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STATO MAGGIORE DELLESERCITO UFFICIO STORICO
SALVATORE LOI
LA BRIGATA D'ASSALTO ITALIA 1943-1945
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S.f\i·;.E. BIBLIOTECA M,LJTARE CENTRALE CATG.
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ROMA - 1985
PROPRIETA' LETIERARIA
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© By ufficio storico SME - Roma 1985
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PRESENTAZIONE
Della partecipazione della brigata «Italia» alle operazioni di guerra svoltesi in territorio jugoslavo dal settembre 1943 al maggio 1945 si è avuta per lungo tempo una conoscenza molto approssimativa. L'Ufficio Storico, anche quando era privo di una adeguata documentazione, non ha ignorato l'attività della brigata. Infatti nel saggio «La guerra di Liberazione - Scritti nel Trentennale» (pubblicato in prima edizione nel 1975 e in seconda nel 1979) ha dedicato a quella Unità un paragrafo, breve perchè redatto sulla scorta delle notizie limitate di cui all'epoca disponeva, ma evidenziante l'ottimo comportamento dei suoi reparti, interamente formati da nostri soldati che avevano orgogliosamente reagito alle drammatiche vicissitudini post-armistiziali. Avendo recentemente acquisito un esauriente e preciso carteggio sulle vicende operative della «Italia», lo Stato Maggiore dell'Esercito ha deciso di dedicarle un volume. La unicità del le fonti - che coprono tuttavia ogni momento della storia della brigata - ha suggerito una impostazione metodologica dell'opera differente da quella abitualmente seguita. Sono i documenti a costituirne, essi stessi, il tessuto rievocativo; pertanto sono riprodotti nella loro stesura integrale, e non selettivamente utilizzati come appendice. Il volume è corredato di una monografia che di quegli atti ripropone una rilettura organica e coordinata, ed è completata da argomenti di innegabile interesse, come la elencazione dei Caduti e dei decorati, la cronologia dei combattimenti affrontati dai vari reparti della brigata ed altri. I documenti - occorre sottolinearlo - sono compilati con un linguaggio non univoco: alcuni si identificano in puntuali e gergali annotazioni di fatti; altri riflettono condizioni emotive personali e descrivono caratteri ed ambienti. Opportunamente l'autore della monografia - il professore Salvatore Loi, esperto ed attento studioso delle vicende belliche nei Balcani, delle quali fu anche protagonista - nel riferirsi ad essi, vi ha di volta in volta conformato il tono espositivo. La edizione del presente volume è infine rispondente ai compiti istitutivi dell'Ufficio Storico, nei quali è compresa la ricostruzione storjca delle campagne e degli avvenimenti militari in cui furono impegnate Unità (regolari) italiane. Un doveroso e sentito ringraziamento al Sottotenente dei bersaglieri M.O. Giuseppe Maras - Comandante della Brigata d'assalto «Italia» per aver donato copia fedele dei documenti, e per aver concorso al perfezionamento filologico delle denominazioni slave. Il Capo dell'Ufficio Storico
PARTE PRIMA
DOCUMENTI POCO CONOSCIUTI
AVVERTENZA
I Diari pubblicati nel presente volume corrispondono fedelmente e integralmente, nel testo, agli originali che il comandante della brigata «Italia», medaglia d'oro Giuseppe Maras, ha donato in fotocopia all'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito. Si è proceduto a uniformare sia la nomenclatura, sia la indicazione numerica delle unità di vario livello (ad esempio, i battaglioni e le divisioni sono contrassegnati con cifre arabe, le brigate e i Korpus con cifre romane). Ove possibile, è stata perfezionata, soprattutto nei segni diacritici, la trascrizione delle località citate, avendo riguardo sia alle denominazioni dell'epoca, sia alle pur lievi variazioni regionali esistenti nell'ambito della lingua jugoslava (serba - croata slovena). Si è infine ritenuto opportuno accompagnare con la traduzione italiana i termini e le brevi frasi in lingua slava che figurano nei testi.
NOTA GRAFICO - FONETICA
I termini jugoslavi di personaggi, località ecc. sono trascritti nella loro lezione originale. Allo scopo di facilitarne la corretta pronunzia, si riassumono alcune indicazioni di massima.
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= e = cc =z = gg = idem = g
j
= i = e = gl = gn = ss = se =s = j
é
c e dj dz g
h lj nj s s z
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z
di facile di faccia di prezioso di pioggia ma più tenue di gamba, prescindendo dalla vocale che segue normale toscana di figlio di montagna di massa di scena di rosa francese
I nomi delle località sono indicati nella lezione slava, ed in alcuni casi nella trascrizione italianizzata, mantenuta per aderenza al testo dei Diari.
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DIARIO STORICO DEL BATTAGLIONE GARIBALDI 11 settembre 1943 -29 ottobre 1944
COMANDO BATTAGLIONE «GARIBALDI»
11 settembre 1943 - Sabato Spalato. In seguito all'armistizio, si delinea un movimento antitedesco e, di conseguenza, favorevole ai partigiani, ai quali molti militari nostri hanno già consegnato volontariamente le armi. Già dalfa sera del 1O settembre, il cap. Elia Francesco, dei CC.RR. di Spalato, è passato ai partigiani. Nella giornata dell'l 1, vi passano il ten. Mongilardi Ilare del 4 ° bersaglieri, il s. ten. Leone Edmondo del 6° battaglione mitraglieri di C.A., il s.ten. carrista Giordano Antonio, portandosi al seguito un nucleo di militari armati ed equipaggiati. I suddetti raggiungono Dubrava, ove trovasi il comando partigiano, dal quale vengono accolti bene. Con i militari affluiti, i predetti ufficiali cominciano ad organizzare un reparto di italiani, capaci di combattere e di essere impiegati in breve tempo. La sera stessa, infatti, un reparto del 6° (battaglione) mitraglieri, con 4 «Breda», al comando del s.ten. Leone, si reca a prendere posizione a Naklice, per fronteggiare ed ostacolare eventuali tentativi di uscita degli ustasci da Almissa. Cielo sereno. Caldo.
12 settembre 1943 - Domenica Spalato. Continuano, da parte di nostri militari, le cessioni delle armi ai partigiani. La situazione è caotica. Il gen. Becuzzi, comandante la divisione «Bergamo», non sa o non vuole prendere alcuna decisione. Mentre è in trattative con i partigiani ai quali fa consegnare le armi, cerca di mettersi in comunicazione con i tedeschi che si trovano a Signo, per sollecitarli ad occupare Spalato. La popolazione è spaventata. I primi Stukas fanno apparizione sulla città. I cittadini italiani si radunano davanti al comando della divisione, chiedendo i mezzi per tornare in Italia. Il caos aumenta. Incomincia lo svaligiamento dei magazzini generali. Il t.colonnello Venosta Attilio, comandante i CC.RR. del XVIII C.d'A., il capitano
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Giancola Cesare, comandante i CC.RR., della div. «Bergamo», il tenente Mambor Felice, comandante la 259 a sez. CC.RR., il s. ten. Tinto Luigi, comandante la 328a sez. CC.RR., si riuniscono e decidono di passare ai partigiani per combattere contro i tedeschi, anziché diventare loro prigionieri. A tale scopo si mettono in contatto anche col t.colonnello Venerandi Luigi, comandante il 9° battaglione CC.RR. mobilitato, il quale ha deciso anch'egli di passare ai partigiani e sta riunendo i suoi uomini. In serata, d'ordine del gen. Becuzzi, tutti i militari italiani vengono adunati al campo di concentramento di Spinut e dei cappuccini. Cielo sereno. Caldo.
13 settembre 1943 - Lunedì Spalato. Il t.col. Venosta, il cap. Giancola, il ten. Mambor si recano a Spinut ove parlano ai loro carabinieri colà concentrati, invitandoli a seguirli per passare nelle file partigiane. Oltre un centinaio, tra sottufficiali e carabinieri, aderiscono all'invito e vengono accompagnati presso il comando del gruppo CC.RR. dove si riarmano e si costituiscono in reparto agli ordini del t.col. Venosta. Il ten. Mongilardi è sempre a Dubrava per l'organizzazione dei militari isolati che convengono colà. Il s.ten. Leone, col suo reparto, è sempre sulle posizioni di Naklice da dove, nella giornata, esegue raffiche di mitragliatrice contro i fortini nemici di Almissa, provocando la reazione avversaria che spara con mortai. Squadriglie di Stukas bombardano il porto di Spalato, la stazione ferroviaria, la città di Salona, le postazioni di monte Kila, e riforniscono di viveri gli ustasci assediati nel castello di Clissa (Klis). La popolazione è in orgasmo. Mancano i rifugi, scarseggiano i viveri e l'acqua. I t.col. Venerandi e Venosta prendono contatto con i comandi partigiani di Spalato e col dott. Ivo Ribar, del Comando supremo di Tito, per il nostro impiego. Al comando del Gruppo CC.RR. affluiscono, intanto, altri militari del 9° battaglione mobilitato ed anche militari di altre armi che desiderano combattere contro i tedeschi. Viene istituito un ufficio reclutamento, diretto dal cap. dei CC.RR. Cerica Guglielmo.
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14 settembre 1943 - Martedì Spalato. Verso le ore 17 il nostro reparto, forte di 150 uomini, al comando del t.col. Venosta, col cap. Giancola, ten. Mambor e s.ten. Tinto, viene avviato a Salona dove, in seguito ad ordine del comando di brigata partigiano, viene schierato in una vigna col compito di respingere a tutti i costi l'eventuale avanzata dei tedeschi, da Clissa verso Spalato. Verso le ore 18, probabilmente perché avvistato dal forte di Clissa, il nostro reparto viene sottoposto a ripetuti attacchi da parte di squadriglie di Stukas che bombardano e mitragliano, fino a notte, senza conseguenze. Durante la notte, le nostre posizioni vengono battute dall'artiglieria del forte di Clissa. Il nemico, però, non fa alcun tentativo di avanzare verso Spal ato. Il s.ten. Leone, col suo reparto, mantiene immutate le posizioni di Naklice, vicino Dugirat, nonostante che il nemico, da Almissa, cerchi di batterle con i mortai. Cielo sereno. Caldo.
15 settembre 1943 - Mercoledì Salona. Il nostro reparto mantiene le posizioni per tutta la giornata, nonostante ben undici attacchi aerei nemici. Verso le ore 20 si riceve l'ordine di rientrare a Spalato, dovendo il reparto organizzarsi meglio ed essere avviato in altra zona. A Spalato gli uomin i vengono accantonati nei locali del comando Gruppo. A Naklice, posizioni immutate. Molto attiva l'aviazione nemica che bombarda Spalato e le posizioni di Salona e di monte Kila. Si ha notizia che un reparto tedesco, in marcia da Signo verso Spalato, è stato attaccato dai partigiani nei pressi di Grlo e costretto a ripiegare. In serata il t.col. Venosta ed il cap. Giancola si recano nuovamente a Spinut per convincere altri militari a passare nelle file partigiane. Cielo sereno. Caldo. 16 settembre 1943 - Giovedì Spalato. Verso le ore 21 , si riceve l'ordine che il nostro reparto deve raggiungere Dubrava ove dovrà essere inquadrato con gli altri militari italiani, colà radunati. Parte un primo scaglione, autocarrato, di circa 100 uomini, col maresciallo Mogavero Natale, che
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giunto a Zrnovnica, prosegue a piedi per Dubrava. Verso le 23.30 parte il 2° scaglione di circa 50 uomini, col t.col. Venosta, cap. Giancola, ten. Mambor e s. ten. Tinto. C'è anche il s.ten. medico Baldanza, con due infermiere e con materiale sanitario. Si giunge a Zrnovnica verso le 24. Quivi il comando partigiano ci avverte che il nostro scaglione, anziché a Dubrava, deve avviarsi verso Zadvarje per ostacolare l'avanzata di una colonna tedesca che da Imotski punta su Spalato. Si rimane in attesa degli autocarri che dovranno trasportarci fino a Tugare. Le posizioni di Naklice sono immutate. Cielo sereno. Caldo.
17 settembre 1943 - Venerdì Zrnovnica. Verso le 3 giungono gli automezzi che debbono trasportarci verso Zadvarje. Si giunge a Tugare alle 4.30 e si prosegue a piedi per Gata, ove un comandante partigiano ci avverte che il nemico, con un'autocolonna protetta da 6 carri armati, è già in vista con direzione Spalato, e ci assegna il compito di sbarrargli la strada nei pressi di Zvecanje ove è stata già praticata una interruzione stradale. Con un solo autocarro, in due riprese, vengono avviate sul luogo le squadre al comando del ten. Mambor e del s.ten. Tinto; quella del cap. Giancola prosegue a piedi. Verso le ore 7, le prime squadre, giunte nei pressi dell'interruzione stradale di cui sopra, si trovano improvvisamente davanti all'autocolonna nemica che è già arrivata e che sta riparando l'interruzione per passare. I nostri reparti aprono subito il fuoco, provocando la reazione avversaria che fa largo uso dei cannoncini e delle mitragliatrici situate sui 6 carri armati. I nostri, presa un po' di quota, rispondono con accanimento, con le armi individuali e con le bombe a mano, coadiuvati in un primo tempo dal tiro di un nostro cannone anticarro (che viene presto identificato e messo fuori uso) e poi da una mitragliatrice Breda che si è riusciti a mettere in funzione. Dopo qualche ora di fuoco il nemico, disorientato, inverte la marcia e si ritira su Imotski, lasciando sul terreno tre morti e tre carri armati in fiamme. Da parte nostra rimane ferito da schegge di granata il carabiniere Piccolini che viene avviato all'ospedale di Spalato. Gli uomini vengono sistemati sulle posizioni che mantengono. Le posizioni di Naklice restano immutate. Sparatorie da ambo
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le parti. Attiva l'aviazione tedesca che bombarda e mitraglia ripetutamente Zrnovnica e Dubrava. Cielo sereno. Caldo.
11 settembre 1943 - Sabato Zvecanje. Vengono mantenute le posizioni. Il nemico ha ripiegato su Imotski. Verso le 19, vengono lasciate le posizioni di Zvecanje e presa quelle di Gata (Chiesa di S. Giorgio), sovrastante la città di Almissa, ed a cavallo delle rotabili Gata - Spalato e Gata Almissa. Il nemico, in Almissa, è sistemato entro la città, protetto da una cintura dj fortini in cemento armato, entro i quali, però, ha rinchiuso anche molti familiari dei partigiani, per impedire a questi ed a noi di spararci contro. La nuova posizione è sotto il tiro dei mortai nemici le c ui granate, però, non arrecano alcun danno. Durante il giorno, squadriglie di Stukas hanno ripetutamente sorvolato la zona, bombardando e mitragliando, senza conseguenze. A Naklice, posizioni immutate. A Dubrava, il cap. Elia ed il ten. Mongilardi continuano ad organizzare i militari colà affluiti. Cielo sereno. Caldo.
19 settembre 1943 - Domenica
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Gata. Gli uomini vengono dislocati in postazione, fronte ad Almissa. Si dispone di 6 mitragliatrici «Breda 37 », due mitragliere da 20 mm ed un cannone da 65/17. Durante la giornata il nemico spara, senza esito, sulle nostre posizioni, numerosi colpi di mortaio. Squadriglie di Stukas, pure senza esito, bombardano e mitragliano ripetutamente. Da parte nostra vengono eseguite raffiche di mitragliatrice e tiri di mitragliere contro gli ustasci di Almissa che si vedono circolare intorno ai fortini. Le posizioni di Naklice rimangono immutate. Verso le ore 17, squadriglie di Stukas, dopo aver lanciato mamfestini sul campo di concentramento di Spinut, picchiano e bombardano e mitragliano le baracche dove sono riuniti i nostri militari, uccidendone oltre 250 e ferendone molti altri. Cielo sereno. Caldo.
20 settembre 1943 - Lunedì Gata. Posizioni immutate. Continuano i tiri di mortaio nemici e le incursioni aeree, senza provocare vittime. Cielo sereno. Caldo.
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21 settembre 1943 - Martedì Gata e Naklice. Posizioni immutate. Tiri d 'artiglieria ed incursioni aeree nemiche. Notizie da Spalato segnalano una forte press ione tedesca da Clissa su Salona. Si comincia a parlare di sgombero della città. I viveri ed i materiali esuber anti vengono avviati parte sulle isole di Brazza e Lesina e parte sulle montagne del Biokovo. Cielo sereno. Caldo.
22 settembre 1943 - Mercoledì Gata e Naklice. Posizioni immutate. Sereno. Caldo.
23 settembre 1943 - Giovedì Gata e Naklice. Posizioni immutate. Continuano da parte nostra i tiri di disturbo contro i fo rtini di Almissa. Reazione avversaria di mortai. Incu rsioni aeree. Le voci dell'avanzata tedesca su Spalato diventano più insistenti. Caldo. Sereno.
24 settembre 1943 - Venerdì Gata e Naklice. Posizioni immutate. Durante tutto il giorno, tiri nemici di mortaio sulle posizioni di Gata. Una squadriglia di Stukas bombarda la strada, colpendola in una curva e danneggiandola non gravemente. I nostri militari la riparano in breve tempo. Giunge notizia che Spalato è stata evacuata dai partigiani e che i primi nuclei tedeschi sono già alle porte della città. Cielo sereno. Caldo.
25 settembre 1943 - Sabato Gata. Ricevuto l'ordine di inviare un reparto su una posizione presso il ponte di Blato, sul fiume Cetina, per proteggere il ponte stesso ed ostacolare l'eventuale avanzata nemica da Signo verso Sestanovac. Parte il ten. Mambor Felice con una trentina di carabinieri. In giornata, anche il t.col. Venosta ed il s.ten. Tinto partono per Kostanje, ove trovasi il coman do Gruppo battaglioni di Almissa. Sulle posizioni di Gata resta il cap. Giancola con una cinquantina di uomini.
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Tiri di diisturbo nemici. Continui sorvoli di aerei che mitragliano. Successive notizie confermano l'avvenuta evacuazione di Spalato. I tedeschi, da Clissa e da Salona puntano ora anche sulle nostre posizioni di monte Kila e Zrnovnica. Cielo sereno. Caldo.
26 settembre 1943 - Domenica Gata. Verso le ore 9, proveniente da Dubrava, giunge il nucleo CC.RR. che col maresciallo Mogavero si era staccato da noi la sera del 16 settembre. Gli uomini vengono sistemati sulle posizioni. Fin dalle prime ore del mattino il reparto del s.ten. Leone ha abbandonato le posizioni di Naklice e Dugirat, ripiegando su Tugare e sistemandosi a difesa sulle quote vicine. Sembra che il nemico abbia già investito Zrnovnica. A tarda sera, il ten. Mambor che si trovava al ponte di Blato viene inviato d'urgenza, col suo reparto, a Zrnovnica per concorrere a contrastare l'avanzata nemica. Gli viene assegnata una quota che egli occupa, sistemandovisi a difesa. Il cap. Giancola, con 30 uomini, viene chiamato a Kostanje. A Gata restano una quarantina di uomini col maresciallo De Carolis Carlo. A presidia.re il ponte di Blato, si reca un reparto agli ordini del ten. Mongilardi. Cielo sereno. Caldo.
27 settembre 1943 - Lunedì Kostanje. Verso le ore 2.30 il cap. Giancola, con 20 uomini, viene nuovamente e d'urgenza inviato a Gata, dato che informatori segnalano che gli ustasci di Almissa hanno intenzione di uscire dalla città e di occupare le posizioni di Gata per prendere tra due fuochi i reparti partigiani che si trovano nella conca di Zrnovnica. A Gata, tutti gli uomini vengono messi in allarme nelle postazioni. Verso le ore 6 il nemico, da Almissa, spara alcuni colpi di mortaio, ai quali viene risposto col nostro cannone da 65. Nessun altro tentativo avversario. Squadriglie di Stukas bombardano incessantemente Zrnovnica da dove si ode distintamente il rumore della battaglia. A Gata transitano automezzi partigiani con materiali e viveri sgombrati da Spalato e da Zrnovnica. Il reparto del s.ten. Leone è sempre nelle posizioni di Tugare. Sereno. Caldo.
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28 settembre 1943 - Martedì Gata. Posizioni immutate. Giungono a Gata una quindicina di soldati italiani, disarmati, provenienti da Ragusa. Vengono incorporati nel reparto. Continui tiri di mortai nemici ed incursioni aeree. Sereno. Caldo.
29 settembre 1943 - Mercoledì Gata. Posizioni immutate. A Zrnovnica la battaglia è in pieno sviluppo. Il nemico fa largo impiego di artiglieria, di mortai e di aviazione, e tenta di occupare le quote situate sulla destra della rotabile Zrnovnica - Ga ta. Sereno. Caldo. 30 settembre 1943 - Giovedì Gata. Posizion i imm utate. I partigiani che difendono Zrnovnica incominciano a dar segni di non poter sopportare oltre la p ressione nemica che è sempre più forte. Da Almissa, tiri di mortaio e le solite incursioni aeree. Sereno. Caldo. 1 ottobre 1943 - Venerdì Gata. Posizioni immutate. A tarda sera, i l reparto del ten . Mambor, dopo aver resistito fino all'ultimo, ripiega su Tugare e quindi, autocarrato, torna nuovamente a l ponte di Blato. Continue incursioni aer ee. Il nemico è riuscito a d occupare Zrnovnica, quasi completamente distrutta dagli aerei, e sembra abbia intenzione di avanzare verso Gata per sbloccare il presidio di Almissa. Vengono predisposte, sulla rotabile, parecchie mine per provocare, al momento opportuno, le interruzioni stradali. Sereno. Caldo.
2 ollobre 1943 - Sabato Gata. Alle ore 2 i l s.ten. Leone riceve l'ordine di abbandonare Tugare e portarsi al ponte di Blato. Il movimento viene effettuato immediatamente. Alle or e 6, anche il cap. Giancola riceve l'ordine di abbandonare le posizioni di Gata e di raggiungere il ponte di Blato. Il t.col. Venosta è sempre a Kostanje presso il comando partigiano. Da Gata vengono sgomberate tutte le munizioni e le armi che vi erano state depositate, i viveri e l'altro materiale.
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AJ ponte di Blato, i reparti del cap. Giancola, del ten. Mongilardi, del ten. Mambor e del s.ten. Leone si trovano riuniti ed assumono lo schieramento di difesa sulle quote che dominano il fiume Cetina e la rotabile Signo - Sestanovac. Alle ore 21, giunge l'ordine di rientrare a Kostanje, dove si giunge alle ore 23. Quivi il t.col. Venosta ci informa che il battaglione (di cui ha ora assunto il comando egli stesso) deve raggiungere Arzano, per essere avviato in altra località di impiego. Caldo. Sereno. 3 ottobre 1943 - Domenica Kostanjc. Alle ore 4, a piedi, si inizia il movimento di Arzano, attraverso Zadvarje - Sestanovac - Lovrec - Studenci. Si giunge ad Arzano verso le ore 20. I militari vengono in parte accantonati nelle case e in parte attendati. Informatori segnalano che il nemico, da Imotski, avanza verso Arzano con una colonna motorizzata. Ad Arzano si trova il comando della I brigata proletaria. Non sono arrivati il s.ten. medico Baldanza e le due infermiere che si trovano a Kostanje. Cielo sereno. Caldo.
4 ottobre 1943 - Lunedì Arzano. La giornata viene impiegata per l'inquadramento organico del battaglione, il comando del quale viene assunto dal cap. Elia Francesco. Il battaglione viene incorporato nella I brigata proletaria coEnome di «Battaglione Garibaldi» (5°). Il commissario politico della brigata illustra i compiti della brigata. Il battaglione, quindi, risulta .così costituito: comandante di btg. cap. Elia Francesco; una compagnia comando, al comando del cap. Giancola Cesare, che assume anche le funzioni di intendente generale; 1a compagnia al comando del ten. Mongilardi Ilare; 2 a compagnia al comando del s. ten. Leone Edmondo; 3 a compagnia al comando del ten. Mambor Felice. I t.col. Venerandi Luigi e Venosta Attilio passano a far parte del comando supremo (partigiano) e lasciano il battaglione. Verso le ore 18 giunge notizia che il nemico ha raggiunto Studenci e si dirige su Arzano dove, infatti, giungono diverse granate di mortaio. Viene immediatamente dato l'ordine di spostamento ad Eminovo Selo, nei pressi di Tomislavgrad (Duvno). Alle ore 19 il battaglione inizia il movimento. Sereno. Caldo.
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5 ottobre 1943 - Martedì Eminovo Selo. Si giunge ad Eminovo Selo verso le ore 5 ed il battaglione si accantona. La giornata viene impiegata per migliorare l'organizzazione del reparto. Vengono requisiti dei cavalli da soma da assegnare alle compagnie perché da questo momento gli automezzi debbono essere lasciati ed i quadrupedi occorrono per il trasporto delle armi, munizioni e viveri. Sorvolo di aerei sulla zona. In lontananza, tiri di artiglieria e di mortaio. Fin dalle prime ore del mattino piove incessante~ente. 6 ottobre 1943 - Mercoledì Eminovo Selo. Sosta nel villaggio. Verso le ore JS, a Tomislavgrad, si svolge una partita di calcio tra militari del battaglione e militari del 2° battaglione p roletario. Alle ore 18 giunge l'ordine di trasferimento a Gluscevine de Sujica. Si parte alle ore 20, con una pioggia fittissima, attraverso le campagne che sono trasformate in pantano.
7 ottobre 1943 - Giovedì Gluscevine di Sujica Si giunge alle ore 5 e ci si accantona. Durante la giornata, continui sorvoli di aeroricognitori nemici. Giunge, destinato al battaglione il commissario politico Vujçisevié Lo la. Alle ore 18, ordine di partenza per Bugojno. Data la pioggia che cade dirottamente e violentemente, la partenza viene rimandata alle ore 24. 8 ottobre 1943 - Venerdì
Gluscevine di Sujica. Alle ore 0.10 il battaglione si mette in marcia per Bugojno. Continua a piovere, ma più lentamente. Alle ore 10.30 si giunge a Kupres, dove in attesa del rancio che ci deve preparare quel comando di presid io (Komanda miestJ) i militari vengono accantonati alla meglio. Nel pomeriggio, anziché proseguire per Bugojno, viene l'ordine di pernottare a Kupres. La partenza viene fissata per le ore 6 di domani. 9 ottobre 1943 - Sabato Kupres. Alle ore 6 il battaglione si mette in movimento e attraverso le montagne giunge a Bugojno verso le ore 15. Quivi i
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militari vengono accantonati nei locali di un albergo, fornito di luce elettrica. Il cap. Elia promette ai militari 15 giorni di sosta e di riposo assoluto, onde poter sistemare gli uomini in armamento e vestiario. A_ Bugojno troviamo una compagnia di militari italiani (65 circa) tutti laceri e disarmati i quali, fin dal 21.9.1943, mentre prigionieri dei tedeschi a Travnik venivano da questi inviati a lavorare lungo la linea ferroviaria Travnik-Turbe, erano stati liberati dai partigiani che avevano fatto saltare in aria il Lreno che li trasportava, ed eliminata la scorta armata tedesca. Anche questi 60 uomini vengono aggregati al battaglione di cui vengono a formare la 4a compagnia. Il clima è cambiato improvvisamente. Un notevole abbassamento di temperatura costringe i militari ad indossare i cappotti. 10 ottobre 1943 . Domenica Bugojno. Sosta. Viene assegnato al battaglione un intendente partigiano, Markovié Milos. Nessun'altra novità. Sereno. Temperatura rigida.
11 ottobre 1943 - Lunedì Bugojno. Sosta. Cielo coperto. Temperatura rigida. Il comando della I a divisione proletaria assegna un apparecchio radio al nostro battaglione. I militari, così, hanno modo di ascoltare le notizie dall'Italia, ciò che li solleva molto moralmente.
12 ottobre 1943 - Manedì Bugojno. Sosta. Nel pomeriggio una breve nevicata. Freddo.
13 oltobre 1943 · Mercoledì Bugojno. Sosta. Nella giornata viene assegnato al battaglione, quale consulente tecnico (naéelnik) (*) il cap. parùgiano Pejkovié Jovo e, quale «referente sanitario», Brajnovié Vinko. Alle ore 16, radio Bari annuncia che il Re Vittorio Emanuele III
(*) Naéelnik nella accezione più comune significa appunto consulente tecnico. Nell'o rdinamento dell'Esercito partigiano jugoslavo col nome di naéelnik si indicava il mili1are investito di compiti precisi e impegnativi: vice comandanteaiutante maggio re a livello di battaglione o di brigata; vicecomandante - capo di stato maggiore a livello di divisione o di korpus.
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8ATIACLIONE CARlBALDI
ha dichiarato guerra alla Germania. Viene ascoltato anche il messaggio del mares ciallo Badoglio al popolo italiano. L'avvenimento provoca molto entusiasmo tra i militari del battaglione. Si r iceve l'ord ine di partire per Rankoviéi, poiché il battaglione deve partecipare, con la I brigata, all'attacco di Travnik. Vengono date le disposizioni per la partenza che viene fissata per le ore 1 di domani. Cielo coperto . Temperatura r igida.
14 ottobre 1943 - Giovedì Bugojno. Alle ore 1.30 il battaglione parte per Rankoviéi, dove giunge alle ore 16, dopo una marcia lunga e faticosa, attraverso terreno accidentato e fangoso. Accantonamento e confezione del rancio. Pioggia. Temperatura alquanto rigida.
15 ottobre 1943 - Venerdì Rankoviéi. Alle ore 1, ordine di partenza immediata per Veliki Mosuni. Una autocolonna nemica è stata avvistata in marcia da Vitez verso Travnik ed occorre sbarrarle la strada. Il battaglione si mette subito in marcia. Si giunge a Veliki Mosuni verso le ore 8. Le compagnie prendono immediatamente posizione. La 1a e la 2 a compagnia si schierano sulle quote sovrastanti Veliki Mosuni e dominanti la carrozzabile Sarajevo - Travnik; la 3a compagnia s i sch iera su una quota soprastante il villaggio di Mali Mosuni e dominante anche la stessa carrozzabile. L'autocolonna nemica, molto numerosa, e protetta da molti carri armati ed autoblinde, è ferma presso Vitez, intenta a riparare un ponte che è stato danpeggiato dai partigiani. Ha già schierato, però, artiglierie e mortai, e spiegato la truppa. Altri reparti nemici escono da Travnik e vanno incontro all'autocolonna. Verso le ore 9, il nemico attacca violentemente le nostre posizioni, sottoponendole ad un martellamento continuo di granate di cannoni e di mortaio. I nostri rispondono con le mitragliatrici, ma la situazione appare critica, data la schiacciante superiorità del nemico che, ora, si è spinto con i carri armati fino al bivio di Veliki Mosuni e tenta di risalire la gola per isolare la 3 a compagnia. In vista di ciò, la 2 a compagnia che era avanzata, ripiega sulla sua destra sistemandosi sulle quote di monte Kum da dove apre nuovamente il fuoco contro
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il nemico. Verso le ore 13, anche la 3a compagnia abbandona le posizioni di Mali Mosuni e ripiega sulle quote più alte della montagna retrostante, perdendo così il collegamento col comando di battaglione. Poco dopo anche la 1a compagnia è costretta a ripiegare sulla sua destra, sistemandosi a difesa sulle quote. Il comando di battaglione, le salmerie, le cucine e la 4a compagnia si spostano a G. Veceriska. Anche durante la notte, continua da parte nemica il martellamento incessante sulle posizioni di monte Kum. Cielo Sereno. Rigido.
16 ottobre 1943 - Sabato G. Veèeriska. Continua incessante il bombardamento nemico. Verso le ore 4 viene ripreso il collegamento con la 3a compagnia che si è attestata sulle quote soprastanti G. Veceriska. Verso le ore 7, incominciano anche le ricognizioni aeree nemiche. I nostri mantengono le posizioni, nonostante che, nel pomeriggio, i reparti partigiani ripieghino verso Zaselje. Verso le 17, colpito alla testa da una pallottola dli mitragliatrice tedesca, muore il fante Lo Sasso Giuseppe, della 2 a compagnia. La salma viene sepolta sulle pendici sud di monte Kum. Parte dell'autocolonna nemica è già riuscita a passare, l'altra parte invece è ancora ferma sotto il ponte presso Vitez ove è stato colpito ed incendiato un carro armato avversario. Continua intenso il fuoco nemico di artiglieria e di mortai. Nel tardo pomeriggio le salmerie e le cucine vengono avviate a Zaselje, dove trovasi anche il comando della III brigata Krajska; il comando di battaglione resta a G. Veceriska; le compagnie mantengono le posizioni. Cielo sereno. Freddo.
17 ottobre 1943 - Domenica G. Veèeriska. Posizioni immutate, nonostante l'accanimento nemico sulle nostre posizioni. Verso le ore 15, una granata di mortaio uccide il fante Nannizzi Ulisse della 1a compagnia e ferisce gravemente il caporal magg. Montanarini Tonino, più leggermente il brigadiere dei CC.RR. Marzoccoli Corrado. La salma del Nannizzi viene sepolta sulle pendici del monte Kum; i due feriti , barellati, vengono avviati all'ospedale da campo partigiano di Svilokos. La situazione del battaglione diventa sempre più critica. Alle ore 22
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BAlTAGLIO'iE GARIBALDI
viene ordinato il ripiegamento di tutto il battaglione su Zaselje e, quindi, marcia di trasferimento per Daljan di Donji Vakuf. La manovra di sganciamento, durante la notte, avviene in modo perfetto. Cielo sereno. Temperatura rigida. 18 ottobre 1943 · Lunedì Zaselje. Alle ore 1 si inizia il movimento per Daljan di Donji Vakuf, attraverso Peéine. Si giunge alle ore 22 e ci si accantona. Cielo sereno. Temperatura moderata.
19 ottobre 1943 - Martedì Daljan. Sosta nelle posizioni. Coperto. Moderato.
20 ottobre 1943 - Mercoledì Daljan. Sosta nel villaggio. Pioggia. Temperatura moderata.
21 ottobre 1943 · Giovedì Daljan. Sosta nel villaggio. Pioggia. Temperatura moderata.
22 ottobre 1943 · Venerdì Daljan. Sosta nel villaggio. Viene soppressa la 4a compagnia i cui componenti, Lutti disarmati, vengono suddivisi tra le altre 3 compagnie e il plotone comando.
23 ouobre 1943 - Sabato Daljan. Alle ore 2 il battaglione parte per trasferirsi a Potkraj d i Turbe, di rincalzo al 6° battaglione che è dislocato a Paklarevo.
Si giunge alle ore 12. Il comando di battaglione, la I a compagnia ed il plotone comando si accantonano a Potkraj; la 28 e la 3 8 a Seèevo. Viene preso collegamento col 6° battaglione. Cielo sereno. Caldo. 24 ollobre 1943 . Domenica Potkraj . Sosta sulle posizioni. Tiri di disturbo dell'artiglieria nemica. Il cap. Elia viene ricoverato in ospedale; il comando interinale del battaglione viene assunto dal ten. Mongilardi Tiare. Cielo serenò. Caldo.
25 ottobre 1943 . Lunedì Potkraj. Sosta sulle posizioni. Ricognizione aerea e tiri di
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DLARJO STORJCO
disturbo dell'artiglieria nemica. Cielo sereno. Caldo.
26 ottobre 1943 - Martedì Potkraj. Sosta sulle posizioni. Verso le ore 14 un aereo ricognitore nemico sgancia S bombe in vicinanza delle posizioni tenute dalla 3 3 compagnia. ~essuna conseguenza. Tiri di disturbo dell'artiglieria nemica. Cielo sereno. Abbassamento di temperatura.
27 ouobre 1943 - Mercoledì Potkraj. Sosta sulle posizioni. Continuano dell'artiglieria nemica. Cielo coperto. Temperatura alquanto rigida.
tiri di disturbo
28 ottobre 1943 - Giovedì Potkraj. Il battaglione viene messo in stato di allarme, per essere pronto ad intervenire poiché, verso le ore 20, il 6° battaglione attaccherà il nemico in direzione di Travnik. Durante il giorno, numerose ricognizioni aeree nemiche. L'intervento del nostro battaglione non si rende necessa rio. Cielo coperto. Temperatura rigida.
29 ottobre 1943 - Venerdì Potkraj. Sosta sulle posizioni. Il comando del battaglione viene assunto dal cap. Giancola. Continui sorvoli di aerei nemici e tiri di disturbo dell'artigl ieria. Cielo coperto al mattino, pioggia nel pomeriggio. Freddo.
30 ottobre 1943 - Sabato Potkraj. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo.
31 ottobre 1943 - Domenica Potkraj. Sosta sulle posizioni. Cielo sereno. Freddo.
1 novembre 1943 - Lunedì Potkraj. Sosta sulle posizioni. Verso le ore 11, un aereo nemico sgancia tre bombe in vicinanza dell'abitato di Turbe. Nessuna conseguenza. Cielo sereno. Freddo.
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BATTAGLIONE GARIBALDI
2 novembre 1943 - Martedì Potkraj. Sosta sulle posizioni. Tiri di disturbo deJl'artiglieria nemica. Cielo coperto. Freddo.
3 novembre 1943 - Mercoledì Potkraj. Alle ore 4, giusto ordine del comando di brigata, vengono inviati a Bugojno la 1a compagnia al completo, un plotone della 3 3 compagnia ed un plotone della 2 3 con due mitragliatrici pesanti. A Potkraj restano: il comando di battaglione, il plotone comando, un plotone della 2 a compagnia ed un plotone della 3 a compagnia. Appena giunti a Bugojno, un plotone della 2 a ed un plotone della 3 3 compagnia vengono inviati a Kupres. Alle ore 13 giunge l'ordine c he anche il comando di battaglione ed il plotone comando raggiungano Bugojno per mettersi a disposizione del comando di divisione. Partenza alle ore 17. Alle ore 23 sosta a Daljan di Donji Vakuf. A Potkraj restano un plotone della 2a compagnia ed uno della 3a compagnia al comando del s.ten. Leone, col capitano Jovo. Cielo coperto. Freddo.
4 novembre 1943 - Giovedì Bugojno. Il comando di battaglione ed il plotone comando giungono a Bugojno alle ore 6 e si accantonano nell'albergo Grof ove già si trova la 1a compagnia. Il comando della 1a divisione comunica di tenersi a sua disposizione. Viene stabilito un servizio di guardia alla centrale elettrica di Vesela. Verso le ore 17, il cap. Giancola commemora l'anniversario della vittoria sui tedeschi nel 19 18. Parla anche il commissario politico Lola. Cielo coperto. Freddo. 5 novembre 1943 - Venerdì
Bugojno. Sosta. Il ten. Mongilardi viene nominato vice comandante di battaglione e lascia al s. ten. Tinto Luigi il comando della 1a compagnia. Cielo coperto. Freddo.
6 novembre 1943 - Sabato Bugojno. Sosta. Cielo coperto. Freddo.
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7 novembre 1943 - Domenica
Bugojno. Sosta. Il bollettino annunzia la conquista di Kiev da parte dell'Armata Rossa. Grande entusiasmo con dimostrazioni in città. Nel pomeriggio il commissario Lola, il cap. Giancola ed il ten. Mongilardi commentano l'avvenimento alla presenza del commissario politico de lla brigata. Cielo sereno. Freddo.
8 novembre 1943 - Lunedì Bugojno. Sosta. Cielo coperto. Freddo.
9 novembre 1943 - Martedì Bugojno. Sosta. Cielo coperto al mattino. Pioggia e nevischio nella serata.
10 novembre 1943 - Mercoledì Bugojno. Ordine di spostamento a Donji Vakuf. Alle ore 14 rientra da Kupres il reparto colà distaccato. Alle ore 17, a mezzo ferrovia, pa~tenza per Donji Vakuf ove si giunge alle 18.30. Le salmerie vanno per via ordinaria. Accantonamento a Donji Vakuf. La 2 a compagnia viene distaccata a Daljan. Nevischio. Freddo.
11 novembre 1943 - Giovedì Donji Vakuf.. Sosta nel paese. Nel pomeriggio, nel locale teatrino, conferenza del commissario politico Lola (Vujosevié). Neve. Freddo.
12 novembre 1943 - Venerdì Donji Vakuf. Alle ore 15 giunge a Donji Vakuf il reparto che era rimasto a Potkraj . Così, il battaglione è nuovamente riunito. I militari vengono accantonati nei locali delle scuole. Nevicata. Freddo.
13 novembre 1943 - Sabato Donji Vaku f. Sosta. Cielo coper to. Freddo.
14 novembre 1943 - Domenica Donji Vakuf. Sosta. Nel pomeriggio il commissario politico Lola tiene una conferenza nei locali del teatro, su tema politico.
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BATTAGLION"E GARJBALDI
Interloquiscono anche diversi nostri soldati. Il desiderio di tutti è quello di tornare in Italia per combattervi i tedeschi ed i fascisti. Alle ore 21 giunge l'ordine di spostamento a èardaci col compito di chiudere il settore verso Rankoviéi ed impedire al nemico l'eventuale avanzata da Travnik verso le pianure del Vrbas. Date disposizioni per la partenza per le ore 6 di domani. Cielo coperto. Freddo.
15 novembre 1943 · Lunedì Donji Vakuf. Alle ore 6 il battaglione inizia la marcia per éardaci ove giunge alle ore 13 e prende subito posizione. Il comando di battaglione, il plotone comando ed una mitragliatrice pesante a Cardaci; la 1a compagnia ed una squadra mitraglieri a Nasliéi; la 3a compagnia ed un plotone mitraglieri a Kovaciéi. Sulle pendici del Kalin vengono sistemate vedette con anni automatiche. Cattivo tempo. neve e freddo intenso con forte vento di bora.
16 novembre 1943 - Martedì Cardaci. Sosta sulle posizioni. Il comando di brigata assegna al battaglione un mortaio da 81 cecoslovacco che viene, a sua volta, assegnato alla 2 a compagnia. Continua il cattivo tempo. Freddo e vento.
17 novembre 1943 - Mercoledì Cardaci. Sosta sulle posizioni. Continua il maltempo.
18 novembre 1943 - Giovedì Cardaci. OrdiJ1e di spostamento a Donji Vakuf. Partenza alle ore 5, arrivo alle ore 14. Accantonamento. Verso le ore 24, nuovo ordine di spostamento a Gotiéi di Karaula. Date disposizioni perché la partenza avvenga domani, per le ore 9. Pioggia e vento di bora. Freddo.
19 novembre 1943 - Venerdì Donji Vakuf. La partenza per Gotiéi, anziché alle 9, avviene alle ore 10.30, avendo dovuto attendere la distribuzione del pane. La marcia, dopo Oborci, attraverso il Gradina ed il Komar, diventa difficile per le condizioni del terreno. Specialmente durante la notte il camminare diventa pesante e lento. Maltempo. Freddo e vento.
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20 novembre 1943 - Sabato Gotiéi. Si giunge a Gotiéi alle ore 8. La 3 a compagnia viene distaccata a Gotiéi musulmano; la 1a a Gotiéi serbo superiore; il comando dj battaglione, il plotone comando e la 2 a compagnia a Gotiéi serbo inferiore. Vengono sistemate le posizioni e le postazioni; istituiti servizi di vedetta e di pattuglia; preso collegamento con i battaglioni vicini per l'eventuale azione su Travnik. Pioggia abbondante. Freddo.
21 novembre 1943 - Domenica Gotiéi. Sosta. Continuano la pioggia e il freddo.
22 novembre 1943 - Lunedì Gotiéi. Sosta. Continua il maltempo.
23 novembre 1943 - Martedì Gotiéi. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo.
24 novembre 1943 - Mercoledì Gotiéi. Sosta sulle posizioni. Pioggia e nevischio. Freddo.
25 novembre 1943 - Giovedì Gotiéi. Il cap. Elia Francesco, reduce dall'ospedale, rientra al battaglione e ne riassume il comando. Il cap. Giancola parte in missione presso il comando di divisione a Donji Vakuf. Sosta sulle posizioni. Pioggia e n evischio. Freddo.
26 novembre 1943 - Venerdì Gotiél. Sosta sulle posizioni. Ricevuto l'ordine di spostamento a Dzelilovac col compito di chiudere le eventuali provenienze nemiche da Travnik verso Turbe. Date disposizioni per effettuare il movimento alle ore 6 di domani. Pioggia e nevischio. Freddo intenso.
27 novembre 1943 - Sabato Gotiéi. Alle ore 6 il battaglione si mette in marcia per Dzelilovac ove giunge alle ore 9, accantonandosi. La 1a compagnia viene
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distaccata a Potkraj. Vengono subito messi in opera i servizi di vedetta e di pattuglia. Nevicata abbondante. Freddo.
28 novembre 1943 - Domenica Dielilovac . Sosta sulle pos izioni. Cielo coperto. Freddo.
29 novembree 1943 - Lunedì Di elilovac. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo.
30 novembre 1943 - Martedì Di elilovac. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. 1 dicembre 1943 - Mercoledì Dielilovac. Sosta. Sorvoli di aeroricognitori nemici. In lontananza colpi di mortaio e raffiche di mitragliatrici. Pioggia e nevischio. Freddo.
2 dicembre 1943 - Giovedì Dielilovac. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo intenso.
3 dicembre 1943 - Venerdì Dielilovac. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo.
4 dicembre 1943 - Sabato Dielilovac. Rientra dalla missione il cap. Giancola. Giungono al battaglione provenienti dal «Matteotti» il s.ten_ medico Baldanza con due infermiere ed il materiale sanitario, il ten. Giuppani, i sottotenenti Addonizio, Giorgi e Muraca, che vengono assegnati alle compagnie. Sosta sulle posizioni. Ricevuto l'ordine di spostamento a Kotezi di Bugojno. Nevischio. Freddo. 5 dicembre 1943 - Domenica
Dielilovac. Alle ore 5 il battaglione si mette i marcia per Kotezi di Bugojno ove giunge alle ore 17, e si accantona. Ricevuto l'ordine di partenza per Sujica. Date disposizioni per effettuare il movimento alle ore 6 di domani. Pioggia e vento. Freddo.
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6 dicembre 1943 - Lunedì Kotezi. Alle ore 6 il battaglione si mette in marcia per la nuova destinazione. Si giunge a Kupres verso le ore 14. Quivi si sosta fino alle ore 17 e quindi, a mezzo di autocarri, il battaglione viene trasportato a Sujica ove, alle 21, è tutto riunito. Da Sujica, a piedi, si prosegue per Bogdasié, ove si giunge alle 23 e ci si accantona. Freddo intenso. 7 dicembre 1943 - Martedì
Bogdasié. Sosta. Cielo coperto. Freddo intenso.
8 dicembre 1943 - Mercoledì Bogdasié. Sosta. Viene nuovamente formata la 4a compagnia compos ta di tutti gli e lementi fi sicamente non adatti alla guerra e disarmati. Il comando della compagnia viene assunto dal s.ten. Cozzolino. Il ten. Mongilardi lascia la carica di vice comandante di battaglione, perché eletto commissario politico del battaglione. Il cap . Giancola assume le funzioni di ufficiale di stato civile e di direttore del giornale «Italia Nuova». Cielo coperto. Freddo intenso. Ricevuto l'ordine di spostare il battaglione nel settore di Duvno, dovendo partecipare ad un attacco contro la città, in concomitanza con gli altri battaglioni. Disposto il movimento per le ore 7 di domani.
9 dicembre 1943 - Giovedì Bogdasié. Alle ore 7 il battaglione si mette in marcia per il nuovo settore. Il plotone comando, le cucine e la 4 a compagnia si fermano ed accantonano a Baljci di Sujica; la 13 , la 2 3 e la 3a compagnia proseguono per la zona del bivio di Mokronoge. Il comando di battaglione si sistema a nord del bivio di Mokronoge. Durante la marcia, verso le ore 9, all'altezza di Sujica, un aereo nemico lancia dei manifestin i invitanti i partigiani alla resa. Sul settore di Duvno si odono colpi di artiglieria e di mitragliatrice. Verso le ore 20 la 3a compagnia, unitamente a l 4° battaglione, va all'attacco di Duvno. L'oper azione non riesce perché, alla periferia della città, gli attaccanti s i vedono sbarrata la strada da vari carri armati tedeschi che aprono un fuoco violento, costringendo i
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BATTAGLIONE GARIBALDI
nostri a ripiegare sulle posizioni di partenza. L'artiglieria nemica batte senza posa le nostre posizioni. Cielo coperto. Freddo.
10 dicembre 1943 - Venerdì Mokronoge. Posizioni immutate. L'artiglieria nemica conti· nua a battere le nostre posizioni, appoggiata dall'aviazione. Ricognitori e Stukas sorvolano ripetutamente la zona. A tarda sera si apprende che il nemico, da Livno, è riuscito a rompere il cerchio delle formazioni partigiane, ed avanza con carri armati ed autocarri sulla carrozzabile Livno-Sujica-Kupres. Per le truppe dislocate nel settore di Duvno, quindi, si delinea una minaccia di accerchiamento. Pioggia ininterrotta. Freddo.
11 dicembre 1943 - Sabato Mokronoge. Alle ore 1.30 il battaglione riceve l'ordine di ripiegare su Bugojno onde sfuggire all'accerchiamento che si delinea chiaramente, essendosi il nemico avvicinato a Sujica. Il plotone comando, le cucine e la 4 8 compagnia, unitamente alle salmerie del 4° battaglione, partono alle ore 6, e attraverso la pianura di Ravno, raggiungono Vesela di Bugonjo alle ore 21. Sosta ed accantonamento. Il comando di battaglione e le altre compagnie ripiegano egualmente, puntando su Bugojno per altra strada. Pioggia continua. Freddo intenso.
12 dicembre 1943 - Domenica Vesela. Alle ore 5 il personale accantonato a Vesela si mette in marcia per Prusac ove giunge alle ore 14. Sistemazione ed accantonamento. Il comando di battaglione e le altre compagnie sono ancora in marcia. Pioggia abbondante. Freddo.
13 dicembre 1943 . Lunedì Kotezi. Verso le ore 16 il comando di battaglione e le altre compagnie giungono a Kotezi ove si accantonano. Viene richiamato colà anche il personale accantonato a Prusac. Pioggia ininterrotta. Freddo.
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14 dicembre 1943 - Martedì Kotezi. Sosta. Verso le ore 10 giungono il plotone comando, le cucine e la 4a compagnia da Prusac. Accantonamento e pernottamento. Continua la pioggia ed il freddo.
15 dicembre 1943 - Mercoledì Kotezi. Ricevuto l'ordine di spostare il battaglione a Begovo Selo di Kupres per partecipare ad un'azione su Sujica. Date disposizioni per iniziare il movimento alle ore 6 di domani. Continua la pioggia. Freddo intenso.
16 dicembre 1943 - Giovedì Kotezi. Alle ore 6 partenza per Begovo Selo di Kupres, ove si giunge alle ore 13. Quivi il comandante di brigata ordina un successivo spostamento a Kute, ove si giunge alle ore 14.30. Alle ore 16 nuovo ordine: il battaglione deve raggiungere Baljci di Sujica, per partecipare all'attacco della città di Sujica. Partenza alle ore 16.30. Il plotone comando, le cucine e la 4a compagnia vengono avviati a Ravno; la 3a compagnia, col commissario politico di battaglione Mongilardi, va a Vukovsko Gornje per protezione all'ospedale e alla lntendantura (Intendenza militare); il comando di battaglione, la 1 a e la 2 a compagnia proseguono per Baljci di Sujica, attraverso la pianura di Ravno. Neve abbondante. Freddo intenso.
