LA MECCANIZZAZIONE DELL'ESERCITO FINO AL 1943 tomo II -parte 1

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I PARTE 1



STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UF F ICIO S T OR I CO

LUCIO CEVA - ANDREA CURAMI

LA MECCANIZZAZIONE DELL'ESERCITO ITALIANO. DALLE ORIGINI AL 1943 TOMO II PARTE 1

DOCUMENTAZIONE

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PROPRIETÀ LETTERARIA Tutti i diritti riservati Vietata anche la riproduzione anche parziale senza autorizzazione © Ufficio Storico $ME - Roma l' Edizione 1989 2 • Edizione 1994

ARTE DELLA STAMPA lNousTRIA PouGRAFICA - V1A P. S. MANcm1, 13 - Ta. 3202497 - ROMA 1994


INDICI



INDICE GENERALE Indice dei documenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag.

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Indice delle illustrazioni ...... . .. .. . .... ................ .

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Documenti .. . . ........ ............. . . ... ... . .......... .

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Documentazione fotografica .... .............. . .... . ..... .

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INDICE DEI DOCUMENTI

1. Il colonnello Crispino Bonagente, direttore della Direzione

d' artiglieria dell'arsenale di costruzione di Torino, all'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria di Roma, 28 giugno 1912 [copia] . . . . . . . . . . . . . . . .. . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag.

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AUSSME Libia 204.10. Prot. n. 100 ris. 2. Ufficio Coloniale, riassunto della corrispondenza sulle auto-

mitragliatrici in Libia, s.l. 4 settembre 1912........... . .

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3.a Telegramma a firma generale Garioni inviato al generale Alberto Pollio, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Zuara 1° settembre 1912 Prot. n. 5037. Compaioni alcuni commenti manoscritti, fra i quali: Ufficio Calcolo Quanti au. cor. sono in Libia? Ve ne sono 2 a Zuara - Il Ministero, al quale si era richiesto di poterne costruire altri due, ha risposto di attendere i risultati di quelli in Libia ........... .... .

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3.b Telegramma di risposta del generale Pollio, Roma 4 settembre 1912 ............. ........... ....... . ... .

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3.c Promemoria manoscritto per l'Ufficio automobilistico, Roma 4 settembre 1912 Oggetto: autocarri corazzati ...... ........ ........ .

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AUSSME Libia 204.10 3. Corrispondenza sull'impiego delle due automitragliatrici in Libia .. . ............... ........ . . ............ . .. .. . AUSSME Libia 204.10

3.d Telegramma indirizzato al Comando del corpo di Stato Maggiore, s.l. s.d. [ma 6 settembre 1912] ....... . .. . . 3.e Telegramma del generale Camerana, Misurata 2 ottobre 1912 ..... ..... ..... ..... . . . ....... ............ .


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano 4. Corrispondenza sulle automitragliatrici Ansaldo Lancia

Pag.

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4.a Richiesta di informazioni del Ministero della Guerra alla Gio.Ansaldo Armstrong sulle nuove automobili blindate, Roma 5 febbraio 1915 [copia] Prot. n. 395. Oggetto: informazioni . . . . . . . . . . . . . . . .

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4.b Risposta della Gio.Ansaldo con lettera di accompagnamento per conoscenza alla Direzione dello stabilimento per la costruzione di artiglierie di Genova Sampierdarena, Roma 8 febbraio 1915 [copia] Prot. n. 20 DRG 467. Oggetto: automobili blindate .

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5. Corrispondenza diversa sui vari progetti di automitragliatrici 5.a La Pompe Cerpelli di La Spezia si presenta come mediatore dell'offerta della SPA di alcuni autotelai per le nuove automitragliatrici, La Spezia 15 marzo 1915 . . . . . . ASA AP SSNB 891.112 5.b Risposta della Gio.Ansaldo Armstrong all'offerta di mediazione della Pompe Cerpelli, Roma 18 marzo 1915 ASA AP SSNB 891.112. Prot. n. 22 DRG 114. Oggetto: chassis della ditta SP A 5.c Una spiegazione delle cause dei ritardi nell'approntamento delle prime 30 Lancia lZ. Da Fonderie e Acciaierie Fabbrica Corazze al comm. Mario Perrone, amministratore delegato della Soc. An. Italiana Gio.Ansaldo & C., Genova 20 maggio 1915 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ASA AP SSNB 891.101. Prot. n. 107/144. Oggetto: trasformazione di nostri bidoni in lamiere per automobili blindate 5.d Il piano di consegne delle Lancia lZ. Da Gio.Ansaldo & C. a Ministero della Guerra, Roma 14 giugno 1915 [copia] . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ASA AP SSR 484.5. Prot. n. 24 DRG 469. Oggetto: automobili blindate 6. La direzione della Gio.Ansaldo & C. a Direzione Officine Costruzioni d'Artiglieria, Genova 17 agosto 1915 [copia] ASA AP SSR 650bis. 12 Prot. n. Pl a 32. Oggetto: armamento automobili blindate. Reca allegato copia del telegramma inviato dall'Ansaldo al generale Dallolio, Genova 23 luglio 1915


Indice dei documenti

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7. Circolari sulla formazione delle squadriglie di automitragliatrici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag.

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7.a Circolare n. 24437 del 13 luglio 1916 (U.0.M.) È stato omesso lo specchio relativo alla formazione, in quanto errato e corretto dalla successiva n. 29500 . . . .

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7.b Circolare n. 29500 del 27 settembre 1916 [Stralcio] ( U. O. M . )

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8. Circolare n. 1670 sull'impiego delle squadriglie di automitragliatrici e motomitragliatrici, 24 ottobre 1918 . . . . . . . . . .

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AUSSME S.P. 266.5 Pubblicato in USSME, l'esercito italiano ecc. vol. VI tomo II pp. 495-501 9. Corrispondenza sulla «testuggine blindata» Ansaldo Turrìnelli 9.a Lettera di Pio Perrone all'ing. Locami dell'Ansaldo, Roma 22 gennaio 1917 [copia] . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ASA AP SSR 605bis. 12 Prot. n. 18 P 323. Oggetto: progetto di «testuggine blindata» 9.b Lettera dell'ing. Gino Turrinelli, progettista della testuggine blindata, a Pio Perrone, Milano 20 gennaio 1917 [copia] . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ASA AP SSR 484.13 10. Lettera del tenente generale di Robilant al Comando Supremo, Versailles 19 maggio 1918 [copia] . . . . . . . . . . . . . . . . . AUSSME 0.M. 239 Prot. n. 1158 Oggetto: questioni varie riflettenti le tanks 11. Bozza di contratto tra la Schneider e la G io.Ansaldo & C. per la costruzione di tanks e artiglierie semoventi, s.l. s.d. [ma agosto 1918] ...................... ... .... .......... . ASA AP SSNB 826.17 12. Verbale della riunione tenuta fra i rappresentanti dei vari stabilimenti della Gio.Ansaldo & C. allo scopo di organizzare la produzione di carri d'assalto, Genova Sampierdarena 13 settembre 1918 . .............. ........ .......... ...... . ASA AP SSNB 816.13


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

13. Promemoria interno cieli' Ansaldo sull'andamento delle commesse belliche, s.l. 12 ottobr~ 1918 ........... . ........ Pag.

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ASA AP SSNB 816.13 14. Circolare n. 691 R.mo dal titolo Impiego tattico dei carri d'as· salto nell'azione offensiva, s.l. 19 settembre 1918 [a stampa]

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17. Memoria del Comando Supremo sull'impiego delle batterie da 102 e 105, zona di guerra 7 giugno 1916 [a stampa]

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18. La produzione di artiglierie e di autocannoni, automitragliatrici e carri d'assalto presso l'Ansaldo, s.l. s.d. [ma fine 1919]

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15. La Gio.Ansaldo & C. Stabilimento per la costruzione delle Artiglierie alla Direzione Officine Costruzioni Artiglierie di Genova sullo stato di avanzamento della commessa degli autocannoni da 102/35, Genova Sampierdarena 26 giugno 1915 [bozza di lettera] ....... .... .. .... ........ .... . . .... . ASA AP SSR 469.24 16. Il cav. Gino Ascoli, rappresentante Ansaldo presso la Commissione incaricata di esperimentare le nuove artiglierie, allo Stabilimento per la Costruzione delle Artiglierie di Genova Sampierdarena, Nettuno 31 agosto 1915 [copia] .... .. ... ASA AP SSR 477.17 Oggetto: batteria da 102 e 105

ASA AP SSNB 532.4 19. Bozza di offerta al Regio Esercito per 150 carri d'assalto tipo Renault FT da parte della Gio.Ansaldo & C., Sestri Ponente 12 aprile 1919 .... ...... .... .... . . ... .......... .. . . .

...

ASA AP SSNB 106.17. La bozza di offerta è preceduta da una lettera di accompagnamento (Prot. n.6171 oggetto: carri d'assalto) dell'ing. Segala, direttore del Cantiere Navale della Gio.Ansaldo & C., all'amministratore delegato comm. Mario Perrone 20. Promemoria del generale Di Breganze sulle unità carri armati, s.1. s.d. [ma 1923] [copia] .... ......... ........ ... .. Civiche Raccolte Storiche di Milano, b. 118


Indice dei documenti

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21. Allegato n. 7 alla circolare del Ministero della Guerra intitolata Istruzione sul carro armato mod. 1921 e mod. 1930 (pp. 166-171) .......................................... Pag.

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22. Stralcio della circolare del Ministero della Guerra intitolata Istruzione provvisoria sui carri armati veloci (pp. 17-24).

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23. Promemoria consegnato al capo del governo sulla situazione degli stabilimenti di siderurgia bellica della società T erni, Genova 30 novembre 1932 [copia] . . . . . . . . . . . . . . . .

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AR 31.3 e 31.2 24. Lettera, con promemoria allegato, del comandante ing. Mario Barenghi al generale Alfredo Dallolio sulla situazione del1'Ansaldo, Genova-Cornigliano 5 luglio 1935 [copia] . . . ATdR 21.163. I documenti riprodotti furono inviati, per posta, da Paolo Thaon di Revel all'ammiraglio Domenico Cavagnati il 9 luglio 1935 25. Promemoria del generale Federico Baistrocchi a Poalo Thaon di Revel sulla situazione della SIAC, Roma 13 luglio 1935 ATdR 21.162 26. Due circolari sull'impiego della autoblindate e dei velivoli nelle operazioni coloniali stilate dal colonnello Guglielmo Nasi. 26.a Circolare emanata il 25 agosto 1931 sull'impiego delle squadriglie autoblindate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ACS carte Graziani l52 f3 sf15, n. 16120 di protocollo 26b. Circolare emanata il 26 agosto 1931 sull'impiego del1' aviazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ACS carte Graziani b2 f3 sf15, n. 16170 di protocollo 27. Promemoria stilato dal generale Guglielmo Nasi sulla situazione dell'aviazione della Cirenaica dal 1928 al 1933, Bengasi 20 febbraio 1933 [copia] . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ACS carte Graziani bll f16 sfl


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

28. L'attività del Servizio di Artiglieria durante la campagna etiopica da MINISTERO DELLA GUERRA, Relazione sull'attività svolta per l'esigenza A.O., Roma Istituto Poligrafico dello Stato, 1936, aU. 76 tav. XIII. .. .. . .. .. .. . . .. .. .. .. .. . . Pag.

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29. Relazione del V. gruppo «Baldissera» sul comportamento dei carri veloci in A.O., Macallè 30 giugno 1936 ...... .... .

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AUSSME R15/D/1, 115

30. Promemoria del generale Manera sulle modifiche in corso di approntamento a1 carn veloci, Roma 19 ottobre 1936. AUSSME R15/D/l, 15

31. Circolare emanata nel 1935 dal Comando Regio Corpo Trup· pe Coloniali della Somalia Italiana sull'impiego dei carri veloci [a stampa] .... ..... ............................ .

32. Relazione del colonnello Valentino Babini sull'offensiva di Santander, s.l. 15 settembre 1937 ... ............... ... . Archivio privato dott. Angelo FRATTI

33. Relazione del colonnello Valentino Babini sul ciclo di operazioni del marzo-aprile 1938, s.l. s.d.................. . . Archivio privato dott. Angelo FRATTI. Parti del documento pubblicate, senza alcuna indicazione archivistica, in Nicola PIGNATO, Mezzi corazzati e blindati 1935-1939, Gli eserciti del ventesimo secolo n. 12, Roma Curcio 1981, pp. 57-68.

34. Promemoria dell'Ansaldo sulla costruzione dei carri armati inviato al generale Pariani, s.l. 17 ottobre 1939 ........ . AR 12.4 35. Studio sulle unità carriste italiane e francesi compilato dal generale Fidenzio Dall'Ora, Verona 29 novembre 1939 NARS T821, roll 384, IT4996


Indice dei documenti

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36. Le opinioni dell'ingegner Giuseppe Rosini sui carri armati dotati di motore Diesel, s.l. s.d. (ma 1940) . . . . . . . . . . . . . . . Pag.

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da Cesare FALESSI e Benedetto P AFI, Veicoli da combattimento dell'esercito italiano dal 1939 al 1945, Genova lntyrama Books 1976, pp. 146-152 37. Relazione sul comportamento dei carri M11 e L3 nei primi scontri con gli inglesi, s.l. 7 agosto 1940 . . . . . . . . . . . . . . .

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ACS carte Graziani b.59 f.47 sf.344, n . 208 Op 38. Costituzione della brigata corazzata speciale, s.l. 18 novembre 1940 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ACS carte Graziani b.59 f.47 sf.344, n. 03/8200 O.M. 39. Le prime richieste italiane di mezzi bellici ai tedeschi, promemoria del sottocapo di S.M. dell'esercito al capo di S.M.G., Roma 17 dicembre 1940 ................ ......... ... . NARS T821 roll 127 ITA1144, n. 40900 di prot. 40. Una proposta di riorganizzazione dei rapporti esercitoìndustria, Roma gennaio 1941 .................... ... . ACS carte Graziani b.42 f.112, n. 03/8200 0.M. 41. Appunto di Cavallero sul colloquio con Valletta in merito alla produzione di carri armati, Roma giugno 1941 ..... . da L. CEVA, La condotta italiana della guerra. Cavallero e il Comando Supremo 194151942, Milano Feltrinelli 1975, pp. 155-158 42. Promemoria dell'Ansaldo alla O.T.0. sulla costruzione dei carri tedeschi, s.l. 1 ottobre 1941 [copia] AR 12.17 43. La risposta della 0.T.0. al promemoria Ansaldo (v. doc. 42), Roma 11 ottobre 1941 [copia) ................ .. .... .. AR 12.21


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

44'. Bozza di cohtratto per la cessione della licenza di costruzione del Pz KpfwIV, Roma s.d. (ma 1942) . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag.

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AUSSME F16 Rll/8 45. Promemoria sulle possibilità d'incremento della produzione di carri armati medi, Roma 16 dicembre 1942 [copia]

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AUSSME SMG 46. Appunto del generale von Horstig sulla produzione dei P40, s.l. s.d. (ma 8 gennaio 1943) [copia] ..... ...... ....... . AUSSME SMG 47. Relazione del!' Ansaldo sulla possibilità di sfruttamento dell'industrie belliche francesi per la produzione di carri armati, Genova Cornigliano 4 giugno 1943 . ....... ...... .. .. . AISRP AIWM2 f.F41 48. Relazione sul comportamento dell'autoblinda AB41, s.l. s.d. (ma 1942) ....... . ... ...... ........ .. . .. ....... ... . . NARS T821 roll 250 IT3005. Il documento è incluso fra gli allegati del 13.mo capitolo della relazione stesa dal colonnello Mario Bizzi al termine della missione condotta in Africa settentrionale nel marzo 1942 49. Due documenti sulla ripartizione del contributo statale per l'ammortamento degli impianti per la costruzione di artiglierie 49.a L'opinione di Agostino Rocca . ... . .... .. : . ...... . AR 14.7, R.A. a Bocciardo Arturo, lett., Genova-Cornigliano, 15 dicembre 1940, e relativo allegato

49.b L'accordo consultivo tra Ansaldo OTO SIAC e TER-

NI . .... ........ ....... ..... . ...... . .. .. .. .... . AR 14.9, Genova-Cornigliano, 12 gennaio 1942 50. Il dissidio tra Agostino Rocca e Donato Menichella AR 14.46, R.A. a Menichella Donato, lett., GenovaCornigliano, 24 maggio 1943 e relativo allegato


Indice dei documenti

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51. Relazione del generale Luigi Sarracino sull'impiego dei carri M13 in A.S. .................... .... . .. .... .... .... . Pag.

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AUSSME Hl F6, Roma 8 maggio 1941 52. Relazione (stralcio) del capitano Traniello sulla missione teenica in A.S. (marzo 1942) ......................... ...

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AUSSME Racc. 2179 53. Relazione (stralcio) del colonnello Mario Bizzi sulle missioni tecniche in A.S. (marzo 1942) ...... .... . . ......... ... AUSSME Racc. 2179.



·DOCUMENTI



39

Documenti DOCUMENTO

DIREZIONE D'ARTIGLIERIA DELL'ARSENALE DI COSTRUZIONE DI TORINO

1

Torino, lì 28 giugno 1912 N. 100 di protocollo Ris.

All'Ispettorat o delle Costruzioni d'Artiglieria

ROMA

OGGETTO: Automitragliatrici corazzate

Questo Arsenale, nel fare il preventivo per la corazzatura degli autocarri armati con mitragliatrici (foglio n. 91 Ris. in data 18 maggio u.s.) prese per base il progetto di massima trasmessogli dal Comando del Corpo di Stato Maggiore e stimò a circa 4300 la spesa complessiva da sostenersi, ed a 30 giorni il tempo occorrente per la costruzione del 1° esemplare. Però, intrapreso lo studio dei particolari, dovette convincersi che per raggiungere lo scopo di proteggere efficacemente il personale di manovra e le parti vitali del motore, ed offrire nello stesso tempo buone condizioni d'impiego alla mitragliatrice, conveniva non solo cambiare radicalmente il progetto di corazzatura, ma anche apportare notevoli modificazioni all'autocarro. I concetti a cui l'Arsenale si è inspirato per fare il nuovo studio sono i seguenti: 1° La mitragliatrice deve essere normalmente adoperata sull'autocarro, e questo deve offrirle le migliori possibili condizioni offensive e difensive. Quindi la necessità di adottare uno speciale affusto corazzato, che pur essendo fatto con mezzi sbrigativi utilizzando in parte il treppiede regolamentare, permetta all'arma il perfetto giro d'orizzonte, e difenda dai tiri nemici, qualunque sia la loro direzione, la testa e la parte superiore del busto del puntatore, che forzatamente debbono sporgere al di sopra della cintura corazzata del carro.


La meccanizzazione del! 'Esercito Italiano

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2° Per concedere alla mitragliatrice il completo giro d'orizzonte, senza dare all'affusto un ginocchiello esagerato, e senza togliere il conduttore dal volante, bisogna che la posizione del conduttore stesso sia la più bassa possibile. Occorre quindi: a) Abbassare il sedile dell'autocarro e spostarlo indietro come nelle automobili da corsa, cambiando posto alla cassa per l'acqua che ora trovasi sotto il sedile. b) Inclinare di più l'albero del volante. c) Provvedere superiormente la cabina del conduttore e del meccanico di uno sportello di lamiera, da chiudersi durante il combattimento. 3° Anche la posizione dei due serventi, aiutanti del puntatore, deve essere tale da riuscire relativamente comoda e da non impedire alla mitragliatrice di tirare sopra di loro. Per ottenere ciò occorre che i due serventi stiano seduti a livello dell'impalcata, colle gambe dentro una cassa corazzata sporgente al disotto dei lungheroni e destinata anche a contenere il serbatoio per la benzina. Occorre inoltre che la cabina dei due serventi, che trovasi nella parte posteriore del carro, subito dopo l'affusto corazzato, si possa, come quella del conduttore, chiudere superiormente con sportelli di lamiera. 4° Si spera che la mitragliatrice, quando il carro è fermo, possa sparare con sufficiente precisione senza arrestare del tutto il motore; ad ogni modo è indispensabile che se per una causa qualunque il motore si fermasse, sia possibile rimetterlo in moto senza scendere dal carro ed esporsi alle offese nemiche. Occorre quindi modificare l'apparecchio di «messa in marcia» in modo da poterlo manovrare dall'interno.

5° Affinchè la persiana destinata a proteggere il radiatore raggiunga il suo scopo senza nuocere troppo al passaggio dell'aria, conviene che le stecche invece di essere piane siano piegate ad angolo. Si è esperimentato una persiana di legno di questa forma, e si è visto che essa consente un sufficiente raffreddamento del radiatore. Si spera che il risultato sia abbastanza soddisfacente anche con la diminuita velocità di marcia imposta dalle ruote di gomma piena; qualora ciò non si avverasse, bisognerebbe ricorrere ad un ventilatore. In questo caso la persiana potrebbe sostituirsi con una lamiera piena, però occorrerebbe un certo tempo per studiare ed allestire il ventilatore. 6° Il «grembiule» ed il «coffre» debbono essere sostituiti con altri della stessa forma, ma resistenti alle pallottole del Mauser. 7° In quanto alle ruota, l'Arsenale ha preso nota che i pneumatici dovranno essere sostituiti con cerchioni di gomma piena.


Documenti

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Per ora è quanto di meglio si può fare. Più tardi, se sarà necessario facilitare la marcia sulla sabbia, si potrà pensare all' impiego di cerchi snodati, simili a quelli che hanno fatto buona prova col cannone da 75 A, e che servirebbero anche a proteggere il cerchione elastico dalle pallottole nemiche. Per essere pronti in caso di bisogno, si è iniziato lo studio di quest i cingoli speciali, adattando alle ruote dell'autocarro due vecchi cerchi articolati (tipo economico, da 75 A). Si è inoltre intrapreso anche lo studio di un altro modo di proteggere il cerchione elastico della ruota dal tiro di fucileria ma su questo studio come pure su quello dei cerchi articolati, che hanno nè l'uno nè l'altro carattere d'urgenza, l'Arsenale riferisce con maggior agio quando sarà venuto ad ·una conclusione che meriti di essere riferita. Facendo astrazione dai due studi ora accennati, le radicali modificazioni che si sono dovute arrecare al progetto primitivo hanno accresciuto molto il lavoro da farsi e quindi il tempo e la spesa. Circa al tempo l'Arsenale spera di poter mantenere gl'impegni presi (in seguito a richiesta telegrafica) col Comando del Corpo di Stato Maggiore cioè di ultimare i due carri pel 15 del venturo mese. Bisognerà però esperimentarli come si è detto nel telegramma di risposta ed anche nel foglio n. 95 Ris. del 20 giugno diretto a Cotesto Ispettorato. Si spera di non avere da rilevare inconvenienti di importanza; ad ogni modo l'Arsenale farà tutto ciò che è possibile per mettere al più presto i due carri in grado di essere spediti. Circa la spesa, non si può ancora dire con sicurezza quale somma si raggiungerà; si crede però che tutto compreso non si passeranno, o si passeranno di poco le 6000 lire invece delle 4300 richieste. Si prega di voler comunicare quanto sopra al Comando del Corpo di Staro Maggiore ed al Ministero al quale fra pochi giorni si trasmetterà la nuova richiesta di fondi.

IL COLONNELLO DIRETTORE f.to BONAGENTE

PER COPIA CONFORME IL MAGGIORE CAPO UFFICIO


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano DOCUMENTO

2

Ufficio Coloniale A Categoria 1 Riassunto pratica aucom. coraz. svolta dall'Ufficio Automobil. foglio 9945 6 lugl. - La Direzione di Art. dell' Ars. di costruzione in Torino informa l'Ispettorato delle costruzioni che l'Ing. Galli (incaricato della costruzione di 2 automitragliatrici per conto di un comitato patriottico) riferisce che le gomme piene non si prestano sulle zone sabbiose per insufficiente aderenza. La Direzione di Art: Desidera sapere se dovrà spedire le 2 macchine come sono, o se dovrà procedere a rimuovere le difficoltà del traino, nel qual caso

occorrerà del tempo per terminare studi e costruzione. foglio 101 8 luglio - La Direzione (come sopra) all'Ispettorato delle costruz. dice che si può ritiene: 1° che sulla sabbia le gomme piene slittano; 2° che anche coi pneumatici la velocità passa di poco i 10 km all'ora. Propone l'adozione di cerchi articolati, ripromettendo velocità superiori anche a 50 km., aumentanto la potenza del motore. Chiede: se può iniziare la costruzione delle 2 coppie di cerchi; se può trattenere i due autocarri. foglio 1888 15 lugl. Dall'Ispettorato di art. al Comando Corpo S.M. L'Ispettorato parla di 2 automitr. che un comitato milanese offrirà all'esercito in seguito ad ordini dati dal Ministero e dal Com. del Corpo di S.M. (Pare vi sia equivoco). Trova convenienti i cerchi articolati. Resta in attesa delle decisioni del Comando del Corpo di S.M. foglio 16 luglio dell'Ufficio Aut. Non rileva l'equivoco. Circa le decisioni: si lasciano ai tecnici aggiungendo che si ritiene opportuno di ritardare quel poco che è necessario l'invio di detto materiale(? quale: quello ordinato per conto del Ministero, o quello del comitato milanese?) pur di assicurare ad esso le migliori caratteristiche di funzionamento.


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Documenti

DocuMENTO 3a Copia decifrata Telegramma pervenuto R .S.E. POLLIO Zuara 1 Settembre 1912 - Ore 17.15' TESTO - 5037 - Risposta telegramma 5838 - Autocarri (corrazzati?) ritengo possano rendersi molto utili qui dato terreno favorevole loro impiego. Mi proponevo impiegarli come scorta a colonne autocarri e avrei approfittato attuale sosta per istruzione personale. Però non essendo ora assolutamente necessari qui attendo ordini V.S. circa loro eventuale destinazione. f.to GARIONI

DOCUMENTO 3b

Roma, addì 4 Settembre 1912 Generale Garioni Zuara Riferimento suo 5037 tenga pronti imbarco due autocarri corazzati destinata Zuara stop. Riferimento suo 4918 destinato colonello Sardagna 2° granatieri con comando reggimento. Prego ricevuta telegrafica f.to Generale PoLLIO


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano DĂ’cuMENTO 3c

Promemoria per l'ufficio automobilistico Oggetto: Autocarri corazzati Il Comando della sa divisione, al quale si sono chieste notizie sugli autocarri corazzati testè inviatigli, ha comunicato che ritiene molto utile il loro impiego per servizio di scorta a colonne autocarri. Il comando del distaccamento di Misurata ha poi espresso il parere che tale materiale possa riuscitli utilissimo. Parrebbe quindi molto opportuno provocare dal Ministero l'autorizzazione a costruire prontamente ak~ni altri di tali autocarri, sia per poterne fornire entrambi i Comandi suddetti, sia in vista della probabilità che il loro impiego possa riuscire utile nelle future operazioni, durante le quali il servizio di rifornimento mediante autocarri, e la prestazione dei medesimi potranno assumere maggiore importanza. Si è pertanto disposto che i due autocarri della sa divisione vengono inviati a Misurata. (firma illegibile)


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Documenti DOCUMENTO

3d

Comando Corpo Stato Maggiore Roma 5195 Rosso Due automobili destinate Zuara. Uno trovasi su trsporto Minas attualmente a Macabez e prossimamente a Zuara. Altro su trsporto Edilio attualmente a Napoli per rifornimento acqua e poi Zuara. Gen.

TASSONI

DocuMENTO

3e

Misurata 2 Ottobre 1912 - Ore 19h35'

874. Giunto a Misurata auto corazzato? completo con mezzi propri percorrendo solita deperita strada autocolonne in tempo normale. Seguiranno esperienze manovrabilitĂ dopo ripassatura motori.

f.co F. G.

CAMERANA


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano DOCUMENTO

4a

COPIA Roma, 8 febbraio 1915 Alla Direzione dello Stabilimento per la costruzione di Artiglierie Sampierdarena OGGETTO: automobili blindati. Vi comunichiamo copia del dispaccio n. 395 in data 5 corrente mese pervenutaci dal Ministero della Guerra, e della nostra risposta in data di oggi. In conformità a quanto ho scritto a detto Ministero occorre dare subito ordinazione alle nostre Acciaierie delle lamiere speciali occorrenti per blindare N . 20 automobili. Con distinti saluti Pio PERRONE

Roma, addì 5 febbraio 1915 MINISTERO DELLA GUERRA DIREZ. GEN. ARTIGLIERIE E GENIO UFFICIO DEL DIRETTORE GENERALE N.

395

RISPOSTA A

Alla Spettabile Ditta Gio. Ansaldo Armstrong Piazza Colonna 366 ROMA

OGGETTO: Informazioni Il giorno 27 dello scorso gennaio, a mezzo di un proprio incaricato che ne ritirò ricevuta, questo Ministero faceva tenere a cotesta Spettabile Ditta il seguente dispaccio: «n. 285 - Risulta a questo Ministero che cotesto Stabilimento ha possibilità fornire automobili blindate. Desideransi informazioni al riguardo e notizie circa possibile presentazione primo esemplare». Poichè a tutt'oggi non si è ricevuta alcuna r isposta su questo soggetto si interessa la cortesia di cotesta Spettabile Direzione di voler favorire le notizie chieste con quella sollecitudine che le condizioni presenti e la ben nota solerzia di cotesta Ditta giustamente ripromettono. Per il Ministro A. DALLOLIO


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Documenti DOCUMENTO

4b

Roma, 8 febbraio 1915 On. Ministero della Guerra Direzione Generale di Artiglieria e Genio Roma 20.DRG/467

OGGETTO: automobili blindate.

In risposta al dispaccio n. 395 del 5 c.m. abbiamo il pregio di comunicare alla $.V. che non abbiamo potuto prima d'ora fornire le indicazioni richiesteci con il dispaccio n. 285, avendo dovuto prendere accordi con la Casa Lancia per la fornitura di uno chassis addetto allo scopo. Dati gli accordi presi, potremo presentare il nostro modello fra un mese. Dobbiamo però far presente che si tratterà soltanto di un modello di automobile blindata, poichè per la sua costruzione si stanno impiegando lamiere comuni. Abbiamo ritenuto opportuno procedere in questo modo, per potere nel materiale definitivo introdurre quelle modifiche e varianti che codesto on. Ministero reputerà utili o necessarie. L'automobile che presenteremo sarà munita di due mitragliatrici VickersMaxim di nostra proprietà, ma potrà riceverne una terza. Contiamo che il nostro modello incontrerà l'approvazione della S.V., avendo procurato di riunire in esso tutti i vantaggi dei tipi esistenti all'estero, cercando di eliminarne i difetti. Non siamo ancora in grado di stabilire il prezzo del tipo di automobile in questione. Ci pregiamo però di dare in proposito le più ampie assicurazioni, dappoichè è nostro vivissimo desiderio renderci utile a codesto on. Ministero dell'approntamento dei materiali occorrenti alle difese del paese. Intanto per abbreviare al massimo grado il tempo necessario per la consegna di automobili blindate, abbiamo già disposto - naturalmente a nostro rischio e pericolo per la fabbricazione delle lamiere necessarie a corazzare venti automobili. Nella speranza che l'E.V. vorrà appoggiare lo sforzo che stiamo facendo, con la massima osservanza ci rassegniamo. Devotissimi f. to P,o

PERRONE


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

Docu.MENTO Sa Spezia, 15 marzo 1915 Pompe - Macchine Affini Accessori Cerpelli & C.

Ill.mo Signor Comm. Pio Perone Roma

Illustrissimo Commendatore, L'Amministratore della «SP A» D ott. Piccardo, che ho avuto occasione di vedere in questi giorni a Genova, mi comunica che sarebbe disposto, a mettere a di Lei disposizione, due chassis del tipo adottato dal Battaglione Aviatori, nei rudi servizi delle nostre Colonie, ed identico a quello prescelto dal Servizio Areonautico Francese, per utilizzarlo per le automobili blindate, in costruzione nelle di Lei Officine. Mi permetto di appoggiare questa proposta preliminare della «SP A», dopo di essermi reso esatto conto, dei requisiti costruttivi dello chassis, rispetto agli altri esistenti. Difatti lo chassis in parola, ha il ponte posteriore di tipo completamente nuovo, in esso la parte trasmissione e differenziale è completamente distinta ed indipendente dalla parte portante. Questa è costituita da una scatola in lamiera di acciaio stampato che ha pure la funzione d'asta di reazione e di spinta. Questa scatola è ermeticamente chiusa in tutto il suo sviluppo, soltanto nella sua parte posteriore è provvista di un'apertura circolare, dalla quale si può estrarre il sostegno di acciaio che porta tutti gli ingranaggi riduttori e differenziali. La riduzione del numero di giri viene effettuata in due riprese. Dapprima come al solito mediante un pignone ed una corona conica, quindi mediante un rocchetto all'asse della stessa il quale comanda una corona cilindrica di gran diametro, portata dalla scatola che racchiude il meccanismo differenziale. nmoto da questo viene trasmesso alle due ruote motrici con due alberi provvisti alle due estremità di opportune chiavette e che si introducono nella scattola del mozzo di ciascuna ruota. Per smontare tutto il meccanismo basta sfilare dapprima questi due alberi, togliere i bulloni che tengono unita alla scatola esterna la gabbia porca ingranaggi ed estrarre quest'ultima. T utto questo si può fare con la massima facilità senza scaricare il Camion e lasciandolo appoggiare sulle quattro ruote. Questo dettaglio secondo il mio parere ha una importanza capitale, dato lo speciale servizio richiesto da queste automobili. · Di tanto ho creduto mio dovere informarla, e frattanto Le porgo i miei più distinti ossequi.


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49 DOCUMENTO

Sb

Roma, 18 marzo 1915

OGGETTO: Chassis della Ditta Spa.

Egregio Ing. Cerpelli La ringrazio delle informazioni che mi ha fornito con la sua del 15 corr. ed accetto di buon grado la sua raccomandazione. Ella può senz'altro richidere alla SPA uno dei chassis dei quali mi scrive, sul quale costruiremo un'automobile blindata colle lamiere speciali di nostra esclusiva produzione, con le quali ci è riuscito di mantenere il peso dell'insieme entro limiti molto ristretti pur garantendo al personale tutta la protezione necessaria. Attualmente vi è grande richiesta di automobili blindate, sia da parte del nostro governo che dall'estero. Noi ne abbiamo già pronta una sopra chassis tipo Lancia, la quale possiede il sel/starter, requisito essenziale per un'automobile blindata, il cui conducente deve poterla metter in modo senza uscirne. Come le ho detto, la nostra automobile blindata è riuscita molto bene; siccome però Lancia non potrà fornirci che un numero di chassis troppo limitato, troveremo modo di piazzare un certo numero di quelli Spa - che avranno, credo, il self-starter o troveranno modo di averlo. Mi metta in relazione con quei signori e li preghi di preparare e comunicarmi dei disegni per potere, poi, d'accordo con me, recarsi a Genova per la costruzione del primo esemplare. Cordiali saluti

f.to Pw

PERRONE


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

DocUMENTO Se Cornigliano Ligure, 20 maggio 1985 Fonderie e Acciaierie Fabbrica di Corazze

III.mo Sig. Amministratore Delegato della Soc. An. Italiana Gio. Ansaldo & C. Genova

OGGETTO: Trasformazione di nostri bidoni in lamiere per automobili blindate. Fornitura: L. 12.600 a 30 giorni, netto.

Ci riferiamo all'On. Foglio della$. V. Ill.ma C. 4/55 del l O corr., col quale Ella ci dava autorizzazione ad ordinare alla Ditta Fratelli Bruzzo di Bolzaneto la laminazione di 54 Tonn. circa di nostri bidoni, e ci pregiamo comunicarle che, rifatti i calcoli, ci risulta che per l'approntamento delle lamiere per le 30 automobili blindate dovremo elevare il quantitativo di 54 Tonn. di nostri bidoni a Tonn. 60 circa; la spesa che dovremo sostenere sarà quindi di L. 12.600 circa anzichè 11.500 (nella nostra precedente N. 741/139 del 27 aprile 1915 venne segnato, per un'omissione di macchina 1150). Preghiamo la S.V. III.ma di confermarci l'autorizzazione Con distinto ossequio.

IL DIRETTORE GENERALE


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51 DOCUMENTO

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Roma, 14 giugno 1915 On. Ministero della Guerra Direzione di Artiglieria & Genio ROMA

OGETTO: Automobili blindate.

In risposta al pregiato foglio 2559 in data 11 giugno corrente riguardante le automobili blindate, ci pregiamo informare codesto On. Ministero che abbiamo pressato il nostro Stabilimento di Sampierdarena per immediate informazioni al riguardo. Detto Stabilimento ci ha risposto telegraficamente quanto segue: «Consegneremo: «n . 2 automobili entro Giugno n. 3 idem idem 10 Luglio n. 5 idem idem 15 Luglio n. 10 idem idem 10 Agosto, subordinatamente alla tempestiva consegna dell'armamento e purchè non si ripetano inconvenienti che si verificano ora nei trattamenti termici. F°) ARMANSALDO». Il che significa ponendo in relazione con le ragioni esposte nella lettera da noi inviata a codesta On. Direzione il 5 Giugno corrente (24 DRG/327) che i ritardi, come abbiamo già detto, non sono a noi imputabili bensì alla estrema difficoltà di riguadagnare il tempo perduto dal reparto Trattamenti Termici per la lavorazione delle lamiere blindate. Con profonda osservanza.


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano DOCUMENTO 6

17 agosto 1915 On. Direzione Officine Costruzioni d'Artiglieria Genova

OGGETTO: Armamento automobili blindate.

Riscontriamo l'ossequiato foglio n. 9934 del 28 luglio u.s. di codesta On. Direzione con il quale ci veniva comunicato un telegramma del Ministero della Guerra relativo all'armamento delle automobili blindate telegramma che faceva seguito ad altro trasmessoci direttamente dall'E. Ministero sul medesimo argomento. Su tale questione ci permettiamo riassumere in appresso quanto avemmo ad esporre sia alla Commissione di Collaudo sia direttamente a codesta On. Direzione. Premettiamo che durante le esperienze preliminari e successivamente nella costruzione definitiva delle macchine ci si è sempre parlato di mitragliatrici Maxim Mod. 1911 ed in base a tale tipo di armi noi studiamo le necessarie sistemazioni: anche il contratto all'Art. III parla precisamente di mitragliatrici Maxim 1911. Ci permettiamo fare presente che se fossimo stati avvertiti per tempo della necessità di ricorrere ad armi di altro tipo avremmo potuto modificare in relazione alla mitragliatrice prescelta e l'affustino e le dimensioni delle torri ecc. ecc. mentre ora l'adattamento di altre armi richiede non lievi lavori i quali oltre a presentare un carattere di ripiego importano una spesa non indifferente che naturalmente non potrebbe restare a nostro carico. Delle due mitragliatrici indicateci Fiat-Revelli e Maxim-Dreyse (sequestrate a bordo del Bayern) la Maxim-Dreyse richiede minori modificazioni rispetto al tipo attuale ma per converso restano inutilizzati i treppiedi di tali armi superiori certamente ai Maxim, gli apparecchi di puntamento ottico (cannocchiali a prisma) e tutte le casse ed astucci contenenti i pezzi di ricambio e di rifornimento. Inoltre tali mitragliatrici avendo calibro 6,8 richiedono un munizionamento speciale ciò che porta a degli inconvenienti di ordine pratico e logistico sui quali non siamo competenti a pronunciarci ma che ci sembrano ad ogni modo assai grav1.


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La Fiat-Revelli richiede per il suo adattamento non solo la completa modifica degli affustini ma ancora quella delle torri come chiaramente risulta dagli allegati disegni. Inoltre sia nell'un tipo come nell'altro il campo di tiro viene notevolmente ridotto ed in particolare resta annullata la possibilità di sparare in depressione. Tali difficoltà sono state fatte presenti al Comando Supremo in occasione della consegna in Udine della prima automitragliatrice. L'Ufficio Tecnico di tale Comando convinto della serietà delle obiezioni da noi mosse alla tardiva modifica dell'armamento ha fatto Sua la proposta di passare alla R. Marina le mitragliatrici del Bayern con tutto il corredo di accessori per utilizzarle nelle piazze marittime per la difesa contro gli aerei ottenendone in cambio altrettante Maxim. Ci risulta che S.E. Cadorna ebbe a conferire in tale senso con S.E. Thaon Di Revel ma ignoriamo ancora le decisioni prese. Sappiamo solamente che la R. Marina ci ha richiesto i dati relativi alle mitragliatrici del Bayern. Noi ci troviamo dunque tutt'ora nell'incertezza delle armi che dovremmo adattare sulle automobili blindate ed in conseguenza non abbiamo ancora potuto por mano ai lavori di modifica extra contrattuali che si richiedono se non potranno aversi le mitragliatrici Maxim 1911. Naturalmente non possiamo ritenerci responsabili dei ritardi derivanti da un simile stato di cose e non dubitiamo che codesta On. D irezione troverà equo che ci venga corrisposto l'importo convenuto per le auto-mitragliatrici man mano che queste hanno subito con esito soddisfacente le prove di collaudo salvo ad eseguire a suo tempo le modifiche relative all'armamento. Confidiamo ancora che codesta O n. Direzione vorrà sollecitare dalle competenti Autorità una decisione definitiva che ci metta in grado di ultimare le automitragliatrici ora ferme in Officina ed in tale col massimo ossequio ci diciamo. IL DIRETTORE


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

A SUA ECCELLENZA IL SOTTOSEGRETARIO ALLE ARMI & MUNIZIONI MINISTERO DELLA GUERRA ROMA Le mitragliatrici calibro sei otto provenienti dal Bayern forniteci ieri per le automobili blindate richiedono la modifica completa dei supporci studiati ed ultimati nell'affidamento che l'armamento delle automobili sarebbe stato costituito da Maxim 1911 stop se ci fosse stato fornito in tempo un modello delle mitragliatrici del Bayem sarebbe stato possibile eseguire senza gravi ritardi nella consegna le necessarie modifiche che richiederanno ora da venti a t renta giorni stop le ventuno mitragliatrici del Bayem essendo sufficienti per sole sette automobili riteniamo sarebbe conveniente dotare le prime tredici automobili ormai quasi tutte pronte di mitragliatrici Maxim 1911 modificando le ultime sette macchine per ricevere le mitragliatrici del Bayern stop per guadagnare tempo di ci permettiamo suggerire di chiedere alla Regia Marina le mitragliatrici Maxim 1911 occorrenti consegnandole in cambio quelle del Bayern il che permetterebbe di avere un munizionamento unico per le venti automitragliatrici identico a quello della fanteria. SocietĂ Ansaldo Genova, 23 luglio 1915


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Circolare n. 24437 del .13 luglio 1916 (U.O.M.).

OGGETTO: Formazione delle squadriglie automitragliatrici. Sulla base dell'esperienza acquistata in questi mesi, è stata determinata la formazione delle squadriglie automitragliatrici, quale appare dallo specchio ammesso. La 1a, za e la 3a squadriglia, già esistenti, assumeranno al piÚ presto tale formazione. Alle deficienze di personale automobilisti ed alle deficienze di materiali provvederà l'Intendenza generale, alla quale saranno pertanto rivolte, dai comandi di armata interessati, le necessarie richieste. Alle altre deficienze provvederanno i comandi di armata stessi. I materiali esuberanti saranno messi a disposizione dell'Intendenza generale. La 1 a, za e 3a squadriglia saranno formate su tre sezioni, la 4a e la sa squadriglia (ora in preparazione e che saranno probabilmente, assegnate una alla za ed una alla 4a armata) saranno invece formate su due sezioni.

S.C.S. M. - f.to PORRO


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La meccanizzazione del! 'Esercito Italiano DOCUMENTO

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Squadriglia Automitragliatrici (1). MATERIALE

PERSONALE

COMANDO DI SQUADRIGLIA Comandante (capitano) ........... .. ........... . Sottufficiale al materiale .......... .. ...... ... .. . Sergente o caporal ma~g- di contabilità ... ••••• ... Caporale di contabilica ....... ...... . ... ...... . . . . . (Z) conduttori ... .. .... ...... .... . Aucomo b i 1ist1 meccanici .... .... . • ...... . .. Motociclisti ............................. .... . . Ciclisti ..... . ....... ... .••. . •.. .. . . •••.... .... Attendenti .... ...... .. • . , •••... ............... Caporale . .. ........ .... .•.... ................. Soldati per sen'izi vari . .. ...•. .. ...... ...... ... . Fucinatore ........................ . Operai (3) Armaiuolo .... ••.... ...... .... ...... Elettricista .. .• •••. ... ... . •. ... .. . .. Vetturette . .. .. ...... . . . .•••... ................ Motociclette . .. ..... ••• ..... .. . ..... .. ....... .. Autocarri ( 4) .............. •.. ................. Biciclette ....... ..... ....... ................ . . .

1 1 1 3 2 I 2 I 1 4 I

I I

2 2

Totale comando sq uadrigl ia

20

3

2

SEZIO'.'-:E AUTOMITRAGUATRlCI Subalterni (5) ....................... ........ .. . A bT . (G) conduttori (uno di ris.) ...... .. . meccanici ( • • • ) ...... . utom o i ist1 Mitraglieri (due di riserva) (7) ... . ..... ..... .... . Automitragliatrici complete .. ... .. ....... ... . Autocarri (8) ........ , , . . ..... , • ... ..... Biciclette . . . . . ...................... .

2

Totale sezione automitragliacrici

2

4 4

8 2 1 16

3

RISERVA DI SQU ADRIGLIA Comandante (subalterno) ... ................... . . • • ( ) conduttore ........ ....... .... . . A ucomo b ,11st1 9 meccanico .. .. . ... ... .. .. . . . Mitraglieri (9) ..... . . ...... ... ... . .. . .. ...... .. Automitragliatrici complete ................. ... . T oca]e riserva di squadriglia

l 3 5

(I) Li squadriglia è composta di 1 comando, di 2 o 3 sezioni e di una riserva. - (2) Uno di essi è so11ufficiale di carriera. - (3) Graduati di truppa o soldati. - (4) Di cui uno attrcz,.ato a carro officina, l'altro normalmente disimpegna i servizi generali di squadriglia e nei trasferi menti trasporta tutto il materiale in dotazione alla squa· dri_glia-11011 diu ribui10 alle sezioni. - (S} li più anziano dei subalu:rni è comandante di sezione. - (6) Uno di essi i: sergente (;,;.cap. magg.} ed uno è caporale. - (7) Uno di essi è sergente (o cap. magg.) ed uno è caporale. Nel complesso di ogni squadriglia due dei sergenti possono essere sostituiti da sottuficiali di carriera. - (8} È adibito al rifornimento delle munizioni. Nei trasferimenti 1rasporta anche il materiale della sezione ed il corredo della truppa. - (9) Uno è caporale.


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addì, 24 ottobre 1918

Circolare Riservatissima

R. ESERCITO 1TALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO SEGRETERIA SEZIONE ISTRUZIONI

N. 1670 di Prot. R.S.

OGGETTO: Istruzioni e norme sull'impiego delle squadriglie di automitragliatrici blindate e delle motomitragliatrici. Ai comandi di armata Al comando generale di cavalleria Ai comandi generali di artiglieria e genio (diramazione estesa fino ai comandi di reggimento) Al comando superiore di aeronautica e, per conoscenza All'Intendenza generale Al Ministero della Guerra · Div. S.M

I. - PROPRIETÀ E CARATTERISTICHE DELL'AUTOMITRAGLIATRICE BLINDATA. 1. -

Armamento potente (3 armi) (Il;

- protezione quasi completa contro i tiri di fucileria, m itragliatrici e shrapnels; -

mobilità grande, ma limitata quasi esclusivamente alle strade;

- grande velocità <2l;

(1) Due nella torretta girevole; una, con settore limitato, disposta pcl tiro verso il tergo (poppiera). (2) Su strade buone, piane e rettilinee, può raggiungere anche da 70 a 80 Km. ali' ora.


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bersaglio e visibilità notevoli, per la mole delle macchine e per la polvere sollevata durante gli spostamenti. Ne conseguono:

- azione di fuoco di grande effetto morale e materiale - possibilità di compiere imprese audaci a stretto contatto con l'aV'Uersario ed anche sul tergo di esso p urchè si possano evitare le zone intensamente battute dalla sua artiglieria;

- spiccata attitudine all'esplorazione su strada (limitata però a rapidi colpi di sonda), ed all'azione di sorpresa, offensiva e controffensiva, sui fianchi e sul tergo delle posizioni nemiche e relativa facilità di ritirarsi al momento opport uno; - necessità di un'accurata manutenzione delle macchine e di poter disporre perciò di personale provetto, di tempi e di mezzi per eseguirla.

II. - FORMAZIONI ORGANICHE E TATTICHE. L'unità organica è la squadriglia composta di un comando, di 2 o 3 sezioni, comprendenti ciascuna 2 automitragliatrici e di una riserva (con una automitragliatrice). Comanda la squadriglia un capitano, e la sezione il più anziano dei due subalterni ad essa assegnati P>. 2. -

3. - Sul campo tattico, non è generalmente consigliabile l'impiego della squadriglia riunita, data la difficoltà dell'azione diretta del comando su tutte le macchine che la compongono e la grande visibilità del bersaglio offerto al tiro nemico da più macchine avviate sulla stessa strada, le quali potrebbero inoltre intralciarsi a vicenda. Devesi quindi ritenere come normale l'impiego delle automitragliatrici per sezioni, le quali, d'altra parte, sono in grado di esplicare una notevole azione di fuoco. All'impiego della squadriglia contro un solo obietivo si potrà ricorrere solo in casi eccezionali, ad es., quando il fascio stradale consenta di far conver gere sullo stesso obiettivo le varie macchine per itinerari indipendenti. T enuto conto della relativa frequenza con la quale le automitragliatrici, per le loro caratteristiche, possono guastarsi, od essere immobilizzate dal tiro avversario, non converrà l'impiego isolato di esse. 4. - In massima, le squadriglie di cui dispone un'armata sono assegnate, di volta in volta, ai corpi d'armata ed alle divisioni di fanteria dipendenti, in base alla situazione ed alle caratteristiche del terreno.

(3) Per maggiori dati si veda lo specchio allegato alla circolare n. 29500 in data 27 settembre 1916 del Comando Supremo (Ufficio O rdin. e Mobilitaz.).


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Per particolari operazioni le divisioni di fanteria, o di cavalleria potranno mettere una o più squadriglie agli ordini di un comando di brigata; ma, dalla natura dei compiti normalmente assegnati alle automitragliatrici, non converrà discendere con l'assegnazione al disotco di quest'ultima unità, salvo ad assegnare, eccezionalmente, nella guerra di movimento, a qualche reggimento o riparto ciclisti qualche sezione di automitragliatrici per l'esecuzione di compiti speciali e ben definiti.

III. - IMPIEGO DELLE AUTOMITRAGLIATRICI BLINDATE

Criteri generali. 5. - Dalle caratteristiche sopra esposte emerge che fattori essenziali per un utile impiego delle automitragliatrici sono: il movimento, l'audacia, la sorpresa.

In conseguenza è da proscriversi in modo assoluto l'impiego prolungato di esse da ferme, a guisa di torrette corazzate, perchè in questo modo si verrebbe a rinunziare ad uno dei principali elementi di buon successo, che è la sorpresa e si aumenterebbe la vulnerabilità delle macchine, esponendole inoltre ad una facile cattura, col dare modo al nemico di impedirne il ripiegamento con sbarramenti di fuoco o con interruzioni m:adali di poca entità, eseguibili da nuclei avversari rimasti eventualmente a tergo di esse. L'impiego delle automitragliatrici di notte, fuori delle proprie linee, in massima è da evitarsi poichè le macchine, dovendo procedere a fari spenti, perderebbero molto della loro mobilità, e d'altra parte le tenebre impedirebbero la rapida percezione dei bersagli, ed un tiro efficace su di essi <4l, 6. - La blindatura, e soprattutto la mobilità, costituiscono la migliore protezione delle macchine. Al riguardo è da avvertire:

a) - Sotto il fuoco di fucileria avversaria conviene cambiare spesso posizione, avanzare, retrocedere, scomparire dietro ripari od ostacoli per ricomparire all'improvviso e, preferibilmente su uno dei fianchi della posizione occupata prima l5l. b) - Sotto il tiro dell'artiglieria nemica occorre spostarsi, muovendo, ove si possa, obliquamente rispetto alla direttrice di esso; conviene altresì ce-

(4) Qualora tale impiego venisse fatto, converrà coordinarlo con quello di qualche stazione auto-fotoelettrica. (5) Ogni qualvolta riesca possibile, converrà rivolgere al nemico il tergo delle macchine, plerchè da tale lato esse presentano la migliore protezione (le ruote del retrotreno sono blindate) e possono sviluppare la massima potenza di fuoco (3 mitragliatrici: 1 poppiera e le 2 della torretta girevole).


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larsi alla vista fino a che il fuoco non cessi o rallenti, per ricomparire rapidamente, lanciare qualche raffica e scomparire di nuovo.

c) - Se il nemico eseguisce fuoco di sbarramento, occorre superare la zona battuta a grande velocità con macchine intervallate e ripartite possibìlmente su più strade. d) - Conviene infine che gli equipaggi siano muniti oltre che di armi . da fuoco portatili, di qualche bomba a mano e di bombe fumogene per rendere più facile il disimpegnarsi da situazioni critiche. 7. - Nell'impartire le direttive per l'azione da svolgersi dalle automitragliatrici e nel dare disposizioni pel movimento di esse in unione con le altre unità (6), i comandi devono tenere presente: - che non si devono incastrare le macchine in colonne che procedono al passo, per non obbligarle a muovere a minima velocità con danno dei motori; - che occorre evitare di avviare le macchine su strade senza avere la certezza che siano praticabili ad esse; se del caso, è meglio assegnare it inerari più lunghi, ma di sicura percorribilità; - che è opportuno scegliere itinerari a circuito per evitare arresti, retromarcie e voltate delle macchine su strade spesso strette od ingombre. 8. - Prima della entrata in azione delle automitragliatrici è indispensabile che i singoli comandanti di squadriglia, di sezione e di macchina siano perfettamente orientati sugli scopi da raggiungere e sulle modalità di esecuzione. Occorre che le automitragliatrici siano provviste di carte topografiche esatte ed al corrente. Conviene inoltre eseguire, sempre che possibile, una rapida ricognizione, per evitare ogni incertezza ed ogni sorpresa circa gli itinerari e per poter sfruttare convenientemente la copertura, il defilamento, il dominio, offerti dal terreno. Ad ogni modo, per ottenere buoni risultati, specialmente quando non sia stata possibile la ricognizione preventiva, occorrono nei comandanti colpo d'oc·

chio sicuro ed esercitato, spirito di iniziativa, prontezza di decisione (7) . 9. - COLLEGAMENTI. - Tutti i graduati e la maggior parte dei soldati delle squadriglie automitragliatrici devono conoscere l'alfabeto Morse e le principali segnalazioni convenzionali da eseguirsi a braccia o con bandiera. A qualche vettura della squadriglia possono esser dati bandiere a lampo

(6) La cooperazione dell'artiglieria ad un'azione di automicragliatrici blindate potrà efficacemente esplicarsi mediante un tiro di neutralizzazione sugli osservatori avversari (noti e supposti) e tiro di controbatteria rivolto specialmente contro le artiglierie leggere più avanzate. (7) I comandanti di squadriglia e di sez,ione devono avere sicura conoscenza tecnica del mate· riale loro affidato, e devono essere buoni tiratori e buoni conduttori di automicragliatrici.


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di colore, razzi di segnalazione e colombi viaggiatori; ed alle sezioni, tutte le volte che sia possibile, un motociclista. Le macchine stesse potranno essere, eventualmente, impiegate come mezzo di collegamento rapido (porta messaggi) fra i comandi e le truppe in combattimento.

Impiego nell'offensiva. 10. - ESPLORAZIONE - AVANGUARDIA - FIANCHEGGIAMENTO. - Le automitragliatrici, di massima, non bastano da sole a svolgere ed a condurre a termine una qualsiasi operazione, pel fatto che sono vincolate alle strade e paralizzate dagli ostacoli, anche minimi, che queste possono offrire. Tornano al contrario molto utili in sussidio ad altri i;-eparti:

a) - per raggiungere rapidamente determinati punti, col vantaggio di un notevole risparmio in energia degli uomini e dei cavalli degli altri reparti; · b) - per trovare il contatto col nemico, procedendo a ventaglio e portando successivi colpi di sonda per chiarire la situazione e risolverla quando si tratti di deboli veli di protezione o di piccoli nuclei lasciati di retroguardia. e) - col rendere più rapide le ricognizioni e mantenere momentanea· mente il possesso di abitati, boschi, strette, punti di obbligato passaggio in attesa dell'immediato accorrere dei reparti retrostanti. In azioni di tal genere l'impiego delle automitragliatrici, senza appensatire le unità con le quali esse operano, ne aumenta l'efficienza, conferendo loro quelle caratteristiche di mobilità e di sorpresa che facilitano sempre il raggiungimento di un determinato obiettivo. 11. - COMBAT11MENTO. - Le automitragliatrici, potranno essere utilmente impiegate in concorso con altri reparti celeri (sJ in azioni di manovra avvolgente, con lo speciale compito di sorprendere il nemico sui fianchi e sul tergo, per disorientarlo e disorganizzarlo mediante raffiche improvvise e intense. Nei combattimenti in campo aperto, potranno inoltre - grazie alla velocità di cui sono dotate - cercare il punto favorevole per insinuarsi nelle linee avversarie e, trovatolo, eseguire energiche puntate sul tergo di esse. Durante i contrattacchi nemici troveranno utile impiego nel coprire i fianchi delle proprie truppe, traendo vantaggio dalla propria mobilità e svolgendo rapide e intense azioni di fuoco.

12. - INSEGUIMENTO. - È il compito pel quale le automigragliatrici sono più specialmente adatte. Esse potranno conseguire effetti morali e materiali di

(8) Ciclisti ed anche motom itragliatrici (cfr. n. 14).


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grande efficacia se saranno condotte con decisione e ardire sul fianco dei riparti avversari in rotta, o lanciate senza indugio a prevenirli nei punti di passaggio obbligato. Ogni audacia in tali èircostanze è destinata al buon successo. Non si esiti quindi a disporre per tale impiego, anche se non sarà possibile dare ad esse un appoggio immediato (cfr. N . 14).

Impiego nella difensiva 13. - L'impiego delle automitragliatrici è particolarmente indicato nei combattimenti di retroguardia a cagione della grande mobilità che loro permette di disimpegnarsi all'ultimo momento. Avranno azione utilissima:

a) nel battere le vie d'accesso che il nemico può utilizzare; b) nell'interdire, possibilmente con fuoco d'infilata, punti di obbligato passagg10;

-

e) nell'appoggiare i riparti delle altre armi che muovono al contrattacco.

In ogni caso però non devono venire assegnati alle automitragliatrici compiti di difesa fissa ad oltranza per non esporle a sicura distruzione o cattura

(cfr. N. 5).

IV. - MOTOMITRAGLIATRICI (Caratteristiche ed impiego).

14. - Le motomitragliatrici sono delle mitragliatrici montate su motocarrozzette. Non hanno alcuna scudatura e loro principale caratteristica è la velocità; possono percorrere anche strade normalmente non transitabili dalle automitragliatrici blindate. - La mitragliatrice può essere facilmente smontata dalla carrozzetta col relativo treppiede e messa in posizione da terra. - La mitragliatrice montata sulla moto-carrozzetta può sparare tanto nel senso del movimento del veicolo (avanzando) che nel senso opposto (ritirandosi). Le motomitragliatrici non sono in grado di sostituirsi alle automitragliat rici blindate, non potendo con esse competere come potenza di fuoco e mancando di protezione.


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Esse, oltre che costituire riserva mobilissima alla mano dei comandanti, potranno avere piĂš specialmente utile impiego nell'inseguimento, portandosi a sostegno delle stesse automitragliatrici quando queste non possono ricevere, per qualsiasi ragione, appoggio dalla cavalleria, dagli squadroni di mitraglieri, o dai reparti ciclisti.

Il Capo di S.M. dell'Esercito DIAZ


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Roma, 22 gennaio 1916 18.P./320

OGGETTO: Progetto di «testuggine blindata».

Le comunico copia di una lettera sull'argomento che l'ing. Turrinelli mi ha scritto il 20 corr., e rilev.o che alcune delle sue considerazioni sono giuste; quella, specialmente, che abbiamo aperto alla Ditta Soller un campo che ci apparteneva, lasciandoci portar via un sistema che è nostro e per il quale abbiamo già fatto tanti sacrifici. Questo punto io intendo e voglio che sia chiarito. Cordiali saluti. f.to

P10 PERRONE


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ING. GINO TURRINELLI AGENZIA ESCLUSIVA AUTOMOBILI INDUSTRIALI «ANSALDO - TURRJNELLI» Roma, 20 gennaio 1917 Via Berchet, 2 (Gall. V.E.)

I.mo Sig. Comm. PIO PERRONE ROMA

La ringrazio per la soddisfazio ne morale che Lei mi ha procurato apprezzando il mio progetto di «testuggine blindata» e permettendomi di avere le congratulazioni e gli elogi delle Autorità Militari alle quali il mio progetto venne presentato. Mi lusingo che - comunque vadano le cose per le «complicazioni del momento» - si possano trarre in avvenire da questo mio lavoro quei giusti vantaggi che sono nei nostri desideri. Per quanto riguarda l'esecuzione del progetto, ho condotto la pratica fino alla compilazione della bozza di lettera che Le accludo. Come Le ho detto, dichiaro di rimettermi fin d'ora al Suo giudizio circa la opportunità di dare un ulteriore svolgimento a questo affare, in dipendenza di altri e più importanti interessi della Società Ansaldo. Mi consenta soltanto qualche informazione e qualche constatazione di fatto che ritengo mio dovere prospettare. Ho fondato motivo di non credere che il p rogetto Magrini sia «emanazione» del Comando Supremo, anzi opera del generale Maglietta, e la mia convinzione è avvalorata dal fatto seguente: il Magrini si presentò inviato da persona autorevole della Marina, dichiarando che intendeva chiedere l'applicazione della nostra «trasmissione elettrica» - che io avevo precedentemente esposta alla Marina stessa - ad un progetto che, in tutta confidenza e riservatezza, egli dichiarava emanante dal Comando Supremo e del quale non dava un disegno ma avrebbe dato un modello. Il modello consegnato molto tempo dopo - e tuttora visibile presso Locarni - conteneva a mio giudizio non t rascurabili errori. Infatti, chiamato ad esporre il mio parere, feci una critica tale che valse a modificare radicalmente le idee ed a consigliare l'adozione dei dispositivi che io avevo proposto in quel mio primo studio di massima che Le ho presentato


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in Dicembre e che ho scartato in seguito ad esame più completo e più profondo del sistema, basato sulle informazioni di cui Le ho detto la fonte. Dunque il progetto attualmente in elaborazione non è emanato dal Comando Supremo. Di ciò Ella ha facile conferma nel fatto che il Magrini stesso domanda che sia Ansaldo a proporre l'esecuzione del progetto stesso (a tacere del nostro per non creare ostilità) e, che io sappia, non è già il Comando Supremo che ordina ad Ansaldo di seguire le direttive del Maggiore Magrini e stabilire come sarebbe logico a tal fine opportuni patti e condizioni. Un'ulteriore discussione - dopo quanto Le ho detto - non avrebbe più alcun valore se non restasse nella mia coscienza - anche per le conversazioni di questi giorni al Ministero - la convinzione che questo genere di macchina possa diventare di grandissima importanza per l'avvenire cosicchè non sia forse un errore il ritenere oggi grosso azzardo lasciarsi portar via senza tangibile compenso la prima seria iniziativa, quasi certamente la sicura proprietà industriale, l'occasione di costruire la macchina a spese dello Stato e forse anche l'occasione di farne una prova sul nemico. Un'ultima parola in proposito. Non credo che la Società abbia mancato alla più scrupolosa delicatezza verso il Magrini, poichè i miei studi erano precedenti ai suoi, anzi il mio stesso consiglio ha giovato al progetto e dopo tutto il Magrini non aveva chiesto altro che di applicare il nostro sistema alla testuggine dapprima progettato e la fornitura delle corazze dell'equipaggimento elettrico. Bontà nostra dunque se abbiamo corretto gli errori di tecnica di questo primo progetto e bonù di Locami l'aver prestato aiuto a farne un secondo più razionale. Sarebbe peralt ro assurdo che per questo fatto dovessero venire limitate la libertà e l'iniziativa di una Società come l'Ansaldo di studiare contemporaneamente un problema che implica il concetto di una maggior difesa del Paese. A mio modesto avviso, viceversa, occorre pensare che non sia da evitarsi, nell'interesse della Società, il pericolo - se Ansaldo propone di costruire la Magrini senza esporre il suo progetto - che il Magrini acquisti veste ed apparenza di aver dato lui alla Società Ansaldo un progetto che la Società di sua iniziativa avrebbe concretato e fatto proprio e che perciò su questo lavori o su altri analoghi, il Magrini, il Soller o Mangiapan che sia, ecc. abbiano la possibilità di stabilire fondati motivi di ipoteche per l'avvenire. Ella ad ogni modo è troppo buon giudice ed a me è graditissima la opportunità che mi permette di provare la mia devozione ed il mio vitale interessamento a Lei ed alla Società Ansaldo. La ringrazio di nuovo, e Le porgo i più cordiali saluti. f. to Ing. GrNo

TuRRINELLI


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CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA Sezione Italiana Versailles

N. 1158 di protocollo

19 Maggio 1918

Al Comando Supremo Ufficio Segreteria

OGGETTO: Questioni varie riflettenti le tanks.

Si trasmettono, per opportuna conoscenza, le principali deliberazioni prese dal Comitato Interalleato delle tanks nella sua prima riunione tenuta a Versailles. Per aumentare considerevolmente le probabilità di successo nel 1919 il Comitato è stato d'accordo circa l'opportunità di aumentare maggiormente la produzione delle tanks. Le seguenti Nazioni dovrebbero pertanto fornire per la battaglia circa:

Tanks pesanti »

medie

»

d'accompagnamento

Francia

Inghilterra

America

800

1000

2000

820 3000

1500

4000

(non comprese le tanks necessarie per l'ist ruzione e di riserva). Per equipaggiare queste tanks occorrerà il seguente personale: Francia ..... ..... ... .. .... 30.000 Inghilterra . . . . . . . . . . . . . . . . 45.000 Stati Uniti ................ 50.000 (escluso il personale di riserva). Nel caso che la Francia o l'Inghilterra non avessero a sufficienza personale per equipaggiare queste tanks, gli Alleati chiederebbero agli Stati Uniti di fornire il personale complementare (preferibilmente per le tanks pesanti). Le tanks di accompagnamento dovrebbero avere personale della stessa nazionalità della fanteria che hanno il compito di accompagnare.


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Le tanks occorrenti per il programma 1919 saranno fornite di massima: le tanks pesanti dall'Inghilterra e dall'America eccettuato un piccolo numero costruito in Francia, le tanks medie dall'Inghilterra e le tanks d'accompagnamento dalla Francia e dall'America. Il comitato è stato del parere che le tanks (pesanti e leggere) devono essere messe agli ordini del Gran Quartiere Generale, il quale, a seconda dei bisogni, procederà alla ripartizione fra le Armate Corpi d'Armata e Divisione. Inoltre le tanks devono sempre prendere parte alle esercitazioni della fanteria con la quale sono collegate in combattimento. La riserva delle tanks pesanti di uno degli Eserciti Alleati può essere assegnata alla fanteria di un altro Esercito incaricato dell'attacco sempre quando le tanks pesanti abbiano fatto precedentemente un periodo di esercitazione con la fanteria che devono accompagnare all'assalto. Il comitato propone che sia organizzato un centro di istruzione interalleato nel quale gli U fficiali che saranno designati e quelli dei quadri delle tanks potranno acquistare la necessaria pratica dei vari materiali e studiare la tattica delle tanks. Vi è stato accordo circa l'utilizzazione tattica delle tanks nell'offensiva, nella difensiva e nella controffensiva Circa l'impiego dei lanciafiamme delle tanks il Comitato è stato unanime nell'affermare che, se del caso, questi apparecchi devono essere portati da tanks speciali. Finora gli esperimenti fatti in proposito in Francia non hanno dato buoni risultati. Per poter dare al sopradetto Comitato nella prossima seduta, che avrà luogo il 3 giugno p. v., notizie riguardanti le tanks si gradirebbe conoscere:

1) Studi fatti finora in Italia circa le tanks; 2) N umero di tanks occorrenti nel caso che il loro impiego sia ritenuto possibile sul nostro fronte o, in parte di ess·o. Con telegramma n. 42868 in data 15 c.m. cotesto Comando Supremo ha richiesto 25 tanks con relative parti di ricambio, rifornimento armi e munizioni. Si gradirebbe conoscere se dette tanks devono essere pesanti oppure di accompagnamento. Comunque si avverte che nella-seduta dei Rappresentanti Militari Permanenti sono state chieste n. 50 tanks; la decisione è stata rimandata al Comitato Interalleato delle tanks. È da presumere però che, per ora, sarà difficile averne, anche in numero limitato. 3°) Se modelli di ponte sono stati studiati da noi per il passaggio da parte delle tanks, dei corsi d'acqua e se è stato preso in esame il passaggio dei guadi; 4°) rapidità e raggio d'azione degli eventuali t ipi di tanks allo studio; 5°) se nella previsione di un attacco nemico con tanks sia stato studiato qualche nuovo cannone con speciale proietto da trasportare rapidamente sul luogo dove le tanks nemiche sono annunciate;


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6°) organizzazione dei servizi speciali per portare rapidamente rifornimenti, munizioni, ecc.;

7°) parere di cotesto Comando Supremo circa l'opportunità che una sola D irezione, con potere esecutivo, oppure un solo Ufficiale sia designato da ciascuna Nazione per riunire tutte le domande degli Alleati su questioni riflettenti le tanks; 8°) adozione, da parte degli Alleati, di un solo tipo di tanks pesante allo scopo di costituire una riserva Interalleata da mettere a disposizione delle unità d i qualsiasi nazionalità incaricate di tentare lo sfondamento della fronte avversaria; 9°) parere di cotesto Comando Supremo circa l'utilizzazione strategica delle tanks nel 1919;

10°) personale che eventualmente cotesto Comando Supremo potrebbe mettere a disposizione pel servizio di alcune tanks pesanti; 11 °) numero di operai motoristi che, eventualmente e solo in seguito a r ichiesta, potrebbero essere messi a disposizione, nell'ipotesi di concessione, da parte degli Alleati, di un certo numero di tanks.

In una delle prossime sedute sarà discussa l'opportunità di armare alcune tanks con bombarde; pur ritenendo inopportuno cale armamento essendo le tanks mezzo di progressione e non di posizione si desidererebbe conoscere il parere di cotesto Comando Supremo in merito a tale proposta. Si prega comunicare con cortese sollecitudine gli elementi necessari per la discussione della questione sopra accennata.

IL TENENTE GENERALE f. Dr

RoBILANT


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Messieurs Schneider & C., Comme suit à nos entretiens des 8 et 10 Aout 1918, nous vous confirmons notre intention de mettre en construction, à nos risque et périls, matériels de 220 L montés sur affuts automoteurs à chenilles de votre type, identiques à ceux que vous avez en construction pour le gout français. Nous vous prions en consequence de nous adresser la documentation nécessaire pour le genre de construction, que nous verrions intéret à faire rentrer aux conditions ci-après dans le cadre de nos accords du 26-2-1910, ainsi que tous autres matériels d' Artillerie sur affùt autopropulseur, chars d'assaut et tracteurl ou porteurs à chenille pour matériel de guerre. En cas d'acquisition par un gouvernement de matériels visé ci-dessus construits par nos soins ou par notre intermédiaire, nous vous verserions une redevance de quatre pour cent (4%) du prix d'acquisition, ce prix étant. calculé comme prévu à notre contrae de 1910 en parcane du prix global de engins. Quand les materiels précités auront produit en votre faveur, une redevance global de deux millions, le taux de redevance sera remené à trois et demi pour cent (3 1/2 pour cene). Quand le montant totale de redevance sur !es matériels précités atteint quatre millions, le taux de redevance sera réduit à trois pour cent (3%) et ainsi de suite sans que le taux puisse descendre au-dessous de deux pour cent (2%). Au cas où nous serions amenés à construire, pour des applications non militaire et pour une clientele quelconque des vehiculs automoteurs à chenilles, nous vous verserions une redevance constante de deux et demi pour cene (2 112%) du prix de vente calculé comme indiqué à notre contrae de 1910. Vous auriez de votre coté à nous fournir sur notre demande, la documentation precis à le contrae. Nous vous prions, si vous etez d'accorci de ce qui precède, a bien vouloir nous le faire savoir en reproduisant !es termes de la presente lettre, pour la bonne règle. Notre lettre et votre réponse conforme formerent un avenant à notre contrae de 1910, evenant qui prendra fin en meme temps que le contrae principal. Celui-ci s'appliquera aux fourniteurs mentionnés dans la presente lettre en tout ce qui n' est pas contraire aux stipulations de celle-ci.


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SOCIETÀ ANONIMA ITALIANA GIO. ANSALDO & C. CANTIERE NAVALE CARRJ D'ASSALTO

Verbale della seduta del 13 settembre 1918 tenuta in Sampierdarena sotto la presidenza del signor Presidente e con l'intervento dei rappresentanti lo Stabilimento Meccanico, le Fonderie e Acciaierie, la Fonderia di Ghisa, lo Stabilimento Elettrotecnico, il Cantiere Navale, la Fabbrica Motori di Aviazione, il Proiettificio Fiumara, il Proiettificio di Sestri Ponente, l'Ansaldo San Giorgio, il Cantiere Navale Savoia,

È stato convenuto quanto segue: Quantitati'Vo di carri da costruire.

n. 350 carri con motori Fiat e con cambi di velocità, demoltiplicatori e maneggi Romeo; n. 500 carri completi con motori, demo)tiplicatori e cambi di velocità provveduti da Ansaldo. Gli Stabilimenti della Ditta devono prepararsi a costruire 500 carri al mese a cominciare da Luglio 1919. Programma per la costruzione dei 350 carri.

Essi devono essere costruiti e consegnati in ragione di 60 al mese a partire dal mese di Gennaio 1919. Il materiale di acciaio fuso ordinario viene fornito dalle Acciaierie, salvo una parte di materiali che, invece che fusi, saranno stampati dalla Ditta Fossati. Le consegne dei primi assortimenti devono essere fatte entro il mese di Ottobre p.v. e succedere scalarmente in ragione di 60 serie al mese. La preparazione delle lamiere per la blindatura sarà incominciata subito dalle Acciaierie, la quale è incaricata altresì di fare le pratiche per ottenere dal Ministero i materiali necessari.


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Il Cantiere Navale si impegna di fornire entro una settimana la specificazione dei materiali occorrenti e la serie dei disegni della blindatura.

Materiali da fornire alla Ditta Breda. La Ditta Ansaldo è impegnata con il Ministero Armi e Munizioni di fornire il materiale per la blindatura di 250 carri alla Ditta Breda. La fornitura di questo materiale dovrà effettuarsi in ragione di 35 assortimenti al mese, a cominciare dai primi di Novembre.

Programma per la costruzione dei 500 carri. Essi devono essere consegnati finiti in ragione di 85 al mese a partire da Gennaio 1919. Il Cantiere Navale passerà le ordinazioni agli altri Stabilimenti della Ditta per le forniture seguenti: MOTORI. - Saranno ordinati all'Ansaldo San Giorgio. Con il motore saranno compresi la frizione centrale il radiatore e ventilatore e la cassa della benzina (Le parti predette corrispondono al complesso fornito dalla Fiat di Torino al R. Esercito). CAMBIO DI VELOCITÀ E MANEGGI. - Saranno ordinati alla Fabbrica Motori di Aviazione di S. Martino. Questo Stabilimento si impegna altresì di montare il complesso: cambio di velocità, demoltiplicatore, frizioni laterali e maneggi, e provarlo sopra un banco ove tutto il materiale sarà fissato in posizione analoga a quello che occupa sul carro. DEMOLTIPLICATORI. di Sampierdarena.

Saranno ordinati allo Stabilimento Meccanico

CUSCINETTI A SFERE. - Per tutti i suddetti meccanismi saranno ordinati alla Ansaldo San Giorgio, la quale a sua volta passerà la ordinazione alle Officine di Villar Perosa, nell'intesa che il materiale sarà provveduto dalle Acciaierie Ansaldo. Contemporaneamente alla ordinazione alle Officine di Villar Perosa sarà intrapresa la costruzione dei cuscinetti a sfere dal Meccanico, dall'Elettrotecnico e dalla Fabbrica Motori. STAMPATURA DEGLI INGRANAGGI e di altre parti dei motori e meccanismi. - Sarà fatta dal Proiettificio di Sestri Ponente in seguito a regolare ordinazione degli Stabilimenti incaricati della costruzione di tali meccanismi. Per i materiali occorrenti per la stampatura di questi pezzi il Proiettificio provvederà direttamente, facendone richiesta al servizio siderurgico per l'acciaio comune, ed alle Fonderie e Acciaierie per l'acciaio speciale. ACCIAIO FUSO ORDINARIO per la costruzione dei 500 carri. Sarà provveduto a cura del Cantiere Navale mediante ordinazione a terzi.


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Come risulta dallo specchio per tutto l'anno 1919 non abbiamo ordinazioni sicure e definitive - abbiamo uno scoperto di 5310 cannoni con lettera n. 86/916 del 25 Settembre 1918 ci invita a fornire appena un numero di 660 cannoni - con questa esigua ordinazione la nostra produzione di artiglieria per 'il 1919 rimane molto scoperta per molti cannoni - invece la nostra Ditta ha giĂ presentato il suo program ma per il 1919. Anche per i proietti abbiamo ricevuto invito con lettera del .... . per la fornitura di appena 1.600.000 - cosĂŹ la nostra produzione rimane scoperta di circa 4.400.000 - di proietti. Anche per i Tanks su 1000 che ne possiamo costruire, ne abbiamo appena in ordinazione soli 350, - per i bossoli nessun invito abbiamo ancora ricevuto e per tutto l'anno 1919 non sappiamo se dobbiamo costruire. Date due copie al Com. Mario che deve averle rimesse al Signor Com. De Martino e Ing. Manzitti 12/10/1918


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IMPIEGO TATTICO DEI CARRI D'ASSALTO NELL'AZIONE OFFENSIVA

COMPITI GENERALI DEI CARR I D'ASSALTO.

1. -

Sono essenzialmente i seguenti:

- aprire alla fanteria, che li accompagna da vicino, un varco attraverso le difese nemiche ed aiutarla nello sbarazzare queste ultime dai nuclei avversari che ancora vi rimangono; - distruggere o almeno neutralizzare, i nidi di mitragliatrici ed i nuclei di resistenza in genere; - sostenere la fanteria nell'avanzata e mentre sta rafforzandosi sulle posizioni raggiunte, opponendosi con la manovra ai contrattacchi nemici <1l. 2. - Per adempiere ai compiti sopra elencati, sono stati sinora costruiti numerosi tipi di carri d'assalto <2l, i quali possono tuttavia essere raggruppati in due categorie principali <3l: ·

carri pesanti, più specialmente destinati allo sfondamento delle linee avversarie ed alla lotta contro i maggiori centri di resistenza nemici; can·i leggeri, più specialmente destinati ad accompagnare le fanterie, a spazzare il terreno, ed affrontare i centri di resistenza di minore importanza e ben riconosciuti, ad arrestare i contrattacchi nemici.

(1) I carri s i prestano anche a portare d'urgenza, alle truppe di prima linea, rifornimenti di acqua, di munizioni per armi portatili e di viveri attraverso le z.one battute dal ti ro nemico. (2) Dati tecnici sommari sui carri d'assalto francesi e britannici sono stati riassumi nel n. 8 delle «Notizie Milicari,,, del 31 lug] io 1918, e nella ci rco lare d i questo Comando (Ufficio Tecnico) n. 40763 del 20 aprile 1918, all'oggetto «Note relative alla difesa con tro le tan ks». Per i carri tedeschi ci rc. n. 4 delle «Notizie Militari». (3) Non si accenna ad un terzo tipo di carr i, i medi, i quali tendono a scomparire, od a mutare caratteristiche (esempio: assumere caratteristiche di can·i veloci).


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CAPACITÀ Dl MARCIA E DI MANOVRA E LIMITI D'IMPIEGO DEI CARRI D'ASSALTO

3. - Non conviene, finchè è possibile, far marciare i carri d'assalto sulle strade dure (logorio del materiale), ed anche in terreno favorevo le non bisogna imporre a tali macchine un percorso superiore ai 13-15 km., senza prevedere soste o rifornimenti. La capacità di resistenza alla marcia degli equipaggi non può inoltre eccedere le 8-1 O ore. Ne deriva la necessità di trasportare, finchè è possibile, le macchine mediante la ferrovia (tipi pesanti e leggeri) o per mezzo di autocarri o carri da rimorchio specialmente attrezzati (tipi leggeri). Circa il passaggio di corsi d'acqua, si ritenga che i carri di assalto leggeri del tipo francese (6,5 tonn.) possono essere sostenuti dai pont i pesanti d' equipaggio <4) od essere traghettati su portiere di barconi. Non deve in tal caso preoccupare la costruzione delle rampe d'accesso, poichè i carri possono superare, su terreno favorevole, anche pendenze del 50%. I carri d'assalto (e specialmente quelli del tipo pesante) possòno agevolmente aprire attraverso i reticolati dei varchi per la fanteria, la quale però deve aspettarsi di trovare sempre un certo ostacolo nel groviglio di fili metallici schiacciati contro terra, ma non distrutti. Il passaggio di uno o più carri pesanti attraverso una larga trincea può inoltre servire a farne crollare le sponde (5) ed a preparare una pista percorribile dai carri leggeri, e talora anche dall'artiglieria. Occorre, nei casi suddetti, che la fanteria che manovra coi carri ponga in corrispondenza dei varchi aperti segnali indicatori ben visibili, per norma dei carri e delle truppe che compongono gli scaglioni retrostanti (6l. 4. -

5. - I terreni meno adatti alla manovra dei carri sono quelli molto fangosi o che presentano larghi affi oramenti di roccia. Si oppongo~o però ugualmente all'avanzata dei carri i corsi d'acqua in genere (specialmente se a sponde melmose), i boschi con piante d'alto fusto, le strade incassate profonde, i rilevati a pendio ripido consolidato. Costituiscono difficoltà al movimento dei carri d'assalto le t rincee larghe (oltre m. 1,80 per i carri leggeri, oltre 3 m. per i pesant i) e profonde, specialmente se scavate in terreno molle; ed in tal caso è necessario ricorrere a ripieghi. I carri d'assalto possono inoltre t rovare seri ostacoli in terreno profondamente sconvolto dal fuoco delle grosse artiglierie.

(4) Carri d'assalto non caricati su autocarri. (5) Sempre inteso che queste non siano rocciose. (6) La fame ria deve inoltre curare - appena possibile - di migliorare i varchi stessi.


