti di rilievo, anche perché vi partecipano più ridotti contingenti di truppe del CTV. Per le esigenze delle operazioni sul fronte di Aragona il 3 settembre viene costituito nella zona di Saragozza (Alagon) un ufficio d'Intendenza, ma l'organizzazione logistica non subisce variru1ti di rilievo e la posizione iniziale degli organi logistici consente di alimentare ambedue i punti senza particolari difficoltà. Il periodo da settembre a dicembre è dunque di perfezionamento, di assestamento e di messa a punto degli ordinamenti, in attesa di altri impegni operativi tali da coinvolgere la massa del CTV. I principali problemi logistici in sospeso subito dopo Santander risultano da un promemoria dell 'lntendente generale Favagrossa per il capo di Stato Maggiore del CTV col. Gambara che si reca a Roma.51 Il generale Favagrossa vi tratta due argomenti fondamentali: i cospicui fondi necessari per l'acquisto di materiali sul posto e la necessità di personale specializzato civile per l'officina automobilistica di Valladolid e di pezzi di ricambio (per questi ultimi, Roma giudica eccessive le richieste del CTV). Sul primo aspetto, Favagrossa osserva che cerchiamo di addossare tutto agli spagnoli, ma per non subordinare le nostre esigenze al ma11a11a (*) spagnolo, occorre provvedere qualche volta dal commercio.
Ma dove Favagrossa insiste di più è sulla necessità di personale ciso Let. n. 2190/0p. in dala 21 agoslo 37 - A Il. 79 a diario storico CTV (AUSSME, Rep. Fn, Racc. 3). 51 AUSSME. Rep. F/6. Cari. 83. (*) domani
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vile (per il quale il Ministero degli esteri ha difficoltà di reclutamento) e di parti di ricambio: malgrado quanto il Ministero degli esteri segnala circa la difficoltà di mandare automezzi che intende sostituire con un 'impresa borghese, il personale per riparare i nostri automeu:i occorre sempre, non potendo fare astrazione dai 3000 automezzi di cui tuttora disponiamo. Se non li ripariamo noi, chi li ripara?52
Al momento gli operai inviali dalla Fiat sono in Lutto 18 (quelli della Lancia sono ancora in arrivo). Circa le parti di ricambio, secondo Favagrossa il quantitativo richiesto non è eccessivo perché l'usura è grande, specie per gli automezzi (sono stati richiesti 3 .000 fari), anche perché senza operai le parti di ricambio necessarie aumentano. Sono necessarie numerose parti di ricambio per l'artiglieria, perché "gli artiglieri - ufficiali e truppa - si stanno facendo ora - inoltre sparano allegramente". È necessario molto materiale del genio, "perché i collegamenti, date le distanze, richiedono mezzi numerosi e molti km di filo". II generale Favagrossa chiude promettendo che "per l'avvenire, costituitas i la base già in formazione solida, le richieste diminuiranno". In un altro promemoria sempre del 2 settembre per il Capo del TI reparto dello SME generale Pafundi,53 Favagrossa insiste ancora sui pezzi di ricambio per automezzi, che a quanto pare mancano anche in Italia: mi rendo perfellamente conto della preceden/.a che viene data dalle case alla costruzione di automezzi, rispetto a quella delle parti di ricambio }.. J. Se non giungono le parti di ricambio è giocoforza sostituire gli autoguasti con automezzi nuovi, per poter assicurare i rifornimenti delle truppe in campagna, le quali , salvo qualche eccezione, non hanno ancora salmerie e vivono e combattono solo perché gli automezzi le possono rifornire di tutto quanto loro occorre sin sulle prime linee.
Il generale Berti, che il 10 ottobre 1937 sostituisce Bastico, si dimostra subito molto soddisfatto del funzionamento dei Servizi, e il 23 ottobre indirizza un elogio scritto all'Intendente generale Favagrossa, riconoscendo che "se le cose sono andate sempre bene è in buona parte merito suo". 54 Il 4 novembre riferisce al Capo di Stato Maggiore generale Pariani che nel corso di una visita ai magazzini e stabilimenti d 'Intendenza ha trovato un'organizzazione e un ordine perfetti: particolare rilievo meritano l'istituzione di un' officina riparazione autoveicoli, di alcuni laboratori, specialmente quello per la riparazione delle artiglierie e armi portatili,
52 li Ministero degli esteri vorrebbe ricorrere, come in Etiopia, a imprese civili di trasporti automobilistici, liberandosi cosl delle preoccupazioni relative a personale, mezzi e riparazioni (Cfr. msg. n. 1952 in data 13 agosto 37, AUSSME, Rep. F/6, Racc. 83). Soluzione che - come meglio si vedrà in seguito - viene adottata, sia pure in misura più ridotta che in Etiopia. ~3 AUSSME, Rep. F/6, Cari. 83. ~ 4 Lei. n. 04360 in data 23 ollobre 37 - Ali. 37 al diario storico CTV (AUSSME, Rcp. F/7, Racc. 4).
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l'organizzazione delle scuole telegrafiche e radiotelegrafiche, dei depositi ccc .. Tale organizzazione creata dal nulla, pennette di guardare con tranquillità all'avvenire e consente un'economia di meu.i e di materiali che è mancata in passato.
Il generale Berti propone la visita "di qualche competente in materia" anche per trame insegnamenti per il futuro, ma l'annotazione in calce del generale Pariani è caustica e riconduce il tutto alle giuste proporzioni: "Sorice - I anno per 40.000 uomini non mi sembra poco. L'elogio per Favagrnssa è giusto, ma come corpo di spedizione non è stato certo esemplare- d'altra parte, chi è più competente di chi l'ha fatto? Quindi faccia fare a lui la relazione".55 Dal 6 ali' I I dicembre il CTV si trasferisce ne11a zona di SiguenzaJadraque-La Toba, per le previste operazioni su Guadalajara-Madrid. 1 conseguenti ordini emanati dall 'lntendenza prevedono la costituzione nella zona Siguenza-Alcuneza di una delegazione d'Intendenza con magazzini avanzati per tutti i Servizi. In seguito all'offensiva repubblicane nel settore di Teruel le progettate operazioni non hanno luogo, e tra l' 11 e il 17 gennaio 1938 il CTV si trasferisce più a nord-est, nella zona d1 Haro-Zaragoza-Zuera-Calahona-Tarazona. Per meglio fronteggiare le esigenze di supporto logistico nella nuova zona d1 dislocazione, la delegazione d'Intenden,a con i principali organi logistici avanzati si trasferisce nella zona di Logrono_56 In data 20 dicembre 1937 il generale Pariani invia al Comando CTV un messaggio nel quale, poiché gli risulta che in Spagna si ha l "·errata sensazione" che vi siano dei ritardi nell'invio del personale e dei materiali richiesti dal CTV, ricorda che le decisioni in merito (e le relative comunicazioni al CTV) competono al Ministero degli esteri. Per evitare inconvenienti, tali decisioni per il futuro verranno comunque segnalate al CTV anche dal Gahinetto del Ministro della guerra, tramite STM: circa ritardi invio materiali comunico che a eccezione derrate e medicinali che pos~ono essere imbarcali su piroscafi linea tutti rimanenti materiali devono allendere piroscafi spagnoli e sovente sostare lungo tempo La Spezia in allesa loro arrivo alt.~ 7
7. L'assestamento definitivo ( 1938-marzo 1939 ). Limiti e vincoli Per tutto l'anno 1938, e fino al rimaneggiamento organico di ottobre con il rimpatrio di 10.000 volontari, lo schema di base dell'organizzazione logistica non subisce varianti. Il dato caratterizzante è l'esigenza di fronteggiare i continui spostamenti sui vari fronti, per i quali nei limiti del possibile si ricorre alle ferrovie. li criterio è sempre quel-
s5 Let. n. 8728 del 4 novembre 97 del Cdo CTV al Ministero della guerra (A US SME, Rep. F/18, Racc. 22). 'iò Let n. 432 in data 13 gennaio 37 dell'Intendenza (AUSSME, Rep. F{l, Racc 44) 57 AUSSME, Rep. M/7, Racc. 156.
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lo dei primi mesi del I 937, collaudato con successo nella battaglia di Santander: costituzione di delegazioni o uffici d'Intendenza con relative aliquote di magazzini avanzati nelle zone man mano interessate dalle opera7ioni e in località servite da ferrovia e possibilmente ricche di vie di comunicazione; ricorso all'Jntenden7a spagnola per il rifornimento del pane e dei generi fondamentali per il rancio caldo (non senza difficoltà per la carne, data la penuria di generi alimentari nel Paese), oltre che dei foraggi, della legna e della paglia mangiativa e da giacitura. L'organizzazione dei Servizi d'Intendenza al 1° gennaio 1938 risulta dall'annesso II al Documento 14. Rispello alla precedente organizzazione di fine maggio 1937 (annesso I) si notano: a) per il Servizio di sanità: i numerosi organi esecutivi a carattere territoriale che l'Intendenza mantiene alle dirette dipendenze, e l'istituzione di un convalescenziario. Oltre che da esigenze puramente operative, questa organiuazione è dettata dal criterio di provvedere in proprio alla cura e recupero dei feriti e ammalati, criterio che nel corso dell 'anno si raffor;,,a_ li 12 agosto 1938 in seguito a lagnanze circa il trattamento dei feriti del CTV negli ospedali spagnoli, il Comando CTV ordina lo sgombero dei feriti italiani ricoverati negli ospedali di Alhama, Aragon e Calatagual e il generale Intendente incarica il direttore di sanità di svolgere in merito un'inchiesta;58 b) per il Servizio di commissariato: l'istituzione di un deposito centrale fieno, paglia e legna, segno dell'importanza assunta dalla salmerie e della necessità per 1"1ntendenza di intervenire direttamente nel rifornimento della paglia e della legna prima lasciato - evidentemente con risultati non confortanti - agli accordi diretti tra gli uffici di commissariato delle divisioni e i locali organi dell'Intendenza spagnola; c) per il Servizio trasporti (che, in aderenza alle Norme del 1932, diventa "trasporti e tappe"): la costituzione di un parco automobilistico d'Intendenza, che fin dal 31 luglio 1937 assorbe gli organi esecutivi autonomi prima esistenti per il rifornimento e la riparazione (magazzino parti ril:alllLiu auto~ uffil:ina riparazioni auto). La base sud dispone di un parco autoguasti, segno dell'aumento degli automezzi inefficienti di non conveniente riparazione in Spagna. li campo concentramento (o reparto autonomo) salmerie si trasforma in parco autonomo salmerie e carreggio (previsto dalle Norme del 1932 al livello di corpo d'armata); infine risultano permanentemente costituiti parecchi organi per il Servizio delle tappe e il controllo e la disciplina degli itinerari e del traffico; d) per il Servizio postale: risulta costituita, con vari uffici, una direzione postale; e) per il Servizio chimico: sono previsti organi esecutivi a parte, come previsto dalle Norme del 1932. In conclusione, come osserva anche il generale Pariani solo a fine 1937 i Servizi raggiungono un assetto definitivo, completo e stabile, ri-
58
Diario storico dell'Intendenza - agosto I 938 {AUSSME, Rep.Fn, Racc. 43).
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specchiando abbastanza fedelmente le soluzioni indicate dalla normativa in vigore, se si eccettua la frequente fusione - imposta dalle circostanze - degli organi previsti ai livelli di corpo d'armata, armata e Intendenza generale. Ai primi di febbraio 1938 in seguito allo scioglimento della delegazione italiana presso il quartier generale di Franco, l'Intendenza accentua la sua dipendenza dal Comando CTV. Tutte le pratiche concernenti i Servizi sono indirizzate all'ufficio Servizi del Comando CTV, che a sua volta le tratta con la 4a sezione del quartier generale spagnolo, competente per i Servizi .59 Nulla di nuovo nella battaglia dell'Ebro (8 marzo-19 aprile 1938), che termina con la conquista di Tortosa sul Mediterraneo: la delegazione d'Intendenza da Logrono si trasferisce a Calamoha, località che corrisponde anche alla stazione di testa della ferrovia e ben servita dalla grande rotabile Saragoza-Teruel, nella quale si dislocano i magazzini avanzati. Successivamente la delegazione d'Intendenza si sposta a Muniesa e poi a Gandesa e le frazioni di magazzino spinte in avanti sono rifornite da Calamoha con automezzi. Il 12 maggio, al termine dell'azione, la delegazione d'Intendenza si spo»ta a SaragoLL.a, assumendo alle dipendenze gli stabilimenti nella zona di Alagan. A Gandesa, per le esigenze delle truppe rimaste sul posto, rimane un ufficio staccato alle dirette dipendenze dell 'lntcndcnza.<>O Nel corso della battaglia dell'Ebro gli attacchi aerei contro i Servizi del CI'Y raggiungono una certa efficacia. Il generale Berti il 2 aprile indirizza una lettera ai Comandi e all'lntendenza,1'11 nella quale mette in particolare evidenza le predisposi.doni specifiche e organiche da adottare nei riguardi dei Servizi e delle retrovie (è la prima volta che questo avviene, benché non manchino - in merito - precedenti ordini e generiche raccomandazioni per la difesa aerea attiva e passiva di tutti i reparti): nella giumaLa di ieri !"aviazione nemica è riperucamente intervenu1a sulle nostre re· trovie, contro i facili bersagli offertigli dall'agglomeramt:nto n.:gli abitati e loro immediate vicinanze. Le perdile subite in uomini e materiali avrebbero potuto essere evitate, e almeno ridolle, se i Comandi di G.U. e d'Amrn e con loro i comandanti d'ogni grado avessero osservato e fauu osservare le più volte richiamate previdenze contro !"offesa dall'alto.
I conseguenti ordini tendono essenzialmente ad evitare il più possibile l'addensamento dei Servi.li negli abitati e i movimenti diurni. Gli abitati devono essere occupati, in misura comunque minima, solo da quegli organi dei Servizi per i quali non risulta possibile una sistema-
Lct. n. 788 in data 4 febbraio 38 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 100). Lct. n. C/36 in data 5 maggio 38 (AUSSME, Rep. F/6 Racc. 90). "' Lei. n. 66 in dnln 2 nprilc 38 - Ali 7 al diario ~torico CTV (AUSSME, Rcp. Fn. Racc. 5). 59
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zionc in campagna. Automezzi e depositi devono essere dislocati fuori degli abitati, in zone che forniscano copertura naturale, o, se la copertura manca, convenientemente diradati. I rifornimenti di munizioni devono essere eseguiti esclusivamente di notte. Quelli che implicano movimenti diurni devono essere preventivamente autorizzati dal Comando CTV (questo serve anche a limitare il consumo di munizioni, "che in questi giorni è stato eccessivo"). Durante le ore diurne possono avvenire solo i movimenti relativi ai Servizi sanitari, di vettovagliamento, idrico e postale. Si ripetono anche vecchi inconvenienti nella disciplina del traffico stradale. In un'altra reprimenda del 9 aprile,62 il generale Berti scrive: l'aviazione legionaria ha rilevato il grande addensamento di meui in genere e automobilistici in specie (in marcia e segnatamente in sosta) che cade sotto il controllo dell 'osserva7ione aerea, non soltanto lungo le retrovie ma anche in prossimità delle stesse prime linee.
Il generale fa pertanto appello a tutti per limitare i danni che un deficiente occultamento può provocare, compromettendo l'efficienza del CTV: danni tanto piì1 gravi , "in quanto si tratta di un capitale tutt'altro che cospicuo, e, comunque, non rinnovabile". La battaglia del Levante (9 luglio-31 ottobre 1938) viene affrontata con il consueto criterio di cm,tituire (nella zona di Terucl) magazzini avanzati coordinati da un ufficio staccato alle dipendenze della delegazione d'Intendenza. Tuttavia essa presenta due particolarità: a) la controffensiva repubblicana del 24-25 luglio, che stabilisce una profonda testa di ponte sulla destra dell'Ebro fra Mequinenza e Tortosa, minaccia il fianco sinistro del CTV che sta avanzando su Sagunto e costringe a sospendere lo spostamento verso Sarrion (sulla strada per Sagunto) dei magazzini avanzati, che pertanto sono costretti a scindersi in due aliquote: una rimane nella zona di Teruel per alimentare le truppe del CTV ancora in linea nella zona di Barracas- Pina, e l'altra ripiega in una zona più arretrata (Calamoha), per le esigenze della divisione Littorio che si trasferisce nella vicina zona di Monreal del Campo; b) viene per la prima volta costituito a Tcrucl, ai primi di luglio, un magazzino avanzato anche per il vestiario; "provvedimento suggerito dall'esperien7..a dei passati cicli operativi, [ ... ] in modo da aver sottomano, presso le truppe operanti, congrue scorte dei principali indumenti, sì da poter far fronte agli urgenti bisogni che dovessero manifestarsi durante le operazioni" (se è così, il provvedimento è opportuno, ma tardivo). 63 Durante la battaglia del Levante si verificano nei prelevamenti dei materiali degli inconvenienti non del tutto giustificabili con la fretta e l'orgasmo del combattimento. L'Intendenza lamenta che pervengono agli organi esecutivi richieste di rifornimento senza l'indicazione dei dati più 62
63
Let. n. 715 in ùala 9 aprik 38 Ali. 19 al diario storico CTV (ivi). F. Papadia, Art. cii .. "Rivista di commissarialo" n. 5/1942.
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elementari (come la quantità del materiale richiesto o la località dove deve essere avviato), il che provoca disservizi, ritardi e inutile sovraccarico delle comunicazioni: poiché non sempre riesce possibile, per difficoltà nel fun7ionamcnto delle comunica7ioni radio e telefoniche, richiedere al reparto interessalo i chiarimenli del caso, rammento che richieste di rifornimenti, non conlenenti Lutti i dati necessari perché l'Intendenza possa soddisfarvi, saranno ritenute nulle."'
Il rimpatrio di 10.000 uomini nell'ottobre 1938 impone un vasto rimaneggiamento organico del CTV, nel quale si afferma la formula "binaria" nella costituzione delle 4 Grandi Unità (divisione Littorio e 3 divisioni miste Frecce Nere, Frecce Azzurre e Frecce Verdi). Ogni divisione è composta da 2 reggimenti fanteria, I d'artiglieria, battaglione mortai da 81, 2 compagnie genio, Servizi e dispone di una compagnia ausiliaria extraorganico costituita il 4 novembre 1838 per le esigenze di organizzazione e funzionamento dei Servizi. 65 Per ogni divisione sono previsti: sezione di sanità, 2 ospedali da campo. I nucleo chirurgico, sezione sussistenza, autosezione pesante per divisione di fanteria. Da notare: a) l'ormai definitiva assegnazione di 2 ospedali da campo e di I nucleo chirurgico per ogni divisione, la cui opportunità era già emersa nella battaglia di Santander; b) la costituzione alleggerita e articolabile in 2 nuclei corrispondenti alle 2 pedine di base (reggimenti fanteria) dei rimanenti organi esecutivi dei Servizi divisionali. La sezione sanità si articola su: Comando ( 1 autobus), I reparto autocarrato (personale di sanità con 4 ACL) e I reparto portaferiti (plotoni portaferiti di 60 uomini ciascuno, con 12 ACL). In totale: 6 ufficiali, un cappellano, 5 sottufficiali, 175 militari di truppa più 19 conduttori automezzi, I autobus, 16 ACL, I moto. La sezione sussistenza, articolabile su 2 posti distribuzione viveri, è composta da 3 ufficiali, 3 sottufficiali, 27 militari di truppa (di cui 12 macellai), I moto e 4 ACL. L'aulosczione pe sante per divisione di fanteria è composta da un Comando e solo 2 squadre auto. con un totale di 14 autocarri Ceirano 50 (2 al Comando) e 3 moto. In seguito al rimpatrio, viene anche ridotto il personale della base sud, con un recupero peraltro modesto di ufficiali (8).66 ln relazione al favorevole sviluppo delle operazioni che ormai esclude qualsiasi possibilità di interruzioni delle comunicazioni tra sud e nord, la base sud perde le funzioni iniziali di riserva e di organo di alimentazione diretta di alcune unità combattenti, conservando le sole funzioni di: a) custodia del
Let. n. C/41 in data 12 luglio 38 dell'lnten<len,a (AUSSME, Rcp. F/6, Racc. 90). Fascicolo (senza prot.), in data 9 ollobre 38 - Ali. al diario CTV del mese di ottobre (AUSSME. Rep. F{7, Racc. 6). 66 Lei. n. 11170 in data 4 settembre 38 dell'Incendenza (i\USSME, Rep. F/6, Racc. 90, Cart. Ufficio SM). 64
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materiale che non può essere sgombralo al nord; b) custodia e smistamento sui depositi centrali del nord dei materiali in arrivo dell'Italia; c) distribuzione dei materiali occorrenti ai reparti distanza o di passaggio nella zona di Siviglia-Cadice; d) recupero del materiale e sgombero del personale e materiale in Italia. Questa funzione più ridotta rende superflui taluni organi e magazzini. eccettuati gli organi della sezione staccala di Cadice, che rimangono invariati, e quelli dei Servizi genio, automobilistico e postale ("in quanto non suscettibili di ulteriore riduzione"). In particolare: a) poiché la massa del personale da rimpatriare è sottoposta a visita medico-legale presso l'ospedale d'Intendenza 043 di Valladolid, la commissione medico-legale istituita il 21 febbraio 1938 alle dipendenze della base sud cessa di funzionare in data 15 settembre; b) i magauini di commissariato della base conservano le sole funzioni di custodia del materiale in transito e di distribuzione ai reparti di stanza o di passaggio nella zona di Siviglia-Cadice; c) sotto la dala del 15 settembre sono soppressi parecchi organi e depositi materiali del Servizio artiglieria (ufficio artiglieria della base; maganino anni e materiale di artiglieria <li Siviglia; deposito munizioni per armi portatili di Siviglia; cantieri di spolenamento di Dos Hermanas; la compagnia artificieri). Le armi portatili del magazzino di Siviglia sono sgomberate sull'ufficio artiglieria nord; i materiali di artiglieria sulla SIPA (sezione italiana parco artiglieria); le munizioni per armi portatili del deposito dt S1v1glta sul deposito di Das Hermanas; d) il personale delle compagnie Servizi d'Intendenza viene ridotto. li 19 ottobre 1938 l'incarico di comandante del CTV è assunto dal generale Gambara, e il 1° novembre 1938 il ten. col. di SM Nasi, in precedenza Capo di Stato Maggiore dell 'Tntendenza, assume la carica d'Intendente. L'Intendenza sotto la stessa data è dislocata in Palencia con la delegazione d'Intendenza in Calamoha: i depositi centrali sono sempre nella zona di Valladolid. Con questa struttura di base I I CTV affronta gli impegni conclusivi: batlaglia di Catalogna (23 dicembre- I O febbraio 1939) e battaglia di Madrid (27-3 I marzo 1939). Dal punto di vista logistico la batlagl ia di Catalogna può essere considerala la fase culminante della campagna, per due ragioni essenziali: a) in essa l'organizzazione logistica raggiunge la piena maturità, con gli organi direttivi ed esecutivi indicali nell'annesso m - Documento 14; b) ciononostante, il pur positivo funzionamento dei Servizi mette in luce carenze e discrasie, che richiedono l'intervento dirello del nuovo comandante e una serie di proposte migliorative da parte dell'Intendenza. Rispetto al gennaio 1938 (annesso Il al Documento 14) l'organizzazione logistica in atto nel febbraio 1939 presenta le seguenti novità: a) una compagnia 0.C.S. (onoranze caduti Spagna - inizialmente era stato costituito un plotone) alle dirette dipendenze del Comando e non dell ' lntendenza, perché il suo impiego è legato alle indicazioni fornite dall'ufficio centrale notizie;
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b) una sezione Lopocartografica del CTV, anch'essa facente parte del Comando; e) un reparto autonomo idrici del genio alle dirette dipendenze del Comando genio, che è anche conseguenza della piena responsabilità per il Servizio idrico affidata, come si è visto, al Comando genio ed è costituito il 15 senembre 1938 per trasformazione del plotone idrici della 3a compagnia artieri del battaglione artieri; d) una compagnia artieri speciale, un reparto pontieri e compagnie lavoratori del genio, segno dell'importanza assunta dalle comunicazioni e infrastrutture varie; e) 8 ospedali alle dirette dipendenze dell'Intendenza, segno della persistenza e del rafforzamento dell'orientamento ad attuare un'organizzazione sanitaria separata da quella spagnola, anche al livello territoriale. Due lettere del generale Gambara nel periodo gennaio-febbraio 1939 dimostrano da una parte che persiste - nonostante i precedenti, numerosi interventi - la vecchia piaga del disordine nelle retrovie, e dall'altra che la tendenza a concepire la guerra di movimento più come superamento dei vincoli logistici che come affinamento dell'organizLaLione logistica ha sempre immeritato successo. successo favorito dallo sviluppo favorevole delle operazioni. Il l5 gennaio il generale Gambara fa ai comandanti raccomandazioni che ormai dovrebbero essere superflue:67 anche il personale comunque addetro ai Servizi deve essere armato, i depositi, ospedali, ecc. devono essere sorvegliati da guardie armate. gli abitati (con la sola eccezione degli ospedali. quando non vi siano altre po,;sibilità) non devono essere occupati ("cito ad esempi in negativo di indisciplina gli abitati di Solivella e Blancafort"). Il generale Gambara dispone inoltre che sia recuperato tutto il personale possibile dalle retrovie. Ogni Grande Unità deve nominare un Ispettore delle retrovie munito di ampi poteri e ordini rigorosissimi, e anche l'Intendenza deve recuperare il personale dei vari depositi: le umtà operanti hanno alle spalle una scia di depositi , magazzini. Comandi territoriali ecc. che va dalla zona di raccolta fino all'ultìmo posto tauico. Ciò oltre a portare a un dispendio di forze e mezzi che incide sensibilmente, con le perdite, sulla forza dei reparti, costituisce elemento di disordine, di indisciplina, di intralcio. Questa gente sta nei paesi, vivacchia rubacchiando, non può essere assistita. È gente perduta. Preferibile ahbandonare i magazzini, bruciarli, che tenere indietro questo codazzo di gente, roha che anemizza i repani ...
Evidentemente con queste forti espressioni il generale ricerca effetti psicologici per ottenere il possibile, cioè recuperare il troppo personale rimasto indietro e migliorare la disciplina: ma l'indisciplina del personale addetto a un organo non è una ragione sufficiente per deciderne l'abolizione. Né può essere un modello di guerra di movimento da se-
67
Let. n. 1/15/up. in data 15 gennaio )9 -Ali. al diario CTV (AUSSME, Rep.
Fn. Racc. 7).
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guire anche per il futuro l'avanzata del CTV in fase di sfruttamento del successo nella battaglia di Catalogna, descritta dallo stesso generale Garnbara in un messaggio del 9 febbraio all'Ufficio ·'S" del Ministero degli esteri: colonne si assottigliano reparti si motorizzano, impcdimenta vengono abbandonate, fianchi disprezzali, aggiramenti ricercati ovunque, riserve abolite oppure tenute lontanissime pur di alleggerirsi alt[ ... ]. Questa è la consegna, avanti per evitare perdite perché solamente la sosta consente al nemico uso numerose sue armi, avanti anche senza scarpe, affamati e senza artiglierie alt Migliore controballeria est callura cannone nemico6R ...
Di ben altro tono le modifiche al dispositivo logistico che l 'Intendenza propone al Comando CTV in un voluminoso documento del 25 febbraio 1939, dopo aver valutato gli ammaestramenti della battaglia di Catalogna appena conclusasi: modifiche che vanno tutte nella direzione di un aumento del personale e dei mezzi a disposizione dell 'lntendenza e non richiedono certo la loro riduzione in nome dell'alleggerimento e della celerità di movimento.69 Elenchiamo le principali proposte, che richiedono dei mutamenti definiti dall 'lntendenza non sostanziali, ma tuttavia di peso non indifferente. Intendenza: nessuna modifica agli organici. Da notare che nel corso delle operazioni si è formato una sorta di nucleo avanzato, in quanto "l'Intendente con un piccolo ufficio segreteria, formato con ufficiali dello Stato Maggiore d'Intendenza si trasferisce in zona d'operazioni a contatto del Comando ed ivi permane per tutta la durata delle operaLioni stesse". Soluzione, questa, che evidentemente va nella direzione dell'unificazione tra Comandi e Intendenze già proposta dal Liuzzi nel 1922. Le Norme del 1932 prevedevano che Comando e Intendenza risiedessero nella stessa località: visto che questo non avviene si segue una via di mezzo, distaccando presso i I Comando l'Intendente e un ridotto nucleo di personale. Servizio di sanità: carenza di organi (e in particolare di nuclei chirurgici) già emersa nella battaglia di Santander. L'esperienza delle recenti operazioni ha messo in luce l'opportunità di affiancare un nucleo chirurgico anche alle sezioni di sanità divisionali, e la scarsità del personale delle stesse sezioni. Sono pertanto richiesti i nuclei occorrenti e 100 soldati di sanità. Servizio di commissariato: il vettovagliamento dei numerosi reparti non inquadrati nelle divisioni e di quelli che sono dislocati in posizioni arretrate e fuori delJ'ambito divisionale ha incontrato difficoltà, perché la forza che le sezioni di sussistenza divisionali si sono trovate a vettovagliare ha talvolta raggiunto il doppio di quella della divisione. Ne sono derivati inconvenienti di carattere tecnico-amministrativo, mentre
6"
Lct. n. 5/9/op. in data 9 febbraio 39 - AII. al diario CTV (ivi).
69
Let. n. 1075 in data 25 febbraio 39 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 100, Can.. 10/1).
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il personale delle sezioni sussistenza si è rivelato scarso. L'Intendenza propone pertanto la costituzione alle sue dirette dipendenze di una sezione sussistenza su 3 nuclei, di consistenza più o meno doppia rispetto alla sezione sussistenza divisionale (4 ufficiali, 5 sottufficiali, 60 militari di truppa, 9 ACP e 3 ACL). Artiglieria: l'organizzazione ha corrisposto alle esigenze. Genio: per poter fare meglio fronte ai numerosi lavori e collegamenti che richiede l'entrata in funzione dei Servizi, l'Intendenza propone la costituzione di una compagnia genio d'Intendenza - con Quadri italiani e personale spagnolo - .su: plotone operai, plotone radio, plotone telegrafisti, 2 plotoni artieri. Servizio trasporti in generale: è, a parere dell'Intendenza, quello che richiede le maggiori modifiche, distinguendo tra le varie branche (trazione ferroviaria, trazione animale, trazione meccanica, organizzazione e discipline delle tappe e della circolazione stradale). Servizio trazione ferroviaria: ha funzionato nella battaglia di Catalogna con un personale assolutamente insufficiente. 1 lunghi percorsi (dai depositi centrali nella zona di Valladolid-Palcncia a Lerida e Barcellona) hanno imposto un controllo continuo dei treni in movimento e "un continuo intervento presso le autorità ferroviarie spagnole al fine di favorire il movimento dei convogli o la loro sosta in stazioni della linea percorsa, oltre quei limiti di tempi e di tolleranza imposti da necessità e circostanze varie". L'Intendenza pertanto propone: a) l'alleggerimento dei Comandi di stazione sulla linea Logrono-Saragozza-Barcellona, e il rafforzamento di quelli sulla linea Cadice-Valladolid-Palencia - zona delle operai.ioni; b) il riordinamento e l'accentramento del servizio in un Comando del servizio ferroviario (Valladolid), con alle dipendenze Comandi di stazione pemianenti e temporanei, provvedimento che comporta un aumento di 6 ufficiali, 5 sottufficiali e 14 mililari di Lruppa. Servizio trazione animale: ha egregiamente funzionato con l' impostazione del maggio 1937, basata sul parco carreggio e salmerie che funziona come deposito, organo di riparazione e cura e volano di salmerie, mantenendo in funzione: l salmeria per rifornimento acqua (50 quadrupedi); 1 salmerie portaferiti (70 quadrupedi, su 3 sezioni); 1 salmeria di riserva (con numero di vario di quadrupedi); I magazzino centrale materiali selleria e carreggio (con plotone artieri per le riparazioni); I infermeria quadrupedi, che durante le opera/.ioni distacca nuclei di infermeria e posti di raccolta quadrupedi avanzati, ad immediato contatto con i dirigenti del Servizio veterinario divisionale. Secondo i 'Intendenza, l'esperienza delle operazioni consiglia un consistente aumento delle salmerie, portando da 3 a 4 le sezioni della salmeria portaferiti in modo da averne disponibile una per divisione e costituendo 3 salmerie di riserva con 100 muli ciascuna e un squadrone cavalli di 100 cavalli (le bardature per le salmerie di riserva sono da richiedere in Patria). Servizio trazione meccanica: l'Intendenza propone di portare da I
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a 2 gli autogruppi d'Intendenza e di costituire definitivamente in zona di opera.lioni un parco mobile automobilistico (equivalente, in campo automobilistico, dei magazzini avanzati materiali e distaccato dal parco automobilistico di Valladolid), che durante la battaglia di Catalogna "si è dimostrato indispensabile per coordinare in zona di operazione il servi.lio delle riparazioni automobilistiche, dei rifornimenti e dei recuperi a immediato contatto delle unità operanti". Il parco mobile si articola su: Comando, officina mobile pesante con officine volanti che possono essere distaccate, reparto autonomo con sezione rifornimenti, se.lione recuperi, magazzino avanzato parti ricambio, deposito avanzato automezzi, parco autoguasti. L'Intendenz.a propone anche l'ampliamento dcli 'autoparco "Trucchi" (impresa privata assuntrice di trasporti militari), che dovrebbe essere organizzato su Comando, drappello autovetture per il Comando CTV, 3 reparti autocarri 634 e Studebaker (rispettivamente di 100, 190 e 60 autocarri in quadre di 10 autocarri ciascuna) 1 reparto autocarrette (60 autocarrette, su 4 sezioni di 15), I reparto ambulanze (50 ambulanze su 5 squadre di I O ciascuna). Organizzazione e disciplina della circola:tione: tutti gli organi ùevono essere aumentati e meglio impiegati, costituendo un ufficio coordinatore retto da un ufficiale superiore con elementi di collegamento con i principali organi direttivi (Comando CTV, Intendenza, delegazione d'Intendenza, divisioni) in modo da essere sempre al corrente - con congruo anticipo - dei movimenti. Il reparto Servizi delle tappe deve essere rafforzato per consentire la costituzione dt postL tappa nelle località più importanti. li reparto m1ltzia stradale si è rivelato insufficiente, anche per il frequente impiego dei militi quali portaordini, distraendoli dal loro specifico servizio d'istituto. Inoltre è emersa la necessità che i predetti militi siano affiancati da personale spagnolo in grado di intervenire nei numerosi casi di indisciplina da parte di conduttori spagnoli (nei riguardi dei quali evidentemente la milizia italiana non è autorizzata ad intervenire). li personale addetto alla segnaletica (una sola squadra d1 ~ uommi) deve essere aumentato a 3 squadre "cartellatori", I squadra verniciatori, I squadra falegnami. Reparti di Intendenza: dovrebbero disporre, per i vari servizi. di reparti organici misti di italiani e spagnoli e di prigionieri per i servizi di manovalanza. Dovrebbe essere costituito un Comar,do reparti d' lnter,denza, composto da Comando, reparto comando e servizi (3 compagnie), reparti manovalan.la (un battaglione e 4 compagnie lavoratori). Delega~ione Intendenza: dovrebbe assumere la seguente fisionomia organica: Comando (6 ufficiali, compreso il Capo delegazione); ufficio sanità (2 ufficiali medici e magazzino avanzato); ufficio commissariato (2 ufficiali commissari, 3 ufficiali di sussistenza, magazzini avanzati); ufficio artiglieria (capo ufficio; 6 ufficiali per i depositi avanzati munizioni; 2 nuclei recuperi munizioni, con 2 ufficiali e 4 ACP; magazzino avan.lalo artiglieria con armi e parti di ricambio; depositi munizioni); ufficio genio (2 ufficiali, di cui 1 capo ufficio e consegnatario magazzini e laboratori avanzati e I addetto); ufficio tra-
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sporti (capo ufficio; ufficiale di collegamento con la ditta Trucchi; ufficiale addetto). Per raggiungere questo assetto, sono necessari altri ufficiali: I ufficiale d'Arma per il Comando, un capo ufficio commissariato, 2 ufficiali d'artiglieria da impiegare per i nuclei recuperi, 2 ufficiali per il Servizio Trasporti. La fine della guerra a distanza di poco più di un mese non consente di accogliere e realizzare pienamente quanto propone l'Intendenza. Alcune proposte, comunque, sono accolte, e l'esame del documento fornisce un'ottima immagine del tipo di organizzazione raggiunta in Spagna a fine guerra, delle sue peculiarità e delle sue carenze complessive, le quali possono riassumersi in più personale e più mezzi di trasporto, anche a soma.
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Fig 24 - Guerra di Spagna· Sharrn di rruppe e ma1eriali. (Archivio Uffi<'io Stnriro SME)
... Fig. 25 - Guerra di Spagna: rifornimento viveri a spalla in terreno montano (Archivio Ufficio Storico SME)
CAPITOLO XI
LA GUERRA DI SPAGNA (1936 - 1939): ASPETTI PARTICOLARI DEL FUNZIONAMENTO DEI PRINCIPALI SERVIZI. DATI STATISTICI, AMMAESTRAMENTI E CONCLUSIONE
I. Servizio di sanità
Per questo come per gli altri Servizi, accenneremo solo ai principali problemi relativi al funzionamento tecnico e ad aspetti meritevoli di considerazione, che non sono stati trattati nel precedente esame dell 'organizzazione logistica in generale. I problemi particolari del Servizio di sanità nascono da quattro fattori: a) la cattiva organi7.zazionc <lei CTV nei primi mesi del 1937, che non può non riflettersi anche sull'efficienza del Servizio; b) i delicati risvolti disciplinari e morali del Servizio, tanto più considerevoli data la particolare fisionomia del reclutamento del CTV; c) la grande distanza - dell 'ordìne degli 800-1000 km - della zona delle operazioni del nord dalla zona di sgombero di Cadice, dove è previsto l'imbarco sulle navi-ospedale; d) la disponibilità quantitativa e qualitativa di organi esecutivi. Nella sua relazione sul secondo viaggio da Cadice all'Italia compiuto dal 27 aprile al 30 maggio 1937, il direttore e commissario della naveospedale Gradisca col. medico Ceccarelli rappresenta che i feriti all'arrivo dei treni attrezzati [al pono di Cadice per lo sgombero in Ttalia N.d.a.] sono apparsi affaticati dal lungo viaggio J1 Ju~ o 111: giorni e sen.la aver ricevuto le cure necessarie, specie i più gravi. La maggior parte di essi era rappresentala da Legionari degenti negli ospedali da circa due mesi, che egli ritiene sarebbe stato forse bene imbarcare sulla nave-ospedale nella precedente missione, al posto di qualche centinaio di pseudo-malati. Aggiunge di aver constatato che le condizioni generali e locali di molti si presentavano peggiori di quelli trasportati nella precedente missione. Una percentuale cli tali feriti presentava fratture comminute scomposte ed esposte delle ossa lunghe, complicate da larghe piaghe delle parti molli, con processi osteo-mielitici, suppurazioni abbondantemente secernenti, vaste piaghe da decubito, profuse diarree. 1 barellati, prima di essere sgomberati dagli ospedali, furono quasi completamente vestiti con la loro divisa, per cui quando, sulla nave ospedale, si dovettero di nuovo spogliare, sebbene fosse stata usata ogni precau1:ione, non si poterono evitare ulteriori traumatismi dannosi .. .1
«.>
1 LeL n. 015051 in data 2 agosto 37 del MG - Gabinetto alla Dire/. Gen. Sanità :il Cdo Corpo SM (AUSSME, Rep. Mn, Racc. 153).
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La direzione di sanità dell'Intendenza ai primi di settembre 1937 trasmette al Comando CTV una relazione a finna dell 'lntendente,2 nella quale espone le cause di questi inconvenienti e i provvedimenti già adottati o in corso per eliminarli. Secondo la direzione di sanità, a fronte dell'elevato numero di feriti della battaglia di Guadalajara l'unica struttura sanitaria territoriale italiana al momento disponibile per il ricovero e la cura era l'ospedale di Valladolid, con soli 230 letti e con un solo chirurgo. /\ sua volta, il sistema sanitario militare spagnolo era poco efficiente, perché molti ufficiali medici erano rimasti nella zona controllata dai repubblicani, i treni sanitari spagnoli erano scarsi e male attrezzati, e anche le strutture civili erano carenti, male altrezzate e molto frazionate. Di conseguenza, è stato necessario suddividere i feriti in un gran numero di ospedali (ben 13 nella sola ciltà di Saragozza), senza che fosse possibile assegnare a ciascun ospedale i chirurghi e il personale di assistenza italiano necessari. Infine i treni sanitari spagnoli con personale di assistenza anch'esso spagnolo - sono stati messi a disposizione solo con preavviso di poche ore e non è stato quindi possibile concentrare per tempo e preparare per il viaggio i feriti. Dopo lo sgombero dei feriti da Saragoaa che ha dato luogo agli inconvenienti lamentati, nessun treno ospedale parte direttamente da ospedali spagnoli per Cadice. A cominciare dal mese di giugno tutti i treni partono esclusivamente dall'ospedale italiano di Valladolid, dove i feriti vengono concentrati e preparati per affrontare, in buone cond1z10ni, il lungo viaggio (36 ore) fino a Cadice. Sul treno viaggia anche un medico italiano con relativo personale di assistenza. Al momento (settembre 1937) sono giunti nuovi chirurghi dall'Italia, l'ospedale di Valladolid è stato potenziato portandone la capacità a 1.200 letti, e anche il nucleo chirurgico speciale "Chi ureo" ha aumentato la disponibilità di posti letto. La degenza dei militari italiani negli ospedali spagnoli è perciò ormai ridotta al minimo, e i feriti nel più breve tempo possibile sono concentrati a Valladolid, dove ricevono le cure necessarie e sono trattenuti fino a quando le loro condizioni ne consentono il trasferimento in Italia. TI criterio fondamentale adottato per la politica di sgombero è infatti quello del "rimpatrio dei feriti (esclusi beninteso gli intrasportabili) quanto prima è possibile. La vera cura deve essere attuata nei comodi e ben attrezzati nostri ospedali territoriali". Sono inoltre state interessate le autorità spagnole per il miglioramento delle attrezzature dei treni, e il personale sanitario è stato sensibilizzato sul controllo e l'assistenza. A Siviglia è stato organizzato un posto di ristoro, ecc .. La direzione di sanità, a conclusione della relazione, non ritiene necessario l'invio in Spagna di un colonnello medico con funzioni di ispettore, sul quale il Ministero chiede un parere: sarebbe invece opportuno l'invio in Spagna di ufficiali inferiori medici buoni chirurghi, di cui si è sempre avuta scarsa disponibilità.
2
Let. n. 46621/D.S. in data I O settembre 37 {AUSSME. Rep. M/7, Racc. 153).
Guerra di Spagna: funzionamento principali Sen•i-;;i
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Ai primi di giugno 1937 l'organizzazione non è sempre soddisfacente, anche a prescindere dal personale e dai mezzi e dalle varie difficoltà spesso inevitabili: in una lettera del 7 giugno 3 l'Intendente dopo una visita alle strutture sanitarie afferma di aver trovato taluni ospedali e nuclei chirurgici in buone condizioni, ma altri sporchi, disordinati e con pavimenti indecenti, fino a costringerlo a intervenire di persona per migliorare la pulizia e l'igiene. In un ospedale, proprio nel giardino antistante il padiglione ammalati era piantata una tenda che funzionava molto poco opportunamente da camera mortuaria. Un altro problema riguarda le malallie veneree, vecchia piaga degli eserciti la cui diffusione nell'autunno 1937 aumenta specie tra le truppe di ritorno da Santander, ed è come sempre dovuta alla prostituzione clandestina e non controllata. Nella già citata relazione della direzione di sanità del settembre 1937 si accenna alle misure di prevenzione in atto: propaganda da parte degli ufficiali medici dei corpi, sale di profilassi anticeltica presso tutti i corpi, sorveglianza sulle case di tolleranza, gran numero di profilattici in arrivo dall'Italia da distribuire alle truppe a prezzi molto modici. Gli ammalati venerei non possono essere trattenuti negli ospedali italiani in Spagna fino alla guarigione, perché occuperebbero per lungo tempo posti letto che è bene siano tenuti a disposiLione dei feriti e degli ammalati più gravi: vengono perciì> fatti rientrare in Italia, dove in condizioni migliori possono completare la loro cura presso gli ospedali militari territoriali, per poi essere fatti rientrare in famiglia; ad essi viene anche decurtata la paga spagnola. La profilassi anticeltica viene definita nei particolari dalla direzione di sanità in una lettera di fine settembre 19374 nella quale si prescrive; a) visita medica settimanale (sottufficiali a parte) alla quale nessuno deve sfuggire, anche per controllare igiene e persona; b) ricovero in ospedale (sezione di Renedo dell'ospedale legionario n. 043) solo per sifilitici iniL.iali e blenorragici con forme iperacute e complicazioni in atto. I leutici e blenorragici leggeri devono essere curati presso i corpi; c) sala anticcltica in tutri gli accantonamenti; d) propaganda tra le truppe, eseguita più che con conferenze, con "una vera e propria azione spicciola mirante all'educazione sessuale del soldato", il quale va convinto che l'astinenza non reca alcun danno alla salute, mentre le malattie veneree possono rappresentare un grave pericolo per lui e per la famiglia. Al soldato deve essere raccomandato di evitare rapporti sessuali con le prostitute vaganti e di usare il profilattico, che "se associato alle altre misure profilattiche, riesce ad evitare la massima parte dei contagi". I risvolti disciplinari dell'andamento del ServiL.io riguardano le modalità per le visite mediche presso i corpi e per le visite da parte degli organi collegiali, e la tendenL.a (sia da pane del singolo che del! 'organizzazione) ad usare il ServiL.io sanitario come ••valvola di sfogo" per ri-
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Let. n. 2001 in data 7 giugno 37 (AUSSME, Rcp. r/6, Racc. 90).
Lei. n. 5871/D.S. m data 28 settembre 37 (AUSSME. Rep. F/6, Racc. 90).
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solvere nel modo meno traumatico possibile situazioni altrimenti difficili. In una lettera di fine novembre 19375 la direzione di sanità nota che non sempre presso i corpi la visi La medica viene praticata dai dirigenti il servizio sani Lario, con quella scrupolosità e serenità di giudizio, con quel tatto e con quella forma, che sono indispensabili onde evitare malcontenti e lagnanze da parte dei militari, ingenerando in questi sfiducia verso il medico e preoccupazioni per le proprie condizioni di salute, specialmente in coloro che ritenendosi ammalali, non sono riconosciuti tali.
Secondo la direzione di sanità il medico dei corpi deve conoscere i soldati, e seguire una giusta linea distinguendo tra coloro che abitualmente chiedono visita senza essere ammalati, da coloro che non la chiedono mai, e che non devono essere trattati con i primi: solo così l'ufficiale medico potrà conquistarsi l'indispensabile fiducia dei soldati. Le visite collegiali, per evitare reclami, devono essere effettuate da tutti i componenti della commissione, e devono essere praticate da tutti i membri riuniti, i quali devono astenersi da giudizi personali e prendere le decisioni in comune. Riguardo alle visite collegiali, una lettera di fine settembre 1937 della direzione di sanità prescrive che la visita collegiale è subordinata alla preventiva autorizzazione della direzione di sanità, alla quale deve essere inviato un rapporto dell'ufficiale medico sulle condizioni di salute dell'individuo, corredata da una dichiarazione del comandante di corpo sulla dipendenza o meno della malattia da cause di servizio. Infatti "'con troppo frequenza" vengono inviati a visita collegiare presso l'ospedale 043 di Valladolid ufficiali con infermità di poco conto, i cui sintomi sono esagerati dagli interessati per essere riconosciuti non idonei e quindi rimpatriati, oppure ufficiali che dovrebbero rimpatriare per motivi estranei al loro stato di salute, "ritenendosi quella dell 'ospedale la via più sbrigativa". Queste situazioni si verificano evidentemente anche nel prosieguo della guerra. Una lettera del 4 marzo 1939 del Comando CTV6 rileva che "si verifica con una certa frequenza" il caso di ufficiali che avendo ricevuto ordine di trasferimento o rimpatrio si rivolgono ali 'ufficiale medico per ottenere un ritardo neJI 'esecuzione del provvedimento. Si richiamano perciò gli ufficiali medici alla stretta osservanza delle disposizioni in vigore (rapporto scritto sulle condizioni di salute dell'interessato e sospensione del movimento solo se l'ufficiale medico dichiara esplicitamente che il paziente non è in condizioni tali da consentire il suo trasporto con i mezzi normali). La situazione del personale e dei mezzi sanitari in Spagna va giudjcata tenendo presenti le grandi distanze, la mancanza del volano di corpo d'armata il frazionamento delle unità,la quantità di perdite (circa 15.000, di cui oltre 11.000 feriti) che in Spagna è molto più elevata rispetto a quelle dell'Etiopia, benché la forza sia di I /9-1 /IO circa di
'Lct. n. C.12/D.S. in data 24 novembre 37 (AUSSME. Rep. F/6, Racc. 90). Let. n. 13760 in data 4 marzo 39 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 100, Cart. 10/2).
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quella dcli ' A.O.. Ne consegue un severo impegno soprattutto per Io sgombero e la cura dei feriti, attività che in Etiopia erano quasi sempre risultate sporadiche e non eccessivamente impegnative. Come già si è accennato, in rapporto alle esigenze la disponibilità del personale e dei mezzi è generalmente carente, con particolare riguardo al 1937. A fine maggio 1937 le 5 Grandi Unità hanno tulle (tranne il raggruppamento XXIII marzo) il numero minimo di 2 ospedali , ma sono disponibili - anche per le esigenze degli ospedali d ' Intendenza più arretrati - solo 3 nuclei chirurgici in tutto. 7 Alla stessa data la sezione disinfezione giunta dall ' halia è ancora in via di costitu.t:ionc e vi sono solo 2 ambulanze radiologiche, ambedue impiegate presso gli ospedali d'Intendenza. Ad agosto sono disponibili solo 4 nuclei chirurgici, ma gli apparecchi radiologici che hanno in dotazione funJ:ionano male; l'lntendenza richiede pertanto con urgenza altre 2 ambulanze radiologiche.8 Sempre nell 'estate del 1937 è insufficiente anche il numero delle ambulanze odontoiatriche (2 per 5 divisioni) e degli autohagni (ne sono richiesti 12, numero eccessivo, ma ne sono assegnali solo 3). Anche le autoambulanze scarseggiano, se si tiene conto delle grandi di..,tanze da percorrere e del numero dei feriti concentrati in cicli operativi rli rlurnta generalmente breve. Alla battaglia dell ' Ebro (marzo-aprile 1938) la situazione è mi gliorata.9 Ciascuna Grande Unità oltre a 2-3 o<;pedali da campo dispone di un nucleo chirurgico, mentre altri 2 (affiancanti a 5 ospedali da campo) sono a disposizione dell'lntenden/.a. Sempre troppo scarso 11 nu mero delle autoambulanze: 26 in totale (6-7 per divis ione). Quest"ultimo numero corrisponde alla normale disponibilità prevista per le divisioni , ma in Spagna mancano i volani di corpo d'armata e d'armata previsti dalle Norme del 32. In sostanza scarseggiano sempre, come già si è visto, nuclei chirurgici e mezzi di sgombero: di qui il ricorso a autocarri e salmerie attrezzati. Per la battaglia di Catalogna (gennaiofebbraio 1939) sono disponibili : 4 se/ioni di sanità ( I per divisione), 6 nudèi d11ru1g1ci (unu dt:lla CRI), I O ospedali da campo, 2 ospedali legionari italiani (n. 043 e n. 9), 2 ospedali da guerra della CRI (n. 31 e 7 I), 3 ospedali militari spagnoli territoriali presso i quali si trovano anche subalterni medici italiani (2 a Salamanca e I a Banos de Montemayor). Sulla base dell'esperienza della ballaglia di Catalogna, il 21 marzo la direzione di sanità emana i "criteri per il fun/ionamento del servizio sanitario durante il prossimo ciclo operativo'', 10 che qui riassumiamo come soluzione organizzativa definitiva. 7
Lct. n. 6675 in data 21 maggio 37 dell'Intendenza (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 100). Let. n. 4031/D.S. in data 6 agosto 37 (AUSSME. Rep. F/6, Racc. 79). Let. C. 34 in data 6 marzo 1938 dell'fntendenza (AUSSME, Rep. F/6, Racc. I 05, Cart. Uf. SM.). 10 Lei n 2914/0.S. in data 21 marzo 39 (AUSSME, Rcp. F/6 , Racc. 105, Cari. Circ. Varie). K 9
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Viene assegnata a ciascuna sezione di sanità una sezione salmerie portaferiti . Le sezioni di sanità si devono schierare il più vicino possibile alle truppe combattenti, e comunque a non più di 3-4 km dalla linea di contatto, in posizione centrale. Devono assicurare la continuità di funzionamento con successivi scavalcamenti dei reparti che seguono da vicino le truppe combattenti. Sono ente di smistamento, e pertanto il Capo Sezione deve: a) avviare subito (anche ad autoambulanze non complete) i feriti gravi e tutti quelli che devono essere curati in brevissimo tempo all 'ospedale da campo divisionale; b) avviare (ad autoambulanze complete) i feriti lievi e quelli trasportabili a distanza, al più vicino ospedale d'Intendenza avanzato (Toledo); e) rinviare al più presto ai corpi i feriti lievissimi recuperabili subito: "tale norma non è mai stata seguita nella battaglia di Catalogna, generando così ovvi inconvenienti che devono essere evitati"; d) trattenere in località appartata e opportunamente assistili dal Cappellano, gli agonizzanti: "durante la battaglia di Catalogna parecchi feriti giun<;ero in o<;peclale in stato preagonico, per i quali ogni intervento era inutile". Ciascuna divisione dispone di 2 ospedali e 1 nucleo chirurgico. Uno di questi deve essere sempre in funLione a impiantarsi insieme con il nucleo chirurgico a non più di 2-3 km di distanza dal reparto di sezione sanità in funzione; l' altro si tiene pronto per lo scavalcamento. Man mano che i degenti all'ospedale da campo si rendono trasportabili, sono sgomberati sull'ospedale da campo avanzato d'Intendenza di Toledo. L'ospedale da campo avanzato d'Intendenza si schiera nelle immediate retrovie delle Grandi Unità e ad ogni modo nella zona degli organi logistici avanzati d'Intendenza. Provvede al ricovero e alla cura dei feriti intrasportabili a grande distanza e dei grandi fratturati, che sono curati presso la sezione di traumatologia dell'ospedale stesso, e sgombera gli altri per mezzo di ambulanze sulla stazione ferroviaria di Burgos. Di qui, a mezzo di treni ospedale, i feriti spagnoli delle divisioni Frecce e gli altri - eccezionalmente italiani - sono sgomberati sugli ospedali spagnoli di Banos de Montemayor e di Salamanca, e i feriti italiani - eccezionalmente spagnoli - sull'ospedale legionario 043 di Valladolid. L'ospedale 043 di Valladolid sgombera i feriti recuperabili in oltre 12 giorni su l'ospedale legionario n. 9 di Saragozza, e i non recuperabili o i recuperabili oltre 60 giorni sulla nave ospedale, trattenendo i rimanenti. Nel complesso, durante tutta la guerra sono organizzati 400 treni ospedale e le navi - ospedale compiono un viaggio al mese, per untotale di circa 30 viaggi. Durante la sola battaglia di Catalogna si effettuano da Valladolid a Cadice 12 treni ospedale con 1.504 feriti, trasportati in Patria con 3 viaggi di nave-ospedale. Sempre durante questa battaglia, dalla base sud sono fatti affluire ai depositi centrali 12 vagoni di materiale sanitario, che sono successivamente inviati alle Grandi Unità.