17 dicembre 1943 - Venerdì Baljci di Sujica. Verso le ore 4, mentre i nostri militari erano accantonati per riposarsi della lunga marcia, il nemico, da Sujica, attacca improvvisamente con violentissimo fuoco di artiglieria e di armi automatiche. I nostri cercano di prendere quota per controbattere il nemico, il quale però è giunto già a qualche centinaio di metri con le formazioni di avanguardia. La situazione diventa ben presto critica quando i nostri, sorpresi nella conca di Baljci, debbono ora cercare di guadagnare le alture che conducono all'altipiano di_ Ravno, alture spoglie di vegetazione e continuamente martellate dall'artiglieria avversaria. I nostri infine, dopo accanita resistenza, debbono ripiegare su Ravno.
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BAITAGUONE GARIBALDI
Nell'azione rimangono uccisi: J'app. dei CC.RR. Salamida Martino, il fante Valli Arcangelo ed il fante CimarelJi Pierino, tutti della 1 a compagnia; il fante Aronica Vincenzo deJla 2 a compagnia; disperso il carabiniere Scarzella Teresio; feriti il brig. dei CC.RR. Cappai Pasqualino ed altri 7 militari. Il comando di battaglione, la 1a compagnia e la 2 a compagnia, dopo il ripiegamento, si attestano a Kosare di Ravno, dove si trova anche il comando di brigata, e prendono di nuovo posizione. Cielo sereno. Freddo intensissimo.
18 dicembre 1943 - Sabato Kosare di Ravno. Alle ore 7 anche il personale staccato a Ravno si ricongiunge al comando di battaglione che, alle ore 8 circa, inizia il movimento per Kupres col compito di prendere posizione sul passo omonimo ed impedire l'avanzata tedesca da Sujica. La citta di Kupres è stata incendiata dai partigiani ed ora è completamente distrutta. Il battaglione giunge a Kute di Kupres alle ore 17. Sosta. Alle ore 20 si trasferisce a Begovo Selo ove si accantona e pernotta. Cielo sereno. Freddo intenso.
19 dicembre 1943 - Domenica Begovo Selo. Alle ore 6, partenza per il passo di Kupres ove si giunge alle ore 7. Presa di posizioni e sosta nelle stesse. Il nemico non si fa vivo. Alle ore 18 si rientra a Begovo Selo. La 3a compagnia col commissario Mongilardi rientra e viene sostituita daJJa 1a compagnia che, con l'ospedale e l'Intendantura (Intendenza militare), parte alla voi ta di Bugojno. Cielo sereno. Freddo. (Annotazione a margine: La 3a compagnia riferisce su un combattimento avvenuto il 18, senza perdite (vedi relazione) f.to s.ten. Maras).
20 dicembre 1943 - Lunedì Begovo Selo. Sosta nel villaggio. Neve. Freddo.
21 dicembre 1943 - Martedì Begovo Selo. Sosta nel villaggio. Neve. Freddo.
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22 dicembre 1943 - Mercoledì Begovo Selo. Sosta nel villaggio. Cielo coperto. Freddo.
23 dicembre 1943 - Giovedì Begovo Selo. Sosta. Nel pomeriggio ricevuto l'ordine di trasferimento a Kotezi di Bugojno. Date disposizioni per iniziare il movimento alle ore 6 di domani. Cielo coperto. Freddo.
24 dicembre 1943 - Venerdì Begovo Selo. Alle ore 6 il battaglione inizia la marcia per Kotezi ove giunge alle ore 15. Sosta ed accantonamento. Alle ore 23 nuovo ordine della brigata, per il trasferimento del battaglione a Pulac. Date disposizioni per iniziare il movimento alle ore 7 di domani. Cielo coperto. Freddo intenso.
25 dicembre 1943 - Sabato Kotezi. Alle ore 7 il battaglione si mette in marcia per Pulac di Turbe ove giunge alle ore 20. La 3a compagnia viene distaccata a Zlokiéi. Presa immediata di posizione. Accantonamento. Neve. Freddo intenso.
26 dicembre 1943 - Domenica Pulac. Sosta sulle posizioni. Si fronteggia il nemico che è a Travnik. Cielo sereno. Freddo intenso.
27 dicembre 1943 - Lunedì Pulac. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo.
28 dicembre 1943 - Mercoledì Pulac. Sos.ta. Viene soppressa la 4a compagnia. Viene revisionato il personale del battaglione e, allo scopo di alleggerirlo, vengono trasferiti al comando della I brigata, per essere destinati ad altri battaglioni, un centinaio di militari, compresi il ten. Giuppani ed i s. ten. Giordano e Muraca. La 3 a compagnia dà il cambio alla 1a sulle posizioni di Zlokiéi. Neve abbondante. Freddo intenso.
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29 dicembre 1943 - Mercoledì Pulac. Sosta. Il cap. Elia viene ricoverato in ospedale. Il ten. Mongilardi Dare assume il comando del battaglione lasciando la carica di commissario politico che viene assunta dal s.ten. Cozzolino Innocente. Cielo sereno. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
30 dicembre 1943 - Giovedì Pulac. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
31 dicembre 1943 - Venerdì Pulac. Sosta sulle posizioni. Ricognizione aerea nemica. Cielo coperto. Vento. Freddo. Ten. I. Mongilardi
1 gennaio 1944 - Sabato Pulac. Sosta. La 1a compagnia dà il cambio alla 3 a sulle posizioni di Zlokiéi. Alle ore 10 messa al campo celebrata dal cappellano Don Tartari. Neve. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
2 gennaio 1944 - Domenica Pulac. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. l. Mongilardi
3 gennaio 1944 - Lunedì Pulac. Sosta sulle posizioni. Nel pomeriggio una formazione di 24 apparecchi quadrimotori americani sorvola la zona e bombarda Travnik. Cielo coperto. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
4 gennaio 1944 - Martedì Pulac. Sosta sulle posizioni. La 3a compagnia dà il cambio alla 1a sulle posizioni di Zlokiéi. Neve. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
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5 gennaio 1944 - Mercoledì Pulac. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
6 gennaio 1944 - Giovedì Pulac. Sosta. La 1a compagnia dà il cambio alla 3a sulle posizioni di Zlokiéi. Ten. I. Mongilardi 7 gennaio 1944 - Venerdì
Pulac. Verso le ore 4, una formazione di ustasci, uscita da Travnik, attacca improvvisamente le posizioni di Zlokiéi tenute dalla I a compagnia e da una compagnia del 4 ° battaglione. Il nostro reparto si schiera subito in quota e apre il fuoco contro il nemico che, verso le ore 7, ripiega e rientra a Travnik. Muore, colpito a l petto da pallottola di mitragliatrice, il fan te Dell'Alma Onofrio della 1a compagnia che era di sentinella. La 3a compagnia viene inviata a Zlokiéi in sostituzione della 1a che rientra a Pulac. Verso le or e 12.30 il nemico tenta nuovamente di attaccare le posizioni di Zlokiéi, ma viene immediatamente contrattaccato dalla 3a compagnia che gli infligge 18 morti accertati. Sul terreno, inoltre, vengono rastrellate varie munizioni per mitragliatrice Sarac (*). La colonna nemica ripiega e rientra a Travnik. Il resto della giornata trascorre calmo. Cielo coperto. Freddo intenso.. Ten. I. Mongilardi
8 gennaio 1944 - Sabato Pulac. Ricevuto l'ordine del comando di brigata di spostare il battaglione a Dìelilovac. La partenza avviene alle ore 23.30. Cielo sereno. Freddo intensissimo. Ten. I. Mongilardi
9 gennaio 1944 - Domenica Dielilovac. Si arriva a Dzelilovac alle ore 3. Il battaglione si schiera subito in posizione, poiché è annunziato un attacco nemico (*) l partigiani così chiamavano la mitraglietta tedesca MG 42.
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da Travnik via Turbe. Alle 12 infatti il nemico attacca violentemente con intenso fuoco di artiglieria e di armi automatiche. Il battaglione riceve l'ordine di ripiegare su Seliéi ove giunge verso le ore 21. Sosta di due ore e quindi partenza come scorta all'ospedale e alla intendenza, verso Meline, attraverso il monte Gradina. Nell'azione del mattino, a Dzelilovac, rimane ferito alla coscia sinistra, da pallottola di mitragliatrice, il fante Canossi Giovan Maria, della 1 a compagnia, il quale viene avviato all'ospedale. Il nemico è riuscito ad accerchiarci completamente con due o tre cinture che da Karaula, per Turbe, tengono tutte le quote. È necessario passare .attraverso i cerchi oppure sfondare un qualche punto più debole. La marcia sulla neve è lenta e cauta. Cielo sereno. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
10 gennaio 1944 - Lunedì In marcia. Alle ore 7.20, mentre si era sicuri di essere sfuggiti all'accerchiamento e dopo che erano già passati l'ospedale e l'intendenza, il battaglione è scoperto da un posto di vedetta nemico che apre il fuoco con una mitragliatrice. Al fuoco reagisce il 2° battaglione <;he seguiva il nostro, il quale ultimo prosegue la marcia verso Meline, ove si giunge verso le ore 13. Presa di posizione. Accantonamento e pernottamento. Durante la giornata, sorvolo di aerei ricognitori nemici. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi 11 gennaio 1944 - Martedì Meline. Alle ore 3 il battaglione riceve l'ordiine di spostarsi a Vlatkoviéi ove si giunge alle ore 14. La 1a compagnia, un plotone della 2 a ed uno della 3 a si portano in posizione a Banoviéi. Il comando di battaglione, il plotone comando, un plotone della 2 a ed uno della 3 a compagnia si sistemano a Vlatkoviéi ove si prende posizione. Servizi di pattuglia verso Skender Vakuf, che è presidiato dal nemico le cui forze sono imprecisate. Nevica. Sul suolo c'è oltre un metro e mezzo di neve. Freddo intensissimo. Verso le ore 11, mentre il battaglione era in marcia nell'altipiano di Siprage, viene scoperto e mitragliato da un aereo ricognitore nemico. Nessuna conseguenza. Ten. I. Mongilardi
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12 gennaio 1944 - Mercoledì Vlatkoviéi. Verso le ore 17, in seguito ad ordine della brigata, la 3 a compagnia si sposta a Zlovariéi a protezione dell'ospedale di brigata che si è sistemato colà. Giornata calma. Nevica. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
13 gennaio 1944 - Giovedì Vlatkoviéi. Verso le ore 21, il comando di brigata ordina di mettere una compagnia a disposizione del 3° battaglione, col quale dovrà partecipare ad un'azione. Vengono, di conseguenza, ritirati i reparti dislocati a Banoviéi. Parte la 1 a compagnia (60 uomini) con una squadra mitraglieri della 2 a. Il resto dei militari viene sistemato a Vlatkoviéi. Neve abbondante. Temperatura rigidissima. Ten. I. Mongilardi
14 gennaio 1944 - Venerdì Vlatkoviéi. Sosta. La brigata informa di stare in allarme perché il 4° battaglione durante la notte attaccherà il presidio nemico di Skender Vakuf. Cielo coperto. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
15 gennaio 1944 - Sabato Vlatkoviéi. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 16 gennaio 1944 - Domenica Vlatkoviéi. Alle ore 5 giunge l'ordine di spostamento a Lendiéi, nel settore di Jajce, ove deve attestarsi anche il 3° battaglione. La partenza avviene alle ore 8.30; l'arrivo a Lendiéi alle ore 20. Presa immediata di posizione, poiché a Jajce ci sono ancora i tedeschi. Cielo coperto. Temperatura rigidissima. Ten. I. Mongilardi
17 gennaio 1944 - Lunedì Lendiéi. Giornata calma. Riunione dei commissari politici, dei delegati, dei comandanti di compagnia e di plotone. Il s.ten. Cozzo-
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lino cessa dalla carica di commissario politico di battaglione ed assume quella di sovrintendente alle cucine. A vice commissario politico di battaghone viene designato il serg. magg. Gatani Tindari Mario. Verso le ore 20 il comando di brigata comunica che il nemico ha sgomberato la città di Jajce e che, per accertarsene meglio e per prendere possesso del presidio, avrebbe inviato una compagnia del 3° battaglione. La nostra 3a compagnia si sposta a Gornji Podlipci per proteggere la compagnia del 3° battaglione (quota 1104). Una nostra pattuglia viene inviata nella zona di Karaula, per prendere collegamento con la XIII brigata. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
18 gennaio 1944 · Martedì Lendiéi. Alle ore 10.30 ordine di movimento. Il comando di battaglione, il plotone comando e la 2 a compagnia a Buliéi; la 1a compagnia a Sibenica; la 3a compagnia a Skela (quota 568), sovrastante la città di Jajce, col compito di guardare le eventuali provenienze nemiche da Donji Vakuf e di controllare il ponte sul Vrbas. Alle ore 16 tutto il battaglione è già sulle nuove posizioni. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
19 gennaio 1944 . Mercoledì Buliéi. Verso le ore 9, la 1 a compagnia, da Sibenica, si sposta a J ajce città, contrad a Carevo Polje, col compito di controllare le provenienze da Mrkonj ié Grad. Il comando di battaglione ed il plotone comando si spostano a Gornji Bulié.i dove prende posizione anche un plotone della 3 8 compagnia che trovasi a Zabarje, e la 2a compagnia. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
20 gennaio 1944 · Giovedì Gomji Buliéi. Il comando di battaglione, il plotone comando e due squadre della 2 a compagnia si spostano a Zabarje; il plotone
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della 3 3 compagnia ed una squadra mitraglieri della 2 3 compagnia rimangono a Gornji Buliéi. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
21 gennaio 1944 - Venerdì Zabarje. Sosta sulle posizioni. Continui sorvoli di aerei ricognitori nemici Verso le ore 13, riunione dei commissari e delegati politici con l'intervento del commissario politico della brigata. Cielo sereno. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi 22 gennaio 1944 - Sabato Zabarje. Verso le ore 12.30 un'autocolonna nemica, forte di 10 carri armati, alcune autoblindo e 15 autocarri, proveniente da Donji Vakuf, giunge improvvisamente a Jajce. I cannoncini e le mitragliere dei carri armati aprono immediatamente il fuoco contro la posizione di Skela, tenuta da un plotone della 3a compagnia che reagisce al fuoco cercando di impedire al nemico il passaggio del ponte che immette nella città. Altre colonne avversarie, però, a piedi, hanno già preso quota e minacciano di accerchiamento il nostro plotone che è costretto, quindi, a ripiegare su Zabarje. Nell'azione, resta ferito ad entrambe le gambe, da una raffica di mitragliatrice, il s. ten. Motta Antonio, comandante della 3 a compagnia. La 1 a compagnia, intanto, messa in allarme, da Carevo Polje passa immediatamente il fiume Vrbas e cerca di guadagnare nuovamente la quota 568, la quale però è già stata raggiunta dal nemico. Il nostro reparto, allora, si sistema su al tra quota retrostante e apre il fuoco contro le postazioni nemiche. La città di Jajce, sgombrata dai comandi partigiani, viene occupata dal nemico verso le ore 15. Verso le ore 16, anche la 1a compagnia lascia la posizione e si riunisce al battaglione che assume la seguente diZlocazione: comando di battaglione e 3a compagnia a Gornji Podlipci; - 2 a compagnia e plotone comando a Donja Podlipci; - 1 a compagnia a Donja Lupnica tutti col compito di chiudere eventuali provenienze nemiche da Karaula e da Sibenica.
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Manca una squadra della 1a compagnia che, al comando del serg. magg. Tajana Giuseppe, era stata inviata di pattuglia verso Mrkonjié Grad e che, al momento dell'occupazione della città di Jajce da parte del nemico, non era ancora rientrata al reparto. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi 23 gennaio 1944 - Domenica Gomji Podlipci. Sosta sulle posizioni. La 3 a compagnia distacca una squadra fucilieri a Lendiéi col compito di avvistamento e prima difesa da eventuali provenienze da KarauJa. Altre pattuglie vengono inviate verso Sibenica e Gostilja per prendere collegamento con gli altri battaglioni della brigata. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
24 gennaio 1944 - Lunedì Gomji Podlipc i. Il s.ten. Motta, barellato, viene ricoverato nell'ospedale di brigata a Petrovo Polje. Sosta sulle posizioni. Cielo sereno. Freddo. Verso le ore 16 rientra la squadra della 1a compagnia col serg. magg. Tajana che, per raggiungere il battaglione, ha dovuto traghettare il Vrbas a sud di Jajce. Ten. I. Mongilardi
25 gennaio 1944 - Martedì Gornji Podlipci. Sosta sulle posizioni. Nel pomeriggio un carro armato nemico uscito da Jajce sulla strada per Banjaluka spara ad intervalli raffiche di mitragliera contro le nostra posizioni. Nessuna conseguenza. Pioggia al mattino. Neve e vento nel pomeriggio. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
26 gennaio 1944 - Mercoledì Gornji Podlipci. Sosta sulle posizioni. Informatori civili segnalano che il presidio nemico di Jajce è costituito da circa 200 legionari con 3 cannoni, vari mortai, alcuni carri armati e che il loro compito specifico sarebbe quello di dare sicurezza alle strade
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carrozzabilii Donji Vakuf - Jajce - Banjaluka e Jajce - Mrkonjié Grad. Pioggia continua e violenta. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
27 gennaio 1944 - Giovedì Gomji Podlipci. Sosta sulle posizioni. Verso le ore 18, ricevuto l'ordine di spostare il battaglione a Sibenica. Date disposizioni per effettuare H movimento alle ore 5 di domani. Alle ore 23, la 1 a compagnia unitamente ad una compagnia del 3° battaglione si sposta a Biokovina, sulla strada Jajce-Donji Vakuf, per un'azione di agguato contro eventuali autocolonne avversarie. Una squadra della 2 a compagnia, con una mitragliatrice pesante, parte a protezione di un plotone che si reca a costruire un ponte di fortuna sul fiume Vrbas, nella zona di Barevo, onde permettere il passaggio dell'ospedale di divisione e del 1° battaglione che sono rimasti nel settore di Mrkonjié Grad, Cielo sereno. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
28 gennaio 1944 - Venerdì Gornji Podlipci. Alle ore 5 il battaglione si muove per Sibenica ove si giunge alle ore 8. Immediata sistemazione difensiva in luogo. Pattuglie per Buliéi e per Biokovina. Alle ore 17 rientra la 1a compagnia dalla missione che non è stata svolta in quanto il nemico presidiava tutte le quote per dare sicurezza al transito sulla strada. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
29 gennaio 1944 - Sabato Sibenica. Sosta sulle posizioni. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
30 gennaio 1944 - Domenica Sibenica. Verso le ore 14 il battaglione è in allarme perché il comando di brigata segnala una colonna nemica im marcia da Jajce verso Divicani. Presa immediata di posizione. Pattuglie avanzate verso Divicani. Si tratta di un falso allarme in quanto la colonna
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avvistata è costituita da civili reduci da una cerimonia religiosa. Durante tutto il giorno, tiri di disturbo dell'artiglieria nemica e ricognizione aerea. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi 31 gennaio 1944 · Lunedì Sibenica. Sosta sulle posizioni. Verso le ore 12 una colonna nemica di circa 100 uomini esce da Jajce e si dirige verso le nostre posizioni, ma viene fermata da una pattuglia partigiana che apre il fuoco contro di essa dalle quote sovrastanti Buliéi. Il nemico ripiega e rientra a Jajce. Durante tutto il giorno e specialmente a tarda sera, tiri di disturbo dell'artiglieria avversaria che spara con preferenza sulle posizioni di Divicani, tenute dal 3° battaglione. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
1 febbraio 1944 · Martedì Sibenica. Continuano nelle prime ore del mattino i tiri di disturbo dell'artiglieria nemica. Verso le ore 7 sorvola la zona un aereo che porta a rimorchio un grosso aliante. Alle ore 21, ricevuto ordine di spostare il battaglione a Divicani, per sostituire il 3° battaglione su quelle posizioni. Date disposizioni per effettuare il movimento alle ore 3.30 di domani. Cielo sereno. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
2 febbraio 1944 · Mercoledì Sibenica. Alle ore 3.30 il battaglione si mette in marcia; alle 6 ha assunto la seguente dislocazione: - comando di battaglione, plotone comando, un plotone della 1a compagnia e uno della 2 a compagnia a Divièani; - un plotone della 1a compagnia con una squadra mitraglieri della 2 a a Magarovci di Jajce; - la 3 8 compagnia con una squadra mitraglieri della 2 8 a Gornja Lupnica. Tutte le posizioni controllano le provenienze da Jajce, da Sibenica e da Lendiéi. Il 4° battaglione prende posizione nel settore di Buliéi.
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Tutti i militari sono accantonati. Cielo sereno. Freddo. Diserzione del ......... del ......... e del ........., i quali s i costituiscono al comando tedesco in Jajce. 3 febbraio 1944 - Giovedì Divièani. Sosta sulle posizioni. Giornata calma. Cielo sereno.
Temperatura mite. Ten. l. Mongilardi 4 febbraio - Venerdì Divicani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. In serata nevica abbondantemente. Vento e freddo. Ten. I. Mongilardi
5 febbraio 1944 - Sabato Divièani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 6 febbraio 1944 - Domenica Divièani. Sosta sulle posizioni. Nevicata. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 7 febbraio 1944 - Lunedì
Divicanl. Sosta sulle posizioni. Nella serata di ieri sono giunti a Jajce notevoli rinforzi nemici (70 autocarri con alcuni carri armati). Molta neve durante tutta la giornata. Freddo. Ten. I. Mongilardi
8 febbraio 1944 - Martedì Divicani. Sosta sulle posizioni. Alle ore 17 esecuzione di ........ . e di ......... condannati per furto (Battaglione «Matteotti »). Molta neve. Freddo. Ten. I. Mongilardi
9 febbraio 1944 - Me rcoledì Divièani. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo.
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10 febbraio 1944 - Giovedì Divièani. Sosta sulle posizioni. Continua la neve che ha già raggiunto l'altezza di oltre 80 cm. Vento e freddo. Ten. I. Mongilardi 11 febbraio 1944 - Venerdì Divièani. Sosta sulle posizioni. Neve e fredldo. Ten. I. Mongilardi 12 febbraio 1944 - Sabato Divièani. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo. Ten. I. Mongilardi 13 febbraio 1944 - Domenica Divièani. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo. Ten. !. Mongilardi 14 febbraio 1944 - Lunedì Divièani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. !. Mongilardi 15 febbraio 1944 - Martedì
Divicani.Sosta sulle posizioni. Nevischio e vento. Freddo. Ten. I. Mongilardi 16 febbraio 1944 - Mercoledì Divièani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi 17 febbraio 1944 - Giovedì Divièani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi 18 febbraio 1944 - Venerdì Divièani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
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19 febbraio 1944 - Sabato Divicani.Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
20 febbraio 1944 - Domenica Diviéani. Sosta sulle posizioni. Conferenza del cap. Giancola su Garibaldi. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
21 febbraio 1944 - Lunedì Diviéani. Sosta sulle posizioni. In serata il comando di battaglione organizza un trattenimento con c:!nti corali e macchiette, cui intervengono molti civili. Fino alle 23 si danza. Ten. I. Mongilardi
22 febbraio 1944 - Martedì Diviéani. Alle ore 3 un plotone della 1a compagnia al comando del maresciallo De Carolis Carlo partecipa col 4° battaglione ad un attacco su Jajce per saggiare la forza del nemico e la sua reazione. Il nostro plotone si spinge fino al ponte in pietra sul fiume Vrbas, che immette nella città. A guardia del ponte c'èra un servizio di sentinelle tedesche che hanno dato l'allarme. I nostri, allora, hanno aperto il fuoco con due fucili mitragliatori e con i moschetti contro il corpo di guardia nemico. La reazione è stata immediata e violenta. I tedeschi, sorpresi, hanno aperto un fuoco nutrito con fucili, mitragliatrici, fucili lanciabombe, sparando all'impazzata in tutte le direzioni e lanciando, inoltre, una grande quantità di razzi luminosi. Verso le ore 4.30 il nostro plotone si sgancia e rientra alla posizione di partenza, senza aver avuto alcuna perdita. Sorvolo di aeroricognitori nemici. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
23 febbraio 1944 - Mercoledì Divièani. Sosta sulle posizioni. In serata, il comando di battaglione organizza un trattenimento cui partecipano molti civili. Il commissario politico celebra il 26° anniversario dell'Armata Rossa. Cielo copert,o. Freddo. Ten. I. Mongilardi
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24 febbraio 1944 - Giovedì Dlvièani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
25 febbraio 1944 - Venerdì Divièani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
26 febbraio 1944 - Sabato Divièani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongi/ardi
27 febbraio 1944 - Domenica Divièani. Alle 6.30 il battaglione è in allarme. Il nemico, da Jajce, ha tentato una sorpresa alle posizioni di Buliéi tenute dal 3° battaglione che reagisce. Il fuoco da ambo le parti è intensissimo. Il nemico fa largo uso di cannoni e mortai ed attacca, successivamente, anche il plotone della la compagnia schierato sulle posizioni di Magarovci, il quale, per evitare un completo accerchiamento, ripiega sulle posizioni retrostanti di Gornja Lupnica, tenute dalla 3a compagnia. Durante tale ripiegamento, colpito da pallottola di mitragliatrice avversaria, muore il geniere Cavarischia Nello, della 1a compagnia, che viene seppellito sul posto. Tutto il battaglione è schierato sulle posizioni, ma verso le 8,30 il nemico ripiega sulle posizioni di partenza e rientra a Jajce. La situazione torna normale. Durante l'azione, per misure precauzionali, le cucine e il magazzino sono stati avviati a Doribaba, da dove vengono richiamaU alle ore 9. Perdite nostre: un morto (geniere Cavarischia Nello). Perdite del 3° battaglione: 5 morti e 4 feriti. Perdite del nemico: imprecisate. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
28 febbraio 1944 - Lunedì Divièani. Sosta sulle posizioni. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongi/ardi
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29 febbraio 1944 - Martedì Divicani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Vento. Freddo. Ten. I. Mongilardi
1 marzo 1944 - Mercoledì Divièani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
2 marzo 1944 - Giovedì Divièani. Verso le ore 11 il nemico, uscito da Jajce, attacca improvvisamente le posizioni di Magarovci, tenute da un plotone della 1a compagnia e da una squadra mitraglieri della 23, con violentissimo fuoco di cannoni, mortai e mitragliatrici. I mortai battono addirittura l'abitato, danneggiando varie case e ferendo alcuni civili. Il nostro reparto reagisce immediatamente e rimane sulle posizioni. Tutto il battaglione è in allarme e si schiera sulle posizioni. Evidentemente l'intenzione del nemico è quella di tenere impegnato il nostro battaglione per permettere il deflusso di una colonna tedesca che, da Jajce, si dirige verso Mile e Magalj Dol, ove si trovano reparti della III brigata Krajska. Durante l'azione il nostro battaglione ha avuto le seguenti perdite: - 1 morto: cap. magg. ftr. De Santis Libero, colpito al petto e all'addome da schegge di granata; - 3 feriti: agente di P.S. Salvi Guerrino, colpito alla schiena da schegge di granata, fante Bauma Giuseppe, colpito alla coscia destra da scheggia di granata, fante Chiarini Guido, colpito al Jobo dell'orecchio destro da scheggia di granata. Il cap. magg. De Santis viene sepolto a Magarovci; l'agente di P.S. Salvi, grave, viene avviato all'ospedale di divisione; gli altri due, feriti leggermente, dopo una sommaria medicazione, ritornano in posizione presso il proprio reparto. Perdite nemiche: imprecisate. Verso le ore 15 cessa il fuoco e la situazione ritorna normale. Il battaglione rimane in istato di allarme. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
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3 marzo 1944 - Venerdì Divicani. Informatori segnalano che, alle prime ore del mattino, il nemico attaccherà in forze il settore di Diviéani, tenuto dal nostro battaglione. Tutti i reparti sono in allarme, e alle ore 4 tutti gli uomini sono schierati ai loro posti. Per misure precauzionali, il plotone comando, il magazzino e le cucine vengono distaccati a Doribaba. La giornata, invece, trascorre tranquilla. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
4 marzo 1944 - Sabato Divièani. Il battaglione è sempre in allarme. Le cucine, però,
vengono richiamate a Divicani. Il plotone comand o e il magazzino, invece, restano a Doribaba. Durante la giornata, tiri di disturbo dell'artiglieria nemica. Nevicata. Freddo. Muore all'ospedale di divisione l'agente di P.S. Salvi Guerrino, ferito a Magarovci durante l'azione del 2 u.s. Ten. I. Mongilardi 5 marzo 1944 - Domenica Divicani. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 6 marzo 1944 · Lunedì Divièani. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 7 marzo 1944 - Martedì
Divièani. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 8 marzo 1944 - Mercoledì Divièani. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 9 marzo 1944 - Giovedì Divièani. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo.
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10 marzo 1944 - Venerdì Divièani. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 11 marzo 1944 - Sabato Divièani. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo. Ten. I. Mongilardi 12.marzo 1944 - Domenica Divièani. Alle ore 20 il battaglione è in allarme perché, probabilmente, dovrà partecipare ad un attacco su Jajce che dovrebbe essere iniziato dalla III brigata Krajska, che si trova schierata sulle quote oltre la r iva sinistra del Vrbas. Tutte le compagnie sono schierate sulle posizioni stabilite per muovere a ll'attacco. Al nostro battaglione è riservato il compito di forzare il passaggio attraverso il ponte in pietra sul Vrbas ed entrare in città dalla parte bassa, dopo aver ridotto al silenzio i fortini tedeschi situati sulla riva destra del fiume stesso, subito dopo il ponte. L'attesa, sulla neve, allo scoperto, con una temperatura rigidissima, è pesante. Alle ore 24 nessun segnale di attacco da parte della III brigata. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
13 marzo 1944 - Lunedì Divièani. Il battaglione è sempre schierato sulle posizioni prese alle ore 20 di ieri sera. Alle ore 5, non essendosi verificato l'attacco, le compagnie riprendono le posizioni di partenza. Alle ore 20, nuovamente in allarme e si ripetono le operazioni del giorno precedente. Alle 24, la III brigata non ha dato il segnale di attacco. Nevischio durante tutta la giornata. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi 14 marzo 1944 - Martedì Divièani. Alle ore 4 le compagnie rientrano alle posizioni di partenza, senza che abbia avuto luogo l'attacco su Jajce. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
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15 marzo 1944 - Mercoledì Divièani. Sosta sulle posizioni. Cielo sereno. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 16 marzo 1944 - Giovedì Diviéani. Sosta sulle posizioni. Alle ore 13 un aereo ricognitore nemico sorvola ripetutamente l'abitato, lanciando manifestini di propaganda. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
17 marzo 1944 - Venerdì Divicani.Sosta sulle posizioni. Sorvolo d i aerei nemici. Neve.
Fr eddo.
Ten. I. Mongilardi 18 marzo 1944 - Sabato Divièani. Sosta sulle posizioni. In serata il comando di battaglione organizza un trattenimento con intervento di civili. Canti e danze fino alle ore 23. Cielo sereno. Freddo. Ten. /. Mongilardi
19 marzo 1944 - Domenica Divièani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo.
Ten. /. Mongilardi 20 marzo 1944 - Lunedì Diviéani. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo.
Ten. /. Mongilardi 21 marzo 1944 - Martedì Diviéani. Alle ore 6 il battaglione è in allarme. Il nemico ha attaccato le posizioni di Buliéi del 3° battaglione il quale ripiega su Sibenica e da qui reagisce. Alle ore 8.30 il nemico accenna a ripiegare su Jajce ed allora il nostro mortaio da 81 , da Gornja Lupnica, spara su di esso nella gola di Poskum. Alle ore 10 la situazione torna normale. Perdite nostre: nessuna.
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Perdite 3° battaglione: 2 morti, 3 feriti e qualche disperso. Perdite avversarie: imprecisate. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
22 marzo 1944 · Mercoledì Diviéani. Sosta sulle posizioni. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
23 marzo 1944 - Giovedì Diviéani. Sosta sulle posizioni. Verso Je ore 20, informatori civili segnalano che durante la notte il nemico, da Jajce, tenterà un attacco contro le nostre posizioni e quelle del 3° battaglione. Date immediatamente le disposizioni di allarme. La notte, invece, trascorre tranquilla. Cielo sereno durante la giornata. Alle 22 invece comincia a nevicare. Freddo. Ten. I. Mongilardi
24 marzo 1944 - Venerdì Diviéani. Calma in tutto il settore. Alle ore 16 giunge a Divicani il 4° battaglione della XIII brigata per dare il cambio al nostro che è destinato ad altro settore. Cielo sereno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
25 marzo 1944 · Sabato Diviéani. Alle ore 0.15 la squadra arditi, al comando del brig. dei CC.RR. Cappai Pasqualino, si reca al ponte di Jajce per effettuare un colpo di mano e per depositare un messaggio diretto a quel comando tedesco, in risposta ad uno simile che il nemico ci aveva inviato, invitandoci alla resa. La squadra giunge indisturbata fino al centro del ponte, a circa 10 metri dal corpo di guardia tedesco per le sentinelle al ponte stesso e, dopo aver depositato il messaggio sulla spalletta, esegue un'azione dimostrativa con lancio di bombe a mano e scariche di fucileria contro il predetto corpo di guardia. Il nemico non reagisce e la squadra rientra incolume al reparto verso le ore 3. In mattinata avviene il cambio, da parte del 4° battaglione della XIII brigata, sulle posizioni di Divicani, Gornja Lupnica e
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Magarovci. Tutti i nostri reparti vengono, così, ritirati e concentrati a Divicani. Nevicata abbondante. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi
26 marzo 1944 - Domenica Divièani. Alle ore 8 il battaglione si mette in marcia per effettuare il trasferimento da Divièani a Magaljdol, ove giunge alle ore 17. Disagio di accantonamento per la presenza in luogo di un battaglione della III brigata Krajska. Viene subito preso collegamento col comando di brigata che si trova a Mrkonjié Grad. Il compito del nostro battaglione è quello di riserva al 1° ed al 2° battaglione che si trovano schierati più avanti, verso Jajce. Neve abbondante. Freddo. Ten. I. Mongilardi
27 marzo 1944 - Lunedì Magaljdol .Alle ore 6 parte il battaglione della III brigata Krajska. Migliore accantonamento del nostro battaglione. Giornata calma. Vengono presi collegamenti col 1° e 2° battaglione, dislocati rispettivamente a Mile ed a Majdan. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
28 marzo 1944 - Martedì Magaljdol. Sosta sulle posizioni. Molta neve. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 29 marzo 1944 - Mercoledì Magaljdol. Sosta sulle posizioni. Neve. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 30 marzo 1944 - Giovedì Magaljdol. Sosta sulle posizioni. Dalle ore 7 alle 1O, una decina di Stukas bombardano e mitragliano il villaggio di Barevo ove si trova il 3° battaglione. Informatori civili segnalano che il bombardamento ha provocato molti danni tra la popolazione, ma non al battaglione. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
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31 marzo 1944 - Venerdì Magaljdol. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
1 aprile 1944 - Sabato Magaljdol. Il comandante del battaglione, il nacélnik (consulente tecnico), il commissario e il vice commissario politico del battaglione vengono chiamati a Mrkonjié Grad, a rapporto presso il comando di brigata. Alle ore 19.30 in Mrkonjié Grad, a cura di quel comando di brigata, viene organizzato un trattenimento corale presso quel teatrino, con intervento di molti civili. Partecipa anche il coro del nostro battaglione il quale riscuote vivi applausi. Alle ore 22, la rappresentazione viene sospesa ed il comando di brigata ordina a tutti di raggiungere subito i propri reparti. Informatori segnalano che a Jajce sono giunti notevoli rinforzi nemici (si parla di 3000 uomini, con numerosi carri armati ed artiglieria). Si rientra subito a Magaljdol e si mette il battaglione in istato di allarme. Nevicata abbondante. Freddo intenso. Ten. I. Mongilardi 2 aprile 1944 - Domenica Magaljdol. Nelle prime ore del mattino il nemico attacca il 1° battaglione sulle posizioni di Mile. Verso le ore 10, a richiesta, la nostra 3 a compagnia viene inviata di rinforzo al 1° battaglione che intanto ha ripiegato, portandosi sulle quote arretrate di Gornje Mile. Verso le ore 18 la nostra compagnia rientra, poiché il nemico ha desistito dall'azione. Verso le ore 20 la brigata ordina che una nostra compagnia partecipi, col 3° battaglione, all'attacco che quest'ultimo dovrà sferrare contro il nemico che è riuscito ad occupare Barevo. Lo scopo dell'attacco, fissato per le ore 24, è quello di ricacciare i tedeschi da Barevo e di rioccupare il paese. Viene nuovamente inviata la 3a compagnia. L'attacco ha iniziato alle 23 .30, ma non riesce per la violenta ed accanita resistenza del nemico che è in forze molto superiori a quelle previste. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
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3 aprile 1944 - Lunedì Magaljdol. Verso le ore 4 il nemico con forze ingenti (oltre 2000 uomini) attacca improvvisamente le posizioni del 1° e 2° battaglione i quali, dopo accanita resistenza, sono costretti a ripiegare. Il nemico, una volta sulle quote di Gornje Mile, dilaga con numerose colonne, nella vallata di Magaljdol, cosicché il nostro battaglione si trova da solo, ora, a contenere l'avanzata verso Mrkonjié Grad. Le nostre compagnie, e specialmente la 1 3 , si difendono con furore contrastando efficacemente il passo al nemico che è giunto a poche centinaia di metri. La lotta divampa sempre p iù serrata. I nostri spar ano con i moschetti da poche decine di metri, la squadra arditi, che ha attaccato una colonna sul fianco, si trova improvvisamente circondata e si apre un varco con un corpo a corpo furioso. Sotto la pressione nemica, il nostro battaglione verso le ore 9 è costretto a ripiegare ed esegue il movimento con massimo ordine sempre contrastando il passo al nemico, di quota in quota. Alle ore 11 si perde il contatto diretto col nemico che, nel frattempo, è riuscito ad occupare la città di Mrkonjié Grad. Il nostro battaglione si riunisce sulle quote a nord ovest della città per proteggere anche il ripiegamento del 3° battaglione dalla zona di Barevo, mentre dovrà attraversare un fiume. La resistenza accanita del nostro battaglione ha contribuito molto efficacemente al ripiegamento e successivo sganciamento del 1° battaglione che, altrimenti, sarebbe rimasto completamente accerchiato. Dopo il passaggio del 3° battaglione, e cioè verso le ore 15, si riprende la marcia verso la nuova destinazione che dovrebbe essere sulla linea difensiva Mrkonjié Grad - Mlinista. Alle ore 21.30 si giunge in un villaggio ove si sosta per un paio d'ore. Bilancio della giornata: Perdite nostre: 1 morto (fante Bellotti Isidoro della 2a compagnia che è stato colpito da una raffica di mitramoschetto alla facc ia); 2 feriti (carabinieri arditi Giannandrea Giovanni, ferito da numerose piccole schegge all'occipite, e Vendetti Francesco, ferito da pallottola di fucile alla mano destra); 10 dispersi, compreso il s.ten. Addonizio Giuseppe, comandante la 3a compagnia. Perdite avversarie: imprecisate ma notevoli. Cielo sereno. Sole. Tiepido. Ten.. I. Mongilardi
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4 aprile 1944 - Martedì In marcia. Verso le ore 0.15 si attraversa il passo di Kljuc e ci si avvia sulla rotabile per Glamoc. Alle ore 1.30 si giunge al villaggio Podrasnica ove si sosta per un'ora e si consuma il rancio; quindi di nuovo in marcia per Gerzovo dove il nostro battaglione deve prendere posizione. Si giunge a destinazione verso le ore 12.30 e subito le compagnie vengono sistemate sulle posizioni stabilite col compito di controllare le provenienze da Mrkonjié Grad e da Jezero e di formare, nel contempo, la riserva per il 1° e 2° battaglione che sono schierati sulle quote sovrastanti il lago di Jezero. Sorvolo di aerei nemici. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 5 aprile 1944 - Mercoledì
Gerzovo. Verso le ore 3, il comando di brigata informa che il nemico, dopo aver superato la resistenza opposta dal 3°, 4° e 6° battaglione, è riuscito a conquistare il passo di Kljuè e avanza ora, con forze considerevoli, sulla rotabile per Glamoè. Reparti avversari sono già giunti al villaggio Podrasnica. L'ordine è di resistere ad oltranza per impedirgli l'avanzata verso Mlinista. Vengono date immediatamente le disposizioni per il nuovo schieramento. La 1 a compagnia con una squadra mitraglieri della 2 a viene subito inviata a Sokolac per controllare le provenienze da Jezero e dalle valli del Pliva; la 3a compagnia con altra squadra mitraglieri della 2a prende posizione su due mammelloni situati a nord est di Gerzovo; una squadra mitraglieri ed il mortaio da 81 della 2a, vengono collocati su una quota ad est di Gerzovo. Verso le ore 11 rientra il s.ten. Addonizio, dispersosi il giorno 3. Verso le ore 12, dalle quote soprastanti Jajce e Mrkonjié Grad, si spara violentemente. Il nemico ha attaccato con forze considerevoli ed i battaglioni partigiani, sotto la forte pressione, ripiegano. Anche la nostra 3a compagnia e le due squadre della 2a sistemate ad est di Gerzovo, sotto Ja violenta pressione del nemico, che ha già occupato le quote più alte, sono costrette a ripiegare ed a prendere nuove posizioni sulle quote dell'altipiano di Savié. La 1 a compagnia invece, col comando di battaglione, rimane sulle posizioni di Sokolac e solo a sera inoltrata si sposta a Potkraji - Spiriéi.
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Le salmerie ed il plotone comando vengono avviati a Potkraj e successivamente a Mali Podgorje dove, verso le ore 22, sono raggiunti anche dalla 3a compagnia e dalle due squadre della 2a. Quivi si trovano anche i comandi di divisione e di brigata e la compagnia anticarro. Perdite nostre: un ferito grave (montenegrino Perié Branko, addetto come ufficiale informatore presso il comando di battaglione, colpito alla faccia da schegge di mortaio), 5 dispersi. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
6 aprile 1944 - Giovedì Potkraj - Spiriéi. Verso le ore 7 il comando di brigata ordina che anche il comando del battaglione e la 1a compagnia raggiungano il resto del battaglione a Mali Podgorje, ma verso le ore 15 l'ordine viene modificato nel senso che tutto il battaglione si deve concentrare a Potkraj - Spiriéi. Vengono allora richiamati un plotone della 3a compagnia ed una squadra mitraglieri che, a Mali Podgorje erano stati collocati in postazione su una quota, col compito di sbarrare le eventuali provenienze verso Mlinista e Glamoc, e tutti gli uomini concen trati a Mali Podgorje, alle ore 17, si mettono in marcia per raggiungere il comando di battaglione a Potkraj - Spiriéi dove si giunge alle ore 22. Presa di posizione ed accantonamento. Verso le ore 7 del mattino, in seguito alle ferite riportate ieri, muore a Sarié il montenegrino Perié Branko. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi 7 aprile 1944 · Venerdì
Potkraj · Spiriéi. Sosta sulle posizioni del settore. Con elementi rientrati da vari comandi partigiani viene formata una nuova compagnia. Il battaglione, quindi, risulta costituito nel modo seguente: comando battaglione 1a compagnia comandata dal s.ten. Maras Giuseppe; 2a compagnia comandata dal s.ten. Pirrelli Vito; 3a compagnia comandata dal m.llo dei CC.RR. De Carolis Carlo; compagnia pesante comandata dal s.ten. Leone Edmondo; plotone comando comandato dal serg. magg. Neri Armando.
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Di conseguenza la precedente 2 a compagnia che era quella mitraglieri, assume ora la denominazione di compagnia pesante (3 mitragliatrici Breda ed un mortaio da 81). Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
8 aprile 1944 - Sabato Potkraj . Spiriéi. Sosta sulle posizioni. Informatori civili segnalano che il nemico, dopo l'azione del 5 corrente, è rientrato a Jajce, abbandonando anche Mrkonjié Grad. Sembra anche che da Jajce siano partiti tutti gli elementi tedeschi e che il presidio sia stato lasciato agli ustasci e domobrani. Rientra il carabiniere ardito Farinelli, dispersosi il 3 corrente. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
9 aprile 1944 - Domenica Podkraj - Spirié. Pasqua. Giornata calma. Il comando di brigata invia una lettera di auguri al battaglione. Nel pomeriggio il comandante la brigata, il suo nacelnik ed il tenente medico Truini partecipano al nostro rancio. Pioggia. Freddo. Ten. I. Mongilardi
10 aprile 1944 - Lunedì Potkraj · Spiriéi. Sosta sulle posizioni. Pioggia e nevischio. Freddo. Ten. I. Mongilardi
11 aprile 1944 - Martedì Podkraj. Spirié. Alle ore 0.30 il battaglione riceve l'ordine di spostarsi a Dumezlije nella zona del lago Jezero. Date disposizioni per effettuare il movimento alle ore 5 di stamane stesso. Il battaglione si mette in marcia per Dumezlije ove giunge alle ore 13. Il villaggio è completamente bruciato, ad eccezione di due sole casupole che vengono occupate dalla 3a compagnia, la quale prende anche posizione sulle quote sovrastanti il lago e le rotabili Jezero Mrkonjié Grad e Jezero - Sipovo. Il resto del battaglione si scagliona nelle poche case lungo la
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carrozzabile Jezero - Mrkonjié Grad, giungendo fino a Majdan ove si sistemano il comando di battaglione, il plotone comando e due squadre della compagnia pesante. Pioggia ininterrotta per tutto il giorno. Freddo. Ten. I. Mongilardi
12 aprile 1944 - Mercoledì Majdan. Ve rso le ore 5,30 il battaglione è in allarme. Il nemico, uscito da J ajce con una forte colonna ed appoggiato dall'artiglieria, ha attaccato le posizioni di Magaljdol, tenute da reparti della III brigata Krajska. Verso le or e 8, la lotta diventa violentissima. Il plotone comando, con due squadre della compagnia pesante, si sposta nel settore di Peruéica, un plotone della 2 a compagnia a Tonkovac, la 3 a compagia a Skopljekova Kosa; la 3a compagnia ed un plotone della 2 a a Majdan, col comando di battaglione. Tutti i reparti prendono posizione sulle q uote per controllare le provenienze da Jezero ver so Mrkonjié Grad e Sipovo. Nel frattempo il 2° battaglione della I brigata, dalla zona di Hoéune si porta a Gornje Mile ed attacca di fianco la colonna nemica, costringendola a ripiegare ed a rientrare a Jajce. Alle ore 11, la situazione è ristabilita. I nostri reparti, però, rimangono sulle nuove posizion i assunte. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
13 aprile 1944 - Giovedì Majdan. Sosta sulle posizioni. Il battaglione è in approntamento per partecipare, domani, con tutta la 1 a divisione, ad un attaco su Jajce per liquidare quella guarnigione nemica. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
14 aprile 1944 - Venerdì Majdan. D'or dine superiore, l'attacco contro la guarmg1one nemica di Jajce, è rimandato. Durante il giorno un aereo nemico bombarda e mitraglia le posizioni di Magaljdol e Gornje Mile. Nel pomer iggio il comando del battaglione si porta a Peruéica. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
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15 aprile 1944 - Sabato Peruéica. Sosta sulle posizioni. La squadra arditi, con gli arditi del 1° battaglione, si reca nei dintorni di Jajce, per tentare qualche colpo di mano. Durante il giorno, ricognizione aerea nemica. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
16 aprile 1944 - Domenica Peruéica. Posizioni immutate. Cielo sereno. Tiepido.
Ten. I. Mongilardi 17 aprile 1944 - Lunedì Peruéica. Posizioni immutate. Cielo coperto. Vento. Freddo.