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6. - Gli equipaggi dei carri d'assalto hanno in pratica un campo di vista alquanto ristretto: ciò costituisce una notevole difficoltà nei riguardi del collegamento fra i carri e la fanteria ed esige che vengano assegnati ai carri stessi obiettivi facilmente riconoscibili ed itinerari, per quanto è possibile, semplici per raggiungerli. Per sopperire alle difficoltà del predetto collegamento occr-re che l'addestramento del personale dei carri e della fan teria sia perfetto, che tutt i abbiano esatta conoscenza dei propri compiti e ferma volontà di adempiere al proprio mandato. 7. - I carri d'assalto si possono, per ora, considerare come invulnerabili, rispetto alle pallottole di fucili e di mitragliatrice, ma sono facilmente messi fuori combattimento, anche con un sol colpo, in pieno, dall'artiglieria leggera. Siccome i carri d'assalto costituiscono nel combattimento un ottimo bersaglio, e non possono facilmente sottrarsi alla vista del nemico, occorre che la durata della loro permanenza nelle zone più avanzate sia ridotta al minimo possibile.

PRINCIPI GENERALI O'lMPIEGO.

8. - Da quanto sopra è stato esposto, si deducono i seguenti principi generali d'impiego, che l'esperienza di due anni di guerra ha confermato:

a) L'impiego dei carri d'assalto deve essere preparato con molta accuratezza ed eseguito a massa e di sopresa, in terreno adatto alla manovra delle macchine e riconosciuto quanto meglio è possibile. Affinchè un attacco portato con carri d'assalto abbia possibilità di buona riuscita è indispensabile: Che le condizioni di visibilità siano tali che il personale dei carri possa per una certa profondità vedere il terreno sul quale manovra, al fine di scegliere le rotte più opportune e scansare in tempo quegli eventuali ostacoli che comprometterebbero l'avanzata alle macchine. Che gli osservatori avversari e gli organi della difesa specialmente incaricati di opporsi all'avanzata dei carri d'assalto (artiglieria e fucili anti-tanks) non possano r ilevare la presenza delle macchine, altrimenti esse correrebbero l'alea di essere distrutte prima ancora di avere ottenuto qualche successo. Per soddisfare alla prima di queste condizioni occorre che il combattimento si svolga di giorno, e per poter sfruttare tutta la capacità combattiva e di resistenza delle macchine (8-10 ore) conviene pertanto che esso venga iniziato

all'alba. Per soddisfare alla seconda occorre per l'attacco approfittare della nebbia naturale, non troppo fitta (cioè non tale da compromettere la visibilità al personale dei carri), o creare un velo di nebbia artificiale che si sposti col :iro di accompagnamento, (impiegando _per il detto tiro una certa proporzione di proietti fumogeni) ed acciecare gli osservatori avversari, noti o supposti, con intenso tiro a proietti fumogeni.


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La proporzione di proietti fumogeni da impiegare nel tiro di accompagnamento senza compromettere la necessaria visibilità ai carri, secondo l'esperienza conseguita dagli eserciti alleati deve ritenersi di 1/6 ad 1/4 dei proietti ordinari. L'attacco deve essere effettuato senza preparazione di artiglieria oppure (ed è il sistema migliore) dopo una preparazione molto breve e violenta. Nel caso - che deve ritenersi eccezionale - di una preparazione completa e metodica per la distruzione delle prime linee nemiche eseguita a base di bombarde e medi e grossi calibri, non conviene impiegare i carri nella prima fase dell'attacco, sul terreno profondamente sconvolto; conviene invece appoggiare con i carri l'attacco degli ulteriori obiettivi.

b) L'attacco con i carri deve mirare alla conquista di una zona profonda, tale cioè da poter penetrare nel sistema dell'artiglieria nemica. In caso diverso, il risultato dell'operazione non compenserà, generalmente, l'inevitabile perdita di un forte numero di carri <7J. c) Quando le posizioni di resistenza dell'avversario siano precedute da un

sistema avanzato debolmente difeso, non converrà impiegare carri d'assalto con· tro di questo, ma riserbarli per lo sfondamento delle posizioni di resistenza. L'occupazione del sistema avanzato e del terreno fra esso e le posizioni di resistenza sarà in tal caso effettuata, coi consueti procedimenti, da sole fanter ie. Ne con· segue che l'attacco si svolgerà in due momenti, o magari in giorni successivi. Tutto ciò è dovuto alla necessità di evirare ai carri una lunga marcia d'avvicinamento, sotto il fuoco dell'artiglieria avversaria, scaglionata in profondità (sJ.

d) È indispensabile che l'attacco dei carri d'assalto avvenga in stretta cooperazione con la fanteria, con l'artiglieria e coll'aviazione, come è specificato al n. 14 e seguenti.

PREPARAZIONE DI UN'OPERAZIONE CON CARRI D'ASSALTO.

9. - Un'operazione da segu irsi con il concorso dei carri d'assalto deve essere preparata dal comando dell'unità alla quale i carri sono assegnati, di pieno accordo con i comandanti dei riparti dei carri d'assalto.

(7) Le perdite in cani ed in personale d i essi su bite dai francesi nell 'az ione 18-23 agosto sono le seguemi: Yiaceriale 37%; Personale 47% (percentuale media di 6 giornate di combattimento). (8) Rip1rti di carri d'assalto potranno tuttavia - ove se ne pre.senti l'occasione - essere utilmente impiegati contro quei centri a~anzati d i resistenza che si oppongono energicamente ai progressi della fanteria.


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La meccanizzazione dell'Esercito /t,aliano

10. - Le ricognizioni preventive, da eseguirsi, con molta cautela <9> e diligenza, devono prendere essenzialmente in esame: - l'obiettivo dell'attacco e le sue difese, attive e passive; - la natura del terreno d'attacco, e le sue condizioni nei riguardi della percorribilità e della copertura (sfruttare molto anche le fotografie aeree); - l'ubicazione delle posizioni di partenza più convenienti, in relazione alla loro distanza dalla prima linea (la minore possibile) e del defilamento; - le posizioni più convenienti per raccogliere i carri, nella giornata precedente l'attacco, e le migliori vie di approccio alle posizioni di partenza; le stazioni ferroviarie di scarico; le sedi dei centri per i riforn imenti e le riparazioni (a 9-10 km. dalla fronte).

11. - Nel progetto d'attacco, da compilarsi tenendo conto dei risultati delle ricognizioni, devono essere essenzialmente considerati: - la ripartizione dei carri d'assalto sulla fronte; - il trasporto dei carri sulla fronte d'attacco, le loro posizioni di attesa e di partenza, i lavori eventualmente necessari per facilitare i loro movimenti (piste, varchi, mascheramenti, ecc.), l'ubicazione dei centri di riparazione e rifornimento; la marcia di avvicinamento; - la cooperazione con la fanteria, con l'artiglieria e con l'aviazione; - le disposizioni per il combattimento (ripartizione degli obiettivi fra le unità, posto dei carri, linea di partenza, ora di partenza delle truppe, ecc.); - le disposizioni per i collegamenti.

R.lPARTIZlONE DELLE UNITÀ SULLA FRONTE

o' ATIACCO .

12. - I carri d'assalto devono essere impiegati per riparti organici, ed assegnati alle unità d'attacco, in numero più o meno grande, a seconda della quantità di punti d'appoggio di cui dispone il nemico; tenendo presente ad ogni modo che la fronte d'attacco nçm superi in media i 120 m. per carro pesante e gli 80 m. per carro leggero (io) .

(9) Non si deve trascurare nessuna precauzione per celare il probab ile impiego dei carri d 'as· salto non soltanto al nemico, ma anche alle proprie truppe, per evitare che indizi della progettata operazione giungano fino all'avversario, per mezzo di prigionieri e disertori, ecc. (10) La sezione di carri leggeri tipo francese, comprende 5 carri da combatti mento, e può battere al massimo una fronte di 400 m . Generalmente i francesi assegnano alla divisione d'attacco 9 btg. di fanteria un battaglione d i carri leggeri (45 carri da combattimento).


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Anche per i carri d'assalto vale il principio dello scaglionamento in profondità e perciò si dovranno costituire di norma due gruppi di riserva: uno indispensabile per colmare i vuoti che si formeranno inevitabilmente nelle unità di carri di prima linea; l'altro destinato per lo sfruttamento del successo. In qualunque modo si rammenta che ad ogni scaglione o rìserva di carri

deve corrispondere uno scaglione o riserva di fanteria.

AvvICINAM ENTO ALLE POS1Zl0N1 DI PARTENZA ED INIZIO DELL'ATTACCO.

13. - L'avvicinamento alle posizioni di partenza deve essere eseguito di notte, seguendo itinerari accuratamente riconosciuti e prendendo opportune precauzioni per celare al nemico il caratteristico rumore prodotto dalla marcia delle macchine. Potranno servire a questo scopo, oltre il tiro delle artiglierie, voli di aerei con bombardamenti da bassa quota sulle posizioni avversarie, per coprire col rombo dei motori e col fragore degli scoppi il rumore prodotto dai carri. È necessario calcolare con molta cura l'ora in cui il primo scaglione di carri d'assalto deve lasciare le proprie posizioni di partenza, così da assicurare che esso raggiunga le fanterie che devono accompagnarlo quando queste stanno per muovere all'attacco.

lL

COMBATTIMENTO.

14. - Nel caso, come si è accennato da ritenersi normale, dell'attacco per sopresa, la preparazione d'artiglieria (ove questa non venga tralasciata) deve es-

sere molto breve e molto violenta. Ad essa deve far seguito un nutrito fuoco di accompagnamento, che preceda la fanteria ed i carri (avanzando a sbalzi di 150-200 m.) e comprenda la necessaria proporzione di proietti fumogeni (cfr. n. 8). È inoltre necessario provvedere: - alla neutralizzazione dell'artiglieria nemica, mediante una potente azione di controbatteria (11l e mediante tiro di proietti ordinari e fumogeni sugli osservatori terrestri che vedono il terreno d'attacco; - a sorvegliare attentamente il campo di battaglia e ad ostacolare, quanto più possibile, l'osservazione aerea nemica. D alle condizioni sopra esposte, ed assolutamente indispensabili per ottenere il. buon successo, risulta la necessità di un continuo appoggio da parte dell'artiglieria e dell'aviazione e perciò di un continuo collegamento .


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La mea-anizzazione dell'Esercito Italiano

15. - È sopratutto necessaria la più stretta cooperazione della fanteria con i carri d'assalto; ed a tale scopo i comandamenti dei riparti di carri sono posti, per il combattimento, agli ordini dei comandanti delle truppe d'attacco. I carri d'assalto agiscono moralmente e materialmente sulle truppe che presidiano le trincee avversarie, obbligandole a sospendere il fuoco ed a tenersi coperte, e costituiscono quindi un potente aiuto per la fanteria; non modificano però la tattica di quest'arma, alla quale spetta pur sempre il compito di impadronirsi della posizine nemica, di catturarne il presidio, di conservare il terreno conquistato. 16. - I carri d'assalto, all'ora stabilita, oltrepassano in formazione di battaglia la linea di partenza delle truppe d'attacco <12l, aprono il passaggio alla fan teria attraverso le difese nemiche ed affrontano i centri di resistenza nemici; la fanteria deve muovere da presso ai carri, sfruttare rapidamente l'effetto materiale e morale, prodotto da questi ed occupare rapidamente il terreno. I carri approfittano delle brevi soste sugli obiettivi intermedi per riordinarsi, per sorvegliare il terreno antistante, e per opporsi colla ma.n ovra ai contrattacchi nemici. Si ricorda però che la permanenza dei carri sulla posizione deve

essere sempre assai breve e che, ove la sosta si prolunghi, essi devono essere ritirati non appena la fanteria possa respongere l 'attacco con i propri mezzi. La fanteria non deve essere spettatrice del combattimento dei carri d'assalto, nè subordinare la sua azione al buon successo di questi. Deve invece svolgerla secondo la propria tattica abituale, spingerla a fondo anche quando i carri non possano più accompagnarla, non seguire i carri nei movimenti di ripiegamento che questi compiono, sia per necessità di manovra, sia anche per mettersi al coperto, a missione ultimata. Per contro, la fanteria non deve abbandonare i carri nei momenti difficili, e non deve esitare a mettere in opera ogni mezzo per liberarli dal nemico, quando questo li abbia circondati.

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RIPIEGAMENTO DEI CARRI - RrcOSTITUZIONE DELLE UNITÀ DEI CARRI D J\SSALTO .

17. - Il r ipiegamento dei carri, a meno che non sia imposto dalle condizioni generali della battaglia oppure siano stati raggiunti obiettivi prefissi,

(11) Speciali disposizioni devono esscrç prese per neutralizzare al più preso le bauerie di difesa ravvicinata nemiche che si svelino durame l'azione. (12) Si fa riserva d i indicare, in ulteriore pubblicazione, j particolari della manovra dei carri d'assalto e della fanteria. Le formazioni di questa dovranno, come sempre, adattarsi al terreno ed agli scopi della manovra: si potranno percamo avere formaz ioni in colonne leggere (squadre di fianco per uno per due) o formazioni in catena.


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non deve avvenire che quando essi abbiano esaurito la loro capacità offensiva. È di somma importanza che questo movimento non sia scorto dall'avversario e si ricorrerà quindi, per mascherarlo, al tiro dell'artiglieria a proietti fu. mogeni o ad altri mezzi fumogeni dei quali possono essere dotati i carri stessi. 18. - Nella preparazione e nella condotta di un combattimento, non si deve perdere di vista il fatto che i materiali e gli equipaggi dei carri d'assalto si logorano molto rapidamente e che nessun riparto può essere impegnato per oltre due o tre giorni nell'azione, sotto pena di richiedere un lungo periodo di permanenza in un deposito della specialità, per riacquistare una certa efficienza. Ne consegue la necessità di costituire, nel caso si preveda un'azione di lunga durata, sufficienti riserve di carri d'assalto da impiegare, insieme a riserve

fresche di fànteria, dopo il secondo giorno di battaglia.

COLLEGAMENTI.

19. - Il collegamento fra i comandi dei riparti di carri d'assalto ed i comandi delle truppe attaccanti è assicurato, finchè è possibile, dalla comunanza dei posti di comando. Durante il combattimento, il collegamento a distanza è disimpegnato per mezzo di carri d'assalto speciali, muniti di apparato radiotelegrafico, e per mezzo di segnalazioni ottiche o di colombi viaggiatori. Il collegamento vicino fra i carri d'assalto e fra questi e la fanteria attaccante, è affidato alle segnalazioni con bandiere e, più generalmente, alle staffette. 20. - Non devono essere dissimulate le gravi difficoltà del collegamento fra i carri e le truppe di fanteria e d'artiglieria, durante le fasi più critiche del combattimento. Tanto più necessaria è dunque una diligente preparazione dell'attacco e un perfetto addestramento di tutte le truppe che devono prendere parte all'azione. I riparti di carri d'assalto devono essere inviati al combattimento soltanto quando tutto il personale abbia ricevuto una completa istruzione tecnica e tattica, e le unità di fanteria soltanto quando abbiano eseguito, insieme ai riparti di carri destinati ad operare con esse, parecchie manovre, svolte in condizioni, per quanto è possibile, simili a quelle che si presenteranno in realtà.

CONCLUSIONE.

21. - Dalle considerazioni d'impiego tattico dei carri d'assalto sopra esposte si possono trarre, come conclusione, alcuni principi capitali che devono essere


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la meccanizzazione dell'Esercito Italiano

tenuti sempre presenti da chiunque debba preparare prime, e poi guidare, un'azione offensiva o controffensiva <13) col sussidio dei carri d'asssalto: a) I carri d'assalto non possono sostituire in alcun caso la fanteria: non devono essere quindi lanciati all'assalto da soli od essere inviati ad otturare una falla aperta nella nostra linea da una azione nemica; b) Essi devono essere impegnati soltanto in operazioni diligentemente preparate, e adoperati a massa, di sorpresa, sotto la protezione di speciali condi-

zioni di visibilità {bruna mattutina o cortine di nebbia artificiale} ed in concorso con truppe di fànteria fresche. c) I carri d'assalto non vanno confusi con il carreggio a trazione meccanica. Il compito affidato ad essi è durissimo ed estremamente logorante, per il personale e per il materiale. d) È necessario che gli Stati Maggiori dei comandi abbiano frequenti rapporti con gli ufficiali dei riparti di carri d'asssalto, li consultino per avere esatte informazioni sui bisogni e le possibilità d'impiego delle specialità, e li chiamino a collaborare alla preparazione dell'operazione. e) Il buon successo di un'operazione condotta con carri d'assalto è possibile soltanto quando l'azione della nuova specialità si svolga in perfetta armonia, con quella della fanteria, dell'aviazione e dell'artiglieria: questa nelle tre forme di neutralizzazione degli osservatori avversari, di controbatteria e di accompagnamento. Il Capo di S.M. dell'Esercito A. DIAZ

(13) L' impiego dei carri nella controffensiva riuscirà efficace solo quando sia stato accuratamente preparato in cooperazione con le altre armi: nessuna delle disposizioni da prendersi in vista di un'azione offens iva deve essere trascu rata. Oppure evitare di radunare i carri troppo vicini alla prima linea per non essere obbligati per le mucazioni del combattimcmo a riportarli indietro prima ancora ??????????? (testo illegibile)


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Stabilimento per la Costruzione delle Art iglierie

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Sampierdarena 26 giugno 1915

Onorevole Direzione Officine Costruzioni Artiglierie Genova

OGGETTO: Cannoni 102/35.

A seguito di nostra lettera n. Mz. A/30/120 del 23 corrente, ed in risposta all'ossequiato foglio n. 7434 del 19 corrente, comunichiamo a Codesta On. Direzione quanto in appresso: 1° Presentemente sono in corso di lavorazione presso le nostre Officine n. 47 Cannoni da 102/35 con affusto, destinati all'armamento di Cacciatorpediniere e 90, il cui affusto non è ancora stato ordinato, destinati all'armamento delle future Navi da Battaglia. Per i 47 cannoni con affusto siamo in grado di rispettare le seguenti consegne: 4 Cannoni entro il mese corrente

6 Cannoni entro Luglio p.v. 8 Cannoni entro Agosto p.v. 6 Cannoni entro Settembre p.v. 6 Cannoni entro Ottobre p.v. 6 Cannoni entro Novembre p.v. 6 Cannoni entro Dicembre p.v. 5 Cannoni entro Gennaio 1916. Nessun impegno contrattuale sussiste nei rapporti col Ministero della Guerra, ma soltanto quello verbale di forn ire al R. Esercito, dopo eseguite prove esaurienti sul primo esemplare, 20 Cannoni, dei 47 indicaci, sopra Camions. La Ditta fornitrice dei Camions è la SPA: quest'ultima ha assunto l'impegno di mettere a nostra disposizione n. 20 Camions nel termine di un mese· dalla regolare ordi nazione. A tutt'oggi abbiamo ordinato n. 10 Camions per la sistemazione dei Can-


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

noni da 102/35 per commessa fine Luglio. Per metà di detto mese conciamo di presentare la prima sistemazione sperimentale. I materiali, oltre i Cannoni ed i Camions occorrenti a completare le 20 sistemazioni, sono già ordinati. Per modo che per i primi di Settembre noi abbiamo la certezza di esaurire la consegna di tutti i 20 Cannoni da 102/35 su Camion. Sempre che non manchi l'assenso della R. Marina, noi potremmo fornire anche i rimanenti 16 Cannoni che venivano a completare le 18 Batterie. Le Batterie stesse potrebbero in tal caso essere consegnate tutte entro Novembre p.v. Per la fornitura degli altri 16 Cannoni, noi crediamo sia possibile stabilire un accordo con la R. Marina sulla base di assicurare, da parte nostra, l'armamento delle Cacciatorpediniere in corso di costruzione. E ciò potrà essere definito fra le LL.EE. i Ministri della Guerra e della Marina. 2° - All'infuori delle sistemazioni dianzi accennate, nessun impegno abbiamo assunto per quanto riguarda il munizionamento riteniamo che il Ministero della Guerra si sia inceso col Ministero di Marina al riguardo, per la prova del primo esemplare, ma non siamo in grado di fornire indicazioni più precise. Dobbiamo aggiungere che la nostra Ditta sta attrezzandosi per mettersi in grado di fabbricare anche del munizionamento da 102 e da 105. 3° - Il programma suesposto non altera menomamente quello stabilito per la consegna dei materiali seguenti: N° 12 Affusti per Mortai da 210 m/m, entro Luglio e Agosto p.v. 8 Mortai da 260 m/ m: 4 entro Luglio, i rimanenti entro Agosto e Settembre, probabilmente entro Agosto p.v. 1 Cannone campale pesante da 105 m/m, sperimentale, per la metà Luglio p.v. 3 Cannoni campali da 105 ml m con i relativi carriaggi, per i primi di Agosto p.v. 20 Cannoni campali da 105 m/m scalamento fino a Novembre p.v. Dobbiamo inoltre, come sopra detto, assicurare: L'Armamento delle Cacciarpedieniere in costruzione, composto di 6 Cannoni da 102 ognuno. La consegna di tali Navi sarà iniziata nei primi mesi dell'anno venturo; - la costruzione di un determinato numero di Cannoni antiaerei per la R. Marina. Si dovrà anche: ultimare 2 Batterie di Mortai da 260 m/m in arrivo dalla Francia, per le quali occorrono almeno tre mesi di lavorazione; - assicurare l'armamento della R. Nave DORIA ai cui Cannon i vanno apportate modificazioni; - proseguire la lavorazione di 16 Cannoni da 152 per la R. Marina.


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Il vasto programma di lavoro in corso e quello che s'impone per le nuove richieste del R. Esercito e della R. Marina, per far fronte alle quali stiamo att rezzando largamente le nostre Officine, ci pone nella necessitĂ di dichiarare che, qualora la Commissione Speciale per le Esenzioni non ritenga di poter accogliere la nostra domanda intesa ad assicurare la piena efficienza delle nostre Officine, consentendo di ritardare la chiamata sotto le armi degli operai che sono di leva, il nostro programma si abbatterĂ come un castello di carte e sarĂ materialmente impossibile di riorganizzare il lavoro sulle basi stabilite. Per contro, noi dichiariamo che, qualora il Governo potesse assicurarci il concorso di un maggior numero di operai provetti, tute le date di consegna sopra accennate, sarebbero abbreviate. Riteniamo di aver cosĂŹ forn ito a Codesta On. Direzione tutte le informazioni richiesteci col pregiato foglio N. 7434. C i rassegniamo con profondo ossequ10.


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Spettabile Stabilimento per la Costruzione delle Artiglierie

SAMPIERDARENA Nettuno - 31 Agosto 1915 Oggetto: Batteria da 102 e 105 La Commissione incaricata di esperimentare i materiali da 102 e da 105, mi ha ufficialmente comunicata la compodizione delle batterie da 102 e da 105, e le sue osservazioni sui disegni da noi presentati, quali risultanto dalle note che seguono. La Commissione stessa fa viva premura a ciò sia costruito al più presto un esemplare dei singoli materiali, allo scopo di dar loro l'approvazione definitiva, previo esperimento p ratico. Nella nota delle batterie figurano i nomi con i quali è intendimento delle Autorità Militari, indicare i diversi carri, nomi ai quali dovremo attenderci d'ora in avanti.

MATERIALE DA 102

COMANDO DI GRUPPO 1 Camion vettura (A 4843 a) 1 Camion osservatorio (A 4967) 1 Camion bagaglio (camion comune e cucina) 4 Motociclette - 2 con vetturetta (side-car) 2 Biciclette

BATTERJA 1 Camion vettura (A 4843 a) 1 Camion osservatorio (A 4588 b) 4 Camion pezzo (A 4588 b) 4 Camion scorta (A 4891 a) 12 Camions cassoni (A 4548 a - A 4589) 1 Camion officina (A 4901) - (tipo t rattrice) 3 Camions bagaglio (e cucina) 6 Motociclette - 2 con vetturetta 2 Biciclette


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MATERIALE DA 105 COMANDO DI GRUPPO 1 1 1 2 2

Camion osservatorio (A 4967) Camion bagaglio e cucina Camion officina (A 4901) Motociclette - 1 con vetturetta Biciclette BATTERIA

1 Camion osservatorio {A 4967) 4 Pezzi {A 80 - A 280 a - A 400 a) 4 Cassoni (A 3780 - A 3852) 8 Camion cassoni {A 4548 - A 4589) 1 Carro attrezzi (A 4910 a) 2 Camions bagagli e cucina 1 Carri bagagli con fucina 2 Motociclette - 1 con vetturetta 4 Biciclette

OSSERVAZIONI DELLA COMMISSIONE MATERIALE DA 102 La Commissione non ha nulla da osservare sul disegno A 4843a. Per quanto riguarda quello A 4967, osserva: la garitta per il trasporto, deve essere sistemata sul cielo della vettura. L'interno della vettura deve essere analogo a quello rappresentato nel disegno A 4843a e deve poter alloggiare quattri persone. Il Camion osservatorio deve essere munito di apparecchio telefonico con 600 metri di filo (N° 2 Tamburelli), del telemetro monostatico {possibilmente Barr e Strand) e dei caricamenti, la cui nota precisa mi sarà comunicata. Il Camion bagaglio deve essere un camion comune - militare - con panche laterali ribaltabili. La «S.P.A.» ne ha costruiti molti. Nel campion bagaglio del Comando di Gruppo, dovrà essere sistemata una cucina tipo regolamentare R.E.; in uno dei carri bagaglio della batteria numero 6 cucine dello stesso tipo. Ho già richiesto indicazioni precise sulle cucine, le quali non debbono essere fisse sui carri, ma debbono potersi mettere a terra con facilità.


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Disegno A 4588 b- La Commissione desidera che il Camion - pezzo sia provveduto di puntello di sicurezza per le salite, e di paraurti anteriore, che potrebbe essere collegato con lo scudo di protezione del radiatore. Questi due particolari dovrebbero essere applicati a tutt i gli chassis, e potrebbero esserlo a cura della «S.P.A». Poichè speciali configurazioni di terreno, porrebbero richiedere, per i cavi di acciaio di irrigidamento della coda e piattaforma, una lunghezza maggiore di quella relat iva al caso di terreno piano, la Commissione domanda che sia applicato un rornichetto ad entrambe le estremità dei cavi. Il disegno A 4891a deve subire le seguenti modifiche: Invece che nella posizione prevista dal disegno, i vomeri dovrebbero essere collocati lateralmente, appoggiati sulla faccia piu corta; i tacchi di appoggio delle code, dovrebbero essere sollevati quanto occorre, perchè la coda possa passare sopra il vomero. In tal modo, facile risulta l'imbarco e lo sbarco dei vomeri, essendo sufficiente un semplice ribaltamento, e facile risulta pure il rizzarli, potendo già contribuire a tale scopo le code. Lo spazio fra i due vomeri può essere utilizzato per installarvi del materiale o dei sedili per una o due persone. La Commissione non approva i sedili per le 8 persone; occorre modificarli in modo che i serventi si trovino di fronte, invece che con le schiene appoggiate, o, se lo studio lo consiglia, a pronta marcia. La Commissione ritiene indispensabile tale modifica, dato che i serventi generalmente si addormentano durante la marcia. Nessuna osservazione sui disegni: A 4548 a - A 4589. Anche il disegno A 4901 è approvato; solo che il carro va montato su uno chassis di trattrice. I serbatoi di tutti i camions dovranno contenere almenco 100 litri di benzina.

MATERIALE DA 105

Per la parte montata su autocarri, vale quanto è scritto per i camions similari delle batterie da 102. Solo che il camion officina, che fa parte del Comando di gruppo, non è necessario sia su trattrice. Se però a noi convenisse fare un tipo unico, potremmo proporlo: r itengo sarà accettato. Per la vettura-cassone, sono state fatte le seguenti osservazioni: sull'avantreno debbono essere collocati soltanto tre serventi. Altri tre serventi debbono trovare posto sul retrotreno. Per questi ultimi basta una semplice spalliera abbattibile, dei cuscin i mobili ed una pedana.


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Occorre in conseguenza ottenere il bilanciamento del carro-cassone, a mezzo di spostamento dell'asse, delle ruote dell'avantreno. Vi ho perciò telegrafato di sospendere la modifica al cassone da 105. Il carro attrezzi è approvato; l'avantreno però non dovrà portare munizioni; occore,sistemarvi dei cassetti scorrevoli, di dimensioni varie, per materiali diversi. Il carro bagaglio e officina, quale è rappresentato dal disegno A 4968, va abolito. Il suo posto vien preso da un carro bagaglio comune, identico a quello regolamentare, con una fucina per maniscalco tipo R E. I numeri delle cucine per i 105 sono: - Comando di gruppo 1 - Batteria 7 Vi prego inviare copia della presente al Signor Presidente a Roma ed al Signor A mministratore Delegato a Genova. Vi prego altresì inviarmene 2 copie dovendo darne una in comunicazione alla Commissione Esperimentatrice. Con distinti saluti f.to GINO ASCOLI.


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R. ESERCITO ITALIANO

COMANDO SUPREMO Ufficio del Capo di S.M. (Ufficio Tecnico) Memoria circa le caratteristiche generali e di impiego delle batterie da 102 e da 105 Premesso che tutti i criteri generali d'impiego dell'artiglieria pesante campale esposti nelle N.G. e nelle N.O. e quelJi riportati nel fascicoletto di recente pubblico dal Comando Supremo: «Criteri d'impiego dell'artiglieria» sono applicabili alle batterie da 102 e. da 105, si riportano qui di seguito in riassunto quelle peculiari caratteristiche e norme d'impiego riportate nelle istruzioni speciali per dette batterie.

Cannone da 105 p.c.

È a tiro rapido - scudato - su affusto a ruote del tipo ordinario. La sua mobilità è leggermente superiore a quella dell'obice da 149 p.c. Velocità di marcia 7 km. ali' ora. La gittata massima è di 12.000 metri ed il suo tiro è sufficientemente preciso sino a 10.000 metri; alle medie distanze di tiro la precisione è tale da potersi ripromettere di colpire singoli cannoni o battere bersagli verticali. Lancia una granata di kg. 15,750 con carica interna di kg. 2,200 circa di alto esplosivo, specialmente adatta per tirare contro bersagli resistenti non corazzati o di robusta struttura, ma che si presta anche bene per battere truppe, ed una granata - shrapnel (non ancora in distribuzione) molto efficace contro truppe. Fa uso di cariche ridotte che permettono di incurvare la traiettoria e logorare meno la bocca da fuoco. Sono caratteristiche principali della bocca da fuoco: 1°) La potenza distruttiva di ogni singolo colpo; 2°) La notevole efficacia di tiro a grandi distanze; 3°) La possibilità di sorpassare col tiro ostacoli di qualche rilievo; 4°) Una relativa celerità di tiro; 5°) Sufficiente facilità di manovra, anche fuori dalle strade purchè in terreno non troppo cede-vole; 6°) Grande protezione dei serventi dal tiro a shrapnel e di fucileria;


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7°) Considerevole settore di tiro orizzontale, anche a vomero interrato, ottenuto con spostamento dell'affusto sulla sala attorno alla coda (fronte di 250 millesimi della distanza); 8°) Infine, gli strumenti di puntamento cui il cannone è dotato gli permettono di battere bersagli invisibili dalla batteria e di spostare rapidamente il tiro colla stessa facilità delle batterie da campagna leggere. Da queste caratteristiche principali si traggono i seguenti principi fonda-

mentali di impiego; 1. - Le batterie di cannoni da 105 potrebbero essere impiegate in qualsiasi fase del combattimento, ma non devono esserlo se non quando speciali condizioni di distanza, di natura del bersaglio di terreno o di situazione tattica, facciano palese che a raggiungere un determinato scopo non sarebbe sufficiente l'azione delle batterie leggere. E d'altra parte, il limitato numero di quelle disponibili e la scarsità del loro munizionamento, sconsigliano dall'impiegarle con troppa larghezza per non ridurle esaurite e manchevoli, quando il loro intervento nella lotta assumerebbe un carattere realmente risolutivo. Utilissimo impiego troveranno le batterie da 105 in virtù della loro lunga gittata nella esecuzione di tiri di fiancheggiamento o d'infilata. 2. - Le batterie devono tendere sempre ad un tiro accuratamente aggiustato. Grave errore sarebbe il distribuire il fuoco di esse su zone profonde, come talvolta può occorrere alle batterie leggere, causa il forte consumo di munizioni e il conseguente troppo rapido affievolirsi della loro efficacia offensiva. 3. - Sia nella manovra che nel tiro non si dimentichi che le batterie pesanti devono conservare il loro carattere di artiglierie campale. Esse sono dotate di cavalli scelt i e degli strumenti più perfezionati, ciò che loro consente di arrivare rapidamente in posizione e di preparare prontamente il tiro. Gli spostamenti e la rientrata in azione dovranno quindi essere tempestivi, diversamente esse si ridurranno a comuni batterie da posizione. 4. - Sino a che non sia possibile disporre di abbondare munizionamento è bene limitare l'impiego di queste bocche da fuoco per controbattere artiglierie avversarie o bersagli animati.

Cannone da 102.

È a tiro rapido - scudato - montato su carro automobile. Velocità di materia della batteria: massima km. 20 - ordinaria km. 16 all'ora, su strada. È possibile superare pendenze fino a 15%. Fuori delle strade conservano mobilità solo in terreno sodo e non molto accidentato. La gittata massima è di 10 km. ed il suo tiro è sufficientemente preciso sino


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a 9 km.; alle medie distanze di tiro la precisione è tale da potersi ripromettere di colpire singoli cannoni o battere bersagli verticali. Lancia una granata di kg. 13,750 con carica interna di circa kg. 1,600 di alto esplosivo specialmente adatta per tirare contro bersagli resistenti non corazzati o di robusta struttura, ed una granata - shrapnel {non ancora distribuita) molto efficace contro t ruppe in formazione compatte. Le caratteristiche principali del materiale da 102 sono: 1 °) Potenza distruttiva di ogni singolo colpo;

2°) Notevole efficacia di tiro a grandi distanze; 3°) Grande celerità di tiro;

4°) Tiro con traiettoria tesa e con carica unica; 5°) Ampio settore orizzontale di tiro (fronte di 445 millesimi della distanza) e limitato settore verticale; 6°) Massima facilità di trasporto del tiro nel senso verticale ed orizzontale; 7°) Sufficiente protezione del personale dal tiro a shrapnel e dalla fucileria mediante lo scudo, unita però ad una notevole visibilità del materiale per l'altezza del ginocchiello; 8°) Grandissima facilità di spostamenti rapidi su buone strade e sufficiente mobilità su strade mediocri, e su terreno vario; Da queste caratteristiche principali traggonsi i seguenti principi fondamentali di impiego: 1. - Accorrere rapidamente in soccorso ed a rincalzo dell'artiglieria campale per romper e una resistenza nemica manifestatasi imprevista; 2. - Riunire rapidamente una notevole quantità di batterie per agire nel punto dove si intende operare il massimo sforzo; 3. - Parare prontamente una minaccia nemica contro un tratto della fronte scarsamente difesa; 4. - Dato il rapido logoramento di quesa bocca da fuoco rispetto alle altre campali, e specie nell'attuale momento in cui non si può disporre che di scarso munizionamento, co~verrà limitare il s,;o impiego ai momenti più importanti della lotta.

Zona di guerra, 7 giugno 1916.


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

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Cantiere Navale SOClET À ANONIMA ITALIANA

ANSALDO & C. GENOVA

Sestri Ponente, 12 Aprile 1919

n. 6171

ILL.MO SIGNOR AMMINISTRATORE DELEGATO COMM. MARIO F. PERRONE ROMA

OGGETTO: Carri d'assalto Mi pregio di rispondere alle pregiate lettere di V.S. in data 10 c.m., inviando a V.S. bozza di una offerta per la fornitura di N . 150 Carri d'assalto, la quale non è altro che copia dell'offerta presentata al Ministero della Guerra nel mese di gennaio scorso, con la variante dell'aumento del 20% apportate per le seguenti ragioni: 1° I materiali allora quotati in base ai prezzi di calmiere stabiliti dal Governo sono adesso aumentati per effetto del mercato libero; 2° L'aumento avvenuto nelle mercedi agli operai in conseguenza del concordato di Milano, e delle otto ore di lavoro, porta un aumento nella mano d'opera e nelle spese generali di officina. È assolutamente da escludersi con collaborazione FIAT ANSALDO perchè l'unica ragione per la quale può essere conveniente assumere questo lavoro è quella di dare lavoro alla nostra fabbrica di motori. Invece per guanto riguarda il lavoro da calderaio, e cioè la lavorazione della blindatura, questa costituisce un sacrificio grandissimo per le costruzioni navali. Io ritengo che la costruzione di 150 tanks ci faccia perdere la costruzione di almeno un piroscafo da carico. Per norma di V.S. mi pregio di informarla che il materiale per la blindatura non dovrebbe essere costruito; ma è già esistente potendolo ricavare dai residui delle lamiere di acciaio al vanadio della R.N. «CRISTOFORO COLOMBO». Per conseguenza, le Acciaierie non potrebbero contribuire alla costruzione che per la parte che riguarda i piccoli pezzi di acciaio fuso . Concludendo, io ritengo che questo lavoro non sia da accettarsi che alla


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

condizione che ci sia pagato in modo da garantirci un utile adeguato al sacrificio che ne conseguirebbe alle nostre costruzioni navali. Mi tengo a disposizione completa di V.S. per il caso che fosse necessaria la mia presenza a Roma. Voglia gradire l'espressione del mio devoto ossequio.


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OFFERTA PER LA FORNITURA DI N. 0 150 CARRI D'ASSALTO

Oggetto della fornitura - La sottoscritta Ditta si impegna a fornire allo Stato N° 150 CARRI D'ASSALTO tipo Rénault completi, conformi al campione esistente a Sestri Ponente ed ai disegni comunicati dall'ex Commissariato Armi & Munizioni alla Ditta ANSALDO, riveduti e corretti seconodo le intese intercorse con l'Ufficio Carri d'Assalto. I Carri si intendono completi di motori e di tutti i meccanismi, nonchè di tutti gli oggetti di dotazione secondo il notamento a suo tempo comunicato. Motore - La Ditta assuntrice affida la subfornitura dei motori alla Ditta SPA di Torino, la quale adatterà un motore di suo tipo, trasformato secondo le esigenze del Carro, introducendovi tutte le modifiche e varianti studiate già dalla Ditta FIAT per l'applicazione ai Carri d'Assalto, come sono state comunicate dal Ministero. Meccanismi - Il cambio di velocità, i demoltiplicatori, la catena a cingoli, i comandi e le molle di sospensione saranno del tutto conformi al Carro Rénault e nessuna variazione, anche di lieve entità, sarà introdotta nei particolari di costruzione. Cassone e Torretta - Mentre per il cassone sarà adottata la precisa struttura del carro campione, per quanto riguarda la torretta, la Ditta assuntrice non ha obiezione ad adottare un tipo modificata, il meglio adatto che sia possibile al tipo d'arma che verrà destinata per armare i carri d'Assalto. Armi - Le anni sono escluse dalla fornitura, ma la Ditta assuntrice ha l'obbligo di eseguirne la sistemazione. Consegna - La consegna dei Carri pronti per il collaudo sarà effettuata in ragione di un Carro al giorno e verrà iniziata dopo 120 giorni dalla data della firma del Contratto. Prezzo della fornitura - Il prezzo dei Carri completi, esclusi i materiali di consumo per le prove di collaudo, è di L. 120.000 = (centoventimila) caduno; il prezzo totale della fornitura è perciò di L. 18.000.000 = (diciotto milioni). Pagamento 5/10 dell'import o della fornitura saranno pagati alla firma del Contratto. 2/10 del prezzo di ogni Carro alla consegna del Carro pronto per la prova di collaudo finale; 2/10 alla consegna definitiva dopo il collaudo finale. 1/10 allo spirare del periodo di garanzia, dopo sei mesi dalla data della consegna definitiva. La consegna definitiva si intende fatta franca su vagone nell'Officina del Fornitore. Prove di collaudo - Saranno effettuate le prove di collaudo dei motori al


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

banco nell'Officina di costruzione, saranno eseguire le prove di resistenza dei materiali e le prove al tiro delle piastre, tutte in conformità dei Capitolati stabiliti dal Governo Francese per la fornitura dei carri Rénault. Le prove finali di funzionamento del Carrò completo saranno eseguite in un campo di prova scelto in prossimità dell'Officina del Costruttore.

Utilizzazione dei materiali residui dalla iniziata costruzione dei 1000 Carri d'Assalto tipo Rénault presso le D itte FIAT, ROMEO - BREDA - VICKERS TERNI - ARMSTRONG - ANSALDO. L'utilizzazione dei detti materiali è subordinata alle seguenti condizioni: 1° - che alla data della firma del Contratto siano stati liquidati, per conto della Ditta ANSALDO, fra essa e l'Amministrazione Militare, il Contratto per la fornitura dei 350 Carri d'Assalto; 2° - che i materiali da utilizzare appartenenti alle altre Ditte siano tutti inviati a Sestri Ponente entro 30 giorni dalla data sopra indicata; 3° - che alla firma del Contratto i materiali di cui nel precedente articolo siano specificati con nota definitiva; 4° - che l'Amministrazione Militare ceda alla Ditta ANSALDO i detti materiali ai prezzi indicati nella seguente tabella:

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Acciaio fuso ordinario ..... ...... ............... . . ... Lamiere scudo .. ... . ..... ....... ... ....... . ......... Ferro on1ogeneo .. .. . . . . .. ........ .... .. .... ........ Acciaio fucinato . ... . . . .... .......... ... ...... ...... Barre acciaio comune . ...... ................. .... .... Bronzo ...... ......... .... .. ........ ...... ....... .. Acciaio per molle ........ ...... ................. .... Rame in tubo ..... ............. ...... ............. .

al Kg. L. 3.50 " " 5.00 " " 0.65 " " 6.00 " " " 0.70 " " 9.00 " " 3.00 " " 6.15

Quanto al compito della mano d'opera già impiegata nei materiali sopra indicati, sarà liquidata in ragione di tanti decimi di lavorazione eseguita, riferiti a un costo totale di lavorazione desumo dalla seguente tabella: - Pezzi di acciaio fuso ..... ... .. ... . . . ... . . ........ .... al Kg. L. 1.00 Lamiere scudo . ................... . .... . ..... ... .... " " 2.00 Ferro omogeneo . .................. . .. . ... .......... " " 0.80 Acciaio fucinato ...... ...... ... ... . .... ... .......... " " 1.70 Pezzi di acciaio torniti e temperati ....... . . .. ... .... .. " " " 3.00 Pezzi di bronzo .... ......... ................. ..... .. " " 1.50


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La utilizzazione è ad ogni.modo subordinata alla condizione che i pezzi siano eseguiti a perfetta regola d'arte, conforme ai disegni, in modo da essere utilizzati al punto di lavorazione in cui si trovano senza dover riprendere lavorazioni precedenti.

Garanzia - La Ditta assuntrice si impegna a garantire le condizioni contrattuali quali stipulate fra la Ditta Renault ed il Governo Francese, sempre che non siano introdotte modifiche che alterino le caratteristiche meccaniche degli apparecchi. Assume altresì la garanzia della buona qualità dei materiali e della bontà della lavorazione per un periodo di sei mesi, obbligandosi a ricambiare quei pezzi che si dimost rino difettosi per cattiva qualità dei materiali o per difetto di lavorazione. Naturalmente la garanzia di cui sopra è da escludersi per quelle parti che fossero state fornite dalle altre Ditte nel modo detto nell'articolo precedente. Le piccole soffiature dei materiali fusi non saranno considerate agli effetti del presente articolo come difetti di materiale implicante l'obbligo di sostitu· zione. 'Ciò in uniformità a quanto si è riscontrato sul Carro campione, dov, si può ritenere che non vi sia alcun pezzo che non abbia difetti di questo genen

Roma, 1919


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano DOCUMENTO

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UNITÀ CARRI ARMATI

a) scopo e compito I carri armati, - ordegni capaci di muoversi fuori della strada ordinaria e specialmente nei terreni rotti e sconvolti dei campi di battaglia - dovrebbero portare una considerevole azione di fuoco contro elementi avversari localizzati e un'azione di massa contro le resistenze passive del nemico e più specialmente contro i reticolati, contribuendo così all'azione della fanteria, facilitando la sua avanzata e aiutandola nel consolidarsi sulle posizioni conquistate.

b) tipi In Italia abbiamo due tipi di e.a. e cioè il pesante e il leggero. Del tipo pesante (FIAT 2000) vi sono due esemplari: uno a Roma, presso il Comando di Reparto e tenuto a scopo di studio, e un secondo presso la sede del Governatorato di Tripoli. Tale carro è poco adatto per l'impiego in guerra, data la sua mole. I dati di tale carro sono: peso, 30 tonnellate; altezza, metri 3,20; lunghezza, circa metri 7; ha una velocità media di circa km 4 all'ora. Comporta un armamento di 7 mitragliatrici Fiat e un cannoncino da 37 mm.; ha un equipaggio di 16 uomini. Resiste ai proiettili da 37 mm. I Carri leggeri o Fiat 3000 Peso kg. 5000 lunghezza, 4,18; larghezza, 1,64; altezza, 2,2; velocità massima (teorica) 16 km all'ora; velocità pratica 7-8 km. Può scavalcare trincee a sponde resistenti fino a circa m.1,50 di larghezza, può superare pendenze fino al 100%; va nell'acqua fino a m. 1,10 di profondità, ma con fondo resistente. È dotato di due mitragliatrici SIA abbinate. Il carro resiste al tiro di fucileria, di proiettili perforanti anche a metri 50 di distanza e al comune lancio di bombe a mano. Personale: due uomini e cioè il capo-carro mitragliere e il pilota che bada esclusivamente alla condotta del carro.

c) Impiego tattico. Regna ancora una grande incertezza su questo argomento e, per le varie tendenze in contrasto, si ha attualmente una regolamentazione che risente grandemente di quanto è stato fatto in guerra. In ogni modo i principi base sui quali si impernia la nuova regolamentazione provvisoria, sarebbero i seguenti fra i principali: - i carri armaci devono essere impiegati soltanto dove il terreno lo consenta con sicurezza e sia stato, almeno in parte, riconosciuto; il loro impiego deve essere ben misurato, trattandosi di arma assai logorabile e di difficile sostituzione;


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i e.a. devono sostenere, quanto più dappresso è possibile, la fanteria, sia per mettere questa in grado di profittare immediatamenti di ogni loro successo, sia perchè essa possa dare ai carri stessi, in alcune speciali circostanze, una necessaria protezione; - i e.a. devono iniziare la loro azione di sorpresa, profittando sia di coperture di terreno, sia dell'oscurità, sia di manovre di fumo; - i e.a. devono essere di norma protetti dall'artiglieria contro l'organizzazione anticarri avversaria; - i e.a. devono essere impiegati a massa (in numero considerevole su fronte relativamente largo) e in profondità (con scaglionamento che faccia largo calcolo di avvicendamenti e di rincalzi); - i e.a. devono procedere in intimo collegamento con le varie armi, ed in particolare con la fanteria; - ai e.a. si devono assegnare obiettivi ben definiti e con azione previamente ben concertata. Una volta impegnati, il loro particolare compito difficilmente può essere mutato dai comandi superiori; - le unità di e.a. di tipo leggero, che operano direttamente con la fanteria, passano a disposizione diretta dei comandi delle unità di fanteria. Le unità di e.a. di tipo medio e pesante, che a seconda delle circostanze precedono o seguono le prime minori unità di fanteria nel combattimento, dipendono da comandi superiori; ma sono poste, per l'azione, alla dipendenza dei comandi di fanteria;

d) Ordinamento L'ordinamento italiano ha per quadro un reparto e.a. il quale è incaricato della formazione, addestramento e mobilitazione delle unità carriste e inoltre deve essere organo di studio sperimentale della nuova specialità. Dalle esperienze e dagli studi si dovrebbe poi addivenire alla soluzione concreta dei vari problemi che maggiormente interessano la specialità e.a. Il reparto e.a. è fornito di un comando che, a sua volta, comprende un ufficio studi e un ufficio istruzioni; da un deposito con ufficio materiale ed un'officina di riparazioni. Il comando del Reparto comprende attualmente due gruppi di carri Fiat 3000, ciascuno su tre squadriglie. Com. di gruppo Il gruppo è formato

3 squadriglie

3 ufficiali, un auto-officina e un carro Radio T. Comando di squadr. (1 e.a.); due sezioni di combattimento ciascuna su tre carri; u~a sezione mista con 1 carro di nserva.

Totale del gruppo: 15 Ufficiali, 286 truppe; 24 carri armati; 1 Carri R.T.; 25 trattori; 13 autocarri; 1 officina.


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

e) Tendenze attuali Dato il duplice compito affidato ai carri armat i e cioè quello di aiutare la fanteria nel superare le resistenze (specialmente, se esse sono costituite da mitragliatrici e da reticolati), e quello di sfruttare il successo e disorganizzare il nemico, sorgerebbe la necessità di due tipi di carri a. e cioè un tipo pesante e uno leggero. Il primo dovrebbe essere capace di abbattere e superare considerevoli ostacoli portando un armamento di notevole efficacia (es. cannoncini); il secondo dovrebbe essere destinato a penetrare con reparti di fanteria (che accompagnino o seguano) nei varchi aperti dai carri più pesanti e, dotati di mitragliarici leggere, affrontare con successo piccoli nuclei o linee di resistenza attiva. Ma la tendenza generale che porta a considerare la guerra futura con orientamento offensivo, porta a prepararsi specialmente per la guerra di movimento e pertanto tende a considerare lo sviluppo dei carri leggeri, ma capaci di maggiore azione di fuoco e di urto. Per raggiungere tale scopo, necessita un tipo medio, dotato di mitragliatrici Fiat o mitragliatrici e cannoncino abbinati; di peso alquanto superiore a quello dell'attuale e.a. Fiat 3000 tale da offrire maggiore azione di urto e di un equipaggio costituito da un certo numero di uomini tale da poter disimpegnare il carro in qualsiasi frangente possa trovarsi, anche se qualche elemento dell'equipaggio fosse messo fuori combattimento. Pare che gli studi attuali tendano appunto alla creazione di tale carro.

f) Considerazioni L'attuale e.a. Fiat 3000, che avrebbe dovuto essere da noi impiegato verso la fine del 1918, a causa della cessazione dell'ostilità, non fu sperimentato in guerra. Si ignora, pertanto, quale risultato avrebbe e potuto dare e tutte le deduzioni, sono state tratte dall'impiego fatto in guerra del car ro Renault del quale il nostro è quasi un fedele imitazione. L'esperienze fatte nelle varie manovre ed esercitazioni pare abbiano dato buoni risultati tanto da far considerare il e.a., come un'arma di efficace valore; ma in tali esercitazioni è mancato però,il fattore principale e cioè il vero combattimento, i veri t iri di artiglieria e il terreno rotto e sconvolto ad ogni piè sospinto, e a ciò si aggiunga che le esperienze - il p iù delle volte - sono state eseguite con materiale quasi nuovo o almeno in buonissimo stato, e quindi di quasi sicuro rendimento.


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105 DOCUMENTO

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POSSIBILITÀ DEL CARRO ARMATO mod. 1921 e mod. 1930

I. OSTACOLI NATURALI 1° Salite. - Possono essere superate, con speciali accorgimenti, rampe con pendenza di 41 ° (87%), purchè il terreno sia di natura tale da offrire ai cingoli del carro una perfetta aderenza. Se la salita è lunga e ripida, senza ripiani intermedi, ed il terreno è molto compatto od erboso, oppure poco consistente o bagnato, l'aderenza dei cingoli può venire a mancare ed il carro, perdendo totalmente presa, può indietreggiare, sbandare e ribaltarsi.

2° Discese. - Comunque sia la consistenza del terreno, possono essere effettuate, con speciali accorgimenti, discese molto ripide (fino a 80°-85°), purchè di lunghezza non superiore ai 6-8 metri. Se la discesa è lunga e ripida, il terreno è molto compatto od erboso oppure poco consistente, l'aderenza dei cingoli viene a mancare, il carro nello scivolare non è più governabile, può perdere l'equilibrio ed anche ribaltarsi. 3° Falde e chine prative. - Possono essere agevolmente superate anche con una pendenza di 38°-41 ° (80-87%) purchè il terreno sia asciutto e consistente. Possono essere superate più o meno facilmente o non possono essere superate affatto se cosparse in minor o maggior misura di rocce affioranti o di detriti morenici. Tener presente che le orme lasciate dal carro sono molto appariscenti. 4° Acquitrini. - Prati a fondo torboso. - Possono essere percorsi, purchè la pendenza sia piccola o nulla, il fondo non sia troppo fangoso e permetta il transito di un uomo senza che affondi. 5° Terreni ghiaiosi, pietrosi e rocciosi. - Possono essere percorsi tratti anche discretamente ghiaiosi e cosparsi di detriti di roccia piuttosto minuti. Possono essere percorsi difficilmente tratti di lastroni di roccia purchè senza scalini ed inclinat i meno di 14° (30%). 6° Terreni montani. :..... A risalti, scalini, muretti di sostegno, alberi e rocc1e. Possono limitare l'impiego del carro causa l'eccessiva frequenza çlegli


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elementi sopra indicati anche se l'andamento generale del terreno sia di pen· denza inferiore a 23° (50%).

7° Mulattiere. - Sentieri montani. - Possono essere superate (sia in salita che in discesa) anche le mulattiere più ripide purchè abbiano una larghezza (calcolata nella maggiore st rozzatura) non inferiore a m . 1,85. Possono essere percorsi con difficoltà ed accorgimenti speciali sentieri montani purchè non abbiano sede e terreno fiancheggiante eccessivamente roccioso. 8° Sbandamento laterale massimo. -

Non deve superare praticamente

i 34° (76%). 9° Piccoli ostacoli di ripido rilievo. - Muri, rughe rocciose, di particolare profilo, travi ed altri analoghi sbarramenti. Possono essere più o meno d ifficilmente superati secondo l'asprezza del loro profilo perchè han no impennate fortissime ed un successivo violento abbattersi del carro (forti picchiate) alquanto dannoso per il materiale. Non possono essere superati se a spigolo vivo ed a parete verticale di altezza superiore ai cm. 60. 10° Muretti. - Possono essere abbattuti o sfondati purchè di spessore no n superiore a cm . 20, se di pietra forte collegata a cemento; a cm. 30, se di pietra tenera collegata a calce; a cm. 50 se di pietra a secco. 11 ° Palizzate, staccionate, barricate. - Possono essere sfondate o superate purchè non costituite da elementi in cemento o rinforzate da cemento; da grosse parti metalliche o rotaie; da grosse travi. 12° Alberi. - Possono essere abbattuti, se in piano, od anche in leggera salita purchè di d iametro non super iore ai cm . 30. 13° Pali isolati. - Possono essere abbattuti, rovesciati anche se di diametro superiore ai cm. 30, purchè non siano profondamente conficcati in terreno consistente o presi 111 cemento. 14° Fossi, buche, crateri. - V. n. 20: T rincee; n. 23: Terreni sconvolti da tiri di artiglieria di grosso calibro. 15° Corsi e specchi d'acqua. - Possono essere attraversati corsi e limitat i specchi d'acqua purchè: la consistenza del fondo offra la necessaria resistenza all'affondamento, .permetta cioè ad un uomo di transitarvi sopra senza affondare;


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il livello dell'acqua non superi i cm. 90 di altezza per il carro mod. 1930 e m. 1.10 per il carro mod. 1921; non vi siano moti ondosi. Possono essere guadati difficilmente se si debba attraversare un breve tratto del loro fondo consistente in scogli o blocchi di roccia. N on possono essere attraversati affatto se il fondo è t utto a scogli od a blocchi di roccia.

16° Boschi. - Possono essere attraversati purchè: cedui, anche se fitti; gli alberi non abbiano un diametro superiore ai centimetri 15; gli alberi di grosso fusto siano distanziati fra di loro almeno m. 1,90. Possono essere attraversate difficilmente fustaie anche se giovani, specialmente se poco rade e cosparse di tronchi abbattuti. 17° Sulla neve. - I carri possono muoversi sulla neve purchè questa non sia alta più di cm. 40 e risulti praticabile da uomini a piedi. Possono anche superare (in salita o discesa) su neve molle pendenze di 10° (21%).

Possono essere difficilmente superati r isalti di terreno coperti di neve. Occorre spesso l'intervento degli zappatori. Tener presente: che la neve immessa nell'interno dei cingoli può comprimendosi, rendere difficile od impossibile l'ingranamento delle ruote motrici ed aumentare la tensione dei cingoli stessi fino a romperl i; che le orme lasciate dal carro sono molto appariscenti; che su dette orme le truppe a piedi marciano con minor fatica.

18° Sul ghiaccio. - Superficie ghiacciate lastroni di ghiaccio. Possono essere att raversate superfici ghiacciate purchè in piano. Non possono essere altrettanto superate, se appena inclinate per mancanza di aderenza. Possono essere attraversati specchi d'acqua ghiacciati purchè lo spessore del ghiaccio non discenda lungo la pista da seguire al disotto di cm. 15. 19° Di notte. - Il movimento dei carri è molto difficile. Pertanto il loro impiego <leve ritenersi ec-cezionale se non vi siano condizioni favorevoli di luce (plenilun io, opportuno impiego di proiettori). In ogni caso la loro azione deve essere a raggio limitato (esempio: per effettu are colpi di mano), il terreno deve offrire condizioni favorevoli sia al percorso dei carri sia all'orientamento degli equipaggi.


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II. OSTACOLI ARTIFICIALI 20° Trincee. - Possono essere scavalcate quando tra ciglio e ciglio (che deve presentare una buona resistenza) la distanza non sia superiore a m. 1,50. Possono essere superate trincee anche più larghe discendendo la rampa d'accesso e risalendo la controscarpa purchè il loro profilo (larghezza profondità, inclinazione, delle rampe), unitamente alla natura e condizioni del terreno circostante, lo permettano. Si può risalire la controscarpa solo se ha una inclinazione minore di 41 ° (87%) e sempre che questa formi nel punto in cui la sua pendenza incontra quella della rampa opposta un angolo maggiore di 90%. G iudicare della transitabilità di una trincea è estremamente difficile; si può essere facilmente tratti in inganno nell'apprezzare ad occhio la sua larghezza, la sua profondità, la resistenza dei suoi cigli, la consistenza e la pendenza delle rampe di entrata e di uscita del carro. · Occorre tener presente che i cigli delle trincee, anche se r ivestiti, franano facilmente sotto il peso del carro e sotto l'azione disgregante del terreno (per lo più di riporto) da parte dei cingoli. 21 ° Reticolati. - Sono superat i e spianati anche se percorsi da corrente elettrica ad alta tensione purchè non siano costituiti da pali di ferro fissati in colate di cemento. Tener presente che i varchi debbono essere aperti ad intervalli superiori ai 20 metri per ~virare che, nei varchi già aperti, i fili si ridistendano per effetto della pressione esercitata dagli altri carri nell'apertura dei varchi contigui. 22° Abbattute. - Possono essere superate p urchè di mole non rilevante e siano formate di alberi fronzuti. Possono essere difficilmente superate se costituite di tronchi d'albero sfrondati. Possono essere rimosse trainando via i t ronchi. 23° Terreni sconvolti da tiri di artiglieria di grosso calibro. - Possono essere transitabili solo se non molto sconvolti e coperti di numerosi imbuti.

Per lo più sono intransitabili. 24° Campi minati. - Non possono essere attraversati. Piccole mine isolate (o analoghi or digni o proiettili di artiglieria inesplosi) qualora non si possano evitare, possono essere superate passando con i cingoli del carro a destra ed a sinistra di esse, purchè la loro altezza da terra non superi cm. 25, altr imenti sarebbero urtate dal fondo dello scafo.


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IMPIEGO.

Generalità. 50. I carri armati veloci hanno le seguenti caratteristiche: grande mobilità su st rada e in terreno vario; - capacità di superare i comuni ostacoli naturali del campo di battaglia; notevole capacità di fuoco; protezione contro i tiri di armi portatili che adoperino munizioni ordinarie e contro i tiri a shreap nel; bersaglio e visibilità limitati; limitato campo visivo dall'interno, a carro chiuso; necessità di accurata manutenzione e di rifornimenti. 51. Da tali caratterist iche deriva che i carri armati veloci hanno spiccata

attitudine alle azioni di sorpresa, r~pide e audaci; possono svolgere azion i di fuoco di grande effetto morale e materiale contro bersagli animati allo scoperto; hanno grande capacità di manovra; costituiscono quindi mezzi di grande rendimento in ogni fase della battaglia. 52. I carri armati trovano il loro più naturale impiego in cooperazione con le truppe celeri; possono tuttavia essere di grande aiuto alla fanteria, specialmente nell'offensiva su terreno non organizzato, nella difensiva per i contrattacchi, nello sfruttamento del successo e nella manovra di ripiegamento. Qualunque sia il loro impiego, i carri armati veloci operano non per sè ma per le truppe a cui sono assegnati per l'azione. 53. N ell'esplorazione, i carri armati veloci concorrono alle azioni delle truppe celeri: 1° eseguendo rapide puntate su determinati obiettivi; 2° portando improvvisi rapidissimi attacthi di fuoco per favorire l'azione della cavalleria e dei bersagli ciclisti, sia aprendo a dette truppe la strada attraverso le resistenze nemiche, sia fissando con brevi raffiche eseguite da posizioni diverse la resistenze stesse per consentire agli elementi esploranti di manovrare sul fianco e sul tergo; 3°disimpegnando reparti già impegnati e minacciati da forze soverchianti; 4°fiancheggiando reparti celeri in marcia; 5° scortando artiglierie motorizzate; 6°eccezionalmente, cooperando alla trasmissione di ordini o no.tizie di particolare importanza, in zone infestate dal nemico e quando manchino altri mezzi;


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7° meno atti, per la loro vulnerabilità, alle azioni di fuoco in posto, possono tuttavia assicurare temporaneamente la occupazione di punti caratteristici del terreno (ponti, punti di obbligato passaggio, abitati, posizioni dominanti ecc.), fino a che non giungano reparti retrostanti. In tal caso qualora sopraggiungesse il nemico, essi combinano le azioni di fuoco con quelle di movimento: appariranno cioè improvvisamente in punti sempre divers_i, colpiranno il nemico e immediatamente si disimpegneranno per ripetere altrove la stessa manovra. 54. In relazioni a tali compiti i carri armati veloci, possono far parte, a seconda delle esigenze, sia dei distaccamenti esploranti, sia del grosso.

55. Ca~·ri armati assegnati durante la marcia al nemico alle colonne trovano utile impiego con le avanguardie, oppure per sorvegliare la zona interposta tra colonne contigue, o infine, quando si disponga di un notevole numero di carri, come riserva mobile di fuoco a disposizione dei comandanti di colonna. 56. Nelle soste, i carri armati veloci sono utilmente impiegati in rapide puntate a scopo di esplorazione sui probabili itinerari dell'avversario. Incontrando questo ultimo tentano di disturbarne e ritardarne l'avanzata. Occorre però in dette impiego tener conto delle esigenze di riposo del personale e di quelle non meno importanti del materiale, dato che personale e mater iale risentono in misura rilevante del servizio che sono chiamati a prestare durante il movimento. ·

57. Nell'attacco, notevole è l'apporto che può esser fornito da carri armati veloci. Essi infatti trovano largo campo di attività: per appoggiaré i reparti puntando di sorpresa su centri di resistanza o posizioni di particolare importanza; - per fiancheggiare e proteggere la truppa attaccante; - quale riserva mobile di fuoco da essere impiegata a momento opportuno in una determinata direzione; - in ogni azione in genere in cui sia possibile sfruttare la sorpresa, dato che la limitata visibilità e la grande mobilità dei carri consentono a questi di cadere improvvisamente sui punti più sensibili del nemico. 58. Sia che i carri veloci operino con le truppe celeri, sia che operino con le colonne, essi muovono a sbalzi da una linea del terreno all'altra, coordinando il loro movimento con quello delle truppe alle quali sono assegnati. 59. Nella difèsa i carri trovano essenzialmente impiego nelle azioni controffensive e nei contrattacchi, svolgendo azioni analoghe a a quelle indicate per l'attacco.

60. Nell'inseguimento, i carri veloci sono particolarmente idonei a conseguire effetti morali e materiali di grande efficacia.


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Essi sono all' uopo spinti avanti senza preoccupazione della loro sicurezza, col compito di agire sui fianchi dell'avversario o di prevenirlo su punti di obbligato passaggio, allo scopo di tagliargli ogni via di ritirata e di portare disordine e scompiglio fra le truppe ripieganti. 61. Nella manovra di ripiegamento, i carri armati veloci impiegati con le

truppe di retroguardia sono i più idonei ad operare con azioni a breve raggio contro gli inseguitori, minacciando il fianco e il tergo dei nuclei avversari più audaci, oppure a puntare direttamente contro le teste delle colonne inseguenti, arrestandone o ritardandone la marcia. In situazioni particolari possono essere chiamati ad assicurare la difesa di importanti punti del terreno (ponti, abitati, nodi stradali, ecc.), nel qual caso agiscono come è detto al paragrafo 7 del n. 53. 62. Qualunque sia l'impiego dei carri armati veloci, la loro azione deve essere inquadrata in quella di altri reparti - celeri o a piedi - e con questa coordinata. Tale inquadramento e coordinamento si ottiene dando ai carri stessi istruzioni precise prima dell'azione, utilizzandone al più presto i risultati durante l'azione ed eventualmente proteggendoli in caso di avarie o di tiri anticarri nem1c1. 63. I carri assegnati ad una unità ne costituiscono, per quanto si riferisce all'impiego, parte integrante per tutta la durata dell'azione; le loro relazioni di dipendenza non differiscono allora, in alcun modo, da quelle dei reparti che costituiscono organicamente l'unità stessa. Ne deriva la necessità che i comandanti sia delle truppe celer i, sia di fanteria conoscano le possibilità dei carri e i quadri di questi conoscano a loro volta i procedimenti di impiego delle truppe con cui possono essere chiamati ad operare.

Impiego del plotone. 64. Il plotone costituisce unità di impiego normale dei carri armati veloci. Esso può tuttavia frazionarsi ed essere impiegato per mezzi plotoni specie quando venga assegnato a reparti esploranti o alle avanguardie. L'impiego del carro isolato è da escludersi, tranne nel caso di trasmissione d 'ordini o notizie di particolare importanza di cui al n. 53. 65. Il comandante del plotone, non appena assegnato ad una unità, si porta presso il comandante di essa per prendere ordini circa l'azione da svolgere. Tali ordini si riferiscono essenzialmente: alla situazione nella quale l'unità deve agire; - al reparto con cui i carri debbono operare;


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ai compiti dei carri; qall'ora di inizio del movimento e all'itinerario da seguire nel movimento stesso; - alla posizione di attesa da raggiungere prima dell'inizio del movimento ed eventualmente ad azione compiuta; - ai collegamenti da attuare fra il plotone ed il comando del reparto con cui deve operare. 66. Il comandante del plotone, ricevuti tali ordini, li comunica, per la parte che può loro interessare, ai capicarro dipendenti, e provvede per il rifornimento delle materie di consumo e delle munizioni. 67. I singoli carri regolano la loro avanzata su quella del carro del comandante di plotone cori rapidi e frequenti cambiamenti di direzione; evitano di arrestarsi per non offrire bersaglio alle armi anticarro ed alle artiglierie nemiche; aprono il fuoco alle brevi distanze sforzandosi di piombare improvvisi sui vari obiettivi assegnt i al plotone.

68. Quando l'azione del reparto con cui i carri operano sia costretta ad arrestarsi di fronte a resistenze che non si siano potute superare, è opportuno che, mentre il reparto con cui il plotone opera mantiene il contatto col nemico, il plotone stesso sia disposto al coperto in posizione di attesa e sia tenuto pronto a rintuzzare eventuali attacchi nemici.

Impiego della compagnia. 69. La compagnia viene impiegata riunita solo un casi particolari di situazione e di disponibilità di carri. Quando ciò avvenga, il comandante di compagnia si regola secondo gli stessi princip1 indicati per il plotone, tenuto conto della maggior forza dell'unità e della importanza e numero degli obiettivi ad essa assegnati. 70. In relazione a tali ultimi elementi, il comandante di compagnia ripartisce fra i plotoni gli obiettivi, quando questi siano vari ed abbiano ciascuno. consistenza limitata superabile presumibilmente dai singoli plotoni. Quando invece sia assegnato alla compagnia un unico obiettivo e questo abbia notevole consistenza, il comandante impegna frontalmente con parte dei carri il nemico e tenta di portare i rimanenti contro il fianco e il tergo di esso. Ripete infine tale manovra successivamente contro i vari obiettivi, quando questi siano più di uno ed abbiano tutti consistenza superiore a quella che si presume possa essere superata da un solo plotone.


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Impiego del battaglione. 71. L'impiego del battaglione tutto riunito è eccezionale. Quando ciò avvenga, l'azione di comando del comandante dì battaglione e le modalità di azione del battaglione stesso sono analoghe a quelle indicate per la compagnia.


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Promemoria consegnato ed illustrato a S.E. il Capo del Governo dall'Amministratore Delegato della Terni il 30/11/1932 -IXPROBLEMI DELLA SIDERURGIA BELLICA SPECIALE I prodotti di siderurgia bellica si dividono in due grandi categorie: - quella dei prodotti speciali di alta qualità (corazze, elementi fucinati per cannoni e proiettili perforanti), prodotti che sono richiesti, anche in tempo di guerra, in quantitativi relativamente limitati ma che esigono, per la loro produzione, impianti speciali e tecnica assolutamente superiore; - quella dei prodotti normali di quantità (proiettili per artiglieria terrestri) richiesti in tempo di guerra in quantità quasi illimitate e che sono producibili coi normali impianti di siderurgia e di meccanica. Mentre i prodotti della prima categoria devono necessariamente riser varsi alle officine siderurgiche specializzate, quelli della seconda devono invece riservarsi alle acciaierie ed alle officine meccaniche comuni, tutte chiamate a concorrere alla produzione in caso di necessità. La Terni desidera rich iamare, in questa occasione, l'attenzione di S.E. il Capo del Governo soltanto sulla siderurgia appartenente alla prima categoria di cui sopra e cioè sulla siderurgia bellica speciale. Nel periodo fra il 1919 e il 1925 la Terni, pur essendo senza concorrenti in Italia per le corazze ed i proiettili perforanti ed avendo soltanto concorrente l'Ansaldo per i «fucinati per cannoni», ebbe un lavoro di siderurgia praticamente nullo sia per l'interno che per l'estero. Dopo il 1926, e cioè quando vi fu un risveglio di lavo ro, ebbe a concorrenti l'Ansaldo per le corazze e l' Ansaldo e la Cogne per i proiettili perforanti. Nei 14 anni del dopo guerra la Terni fornì materiali bellici speciali, compresi quelli per l'estero, per complessive L. 222. milioni circa (corazze L. 174. milioni; proiettili L. 17. milioni; fucinati per cannoni L. 31. milioni). La Terni eseguì quindi in media forniture per importo inferiore a L. 16. milioni a1inu i, cifra assolutamente inadeguata alle gravose spese fisse delle officine, che richiedono ingentissime e continue immobilizzazioni e notevoli spese annuali di organizzazione tecnica e di studi. L'importo del lavoro di siderurgia bellica speciale svolto nel periodo considerato dalla Ansaldo e dalla Cogne può essere da noi valutato in circa L. 180. milini, con una media quindi poco superiore a 13. milioni che, sommati al lavoro medio svolto dalla Terni, dà un complesso di L. 29. milioni di forniture ann ue. La Terni ritiene che il modesto fabbisogno italiano di prodotti siderurgici bellici speciali non possa alimentare utilmente più di uno stabilimento. La pluralità degli impianti moltiplica le spese globali fisse di organizzazione, mentre


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.a scarsa attività non consente a ciascuno di essi di compiere, colla necessaria .arghezza, le costose esperienze, nè di rinnovare la propria attrezzatura come le esigenze del progresso tenico e la delicatezza del compito impongono. D'altra parte la Terni riconosce che ragioni di carattere militare possono richiedere che anche i prodotti speciali siano fabbricati, o possano essere fabbricat i in più stabilimenti. Occorre quindi trovare il modo di mantenere in piena efficienza gli attuali mezzi di produzione, cd anzi di aumentarla se si dovesse giungere alla riduzione degli armamenti, perchè quanto più il Paese è disarmat0, tanto più ha necessità di avere i mezzi di ar marsi rapidamente. Il problema che occorre risolvere è quello di raggiungere lo scopo col minor possible gravame per lo Stato. Due soluzioni appaiono a noi realizzabili:

I.a. Soluzione: Ottenere che i Consorzi Siderurgici, il cui r innovo è attualmente oggetto di studio, includano nella loro disciplina anche i prodotti bellici speciali, in modo che le deficienze o gli eccessi di lavoro bellico speciale possano essere, anno per anno, compensati «ad valorem» con maggiore o minore lavoro di carattere commerciale, ottendendo così che il lavoro complessivo sia sempre sufficiente a mantenere in vita le officine di siderurgia bellica speciale. Q uesta soluzione nulla costerebbe allo Stato e lascerebbe alla siderurgia ordinaria, protetta coi dazi doganali, il compito della assistenza del ramo della siderurgia bellica speciale.

2.a. Soluzione: Riservare il lavor o di siderurgia bellica ad una sola officina e conservare gli alt ri impianti in stato di efficienza sulla base dei p rogressi dello stabilimento mantenuto in attività. Ciò consentirebbe di mantenere in tempi normali entro limiti tollerabili il costo dei prodotti e permetterebbe agli impiant i tenuti in riserva di rientrare, quando occorra, rapidamente in esercizio col personale tecnico e dirigente dello stabilimento prescelto per l'esercizio continuo. Ma questa soluzione richiede una gestione unica di tutti gli stabilimenti di siderurgia beJlica speciale, gestione che non appare oggi realizzabile se non mediante il passaggio allo Stato delle officine di siderurgia bellica speciale, da gerirsi da un ente autonomo guidato con concetti prettamente industriali. Le officine da tenere in esercizio continuo dovrebbero essere, secondo il nostro parere, quelle di Terni aventi un primato tecnico cd una lunga tradì-


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zione, oltre ad un ubicazione felice prescelta dal Ministero della Marina (Ministro Brin) ed aventi disponibilitĂ locali di buone ligniti e di ingentissime forze idrauliche. Non pare che a queste officine di Terni possano essere anteposte officine situate al confine francese, come quelle della Cogne, o sul mare, come quella dell'Ansaldo. La Terni ha avanzata la prima proposta a S.E. Parravano, Presidente della Commissione Siderurgica, ed ha prospettata la seconda a S.E. i1 Ministro della Marina solo quando ha creduto di comprendere che la Commissione non fosse favorevole alla prima. La Terni teme che, se adeguati provvedimenti non sono adottati, l'industria siderurgica bellica speciali sia forzatamente condannata ad un rapido invecchiam~nto rendendosi cosĂŹ inadeguata al compito nei moment i di bisogno.

Roma, 30 Dicembre 1932 -IX-


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PROBLEMI SULLA SITUAZIONE DEGLI STABILIMENTI DI SIDERU RGIA BELLICA DELLA SOCIETÀ T ERNI La siderurgia bellica della Terni, iniziatasi per invito della Regia Marina a Terni nel 1884, ha vissuto e prosperato fino all' inizio della guerra producendo corazze per navi, elementi fucinati per cannoni e proiettili per artiglierie navali. La costruzione delle corazze che occorrevano per le grandi unità navali prebelliche, fu interrotta dalla guerra che impose alla siderurgia nazionale compiti nuovi. La Terni si limita a ricordare che durante il periodo del conflitto, fornì alle O fficine meccaniche adibite alla produzione di artiglierie gli elementi fucinati, sgrossati e trattati ter micamente per oltre 11.000 cannoni di ogni calibro. Il periodo postbellico trovò la Terni, società ancora a quella data esclusivamente siderurgica, completamente disorientata e fortemente indebolita nella sua compagine economica e finanziaria. Nessun programma navale si prospettava prossimo per l'avvenire, quindi, nessuna speranza di lavoro di sua specialità, mentre le gravose imposte sui cosiddetti sopraprofitti di guerra l'avevano fiaccata finanziariamente e messa nell'impossibilità di affrontare, con propri mezzi, un periodo di attesa. Il dilemma si presentò allora in forma imperativa: - o svolgere un nuovo e più ampio progamma industriale che includesse nell'attività sociale nuovi rami di industria meno aleator i della siderurgia bellica; oppure: - addivenire alla liquidazione della Società con la chiusura degli stabilimenti, distruggendo così un patrimonio tecnico che aveva cost ato decenni di lavoro e capitali ingentissimi. Le condizioni del momento ed il credito di cui godeva la Terni permisero di scegliere la prima soluzione. Infatti fu attuata una svalutazione del capitale sociale per sanare le perdite subìte, e fu provveduto a successivi aumenti di capitale che portarono lo stesso da lire 80. milioni a lire 600. milioni attuali. Nel campo industriale la Società provvide a creare nuovi impianti per le produzioni siderurgiche commerciali, impianti idroletrrici importantissimi per l'utilizzazione dei fiumi Nera e Velino e impianti elettrochimici per la produzione dei concimi azotati. Questo programma permetteva di prevedere che la siderurgia bellica della Terni, appoggiata ad altri rami di attività meno aleatori, avrebbe potuto affrontare i periodi di attesa evitandosi così la distruzione degli stabilimenti siderurgici della Terni ritenuti fino allora essenziali alla difesa del Paese. Gli allegati N° 1, N° 2 e N° 3 indicano i quantitativi di corazze, di proiettili e di elementi fucinati per cannoni fabbricati dalla Terni dalla fine dell'anno 1918 all'Ottobre 1932.


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Per oltre 6 anni tutte queste fabbricazioni furono praticamente nulle. La Terni, che sopportava in quegli anni di inoperosità sacrifici gravissimi per mantenere integra la sua organizzazione tecnica siderurgica, attendeva che un nuovo programma navale le apportasse un periodo di lavoro sufficiente sia a compensala dei sacrifici passati, sia metterla in grado di affrontare vittoriosamente il successivo immancabile periodi di scarso lavoro bellico, edotta ormai che in questo campo a periodi di lavoro susseguono lunghi periodi di inoperosità. Come dimostrano i detti prospetti, con la fine del 1925 si inizia l'atteso periodo di un nuovo programma navale italiano che doveva durare fino a tutto il 1931. Ma un fatto nuovo sorge a sconvolgere le prospettive ed i programmi della Terni nel campo siderurgico. Nel 1927 la Società Ansado acquista la collaborazione della Ditta Krupp e si attrezza per la produzione delle corazze e dei proiettili perforanti. Non si è forse pensato, in quella occasione, che il prezzo dei prodotti siderurgici bellici, specie quello delle corazze, è costituito in grandissima parte dalle spese che su di essi gravano per interessi ed ammortamenti del costosissimo impianto di produzione, nonchè delle spese della complessa organizzazione tecnica necessaria, e che conseguentemente, !l dividere fra due produttori le ridottissime commesse che il Ministero della Marina è in grado di affidare, equivale ad aumentare enormemente il prezzo di costo di quest i prodotti e che quindi, con due produttori invece di uno, dati gli esigui quantitativi, il Ministero della Marina dovrebbe poco meno che raddoppiare il pezzo pagato se vuole mantenere a questa industria lo stesso grado di vitalità di cui godeva precedentemente, Ma, naturalmente, il raddoppio dei prezzi, per quanro giustificato, è irrealizzabile. I prezzi rimangono immutati e le industrie produttrici si avviano, consciamente o incosciamente, al dissesto: alla prima periodi~a sosta dei programmi navali, queste industrie di troveranno economicamente e fi nanziariamente impreparate a superare il nuovo periodo di mancanza di lavoro. E intanto queste ditte produttrici, dibattendosi nella stretta di un lavoro insufficiente, non .riescono ad ammortizzare i loro impianti per produzioni belliche e, conseguentemente, non sono in grado di rinnovarli come il progresso della tecnica imporrebbe, né possono dedicarsi allo studio di nuovi prodotti con quella larghezza di mezzi che sarebbe necessaria. E mentre ciò avviene in Italia, la Francia sta costruendo un nuovo costosisimo laminatoio da corazze di potenza e caratterist iche ben superiori a quelle possedute dalle due ditte produttrici italiane e dagli altri impianti stranieri; l'Inghilterra sovvenziona largamente le costosissime esperienze per lo studio dei nuovi prodotti che in Italia sono lasciati a completo carico delle D itte private. Può bensì permettersi il rinnovo degli impianti la Schneider, la sola fornitrice di corazze al Governo francese, che nel 1929-1930 ha fornito per le sole autoblindate 20.000 Tonn. di corazze; non la T erni che nel 1919, anzi dal 1915


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ad oggi, e cioè in 18 anni, non ne ha fornito complessivamente che 17.564 Tonn., incluso, in questo quantitativo, le corazze occorse per la costruzione di due incrociatori per la Reppubblica Argentina e di due cannoniere per la Repubblica del Paraguay, assunte dai propri Cantieri. Ma la fabbricazione dei prodotti siderurgici bellici della Terni non è soltanto colpita dalla comparsa della Ansaldo in questo campo, verificatasi effettivamente nel 1928. Nel 1930-1931 la Società Nazionale Cogne, sorta coll'obiettivo di produrre ghise ed acciai di qualità speciali che si importavano dall'estero, non trovando nel campo prescelto lavoro sufficiente alla sua mole, sorge essa pure fra i concorrenti nella produzione dei proiettili perforanti. I produttori di proiettili perforanti, da due diventano tre ed i cosci dei prodotti, per le stesse ragioni esposte per le corazze, crescono notevolmente. Dovrebbero allora aumentare i prezzi pagati dal Ministero della Marina, per non compromettere ]'esigenza di questa industria produtrice, ma avviene invece il contrario. La Società Nazionale Cogne che gode, come ognuno sa, di una situazione di assoluto privilegio economico, riduce grandemente i prezzi delle sue offerte in confronto dei pezzi concorrenti in Italia ed all'estero. Doppio danno quindi per le industrie preesistenti; diminuito lavoro, e quindi notevole aumento nel costo e diminuito prezzo di vendita. L'entrata della Ansaldo e della Cogne nel campo della siderurgia bellica, aggrava grandemente la situazione della Terni che si trova così nel 1932 minacciata gravissimamente una seconda volta nella sua tradizionale industria della siderurgia bellica senza che, per la sopraggiunta crisi mondiale, essa possa sperare di sopperire cogli altri rami della sua attività alla inoperosità del suo ramo siderurgico. Basterà citare che nel periodo fra il 1926 ed il 1931 il prezzo dei concimi chimici azotati di sua produzione si è ridotto a meno della metà mentre il costo ha subìro riduzioni appena apprezzabili. Può la Terni continuare in questa situazione l'esercizio dei suoi stabilimenti di siderurgia bellica? Esaminiamo questo problema. U no stabilimento modernamente attrezzato per la produzione di corazze omogenee e cementate, di grossi fucinati per cannoni e di proiettili perforanti dei calibri in uso, costa, ai prezzi attualmente correnti, una cifra notevolmente superiore a L. 100.milioni. La siderurgia bellica, date le finalità che persegue, non può indietreggiare né sostare difronte alle necessità che continuamente si presentano di completare, modificare o sostituire i suoi mezzi di produzione. Essa, per le responsabilità che le incombono deve saper produrre sempre i migliori prodotti che è possibile in quel momento ottenere: indietreggiare di fronte ad una spesa che consenta di migliorare il prodotto significa tradire il compito che il Paese ha ad essa assegnato. Così avviene che la Società esercente gli impianti di cui si tratta deve


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

reimpiegare in completamenti, modifiche e sostituzioni quelle cifre che annualmente sono rese disponibili dagli ammortamenti praticati nella formazione del bilancio. (La Società Terni, pur senza attuare alcuna modifica essenziale nei suoi impianti di siderurgia bellica, ha speso negli ultimi cinque anni in completamenti la rilevante somma di L. 20.milioni). I rapidi progressi in questo ramo di industria non consentono di prevedere per un impianto di questa natura un ciclo di durata superiore ai 15 anni. Ne consegue che la Società che esercisce questi impianti di siderurgia bellica deve subire un onere annuale fra interesse e ammortamenti pari al 15%, e quindi anche assumendo il costo dell'impianto ridotto a L 100.milioni, un onere annuo di L. 15.000.000. Orbene, come dimostrano gli allegati 1°, 2° e 3°, le forniture complessive di prodotti bellici eseguiti dalla Terni negli ultimi 14 anni, comprese quelle per governi esteri, furono di:

L. 174.270.310 per corazze 17.591.060 proiettili . ,, fucinati per cannoni 31.000.000 circa L. 222.861.370 e quindi per un importo medio annuale di circa L. 16.000.000. Contro questa cifra di L. 16.000.000 incassata in media annualmente, sta una cifra annua di L. 15.milioni per soli interessi ed ammortamenti ed altra cifra d i circa L. 5.milioni costituente l'onere proveniente allle acciaierie della Terni per mantenere costantemente l'organizzazione tecnica necessaria a queste lavorazioni e la efficienza produttiva dei reparti relativi: in totale L. 20.milioni annui. Ne consegue che negli ultimi 14 anni i suoi clienti di prodotti bellici non hanno pagato alla Terni nulla per i materiali (acciaio, combustibili, forza motrice, ecc.) e nulla per la mano d'opera occorsa per la fabb ricazione dei prodotti bellici da essi acquistat i e le hanno ri mborsato soltanto 1'80% degli oneri fissi (interessi, ammortamenti e o rganizzazione tecnica) sopportati dalla Società per questa lavorazioni. Le considerazioni e le cifre che precedono dimostrano eloquentemente che l'industria italiana non può permettersi il lusso di possedere in stato di attività più di un impianto per la produzione delle corazze e più di uno o due impianti per la produzione dei proiettili perforanti. Ciò nonostante, la Cogne dimostra, appunto in questi giorni, il proposito di entrare nel campo delle corazze omogenee Cr.N i. la cui fabbricazione è più facile ed i cui mezzi di produzione sono meno costosi in confronto alle corazze cementate KC. La Cogne, infatti, ha indirizzato alla nostra Società una richiesta per la laminazione di lingotti al Cr.Ni. delle usuali dimensioni per


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corazze ed analoga domanda, supponiamo, avrà pure rivolta a quelle acciaierie che posseggono mezzi di laminazione adeguati. L'entrata della Cogne anche in questo campo avrà per risultato di far riservare a sè la fornitura di corazze di questo tipo, le quali rappresentano i due terzi delle corazze totali o, quanto meno, di far ribassare, come già per i proiettili, il prezzo di vendita di questo tipo di corazze che, per la duplicità degli impianti e lo scarso lavoro, dovrebbe invece, come si è visto, essere prcssochè raddoppiato se si vuol mettere l'industria produttrice in grado di vivere e di mantenersi all'altezza del suo compito. In tali condizioni la Tern i si domanda se vale veramente la pena di continuare nel sacrificio dei suoi azionisti per compiere una opera che non è né apprezzata né retribuita. La Temi ritiene che la sola via di uscita sia quella di cedere allo Stato i suoi impianti di siderurgia bellica evitando così che si creino nuovi impianti e nuove organizzazioni tecniche completamente inutili. Gli stabilimenti di siderurgia bellica della Terni sono autonomi e immediatamente separabili da quelli destinati alla siderurgia commerciale e la Terni è pronta a trattarne la cessione allo Stato. Questo, acquistandoli, troverebbe pronti impianti, maestranze provette, tecnici e dirigenti di alto valore che hanno dedicata l'intera loro vita allo studio di queste produzioni e potrebbe continuare nell'opera, certamente lodevole, compiuta dalla Società Terni nell'ultimo cinquantennio. Genova, 24 Novembre 1932 -XI-


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1

PRODUZIONE CORAZZE DELLA SOCIETĂ€ TERNI Anno di spedizione

Corazze spedite

1919 1920 192 1 1922 1923 1924 1925 1926 1927 1928 1929 1930 1931 1932 (primi 10 mesi)

724

2.669 302 1.687 3.268 5.254 3.281 379 Totale Tonn. 17.564

delle quali Tonn . 5604 del tipo cementato K.C. " 11960 del tipo omogeneo Cr.Ni. Il rilievo totale ottenuto nella vendita di queste corazze è stato di L. 174.270.310 con una media a kg. di L. 9,92; quello delle sole corazze kc. L. 86.308,400 con una media a kg. di L. 15,40 e quello delle sole Cr.Ni. L. 87.961.910 con una media a kg. di L. 7,35.