Guerra di Spagna: fu11zio11amento principali Servizi
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2. Servi::io veterinario Viene organizzato ex-novo a partire da aprile-maggio 1937, parallelamente all'introduzione dei quadrupedi nel CTV. Raggiunge I 'assetto organizzativo definitivo a fine gennaio 1938 11 e si impernia su: a) infermeria quadrupedi d'Intendenza (con un capitano veterinario e 3 subalterni veterinari) che ha organizzazione e funzionamento analoghi a quelli previsto dalle Norme del 1932 per l 'infcrmcria quadrupedi di corpo d'armata. Ha sede fissa e permanente presso il parco carreggio e salmerie (Miranda De Ebro), del quale è parte integrante. Durante i cicli operativi, e limitatamente alla loro durata, costituisce una sezione staccata con carro-biga, che si disloca nel centro ferroviario più prossimo e più centrale rispetto alle divisioni operanti e sgombera sull'infermeria quadrupedi i quadrupedi feriti o ammalati; b) infermerie quadrupedi divisionali, costituite nei pressi del Comando divisione, che nei periodi non operativi hanno anche funzioni di cura nei confronti dei quadrupedi richiedenti degenze di breve durata. Durante i cicli operativi sgomberano i quadrupedi non prontamente recuperabili presso l'infermeria quadrupedi d'Intendenza e/o la sc:rionc staccata e si trasformano in posti medicazione quadrupedi. Si tratta di un impianto organizzativo razionale, i cui pregi e limiti risultano dalla relazione del capo ufficio veterinaria della divisione Littorio dopo la battaglia di Catalogna, cioè a fine campagna. 12 Relazione interessante, nella quale vanno notali gli inconvenienti derivanti dall'in1piego intenso dei quadrupedi, dall'insufficienza della razione foraggi e dalla mancanza di mezzi di trasporto in proprio per le infermerie quadrupedi divisionali (che anche in questo settore così specifico, contrasta con le esigenze della guerra di movimento): La forza quadrupedi della divisione attualmente è di 998 muli e 47 cavalli. Le loro condizioni igienico-sanitarie sono mediocri per il fallo che, oltre al faticoso lavoro a cui sono stati sottoposti per circa due mesi, la razione alimentare continua a essere insuffieienre. L ·infermeria quadrnpedi divisionale, dopo aver restituito guariti ai reparti quelli ricoverati in Haro nel mese di novembre, funzionò durante l'azione di Catalogna spostandosi quasi sempre con la 2• sezione di sanità e smistando presso la sezione staccata dell'infermeria d'Intendenza complessivamente 147 muli e 4 cavalli. Tra i primi sono inclusi 5 della divisione Frecce azzurre, 5 catturati durante l'azione stessa e uno appartenente ai muli portaferiti assegnati al I O rgt. ftr. Le malattie verificatesi durante il ciclo operativo furono la maggior parte di natura chirurgica e molte di queste dovute ad armi da fuoco. Durante l'azione furono assegnati alla divisione complessivamente 120 muli che furono ripartiti ai reparti in proporzione delle perdite subite al momento dell'assegnazione. l
r...
Note Il servizio nel complesso ha funzionato bene ed è stato agevolato dal fallo che la 2• sezione di sanità lo ha fornito di un meao di trasporto sino a Martorell.
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Let. n. 64/D.S. del 29 Gennaio 38 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 79, Cart. 3 b). Relazione sanitaria - Catalogna in data 26 febbraio 39 (allegato n. 29887 al diario storico della divisione assalto Littorio, AUSSME, Rep. F/7, Cart. 13). 12
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Solo così è stato possibile funzionare con due nuclei <li raccolta che hanno facilitato stiaordinariamenle lo sgombero da parte dei reparti. Non la stessa cosa si può dire dopo Martorell quando la mancanza di un mezzo a disposizione non ha permesso al servizio seguire lo stesso criterio adottato nella prima fase. Il richiedere di volta in volta al comando un mezzo per il trasporto dell'infermeria costituisce intralcio, specie in una guerra di movimento: mentre l'assegnazione <li una autocarro Fiat 618 per la durata di un ciclo operativo assicurerebbe m pieno il funzionamento <lei servi.,_io.
Le perdite di quadrupedi sono molto severe: 1.300 morti sui 6.500 che riceve il parco salmerie. Particolarmente apprezzabile, comunque, il fun7ionamento del Servizio durante la battaglia di Catalogna, con 370 quadrupedi curati presso le infermerie divisionali, 281 restituiti guariti ai corpi, 495 sgombrati per ferrovia sull'infermeria di Miranda de Ebro.
3. Sen>izio di commissariato. Come già in parte accennato, ti buon funzionamento del Servizio è ostacolato da una serie di fattori che aumentano tulli le difficoltà, anche se alcuni di essi a un primo esame dovrebbero essere positivi: a) il disordinato quanto insufficiente afflusso dei generi e materiali e l'insufficiente disponibilità di personale nei primi mesi del 1937. Si viene informati dell'arrivo dei piroscafi quando sono già in porto e durante la battaglia di Malaga la maggior parte dei generi e materiali sono ancora in viaggio; b) la mancanza di forni mobili per il pane e di cucine rotabili da cam po, non ancora in servizio nel l'esercito (le compagnie dispongono, come sempre, di casse di couura e marmitte da campo mod. 1855) a fronte dei notevoli e continui spostamenti delle unità; c) la necessità di fare assegnamento sull'Intendenza spagnola per la fornitura di generi fondamentali da prelevare giornalmente e con caratlcrc di continuità (pane, carne, foraggi, legna), generi spesso scarsi anche in Spagna che richiedono laboriosi accordi con le autorità spagnole; d) la correlata e completa mancanza, diversamente da quanto avviene in Etiopia, di attrezzature frigorifere fisse e (almeno fino al novembre 1937) di automezzi frigoriferi per la conservazione della carne; e) la carenza di Quadri, che si protrae almeno fino al gennaio 1938, quando con l'arrivo dall'Italia di 3 subalterni commissari e 8 di sussistenza, gli organi previsti raggiungono una definitiva sistemazione. li funzionamento del Servizio duranle la battaglia di Guadalajara risente particolarmente di queste carent:e. 13 A causa della scarsità di
"r. Dclfortc, Op , it., Voi. IV. 1'1'· 197 t: 200 t: lt:L. n. 39 in data 6 marzo l 937 e lei. n. 21 in data 16 mar?o I 937 (allcga11 n. l e 4 al diario storico Intendenza).
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Quadri non è possibile per l'Intendenza costituire organi avanzati in grado di rifornire le sezioni sussistenza divisionali: è perciò giocoforza ricorrere al personale delle stesse sezioni sussistenza e/o all'Intendenza spagnola. Oltre a oggetti di vestiario-equipaggiamento di riserva mancano viveri di riserva, e anche per questo si prescrive alle Grandi Unità di ricorrere ai viveri ordinari e di confezionare il rancio caldo in combattimento, preseri1:ione che non sempre, per ragioni diverse, viene seguita o risulta di possibile attuazione. Comunque - secondo quanto afferma la direzione di commissariato - nonostante le difficoltà le sezioni sussisten1:a delle divisioni sono ugualmente rifornite (anche se, notiamo, con una certa irregolarità: le razioni di pane distribuite oscillano da un minimo di 26.000 circa dei giorni 8, 14 e 16 marzo a un massimo di 50-53 .000 dei giorni, 12, 17, 21 e 22). Sempre secondo la direzione di commissariato, ciò che viene spesso a mancare è l ' ultimo anello di rifornimento, tra i reparti di prima linea e le sezioni sussistenza divisionali, anello di competenza dei Comandi e non dell 'lntendenza. La 3· divisione ignora le disposizioni della direzione di commissariato e la sera del giorno 8 marzo dà ordine ai reparti di consumare la razione viveri a secco restituendo la razione di carne e viveri ordinari (passata poi alla divisione Littorio e utilizzata solo in parte, perché ormai avariata), senza portare le cucine al seguito. Un battaglione della 2• divisione lascia le cucine 52 km indietro e pur avendo vicino la sezione sussistenza della sua divisione si reca a prelevare i viveri presso la se1:ione sussistenza della 3' divisione. Questi inconvenienti avvengono, secondo la direzione di commissariato, a causa dello scarso interessamento di alcuni comandanti di reparto per il vettovagliamento, e dipendono anche dallo scarso rendimento di alcuni ufficiali al vettovagliamento: inoltre non sempre viene annunciata ai reparti delle divisioni la dislocazione delle rispettive sezioni sussistenza. I reparti non indivisionati non dispongono di una sezione sussistenza a parte e doviebbero appoggiarsi alla sezione sussisten1:a divisionale più vicina (che non ha però personale e mezzi sufficienti per carichi supplementari): molti di essi si rivolgono direttamente all'Intendenza nonostante le disposizioni impartite sulla necessità di rivolgersi agli organi delle G.U .. I reparti, che dormono all'addiaccio e devono sopportare il freddo e il maltempo, sono abbastanza largamente forniti di viveri di conforto, ma le loro r ichieste di indumenti invernali rimangono senza esito, perché vi sono presso le sezioni di sussistenza riserve scarsissime o inesistenti. Solo ai primi di aprile le truppe vengono rifornite di vestiario, e il 2 aprile partono per Palencia ben 7 autocarri leggeri ddl'Intcndcnza carichi di vestiario per il solo gruppo Francisci. L'operazione è ritenuta così importante, che il 5 aprile lo stesso Comando del CTV chiede di essere informato su come procede il rifornimento degli oggetti di vestiario mancanti. Sulla base dell'amara esperienza di Guadalajara, ai primi di aprile 1937 la direzione di commissariato invia all'Intendenza una relazione
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nella quale riassume i provvedimenti da adottare (in buona parte non adoltati o adottati in ritardo): 14 a) trasformazione del magazzino viveri e del magazzino vestiario ed equipaggiamento della base nord in magazzini di annata alle dirette dipendenze dalla direzione di commissariato, con invio del relativo personale dall'Italia. Questa soluzione eliminerebbe la dispersione di personale e gli intralci burocratici (la proposta è accolta e il provvedimento è attuato, con lo scioglimento della base nord il I O aprile); b) particolarmente urgente è la costituzione organica di un magazL.ino vestiario-equipaggiamento, per la necessità di mettere subito in funzione un reparto recupero e di distaccare aliquote di magazzino presso le truppe operanti (li magaZL.ino vestiario-equipaggiamento viene costituito: peraltro, come si è visto, solo nel corso della battaglia del Levante - estate 1938 - viene costituito un magazzino avanzato vestiario ed equipaggiamento, dando alle divisioni la possibilità di sfruttare questo anello intermedio, senza fare capo, come prima accadeva, al lontanissimo deposito centrale); e) non esistono sezioni di sussistenza per le numerose truppe non indivi..,ionate: perciò la direzione di commissariato ritiene necessario l'invio dall'Italia di una sezione di sussistenza per corpo d'armata ed eventualmente per armata. Benché si tratti di organi esecutivi previsti dalle Norme del 1932 essi non sono mai assegnati. con conseguenti notevoli disservizi. Solo il 13 marzo 1939, cioè a fine campagna, viene costituita una sezione di sussistcnz.a , infofl.ata alk dirette dipendenze della direzione di commissariato, che, come si è vhto, cra i,tata proposta anche dopo la battaglia di Catalogna; 15 d) manca al momento (aprile 1937) la seL.ionc sussistenza per il raggruppamento autonomo Francisci recentemente costituito, e si propone di porvi rimedio (dubbio) depauperando di personale la sezione sussistenza della I a divisione volontari; e) si propone l'istituzione, all'occorrenza, di maga:uini viveri presiùiari gestiti da ufficiali d'Anna, nelle località di f11!4ucnlt: sosta t: transito di truppe, alle dirette dipendenze dei Comandi Lappa o presidio (non risulta che al provvedimento sia dato corso); f) infine, more solito, il sistema di contabilità dei viveri che le sezioni sussistenza devono tenere "comporta un complesso lavoro contabile, per la gestione conseguente alla somministrazione dei generi da considerarsi, com'è noto, sempre a pagamento. È questo un forte lavoro per le sezioni di sussistenza, le quali allo stato attuale incontrano grandi difficoltà a provvedervi col personale di cui dispongono" (a questo inconveniente non si pone mai rimedio). L'organizzaL.ionc del ServiL:io per tutta la campagna devt: misurarsi con questi problemi, nei quali assumono particolare risalto quelli re-
14 Lei. n. 267 in daia 4 aprile 37 (A!JSSME, R<'p 1-ff,, Racc 146). •~ Lct. n. 57S in data 13 ma17.a 39 dell'intendenza (AUSSME, Rcp. 1--n. Racc. 43).
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lativi al prelevamento giornaliero del pane e della carne, alla confezione del rancio e alla gestione dei viveri. La razione giornaliera viveri, fissata a fine febbraio 1937 16 prevede gr 630 di pane, gr 200 di carne, gr 200 di pasta o riso, gr 20 caffè e gr 30 di zucchero. una distribu1.ione settimanale di tonno e sardine (gr 70), 3 distribuzioni settimanali di pesce fresco (gr 150) formaggio, legumi e condimenti (olio e lardo), vino centilitri 50. più 0,30 pesetas in contanti per acquisto sul posto di frutta e verdura. A decorrere dal I O maggio 1937 essa viene sensibilmente aumentata (carne da gr 200 a gr 250, pasta da gr 200 a gr 220, formaggio grana da gr IO a gr 15, formaggio tavola da gr 40 a 50) più 0.40 pesetas per acquisto generi di miglioramento). 17 In tal modo, per i due generi fondamentali anche con questo miglioramento la razione viveri per la Spagna si mantiene inferiore a quella dell'Etiopia (che prevedeva gr 700 di pane e gr 300 di carne). Il soldato porta con sé, come in Etiopia, una giornata di viveri a secco (gr 400 di galletta e una scatoletta di carne - le truppe in Etiopia avevano anche una scatola di minestra "tipo Chiarizia"). Le sezioni sussistenza dispongono - per i soli reparti della divisione - di un 'altra giornata viveri di riserva (7."iOO scatolette e 7 .500 razioni di galletta); i reparti 11011 indivisionali portano pertanto al seguito, come dota1:ione di reparto. un'altra giornata viveri a secco. Nel corso dei cicli operativi sono distribuite a discrezione del Comando CTV - razioni viveri di conforto, che subiscono frequenti variazioni in relazione alle disponibilità. Ad esempio nel giugno 1937 esse sono fissate m: 7 centilitri di anice, 8 centilitri di cognac, I 00 gr di cioccolato alla settimana (l'anice viene distribuito ogni giorno, il cioccolato e il cognac due volte alla settimana). Ma queste razioni nel giugno 1938 sono ridotte a 2 distribuzioni settimanali di vino di centilitri 25 ciascuna, una di caffè gr 10 con gr 15 di zucchero), 3 distribuzioni settimanali di anice da centilitri 5 ciascuna, uaa di cioccolato da gr 50.18 Normalmente i reparti prelevano presso le sezioni sussistenza divisionali italiane la pasta o riso, la conserva di pomodoro, 11 tormagg10 e il condimento completo tipo "Marcozzi" (in luogo di olio e lardo), i materiali di uso generale e di cucina, le razioni viveri di riserva. Gli altri generi (pane, carne fresca, olio o lardo, caffè e zucchero, combustibili in ragione di kg I di legna pro capite al giorno) sono fomiti dall 'Intendenza spagnola o da fornitori da essa indicati, oppure acquistati sul posto dai reparti. Le difficoltà nascono principalmente da: a) sistema di contabilità e gestione dei viveri e meccanismo degli acquisti;
11•
Let. n. 1348 in data 21 febbraio 37 dell ' ufficio Servi/i Cdo CTV (AUSSME,
Rep. F/6. Racc. 146). 17 Disposuione in data I O maggio 1937 (senza prot.) del Cdu CTV-Scrvizio amministrativo (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 146). 18 Lei. n. 1194 in data 2 giugno 37 della Dine. comm. (AUSSME, Rep. rn. Racc; 146) e lei. n. C. 26/D.C. in data 20 giugno 38 (AUSSME, Rcp. f/6, Racc. 90).
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b) confezione del pane e qualità deJla carne e dei generi fomiti dall'Intendenza spagnola; e) difficoltà di trasporto dei generi della razione ordinaria alle truppe; d) scarsa cura nella confezione del rancio. Le spese per il vettovagliamento della truppa sono a carico del Governo spagnolo. La contabilità relativa deve considerare un controvalore della razione viveri ordinari da 3 pesetas al giorno ("competenze spagnole tercio"), esclusi il pane e i combustibili forniti gratuitamente dall'Intendenza spagnola. Questa cifra viene trattenuta al singolo soldato, e ciò costringe a impiantare contabilità e registrazioni separate per viveri a secco, generi di conforto, viveri ordinari fomiti dall'Intendenza spagnola e viveri ordinari fomiti dati 'Intendenza italiana: inoltre per gli acquisti diretti dal commercio si seguono procedure a parte. Inizialmente i comandanti di reparto gestiscono un fondo vitto costituito da 3 pesetas giornaliere che ogni mese sono trattenuti in anticipo al legionario. A partire dal JO maggio il fondo vitto è abolito, e a disposizione dei reparti, in contanti, rimane solo la quota fissa di pesetas 0,40 per acquisto di generi di miglioramento, legumi e vino. I reparti devono prelevare giornalmente l' equivalente delle rimanenti 2,60 pesetas presso l'Intendenza italiana, e quando riscuotono presso la cassa deH 'Intendenza le 3 pesetas giornaliere per ciascun soldato assegnate dal governo spagnolo, devono contemporaneamente versare tale importo di pesetas 2,60 al Governo italiano. Questo complesso meccanismo viene ancor più complicato dalla frequente necessità che hanno i reparti di ricorrere ad acquisti diretti . Per il rifornimento del pane, della carne, del Lardo e del caffè da parte dell'Intendenza spagnola, particolare difficoltà sorgono nel giugnoluglio 1937, nel corso della battaglia di Santander. 19 Giungono alla direzione di commissariato lamentele (le solite lamentele, ormai secolari) perché il pane è mal confezionato, mal cotto, con eccesso di umidità. Ciò avviene per diverse ragioni: scarsa potenzialità o lontananza dei forni militari !o,pagnoli (tutti l'issi), asse1u:a nella .wna di forni civili importanti, impiego di farine scadenti, perché i I Governo fa obbligo ai panifici di impiegare anche il I 0% di una farina leggermente avariata proveniente da una partita di sua proprietà, difficoltà - anche per scarsità di personale - di sorvegliare la panificazione molto frazionata in panifici privati di modesta potenzialità e in località diverse, mancanza di mezzi di trasporlo attrezzali per il trasporto del pane, spedizione del pane appena sfornato e senza il prescriuo periodo di 12 ore di invecchiamento, eccessivo numero di trasbordi. Si rimedia all'inconveniente concentrando la panificazione, anche da parte dei privati, in Burgos, con il concorso di personale militare italiano. Per il trasporlo si allrezzano con scaffalature 10 autocarri chiusi, "restando così eliminati gli incon-
19 Ohre alla citata reluione sul Servizio di commissariato Cfr. anche lct. n. 2299/1 in data 15 luglio 1937 della Dir. comm. (AUSSME, Rep. F/6, Racc. l 46):
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venienti igienici derivanti dal trasporto del pane, che non sempre poteva essere insaccato, su autocarri aperti". La calli va qualità della came è dovuta: alla macellazione d .i bestiame vecchio (il Governo spagnolo proibisce di macellare bestiame giovane), alla deficienza di bestiame, al mancato rispetto delle buone norme per la macella/ione e il trasporto (mancano o scarseggiano autocarri frigoriferi). Alcune divisioni stipulano in proprio. con buoni risultati, contraili con fornitori privati, e la direzione di commissariato ritiene "mollo opportuna. se non indispensabile" l'assegnazione di un autocarro frigorifero, sia pure di circostanza, per ciascuna sezione sussisten7.a (assegna1,ione effettuata in ritardo per un'esigenza che avrebbe dovuto essere prevista subito). Nel prosieguo della guerra questi inconvenienti sono attenuati o eliminati con un sempre più diretto intervento della direzione di commissariato, sia negli accordi con l'lntcndent:a spagnola sempre meno lasciati alle singole divisioni, sia con la costituzione in proprio di volani di generi e materiali fomiti con accordi preventivi dall'Intendenza spagnola, in modo da evitare alle Grandi Unità l'onere degli accordi e dei prelevamenti diretti. Così la delegat:ione d"lmendenza preleva e fornisce alle sezioni di sussistenza anche il caffè. lo zucchero, il sale, il lardo e i legumi. li deposito centrale viveri a fine 1937 preleva riserve di lardo dall'intendenza spagnola e mette m opera vasche di cemento per conservarlo. All'inizio del 1938 si costituiscono depositi di fieno, paglia e legna alle dirette dipendenze dell'Tntendenza e/o della dclega.lione d'Intendenza. anche con generi incettati sul posto. La confezione del rancio non è esente da problemi e difficoltà. A fine 1937 la direzione di commissariato richiama i reparli all'osservanza di precedenti disposizioni, le quali vietano l'impiego delle casse di cottura per la confezione del rancio (che deve avvenire con le marmitte) e prescrivono di usarle solo per il lrasporto e il completamento della cottura: eventuali carenze di marrnittc dovranno essere segnalate. Da questo intervento si deduce che probabilmente alcuni reparti mancano di un numero sufficiente di marmitte da campo, e che le casse di cottura mod. 35 (vds. capitolo Vll) che teoricamente dovrebbero servire anche per la confezione del rancio in compagnia, all'atto pratico non sono del tutto idonee allo scopo e si logorano facilmente. 20 Un foglio d'ordini dell'Intendenza di fine 1938 riepiloga le prescrizioni sulla confezione, con raccomandazioni e suggerimenti (a firma del gen. Favagrossa) in buona parte non nuovi e che dovrebbero essere supertlui: 21 a) ciascun comandante di reparto deve dedicare le cure più scrupo~ lose alla compilazione della lista settimanale per il rancio, all'acquisto dei generi e alla confezione. Una copia della lista deve essere inviata all'Intendente in modo che possa controllare nel corso delle visite ai re-
W Lei. n . 10/D.C. in data 25 novemhn: 37 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 104, Can. Comm.J. 21 Foglio d"ordini n. 446 in data 22 ollobrc 38 (AUSSME, Rep. F/6, Cart. 111 ).
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Ferruccio Botti
parti, un 'altra deve essere affissa ali 'albo vicino all 'ordinc del giorno e un'altra affissa in luogo ben visibile in cucina. La lista deve sempre essere osservata, salvo casi eccezionali di indisponibilità di generi; b) molti militari si lamentano per la cattiva qualità della pasta spagnola, acquistata dal commercio benché costi di più della pasta italiana (che è migliore e più gradita). Ciò avviene "per indolenza ed apatia di spostarsi sia pure di pochi passi dagli alloggiamenti" per andare aprelevare la pasta presso le sezioni sussistenza italiane. L'Intendente ricorda che è disponibile presso le sezioni sussistenza anche il riso, per il quale deve essere sfatata la leggenda che non è gradito ai soldati meridionali: in realtà "non piace solo quando è mal condito e scotto"; c) vi è eccessiva tendenza a realizzare economie sulle 2,60 pesctas (e sul loro equivalente in viveri): "pochi centesimi di pesetas che si restituiscono ai militari, nulla rappresentano, ma sottratti nel complesso al rancio vanno a detrimento della possibilità di renderlo assai più gradito. Proibisco, quindi, di scendere al di sotto di Pesetas 2,50 giornaliere; d) curare mollo la varietà del rancio, "che non deve essere sempre la solita carne lessa e il solito spcnatmo", tenere presenti i gusti del sol dato e le possibilità stagionali e ambientali, acquistando di volta in volta i generi più economici e al tempo stesso ugualmente graditi ecc .. Rispelto al vettovagliamento. la branca vestiario-equipaggiamento desta minori preoccupazioni, perché le attività di rifornimento, recupero e sgombero pm,M>no anche avere carnltt:n: apt:riudico e comunque non richiedono le cure giornaliere e la continuità di gestione del vettovagliamento. li servizio vestiario-equipaggiamento, nonostante le lunghe distanze da percorrere e il frazionamento delle unità, è organizzato fino alla battaglia del Levante (luglio-ottobre l 938) con il raccordo diretto tra la base nord (poi deposito centrale) e i corpi, senza organi esecutivi intermedi (come del resto era previsto dalle Norme del 1932). Solo a partire dal luglio 1938 si impianta in Teruel un magazzino avanzato vestiario cd equipaggiamento con personale e meu.1 Jd ul!pusiLo t:e11trale di Palencia, che viene poi soppresso al termine del ciclo operativo della battaglia del Levante (31 ottobre) e fino a tale data funge da anello intermedio tra i corpi e il deposito centrale. Nel maggio 1937 viene organizzato nella base nord un magazzino recupero,22 dove affluisce per ferrovia o con automezzi vuoti di ritorno il materiale di vestiario-equipaggiamento di uso generale e da cucina fuori uso o abbisognevole di grandi riparazioni. I quantitativi di materiale recuperato, molto scarsi fino a maggio 1937, aumentano notevolmente a partire da tale mese, grazie alla maggior organizzazione del servizio; viene anche costituito un magazzino recuperi presso la base sud. Notevole il numero di scarpe distribuite
2l Let. n. I 543/2 in <law 11 giugno 19'\7 ( A I ISSME. Re-p. in data 9 luglio 37 (AUSSME. Rep. F/6. Racc. 146).
Fn. Racc. 44) e 2239/l
Guerra di Spagna: fw1zionamenro principali Sen•i;:i
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(54.153) e da riparare (37.216), nel solo periodo dal 1° settembre 1937 al 28 febbraio 1938. Nello stesso periodo, le casse di cottura distribuite sono 293 (di cui 3 I 5 affluite al magazzino recuperi) e le marmitte 175 (di cui I 00 affluite al magazzino recuperi). A tali cifre vanno aggiunte le 155 casse di cottura collocate fuori uso ai primi di giugno 1937. Secondo la direzione di commissariato, queste cifre dimostrano che non sempre la manutenzione e le piccole riparazioni del vestiario e delle calLaturc presso i reparti sono state curate, e che. soprattutto, vi è stata ben poca cura per il costoso e prezioso materiale di cucina (che ha percentuali di inefficienza molto alte e richiede frequenti assegnazioni). li maganino recuperi (che impiega anche mano d'opera locale) è diviso in tre reparti (oggetti di tessuto; calzature; materiali di servizio generale e di cucina) e per la lavatura e disinfezione degli oggetti di tessuto e la riparazione delle calzature ci si avvale di dette private. Si ricorre a ditte private anche per acquisti di oggetti di vestiario invernale e - oltre che per la riparazione - per la fabbricuionc cli calzature nuove, per le quali con il prolungarsi delle ostilità si organizza anche la produzione in economia, con macchinari giunti dall'Italia e capi-operai inviati in Spagna dall'opificio militare VE <li Torino. La quantità di materiali di VE inviati in Spagna dall'Italia (si accenna anche a ragioni di estetica e di prestigio) è considerevole ed evidentemente avrebbe potuto essere utilin.ata anche di lì a pochi mesi, nel 1940: 71.000 serie VE complete, 72.000 divise di panno, 161 .000 giubbe d1 tela. 171.000 pantaloni di tela, 85.000 cappotti, 198.000 stivaletti a gambaletto, 158.000 teli tenda, 197.000 coperte da campo, 361.000 camicie, 308.000 mutandc.23
4. Servizio postale
In Spagna si ripetono gli ormai consueti. secolari inconvenienti nel fumionamento iniziale del Serv1z10, nella tatttspec1e aggravati dalle distanze, dai frequenti rimaneggiamenti organici, dall'importanza che assume per la totalità della truppa l'efficienza del servizio delle rimesse del denaro alle famiglie e dalle particolari esigenze di tutela del segreto (che rendono necessario censurare tutta la corrispondenza, e non solo una ridotta aliquota come avviene per l'Etiopia). L 'organiLza7ione del Servizio prende avvio solo nel gennaio 1937, quando è già in corso l'invio delle truppe, con direttive impartite dal Ministero degli esteri al Ministero della guerra24 che prescrivono di: a) avvalersi per quanto possibile dell'organizzazione postale in atto per l 'A.O., organizzando un ufficio concentramento della posta aerea a Roma e uno per il concentramento della posta comune a Napoli,
"F. Belfortc, Op. cit., Voi. IV, p. 192. Telespresso n. 00539 in data 12 gennaio 37 (AUSSME, Rep. Mn, Racc. 153).
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effettuando la censura della posta (in arrivo e in partenza) esclusivamente in Italia e ricorrendo a indiriu.i convenzionali: b) costituire un ufficio presso la base OMS (Siviglia), un ufficio pre'iso la MMIS e organi di irradiazione posta verso i Comandi e reparti in linea. L'ufficio ordinamento e mobilitazione del comando del Corpo di Stato Maggiore in accordo con l'Ispettore superiore della Posta Militare il 18 gennaio 1937 25 emana le prime disposizioni per la costituzione presso l'ufficio postale di Roma-concentramento di una sezione OMS per la corrispondenza aerea, con annesso ufficio censura, e per il passaggio dell'ufficio postale militare di Napoli-concentramento · dove viene inviata la posta ordinaria - alla diretta dipendenza disciplinare e tecnica dell'ufficio superiore d'ispezione posta militare (e del SIM, per l'ufficio censura). In Spagna devono essere costituiti (sempre con personale volontario civile militarizzato delle poste) l'ufficio postale speciale n. I presso la base OMS, e l'ufficio postale speciale n. 2 presso la MMIS (non si prevede ancora di costituire uffici postali per le Grandi Unità). Gli indirizzi della posta in partenza dall'Italia devono recare, oltre al nome del destinatario. l'indicazione ··Posta speciale 500" e l'indicazione convenzionale del reparto, che deve essere stabilila dalla base OMS e resa subito nota ai volontari. perché la comunichino alle famiglie. JI servizio tarda ad avviarsi: il 19 gennaio 1937 dalla Spagna il generale Roatta segnala al Ministero "opportunità accelerare costituzione ufficio poste et organizzazione complesso servizi el cem,urn". 26 Ai primi di febbraio 1937 vient: inviato in Spagna l'Ispettore superiore della posta militare "per intervenire nella sollecita organizzazione del servizio postale che sembra non sia ancora entralo in funzione". Parte della corric;pondenza giunge alle famiglie dalla Spagna senza passare dall 'ufficio eoneenLramenlo di Napoli e con indirizzo militare in chiaro del mittente a tergo, non lutti i legionari inviano alle famiglie l'indirizzo convenzionale, la censura totale in Italia provoca ritardi e la proposta dcli· hpcllo1 e :-.upt:11u1t: ùi effettuare parte della censura in Spagna, a cura delle autorità spagnole e con il concorso di personale italiano, viene respinta. A metà febbraio 1937 il Comando della MVSN rappresenta al Comando del corpo di SM le lagnanze dei militari per il mancato arrivo di corrispondenza dalle famiglie e la necessità cli avviare il Servizio.27 Gli uffici postali da assegnare alle Grandi Unità (dal n. I al n. 6) sbarcano nello stesso mese di febbraio ma i disservi,ri continuano. Ai primi di marzo 1937, quando le operazioni e l'lnlcncJenza si spostano al nord, l'ufficio postale n. 1 si trasferisce in Aranda e lascia una sezione a Siviglia.
25 Lct. n. 1930/369 in <lala 18 gennaio 37 (AUSSME, Rep. M/7. Racc. 153). Telegramma (senza prol.) del 19 gennaio 37 (AUSSME, Rcp. F/7, Racc.
16
1539). 27
Let. n. 60/R.S. in data 15 febbraio 37 (AllSSME, Rep. M/7, Racc. 153).
Guerra di Spal(na: funzionamento principali Sen•i;:i
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Nei mesi di marzo-aprile 1937 il Servizio viene organizzato su nuove basi, stabilendo un servizio postale giornaliero con Roma per ferrovia da S. Sebastiano (vicino alla frontiera dei Pirenei) attraverso la Francia. In tal modo si evita il viaggio via mare tra l'Italia e Cadice e il lungo viaggio per ferrovia della posta da Cadice fino alla zona nord, dove ormai si è trasferito il CTV. Le relative modalità si basano sull 'assunzione da parte di determinati uffici postali in Spagna (alle dirette dipendenze dell'Intendenza) delle funzioni di concentramento e smistamento rispetto agli uffici postali di cui ormai dispone ciascuna divisione.211 La posta dall'Italia arriva tutti i giorni a S. Sebastiano, dove prosegue fino a Salamanca. Io questa città l'ufficio postale d'Intendenza n.2 procede allo smistamento, e la corrispondenza delle truppe del nord viene ritirata a mezzo corriere dall'ufficio postale n. I di Aranda, dal quale viene inviata ai reparti con un servizio di scambio posta trisettimanale a mezzo corriere. La posta per via aerea giunge a Cadice tre volte alla settimana, e viene inviata dalla sezione di ufficio postale di Cadice alla sezione di ufficio postale di Siviglia, che provvede allo smistamento e all'inoltro ai reparti con corrieri trisettimanali. La po:.ta per le truppe del nord viene inviata all'ufficio postale n. 2 di Salamanca, dal quale viene ritirata dal corriere dell'ufficio postale n. 2 di Aranda. La posta in partenza dalla Spagna segue il tragitto inverso: per ferrovia, dalle divisioni all'ufficio postale n. I di Aranda e da questi, a mezzo corriere, all'ufficio postale n. 2 di Salmanaca, che la spedisce per I'ltalia via S. Sebastiano; per via aerea, dalle divisioni all'ufficio postale n. 1 di Aranda, da qui a Siviglia, e da Siviglia a Cadicc. Il 3 maggio 1937 si tiene a Roma una riunione interministeriale su argomenti vari concernenti il Servizio postale per la Spagna, tra i quali gli indirizzi della corrispondenza, la tutela del segreto e la riduzione del costo dei telegrammi del 50% (che, applicata all'inizio solo dal Governo italiano, viene poi concessa anche dal Governo spagnolo). Il Capo di Stato Maggiore e Sottosegretano generale Panam annota sul Promemoria concernente la riunione che gli viene inviato dal Ministero: lo Staio Maggiore deve tenere nota degli inconvenienti verificatisi in modo da fare un prontuario di cose da tenere presenti per l'avvenire. Abbiamo tanti trattati ritengo completissimi ma così ricchi che nessuno ... legge. Basterebbe un semplice elenco delle cose da fare in ogni scrvi/io ma eminentemente pratieo. 29
ln seguito a tale riunione, "per ragioni di praticità intese ad agevolare al massimo il buon funzionamento del Servizio" si dispone l'abolizione degli indirizzi convenzionali, prescrivendo che la corrispondenza daU 'Italia deve portare oltre che l'indicazione "Posta speciale 500"
>K Lct. n. 9221! in data 21 mar7o 37 (ivi). 29
Let. n. 07209 in data I I maggio 37 (ivi).
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Ferruccio Botti
e il nominativo del destinatario, anche 1'indicazione del reparto, senza la località.3° A partire da maggio 1937 il Servizio si assesta e si rendono disponibili nuovi uffici postali. I criteri indicati a marzo sono mantenuti anche in seguito, con la sola variante della dislocazione, del numero e talvolta anche della funzione dei singoli uffici postali. Non si ha più notizia di disservizi, fatta eccezione per le difficoltà che sorgono nell 'organizzazione del Servizio postale per le Balneari. Dispongono di uffici postali l'Intendenza, il Comando CTY, la base sud di Siviglia, le Grandi Unità: quando manca qualche ufficio postale, si sopperisce distaccando da un ufficio postale una "sezione di ufficio postale" (o "elemento di sezione ufficio postale"). Per la posta aerea, si introduce un servizio (svolto dall'aviazione tedesca) da Siviglia alle località del nord sedi dei Comandi.
5. Servizio materiali di arti,:lieria La guerra di Spagna è la prima nella quale le unità di artiglieria sono completamente motorizzate (trainate da trattori oppure, per il 65/17 e il 75/27 mod. 1906, anche autoportate) e la prima nella quale gli schieramenti di artiglieria, i trasporti e i depositi munizioni devono tenere conto della minaccia aerea. Poiché l'artiglieria è Arma da sempre eminentemente tecnica e - in rapporto ai tempi - sofisticata, la sua et ficien.ta ant:he per questo dipende particolarmente dall'efficienza logistica, con particolare riguardo alla buona manutenzione e al corretto impiego dei materiali, degli automeu:i e delle munizioni. Inevitabile, quindi. che il buon andamento del Servizio materiali di artiglieria sia negativamente influenzato da due fattori contingenti ormai già noti: la crisi e il disordine dei trasporti marittimi e ferroviari almeno fino a tutto il marzo 1937 e lo scarso addestramento del personale in genere, che nel caso dell 'ru tiglit.:r ia signifit.:a elevatissime percentuali di inefficienza dei materiali e degli automezzi, dovute essenzialmente alla scarsa conoscenza e al non corretto impiego di materiale peraltro già vetusto, e all'insufficiente addestramento dei conduttori di automezzi e di trattori. A ciò si aggiunga che l'artiglieria, in Spagna, spara molto di più ed è soggetta a un impegno operativo molto più intenso che in Etiopia. Questi problemi pesano sul rendimento dell'artiglieria per tutta la campagna e talvolta emergono anche dalla citata opera sull'impiego dell'artiglieria del generale Manca di Mores. Nel gennaio 1937 la crisi dei trasporti e, per così dire, il rodaggio ini.tiale provocano una querelle tra la MMIS e lo Stato Maggiore, che inizia con un telegramma del 19 gennaio 1937 di Roalla assai interessante per ricostruire la situazione logistica del momento:
m Lei. n. 11780/369 in data 26 maggio 37 del Cdo Corpo SM (ivi).
Guerra di Spagna: funzionamento principali Servizi
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poiché non conosco in anticipo quale sia carico piroscafi non sono in grado di prevedere consistenza che verrà man mano assunta dai diversi depositi materiali alt tale previsione est specialmente necessaria et urgente per munizioni alt prego perciò indicarmi al più presto quale sia quantitativo munizioni dei diversi tipi attualmente in viaggio aul souocarico alt. Per futuro segnalo fabbisogno mensile 10 UNFOC per ogni tipo arma [... ]. Se si pensa che per ragioni politiche rifornimenti possono dover venire o meno contrastati, necessita affluisca subito fabbisogno di più mesi __ _11
Il generale Pariani ritiene eccessive, anzi palesemente esagerate e infondate queste richieste ed esprime un orientamento opposto sulla consistenza da dare ai depositi munizioni: Munizioni. Non conosco su quali necessità "Colli" fil generale Roatta - N.d.a.] ha basalo la sua richiesta per il rifornimento mensile di I O UNFOC. Ad ogni modo rappresento: a) per una guerra europea considerata di lunga durata l'esercito italiano prepara depositi per un quantitativo di 10-14 UNFOC per artiglieria. Nelle previsioni si considera che, nel complesso, ogni mese si debbano rifornire una UNFOC e mezzo per artiglieria e 3 UNPOC per fanteria; b) in A.O. vennero inviate IO UNFOC per artiglierie e 15 UNFOC per le anni portatili. Era previsto che lltli quantitativi dovevano has;tarc per il primo anno cli campagna. Alla fine della campagna esistevano in posto ingentissimi quantitativi di muni1:ioni d'ogni specie; e) con le munizioni in corso di partenza sono state inviate in O.M.S. dalle 7 alle IO unità di fuoco per tutte le armi portatili cd artiglierie comprese quelle da cedere al gen. Franco. Porteremo alla stessa 4uantità che in A.O., ma poi basterà t:hc Colli ci comunichi mensilmcnre il quamiiativo che ri1iene di consumare nel mese ed in base a questo faremo i rifornimenti. Fare più grandi depositi sarebbe sicuro spreco. n
Non vi è dubbio che l'orientamento dello Stato Maggiore sui prevedibili consumi e sulla consistenza minima dei depositi si dimostra più realistico, anche se il paragone con l'Etiopia è improprio: ad esempio, ai primi di gennaio 1938 l'Intendenza rissa a 8 UNFOC la consistenza delle dota..lioni dei depositi in Spagna-33 La crisi iniziale ha anche altri risvolti: a fine gennaio I 937 si rimedia in 4ualcl1e modo alla mancan za di personale addestralo per spolettare le granate e delle "serie per spolettare" regolamentari che come tutto il materiale sono state spedite dall'Italia in casse senza indicazioni esterne, quindi all'arrivo in Spagna non sono state trovate. Con personale reperito sul posto e chiavi di circostanza, si riesce ugualmente a spolettare 2 UNFOC. La baltaglia di Guadalajara viene affrontata senza materiali di riserva: il 21 marzo, cioè quando la battaglia sta volgendo al termine, "di fronte ai bisogni manifestatisi [allusione alle perdite - N.d.a.] e alle scarsissime disponibilità" si richiede telefonicamente al Ministero l'invio di 6 mitragliere da 20 mm mod. 35, 8 pezzi da 65/17 e 6 pezzi da 75/27 mod. 1906, 11
Telegramma n. 609 in data 19 gennaio 37 (AUSSME, Rep. M/7, Ract:. 154). n. 0923 in data 24 gennaio 37 (ivi). 33 Per questi e altri particolari sul critico periodo di mar.w-aprile 1937 Cfr. il diario storico della Dirz. artiglieria (AUSSME, rcp. F/7, Racc. 43) 12 Let.
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Ferruccio Botti
4 pezzi da 100/17 (che evidentemente servono a reintegrare le artiglierie perdute). Non vi è carenza di munizioni (tranne che per quelle anticarro): nella stessa occasione si prega il Ministero di non dare corso ad ulteriori richieste fino a quando non sarà noto quanto trasporto il piroscafo Emani, il cui arrivo è previsto - con falso nome e sotto bandiera spagnola - per il 23 marzo. Come 4ucllo di tutti i trasporti dai primi di gennaio a metà febbraio I 937, anche il carico dell 'Ernani giunge in Spagna in disordine, non stivato in modo omogeneo, con casse rotte e come sempre senza indicazioni del materiale contenuto. Ciò dà luogo a contestazioni e inconvenienti, che l'ufficio Servizi del Corpo di Stato Maggiore sembra attribuire piultosto al disordine e alla fretta delle operazioni di scarico nel porlo di Cadice. Sulla scorta del rapporto del! 'ufficiale accompagnatore del carico, in una lettera del 21 maggio-' 4 agli altri uffici dello Stato Maggiore il Sottocapo di SM Intendente (gen. Rosi) afferma che tutti i materiali erano slali regolarmente imbarcati. Gli imballaggi non in buone condizioni erano slali riparati prima dell'imbarco, e inoltre i numerosi colli (circa 70.000) rurono si,temati nelle stive con la maggiore possibile omogeneitìi in rt'la7ionc alla rapida successione di arrivo di moltissimi carri ferroviari <la <lestina,:ione diversa, al poco tempo disponibile e alla mancanza di spazio per raggrupparli prima dell'imbarco (banchina di limitate dimensioni nell'arsenale di La Spe,:ia).
Invece - sempre secondo l'ufficio Servizi - lo scarico a Cadice è stato eseguito con manovalan..rn spagnola insufficiente e poco pratica, che ha danneggiato molle casse "che venivano lanciate anziché trasportate". Il controllo del materiale non è stato fatto all'arrivo a Cadice, ma in tempi successivi per la necessità di caricare immediatamente il materiale su vagoni o autocarri e smistarlo in diverse località. La mancata indicazione dei contenuti sulle casse viene attribuita a ragioni di tutela del segreto, visto che si ritiene necessario, inoltre, segnalare alla lntendenza CTV che, per la opportunità <li non apporre sui colli indicazioni relative al contenuto e alla provenienza dei materiali , lo smistamento deve effettuarsi sulla base dei contrassegni di vario colore apposti sui colli e con la scorta degli elenchi nei quali, per ciascun collo, distinto da un numero progressivo, è indicato il contenuto.
Queste giustificazioni lasciano perplessi. Ammesso - e non concesso - che fosse opportuno tutelare il segreto e non indicare il contenuto delle casse, ci pare impossibile numerare 70.000 casse, e indicarne il contenuto in un unico elenco. In ogni caso, proprio perché mancava il tempo e i rifornimenti erano urgenti, avrebbe dovuto esserne favorita la pronta utilizzMione con accordi di dettaglio, chiarimenti e indicazioni pre-
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Lct. n. 03281/S in data 21 maggio 37 (AUSSME. Rep. M/7, Racc. 153).
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cise sul carico dei piroscafi e sul modo di individuare i colli che evidentemente mancano, tanto che solo nella lettera in questione (21 maggio) si ritiene necessario "segnalare" (non ribadire. o ricordare) all'Intendenza come si deve procedere per l'indicazione del contenuto dei colli. Non vi è dubbio, comunque, che nei mesi di marzo, aprile e maggio le difficoltà in Spagna nascono non tanto dal mancato invio di armi, materiai i e munizioni, ma dalla necessità di riordinarlo e manutenzionarlo. Il 22 marzo la base sud di Siviglia segnala un forte squilibrio tra proietti e altre componenti dei colpi completi di artiglieria, che ritiene ùovulo a lrc cause: a) "caotico frammischiamento" delle munizioni sui piroscafi, sbarcale in frclla e accatastate alla rinfusa sui moli del po110 di Cadice insieme a materiali d'ogni sorta; b) necessità urgente di decongestionare il porto di Cadice, sia per liberare le banchine per i successivi arrivi, sia per evitare il pericolo degli attacchi aerei "che avrebbero prodotto conseguenze disastrose". Di qui l'affrcllata ripartizione di munizioni nei vari depositi. senza avere il tempo di riconoscere il contenuto delle numerosissime casse prive di qualsiasi contrassegno; c) smarrimento nel corso delle operazioni, da parte dei reparti, di clementi di colpo in più rispetto ai proietti. Alla disorganizzazione dei trasporti marittimi si aggiunge 4uclla dei trasporti ferroviari: il 23 marzo la delegazione d'Intendenza di Siguenza sollecita l'invio delle mitragliatrici St. Etienne da cedere agli spagnoli, che sono in viaggio sulla ferrovia da Siviglia a Aranda del l)uero. Si tenta senza successo di rintracciarle, e solo il 24 sono scoperte nella stazione intermedia di Castello e fatte proseguire per Aranda. Fino ai primi di aprile continua, nei depositi e magazzini di questa località, il riordinamento del materiale. Da aprile 1937 in poi, non si ha più notizia di inconvenienti del genere. La vera e forse ancor più grave piaga delle unità di artiglieria, che persiste anche nel 1938, è la cattiva manutenzione del materiale e degli automezzi. Dal diario storico del X gruppo da 75/27 mod. 1911 della brigata Frecce Azzurre si apprende ad esempio che a Guadalajara il giorno 13 marzo il recupero dei pezzi rimasti isolati a causa della ritirala della fanteria è ostacolato prima di tutto dall'inefficienza di molti lrallori_35 Il 24 marzo le artiglierie del TI e IX gruppo obici da 100/17 sono sotloposte a visita tecnica: su 8 obici il II gruppo ne ha 6 inefficienti, mentre il IX gruppo, già su soli 8 pezzi, è rimasto con 3 pezzi di cui uno inefficicnLc. Per la rimessa in efficienza dei numerosi materiali impiegati a Guadalajara mancano operai specializzati e pezzi di ricambio, che vengono richiesti al Ministero. Il 5 aprile la SIPA (sezione italiana parco di artiglieria) dove vengono effclluatc le grosse riparazioni, segnala che le ri-
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parazioni non possono procedere con regolarità a causa del continuo afflusso di materiali da parte dei reparti, che spesso lo inviano anche senza preavviso: vi sono al momento ben 72 bocche da fuoco in riparazione (cioè: l'equivalente dell'artiglieria di 2 divisioni). L'Intendenza pertanto dispone: a) la sospensione dell · invio del materiale da riparare fino a quando la SIPA non abbia smaltito buona parte delle ripara7.ioni in corso; b) la segnalazione preventiva alla SIPA e all'Intendenz.a del tipo, quantità, dislocazione e reparto di appartenenza del materiale da riparare, che potrà affluire per la riparazione solo su esplicita comunicazione della SIPA stessa, in base alla disponibilità di spazio e mano d'opera; c) il ritiro del materiale in presenza del comandante o di un suo delegato c l'impianto di un registro per le riparazioni in doppia copia, di cui uno presso la SIPA firmato per ricevuta dal comandante di reparto, e l'altro presso il reparto firmato daJl'ufficiale del Servizio tecnico della SIPA. A maggio 1937 la situazione non è migliorata: i1 generale Manca di Mores definisce le condizioni del materiale "cattive, anzi pessime", con gruppi ridotti a 2 o a un solo pezzo efficiente (sui 6 nominali e sui 12 organici) e attribuisce le cause "in parte alla vetustà del materiale e in parte alla deficiente istruzione del personale in genere, e del personak operaio in particolare, anche scarso di numero". Per quanto riguarda il materiale automobilistico, "esso è ridotto in condizioni disastrose". 36 Eloquente una circolare del 27 maggio 1937 (non riportata nel libro) nella quale il generale stigmatizza, oltre che la pessima manutenzione, anche il cattivo impiego tattico e tecnico del materiale e dei trattori: Trattori. Il numero dei trattori alla riparazmne è enorme e dimostra la poca cura che i responsabili diretti, cioè i comandanti di balleria, mettono per la loro conservazione. Basta il fatto da mc constatato: un trattore abbisognevole di riparazione, è rimasto abbandonalo sulla strada per giorni e giorni senza che il comandante di batteria e di gruppo si fo:,sero preoccupati di farlo ritirare. Quel trallore certamente, sarà giunto all'officina di riparazione sprovvisto di tulle le parti asportabili e prez1os1ss1me. Aurome=zi. Cosl dicasi degli automeni: anch"essi sono in gran parte in condizioni deplorevoli per deficenza di costante manutenzione. Non mj si dica che le esigenze del combauimento impongono tale trascuratezza. Gli automezzi, come ho detto in altre mie circolari, devono essere parcati, a distanza conveniente dalla linea dei pezzi, occultati o mascherati. e per quanto è possibile. fuori dalla strada. Lasciarli sulle strade può essere comodo perché evita le ricognizioni particolari, ma è contrario ad ogni sano principio e, fra l'altro. con le limitazioni imposte dalla strada. ne impedisce e limita la manulen7ionc, che deve essere invece costante, giornaliera, assidua; tengo a ripetere che si traua di materiale prezioso, difficilmente sostituibile nell'attuale situazione.n
E. Manca Di Mores, Op. cit., pp. 30-3 l. Lct. n. 629/0p. in data 27 maggio (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 104, Cart. lmpiego Artiglieria). 36
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Troppe anche le bocche da fuoco che devono essere cambiate, e troppi gli affusti e i congegni relativi inefficienti. Molti dei guasti non sono giustificabili: essi sono dovuti a celerità di tiro eccessive e incompatibili con la buona conservazione delle bocche da fuoco e del materiale o a impiego troppo frequente della carica massima, da escludere salvo casi eccezionali. Inoltre, molti peni del 65/17 sono inefficienti per sconnessioni alle parti dell'affusto, perché anziché trasportarli caricati su automezzi come è prescritto, sono stati autotrainati con trattori o automezzi. Gli inconvenienti si verificano anche nel prosieguo della campagna. Nell'agosto 1937 l'Intendenza deve intervenire perché le armi e le parti di arma inefficienti anziché essere versate, come prescritto, alla SJPA sono spesso falle affluire ai magazzini e depositi d'artiglieria di Palencia. 18 Il generale Manca nello stesso periodo raccomanda ancora di limitare il consumo munizioni e la celerità di tiro perché il materiale è vetusto, e a novembre si diffonde in prescrizioni sulla formazione di una coscicn,.a automobilistica che evidentemente manca e che dovrebbe sostituire quella ippica. 39 Alla battaglia di Teruel (gennaio 1938) si rendono inefficienti per guac;ti 11 ohici da I 00/17 su 24 e un numero "enorme" di automezzi, che il generale Manca attribuisce ancora una volta a incuria e scarsa conoscenza del materiale.40 A fine luglio 1938, durante la battaglia del Levante, il comandante del CTV generale Berli indirizza una riservata personale ai comandanti sul solito argomento delle inefficienze alle artiglierie: "in 10 giorni di operazioni sono state messe fuori uso complessivamente 70 bocche da fuoco: troppe!". In particolare, il I gruppo da I 05/28 ha messo fuori servizio 4 bocche da fuoco in 24 ore. Il generale avverte che d'ora in avanti ogni bocca da fuoco fuori uso non potrà essere sostituita che dopo la riparazione di quelle inviate nelle retrovie, e raccomanda anch'egli di non superare la celerità di tiro prescritta ma di stare al di sotto. 41 Se è difficile rimediare alle carenze addestrative e Lecniche del personale, non è nemmeno agevole far arrivare dall'Italia materiale più moderno. Ai primi di dicembre il Ministero della guerra scrive a quello degli esteri che non vi sono difficoltà ad aderire a una richiesta di invio in Spagna di artiglierie da 149/12 e 105/28 (materiali della prima guerra mondiale), ma alla richiesta di 2 batterie da 75/18 e 5 batterie da 20 mm (materiali moderni del costo complessivo di L. 24.000.000) è possibile aderire solo traendo i materiali da quelli già in distribuzione ai reparti: il Ministero della guerra esprime pertanto parere conlrario. 42 Ma anche 38
Lel. n. 4700/D.A. in data 15 agosto 37 (AUSSME. Rep. t'/6, Racc. 90). E. Manca Dt Mores. Op. cit.. p. 154 e let. n. 645/D.A. m data 11 novembre 37 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 104, Cart. Impiego Aniglicria). 4 0 E. Manca Di Mores, Op. cit., pp. 282-283. 41 Let. n. 9/24 Op. in <lata 24 luglio 1938 - Al!. 41 al diario storico CTV (AUS SME. Rep. Fn. Racc. 5J. 4 2 Let. n. 02/6157 in data 8 dicembre 37 (AUSSME. Rep. M/7, Racc. 156). 1'1
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il materiale da 20 mm mod. 35, quindi modernissimo, si rivela onnai sorpassato, perché per l'impiego controaereo dispone di un congegno di puntamento calcolato per velivoli di velocità minore di 300 km/h, cioè molto inferiore a quella ormai raggiunta dagli aeroplani in Spagna, e nell 'impicgo anticarro è troppo leggero, visibile e delicato; infine il materiale si è dimostrato soggetto a numerosi guasti e inconvenienti derivanti dal traino.4] Le modalità per il rifornimento rientrano nelle prescrizioni delle Norme del 1932, che normalmente prevedono l'afflusso delle munizioni (dall'indietro in avanti) dai magazzini (o frazioni di magazzino) d · Intendenza fino ai posti distribuzione munizioni delle divisioni (con automezzi della stessa Intendenza) e il successivo prelevamento (dall'avanti all'indietro) presso i predetti posti munizioni a cura dei reparti munizioni e viveri dei gruppi. Tuttavia in Spagna, a cominciare dalla battaglia di Sanlam.ler nell'estate 1937, s1 ricorre largamente a un sistema ammesso, .. sempre che sia utile e possibile" dalle stesse Norme del 1932 (para. 123): il rifornimento diretto a domicilio fino alle batterie. da parte delle stesse autocolonne munizioni d'Intendenza. Questa soluzione facilita la mobilità degli schieramenti cii artiglieria in operazioni offensive caratterizzate da rapide penetrazioni in profondità, ma ha anche degli inconvenienti, che il generale Manca D1 Mores mette in luce nell'ottobre 1937:44 a) come già si è visto nella battaglia d1 Santandcr, i rifornimenti a domicilio una tantum delle batterie creano ammassamenti di munizioni spesso esuberanti al bisogno sugli schieramenti che - anche per mancanza di mezzi di trasporto - sono lasciati sul posto quando la batteria si sposta in avanti. Ma lo sgombero "viene spessissimo trascurato, accampando pretesti insussistenti o ragioni non plausibili, e facendo sì che materia.le prezioso per il proseguimento della lotta, venga per negligenza abbandonalo, esposto alle intemperie e con pericolo di eventuali gravi disastri". Il generale prescrive perciò che tali depositi vengano ben cu~toditi e conservali e prontamente segnalati per lo sgombero; b) i rifornimenti a domicilio escludono momentaneamente l'utilizzazione del volano di munizioni trasportato dal reparto munizioni e viveri di gruppo, che spesso non adotta l'organico previsto dalle norme a causa della carenza o inefficienza di automezzi. Secondo il generale Manca, anche se questa situazione rende più frequente il ricorso ai rifornimenti a domicilio, il reparto munizioni e viveri deve essere sempre ben funzionante, e il posto distribuzione e avviamento munizioni di divisione deve sempre essere impiantato, per subentrare in caso di necessità e soprattutto per i recuperi. Invece "se le provvidenze attuate hanno fat-
~ 1 LeL. n. 04140/ Scrv. in data 18 ottobre 37 del Cdo CTV (AUSSME, REP. F/18, Racc. 24, Carl. 12). 44 LeL n. 567 /Op. in data 13 ottobre 37 (AUSSME. Rep. F/6. Racc. I04. CarL. Impiego Aniglicria).