Ten. I. Mongilardi 18 aprile 1944 - Martedì Peruéica. Verso le ore 10, il comando di brigata comunica che alle ore 2 il nemico, con una colonna forte di 700-800 uomini, è uscito da Jajce dirigendosi verso Banjaluka, via Barevo. Al seguito di tale colonna, vi sono numerose salmerie. La colonna è stata impegnata in combattimento dal 2° battaglione nei pressi di Magaljdol. Verso le ore 3, inoltre, un'altra colonna nemica è uscita da Jajce con direzione sconosciuta. Il battaglione è in a llarme. Tutti gli uomini sono in postazione. Il mortaio viene spostato da Peruéica a Tonkovac. La giornata, però, trascorre calma, senza alcuna ulteriore notizia sul nemico. Cielo coperto. Vento fortissimo di bora. Freddo. Ten. I. Mongilardi
19 aprile 1944 - Mercoledì Peruéica. Il battaglione è sempre in allarme. Il nemico ha occupato le quote di Liskoviéi e perciò si prevede che attacchi in quel settore. Verso le ore 15 infatti il nemico attacca, nella zona di Magaljdol, il 2 ° battaglione che resiste e respinge l'avversario. In serata la situazione è ristabilita. Cielo coper to. Vento fortissimo. Freddo. Ten. I. Mongilardi
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aprile 1944 - Giovedì Peruéica. Il battaglione è sempre in allarme. Durante la notte ed il giorno l'artiglieria nemica batte incessantemente le posizioni nel settore di Gornje Mile e Magaljdol dove, nella mattinata, si è diretta anche una colonna nemica che è stata impegnata dal 2° battaglione e che nel pomeriggio ha ripiegato rientrando a Jajce. Cielo sereno. Caldo. Viene letto e commentato alla truppa il bollettino contenente anche l'elogio del maresciallo Tito al battaglione «Garibaldi » per le azioni del 3 e 5 corrente, elogio che è stato anche radiotrasmesso da «Libera Jugoslavia». Ten. I. Mongilardi 21 aprile 1944 - Venerdì Peruéica. Il battaglione è sempre in a llarme. Informatori segnalano che a Jajce sono giunti notevoli rinforzi nemici (circa 4000 uomini, con numerosi carri armati e pezzi di artiglieria) . Vengono date disposizioni pe r r inforzare, specialmente di notte, le nostre posizioni avanzate e vengono sistemate le armi con acconci ripari. La giornata trascorre calma. Il s.ten. Leone lascia il comando de lla compagnia pesante e passa al comando del 1° plotone della 1a compagnia; il s.ten. Pirrelli lascia il comando della 2 a compagnia ed assume quello della compagnia pesante; il s.ten. Muraca Ilio assume il comando della 2 a compagnia. Il s. ten. Cozzolino, dalla 1 a compagnia passa alla compagnia pesante quale commissario politico. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongìlardi 22 aprile 1944 - Sabato Peruéica. Verso le ore 4 il nemico, uscito da J ajce con una forte colonna, giunge al bivio di J ezero ed attacca, prima con la mitragliera ed i cannoncini dei carri armati e poi con reparti di truppa, le posizioni di Skopljekova Kosa, tenute dalla 3 a compagnia che reagisce immediatamente, contenendo l 'avanzata del nemico che tenta di occupare quelle quote. Conte mporaneamente, altra colonna avve rsaria attacca le posizioni di Majdan tenute dalla 1a compagnia e da un plotone della 23, cercando di prendere alle
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spalle questi nostri reparti che invece reagiscono subito e si difendono accanitamente. Verso le ore 8, però, sotto la forte pressione nemica, sono costretti a ripiegare, ordinatamente, sulle quote alte sovrastanti Peruéica. Verso le ore 11, anche la 3a compagnia ripiega su queste quote, da dove i nostri reparti battono il nemico che, poco dopo, ripiega a valle portandosi sulla rotabile Jezero - Mrkonjié Grad verso la quale ultima città, poi, si avvia con una autocolonna protetta da alcuni carri armati. Nel frattempo, il plotone comando ed il magazzino con le salmerie hanno sgomberato su Trnovo, nel cui settore, in serata, si riunisce tutto il battaglione col compito di sbarrare le provenienze da Jezero e viceversa. Le compagnie si schierano nel nuovo settore Trnovo - Lubovo Duge Njive - Besnjevo. Il comando di battaglione si sistema a Duge Njive. Perdite nostre nella giornata: un ferito leggero (fante Campostrini Beniamino della 1a compagnia, colpito da due pallottole di fucile alla coscia destra e ricoverato all'ospedale). Perdite avversarie: imprecisate ma notevoli (oltre a vari feriti visti raccogliere sul terreno e sgomberati con cavalcature, il nemico ha perduto un carro armato e qualche autocarro, saltati in aria per lo scoppio di mine). Cielo piovoso. Freddo. Rientra la squadra arditi. Ten. I. Mongilardi 23 aprile 1944 - Domenica Duge Njive. Sosta sulle posizioni. Nel settore di Sipovo, sulla nostra destra, è schierato il 1° battaglione; nel settore di Gerzovo, e cioè alle nostre spalle, è schierato il 4° battaglione; il 2°, 3° e 6° battaglione si trovano nel settore di Mrkonjié Grad per azioni di disturbo contro il nemico che ieri è riuscito ad occupare la città. Verso le ore 12 il plotone comando e le cucine vengono trasferite a Trnovo ove si sistemano anche due mitragliatrici pesanti Breda ed il mortaio da 81, per proteggere, eventualmente, il ripiegamento delle altre compagnie. La giornata trascorre calma. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
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24 aprile 1944 - Lunedì Duge Njive. Alle ore 4 il battaglione, d'ordine della brigata, si sposta in avanti, nel settore di Stupna, ove le compagnie vengono schierate sulle posizioni col compito di chiudere le provenienze da Jezero, sia verso Mrkonjié Grad, sia verso Sipovo. Il nemico, con forze considerevoli, si trova a J ezero ed ha occupato anche varie quote sovrastanti tale località, con lo scopo evidente di dare sicurezza al transito stradale, da e per Mrkonjié Grad. A Stupna, intanto, vengono richiamate le cucine e le tre armi della compagnia pesante. Il plotone comando ed il magazzino viveri, invece, si sistemano nel villaggio di Borovica. Verso le 17, da Jajce verso Mrkonjié Grad, transita un'autocolonna nemìca di 40 autocarri, protetti da alcun i carri armati. Altri carri armati ed autoblinde pattugliano continuamente nella conca di Jezero. Durante tutto il giorno, tiri di disturbo dell'artiglieria nemica. Cielo sereno. Caldo. Ten. I. Mongilardi 25 aprile 1944 - Martedì Stupna. Verso le ore 13, una colonna nemica di un centinaio di uomini, scesa a Jezero da automezzi, cerca di prendere quota, dirigendosi verso il villaggio di Skopljekova Kosa. Avvistata dalle postazioni della nostra 2 a compagnia, viene subito attaccata da tutta la compagnia con i fucili mitragliatori e con una Breda. Dopo qualche tempo, anche il 6° battaglione, schierato sulle quote di Tonkovac, avvista il nemico ed apre il fuoco. L'avversario reagisce con le armi automatiche, appoggiato anche da cannoni e mortai da Jezero. La sparatoria da ambo le parti continua fino a notte. Il nemico è sempre sulle quote di Dumezlije dove si è sistemato a difesa, costruendo fortini e postazioni per armi. Pioggia abbondante. Freddo. Ten. I. Mongilardi 26 aprile 1944 - Mercoledì Stupna. Verso le ore 2, un'autocolonna nemica giunge a J ezero dove lascia un reparto di forza imprecisata che si dirige verso le
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quote di Dumezlije. Dalle sue segnalazioni con racchette, sembra che l'avversario abbia intenzione di occupare i villaggi di Peruéica e Tonkovac e le relative quote sovrastanti. Tutte le nostre posizioni sono in allarme. All'alba, nuclei nemici vengono avvistati sulle quote e contro di essi i nostri reparti e quelli del 6° battaglione aprono subito il fuoco cui il nemico reagisce con molte armi automatiche. Verso le ore 7, le cucine vengono avviate al villaggio di Duge Njive, ove si trovano anche quelle del 6° battaglione. La sparatoria continua fino verso le 12, ora in cui il nemico non si fa più vedere. Nel pomeriggio e durante la notte l'avversario spara sulle nostre posizioni, con artiglieria e mortai. Dalle prime ore del mattino ha cominciato a nevicare abbondantemente. La nevicata continua per tutto il giorno. Freddo. Ten. I. Mongilardi 27 aprile 1944 - Giovedì Stupna. Situazione immutata. Dall'alba alla sera, duelli di armi automatiche tra i nostri reparti e quelli avversari, schierati . sulle quote opposte. Tiri di artiglieria e di mortaio nemici. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mongilardi
28 aprile 1944 - Venerdì Stupna. Posizioni immutate. Il battaglione è sempre schierato sulle posizioni e, ad intervalli, le postazioni sparano sul nemico che si affaccia sulle quote opposte. Anche l'avversario spara sui nostri. Le cucine, da Duge Njive, vengono spostate a Besnjevo. Cielo coperto. Vento. Freddo. Ten. I. Mongilardi
29 aprile 1944 - Sabato S tupna. Durante la notte, il battaglione è in allarme. Nel settore Stupna- Jezero, alcuni battaglioni della V brigata attaccano improvvisamente il nemico, sulle quote di Skopljekova Kosa, riuscendo a scacciarlo da alcuni fortini e spingendosi fino a Jezero. La nostra 3a compagnia apre il fuoco contro una postazione avversaria che reagisce. Verso l'alba, i battaglioni partigiani si ritirano, riprendendo le posizioni di partenza. Il resto della giornata trascor-
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re calmo. Partono il s.ten. Cozzolino, Mongili e Filesi per il II Congresso (della gioventù comunif ta jugoslava) a Drvar. Pioggia. Freddo. Ten. I. Mongilardi
30 aprile 1944 - Domenica Stupna. Sosta sulle posizioni. Duelli di armi automatiche dalle opposte quote. Dalle prime ore del mattino nevica ad intervalli, per tutta la giornata. A tarda sera in tutti i viHaggi della zona i contadini accendono grandi fuochi sulle alture per festeggiare il 1° maggio. Cielo coperto. Freddo. Ten. I. Mon_gilardi
1 maggio 1944 - Lunedì Stupna. Sosta sulle posizioni. Verso le ore 12.30 il nemico spara una decina di colpi con un cannoncino da 47 in direzione delle nostre posizioni, senza conseguenze. Cielo semicoperto. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
2 maggio 1944 - Martedì Stupna. Posizioni immutate. Verso le ore 22,30 il battaglione, ad eccezione della 3 a compagnia che rimane in posizione, tenta un attacco di sorpresa alle quote di Skopljekova Kosa, tenute dal nemico. Contemporaneamente, sette battaglioni partigiani attaccano il presidio tedesco di Mrkonjié Grad. I nostri reparti, attraverso Besnjevo e Duge Njive, si portano sulle quote situate alle spalle del nemico, il quale però, messo in allarme dal fragore della lotta che si svolge a Mrkonjié Grad, non si lascia sorprendere ed è tutto schierato nei fortini che ha costruito sulle quote. Ciononostante, i nostri, dopo aver efficacemente battuto le quote col mortaio, attaccano. Gli arditi giungono fin sotto i fortini avversari contri i quali lanciano le bombe a mano. La reazione nemica è immediata e violenta. Anche la 3a compagnia, dalle posizioni di Stupna, batte con la mitragliatrice Breda le quote avversarie. Alle ore 24 i nostri sono sempre in azione, con la 1 a compagnia e con la compagnia pesante. La 2 a compagnia, invece, si è portata a Majdan, dove dopo aver minato la strada carrozzabile Jezero - Mrkonjié Grad prende
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posizione sulle quote a cavallo della strada stessa, col compito di impedire l'eventuale afflusso di rinforzi da Jajce a Mrkonjié Grad. Cielo coperto. Temperatura mite. Ten. I. Mongilardi 3 maggio 1944 - Mercoledì Stupna. Verso le ore 5, come era stato stabilito, i nostri reparti si sganciano dal nemico e ritornano tutti sulle posizioni primitive nel settore di Stupna. Perdite nostre nell'azione: nessuna. Perdite avversarie: imprecisate. Cielo sereno. Temperatura mite. Ten. I. Mongilardi
4 maggio 1944 - Giovedì S tupna. Posizioni immutate. Il nemico occupa sempre la quota 1098 dove, anzi, continua a fare opere di fortificazione campale, con fortini e camminamenti. Calma durante tutta la giornata. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 5 maggio 1944 - Venerdì Stupna. Or e 3: una pattuglia di arditi esce e si reca a Peruéica per effettuare una sorpresa al nemico lungo la rotabile. Ore 22: rientra la pattuglia arditi; nessuna novità. Cielo parzialmente coperto. Vento scirocco. Ten. I. Mongilardi
6 maggio 1944 · Sabato S tupna. Una pattuglia nemica si spinge nelle v1cmanze del fiume Pliva, fa alcune raffiche di mitragliatrice, quindi rientra a Jezero. Cielo parzialmente coperto. Debole vento tiepido. Ten. I. Mongilardi 7 maggio 1944 - Domenica
S tupna. Ore 11: un plotone nemico si è spinto a Tonkovac fin sotto le nostre postazioni di Orlovaca. La 3a compagnia ha aperto il
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fuoco e dopo circa 2 ore di combattimento il nemico ripiega su quota 1098. Perdite del nemico accertate: 2 feriti. Ore 21: due squadre della 3a compagnia si recano a Tonkovac. Ore 24: le squadre rientrano; nessuna novità. Cielo parzialmente coperto. Vento tiepido. Ten. I. Mongilardi
8 maggio 1944 - Lunedì Grabei - Gromile. Tutto il battaglione si trasferisce a Grabez Gromile. Ore 22: uma pattuglia si è recata a Siroka Kota (Mrkonjié) come pattuglia di osservazione. Apertura del corso per sottufficiali. Al corso, oltre le materie professionali, viene impartito un insegnamento di cultura generale. Cielo parzialmente coperto. Ten. I. Mongilardi
9 maggio 1944 - Martedì Grabei - Gromile. Nessuna novità. Cielo parzialmente coper-
to.
Ten. I. Mongilardi 10 maggio 1944 - Mercoledì Grabei- Gromile. Rientrano al battaglione i tre rappresentanti che si sono recati a Drvar al Congresso presieduto dal Maresciallo Tito. Per la prima volta tutti i rappresentanti dej vari reparti italiani che si trovano a combattere in Jugoslavia si sono riuniti. Dalle statistiche, tra Divisione «Garibaldi», battaglione «Garibaldi», battaglione «Matteotti» e specialisti ed altri che combattono fra le file dei partigiani jugoslavi, si calcola che in Balcania vi siano 30 mila italiani. Cielo coperto, nebbia e freddo. Ten. I. Mongilardi
11 maggio 1944 - Giovedì Grabei- Gromile. Situazione normale. Nostre pattuglie sono uscite e si sono recate lungo la rotabile Jajce - Mrkonjié. Nessuna novità. Cielo coperto. Acqua, vento. Ten. I. Mongilardi
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12 maggio 1944 - Venerdì Grabei - Gromile. La 3a compagnia ha attaccato alle ore 21 Previla (Mrkonjié). Il nemico si è ritirato all'inizio del combattimento a Mrkonjié. Alle ore 23 un reparto tedesco proveniente da Majdan ha attaccato la 3a compagnia a Previla. La compagnia ha aperto un nutrito fuoco. Cielo aperto, qualche pioggerella, vento. Ten. /. Mongilardi 13 maggio 1944 - Sabato Grabei - Gromile. La 3 a compagnia ha combattuto a Previla fino alle ore 3. I tedeschi non sono riusciti ad entrare a Previla. All'alba la 3a compagnia si è ritirata da Previla verso Sibovi. Perdite del nemico accertate: un morto. Perdite subite: nessuna. Ore 11: sono arrivati a visitare il battaglione, provenienti dal congresso della gioventù, due rappresentanti italiani, un rappresentante del partito comunista ed uno del partito liberale. Da loro abbiamo appreso che gli unici combattenti italiani organizzati in reparti italiani siamo noi che combattiamo in terra jugoslava. Ore 12: si è riunito il battaglione ed il comandante del battaglione ed i due rappresentanti hanno parlato ai garibaldini sulla necessità della lotta dei reparti italiani in Jugoslavia. Cielo semicoperto, vento tiepido. Ten. I. Mongilardi 14 maggio 1944 - Domenica Grabei - Gromile. Ore 11: una compagnia si è recata a Spiriéi per partecipare alla manifestazione indetta dalla 1 a divisione proletaria. La compagnia ha partecipato alle gare ginniche organizzate dalla divisione. Per espresso desiderio del comandante la divisione, la compagnia ha cantato il nostro Inno all'Italia e la marcia dei garibaldini. Ore 18: rientra la compagnia. Cielo nebbioso, temperatura mite. Ten. I. Mongilardi 15 maggio 1944 - Lunedì Grabei - Gromile. Due pattuglie della 3 a compagnia sono uscite verso Donje Mile. Ore 12: rientrate, nessuna novità. Cielo parzialmente coperto, temperatura fresca. Ten. I. Mongilardi
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16 maggio 1944 - Martedì Grabei . Gromile. Ore 4: i tedeschi attaccano le posizioni della I brigata. Ore 10: la 3a e la 1 a compagnia si recano a Lubovo per portare aiuto al 2° battaglione. Le due compagnie aprono un violento fuoco sul nemico, che, attaccato sul fianco destro, desiste dall'avanzata e si ritira verso Jezero. Ore 20: le compagnie rientrano. Cielo parzialmente coperto, nebbioso, temperatura fresca. Ten. I. Mongilardi 17 maggio 1944 - Mercoledì Grabei - Gromile. Nessuna novità. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 18 maggio 1944 - Giovedì Grabei · Gromile. Nessuna novità. I reparti fanno addestramento al combattimento. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 19 maggio 1944 - Venerdì Grabei - Gromile. Nessuna novità. Dal comando di brigata abbiamo ricevuto un mortaio da 81, modello inglese. Presso la compagnia pesante si è costituito così un plotone mortai, su due squadre; ogni squadra ha in dotazione un mortaio da 81 mm. Cielo sereno. Tiepido. 20 maggio 1944 - Sabato Grabei · Gromile. Nessuna novità. Cielo sereno, parzialmente coperto. Ten. /. Mongilardi 21 maggio 1944 - Domenica Grabei - Gromile. Nessuna novità. Cielo parzialmente coperto. Temperatura incostante. Ten. I. Mongilardi 22 maggio 1944 - Lunedì Grabei - Gromile. Una nostra pattuglia è andata a Stupna; è partita alle ore 18 col compito di andare alla quota 1098, a vedere i lavori campali nemici ed assumere informazioni sul nemico. Cielo parzialmente coperto. Te mperatura incostante. Ten. I. Mongilardi
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23 maggio 1944 - Martedì Grabei- Gromile. Alle ore 6, rientrata la pattuglia. Cielo coperto, pioggia, neve ai monti. Ten. I. Mongilardi
24 maggio 1944 - Mercoledì Grabei - Gromile. Sono venuti al comando di questo battaglione il vice comandante la brigata e la politièna (staff politico). Hanno verbalmente ed ufficialmente risposto alle richieste fatte da questo comando a quello superiore e cioè: I) che presso il Comando supremo dell'Esercito popolare liberatore della Jugoslavia ci fosse un rappresentante italiano col compito di rappresentare presso il Comando supremo gli italiani che si trovano a combattere oggi nella Jugoslavia; 2) di riunire tutti i militari italiani sparsi nella J ugoslavia in reparti italiani; 3) quando il battaglione avrebbe potuto raggiungere l'Italia. A taH domande il Comando supremo, a mezzo del vice comandante la brigata, ha risposto: 1) il Comando supremo ha interpellato il Governo italiano, affinché lo stesso inviasse un rappresentante italiano presso il Comando superiore; 2) appena possibile, tutti gli italiani sarebbero stati raccolti in reparti italiani; 3) il battaglione, unitamente agli altri reparti che combattono in Jugoslavia, sarebbero andati in Italia in un tempo che non poteva determinarsi, ma che sarebbe collegato con lo svolgersi degli avvenimenti bellici e politici. Ore 17: il battaglione si è riunito per festeggiare l'anniversario dell'entrata in guerra dell'Italia contro l'Impero Austro-Ungarico. Alla manifestazione sono intervenuti il commissario politico del I Korpus proletario, i comandanti della 1 a divisione e della I brigata proletaria, il 1 ° e il 4° battaglione della I brigata e la musica del Korpus. Il battaglione ha sfilato dinanzi alle autorità militari, poscia il comandante ha illustrato la importanza di tale data ed ha tratteggiato quali devono essere i compiti presenti e futuri dei reparti italiani che oggi combattono in Jugoslavia. Il commissario del Korpus ha parlato al battaglione ed ha risposto alle richieste che questo comando aveva inoltrato al Comando supremo (vedi sopra).
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Il battaglione ha cantato l'inno e la marcia dei garibaldini e, dopo avere eseguito un saggio ginnico, tutti i battaglioni hanno partecipato ai giochi popolari. Ore 21: i comandanti del Korpus, della divisione e della brigàta partivano per la propria sede. Sereno. Temperatura mite. Ten. I. Mongilardi 25 maggio 1944 - Giovedì
Podgorija. Ore 16. La 2 3 compagnia, rafforzata di una squadra mitraglieri ed un plotone mortai, va in aiuto al 6° battaglione che é stato attaccato a Lubovo da una colonna tedesca, forte di un mille uomini, proveniente da Sipovo. Ore 17: la colonna avanza verso Sokolac. La 2 3 compagnia interviene trattenendo la colonna con il mortaio e con un nutrito fuoco di armi automatiche. Ore 19: la colonna nemica si ferma a Sokolac. Ore 22: dietro ordine del comando di brigata il battaglione si sposta a Podgorija - Dragnié col compito di impedire l'avanzata del nemico lungo la rotabile Sokolac - Gerzovo. Cielo sereno. Temperatura mite. Ten. I. Mongilardi 26 maggio 1944 - Venerdì
Podgorija - Dragnié. Ore 4: il nemico attacca a Lubovo il 6° battaglione e la nostra compagnia e dopo un violento fuoco, accompagnato dal tiro di artiglieria, riesce a conquistare le quote sovrastanti Lubovo. Ore 6: la nostra compagnia ed il 6° battaglione contrastano il nemico e riescono a riconquistare le quote. Ore 9: dietro ordine della brigata la nostra compagnia raggiunge il resto del battaglione. Ore 11: il nemico, su tre colonne, appoggiato potentemente dall'artiglieria, avanza verso il nostro settore. (Per) la stragrande superiorità numerica di uomini ed armi posseduta dal nemico il nostro battaglione è costretto a ritirarsi. Ore 14: si apprende che a Drvar, Glamoc e Kljuc i tedeschi hanno lanciato gruppi di paracadutisti col compito di arrivare al tergo della nostra brigata. La situazione è alquanto difficile, ma ugualmente si contrasta palmo a palmo il terreno al nemico. Ore 20.30: ancora si combatte accanitamente. Questa volta occorre respingere il nemico per aprire un varco e passare oltre la formazione a tenaglia, che man mano si era venuta a formare con l'avanzare dei reparti nemici. Si apre un grande fuoco ed il nemico
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si arresta. Il battaglione può ritirarsi verso la rotabile Glamoc Mlinista. Perdite della giornata: 3 uomini morti e 3 feriti. La forza del nemico si aggira sui 1500 uomini, c ioè cinque volte la nostra forza. Cielo coperto. Nebbia ai monti, debole pioggia. Temperatura piuttosto bassa. Ten. /. Mongilardi
27 maggio 1944 - Sabato Mlinista. Ore 5: il battaglione arriva e prende subito posizione a Miletiéi per impedire al nemico l'avanzata verso Mlinista. Ore 8: il nemico batte le nostre posizioni con violento tiro di artiglieria, quindi avanza verso le nostre postazioni. Dopo un violento combattimento, il battaglione, dietro ordine della brigata, per sfuggire alla minaccia di accerchiamento che si profila dalla parte di Glamoè, combattendo ripiega verso Mlinista. Ore 19: il battaglione è nella stazione ferroviaria di Obraèaj. Ore 20: il battaglione attacca un reparto nemico che si era sistemato a difesa nei pressi della stazione di Obraèaj. Cielo sereno. Temperatura mite. Ten. I. Mongilardi 28 maggio 1944 - Domenica Obraèaj. Ore 6: il nemico sempre avanza. Il battaglione sempre combattendo indietreggia; il combattimento diventa faticoso perché i soldati sono stanchi e da tre giorni non hanno avuto la possibilità di trovare acqua. Si sono dissetati soltanto con un po' di neve che si trovava ancora nelle doline. Cielo sereno. Bel tempo. Ten. I. Mongilardi 29 maggio 1944 - Lunedì Obraèaj. Il comando di brigata ha deciso di passare con tutta la brigata oltre la linea nemica e di spostarsi a èardak. Cielo sereno. Temperatura mite. Ten. I. Mongilardi 30 maggio 1944 - Martedì Cardak. Ore 5: si parte per Cardak. Nei pressi di Glamoè l'aviazione inglese interviene ed interdisce una colonna composta
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di carri armati ed autoblinde che da Glamoè è partita col compito di attaccare la nostra colonna. L'autocolonna desiste dall'avanzata. Ore 17: arrivo a Cardak. Bel tempo. Ten. !. Mongilardi
31 maggio 1944 - Mercoledì Mllnista. Ore 14: dietro ordine del comando di divisione il battaglione si sposta a Mlinista, col compito di dare sicurezza al comando del I Korpus che deve spostarsi verso ...... . Bel tempo. Ten. I. Mongilardi
1 giugno 1944 - Giovedì Miletiéi. Il battaglione, con lo stesso compito, si sposta a Podgorija-Miletiéi. Ore 19: una colonna nemica, composta di un carro armato e vari automezzi, appare sulla rotabile di Glamoè lontano dalle nostre posizioni e si ferma. Cielo sereno. Temperatura mite. Ten. I. Mongilardi 2 giugno 1944 - Venerdì Mlinista. Ore 10: la 2a compagnia si sposta a Mlinista. Ore 12: il nemico attacca le posizioni della 3a e della 1a compagnia. Parimenti un ordine della brigata ordina che tutto il battaglione si sposti lungo la ferrovia di Mlinista. Le compagnie r ipiegano sempre ostacolando il passo al nemico. Ore 16: il nemico attacca con tre colonne le nostre postazioni e dopo un violento fuoco il battaglione ripiega ancora, sempre contrastando il passo al nemico. Ore 24: si combatte ancora sulle quote di Mlinista. Cielo sereno. 'Jemperatura mite. Ten. I. Mongilardi 3 giugno 1944 - Sabato éardak. Ore 5: ancora si combatte accanitamente a Mlinista. Ore 6: il comando di brigata ordina il ripiegamento a Cardak. Cielo sereno. Temperatura mite. Ten. I. Mongilardi 4 giugno 1944 - Domenica -éardak. Il battaglione trovasi tuttora in postazione. Una co-
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lonna nemica composta da un 15 carri armati e da una trentina di autocarri, arriva nei pressi di Siroka Kara. Dagli a u tocarri scende un battaglione di fanteria che preceduto dai carri armati avanza verso le postazioni del 3° battaglione. Il 3° battaglione apre un violento fuoco. Ore 17: la nostra 3a compagnia si sposta da èardak e attacca il nemico sul fianco destro per al leggeri re la pressione che il nemico fa sul 3° battaglione. Ore 20: il nemico non è riuscito, nonostante tulti i suoi tentativi, ad occupare le nostre postazioni. Ore 21: pe r ordine della brigata il nostro batta&lione ed il 3° battaglione devono sganciarsi dal nemico e recarsi a Cardak. Ore 22: tutta la brigata si sposta verso Janje. Cielo coperto. Tempe ratura variabile. Ten. I. Mongilardi 5 giugno 1944 - Lunedì Dopo una marcia lunga e faticosa si arriva alle ore 12 a Janje. Dopo una sosta di alcune ore, alle 19, si riprende la marcia. Cielo sereno. Tempo bello. Ten. I. Mongilardi 6 giugno 1944 - Martedì
Alle ore 9 si arriva nella zona di Vukovsko e dopo una breve sosta, alle ore 12 circa, s i riparte per raggiungere il villaggio di Vukovsko, dove si arriva alle ore 16. Il battaglione si sistema in difensiva a Mezvo Brdo. Cielo sereno. Temperatura regolare con leggero ven to. Ten. I. Mongilardi 7 giugno 1944 - Mercoledì
Mezvo Brdo. Nessuna novità. Cielo sereno, vento. Te n. I. Mongilardi
8 giugno 1944 - Giovedì
Alle ore 7.30 si riparte per r aggiungere Gornje Vukovsko, dove s i arriva alle ore 10. Alle ore 15.30 raggiunge il battaglione la l a compagnia che era rimasta dispersa durante il combattimento del 2 corrente. Il battaglione è di ri serva. Nel pomeriggio cielo sereno con temperatur a regolare. Ten. I. Mongilardi
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BATTAGLIONE GARIBALDI
9 giugno 1944 - Venerdì Gornje Vukovsko. Sosta. Cielo sereno. Temperatura regolare. Ten. I. Mongilardi
10 giugno 1944 - Sabato Gornje Vokovsko. Sosta. Cielo sereno. Tempo bello. Ten. I. Mongilardi
11 giugno 1944 - Domenica Gornje Vukovsko. Sosta. Cielo sereno al mattino. Pioggia nella serata. Ten. I. Mongilardi
12 giugno 1944 - Lunedì Gornje Vukovsko. Sosta. Nessuna novità. Cielo coperto con vento e saltuari scrosci di pioggia. Temperatura rigida. Ten. I. Mongi/ardi
13 giugno 1944 - Martedì Gornje Vukovsko. Ore 10.35: il battaglione si trasferisce a Cador-Radusa-Han dove arriva alle ore 12.20. Tutto il battaglione si sistema in difensiva e rimane in postazio. ne fino alle ore 18. Alle 19 si riprende la marcia diretti a Idovac. Cielo sereno. Tempo bello. Ten. I. Mongilardi
14 giugno 1944 - Mercoledì
Ore 8: il battaglione arriva a Idovac. Prende subito posizione sulle quote 1956, 1765 e 1758 col c:::ompito di proteggere la divisione che sfila lungo la vallata di Radusa. Ore 8.30: l'avanguardia di una colonna nemica composta di un 200 uomini attacca la quota dove si trova la 3a_compagnia. Non potendo occupare la quota attacca la quota dove si trova la 2 a compagnia. La 2 a compagnia respinge i reiterati attacchi del nemico. Nel frattempo il grosso della colonna composta da 5 carri armati e da 40 autocarri, proveniente dalla piana di Kupres, arriva sotto le nostre quote. La 1a compagnia dopo tre ore di combattimento ripiega sulla 2 a compagnia. Ore 14: la divisione sfila lungo la vallata. Il nostro compito è più che mai difficile ed importante. Ore 16: un plotone della 2a
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compagnia e la squadra arditi attaccano decisamente il nemico e dopo un violento fuoco riescono ad occupare lo sperone della quota 1519. Il combattimento infuria sempre più ma il battaglione resiste. Ore 19: la divisione è ormai sfilata. Il nemico batte le nostre posizioni con l'artiglieria. Ore 20: il comando della brigata dà ordine di ripiegare e raggiungere gli altri battaglioni a Prozor. Morti 2, feriti 3. Cielo sereno. Tempo bello. Ten. I. Mongilardi 15 giugno 1944 - Giovedi
Kréevine (Prozor). Alle ore 9 arriva tutto il battaglione. Alle 12 si riparte per Betine che si raggiunge alle 16. Cielo coperto. Tempo variabile. Ten. I. Mongilardi 16 giugno 1944 - Venerdì
Alle ore 1 tutto il battaglione si sposta a Betine col compito di impedire l'eventuale avanzata del nemico lungo la vallata del Luéica. Ore 22: la 1 a compagnia va a prendere postazione sulla quota 829. Cielo sereno. Tempo bello. Ten. I. Mongilardi 17 giugno 1944 · Sabato
Betine. Ore 14: una colonna nemica della forza di un battaglione avanza verso le nostre postazioni. Il battaglione apre il fuoco ed ingaggia la battaglia col nemico. Occorre resistere fino all'indomani per dar modo all'ospedale e alle salmerie di spostarsi in luogo defilato dal tiro delle armi automatiche e dell'artiglieria. Ore 19: il battaglione tiene sempre le postazioni. Il combattimento si fa sempre più violento. Cielo sereno. Tempo bello. Ten. I. Mongilardi 18 giugno 1944 - Domenica
Betine. Ore 6: il combattimento che era cessato alle ore 20 (di ieri) riprende. Ore 11: il battaglione riceve ordine di sganciars i dal
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nemico e portarsi a Kute. Ore 16: il battaglione arriva a Kute. Cielo coperto. Pioggia. Ten. /. Mongilardi
19 giugno 1944 - Lunedì Kute. Ore 5: il battaglione si sposta a Sarajevska Vrata. Ore 16: il battaglione prende postazione. Cielo coperto. Pioggia. Temperatura variabile. Ten. 1. Mongilardi
20 giugno 1944 - Martedì Ore 4: il battaglione si sposta verso Krstac. Durante la marcia un aereo nemico mitraglia la colonna ed il battaglione con le Breda apre il fuoco sull'aereo. Ore 8.30: si giunge a destinazione e si prende postazione sulla quota 1972. Cielo coperto. Pioggia. Ten. /. Mongilardi
21 giugno 1944 - Mercoledì Ore 4: il battaglione si sposta a Suha Voda. Alle ore 16 si riprende la marcia per Crni Vrh. Cielo coperto. Pioggia. Ten. / . Mongilardi
22 giugno 1944 - Giovedì Ore 7 .30: si arriva a Cmi Vrh. Dopo una sosta di alcune ore, alle 16 si riprende la marcia ed alle 18.30 si arriva a Basarinac Polje (Rastovo). Cielo coperto. Pioggia. Ten. /. Mongilardi
23 giugno 1944 - Venerdì Rastovo. Il nemico, di gran lunga superiore di forze, insegue i reparti della brigata con più colonne, provenienti da diverse direzioni. Suo compito è quello di chiudere in un cerchio le nostre forze per poterle in seguito annientare. Una nostra pattuglia incontra il nemico lungo il sentiero che conduce a Bugojno ed apre il fuoco sul nemico.
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Il battaglione ingaggia un violento combattimento. Non è possibile ripiegare fino a quando cade la notte poiché si andrebbe ad incocciare con una colonna nemica proveniente da sud, con la quale il 2° battaglione ingaggia un combattimento. Un nutrito fuoco di artiglieria si scatena sulle nostre postazioni ed in seguito un intero battaglione attacca le postazioni della 2a compagnia. Il nemico è a rrivato ormai a poche decine di metri. La compagnia passa all'assalto ed al grido di «avanti garibaldini» riesce a respingere il nemico. Ore 12: il nemico indietreggia e ritorna·nel bosco situato ad un chilometro daHe nostre postazioni. Ore 16: il nemico nuovamente avanza e passa all'assalto. I nostri reparti della 2 8 compagnia e della 1a che è venuta in aiuto respingono il nemico. Ore 22: per ordine della brigata il battaglione si sgancia dal nemico. Feriti 2. Cielo coperto con pioggia. Ten. I. Mongilardi
24 giugno 1944 - Sabato Dopo una lunga e faticosa marcia effettuata sotto la pioggia si arriva a Suha a lle ore 14,30. Gli uomini sono stanchi, non c'è stata possibilità di confezionare il rancio ed alcuni nçm riescono a raggiungere la località perché le forze gli vengono meno. Ore 18.30: si riprende la marcia ed alle 23 si arriva a Suba Jela. Cielo coperto. Pioggia. Ten. I. Mongilardi
25 giugno 1944 - Domenica Ore 8: tutta la brigata riprende la marcia. Ore 8,30: l'avanguardia incontra il nemico ed ingaggia il combattimento. Ore 5: anche la retroguardia viene attaccata dal nemico. La situazione è critica. Con noi vi sono anche parecchi feriti barellati. Il battaglione prende subito quota per poter dar modo a tutta la colonna di sfilare. Il nemico pure cerca di raggiungere la quota che è una posizione molto importante perché permette il controllo di tutta la vallata_
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La 3a compagnia, dopo aver aperto il fuoco contro elementi avanzati nemici, occupa la quota. Tutto il fuoco del nemico si concentra sulla quota. Occorre tenere la quota almeno fin quando tutta la colonna abbia sfilato oltre la vallata. Due volte i garibaldini vanno all'assalto riuscendo a repingere sempre il nemico ed infliggergli gravissime perdite. Ore 11: il battaglione è sempre sulle postazioni ed accanitamente combatte per non lasciarsi togliere le posizioni. Ore 12: la colonna delle salmerie e l'ospedale sono sfilati ed il battaglione si sgancia dal nemico e si porta nei pressi della colonna col compito della retroguardia. Ore 24: la colonna è ancora in marcia. Gli uomini sono stanchi; parecchi non possono seguire la colonna. Le perdite del nemico sono state notevoli, le nostre alquanto sensibili: morti 2, feriti 2. Cielo sereno. Tempo bello. Ten. I. Mongilardi
26 giugno 1944 - Lunedì
Il battaglione è ancora in marcia. Alle 20.30 il battaglione arriva a èadoéi. Gli uomini hanno dato tutto quello che potevano dare. È ormai un mese che si combatte e che si marcia senza avere il minimo riposo. Quasi tutti sono affetti da deperimento organico. I più deboli non hanno potuto resistere a tali enormi fatiche, eppure bisogna ancora combattere e camminare per non lasciarsi sopraffare dalle stragrandi forze nemiche che da un mese cercano di accerchiarci. Cielo sereno. Tempo bello, mite. Ten. I. Mongilardi 27 giugno 1944 - Martedì
Alle ore 10.30 si inizia la marcia per passare la strada MostarSarajevo. Ore 22: il battaglione attraversa la strada nei pressi di Tarcin. Elementi nemici che presidiano la ferrovia aprono il fuoco sulla nostra colonna. Si reagisce al fuoco e tutta la colonna riesce a passare la strada. Elementi minatori minano la strada. Ore 16: il battaglione arriva a Bjelasnica - quota 1822. Cielo sereno. Tempo bello. Ten. I. Mongilardi
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28 giugno 1944 - Mercoledì Bjelasnica. Il battaglione rimane tutto il giorno a Bjelasnica col compito d1 organizzarsi. Cielo sereno. Tempo bello, mite. Ten. I. Mongilardi
29 giugno 1944 - Giovedì Bjelasnica. Il battaglione ha modo finalmente di riposare. Cielo sereno. Calmo. Ten. I. Mongilardi
30 giugno 1944 - Venerdì Ore 11.30: il battaglione ha il compito di rastrellare la zona fino a Lukovac, dove si trovano bande cetniche. Ore 19: il battaglione arriva Lukovac. Durante il rastrellamento si son visti alcuni gruppi di cetnici che al nostro apparire si sono dati alla macchia. Ore 21: si riprendono le operazioni di rastrellamento. Cielo sereno. T~mpo bello. Ten. I. Mongilardi
1 luglio 1944 - Sabato Il compito del battaglione è quello di occupare Trnovo, presidiato da duecento militi. Ore 2.30: il battaglione entra a Trnovo. Il nemico ha abbandonato il paese e si è nascosto nei boschi sovrastanti il paese, lasciando nelle nostre mani il magazzino viveri. Dopo una sosta di due ore in paese, il battaglione si avvia verso Bistroèaj, dove arriva alle 4, senza incontrare alcuna resistenza. Feriti 1. Ten. I. Mongilardi
2 luglio 1944 - Domenica Bistroèaj. Ore 8: il battaglione si trasferisce a Rogolje. Ore 12: un battaglione tedesco è venuto in aiuto dei cetnici a Trnovo. Il 4° battaglione conduce battaglia col nemico. Cielo sereno. Tempo bello. Ten. I. Mongilardi
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3 luglio 1944 - Lunedì Rogolje. Alle ore 20 tutto il battaglione inizia una marcia per raggiungere Kolosko B rdo. Cielo sereno. Tempo bello, mite. Ten. I. Mongilardi
4 luglio 1944 - Mart edì Alle ore 8 s i arriva a Kolosko B rdo dove s i fa sosta. Cielo sereno. Tempo bello, mite. Ten. T. Mongilardi
5 luglio 1944 - Giovedì Kolosko Brdo. Alle ore 0.30 si riprende la marcia ed alle 10 si arriva a Brdo. Alle 13 si continua la marc ia per Boraljavina dove si arriva a lle ore 23. Cielo coperto con pioggia. Temperatura mite. Ten. I. Mongilardi
6 luglio 1944 - Giovedì Boraljavina. Alle ore 11 s i inizia una marcia per raggiungere Trpinje, dove si arriva alle 18. Cielo coperto con saltuaria pioggia. Mite. Ten. I. Mongilardi 7 luglio 1944 - Ven erdì
Trpinje. Alle ore 5 si riprende la marcia per raggiungere Poljana, dove si arriva alle 16. Cielo coperto con saltuaria pioggia. Mite. Ten. I. Mongilardi
8 luglio 1944 - Sabato Poljana. Sosta. Cielo sereno. Temperatura mi te.
Ten. T. Mongilardi 9 luglio 1944 - Domenica Poljana. Sosta. Cielo sereno. Temperatura mite.
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10 luglio 1944 - Lunedì Poljana. Sosta. Cielo coperto. Temperatura mite.
Ten. I. Mongilardi 11 luglio 1944 - Martedì Poljana. Sosta. Cielo coperto. Temperatura mite.
Ten. I. Mongilardi 12 luglio 1944 - Mercoledì Poljana. Sosta. Cielo coperto con pioggia. Temperatura variabile, rigida verso sera. Ten. I. Mongilardi
13 luglio 1944 - Giovedì Poljana. Sosta. Cielo coperto con pioggia. Temperatura rigida nel pomeriggio e verso sera. Ten. 1. Mongilardi
14 luglio 1944 - Venerdì Poljana. Alle ore. 3 si inizia una lunga marcia per raggiungere Zeéavice, dove si arriva alle 18. Cielo sereno. Tiepido. Ten. J. Mongilardi
15 luglio 1944 - Sabato Zeéavice. Alle ore t 9 ci siamo spostati a Rasnovié, dove siamo giunti alle 20. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
16 luglio 1944 - Domenica Rasnovié. Alle ore 9 ci siamo ancora spostati a Odfaéi, dove siamo giunti alle 9.30. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
17 luglio 1944 - Lunedì Odiaci. Sosta. Cielo sereno. Tiepido.
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18 luglio 1944 - Martedì Odiaci. Sosta. Cielo sereno. Tiepido.
Ten. I. Mongilardi 19 luglio 1944 - Mercoledì Odiaci. Alle ore 5.30 tutto il battaglione inizia una marcia per raggiungere Bijela Voda, dove si arriva alle 11.30. Cielo sereno. Tiepido.
Ten. I. Mongilardi 20 luglio 1944 - Giovedì Bijela Voda. Sosta. Alle ore 21.30, alla presenza di tutto il battaglione in a rmi, viene eseguita la sentenza di morte mediante fucilazione al petto del fante ..................... già della compagnia pesante del battaglione, emessa il 20.7.1944 dal Tribunale militare di guerra «Dunav». Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
21 luglio 1944 - Venerdì Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno. Tiepido.
Ten. I. Mongilardi 22 luglio 1944 - Sabato Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno. Tiepido.
Ten. I. Mongitardi 23 luglio 1944 - Domenica Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno. Tiepido.
Ten. I. Mongilardi 24 luglio 1944 - Lunedì Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno. Tiepido.
Ten. I. Mongilardi 25 luglio 1944 - Martedì Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno. Tie pido.
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26 luglio 1944 - Mercoledì Bijela Voda . Sosta. Cielo sereno. Tiepido.
Ten. I. Mongilardì 27 luglio 1944 - Giovedì Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongìlardi 28 luglio 1944 - Venerdì Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno al mattino, coperto con pioggia nel pomeriggio. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 29 luglio 1944 - Sabato Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno al mattino, coperto con pioggia nel pomeriggio. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
30 luglio 1944 - Domenica Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno al mattino, coperto con pioggia nel pomeriggio. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
31 luglio 1944 - Lunedì Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno. Tiepido.
Ten. I. Mongilardi 1 agosto 1944 - Martedì Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno. Tiepido.
Ten. I. Mongilardi 2 agosto 1944 - Mercoledì Bijela Voda. Sosta. Alle ore 7, circa cento uomini del battaglione sono partiti per Lekovine, ove hanno assistito ad una cerimonia con intervento di molta popolazione ed a una partita di calcio, il tutto ad iniziativa del comando di divisione. Alle ore 23.30 tutti i militari hanno fatto rientro in sede. Cielo sereno al mattino, coperto con pioggia nel pomeriggio. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
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3 agosto 1944 - Giovedì Bijela Voda_ Sono stati raccolti dei manifestini scritti in lingua italiana, di cui si allega un esemplare (omesso) ma non si è sicuri se lanciati da apparecchi italiani o alleati, oppure se trattasi di qualche insidia da parte nemica. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
4 agosto 1944 - Venerdì Bijela Voda. Sebbene nei manifestini menzionati il giorno precedente fossero stati osservati diversi errori grammaticali, da far subito pensare a lancio da parte nemica, purtuttavia sono state svolte indagini il cui esito ha confermato che trattasi di insidia nemica. Cielo sereno. Tiepido. Ten, I. Mongilardi 5 agosto 1944 - Sabato
Bijela Voda. Sosta. Cielo sereno al mattino, coperto con pioggia nel pomeriggio. Tiepido.
Ten. I. Mongilardi 6 agosto 1944 - Domenica Bijela Voda. Sosta. Per incitare e sviluppare lo spirito di emulazione, per iniziativa del comando di battaglione, hanno avuto luogo gare individuali e collettive tra i milita ri d e i vari reparti del battaglione, come montaggio e smontaggio del fuc ile mitragliatore, corsa nel sacco, lavori scritti, canto, piramide ecc. Cielo sereno al mattino, coperto con pioggja nel pome riggio. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 7 agosto 1944 - Lunedì
Bijela Voda. Sosta. Cielo coperto con pioggia. Tiepido.
Ten. I. Mo ngilardi 8 agosto 1944 - Martedì Bijela Voda. Sosta. Alle ore 20 sono giunti n. 59 militari inviati
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dalla divisione italiana partigiana «Garibaldi», quali complementi del battaglione. Cielo coperto con pioggia. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 9 agosto 1944 - Mercoledì Bijela Vo<la. Alle ore 23.30 sono giunti n. 21 militari inviati dalla divisione italiana partigiana «Garibaldi», quali complementi del battaglione. Cielo sereno al mattino, coperto con pioggia nel pomeriggio. Tiepido. Te_n. I. Mongilardi
10 agosto 1944 - Giovedì Bijela Voda. Sosta. Abbiamo preso collegamento con la divisione italiana partigiana «Garibaldi» la quale ci ha consegnato un marconigramma del Ministero della guerra diretto ai battaglioni «Garibaldi» e «Matteotti». Alle ore 13 è giunto in visita il ten. colonnello comandante la suddetta divisione. Presi accordi con la divisione italiana partigiana «Garibaldi» ed il Comando del I Korpus proletario, si è formata col battaglione «Matteotti», «Gar ibaldi» ed un battaglione complementi della predetta divisione italiana, la brigata «Mazzini». Questa brigata sarà alle dipendenze tattiche deJla I a divisione proletaria(*). Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
11 agosto 1944 - Venerdì Bijela Voda. Sosta. Alle ore 8 il ten. colonnello comandante la divisione italiana «Garibaldi» si è recato in visita al battaglione «Matteotti». Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
12 agosto 1944 - Sabato Bijela Voda. Sosta. Alle ore 15, il ten. colonnello comandante (*) Tale iniziativa non ebbe seguito.
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la divisione italiana «Garibaldi» di ritorno dal battaglione «Matteotti» inizia il viaggio di ritorno in sede. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 13 agosto 1944 - Domenica Bijela Voda. Alle ore 11 tutto il battaglione si trasferisce a Klopot. È stata segnalata l'uscita da Pljevlja di una colonna nemica. Tutti i reparti dipendenti hanno preso posizione su varie quote vicine. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
14 agosto 1944 - Lunedì Klopot. Sosta. Il battaglione rimane sulle posizioni del giorno precedente. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
15 agosto 1944 - Martedì Klopot. Alle ore 13 il battaglione si trasferisce a Kalipolje. La 1 a compagnia rimane suJJa quota l 179 di Klopot.
Cielo sereno al mattino, coperto con pioggia nel pomeriggio. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 16 agosto 1944 - Mercoledì Kalipolje. Alle ore 4 il battaglione inizia una marcia per raggiungere Kuljava, dove si arriva alle 13. Il baLtaglione si è sistemato a difesa sul settore Kuljava - Maè'::kovna, col compito di ostacolare le provenienze nemiche da Odiaci. Alle ore 14 l'artiglieria nemica batte le posizioni della 1a compagnia. Si hanno due feriti da scheggia di granata. Cielo sereno. Tiepido. Ten. /. Mongilardi
17 agosto 1944 - Giovedì Kuljava. 1lle ore 4 siamo partiti per raggiungere Alino Brdo, dove siamo arrivati alle 7 .30.
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Alle 22 abbiamo proseguito per Boljanié Vis. Il nostro battaglione è considerato di riserva alla brigata. Cielo sereno al mattino, pioggia nel pomeriggio. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
18 agosto 1944 - Venerdì Siamo ancora in marcia. Alle ore 16 circa il battaglione è giunto a destinazione. Le compagnie hanno preso postazione sulle quote di Vis, col compito di sbarrare le provenienze di Pljevlja, far saltare i ponti delle vie di comunicazione ecc. Cielo sereno al mattino, coperto con pioggia nel pomeriggio. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 19 agosto 1944 - Sabato Vis. Alle ore 3 il battaglione inizia una marcia per raggiungere Plasée, dove giunge alle 12 circa. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 20 agosto 1944 - Domenica Plasée. Alle 6 il battaglione inizia una marcia per Delovi che raggiunge alle 13. Alle 20 prosegue per Priboj. Cielo sereno,. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 21 agosto 1944. Lunedì Alle ore 4 il battaglione raggiunge Priboj ed alle 12 riparte per Banja, dove giunge alle ore 14. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 22 agosto 1944 - Martedì Banja. Alle ore 5.30 il battaglione inizia una marcia per Trsnevica che raggiunge alle 11. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
23 agosto 1944 · Mercoledì Trsnevica. Alle ore 6 il battaglione inizia una marcia per portarsi a Popovi Kolaéi che raggiunge alle 16.
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Un reparto nemico che era situato in postazione veniva attaccato da reparti della nostra brigata. Dopo un violento combattimento il nemico abbandonava le postazioni. Al nostro battaglione veniva affidato il compito di inseguire il nemico che non opponeva più alcuna resistenza. Alle ore 18, il battaglione r ientra a Popovi Kolaéi, dopo aver espletato il suo compito. Feriti 1. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
24 agosto 1944 - Giovedì Popovi Kolaéi. Alle ore 14 il battaglione inizia una marcia per portarsi a Kopila Glava, che raggiunge alle 17, col compito di scortare e dare sicurezza all'ospedale di divisione. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 25 agosto 1944 - Venerdì Kopila Giava. Sosta. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 26 agosto 1944 - Sabato Kopila Giava. Alle ore 5 il battaglione inizia una marcia per portarsi a Draljca, che raggiunge alle 19. La brigata ha attaccato il presidio di Palisad, forte di 1500 uomini. Dopo un violento combattimento durato due giorni e due notti, la brigata ha dovuto ritirarsi per il sopraggiungere di rinforzi tedeschi . Nel corso dei combattimenti la brigata ha catturato 60 uomini di nazionalità bulgara e sul terreno sono rimasti 500 nemici uccisi. Perdite sensibili ha avuto anche la nostra brigata. È questa una delle più dure e violente battaglie che mai sono state condotte dall'esercito nazionale liberatore. Durante la marcia per Draljca, al nostro battaglione è stato affidato il compito di scortare l'ospedale, di trasportare a spalla parecchi feriti barellati, e di vigilanza sui prigionieri. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 27 agosto 1944 - Domenica Draljca. Sosta_ Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
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28 agosto 1944 - Lunedì Draljca. Alle ore 9 tutto il battaglione inizia una marcia per Ribnica, che raggiunge alle 13. Al battaglione viene affidato il compito del giorno 26. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi
29 agosto 1944 - Martedì Ribnica. Sosta. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 30 agosto 1944 - Mercoledì Alle ore 2 il battaglione ha iniziato una marcia per raggiungere Kraljeva Voda, dove è arrivato alle 5. Durante il tragitto il battaglione ha provveduto a scortare e dare sicurezza all'ospedale ed a trasportare a spalla parecchi feriti barellati. Alle ore 17.30 il battaglione ha continuato la marcia per il campo di atterraggio di Novo Selo per l'imbarco sugli aerei dei suddetti feriti destinati in Italia. Cielo sereno. Tiepido. Ten. I. Mongilardi 31 agosto 1944 - Giovedì Alle ore 1.30 il battaglione si è trasferito a Novo Selo che ha raggiunto alle 2.30. Alle ore 17 .30 il battaglione ha iniziato una marcia per portarsi a Djurié, che ha raggiunto alle 23. Il battaglione ha preso postazione verso Uzice. Cielo sereno. Tiepido. 1 settembre 1944 - Venerdì Djurié. Sosta sulle posizioni. Cielo sereno. Tiepido. 2 settembre 1944 - Sabato Djurié. Sosta sulle posizioni. Cielo sereno. Tiepido. 3 settembre 1944 - Domenica Djurié. Dietro ordine del comando di brigata, il battaglione deve spostarsi verso Visegrad per dare sicurezza alla 6a divisione che deve traghettare la Drina.
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Ore 17: si parte per Pozderéici. Ore 21: il battaglione si unisce al 4° battaglione cheha lo stesso nostro compito. Cielo sereno al mattino, pioggia e vento verso sera.
4 settembre 1944 - Lunedi Ore 5: il battaglione cattura due cetnici armati. Ore 7: si giunge a Pozderéiéi. Il 4° battaglione che era in testa riesce a circondare di sorpresa il magazzino cetnico ed a catturare il corpo di guardia con r elativo magazzino. La 1 a compagnia viene dislocata di qua del magazzino mentre il battaglione, col 4°, si porta a Filipovci, dove si trovano prigionieri nove aviatori americani che si erano buttati col paracadute pe r avaria all'apparecchio ed in seguito catturati dai cetnici. Si riesce a liberare detti prigionieri ed a catturare altri cetnici. Armi catturate: sette fucili, due pistole e altro materiale vario. Cielo coperto. Pioggia. Tiepido. 5 settembre 1944 - Martedì
Ore 8: una colonna proveniente da Visegrad attacca le nostre postazioni a Pozderéici. Poiché un'altra piccola colonna nemica cerca di venire sul nostro fianco sinistro, la 1 a e la 2 a compagnia vengono spostate a Pec, col compito di impedire al nemico di agire sul nostro fianco destro. Sventata la manovra nemica, i cetnici si ritirano sulle loro quote. Il 4° battaglione attacca dal lato sinistro i cetnici che si ritirano sulla quota 741, ed in seguito al tiro dei nostri mortai e ad un altro attacco del 4° battaglione i cetnici si ritirano verso la quota 624. Cielo sereno. Tiepido.
6 settembre 1944 - Mercoledì Ore 2: la 1 a compagnia si sposta sulla quota 789 col compito d'impedire il passaggio al nemico attraverso la mulattiera KukaKupusoviéi. Ore 5: tutto il battaglione si sposta a Lakovié dove giunge alle 7. Quas i tutti i reparti della 6a divisione hanno traghettato la Drina. Ora i cetnici visto che non potevano ostruire il passaggio del fiume alla precitata divisione, cercano di impedire l'avanzata dei nostri reparti lungo la rotabile che porta in Serbia.