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PRODUZIONE PROIETTILI PER ARTIGLIERIE NAVALI ESEGUITA DALLA SOCIETÀ TERNI Anno di spedizione

N umero

Calibro

45.000

102/45

1924

60

152/50

1925

24

203/45/50

1926

35

152/50

1927

290

120/40 - 120/45 - 152/50 203/50

1928

377

102/45 - 190/52 - 203/53

1929

3.888

102/45 - 120/50- 152/53 190/52 - 203/50

1930

2.212

102/45 - 120/50 - 190/52 203/50

1931

4.882

75/906/911 - 76/40 102/50 - 120/50 - 152/53 203/53

3.695

120/50 - 152/53 - 203/53

1919 1920 1921 1922 1923

1932

(10 mesi)

L'importo totale dalla vendica di detti proietti fu di L. 17.591.060.

2


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano ALLEGATO

PRODUZIONE DI ELEMENTI PER CANNONI ESEGUITA DALLA SOCIETÀ TERNI Tonnellaggio 1919 1920 1921 1922 1923 1924 1925

1926 1927 1928 1929 1930 1931 1932 (a tutto agosto)

Ricavo Lire

57 147 30 12 377 493 653 444 85

527.061 1.350.059 280.815 132.820 3.339.144 7.833.670 10.286.853 6.509.802 1.104,215

2 .298

31.364.439

3


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Genova-Cornigliano, 5 luglio 1935-XIII Eccellenza, a seguito del colloquio di mercoledì scorso, 3 corrente, mi faccio un dovere di fornire all'E.V. gli ulteriori elementi desiderati, relativi alla questione ACCIAIERIE ANSALDO. Quando venne decretata la costituzione della S.I.A.C.C., presentai a S.E. il Capo del Governo una memoria che mi permetto di unire in copia. Dalla stessa l'E.V. avrà modo di rilevare che già da allora, immedesimato della capitale importanza che la nuova formazione veniva ad assumere in confronto del rimanente organismo ANSALDO, specie per la produzione bellica, auspicavo che al di sopra degli atti costitutivi, degli statuti, delle intese, della buona volontà degli uomini, venisse instaurata una completa ed intima unione tecnico-economica delle due Aziende, in modo che esse potessero continuare ad essere considerate, sia all'interno che all'estero, nei confronti dei terzi, come un solo possente organismo. Ravvisavo che si potesse arrivare a tale completa unità di direttive con uno speciale Comitato, e ne suggerivo la composizione con i due Presidenti ed i due Direttori Generali. Venne costituito invece un Comitato tratto dal Consiglio della S.I.A.C.C., dal quale fu escluso il rappresentante dell'Ansaldo, equesto Comitato ha sostituito il Consiglio di Amministrazione in quanto tutte le più importanti deliberazioni vennero prese da esso. Il Comitato da me suggerito venne esso pure costituito, ma non si è mai riunito perchè l'Ammiraglio Minisini - chiamato a farvi parte nella sua allora qualità di Consigliere delle due Società e fiduciario dell 'I.R.I. - si è dimostrato decisamente contrario a quanto da me propugnato, dato che non desiderava, al di fuori della propria, alcuna ingerenza tecnica estranea nelle Acciaierie, ritenendo egli di essere, in materia di siderurgia bellica, la persona tecnica più competente e più idonea. In pieno Consiglio Ansaldo, richiesto da alcuni Consiglieri quale era e doveva essere la posizione reciproca delle due Aziende, rispondeva dover essere quella della più completa indipendenza e libertà, e i loro legami dovevano essere unicamente basati sul reciproco tornaconto economico. Il risultato doloroso che ne è conseguito è stato quello non solo di aver aVltlse le Acciaierie dagli altri Stabilimenti, ma di trovare spesso queste Acciaierie in antitesi completa con ciò che sono le necessità degli Stabilimenti ANSALDO. Ciò è avvenuto perchè le direttive tecniche impresse alle Acciaierie dai nuovi gestori hanno mirato a che le stesse si dedicassero a qualunque genere di produzione purchè redditizia e di facile realizzazione, senza preoccuparsi minimamente delle esigenze che gli Stabilimenti ANSALDO potevano avere, ed avevano, in dipendenza della loro particolarissima produzione bellica, e cioè esigenze di qualità del materiale ed esigenze di tempo di consegna, costringendo


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La meccanizzazione dell'Esercito Ttaliano

gli Stabilimenti stessi a rifornirsi ove più la loro conveniva o dove potevano, magari all'estero, specialmente in relazione ai tempi ed ai prezzi del prodotto. Per tale mancanza di stretta unione, per la bardatura amministrativa della nuova Società imperniata sulla produzione di un solo Stabilimento, si è avuto in media una maggiorazione dei prezzi di circa il 16%; aggiungendovi il 2,50% per tassa scambio, essendo diventate le Acciaierie un ente legalmente distinto dagli altri Stabilimenti, si arriva a circa il 20%. La questione dei prezzi è grave, ma gravissima è quella dei tempi di consegna dei prodotti. Allorquando le Acciaierie dipendevano dall' ANSALDO, la produzione delle stesse era opportunamente e tempestivamente regolata a seconda delle esigenze richieste dai Dicasteri della Difesa Nazionale. Col sistema in atto, le Acciaierie che non sono tenute a impegni di consegna del prodotto finito, ma soltanto a quelli del semi-lavorato, non sentono nè vogliono, nè possono sentire e preoccuparsi delle imprescindibili necessità dei termini di consegna che hanno invece gli Stabilimenti ANSALDO. Tutto ciò porta alla conseguenza che essendo la validità dei preventivi delle Acciaierie limitata a tempi assai rist retti, e sempre portanti la clausola della forza maggiore, l' ANSALDO nelle trattative di una notevole importanza, quali per esempio la fornitura di batterie campali nuovo obice Ansaldo da 210/22 e cannone Ansaldo da 149/40, si trova sempre handicappata. Ma oltre a questo aggravamento di prezzi e a questa mancanza di disciplina per quanto concerne i termini di consegna, sono avvenuti, nel personale delle Acciaierie, mutamenti di uomini e di destinazioni, che hanno portato un mutamento nella qualità della produzione stessa. È dimostrato dai fatti che ora la qualità del prodotto delle Acciaierie, specialmente quando trattasi di acciai speciali, non solo è incostante, ma è sensibilmente più scadente di quando lo stesso prodotto usciva dalle Acciaierie dipendenti direttamente dall' ANSALDO. Ne ho avuti esempi tipici nei materiali per i carri armati; ne ho spesso esempio negli acciai per le artiglierie, e nel materiale ad alta resistenza per il fasciame della R.N. «Littorio)). Con l'inclusione di elementi nuovi, che non hanno mai fatto tirocinio in materia di siderurgia bellica speciale, provenendo da stabilimenti a produzione commerciale, anteponendo questi ultimi arrivati a quelli che invece avevano competenza specifica acquisita coll'allenamento di anni, si è avuto oltre che un abbassamento nella qualità del prodotto, un profondo malessere nel personale addetto ai vari reparti, che non si sente più sorretto nè guidato da persone fatte esperte da una lunga esperienza. L'esperienza di oltre sei mesi dall'adozione di tali sistemi, mi ha portato alle conclusioni seguenti: il complesso ANSALDO è sorto ed è vissuto per avere una finalità unica: quella di essere in grado di approntare navi di ogni ordine di grandezza,


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complete in ogni loro parte, e fabbricare cannoni e proiettili di ogni tipo per le necessità della Difesa Nazionale. Base per tali fabbricazioni sono le Acciaierie, che hanno da rifornire gli Stabilimenti Artiglierie, lo Stabilimento Meccanico ed il Cantiere Navale. V.E. sa bene come l'Azienda in virtù di tale complesso omogeneo ed indiscindibile ha saputo trasformarsi a seconda dellle supreme esigenze nazionali, passando rapidamente dalla costruzione di una grande nave alla fabbri cazione, nella totalità dei suoi Stabilimenti, di artigliere di ogni calibro e tipo, così come ha saputo anche riadattarsi alla produzione pacifica. Il programma di oggi dell' ANSALDO che meglio possa venire incontro alle supreme esigenze della Nazione, non può essere che uno solo ed inequivocabile: - trasformarsi rapidamente, quando lo esigano le supreme necessità del Paese, in un unico, efficiente, preparato, possente Arsenale di artiglieria. Ma come è possibile raggiungere tale meta se manca alla base dell'organizzazione uno Stabilimento Acciaierie, che abbia la capacità di seguire con profondo spirito di disciplina e completa dedizione ciò che sono le necessità degli altri Stabilimenti Meccanici? Come è possibile assolvere tale compito senza uno Stabilimento che rifornisce regolarmente, direttamente - e alle condizioni volute - il semilavorato di cui hanno bisogno gli altri Stabilimenti? Come può essere ammissibile quindi che una Fabbrica Cannoni, dove si può dire che ogni giorno si affacciano problemi nuovi di alta siderurgua, dove continuo è l'assillo di avere acciai di qualità sempre migliore e che presentino il più possibile costanza di caratteristiche, possa essere all'avanguardia della produzione delle bocche da fuoco se non è affiancata da una Acciaieria guidata da tecnici della stessa famiglia, sorretta dalla stessa volontà animatrice e direttrice, spinta dallo scesso orgoglio, che senta insomma l'assillante ed incessante problema degli acciai speciali? Se passiamo in rassegna le maggiori organizzazioni europee del tipo e della produzione Ansaldo, appare evidente la tendenza ad un accentramento per la maggiore efficienza possibile. Tutte le grandi Acciaierie Reno-Wesfaliane costituicor,o unità indiscindibili con i loro stabilimenti meccanici. Anche dentro i confini della nostra Patria non abbiamo qui la Fiat e Breda e le Acciaierie Lombarde (acquisto stabilimenti e cantieri T osi) che hanno riconosciuto la necessità di aggregare ai loro stabilimenti meccanici le Acciaierie? Tale necessità è ancor più evidente per l' ANSALDO non essendo concepibile che la fabbricazione di un cannone, di una linea d'assi per navi, di un albero motore per Diesel, per un alternatore, dei pezzi di una turbina a vapore, ecc., abbia ad essere affidata a due Amministrazioni distinte, indipendenti, separate e senz'altro legame del finanziatore, sia esso lo Stato od un privato cittadino. Legame che non ha la minima influenza sulla parte tecnica ed amministrativa. Non è qui il caso di addentrarsi su particolari tecnici e di soffermarsi sulla


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

successione delle operazioni e sui vari stadi di lavorazione dei pezzi fucinati qui sopra elencaci, e per i quali si ravvisa spesso la necessità di ripetere la ricottura ed i trattamenti termici, correzioni di fucinatura, variazioni di forma e di dimensioni, e quindi il passaggio a ritroso, più volte ripetuto, da uno stabilimento meccanico all'Acciaieria. Se si vuol pensare che possa continuare a sussistere una vasta Acciaieria con una mente direttiva autonoma, staccata dagli altri Stabilimenti, che con le loro necessità danno loro volta vita e potenza alle Acciaierie, allora vuol dire, a mio avviso, che si vuol decretare il principio della fine di questo mirabile organismo ANSALDO che vittorioso sopra tutte le traversie, per la sua inestinguibile vitalità, si protende ora potente al livello di tutti i concorrenti mondiali. Tali concorrenti, ossia Krupp, Vickers, Bofors, Schneider, insegnano che non hanno mai cercaro di bandire dal proprio gruppo le Acciaierie, ma, sotto un'unica direttiva, ne hanno facto la piattaforma della propria organizzazione, basando su di esse la soluzione di ogni problema bellico. Non solo le Nazioni che hanno tali organismi hanno lasciato che essi si ingrandissero e si potenziassero maggiormente, ma altre Nazioni minori, nel dopo guerra se li sono creati. (Vedi Polonia, Spagna, Cecoslovacchia, Rumenia, ecc.). Eccellenza, il Presidente dell'I.R.I., in occasione della formazione del nuovo Consiglio del1' ANSALDO, ebbe a dirmi che erano state scelte persone di speciale e provata competenza tecnica, come l'Ing. Carlo Piaggio, l'On. Bombrini, il Senatore Bocciardo, il Conte Renzo Bruzzo, l'Ing. Lojacono, allo scopo che, esaminate le condizioni dell'Azienda, essi, in nome proprio e di loro associaci, ne facessero il rilievo. L'Amministratore Delegato Gr. Uff. Ing. Lojacono è stato incaricato in modo particolare di studiare e vagliare l'Azienda nel suo compleso e determinarne il valore. Sia l'Amministratore Delegato che i Consiglieri sopracitati sono tutti concordi, data la loro speciale competenza tecnica in materia, che l'Ansaldo deve avere il suo stabilimento base: le ACCIAIERIE. L'Amm inistratore Delegato nella sua relazione all'I.R.I., riconfermando essere giusto il principio della inscindibilità e della intima unione delle Acciaierie col gruppo ANSALDO, e tenuto però conto della costituzione della S.I.A.C.C., ha sostenuto che la S.I.A.C.C. deve essere di assoluta e completa proprietà del gruppo ANSALDO, affinchè attraverso i suoi uomini vengano eliminati gli inconvenienti che ora si lamentano e sia effettivamente fatta quelJa unione tecnico-amministrativa che io ho auspicata dal sorgere della S.I.A.C.C. , costituendosi così situazione analoga a quella esistente fra la Gio. Fossati e l'Ansaldo: ossia l' ANSALDO è detentrice delle azioni Fossati e ne controlla tutto l'andamento; quesro sistema ha reso possibile l'affermazione e lo splendido successo dei carri armaci.


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Debbo però dire che con questa soluzione, dal lato economico vi sarà sempre l'aggravio del 2,50% sui prezzi dei prodotti finiti, ma tra i mali attuali questo sarebbe il minore. Se V.E. vuole rivolgersi ai Dicasteri Militari perchè esprimano il loro pensiero circa la dipendenza delle Acciaierie dall' ANSALDO, io sono certo che V.E. troverà pieno assentimento in quanto anche essi hanno constatato e constatano tutte le difficoltà e gli inconvenienti che la situazione attuale comporta. Eccellenza, sono state affacciate delle pseudo ragioni economici per dimostrare la necessità della separazione delle Acciaierie. La mia gestione ha dimostrati che con buona volontà, disinteresse ed onestà, oltre buoni risultati tecnici si ottengono anche ottimi risultati economici. Eccellenza, ho scritto a V.E. con cuore di soldato e di fascista. Ho creduto mio dovere dire a V.E., in questo momento, tutto il mio pensiero, schiettamente. Con devoto ossequio F.to Mario BARENGHI

1 Allegato. A S.E. il Generale di C.A. Cav. di Gr. Cr. Alfredo DALLOLIO Presidente Comitato per la Mobilitazione Civile ROMA 7 luglio 1935-XIII PROMEMORIA

È interessante seguire quali processi psicologici si maturano negli attuali dirigenti delle Acciaierie ex Ansaldo, poichè in detti processi stanno le ragioni motrici del futuro andamento delle Acciaierie stesse. Il primo fenomeno che si osserva è la tendenza a dimostrare che «prima andava tutto male». Secono fenomeno, conseguenza del primo, è il desiderio di «fare del nuovo>>.


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Terzo fenomeno, il più complesso, è la necessità di mettere da parte i tecnici più capaci ex Ansaldo, perchè rappresentano la «critica» e perchè oppongono alle innovazioni che i nuovi dirigenti hanno la leggerezza di voler attuare. Quest'ultimo fenomeno è influenzato anche dalla necessità di seguire questi tecnici che effettivamente hanno la responsabilità delle lavorazioni, per carpire loro quanto più è possibile di esperienza, e abbandonarli poi.

Il primo fenomeno è il più umano. Con esso si giustificano ai propri occhi i cambiamenti avvenuti, passandoli come necessità imprescindibile, si dà importanza al proprio lavoro, nobilitandolo con la particolare, grata, fisionomia del «risanamento», della «bonifica»; ed è per la sua semplicità il più innocuo, poichè non convince nessuno. Il secondo fenomeno invece, che come processo mentale è la diretta conseguenza del primo, assume importanza pratica enorme, ed avrà conseguenza nelle lavorazioni oggi non calcolabili. Si comprende come la tendenza a dimostrare che «prima tutto si faceva male», conduca a voler modificare quanto prima di faceva. È evidentemente possibile apportare miglioramenti nelle fabbricazioni, specie in quelle siderurgiche a lungo ciclo, ma è altresì evidente che detti miglioramenti sono possibili solo dopo esperienze lunghissime ed una conoscenza dei propri mezzi ed impianti, illimitata. Il portare anche la più piccola in novazione nel1a fabbricazione di corazze, di cannoni, ecc., ha conseguenze pratiche che non è possibile antivedere e può condurre ad insuccessi tecnici inspiegabili. Solo uomini di provatissima esperienza possono assumersi la responsabilità di studiare ove si possa modificare qualche particolare di fabbricazione e la più grande prudenza è indispensabile alla applicazione di dette modifiche. Nella siderurgia di qualità si è poi sempre dimostrato che innovazioni e miglioramenti sono possibili sono con miglioramenti e perfezionamenti negli impianti. In altre parole, con un determinato impianto, non è possibile apportare modifiche nella fabbricazione senza incorrere in insuccessi. Con un determinato impianto si sono venuti a ceare nel tempo processi di fabbricazione che a detto impianto si confanno e che è pericoloso modificare senza corrispondenti modifiche negli impianti stessi. Nelle Acciaierie si sono faticosamente m essi a punto processi di fabbricazione che costarono milioni e che sono il frutto del lavoro di anni di uomini di provata capacità ed esperienza; ogni qualvolta ci si è dipartiti dalle norme sancite in detti processi, si ebbero i più mortificanti insuccessi. L'Ing. Pozzo, ancor oggi al confino, dovrebbe essere monito tremendo; la lavorazione delle lamiere scudo per i C .V.33 eseguita bene nel 1934 nel '35 ha dato risultato inferiore, tanto da contringere a modificare il metodo di costruzione dei carri.


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Le lamiere ad elevata resistenza per lo scafo del LITTORIO si sono dovute fabbricare 4 volte con gli inevitabii conseguenti ritardi nella costruzione della nave e con adeguata perdita di danaro. Il passato insegna che non bisogna modificare processi di fab bricazione, ma che il successo arride solo alla applicazione sempre più attenta e meticolosa di processi già noti e provati. L'affinamento di una lavorazione è un passo in avanti; un cambiamento è un salto nel buio. I nuovi dirigenti delle Acciaierie senza alcuna esperienza in acciai di qualità, senza esperienza in corazze, in cannoni, ecc..... , ogni giorno sono sollecitati a nuove modifiche, la cui leggerezza impressiona e tiene i tecnici responsabili delle fabbricazioni in un continuo allarme. Si voleva fabbricare le corazze cementate del «LITTORIO» caricando il rottame di cromo nichel esistente sui piazzali e si desistette da questo colossale errore solamente dopo energiche reazioni dei tecnici. Si cambiò processo di fabbricazione dei proietti da 152, abbandonando il sistema Ansaldo per avvicinarsi al sistema Aosta, che non ha mai fatto testo in materia. Per fortuna il proietto da 152 è così solido che supererà la prova di tiro anche fabbricato meno bene del solito . Non vi è giorno che non si parli di portare modifiche al processo di fabbricazione delle corazze cementate del «LITTORIO», mettendo in discussione quanto fatto finora con lieto successo e quanto ci è stato insegnato da Krupp. Lo stesso dicasi per il processo di fabbricazione dei fucinati con ricalcatura, che vi è la tendenza a ridurre e per il processo di ricottura intermedia che vorrebbero abolire perchè troppo lunga! Giornalmente vengono fatte pressioni affinchè si laminino le corazze ad un solo calore, anzichè a due, si cambino le dimensioni delle lingottiere, dei fondi, delle materozze, si diano indicazioni nuove per le velocità e temperature di colata, si discutano le curve delle temperature del riscaldo dei lingotti. Ai forni elettrici venne posto un dispositivo per effettuare la colata senza che la scoria ricopra l'acciaio, avendone una maggiore ossidazione dell'acciaio e un anormale raffreddamento, entrambi deleteri alla riuscita della colata. Concludendo, vengono tentate o richieste variazioni senza tener conto alcuno della esperienza del passato, come se nel passato nulla si fosse fatto. La maggior parte di queste innovazioni sono frutto di «speculazioni accademiche» non di necessità reali o di aderenza alla pratica. La maggior parte di esse viene richiesta ed anche applicata con grande leggerezza, senza senso di responsabilità, senza visione chiara delle possibili conseguenze e senza inquadrarle nel tutto organico della lavorazione. Fino ad oggi i nuovi dirigenti hanno trovato qualche resistenza alle loro trovate ed il danno è quindi limitato, ma detta resistenza viene già definita «non collaborazione» e si avvicina il giorno che essa sarà inutile.


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Tanto più che ogni giorno che passa dà ai nuovi dirigenti la fallace illusione di essere padroni della materia e di poter non tener conto delle resistenze su accennate. Si avvererà così il terzo fenomeno citato sopra. È degno di esame un altro orientamento della Società SIACC. La Direzione Generale ha voluto scindere la direzione dell'esercizio dello stabilimento, dalla direzione delle costruzioni nuovi impianti. Questa scissione è stata anzi la causa prima dell'allontanamento dell'lng. Bosio dalla direzione dello Stabilimento. A lui è successo l'Ing. Repetti, nuovo nel modo più ampio ai problemi delle Acciaierie ex Ansaldo, e la direzione della costruzione nuovi impianti è stata assunta dal Direttore Generale lng. Cocito, nuovo anch'egli degli impianti esistenti e delle necessità, nel futuro delle Acciaierie. Lo slegamento tra le nessità dell'esercizio Acciaierie e la costruzione degli impianti, facilmente prevedibile, è evidentissima già ora. Vi sono impegni di consegna per le Artiglierie della «LITTORIO», impegni che non possono essere mantenuti se non si attrezza un forno per la lunghezza conveniente e se non si modifica il forno verticale per le temperature dei cannoni in parola. L'Ufficio nuovi impianti non ha attrezzato nulla ed i cannoni non possono essere finiti per mancanza dei forni. Se si pensa che il Cantiere Navale Ansaldo attende la corazzatura alla LITTORIO e che non è costruito ancora uno dei forni necessari per la fabbricazione di dette corazze, si avrà idea della leggerezza con la quale nuovi dirigenti conducono le cose. Occorre però pensare che detta leggerezza è frutto della non conoscenza_dei problemi che sulle Acciaierie incombono. Non si può pretendere che uomini nuovi, che non hanno mai colato lingotti oltre le tre, cinque tonnellate di acciaio comune, che non avevano mai visto corazze e cannoni, possano rendersi ragione delle necessità per la fabbricazione di lingotti fino alle 100 Tonn. in acciai specialissimi, delle difficoltà per la costruzione di corazze cementate che dovranno rappresentare quanto di meglio può fare la siderurgia moderna, delle esigenze per la fabbricazione di cannoni di lunga portata da 381 millimetri. Più che leggerezza la loro può essere definita incomprensione.


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MINISTERO DELLA GUERRA GABINETTO Roma, lì 13 luglio 1935-XIII Quanto è contenuto e descritto nei documenti avuti in visione risponde alla perfetta realtà dello stato attuale. Se fu errore grave la fusione delle Acciaierie di Aosta e di Cornigliano, costituì indubbiamente più grave danno il separare la Cornigliano dalla Ansaldo. Non è possibile concepire oggi - e nessun tecnico lo concepise in buona fede - una grande industria di armi e munizioni che non abbia nella sua organizzazione, e come primo tempo del suo ciclo produttivo, una acciaieria che possa fabbricare e trattare i greggi delicati che le altre un ità delle aziende devono poter trasformare in fin ita. La giustezza di tale princip io basilare tecnico è convalidata dalla constatazione assoluta che tutte le fabbriche di cannoni, in tutto il mondo - siano aziende grandi o modeste - hanno una acciaieria ed una forgia propria. Che l'amministrazione militare fosse a pieno convinta di tanta necessità è dimostrato dal fatto che essa - di fronte alla situazione irrazionale e strana creatasi con la formazione della S.I.A.C.C. - espresse in tutti i modi, e ripetutamente, la necessità di ridar vita - magari - ad un organismo decrepito e cadente, quale la vecchia acciaieria ex Armstrong, pur di consent ire allo stabilimento meccanico artiglieria di Pozzuoli quella completezza di ciclo che era stata spezzata, staccando la Cornigliano dalla Ansaldo. - Se il gestire un 'industria meccanica di armi e munizioni, senza un'acciaieria propria, è sempre una incongruenza tecnologica assoluta - la anormalità diventa più marcata, quando l'industria alla quale si accenna è una di quelle fndamentali per lo Stato: fondamentale nel senso che essa è essenziale alla efficienza bellica del Paese. -Nessuno può negare che la costruzione delle armi è in continuo perfezionamento, che nei 20 ultimi anni si è progredita assai più che non in tutto il secolo precedente e che molto potrà e dovrà ancora essere fatto . - Nessuno, in buona fede, deve negare che i progressi ottenuti sono funzione diretta e, spesso, esclusiva dei miglioramenti della siderurgia bellica: miglioramenti che sono frutto di studio metodico, di tenace applicazione di esperti, di sano adattamento delle attrezzature di lavoro.

Ora - in coscienza - la gestione tecnica della S.I.A.C.C. ha mancato a tale compito: non ha saputo trovare uomini adatti, non è riuscita ad assicurarsi la collaborazione di veri esperti, si è appoggiata a dirigenti inesperienti degli


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

speciali delicati manufatti e la conseguenza ne è stata che, ad essere ottimisti, si può dire che non si è progredito, mentre altrove non si è sostato affatto. - I risultati della gestione S.I.A.C.C. ad Aosta e Cornigliano sono stati indubbiamente poco felici: tutti lo ripetono, tutti ne sono convinti, i fatti lo dimostrano, la qualità del prodotto non si è avvantaggiata, gli scarti sono cresciuti, i prezzi si sono elevati, gli impegni di consegne non sono stati rispettati, perchè si è voluto spesso dar preferenza ad un lavoro ordinario, commercialmente più remunerativo, posponendo il prodotto di qualità,_perchè meno redditizio, prestante più alea, richiedente una meticolosa e cosciente applicazione.

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Come per la Cogne di Aosta si è sentita la necessità di ridarle l'autonomia indipendente del passato, perchè da essa lo Stato deve attendere e pretendere la decisa e sicura affermazione nel campo degli acciai da utensili e da costruzione; cosl per la Cornigliano è indispensabile che cessino interessi di parte, che si abbandoni ogni visione di sfruttamento commerciale, che l'acciaieria sia riunita indissolubilmente all'organismo Ansaldo, in modo che l'una e l'altra sentano ed assolvano la vera missione loro: progredire e superarsi per perfezionare ogni giorno più la tecnica delle nostre armi, che non de·ve rimanere a nessuna seconda.


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Documenti

Docu}1ENTO 26a

COMANDO DELLE TRUPPE - STATO MAGGIORE Ufficio Primo - Sezione Prima n°. 16120 di protocollo.-

Bengasi, lì 25 agosto 1931-

OGGETTO: criteri impiego squadriglia autoblindate.AL COMANDO DEL GEBEL AL COMANDO ZONA AL SETTORE MOBILE UADI MRÀ e per conoscenza: AL COMANDO TERRITORIO AUAGHIR AL COMANDO ZONA AL COMANDO AVIAZIONE

BARCE BARDIA BIR ACHEIM SOLUK AGEDABIA BENGASI

In materia d'impiego di squadriglie autoblindate esistono incertezze che

è bene siano eliminate. È stato bensì ottenuco qualche risultato eccellente ma, è bene confessarlo francamente, spesso fu dovuto al caso. Di massima invece (è talora per ordine mio) le squadriglie sono uscite senza un programma stabilico, ma basato su elementi raccolti in precedenza e quindi non hanno trovaco nulla, logorando e consumando inutilmente materiale e carburante. Ciò costituisce l'impiego negativo - occorre adottare l' impiego positivo o a ragion veduta. A titolo di orientamento comunico il mio pensiero al riguardo: - nell'impiego delle squadriglie autoblindate bisogna distinguere due fasi: preparazione ed attuazione. - Preparazione. È la fase durante la quale occorre risolvere un problema sempre nuovo, i cui termini sono in continua variazione assoluta e relativa, incerti e contraditori, influenzati da molteplici elementi perturbatori, spesso non suscettibili di dominio. Mi riferisco alla situazione che in ciascun caso si viene creando attraverso . . le notizie raccolte dall'Aviazione, dalle pattuglie informatori e da altre fonti. Tali notizie passate sotto un vaglio sereno e completate da quel lavoro di analisi e di sintesi che ogni Comandante, il quale vive da lungo tempo in contatto coi ribelli, deve essere in grado di eseguire in modo eccellente, consentiranno di formulare un giudizio obiettivo sulla situazione. Attraverso questo lavoro di valutazione indubbiamente si giungerà a stabilire


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

la o le zone nelle quali agire, lo sforzo da eseguire e l'antichità e l'entità dei mezzi da mettere in azione. -Attuazione È la fase relativa al modo col quale fare agire i mezzi per trarre da essi il massimo rendimento. Fissate le zone di più probabile incontro coi ribelli e stabilità l'entità dei mezzi da impiegare, conviene dislocare i mezzi predetti (elementi di squadriglia) nei punti direi quasi strategici, in corrispondenza delle zone sopracitate, tenendoveli in potenza. Essi dovranno rappresentare delle potenti molle compresse da far scattare al primo allarme. E qui sorge la necessità dell'intervento dell'Aviazione che, assolco il primo compito di carattere informativo dovrà ora trovare intimo ed armonico impiego con le autoblindate. L'Aviazione servirà per osservare e cercare l'avversario nelle zone prestabilite, dare l'allarme e guidare gli elementi di squadriglia, già opportunamente dislocati, contro i ribelli avvistati. Tale procedimento, a mio parere, costituisce il mezzo più idoneo per evitare l'impiego delle squadriglie autoblinde a vuoto e quello che potrà avere maggiore probabilità di risultat i concreti.

IL COLONNELLO ADDETTO GUGLIELMO NASI


Documenti

137 DOCUMENTO

26b

COMANDO DELLE TRUPPE - STATO MAGGIORE Ufficio Primo - Sezio ne Prima n°. 16170 di protocollo.-

Bengasi, lì 26 agosto 1931 - IX 0

OGGETTO: impiego dell'aviazione.AL AL AL AL AL AL

COMANDO COMANDO COMANDO COMANDO COMANDO COMANDO

TERRITORIALE AUAGHIR SOLUK TERRITORIALE GEBEL BARCE ZONA BARDIA ZONA AGEDABIA AVIAZIONE BENGASI SETTORE UADI MRÀ BIR ACHEIM O MENCHILI

La ricognizione aerea non può dare risultati attendibili se non è commisurata: 1°) - all'autonomia e alla velocità dell'apparecchio. 2°) - alla possibilità di esplorazione offerta dall'aeroplano. 3°) - alle condizioni di visibilità rispetto al terreno. Queste condizioni esigono che la ricognizione aerea sia effettuata o su un obiettivo in precedenza determinato o su una zona ben delimitata e di superficie adeguata. Mi riferisco ad esempio ad una ricognizione ordinata su la zona compresa fra Zavia Msus - Bir Gerrari - Bir Tengeder - l'Uadi Mra - Bir bu Aragh - Zavia Msus. È evidente che - inviato su una zona così vasta - un apparecchio (o anche due) potrà al massimo eplorarne una fascia perimetrale, di circa 5 km. di larghezza e che la r icognizione sarà ben lungi dall'essere completa ed esauriente. L'osservatore individuerà obiettivi se il caso gliene farà incontrare: ma il più delle volte rientrerà senza aver niente avvistato, non perchè nella zona non vi sia nulla, ma perchè non ha potuto sorvolarla e osservarla in tutta la sua estensione. Infatti l'osservatore dell'aeroplano, a guota utile di ricognizione, può eplorare una striscia a cavallo della direttrice seguita dall'apparecchio, che di massa varia da due a dieci chilometri, secondo la natura del terreno. Esempio sull'Uadi Mrà visibilità ridotta - sui boschi del Gebel ridottissima - sul serir di Bir Zighen - sulla regione Saniet Deffa la visibilità ottima. L'autonomia dell'apparecchio si può considerare di 5 ore di volo, compreso


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La meccanizzazione del 'Esercito Italiano

il tempo occorente per recarsi dal campo dalla zona da esplorare e rientrare ad esplorazione compiuta. Con tale autonomia, data la velocità dei Romeo, un apparecchio può utilmente esplorare una zona larga dieci chilometri a cavallo di una determinata direttrice della lunghezza di 180 chilometri circa. Tale lunghezza di direttrice è però subordinata alla possibilità che le truppe dislocate in precedenza hanno di raggiungere l'eventuale obiettivo. Esempio: se un nucleo di squadriglia autoblinde o un reparto autocarrato è dislocato a Mechili e l'apparecchio deve esplorare la direttrice Mechili Bu Harraga, è ovvio che un eventuale obiettivo scoperto a Bu Harraga non potrà essere raggiunto da quel reparto nella giornata. Pe~tanto la ricognizione, quando chi l'ha ordinata si ripromette di farla seguire dall'azione immediata, deve essere tenuta in un raggio più ristretto. Affinchè poi l'apparecchio possa esplorare interamente una zona è bene fissargli la direttrice o le direttrici che interessano, anche se tali direttrici non siano segnate da carovaniere, piste uadi ecc. ma soltanto immaginarie. Direttrici che possono anche intersecarsi, convergere etc. a secondo del1' ampiezza della zona da esplorare e del numero di apparecchi disponibili. È evidente che una zona ristretta potrà essere esplorata da un apparecchio su più direttrici e coperta interamente dal!' esplorazione. Ad esempio una ricognizione sulla zona compresa fra Gsebaia, Garn ul Grain - Saniet Deffa - Bir bu Salama - Gsebaia, la quale ha circa 50 chilometri di lato e presenza differenti caratteristiche di terreno nella sua parte nord occidentale ed in quella sud orientale (la quale offre minore visibilità) potrà essere esplorata meno minutamente sulle direttrici Giarabub - Saniet Deffa - Bu Salama - Garn ul Grein, ma richiederà invece una più minuta esplorazione e quindi una permanenza maggiore dell'apparecchio sulla parte sud orientale nella quale il terreno è molto vario ed offre quindi minore visibilità. Conclusione: esplorazione a breve raggio se si intende esplorare una zona quando l'obiettivo può essere un punto. qualunque di questa zona. Esplorazione a lungo percorso, su un unica direzione quando si presume che l'obiettivo non possa essere trovato che su quella direzione. Esplorazione commisurata alla possibilità di raggiungere l'obiettivo con i reparti dislocati in precedenza nei punti più adatti. IL COLONNELLO ADDETTO GUGLIELMO NASI


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Documenti DOCUMENTO

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Bengasi, lì 20 Febbraio 1933/II0

Governo della Cirenaica

UFFICIO DEL VICE GOVERNATORE

......V.G. OGGETTO: Aviazione della Cirenaica dal 1928 al 1933. Dall'esame dei dati ed elementi che seguono la situazione dell'Aviazione Cirenaica dal 1928 ad oggi si può così sintetizzare:

Personale

Bilancio totale parte militare

53 Ufficiali 77 S0tt0ufficiali T ruppa nazionalel45 Personale civile s

L.218.266.479

L. 15.ì26.COO 9, 60 % sul totale

II Ro T 20?Sva 2 f\/300 3 Ca 73 3 A.S.T

43 Ufficiali Sottoufficiali 72 Truppa nazionale140 Personale civile 8 Operai indigeni 72

" 163 .878.447

L. 12.575.000

20 Ro I I Ca 101 1J Sva 3 A.$.1.

46 Ufficiali Soccoufficiali 33 Truppa nazionale168 Personale civile 21

anno finanziario

Fond i assegnati in bilancio

1928-29

L. I 6.500.000 7,55% sul towle

Numero di apparecchi in dotazione 6 Ro 1 27 Sva 4 A/300 4 Ca 73

-

41

1929-30

1930-31

8% sul tot"le

-39

-

37

22 Ro I I Ca 101 3 A.S.I. '1931-32

L. 10.088.778

-

26

7% si,[ totale

1932-33

L. 10.048.0CC 9,13% ml to1al.e

27 Ro I 3 Ca 101 3 A.S.l I Ca 100

-34

Operai indigeni 44 T ruppa indigena126 Ufficiali 45 Soccoufficiali 65 Truppa naz.ionale134 Operai ci vili 36 O perai indigeni 36 T ruppa indigena 105 44 Ufficiali 69 Sottoufficiali 35 Operai civili Operai indigeni 30 Truppa indigena106

" 160.345.724

" 144.969.189

" 110.000.000


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la meccanizzazione dell'Esercito Italiano

Nel complesso, la aliquota di fondi assegnati all'aviazione, sul totale di quelli disponibili per il R. Corpo, che nel 1928-29 era del 7,55%, nel 1932-33 è stata del 9,13%, con un aumento dell'l,58% rispetto al 28-29 e del 2,13% rispetto al 31-32. Ne consegue che posti a confronto l'esercizio 28-29 e l'esercizio 32-33, alla diminuzione delle assegnazioni in linea assoluta, fa riscontro in linea relativa un aumento, mentre per l'esercizio 31-32 la competenza di bilancio per l'Aviazione, in linea relativa, si è mantenuta pressochè allo stesso livello dell' esercizio 28-29. Si deve tener conto che nel corrente esercizio, e per una buona parte di quello precedente, essendo cessata la guerriglia, l'impiego bellico è venuto totalmente a mancare; sicchè non solo l'aumento di cui sopra, ma anche parte di quanto si spendeva prima per i consumi, è stato dest inato per il miglioramento dell'efficienza del nostro strumento aviatorio. Ciò nonostante, dal confronto puro e semplice dei dati ora r iportati, a prima vista può sembrare che alla diminuzione degli stanziamenti di bilancio sia seguita una corrispondente diminuzione nella efficienza complessiva dell'Aviazione che viceversa ha acquistato una graduale ma decisa maggiore efficienza

sotto ogni aspetto. Nel 1928-29 in definit iva l'Aviazione si p\lÒ dire poteva solo contare su sei apparecchi Ro 1 in completa e piena efficienza. Gli altri 35 apparecchi (27 Sva - 4 A/ 300 - 4 Ca 73) destinati ad essere eliminati, rappresentavano solo dei numeri per le situazioni periodiche. In particolare: gli A-300/ 4 e gran parte degli SVA erano in condizioni disastrose di vetustà sia come apparecchi sia come motori; i Ca 73 mentre r ichiedevano una costosissima mantenzione davano scarsissimo rendimento. In relazione a tale situazione di fatto, negli anni successivi si procedette alla graduale eliminazione dei vari tipi di apparecchi ora detti e alla sostituzione con apparecchi Ro 1, passando così da sei Ro 1 a undici nel 29-30; venti nel 30-31; ventidue nel 31-32; ventisette nel 32-33, ai quali bisogna aggiungere i tre Ca 101 opportunamente modificati che aumentano notevolmente la potenza dell'Aviazione cirenaica in relazione ad esigenze che vanno oltre i limiti della semplice guerriglia. A confronto di ciò si aggiunge: Nel 1928-29 l'attività di volo venne seguita con 4032 ore di volo in confronto di 3641 nel 29-30, 5350 nel 30-31 e 3673 nel 31-32. Su tale attivit à di volo è da mettere però in rilievo: Delle 4032 ore di volo nel 28-29 soltanto 2957 vennero svolte per impiego bellico, le rimanenti 1074 vennero effettute per voli di prova e simili, in conseguenzaa dello ridotta efficienza del materiale disponibile. Si raggiunge così una percentuale del 26% per voli di prova. Tale percentuale negli anni successivi si riduce al 9% nel 29-30; 4% nel 30-31 e 4,7% nel 31-32.


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In definitiva contro 2957 ore di volo del 28-29 si hanno 3313 ore nel 29-30; 5136 nel 30-31 e 3480 nel 31-32.

Sono, queste, cifre che non richiedono commento alcuno e che confemano pienamente la odierna maggiore efficienza dell'Aviazione in confronto del 1929 - pure esistendo una lieve differenza numerica (41 contro 34) di apparecchi che al profano potrebbe dare l' impressione del contrario, ma che si può senz'altro trascurare in quanto il vantaggio numerico a favore dell'esercizio 28-29 è costituito da apparecchi fuori uso. D'altra parte questa maggiore efficienza trova riscontro anche nel personale: nel 1928-29 l'aviazione con un bilancio di 16 milioni e mezzo contava 53 ufficiali - 77 sottoufficiali - 45 militari di truppa nazionale e 5 operai civili; alla data di oggi - con 10 milioni di disponibilità si hanno: 44 ufficiali - 69 sottoufficiali - 127 militari di truppa nazionale - 106 militari indigeni e 65 operai (di cui 35 nazionali). U n complesso di personale che pur presentando una differenza in meno di 9 ufficiali e 8 sotroufficiali, dà la immediata sensazione della sua maggiore organicità e coesione qualitativa in diretta armonia con la migliore e più nazionale attrezzatura dell'Aviazione stessa. In fatto di tipi di apparecchi è necessario mettere in rilievo la questione relativa al Ca 101. N el 1931 l'aviazione della colonia esperimentava un apparecchio Ca 101 per studiarne le possibilità di impiego in confronto del Ro 1. In data 13 agosto 1931 durante una prova a terra dei motori Walter di cui l'apparecchio era fornit o, all'atto della messa in moto del motore laterale sin istro, al primo giro di elica si staccava dal carter un cilindro. In seguito a tale incidente, dovuto - a giudizio del Comando Aviazione - a vera e propria deficienza organica dei motori \'(!alter Cascor, si r inunziò per il momento al tipo Ca 101, e quindi all'acquisto di altri apparecchi di tale tipo. Nei primi del 1932, però, in seguito agli ottimi risultati ottenuti dalla Società Nord Africa con l'impiego di Ca 101 Mtati di motori laterali Lynx e motore centrale Jupiter, il Comando aviazione proponeva di seguire il sistema adottato dalla Nord Africa. Tenuto conto della convenienza di disporre in questa colon ia di un apparecchio di grande possibilità di carico e di autonomia, la proposta venne accettata e si procedette alla trasformazione del Ca 101 e alla ordinazione di altri due apparecchi che giungeranno prossimamente. Si avranno così in complesso t re apparecchi Ca 101 oltre ai 27 Ro 1 già messi in evidenza.


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

Altro lato della questione da illustrare per porre in migliore luce la odierna maggiore efficienza dell'Aviazione è quello relativo alla organizzazione a terra. Dal 1929 ad oggi sono stati attuati i seguenti provvedimenti: - costruzione presso il campo di Bengasi della palazzina ufficiali comprendente circolo - mensa - alloggi - tennis etc. - riorganizzazione del circolo - alloggi - mense sottufficiali - mense ed alloggi specializzati e truppa con particolare riguardo alle condizioni igieniche. - riorganizzazione e rimessa in efficienza dell'infermeria del campo - riorganizzazione deJle officine e dotazione di adeguata attrezzatura che ha consentito lavori di costruzione e di grande riparazione nei riguardi degli apparecchi e loro parti {ad esempio ali) con notevole economia sulle spese di trasporto dei materiali dall'Italia - costruzione di un laboratorio fotografico e sua organizzazione - costruzione di un nuovo hangar per sei apparecchi di grande mole. Inoltre sono stati attuati provvedimenti intesi ad organizzare i servizi R.T. e quelli atti ad assicurare l'efficienza dei campi di fortuna, di cui taluni sono stati ampliati, altri costruiti ex novo. In conclusione, se riduzioni vi sono state in linea assoluta nelle spese per l'aviazione, esse sono state conseguenza della generale riduzione del bilancio militare. Comunque si è assegnato ali' Aviazione guanto era necessario non solo per l'impiego ma per migliorarne l'efficienza, anche a scapito di altri bisogni anch'essi importantissimi ed urgenti.

PROPOSTE Premesso che abbiamo ora - 3 squadriglie Romeo {in t otale 27 apparecchi) - 1 squadriglia Caproni (per ora tre apparecchi) quale programma futuro per l'Aviazione cirenaica, d'accordo col Colonnello Lordi proporrei: 1° - acquistare, in uno o due esercizi, altri due Caproni 101 portando così la squadriglia Caproni a 5 apparecchi; 2° - allo scopo di adeguare sempre più lo strumento coloniale alle necessità di una guerra più che della guerriglia, sostituire una delle 3 squadriglie Romeo con una altra squadriglia plurimotore {Ca 101). In questo sarà bene essere confortati dal parere del Ministero della Aeronautica.


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143

Ove si entrasse presto in questo ordine di idee si potrebbe proporre al Ministero di cedere all'Eritrea o alla Somalia (che stanno integrando il loro armamento aviatorio) nove, dei nostri 27 Romeo, a prezzo di stima (anzi con la maggiore facilitazione come è sempre nostro costume) impiegando la somma ricavata (un milione circa) per iniziare la costituzione della nuova squadriglia Caproni.

IL GENERALE DI BRIGATA ADDETTO f.to

GUGLIELMO NAs1


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La meccanizzazione dell'esercito italiano

SERVIZIO DI ARTIGLIERIA

CARRI VELOCI

4°) MEZZI VARI SPGCCHIO B Inviaci nella colonie d,I ld,br;;o i 9,s :il giu~JlO 1936

AUTOBLINDO E AUTOCARRI ARMATI ~

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Documenti

145 DOCUMENTO

29

V 0 GRUPPO CARRI VELOCI «Baldissera»

Macallè, lì 30 giugno 1936 (XIV)

OGGETTO: i carri veloci nella nota colonna per Addis Abeba. AL COMANDO DEL SETTORE DI MACALLÈ

ENDA JESUS

e, per conoscenza: QUIHÀ AL COMANDO .I)ELLA DIV. DI FANTERIA «SILA» ROMA ALL'ISPETTORATO TRUPPE CELERI ROMA AL SERVIZIO TECNICO AUTOMOBILISTICO BOLOGNA AL REGGIMENTO DEI CARRI ARMATI

A seguico della precedente relazione, all'oggetto «necessità dei carri veloci - proposte», compio il dovere di informare codesto comando sul comportamento - impiego dei carri del gruppo nella loro partecipazione alla nota colonna per Addis Abeba.

COSTITUZIONE DEL DISTACCAMENTO (estrazione a sorte fra gli squadroni) comandante - capitano BARZON - n.r 1 carro - nr. 1 pilota nr. 3 motocicli - nr. 3 mococicli 1° Pl. Comandante - ten. SIANI - nr. 3 carri - nr. 2 piloti - n° 3 mcr. 2° Pl. Comandante - S. ten. CARA VITA nr. 3 carri - nr. 2 piloti - n° 3 mtr. 3° PI. Comandante - S. ten. MANTOVANI nr. 3 carri- nr. 3 piloti - n° 3 mtr. cotale nr. 10 n. 3 n. 9 mtr.

TRUPPA AL SEGUITO 1 serg. maggiore meccanico Capo-Officina - 2 meccanici - 7 conducenti di automezzi - 1 furiere - 2 cucinieri - 2 attendenti - totale n. 15 AUTOMEZZI 2 «Ceirano» 3 «Spa» 2 «Dovunque» (tre rimorchietti)


la meccanizzazione dell'Esercito Italiano

146

RIFORNIMENTO BENZINA AL SEGUITO n. 3 rimorchiecci ........... ...... . ..... ........ benzina kg. 1050,000 sugli autornezzi n. 45 fusti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " ,, 6300,000 pieno dei carri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 474,500 n. 10 latte (una per carro) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125,000 totale

Kg. 7949,500

RIFORNIMENTO MATERIALI AL SEGUITO Un motore completo per C.V. - alcune delle più delicate parti del motore - molto materiale di ricambio per cingolo e per tutto il sistema di sospensione.

QUORAM = DESSIÈ 20 · 24 APRILE 1936 Allo squadrone è assegnato il compito di protezione di una colonna costituita da tre gruppi mocorizzati di artiglieria e da un battaglione autosportato del genio.

GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO

20 APRILE 21 APRILE 22 APRILE 23 APRILE E

Quoram - Alomatà ............. . .... Alomatà - fiume Alà ............. ... Fiume Alà - Norgisa . ....... ........ 24: Norgisa - Dessiè ............. ..... totale

km. km. km. km. km.

18 62 63 64 206

DESSIÈ = ADDIS ABEBA 26 APRILE 5 MAGGIO 1936 Lo squadrone è assegnato al IV battaglione eritreo incaricato dell'esplorazione sul fronte della colonna; compito - protezione durante la marcia, i lavori stradali, le soste.

GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO

26 APRILE: Dessiè guado fiume Borghennà . . . . . . . . . km. 83 41 28 APRILE: torrente Ataiè - guado fiume Robi ...... km. 52 29 APRILE: guado fiume Robi - sorgenti f. Robi . . . . . km. 16 30 APRILE: sorgenti f. Robi - colle T armaber .... . . . km. 16 3 MAGGIO: colle Tarmaber - torrente Ciacià ....... km. 75 4 MAGGIO: torrente Ciacià-piana di Cola ......... . km. 95 5 MAGGIO: piana di C ola - Addis Abeba . . . . . . . . . . km. 5 totale km. 383 27 APRILE: guado fiume Borghennà - t. Ataiè .. ..... k m.


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QUORAM = DESSIÈ .................. .. km. 206 DESSIÈ = ADDIS ABEBA ............. km. 383

totale km. 589

DIFFICOLTÀ TECNICHE: Lievissime da parte del motore - considerevoli per quanto riguarda il sistema di sospensione con le solite rotture di foglie balestre - scatola porta balestra - perni del rullo etc.

CONSIDERAZIONI: Lo squadrone ha potuto assolvere i compiti ricevuti lungo tutto il percorso. Il numero totale dei chilometri percorsi, rispetto al tempo impiegato, attraverso un terreno non facile e fra popolazioni ancora ostili, è la chiara dimostrazione della ferra volontà, abilità, abnegazione degli ufficiali e della truppa. È però mio dovere mettere in evidenza l'abbondante rifornimento materiali e benzi na che occorse per i soli dieci carri, necessità che, quintuplicate per tutto il gruppo, hanno reso di difficile attuazione il suo logico impiego, escludendolo dalla partecipazione alla nota colonna per Addis Abeba. Da notiziari del reggimento Carri armati di Bologna risulta che i battaglioni carri d'assalto in Somalia sono ben differentemente attrezzati, per quanto riguarda automezzi, dalla costituzione organica in Patria - ai 15 carri e 2 autocarri «Ceirano» per compagnia corrispondono: 15 carri - 19 autocarri «Ceirano» - 10 automezzi «Spa»; e ciò perchè i carri, non potendo sopportare gli sterminati percorsi tropicali in qualità di cingolati senza gravi danni, devono essere trasportati. Per quanto il C gruppo, ancora oggi in piena efficienza, in differenti condizioni di terreno e per mancanza di strade abbia dovuto e potuto percorrere coi propri mezzi oltre 1400 km. (ciò dovuto all'accortezza e abilità degli ufficiali e della truppa e, in questi ultimi tempi, al sufficiente rifornimento di materiale di ricambio) devo ammettere che anche i nostri carri nel clima più favorevole quale è quello dell'Eritrea, non possono essere sottoposti a lunghi percorsi. Da esperimenti fatti durante le marce di trasferimento da Quoram a Macallè su buona strada (km. 170) ho potuto constatare che solo a velocità ridotta, non più di 7 km. di media oraria si possono evitare, sebbene non completamente, le numerose rotture alle varie parti del sistema di sospensione. In tal modo si diminuiscono i danni, ma si diminuiscono le possibilità d'impiego per il quale i reparti carri veloci sono stati costitu iti. Nelle direttive per l'impiego delle grandi unità e nelle norme per il combattimento dellla divisione si accenna spesso all'impiego dei carri oltrechè in diretta azione con la fanteria, anche come mezzo potente di manovra.


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Nella divisione celere e mororizzata i carri veloci aprono la strada all'esplorazione, intervengono nel combattimento e devono avere la possibilità di agire rapidamente anche a largo raggio sul fianco e sul tergo del nemico. Importantissimi compiti ai quali, per l'assolvimenro, devono corrispondere le essenziali caratteristiche del carro veloce: - Rapidità di azione e potenza, che tecnicamente tradotte sono: - maneggevolezza · velocità - perfezionamento delle armi - utilizzazione dei propri mezzi nel campo strategico e tattico. Solo allora il carro veloce, fiduciosamente animato dal costante ed aggressivo spirito degli equipaggi, e fiduciosamente impiegato, pot rà diventare arma d'urto, di fuoco, di manovra e di sorpresa in cooperazione diretta di tutte le armi, prima fra tutte la cavalleria, che troverà nel nuovo mezzo meccanico, veloce sulle strade e agile in terreno vario, il più fedele cooperatore in tutti i suoi compiti, dall'esplorazione al combattimento. L'esperienza di questi mesi di guerra nei quali tutta l'attenzione degli ufficiali e della truppa si è concentrata su questo nuovo mezzo, non solo per ben conoscerlo, ma per dargli maggiori possibilità d'impiego, mi impone oggi di dichiarare che l'attuale carro veloce, forse non lungi dalla perfezione tecnica, non risponde ancora ai requisiti per i quali è stato costruito. Il sistema di sospensione eccessivamente delicato, immobilizzando troppo spesso il carro per le solite rotture, è causa di apprensione ed eccessiva prudenza da parte dei comandanti ed equipaggi che al contrario è indispensabile abbiano, in qualsiasi circostanza, la massima fiducia nel mezzo, per arditamente condurlo nei momenti più difficili del combattimento. li doppio sistema rinforzato a cingoli e ruote, come già in uso presso altri esercit i, e di non difficile attuazione, darebbe al carro quella rapidità di spostamento sulle strade, nel campo strategico e tattico, indispensabile per l'assolvimento di molt i suoi compiti; e possibilità di agire in terreno vario al momento opportuno; col non lieve vantaggio della maggiore autonomia e velocità, minor

logoramento del motore e del sistema di sospensione, possibilità di movimento e di difesa in tutti i casi di scingolamento. L'autonomia dell'attuale carro veloce non è sufficiente; nella precedente relazione ho già accennato alle differenti constatazioni, frutto di lunga ed attenta esperienza, del chilometraggio raggiunto nei collaudi,forse su strade asfaltate, e di quello effettivamente raggiunto dei reparti carri veloci in Patria e in A.O. in manovra e in guerra. Il pieno dei carri, a mio avviso, deve essere portato almeno 100 litri di benzina; problema facilmente r isolubile o colla sostituzione del trepiede della mitragliatrice, non necessario, con serbatoio non perforabile, o usufruendo dello spazio di alcune bobine, spostandole o diminuendone la dotazione, per applicare


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un serbatoio metallico, o infine applicando a tutti i carri l'attuale scatola porta pile dei carri radio il cui spazio potrebbe essere utilizzato, con chiusura interna, per iJ trasporto benzina. Dal giorno in cui ho avuto l'onore di assumere il comando V gruppo carri veloci ho rivolto tutta la mia attenzione a questo nuovo mezzo di guerra, ricavando con la validissima cooperazione dei comandanti di squadrone, e la esperienza della guerra, esatti dati, e, a mio modesto parere, ben fondati concetti per il migliore sfruttamento del carro veloce, potente arma che ritengo indispensabile e indivisibile in tutte le azioni della cavalleria e delle t ruppe celeri; concetti e proposte che sento mio dovere esporre giudizio delle superiori autoritĂ .

IL MAGGIORE DI CAVALLERIA COMAND/TE DEL GRUPPO f.to M . GR1GNOLO


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In relazione a quanto richiesto da codesro Gabinetto pel comma a) della lettera sopra citata, questo Ispettorato fa presente quanto segue.

A) -

CARRI VELOCI

· Sistema di sospensione Gli inconvenienti della sospensione si ritiene siano imputabili per la massima parte alla particolare natura del terreno. Come è noto a codesco Gabinetto, la Ditta ANSALDO, ha da tempo provveduto ad apportare razionali modifiche alla sospensione maggiorando, per quanto possibile, la resistenza delle balestre. Data l'impostazione tecnica e costruttiva del carro, non è possibile adottare, come proposto dal comando generale A.O.I., il doppio sistema di moto a cingoli ed a ruote. Il rapido deterioramento del sistema di sospensione è dovuto al fatto che i complessi dei veicoli a cingoli, si logorano più rapidamente di quelli dei veicoli a ruote data la precaria elasticità originaria del sistema stesso. A parere dello scrivente, per ovviare a tali inconvenienti, sarebbe necessario precisare, nei criteri di impiego dei carri veloci, il concetto che debbono essere risparmiati tutti gli eccessi inutili e persistenti i quali, in definitiva, non producono che logorio di materiale e degradazione ai complessi meccanici.

· Insufficiente autonomia Come è noto a codesto Gabinetto, dal 200° carro in poi la capacità del serbatoio è stata portata a 65 litri, e cioè maggiorata del 30% circa in modo da assicurare un'autonomia di circa 100 km. su percorso misto (strada o pista). Si ritiene pertanto che i carri sui quali è stata rilevata l'insufficiente auto· nomia appartengono alla prima serie. È però allo studio, presso la ditta ANSALDO, una nuova previdenza per aumentare per quanto possibile, compatibilmente con la scarsa disponibilità dello spazio interno della camera di combattimento, l'autonomia del carro. Questo Ispettorato preoccupato da tempo di risolvere l'importante problema, nulla lascerà di incentato per addivenire e raggiungere, nel più breve tempo, soluzione soddisfacente.

· Adozione mitragliatrice nella parte posteriore del carro Per ragioni di spazio e per ragioni costruttive non è possibile la postazione di una seconda mitragliatrice nella parte posteriore dell'attuale carro. Per la protezione di detta parte posteriore si è già provveduto con dei portelli che consentono, attraverso apposita feritoia manovrabile dall'interno, l'impiego della pistola di dotazione da parte del personale.


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TERMINOLOGIA CARRISTA

Marcia cingolata - Quando il carro armato procede con i mezzi propri. Marcia autoportata - Quando il carro armato, per i grandi spostamenti, si serve di un autocarro.

«Condotta» di una unità carrista - È il compito essenziale degli ufficiali carristi.

«Impiego» di una unità carrista - È compito tattico di un comandante di colonna a cui un reparto carri armati è affidaro. Scaglione di combattimento - È la parte di una unità carri armati che comprende i soli carri ed i soli equipaggi in assettO di battaglia. Scaglione traino - È la parte che comprende gli automezzi organicamente assegnati alla unità carri, per i servizi di rifornimento. Equipaggio di un carro veloce - È composto dal capo carro-mitragliere e dal pilota.

Equipaggio dell'autocarro «611 dovunque» - È composto dal conduttore e dal meccanico.

Posizioni di «Raccolta» - Località successive ove una unità carri armati sosta per la riorganizzazione dei servizi. Posto di rifornimento normale - Coincide con la posizione di «raccolta». Posto di rifornimento avanzato - Si istituisce durante le azioni. Posizione di «attesa» - Zona dove gli scaglioni di combattimento si dispongono in previsione di impiego; o punto di riunione dopo l'impiego. Posizione di «partenza» - La zona di scatto per un assalco preordinato. Coincide spesso con le posizioni raggiunte dalle fanterie o con la posizione di attesa. Asse di collegamento, rifornimento e soccorso - È quello che si delinea eseguendo una marcia al nemico, con posizione successive di raccolta, di attesa, di partenza. Spesso si identifica con la direttrice di operazione di una maggiore unità operante. Generalità. Il carro armato, in genere, è uno strumento di guerra possente; si compone di un complesso meccanico di riguardo a forte usura e limitata autonomia,


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(4-5 ore lavorative fuori strada) di un armamento modesto e limitate munizioni, ed infine di un equipaggio soggetto a forte esaurimento fisico. Il suo impiego, estremamente redditizio per effetti morali oltre che materiali, deve avere una durata non lunga e deve avvenire contro bersagli ed ostacoli adeguat i e definiti. La «sorpresa» è il suo dogma; la «manovra» il suo mezzo. Il carro veloce, per la sua mole limitata non deve esssere impiegato contro posizioni apprestate a difesa, ma sempre in azioni di movimeento anche a larghissimo raggio. Abilità ed astuzia dei carristi sapranno scegliere gli itinerari meno facili perchè ritenuti i meno probabili dell'avversario.

La marcia al nemico.

1.) Il carro veloce in colonia non compie grandi trasferimenti con i propri mezzi. In lontananza del nemico verrà perciò portato da autocarri pesanti assegnati all'unità, all'infuori del suo naturale scaglione traino. In tali circostanze segue a tappe l'unità con la quale è destinato ad operare. 2.) In vicinanza del nemico, l'unità carrista marcia cingolata, inquadrata con altri reparti e da questi protetta; è seguita a distanza dal proprio scaglione

traino. 3.) Lo scaglione« Traino», rappresenta l'alimento di una unità carri veloci. Non deve mai perdere la sua compattezza e non deve mai essere distolto dal suo essenziale compito che è rifornimento, appoggio, soccorso ai carri - Vietato adibire gli automezzi ad altri usi. Quandò lo scaglione traino si ricongiunge allo scaglione di combattimmento la unità carrista costituisce una posizione di «raccolta».

4.) Da una posizione di «racccolta» ad un'altra, si traccia un percorso che sarà l'asse di rifornimento collegamento e soccorso. In vicinanza del nemico lo scaglione traino viene lasciato giustamente arretrato (4 = 6 km.) per non essere coinvolto nell'azione, mentre lo scaglione di combattimento in previsione dell'impiego, avrà serrato sotto in una posizione di partenza. 5.) Assolto un compito tattico i carri veloci debbono appoggiarsi di nuovo allo scaglione traino, ripiegando nella posizione di raccolta o facendosi raggiungere dagli automezzi. E così di seguito. 6.) Nell'avvicinamento, svolgendosi operazioni coloniali, specialmente in Somalia, i carri veloci non debbono essere impiegati in servizi di esplorazione e sicurezza. I danni cui sono soggetti si possono enumerare come segue: isolamento - colpi di mano - esaurimento cieli'equipaggio - inutilizzazione delle armi e degli organi motori sotto l'azione prolungata della sabbia.


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7.) Il carro veloce non possiede nessun elemento che gli permetta di vedere e riferire. Le sue preziose doti di protezione e di massa, che gli permettono di affrontare e travolgere una difesa numerosa ed agguerrita, vengono rese nulle nell'esplorazione e comunque nell'impiego isolato.

Il combattimento.

1.) Il compito del carro armato è quello di avanzare specialmente dove le altre truppe ne sono ostacolate dal fuoco intenso dell'avversario. Tale compito diviene complesso per la scarsa visibilità del carro a sportelli chiusi. La situazione circostante è difficilmente valutabile stando nei carri: occorre intuirla. Soprattutto necessita un buon orientamento iniziale. Le mitragliatr ici appostate vanno spianate, i trinceramenti sorpassati, oppure neutralizzati con il fuoco.

2.) Il vero e costante nemico del carro è il terreno, sia esso difficile (continentale) o insidioso (sabbie libiche o boscaglie sòmale). Anche in combattimento il carrista sente come impegno di coscienza e d'onore, il dovere di aprire fuggevolmente gli sportelli per un rapido orientamento. 3.) Se il terreno è proibitivo, o si manifesta tale all' improvviso ad onta delle possibili ricognizioni compiute, i carri veloci possono agire col fuoco, alternando le raffiche ai piccoli spostamenti. Se la situazione ne consiglia il ricupero, questo deve avvenire mercè la protezione di un alt ro reparto. 4.) Il carro armato non combatte mai solo: il reparto organico minimo di impiego deve essere il plotone composto di 4 unità. Nel suo reparto il carro si sente collegato, difeso e protetto dagli altri carri. Nei terreni fittamente coperti, e specie nella boscaglia sòmala, le formazioni di combattimento saranno sempre «serrate». I reparti carristi suppliranno con le evoluzioni, alla contrazione degli intervalli frontali. 5.) Il carro veloce non deve essere lanciato affrettatamente e senza ricognizione, anche sommaria, del terreno. Meglio tardare qualche minuto per compiere rifornimenti e verifiche preliminari che lanciare unità disordinate. Lo scatto dovrà essere simultaneo; l'obiettivo bene individuato e ben compreso dagli equipaggi: l'orientamento stabilito. Il compito ridotto alla più grande semplicità. Le ultime intese fra comandami, chiare, brevi e precise. 6.) I carri poi rappresentano una potente riserva di fuoco o di urto nelle mani di un comandante. Debbono rappresentare, specie in Somalia, la carta decisiva sulle masse avversarie.


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Disastroso sarebbe lanciare i carri armati nel vuoto o contro resistenze irrisorie, o nella presa di contatto col nemico. Il colpo nel vuoto è esiziak per i carri veloci perchè è difficile il recupero di essi dopo l'azione. Gli avversari infatti tendono a fare il vuoto davanti ad un attacco di carri per frustrarne gli effetti. È questo infatti un buon metodo di difesa. Il recupero di essi carri deve essere previsto prima depo impiego in una posizione di «attesa» un poco arretrata, ma ben individuabile.

7.) Le formazioni regolari di fanteria (specie quelle di colore) debbono essere istruite anche solo verbalmente, sull'essenza dei carri limitatamente a poche idee. Siano esse convinte che il carro le supererà nell'attacco per aprire loro la via a risparmiare perdite, ma che il carro deve essere difeso e seguito. Difeso perchè da vicino non ha che il movimento per difendersi da solo: seguito perchè può da solo occupare una posizione ma non certo tenerla. 8.) Il ripiegamento dei carri veloci dopo un'azione, èfàse tattica prevista per non esporli ad inutili perdite. Ne siano chiaramente edotti i reparti per non dare altra interpretazione al ripiegamento su posizioni di attesa, prestabilita per un nuovo tmp1ego. 9.) Prezioso il materiale; più prezioso l'equipaggio. Il tutto costituisce nel carro veloce un complesso destinato all'assalto e alla mischia. Come a un puro sangue gli debbono essere serbati i momenti salienti della lotta a ragione ben veduta, a situazione ben chiarita. In colonia, l'impiego del carro veloce è limitato di massima a questo. Esclusi perciò lavori o servizi di fatica, r imorchi o · logoramenti inadeguati. 10.) La perdita di un carro veloce è gravissima forse più per effetto morale che per il fatto in sè. Essa può dipendere da più cause ma la più temibile è l'isolamento specie nelle boscaglie. Le difese passive più comuni (buche, abbatture, mine a terra ecc.) lo immobilizzano: ma esse suppongono una lunga sosta del nemico su una posizione, e fu già detto che il carro veloce non è idoneo a simili compiti. Trovandosi a forza in circostanze analoghe, l'occhio esperto del carrista sceglierà una via di attacco che non dovrà essere nè la più facile nè la più logica. 11.) Le difese anticarro non debbono essere sopravvalutate, siano esse attive o passive. Le prime si vincono con l'ardimento e la perizia della condotta: le altre con astuzia ed accorgimenti nella guida. Il carro veloce ha protezione sicura contro le normali armi da fuoco portatili, e non teme shrapnels e schegge. Chiede appoggio all'artiglieria durante l'attacco, ma non deve preoccuparsi se gli allungamenti di tiro richiesti non saranno immediati. Procede egualmente con andatura celere ed ardita, verso il compito prestabilito.


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12). Nello sfruttamento del successo e nell'inseguimento, i carri armati sono preziosissimi. Spinti avanti senza preoccupazione della loro sicurezza, possono prevenire il nemico su punti d i capitale importanza, tagliargli la ritirata, rendere estremo il disordine, lo scompiglio la demoralizzazione.

A zioni di retroguardia - I carri armati combattono solo in una maniera: attaccando. Anche in difensiva o in ripiegamento deve essere consentito loro di riordinarsi, rifornirsi, per poi agire offensivamente. Di immenso effetto possono essere azioni di questo genere contcro avversario inorgoglito dal successo, o che si indugi in rapine o razzie. La saldezza di pochi animi e di poche macchine possono mettere riparo a situazioni difficili.

Collegamenti - Fra loro i carri veloci sono collegati da segnali interni. In manovra si collegano agendo per imitazione e stando vicini. Hanno razzi e forse radio pel collegamento fra comandi. Il collegamento con i reparti avviene per intese preventive. li più bello è quello sulla posizione avversaria. Là tutti convergono. i ritardatari raggiungeranno. Alle perdite ed ai r ecuperi si penserà dopo. Relazione fra i comandanti - I comandanti dei reparti carristi prima di un' azione stanno coi comandi di Unità, servono di consulenza e collegamento. In episodi locali la maggiore anzianità del Comandante di unità carrista non vale, inquanto non è possibile esercitare azio ne di comando dal carro.

I singoli comandanti sono chiamati a dare suprema prova di fraternità e di cameratismo sul campo dell'onore. Una unità carrista ha esigenze proprie e vita propria. Nessuno deve intervenire nella sua interna organizzazione che è complessa, nè distoglierle i mezzi ed i rifornimenti assegnati di misura per le sue necessità. Anche gli uomini non debbono essere mai adibiti ad incarichi estranei alla specialità. L'esiguo numero e la specializzazione non consentono disperdimen ti dannosi. Grande o piccola una formazione di carri armati è a d isposizione di maggiori unità per agevolarne il successo . Non opera per sè e si arroga un compito tra i più forti. Ambisce a questo onore, che in colo nia deve essere serbato ai nazio nali, ai carristi, della Madre Patria, e non misura sacrifici che, specie in So malia, hanno inizio prima di giungere sul campo di battaglia.


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RAGGRUPPAMENTO REPARTI SPECIALIZZATI COMANDO «Ad victoriam velociter» lì, 15 settembre 1937

N. 2639 - Segreto OGGETTO: Esperienze da offensiva Santander

AL COMANDO TRUPPE VOLONTARIE SUA SEDE

Rispondo al foglio 2334 op. del 4 andante, di codesto comando. Osservazioni - st rettamente riferite a emergenze tecniche, morali e tattiche nel campo dei reparti specializzati - sono state raccolte nella parte IP della relazione sulle operazioni da Soncillo a Santader trasmessa con numero 2569. di prot. segreto - data 14 settembre Comunque verranno qui a giusto posto nuovamente riepilogate. a) Le unità di fanteria si presentano al fuoco in formazioni generalmente serrate. - Ho visto soltanto il btg. arditi «Littorio» avanzare spiegato (azione su Cillerusio) e con tutti gli elementi in misura di funzionare al loro posto. (mitragliatrici pesanti in part icolare) - A S. Pedro de Romeral una bandiera, appen,l soggetta ai tiri nemici e a qualche colpo di artiglieria, si è in gran parte ammassata contro la montagna e, lanciata all'assalto, è partita coi plotoni in ordine chùtso. - Nessun mezzo a fuoco è stato usato, ecce,tuato un plotone di mitragliatrici pesanti. - Nell'attacco le armi di dotazione della fanteria hanno servito poco o nulla; sembra che costituissero un ingombro di cui il fante , appena abbia una scusa plausibile di fro nte alla propria coscienza - già disposta all' atto - si libera (fucile mitragliatore e mortaio d'assalto, ma soprattutto cassette parti ricambio - cassette munizioni). - Alle mitragliatrici pesanti si tiene molto di più; anche perchè sono riunite in reparti speciali organici. - Quando infine si arriva a piazzare le armi è un diluvio di fuoco - quasi sempre inopportuno - che si lancia verso il nemico.


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Di questa constatata deficiente attitudine della fanteria a portare un complesso armamento verso il nemico e a usarlo intelligentemente è necessario tener grande conto e ricavarne suggerimenti organici: - li fante non vuole con sè che l'arma portatile (fucile o moschetto) e predilige pugnale e armi a mano; - le armi automatiche e d'assalto conviene riunirle in reparti a sè stanti, in organico ai battaglioni, ai reggimenti e alle Divisioni; da decentrare in casi di bisogno (specie in dife nsiva o in guerra di montagna); - i mezzi di accompagnamento della fanteria in attacco dovrebbero essere tutti corazzati e comprendere: - carri pesanti di·rottura (cannone e mitragliatrici): precedono l'attacco . . m terreno orgamzzato; - carri medii di accompagnamento (cannone mitragliatrici): precedono l'attacco in terreno libero o scavalcando i carri di rottura, dopo la 1a fase, conducono l' attacco in profondità; - carri d'assalto (mitragliatrici): azione stretta con la fanteria. Tutti hanno il fuoco che occorre alle piccole distanze, il movimento inesorabile che trascina in avanti il fante, e l'azione morale, enorme: negativa per il nemico e positiva sempre per noi. Bisogna finalmente avere il coraggio di confessare questo bisogno generale di carri «per avanzare» (nel senso dinamico della parola). Succede questo: alla vigilia della battaglia tutti pretendono i carri _:, nessuno ne può fare a meno; il giorno dopo la battaglia non si riconosce più il grande compagno d'armi. Perchè non c'è posto per tutti anche nei consuntivi tattici? Dal riconoscimento di questa verità elementare sorge una conclusione altamente benefica per la fanteria: «semplifichiamo il combattente a piedi e mettiamo al suo fianco decisamente quel sistema di corazzati che si riterrà più idoneo per una calcolata e provvida divisione di lavoro tattico». b) Non ho mai avuto occasione di assistere a tiri al di sopra e negli intervalli. c) Non ho avuto modo di constatare il rendimento dei mortai d'assalto; sui lanciafiamme delle compagnie LC. ho pochissima fiducia. Il reparto è pesantissimo come organico e come materiali; esaurito il getto dei lanciafiamme non ha più alcuna capacità combattiva; il getto poi - brevissimo sia nello spazio sia nel tempo - ha poca efficacia.

Propongo: 1°) di riordinare la compagnia L. su tre plotoni: due plotoni lanciafiamme e uno servizi. 2°) di r iordinare il plotone lanciafiamme su tre squadre di 6 apparecchi ciascuna = totale 18 apparecchi. 3°) di riordinare la squadra lanciafiamme su 6 apparecchi - con tre serventi


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ciascuno; di cui uno coll'apparecchio (senza combinazione, cappuccio e guanti, che impicciano) e due con moschetro, bombe incendiarie e bombe offensive e difensive - in gran numero.

4°) Totali = - squadra

18 uomini e 6 apparecchi 1 capo squadra 1 vice capo squadra 20

- plotone

60 uomini 1 comandante plorone 1 attendente

62 - compagnta 2 plotoni 1 plorone serv!Zl

L. 124 uomini con 36 apparecchi 30 uomini 1 capitano comandante di compagnia 155

Autocarri leggeri Fiat 618 per trasporto intera compagnia col materiale: (compreso liquido e materiali di riserva) n. 20. La compagnia L. del raggruppamento ha oggi la forz.a di: 4 ufficiali 221 truppe con 72 apparecchi 10 autocarri leggeri 3 autocarri «dovunque,).

d) Preparazione tiro artiglie;ia: Niente da osservare. e) Genericamente posso osservare che le artiglierie campali spinte avanti «al limite» hanno dato sempre alto rendimento; le altre hanno una indiscussa efficacia «morale» ma un rendimento condizionato e occasionale. f) Non ho avuro con me pattuglie e.e. g) Non ho avuto con me elementi specializzati di osservazione terrestre e aerea. h) I carri d'assalto hanno reso oltre il prevedibile. Pur tenendo conto dell'assenza di una specifica organizzata difesa anticarro: dell'infrequente uso di armi portatili a proietto perforante - della poca efficacia delle mine terrestri messe in uso dai rossi - del monotono impiego dei carri e autoblindo - cannoni rossi, ai gomiti stradali o di fronte alle interruzioni.


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dichiaro la mia piena soddisfazione per l'effacia delle azioni carriste svolte: - su un terreno cosparso di ostacoli anche di grande rilievo - su reticolati - anche in tre ordini successivi - se non robustissimi - su trincee in scavo profondo (valicate senza incidenti gravi) o in rilievo con solidi muri a secco (sfondati, contro ogni previsione nemica e amica) - contro le armi nemiche in funzione - di qualsiasi natura - contro autoblindate nemiche (si è giunti al cozzo con vantaggio del nostro leggerissimo cingolato) - per l'ausilio dato ininterrotamente, senza possibilità di sostituzione o di vero ristoro, alla colonna d'attacco prima e in manovra d'inseguimento poi, dal 14 al 25 agosto, in funzione perenne di elerne_n ti avanzati. Ciò che ha difettato ancora è la cooperazione tra fanteria e carri assalto. Un episodio, fortunatamente unico, di assoluta disarmonia si è avuto a Mentoto; su tale obiettivo concorrevano la colonna di destra della divisione XXIII Marzo e la 3a compagnia carri assalto (1 ° capitano Cascio). Dagli osservatori di Maza e di Argomedo tutti sono stati spettatori dell'avvenimento. La 3a compagnia e.a. partita come da intesa solo dopo la fanteria, ha avuto tempo di sorpassarla, raggiungere Mentoto, puntare su Bezana, battere la campagna, i boschetti e i casolari vicini; ha dovuto infine ritornare sui suoi passi per r iprendere contatto con la fanteria (immobile a 1 km. di distanza) e ripetere il pericoloso gioco verso Mentoto-Bezana per oltre due ore, sola quindi e inutilmente, mentre era bersagliata dall'artiglieria nemica. In casi simili di mancata occupazione negherò sempre, subordinatamente ma risolutamente, ogni ombra di responsabilità da parte dei carri, che per agire in condizioni consimili hanno bisogno di essere eroici, più che semplicemente bravi. Come veloci, questi carri Ansaldo hanno anche dato un eccellente rendimento (specie nell'ambito del Nucleo celere Divisione Fiamme Nere) quando sono stati usati in modo coerente alle prescrizioni ministeriali e del C.T.V. Non sempre ciò è avvenuto per il nucleo della Divisione Littorio. I carri sono stati spesso impegnati «ad libitum» dagli ufficiali che occasionalmente si trovavano in avanti e che per il grado potevano dare ordini al comandante carrista, che ha dovuto far sempre «L'uomo di punta». Si sono visti così carri: - di sbarramento fisso sulle strade - lanciati isolatamente in avanti con mandati generici, malgrado le sollecitazioni di precisi ordini da parte degli ufficiali carristi. - rimanere di notte a protezione delle linee raggiunte dalla fanteria - specie agli incroci stradali fare il servizio di trasporto munizioni artiglieria Un solo esempio - tipico - basta a stabilire un dato di esattezza nella


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segnalazione che è mio stretto dovere di fare ai comandi superiori. A Corvera il 22 ser a fino alla mattina del 23 un ufficiale è stato obbligato a immobilizzare due carri a fianco di un pezzo da 65/17 (piazzato sulla strada), uno per lato, a copertura dei servizi del pezzo; perchè era bersagliato da carricannone. Penso che nessun sereno ragionamento possa farsi, anche a distanza di tempo, per giustificare siffatto impiego di fronte al preciso richiamo fatto dal C.T.V. con l'allegato al foglio n. 6392 del 9 maggio e.a. La media giornaliera di lavoro dei carri, nel periodo 14-26 agosto, è altissima: circa 15 ore. A queste ore va aggiunta l'attività per la messa a punto dei carri, riparazioni speditive, rifornimenti, etc. Vi sono stati frequenti casi di piloti svenuti, per avvelenamento delle vie respiratone. Molte imperfezioni riscontrate nei procedimenti di pattuglia dei carri, sono dovute a questo stato di perenne stanchezza e di minorazione fisica degli equ1pagg1. In conclusione, dopo un impiego di 3-4 ore bisogna sostituire il reparto carri avanzato; perciò occorre tenere in modo permanente uno scaglionamento in profondità e aver di conseguenza disponibili: - dove si impiega un plotone: una compagnia - dove si impiega una compagnia: un battaglione. . L'assegnazione iniziale dei carri alla colonna d'attacco ha dovuto subire il criterio di «carri a tutti» senza riguardo a difficoltà di terreno e importanza di compiti - ma c'erano i reticolati da abbattere; e questo è una giustificazione. In secondo tempo, recuperati i carri della colonna a obiettivi ristretti (XXIII Marzo) e portata la lotta in campo più libero dalla colonna principale (Divisione Fiamme Nere) l'impiego dei carri è stato opportuno, sempre tempestivo, bellissimo: «Urt i successivi, scaturiti di sorpresa da posizioni coperte, a massa, in direzioni scelte e in concomitanza con attacchi di fanteria, più che in accompagnamento diretto». Osservo decisamente che il sistema della «concomitanza» è più reddit izio di quello dell'accompagnamento nel problema della cooperazione. Come veloci, nel campo dei nuclei celeri, i carri hanno dovuto prodigarsi sminuzzandosi fuori di misura, appoggiati soltanto da motomitraglieri. Ma il gioco ha sfruttato bene contro nemico molto impressionabile. Non è sistema però da applicarsi contro nemico solido e deciso a difendersi ad oltranza. Quando occorre orientarsi, conoscere l'avversario e prepararsi buone probabilità di riuscita nelle successive azioni da sviluppare per lo sfruttamento del successo e per l'inseguimento, senza rinunciare all'audacia bisognerà t uttavia andare adagio e far precedere «sempre}> i carri da elementi esploranti.