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to sì che iJ servizio procedesse in modo spedito e regolare, hanno creato in taluni reparti un palese disinteressamento, e fatto sì che l'eccezionale impiego delle autocolonne fosse considerato come normale, dimenticando completamente l'esistenza del reparto munii.ioni e viveri, trascurandolo, e impiegando mezzi, personale e quadri per tutt'altri compiti ... ". Il 22 aprile 1937 viene emanata una circolare che fissa le modalità di prelevamento e i valori da attribuire alla UNPOC, perché i reparti spesso effettuano i prelevamenti per il ripianamento delle dotazioni con buoni incompleti e considerando dati di base non uniformi e "cervellotici".45 Il valore della UNFOC per le varie armi è definitivamente fissato a fine agosto 1937: 46 60 cartucce per fucile, 1.300 per fucile mitragliatore, 2000 per mitragliatrice, 4 bombe a mano a testa, 250 bombe per mortaio Brixia, 250 granate per le artiglierie fino al calibro 100/17, 150 oltre tale calibro. La UNFOC di una divisione a fine 1937 è di 656.000 cartucce per fucile, 328.000 per fucile mitragliatore, 424.000 per mitragliatrice, 33.100 bombe a mano, 13.500 bombe per mortaio, 8.400 granate da 65/17 ordinarie, 2.100 da 65/17 anticarro, 2.000 granate da 100/17, 2.250 colpi da 37, 9.000 colpi da 20 Antiaerei e 3.000 anticarro.47 Su strada in buone condizioni, un autocarro leggero Piat 618 (q 11 di carico massimo) può trasportare rispettivamente 32.400 cartucce per ru<.:ile e circa altrettante per fucile mitragliatore o mitragliatrice, 1944 bombe a mano, 1.900 bombe per mortaio da 45, 270 per mortaio da 8I, 170 c.:olpi ùa 65/17, 150 da 75/27, da 68 a 76 da 100/17, 57 da 105/28, ùa 21 a 24 da 149. Un autocarro pesante Lancia RO (50 q carico mas simo) trasporta 146.000 cartucce da fucile, 132.000 per fucile mitragliatore, fino a 174.000 (a seconda dei tipi) per mitragliatrice, 13752 bombe a mano, 8900 bombe per mortaio da 45 e 1240 per mortaio da 81, 800 colpi da 65/17, 700 da 75/27, da 318 a 356 da 100/17, 267 da 105/28, da 99 a 110 <la 149. Con la disponibilità di tutti i mezzi di trasporto in organico48 i reggimenti di fanteria possono portare al seguito (:.u salmerie e automezzi) una sola UNFOC, e i reggimenti di a11iglie ria altrettanto (tutto su automezzi). Per il trasporto delta seconda UNFOC della divisione deve intervenire l'autoreparto misto divisionale, che peraltro non sempre ha gli automezzi sufficienti e non sempre è costituito. Su queste capacità di trasporto incidono due fattori: l'elevato numero di inefficienze degli automezzi e le condizioni frequentemente precarie delle strade. In quest'ultimo caso, è prescritto di ridurre il carico fino al 10%. Diario siorico della direzione arliglieria (AUSSME, Rcp. Fn. Racc. 43). Lel. n. 5400/D.A. in da1a 29 agosto 37 (/\USSME, Rep. F/6, Racc. 90, Cart. Artiglieria). 47 Let. n. 3329 in data 17 novembre 37 del Cdo divisione Lillorio (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 76). 4 H I.,., n C'. 90/T)A in data 13 luglio 38 (AUSSME. Rep. F/6. Racc. 90. Can. Artiglieria). 4'
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Concludendo, l'attività del Servizio materiali di artiglieria è estremamente intensa e non facile. Le esigente di rifornimento sono sempre soddisfatte, sia pure a caro prezzo: 170 bocche da fuoco e 28 affusti fuori servizio, spediti 563 treni e 17.652 vagoni di munizioni e 40 treni con 1.274 vagoni di materiali, riparazioni effettuate da oltre I 000 operai per circa 400.000 ore di lavoro e 6.000 tonnellate di materiali, 3.000.000 di colpi spolettati, 635 vagoni di muniL.ioni e materiali spediti dalla base sud durante la sola battaglia di Catalogna, un 'attività di recupero e trasporto ai depositi delle munizioni non utiliaate che anche durante questa battaglia è "immensa".49 Segno che le richieste e le esigenze sono sempre soddisfatte in eccesso, il che ha i suoi svantaggi e i suoi costi ma. in guerra, è sempre molto meglio del mancato soddisracimento delle richieste stesse.
6. Servi::.io materiali del genio Come avviene per quelli di artiglieria, anche i magazzini avanzati (con annessi laboratori campali) del genio sono distaccali dai depositi centrali al seguito delle truppe operanti. L'attività del Servizio è caratterizzata da due fattori: a) un continuo aumento del personale e delle ucùtà da adibire a varie funzioni e lavori. che continua fino al 1939 con la costituzione, il 17 marzo 1939, di un secondo battaglione lavoratori genio con Quadri italiani e personale spagnolo. su 4 compagnie di 200 lavoratori; b) il particolare rilievo assunto anche in questo caso dalle attività di recupero e riparazione, specie per i mezzi di radio. Per tutta la durata della campagna le stazioni radio riparate furono 8.230, gli apparati telefonici e i centralini circa 19.UUU. gli strumenti <la artieri circa 60.000.SO
Segno. questo. di un lodevole impegno dei laboratori e di una buona organizzaL.ionc delle riparazioni, ma dimostrazione anche di un eccesso di inefficien.i:e dovulo a scarso addestramento del personale oppure a vetustà e scarsa rusticità e rispondenza del materiale (o a lulle e due queste cause). 7. Servizio trasporti (marittimi.ferroviari, a traino meccanico, salmerie e carreggio)
Trattando della fisionomia delle opcra7ioni e del funzionamento di ciascun Servizio, non si è potuto fare a meno di considerare possibilità, vincoli e prestazioni dei trasporti. Riepilogando, la guerra di Spagna ha 49
Dati citati in F. Belforte. Op. cit .. Yol. IV. pp. 191-194. so fri. p. 195.
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diverse peculiarità: a) tasso di motorizzazione, in rapporto alla forza, molto più elevato di quello delle precedenti campagne, Etiopia compresa (anche se l'intelaiatura fondamentale è pur sempre rappresentata dal sistema porti-ferrovie-basi logistiche); b) possibilità di effettuare senza alcun serio contrasto i trasporli marittimi e anche quelli aerei, e di colpire invece duramente quelli avversari; e) rispetto all'Etiopia, minore importanza, anzi importanza trascurabile del trasporto aereo, dovuta alla più ampia disponibilità di comunicazioni terrestri; d) diminuzione del relativamente elevalo tasso di motorizzazione iniziale della fanteria e introduzione delle salmerie, imposta dal terreno; e) estrema e non sempre giustificata instabilità organica dei reparti automobilistici (specie di quelli della divisione) il che nuoce al controllo, alla disciplina e all'addestramento dei condUUori, quindi alla buona tenuta dei mezzi e alla responsabilizzazione dei comandanti; f) elevate distanze e frazionamento delle unità e degli organi logistici. Trasporti marittimi Si è già accennato agli inconvenienti dei trasporti mantumi e ai loro riflessi sull ' afnusso dei materiali di artiglieria nei primi mesi del 1937. Nonostante l' esperienza della guerra d'Etiopia, l'organizzazione dell'afflusso dei materiali ai porti d ' imbarco e le modalità per l' imbarco dei rifornimenti per le truppe oltremare, sono, in tale anno, ben lungi dal l'essere a punto e rappresentano la ragione primaria degli inconvenienti già descritti, soprattutto a causa dal frazionamento e della sovrapposizione di poteri e responsabilità tra il Ministero della guerra e gli altri Ministeri, a cominciare da quello dell'Africa italiana. Un promemoria in data 7 giugno 1937 dell'ufficio ordinamento e mobilitazione del Comando del Corpo di Stato Maggiore analizza la non soddisfacente organinazione a quel momento in vigore e formula delle proposte basate sul ruolo preminente del Ministero della guerra che non risulta siano state accolte, con grave danno anche dei successivi trasporti nella seconda guerra mondiale: I. - Scopo = TI problema dei rifornimenti (e conseguentemente quello dei trasporti) delle truppe comunque dislocate oltremare, impone il riesame completo e sollecito della questione avuto riguardo: a) - alla entità dei contingenti oltremare (tra l'altro - per quanto concerne i contingenti nuionali - il XX c. d'a. in Libia e circa 80.000 uomini in A .O.I.) notevolmente superiore a quelli previsti prima della campagna etiopica; b) - alla opportunità che - indipendentemente dai bilanci (dell'Africa Italiana e della Guerra) ai quali le spese relative dovranno far capo e per le quali sarà sempre possibile tenere separata gestione mediante apposito ufficio - un unico ente provveda in territorio alle esigenze delle truppe oltremare; c) al notevole vantaggio economico di accentrare in un unico ente il complesso cd oneroso problema dei trasporti (sfruttamento razionale dei me:7.7.i); d) alla convenienza che la soluzione del problema sia realizzata al più presto per poter, con la nuova organinazionc, far fronte alle complesse nuove esigenze.
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11. Situazione odierna= Alle esigenze oltremare sono ora preposti: a) - il deposito centrale truppe colo11iali di Napoli = (organo del Ministero dell'Africa italiana) che provvede: - al reclutamento ed avviamento del personale volonlario nazionale occorrente ai RR.CC.TT.CC. (Libia-Eritrea-Somalia); all'immagazzinamento e successiva spedizione oltremare dei materiali acquistati direttamente dal! 'amministrazione dell'Africa Italiana e occorrenti agli accennati RR.CC.TT.CC.; - all'imbarco di personale ed alla spedizione di materiali con piroscafi di linea; b) - la base 0.M. di Napoli= (organo del Ministero della Guerra): - è costituita da: - un comando - una tappa - 1 plotone misto con drappello automobilistico - organi dei vari servizi (apposite sezioni delle direzioni territoriali dei servizi del corpo d ' amiata di Napoli e del 10° centro automobilistico) = provvede ai movimenti di personale e materiale relativi alla esigenza detrO.M.S .. Allo stato attuale, in dipendenza della particolare situazione in atto, concorrono a1 movimenti da e per l'O.M.S. anche altri enti occasionali in relazione ai porti d'imbarco (La Spezia-Genova); e) - Rii Pilli tPrriwriali dPI l"orpo d'armata di Napoli= provvedono alle esigenze dell'A.0.1. (sino al 30 giugno p.v.) in luogo della soppressa hasc A.0.T.. 111. Attribuzioni del Ministero della Guerra (per le unità oltremare: O.M.S. escluso). U Ministero deve: a)- provvedere al rifornimento uomini. materiali e derrate per il XX c. d'a. (9.000 uomini) cd, eventualmente, in prosieguo di tempo. anche per grandi unità in A.O.I.; b) - concorrere ai rifornimenti materiali e derrate per l' A.0.l. (a carico bilancio Ministero del!' Africa Italiana).
TV. - Proposte= In relazione a quanto precede e considerato altresì che: a) - gli sviluppi dell'organizzazione militare oltremare impongono un crescente concorso del Ministero della Guerra nelle terre e colonie d'oltremare: b) - i normali rifornimenti di derrate e materiali per le colonie è opportuno vedano semplificata l'attuale procedura (l'acqu1sto, l'allluenn a Napoli, 1'1111magazzinamcnto e la successiva spedizione oltremare sono di norma effettuati dall'amministrazione della guerra; il deposito centrale truppe coloniali limita la sua attività a procedura di consegna); e) - il rifornimento uomini per le truppe oltremare interessa ormai notevoli aliquote di personale per cui non possono ritenersi più sufficienti i normali bandi di arruolamenti volontari ai quali periodicamente provvedeva il deposito centrale truppe coloniali; d) - il completamento di mobilitazione delle unità nazionali comunque dislocale oltremare (XX c. d'a. e unità nazionali attualmente in A.0.T.) richiederà nonnalmente un notevole diretto concorso dal territorio; d) le esigenze oltremare presenti e future debbono far capo all'amministrazione della guerra che dispone già di un'adeguata organizzazione.
Si propone: 1°) - li Ministero del/' Africa Italiana per tutlo quanto concerne rifornimenti e trasporti relativi alle truppe oltremare. fa capo al Ministero della Guerra; 2°) - il Ministero della Guerra:
Guerra di Spa81,a : J1m;;io11amP/llO principali Servi::i
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a) - provvede alle esigenLe delle truppe metropolitane dislocate oltremare (Egeo e XX c. d'a.. ecc.) e a tulle le richieste che gli perverranno dal Ministero dcli' Africa Italiana; b) - si vale di apposito organo da costituirsi in Napoli (trasformazione dell'at tuale hase O.M . che assumerebbe adeguata denomina/ione, ad esempio: Centro rifornimento O .M.) cui verrebbero affidati i seguenti compiti: - riunire cd avviare in 0.M. il personale nazionale comunque occorrente a reparti oltremare; - riunire e spedire in O.M. i materiali comunque fomiti datramministrazione della guerra per le proprie unità (XX c. d'a. ecc.) o per unità facenti parte dei RR.CC.TT.CC.; - tenere sc,purata gestione (incaricandone apposita sezione) di 4uanto interessa l'amminiMralione dell'Africa Italiana (ai fini dei rimborsi e delle conseguenti va ria,ioni nei rispettivi bilanci); 3°) - il depmito ce11trale rruppe colmuali viene assorhito dal nuovo costituen do organo (ne co~tituiscc la sc1ionc incaricata della 1raua1.ione delle pratiche relative ai RR .CC.TJ'.CC.).): 4°) tutti i trasporti da P per f'O.M. (interessami qualunque amministrazione statale) fanno capo al Ministero della Guerra, lasciando. peraltro a carico delle srngole amministnuioni le spese relative (comprese quelle ferroviarie): 5°) il cl'nlro riforniml'nto O.M_ per l'assolvimento dei compili sopracennati a,sumc la scgucnle schematica costituzione: un comando una tappa sezioni staccate dei vari servi/i (fanno parte delle direzioni territoriali dei servizi del c. d'a. d1 Napoli) - un ufficio noleggi e imbarchi - una ,e,.ione amministrativa - centri sussidiari eventuali (8rindis1-Siracusa-ecc.).
*** Per l'atrua7ionc delle proposte di cui sopra ed allo scopo d1 dctm1rc modalllà e compiti, occorrcrehbe promuovere una riunione intem1inistcrialc con i rappresentanti dei Ministeri della Guerra. dell'Africa Italiana. della Marin:1, dcli' Aeronautica e delle Comunica/i1mi (Marina Mercantile).~'
Trasporti ferroviari Rappresentano anch'essi una continua fonte di inconvenienti, ritardi e di preoccupazioni per I'aderenn alle truppe operanti a nord dei Servizi che richiedono i trasporti più onerosi, come quello sanitario (sgombero verso la base sud dei feriti e ammalati gravi), di commissariato (vettovaglie e vestiario) e materiali di artiglieria (artiglierie e munizioni). Almeno fino ai primi mesi del 1938, i diari del comando CTV e dcli' Intendenza riferiscono una serie di disservi.r.i principalmente dovuti: a) alla già citata scarsa potenzialità delle lince, delle stazioni e de51 AUSSME. Rep. M/7. Raee. 520. Cart. 2.
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gli impianti, al materiaJe ferroviario spagnolo vetusto e insufficiente, alla mancanza di efficienti raccordi ferroviari con i porti, ecc.; b) alla mancanza di un'organizzazione ferroviaria per il controllo militare delle ferrovie, sul tipo di quella italiana della prima guerra mondiale; c) alla necessità per il CTV di rivolgersi per le esigent.e di trasporto ferroviario alle autorità militari spagnole, che naturalmente privilegiano le loro esigenze; d) all'inosservanza, specie all'inizio, delle più elementari norme sui trasporti militari a mezzo ferrovia da parte di Comandi e reparti italiani. Ne conseguono i soliti ritardi nella costituzione di organi che invece sono fin dai primi giorni indispensabili, inconvenienti nell' impiego delle scorte e nel controllo dei vagoni in arrivo nelle stazioni, ecc .. Solo nel febbraio 1938 sono emanate norme complete per i trasporti ferroviari in OMS, che precisano i vari tipi di trasporto, le modalità per le richieste e per il concentramento e lo scaricamento del personale e dei vari tipi di materiali (ufficiali di caricamento, contrassegni di vari colori per i vagoni a seconda del tipo di materiale e del Servizio, ecc.), le norme da seguire durante il viaggio e gli altri particolari necessari.5 2 Per contro, la guerra di Spagna è l'ultima in Europa a consentire un normale traffico ferroviario nonostante l ' offesa aerea, che non reca mai veri danni: maggiore efficacia hanno taluni sabotaggi dei dinamiteros asturiani alle linee nei momenti cruciali. Anche per questo la ferrovia mantiene il suo ruolo di ossatura dei trasporti, e a fine campagna risultano organizzati 1408 treni con 396.000 uomini e 26.000 vagoni di materiali trasportati.53
Trasporti a traino meccanico Negli anni Trenta sono il termometro più importante per verificare il grado di efficienza e di modernizzazione di un esercito. Va dello subito che - non tanto per la scarsità dei meai, ma per il loro impiego e per la manutenzione - il CTV non supera bene la prova, e che per troppo tempo - almeno fino all'estate del 1937 - i trasporti del CTV assomigliano più a quelli di un esercito ancora aH' ABC della motorizzazione che a quelli di un grande esercito europeo che ha già al suo attivo la positiva esperienza della Libia, della prima guerra mondi aie e dell'Etiopia. La situazione che si crea non può essere del tutto giustificata con la fretta, le esigenze e remore politiche ecc., perché anche allora non si poteva pensare di impiegare un consistente complesso di forze senza Quadri tecnici, senza conduttori con un minimo di addestramento, senza organi di riparazione e pezzi di ricambio. Favorisce probabilmente 52 Lei. n. C. 79/D.T. in data 16 febbraio 38 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 90, Cart. Trasporti e Tappe). 53 DaLi citati in F. Betrone, Op. cit. , Voi. TV, p. 198.
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la superficialità e la disorganizzazione un malinteso spirito volontaristico che porta ad ignorare talune buone vecchie regole che pure esistono e sono valide, e attengono anche alla disciplina in senso lato. All'inizio della guerra, non sembra che la MMIS abbia le idee molto chiare su quanto è effenivamente necessario e su quanto si può chiedere: in un telegramma del 20 gennaio 1937 al Ministero della guerra Roana richiede ben 20 autovetture ("4 gran turismo, rimanenti tipo medio escluse Balilla"). 2-3 carri-ufficio "con attrezzamento camping britannico", 12 autobagni (in Etiopia ne erano stati inviati 16 in tutto). Il generale Pariani risponde che l'esercito non dispone di carri-ufficio, riduce gli autobagni da 12 a 3 e ricorda che la MMIS dispone già di 14 autovetture, più 150 dei reparti (numero effettivamente eccessivo, se si tiene conto degli organici del tempo): l'assegnazione è pertanto ridotta
a 6.54 L ·organizzazione dei trasporti a traino meccanico raggiunge la sua piena maturità solo a fine 1937 .55 dopo essere stata soggetta a molti. troppi rimaneggiamenti dovuti a varie cause: a) necessità di contemperare le esigenze dei trasporti de!Je divisioni con quelle logistiche dcli 'lntenden,a e quelle operative ciel Comando crv, che richiedono anch'esse un volano di mezzi per l'autotrasporto delle unità alle dirette dipendenze; h) necessità di aderire con l'organizzazione dei rifornimenti e delle riparazioni alle esigenze delle truppe operanti sui vari settori, che porla - come :,i è già accennato - alla pur tardiva costituzione di un parco automobilistico mobile in grado di distaccare clementi mobili svincolati dagli organi di riparazione e rifornimento centrali; c) specie nel 1938, ricorso gradualmente crescente alle salmerie in sostituzione degli automezzi, sia per ragioni di terreno, sia per rimediare in qualche modo ai numerosi automezzi inefficienti; d) riduzioni sic et simpliciter degli automezzi, proprio per rimediare alle numerose inefficienze distribuendo in maniera più equilibrata gli automezzi stessi. Per la stessa ragione, nel I ')38 si ril:orre anche a trasporti civili da parte di ditte convenzionate. In questi rimaneggiamenti l'elemento caratteristico è un concetto sostanzialmente antiquato dell'impiego delle unità automobilistiche, che anche quando fanno parte organica dei reparti e di organi di Intendenza sono visti come qualcosa che si sottrae o si assegna a piacere, non come una componente importante e costante del tessuto di ciascuna unità: di qui una rottura continua dei vincoli organici e un cambio frenetico delle dipendenze che finiscono con l'aggravare notevolmente i problemi di addestramento e disciplina del personale e di manutenzione dei mezzi,
~4 Telegrammi n. 541 in data I 9 gennaio 37 e 14/0p. in data 20 gennaio 37 del la MMIS e Jet. n. 0923 del 24 gennaio 37 del M6 - Gahinetto (AUSSME). 5 5 Cfr. in merito, il diario storit:o della DirL trasporti (AUSSME. Rep. Fn. Racc. 44).
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vanificando gli obiettivi di "economia" che si vorrebbern raggiungere con l'impiego accentrato. Con questi limiti, l'organizzazione generale non si discosta da quella prevista dalle Norme del 1932, se si eccettua la tendenza ad assegnare alle Grandi Unità e ai reggimenti di fanteria, sia pure in misura continuamente variabile, un volano di automezzi. Anche l'assenza iniziale di salmerie contribuisce a rendere indispensabile un'assegnazione capillare ai reparti di mezzi motorizzati per il trasporto di Comandi, Servizi e relative dotazioni, del resto consigliata anche dalle lunghe distanze da percorrere e dalle caratteristiche delle operazioni. L'organizzazione dei trasporti prende avvio solo I' 11 febbraio 1937 (quando è già in corso, anzi in buona parte ultimato, l'afflusso degli automez.zi dall'Italia), con la costituzione a Siviglia dell'ufficio trasporti del Comando base, che il 24 febbraio - in seguito alla costituzione dell'Intendenza - si trasforma in direzione trasporti e provvede al ritiro degli automezzi giunti dall'Italia nei porti di Cadice, Siviglia e Huelva. A Ila data dcli' I I febbraio l'ufficio ha alle dipendenze: a) I 'autogruppo di manovra su 4 autoreparti, impegnato nelle operazioni per la conquista di Malaga; b) il parco automobilistico con officina pesante a Siviglia; c) il drappello automobilistico del Comando CTV a Salamanca; d) le autosezioni per le basi di Siviglia e Aranda del Duero; e) l'autofficina pesante mobile (Cadice); f) il nucleo di milizia stradale (5 ufficiali, 7 sottufficiali, 53 militari di truppa distribuiti tra Malaga, Venta de Malaga e Colmenar). Il 18 febbraio 1937 l'autoraggruppamento di manovra si articola su un autogruppo leggero su 3 autoreparti (9 autovetture, 18 moto, 9 autocarri Lancia RO, 31 Citroen, 39 Isotta Fraschini, 72 Spa 38) e un autogruppo pesante su 3 autoreparti ( 176 autocarri Fiat 618, 12 autoambulanze, 12 autobotti, 2 autofficine - si noti la carenza di automezzi speciali). Il 20 febbraio viene adottata la seguente formazione: autoraggruppamento <li manovra; auton::pa,to a disposizione <lell'foten<lenza (a Siviglia e Aranda del Duero); parco automobilistico (magazzino autoveicoli, magazzino parti di ricambio, laboratorio); officina pesante mobile; nucleo milizia stradale. Il I O marzo (cioè una settimana prima dell'azione su Guadalajara) si costituisce su 2 autosezioni (una leggera e una mista) l'autoreparto Servizi Intendenza. Questa struttura di base viene mantenuta inalterata nelle linee fondamentali per tutta la durata della campagna, con tendenza a potenziare il volano di mezzi di trasporto a disposizione dell 'lntendenza. Nel 1939 l'autoreparto d'Intendenza si trasforma in autogruppo, che dal I O luglio 1938 comprende: 2 autoreparti ( I pesante su 4 autosezioni Lancia RO e 1 misti su 3 autosezioni medie e 3 autosezioni leggere), I officina, I squadra recupero. Per contro, il 13 novembre 1938 1'autogruppo di manovra viene sciolto per completare la divisione binaria Littorio con gli automezzi previsti dall'organico, mantenendo però in vita taluni elementi (magazzino avanzato ricambi, che passa alle dipendenze del parco, e il
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magazzino recuperi e la squadra rifornimenti, che passano alle dirette dipendenze dell 'autogruppo d 'Intendenza).56 Il punctum dolens, come già si è accennato, è rappresentato dalla carenza quantitativa e qualitativa di Quadri del Servizio automobilistico e di conduttori e di organi di riparazione,57 alla quale si aggiungono, nei primi mesi del 1937, gli inconvenienti derivanti dal trasporto via mare e dallo scarico dei mezzi nei porti spagnoli. Dal diario del Comando CTV risulta che il 27 febbraio 1937 la situazione degli automezzi lascia molto a desiderare: 22 autovetture Balilla e 600 autocarri sono inefficienti presso l'officina di Siviglia, non vi sono più autovetture disponibili e si prescrive - segno di scarsa disciplina nell'impiego dei mezzi - che le autovetture e gli autocarri isolati siano muniti di fogli di viaggio con tutti i dati sul servizio da compiere. Ancor prima della battaglia di Guadalajara gli automezzi inefficienti sono molti, visto che il 2 marzo l 937 si deve organizzare il rastrellamento degli automezzi abbandonati intorno a Siviglia e I'8 marzo una squadra recupero con un subalterno inizia il rastrellamento degli automezzi abbandonati lungo l'itinerario S iv iglia-Caceres-Salamanca-Valladolid. 58 Una lunga lettera in data 9 luglio 1937 del Comando CTV al Ministero degli esteri (ufficio Spagna), che si conclude con una consistente richiesta di nuovi invii di automezzi,59 elenca tutta una serie di disservizi e carenze non sempre giustificabili che hanno fortemente ridotto la possibilità di sfruttare il pur ingente numero di automezzi (3583, con 545 motocicli) giunto dall'Italia fino a febbraio 1937: a) cattiva sistemazione degli automezzi sui piroscafi e avarie durante le operazioni di scarico in Spagna, che provocano l'inefficienza del 10% degli automezzi ancor prima del loro afflusso alle unità d'impiego; b) mancata sorveglianza durante il viaggio, che rende possibili furti di parti essenziali per molti automezzi [ma da parte di chi? e perché? - N.d.a.], con particolare riguardo ai carri officina che giungono completamente privi del materiale in dotazione; c) ulteriori sottrazioni anche dolose di parti essenziali sulle banchine dei porti spagnoli, dove gli automezzi sostano incustoditi e senza conduttori per parecchi giorni; d) massa dei conduttori militari "dimostratasi assolutamente incompetente" e quantitativamente insufficiente. "Anche il blocco degli autisti civili reclutati affrettatamente in Italia, da organi incompetenti, ha dato poco buona prova", con conseguenti numerosi rimpatri. Ne sono derivate altre inefficienze del materiale automobilistico, e solo istituendo [in Spagna, non in Italia come sarebbe stato necessario - N.ò.a.J un reparto di istruzione per i conduttori, si stanno ottenendo condutto-
56 57 58 ~9
Cfr. Cfr. Cfr. Lel.
AUSSME. Rep. F/7 Racc. 79. Cart. Servizio AUTM., 1938. anche F. Bel forte. Op. cit.. Voi. p. 199. diario storico della Dirz. tra (AUSSME, Rcp. F/7, Cart. 44). n. 01343 in data 9 luglio 37 (AUSSME, Rep. M[l. Racc. 153).
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ri capaci. Alcuni tipi di automezzi (come il Fiat 618, leggero ed eccessivamente veloce) sono inoltre poco adatti per conduuori inesperti; e) mancanza di ufficiali automobilisti. "Pochissimi capaci e giunti dall'ltalia in ritardo[ ... ]. Questi ufficiali, ai quali si dovette gioco-forza inizialmente affidare gli automezzi, erano sprovvisti delle più elementari nozioni relative al tipo di autoveicoli e alla motori.uazione". Anche la massa dei Quadri dei reparti dimostra di non saper correttamente impiegare gli automezzi (viaggi di mezzi vuoti su percorsi lunghissimi, enormi percorsi per distanze minori); f) deficienza di officine campali in rapporto al numero di automezzi. Inoltre, ad eccezione di quella inviata al completo di personale e mezzi dalla divisione motorizzata Trento esse erano quasi completamente sprovviste di attrezzi e materiali la causa dei furti, o per altre ragionj N.d.a.]. Si rimedia con acquisti dal commercio locale: mancano però, senza rimedio, operai specializzati e parti di ricambio; g) fast not least, mancanza fino a marzo 1937 di un 'Intendenza con una direzione trasporti e un ServiJ:io automobilistico già organizzati, il che provoca una distribuzione degli automezzi ai reparti non si sa da chi diretta, caotica ed eccessivamente decentrata, con "equivoci, assegnazioni affrettate di mezzi, abusi, atti d'imperio a danno di altri, ccc.". Gli automezzi sembrano una res nullius alla portata del primo venuto! Sempre al 9 luglio 1937, il consuntivo delle perdite e inefficienze consente di stabilire che sono i predetti mconvenientt ad aver provocato le falcidie maggiori ud parco automobilistico. Nelle battaglie di Malaga c Guadalajara ~ono stati perduti (per lo più a causa dell'artiglieria e dcll"aviazionc) 60 moto e 130 autoveicoli, dei quali 7 autoveuure, 88 autocarri, 17 autocarrette, 18 trattori. Per incidenti cd eccessiva usura dovuti all'incompetenza del personale, sono stati dichiarati fuori uso 160 automezzi e 50 motocicli. Ben 364 autoveicoli (dei quali la metà da dichiarare fuori uso) sono ancora giacenti all'autoparco di Siviglia per inefficienze che risalgono allo sbarco e al periodo di Malaga (inizialmente, i veicoli inefficienti presso tale parco, poi riparali in parte, erano 682 automezzi e 39 moto). Altri 300 autoveicoli sono in riparazione presso le officine mobili dell'Intendenza, altri 500 presso i reparti. In definitiva, con queste inefficienze la cifra degli automezzi effettivamente disponibili ai primi di luglio, giudicata insufficiente dal Comando CTV, è di 2.500 automezzi. Al termine della lettera, si richiedono 2 autoreparti SPA 38 su 4 autosezioni, 1 autoreparto Lancia RO su 4 autosezioni, 3 autofficine complete, 20 operai specializzati civili. Il Ministero della guerra è intenzionato ad aderire alla richiesta, ma una lettera dell'Ispettorato della motorizzazione60 dimostra quanto siano infondate certe tesi sulla scarsa incidenza dell'onere della Spagna sull'efficienza delle forze metropolitane, e al tempo stesso lascia trasparire lo scarso numero di appartenenti
60
Let. n. 1/S 941 in data 7 agosto 37 (ivi).
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all'esercito o di operai specializzati civili che si offrono volontari, per quanto non ne occorrano poi molti. L'Ispettorato rappresenta infatti al Comando del Corpo di Stato Maggiore che, poiché la produzione degli Spa 38 è di 300 unità mensili e quella dei Lancia Rodi 150, le 3 autosezioni richieste assorbirebbero un intero mese della produzione, che è invece destinata alla costituzione di nuove unità motorizzate in Patria e al reintegro parziale dei depositi di riserva. Se gli automezzi venissero inviati in Spagna, sarebbe perciò necessario ritardare il già previsto approntamento delle unità motorizzate in Patria, e inoltre assegnare L. 21 .000.000 per le corrispondenti nuove ordinazioni. In quanto alle autofficine richieste, occorrerebbe prelevarle da quelle predisposte per la mobilitazione del XX corpo d'armata (da inviare in Libia). Anche il personale manca: con i volontari che si sono segnalati sarebbe possibile costituire solo 2 o 3 autosezioni su 8 necessarie. Mancherebbero del tutto gli ufficiali, mentre per gli operai specializzati civili si deve seguire una lunga trafila burocratica. li problema dei condullori e delle riparazioni spinge a dare spazio anche in Spagna - come era già avvenuto in Etiopia - a imprese civili di autotrasporti, che si assumono l'onere delle riparazioni per i loro automezzi. A fine 1938, ad esempio, il servizio delle autovetture a disposizione degli uffici e degli ufficiali del CTV viene assunto dalla già citata ditta Trucchi, i cui mezzi sostituiscono interamente il gruppo autodrappelli del CTV, che viene sciolto. Nel complesso questa ditta effettua con i suoi automezzi 20.000 viaggi e percorrere 2.500.000 km a pieno carico. 61 Con il tempo, anche l'organizzazione delle riparazioni si perfeziona. Il 3 I marzo 1937 inizia a funzionare in Valladolid l'officina del parco, che sostituisce la soppressa officina di Siviglia e, per le grandi riparazioni, anche l'officina pesante mobile di Calabazonas, la quale per l'avvenire effettua solo piccole e medie riparazioni. Un altro espediente introdotlo nel scuembre I 937, cioè il ricorso per le riparazioni a officine spagnole (anche private) non dà buona prova: gli automezzi inviati alla riparazione sono restituiti mancanti di parti essenziali senza che sia possibile accertare le responsabilità, perché ali 'atto del ricovero non sono stati compilali i prescritti verbali di consegna. La direzione trasporti nel giugno 1938 dispone pertanto che lutti gli automezzi inefficienti del CTY siano riparali esclusivamente dalle officine d'Intendenza, e ripartisce i compili tra i vari organi stabilendo che: a) le riparazioni di qualsiasi entità per i Fiat 618 e le piccole riparazioni per motocicli e mototricicli siano effettuate dall'officina pesante mobile di Calabazanos (stazione di scarico- Venla de Banos, presso Palencia); b) le riparazioni di qualsiasi entità per lulli gli altri mezzi, e le medie e grandi riparazioni per moto e motocicli siano effeuuate presso l' officina del parco automobilistico di Valladolid.
61
F. Belforte, Op. cit., Voi. IV, p. 198.
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Nonostante le misure per l'addestramento dei conduttori che si giovano se non altro dell'esperienza della guerra, gli automezzi inefficienti sono sempre in numero molto elevato. Secondo dati forniti dal Belforte, nella battaglia di Catalogna - cioè nell'atto conclusivo della guerra - gli automezzi inefficienti sono 2.000 e quelli riparati presso I 'officina mobile 900, mentre in tutta la campagna le officine d'Intendenza (escluse, quindi, le officine delle divisioni, dei reggimenti artiglieria ecc.) riparano 12.000 automezzi.62 1 tipi di automezzi impiegati in Spagna sono praticamente gli stessi della seconda guerra mondiale. Sul loro rendimento e sulle loro prestazioni in Spagna sono assai interessanti due rapporti dell'Intendenza dell'ottobre 1937,63 dai quali risulta che: a) in linea di massima tutti gli automezzi hanno risposto bene. Gli inconvenienti e le inefficienze sono principalmente dovuti al loro impiego non appropriato, allo scarso addestramento dei conduttori e alla carenza di organi di riparazione presso i reparti, con conseguente necessità di ricorrere anche per piccoli guasti alle autofficine, distanti e oberate di lavoro; b) si è verificato un impiego eccessivamente decentrato degli automezzi, che sono stati dati ai reparti in numero superiore all'effettiva ne cessità e impiegati con carichi inferiori o superiori rispetto alla loro portata e percentuali autocarro/km molto superiori a quelle che si sarebbero potute ottenere se gli automezzi fossero stati riuniti in reparti inquadrati da ufficiali automobilisti ben addrc;.Lrati e accentrati presso l'lntendenL.a. Anche I' ACP è stato impiegato dai reparti con carichi minori rispetto alla portata e in modo irrazionale; e) il sistema di illuminazione ad autogeneratore adottato in quasi tutte le macchine ha causato la carenza di illuminazione (a causa della velocità minima) proprio nei punti di difficile transito dove essa è più necessaria; d) le autocarrette, costruite per essere usate fuori dalle rotabili e per brevi trasporti su carrarecce o mulattiere a ridosso delle truppe operanti, sono state usate per lunghi percorsi su strada, con conseguenti guasti dovuti a eccessivo riscaldamento del motore; e) l'autocarro Fiat 618 si è dimostrata ottimo su strada, anche se leggero, con portata limitata e con eccessiva velocità che ha provocato numerosi incidenti. Fuori strada lascia a desiderare: f) lo SPA 25 è om1ai un vecchio autocarro inadatto alle moderne esi genze; g) l 'autocarro SPA 38 si è dimostrato solido, con buona portata, buono su strada, meno buono fuori strada. È stato impiegato, oltre che per trasporti normali, per l'autotrasporto dei pezzi da 65/17 oppure per il trai-
62
lvi, p. 199. Let. n. 117 in data 3 ottobre 37 (AUSSME. Rep.
Fn. Racc. 83) e n. 04140/Serv. in data 18 ottobre 37 (AUSSME, Rep. F/18, Racc. 24, Carl. 12). 61
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no su strada (in caso di guasti ai trattori) dei pezzi 149/120, 105/28 e 100/17; h) l'autocarro pesanlc Lancia RO si è dimoslralo di sicuro e costante affidamenlo, potente, solido, ottimo su strada, poco adallo fuori strada; i) il trattore per artiglieria P/4 si è dimostralo ollimo sia su strada che fuori. Il trallore Fial 708 (cingolato) si è dimostrato ottimo fuori strada e per brevi percorsi, ma su slrada ordinaria - specie se in fondo asfaltato - muove con difficoltà e con velocità molto inferiore a quella degli automezzi. Le batterie che hanno in dotazione questi trattori dovrebbero perciò avere automezzi con caratteristiche compatibili con quelle dei trattori stessi. L'impiego degli automezzi, la manutenzione, la disciplina di marcia, i troppo numerosi incidenti ecc. formano oggetto di numerose lettere e circolari dell'Intendenza e del CTV, concernenti aspetti spesso elementari che dovrebbero essere oramai acquisiti, e che per carenza di addestramento non lo sono. Una circolare di Roana del 25 gennaio 1937 da diramare fino a livello battaglione64 indica le modalità per gli autotrasporti tattici e logistici, distinguendo tra autotrasporti nelle retrovie e in vicinanza del nemico. In lontananza del nemico, pur prescrivendo di ricercare per le soste zone che consentano la copertura rispetto all'osservazione aerea, si prescrive di serrare le distanze sulla testa, come se l' offesa aerea non esistesse (ciò - osserviamo - è anche fonte i po:-.:-.ibili confusioni, perché - :-.empre :-.econdo la circolare - in vicinanza del nemico si devono invece mantenere le dislanz;e e mettere in postazione le armi conlraeree). Un ' altra disposiòone che può generare equivoci e dimenticanze è quella che relega le cucine lra le impedimenta che possono anche seguire con successivi scaglioni, e che quindi non sono considerate dotazioni di pronto impiego come le munizioni (i risultati si vedono a Guadalajara). Un 'altra circolare del febbraio 1937 riguarda l'impiego dell'autoraggruppamento di manovra, definito "elemento operativo di importanza eccczionale''. 65 Si ribadisce che l'unità è agli ordini dei propri ufficiali e che nessuno, se non il comandante o il Capo di SM del CTV (non si nomina l'Intendente) può dare ordini, prescrivere trasporti, distogliere o trattenere mezzi al termine dell'autotrasporto concesso. Durante i trasporti, l ' autorità dei comandanti di reparto si deve limitare alla disciplina delle truppe: tutto quanto ha attinenza con il movimento è di competenza dei comandanti delJ'unità automobilistica. Una circolare di fine maggio 1938 del generale Berti lamenta numerosi incidenti mortali con grave danni ai materiali, dovuti a deficienza di controllo degli ufficiali responsabili e a imperizia e scarsa conoscenza delle norme da parte dei conduttori: "siano utilizzate di più le ferrovie anziché far passeggia-
b4 65
Let. n. 67/0p. in data 25 gennaio 37 (Ali. 23 al diario storico CTV).
Lei. n. 1760 in <lata 25 febbraio 37 (Ali. 159 al diario storico CTV).
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re senza necessità attraverso la Spagna autocarri il cui impiego non sempre è giustificato". 6t> Un settore che provoca un voluminoso carteggio e frequenti contrasti di vedute tra Intendenza, Comando CTV e Comandi di Grandi Unità (contrasti che dimostrano, tra 1'ahro, indiriui contraddittori e concetti poco chiari) è quello degli automezzi in dotazione alle divisioni e ali 'autoreparto divisionale in generale. che l'Intendente vorrebbe (non sempre a ragione) ridotti al minimo per soddisfare meglio le proprie esigenze e realizzare un impiego accentrato e più economico dei mezzi con criteri tipo prima guerra mondiale, e che invece i Comandi divisione vorrebbero sempre aumentati, semplicemente perché senza automezzi in proprio le unità vedono di molto ridotta la loro effettiva capacità operativa in una guerra di movimento. Sorgono inoltre frequenti querelles per segnalazioni e dati non concordanti sulla effettiva disponibilità di automezzi, dovull forse all'affrettata assegnazione iniziale, alla mancanza di organici di rirerimento costante. alla umana tendenza di qualche reparto a non dichiarare tutti gli automezzi dei quali dispone (per evitare che gli vengano sotlratti). alla difficoltà di seguire l'esatta situazione in relazione al! 'evolversi della situazione operativa ecc .. fi7 Ne consegue un "tira e molla" che non giova certo al rendimento dell'insieme. La formazione organica dell ' autoreparto divisionale definita a fine aprile 1917 ha lo scopo di dotare le Grandi Unità degli automezzi indispensabili per la costitu;1ionc dell'autoreparto di combattimento dei reggimenti di fanteria e per il lra!>porto uelli.: muni,ioni (una UNFOC), dei materiali dei Scrvi.1,i generali, delle cucine e viveri, di parte dell'equipaggiamento. L'autoreparto della Grande Unità gestisce e raccoglie tutti gli automeni in servizio presso i reparti, ad eccezione di quelli in dotazione organica ali 'artiglieria. delle 3 autostazioni radio del genio e dei pochi mezzi organicamente assegnati alle unità per i bisogni correnti. Nel concreto, ciò significa che gli organi dei Servizi della divisione ricevono (se e quando possibile) gli automezzi solo in ca:,u di nen•:,s1tù, u 11c·hie.,tu. e quu11du :.uno prei isti spostamemi. Un reggimento di fanteria riceve 37 ACL, 3 ACP, 12 autocarrette; un ospedale da campo 2 ACL e 4 ACP; una sezione sanità 8 ACL (per il trasporto del personale e del materiale) e 7 autoambulanze; una sezione sussistenza 5 ACL (per il trasporto del personale e del materiale). L'autoreparto divisionale comprende 4 autosezioni leggere (96 automezzi}, 1
<•• Let. n. C. 95/DT in data 30 maggio 38 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 90, Can. Direzione Trasponi). 67 n generale Favagrossa ncll'onobrc 1937 rappresenta al Comando CTV "la ne~ cessità di soprassedere alla costituzione degli autoreparti divisionali in attesa che sia fatto il censimento a cura di quesla Intendenza e mediante un ufficiale che visiti rutti gli automezzi, visto che dai censimenti precedenti ne è uscito, dolorosamente, un caos. dal quale per rag10ni che posso spiegare a voce. e non per colpa di questa intendenza. non si potrebbe uscire diver~:imentt>" (I .l"t n. 410/SM in data 11 ottobre 1937 - AUSSME, F{l, 79, Cart. Ordin-Tntd).
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autosezione pesante (23 automez.li), I autosezione mista ( 17 ACL e 7 autoambulanze) e I sezione autocarrette (29 autocarrette). In totale: 8 moto, 113 ACL, 23 ACP, 29 autocarrette, 7 autoambulanze, I autofficina. Nel settembre 1937 il Comando CTV accetta la proposta del! 'Intendenza di riduzione a solo 3 autosezioni leggere, più 4 ambulanze, e l'organico dell'autoreparto misto divisionale è fissato in 2 autosezioni leggere e una autosezione mista, con una capacità di trasporto dimezzata: 9 moto, 78 ACL, 9 autocarrette, 3 "dovunque", 4 ambulanze, I autofficina e nessun ACP (sono esclusi gli automezzi dell'artiglieria e del genio).6R Dopo questa riduzione la divisione Littorio chiede 24 autocarri leggeri in più, di cui I per ufficio postale, I per la sezione carabinieri, 1 per la compagnia ausiliari, 21 per la sezione sussistenza (da adibire al prelevamento viveri presso l'Intendenza spagnola). L'Intendente generale Favagrossa non concorda sulla necessità di questi automezzi e chiede al Comando CTV di resistere a richieste ingiustificate. Secondo ravagrossa i 21 automezzi sono in ogni caso su pertlui, il prelevamento viveri presso l'Intendenza spagnola viene fat to dalla stessa Intendenza del CTV con propri mc.u.i t: degli altri autocarri richiesti se ne può fare a meno (anche impiegando le salmerie o gli autocarri dell'autoreparto misto). Favagrossa aggiunge che gli automezzi assegnati ai reparti non necessariamente devono rimanere sempre carichi, si possono fare più viaggi con lo stesso automeuo, la divisione Littorio si potrà spostare al massimo di 20 km in un giorno e la sua ingiustificata richiesta ~ la palese dimostra,ionc dell'impiego degli automeni finora attuato presso le G.U. colle note conseguenJCe, impiego che non teneva conto della manovra dei mezzi ma che era suggerito forse dal desiderio di avere tutti i reparti dipendenti abbondantemente dotati, in ogni momento, di quanto loro poteva occorrere sen7a preoccupar· si forse dell'appesantimento delle colonne, dello spreco di ben/ina e facendo astrazione dal fattore economia e dalle possibilità del nostro Paese.<•'1
L'Intendente propone inoltre al Comando CTV (senza che la proposta sia accolta) di abolire il termine autoreparto misto divisionale, perché essendo i meni suddivisi per l'impiego tra le unità della divisione non si tratta di un vero e proprio reparlo costituito. e la denominazione oltre a non essere giustificata dall'impiego non è necessaria nemmeno dal punto di vista amministrativo. Comunque, anche in relazione all'aumento di forza delle divisioni ai primi di novembre 1937 l'Intendente propone un nuovo organico dell'autoreparto misto divisionale (che definisce "la massima concessione che questa Intendenza può fare"'), approvato dall'ufficio ordinamento del CTV. Alle 3 autosez.ioni leggere si ag-
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Let. n. 2665 in data 28 settembre 37 del Cdo CTV - Ali. 55 al diario storico
CTV (AUSSMF., Rep. Fr, Racc. 3). 69 Let. n. 177/SM in data 4 ottobre 37 (AUSSME,
Rcp. F/6, Racc. 79, Cart. 4 C.).
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giunge un'autosezione mista, con un totale di 106 ACL, 12 autocarretle, 3 "dovunque", 4 autoambulanze, 1 autofficina e 2 autofrigoriferi (questi ultimi sono previsti per la prima volta). 70 A fine gennaio 1938 alle sezioni sussistenza delle 3 divisioni sono assegnati 3 ACP Isotta Fraschini per trasporto di materiali pesanti (paglia, foraggio, legna, vino) assunti in carico dall'autoreparto misto e messi a disposizione della sezione sussistenza per l 'impicgo. Degli 11 ACL in organico (Fiat 618) la sezione sussistenza ne cede però 9 all'autoreparto misto, che li impiega per il trasporto dei materiali delle sezioni sanità, la quale viene così a disporre di 11 ACL.71 Un 'altra modifica avviene nel giugno 1938, con conseguente abrogazione degli organici del novembre 1937. La nuova ripartizione per l'impiego degli automezzi risulta dal seguente specchio: 72 ·a: ~
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Totale generale automcni n. l()(J (I) di cui: I mensa ufficiali - 2 bagagli ufficiali - 3 per uffici - I per cucina truppa e viveri - I
ufficio e bagaglio del vice comandante Divisione. (2) di cui: per ogni comnndo di reggim.:nto: I mensa e bagaglio uflìciali - 1 rnlina truppa · I comando e mezzi di collegamento - 2 per muniLioni per due plotoni morta, d'assalto. (3) di cui per ogni battaglione: I mensa e bagaglio ufficiali · 2 cucine o viveri - I comando, col-
legamenti e materiale sanitario (gli altri materiali ,aranno trasportali da carrcllc) - I autocarretta per la compagnia mitraglieri. (4) di cui: I mensa e bagaglio ufficiali - 2 cucine e viveri (gli altri materiali saranno trasponali da carrette) - 3 autocarrene per le tre compagnie mitrnglieri. (5) degli K autocarri leggeri: I per bagaglio e mensa ufficiali - I cucina e v,ven gli altri 6 per le ahre necessità della sezione. (6) dei 3 autocarri leggeri: I per mensa, bagaglio ufficiali, cucina truppa - gli ahri 2 ed i 4 pesan1i per aliquota viveri, foraggi e materiale della sezione. (7) per i bisogni dell'autoreparto, più 4 d1 riserva. (8) da distaccare temporaneamente presso i repart.J della divisione. a seconda delle necessità. 111 Let. n. 3473 m data 8 novembre 37 dell'Intendenza e lct. n. 3598/ Ordin. in data 12 novembre 37 del Cdo CTV - Ali. 18 al diario storico CTV (AUSSME, Rep. Fn. Racc. 4). 71 Lct. n. 1664/IT in data 31 gennaio 38 (AUSSME. Rep. F/6, Racc. 79, Can. Serv. Aut., 1938). 72 Let. 11. I 603 in ùata 13 giugno JR (A USSMC. Rep. f'/6, Racc. 79, Cart. Scrv. Aut.. 1938).
Guerra di Spagna: funzionamento principali Servizi
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Nel corso della battaglia del Levante, solite richieste delle Grandi Unità che l'Intendenza non ritiene giustificate. Il generale Favagrnssa il 25 luglio 1938 indirizza al Comando CTV il seguente telegramma: Frecce Nere domandano mezza Sezione Lancia RO per far rronte continui spostamenti truppe alt Non ritenendo giustificata richiesta dato che spostamenti di pochi chilometri est più economico e conveniente farli a piedi, anche nei riguardi del traffico stradale che in q ueUa zona est molto difficile, prego 11011 aderire richiesta qualora la Brigata si rivolgesse at codesto Comando alt Per norma rammento che sparpagliamento automezzi riduce notevolmente possibilità trasporti con pregiudizio rifornimento munizioni in considerazione attuale distanza stazioni scarico da truppe alt Prego raccomandare G.U. di non spostare Se,:ioni Sussistenza et D.A.M. [depositi avvian1ento munizioni - N.d.a.] di pochissimi chilometri come purtroppo est avvenuto alt Sbalzi devono essere non inforiori ai 10-15 km et inoltre D.A.M. non devono appesantirsi sostituendosi, per entità munizioni, al magazzino avan,:ato Intendenza aft.73
Ai primi di settembre 1938 "allo scopo di venire incontro alle necessità rappresentate dalle G.U. per le rispettive sezioni sussistenza", la capacità di trasporto di queste ultime viene raddoppiata assegnando al posto dei 3 ACP Isoua Fraschini (che sono ritirati) 6 Fiat 18 BLR, con capacità di trasporto di 45 4. Poiché gli Isotta Fraschini funzionano a nafta e i Fiat 19 BLR a benzina, si ottiene anche il vantaggio di "unificare e rendere omogenei i rifornimenti e si mettono a disposizione automezzi di pari robustezza e maggiore facilità di guida e manutenzione".74 L'ennesimo ma ultimo mutamento avviene con la ristrutturazione del CTV nell'ottobre 1938, che per le divisioni adotta l'organico della di visione "binaria'' metropolitana: questa volta è la sezione di sanità ad aumentare di molto i mezzi di trasporto dei materiali ( 16 ACL, I moto, I autobus), mentre la sezione sussistenza li riduce a 4 ACL e una moto e I 'autosezione mista divisionale raggiunge il livello minimo: solo 14 Ceirano 50 C senza autofficina. La divisione dispone però (in totale) di 23 autovetture, 289 ACL, 54 ACP, 48 trattori, 5 autofficine, 86 moto, oltre a un cospicuo numero di salmerie (67 cavalli e 1.265 quadrupedi da salma, senza carreggio, con un gruppo da 75/13 someggiato). In sostanza, per gli automezzi dal volano aJ livello divisione del 1937 si passa a fine 1938 a una distribuzione più diffusa, con un volano al livello reggimento di fanteria di 66 ACL più un 'autofficina. All'occorrenza, sono assegnati a ciascun battaglione (i battaglioni hanno solo salmerie) I I ACL per il trasporto di materiali vari, cucine, viveri e munizioni non caricati sulle salmerie a immediato seguito dei reparti.75 71 Telegramma n. 725 [' in data 25 luglio 38 (AUSSME, Rep. F/6 Racc. 79, Cart. Salm. e Carreggio 1938). 74 Lel. n. 13891/IT in data 3 seltembre 38 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 79, Cart. Salm. e Carreggio 1938). 75 Let. o. 2740/0p/ Ordin .. in data 24 settembre 38 del CTV (AUSSME, Rep. F/6. Cart. 997 e fascicolo (senza prot.) "Servi>:i divisione fanteria" in data 9 ottobre 38 (AUSSME, Rep. Fn, Racc. 6).