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Ore 14: il comando di battaglione decide di attaccare la quota 624 per aprire la strada per la Serbia. Dopo una preparazione di tiro di mortai, la 2a e la 3a compagnia attaccano la quota 624. I cetnici tengono fortemente le postazioni dal lato dove attacca la 3a compagnia. Ore 17: la 2 a compagnia, dopo un assalto riesce a giungere in quota mentre la 3 a. dato il forte numero di cetnici deve poggiare più a destra ed attaccare la quota 719 ed in seguito attaccare sul lato destro la 624. Dopo un violentissimo combattimento, la 3a compagnia riesce ad occupare la 719. I cetnici, vistosi il fianco sinistro scoperto, ripiegano. Ore 19: i reparti sfilano sotto la quota 624 e si avviano verso la Serbia. Ore 21: anche il nostro battaglione lascia la quota 624 e fa da retroguardia a t utti i reparti. Feriti 2. Cielo sereno. Tiepido. 7 settembre 1944 - Giovedì
Si arriva a ............. Alle ore 7 si riparte ed alle ore 14 si giunge a Kremna. Cielo sereno. Tiepido.
8 settembre 1944 - Venerdì Kremna. Alle ore 4 si parte e si giunge alle 14 a Dubok dove si prende collegamento con la brigata. Ore 20: la br igata ci assegna il compito di sicurezza all'ospedale di divisione. Partiti per assolvere il nostro compito, dietro ordine superiore, il battaglione si ferma a Kuzmanoviéi. Cielo sereno. Tiepido.
9 settembre 1944 - Sabato Kuimanoviéi. Alle ore 15 il battaglione con l'ospedale divisionale si sposta a Jelovik, dove giunge alle 19. Un cetnico viene disarmato. Cielo sereno al mattino. Coperto con pioggia nel pomeriggio.
10 settembre 1944 - Domenica Jelovik. Alle ore 17 tutto il battaglione inizia una marcia per
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raggiungere Lajkovac. Al battaglione viene affidato il compito di protezione dell'ospedale divisionale. Alle 24 si fa sosta a Secarek. Cielo sereno. Tiepido.
11 settembre 1944 - Lunedì Secarek. Dopo una sosta di alcune ore, alle 5 si riprende la marcia. Il battaglione, dietro ordine del comando di brigata, lascia l'ospedale divisionale ed insegue il nemico che volge in fuga verso Be lgrado. Alle 19 si raggiunge Lajkovac.
12 settembre 1944 - Martedì Lajkovac. Alle ore 17 il battaglione r iceve ordine dal comando di brigata di attaccar e Markova Crkva ed in seguito, eliminato il nemico da questo luogo, attaccare Slovac, distruggere la ferrovia e sistemarsi a difesa sulle alture di Slovac. Alle ore 17 .15 H battaglione parte per attaccare il primo obiettivo.
Cielo sereno. Tiepido.
13 settembre 1944 - Mercoledì Ore 4: il battaglione attacca Ma rkova Crkva. Il nemico subito si ritira verso Slovac. Soltanto si può vedere un gruppo che scappa. Ore 5.30: il battaglione unitamente al I O battaglione attacca Slovac. Anche qui il nemico fu gge. Il 1° battaglione riesce a cattu rare il capostazione. Ore 6: mentre il battaglione trovasi a Slovac arriva un treno con vagone blindato. Le mine che erano state poste sul binario non esplodono. Il treno arriva alla stazione ed i nostri uomini aprono il fuoco. Dal vagone blindato rispondono al fuoco. Dopo un vivace combattimento il tr eno si dirige verso Lajkovac. Ore 8: nei pressi di Stepanje si avvista un gruppo cetnico. La 3a compagnia in segue detto gruppo e riesce a catturare nove uomini. Ore 12: da Lajkovac verso Slovac arrivano due treni blindati. Il 3° battaglione apre il fuoco sui treni. Anche la nostra 1 a compagnia coadiuva il 3° battaglione nel combattimento. Dopo un'ora di combattimento i treni, trovandosi nell'impossibilità di proseguire, ritornano a Lajkovac.
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Ore 18: il battaglione si trasferisce a Stepanje col compito di controllare le provenienze da Slovac. Cielo sereno. Tiepido.
14 settembre 1944 - Giovedì Stepanje. Ore 9.45: il battaglione parte con tutta la brigata col compito di recarsi verso Valjevo e partecipare ad un'azione contro quel presidio nemico. Cielo sereno. Tiepido.
15 settembre 1944 - Venerdì Ore 3: ll battaglione ha il compito di attaccare Valjevo unitamente agli altri battaglioni delle varie brigate. Ore 3.30: si arriva alla periferia di Vajevo. Si prende contatto col nemico che subito apre il fuoco. Ore 5: le prime case della periferia sono occupate. La 1 a compagnia è sulla via principale ed avanza mentre il nemico contrasta casa per casa la sua avanzata. La 2a compagnia punta verso il vecchio cimitero dove si trova un forte centro nemico. La 3 a compagnia è sistemata sulle alture di Valjevo col compito di controllare il nostro fianco e respingere eventuali rinforzi nemici. Il combattimento sia nel settore della 1 a compagnia che della 2 a si fa violentissimo. I tedeschi e i cetnici resistono dentro le case, ma i nostri riescono ad occuparle una per una ed eliminare ogni postazione nemica che si trova in esse. La 3 a compagnia cattura un tedesco e due cetnici ed occupa le postazioni nemiche che si trovano al vecchio cimitero. Ore 9: la 1 a compagnia è riuscita ad avanzare sino nei pressi della chiesa che si trova al centro del paese. Il nemico cacciato da tutte le parti si tr ova ora concentrato in quattro punti, nel circolo ufficiali e nella caserma della polizia, nella casa dell'ufficiale, nella vecchia caserma. Ore 12: la 1 a compagnia attacca la caserma della polizia e dopo un violentissimo combattimento durato circa due ore riesce ad occuparla facendo 38 prigionieri, catturando due mitragliatrici pesanti, 7 fucili mitragliatori, 80 moschetti, 6 autocarri, 2 autovetture, 2 motociclette ed un magazzino vestiario e munizioni. Ore 15.30: la 2a compagnia occupa un magazzino contenente vino.
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Ore 17: il 3 ° battaglione occupa il circolo ufficiali. Un gruppo fugge dal circolo ufficiali e la 1 a compagnia spara su di esso. La maggior parte di questo gruppo cade sotto il tiro delle nostre armi. Ore 18: la 1a compagnia occupa la casa dell'ufficiale, catturando vario materiale, compresi 4 autocarri e 2 autovetture. Tutta ]a città, tranne la vecchia caserma, è ora liberata. Il nemico che si trova neJla vecchia caserma resiste con la forza della disperazione. La III brigata Krajska ha il compito di eliminare il gruppo che si trova nella caserma. Ore 23: dietro ordine del comando di brigata, il battaglione si sposta nei pressi di Sokolié col compito di impedire a reparti nemici che sono giunti di rinforzo da Belgrado di andare verso Valjevo. Perdite nemiche: morti n. 20 accertati; feriti numero imprecisato, prigionieri n. 40 (tra cetnici e tedeschi). Nostre perdite: 5 feriti. Cielo sereno. Tiepido.
16 settembre 1944 - Sabato Ore 6: reparti nemici attaccano le nostre postazioni. Ore 7: il nemico viene respinto e si ritira verso la rotabile Slovac-Valjevo. Ore 22: il battaglione si sposta a Babina Luka. Cielo coperto con pioggia. Temperatura variabile.
17 settembre 1944 - Domenica Alle ore 3.30 si arriva a Babina Luka. Ore 15: il battaglione ha il compito di attaccare il nemico che si trova a Vrhovine, mentre la brigata attraverso Loznica deve traghettare il fiume Kolubara poiché ingenti forze nemiche, protette da 15 carri armatii, sono arrivate a Valjevo. Ore 21: il battaglione apre il fuoco sul nemico che ripiega verso Stepanje. Ore 22: il battaglione - in qualità di reparto fiancheggiante si reca a Lornica, traghetta il Kolubara e si porta a Tabanovié. Cielo sereno. Temperatura variabile.
18 settembre 1944 - Lunedì Ore 3.30: si arriva a Tabanovié. Ore 13: il battaglione si sposta a Bela Stena col compito di
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sistemarsi a difesa ed impedire eventuali infiltrazioni nemiche verso Mionica. Ore 15: un'autocolonna percorre la strada Valjevo · Slovac. Alcuni autocarri sono distrutti dalle mine poste lungo tale rotabile. I nostri mortai ed il fucilone anticarro aprono il fuoco sulla colon· na nemica che celermente cerca di raggiungere Slova~. Ore 18: si ha notizia che il nemico ha abbandonato Valjevo. Cielo sereno. Tiepido.
19 settembre 1944 - Martedì Bela Stena. Ore 10: una nostra pattuglia si reca a Valjevo col compito di indagare se repar ti nemici trovansi tuttora a Valjevo. Una pattuglia della 1a compagnia fa prigionieri due cetnici feriti il giorno precedente. Cielo sereno. Tiepido.
20 settembre 1944 - Mercoledì Bela Stena . Sosta sulle posizioni. Cielo sereno. Tiepido.
21 settembre 1944 · Giovedì Bela S tena. Sosta sulle posizioni. Cielo sereno. Tiepido.
22 settembre 1944 - Venerdì Bela Stena. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto con pioggia. Temperatura variabile.
23 settembre 1944 - Sabato Bela Stena . Alle ore 5.30 tutto il battaglione inizia una marcia per portarsi a Vrhovine, che raggiunge alle 10.30. Al battaglione viene affidato il compito di guardare le provenienze da Ub. Ore 21: un pattuglione della forza di un plotone si reca a Gunjevac col compito di assumere informazioni sul nemico. Cielo sereno. Tiepido.
24 settembre 1944 - Domenica Vrhovine. Ore 6: rientra il pattuglione che si è recato a Gunjevac e riferisce che in detta località si è incontrato con reparti cetnici e tedeschi e che nei pressi di Gunjevac il nemico sta facendo
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sistemazioni difensive campali. Inoltre possiede tre o quattro carri armati, mortai e cannoni anticarro. La forza nemica è di un battaglione tedesco e due cetnici. Cielo sereno. Tiepido. 25 settembre 1944 - Lunedì
Vrhovine. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto con pioggia.
Temperatura variabile, verso sera rigida.
26 settembre 1944 - Martedì Vrhovine. Una nostra pattuglia ha incontrato cinque cetnici fuggiti da Ub, che volevano passare con i nostri reparti. Sono stati portati al comando di battaglione e dopo essere stati interrogati sono stati inviati al comando di brigata. Cielo coperto con pioggia, temperatura variabile, verso sera rigida. 27 settembre 1944 - Mercoledì Vrhovine. Ore 6: nostre pattuglie si sono spinte verso postazioni nemiche per assumere informazioni. Ore 11: sono rientrate dopo aver assolto il proprio compito. Cielo sereno. Temperatura m ite.
28 settembre 1944 - Giovedì Vrhovine. Sosta sulle posizioni. Cielo sereno al mattino, coperto con pioggia nel pomeriggio e sera. Temperatura variabile, piuttosto rigida verso l'imbrunire. 29 settembre 1944 - Venerdì Vrhovine. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto con pioggia. Temperatura variabile. 30 settembre 1944 - Sabato Vrhovine. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto con pioggia. Temperatura variabile.
1 ottobre 1944 - Domenica Vrhovine. Sosta sulle posizioni. Cielo coperto con pioggia e nebbia al mattino e pomeriggio, sereno verso sera. Temperatura variabile.
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2 ottobre 1944 - Lunedì Vrhovine. Ore 1: tutto il battaglione, dietro ordine del coman-
do di brigata, inizia una marcia per portarsi nelle prossimità di Ub, ove trovasi un presidio nemico. Al battaglione è stato affidato il compito di immediata riserva del 2° battaglione. Ore 6: un plotone della 1 a compagnia viene fatto fermare col gruppo chirurgico dell'ospedale. Ore 7.30: il battaglione è giunto a circa 5 chilometri da Ub e subito entra in azione contro il nemico, forte di 1500 cetnici e 300 tedeschi, che concentrava il fuoco sul nostro battaglione e sul 2°. Dopo un violentissimo combattimento durato tutta la giornata, alle ore 20 si andava all'attacco riuscendo a conquistare le posizioni nemiche e ad entrare in Ub con la 3a compagnia ed un plotone della 1 a. Nel pomeriggio, in un'azione della 2 a compagnia, rimaneva ferito il comandante del battaglione (Ten. I. Mongilardi). Inoltre: 1 morto e 3 feriti. Perdite sensibili, ma non accertate, da parte del nemico. Cielo coper to con pioggia. Temperatura variabile, rigida verso sera. S. ten. G. Maras
3 ottobre 1944 - Martedì Ub. Ore 6: il battaglione si sposta a Sovljak, che raggiunge alle ore 8. Cielo coperto con pioggia. Temperatura variabile, piuttosto rigida verso l'imbrunire e durante la notte. S. ten. G. Maras 4 ottobre 1944 - Mercoledì Sovljak. AHe ore 12.30 il battaglione continua la marcia per raggiungere Takovo, dove arriva alle 15.30. Il nostro battaglione è di riserva al 3° e 4° battaglione. Al ponte sul fiume Tamnava viene fatto fermare un plotone della 3a compagnia, col compito di prevenire e reprimere eventuali atti di sabotaggio. Cielo coperto con pioggia al mattino e pomeriggio, sereno verso l'imbrunire. Temperatura variabile. S. ten. G. Maras
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5 ottobre 1944 - Giovedì Takovo. Ore 12.30: il battaglione, dietro ordine del comando b rigata, inizia una marcia per portarsi a Stepanje che raggiunge alle ore 19. Il battaglione in detta località è a riposo. Cielo sereno. Tiepido. S. ten. G. Maras 6 ottobre 1944 - Venerdì Stepanje. Sosta. Riposo. Cielo sereno. Tiepido. S. ten. G. Maras 7 ottobre 1944 - Sabato
Stepanje. Alle ore 5.45 tutto il battaglione, dietro ordine del comando di brigata, inizia una marcia per portarsi a Vencane che raggiunge alle ore 20. Cielo sereno. Tempo bello, mite.
S. ten. G. Maras 8 ottobre 1944 - Domenica Venèane. Sosta. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras 9 ottobre 1944 - Lunedì Venèane. Ore 10: il battaglione, per ordine del comando di brigata, si sposta a Drlupa che raggiunge alle 12. Il battaglione è di riserva al 1° battaglione. Cielo coperto con pioggia al mattino, sereno nel pomeriggio. Tiepido. S. ten. G. G. Maras 10 ottobre 1944 - Martedì Drlupa. Ore 9: il battaglione per ordine del comando di brigata si sposta a Stojnik, che raggiunge alle 12. Il battaglione è di riserva al 1° e 2° battaglione. Cielo sereno al mattino, coperto con pioggia nel pomeriggio e verso sera. Temperatura variabile. Tiepido. S. ten. G. Maras 11 ottobre 1944 - Mercoledì Stojnik. Sosta. Cielo sereno. Tiepido. S. ten. G. Maras
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12 ottobre 1944 - Giovedì Stojnik. Sosta. Cielo coperto con leggera pioggia. Temperatu-
ra variabile
S. ten. G. Maras 13 ottobre 1944 - Venerdì Stojnik. Sosta. Cielo sereno. Tiepido. S. ten. G. Maras 14 ottobre 1944 - Sabato Stojnik. Ore 9: il battaglione, per ordine del comando di brigata, inizia una marcia per portarsi a Banjica, periferia di Belgrado, che raggiunge alle ore 20. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras · 15 ottobre 1944 - Domenica Tutto il battaglione prosegue la marcia per Belgrado che raggiunge alle ore 9. Ore 11: il battaglione prende contatto col nemico nei pre·ssi della via Kralja Nikola. Il combattimento si svolge violento per tutta la giornata. Al battaglione affluiscono parecchi italiano già prigionieri dei tedeschi. Feriti: 2. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras 16 ottobre 1944 - Lunedì Belgrado. Ore 3: si combatte ancora accanitamente. Il battaglione riceve l'ordine di portarsi al centro della città come riserva immediata del 1° battaglione. Ore 4: il battaglione effettua il movimento suddetto e successivamente dà il cambio al 6° battaglione nei pressi del teatro nazionale. Il combattimento continua violento da ambo le parti per tutto il giorno. La 1 a compagnia occupa il teatro nazionale. Continuano ad affluire diversi italiani fuggiti dalla prigionia tedesca. Feriti: 4. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
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BATTAGLIONE CA RIBALDI
17 ottobre 1944 - Martedì Belgrado. Il battaglione continua il combattimento accanitamente. Anche il nemico reagisce con violenza. Ore 14: preceduti dal tiro delle artiglierie dei carri armati, i tedeschi, con azione di sorpresa, occupano il teatro nazionale, costringendo la 1 a compagnia a ripiegare. Forti perdite dell'avversario. Sensibili le nostre: morti l, feriti 11. Continuano a presentarsi volontariamente molti italiani fuggiti dalla prigionia tedesca. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
18 ollobre 1944 - Mercoledì Belgrado. La 1a compagnia, dopo aver ripiegato solo per breve tratto, al pari di tutti gli altri reparti del battaglione, mantiene le posizioni, malgrado la forte reazione avversaria. La menzionata 1 a compagnia subisce le seguenti perdite: 2 morti e 1 ferito. Da parte nemica (perdite) imprecisate. Cielo coperto con pioggia. Temperatura variabile. (aggiunto: morti 3). S. ten. G. Maras 19 ottobre 1944 - Giovedì Belgrado. Pur continuando la pressione nemica, il battaglione mantiene le posizioni del giorno precedente. Il combattimento continua a svolgersi accanito. Tutta la città è libera all'infuori del settore della nostra brigata. Il nemico asserragliatosi nelle case di vari palazzi, reagisce con estrema violenza. Cielo coperto con pioggia. Temperatura variabile. S. ten. G. Maras
20 ottobre 1944 - Venerdì Belgrado. Il nemico stretto da tutte le parti nella notte abbandona le sue posizioni e si dirige al di là del fiume Sava, che traghetta con barconi. Nella fuga abbandona materiale bellico ed altro in rilevante quantità. Così tutta la città è libera.
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DIARIO STORICO
NelJa mattinata il battaglione insegue il nemico che però non oppone alcuna resistenza perché continua a fuggire. Ore 13: il battaglione ritorna al teatro nazionale per riorganizzarsi. L'arrivo degli italiani fuggiti dalla prigionia va sempre più aumentando. Cielo coperto con leggera pioggia. Temperatura variabile. S. ten. G. Maras
21 ottobre 1944 - Sabato Belgrado. Ore 13: il battaglione, dopo aver sfilato per la città con gli altri reparti della brigata, si sposta a Mirijevo, periferia di Belgrado, che raggiunge alle ore 17. In detta località al battaglione viene affidato il compito di pattugliare fino al Danubio e paesi vicini. Continuano ad affluire molti italiani reduci dalla priginia tedesca. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
22 ottobre 1944 - Domenica Mirijevo. Sosta. Cielo coperto con pioggia. Temperatura varia-
bile.
S. ten. G. Maras 23 ottobre 1944 - Lunedì Mirijevo. Sosta. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido.
S. ten. G. Maras 24 ottobre 1944 - Martedì Mirijevo. Sosta. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
25 ottobre 1944 - Mercoledì Mirijevo. Sosta. Come nei giorni precedenti affluiscono molti italiani fuggiti dalla prigionia tedesca, che vengono s istemati nei quadri del battaglione. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
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BATTAGLIONE GARIBALDI
26 ottobre 1944 - Giovedì MJrijevo. Ore 13: il battaglione, per ordine del comando di brigata, si porta nei pressi di Banjica per ricevere istruzioni sulla cerimonia che il giorno successivo dovrà aver luogo in onore del Maresciallo Tito, che passerà in rivista le truppe partigiane. Ore 14: si arriva nel paese di Banjica per pernottarvi. Cielo sereno con forte vento freddo. S. ten. G. Maras
27 ottobre 1944 - Venerdì Ore 9.30: il battaglione si porta nella località di adunata del giorno precedente. Ore 15: il Maresciallo Tito passa in rivista tutti i reparti convenuti per l'occasione. Presenziano anche rappresentanze dell'Armata Rossa e dell'Esercito inglese. Dopo il discorso del Maresciallo Tito che si dimostra fiero e soddisfatto del comportamento di tutti i combattenti, questi iniziano la sfilata e si dirigono verso la città, ovunque accolti da manifestazioni di gioia, da prolungati battimani e da numerosi omaggi floreali. Ore 17: terminata la cerimonia tutti i reparti rientrano in sede. Il nostro battaglione r itorna a Mirijevo che raggiunge alle ore 19. Cielo coperto con scrosci di pioggia e forte vento freddo. S. ten. G. Maras
28 ottobre 1944 - Sabato Mirijevo. Per decisione del comando della 1a divisione proletaria, in data odierna si forma la brigata italiana de lla quale il battaglione «Garibaldi» entra a far parte come 1° battaglione. Cielo sereno. Temperatura variabile. S. ten. G. Maras
29 ottobre 1944 - Domenica Ml rijevo. Sosta. Cielo sereno. Temperatura variabile con leggero vento. La brigata italiana, di nuova formazione, ha cominciato a funzionare in data odierna. Essa è denominata «Italia » ed ha alle sue dipendenze:
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DIARIO STORICO
il 1° battaglione «Garibaldi» il 2° battaglione «Matteotti» il 3° battaglione «Mameli». Il 1° e 2° battaglione vengono completati oltrechè con i propri complementi effettivi, da nuovi complementi di italiani affluiti alla brigata e provenienti dalla prigionia tedesca e da famiglie civili presso cui lavoravano. Il 3° battaglione, invece, viene formato da tutti i complementi della 1 a compagnia del battaglione «Garibaldi», e da nuovi complementi ceduti dal nostro battaglione. Il s. tén. Maras Giuseppe è nominato comandante della brigata. Il comando del l O battaglione, pertanto, è ceduto al vice comandante Ciocioni Primo. I nuovi quadri risultano i seguenti: Ciocioni Primo comandante Isceri Vincenzo vice comandante Spampinato Giuseppe commissario Krilié Petar vice commissario. P. Ciocioni
II
BATTAGLIONE MATTEOTTI Relazione del primo comandante e diario-memoria del secondo comandante 8 settembre 1943-28 ottobre 1944
Relazione del ten. i.g.s. (incaricato grado superiore) Adriano Host fondatore e primo comandante del battaglione «Matteotti » Sono il ten. i.g.s. Host Adriano di Michele, già appartenente al 25° rgt. Ftr. ,(( Bergamo» P.M. 73 / Sinj - Dalmazia / fondatore e comandante del btg. italiano «Matteotti». Desidero sottolineare in questa breve relazione quale è stato il comportamento dei partigiani nei riguardi degli ufficiali e soldati e viceversa. Il 9 settembre 1943, fuggii da Sinj per non cadere prigioniero dei tedeschi raggiunsi un comando partigiano (4a zona operativa e poi diventata VITI Korpus Dalmato) dal quale fui accolto con vera cordialità. Dopo un amichevole scambio di vedute, venne d'accordo fissato il lavoro da compiersi nei giorni successivi: si convenne perciò di far pressione presso il comando della divisione «Bergamo» di Spalato perché rimanesse con le armi in pugno onde ostacolare, col concorso dei reparti partigiani, l'occupazione di Spalato e ricacciare i tedeschi da Sinj (cosa possibilissima); radunare poi tutti i militari italiani sbandati per formare delle unità organiche combattenti. Per contro chiedevo ai partigiani: · 1) Appoggio morale e materiale per l'organizzazione dei reparti nei quali intendevo rinnovare i quadri eliminando dal comando uomini che non ne avevano capacità; 2) evitare che il reparto si trovasse in combattimento contro reparti italiani che momentaneamente non avessero preso alcuna decisione definitiva (es. la divisione «Taurinense» e «Venezia» prima di passare ai partigiani avevano operato al fianco dei cetnici); 3) fornire il reparto di un loro ufficiale per il collegamento; (seppi più tardi che questo ufficiale era stato designato con le funzioni di commissario politico e non con le mansioni che avevo proposto); 4) mi riservavo di dare un indirizzo politico alla formazione qualora il morale della truppa lo avesse richiesto; 5) chiedevo inoltre di essere messo in collegamento con l'Italia.
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BATTAGUONE MATTEOTTI
Malgrado la promessa avuta a questo proposito, tutti 1 m1e1 messaggi vennero intercettati; tanto è vero che in Italia si era completamente all'oscuro della nostra esistenza. Non mi è stata data nemmeno la possibilità di collegarmi con la divisione «Garibaldi» operante in Montenegro. Come già dissi più sopra tutte queste mie proposte furono accolte ed accettate prima del comandante dell'VIII Korpus ed in seguito dal Ten. Generale Popovié comandante del I Korpus proletario di Tito, cioè il fior fiore dell'Esercito jugoslavo di liberazione, che operava nella Bosnia centrale ed occidentale. Il «Matteotti», si trovava allora - era d'inverno - nelle seguenti condizioni 400 uomini di cui 100 scalzi senza giacca, con una camicia ed un paio di pantaloni, gli altri 300 erano poco meglio equipaggiati. Un fucile mitragliatore, 112 fucili, qualche pistola. Durante il viaggio che i singoli soldati facevano per raggiungere il reparto in formazione, venivano sistematicamente fermati e disarmati e derubati di quanto possedevano (orologi, penne stilografiche, portafogli). Alle mie proteste alle quali si unirono quelle dei miei collaboratori, rispondevano evasivamente con promesse di provvedimenti per l'avvenire. Intanto con la prima neve si verificarono i primi congelamenti e purtroppo anche i primi morti in combattimento. Non mi fu possibile ottenere alcun effetto di vestiario; nessuna arma malgrado le più vive insistenze. Proposi allora che il mio battaglione fosse trasferito nella Dalmazia. Evitavo in tal modo ai miei uomini gli orrendi dolori del congelamento e dell'assideramento. Quì cominciò il collasso: marce interminabili, freddo a 20-25 gradi sotto zero, combattimenti sotto la tormenta giorno e notte; il battaglione in postazione sopra i 1000 metri in «opanche» (calzature bosniache in pelle di pecora) - morti e feriti, congelati e ammalati (tifo petecchiale); ed io non potevo dar loro nient 'altro che parole e parole di incoraggiamento. Intanto fu iniziata in seno al reparto, a cura di 13 partigiani inviati dal comando partigiano quali commissari politici e tecnici, un'attiva propaganda comunista. I propagandisti erano per la maggior parte contadini bosniaci senza nessuna cultura e preparazione politica. Essi tenevano lunghi discorsi nei quali veniva assicurato un futuro benessere per i contadini e gli operai a scapito dei proprietari e benestanti di oggi.
REI.AZIONE
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Nel piano internazionale, i propagandisti affermavano di non aver mire imperialistiche ne territoriali, però subito aggiungevano che Fiume, Trieste, Pola, Gorizia dovranno essere, a fine guerra, jugoslave. Una tal propaganda non potè avere alcun successo; i propagandisti da parte loro si trovavano a disagio quando dovevano rispondere a quesiti che venivano loro posti specialmente dagli ufficiali del reparto; per cui il loro comando venne alla determinazione che l'ambiente degli intellettuali in seno al battaglione ostacolava seriamente la loro opera; ne era necessario perciò l'eliminazione. Si vollero allora eliminare gli ufficiali italiani malgrado essi fossero assai ben voluti dai militari del reparto per il coraggio dimostrato in numerose azioni di guerra. Essi c rearono pertanto, a più riprese, incidenti che i propagandisti riferivano ai loro comandi essere dovuti a motivi politici, mentre invece ben diversa era la loro origine. I propagandisti, infatti, maltrattavano i nostri soldati con calci e pugni; il maltrattamento provocava una reazione immediata con intervento di nostri ufficiali e conseguente inevitabile diverbio. Nelle loro relazioni al comando partigiano, i commissari politici, come sopra è detto, facevano figurare la «baruffa» come originata da motivi politici. Per por fine a questo stato di cose provocai una conferenza di brigata (riunione alla quale partecipano tutti i quadri della brigata e del battaglione che la provoca e dove c'è la libertà - apparente - di dire tutto senza alcu timore) ove con sincerità ed onestà esposi tutto quello che non_andava. Chiesi l'eliminazione dei loro consulenti e commissari; avrei risposto con la persona se il battaglione non si fosse messo a punto. La discussione durò cinque ore consecutive, (evidentemente avevo chiesto troppo ed il verdetto era già stato fatto prima di iniziare la seduta); tutti gli ufficiali (esclusi tre soli) furono allontanati dal battaglione ed inviati presso i comandi degli altri battaglioni della brigata (btg. partigiani) a fare .... i consulenti tecnici; il commissario politico del battaglione venne pure lui sostituito. Non ci fu dato nemmeno il tempo di salutare la truppa: a questa venne riferito che eravamo stati noi ufficiali a volerli abbandonare. Incombeva su di noi una tacita ma inesorabile minaccia. Ho ragione di affermare che saremmo dovuti sparire durante i futuri combattimenti.
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BAITAGLIONE MATTEOITI
Eravamo sorvegliati molto strettamente, ogni nostro passo, ogni nostra parola erano controllate, ci hanno tenuto sempre staccati gli uni dagli altri e quando la combinazione si faceva incontrare (marce di trasferimento ecc.) c'era sempre chi era tenuto ad ascoltare i nostri discorsi. Ben presto simpatizzammo però con il soldato partigiano bosniaco, uomo semplice il quale desiderava la nostra compagnia, ascoltava molto volentieri i nostri discorsi, anzi Ii preferiva a quelli dei propri commissari politici. Per tale motivo la nostra presenza in seno ai loro reparti venne considerata come nociva. Occorreva sbarazzarsi di noi. Essendo compromettente per loro la ..... sparizione in massa di un forte numero di ufficiali italiani (alcune «sparizioni » isolate erano già avvenute: S. ten ..........., ten .......... , socialista napoletano, parecchi soldati) decisero di mandarci in Italia facendoci credere che fossimo stati richiesti dal governo italiano. La notizia ci dispiacque per il solo fatto che avremmo dovuto abbandonare la zona ove si trovavano i nostri uomini, quelli cioè che avevano raccolto ed inquadrato, organizzato e insieme ai quali avevamo combattuto con lealtà per la nostra Italia soffrendo la sete, la fame, il freddo e anche gli insulti. Ma non c 'era niente da fare, sul posto non dovevano trovarsi più degli eventuali difensori dei diritti del soldato italiano ormai alla loro mercè. Gli ordini non si potevano discutere e ... fummo espulsi. Durante la mia permanenza ai comandi dei loro battaglioni non sono stato nocivo e inattivo anzi mi sono interessato non poco della sorte di tutti gli italiani che si trovavano attualmente nei Balcani. Da una approssimativa statistica fatta mi risulta che nei territori della Jugoslavia, Albania e Grecia ci siano non meno di 40.000 italiani, di questi circa 8.000 combattono inquadrati in formazioni italiane oppure mischiati in quelle locali, gli altri sono prigionieri né più né meno costretti ai lavori più gravi ed umilianti. Spariscono in media più di due italiani al giorno: assicuro che le sparizioni sono morti certe. La loro propaganda sfacciata fa credere il contrario; bisogna esserci vissuti in mezzo per rendersi conto di quella che è la realtà. Quanto su esposto può essere ripetuto da tutti i reduci del Balcani, specialmente da quelli provenienti dalla Bosnia. Forse dagli interrogatori resi al S.I.M. non è risultato questo stato di cose, perché si è diffuso il timore di essere ancora mischiati
RELAZIONE
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nella .... faccenda balcanica; io stesso mi sono limitato a fare una sinteticissima deposizione all'interrogatorio. Infatti, appena rientrato, sono stato chiuso in un campo di prigionieri e trattato da tale; era logico che all'interrogatorio rimanessi sulle generali e cercassi soltanto la maniera di uscire al più presto; uscito ed interrogato al S.I.M. ho fatto lo stesso, per non ritornare eventualmente sotto chiave. Ai reduci bisogna dare tutta la fiducia ed allora sì che parleranno e faranno conoscere la verità così com'è. Per coerenza a quanto esposto più sopra, voglio fare delle considerazioni soggettive per quanto ho potuto osservare in dieci mesi di permanenza presso reparti dell'esercito jugoslavo di liberazione. 1) La massa dei partigiani è in buona fede e combatte il nazi-fascismo più come occupatore che come idea politica. Desidera al più presto tornare in seno alla propria famiglia e rimettersi a lavorare. 2) I capi fanno affidamento sulla massa armata per imporre con la forza la federazione jugoslava. La propaganda in questo senso è già incominciata da circa otto mesi, i combattenti non sono troppo entusiasti, sono stanchi e sfiniti, hanno sofferto moltissimo. 3) C'è una affannosa corsa per il raggiungimento di alti gradi ed incarichi da parte dei capi piccoli e grandi. Quasi sempre il grado non corrisponde alla capacità di chi lo porta; spessissimo allora si osserva che alla mancata capacità fa riscontro un'abbondante ambizione. 4) Per l'attuazione del loro programma, cioè il sistema federativo, c'è l'ordine di eliminare tutti gli Ustascia ed i Cetnici (almeno fino a quando mi trovavo giù) nonchè tutti coloro che ha nno vissuto nella città e campagne sotto la dominazione fascista e che perciò fraternizzavano con gli occupatori. 5) Una sola è la persona alla quale bisogna obbedire ciecamente: TITO. Quello che fa lui è ben fatto, lui ha sempre ragione (non ho messo questa frase così a caso, l'ho letta sul loro giornale il «Napried» credo nel mese di febbraio). 6) I loro unici e veri amici sono i russi. Gli alleati anglo-americani contano fino ad un certo punto; affermano comunque che nelle loro faccende interne non tollereranno la ingerenza di nessuno (escluso i russi).
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BATTAGLIONE MATTEOTTI
7) TITO controlla (secondo la propaganda): l'Albania, la Grecia, l'Istria e le operazioni dell'Italia settentrionale. 8) L'Ungheria, la Romania, la Bulgaria e naturalmente pure l'Italia dovranno cedere a fine guerra parte del loro territorio. 9) L'Adriatico con le sue isole è il «Nasjadransko more» (l'adriatico mare nostro). Non c'è altro per ora.
Ottobre 1944
Il tenente f.to HOST Adriano
Diario-Memoria del ten. Aldo Parm_e ggiani
8 settembre 1943 - Mercoledì A Sinj.
9 settembre 1943 - Giovedì Ore 14. Sinj - Hrvace - Satrié - Dragovié (trasferimento). Al Comando zona (partigiano) colloquio col vicecomandante Milié; offerta di combattere (da parte di) 3 ufficiali e 2 soldati. 10 settembre 1943 - Venerdì
Dragovié - Satrié - Zelovo - Mué - Gizdovac (trasferimento km 30). 11 settembre 1943 - Sabato
Gizdovac ·- Broéanac (trasferimento). 12 settembre 1943 - Domenica/Lunedì/Martedì
Brocanac. Sosta. Incarico di raccogliere volontari italiani per formare una compagnia: affluiscono soldati; 30 a Spalato, 4-5 ai rep. part., 30 con noi (10 ufficiali, 40 soldati in tutto). 15 settembre 1943 - Mercoledì
Brocanac - passo Boban. Trasferimento. Armati (con) 4 mitragliatrici, 40 fucili. Di riserva al 1° btg. della I brigata Dalmata. 16 settembre 1943 - Giovedì
Presso passo Boban (di riserva). 17 settembre 1943 - Venerdì
Presso passo Boban (di riserva). 18 settembre 1943 - Sabato
Presso passo Boban (di riserva).
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BATIACLIONE MAnEOrn
19 settembre 1943 - Domenica Presso passo Boban (di riserva). Sei nuovi soldati.
20 settembre 1943 - Lunedì Presso passo Boban (di riserva). 21 settembre 1943 - Martedì Presso passo Boban (di riserva). 22 settembre 1943 - Mercoledi Presso passo Boban (di riserva). Tre nuovi soldati; s iamo in 50. 23 settembre 1943 - Giovedì Presso passo Boban (di riserva).
24 settembre 1943 - Venerdì Ricognizione sul Kozjak. Ore venti; 4 ore di marcia sul Kostak; cambio (alla) 4a compagnia, 4° battaglione; in postazione; una squadra a destra collegata al 1° battaglione, 1 plotone sopra Grlo, una squadra sul Kostak. Comando in quota. Notte all'addiaccio. 25 settembre 1943 - Sabato Ore 8. Attacco tedesco con 4 armi pesanti; bombardamento artiglie ria, mortai e Stukas fino alle 15. Ordine di ripiegare: quota Medovac, poi verso il Mosor; notte oscura; circondati, sosta in quadrato. 26 settembre 1943 - Domenica Si riparte alle 6. Dugobabe - Brstanovo; ore 11 Vuliéa Staje (m. 800); ci si riunisce al 1° battaglione. Stanchissimi. Rancio dopo 38 ore. 27 settembre 1943 - Lunedì Ore 1 sveglia. Verso la Bosnia - viveri per 2 giorni. Discesa a Postinje a protezione strada di Mué - in postazione fra 2a e 3a compagnia del 1° battaglione. Ore 9: Stukas mitragliano; tiro artiglieria e mortai. Ore 11 : sulla strada carri armati, da quota di fronte tedeschi con mitragliatrici; risposta violenta; ripiegamento, in postazione su linea arretrata; 2 feriti.
DJARIO · MEMORIA
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Ore 17: ripiegamento verso Milesina Dolj e Svilaja; salita in fila lunghissima di tre - quattro brigate. Ore 22: a Berberovéi Staje (m. 1150); freddo, piove, notte ali' addì a ccio.
28 settembre 1943 - Martedì Sveglia ore 3; partenza ore 6; bufera. Ore 11: si valica lo Svilaja al passo di J elenjak (m. 1300); 4 ore di sosta. Ore 17 .30: discesa a precipizio verso valle del Cetina. Ore 20 a Otisié; sosta in case; niente da mangiare.
29 settembre 1943 - Mercoledì In un boschetto, di riserva. Rancio caldo, la sera polenta; notte nei fienili.
30 settembre 1943 - Giovedì Ore 10 rancio e partenza: Katié, ponte sul Cetina, Perkoviéi, Klenovci, Bracev Dolac, Prozik; si pernotta in un valloncello (m. 1200).
1 ottobre 1943 - Venerdì Ore 6 partenza, si attraversa il Vjestica Gora, si scende nella valle di Livno a Caprazlije (Bos nia); rancio, sosta e riposo; ore 22 secondo rancio e partenza verso Priluka che dobbiamo circondare (ci sono ustasi).
2 ottobre 1943 - Sabato Marcia velocissima, 25-27 chilometri; si cade dal sonno. Alle 5 attacco a Priluka, all'assalto; gli ustaci, 250, fuggono. In quota. Alle 15 aereo da ricognizione e attacco di una pattuglia ustasea. Si scende in paese. Notte nei fienili. Rancio alle 24.
3 ottobre 1943 - Domenica Sveglia alle 6. In quota. Ieri s i è perso un mitragliatore, lasciato sul terreno da Franchi? Rientrano alcuni sbandati. Partenza. Alle 17 fuori Livno, che arde saccheggiata. Rancio freddo. Alle 23 si r iparte; vento e pioggia; 5-6 ore di marcia con l'ospedale di brigata, verso Arzano e Tomislavgrad.
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BATIAGLIONE MATTEOTII
4 ottobre 1943 - Lunedì Alle 4 a Golinjevo. Primo e secondo rancio. Alle 14 partenza. Bivio di Prisoje per la montagna; prima del passo di Malileva Giava, sulla strada Tomislavgrad-Imotski. Alle 20 a Bri snik D. Si pernotta in fienili. 5 ottobre 1943 - Martedì
Fermi presso Brisnik.
6 ottobre 1943 - Mercoledì Sempre fermi. Si sente sparare il mortaio, abbastanza vicino. 7 ottobre 1943 - Giovedì
Ore 8 rancio, ore 9 partenza. In quota sulla strada Tomislavgrad-Imotski fra la 1a e la 3a compagnia del 1° battaglione; Matone avanzato, poi Gardini, poi Magini e Frisani. Fischiano da tutte le parti. Ustasi avanzano, 2 3 e 3 3 compagnia ripiegano; ripieghiamo anche noi. della quota di Frisani ammassamento: 3-4 colpi di mortaio. Comando e plotone di Matone a sinistra, verso Arzano, Cardini e Frisani a destra con 2 a e 3 3 compagnia. Ci riuniamo. Ustasi ripiegano colti alle spalle da un battaglione della brigata proletaria. Nostra compagnia all'assalto della quota più alta. Fuoco violento. Si raggiunge la cima; pioggia e vento. La sera si scende a Brisnik G.
8 ottobre 1943 - Venerdì Fermi. Rifornimento munizioni. Ieri gli ustasi erano duemila, più molti miliziani Una compagnia del battaglione va a rifornirsi di viveri in un paese dal quale hanno sparato ai partigiani; sono tutti paesi ustasi. Si dorme in fienili. Piove. 9 ottobre 1943 - Sabato Partenza alle 10; s i taglia attraverso le montagne e alle 16 (si giunge) a Vojkoviéi: in quota verso Imotski; combattimento non ravvicinato fino alle 21. Si passa la notte in quota (m. 1000). Freddo, ma non piove. 10 ottobre 1943 - Domenica Alle 8 si scende dalla quota; rancio. Alle 17 in un paesetto: un plotone in paese, l'altro in quota; in postazione per tutta la notte. Freddo intenso. Verso le 21 anche il primo plotone in quota.
DIARJO - MEMORIA
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11 ottobre 1943 - Lunedì Alle 9 il secondo plotone rientra in paese; il primo all'inseguimento degli ustasi che si ritirano; rientra alle 11. Sosta, sole, rancio caldo.
12 ottobre 1943 - Martedì Ore 8 partenza verso Posusje; sulla strada bottino di viveri lasciati dagli ustasi. Operiamo interruzioni stradali; cadono granate di cannoncini; verso le 19 si ripiega di due chilometri. Notte in fienile. Nostre pattuglie prendono contatto con la 1 a compagnia in quota. 13 ottobre 1943 - Mercoledì Verso le 8 ritorniamo al comando di battaglione; ancora interruzioni stradali; passano feriti partigiani. Ore 10 ordine di partire per il comando brigata, per riunirsi alla divisione Garibaldi che si sta formando. Ore 12 rancio; partenza. Marcia faticosa. Ore 17 a Rosko Selo. Ore 20 al comando brigata. Rancio alle 22. Si passa la notte in un fienile. 14 ottobre 1943 - Giovedì Partenza aUe 8. Vengono con noi altri 4 italiani. Verso Prisoje; a Golinjevo alle 13; c'è il comando divisione dalmata, 21 km di marcia faticosa; alle 18 a Livno dove c'è il comando Korpus. Il colonnello Silvio (pseudonimo) dei carabinieri(*) ci accoglie e ci fa alloggiare. Siamo i primi, formeremo la Brigata «Garibaldi». 15 ottobre 1943 - Venerdì Sistemazione locali per truppa, comando, cucine. I 54 soldati (sono) divisi in tre nuclei che formeranno le future compagnie: armamento 40 fucili, comandanti Gardini, Magini, Lanza; Host nominato dal ten. col. Silvio comandante del battaglione, io vice comandante, Fontanarosa intendente. Tempo sereno. 16 ottobre 1943 - Sabato Disinfestazione con la stufa Giannoli. I soldati entrano nei locali puliti. Arriva il ten. medico Seraino, che si fermerà alcuni (*) Si trattava del ten. col. Attilio Venosta.
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BATTAGLIONE MATTEOTTI
giorni. Arriva infermeria: ten. medico Carlo Baldanza, due infermiere, materiale sanitario. Corpo di guardia, servizi. Esce il primo numero di «Libertà», giornale dei combattenti italiani antifascisti in Balcania, redattori ten. Cutolo e ten. Livraga. Tempo sereno.
17 ottobre 1943 - Domenica Distribuzione di tabacco. Lunga conversazione del col. Silvio con gli ufficiali: situazione, progetti, prospettive. Ha presentato un promemoria ad un generale inglese. Ci legge poi il suo diario con notizie sugli ultimi giorni di Spalato e gesta del 1° battaglione «Garibaldi ». A Signo i tedeschi hanno fucilato 3 generali (Pelligra, Policardi e Cigala Fulgosi) e trenta ufficiali superiori (*). Radio Londra ha comunicato che due ten. colonnelli italiani stanno organizzando in Jugoslavia una divisione italiana. Tempo sereno.
18 ottobre 1943 - Lunedì Adunata dei soldati: inquadramento, d isciplina, cameratismo. Rommel nominato comandante in Balcania. Esce il 2° numero di «Libertà». Tempo sereno.
19 ottobre 1943 - Martedì Arrivano 32 uomini di sanità, disarmati; ora 3 compagnie di 25 uomini, più plotone comando. Servizi di giornata. Gran movimento di a utomezzi tedeschi fra Imotski e Mostar. Tempo sereno.
20 ottobre 1943 - Mercoledì Fante Montanari rientrato dall'ospedale; il fante ...... disarmato ed espulso dalla formazione perché diffama gli italiani. Italiani precipitati da aerei tedeschi sul Kamenica? 1° battaglione «Garibaldi» in azione tra Travnik e Sarajevo contro colonne tedesche: automezzi saltati, prigionieri italiani liberati. Tempo sereno.
21 ottobre 1943 - Giovedì Esce il 3° numero di «Libertà», redattori Cutolo e Livraga. Una «cicogna» in ricognizione su Livno. Tempo sereno. (*) Per la fucilazione dei tre generali, e per il massacro di 46 ufficiali, vedasi il paragrafo 3 della monografia Itinerario tricolore....., che fa parte della presente opera.
DIARIO· MEMORIA
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22 ottobre 1943 - Venerdì Giunge un certo Antonino (commissario?), es. ten. Cozzolino da Brazza. Gardini e Cozzolino partono per le isole per raccogliere italiani e farli affluire al battaglione; partono anche per l'Italia i due fanti feriti Montanari e Cesarini. Forza 96 fanti, dei quali 54 armati (la nostra compagnia). Tempo sereno.
23 ottobre 1943 - Sabato Nella notte terremoto. Passaggio di reparti proletari, ben armati e inquadrati. Arrivati due nuovi ufficiali: s. ten. bersaglieri Bartoletti Franco e ten. ftr. Moiana Livio dall'aeroporto d i Divulje (Traù). S. ten. Tusco in permesso dalla sua sezione 75/13. Dal Korpus: nessun obbligo di stella rossa, proibiti i gradi partigiani, i nostri validi e riconosciuti. Tempo sereno.
24 ottobre 1943 - Domenica Livno. Ore 10.30 adunata. Il col. Silvio parla ai soldati: solo combattendo, possibilmente inquadrati in reparti italiani, s i acquisterà rispetto dai partigiani. Eletti i consigli di compagnia, 5 compagni per compagnia. Tempo sereno.
25 ottobre 1943 - Lunedì Livno. I reparti escono in istruzione. Arrivo di tre militari con moglie. 4° numero di «Libertà». Tempo sereno.
26 ottobre 1943 - Martedì Livno. Arrivano 6 soldati, s. ten. Addonizio e serg. magg. Visentin. Da Bugojno arriva il ten. col. Venerandi; parla alla truppa adunata: è lui il comandante; non andremo in combattimento se prima non vestiti. In tutto oggi arrivati 24 fanti; forza 140 soldati, 11 ufficiali. Sereno.
27 ottobre 1943 - Mercoledì Livno-Gubin. Due ufficiali (Addonizio e Bartoletti) trasferiti al 1° battaglione «Garibaldi ». Per ordine dell'VIIT Korpus una compa-
gnia di formazione di 60 fanti e 3 ufficiali andrà in operazione contro i cetnici a Bosansko Grahovo: 50 fucili, 1 mitragliatore con
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600 colpi, pane per 3 giorni, 1 quintale di patate. Partenza alle 17 su due camion. Alle 19 arrivo a Gubin. Sistemazione in fienili. Tempo sereno.
28 ottobre 1943 - Giovedì Livno-Grkovci. Alle 11 ci portano a Sajkovié, a cavallo della strada verso Grkovc i; alle 14 nuovo pokret (partenza): 2 8 compagnia nostra a mezza costa collegata con compagnie p artigiane che avanzano dal Vjestica Gora, 3 8 compagnia nella pianura. Sulla sinistra scontro con nuclei cetnici, breve sparatoria, cattura cucine. Alle 19 arrivo a Grkovci. Assieme ai cetnici ci sono fasci sti italiani? Tempo annuvolato.
29 ottobre 1943 - Venerdì Livno-Grkovci. Ore 11 partenza verso Raznjaca: la compagnia di s inistra punta su Podgora, la nostra verso Raznjaca fino a Milakonica, dove sar à il comando. Di riserva in appoggio alla compagnia dalmata a cavallo della strada verso Bosansko Grahovo. Rastrellamento di 5-6 paesi a destra della strada; la compagnia di sinistra incontra piccole resistenze; assalto ad un gruppo di case: vuote. Ore 18 ripiegamento su Grkovci, arrivo alle 19. Freddo, pioggia.
30 ottobre 1943 · Sabato Livno-Peulje. Si attende collegamento con i reparti che avanzano a sinistra sul le Dinariche. Ore 17 trasferimento a Peulje dove si prendono i collegamenti. Sistemazione in fienili; rancio: 1 vitello per 60! Sole, freddo.
31 ottobre 1943 - Domenica Livno-Peulje. Fermi. Ordine di operazione verso Bosansko Grahovo. Sereno, freddo.
1 novembre 1943 - Lunedì Livno-Bosansko Grahovo. Partenza alle 7. La compagnia italiana a destra della strada ferrata su Mali Oblaj, collegata a sinistra con un battaglione dalmata; a Korita collegamento con reparti kraijsnici che provengono da destra per convergere su Bosansko Grahovo. A Knin segnalati 800-1000 cetnici. Alle 15 entrata in
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Bosansko Grahovo, semi distrutta, senza incontrare resistenza. Tempo sereno, freddo.
2 novembre 1943 - Martedì Livno - Grkovci. Ore 9.30 la compagnia riparte per Grkovci, dove giunge alle 16. Alle 23 un plotone parte per Livno con un'autoblinda che si ferma a metà strada, a Sajkovié. Tempo sereno, freddo.
3 novembre 1943 - Mercoledì Livno. Rientrato a Livno su autoblindo alle 10; Gardini è ritornato dalle isole con una ventina di italiani, fra cui 3 ufficiali: cap. art. Vittorio Rossini, ten. art. Alberto Fasolo, ten. genio Ugo De Negri. Razione viveri ridotta, distribuzione tabacco e sigarette. Istruzione regolare. Elogio dell'VIII Korpus a lla compagnia italiana per operazione su Bosansko Grahovo. Tempo sereno.
4 novembre 1943 - Giovedì Livno. Rientra alle 12 il plotone con Frisani, a piedi, cantando. Tempo sereno. 5 novembre 1943 - Venerdì
Livno. Viveri scarsi: richiesta ci armino e ci mandino in combattimento per chiarire posizione. Vendite e ruberie fra i soldati: necessità di un regolamento di disciplina, e definizione della nostra posizione giuridica. Inviati al battaglione «Garibaldi» il s. ten. Cozzolino e il s. ten. Bartoletti. Istruzione regolare. Tempo sereno.