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OSSERVAZIONI TECNICHE Niente di nuovo rispetto alle constatazioni precedentemente fatte. Il carro d'assalto può considerarsi meccanicamente perfetto. Manca della minuta e comoda organizzazione interna come mezzo di battaglia. È stato molto curato dai tecnici-costruttori; non ha potuto essere altrettanto curato dai tecnici-combattenti, interpellati sempre da lontano e occasionalmente. Un'osservazione mi sembra utile: «Il carro diviene ottimo, quindi perfetto, quando il personale che lo muove e governa è esperto e allenato; l'unità carri rende, quando la compagnia degli equipaggi e gli ufficiali proposti al comando sono in condizioni di pieno allenamento di assoluta reciproca fiducia e di immutabile esaltazione carrista, traducibile in una sola parola «impeto». È una grave illusione quella di poter improvvisare unità carriste - «anche con elementi sceltissimi» ed è errore quello di insistere nell'utilizzazione «ele-

menti comuni». A UTOBLINDOMITRA GLIA TRIC! Sono del vecchio tipo l .Z.M. Hanno ser vito fino al cosciente sacrificio. La squadriglia è uscita dalle operazioni di Santander dimezzata. L'utilizzo delle autoblindo nel campo dei nuclei celeri, a mio avviso, è altamente confermata. Assolve tutti i compiti suppletivi che sarebbe gravoso e costoso per sangue attribuire ad altri reparti. Completano il quadro della divisione del lavoro tattico, espletando: - collegamento fra colonne laterali e in profondità · sostegno di elementi impegnati o da svincolare - scorrerie in profondità o su percorsi fiancheggianti - inseguimento di elementi motorizzati nemici - vigilanza ai percorsi stradali (ad anello) di giorno e di notte.

Ci vuole l'autoblindo moderna: · ·

meno ingombrante e visibile più protetta armata di cannone in torretta e mitragliatrici: una in caccia e una in ritirata velocissima (su ruote) a doppia guida e di facile manovra nel dietro-front capace di relativo movimento fuori strada.

MOTOMITRA GLIERlHanno assolto i compiti propri alla loro attività in modo esemplare.


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I materiali hanno risposto in pieno - l'affiatamento tra uomini e materiali non poteva e non può essere più stretto, più sincronico, più redditizio. I bersaglieri della motomitraglieri hanno portato le loro armi e i loro mezzi ovunque, sempre aderenti ai carri, sempre vicini ai fronti . Le esigenze del combattimento, in relazione agli eventi favorevoli della situazione, hanno talvolta chiamato la compagnia motomitraglieri ad assolvere compiti ad essi non propri; anche in questi episodi il rendimento è stato elevatissimo. È un mezzo però delicato, che ha bisogno di essere servito ed impiegato da uomini di grande tempra e di non comune esperienza, tecnica e tattica. Tra carristi e mototraglieri questo ciclo operativo ha creato una armonia di nuovo conio, una cooperazione non prima sperimentata. Tutto l'impiego dei carri del Nucleo celere divisione Fiamme Nere è stato sostenuto, accompagnato, convalidato dai motomitraglieri, che talvolta hanno dovuto fuggire in avanti per non perdere contatto col nemico frettoloso; hanno funzionato cioè anche da ciclisti e motociclisti, riassumendo in sè l'ampia gamma del lavoro tattico dei bersaglieri anno XV.

PEZZI ANTICARRO DA 47 mm.

È una eccellente arma. Il raggruppamento ne ha una sola sezione su autocarrette da montagna. L'organizzazione è apparsa buona in tutto. Occorre però una sezione anticarro per compagnia carri d'assalto = riunita normalmente in batteria per ogni battaglione carri d'assalto. L'accoppiamento dei due mezzi s'impone, fintanto che non sia realizzato un carro-cannone o l'autoblinda-cannone per l'appoggio dei carri d'assalto in funzione di veloci (in definitiva questo è il problema e allora non occorrerà più ai carristi il pezzo nudo, che - per quanto ottimo - costituisce un ripiego). Infatti i pezzi anticarro non potendo seguire i carri sulle autocarrette, hanno dovuto farlo a terra, spinti a braccia dai serventi; ovvero - quando i percorsi erano lunghi - a traino dei carri stessi. Allora i serventi dovevano seguire in parte di corsa e in parte sui carri, allo scoperto, tenendo una o due cassette munizioni. Piazzati poi audacemente alle brevi distanze, coi soli carri davanti e serventi allo scoperto - sono stati soggetti a gravissime perdite. NUCLEI CELERI Non possono considerarsi veramente tali quelli impiegati nella 2a fase davanti alle divisioni lanciate su Santander. Mancava ad essi la truppa di sostanza; cioè cavalleria o bersaglieri ciclisti o fanteria autotrasportata.


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Carri e automitraglieri hanno assolto i compiti loro propri e hanno inoltre contro ogni possibilità: - esplorato - mantenuto il contatto di notte col nemico - dato sicurezza in sosta a se stessi e agli altri. Questo ha potuto verificarsi con esito felice date le condizioni materiali e morali dell'avversario. Sarebbe pericoloso rendere estensivi tali criteri d'impiego e derivarne, anche in linea eccezionale, una qualunque utilità in proposito. i) alle armi dei carri niente da aggiungere al già noto. I motomitraglieri armati di Fiat mod. 35 hanno acquistato notevolmente in potenza di fuoco - mezzi di trasmissione: bene - di trasporto: per i carri inadatti gli autocarri Isotta Fraschini - ottimi i Ro a benzina l) bombardamento pesante e leggero: enorme efficacia morale. attacchi a bassa quota: grande efficienza materiale e morale m) ottima. Niente da dire n) niente da dire.

PROPOSTA PER SDOPPIAMENTO DEL BTG. CARRI D'ASSALTO 1) l'attuale Btg. formato su 4 compagnie è t roppo pesante; sul campo tattico è destinto a scindersi normalmente in due blocchi. 2) Per l'impiego giova quindi avere il btg. su 2 compagnie: si conferisce il btg. consistenza tattica e più snellezza per quanto riguarda i servizi. 3) l'assistenza che può dare il comandante del btg. ai suoi elementi impegnati è più sicura e stretta. Così la sua azione di consulente presso la grande Unità a cui il btg. è concesso in rinforzo si svolge più efficacemente. Propongo pertanto - nelle linee generali (salvo precisare i dettagli quando il comando superiore condivida il punto di vista) di formare il raggruppamento su:

- I0 Btg. e.a. Comando Btg. - l'attuale - carri 1a compagnia e.a. - carri 2 a compagnia e.a. - carri

3 13 13

29 Sezione da 47 mm. pezzi

2


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- ll Btg. e.a. 0

- Comando Btg. - da formarsi - carri 3a compagnia e.a. - carri 4 a compagnia e.a. - carri mezzo plotone carri lanciafiamme

3 13

13 2

32 Totale generale carri assalto

60

- Gruppo motomeccanizzato C~mando Gruppo - l'attuale (carri) Cp. Spagnola de carros (mitragliat.) Cp. Motomitraglieri -mitragliatrici Squadriglia autoblindo - autoblindo Cp. Lanciafiamme - uom1111 - apparecchi

s 4

9 6

155 36

La riduzione di forza della compagnia lanciafiamme consente di recuperare quanto occorre di uomini per la formazione del comando Btg. e.a. e migliorare qualche organico deficiente.


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RAGGRUPPAMENTO CARRISTI «Ad victoriam velociter» COMANDO

RELAZIONE SULLE OPERAZIONI DA RUDILLA (9 MARZO) A TORTOSA (19 APRILE) Note tattiche - tecniche - organiche - ammaestramenti

1 - Premessa Questa parte della relazione è una doverosa aggiunta alla parte narrativa, dalla quale trae la ragion d'essere e un indiscutibile palpito di realtà. Vuole perciò portare, essenzialmente agli studi che in Patria vertono sugli argomenti, e qui in Spagna all'impiego e alla condotta dei mezzi (sempre gli stessi e non rinnovabili), quel vitale contributo che solo può emergere dall' ormai lunga e dibattuta pratica esperienza di guerra (che col tempo e con gli eventi ha trovato sempre più valida conferma) in cui mezzi ed uomini sono stati sottoposti a tutti i collaudi. I mezzi, invero - e mi riferisco essenzialmente al carro d'assalto non hanno avuto limitazioni di terreno, o di offesa, o di sforzo, o di durata d'impiego; assoggettati dunque a tutte le prove. Gli uomini - comandanti o gregari - attraverso la continua personale esperienza hano ritrovato ad uno ad uno gli inconvenienti dei mezzi, ne hanno subito le conseguenze e hanno lottato contro di esse; ne hanno riconosciuto i vantaggi e viste le possibilità delle più disperate circostanze della lotta; hanno potuto e saputo contrallarne le norme di impiego, attraverso quell'affinamento del senso tattico che soltanto la verità della guerra, pericolosamente vissuta, sa produrre. In questa faccio astrazione da quanto è stato già detto nelle precedenti relazioni, alle quali però mi richiamo; ripeterò e ribadirò tuttavia quanto ha ancora l'apparenza di aver bisogno di un'altra parola di sostegno o del rinnovato suffragio dell'esperienza. Il mezzo che predomina nel Raggruppamento è il carro d'assalto (veloce) e di questo perciò tratto in modo particolare, ma soprattutto perchè è con i suoi poderosi mezzi d'azione l'arma offensiva per eccellenza, quella che più di ogni altra 1rmonizza con il concetto italiano di guerra rapida, quella che realizza i più alti valori suggestivi, sia nel vasto quadro dell'impiego delle truppe celeri (dove può svilupparsi a pieno tutti i suoi impulsi: motori e cuori al massimo regime), sia nel quadro più ristretto e più duro della fanteria (dove ha


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più giuoco la maggiore insensibilità alle offese e alla pertinacia dell'assalto, ripetuto fino all'esaurimento del nemico). È inoltre il mezzo di discusso in tutti gli eserciti, nei recessi della meccamzzaz1one. Ma quando la discussione si rivolge al nostro carro d'assalto, io sono fermamente convito che è la sconoscenza e la superficialità che li ispira; se si tratta di nemici, palesi o nascosti, è impotenza o denigrazione. - Costituzione del Raggruppamento due battaglioni carri d'assalto (I e II) su due compagnie ciascuno. Compagnie su tre plotoni di 4 carri l'uno; più carro comando. - un battaglione motomeccanizzaco (UP), comprendente: un nucleo di sei moto con fucili mitragliatori una compagnia motomitraglieri (tre plotoni-9 mitragl. Mod. 35) una compagnia autoblindo (6 blindo Lancia 1.Z.M. = 1 blindo cannone russa p.b. - 2 blindo leggere russe p.b) - un battaglione misto (IVa), che raccoglie agli effetti addestrativi, amministrativi, disciplinari: una compagnia lanciafiamme (rinforzata da 6 fucili mitragliatori) una batteria anticarro (1 sez. da 47 italiana-2 sez. da 37 tedesche 1 sez. da 45 russa p.b.) una compagnia contraerea {tre plotoni - 9 mitragliatrici mod. 35) - un'Agrupacion Spagnola, comprendente: una compagnia comando e addestramento piloti spagnoli una compagnia con 1 plotone carri assalto e 1 plot. mitragl. anticarro - una Centro riparazioni e recuperi, al quale sono appoggiati: due plotoni carri d'assalto di riserva. Il materiale è sbarcato in Spagna tra agosto e dicembre 1936; organici incompleti e specialisti scadenti. Il Raggruppamento ha operato, trovando quasi quotidiana ragione di 1mp1ego: - in ambiente adatto, da celere; isolato e d'iniziativa, in azioni a carattere d'improvvisazione, rapido, ardito e di sfruttamento del successo -, ovvero inserito in piccole unità motorizzate per colpi in profondità, fulminei (Alcaniz) e di certa consistenza a largo raggio (Tortosa) - in terreno organizzato o semiorganizzato, con i suoi carri, in azione di cooperazione con i reparti avanzati delle fanterie legionarie. Da celere ha consentito e realizzato: la sorpresa - il rapido raggiungimento dell'obiettivo - un limitatissimo numero di perdite - successivi ampi respiri nelle avanzate delle fanterie: Esempi: Muniesa - O liete - Alcaniz - Mazaleon e ponti sul Matarrana Calaceite - Gandesa - Tortosa.


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Quando è intervenuto con i suoi carri in stretta cooperazione con le fanterie, nelle azioni contrastate e di metodo, ha realizzato: - la tutela materiale dei fanti e la loro esentazione morale (i carri hanno sempre fatto da battistrada e da scudo alle fanteria, a costo di qualunque usura e di qualsiasi sacrificio) - il richiamo del fuoco nemico, a sollievo altrui - il sicuro raggiungimento dell'obiettivo - la manovra in profondità mediante successivo immediato impiego a più lungo braccio (come ad Oliete) Esempi: Battaglia di rottura di Rudilla - Azioni fra rio Guadalope e rio Matarrana - Azioni bivio Batea - Azioni sulla strada per Cherta. La particolare e manchevole costituzione organica del Raggio (privo di truppe di sostanza: bersaglieri e cavalleria) raffrontata al vasto quadro d'impiego ed ai risultati ottenuti - talora inaspettati, sempre positivi - porta ad alcune principali riflessioni e deduzioni, come... primo frutto della esperienza della guerra spagnola, pur essnedo nel debito conto l'ambiente particolare: - di terreno spesso organizzato a regola d'arte, ma non sempre dai «rossi» difeso con uguale perizia e ardore; - di nemico, non sempre dotato di numerose artiglieri e di sufficienti pezzi anti-carro o di carri-cannone veramente pericolosi, e sprovvisto di carri d'assalto; - di addestramento del nemico, sensibilissimo alla manovra e incapace di manovrare; di pochissima consistenza e incapace di una vera ripresa dopo la scossa delle prime sorprese. - di cielo dominato dalla nostra aviazione.

Riflessioni e deduzioni a - confermata eccezionale l'utilità delle unità celeri per l'intervento della battaglia, nel tempo giusto e fuggevole, nello spazio adatto, con compiti adeguati, ma sempre a carattere di supremo ardimento. Rotto il fronte, se non è stata prevista da parte del nemico la ricostituzione dei tronconi con convenienti e saldi allacciamenti su predisposte e presidiate linee arretrate, l'unità celere-corazzata lavora liberamente nelle retrovie, contenuta soltanto dalle sue limitazioni logistiche. Se il Raggruppamento infatti avesse avuto la consistenza di una vera unità celere, il colpo ardito sul Alcaniz avrebbe potuto prolungarsi molto oltre e il nemico non avrebbe avuto il tempo di affluire, come fece, in forze e organizzare l'accanita resistenza tra Guadalope e Matarrana. b - preminente valore assunto dal carro nella lotta moderna, che vuole essere travolgente; sia nel sistema dei celeri (carro veloce) che nell'ambito delle fanterie (complesso di corazzati, fino al carro d'assalto). Il carro rappresenta oggi in unità di qualsiasi tipo il primo elemento d'urto: procede sempre in testa o scavalca, quando si debba cozzare. Fa da scudo, da battistrada. Dove compare s'ingaggia la lotta più cruenta o dove più ruggisce


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la battaglia accorre per spegnerla; lavora soprattutto col suo movimento, inesausto e rapido, conclude col suo fuoco e col suo peso, distrugge l'ardore di ogni difesa specie quando pilotato sapientemente, raggiunge il nemico in terreno difficile dietro i ripari creduti insormontabili. Si protegge, anche contro l'incessante aumento quantitativo e qualitativo degli anticarro, con la sua mobilità; con l'adattabilità al terreno, con la sagoma, con la corazza: qualità molteplici da distribuirsi costruttivamente in armonia al tipo del carro. c - necessità di una più chiara coscienza dei concetti di cooperazione con 1 carri. 2 -

Cooperazione con i carri

Alla precedente esperienza, già ricca di profitto e di insegnamenti, si aggiunge per confermarla in pieno quella del ciclo aragonese. La vita realtà che si manifesta sul campo della lotta moderna, pone in risultato l'importanza preminente - nella sua funzione e capacità d'urto del carro, come elemento sempre necessario, talora indispensabile, di primo scatto, di rottura, di accompagnamento; elemento che deve agire da rullo, da trapano e da scudo, per il superamento delle crisi della fanteria in attacco e per creare e mantenere la crisi nel campo nemico. Parlare di capacità di penetrazione di una semplice fanteria, sembra ormai argomento sorpassato; giova sostituirlo con concetto di «capacità di penetrazione dell'unità carro - fanteria». Non è contrario alla verità constatare, anche in questo ciclo aragonese, che tutte le volte che i carri non sono intervenuti in un dato settore il combattimento è divenuto sanguinosissimo, talvolta è stato infruttuoso e tutto ciò indipendente dagli altri fattori, all'uopo accresciuti a titolo di compensazione. La riprova positiva di tale essenziale importanza si ha osservando il contegno tenuto da chi ha dovuto subire la terribile azione morale e materiale dei carri; dai «rossi)> cioè, che non hanno mai· dico «mai» - resistito in posto l'urto di queste minuscole armi di acciaio (anche se ben provvisti di difese anticarro) quando appena appena il t erreno ha ad esse consentito di muoversi fuori strada, di inerpicarsi, di arrivare in prossimità dell'attrito, specialmente quando la rotta volgeva al tergo o al fianco dell'obiettivo. Ma su questi vecchi carri d'assalto ha gravato tutto il peso del lavoro tattico che si deve precedere per un «sistema di carri». Hanno aperto il combattimento, elemento di raccordo tra la preparazione massiccia di aviazione e d'artiglieria e la lotta delle fanterie: procedendo sui reticolati e aprendo varchi, manovrando sul tergo delle posizioni, spegnendo le armi automatiche e, in attesa delle fanterie, indirizzando puntate in profondità. - Questo sarebbe compito dei carri di rottura. Raggiunti dalle fanterie hanno ripreso la loro fu nzione di carri d'assalto,


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spesso iniziando corse da «veloci» per non perdere la fuggevole occasione propizia; più spesso r ealizzando collegamenti tra colonne pericolosamente separate, anche nottetempo, e assicurando in azione e in sosta fianchi dubbiamente esposti. Troppo per questi soli carri d'assalto; comunque è giocoforza riconoscere che nel campo tattico si manifesta imprescindibilmente questa necessità: «carri a tutti · carri in testa · carri per tutti i compiti». Non vi è fase della battaglia che sfugga a tale esigenza; credo che sia un torto ed un pericolo terribile non ammettere che la loro importanza nel campo della lotta si mantiene integra e preminente in tutti i suoi momenti. Da siffatte osservazioni derivano: - sempre maggior sentito bisogno di unità carriste e necessità di aumento, anche in relazione al principio dell'impiego «a massa}>, alla cui legge i carri, come tutti gli altri mezzi bellici, debbono soggiacere; legge che sottintende inoltre congruo scaglionamento in profondità per alimentare e mantenere costan· te ed efficiente la massa; - necessità di apportare al carro le migliorie tecniche richieste dalla esperienza, per renderlo più abitabile, più protetto, più comandabile, più capace di esplicare liberamente la grande mobilità di cui è fornito (visibilità), più svincolato dai rifornimenti (autonomia), più efficace nella sua azione sussidiaria di fuoco, più idoneo a reagire alle grosse offese degli anticarro o dei carricannone; più completo in definitiva e corrispondente alla grave e delicata funzione che gli spetta; . - necessità infine di un reale e pratico ambiente di cooperazione fra carri ed unità che li impegnano (fanteria - celeri) o che debbono proteggerli (armi di accompagnamento - anticarri - artiglieria). La cooperazione mira: - direttamente, al massimo sfrutamento razionale ed utile del mezzo e all'attuazione dell'altro principio di impiego «la sorpresa»; è ovvio discuterne il grado di importanza. - indirettamente, alla conservazione del mezzo (in esso compresi gli equipaggi che, specie i piloti, sono di difficile sostituzione) attraverso il suo uso razionale. Questo vuole dire di escludere in modo assoluto, non solo l'uso irrazionale del mezzo, ma anche la sua usura e la tendenza al suo possesso definitivo, che oltre ad inconsapevolezza delle sue esigenze umane degli equipaggi e tecniche delle macchine, potrebbe dimostrare spirito egoistico o peggio incerta valutazione della propria situazione. La media di lavoro degli equipaggi, raggiunta sia durante il ciclo santenderino che durante l'attuale, di 14/15 ore di lavoro sulle 24 ore oltre altre cinque ore di media per il rifornimenti le rimesse a punto del materiale e le piccole riparazioni, sono evidentemente troppe. La cooperazione che deve arrivare ogni momento della lotta e integrarsi in tutti i suoi sviluppi, sarà tale soltanto se poggia su una preparazione anzitutto


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di dottrina e di morale militare (partecipare alla battaglia come attori intelligenti e non come spettatori svogliati) quindi su una preparazione specifica {in• tese preventive per l'azione). Preparazione questa più o meno elaborata, a seconda del tempo disponibile, ma indispensabile anche se rapidissima (cooperazione con le truppe) in relazione almeno all'orientamento complessivo, all'obiettivo ed ai compiti e, infine (cooperazione con le armi di accompagnamento - con gli anticarro - con le artiglierie) per prestabilire un'atmosfera di sicurezza all'azione dei carri, tanto più necessaria quanto maggiori sono i mezzi impiegati dall'avversario e minori le proprie possibilità in carri cannone. Un preventivo, sia pur sommario, inquadramento dell'azione dei carri è condizione indispensabile per l'utile loro rendimento per giustificarne l'impiego e talvolta il sacrificio loro. L'operazione dei carri va poi seguita e osservata attentamente nel suo sviluppo, sia per azionare la rete di sicurezza prestabilita, sia per compensare attraverso la sensibilità dei comandanti, e, quindi, l'intervento delle armi adatte, le deficienze degli accordi preventivi dovute alla impossibilità evidente di tutto prevedere e alla ristrettezza del tempo disponibile. Occorre infine, come atto conclusivo, che le fanterie - nelle azioni che si sviluppano in loro stretta cooperazione - seguano immediatamente i carri sull'obiettivo (nella stessa direzione - in azione concomitante - o, meglio, da diverse direzioni in azione convergente) se si vuol mantenere sul serio l'obiettivo raggiunto dai carri, - evitare ai carri di insistere in perdita sull'obiettivo - non costringere i carri a ripetere per un numero X di volte, con pericolosa usura, i percorsi, per dare mano e impulso alle fanterie, - non condannare i carri abbandonati, a sacrificarsi inutilmente. Questo fa capo per un verso agli accordi preventivi nella cui sede, in relazione al terreno ed ai percorsi, si stabiliscono i momenti di scatto; ma per un altro verso, alla decisiva volontà dei fanti di muovere alle ·basi di partenza, almeno e sicuramente, dopo lo scatto dei carri. Un certo distacco tra fanti e carri si produrrà comunque sempre e sarebbe anzi da prescrivere - entro certi limiti e con adeguati procedimenti - a modificazione del criterio oggi in vigore in tutti gli eserciti europei; è necessario però l'intervento di un elemento di raccordo, costituito da reparti leggeri d'assalto, armati di moschetti automatici e bombe, adusi a seguire materialmente i carri anche su percorsi lunghi e faticosi e a consolidare, assieme ai carri stessi, i risultati conseguiti, fino all'arrivo delle fanterie di linea. In Italia abbiamo truppa già predisposta spiritualmente e fisicamente a tale impiego (arditi - bersaglieri) Soggiungo per di più, che è bene che tale truppa sia alle dipendenze del Comandante carrista nel campo tattico, rispettando però, il criterio immutabile della dipendenza del comandante di fanteria responsabile.


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Sull'argomento niente è stato detto che non trovi ragione nella constatazione di una realtà completamente opposta, in cui quesci basilari principi vennero negletti, come più chiaramente confermano i tre allegati che riportano i rilievi, in materia, da me subordinatamente fatti nel vivo delle azioni combattute. Deriva la necessità di una revisione dei concetti di cooperazione, di una più completa e pratica assimilazione di essi, estendendoli anche all'A-viazione, per una suà nuova, generosa ed utilissima prestazione. Tutto questo per ottenere che una massa di carri, o varie masse di carri di tipo distinto, per tempi opportuni, intervengano per procedere, e per lanciare, o per accompagnare la fanteria, di obiettivo in obiettivo, in modo da rendere il suo movimento e la sua manovra continui, inserorabili, conclusi-vi. Accanto al combattente a piedi deve ormai mettersi decisamente un sistema di corazzati. comprendente: - carri (medi o pesanti) di rottura (cannone e mitragliatrici) per precedere l'attacco in terreno organizzato - carri (medi) d'accompagnamento (stesso armamento) per precedere l'attacco in terreno libero, o per scavalcare i carri-rottura e condurre l'attacco in profondità, e per agire a sostegno dei carri d'assalto nella loro speciale azione; - carri d'assali:o (mitragliatrici) per l'azione coi celeri; - autoblindo (cannone e mitragliatrici) per l'azione con i celeri. Quando sarà realizzato questo program ma; quando si potrà addivenire alla divisione del lavoro tattico tra masse di carri e averne disponibili ad ogni richiamo per i compiti piu svariati, più impensati, più imprevedibili, saranno p1)mi i carristi a gioire nella possibilità senza limiti di essere fedeli ed ossequienti al principio che, in guerra nella lealtà della lotta, nel vivo del combattimento, è pur lecito adoperare il mezzo che si ha a disposizione nell'uso più utile e necessario imposto dalle contingenze. 3 -

Considerazioni e note tattico-tecniche a -

sul carro d'assalto (-veloce} Fiat-Ansaldo

Meccanica ottima, ha consentito i risultati ottenuti, sia nel campo dei celere (suo impiego classico) che in quello delle fanterie in virtù della sua vitalità, del suo movimento, della sua piccola sagoma, della robustezza dei suoi organi - specie esterni di traslazione - oltre che, naturalmente, della singolare levatura fisico-psichica, già messa nel rilievo, degli equipaggi. Sempr~ gli stessi carri e in attivo tutti i cicli operativi, da quello di Madrid e Navalcarnero (novembre-dicembre 1936) all'attuale. Hanno subito tutte le prove, confermando sempre le loro qualità di alto rendimento. I carri tedesco e russi non reggono, al confronto, in vivacità, in maneggevolezza, in prestazioni: in rendimento t_attico; essi partecipano pigramente alla


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battaglia, non hanno mai dato un apporto decisivo e travolgente, manifestano la loro presenza con azioni limitate e procedimenti monotoni; il carro d'assalto ha vinto le sue battaglie! In virtù delle sue minime dimensioni e delle sue qualità tecniche, costituisce un vero proiettile animato che procede rapidamente e minutamente sul terreno - indifferente alla quasi totalità degli ostacoli naturali -, falciandolo e battendo palmo per palmo fino all'obiettivo. È piccolo, poco protetto e poco armato: ma in questo sta la sua grande anima, vibrante di movimento; è fatto per travalicare le distanze e precipitarsi sul nemico: è tutto! Nikudan! Quel che manca al nostro carro è la comoda e dettagliata organizzazione interna come mezzo di battaglia; e in questo è superato dal carro leggero tedesco. I tecni~i spagnoli, infatti, affiancati da un Ufficiale di artiglieria italiano dei servizi tecnici (purtroppo anche in questo caso lasciando in disparte i tecnici dell'impiego, cioè «quelli che devono usare l'arma, viverci e conservarla attraverso vicende di suprema importanza») hanno realizzato un carro nel quale la parte meccanica, cingolatura compresa, è del nostro carro e la torretta e la sistemazione interna sono derivate dal carro tedesco. Gli inconvenienti che occorre eliminare per perfezionare il nostro carro d'assalto e per rendere possibile lo sfruttamento completo delle sue eccellenti qualità, sono (una volta ancora) così elencati: - av-viamento del motore; l'avviamento a manovella dall'interno è difficile, non sempre possibile. Sotto ti fuoco intenso ho visto equipaggi uscire dal carro ed esporsi crudelmente per rimettere in moto dall'esterno. In tali condizioni non vi è dubbio sulla verità della constatazione. Occorre una messa in moto interna sicura (non a mano) - rovesciamento del carro è successo con piloti espertissimi, in terreno nemico - quindi sconosciuto - a seguito di ostacoli difficili improvvisi. Il recupero del carro sotto il fuoco concentrato delle armi automatiche nemiche è un tentativo doveroso e generoso; non sempre possibile. Infatti ciò è avvenuto per un carro capottato nelle linee nemiche in zona del quadrivio di Mirablanca e l'equipaggio è stato condannato a morte lenta. Occorre: aumentare la stabilità laterale; consentire all'equipaggio la possibilità di tentare l'uscita dal carro capovolto, praticando una uscita di sicurezza nel fondo del carro o lateralmente . . - scarsa autonomia; la realtà è 80/90 km. contro i 150 teorici, ovvero da tre a quattro ore. Il serbatoio di benzina deve essere portato a una capacità di non meno di 100 litri (magari di più) a costo di sacrificare, per esempio, munizioni che abbondano nella dotazione del carro. Sulla attuale autonomia incide la deficienza relativa all'avviamento dd motore dall'interno; in combattimento bisogna tenere i motori sempre accesi, perchè è sempre una difficoltà o un pericolo rimetterli in moto; molta benzina quindi si consuma necessariamente, ma senza positivo vantaggio.


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- sportelli; studiare altro sistema, più maneggevole e di utilità come protezione dell'equipaggio a sportelli aperti. Sportello a due battenti incerniati anteriormente e posteriormente, suscettibili di fissaggio in posizione verticale e, chiusi, bloccati da un catenaccio centrale. - collegamento tra carri; è per ora affidato all'asta da segnalazioni, poco visibile in terreno ondulato e coperto: cioè terreno di guerra. L'inconveniente si riflette dannosamente sulla comandabilità delle unità carri (nel plotone deve esplicarsi in effetto per imitazioni sul carro comando; nella compagnia ed unità superiori sulla base degli ordini dati in partenza e in parte per imitazione) e grava sulla cooperazione fra carri e fra carri e fanteria. S'impone l'adozione di apparecchi radiofonici nei carri, di tale natura da assicurare il collegamento in pieno movimento e nel raggio almeno di un chilometro. - visibilità; nulla per il capo carro, deficientissima per il pilota. L'inconveniente limita la comandabilità, la mobilità del carro in terreno vario e la coesione dei reparti. Costituisce perciò la più grave deficienza. In pieno combattimento pur di vedere, gli equipaggi aprono gli sportelli visivi; la maggior parte dei feriti carristi sono stati colpiti agli occhi, al viso, nella parte alta del petto, se non da proiettili, da frantumi e schegge penetrate dalle feritoie, che, naturalmente, sono di preferenza prese di mira dal nemico. Occorre ingrandire le feritoie e proteggerle, come è stato già realizzato a bordo dei carri tedeschi e russi con adatti cristalli. Schegge e parti di piombo penetrano anche dagli interstizi tra casamatta e scafo e la feritoia di mira della casamatta, mentre non serve per mirare, è la via più facile di proiettili che non risparmiano mai il capo-carro. La camera di combattimento è quindi esposta alle offese molto più di quanto un carro dovrebbe consentire. - protezione; questione molto dibattuta: io insisto sui miei concetti. Prima protezione è data dal movimento; già richiesto, del resto, dalle caratteristiche del mezzo in relazione al suo impiego. Per questo il nostro carro è stato colpito da ancicarri soltanto allora che difficoltà di terreno l'hanno stretto ad arrestarsi. Le artiglierie non hanno dimostrato apprezzabile efficacia contro, il nostro carro - anche quando l'hanno preso sotto imponenti concentramenti appunto a causa della sua grande mobilità e della sua adattabilità al terreno, mentre la corazzatura basta a fermare le schegge. La corazza del carro d'assalto, addizionata all'abilità del pilota, completa il fattore «protezione» insito nella capacità di movimento e nella p iccolezza della sagoma, conducendo alla conclusio11e pratica che il nostro carro è unicamente vulnerabile ai proiettile anticarro - in condizioni di immobilità o semi-im-


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mobilità - ed è invulnerabile ai tiri di fucile, mitragliatrici, alle bombe fumogene e incendiarie, alle mombe a mano di qualsiasi tipo, comprese quelle anticarro usate dai «rossi» negli ultimi combauimenti e lanciate di prepotenza contro gli organi esterni di traslazione, senza conseguenze sensibili. U na maggiore corazzatura (problema tecnico relativo alla protezione effettiva contro proiettili anticarro) porterebbe ad un peso di ordine superiore contrastante con i concetti d'impiego del carro veloce e di assalto e ne limiterebbe le prestazioni, facendo perdere molto di più di quanto si può nell'altro guadagnare. È doveroso invece - anche per considerazione d'impiego - ricercare una maggiore protezione tattica, nella combinazione di unità carriste miste, che dispongano cioè anche di carri-cannone, destinati a sostenere in modo specifico la massa dei carri d'assalto. T ale funzione, in via di ripiego, è stata qui devoluta ai pezzi anticarro, vi è tuttavia il proposito da suggerire un miglioramento di corazzatura e riguarda la lamiera di fondo, in corrispondenza della cabina: il carro in terreno rotto è spesso impennato ed offre al tiro nemico la stiva - parte anteriore - che è sprovvista di lamiera veramente protettive. Giova rinforzarle, provvedendo contemporaneamente a praticarvi l'apertura di sicurezza. - armamento: la mitragliatrice Fiat mod. 35 è un'ottima arma per fanteria ma non è adata per il carro, che richiede invece un'arma appositamente costruita per le sue speciali condizioni e necessità. I gravi inconvenienti cui da luogo la Fiat applicata al carro sono stati segnalati nelle precedenti relazioni: arma ingombrante e complessa - limitato settore orizzontale di tiro - sistema di alimentazione a nastro che, date le infinite posizioni assunte dal car ro e perciò dall'arma, dà luogo a manchevole funzionamento; mentre polvere e. terriccio aspirati dal carro (risucchio della ventola) producono inceppamenti, che non possono essere riparati nelle condizioni di ambiente in cui si t rova il tiratore capo-carro. D'altro canto invece l'azione, che tocca il massimo della violenza e della rapidità, richiederebbe il facile maneggio e il più spedito funzionamento dell'arma. Qucsro dal punto di vista meccanico; dal punto di vista balistico non tanto si sente a bordo del carro il bisogno di un'arma per battere bersagli animati - contro i quali è preminente il fattore movimento (azione morale e di schiacciament0) - quanto invece di un'arma più potente, idonea all'azione perforante alle brevi distanze: corta, meno celere nel tiro, calibro 10-12 (tipo mitragliatrice aviazione), con pallottole perforanti, traccianti, esplosive, incendiarie. Munizionamento sufficiente: mille colpi, installati lato capo-carro. T utto lo spazio guadagnato !aro pilota, sfruttarlo per benzina. b) sul carro lanciafiamme Fiat-Ansaldo. Il nostro lanciafiamme a bordo del carro è indovinatissimo, abbinato ad una


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mitragliatrice del tipo invocato costituirebbe un armamento di primo ordine. I tedeschi hanno cercato qui in Spagna di applicare sul loro carro un lanciafiamme: pompa manovrata a mano e getto di una ventina di metri: naturalmente serbatoio del liquido infiammabile a bordo. Questo è quello che la pratica ci ha già suggerito fin dagli esperimenti somali; proposte anche sono già state completate e iniziative prese già nel senso: - di abolire il rimorchietto porta-liquido, perchè rallenta la marcia, rende il carro impacciato in terreno vario, è soggetto ad avarie di assale, di timone e di tubo corrugato di unione alla pompa; - di applicare un serbatoio porta-liquido, sul carro, superiore alla cabina delle macchine, in modo di non superare l'altezza massima attuale dello scafo (cabina combattimento) e di consentire sempre una sufficiente apertura degli sportelli di macchina. I due carri lanciafiamme qui esistenti sono stati trasformati con materiali di ripiego (sullo stesso tipo della trasformazione da me precedentemente attuata presso il 3° Reggimento Carristi di Bologna) e hanno funzionato benissimo in azione, senza distacco dagli altri carri, fintantochè i serbatoi, di lamiera non indurita, non furono colpiti. I due rimorchietti vengono usati per il rifornimento benzina in azione: sono distribuiti uno per ogni Comando di Battaglione Carri, vengono rimorchiati da un secondo carro dato in organico al Comando di Btg. e hanno reso servizi preziosi, per quanto ancora limitati.

c) sul carro d'assalto con mitragliera da 20. mm. È in prova presso il Raggruppamento un carro con mitragliera da 20 mm.: tolto l'abbinamento delle mitragliatrici, con apposito adattamento della casamatta e speciale sistemazione dell'arma, è stata applicata la mitragliera. La brevissima esperienza fatta non consente conclusioni: ma si è evidentemente nel campo dei ripieghi per riparare alla mancanza in posto del carro di accompagnamento. Infatti se si lamente il soverchio ingombro dalla Fiat 35, peggiora la situazione del capo-carro la mitragliera da 20; la visibilità del pilota viene leggermente limitata verso sinistra; l'equilibrio del carro scompensato di 200 kg. sul lato sinistro. Tutto ciò per risolvere con una sola economia malintesa due problemi che s'impongono ben distinti: - dotare il carro d'assalto di armi che gli consentano la difesa contro mezzi similari di maggiore potenza e maggiore armamento; - ottenere un carro d'accompagnamento. d) sul carro russo preda bellica È stato esperimentato sia come mezzo in mano al nemico, sia in proprio, come sostegno dei carri d'assalto. Armata in torretta di un ottimo cannone (da 45 mm.) e di due mitragliatrici


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da 7,62, è meccanicamente deficientissimo, lento su strada, impacciatissimo in terreno rotto, instabile sugli ostacoli, di facile rottura di perni e maglie di cingolo nonchè di scarrucolamento, ha un motore raffreddato ad aria che riscalda ernomemente, portando al rosso tubi e marmitte di scarico, per cui ha bisogno di tanto in tanto di fermarsi per riprendere fiato. Durante il ciclo operat ivo Rudillo - Tortosa, il Raggruppamento ha avuto una sezione di tali carri (5 carri del tipo Vickers - Armstrong A. e B., peso tonnellate 8 1/2). In pochi giorni, pur limitandomi ad impiegarli su strada e in azioni lente e di piccolo raggio, tre si sono resi totalmente inservibili per ragioni meccaniche. Per tenere in forza la sezione misi in opera tre carri catturati al nemico; due nuovissimi del tipo sopradetto ed uno del t ipo medio T. 28 (sull'esemplare del carro medio Vickers - Armstrong da 18 T.) che ha le seguenti caratteristiche: motore di aviazione da 500 cv. spessore corazze 25 mm. torretta col solito cannone e tre mitragliatrici, equipaggio 5 uomini, massima velocità teorica 50/60 km. alla quale si avvicina quando, tolto il cingolo muove sulle ruote. Questo carro da 28 T. quando è comparso in battaglia da parte rossa si è immobilizzato, preda dell'artiglieria, o si è incendiato. I carri da 8 tonnellate sono riusciti invece a fare qualche cosa; ma gli inconvenienti già segnalati, immobilizzandoli quando sarebbe occorso lo sforzo maggiore e più sicuro, hanno condotto i carri più audaci ad essere facile preda delle bottiglie di benzina! È indubitabile che i mezzi corazzati dei rossi, r inunciando alla loro funzione essenziale offensiva e d'impeto segnalano un fallimento, circoscritto a quei tipi costruttivi; prat icamente hanno funzionato da cannone blindato mobile, acquistando sicurezza dall'agguato ed efficacia dall'eccellente arma. L'esperienza da noi fatta direttamente è decisiva; otto carri usati parsimoniosamente con lunghi turni di officina, curatissimi, mossi su strada, non in azioni dirette ma in funzione di accompagnamento di quelli di assalto, si son ridotti a uno solo che, prima di intraprendere il raid Gandesa - Morella - Mas de Barberasn - Tortosa ho restituito - pago dell'esperimento fatto. Il comandante di una unità car'ri russi sa dunque con quanti carri parte, ma ignora con quanti carri arriva; peggio con quanti carri potrà agire e. infine, se e come potrà agire.

e) sulle autoblindo·m itragliatrici. Quelle che ha il Raggruppamento sono del vecch io tipo Lancia l.Z.M. da considerare sorpassate. In mancanza d'altro vengono adoperate con la cautela richiesta dalla miglior salvaguardia degli equipaggi. Ogni volta che sono entrate in azione hanno riportato il personale nelle quasi totalità colpito, o dalle feritoie o attraverso il blindaggio. Sono state esperimentate, e sono in uso tutt'ora un'autoblindo russa cannone, torretta simile a quella del carro da 8 T. col solito pezzo da 45 mm. corazzatura ottima - ruote di gomma spugnosa, tipo Airless - due mitragliatrici


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una in caccia e una in torretta) e due autoblindo r usse leggere (da ricognizione), piccole, veloci, armate di una sola mitragliatrice in torretta e ben corazzate. Tutto materiale ottimo, specie l'autoblindo cannone; questi tre mezzi sono stati adoperati di preferenza e si sono addimostrati utilissimi, per fino blindo cannone in testa - in accompagnamento, su strada, di carri d'assalto impegnati su terreno laterale. Nella vasta gamma di impiego delle truppe celeri le autoblindo assolvono compiti essenziali e caratteristici preclusi ad ogni altra arma: di sorpresa verso il nemico, di dominio della rete stradale, di padronanza delle retrovie mal sicure, di collegamento tra unità spinte in territorio nemico, di fiancheggiamento. Come è stato un tempo sostenuto, il carro veloce non sostituisce ]'autoblindo; nell'unità celere le due armi si integrano. Occorre l'autoblindo moderno poco ingombrante, più protetta, di facile manovra per il dietro front o meglio a doppia guida, velocissima su strada (pneumatici che rifiutino il proiettile), capace di relat ivo movimento fuori strada, armata di cannoncino in torretta e di due mitragliatrici: una in caccia e una in ritirata.

f) motomitraglieri Sono stati impiegati, quando fu possibile, non nel loro tipico impiego di rapido trasporto di fuoco da un punto all'altro del largo campo d'azione dei celeri o di subitaneo improvviso rinforzo di fuoco, perchè è sempre mancata al raggruppamento la truppa caratteristica per imbastire azioni da celere; quando si volle rimpiazzare tale truppa con fanterie autoportate, l'azione risulta slegato nel tempo o nello spazio. - per la disponibilità di un'unica direttrice di marcia, spesso di difficile percorribilità per colonne autocarrate; - per la diversa velocità di traslazione di mezzi, accentuata dalle difficoltà di percorso; - per la mancanza o quasi di reparti motociclisti (motomitraglieri) per le funzioni di sicurezza e di collegamento (esiste nel Raggruppamento soltanto un piccolo nucleo di 6 fucili mitragliatori su moto); - per la mancanza degli elementi - bersaglieri ciclisti e cavalleria che, provvisti di mezzo celere individuale di trasporto, possono e debbono imbastire il quadro speciale d'azione entro cui i mezzi meccanizzati possono a loro volta operare. Sicchè in definitiva è occorso, invece, che l'azione è stata iniziata, condotta e definita soltanto dai carri, col concorso e rinforzo di fuoco delle motomitragliatrici - mentre la fanteria è giunta sempre tardi e soltanto per sostituire sulle posizioni i gruppi meccanizzati. Ma questo non può essere assunto a sistema, in quanto ebbe qui esito felice, principalmente per le condizioni particolari d'ambiente nelle quali poterono essere improvvisate le colonne celeri e per le contingenze caratteristiche del nemico.


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L'azione dei motomitraglieri fu quindi - quando possibile: Muniesa, Alcaniz, Calaceitem Gandesa, Tortosa, - di contorno e di rinforzo all'azione dei carri, per il mantenimento di posizioni dai carri stessi occupate e per costituire basi dalle quali sviluppare più libere ed ampie attività, senza perdita di tempo. g) materiale anticarro Il Raggruppamento ha in dotazione i seguenti pezzi anticarro: - pezzo da 47 mm. italiano - pezzo da 37 mm. tedesco ed ha inoltre sperimentato: - pezzo da 45 mm. russo (è la stessa bocca da fuoco del carro russo) perchè, catturata ad Alcaniz una sezione di due pezzi perfettamente efficiente, venne assorbita nella batteria anticarro e impiegata nelle azioni successive. Tale materiale è stato impiegato di massima per sezione. Pregi e difetti di tali materiali, complessivamente riguardati, portano alla conclusione che, meccanicamente e balisticamente, il pezzo da 45 mm. russo sia il migliore. Rispetto al pezzo tedesco, il 45 russo, che è nato dopo presenta varie analogie, tutte perfezionate. Occorre però tener conto del fatto che il pezzo tedesco ha qui in distribuzione la sola granata perforante, con gittata utile sotto i mille metri, mentre le caratteristiche balistiche dell'arma inducono nel sospetto che i veri proietti siano tenuti segreti. Il pezzo da 47 italiano, che data dal 1936, ha caratteristiche costruttive e tecniche sue proprie; complessivamente è un'ottima arma, colti alcuni inconvenienti - quali: sospensione elastica da scartarsi perchè le mezze balestre si rompono facilmente - mancanza degli scudi - meno maneggevole - non suscettibile di traino. Adopera granata perforante e granata per fa nteria. Con la perforante raggiunge la gittata di 1500 metri ma per il preciso tiro anticarro può venire impiegato utilmente soltanto alla distanza di 5/600 metri. Altrettanto deve dirsi nei riguardi del tiro anticarro del pezzo tedesco (limitatamente però al proietro qui in uso). Ne consegue che i nostri pezzi finiscono per non poter praticamente agire con efficacia, in quanto il carro cannone russo - contro cui dovrebbe attuarsi la loro azione - avendo un'arma la cui p recisione di tiro si estende molto oltre 1000 metri, si mantiene avvedutamente ad una distanza superiore alle possibilità dei pezzi da 37 a 43. Il pezzo 45 invece, stessa arma del carro russo, si oppone con le seguenti caratteristiche di ciro: - granata perforante - gittata 2000 m. - granata per fanteria - gittata 4000 m.


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Il peso del pezzo risulta però superiore - 500 kg. - contro i 325 Kg. del pezzo tedesco scudato e i 350 dell'italiano. È chiaro comunque che, nei confronti dell'efficacia la precisione della bocca da fuoco anticarro dovrebbe essere estesa ad almeno 1000 m; necessità tanto più evidente se si pensi che il tempo a disposizione del mezzo anticarro, per esercitare la sua importante funzione, e sempre limitato fuggevole, per cui occorre più largo margine d'azione. Questi sono i dati tratti dall'esperienza fatta; ho però da precisare che tali pezzo hanno operato ed operano in un quadro d'azione (Raggruppamento) diverso da quello nel quale debbono precipuamente agire (unità di fanteria); il che influisce in modo sensibile sui più importanti aspetti del loro impiego tattico. Il pezzo anticarro è arma eminentemente difensiva; nel raggruppamento si è trasformata in arma puramente affensiva. Accoppiata ai carri ha assolto funzioni di accompagnamento, in mancanza dei carri cannone; e in tale ripiego avviene ineluttabilmente che il pezzo anticarro non potendo seguire i carri autostrasportato o auto-trainato -, deve farlo a terra spinto a braccia dai serventi o, sui percorsi lunghi, ai traino dei carri stessi . Gli inconvenienti sono evidenti, specie in terreno rotto (nella puntata su Mazaleon un pezzo da 37 venne messo fuori uso dalle condizioni di terreno mentre veniva rimorchiato da un carro) e, nella prima ipotesi, i serventi devono seguire - parte di corsa, parte arrampicati sui carri - allo scoperto portando le munizioni. Il personale ha fatto sempre miracoli di ardimento, anche quando, avendo dovuto portare audacemente i pezzi alle brevissime distanze in reciproco sostegno con i soli carri, è stato assogettato a gravi perdite (nella puntata offensiva sulla strada di Cherta un pezzo con tutti i serventi è stato colpito in pieno dall'artiglieria avversaria); ma nessuna audacia potrà annullare la disparità dei mezzi in rapporto alla velocità, alla adattabilità al terreno, alla vulnerabilità - nè svincolare l'azione dei carri da molte limitazioni quando ad essa è indispensabile anche l'appoggio anticarro - nè ridare vitalità ai serventi quando si sono esauriti in uno sforzo sovrumano. Tutto ciò, per altra via, conferma la necessità del carro-cannone, per la fu nzione di accompagnamento dei carri d'assalto e veloci, e dell'autoblindo-cannone, per particolari azioni nell'ambito delle truppe celeri, nei quali il pezzo si muove col veicolo - in piena armonia con le altre armi intorno operanti - e trovasi conscantemente in batteria. 4 -

Note organiche

a) Battaglioni carri di assalto Hanno due compagnie ciascu no su tre plotoni carri d'assalto. Due compagnie sono poche; su ere compagnie il btg. avrebbe potenza e possibilità sufficienti, senza risultare pesante. Avrebbe cioè consistenza tattica e, assieme, snellezza di servizi.


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Ciascun plotone ha 4 carri; la compagnia 13 ca'rri con quello del comandante. Non conviene lasciare alla compagnie i carri di riserva; conviene riunirli in un plotone carri riserva, presso il comando di btg. Tale plotone (tre squadre corrispondenti alle tre compagnie - aventi ciascuna carri ed equipaggi di riserva) unitamente al plotone comando (squadre: comando - servizi - riparazione e recuperi) porta alla costituzione della compagnia comando. Il terzo plotone di questa compagnia potrebbe essere di carri-cannone (su t re squadre di due carri ciascuna); questa dose di carri d'accompagnamento appare sufficiente nel btg. carri d'assalto, per disporre - seconda dei bisogni con criterio variabile di decentramento. Risulterebbero così nelle mani del comandante di btg. tutti gli elementi necessan per: - rifornire e riparare i mezzi in distribuzione alle compagnie; - tenerli a numero in caso di perdita; - sostenere le proprie compagnie nel campo tattico, con opportuna distribuzione dei carri-cannone. In particolare, quanto riguarda i rifornimenti in battaglia costituisce sempre grave preoccupazione. Nelle operazioni ultime si è dovuto spesso ricorrere ai più artificiosi ripieghi; talvolta si è risolta una grave crisi con fortunate risorse del campo nemico. Si rendono indispensabili: - 2 autobotti (una per benzina una per acqua) presso la squadra servizi di ciascun battaglione; - due rimorchietti - cisterna (possono servire quellli costruiti per i carri lanciafiamme) trainati da trattori tipo O.C.I. o, meglio ancora, due carri serbatoi (il nuovo tipo lanciafiamme proposto) che, senza nulla perdere delle loro caratterist iche di mezzi di combattimento e senza richiedere la giunta sempre ingombrante di nuovi mezzi, potrebbe tener disponibile sulla linea un bun quantitativo di benzina, per ogni compagnia carri d'assalto. Un'altro problema che è indispensabile risolvere, imposto da esigenze tecniche sue proprie, ma che viene anche ad incidere notevolinente sul problema dei rifornimenti è l'autotrasporto dei carri. I carro devono muoversi autotrasportati fino in prossimità del loro teatro di impiego; quindi discendere dagli autocarri, quasi a piè d'opera, e agire cingolati. Questa esigenza è largamente provata dalla doppia esperienza somalaspagnola: - per l'efficienza dei carri; - per evitare la prematura usura; - per conservare la resistenza fisica degli equipaggi;


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- per economia di carburanti; - per trasporto di maggiori scorte di materie di rifornimento; - per dare abitabilità agli equipaggi nelle posizioni di raccolta. Qui in Spagna, come misura di ripiego si è ricorso all'autocarro pesante Lancia RO a benzina e all'Isotta Fraschini a nafta; il primo risponde molto meglio mentre l'I.F. da luogo a molti inconvenienti e obbliga a un duplice rifornimento. In Patria il problema va osservato a nuovo e forse rivolgere gli studi a uno speciale autocarro a piano molto basso, capace di portare un carro e di trainarne un secondo su adatto carrello (sul tipo di quello in uso per il carro di rottura Fiat 3000). Ogni autocarro dovrà a sua volta essere provvisto di un grande serbatoio di riserva per benzina. Insisto su questo argomento del carburante al seguito immediato dei reparti, perchè - pur avendo sempre previsto largamente scorte di battaglia, vi sono stati casi di immobilizzazione di unità distaccate per esaurimento di provviste ed una crisi siffata volge facilmente in t ragedia. Per il servizio riparazioni e ricuperi, niente di particolare da osservare se non il già sentito e segnato bisogno di dotare il battaglione (squadra rip. e ricuperi) di aurogru ovvero di un trattore con verricello. b) battaglione motomeccanizzato ha vissuto in perpetua crisi per deficienze organiche della compagnia motomitraglieri; è indispensabile completarla. Per dare efficienza al btg. è necessario anche portare alla forza di una compagnia il nucleo dei sei fuci li mitragliatori esistenti (vedere precedente n° 2). c) altri reparto del Raggruppamento: niente da osservare.

IL COLONNELLO Comandante del Raggruppamento

f.co

V ALENTINO BABIN[


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PROMEMORIA PER S.E. PARIANI SVILUPPO DELLA PRODUZIONE DI CARRI ARMA TI ALLO STAB. FOSSATI

Il vasto programma di costruzione di carri armati per il R. Esercito, recentemente segnalato dalle Superiori Autorità ha imposto alla $oc. «Ansaldo» di esaminare le sue attuali possibilità ed i provvedimenti che dovrebbero essere presi per corrispondere alle esigenze militari. Ricordiamo che il nostro Stabilimento FOSSATI, dove questa forma di attività ha trovato la sua origine e la sua intensa realizzazione, ha già potuto provvedere nei decorsi anni alla produzione mensile di un rilevante numero di carri del tipo veloce, e potrebbe oggi provvedere ad una produzione di circa 22 carri al mese del tipo M. 11 con due turni di 10 ore di lavoro. Tuttavia il carro M. 13, sul quale si dovrebbe basare tutto il nuovo programma di lavorazione, rappresenta non solo r ispetto ai carri veloci, ma anche rispetto al carro M. 11 una assai maggiore entità di lavoro in conseguenza del maggior peso del carro, ed in relazione all'esistenza di una torretta girevole armata con cannone da 47. Ciò premesso riteniamo opportuno prospettare quanto segue: 1) - All'aumento di produzione di carri armati ci sembra conveniente - nell'interesse nazionale - di provvedere nell'ambito stesso dello Stabilimento FOSSATI perchè solo in questo centro produttivo possono immediatamente esplicarsi la somma delle esperienze e dei mezzi che hanno consentit0 in passato ,realizzazioni imponenti. 1) - In base ad un accurato e dettagliato studio da noi fatto, per poter eseguire la produzione di 25 carri M. 13 aumentabile in condizioni eccezionali del 50%, si è constatato che lo Stabilimento dovrebbe essere incrementato di mezzi ed impianti occupando una ulteriore area di circa 6.000 mq. in aggiunta a quella di 12.000 mq. attualmente adibita a queste lavorazioni. In queste condizioni si avrebbe uno Stabilimento idoneo a svolgere il lavoro massimo previsto nell'attuale programma per tutto ciò che concerne le lavorazioni meccaniche ed il montaggio di insieme dei carri. 3) - La produzione siderurgica occorrente per questo programma sembra per il momento eccedere la possibilità normale delle Acciaierie di Cornigl iano, essa comunque ulteriormente intensificata ed eventualmente integrata dal concorso di altre acciaierie, potrebbe, entro un ragionevole periodo di tempo (10 - 12 mesi) essere in grado di corrispondere all'intiero nostro programma.


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4) - Per realizzare questo incremento di impianti presso il nostro Stabilimento FOSSATI non appare altra possibilità che quella di utilizzare per le lavorazioni di carri armati le aree e parte dei macchinari a suo tempo predisposti per la lavorazione dei proiettili e bombe, loro zincatura, imballaggio ecc. Verrebbe infatti disponibile con questo provvedimento un'area di circa 4.500 mq. i quali potrebbero essere integrati con due nuove campate da costruirsi in adiacenza alla grande torneria in modo che nel complesso si avrebbero disponibili quei 6.000 mq. che i nostri calcoli indicano come strettamente necessari per far fronte al programma stabilito. 5) - Questo programma precluderebbe al FOSSATI la possibilità di future lavorazioni meccaniche di proiettili e bombe, circostanza questa che riteniamo sarebbe attenuata dal fatto che il FOSSATI potrebbe regolarmente passare àd altro Stabilimento i bicchieri greggi, e comunque compensata dalla possibilità di produzione dei carri armati non realizzabile per ovvie ragioni in altri Stabilimenti. 6) - Una decisione su questo argomento ha carattere della massima urgenza, e ciò perchè mentre è possibile iniziare la consegna in quantità ridotta dei carri a cominciare dal luglio p.v. 1940, i lavori di sistemazione e nuovi impianti, richiederebbe per la loro attuazione circa un anno e dovrebbero quindi essere intrapresi subito per poter assicurare la produzione dei 25 carri-mese a cominciare dalla fine del 1940.


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2877 del 26/11

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ARMATA: 2175 2g - 11

COMANDO DEL CORPO D'ARMATA CORAZZATO - Ufficio Stato Magg. -

Raffronto fra Le norme sull'attacco con carri armati nell'ambito della divisione in fanteria francese e Le possibilità di contrastarne l'azione da parte della nostra divisione corazzata con i propri mezzi organici. CONFRONTO DEI MEZZI OPPOSTI 1 - Un raffronto - fra l'organizzazione ed i procedimenti tattici esposti nel fascicolo «Opinioni francesi sull'attacco dei carri armati nell'ambito della divisione di fanteria» e la possibilità della nostra Div. Cr. di contrastare, con i propri mezzi o rganici, u n'azione del genere, - non è agevole stante la scarsa rispondenza degli elementi (n. - specie) costituenti le Gr. Unità stesse. Si tratta infatti

- da parte francese di: - 3 rgt. di ftr. (9 btg); -

1 raggruppamento di carri d i vario t ipo (4 gruppi= dai 12 ai 16 sqd.);

- 4 rgt. d' artiglieria (13 grupp i = 39 btr.), complesso adatto ad una vera e propria azione di rottura contro un nemico sistematico a difesa;

- da parte italiana di: 1 rgt. bers. motociclisti (2 btg.); -

1 rgt. ftr. carrista ( 4 btg. = 12 cp.);

-

1 rgt. artiglieria (2 gruppi = 6 btr.).

Basta il semplice raffronto delle truppe e mezzi sopraelencati per rendersi conto che la nostra Div. Cr. non è in condizioni di contrastare direttamente l'at-

taccante, se non forse in determinate circostanze di crisi dovute all'usura di questo verso la fase conclusiva dell'azione. 2 - Volendo d'altra parte approfondire l'esame comparativo delle norme d'impiego in combattimento dei due complessi tattici a confronto non si può prescindere da un preventivo esame dei mezzi di cui le unità stesse possono disporre.


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CARATTERISTICHE A. - Carri armati

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ITALIA

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FRANCIA

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N .N.


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Dallo specchio risulta: - superiorità dei carri francesi per corazzatura, peso, arma.mento; - superiorità dei carri italiani per velocità e autonomia; -

deficienza italiana in fatto di carri d'appoggio.

Ne consegue che i carri francesi sono come qualità, nel complesso, più po: tenti di quelli italiani. In quanto al numero:

In Francia: una divisione di fanteria ordinaria può disporre, al culmine dell'azione, di: 2

7

7

1

7

3 gr. carri d'accompagnamento pari a 90 2 gr. carri divisionali » » 90 2 gr. carri d'appoggio » » 15

In totale

195

7

135 carn 90 carn 30 carn 255 carri quasi con altrettanti cannoni

In Italia La Divisione Corazzata «Ariete», considerando completati i 15 carri medi tuttora senza cannoni, ha oggi: 1 btg. carri medi

pari a 30 carri;

3 btg. carri d'assalto

pari a 138 carri;

In totale

168 carri con 30 cannoni.

Avrà, quando saranno stati assegnati tutti i carri M previsti: -

4 btg. carri

M

pari a 1 8 O carri con altrettanti cannom.


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B - Amii anticarro

s

NUMERO di ,armi

Celeri1ì TJJ>O

POTERE

QUALITÀ

del mar.crialc

perfotintc

piastre

T

tiro al t•

NOTE

,\

T

o

Ftr.

F

Mitr. Hotchiss 13.2

R A N

Can. da 25 37 e.a. (2)

I

47 e.a. (2)

.e A

I T A

L l A

Oiv.

.. ..

.. .

Can. da 20 med. 35 • 37/40 e.a. 47/32

22 mm. a 500 e a 90° ace. al cromo

400

?

40 mm. a 500 e a 90° ace. extra duro

32 (1)

?

?

175 ?

?

?

?

?

200 25 20-25

24 (3)

.. ..

20 mm . a 500 e a 15° ace. speciale 34 mm. a 900 e a 90° 43 mm. a 500 e a 90°

D.

c... serve

normalmente per tiri e.a.

?

8

16 8

serve normalmente per tiri e.a.

(1) sono così ripartiti: 2 pezzi p. btg. ; 6 pezzi (I comp.) al C .do rg,:.; 12 pezzi (1 cp.) al C.do D iv.; 4 pezzi al gr. da ricognizione. (2) non si hanno dati in merito a queste armi speciali. (3) si sono considerate anche le btr. d 'accompagnameoco da 47/32 regg.li della divisione di ftr. schierata.


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Dallo specchio, anche mancandovi i dati relativi ai cannoni che costituiscono l'armamento dei carri armati, si può rilevare che nel complesso le caratteristiche tecniche delle armi anticarro nei due eserciti si equivalgono, e che l'efficacia di q ueste sulle corazze è tale da non assicurare la protezio ne integrale dei carri armati, i quali risultano particolarmente offendibili sulle fiancate e sul tergo. La superiorità numerica delle armi è notevolmente maggiore per la Francia.

C - Artiglierie Se si dovessero considerare le sole artiglierie organiche della divisione di fanteria francese e quello della sola Div. CR, si avrebbero quindici batterie contro sei; ma nel computo per lo studio in essere non si può non tener conto dei for midabili rinforzi che una divisione francese r iceve insieme con i carri armati, ed anche delle artiglierie della divisione italiana contrapposta alla francese nel settore in cui viene chiamata ad agire la d ivisione corazzata. Si ha allora, escludendo le artiglierie di C.A. e Armata, che, come è noto, spostano ancor più la bilancia in favore della Francia (si ricordi la grande «Reserve générale d'artillerie» che da noi manca o quasi):

- da parte francese (prendendo come base l'esempio tattico allegato al fascicolo in esame): 39 ber. divisionali; - da parte italiana (considerando la divisione binaria attuale senza i rinforzi delle artiglierie suppletive che per ora non esistono): 15 btr. (9 della Div. B e 6 della Div. Cr.).

D - Riepilogo Limitando le forze in presenza ai soli elementi che interessano il presente studio, e prendendo come base per la Francia l'c.sempio già citato e per noi la Div. Cr. ed una Div. B. si ricava: ELEMENTI

Carri armati

FRANCIA

180 (1)

ITALLA

180

Armi anticarro

58 (2)

32 (3)

Artiglieria Div.

39

15

NOTE

(1) 2 gr. carri divisionali 2 gr. carri R. 35 (2) Sono comp resi 6 pezzi da 75 su piatt. Arbel. (3) 24 della Div. Binaria e 8 della Div. Corazzata


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cioè una sensibile superior::l francese. Da notare che questa superiorità divente· rebbe ancora più forte se si do·vessero considerare le mitragliere da 13,2 contro i nostri cannoni da 20 mod. 35 e se si dovessero aggiungere ai carri francesi quelli di appoggio (almeno 13 per ogni gr. div. totale 26) che non figurano nel computo dell'esempio, a malgrado che a pagina 10 del fascicolo sia detto che ogni gr. di carri armati div. è rinforzato da una cp. carri d'appoggio. Da aggiungere poi, a nost ro disfavore, che le 144 mitragliatrici Hotchiss mod. 14 calibro 8 che armano i btg. delle divisioni francesi hanno pallottole perforanti che attraversano le fiancate laterali dei nostri carri d'assalto mod. 35 (mm . 8,5). Lo stesso non avviene per le nostre, perchè gli spessori minimi laterali dei carri francesi sono di mm. 14.

ESAME DEI CRITERI DI IMPIEGO 3 . Circa i criteri d'impiego esposti nelle norme francesi in esame è da porre in rilievo. a) per i «carri per l'azione d'assieme» (carri D): - il dipendere direttamente dal Comandante delle G. U. anzichè dai comandanti delle fanterie nel cui settore agiscono; - l'avere a volte frammisti carri d'appoggio incaricati di controbattere le difese anticarro più preoccupanti; -

il muovere in formazioni molto diradate;

- il fatto che, ove esistano sbarramenti di mine non potute preventivamente distruggere dall'artiglieria, essi cedano il passo alle fanterie incaricate dello sgombero degli sbarramenti stessi; - il tornare indietro alla ricerca della fanteria tutte le volte che si accorgono che questa non gli segue; - il fatto che appena in vicinanza dell'obiettivo (raggiunto senza soffermarsi soverchiamente per annientare le difese incontrate) diminuiscono la velocità e si matengono a perlustrare il terreno circostante per neutralizzare la resistenza sino al sopraggiungere dei reparti retrostanti; - il successivo loro r itirarsi in posizione di raccolta, prima di r iprendere l'azione contro i successivi obiettivi.

b) per i «carri d'accompagnam_ento»: - il loro procedere alla stessa velocità della fanteria ed in parte framm isti a questa (reparti mist i); il che, li rende facile bersaglio delle armi anticarro avversarie che fossero sfuggite al t iro dell'artiglieria ed all'azione dei carri per

l'azione d'assieme;


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- il loro arrestarsi prima di giungere sugli obiettivi della fanteria per non creare, con i carri per l'azione d'assieme già in parte, un eccessivo agglomeramento di mezzi sugli obiettivi stessi. c) per l'artiglieria: - che una breve preparazione deve sempre precedere ogni azione di carri allo scopo di annientare, almeno in parte, le difese anticarro avversarie; - che la riuscita dell'attacco dipende quasi esclusivamente dall3: efficace cooperazione dell'artiglieria di appoggio diretto; - che gli obiettivi successivi dei carri debbono consentire all'artiglieria di assicurare a questi la costante protezione; essere cioè a distanza tale da permettere l'osservazione diretta del terreno interposte;

- che i suoi obiettivi principali sono le armi anticarro; - che è prevista la creazione di «campane di fuoco» entro le quali procedono le ondate di carri D. 4 - Dall' insieme di queste norme appare evidente che l'azione complessiva dei carri è in definitiva sempre strettamente vincolata al preciso funzionamen-

to di quel complicato meccanismo ad or9logeria che caratterizza l'attacco francese; cioè un succedersi di sbalzi di carri e.fanteria accuratamente preparati in ogni loro più minuto particolare, alternate d<1, altrettante soste difensive effettuate per dar modo di organizzare nuovamente i fuochi -di appoggio e di accompagnamento. Questo metodico sistema vuole eliminare ogni imprevisto. Infatti nelle norme in oggetto fra l'altro si legge che: . - non si possono mai dare obiettivi che vadano al di là dell'orizzonte visibile delle posizioni di partenza, con conseguente creazione di. «compartiment de terrain» nel senso' della fronte e della profondità; -;- in ogni istante dell'attacco si deve essere ben preparati a sostenere l'urto . di eventuali carri armati lanciati al contrattacco, (come poi si possa ottenere ciò non è detto); - non potersi da parte dei carri, raggiungere la zona di schieramento delle artiglierie avversarie se non dopo che si è superata con metodico attacco l'intiera zona di schieramento della fanteria. Criteri di tanta prudenza non possono essere che una diretta conseguenza: - da un lato, della sopravalutazione che la mentalità francese continua ad accordare al fuoco in generale, ed all'azione difensiva in particolare; - dall'altro, dal desiderio di ridurre al minimo ogni rischio di insuccesso; ma in definitiva essi fanno perdere tutte le buone occasioni di approfittare dell'imprevisto che le più svariate cause creano in ~gni combattimento.


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Guai poi se il macchinoso congegno s'incanta in qualche sua parte. 5 - Da quanto sopraesposto appare che un attacco di carri armati in concorso con la fanteria pecca di eccessiva meto_dicità e rigidismo e presenta qualche punto debole del quale il difensore può approfittare; a) La prima e più grave debolezza emerge dal subordinare tutta l'azione al concorso costante di una rilevante massa di artiglieria. C iò porta come conseguenza: - necessità per realizzare lo schieramento di forte numero di batterie e ingenti scorte di munizioni, di un tempo notevole durante il quale ben difficilmente è salvaguardata la sorpresa; - un agglomeramento di detti mezzi in zona eccessivamente ristretta, il che può offrire cospicuo bersaglio alla contropreparazione aereo-terrestre avversaria; - necessità di vincolare la profondità dell'attacco al «braccio» della massa delle artiglierie. b) Altro momento di vera e propria crisi si ha durante lo svolgimento del-

1'attacco quando i carri per l'azione d'assieme, raggiunto l'obiettivo, stanno perlustrando il terreno circostante, i carri di accompagnamento per non creare eccessivi addensamenti sugli obiettivi stanno per abbandonare le proprie fanterie e l'artiglieria ha spostato il suo tiro in profondità.

POSSIBILITÀ DI REAZIONE DA PARTE DELLA DIV. CR. 6 - Esaminata l'azione del complesso tattico francese e messone in luce le caratteristiche, esaminiamo ora la possibilità di contrastare tale azione da parte della nostra Divisione Corazzata con i propri mezzi organici. Premesso che la sua azione va inquadrata nel piano di difesa e collegata con quella della Divisione di fanteria sulla cui fronte opera, esaminiamo la possibilità delle tre armi di cui dispone.

-a) Carri - non è pensabile un loro intervento con azione di contrattacco, controle ondate avversarie dei carri D . e dei reparti misti prima del raggiungimento, da parte di questi, dei loro obiettivi. Un'azione delle nostre unità carriste sarebbe inesorabilmente stroncata dalla poderosa massa di fuoco dell'artiglieria che appoggia, con tiro osservato, l'attacco. - L'unico momento favorevole per il loro impiego sarebbe quello della crisi di cui alla lettera b del precedente n. 5. Il sopraggiungere di sorpresa, infatti, di veloci ondate di carri della difesa


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(precedentemente tenuti schierati su ampia fronte, mascherati e immobili), orientate in parte contro i carri D. e in parte contro i gruppi misti, non potrebbero a meno di creare disorientamento e confusione nell' attacco avversario, annullandone in gran parte l'efficacia. Ma per questa azione rapida, violenta e poderosa, si renderebbe utile l'ausilio dei carri M. di numerosi carri-cannone e.e., in grado di neutralizzare di sorpresa i carri D . avversari, consentendo ai carri M. di svolgere la loro azione decisiva contro la fanteria attaccante.

b) Bersaglieri Non se ne veda in questa fase della battaglia possibilità d'impiego. Nè d'altra parte si può pensare che tali elementi celeri possano venire impiegati in fase successiva, perchè la reazione dei carri potrà avere tuttalpiù il risultato di ricacciare l'attaccante sulle proprie basi di partenza. Per capovolgere la situazione e consentire di passare ad una controffensiva con risultati tali da consigliare l'impiego di truppe celeri, occorrono ben altri mezzi che quelli organici di una divisione corazzata.

e) Artiglieria La sua azione si deve vedere nel caso in esame inserita nel quadro generale dell'organizzazione difensiva, quale un apporto di fuoco nettamente inferiore a quello che potrebbe essere dato da una normale div. di fanteria di seconda schiera.

CONCLUSIONE

7 - Da quanto si è detto appare subito che il problema non regge all'analisi o sia per la troppa rilevante differenza costitutiva (a nostra sfavore), sia per le norme di impiego e le possibilità operative dei due raggruppamenti tattici posti a confronto. La nostra D iv. Cr., sia allo stato attuale, sia quando avrà avuto i previsti carri M, è un organismo creato per ben diversi compiti ed è quindi da escludere a priori un suo impiego in casi come quello in esame, siccome irrazionale ed antieconomico. Tale impiego sarà meglio affidarlo ad unità carriste speciali, composte da carri da 7 a 13 tonn ., cui siano assegnati numerosi carri - cannone e.e. A tali unità potrà essere pure affidato, in concorso con la fanteria un compito di rottura analogo a quello assegnato alle unità carriste francesi, compito che potrebbe essere tolto definit ivamente alla D iv. Cr. cui è tuttora affidato.


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Questa unirà, strumento prezioso e di difficile sostituzione, sia conservata per le azioni di completamento del successo dato che, nella guerra di rapido corso cui la nostra dottrina è decisamente orientata, questo atto soverchia, per importanza decisiva nell'economia generale della battaglia, quello stesso della rottura, e nessun altra unità è in grado di effettuarlo con la stessa celerità, potenza e relativa invulnerabilità dalle offese residue, della Divisione Corazzata. 8 - Volendo comunque contrapporsi ad un attacco francese, del tipo soprastudiato, allo stato attuale dei mezzi a nostra disposizione, sarebbe necessario l'impiego - per aver qualche probabilità di successo - della quasi totalità del C.A. Corazzato, almeno le due divisioni corazzate ed una divisione moto-

rizzata. Il rapporto delle forze contrapposte risulterebbe il seguente:

a) Italia - fanteria (esclusi i tre btg. bers. motocicl. non impiegabili nel caso in esame): 3 btg. bers. autotrasp. e 4 btg. fant. mot. = 7 btg. carri: 8 btg. (su due cp.) = 248 carri, nella maggior parte tipo L. -

artiglieria: 4 gr. (su 3 btr.) e 3 gr. (su 2 btr.) = 18 btr.

b) Francia -

fanteria: 9 btg. carri: 4 gr. (da 12 a 16 sqd.)

180 carri di vario tipo.

- artiglieria: 13 gr. = 39 btr. Dal confronto risulta però: - parità nella fanteria tenuto conto dell'usura riportata dalla fanteria attaccante; - superiorità numerica in carri da parte italiana; - superiorità di artiglieria francese, anche tenendo conto delle artiglierie della divisione di fanteria schierata nel settore in cui avviene l'attac~o.

GENERALE DI CORPO D'ARMATA COMANDANTE FIDENZIO DALL'ORA


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CARRI ARMATI PESANTI DI NUOVO STUDIO CONSIDERAZIONI DI ATTUALITÀ PREMESSA

Chi, a perfetta conoscenza di un problema complesso, segue con occhio sereno e obiettivo l'evoluzione delle idee e tendenze relative, rileva spesso l'affermarsi di teorie e orientamenti non suffragati da elementi di fatto che, riferendosi a un solo o a pochi termini del problema, determinano convinzioni errate e snaturano l'impostazione del problema stesso. Nel campo del carri armati assistiamo oggi ad un fenomeno del genere. Infatti, in Italia, in questi ultimi anni e soprattutto oggi si afferma e si sostiene che il motore Diesel (a iniezione) è il motore ideale per l'impiego specifico a bordo dei carri armati di tipo pesante. Siccome è nostra convio"zione, basata su conoscenza di studio, esperienza di progetto e costruzione, che tale affermazione non sia esatta riteniamo opportuno svolgere in queste brevi note alcune considerazioni di carattere generale relative all'impostazione del progetto di un carro armato pesante di tipo moderno. E questo specialmente perchè, a nostro parere, la tendenza più sopraccennata può indurre a partire su una strada non giusta per la realizzazione dì.muovi prototipi il che rappresenterebbe la perdita di qualche anno in un settore di armamento di cui la guerra attuale ha lumino~amente dimostrato la fondamentale importanza. Sarà bene in primo luogo esaminare quali sono gli elementi di cui occorre tener conto in sede di progetto e l'importanza relativa che ad essi sì deve attribuire onde giungere al più armonico compromesso che assicuri la realizzazione dì un'arma della più alta efficienza bellica. Insistiamo sulla parola arma in quanto chè spesso e volentieri il carro armato viene considerato come un semplice autoveicolo fuori strada e si attribuisce maggior importanza alle prestazioni particolari di carattere automobilistico o spettacolare che non a quelle d'insieme inerenti alla sua vera natura di «veicolo da combattimento». Premettiamo che dal punto di vista tecnico il carro armato, scostandosi notevolmente da tutti gli altri autoveicoli, per la complessità dei suoi organi relativi alla propulsione, armamento e protezione, è di difficìle progettazione, tanto più che non esistono fino ad oggi documentazioni tecniche a cui attingere. Ciascun costruttore tiene gelosamente per sè i risultati sperimentali acquisiti per cui è giocoforza procurarsi la conoscenza completa del problema attraverso uno studio appassionato e soprattutto analizzando con occhio intelligente


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i risultati ottenuti da costruzioni sperimentali realizzate direttamente con largo spirito di iniziativa. Il carro armato rappresenta l'arma completa che riunisce in sè il fuoco, la protezione e la mobilità. Queste tre caratteristiche fondamentali, antitetiche fra loro dal punto di vista tecnico, non possono evidentemente coesistere se esaltate tutte al massimo. Occorrerà perciò cercare il migliore compromesso che assicuri nel'insieme la maggior efficienza. FUOCO - La potenza di fuoco dipende dal numero e calibro delle armi installate, dai settori di tiro conseguibili e soprattutto dalla facilità di servizio che si traduce praticamente in maggior celerità di tiro e rendimento complessivo. A parte le mitragliatrici che non presentano specifiche difficoltà di installazione, l'artiglieria deve rispondere per quanto possibile ai requisiti dipendenti dal presumibile impieo del carro armato. Naturalmente si deve tendere a conseguire la massima efficacia contro appostamenti difensivi di una certa consistenza e nello stesso tempo la possibilità di opporsi con probabilità di successo ai carri avversari. L'artiglieria non può però superare un certo calibro per evitare che il peso della cartuccia impedisca il facile maneggio nello spazio angusto a disposizione dell'equipaggio e per di più con una sola mano. Con un determinato calibro, la velocità iniziale del proietto risulta pure essere vincolante alla lunghezza massima di cartuccia che si può maneggiare agevolmente nell'interno del carro, tenuto conto che il servizio dell'artiglieria deve poter effettuarsi anche con carro m moto. Circa i settori di tiro si può osservare che ormai tutti i carri armati moderni sono muniti di torrette girevoli che assicurano 360 gradi nel campo orizzontale. Per quanto riguarda invece il settore verticale esso risulta vincolato al diametro esterno e alla lunghezza della bocca da fuoco, all'organizzazione della bocca da fuoco stessa (posizione e dimensioni della slitta, freni, recuperatori, ecc.) all'altezza del fronte della torretta e all'altezza del cielo della torretta. L'altezza del fronte della torretta evidentemente deve essere la minore possibile. Più piccolo quindi è il diametro esterno della bocca da fuoco, maggiore risulterà il settore di tiro realizzabile (Fig. no. 1). Quando l'arma è alla massima depressione l'altezza del cielo della torretta deve permettere il rinculo senza interferenze. (Fig. no. 2).


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Fig. 1

Fig. 2

D'altra parte non si può evidentemente aumentare troppo l'altezza del cielo della torretta per non aumentare eccessivamente il bersaglio che il carro offre al tiro nemico.


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U na bocca di fuoco troppo corta, con forte depressione, crea un cono di vampa che interferisce con il fronte del carro e soprattutto col portello di guida (Fig. no. 3).

Fig. 3

L'ingombro della.parte posteriore della massa oscillante infine, sempre con una determinata altezza del fronte della torretta, limita la massima elevazione per l'interferenza che si viene a creare fra massa oscillante e piano di rotolamento della torretta. (Fig. no. 4).