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Cenni sull'impiego delle salmerie e del carreggio Come già si è accennato, le operazioni in Spagna si svolgono su terreni difficili e privi di strade, mentre il parco automobilistico del CTV - se si eccettuano gli automezzi espressamente costruiti per brevi percorsi su terreni difficili (autocarrette e autocarri "dovunque") - ha insufficiente capacità di movimento fuori strada (questo vale per tutti i tipi di autocarro). I provvedimenti nel campo della motorizzazione non riescono perciò a far fronte alla domanda di capacità di movimento fuori strada, e già a fine aprile 1937 viene decisa la costituzione di 2 reparti salmerie di 200 muli da assegnare di volta in volta alle unità destinate ad agire in terreno montano, e la trasformazione da autoportate in someggiate di 2 delle 3 batterie d'accompagnamento da 65/17 (uno per reggimento di fanteria) di cui dispone la divisione Littorio: ogni batteria richiede 85 muli (di cui 32 per le munizioni, 24 per i 4 pezzi e il resto per materiali vari). 76 Da questo momento l'incremento delle salmerie (alle quali nel 1938 si aggi unge anche il carreggio) è costante, e ciononostante si ripetono le richieste delle divisioni di aumentarle. Gli ostacoli e i problemi sono rappresentati: a) dalia necessità di ricorrere per l'intero approvvigionamento dei quadrupedi e per una parte considerevole dei conducenti al Governo spagnolo, che non sempre aderisce alle richieste sia perché deve soddisfare le proprie esigenze, sia per non danneggiare troppo con le requisiz10111 i lavori agricoli e quindi la produzione agricola; b) dalla carenza di Quadri e conducenti pratici nel CTV e dal conseguente cattivo governo dei quadrupedi, con percentuali elevate di perdite (ambedue fatti non nuovi, che si erano verificati anche nelle campagne precedenti);77 c) dalla tendenza delle Grandi Unità a ripartire in modo vario tra i reparti dipendenti i quadrupedi e materiali ricevuti dall'Intendenza senza darne preventivo avviso all'Intendenza stessa, con conseguenti inconvenienti relativi al carico dei materiali , alle responsabilità amministrative ecc .. 78 Questi inconvenienti si manifestano fin dalla costituzione ad Oron del "distaccamento (poi reparto autonomo) salmerie" (4 maggio 1937) e dell'infermeria quadrupedi del CTV (2 giugno 1937). A fine maggio 1937 si decide di rendere someggiate tutte le batterie di accompagnamento delle 3 divisioni (con 60 muli, anziché 82, per batteria), e di assegnare un reparto salmerie di 150 muli alla divisione Littorio, uno di 200 alla
76
Let. n. 5356 in data 24 aprile 47 (AUSSME, Rep. F/6. Raee. 79, Cart. 4 b). Cfr. ad esempio, la relazione di un 'ispezione alle salmerie della divisione Fiamme Nere (Let. n. 56/Pers. in data 15 luglio 37 - AUSSME, Rep. F/6, Raee. 79. Can. 77
Costituzione SuJmerie). 78
Cfr. let. n. 208/fT in data I I giugno 38 dell ' Intendenza (ivi).
Guerra di Spagna: fumionamento principali Servizi
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divisione Fiamme Nere e uno di 100 al raggruppamento XXIII marzo; 19 l'Intendenza a fine luglio 1937 propone perciò di ridurre gli automezzi a 2 ACL e 4 autocarretle.80 Dopo la ballaglia di Santander (nella quale le salmerie - 1.200 muli circa - si sono dimostrate, come si è visto, di grande utilità soprattutto per superare le numerose interruzioni stradali) tenuto anche conto dell'inefficienza per cause varie dei numerosi automezzi, l'Intendenza propone di richiedere al quartier generale di Franco le salmerie necessarie per someggiare - oltre alle ballerie d'accompagnamento dei reggimenti di fanteria - anche i gruppi da 65/17 dell'artiglieria divisionale, per un totale di 820 muli. La proposta viene accolta e si decide di someggiare 6 gruppi d'artiglieria da 65/17, con la costituzione uniforme di una salmeria autonoma divisionale di 200 muli, su 4 sezioni di 50 muli suddivise ciascuna in 4 squadre.8 1 Per fare fronte alle maggiori esigenze derivanti dall'aumento di salmerie e ali 'introduzione del carreggio presso i reparti, il 15 gennaio 1938 il reparto autonomo salmerie (a Miranda) assume la denominazione di parco salmerie e carreggio comprendente: ufficio Comando, ufficio amministrazione, reparto salmerie, reparto carreggio, infermeria quadrupedi con annessa mascalcia (che prima era autonoma). magazzino sellerie e materiali di equipaggiamento, laboratorio sellerie. 82 Ai primi di febbraio 1938 si decide la distribuzione di 34 carrette ciascuna (con 2 cavalli e conducenti spagnoli) a ciascuna divisione, in ragione di 4 per ogni Comando reggimento, 2 per ogni battaglione di fanteria e 4 per ogni bauaglione mitraglkri divisionale. Per ogni coppia di carrette ricevute le divisioni, come già si è accennato parlando dell'autoreparto misto, devono cedere un ACL Fiat 618, scelto tra gli automezzi in peggiori condizioni e/o fuori uso.s3 Nel corso deJlo stesso anno 1938 sono someggiati anche 2 gruppi da 65/17 dell'artiglieria divisionale (Littorio e XXIII marzo, con 23 1-241 muli ciascuno), in grado di muovere in ogni momento al seguito dei reparti di fanteria avanzati e quindi normalmente decentrali ai reggimenti di fanteria in 1° scagiione. Le divisioni, inoltre, dispongono sempre di un volano di 200 salmerie, oltre a tutte le batterie di accompagnamento, da 65/17 dei reggimenti someggiate. Rispetto alle 34 previste dell' organico, esse ricevono anche carrette in più (da 38 a 54 per divisione): ciononostante, nell'agosto 1938 il Comando CTV approva su proposta dell'Intendenza un programma di ulteriore potenziamento delle salmerie e del carreggio, da attuare in tempi successivi e sulla base della effettiva disponibilità di muli e carrette. Il programma è basato sull'au79 L et. n. 380/0p/Ordin .. in data 26 maggio 37 del Cdo CTV (A USSME, Rep. f/6, Racc. 79, Cart. 4 b) 80 Lct. a. 14444 in data 28 luglio 37 (i1•i) . 8 1 Let. n. 2756/0p in data 2 ottobre 37 del Cdo CTV (J\USSME, Rep. F/6, Racc. 79, Cari. Salmerie e Carreggio 1938). 82 Let. n. 571/ìf in data 14 gennaio 38 dell'Intendenza (ivi). 83 Let. n. 478 in data ( febbraio 38 (ivi).
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mento delle salmerie e del carreggio dei battaglioni di fanteria (fino a 200 quadrupedi e fino alle 7 carrette previste dall'organico) con scioglimento del reparto salmerie di Grande Unità. È inoltre previsto il someggio di un reparto delle sezioni sanità divisionali e di un secondo gruppo da 65/17 dell'artiglieria della divisione Littorio. A fine settembre 1938 questo programma - già in corso - viene annullato,84 e le Grandi Unità del CTV adottano, come si è visto, il normale organico della nuova divisione "binaria" metropolitana, con eliminazione totale del carreggio e del reparto salmerie divisionale, someggio di un gruppo di artiglieria e massima espansione numerica delle salmerie. Gli organi dei Servizi divisionali non dispongono di salmerie; queste ultime oltre che a ciascun reggimento fanteria (392) e a ciascun battaglione fanteria (66) sono assegnate al battaglione mortai divisionale (122), alla compagnia pezzi anticarro da 47 divisionale (76) e al reggimento di artiglieria (283, tutte per il gruppo someggiato). In conclusione, l'organizzazione del Servizio trasporti in Spagna risponde a criteri di massima senz'altro razionali e moderni (accentramento, motorizzazione dei Servizi e delle dotuioni di I a linea al seguito dei reparti. volano al livello divisione. impiego là ove possibile c conveniente di salmerie) ma a parte le vistose lacune addestrative e d'inquadramento e la grande deficienza di mezzi speciali, autofficine ecc., l'applicazione dei principi non è delle migliori: troppi rimaneggiamenti e movimenti che comportano risparmi di automezzi limitati e illusori, essendo gli automezzi più o meno sempre gli stessi. Tutto sommato, meglio sarebbe stato " responsabilizzare.. i comandanti assegnando loro in via definitiva e organica le unità automobilistiche e sottraendole di volta in volta (ma sempre per "pacchetti" organici) solo all'occorrenza e in via temporanea, anziché seguire l'indirizzo contrario, tendendo senza molto successo a mantenere eccessivamente accentrati gli automezzi per concederli di malavoglia alle divisioni o ai reparti in base a richieste ed esigenze non sempre pertinenti e necessarie, che d'altro canLo la catena gerarchica raramente aveva il tempo e la possibilità di vagliare seriamente. Ne conseguiva anche scarsa cura da parte dei reparti per automezzi e conduttori che non erano considerati "dei loro", ma in assegnazione provvisoria, quindi potevano essere sfruttati al massimo e senza troppi riguardi e venivano trattenuti il più possibile. Questo, senza contare che la guerra di movimento per ragioni di tempestività e aderenza non poteva prescindere da rifornimenti dall'avanti all'indietro, a loro volta legati alla disponibilità di consistenti aliquote di automezzi in proprio anche ai livelli di divisione e reggimento.
84 Let. n. 05189 in data 21 settembre 38 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 79, Cari. Serv. Aulm. 38).
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8. Servizio di Amministrazione L'organizzazione e il funzionamento della gestione del contante e del materiale nel CTV non dà una buona prova per molteplici ragioni: a) instabilità organica e elevato frazionamento delle unità e degli organi esecutivi dei Servizi, con numerosi distaccamenti mal collegati e a grande distanza tra di loro; b) estrema deficienza di personale specializzato (ufficiali di amministrazione, ufficiali commissari e di sussistenza) nei reparti; c) contabilità speciale che è necessario impiantare a parte per il supporto logistico e finanziario da parte spagnola; d) norme amministrative che come e ancor più di quanto avvenuto in Etiopia (Cfr. capitolo IX) si rivelano non adatte ai continui passaggi di dipendenze delle unità e al frazionamento dei materiali, degli organi dei Servizi e delle dotazioni; e) scarsa disponibilità di ufficiali inferiori e sottufficiali d'Arma esperti nella branca presso i reparti; f) frequenti contingenze che oggettivamente spingono a derogare dalle norme arnministrative, con particolare riguardo alle spese senza preventiva autorizzazione per supplire - specie all'inizio - alle forti carenze Logistiche con acquisti sul posto. Per queste ragioni a poco giovano le recenti esperienze: infatti le Norme amministrative per i reparti OMS - la cui prima formulazione risale al febbraio 193785 - stabiliscono che "i reparti del R. Esercito e di C.C.N.N. destinati all'estero per esigenze 0.M.S. si amministreranno secondo le norme amministrativo-contabili pcT le truppe mobilitale in /\.O., salvo quanto è disposto dalle presenti norme e le deroghe eventualmente imposte dalle particolari condizioni di tempo e di luogo in cui operano i reparti stessi". Durante la costituzione e la permanenza in Patria, i reparti sono amministrati dai rispettivi centri di mobilitazione. Dal giorno dell 'imbarco analogamente a quanto stabilito per l' A.O. hanno amministrazione autonoma, salvo che per la gestione del contante per la quale costituiscono distaccamenti dell'ufficio amministrazione personali vari del Ministero della guerra, rendendo i conti a tale ufficio al quale spetta anche di emanare in merito istruzioni particolareggiate. Nei reggimenti e corpi le funzioni amministrative e contabili sono affidate a un ufficio amministrazione di cui è capo un ufficiale inferiore di amministrazione, sotto la immediata direzione del comandante di reggimento. In caso di assenza o impedimento, l'ufficiale di amministrazione è sostituito da un ufficiale inferiore d'Arma designato dal comandante di corpo (è questo il caso pressoché normale). Le sezioni, gli stabilimenti o i magazzini sanitari sono amministrati dal comandante o direttore, coadiuvato daH 'ufficiale di amministrazione organicamente assegnato o - in difetto o in caso di impedimento o di assenza - da un ufficiale da lui designato. Le sezioni ad i magazzini di commissariato sono ammini-
85 Norme amministrarive per i reparti in OMS e Norme esecwive per l' ammi· nistrazione dei reparti in OMS (AUSSME, Rep. Mn, Racc. 154).
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f•erruccio Botti
strati dal comandante o consegnatario. Per la gestione del contante, tutti gli enti sopra ricordati costituiscono distaccamento deli 'ufficio di amministrazione di personali militari vari. La gestione del materiale è autonoma, ed è tenuta in evidenza sul registro mOll. 547. Le compagnie (e reparti corrispondenti) tengono il giornale di contabilità e il registro di carico dei materiali mod. 547. È dunque in atto il consueto cordone ombelicale lra la compagnia e l'ufficio di amministrazione del reggimento, salvo che per i battaglioni camicie nere che si amministrano in modo autonomo anche se fanno organicamente parte di un gruppo di battaglioni (cioè di un'unità a livello di reggimento). Per i materiali, allo scopo di ovviare ai numerosi inconvenienti pratici che comporta la loro gestione al livello di compagnia, ncll 'ottobrc 1938 l'Intendenza dà facoltà ai reggimenti di istituire un solo registro di carico mod. 547 di reggimento, tenuto da un ufficiale consegnatario rispetto al quale i comandanti di compagnia sono subconsegnatari.86 Inoltre, per i materiali di commissariato nel novembre 1937 si prescrive che i comandanti di compagnia/batteria tengano anche il .. registro prelevamento materiali Servizio di commissariato", che deve servire come registro conto corrente per tali materiali tra i Comandi reggimento e le singole compagnie. Nel I 936-1939 non esiste ancora un Servizio di amministrazione autonomo. Le Norme del 1932, che affidano ancora il servi/io di cassa al commissariato, non prevedono la revisione della contabilità al livello di direzione di commiM,ariato di corpo d'armata o am1ata, né tanto meno una direzione di amministrazione. Tuttavia in Spagna funziona già, in pratica, un Servizio amministrativo autonomo, e presso la base O.M.S. è istituito aU'inizio un "ufficio amministrativo" che poi si trasforma in "ispettorato amministrativo". A partire dalla costituzione dell'Intendenza (febbraio 1937) le attribuzioni dell'Ispettorato sono svolte da un "Servizio amministrativo" presso l'Intendenza stessa, che nel I 938 si trasforma in una vera e propria "direzione del Servizio amministrativo" costituente anello gerarchico autonomo a Lutti gli effetti. Questo organo amministrativo dell"lntendenza effettua anche una prima revisione della contabilità dei reparti, dirama norme ecc., assorbendo in buona parte i compiti che inizialmente sono svolti dalla base 0.M.S. di Siviglia, la quale nei primi mesi funge da organo di collegamento con il territorio mctropoHtano dei reparti, del personale d'inquadramento delle brigate miste e del personale isolato in 0.M.S. Ha gestione autonoma di cui rende il conto all'ufficio di amminisLra7.ione di personale militari vari. Nei riguardi amministrativi e contabili di Lulli i reparti in O.M.S. la base è organo di vigilanza, coordinamenLo e controllo locale, ed all'uopo si avvale dell'opera di un ufficiale superiore di amministrazione a disposizione[ ...] la base è centro di raccolLa per Lulla la corrispondenza che i reparti dirigono ali 'ufficio di am-
86 LeL n. C. 43 SM in daLa 7 oLtobre 38 (AUSSME. Rep. F/6. Racc. 104. Cart. Ur.SM).
Guerra di Spagna: funzionamenlo prinripali Servizi
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ministrazione di personali militari vari e per quella i:he l'ufficio stesso indirizza ai reparti, in modo da avere la precisa norma del fun.i:ionamento amministrativo-t:ontabile dei reparti stessi.
Sempre nei primi mesi, nei riguardi della gestione del contante la base sud è centro di collegamento per tutti i reparti e amministra come propri distaccamenti amministrativi le eventuali basi secondarie in Spagna. Costituisce per tale gestione distaccamento dell'ufficio di amministrazione personali militari vari di Roma, che la rifornisce dei fondi poi inviati dalla base (in valuta locale o italiana) ai reparti in Spagna su loro richiesta. Questi compiti, dopo la costituzione dell 'lntendenza, sono svolti dal Servizio amministrativo dell'Intendenza stessa. Il prelevamento dei fondi italiani e spagnoli da parte dei reparti avviene esclusivamente presso la cassa principale dell'Intendenza (o, per sua esplicita delega, presso la cassa delle basi logistiche avanzate). Tramite il Servizio amministrativo dcli 'Intendenza entro IO giorni dalla scadenza di ciascun mese i reparti rendono i conti della gestione in contanti all'ufficio amministrazione personali militari vari di Roma, inviando insieme ai documenti giustificativi un estratto del memoriale di cassa. I materiali sono fomiti dai centri di mobilitazione all'atto della costituzione dei reparti e assunti in carico sui registn di carico mod. 547, compilati in duplice esemplare e finnati dal comandante del reparto prelevante e dal consegnatario cedeme. La gestione dei materiali diretti in O.M.S. in transito da Napoli è affidata agli Enti territoriali competenti per i vari Servizi del corpo d'armata di Napoli, che a tale scopo costituiscono una propria "sezione O.M.S." con gestione dei materiali separata da quella ordinaria. Tali Enti a mezzo dei rispettivi consegnatari assumono in carico i materiali che ricevono per la Spagna, dandone scarico agli Enti metropolitan1 che li inviano e a loro volta scaricandoli con le ricevute dei commissari di bordo delle navi, alle quali devono essere allegati gli elenchi dei materiali imbarcati. Per i materiali che sono imbarcati a La Spezia, queste funzioni sono svolte dalla locale sezione staccata d'artiglieria. I materiali giunti in Spagna che costituiscono depositi della base O.M.S. sono dati in consegna ad un unico consegnatario responsabile. Se si rende necessaria la costituzione di più magazzini sussidiari, ciascuno di essi è affidato a un sub-consegnatario, che risponde al consegnatario dei materiali avuti in consegna e può essere anche un sottufficiale. Nel caso che vengano costituite base secondarie, ciascuna di esse ha un proprio consegnatario. Per i materiali in transito dalla base sud o dalle basi secondarie o che appena giunti devono essere ceduti a Enti e reparti, i consegnatari o subconsegnatari si limitano a prendere nota dei materiali stessi, facendosi rilasciare ùagli Enti o reparti che li cedono una ricevuta che costituisce quietanza liberatoria per tutti gli Enti, sia metropolitani che in Spagna. La resa dei conti dei materiali in carico ai reparti avviene al rientro in patria; la resa dei conti dei consegnatari in O.M.S. avviene dopo lo scioglimento della base O.M.S_ e/o delle basi secondarie.
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Gli stipendi e le paghe del personale comprendono numerose voci, che si pagano e conteggiano con diverse modalità, quindi si prestano a vari inconvenienti e richiedono l'impianto di una contabilità complessa da parte di personale generalmente inesperto: a) stipendi e indennità italiane (ufficiali e sottufficiali) che si pagano in Patria alle famiglie, mese per mese, con il sistema delle rimesse. Lo stipendio-base mensile va dalle 2.858 lire per il generale di divisione, alle 1.491 per il lenente colonnello, 1.094 per il capitano, 578 per l 'aiutanlc di battaglia, fino alle 249 lire del sergente; b) trattamento economico speciale giornaliero per la Spagna per ufficiali e sottufficiali (aumento dello stipendio da L. 156 per il generale a L. 27 .50 per il sergente); c) assegni spagnoli tercio, forniti dal Governo spagnolo in peselas che si pagano anticipatamente ai primi di ogni mese, alla mano, a tutti i legionari, dedotta per la truppa la quota fondo vitto. L'ammontare di questi assegni va da pst. 2.800 al mese per il generale di divisione a pst. 5 .45 per il soldato; d) indennità di entrata in campagna (solo per ufficiali, che devono pagarsi armamento ed equipaggiamento) da L. 3.541 per il generale a L. 709 per il sottotenente; e) paga giornaliera speciale (in luogo degli assegni normali) per la truppa (L. 24 per il caporalmaggiore. L. 22 per il caporale, L. 20 per il soldato). Dal dicembre 1938, per intervento diretto del generale Gambara presi.o il duce la paga viene aumentata di L. 5 (solo per i legionari in Spagna da 18 mesi). Le rimesse delle somme destinate dagli ufficiali, dai sottufficiali e dalla truppa alle rispetlive famiglie sono effettuate direttamente dall'ufficio amministrazione di personali militari vari. A tal fine i reparti tramite l'Intendenza fanno pervenire ogni mese (sempre quando non sia stata fatta una delega con carattere continuativo) le relative deleghe degli interessati con l'indicazione della somma, riepilogate con elenchi a firma del comandante del reparto, che provvede anche alle trattenute sugli assegni del personale (il servizio delle rimesse dà luogo a numerose lamentele. specie per errata compilazione e ritardato recapito degli elenchi). Per ciascun componente del CTV è previsto un librello individuale degli stipendi e paghe, che deve seguire sempre l'interessato, è l'unico documento valido per attestare la posizione amministrativa del singolo e deve essere esibito all'atto del rimpatrio al centro di mobilitazione per la liquidazione finale. Per evitare inconvenienti e fare in modo che il libretto sia sempre a disposizione degli Enti che hanno in forza il militare a fine mese, nell ' ottobre 1937 si dispone che i librelli siano sempre custoditi presso i reparti anziché consegnati ali 'interessato, e siano trasmessi prontamente al nuovo Ente in caso di trasferimento.87
s1 Let. n. C. 391/SA in data 14 ottobre 37 CAUSSME. REP. F/6. Racc. 90. Cart. Amministrazione).
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Gli inconvenienti nella branca amministrativa sono numerosi ecostringono gli organi direttivi tecnici dell'Intendenza, l'Intendente e lo stesso comandante del CTV a intervenire frequentemente per ribadire disposizioni o per adottare provvedimenti che fungono da deterrente, come la lettera del 18 maggio 1937 con la quale. allo scopo di evitare il ripetersi di frequenti irregolarità e ritardi, si dispone che tutti coloro che non prestano più servizio presso i reparti perché hanno in corso a loro carico procedimenti disciplinari o accertamenti per responsabilità amministrative, siano sottoposti a ritenuta della speciale indennità giornaliera per la Spagna e dello stipendio spagnolo.8K Nel luglio 1937 si dispone che vengano segnalate le emissioni di vaglia e i depositi superiori a determinate somme (3.000 lire per gli ufficiai i, 1.000 per i sottufficiali, 300 per la truppa).119 Nel giugno 1938 l'Intendente dispone che in caso di rimpatrio di ufficiali che rispondono di maneggio di denaro o di materiale venga preventivamente richiesto il nulla-osta del Servizio amministrativo dell'Intendenza, che anche in caso di dubbio deve rimandare la concessione.90 Per la gestione del contante. nel febbraio 1917 ~i lamenta che molti reparti per cause varie non hanno distribuito alle truppe le competen7e io valuta spagnola riscosse in anticipo presso le casse militari, con conseguenti numerosi reclami (non sempre giustificati).9 1 Si dispone pertanto il pagamento immediato di tali somme "indebitamente giacenti presso le unità'' agli aventi diritto. e si vieta la concessione di anticipi a Comandi e Emi a nome collcuivo: " non saranno tollerate omiss10m, o storni. Saranno eseguiti accertamenti onde evitare dispersioni di competenze non godute dai creditori 1... ]. Gente ben amministrata, ben nutrita, tutelata ed assistita nei suoi diritti, è gente lieta che rende".92 Nel maggio 1937 il nuovo comandante generale Bastico dirama una circolare dalla quale si possono dedurre gli inconvenienti e le loro cause, anche funzionali e non dovute solo ai singoli: da alcum giorni s1 è intensificata la re5a dd(., ..untahil ,L;. 111 u,111a11li uci rcpa,li. Le prime revisioni mettono in evidenza, tolte ecce.1:ioni, la poca cura e la scarsa capacità professionale dei compilatori, il che può condurre a gravi responsabilità a carico dei Comandanti di reparti che non attribuiscono soverchia importanza a questo delicato settore dell'attività militare, e non sanno conciliare, col retto andamento dell'amministrazione, il vantaggio e l'interesse dei loro dipendenti. A causa di una così defi-
RR Let. n. 1428 ,n data 18 maggio 37 - Ali. 52 al diario storico Intendenza (AUSSME. Rep. Fn, Raec. 27. R9 Let. n. 21949 in data 14 luglio 37 - Ali. 28 al diario storico Intenden7,a (AUSSME. Rep. Fn. Racc. 3). 90 Let. n. 651 in data) giugno 38 (AlJSSME, Rcp. F/6, Racc. 90, Cart. Amministrazione). 91 Let. n. C. 381 in data 6 ottobre 37 dell'Intendente (ivi). Q 2 Aggiunta all'ordme amministrativo n. 2 in data 10 febbraio 37 (AUSSME. Rep. Mn. Racc. 154) e lct. n. C; 627/SA in data 20 febbraio 37 (AUSSME, Rcp. f'/6, Racc. 90, Can. Amministrazione).
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cicntc esecuzione di lavoro alla periferia, sono vani gli sforzi dell'Ufficio Amministrativo centrale che, con disposizioni semplici e spedite oltre il limite di ogni possibilità tecnica, come vuole la particolare situazione di questo Corpo Volontari. cerca di rendere accettabile la n:sa del conto, salvaguardando con gli interessi dell'Erario, anche le responsabilità dei Comandanti. A giorni, con l'arrivo di apposito personale specializzato, sarà istituito presso questa fntendenza, un regolare Ufficio di revisione che funzionerà con le norme della Madre Patria e con criteri di giusto rigore. CIO' PER NORMA DI COMANDI INTERESSATI. Questo Comando, a seconda delle disponibilità di personale, andrà incontro alle necessità dei reparti assegnando là dove sarà possibile Ufficiali di amministrazione o in servizio amministrativo o seguendo da presso l'attività dei corpi. Occorre però che tale personale sia effettivamente impiegato nelle mansioni d'istituto e sia posto nelle materiali condizioni di poterle assolvere. Vietato il loro impiego in compiti secondari: mense, consegnatari di materiali, ccc., ccc., comunque estranei al loro dovere specifico. Essi assumono, in sol ido col Comandante del Reparto, la responsabilità dcli' andamento amministrativo del corpo. compito non semplice e non facile, ad assolvere il quale dovranno impiegare tutte le loro attività ed il loro tempo. Solo in questo modo si potrà assicurare il regolare svolgimento di questo servizio che, se trascurato. potrà dare gravi sorprese e dispiaceri, a distanza di tempo, ai Comandanti di reparto - agenti dello Stato.93
Il tema - controverso non solo a quei tempi - della delimitazione delle responsabilità amministrative dei comandanti di reparto viene ripreso anche dal generale Berli, successore cli Basti<.:o, nt.:1 novembre 1937.94 Taluni comandanti di reparti con gestione amministrativa autonoma, chiamati in causa per rispondere di errori riscontrali in sede di revisione della contabilità, tentano di esimersi dalle responsabilità che ne derivano sostenendo che degli stessi errori devono rispondere direllamcntc i loro sottoposti addetti alle varie branche (aiutante maggiore, comandanti di compagnia, singoli sottufficiali), perché la loro attività è assorbita da incombenze operative. In merito, a scanso di equivoci il generale Berti chiarisce che ai sensi delle norme vigenti: a) al comandante di corpo compete l'alta vigilanza sulla gestione amministrativa; b) il comandante di battaglione risponde, tra l'altro, della amministrazione delle truppe che comanda, e nel caso del CTV le nonne amministrative emanate ali 'atto della costituzione recitano che "i battaglioni e reparti corrispondenti durante la permanenza all'estero, avranno amministrazione autonoma, la quale deve sempre intendersi affidata al comandante stesso, che sempre sotto la sua esclusiva responsabilità, può avvalersi dell'opera di inferiori"; d) di conseguenza, "il tentativo di cui si è fatto abuso in questi ultimi tempi di scaricare le responsabilità su inferiori sarà considerato pel tratto
91 Let. n. 1081 in data 6 maggio 37 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. 104, Cart. Amministrazione). 94 Let. n. C. 472/SA in data 9 novembre 37(AUSSME, Rep. F/6, Racc. 90, Cari. Amministruione).
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avvenire, se ripetuto, grave mancanza disciplinare e come tale repressa". Riguardo alla gestione dei materiali, i settori nei quali gli interventi dell'Intendenza sono più numerosi e ripetuti sono due: a) la parsimonia nelle spese, e, in particolare, il frequente ricorso da parte dei Comandi e reparti, anche quando ciò non è strettamente indispensabile, a spese e impegni finanziari non preventivamente autorizi;ati - come prescritto - daH'Intendenza, alla quale vengono poi inviale le fatture per la liquidazione; 95 b) il controllo e 1a gestione dei materiali, con particolare riguardo al prelevamento e al carico e scarico di ciascun reparto. I prelevamenti dei materiali, in pratica, avvengono quando e come i comandanti di reparto lo ritengono necessario, e non - come sarebbe prescritto - su ordine deU'Intendenza e per ripianamento o perequazione dotazioni e sostituzione di materiali regolarmente collocati fuori uso o consumati. Dal canto suo, l'Intendenza per poter emanare gli ordini di sua competenza, effettuare perequazioni, nuove assegnazioni ecc. non riesce mai a conoscere con la necessaria precisione la situazione dei materiali dei reparti. Una circolare del generale Berti dell'ottobre 1937 lamenta che le situazioni richieste in precerlen7a non sono ancora pervenute all'Intendenza, e "si continua, in sintesi, a prelevare seni;a dare ragione dei prelevamenti, si continua come se si versasse in sacchi senza fondo".% L'Intendente pertanto dispone che quando un reparto deve eseguire un prelevamento deve presentare prima il registro di carico in duplice copia alla competente direzione dell 'Jntendenza che lo esamina e vi appone il visto. La prima volta che in futuro i reparti eseguiranno un prelevamento devono portare al seguito ambedue le copie del registro: una di esse rimane presso la direzione che l'aggiorna con i prelevamenti successivi, una vistata rimane al reparto. Senza presentazione dei registri di carico dei materiali da prelevare, non potranno più essere effettuati prelevamenti. La gestione dei materiali richiede un ulteriore riordinamento a fine 1938, con una circolare che completa e riassume mete le norme precedenti, abrogandone numerose altre non più in vigore.97 In sintesi le nuove norme: a) fissano nel dettaglio le circostanze che possono dare luogo a prelevamenti e versamenti e le relative modalità. I movimenti di materiali possono avvenire solo su ordine delle direzioni competenti o dei Comandi di artiglieria e del genio;
95 Let. n. 1487 in data 18 maggio 37 (AUSSME, Rep. F/6, Rac<.:. 104); Norme amministrntive fascicolo 7 (AUSSME, Rep. Mn, Racc. 154); let. n. C. 671/SA in data 13 ottobre 38 e n. C. 685/SA in data 22 gennaio 39 (AUSSME, Rep. F/6, Racc. I 04, Cart. Amministrazione). 96 Let. n. C. 9/SM in data 12 ottobre 37 e lei. n. C . 14/SM in data 28 ottobre 37
(AUSSME, REP. F/6, Racc. 104, Cart. UF. SM.). 97
Lei. n. C. 45/SM in data 30 ottobre 38 (ivi).
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b) ribadiscono che dei materiali in carico ai reggimenti risponde all'Intendenza il capo uflìcio materiali del Comando reggimento, che ha facoltà di rivalsa sui comandanti di compagnia; e) indicano i documenti per la gestione, l'assunzione in carico e lo scarico. Gli Enti responsabili della gestione dei materiali sono le unità non indivisionate al livello di compagnia, e , per le unità indivisionate: gli uffici materiali dei reggimenti di fanteria e artiglieria, i Comandi compagnia genio e cannoni da 47, i Comandi di autosezione, le sezioni sanità, i nuclei chirurgici, le sezioni sussistenza, gli ospedali da campo. Tali Enti devono impiantare un nuovo registro mod. 547, chiudendo il vecchio e trasmettendolo ali 'Intendenza entro il 30 novembre 1938. Gli Enti che ancora non hanno provveduto a tenere in evidenza il materiale ne effettuano la ricognizione e inviano stralcio dei nuovi quaderni, aggiornati fino al 31 ottobre 1938 alle rispettive direzioni e/o al parco automobilistico e al parco carreggio e salmerie. Per i materiali eventualmente ricevuti dal Governo spagnolo deve essere impiantato un quaderno di carico a parte. Sui nuovi quaderni mod. 547 i materiali sono registrati a quantità. in ordine cronologico, distinguendo i materiali per gruppi (A-B-C). I movimenti si giustificano con buoni di prelevamento e versamento; per i materiali acquistati si deve allegare una dichiarazione con indicazione della lettera che autorizza l'acquisto e del giornale di cassa sul quale è spesata la fattura, in modo che i depositi d'Intendenza possano a loro volta assumerli in carico. I nuovi registri di carico così compilati devono essere trasmessi alle direzioni competenti a partire dalla terza decade di marzo 1939, e successivamente nella terza decade di ciascun trimestre. Se ne deduce, pertanto, che a fine campagna la gestione dei materiali non ha ancora assunto un assetto stabile e definitivo.
9. Ammaestramenti e condusiuni
La guerra di Spagna è l'ultima vittoria delle forze armate italiane. Nel bene e nel male, e al di là delle etichette politiche tipiche del tempo e delle ragioni e scopi della guerra, non va infatti dimenticato che in Spagna la dottrina tattica e logistica, la struttura direttiva e gli ordinamenti, l'addestramento, i mezzi e materiali, le procedure di mobilitazione e amministrative, i comandanti più elevati, gli Stati Maggiori sono quelli delle tre forze armate, con i loro pregi e difetti. Sul piano generale si assiste alla quasi completa perdita di una propria autonomia da parte del Ministero della guerra, che diventa più che altro una specie di organo esecutivo semplice fornitore di uomini e materiali del Ministero degli esteri, con conseguente totale e anticlausewitziana subordinazione della ragione tecnica alla ragione politica. Questo fatto ha riflessi negativi di grande portata prima di tutto sulla qualità e rispondenza dell'organizzazione logistica, della quale pochi si preoc-
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cupano restaurando di fatto il vecchio principio, osteggiato dal Liuzzi, che "i Servizi sono fatti per servire", cioè non devono creare problemi alla strategia ma risolverli. Va però subito messo in chiaro che il quadro politico e strategico anomalo nel quale si svolgono le operazioni non basta a giustificare le numerose lacune e inefficienze di base alle quali si rimedia a fatica, alla meno peggio, spesso in ritardo e con elevati costi che contrastano con il sempre sbandierato concetto di "economia". Sempre dal punto di vista logistico-amministrativo, per quanto si tratti di una guerra limitata condotta in ambiente naturale e operativo particolare la Spagna avrebbe potuto fornire una massa preziosa di indicazioni e mettere bene in luce i settori che richiedevano un pronto intervento e una riforma: la campagna termina però troppo tardi e quando, ormai, prevale più una ricerca di espedienti e compromessi di dubbio successo che una ragionata capacità riformatrice. Molto indicativo è il tipo di approccio ai problemi della guerra di movimento che finisce con il prevalere, approccio fatto più di tentativi di superare con qualche espediente i vincoli logistici che di provvedimenti per dare l'indispensabile e solida base logistica moderna alla stessa guerra di movimento. Trascurati, in particolare, i campanelli d'allarme relativi all'organizzazione dei trasporti via mare, a quantità e qualità della motorizzazione, agli organi di riparazione, al personale specializzato in genere. Ancor più che nella guerra d'Etiopia il parco autoveicoli si rivela troppo differenziato in tipi, che hanno un'unica caratteristica comune e assai penalizzante: la scarsa capacità dì movimento fuori strada. Inquadramento delle unità automobilistiche e Servizi in genere, mobilitazione, addestramento, inquadramento dei conduttori, organizzazione delle riparazioni: tutti settori vitali da rivedere radicalmente, insieme con le riparazioni e la manutenzione del materiale di artiglieria, tanto più importanti per materiale logoro e vetusto. Rimangono contemporaneamente irrisolti vecchi nodi organizzativi , che fanno sentire ancora di più i loro riflessi negativi nel particolare ambiente: l ' alternativa tra accentramento e decentramento dei mezzi di trasporto, la disponibilità di organi direttivi ed esecutivi dei Servizi efficienti e addestrati, l'esigenza di norme amministrative bene assimilate dai Quadri che siano applicabili anche in guerra e consentano di individuare e reprimere - non di nascondere o rendere impunibili - gli abusi, la disponihilità di cucine rotahili che assicurino la confezione del rancio caldo anche in movimento, la disponibilità anche al livello divisione di volani di generi e materiali come indispensabile precauzione per il possibile mancato afflusso di rifornimenti da tergo, la disponibilità di organi sanitari (e in particolare chirurgici) sufficienti per quantità e qualità. Non si ha nolizia di dissapori e ridondanze tra Intendenza e Comando CTV. Sta di fatto, però, che lungi dall'essere una indispensabile premessa organizzativa - come, almeno in parte, era avvenuto in Etiopia - la costituzione di un organo veramente capace di coordinare fin dall'inizio tutti i Servizi diventa un provvedimento di secondo tempo, con le conseguenze sulla corretta distribuzione e gestione della massa di generi e
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materiali in arrivo che è facile immaginare. Si crea un contesto ove nemmeno pensabile è la realizzazione di un altro vecchio auspicio, cioè rimpianto degli organi dei Servizi essenziali ancor prima dell'arrivo delle truppe e dei materiali, come almeno in parte era avvenuto in Etiopia. In sostanza, il clima offensivo e da guerra di movimento che prevale in Spagna funge da ulteriore remora - e non da sprone - per risolvere certi vecchi nodi, e vanifica certe speranze che aveva suscitato l'organizzazione logistica della guerra d'Etiopia, non priva di mende ma tale da poter aprire nuove vie, da poter dare inizio a un'evoluzione che invece in Spagna si trasforma in involuzione, conservando lutti gli antichi difetti ma non i pregi delle soluzioni precedenti. Non ben messi a fuoco e non tradotti in pratica nemmeno i vincoli e le nuove soluzioni che la presenza - per fortuna non sempre efficace - del potere aereo impone all'organizza?ione logistica. Eppure nella sua "Relazione sulla quarta battaglia di Madrid" il capo della delegazione italiana presso Franco, generale Gelich, scrive che "il rendimento del bombardamento aereo nel campo strettamente tattico è esiguo rispetto al rischio e al dispendio; grandissimo il rendimento nelle immediate retrovie" I quindi: prevalentemente contro gli organi logistici - N .d.a.J,98 mentre nel 1939 il generale Bollati ritiene che "importantissimo, è il rendimento dell'aviazione 1... 1 contro l'apparato dei rifornimenti avversari, specie quando questi faccia capo a punti di arrivo obbligali, quali sono i porti marittimi". 99 Nonostante questi riconoscimenti di principio e gli interventi del Comando, l'attuazione delle più elementari misure passive non è ben assimilata dalle truppe, Guadalajara a parte. La nuova mitragliera da 20 mm, arma base per la difesa antiaerea a bassa quota, si rivela subito superala ma nessuno se ne preoccupa molto. Soprattutto, manca in Spagna come in Italia una riflessione su ciò che veramente significherebbero in campo logistico le forti limitazioni all'uso delle ferrovie e al movimento diurno delle autocolonne, oltre che l'impossibilità di concentrare organi esecutivi, generi e materiali in poche località-chiave che costituirebbero onime aree-bersaglio pe1 I' offesa dall'alto, e che invece (Siguenza, ecc.) sono sempre ugualmente creale e privilegiate dall'IntendenLa, al di là degli ammonimenti indiriaali alle truppe. Anche e soprattullo il potere aereo, con i suoi effetti paralizzanti dei normali rifornimenti, dovrebbe spingere ad aumentare l'autonomia delle divisioni (dotazioni logistiche; mezzi di trasporto), a seguire cioè una filosofia logistica diametralmente opposta a quella ufficiale del I '"alleggerimento" che in Spagna non solo prevale e si riafferma, ma si esaspera. Se la Spagna dimostra che l'esercito alla vigilia della guerra è ancora ben lontano dal possedere una corretta e diffusa coscienza auto-
Lct. n. 260/Dis. in data 28 luglio 37 (AUSSME, Rcp. F/6, Cart. 83). A. Bollati. Considerazioni s111/u guerra di Spaxnn (lii). "'Ec-hi P C'ommPnli" 1939, pp. 528-530. 9M
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mobilistica, non contribuisce nemmeno a chiarire, anzi intorbida, il controverso problema (controverso non solo in Italia) dei vantaggi e limiti della motorizzazione e del suo grado di estensione più conveniente ai minori livelli. Gli inconvenienti della diffusa, anzi della disordinata motoriuazione ini7iale e il ricorso in tempi successivi alle salmerie che si rivelano molto utili, spingono anzi taluni critici militari (come il generale Carboni) 100 a sostenere addirittura la necessità di un ritorno al traino animale, specie nel campo tattico dove g!i automezzi si rivelano vulnerabili non solo per l'effetto dell'aviazione ma anche a causa del fuoco di artiglieria. Anche l'episodio di Guadalajara, dove vi è un'organizzazione logistica improvvisata e un cattivo impiego di tutto, compresi quindi gli automezzi, suscita in ultima analisi parecchie diffidenze per la motorizzazione in generale, anziché far riflettere sulla necessità di im · piegare bene gli automezzi. Basti ricordare, in merito, un articolo del Daily Telegraph dell'8 aprile 1937 10 1 e talune osservazioni del Canevari nel suo fondamentale studio (luglio 1937) Insegnamenti tattici della guerra spagno/a. 102 Ambedue gli scritti nonostante molte acute osservazioni, semhrano dominati dalla necessità assoluta di tenere lontani gli automezzi dal campo rnttico e non distinguono hene tra impiego dell'autocarro a massa e come mezzo di combattimento, che evidentemente è errato e assurdo, e impiego dell'automezzo come men:o di rifornimento o di traino anche nel campo tallico. il che è possibile con determinati accorgimenti atti a diminuirne la vulnerabilità (diradamento e mascheramento. incremento del la capacità di U\cita fuori strada e mantenimento della ~uperiorità aerea). L'articolo del Dai/y Tele1:raph giudica errato il movimento degli automezzi esclusivamente sulle strade (ma con i mezzi disponibili nel CTV non si poteva fare altrimenti) e osserva giustamente che i trasporti a motore hanno dimostrato la loro utilità, e che l'artiglieria ippotrainata e le lunghe teorie di carreggio avrebbero comunque offerto ali' aviazione e alt' artiglieri a bersagli ancor migliori degli autocarri. Indovinato anche il giu<liz.10 c1 iti...:o sulla scarsa idoneir:1 alla marcia fuori strada dei mezzi dell'esercito italiano (e non solo del CTV): gli autotrasporti presi agli italiani sembrano di piccola cilindrata. molti erano con gomme piene L... ]. Gli autocarri americani a pneumatici si ,ono rivelati superiori nel movimento fuori strada e più veloci [ciò era avvenuto anche in Etiopia N.d.a.].
Accanto a questo. la constatazione che l'autocarro è più di ostacolo che di aiuto quando è impiegato troppo vicino alla prima linea [tutto sta ad intendersi sul termine 'troppo vicino" - N.d.a.l, l'elogio ai repubblicani che tenevano lontani gli automezzi dalle prime linee (esclu-
100 G. Carboni. Guerra di movime/lfo - la mobilità: ·'La Stampa" 8 aprile 1938 e il mml/o nel/' esercito e I' eduC'mione al coraggio, "La Stampa" del 25 agosto 1938.
n11 Tradu7innl' in AUSSME. Rcp. F/6. Racc . !B. 102
"La Vita Italiana" 15 luglio 1937.
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si, però le ambulanze e i mezzi di trasporto delle munizioni) e una osservazione anch'essa generica, perché basata sui valori di spazio da attribuire a "retrovie": il sistema dei governativi nel tenere trasporti leggeri e veloci nelle retrovie sembra ottimo. In questi giorni di attività aerea. il luogo meno adatto per qualsiasi tipo di trasporto è la strada.
Dal canto suo, Canevari ritiene confermata la necessità di motorizzare l'artiglieria e i Servizi e di disporre di autoparchi di manovra per il rapido trasporto, all'occorrenza, di unità di fanteria e riserve. Ma insiste anche sulla necessità di mantenere l'impiego degli automezzi "nei limiti di una strettissima e saggia economia", sia perché le autocolonne nel campo tattico costituiscono un bersaglio ideale per l'aviazione e l'artiglieria [il che è ovvio: ma impiegare automezzi non significa ricorrere sempre a autocolonne - N.d.a.], sia perché l'abbondanza crea lo sperpero: in lspagna nel marzo vi erano nelle retrovie centinaia di automezzi gettati via; tanto si poteva procurarsene degli altri [ ... ]. Ivi è avvenuto che unità "motorizzale" si sono volute impiegare come mezzo di "sfondamento". come strumento tattico per cogliere rapidamente la vittoria: si sono messi cioè i buoi innanzi al carro. li risultato fu che le autocolonne. entrante nel raggio del combattùnento, vennero agevolmente arrestate dapprima da una semplice interruzione stradale e poi dall'artiglieria e dall'aviazione che trovarono ù1 esse un facile bersaglio passivo[ ... ]. La guerra in Spagna è staia. in realtà, guerra sulle "carretere". Ne consegue logicamente che il partito il quale ha mezzi per svincolarsi dalle "carretere" possiede un vantaggio di primissimo ordine in quanto ha possibilità assai maggiori di manovra. Tale vantaggio spetta non già a chi abbia "motorizzato" tutto, legandosi cosl inesorabilmente alle strade. ma invece a chi abbia giustamente bilanciato il someggio con ~li autotrasporti.
Canevari ha ragione, ma non pensa a1 cingolo e al carro armato. E pur ammettendo la necessità di motorizzare i Servizi (che agiscono anche nel campo tattico!) esclude contraddittoriamente la convenienza di impiegare automezzi nello stesso campo tattico, dove vede agire s_olo massicce autocolonne, e sembra dimenticare che, anche negli anni Trenta, da una parte si poteva incrementare la scarsa capacità di movimento fuori strada dei nostri autoveicoli, e dall'altra il rapporto salmerie/automezzi non poteva essere risolto una volta per tutte ma andava
adattato caso per caso fino ad azzerare, al limite, le salmerie o gli automezzi. Nemmeno appare ben chiaro, nei suoi scritti, il ruolo delle salmerie: servono per evitare l'impiego (da lui escluso) di automezzi nel campo tattico e lungo le strade, oppure per ovviare alle limitazioni d ' impiego del mezzo a motore fuori strada? Evidentemente, era il secondo caso ad essere determinante. In definitiva, sfugge anche al Canevari che, in tutti i casi. i limiti alt 'impiego dell'automezzo erano dettati dalla sua sempre limitata possibilità di uscita fuori strada più che dalla distanza dal nemico, e che il problema fondamentale della guer-
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radi movimento era, appunto, quello di conferire autonoma capacità di trasporto in proprio - con salmerie solo se non altrimenti possibile anche agli organi logistici e alle minori unità appiedate, che dovevano avere sempre a portata di mano i volani di rifornimenti e i relativi mezzi di trasporto occorrenti per vivere, muovere e combattere con una certa autonomia e tempestività, senza doverli richiedere di volta in volta e senza essere costretti ad affidarsi esclusivamente ai rifornimenti da tergo. Se la guerra di Spagna non apporta alcun contributo positivo nel campo dottrinale e nei criteri d'impiego dei mezzi e dei materiali, qual'è stato il suo influsso sugli approvvigionamenti e sulla preparazione logistica alla seconda guerra mondiale, specie se unita alla guerra d'Etiopia? Le cifre sono eloquenti: nel citato consuntivo sulla Rivista di Commissariato n. 2/1941 si riassume lo sforzo nei seguenti dati, relativi a materiale logorato, consumato e/o ceduto agli spagnoli: 103 I .930 pezzi d'artiglieria, 10.185 arrni automatiche, 240.747 armi portatili, 7 .514.537 colpi completi di artiglieria, 11.172 q di esplosivi e incentivi, 7.668 automezzi, 6.105 fusti di benzina, 931 apparati radio. 3.871 apparati telefonici. 25.000 km di filo telefonico, 500.000 serie di vestiario oltre a materiali vari e viveri. per un valore di 4 miliardi e 446 milioni. Tutti questi materiali e fondi vanno aggiunti a quelli della guerra d'Etiopia (costata, secondo il Montanari. IO rnilianJi): 10-I né si deve trascurare il costo ragguardevole dt stipendi. indennità, pensioni, noli marittimi, acquisti di materiali vari dal co1111nerciu in Italia e Spagna ccc .. Solo una parte del materiale era antiquato c non più utilizzabile, e già si è visto che per automezzi, dotazioni di officina, artiglierie moderne, materiai i radio e del genio ecc. si era stati costretti a intaccare le dotazioni di mobilitazione o addirittura a ritirare quelle già in distribuzione, oppure a ricorrere a nuove ordinazioni all'industria militare e privata in un quadro di estrema scarsità di risorse. Si deve anche t.:onsiderare che J'efficien.1.a di un esercito non va riferita solo ai materiali più sofisticati. ma riguarda prima di tutto quelle VO(.Ì :.olo appa1e11h.:111e11Le umili e secondarie, che poi finiscono per avere grande influsso sull'impiego delle risorse, sul morale e sulla effettiva capacità combattiva dei singoli e delle unità: le divise, le scarpe, le calze, gli indumenti protettivi, l'equipaggiamento, le tende, le cucine e i relativi oggetti, le razioni viveri, i viveri di conforto, i materiali sanitari, le stesse munizioni. Ebbene, sotto questo aspetto gran parte di ciò che è stato logorato e lasciato in Spagna o in Etiopia sarebbe servito, - e come - nel 1940-41. E che dire degli automezzi, divorati a migliaia in queste due campagne e dei carburanti e pezzi di ricambio, t.:he costituivano proprio la principale deficienza dell'esercito nel 1940? Né va trascurato il grande peso deU'one-
io3 Cfr. anche i dati citati in U. Spigo. Premesse tecniche della disfalla, Roma. Faro 1946, pp 4,-46
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M. Montanari, Art. cit .. p. 149.
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re finanziario della Spagna e deJl'Etiopia, se si considera che il bilancio preventivo dell'esercito per il 1941-42 era di 4 .230.000.000. 105 Ciò che più imporla, tuttavia, è la mancata spinta - sia morale e psicologica, che materiale e amministrativa - al completamento e alla modernizzazione delle dotazioni e dei materiali. Le esigenze che si pongono in Etiopia e Spagna sono soprattutto quantitative: molti uomini, molti mezzi, molti materiali, ma come qualità va più o meno bene quello che c ' è. Ne consegue un duplice inconveniente: a) poiché, come ha messo in luce il generale Spigo (cioè il massimo esperto in questo campo negli anni Trenta), le esigenze relative al mantenimento del personale per un lungo periodo pesano di più di quelle del rinnovamento dei materiali una rantum, 106 le ingenti spese richieste dalle esigenze di vita, di movimento e di combattimento di una così ingente massa di personale (paghe, nella fallispecie particolarmente elevate; benz.ina; pezzi di ricambio; sostituzione oggetti di corredo e materiali vari; viveri, muni.i:ioni, trasporti e noleggi via mare; acquisto e mantenimento quadrupedi ecc.) rappresentano, di per sé, la sottra.i:ionc di un· ingente massa d1 risorse all'ammodernamento; b) tecnici e Stati Maggiori sono impegnati con tulle le loro forze ad assicurare la produzione e l'afflusso di organi e materiali superati che già esistono, invece di essere spinti a confronti severi che impongono di studiare e predisporre soluzioni organiche e costruttive più perfezionate. Va sottolineato, a tal proposito, il totalmente diverso approccio tedesco: Wehrmacht e Luftwaffe inviano in Spagna solo pochissimi Quadri, specialisti e materiali nuovi da sperimentare senza chiasso in vista dei futuri e più severi impegni, in guerre veramente "europee". Concludendo, alla luce di questi dati elementari v'è francamente da meravigliarsi del fatto che taluni sostengano ancora la scarsa incidenza delle guerre limitate degli anni Trenta sulla preparazione militare italiana alla seconda guerra mondiale. E per la logistica della Spagna in particolar modo, va notato un frequente, infelice connubio tra l'ingente logoramc-nto di materiale anche moderno e l'errato, superficiale approc cio ai concetti di potenza, velocità ed economia, oltre che al giusto rapporto tra iniziativa (e spirito offensivo) e organizzazione (e disciplina). In questo contesto, rimane poco considerato l'influsso di una buona logistica sul morale e sullo spirito del combattente, influsso appartenente a un patrimonio storico che al momento sembra dimenticato o quasi, ma che di lì a pochi mesi, dal 1940 in poi, gli eventi richiameranno alla memoria con il linguaggio spietato e immediato dei fatti.
IO) R. Marino. Le parlìcolarì esigenze del controllo .ml/e spese militari, "Rivista di Commissariato" n. 1/1941. 106 U . Spigo. Op. cìt. , p. 58.