6 novembre 1943 - Sabato Livno. Disinfestazione. Movimento di colonna motorizzata te-
desca a 30 chilometri fra Duvno e Imotski; si sente il cannone. Istruzione e canto; riunione della truppa: disciplina e cameratismo; morale buono. La sera, illuminazione a festa per l'anniversario della rivoluzione d'ottobre; sfilata, balli, kolo (danza in tondo) in piazza. Arrivano 36 nuovi soldati e 1 ufficiale (Pavin), affamati e sporchi; sistemazione provvisoria. A Zara dopo la capitolazione si era formato un battaglione di partigiani italiani, «Mameli», comandato dal cap. di aviazione Martinelli, che è stato semi-distrutto dai tedeschi .
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7 novembre 1943 - Domenica
Livno. Sistemazione dei nuovi arrivati, tutti disarmati. Il battaglione ha una forza di 220 uomini, le compagnie di circa 55. Alcuni soldati scontenti vorrebbero lasciare il reparto per passare ai reparti partigiani o in officina. Viveri scarsi. In paese celebrazione del 26° anniversario della rivoluzione d'ottobre: discorsi (Vice Buljan e Milié), kolo (danza in tondo), cori. Freddo, sereno.
8 novembre 1943 . Lunedì Livno. Dal 1° battaglione «Garibaldi » arrivano 1 ufficiale (s. ten. Avio Clementi), col serg. Mario Giannesini del 25° fanteria, e alcuni soldati; notizie della fuga da Sinj l' 11 /9 di Pasqua, Giannini, Calogerà, Del Piero. Si attende l'arrivo del s. ten. Tinto che è andato a Jajce per conferire con il Comando supremo (partigiano) della nostra situazione. Nevica. 9 novembre 1943 - Martedì Livno. Nuovi arrivi di soldati, stracciati e scalzi: una triste odissea; erano prigionieri dei tedeschi e sono fuggiti in seguito ad un attacco partigiiano. Forza del battaglione: 21 ufficiali, 195 sottufficiali e truppa, 4 drugarice (compagne), 100 fucili. Tutta la Lika è occupata dai tedeschi. Viveri scarsi. Tempo annuvolato, freddo. 10 novembre 1943 · Mercoledì Livno. I soldati sono in condizioni deplorevoli; stracciati, senza scarpe. Sfiducia, morale basso. Accuse e perquisizioni per ruberie. Viveri ridotti. È giunta a Livno una missione inglese con un generale. I tedeschi a Spalato hanno fatto grandi rappresaglie contro gli italiani A Knin c'è un battaglione della milizia che combatte assieme ai tedeschi; 25 ufficiali inferiori italiani si sono fatti fucilare perché si rifiutavano di combattere con loro. Giunge da Bugojno il s. ten. Tinto con i risultati del suo colloquio al Comando supremo a Jajce, dove ha parlato con il col. Velebit (il 1° battaglione «Garibaldi» è a riposo a Donji Vakuf). Richiesta di armi e vestiario: promesse. Al Comando supremo elogio per nostra operazione su Bosansko Grahovo. Nevica.
11 novembre 1943 · Giovedì Livno. Interrogatorio dei nuovi arrivati. Notizie di quanto avvenuto a Spalato e a Sebenico nei giorni seguenti l'armistizio. Si
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sente combattimento verso Passo Vaganj o Bili Brig. Bombardate Spalato e Durazzo: si prepara uno sbarco? Tempo annuvolato.
12 novembre 1943 - Venerdì Livno. Si prepara una relazione da mandare in Italia a mezzo col. · Velebit: richiesta armi, medicinali, vestiario, stipendi (?!). Arrivano 3 nuovi ufficiali, ten. Giuppani Antonio da Zara, s. ten. Muraca Ilio, s. ten. Giorgi Gianfilippo di Sebenico. Al Comando Korpus colloquio di Host (con col. Silvio e Antonino) con col. Ilié per armi e vestiario. Chiarita situazione sul fronte. Gli ufficiali dormiranno al Comando o all'accantonamento, per sicurezza. Tempo annuvolato. · Atterra un aereo, da Mostar con 7 ufficiali ustasci disertori.
13 novembre 1943 - Sabato Llvno. Arriva un autista di Podgora che porta notme dalla Dalmazia; il coi. Venerandi è tenuto prigioniero? Visita medica dell'accantonamento del comandante il servizio sanitario dott. Milié. Contrordine: gli ufficiali possono continuare a dormire nelle camere. Il giudice Grcina ci porta notizie da Sinj. Il Comando del Korpus riferisce che non hanno nulla da darci. Annuvolato.
14 novembre 1943 - Domenica Livno. La distribuzione del rancio è diventata il più grosso problema, la più lunga e delicata operazione. Visita medica dei denutriti: 94! Discussione al Comando: Host vorrebbe dimettersi. De Negri distribuisce L. 500 ad ogni ufficiale: restituzione a fine guerra. Tempo annuvolato.
15 novembre 1943 - Lunedì Livno. In gostiona (trattori.a) si fa conoscenza con una drugarica (compagna) dell'ufficio propaganda, dottore in legge, con cui si parla a lungo della condizione politica ed economica jugoslava. Ricevuto vestiario: 4 pantaloni, 6 camicie! Tempo annuvolato.
16 novembre 1943 - Martedì Livno. Grandi movimenti di tedeschi sulla costa dalmata ostacolati da aerei anglo-americani. Molti soldati per tirare avanti lavorano per borghesi. 4 soldati scappati. Tempo piovoso.
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17 novembre 1943 - Mercoledì Livno. Discorso a tutto il battaglione di Vice Buljan sulla situazione politica e sulla necessità di combattere per acquistare in combattimento armi e vestiario; i soldati chiedono di andare a combattere. In queste condizioni? Chiediamo al Korpus di partire, ci diano armi e vestiario. Preparativi di partenza. Tempo piovoso.
18 novembre 1943 - Giovedì Livno. Nervosismo fra i soldati per uscire da questa situazione ed andare a combattere. Riunione di tutto il battaglione per esprimere la volontà di lotta per l'Italia e la democrazia. Il consiglio della 3a compagnia chiede la sostituzione del comandante s. ten. Lanza; ne assume i.I comando Clementi. Gli altri comandanti hanno la fiducia dei fanti. Hanno parlato Host, Moiana e De Negri. Istituito il tu fra soldati e ufficiali. Chiarito perché e per chi combattiamo: per la libertà, contro i fascisti. Morale alto. Piove.
19 novembre 1943 - Venerdì Livno. Arrivano 15 nuovi fanti, mal messi e disarmati. Arriva
Tusco che ha dovuto lasciare il cannone ad Arzano per l'attacco dei carri armati. Riceviamo 76 paia di opanche e 6 muli, solo due con basto. Pronti a partire. È passato il col. Velebit, r itornerà. Piove.
20 novembre 1943 - Sabato Livno. Arrivati 4 fanti dal 1° battaglione, è una situazione spiacevole che bisogna eliminare. Domani saranno processati un certo serg......... , colto a fregare della carne, e 5 fanti fuggiti dal battaglione, e presi dai partigiani; discussioni sul diritto di punire e sulle modalità. Arrivato un certo ..... che si spaccia per ex ufficiale medico; smascherato e scacciato. Arrivati altri 6 fanti da reparti partigiani; si forma il primo nucleo del 3° battaglione. Ricevute 10 paia di opanche. Pioggia, freddo.
21 novembre 1943 - Domenica Livno. ·Processo ai 5 disertori: tutto il battaglione è inquadrato. Discorso del col. Silvio sull'amministrazione della giustizia: noi giudicheremo le colpe lievi di indisciplina, deferiremo le gravi alla giustizia partigiana. Un giudice partigiano espone i severi criteri della giustizia partigiana. Quel tale ......., che si spacciava per
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medico, accusato di furto e di violenza a donne, verrà domani fucilato per decisione di un tribunale partigiano. Host interroga gli imputati, il ten. Cutolo svolge l'accusa, il ten. Giuppani la difesa: la giuria decide la riammissione nei ranghi, il disarmo, un periodo di controllo di buona condotta. Il processo è stato seguito con interesse e sarà un elemento positivo. Buone notizie: avanzata in Italia e in Russia. Freddo, annuvolato.
22 novembre 1943 - Lunedì Livno. Razioni ridotte per il passaggio di tre brigate partigiane. Al comando Korpus Milié dice a Host che ci impiegheranno in Dalmazia o a Bugojno: Host rifiuta la Bosnia; il Comando supremo deciderà fra 2-3 giorni. Prenotano al Comando Korpus gli indumenti di ......... che verrà fucilato per furto, violenza a donne e altri reati. Violenta baruffa al comando di battaglione fra Gardini e il ten. Baldanza dell'infermeria per una lampadina dei fanti di cui l'infermeria si è appropriata; il dottore è accusato di avere molta roba (sapone, coperte ecc.) che non distribuiscono. Pioggia e freddo.
23 novembre 1943 - Martedì Livno. Razioni ancora ridotte; ricorr iamo a Fatima (giovane e carina, L. 50) per patate e carne; si cucina anche al comando di battaglione. Ancora furti di indumenti; domani faremo una perquisizione generale. Notizia bomba: c'è stato un attentato a Hitler. Sembra lievemente ferito. Pioggia e freddo.
24 novembre 1943 - Mercoledì Livno. Don Cesare e un picchetto armato sono stati richiesti per il funerale di un partigiano. Il plotone «scelto» (tutti con le scarpe) scatta, lo comanda Gardini. Andiamo anche 4 ufficiali di rappresentanza. Il col. Silvio e Host avranno domani alle 11 un colloquio con il col. Velebit che si reca in missione in Italia e al Cairo. Host è stato a colloquio con Milié: dopodomani s i parte per Bugojno! Per ordine del Comando Supremo ci riuniremo a l 1° battaglione a Donji Vakuf. Host chiede se ci vogliono eliminare così scalzi e disarmati, in inverno in Bosnia. Io però ricordo i prati, i boschi, le ricchezze di cibo e sarò contento. Partiamo tutti: 2° battaglione, gli elementi del
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3° battaglione, il comando di brigata, l'ufficio inquadramento, l'ambulanza. La sera a mensa i cori di Sujica e Malovan, si spezzano tazze e bicchieri, volano posate e sedie. Pioggia e freddo.
25 novembre 1943 - Giovedì Livno. Adunata al teatrino perché stanotte sono stati scassina-
ti 3 negozi, ci sono sospetti sugli italiani, non prove. Preparativi e disposizioni per la partenza e la marcia. Al Korpus colloquio del col. Silvio e di Host con il col. Velebit del Comando Supremo. Il col. Venerandi è voluto rientrare in Italia; offrono (di rientrare) al col. Silvio, che rifiuta senza i suoi soldati e ufficiali. Saremo vicini al Comando Supremo e sarà per noi piu facile ricevere armi e materiali; scriverà per questo al gen. Popovié, comandante della 1 a Divisione proletaria. Diluvio, lampi e tuoni. Grande abbuffata di polenta e fegato; man bassa di cucchiai e vasellame della mensa.
26 novembre 1943 - Venerdì Livno - Sujica (km. 25). Forza 280 uomini di cui 23 ufficiali; 100 fucili, 1 fucile mitragliatore, 6 cavalli, 3 carri. Distruggo elenchi di nomi e indirizzi, nella borsa porto solo lo squadrario, le carte e il diario. Ottimo rancio. Si parte alle 8. Magnifico sole, ma al passo di Borova Giava c'è bufera di neve. Gardini precede con un plotone per trovare gli alloggiamenti; conosce bene Sujica. Arrivo a Sujica nel pomeriggio. La gente ci riconosce e ci festeggia. Neve e sole.
27 novembre 1943 - Sabato Sujica-Kupres (km. 25). Partenza verso le 9. Lasciamo Perlini per principio di congelamento e Di Benedetto per sinovite. Gardini parte in postazione col fucile mitragliatore al passo del Malovan perché a Gornji Malovan ci sono i cetnici. Tempo magnifico. Salita lenta, colonna lunghissima; verso il passo nebbia e nevischio, i carri stentano, bisogna spingerli. Passano bassi trimotori: inglesi? Arrivo a Kupres alle 14 con il sole; siamo attesi; accantonati in case borghesi. Di notte ricomincio a sentir passeggiare i pidocchi.
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28 novembre 1943 - Domenica Kupres - Bugojno - Luk (km. 30). Partenza in ritardo, verso le 9, perché non si trovano i car ri. Giornata gelida, ma serena. Dopo il passo boschi meravigliosi, fitti, coper ti di neve. Aeroplani tedeschi bombardano Donji Vakuf. Nella pianura nebbia e fango. Già accantonati a Bugojno, arriva improvviso l'ordine di pokret (partenza): nel nostro accantonamento bello e pulito entrano i proletari. Bestemmie. Ancora 5 km. fino a Luk, alle 17; divisi per case per mangiare e dormire. Violenta discu ssione con Antonino. Molti ritardatari, fra cui Gardini che ha male ad una gamba.
29 novembre 1943 - Lunedì Luk (Bugojno) - Donji Vakuf (km. 10?). Atteso un'ora in stazione il treno per Donji Vakuf; arriva invece il contrordine, si va a piedi, 7 km.; intanto i carri scaricati erano già scappati. Prendiamo gli accantonamenti della XIII brigata. che finalmente ci precede. Il cap. Elia, dei carabinieri, autonominatosi comandante del gruppo Battaglioni, espone il suo piano di armamenti e servizi, assegna compiti e cariche. È stato lui a farci venire qui pensando alla sua carriera. Host non ribatte, ma pone tre condizioni: non partire domani, eliminazione,, di Antonino, ricevere armi e vestiario. Il comando della 1 a divisione proletaria accetta le prime due.
30 novembre 1943 - Martedì Donji Vakuf. Riunione di tutti gli ufficiali al comando di battaglione, per chiedere ai soldati un impegno firmato di disciplina e obbedienza ai comandanti eletti per la lotta per la libertà. Antonino urla ai soldati di non firmare e protesta con il cap. Elia che lo caccia. Elia mi manda a chiamare e si discute sulla differenza di metodi e dli scopi dei due battaglioni. Host ha esposto al comando della 1 a divisione il nostro desiderio che il battaglione rimanga autonomo e che Antonino venga sostituito. Domani ci sarà una convocazione al comando della 1 a divisione, per una decisione.
1 dicembre 1943 - Mercoledì Donji Vakuf. Diversi soldati firmano l'impegno proposto. Riunione al comando divisione; siamo Host, Elia, Antonino ed io. Ci interrogano Koèa Popovié (comandante della 1a divisione e del Korpus), Mijalko Todorovié-Plavi (commissario del Korpus) ed un
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terzo che sembra il più alto in grado, che mi pare parli con loro in russo, e che dirige la discussione. Il nostro scopo? Lottare per la libertà. Il giudizio sulla Armata rossa? È una forza di un'idea che avrà immensa influenza. E sulla futura sistemazione in Italia? Niente monarchia, un ordine nuovo. Il cap. Elia parla solo di lotta contro i tedeschi e di esercito regolare. Viene congedato e continuano ad interrogarci: quali pensiamo la costituzione ed i metodi del nuovo reparto? Simile ai loro, anzi parte di una loro brigata. Quali i distintivi di grado e gli emblemi? Per i gradi è indifferente, come emblema una coccarda tricolore su stella rossa. Insistono che gli indifferenti e paurosi bisogna educarli e migliorarli. Quali accuse rivolgiamo ad Antonino? Incapacità e nessuna conoscenza di compiti e doveri. Lui accusa gli ufficiali di vivere staccati dai soldati e di pensare solo a mangiare. Ci congedano con la promessa di farci sapere le loro decisioni. Il cap. Elia riparte per il suo battaglione. Attacchi violenti dal cap. Giancola e Rossini e Tinto e De Torna e Mambor e Muraca e Giorgi; ci accusano di scissione e di tradimento. Nostro scopo è invece riportare in Italia un gruppo di uomini pensanti e coscienti. Il col. Silvio scrive da Bugojno di non averci trovati; chiede chi ci ha fatto proseguire: dunque anche lui era all'oscuro della faccenda. Viene il dirigente sanitario del Korpus: avremo un referente sanitario, faremo capo al medico della III brigata Kraj ska, di cui saremo il 6° battaglione. Antonino spaventato e ubriaco prega e minaccia. È stato un bene questa decisione? O ci perdiamo in chiacchiere e programmi ? Abbiamo fatto un gran passo in una direzione, ma bisognerà fare una selezione di elementi, altrimenti non riusciremo. La sera riunione; la padroncina di casa, moretta, bel corpo, viso mongolo schiacciato, canta con voce bassa ed appassionata, accompagnandosi alla chitarra, canzoni croate e russe, tristi e piene di nostalgia; e le nostre case lontane?
2 dicembre 1943 - Giovedì Donji Vakuf. Troppa nostra gente gira per il paese, sfaccenda-
' ti, senza permesso. Si ripetono casi di scabbia. Passa la «mensa» del comando brigata; il cuoco Angelini con dei polli penzolanti! Per pochi incoscienti ci roviniamo tutti: bisogna partire, togliersi da questo ambiente, combattere, vivere tutti eguali. Antonino si mette a comprare di tutto per i soldati per non lasciare soldi. Arriva un
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ordine del comando 1 a divisione: Antonino è destituito, partirà per la 9 3 divisione questa notte stessa; vorrebbe il «suo» cavallo! Ci manderanno un altro commissario; la lettera è indirizzata al comando battaglione. Volontari I taliani. Domani ·partiranno per il 1° battaglione il dottor Baldanza, le due infermiere e 4 ufficiali; mariti e mogli scabbiosi partono per l'ospedale. Cutolo, Moiana e De Negri vengono assegnati alle compagnie con compiti di assistenza e propaganda. Alle 16 Host parla ai soldati, chiarisce idee e programmi. Il risultato delle votazioni è 170 con noi, 50 per il 1° battaglione; bisognerà convincere gli incerti, eliminare opportunisti, anarchici e sobillatori. Gardini ha trovato chi l'invita al ballo, mi piacerebbe, ma sono neutro da 3 mesi in qua.
3 dicembre 1943 - Venerdì Donji Vakuf. Partono per il 1° battaglione i 3 ufficiali: Giuppani, Muraca Ilio e Addonizio; viene sfatto il comando di brigata. Host è interrogato da Koèa Popovié: come fiumano come giudica l'annessione di Fiume alla Jugoslavia? Egli è per una istituzione di stati fratelli, senza barriere fra loro. Il commissario del I Korpus parla al battaglione, promette armi e vestiario; il compito sarà combattere per la libertà e la collaborazione fra i popoli. È stato istituito un nuovo governo con Tito presidente e ministro della difesa nazionale.
4 dicembre 1943 - Sabato Donji Vakuf. Partono per il 1° battaglione il ten. Fasolo e il cap. Rossini. De Torna non si decide, nicchia, vorrebbe il comando del mortaio: ma che volontario è? Cutolo, Moiana e De Negri al lavoro nelle compagnie; già si vedono i risultati. Arriva il col. Silvio da Bugojno, è d'accordo con la nostra linea, solo non approva l'elezione dei comandanti. Arriva anche il nuovo commissario, Zagora, ex ufficiale, che si dimostra pratico e attivo; suscita una vivace discussione sul materialismo e l'ateismo.
5 dicembre 1943 - Domenica Donji Vakuf. Riceviamo una Schwarzlose: chi la saprà adoperare? Si stabilisce il nuovo ordinamento: 1 commissario di battaglione, loro, 1 vice commissario, nostro; 3 commissari di compagnia nostri e 3 istruttori loro; 6 commissari di plotone nostri e 6 loro istruttori; il loro apporto è preponderante? Ma dobbiamo
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conservare le nostre caratteristiche italiane. Si discute anche il nome del battaglione: da una medaglietta commemorativa di un soldato si propone «Matteotti»; forse occorrerebbe un nome più «ampio». Altra ruberia di patate dalla cucina; si soprassederà da punizioni estreme, il ladro verrà svergognato di fronte ai compagni. Ordine di pokret (partenza) per domani, fino a Sujica e Kupres: come ce la faremo con tanti uomini scalzi? Passa il 1° battaglione; conosciamo il comandante effettivo Mongilardi, chiariamo con lui la nostra posizione. Tonci, il nuovo intendente, viene fermato a Bugojno per provvedere kola e konji (carri e cavalli); la sera arriva Fontanarosa con un gregge di 20 pecore e cavalli carichi di patate e farina, viveri per tre giorni. Domani la sveglia sarà alle 4, il rancio, abbondante, alle 5. Dispiace lasciare questa famiglia così gentile e ospitale, ma si preparano giorni importanti, marce e combattimenti che cementeranno il nuovo reparto.
6 dicembre 1943 - Lunedì Donjl Vakuf - Kupres (km. 30). Per scrivere il diario ho dormito solo tre ore. La padrona ci fornisce di un cestino per la gita. In coda alla colonna il gregge di pecore, un vitellino ed una mucca. Telefonano che il treno non parte, andremo a piedi a Bugojno. Il tempo è bello, la marcia piacevole, fioriscono i racconti come quello del cap. Giancola sul gen ......, grassissimo, che una volta facendo i bisogni ci cadde sopra e l'autista senza volerlo lo fece ricadere, poi lo strofinò con un panno unto d'olio € di benzina; l'operazione fu sospesa e da quel giorno la sua auto era seguita sempre da un gabinetto smontabile su un'autocarretta. Non si conoscono né la situazione strategica, né l'obiettivo dello spostamento: verso il mare? o ritirata da Travnik? A Bugojno si presentano 6 soldati del 3° Btg., fuggiti dai tedeschi a Sarajevo, che vogliono entrare nel nostro reparto; due sono della 9a compagnia, Frassetto e Toti. A Bugojno ci fanno trovare anche pagnotte fresche. Dopo un'ora si riparte; si arriva a Kupres verso le 16.30; il gen. Popovié ci da per telefono il permesso di pernottare, ma domattina dovremo partire alle 4 perché la zona è sorvolata da aerei tedeschi. Un carro è rimasto fermo nel bosco, a una decina di km., con Fontanarosa e un soldato ammalato; andranno su dei cavalli;per fortuna hanno zaini e coperte.
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7 dicembre 1943 - Martedì
Kupres - Sujica (km. 25). Partenza faticosa, mezzi assonati, nel buio, fra le pozzanghere. Sosta a Donji Malovan tutto bruciato. Scendendo verso Sujica operiamo interruzioni stradali. A Duvno ci sono i tedeschi, che hanno occupato Livno d'improvviso e sembra puntino verso Kupres; noi siamo in seconda linea.
8 dicembre 1943 - Mercoledì Sujica. Da una drugarica (compagna) del comando della 1 a Divisione abbiamo indicazione sul nuovo inquadramento: nel ruolo comando avremo un comandante di battaglione, un vice comandante, 3 comandanti di compagnia, 6 comandanti di plotone; saranno affiancati con l'incarico di istruttori da un aiutante di battaglione - naèelnik - 3 vicecomandanti di compagnia, 6 vice comandanti di plotone tratti da elementi di vecchi partigiani jugoslavi; nel ruolo politico il commissario montenegrino Zagora sarà affiancato da un vice commissario italiano (Moiana); i 3 commissari di compagnia e i 6 delegati di plotone da 3 vice commissari di compagnia; nei servizi ci saranno un intendente jugoslavo e un. vice economo italiano (Fontanarosa), un referente sanitario italiano; il plotone lavoratori, la squadra salmerie, i corrieri, il furiere saranno comandati dall'economo; infine il cappellano. La drugarica ci presenta i 15 elementi jugoslavi, ragazzi robusti ed esperti. Il comando è misto, formalmente nostro ed anche in parte praticamente, date la capacità e l'esperienza di Host. Dopo il rancio si procede alla elezione dei commissari di compagnia e dei delegati di plotone: alla 3a e 1 a compagnia sono confermati De Negri e Cutofo. Fra i delegati due elementi che disgregavano il reparto sobillando e criticando; meglio così, con attribuzione di responsabilità porteranno un apporto positivo. Rimane aperta la questione De Torna che non è né qui né là, con i gradi e senza comando. Lanza invece, semplice soldato, saprà farsi apprezzare. Le cucine vengono smistate alle compagnie. Si compiono lavori di interruzione sulla strada. Postazioni sulle quote per sorveglianza della provenienza alle spalle, verso Kupres. 9 dicembre 1943 - Giovedì Sujica. Oggi sono tre mesi che siamo con i partigiani jugoslavi, una vita del tutto nuova. Fa caldo, la notte si dorme senza
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pastrano né coperte, ma la si passa grattandosi, tanto che ho paura di prendere la scabbia, che qui non si può curare. I tedeschi, provenendo da Knin, hanno occupato Livno senza incontrare resistenza. Passano alcuni Stukas, vecchi amici, e la solita cicogna. Di sera è buio, non c'è luce, non posso neanche leggere; gli jugoslavi cantano le loro canzoni di guerra, sempre, così si forma un'atmosfera di entusiasmo che li esalta e li unisce. Il commissario fa propaganda, parla di Verdi progressita, di Goethe e di Beethoven conservatori: ed il giudizio estetico? Accanita discussione con Moiana sul materialismo cui non partecipo per la difficoltà della lingua: Eraclito, Kant, Hegel, Marx, Lenin; Kamenieff e Trotschi traditori, Lenin il grande teorico, Stalin ha messo in pratica la teoria. Noi siamo stati tenuti estranei alle pit:i alte manifestazioni del pensiero moderno, ma mi rifarò una volta ritornato a casa, mi dedicherò alla sociologia.
10 dicembre 1943 - Venerdì Sujica. I corrieri sono i più impegnati, devono essere i migliori ed hanno diritto a mangiare presso i comandi dove passano. Discussioni sul problema ebraico: non sono solo loro i capitalisti; in Russia sono stati risolti i problemi e della distribuzione della ricchezza e in genere della economia con i piani di produzione e secondo il principio del diritto e dovere del lavoro. È stato scoperto un altro furterello, di farina, dalla cucina; vengono cambiati tutti gli uomini della squadra lavoro. Si sentono sparare mitraglie e sarac (mitragliatrice MG 42) sulla strada Livno-Sujica; il corriere Pritoni riporta la notizia che i tedeschi sono venuti su 9 carri armati, sono stati respinti e ci hanno rimesso un carro; ritentano verso sera con una quarantina di autocarri; domani probabilmente pokret (partenza). Verso le 3 di notte arrivano feriti, occorre un plotone per portarli fino al Malovan dove ci saranno autocarri.
11 dicembre 1943 - sabato Sujica. Le compagnie, consumato il rancio per tempo, si tengono pronte per partire, non si sa verso dove; passano ancora feriti, l'ospedale della brigata, con il ten. Truini; siamo preoccupati perché all'oscuro della situazione. Il commissario va sulla strada di Livno per conoscere qualcosa, ma davanti a noi non c'è nessuno, il
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commissario dice che è meglio partire; le marmitte sugli asinelli si rovesciano, finalmente tutti sono partiti. Arriva un corriere della brigata: solo un avvicendamento di reparti, noi rimaniamo ancora sul posto. Arriva a piedi tutto il comando di brigata, stanchissimo. Tutti in una stanzetta, caldo afoso, bambino che frigna. A mezzanotte un corriere della brigata: i tedeschi hanno sferrato una grande offensiva nella Lika, nel Sangiaccato, nella Bosnia; bisogna difendere il territorio libero. Domani il battaglione andrà a Blagaj, di difesa all'ospedale e all'intendenza. Rancio alle 3.30, adunata alle 4.30; ordine di marcia 3a compagnia, 2a compagnia, salmerie, 1 a compagnia. Saranno una trentina di km. Esco boccheggiante a respirare un po' di fresco; tutto è bianco di neve; il cielo è stellato.
12 dicembre 1943 - Domenica Sujica - B lagaj (km 30). Pokret (partenza) alle 4 e 3/4; per la centesima volta la salita del Malovan; da Kupres bagliori rossi e tonfi sordi; si bruciano i magazzini? Pianura ondulata, sconfinata, ricoperta di neve. Arrivo a Blagaj alle 13, otto ore di marcia faticosa. Con noi arriva l'intendenza di brigata e l'ospedale. Buon rancio, perfino distribuzione di tabacco e di carta da macchina.
13 dicembre 1943 - Lunedì Blagaj. Al comando di battaglione, distribuzione della colazione di fegato alla veneta: è una cosa spiacevole. Kupres è in fiamme, così tutti i paesi ustasci. Nel pomeriggio conferenza di tutto il battaglione: il commissario critica ed elogia, Host espone la situazione militare, Moiana espone la situazione internazionale. Cori. Cardini viene incaricato dell'organizzazione di un coro di battaglione in gamba; sono gli incarichi che lo rianimano quando è un po' giù di morale; ci vorrebbe qualcosa anche per Magini che è di malavoglia e sempre depresso. Se saremo qui per Natale faremo l'albero e la messa di mezzanotte; l'abbiamo deciso con Frisani e Gardini; sorge la nostalgia a certi argomenti: quando lo potrò fare assieme ai miei cari ? Con l'ospedale sono arrivate anche le due «infermiere» che si riuniranno al ten. Ba ldanza al I O battaglione «Garibaldi». In Africa del nord sono sbarcati i brasiliani(?). Come si potrà evitare l'eccessiva influenza inglese ed americana? Ci sarà una influenza russa sull'Italia del nord, ma dovranno mettere in pratica le teorie e restituirci la nostra libertà, o il nazionalismo e
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l'imperialismo rinasceranno sotto le nuove bandiere delle teorie economico-sociali, per l'interesse di un solo popolo? Il governo di Tito è stato riconosciuto? Sembra di sì, il Times ha parlato molto bene dei partigiani jugoslavi.
14 dicembre 1943 - Martedì Blagaj. Tanti pidocchi e tante cimici che don Cesare scopre con la lampadina e che tentiamo invano di distruggere con la fiamma della candela. I tedeschi non hanno ancora passato il Malovan. La vicinanza del comando di brigata è positiva per i rifornimenti di calze di lana e di opanke, negativa per le richieste di prospetti di uomini e armi. Discussioni sulla mitologia ed il razionalismo. Eden ha espresso la sua simpatia per re Pietro: è personale o ufficiale? Certo che si delinea un conflitto fra Inghilterra e Russia che potrebbe preludere ad un conflitto definitivo per quanto possano valere le nostre possibilità di previsione.
15 dicembre 1943 - Mercoledì Blagaj . Tutti piangono in questa cucina .... per il fumo. 11 commissario legge e commenta la costituzione russa del '24 e la legge del '36; magnifica la teoria, vorrei vedere l'applicazione pratica, ma la guerra attuale la dimostra positiva. Sono previsti per la Jugoslavia 6 governi federativi su basi democratiche, con diritti per le minoranze. Radio «Vijesti» (Notizie): sono state bombardate Spalato e Sebenico. Finlandia e Ungheria sembrano pensarci su ... Solo nel nostro settore i tedeschi nell'offensiva impiegano 6 divisioni. Progetti dell'intendente Tonci per il pranzo di Natale. La notte è drammatica, urgono le cimici, il bambino frigna, canlano 3 o 4 grilli. Fontanarosa legge con i guantoni di pelle per non spargere gli acari della scabbia.
16 dicembre 1943 - Giovedì Blagaj, m. 1500. Giornata meravigliosa, limpida, sole, azzurro e neve. Passano quattro formazioni di trimotori, non certo tedeschi, poi si ode lontano verso Spalato il brontolio sordo del bombardamento. Scendo alla 1a compagnia, Gardini tiene congresso: «le verità essenziali », chissà che discussione profonda, invece parla di donne, amor sacro e profano. Oggi è partito don Cesare per il battaglione «Garibaldi», un uomo di cuore, ma che non si trovava a
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suo agio nel nostro reparto, un movimento pericoloso per la moralità e la religione. La sera assistiamo ad una «kulturna» (riunione culturale) della 6a divisione Lièka: una rievocazione dell'insurrezione e tragica fine di Matjia Gubec, parlata e cantata dal coro; una scena satirico tragica, con cetnico tronfio e ufficiale italiano elegante e fifone e il «Matrimonio», atto unico di èekov. Poi kolo (danza in tondo) e ballo. Gardini, Frisani e Zanella si son presi l'incarico di organizzare cori e rappresentazioni per Natale e poi come attività culturale. Gli jugoslavi hanno il senso del collettivo, da noi ciascuno desidera essere attore e protagonista. Anche uscendo dalla «kulturna» sentiamo rombo di aerei e brontolio lontano.
17 dicembre 1943 - Venerdì Blagaj. Ancora una giornata splendida, una vista immensa da quassù. Visita di ispezione alle compagnie. La sera Zagora spiega la storia delle relazioni dei partigiani con i cetnici. Il battaglione «Garibaldi» è stato sorpreso dai cetnici presso il Malovan? Ha perso armi e materiale? Il cap. Elia è scomparso per un giorno ..... (?).
18 dicembre 1943 - Sabato Blagaj. Visita alla 3a compagnia di Clementi e De Negri; Moiana con le opanke è come una slitta sulla neve. Tito ha diretto un proclama alle truppe, in seguito alla VI offensiva nemica, di difendere palmo a palmo il territorio libero. Un'altra appropriazione indebita, siamo abbattuti, anche perché la popolazione ci è un po' ostile; eppure dopo Donji Vakuf il battaglione si è cementato. Lunga conversazione con il commissar io: chiarificazione dei nostri rapporti e carattere dell'internazionalismo della Russia e della propaganda nazionalista e temporaneità della dittatura del proletariato.
19 dicembre 1943 - Domenica Blagaj. Giornata meravigliosa di neve in alta montagna. Alla 1 a compagnia Magini è piuttosto stanco, gli dà noia la mancanza di educazione. Il giornale inglese «Observer» fa le lodi di Tito, Londra trasmette la sua biografia.
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Ci sono concentramenti di truppe alleate in Sicilia? In Italia vanno così adagio .... Si contano i giorni, Natale è vicino, si sente.... 20 dicembre 1943. Lunedì Blagaj · Bugojno - Guvno (km. 40). È veramente un brutto paese questo, case luride, Frisani e Gardini sono in una casa di tisici fradici, sputi, lamenti, cimici, pidocchi. Ordine di partenza: Blagaj-Guvno (sopra Bugojno), 40 km. Parte nza a lle 14. Zagora fa casino, nervosismo, confusione. Chi ha dato l'ordine di marcia prima che le compagnie e le salmerie fossero pronte? Neve, vento, nebbia, freddo. Incontriamo il dott. Truini con l'ospedale della brigata. Vado avanti in gran furia con Host. Bugojno, luce elettrica, belle casette. Troviamo l'accantonamento per il battaglione; attendiamo il battaglione, ma non arriva. Piove. Alle 22 tentiamo di proseguire per Guvno, ma c'è troppo fango, marcia indietro. Pernottiamo a Bugojno.
21 dicembre 1943 - Martedì Guvno. Arriviamo a Guvno alle 9, è un paese ospitale. Al comando ba.t taglione Zagora ci assale: a Bugojno dobro! (bene). Ma chi ha dato l'ordine di marcia? Noi credevamo che il battaglione passasse per Bugojno! La marcia è stata faticos issima nel buio, nel fango, Gardini è svenuto, Magini caduto 100 volte; le cucine erano rimaste indietro, i reparti sparsi senza ordine fra le case dei villaggi. Occorrerà una conferenza per la marcia di ieri. Host e Zagora scendono a Bugojno al comando di brigata, per un esame critico delle ultime operazioni, ritornano a notte tarda; Host ha fatto il mio nome come «inviato» fotografico, domani dovrò essere là alle 10. Oggi sono arrivati 7 nuovi soldati: un francese (Jean Ribaud) che lavorava alla Todt a Belgrado e tre (Tironi, Zilioli e Scarpellini) da Cefalonia che fanno un rapporto esatto del massacro (4000 soldati, 550 ufficiali) perpetrato nell'isola dai tedeschi e della successiva loro odissea.
22 dicembre 1943 - Mercoledì Guvno. Scendo a Bugojno per incontrare i fotografi della III brigata, ricevo 2 rullini e istruzioni per il lavoro. A Bugojno c'è don
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Cesare che vive tranquillo con il parroco del luogo. Ritorno con Tonci ed il nuovo mortaio da 81 con 48 bombe: De Torna ne assume subito il comando così è a posto. Nel frattempo c'è stata conferenza di comandanti e commissari, per critiche all'ultima disastrosa marcia. Distendersi sulla paglia, assaporarsi la sonnolenza, fumarsi la sigaretta prima di dormire è il momento più opportuno per l'arrivo di 2 corrieri della brigata con l'ordine immediato di pokret (partenza): sono le 22.30, è per l'l.30! Bestemmie silenziose ed un po' di sconforto.
23 dicenbre 1943 - Giovedì Guvno - Pulac (a sud di Turbe) - (km. 40). Nel buio, sotto la pioggia battente, nel fango, i preparativi; la partenza alle 2, in colonna lunghissima per uno, per non perdere la veza (il collegamento) attraverso ruscelli e siepi, con i cavalli che rovesciano i carichi, urla di «celo stoj » e «nema veza» (fermi in testa, manca il collegamento). I due asinelli portano a turno gente che non può andare, più grande di loro, con i piedi a terra. Si arriva alla carrozzabile, si vede la valle di Travnik, interruzioni stradali; poveri mandriani, nel buio, con queste bestie stanche anche loro (le pecore), piccolissime. Golbes, salita ertissima su sentieri sdrucciolevoli per il fango, oltre 1000 m., Bjelobucje, discesa su letti di torrenti, arrivo a Pulac alle 14. Il paese è occupato dal 1° battaglione della III brigata, che sgombera subito e parte a colpi di fischietto. Accantonamento, servizio di pattuglie e vigilanza stretta, siamo davanti al nemico. Verso Travnik si sentono armi automatiche, si vedono razzi luminosi. La marcia è stata lunga e faticosa, ma i nostri hanno fatto miracoli, così scalzi e scassati, solo per forza di volontà. Il paese è povero, musulmano, sfruttato da mesi di permanenza o passaggio di reparti partigiani. Sono separato dagli amici, la comunanza di un tempo con Magini, Gardini, Matone, Frisani e gli altri per varie ragioni non c'è più, non più le belle serate di amicizia dopo le lunghe marce che facevano un po' le veci delle famiglie lontane; ci vediamo di rado; è una gran perdita per me e spesso adesso mi sento solo.
24 dicembre 1943 - Venerdì Pulac. A lungo aspettato, Tonci arriva da Bugojno e in poco tempo procura quanto ci abbisogna, calzolai e civili tutti sotto per
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fabbricare opanke; è una disperazione marciare, fare la guardia e magari combattere scalzi sulla neve. In Dalmazia vestiario c'è, ma le strade sono chiuse. Discussione con Zagora, nei paesi capitalisti (?) c'è prostituzione. Tonci ha portato frutta, burro, grasso, miele, noci, surrogato di caffè; per domani ci saranno uova, latte, carne, patate, sale e dolci. Verso le 20 esco e sento canti della 1a e 2 3 compagnia: saranno Cardini, Frisani e gli altri, vorrei andare a passare la notte di Natale con loro, ma viene il sonno e la pigrizia di uscire, e il desiderfo di essere solo con i miei pensieri e i miei ricordi. 25 dicembre 1943 . Sabato Pulac. Auguri con tutti i comandanti e commissari delle compagnie. Ottimo rancio. Zagora da Turbe (?) ha portato arnesi per i calzolai, pinze per i mortaisti, qualche litro di rakija (acquavite), di vino e un po' di sigarette. È una pacchia festeggiare doppie feste, cattoliche e ortodosse, ma oggi siamo in un villaggio musulmano, per il Natale ortodosso saremo sicuramente in un villaggio cattolico. L'hodfa (i mano, prete musulmano), presso il quale a lloggiamo, ci parla da una finestrina coperta da una tenda, rinchiuso nella sua stanza con le sue donne. Improvvisa notizia: domani ci sarà pokret, per Rijeka, a 2 km. da Jajce, quasi 45 km.: ce la faremo in queste condizioni ? Abbiamo sei uomini ancora completamente scalzi.
26 dicembre 1943 · Domenica Pulac - Jajce (km. 45). Alle 22 (del 25.12) ordine di pokret immediato per Jajce. Alle 23 arriva il battaglione «Gar ibaldi»: che disastro! di una compagnia solo 2 arrivati, rifiuti di obbedienza, ufficiali inetti e indifferenti; il cap. Elia ..... , chiede consigli. Ore 4 partenza: buio, fango, sentiero ripido, neve, cavalli cascano, corde rotte, nema veza (manca il collegamento). Si sale, paesag· gio di neve, fa giorno, è bellissimo. Ci fermiamo a Rijeka, 4.5 case, nei pressi di J ajce.
27 dicembre 1943 · Lunedì Rijeka (Jajce). I nuovi arrivati, spogli. Incontriamo il col. Silvio, un buon vecchio, un po' indietro, perché non lo mandano in Italia? Cucire, pulirsi, mettersi gradi. La sera priredba (spettacolo) in città: illuminata, bel teatro. Il nostro coro, diretto da Gardini,
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canta «Va pensiero» e «Soli soli»: un successone, crolla il teatro per gli applausi, bis, trionfo di Dal Moro, a solo, con il suo vocione. Cantare sappiamo, ma è poco.
28 dicembre 1943 - Martedì Rijeka (Jajce). La città è assai pittoresca: cascate, castello, porte, campanile romanico; gradi e uniformi: gerarchi. Alle 18 ordine di pokret; non c'è pace; verso Banjaluka?
29 dicembre 1943 - Mercoledì Rijeka (Jajce) - Rogolje (Mrkonjié Grad) (km. 35). Partenza ore 2. Lungo i laghi di Jezero ,paesaggio bellissimo, serie di piccoli mulini, i laghi sotto la luna. Salita lenta, il tempo si fa brutto, freddo, nevischio, dolori di pancia, cavalli non camminano, perso uno con munizioni del mortaio. Mrkonjié Grad desolato, semidistrutto. Ripartiremo stasera?
30 dicembre 1943 - Giovedì Rogoljè (Mrkonjié Grad) - Cadjavica - Gvozdenoviéi (km. 40). Ore 2.30 naredjenje (ordine) : partenza alle 6. 3 a compagnia nema (non c'è). Ore 10 arrivo a Cadjavica: gli scassati e gli scalzi restano, con Gardini, all'intendenza. Arriva la 3a compagnia e arrivano gli aerei. Partenza, quote nude e nevose; un aereo ci sorprende ammassati, ci mitraglia basso, niente. Arrivo alle 14 a Gvozdenoviéi, 40 km., in 150. Si preparano i tesserini di riconoscimento: per la fine dell'anno 14 brigate faranno un attacco a Banjaluka. Ordine di pokret: per le 3; riceveremo ordini ad Han Kola, guarderemo alle spalle dai cetnici.
31 dicembre 1943 - Venerdì Gvozdenoviéi - Banjaluka (km. 55). Ore 3.30 partenza: buio, neve, bufera, freddo, muli persi, fila lunghissima; marcia lenta, continue soste, partigiani jugoslavi attorno a un fuoco in una casa diroccata suonano l'armonica. Rapporto, disposizioni per l'attacco. Non nevica più, freddo cane, fango. È notte: spari, racchette, riflettori: dov'è Banjaluka? Abbiamo perso la strada? Dormire in piedi; discesa a precipizio, -salita ripidissima, ancora soste. Arrivo alle 24; 55 km., in 100, 3 a compagnia in 17 ! A ridosso di quote e di boschi: il plotone mortai giù, una compagnia in postazione in
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quota. Ammucchiati in una casa; fine d'anno 1943: il prossimo sarò a casa mia?.
1 gennaio 1944 - Sabato Banjaluka. Una nostra pattuglia fa prigionieri 12 cetnici armati; Merzari ferito. In una casetta minuscola polenta, patate e burro, tabacco, cartine e cerini; una bomba da mortaio cade sul tetto, nema nista (non è successo niente). Combattimento, reparti in postazione, cannoni e mortai, distribuzione dei tesserini. Bego scende in città con 2 uomini per recuperare vestiario e munizioni. 2 gennaio 1944 - Domenica Banjaluka. Indumenti: 30 giubbe, pantaloni, i compagni jugoslavi si lanciano come bambini: specchi, sapone, aghi, camicie; 10.000 sigarette Ljubutski. Tutti portano da mangiare (siamo nei sobborghi), porco in tutte le salse. Alle 14 combattimento, i reparti davanti a noi sono in fuga, ci ritiriamo in quota, gli jugoslavi sono velocissimi. Carro Tigre e fanteria, e 4 carri e camion; contrordine, sulle posizioni di prima. Salami, margarina, zucchero, caffè, cacao, lampade a carburo, quaderni, matite, dentifrici, cetrioli in aceto, distribuzione alle compagnie. Alle 21 una sentinella avverte: luci e rumori di una colonna corazzata da Prijedor; i collegamenti con la brigata e i battaglioni sono interrotti; reparti sono ancora in città? 3 gennaio 1944 - Lunedì Banjaluka - Han Kola · Malié (km. 24). Alle 2 naredjenje (ordine) della brigata, prepararsi a lasciare la città; noi ad Han Kola. Si parte prima del giorno per timore degli aerei. Colonna lunghissima da Prijedor: 100 automezzi? Discesa ripida, salita a picco, muli non vanno, io in coda. Rancio ad Han Kola (km. 12), pokret verso Malié (12 km). Pianura scoperta, due attacchi aerei, spezzone a pochi metri, uomini mitragliati, immobili nella neve, hanno imparato. Arrivo a Malié alle 16; compagnie distaccate, azione di sorveglianza. Alle 20 ordine di pokret per domani: ad Han Sladojevié, partenza alle 4.
4 gennaio 1944 - Martedì Malié - Han Sladojevié (km. 10). Sveglia alle 3, partenza alle 4; disordine, chi ha dato l'ordine? Sulla strada c'è l'artiglieria; tutti
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ammassati, in una pianura scopertissima, cavalli, cannoni, pecore, gruppi di uomini, urlare, spingere; buche di granate, bei colpi, cavalli morti. Ad Han Sladojevié alle 8, una casa grande e pulita, ex albergo, ma sulla strada e gli aerei .... rancio e pulizie. Troviamo una radio tedesca ricetrasmittente, ma mancano gli accumulatori. Giornata fredda, 10°, ma tranquilla. Abbiamo trovato anche una macchina da scrivere, tutti gli jugoslavi vogliono scrivere, addobbati come cavalli . Rimarremo stanotte?
5 gennaio 1944 - Mercoledì Han Sladojevié . Manjaca. Dormito tutta la notte. Ore 10 notizia dalla brigata che colonna tedesca con carri e camion era stanotte alle 3 ad Han Kola; pronti ad allarme, radni vod (plotone lavori), cucina, mortaio in quota, compagnie sulla strada, pronte a partire. Ore 12.30: «Prebacite svi! tenkovi» (sgomberare tutti! carri armati!) Giù luogo le siepi, verso la quota. In un canalone la mitraglia di un carro ci prende d'infilata: colpo alla mascella, chiamo Host, Magini ferito, estrae la rivoltella, vuole spararsi ... I carri salgono, colpi nella neve. Bambina ferita, mani mozze, poi morta, la madre canta una nenia: fischi mitraglia, urla feriti, canto della madre, in quota c'è il 3° battaglione che non è intervenuto; le nostre 2 pattuglie sono state prese prigioniere? In una casa si medica. Bravo Franchitto! La 1a compagnia non ha nessun comandante, guai se nella 2a c'èra «cianca matta»! (soprannome di Gardini). Magini ferito alla schiena, Frisani al braccio, Cutolo e Matone alle gambe, Lanza alla spalla. La 3a compagnia con una barella accompagna i feriti verso l'ospedale di brigata; freddo, bora, neve alta.
6 gennaio 1944 - Giovedì Manjaca - Cadjavica. Ribnik (35 km?). Marcia sulla neve con barella e feriti. Molti cavalli congelati, uno accanto alla strada, immobile. Dov'è ]a strada e l'ospedale di brigata? Verso le 4 a Cadjavica. Si dorme 2 ore in una stanza con fuoco. Si arriva, un po' di medicazione e avanti! Magini, Frisani, Cutolo e Matone restano, io proseguo a piedi. Ancora 6-7 ore, verso Ribnik; mi fermo con De Negri in una casa borghese: patrola (pattuglia), documenti.
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7 gennaio 1944 - Venerdì
Cadjavica - Ribnik (km. 15). Freddo, nema jesti (niente da mangiare), sbagliamo strada, ogni km. sosta. A Ribnik entro in una casa, ci offrono da mangiare, poi proseguiamo verso la sanitet (sanità militare). Ci offrono da mangiare, ci sono altri italiani. Febbrone a 40°, credo di morire, ma nessuno s'interessa. È il Natale ortodosso, rifiuto frittelle dolci, poi accetto caffè caldo molto dolce. Durante la notte, come in sogno, sento che aerei inglesi gettano cibi e medicinali.
8 gennaio 1944 - Sabato Ribnik - Ostrica (km. 35). Vorrei farmi levare la scheggia dalla mandibola, ma da chi? Mi dicono di fermarmi, ma proseguo a cavallo. Grandi boschi, neve, salita, sulla cima del monte un fischio e il treno! Ostrica. In vagone, con stufa, ma gelati, si aspetta. Pieno di partigiani jugoslavi, feriti, scortesi e ostili: «Taljano! ». Verso mezzanotte il treno si muove.
9 gennaio 1944 - Domenica Os trica - Drvar (km. 30). Verso le 6 a Drvar; il paese è distrutto, scheletri di case bruciate. Bolnica (ospedale): in una stanzetta, seduti, nessuna visita, nessuno medica. Verso le 10 ci mettono in una stanza, paglia a terra, senza coperte. Si dorme un po'.
10 gennaio 1944 - Lunedì Drvar. Dormire, si riposa. Mi duole la ferita, sento la scheggia, ma il medico non visita, né medica. Le drugarice cantano in coro e fanno solo confusione. Non ho lo zaino, né sapone, né biancheria, consegnati ad Host; me ne fregherà?
11 gennaio 1944 - Martedì Drvar. Cinghia, soliti fagioli in brodo con cipolla, alcuni escono a kukuruz (far granturco); De Negri porta notizie: i Russi 60 km entro la Polonia, in Italia gli alleati sono fermi con gran concentramento di truppe. La sera le solite nenie e i partigiani che ci sfottono per il kukuruz, è avvilente.
12 gennaio 1944 - Mercoledì Drvar. Oggi finalmente visita del medico e qualche medicazio-
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ne, ma siamo abbandonati a noi stessi. Arrivano gli omladinski pioniri (pionieri della gioventù) per cantare dei cori e distribuire viveri ai feriti più gravi; ma dai partigiani jugoslavi c'è una atmosfera di ostilità; le drugarice sono sfacciate e volgari, rispondono male.
13 gennaio 1944 - Giovedì Drvar. Il medico dice che non c'è scheggia, ma periostite e glandola gonfia, d'altra parte preferisco non andare sotto quelle mani con pericolo d'infezione. Non tutte le drugarice sono male: ce ne sono tre; Dusanka di Knin, una di Zagabria, ed una banjalucinka che lavorano da cani e prendono rabbuffi e parolacce; specialmente l'ultima fa pena, giovane, bella, debole e sofferente; le altre la sera, per vendicarsi, fanno chiasso per non lasciarci dormire. È terribile sentirsi così abbandonati. C'è solo uno simpatico, ferito grave, si lamenta, con una faccia aperta e chiara, siamo gentili con lui e ci contraccambia con un sorriso. Un altro si lascia sfuggire: «La pagheranno, hanno impizzato (dialetto veneto: dato fuoco) le nostre case». Viene il commissario per l'indagine, ma non fa niente per le scarpe fregate da una drugarica né per il cinturone rubato a De Negri. Che casino fa sempre De Negri! Non sa una parola di croato, ma urla sempre e sembra lo capiscano, ha la scabbia e i nervi tesi. Per una medicazione eseguitp da una drugarica infermiera sono dieci attorno con pinze, forbici e maneggiano le fasce e le garze con le mani. Oggi fuori, all'aperto, su una tavola, una drugarica di 16 anni, già ferita. Mi gratto come un matto, forse all'ospedale mi sono preso la scabbia.