Fig. 4


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Appare quindi che, mentre è fondamentale disporre di un grande settore verticale per neutralizzare agli effetti del tiro le inclinazioni longitudinali positive e negative che assume il carro durante la marcia su terreno accidentato, praticamente esistono difficoltà di varia natura per cui è giocoforza accontentarsi di un minimo «optimum>>. Quanto più sopra illustrato, dimostra quanto pericoloso sarebbe vedere il problema da un solo punto di vista. È naturale che il progettista d'artiglieria consideri questa come d'interesse preminente e come pretenda la sistemazione più agevole e razionale. Il tattico puro, preoccupato principalmente dall'impiego, parla di calibro, potere di perforazione e vede l'azione dell'artiglieria del carro armato inquadrato nei suoi temi tattici senza preoccuparsi troppo delle questioni pratiche di dettaglio. Il carrista, che in sotanza è il più interessato, domanda la massima semplicità di installazione, la maggior facilità di servizio e funzionamento e un massimo di efficacia contro le innumerevoli insidie nemiche sul campo di battaglia. Il progettista del carro armato si trova perciò a cozzare contro assolutismi unilaterali e tentando di accontentare tutti finisce in generale per non accontentare nessuno. PROTEZIONE - In un nostro studio sull'armamento dei carri armati del 1937, abbiamo esposto come poteva essere allora considerato il problema della protezione dei veicoli da combattimento. I risultati sperimentali e di studio acquisiti in questi 3 anni e soprattutto gli insegnamenti che si possono trarre dall'impiego di guerra dei carri nei conflitti tedesco-polacco e franco-tedesco pongono oggi la questione in termini nuovi che debbono essere vagliati senza alcun preconcetto. La protezione di un veicolo da combattimento è la risultante dei tre seguenti elementi: corazzatura, percettibilità, mobilità. In tema di corazzatura le idee sono molto discordi. Generalmente si pensa che una forte corazzatura non è necessaria in quantochè se il carro è corazzato contro un determinato proietto potrà sempre essere colpito da un proiettile di calibro maggiore. Inutile quindi sacrificare la quota parte di peso disponibile per altri organi per disporne a vantaggio della corazzatura, tanto più che rimarranno sempre improtette le zone più vulnerabili del carro costituite dal cingolo e sospensione. Questo ragionamento è però troppo semplicistico. Prima di tutto, senza voler ottenere la protezione assoluta, è indubbio che si deve tendere a garantire l'equipaggio del carro contro l'offesa dal suo naturale nemico: l'arma anticarro. Ora le armi anticarro moderne, comparse timidamente in un primo tempo e in numero modesto, stanno diffondendosi rapidamente in modo che la loro densità sul campo di battaglia non è più trascurabile. Nella lotto carroarma anticarro il primo poteva avere la vittoria con poche ma inevitabili per-


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dite, quando esisteva la sproporzione numerica e di densità fra i due rivali. Oggi non è più cos1, il rapporto è cambiato a favore dell'arma anticarro e col progredire della tecnica costruttiva e d'impiego di dette armi si deve supporre che i carri armati di un'unità in combattimento potranno essere con molta probabilità colpiti quasi tutti. In poche parole i carri armati, rispetto all'arma anticarro verranno a trovarsi pressapoco nella stessa condizione in cui si è trovato il fante nella Grande Guerra di fronte alle mitragliatrici quando queste ebbero raggiunto la massima diffusione. Non potendo il fante rivestirsi di corazza come i guerrieri dell'antichità dovette forzatamente appiattirsi nelle trincee e invocare un mezzo invulnerabile alle mitragliatrici che potesse avanzare sotto il loro tiro e arrivare a distruggerlo per consentire l'ulteriore avanzata verso gli obiettivi da raggiungere. Ed ecco apparire i primi carri armati, imperfetti se si vuole, ma che ridiedero al combattente una certa facoltà di movimento. Progettando nel 1940 dei carri armati pesanti che non siano sufficientemente protetti dalle armi anticarro, nelle guerre future le perdite saranno così numerose che occorrerà studiare il carro armato che apra la via al carro armato. Chiudendo gli occhi di fronte a questo problema che si affaccia oggi in termini chiarissimi, se ne differirà la soluzione che verrà poi ricercata sotto l'assillo della lotta e nelle condizioni quindi di massima inferiorità maggiormente schiacciante se l'avversario avrà invece provveduto tempestivamente. Indubbiamente, a parte la questione corazza, il cingolo, la sospensione e gli altri organi di propulsione esterna sono dei punti vulnerabili e che non è possibile proteggere convenientemente. Sta però il fatto che un carro ben corazzato, immobilizzato per avaria a detti organi, per quanto menomato, può sempre difendersi e offendere, mentre un altro carro la cui corazza non trattenga i proiettili anticarro, se colpito, diventa una bara gloriosa ma che non può più concorrere alla vittoria. Per questo noi affermiamo che si deve ricorrere a qualsiasi mezzo e sacrificare altre caratteristiche pure di avvicinarsi a quello spessore di corazzatura che dia la massima protezione contro le armi anticarro e che, tenuto conto degli orientamenti attuali e del potere perforante dei proiettili, dovrebbe avvicinarsi ai 70/80 mm. Anche se si raggiungerà tale risultato i carri rimarranno sempre esposti ali' offesa delle altre artiglierie, ma in tal caso le perdite resteranno contenute entro i limiti normali data la sproporzione numerica e di densità esistente nel campo tattico fra i carri e le artiglierie e anche perchè le comuni artiglierie non sono particolarmente adatte al tiro anticarro. La corazzatura rappresenta la protezione effettiva del carro. Essa può essere integrata da una protezione virtuale agendo sulla <<percettibilità» e «mobilità».


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La «percettibilità» è quella caratteristica per cui il carro risulta facilmente inquadrabile nel campo di mira di un'arma ed evidentemente dipende dalle dimensioni e dalla forma. È conveniente distinguere la «percettibilità,) frontale da quella laterale. La «percettibilità» frontale dipende principalmente dalla larghezza e dal!' altezza del carro e anche dal rapporto fra queste due dimensioni. Sul terreno tenuto conto delle anfrattuosità e avvallamenti è più «percettibile» frontalmente un carro alto e stretto che non un carro largo e basso (Fig. no. 5).

Fig. 5

Nel quadro delle altre esigenze si tende oggi a realizzare rapporti fra larghezza e altezza uguali all'unità e cioè altezza uguale alla larghezza. La «percettibilità» laterale dipende essenzialmente dalla lunghezza e altezza massima e anche dal rapporto delle aree componenti la sezione longitudinale del carro. L'altezza massima risulta praticamente determinata in relazione all'armamento prescelto, e al settore di tiro verticale desiderato; in più come già si è detto essa deve essere all'incirca eguale alla larghezza. La lunghezza massima deve essere la minima possibile compatibilmente con la sistemazione del gruppo motopropulsore e per non aumentare eccessivamente lo sviluppo della corazzatura e quindi il peso. In più, per permettere al carro di occultarsi negli avvallamenti.del terreno è necessario che gli avanzamenti longitudinali anteriori e posteriori dello scafo sotto la corretta siano corti e bassi (Fig. no. 6).


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MOBILITÀ

La «mobilità» del carro intesa come possibilità di marcia veloce su terreno mediamente accidentato con frequenti e bruschi cambiamenti di direzione dipende dalla forza motrice disponibile, sistema di sterzo, tipo della sospensione ecc. In fatto di potenza motrice si tende oggi ad esagerare. Sempre con visione unilaterale del problema, attaccandosi a considerazioni del tutto particolari, e generalizzandole, si giustifica la richiesta di motori potenti, sicuri, abbondantemente raffreddati come se la sistemazione del motore sul carro fosse fine a sè stessa e non un semplice fattore, sebbene importante, del complesso problema. Chi si occupa del motore e del suo funzionamento non vuole sentir parlare di esigenze di armamento e protezione; si citano solo potenze consumi e temperature di acqua e olio dimenticando che tutti gli organi del carro armato debbono necessariamente vivere e funzionare in condizioni più precarie che non nelle altre applicazioni normali e ciò per assicurare l'equilibrio dell'insieme. Circa i meccanismi di sterzo, equivalendosi pressapoco i diversi tipi adottati, le idee sono piuttosto concordi. Allo scopo di assicurare un minimo di abitabilità per l'equipaggio durante la marcia su terreno accidentato e per assicurare una certa stabilità della piattaforma di t iro occorre disporre di una sospensione che attutisca nel migliore dei modi le brusche scosse dovute alle accidentabilità del terreno trasmettendo allo scafo, anzichè oscillazioni rapide, oscillazioni più lente e di minore ampiezza. Con tale sospensione si potrà mantenere sul terreno una discreta velocità di marcia aumentando così la protezione virtuale del carro. Praticamente la realizzazione di una sospensione che soddisfi alle caratteristiche di cui sopra, che «beva» l'ostacolo sul terreno, che assicuri sufficiente dolcezza durante la marcia veloce su strada, che pesi poco e che abbia sufficiente robustezza è cosa quanto mai ardua. Lo sviluppo in lunghezza della sospensione è legato al tratto a terra del cingolo e quindi alla lunghezza complessiva del carro. il diametro dei rulli gommati non può scendere sotto a certi limiti per evitare frequenti fusioni delle guarniture di gomma durante la marcia veloce su strada con temperature estive; il numero dei r ulli per una determinata lunghezza di sospensione è quindi limitato. Ciò è in contrasto con la necessità di conseguire la massima adattabilità al terreno sia per ragioni di dolcezza di marcia, che per ottenere la massima aderenza evitando concentrazioni di carico su poche zone del cingolo. La buona adattabilità al terreno, e l'opportuna cedevolezza degli organi elastici interposti fra rulli e scafo influiscono anche in misura vantaggiosa sul


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coefficiente di resistenza al rotolamento su terreno per cui la potenza motrice disponibile può essere più convenientemente sfruttata. Infine, la sost,ensione oltre che a rispondere a tutti questi requisiti deve essere congegnata in modo da evitare per quanto possibile il tanto paventato «scingolamento» ovverosia la fuoriuscita dei rulli dal sentiero del cingolo. È facile osservare come difficile riesca conciliare tutte queste esigenze nel quadro generale degli altri veicoli e caratteristiche. Fermandoci per un momento in questo esame degli elementi più interessanti che concorrono alla realizzazione delle tre caratteristiche principali dobbiamo mettere in rilievo come tutto lo studio d'insieme o di dettaglio dei vari organi debba sempre essere in relazione ai limiti massimi stabiliti in partenza per il peso complessivo e per la larghezza massima. Tali limiti sono ovviamente legati principalmente alla portata dei ponti militari. Un'altra caratteristica, meno appariscente, ma della quale si deve tenere massimo conto durante l'elaborazione dello studio di un carro armato è «l'autonomia» intesa nel senso più completo di: autonomia di vita dell'equipaggio, di fuoco delle armi, di funzionamento del motore. All'autonomia di vita dell'equipaggio ci pensa il soldato stivando fino all'inverosimile di viveri, attrezzi e suppellettili tutti gli spazi disponibili. Per le armi, tenuto conto della mobilità dei carri, delle difficoltà dei rifornimenti, della opportunità che una volta conseguito un successo iniziale questo venga sfruttato fino all'estremo limite, occorre assicurare il munizionamento più abbondante possibile, il che naturalmente si traduce in peso e ingombro. L'impiego moderno di grandi unità corazzate richiede d'altra parte una grande autonomia di funzionamento del motore, molto maggiore che nella passata guerra ove i compiti affidati ai carri erano più modesti e di breve durata. A tutte queste esigenze perfettamente comprensibili anche al profano si oppongono purtroppo due leggi contrto le quali nulla può il progettista del carro armato: l'impenetrabilità dei corpi e la legge di gravità. Ancora una volta appare evidente come tutti i nostri sforzi debbano tendere a conciliare nel quadro generale i diversi termini antitetici senza lasciarci trasportare per puro spirito di specializzazione a esaltare sproporzionatamente determinate caratteristiche a scapito delle altre. Come si è già detto il carro armato è un «veicolo da combattimento». I suoi due attributi principali sono quindi l'armamento e la protezione. Subito dopo vengono la velocità e l'autonomia. In tutti i paesi del mondo, nel dopo guerra, come reazione all'incubo della logorante lotta statica di trincea sostenuta per anni, si determinarono nuovi orientamenti verso la guerra di movimento, rapida, decisiva, condotta principalmente da mezzi poco corazzati, mobilissimi. Al vaglio delle esercitazioni pratiche, e in base ai risultati sebbene poco


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conclusivi delle diverse guerre nippo-cinesi, del Chaco, italo-etiopica, civile spagnola, e russo-finlandese, si cominciò ben presto a comprend~re che carri, armati di sola velocità e autonomia, brillantissimi sulla carta e in esibizione non erano idonei ad affrontare la dura realtà della guerra. Primi i Francesi, poi gli Inglesi e i Tedeschi cominciarono a realizzare carri più armati e protetti. Dall'armamento con sola mitragliatrice si passò gradatamente ad armamenti misti con mitragliatrice e cannoncini da 20, 37, 47 (fino ad arrivare agli obici da 75 e 105). Da 9 mm (corazzatura massima ritenuta sufficiente dagli inglesi nel 1929) si giunge per gradi a: 14, 16, 20, 25, 30 e 40 mm . I Francesi poi, adottando le corazze fuse sorpassarono anche i 40 mm arrivando fino ad 80 mm in determinate zone. La travolgente vittoria tedesca sulla Francia, dovuta soprattutto alla superiorid aerea germanica e al poco spirito aggressivo dei Francesi abituati all' idea di una guerra difensiva, impedirono un confronto diretto fra i carri armati dei due avversari. T uttavia due sintomi eloquenti stanno a dimostrare che sia da parte inglese che tedescsa si è riconosciuta la necessità di aumentare ulteriormente la corazzatura dei carri. Gli Inglesi, i più leggeri in fatto di protezione, a conflitto iniziato e in gran fretta, allestirono un carro con spessore massimo di corazza di circa 70 mm. I Tedeschi che già hanno il loro carro da 20 tonn., da notizie dirette avute, e forse hanno già realizzato, campioni di carri ancora più corazzati. Naturalmente dato il limite massimo di peso complessivo che non si desidera sorpassare, vengono escogitati tutti i mezzi per alleggerire il peso degli altri organi. Il motore adottato universalmente per i carri armati (salvo l'Italia) fino a qualche anno fa è il motore a benzina a regime moderato di giri. In vista di questa imprescindibile necessità di aumentare l'armamento e soprattutto la protezione si adottano ora motori a benzina a 3.000 giri ed oltre, con costruzioni leggerissime e spinte che si avvicinano al tipo aeronautico. In Germania ove è nato il motore Diesel e dove indubbiamente il s~o progresso è stato il più rapido e il più marcato non si pensa neanche lontanamente ad adottarlo sui carri armati. Il già citato carro armato pesante tedesco che è stato largamente impiegato in Francia è munito di un motore a benzina con un regime di 3.000 giri e dato che il suo progetto risale ormai a circa due anni or sono non vi è dubbio che le nuove costruz[oni per le vitali necessità di aumento della corazzatura saranno dotate di motori ancora più spinti sia come regime che come tecnica costruttiva.


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L'Italia sempre geniale nel progetto e sperimentazione di prototipi di armi nuove, ma più lenta nella decisione e nella realizzazione di massa, è arrivata al conflitto attuale con pochi t ipi di carri armati. Una lacuna da tutti riconosciuta che occorre colmare è oggi quella del «carro armato pesante». Da quanto si è più sopra illustrato l'indirizzo da seguire sembrerebbe chiaro e inequivocabile: massimo armamento, massima protezione, gruppo motopropulsore il più leggero possibile compatibilmente con un minimo di durata m serv1z10. Viceversa, a parte l'arma·mento per il quale sembra non esistano più incertezze, si prevede: per la corazzatura 30 mm in fronte e 25 mm sui fianchi (quando i Tedeschi in base alla loro esperienza di guerra già vissuta ritengono insufficienti 40 mm in fronte e 30 sui fianchi e i Francesi e Inglesi oltrepassano i 50 mm) e per il gruppo motopropulsore, il motore più pesante e ingombrante che si possa immaginare per la trazione automobile e cioè il motore Diesel. Le argomentazioni che si portano a sostegno dell'adozione del Diesel sono:

a} minor pericolo d'incendio; b) maggior autonomia sia a 'potenza massima che a potenza ridotta dovuta al maggior rendimento del Diesel rispetto al motore a benzina;

e) maggiore uniformità di tipo combustibile impiegato; d} minore influenza dell'altitudine e della temperatura agli effetti della ·potenza e dell'autonomia;

e) migliore bilancio termico e quindi quantità di calore da asportare per il raffreddamento del motore. Per quanto r iguarda il punto a) si può asserire che il pericolo congiunto all'uso di una qualsiasi arma non può e non deve pregiudicare l'uso e il progresso dell'arma stessa. I Tedeschi già da tempo hanno messo a punto il D iesel superleggero per aeronautica tanto che qualche anno fa un loro velivolo munito di motore D iesel ha compiuto un sol balzo dall'Europa in Brasile. Si trattava evidentemente non più di un motore sperimentale ma di un meccanismo e di funzionamento sicuro applicato correntemente anche sui dirigibili. Ciononostante tutti gli apparecchi militari tedeschi sono regolarmente muniti di motore a benzina inquantochè si preferisce sacrificare la sicurezza contro l'incendio e la maggior autonomia apparente alle altre caratteristiche di immediato ed effettivo carattere bellico. È quindi da presumere che il mot ivo in questione sostenuto per patrocinare l'adozione del D iesel sia dovuto più che altro ad una visione sempltcistica del problema e riterremo fare grave torto alla nostra valorosa specialità carrista se credessirpo che si vuole il Diesel principalmente perchè esso assicura minor probabilità di incendio.


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I nostri aviatori, che si prodigano giorno e notte in mission i di guerra, sanno benissimo che l'insidia maggiore che devono affrontare in combattimento è la pallottola incendiaria e il rogo nell'azzurro. Non per questo perdono la fiducia nella loro arma; essi continuano a volare e a combattenere il nemico a dispetto dei D iesel e dei motori a benzina e si può dire che la maggior percentuale di rischio anima ed esalta il loro coraggio e spirito combattivo. Ci rifiutiamo infi~e di credere che i nostri carristi, che sui terreni impervi dell'Abissinia del Nord, sui deserti infocati della Somalia e sui campi di Spagna hanno dato infinite e luminose prove di valore debbano essere considerati inferiori ai carristi di tutto il mondo che adoperano quasi esclusivamente carri armati muniti di motore a benzina. C irca la maggior autonomia che assicurava il motore Diesel e che indubbiamente è un fattore di rilevante importanza è necessario mettere subito in rilievo che il motore D iesel questa maggior autonomia non la regala, ma le fa pagare a caro prezzo. In un primo luogo, a parità di potenza, il motore Diesel pesa circa dal 30 al 50 per cento in più del motore a benzina con corrispondente differenza di ingombro. · Inoltre, salvo applicazioni sperimentali che fino ad oggi no n hanno avuto seguito, il regime del D iesel no n supera generalmente i 2.000 giri al minuto pnmo. Come già si è detto, in Germania per i carri armati, si adoperano comunemente motori a benzina a 3.000 giri. Il momento torcente sulle trasmissioni, a parità di potenza risulta quindi inferiore a 1/3 rispetto a quello del Diesel. Il che si traduce in pratica in un corrispondente minor peso ed ingombro degli alberi di trasmissione, cambio ecc. Astraendo dal maggior peso conseguente all'adozione del Diesel non è da dimenticare quante da noi già esposto circa la produzione e specialmente circa la «percettibilità» laterale. Le figg. 7-8-9 illust rano in scala le viste lo ngitudinali di due carri armati identici per quanco riguarda protezione, armamento, velocità ecc. il primo munito di motore Diesel e il secondo di motore a benzina. Per effetto delle maggiori dimensioni della camera moco~e, oltre che presentare un maggior bersaglio, si riduce la possibilità della difesa vicina perchè risulta impossibile sistemare opportune feritoie nella parete della camera di combattimento e il piazzamento anche temporaneo di armi con adeguato settore di tiro specialmente in depressione. È noto come i carri armati siano facilmente offendibili da tergo. T utto il loro ar.mamento è predisposto per l'offesa più che per la difesa. .Molte regolamentazioni estere circa il miglior modo di combattere i carri armati prescrivono di lasciarli inoltrare nel dispositivo difensivo e poi assalirli a tergo.


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Fig. 7

Fig. 8

Fig. 9


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Tale tattica fu anche seguita con successo in Spagna dai rossi e in Carelia dai Finlandesi. Sarebbe quindi illogico, per dei vantaggi illusori, diminuire di nostra volontà le già scarse possibilità di difesa vicina del carro armato che sono di particolare importanza nel caso di carro immobilizzato e specie nelle guerre coloniali. Per quanto riguarda la maggiore uniformità di tipo di combustibili impiegati invocata dai fattori del Diesel è ovvio come col caleidoscopio di tipi di veicoli militari adottati in tutti gli eserciti del mondo, tale ragione perda molto della sua apparente importanza. Nel nostro caso si avranno sempre ad esempio autocarri a benzina (SPA 38) autocarrette a benzina (OM), autocarri a gasolio (Lancia-Bianchi-OMF.I.A.T.) trattori a benzina (P4, TL, ecc.) carri armati a benzina (L3, L.6G.) carri armati a gasolio (M.11, M.13) autoblindo a benzina (di tipo vecchio e di nuovo tipo)! Il motore Diesel, agli effetti della potenza e del consumo di combustibile, sente meno del benzina l'influenza dell'altitudine e della temperatura elevata. Ma se tale ragione fosse di così preminente importanza militare non v'ha dubbio che tutti gli aeroplani dovrebbero essere oggi muniti di Diesel. Comunque anche tale prerogativa milita a favore del fattore autonomia che abbiamo già discusso più sopra. Ultima argomentazione a favore del Diesel è il migliore bilancio termico e cioè la minore quantità di calore da asportare per il raffreddamento del motore. Questo fattore di indubbia importanza qualitativa non assume però quantitativamente un grande valore. Praticamente a parità di potenza erogata dal motore, nel caso del benzina occorreranno ventilatori e radiatori leggermente superiori che per il Diesel. Anche per potenze elevate si tratta però di maggiori ingombri e pesi del1' ordine di pochi centimetri e pochi kilogrammi. La maggior potenza assorbita dai ventilatori non può certo preoccupare; ad esempio nel caso di un motore da 300 CV potrà essere da 4 a 5 CV superiore per il benzina che per il Diesel. Occorre infine mettere in rilievo che il motore a benzina a parità di potenza è più elastico del Diesel e a regimi medi fornisce coppie maggiori. Il Diesel è più pigro nella ripresa e meno adatto del benzina a regimi continuamente variabili. Illustrati così per sommi capi i vantaggi e gli svantaggi dell'applicazione del Diesel ai carri armati resta ancora da chiarire più in dettaglio la questione «avviamento del motore». È una necessità riconosciuta da tutti che i motori dei carri armati debbano avere due sistemi indipendenti di avviamento, uno normale e uno di riserva. Ora per i motori a benzina sia di piccola che di grande potenza la risoluzione del problema è abbastanza semplice. Per i motori di piccola potenza si usa principalmente l'avviamento elettrico con motorini e batterie e quale avviamento di riserva quello diretto a mano.


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Per i motori di grande potenza si ricorre normalmente all'avviamento elettrico. L'avviamento di riserva è costituito o da motocompressori di piccola potenza che forniscono aria compressa carburata (per es. tipo Garelli) o da sistemi tipo «Eclipse» ~ ionati direttamente a mano o elettricamente. Questi sistemi, a parte quello elettrico a batteria e motorini, sono di peso e di ingombro limitati e assicurano la partenza dei motori, magari con un pò di fatica, anche con temperature relativamente basse. Come è noto il motore D iesel, per ragioni che qui è superfluo illustrare, presenta all'avviamento una resistenza alla rotazione notevolmente superiore del motore a benzina. Per conseguenza con l'avviamento elettrico è necessario prevedere motorini di maggior potenza e batterie di maggior capacità e quindi di notevole maggior peso. Abbassandosi la temperatura le difficoltà di avviamento crescono in proporzione maggiore che per quello a benzina. Ammesso l'avviamento principale elettrico con motorini e batterie, l'avviamento di riserva per i motori fino a poco più di un centinaio di H.P. può ancora effettuarsi con temperature non eccessivamente rigide, col sistema «Eclipse». Oltre 100 H.P. si preferisce oggi sistemare sugli autoveicoli insieme al Diesel un motore a benzina di piccola potenza raffreddato ad acqua. Si avvia prima a mano tale motore; si mettono poi in comunicazione i circuiti dell'acqua di raffreddamento dei due motori in modo da riscaldare gradatamente il motore Diesel. Infine con un giunto od altro accoppiamento di tipo adeguato si fa trascinare il Diesel dal motore a benzina fino a conseguire l'avviamento. È evidente che tale farraginoso sistema non può trova~e posto sul carro armato per ragioni di complicazione, peso ed ingombro. Inoltre la benzina cacciata dalla porta rientrerebbe dalla finestra. Un altro sistema di cui si sente molto parlare, ma che fin'ora non si è diffuso in pratica è quello così detto della «stufa». Si tratta in sostanza di una piccola caldaia riscaldata da un bruciatore a gasolio e che avrebbe la funzione di riscaldare l'acqua di circolazione e quindi facilitare l'avviamento da effettuarsi sempre con sistema elettrico (motorini e batterie). A parte il fatto che sul carro armato non c'è posto per nessuna scufa, il dispositivo in questione non costituisce sistema di avviamento autonomo ma serve ad integrare quello elettrico. Da quanto illustrato consegue che pur essendo il motore Diesel di molto più difficile avviamento che non il motore a benzina, nell'applicazione ai carri armati, bisognerebbe rinunciare al secondo avviamento di riserva e accontentarsi del!' avviamento elettrico. Ora chi ha anche una modesta conoscenza delle condizioni severissime di esercizio delle batterie di accumulatori a bordo dei carri armati può facilmente


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comprendere come non si possa e non si debba fare esclusivo assegnamento su tale sistema di avviamento. I fautori del D iesel, per sorpassare tale evidente manchevolezza sostengono che sarà sempre facile fare seguire i Reparti carri armati da autocarri muniti di mezzi per il riscaldo dell'acqua di circolazione dei motori, per la ricarica delle batterie e con altre sorgenti di energia da utilizzare per l'avviamento dei motori dei carri. In guerra i reparti carristi debbono essere per quanto possibile autonomi; assicurato il pieno di combustibile e la dotazione di mun izioni essi debbono svincolarsi dagli autocarri al seguito e portarsi nelle posizioni di partenza che per ragioni di occultamento all'osservazione aerea saranno generalmente fuori della strada. Inoltre lo sviluppo dell'azione può richiedere spostament i anche notevoli sul terreno ove la percorribilità è difficile se non proibitiva per gli autocarri a ruote. Sorpassati gli obiettivi, sia che i carri sostino in posizione di raccolta al di là degli obiettivi raggiunti, sia che procedano nell'azione di sfruttamento del successo essi perderanno fatalmente contatto, almeno temporaneamente, con gli autocarri al seguito. È evidente quindi come la possibilità di avviamento dei motori debba essere assicurata in ogni circostanza da mezzi o dispositivi installati sui carri. A tutte queste considerazioni molte altre se ne potrebbero aggiungere di carattere squisitamente tecnico. Di proposito però ci siamo astenuti di addentrarci nel campo puramente tecnico per rendere il nostro studio accessibile a tutti quelli che hanno anche una sommaria conoscenza di questi problemi. A confronto di quanto abbiamo, sia pure sommariamente esposto, diremo infine che la quasi totalità dei carri ar mat i adottati in tutti gli eserciti del mondo sono muniti di motore a benzina il che starebbe a indicare che i nostri ragionamenti oltre che essere suggeriti dal buon senso e dalla logica sono basati anche su solidi elementi di fatto . Sulle molte centinaia di tipi di carri armat i esteri esistenti si ha notizia di soli 3 carri muniti di motore Diesel. li MARK 2 A2 pesante inglese che ha però una velocità massima di 20 km/h, l'F.C.M. francese che è pure un carro molto lento (velocità circa km/h 25) e un derivato dal T 5 americano sul quale è stato sistemato a titolo sperimentale un motore Diesel radiale studiato per gli aerei.

Queste note sommarie cacciate giù in fretta fra un impegno e />altro incontreranno scetticismi e critiche. Ispirate esclusivamente dalla visione unitaria del problema della progettazione del carro armato ci auguriamo possano dare inizio a feconde discussioni per arrivare in questo campo ad un defìnitivo orientamento nel supremo interesse della Difesa Nazionale.


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Da parte nostra siamo oggi piĂš che mai convinti che l'adozione del motore Diesel per i carri armati, {almeno allo stato attuale della tecnica di tale tipo di motore) sposti tutto l'equilibrio del progetto portando alla realizzazione di mezzi di modesta efficienza bellica.


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4° REGGIMENTO FANTERIA CARRISTA «pondere et igne iuvat»

COMANDO Z .0 . 7 Agosto 1940/XVIII 0

n. 208 Op.

OGGETTO: Insegnamenti tratti dal combattimento del 5 agosto 1940/

xv111° Al Comando Superiore Forze Armate A.S. e, per conoscenza, Al Comando del XXI° Corpo d'Armata

Il combattimento del 5 agosto, svolto da una colonna leggera corazzata contro unità similari inglesi ha posto in evidenza guanto segue: 1)

CARRO ARMATO

M/11

a) Armamento del carro M/11 È stato confermato dai fatti l'errata sistemazione del cannone in casamatta. Il carro armato individuato l'obiettivo ha dovuto marciare direttamente su questo per poterlo colpire col cannone; cioè è stato costretto a procedere direttamente sulle armi anticarro senza potersi valere della manovrabilità del carro, divenendo in tal modo facile bersaglio dell'avversario .

b) Colori mimetici Benchè temperati dalla polvere, i colori mitetici del carro M/11 non sono adatti all'ambiente in cui si opera. Molto bene mimetizzati sono invece i mezzi corazzati inglesi; difatti mentre questi ultimi, quasi svaniscono e comunque perdono i contorni, i nostri carri armati M, che pur nelle forme hanno un grado elevato di impercettibilità, sono molro bene individuabili anche a notevoli distanze.

c) Dotazioni di carro L'esperienza ha dimostrata necessarissima l'assegnazione di un buon binocolo almeno ad ogni comandante di plotone per avere modo di neutralizzare


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in parte gli effetti del miraggio, il quale, come è noto, rende confuso e falso il paesaggio entro di cui opera. L'assegnazione di un binocolo ad ogni comandante di plotone renderebbe anche meno grave la mancanza di mezzi di collegamento radio tra i vari elementi della compagn ia. Attualmente solo i comandanti di compagnia e di btg. hanno in dotazione un binocolo, per giunta cattivo: il binocolo galileano.

2)

COSTITUZIONE DEI REPARTI

a) Come è noto i btg. hanno i servizi accentrati alla compagnia comando di btg. Esiste perciò una sola autofficina di btg. ed una sola squadra recupero. L'autofficina non è frazionabi le. La squadra recupero non ha mezzi per compiere alcun recupero. Per il recupero di carri in avaria si dovrebbe impiegare la trattrice Breda 35, che è il trattore di adozione per il traino del carro armato sul carrello. Il reggimento non ha neppure una e non ha neppure un trattore similare che possano sostituirla. Ogni btg. ha un trattore Pavesi, ido neo al traino dei carri L, ma non dei carri M; ciò non dovrebbe avvenire, ma non è possibile fare diversamente. Dopo il combattimento del 5 corrente la compagnia, che aveva combattuto, aveva ben sei carri in avaria (tre in conseguenza del combattimento, tre per guasti di carattere meccanico) per trainare i quali accorsero altri 6 carri. È evidente che la compagnia non era più in grado di combattere.

b) Personale specializzato Il personale del reggimento, pur essendo bene istruito, non è in grado di eseguire grandi riparazioni. Per compiere queste occorre una squadra veramente di operai specializzati (come quelli che la ditta Ansaldo Spa aveva distaccato presso il 32° rgt. carrista). Dopo ogni combattimento si dovranno sempre compiere delle importanti riparazioni. Se si dispone di una buona squadra di operai specializzati, queste potranno essere eseguite im mediatamente, rendendo così possibile il pronto impiego dei mezzi; se non si dispone di cale squadra i carri armati non potranno essere riparati che molto stentatamente ed anche malamente. Nel caso concreto, il combattimento è avvenuto il giorno 5, i carri in avaria erano 6; oggi sono ancora sei. Se il reggimento avesse disposto della quadra di specializzati, il giorno 6 avrebbe almeno rimesso in efficienza 4 carri e il giorno 7 un'altro di questi. Per il sesto occorrono le piastre ed il cannone di ricambio. In sostanza al reggimento carri M occorre un'organizzazione simile a quella dell'aviazione: ottimi equipaggi per combattere; ottime squadre di operai per la riparazione e messa a punto dei carri.


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c) Reparti di formazione Costituire colonne di più reparti (carri medi, carri leggeri, bersaglieri motociclisti, artiglieria controaerei, artiglieria anticarro etc.) è utile per azioni di ampio raggio. Occorre però dare al comandante tutti i mezzi e le possibilità di condurre il combattimento. Senza tali mezzi, dopo lanciati i reparti, il comandante della colonna, diventa un numero qualsiasi ed il combattimento si svolge caotico, secondo la capacità, l'iniziativa ed il valore dei singoli. I mezzi che occorrono ad un comandante sono i collegamenti multipli: radio e motocilisti. Radio portati su autoveicoli idonei allo scopo (non motociclisti); motociclisti dotati di macchina di sicuro funzionamento. Il reggimento ha delle radio r. 2-3 ma non ha i mezzi idonei per portarle; ha pochi motociclisti, appena sufficienti ai bisogni del comando di reggimento. Il 5 corrente la colonna era comandata dal maggiore Nicola Benagli, ufficiale superiore a disposizione del comando del rgt., che gli aveva assegnato delle stazioni radio per il collegamento con il comando di rgt. stesso, e gli aveva ordinato di trarre delle staffette portaordini dal plotone bersaglieri motociclisti facen ti parte della colonna, per il collegamento interno della colonna. A vviati i reparti, il maggiore comandante dovette fare lui stesso la staffetta su motocicletta, poichè i bersaglieri motociclisti non rintracciavano i comandanti di reparto perchè non li conoscevano. Cioè fallimento completo dei collegamenti nell'interno della colonna. Per impedire il caos, combattimento durante, dovetti sostituirmi col mio comando a quello del comandante della colonna. Evidentemente non è pratico costituire colonne di formazione con reparti di varia provenienza e specialità e porre dette colonne agli ordini di comandi improvvisati.

3) IL COMBATTIMENTO a) Dato lo scopo e la zona in cui si doveva operare si presumeva che si sarebbe entrati a contatto col nemico; autoblindo, fo rse qualche carro armato e forse anche qualche batteria. Non si sapeva dove fosse e come fosse schierato. Con precisione non si sa neppure ora. I bersaglieri motociclisti presero contato sul fronte con alcune autoblindo, che marciarono decisamente in avanti. I bersaglieri ripiegarono a tergo dei carri M/11. Le autoblindo inglesi si impegnarono contro i carri armati leggeri che costituivano la prima ondata dello scaglione; anche questi a loro volta ripiegarono a tergo dei carri medi, sia perchè .non sono in grado, con il loro armamento, di combattere contro le autoblindo, sia perchè altri mezzi corazzat i inglesi erano apparsi sulle ali, provenendo da sud e da N .O. I carri medi attaccarono decisamente su una sola linea i mezzi corazzati inglesi, che ripiegarono immediatamente in direzioni divergenti trascinandosi


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dietro i carri M, i quali in conseguenza risultarono molto sparpagliati. Ad un certo momento i carri M furono soggetti a tiro di artiglieria nemica, senza conseguenze; successivamente il plotone di ala destra fu colpito ripetutamente da armi anticarro che misero rapidamente fuori combattimento tre dei quattro carri. Infine il nemico scomparve abbandonando nelle nostre mani due carri armati ed abbandonando altresì, altri due carri armati di cui, uno in fiamme ad oltre un Km. dalla posizione da noi raggiunta. Dopo di che non fu più possibile avere alcuna notizia sul nemico.

b) Insegnamenti 1) L'impiego dei bersaglieri motociclisti nel servizio di esplorazione risponde bene allo scopo e se ne potrà vedere sempre l'impiego nelle colonne cora.czate. Utile è altresì la loro presenza nella colonna per la raccolta dei prigionieri che non può essere fatta dagli equipaggi dei carri M. Utile altresl la loro presenza per la lor o sorveglianza dei fianchi delle colonne, in specie nelle indispensabili soste dopo il com battimento. 2) L'impiego dei carri leggeri, come elementi di combattimento contro mezzi corazzati avversari, è quasi nullo perchè troppo inferiori di armamento. Potrebbero riuscire utili come riempimento dello schieramento dei carri M qualora fossero in dotazione in prevalenza di cartucce perforanti e, soprattuttO qualora in luogo della mitragliatrice Fiat 35 che da luogo a numerosi inceppamenti, fossero dotati di mitragliatrice Breda 38. 3) I carri M, pure essendo delle ottime armi, debbono essere sostenuti da reparti dotaci di armamento più poderoso che ne garantisca le spalle e sotto la cui protezione, sia possibile recuperare i carri in avaria. 4) Senza osservazioni riesce quasi impossibile comprendere lo schieramento nemico e quali siano le sue linee di avanzata e di ripiegamento. Ciò è soprattutto importante in colonia, in cui è estremamente difficile procedere nella giusta . direzione ed individuare gli obiettivi.

5) Gli inglesi si sono dimostrati molto manovrieri e molto bene istruiti. Si è d'avviso che le direzioni di ripiegamento fossero prestabilite per trascinare i nostri mezzi corazzati sul fronte delle armi anticarro. La loro manovra è facilitata dagli ottimi mezzi di collegamento di cui sono dotati e dalla velocità superiore, rispetto ai nostri mezzi, posseduta dalle autoblindo. 6) Infine si è d'avviso che non sia conveniente imp iegare unità carri armati medi inferiori a quella del btg., dato che, come è stato dimostrata, ad ogni macchina in avaria corrisponde la inutilizzazione di due carri (quello in avaria e quello necessario per rimorchiarlo).


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PROPOSTE

Propongo che:

a} al reggimento sia assegnato un btg. carri M/13 da trarsi dal 32° rgt. carrista, ove è in corso di costituzione. Ciò per ridurre le deficienze del carro M/11 e per dare al reggimento una unità corazzata tale che garantisca l'esito di qualsiasi combattimento contro le unità corazzate inglesi; b) i carri M/11 siano mimetizzati con colori più intonati all'ambiente locale;

e} sia assegnato in dotazione un binocolo ad ogni comandante di plotone; d) siano assegnati almeno 8 trattrici Breda per btg. per recupero e traino dei carri in avaria;

·

e) sia asse.gnato ad ogni btg. ed al comando di reggimento una squadra di operai specializzati da trarsi dalla ditta Ansaldo-Spa; !) sia assegnato ad ogni btg. un autocarro «Dovunque)) per il trasporto dei mezzi radio; tale automezzo dovrebbe essere corazzato almeno parzialmente;

g) ogni operazione svolta da unità corazzate sia sorvegliata da aerei nostri, che seguendo le vicende del combattimento, diano tempestivamente le notizie che servono a meglio indirizzare l'azione della unità corazzata stessa; h) che, ogni qualvolta unità corazzate debbono svolgere operazioni belliche, sia assegnato al reggimento un conoscitore di lingua inglese per l'immediato interrogatorio dei prigionieri, onde meglio indirizzare, in base a tali notizie, l'azione; i) l'assegnazione ad ogni colonna corazzata, oltre che due armi controaerei, anche di armi anticarro e possibilmente di batterie di artiglieria divisionale trainate da trattori.

In conclusione sarebbe bene che, qualora codesto Superiore comando lo ritenesse del caso, le colonne corazzate, composte da elementi vari (carri M, carri L, bersaglieri, artiglierie anticarro, artiglierie controaerei, artiglierie divisionali etc.) fossero costituite ed addestrate preventivamente in vista degli scopi e degli obiettivi da codesto comando riterrà di assegnare.

IL COLONNELLO COMANDANTE f. to PIETRO ARESCA


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COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE A.S. STATO MAGGIORE n. 03/8200 0 .M.

18 Novembre 1940/XIX0

ARGOMENTO: C ostituzione «brigata corazzata speciale».

Al Comando 10° Armata Al Comando XXI Corpo Armata AL Comando Superiore CC.RR. della A.S.l Al Comando Superiore del Genio dell'A.S.!. All'Intendenza A.S. All'Ufficio del Sottocapo di S.M. All'Ufficio Operazioni All'Ufficio Personale

Ordino che sotto la data del 25 corrente mese si costituisca nella zona di Marsa Lucch una «brigata corazzata speciale». Tale grande unirà sarà alle mie dirette dipendenze e verrà costituita come dagli allegati n. 1 e n. 2 al presente foglio . Il gen. di brigata Alighiero Miele ne assumerà il comando. I comandi in indirizzo e l'Intendenza A.S. impartiranno i necessari ordini per la tempestiva affluenza nella zona di raccolta di tutti gli elementi destinati a far parte della brigata, ad eccezione dei battaglioni carri per i quali seguiranno istruzioni a parte. Tutti gli elementi in parola dovranno essere al completo, per quanto possibile, delle dotazioni previste dalle formazioni ed in particolare degli automezzi · {ed affluire nel luogo di formazione per il giorno 25). Per il funzionamento dei servizi seguiranno ordini. Prego infine comunicarmi i dati di forza {personale - materiali - automezzi) dei singoli corpi e reparti destinati a costituire la suddetta brigata, che dovrà

essere al completo di ogni elemento in pochissimi giorni.

IL MARESCIALLO D'ITALIA COMANDANTE SUPERIORE FORZE ARMATE A.S. RODOLFO GRAZIANI


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ALLEGATO

1

COSTITUZIONE SOMMARIA DELLA «BRIGATA CORAZZATA SPECIALE» Comando ..... ..................... ..... ... • ........ (comandante· S.M. · nucleo motr. CC.RR. - drappello automob.) 1 reggimento bersaglieri aucoportaco ........ • .. ......... (comando· 3 battaglioni - 1 compagnia da 47/32) 1 battaglione motociclisti

1 comando carri armati ... . . ....................... .

(comando - due compagnie) ( comando - 2 raggruppamenti carri)

2 compagnie da 47/32 autocarrate 1 reggimento artiglieria ................ ... •..••...•. . . (comando - I gruppo 75/27-1 gruppo da 100/17-1 gruppo 75/27 CK. 2 batterie da 20) 1 compagnia mista del genio l reparto di sezione sanità 1 nucleo di sezione sussistenza l aucogruppo ............... ............. ..... . . .. .. . (due autoreparti)


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2 18

Al.LEGATO

n. 2

ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA •BRIGATA CORAZZATA SPECIALE» Elementi costitutivi

Uniù

Eme che li fornisc,

Note

(•)

(a) ordini a part< (b) Uff. I, Sottuf. 2, truppa 17, autovt. I, autokggeri I, motocicli 15 (e) 3 autovetture, I autoleggero, I fur-

( Comandante: gen. brigata ( A. MIELE ( Stato Maggiore Comando brigata ....... ... .. . ...... ( I nucleo mot. CC.R.R. (b)

( ( I drappello automobìlistico (e) ( I rq;g. bcrsagli<ri autopon. I battaglione motociclisti

(comando

( ( I comando carri ( 4° rgt. ftr. armati (carrista

( ( (rgt. misto (carri.sta (6 fuciloni (Solothurn

Com,ndo, 3 btg., I cp. 47 Com,ndo {10° (d) 2 Cp. (60° (e)

Comando superiore CC.RR. [ndendcnu A.S.

goncino, 6 motocicli (in arrivo dalla madrepatria)

X:Xlll C.A. X:XUI C.A. Df. Ftr. Sirte

Comand..ntc I cp. motocil. 17° (.) 1 drappello autorn. Comando I btg. cmi L (XXI) 2 btg. carri M/11 (I e U) 1 btr. da 20 1 pi. nebbiogeno

(d) proveniente dal X C.A. (e) proveniente Df. Sabratha (.) meno I pi. tuuon presso il ng. M,letti

comando

I btg. carri l (LXI) I btg. a.cri M/13 (lii) 2 Df. Sirt<, 2 Df. Circn< 2 Df. Marmarica


Documenti

Unità

Elementi costitutivi 1 cp. 55° (f) 1 cp. (g)

2 compagnie 47 autoc.1r:r:itc (Comando

( (I gr. 75/27 (con T.L.A.

( l reggimento (1 gruppo 100/17 artiglieria (con T.L.A. ( I gruppo 7S/27CK

219

Ente che 1i fornisce

XXIII C.A. dv. ftr. Manna.rica

comandante ( 12• an. df. comando ( Comando ( 120 art. f.

XXill C.A.

2 batteria

(

comando 2 btr.

( 12 0 art. dL (

df. Cirena

comando

(

( (XXJ) (

2 btr.

(....

(2 btr. da 20 (

1 brr. del 12° rgr. df. I brr. da destinare

Note

(f) proveniente dft. Savona (8 pezz.i) (g) da destinare (8 pezzi)

XXlll C.A.

dv. cc. no. 23 MarLO (h)

(h) saranno sostituiti a Sidi Barrani con materiale 75/46 della 10' armata

1 compagnia mista genio

dvf. Cirene XXIlC.A.

comandante

1 pi. anicri d'arres. 1 pi. r.t. 1 reparto sezione sussiscen1...a l reparto sezione sanità

comando superiore genio

Inten denza A.$.

I autogruppo

coma.ndame 1 aucorepano t aucorepatto

Intendenza A.S. del rgt. bers. autopor.

AVVERTENZA Gli dementi destinati a far

partç

della brigttta corv..zata speciale conservano l'attuale dlpenden1.a org~nic.i, m:itricob.re e amministratlva.


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220

DOCUMENTO

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STATO MAGGIORE R. ESERCITO Ufficio Servizi

lì, 17 dicembre 1940-XIX

n. 40900 di prot. Segreto

All'Ecc. il Capo di Stato Maggiore Generale Sua Sede e, per conoscenza:

Al Ministero della Guerra - Gabinetto Roma OGGETTO: Materiali e mezzi da richiedere al Reich. (Seguito foglio 008600

del 12 dicembre)

Nella indicazione dei mezzi da richiedere al Reich, questo Stato Maggiore si è prefisso di rimanere nel campo delle pratiche realizzazioni e di non richiedere, cioè, quantitativi esagerati. Pertanto, si è escluso a priori di comprendere nella richiesta l'integrale fabbisogno di materiali per dare all'esercito, tutte le armi ed i mezzi moderni di cui ha bisogno e per portarlo al 100% degli organici di guerra, ciò che, ad esempio, di soli autocarri comuni, richiederebbe circa 11.000 pesanti e 6500 leggeri. I dati qui di seguito esposti sono quindi limitati alle sole fondamentali esigenze. 1° Automezzi: occorrono: - per soddisfare le urgenti richieste degli scacchieri oltremare senza dover ulteriormente depauperare le G.U. in Paese: per l'Albania: 1650 autocarri per la Libia: 3000 autocarri - per ricostituire in Italia gli autogruppi a disposizione del Comando C.A. autotrasportabile, per l'autotrasporto di tre divisioni: 1300 autocarri - per ricostituire in Italia due autoraggruppamenti di arma. Complessivamente 7850 autocarri. Altri automezzi vari occorrenti: 50 autofficine 200 auroserb. per acqua 100 autofrigoriferi

300 ambulanze 100 trattori Caterpillar


Doè:umenti

221

2° Artiglierie di·visionali Si deve cercare di avere subito il maggior numero possibile di artiglierie

pronte per aumentare le nostre artiglierie divisionali fino ad avere 4 gruppi per ogni divisione, oltre ai complessi per addestramento e riserva (45% circa delle armi schierate). Occorre quindi chiedere al Reich se e quante bocche da fuoco è possibile avere dei seguenti tipi: - obici 75/13 - 100/17-14 -100/17-16- Si tratta di materiali ex austriaci: vi potrebbero essere degli esemplari residuati; -

materiali moderni da montagna dell'ex esercito cecoslovacco;

-

obice da 105 tedesco o francese.

Si prospetta, infine, la convenienza di far allestire, se possibile, anche in Germania, in parallelo con i nostri allestimenti (da riprendere) l'obice da 75/ 18 mod. 34. Le artiglierie dovrebbero essere fornite col loro munizionamento (10 unfoc almeno), oppure, per i tipi già regolamentari in Italia, dovrebbero essere forniti adeguati quantitativi di materie prime per allestire noi le munizioni.

3° Artiglierie di Coipo J>armata e d'Armata Conviene chiedere al Reich la cessione di cannoni da 105, cannoni da 149, obici da 149 (simili alle btr. già di prevista assegnazione). Il tutto con t rattori e munizioni (10 unfoc). Si potrebero chiedere anche i complessi da 152/37 eventualmente disponibili (ditta Skoda) sempre con munizioni.

4° Artiglierie contraerei

Ogni divisione:

1 btr. da 37 (2 btr. per le div. speciali)

Ogn i Corpo d'armata:

1 gr. su 2 btr. da 37 1 gr. su 3 btr. da 88 (mobili)

Ogni Armata:

3 gr. su 3 btr. da 37 4 gr. su 3 btr. da 88 (mobili)

Allo S.M.E.:

6 gr. su 3 btr. da 88 (mobili).

Prezzo occorrent i (compreso addestramento e riserva): da 37 1650 da 88 990 I pezzi s'intendono da fornire con trattori e munizioni. Munizioni (12 unfoc) = 4 milioni colpi da 37 e 2.400.000 colpi da 88 L'88 può essere in tutto o in parte sostituito dal 105.


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

5 ° Pezzi anticarro

Occorrono 540 pezzi da 47 per dotare ogni divisione di una seconda compagma anticarro. Maggiorazione per adde riserva (25%) = 135 pezzi tot. pezzi 675. Munizioni: 3000 colpi per pezzo (12 unfoc) per 540 pezzi = 1.620.000 colpi. 6° Carri armati ed autoblindo - Per sostituire con carri M i carri L dei 17 battaglioni di Corpo d'Armata e di divisione in Libia occorrono 731 carri M. - Per sostituire con carri M i carri L in tre dei quattro battaglioni di ciascun reggimento di divisione corazzata occorrono 387 carri M. 11 18

Totale carri M Riserva di rep. (1/6)

187

Riserva generale (1/5)

261

Totale

1566

carri M occorrenti.

La richiesta può essere ridotta a metà, cioè a 800 carri M. Inoltre 300 autoblindo. 7° Quadrupedi Il Paese con nuove requisizioni non può dare che una limitata parte dei quadrupedi ancora occorrenti. Limitando la richiesta ai muli da salma per portare al 100% l'artiglieria someggiata attualmente esistente e per reintegrare le perdite dell'Albania, sarebbero necessari 9000 muli da soma pesanti (si aggiunge per notizia che per completare tutto l'esercito sarebbero necessari 85.000 quadrupedi). Se la Germania non ha disponibili muli, si potrebbero trarre dalla Francia. 8° Materiale radio Occorrono stazioni di grande e media potenza (circa 300 'con scorta parti di ricambio) poichè le scorte attuali sono già quasi tutte impegnate e la produzione è assai lenta. L'organo tecnico potrà indicare i tipi. 9° Proiettori · da 150 nel maggior numero possibile. 10° Materiali di rafforzamento G li invii in corso per l'Albania hanno ridotto a quantità irrisorie le scorte dei magazzini di Armata e dei depositi centrali. Occorre essenzialmente ferro spinoso (20.000 tonn.), paletti di ferro (500.000), sacchi a terra (10.000.000).


Documenti

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11° Materiali '1Jarii

Tende per Comandi - le condizioni ambientali degli scacchieri libico ed albanese hanno assorbito quasi l'intiera disponibilità in Italia. La produzione è assai lenta per deficienza di materie prime. Sarebbero necessarie 500 tende con superficie coperta media di 50 mq. ciascuna. Forni da campo. Le recenti richieste della Libia e dell'Albania hanno assorbito i 3/4 delle nostre scorte. Occorrono circa 100 forni possibilmente autotrainati. Cucine mobili da campo. 12° Materie prime Ne è ben nota la deficienza globale: l'aumento delle disponibilità consentirebbe alle nostre industrie di lavorare in pieno, pur senza coprire i fabbisogni di guerra. La cessione di materie prime da parte del Reich è dunque questione es-

senziale. Le materie prime occorrenti, ed in particolare le voci maggiormente deficitarie, possono essere precisate dal Fabbriguerra. Se le richieste contenute nel presente foglio avranno una effettiva realizzazione, potranno essere seguite da altre.

IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano DOCUMENTO

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STATO MAGGIORE R. ESERCITO Roma, gennaio 1941-XIX

OGGETTO: Studio ed adozione di nuovi materiali.

I - L'ufficio addestramento ha compilato, sull'argomento in oggetto, il promemoria annesso, (che esamina i procedimenti attuali, ne rileva gli inconvenienti, e conclude con proposte). II - In sostanza: - non vi è dubbio che attualmente trascorre molto troppo tempo fra la segnalazione di un fabbisogno, e la realizzazione dell'arma o mezzo corrispondente. - Non vi è dubbio che troppi enti ideano, propongono, studiano, modificano, ecc. - Le responsabilità circa ritardi, interiezioni e simili sono perciò troppo diluite, intricate e sfuggenti. III - Per organizzare bene la faccenda, occorre, non dimenticare i principi basilari seguenti:

a) lo S.M. determina le armi e materiali che occorrono all'esercito - Li richiede - Controlla la corrispondenza fra quelli allestiti ed i requisiti indicati. (In altre parole lo S.M.E. è il «cliente»). b) Il Ministero dà le commesse, le finanzia, ecc. (È l' «amministratore» del «cliente»).

e) I varii organi tecnici studiano, preparano· ed assicurano la realizzazione di quanto lo S.M. richiede ed il Ministero commette. (Sono i «consulenti tecnici» vuoi del «cliente» vuoi dell'Amministratore»). Ammessi tali principi e considerato che gran parte dei ritardi ed incertezze lamentati sono da attribuire al fatto che «più enti comandano per la stessa cosa», si prospettano due soluzioni:

Prima soluzione: «Consulenza tecnica» affiancata al «cliente». Ossia lo S.M. («cliente») ha alla sua dipendenza completa il «consulente tecnico» d'ordine generale (Ispettorato Superiore dei servizi tecnici), e per suo mezzo studia, prepara e segue la realizzazione del!' «articolo» che ha richiesto; «articolo» che poi - come attualmente - controlla. I «consulenti tecnici» d'ordine specifico (Direzioni generali) sono - come


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attualmente - alle dipendenze di quello d'ordine generale, per la parte tecnica, e per la parte amministrativa alle dipendenze dell'«amministratore» (Ministero). Seconda soluzione: Il «cliente» (S.M.) si limita a richiedere l' «articolo», ed a controllarlo una volta realizzato, e non si ingerisce per nulla nella sua realizzazione. La «consulenza tecnica» d'ordine generale e d'ordine specifica sono alla completa dipendenza dell'«amministratore» (Ministero), il quale non solo finanzia e commette, ma studia, prepara e segue la realizzazione di quanto dal «cliente» richiesto.

- Nella prassi esecutiva, ferme rimanendo le singole competenze e responsabilità, ambedue le soluzioni ammettono contatto per «tenersi al corrente», e suggerire ed apportare le varianti consigliate od imposte da circostanze vane. - Ciò che è detto nella prima soluzione per le direzioni generali facenti tecnicamente capo all'Ispettorato superiore dei servizi tecnici, parrebbe anche per quelle ad esso estranee. Nel senso che lo S.M. dovrebbe poter dar loro direttamente istruzioni per lo studio, ecc. degli «articoli» di loro competenza. - Dato che la responsabilità sostanziale dell'adozione di un dato materiale (richiesta originale-controllo finale) è dello S.M. che presiede al suo impiego, si ritiene più opportuna la prima soluzione.


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano DOCUMENTO

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Appunto di Cavallero sul colloquio con Valletta in merito alla produzione di carri armati (giugno 1941 ).

Valletta mi consegna l'appunto allegato e mi dice che sa quali sono gli inconvenienti del carro M 13 e che si fa il possibile per migliorarlo maggiorando il motore (questo per opera della Fiat). Dice che un suo ingegnere Bono (direttore Spa) ha preso contatti con i tedeschi per costruire per conto degli stessi le parti del carro armato germanico da 18 tonnellate con forniture di materiale primo da parte dei tedeschi al 160/100. La Fiat è pronta ma però vorrebbe costruire non parti ma unità. Dico a Valletta che concordo e approvo, e che porti avanti le trattative con i tedeschi fino a poter dare alla Germania intero complesso con motori fatti dalla Fiat ed il resto dall'Ansaldo. Valletta risponde che vede la cosa molto bene; provvederà e riferirà.

PROMEMORIA

Carri veloci L 3 e L 35

Nel 1928, ministro della Guerra l'eccellenza Cavallero, venne presa in esame, per la prima volta dopo la grande guerra, l'opportunità di studiare un t ipo di carro armato leggero e veloce che potesse assolvere al compito di esplorazione e accompagnamento delle fanterie. Su indicazione dell'eccellenza Cavallero, i tecnici dell'Ispettorato aucom0bilistico fermarono la loro attenzione sul carro Carden Lloyd alcuni campioni del quale vennero importaci in Italia, e l'Ansaldo fu interessata all'eventuale riproduzione. Dai risultati delle prove derivò però la necessi.cà di progettare e costruire un carro rispondente alle necessità delle nostre forze armate e l'Ansaldo, auspice l'Ispettorato automobilistico, venne ad un accordo con la Fiat per la costruzione del carro da 3 tonn. denominato CV 3, ed in seguito, per modifiche avvenute nell'anno 1935, L 35. Detti carri vennero impiegaci, come è noto, in Africa ed in Spagna, dove per il valore e l'abnegazione dei carristi, si comportarono, in rapporto alle loro possibilità, nel modo più brillante.


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Carri armati M 11 e M 13

Intendendo lo Stato maggiore di dotare le forze armate di un carro più pesante e più potentemente armato, venne affidato alla Fiat ed all'Ansaldo l'incarico dello studio di un carro da 8 tonnellate con motore a nafta che sarebbe stato denominato carro di rottura. Veniva ammesso in via riservata, in dipendenza della situazione ginevrina, che il peso del carro potesse arrivare anche a 9 tonnellate. Il campione venne realizzato nel 1937 e la prima commessa di 100 unità ebbe luogo nel 1938 con un carro denominato M 11 in rapporto al proprio peso (11 tonnellate). Nel frattempo fu rilevata la necessità di avere il cannone in torretta e quindi il carro veniva variato come sistemazione di armamento giungendo al tipo M 13 il cui peso è oggi di 14.000 kg. che però è ben sovente superato e portato ad almeno kg. 15.000 dalle truppe in zona di operazioni. Le commesse in corso per detto carro sono di circa 1.500 unità per le quali 700 assortimenti motoristici sono già stati costruiti. Scoppiato l'attuale conflitto, dai confronti dei carri armati dell'alleata Germania e delle nazioni nemiche emerse la necessità di dotare l'M 13 di un motore più potente che fu realizzato modificando completamente il motore esistente ed ottenendo una maggiore potenza di circa 20 CV su 125 prima forniti dal motore. Attualmente un carro M 13 dotato di tale motore si trova in esper imento a Roma presso il Centro scudi motorizzazione di viale Pinturicchio e si presume che la produzione di detto nuÒvo motore potrà avere luogo coi primi del prossimo luglio (dall'800a unità). Carro armato L 6

La Fiat e l'Ansaldo in accordo, su richiesta di nazioni estere, provvedevano alla costruzione per proprio conto, e previo benestare dell'autorità militare, di un carro armato da esplorazione con cannone mitraglieria da 20 e mitragliera da 8 sistemati in torretta. Veniva così prodotto nel 1939 il primo esemplare di carro L 6 che sottoposto all'esame dell'autorità militare veniva trovato di interesse, e si dava luogo ad una commessa di 583 carri ridotta successivamente a 283 per realizzare sugli altri 300 delle unità da 47 /32 semoventi. L'esecuzione di tale carro, la cui velocità fu ultimamente aumentata a 42 km/ ora, avviene integralmente presso gli stabilimenti della Spa allo scopo di poter avere nel periodo bellico due distinti centri di produzione di carri armati. Nuovi studi Carro da 25 t?nnellate. Nel mese di agosto 1940 è stata prospettata alla FiatAnsaldo la necessità di progettare e costruire un carro pesante circa 25 tonne!-


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

late le cui caratteristiche furono definitivamente fissate nel dicembre 1940. T ale unità deve essere munita di motore a nafta da 330 CV, armata con un cannone da 75 e con le armi ausiliarie e sarà denominata P 75. Di questo carro i disegni sono già stati ultimati ed i complessivi sperimentali sono in costruzione. Si prevede che il motore sarà messo al banco nel prossimo mese di luglio e che il campione potrà essere pronto per la fine di ottobre prossimo venturo. Carro da 18 tonnellate. Nelle scorse settimane la Fiat e l'Ansaldo vennero interessate dall'Ispettorato superiore dei servizi tecnici allo studio di un carro di media potenza da circa 18 tonnellate _con motore a benzina, veloce e ben armato, per l'impostazione definitiva del quale l'eccellenza De Pignier ha indetto una riunione plenaria per il giorno 16 corrente a Roma. Nel frattempo l'ing. Bono, direttore della Spa (stabilimento costruttore oltre che dei carri militari motorizzati, del carro armato L 6, dei gruppi motoristici per il carro M 13 e degli autotelai per autoblinde), trovandosi a Berlino venne interessato dalle competenti autorità militari tedesche alla costruzione per conto delle stesse dei complessivi e delle parti sospensione del carro armato germanico n. 3 da circa 18 tonnellate e per i quali sono in corso, con possibilità di rapida conclusione, le trattative. Poichè quindi è assicurata la possibilità di costruire la quasi totalità dei gruppi meccanici del carro germanico n. 3 predetto, è apparsa la convenienza di richiedere alle autorità tedesche la costruzione del carro completo come da promemoria presentato alle autorità tedesche stesse a mezzo della regia ambasciata, qui allegato. Ove si tenga conto che il Comando tedesco cederebbe i materiali in ragione del 160 per cento, sembra evidente la convenienza di estendere anche per le forze armate italiane la produzione del carro armato germanico n. 3 che risponde in linea di massima ai requisiti che oggi vengono richiesti per il carro di nuova progettazione da 18 tonnellate di cui si è sopra parlato. Il fatto di poter avere:

a} le materie prime; b} i disegni costruttivi; e) l'eventuale assistenza tecnica pronta ed interessata dagli enti tedeschi; d) l'avviamento delle lavorazioni attraverso la produzione delle parti destinate alla Germania;

e) tutti gli elementi forniti dall'esperienza bellica tedesca; f) in definitiva tutte le garanzie di poter procedere ad una rapida produzione in serie, comunque sempre più rapida che non risolvendo il problema in qualsiasi altro modo (licenze estere o nuovi progetti); consiglia di prendere in seria ed immediata considerazione la tesi sopra prospettata.


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Conclusione

La situazione dei carri in dotazione con i provvedimenti di cui sopra risulterebbe di conseguenza così definita: Carro armato L 6 {peso conn. 6,8 circa): attualmente in produzione presso gli stabilimenti Spa con un ritmo massimo previsto di circa 65 unità mensili da raggiungersi col mese di agosto prossimo venturo. Carro armato M 13: con motore maggiorato; in produzione per le ultime 700 unità della commessa presso gli stabilimenti Spa ed Ansaldo, con un ritmo di circa 100 unità mensili. Carro armato da 18 tonnellate: riproduzione del carro armato germanico n. 3. La produzione di quesro carro potrebbe sostituire quella del carro M 13 · {peso tonn. 15 circa) appena terminate le predisposizioni per la produzione. Carro armato da 25 tonnellate con cannone da 75: potrà essere prodotto dopo realizzazione e prova del campione in allestimento. Ove con le attuali necessità di aumento di velocità la potenza del motore dovesse essere maggiorata, potrebbe essere considerata, fra le altre soluzioni, quella della sovralimentazione del motore che viene oggi seguita da case tedesche (ad es. Junckers) e che anche presso di noi è stata sperimentata con primi favorevoli risultati. ESPOSTO

Si conferma quanto esposto verbalmente il 6 giugno 1941 dal sig. Bono e dal comm. Bonelli nel colloquio avuto col sig. col. Schrotter circa la possibilità Fiat di costruzione di un carro armato completo. Dato i comuni interessi di guerra italo-tedeschi e in relazione alle disponibilità degli stabilimenti Fiat sistemati per l'esecuzione di unità complete è possibile la riproduzione di quel completo Panzerkampfwagen che interessasse sia le forze armate ger~aniche che quelle italiane (esempio carro n. 3 e n. 4). In tal modo la produzione Fiat sarebbe a disposizione dell'Oberkommando germanico e delle forze armate italiane, e gli stabilimenti Fiat potrebbero lavorare sia a completamento della produzione tedesca che contemporaneamente per le forze armate italiane. Ove l'OKW riconoscesse in tale produzione di un'unità completa germanica presso la Fiat una realizzazione di quella intesa che nel campo della produzione dei motori d'aeroplano già si è concretata con la costruzione di prossimo inizio presso le officine Fiat del motore DB 605, la Fiat sarebbe eventualmente disposta a far conoscere, previo benestare del proprio governo, all'OKW le proprie realizzazioni di veicoli militari (trattori per artiglieria, veicoli militari per impiego in colonia, carri armati, autoblinde-mitragliatrici e carri militari speciali per trasporto truppe o materiali) concedendo eventualmente la riproduzione in Germania di quello o quei tipi di propria progettatura e costruzione che possono interessare l'OKW predetto.


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano DOCUMENTO

SEGRETO Odero-Terni-Orlando S.A. Via Bartolomeo Bosco, 37 GENOVA

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S. 27/453 1 ottobre 1941-XIX Produzione carri armati

Ci è pervenuta notizia che la Vostra Società intende dedicarsi alla fabbricazione di carri armati e pertanto ci è gradito prendere diretti contatti con Voi, allo scopo di collaborare affinchè il Vostro intervento in questo setrore di produzione possa essere il più utile ed efficace possibile. La progettazione e produzione dei carri armati in Italia sono oggi totalmente svolte in collaborazione tra l'Ansaldo e la Fiat. La Fiat provvede alla completa fabbricazione dei gruppi motopropulsori (motori, radiatori, cambi di velocità, gruppi di sterzo, ecc.) e l'Ansaldo a quella degli scafi corazzati, organi di propulsione esterna (cingoli, sospensioni, ruote motrici, ecc.), nonchè all'armamento, sistemazione e rettifica apparecchi ottici, radio, ecc. Infine presso l'Ansaldo vengono effettuati i diversi collaudi: automobilistico su strada e fuori strada, di tiro per l'installazione delle armi, apparecchi otti'ci, ecc., talchè i carri sono completati dalla Ansaldo e consegnati direttamente ai reparti pronti per l'effettivo impiego di guerra. Su queste basi le due Aziende si sono divise i compiti in modo da favorire la rispettiva specializzazione ed i più elevati rendimenti della produzione, mentre l'una e l'altra Azienda si basano in larga misura sulla collaborazione di numerosi sub-fornitori. Di fronte ad una punta di produzione manifestatasi nello scorso anno, proprio all'inizio delle nuove commesse, la Fiat si attrezzò anche per una gran parte delle lavorazioni e montaggio che normalmente vengono effettuate dal1' Ansaldo. Nel contempo l'Ansaldo è stata aucorizzata ad attrezzare un 2 ° Centro à Pozzuoli, al principale scopo di consentire l'eventuale t rasferimento della produzione dello Stabilimento Fossati, nel caso che questo fosse molto gravemente danneggiato per azioni di guerra, e di conseguire inoltre un eventuale aumento della produzione. La scelta di Pozzuoli è stata fatta anche per seguire le precise direttive del Governo affinchè .le industrie settentrionali sviluppino dei centri di produzione nell'Italia meridionale. L'entità delle ordinazioni in corso, la potenzialità raggiunta da noi e dalla Fiat, nonchè la predisposizione del Centro di Pozzuoli, che fra otto mesi sarà in condizioni di iniziare le lavorazioni, hanno indotto la Fiat a non proseguire ulteriormente la produzione normalmente di competenza Ansaldo, il che avverrà fra pochi mesi, non appena saranno ultimate le commesse ad essa direttamente affidate.


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D'altra parte l'ormai più che decennale esperienza nella fabbricazione di carri armati acquisita dalle due Aziende ci ha convinti della opportunità, constatata anche dai nostri alleati tedeschi, che la produzione dei carri debba essere accentrata in unità produttive che facciano almeno cento carri medi o pesanti al mese. Infatti la necessaria perfetta conoscenza del prodotto, i continui contatti con gli Enti militari, il carattere specifico delle lavorazioni, montaggi, prove e collaudi, inducono a accentrare in organismi specializzati tutto quanto è particolarmente caratteristico della produzione dei carri armati, ripartendo invece la produzione delle parti meccaniche, delle corazze o lamiere scudo, apparecchi ottici, ecc. fra tutte le officine che possano efficacemente concorrere alla produzione di esse. Tutta questa organizzazione cominciò a svilupparsi in Italia nel 1930 e si è andata progressivamente affinando e completando in oltre un decennio di intensa attività di progettazione, sperimentazione e costruzione. Lo sviluppo raggiunto da questo complesso, l'affiatamento dei tecnici militari e civili, la comune esperienza conseguita sul terreno delle manovre militari e in ere guerre combattute, la perfetta conoscenza della materia e la sensibilità delle effettive esigenze dell'impiego militare acquisita da parte dei tecnici dell'industria, hanno permesso alla organizzazione produttiva Ansaldo-Fiat, di raggiungere oggi la massima efficienza per la costruzione di un complesso come il carro armato, che assomma problemi non tutti definibili dalle· prescrizioni di capitolato. Ne è prova il fatto che dopo soli otto mesi dall'ordine si sono iniziate le consegne regolari del carro M. 13 con ritmo progressivamente crescente, fino a raggiungere, in diciotto mesi dall'ordine, una produzione circa tripla rispetto agli impegni assunti in origine. I risultati ottenuti e la conseguente opportunità di mantenere accentrata l'organizzazione produttiva specializzata per il carro armato completo, indussero più volte l'Autorità Militare a non prendere in considerazione proposte avanzate da altre importanti aziende industriali, ed a procrastinare - fino ad epoca recente - anche l'autorizzazione per il centro di Pozzuoli, ;iconosciuto invece indispensabile quale riserva per il nostro Stabilimento Fossati. Attualmente la capacità di produzione delle parti meccaniche e belliche del carro risulta esuberante sia rispetto alla produzione delle altre parti, sia fino ad oggi - anche rispetto alle possibilità dell'Esercito di assorbire tutti i carri prodotti, date le enormi difficoltà da sormontare per la sollecita costituzione organica dei reparti, il loro -addestramento, i mezzi di ricupero, ripa.razione e manutenzione dei carri, ecc. Ne consegue che l'Ansaldo periodicamente si è trovata con deposito ingente di parti lavorate o di carri pronti, in attesa di distribuzione ai reparti. La situazione attuale della produzione è la seguente:


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

- Sono in corso di ultimazione alcune commesse di carri di nostra progettazione di cui si è ottenuta la prosecuzione fino alla saldatura con le future commesse. - Si inizieranno presto le prove di un carro pesante pure di nostra progettazione, che presumibilmente non potrà essere definito che nei primi mesi del 1942 e di cui si potranno iniziare le lavorazioni al più presto nel giugno 1942. - Inoltre sono in corso trattative con la Germania per la riproduzione del carro T3, in parte per l'Esercito tedesco ed in parte per il nostro Ministero della Guerra. Le consegne potranno iniziarsi quattordici mesi dopo il ricevimento dei disegni, che si ritiene potrà avere luogo entro un mese. Tenuto conto della necessità di tradurre i disegni, predisporre le attrezzature, ordinare e ricevere i materiali, le lavorazioni non potranno avere effettivamente inizio prima della primavera 1942. La Missione Tedesca che ci ha visitato per impostare le trattative, ritiene che il termine di 14 mesi indicato da noi e dalla Fiat sia decisamente ristretto, dato che in Germania si prevede normalmente che l'avviamento di simili lavorazioni ex novo richieda 24 mesi. L'esperienza da noi acquisita ci rende invece sicuri di rispettare il termine da noi indicato. G li accordi preliminari con le nostre Autorità Militari contemplano una consegna di 150 carri T 3 al mese, da destinarsi per il 50% alla Germania e per il 50% all'Italia. Su tali basi noi dovremmo consegnare al nostro Esercito 75 carri/ mese, che equivalgono per entità di lavorazione e di,materiali alla quasi totalità della produzione attuale. Qualora aumentino notevolmente le disponibilità di materie prime rispetto a quelle oggi assegnate per la fabbricazione dei carri da parte dell'Esercito, l'Ansaldo e la Fiat potranno produrre mensilmente 100 carri al Fossati a Genova e 100 a Pozzuoli, oltre ad una aliquota da allestire eventualmente presso la Spa di Torino, nonchè il normale corredo di parti di ricambio, equivalente circa ad un 15%. Questa potenzialità mentre può essere senz'altro raggiunta per quanto riguarda il complesso dei gruppi motopropulsori, dei montaggi, degli armamenti e protezioni, dovrà essere invece con tutta probabilità integrata per quanto riguarda le lavorazioni meccaniche. È nostra convinzione che la potenzialità in atto e in corso di approntamento per la preparazione e la consegna di carri completi sia esuberante ai bisogni (specie in relazione alla probabile disponibilità di materie prime) e riservi comunque margini di elasticità per ulteriori sviluppi, anche tenendo conto del1'inserimento di 40 o 50 unità/mese del carro pesante di nostra progettazione sopracitato. In queste condizioni la creazione di nuovi centri specializzati per la fabbricazione di carri armati completi, a parte il lungo tempo occorrente per il loro effettivo redditizio funzionamento, risulterebbe del tutto superflua.


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Sarà invece probabilmente necessario un <;:ontributo per le lavòrazioni meccaniche, la cui reale entità potrà essere giudicata solta.nto quando si sarà a conoscenza dei disegni e cicli di fabbricazione delle parti. Abbiamo esposto questi elementi alle massime Autorità Militari esprimendo il nostro parere che la Vostra collaborazione sia impiegata nella più elevata misura possibile per il concorso di lavorazione meccanica di cui sopra, e siamo stati autorizzati a sottoporVi proposte in tal senso. Qualora Voi condividiate questo nostro desiderio, ci sarà gradito stabilire un immediato e diretto contatto fra i Vostri e i nostri tecnici, allo scopo di coordinare le modalità di attuazione di questa auspicata colìaborazione. Questa collaborazione evidentemente non potrà essere definita su elementi positivi fino a quando non si disporrà dei disegni e l'Autorità Militare avrà precisato i programmi di produzione in relazione alla disponibilità di materie pnme. Restiamo in attesa di Vostre comunicazioni al riguardo, nella fiducia che anche in questo settore potranno stabilirsi fra le nostre due aziende i migliori rapporti di collaborazìone ai fini degli interessi generali. L'Amministrazione Delegato (ING. A. RoccA)


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RACCOMANDATA-ESPRESSO Odero-Terni-Orlando Società per la Costruzione di Navi, Macchine ed artiglierie La Spezia con Sede e Direzione Generale in Genova UFFICIO DI ROMA M. AD. 218

Roma, 11 ottobre 1'941-XIX

Soc. An. «ANSALDO» GENOV A-CORNIGLIANO

Ci riferiamo alla pregiata Vostra S. 27 / 453 del 2 cm. e Vi ringraziamo, anzitutto, delle notizie che avete avuto la cortesia di fornirci relativamente alla produzione in Italia di carri armati, così come Vi ringraziamo pure della offerta di renderci partecipi, sebbene in assai limitata misura, a tale produzione. Dobbiamo dir Vi subito che dissentiamo profondamente sullo scopo al quale la detta pregiata Vostra mira, e sulla conclusione alla quale perviene. Ciò per motivi che qui appresso brevemente esponiamo:

a) Ci sembra competa soltanto allo Stato, la facoltà di decidere se sia opportuno o meno favorire la creazione di un altro centro di produzione di carri armati, oltre quello di Sestri e di Pozzuoli. b) Ciò emerge anche dal fatto che lo Stato acquista in nome proprio tutti i brevetti riguardanti la costruzione del carro armato tedesco T. III, e ciò perchè intende di essere pienamente libero, in Italia, di concedere a chi vuole la licenza di costruzione. e) L'incarico affidato all'Ecc.za De Pignier e al Col. Girola, Direttore della Motorizzazione, di visitare gli impianti e le attrezzature della «O.T .O.» e di prendere, con i Delegati della «Terni» e dell'«Alfa Romeo», gli accordi per la ripartizione del lavoro e per inviare in Germania propri tecnici a studiare l'organizzazione tedesca per la produzione di questi carri, evidentemente comprova che il Ministero della Guerra prevede la necessità di creare un terzo centro di produzione di carri armati, evidentemente perchè rit iene, in questo settore, probabili elevati bisogni per la difesa del nostro Paese. d) In tale fondata ipotesi abbiamo creduto nostro dovere di mettere a disposizione dello Stato, le nostre Officine, quelle della «Terni», dell' «Alfa Romeo» e della «S. G iorgio», perchè, in un congruo periodo di tempo, possono iniziare la costruzione di carri armati, riproducendo il T . III tedesco. e) Non ci dissimuliamo affatto le difficoltà di questa produzione e nes-


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suno potrà disconoscere (l'Ecc. De Pignier e il Col. Girola lo hanno esplicitamente ammesso dopo la loro lunga minuziosa visita) che le nostre officine, e quelle del gruppo sopra indicato, sono le più adatte per una rapida realizzazione della nuova produzione. j) A questo riguardo Vi sarà noto che la Commissione di Ufficiali e tecnici tedesca, incaricata di accertare le possibilità delle officine italiane di riprodurre il T. III tedesco, e che visitò le Acciaierie di Terni il 1O settembre u.s. (noi non fummo onorati di tale visita), fissò la condizione che, in caso di accordo, tecnici e maestranze italiane si sarebbero dovute recare in Germania, non solo per prendere visione di tutti i dettagli delle nuove lavorazioni, ma avrebbero dovuto permanerci per un certo tempo per addestrarsi in alcune speciali fasi di esse, come quelle, ad esempio, riguardanti la costruzione dello scafo interamente saldato. g) L'assistenza e la guida degli stessi tedeschi (alla quale, riteniamo, Voi stessi, per quanto sperimentati, non potreste rinunciare), di cui noi ci varremo nel modo più ampio, faciliterà il nostro compito e renderà a noi meno lungo il periodo di a\rviamento. h) In definitiva, ove lo Stato lo ritenga necessario, e lo Stato potrà giudicare in relazione anche alle disponibilità delle materie prime, alla ubicazione degli Stabilimenti del nostro gruppo, noi riteniamo, in pieno accordo col nostro Governo, di organizzare, nelle nostre Officine, un centro per la costruzione di carri armati ed avviare, nel tempo, la regolare produzione con la costruzione del carro T. III tedesco, i cui brevetti sono di proprietà dello Stato. Ci sia infine consentito, che riteniamo nostro preciso dovere, svolgere ogni nostra vigile azione in questo senso anche perchè, dopo la crisi del 2° Programma artiglierie, le nostre maestranze rimarrebbero in gran parte disoccupate e le nostre importantissime Officine di La Spezia, rimarrebbero prive di quel lavoro che è loro indispensabile, data la mole e la organizzazione non trascurabile di cui dispone. Con ossequio. Odero-Terni-Orlando Soc. per la Costruz. di Navi, Macchine ed Artiglierie L'Amministratore Delegato F.to CIANO


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Traduzione

Il Regno d'Italia, rappresentato dal Ministero della Guerra, in seguito chiamato «Ministero della Guerra», e

la ditta Fried. Krupp, Aktiengesellschaft, Essen, per conto suo ed autorizzate dalle ..... ditte elencate nell'allegato No. 1, in seguito chiamate «ditte originatrici», stipulano l'accordo seguente:

1

La ditta Fried. Krupp Aktiengesellschaft permetterà al Ministero della Guerra la riproduzione del carro armato IV, tipo B.W. serie 7, con armi, munizioni, attrezzature ottica e senza radiotelegrafica e con motore-Maybach in seguito chiamato «Pz. Kpfw. IV», secondo la serie di disegni attualmente validi presso il Comando Supremo Germanico dell'Esercito, chiamato in seguito «0.K.H., in quanto la ditta Krupp ne possiede il diritto di disposizione. Contemporaneamente la ditta, autorizzata dalle ditte elencate nell'allegato No. 1, permetterà la riproduzione dei pezzi di costruzione del Pz. Kpfw. IV, menzionati nello stesso allegato, secondo i disegni a disposizione delle ditte sopraindicate e contenute nella summenzionata serie di disegni. La ditta Fried. Krupp Aktie~gesellschaft consegnerà successivamente, ent ro un periodo di 12 settimane iniziandosi 4 settimane dopo la conclusione. di questo accordo, al Regio Addetto Militare Italiano di Berlino i seguenti documenti: I. Una serie delle complete «Stuecklisten» (elenchi di materiale), su carta differente e separata secondo le ditte originatrici, contenenti tutte le parti del Pz. Kpfw. IV con armi, munizioni, attrezzature ottica e senza radiotelegrafica e con motore-Maybach. In questi elenchi saranno contrassegnati: 1) tutti i singoli pezzi, per i quali saranno consegnati i disegni di fabbricaz10ne, per mezzo di .... ....... .

2) tutti i pezzi, per i quali non saranno consegnati i disegni e cioè


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a) pezzi, per i quali è sufficiente l'indicazione delle dimensioni, contenuta negli elenchi di materiale, per mezzo di .......... . b) tutti i pezzi unificati nella colonna della «Sachnummer» (numero del1'oggetto), per mezzo della simboleggiatura unificata Din, VDE, HSN ecc. e) tutti i pezzi di uso commerciale, per mezzo di .......... .

d) tutti i pezzi (i quali dovranno essere acquistati in Italia dalle ditte indicate nell'elenco di materiale, per mezzo di ...... : ... .

e) tutti i pezzi dovranno essere acquistati da ditte costruttrici germaniche, per mezzo di .......... . II.1) una rispettiva serie di disegni di fabbricazione secondo I.1) in istato ricalcabile. 2) una serie di fogli di norme secondo I. 2 b), 3) le specificazioni con i documenti per l'ordinazione i quali prospetti, cataloghi ecc.) dei pezzi secondo L2 d) e 2 c), III. una serie delle «Geraetebeschreibungen und Bedienungsanweisungen» (descrizioni e istruzioni di servizio) del Pz. Kpfw. IV, e precisamente tutti i documenti redatti in lingua tedesca ed in esecuzione e volume tali quali vengo. no usati presso le ditte originatrici. Dietro richiesta e in quanto sarà necessario, la ditta Fried. Krupp Aktiengesellschaft e le ditte elencate nell'allegaco No. 1 faranno presente, ciascuna per parte sua, alle ditte elencate nell'allegato No.2, le loro proprie conoscenze ed esperienze in merito alla costruzione del Pz. Kpfw. IV e dei suoi pezzi. Inoltre esse comunicheranno su richiesta i nomi delle ditte fornitrici di equipaggiamenti industriali quali forni, macchine, attrezzature, utensili speciali in quanto essi occorreranno alle ditte menzionate nell'elenco No.2 per la riproduzione del Pz. Kpfw. IV. Ali' occorrenza, le ditte originatrici invieranno allo scopo di comunicare le loro conoscenze ed esperienze secondo il capoverso precedente un ingegnere o capo-officina ed/o singoli lavoratori specializzati nel rispettivo campo tecnico in questione alla corrispondente ditta riproduttrice italiana od ammetteranno allo stesso scopo nei loro propri stabilimenti il corrispondente personale delle rispettive ditte riproduttrici italiane. In rispetto alle condizioni sono da stipulare tra gli interessati, per ogni singolo caso, accordi speciali per i quali è contenuto un modulo nell'allegato No. 3. 2

In quanto in Germania il Pz. Kpfw. IV sia protetto da privative industriali segrete, il Ministero della Guerra s'impegnerà di domandare per gli stessi og-


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

ogetti a favore del titolare germanico di queste privative industriali dei brevetti segreti per tutto il territorio sottoposto alla sovranità italiana, di conservare a proprie spese la validità delle rispettive privative industriali nonchè di prendere cura, a proprie spese, di ogni protezione possibile. Se l'OK.H. rinunzierà a favore di una ditta alla salvaguardia del segreto il Ministero della Guerra s'impegnerà di rinunziare in modo corrispondente a favore della ditta germanica alla salvaguardia del segreto affinchè sia possibile di mutare il brevetto segreto in una privativa non-segreta a favore della ditta germanica. Inoltre il Ministero della Guerra s'obbligherà di badare che il termine dell'attuazione obbligatoria incominci soltanto dal giorno del mutamento del brevetto segreto in un brevetto non-segreto. Se le ditte germaniche avranno l'intenzione di domandare per conto proprio speciali privative indus;riali per l'Italia in merito al Pz. Kpfw. IV od ai suoi singoli pezzi il Ministero della Guerra s'obbligherà di prestare ogni aiuto necessario alle ditte in questione. Tutte le pratiche in merito al Pz. Kpfw. IV nonchè i tre carri armati da consegnare in conformità al §3 saranno da trattare come affari segreti. Il Ministero della Guerra provvederà alle misure occorrenti a questo scopo e s'obbligherà di far costruire i Pz. Kpfw. IV ed i loro pezzi solamente dalle ditte elencate nell'allegato No. 2, salvo i Pz. Kpfw. IV da fornire al 0.K.H. secondo il §5 e seguenti, e di adoperarli esclusivamente per gli scopi delle Forze Armate Italiane. Specialmente non è concesso sia di cedere un veicolo ad altri stati sia di lasciar esaminare da tali i documenti, la costruzione o la fabbricazione del veicolo. Le norme di questo capoverso avranno validità anche oltre la durata di questo accordo. 3

La ditta Fried. Krupp. Aktiengsellschaft metterà a disposizione del Ministero della Guerra ed a ciascuna delle ditte S.A. Fiat e S.A. Ansaldo, allo scopo di studi, un carro armato, senza munizione ed attrezzatura ottica e radiotelegrafica, però del resto nello stesso stato di equipaggiamento nel quale i Pz. Kpfw. IV verranno consegnati dalla ditta Fried. Krupp. Grusonwerk Aktiengesellschaft all'Intendenza del Materiale di Guerra, e precisamente dopo che il Ministero della Guerra avrà soddisfatto al suo obbligo di domandare i brevetti segreti di cui al §2, capoverso No. 1. Il Ministero della Guerra s'impegner:i nè di riprodurre nè di far riprodurre quelle parei dei veicoli-modello quale armi, motore per le quali il diritto di riproduzione non è contenuto nel §1, capoverso 1 di questo accordo, senza previa convenzione per iscritto colle ditte germaniche compartecipanti allo sviluppo di queste parti.