Guerra di Spagna: fisionomia generale
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Fig 26 - Guerra di Spagna: autoambulanza SPA 25 Cl IO mimetizzata. (Archivio Ufficio Storico SME)
Fig. 27 - Guerra di Spagna: autoamhulanm su Chassis SPA 38 occasionale, con 4 barelle. (Archivio Ufficio Storico SME)
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Fig. 28 - Guerra di Spagna: carico feriti .m autoambulanza occasionale montata :.u Clwssis Ci1me11 (illlerno). (Archil'io Ufficio Storico SME)
Fig. 29 - Guerra di Spagna: autoambulanza occasiona/e su Chassis Fiat 618 (capacità di lrasporto: 10-12 ferii i sedu1i). ( Archivio Ufficio Storico SME)
Guerra di Spagna: fisionomia generale
767
Fig. 30 Guerra di Spagna: autohagno occasionale su Chanis lanria RO (R) (Archh•io Ufficio Storico SME)
Fig. 31 Guerra di Spagna: aurofrigorifero occasiunale su Chassis Fiat 618. (Archivio Ufficio Storico SME)
768
Ferruccio Botti
Fig . 32 - G11erra di Spax1w· auto/rigori/ero Offa.vinnale su Cha.vsis SPA 3 8. (Archivio Ufficio Storico SME)
Fig. 33 - Guerra di Spagna: distribuzione del rancio (si notino le attrezzature tradizionali: marmitte e casse di cottura mod. 35). (Archivio Ufficio Storico SME)
Guerra di Spagna: fisionomia generale
769
Fig. 34 - Guerra di Spagna: posto di rifornimemo idrico. (Archivio Ufficio Storiro SME)
Guerra di Spagna. autocarro Sl'A 38 mimetÌ-:t.aft1. (Archivio Ufficio Storico SME)
Fig. 35
770
Ferruccio Botti
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Fig. 36 - Guerra di Spagna: autocarro Lu.nctu RO (B) mimetizzato. (Archivw Ufficio Storico SME)
Fig. 37 - Guerra di Spa,:na: autocarro /soTCa Fraschi11i mimetizzato. (Archivio Ufficio Storico SME)
Guerra di Spagna: fisionomia generale
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Fig. 38 - Guerra di Spagna: autocarro Fiat 6/ 8 ron mllrag/iatrice antiaerea S. Etienne (il 25° mezzo di ogni autosezione). (Archivio Ufficio Storico SME)
Fig. 39 - Guerra di Spagna: autocarretla mod. 32/35 mimetizzata (si notino le gomme piene). (Archivio Ufficio Storico SME)
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Ferruccio Botri
F1g. 40 - Guerra d1 Spagna: autocarro Fiat 618 colpito da aviazione. (Archivio Ufficio Storico SMF:)
Fig. 41 - Guerra di Spagna: autosezione pronta a pa,·tire. Si noti la mitra gliatrice controarea sul primo mezzo. (Archivio Ufficio Slorico SME)
Guerra di Spagna: fisionomia generale
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Fig. 42 Guerra di Spagna: autocolonna di Fiat 618 in marcia, con in testa l' autocarro co11 mitragliatrice contraerea. (Archivio Ufficio Storico SME)
Fig. 43 - Guerra di Spagna : autocotorma di Lancia RO pronta a partire. I conduttori sono dotati di maschere antigas. (Archivio Ufficio Storico SME)
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Ferruccio Botti
Fig. 44 - Guerra di Spagna: autogru s11 Chassis Isotta Fraschini 80 M. (Archivio Uffi,.io Storico SME)
Fig. 45 · Guerra di Spagna: autngru su Chassis Fiat 618. (Arch1v10 Uffic10 Storico SME)
Guerra di Spagna: fisionomia generale
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Fig 46 - Guerra di Spagna: autofficina mod 35 :,u Clw.ui.f Ceira110 50 aperta. (Archll'lo V/fino Storico SME)
Fig. 47 Guerra di Spa,:na: ojficina lcggaa mobile per assistenza stradale, su due Fiat 6/8. (Archivio Ufficio Storico SME)
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Ferruccio Botti
Fig. 48 - Guerra di Spagna: officina mobile pesante (rPparto ripara:ioni autocarri leggeri). (Archivio Ufficio Storico SME)
Fig. 49 - Guerra di Spagna: deposito fusti di carburante da 200 litri occultato sotto gli olivi per sottrarlo all'osservazione aerea. (Archivio Ufficio Storico SME)
Guerra di Spagna. fisionomia generale
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Fig. 50 Guerra di Spagna: colonna salmerie in movimento. (Archivio Ufficio Storico SME)
ELENCO DOCUMENTI ALLEGATI
Documento J :
Documento 2:
Documento 3: Documento 4: Documento 5:
Documento 6: Documento 7: Documento 8: Documento 9: Documento 10: Documento 11: Documento 12: Documento 13:
Documento 14:
Schemi dell'organizzazione logistica derivante dagli ammaestramenti della guerra (generale Liuzzi, 1922). Grafico generale delle dipendenze dei Servizi e relativi stabilimenti presso l'esercito di campagna (1924). Norme per la circolazione stradale militare e per l'organizzazione degli itinerari (1924). Personale, materiali, mezzi di trasporto e dotazioni dei Servizi nel reggimento fanteria (1931). Grafico generale della organizzazione dei Servizi presso l'esercito operante e delle dipendenze dei singoli organi ( 1932). Struttura logistica di base e dotazioni munizioni del gruppo di artiglieria (1930). Situazione dei materiali del servizio chimico al 30 giugno 1930 e fabbisogno relativo al quinquennio 1931-1936. Stralcio del Libretto personale del soldato (1931 ). Voci logistiche del «Nomenclatore organico - tattico logistico» Ed. 1936. Ordinamento interno del Ministero della guerra e attribuzioni dei vari organi (1938). Specchio riassuntivo dei Servizi logistici di caserma nel reggimento/corpo (1935). Organizzazione logistica in A.O •. Dati statistici sulla produzione dei principali stabilimenti di artiglieria per le esigenze della guerra d'Etiopia. Guerra di Spagna: organizzazione dell'Intendenza dal maggio 1937 al febbraio 1939.
Allegati
781
DOCUMENTO
SCHEMI DELL'ORGANIZZAZIONE LOGISTICA DERIVANTE DAGLI AMMAESTRAMENTI DELLA GUERRA (Generale LlUZZI, 1922)
1
782
Ferruccio Botti
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Allegati
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Allegati
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Allegati
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Ferruccio Bolli
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Allegati
789
DOCUMENTO
2
GRAFICO GENERALE DELLE DIPENDENZE DEI SERVIZI E RELATIVI STABILIMENTI PRESSO L'ESERCITO DI CAMPAGNA (1924)
(Allegato n. 5 alle Nnrmi' per l'organizzazione ed il funzionamento dei Servizi logistici in guerra - Ed. 1924)
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Ferruccio Botti
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Ferruccio Bolli
DOCUMENTO 3
NORME PER LA CIRCOLAZIONE STRADALE MILITARE E PER L'ORGANIZZAZIONE DEGLI ITINERARI (1924)
Allegato N. 1. Servizio trasporti per via ordinaria. Segnali per la circolazione. Per i segnali e le targhe occorrenti per mettere in rilievo le accidentalità delle strade, a segnalare distanze chilometriche, a regolare velocità di transito, ecc. valgono come modelli le segnalazioni adoperate dal Turing Club Italiano. Per quanto riguarda, invece, i segnali speciali occorrenti per disciplinare la circolazione dei mezzi militari e delle colonne di truppa, si provvede con targhe alle m. 0.40 e lunghe quanto é necessario, recanti apposite iscrizioni in lettere bianche su fondo nero, come ad esempio: a) Strada della Ili Armata; b) Proibito sostare; c) E' Proibito sorpassare; d) Passare a scaglioni; e) Fermarsi al posto di controllo n. 7 ecc. ecc. I posti fissi del movimento stradale, sono indicate da targhe recanti la seguente dicitura: Strada della ...... Armata Velocità automobili km ....... ora ippomobili km .......ora Posto fisso n ...... . Da A- Chilometri ..... . da B - Chilometri ..... . D1mens1oni l.50xl.3U. Lettere bianche su fondo azzurro. TI senso della direzione sarà indicato dalle frecce nere su fondo bianco (tabelle 0,50x0,15). Gli itinerari a doppio senso saranno indicati da due frecce sovrapposte e situati in senso contrario.
Allegato N. 2. Servizio trasporti per via ordinaria. Norme di polizia stradale militare. 1. Marcia, scambi, incroci. Tutti gli autoveicoli , sia isolati che in colonna devono tenere costantemente la propria destra; solo per oltrepassare altri veicoli, devono portarsi sulla sinistra.
(MG, Norme per l'organizzazione e il funzionamento dei Servizi in guerra - Ed. 1924, AH. n. l e 2)
Allegati
793
Nell 'inlemo della città nelle quali è stabilito di tenere la propria sinistra, la suddella disposizione è naturalmenle variata. Allorquando autoveicoli marciano nello stesso senso di altri mezzi di trasporto a velocità differente, quello che deve procedere a maggiore velocità farà ripetuti segnali di tromba o di sirena, ma non avanzerà che quando vi sia spazio da permettere sicuramenle il passaggio nel tratto lasciato libero dal veicolo che precede; il quale, in seguito ai segnali fatti, si dovrà scansare maggiormente sulla propria destra. Se una autoveltura può oltrepassare un 'altra che precede, senza eccedere il limile della velocità massima di Km. 50, e la prima trasporta ufficiali superiori di grado superiore a quella che si trovano nella seconda, questa deve, prima di oltrepassare la precedente, ottenere un senso di consenso. Gli autoveicoli ,sia isolati che in colonna, possono oltrepassare qualsiasi mezzo più lento, ma è bene che non si oltrepassino tra di loro, se non in caso di speciali esigenze di servit:io, o di notevole differenza di velocità. Quando due colonne procedenti in diret:ionc opposta si incontrano, nessuno degli dcmcnli potrà uscire dalla propria colonna ed aumentare di velocità, sino a che le due colonne siano completamente oltrepassale. Quando due veicoli convergono verso un incrocio devono cedere il passo quello che vede l'altro giungere alla propria destra.
2. Velocità di marcia. Tutti gli autoveicoli, a meno di speciali ordini in contrario, da darsi in iscritto di volta in volta, per imprescindibili esigenze di servizio, devono procedere a velocità moderata. Nell 'inlcmo degli abitati la velocilà di qualsiasi autoveicolo, specialmente quando le vie sono molto ristrelte o si svolgono in curva oppure sono coperte di fango, deve essere regolata in modo da non recare disturbo a, passant, e da evitare in modo assoluto che il fango schizzi sulle persone. Le autovetture e i motocicli in aperta campagna, e sempre quando non sia altrimenti vietato , potranno tenere la velocità consentita dal tipo di motore; ma il conducente, sollo la sua responsabilità, dovrà regolarla in modo da evitare ogni pericolo per la sicurezza delle persone e delle cose. Dovrà perciò rallentare la corsa nei tratti a visuale non libera e nelle curve, nei crocevia, nei passaggi a livello e quando si traversino agglomerati di persone, di animali o di abitati. La velocità di marcia di ogni specie di autocolonne verrà stabilita sulle diverse strade dalle autorità da cui compete la sorveglianza del movimento delle strade stesse. 3. Condotta degli autoveicoli. Chi non appartiene al servizio automohil istico, anche se patentato, o se ufficiale non deve prendere la gui da del veicolo, sostituendosi al conduttore, che è l'unico responsabile
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Ferruccio Botti
della macchina ( per i militari appartenenti aJ servi7io automobilistico, la facoltà di sostituirsi ai conduttori degli autoveicoli deve intendersi in senso molto restrittivo, e ciò solo in caso di assoluta necessità.) li comandante della colonna non deve mai condurre la macchina. Alla sinistra del conduttore di ogni autoveicolo deve sedere il solo allievo conduttore. Negli autoveicoli sprovvisti di allievi conduttori, il posto di questo potrà essere occupato da un'altro militare soltanto (ufficiale, capo drappello, ecc.)secondo le indicazioni date di volta in volta, dall'ufficiale o dal graduato responsabile del servizio automobilistico. Sui motocicli deve prendere posto il solo conduttore. Quelli sprovvisti di carrozzetta laterale non possono trasportare , oltre il conduttore, che la persona autorizzata a sedere nella carrozzetta. Al conduttore di autoveicolo è proibito tenere il motore acceso nelle fermate, di tenere lo scappamento aperto (tranne casi eccezionali), di fumare nel condurre la macchina.
4. Documenti per i conduttori e meccanici e per gli utenti degli autoveicoli. TI concluttore di ogni macchina deve sempre essere munito del certificato di idoneità modello 1 e portarlo seco pe1 esibirlo ad ogni richiesta. Deve altresì avere sulla manica destra della giubba il prescritto distintivo. Conduttori e meccanici , sia militari che assimilati. addetti al servizio degh autoveicoli, devono essere mumti di tessera di riconoscimento da esibire ad ogni richiesta. Nessuno, per motivi di servuio, può valersi di un autoveicolo se non ne abbia ricevuto regolare autorizzazione possibilmente scritta, dal comando competente, e sempre quando il carico lo permetta. L ' autorizzazione scritta è sempre indispensabile per salire sugli autocarri: è fatto, però, divieto di usufruire per qualsiasi motivo di autoveicoli postali e di autocarri carichi di munizioni. Per salire sugli autocarri inquadrati, !"autorizzazione deve essere presentata al comandante della colonna. Tutti gli autoveicoli isolati, quando vengono posti in circolazione, debbono avere uno speciale ordine di servizio od il foglio di marcia rilasciato dall ' ente da cui dipendono per 1'impiego. I fogli di servizio o di marcia debbono venire sempre compilati di tulle le indicazioni necessarie, comprese le ore di partenza e di arrivo, stabilendo,approssimativamente, con una certa latitudine, la durata del servi.1io, ma non in modo da comprendervi gli eventuali incidenti di macchina; i ritardi causati da tali motivi verranno dichiarati dal conducente, ed il rispettivo capo drappello se ne assicurerà. Le modificazioni dell'orario del ritorno, che si rendessero necessarie per cause di servizio, saranno apportate ed autenticate con firma e bollo di ufficio da apporsi nella colonna annotazioni, e per cura del comando. servizio od ufficio, presso il quale viene trattenuto l' autoveicolo.
Allegati
795
Quando non si possono fissare le ore di partenza e di arrivo e per il ritorno, riuscendo difficile stabilire la durata di un servizio, l'orario relativo al servizio stesso verrà rilasciato in bianco, e le ore saranno segnate per cura del comando, servizio od ufficio, presso il quale è stato trattenuto l'autoveicolo, sempre autenticandole con firma e bollo di ufficio da apporsi nella colonna annotazioni. Il comandante di una autocolonna deve essere munito di foglio di marcia, completato nel modo sopraindicato.
5. Illuminazione degli autoveicoli. Normalmente gli autoveicoli possono tenere accesi i due fari anteriori per illuminare sufficientemente Ja strada. Nella zona delle operazioni debbono osservarsi, per la iJluminazione. le norme emanate dai comandi locali. Quando sia prescritto di far uso di un solo faro, si terrà acceso solo quello di sinistra. Posteriormente ogni autoveicolo deve sempre avere acceso un fanalino con un vetro rosso. Le motociclette e le biciclette debbono portare un fanale al centro senza riflettore, leggermente oscuralo. Nelle autocolonne tutti gh autoveicoli devono tenere accesi i fanalini rossi posteriori, e solo il primo deve tenere acceso il fanale anteriore sinistro. 6. Targhe. Tutti gli autoveicoli (comprese le motociclette) di proprietà militare, devono essere provvisti della rispettiva targa di servizio militare. È proibito asportare la targa militare da qualsiasi autoveicolo per passarlo ad un 'altro. La targa deve essere tenuta ben visibile, netta da polvere e da fango. 7. Uso delle sirene. In dipendenza della consuetudine di segnalare con sirene, nell'interno degli abitati , il pericolo di incursioni aeree nemiche, è vietato, per evitare allarmi ingiustificati, l'uso delle sirene da parte degli autoveicoli nell'interno e nelle vicinanze degli abitati.
8. Distanze. Nelle autocolonne la distanza normale tra gli autocarri è di circa 20 metri e può aumentare sino ai 50 metri, a seconda deJle circostanze del movimento; su strade poco frequentate, si può marciare a distanza di polvere, mai però oltrepassando i metri duecento tra un autocarro e l'altro Gli autocarri con esplosivi dovranno tenere fra loro una distanza di 50 metri almeno; quando facciano parte di una autocolonna, marceranno in coda a questa, ed il primo di questi si terrà a duecento metri almeno dall'autocarro che lo precede. Nei passaggi difficili, dovrà essere in tempo arreslata l' autocolonna per evitare l'addensamento nel punto critico. Nelle fermate, gli autocarri serreranno ad una distanza minima di quattro metri.
796
Ferruccio Bolli
CARREGGIO A TRAZIONE ANIMALE E SALMERIE
9. Marcia, scambi, incroci. Tutti i veicoli e le salmerie in colonna o isolali devono sempre cedere il passo agli autoveicoli; devono coslantemenle tenere la propria destra, e soltanto nell'interno della città, nelle quali è stabilito di tenere la propria sinistra, la suddetta disposizione s'intende naturalmente variata. Le salmerie devono marciare coi quadrupedi tenuti sempre al guinzaglio in colonna per uno. Negli oltrepassamenti, i veicoli e le saJmerie che cedono il passo ,devono scansare maggiormente verso la propria destra. Le colonne di carri e le salmerie possono oltrepassare i riparti di lruppa che marciano nella stessa direzione, soltanto durante la sosla dei reparli slessi. l conducenti anche quando sono autorizzati a salire sui carri a guidare a redini lunghe, devono scendere e tenere i quadrupedi a guinzaglio ogni qualvolta: a) sentano segnali o sentono avvicinarsi veicoli a trazione meccanica; b) incrocino colonne, autocarri; carri; salmerie o reparti di truppa; e) attraversino luoghi abitati; d) passino un ponte; e) percorrano un tratto di passaggio difficile.
10. Velocita di marcia. Col carreggio a due ruote privo di molle é vietato di spingere i cavalli ad andatura superiore al passo. I veicoli a due ruote con molle possono andare al trotto cadenzato, con velocità non superiore ai IO chilometri all'ora. È vietato con qualsiasi carreggio spingere i quadrupedi al galoppo. I muli e gli asini, a qualunque veicolo siano attaccati, non devono essere mai spinti ad altra andalura che al passo. I cavalli isolati montati da militari di truppa devono sempre tenere sulle strade il passo ed il trotto a cadenza regolamentare. 1 carri o quadrupedi, con andatura al trotto, dovranno sempre mettersi al passo negli incroci, negli scambi, nei passaggi a livello, nelle curve, nell'interno degli abitati sui ponti, attraversando i reparti di truppa, nei passaggi difficili, e dovunque la circolazione sia intensa. Le salmerie marciano sempre al passo. 11. Illuminazione. Di notte ogni carro o carretta a trazione animale deve portare acceso un fanale sotto il centro del veicolo, a centimetri 30 di altezza. Per le colonne di carreggio, tale fanale è obbligatorio solo per il primo e l'ultimo carro della colonna. Le vetture e gli altri veicoli delle armi a cavallo devono di notte tenere acceso (oscuralo) un fanale a sinistra. 12 Distanze. Nelle colonne. la distanza tra carro e carro deve essere di due metri circa.
797
Allegati
Le lunghe colonne di carreggio e saJmerie devono frazionarsi in scaglioni distanziati tra di loro di una cinquantina di metri e con una profondità non maggiore di una decina di carri o di una trentina di quadrupedi. 13. Condotta dei veicoli e delle salmerie. Ogni veicolo deve essere guidato da un conducente, il quale non può in nessun caso, mentre guida, abbandonare le redini od il guinzaglio. I conducenti, quando il carro è carico, devono procedere a piedi (solo sul carreggio delle armi a cavallo possono salire anche con i carri carichi); quando il carro è scarico, possono salirvi (mai sedendo sulle stanghe) e prendere posto sugli appositi sedili, purché siano muniti di redini lunghe per poter guidare. I quadrupedi delle salmerie non possono in nessun caso essere montati dai conducenti, i quali tanto meno possono farvi salire altri sopra, o caricarvi anni od equipaggiamento od altri oggetti non costituenti il carico, per cui si compie il servizio. Le mandrie degli animali, di qualunque specie, devono essere guidate da un numero sufficiente di conducenti e regolato in modo che non occupino più della metà della lunghezza del piano stradale, e non si arrestino sulle strade per nessun motivo né di giorno né di notte. È vietato ai conducenti di caricare sui carri, anche se scarichi, o se si tratti di scorte, militari o borghesi che non ne abbiano avuto autorizzazione scritta dal comando di corpo, pres1d10, c.Lfcolo di retrovia o da altra autorità superiore; così pure è vietato ai conducenti di tollerare che militari o borghesi non espressamente autorizzati, depositino sui carri armi, equipaggiamento od effetti vari. Per i veicoli, non contemplati nelle formazioni organiche (vetture, carrozzini. ecc.) i relativi conducenti debbono essere muniti di un documento rilasciato dal comando delle grandi unità, o dalla direzione del servizio da cui dipendono. Da tale documento deve risultare l'autorizL.aL.ione a fruire dei veicoli ed il genere di servizio al quale esso è destinato. Ogni carro o carretta deve portare sulla fiancata sinistra la indicazione del corpo o servizio a cui appartiene. Non è consentito di legare dietro i carri , quadrupedi che devono essere condotti a mano.
DISPOSIZIONI COMUNI AGLI AUTOVEICOLI, AL CARREGGIO A TRAZIONE ANIMALE ED ALLE SALMERIE
14. Soste. I veicoli di qualsiasi genere e di quadrupedi, nelle soste, devono essere collocati sul lato destro e coi carri su una sola fila, in modo da lasciare libera al passaggio la metà, almeno, della larghezza stradale, e ciò sempre quando non vi sia la possibilità di sgombrare completamente la strada.
798
Ferruccio Bolli
Ove la strada sia così angusta, che la metà di essa non basti al passaggio dei veicoli, é proibita ogni fermata, anche breve, ameno che essa sia assolutamente necessaria per riparare sul posto qualche guasto. Sono vietate le soste nelle curve o in prossimità di esse, nei passaggi a livello, negli scambi e negli incroci.
15. Arresto momentaneo del transito. Allorché per una causa qualsiasi, debbasi arrestare momentaneamente il transito (passaggio a livello chiuso, ostruzione di strada per ribaltamento veicoli, frane, ecc.) autoveicoli, veicoli e salmerie devono subito scansare, per quanto possono, sul lato destro della strada, serrare le distanze sulla testa, e quindi arrestarsi su di un'unica colonna. Devono in tal caso, essere subito mandati avanti la testa e dietro la coda della colonna, a distanza di almeno cento metri, degli indicanti, per arrestare in tempo le colonne che potessero giungere sul posto. L'ufficiale più elevato in grado o più anziano delle colonne assume la direzione e la responsabilità delle misure sopra accennate. Le autovetture trasportanti ufficiali in viaggio per impellenti ragioni di servizio, le autombulanLc con feriti o malati e gli autocarri per il trasporto di carne congelata, potranno uscire dalla colonna e portarsi alla testa di essa, per essere primi a ripartire, appena rimosso l'impedimento; ciò sempre il fatto non possa ritardare la rapida ripresa della circola.lione, e previa autorizzazione dell'ufficiale succitato. Rimosso l'1mped1mento. le colonne formatesi dalle due parti di essa sfileranno subito, ciascuna nella propria direzione, mantenendo sempre la propria destra. Nessuno degli elementi potrà uscire dalla colonna ed oltrepassarla, aumentando la velocità, fino a che le due colonne marcianti in direzione opposta non si siano completamenti oltrepassate. 16. Del carico. Il carico deve sempre essere proporzionato alla portata del veicolo o del quadrupede che lo deve trainare o someggiare. E' fatto divieto di caricare sugli autoveicoli, carri e quadrupedi, oggetti appartenenti o no all'amministrazione militare, che non facciano parte del carico regolare per il quale il trasporto venne comandato. li carico deve sempre essere sistemato in modo da non recare alcun impedimento alla lihera circolazione sulle strade ed alla materiale sicurezza del transito. 17. Strade di circonvallazione. Tutti i veicoli e le salmerie, isolati od in colonna,devono, quando ne abbiano la possibilità, percorrere le vie di circonvallazione, anziché le vie interne dei centri abitati. 18. Consegne speciali per date località. Conduttori, conducenti e motociclisti devono attenersi a tutte le speciali norme stabilite dalle varie autorità competenti per regolare il transito in determinate località, oc;c;ervanclo le prescrizioni contenute nei cartelli indicatori o le istruzioni verbalmente date dagli agenti incaricati della osservanza.
799
Allegati
19. Disciplina ed uniforme dei conduttori e conducenti. I conduttori cd i conducenti devono portare il sottogola abbassato, vestire con proprietà l'uniforme e tenere sempre contegno corretto, osservando le norme di disciplina vigenti. Per nessuna ragione possono abbandonare i veicoli od i quadrupedi con cui sono addetti. Non possono trasportare cani. CIRCOLAZIONE DEI MILITARI E DEI NON MILITARI
20. Circolazione dei militari. Tutti i militari, isolati, a piedi, in motocicletta, o montati su veicoli di qualsiasi specie, devono avere un biglietto di pem1esso od un documento che che giustifichi il servizio che compiono, rilasciato dal comando del corpo, servizio o riparto: senza di che non possono allontanarsi dalle immediate adiacenze degli alloggiamenti o dai centri abitati dove hanno sede i loro reparti. Nessun militare deve ingombrare le strade e creare ostacolo alla libertà e sicurcv:a del transito. 21. Circolazione dei non militari. Gli autoveicoli non militari, che transitano in territorio delle retrovie, devono essere fermati ai posti di controllo da costituirsi dai comandanti delle grandi unità per constatare che ogni singola persona sia munita di salvacondotto rilasciato dall'autorità militare competente. Nel territorio delle retrovie, i non militari che si trovino nelle adiacenze delle località di loro residenza e che non viaggiano in autoveicolo (nel qual caso devono avere il salvacondotto), devono essere muniti di un documento di identificazione (passaporto per lo interno.tessere postale, libretto ferroviario, ecc.), e, per accedere in uno dei comuni che non sia quello ove hanno il loro domicilio stahile devono presentarsi, per ottenere il permesso di soggiorno o transito, al comando militare di stazione, se arrivano per ferrovia, od al comando di presidio (in mancanza, all'ufficio di P.S. od al comando dei CC.RR. od al sindaco), se arrivano per via ordinaria. Nel territorio delle retrovie il divieto di circolazione, nelle ore di notte, é regolato da norme che variano da località a località, a seconda delle esigenze pubbliche.
801
Allegati
00CUMENT04
PERSONALE, MATERALI, MEZZI DI TRASPORTO E DOTAZIONI DEI SERVIZI NEL REGGIMENTO DI FANTERIA (1931)
(Manualetti di tecnica e cultura militari editi dalla Rivista Esercito e Nazione - Fase. XI, Roma, febbraio 1931 e MG, Nozioni di organica per le scuole AUC, Roma, Tip. Senato, 1930)
MUNIZIONAMENTO DISPONIBILE NEI REPARTI DI FANTERIA E SUA RIPARTIZIONE SUI MEZZI DI TRASPORTO DEI REPARTI
00
o
N
DISPONIBILITÀ COMPLESSIVA MUNJZIONJ SUJ MEZZI DI TRASPORTO CARTUCCE
BOMBE Cp. fucilieri
-5
g
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72
18
con le salmerie
-
-
col carreggio
36
12
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Muni::Wrwmtruo iné1vidua/,
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2250 2900
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1750 3100
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Cp. mitraglicri
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Sezione cannoni 65/17 fanteria (3 cannoni)
Comando battaglione fanteria ·.:;
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Sezione muniz per sez. cann. fant. (I sq.)
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-
320
12
-
240
-
-
-
4
28980 31500 840 (6) (7) (8)
640 (9)
-
3
300
3
300
I
4
28980 31500 840
960
12
3
540
3
300
Mun1:1onamtnto d1 ,,porro.· 13500 640
-
-
38400 320 (3) (4) 37400 (5)
TOT."11
108
30
4000 6000
18
8
9
13500 640
19
2
72200 320
( 1) In 45 casseue a zaino da 300 canucce ciascuna. (2) Su 2 muli: 8 casse da 80 bombe ciascuna. (3) In 84 cassette a zaino da 300 canucce e 24 cassette per munizioni Fiat 14 da 400 cartucce ciascuna. (4) Su I mulo: 4 casse da 80 bombe ciascuna. (5) ln 17 casse con impacchettamento speciale per mitragliatrici Fia1 14 da 2200 canucce ciascune. (6) In 23 cofanetti someggiabili per canucce mod. 91 da 70 paccheui ciascuno (pari a 1260 cartucce), così ripart,ti: 5 per ogni cp. fucilieri e mitragheri, e 3 per comando d1 battaglione.
(7) In 45 cassette a zaino da 300 cartucce, e 15 casse da imballo someggiabili da 60 caricatori ciascuna (pari a 1200 cartucce), cioè 15 cassette e 5 eme per ogni cp. fucilieri. (8) In 7 scatole da 120 cartucce. (9) In 8 casse da 80 bombe ciascuna.
803
Allegati
DOTAZIONI VIVERI E FORAGGI DEI RIPARTI DELLA DIVISIONE Viveri ordinari
Foraggi
Vi~eri d1 riserva
D01o:i011t mdil 1dualt; 0
razioni in consegna al militare Douc.iom d, rl'part<> ·
rJ71oni in d11ilribuzione per la giornata raiioni sua mcui di traspono
TOTALI
2
2
ALLEGATOB
MATERIALI E MEZZI DI TRASPORTO •
MEZZI DI 11tASPORTO
1~ ~r"..e·~
SERVIZIO
SANITA
ARMI E MUNIZIONI
REPARTO
'"
Salmerie di
o
~
., -::, ., 00 !i~ .. <- u., -.0
..
-iii,
MATERIALI
N'iii,
"'~
I
I
Compagnia comando di battagliooc
I
2
Barelle arrotolabili con spalline e copem - cavalleni reggi barelle - sacchi da medicazione • cuaeue viveri di cooforto - cofani di sanità - zaini di sanità - ucdti di te· la o barilotti da litri 25 per acqua· cuaetle mezzi illuminazione ad acitelene per ricerca feriti sul campo • bondierole di neutralità e naziooali - fflllcriali per la dif... chimica.
col saldalo
Pacchetto di medicaziooe della clotaziooe individuale, borracce e dotazioni dei pona feriti e aiutanti di wull.
Su.ione cannoni 65117
3
3
Mitragliatrici leggere. e munizioni. Munizioni.
12 19
Milragliatrici pesanti Munizioni. Ol!R materiale servizio gcncralc cd equipaggiamento: una razione pane: una nziooe carne in cooscrva; una razione viveri di riserva (galletta, ICIIOletta): una razione avena.
Il
2
c.om. ....... reggimmlo Su.ione cannoni 65/17 Comp. com. di bai. Compagnia fucilieri Compagnia milnlg)ieri
Spaccio coopcntivo lnloppl. {1)9
3 (2)7 7 (3)8
col soldato
IDRICO
colle salmerie di 2° scaglione
col soldato (4)
Il
Casse di cottura completa (68 pel ballagliooe - 224 per reggimento) padelle coo manico - acbilllllllOi - manaiai per carne · macimelli per caffè - marmitle da aunpo con po,rllio (22 pel bonaglion - ~ p e r ~ ) - aacint per ufficiali - sacchi e reti per viven - euset1e con'fanali aceWene - una razione viveri ordinari e foraggi per la giomata.
I razione viveri di riserva. Bidoni a spalla (thmnoa) da 10 litri (25 nel baua&lionc • 73 nel JCggimcnto) - bidoni a apalla da 15 litri (14 nel bauaglione - 45 nel reggimento). Borraccia individuale. OhJC i viveri e foraggi: colli per ripartizioni da calzolaio • sacchi calzature di riserva - saççhi vestiario di riserva e ripuujooi sarto; caasette per cancelleria; cofani per canccllcria; coperte o cappotti della dotazione individuale;
col aoldato
Compagnia comando di balugtionc
Munizioni e mitngliatrici pcaanti di riactva. Bombe e mitragliatrici leggere di riaervL
6
Compagnia comando di JCggimento
Autodrappcllo
Munizioni. 3 pezzi e avarurcni pel lraino. Munizioni.
I
C'nmpagnia mitragliai
Autodrappello
I
4
Compagnia fucilieri
VETER.INARIO
.2
Compagnia comando di reggimento
Compagnia comando di battagliooe
VESTlAJUO ED EQUIPAGGIAMENTO
e
o
~
18 12
VETIOVAGUAMENTO
.,
~
.5?
o
I
Dotaziooe individualc oggetti di COIRdo e biaocberia (quosta ridona ad un solo capo dei principali 08JClli).
Oltre a munizioni; Fucina portatile a gambe uticollle - UICUdJnctta - ucclll 20 tg. carbone - boria da maniscalco - fucina giabile - cofano per attrezzi di fucina - abbevcruo,o pieghevole - bona da sellaio.
some,-
(I) Di cui 2 di riserva guarniti. - (2) Di cui I di riserva guarnito. - (3) Di cui I di rilOIYa guarnito. - (4) Sono ali atessi autocarri considerati pc:I servizio
805
Allegati
DOCUMENTO 5
GRAFICO GENERALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEl SERVIZI PRESSO L'ESERCJTO OPERANTE E DELLE DIPENDENZE DEI SINGOLI ORGANI (1932)
(Nnrmr generali per l'organizzazione e funzionamento dei Servizi logistici in guerra - Ed. 1932)
QUADRO GENERALE DELLA ORGANIZZAZIONE O I SERVIZI PRESS
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...... 1, ••;~ ... ~---;......, • ....., ....,
n•r,in militar~ tr••N'lrti
"tr1uVttoent0 civilL- addelh a, comandi credetti.
809
Allegati
DOCUMENTO
6
STRUTTURA LOGISTICA DI BASE E DOTAZIONI MUNIZIONI DEL GRUPPO DI ARTIGLIERIA ( 1930)
(MG, Nozioni di organica per le Scuole AUC, Roma, Tip. Senato 1930)
810
Ferruccio Botti
Costituzione schematica approssimativa di guerra delle unità di artiglieria della divisione (1930)
I
I comando di reggimento reggimen10..........
comando au1ocarreggio (3 autocarri)
4 gruppi di ballerie (da 75(27 mod. 911, da 100/17 mod. 14, da 75/13)
gruppo di btr. da campagna (da 75(27 mod. 911, o da 100/17 mod. 14)
I
I comando di gruppo
3 ba11erie
I ripano munizioni e viveri
comando di balleria batteria da campagna (da 75(27 mod. 91 o da 100/17 mod. 14)
pe1.z1......... ( carreggio..
I
comando.
riparro M.V. per gr. di blr. da campagna
{
4 cannoni o 4 obici 4 cassoni 2 mitragliatrici pesanti
bagaglio viv':'ri e foraggi { cucine ;pecialisti di riserva servizi vari { 2 mitragliatrici 6 cassoni
3 sezioni M.V.. ciascuna ha
12 carri viveri e foraggi
1 comando di gruppo 3 batterie
gruppo di blr. someggiate (da 75/13)
I riparto muniz.ioni e viveri comando di batteria 4 obici 12 m.uli ponamuni1.ioni (12 colpi per mulo) 2 mitragliatrici
pe1.zi ........................ ..
1
batteria someggiata (da 75/13)
20 muli portamunizioni
scaglione munizioni: salmeria.....................
J comando ripa no M.V. per gr. di blr. someggiate
l
3 sezioni. ciascuna di
{
servi1i vari viv':'ri e foraggi cucme
spec_ialisti ~i riserva serv1z1 van { 2 mitragliatrici comando 2 squadre muni1ioni someggiate (di 10 muli ciascuna) 2 squadre munizioni careggiate { (di 3 carrelle ciascuua) I squadra viveri carcggiata (2 carrclte)
8ll
Allegati
MUNIZIONAMENTO DELLE ARTIGLIERIE DIVISIONALI (colpi per pezzo e cartucce per arma) Nei gruppi da 75/27 mod. 911
Nei gruppi da 100/17 mod. 14
Nei gruppi da 75/13 somegg.
128
72
36
Per le mitragliatrici
con la batteria: pezzi ......................
2000
scaglione munizioni (someggiato).........
-
-
60
144
85
-
rol 11ruppo:
riparto munizioni (careggiato).........
2000
riparto munizioni: pane someggiata parte carreggiata TcrrAU...........
-
-
60
-
99
272
157
255
NOTE - Le munizioni sono trasportate come segue: a} per i gruppi ippomobili: . nei 4 avantreni { d . ci pezzi nei 4 cassoni nei 6 cassoni per balleria del R. M. V. bi per i gruppi somegg iati: sui 12 muli porta munizioni dei pezzi: sui 20 muli porta munizioni dello scaglione munizioni: sui 20 muli per batteria { d IR M V sulle 6 carrelle per balleria e · · ·
4000
813
Allegati
DOCUMENTO
SITUAZIONE DEI MATERIALI DEL SERVIZIO CHIMICO AL 30 GIUGNO 1930 E FABBISOGNO RELATIVO AL QUINQUENNIO 1931 -1936
(AUSSME, Rep F/4 - F/5, Cart. 293)
7
814
Ferruccio Botti
MlNISTERO DELLA GUERRA COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE UFFICIO DIFESA CHIMICA
ANNESSO
I
AL DOCUMENTO 7
MUNIZIONAMENTO DELLE ARTIGLIERIE DIVISIONALI (colpi per pezzo e cartucce per arma)
MATERIALI VARI
Dota7ioni di mo- Quantità e•i,tent1 bilitazione (foglio alla data del 30 1420 in data 22 giugno I930. gennaio 1929 del Gabinetto Uff. Coordinamento.
J FOSGENE DIFOSGENE
tonn. cloropìcrina tonn.
Quantità in corso di allestimento con i fondi del quinquennio 1926-1931.
TOTALE COLONNE 2e3
3
4
2 800 tonn. (I)
716 tonn.
- tono. (2)
600 tonn.
800
- tono.
-
12 tonn.
127
LACRIMOGENI bromo
toon.
300 tono. (3)
ARSINE
tonn.
300 tono.
8 tonn.
100
lonn
20
IPRITE
tonn.
2200 tonn.
- tono.
74
1000.
100
FUMOGENI
tonn.
4500 tono. (4)
336 tono. (6)
tonn.
410
INCENDIARI
tonn.
1500 tono. (5)
50 tonn. (6)
- tonn.
50
MASCHERE
n.
PROTETTORI AD OSSIGENO VESTITI ANTlf'IUTICI
1.500.000 n (8) non stabilista
n.
30.000 n.
127 tonn.
84 tonn.
539.000 n. (7)
61.000 n.
-
(6) 17. 197 n.
600.000
12.803 n.
30.000
(I) Di cui tonn. 250 in proietti residuati di guerra (secondo più precisi accertamenti fatti dalla Direzione del Centro Chimico. (2) Si soprassiede - per ora - alla fabbricazione d1 questo tossico essendo di produzione difficile e costosa (foglio 163 R.S. del 19 agosto 1929 del Centro Chimico Militare). (3) Di cui tonn. 67 circa in proietti residuati di guerra. (4) Di cui tono. I Ocirca in proietti residuati di guerra. (5) In proietti residuati di guerra. (6) Sono ancora da definire come tipo. (7) Esistono n. 242 autoprotettori tipo Draeger residuati di guerra. (8) Di queste maschere n. 262.097 hanno la scatola filtro in corso di caricamento.
ANNESSO II AL DOCUMENTO 7
MIMSTERO DELLA Gt.,;ERRA COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE UFFICIO DIFESA CHIMICA
FABBISOGNO DEI MATERIALI PER LA GUERRA CHIMICA PER IL QUINQUENNIO 1931-1936 MATERIALI VARI
SOMMA TOTALE lmpiano dt carica- {M1glia11 d1 hre). mcn10.
M1gh111 dt lin: occorrer.li per. E1111enza alla fine Quanulà da lpprc· del quinquennio Slllt , 1926,1931. Acquisii o produ- Irnp,anu di produ- Deposiu z1on1. zione.
I
2
s
4
3
7
6
NOTE
8
9
AGGRESSIVI CHIMICI POSGENE
200 tonn.
800 tonn. (I)
tonn.
1.600 tonn.
ARSINE
tonn.
20 (4) 100 tonn.
40 lonn 100 1onn
1.000 2.800
--
IPRITE
tonn.
410 tonn.
I 200 tonn.
24.000
-
FUMOGENI
tonn.
DISFOGENE
Clorop,erina
tonn.
Bromo
Lonn.
-
127
-
(2) (3)
LACRIMOGESI
50
-
1:-.CENDIARI
-
1.000
tonn.
IOnn.
tonn.
200
1.000 tonn.
-
200 tonn.
-
(6)
(5)
2.500 tonn.
lOM.
{7)
3.850 tonn.
1.000 tono.
400
(7)
3.850 1onn.
1.000 1onn.
400
200
-
-
3.600 O:.Dlq1t.w200T.difo1p ISOT. Klr.Ottl· te 111 dlcttik tcU'ttcrtino finlrizi#w 30-31 "".-~tondi ,...-doS.E 11 Mi.,_ , .. Ì<)JJ,209ll 11clwl0obrn 1919 (lob,.
200 m , L l f i c i o ~ - - ~ -
tonn. tonn.
1.200 2.800
tOM.
26.700
tonn.
5.250
1onn.
5.250
PROTETTORI AD OSSIGENO
600.000 n.
408.341
-
(8)
n. TOTALE
t&p!'krdcru
(li~ to00 sn~mi l'IIIO'l'1 t..loum~:i d1 do roptcrJ11percWln1tJ1JJotn1~di I.lii 11&10\0 l•n~IIO (T ~. tndw llllrtll), li
1l""nnak «NTU.le de:11 trwh.,1 1Jo1bo 22854 ou~ I~ ckll1 Dinl.lOl'II del Ccwo Our.o,
n.
VESTITI AJ'.ì1PRITICI
..-,:929DlrwoeeCcm,0111ic1.Pcr.op-~-~-d<l<L'olt<ll<-· -al)Clal.lu1•kt*>T dif~diNLblK>
puòfan"""°""l"'''"~·llopn>MialtL'
MATERIALI DI PROTEZIONE MASCHERE
'P(ldillc KJ1 q11S1 tolll:.li b. Mlm2.I iii li:'e · tiOOOOll•etiltacoklal(~:cffpouteswr: a,om • coarJDOtt d i ~ ·?:S1tnprtndt.peron &Jamfabbr.cat.1.J+ IC dic t daff.eilc C C.OU (fotho J6J dd 19
30.000
(9)
n.
42.875
79.575
3.000
-
-
n.
45.000
,o\h,11.l«fl
1 ~t·1f::.~;:r-=Jt~ :i!: diuunkt.
-
-
-
-
-
dl.ziont1.!ociaol63R.5.dlì19q•1~29*111 (),.nvrq citi CtfJ.toCkmJC0:1,
5.625
1.400
90.000
:1numeato ordiuri pmM toa occom 1r.o
2.125
tonn.
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sp«lllt aOttwnMIO.
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Allegati
DOCUMENTO
8
STRALCIO DEL «LIBRETTO PERSONALE» DEL SOLDATO (1931)
hl.GOLA». D; ,UilMlHlJU..\l.
N. 689 (839-A) d•l Oàlal.
(Art. 905)
( R. 1891 · Anao X)
N. ;s,i ('13!! .I) ~,•I t',bl,
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R ESERCITO ITALIANO
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LIBRETTO PERSONALE C\ 'Ul,,~ ~ ~ ... . .
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Libretto personalè d~<a,_ B'fdta f\\ro
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pr0vtncia , .. . ... ···········--······-· .• damieiUaJo r-···· ""*'a dal'arr'UOlame,1to a f,~ l~,. J.. ~..,i..: ilo) Tnuriuo di /er,a n,,Z. cmnu~ di prOtJincia di . .. ~............ dulrelto •
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mililan di -
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--·-··· dcwe 19 Il> • ............
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ReligioM - -~k-, condii~ --· .
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•[I) <:orpo od lsUluto mililnre. ·(!) ComP3(llla, 11quadronc o bolieri•.
· ~ Cognomo e nome.
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Norme per la tenuta del Libretto personale
QUALITÀ Fl~'TCIIF. IN\.ARIAIIILT () P(lr,() VARIAUTLI
§ 1. - Il Librrtw pe,-s,,,,ale è distribuito a luUi gli uomini dì troppa. .s:ot~ le, &nni. § 2.. - Durante il servizio miliu.re il libreUo i;"n-e oomfl doeo.· we11to const.3.1.allte i rapporti dri milib.ri coll'amministrnzione drl r,orpo, spec;ie po; ciò cllJl çonoomo il loro flqnipaggiamcnto indi,·idnRle.
TI librf'tto costituisce poi, insiemo col foglio di congedo, il documento mtli~re fondame.ntal, pei gll uomini io congedo. Sn di es.ao debbono essere &JllJOLa.'6 le dicbiar"&I.ioni di roi;idrm..1. o lo presenb.1.ion.i
&Ilo Ghiama.to di oontrollo. § S. - TI librf\tto personale d,ve sempre ritnanPre pree:so il oiilitare c.ui appartiene, nl può P.58ergli rihra.to che momonta.ne&mente per niet.teni in pari le 8Critmre. Tutte le r~gh,tratioui d.ai gu·adri ni:1.ti,i alle rolffl io ton~r.gna cd agli oggatt1 d1 corredo (q~t1 E, Jt~ O e H) dcbhono e!;Sf're. fat'6 alla
sa& presenu. § 4. - A c<tltJro cho l'ue.~ro ~rminato o ne rima.noasero sprovvieti, ne don;\ ns.-.cre dato immNl.iatament.e un altro, salvo ad a.ddebit...1.rnl! loro l' i01porio ed anche a sottoporli a. punizione disciplinare se lo un.,:;st'ro smurikl o reso non piò auo a senizio per incuria. § 5. - Nel caso di rinnovazione del libretto basterà. riporb.rt-.., pu ciC> che rigua.rda i corrispondenli quadri, l'ultima. rimanenza d11gli oggoLti d' arm:,.mento ed altri in consogun e gli oggetti di corredo che ri!<ulta.uo tuttora in diatribuz.iono..
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QUALITÀ FISICHE VAR!ABILI
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SLAlu,a.,,,,,,,,,, ••• ,.,, ••. ,...
Pcn.,,.1.-o to.-..,co • .. • • • ...... A.lw,u at.eni,lo
C11na lm:t-llfo!IOI).
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Diametro \ trunrso (1) • • • • • • • • • • 1• • • \t)ra.clco
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All'urho
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Perimetro addomluale ..•• , Poeo corporeo. . . . . . . . . . . • • •..•
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(l) U ...nit. •arri. -.plto polllllM~w.«.po I_.... daU'urt•o aJ ~ sI• •atlaU..l d1U11.ata Il dt all•&111•to. - (I) Q,..ct hl.I •MT-- n-elu la _....,....ua.Wta&&allàtta pr-r1U.a ~a...d.t Mllpd•-tit. - (I} 141•..trl '-""..,... . , . _ . . _ ,..u al u ....a10 Ml:l'aroela __,.ada. - (l,) 81 soM.,._, occorttPdo, I • ~ - •Il•__.. U r-da di • . . - - .Wn, l ..-lai di nfruh,_ • lii altr1 • ._hall ,1r.w •u• •'""-
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A. - Note sanitarie iodividuali.
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Note sanitarie individuali.
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Vaccinazione o rlvacofnazlone antitifica.
...(na.,nne.ri porso-11al,:
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Altre eventuali vaocinaZJoni subiti-
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&PEC:CIIIO JH;L1.,
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Note sanil.nrie
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Lfoema di coun.leaoenu. •
Ba.gni marini
Bagni termali di .........
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AVVER TENZE. § L -La nalura, il porimelro loradco, il peso e gli &Itri d&ti, saranno § 2..-:Nei uri apecdrleLtl le firme degli ufficiali medici e de.i com:i.nda.nt:i di oompagnia saranno apposte ,olt.a per ,olLa, appena segnata la relat:i ,a nob.. presi ed indicali, come le &ltni qoalllà llaiche &ll'&rrho &! corpo.
Il peso iut faUo al ma,tino prima del n.neio, esaendo l'uomo in camici.a
• mnl&ode.
§ 3. -
Nello apccchio delle rauegM saranno notate anche quelle che
a.nasero avuto nito negatho. N. 6.'l.~ (1139 A) del Ca,al, -
2.
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C. - Classificazioni annuali
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e indicazioni varie.
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durante la ferma.,,,
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Ouettl in consegna per l'equipaggiamento individuale
AWERTENZE.
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1 - la qae&Lo qudro donanno se..mpn apparire qaanli e qaali oggetti d'arm.ame.nt.o ed altri il militare ha in consegna come no carico
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personale.. Ad ogni oa0ft-4istribatlo.a.e o restituzione si doTI'l quindi ~,rare •na Unta U'I.IYeraale , med.i&nl.e somma o sofu-uiooe, far ri,olWre il DQO'fO e&nCO.
,......
§ 2. - Nei cambi dl compagnia o da corpo, li quadro 6 ftrmalo, nella apposita colonna, da.1 comandan~ della compagnia perdtnte come aUe3tu.ione che I' indiYiduo ha fatto pusaggio alla naota r.ompagnia od 111 oao•o corpo c:o11e robe ni indicate.
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A.I•'--_.,,.~ ,-la>)-.
.B. - Duetti in consegna per
l'arredamento individuale. flYI.Jll
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()O(lE'TM f)f.'iTRUHIITI
OOGirTTI D1:'.1'1Uftllltt
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Cucdltafo d.l fen-o
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A.e.Juptol.
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Berntto cli àbca • BoTTa.ccla •
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Ca. .etta
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Co~rt.dacaalJ>O • • • . • • • • • • • , .
Corr..,,ria porta.-s-•elta. • T&lia-1&.
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GJ•bllia 41 pua.ao pa- faUca .
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Con,...st.a per putra.Ao. Cord.ou per ber...-11...i
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Mft.c,c-M, ...., - .
Prima vestizione.
F. - Prima vestizione.
OOO&TT1 l)lSTIURUJTI
OGOETTI: l)l8'rRIBU1T1
Oa&all 41 laaa , • • • • , X..U• 4a ben&slle.rl dcllall Id,
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l;ooto del
corredo durante
la
terma
AVVERTENZE. l L -
Il prmenle quadro aerve al corpi per la rogititrazioue dogli
oggctt;I di corredo che nngouo clisiribui\ì agU uom.io.J nel corao della ferma. Por lo rc,clu\o al&MS urodaio dal dìs~U, I' inta.volutono del quadro Hd, fauo egualmfm.'9 dal corpi riporlu.dni gli oggeUI rltmhan,i dal
quadro
J:
Quando UD oggetto NDga d.n.DH&'°9 cootomporanoame11"6 alla data della rinoovulone (che eotrllpoOM lllla da.la 4ell& ouon dis,ribuzionch ai eeguerl anche la dnrata d.a qootlo cffott.tnmonto pcreore. e i riluUu,i autst d'uso io pila o ln meao. I 8. - Par I minuti oggetti per I q\WI noo i fiMaU, la durai.a, al lodlchecl aoha.n\o la d&&:a dello di.ltribulonl e delle riono•ai.looi. I 4. - Nel cuo eh& DCU& primi "Jeetù:lono gli uomJnJ abbi.ano ~o ee.rva.'° robe pr0prla che pos,ouo csscro uuto 11Dcbe nolla divisa militare, &i no\erauao pure q~le robe, Glcludando peri> quelle cho eccodo:wero la quanUU, degli oggeui regolunca.bri fiMU& come dotazione lodhiduale. Pei doUI capi di TCStlario, a.on do•ctOdosl ealco1a.re la durala, but;crl lodJcare. come data di dlstrlbu.aione, la dah della •etil.xioo&., poooodo noli• ~lonna aec&Dto alla mgla P. P. (proprieU peraoa.alo) p,er dis~inguerll dagU &h.rL F& eecm.iono U palo d.J aeupe eàe clucun mil1'an i llU\orina\o ad usare io eenh.io pro..-10 rtmbano lmmodlaMI e in ao11htll1ione dl un paio S 2. -
5 7. - P<'r gh awtti di clu.<d dl,onta IA durai• mut,ipla i ~mJì"' calcolala In rapporh dJ ogni 8iogol• c-.laase. C'..osi per 11n ...Zdaio cho n(:4)u• tluo p11i.a d1 acarpe, uno nuo•o o uno 1ncdi0Cl1'1 la d11rata clel primo paia r,,,,La figsa\a in rn~ 32 e la du.rata del llf'Co111lo paia in mosi K. I 1:1. - l\dl<!' .r~ruioui rc~a,i \'ljt •sii ..,..,;,.;uU1 .,.;1.,-.,am!'Li uw J"~ dou\1 Jl&rA!,'Ta& &I uri. ah,r.-si p~1\e: li) che anc.l1e Ml ue Yengooo d1slribu1ti cont.cmpora.oe.uneuie du<' o piU doli• meJNi.in,a cl.-& i aiogoli oggoui vanno (dtt ri~1hara IDOrcc alt.teti.aule N"gls,r-uaoni, por poic.re poi ocl Ca,.<;o ..-cngaoo rinnouti • JIC· riodl dh-c,Bi, indicare a ciucuno la d.Jvcr11a durt.\a io 111e"h.io ; b) cha quando nolla prima vcsi.itiouo no11 l'Dimo 8laLi ditSl.rihnUI I.UUJ p.li O',.!getii, le gucCD$SITo dl'-\ribuzloul 11011 l!louo da con1:11dcran,i come ri.o oovuuml ao uoo dovo cba gli uomini ahbiauo ricevut.a I' io!,C'r• qu..n11U. pr<!Serit.ta; e) cho la pa.r.c.iali rln.noYuioni 11' lo1oe1ulono rifcrihilt all'0t;geu.o pili prossimo a C'OD'l)t.icre la durai.a prcscriUa, e, dtne 11ia110 due che abbiaoo da compiere lo a\.emlo numero di DJasl. al prlwo iubCJ'ilto della clU1118 in.fcrlon,.
f 9. - 1n caso di 01obUitazlool!, Jl8T gb uomini gil 11otto le amu appa.cLcn.cnt1 a ripari.I mobilita\t, lo diiil.tibu:r.ioni di oggetti di coaedo contin.uer&nno &d ca.c;ere l"("gtg,nte_ duraoM, h1, campagna, o.cl presoa\e quadro, ma aiMl.u. el1e pili oc::corra J1moaharoe la durala..
re,golamea.tarO. Dette ICarpe eoao aoggeUe al eompuMI della duratL I 6. - La d11rata degli ogg19U1 Il computa Nmpro a mesi 1ntcrL Per gli oggetti distribuiti, ~ deootre del 1• del meae aucccasivo • quello In eul ,f; CaU:a la dlstrlbumone i per quelli at.ati 11uToga\11 e quindi meul fuorl dl eenhr:lo o rtliraU per eoa.geclo o per alt;re eauae, U mese cominciat.o ai eaÌcola coane me98 compiuto. 5 6. - Per I capi di oor-redo dalla s i - specie ancguaU in numero di due o più (camici~ ~wd,, MJOrpt., f'Jet..), par essere usati altern1Uva,mGD.\o Il •tabilli,co la durata multipla, eioà Il doppio o U triplo dolla du· rt.U pre1Ct1U& per ctucuno. Cosi ad eaemplo; la dur&I& 111 ogni pata di «)(lrJ)c. ~ 6na.ta In me!I lG, la durata multipla per le acarpe di tata
cla1138
~
di 16 X
2. ci~
mesi 82.
N.U1 appUcu.Ioa.• di 1:1ueat.a r-egola li t"On.idettnnno Mm~ .rtid1'll111ili tuUt gli aggetti pttli!erltli, t.nchn se a parie di e58i ai aopperl&ea daglt l.ndiY\duf, COQ roba proprie.
N. '89 (SS9·A) del Catal. -
G. - Conio del corredo durante la ferma.
G. - Conto del corredo durante la ferma.
D8810NAZtONS
Alamari o mostrine.