14 gennaio 1944 - Venerdì Drvar. Se avessi le mie cose! la biancheria, i rotolini dei film e la busta con il diario! Seguo le notizie del movimento del reparto: la III Krajska è vicino a Drvar ed anche il nostro battaglione? Le famiglie visitano i feriti, a noi sembra di essere esclusi; solo un vecchio ci ha distribuito un po' di tabacco, ma il dottore dice che noi eravamo abituati a cioccolata e marmellata.
15 gennaio 1944 - Sabato Mi riguardo le fotografie (papà, mamma, Rita, Zita) che tengo sempre nel taschino e godo con i nostri .c ori, mentre i loro canti sono lamenti, seguiti quasi con inerzia: Ti-to.... Ti-to. La gran puli-
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zia è lava re per terra fra la paglia piena zeppa di pidocchi. Hanno rubato pettine e mutande a De Negri, che disastro, è venuto qui per essere spogliato. Viene gente e tutti vogliono far cambi, di scarpe e cinturoni, e le drugarice a caccia di bombe, tutti vogliosi di addobbarsi come cavalli. Una volta in Italia voglio cavarmi il gu sto di una pasticceria. Per intanto ho preso la scabbia; potessi trovare il dottor Truini dell'ospedale di brigata!
16 gennaio 1944 - Domenica Drvar. è venuto un ufficiale dell 'ospedale della 1 a divisione per vedere chi può rientrare al reparto; prende nota degli ammalati e feriti più gravi da mandare in Italia; gliene indico tre italiani . C'è la mania dei cambi, delle cinghie e cinturoni, anche senza pistola; uno fa la corte a De Negri per il suo orologio da poi so, gli offre 1 o 2 kg. di pane: mica scemo! Domani partiremo. 17 gennaio 1944 - Lunedì
Drvar. Non ho dormito tutta la notte per grattarmi e perché Dusanka e le altre dugarice cantavano per vendicarsi di qualcuno che le aveva offese. Ci trattano male. lnultimente De Negri fa dei discorsi per persuaderle del pericolo del «duali smo» e inutilmente ha cercato di farsi lavare i panni; e che casino fa per il pettine e le mutande rubati. Non siamo ancora partiti, non vedo l'ora di rientrare al battaglione.
18 gennaio 1944 - Martedì Drvar. Dopo il rancio partiamo, sembra una scampagnata nella giornata mite. Drv~r è semidistrutta, si vedono ancora scritte anacronistiche mal cancellate, inneggianti al fascismo, contro la Russia, fasci littori, Roma doma. Giungiamo all'osp edale della 1a divisione, stanchissimi per la pur breve passeggiata; siamo smistati nelle case. Prendono nota delle generalità e delle ferite. Di dove? Di Udine. Ma allora sei slavo! L'ha imparato al corso di infermiera. Questa è la propaganda: da Trieste al Mar Nero non si parla di internazionalismo. Ma è un gioco pericoloso. 19 gennaio 1944 - Mercoledì
Drvar - Prekaja (km. 25). Un giovane jugoslavo, morto ieri sera, è questa mattina su quattro tavole, all'aperto, su un luogo
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elevato. Vado a trovare Tinto nel reparto infettivi, c'è anche il cap. Elia, e Nerina e il dottor Baldanza e mezzo battaglione «Garibaldi». Vera è sempre grassa e fiorente. De Negri tenta di smascherare Ljubica che ieri portava il suo cinturone: è lei la ladra, ma le sue proteste non servono a niente. Trovo Magini e Matone, denutriti e affamati; Frisani e Cutolo devono essere all'ospedale di brigata. Dopo il rancio partenza per Prekaja, dove arriviamo verso le 20; ci mandano a dormire in una stanza grande e pulita. Durante la notte continuo rombo di aeroplani bassi: butteranno giù qualcosa?
20 gennaio 1944 · Giovedì Prekaja . Stekerovci (km. 30). Partenza in ·gruppi. Si sale molto, distese di neve, boschi, innumerevoli paesetti bosniaci, neri, di legno; pattuglie ricercano e portano paracadute e materiali lanciati dagli aerei. A Poljice incontro con il battaglione; baci e abbracci; anche il battaglione si sposta; più di altre 6 ore di marcia, i compagni sulla neve sono sfiniti. Dal sacco mi hanno fregato sigarette e sapone. Vado avanti con Moiana, che con le opanke scivola come su una slitta, e Host che mi raccontano dei giorni scorsi. Quasi lo stesso percorso, ma il battaglione era moralmente a terra, ridotto a meno di 50 uomini, con 3 mitragliatori e pochi fucili. C'è stata una conferenza con critiche e attacchi. Arriviamo alle Ù.30. Durante la notte il 1° battaglione davanti a noi, attacca la quota dove sono i tedeschi e li ricaccia sulla strada. Noi siamo in allarme, spremni (pronti).
21 gennaio 1944 · Venerdì Stekerovci. Sparatorie; il 1° battaglione con la nostra 2 a compagnia ed i mortai sono in azione; i tedeschi si ritirano, bruciano i villaggi sulla strada. Molto lodato l'intervento del nostro mortaio da 81.
22 gennaio 1944 - Sabato Stekerovci. Rade sparatorie, i tedeschi si sono ritirati: veglioni solo mantenere il controllo della strada. Passaggio di apparecchi inglesi. La sera kulturna (riunione culturale) del 1° battaglione, partecipa il nostro coro che fa schifo; di buono c'è solo la rakija
(acquavite).
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23 gennaio 1944 - Domenica Stekerovci - Skrbiéi (km. 10). Ritornano dall'ospedale Frisani, Magini, Matone, Lanza, affamati, usciti per disperazione. Dopo il primo rancio con due ore di marcia arriviamo a Skrbiéi: ci cacciano dalle case con la scopa: Nema sjeno, nema hrana (niente fieno, niente cibo). Case povere e sporche.
24 gennaio 1944 - Lunedì Skrbiéi. Il padrone di casa è un tirchio tirato, non offre nemmeno un pizzico di tabacco, fumiamo pezzetti di legno tritati. Padrone, moglie e bambini sputano per la camera dove dormiamo senza paglia, è difficile abituarsi a questa sporcizia.
25 gennaio 1944 - Martedì Skrbiéi. È nevicato, siamo oltre i mille metri, ma non fa freddo, è il terzo inverno di alta montagna. Oggi è stato ammazzato un cavallo ferito e distribuito ai compagni da cucinare, ma nessun civile voleva imprestare le pentole (le nostre cucine sono ormai perse da quel dì); fanno gli schizzinosi questi morlacchi, e la loro sporcizia è roba da matti. La sera l'intendente Tonci r itorna con vestiario: 60 paia di scarpe e 60 pastrani! Hanno dato a noi tutto il materiale che avevano; bisogna dire che si interessano di noi e ci trattano bene, solo il nostro desiderio dell'Italia ci rende impazienti ed ingiusti.
26 gennaio 1944 - Mercoledì Skrbiéi. È iniziato l'assalto alle scarpe dei vecchi partigiani jugoslavi, hanno la mania di mettersi a nuovo. Faccia mo ispezione alla 1 a e 2 a compagnia; i soliti argomento, "lo sbarco(?) e la fame; è avvilente aver da fare con lo stomaco. Al comando di battaglione s i mangia scandalosamente di più, lo diciamo e spingiamo i compagni ad intervenire, ma non serve a niente; sono avvilito di questa ingiusta posizione di privilegio. Il padrone di casa sputa, e così la moglie e i bambini, e in questa s tanza ci abitiamo e dormiamo, non mi posso abituare. Ma c'è gran povertà, Je case si distinguono dalle stalle solo perché hanno il tetto aperto per il fumo.
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27 gen!'laio 1944 · Giovedì Skrbiéi. Gli inglesi hanno operato uno sbarco sul Tirreno, forse a Livorno? Portiamo la notizia alla 2 a compagnia, dove ci riuniamo a congetturare e sperare, seduti al sole all'aperto. Hanno aperto le licenze per Drvar e Petrovac, per 4 giorni; per il 1° febbraio tutti dovranno essere di ritorno: che nostalgia delle lettere di licenza: « ... vi abbiamo concesso ... » .
28 gennaio 1944 · Venerdì Skrbiéi. Lotta e ispezione pignola contro i pidocchi, ma servirà contro il tifo? Intanto si elimina il grattamento durante il giorno. Oggi sono rientrati dall'ospedale 3 compagni già ammalati di tifo, ma addominale; così il battaglione si è rinsanguato, siamo circa 170. È arrivato altro abbondante vestiario ed a Drvar una brigata di partigiani jugoslavi armati ed equipaggiati, dall'Italia. Andiamo da Gardini e Frisani a commentare le notizie e portiamo loro un po' di pane.
29 gennaio 1944 · Sabato Skrbiéi. Anche noi abbiamo un'armonica come tutti i reparti jugoslavi, ma è una pena con le continue prove e tentativi. Franchitto, dall'ospedale di brigata dove ha prelevato materiale sanitario, ha portato notizie di un nostro prossimo rientro in Italia; con i feriti sono rientrati anche il cap. Elia e Tinto ed il dottor Baldanza: porteranno notizie di noi, o i carabinieri ci fregheranno secondo il loro stile? A Bosanski Petrovac continuano ad atterrare aerei con vestiario e materiale; occorre illudersi.
30 gennaio 1944 - Domenica Skrbiéi. Ancora un po' di vestiario, ma siamo a terra con i pantaloni e la biancheria. I tedeschi sono di nuovo a Jajce? C'è un gran passaggio di colonne sulla strada fra Mrkonjic Grad e Glamoé ed un grande concentramento di forze tedesche in Dalmazia in previsione di uno sbarco inglese. C'è luna nuova e le giornate sono stupende, primaverili.
31 gennaio 1944 - Lunedì Skrbiéi. Questa mattina uno spettacolo imponente: tre formazio:q.i di bombardieri pesanti di una quarantina di apparecchi
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ciascuna, alti, possenti, in formazione perfetta e attorno, sopra e sotto, a far capriole, bianchi come i pidocchi, i caccia; certo inglesi, dove andranno? Ci portano un volantino di propaganda con una cartina: la spinta russa da est verso i Balcani ed un possibile sbarco inglese in Italia chiudono all'esercito tedesco le vie della ritirata. Porto il foglio a Gardini con le altre notizie: gli inglesi sono a Velletri, disordini gravi in Lombardia. Il morale è alto. Ci fumiamo un po' di legno in quattro e Frisani fa il programma per il giorno di Pasqua, che passeremo a Roma invitati da lui: tanti materassi. ... alla tal ora messa.... pasticceria... Frascati ... abbacchio ... teatro. Sono rientrati i partigiani dalla licenza, senza tabacco, con alcune cartine. Ancora sbarchi a Petrovac, una pianura come un biliardo, ma i tedeschi restano a guardare? Certo che il movimento partigiano è djvenuto un esercito imponente, fantomatico per il nemico, ma complesso e temibile. Radio « Vijesti » (Notizie) della brigata riporta la notizia che in Italia sono in azione 300.000 patriotti agli ordini di un Comitato di Liberazione: ecco cosa sono gli I taliani, è un esempio più grande del loro (di quello degli jugoslavi: N.d.A.). Povera Patria, sembravano secoli lontani, impossibili a tornare, come nel '500-'600 campo di lotta degli stranieri, ma lo spirito nostro risorgerà, sanguinante, ma più vivo e generoso. 1 febbraio 1944 - Martedì Skrbiéi. Specchio di arm i e m unizioni. Nettuno è stata occupata dagli anglo-americani? Conferenza dei quadri del battaglione.
2 febbraio 1944 - Mercoledì Rore (km. 10). Poco da mangiare. Lavoro con le compagnie. Battibecco fra Moiana e Bego: Bego ha il compito di organizzare gli attivi.
3 febbraio 1944 - Giovedì Rore. Il vice comandante della brigata, maggiore Peéanac, visita il battaglione, trova alcune armi sporche. Bego è chiamato per rapporto alla Brigata.
5 febbraio 1944 - Sabato Rore. Rimaneggiamento del reparto: tutti gli ufficiali sono stati assegnati a i comandi di battaglione come osservatori; io assu-
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mo il comando del battaglione, Dragonetti è commissario di battaglione, De Mattia, Zanella e ... comandanti di compa gnia.
6 febbraio 1944 - Domenica Rore - Peéka (20 km.?). In marcia verso Mrkonjié Grad attraverso il bosco di M linista. 7 febbraio 1944 - Lunedì
Peéka - Podrasnica (Podsela) (km. 30?). È arrivata dall'Italia la brigata Prekomorska.
8 febbraio 1944 - Martedì Podrasnica - Podsiljak. mandiamo pattuglie verso Mracaj e Podbrdo. Mrkonjié Grad (Liskovica - Donje Polje). ·
16 marzo 1944 - Giovedì Podrasnica. Operazione contro i cetnici nella zona di Mrkonjié Grad. Facciamo la nostra bandiera; si decide l'edizione di un giornale.
17 marzo 1944 - Venerdì Podrasnica - Mraéaj (km. 20). Pokret verso Glamoc. Partenza alle 10, sfilata per Mrkonjié Grad; di sicurezza all'ospedale. È bello passare a braccetto con una drugarica, come in gita. Potenti formazioni di Moskito (aerei). Incontro Gardini assegnato al comando del 1° (?) battaglione.
18 marzo 1944 - Sabato Mracaj - Peéka (km. 18). Partenza alle 6, freddo, neve, tempo matto. Bego è vice commissario, a capo degli iscritti al partito.
19 marzo 1944 - Domenica Peéka - Mlinista (km. 30). Ghiaccio, si scivola, bellissimo il bosco. Arrivo alle 10.
20 marzo 1944 - Lunedì Mlinista - Kovacevci (km. 10?). Si tira la cinghia. Visita del dottore della brigata.
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21 marzo 1944 - Martedì Kovacevci - Glamoc (km. 15). Nevischio, bora, freddo. Due compagnie a Glamoc, tutto bruciato.
22128 marzo 1944 - Mercoledì/Martedì Zona di Glamoc. Giorni di bufera. Compito di apprestare l'aerodromo pestando la neve. Azioni di rastrellamento di cetnjci. Forza 218 uomini, 92 fucili, 4 fucili mitragliatori, 1 mitra, 1 mortaio da 81.
29 marzo 1944 - Mercoledì Glamoc - Jakir (km. 6). In postazione verso Livno e a difesa dell'aerodromo. Ricevuti 7 opuscoli del P.C.I. Forza: come giorno precedente.
30 marzo 1944 - Giovedi Jakir (zona di Glamoc). Incontro con il comandante della compagnia del battaglione della III Licka che era in testa ai partigiani jugoslavi contro la mia (9 3 ) compagnia a Donji Lapac! Ricordi ed effusioni.
31 marzo 1944 - Venerdì Jakir. Conferenza dei quadri di compagnia e di battaglione sul piano di lavoro predisposto da me. Una vecchia pronostica la fine della guerra per il «grande sabato» (di Pasqua): ancora 4 (oppure: 8?) giorni!
1 aprile 1944 - Sabato Jakir. È stato un pesce d'aprile anticipato? Bufera di neve. Lavoro al giornaletto. È stato costituito un coro: cantano come capponi.
2 aprile 1944 - Domenica Jakir. Bell a giornata di sole. Domenica delle palme. Niente tabacco, foglie di granoturco con carta di giornale. Sfilano stormi di apparecchi. Falò in pianura e s ulle alture, ma gli aerei non gettano mai viveri e munizioni.
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3 aprile 1944 - Lunedì Jakir. Ciclostile al lavoro, stampate 13 copie del giornale, buone. Elogio di Tito alla III Brigata Krajska per la VI offensiva tedesca, premio di armi automatiche russe, noi riceviamo una «stroinica» (mitragliatrice) e 5 paia di pantaloni.
4 aprile 1944 - Martedì Jakir. Passano molti aeroplani, caccia a doppia fusoliera. La sera priredba (spettacolo), successo del nostro kolo (danza). Ballo il sirikolo (danza in cerchio, tenendosi per mano ed accompagnandosi con il canto) fino alle 2.
5 aprile 1944 - Mercoledì Jakir. Offensiva tedesca verso Glamò? Tutti i battaglioni sono in postazione verso Livno: il nemico potrebbe venire da Livno verso Glamoc. Tutta la brigata è a difesa dell'aerodromo. Casi di tifo. Arrivano in visita drugarice, sorelle e fidanzate, anche quella di Duska. È bella la vita partigiana
6 aprile 1944 - Giovedì Jakir (zona di Glamoè). Nebbia, poi bel sole, distesi sul prato al caldo. È rientrato al reparto Cutolo, guarito, tutti gli vogliono bene. I tedeschi stanno muovendosi da Mrkonjié Grad verso Glamoc: per occupare il campo o per proseguire? Pokret per stanotte alle 24. 7 aprile 1944 - Venerdì
Jakir - Podgreda (km. 25) - Jakir (km. 25). Ore 1 partenza; bellissima luna piena, aria fredda, si cammina bene sulla neve ghiacciata. Arrivo alle 6. Molti casi di tifo in un paese poverissimo; Bego ottiene dal comando di brigata di ritornare a Jakir. Due compagni, Caiola e Rocco, sono stati presi dai partigiani dell'Odred (distaccamento) di Glamoè perché volevano fuggire. Partenza alle 20, i soldati sono molto stanchi; oggi abbiamo fatto 50 km., Zanella, arrivato ieri dall'ospedale, se ne fa 75.
8 aprile 1944 - Sabato Jakir. Arrivo all'l.30 attraverso la pianura acquitrinosa. Interrogati, i due confessano che volevano fuggire; si farà il verbale per
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la brigata. Ricevute 27 copie di «Lottare» e la traduzione del discorso di Tito. Questa sera abbiamo ospiti due drugarice, carine.
9 aprile 1944 - Domenica Jakir. Pasqua, giornata di primavera, di sole; auguri alle compagnie. Ottime notizie dal fronte russo, sono vicini a Jasi, in Rumenia, presso Odessa. Verbale per Caiola e Rocco, sono pentiti, chiedono di essere provati al fuoco; ma ci vorrà un esempio, se no altri tenteranno; il verbale viene mandato alla brigata con parere di perdono: era per fame. Zidne novine (giornale murale.0 delle drugarice di Jakir: lo stab (comando) di battaglione è criticato, durante il ballo si teneva su, a parte. :È vero, stasera bisognerà ballare; e ballo molto «kolo kolo sirikolo ... draga dusa moja» (mio caro tesoro ...). 10 aprile 1944 - Lunedì
Jakir. Bego alla brigata parla per i due, ritornano graziati, ma ammoniti: è l'ultima volta però che si perdona. Anche Cutolo viene allo stab per prendere pratica. Anche oggi abbiamo ospiti, addirittura in 20 a mangiare. Le due drugarice restano a dormire, prima canzoni fino a mezzanotte; vorrebbero entrare nel nostro battaglione, un ambiente simpatico dicono; ma è meglio senza. Zanella balla anche il tip tap.
11 aprile 1944 · Martedì Jakir. Adunata del battaglione, prova della sfilata per il vice comandante di brigata, maggiore Peéanac. Si parla ai compagni: se il caso Caiola - Rocco si ripete c'è la fucilazione. Gli jugoslavi vogliono sparare con il mortaio da 81 su una quota, una bomba cade sulla strada, per poco non colpisce un carretto! Formiamo una squadra di 20 compagn i per un saggio ginnastico, li istruirà Zanella e la mattina riceveranno del fegato se no cascano per la debolezza. Il coro canta bene canzoni russe, jugoslave e italiane. La sera altre due ospiti, dalmatine, facciamo venire il nostro fomoso tenore Dal Moro che ci delizia con qualche romanza.
12 aprile 1944 - Mercoledì Jakir. La mattina potenti stormi di aerei a due fusoliere: sono
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caccia bombardieri verso Budapest? Ne conto 250, è uno spettacolo impressionante, basterebbe buttassero giù una scatoletta ciascuno! Di notte sul campo si accendono fuochi ma non succede niente, bensì a Petrovac c'è pasta, riso, zucchero... e il figlio di Churchill. Siamo collegati con telefono alla brigata. I battaglioni davanti a Livno fanno puntat e in città, anche a noi occorrerebbe, siamo senza inchiostro, carta, sapone, tabacco.
13 aprile 1944 - Giovedì Jakir. Conferenza alla 3 a compagnia per tastare il polso del reparto; bene, ma è difficile educare i compagni aJJa critica, alla libertà, dopo 20 anni di diseducazione. Anche questa notte apparecchi ed ospiti a cena per la notte.
14 aprile 1944 - Venerdì Jakir. Conferenza alla 2 a compagnia: sono da curare i comandanti di plotone, hanno poca autorità, fare anche ordine chiuso. Partono 10 uomini per il coro della brigata. Parte la squadra volante (6 volontari) con compito di raccogliere notizie, verso Blagaj; staranno via 2-3 giorni, potranno mangiare a sazietà. Buone notizie dal fronte russo, ma gli inglesi per ora si preparano. La sera tutti a Glamoc, grande adunata omladinska (giovanile), alle 24 non ancora finiti i discorsi, che resistenza! Due pezzi della nostra équipe, balli, ritorniamo alle 3 barcollanti.
15 aprile 1944 - Sabato Jakir. Dovremmo spostarci, ma non possiamo operare con 50 fucili, 4 mitragliatori ed un mortaio su 220 uomini. Nella pianura di Livno il 4° battaglione è spito sorpreso dai carri armati, 40 fra morti e feriti, è la prima v'o lta nella storia della III Krajska. Potremmo formare una seconda squadra volante, o armare una compagnia di formazione. Otteniamo di rimanere, il mangiare lo troveremo. Intanto i compagni, con le gengive sanguinanti, disseminati sui pendii alla caccia di radicchio, danno scandalo ai civili. È il periodo dei capucci garbi (acidi) e dei 250 grammi di carne di montone, nauseabonda al solo pensarci. Sono successi due fatti gravi alla 2a compagnia: è stato rubato un vitello, ritrovato a pezzi sotto la paglia e il letame; è indiziato un certo.... , siciliano, recidivo di furti, con tutte le prove contro (i
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compagni, il sangue, turno di guardia di 3 ore invece di 1) ma non confessa. Nel pomeriggio i partigiani dell'Odred portano un compagno, .... fuggito dal reparto; ne aveva parlato, i I cugino .... voleva sparargli dietro. Caso gravissimo. La sera istruttoria ed interrogazione: .... continua a negare, cade in contraddizioni, non confesserà mai, ma la colpa è evidente; ..... prima ha un contegno spavaldo, poi a difesa adduce la fame. È vero, ma si può vivere; se non si dà un esempio altri tenteranno di andarsene; in questi ultimi tempi i furti erano frequenti. Redatti i verbali, secondo tutti del comando sono passi bi! i di morte. Ci penso parecchio su, è la prima volta che sono di fronte con una decisione così grave, ma c'è l'esistenza del battaglione, l'Italia, qualcosa di più grande da difendere. Negli ultimi giorni i reparti partigiani jugoslavi hanno fucilato 7 dei loro per colpe ben più lievi, per poche patate, ma senza la fiducia della popolazione non avrebbero potuto né vivere né vincere. Firmo i verbali.
16 aprile 1944 - Domenica Jaklr. Bella giornata, Pasqua ortodossa, comode le doppie feste qui. Dragonetti accompagna i due prigionieri alla brigata. Poi ritorna; devo andare io alla brigata per il Tribunale militare con un compagno attivista della 2 3 compagnia, Alberti, un bravo ragazzo, serio; viene anche Bego. Passeggiata a cavallo per i prati, bella è la sera; imparo a battere in sella, l'anima si apre nei vasti campi, mandrie di cavalli ritornano galoppando alle stalle, vita sana e selvaggia. Arriviamo verso le 20, stasera non si fa niente. Andiamo alJe scuole dove c'è ballo, mi faccio cucire da una drugarica i pantaloni completamente stracciati al cavallo. C'è Gardini con il coro della brigata, contento, fa la guardia come gli altri, tutti gli vogliono bene, ma desidera ritornare al battaglione, come soldato semplice; Bego gli promette che fra pochi giorni verrà. Sono molto contento, è stato il miglior ufficiale che abbia conosciuto, il più grande amico, sarà un ottimo collaboratore.
17 aprile 1944 - Lunedì Jakir. Tribunale militare: presiede il commissario della III
brigata Krajska, membri io e il compagno Alberti, 3 voti, 2 bastano per la decisione, il terzo, se non è d'accordo, può far ricorso al Comando supremo, ma dopo l'esecuzione.
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I) ..... era perfettamente avvertito, la disciplina più difficile è quella del sacrifido e dell'attesa; è un soldato discreto, ma brontolone sempre, rovina i compagni, in compagnia non lo vogliono più; II) è necessario un esempio; III) siamo volontari partigiani e come tali sottostiamo alle leggi partigiane di cui siamo perfettamente al corrente. Il bene del reparto impone secondo me la fucilazione; così decidono gli altri. Quanto a .... non confessa ancora, ma tutte le prove sono contro di lui; è un elemento incorreggibile, in tempo di pace da rinchiudere forse in un riformatorio, ma fra noi non può stare. Anche per lui la fucilazione. Usciamo, fa bel tempo; tiro a segno con la pistola. Mi sorprende come questi uomini passano con facilità da un momento così grave, da un giudizio sulla vita di un uomo, a cantare, a vivere, a ridere. È la vita che li ha resi così, l'abitudine, la necessita? Non è leggerezza, è piuttosto equilibrio, coscienza di operare per qualcosa di grande, la causa della libertà. Il comando è posto proprio sotto i tornanti della strada per Livno, più avanti, di fronte alla pianura di Livno c'è solo un telefonista che vede tutto davanti a sé e avverte. Una forte colonna è partita da Sinj per Livno, questi rombi sono forse il tentativo di forzare il passo Vaganj? Ripresa dell'offensiva in Rumenia, in Italia attività di pattuglie e fuoco di artiglieria. Ripartiamo a cavallo; ....... mi chiama dalla finestra della prigione. La sera giungono i prigionieri con la sentenza di morte che non conoscono. Disposizioni e accordi: eseguirà un plotone della 1a compagnia presso il cimitero ortodosso. Preparativi lugubri in questa lugubre notte, il vento si è alzato, urla forte; giungono i civili con le pale per le fosse; di là, in cucina, battono le croci di legno. Poveri nostri compagni, .... erano dai primi giorni della I (brigata) dalmatina. Non sanno ancora nulla, chiedono solo da mangiare perché hanno farne. 18 aprile 1944 - Martedì Jakir. Alba livida, cielo coperto, un gran vento. Esce anche la bandiera. Davanti al battaglione adunato dico poche parole: colpevoli coscienti, atto di giustizia, di difesa degli interessi del battaglione, dell'Italia, dell'idea. Parlano brevemente anche Dragonetti,
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e Bego a nome dei compagni jugoslavi: il dolore per questa dura pun izione per il bene del battaglione. Giungono i condannati, lettura della sentenza, l'attenti. .... chiede di parlare con il cugino, si comporta bene, fronte alta; l'altro è come incosciente. Fuoco. Rientriamo, qualcosa del cielo livido è nell'anima; un gran bisogno di fumare, ma niente tabacco. Il battaglione si è comportato bene, ha superato una prova di maturità, riconosce la necessità, non commenta. Riprende il lavoro in silenzio. Da questo momento siamo impegnati tutti, specialmente noi del comando, io, a dare tutti noi stessi per l'idea, per la causa in nome della quale abbiamo fucilato i nostri compagni. Solo se faremo così il nostro sarà stato atto di vera giustizia. Nel pomeriggio escono 50 uomini armati, con 3 fucili mitragliatori e la squadra volante, con l'intendente, per requisire viveri nella pianura di Livno. È giunto l'elogio della 1 a divisione proletaria per il battaglione «Garibaldi» e per 3-4 compagni fra i quali il comandante Mongilardi. Anche noi dobbiamo farci onore, è questione di prestigio per la III brigata Krajska, e quando avremo le armi sapremo certamente fare il nostro dovere. 19 aprile 1944 - Mercoledì Jakir. BeJla giornata di sole, è finalmente la primavera, volano le rondini. Riceviamo gli auguri di Pasqua del battaglione «Garibaldi»: bisogna tenerci legati, è interesse comune, glielo scriverò domani. È un battaglione in gamba, Tito lo ha elogiato e radio Londra ha parlato di lui, ma bisogna far conoscere anche il battaglione «Matteotti» perché ritornando in Italia non siamo degli sconosciuti.
20 aprile 1944 . Giovedì Jakir. Abbiamo cinque invitati, l'armonica, Zane lla suona le nacchere e balla il tip tap. La nostra l a compagnia è andata verso Prozor con il vice comandante (della brigata) Peéanac. Dopo il rancio dormo su un prato, profumo d'erba, cielo azzurro, rade macchie di neve sui monti, i campi già un po' verdi, cantano gli uccelli; l'anima si apre e rasserena, è la primavera; i contadini arano, a pezzi, con aratri di legno: quanto è bella la terra non sfruttata! La sera rientra la squadra volante, l'uscita è a ndata bene,
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arrivano anche riso, farina doppio O, zucchero. Nuovi compiti al commissario Dragonetti ed a Cutolo. Gardini rientrerà al battagÌione: come? sostengo come soldato, si metterà subito in vista da solo.
21 aprile 1944 - Venerdì Jakir. La mattina presto il solito apparecchio tedesco in perlustrazione sul campo. Ispezione alla 2a compagnia a cavallo; bella giornata, ma il cavallo non va, è vecchio e lento. Visita al coro: magnifiche canzoni, d'effetto, l'inno sovietico, «Glamoèko polje» (La piana di Glamoé); vedo Gardini contento al gruppo culturale. La 2 a compagnia è in postazione verso Livno; hanno anche un cannone controcarro; bisogna istruire bene i comandanti di plotone. Discesa a rompicollo verso il comando di brigata, dove ci offrono del latte. I reparti partigiani sono fermi, in difesa, forse si attende uno sbarco inglese? Notizia di pesanti bombardamenti in Italia: Monfalcone, Rimini, Livorno, Pisa ecc. Ritorniamo mezzo a piedi mezzo a cavallo, la notte è buia.
22 aprile 1944 - Sabato Jakir. Brutta giornata invernale, nebbia, freddo. Arrivano i 10 fucili mitragliatori e 6000 colpi; adesso siamo leoni, 4 per compagnia, 2 per la squadra volante; vengono subito distribuiti.
23 aprile 1944 - Domenica Jakir. Anche stamattina presto l'apparecchio tedesco osservatore, ma prima di lui un inglese ha gettato materiale sul campo. Per decisione dello stab (comando) debbo mandare l'ordine alle compagnie di non prendere verdura nei campi né rane negli stagni, per rispetto agli usi della popolazione. Tentata una pasta in casa, farfalline, sotto la direzione di Zanella, è proibito entrare in cucina. Ben riuscite, ma più che farfalline, sono un simbolo; a quando quelle vere?
24 aprile 1944 - Lunedì Jakir. Nema mastilo, nema papir za pisati, treba akcija! (niente inchiostro, niente carta per scrivere, bisogna agire.~ Biée! (Sarà.~ Arriva almeno un po' di vestiario. Leggo «Questioni del leninismo» di Stalin; non conosco il cirillico, e mi è grave non poter leggere gli ordini di operazione e dover darli agli altri, ma ne so più degli altri
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di politica, e chi sa di politica è stimato, non c'è allora nessuna obbiezione, è una verità indiscutibile quello che è scritto nei libri, uomini così grandi non possono sbagliare, e la nostra vecchia cultura è tutta da rifare, in parte è un bene. Andiamo alla 1 a compagnia per sentire la situazione; il problema più importante è quello dei comandanti di squadra e di plotone che bisogna formare. I tedeschi sono rientrati a Mrkonjié Grad; e da Livno? Un aereo ha gettato liquori e vestiario nel bosco, con tutti i fuochi accesi nel campo. 25 aprile 1944 · Martedì Jakir. Staro Selo (km. 15). Brutta giornata invernale, freddo, vento, pioggia. I tedeschi sono usciti da Livno verso Glamoè: ordine ai reparti di tenersi pronti, non mi piace per niente il posto, un isolotto in mezzo alla pianura. Vado in giro per il paese: una povera moschea, umile, abbandonata, minareto di legno, e rba alle soglie; ricordò di chi? di Cecchi? di Betti? ricordo Bisanzio, gli oranti dei mosaici di Ravenna, Pomposa, Aquileia, c'è un senso di divinità abbandonata, rovine gr andi di secoli, ricoperte d'erba. Chiacchierata con Zanella nel sole. Da Sinj e da Grahovo i tedeschi puntano verso Glamoè, ma la strada è piena di mine. Ore 16 pokret, a Stato Selo, presso la brigata, poi nuovi ordini. Piove a dirotto. 26 aprile 1944 · Mercoledì (Zona di Glamoè). Vidimlije. Compito di sbarrare la strada a Koriéna (provenienza da Livno) con lotta frontale.
1 maggio 1944 · Lunedì Staro Selo. Fest a! La sera discorsi, cori e balli. Partenza degli attivisti per il Congresso della gioventù jugoslava a Drvar. 314 maggio 1944 · Mercoledì/Giovedì Staro Selo. Azioni di pattuglie 7 maggio 1944 · Domenica
Staro Selo. Ritorno degli a ttivisti dal Congresso. Conferenza di Oscar Davico sulla guerra di Spagna.
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8/9 maggio 1944 - Lunedì/Martedì Staro Selo. Ancora conversazioni con Oscar Davico sulla cliffe.. renza della guerra prima e dopo l'intervento russo, e su problemi di letteratura, filosofia ecc. Sono rientrati in Italia gli ufficiali del battaglione.
10 maggio 1944 - Mercoledì Staro Selo. Avioni (russi?) atterrano a Glamoè: riso, farina, margarina, strojnice (mitragliatrici) russe.
12 maggio 1944 - Venerdì Staro Selo. In visita il comandante di brigata Bajié, ferito al piede.
21123 maggio 1944 - Domenica/Martedì Vidimlije. Pattuglie verso Livno.
24 maggio 1944 - Mercoledì Vidimlije. I tedeschi attaccano Jajce e Mrkonjié Grad? Tre apparecchi bassissimi.
25 maggio 1944 - Giovedì Vidimlije. Combattimento frontale a Koriéna; la sera il nemico si ritira. Elogio della brigata.
27 maggio 1944 - Sabato Vidimlije. Il battaglione è di nuovo impegnato a Koriéna; 4 carri armati non riescono a passare, si ritirano.
N .B.: Il manoscritto di Aldo Parmeggiani prosegue con questa preci-
sazione di premessa: (da appunti miei e da una pubblicazione della III Krajska; dall'l.8.44 al 20.10.44 da «Ventimila caduti» di G. Scotti). 31 maggio 1944 - Mercoledì Sator Planina. Di protezione al Comando supremo, alle missioni alleate ed al comando I Korpus.
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BATIACLIONE MATIEOTII
1 giugno 1944 - Giovedì Id.
2 giugno 1944 - Venerdì Mlinista. Combattimento sulla linea ferroviaria Lisina-Mlinista contro tedeschi e cetnici.
3 giugno 1944 - Sabato Mlinista. Di protezione alla colonha del Comando supremo, comando I Korpus, missioni alleate.che poi si sganciano e si dirigono verso Kupresko Polje (da dove Tito partirà in aereo per Bari). 7 giugno 1944 - Mercoledì
Zona di Gradina - Blagaj · Kupres. Combattimento della III brigata sul Vitorog e presso Kupres.
11 giugno 1944 - Domenica Sul Radusa Planina.
12 giugno 1944 - Lunedì Passaggio della strada Prozor-Gornji Vakuf.
13117 giugno 1944 - Martedì/Sabato Lunghe marce verso Zec Planina, sul Vranica e verso lo Strug.
18 giugno 1944 - Domenica Combattimento della III Krajska suJla Vitreus, una delle più alte vette dello Zec Planina.
19 giugno 1944 - Lunedì In postazione sullo Strug; combattimento contro tedeschi provenienti dalla strada Mostar-Sarajevo; ripiegamento.
20 giugno 1944 - Martedì Passaggio del Vrbas alla Sarajevska Vrata.
21 giugno 1944 - Mercoledì In postazione e combattimento sul Vranica. Lunga marcia verso la strada Travnik- Rastovo - Gornji Vakuf.
D1ARIO · MEMOR1A
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22 giugno 1944 - Giovedì Passaggio di notte della strada Travnik-Rastovo-Gornji Vakuf; arrivo al Crni Vrh (dominante la strada Mostar-Gornji Vakuf). 23 giugno 1944 - Venerdì Crni Vrk. Combattimento dalle 8 alle 21. La sera di nuovo attraversamento della strada Travnik-Rastovo-Gornji Vakuf. 24 giugno 1944 - Sabato La III Krajska è di nuovo sulle cime del Vranica. 25 giugno 1944 - Domenica La brigata passa attraverso le montagne Zec Planina, Planinica e Bitovanja. I reparti si apprestano a lasciare il settore. 26 giugno 1944 - Lunedì Il 6° battaglione (( Matteotti » della III Brigata Krajska diventa il 26° battaglione della brigata Bosna. Marcia di spostamento. 27 giugno 1944 - Martedì La brigata attraversa la strada e la ferrovia Konjié-Sarajevo e sbocca sul lato orientale del Bjelasnica. Il 26° battaglione «Matteotti» è di riserva immediata del 25 ° . 30 giugno 1944 - Martedì Combattimento per l'eliminazione del presidio tedesco della stazione di Brdjani e rastrellamento della zona. 1/10 luglio 1944 - Sabato/Lunedì In marcia dal Bjelasnica, attraverso il Treskavica, Kalinovik, lo Zelengora, Foèa (passaggio sul ponte della Orina), ·zona di Cajniée, il Ljubisnja, Hoéevina, Podpeée, dintorni di Pljevlja. 11131 luglio 1944 - Martedì/Lunedì Zona di Pljevlja. Ricevuti complementi dalla «Garibaldi» (divisione). 1112 agosto 1944 - Martedì/Sabato Zona di Pljevlja. Puntate esplorative verso Pljevlja, scontri di pattuglie con cetnici e tedeschi.
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BATTAGUONE MATTEOTTI
13117 agosto 1944 - Domenica/Giovedì Zona di Pljevlja. Attacchi di tedeschi e cetnici sul fronte della m Krajska; ripiegamento verso il Ljubisnja. 18 agosto 1944 - Venerdì Settore Ljubisnja-Meljak. Attraversato il fiume Ceotina; siste· mazione fra Boljaniéi e Zaostro. 19 agosto 1944 - Sabato Marcia verso Priboj. 20 agosto 1944 - Domenica Attraversamento del fiume Lim; sistemazione fra Manastir Banja e Potpeée.
21 agosto 1944 - Lunedì Spostamento verso Rutosi. 22 agosto 1944 - Martedì Puntate esplorative oltre il fiume Uvac, verso lo Zlatibor e verso le rotabili Nova Varos-Uzice e Nova Varos-Priboj. 23 agosto 1944 - Mercoledì Da Rutosi attraversamento del fiume Uvac, marcia Zlatibor-Cigota Planina; il «Matteotti» raggiunge il settore di Brezna-Dobroselica-Murtenica. Scontro con il Korpus cetnico dello Zlatibor che viene disperso. 24126 agosto 1944 - Giovedì/Sabato Combattimento contro i bulgari per la conquista di Palisad. Il «Matteotti» combatte a Rozanstvo. 27 agosto 1944 - Domenica Il «Matteotti» si sistema ad Alin Potok. 28/30 agosto 1944 - Lunedì/Mercoledì Si passa la rotabile Nova Varos-Uzice; sistemazione nei pressi di Sirogojno. 31 agosto 1944 - Giovedì La sera marcia in direzione di Pozega.
OIARIO - MEMORIA
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1110 settembre 1944 - Venerdì/Domenica La brigata è nel settore tra Pozega e Uzice. Scontri con forze nemiche.
4 settembre 1944 - Lunedì La brigata è in marcia verso Lebova Gora-Valjevo.
11 settembre 1944 - Lunedì La III brigata Krajska si porta a Planinica, superando Ravna Gora, sede del comando Supremo di Draza Mihajlovié che fugge verso Mionica (e Valjevo). Il «Matteotti» è di scorta all'ospedale.
13 settembre 1944 - Mercoledì La III brigata prende posizione fra Strugarnik e Gornja Toplica per difendere l 'ospedale divisionale.
14 settembre 1944 - Giovedì La III brigata dalla sponda destra del torrente Ribnica passa il fiume Kolubara e si porta a nord di Valjevo. Alle 18 inizia l'attacco a Valjevo.
15 settembre 1944 - Venerdì Nei sobborghi a nord di Valjevo il «Matteotti» sbarra la strada per impedire l'afflusso di rinforzi nemici. Scontri con reparti tedeschi in ritirata. Grosso bottino di armi, munizioni, vestiario e viveri.
16 settembre 1944 - Sabato Inseguimento dei resti del presidio di Valjevo e sistemazione sulle colline ad una sessantina di km. a nord est della città.
22 settembre 1944 - Venerdì Prossimo obiettivo: Ub. La III brigata Krajska è di riserva.
26 settembre 1944 - Martedì La III brigata Krajska è ancora di riserva.
30 settembre 1944 - Sabato Disposizioni del Comando 1 a divisione proletaria per l'attacco contro posizioni nemiche sulla linea Ub-Vreoci.
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BATTAGLIONE MATTEOTTI
2 ottobre 1944 - Lunedì Attacco alla cittadina di Ub.
9 ottobre 1944 - Lunedì Ordine alla III brigata Krajska di attacco a Mladenovac nella notte del 9.10.
10 ottobre 1944 - Martedì Il «Matteotti» è schierato sulle colline di fronte alla stazione di Mladenovac.
11 ottobre 1944 - Mercoledì Attacco notturno del «Matteotti» alla stazione ferroviaria di Mladenovac.
12 ottobre 1944 - Giovedì La sera incontro con le avanguardie russe.
13 ottobre 1944 - Venerdì
In marcia verso Belgrado. Raggiunta Ripanj; in posizione sulle pendici dell' Avala. 14120 ottobre 1944 - Sabato/Venerdì Battaglia di Belgrado. Il «Matteotti» opera alla destra dello schieramento, alla Centrale elettrica sul Danubio, poi converge sul Kalemegdan fino alla Sava.
28 ottobre 1944 - Sabato Belgrado. Costituzione della brigata italiana con i battaglioni «Garibaldi» e «Matteotti».
III
DIARIO STORICO DELLA BRIGATA ITALIA 29 ottobre 1944-31 luglio 1945
COMANDO BRIGATA ITALIA
29 ottobre 1944 - Domenica Belgrado. In data odierna la brigata costituita dal 1° battaglione «Garibaldi », dal 2° battaglione «Matteotti » e dal 3° battaglione «Mameli» si sistema in via Kralja Aleksandra n. 328, periferia di Belgrado. Inizia così il suo funzionamento. Tutti i battaglioni dipendenti trovansi dislocati nei paesi vicini: il I O «Garibaldi» a Mirijevo, il 2° «Matteotti» a Mali Mokri Lug ed il 3° «Mameli» a Veliki Mokri Lug Cielo sereno. Temperatura variabile con leggero vento. S. ten. G. Maras
30 Ottobre 1944 - Lunedì Belgrado. Sono affluiti parecchi militari italiani, già prigionieri dei tedeschi. Ne sono pure giunti numerosi dai vari reparti partigiani. Sono stati subito smistati per i vari battaglioni dipendenti. Cielo sereno. Temperatura variabil e con leggero vento. S. ten. G. Maras
31 ottobre 1944 - Martedì Belgrado. Continua l'affluenza dei militari italiani che vengono smistati per i vari battaglioni. Cielo sereno. Tempo bello. Mite. S. ten. G. Maras
1 novembre 1944 - Mercoledì Belgrado. Sono affluiti circa 600 militari italiani, già prigionieri dei tedeschi. I medesimi sono stati smistati per i battaglioni dipendenti, che dopo espletati i dovuti accertamenti sul loro conto li assumeranno definitivamente in forza. Cielo sereno. Tempo bello. Mite. S. ten. G. Maras
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BRIGATA ITALIA
2 novembre 1944 - Giovedi Belgrado. Ore 10, il comandante la 1 a divisione proletaria, accompagnato dal commissario·politico della stessa divisione, ha passato in rivista la nostra brigata. Inoltre ha rivolto parole di plauso a tutti i combattenti, incitandoli a sempre meglio operare. Dopo la celebrazione della messa al campo per i caduti da parte del cappellano della nostra brigata, la cerimonia ha avuto termine col canto di vari innj patriottici e con evviva all'indirizzo del Maresciallo Tito, dell'E.P.L.J., del comandante la detta divisione proletaria e della nostra brigata. Cielo sereno. Tempo bello. Mite. S . ten. G. Maras 3 novembre 1944 - Venerdì Belgrado. I comp agni russi, in via Kralja Milana n. 50, hanno dato spettacolo teatrale e ricreativo in onore dei reparti dell'E.P.L.J.. Ogni nostro battaglione ha inviato in luogo una rappresentanza di quar anta uomini. Dopo la più cordiale e sincera fratellanza d'armi la manifestazione ha avuto termine in piena armonia. Continua l'affluenza dei militari italiani reduci dalla prigionia tedesca. Cielo coperto con pioggia. Temperatura variabile. S. ten. G. Maras 4 novembre 1944 - Sabato Belgrado. Come i giorni precedenti continua l'affluenza dei militari italiani reduci dalla prigionia tedesca. Subito vengono smistati per i battaglioni dipendenti. Cielo sereno. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
5 novembre 1944 - Domenica Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo sereno. Tempo bello. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
6 novembre 1944 - Lunedì Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Continua l'affluenza dei militari italiani, già prigionieri dei tedeschi. Cielo sereno. Tempo belJo. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
DIARJO STORJCO
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7 novembre 1944. Martedì
Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo sereno. Tempo bello. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
8 novembre 1944 · Mercoledì Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo coperto con pioggia. Temperatura moderata. $. ten. G. Maras 9 novembre 1944 · Giovedì
Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo coperto con pioggia. Temperatura moderata. $. ten. G. Maras
10 novembre 1944 · Venerdì Belgrado. Continua l'affluenza alla nostra brigata dei militari italiani reduci dalla prigionia tedesca, che vengono smistati per i vari battaglioni dipendenti. Cielo coperto con pioggia e neve. Temperatura rigida. S. ten. G. Maras
11 novembre 1944 · Sabato Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
12 novembre 1944 · Domenica Belgrado. Sono affluiti molti italiani reduci dai reparti partigiani. Come in precedenza essi sono stati smistati per i vari battaglioni della brigata. Cielo coperto. Temperatura variabile-rigida. S. ten. G. Maras
13 novembre 1944 · Lunedì Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo sereno con leggero vento. Temperatura rigida. S. ten. G. Maras
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BRIGATA ITALIA
14 novembre 1944 - Martedì Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo coperto con pioggia. Temperatura rigida. S. ten. G. Maras 15 novembre 1944 - Mercoledì Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo coperto con vento e pioggia. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras 16 novembre 1944 - Giovedì Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras 17 novembre 1944 - Venerdì Belgrado. Sempre continuano ad affluire m ilitari italiani reduci dalla prigionia tedesca e dai reparti partigiani, che vanno assegnati ai battaglioni dipendenti. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras 18 novembre 1944 - Sabato Belgrado. Con ordine del giorno n . 108 in data 18 corrente, del comando della 1 a divisione proletaria, si costituisce il 4° battaglione che viene dislocato a Dusanovac, periferia di Belgrado. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. M0;ras 19 novembre 1944 - Domenica Belgrado. Ore 16. Per iniziativa del comando brigata, ha avuto luogo uno spettacolo teatrale-ricreativo dato dai nostri militari. Sono intervenute rappresentanze dei nostri battaglioni ed il commissario politico della 1 a divisione proletaria. Cielo sereno. Temperatura moderata. S . ten. G. Maras 20 novembre 1944 - Lunedì Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo sereno. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
DIAIUO STORICO
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21 novembre 1944 - Martedì Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo coperto con pioggia. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras 22 novembre 1944 - Mercoledì Belgrado. Sosta, attività normale della brigata. Cielo sereno. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras 23 novembre 1944 - Giovedì Belgrado. O re 8: per ordine del comando di divisione tutta la brigata inizia una marcia di trasferimento. Ore 14: si raggiunge Batajnica (Srem). Cielo sereno_ Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras 24 novembre 1944 - Venerdì Batajnica. Ore 7: si prosegue la marc ia per Maradik. Ore 19: si raggiunge detto paese. Cielo sereno_ Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras 25 novembre 1944 - Sabato Maradik. Ore 6: si continua la marcia per Beocin che si raggiunge alle ore 18. Cielo sereno, temperatura moderata. S. ten. G. Maras
26 novembre 1944 - Domenica Beocin. Ore 9: si prosegue per Lug (Srem) dove si arriva alle ore 19. Il 1°, 2° e 3° battaglione si sistemano nella stessa località, mentre il 4°, con l'infermeria di brigata, a Planinsko Grabovo. Una compagnia del precisato 4° battaglione viene staccata a Svilos. Tutta la brigata è di riserva. Cielo sereno al mattino e pomeriggio, coperto con pioggia verso l'imbrunire. Temperatura moderata. Strade im praticabili per il molto fango. S. ten. G. Maras
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BRIGATA ITALIA
27 novembre 1944 - Lunedì Lug. Sosta, attività normale della brigata. Cielo coperto con pioggia. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
28 novembre 1944 - Martedì Lug. Il 1°, 2° e 3° battaglione dipendenti, per ordine ricevuto, sistemano in seconda linea una compagnia ciascuno, in postazione, con cambio sul posto da parte delle compagnie dei rispettivi battaglioni. Dette compagnie vengono dislocate nelle seguenti località. quella del 1° battagliione «Garibaldi» a Komlus, quella del 2° battaglione «Matteotti» a quota 224, quella del 3° battaglione «Mameli» a quota 190. Cielo coperto con pioggia. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras 29 novembre 1944 - Mercoledì
Lug. Sosta, attività normale della brigata. Cielo coperto con leggera pioggia. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
30 novembre 1944 - Giovedì Lug. Sosta, attività normale della brigata. Cielo coperto. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
1 dicembre 1944 - Venerdì Lug. Sosta, attività normale della brigata. Cielo coperto. Temperatura .moderàta. S. ten. G. Maras 2 dicembre 1944 - Sabato
Lug. Ore 9: per ordine del comando di divisione, tutta la brigata si sposta a Pistinac, località a circa tre chilometri dal fronte. Ore 19: si giunge a destinazione. Il 2° battaglione «Matteotti» va subito in linea, il 1° battaglione «Garibaldi» rimane di immediata riserva, mentre il 3° e 4° nelle
DIARIO STORICO
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retrovie. Il 2° battaglione viene sistemato tra !'VIII brigata montenegrina e la V Kozarska. Alcuni feriti dall'artiglieria nemica. Cielo coperto con fitta nebbia, temperatura moderata. S. ten. G. Maras
3 dicembre 1944 - Domenica Pistinac. Ore 8: inizia l'azione. Dopo una preparazione di fuoco d'artiglieria durata circa due ore, il nostro 2° battaglione passa all'attacco con dei reparti avanzati, che per la forte resistenza opposta dal nemico non riescono a prendere posizione. Ore 17: il 2° battaglione si restringe a sinistra e va in linea anche il 1° battaglione. Ore 22: malgrado la forte resistenza nemica, il 1° e 2° battaglione con riuscitissimo assalto occupano le posizioni nemiche attraverso vastissimi campi di mine. Lo sfondamento avviene in collaborazione con la V brigata. Forti le perdite del nemico, sensibili le nostre. Alcuni prigionieri tedeschi e vario materiale bellico catturato. Cielo sereno al mattino, coperto con pioggia verso l'imbrunire, temperatura moderata. S. ten. G. Maras
4 dicembre 1944 - Lunedì Ore 2: la V brigata ripiega sotto la pressione nemica lasciando scoperto il nostro fianco sinistro, mentre il destro era già scoperto per il non riuscito attacco dell'VIII brigata montenegrina. Ore 6: il 1. 0 e 2° battaglione vengono fatti ripiegare sulle vecchie posizioni per non subire ulteriori perdite. Ore 11: la I brigata proletaria dà il cambio alla V al nostro fianco sinistro. Ore 12.30: la I brigata muove all'attacco nel nostro settore senza incontrare resistenza. Il nostro 3° battaglione passa all'attacco spostandosi sulla destra e dopo una forte resistenza occupa le posizioni nemiche. L'VIII brigata alla nostra destra riesce nell'attacco e il fronte viene così raddrizzato. Ore 16: si prosegue per Ljuba che si occupa alle 21. Forti perdite nemiche, non troppo sensibili le nostre. Si cattura molto
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BRIGATA ITAUA
materiale bellico, fra cui 5 cannoni abbandonati dal nemico a Ljuba. Cielo sereno al mattino, coperto con leggera pioggia verso l'imbrunire. Temperatura rigida. S. ten. G. Maras 5 dicembre 1944 - Martedì
Ore 2: tutta la brigata avanza inseguendo il nemico lungo il fiume che da Ljuba porta a Sid. Ore 7: il 3° battaglione occupa Sot. Ore 10: giunge l'ordine di ripiegare per prendere un altro settore. La brigata si porta a Prnjavor dove attende ordini. Il 3° battaglione va in postazione con )'VITI brigata. Ore 20: la brigata si sposta senza il 3 ° battaglione a Berkasovo per iniziare l'attacco assieme agli altri reparti della divi sione su Sid dal nord. Cielo coperto con pioggia. Temperatura rigida. S. ten. G. Maras 6 dicembre 1944 - Mercoledì
Ore 2: impossibile attaccare per i vastissimi campi minati, posti a difesa della città. Ore 7: si entra in Sid lungo la strada principale, previa disattivazione delle mine da parte di reparti dell'Armata Rossa. Ore 10: si prosegue immediatamente per Tovamik dove il nostro 2° battaglione dà il cambio ad un battaglione della V brigata. Qualche perdita nostra durante il cambio. Ore 18: il 4° battaglione entra in linea alla sinistra del 2°. Il 1° battaglione dà il cambio al 2°. Ore 22: dopo una preparazione d'artiglieria s i passa all'attacc6 che però non riesce. Leggere perdite da parte nostra. Forti quelle nemiche, da accertamenti successivi. Cielo coperto con fitta nebbia. Temperatura rigida. S. ten. G. Maras 7 dicembre 1944 - Giovedì
All'alba, in collaborazione diretta con la I brigata proletaria ed indiretta con la III e la XIII brigata proletaria s i occupa Tovaro ik. Forti perdite nemiche in uomini, m ezzi e materiale bellico vario. Si fanno parecchi prigionieri.