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4 Quale equivalente per la licenza di riproduzione del Pz. Kpfw. IV il Ministero della Guerra pagherà una somma unica di ' (30 milioni di marchi) (in lettere) sul conto generale in Lire della Cassa Germanica di Compensazione (Deutsche Verrechnungskasse) all'Istituto di Cambi a favore della Fried. Krupp Aktiengesellschaft, Essen, e precisamente in due rate, la prima nell'ammontare di 15 entro 4 settimane dopo la firma di questo accordo, la seconda nell'ammontare di 15 entro 4 settimane dopo la consegna al Regio Addetto M ilitare di Berlino dei completi documenti in conformità del §1, I, II e III. Col pagamento della somma di 30 secondo il capoverso precedente risulteranno ricompensate tutte le p restazioni delle diete originatrici verso il Ministero della Guerra, compresi i diritti di valersi di tutte le invenzioni protette da privative industriali delle ditte originatrici, in quanto esse sono adoperate nella costruzione di Pz. Kpfw. IV, nonchè la messa a disposizione di conoscenze, esperienze ed indicazioni secondo il §1, capoverso 3 insieme alle forn iture secondo il §3, però esclusi i servizi da pagare in base ad eventuali convenzioni stipulate secondo il §1, capoverso ultimo, e l'allegato 3. Le ditte originatrici non assumeranno nessuna responsabilità per una violazione di eventuali privative industriali italiane in seguito alla riproduzione. Il Ministero della Guerra assumerà la responsabilità di provvedere affinchè cucci i documenti e tutte le conoscenze, esperienze, indicazioni, privative industriali, domande di privative industriali ecc., comunicategli dalle ditte originatrici, vengano adoperate soltanto per la riproduzione del Pz. Kpfw. IV secondo il §2 capoverso 3 e non per altri scopi militari, però specialmente non per scopi privati. Per tali casi occorreranno particolari convenzioni. L'O.K.H. ed il M inistero della Guerra si avvertiranno immediatamente l'uno l'altro di-miglioramenti nella costruzione del Pz. Kpfw. IV e li metteranno gratuitamente alla loro reciproca. disposizione. 5

Il M inistero della Guerra, dietro pagamento del prezzo secondo il §8 del presente accordo, s'obbligherà di fornire per il tramite della ditta S.A. Ansaldo al 0.K.H. ad ogni richiesta sua una quota fino al 50% della totale produzione mensile italiana di Pz. Kpfw. IV, fissata a 130 veicoli e precisamente senza armi, munizione, attrezzatura ottica e radiotelegrafica, ma del resto completamente equipaggiati ed in istato di marcia, compresi i pezzi di ricambio necessario secondo allegato No. 4 di questo accordo. Tutti i Pz. Kpfw. IV fabbricati in Italia durante i primi 5 mesi dall'inizio della produzione saranno in ogni caso a disposizione esclusiva del Ministero della Guerra.


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

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In quanto l'O.K.H. chiederà la fornitura secondo il §5 occorreranno convenzioni speciali in r_iguardo alla messa a disposizione delle materie prime nonchè dei semiprodotti, semifabbricati e prodotti finiti necessari per la quota germamca. 7

L'O.K.H. farà a suo tempo ogni richiesta di fornitura alla ditta S.A. Ansaldo secondo il §5, impartendo le ordinazioni corrispondenti, e liquiderà le forniture con essa. Ogni fornitura dovrà essere effettuata in conformità ai disegni germanici ed alle «Technische Lieferbedingungen» (condizioni tecniche germaniche) (allegato No. 5). Per assicurare l'intercambiabilità dei disegni, il Ministero della Guerra s'impegnerà di tenersi continuamente al corrente dei luoghi dove si trova ogni disegno ed indicherà numericamente al 0.K.H. i rispettivi luoghi di questi disegni consegnatigli per effetto di questo contratto. Il collaudo dei materiali e singoli pezzi per la fabbricazione dei Pz. Kpfw. IV da fornire al 0.K.H. nonchè il collaudo degli stessi Pz. Kpfw. IV verrà effettuato, secondo le «Technische Lieferbedingungen» (condizioni tecniche) valevoli per la Germania, da una commissione di collaudo del 0.K.H. presso le ditte compartecipanti alla fabbricazione. 8

L'O.K.H. pagherà alla ditta S.A. Ansaldo, quale prezzo per tutti i Pz. Kpfw. IV o pezzi di ricambio consegnati e collaudati, i rispettivi prezzi di costo convenienti, compresa una conveniente addizionale di profitto. Le parti contraenti premettono in merito che questi costi non saranno superiori ai costi di · fabbricazione in Germania. Nei prezzi sopraindicati non dovrà essere contenuta nessuna quota della somma pagabile dal Ministero della Guerra in conformità al §4. Lo stesso sarà valevole per i pagamenti effettuati e da effettuare in base a eventuali convenzioni stipulate secondo il §1 capoverso ultimo e l'allegato 3. L'O.K.H. pagherà a favore della ditta S.A. Ansaldo entro 4 settimane dopo il loro ricevimento le fatture delle forniture effettuate per mezzo di versamento sul conto generale in Reichsmark dell'Istituto di Cambi presso la Deutsche Verrechnungskasse. L'O.K.H. sarà disposto a anticipare acconti per le ordinazioni impartite da esso, i quali acconti non dovranno oltrepassare il 20% del prezzo prevedibile. Essi saranno eventualmente da cautelare per mezzo di garanzia bancaria di primo ordine.


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9

Il Ministero della Guerra assume la responsabilità che gli obblighi risultanti da questo accordo saranno coscienziosamenté osservati dalle ditte italiane compartecipanti all'esecuzione di quest'ultimo. Il Ministero della Guerra verificherà continuamente ed in intervalli regolari presso le ditte italiane l'osservazione dei regolamenti in merito ai prezzi dei veicoli da fornire all'O.K.H. secondo il §8 e, nel caso che le premesse di cui al §8 frase 2, non potranno realizzarsi farà partecipare alla verificazione un incaricato dell'O.K.H. 10

U luogo di esecuzione di tutti gli obblighi risultanti da questo accordo sarà Berlino. 11

L'O.K.H. ha preso nota di quest'accordo ed approva il suo contenuto. 12 L'accordo entrerà in vigore dal momento in cui sarà firmato: gli obblighi secondo il §4, capoverso ultimo (messa a disposizione di miglioramenti) nonchè gli obblighi del §5 (forniture all'O.K.H.) finiranno 5 anni dopo l'attuazione di questo accordo qualora non fossero stipulate prima altre convenzioni. Le ordinazioni secondo il §7 impartite prima della scadenza di questo termine dovranno ancora essere eseguite. Eventuali tasse di registro e di bollo inerenti a questo contratto saranno a carico di ogni parte per i loro rispettivi paesi. Roma, lì .. .. .. .. .. .. 1942


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ALLEGATO

No. 1

Elenco delle Ditte Germaniche compartecipanti all'Accordo.

D itta

Domicilio

Oggetto

Daimler-Benz A. G.

StuttgartUntertilrkheim

sportellino per la vista del conducente (Fahrerschklappe) sporcellini per la vista 30-0° d. e 30-25° s. (Sehklappen 30-0° R. u. 30-25° L. chiave doppia fissa a tubo (Rohrdoppelschlilstel) sportellini per la vista alla cupola del comando (Sehklappen an der kommandokuppel) recipiente per munizione di segnalazione (Behalter fiir Leuchtmunition) staffa di fissaggio (Verschlussbilgee) morsa di fissaggio (Klembilgel) molla di fissaggio (Abschlussfeder) guarnizioni (Unterlagen-Dichtungcn)

Deutsche Benzin G .m.b.H.

Berlin

raccordi-Aviotub (AviotubAnschliissen)

Deutsche Kugelagerfabrik G.m.b.H.

Bohlitz-Ehrenberg cuscinetti ad aghi (Nadellager) suppor-· ti con gioco minimo (Vorspannungslager) cuscinetti longitudinali e trasversali (Querlangslager)

Fichtel & Sachs A.G. Schweinfurt/M. Kugelfischer Georg Schiifer & Co Schweinfurt/M.

innesti a ere dischi (DreischeibenKupplung)

cuscinetti a sfere per torretta (Turmkugellager)


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Documenti

Ditta Maschinenfabrik P. Leistritz

Domicilio

Niirnberg

Oggetto

pompe con asta filettata (Schrauber pumpe)

Karl Ritscher G .m.b.H. Hamburg-Harburg cingoli (Gleisketten) Zahnradfabrik Friedrichshafen

F riedrichshafen

cambio a sei numeri di velocitĂ (Sechsganggetriebe) ruote coniche (Kegelrad)

Zahradfabrik F riedrichsahfen A.G.

F riedrichshafen

pignoni (Ritzel) manicotti spostabili (Schiebelflansch)


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La meccanizzazione de/l'Esercito Italiano

Qualora si dovessero verificare delle divergenze sia in merito all'attuazione dell'accordo che nell'esecuzione delle ordinazioni fatte dall'OKH o derivanti dalle convenzioni speciali (§1 ultimo capoverso) queste, salvo divergenze risultami da privative industriali, saranno dapprima possibilmente risolte o decise nello spirito di quest'accordo da una commissione arbitraria italo-germanica. Tale com missione dovrà riunirsi entro 15 giorni dalla data di richiesta di uno dei suoi membri e dovrà entro ulteriori 3 mesi raggiungere sia la risoluzione delle divergenze o emetterne sentenza. Le parti contraenti avranno la facoltà di ricorrere alle vie legali dopo la decisione presa dalla commissione arbitraria o qualora essa non abbia emesso una sentenza entro 3 mesi. I membri della commissione arbitraria saranno il Ministero della Guerra, l'OKH, la ditta Krupp nonchè la ditta S.A. Ansaldo. O gni membro avrà unvoto. I membri denomineranno i loro rappresentanti di caio in caso.


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245 ALLEGATO

4

Elenco dei pezzi di ricambio da fornire al O.K.H insieme ai carri armati completi. Per ogni partita di 20 carri armati: 10 motori di ricambio 5 cambi di velocità di ricambio 5 ingranaggi di sterzo di ricambio 20 serie di cingoli di ricambio 10 » » ruote portanti 10

»

))

ruote motrici

4

»

»

ruote di rinvio

40

»

»

cerchioni

20 5

»

))

alberi articolati

»

»

bracci oscillanti

10

))

))

cuscinetti a sfere per ruota portante

5

))

))

cuscinetti a sfere per comando laterale.


La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

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DOCUMENTO

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20 dicembre 1942/:XXI

C0:tv1AND0 SUPREMO IV Reparto Ufficio potenziale terrestre

Promemoria per il Capo di S.M. generale

Possibilità d'incrementare la produzione dei carri armati «M»

Lo S.M.R.E. riferendosi a due fogli di questo Comando Supremo, riguardanti l'incremento nella produzione dei carri «M» proposto dall'Ansaldo, rappresenta a Guerra-Motorizzazione e Artiglieria che la ditta in questione potrebbe produrre, entro il 1943, 1735 unità M. 42, ossia 390 in più di quelle programmate dallo S.M. armandone: -

715

-

1020

totale

con 47/40 con 75

1735

Comunica che rimane fermo nel concetto di non produrre più di 280 carri armati 47 / 40 dato il rendimento di essi. L'incremento di 390 unità sarebbe quindi ottenibile solo se si potesse incrementare di: • 390 unità, più il 15% destinato ai ricambi, la produzione dei gruppi motopropulsori da parte della Spa;

• almeno 300 unità la produzione della masse oscillanti da 75/34.

NOTE Le 390 unità di cui sopra rappresentano la differenza fra il programma di superproduzione dell'Ansaldo (1735) ed il programma di produzione dello S.M. (1450), che dedotto dei ricambi è di 1345 carri «M». Da informazioni assunte via breve da Guerra-Motorizzazione (magg. Terrullo) si è venuto a conoscenza che, per quanto riguarda l'allestimento dei gruppi motopropulsori, la massima capacità produttiva della Spa, in precedenza dei bombardamenti da questa subiti, veniva ad essere completamente saturata dalle unità programmate dallo S.M. Unita copia del foglio 274353

PER NOTIZIA


Documenti

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STATO MAGGIORE R. ESERCITO Ufficio Servizi I n. 274353 di prot. Posta mil. 9, lì 16 dicembre 1942-XXI Allegati: n. 2 (per Gabinetto e D .G. Art.)

Al Ministero della Guerra: - Direzione Generale Artiglieria - Direzione Generale Motorizzazione

ROMA ROMA

e, per conoscenza: Al Comando Supremo P.M.21 (rif. ff. 2846/Pb e 3019 del 5 e 11-12) AL Ministero della Guerra - Gabinetto ROMA Al Sottosegretariato di Stato per le fabbricazioni di Guerra ROMA

OGGETTO: Possibilità d'incremento della produzione di carri armati M.

1 - In merito ai fogli in riferimento del Comando Supremo (uniti in copia per gli enti che non li hanno ricevuti), questo Stato Maggiore, per la parte che lo riguarda, rappresenta quanto segue. 2 - L'Ansaldo espone un programma secondo il quale sarebbe possibile avere 1.735 unità M/ 42 entro il 1943. La produzione Ansaldo si riferisce per altro solamente agli scafi, che dovrebbero essere integrati dai gruppi motopropulsori e dalle artiglierie. Il programma già definito dallo Stato Maggiore è di 1.345 unità. L'Ansaldo sarebbe quindi in grado di produrre 390 scafi in più. 3 - Le 1.735 unità secondo il programma Ansaldo sarebbero armate: • 715

con47/40

• il resto con 75. Questo Stato Maggiore rimane fermo nel concetto di non produrre più di 280 carri armati (47 / 40) dato il rendimento di essi. 4 - L'incremento di 390 unità di cui al precedente n. 2 sarebbe quindi ottenibile solo se si potesse incrementare:


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

• di 390 unità, più il 15% da destinare ai ricambi, la produzione dei gruppi motopropulsori da parte delle SPA; • di almeno 300 unità la produzione masse oscillanti da 75/34. S - La Direzione Generale Motorizzazione vorrà tener presente quanto sopra nel riferire al Comando Supremo, informandone questo Stato Maggiore perchè ne possa avere norma.

IL SOTTOCAPO DI S.M. INTENDENTE F.to Rossr


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Documenti DOCUMENTO

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APPUNTO OGGETTO: Costruzione Carri Armati P 40. Ritorno sulla domanda rivoltami da parte del Signor Maresciallo e cioè se è utile sospendere la costruzione del carro P 40, dando la preferenza al carro armato «Panther». Dalle visite delle commissioni tedesche Hellms e Franks presso la Ansaldo e la Fiat risulta che con riguardo ad un miglior sfruttamento delle attrezzature di produzione ed allo scopo di raggiungere un massimo di numeri di carri armati, la produzione parallela di motori e di cambi di velocità per il P 40 ed il Panther presso la Fiat/Spa non rappresenta una soluzione conveniente. Un contemporaneo inizio di fabbricazione per i motori ed i cambi di velocità per i due tipi causerebbe innanzi tutto delle importanti difficoltà tecniche, ciò che condurrebbe a perdite di tempo non sopportabili. La Direzione della Spa osserva inoltre che non sono sufficienti le capacità delle officine per la parallela produzione di motori e di cambi di velocità per il P 40 ed il Panther se non vengono messe a disposizione relative capacità da parte delle autorità superiori in seguito a misure speciali. Trovandosi le prove col P. 40 solo all'inizio e non avendo ancora subito il motore un esteso periodo di esperienza di modo che non può ancora considerarsi come finito, bisogna tener conto di eventuali ripercussioni presso il P 40 e con ciò con perdite di tempo. Un'odierna conferenza presso la Direzione Generale di Motorizzazione ha mostrato che, mantenendo la produzione del P 40 alla quale l'Eccellenza Ago tiene in modo particolare - per ora si può raggiungere un numero di carri Panther di solo 20-25, cioè meno quanto finora supposto. Una produzione mensile di motori e di cambi di velocità in questa entità sembra però non razionale, specialmente considerando le attrezzature di produzione occorrenti. Per superare tali difficoltà propongo, in accordanza col Heereswaffenamt,

di ritirare in un primo tempo il suddetto numero di motori e di cambi di velocità dalla Germania. In compenso sarebbe però necessario che da parte italiana venissero fornite delle parti le cui quantità corrisponderebbero al medesimo impiego di lavoro. Si accenna in modo particolare che questa proposta rappresenta soltanto una soluzione provvisoria allo scopo di raggiungere un rapido inizio di produzione finchè verrà chiarito il programma italiano per i carri armati e finchè saranno stabilite le capacità occorrenti per la realizzazione di una grande serie di carri Panther. V.

HORSTIG


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DOCUMENTO

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DIREZIONE° CENTRALE

4/6/43-XXI Al MINISTERO DELLA PRODUZIONE BELLICA Gabinetto ROMA per conoscenza, COMMISSIONE ITALIANA DI ARMISTIZIO CON LA FRANCIA Sottocommissione Armamenti TORINO

OGGETTO: Sfruttamento industrie esistenti nella zona francese occupata.

Con riferimento ai fogli nn. 21051/SP del 12 febbraio e 21177/SP del 22 marzo, ci pregiamo informare che gli Stabilimenti della zona francese occupa· ta che più direttamente potevano interessarci sono stati visitati nei giorni 27 e 28 maggio dai nostri Direttore Centrale Ing. Guglielmo Giaccone e Ing. Giovanni Enrico dello Stabilimento Ansaldo Fossati, dato che i necessari salvacondotti ci erano stati consegnati solo in data 20 maggio. Gli Stabilimenti visitati nella zona di Marsiglia furon o i seguenti: -

Forges et Chantiers de la Mediterranée.

- S.te des Fonderies du Sud-Est - S.te Provencale des Constructions Navales -

E.es Fonderies Meridionales

-

E.ts Societé des Moteurs Baudoin.

Ci pregiamo allegare relazione dettagliata per quanto si riferisce alla visita allo Stabilimento Forges et Chantiers de la Mediterranée, essendo quesco lo Stabilimento che, per avere effettuato la lavorazione di parei ed il montaggio di carri armati, poteva più direttamente interessare l'Ansaldo Fossati. In linea generale si osserva che, poichè la produzione italiana di carri armati è atcualmente caratterizzata da eccedenze di scafi e organi meccanici esterni rispetto ai motori ed ai gruppi meccanici interni, un incremento della stessa attraverso il concorso della industria francese potrebbe ottenersi soltanto affi-


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dando a questa lavorazioni inerenti ai mot0ri, ai cambi di velocità e ai gruppi di sterzo. In tale campo è da escludersi senz'altro l'utilizzazione delle industrie visitate che non sono tecnicamente attrezzate per tale genere di lavoro. Event ualmente si potrà considerare che se, in relazione alla ormai imminente entrata in produzione del ll° Centro Carri armati della nostra Società a Pozzuoli, i programmi di produzione di Carri armati dovessero notevolmente aumentare e r isultasse insufficiente la produzione di motori nazionali, potrebbe essere di grande interesse iniziare tempestivamente trattative con il Governo germanico per sollecitare un apporto alla produzione dei motori da parte dell'industria specializzata fra ncese situata nel territorio controllato dai tedeschi. Potrebbe essere pure interessante poter ottenere da parte germanica, per eventuali applicazioni su imbarcazioni etc., parecchi motori Renault da 300 C.V. del tipo montato sui carri francesi da 32 tonn., di cui 13 esemplari sono disponibili presso lo Stabilimento Forges et Chantiers de la Mediterranée. Per gli scafi e gli organi meccanici esterni per carri armati, per i quali peraltro l'attrezzatura delle industrie francesi visitate appare di modesta efficienza, un eventuale concorso da parte francese risulta superfluo, dato che la produzione italiana, perdurando la situazione attuale relativa ai motori, deve considerarsi largamente esuberante. Per quanto riguarda l'eventuale lavorazione di parti di artiglieria l'attrezzatura delle industrie visitate non risulta idonea per deficienza di macchine speciali e per il grado di precisione mediocre, non adatto a tal genere di lavorazioni, che può ottenersi dalle macchine ivi esistenti. Il risultato concreto immediato della visita effettuata a Marsiglia potrebbe provenire dalla pronta utilizzazione di quei materiali, passati in proprietà del Governo italiano, che per la loro composizione in elementi pregiati sono atti a costituire un apprezzabile apporto alla nostra economia di guerra. Tra questi, di particolare interesse, sono le 280 tonn. di lamiere scudo al N i.Cr.Mo. ed i Kg. 300 circa di gomma nat urale giacenti nello Stabilimento di Marsiglia delle Forges et C hantiers de la Mediterranée. Si fa presente che una eventuale collaborazione con l'industria francese dovrebbe essere favorita da particolari disposizioni per quanto riguarda l'approvvigionamento delle materie prime e la fo rnitura di supplementi viveri alle maestranze, etc. In tale campo i tedeschi, per ottenere un buon rendimento delle produzioni che più loro interessano, sono andati incontro alle necessità. dell'industria francese con notevole larghezza. Al riguardo ci permettiamo sollecitare il diretto interessamento di codesto M.inistero, pronti a fornire allo stesso quelle ulteriori informazioni che possano essere necessarie.


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Appunti sulla visita agli Ets. Forges et Chantieres de la Mediterranee - Marseille.

Direttore Ing. Delacourt Moise.

Occupano attualmente circa 400 operai; come massimo possono impiegarne 1000. Lo stabilimento è attrezzato per lavori di carattere eminentemente navale (carpenteria, caldareria, meccanica varia con grado di precisione medio). Strutture delle Officine essenzialmente in legno facilmente distruggibili da spezzoni incendiari, navate abbastanza ampie intorno a 15 m., due da 25 m . servite da carroponte da 15 Tonn. A ll'inizio della guerra lo Stabili mento si era attrezzato per la fab bricazione, con ritmo di 60 al mese, di carri armati Renault da 32 Tonn. Eseguiva solo le lavorazioni meccaniche riguardanti cingolatura, sospensione ruote motrici, ruote di rinvio. Lo Stabilimento, alla fine delle ostilità, stava attrezzandosi per la lavorazione di parti in lamiera scudo di dimensioni ridotte (portelli, etc.) che avrebbero dovuto essere inviate all'esterno per il trattamento termico. Montava inoltre lo scafo, gli organi interni per la propulsione, la trasmissione, l'armamento, parti tutte provenienti da altri Stabilimenti e precisamente: -

motore da 300 HP, 6 cilindri in linea: Reoault

-

cambio di velocità: Batignolles-Chatillon Nantes

-

gruppo di sterzo provvisto di comando idraulico del differenziale: c.s.

-

piastre d i corazza finite di lavorazione e trattamento termico: Schneider

-

corone dentate ruote motrici: Delauney et Belleville

-

parti stampate greggie: Forges Stephanoise - S. Etienne

- maglie di cingolo stampate e composte di sald.: Forges Stephanaise - S. Etienne Lo Stabilimento è sprovvisto di qualsiasi impianto per trattamenti termici. Il macchinario è antiquato e poco idoneo ad una lavorazione di serie di qualità, sia per carri armati che per parti di artiglieria (blocchi ottur atori, cilindri freno, etc.). È inoltre completa l'assenza di macchine speciali (barenatrici, rigatrici, etc.) cosicchè è da scartarsi ogni possibilità di far eseguire lavorazioni per parti di bocca da fuoco. Nello Stabilimento è giacente, perchè sequestrato dal Governo Italiano, un notevole quantitativo di materiali, attinenti alla costruzione dei carri armati. Si notano in particolare:


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2 carri completi da 32 Tonn. (uno senza torretta girevole) 1 carro (prototipo sperimentale) da 36 Tonn.

4 scafi per carro armato montati 13 motori Renault da 300 HP (di cui tre montati) - 29 gruppi di sterzo 8 cambi di velocitĂ -

100/150 anelli gommati per ruote di rinvio

- 280 Tonn. di lamiera scudo, costituite dagli assortimenti corrispondenti a circa 20 carri. Fra i materiali sopra descritti notevole è soprattutto l'interesse che si avrebbe alla riutilizzazione delle lamiere scudo esistenti. Queste sono in acciaio al Ni.Cr.Mo. con tenore di Ni. presunto del 2,5% (è in corso una analisi di accertamento su un campione prelevato): complessivamente si avrebbero quindi circa 6/7 Tonn. di nichel utilizzabili almeno in parte sufficienti per una fabbricazione di 450/500 Tonn. di corazze tipo L.S. 6. Esistono inoltre interessanti quantitativi di pezzi stampati in acciaio al carbonio o legato da riutilizzare quale rottame. Potrebbe anche interessare la spedizione allo Stabilimento Ansaldo Fossati, a titolo di studio, di un esemplare dei carri da 32 e 36 Tonn. I motori Renault da 300 CV. a 6 cilindri in linea sono di costruzione piuttosto leggera (peso kg. 700 circa) con canne cilindri separate, t ipo aviazione ed hanno dimensioni di ingombro di circa mm. 1300x 1100x700. Tali motori, qualora ne fossero reperibili un centinaio di esemplari completi dei relativi ricambi, potrebbero essere presi in considerazione per applicazione su imbarcazioni speciali (zattere, etc.). 4 giugno 1943-XXI


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RELAZIONE SUL COMPOR TAMENTO DELL'AUTOBLINDA 41 COMPILATA DA L TENENTE CARR. DIONISI Le caratteristiche tecniche dell'autoblinda «40» hanno consentito, durante il periodo di collaudo effettuato sia in Tripolitania che in Cirenaica, una notevole p restazione del mezzo meccanico per quanto riguarda velocità e t raslazione, in terreni uniti ed a fondo consistente. Per contro, tale prestazione si è dovuta considerare limitata quasi esclusivamente alle rotabili nei terreni che non presentavano le sopraccen nate caratteristiche di fondo. IJ 5/10/1941 ebbero inizio le prove. La prima venne effettuata sulla sabbia della spiaggia di Bis el Babira 26 km. da Tripoli, alla quale parteciparono due autoblindo montate su d ue diversi tipi d i go mmatura. Una, con gomma di sicurezza p rovviste di settori di gomma molto elastica l'altra con gomme pneumatiche sahariane montate su cerchi di acciaio. L'esito della prova fu poco soddisfacente per l'autoblinda provvista di gommatura di sicurezza la quale, insabbiatasi con estrema facilità, non r iuscì a muoversi che per soli pochi metri in prima velocità. La seconda invece, dopo aver abbassato la pressione delle gomme da 4 1/2-5 atm. a 1 1/2, 2 atm. riuscì, con non eccessivo sforzo del motore a tenere anche la seconda marcia. Rischiava però d'insabbiarsi ove trovava dislivelli o sabbia umida. In una successiva prova effettuata su terreno a fondo roccioso, l'impiego dell'autoblinda è riuscito più soddisfacente riuscendo a poter innestare la 43 ed eccezionalmente la sa marcia, sempre però con il mezzo provvisto di gommatura pneumatica. Praticamente, si può affermare che la gommatura di sicurezza riduce, fuori strada, del 50% la velocità del mezzo per cui è da escludersene l'impiego. Su rotabile, o ltre a ridurre sensibilmente la velocità (all'incirca il 15%) su lunghi percorsi e con medie orarie alquanto elevate, può verificarsi un principio di combustione interna della gomma per eccess,vo riscaldamento (incidente verificatosi nei pressi di Bengasi, dopo un percors0 di circa 400 km. alla media d i 60 km. orari). In Cirenaica, data la naturale consistenza del terreno e l'uniformità di questo rispetto a quello della Tripolitania, l'impiego dell'autoblinda ha dato dei risultati veramente soddisfacenti. In Marmarica, con gommature pneumatiche a 4-4 1/2 atm. di pressione la marcia che normalmente si poteva innestare era la 4a o la sa. In alcuni punti anche la 6 3 riuscendo ad ottenere velocità dai 60 ai 70 k m. orari. Anche su terreno inum idito da pioggie recenti, le medie ottenute hanno superato ogni previsione.


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Durante tutto il periodo delle prove, la massima velocità raggiunta è stata di 70-75 km. orari. Acqua: Olio:

T. minima 70° T. massima 90-100° T. massima 50° nel periodo estivo; Temp. esterna 32° int. 25° T . minima 39° nel periodo invernale.

C ircolazione normale; pressione sul manometro 2,5-3 kg./ cm 2 con moto. . re a massimo regime.

INCONVENIENTI VERIFICA TISI CON FREQUENZA Deformazione delle barre di accoppiamento (a tutte e quattro le macchine) Le valvoline fusibili bruciano con eccessiva facilità (a tutte e quattro le macchine). Le guarnizioni del filtro a bicchiere si rovinano dopo breve uso, a causa del frequente montaggio e smontaggio causando perdita benzina (a tutte e quattro le macchine). Guarnizioni testate facilmente deteriorabili (a tutte e quattro le macchine). Il filtro a bicchiere si riempie facilmente di sabbia per cui occorre pulirlo spess1ss1mo.

INCONVENIENTI VERIFICA TISI CON MENO FREQUENZA Cuscinetto a sfere del mezzo della ruota destra anteriore fuso (non dipende da mancata lubrificazione) su 1 abl. e 1 autoprotetto sperim. (perduto a Sidi Rezegh). Corona dentata del differenziale e due denti dell'ingranaggio dell'inversore rotti. (su 1 ab!.). Molla del magnete sganciata con conseguente messa fuori fase. Collettore di scarico incrinato (inconveniente che sembra si verifichi frequentemente nell'autoblinda 40).

INCONVENIENTI RISCONTRA TI SULLO SCAFO La torretta girevole, col continuo traballamento della macchina si blocca parzialmente non riuscendo in tal modo a compiere il giro completo di 360°. A tale inconveniente contribuisce anche la sabbia che va a depositarsi tra i


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denti degl'ingranaggi che costituiscono il sistema di movimento della torretta stessa. Le lamiere costituenti lo scafo, per quanto siano rigidamente collegate fra di loro da una intelaiatura di profilati ai quali sono unite mediante bulloni avvitati onde facilitarne lo smontaggio, non impediscono alla sabbia ed all'acqua di penetrare nell'interno e deteriorare i vari organi di comando ed i congegni delle armi.

ARMAMENTO Le mitragliatrici cal. 8 hanno funzionato alla perfezione quantunque insabbiate e scarsamente lubrificate. La mitragliera da 20/ mm invece ha richiesto accurata manutenzione onde evitare inceppamenti. Non si sono verificat i altri inconvenienti per cui si sia resa necessaria la sostituzione di qualche parte.

PROPOSTE 1) Alle mensole laterali, che contengono i caricatori delle mitragliatrici, occorrerebbe applicare apposite chiusure ermet iche onde evitare alla sabbia di andarvisi a depositare, provocando, in caso di impiego im mediato delle armi di bordo inconvenienti dovuti a mancato funzionamento delle armi stesse. 2) Dotare ogni macchina di una pompa Tecalamit più grande. 3) Per rendere più mimetico il mezzo sarebbe necessario verniciare le gomme dello stesso colore dell'autoblinda. 4) Dotare e sistemare sulla macchine bidoni (tipo quelli tedeschi) da I. 20 · per i riforn imenti di benzina ed acqua in caso di dovere effettuare lunghi percorsi in zone dove è impossibile fare rifornimento.

5) Opportunità dì disporre, in relazione al fatto che le gommature sono del tipo camera d'aria, di un dispositivo di trasmissione capace di far funzionare un piccolo compressore d'aria da utilizzare per la gonfiatura delle gomme. 6) Dotare i mezzi di cavi di acciaio più robusti. 7) Opportunità di studiare un sistema come praticare uno sportello a lato del primo pilota onde permettergli la facilità di uscita in caso di incendio o altro inconveniente.


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NOTE A GGJUNTIVE DEL COL. BIZZI Mario Alla relazione devesi aggiungere che, in base all'esperienza già fatta con le autoblinde in distribuzione alla P.A.L, si può affermare:

- è indispensabile la gommatura pneumatica - gli sportelli superiori sono inutili, anzi fastidiosi giacchè in A.S. si combatte a sportelli aperti, prima di tutto per la necessaria osservazione, poi per la temperatura - la doppia guida è inutile: lo spazio del 2° pilota può servire a recipienti di acqua o carburante e ricambi - il sedile del capoautobl. può essere sostituito con cinghia sganciabile. - occorrono molti ricambi per evitare l'immobilizzazione per qualsiasi piccolo guasto.


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DocuMENTO 49a Genova-Cornigliano, 15 dicembre 1940-XIX Caro Bocciardo, poichè fra le cose che abbiamo in sospeso noi due la più importante è la ripartizione del contributo ammortamento impianti artiglierie, e dato che speriamo di incassare entro poche settimane almeno il 50% dell'importo relativo. Ti trasmetto una mia breve nota, nella quale ho riassunto i dati e formulato una proposta che mi sembra equa. Ti prego esaminarla per poterne discutere in uno dei prossimi giorni. Con tutta cordialità lNG.

Un allegato . · Senatore Gr. Uff. Don. Ing. Arturo BOCCIARDO Presidente Società Terni GENOVA

A. ROCCA


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Documenti

(documento allegato)

12 dicembre 1940-XIX

Proposte Ing. Rocca per ripartizione contributo ammortamento impianti artiglierie Spese previste (in milioni di lire) Dati Bocciardo maggio 1939 (sua lettera a Dr. Menichella) Ansaldo: Genova milioni Pozzuoli ............ S.I.A.C. .............

Consuntivi presuntL

100 80

20% 16%

180

36%

384 (x)

42,5%

120

24%

160

17,9%

300

60%

544

60,4%

Terni ........ .... ...

70

14%

102

11,2%

...... .......

130

26%

255

28,4%

901

100

0 .T.0.

Totale milioni

500

100

L. mii.

75

b) il 1° programma potenziamento Fossati (non elencato nel maggio 1939) ............. e) potenziamento stabilimenti confratelli per affusti .......

))

15

))

53

d) trasferimento Delta (per 2° programma potenziamento) .... e) aggiornamento preventivi 10

))

26

programma potenziamento

))

35

(x) Comprendono: a) il 2° programma potenziamento

che si aggiungono al programma del maggio 1939 di Totale

L. mii.

204

))

180

L. mii.

384


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

L'lng. Rocca, allo scopo di evitare una laboriosa e difficile indagine sui programmi e sulle spese di potenziamento delle singole SocietĂ , propone, in via di equa transazione, che ci si attenga alle basi di spesa e di ripartizione previste nel maggio 1939, con le seguenti aggiunte all'importo di L. 500 milioni:

1) Aggiungere alla spesa prevista per Ansaldo L. mil. 10 per potenziamento Fossati. Di fatto le spese previste per il Fossati ammonteranno a L. mii. 15 per il 1° programma e L. mii. 9,6 per il secondo potenziamento - Totale L. mil. 24,6. 2) Aggiungere alle spese previste per Ansaldo L. mii. 25 per macchine per lavorazione affusti installate in altri stabilimenti confratelli (mentre per la O.T.O. tali macchinari sono compresi nei programmi diretti di potenziamento). Di fatto le spese fino ad oggi impegnate per tale titolo ammontano a L. mii. 53.

In t otale si dovrebbero aggiungere a favore dell'Ansaldo L. mil. 10 + 25 35, portando il totale che dovrebbe servire di base alla ripartizione da L. mil. 500 a L. mil. 535, secondo la seguente ripartizione: Percentuali e coefficienti di ripartizione dei Importo base di contributi per . . . spese per 1mp1ant1 ammortamento . . . (al maggio 1949) 1mp1ant1 ANSALDO ..................... L. mil.

215

40.187%

S.I.A.C. ...... .... ..... . ... ..... .

120

22.430%

335

62.617%

))

Totale ANSALDO - S.I.A.C. .. . . .. L. mil. TERNI ................ . ........

))

70

13.084%

0 .T.0. ........ . ................

))

130

24.299%

535

100

Totale .......................... L. mil.

Poichè gli incassi delle quote di contributo ammortamenti saranno effettuati da: ANSALDO per il 66,666% O.T.O. per il 33,333% si propone che ad ogni incasso dell'Ansaldo, questa versi: alla S.I.A.C. ......................... ( 22,43 66,666

:lOO)

33,645%


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alla TERNI

261

( 66,666 - 62,617

:100)

6,075%

66,666

Restando all'Ansaldo la rimanenza ................ ( 40,19

:lOO)

60,280%

66,666

100

Ad ogni incasso della O .T.O. questa ·versi: alla TERNI ................. ( 33,333 - 24,299

:lOO)

27,103%

33,333

Restando a favore della 0.T.0. la rimanenza ...... (24,299

:lOO)

72,897%

33,333

100

Poichè sui contratti firmati e da firmare si presume di incassare complessivamente per contributi potenziamento impianti: 1 ° contratto: 15% su L. mii. 1.500 2° contratto:

L. mii.

225

))

240

L. mii.

465

L. mii.

310

»

155

L. mii.

465

8% su L. mii. 3.500 .............. .

di cui: ANSALDO incasserà O.T.O. incasserà ............ . ............... .

ne verrà che: ANSALDO dovrà ricevere S.I.A.C. » » ......... TERNI 0 .T.0.

»

))

>)

))

......... .........

L. 186.869.240

40,187%

»

104.298.880

22,430%

»

60.841.220

13,084%

»

112.990.660

24,299%

L. 465.000.000

ANSALDO dovrà versare alla TERNI

L.

18.831.880

O.T.O.

))

42.009.340

L.

60.841.220

))

»

))

»


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

DocuMEN'rO 49b

Fra i Signori - BOCCIARDO Sen. Ing. Arturo

- Presidente della Terni

- CIANO Amm. Arturo

- Amministratore Delegato della O.T.O.

- COCITO Ing. Comm. Mario

-

- PURI Comm. Alessandro

Direttori Generali della S.I.A.C.

- ROCCA Cons. Naz. Ing. Agostino

- Amministratore Delegato della Ansaldo

PREMESSO a) che ai Superiori Organi competenti fu dichiarato, nella seduta del 28 novembre 1938-XVI tenuta presso il Sottosegretariato di Stato alla Guerra, che la spesa prevista per i nuovi impianti speciali richiesti per il potenziamento della produzione di artiglierie si poteva prevedere, in relazione ai programmi resi noti nella stessa seduca, in L. mil. 450; b) che nella seduta suddetta fu convenuto che il contributo dello Stato all'ammortamento speciale degli impianti di cui sopra fosse corrisposto sotto forma di una maggiorazione del 15% dell'importo delle forniture convenuto in L. 1.500 milioni e quindi nella misura di L. 225 milioni, salvo ulteriori contributi da stabilirsi nell'eventualità di nuove ordinazioni; c) che nella riunione tenutasi il 23 agosto 1940 presso il Ministero delle Finanze, presente il Ministro delle Finanze e il Sottosegretario alla Guerra, fu comunicato che la spesa prevista per gli impianti speciali necessari per l'esecuzione delle forniture già assunte come sopra per L. 1.500 milioni circa e delle altre nuove era di L. 881 milioni e precisamente di:

L. mil.

360

per Ansaldo

))

262

per O .T.0.

»

154

per S.I.A.C.

»

105

per Terni

L. mi!.

881

e fu stabilito che per le nuove forniture sarebbe stato corrisposto un ulteriore «contributo» pari ali'&% dell'importo delle forniture stesse; e più precisa-


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mente fu convenuto che l'assegnazione dei «contributi» dovesse aver luogo in relazione al grado di avanzamento degli impianti cui i contributi si riferivano e nella seguente misura: 15% dell'importo delle prime forniture fino a L. 1.500 milioni; 8% delle successive forniture fino a L. 4.500 milioni;

e quindi per L. 465 milioni esatti, convenendo altresì che ulteriori contributi, in misure da determinare, sarebbero stati eventualmente corrisposti anche per successivi ordini per altri 4 miliardi di lire; d) che l'importo suddetto di L. 465 milioni viene incassato dalle Società Ansaldo e O .T.O. le quali hanno per esso sostenuto e debbono ancora in parte sostenere l'onere per registrazione e spese segreteria dei relativi contratti e altre spese vive quali interessi sulle tasse di registro anticipate, fidejussioni e diverse, il tutto per un ammontare complessivo che risulta pari al 3,60% dell'importo del contributo, il quale si riduce pertanto a nette L. 448.260.000. CONSIDERATO

che il complessivo contributo di L. 465 milioni di cui al punto c) fu riconosciuto dal!' Amministrazione del R. Esercito avendo presente l'ammontare di L. 881 milioni risultato, come detto allo stesso punto c), dalle indicazioni fornite nella riunione del 23 agosto 1940 SI CONVIENE QUANTO SEGUE:

1) la ripartizione dell'importo netto dei contributi maturati, come detto nelle premesse, in complessive L. 448.260.000 avrà luogo in diretta proporzione agli importi indicati nella lettera c) delle premesse stesse come spesa prevista per gli impianti speciali, e risulterà quindi la seguente: Ansaldo

L.

188.170.948,-

O.T.O.

))

133.307.741,-

Terni

))

53.424.859,-

2) Tenuto conto che l'ammontare complessivo dei contributi verrà incassato, come detto nel punto d) delle premesse per i 2/3 dalla Ansaldo e per un terzo dalla O.T.0., le somme incassate e da incassare saranno così ripartite:

- per gli incassi dell'Ansaldo: 612.9392%0 ad Ansaldo 262.2022%0 a SIAC 124.8586%0 a Terni

- per gli incassi della O. T O.: 892.1686%0 ad O .T.O. 107.8314%0 a Terni


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la meccanizzazione dell'Esercito Italiano

I conguagli che dovessero derivare dal fatto che l' importo complessivo dei contributi venga eventualmente incassato da A nsaldo e 0 .T.0. in proporzione diversa da quella di 2/3 e, rispettivamente, 1/3 come sopr a previsto o che l'importo complessivo di questi contributi sia diverso da quello specificato nelle premesse, verranno effettuati in sede di riparto degli ultim i incassi;

3) il riparto di cui al punto 2) verrà effettuato come segue: a) per l'importo dei contributi già incassati, le quattro Società daranno corso in data 20 gennaio 1942-XX all'appuramento dei conti fra di esse per capitali ed interessi in ragione del 6% all'anno, calcolati dalle date dei singoli incassi effettuati. I versamenti di conguaglio, maggiorati degli ulteriori interessi sempre al 6%, avranno però luogo tutti per il tramite dell'Ansaldo e della O.T.0 ., all'atto del riparto del primo o dei primi successivi incassi come verrà detto alla successiva lettera b) per il residuo importo da incassare dopo il 20/1/1942 l'Ansaldo e la O.I.O. verseranno le quote dovute alla S.I.A.C. e alla Terni emro il terzo giorno successivo a quello in cui avrà luogo ogni singolo incasso, tenu to naturalmente cohto dei conguagli di cui alla precedente lettera a). 4) Q ualora p rima del definitivo incasso dei contributi abbiano a verificarsi, in confronto a quelli attuali, maggiori oneri per effetto di nuove disposizioni di carattere fiscale altro, la S.I.A.C. e la Terni rifonderano l'Ansaldo e la 0.T.O. per le rispettive quote come al punto 2). Genova, 12 gennaio 1942-XX TERNI Società per l'Industria e l'Elettricità Il Presidente F.to ARTURO BOCCIARDO

S.A. AccIAIERIE CoRNIGLIANO F.TO A. PuRJ - Coc1To

ODERO-TERNI-ORLANDO Società per Costruz. di Navi, macchine e artiglieria L'Amministratore Delegato F.to ARTURO CIANO ANSALDO S.A. ·L'Amministratore Delegato F.to A. ROCCA


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ANSALDO S.A. L' Amministore Delegato

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Riservata Personale Genova-Cornigliano, 24 Maggio 1943-XXI Ris. 1/251 Caro dott. Menichella, Non Vi stupirà se, dopo le cose assai gravi che, indubbiamente in un impeto di irritazione e di incomprensione, Voi mi avete detto nel colloquio del 20 corrente, io desideri pacatamente e serenamente farVi qualche osservazione, per eliminare qualsiasi ombra ingiustificata fosse in Voi rimasta. Vi assicuro che è con infinito stupore (tale da inibire persino ogni reazione) che mi è sembrato di intravvedere un certo Vostro pensiero. Non è possibile, caro Dott. Menichella, che dopo quasi dodici anni di collaborazione Voi possiate ritenermi capace di manovre, dirette o indirette, volute o rollerate; artefice di piani subdoli abilmente predisposti. Che questo avvenga per moltissimi uomini anche di grande responsabilità, è indubbiamente vero, ma che questo sia avvenuto una sola volta nella mia vita anche contro i peggiori e più malevoli nemici, è assolutamente escluso. Le mie battaglie, simpatiche o antipatiche, sono tutte combattute a viso aperto e con armi leali, respingendo invariabilmente, ogniqualvolta mi risultano note, le poche o molte alleanze che in alcuni casi si offrono o si affiancano. Ma comunque ]'argomento da Voi toccato non fu mai oggetto di .«battaglia», sotto nessun aspetto, perchè siano stati sempre schierati dalla stessa parte, talchè i pochissimi colloqui che io posso aver avuto circa l'I.R.I., furono da me r iferiti a Voi testualmente, senza reticenze. Credo di avere reso più volte qualche servizio all'IRI ed escludo in modo categorico di poter essere io a creare gli imbarazzi oggi o in futuro . Ma non dubito che Voi dovete essere serenamente ed obiettivamente convinto che, sotto ogni punto di vista morale, io sono perfettamente a posto. Pertanto non mi dilungo, per entrare invece nel merito di alcuni alcri argomenti discussi. 1. In primo luogo devo rilevare che la Vostra conoscenza necessariamente limitata dei piccoli problemi quotidiani delle aziende - che non encrano nelle vostre funzioni - Vi abbia fatto sopravalutare le eventuali conseguenze della mia lettera del 19 aprile u.s. alla Finsider, circa la produzione dei fucinati per artiglierie. Voi evidentemente ignorate che l'organizzazione della produzione bellica e del Miproguerra è tale che ben raramente una dieta è «giuridicamente» o


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«contrattualmente» in ritardo. Occorrono grandi sforzi e decisa energia per fare la produzione, spesso violando le disposizioni in vigore, e basta un minimo di passività perchè la produzione rallenti, pur essendo tutto in perfetta regola. Io mi proponevo di scuotere una certa passività, senza minimamente pensare che ne potesse sorgere un capo d'accusa ufficiale: se mai la rilevazione dei ritardi nella consegna dei fucinati avrebbe servito soltanto a giustificare i ritardi dell'Ansaldo nella consegna dei complessi. 2. Ogni ditta, Ansaldo compresa, scrive e riceve giornalmente lettere in cui accusa o è accusata di provocare ritardi e ciascuna, ripeto, può sempre ampiamente documentare di essere a posto. Così tutti, autorità militari comprese, si mettono «a posto».

A semplice ticolo di esempio Vi allego una lettera indirizzata il 20 corrente dalla D irezione Generale Motorizzazione alla SPA (a me pervenuta oggi in copia) con accuse ben più gravi di quelle fatte da me alla Terni ed alla S.I.A.C. - Ciò malgrado la SPA dimostrerà nel modo più agevole che i ritardi dipendono soltanto dai subfornitori e questi a loro volta dimostreranno di avere tempestivamente presentato le domande dei materiali, non ancora pervenuti. Così si chiuderà il ciclo e nessuno ne parlerà più. (Voi sapete che io ho detto e scritto più volte in sede ufficiale che i sistemi in vigore sono atti a favorire gli alibi degli inetti). Quindi le mie sollecitazioni hanno valore soltanto extra-legale e extracontrattuale (in caso diverso avrei scritto per lettera raccomandata non alla Finsider, ma alla Terni ed alla S.I.A.C.), nel desiderio che tutti si dedichino alla produzione bellica con lo slancio che vi applichiamo io ed i miei collaboratori, per realizzare il massimo, al di fuori degli obblighi contrattuali. Come Voi sapete, in quasi tutti i settori, l'Ansaldo è largamente in anticipo con le consegue. 3. Le mie lettere non potevano avere alcun carattere scandalistico dato che la situazione era preventivamente nota alla autorità militare, la quale collauda gli sbozzati presso le Acciaierie ed è la prima ad essere al corrente dell'andamento delle consegne. Infatti, mentre avveniva il mio scambio di corrispondenza con la Finsider, altro puramente burocratico si svolgeva fra la Direzione Generale Artiglieria, la Terni e l'Ansaldo per mettere a punto la situazione. Esso si è chiuso da un paio di giorni in modo pienamente soddisfacente per le acciaierie, le quali, ripeto ancora una volta, contrattualmente sono in piena regola. 4. Se Voi rileggete la lettera da me scritta alla Finsider sullo stesso argomento il 19 corr. come Ansaldo ed il 19 corr. come Dalmine (e cioè prima del nostro colloquio); rileverete:

a) che non è in gioco il prestigio della F insider e tanto meno quello dell'I.R.L, ma, se mai, soltanco una certa indolenza delle Società controllate;


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b) che io stesso dimostravo che l'eventuale lacuna era colmabile nel seno stesso della Finsider, data la possibilità di attrezzare la Dalmine come terzo produttore di riserva (proposta sulla quale mi permetto di insistere). 5. Mi avete rimproverato d i avere usato espressioni particolarmente crude nei riguardi delle Società della Finsider. Rileggendo la lettera devo confessare che le espressioni usate non mi sono parse eccessive. Voi avete a Vostre mani mie relaz io ni, lettere, verbali di Comitati e d i Co nsiglio deve trovate ben altro, senza averne temuto, a suo tempo, particolari conseguenze. E non potete accusarmi di presunzione padreternale se io mi permetto di esprimere giudizi in materia: sono certamente t ra gli uomini in Italia che hanno studiato più a fondo e con maggiore passione i pr oblemi siderurgici (Voi stesso me ne avete dato atto più volte pubblicamente) e mi darei una patente di somaro se, dopo tanti anni di studi e di esperienza vissuta, mi negassi la capacità di giudicare in materia. Purtroppo Voi non avete idea delle immense lacune tecniche ed organizzative di alcune aziende Finsider. Io mi dolgo che proprio questo settore sia stato l'unico che in tanti anni abbia dato luogo a profonde e ripetute divergenze fra me e l'I.R.l. e mi dolgo ancora <li p iù quando constatO che i fatti persistono a darmi ragio ne. E non meno rammarico il Vostro severissimo giudizio in base al quale gli Stabilimenti Ansaldo cd i rapporti fra di essi sarebbero oggi, dopo otto anni di lavoro di sistemazione, in condizioni non dissimili dalla S.I.A .C. e dai rapporti fra questa e l'Ansaldo. Fortunatamente, e potete compiacerVene come I.R.I., l'Ansaldo, che pure ha ancora tante lacune (ma certamente non maggiori delle altre grandi aziende italiane), ha oggi una compattezza, una organic ità ed una efficienza che no n ha mai co nosciuto in tutto il suo lungo passato: risultato tanto più apprezzabile in quanto il punto di partenza fu quello a Voi noto. Potrete infine rimproverarmi per il cattivo gusto di intervenire su cose che non mi riguardano direttamente: e qui mi devo prendere in pieno il rimprovero. Ma io sono purtroppo fra quei pochissim i italiani che non si rassegnano ad un cronico stato di inferiorità del Paese e della razza, che reagiscono contro tutte le lacu ne e le deficienze, nella incrollabile fiducia che qualche cosa di meglio si potrebbe ottenere. Così m i batto talvo lta su alcuni pro blemi che non mi riguardano direttamente, e qualche rara volta anche con la Finsidcr e la $.1.A.C. Riconosco di essere incorreggibile, ma, se non sono giustificabile, ho almeno a mia attenuante la convinzione di essere nel giusto e lo slancio con cui mi prodigò sui problemi che mi vengo no affidati per la loro realizzazione. Questa scorsa rapida, ma forse anche troppo lunga, degli argomenti da Voi toccati nel colloquio del 20 corrente, Vi avrà ricvocaro quante cose dure ed amare Voi m i avete detto e Vi giustificherà lo stato d'animo co l quale Vi ho lasciato. Voglio sperare, nel modo più vivo, caro dott. Menichella, che il Vo-


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La meccanizzazione dell'Esercito lcaliano

stro sfogo abbia avuto origini puramente contingenti e che nulla debba turbare la fiducia e la serenità - che devono evidentemente essere reciproche - di una collaborazione che è già stata feconda di tanti risultati e che molti altri potrebbe ancora conseguirne. Con questa fiducia Vi rinnovo l'espressione della mia vecchia e devota am1c1z1a. lNG.

U n allegato Gr. Uff. Dott. Donato MENICHELLA Direttore Generale Istituto per la Ricostruzione Industria Roma

A.

ROCCA


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(Documento allegato) MINISTERO DELLA GUERRA D ir. Gen. Motorizzazione

Roma, 20 Maggio 1943-XXI Alla S.A. SPA Corso Ferrucci, 122 TORINO

Div. 1a Sez. 3a Prot. 19733

Risp. foglio dell'l 1.5.43-XXI n ., 02833

OGGETTO: Produzione gruppi motopropulsori per carri M e, per conoscenza Alla Direzione Approv. Automob. R.E. TORINO Alla S.A. FIAT - Via IV N ovembre n. 300 TORINO Alla S.A. Ansaldo Stab. Fossat i GENOVA-SESTRI

Risulta dall'esame delle situazioni decadali che la produzione di gruppi motopropulsori per carri M dal mese di febbraio si aggira sulle 20-22 unit à per decade. Tale produzione è quindi notevolmente al disotto degli impegni assunti. Con l'ultimo programma di produzione di carri M. 42 e M. 43 concordato con l'Ansaldo, tale ditta ha assunto l'impegno di allestire almeno 95 carri per ciascun mese da maggio a settembre 1943 ed oltre cenro nei mesi successivi. Viceversa tenuto conto del tempo occorrente perchè i gruppi siano montati e perchè i carri siano attrezzati di armi e radio e tenuto conto ancora che presso la ditta Ansaldo vi erano al 10 maggio solo una diecina di gruppi in corso di montaggio, questa Direzione Generale ritiene che qualora codesta Ditta non provveda di urgenza ad incrementare la produzione dei gruppi in oggetto si renderà responsabile di una grave crisi nella produzione dei carri M. Codesta ditta è invitata quindi a dedicare ogni impegno perchè siano approntati non meno di 38-40 gruppi per decade. Come già rappresentato con lettera n. 16541 XXVII/C del 11/5/43-XXI la produzione dei mezzi corazzati è seguita mese per mese con particolare interesse dalle Supreme Autorità e pertanto è assolutamente indispensabile che essa no n p resenti ingiustificate flessioni e che si mantenga sul livello da codeste stesse ditte proposto, ed in base al quale questa D irezione Generale ha provveduto all'assegnazione delle materie prime al 100%. p . IL MINISTRO f.to G 1ROLA


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Sui carri M 13 operanti in A.S. Sul funzionamento del servizio artiglieria in Libia.

Missione S.T.A.M. dell'aprile 1941

RELAZIONE

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SUI CARRI M/13 IMPIEGATI NELLE OPERAZIONI BELLICHE AL FRONTE LIBICO SINO ALL'APRILE 1941

Ho visitato un totale di 47 carri armati M/13 - inefficienti ricercati in diverse località; il più importante gruppo è riunito nei pressi di Agedabia a 40 km. sulla via Balbia, al bivio Magrum, altri piccoli nuclei sono stati visti raggruppati lungo la rotabile di Bengasi, altri infine isolaci sulle piste interne del primo gradino del Gebel sulla via di El-Abiar. Riassumo subito in sintesi le impressioni e deduzioni della visita, con riserva di preparare una eventuale documentazione suppletiva, quando sarà sviluppata una seconda serie di foro (contenute nei documenti conservati dal Colonnello Arnione) e compiuti altri accertamenti e rilievi micro-macro e di tiro sui campioni raccolti e su quelli che saranno inviati dalla Libia. Nell'esposizione sono date anche alcune indicazioni e rilievi stati fatti, specialmente dal lato metallurgico e meccanico, sui mezzi meccanizzaci inglesi visti durante la marcia ed essenzialmente di quelli raccolti presso il fortino di El Agheila, nei pressi della casa cantoniera al bivio di Magrum e sulla pista Bengasi - El Abiar.

CARRI M/13

RILIEVI METALLURGICI SULLE CORAZZATURE

Dei 47 carri visitati, 31 si presentano colpiti e perforati da proiettili di arti· glieria, gli altri hanno sofferto degradazioni e devastazioni varie; quasi tutti sono privi di armi e spogli delle parti di dotazioni. Su molti di essi vi sono anche tracce di perforazione di pallottole di armi portatili intorno ai calibri 8 e 14 mlm. Pur non avendo possibilità di precisare con esattezza a quale distanza siano stati tiraci i colpi di arma portatile, si può aggiungere che la corazzatura fran-

camente ha tenuto. Le offese causate dai proietti di artiglieria vanno distinte in due categorie: perforazioni di proietti anticarro lanciati con armi a grande velocità; degradazioni prodotte da proietti di massa sparati con più modeste velocità di imbatto. Le armi a grande velocità che hanno sparato contro i carri in parola sono tutte del calibro 40 mlm, quelli cioè che dotan o i carri inglesi del tipo MK e N aventi caratteristiche:


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peso circa 14,5 Tons -

-

corazzatura frontale 20-37 m/m »

laterale 24 ml m

»

posteriore 30 ml m

cielo 13-24 m/m armamento - 1 cannone semiautomatico 40 - 1 mitra 14 m/m

-

dimensioni - lunghezza 5,50 m. - larghezza 2,50 m. - altezza 2,50 m.

-

larghezza cingoli 0,30 m.

-

velocità presunta Km . 40

-

potenza motore presunta HP 180.

L'arma da 40 mlm a funzionamento semiautomatico è, assai presumibilmente, quella di origine svedese (Bofors) ed è simile (solo più raccorciata) a quella campale (anticarro ed antiaereo), di cui la costruzione in parte venne fatta nelle officine di Diòsgyor del!' Arsenale ungherese. L'arma o riginaria ha velocità 820 m/sec. dal rapporto di raccorciamento, deduco che quella anticarro ha una velocità alla bocca intorno ai 700 mlsec. Le armi sono a canna ricambiabile, a recuperatore esterno e protetto da guaina di facile sostituzione. I proietti di questa arma danno teoricamente una perforazione netta con imbatto fino a 30° dal normale a distanze dai 1000 metri ed inferiore contro corazze optime dello spessore 35 mlm. L'avvenuta perforazione sulle nostre corazzature è, quindi, più che normale. Per imbatti superiori, come da rilievi fatti su alcuni elementi colpiti con incidenza oltre i 30°, la perforazione può essere soltanto parziale e non completa. È mia impressione che le offese portate dal nemico ai carri visitati corrispondono tutte a tiri compiuti a distanze inferiori ai mille metri. Col diminuire della velocità e dell'angolo di imbatto il fenomeno della p.erforazio ne e dell'attraversamento del mezzo resistente muta figura e ciò, sia nei riguardi della forma e del percorso nella massa metallica, sia nelle caratteristiche delle degradazioni che il passaggio genera corrispondentemente agli attriti che provoca (cambiamento di struttura dei bordi della sezione di frattu ra, forma della slabbratura, effetti termici dell'attrito di passaggio, ribordature mutevoli e variamente incrinate a seconda gli angoli di imbatto). La coesistenza e molteplicità, su parecchi carri, di molte perforazioni nette a breve distanza localizzate in zone relativamente ristrette consente l'affermazio ne che parecchi di quei carri, e specialmente quelli appartenenti al gruppo più numeroso (al 40 k m. dal bivio di Magrum), furono colpiti in massa e da


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ferm i, assai probabilmente dopo che la loro azione di manovra era cessata per essere stati abbandonati dai conduttori e immobilizzati per altre avarie. Può anche darsi che l'offesa sia stata successiva al combattimento, allo scopo di rendere inservibili i carri stessi, quando il nemico dovette abbandonarli nella sua ritirata. Circa le offese prodotte da calibri superiori, i rilievi fatti permettono di dichiarare che esse corrispondono a tiri di artiglieria sviluppati a maggior distanza con calibri non specificamente anticarri, ma con proietti penetranti ad ogiva posteriore del tipo semi-perforante. In questi casi, data la grande differenza tra energia di imbatto e massa metallica resistente, il risultato non è più di perforazione netta (localizzata), ma si traduce in una contundenza violenta di tranciatura; cioè, per la minore rapidità del fenomeno, non più localizzazione di effetti alla zona colpita, ma trasmissione della forza viva d'urto alla intera lamiera di corazzatura colpita con effetti di tranciatura, di stacco di tamponi sagomat i diversamente, a seconda la velocità, l'inclinazione dell'imbatto e la reazione del materiale. Le offese di questa seconda classe corrispondono senza dubbio ad azioni di combattimento; esse inequivocabilmente sono state prodotte quando i carri conservavano ancora capacità manovriera. Infatti, mentre nel primo caso le perforazioni nette prodotte con le armi anticarro corrispondono a zone ristrette e molto raggruppate, quasi a raffiche (il che evidentemente è poco probabile in un incontro manovrato), i colpi di offesa dovuti ai calibri superiori sono più rar i, quasi mai multipli sullo stesso carro, ripartiti su tutta la sagoma in orizzonte ed in altezza, più spesso riferiti alle fiancate od al cofano posteriore, sempre in diverse ubicazioni ed in differenti forme, il che lascia anche arguire che le offese vennero prodotte da distanze superiori e valutabili intorno al km. e più. L'armamento nemico che ha prodotto tali offese ritengo poterlo precisare nel calibro 3,7" (circa 87 mlm) che è quello che corrisponde ad un cannone inglese campale, a traino motorizzato, di cui ho potuto esaminare anche un esemplare sul primo gradino del Gebel a sud-est dell'aeroporto di Bonina, ancora postato in batteria. Tale cannone lungo circa 28 calibri, a code apribili, con settori stimati di 60° orizzontale e 50 verticale lancia un proietto ordinario a spoletta d'ogiva ed uno semi-perforante a bocchino posteriore, con velocità presunta sui 550 - 600 metri/secondo. Cannoni dello stesso calibro sono anche montati sul carro inglese Mark X, di cui ho visto qualche esemplare e di cui accenno alle principali caratterist iche stimate o rilevate: peso tons. 16 - 16,5 corazzatura 20 ml m frontale 16 » laterale


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»

postenore

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»

sul motore

larghezza 5,95 m. larghezza 2,50 m. altezza m. 2,50 motore HP 180 - 200 Come pure su questi stessi carri è, alle volte, montato anche il cannone da 40 m/ m nella lunghezza originaria del campale. Il cannone da 3,7" montate in torretta su questi carri è, però, molto raccorciato e modificato in sagoma di volata ed ha caratteristiche balistiche nettamente inferiori a q uello campale, solo ateo all'accompagnamento della fanteria alle brevi distanze. Non credo che tale complesso così montato possa sparare la stessa granata semi-perfor ante del cannone campale, però qualcuno lo ha affermate e solo l'esame dei proietti e cariche di lancio che non ho potuto trovare e che ho pregato di richiedere al Comando tedesco, potrà accertarlo. Parecchi carri visitati risultano incendiati con inizio del fuoco nella camera di combattimento; dalle constatazioni fatte è dato dichiarare che, mentre per molti casi è stato inequivocabilmente accertato essere l'incendio stato provocato volutamente (o dai nostri quando ebbero ad abbandonare il carro la prima volta, o dagli inglesi quando furono costretti nella loro ritirata a liberarsi di tale materiale), in nessun caso si è potuto definire con certezza essere l'incendio avvenuto per offese di tiro al serbatoio del carburante. È, perciò, con buona sicurezza, dato di concludere che il carro M/13 non presenta una grande facilità di accensione spontanea per offese nemiche, come era stato affermato da qualche voce diffusa. Considerate perciò le capacità d'armamento dei mezzi nemici che hanno attaccato i nostri M/13, va dichiarato che iL dimensionamento delle nostre coraz·

zature non è calibrato per resistere ad esse; le nostre protezioni sono state definite per contenere la perforazione dei 20 mlm alle piccole distanze di combattimento e non possono arrestare perforazioni di calibri e potenze superiori (per il solo valore dimensionale) anche nelle realizzazioni optime di qualità. D'altra parte, data la potenza del carro medio le protezioni a suo tempo adottate sono in relazione alle similari dei carri degli altri Eserciti e, difatti, anche nei carri inglesi citati, armati con cannoni da 40 la corazzatur a è assai prossima alla nostra. Solo adesso la Germania tende all'accrescimento degli spessori, sui risultaci dell'esperienza delle campagne sostenute, ma è anche alla ricerca di un compromesso accet tabile fra peso e protezione. CONSIDERAZIONI SULLE CORAZZATURE

Dopo quanto innanzi r ilevato ed esposte, e precisato che agli effetti della perforazione i nostri elementi di corazza non possono dare una resistenza su-


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perìore a quella dì progetto, che è inferiore a quella delle armi usate dal nemico, aggiungo - come frutto d'esperienza - altri dati di esame necessari per l'orientamento di correzione del nostro lavoro. Il comportamento delle nostre corazze agli effetti dì perforazione, commisurato a quello che realmente è la loro consistenza in relazione ai valori dimensionali, è da considerarsi buono: le perforazioni sono nette e il materiale, nelle vicinanze dell'imbatto, nella massima parte dei casi, è rimasto integro ed ha bordi riflessi. Agli effetti, invece, della resistenza alla contundenza di masse a marcata sezione, il nostro materiale dì corazzatura ha appalesato una fragilità alquanto marcata. Q uando l'azione dì percossa non ha permEsso lo stacco o la tranciatura netta immediata dì una calotta di metallo si sono spesso verificate fragmentazìoni di entità con gravi lesioni su tutta l'unità metallica colpita, anche a distanza dall'imbatto. È mia convinzione che le nost re piastre di corazzatura (sia frontali che laterali) siano ancora un pò troppo rigide perchè sottoposte ad un trattamento termico energico, che, elevandone le caratteristiche di durezza, ne ha abbassato il valore di fragilità. Il fenomeno non è assolutamente totalitario, ma abbastanza generale ed ìn alcuni casi si presenta più marcato, come ad esempio, quello ai nn. dì targa: 2921 - 2961 - 2932 - 2789 - 2948 - 2960 - 2886 - 2866 - 2913 - 2918, neì quali la fragilità si appalesa sentita vuoi dalla estensione della zona risentita, vuoi dalle indicazioni delle linee di frattura . La misura delle durezze Brinell è variabile neì diversi punti ed ha oscillazioni abbastanza ampie anche in zone contigue, sì da giustificare la conclusione. Un esame strutturale completo micro e macro non è stato evidentemente potuto compiere; qualche campionatura esaminata, specie nei casi dì degradazioni più marcate, fa rilevare struttura non troppo omogenea ed in alcuni casi una matrice martensìtìca marcata con presenza di grani austenitici disseminati a diverse variazioni. Anche la frattura è variabiJe: in alcuni casi buona e regolare, in altri legnosa e concoide. Dall'assieme delle constatazioni riporta il convincimento che alle nostre piastre di corazzatura - dato il genere di offese cui sono esposto - bisogna cercare di crescere la capacità incassatrice di energia d'urto localizzata su ampia sezione, perchè le giudico delicate e fragili all'azione contundente oltre l'omocalibro, il che è un pò facilitato anche, forse, dal sistema costruttivo del mezzo che presenta, in alcuni tratti, larghe campate, e, quindi, poca suscettibilità allo smorzamento delle vibrazioni. Provvedere a tal miglioramento si può solo raddolcendo i t rattamenti ed omogeneizzando le strutture al più possibile; non vi è da pensare ad una solu-


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zione assoluta completa negli spessori nei quali ci siamo fermati, ma un miglioramento è certamente possibile, specie se consentito un sia pur modesto impiego di correttivi anti-antirrigidenti (nichelio - molibdeno o vanadio). Un esame sommario, compiuto con mezzi di fortuna, sulle corazze dei carri inglesi ha permesso di constatare che esse sono in acciaio al Cr-Ni-Mo ed anche a buon tenere di Ni; la durezza superficiale è alquanto superiore alla nostra, ma nel cuore vi è una tenacità più spinta che assicura decisamente una migliore resistenza incassatrice. Ritengo quel materiale capace di resistere a perforazioni non molto dissimili dalle nostre, ma la non fragilità contro proietti contundenti a larga sezione e con buona velocità di imbatto è certamente supenore. Sarebbe tanto utile poter avere campion i dei carri inglesi e cimentarli a prove razionali e ricavarne elementi balistici e metallurgici. Agli effetti tecnologici costruttivi non pare che si debbano fare marcati appunti al nostro sistema di lavorazione, se si accettuano due soli rilievi che l'esperienza indica: uno si riferisce all'uso di parti fuse, l'altro al sistema di chiodatura e di supporto delle giunzioni. Qualche carro colpito nelle parti fuse ha dimostrato la scarsa resistenza sua; è vero che le parti fuse, come sono state dimensionate conservano resistenze perforative pari a quelle delle corazze laminate dello stesso carro, ma la fragilità più marcata rischia di bloccare sotto modeste offese il funzionamento degli organi che esse proteggono. Almeno qui il maggiore spessore ammesso dovrebbe garantire una migliore resistenza ad imbatti più potenti. Nei carri inglesi, come nei tedeschi, l'impi,ego delle parti fuse non è seguito, la nostra industria dei carri armati si è un pò ispirata (per facil ità di lavorazione) alla tecnica francese nel tentare il largo impiego di parti fuse, ma, pur non avendo precise notizie dirette, è voce diffusa che i materiali francesi con largo impiego di parti fuse non hanno affatto presentato un comportamento efficiente. Circa i sistemi di giunzione è frequente il caso di salto di bulloni e di sconnerrirura degli organi di giunzione (piastre con angolari e squadre): ciò si è verificato essenzialmente in corrispondenza delle parti colpite con tiri a grande calibro quale conseguenze dell'azione di contundenza; rimediarvi è possibile, sia pure in parte, attutendo le vibrazioni delle grandi superfici, aumentando qualche ordinata di appoggio e, possibilmente, rivedendo il calcolo dcli~ chiodatura e garantendone l'uni formità di tiraggio. Non sono state rappresentate altre manchevolezze od inefficienze di valore: la carcassa è ben irrigidita, e la manovra delle armi dichiarata assicurata in tutti i casi, nei quali non vi è stata offesa diretta sulle parti colpite. Concludendo per quanto si riferisce al settore descritto, ritengo che provvidenze da attuare siano:

a) Ferma lasciando la capacità resistente delle lamiere proteggenti il carro, è opportuno ottenere che le piastre di corazzatura siano addolcite in fragilità ed omogeneizzate in struttura il più possibile.


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Non mi nascondo tutte le difficoltà che a tal risultato si oppongono, specie in considerazione della non disponibilità di correttivi adatti, ma bisognerà approfondire l'argomento con tutta intensità e con ogni comprensione da parte di tutti. Per un carro armato di cui sono stabiliti, entro limiti insuperabili, i requisiti di armamento, di potenza e di peso le soluzioni dei vari elementi non possono riuscire che di compromesso, specie quando si sa a priori il mezzo esposto ad offese che superano le sue possibilità resistenti, ma nella definizione di un tale compromesso le caratteristiche intrinseche del sistema protettivo non devono passare in secondo piano. La fabbricante di corazze per i nostri M/13 è oggi solo la SIAC: chiedo che al miglioramento di quanto finora prodotto siano chiamate anche le Acciaierie di Terni che, nel campo delle corazzature, hanno una esperienza più marcata. Contemperare armon icamente durezza e fragilità è, per le corazze dei carri armati, un progresso che bisogna ricercare, perchè, a differenza del recente passato, oggi t utte le artiglierie campali fanno uso di granate ad azione contundente e l'effet to delle stesse riesce di preminente valore ai fini dell'efficienza del mezzo, forse ancora più delta perforazione semplice e netta. A rendere più perfezionata e meglio omogenea la produzione dei singoli elementi di corazzatura ritengo indispensabile rendere più severe le norme di collaudo, specialmente per quanto riferiscesi alla prova di fragilità, portandosi in condizioni più aderenti alla realtà attuale ed attuandola con calibro di almeno 50-65 ml m. Di più, oltre che limitarsi ad una prova su qualche piastra per lotto, saggiare tutte le piastre, sia pure con un metodo adatto il quale, senza sciuparne la integrità, garantisca l'omogeneità. È un vincolo che limiterà ancora la capacità produttiva, ma questa non può - per sole ragioni di urgenza - essere troppo libertaria; la qualità, quando è tecnicamente indispensabile, deve essere garantita in preminenza a tutte le altre caratteristiche. Per quanto si riferisce al sistema di costr~zione ed alla struttura del carro ritengo opportuno proporre che si passi, sia·pure gradatamente, alla eliminazione completa dei getti fusi con i corrispondenti fucinati, il che, sarà certamente di vantaggio ai fini della omogeneità totale. Per 1e variazioni suggerite alla bullonatura ed al sistema di ossatura per la riduziolile delle campate dei piastroni di più esteso profilo, si interesserà la ditta costruttrice dopo averne discusso i dettagli in accordo con i tecnici della motonzzaz10ne.

0RGANIZZAZIONE MECCANICA

Avendo seguito, guasi continuamente, i r ilievi e le discussioni di competenza del Colonnello Arnione (con i suoi tecnici e col personale dei battaglioni


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di carri M/13) sono in condizioni di poter ricordare ed illustrare gli appunti principali fatti sulle manchevolezze tecniche riscontrate nell'impiego dei carri in parola. Il motore SPA, 8 cilindri, montato sui carri, pur avendo una potenza tecnica al banco di 120 cavalli, riduce la sua potenza a meno di 100 cavalli nella marcia effettiva, per cui peso reale e potenza di motore perdono armonia, tanto che è dichiarato unanimemente che solo in terreno senza ostacoli può essere innestata la marcia più alta. Questa deficienza è la più patita e da tutti deprecata, in quanto, avendo l'esperienza pratica dell'impiego di guerra convinti tutti che la vera azione efficace di un carro armato in offesa ed in difesa è funzion e precipua ed assoluta della sua mobilità, il carro Ml 13 perde molto delle sue prestazio ni, in terreno, anche di poca difficoltà. La caratteristica peculiare della manovrabilità ad alca velocità nell'impiego dei carri armati, se è perseguita in genere in tutti i campi d'azione, diventa squisitamente essenziale nei terreni speciali africani ed è - dal personale che ne ha fatta esperienza di guerra - giudicata la sola a perseguire il successo per sottrarsi anche alle offese dei mezzi di superiore potenza adottati dal nemico. Il motore attuale dell'M/13 è giudicato inefficiente ad assolvere i suoi compiti, obbliga a movimenti len ci e rende la macchina facile preda agli attacchi avversari anche a grandi distanze. A tale manchevolezza essenziale di origine si sono aggiunte nell'impiego pratico altre deficienze dipendenti, essenzialmente, sia dalle speciali condizioni di ambiente, sia dalla poca p ratica di conoscenza tecnica del materiale da parte del personale chiamato ad impiegarlo. Gli inconvenienti tecnici dipendenti dalla natura del terreno sono essenzialmente quelli che derivano da:

a} difetti di alimentazione, dovuti al filtro della nafta cd alla facilità di rigatura dei cilindri con un consumo anormale di olio e, di rapida variazione di alesaggio.

b) Anche la lubrificazione non pare molto felice, in quanto si sono verificati parecchi casi di fusione delle bronzine.

c} La scarsa potenza del morore, che obbliga ad un regime di giri molto elevato, porta di conseguenza l'elevazione del regime termico dell'acqua di circolazione, che spesso produce la rottura dei manicotti di gomma. d) L'avviamento ad inerzia, sia interno che esterno, è staro da tutti dichiarato non idoneo allo scopo, come non perfetto il funzionamento dei motorini per l'avviamento elettrici, cui manca un pratico sincronismo.

e) Nei riguardi della trasmissione si è verificato con una certa frequenza il tranciamento dei denti elicoidali nell' ingranaggio del cambio sempre in presa; però dai rilievi farci e dalle discussioni avvenute si deve in gran parte am-


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mettere essere tali difetti dovuti più che a inadatto materiale, a poca esperienza di manovra. /) Gli altri difetti rilevati e dichiarati: - perdita d'acqua dalle pompe di uscita dell'olio della marmitte per rottura delle fasce elastiche dei pistoni; -

rottura piastra alloggio tendi-cingolo;

-

perdita di nafta alla pompa di iniezione;

- degradazione del bicchierino e polmone metallico della pompa di alimentazione; -

slittamento e riscaldamento della fri zione;

- bruciatura guarnizioni, sono tutte imperfezioni dovute, in gran parte, a mancata manutenzione del materiale, per il cimento cui è stato sottoposto, ed essenzialmente per mancanza di addestramento del personale e di conoscenze meccaniche in vari organi. A gran parte di tali inconvenienti può essere posto riparo e parecchie provvidenze sono già in atto: - Migliorando la depurazione dell'aria con un depuratore ad olio di più faci le e pratica manutenzione, in quei terreni nei quali la pulitura dei filtri deve essere fatca con molca frequenza. - Aumentando la capacità di raffreddamento del motore, o migliorandone le condizioni di lubrificazione, ricorrendo ad olii più adatti. - Poichè non riesce possibile garantirsi in partenza di gasolio esente da impurezze, è opportuno distribuire ai reparti apparecchi di filtraggio per purificare il car~urance, selezionando le sostanze che inceppano il n.:golare funzionamento. - I materiali usati per la costruzione dei vari organi del cambio devono essere riguardaci con più attenta cura tecnologica surdimensionandoli, ove possibile: tale lavoro, per quando mi risulta dal riferimento del Col. Arnione, è già in atto di esecuzione. Con tali provvidenze molti degli inconvenienti lamentati riesciranno eliminati, specie se contemporaneamente vi sarà un più profondo addestramento del personale che, a detta di tucci, oggi si presenza alla manovra dei carri con una preparazione assolutamente inadeguata sia specifica, che generale. Di urgenza è la necessità di provvedere ad aumentare l'organizzazione dei reparti arretrati a quelli di manovra, in guisa da scaglionare in profondità i mezzi di recupero e di riparazione, arricchendo largamente le dotazioni di ricambio, dando la possibilità di ampio intervento e rimessa efficiente. La questione della potenza del motore rimane la vera essenziale; le altre manchevolezze - a cui l'esperienza di quanto capitato saprà prontamente porre riparo - non sono di entità marcata e dello stesso ordine di quello che si veri-


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ficano in mezzi similari, specie tenendo conto delle particolari condizioni ambientali. Il Col. Arnione mi era parso convinto della indispensabilità di provvedere a cercare di dotare il carro M/13 di un motore di potenza decisamente superiore all'attuale, tale da avere q uei margini di spunto che sono utilissimi, in alcuni momenti dell'impiego, specie nel settore africano, nel quale è convin-

zione di tutti che il vero requisito di efficacia offensiva e difensiva dei carri sta nella possibilità delle grandi velocità e della sicura facilità di manovra. Gli enti dell'impiego in colonia hanno tutti marcato questa necessità e ne domandano la esaltazione, sia come possibilità singola di ogni mezzo, sia come possibilità di assieme. È per tale ragione che essi hanno vivamente insistito a che, oltre a crescere potenza del motore, si provveda anche al collegamento radio tra le varie unità, in modo da consentire lo sviluppo di azioni disciplinate in massa sulle quali, assai

più che non sulle individuali, è imperniata la possibilità del successo. È convinzione unanime di coloro che hanno vissuta la vita dei reparti di carri armati che l'addestramento del personale carrista debba essere attuato su una base di preparazione assai più profonda e realistica di quella non seguita sin oggi. Le convinzioni del Col. Arnione erano perfetta mente orientate a questa mia dizione, egli mi dichiarava di essersi persuaso della necessità di rinunciare anche al motore ad iniezione a gasolio, pur di riuscire, nello stesso ingombro del carro e senza bisogno di grandi trasformazioni strutturali e, compatibilmente al tempo necessario per una tale trasformazione, a montare sul carro

stesso un motore a benzina di capacità e di potenza decisamente superiore. È questa, a mio parere, una decisione che deve essere considerata, se si vuole dare efficienza di impiego nei terreni libici ai carri armati di media potenza e far rinascere nel personale ch iamato all'impiego quella fiducia nel materiale

che oggi ho La sensazione essere alquanto scossa. Un dettaglio che sentii accennare dal Col. Arnione, e che mi pare opportuno porre in rilievo, è quello che si riferisce alla necessità che i reparti di carri armat i siano imbarcati e portati allo scarico col personale proprio, in quanto si è spesso verificato l'inconveniente che i piroscafi carichi con soli carri e senza

personale, nello scarico febbrile nel porto di Tripoli, wnivano calati sulle b~nchine ed allontanati dal porto con mezzi di fortuna e uomini non pratici dei mezzi, il che è stato spessissimo causa di danneggiamenti gravi per errori grossolani di manovra. In conclusione, mentre mi riservo di fare ancora altri accertamenti tecnici sperimentali sui materiali nostri per determinarne le varie gamme di possibilità resistenti e dare idea della capacità di prestazione agli effetti del tiro, riassumo in sintesi il mio dire:

a) il carro M/13, dal lato costruttivo non presenta gravi manchevolezze: se ad esso si dà con i possibili miglioramenti al motore e coll'addestramento del


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personale quella capacità manovriera e di rapido spostamento che è elemento dichiarato essenziale di impiego, il mezzo può dichiararsi rispondere ai requisiti di progetto per cui venne studiato. L 'apj)licazione dell'apj)arecchio radio costituisce un elemento fondamentale per il vero efficace impiego in guerra di quel materiale. b) Dal lato resistenza alle offese il carro M/13, come i similari di pari peso tedeschi e inglesi, ha capacità positive alle piccole distanze di calibri perforanti solo intorno ai 20-25 m/m. Dati i limiti di peso imposti non è possibile pensare a resistenze contro imbatti di calibri superiori, bisognerà solo preoccuparsi che tali offese non generino effetti di fragilità troppo spinti e consentano un incassamento migliore senza degradazioni troppo vaste. il perfezionamento di natura metallurgica si cercherà, per quanto possibile, di ottenere chiamando in collaborazione tutte le possibilità industriali italiane; esso è certamente reso difficile in successo dalla mancanza di disponibilità di correttivi pregiati, ma un miglior compromesso bisognerà decisamente attuarlo anche se l'affinamento della produzione dovrà incidere sul ritmo della quantità. Roma, lì 8 maggio 1941 .