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DATA Ula.~
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J>&81GNAz.10NE
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Derrello da f&l1ea. ••
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H. - Distn'buzloni di oaetti cii corrédo ad richiami per mobilitazione
AWERTENZE. § I. - La ..rie degli oggetti di corredo distribuii& per la prima flri;iùooe .,Jene registrata appena aia compiuta. I 2. - Lo ngutruioni toTTanno _,..!alle~• le iDdiculonl
clel ,uct.erno, spKCluo • Mri• dell'Itt.ntdont per la mobiliwion• eerri aio li commiuaria&o, i cui dati u.ranno fornlU dal maganino dù oe.nLro d.i mobilitai.ione. f S. - N.Uo specthlo II' lo compagnie regislreranno allnal gli oggeW eh, 1iaoo ab.Li d.iatribaiti d&i. ce.nui di mobil1tuione 4i complem&D&o (evcc:Alo.,., gOfldla , uorpe). indicheranno il nome di qaeato; e pon-anno &11ch<1, per tali ogg,,lti. la alessa dal& di dlslnbunone appoeta nel proprio Bo,oo dl pr,l_,..""'1, mod. 715.
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RICORDI DEL SOLDATO Lo Stat•to. . Lo Statuto I, la legge fondamentale dello Stato, la quale ,tabi· 1 - la forma del Go,erno, le prorogati.e del!& Corona, i poteri dello Staio, • diritti ed i do,eri dei cittadini. Eaao è quindi la bue ~uiale dell'ordine pubblioo e cli tutte lo altre leggi e la pl&IWa aol9lllle della atabiliU. delle noetre libere i.at.iluzioni,
Il Re. li Re è il oapo oupromo o legittimo dello Staio, o come tale [a IU& pe'"'.'na .~ aaora ed in•_iolabilo per luW i cittodinl, più anoora por il militare, perchè il Re I, il capo ,upremo dell'-.oilo.
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L'Bsudto. ' L' iatiliwone dell'ueroilo è b...ta oul principio della acoeaoiU. dJ uaare la foru per la difeoa del p,-, delle aue leggi o della monarobia. Una delle più belle leggi reeateoi dal!. liberu. fu l'obbligo d~I ..,nùcio militare i.ocliotinlamenle a tutti i oiU.• clini perobl, euo è il più nobile e il pib glorioeo tributo cbo ei paga alla patria. Egli è 0011 ohe il ooatro eeeroito è eminenlemenle auiona.le.
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Igiene de.I soldato. Chi.amato • oompioce il più alw e più ambito donre cho poasa opetlargli, quello cli aerlire La Patria ed il Re, il aoldato deve badare oorupolooameato alla eof11e"asione della propria salute, per _ , . oempre in grado cli adiempioro bene tale glorioao do'""' e di coglierne l'ambito pn,mio: La aodcliafazione dell'animo proprio. Egli terrà perciò oempre ben preaenti queoti breTi ricordi di igiene, oeguendone oorupol-.mente tuili i preoetti. ohe aono dettali per difenderlo dalle inftuo...., dann- apeciali, alle quali egli è aoggetto 1peoialmonto in campagna, rioorn,ndo aensa indugio al1' ufficiale medico, non appena anerta di.aturbi di qualaiaai genore, o 1peoialmento int.eatiull.
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Le preooruioni da 09auiatono principalmonle nella pulwa del corpo, nella temperanu o io oerti riguardi nel ,ostiario e nei cibt
eare personali. La pulisia del corpo, ohe è aempre no do,ere I, tanto più neoeeaaria in campagoa. li aoldato uppia perciò fare ueo giudii:ioao dell'aaqu" ohe anà a 1ua di1poeisioue per lanrai giornalmente fM>oilL, teata, collo, organi genitali, piod~ denti e po11ibilmenle tutta la penona. So l'uqua molto aoaraa, ae !19 aerTirà imbe. .ndo l'uoiugamano. Egli dom 1pecialmenle Inani aempre le mani, prima di mangiare: le maoi 1porobe p<*Ono imbroltare il pano e Kli altri alimenti con i germi, ohe ooao la cauaa più frequento delle malallie infelti,e. In modo apeoiale donà lnarai gli OO!'hi dopo lo maroo e dopo la•ori alle tri.noee o agli accampamenti, ma oib doffl aempre fare oon l'aoqua da bere, e dopo """'"'i la•ate le mani Cura speciale donà anche 1Tere ·per i piedi, per pre•enire eeoo-
san
riaziooe e piaghe che sarebbero faTorite dallu mancanza di pulizia e dttl 11ufo~.. e che baatcrrbbcro a paral~zare ogni eu;i buona Tolonth. Tcrrli eompre oort.e lo unghie delle mani e dei piedi, 1pecialmcolo le prime, percbl> il oudiciume acoumulato aolto Je UJJgbio contiene eovente germi di mala.tlic. Curerà iu maniera 1pecinlo la pulizia dei d,•nli e della bocca.
Vestiario. TI aoldato deTe IIClllpre
aTer CUJ"a
dei suoi indumenti. Eaai oltTe-
c~è renderlo bello e fiero della dili11 cbe iodooea, «li aono di nparo allo tante uùlueiue dannooe che in1idiono la 1ua &alule. FMi lo difendono dal freddo e dal caldo e«eaai•i, dall'aziono del aole troppo oooonto, dall'aria troppo fredda, e dalla pohere che il nato aolle,a. Dorante La notte, i.o modo speoiale, il 1oldsto donà coprini bene, per non incorrere nei dann.i prodotti dai bruoohi abb....... monti di temperatura. l!loll doni> dlmenl.Icare mal di portare su.I Tentre la faaela di laaa: à II miglior p~ati,o dallo mal.atti.e inteatinali. La forma degli abiti non dom mai eat•ro alterata a danno della libertà del reopiro e dei moTimenti : tutte le parti del natiario de1'0D.o 8188re oomodo e aopn.tutto ai dovrà oTitare di olringere il oollo oon la crnatta, il Tentre con la cinghia dei psntafooi ed il oollo del piede oon i legaooi delle mutande o della calutura, in modo ehe nulla impacci la respirar.ione, i mo,imenti dei muaooli e il cono del oangno. Non aaranno mni troppe le cure che ei ananno nella aeella di uua oalaatura bene adatta, cioè nà lroppo larga, nl, troppo olretla : la prima eopone i piedi al freddo, ali' umido e reade !acili le aoortioatun, e le di1toraioni : la aeoonda è, dopo bro.. cammino, 0&11&1 di dolore e di oocorillioni, e predispone ai calli e d' i11Tern.o alle congelazioni: motiri pei quali iJJ. go.erra e nelle lunghe marce pareoohi entrano ali' oepedalo. Sapendoti poi che il piede li allnnp e li allarga oammi.oando, le acarpo li debbono ooegliero alq11anto pili larghe e più lunghe del piede in ripoao.
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-·- ---··-·-- - ·- . ~ aouo esso cho f'('nneltono a1 MJ1dat.o <li ma.mia.re agevolment.e e di giungere iu buono coodi,.ioni aul luogo di combattimento. Quando lo ICOrpo oono inzuppalo di ""'lua, bioogn• fa.rie uciugaro K.11' ftria e non aJ fuoco, riempiendolo prim1:1. di fieno o di pa.gliu, affioulil! l'acqua non le induriaca, ed ungerle frequentemente oon gra.s.,o. . Anche la. biDnchcria doni ~ro aempre lenuta ben pulita1 lavandola il più eoveoto poaibilo: ea.rà reu coaì più facile la Lr:i11pira%ioue del oorpo, che concorrerà. ad usicu.rarne la u.lute ; e 11i evit.rra.nnu, in cuo di rerite, le f3cili infezioni di quoate. Le pc:1.1.uolr da piMi doncbbero poi el88re lA"fa.te giornalmente. Vitto e bevande. Il nutrimento ripara al diapondio dello nO&lrc forse; ma ae eccesaivo1 le paralizza. Ls 10brietà, che è tempre una virtù, è indiopcnoabile per la 11alutc, 11pecìalmeote in guerra.. La raziono ohe si dl al ooldalo oorriopaude al oooaumo del suo organismo ; ogni cosa di più ohe egli prenda per aoddiafare la golosità o biaogni noa roali, ooelituilOe ua periaalo, o peggio un danno. Jl oold•lo ,i ulenga per<:iò dall' aoquiotare alimenti qualsiaaai dai ,cnditori ambulanti, 1pooialmonte 1ostole di cibi in conoerva, aalum.i, formaggi o eommeatibili ooneimili e preferi.aoa io ogni ciroootaaaa di acqwtaro tali generi dagli ,pacoi oooporalivi do,e può eucr oerlo di tro-.arli eempre ottimi lu ogni OMO, prima di aoqui~ otaro qurucbo ,innda, oaeni bene oomo è custodita, aatenendoseno, quando ai aTieda obo aon oia protetta dalle moeche obo oonn frequentemente nicolo di gr&>i malaltie infetti,o, di quelle parlicolam,ente che poeooao infierire fra lo truppe. Eviti &empro i1 mangi:tr& verdure crude, ae non dopo :i.Tcrle ripetubmcnle e oerupaloaameole !aule aan acqua da b.re. Si guardi non meno dii m&ngiare frutta acerbe; esse SODO ~mpre ca= di diarrea, e oe mangerà fruita matura, uppia limitarsi lJovr·:i OTilare in modo N801ulo di insudiciare il terreno, eia dentro che attorno a tende o barauolw, oonobè iDeudioie.re la paglia o Ja branda che ooalilullcono il 1100 lclto; non dovrà ma.i getta.re in 1.4,:rra i rifiuti Jet raucio, che altira.no mosoùe od insetti di ogni gcucrc, divenlanclo fomite d' infezioni. 11 pagliericcio o la branc'l.a dovranno esaero portati ogni giorno all'aperto; il eolo è un grande puJ:i6oatore. Sempre qundo lo patrà, donl 1moatare la tenda e cambiarle poslo: od ah:ueno luciare che il eolo puruìohi il terreno dove ea.~ è piantala. Se il ~lda.to nnn anl giM1iglio o branda atcnda aempre. alla notte la aua coperta aul terreno, per non eotrriro l' umidità. Questa precauziono oarl tanta più neceeuri& quando il aoldalo deve pernottare nelle trincee., per le qua.li ei de,ono oaee"aro auoom più 1Uupoloamente tutte lo prescrizioni 1uacoenoate per lo tendo e le bauoobe. !Son aoddiafi mai i 1ooi baogn.i oorperali fuori delle latrine che furono preparale ali' aopo: oe Cari> altrimenti, non oollanlo ,errà meno alle leggi della doocnza, ma Urà C&UU d' inquinamento del ouolo, con perioolo grniaimo della ulute propri& e di quella altrui; ai rifletta che gli eeoremcnli umani, lasciati ecoperti nl terreno, ailirano le IDOIChe. obe ae ne cibano e li riporta.no pci oon le loro zampe o ooo la loro proboaoide, sulle vivandò o ougli oggelli peraonali1 oppure, esoiccati o paherizzati dal vento, gli eeoroment.i ,teaai penetrano nella booca. e nei polmoni, causando cosi malattie srnis•ime, mortali, per i gormi delle lnCo•ioni ohe contengono. Ogni ,olt.a obo a.rà ooddiafallo i auoi hieogni, il aoldalo donà perciò oopri.rlr con terra; ed a questo 1COpo1 quando a.i reca a aoddiafa.rli u.rll utile obo porti seoo la vanghetta.
MalaUfe veneree.
Le malattie ,eneree pi~ gran 0000 la aifilido e la blenorragia. Colpiaoono la pelle, le muoooe, gli organi interni, ca«ioaando malattie tal,olta mortali. Il malato di aifi.lido o blenorragia deve rioorrere 1ubilo al medico
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11cc.:ur1ttament.o con l'acqua da bere. J•rotegga dalle moeche il 11uo pnno ed ogni oibo obo do·J e con1um11.re, oonohà la aua gavcttR. J.a pulizia della gavetta, della tazza, della boraooia, donl armpre eaeere fatu. 1crupolosamente ; Wi oggetti non donanno mni eucre aeiaoquati oon &ltra acqua ohe non eia. quella da bere. Rifugga poi in modo u1olut.o dall' uso di be,-ande spiritose, e IIJK'Clalmcnto degli alooolici forti (grappe, aoqaavili, eco.) che aono Yeri Teloni tanto più potenti quanLo maggiore è la qu.a.otità di alcool che tali bennde conleagono. Si riaardi ohe la bevanda migliore e ohe meglio diaeta o ripara lo perdilo dol noolro aarpo Il pur sempre l'acqua pura, ma ben eocluoinmento quella che gli oi dillribuiooo o ebe gli ai permetto, lanlo più quando si ritenga neceoaa.rio dalle Autorità 1uperiori la 6.ltruione dell'acqua o l'ebollizione o la oterilizzuione di .... oon eoal.anze ohimiohe. Se ,orrà renderla più gradeTole, patrà aarreggerla oon sucoo di limone, oon oan, aan lbè, aan aceto o aan sciroppi aciduli di limone, lampane od altri oimili, della oui bontà egli aia peri> ben aicuro. Non mangi e non beva mai nulla di oib ohe potrebbe lroYare abbandonalo dal nomina; e prima di uoare l'acqua delle loealilà do?O arrin., laeoi ohe i auoi 1uperiori no aooeriino la bontà.
1111ogglamentl. Le tonde e le baraoohe, rappreoeatano io guerra la oua cho protegge il ooldato: egli ne abbia quindi oura oome della oua propriL In eue l'ordino, la pulizia, la buona nnlilaziono, dnooo caere uaicurale per g.renlirne la aslubritl. Il ooldato doni peroib allontanare da e ... eorapolou.moote tutte le immondizie; non i.ngombrune lo epuio, già rietr~ con oggetti inutili e eudfoi, o col tenere in di.eordine i suoi oggetti di corredo: do'frà Ca?orime la frequente aereuione, eolle-Yando opportunamente qualobe lelo dolio tenda, o aprendo le parto e le finoatro della baracCL
per eTitare le aaneeguenze di gravi malaUio per aè, e la posaibilill di oont&mi.nate gli altri con contatti BCNUali, o per altre vie nan aeuuaJi, bl'folb anche :i aua insaputa. Tra1lando1i di maJaUie eminentemente oontagioae, 1i aaterrà d11i rapporti &Cfteuali; o nelle manifeataziooi della sifilide dovrà anche .11tenerai dal baciato qua111itui por10na e d&ll' u,o promi1euo di ut.e.naili da tavola o d' uao persona.le, corno bioohieri1 aucahiai, forobetle, fanolelti, tovaglioli, pennelli da barba, pipe, alrumenLi mnaicali da Gaio, e in genere dì qualaiui altro oggetto ohe po•.. earre 1t.ato in contaUo 1peoialmenle delle labb.r&. La 1ifilide ei pub trumettere anobe in•olo.ntariamente alla propria moglie, e pM eredità ai figli. i quali eo non muoiono, oom~ ordio"-· ri&mute &"T'f'iene, trucinano l'eaietenu miaeramcn~ aono incapaci al lavoro e part&ao per tutta la vita l'impronta della malaUia dei genitori. Per tal mot.i'fo il sifilitico non dovr:à contrarre matrimonio 1e non dopa S o ( anni di oura oonlinua e fatta da modioi, non da empirici. La blenorragia, per quanto sembri un'affezione loggiera, può nere delle ooaaeguenae graviaaime e dar luogo a inalaliio lunghe o tormenloN delle vie urinarie, a lesioni dei teetiooli ohe po11000 racgiuagero aaobe un tal grado da rendere impooeibile l' ucr figliuoli, nonoh6 a gravi leoioni degli ooobi ohe poeoono portare anobo al~ <;ecill; e per queot' ultimo Callo il blenonagioo ur~ po cura di non t.oooarei gli ocohi oolle dita e oon bia.noherie 1parobo della '""'""'ione blenorragioL Un'altra infeziono ,onere~ è l' ulcera molle che è ancb'"""" malattia importante e cho pub dare 1&rie conaeguenze; lra queat.e la pii, oomuno Il il bubbone obo di oolilo riobiode un trattamento cbirurgioo, abbut.anza lungo e doloroso. Quando l'individuo Il alteralo dal ,ino o dai liquo,i Il pili aoggetto • pr&D.deH tali malattie. li ooldalo abbia preoenLe inoltro cho ogni spreco dì fono oeno11, d&D11000 in ogni luogo od in ogni tempa, è perioolooo più ohe mai in guerra.. S.ppia però egli N!OÌ1Lere ai suoi i1ijnti, ai desideri ~ per oo-.are bitto il ouo ,igoro e per non subire l'onta dello ma· lattie ,euoree oaualc dalla prostilusiooo; esee lo f.,..bbero mancar,,
a.1 pio aa.oro dei suo, do'feri, quello oioè di oonsenarsi sempre io gr•do di oombattoro per il suo Re o pe1 auo P - . E ad ogni modo, prima di ooogmngoni con donne di malaffare prenda eempre, almono, quelle preoa.uùoni ohe gli sono ,mgga.rite da chi ha. oura della 1u.a adut.c; e dopo aia 1ua aura di ri~ntrare al più presto in caserma per procedere n.U.. camera di profilaui anticeltica a quelle pratiche neceuarie ad impedire lo niluppo delle malattie Toneren,
Malattie lafettive. Lo malattie grni ohe pili Caoilmente pouono oolpire il aoldato 11-0no la febbre tifoide, la diuenleria, la malaria. I germi della febbre tifoide e della diooentoria penetrano nel noetro orpniamo attranreo la booca; perciò per pre•cnani da queete malattie Talgono apeoialmente lo normo ehte per i oibi, le bevande, la pulizia per11-0nalo, della g&TeUa, dell' aocampamento. Per la febbre tifoido la misura più· ellìoaoe di preaervuione è la nooinuiono anliliJica alla quls perciò il 11-0lehto donll. sotto. poni Tolenterooamente IIODS& impRNionarai dei leggeri diaturbi, ohe pouono talora ,uaaeguire momentanea.mento, een.ù. ma.i riveatire oarattere di importanza. E all'oooorrenudonlnon meno aettoponilODS& riluttanza a tutte quelle altre T&Ooinuioni ohe poi-ro onero impoete dalla neoeu ità. Per la malaria, U 11-0lehto don¼ prendere aorupoloaamente il chinino, quando gli u.rt distribuito a aoopo prenntiTo, ad uearo contro lo zanzare i meui di dif...a ohe gli nrranno dati, procura.odo di te.ncr coperti, di Rotte, il TÌIO e le mani.
Ti,bercolosl, La lubereolosi o Iuli polmou.re è una malallia molto diffusa e gra"fe ohe 1i lrumette 1peeialmente colle aeorezioni che escono da.Ila bocu, te quali oontengono i germi della malattia. La lrumiosione pub anonir. por mezzo dello goooioline di aaliva o catarro proiettate dalla boooa dei liaioi nell'atto del toBBire, iello starnutare, del parlare o per meuo degli apuli -iocati e
Famo, ~
Lo aw04for:it.o fum:ire dannoggia la aalute. Il muticare tabacco abitudino rlannou, schifosa o riproT&'fole.
NeUe muoe con viono ouorvue le eeguenti preacrizioui igieniche: avere la boraocia piena d 'a.oqua di buona qualità, alla quale uri oU.ima MAa, qi·anrlo ei poeu, rceecolare ca.Sè, vino od aceto. Non maugiar frutta 11.cerba o altri cibi nocivi ; nl, bere liquori 1piritoai, anoho nelle giornate fredde. Quando 1i è in traapiruione, per quanta aote si po- nere, bioogna limitani a riaoiatquare la booo& inghiottendo dell'aoqaa a pioooli aorsi o a inte"alli. Anche dopo · ripoeato non oonvieno berne nè troppa quantità, nè troppa fredda. È un orrore il oontinuare a bere beh~ non oi aenta di., aetato, perohè l'acqua molto u.n oerlo tempo a produrre dopo la ma ingestione, la aenaaziono della aete appagata. Se durante una marcia ai aente la boooa araa e non si ha aoqua da bere, o 1i TUole giuatamenle evitare di bere Lroppo, oi tenga in bocca una pagliu,ua, un ftlllOello ; la aete aarl oooì
momenta.nea.mente calma.1.L Tro,andoai in audore o riae&ldato da lunga. mucia o da altra fatica, non abottonarai aubito e lullo ad un tratto le veatimenta, nè 1ooprini il oapo, aa!To il tempo per aaoiugare il 1udo~ nè 1tar fermi oenaa oambiani, nè esponi alla oorronte d'aria, nè lnani 0011 aoqna fredda; aatononi insomma eh tullo cib ohe eopone a
polTerizzati, i quali meacolati colla polvere aoll'oria penebano nei polmoni degli indiridui san.i durante l'atto della reepiraP-ione; pereiò Bi de'\"e 11pula.re aoltan.to nello 11pota.ocbic.re appoeito che eono ooUocato nogli aoditi 1 nelle oa.mera.Le1 nelle ealc, ed UtW.16 ogoi riguardo perchà le mMleeime non ai rompano o non ,i Teni.no. Tatti gli ooocosi d'ogni genere, fra i quali l'abuao dell'alcool prediopongono alla malattia.
lUcoolls1110. L' uso degli alcoolici è tutt'altro ohe neoeaaario ali' uomo; easo non eoatituiace quella 11-0rgente di energia ohe generalmente si oredo. La 1ua aziooo è paaseggiera, od al momentaneo eccita. mento del aiatema nerYoao auooede presto WlO stato in'ferao di debolazza 6aioa e morale. Bono noci'l'i tanto il 'l'iuo preao in forte e oontinuata quantità, quanto i liquidi epiriloai pià o meno puri dol commercio (oognao, rhum, aequa'l'ile, gnppa, brandy, 000.). I ehnni 11-0no peggiori quando all'aloool aieoo aggiunto denc 1peciali eaaenze, oome amene per certi liquori o bibite epeciali, quali l'auen.sio, il bitter, il 'f8rmouth, l'anice, eoo. noi qua.lo caso all'aziono dannoaa dell'aloool ai aggiunge anoho quoUa toaaica delle eaaòru,e ate.e. Gli aloooliali ,!(IOOOmbono in gran numero alla tuberooloei ; po· palano i man.ioomi1 danno un gra.u con.tingente ai domti od ai crimini. ooatituiaoooo un d&n.ao economico per la eooiotà, ingombrando gu oopedali, i riooT&ri e le pri&ioni. La rana decade, diminuiacono le nuoite nolle popolazioni dedite all'alcool, si.a perehb le gravidanze 1100 giungono al termine aia perchà i Canoiulti obo naaoono offrono tanto L.e.ica.tt1oult, che moralmente una gn.nde deboloua, o anche delle vere altoruiodl ne"'llO (neuroei, idiosia, epil.-i&) che li rendono in seguito inatti a propagare la 1pecle. Da lutto queete terribili con,.,guenze di un abuao facilmente nit.bile derivano la misoria, l' infelicità delle famiglie e apoeoo cli!O.oore.
biM>gn• ,::j oett.i gli ooohi dall• poh·el'e1 ~ho pub essere causa d' irritu.ione o d'('lflalmia, col meuo di !Jggiero asperaioni d'acqua, o aarl pur bene si lavi leggermente lo racoia e la boooa. Non trasgredendo a neasnna di queste maaaimo, il aoldato potrà uoo&er-va.ni u.,10 o forte, e ritornaro a casa IU&, in seno allA propria famiglia, ratto anche piìl robuoto, soddiaulto e ,uporbo dell'opera compiuta, di nor cioè oonlribuito alla gloria ed alla grandcsza della PalriL
Doveri In marcia, Se ia.drappeHato, il 10ldato non deve mai acoatarai ecnu. permeHo, dal proprio drappello ; ae isolato dovo allenerai rigorooa m011le ali' itinerario che gli fu prefiaso noi foglio di 'l'iaggio. Cooi nella muoia, come alloggiando preaao gli abitanti, il solcato don riapeltaro te propriell private, aotenerai dal pretondere qn•Uo ohe nou gli 6 doToto, oome osiandio dal mostrar doaiderio di ooea ~ho non gli •petti o noll po- pagare, giaoohl, oib si anicina all'clemosinare, fatto indeooroao o vituperevole per il militare. D a•.•ldato, ohe ouendo in marcia da aolo oadcseo amma.lato e n 11 Poi- oontinuare il Tiaggio preliB110gli, deve preeenLtrai al Coma ,do del Diatretto militart ed in difetto di queato al Comandante dei oan.binieri reali, oTI,ro al Capo dell'amministruiooo oomuns.le &e n..eJ luogo neppure 'fi (Ol8fl etaziooe di carabinieri. Cool potrl _,,re Tiaitato da un modioo e riooTerato noll'oepedale se ocoorre.
Doveri speclaJI a riguardo del cavallo.
repentina aoppr..eione della trupiruione; curare particolarmento
i pied4 ripulirli A la•arli dal audore e dalla pol•ere; oiò. ben illl8o1 dopo un oerio ~ipooo e dopo - l a la trupiruiono: aarà anche ulilo di ungerai i piedi di aegn .o di quelle po!Teri medicinali ohe aaranno preaoritte dal medioo, ~almenle doTe oiavi pericolo di eacoriuionL Quando il aolchto aiui di mollo impol,erato nella marcia o nelJ.'eaercit.uioc.e, giunto alla tappa, onero ritornato in caaerma,
D 110lda.to, e u.i è afndat.o un oaTallu, ut, ò rcaponsablle, de,.e cur.irlo, ,m.arlo, a.m.maeatrarlo o renderselo coafi<lentc i cib che ai ottiene colla puiensa e oolla dolceUL Prima di 1&n·ireeno, deYe ueiourani che la ferrat-urfl eia in perfetto atato, e oool pure la bardalura. Dne poi in,cllarlo a do,ere, perocchè eh <ib dipendo la 1111a reaiotcoza e oonaonuione, Ollelldo che il cnallo non pul> - • ferito dolla oella ae bene
meulo e nel modo di obre in oella. Dopo una Catica dc•• otroJiuarlo ben bene, e non dargli nli da mangiare nli da bere, fi.acllà non aia in lui COll&lo lo italo di orgaamo. Qua.ndo il caullo cade ammaJAto, il cauliare appena MlOOrloeene, de,e lare immedi&l&monle rapporto ai auperiorL Qualora oi ieolalo, donà dirigcni all'autorill militare o al Capo dell'ammiD.iatn.z:ione comunale, e cercare tatti i modi per farlo cura.re.
tro,_
Colui ahe tciupa il O&'fallo per inouria incorre in graYi punizioni; oolui ohe lo oeiupa oeienlcmeuto o lo da=eggia per brutalità oade aotlo la ginri.diziono penale.
La ulforme mllltare. E otreUo do...ro del aoldato di cann, o di ,eotiro oempro la propria nnil'ormo nel modo preaoritto·; perooohli ohi ai mnolra in pubblioo colla diTÌN alterata nelle forme o nelle dimcDJioni, onero non pulito e non in perfetto uoetto, mootra non eolo di eeaere poco diociplinalo, ma di 1100 intendere al giuoto il pregio del!' uni!onne militare e di 110n meritare di ,eotirla.
Doveri del aoldato la gaerra. La guerra à l'atto più aolonne per il militare, il quale dc•• percib entrare in campagna oon animo lieto o tranquillo : allora vedrà che è m~oo di-.... di quel che alowu la dipingono, e obe JlJ1 ooldalo il qaale abbia lede e coraggio lrion{a quui ocmpre dello diffiooltà o dei pericoli che la guerra preoonta. È pero n...-rio apiegare ia tutto il loro -rigore le Tirtà obo ooatitu.iacono il buon 1t1ldsto C'liM • buon •olore. ooeta.n.u.. ge.nerottità d'&D.imo e Cormo propnoilo di oeegnire il proprio donre. La fiduGia nei pn,pri capi 6 il primo pueo ohe guida ali,. Yitloria; • il oolclato ohe oonficb nelle proprio &cmi ba già. In ma.no nna foru preponderante. Ora queoti •aolaggi non poNC>no
o l'alTesiooe che ~li portano; egli ha anche ~~i:., agio, al campo e alle grandi manovre, di oonolal&re I' intelligenu e l' abiliLt.; e perchà non- è eeagerato l'aueriro ohe le no1tre a.rmi non temono alouo paragono per la loro 10lidità1 parlata e precisione di tiro. Il eold.ato poi non deve dim.entic&re : che aema diaciplina, a.nohe in tempo di pace, non ,i è eoercito pouibile; ma cho in guerra poi. ao eaa non e rigidamente e acrupalnoamenlo mantenuta e praticala, non ,i pub .-re eper&nJ:a alcona di -rittoriA. Con troppe poco diociplinale, oltre che le più aaggie diapoaisioni e l'abiliLt. dei migliori generali rimangano paraliuate, il minimo inaucceaoo di,iene quoi ocmpre una diafalta; che I' indiaoi plin.a non aolo conduce al dieonore cli Wl eaercito ID& anmonta anche gli atenti e le pri.azioni, perchè do... _ . regna, l'ordine è perduto, e qnindi reota impooaibile pronedcre oonenientemento ai bioogni delle truppe; ohe la prima qualità del 10ldato è la coot&nza nel aopparlare i diaagi • le privazioni, menlre ohe il .alore non no è che la aeconda. Le marce.oono la pili gran fatica della guerra, cd Il quivi appnnto ohe il aoldato dc,e f'are l' eolremo d 'ogni ouo potere per 0011 luo.iarai abbattore e Tinoere dalla rilaualeUa e dal oaUiyo umore; obo ae la fatica gli aembraaee Wvolla oo,erohia, anziobll mormorare o permctluai l&menti contro ohi dirige la colonna, oou cho porta a.Ilo indiaoiplina e indeboli1C8 la fiducia generale oc) bnOD ID008IIO, il aoldalo dsvo penaare che ciò p11b eeoere imperiooamonte ric'.ù..to dalle ciroootanze. E coal pura il ooldato non dovrà mai pormettcrai di chiede"' l'..U neppure aottovoce, e mollo meno poi frini oonlro chi dirige, o at!ra'8n& la oolonna a cavallo. Bo a prima Tiota qucale licenze pnoaono aembrare cU poca importansa, in•ec•, oltre menomare il b:.on t?'loolto di una troppo., se non •engono , . .erament.. ,,,_ preael IIO .10 qMsi. aemp~ origine di più gra.-i &Ui d' iuJi.cil'liuL e co:-1metlerebbe gramaùoa maue&osa il auperiore ohe le to!l&ruee.
La paura Il una malallia contaginoa e rapidiaima, che in un momento pub guadagnaro maue d' indiYidui, per la -.illl di uno e) il mHn.are che i oomandanli di Corpo, per qualche oauaa CCC'~ou:tlo o uuu t:onlemplat.a uoi preeedeoh capo,era1, credonc:, utile, noli' inlOl'OM(.: dolla di&0iplina1 di pro111,r1·0 por l'auegnazioou alle oompagoie tli puoiziooo ; /) i e&pcjrali o eoldali, che a~ ammoglihuo iu opposi.zio.ne al preacritto del N. 510 del regowueuto ùi di.ocipliua militare pre,ia la relrooetioiio1u, dol «n,do per i primi
rassa ad una compagnia di diaciplrna 1pooialo fino al lunniao della ferma aolto le anni il militare che ba subilo condanna per furto commcuo e~ndo in eer, iz.io eo!lo Je armL
Distribuzione e conservazione del corredo militare e degli altri oggetti dJ eqaJpagglameato. Il ooldato rice1 e i capi di ••!iario e gli oggetti del corredo mililaro a lilolo d' u,o ed è reaponaaàile della buona coneenuione delle robe. È qni.ndi auo at.reUo doTero di a•orne la mauima oura affincbè poaaano aenire il maggior tompo po..ibile. L' neo degli oggetli è peraonalo: qiwnnque acnmbio di robe fra compagui ed altri à quiodi rigorooamenle -rielnto. La recluta potrà chiedere di 001tituire i 10guenti oggetti di oor,-edo con al!rel.tanli di IUA proprieLt. purchè di qualità e modello a;-prouimatiTamcnte C!oOrriapondente a quelli in uao pre1no l' Eaerdto e nel qu:mtitativo sogue.nto: Asciugatoi di tola N. 2, calzo di cotone paia 3, mutando di tela N. 2, luce ventriere cli l!anela 2, alivalelti a gambaletto ptt.ia. l. Per tali oggetti l'Amminiatrazione militare uau.me, ae richieeta., la cura dello ripar:azioni e della la:ntura. L'ueo di og· getti non corrilpondcnli ai reqniaiti 1uddetti non è ,ictato, ma per quc.ti '".\mmioi1t:rAz.iono non. ...umc l'obbligo d.cllo ripn..ra, ziooi e della )natura. Oli ali valetti, ae nuo-ri e corri1pondenti 11 tipo mililare saranno rimboruti al giunge"' al Corpo al prezzo atabilito nel maoiCeato di chiamala alle armi Tuili gli altri oggetti innanzi indioati da n.nno diritto, ali' atto del congedament.o, ad un premio in danaro corri•pondenle K1 •alare d' nn egul numero degli oggetti rego
l&ment..1ri che il militare ouo HhLi" rioe,·ulo i.n dialril,u1ioa~ iMr condn i.I quantitativo prcoeritto. . lo ••.., di ricbi~mo alle armi la et.osa ra-0oltà ò fatta ai oof... t~f!iciali ed ai militari di truppa richiamati o ad essi ura corri·~to u.o oompcn10 da det.e1miu3111,i col manifealo di chiamata. o 0011 diapolliziono del Uiniatero ai Corpi. Quando un oggo!to abbieogni di essere riuo,alo, ai riconOICO ae abbia pcrooraa l' iotora dunJa 11reacriUa, e in caao nep.1i1'o,. o·u il ID.aggior 0011eumo lia staio tauealo da io.curia o negligcnu. il aoldato è aotloposto all'addebito in nna pute propomonale del ,alore doli oggetto. Coal pure ricono100ndoai manta.ate qualche Ofr,!<'Uo, aen.u che la manc.anu. aia gÌuati6oa.ta, o quando &TTenp di do•er ripuu.rc robe logoralo o danneggiate per oolpa o negligenJ:& del ooldalo, q.,.lo, oltre le punizioni diaciplinari che aecondo le circostanze potranno ....,rgù mffttte, Il tenuto alla rifaaione dal d&D.no.
I militari, cui ,engooo fatti addebitamenti per aoiupio di robo IODO eottopo.li a ritoout& 1ull'U10gDo giorn.alioro •ino a eon:piut.a eatintione del dobito. Per I). conoenuione delle anni e bufelterie e delle altre robe che gli vengouo date in cenaegua per il proprio equip"8lliamenlo, .noncbll degli oggetti di caaermaggio, il 1oldato ba gli lloo,i donri • la ol6oaa reaponoabilità cbe per le 0010 di corredo.
È pure ano obbligo di ooatndire il preeenu, libretto e oooaer· nrlo auch<¼ quando li lro•i in oongeclo illimitato (lucia.udo,i aempre aUaocalo il pwlrilfO di """'1oaci,...,,to) per poterlo poi preeentare in caao di riclù:11110 alle armi o ad ogui riobieata Jell'autorilà.
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Allegati
DOCUMENTO
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VOCI LOGISTICHE DEL «NOMENCLATORE ORGANICO-TATTICO LOGISTICO» Ed. 1936
LOGISTICA Accampamento. Stazionamento di uomini sotto le tende, quadrupedi in circolo o in fila, carreggi e materiali al parco. Accantonamento. Stazionamento di uomini, quadrupedi, carreggi e materiali disposti in fabbricati, tettoie, porticati e simili. Addiaccio Stazionamento di uomini riuniti per reparto all'aperto, colle armi ed equipaggiamenti vicini, quadrupedi e carreggio predisposti a muovere prontamente. Allungamento. Aumento di profondità che una colonna subisce in marcia rispetto alla profondità iniziale Bonifica chimica. Provvedimenti per il risanamento del terreno, degli ambienti, delle armi, dei materiali, del vestiario ed equipaggiamento, dell"acqua, viveri, etc. infettati da aggressivi chimici. Bonifica gassati. Provvedimenti per la cura e il risanamento degli individui colpiti da aggressivi chimici. Campi contumaciali. Località organizzate per l'isolamento dicoloro che hanno avuto contatto con ammalati di malattie epidemico-contagiose. Carri arredati. Veicoli di conveniente portata, normalmente adibiti al trasporto merci, impiegati per il trasporto dei militari di truppa previo uno speciale arredamento (panche semplici e panche doppie snodabili). Centri di raccolta. Località dove vengono concentrati mezzi di rifornimento (incettati, requisiti, provenienti da centri di distribuzione, etc.) ovvero uomini, quadrupedi e animali da sgomberare. Centri di smistamento (Servizio di sanità). località dove si raccolgono e sostano temporaneamente feriti e malati in attesa di smistamento e di sgombero sugli stabilimenti di ricovero e cura retrostanti. Colonna di marcia. Formazione su vari scaglioni di una determinata unità di marcia.
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Ferruccio Botti
Comando di truppa. Comando che ha giurisdizione su una determinata circoscrizione della zona delle tappe con funzioni analoghe a quelle affidate, in territorio nazionale, ai comandi di presidio. Commissariato stradale. Ente preposto ad un determinato itinerario (sezione o tronco), organizzato su via ordinaria, cui spetta regolare e disciplinare il movimento e l'esecuzione dei trasporti. Convoglio marittimo. Insieme di navi mercantili, attrezzate per il trasporto delle truppe e materiali, destinate a una detenninata località. Disciplina di marcia. Complesso delle prescrizioni che regolano la marcia. Distribuzione a domicilio (Servizio di commissariato). Rifornimento effettuato direttamente alle truppe, sia con derrate esistenti presso le sezioni sussistenza, sia con derrate inviate direttamente dagli stabilimenti d'armata. Dotazioni individuali. Viveri, munizioni, materiali vari assegnati ai reparti come scorta o come fabbisogno per esigenze varie. Dotazioni di rifornimento. Viveri, munizioni, materiali vari assegnati agli stabilimenti di J> e 2' linea e di riserva. Drappello di circolazione. Nucleo di personale, fornito dalla milizia della strada, dotato di mezzi celeri di trasporto e incaricato di assicurare il regolare svolgersi del movimento su itinerari per via ordinaria. Equipaggiamento. Complesso degli oggetti distribuiti al militare oltre le arrni, al vestiario e ai viveri. Fila. Complesso di elementi disposti l'uno dietro l'altro. Foraggi Avena, fieno, paglia mangiativa,mangimi speciali per quadrupedi. Forieri di alloggiamento. Nuclei di persone che precedono i reparti nelle località scelte per la sosta allo scopo di predisporne 1'alloggiamento. Formazione di marcia. Complesso delle varie colonne di marcia (successione dei reparti nelle colonne, distanze ed intervalli relativi). Generi di conforto. Viveri che in più della ordinaria razione vengono distribuiti alle truppe che si trovano in condizioni di disagio oppure in circostanze eccezionali.
Allegati
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Grafici dei viaggi dei richiamati. Carta della rete ferroviaria nazionale sulla quale viene rappresentato graficamente il numero approssimativo dei richiamati che viaggieranno in ciascun giorno, durante la mobil itazione, sui vari tronchi della linee ferroviarie e tramvie del regno. Grafico di marcia.Rappresentazione grafica dei vari elementi di una unità riferita a un asse dei tempi e a un asse delle distanze ortogonale del primo. Igiene e profilassi. Ramo della scienza medica che si occupa della tutela della salute del soldato e del quadrupede, nonché delle misure intese a preservare truppe da malattie epidemico-contagiose. Incetta. Acquisto a prezzi concordati di vi veri , foraggi e materiali vari occorrenti alle truppe. Si effettua senza alcun atto d'imperio. Incolonnamento. Passaggio di truppe o reparti dallo stazionamento alla formazione di marcia. Infermeria temporanea (uomini). Luogo di cura organizzato - in caso di sosta prolungata - presso i corpi o presso la sezione di sanità, per il ricovero e la cura di ammalati non gravi. Infermeria temporanea di sgombero. Luogo dt cura organizzato eventualmente dalle direzioni di sanità d'armata, in località prossime alle stazioni di carico o alle località di imbarco, per facilitarne lo sgombero dei malati e feriti. Infermeria temporanea quadrupedi. Luogo di cura organizzato nelle stazioni di una certa durata, con personale e mezzi dei corpi, per il ricovero e cura dei quadrupedi. Itinerario ferroviario. Complesso dei tronchi di linea ferroviaria colleganti le stazioni di partenza e di arrivo di un trasporto. Linea di truppa. Itinerario appositamente organizzato lungo il quale si svolge, in modo continuativo, un movimento intenso. Magazzino mobile (colonne di rifornimento). Viveri, munizioni, materiali vari, caricati su mezzi di trasporto in grado di corrispondere prontamente agli spostamenti delJe truppe e di essere prontamente impiegati per far fronte a necessità improvvise. Organo coordinatore dei servizi. Comandante dell'unità, al quale spetta la responsabilità dell'organizzazione dei servizi dipendenti, specialmente per quanto concerne il coordinamento dei servizi con le operazioni, e dei servizi tra loro.
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Ferruccio Botti
Organo direttivo di un dato Servizio. Organo al quale spetta la responsabilità del funzionamento del Servizio, cioé dell'andamento tecnico-amministrativo interno del Servizio stesso. Organo esecutivo di un dato Servizio. Organo responsabile della esecuzione degli ordini per il funzionamento di un dato Servizio di una determinata unità. Pattuglia di assistenza automobilistica stradale. Nucleo di persone dotato di mezzi celeri di trasporto e di attrezzi per il soccorso e lo sgombero di automezzi immobilizzati. Piano d'imbarco. Documento di massima riflettente la distribuzione. sul naviglio a disposizione, delle truppe, dei quadrupedi e dei materiali vari di una G.U. che deve essere trasportata via mare. Piani caricatori militari scomponibili. Materiali regolamentari impiegati per facilitare le operazioni di carico e scarico dei treni militari nelle stazioni prive o scarsamente provviste di impianti fissi. Ponticelli di caricamento. Piani in legno (leggeri) o in lamiera di ferro (pesanti), destinati a ricoprire (parzialmente) il vano fra il ciglio del piano caricatore e la soglia dei veicoli ferroviari a questo accostati, in modo da permettere il carico dei quadrupedi e dei carreggi. Portata logistica di una comunicazione. Quantità di forze e mezzi che, nelle 24 ore, può percorrere in modo completo la comunicazione stessa, a prescindere da qualsiasi esigenza tattica. Posti di soccorso. Località organizzate a cura della sanità militare o della croce rossa italiana nelle stazioni ferroviarie più importanti per !"assistenza medica dei militari in transito. Posti di sosta (Servizio sanitario). Località ove si fanno sostare provvisoriamente i malati e i feriti, quando- per ragioni di distanza o di terreno - si rende necessario compiere in due tempi il loro sgombero dai posti di medicazione al reparto di sezione sanità o da questo agli ospedali da campo. Posto di medicazione. Località organizzata in prossimità della prima linea (di massima una per battaglione) con personale e mezzi dei corpi allo scopo di assicurare una sommaria medicazione dei feriti e il loro eventuale sgombero o il ritorno in linea. Posto di distribuzione e avviamento dei materiali del genio. Località dove affluiscono i materiali del genio di rifornimento e i mezzi di trasporto inviati dai reparti per il prelevamento.
Allegali
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Posto di distribuzione e avviamento munizioni. Località dove affluiscono le munizioni di rifornimento e i mezzi di trasporto inviati dai reparti per il prelevamento. Posto di distribuzione viveri, foraggi, ecc.. Località dove affluiscono viveri, foraggi, legna e tabacchi per il prelevamento da parte delle truppe. Posto di vigilanza. Elemento addetto alla disciplina stradale. Può essere fisso o mobile. Integra i compiti del drappello di circolazione. Potenzialità di una stazione. Numero massimo di veicoli ferroviari che possono caricarsi o scaricarsi nelle 24 ore, in relazione agli impianti (piani caricatori, binari di ricovero e manovra) ed alla possibilità di defluenza. Potenzialità di un tronco ferroviario. Numero di treni della composizione di 40 pezzi, che possono transitare sul tronco di linea nelle 24 ore. Profondità della colonna. Distanza che intercede fra la testa e la coda di una colonna in dipendenza delle formazioni, della disciplina,dell'itinerario, delle sue caratteristiche e della durala di marcia. Prospetti indice. Riepilogo dei reparti e dei servizi che ciascun corpo di armata mobilita, con l ' indicazione: del giorno di partenza per ferrovia, della località di destinazione e del numero dell'ordine di movimento che ne fissa il trasporto ferroviario. Prospetto unità di carico e d'imbarco. Documento che, per ogni ipotesi di spedizione via mare, elenca le varie unità delle forze armate che debbono essere trasportale. Punto di incolonnamento. Punto dell'itinerario di marcia sul quale i reparti affluiscono dalle località di stazionamento per assumere il loro posto nella colonna. Quadro d'imbarco. Documento esecutivo e particolareggiato del trasporto via mare, compilato per ciascun scaglione marittimo o per ciascun piroscafo impiegato. Rampe di caricamento. Insieme di più tavoloni collegati che consentono il carico e lo scarico ferroviario di quadrupedi e di veicoli non molto pesanti sia nelle stazioni sprovviste di piani caricatori sia in piena linea. Requisizione. Acquisto, con atto di imperio e a prezzo d'imperio,
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Ferruccio Botti
di derrate, viveri, foraggi e materiali vari occorrenti alle truppe. Si effettua con regolare procedura amministrativa.
Riga. Complesso di elementi disposti l'uno a fianco dell'altro. Risorse locali. Quantitativi di derrate e materiali vari disponibili nelle zone dove sono dislocate le truppe. Scaglionamento dei servizi. Ripartizione in profondità degli organi di ciascun Servizio intesa ad assicurare la continuità dei rifornimenti e dei sgomberi. Scaglione di marcia. Frazione di una colonna, in trasferimento per v.o., predisposta allo scopo di assicurarle elasticità e regolarità di marcia. Scaglioni marittimi. Aliquote nelle quali si fraziona un convoglio marittimo in funzione della forza imbarcata. dei compiti e delle esigenze della difesa durante la navigazione. Servizi di campagna. Complesso dei mezzi dell ' esercito operante che provvedono ai rifornimenti e sgomberi. Servizi territoriali. Organizzazione alle dipendenze delle autorità territoriali con il compito di: - produrre, riunire, spedire a quelli di campagna i mezzi occorrenti all'esercito operante; - ricevere tutto quello che viene da essi sgomberato. Specchi di affluenza per ferrovia o per via ordinaria io zona radunata. Documenti, compilati dall ' ufficio trasporti del comando del corpo di S.M ., i quali servono di base ai comandi di armata e di corpo d ' armata per disciplinare il movimento su via ordinaria dei vari elementi dalle stazioni ferroviarie di arrivo alle località di destinazione. Specchi grafici di radunata. Rappresentazione grafica (segni convenzionali) dei tempi di affluenza in zona di radunata (movimento per ferrovia e movimento per via ordinaria) dei comandi, corpi, reparti e Servizi che costituiscono le G.U. mobilitate del R. Esercito e della R. Aereonautica. Stabilimenti di t• linea. Enti dei Servizi assegnati ai reggimenti alpini, alle divisioni ed ai C. d'A. (sezioni sanità, sussistenza, ecc.) con il compito di provvedere ai più diretti e urgenti bisogni delJe truppe (rifornimento mezzi, piccole riparazioni, sgomberi). Stabilimenti di 2• linea. Enti dei Servizi assegnati alle armate (ma-
Allegati
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gazzini d'annata e loro frazioni, mezzi di trasporto per v. o. ecc.) con il compito di: - rifornire quelli di prima linea o anche direttamente le truppe; - sgomberare personale, quadrupedi, materiali; - riparare e recuperare.
Stabilimenti di riserva. Enti dei Servizi assegnati alle armate e al comando supremo (depositi centrali e loro frazioni) contenenti materiali di scorta, con il compito di: - rifornire direttamente gli stabilimenti di J• linea qualora quelli di 2• linea non sia in grado di funzionare; - rifornire quelli di 2• linea nel caso che questi ultimi non possano essere riforniti dalla zona territoriale.
Stallo per quadrupedi. Specie di cassa di legno scoperchiata, con rinforzi metallici, a pareti interne imbottite, adatta per la sistemazione dei quadrupedi a bordo dei piroscafi. Stazione. Sistemazione delle tmppe durante la sosta, in rapporto alla situazione o alle possibilità locali. Si distingue in: accampamento, accantonamento, addiaccio. Stazioni di transito. Stazioni ferroviarie che segnano il limite fra la rete delle zona dell'esercito operante in quella della zona territoriale. Appartengono alla prima. Tabella di traslocazione. Progetto contenente gli ordini esecutivi del movimento che si effettua esclusivamente per via ordinaria. Tappa automobilistica. Percorso di andata e ritorno che un autoveicolo può effettuare in 24 ore, tenuto conto delle esigenze di manutenzione dell'autoveicolo stesso e delle esigenze di vita del conducente. Per gli autocarri viene valutata, in linea di massima, sui 120 Km. Trasporti di copertura. Complesso di movimenti ferroviari e marittimi effettuati - in vista o all'inizio della mobilitazione - per l'urgente concentramento sulle frontiere dei reparti destinati ad assicurare la copertura. Trasporti di mobilitazione. - Complesso di movimenti effettuati con qualsiasi mezzo di trasporto per porre sul piede di guerra reparti e Servizi esistenti o per costituirne altri ex-novo. Trasporti di radunata. Complessi dei movimenti ferroviari e marittimi per l'affluenza delle G.U. mobilitate in una zona di radunata. Treno militare. Convoglio costituito di veicoli ferroviari, di varia
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Ferruccio Botti
specie, utilizzato esclusivamente per il trasporto di uno o più reparti organici (uomini, quadrupedi e materiali).
Treno ospedale. Convoglio costituito di veicoli ferroviari, convenientemente attrezzati, per il trasporto e l'assistenza dei malati e feriti. Unità di fuoco (UNFOC). Unità di munizionamento definita per ciascuna arma o tipo di armata. E' termine convenzionale usato nei calcoli relativi alla consistenza dei magazzini e depositi munizioni e negli ordini per la costituzione di eventuali scorte in previsione delle azioni. Unità di marcia. Frazionamento dello scaglione di marcia allo scopo di localizzare gli effetti dell'allungamento anormale. Velocità di marcia. Distanza percorsa in un'ora comprese le eventuali fermate normali. Ventriera di sollevamento per quadrupedi. Telo rettangolare , applicato su due traverse di legno e completate da funi, per il carico dei quadrupedi a bordo dei piroscafi. Viveri complementari. Pasta, caffé, zucchero, vino; verdure, legumi e condimenti vari. Costituiscono, con la carne e il pane,la razione viveri del soldato. Viveri di conforto. (vedi generi di conforto). Viveri e foraggi di viaggio. Viveri e foraggi al seguito dei reparti per assicurarne il vettovagliamento durante viaggi di più giorni. Viveri e foraggi di scorta. Viveri e foraggi di viaggio dati ai reparti in più (quale riserva) di quelli occorrenti per il vettovagliamento durante i giorni effettivi di viaggio. Viveri di riserva. Galletta e carne in conserva; eventualmente generi scatolati. Viveri ordinari. Pane, carne - fresca o congelata - viveri complementari o eventualmente viveri di conforto assegnati al militare per il consumo giornaliero. Zatteroni. Casse metalliche a tenuta stagna, composte di due elementi accoppiabili, utilizzate per imbarchi e sbarchi per spiagge aperte, di uomini, quadrupedi e veicoli. Zona delle tappe. Territorio compreso fra la zona dell'esercito operante e le località a partire dalle quali le unità di prima linea prov-
Allegati
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vedono con i propri mezzi alla prosecuzione dei trasporti.
Zona dell'esercito operante. Territorio su cui ha guirisdizione il comando dell'esercito operante.
Zona di primo sgombero. Tratto di territorio compreso fra le sezioni di sanità e gli ospedali di corpo d'armata inclusi. Zona di secondo sgombero. Tratto di territorio nell'ambito degli ospedali d'armata. A tergo di essa é la zona territoriale con gli stabilimenti sanitari locali. Zona di radunata Zona del teatro d'operazioni nella quale avviene la raccolta delle G.U. destinate ad operare. Zona territoriale. Zona retrostante a quella dell'esercito operante (escluse piazze forti marittime e zone militari marittime).
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Allegati
DOCUMENTO
ORDINAMENTO INTERNO DEL MINISTERO DELLA GUERRA E ATTRIBUZIONI DEI VARI ORGANI (1938)
(D.M. 25 Giugno 1938 - G.M. 1938, pp. 1511 - 1552)
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Ferruccio Botti
Numero delle divisioni
Numero delle sezioni
RAMI DI SERVIZIO, DIVISIONI, SEZIONI EDUffICI
Riporto ....... .....•••
Direzione Generdic Artiglieria.
Civili
Militari
Civili
Militari
8
5
24
15
Ufficio del direttore generaie ................................ Ufficio ispezioni amministrative ........................... Divisione I ....................... Divisione li ...................... Divisione amministrativa. Ufficio del ragioniere superiorc d'artiglieria ........
2 2
3
Ufficio del direttore generaie ................................ Ufficio ispe1ioni amministrative ...........................
Dire1ione Generaie del Gemo.
Direzione Generalc Servizi Logistici.
Direzione Generale di Sanil.à Militare
3
Divisione lavori ............... Ufficio progetti ................ Ufficio mantenimento del Ministero ....................... Divisione materiali .......... Divisione demanio militare Ufficio anuninistmtivo e di revisione della contabilità
I 3 2
Ufficio del direttore generaie ................................ Ufficio ispezioni amministrative ........................... Divisione sussistenze ....... Divisione vestiario ed equipctggiamt:11lu .................. Divisione casennaggio • combustibili - responsabilità amministrative - revisione delle conuibilità.. ....... Ufficio amministrativo trasporti ............................. Ufficio tecnico e di segrcteria presso la commissione centrale pei collaudi in appello ...........................
2
Ufficio del direttore generaie ................................ Ufficio ispezioni amministative .............................. Divisione I ....................... Divisione 11...................... Da riportare ..........
3 3
13
11
37
31
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Allegati
Numero delle divisioni
Numero delle sezioni
RAMI DI SERVIZIO. DMSIONI, SEZIONI EDUFrlCI
Riporto ................. Segue: Oirc1ione Gencrale di Sanità Militare
Direnone Generale ServiLi Amministralivi.
Civili
Militari
Civili
Militari
13
li
37
31
Divisione amministrativa. Ufficio revisione delle contabilità ........................... Ufficio del colonnello chimico fannacista .............. Ufficio del direttore generaie ................................ Ispettori centrali di LOna .. Ufficio ispezioni .............. Divisione assegni e indenmtà eventuali ................. Divisione amministra7ionc dei corpi ......................... Scrvi1io pensioni: a) Divisione pensioni ordinarie ....................... bi ~ivis.iont: pensioni ordmar,e ....................... Ufficio determinazioni siipc:udi·-····························
3 'l
3 2
Ufficio del direttore ......... Direzione del Ispettore del servizio ........ ServiL.io chi- Divisione 1....................... mico militare Divisione 11...................... Ufficio amministrativo ..... Laboratorio sperimentale .
4
3
Ufficio dell'ispellure generale ................................ Divisione I leva................ Ispettorato Ge- Divisione fl leva .............. nera le leva Divisiune sottufficiali ...... souufficiali Divisione truppa .............. e truppa. Ufficio disciplina ............. Ufficio stralcio stato civile e albo d'oro ....................