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Ore 15: la brigata prosegue per Tompojevci con il 3° e 4° battaglione in testa. Cielo coperto con fitta nebbia. Temperatura rigida. S. ten. G. Maras
8 dicembre 1944 - Venerdì Ore 2: il 4° battaglione ·entra da solo in Tompojevci, catturando 30 tedeschi, 1 cannone, 40 cavalli con basto, telefoni, materiale sanitario e vario. All'alba entrano gli altri battaglioni. Lieve incidente con !'VIII brigata montenegrina, per mancanza di collegamento. Leggerissime perdite da parte nostra. Cielo coperto con fitta nebbia. Temperatura rigida. S. ten. G. Maras 9 dicembre 1944 - Sabato Ore 4: si prosegue per Orolik. A Cakovci arriva l'ordine di fermarsi nel paese stesso dove ci si sistema alla meglio per la gran massa di truppa affluita. Nessun compito speciale viene dato alla brigata. Cielo coperto con pioggia e nebbia. Temperatura rigida. S. ten. G. Maras 10 dicembre 1944 - Domenica Cakovci. Sosta, attività normale della brigata. Cielo coperto con pioggia e nelbbia. Rigido. $. ten. G. Maras 11 dicembre 1944 - Lunedì Cakovci. Ore 14: tutta la brigata si sposta a Spajinske Njive, che raggiunge alle 15.30, per dare il cambio alla III brigata Krajska. Il 3° battaglione «Mameli» ed il 4° vanno subito in linea. Il 1° battaglione «Garibaldi» ed il 2° «Matteotti» rimangono di riserva. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras 12 dicembre 1944 - Martedì Spajinske Njive. I battaglioni si trovano dislocati come il giorno precedente. Fuoco d'artiglieria d'ambo le parti.
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BRIGATA ITALIA
Durante la notte azioni di disturbo e di pressione sul nemico. Qualche lieve perdita da parte nostra; imprecisate quelle nemiche. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
13 dicembre 1944 - Mercoledì Spajinske Njive. Nulla di variato. Continua il fuoco d'artiglieria d'ambo le parti e l'azione notturna di disturbo e pressione sul nemico. S. ten. G. Maras Cielo sereno. Tempo bello. Rigido.
14 dicembre 1944 - Giovedì Spajinske Njive. Perdura l'azione di disturbo e pressione sulnemico. Cielo sereno al m attino. Leggermente coperto con caduta Idi neve nel pomeriggio. Rigido. S. ten. G. Ma ras
15 dicembre 1944 - Venerdì Spajinske Njive. I reparti della nostra divisione attaccano sulla destra, ma avanzano molto lentamente per la forte resistenza nemica. Nel nostro settore è impossibile avanzare per una vastissima palude che trovasi davanti. Ciò nonostante continua sempre l'azione di disturbo e pressione sul nemico. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
16 dicembre 1944 - Sabato Spajinske Njive. Continua, da parte della nostra divisione, la forte pressione sul nemico che oppone accanita resistenza. Nel nostro settore sempre la medesima azione di disturbo. Sul giornale «Borba » del 13 c.m. è stata c itata l'attività della nostra brigata e di quella montenegrina per l'eroico comportamento nei combattimenti svoltisi nel settore di Tompojevci-Miklosevci, dove venne completamente annientato un gruppo nemico in ritirata dal villaggio di Lovac. In questa occasione furono uccisi 330 nemici, fatti prigionieri
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150, fra cui 30 italiani fascisti, e presi 8 cannoni, 2 mortai, 150 cavalli e munizione varia. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
17 dicembre 1944 - Domenica Spajinske Njive. Il nemico continua ad opporre accanita resistenza alla nostra pressione che si fa sempre più forte. Il fuoco d'artiglieria da ambo le parti è abbastanza attivo, però senza risultati positivi da parte nemica. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
18 dicembre 1944 - Domenica Spajinske Njive. Continua sempre tenacemente la pressione sul nemico che pur subendo colpi mortali dal fuoco d'artiglieria oppone disperata resistenza. È da notare l'alto spirito di sacrificio e senso del dovere dei nostri militari, che pur essendo equipaggiati solo in parte per mancanza di pastrani, indumenti di lana, calzature ecc., sopportano in linea temperature rigidissime, oltre tutti gli altri disagi cui può essere sottoposto un combattente. Il loro morale altissimo fa loro superare con serenità ogni dura fatica, qualsiasi inclemenza della stagione e la scarsezza del cibo che, secondo le possibilità, possono ricevere alle postazioni. Il loro intendimento è uno solo: «annientare il nemico comune, distruggere il fascismo e conseguire la più strepitosa vittoria». Per desiderio espresso dai militari del 4° battaglione della nostra brigata, detto reparto, per approvazione del comando di divisione, in data odierna assume il nome di «Fratelli Bandiera». Cielo sereno. Tempo bello. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
19 dicembre 1944 - Martedì Spajinske Njive. Tutta Ja divisione riceve il cambio dall'Armata Bulgara. I nostri battaglioni di riserva, durante la mattina, partono per Berkasovo. Nella notte avviene il cambio alle postazioni. Per un errore da
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BRIGATA ITALIA
parte dei bulgari il nostro 2° battaglione «Matteotti» non riceve il cambio. Cielo sereno. Tempo bello. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
20 dicembre 1944 - Mercoledì Spajinske Njive. Ultimato il cambio in linea dei nostri reparti, tutta la brigata si porta a Berkasovo per riorganizzazione e riposo. Ore 19: si giunge a destinazione. Cielo sereno. Tempo bello. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
21 dicembre 1944 - Giovedì Berkasovo. Sosta, attività normale. Presso tutti i reparti della brigata, come di consueto, vengono tenute dai vari commissari conferenze di carattere politico-militare e culturale. Essi, col loro esempio e con la parola, elevano sempre più il già alto ed indiscusso morale dei militari che sono più che mai persuasi e profondamente convinti di combattere per una giusta causa e per la liberazione di tutti i popoli. Cielo sereno. Tempo bello. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
22 dicembre 1944 - Venerdì Berkasovo. Attività normale della brigata. Cielo coperto con leggera caduta di neve. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
23 dicembre 1944 - Sabato Berkasovo. Attività normale della brigata. Cielo coperto con caduta di neve. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
24 dicembre 1944 - Domenica Berkasovo. Attività normale. I componenti il comando brigata si portano presso vari reparti dipendenti a porgere gli auguri del S. Natale. Cielo coperto. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
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25 dicembre 1944 - Lunedì
Berkasovo. Festività del S. Natale. Tutti i nostri reparti hanno celebrato la ricorrenza in pieria armonia e con grande gioia. Cielo sereno. Tempo bello. Rigidissimo.
S. ten. G. Maras 26 dicembre 1944 - Martedì Berkasovo. Attività normale della brigata. Cielo coperto. Rigidissimo. S. ten. G. Maras 27 dicembre 1944 - Mercoledì
Berkasovo. Ore 10: alla presenza di tutti i reparti della brigata in armi, ha avuto luogo la cerimonia del giuramento nel nome del popolo (*). Hanno parlato il commissario, il vice commissario ed il comandante la nostra brigata, spiegando ed illustrando l'alto significato della ricorrenza.. Il prefato commissario ha letto la formula del giuramento e dopo di aver gridato: «Lo giurate voi», tutti gli intervenuti hanno risposto: «Lo giuriamo». Dopo che il comandante la brigata ha dato lettura della nomina ufficiale ai gradi dì sottufficiali dei vari compagni già a suo tempo proposti, la cerimonia ha avuto termine in piena armonia e giubilo da parte di tutti. Cielo coperto con lenta caduta di neve. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
28 dicembre 1944 - Giovedì Berkasovo. Attività normale della brigata. Cielo coperto. Rigidissimo. $ . ten. G. Maras (*) La formula del giuramento era la seguente: «Giuro sull'onore del mio popolo che nelle file dell'esercito nazionale liberatore servirò fedelmente il mio popolo combattendo contro l'occupatore e tutti i traditori interni, nemici della libertà e del diritto nazionale. Giuro che disciplinatamente e coscienziosamente compirò i miei doveri ed eseguirò gli ordini dei miei superiori. Giuro che non lascerò le armi finché la nostra terra non sarà ripulita dall'occupatore, finché il popolo non avrà assicurati i suoi diritti e la sua libertà. Sono pronto ad accettare ogni punizione per la trasgressione a questo mio giuramento».
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BRIGATA ITALIA
29 dicembre 1944 - Venerdì Berkasovo. Ore 19,30. Per iniziativa del comando del nostro 3° battaglione, ha avuto luogo uno spettacolo d'arte varia eseguito dai militari dello stesso reparto. Sono intervenuti i componenti del comando brigata e dei battaglioni dipendenti nonché militari dei vari reparti. Lo spettacolo riuscitissimo ha fatto trascorrere a tutti i presenti ore di letizia, di commozione e di ilarità. Cielo coperto con pochissima caduta di neve. Rigidissimo. S. ten. G. Maras 30 dicembre 1944 - Sabato Berkasovo. Attività normale della brigata. Cielo coperto. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
31 dicembre 1944 - Domenica Berkasovo. Attività normale della brigata. Militari dei vari reparti si sono riuniti in cordiale e fraterna compagnia per festeggiare la fine dell'anno e formulare i migliori voti augurali per quello nuovo. Fra essi, come sempre, è regnata buona armonia e grande gioia. Il loro morale è alto sotto tutti i riguardi. Cielo coperto con abbondante nevicata. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
1 gennaio 1945 - Lunedì Berkasovo. Ore 5: tutta la brigata si sposta a Spajinske Njive. Ore 13: si giunge a destinazione. All'imbrunire si dà il cambio in linea ai reparti del1'8a divisione bulgara. Il 3° e 4° battaglione vanno in postazione, il 1° rimane di riserva immediata ed il 2° a riposo a Cakovci. Il cambio avviene senza incidenti di sorta. Per difficoltà di accantonamento o di altra sistemazione, la maggioranza degli uomini sono rimasti all'addiaccio, malgrado l'abbondan te nevicata e la rigidissima temperatura. Pur tuttavia dai loro visi non traspare alcun segno di disappunto o sofferenza e si compenetrano del sacrificio che il momento richiede. Cielo coperto. Freddo intenso. S. ten. G. Maras
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2 gennaio 1945 - Martedì Spajinske Njiive. I nostri battaglioni si trovano dislocati come il giorno precedente. Durante la mattina e pomeriggio fuoco d'artiglieria da ambo le parti. Nella notte azioni di disturbo e di pressione sul nemico. Nessuna perdita da parte nostra. Cielo coperto. Tempo bello. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
3 gennaio 1945 · Mercoledì Spajinske Njive. Alla nostra azione di disturbo che sempre continua, il nemico reagisce con pari violenza. Non vengono conseguiti successi di sorta da ambo le parti. Nel nostro settore la situazione permane stazionaria. Cielo coperto. Tempo bello. Rigidissimo. S. ten. G. Maras 4 gennaio 1945 - Giovedì Spajinske Njive. Da parte della nostra divisione continua la
forte pressione sul nemico cbe reagisce sovente con contrattacchi, riuscendo, qualche volta, ad avere dei leggeri successi locali. All'imbrunire, nel nostro settore, avviene il cambio tra i nostri battaglioni. Il 1° e 2° si portano r ispettivamente sulle posizioni del 3° e 4°. Il 3° battaglione passa di riserva immediata ed il 4° a riposo a Cakovcii. Durante il cambio nessun inconveniente o incidente. Cielo coperto. Tempo bello. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
5 gennaio 1945 - Venerdì Spajinske Njive. Perdura l'azione di disturbo e di pressione sul nemico, malgrado la reazione avversaria. Durante la giornata nessuna perdita da parte nostra; imprecisate quelle nemiche. Cielo coperto. Tempo bello. Rigidissimo. S. ten. G. Maras 6 gennaio 1945 - Sabato Spajinske Njive. Sempre tenacemente continua la pressione
sul nemico, che pur subendo perdite oppone accanita resistenza.
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BRIGATA ITALIA
L'alto spirito dei nostri militari, come sempre, prevale su tutti i sacrifici. Pur essendo soggetti a tutti i disagi, alle più rigide temper ature ed equipaggiati molto succintamente, il loro morale è altissimo e si compenetrano perfettamente delle esigenze e necessità c he la guerra impone. Cielo coperto. Neve. Rigido. S. ten. G. Maras 7 gennaio 1945 - Domenica
Spajinske-Njive. Ore 2.30. Un plotone del 2° battaglione attacca, dimostrativamente, Berak di fronte, mentre una compagnia del 1° battaglione «Garibaldi» fa pressione dal Nord lungo il fianco del nemico. L'attacco è stato fatto per facilitare, con la nostra pressione, il compito ad altra Unità. Cielo coperto. Neve. Rigido. S. ten. G. Maras
8 gennaio 1945 - Lunedì Spajinske-N jive. La nostra azione notturna di disturbo e pressione sul nemico continua sempre con immutata violenza, pur non essendo stato possibile conseguire finora successi degni di nota. Ciò è anche dovuto all'esistenza di una vastissima palude che trovasi davanti le nostre linee. Cielo coperto con abbondante nevicata. Rigidissimo. S. ten. G. Maras 9 gennaio 1945 - Martedì Spajinske Njive. Normale attività di disturbo e pressione sul nemico. Si è provveduto inoltre alla messa in opera di circa duecento mine controcarro. Nessuna novità degna di rilievo. Cielo coperto. Neve. Rigidissimo. S. ten. G. Maras 10 gennaio 1945 · Mercoledì Spajinske Njive. Ogni tre giorni i nostri battaglioni si danno il cambio in linea. All'imbrunire il 1° e 2° battaglione si portano alle postazioni del 3° e 4°. Il 4° battaglione passa di riserva immediata ed il 3° a riposo a Cakovci.
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Il cambio avviene regolarmente senza alcun incidente. Cielo coperto. Neve. Rigido. S. ten. G. Maras 11 gennaio 1945 - Giovedì Spajinske-Njive. Attività d'artiglieria nemica, senza alcuna perdita da parte nostra. Nel nostro settore situazione immutata. Cielo coperto. Neve. Rigido. S. ten. G. Maras
12 gennaio 1945 - Venerdì Spajinske-Njive. Azione normale di disturbo e pressione sul nemico. Nessuna novità nel nostro settore. Alle ore 18 sono giunti cento militari italiani, già prigionieri dei tedeschi, fatti affluire dai comandi partigiani, presso i quali si trovavano dal giorno della loro liberazione. I medesimi sono stati smistati per i vari battaglioni dipendenti. Cielo coperto. Neve. Rigido. S. ten. G. Ma ras
13 gennaio 1945. Sabato Spajinske-Njive. Verso sera l'VIII brigata Montenegrina dà il cambio al nostro 1 ° battaglione che passa di riserva immediata. Il 3° e 4° battaglione danno il cambio al 2°. Il nostro settore viene così ristretto e va dalla sinistra della strada Cakovci - Berak fino alla strada che da Berak - Orolik va a quota 111. Durante la notte attività di nostre pattuglie e di fuoco d'artiglieria da ambo le parti. Nessuna perdita da parte nostra. Ignorasi quelle nemiche. Nessuna novità degna di nota. Cielo coperto. Neve. Rigido. S. ten. G. Maras
14 gennaio 1945 - Domenica Spajinske Njive. Per misura preventiva si eseguono ulteriori lavori di trinceramento in tutto il nostro settore. Durante la notte intenso fuoco d'artiglieria da ambo le parti, senza alcuna nostra perdita.
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Continua l'attività delle nostre pattuglie. Cielo coperto. Neve. Rigido.
S. ten. G. Maras 15 gennaio 1945 - Lunedi Spajinske-Njive. Procedono alacremente gli ulteriori lavori di
trinceramento su tutto il fronte. L'attività delle nostre pattuglie è sempre intensa, malgrado le non lievi difficoltà che devono superare per portare a compimento il loro mandato. Durante la notte duelli d'artiglieria senza alcun successo da parte nemica. Saltuarie raffiche di mitragliatrice e fucileria da ambo le parti. Nessuna emergenza degna di nota. Cielo coperto. Neve. Rigido. S. ten. G. Maras
16 gennaio 1945 - Martedì Spajinske-Njive. Continua sempre l'azione notturna delle nostre pattuglie e quella di disturbo e pressione sul nemico. Si nota una certa attività dell'artiglieria avversaria senza alcuna perdita da parte nostra. Qualche scarica di fucileria e di mitragliatrice da ambo le parti. Nessun fatto degno di rilievo. Cielo coperto. Neve. Rigido. S. ten. G. Maras
17 gennaio 1945 - Mercoledì Spajinske-Njive. Ore 4.30: intensa attività dell'artiglieria nemica. Viene dato l'allarme perché tutto lascia prevedere un attacco su tutto il fronte. Il battaglione di immediata riserva e quello a riposo si portano immediatamente in linea. Inizia così un violentissimo combattimento. Il nemico, protetto dal fuoco della sua artiglieria, avanza malgrado la tenace resistenza dei vari reparti. Ore 6: data la pressione nemica e l'infiltr azione di pattuglie che battono alle spalle, i reparti sono costretti al ripiegamento, che per il panico suscitato si trasforma in sbandamento. Ore 12: i1 1°, 2° e 3° battaglione passano al contrattaco. Il 1° battaglione riesce a rioccupare le prime case di Spajinske Njive, ma più tardi è costretto ad arretrare per circa 400 metri e
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sistemarsi in difensiva. Passa allora a l contrattacco il 4° battaglione, che però non r iesce ad avere notevoli successi. Ore 17: per l'aggravarsi della situazione all'estrema destra dello schieramento nel settore della sa divisione, tutti i reparti ricevono l'ordine di ripiegare, lasciando a protezione dei nuclei di resistenza. Ore 19: il nemico occupa Tovarnik, impedendo così il nostro ripiegamento, che però avviene lo stesso facendo un largo giro, durante il quale a causa dell'ingorgo di tutti i reparti si verifica un forte sbandamento, motivo per cui i reparti si trovano con appena un quarto o un terzo della forza. Ore 23: i reparti passati ormai nelle retrovie si cominciano a raccogliere a Kukujevci. Perdite sensibili da parte nostra in uomini e materiale, imprecisate quelle nemiche. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
18 gennaio 1945 - Giovedì Kuk ujevci. Il nemico che ha al suo effettivo considerevoli forze di fanteria continua ad avanzare verso Sid. Ore 16.30: tutta la brigata si sposta a Kuzrnin che raggiunge alle 20 circa. Cielo coperto. Neve. Rigido. S. ten. G. Maras
19 gennaio 1945 - Venerdì Kuzmin. Continua la forte pressione ed avanzata nemica. Ore 2: tutta la nostra brigata si sposta a Calma che raggiunge alle 7 .30, col compito di costruire la linea principale di difesa. Cominciano ad affluire i primi sbandati. Ore 14.30: si prosegue per Bingula dove si arriva alle 17 .30 circa. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
20 gennaio 1945 - Sabato Bingula. Riorganizzazione della brigata e continuazione dei lavori alla linea difensiva. Cielo sereno. 'fempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
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21 gennaio 1945 - Domenica BinguJa. Alle ore 11 tutta la brigata si sposta a èalma che raggiunge alle ore 13, dove ha il compito di riorganizzare al più presto gli uomini, preparandoli per i futuri compiti. Cielo coperto con abbondante nevicata. Rigidissimo. S. ten. G. Maras
22 gennaio 1945 - Lunedì Calma. Continua la riorganizzazione della brigata ed il ritorno ai propri reparti dei militari sbandati. Affluiscono altresì nuovi complementi. Vengono apportate alcune modifiche nei vari quadri politici e militari dei reparti dipendenti. Cielo coperto. Neve. Rigido. S. ten. G. Maras
23 gennaio 1945 - Martedì Calma. Prosegue il lavoro di riorganizzazione degli uomm1 sbandati e dei militari italiani nuovi giunti ed avuti in forza dai reparti partigiani. Viene inoltre riveduta ed aggiornata la situazione dell'armamento e del materiale vario. Nessun particolare degno di rilievo. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
24 gennaio 1945 - Mercoledì Calma. Come i giorni precedenti si provvede alla sistemazione degli uomini nei vari reparti, a seconda le attuali esigenze ad una equa distribuzione delle armi, munizioni ed altro materiale vario. Cielo coperto. Neve. Rigido. S. ten. G. Maras
25 gennaio 1945 - Giovedì Calma. Ore 8: tutta la brigata si sposta a Prnjavor, quale riserva divisionale. Ore 15.30: si giunge a destinazione. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
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26 gennaio 1945 - Venerdì Prnjavor_ Continua sempre il lavoro per la completa riorganizzazione della brigata. Per mancanza sul posto di ambienti per accantonare tutti i nostri reparti, il 3° battaglione «Mameli», la compagnia d'accompagnamento e quella genieri vengono distaccate a Sot. Cielo coperto. Neve. Freddo intenso. S. ten. G. Maras
27 gennaio 1945 - Sabato Pmjavor. Verso sera si iniziano i lavori per la costruzione della 3a linea difensiva. A tali lavori attendono, a turno, i battaglioni di stanza a Prnjavor. Nessuna emergenza degna di nota. Cielo coperto. Neve. Rigido.
S. ten. G. Maras 28 gennaio 1945 - Domenica Prnjavor. Proseguono alacremente i lavori già menzionati. Affluiscono dei piccoli gruppi di militari italiani provenienti dai partigiani. Per il rimanente, attività normale dei vari reparti. Cielo coperto con abbondante nevicata. Freddo intenso.
S. ten. G. Maras 29 gennaio 1945 - Lunedì Pmjavor. Ore 9. Il 4° battaglione «Fratelli Bandiera» da il cambio a Sot al 3 ° battaglione che raggiunge Prnjavor, sistemandosi nei locali lasciati dal 4 °. Nessun incidente od altra novità degna di rilievo. Cielo coperto. Neve. Freddo intenso. S. ten. G. Maras
30 gennaio 1945 - Martedì Prnjavor. Continuano i lavori alla linea difensiva. Sul fronte, distante circa sei chilometri dalla località ove trovasi la nostra brigata, duelli d'artiglieria e raffiche di mitragliatrici da ambo le parti, senza alcun successo da parte nemica.
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Normale attività dei nostri vari reparti. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
31 gennaio 1945 - Mercoledì Pmjavor. Normale attività della brigata. Continua il rientro ai vari reparti dei militari sbandati. Nessun fatto degno di nota. Cielo coperto. Neve. Freddo intenso. S. ten. G. Maras
1 febbraio 1945 - Giovedì Pmjavor. Attività normale della brigata. Ore 22: per ordine del comando di divisione, il 1° battaglione «Garibaldi» si porta in linea nel settore della III brigata partigiana, per un'azione dimostrativa. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
2 febbraio 1945 - Venerdì Pmjavor. Ore 1: il 1° battaglione «Garibaldi» con una manovra di aggiramento tenta far prigionieri un gruppo di tedeschi in una casa isolata, m a non riesce perché il nemico prevedendo un'eventuale azione del genere aveva già abbandonato lo stabile. Ore 3: detto battaglione attacca di sorpresa le posizioni del nemico che reagisce violentemente con tiri di artiglieria e di armi automatiche. Ore 3.30: termina l'azione di disturbo e pressione sul nemico. Ore 7: il 1° battaglione rientra a Prnjavor. Lievissime perdite da parte nostra, imprecisate quelle nemiche. Ore 19: il 4° battaglione «Fratelli Bandiera» di stanza a Sot, si porta nel settore della I brigata proletaria, con lo stesso compito avuto in precedenza dal battaglione «Garibaldi». Ore 23: i nostri attaccano le posizioni nemiche antistanti Tovarnik, impegnando fortemente il nemico che reagisce con estrema violenza col fuoco d'artiglieria e con quello delle armi automatiche. Ore 24: al termine dell'azione e prima del r ipiegamento vengono lasciati sul terreno un centinaio di manifestini in lingua tedesca illustranti in modo chiaro la loro reale situazione militare e l'invito ad arrender si.
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Anche in questa azione le nostre perdite sono state lievi e quelle nemiche imprecisate. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras 3 febbraio 1945 - Sabato Prnjavor. Ore 3.30: il 4° battaglione rientra a Sot dopo aver espletato il suo compito. Ore 19: il 3° battaglione «Mameli» si porta nel settore dell'VIII brigata montenegrina col noto compito. Ore. 21,30: il battaglione spintosi a breve distanza dalle postazioni nemiche, inizia l'attacco sorprendendo un reparto mentre prende il rancio e infliggendogli molte perdite col fuoco delle armi automatiche. Il nemico reagisce molto violentemente con le armi automatiche e con numerosi colpi di mortaio e di artiglieria. Ore 23: prima del ripiegamento vengono lasciati nei pressi delle postazioni nemiche manifestini riguardanti la situazione militare tedesca. Perdite lievissime da parte nostra. Quelle nemiche si calcolano in una ventina di uomini fuori combattimento. Cielo sereno. Tempo bello. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
4 febbraio 1945 - Domenica Prnjavor. Ore 2.30: il battaglione «Mameli» rientra in sede dopo aver assolto il suo compito. Ore 9: il 1° battaglione «Gar ibaldi» dà il cambio a Sot al 4° battaglione «Fratelli Bandiera» che rientra a Prnjavor, sistemandosi nei locali lasciati dal 1°. Ore 23: il 2° battaglione «Matteotti» parte per raggiungere il settore della III brigata partigiana, per la solita azione di disturbo e pressione sul nemico. Cielo coperto. Temperatura moderata, umida. S. ten. G. Maras 5 febbraio 1945 - Lunedì
Prnjavor. Ore 3: il precitato battaglione, spintosi con grande circospezione in prossimità delle linee nemiche, attacca senza conseguire notevoli successi. Il nemico reagisce violentemente senza quasi concorso dlell'artiglieria.
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Ore 5.45: termina l'azione ed il reparto ripiega dopo aver lasciato sulle posizioni nemiche i soliti manifestini illustranti la situazione militare tedesca. Ore 8: il battaglione rientra a Prnjavor a compito ultimato. Perdite lievissime da parte nostra. Non accertate quelle nemiche. Durante la mattina e pomeriggio intensa attività dell'arma aerea sovietica che bombarda e mitraglia le linee nemiche. Ore 17 .30: il 1° battaglione «Garibaldj » rientra a Pmjavor per lasciare posto a Sot all'ospedale di divisione. Cielo coperto. Temperatura moderata, umida. S. ten. G. Maras 6 febbraio 1945 - Martedì Prnjavor. Ore 8: il 1° battaglione «Garibaldi», per mancata
disponibilità in luogo di locali per accantonare la truppa viene distaccato ad Opalik, a circa due chilometri da Prnjavor. Ore 17: il 2° battaglione «Matteotti» si reca nel settore della I brigata proletaria, col noto compito. Ore 23.40: il battaglione raggiunte le posizioni prestabilite, a circa 150 metri dalla linea nemica, apre un violentissimo fuoco. L'avversario, per aver già notata la presenza dei nostri uomini, risponde simultaneamente con raffiche di sarac «(mitraglietta tedesca GM 42) e con colpi di mortaio da 45 e da 81. A causa di non accidentalità del terreno e per il molto fango, non è stato possibile avanzare. Dopo circa mezz'ora di combattimento, il reparto ripiega ordinatamente. Perdite lievi da parte nostra. Non accertate quelle nemiche; si presume venti uomini fuori conbattimento. Cielo coperto. Nebbia. Umido. S. ten. G. Maras 7 febbraio 1945 - Mercoledì Prnjavor. Ore 4: il 2° battaglione, ultimato il suo compito, rientra in sede. Ore 18: il 3° battaglione «Mameli» parte per raggiungere il settore dell'VIII brigata Montenegrina, per assolvere l'incarico prescrittogli. Cielo coperto. Temperatura moderata, umida. S. ten. G. Maras
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8 febbraio 1945 - Giovedì Pmjavor. Ore 0.40: il battaglione «Mameli» con molta cautela si porta a brevissima distanza dalle postazioni nemiche ed apre un violento fuoco. Il nemico risponde meno intensamente con raffiche di mitragliatrici e con alcuni colpi di mortaio, ed a brevissimi intervalli lancia numerose racchette. La nostra azione viene grandemente ostacolata per il moltissimo fango, tanto che parecchi militari perdono le calzature o le suole e i tacchi delle stesse. Dopo circa un'ora di combattimento, il reparto ripiega ordinatamente. Perdite lievissime da parte nostra; imprecisate quelle nemiche. Ore 6: il battaglione rientra in sede. Attività normale degli altri reparti della brigata. Cielo coperto. Temperatura moderata, umido. S. ten. G. Maras 9 febbraio 1945 - Venerdì Prnjavor. Ore 6: tutta la brigata parte per raggiungere Kukujevci. Ore 9: si arriva a destinazione. Tutta la 1 a divisione è a riposo. La nostra brigata, assieme alla I proletaria, deve sistemarsi in luogo, ma per difficoltà di accantonamento il nostro 2° e 4° battaglione vengono distaccati a Baéinci, a circa quattro chilometri da Kukujevci. Cielo sereno. Tempo bello, rigido. S. ten. G. Maras
10 febbraio 1945 - Sabato Kukujevci. Lavoro di riorganizzazione dei reparti. Cielo sereno. Tempo bello. Moderato. S. ten. G. Maras
11 febbraio 1945 - Domenica Kukujevci. Ore 9: tutta la brigata si sposta a Bingula che si raggiunge alle ore 13. Per assoluta mancanza in luogo di ambienti per sistemare tutti i nostri vari reparti, il 1° battaglione «Garibaldi », la compagnia d'accompagnamento, l'intendenza e l'infermeria di brigata vengono distaccate a Divos, a circa quattro chilometri da Bingula. Cielo coperto. Temperatura moderata. Leggera pioggia. S. ten. G. Maras
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12 febbraio 1945 - Lunedì Bingula. Attività teorico pratica, militare e politica dei nostri vari reparti. Cielo coperto. Tempo piovoso. Umido. S. ten. G. Maras
13 febbraio 1945 - Martedì Bingula. Normale attività militare e politica de i reparti. Cielo sereno. Tempo bello. Moderato. S. ten. G. Maras
14 febbraio 1945 - Mercoledì Bingula. S'intensifica sempre più l'attività militare teoricopratica dei reparti. Per limitare al massimo il numero dei nostri compagni analfabeti, da qualche tempo presso i vari reparti della brigata sono stati istituiti degli appositi corsi diretti da elementi idonei, e che già provvedono all'insegnamento con buoni risultati. Cielo sereno. Tempo bello. Mode rato. S. ten. G. Maras
15 febb raio 1945 - Giovedì Bingula. Presso il comando brigata viene svolto un corso serale militare a cu i prendono parte tutti i nostri uffic iali. Le conferenze vengono tenute dal comandante della brigata od eventualmente da uno qualsiasi dei presenti sul tema dato dal precisato comandante. Dette conferenze iniziano alle o re 19 di ogni sera ed avranno una durata di circa dieci giorni. Cielo sereno. Tempo bello. Moderato. S. ten. G. Maras
16 febbraio 1945 - Venerdì Bingula. Continua la nota attività di tutti i reparti della brigata. Spesso i compagni dei quadri politici tengono conferenze di carattere vario e specie culturale, elevando sempre più il già alto morale dei militari che ascoltano con interessamento e comprensione i vari argomenti trattati in ogni seduta. Cielo sereno. Tempo bello. S. ten. G. Maras
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17 febbraio 1945 · Sabato Bingula. Normale svolgimento delle varie operazioni interne ed esterne dei reparti. Nessuna emergenza degna di nota. Cielo sereno. Tempo bello. Moderato. S. ten. G. Maras
18 febbraio 1945 · Domenica Bingula. I reparti continuano a svolgere le loro quotidiane operazioni con instancabile interessamento. Tutti i militari seguono l'attività dei rispettivi comandi con grande comprensione e buona volontà dimostrando, con la perfetta esecuzione dei loro doveri, l'alto spirito che li anima ed il profondo attaccamento per la guerra di liberazione che si conduce. Cielo sereno. Tempo bello. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
19 febbraio 1945 - Lunedì Bingula. Sotto la direzione del vice commissario di brigata viene iniziato un corso per gli appartenenti ai quadri politici, della presumibile durata dai 15 ai 20 giorni. Gli argomenti che vengono trattati riflettono tutti il ramo politico. Prosegue sempre l'attività teorico-pratica dei vari reparti, i cui componenti dimostrano palesemente il massimo interesse ed attaccamento per le istruzioni militar i in genere che giornalmente vengono impartite ed attuate praticamente sul terreno. Cielo sereno. Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras
20 febbraio 1945 · Martedì Bingula. Quasi giornalmente vengono tenute conferenze ai militari dei vari reparti, riguardanti la prossima celebrazione del 27° anniversario dell'Armata Rossa. Giuste istruzioni superiori, per tale data avranno luogo in seno alla nostra brigata ed a cura dei compagni facenti parte della stessa, gare ginnico sportive, cori, spettacoli teatrali ed altre simili manifestazioni. Cielo sereno. Tempo bello. Moderato. S. ten. G. Maras
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21 febbraio 1945 - Mercoledì Bingula. Continua l'addestramento ginnico-militare dei reparti e l'organizzazione delle varie gare. Il noto corso per i quadri politici e quello militare per gli ufficiali, si svolgono normalmente con buoni risultati. Cielo sereno. Tempo bello. Moderato. S. ten. G. Maras
22 febbraio 1945 - Giovedì Bingula. Ore 18: alla presenza dei componenti il comando brigata ha avuto luogo, nel teatro di Divos, la commemorazione dell'Armata Rossa. Assistevano alla cerimonia tutti gli ufficiali dei vari reparti, i decorati e gli elementi migliori. Con il canto di inni patriottici russi eseguito da elementi del 3° battaglione «Mameli» e per organizzazione dello stesso gruppo culturale, ha avuto termine la cerimonia in piena armonia e cordialità. Cielo sereno. Tempo bello. S. ten. G. Maras
23 febbraio 1945 - Venerdì Bingula. Ore 10: il comando brigata passa in rivista i reparti schierati in assetto di guerra e con salmerie da combattimento. Il comandante pronuncia un discorso commemorativo dell'anniversario dell'Armata Rossa. Successivamente vengono cantati inni patriottici russi ed italiani ed iniziate gare ginnico-mili tari con premi. Ore 19: nel teatro di Divos viene dato uno spettacolo d'arte varia organizzato dal gruppo culturale del 3° battaglione. Vi assistono rappresentanze di tutti i reparti ed anche numerosi civili. Dopo diverse ore di letizia, commozione ed ilarità il trattenimento finisce in piena allegria e soddisfazione da parte di tutti i presenti. Cielo coperto. Nuvoloso. Rigido. S. ten. G. Maras
24 febbraio 1945 - Sabato Bingula. Continua il corso serale militare per gli ufficiali e l'altro per i quadri politici.
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Presso i reparti normale attività teorico-pratica militare. Cielo coperto. Nuvoloso. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras 25 febbraio 1945 - Domenica Bingula. Normale attività dei reparti che attendono puntualmente e con interessamento alle varie operazioni interne ed esterne. Nessun fatto degno di rimarco. Cielo sereno. Tempo bello. S. ten. G. Maras
26 febbraio 1945 - Lunedì Bingula. Presso i reparti, oltre alle normali operazioni giornaliere, vengono organizzate ed attuate partite di calcio, esercizi ginnici, cori ed altri simili diversivi, a cui prendono parte quasi tutti i militari che trascorrono ore di ricreazione in grande allegria. Cielo sereno. Bello. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
27 febbraio 1945 - Martedì Bingula. I militari del gruppo culturale del 1° battaglione «Garibaldi», nel teatro a Divos hanno dato una rappresentazione d'arte varia. È intervenuto il comando brigata, quello dei battaglioni, rappresentanze dei nostri vari reparti e numeroso pubblico. Lo spettacolo riuscitissimo è stato lungamente acclamato e commentato molto favorevolmente da tutti i presenti. Cielo coperto con leggera pioggia al mattino. Sereno nel pomeriggio. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
28 febbraio 1945 - Mercoledì Bingula. Ore 13: presso il comando brigata ha avuto luogo una lunga conferenza per tutti i comandanti e commissari di battaglione e reparti minori. Gli argomenti trattati sono stati i seguenti: 1°) esame della situazione nei reparti (combattività, disciplina, armi e mezzi); 2°) quadri; 3°) varie.
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La riunione ha avuto termine alle ore 19 circa. Cielo coperto. Moderato.
S. ten. G. Maras 1 marzo 1945 · Giovedì Bingula. I reparti attendono sempre alle varie operazioni interne ed esterne e svolgono la consueta attività teorico-pratica, militare e politica. Prosegue pure l'organizzazione e l'attuazione di esercizi ginnico-sportivi, cori ed altri simili diversivi, con grande giubilo dei nostri militari. Cielo sereno. Tempo bello. Mite.
S. ten. G. Maras 2 Marzo 1945 - Venerdì Bingula. Il corso per gli appartenenti ai qu adri politici si svolge con interessamento e buona volontà da parte di tutti i partecipanti, che accrescono sempre più le loro cognizioni politiche e culturali. Presso i vari reparti la nota attività giornaliera. Nessun fatto degno di speciale menzione. Cielo semi coperto con saltuarie raffiche di pioggia e neve. Temperatura alquanto rigida.
S. ten. G. Maras 3 marzo 1945 - Sabato Bingula. Continuano le varie conferenze per i quadri politici e militari. Prosegue pure l'addestramento tattico-strategico dei reparti che si perfezionano sempre più nel combattimento. Cielo coperto con vento e saltuaria lenta caduta di neve. Temperatura rigida.
S. ten. G. Maras 4 marzo 1945 - Domenica Bingula. Perdurano le varie oper azioni e l'attività menzionata i giorni precedenti. Nel complesso tutto procede bene e con palese
attaccamento e dedizione da parte di tutti. Cielo coperto con lenta caduta di neve. Rigido. S. ten. G. Maras
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5 marzo 1945 - Lunedì Bingula. I reparti attendono alle già note istruzioni pratiche dei giorni precedenti. Il morale dei militari è sempre alto e le notizie radio trasmesse giornalmente e riguardanti le strepitose avanzate dell'Armata Rossa e degli Anglo-Americani vengono apprese con grande gioia e commentate con giusto valore. Cielo coperto. Vento. Rigido. S. ten. G. Maras
6 marzo /945 - Martedì Bingula. Ore 18.30: nel teatro a Divos ha avuto luogo un altro spettacolo teatrale a cura del gruppo culturale ·del battaglione «Garibaldi». Oltre il comando brigata erano presenti quelli dei battaglioni, militari dei vari reparti e moltissimi civili. La rappresentazione è stata di piena soddisfazione dei presenti e lungamente acclamata. Cielo sereno. Bello. Temperatura moderata.
S. ten. G. Maras 7 marzo 1945 - Mercoledì
Bingula. Sempre continua l'organizzazione sportiva dei reparti che si addestrano quasi giornalmente al gioco del calcio, al tiro alla fune, al salto in alto, in lungo ed altri vari esercizi ginnici. I militari vi prendono parte con entusiasmo e trascorrono diverse ore in pieno divertimento e grande allegria. Cielo coperto. Vento. Rigido. S. ten. G. Maras
8 marzo 1945 - Giovedì Bingula. Ore 19: per festeggiare la ricorrenza della «Giornata della donna», per iniziativa dèlla sezione culturale della brigata ed a cura ed organizzazione dell~ referente della nostra sanità. nel teatro a Divos è stata data una rappresentazione dalle civili del luogo. E ra presente numeroso pubblico, i componenti i nostri vari comandi e militari dei reparti dipendenti. Dopo il canto di inni patriottici e discorsi commemorativi, la
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cerimonia è terminata con prolungati applausi e giubilo degli intervenuti. Cielo coperto. Variabile. Rigido. S. ten. G. Maras 9 marzo 1945 - Venerdì Bingula. L'istruzione sul funzionamento e maneggio in genere delle armi è molto curata ed i militari si applicano sempre volentieri per rendersi familiare l'uso e la conoscenza delle varie armi automatiche in dotazione. Cielo coperto. Variabile. Rigido. S. ten. G. Maras 10 marzo 1945 - Sabato Blngula. Ore 19: nel teatro a Divos inizia uno spettacolo d'arte varia organizzato ed eseguito dai militari del 2° battaglione «Matteotti». Come le precedenti volte affluiscono molti civili e rappresentanze dei nostri reparti. Tutto si svolge normalmente con evidente soddisfazione degl'intervenuti che più volte salutano la fine dello spettacolo con prolungati applausi. Cielo sereno, Tempo bello. Rigido. S. ten. G. Maras 11 marzo 1945 - Domenica Bingula. Ore 15: il 2° battaglione «Matteotti» ha ripetuto lo spettacolo del giorno precedente, per farvi assistere tutti i militari del proprio reparto. Come le altre volte la rappresentazione è riuscita graditissima tanto che sono stati richiesti e concessi vari «bis». Cielo semi-coperto. Tempo variabile. Rigido. S. ten. G. Maras 12 marzo 1945 - Lunedì Bingula. I nostri battaglioni si portano in una località tra Divos e Calma, dove s i costruisce un aerodromo, ed unitamente a moltissimi civili prendono parte ai vari lavori che iniziano alle ore 8 e si protraggono fino alle 17 di ogni giorno. Cielo sereno. Variabile. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
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13 marzo 1945 - Martedì Bingula. I nostri militari continuano a prendere parte ai lavori menzionati ieri, che proseguono alacremente. Ore 19: nel teatro a Divos il 4° battaglione << Fratelli Bandiera» ha dato uno spettacolo teatrale e vario per i nostri militari. Sono intervenuti anche moltissimi civili. Cielo sereno. Tempo bello. Variabile. S. ten. G. Maras
14 marzo 1945 - Mercoledì Bingula. I lavori per la costruzione dell'aerodromo continuano ed i nostri militari vi prendono parte attivamente. Oltre a ciò nessuna emergenza degna di particolare rilievo. Cielo sereno. Tempo bello. Alquanto mite. S. ten. G. Maras
15 marzo 1945 - Giovedì Bingula. La già nota attività dei nostri m ilitari per completare i lavori del nuovo aerodromo. Per il rimanente, normale attività dei reparti. Nessun fatto degno di nota. Cielo sereno. Variabile. Temper atura moderata. S. ten. G. Maras
16 marzo 1945 - Venerdì Bingula. Ogni reparto continua l'addestramento ginnico - militare degli uomini che oltre a svagarsi si tengono in esercizio con grande vantaggio per il loro fisico che si irrobustisce e diventa sempre più agile. Ore 15: ha avuto luogo una partita di calcio disputata tra i battaglioni «Matteotti» e «Mameli». Vi assistevano oltre il comando brigata e quello dei vari battaglioni, moltissimi nostri militari. La partita si è svolta normalmente e conclusa con la vittoria del battaglione «Matteotti» per 2 a 1. Cielo sereno. Tempo bello. Mite. S. ten. G. Maras
17 marzo 1945 - Sabato Bingula. Ore 8: la brigata si sposta a Sarengrad quale riserva
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divisionale e col compito di proteggere il fianco sul Danubio per eventuali sbarchi. I reparti vengono dislocati come segue: - il 3° battag]ione «Mameli» ed il 4° «Fratelli Bandiera» a Ilok col compito di pattugliamento lungo il fiume; - la compagnia genieri di brigata ed il comando retrovie al completo vengono pure fatti sistemare in detta località; - il battaglione «Garibaldi», il «Matteotti» e la compagnia d'accompagnamento, quella collegamenti ed il comando di brigata a Sarengrad, che raggiungono alle ore 17 circa lungo la riva destra del Danubio. Giunti in linea i reparti eseguono subito lavori di trinceramento. Cielo e tempo variabile. Vento. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
18 marzo 1945 · Domenica Sarengrad. I reparti menzionati il giorno precedente e tuttora in linea continuano i lavori di trinceramento. Nel pomeriggio fuoco d'artiglieria da ambo le parti senza alcuna nostra perdita. Sul nostro fronte, durante il mattino, normale attività dell'aviazione sovietica. Nessun altro fatto o avvenimento degno di nota. Cielo sereno. Bello. Variabile. S. ten. G. Maras
19 marzo 1945 . Lunedì Sarengrad. Durante il mattino attività dell'aviazione sovietica che ha più volte bombardato e mitragliato le linee nemiche. Nel pomeriggio duelli d'artiglieria senza conseguenze da parte nostra. Nel nostro settore nessuna emergenza degna di rilievo. Cielo sereno. Tempo bello. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
20 marzo 1945 . Martedì Sarengrad. I militari tuttora in linea continuano i lavori di trinceramento. Normale attività dell'aviazione sovietica che bombarda e mitraglia nel settore nemico.
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Saltuari colpi d'artiglieria da ambo le parti, senza alcuna perdita da parte nostra. Cielo sereno. Bello. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
21 marzo 1945 · Mercoledì Sarengrad. L'aviazione sovietica continua sistematicamente a bombardare e mitragliare la zona nemica. Normale attività di nostre pattuglie avanzate. Azione di disturbo e pressione sul nemico, senza successi degni di nota. Duelli d'artiglieria e reciproche scariche di fucileria e mitragliatrici. Nessuna novità degna di particolare menzione. Cielo sereno. Tempo bello. Alquanto mite. S. ten. G. Maras
22 marzo 1945 - Giovedì Sarengrad. Prosegue la nota attività di disturbo e pressione s ull'avversario. Lo stesso dicasi per le nostre pattuglie avanzate. L'aviazione continua la sua saltuaria azione sul nemico che certamente subisce perdite non indifferenti. Duelli d'artiglieria, senza alcuna perdita da parte nostra. Nessun'altra novità degna di particolare rilievo. Cielo coperto. Vento. Variabile. S. ten. G. Maras
23 marzo 1945 · Venerdì Sarengrad. Sempre continuano i lavori di trinceramento e la già nota attività aerea contro il nemico. Al mattino e pomeriggio fuoco d'artiglieria da ambo le parti. Durante la notte saltuarie raffiche d i mitragliatrici, colpi di mortaio e racchette da parte dell'avversario che non consegue alcun successo né arreca perdite di sorta. Nessun avvenimento o fatto degno di rimarco. Cielo sereno. Tempo bello. Mite. S. ten. G. Maras
24 marzo 1945 · Sabato Sarengrad. I reparti si trovano dislocati come precisato il giorno dell'arrivo in questa zona. Quelli accantonati ad Ilok conti-
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nuano il servizio di pattugliamento lungo il Danubio e di collegamento con gli altri due nostri battaglioni in linea. Al fronte, nel nostro settore, la già nota attività di pattuglie avanzate, senza ulteriori novità da segnalare. Cielo sereno. Bello. Mite. S. ten. G. Maras 25 marzo 1945 - Domenica Sarengrad. Provenienti dai reparti partigiani, dove si trovavano dal dicembre u/s, sono giunti alla brigata trenta militari italiani, già prigionieri dei tedeschi. I medesimi sono stati ripartiti tra il battaglione «Garibaldi» e il «Matteotti». L'ufficio assistenza e propaganda dello S.M.R.E. ha inviato dall 'Italia diverso materiale, e precisamente: tombole, giuochì di dama e domino, macchinette per barba, lamette, occhiali da neve, penne stilografiche, boccette d'inchiostro, pacchetti di polvere insetticida, limonine, matite, ed alcune migliaia di copie del giornate «Italia» e della rivista «Lavoro». Il tutto è stato distribuito equamente ai militari dei vari reparti ed a quelli degenti negli ospedali. Tutti hanno compreso l'alto significato e gradito moltissimo i doni inviati dall'Italia che non dimentica i suoi figli. Ore 21.30: sul Danubio si ode il funzionamento di motori che lascia prevedere il transito sul fiume di imbarcazioni nemiche. Viene immediatamente dato l'allarme perché si avvistano due velocissimi «mas» diretti verso Ilok. Il fuoco delle nostre armi automatiche viene concentrato su detti «mas», che rispondono con alcune raffiche, ma data la piccola dimensione di essi, la scarsa visibilità, la grande velocità e conseguente movibilità, non si riesce, almeno apparentemente, a colpirli e proseguono così la loro corsa nella direzione presa. Ore 23.30: altri due «mas» vengono scorti, e come i primi due passano a tutta velocità sotto il nostro intenso e violento fuoco, e sparando con le armi automatiche di bordo si allontanano pure in direzione di Ilok. Ignorasi le eventuali perdite arrecate al nemico. Da parte nostra nessuna perdita in uomini, armi e materiali. Cielo sereno. Bello. Mite. S. ten. G. Maras
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26 marzo 1945 - Lunedì Sarengrad. Ore 1.30: due dei «mas» già segnalati e diretti verso la zona di provenienza della sera precedente, percorrono il Danubio a tutta velocità, sebbene fatti segno dal nutrito fuoco delle nostre armi. Favoriti dai noti fattori menzionati in precedenza, riescono ad attraversare il nostro settore senza apparentemente essere colpiti. Ore 4.30: si ripete lo stesso movimento degli altri due «mas» che seguono la. direzione dei primi. Sembra però che uno di questi ultimi sia stato colpito; ciò non pertanto continua velocemente la sua corsa sotto il nostro fuoco micidiale, allontanandosi e sparando qualche raffica. Quasi subito l'artiglieria nemica apre il fuoco ed alcune granate e bombe da mortaio cadono lungo la riva destra del Danubio e nel paese di $arengrad, senza conseguenze per noi, ma arrecando solo danni di lieve entità ad abitazioni civili. Perdite subite: N.N. Imprecisate quelle arrecate al nemico. Cielo coperto. Variabile. Mite. S. ten. G. Maras 27 marzo 1945 - Martedì Sarengrad. La vigilanza sul Danubio è sempre molto attiva.Sulla nostra linea proseguono i lavori di trinceramento per una migliore difesa e sistemazione. Continua l'esplorazione delle nostre pattuglie avanzate ed il collegamento con gli altri nostri reparti di stanìa ad Ilok, che provvedono tuttora al noto servizio lungo il fiume. Saltuario fuoco d'artiglieria da ambo le parti senza altre novità di particolare rilievo. Cielo coperto. Tempo variabile. Piuttosto afoso. S. ten. G. Maras
28 marza 1945 - Mercoledì Sarengrad. Nel nostro settore del fronte la solita vigilanza e continuazione dei lavori di trinceramento. Nel pomeriggio duelli d'artiglieria. Ore 14.45: una delle granate nemiche cadute in paese provocava la morte del marinaio Abete Dante ed il ferimento di altro militare.