GENERALE SARRACINO


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FUNZIONAMENTO DEL SERVIZIO D'ARTIGLIERIA IN A.S.

Trovandomi sul posto mi è parso doveroso prendere contatto anche con gli enti incaricati dello svolgimento del servizio artiglieria, per darmi conto delle eventuali necessità di consigli e interventi e raccogliere, essenzialmente, elementi da presentare in Patria, e dar nozione viva di quanto occorre. Nella situazione militare attuale il servizio art iglieria nella Libia è appoggiato alla direzione artiglieria di Tripoli ed alla dipendente sezione staccata di Bengasi; le altre unità, che preesistevano nel primo periodo della guerra, compreso il laboratorio mobile stato spinto verso Tobruk e Bardia, non sono state ancora recuperate. . La direzione Artiglieria di Tripoli ha conservato quasi integra la sua pristina costituzione, mentre la sezione di Bengasi, ha patito il periodo di occupazione nemica e subìco danneggiamenti e distruzioni varie per offese nemiche, ed ha quindi una efficienza minore della passata. Ambedue le unità lavorative sono, però, commisurate alle normali, modeste

potenzialità di una direzione di artiglierie, il che le rende assolutamente insuffi· cienti all'assolvimento dei compiti attuali dell'Esercito operante in quella regione. Come è noto, anni addietro fu impostata, perchè riconosciuta essenziale, la necessità di creare in Libia uno o due centri produttivi importanti completi di macchinar~ attrezzature e mezzi, allo scopo di dare alle Colonie il massimo dell'autonomia nel campo delle riparazioni, rimessa in efficienza e ripristino del materiale di armamento. Il progetto all'uopo redatto, con visio ne larga del problema, fu nel suo avanzamento sorpreso dagli avvenimenti di guerra, per cui ne fu sospesa L'attuazione. Quanto avvenuto fino ad oggi ed i prevedibili prossimi futuri sviluppi ribadiscono la convinzione che la Libia deve essere messa in condizioni, dal lato servizio ripristino e completamento armi, di raggiungere la massima autonomia possibile e nel più breve tempo. Le condizioni particolari nelle quali si svolge oggi la guerra in Libia sono impostate essenzialmente sulla meccanizzazione; le particolari condizioni am-

bientali di usura e logorio delle armi e dei mezzi di armamento, le difficoltà di rifornimento e di sostituzione per le grandi distanze che separano le basi dai fronti di combattimento, impongono una assistenza assai intensa che deve svolgersi a mezzo di nuclei avanzati poderosamente attrezzati: tutto il servizio deve essere riesaminato sotto un aspetto decisamente più consono alle realtà effettive. A tali considerazioni generiche si aggiunge la speciale situazione del momento, nella quale bisogna ancora raccogliere e rimettere efficiente l'ingentissimo materiale di artiglieria e di armamento vario stato abbandonato o degradato durante la ritirata del febbraio e che, in parte, è stato ancora ricuperato nelle zone rioccupate in condizioni di grave inefficienza.


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Di fronte ad un tale imponente quadro di lavoro devo dichiarare che il personale in posto, pur applicandosi con passione e attività veramente ammirevole, ha una disponibilità di mezzi assolutamente sproporzionata. Considerato che ormai la colonia è divenuta il nostro teatro di operazioni più importante, se non esclusivo, e tenuto conto delle difficoltà di comunicazione con la Madre Patria che diventeranno sempre più gravi, in quanto il tonnellaggio disponibile servirà per i rifornimenti di prima necessità, perchè cresceranno sempre più le truppe operanti in quel settore, ritengo indispensa-

bile affrontare il problema in pieno, costituendo presso le basi principali di Tripoli e Bengasi, officine ricche di mezzi d'opera, atte a svolgere in posto tutte le operazioni necessarie a ridare pronta efficienza al materiale, a misura che esso si logora o si degrada, il che, purtroppo, si verifica in entità rilevante sia per le difficoltà di vita e di impiego, sia per le speciali condizioni ambientali. Si tratta, a mio vedere, di realizzare prontamente quanto si era pensato di progettare ieri e cioè: far sorgere in Tripoli una unità industriale capace di compiere sulle artiglierie e sulle armi portatili tutte le operazioni di ripristino, comprese quelle giudicate finora di pertinenza degli arsenali; potenziare e completa-

re la sezione staccata di Bengasi, erigendola a direzione autonoma e dando ad essa capacità produtti·va completa ed estesa. Disporre nelle due località, e specialmente a Bengasi, di raggruppamenti di officine mobili, capaci di poterle lanciare presso le località avanzate, seguendo l'estensione della occupazione mili rare. L'esperienza fatta sul rendimento delle officine mobili possedute dagli enti locali, e poi perdute in Bardia, ha dimostrato la piena utilità loro nel portarsi a contatto vicino delle truppe ed assisterle in tutti quei lavori di rimessa efficiente e di riparazione che sono correntissime e vitali. Il potenziamento che qui auspico è, a mio vedere, indispensabile realizzare con mezzi adeguati, armonizzato con mezzi, personale e dirigenza atti ad operare autonomamente, in guisa da lasciare ai direttori di artiglieria delle due località la cura esclusiva dello svolgimento delle altre innumeri operazioni di rifornimento, e funzioni del servizio di guerra. Su tale criterio principale ho trovato d'accordo sia il direttore d'artiglieria, sia gli intendenti, sia i comandi superiori, e tutti quelli i quali, conoscendo le difficoltà attuali della vita in quella regione, sono perfettamente convinti che è indispensabile e improrogabile una organizzazione razionale industriale che garantisca con rapidità la rimessa efficiente delle armi, il loro recupero, la loro continua manutenzione senza dover dipendere dalla Madre Patria. La stessa convinzione, per quanto riferiscesi al settore della motorizzazione, si era perfettamente ribadita anche nella mente del Col. Arnione, il quale si riprometteva, tornando in Patria, di esporre una situazione del genere e di pro· vacare provvedimenti adatti a potenziare al 1nassimo i mezzi di riparazione in posto, sia trasportando nella Libia gli auto-parchi già distaccati negli altri fronti


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di guerra, sia facendo ripristinare le officine delle industrie private automobilistiche che già sono in Tripoli e che hanno sofferto alcune gravi degradazioni negli ultimi bombardamenti. E ciò pur considerando che il servizio della motorizzazione ha già in atto una organizzazione di recuperi, riparazioni e ripristino di entità già rilevante. Realizzare rapidamente una organizzazione del genere è possibile in un sol modo: prelevando cioè dagli stabilimenti della Madre Patria nuclei completi di

macchinario, mezzi d'opera, maestranze ed ufficiali tecnici per trasferirli in posto, in guisa da costituire distaccamenti di stabilimenti di artiglieria capaci di assolvere le seguenti funzioni : - ripristino e rimessa efficiente dei complessi artiglieria in genere con possibilità anche di tubature di piccolo calibro; - mantenimento efficiente delle parti di ricambio e delle riparazioni correnti; -

revisione, riattamento e completamento delle armi portatili;

-

r ipristino del bossolame, almeno fino al cal. 105;

-

parziale revisione di strumenti di ottica;

-

composizione munizioni o ripristino di parti di spolette.

Un progetto di immediata attuazione dovrebbe considerare per ognuna delle due sedi indicate:

a) una frazione di arsenale, comprendente macchinario, mezzi, personale ed attrezzi capace di trattare il ripristino dei vari calibri e complessi presenti in Africa, con aggiunto un settore capace della tubatura dei calibri inferiori; b) un reparto di fabbrica d'armi con un gruppo di macchine operatrici per la produzione delle piccole parti, con una ricca dotazione di parti di ricambio e delle attrezzature necessarie per ridare efficienza ad armi usate anche con riparazioni sostanziali (armi portatili ed automatiche sino al 20 m/m); c) un settore dell'arsenale di Piacenza con macchinario e personale capace alla ricalibratura dei bossoli, almeno fino al cal. 105 compreso, considerando anche tutti i tipi controaerei dislocati in Libia, dei quali il consumo in bossoli è molto forte. d) un gruppo di operai del Laboratorio Caricamento Proiettili in rinforzo agli artificieri in posto per la preparazione degli elementi di colpo; e) un gruppo di operai del laboratorio di Precisione per la revisione, con congrua scorta di parti di ricambio degli apparati di puntamento in distribuzione ed anche dei telemetri, attrezzato col macchinario e strumenti relativi; /) una squadra di operai di spolettificio muniti di attrezzature adatte allo smontaggio di spolette, al cambio di qualche parte ed alla revisione efficiente. Ogni sezione ed ogni squadra deve essere costituita con personale già pra-


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tico delle singole lavorazioni e l'insieme riuscire armonico con i propri capi · squadra e capi operai, in modo da realizzare quella piena costituzione organica che è fatrore indispensabile per il successo. Tali unità produttive, sotto una guida tecnica unitaria, raggruppate, per il

momento, con nucleo principale in Tripoli e con un nucleo sussidiario in Bengasi, dovrebbero essere messe alla dipendenza di due ufficiali tecnici, ciascuno, scelti tra quelli di sicura capacità lavorativa e idonei non solo al rendimento del personale, ma a sapere risolvere tutti i problemi della nostra tecnica che si possono presentare in vita di guerra. La mobilitazione di tali reparti dovrebbe avvenire in Patria con l'inquadratura definitiva, in guida da ottenere un tutto armonico ed ordinato, capace di poter subiro essere avviaco alle singole destinazioni e costituirsi in forma del tutto completa ed autonoma. Mi sono preoccupato anche di vedere quali sono le possibilità di sistemazione in posto senza bisogno di creare fabbricati speciali e la cosa è fattibile; a Bengasi per il primo momento, con pochi lavori di adattamento, nei locali già occupati dalla sezione staccata; a Tripoli invece il collocamento di tale unità produttiva potrà avvenire negli ampi locali che esistono al km. 20 sulla strada di Homs dove vi è la possibilità, con pochissimi adattamenti marginali, di costituire una officina ben attrezzata in ambiente sereno, decentrata dal traffico della piazza e riparata dalle offese nem iche. La sistemazione del personale potrà avvenire in posto opportunamente accasermaro in forma militare con buon comodo, si da evitare disagi per distanze e preoccupazioni finanziari per i singoli distaccati. La scelta del personale superiore ed inferiore e la definizione del macchinario dovrebbe esser fatta con la convinzione della utilità di quanto si attua e senza riserve mentali di preoccupazioni sul depauperamento in Patria: ora il bisogno totalitario di guerra è più ristretto e l'industria mobilitata può aiutare assai più di quanto non lo consentano le materie prime disponibili - la Libia è oggi il nostro solo teatro d'operazione ed è giusto ad essa assicurare i migliori mezzi, il miglior personale, la più lata autonomia. Contemporaneamente a tale provvidenza, che vede immediata, sono di avviso che convenga anche accelerare il più possibile la preparazione e la mobilita·

zione di almeno due o tre laboratori mobili del tipo di quelli già stati inviati in A.S., la cui esperienza già fatta nei mesi di impiego è stata - come ho detco - molto redditizia. Quale dettaglio aggiungo che tutto il macchinario dovrà essere prelevato da quello già in opera negli stabilimenti con motori accoppiati, e ricordo che l'energia elettrica disponibile in Libia è corrente alternata trifase a 220 Vo!ts - 50 periodi. L'entità delle scorte di parti di ricambio, da inviare al seguito delle squadre costituenti i reparti produttivi, sarà opportuno preventivarla largamente ed ogni


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stabilimento, che ha l'esperienza delle riparazioni ai vari tipi di materiali, dovrà essere in condizioni di stabilirsele, in gieisa da garantire la più lunga autono·

mia di lavoro. Quanto propongo - ripeto - risponde ad una necessità assoluta che deve essere attuata senza preoccupazioni di ridurre la capacità produttiva degli stabilimenti militari o le scorte interne: è un provvedimento che bisogna attuare con spirito di comprensio ne, sentendo di contribuire al superamento di una situazione locale già difficile e che diventerà ancora più complessa a misura che le operazioni avanzeranno. Da parte mia sono convinco che tutt i gli ufficiali ed il personale ST AM in genere saprà rendersi conto di questo onore che tocca al servizio e saprà assolverlo con t utta la competenza e l'entusiasmo mai smentito.

I Comandi Superiori sul teatro delle operazioni e le Alte Gerarchie organizza· trià militari del Paese hanno riconosciuto la necessità e l'utilità di quanto prospettato e ne hanno patrocinata l'attuazione. Roma, lì 8 Maggio 1941

G ENERALE SARRACINO


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PROMEMORIA DI PROVVIDENZE URGENTI CHIESTE DALLA DIREZIONE ARTIGLIERIA DELL'INTENDENZA A.S.

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Ufficiali chimici per rastrellamento munizioni.

- U n rinforzo di ufficiali pratici del servizio di direzione per aiutare le operazioni di recupero e smistamento del materiale (4 ufficiali superiori - 8 ufficiali inferiori) di pronto rendimento dalle direzioni in Patria. - Abbondare nelle scorte di parti ricambio per le artiglierie in Libia: il consumo è enorme. -

Le maggiori deficienze alle quali urge provvedere sono nei colpi da 105

e da 88.

- Essendo state schierate a difesa del porto di Tripoli batterie da 149/35 è necessario disporre di cariche massime oltre la percentuale prevista. - Sono domandate di assoluta urgenza: 30 tonnellate di balistite 3,5 x 35 x 35 e 6 mila sacchetti mm . 147x560.


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MISSIONE DEL CAPITANO TRANIELLO IN A.S . . (1 marzo - 3 aprile 1942)

RELAZIONE

SCOPO Osservazioni sulle caratteristiche dei vari terreni che costituiscono il teatro di operazione. - Visita materiali inglesi di p.b. - Osservazioni sul comportamento dei nostri mezzi automobilist ici e corazzati. - Proposte relative. LOCALITÀ PERCORSE: Zone di: Tripoli - Homs - Misurata - Sirte - El Agheila - Agedabia - Bengasi - Barce - Derna - El Mechili - Soluch - Saunna.-

TERRENO Il terreno è elemento della massima importanza per la determinazione delle caracceritiche dei mezzi che lo devono percorrere. Nel complesso i terreni dell' A.S. possono essere suddivisi nelle seguenti categorie: 1) - terreno dunoso; 2) - terreno sabbioso con affioramento di acqua; 3) - terreno sabbioso pianeggiante; 4) - terreno sabbioso con leggera crosta più consistente ricoperto da una fitta rete di piccoli cespugli posti sopra protuberanze alte circa 10-15 cm.; 5) - terreno sabbioso e sassoso; 6) - terreno sassoso; 7) - piste; 8) - via Balbia. I tipi di terreno 1) e 2) possono essere considerati pressochè intransitabili; essi possono però essere facilmente evitati, pe rchè ben circoscritti e di estensione limitate.

Tutti gli altri tipi di terreno possano essere percorsi sia da veicoli a ruote (aventi determinate caratteristiche) sia da veicoli a cingoli. Il terreno n° 3) è quello che comunemente si intende quando di parla di terreno desertico: in esso le pendenze sono pressochè ignorate, al riguardo del calcolo delle prestazioni, l'affondamento dovuto alla poca consistenza della sabbia porta ad un aumento del coefficiente di resistenza al rotolamento che in alcuni casi può raggiungere il 700-800 % del normale, e, qualora le dimensioni delle basi di appoggio del veicolo (ruote e cingoli) siano insufficienti, e quindi


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]'affondamento eccessivo, raggiungere anche il limite del coefficiente di aderenza; in tal caso il risultato sarà lo slittamento delle ruote o del cingolo. Nè al miglioramento dell'aderenza può concorrere l'impiego di mezzì antisdrucciolevoli, giacchè la coesione della sabbia è talmente minima che tale impiego non potrebbe avere alcun risulato positivo. Caratteristiche necessarie ad un veicolo ruotato per il transito su simile terreno sono: - ruote riunite di pneumatici a bassissima pressione, di grande sezione e possibilmente anche di grande diametro; - motori di potenza esuberante e di grande ripresa, onde consentire di superare eventuali improvvisi aumenti di resistenza senza doversi fermare: il fermarsi in tali condizioni equivale alle volte a non poter più r ipartire; - altezza minima da terra non inferiore a 25-30 cm.; - possibilmente aderenza totale. - Il terreno n° 4) è, in un certo senso, più facilmente percorribile del precedente: infatti la leggera crosta superficiale di maggior consistenza, consente una migliore galleggiabilità agli automezzi: tale crosta però è facilme nte frangibile, specie se sullo stesso percorso si susseguono diversi automezzi; in tal senso tale tipo di terreno rientra, come consistenza, nel tipo n° 3) già esaminato. La presenza inoltre delle gobbe accennate richiede particolare cura nelle sospensioni, specie se tale terreno debba essere percorribile, come avviene con gli automezzi inglesi (camionette) ad elevat e velocità. Le caratteristiche necessarie ai veicoli ruotati per questo terreno sono analoghe a quelle già esaminate per il terreno n° 3) (la grande sezione e la bassa pressione nelle gommature sono rese necessarie dalla opportunità di non rompere la crosta superficiale, e di poter proseguire nella marcia anche nel caso che tale rottura sia avvenuta) . A tali caratteristiche bisogna aggiungere come già accennato, una conveniente robustezza e rigidità nelle sospensioni. - Terreno sabbioso e sassoso : è leggermente più consistente del precedente. Le caratteristiche richieste agli automezzi non variano rispetto alle precedenti. - Terreno sassoso: richiede particolari cure nelle sospensioni. Le gomme a bassissima pressione possono agevolare sensibilmente il compito delle sospens1on1. - Pista: le piste risentono naturalmente delle caratterist iche del terreno su cui sono tracciate: in genere sono a fondo pessimo, con buche profonde: richiedono anch'esse particolare attenzione alle sospensioni e all'altezza minima da terra, nonchè convenienti sezioni di gommatura. - Via Balbia: è completamente asfaltata. Ottima sotto tutti gli aspetti. È fiancheggiata in quasi tutta la sua lunghezza da p iste che, potrebbero servire ad aumentarne la capacità logistica qualora si disponesse di automezzi adatti a percorrerle.


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MEZZI AUTOMOBILISTICI E CORAZZATI INGLESI Camionette - Sono autoveicoli particolarmente studiati per la marcia su terreni caratteristici dell' A.S. Di esse gli inglesi si servono per costituire pattuglie con lunghissimo raggio di azione a scopo essenzialmente di disturbo delle retrovie e delle vie di comumcaz10ne. Sono di tre tipi: piccola - media - grande e di diverse case costruttrici: Morris - Dodge - Chevrolet. Le caratteristiche rilevate con mezzi di circostanza presso una autofficina del 120° autoraggruppamento dei tipi «Morris» sono indicate nell'allegato n. 1. È da rilevare: - la grande sezione delle gomme (ho riscontrato personalmente che le misure montate variano dal 9.00 - 13 al 10,50 - 16); - la rilevante potenza dal motore che, specie nei tipi «Dodge» e «Chevrolet» consente al veicolo grande velocità anche sulle pisce e su terreni poco consistenti e a fondo irregolare; - un opportuno dimensionamento degli organi della sospensione, che risulta, nel complesso, piuttosto rigida: ciò allo scopo di impedire, nella marcia veloce su terreno a fondo irregolare, l'innescamento delle oscillazioni e conseguente eccessivo movimento di beccheggio (con la vettura Fiat 1500, che notoriamente ha sospensioni molto flessibili, non ha potuto marciare su piste anche buone che a limitatissima velocità e a costo di continue frenate e cambi di marcia, appunto per il fenomeno di baccheggio: meglio si comporta la Fiat 508 C.M. Torpedo); - la grandissima autonomia, ottenuta con serbatoi di scorta per acqua e carburante (i dati di autonomia riportati in allegato si riferiscono al solo serbatoio normale), nonchè con numerosi alloggiamenti per viveri e mezzi di conforto. A tale scopo tra la cabina e la porta anteriore del cassone esiste uno spazio libero, di dimensioni piuttosto rilevanti, oltre innumeri cassetti ricavati nei fianchi; - nei tipi più recenti di camionette (specie nelle grandi) incominciano . a comparire la quattro ruote motrici; - il raggio di volta è relativamente grande, e ciò è spiegabile con il fatto che nei terreni dell' A.S. si ha generalmente tutto lo spazio che si vuole per compiere le evoluzioni necessarie; - tutte le camionette sono munite di speciali dispositivi, costituiti da pezzi di lamiere leggermente ricurvi nel senso della lunghezza, lunghi circa 2 metri e che presentano alcuni fori, i guaii servono come elementi di galleggiamento per superare eventuali zone di sabbia particolarmente consistente o per disinsabbiare il veicolo che si sia insabbiato: tali dispositivi sono attaccati ai fianch i del cassone;


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- sono generalmente munite di teli mimetici color sabbia che servono ad accultare gli autocarri nella posizione di attesa presso la località o pista nella quale intendono effettuare la sorpresa; - noi non abbiamo alcun mezzo che possa opporsi all'azione di tali pattuglie, giacchè la velocità dei mezzi di trasporto di cui dispongono consente loro di sfuggire con grande facilità: nè tampoco disponiamo di mezzi anal~ghi per compiere analoghe azioni di disturbo contro il nemico;

- risulta che una camionetta inglese sia stata inviata alla Fiat per esame già

da lungo tempo; - nelle fotografie seguenti sono riprodotti: particolare ponte anteriore della camionetta grande «Dodge» a quattro ruote motrici; ruota della camionetta piccola «Morris» 9.00-13; ufficio comando su camionetta «Morris» media.

Carri armati - Le caratteristiche sommarie dei carri Mark VI - Mark V - Mark III (Valencine) sono elencate negli allegati nn. 2,3,4,5. Circa il Mark VI devo far presente che i dati di velocità ci sono stati forniti dai tedeschi: ho dei dubbi circa la velocità su sabbia che mi sembra eccessiva benchè la scarsa larghezza del cingolo sia compensata agli effetti della pressione specifica della grande lunghezza. Dei carri M.X. II A 2 (Matilda) e M. 3 Pilot non è stato possibile rintracciare alcun esemplare perchè essi sono stati per lo più impiegati nei pressi di Tobruch, e quindi sono rimasti nella zona non ancora rioccupata: sembra che un esemplare di M.K. II (Matilda) sia stato spedito in Italia già da tempo; probabilmente è andato perduto con qualche piroscafo di ritorno dall' A.S. Del carro Mark 2 A 4 è di particolare interesse il cingolo, costituito da elementi di acciaio ricoperti di gomma. Allo scopo di aumentarne l'aderenza in determinati t erreni, al cingolo si possono applicare dispositivi di aderenza costituiti da coltelli di acciaio. Di tali dispositivi e di elementi del cingolo ho portato qualche esemplare al seguito per esame particolare. Anche i tedeschi si sono molto interessati a questo cingolo, tanto che nella mia visita a Solluch mi è stata richiesta da un ufficiale tedesco la eventuale possibilità di riprodurlo in Italia per conto della Germania - al che, naturalmente, ho risposto che non avevo alcuna veste per potergli rispondere in proposito. Del carro Mark II (Valentine) è da rilevare che esso è il primo tipo di carro inglese con motore a gasolio. Ciò sta a dimostrare come anche gli inglesi si stiano orientando verso tali tipi per i carri da combattimento, essenzialmente per la loro sicurezza anti incendi. In moltre relazioni nemiche viene infatti lamentata la facilità con cui i carri inglesi si incendiano, a differenza di carri nostri e tedeschi. - Dato però che anche questi ultimi impiegano motori a benzina è lecito pensare che la facilità o meno di incendio abbia come causa anche il tipo di proietto che colpisce il carro; in una relazione inglese viene infatti invocato un tipo di proiettile anticarro incendiario. Ciò naturalmente non toglie nulla alla maggior sicurezza del gasolio rispetto alla benzina.


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I carri inglesi in genere sono molto più veloci dei nostri. Ciò dà loro la possibilità di impegnare combattimento o sottrarsene a loro volontà. Questa possibilità è fortemente lamentata dai nostri. L'autonomia è rilevante e viene aumentata mediante serbacoi supplementari di carburante e di acqua da applicarsi al di fuori del carro. Molto spazio viene guadagnato nell'interno del carro con l'impiego di cinghie invece dei sedili: il sedile viene spesso impiegato solo per il pilota. Tutti i carri sono muniti di bussole magnetiche o solari. Particolare importantissimo, che si ritrova anche nelle autoblindo, è uno speàale appoggio di spalla, a forma di mezzaluna verticale, applicato all'arma principale: il che consente al puntatore di mantenere una posizione pressochè invariata dell'occhio rispetto allo strumento di puntamento nella manovra dell'arma anche con il carro in movimento. Ciò naturalmente permette maggior rapidità e maggiore precisione nel puntamento.

Autoblinde - Le autoblinde vengono impiegate per l'esplorazione e per l'osservazione del t iro dell'artiglieria. Per questo secondo scopo, esse vengono inviate molto in avanti, in prossimità degli obiettivi da battere, e mediante radio comunicano alle batterie i dati dell'osservazione. Spesso nelle autoblinde sono stati catturati ufficiali di artiglieria. La velocità delle autoblinde inglesi, pur non essendo eccessiva su strada (75-80 km/h) è però molto rilevante anche su pista e sui terreni dell' A.S. (55-65 km/h) e ciò dà loro possibilità di sottrarsi facilmente all'offesa e agli attacchi del nemico. Hanno tutte le ruote motrici, ma sterzanti solo le anteriori. Non mi risulta sia applicato il sistema di doppia guida, sistema che, dato lo spazio a disposizione, è una complicazione pressochè inutile. L'autonomia viene aumentata dai soliti serbatoi esterni di carburante e di acqua. I motori sono esuberanti, in modo da consentire rapide riprese e da portare in breve tempo il mezzo alla velocità massima consentita. Le sospensioni sono particolarmente robuste. La gommatura è generalmente di tipo di sicurezza già noto (pneumatico esterno e anello di gomma interno): Qui di seguito sono riportate fotografie e caratteristiche principali dall'autoblindo Guy. Peso: circa 5 tonn.; Armamento: una mitra Besa da 15 mm, ad una mitra 7,92 mm.; Corazzatura: da mm. 5.5 a mm. 15; Velocità: circa 75 km/h; Equipaggio: 3 uomini; 4 ruote motrici - 2 ruote (anteriori) sterzanti; Motore a benzina 6 cilindri in linea.


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Un esemplare di tale autoblindo verrà inviato in Italia {insieme ad alcuni esemplari di gomme) a cura dell'Intendenza A.S. Carrelli per trasporto carri armati. - Ho avuto occasione di vedere due tipi di carrelli per trasporto carri armati leggeri. Il primo tipo ha le seguenti caratteristiche: lunghezza: m- 3,40 - Larghezza del piano di carico: m. 2,12 - altezza da terra del piano di carico: m. 0,70 - timone con posizione regolabile - dimensioni gommatura 10,50-16. Il secondo tipo un po' più grande del precedente, ha una portata massima di 6 tonn. È composto da elementi che costituiscono il telaio su cui appoggiano le guide.

Ambedue i carrelli sono pri·vi di sospensione elastica. Ciò è consentito dalle grandi dimensioni della gommatura, e porta come conseguenza la piccola altezza da terra del piano di carico.

Carri soccorso - Non presentano caratteristiche di particolare importanza. È da rilevare soltanto la sistemazione della grue. Con tale sistemazione, che si può rilevare dalle fotografie seguenti, si lascia completamente libro il piano del cassone per il carico di materiale ed attrezzi.

Trattori per artiglieria e particolari di artiglierie - I trattori che ho visto non presentano particolare interesse: la fotografia seguente rappresenta il trattoreosservatorio per pezzi da 88 . Da notare il completo rivestimento di lamiera (forse per costituire appoggio per il trespolo osservatorio) e il trespolo osservatorio, di cui non ho potuto rilevare i particolari perchè tutti quelli che ho visto erano in pessime condizioni e mancavano di molti pezzi. A detta di tutti tali trespoli sono utilissimi. Nelle fotografie che seguono sono rappresentati particolari della sistemazione per il traino del pezzo inglese da 40. È da notare che quando il trattore esercita sul timone lo sforzo di trazione necessario per l'inizio della marcia, automaticamente le ruote anteriori si ribaltano al di sotto dell'affusto ponendosi in posizione di traino, ove vengono trattenute da apposito chiavistello a molla.

AUTOMEZZI E MEZZI CORA ZZATI ITALIANI (Caratteristiche, pregi e difetti rispetto ai corrispondenti inglesi - inconvenienti rilevati con una certa frequenza)

Carri L. È argomento trattato nella relaziçme della divisione «Ariete» (allegato n° 6). Concordo con le conclusioni circa l'impiego, e con le caratteristiche r i-


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chieste, fatta eccezione per la corazzatura che non può essere tale da resistere alle armi da 20 senza menomare grandemente le caratteristiche di velocità o mobilità del carro. Ritengo che potrebbe rispondere allo scopo la camionetta Ansaldo su scafo L/6 con motore da 100 CV., a condizione di conferirgli una sufficiente autonomia e munirla di arma da 20. La mancanza della torretta sarebbe, a mio giudizio, di gran lunga compensata dalla maggior velocità e dalla minore visibilità. Il carro L/6 attuale ritengo sia assolutamente troppo lento, sia in senso assoluto (data anche la sua altezza che lo rende, nei terreni medi e piatti del1'A.S., molto visibile) sia relativamente agli analoghi carri inglesi che hanno tutti velocità che si aggirano sui 50 km/h. I carri L/6 giunti in A.S. a suo tempo con la nota compagnia sperimentale, hanno dato luogo ai seguenti inconvenienti: 1 rottura di barra di torsione; 1 rottura di semialbero destro; 2 rottura pignone gruppo conico; smussatura per (usura) dei denti della presa continua e conseguente disinnesto della marcia; una rottura viti fissaggio corona conica alla scatola del riduttore apiciclicale; 3 ingranamenti cuscinetti supporto alberino pompa acqua.

Carri M - Carro M/13 - È l'unico finora impiegato in A.S., dato che gli M/14 incominciano appena ora ad arrivare. È da tutti lamentata - la nota deficienza di potenza del motore, la presenza del dispositivo Calzoni e del comando a pedale dello scatto del pezzo, organi, questi ultimi, che, non essendo mai stati impiegati, rappresentano un utile ingombro. Anche l'avviatore ad inerzia sembra sia staro impiegato molto raramente. Mentre concordo con la inutilità del dispositivo Calzoni, per terreni dell'A.S. giacchè è ben raro il caso di dover manovrare la torretta col carro in pendenza, non altrettanto posso dire circa l'avviatore ad inerzia, che, specie con temperature piccosto elevate può rappresentare un prezioso espediente per risparmiare le batterie, oltre che un impiego quando si debba mettere in moto il motore avendo le batterie scariche. È anzi molto deplorevole che l'avviatore sia così poco usato; giacchè ciò va a discapito della durata di tutta l'apparecchiatura elettrica per la messa in moto. Ho avuto occasione di sperimentare sul posto dei carri con motore trasformato a benzina con testa Siata. Di due carri presentati, uno non ha potuto partecipare alle prove per difetti di accensione. L'altro si è comportaco bene anche in terreno sabbioso, tenendo buona velocità e dimostrandosi particolarmente brillante nella ripresa.


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Ciò facilita grandemente la manovra del cambio. Ho però dubbi circa il raffreddamento e l'accensione, cosa confermata dagli inconvenienti già accennati. Ad ogni modo migliori precisazioni potranno aversi dalle prove attualmente in corso presso il Centro Studi. In considerazine della forte diminuzione di autonomia, degli inconvenienti relativi alla sicurezza, derivanti dall'impiego della benzina e del fatto che col carro M/14 e meglio ancora col carro M/15, la questione della potenza del motore è ormai superata, ritengo che la soluzione con testa Siata possa essere presa in considerazione unicamente ed eventualmente sotto il punto di vista dell'economia dei trasporti, in quanto con tale impiego sarebbe possibile migliorare le prestazioni dei carri M/13 inviando in A.S. unicamente motori completi. Tener presente che per la trasformazione di cui trattasi è necessario provvedere anche alla schermatura dell'impianro di accensione. Incovenienti più comuni riscontrati nei carri M/13 (vedere anche relazione divisione Ariete alleg. n° 6): - rottura ingranaggi terza e quarta; - rottura battuta alloggiamento cuscinetto superiore anteriore scatola cambio (cuscinetto a sfere per albero presa diretta); - ingranamento perni sospensione (alcuni fori di lubrificazione sono stati trovati otturati); rottura albero di trasmissione (nelle ultime commesse): funzionamento discontinuo del manometro olio; rottura manicorro gomma di raccordo per il serbatoio ausiliario acqua; facile intasamento filtro gasolio; ingranamento e rottura alberini pompa acqua; rottura leva cambio; rottura denti frontali presa continua; - perdite serbatori gasolio (ultime commesse); - rottura maglie cingolo e dentatura ruota motrice (ritengo che tale inconveniente sia stato sporadico e dovuto a qualche incidente di ordine contingente); - rottura tubi portata gasolio da pompa iniezione ad iniettori (ultime commesse). - Carri M/14 - Non sono stati ancora impiegati; nei brevi percorsi compiuti fi nora hanno dato luogo ai seguenti inconvenienti: - rottura ingranaggi 3 a e 4 a; - incendi nell'impianto elettrico dovuti al fatto che le batterie poste nell'interno della camera di combattimento non sono ben fissate, e, spostandosi in avanti, mettono in contatto il positivo con la parete metallica del cestello: con ciò si stabilisce un corto circuito che brucia i fili di massa. Per ovviare all'inconveniente basca porre un listello di legno tra le batterie e la parete del cestello: - numerose rotture delle molle degli elementi pompanti delle pompe di iniezione. Ciò può portare a gravi inconvenienti. Si è verificato infatti il caso


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seguente: un pilota, per mettere il motore in moto, ha spostato, come di norma, l'asta di regolazione nella posizione di portata massima: per effetto della rottura di una delle molle predette, si è provocato l' incastro della molla stessa e del collarino inferiore nel corpo della pompa, con conseguente - bloccaggio dell'asta di regolazione; quando il merore è partito, non è stato più possibile limitare - la portata della pompa, il motore ha rapidamente superato il regime massimo consentito provocando rotture di valvole (che son cadute nell'interno dei cilindri), di pistoni, di bielle ecc.; ho portato con me per esame alcune delle parti migliorie da apportare ai carri M/13 e M/14. - Aumentare le dimensioni dal filtro per gasolio, e portarlo nella camera di combattimento (per esempio sotto il serbatoio ausiliario dell'acqua) in modo che possa essere pulito dall'interno del carro. Meglio, se possibile, porre due filtri, uno nella posizione attuale ed uno come sopra detto (ciascuno di dimensioni maggiori dell'attuale) con un rubinetto di derivazione comandabile dall'interno. Ciò ad evitare, come spesso è accaduto, che i filtri si sporchino rapidamente durante l'azione e il motore perda di potenza. A tale riguardo mi risulta che spesso i piloti prima dell'azione tolgono e forano l'elemento filtrante; - fissare i supporti dei tendicingolo con bulloni anzichè chiodi; - dotare i carri di chiavetta per in nesco cannelli da 47; - dotarli di stazioni radio meno delicate dalle RF 1 CA che quasi mai funzionano perfettamente; - aumentare la dotazione di colpi da 47 portandola a 110, magari sistemati sul fondo della cabina (vedere relazione divisione Ariete); Migliorie da tener presente per tutti i carri. - dotare i carri di bussole solari e magnetiche; - dotarli di co~tachilometri di sicuro funzionamento (questi strumenti sono necessarissimi per la marcia nel deserto; viceversa parecch i, specie nei semoventi da 75, si sono subito deteriorati); - munire i carri di serbatoi supplementari interni per acqua, gasolio, olio, nonchè di alloggiamenti per viveri di riserva; - tener presente circa l'armamento principale del carro, che a parità di calibro, è preferibile l'arma più lunga, a gittata maggiore, a traiettoria piu tesa (75/32 anzichè 75/18, 47/40 anzichè 47/32). Semoventi da 75/18 su scafo M/13. Hanno dato ottimma prova e ne sono tutti entusiast i. Sono stati impiegati sia come artiglieria in appoggio ai carri sia come carri controcarri. In quest'ultimo caso il loro potente armamento unito alla loro facile ~ccultabilità (perchè molto bassi) ne hanno fatto un'arma preziosisima ammirata dallo stesso nemico nelle sue relazioni ufficiali. Unica pecca riscontrata è la limitata ve-


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locità. Il futuro semovente da 75/32 su scafo sahariano potrà dare certamente risultati ancora migliori sia per la maggior velocità che per il miglior armamento, anche questo da tutti desiderato. Hanno dato luogo agli stessi inconvenienti dei carri M/13 oltre a parecchie rotture di contachilomet ri e di supporti leva distacco frizione. Necessitano delle stesse migliorie già elencate per i carri. Autoblinde È un mezzo della cui necessità tutti sono convinti e che tutti invocano per poter svolgere una attività esplorativa che possa annullare e controbattere quella avversaria. Finora l'esplorazione è compiuta con i carri, e, nonostante lo spreco di carburante e di mezzi, dà scarsissimi risultati, specie per la lentezza, la rumorosità e la visibilità dei mezzi impiegati. Negli allegati n° 7 e n° 8 sono riportate le relazioni del tenente DIONISI (della nota compagnia sperimentale) e della 3a compagnia P.A.I. Di quest'ultima è bene t enere un conto relativo, perchè, da quand.o mi è stato riferito, tale compagnia ha impiegato le autoblinde per poco tempo e con risultati non eccessivamente brillanti. Degli inconvenienti di maggior rilievo sono date esaurienti notizie nella relazione del tenente DIONISI. A ciò aggiungo: - le 4 ruote sterzanti sono, a mio giudizio, nei terreni dell' A.S., perfettamente inutili; - ugualmente inutile la doppia guida; - è necessario aumentarne la velocità, specie in terreno vario, e soprattutto aumentarne la ripresa nelle marce alte (4a e sa) ciò che implica un aumento di potenza del motore e un irrobustimento degli organi della sospensione, nonchè l'applicazione di gommatura a grande sezione e a bassa pressione, perchè senza di queste la pressione specifica sul terreno risulta troppo elevata, e le sospensioni troppo sollecitate nella marcia veloce fuori strada; - è necessario aumetarne l'autonomia con l'impiego di serbatoi ausiliari di carburanti e di acqua; - è opportuno sostituire ai sedili della torretta cinghie del tipo impiegato nei carri di p.b. Somua; - è necessario munirle di bussole. Autocarro sahariano A.S. 37 Ha dato buoni risultati. Se ne lamenta la scarsa velocità (le modifiche apportate dal comando Sahara Libico sono oggetto di una relazione a parte). Inconvenienti: rottura staffa attacco balestra; rottura balestre; rottura leve sterzo comando ruote.


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A mio giudizio anche per questo veicolo è pressochè inutile la sterzatura delle ruote posteriori. Il fatto che nella citata relazine della divisione «Ariete» si richiedano le quattro ruote motrici, e le quattro ruote indipendenti, indica una scarsa conoscenza del mezzo che già dispone, come è noto, di tali dispositivi. Autocarri Nel complesso i nostri autocarri, nella marcia su strada e anche su pista hanno dato buoni risultati. Nella marcia fuori dalle strade, marcia cui spesso sono costretti per necessità logistiche, hanno palesato alcune deficienze per ciò che ha tratto con le sospenzioni e l'altezza minima da terra. A giudizio di tutti i risultati migliori sono stati dati dal Lancia 3 RO e dai vari tipi di O.M . Rilievi: - SP A 38 R - frequenti rotture delle balestre anteriori all'altezza della staffa; - Fiat 666 e 626 - rottura (nella giunzione) della catena comando compressore; l'interruttore elettromagnetico dell'avviamento, posto sul longherone destro, si sporca con molto fac ilità e funziona quindi irregolarmente; - Bianchi Miles e Mediolanum - rotture frequenti a varie parti della sospensione anteriore, specie alle balestre. Autovetture Dalle varie vetture impiegate (Fiat 1500 - Fiat 508 C - Fiat 508 C.M. - Lancia Aprilia - Fiat 2800 - Alfa R. di vari tipi) la peggiore si è dimostrata la Fiat 1500 (sospensioni inadeguate - altezza minima da terra insufficiente). La migliore la Fiat 508 C.M. Torpedo. -

Nel complesso risentono tutte delle seguenti manchevolezze: motori con regimi troppo alti e quindi sottoposti ad usura eccezionale;

- altezza minima da terra insufficiente; - sospensioni inadeguate; - gomme di sezione troppo piccole e a pressione troppo elevata (caratteristica questa che è causa di eccessivo tormento alle sospensioni, oltre che limitare le possibilità del mezzo in terreni poco consistenti); - limitata autonomia, il che potrebbe essere facilmente eliminato con l'applicazione di serbatoi ausiliari di carburante ad acqua.

In particolare mi sono stati segna.lati i seguenti inconvenienti: - Lancia Aprilia - facile distacco del manicotto di gomma entrata acqua radiacore (ritengo sufficiente per eliminare l'inconveniente sostuire le attuali fascette con altre più idonee: lavoro che potrebbe essere facilmente compiuto sul posto): rottura e sfilamento foglie balestre. - Fiat 2800 - frequenti rotture organi dello sterzo (non mi è stato precisato quale degli organi è sede delle rotture lamentate).


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CONCLUSIONI 1) - L'armamento e la velocità sembrano assumere nei carri importanza sempre maggiore. Ci si avvia forse verso una guerra di semoventi. La difesa del carro sembra ormai affidata, più che alla corazzatura, alla velocità, alla manovrabilità e alla possibilità di occultamento. In quesro senso i nostri carri sono nettamente inferiori agli inglesi. O ttimo r isultato, a mio parere, potranno dare il futuro sahariano, se risponderà alle caratteristiche r ichieste, e il semovente da 75/32 su scafo sahariano. Come pure ritengo possano essere molto utili i semoventi da 47 su scafo L/6,1 i quali però dovrebbero avere una velocità sui 50-55 km/h, e poter tener velocità quasi dello stesso ordine anche in terreni rotti. In tal caso potrebbero servire anche come elementi di appoggio, alle autoblinde in esplorazione. 2) - L'impiego dei carri senza l'appoggio d i artiglierie, specie per l'attacco a posizioni organizzate a difesa, sembra ormai da escludersi. In una relazione inglese vengono richiesti ben 5 reggimenti di artiglieria per ogni d ivisione corazzata. I tedeschi hanno fatto numerose applicazioni di semoventi nei loro noti trattori semicingolati. 3) - I pezzi inglesi ant icarro, da 40 e da 87,6 sono di una efficacia e precisione eccezionali. Soprattutto notevoli sono per la rapidità della messa in batteria e per la gittata. A parte la opportunità che anche da parte nostra si abbia pezzi anticarro che rispondono a tale requisiti, la necessità di neutralizzarli quando si rivelano consiglia l'impiego dei semoventi in accompagnamento ai carri. 4) - È da rilevare che i carri (e anche le autoblinde) sia nostri che inglesi combattono regolarmente e senza alcun inconveniente, con i portelli della torretta aperti. Ciò dimostra la inutilità della corazzatura superiore. D irò anzi che il combattere con i portelli aperti è tassativamente prescritto agli inglesi onde facilitare l'uscita dal carro in caso di incendio. 5) - È necessario che tutti i carri siano mun iti di bussole, e'che la loro autonomia sia aumentata mediante serbatoi ausiliari esterni di carburante, lubrificante cd acqua. 6) - Sarebbe bene che i nostri carri a benzina dis ponessero di una centralina antincendi (che esiste anche sui velivoli, ma della quale non conosco i particolari). 7) - Per il recupero e la riparazione dei carri in combattimento rimando a quanto esposto nella citata relazione della divisione «Ariete» (pag. 4). Non concordo sulla opportunità dell'officina mobile bli ndata. 8) - Molto disturbo hanno dato ai nostri batterie volanti inglesi, soprattutto per la loro mobilità. È un fatto che la guerra in A.S. offre in continuo possibilità di incontri improvvisi col nemico: il che porta alla convenienza di


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avere artiglierie istallate a bordo degli automezzi medesimi. Tale convenienza

è particolarmente sentita per i raggruppamenti celeri esploranti. Le fotografie seguenti illustrano montaggi di fortuna su camionette di preda bellica del nostro cannone da 65 o delle mitra da 20. Altre applicazioni sono state fatte su autocarro 3 RO (obice da 100/17) e su trattore TL 37 (cannone da 75/27). 9) - Sarebbe bene che i veicoli ruotati, blindati o non, fossero riuniti di pneumatici a bassa pressione e a grande sezione sia per questioni di galleggiabilità, sia per agevolare il compito delle sospensioni. Le sospensioni piuttosto rigide, il passo corto, l'altezza minima da terra rilevante (25-30 cm.), e la larga carreggiata agevolerebbero la marcia di tali veicoli sulle piste e fuori. 10) - È necessario che i veicoli destinti ad operare con compiuti esplorativi o di disturbo, siano muniti di bussole, contachilometri, serbatoi supplementari di carburante, di lubrificante e di acqua, di alloggiamenti per viveri di riserva, nonchè di radio. 11) - Dalla la grande estensione di terreni pressochè privi di ostacoli naturali si è rivelata perfettamente inutile nei veicoli a ruote, la sterzature integrale. Per i veicoli dotati di elevata velocità la caratteristica di cui sopra può essere anzi dannosa agli effetti della guida. Altrettanto inutile, a mio parere, è la doppia guida nelle autoblinde. 12) - I motori a carburazione per i veicoli dell' A.S. dovebbero, a mio parere, essere motori lenti con cilindrata elevata. Con ciò si otterebbero i seguenti indubbi vantaggi: a) - minore usura (è ovvio che l'usura dovuta alla sabbia è molto più sentita nei motori veloci che nei motori lenti); b) - maggior durata del lubrificante nei motori (è noto che il lubrificante attualmente a disposizione ha caratteristiche piuttosto deficienti: è quindi più adatto a velocità basse che a velocità alte); c) - minor necessità di impiego del cambio, il che si traduce in una maggior facilità di marcia sui terreni a fondo irregolare. L'inconveniente, insito in tali motori, di una certa lentezza di ripresa, potrebbe trovare rimedio in un eccesso di potenza, eccesso che del resto si è dimostrato necessario nei terreni dell' A.S. anche per i motori ad elevato numero di giri. 13) - Per i motori ad iniezione è da tener presence l'enorme usura che si riscontra negli elementi pompanti delle pompe di iniziezione: è pertanto necessario disporre di fi ltri per carburante di indubbia efficacia e di grande capacità, assegnare ai parchi e alle officine, nelle dotazione di parti di ricambio, una elevata percentuale di elementi pompanti.

ELENCO DEL MATERIALE PORTATO AL SEGUITO a) 3 maglie complete del cingolo gommato del carro americano Mark 2 A 4; b) elemento di aderenza per detto;


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c) parti varie di mot0re M/14-41 accidentato; d) olio lubrificante per motori, non usato, per esame delle caratteristiche. ELENCO DEL MA TERJALE DI CUI È STATA RICHIESTA AL COMANDO SUPERIORE FF.AA. A.S. LA SPEDIZIONE AL CENTRO STUDI 1 camionetta «Dodge» media

1 camionetta «Morris» p iccola 1 camionetta «Morris» media 1 camionetta «Morris» grande 1 camionetta «Chevrolet» media 1 trattore per pezzo da 87,6 1 carro Mark 2 A 4 1 carro Mark ID (Valentine) 1 carro Mark VI 1 autoblinda Guy Gomme varie per autoblinda.

CAPITANO

G.

TRANIELLO


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GOVERNO DELLA LIBIA 3a Compagnia P.A.I. «R. Gessi» Motorizzate OGGETTO: autoblindo Spa 40 Dall'esperienza fatta dalla battaglia della Marmarica si può affermare che l'autoblinda Spa 40 si è rilevata, ~ell'impiego in guerra, in linea di massima, macchina di belle qualità. L'installazione delle armi a bordo è perfetta per quanto si riferisce a precisione del tiro e rendimento. A tali caratteristiche positive fanno però contrasto alcune deficienze che si sono manifestate col prolungarsi dell'impiego, deficienze che comunque si ritiene possano essere facilmente eliminate:

STERZO - Una fra le più apprezzate caratteristiche dell'autoblinda Spa 40 è di avere tutte le quattro ruote direttrici. La macchina acquista tutta la mobilità consentita ad un automezzo potendo compiere, con facilità, evoluzioni che a vista d'occhio sembrano arditissime e che si ottengono con la sola abilità di saper adoperare il volante. La mobilità ha in combattimento un gran valore: per l'autoblindo è qualità assolutamente indispensabile dato il suo particolare impiego di assalto e di esplorazione a largo raggio. Purtroppo però l'autoblindo Spa 40 non mantiene questa caratteristica che per poco tempo; poichè, dopo i primi 500 km. all'incirca ha accusato sforzo con sfarfallamento del treno posteriore a causa del perno dello sterzo. Tale sfarfallamento ha determinaro persino la rottura del settore elicoidale tranciando perno e bullone. In queste condizioni il pilota non può comandare la macch ina e deve fermarsi. Quando l'inconveniente si verifica in combattimento allora le conseguenze sono molto più serie. Il rimedio che si è adottato è stato di bloccare lo sterzo posteriore, rimedio che ha però diminuito la caratteristica della manovrabilità in quanto viene aboliro l'inversore di marcia riducendo ad una sola direzione di marcia la guida dell'auroblinda come quella di una qualunque macchina. Altra conseguenza dell'abolizione dello sterzo posteriore è che non più possibile effettuare curve a raggio rist retto poichè, mentre con le quattro direttrici si ha l'immediato richiamo di tutta la macchina che può girare quasi su se stessa con il solo sterzo anteriore, anche portato al massimo sfruttamento, la macchina si muove su un largo raggio imponendo frequentemente la manovra della marcia indietro quando si debbono seguire strade o piste a str etti tornanti. È pertanto necessario che vengano eliminate le cause che determinano la rottura del perno dello sterzo posteriore e ciò si ritiene che possa ottenersi apportando opportune modifiche all'attuale congegno di trasmissione. Ai tecnici trovare il rimedio.


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VULNERABILITÀ DELLE RUOTE - La nostra autoblinda ha preoccupato, nelle operazioni della Marmarica per la facile vulnerabilità delle ruote, una di esse colpita determinava l'immediato arresto della macchina. Quando si è impegnati in combattimento ciò rappresenta un inconveniente molto serio perchè si affaccia l'alternativa o di abbandonare la macchina stessa o di procedere alla sostituzione della ruota. A udace tentat ivo che non sempre le circostanze dello scontro lo consentono. Noi lo abbiamo farro e fortunatamente siamo r iusciti senza sacrifici di vite e di mezzi. Sarebbe quindi l'ideale o l'aggiunta di altre ruote (le autoblinde tedesche ne hanno otto) il che naturalmente implicherebbe una trasformazione troppo radicale del tipo attuale della macchina, o l'applicazione di una corazza protettiva a difesa delle gomme. GOMMATURA - L'applicazione delle gomme tipo «Libia» non ha dato i risultati che si speravano. Si è avuto un consumo di gomme di molto superiore alla media presu nta. Ciò dipende in parte dal peso della macchina (7 tonnellate) che assogetava le gom me ad un forte attrito; il maggior consumo si è infatti verificato su terreno a fondo duro specie sull'asfalto. Gomme nuovissime hanno consumato !i ntero battistrada in 1200 km. di strada asfaltata. Qualche pneumat ico ha dato prove anche peggiori, entro i 500 km. di lavoro. Squarci inspiegabili in alcuni ed in altri si è avuta la sorpresa di avere distaccata la parte gomma dalla parte tela. Mentre i detti inconvenienti di sono verificati tutti nei copertoni tipo <<Libia» sì è potuto al contrario constatare l'ottima prova fornita dai copertoni «Artiglio» montati sull'autoblinda comando. SERBATOI - L'autoblinda Spa 40 ha tre serbatoi (anteriore - posteriore - centrale) per cui, si può dire, tutta la macchina è adagiata in una vasca di carburante. Quattro autoblinde si sono incendiate in un baleno per un colpo che ne ha perforato lo scafo . Ridurre i serbatoi significa ridurre l'autonomia del mezzo, aumentando lo spessore della corazza significa aumentare il peso della macchina che è già t roppo pesante. Sarebbe l'ideale poter sistemare i serbatoi in maniera che almeno a parte anteriore, che normalmente è quella più esposta al combattimento, sia liberata dal carburante. ARMAMENTO ED IMPIEGO - Se l'autoblinda dovesse avere soltanto compiti esplorativi o di rastrellamento, allora l'armamento attuale (mitragliera da 20 mm., due mitragliatrici cal. 8) è più che sufficiente; ma poichè in guerra non sì può stabilire a punto fisso che cosa si impo nga sì fa re, è cerco che sarebbe più accettato dgli autoblindisti un armamento più pesante per poter sostenere ove fosse necessario, scontri eventuali anche con carri armati. L'esperienza fatta ha dato conferma che l'impiego delle autoblinde contro formazioni corazzate di carri costa sacrifici. L'installazione delle armi, così com'è, è indovinatissima soltanto dovrebbe


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trovarsi la maniera di rendere più agevole il brandeggio della torretta e il puntamento dell'arma. T anto più tale operazione è celere tanto più accresce la potenza di aggressività del mezzo, di qui ne deriva la necessità di porre il tiratore nelle migliori condizioni per agire efficacemente. Lo spostamento della torretta a mezzo manovella avviene in tempi un po' ritardati, si potrebbe ricercare un congegno più rapido.

STAZIONI R. T - Durante la battaglia della Marmarica non si è fatto uso delle stazioni radio installate sulle nostre autoblinde per divieto del nostro comando tattico onde evitare disturbi con le stazioni autorizzate dei var i comandi. Comunque la radio sull'autoblinda potrà essere anche utile in determinate condizioni di tempo, di luogo e d' impiego. Quel che occorre rivedere è la installazione delle stazioni affinchè non rubino spazi preziosi dello scafo. Il vantaggio che si può avere col disporre di una radio verrebbe annullato dalla difficoltà in cui si mette l'equipaggio per attendere al suo lavoro qualora gli apparati non avessero una conveniente sistemazione. Utile si è dimostrato l'impianto interfonico: se ne è fatto uso anche durante il combattimento. Si conclude la presente relazione ponendo in evidenza la poca ripresa del motore di cui è dovuta l'autoblinda SPA. 40 La macchila lanciata sviluppa la velocità m assima di 75 km. orari (su strada asfaltata), ma per giunger(;! a questa richiede uno sfogo minimo di circa 2 km. ed oltre. Ciò è pregiudizievole specie in combattimento dove, per fare fuoco con efficacia è necessario puntare da fermi ma nel contempo avere anche la possibilità di riprendere la mo bilità con prontezia e celerità, cosa a cui non risponde, come non ha r isposto, la nostra autoblinda. A riguardo si fa presente che mentre su l'autoblinda campione venne montato in origine un motore di 100 Cv. no n si sa il pcrchè sono stati poi in seguito applicati motori da 75 Cv.

IL COMANDANTE DELLA C OMPAGNIA Capitano P.A.I. O NORIO A GNESA


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COMPORTAMENTO DEI CARRI M 13/40 Dall'esame dei singoli carri M e dalle notizie avute presso i comandi, i reparti e le officine carriste ho potuto rilevare:

SCAFO E SOSPENSIONI Anche nei carri dalla prima produzione, venuti in A.S. col VI - VII - VIII btg. (in parte cat turati dagli inglesi che li hanno reimpiegati contro d i noi, indi da noi rinconquistati) le. corazze presentano un grado di fragilità, lieve nella p iastra curva prodiera dello scafo, e massima nella piastra frontale di casamatta e di torretta. Mentre i colpi nella piastra curva prodiera hanno quasi sempre forato nettamente, provocando solo inizi di incrinature radiali, nelle piastre frontali di casamatta i colpi hanno sempre provocato la rottura della corazza secondo linee di frattura radiali a spigoli vivi e taglienti verso la parte trattata, con tutte le car atterist iche che presenta una lastra di cristallo spezzata con un colpo di martello (ved. foto). Molti proietti hanno colpito lo sportello-visuale del pilota che appare assai debole: il proietto però è scoppiato soltanto quando è giunto ai retrostanti alveoli dei cartocci da 47 che, scoppiati a lor volta, hanno provocato la distruzione interna del carro e talora l'i ncendio. Sopra un centinaio di carri distrutti, ne ho visti una ventina colpiti e distrutti in q uesto modo: a Bengasi, presso il parco guasti, ho visto due di questi carri contenenti tutt'ora le ossa calcinate degli equipaggi, r icoperte solo in parte dalle munizioni scoppiate e dalle parti interne crollate: credo siano gli stessi visti un anno addiet ro dal compianto Col. AMIONE. Occorrono piastre frontali portate a 60 mm. per garantirsi dal cannone 40 inglese almeno frontalmente. Lo sportello del p ilota dovrebbe essere a sezione prismatica ossia: Le cor azze laterali sono forate talvolta senza frantumarsi: alcune volte il proietto da 40 è entrato da una fiancata e uscito da quella opposta, senza scoppiare. La torretta, sia perchè costruita in vari pezzi nella parte anteriore, sia perchè con corazze curvate nella parte rimanente, sotto i colpi da 40 presenta il già detto fe nomeno di fragilità, aggravato nella parte anteriore dallo sconnettersi delle varie e nella parte posteriore da movimento della corazza curvata. Gli stessi inglesi che trovarono utile di riparare con pezzi d i corazza saldata la parte prodiera dello scafo, non ritennero di poter riparare le torri colpite.


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Molte torrette e alcuni pezzi sono stat i inchiodati da colpi giunti presso l'anello di rotolamento o nello scudo· semicilindrico dell'abbinamento 47-8. Lo spazio corrispondente all'anello di rotolamento della torre costituisce una zona assai vulnerabile e facilmente colpita, con effetti decisivi sul carro. Occorrerebbe fosse protetta al di fuori da un forte anello di protezione. L'installazione del cannone sembra convenga proteggerla con maggiore spessore di acciaio fuso o con uno scudo emisferico che si muova con il cannone stesso, ma all' esterno della parte solidale con la torre. Le sospensioni sono state colpite poche volte, e quasi mai in modo da immobilizzare il carro. Sopra un centinaio di carri un solo cingolo è stato colpito e spezzato e un solo rullo è stato inchiodato da un proietto da 40, tutt'ora incastrato nella parte e non scoppiato (ved. foto) . I carrelli di sospension i hanno presentato solo alcuni casi di rottura del braccio porta bilancere per rulli portanti, che si svergola: mi risulta essere già in corso la produzione di bracci più robusti. Risultano ancora non bene fatti i canali per la lubrificazione delle sospensioni, che poco per volta debbono essere tutti riveduti. I rulli gommati resistono molto bene al tormento dal lavoro anche con temperature elevate: la ricognizione offensiva del 16/III è stata eseguita con temperatura di + 30 + 35° centigradi e per uno sviluppo ininterrotto e veloce (20 km/h) di oltre 100 km. I cingoli si sono rivelati superiori ad ogni aspettativa e veramente idonei a tutti i terreni. I reparti hanno dichiarato di non avere quasi mai dovuto cambiare carrelli o rulli o elementi di cingolo; le dotazioni di ricambio sono quindi esuberanti, tanto più che esistono anche le sospensioni di circa un centinaio di carri guasti e giacenti in Cirenaica. I reparti pregano di non inviare più cingoli, rulli e sospensioni di ricambio. Motore, trasmissioni e apparati vari

La refrigerazione è insufficiente: occorre aumentarla. Il filtro del gasolio si intasa rapidamente a causa della densità e impurità del carburante, cosicchè dopo pochi chilomenri - talora 5-6 soltanto - il gasolio non affluisce più e occorre cambiare il filtro. È necessario - come ha in atto il 132° carr isti - che ogni carro abbia un secondo filtro che tiene immerso in una lattina di petrolio nella camera di combattimento, e non appena il motore accenna ad essere insufficientemente alimentato, il meccanico provvvede a sostituire il fi ltro sporco con quello conservato nel petrolio. Il sistema causa perdita di tempo e in combattimento il pilota che non vuole rimanere senza motore, toglie il filtro.


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Occorre rimediare e collocare il filtro nell'interno nella camera di combattimento per non costringere il personale ad uscire quando è in azione. La pompa di iniezione perde la propria taratura: è necessario che ogni battaglione disponga di un apparecchio per taratura delle pompe e degli iniettori e abbia iniettori di ricambio in quantità, dato il forte consumo e l'inservibilità di essi non appena lo spruzzo non dà più la voluta rarefazione, quasi gassosa, al gasolio. Pompa di iniezione e regolatore dovrebbero inoltre essere completamente chiusi da una cuffia di gomma, contro invasione di sabbia, polvere, etc. frequente rottura dell'alberino della pompa del!' olio e della pompa dell'acqua, - rottura della chiocciola del motorino di avviamento, - rottura della battuta d'alluminio raggi cuscinetto del sempre in presa, - pompa Calzoni non viene mai impiegata e concordemence tutti i carristi dell'Ariete chiedono venga soppressa, sia per la delicatezza che non assicura il movimento della torretta al primo urto di proietto, sia per l'ingombro che essa causa nella camera di combattimento, - ricambi che occorrono con maggiore frequenza: fascie elastiche, bronzine minorate di 1 mm. - p istoni - guarnizioni - ingranaggi di cambio, - occorrono ricambi per il carro M 14/41 dei quali il 133° carristi «Littorio» è pressochè sprovvisto e che n ecessitano anche al 132° «Ariete» per i suoi carri centri radio 14/41. Armi e munizioni

- Si è verificato qualche caso di flessione nel perno di rotazione del cannone da 47, - il cannone dovrebbe essere fornito di un appoggio di spalla perchè il puntatore possa mantenere la fro nte appoggiata e l'occhio fisso ali' oculare durante i movimenti di punramento del pezzo; quasi tutti i cannoni dei carri inglesi ne sono provvisti, - alcune rotture dell'alberino per il brandeggio del cannone, - occore aummentare la dotazione di munizioni del cannone ad almeno 130 colpi, - le mitragliatrici di casamatta sono superflue: non sono mai state impiegate nè se ne sente il bisogno, essendo sufficiente disporre della mitra di torretta e di una per difesa contraerei, - anche le m unizioni di mitragliatrice sono esuberanti per la guerra che si conduce in A.S. Sono sufficienti un migliaio di colpi al massimo, da ridursi ulteriormente in favore dei cartocci da 47, - pedaliera per lo sparo a pedale: viene levata in tutti i ~arri e quindi non sembra il caso di insistere nel metterla,


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- seggiolino del porgitore viene levato ugualmente; conviene sopprimerlo, - le mitragliatrici non funzionano se non sono lubrificate con l'apposito olio Breda: i reparti ne sono sprovvisti e ne abbisognano d'urgenza.

Apparati radio Funzionano bene. Le portate medie sono state: della staz. RFl di giorno 5 - 6 km. di notte 20 km. della staz. RF2 di giorno 20 km. di notte 40 km. Il collegamento però può, in condizioni at mosferiche favorevoli, essere attuato anche a distanze superiori. La sistemazione interna delle stazioni nel carro centro radio ne rende difficoltoso l'impiego, giacchè il mitragliere marconista arriva a stento a manovrare la stazione RF2. I carristi chiedono che sia soppresso l'abbinamento delle mitra di casamatta e che la stazione RF1 venga sistemata al posto della testata dell'abbinamento (ossia sul fianco destro del marconista). In tal modo è possibile anche ricavare posto per altre mu nizioni da 47.

Autonomia - Occorre disporre sulla fiancata destra e a tergo dei bidoncini prismatici con carburante, olio e acgua. Presso il 132° carristi sono in corso di applicazione 4 bidoncini sulla fiancata destra e 4 a tergo, con un aumento di peso di circa 200 kg. ma con un aumento di autonomia di circa 80 km.


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COMPORTAMENTO DEL CARRO L 6 (su 4 carri impiegati}

(notizie assunte dal serg. magg. motorista Finco Luigi che con i carri L 6 ha operato). - la barra di torsione anteriore, col combattimento causato dal movimento, urta contro la scatola del cambio e può romperla. - una barra di torsione si è spezzata, sembra per difetto di tempra - un albero di trasmissione dell'epiciclo (ruota dentata destra) si è spezzato - freni si riscaldano e gli spessori rimangono incollati - due pignoni conici della trasmissione dell'epiciclo si sono rotti - una corona dentata si è rotta (altri inconvenienti minori saranno indicati nella relazione tecnica del Capitalo S.T.A. Traniello) In complesso i carri L 6 hanno risposto bene, hanno buona ripresa, ma sviluppano una velocità prarica analoga a quella del carro M 13/40. Si ritiene quindi che il carro L 6 non abbia le caratteristiche per un impiego in esplorazioe o in sostegno di autoblinde, e data questa sua scarsa velocità sembra che occorrerebbe avvantaggiarsi con un più potente armamento, ossia impiegando nei detti compiti il semovente da 47 /32 su scafo L 6.


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NOTE D'ESPERIENZE DESUNTE DELL'IMPIEGO DELLA DIVISIONE ARIETE CICLO OPERA TIVO «BATTAGLIA DELLA MA RMARJCA»

(18 novembre 1941 - 20 febbraio 1942)

1°) CARRI ARMATI Carro L/3 - Si è ancora una volta rilevato mezzo assolutamente inidoneo per corazzatura, armamento, velocità e motore. Corazzatura insufficiente, perforabile anche da comune pallottola perforante di mitragliatrice, visibilità scarsa e non suscettibile di miglioramento, anche con l'adozione dei periscopi ed iposcopi mobili; settore di tiro limitaco, mitragliatrici facilm ente inceppabili, difficoltà di messa in moto dall'interno del carro, faci le scingolamento in terreno vario, sospensioni rigide, velocità insufficiente a compensare la grande vulnerabilità, sono le cause che contribuiscono a far perdere al personale ogni fiducia nel mezzo e a ridurre pressochè a zero il rendimento del mezzo stesso. Il carro L/3 può trovare utile impiego solo in cooperazione con unità di fanteria. Con alcune modifiche al materiale, come ad esempio l'asportazione di tutta la parte superiore, applicazione barra di rorsione, il carro L/3 potrebbe essere utilizzato come mitragliatrice mobile, blindata, cingolata, ed avere un impiego pressochè simile a quello dei «Bren carricrs» in uso nell'esercito inglese. Caratteristiche che dovrebbero avere un moderno carro L

In relazione al terreno dello scacchiere libico-egiziano, quesro mezzo di combattimento dovrebbe essere dotato di una sensibile velocità (50-60 km. su terreno desertico) e di larga autonomia, tali da consentirgli di potersi spingere, con un certo margine di sicurezza, in avanguardia al grosso corazzato d'urto, vero e proprio. Il suo armamento efficace contro mezzi similari, potrebbe essere costituito da un cannone da 20 e da due mitragliatrici abbinate. La struttura dello scafo non dovrebbe differire da quella dei carri di maggior tonnellaggio. Sintenticamente le caratteristiche dovrebbero essere le seguenti: a) - Struttura: basso nello scafo e nella torretta nella quale deve trovar posto l'arma principale d'offesa (mitragliera da 20); b) - Corazzatura: tale da garantire la sicurezza contro l'offesa delle armi che si aggirano dai 13 ai 20 m/ m; c) - Velocità: elevata (dai 50-60 km. orari su terreno desertico), caratteristica questa che richiede al tempo stesso un motore di potenL-3 esuberante rispetto al peso del mezzo; d) - Autonomia: almeno 400 km . senza impiego di rimorchi per trasporto carburanti;


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e) - Armamento: una mitragliera da 20 mlm sistemata in torretta e due mitragliatrici ca!. 8, abbinate, tipo Breda, in casamatta; f) - Sospensione e cingolatura: tali da permettere ogni movimento, su qualsiasi terreno, senza tema di incorrere in scingolatura e di tormentare troppo gli equipaggi; g) - Equipaggi: tre uomini sono più che sufficienti; h) - Radio: del tipo R .F . 2 Cl A i) - Bussola antimagnetica: in conveniente sistemazione; è indispensabile per il movimento in terreno desertico. Carro M/13-40 - In complesso ha risposto egregiamente a quanto gli è stato richiesto. Si è notata una differenza fra il materiale già da tempo in A.S. e quello giunto di recente dalla Madrepatria che è meno resistente. Principali inconvenienti verificatisi sono generalmente i seguenti: a) - funzio namento discontinuo del manometro dell'olio; b) - sistema di raffreddamento insufficiente, soprattutto per il previsto impiego in climi caldi; c) - frequentissima rottura dei manicotti di gomma di raccordo per il serbatoio ausiliario acqua; d) - di fett i di fun zio namento del fi ltro della nafta, inconveniente questo che specialmente in combattimento e quando il carro è chiamato a percorrere lunghe distanze, ne arresta le possibilità offensive, costringendolo alla sosta; e) - facile staratu ra della po mpa d'iniezione; f) - freq uente rottura dell'alberino della pompa dell'olio e di q uella dell'acqua; g) - rottura della chiocciola del motorino d'avviamento; h) - r ottura della leva del camb io e dei denti fro ntali della presa diretta; i) - rottura dell'alberino per il br andeggio del cannone. Nei carri di r ecente assegnazione (costituenti già i mezzi del X 0 btg. carri M. 13 del 133° rgt. «Littorio»), alle deficienze già segnalate, devono aggiungersi: 1) - rott ura assai frequente degli ingranaggi della 3a marcia; 2) - rottura dell'alberino del motorino d'avviamento; 3) - facile bucatura dei serbatoi della nafta, sia principale che di riserva; 4) - rottura dell'albero di trasmissione; 5) - rottura delle maglie del cingolo e della dentatura della mota motrice; 6) - facile rottura dei tubi di portata deJla nafta dalla pompa di iniezio ne agli iniettori; 7) - rottura del tappo di spallamenco delle sospensioni. L'esperienza acquisita in questo ciclo di combattimento suggerisce alcune modifiche ai fini di una maggiore utilizzazione delle qualità e della possibilità del nostro carro M. 13-40.

Complesso motore - Occorer cambiarlo. L'attuale è insufficiente per potenza ed a tale deficienza sono imputabili tutti i suddetti guasti che sono frequentatissimi. Per l'impiego in zone desertiche il motore deve avere un sensibile


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eccesso di potenza, per assicurare l'impiego del carro in qualsiasi terreno (sabbioso, fangoso, sassoso, piano, in pendio ccc.) e con qualsiasi temperatura. Filtro a nafta - Indispensabile lo spostamento del filtro dall'esterno all'interno della cabina di combattimento, per permettere all'equipaggio di eseguirne la pulitura durante il com battimento. Autonomia - Insufficiente. Può essere aumentata ricorrendo a lattine di riserva contenenti olio, nafta e acqua: assicurate ai carri mediante apposite gabbie di sostegno da applicarsi al fianco destro e dietro al carro. Con 8 lattine da 20 litri si avrebbe una autonomia maggiore di una ottantina di chilometri rispetto all'attuale. Brandeggio torretta - Non è necessaria la pompa «Calzoni» che invece risulta ingombrante. Dotazione di munizioni - Non sempre suffici ente quella per il cannone da 47. O ccorre portarla ad almeno 110 colpi (25 colpi in più della dotazione attuale), sistemandoli convenientemente nel fondo della cabina di combattimento. Occorre altresì realizzare: - un trattore cingolato con blindatura leggera e di potenza adeguata allo sforzo necessario per il recupero dei carri inefficienti sul campo di battaglia; - un carro blindato magazzino per il trasporto a piè d'opera di quelle parti più facilmente deteriorabili e di maggior consumo con operai specializzati, per riparazioni sommarie cd urgenti nelle soste del combattimento ed in zone battute; - un'officina mobile blindata per btg. che, a differenza dell'attuale, possa seguire questi ovunque a brevi distanze. È inoltre sen tita la necessità di un carro armato comando per comandante di battaglione, reggimento, divisione. Pur conservando le identiche caratteristiche esterne di un carro comune, il carro comando dovrebbe permettere agevolmente il movime nto nell'interno della cabina di combattimento (funzionamento delle stazioni radio) e garantire un'osservazione dell'intero giro d'orizzonte. L'attuale carro centro radio, a causa dello spazio interno assai ridotto, mette in serie difficoltà il comandante nell'esplicazione della sua azione di comando.

2°) - ARMI ANTICARRO Cannone da 47/32 - Il materiale balisticamente ha dato ottime prove ed il suo calibro si è dimostrato idoneo per forare le corazze della maggior parte dei mezzi blindati e corazzati nemici. Occorre dotarlo, possibilmente, di un proietto che sia contemporaneamente perforante, scoppiante ed incendiario.


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Come armamento del carro M. 13-40 non ha dato luogo a rilievi degni di considerazione; come armamento delle unità anticarro, l'impossibilità o difficoltà di impiego dello stesso mezzo che lo trasporta ne ha diminuito fortemente il rendimento. Anche il mod. 39 autotrainabile ha dato, in sede d'esperimenti pratici, prove di inidoneità assoluta al traino su terreno vario anche alle più modeste velocità e per brevi percorsi. L'esperienza ha dimostrato la necessità che le armi anticarro abbiano possibilità di massima immediatezza di intervento, pena la loro cattura o distruzione. Debbono poter aprire il fuoco dallo stesso mezzo che li t rasporta, in tutte le direzioni per poter competere con i mezzi nemici, sia ch'essi siano anticarro semoventi, sia ch'essi siano camionette armate di mitragliatrici. È indispensabile pertanto abbandonare i ripieghi e realizzare una installazione sopra un automezzo cingolato o gommato, legger o, veloce, di grande autonomia, poco elevato sul terreno, che consenta al cannone di sparare in settore orizzontale di 360° e dia ai serventi una certa protezione contro mitragliatrici e schegge. Fucilone da 20 a 25 - Il fucilone da 20 «Solothurn» e quello da 25 «Hotchiss» di preda bellica, sono ripieghi, che no n rispondono ai r equisiti di armi anticarro per divisioni corazzate. 3°) - ARTIGLIERIE

Materiale da 75/18 semovente - Rappresenta un sensibile progresso in fatto di artiglierie corazzate, assicurando ai reparti carristi la cooperazione dell'artigliera, sempre e dovunque. Per altro il materiale presenta i seguenti difetti risultanti evidenti fin dalle . . . prime az10n1:

A) - Obice: - scarsa velocità iniziale (m. 470), da cui conseguono scarsa forza viva d'ureo, sensibile dispersione del t iro, gittata insufficiente per la guerra in terreno desertico e in confronto delle artiglierie similari inglesi; - velocità del semovente non adeguata alle necessità del suo impiego. Questo richiederebbe una velocità del semovente almeno doppia di quella dei carri armati, con i quali deve operare, per consentire lo svolgimento delle azioni di fuoco e lo sbalzo per raggiungere le unità carriste nel frattempo avanzate; - impossibilità di sparare con gli sportelli chiusi, il che toglie ai serventi la protezione indispensabile, specie nel combattimento ravvicinato; - lentezza nel servizio al pezzo dovuto alla mancanza di automaticità; - tempo morto eccessivo, dovuto al fatto che il puntatore non può egli stesso far partire il colpo, ma deve dar l'ordine al caricatore;


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- complesso alzo cannocchiale poco robusto, soprattutto a causa dell'altezza della colonnetta del cannocchiale panoramico, tanto che questo non si può tenere innestato durante il movimento in terreno vario. Ciò contrasta evidentemente con la pronta entrata in azione del pezzo. Il punto più debole del complesso risulta l'attacco fra l'alzo, bicchiere e cannocchiale. Sarebbe pertanto opportuno l'adozione di un cannone che dovrebbe avere i seguenti requisiti: a) - lunghezza del rinculo ridotta, in modo da poterlo sistemare nella camera di combattimento di carro armato; b) - congegno di chiusura automatico o almeno semiautomatico; e) - congegno di sparo che permetta al puntatore di far partire il colpo appena collimato (possibilmente partenza del colpo con comando elettrico e quindi armamento del percussore all'apertura dell'otturatore); d) - cannocchiale panoramica a grandissimo campo, abbinato con uno simile all'attuale, in modo da permettere al puntatore di esaminare il terreno, senza dover continuare a sporgere la testa fuori dal carro; e) - scacciafumo per consentire di sparare a sportelli chiusi; f) - radio di maggior portata nei carri osservatori e carri comando di gruppo; g) - cannone da 20 o Hotchiss da 13,2 in sostituazione delle mitragliatrici Breda in casamatta nei carri comando; h) - Breda 38 con supporto e.a. in sostituzione del fucile mitragliatore; i) - custodia di celofan o altro materiale per i singoli proietti intesa ad evitare il loro insabbiamento. Sarebbe inoltre necessario l'assegnazione di un binocolo ad ogni capo-carro per agevolare l'individuazione degli obiettivi.

B) - Munizionamento: Il tipo di munizionamento adottato è ottimo; si è notato un maggior consumo di granate ordinarie sia a causa dell'impiego da parte del nemico di gran numero di mezzi scarsamente blindati, sia perchè anche contro carri possono essere utili alle maggiori distanze per tiri di accecamento. Dove invece si sono ripetuti i gravi inconvenienti già lamentati in Italia, è nei bossoli che hanno dato causa a freque nti incollamenti dopo la partenza del colpo . In qualche caso il servente è stato costretto ad uscire dal carro per espellere il bossolo con la palina. Per assicurare il più opportuno impiego del proietto sarebbe necessario, distribuire inneschi per funzionamento ordinario e instantaneo in numero uguale a quello dei proietti anzichè 1/2 come ora avviente (su 100 proietti occorrerebbe avere 100 inneschi istantanei e 100 inneschi a funzionamento ordinario). Per quanto ha tratto all'uso dei proietti E.P . è indispensabile prevedere l'adozione nelle gelatiere di un dispositivo atto ad impedire che movimenti troppo bruschi del semovente determinino urti tali da provocare lo scoppio fortuico del proietto (parete felpata o gommata e sicura immobilità del proietto nel suo alloggiamento).


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C) - Scafo: G li inconvenienti che più incidono sulle possibilità del semovente si sono riscontrati soprattutto nello scafo. Essi sono gli stessi già enunciati in proposito del carro M . 13-40. D) - Armamento secondario: Il fucile mitragliatore non è idoneo allo scopo. O ccorrerebbe una mitragliatrice calibro 13,2 o almeno calibro 8 con adeguata sistemazione munizioni nell'interno della camera di combattimento. Carri osservatorio. Si è sentita la mancanza di carri osservatorio interamente blindati, muniti di stazione radio a grande portata e forniti di forte velocità di movimento (per spingersi rapidamente avanti e poter rapidamente sottrarsi all'offesa nemica). Questi carri-osservatorio potrebbero anche essere sostituiti da autoblindo ed essere in numero di almeno due per gruppo. Cannone da 75/27 mod. 906 TM - È materiale antiquato che però avendo ruote gommate e grande rustichezza presenta il grande vantaggio di poter essere autotrainato a buona velocità nel terreno desertico . Non risponde però alle necessità d'impiego, sia perchè avendo scarsa gittata, con l'affusto in condizioni normali richiede forti lavori di scavo per l'interramento della coda, allorchè si vuole tirare alle massime distanze, sia perchè ha settore orizzontale troppo limitato. Dovrebbe essere sostituito da un materiale scudato a ruote gommate con alta velocità iniziale e di conseguenza forte gittata (15-16.000 metri) e piccole dispersioni, adatto specialmente per l'azione lo ntana. Esso completerebbe specie nella situazione attuale dei semoventi - l'azione dell'artiglieria della divisione corazzata. In attesa di un materiale del genere, il 75/ 27 mod. 911 con ruote gommate e sospensioni elastiche rappresenterebbe un miglioramento; preferibile ancora il materiale da 88/55. Cannone da 88/55 - Come detto sopra risponderebbe egregiamente ai requisiti di un artiglieria idonea per l'azione lontana e anticarro di una divisione corazzata. Avrebbe anche il vantaggio di assicurarne la difesa e.a. alle quote maggiori. Presenta per ò i seguenti inconvenienti: - peso ecessivo (70 q.li) per agire al seguito della divisione corazzata in zona desertica; - mancanza di un trattore capace di assicurarne il traino celere su qualunque terreno. O ra è trainato dal Lancia 3 Ro insufficiente. Richiederebbe un trattore cingolato, a grande velocità e a forte autonomia; - scarso munizionamento. Difetto facilmente superabile qualora si ottenga dalle autorità tedesc:he ìl necessario rifornimento. Mitragliera da 20 - Balisticamente ha dato buona prova. Nell'impiego, l' installazione su automezzo leggero ha risposto discretamente, però è troppo


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alta da terra e perciò faéilmente individuabile, senza contare che nei lunghi spostamenti l'autocarro ha presentato tutti gli inconvenienti che si diranno in seguito. Occorre perciò l'adozione di una speciale installazione cingolata e semovente che consenta il trasporto del materiale a forte velocità (40-50 km./ ora) nel terreno desertico e dia ai serventi ed all'autista la necessaria protezione, perciò blindata. Nel complesso però calibro, velocità, proietto non rispondono alle esigenze del tiro anticarro, ma solo a quelli del tiro contro mezzi leggermence blindati. Si è perciò sentita la necessità di un calibro superiore. Un 40 tipo «Bofors» costituirebbe una buona soluzione. Materiali di precisione - Fortemente sentita e deplorata nelle btr. da 75 e nelle cp. da 20 è stata la mancanza di un telemetro. Alle prime dovrebbe essere distribuito il telemetro adottato per i semoventi, alle seconde lo stereotelemetro che hanno le sezioni da 20 delle btr. appartenenti ai rgt. di artiglieria. Occorre infine disporre in tutti i reparti di fanteria, di artiglieria, carristi, contraerei di un maggior numero di binoccoli. Nel deserto ve ne debbono essere molti, perchè bisogna poter vedere lontano e in tutte le direzioni. Questa deficienza è ancora più sentita dai mitraglieri e dalle squadre cannoni anticarro.