2
3 I 2
Ufficio del capo dell'ispeltorato ............................. Ufficio ispezioni arnministrative ........................... lspellorato del- Divisione I ....................... la Motorina- Divisione U...................... z1one Ufficio studi ed esperien1.e Ufficio amministrativo ..... Ufficio n::visiooe delle contabiJità ........................... /)a riportare .........
2 I
2 2 2
20
17
59
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Ferruccio Botti
Numero delle divisioni
Numero delle sezioni
RAMI DI SERVIZIO, DIVISIONl, SEZJONJ 1-----~------,1---------
ED UFFICI
Riporto .................
Civili
Militari
Civili
Militari
20
17
59
47
20
17
60
48
Ufficio del capo del servizio ................................ . Servizio ippico Ufficio ippico .................. e veterinario Ufficio amministrativo ..... Ufficio del corpo e del servizio veterinario ............ .
Ufficio centrale dei servizi contabili presso i comandi di corpo d'armata (1) ............... . Collegio medico legale (2) ......................... . Ragioneria centrale (3) ................................ TOTALI, .................. .
(l) Fa capo alla ragioneria centrale. (2) Dipende direuamente dal ministero della guerra (direzione generale di sanità militare) giusta l'an. 19 del regolamento approvato con R. decreto 15 apnle 1928, n. 1024. (3) Ufficio del ministero delle finanze alle intenden.re della ragioneria generale dello Stato.
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Allegati
TABELLA
B
1. GABINETTO DEL MINISTRO Affari generali e tecnico-militari specialmente riservati - questioni militari di carattere internazionale - Relazioni con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, anche dagli enti da essa dipendenti, e coi vari Ministeri - preparazione degli schemi di provvedimenti legislativi di iniziativa del Gabinetto e revisione di quelli predisposti dallo Stato maggiore, dalle direzioni generali ed uffici autonomi del Ministero nonché delle altre amministrazioni dello Stato - Relazioni col Parlamento. Presentazione di disegni di legge; commissioni parlamentari : interpellanze e interrogazioni - Emanazioni di decreti Reali e ministeriali che non rientrano nella specifica competenza delle singole direzioni generali ed uffici autonomi - Pubblicazione di leggi e decreti - inserzioni nella Gazzetta ufficiale, nel Giornale militare ufficiale, nel Bollettino ufficiale e nel Foglio d'ordini - Esame delle sentenze del tribunale supremo militare ai fini dell'eventuale denuncia alla Corte di cassazione del Regno.nell'interesse deUa legge - Questione di massima sulla·interpretazione cd applicazione delle disposizioni di legge vigenti,sulle decorazioni a valor militare e sulle distinzioni onorifiche di guerra - Disposizione esecutive di spettanza ministeriale riguardanti il bilancio - Concessione di mezzi e contributi vari dell'esercito ad enti estranei alle forze armate dello Stato - Rapporti con la stampa, revisione e riassunto dei giornali, comunicati - Richieste per l'ordine pubblico e disposizioni esecutive inerenti - Cerimonie civili e attività civili riguardanti iJ personale dell'esercito - Fatti accidentali - Vertenze cavalleresche Udienze del Ministro - Serviz.io delle Cifra - Movimento degli ufficiali dello stato maggiore, dei comandanti di corpo e capi di servizio. Coordinamento delle questioni relative al reclutamento, allo stato all'avanzamento, all'armamento e all'efficenza dell'esercito e dei corpi ausiliari - disposizioni esecutive di spettanza ministeriale riguardanti ordinamento, circoscrizione militare territoriale, difesa dello stato, richiami alle armi - Regolazione militare eccettuata quella di carattere addestrativo - Studi e norme sulla uniforme - Concessione di bandiere, di drappelle e di distintivi - Propaganda e spirito delle truppe - denominazione di reparti e caserme - Forza alle armi - Accasermamento. Onorificenze nazionali - Onorificenze e decorazioni estere - Cancelleria dell'ordine militare di Savoia e servizio delle pensioni relative (dirette e di reversibilità) - Medaglie e pensioni mauriziane. Stato, avanzamento, movimento e amministrazione degli uffici generali. Vigilanza sulla periodicità e tempestività delle ispezioni ordinarie e relazione in proposito a S.E. il Ministro - Trasmissione alla Corte dei conti delle relazioni sulle ispezioni predette.
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DIVISIONE DEGLI UFFICIALI IN CONGEDO, DELLA GIUSTIZIA MILITARE, DEI CORPI AUSILIARI E DEGLI INSEGNANTI DI EDUCAZIONE FISICA (2 sezioni)
Sezione J•. Personale (magistrati e cancellieri) del corpo ufficiali in congedo delle giustizia militare (ruoli ordinario, ausiliario e di riserva). Nomina, stato e avanzamento dei predetti ufficiali. Insegnanti di educazione fisica - Spese per materiali vari ed attrezzi inerenti all'educazione fisica - premi e medaglie per gare sportive. Sezione 2· Cappellani militari - Associazione italiana della Croce Rossa - Associazione dei cavalieri italiani del Sovrano militare Ordine di Malta Nomina, stato e avanzamento dei relativi personali.
2. DIREZIONE GENERALE DI ARTIGLIERIA Ufficio del direllore generale Personale ed ordine interno della direzione generale - Affari specialmente riservati comuni a più divi!>ioui od uffici e dei quali il direttore generale intenda riservare a sè la trattazione e rdalivo archivio - Collegamento col Gabinetto, col comando del corpo di Stato maggiore, con le direzioni generali ed uffici autonomi del Ministero e fra le divisioni ed uffici della direzione generale - Coordinamento di tutte le disposizioni legislative, esecutive e di massima di competenza della direzione generale - Pubblicazione delle istruzioni, dei regolamenti e delle disposizioni speciali per l'armamento e il munizionamento - Pratiche relative alle domande di privativa industriale che poi.i.uno inlt:n::ssare la difesa nazionale - Bilancio per il servizio di artiglieria ; assegnazione di fondi - Pratiche relative ai ragionieri, capotecnici e disegnatori d'artiglieria e proposte di destinazione e trasferimento dei personali stessi - Pratiche relative al personale militare operaio, artificiere,armaioli ecomunque addetto a cariche speciali pei servizi d'artiglieria - Esame e smistamento fra i vari uffici della direzione generale delle relazioni sulle ispezioni tecniche passate agli enti territoriali e alle unità d'artiglieria - Apertura e ripartizione del corriere in arrivo. Ufficio ispezioni amministrative. Ispezioni amministrative ordinarie e straordinarie agli enti territoriali di artiglieria (direzioni, sezioni,stab1limenti e centri esperienze d'artiglieria) alla scuola centrale di artiglieria e alla scuola di tiro d ' artiglieria - Proposte di provvedimenti conseguenziali a tutte le ispezioni amministrative compiute.
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DIVISIONE I (2 Sezioni). Sezione J•. Allestimento e distribuzione dei materiali di armamento, carreggio, buffetterie, elmetti, ecc. (escluse artiglierie ed il carreggio speciale per detta arma) - Distribuzione di materiali di armamento alle altre forze armate, alle sezioni di tiro a segno, ad enti governativi provinciali e municipali, ad enti privati - Costituzione e funzionamento delle officine reggimentali (incluse quelle di artiglieria) - Strumenti di precisione delle dotazioni dei vari comandi (esclusi quelli di artiglieria) - Servizio degli stabilimenti d'artiglieria per quanto concerne il materiale sopraindicato - Servizio dei capi sellai (parte tecnica) - esame dal punto di vista tecnico di tutti i contratti relativi ai materiali trattati dalla sezione. Sezione 2° Allestimento e distribuzione delle artiglierie, del carreggio speciale per le artiglierie (carri per munizioni, carrelli per traino meccanico, ecc.), degli accessori e materiali di caricamento in genere pertinenti alle artiglierie, degli strumenti di precisione , delle dotazioni dei comandi e delle unità di artiglieria - Servizio delle direzioni di artiglieria di corpo di armata e degli stabilimenti di artiglieria per quanto concerne il materiale sopraindicato - Officine e laboratori dei reparti di artiglieria - Esame dal punto di vista tecnico di tutti i contratti relativi ai materiali trattati daJla sezione.
DIVISIONE II (2 Sezioni) Sezione f u Allestimento e distribuzione del munizionamento per artiglieria e di tutti gli esplosivi e ed artifizi in genere - Distribuzione di munizionamento per artiglierie alle altre forze armate dello Stato - Costituzione e funzionamento dei depositi munizioni, laboratori di caricamento proietti, polverifici, proiettifici, spolettifici e centri esperienze - Esame dal punto di vista tecnico di tutti i contratti relativi al munizionamento trattato dalla sezione - servizio rallestramento. Sezione 2a Allestimento e distribuzione del munizionamento per armi portatili e dell'armamento della fanteria - Distribuzione del munizionamento per armi portatili alle altre forze armate dello Stato, alle sezioni di tiro a segno , ad enti governativi.municipali e provinciali e ad enti privati Costituzione e funzionamento dei cartuccifici e pirotecnici - Distribu-
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zione dei materiali residuati di guerra e dei cimeli - Museo nazionale di artiglieria di Torino e pratiche relative agli altri musei - Esami dal punto di vista tecnico di tutti i contratti relativi al munizionamento trattato dalla sezione.
DIVISIONE AMMINISTRATIVA. (3 sezioni).
Sezione J•. Contratti relativi ad approvvigionamenti, riparazioni, trasformazioni e ripristini dei materiali di armamento e munizionamento - Contratti per acquisti di materie prime e pei servizi generali delle direzioni e degli stabilimenti di artiglieria - Aperture di credito e liquidazione dei crediti dei fornitori - Acquisti e pagamenti all'estero di materiali pel servizio di artiglieria - Vendita di materiali del gruppo C - Contratti per assunzioni di speciali prestatori d'opera - Acquisti di materiali e minute spese - Premi agli ufficiali di servizio tecnico per le armi - Premi per invenzioni, lavori e studi recanti utile contributo ai servizi di artiglieria. Sezione 2•. Contenzioso amministrativo (condono multe, pareri e vertenze giudiziarie) - Contratti riguardanti il servizio riparazioni materiali del gruppo C (bardature e buffetterie) - Emissioni dei relativi mandati. Sezione J• Vigilanza sulla gestione dei materiali di artiglieria presso gli stabilimenti, direzioni, sezioni di artiglieria e presso i corpi del Regio esercito - Responsabilità amministrative per perdite di materiali - Autorizzazioni di scarico per diminuzioni o consumo di materiali per effeuo di naturale deperimento, calo ed altre cause naturali diverse, previo, ove occorra, parere degli organi tecnici competenti - Dichiarazioni fuori uso o fuori servizio di materiali, previo, ove occorra, parere degli organi tecnici competenti - Rendiconti del materiale e sistemazione amministrativa e inventariale del carico - Trattazione e sistemazione delle vertenze e delle liquidazioni del periodo bellico - Trattazione delle questioni del servizio già gestito dal' ex ufficio alienazione materiali residuati di guerra (A.M.R.G.) del Ministero delle comunicazioni - Pratiche e vertenze relative alla raccolta de materiali e al rastrellamento di munizioni nella zona di guerra. Ufficio del ragioniere superiore d'artiglieria. Direttive e disposizioni di massima ai comandi di artiglieria per la pronta ed efficace revisione delle contabilità in denaro ed in materia relativa ai capitoli speciali del' artiglieria - Revisione delle contabilità dei
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lavori - Ispezioni contabili dei lavori - Ispezioni contabili di tutti gli enti territoriali di artiglieria, di competenza del ragioniere superiore d' artiglieria.
3. DIREZIONE GENERALE DEL GENIO Ufficio del direttore Renerale. Personale ed ordine interno della direzione generale - Affari specialmente riservati, comuni a più divisioni od uffici o dei quali il direttore generale intenda riservare a se a trattazione e relativo archivio - Collegamento col Gabinetto, col comando del corpo di Stato maggiore, con le direzioni generali ed uffici autonomi del Ministero e fra le divisioni ed uffici della direzione generale. - Coordinamento di tutte le disposizioni legislative, esecutive e di ma-,sima competenza della direzione generale - Esame e smistamento fra i vari uffici della direzione generale delle relazioni sulle ispezioni tecniche passate agli enti territoriali e alle unità del genio - Pratiche relative al personale dei ragionieri, assistenti e capi tecnici del genio militare, e proposte di destinazioni e trasferimenti dei personale stessi - Apertura e riparti.t:ione del corriere in arrivo. Ufficio ispezioni amministrative. Ispezioni amministrative ordinarie e straordinarie agli enti territoriali del genio (uffici fortificazioni, uffici staccati e stabilimenti e centri di studio del genio) e alla scuola centrale del genio - Proposte di provvedimenti conseguenziali a tutte le ispezioni amministrative compiute.
DCVISIONE LAVORI. (3 Sezioni).
Sezione J•. Esame tecnico-amministrativo pei territori dei corpi d 'armata di Torino, Alessandria, Verona, Milano, Udine, Trieste di tutte le proposte e progetti riguardanti: nuove costruzioni per la sistemazione di comandi, scuole, accasermamento truppa, ricovero materiali.conservazione esplosivi,stabilimenti del commissariato, di sanità, di artiglieria, del genio e del servizio chimico, centro rifornimento quadrupedi - Ampliamento e grande trasformazione degli immobili di cui sopra; manutenzione e miglioramento degli immobili militari - Costruzione di reti ed impianti telegrafonici militari e linee elettriche per i I trasporto dell'energia - Esecuzione di nuovi impianti di riscaldamento, illuminazione , igienici, sanitari ed idrici - Provvidenze inerenti alla estinzione di incendi Provvidenze inerenti alla difesa aerea passiva.
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Sezione 2•. Trattazione per i territori dei corpi d'armata di Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli, della Sicilia e della Sardegna, delle pratiche indicate per la sezione - Registro degli appaltatori. Sezione J • Trattazione tecnico amministrativa di tutte le proposte e progetti riguardanti: lavori di difesa comprendenti quelli di fortificazione terrestre e costiera e quelli relativi alla difesa contraerea territoriale - Lavori di costruzione e manutenzione delle strade militari - Interruzioni stradali e ferroviarie - Lavoro per il rifornimento idrico interessante la difesa - Lavori ferroviari , di ampliamento di stazioni, soppressioni di passaggi a livello ecc. - Lavori di costruzione e manutenzione della rete telefonica di frontiera - Costruzione e manutenzione dei campi da tiro ordinari e ridotti - Costruzione e manutenzione dei cimiteri e monumenti di guerra - Servitù militari - Conservazione ed aggiornamento dei documenti relativi al demanio pubblico - Approvazione dei contratti per la fornitura di energia elettrica nei fabbricati militari. Ufficio progetti Compilazione dei progetti di massima per nuove costruzioni militari da eseguirsi, a cura del genio civile, o da altri enti non militari - Compilazione dei progetti di massima per edifici militari da eseguirsi a cura degli uffici fortificazioni - Revi~ione di alcuni progetti di particolare importanza e studio di eventuali modifiche - Esami di questioni tecniche riguardanti l'edilizia ed i progressi che in tale campo si realizzano - Riproduzione di disegni per gli uffici del Ministero. Ufficio del mantenimento del Ministero Manutenzione dei fabbricati sede dell'amministrazione centrale della guerra, nonché manutenzione ed esercizio degli impianti speciali esistenti nella sede medesima.
DIVISIONE MATERIALI (2 Sezioni)
Sezione J• Tecnica e manovra dei materiali; esame, proposte e decisioni riguardante l'acquisto, la ripartizione, la trasformazione e la manutenzione dei materiali - Organizzazione tecnica ed organica delle officine, laboratori, magazzini ecc. - Studi ed esperienze - Provviste ed appalti Pratiche amministrative derivanti da ordini e disposizioni relative all 'acquisto, organizzazione, distribuzione, manutenzione, vendite o cessioni di materiali, ecc. - Registro delle ditte fornitrici.
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Sezione 2· Distribuzione dei materiali del genio ai vari enti, corpi, uffici e magazzini - Situazioni delle dotazioni dei materiali presso le officine, i corpi, gli uffici e magazzini - Responsabilità amministrative per perdite di materiali - Autorizzazioni di scarico per diminuzioni o consumo di materiali per effetto di naturale deperimento, calo, od altre cause naturali diverse, previo, ove occorra, parere degli organi tecnici competenti - Dichiarazione fori uso o fuori servizio dei materiali , previo, ove occorra, parere degli organi tecnici competenti - Controllo amministrativo sulle esecuzione delle pratiche amministrative in genere provenienti da vari anti dipendenti - Contenzioso amministrativo - Assegni - Pratiche relative a danni di guerra - Personale militare operaio per i servizi del genio.
DIVISIONE DEMANIO MILITARE. (3 Sezioni) SPzinne /• Convenzioni coi comuni per accasermamento della truppa e sistemazione dei servizi - Permute.retrocessioni, dimissioni di immobili militari - Concessioni a tempo indeterminato su immobili militari - Questioni relative alla consistenza patrimoniale immobiliare dell'amministrazione militare - Inventario dei bem di demanio patnmoniale - Contenzioso relativo agli affari della sezione - Arbitramenti per le forniture del genio militare.
Sezione 2° Acquisti, espropriazioni di immobili per uso militare - Espropriazioni di diritti di privativa per i servizi del genio - Concessioni a tempo indeterminato su proprietà private a favore dell'amministrazione militate - Concessioni in uso all'amministrazione militare dt 1mmob1h demaniali - Servitù prediali a vantaggio di immobili militari - Espropriazioni ed acquisti di immobili per la costruzione di campi da tiro a segno nazionali - Espropriazioni ed acquisti di immobili per la costruzione di ossari e cimiteri demaniali, nonché cimiteri per militari (classificazione); difesa antiaerea del paese (espropri), rifugi alpini - Contenzioso relativo agli affari della sezione - Spese di liti per tutti i servizi dell'amministrazione militare. Sezione 3° Affitti (passivi) di immobili passivi per i servizi militari - Affitti (attivi) a privati di immobili in uso all'amministrazione militare - Alloggi demaniali - Somministrazione di acqua - Servitù temporanee di tiro - Nulla osta nei riguardi militari per opere in zone militarmente importanti - Sfascio di erbe a taglio di piante su terreni in uso all'amministrazione militare - Contenzioso relativo agli affari della sezione.
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UFFICIO AMMINISTRATIVO E DI REVISIONE DELLA CONTABILITÀ (2 Sezioni).
Sezione J• Ufficio del ragioniere geometra superiore - Direttive e disposizioni di massima ai comandi del genio per la pronta ed efficace revisione della contabilità in denaro e in materia relative ai capitoli speciali del genio, escluse le contabilità dei lavori e delle provviste - Ispezioni contabili a tutti gli enti territoriali e alle officine di competenza del ragioniere geometra superiore. Sezione 2• Previsione annuale delle spese e successive variazioni - Stomi di fondi - Registrazione degli assegni ad economia; registrazione dei decreti di approvazione dei contratti; situazione dei capitoli di bilancio - Revisione e corso dei mandati di pagamento - Emissione ordini di accreditamento - Servizio liquidazione danni - Ripartizione ed approvazione delle somme da concedere all'inizio dell'esercizio agli enti del genio; pratiche riguardanti la gestione degli assegni ed il servizio contabile in genere - Spurgo fogne - Pratiche amministative relative al servizio d'illuminazione.
4. DIREZIONE GENERALE DEI SERVIZI LOGISTICI Ufficio del direttore generale. Personale ed ordine interno della direzione generale -. Affari specialmente riservati, comuni a più divisioni od uffici o dei quali il direttore generale intenda riservare a se la trattazione e relativo archivio - Collegamento col Gabinetto, col Comando del Corpo di Staio Maggiore, 1.:on le direzioni generali ed uffici autonomi del Ministero e fra le divisioni ed uffici della direzione generale - Coordinamento di tutte le disposizioni di massima, legislative ed esecutive di competenza della direzione generale - Studi e progetti di mobilitazione - Esame e smistamenti fra i vari uffici della direzione generale delle relazioni sulle ispezioni tecniche passate alla direzioni, sezioni e stabilimenti di commissariato e alle compagnie di sussistenza - Apertura e ripartizione del corriere in arrivo. Ufficio ispezioni amministrative Ispezioni amministrative ordinarie e straordinarie alle direzioni, sezioni e stabilimenti del commissariato e alle compagnie di sussistenza - Proposte di provvedimenti conseguenziali a tutte le ispezioni amministrative compiute.
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DIVISIONE SUSSISTENZE (2 Sezioni)
Sezione J• Ordinamento dei serv1z1 di commissariato e loro funzionamento, per la parte riguardante l'alimentazione delle truppe e dei quadrupedi Studi ed esperimenti di intesa, per la parte tecnica, con l'ispettorato dei servizi di commissariato e, se del caso, con altri organi tecnici - Compilazione e modifiche, d'intesa con l'ispettorato dei servizi di commissariato, delle istruzioni e dei capitoli d'oneri relativi al servizio delle sussistenze - Organizzazione del servizio di forniture viveri e foraggi - acquisto e distribuzione delle derrate per le truppe territoriali - Dotazioni di mobilitazione - Acquisto e cessione di derrate per le colonie - Acquisto e distribuzione del foraggio per i quadrupedi dell'esercito Determinazione delle caratteristiche e dei requisiti delle derrate da acquistarsi, d ' intesa con gli organi tecnici competenti - Stabilimenti delle sussistenze - Impianto e costruzione di nuovi stabilimenti: loro funzionamento, lavoro occorrenti, acquisto di materie prime e macc hinari, d'intesa per la parte tecnica, con l'ispettorato dei servizi del commissariato - Cessione viveri - Vendita di sottoprodotti delle macinazione del grano - Propaganda agraria nell'esercito - Studi statistici sul servizio viveri.
Sezione 2" Trattazione di tutte le controversie relative al servizio delle sussistenze - Dichiarazioni di fuori uso o di fuori servizio dei materiali, previo, ove occorra, parere tecnico dell' ispettorato dei servizi di commissariato - Revisione ed approvazione dei contratti per acquisti e lavorazioni riguardanti i servizi delle sussistenze - Svincolo di cauzioni - Sequestri, pignoramenti e cessioni riguardanti i fornitori - Previsioni della spesa, ed amministrazione dei fondi di bilancio - Liquidazione dei contratti di fornitura - Emissione dei mandati di pagamento ai fornitori e di anticipazione ai corpi.
DIVISIONE VESTIARIO ED EQUIPAGGIAMENTO (2 Sezioni)
Sezione l" Ordinamento dei servizi di commissariato e loro funzionamento, per la parte riguardante il vestiario e l'equipaggiamento - Studi sul vestiario ed equipaggiamento della truppa e dei Reali carabinieri ed esperimenti,d'intesa per la parte tecnica, con l'ispettorato dei servizi del commissariato e, se del caso, con altri organi tecnici - Approvazione ed adozione dei nuovi campioni - Disposizioni regolamentari sul servizio
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del vestiario ed equipaggiamento della truppa, dei carabinieri Reali e degli allievi degli istituti militari - Determinazione delle consistenze e dei fabbisogni dei materiali di corredo, equipaggiamento, servizio generale e cucina - Situazioni periodiche dei materiali - Assegnazione ai corpi - Dotazione di mobilitazione - Cessione ad altre amministrazioni dello Stato, fra i corpi ed ai privati - Dichiarazioni di fuori uso e fuori servizio dei materiali, previo, ove occorre, parere tecnico dell'ispettorato dei servizi del commissariato - Parte amministrativa relativa al servizio dell'opificio vestiario ed equipaggiamento ed ai magazzini centrali militari vestiario ed equipaggiamento, che hanno diretta dipendenza tecnica dall'ispettorato dei servizi di commissariato - Determinazione delle caratteristiche e dei requisiti dei materiali da acquistare d'intesa con gli organi tecnici competenti
Sezione 2• Acquisti di materiali di vestiario ed equipaggiamento - Compilazioni e varianti, d'intesa con l'ispettorato dei servizi di commissariato, dei capitolati d'oneri generali e speciali - Approvazione ed esecuzione dei contratti - Vertenze - Rapporti con la commissione pei collaudi in appello e con la commissione acquisti fra le forze armate dello Stato - Previsione della spesa ed amministrazione dei fondi di bilancio - Liquidazione dei fondi di bilancio - Liquidazione dei contratti di fornitura - Emissione dei mandati di pagamento ai fornitori e di anticipazione ai corpi - Alienazione dei materiali fuori uso. DIVISIONE CASERMAGGIO - COMBUSTIBILI RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVE REVISIONE DELLA CONTABILITÀ. (2 Sezioni ed l ufficio)
Sezione J• Amministrazione del materiale del casermaggio - Determinazione del fabbisogno, approvazione ed esecuzione dei contratti relativi ed acquisti dei materiali di casermaggio - Ripartizione dei materiali fra i corpi di armata territoriali - Disposizioni generali sul servizio delle riparazioni e rifacimento degli effetti letterecci e del bucato - Disposizioni generali sul servizio dei combustibili per la cottura del rancio, il riscaldamento bagni, il, riscaldamento degli uffici, ecc .. - Previsione della spesa ed amministrazione dei fondi di bilancio - Liquidazione dei contratti di fornitura - Emissione dei mandati di pagamento ai fornitori e di anticipazione ai corpi - Amministrazione dei mobili d'ufficio - Acquisti dei materiali di casermaggio per le truppe metropolitane e coloniali e per le altre forze armate - Leggi, regolamenti ed istruzioni sul servizio del casermaggio e degli alloggi dovuti dai comuni ad ufficiali e truppe di passaggio - Controversie dipendenti da danni alle cose mobili da parte
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delle truppe durante l'occupazione dei locali - Dichiarazioni fuori uso o fuori servizio dei materiali, previo, ove occorra, parere tecnico dell'ispettorato dei servizi di commissariato.
Sezione 2· Revisione delle contabilità relative ai capitoli dell'istituto delle rate dei servizi di commissariato militare - Autorizzazione di scarico per diminuzione o consumo di materiali e derrate per effetto di naturale deperimento, calo od altre cause naturali diverse, previo, ove occorra, parere tecnico dell'ispettorato dei servizi di commissariato - Servizio capi sarti e capi calzolai - Liquidazione pendenze gestione bellica pellami. Ufficio revisione della contabilità. Revisione della contabilità relative ai capitoli di istituto delle direzioni, sezioni e stabilimenti di commissariato, esclusa, cioé, la parte comune a tutti i corpi, spettanti agli uffici di contabilità e revisione competenti. Ufficio amministrativo trasporti Regolamenti, istruzioni e convenzioni pel servizio dei trasporti militari sulle ferrovie, tramvie e linee automobilistiche, sul mare e sui laghi, sulle linee aeree - Questioni amministrative riguardanti i predetti trasporti di persone e di cose pertinenti all'esercito; irregolarità, addebiti, reclami - Controllo sul bilancio e sull'uso dèi dot:urnènti di viaggio e di trasporto - Trasporto di materiali su via ordinaria nei presidi del Regno; contratti con le imprese trasporti e di presidio e per imbarchi, sbarchi - Vertenze - Noleggio di navi - Trattazioni relative al servizio postale, telegrafico, telefonico - Pagamenti -Raccolta di dati statistici. Ufficio tecnico e di segreteria presso la commissione centrale pei collaudi in appello. Relazioni d'analisi èd assistèuL.a tècnica alla Co111mbsione centrale sui ricorsi dei rifornitori per il rifiuto di merci - Studi, pareri e pratiche varie di carattere tecnico, che interessino il Ministero della guerra e gli altri Ministeri deJle forze annate dello Stato - Conservazione del campionario dei vari oggetti di vestiario ed equipaggiamento militare Gestione e resoconto delle anticipazioni del denaro occorrente per il funzionamento dell'ufficio e della Commissione.
5. DIREZIONE GENERALE DI SANITÀ MILITARE Ufficio del direttore generale Personale ed ordine interno della direzione generale affari specialmente riservati, comuni a più divisioni od uffici o dei quali il direttore generale intenda riservare a sé la trattazione e relativo archivio - Collegamento col Gabinetto, col comando del Corpo di S.M. con le direzioni
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generali ed uffici autonomi del Ministero e fra le divisioni ed uffici della direzione generale - Coordinamento di tutte le disposizioni legislative, esecutive e di massima di competenza della direzione generale - Esame e smjstamento fra i vari uffici della direzione generale delle relazioni sulle ispezioni tecni~he passate agli ospedali, stabilimenti e magazzini militari di materiale sanitario, all'istituto chimico farmaceutico militare e alle compagnie della sanità - Apertura e ripartizione del corriere in arrivo.
Ufficio ispezioni amministrative rspezioni amministrative ordinarie e straordinarie agli ospedali, stabilimenti e magazzini militari di materiale sanitario, ali 'istituto chimico farmaceutico militare e alle compagnie di sanità - Proposte di provvedimenti conseguenziali a tutte le ispezioni amministrative compiute.
DIVISIONE I (3 Sezioni)
Sezione J• Ordinamento del servizio sanitario in guerra e studi relativi alla mobilitazione - Assegnazione degli ufficiali in caso di mobilitazione; mobilitazione degli stabilimenti sanitari - Associazioni di soccorso Sezione 2· Personale medico e farmaceutico in attività di servizio e in congedo - Personale fuori quadro, in servizio presso altre amministrazione dello Stato - Proposte di movimento del personale - Norme tecniche per il reclutamento e l'avanzamento del personale sanitario; esami di avanzamento - istruzione tecnica del personale sanitario - Scuola di applicazione di samtà militare. Sezione 3· Igiene e profilassi - Disposizione di massima per l'igiene generale della truppa - Igiene del soldato (alimentazione, vestiario ed equipaggiamento, caserme) - Organizzazione e funzionamento del servizio profilattico - Vaccinazioni - Bollettino delle malattie infettive. Redazione del giornale di medicina militare - Laboratori scientifici di medicina e di chimica bromatologica - Camera di medicazione e servizio di pronto soccorso per il personale del Ministero.
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DIVISIONE Il (3 Sezioni)
Sezione 1° Pratiche riguardanti l'assistenza sanitaria ed i servizi tecnici presso i corpi ed i vari stabilimenti militari - Cure balneo-termali e colonie marine.
Sezione 2° Norme tecniche circa gli accertamenti sanitari - Elenco delle infermità esimenti dal servizio militare - Pareri medico-legali in materia di leva in patria e all'estero - Revisione tecnica e questioni relative alle rassegne - Pareri sulle gratificazioni ai militari riformati - Richieste di visite mediche - Commissioni mediche ospedaliere di la e 2a istanza - Relazioni d'indole tecnica col collegio medico legale - Rapporti d'indole tecnica col Ministero delle finanze (Direzione generale delle pensioni di guerra).
Sezione 3' Statistica sanitaria - Relazioni medico-statistiche sulle condizioni sanitarie del Regio esercito Antropometria - Dati e ricerche sui gruppi sanguigni - Rapporti coli 'istituto centrale di statistica del Regno.
DIVISIONE AMMINISTRATIVA. (2 Sezioni).
Sezione i' Studio, allestimento, trasformazione, assegnazione e ripianamento del materiale sanitario e veterinario di mobilitazione (dotazioni individuali, dotazioni collettive, unità di campo) - Allestimento e rifornimento del materiale occorrente agli stabilimenti sanitari territoriali e alle infermerie di corpo - Situazioni periodiche del materiale sanitario di mobilitazione e d'uso territoriale. Sezione 2· Gestione dei fondi pel servizio sanitario militare - Gestione amministrativa degli stabilimenti sanitari militari e dell'istituto chimico farmaceutico militare - Rette di ricovero negli stabilimenti sanitari militari - Tariffe per cure ambulatorie, esami e ricerche cliniche e cessioni di medicinali- Spese di assistenza sanitaria, igiene e profilassi presso i corpi (compresi i CC. RR.) - Procedimenti di appalto e relativi contratti Anticipazioni e pagamenti - Questioni relative ai contratti con gli ospedali civili e coi medici civili dei distaccamenti - Suore negli stabilimenti sanitari militari - Cessioni dei materiali, sanitari ed altre amministrazioni
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ed ai privati - Ricupero dell'importo delle rette ospedaliere e dei materiali ceduti ad altre amministrazioni ed ai privati - Responsabilità amministrative per perdite dei materiali - Autorizzazioni di scarico perdiminuzioni o consumi di materiali per effetto di naturale deperimento, calo od altre cause naturali diverse - Dichiarazioni di fuori uso o fuori servizio dei materiali - Contenzioso.
Ufficio revisione delle contabilità. Revisione della contabilità in contanti ed in materie relative ai capitoli d ' istituto degli ospedali, degli stabilimenti e dei magazzini militari di materiale sanitario e dell'istituto chimico fannaceutico militare (esclusa, cioé, la parte comune a tutti i corpi, spettante agli uffici di contabilità e revisione competenti). Ufficio del colonnello chimico farmacista. Studi e proposte sul servizio chimico farmaceutico - Ispezioni tecniche nell'istituto chimico farmaceutico militare e nelle farmacie militari.
6. DIREZIONE GENERALE DEI SERVIZI AMMINISTRATIVI Ufficio del direttore generale. Personale ed ordine interno della direzione generale - Aflan specialmente riservati, urgenti o comuni a più divisioni o uffici o dei quali il direttore generale intenda riservare a sé la trattazione, e relativo archivio - Collegamento col Gabinetto, col Comando del Corpo di S.M., con le direzioni generali ed uffici autonomi del Ministero e fra le divisioni e uffici della direzione generale - Compilazione di proposte di legge e di regolamento - Coordinamento di tutte le disposizioni legislative, esecutive e di massima di competenza della direzione generale - Apertura c 11pa1 Li.t.ioue del corriere in arrivo. Ispettori centrali di zona Ispe.t.ioni amministrative previste dall'art. 4 del R . decreto-legge 28 Settembre 1934, N.1635. Ufficio ispezioni. Vigilanza e controllo (zone d'ispezioni economico amministrative) sui servizi di amministrazione centrale per tutti i corpi, istituti e stabilimenti del Regio esercito, eccettuati i servizi tecnici e speciali d' artiglieria, del genio, automobilistici, di commissariato, di sanità, chimico e ippico e le scuole militari facenti capo alle rispettive direzioni generali od uffici autonomi e gli enti speciali di cui appresso - Indirizzo e coordinamento delle attività e dei compiti degli ispettori amministrativi di zona - Ispezioni tecnico-militari per i corpi sovraindicati - Ispezioni amministrative ad enti speciali (istituto geografico militare - reparti di
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correzione e stabilimenti militari di pena - ufficio personali militari vari), di competenza del direttore generale o di chi per esso - Esame delle relazione concernente le ispezioni amministrative e tecnico-militare ordinarie e straordinarie di competenza della direzione generale e provvedimenti conseguenziali.
DIVISIONE ASSEGNI E INDENNITÀ EVENTUALI. (3 Sezioni).
Sezione / Stipendi ed assegni fissi degli ufficiali in s.p.e., in congedo e posizioni speciali - Stipendi ed assegni fissi dei marescialli, paghe ed assegni fissi dei sergenti maggiori e dei sergenti, compresi i richiamati dal congedo - Assegni dei militari di truppa - Competenze di congedamento ancora dovute egli ufficiali,sottufficiali e militari di truppa - Soprassoldo di medaglia al valore e cessione di esso per assicurazioni sulla vita - Rimborso di somme ritenute sugli assegni agli ufficiali, sottufficiali e truppa - Addebiti agli ufficiali e marescialli, e recupero di assegni erroneamente corrisposti - Assegni alimentari - Cessioni, sequestri e pignoramenti di stipendio. 0
Sezione 2· Indennità per servizi isolati e collettivi (soggiorno, marcia e accantonamento) - Indennità e soprassoldi per servizi e posizioni speciali - Indennità e rimborso spese di trasporto per servizi isolati, compiuti nell'ambito delle piccole distanze (servizi di presidio) - Indennità di P.S. - Indennità di tramutamento - Esame e definizione di proposte relative ad istituzione o modificazioni di indennità e soprassoldi - Concessione di soccorsi alle famiglie bisognose dei militari richiamati Trattamento economico degli inscritti di leva (mezzi di viaggio ed indennità di soggiorno). Sezione J• Indennità aggiunta di famiglia - Indennità di alloggio - Indennità per truppe in campagna - Indennità ai militari di truppa in licenza - Indennità di volo ed indennizzo privilegiato aeronautiche - Indennità per servizi all'estero, nelle colonie, nelle isole italiane dell'Egeo - Indennità autovettura agli ufficiali e questioni amministrative inerenti - Razioni foraggio - Indennità cavalli - Indennità per perdita cavalli di servizio degli ufficiali - Rimborso di somme reintegrabili al bilancio ed al fondo scorta, per anticipazioni agli ufficiali e sottoufficiali nelle more della liquidazione della pensione- Debiti lasciati per qualsiasi titolo da ufficiali, da sottoufficiali e militari di truppa con o senza diritto a pensione - Debiti verso l'Unione Militare di ufficiali cessati dal servizio - Studi ed accertamenti statistici per il controllo delle spese variabili.
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Ferruccio Botti
DIVISIONE AMMINISTRAZIONE DEI CORPI. (4 Sezioni)
Sezione J• Organizzazione amministrativa di tutti gli enti militari dell 'esercito e contabilità dei corpi - Esame dal lato amministrativo di leggi e di regolamenti preparati da tutti gli altri uffici del Ministero - Assegnazione dei fondi per la mobilitazione - Dotazioni di cancelleria di mobilitazione - Ripartizione fra gli enti militari della somma assegnata per costituire il fondo scorta - Mandati di anticipazione - Spese generali dei corpi (igiene, educazione, istruzione della truppa, pulizia delle caserme ,stampati) - Compilazione dei decreti e dei mandati di pagamento sui capitoli amministrativi della divisione - Revisione ed assegnazione ai corpi degli stampati per i servizi ordinari e di mobilitazione - Circoli ufficiali e spacci cooperativi - Titoli di credito smarriti - Rapporti coi comuni per le spese di viaggio delle reclute e dei richiamati fino ai distretti ed ai corpi - Mantenimento dei detenuti dell 'amministrazione militare e di altre amministrazioni dello Stato - Rapporto dei corpi con l'Unione Militare - Scarico materiali biblioteche di presidio - Vendita rifiuti del rancio - Eliminazione del carteggio fuori uso - Regolamento dei rapporti finanziari con le associazioni sanitario di soccorso - Successioni militari morti in servizio e dei militari morti in guerra o dispersi - Tipugrnfit: pn:sso i vari enli del Regio eserl:ilu e loro funzionamento - Contratti deIJ'istituto geografico militare e degli stabilimenti militari di pena - Pagamenti all' estero per titoli diversi dell'Istituto geografico militare - Esame delle spese sostenute da altre amministrazioni per conto di quella militare e rimborsi relativi. Sezione 2· Spese d'ufficio e spese riservate, gravanti sui capitoli "spese generali dei corpi" e "spese generali dei CC.RR." - Premi di operosità e rendimento e remunerazioni per servizi speciali - Revisione delle parcelle riguardanti l'indennità di missione al personale civile dell'amministrazione centrale - Mandati di anticipazione agli uffici di revisione e contabilità sui vari capitoli di bilancio e mandati di recupero. Sezione 3· Responsabilità civile dell'amministrazione per infortuni sofferti da privati per investimenti, scoppio di proiettili, rovine di edifici, ecc. - Rimborsi di spese giudiziarie a funzionari sottoposti a procedimenti penali in dipendenza alle funzioni loro affidate - Perdita di fondi in denaro e relative responsabilità amministrative. Sezione 4· Revisione della contabilità in contanti e in materia della direzione generale; istituto geografico militare, ufficio d'amministrazione di per-
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Allegati
sonali militari vari, reparti di correzione e stabilimenti militari di pena (esclusa, per l'istituto geografico militare e per i reparti di correzione e stabilimenti militari di pena, la parte comune a tutti i corpi spettante agli uffici di contabilità e revisione competenti).
SERVIZIO PENSIONI a) Divisione pensioni ordinarie. (3 Sezioni)
Sezione J• Provvedimenti di collocamento in ausiliaria degli ufficiali delle varie anni e corpi e conseguente liquidazione delle pensioni ordinarie dirette dovuti ai medesimi all'atto del collocamento a riposo - Provvedimenti di cessazione definitiva dal servizio, riguardanti gli ufficiali, compresi quelli in congedo provvisorio e quelli che ottennero un'assegnazione di pensioni di guerra, e conseguente liquidazione definitiva delle pensioni ordinarie dirette loro dovute - Liquidazione definitiva delle pensioni ordinarie indirette o di reversibilità dovute alle vedove o agli orfani minorenni degli ufficiali anzidetti deceduti in attività di servizio o nella posizione ausiliaria o in quella di riposo - Liquidazione e consecutivi provvedimenti di pagamento delle indennità una volta tanto in luogo di pensione, dovute agli ufficiali o alle loro famiglie superstiti - Liquidazione di assegni o di pensioni ridotti agli uffici rimossi dal grado o destituiti senza perdite del diritto a trattamento di quiescenza. Sezione 2" Provvedimenti di cessazione definitiva dal servizio riguardanti gli impiegati civili, i sottufficiali, compresi quelli che ottengono una assegnazione di pensione di guerra, e il personale salariato, e conseguente liquidaLione definitiva delle pensioni ordinarie di.rette loro dovute Liquidazione definitiva delle pensioni ordinarie indirette o di reversibilità dovute alle vedove e agli orfani minorenni dei detti personali deceduti in attività di servizio o nella posizione di riposo - Liquidazione e consecutivi provvedimenti di pagamento delle indennità una volta tanto in luogo di pensione, spettanti ai personali medesimi o alle loro famiglie superstiti - Liquidazione di assegni o di pensioni ridotte agli impiegati civili revocati o destituiti senza perdita del diritto a trattamento di quiescenza ai suttoufficiali retrocessi ed ai salariati espulsi - Liquidazione di pensioni dirette o di reversibilità dovute al personale di qualsiasi categoria dell'amministrazione militare del cessato regime austroungarico od al1e loro famiglie superstiti. Sezione 3• Provvedimenti di riscatto, ai fini di pensione, di servizi straordinari resi dagli ufficiali, impiegati civili, sottoufficiali o personale salariato
Ferruccio Botti
860
- Provvedimenti di cessazione dal servizio degli appuntati dei CC. RR. e liquidazione definitiva delle pensioni ordinarie dirette loro dovute - Liquidazione definitiva delle pensioni ordinarie indirette o di reversibilità dovute alle vedove e agli orfani minorenni degli anzidetti appuntati, tanto se deceduti in attività di servizio, quanto se deceduti nella posizione di riposo - Congedamento degli ufficiali di complemento, dei sottoufficiali non di carriera, dei militari di truppa invalidi, in dipendenza dalla liquidazione di una pensione di guerra e loro sistemazione amministrativa - Liquidazione dell'indennità di buona uscita spettanti agli impiegati, ufficiali e sottufficiali ed alle loro famiglie superstiti carico dell'opera di previdenza dei personali civili e militari dello Stato Istruttoria delle domande per il rimborso delle quote versate a favore del fondo di garanzia per cessione di quinto dello stipendio.
b) Divisione pensioni privilegiate ordinarie. (2 Sezioni) Sezione J• Esame delle domande intese ad ottenere il riconoscimento delle dipendenza da causa di servizio di infermità, lesioni o decessi ai fini di pensioni privilegiate ordinarie - istruttoria delle domande anzidette, accertamenti medico-legali ed esame delle risultanze degli accertamenti stessi - Questione di massima, studi ed esami di provvedimenti m materia di pensioni privilegiate ordinarie - Provvedimenti di congedamento dei militari di truppa, temporaneamente permanentemente inabili al servizio militare per infermità riconosciute dipendenti da cause di servizio; Sezione 2° Liquidazione definitiva delle pensioni privilegiate ordinarie e di reversibilità riguardanti gli ufficiali e gli impiegati civili - Liquidazione e provvedimenti di pagamento di assegni di decime categoria a favore di ufficiali di completamento, di sottoufficiali non di carriera e di militari di truppa - Liquidazione definitiva delle pensioni privilegiate ordinarie dirette e di reversibilità riguardanti i sottufficiali, i militari di truppa e il personale salariato.
Ufficio determinazione stipendi. Determinazione stipendi dovuti agli ufficiali del Regio esercito in servizio ed in congedo - Determinazione degli stipendi dovuti ai cappellani militari - Determinazione degli stipendi dovuti ai commissari di leva provenienti dagli ufficiali del R. esercito - Determinazione del trattamento economico dovuto ai primi capitani con 17 anni di servizio da ufficiale - Compilazione dei decreti da sottoporsi alla registrazione della Corte dei conti e pubblicazione di essi sul bollettino ufficiale.
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Allegati
7. DIREZIONE DEL SERVIZIO CHIMICO MILITARE (1) Ufficio del direttore. Ispettorato del servizio (2)
DIVISIONE I (4 Sezioni) DIVISIONE II (3 Sezioni) Ufficio amministrativo (3). Laboratorio sperimentale.
(I) Le attribuzioni degli uffici della direzione del servizio chimico militare saranno slabilitc in primo lempo e successivamente modificate in relazione allo sviluppo che assumerà il serviz.io stesso. (2) L'ispettore del servizio oltre ad avere le funzioni di vice direttore avrà anche le funzioni ispettive tecniche sugli enti periferici del servizio stesso. (3) 11 capo dell'ufficio amministrativo av,à am.:;lu: funzioni ispettive sugli enci periferici per la parte amministrativa e contabile.
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Ferruccio Botti
8. ISPETTORATO DELLA MOTORIZZAZIONE Ufficio del capo ispettorato. Personale ed ordine interno dell'ispettorato· Affari specialmente riservati, comuni a più divisioni od uffici, o dei quali il capo dell'ispettorato intenda riservare a se la trattazione e relativo archivio. Collegamento col gabinetto, col comando del corpo di S.M. con le direzioni generali ed uffici autonomi del Ministero e fra le divisioni ed uffici dell'ispettorato - Coordinamento di tutte le disposizioni legislative, esecutive, e di massima di competenza dell'ispettorato - Proposte relative a movimenti degli ufficiali del servizio tecnico automobilistico e questioni inerenti alle loro mansioni - Servizio delle autovetture ministeriali - Esame e smistamento fra i vari uffici dell'ispettorato delle relazioni sule ispezioni tecniche passate ai centri, agli stabilimenti e alle unità automobilistiche e di carri armati - Apertura e ripartizione del corriere in arrivo. Ufficio ispezioni amministrative Ispezioni amministrative ordinarie e straordinarie ai centri e agli stabilimenti automobilistici ed alle unità dei carri armati - Proposte di provvedimenti conseguenziali a tutte le ispezioni amministrative compiute.
DIVISIONE I (2 Sezioni)
Sezione J• Manutenzione, ricovero, ripartizione e alienazione del materiale automotociclo - Cessioni, assegnazioni, movimenti e statistica del materiale automotociclo in servizio - Distribuzione del materiale didattico - studi cd impianti officine varie e pratiche riguardanti la distribuzione e sostituzione dei macchinari relativi - pratiche relative alla mobilitazione di lutto il materiale automotociclo in servizio e di riserva e delle officine reggimentali varie - Sorveglianza tecnico-amministrativa sugli stabilimenti del servizio automobilistico ed officine reggimentali varie - Controllo statistico tecnico sull'impiego del materiale automotociclo (esclusi carburante e lubrificanti) - Magazzini, depositi di materiale, dotazioni varie di pace e di mobilitazione - Controllo sui costi delle lavorazioni militari interessanti il materiale automotociclo in relazione a quelli correnti ncll 'industria privata. Sezione 2• Commesse di materiale automotociclo, di parti di ricambio, di gomme, di materiale di consumo (esclusi carburanti, lubrificanti e fustame), di materiale in genere - Direttive tecniche per gli acquisti.
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Allegali
DIVJSIONE JJ (2 Sezioni)
Sezione /• Questioni tecniche riguardanti le definizione dei nuovi materiali automobilistici da distribuirsi agli enti meccanizzati e motorizzati del R. esercito - Acquisto di nuovo materiali da esperimentare - Esperienze presso i centri automobilistici ed enti vari dei materiali automotocicli prima della loro adozione - Carburanti, lubrificanti e fustame; commesse, controllo dei consumi; trattazione delle varie questioni tecniche relative - Impianti di sicurezza e deposito carburanti e lubrificanti. Sezione 2• Proposte di assegnazione ai centri automobilistici degli ufficiali e dei sottufficiali delle varie armi e specialità - trasferimenti dei militari di truppa appartenenti ai centri suddetti - Personale militare operaio automobilistico - istruzione del personale automobilistico ed operaio sia dei centri automobilistici che degli altri corpi - Corsi.esercitazioni, gare automobilistiche - certificati di idoneità a condurre autoveicoli in servizio militare - visita, precettazione e requisizione degli autoveicoli; statistica relativa - Agevolazioni fiscali - Regolamentazione riguardante il servizio ed il materiale automobilistico - Notiziario automobilistico. Ufficio studi ed esperienze. Questioni riguardanti lo sviluppo tecnico dell'industria automobilistica in Italia ed all'estero - Controllo ed elaborazione dei dati tecnici relativi al materiale automobilistico in genere - Esame e prove sperimentali degli apparecchi di nuova ideazione e dei nuovi carburanti e lubrificanti presentati dalle ditte, in relazione al loro impiego sugli autoveicoli militari - Esame dei progetti di autoveicoli di nuovo tipo offerti dalle ditte studio delle caratteristiche dei materiali automobilistici in vista di una eventuale loro adozione - Esperienze relative agli autoveicoli di nuova costruzione che interessano l'amministrazione militare e controllo delJe prestazioni - Studio delle caratteristiche tecniche per materie di consumo e materiali vari occorrenti per i rifornimenti degli enti automobilistici - Esame delle nuove domande di privative industriali che hanno relazione con l'automobilismo militare.
UFFICIO AMMINISTRATIVO (2 Sezioni)
Sezione /• Gestione amministrativa dei contratti per approvvigionamenti, riparazioni e trasformazioni del materiale automotociclo, di parti di ricambi
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Ferruccio Botti
di gomme, di materiale di consumo - Acquisti di minute spese e ad economia - Vendite di materiali interessanti il servizio automobilistico - Contenzioso amministrativo - gestione dei capitoli di bilancio interessanti il capitolo automobilistico - Anticipazioni dei fondi - Mandati di pagamenti e di saldo;
Sezione 2• Gestione amministrativa del materiale automobilistico e regolamenti che la riguardano - Premi agli ufficiali del servizio tecnico automobilistico - Premi per le invenzioni, lavori e studi recante utile contributo al servizio automobilistico - Responsabilità amministrative per perdite di materiali - Autorizzazioni di scarico per diminuzioni o consumo di materiali per effetto di naturale deperimento, calo od altre cause naturali diverse - Dichiarazioni fuori uso o fuori servizio di materiali. Ufficio della revisione delle contabilità Controllo ed esame di tutti i rendiconti a danaro che vengono resi dagli enti automobilistici riguardo alle spese eseguite sopra gli speciali capitoli del servizio automobilistico - Controllo ed esame dei rendiconti a danaro che inviano tutti i corpi dell'esercito relativamente alle spese eseguite sui capitoli speciali sopranominati - Controllo ed esame di tutti i conti giudiziali che rendono gli enti relativamente el materiale del gruppo C (automobilistico).
9. SERVIZIO IPPICO E VETERINARIO
Ufficio del capo del servizio. Personale ed ordine interno del servizio - Affari specialmente ri:.ervati, comuni a più uffici, o dei quali il capo del servizio intende ri servare a se la trattazione e relativo archivio - Collegamento col Gabinetto, col comando del Corpo di S.M., con le direzioni generali e gli uffici del servizio - Coordinamento di tutte le disposizioni legislative, esecutive e di massima competenza del servizio - Esame e smistamento fra i vari uffici del servizio delle relazioni sulle ispezioni tecniche passate ai centri di rifornimento quadrupedi del capo del servizio - Apertura e ripartizione del corriere in arrivo. Ufficio ippico Personale militare dei centri rifornimento quadrupedi - Provvedimenti tecnici per l'incremento della produzione dei quadrupedi per l 'Esercito, concretati con l'ufficio del capo del servizio veterinario - Questioni e provvedimenti tecnici relativi all'allevamento dei quadrupedi dei centri - Disposizioni relative all'addestramento dei cavalli giovani Acquisti straordinari dei quadrupedi in paese e all'estero - Provvedimenti
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Allegati
e studi relativi alle operazioni di rivista o precettazione quadrupedi - Pratiche riservate - Razze di Persano e Lipizza Rifornimento e tra.,fcrimento di quadrupedi - Atti relativi alle riforme dei quadrupedi dei corpi - Distribuzione a fida delle cavalle idonee alla produzione - Mostre equine e zootecniche - Ispezioni alle fattrici date in fida per la produzione - Corsi di maniscalcia - Impiego e movimento dei maniscalchi.
UFFICIO AMMINISTRA Tl YO. (2 Sezioni)
Sezione/• Amministrazione dei centri di rifornimento quadrupedi - Bilancio cavai! i: inscrizioni, distribuzioni, cessioni tra ufficiali, restituzioni e cessioni all'amministrazione, anticipazioni, compensi ai maniscalchi Cessioni ùi cavalli interi per la riproduzione e cessione di cavalle fattrici - contabilità generale, movimento di fondi - Contratti - Indennità per prima provvista , bardatura e perdita cavalli - Ispezioni amministrative ordinarie e straordinarie ai centri rifornimento quadrupedi e provvedimenti conseguenziali a tutte le ispe;;ioni amministrative compiute - matricola dei quadrupedi e <;latistica - Premi alle mostre equine e zootecniche e premi di incoraggiamento - Rimonte e produzione del cavallo militare - Questioni e provvedimemi amministrativi relativi - VerLcnl'.e amministrative e giudiziarie - responsabilità amministrative per perdite di materiali - Autorizzazioni di scarico per diminuzioni o consumo di materiali per effetto di naturale deperimento, calo od altre cause naturali diverse - Dichiarazione di fuori uso o servi;;io di materiali.
Sezione 2· Revisione della contabilità dei centri rifornimenti quadrupedi - Rcv i:-.wuc Jella cu11labil1Là delle cu111111issiu11i militari di rimonLa.
Uffirio del capo del corpo e del sen•i::io 1•eterinario. Proposte per gli esami di concorso e di avanzamento, per J'assegnat.ionc e il trasferimento degli ufficiali veterinari - convenzioni con i veterinari civili - Pareri sulla mobilitazione del corpo veterinario militare - Consulen;;a circa i provvedimenti atti a dare incremento aUa produzione del cavallo e del mulo per l'esercito - Consulenza sul funzionamento wotecnico degli stabilimenti ippici militari - igiene - profilas:.i - pareri e studi sull'alimentazione dei Quadrupedi; controllo sulle sostanze alimentari a 4ueste destinate e su quello di origine animale per la truppa (d'intesa con l'ispettorato dei servizi di commissariato) - Studi e provvedimenti per la conservazione cd il miglioramento dei quadrupedi di truppa - Ispe;;ioni igienico-sanitarie ai quadrupedi del R. esercito, ai loro ricoveri, elle infermerie cd agli altri stabilimenti veterinari - Controllo tecnico sull'esito delle rimonte - Statistica sanitaria -
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Ferruccio Botti
Polizia e giurisprudenza veterinaria - Requisiti, impiego e ripartizione del materiale di veterinaria e di maniscalcia - Pareri sulla capacità tecnica dei maniscalchi da assegnare ai corpi; controllo studi e norme sulla ferratura - Presidenza esami allievi ufficiali veterinari e allievi maniscalchi - Sovraintendenza sui lavori e sul funzionamento dei laboratori veterinari militari - Consulenza tecnico-legale circa le cause di perdita dei quadrupedi (ufficiali e truppa).
IO. UFFICIO CENTRALE DEI SERVIZI CONTABILI PRESSO I COMANDI DI CORPO D'ARMATA (1) Ufficio del capo del corpo d'amministrazione - Coordinamento e riassunzione dei lavori degli uffici di contabilità e revisione presso i comandi di corpo d'armata e del comando generale dell'arma dei carabinieri reali (2) - Proposte alla direzione generale personale ufficiali per la destinazione degli ufficiali di amministrazione - Pratiche relative alla contabilità in denaro e in materia con la corte dei conti (2).
11. COLLEGIO MEDICO LEGALE (3) Funzioni di cui all'art. 21 del regolamento approvato con R. decreto 15 apri le I 928, n. 1024.
12. RAGIONERIA CENTRALE (4)
(I) Fa capo alla ragioneria centrale. (2) Anche secondo istruzioni e direttive della direzione generale dei servizi amministrativi. (3) Dipende direttamente dal Ministero della Guerra (direzione generale di sanità militare) giusta l'art. 19 del regolamento approvato con R. decreto 15 aprile 1928, n.1024. (4) Ufficio del Ministero delle finanze alle dipendenze della ragioneria generale dello Stato.
867
Allegati
DOCUMENTO
SPECCHIO RIASSUNTIVO DEI SERVrZI LOGJSTICI DI CASERMA NEL REGGIMENTO/CORPO (1938)
(MG, Norme per la vita di caserma - Ed. 1938)
11
Servizi di caserma -
Ordinamento e dipendenze
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Ferruccio Bolli
Formazione della base A. O. (Napoli) al termine delle operazioni militari in A. O. (Maggw 1936)
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di vestiario ed equjpaaj-ato ,tabilita per i militari (ufficiali • truppa) •pparteDeDti ai corpi di l])edizi- Eritr.., Somali•, Loia
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Cogpotto, paotnno o mallW• Una (1) ................... n.
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Impermeabile (2) •.....••.•..
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Clubba
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Pantalo11e
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Berntto ....................
Stivaletui .................. p.
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Bonacce Rllveri o gb.irbette ..
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2
Lettino da campo ..... , .....
e >perle da campo .. "
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A1cingatoi ....•...•.••..•••. Bone •a.i.no • . , .• . .•.. ,, •. ,
Bono per pnlli,ia ............
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1
2
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Occhiali .................... p .
Sacchetti per galletta . . . . . . . . • Sca,pe da ripooo e ..ndali •.. p. 2
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2
2
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2
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Stellette .................... P•
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Scudetll diviaionall ..••.....•
2
4
2
Spaaole da 1earpe (2) •.... , . • 2
2
F - e lioechl d.iotintm . . . . . •
2
3
Corregge per paotruo o ma11telllna .................... .
Tuche per pane ............. •
si i'lt....i. (., •.) ,- I .......U, ..... , - s• ........ S ,·.sru...,,_,.) 1 ttM k., 1 U (• ... 1 luco dJ , - . I· ""· ,_ i. S...,NJ tatto •I t.L. ka~ l bipaai.Jw - , _ , • .ur::-; " .... ht:t~ ,- ....... 1 ,..,.i... t..a:• ti p.... •· •, t.&. ..kl .Un o,). P•r l• pii\ ..., •1..s.. 41 J..._ I• .-. (naaloa.Je)
(3)
Sacchetti nri .. .. . .. . .. . . . . . •
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Fauoletti .... ... ............ • Cembali o fuco gamhiue .... p.
Teli do tellda con acce11orl .. . •
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Fucie •entrien . . . . . . . . . . . . . •
Pa,liericci .................. n.
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Mutande ................... p,
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Calze di cotone e peuuole • , . P·
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Hedaglioncini dj riconoocimento • I
C amide (12) ................ n,
Corregge per pantaloni ....... Cravatte (13) . ...............
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Geve.Ue ...•. , •••.•.......•. n.
Binoccolo ................... Bu11ola taocabile ... Bona per carte topogn.Jicbe ..
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Fanetti • maglia o moglioai. ,
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Elmetto coloniale ••.......... a.
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Cucchiai .................... n.
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OCCltTrt COl<PONINTI L.l 111111 DI VJISTlillO
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(M.G. Relazione sull'attività svolta per l'esigenza A.O.)
segue Documento I I li
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880
Ferruccio Botti
MATERIALI DEL GENIO Riepilogo del materiale appronigioaato nel periodo di tempo interessante la recente campagna d'Africa per: esi,enze A. O.; reintegri; dotazioni di mobilitazione; acorte: 1. - Pardai per lulle le 1peàalilt1 • . . . . . . . . . . . • • • . . . • • . . . . . . . . . • . . . .
n.
680
n.
J.500 2.500
2. - Masi pu fllloaiamento uomini• r ~ o m-riali: Baracche e tettoie . . . . . . . . . . . . . • . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tende-baracclae. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . .............. .
3. - Mauriali per ponli: 10.000
D'equipaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ml. Metallici .. ....•.........................•...••.••............ Di circoataJISa . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..... .. ... . Pontili e pauen,lle .....
Armamento o materiale mobile per Ccrrcwie a scor tamenlo rido110 o Decauville per km. di linea .. , ..•..... . ... ... •..... . . : . . . Littorine•... . .........• , . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.000 800
17.000
300 2
n.
S. - T.lej.uli. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
600
6. - Mlllo-ial& per costrruioni atradali (Campreuori, frantoi, granulazori)
300
7. - Mauriali di raffonamenlll: Reticol11to . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . tonn. Paletti • . . • • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . • . . n. Sacchetti a tena . . . . . .............• .. . . .. .. .. . ........
65.000 ,00.000
,.soo.ooo
8. - Materiol• 11ario da co•lrruione: 23.000 2.000 30 , 000 Cemento ..•.......... , ..... .. ..... .. . , ................. ...... . Lsmiera e cartone catramato per coperllu.t .•............••...... mq. 1.000.000
Legnami .................. .. ......••.. . ................. tonn. Ferro •..•.•....•.............. ····· , ·········· · ······· · · · · · · ·
9. - Materiali da mina: Gruppi ed attreui pneumatici . . . • . . . . . • • . . . . . . . . • . . . . . • . . . . . . . . n. Eaplo,ivi • • . • . . . . . . . • . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . tonn.
,oo J.000
Allegati
881
CordDDc:mo •• , ............ • •, .• , , . .•••• , •.. , ••.• , • , , J..m,
. Teld'ODJco..
I
.Apparati ••••••••• , •. , , .. • • ... , , , , , • • • • ... , •••. , . , .. ,
n.
260.000 30.000
Cent.nlini ............................................ .
7.000
Kateriali per linee permanenti per km. di pali6eas:ione 2.000 I Stuicmi e poati R. T. e R. F. campali • • • . . • .. . . . . .. .. n. 12.000 Radio·· .. ·• I Stuioni e posti R. T. e R. F. 6ui ...... · •, · • • ..... · .. 5 Ottie0: Stuioni ................................................... . 4.00o Materiale per { Pile • " · · .. • · .. • · • · ...... · · .. " · · · · • · " · · · · · · · · .. · • 1.500.000 a!i..-tasio- Vamle ................... . ...................... . 1.000.000 ne .•• , • • • • . Generatori a mano ................................. . 2.000 Torri a tralieeio per atuioni R. T. permana,ti................ •. . • 12 11. - Maa cli iUwmnaione: Stuioni fotoelettriche in alleatimento . . . • . . . . . . . . . . . . . • • . • • . . . . .
500
n.
12. - Ma1male idru:o:
Impianti e0mpleti per cantieri di trivellas:ione poni di grande profondità (dai 100 ai 300 metri)... . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . n. Tubasioni ............. , ........................... , . . . .. .. .. . t onn. Serbatoi ••.••.•.•.••...••••.••............... , . . . • . . . • . . . . . • . . n. Pompe a mano e a moto:re.••....••....•.....•................. Sonde ....................................................... . Diatillatori e filtri ..••............ , ........................... . Sollevatori d'acqua, amomotori................................ . Impianti automobili di atmliuasione e potabiliuasionc., rendimento da 2 a 3 mc. orari ••••....••••.•••••......•...•....•
13. - Officine • l.krmori moiili JHr i. -.ari. ,peciolùd ...... , .•.•.. . ..
20 2.500 12.000 1.500
25 6.000 500 8
250
14. - Mocdiinoril> • do1azioni p.,- lol,orOlori fi.,i: Materie prime •.•.••........••........... . .. , . . . . . . . . . . . . . . . . . . ronn. Haec:hù,e . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. Impianti pmdusione ouigeno di rendimento 6 me. or.;ri . • . . . . . . . . Caa c o ~ in bombole.................................. mc.
15. - Altru:ri ed uuruili eori..... .. .. .. .. . . .. .. .. .. .. .. •. .. . . .. .. .. .
n.
l. 000 120 2 20.000
I.000.000
882
Ferruccio Dotti
RAPPRESENTAZIO DEL PERSONALE, DEI QUADRUPEDI E DEI MEZZ
(Le voci più importanti sono raffrontati UFFICIALI
(comp,K~
M. v. s
N)
SOTTUFFICIALI E TRUPPA
CARNE
AVENA
a lt- VI 19315
a.I,.
al I• I 1935
1 · 1935
.-1 1• . v1 193s
rf' l.2tlt
w, 17.959
n"'
39.7681 Q.11 834-100
QUADRUPEDI
AUTOMEZZI
OSPEOIILI Dli CAMPO
MINESTRE, ZUPPE
PANNO E TI
(ac:at•>
•I t- • Vl - 19316 a.I 1• . V•.
al I• · I
,.:Jfi
.. ,....,. ,,,,
1tlS
,,a 12.732
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102.612
MATERIALI SANITARI
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... ,
11.932
FARINA
PASTA
,.. 14.IMl2AOO
ml, ,,,. FUCILI le Mli
COPERTE
•• t- VI t9ll5
al .. . l/1 · 113$
., ... v, . 111:N
T.11: 17.IOO
QJI 781.000
Q.M .......
,rN141
883
Allef?ati
segue Docume/llo 10/m
NE
DIMOSTRATIVA
PIU IMPORTANTI OCCORSI PER L'ESIGENZA A.O.
con l'esistenza al 1" gennaio 1935-XIII) CARNE IN CONSERVA
CANNONI E BOMBARDE
..
CARRI ARMATI • AUTOBLINDO E
CARTUCCE
AUTOCARRI ARMATI 19]$
......
Il 1.900..000
... ..,
····-Il
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111
UU.!io
n> 81.179.283
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......
,,. 20.3".fOO
PROIETTILI
SCAAPC
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223.131
COHDONCINO TELEFONICO
APPARATI TELEFONICI
il ........ , . . . , ... -y ~ ....... rr" ,4.191.138
CHETTI
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MITRAGLIATRICI
ATTREZZI VARI
BARACCHE E TENDE BARACCHE
CARBURANTI E LUBRIFICANTI
..,. 11,. VI 19H
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&13.278
.-1<1..51'0
,,. .8 00.000
.........
Kc. 174..121.134
Allegati
885 DOCUMENTO
13
DATI STATISTICI SULLA PRODUZIONE DEI PRINCIPALI STABILIMENTI MILITARI DI ARTIGLIERIA PER LE ESIGENZE DELLA GUERRA D'ETIOPIA
(Rappresentazioni grafiche - Archivio Arsenale Esercito di Piacenza)
886
Ferruccio Boui
l~Tl 1 U 1 O
SUPERIORE TECNICO ARMI E MUNl~IONl
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Allegati
887
888
Ferruccio Botti
Allegati
889
890
Ferruccio Botti
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23 836 400
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11850000
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31 720 920
(o,fucce a palloltoln pu p; /fola
11 051 040
\pole ttt nuovt (varov)
40 000
PipriAino ,...polczt~e (varici)
3 2 53 810
Canne li, '29 montati
l'olvcrc nera per ,.poltHcz
170 000 k9
4.678
Allegati
891
892
Ferrucdo Botti
893
Allegati
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.. .
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PfH~CIPAU VPOOUZIOt--1( ()n:l(.TTA COMP(UTA DAL 19 Ci[ ~~AIO 19 l 5 AL 1!? LUGLIO 1936
Fabbricazione armi mod.
Riparazioni
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armi mod. 91
89929
92290
Riparazioni fucili mitra9lia~ori
1461
Riparazioni mi~ra9liatrici pe.1. 1' varie..
1798
894
Ferruccio Botti
DOCUMENTO
14
GUERRA DI SPAGNA: ORGANIZZAZIONE DELL'INTENDENZA DAL MAGGIO 1937 AL FEBBRAIO 1939. (ANNESSO I AL DOCUMENTO 14)
INTENDENZA C.T.V. Foglio d'ordini n° 16
li, 29 Maggio 1937
69) - Or1:anizzazione dell'intendenza: L'Intendenza del C.T.V. organizzata nel seguente modo:
BASE SUD SIVIGLIA con sezione Staccata di Cadice: con funzioni di sbarco - raccolta - catalogazione dei materiali giunti dall 'Jtalia - depositi di aliquote determinate di detti materiali - avviamento gniduale verso i depositi d'intendenza man mano che l'Intendenza stessa lo richiede. E' co~tituita da un Comando e da vari organi corrispondenti alle varie branche dei servizi, ciascuno dipendente dalla rispettiva Direzione presso l 'Tntendenza. INTENDENZA con tutte le dipendenti Direzioni: in località avanzala, idonea (Palencia- Valladolid) al deposito, alravviamento dei mezzi verso i vari settori operativi, con manovra dei mezzi stessi, mediante frazioni di magazzini. DELEGAZIONE D'INTENDENZA· che presiede al funzionamento diretto delle frazioni di magazzino, con rifornimento a domicilio delle truppe operanti.
Cosciluzione specifica dei vari or1:ani d'Intendenza. BASE SUD (Siviglia con Sezione Cadice) Comando base Siviglia Comando Sezione Staccala Cadice a) - Ufficio Artiglieria. con Siviglia - deposito sbarco smistamento munizione ed armi Cadice - Deposito munizioni di artiglieria cd armi portatili Dos Hermanas - Deposito di sbarco e smistamento munizioni e artiglierie Siviglia - Magazzino (di transito) artiglieria cd armi portatili Siviglia b) - Ufficio Commissariato Siviglia Magazzino vestiario-equipaggiamento e viveri Siviglia c) - Magazzino materiali sanitari Siviglia d) - Magazzini materiali genio Siviglia e) - Magazzino parti di ricambio automobilistiche Siviglia Officina ripara:lioni auto Siviglia
895
Allegati
f) - reparti della Base Sud
I' Compagnia Presidiaria Plotone autonomo
Siviglia Dos Hermanas
INTENDENZA I 0 ) - Intendente Vice Intendente Ufficio di Stato Maggiore Quartier Generale con autodrappello 2' Sezione CC RR
Palencia Palencia
2°) - Direzione Artiglieria
Palencia
a) - Ufficio artiglieria Nord Deposito Centrale munizioni artiglieria id. id. Deposito centrale munizioni armi portatili Deposito centrale munizioni artiglieria MagaL.L.ino artiglieria ed armi portatili Deposito munizionj a li4uido speciale (da spostarsi verso Valladolid)
Valladolid Viana de Cega V aldestillas Sardon de Duero Tudela Viana de Cega Vadecondes
b) - Sezione italiana Parco Artiglieria per riparazione artiglierie ed armi portatili (SIPA)
Valladolid
3°) - Direzione di Commissariato Deposito centrale viveri (in via di esaurimento) deposito centrale Vestiario- equipaggiamento Deposito centrale viveri Magazzino recuperi
Palencia Valladolid Palencia Palencia Palencia
Direzione Sanità Deposito centrale materiale san.
4v) -
5°) - Direzione genio Deposito centrale materiale genio Scuola R.T. e telegrafisti Laboratorio campale del genio 6°) - Direzione Trasporti Magazzino parti di ricambio Officina Pesante Mobile Officina riparazione trattori Campo concentramento salmerie Scuola allievi autisti Autogruppo
Palencia Palencia Palencia Valladolid Valladolid Valladolid Palencia Palencia Cabezon (Venta de Banos) Valladolid Oron (Miranda) Cordovilla nei pressi di Torquemada
896
Autoreparto servizi 6° bis) - Servizio amministrativo Ufficio amministrazione dell'intendenza
Ferruccio Botti
Palencia
7°) - Servizio Chimico magazzino materiali chimici deposito aggressivi (da spostarsi verso Palencia- Vallodolid)
Palencia Palencia Aranda de Duero
8°) - Reparti di Intendenza I' compagnia Presidiaria (da sciogliere col 31 maggio) 2' Compagnia Presidiaria Plotone autonome del genio
Aranda de Duero Palencia Valladolid
DELEGAZIONE DI INTENDENZA - Attualmente a Vitoria con frazioni di magazzini avanzati di artiglieria commissariato sanità Vitoria frazioni di magazzini avanzati di artiglieria commissariato sanità Poza dc la Sai frazioni di magauinu avani:ati del genio Miranda L'INTENDENTE (Generale Favagrossa) p.c.c. IL CAPlTANO ADDETTO (F. Parente)
(AUSSME, REP F/6, RACC. 79)
e oman do :Ba.. Sud 1 1
3• Compagnia Sernli (SiTilli•) Compagnia J.rt1'1oier1(' • ) 1Ca1.1:&t.San1tar10 (• ) • • Co=i1a/to (, ) (• ) • O.Dio /"" A.rtisl, ed .lrm1 por , . tatui T > Dapo11to l:lllliaioni ( ) • (Do• Rencano1) , Utt.Po1t. n•7 (Sivislia)' (Parco Autosua1ti ( " )
ORGANIZZAZIONE LOGISTICA AL 1° GENNAIO 1938 ~
COIWmO LBGIO!'IARIO SIVIGLLI. - Cilia
Comando 1
ANNESSO Il AL DOCUMENTO 14
:a.,. SiTislia
I
']!i:m '
/
INT'El!DIJIZA C.T,V. Uttioio Stato ICauiore
SUD
Comando Su. Staooata ( c, dio•) Sezione l 4 ·compall'li• SerTi•i ; ( ) Staccata Dep.!,!uniz, Tran11to ( ) SH. Staoc , Ott .Post .11•7 ( • • ) Cadioe
(1Ca1.AT&D1,nui1a. (Orhen) Utfioio ( • • • (ilagon) Staccato Oenio(La1 Cuetu) Intandansa ( • ( • • SaDi tario(ilagon) (Alason) ( • ' ViT&ri (ilagon)
DEI.EGAZIOIII ~ 2·compasna 1
IJl!El!l)l!R:U.
Serrtsi Quartier Generale Iatondenza 1 • OOlllp&ll'lia Servizi Intendenza
DIR!:'ZIOl!I CO!a,;ISSARIATO
ARTIGLIERI.I.
TRASPORTI E TAPH
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(AUSSME, REP F/6, RACC . 79)
SERV,.t.ml!/VO
DIDl,.POSTJ.LE SERV ,CHlliICO
aas,Centrale JCat.Sanit.(Palencia)'IDepolito Centrale I Sezione Italiana VIl IDeJ), Centrale I• Parco Automobililltioo Olp,Ji:11,Ital, 043 (Valladolid) . I Viveri IParque J.rtisl,S.I.P ,Al (Valladolid) I (Valladolid) 01p. da Caapo 11•5 (!au1te) I (Pale!'oia ) I ( Tal1adolid ) lllep.A,itonoJOO IO!ficina Puante lrobilel 01p. da Cupo R•8 (lliranda) IDepo1ito Centrale 1Utr1c1o J.rtisl, !lord I O.Dio I (Calebau.no1) I 01p. da Canpo J1•31 C.R.I, (J.:Uanda') T .E. (Palencia) I (Valladolid) I (Valladolid) I J.utogruppo i:&noff& • I Oap.da CamJo 11•71 c.11,I.(A1.a&on)•IDepo11to Centrale...,, 1Souola Tra11- I (Tau,te - ilaBOn) I 01p,da Campo )f•75 C.11,I.(liiranda)'111no - paslia - I/ lmi11ioni per I Autoreparto Servili I Ruoleo Chirursioo "Ohiuroo• ; lhsna (Pal1noia) I .Depo1ito Xllniliotli • ltutte le arllil ('rorqua•4a) I ( Sragoaza ) ll!apuino Ricuperi (Viana de Cep) l(T1.lladolid) I J.utoreparto Iat.-u.io.1111 llucleo Ohirursioo O. R. I. (l,;iran4a) I (Palenoia) I De po1ito l:unhioDi I I ( CordoTill&) I Jlucleo Chirurgico III (Alagon) . I I (Sardon) I IParoo Autonoao Salaorie~ Convaluoonziario di El Pinar I I Depohto l:uniaioDi I le Carregpo (liiranda) I ( Valladolid ) I I (:aa Lui ..•) I llleparto Jlilizia Strada I I I I ( Loçob ) I IDep.l.unir..ed J.rmi poi:I loon Diataoc. ad Alason-1 ltat ~li ( !udela ) , I I Palenoia - Ji:iranda I I Dep011to lo!un1"1on1 I llleparto Serrtsio Tappe I (Valde1till&1) I I ( Logrofto ) I I I Comando lr:111 tare Stazio I I I lne -Venta de Bafto1 - -, I I I I I Logrofto - l:iranda I
1
Uttioio K•1 1 JCasaz&ino 'I (Pa.lenoia) I (Palenoia) I Uttio:io Jf•I \ liapnino I Suione A, I (Grijotta) I (Val1adolid) I 1Cagaz1ino ,1 Uftioio 11•4 1(A.randa de I !arritorialel Ducro) I (Saraaoua)I I Oftio1o ll 1 9 ,I I ( Calahorra) I I I I I I
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seda (Palenoia)
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Ferruccio Bolli
ANNESSO III AL DOCUMENTO 14
INTENDENZA C.T.V. Ufficio Stato Maggiore
lì 21 febbraio 1939 -
xvn
FOGLIO D'ORDINI n° 516 (Stralcio per quanto di interesse logistico) COMANDO CORPO TRUPPE VOLONTARIE - Ufficio del Capo di Stato Maggiore - Ufficio Servizi - Ufficio Centrale Notizie - Ufficio Amministrazione - Ufficio Topografia C.T.V. - Autodrappello del C.T.V. - Quartier Generale del C. T.V. - Reparto Autonomo del C.T.Y. - Compagnia O.C.S. (onoranze caduti Spagna). COMANDO ARTIGLIERIA DEL C.T.V. COMANDO GENIO C.T.V. - Battaglione Artieri del Genio C.T.V. - Battaglione Telegrafisti Genio C.T.V. - Battaglione R.T. Genio C.T.V. - Compagnia Artieri Speciale Genio C.T.V. - Reparto Idrici Genio C.T.V. - Autodrappello Comando Genio C.T.V. - Reparto Pontieri del C.T. V. - I" - 2' - 3· Compagnia Lavoratori del Genio C.T.V. COMANDO CC. RR. DEL C.T.V. UFFICIO DI COLLEG/to del C.T.V. presso il Q.G. del GEN.ssimo COMANDO LEGIONARIO DI SIVIGLIA-CADICE - Centro Raccolta Indisponibili - 2' Sezione CC. RR. INTENDENZA C.T.V. - Ufficio Stato Maggiore - Quartier Generale Intendenza - l' Compagnia Servizi Intendenza - l' Sezione CC. RR. - Direzione di Sanità (*) - Ospedale Legionario Italiano "Campillo" - Ospedale Legionario Italiano "Renedo" - Ospedale Legionario Italiano "9" - Ospedale da Campo n. 1
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Allegati
- Ospedale da Campo n. 6 - Ospedale da Guerra C.R.I. 31 - Ospedale da Guerra C.R.I. 71 - Convalescenzario di El Pinar - Nucleo Chirurgico C.R.l. - XII Nucleo Chirurgico - Direzione di Commissariato - Direzione di Artiglieria - Sezione ltal. Parque Artigl. (SIPA) - Direzione Depositi Centrali Munizioni ed Armi Portatili - Direzione del Genio - Reparto Autonomo Magazzino Genio - Direzione Trasporti e Tappe - Autogruppo Servizi Intendenza - Autoreparto d'Istruzione - Parco Automobilistico Intendenza - Officina Mobile Pesante - Parco Salmerie e Carreggio - Commissario Stradale - Reparto Servizi Tappe - C.do M.re Stazione Venta de Banos - D1rez1one del Servizio Amministrativo - Direzione del Servizio Postale - Ufficio Postale n. 1 - Ufficio Postale n. 4 - Ufficio Postale n. 9 - Ufficio Postale n. I l - Direzione del Servizio Chimico - Delegazione dell'Intendenza - 2· Compagnia Servizi Intendenza - 4' Compagnia T.avoratori - Ufficio Postale n. 12 - Comando della Base Sud - Sezione Staccala di Cadice - 3' Compagnia Servizi Intendenza - 4' Compagnia Servizi Intendenza - Ufficio Postale n. 7 - Reparto Milizia Portuaria L'INTENDENTE F.to (T.Col.S.M. Roberto Nasi)
Nota (*): Sono elencati solo gli organi esecutivi alle dirette dipendenze dell 'lntendenza, esclusi quelli delle direzioni.
(AUSSME, Rep. F/6, Racc. 111)
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Indici
INDICE DEI NOMI 0T PERSONA Albricci, A. (gen.) 186, 188, 223, 240, 243, 261, 290 Adami, V. 267 (nt. 45) Arena, C. 514 (nt. 5) Annellini, Q. (gen.) 642 Amico (col.) 668 Allehaut (gen.) 131 Badoglio, P. (maresciallo) 36, 95, 516, e nt. 13, 517 e nt. 17, 527, 529, 533,554,556,557,560 (nt. 17), 564,565,566,587 e nt. 51,589,598 (nt. 67), 599, 612, 628, 635 e nl. I 04, 636, 642 Baistrocchi, A. (gen.) 29,337,554,574 Balbo, C. 6 Baldini, A. (gen.) 35,517,518 (nl. 18) Barbato (gen. comm.) 535 Barbier, P. 144 (nt. 12) Bastico, E. (gen., poi maresciallo) 523 (nt. 27), 606, 660, 680, 682, 683,690,694,755 Battaglini, G. 613 (nt. 76) Bellomo, B. 515 (nt. 7) Belluzzo (MiniMro delle finanze) 184 e nt. I, 190 Bencivenga, R. (gen.) 340 Bergonzoli, A. (gen.) 658 Berio (Sen.) 84, 184, 272, 273, 276 Bernatti, V. (ten. cornm.) 356 e nt. 40, 357 Berti (gen.) 694, 695, 697, 698, 729, 743, 756, 757 Bertini, A. (cap. amm.) 84 e nt. 47, 85 e nl. 48, 87, 89 Bianchi D'Espinosa, R. 515 (nt. 7) Biondi Morra (gen.) 649,653 e nt. 7,652,663 e nt. 20 e 21,677, 714 (nt. 13), 721 (nl. 23), 732 (nt. 49). 733 (nt. 53), 739 (nt. 57). 742 Biscarini, A. 463 (nt. 56) Bobbio, V. (gen.) 131 (nt. 2), 139 e nt. 7,354,346 e nt. 19,349 Bollati, A. (gen.) 26, 27 (nt. 21), 142 e nt. 10, 350, 513, 554, 563 (nt. 20), 570 (nt. 27), 589 (nt. 55), 594 (nt. 61), 650 e nt. 5, 760 e nt. 99 Bollea, O. 166 (nt. 24) Bonomi, I. (Ministro della guerra) 187, 188, 191 ,243,26 1 Bonzani, A. (gen.) 148 e nt. 15 Boschi, G. 22 (nl. 12) Bossa, L. 352 (nt. 37), 386 (nt. 59) Botti, F. (col.) 11 (nt. I), 21 (nt. 10), 41, 45 (nt. 9), 130 (nt. I). 184 (nt. 2), 335 (nt. 5), 344 (nt. 17), 346 (nt. 20), 516 e nt. 14,521 (nt. 25) Bovio, O. (gen.) 34 (nt. 28) Bruno, S. (cap.) 7, 84 e nt. 46 Caccia, F. (ten. col. med.) 62, 63, 64 Cadorna, L. (maresciallo) 327 Calegari, G. B. (gen. med.) 22
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Ferruccio Botti
Califano, F. (ten. col. amm.) 421 e nt. 70 Califano, G. 487 (nt. 81 ), 570 (nt. 27) Camèra, R. M. (col.) 26 e nt. 20, 363 e nt. 49, 367, 5708 (nt. 27) Candela, L. 302 (nt. I 09), 308 (nt. 125), 3 J6, 496 (nt. 96) Canevari, E. (ten. col.) 34, 35 (nt. 30), 206 e nt. 40,207 (nt. 41), 331 e nt. l, 335 e nl. 6, 336 e nt. 8, 367, 368 (nt. 56), 514 (nt. 6), 761, 762 Capasso, M. 148 (nt. 16) Cappa, A. 36 (nt. 31 ), 513 (nt. 4) Cappelli, C. (magg. comm.) 348 e nt. 26 Caporaso, V. (gen. amm.) 302 (nt. 109) Cappuccini, B. 336 (nt. 7) Caproni, G. (Ing.) 246 Caracciolo Di FeroJeto, M. (gen.) 524, 525, 527 (nt. 30) Caramelli (Ditta) 602 Carboni, G. (gen.) 761 e nt. 100 Cardona, G. (gen.) 148 (nt. 16), 167 (nt. 25), 168 e nt. 26 Casarini, A. (ten. col. med.) 249 e nt. 18, 250, 251 (nt. 20) Casella (gen. med. prof.) 381 Castellani, A. (gen. med. prof.) 561 (nt. J8), 592, 593, 594 (nt. 61), 595 e nt. 63 Cavagnari, D. (ammiraglio) 521 (nt. 25) Cavallero, V. (gen., poi maresciallo) 185 e nt. 4, 227 e nt. 62, 230, 276 Cavalli, Giovanni (geo.) 153 Caviglia, E. (maresciallo) 36, 513 Ceccarelli (col. med.) 707 Celada (ten. col.) 667 Cermelli, M. (col. aeron.) 21 (nt. 10), 344 (nt. 17) Ceva, L. 130 (nt. 1), 293 (nt. 93), 516 e nt. 15 Chassaing (dott.) 63 Chatrian, L. (gen.) 204 (nt. 38), 345 (nt. 18), 364 (nt. 51) Checcacci, E. 425 (nt. 71) Chiappi Armellini, A. (ten. col.) 179 e nt. 29 Chiarini, A. 617 (nt. 83) Chiarizia (gen. comm.) 463, 464, 717 Chiavarelli, E. 554, 570 (nt. 27), 576 (nt. 36), 578, 579 (nt. 42) Chirico, G. (col. comm.) 115 e nt. 8, 143, 154, 160, (nt. 20) 161 e nt. 21, 162, 228 e nt. 64, 266 (nt. 42), 268 e nt. 48, 269, 270, 351 e nt. 36, 352 e nt. 37, 354 e nt. 39, 355 Cianetti, E. 167 (nt. 25) Ciano, G. (Ministro degli Esteri) 680 Cicchitti, A. (cap. amm.) 107 (nt. 6), 264 (nt. 37), 501 (nt. 104) Ciriello, V. (col. comm.) 356 (nt. 40), 357 Citemi, C. (cap.) 557 (nt. 15) Ciurlo, E. 570 (nt. 27) Clausewitz, K. (gen.) 14, 21, 32, 46 Conforti, O. 650 e nt. 5 Conti, E. 221 (nt. 60)
Indici
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Corselli, R. (gen.) 326, 337 e nt. 11, 557 (nt. 15) Cortese, F. (gen. med.) 6 Corsi, C. (gen.) I 3 Corvisier, A. 16 (nt. 3), 643 e nt. 107 Coverdale, J.F. 650 e nt. 5, 654 (nt. 9), 677 e nt. 38 Crea, V. 538 (nt. 60) Crespi (Sen.) 606, 620 Croceo, A. (col. aeron. prof.) 184 Curami, A. 130 (nt. 1), 293 (nt. 93), 516 e nt. 15 Dallolio, A. (gen.) 202, 209, 212, 220, 327, 515 e nt. 7, 520, 523, 524, 528,529,530,545 Dall'Ora, F. (gen.) 352,553,554,563,564 (nt. 21), 566,568, e nt. 24, 569,576 e nt. 35,577 e nt. 39,578,580,581 (nt. 43), 584 e nt. 47,587 (nt. 52), 588, 589, 590 (nt. 58), 591, 593, 594 e nt. 61, 595 e nt. 62, 597 e nt. 64, 598 (nt. 67), 599, 608, 61 O (nt. 73), 612, 613 e nt. 76, 614 e nt. 78,615 (nt. 80), 616 (nt. 82) 617 (nt. 83), 620,621 e nt. 86,622 e nt. 88,625 e nt. 93,626 (nt. 95), 627 (nt. 97), 635 e nt. 105,636,637,638, 639,642,660 Danesi, L. 430 e nt. 73, 460 (nt. 48) Debeney (gen.) 336, 367, 565, 566 De Bernardinis, L. (ten. col. med.) 252 (nt. 22) De Biase (cap. amm.) 356, e nt. 40 De Bono, E. (maresciallo) 332,335,554,557,565,566,567,578 e nt. 41,585 e nt. 50,587,612 e nt. 75,613 e nt. 76 e 77,614 e m. 79,616 (nt. 81), 623 (nt. 91), 628, 631, 639 de Comick, M . 362 Del Bono, G. (gen.) 554, 650 e nt. 5 De Pignier, A. (gen.) 358, 359 (nt. 41) De Rysky, C. (magg.) 46 e nt. 10 Des Champs (gen.) 563 Destà (Ras) 566 D'Havet (gen.) 224 Diaz, A. (maresciallo) 188, 190,192,202,203,261,288,305 Di Giorgio, A. (gen.) 190, 191 (nt. 10), 212,223, 224,225,226 Douhet, G. (gen.) 21, 22 (nt. 13), 23, 42 e nt. 3,47,154 Faldella, E. (geo.) 44 Favagrossa, C. (gen.) 515 e nt. 11, 520 e nt. 22, 523 e nt. 27, 524 e nt. 29,529,532,680,690,692,693,694,695,719,744,745,747,869 Ferraioli, F. 459 (nt. 47), 461 e nt. 51 Ferrari, P. 398 (nt. 63) Ferreri, G. 167 (nt. 25) Ferrero, R. (col. Comm.) 650 (nt. 3), 657 (nt. 11), 659 (nt. 16), 663 (nt. 20), 664, 673 (nt. 35) Fettarappa - Sandri, 642 e nt. 106 Fioravanzo, G. (ammiraglio) 23 e nt. 14 Focarile, C. 617 (nt. 83) Foch, F. (maresciallo) 23
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Ferruccio Botti
Fornaciari, J. (cap. comm.) 555 Foschini, F. (col. poi gen.) 7, 142 e nt. I 1, 162 (nt. 22), 320,321 (nt. 142) Franchini, V. 515 (nt. 8) Francisci (console MVSN) 676, 677, 681, 682, 715, 716 Franco, F. (generalissimo) 667,669,697, 749, 760 Frezza, A. 444 (nt. 31) Frondoni, C. (col.) 361 e nt. 42 Fuller, J.F.C. 131 Fuselli, T. 513 (nt. 7) Gallinari, V. 186 (nt. 5), 232 e nl. 68 Gambara, G. (gen.) 693,700,701,702, 754 Gancia, C. 270 (nt. 49) Garavelli, G. (gen.) 310 Gatti, A. (col.) 23 Gatto, S. (gen.) 133 e nt. 3 Gazzera, P. (gen. Ministro della guerra) 229 (nt. 65), 402, 403 Gelich, F. (gen.) 760 Giannuzzi, G. (col.) 369 (nt. 57), 370,371,385 (nt. 59), 391,392,409 e nt. 67. 659 Giardino, G. (maresciallo) 226, 227 Ginocchietti, A. (ammiraglio) 554,557,562 e nt. 19,564,566,568 e nt. 25, 569, 582 (nt. 44), 584 (nt. 46), 629 e nt. 99, 630, 633 e nt. I 03. 634 Gonzales (magg. medico) 666 Gregorio, C. (magg. comm.) 272 (nt. 54), 273,357,358,449,450,470 Grilli, L. (gen. comm.) 326 Grixoni, G. (ten. col. med.) 262 e nt. 47, 271 Hierl (col. 141 (nt. 9) Hindenburg. P. (maresciallo) 44 Hitler, A. I I. 45 Kabisch, E. (gen.) 141 (nt. 9) Keller 18 Kennedy, J. F. 516 Kroener 16 Ilari, V. 11 (nt. 1), 45 (nt. 9), 130 (nt. 1 ), I 86 (nt. 5), 335(nt. 5), 5 16 e nt. 14 Jean, C. (gen.) 184 (nt. I) Jomini, A. H. (Barone) 12, 14 Jung (Ministro) 531 Laporte (lntendant), 71, 73, 74 (nt. 39), 161 La Rosa, G. (magg. comm.) 349,354 e nt. 39,355,357,463 e nt. 58,464, 513, 538 (nt. 60), 554, 555 (nt. 14), 569 (nt. 26) Lessona (Sottosegretario) 567 (nt. 22), 613 (nt. 76), 614 (nt. 78), 638 Liddell Hart, B.H., 42 e nt. 42, 131 Liuzzi, Giorgio (ten. col.) 361 Liuzzi, Guido (gen.) 6, 14, 26, 29, 30 e nt. 23, 42, 43 (nt. 4, 4 e 6), 45 (nt. 8). 46 e nt. 11, 47, 48, 49, 50, 52, 53, 55, 56, 59, 60, 61, 70 e nt. 37, 7 1, 72, 73, 74, 76, 77 e nt. 40, 78, 79, 80, 82, 83, 84 (nt. 45), 89, 90 e
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nt. 49, 93, 95, 98, IDI, !03, 104, 105, 108, 114, 115, 124, 152, 161, 181, 200, 209, 231, 252, 267, 320, 331, 339 e nt. 15, 340, 342, 343, 344, 345, 372,411,567,607,635,636,702,779 Lustig, A. (prof.) 22 (nt. 13), 240 e nt. 2, 241, 242, 243, 245, 246, 248, 253, 268, 290 (nt. 87), 445 Luttwak, E. N. 25 (nt. I 9), 364 (nt. 50) Manca Di Mores, F. (gen.) 650 e nt. 6, 724, 728 e nt. 36, 729 e nt. 39 e 40, 730 Magliari Galante, L. 532 (nt. 37), 589 (nt. 56) Maltese, E. (gen.) 221 (nt. 55), 291 Malvicini (magg. vet.) 470 Manganaro, C. (col. med.) 345 (nt. 18), 445 Mangiameli, A. 468 (nt. 62) Manieri (magg. med.) 443 Maravigna, P. (gen.) 16 Marazzi, F. (col.) 184, 240 Marconi, G. 527,532 Marcozzi, A. (gen. comm.) 457 (nt. 46), 46 I e nt. 49, 462 e nt. 53, 717 Marino, R. 764 (nt. 105) Marioni, G. (ten. col.) 362 e nt. 47 Marrama, T. (magg. gen. comm.) 589 (nt. 55) Marras, E. (ten. col. poi gen.) 140 e nt. 8 Marselli, N. (gen.) 13 Mathiez, A. 20 (nt. 9) Mattioli, G. 562 (nt. 19) Mauri, L. (col., poi gen. med.) 184 Mazzanti, M. (cap. comm.) 347 e nt. 21 Medoni (col. amm.) 498 Memmo, G. (ten. col. med.) 64, 65, 66, 67, 68, 69, 89, 108 Merenda, L. 352 e nt. 37 Miajia (gen.) 652 Minniti, F. 201 (nt. 34), 206 e nt. 40,212 (nt. 46), 515 e nt. 12,534 (nt. 42 e 43) Monaco, O. 302 (nt. 109), 304 (nt. 112), 308 (nt. 124), 310,316, 317 e nt. 130 e 131,318 e nt. 132 Montagnani, N. 316 (nt. 129) Montanari, M. (gen.) 24 (nt. 15), 649 e nt. 2, 654 (nt. 8 e 9), 6553 (nt. 10), 680 (nt. 40), 763 (nt. 104) Monti, E. (gen.) 359 e nt. 45, 361 Moreno, G. (gen.) 13 Morpurgo (ten. col.) 666, 669 Mussolini, B. 26, 29, 31, 32, 33, 45, 191,199, 201,212,227,245,261, 278,291.296, 514 e nt. 13,517,520,523,526,529,530,531,532,544, 556, 565, 567 (nt. 22), 574, 585, 614 (nt. 78), 629, 638 Nasi, R. (ten. col.) 700, 872 Nasibù (Ras) 566 Nonno, L. 570 (nt. 27)
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Ferruccio B0111
Odier, G. A. 44, 45 Ottolenghi, A. (gen.) 253 e nt. 24 Padoan, A. 515,519 e nt. 20,522 e nt. 26,533 e nt. 41,546 (nt. 74) Pafundi (gen.) 693 Pagano, S. (gen.) 364 e nt. 52 Palazzi, O. 625 (nl. 92) Papadia, F. (magg. comm.) 650 (nt. 3), 698 (nt. 63) Pardo (cap. vascello) 576 Parente, F. (cap.) 869 Pariani, A. (gen.) 435,436,437,441,530,533,564 (nt. 21), 668,680, 694,695,696,723,725,737 Pelagalli, S. 229 (nt. 65) Pellegrinelli (ten. col. amm.) 692 Pentimalli, N. (ten. col.) 23, 179 Perugini, 1. (ten. col.) 569 Piazza, G. 171 (nt. 27) Piazzoni, S. (gen.) 364 (nt. 53) Piccirilli, T. 347 (nt. 23) Pietrucci, P. (col. vel.) 467 (nl. 60 Pignato, N. 362 (nl. 46) Pipitò, G. 452 (nt. 41) Pirelli , A. 523 e nt. 28 Poppi (dott.) 349 Possony, S. H. 17 (nt. 6), 18 e nt. 8, 21, 22 (nt. 11), 25 e nt. 18, 26,512 e nt. 1, 513, 514 Prati, R. 470 (nt. 62) Pugnani, A. (col. poi gen.) 82, 131 e nl. 2, 132, 133, 134,293 (nt. 93 e 94), 295,301 e nt. 108,486 e nt. 79,617 (nt. 83), 620,621 (nt. 87) Quarto, A. (gen. comm.) 100 (nt. 3), 103 e nt. 5, 148 e nt. 16, 150, 151, 152 e nt. 17, 153, 163 e nt. 23,264 (nt. 37), 353 ent. 38,450 e nt. 38, 454 (nt. 43) Raimondo, C. 270 (nt. 50), 467 (nt. 60) Ramponi, A. 454 (nt. 44) Rapisarda (magg. GN) 583 Raspo (magg.) 364 Ratiglia, R. (ten. col.) 43 (nl. 6), 44 e nt. 7, 71 e nt. 38 Reisoli, G. (gen.) 16 e nt. 4, 17 e nt. 5, 24 e nt. 16,347 e nt. 24,348,349, 350 Requette, 18 Riccardi, N. (cap. amm.) 305 (nt. 117 e 119), 319 (nt. 136), 501 (nt. 104) Ricci, A. (gen.) 249 Roatta, M. (gen.) 654,657, 661,662, 664,666,668,674, 722, 725, 737, 743 Rochat, G. 554, 564 (nt. 21), 565 (nt. 22) Rojo (gen.) 652 Roluti, F. (col.) 32, 33 (nt. 26) Rosi (gen.) 726
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Rosmini, A. (ten. col.) 12 e nt. 2, 13, 14, 15, 16, 144 (nt. 12), 147 e nt. 14, 180, 398 (nt. 63) Rovere, E. (gen.) 131 (nt. 2), 133, 134 e nt. 4 Russo, R. 459 (nt. 47), 462 (nt. 52) Sabatdini (ten. col. med.) 666 Saccorotti, F . 310 e nt. 127,311 e nt. 128,496 (nt. 96), 498 (nt. 98), 499 Salinari, S. (col. med.) 62 Salle Franque, P. 7 Sandiford, R. (ten. col. comm.) 347 e nt. 21, 548 (nt. 76) Sani, G. (gen. comm.) 326 Santucci (V. med.) 63 Scala, E . (gen.) 635 Scaroina (col. Intendente) 668 Sella, Q. 7 Selvatico, R. 538 (nt. 60) Soddu, U. (geo.) 524 Soleri (Ministro delJa guerra) 184 Sorice, A. (geo.) 695 Spenglt:r, O . 514 Spigo, U. (geo.) 206, 277 e nt. 62, 515 e nt. 7 e 1O, 524, 532 e nt. 38, 763 (ot. 103), 764 (nt. 106) Spinelli, O. 362 e nt. 48, 617 (nt. 83) Stabarin, A. 287 (nt. 79) Steiner, P. 337 e nt. IO Stirpe, A. 345 (nt. 18) Supino, P. (gen.) 33 Susani, L. 553 (nt. I) Terrone, A. (col.) 267 (nt. 43), 459 (nt. 47) Torelli, G. (gen.) 204 (nt. 38), 345 (nt. 18), 364 (nt. 51) Trezzani, C. (geo.) 15, 358 Trionfi, L. (col.) 347 (nt. 22) Trucchi (impresario autotrasporti) 704, 741 Tuchman, B. 462 (nt. 55) Vacchelli, N. (gen.) 184 Valle, G. (gen.) 533 Valori, A. 33 e nt. 27, 348 e nt. 25 Van Creveld, M. 25 (nt. 19) Vauthier (ten. col.) 154 e nt. 18 Vecchi, V. 557 (nt. 15) Vegezio, F. R. 6 Verri, C. (col.) 83 e nt. 44, 179 Vescia (cap. vascello) 570 Villasanta, G. (ten. col. med.) 108 (nt. 7), 243 (nt. 3), 245 (nt. 10), 250 e nt. 19 Vincenzoni, L . (gen. comm.) 17, 18 (nt. 7), 184,270 (nt. 49), 349,453 e nt. 42 Viscontini, V. (gen.) 30, 31 (nt. 24)
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Ferruccio Bolli
Visconti Prasca, S. (gen.) 336 e nt. 9, 337 Von Bernhardi, F. (gen.) 29 (nt. 22), 82 e nt. 43 Von Seeckt, (gen.) 340 Vorrasi, L. (col. amm.) 302 (nt. 109) Wittich, A. (col.) 320 (nt. 141) Zanotti, M. (magg.) 131 (nt. 2), 135 e nt. 6, 136, 137, 138, 139 Zanussi, G. (gen.) 659 Zauli, A. (col.) 359 e nt. 44 Zoppi, O. (gen.) 25 e nt. 17, 332 e nt. 2, 333, 334 Zuccari, L. (gen.) 13, 16 Zugarn, F. (gen.) 43 (nt. 6), 44 e nt. 7, 71 e nt. 38, 264 (nt. 36), 277 e nt. 60 e 61
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Indici
INDICE GENERALE
Presentazione Detti memorabili Abbreviazioni e sigle Introduzione
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PARTE PRIMA GLI ANNI VENTI: DALLA LOGISTICA DELLA GUERRA DI POSIZIONE ALLA LOGISTICA DELLA GUERRA DI MOVIMENTO (1919-1932) CAPITOLO I - GLI AMMAESTRAMENTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE.......................................... 1. Premessa - 2. Ammaestramenti generali tratti dal Liuzzi - 3. Servizio di "anità - 4. Servizio veterinario - 5. Servizio di commissariato - 6. Servizio materiali di artiglieria - 7. Servizio materiali del genio - 8. Servizio del genio civile (o delle strade) - 9. Servizio postale - 10. Servizio trasporti - 1 I. Servizio <li amministrazione - 12. Conclu!>ione. CAPITOLO II- LA NUOVA REGOLAMENTAZIONE LOGISTICA DEL 1924 E LE SUE RADICI ................. . 1. Le proposte e gli studi dello Stato Maggiore dal 1919 al 1924 - 2. La prima eredità dottrinale della guerra: la regolamentazione logistica del 1924 - 3. Conclusione. CAPITOLO III DALLA REGOLAMENTAZIONE DEL 1924 ALLA REGOLAMENTAZIONE DEL 1932: EVOLUZIONE O INVOLUZIONE?..................................... l. Cenni sull'evoluzione del quadro generale di riferimento strategico, ordinativo e logistico - 2. 1929: l'organizzazione logistica e il funzionamento dei Servizi nel reggimento di fanteria in guerra - 3. Le "Norme generali per l'organizzazione e funzionamento dei Servizi in guerra" (1932) - 4. Conclusione. CAPITOLO IV - ASPETTI LOGISTICI DEGLI ORDINAMENTI DI PACE E DELLA MOBILITAZIONE CIVILE E MILITARE NEGLI ANNI VENTI.................... l. Generalità - 2. Flsionomia logistica degli ordinamenti dell'esercito - 3. Evoluzione del vertice logistico-amministrativo - 4. Gli organi periferici: ruolo logistico-
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Ferruccio Botti
amministrativo dei Comandi di corpo d'armata, divisione territoriale e di Presidio - 5. Organizzazione della nazione per la guerra - 6. La preparazione logistica, le dotazioni e i livelli di efficienza dell'esercito. CAPITOLO V - L'ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE E DI PACE DEI SINGOLI SERVIZI NEGLI ANNI VENTI: PROBLEMI E ASPETTI EVOLUTIVI........ 1. Premessa - 2. Servizio di sanità - 3. Servizio veterinario - 4. Servizio di commissariato - 5. servizio materiali di artiglieria - 6. Servizio materiali del genio - 7 . Servizio chimico militare - 8. Servizio trasporti - 9. Servizio di amministrazione - 10. Le attribuzioni di carattere logisticoamministrativo nel Regolamento di disciplina 1929 - 11. Il "Libretto personale" del soldato - 12. Conclusione.
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PARTE SECONDA GLI ANNI TRENTA: DALLA LOGISTICA DELLA "GUERRA DI MOVIMENTO" ALLA I.,,OGISTICA DELLA "GUERRA DI RAPIDO CORSO" (1933-1940) CAPITOLO VI - L'EVOLUZIONE DELLA DOTTRINA LOGISTICA DAL 1933 ALL'INIZ10 DELLA GUERRA (GIUGNO 1940)............................................................ 1. La nuova dottrina tattica e strategica e il ruolo dei Servizi e del materiale - 2. Le osservazioni e riflessioni critiche del Liuzzi nel 1934 - 3. Cenni sui nuovi orientamenti logistici: "logistica povera" e alimentazione del movimento - 4. La regolamentazione per i Servi7i in guerra dal 1933 al 1940 - 5. Conclusione. CAPITOLO VII - L'EVOLUZIONE DEGLI ORGANI CENTRALI E DEI SERVIZI TERRITORIALI NEGLI ANNI TRENTA............................................................. 1. Evoluzione degli Organi Centrali (Ministero della guerra; Stato Maggiore Esercito) - 2. Fisionomia logistica degli ordinamenti dell ' esercito dal 1934 al 1940 - 3. Servizio di sanità - 4. Servizio ippico e veterinario - 5. Servizio di commissariato - 6. Servi7io materiali di artiglieria - 7. Servizio materiali del genio - 8. Servizio chimico militare - 9. Servizio trasporti - 10. Servizio di amministrazione - 11. I servizi di caserma del reggimento (1935).
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CAPITOLO VIII - L'ORGANIZZAZIONE DELLA NAZIONE PER LA GUERRA DAL 1932 AL GIUGNO 1940: MINISTERI IN ORDINE SPARSO...................... 1. Premessa - 2. La teoria dell'economia militare e dell ' economia di guerra: riflessi strategici - 3. L'organizzazione della nazione per la guerra nella pubblicistica italiana degli anni Trenta - 4. Le attribuzioni dei vertici: vincoli e limiti nel ruolo del commissariato generale delle fabbricazioni di guerra, della commissione suprema di difesa e dell'lspetlorato superiore dei servizi tecnici 5. Cenni sull'evoluzione della normativa secondaria - 6. Le nuove leggi sulJ'organizzazione della nazione per la guerra e su Ila disciplina di guerra del maggio 1940 e la legge di guerra e neutralità (1938) - 7. Conclusione.
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PARTE TERZA LA LOGISTICA NELLE GUERRE LIMITATE (1935-1939): UN ' ESPERIENZA SOTTOVALUTATA. CAPITOLO IX - ..... LA GUERRA D'ETIOPIA (1935 1936): NASCITA DELLA LOGISTICA CONTEMPORANEA? ............ ... ................. ............ .. . ...... .... ..... .... .. . . . 1. Bibliografia - 2. Il quadro generale: esigenze politiche, dottrina e prassi strategica, ruolo del la logistica - 3. Fasi salienti delle operazioni e riflessi logistici - 4. Intelaiatura principale dell'organizzazione logistica: Intendenza, base principale A.O. in Patria e basi per operazioni in colo nia - 5. Scacchiere nord (eritreo): fisio no mia generale dcll ' organizzazione logistica - 6. Scacchiere nord (eritreo) : organizzazione e funzionamento dei principali Servizi - 7 . Scacchiere sud (somalo): cenni sull ' organizzazione logistica - 8. Ammaestramenti - 9. Conclusione. CAPITOLO X- LA GUERRA DI SPAGNA (1936-1939): FISIONOMIA GENERALE DELL'ORGANJZZAZIONE LOGISTICA E SUA EVOLUZIONE .... .. ... ... ... ........ 1. - Spunti bibliografici di interesse logistico - 2. Caratteri generali della campagna e riflessi logistici - 3. Cenni (per quanto di interesse) sulle caratteristiche delle operazioni e dello strumento - 4. L'impianto iniziale dei Servizi fino alla battaglia di Guadalajara (dicembre 1936 - marzo 1937) - 5. Il primo riscatto della logistica: le operazioni nel nord-ovest e la conquista di Bilbao e San-
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Ferruccio Botti
tander (aprile-agosto l 937)- 6. Il perfezionamento dell'organizzazione logistica da settembre a dicembre 1937 - 7. L'assestamento definitivo (1938 - marzo 1939): limiti e vincoli. CAPITOLO XI - .. .. LA GUERRA DI SPAGNA (1936 1939): ASPETTI PARTICOLARI DEL FUNZIONAMENTO DEI PRINCIPALI SERVIZI. DATI STATISTICI, AMMAESTRAMENTI E CONCLUSIONE........ Pag. 1. - Servizio di sanità - 2. Servizio veterinario - 3. Servizio di commissariato - 4. Servizio postale - 5. Servizio materiali di artiglieria - 6. Servizio materiali del genio 7. Servizio trasporti (marittimi, ferroviari, a traino meccanico, salmerie e carreggio) - 8. Servizio di amministrazione - 9. Ammaestramenti e conclusioni.
Allegati .......... ............................................................... . Indice dei nomi di persona ............................................ . Indice generale .............................................................. .
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