4°) - MEZZI DI COLLEGAMENTO Radio

Stazione R.d. J/C - Ottima per quanto riguarda il suo funzionamento, è risultata però di portata inadeguata ai bisogni. Per il collegamento tra il comando di divisione e gruppi corazzati occorre disporre di stazioni aventi portata di almeno 100 km. Il mezzo di trasporto previsto dall'organico in v;gore è il motociclo: mezzo dimostratosi assolutamente inidoneo alla marci.J su pista. Occorre realizzare un'autocarro leggero radio: il mezzo potrebbe essere l'autocarro sahariano appositamente attrezzato, ! cl quale dovrebbero trovar posto la stazione A. 350 ed il personale marconista. Occorre infine che la stazione sia in grado di funzionare anche in movimento. Stazione R.F. 2 - Si è dimostrata idonea per i collegamenti d'artiglieria. Richiede però un aumento di portata e la sua installazione su un automezzo, il cui motore dovrebbe alimentare le batterie d'accumulatore destinato al suo funzionamento . Il materiale nel complesso è troppo delicato, perchè le valvole si rompono facilmente (ne occorrono di quelle completamente metalliche) e perchè la saldatura dei circuiti interni sono troppo deboli.


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Tener presence che nel complesso la stazione è troppo pesante e scomoda per il trasporto a spalla. Stazione R.F. 1 CIA e R.F. 2 CIA - Gli apparati hanno dato, in complesso, buoni risultati, però la loro portata si è dimostra insufficiente. È molto necessaria l'assegnazione di una congrua scorta di ricambi specialmente valvole termoioniche. C iò che non è pratica è la sistemazione dei due apparati radiofonici nell'interno della cabina dei carri di combattimento, in relazione alla distribuzione delle mansioni del personale-eguipaggio. Il mitragliere trova problematico manovrare l'interruttore, specialmente in combattimento; lo trova impossibile quando è chiamato ad azionare anche la stazione R.F.2 Cl A . A sua volta il capo-carro si trova in difficoltà a trasmettere gli ordini al marconista dato il rumore del motore. Stazione R..F. 2/3 - D i nessuna utilità per le unità carristc: si propone ne sia abolita l'assegnazione ai reggimenti carri. In considerazione della impo rtanza capitale che assume il collegamento radio per la comandabilità delle unità carriste in combattimento è assolutamente necessario sistemare più razionalmente le stazioni r.t. nell'interno del carro, magari riducendone la sua efficienza offensiva. Si potrebbe ad esempio, nei carri-comando, abolire le mitragliatrici abbinate la casamatta, per allogare al loro posto le stazioni r.t.

5°) - MATERIALE AUTOMOBILISTICO Occorre distinguere l'automezzo occorrente per il trasport o truppe (autocarro di combattimento) da quello occorrente per i trasporti dei servizi vari. Il primo deve essere: - gommato o cingolato; - leggero al massimo e contenere otto o dieci uomini con il loro armamento e materiale (cioè una squadra al completo); - a grande autonomia (per lo meno 500 km); - parzialmente blindato al tiro di m itragliatrice e delle schegge di artiglierie e di bombe d'aviazione. In attesa, il tipo più idoneo si è dimostrato il sahariano, opportunamente attrezzato. Il secondo è preferibile sia pesante. Lancia 3 Ro - Ha fatto ottima prova, specialmente il t ipo militare, privo di accumulatori. La durata d'esercizio è risultata superiore a quella degli altri automezzi e sarebbe certo stata assai maggiore se si fosse avuta sempre la possibilità di impiegare il carburante adatto (gasolio in luogo di miscela) e disporre del necessario numero di pezzi di ricambio. Il traino del rimorchio si è dimostrato troppo oneroso su poste od in terreno vano.


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Fiat 626 e 666 - Si sono dimostrati i tipi di automezzi meno idonei all'impiego in A .S. - La sistemazione del motore rende particolarmente faticosa la guida, specie su pista. Si sono rilevati inconvenienti relativi all'alimentazione, all'avviamento, ed alla potenza del motore. La durata dell'esercizio è stata minima a causa del notevole logorio dovuto all'impiego intenso, della mancanza di filtro ad olio, alla indisponibilità di carburante e lubrificante adatto, alla scarsità di pezzi di ricambio. Da notare che la scarsa resistenza del cassone ha portato ad una limitazione del carico utile per alcuni materiali metallici. Rimorchi - Quello dei tipo Viberti in uso per il trasporto dei carri M. 13-40, in sostituzione del carrello non ancora in distribuzione, ha manifestato l' inconveniente di perdere frequentemente il mollone di recupero delle balest re, il che mette fuori uso il mezzo. È molco alto da terra per cui la stabilità del mezzo è insignificante. È augurabile venga distribuito al più presto il carrello appositamente ideato per il trasporto del carro armato. Spa 38 R - Ha dato buoni risultati: ha però scarsa autonomia, non ha filtro d'olio ed ha balestre troppo deboli. Trattore L 37 · autocarro sahariano - Ha dato ottima prova, occorre però: - aumentare l'aderenza (possibilmente quattro ruote motrici); - attuare sospensioni a quattro ruote indipendenti; - aumentare l'autonomia provvedendo tutti del serbatoio - coloniale. · Motocicli e Mototricicli - Hanno effettuato discreto servizio su strade asfaltate, ma si sono rilevati assolutamente inidonei alle marce su pista ed in terreno desertico. Nonostante l'abolizione del biposto e l'alleggerimento del carico, il comportamento del materiale è stato inferiore ad ogni aspetativa. I lunghi percorsi su piste rendono estremamente faticosa e lenta la marcia. Scartatone l'impiego come mezzo d'esplorazio ne, sono stati unicamente usati per servizi staffette con rendimento quanto mai aleatorio. Si è dimostrata di conseguenza inutile la sistemazione delle mitragliatrici. Il tipo che ha dimostrato di rispondere ai requisiti richiesti per l'impiego particolare in terreni desert ici è quello Guzzi 500 «Alce». Il mototriciclo si è dimostrato assolutamente inidoneo: il mototriciclo infatti esige «tre piste» corrispondenti ai suoi tre diversi piani delle ruote. II terreno desertico anche quando assume le caratteristiche di pista non soddisfa mai tale esigenza. Per cui il motocarrello subisce un tormento superiore alle proprie possibilità di resistenza. Potrebbe essere realizzato un tipo di motocarrello cingolato sul tipo di quelli in uso presso l'esercico tedesco, che si dimostrato molto idoneo al movimento nel deserto.


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Autovetture - L'unico tipo, fra quelli in dotazione alla divisione, che ha risposto alle necessità, è la «Fiat 1100 coloniale torpedo». Occorre però: - aumentarne l'autonomia mediante opportune sistemazioni all'esterno della carrozzeria di lattine di carburanti, acqua e lubrificanti; - dotarle di appositi alloggiamenti per il trasporto di armi individuali; - sostituire le ruote con altre di sezione maggiore allo scopo di evitare insabbiamenti e infangamenti. Automezzi speciali Si è sentita impellente la necessità di: - autobus leggeri attrezzati ad ufficio (e mense ufficiali) ; - autocarri attrezzati per alloggio ufficiali; - autocarri attrezzati per cucina-mense ufficiali e cucina truppa. Requisito essenziale che debbono avere questi automezzi : non differire nelle caratteristiche esteriori dai normali automezzi per uso comune. Le cucine debbono essere autotrasportabili ad essere a combustibile liquido: nel deserto la legna non c'è.

In conclusione occorre che gli automezzi di ogni tipo siano forniti di filtro d'olio, siano con ruote di gomma di tipo «Ballon», abbiano larga autonomia, ed abbiano una dotazione di attrezzi da zappatore e di mezzi per poterli disimpegnare da insabbiamenti o infangamenti (preferibile il «canale di ferro» o doccia, bucherellato).


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

MATERIALI IN ALLESTIMENTO PRESSO IL 12° AUTORAGGRUPPAMENTO

Carro M 13/40 a benzina Due carri sono stati trasformati applicando la cesta di motori S.I.A.T.A. Risultati ottenuti: -

favorevoli aumento potenza a 135 cavalli-motore migliore ripresa del motore velocità massima aumentata di un paio di km/h eliminato l'inconveniente del filtro gasolio più facile avviamento del motore

contrari - potenza inferiore a quella del motore maggiorato 14/41 - autonomia ridotta alla metà - quasi sicuro incendio a carro colpito - spesa di trasformazoni di almeno L. 30.000 ciascuno. I due carr i sono or~ inviati al 132° carristi per l'impiego. L'insufficiente aumento di potenza e la dimezzata autonomia consentono di esprimere un giudizio contrario all'applicazione. Camionetta - cannone da 65/17 (allestita una batteria) La cam ionetta del tipo «Morris» media ha le caratteristiche risultanti nel fascicolo allegato. Sul piano di carico è stato collocata una installazione semplice e rudimentale (fatta con travi di ferro girevole su anello di rotolamento di carro M 13). Il pezzo è quindi girevole su 360° e può sparare esclusivamente in elevazione fino alla gittata massima. Nella parte posteriore del cassone sono sistemati alveoli per 40 cartocci da aumentarsi con altro ordine a 60. L'autonomia è stata aumentata a oltre 500 km. aggiungengoai serbatoi normali (litri 109) 8 bidoncini (litri 160). ved. fot . Saharian-cannone 75/27 (allestita una batteria) Il pezzo da 75 è stato collocato sull' autotelaio T L 37 con installazione analoga al 65 visto sopra: l'affusto è stato segato per poterlo collocare.


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Il piantone di guida è stato modificato in modo che il volante si possa abbassare per consentire il tiro. Autocarro-cannone 100/17 (allestita una batteria)

Il pezzo da 100 è portato da un autocarro 3 Ro: non ne conosco i particolari perchè non visto. Carro -ricambi

Consta di un carro M 13 nel quale la torretta è stata sostituita da un cassoncino esternamente di forma analoga e al qua.re è rimasto l'abbinamento mitra. Nell'interno sono sistemate parti di ricambio e specialmente quelle che i carri non hanno perchè raramente utili (radiatori, pompe, raccordi, molle, ecc.), nonchè una serie di chiavi e attrezzi vari e morsa, in modo da poter .eseguire questi lavori. Vi prendono posto il pilota e 2 meccanici-motoristi. L'utilità che i meccanici-motoristi possano giungere ai carri in avaria talora per piccole inconvenienze, è sentita da tutti i reparti e la soluzione (utilizzando vecchi carri) potrà essere utile. Carro-ambulanza

Consta di un carro M 13 sul quale la torre è stata sostituita da una torre allungata, specie di cassone metallico sul quale vengono posti e t rasportati i feriti (2-3 per volta). Il primo esemplare è tuttora in lavorazione. Nel carro prenderà posto un medico e un porta feriti e vi sarà sistemato materiale da medicazione. È evidente la necessità di poter trasportare rapidamente indietro i feriti che, nel carro, sono sempre molto gravi. C iò non è possibile se il personale di Sanità non ha un mezzo motorizzato e protetto per spingersi tra i carri combattent i a svolgere il proprio compito. La soluzione di impiegare un carro armato non è brillante; forse con l'autoprotetto sarà più pratica.


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

ESPERIENZE DI TIRO CON PROIE1TI P.E. DA 75 e 100 E COL FUCILONE SOLOTHURN

Il 19/III nella conca di Saunnu sono state eseguite prove di tiro con proietti P.E. da 75 e 100 contro un carro Mark VI, effettuate da distanza 500 metri. Un colpo da 75 contro la fiancata destra ha asportato circa mezzo metro quadrato di corazza da 30 mm. Un colpo da 75 contro la parte anteriore dello scafo - 2 piastre combacianti di 30 + 20 mm. - ha aperto la corazza e accartocciate le labbra delle piastre, lacerando anche la piastra inclinata superiore per una estensione circa cm. 30 X 50. Un colpo da 100 ha aperto, e in parte divelta, la piastra frontale di casamatta (2 piastre combacianti di 20 mm., ossia 40 mm. in totale). Un colpo da 100 ha colpito la torre, asportandola e lanciando a terra. Col fucilone Solothurn sono stati eseguiti colpi da distanza 500 m. contro un «carro leggero Mark 2 A 4». Il proiettile ha sempre forata nettamente la fiancata della torre, di 25 mm. asportandone talora dei menischi (uno dei quali consegnato all'Ispettorato Truppe Motorizzate e Corazzate). In complesso l'effetto del proietto P.E. è superiore al proietto normale. Relazione dettagliata potrà essere chiesta al Comando XXI° C d' A. che ha fatto eseguire le prove.


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IL CENTRO D'ISTRUZIONE CARRISTI IN A.S.

È noto che in A.S. sono rimasti - dopo lo scioglimento del 32° reggimento - oltre un migliaio di carristi con una settantina di ufficiali, concentrati al Centro Istruzione di Villaggio Corradini presso Homs. Dal detto personale è stato tratto: - una prima quantità di meccanici motoristi, specializzati, conduttori, ecc. scelti dal Col. Nicolardi, e inviati presso le varie officine del suo 12° Autoraggruppamento (officine di raggrupp. a Crispi, officina del IX 0 autorgruppo a Naima, officina del 2° autoparco a Gioda, reparto ricuperi del raggruppamento), - una seconda aliquota scelta dal Comandante Divisione Littorio per completare alcuni reparti, - come da foglio 03/2881 allegato, del Comando Superiore A.S., dopo che in data 1° corr. il Centro Carristi è stato costituito secondo un nuovo ordinamento, una massa di circa 600 carristi e 40 ufficiali sarà trasferita o al 12° Autoraggruppamento come autieri o al centro di Zavia come complementi per fanteria. Se si considerano Le difficoltà e lo scarso rendimento dei trasporti aerei di personale in A.S. pel chè non è possibile far fronte agli avvicendamenti già da tempo stabiliti (conseguenze spirituali sulle truppe) e la vitale necessità di rimettere in efficienza la metà degli automezzi esistenti in A.S. non si può che approvare l'assegnazione del personale specializzato del Centro Carristi alle officine del 12° Autoraggruppamento, distaccamento di Bengasi, 2° autoparco, officina del IX autogruppo, ecc. Ma detto personale specializzato è stato istruito e formato con fatica e poco per volta ed è bene che rimanga carrista anche in futuro, per quelle necessità che si possono manifestare in A .S. per l'Ariete e la Littorio, per i reparti esploranti e gli altri battaglioni carri colà destinati. In A.S. i reparti corazzati sono quelli che più debbono svolgere azione di combattimento: se ciò non avviene con la frequenza che sarebbe utile alla nostra guerra si è per scarsità di materiale e di personale specializzato per la pronta rimessa in efficienza dei mezzi. Perchè dunque togliere questa possibilità ai reparti corazzati, pur convenendo sull'utilità dell'efficienza degli autoveicoli da trasporto dell'Intendenza e del Comando Superiore? Se le due ragioni innanzi dette sono importanti, non si può attribuire ad esse un valore principale ed assoluto rispetto alla necessità della più completa efficienza delle unità corazzate. Queste abbisognano di personale specializzato anche in più degli organici.


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La meccanizzazione dell'Esercito italiano

Credo quindi che l'assegnazione di personale specializzato ai reparti automobilistici debba essere «temporanea» e non definitiva con trasferimenti matricolari, come risulta dall'ordine del Comando Superiore. In questo ordine di idee sembra sia anche il promemoria 00287 annesso dal Comando Divisione Littorio, incaricato della vigilanza sul Centro Carristi. E credo ancora sia necessario vedere quale personale può rimanere temporaneamente agli autoreparti e quale debba ritornare ai carristi per evitare che, come ho verificato ad esempio a Bengasi, il radioelettricista montatore Romolini Romolo di Roma scia presso un reparto ricuperi (presso Uff. Autom. d'Intendenza) ove nulla può esplicare della propria attività specializzata. Il Centro Carristi di Corradini deve essere dotato di un minimo di materiale didattico, da inviarsi dall'Italia (tavole murali, schemi, modelli sezionati) avere carri e autoblinde a disposizione e preparare qualche centinaio di giovani carristi da farsi inviare dai depositi in patria. Sarà bene - a questo proposito - far scegliere volontari per tenere più alto lo spirito dei carristi del centro. In attesa di poter inviare colà i carri per l'addestramento, il centro potrebbe avvalersi di una compagnia carri del 133 ° carristi che, in A.S., attende il suo completamento. Il centro potrebbe anche dislocarsi assai meglio, ad esempio nella grande caserma semivuota 5 km. prima di Homs oppure nel gruppo caserme di Homs stesso. È necessario sia comandato da un colonnello «animatore e tecnico».


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GOVERNO GENERALE DELLA LIBIA COMANDO SUPERIORE FORZE ARMATE AFRICA SETTENTRIONALE - STATO MAGGIORE

P.M. 11 - 12/3/1942-XX

N. 03/2881

OGGETTO: Nuovo ordinamento del «Centro Carristi» . .... . indirizzi .....

A seguito foglio 03/1854 0.M. del 16 febbraio u.s.

1) dal 15 corrente mese il Centro Carristi dovrà essere ordinato su:

a) 1 comando scuola col cemro e con pochi elementi carristi; b) 1 battaglione scuola, con un'officina per piccole riparazioni; e) 1 compagnia autoblindo scuola. 2) Il Centro carristi disporrà, complessivamente, di 30 ufficiali - SO sottufficiali - 340 graduati e soldati. Il battaglione scuola dovrà risultare costituito con militari specializzati, secondo le aliquote seguenti: -

piloti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 60

-

cannon1en ... .. .... . ......................... n. SO n. SO mitraglieri

-

n. SO marconisti conduttori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 80

-

cariche varie (servizi generali) .... .... ...... ... . n. SO

3) I reparti sottoindicati, attualmente esistenti presso il Centro carristi, sotto la data 1S corrente mese, saranno sciolti: - II Battaglione, già costituiro con gli elementi del II/32° e 1a cp. del I/32°; - III Battaglione, già costituito con gli elementi del III/32° e 1a cp. del I/32°; - Compagnia comando, già costituita con elementi della compagnia reggimentale del 32° Carrista. 4) Il personale, che si renderà disponibile, dopo effettuati i trasferimenti in corso sarà così utilizzato:


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

a} gli ufficiali al Centro istruzione di Zavia per ulteriore impiego; b) i sottufficiali ed i militari di truppa che non daranno affidamento di diventare ottimi piloti di cari M. 13/40, al 12° Autoraggruppamento per essere impiegati come autieri;

c) i rimanenti al Centro di Zavia, quali complementi di fanteria. 5) Il Centro carristi, pur conservando la sua autonomia amministrativa, sarà alle dipendenze a tutti gli effetti, del comando Divisione «Littorio» 6) Il Centro carristi avrà d'ora innanzi, funzione di addestramento e di perfezionamento del personale. Inoltre, funzio nerà da «serbatoio di alimentazione» a favore di tutte le unità carriste in A.S.; pertanto, i trasferimenti di personale dovranno essere, di volta in volta, aurorizzati da questo Comando Superiore.

7) Saranno assegnati, non appena possibile i materiali mancanti (due autobli ndo - due cannoni completi da 47/32 - due mitragliatrici Breda cal. 8 - 4 autocarri per Scuola guida e teoria). 8) Comandante del Centro: Ten. Colonnello D'Errico Antonio. 9) Il comandante del Centro assicuri per il 30 marzo che i movimenti, di cui sopra, siano stati effettuati. Curerà inoltre, che siano fatte tutte le comunicazioni agli enti interessati, a riguardo delle variazioni matricolari, conseguenti ai movimenti suaccennati. IL GENERALE SOTTO CAPO DI S.M. F. E. G1cuou


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COMANDO DIVISIONE CORAZZATA «LITTORIO» P Sez. cp . inf. e serv.

P.M. 133 - 25/3/1942-XX N . 00288/Serv. all. 2

OGGETTO: Funzionamento del Centro Istruzione carrista.

AL COMANDO CENTRO ISTRUZIONI CARRISTI POSTA MILITARE 3 - Trasmetto uno stralcio del promemoria da me inviato all'Eccellenza il Capo di S.M. del FF.AA.A.S. dal quale risultano i criteri di funzionamento di codesto Centro. - Unisco lo schema di costituzione provvisoria del quadro permanente e del Battaglione. - La formazione provvisoria sarà assunta subito per quanto riguarda la ripartizione del personale ed alla fine del corrente mese, per quanto riguarda matricola ed amministrazione. - Resto in attesa dei p rogrammi di istruzione del personale, che dovranno pervenirmi entro il 31 corrente. IL GENERALE DI DIVISIONE COMANDANTE F. G. BITOSSI


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano

COMANDO DIVISIONE CORAZZATA «LITTORIO»

N. 00287 di prot.

P.M. 133 - 25 marzo 1942-XX

OGGETTO: Promemoria sul funzionamento del Centro Istruzione Carristi. Allegati 1 ALL'ECCELLENZA IL CAPO DI S.M. DELLE FF.AA.A.S. Posta Militare 11 Ho visitato in questi giorni il Centro Istruzione Carristi, ed ho esaminato il personale, Ufficiali, sottufficiali e truppa istruttori e ufficiali, sottufficiali e truppa allievi.

per attenuare le deficienze propongo: 1) Di trarre dal 12° Autoraggruppamento i sottufficiali ed i graduati e soldati pratici di carri M che esistono e che appartenevano al Centro; 2) Di assegnare al Centro gli operai civili Spa e Ansaldo che lavorano extra organico presso il 12° autoraggruppamento.

- In via provvisoria io provvederò, con ufficiali provetti delle unità della Divisione, a mettere a punto istruttori e ad assistere il Comandante del Centro nella compilazione dei programmi e nello svolgimento pratico delle istruzioni. - Anche il numero dei carri deve essere, fin dall'inizio, commisurato alla massa da istruire. Attualmente il Centro dispone di un solo carro M mentre ne occorrono almeno 10, cioè 2 per ciascuna cp. e due di riserva. - La sistemazione provvisoria della forza, personale e materiai~ risulta dall'allegato al presente foglio. - La 4a compagnia carristi potrà essere trasformata in cp. autoblindo se si potranno assegnare al Centro almeno 3 autoblindo. - Le 3 autoblindo del disciolto reparto Comando Tattico della Littorio, sono state date, come noto, al Raggruppamento Celere, che se ne vale per la preparazione di complementi. Se questo compito fosse assegnato anch'esso al Centro il Raggruppamento Celere non avrebbe che da restiruire le tre autoblindo.


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L'attività del Centro si esplica, per ora, nella preparazione di capicarro, piloti carristi, mitraglieri marconisti, serventi al pezzo; ma si estende anche alla preparazione dei comandanti di pl. e di cp. di btg. carri e delle cariche speciali contemplate dalle tabelle di formazione delle unità carriste. - Criteri regolatori di questa attività sono: - Indirizzo pratico applicativo delle istruzioni; - Pilotaggio immediato per chi è in possesso di certificati di idoneità civili o militari per motori a scoppio e D iesel; previa adeguata preparazione teorico prat ica sui complessi meccanici del tipo di carro, escludendo, anche per economia di carburante, la consuetudinaria preparazione su autoveicoli ruotati comuni, che riguarda gli autieri dei quali il Centro non si occupa (un serbatoio benzina o gasolio per ogni pilota da patentare); - Preparazione pratica dei carrist i tutti all'uso delle armi ed al tiro e dei marconisti alla radio; - Preparazione degli ufficiali e sottufficiali capi carro al pilotaggio (mezzo serbatoio benzina o gasolio per ogni allievo); al tiro, all'uso della radio, avviando a Zavia per altro impiego coloro che non progrediscono convenientemente; - Nessun limite di durata dei corsi; ma istruzione continua tendente alla selezione ed alla maturazione rapida, per la conquista del brevetto di nomina e relativo distintivo accompagnato da eventuale premio da stabilire (per esempio: licenza); - Formazione permanente di equipaggi affiatati con gli allievi che si rivelano pronti nel progressivo svolgimento dei corsi in tutte le cariche; - Successiva composizione di plotoni formati di equipaggi così approntati; - A suo tempo addestramento tattico. IL GENERALE DI DIVISIONE COMANDANTE

F. G.

BITOSSI


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La meccrmizzazione dell'Esercito Italiano

ALLEGATO 1 n. 00287 /S.M. Serv. del 35/3 COSTITUZIONE PROVVISORIA DEL CENTRO ISTRUZIONE CARRISTI (in attesa dell'organico particolareggiato)

- Comando del Centro - Quadro permanente del Comando - Battaglione di istruzione (1 a - za - 3a e 4a cp. carristi) - Drappello autoveicoli del Centro.

COMANDO DEL CENTRO E QUADRO PERMANENTE

UFFICIALI Ten. Col.

D'ERRICO Antonio

- Com/te Centro Istruz10ne Carristi e Battaglione

Capitano S.P.E.

CONTRI Bonaventura

- Aiutante Maggiore in

ra Capitano Compl. S. Ten. Compl. S. Ten. Compl. Tenente S.P.E.

TESI Ferdinando FRANCESCHI Luigi FORCATO Fabio MUTO Nicola S. Ten. Genio Com. SANTELIA Salvatore S. Ten. Medico Com. FERRARA Lanfranco Tenente Capp. Com. SCARPELLI Don Sabotino S. T en. Artigl. Com. SDERCI Carlo

-

Istruttore pilotaggio Istruttore pilotaggio Istruttore pilotaggio Istruttore armi Istruttore armi Ufficiale medico Ufficiale Cappellano

- Ufficiale d'Amministrazione

Sottuj)ìciali Serg. magg.

D'AMATO Vincenzo

Serg. magg. Serg. magg. sergente operaio civile

PAOLUCCI Trento DEL GROSSO Francesco

- Istruttore pilotaggio - Armaiolo

BEGO Giuseppe SPAZAN Stefano

-

~apo officina

Istruttore radio Istruttore motori


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OPERAI ISTRUTTORI QUADRO PERlvfANENTE sergente

LAMA Raffaele

cap. magg.

CONSOLE Vito

cap. magg.

ZANE Mariano

cap. magg.

BAZZANO Giovanni

carrista

DEL BENE Livio

sergente

RUBINI Armando

- Meccanici motoristi

- Tornitore

carrista

- Elettricista CAPPARELLA Francesco - Fabbro - Fabbro ZANESI Sante

caporale

PRAI Virgilio

- Saldatore autogeno

caporale

carnsta

ZOPPELLO Luigi

- Radiarorista

carrista

BARBA Luigi

- Verniciatore

cap. magg.

ARIANO Arsenio

- Falegname

sergente

IPPOLITO Paolo

cap. magg.

SARTI Ferdinando

- Aggiustatore meccamco - Aggiustatore meccamco

PERSONALE PER SERVIZI GENERALI DEL QUADRO PERMANENTE Maresciallo

DI MAURO Giuseppe

serg. magg.

LUCACCI Francesco

serg. magg.

PIZZALI Quintino

serg. magg.

PILOTTI G iovanni

serg. magg.

ROSSI Torindo

sergente

T AMBALO Gino

sergente cap. magg.

MARGHETTINI Davide

cap. 1nagg.

TONGINI Angelo

cap. magg.

VIGANÃ’ Enrico

caporale

MANDRUZZATO Francesco

caporale

MINGIONE Raffaele

caporale carnsca

DE PRETTO Mario CIABATTI Giovanqi

carrista

MAGNANI Umberto

LINGERI Antonio

caporale

FIORENTINI Aroldo

carrista

TABARRI Alessandro

caporale

BORDINI Guerrino


La meccanizza.zione dell'Esercito Italiano

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BAITAGLJONE DI ISTRUZIONE -

Ufficiali superiori

2

-

Ufficiali Inferiori

27

- Sottufficiali - Truppa

forza continuamente fluttante

96

566

- Da questa forza esistente alla data odierna è escluso il quadro permanente. - I due ufficiali superiori (maggiori Marcellino e Mattioli) presiedono rispettivamente alla disciplina ed all'istruzione della 1a e 2a cp. (Maggiore Marcellino) e della 3a e 4a cp. (Maggiore Mattioli). - Tutto il personale suddetto è disponibile come complemento per reparti in linea e per reparti di nuova costituzione. - Con gli ufficiali inferiori, i sottufficiali e la truppa sopraelencata: il Com/te del Centro formerà le 4 compagnie allievi carristi del btg. entro la fine del corrente mese. - Il quadro permanente sarà in forza alla 1a cp. del btg. - Riserva di ordini per la trasformazione di una cp. carristi in cp. autoblindo. - I reparti di nuova costituzione dipenderanno direttametne dal com/te del Centro. Attualmente è in costituzione una cp . carri L/3 (ufficiali 4, sottufficiali 13, truppa 39, forza questa non compresa in quella suesposta. - Per il 31 corrente il com./te del Centro mi trasmetterà il programma di istruzione dei reparti del Centro. fabbisogno

esistenza deficien7..a esu beranza

Drappello autoveicoli del Centro -

Autoblinda 40 Fiat-Ansaldo Carri armati M. 13/ 40 e 14/ 41 Carri armati L/ 6 Autovetture 508 Carri armati L/ 3 Autocarri SPA 38/R Autocarri Dovunque 35 Autocarri Fiat 666 Autocarri Lancia 3 Ro Rimorchi Vibeni Autocarro Spa-soccorso Rampe di carico Autocarri Fiac 618 Autocarri Fiat 621 Autocarri Lancia Ro Autocarri 25 C/10 Motocicli

3 10

1

3

5 3 4 2 1 1 1 1

1 1

4

2

3

-

9 1

2

7

-

6 4

-

-

3

-

1

-

2 4 2

-

2 2 3 1

-

4

-

1 11

-

2 1 7

4

-

1 1 1

-


Dornmenti

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O SSERVAZIONI E PROPOSTE (oltre quanto già detto nel contesto del fascicolo 3) 1 - È NECESSARIO CREARE LA POSSIBILITÀ DI RAPIDA RIMESSA IN EFFICIENZA DEGLI AUTOVEICOLI G UASTI, che sommano al 50% di quelli esistenti: per questo si dovrebbe imporre alle ditte costruttrici di motori - Lancia - SP A - Bianchi - ecc. di attrezzarsi con materiali di ricambio, macchine e personale specializzato, nella zona di Tripoli, in modo da assicurare complessivamente la rimessa in efficienza mensile di almeno 500 motori. Se non si raggiunge questa potenzialità minima e irriducibile - in più delle possibilità degli autoparchi - la situazione non arriverà mai all'attivo e si dovrà provvedere alle deficienze con altri numerosi trasporti della patria, trasporti che potrebbero essere evitati. Il rinviare in Icalia i mocori da revisionare richiede lunghi periodi di sosta al posto di imbarco, trasporto fino alle officine metropolitane, tempo di riparazione e poi ugual tempo di viaggio pel ritorno, col rischio di perderli in mare, come avvenuto anche recentemente. 2 - Occorre provvedere al RICUPERO D EL MOLTO MATERIALE AUTOMOBILISTICO che giace sparso dappertutto. Lungo la via Balbia e nei vari campi raccolta di Gioda (200 autoveicoli) El Agheila (150 autoveicoli) Agedabia (200 autoveicoli) km. 30 dopo Agedabia (150 autoveicoli) km. 50 (200 autoveicoli) Bengasi sud (600 autoveicoli) Bengasi nord (150 aucoveicoli) Barce (1000 autoveicoli tra i quali 45 trattori OCI) Razza (50 autoveicoli) Ain Mara (50 autoveicoli) ecc., giudico di aver visti oltre 4000 autoveicoli e 300 carri sfasciati, rovesciati, semismontati, predati o distrutti, ecc., da gran parte dei quali però è ancora possibile ricuperare bronzo, alluminio, ecc. ed anche tutti gli acciai pregiati degli ingranaggi, trasmissioni, cuscinetti, ecc. Nulla da proporre -:-- per ora - per il ricupero della notevole quantità di munizioni di ogni tipo abbandonato dagli inglesi. A 4 km. sud Solluch ho visco, per estensione di kilometri, mucchi di casse e di proietti di ogni calibro (dalla mitragl. 7, 9 ai 152) per un carico valutato ad almeno 3000 T.; altrettanti - per dichiarazione dell'Ecc. Gen. Navarrini - si trovano nella zona di El Aueiat (Uadi el Faregh) a 20-30 km. da Agedabia (pista per Gialo). Altre munizioni sono sparse in altre zone. Il r icupero delle munizioni da 7,7, 7,92, 13,7, 15 potrebbe fornire notevole quantità di piombo, ottone, leghe. Per il ricup~ro delle parti degli autoveicoli occorre costituire un reparto (con un'a11tovettura 1100, quattro trattori, quattro carri attrezzi e due autosezioni Ro), affidandone il comando ad un capitano automobilista esperto da designare dal T. Col. BRIGNONE.


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Attualmente è in funzione un reparto ricuperi di composizione, dislocazione e compiti non ben definiti, già costituico dall'ex comandante del 12° autoraggruppameoto. Sembra che si occupi più di perder tempo al ricupero di qualche carro isolato, abbandonato nelle zone interne, o di qualche autotelaio da rimontare. È necessario, inoltre, sia svolta una campagna di persuasione presso tutti i reparti per il ricupero di tutti i materiali sparsi, persuasione che permetterà rapidamente, se si corrisponderanno effettivamente i prezzi in denaro stabiliti (per la motorizzazione L. 0,50 al kg.). 3 - RICUPERO CARRI ARMATI Altrettanto deve. essere fatto per i carri abbandonati che, non potendo essere trasportati per mancanza di adatti carrelli, potrebbero invece essere smontati anche nella parte scafo: tutti gli acciai speciali, le corazze, le sospensio ni, potrebbero essere ricuperate e caricate a Bengasi, sui piroscafi vuoti di ritorno tn patna. Su questi piroscafi mi risulta che attualmente non è concesso di caricare più di 300 T. di materiali, dovendo sostare il meno possibile nei porti dell'A .S. e dovendo essere rapidamente pronti al carico quando arrivano nei porti della madrepatria: detta disposizione, se esatta, potrebbe essere riveduta, data I' esigenza di ricuperare preziose materie prime. Il fabbriguerra potrà dare la situazione esatta dei metalli disponibili. I carri abbandonati sono in parte privi di motore, perchè questo è stato già ricuperato per essere ripristinato e servire da ricambio. Anche questi motori però giacciono da mesi all'aperto. All'officina del IX autogruppo di Naima (12° Raggruppamento) ho visti almeno una ventina di motori ricuperati. Carri italiani ne ho visti un pò dappertutto. sud Agedabia . . .. . . .. . .. . . .... .. .. ... . . . 1 carro M/ 13 km. 38 nord Agedabia

1 carro M/13

km. 50 nord Agedabia

4 carri M/13

Bengasi nord .. .. .. ... .. ......... . .... . 7 carri M/13 Villaggio L. Razza ........... 7 carri W13 e S carri L Fonte Mara . .. .... . ... . .. . .. . . ... . .... . 2 carri M/ 13 Ain Mara ... . .... . .... . ..... 5 carri M/11 e 1 carro L Ain Mara ... . .............. .. ... .. ... 24 carri M/13 Berta . . . ... .. . .... . ........ .. . ..... .. 11 carri M/13 Mechili ............................... 2 carri W13 10 km. a nord est Mechìli . ... . ... .. ..... 3 carri M/11


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Molti altri in parte ricuperabili e in parte colpiti e distrutti, sono al!' officina di Naima, al 2° autoparco (Gioda) e al 12° Autoraggruppamento (Crispi). 4 - OPPORTUNITÀ DI ARMARE I CARRI CON CANNONE AUTOMATICO Il carro M/13 - M/14 - M/ 15 costituirà ancora per molto tempo il nostro carro di massa, e anche quando il P 40 sarà entrato in linea, il carro M dovrà assolvere molti compiti. Poichè le caratteristiche manovriere del carro sono quelle che sono, l'efficienza può essere aumentata soltanto armandolo con un cannone di calibro inalterato, ma automatico, in modo da poter agire a raffica o a colpo per colpo e di maggior lunghezza per ottenere una maggiore velocità iniziale. Ho già detto come in conseguenza della scarsa v.i. del 47 /32 il carro M sia costretto ad aprire il fuoco a minor distanza dai carri avversari, ossia deve continuare ad avanzare e subire per un certo tempo il fuoco del cannone Bofors, fuoco che il carro inglese può cominciare da fermo, grazie alla sua notevole velocità iniziale, non essendo il carro M in condizioni di rispondere a distanza superiore ai 1000 metri. Quando il nostro carro si è avvicinato in questi limiti comincia a sua volta il fuoco col cannone. Il ritardo dell'inizio del nostro fuoco si conta soltanto a minuti «secondi» perchè così vuole la guerra tecnica odierna, ma sono secondi nei quali, se non vacilla la sovrumana determinazione del pilota esecutore, può mancare la buona stella e numerosi carri rimanere colpiti fino a determinare l'esito sfavorevole del!' azione. Nell'avanzata, sotto un vero uragano di fuoco, il puntatore deve collimare un carro avversario in movimento e infallibilmente colpire, pena la fine del carro proprio. La possibilità di lanciare sul carro «puntato» una raffica di almeno 4 colpi, darebbe la quasi garanzia di colpire il carro avversario. Il problema di un cannone automatico di calibro 47 richiede tutto uno studio, e installazione appoggiata su piastre assai più solide che non i 30 mm. attuali. Ma - dovendo far presto - si potrebbe eventualmente tornare al calibro minore .:_ 37 mm. - col che gli ungheresi hanno realizzato un eccellente cannone automatico, con caricatori di 4 cartocci, cadenza di 3 colpi al secondo, velocità iniziale di oltre 800 m/s, proietto perforante-scoppiante-tracciante, perforazione di 60 mm. di corazza a 100 m. e di almeno 30 a mille metri. Il problema del cannone di piccolo calibro «automatico» per carro armato deve essere affrontato subito se non si vuole ripetere quanto già accaduto pel carro L 3, che potrebbe rendere ancora utilissimi servizi se fosse Stato armato con la ben nota mitra Breda ca!. 13,2, come proposto dall'Ispettorato Superiore Tecnico il 1° maggio 1941, e non ancora realizzato pur trattandosi di arma · da non studiarsi ex novo.


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la meccani?.zazione dell'Esercito Italiano

5 - CIRCA IL SEMOVENTE DA 75/18, analogamente a quanto detto pel carro, oltre alla bocca da fuoco a maggiore v .i. (almeno il 75/34) occorre un cannone, possibilmente automatico, con sparo elettrico che possa essere azionato dal puntatore nell'istante opportuno. 6 - CIRCA LE CARATTERISTICHE DELLA BOCCA DA FUOCO DEL CARRO (47 /32) e divisionali (75/18 - 75/27 - 100/17) esse dimostrano ogni giorno la insufficienza della loro velocità iniziale per i compiti di controcarro ai quali debbono rispondere: il problema interessa tutte le artiglierie divisionali che nei momenti critici di combattimento debbono agire contro masse corazzate nemiche: la funzione di controcarro diviene sempre più importante. La scarsa velocità iniziale conferisce scarsa potenza d'urto ai proietti e limita le distanze alle quali il proietto agisce con efficacia, cosicchè i nostri mezzi sono in istato di inferiorità palese contro le analoghe bocche inglesi: 40 Bofors a 50 calibri (velocità oltre 800 m/s) e cannone da 87.6 che, in A.S., è l'artiglier ia campale tipo. È necessario orientarci al più presto al 47 / 48, al 75/34 per semoventi, al 90/53 su piattaforma bassa-gommata da trainare con trattrice Breda nuovo modello. 7 - OCCORRE UN CARRO O UN'AUTOBLINDA-OSSERVATORIO, con radio, da dare al gruppo semovente e ai gruppi di maggior gittata (75/40 - 88/55 - 90/53) in ragione di due per gruppo, in modo da consentire un impiego d'artigl. analogo a quanto fanno i britannici.

8 - Occorre dare al comandante di btg., di regg. e di brigata, un CARRO ARMATO COMANDO NEL Q U ALE - oltre alle caratteristiche del carro centro radio già indicate - sia soppresso l'armamento di torre e l'interno sia attrezzato con un appoggia carta topografica piano per scrivere, bussola compensata, ecc. Sulla torre sarebbe utile una torretta d'osservazione con un intero giro di finestre - osservatorio. Deve poter contenere: pilota, marconista, comandante ed eventuale osservatore. Esteriormente può essere analogo ai rimanenti carri, salvo la corretta sopraelevata. I suddetti comandanti non possono, a volta, tardare un secondo in una comunicazione e pertanto essi debbono muovere e agire nel carro centro radio. 9 - NEL CARRO M CENTRO RADIO deve essere soppresso l'armamento di casamatta (abbinarn. mitra 8) per sistemare la RFl davanti al marconista e la RF2 sul fianco destro (al posto della Rfl). 10 - SI CHIEDONO AUTOPROTETTI per squadra di 10 u., per trasporto di personale o munizioni o carburanti ai carri in combattimento, per sgombero di feriti dalla zona di fuoco e per i comandi di G.U. cr.


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11 - Si sente la necessità di UN VEICOLO LEGGERJSSIMO A LEGGERA BLINDATURA, BASSO, SCOPERTO, VELOCE, TIPO BRENCARRIER, che abbia installata una mitragliera da 20; assegnato alle fanterie motorizzate e ai gruppi esploranti dovrebbe svolgere compiti di ricognizione e collegamento e potersi opporre alle autoblinde britanniche, tutte poco protette e molto alte (vantaggio di migliore osservazione) e quindi visibili a distanza. Senza un'armamento minimo da 20 il veicolo in questione non ha possibilità di svolgere a pieno il proprio compito. 12 - LE FANTERIE MOTORIZZATE LAMENTANO LA MANCANZA DI CONTROCARRO - SEMOVENTI per cui, dopo appiedate, i pezzi controcarro debbono essere trainati a braccia e spesso non giungono in tempo dove dovrebbero agire. È necessario distribuire semoventi da 47. 13 - È NECESSARIO UN AUTOMEZZO DA TRASPORTO LEGGERO - VELOCE - MO LTO AUTONOMO per operare velocemente attraverso i terreni desertici, come fanno le camionette inglesi. L'autocarro in questione deve poter portare 1500 kg. oppure 10 uomini seduti e un'arma installata: deve avere 2 assali-motori, sospensioni indipendenti, gommatura «Ballon», riduttore di velocità, autonomia 500 km., velocità massi ma 80 km/h, filtro ad olio, ricuperatore di vapor d'acqua, motore a benzina di almeno 70 cavalli. Quest'autocarro è richiesto da tutti i reparti, mancando completamente nella innumerevole serie di automezzi di ogni tipo e marca dislocati in A.S. Esso dovrebbe servire ai trasporti veloci e leggeri nel terreno desertico, rifornimenti di carattere operativo durante l'azione, azioni di pattuglie in sussidio alle autoblinde, installazione mobile di mitragliere pesanti e anticarro, stazioni radio mobili, ecc. La opportunità di detto mezzo nello scacchiere è dimostrata anche dall'esteso impiego che di queste camionette fanno i britannici, alcune centinaia delle quali sono state da noi catturate e rappresentano, presso i reparti, mezzi «prez1os1». La realizzazione di quest'autocarro leggero non dovrebbe rich iedere molto tempo, giacchè - come detto in altro punto della relazione - una camionetta Morris è stata consegnala fin dal novembre u.s. alla fiat a Torino. 14 - OCCORRONO AUTOCARRI LEGGERI RADIO (del tipo inglese Morris) con stazione della potenza RF3M. Devesi tener presente che i comandi tattici di C. d' A. e di Div. Cr., anche se non muovono dalla loro dislocazione, debbono tenersi collegati con le forze che vengono, quasi ogni giorno, inviate in ricognizione a distanze med ie tra 50 e 100 km. Per queste stesse ragioni si attendono colà le autoblinde che, con la stazione RF3M, consentiranno collegamenti superiori alla RF2CA.


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La meccanizzazione dell'Esercito Italiano 15 - AUTOVETTURE PER PISTE O FUORI STRADA:

attualmente soltanto la «FIAT 1100 militare» è in condizioni di muovere dappertutto e con la voluta celerità; tutte le rimanenti autovetture sono legate alla strada Balbia o a tratti perfettamente piani. I germanici, con le loro Mercedes e meglio ancora con le loro numerose Horch da 80 cav. con radio e con le loro «vetturette popolari», muovono dappertutto. Il Comando Superiore A.S. già da 2 anni addietro aveva fatto allestire un'autovettura veloce, per fuori strada, con autotelaio Fiat 2800. Una di esse è tutt'ora in servizio al Comando Superiore e, mentre per carrozzeria, attrezzature e accessori risponde bene, altrettanto bene non funziona per ripetute rotture all'asse dello sterzo e ... nessuno vuol più servirsene. Anche le autovetture Alfa Romeo 2500 hanno sospensioni rigide e gommatura insufficiente. Ricengo quindi che assai utile sarebbe inviare in A.S. per prova decisiva l'autotelaio Dilambda con riduttore, allestito dalla Lancia e che al Centro Studi non potè dimostrare le sue qualità perchè provato su terreni e pendenze che nulla hanno a che vedere con i terreni desertici dell' A.S. Detta auto, con una carrozzeria in lamierino di ferro, potrebbe essere avviata al Comando Divisione Ariete. 16 - CARRELLI PER RICUPERO CARRI M: è necessario che ogni reggimento carri disponga di 3 carrelli con trattore, in modo da poter caricare anche carri in avaria, senza rulli e portarli alle officine. . Il carrello può essere rapidamente studiato e realizzato, modificando eventualmente il tipo Strafurini col portare le ruote in parte esterne e in parte interne al carro, in modo da abbassare il complessivo. 17 - Per il ricupero di autoveicoli insabbiati OCCORRDNO DEI TRA TTORI POTENTI CON VERRICELLO (TIPO BREDA COL.) O CATERPILLAR: fino ad oggi si provvede sottopo nendo a sforzi inopportuni gli autocarri 3 Ro oppure carri M quando ve ne sono nelle adiacenze. Dappertutto si chiedono caterpillar o trattori germanici da 12 T . Occorrerebbe che ogni autoparco o frazione, dislocate in Sirte, el Agheila, Agedabia, Ghem ines, Bengasi, Koefia, Berta, ecc. ne fossero fornici e che almeno un paio fossero presso ciascuna divisione corazzata o motorizzata. Caratteristico il caso occorso a una unità autotrasportata in autocarri 3 Ro che, avanzando a notevole velocità, entrò con la maggior parte dei mezzi in un filone di sabbia cedevole, arenandosi: gli autocarri arretrati fermatisi in tempo manovrarono per liberare i primi, ma senza risultato. Fu un capitano germanico che, alcu ne ore più tardi, con un trattore da 5 T. provvide a liberare tutti gli autocarri.


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18 - A seguito di ciascun battaglione carri occorre una piccola AUTOBOTTE CON POMPE DI DISTRIBUZIONE per evitare lo sciupio che si fa con mezzi occasionali; è sufficiente la portata di un migliaio di litri. L'autobotte dovrebbe essere con autotelaio tipo camionetta, come il tipo Bedford britannico. 19 - Le fanterie motorizzate e i reparti dell'Ariete ABBISOGNANO DI AUTOCUCINE: la mancanza di queste li ha costretti a vivere di carne conservata e galletta per lunghi periodi, talora più di un mese consecutivo. Il 133° carristi ha già le cucine trainabili Nocentini, ma anche a queste è stato necessario apportarvi modifiche:

- cambio della gommatura semipneumatica montando le ruote di riserva dei dovunque 35, - rinforzo del timone, troppo debole e facile a flettersi e spezzarsi. Occorrerebbe fornirle anche di bruciatori di gasolio, giacchè nel deserto la legna non si trova (in A.S. è scarsa dappertutto) e il trasporto legna è ingombrante e costoso per il lungo percorso da compiere. 20 - TUTTI I RIMORCHI RINFORZATI VIBERTI per trasporto car-

ro M DEBBONO ESSERE DOTATI DI RAMPE DI CARICO da portarsi sistemate sotto il telaio o lateralmente. Con la già detta deficienza di automezzi, essi vengono continuamente inviati, coi trattori, a disimpegnare servizio di trasporto per conto del Comando Superiore o Intendenza, e quando tornano al reparto per trasportare carri non hanno mai pronte le poche rampe in dotazione; depositate lontane ai posti base od officine, oppure impiegano ore ed ore per effettuare il carico. Ciò tanto più che le rampe si dimostrano non sufficientemente robuste. Ne ho viste parecchie piegate ed inservibili. Occorre rinforzarle. 21 - GOMMATURE E MISURATORI DI PRESSIONE

È oramai fuori discussione la necessità di avere automezzi con gommature pneumatiche a grande sezione e bassissima pressione come - precedendo t utti - impiegano da tempo inglesi ed americani. Le camionetce inglesi, oramai leggendarie in A.S. per la loro mobilità attraverso i terreni desertici, hanno gommatura di sezioni enormi proporzionalmente al mezzo: Camionetta Morris piccola

gomm.

9

X

13

Camionetta Morris o Dodge o Ford media

gomm.

9

X

16

Camionetta Morris o Dodge o Ford grande

gomm. 10.5 x 16

Autoblinda Humber e Guy

gomm. 19.5 x 20


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Trattore da 87, da 40 e carro osservatorio

gomm. 10.5 x 20

Autosoccorso Chevrolet

gomm. 10.5 x 20

dal che risulta chiaro anche il concetto dell'unificazione delle gommature, che semplica il problema dei rifornimenti e dell'efficienza dei reparti. Gli inglesi hanno prescrizioni meticolose per la pressione delle gomme: specie nella stagione calda la pressione viene misurata e rettificata anche durante il movimento. Misuracori di pressione debbono essere distribuiti ai nostri reparti in A.S. ed occorre sia svolta anche una vera campagna di persuasione in argomento: ho domandato presso quasi tutti gli autoreparti se erano provvisti di misuratori e tutti, comandanti e truppa, hanno risposto negativamente. 22 - Il deserto e le piatte estensioni africane consentono la visibilità terrestre a distanze enormi e consentono anche il rapido movimento: per queste è necessario che autoblindisti, carristi, artiglieri, comandanti, SIANO FORNITI DI BINOCOLI (del tipo a 8 diametri) salvo i comandi avere almeno un . . . ncercatore penscop10. È necessario discernere in profondità i mezzi e gli scaglioni avversari, cogliere al loro inizio i movimenti obliqui di manovra; valutare le distanze dei vari scaglioni per l'intervento delle artiglierie, e senza un buon prismatico tutto ciò è molto difficile giacchè sul terreno piatto tutto lo schieramento avversario si riduce ad una sottile linea all'orizzonte. Ogni autoblinda, carro, semovente, osservatorio, deve essere dotato di binicolo: se la produzione è insufficiente si ricorra alla requisizione presso i privati civili e ufficiali di complemento non destinati a reparti combattenti.

23 - MANCANO BUSSOLE magnetiche-compensate o solari per il movimento nelle zone desertiche: tutti i carri inglesi autoblinde e camionette destinate a muovere nel deserto ne sono provviste. Ma ... sopra almeno 200 carri inglesi, che ho esaminati anche fuori le linee avanzate e sopra molte centinaia di camionette catturate, tutte le bussole, al pari di tutti gli altri strumenti di precisione, sono scomparse immediatamente. Tutti vogliono il «ricordo personale» ... Mi è stato riferito che i carri germanici usano una bussola «elettrica» che non mi è riuscito vedere: forse sarà visibile a Wunsdorf. 24 - OCCORRE PREVENIRE L'INCONVENIENTE DELLA POLVE-

RE SULLE MUNIZIONI, e specialmente sui nastri di mitragliatrice. Gli inglesi, ricchi di materie prime, confezionano i nastri di mitragliatrice carichi in apposite scatole di latta stagnata, il cui coperchio - afferrato con apposico anello - si apre assai facilmente a mano. I cartocci da 40 hanno una prima protezione metallica alla capsula, poi sono collocati in apposito tubo di cartone sagomato con feltro al fondo, indi in


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gruppi di otto sono collocati in apposita scatola di latta con maniglia e fermi speciali, fermati con coperchio pure con comoda maniglia: indi 2 di queste scatole sono collocate in un cofano di lamierino di ferro a doppia parete con imbottiture di ferro e con comodi manici pel trasporto. Le bombe fumogene da 40 sono collocate 2 a 2 in tubo di cartone sagomato: tre tubi sono legati assieme con maniglia, e due di questi insieme sono collocati in apposita cassetta di lamiera a doppia parete, manico ecc. Tutti gli esplosivi, cartocc i, nastri hanno analoghe ricche confezioni e sul campo sono preservate dalla polvere e sempre pronte all'uso. Non possiamo pensare a fare altrettanto, però contro l'invasione della polvere e sabbia, dovrebbe essere possibile provvedere preparando nastri da mitragliera carichi e bobine in apposite scatole - almeno di cartone - con listelli di carta incollata alle giunzioni per evitare la penetrazione della sabbia. 25 - SI RIPETONO CONTINUAMENTE I DANNEGGIAMENTI Al MATERIALI DURANTE IL CARICO E LO SCARICO Al PORTI DI IMBARCO E SBARCO. Recentemente carri e automezzi nuovi, appena arrivati in A.S. hanno dovuto essere inviati all'officine degli autoparchi, ove dovranno sostare molto tempo dato il forte lavoro del quale gli autoparchi sono oberati. E questo avviene ad ogni arrivo di carri. Si impone la necessità di evitare tali danneggiamenti disponendo che a Napoli e a Tripoli permanga una squadra di piloti (scegliendo i meno idonei fisicamente) incaricati delle operazioni di carico, scarico e pilotaggio fino alla località di consegna in A.S., località che, per i carri, potrebbe essere il Centro Carristi di Villaggio Corradini (100 km. da Tripoli).

IL COLONNELLO

(Bm:1 MAR10)


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NOTIZIE CIRCA L'IMPIEGO DEI CARRI E AUTOBLitlDE IN A.S. (Risposta al questionario dello S.M. - Uff. Add. n. 2847 del 15 febb. 1942-XX)

È già stato scritto all'inizio della presente relazione, che l'impiego delle unità e dei mezzi in A.S. è fatto in relazione all'ambiente geofisico, ai mezzi nostri disponibili e ai procedimenti e mezzi dell'avversario: è bene non dimenticarlo per darsi ragione di un impiego che, in talune circostanze, è contrario alle buone regole tattiche e tec niche. Ad esempio, come si potrebbe non affidare ai lenti carri armati i compiti celeri della r icognizione che spettano alle autoblinde, quando queste mancano in A.S.? Le presenti note si riferiscono a questo particolare impiego limitatamente a quanto mi è venuto a risultare. CoMPITI AFFIDATI ALLE UNITÀ CAR1USTE

Durante i periodi di grandi operazioni di movimento, come ad es. nelle d ue battaglie della Marmarica, le unità carriste hanno operato nel quadro d'impiego de!Je G.U. con compiti: esplorazione terrest re fino a distanze di un centinaio di km., attacco sia contro fanterie sia contro unità similari avversarie, - sfruttamento successo e rast rellamento delle ampie zone, - azioni di retroguardia. -

D urante i periodi di stasi e di attività ridotta, essi operano quasi sempre in gruppi tattici di composizione e forza proporzionata ai compiti: -

r icognizione terrestre,

-

ricognizione offensiva nel raggio di un centinaio di km. dalla base, occupazione preventiva di posizioni da presidiare poi dalle fanterie, riserva per eventual i azioni di contrattacco.

I reparti carristi abbisognano quasi sempre dell'appoggio di artiglierie equeste venivano dapprima autotrainate, poi autotrasportate: in co ndizioni quindi di non im mediato intervento (come necessario), di più len to e limicato 'movimento, di molta visibilità e vulnerabilità. L' introduzione dei semoventi ha facili tato molto la soluzione del problema ed ora i carri e i semovemi costituiscono gr uppi tattici molto omogenei coi quali vengono assolti i compiti sopra elencati, ad eccezione dell'attacco e dell'occupazione di posizioni pei quali essi ricevono sempre anche l'appoggio delle rimanenti artiglierie, specialmente di quelle a maggior gittata. Le batterie da 88/55 sono le piu idonee e le più apprezzate, ma ad esse manca un idoneo tratt0re al posto dell'accuale autocarro 3 Ro.


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fRONTI ASSEGNATE

Nell'esplorazione, ricogniz ione terrestre, sfruttamento del successo, occupazione preventiva di posizioni e in riserva per eventuali azioni di contrattacco, le unità carri operano e mantengono grandi intervalli tra carro e carro, sempre superiori al centinaio di metri: in detti compiti essi de bbono vedere od operare in condizioni di superiorità spirituale e non debbono presentare raggruppamenti vulnerabili. Sul terreno piatto africano le grandi fronti consentono anche un'ampia osservazione e quindi relativa sicurezza e spazio e tempo di manovra, mentre rendono difficile all'avversario l'esatta valutazlone delle opposte forze. Devesi tener conto ancora dell'intervento dell'aviazione da bombardamento, che giunge con velocità dieci volte superiore a quella dei mezzi terrestri e in pochi istanti copre vaste estensioni di bombe: se queste non colpiscono in pieno o quasi i carri, sconquassandoli, pongono sempre in crisi di efficienza gli equipaggi, che r imangono scossi e rintronati dagli scoppi violenti. Ai tipi di bombe impiegate, come da allegato n. 16 i britannici attualmente hanno aggiunto, sia contro reparti sia contro centri abitati, bombe di eccezionale effetto radente terra: sembra ad aria liquida. Nei rimanenti compiti di attacco, retroguardia, ricognizione offensiva i carri agiscono a masse più serrate, con intervalli dell'ordine di circa 50 metri. Quando hanno impiegato intervalli minori hanno subito sempre maggiori perdite e più facilmente sono stati avviluppati sui fianchi. Anche durante lo svolgimento di questi ultimi compiti le fronti vengono poi ampliate quando si presume una locale superiorità di forze sull'avversario, in modo da avvolgerle e soprattu tto vengono ampliate quando l'avversario non dispone a sua volta di carri. In alcune plaghe, come ad es. zona Ara F ileni - Agheila · Agedabia, zona Mechili - Tobruk, date le numerose e ignote zone minate (sulle quali con una certa frequenza saltano autoveicoli e uomini) i nostri carri marciano di preferenza, e finchè possibile, in formazioni profonde, in modo che i carri arretrati seguano le piste di quelli che precedono. Appena segnalato l'avversario o al primo colpo di artiglieria nemica essi si dispongono in formazione di combattimento.

SCAGLIONAMENTO IN PROFONDITÀ - DISTANZE E INTERVALLI TRA REPARTI

L'esperienza ha dimostrato che le unità carri si scaglionano in profondità «naturalmente» in relazione allo staro di efficienza del mezzo, alle caratteristiche del singolo percorso sul terreno, allo stato psico-fisico del pilota. In genere le compagnie e i battaglioni carri assumono formazione inizialmente lineare che, col procedere del movimento, diviene formazione profonda quasi quanto è ampia di fron te. Nel battaglione lo scaglione successivo segue a distanza che oscilla sul mi-


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gliaio di metri, in modo da aver tempo di cambiare direzione, quando opporcuno, e manovrare. Questo secondo scaglione in genere nuove con minore scaglionamento, sfruttando le piste dei carri che precedono. Nel senso delle fronte i reparti carri costicuenti una stessa ondata non prendono, in genere, intervalli molto superiori a quelli tra i singoli carri, col concetto di avere la massa materiale e forse per l'abitudine dei vecchi carristi ad un più stretto collegamento, necessario quando mancava la radio e quando si manovrava per <,imitazione». MODALITÀ D'AZIONE

I procedimenti britannici attribuiscono alle artiglierie un compiro preminente in favore dei loro carri, cosicchè i nostri carri che avanzano sono sempre assoggettati al tiro degli 87 per molti kilometri, prima che le nostre artiglierie possano rispondere e prima che i carri possano attaccare col fuoco l'avversario. Quasi sempre vengono dapprima incontrate delle autoblinde che, mantenendosi fuori tiro dei nostri 47, ripiegano in modo da tenere il contatto e attirare i nostri carri sui loro schieramenti di anticarro o su predisposte linee di fuoco d'artiglieria. Dopo dolorose esperienze i nostri n on si p restano più al gioco ma - mancando di analoghe autoblinde veloci per la individuazione del nemico e mancando di ricognizione aerea - non si trovano ugualmente in condizioni vantaggiose e fin iscono per dirigersi un pò a casaccio, sfruttando specialmente le indicazioni delle provenienze del tiro di artiglieria, il quale - peraltro viene fatto da batterie mobilissime, intervallate su ampia fronte. Ne deriva che talvolta i nostri carri vengono a presentare il fianco a unità corazzate nemiche, che stanno schierate e appostate in avvallamenti e in contropendenza, per creare la sorpresa ai nostri nel momento in cui si affacciano alla depressione. Le nostre unità sono allora costrette a manovre di conversione per dirigersi sulla formazione avversaria. Se i nostri carri si presentano nelle distanze utili di tiro dei carri nemici fermi e appostati (2000 m.) questi aprono il fuoco da fermo - molto preciso - passando poi, dopo alcune riprese di fuoco, al movimento. I nostri avanzano invece a tutto motore per diminuire le distanze e agire a lor volta col cannone. Se i nostri carri avvistano a maggiori distanze i carri nemici, entrambi dirigono ad incontrarsi. Se i nostri, ignari di uno schieramento avversario di anticarro si presentano alle distanze di tiro efficace (2000 metri) vengono assoggettati ad un fuoco denso e micidiale e generalmente sono costretti a ripiegare o a dirigersi in senso opposto, per sottrarsi ad un'azione che non può essere sostenuta con probabilità di successo.


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I carri britannici iniziano il fuoco, col cannone da 40/50, in genere sui 1500 m. e difficilmente attendono d i essersi più avvicinati, dato il rapido diminuire delle distanze. I carristi italiani invece, oramai esperti sulle ridotte possibilità del 47 /32, avanzano fino a portarsi al disotto dei 1000 m etri dall'avversario e allora iniziano il fuoco di risposta. Si tratta di poèhe diecine di mi nuti secondi di ritardo che non portano svantaggio, sia perchè il fuoco inglese facto in movimento era i 1500 e i 1000 metri è impreciso, sia perchè i nostri carri dispongono di minor dotazio ne munizioni (i britannici hanno sempre alme no 150 colpi) e il ritardo d'apertura del fuoco permette un tiro più ravvicinato e più efficace, e consente di non esaurire le munizioni prima dei britannici. C hi rimane per primo privo di munizioni è costretto ad abbandonare la lotta e ritirarsi, giacchè l'urto materiale o speronamento dell'avversario è pericoloso per entrambi e da entrambi evitato. La regolamentazione britannica prescrive che per far fuoco il carro si deve fermare: i nostri carristi affermano che i britannici fanno fuoco col carro in pieno movimento, cosicchè sviluppano una massa di fuoco celere ma disordinato, e di efficacia proporzionalmente inferiore a quello dei nostri 47 /32 (ved. relazioni fatta d'arma del 132° carristi). Successivamente le distanze si restringono sempre più lentamente: pochi carri nemici avanzano fino a 400 metri, qualcuno si avvicina anche a 200 metri, specialmente se può entrare in un intervallo per battere i nostri carri sul fianco : in questo caso i carri inglesi sfruttano appieno la loro maggiore velocità per avvolgere o manovrare riportandosi poi rapidamente al largo. Alle distanze minime dette (che si possono determinare sui 2 - 300 metri) uno dei due avversare, per un complesso di fattori vari, si sentirà in istato di inferiorità e ripiegherà evitando l'urto materiale. Saranno i carri che primi hanno esaurito le munizioni a ritirarsi, altri che hanno equipaggi feriti fanno altrettanto, il numero dei carri perduti nell'avanzata di combattimento avrà già molto assottigliato le unità sicchè il comandante che giudicherà di non poter continuare dovrà ordinare - se non avrà già subito - il ripiegamento. Nel ripiegamento i carri britannici, più veloci riescono sempre a svincolarsi e sottrarsi mentre i nostri - quando sono sopraffatti - hanno finito per essere catturati. Mov1MENTO

Sulle piste automezzi leggeri e isolati effettuano i percorsi a velocità medie di 30-40 km/h. ma autocolonne difficilmente raggiungono i 30 orari e reparti carri i 20 km/h. Fuori pista, le velocità realizzate dipendono dalle caratteristiche superficiali del terreno e dalle condizioni atmosferiche, giacchè mentre su terreni a piccoli cespugli con sabbia (ved. foto) la velocità non ha superato i 10 km orari,


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sui terreni consistenti e lisci, dell'immediato sud-Cirenaico tra Agedabia e Mechili, le velocità medie di piccole autocolonne hanno talvolta sorpassato i 30 km/h. Durante il ghibli le velocità vengono ridotte in relazione alla densità di trasporto sabbia e polvere, che può ridurre la visibilità a pochi metri di distanza. Le zone nelle quali il ghibli è normalmente più intenso si riconoscono dal movimento di sabbia quasi quotidiano che viene trasportata dal vento: attra· verso la strada asfaltata la sabbia passa come un corso d'acqua. Col crescere del vento la sabbia viene trasportata in maggior quantità annebbiando la visibilità, sotto le folate più forti si eleva turbinosa e flagellante: la parte più leggera viene trasportata lontana, anche nelle oasi, ove ricopre e secca le piantagioni. Sulla via Balbia la velocità degli autoveicoli, che normalme nte sorpassa i 60 km/h., durante i periodi di intenso ghibli viene ridotta alla metà e ad un terzo: fuori strada si riduce al passo d'uomo o si annulla con la fermata degli autoveicoli. Per il movimento notturno occorre distinguere: - durante i periodi operativi i nostri reparti combattenti di notte muovono, si spostano, operano profittando del naturale occultamento alle offese aeree: i combattenti britannici in genere mangiano e riposano; - durante i periodi di normale attività, ossia negli intervalli tra le grandi operazioni, sono i reparti britannici che più facilmente operano di notte mentre i nostri riposano e vigilano. N el movimento attraverso zone desertiche, sia di giorno sia di notte, man· tenere l'esatta direzione rappresenta una preoccupazione e una difficoltà per i comandanti. I nostri ufficiali sono sprovvisti di bussole e quelli che hanno potuto conquistare una bussola di carro inglese la tengono pr eziosa. Tutti i carri inglesi e parte delle camionette (destinate al deserto) sono provvisti di bussola magnetica compensata e di bussola solare universale (esemplari all'Ispettorato Truppe Motorizzate e Corazzate). Il Comando Superiore A.S. ha fatto allestire una bussola solare semplice e pratica (esemplare all'Ispettorato Truppe Motorizzate e Corazzate) ma tut· tora manca la bussola magnetica, indispensabile per la notte o quando il cielo è coperto da nuvole o per ghibli. Con la bussola occorre procedere traducendo graficamente le deviazioni di rotta su apposito piano, in relazione ad una precisa valutazione delle distanze volta a volta percorse: si richiede per ogni unità un «ufficiale di rotta» specializzato il quale disponga di automezzo con tachimetro, orologio, piano di rotta orizzontale illuminato, bussola, decimetro, ecc.: nelle sue mani è affidata l'in. tera unita. È necessario dare disposizioni e istruzioni perchè ogni unità che può agire isolata - e quindi a cominciare dal battaglione - istruisca un ufficiale di rotta più uno «di ricambio». Ciò indipendentemente daJle squadre di pilotaggio nel deserto assegnate alle G. U.: potrebbero essere queste a istruire gli ufficiali di rotta. \


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Il collegamento nelle unità carriste è tenuto agevolmente con la radio nelle operazioni che hanno svolgimento regolare e previsto. Quando le operazioni divengono impreviste e disordinate e i reparti rimangono isolati o frammischiati per lungo tempo, anche la radio non assicura il collegamento. Nella 2a battaglia della Marmarica unità, piccole e grandi, sono rimaste durante periodi di molte ore e talora intere giornate senza il collegamento tra loro, nè con comandi superiori. Elementi carristi inviati a cooperare con unità di fanteria non ricevettero assegnazione di m ezzi di collegamento e questo - quando fu mantenuto lo fu con motociclisti o invio di carri o di ufficiali in autovettura.

COMPORTAMENTO DEI MEZZI E MATERIALI - VEO. FASCICOLO A PART E. SOSTE

Unità e reparti corazzati debbono, di massima, sostare sotto la protezione delle fanterie, più idonee alla vigilanza, mentre il personale carrista - non abbondante - deve attendere alla continua messa a punto del materiale che richiede tutto il tempo non dedicato all'azione. Tutte le unità nel deserto debbono guardarsi da ogni lato: l'occupazione del terreno non può essere continua e il nemico può giungere inatteso anche sul tergo. Quando l'unità carrista deve provvedere direttamente alla vigilanza e difesa nella sosta, scagliona i carri disponendoli, possibilmente, in contropendenza e a larghi intervalli e distanze (150 - 50 metri) in modo che le torrette non sporgano dall'orizzonte, e spinge avanti e attorno pattuglie di carristi appiedaci, per la vigilanza. Di notte spingerà a maggior distanza e nelle direzioni principali qualche carro, pronto a dare l'allarme. I reparti di fanteria si dispongono «in caposaldo» o in linea di capisaldi. Ciascun caposaldo è presidiato al massimo da un battaglione, con aliquota di artiglierie, in misura di agire su orizzonte di 360°. Il nostro avversario è molto dettagliato nella organizzazione delle soste: si allega copia di disposizioni emanate da un comandante di battaglione degaullista operante in Cirenaica. AZIONE DI COMANDO

Nei minori reparti, come nelle grandi unità, è esplicata dalla diretta e personale azione del comandante. Nelle grandi unità il comandante si vale del suo stato maggiore, ma per lo svolgersi movimentato degli avvenimenti con ampi spostamenti quotidiani e per la necessità dì essere orientato su situazioni che non si afferrano facilmente (soprattutto per mancanza di punti topografici di riferimento), lo stesso comandante di G.U. è coinvolto direttamente nella battaglia. Necessitano comandanti di particolare equilibrio di nervi per dirigere tempestivamente e mantenere la situazione in pugno.


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I comandi, a cominciare dal battaglione e nei reparti corazzati a cominciare dal carro, sono provvisti di stazioni radio - base dei collegamenti in A.S. - di motociclisti e di autovetture. Poichè avviene, però, che reggimenti e battaglioni e talora compagnie carri operino distaccati di 50 o 100 o più km. dall'unità superiore, pur rimanendo alla sua diretta dipendenza tattica, così è necessario disporre di apparati radio di maggior portata: si sente la necessità di stazioni RF3M da assegnare di volta in volta alle unità interessate, il che avviene ogni giorno. La r icognizione di una compagnia carri con 6 semoventi a Sidi Breghisc (ved. allegato), a distanza di circa 70 km. dal proprio comando di reggimento, rappresenta un avvenimento normale. I comandi di brigata, divisione, corpo d'armata sono tutt'ora sprovvisti di un autoveicolo blindato con radio, col quale poter partecipare direttamente all'azione: i comandi inglesi dispongono di autoblinde e i comandi germanici dispongono di autoprotetti semicingolati, veramente insuperabili. I nostri comandanti di C. d' A. in azione muovono in autovettura scoperta, avendo talvolta in servizio di collegamento un ufficiale inferiore germanico fornito di autoprotetto-semicingolato-comando con radio, di autoblinda e ... di semoventi controcarro e controaerei per protez.ione personale e per assicurare l'esecuzione del compito. Se manca l'assegnazione dei mezzi adatti, già previsti dalle formazioni organiche al comando della brigata, divisione, da estendere in A.S. anche al comando di C. d'A., l'azione di comando di questi, nelle fasi operative più movimentate e frammischiate, come è avvenuto nel primo periodo della 2a battaglia della Marmarica, non può che essere incompleta. COLLEGAMENTI

Nelle unità carristi è in corso di completamento la distribuzione delle stazioni radio colle quali si effettuano i collegamenti in stazione ed in azione. Le stazioni radio RFlCA assicurano il collegamento diurno a 5-6 km. e notturno sui 20 km. Le stazioni radio RF2CA assicurano il collegamento di giorno fino a 20 km. e di notte su 40 km. Nella ricognizione del 16/III venne mantenuo il collegamento in pieno gio rno con la RF2CA dei carri centro radio fino a 60 km., in condizioni atmosferiche veramente favorevoli e con il silenzio di tutte le altre staz1oni nostre dislocate in zona Mechili. Le stazioni R 2/3 in cofani pel comando reggimento carri non hanno soddisfatto causa il loro funzionamento solo in telegrafia, la limitata portata e gamma di frequenza e la necessità di funzionamento a terra e non su autoveicoli. Occorre sostituire con stazioni RF2 in cofani. È necessario avere accumulatori di ricambio per assicurare la continuità di funzionamento dei carri e delle stazioni radio. I carri centro radio debbono avere differente sistemazione delle stazioni


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e - dovendo funzionare anche qual i carri comando - è bene siano senza cannone (esternamente potranno avere un finto cannone) come è detto nelle «osservazioni e proposte». TIRO

LE MITRAGLIATRICI sono poco impiegate nell'attacco perchè l'attacco è svolto principalmente dall'artiglieria e dai carri. Le fa,nterie autoportace l'impiegano in genere da fermo con carattere difensivo e frontale, senza il ben noto incr ocio, e a d istanze inferiori ai 500 metri. Le mitragliatrici sono disposte attorno ai capisaldi - ciascun o di battagl ione - in appostamenti in iscavo, non mimetizzati superiormente per mancanza di reti e qui ndi molto visibili dall'aereo. La mitragliera da 20 è generalmente impiegata contro aerei, e rara mente contro mezzi blindati nemici che non si avvicinano o che - di fronte alla nostra avanzata - si mante ngono fuori tiro. D el tiro col cannone del carro è già stato detto nelle «modalità d'azione». Il fuoco dei pezzi da 75/27 e 100/17 è stato impiegaro con carattere difensivo contro l'attacco di carri nemici, ma soverchiato spesso dalla controbatteria degli 87, fuori tiro dei nostri pezzi, e dall'intervento dell'aviazione. In attacco parteciparono portandosi avanti, in linea coi carri o sui fianchi per svolgere sopratt utto azione controcarro e controbatteria. Le artiglierie da 75/40 e da 88/55 parteciparono attivamente alla controbatteria sugli 87, alla preparazione, all'azione controcarro. I semoventi da 75 hanno partecipato all'azione mantenendosi a stretto contatto con la p r ima o ndata di carri, e, p iù bassi di sagoma, con arma più potente, con la maggiore prontezza di fermarsi per eseguire il tiro, hanno potuto recare offesa così forte sui carr i br itannici da impressionarli fortemente. Prigionieri catturati hanno concordemente dichiarato che gli italiani avevano messo in azione nuovi carri molto potenti ... La novità deve aver provocato decisioni da parte avversaria per analogo allestimento di semoventi, ch e erano già stati ripetutamente richiesti dai loro comandanti di unità corazzate, cd è lecito attendersi una non lontana entrata in linea d i semoventi da 87. I germanici sempre più convinti della fisionomia della prossima battaglia, ossia combattimento a dista nza di artiglierie mobilissime e fautori della mobilità delle artiglierie anche pesant i, hanno ora portato in linea: - batterie concroaeree russe da 76/50 autotrainate, per compiti di controcarro e contro batteria, unità carri ID con pezzo da 75 lungo (probabilmente sui 35 - 40 ca\.), -

batterie da 76/50 russe installate su trattori semicingolati,

- batterie di semovent i da 150 (ved. foto grafie), tutte servite da trattori munizioni con rimorchio, da semicingolati con rimorchio : il rimorchio mu nizioni da 1 tonnellata di carico è diffuso e di grande utilità.


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IMPIEGO DEI CARRI

Per ora i carri non sono intervenuti ad agevolare compiti esplorativi delle autoblinde: mancando queste ultime le hanno sostituite nel loro compito a scapito della celerità di esplorazione e dell'efficienza del reparto carrista. Non appena le autoblinde arriveranno è intendimento di sostenerne l'azione esplorante con aliquote di carri. Concorso alla sicurezza è stato affidato a piccole unità carri, soprattutto carri L 3, finchè ve ne erano disponibili, e solo eccezionalmente a reparti carri M di forza non superiore alla compagnia. Una compagnia, nel secondo ripiegamento dalla Marmarica ha agito a disposizione di una autocolonna di reggimento fanteria in ripiegamento, che, composta di autocarri procedenti in fila su pista, era assai esposta e vulnerabile: l'ufficiale comandante ha dichiararo di non aver avuto nessun ordine preciso dal Comandante di reggimento e di aver dovuto agire di iniziativa. Cooperazione allo sfruttamento del successo: nella seconda rioccupazione della Cirenaica pochi carri poterono partecipare allo sfruttamento del successo, giacchè l'avversario ebbe a ritirarsi con notevole velocità incalzato dal gruppo germanico Mark. I nostri reparti carri superstiti seguirono e, dopo un breve scontro in zona Solluch, effettuarono l'avanzata come un qualsiasi trasferimento. Incursioni in profondità del dispositivo nemico si verificarono con modalità analoghe alla ricognizione offensiva del 16/III, descritta a parte. Tali puntate non si possono chiamare «incursioni nel dispositivo nemico» giacchè lo schieramento avanzato avversario è sempre tenuto molto lontano dal nostro: nella zona interposta muovono truppe leggere e mobili di esplorazione ed osservazione che, di massima, evitano il combattimento e che al più tendono a svolgere azione di molestia sui nostri capisaldi avanzati. Le nostre puntate sono generalmente condotte da una compagnia carri e da una batteria semoventi, unici mezzi celeri dei quali si disponga. La rottura di organizzazioni difensive campali fu effettuata solo per brevi tratti sulla linea d'assedio di Tobruk: i carri agirono a piccoli reparti per avvolgere e conquistare fortini avanzati, preceduti da una lunga preparazione d'artiglieria. La loro azione si limitò quindi a catturare i presidii dei successivi fortini, neutralizzati dall'artigl. e impressionati per l'avvenuta penetrazione d~i carri. Nulla da dire per l'appoggio nelle azioni delle unità motorizzate. IMPIEGO DELLE AUTOBLINDE

L'impiego del nostro plotone sperimentale inviato in A.S. è avvenuto in condizioni eccezionali e non si possono trarre molte conclusioni. Le autoblinde 40 date alla P.A.I. attualmente operano in pattuglie a sostegno di reparti di polizia che rastrellano il Gebel Cirenaica, infestato da arabi ribelli.


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Per l'impiego delle auto blinde in A.S. valgono piuttosto gli insegnamenti che si possono desumere dall'impiego che ne fa l'avversario, essenzialmente per l'esplorazione avanzata di grande unità, per esplorazione ravvicinate dei reparti coraz:tati, per ser vizio d'artiglieria e per puntate in profondità nei larghi intervalli del nostro schieramento. Le autoblinde inglesi procedono in esplorazione ampiamente intervallata - fino a 1-2 km. - seguite in genere da un paio di carri di sostegno ogni gruppo di 3 autoblinde. Per questo sostegno vengono impiegati, molto spesso, i carri americani da cavalleria, Tank light Mark II A 4 che muovono sui terreni desertici fino a 60 km/h. Nello sfruttamento del successo - 2a battaglia della Marmarica - esse muovevano a pattuglie, sfruttando itinerari secondari della Balbia o a cavaliere delle piste desertiche per prevenire le nostre truppe in ripiegamento e molestarle lungo la stessa via Balbia. T alvolta esse agivano, e agiscono tutt'ora, con la collaborazione di batterie installate su camionette (di tipo medio) o di batterie da 87, tanto rapidamente trainate da essere ora designate con l'appellativo di «artiglierie volanti». Dell'azione di queste ho già detto in precedenza. Autoblinde che giacciono tutt'ora distrutte nella zona di Solluch, di Antelat, Saunnu, Agedabia, Uadi el Faregh, El Agheila, sud Ara Fileni, e pezzi da 87 e da 40 catturati attestano di questa loro azione ardita, spinta fino sotto l'azione delle nostre artiglierie. Pattuglie autoblinde inglesi che incontravano reparti di fanteria autocarrati o appiedati le circondavano con ampio carosello mitragliandole e stringendo via via le distanze, finchè le truppe appiedate erano costrette a soggiacere. Se però queste disponevano di controcarri o almeno armi da 20, le autoblinde si mantenevano a distanza segnalando la situazione ai carri sostegno o ai comandi, che provocavano l'intervento di unità carriste prossime o dell'aviazione da combattimento. Oggi tutti i reparti dispongono di armi controcarro ed è da r itenere che in avvenire l'azione delle autoblinde britanniche non avrà più i facili successi ottenuti in passato, almeno presso le unità formate con compagnie nuovo tipo (un plotone fucili mitragliatori, un plotone mitraglieri, un plotone da 20, un plotone da 47). Se le pattuglie autoblinde inglesi prendevano contatto con i nostri reparti carristi, o artiglierie, si mantenevano a distanza e provocavano l'intervento della ricognizione aerea seguita spesso dall'aviazione da bombardamento. Alcune di queste azioni di bombardamento aereo, specialmente nel 1 ° perido della 2a offensiva di Marmarica, contro unità carriste e anche contro reggimenti di fanteria (Divisione Trieste) furono grandiose e condotte fino da 60 - 70 apparecchi contemporaneamente. È soprattutto l'intervento dell'aviazione da combattimento e da bombardamento la conseguenza più inattesa, e per noi più dannosa, dell'attività esplorante delle autoblinde, potendo essa manifestarsi in brevissimo tempo dalla presa di contatto e non potendo i nostri reparti sottrarvisi se non con lo «sparpagliamento» che allenta fortemente i vincoli tattici, paralizza ogni attività e rende lungamente insensibile l'azione di comando.


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CONCLUDENDO

è sempre svolto dalle unità corazzate

e dalle artiglierie, - le fanterie arrivano, sotto la protezione dei corazzati, per occupare le posizioni e opporsi con i mezzi di arresto al contrattacco nemico, - la manovra si effettua soltanto valendosi degli automezzi, -

L'attacco

- truppe che non dispongono di automezzi - se non si interrano divengono sicura preda del fuoco e dei mezzi corazzati avversari. Sul terreno desertico, dove la visibilità a distanza è molto simile a quella sul mare, la battaglia ha assunto le caratteristiche del combattimento navale: - le formazioni, lo scaglionamento dei mezzi, le trasformazioni delle grandi unità corazzate sono analoghe e vengono, come nelle formazioni navali, radio-comandate, - le artiglierie a grande gittata sfruttano, appena possono, le loro maggiori possibilità sull'avversario che non dispone di analoghi mezzi. - i mezzi veloci serrano il più presto possibile le distanze per poter intervenire a loro volta, - il fuoco è eseguico mantenendo le unità <<in movimento» con tiro diretto, celere, osservato, - le unità manovrano talora sfruttando cortine di nebbia artificiale, - l'unità che si sente inferiore inverte la rotta prima di addivenire all'urto. Il combattimento si svolge a distanze sempre maggiori tra gli avversari e diviene sempre più combattimento di artiglierie, per le quali non sono più necessari i 360° di brandeggio delle armi. Se, quindi, è ancora vero che il carro armato mantiene la sua parte preminente nella battaglia odierna, è pure vero - e rispondendo a naturale evoluzione - che, di fronte alle masse di carri e ai sempre più densi schieramenti di anticarro, le artiglierie acquistano sempre maggiore importanza in funzione di controcarro e soprattutto le artiglierie semoventi che, di fronte ai carri, sono complessivamente meno visibili, più leggere, più veloci e dispongono di armi più potenti. Nella battaglia prossima i carri e i semoventi combatteranno secondo nuove forme : fo rse ad un certo momento saranno i semoventi che precederanno i carri, dei quali - sia pure in una fase iniziale - avranno assunto il compito. Nell'attesa le nost re unità desiderano autoblinde e carri, semoventi da 47 e da 75 e autocannoni da 90. «Carburanti, carri, semoventi, molti semoventi e cannoni ...». Questo solo hanno ogni giorno richiesto ufficiali e anche semplici soldati, in una sola volontà: «VINCERE». IL COLONNELLO M. B1zz1




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