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Ignoransi le eventuali perdite arrecate all'avversario dal tiro della nostra artiglieria. Cielo coperto con leggera pioggia. Variabile. Alquanto mite. S. ten. G. Maras
29 marzo 1945 · Giovedi Sarengrad. I battaglioni «Garibaldi» e «Matteotti» si trovano tuttora in postazione lungo il Danubio, e gli altri due ad Ilok, ove disimpegnano il già noto servizio. Continua sempre l'attività delle nostre pattuglie avanzate, senza conseguire pel momento successi degno di rilievo. Nel nostro settore la situazione permane stazionaria. Cielo coperto. Variabile. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
30 marzo 1945 - Venerdi Sarengrad. Nel nostro settore proseguono in modo normale i noti lavori di trinceramento. L'attività delle nostre pattuglie sempre continua, malgrado le non lievi difficoltà che esse devono superare per portare a compimento il loro mandato. Limitato fuoco d'artiglieria da ambo le parti. Nessuna emergenza degna di rilievo. Cielo coperto. Tempo variabile. Alquanto mite. S. ten. G. Maras
31 marzo 1945 · Sabato Sarengrad. Sono giunti alla brigata altri venti militari italiani provenienti dai reparti partigiani. Verso le ore 22.30 del giorno precedente, mentre una pattuglia del battaglione «Fratelli Bandiera» percorreva lo stradale Ilok-Sarengrad, per accidentale urto contro una mina che trovavasi a terra e di cui s'ignorava l'esistenza, moriva il compagno Errante Antonio e rimanevano feriti leggermente altri due militari. Nel nostro settore del fronte la nota attività, senza altre emergenze degne di speciale menzione. Cielo coperto. Vento. Variabile. S. ten. G. Maras
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1 aprile 1945 - Domenica Sarengrad!. S. Pasqua. I militari trascorrono la festività religiosa in piena armonia e gioia. Ore 19.30: nel teatro ad Ilok, a cura ed iniziativa dell'ufficio propaganda della brigata, ha avuto luogo uno spettacolo d'arte varia eseguito da elementi dei nostri vari reparti. Sono intervenuti i componenti del comando brigata e dei battaglioni, nonché moltissimi militari e numerosi civili. Lo spettacolo è stato di pieno gradimento degl'intervenuti che hanno lungamente applaudito. Nel nostro settore del fronte nessuna novità. Cielo sereno. Tempo bello. Mite. S. ten. G. Maras
2 aprile 1945 - Lunedì Sarengrad. Nelle ore antimeridiane i battaglioni si danno il cambio in linea. Il «Mameli» e «Fratelli Bandiera» occupano le postazioni del «Garibaldi» e «Matteotti», che a loro volta si portano ad Ilok col noto compito. Ore 21: le pattuglie volanti dei nostri reparti si spingono fin sotto le linee nemiche con compiti esplorativi e di disturbo. Dopo di aver lanciato varie bombe a mano, le stesse rientrano alle posizioni di partenza alle ore 23 circa. Scarsa reazione da parte del nemico. Solo un nostro militare ferito. Ignoransi le eventuali perdite inflitte all'avversario. Durante la notte intenso fuoco della nostra artiglieria. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
3 aprile 1945 - Martedì Sarengrad. Nel nostro settore del fronte la situazione è invariata. Viene svolta la già nota azione di vigilanza e quella esplorativa delle nostre pattuglie avanzate. Ore 10: alcune granate nemiche cadono nei pressi del Danubio, senza arrecare conseguenze. Durante la notte duelli d'artiglieria e saltuarie raffiche di armi automatiche. Cielo sereno. Bello. Mite. S. ten. G. Maras
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4 apri.le 1945 - Mercoledì Sarengrad. La dislocazione dei nostri reparti è quella già nota. Il 3° e 4° battaglione si trovano tuttora in linea sulla riva destra del Danubio. Continua sempre intensamente la vigilanza sul fiume per prevenire, ostacolare ed annientare qualsiasi azione nemica. Nel nostro settore nessuna novità degna di particolare menzione. Cielo coperto. Variabile. Poca pioggia. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
5 apri.le 1945 - Giovedì Sarengrad. La brigata è stata messa in allarme in previsione di uno stabilito attacco dimostrativo da operare da altri reparti della nostra divisione, in un settore del fronte prossimo al nostro e tenuto da militari del!' Armata Jugoslava. Ore 5: l'artiglieria divisionale concentra il fuoco sulla zona nemica, e dopo circa un'ora awiene l'azione innanzi precisata. Vi prendono parte anche gli esploratori della nostra brigata, ed uno di essi, a nome Postié Zivan, cade colpito da raffica nemica. Nel nostro settore del fronte nessuna novità. Cielo sereno. Tempo bello. Mite. S. ten. G. Maras
6 aprile 1945 - Venerdì Sarengrad. Nel nostro settore continua la più oculata vigilanza sul Danubio. Gli altri reparti distaccati ad Ilok provvedono sempre al noto servizio di pattugliamento lungo il fiume ed al collegamento con i battaglioni in postazione. Durante il pomeriggio e verso sera, in altro settore del fronte e vicino al nostro, intenso fuoco di mortai, di armi automatiche e di fucileria, sia da parte dei compagni jugoslavi che del nemico. Nessun'altra emergenza degna di rilievo. Cielo coperto con saltuarie raffiche di pioggia e vento. Temperatura variabile. S. ten. G. Maras 7 apri.le 1945 - Sabato
Sarengrad. Alla brigata sono giunti circa 90 militari italiani provenienti da reparti lavoratori. Agli stessi è stata fatta praticare
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la disinfestazione del vestiario, il taglio dei capelli ed il bagno, e dopo sono stati smistati per i reparti dipendenti. Nel nostro settore, la già nota attività, senza ulteriori emergenze. Cielo coperto. Forte vento con saltuari scrosci di pioggia, alquanto rigido. S. ten. G. Maras 8 aprile 1945 - Domenica Sarengrad. Oltre la normale attività dei nostri reparti in postazione, non vi è nulla da segnalare di particolare rilievo. Durante il pomeriggio alcune granate nemiche sono cadute nei pressi dell'abitato di Sarengrad, senza apportare conseguenze. L'aviazione continua con maggiore violenza la sua azione sul nemico che certamente subisce perdite di non lieve entità. Cielo coperto. Variabile. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
9 aprile 1945 - Lunedì Sarengrad. La nostra azione esplorativa e di vigilanza è come sempre molto attiva. Nel settore del nostro fronte nessun fatto od avvenimento di speciale riguardo. Cielo coperto. Tempo variabile. Mite. S. ten. G. Maras
10 aprile 1945 - Martedì Sarengrad. I battaglioni «Mameli» e «Fratelli Bandiera» sono tuttora in postazione sulla riva destra del Danubio, mentre il «Garibaldi» e «Matteotti» sono ad Ilok, col noto compito. L'azione esplorativa e di vigilanza delle nostre squadre volanti continua sempre con interessamento, conseguendo buoni risultati. Normale attività dell'aviazione sovietica che bombarda e mitraglia nella zona nemica. Nel nostro settore nulla di notevole da segnalare; in altro vicino al nostro e tenuto anche da reparti della nostra divisione, durante la notte fuoco di mortai, di armi automatiche e di fucileria da ambo le parti. Cielo sereno. Variabile. Tiepido. S. ten. G. Maras
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11 aprile 1945 - Mercoledì Sarengrad. Durante il mattino e pomeriggio nel nostro settore del fronte normale attività esplorativa e di vigilanza. Ore 20: la brigata si sposta e va a prendere posizione in linea, dando il cambio ad un battaglione della I brigata. Sono in linea il 1° e 2° battaglione mentre il 3° rimane di immediata riserva ed il 4° sulle vecchie posizioni. Su tutto il fronte fervono i preparativi per una prossima offensiva. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
12 aprile 1945 · Giovedì Ore 4.35: l'artiglieria apre un violentissimo fuoco sulle posizioni nemiche. Ore 5: inizia l'attacco alle posizioni avversarie su tutto il fronte. Ore 5.30: interviene l'aviazione dell'Armata jugoslava che bombarda e mitraglia efficacemente la zona nemica. Ore 6: il lato s inistro nel settore della III brigata viene sfondato con la collaborazione di carri armati ed inizia subito dopo l'inseguimento del nemico. Nel nostro settore il 1° battaglione passa due volte all'assalto senza riuscire ad occ upare le posizioni. Il 2° battaglione approfittando dello sfondamento sul lato sinistro entra nelle linee nemiche e con larga manovra accerchia l'avversario che res iste ancora sulle posizioni del 1°, mentre il 3° si porta in linea a fianco del 1°, continuando subito dopo l'inseguimento. Il 1° battaglione con un ultimo deciso assalto, coadiuvato dal 2°, occupa le posizioni ed immediatamente insegue il nemico che non oppone alcuna resistenza. Viene fatto un certo numero di prigionie ri e catturato vario materiale bellico. Il paese di Mohovo, obiettivo immediato, viene raggiunto e sorpassato senza combattimento. Si punta su Opatovac che viene preso d'assalto, in collaborazione con la I brigata, facendo gran numero di prigionieri e bottino vario. La nostra brigata si sistema in difesa, fuori del p aese, mentre le altre continuano l'inseguimento.
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Ore 19: si prosegue per Sotin che si raggiunge alle ore 23 circa. Perdite sub ite relativamente lievi, mentre sono ingentissime quelle del nemico. Tra l'altro materiale catturato due carri armati, quattro cannoni e varie armi automatiche leggere e pesanti. Il numero complessivo dei prigionieri, in maggioranza tedeschi con una piccola percentuale di ustasci e domobrani, sorpassa i 200, molti dei quali si arrendono senza combattere. Cielo sereno. Bello. Mite. S. ten. G. Maras
13 aprile 1945 - Venerdì Sotin. Ore 11 :30; la brigata si sposta a Trpinja per venire a contatto col nemico che però nella sua precipitosa fuga rimane invisibile. Il 2° e 4° battaglione proseguono per Bobota ed il 1° per Vera, con compito esplorativo. Si prende collegamento con reparti della 3a Armata che H giorno 12 avevano operato uno sbarco alle spalle del nemico, nel settore di Osijek. Cielo coperto, variabile. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
14 aprile 1945 - Sabato Trpinja. Ore 3: tutta la brigata si sposta ad Antin, che si raggiunge alle ore 7.30 circa, col compito di esplorazione, rastrellamento e tentativo di prendere contatto col nemico. Ore 12: si prosegue per Siroko Polje per agganciare il nemico; vengono fatti alcuni prigionieri senza combattimento. Ore 20: si raggiunge Siroko Polje. Il 4° battaglione prosegue per Vuka ed il 3° per Gorjani, che raggiungono rispettivamente alle ore 23 dello stesso giorno ed ore 1 del successivo, col compito di esplorazione profonda per agganciare il nemico. Vengono così coperti in una giornata circa cinquanta chilometri in territorio non ancora liber ato. Cielo coperto, variabile. Tiepido. S. ten. G. Maras
15 aprile 1945 - Domenica
Siroko Polje. Ore 11.30: la brigata prosegue in direzione di Imbrijevci per incalzare ed agganciare il nemico.
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Ore 16.: a Djakovacka Satnica si è vista una colonna nemica che si dirigeva verso il paese. Il 1° battaglione va in JPOStazione, mentre il 3° prosegue per assicurare la strada più avanti. Il nemico però non avanza, ma fa soltanto fuoco di sbarramento con mortai e cannoni. Un ferito da parte nostra. Cielo sereno. Variabile con vento. Tiepido. S. ten. G. Maras 16 aprile 1945 - Lunedì Ore 1.30: si raggiunge Imbrijevci senza alcun compito specifico, tranne quello di sicurezza affidato a tutti i reparti. Il 3° battaglione rimane a Slobodna Vlast con le retrovie. Ore 17: tutta la brigata prosegue in direzione di Slavonska Pozega; vengono raggiunti e sorpassati alcuni piccoli paesi. Cielo sereno. Tempo bello. Temperatura normale. S. ten. G. Maras 17 aprile 1945 - Martedì Dopo alcune ore di sosta sulla strada, tutta la brigata continua la sua marcia attraversando altri piccoli centri abitati. Ore 16: si giunge a Halinié. Il 1°, 3° e 4° battaglione vanno in postazione a protezione della strada che porta a Slavonska Pozega, con puntate spinte in avanti. Il 3° battaglione cattura 40 carri di materiale vario, quadrupedi e 20 prigionieri tra tedeschi, ustasci e domobrani. Cielo sereno. Tempo bello. Mite. S. ten. G. Maras 18 aprile 1945 - Mercoledi Halinié. Il 4° battaglione riceve il cambio dall'l 1a divisione, mentre il 2° va in postazione a fianco del 1° e del 3 °. Ore 14: il 4° battaglione raggiunge gli altri battaglioni nella zona di Gradac, rimanendo di riserva, mentre gli altri battaglioni sbarrano la strada che da Slavonska Pozega va verso Pleternica, che viene attaccata dagli altri reparti della 1a divisione. Si rimane in postazione tutta la notte perché il paese, importantissimo nodo stradale, resiste accanitamente. Cielo sereno. Bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
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19 aprile 1945 - Giovedì Gradac. Verso le ore 2 il 1° battaglione ha avuto uno scontro con una pattuglia nemica e cattura due prigionieri. Ore 14: il I O e 4° battaglione passano a disposizione della XIII brigata per effettuare una manovra di accerchiamento su Platemica, cercando di tagliare la ritirata al nemico, mentre il 2° e 3° continuano nel compito precedente. Ore 17: le retrovie raggiungono la brigata nella zona di Gradac Blacko, da dove si riparte attraverso le montagne per tagliare la ritirata alle ingenti forze nemiche che ripiegano da Brod. Il 1° e 4° battaglione nel frattempo cambiano itinerario per ricongiungersi con la brigata. Cielo sereno. Tempo bello. Mite. S. ten. G. Maras
20 aprile 1945 - Venerdì La marcia continua per tutta la notte per le difficoltà dei carriaggi date dal terreno. Ore 6: il 1 ° e 4° battaglione riprendono collegamento con la brigata e si forma così un'unica colonna. Ore 9: il 3° battaglione, in testa, viene attaccato nella zona di Vrhovci da un forte gruppo di domobrani. Il 1° e 3° battaglione passano immediatamente al contrattacco, mentre il 4° prende posizione a sud di Pozega per proteggere le provenienze, ed il 2° rimane con la colonna delle retrovie che comprende anche le retrovie di altre brigate. Dopo un combattimento di circa due ore, il 1° e 3° battaglione, protetti dalle armi pesanti della compagnia di accompagnamento occupano le posizioni nemiche, inseguendo gli sbandati per alcuni chilometri. Perdite lievi da parte nostra, ingenti quelle nemiche in uomini e materiali. Dopo di che la colonna prosegue indisturbata, raggiungendo alle ore 19 circa D. Donji Lipovac. Il 3° battaglione va in postazione sull'ala destra della V brigata della 21 a divisione per proteggerne il fianco, mettendosi sotto il suo comando tattico. Il 2° e 4° battaglione si portano nella zona di Dragovci per tagliare la strada al nemico che si sta ritirando da Pletemica. Ore 20.30: duelli d'artiglieria con violentissimo fuoco di mortai
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e di anni automatiche quasi per tutta la notte, da parte degli altri reparti dell'Armata jugoslava. Cielo sereno. Tempo bello. Vento. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras 21 aprile 1945 -Sabato D. Lipovac. Il fuoco d'artiglieria e di armi automatiche continua quasi ininterrottamente da ambo le parti. Ore 9: il 2° e 4 ° battaglione non riescono a tagliare la strada che viene molto bene difesa dal nemico. Durante tutta la giornata si susseguono gli attacchi e contrattacchi da ambo le parti. Ben quattro volte viene occupata la posizione nemica che poi si è costretti ad abbandonare. Nel pomeriggio il nemico intensifica al massimo il fuoco dell'artiglieria riuscendo a diminuire, con violentissimi attacchi, la pressione sulla strada. Ore 17: il 1° battaglione viene di rinforzo agli altri due. Perdite nostre relativamente lievi, mentre notevoli quelle avversarie. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
22 aprile 1945 - Domenica Ore 4: il 1° battaglione, entrato in li nea, rioccupa la quota dominante la strada, dovendo però abbandonarla subito in seguito a violentissimo contrattacco nemico. I tre battaglioni s i sistemano in difesa, attendendo di prendere collegamento sulla sinistra con la I brigata, per poter passare all'attacco definitivo. Ore 16: la I brigata giunta nel frattempo passa all'attacco assieme alla XIII, mentre la nostra mantiene le posizioni. La violenta reazione nemica non permette il raggiungimento dell'obiettivo. Ore 18: il 3° battagJìone si riunisce alla brigata e rimane di riserva. Cielo coperto con pioggia e vento. Temperatura piuttosto rigida. S. ten. G. Maras 23 aprile 1945 - Lunedì Col favore della notte, poco prima dell'alba, il nemico abbando-
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na le posizioni. Si possono così constatare nei camminamenti nemici le rilevanti perdite avute. Ore 6: una compagnia del 3° battaglione ed una del 4° vengono lasciate nella zona per rastrellare i boschi, mentre tutti i reparti rientrano a D. Lipovac. Ore 11: la brigata si sposta per Bili Brig da dove prosegue immediatamente per Ostri Vrh, che si raggiunge alle ore 19 circa, dove si passa la notte. Il 3° e 4° battaglione passano quale riserva della III brigata nel paese di Brdjani. Cielo coperto, variabile con saltuari rovesci di pioggia. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
24 aprile 1945 - Martedì
Il nemico in precipitosa fuga verso Zagabria abbandona quasi senza combattimento l'importante cittadella di Nova Gradiska. Ore 7: la brigata si sposta, e attraverso Nova Gradiska raggiunge Trnava G. alle ore 14, senza alcun compito specifico. Cielo sereno. Tempo bello, mite. S. ten. G. Maras 25 aprile 1945 - Mercoledi Tmava G.. Ore 7: tutta la brigata si sposta a Borovac che si raggiunge alle ore 15. Il 3° e 4° battaglione per aiutare nello sfondamento verso Novska la I brigata, si portano sul lato destro nei boschi fuori strada. Il 3° battaglione arriva di sorpresa sulle posizioni nemiche ed attacca decisamente, ma viene respinto dalla forte ed improvvisa reazione avversaria. Il 4 ° battaglione si porta al suo fianco e prendendo collegamento con la I brigata sulla sinistra, si forma una linea unica ininterrotta. Perdite lievi da parte nostra, imprecisate quelle nemiche. Cielo sereno; bello, tiepido. S. ten. G. Maras
26 aprile 1945 - Giovedì Borovac. AJ!le ore 9.30 tutta la brigata si sposta a Livadjani, ad eccezione del 3° e 4° battaglione che la raggiungono alle ore 19.
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BRIGATA ITALIA
Il 1° e 2° battaglione si portano immediatamente in posizione per attaccare il presidio nemico di Popovac. Mentre fervono i preparativi dell'attacco e si inizia il tiro preparativo dei mortai, arriva l'ordine del comando di divisione di fermarsi sulle posizioni perché l'attacco verrà fatto su un altro lato da un'altra unità. Nel frattempo rientrano il 3° e 4° battaglione, dopo che quest'ultimo ha sferrato un violento attacco sulle posizioni nemiche senza però occuparle. Perdite lievissime da parte nostra, piuttosto forti quelle del nemico. Cielo sereno. Tempo bello, caldo. S. ten. G. Maras
27 aprile 1945 - Venerdì Livadjani. Intenso fuoco dell'artiglieria nemica che batte sulle nostre retrovie causando alcune perdite. Ore 9: il 3° e 4° battaglione si portano in posizione sul fianco destro del 1° e del 2 2, avendo però fra i due gruppi la V brigata della 21 a divisione. Ore 13: il 4° battaglione (nella zona di Brei.ovac) sferra un violento attacco ed è a sua volta contrattaccato. Si sviluppa cosl un fortissimo combattimento che impegna tutti i reparti ai fianchi e che dura tutta la giornata protraendosi per tutta la notte. Si lamentano sensibili perdite da parte nostra, specialmente nei quadri. Il 4° battaglione, dopo un certo periodo di combattimento è costretto a passare di riserva e a far passare in linea il 3° battaglione che continua il combattimento. Molto forti le perdite nemiche come successivamente verificato occupando le posizioni avversarie. Nel settore del 1° e 2° battaglione nessuna novità. Cielo sereno; variabile, saltuaria pioggerella. Tiepido. S. ten. G. Maras
28 aprile 1945 - Sabato Ore 3: la brigata riceve il cambio, ed assieme a tutta la divisione, si sposta più a nord, nel paese di Turkovaèa, senza alcun compito specifico, in attesa di ulteriori ordini. Ore 19: si riparte per Brekinska col compito di occupare due
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paesi antistanti e contemporaneamente di assicurare le provenienze da Antunovac. Cielo coperto; variabile con poca pioggia, mite. S. ten. G. Maras 29 aprile 1945 - Domenica Nella notte si giunge a Brekinska. Da informazioni assunte nei due paesi non si trova nessuno, cosicché il 3° e 4° battaglione si dispongono a difesa, mentre il 1° e 2° occupano i paesi senza incontrare r esistenza. Più avanti si prende contatto col nemico, ma non avendo compiti offensivi ci si s istema a difesa. Cielo coperto con pioggia; variabile. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras 30 aprile 1945 - Lunedì Brekinska. Ore 14: la brigata si sposta a Plostina per riposo e riorganizzazione. Tutto il paese è composto da elementi italiani emigrati nel 1870 e successivamente. Il 1°, 2° e 3° battaglione vengono fatti sistemare a Kapetanovo Polje, a circa due chilometri dal primo paese. Anche in questa località vi sono diverse famiglie di origine italiana. In entrambi i paesi i nostri reparti sono stati accolti con grande cordialità ed ospitati convenientemente secondo le possibilità locali. Cielo coperto. Variabile. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras 1 maggio 1945 - Martedì Plostina. AJla presenza di tutti i reparti della divisione, compreso un nostro battaglione di formazione, ha avuto luogo a Brekinska la cerimonia per la ricorrenza della «Festa del lavoro». Sono intervenuti il comandante della divisione, il commissario politico ed anche il commissario della 1 a armata unitamente ad altre personalità. Dopo discorsi delle prefate autorità militari e politiche, sono stati cantati vari inni patriottici e tenuti cori. Con la più cordiale e sincera fratellanza d'armi si è chiusa la manifestazione. Cielo coperto. Variabile. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
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BRIGATA ITALI.A
2 maggio 1945 - Mercoledì Plostina. Ore 5: la brigata si sposta a Blagorodavac, nelle vicinanze del fronte, come riserva della 6a divisione. Ore 9: si giunge a destinazione. Cielo coperto con pioggia e vento. Alquanto rigido. S. ten. G. Maras
3 maggio 1945 - Giovedì Blagorodavac. Ore 5.30: s i prosegue per Pavlovac, c he s i raggiunge alle 14 circa, senza alcun compito specifico, in a ttesa di ordini. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
4 maggio 1945 - Venerdì Pavlovac. Ore 0.30: si riparte per Trnovitica che si raggiunge alle ore 4. Ore 11: si riparte per Bojana col compito di collaborare con la 6a divisione nella presa di Cazma. Ore 19: si raggiunge Bojana prendendo collegamen to con la n a brigata della 48a divisione impegnata in combattimento con le avanguardie nemiche che difendono Cazma. Ore 22; si dà il cambio alla 48a divisione. Il 1°, 2° e 3° battaglione s i attestano sulle posizioni antistanti Bojana, mentre il 4° rimane di riserva. Durante tutta la notte attività esplorativa. Cielo sereno. Tempo bello, m i te. S. ten. G. Maras 5 maggio 1945 - Sabato
Ore 6: in collaborazione con la XIII brigata e con la 6a divisione si sferra l'attacco su Cazma, dove il nostro 2° battaglione entra circa le ore 8, proseguendo immediatamente per Dubrava con la XIII brigata. Ore 13: tutta la brigata, ad eccezione del 2° battaglione si sposta per Dubrava che raggiunge circa le ore 21. Durante il tragitto, poco prima di entrare a Dubr ava, verso le ore 18.30 la colonna della divisione viene attaccata da un gruppo di ustasci ed immediatamente i tre battaglioni vengono impegnati per
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il contrattacco cercando di, aggirare le pos1Z1oni nemiche, senza però r iuscire a rintracciare e lementi avversari. Cielo sereno con vento. Bello, tiepido. S. ten. G. Maras
6 maggio 1945 - Domenica Dubrava. Ore 11: il 3° e 4° battaglione si spostano a sud di Vrbovec, come r iserva divisionale, mentre il 1° rimane a Dubrava per protezione delle nostre retrovie e di quelle della divisione. Ore 20: i due summenzionati battaglioni si portano a Varos come riserva della III brigata che ha effettuato l'aggiramento di Vrbovec. Cielo sereno. Tempo bello, afoso. S. ten. G. Maras 7 maggio 1945 - Lunedì
Ore 10: si riparte per Gaj dove si riunisce tutta la brigata. Ore 16: si raggiunge la località stabilita. Ore 20: il 1° e 3° battaglione si spostano in direzione di Biskupec, col compito di eliminare un gruppo di uslasci già circondato lungo la strada omonima. All'arrivo dei battaglioni il gruppo però è già eliminato e quindi i battaglioni proseguono per la direzione stabilita. Tutti i militari sono esultanti per aver appreso dalla radio la notizia della resa incondizionata della Germania, e si augurano un felice e presto ritorno in Patria per riabbracciare i loro cari. Cielo sereno. Tempo bello, afoso. S. ten. G. Maras
8 maggio 1945 - Martedì Gaj. Ore 5: la brigata si sposta per Biskupec, che si raggiunge alle ore 11. Ore 6: il 3° battaglione con leggero combattimento occupa il paese di Sveti Ivan Zelina. Nessuna perdita da parte nostra, molto mate riale da parte del nemico. Ore 12: tutta la divisione punta su Zagabria, che malgrado l'armistizio è ancora contrastata da gruppi di ustasci che cercano di ritirarsi salvando il materiale. La nostra brigata ha il compito di rastrellare la Zagrebaèka Gora, scendendo quindi su Zagabria dal nord.
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BRJGATA ITALIA
Ore 15: i carriaggi che seguono la strada principale vengono fatti segno da colpi di mortaio, da raffiche di armi automatiche e da colpi dj fucile che causano lievissime perdite. Ore J 8: sulla quota Krizevna Bukva le guide perdono la strada, cosicché la brigata è costretta ad assumere posizione difensiva, mandando pattuglie di esplorazione per ritrovare la strada. Cielo sereno. Bello, afoso. S. ten. G. Maras 9 maggio 1945 - Mercoledì
Ore 1: la brigata riparte per Laz, che si raggiunge alle ore 5 senza incontrare resistenza. Si riparte immediatamente iniziando la salita della Zagrebaèka Gora. Ore 12: si giunge a Tomislavov Dom (punto più alto della Zagrebaèka Gora) senza incontrare resistenza. Ore 13: le retrovie entrano in Zagabria, liberata il giorno precedente, mentre sulle montagne si tengono. ancora gruppi di ustasci che cercano di farsi strada verso la Slovenia. Ore 13.30: i battaglioni iniziano la discesa per Zagabria, incontrando piccoli gruppi isolati che vengono volti in fuga o fatti prigionieri. Per maggiore sicurezza la brigata prende posizione sulle quote 1023, 1035, 850, 846 e 973, mentre gli esploratori vanno alla ricerca del nemico. Ore 16: vengono avvistate due forti colonne nemiche che si dirigono verso il 2° e 3° battaglione, ma con una pronta reazione vengono sbandate e volte in fuga. Contemporaneamente un'altra colonna molto forte giunge di sorpresa sul fianco sinistro del 4° battaglione che accetta immediatamente il combattimento. Il nemico cerca in tutti i modi di aprirsi la strada per passare la montagna, senza curarsi delle gravissime perdite inflittegl i e ad un certo momento, per la mancanza momentanea di munizioni del 4° battaglione, lo costringe ad un leggero ripiegamendo, riuscendo così ad alleggerire la pressione ed a passare la montagna. Immediatamente viene impiegato il 1° battaglione di riserva ed assieme al 4° si rioccupano le posizioni sistemandosi quindi a caposaldo. Durante la notte il nemico tenta più volte il passaggio in diversi punti, ma viene sempre respinto con gravi perdite in uomini che
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vengono fatti prigionieri. Si raggiunge nella giornata il numero di circa trecento prigionieri tra i quali 98 tedeschi che malgrado sapessero della resa della Germania non avevano voluto consegnare le armi. Lievi perdite da parte nostra. Molto rilevanti quelle del nemico. Cielo sereno. Tempo bello. Afoso. S. ten. G. Maras
10 maggio 1945 - Giovedì Le pattuglie di esploratori arrivavano nei sobborghi di Zagabria senza incontrare altro che sporadiche resistenze. Ore 12: la brigata punta su Zagabria giungendo a Dolje, periferia della città, alle ore 16, mentre il 4° battaglione rimane in quota per la protezione di un sanatorio colà esistente. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
11 maggio 1945 - Venerdì Dolje. Ore 8: la brigata si sposta per Gomje Vrapèe, sfilando per il centro di Zagabria, capitale dello Stato federale croato, tra calde ed entusiastiche manifestazioni di popolo. Ore 11.30: si giunge a destinazione dove la brigata si sistema per riposo ed opportuna riorganizzazione. Cielo sereno. Bello. Afoso. S. ten. G. Maras
12 maggio 1945 - Sabato Gomje Vrapce. Prosegue il lavoro di riorganizzazione in seno a tutti i comandi. Affluiscono parecchi militari italiani scappati o liberati dalla prigionia tedesca. Ne rientrano altresì numerosi dai vari reparti partigiani. Ore 20: Il 4 ° battaglione si riunisce alla brigata. Cielo sereno. Tempo bello. Afoso. S. ten. G. Maras
13 maggio 1945 - Domenica Gornje Vrapée. Normale attività teorico-pratica, militare e politica dei reparti.
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BRIGATA ITAllA
Sistemazione nei battaglioni dei già noti militari italiani che giornalmente affluiscono alla brigata. Cielo sereno. Bello, caldo. S. ten. G. Maras 14 maggio 1945 - Lunedì Gomje Vrapèe. Continua la nota riorganizzazione dei reparti, come pure l'attività politico-militare e culturale. Prosegue altresì l'addestramento ginnico-sportivo degli uomini che oltre a svagarsi rende il loro corpo sempre più agile. Cielo sereno. Tempo beJJo. Afoso. S. ten. G. Maras 15 maggio 1945 - Martedì Gomje Vrapce. Nella mattinata tutta la divisione si riunisce al campo sportivo «Concordia» di Zagabria, dove viene passata in rivista dal comandante d'Armata, che in seguito tiene un discorso per celebrare la fine della guerra. Successivamente il gruppo artistico delJa divisione suona dei pezzi di musica, canta vari inni patriottici e chiude la manifestazione con diversi cori ed in piena armonia. Cielo sereno. Bello. Caldo. S. ten. G. Maras 16 maggio 1945 - Mercoledì Gomje Vrapèe. La già nota e normale attività dei giorni precedenti. Per stimolare sempre p iù lo spirito agonistico, oltre ad altre gare vengono organizzate e disputate partite di calcio tra i nostri battaglioni con grande interessamento dei militari che gradiscono moltissimo tale diversivo e trascorrono ore di divertimento. Cielo sereno. Tempo bello. Afoso. S. ten. G. Maras 17 maggio 1945 - Giovedì Gornje Vrapèe. Per accentrare e sviluppare l'attività culturale e artistica della brigata si è decisa la costituzione di un «Gruppo artistico culturale di brigata» che raccolga tutti gli elementi migliori dei vari reparti e possa prepararsi a dare rappresentazioni a
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Zagabria e nelle città che attraverseremo durante il nostro rientro in Italia. Detto gruppo artistico e culturale dipenderà direttamente dalla brigata e, per le direttive culturali, dall'ufficio propaganda di brigata. Cielo sereno. Bello. Caldo. S. ten. G. Maras 18 maggio 1945 - Venerdì Gomje Vrapée . Continua il lavoro di riorganizzazione e quello ginnico-sportivo. I militari a turno e giornalmente si recano in permesso a Zagabria, dove s'intrattengono varie ore visitando la città e procurandosi qualche altro diversivo. In attesa delle relative pratiche tra il governo Jugoslavo e quello Italiano per il rientro in Patria della brigata, la stessa è stata aggregata alla 2 3 Armata e sciolta dalla 13, partita per altri compiti. Cielo sereno. Bello. Afoso. S. ten. G. Maras 19 maggio 1945. Sabato Gomje Vrapée. Ore 7 .30: la nostra brigata celebra la Vittoria ed i suoi morti con una rivista e sfilata di tutti i reparti con armamento al completo e salmerie da combattimento. Il comandante la brigata, il commissario ed il naèelnik della stessa, hanno rivolto parole di plauso a tutti i presenti e pronunciato discorsi per la circostanza. Dopo calorosi evviva, la cerimonia è terminata con rito austero e semplice. Cielo sereno. Tempo bello. Afoso. S. ten. G. Maras 20 maggio 1945 · Domenica Gom je Vrapèe. Allo scopo di individuare i migliori elementi per una squadra di calcio di brigata, durante il mattino e pomeriggio sono state effettuate partite fra le squadre dei vari battaglioni. Vi hanno assistito moltissimi militari dei nostri reparti che non hanno mancato dli caldeggiare per questa o quella squadra.
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BRIGATA ITAUA
La partita svoltasi nel pomeriggio si è chiusa con la vittoria del 4 ° battaglione sul 3°, per 3 a 1. Dette partite avranno luogo anche nei giorni successivi. Cielo sereno. Variabile. Caldo. S. ten. G. Maras 21 maggio 1945 - Lunedì
Gomje Vrapce. Continuano ad afluire alla brigata militari italiani provenienti dai reparti dell'Armata Jugoslava e dalla prigionia tedesca. Gli stessi, dopo l'interrogatorio di rito, vengono smistati per i vari battaglioni. Oltre l'attività precisata nei giorni precedenti non vi sono altre emergenze degne di nota. Cielo sereno. Vento. Variabile. Caldo. S. ten. G. Maras 22 maggio 1945 - Martedì
Gornje Vrapèe. Per addivenire a quanto precisato il 20 andan· te, anche oggi, daJle ore 17.30 alle 18.30, sul campo nelle adiacenze della ferrovia, sulla strada princ ipale per Zagabria, è stata giocata una partita di calcio tra il 2° e il 4° battaglione. I numerosissimi militari che vi assistevano, come al solito si sono dimostrati «tifosi» al massimo ed hanno calorosamente applaudito alla squadra del 4° battaglione che ha vinto per 7 a 1. Cielo leggermente coperto. Variabile con vento tiepido. S. ten. G. Maras 23 maggio 1945 - Mercoledì
Gornje Vrapèe. L'affluenza dei militari italiani reduci dalle Unità dell'Annata Jugoslava e dalla prigionia tedesca continua, così pure il rientro ai nostri reparti di numerosi militari già feriti ed ora convalescenti. Prosegue altresì la nota attività addestrativa e ginnico sportiva. Cielo sereno. Variabile. Caldo. S. ten. G. Maras 24 maggio1945 - Giovedì
Gornje Vrapèe. La solita attività sportiva e politico-militare. Nel pomeriggio è stata giocata la partita di calcio decisiva per
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la formazione della squadra di brigata. È risultata vincente la squadra della compagnia comando su quella del 4° battaglione per 3 a 1.
I militari che vi presenziavano si sono dimostrati più «tifosi» del solito e la partita ha avuto termine in piena allegria. Cielo coperto con saltuaria pioggia. Vento. Tiepido. S. ten. G. Maras
25 maggio 1945 - Venerdì Gornje Vrapée. Dal comando dell'Armata è giunto l'ordine di movimento della brigata per Ozalj. In serata e durante la notte è stato provveduto ai preparativi per la partenza. I carriaggi e le salmerie vengono caricate sui vagoni ferroviari. Cielo coperto. Variabile con pioggia. Tiepido. S. ten. G. Maras
26 maggio 1945 - Sabato Gornje Vrapée. Ore 8: tutti i reparti della brigata si portano alla stazione ferroviaria per intraprendere il noto viaggio. Ore 12.30: si arriva a Karlovac dove si smonta dal treno, non potendo continuare con lo stesso mezzo per le numerose interruzioni. Si prosegue quindi per via ordinaria compiendo obbligatoriamente un lungo giro con i carriaggi, malgrado le non lievi difficoltà dovute superare per le condizioni inutilizzabili di ponti sul fiume Kupa fatti saltare a suo tempo dal nemico nella sua ritirata. Ore 17: si giunge ad Ozalj, passando alle dipendenze temporanee dell'8a diviisione della 2a Armata. Per assoluta mancanza in luogo di ambienti per sistemare i nostri vari reparti, tutti i battaglioni e varie compagnie alla diretta dipendenza vengono distaccate in altri paesi della zona. Tutto si è svolto in ordine e senza altre novità da rappresentare. Cielo coperto. Variabile con pioggia, grandine e vento. Temperatura incostante, piuttosto mite. S. ten. G. Maras
27 maggio 1945 - Domenica · Ozalj. Si riprende la già nota attività dei giorni precedenti. I militari quasi giornalmente si addestrano ai vari esercizi
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ginnici e si dimostrano palesemente soddisfatti e felici delle ore che trascorrono in pieno divertimento e grande allegria. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo. S. ten. G. Maras
28 maggio 1945 - Lunedì Ozalj. Tutti i reparti continuano nelle loro quotidiane operazioni interne ed esterne, non tralasciando l'addestramento ginnicomilitare degli uomini che viene particolarmente curato perché da tutti gradito e desiderato. Non vi sono novità da segnalare. Cielo sereno. Bello. Afoso. S. ten. G. Maras
29 maggio 1945 - Martedì Ozalj. Giungono altri m ilitari italiani fatti rientrare dalle Unità partigiane. Dopo di aver esaminata la posizione di ciascuno di essi, vengono ripartiti per i nostri vari reparti. Durante la notte, da un nostro militare di guardia, sono stati fermati e catturati due soldati tedeschi sbandati che percorrevano la strada antistante l'accantonamento della compagnia artisticoculturale. Nessun altra emergenza degna di nota. Cielo sereno. Tempo beJlo. Caldo. S. ten. G. Maras
30 maggio 1945 - Mercoledì '
Ozalj. I componenti il gruppo artistico culturale di brigata si preparano per dare uno spettacolo d'arte varia. Oggi hanno avuto luogo le prove che sono pienamente riuscite. Continuano ad affluire numerosi militari che vengono smistati per i nostri vari reparti, con le consuete modalità. Quelli già prigionieri dei tedeschi e che dalla capitolazione dell'Italia non hanno fatto mai parte di Unità dell'Armata Jugoslava, giuste disposizioni vigenti, vengono avviati al comando città più vicino che nell'attuale zona è quello di Karlovac. Cielo sereno. Bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
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31 maggio 1945 - Giovedì Ozalj. Ore 18: la compagnia artistico-culturale di brigata presenta uno spettacolo all'aperto, in due tempi, col seguente programma: « 1° tempo» a) Hej Slaveni, inno nazionale jugoslavo; b) Fratelli d'Italia, inno del Risorgimento - coro; c) «Redenzione» - due quadri di vita partigiana; d) Sobiralis Kozacenki, canzone russa - coro; e) «Italia Nuova». dramma in quattro quadri. f) Coro degli esiliati, dall'opera «Nabucco» di G. Verdi.
a) b) c) d) e) f)
«2° tempo» Drug Tito, canzone partigiana - coro; Fantasia di canzoni jugoslave - coro; La molinara, canzone italiana - a solo di orchestra. L'Internazionale, inno dei lavoratori - coro; Rosamunda, farsa in un quadro; Inno della brigata - coro.
Oltre i componenti il comando brigata erano presenti quelli dei battaglioni, rappresentanze dei nostri vari reparti e parecchi civili. Al te~ine dello spettacolo che è riuscito graditissimo a tutti gli intervenuti, si è iniziato il ballo, protrattosi fino alle ore 23 circa. Tutto si è svolto ordinatamente ed in piena armonia e cordialità. Cielo coperto. Variabile con poca pioggia verso sera. Mite. S. ten. G. Maras
1 giugno 1945 - Venerdì Ozalj. Per dar modo a tutti i militari dei nostri reparti di assistere allo spettacolo presentato dalla compagnia artistico-culturale di brigata, col noto programma, alle ore 18 di oggi si è ripetuta la rappresentazione del giorno precedente. Tutti gli intervenuti si sono dimostrati soddisfatti ed hanno applaudito lungamente. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo. S. ten. G. Maras
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BRICATA ITALIA
2 giugno 1945 - Sabato Ozalj. Ore 18: per il noto scopo, si è ripetuto lo spettacolo dei giorni pr ecedenti. Erano presenti molti nostri militari che oltre a gradire la rappresentazione hanno trascorso alcune ore in fraterna cordialità ed allegria. Per il rimanente, normale attività dei nostri reparti. Cielo sereno. Bello. Mite. S. ten. G. Maras
3 giugno 1945 - Domenica Ozalj. Il nostro ufficio propaganda presi accordi col comando brigata organizza per un tempo prossimo una riunione di carattere sportivo alla quale potranno partecipare tutti i r eparti. Alla riunione si svolgeranno le seguenti gare con premi: corsa veloce, staffetta. salto in alto ed in lungo s tile libero, tiro alla fune, gare di piramide umana, nuoto stile libero e nuoto a rana. Per il momento nell'ambito dei singoli reparti iniziano gli allenamenti e le gare eliminatorie. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo. S. ten. G. Maras
4 giugno 1945 - Lunedì Ozalj. In seguito ad ordine della Divisione e per la sicurezza della linea ferroviaria, il nostro 2° battaglione si sposta da Podbrezje a Jastrebarsko, dove si sistema col compito di far pattugliare il paese ed i dintorni, specialmente la linea ferroviaria, con servizi fissi. Il 3° battaglione da Restovo-Hamanje si sposta a Podbrezje. Durante i movimenti nessuna novità. Alle ore 5 di stamane è partita alla volta della zona di Trieste una Delegazione della nostra brigata, con a capo lo stesso comandante, per cercare di prendere contatto con le unità partigiane italiane dell'Italia più vicine a noi e possibilmente con organi del Comitato di Liberazione pe r l'Italia settentrionale. Possiamo avere fiducia che gli sforzi che farà la Delegazione nel presentare la nostra Brigata nelle sue caratteristiche, nel suo valore e nelle sue aspirazioni sarà tale da soddisfare noi tutti e soprattutto saprà difendere il nostro operato in questa terra. Cielo sereno. Bello. Afoso. S. ten. G. Maras
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5 giugno 1945 - Martedì
Ozalj. Con interessamento prosegue l'istruzione politica e la preparazione culturale degli uomini. Continua pure l'addestramento ginnico-sportivo, con soddisfacenti risultati. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
6 giugno 1945 - Mercoledì Ozalj. Continua la preparazione dei componenti la compagnia artistico-culturale per un prossimo spettacolo d'arte varia da rappresentare a Karlovac. Le prove hanno dato soddisfacenti risultati e proseguono sempre col dovuto interessamento da parte di tutti i militari impegnati in tale lavoro. Gli altri reparti provvedono alle già note operazioni interne ed esterne. Cielo sereno. Bello. Caldo intenso. S. ten. G. Maras 7 giugno 1945 - Giovedì
Ozalj. Normale svolgimento delle operazioni interne ed esterne dei reparti con maggiore impulso all'addestramento ginnico-militare e per l'organizzazione delle varie gare. Ore 19: iil vice commissario della divisione giunge in luogo e tiene una conferenza ai nostri reparti minori sulle ragioni del non ancora avvenuto rientro in Patria della nostra brigata e della prossima partenza dell'Unità per l'Italia. Cielo sereno. Tempo bello. Afoso. S. ten. G. Maras
8 giugno 1945 - Venerdì Ozalj. Continuano con esito favorevole le prove per la rappresentazione teatrale che la compagnia artistico-culturale di brigata darà a Karlovac, al teatro «Hrvatski Dom», per la popolazione civile e per le organizzazioni locali. I rimanenti nostri reparti svolgono la loro consueta attività con sempre crescente interessamento per le prossime gare ginnicosportive. Cielo sereno. Bello. Caldo. S. ten. G. Maras
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9 giugno 1945 - Sabato Ozalj. La compagnia artistico-culturale di brigata, nel teatro a Karlovac ha dato il già annunciato spettacolo d'arte varia al quale sono intervenuti moltissimi civili e militari dei nostri vari reparti e di quelli dell'Armata Jugoslava. La rappresentazione è riuscita molto gradita e più volte applaudita. Il ballo, durato diverse ore, ha chiuso lo spettacolo in piena fraternità d'armi e sincera cordialità. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
10 giugno 1945 - Domenica Ozalj. Continuano gli allenamenti e le eliminatorie per le prossime gare sportive con premi. I componenti la compagnia artistico-culturale di brigata, dopo lo spettacolo d'arte varia dato a Karlovac con successo, per ordine del comando Divisione sono stati fatti proseguire per Zagabria, dove quasi certamente si esibiranno alla radio o ripeteranno la rappresentazione. Cielo coperto. Variabile. Tiepido. S. ten. G. Maras
11 giugno 1945 - Lunedì Ozalj. Nel pomeriggio è rientrata la nostra missione che si era recata a Trieste per prendere contatto con i reparti partigiani italiani. In detta città è stato preso collegamento con la Divisione «Garibaldi - Natisone», che è organizzata politicamente e militarmente come la nostra brigata. Per ciò che riguarda il rientro della nostra Unità in Italia, sono in corso trattative tr amite la 2a Armata dalla quale dipendiamo. A Trieste vi sono state e vi sono grandi manifestazioni di popolo per la fratellanza italo-slovena. Cielo coperto con pioggia e vento verso sera e durante la notte. Mite. S. ten. G. Maras
12 giugno 1945 - Martedì Ozalj. Prosegue la nota attività militare e ginnico-sportiva.
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Per domenica prossima è stata indetta una gara fra i battaglioni e compagnie autonome per il miglior coro di reparto, e ciò allo scopo di educare le masse dei nostri compagni ad avvicinarsi al canto corale, espressione collettiva artistica dei sentimenti popolari. Dalle ore 19 .15 alle 19 .45 i componenti il coro di brigata cantano alla radio di Zagabria vari inni, marce e canzoni rivoluzionarie italiane ed jugoslave. La trasmissione è stata perfetta ed ascoltata con commozione e felicità. I nostri compagni della compagnia artistico-culturale hanno dato tutto se stessi affinché il nome della Brigata «Italia» fosse mantenuto alto anche nel campo culturale come lo fu su quello di battaglia. Cielo ser,e no. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
13 giugno 1945 - Mercoledì Ozalj. Con crescente interessamento continuano gli allenamenti per le gare sportive di brigata che avranno luogo domani e che si svolger anno nel seguente ordine: salto in alto, salto in lungo, tiro alla fune, gara di piramide, corsa di 100 m. piani, staffetta 4 X 100, nuoto stile libero m. 80 e nuoto a rana m. 80. Verso sera il coro della nostra brigata, da radio-Zagabria, ha trasmesso un altro programma, e precisamente il seguente, dedicato alla nostra Patria: 1°) Fratelli d'Italia; 2°) Discorso del compagno Carlo Cutolo; 3°) Marcia dei garibaldini; 4°) Fantasia di canzoni jugoslave; 5°) Va il battaglione «Mameli»; 6°) Rondini al nido; 7°) Inno della brigata «Italia»; 8°) Drug nam Tito. Anche questa volta il nostro coro ha cantato molto bene. Cielo coperto. Variabile con pioggia. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras
14 giugno 1945 - Giovedì Ozalj. Stamane, nei pressi del comando brigata, hanno avuto
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luogo le attese gare sportive tra i militari dei nostri vari reparti. Le stesse sono state concluse con le seguenti classifiche e si sono svolte in perfetto ordine e grande comeratismo. 1° : BattagJione «Mameli» con punti 20; 2°: Battaglione «Garibaldi» con punti 16; 3°: Battaglion e «F.lli Bandiera » con punti 10; 4°: Battaglione «Matteotti» con punti 2. Al termine delle gare ha avuto luogo la premiazione dei vincitori. Cielo sereno. Tempo bello. Mite. S. ten. G. Maras 15 giugno 1945 - Venerdì Ozalj. Le pratiche inerenti al nostro rientro in Patria sono a buon punto e la partenza è prossima; cosa che tutti i militari s i augurano di cuore. Per il momento in seno ai reparti la già nota attività ginnicosportiva. Verso sera hanno fatto rientro da Zagabria i componenti la compagnia artistico-culturale di brigata. Cielo sereno. Bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
16 giugno 1945 - Sabato Ozalj. I militari che danno maggiore affidamento nel canto corale vengono fatti esercitare per prendere parte alla nota gara per il miglior coro di reparto. Spesso viene fatta pratica d'armi per tenere sempre bene addestrati gli uomini che, in questo ramo, dimostrano sufficiente interessamento. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo. S. ten. G. Maras
17 giugno 1945 - Domenica Ozalj. La già nota attività sportiva e culturale. Nel pomeriggio e durante la sera i compagni jugoslavi hanno dato una breve rappresentazione all'aperto e cantato vari inni patriottici, marce e canzoni rivoluzionarie. Dopo ha avuto inizio il ballo protrattosi per diverse ore con giubilo da parte di tutti. Allo stesso hanno preso parte numerosi
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nostri militari che hanno trascorso il tempo in grande armonia e divertimento. Cielo sereno. Bello. Afoso. S. ten. G. Maras 18 giugno 1945 - Lunedì
Ozalj. Vengono apportate modifiche nei quadri politici e militari e nell'organico dei reparti. In previsione del prossimo rientro in Patria si provvede al versamento alle Unità dell'Armata Jugoslava del materiale e mezzi esuberanti, come carri, cavalli, munizioni, armi pesanti, ecc. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras 19 giugno 1945 - Martedì
Ozalj. Per dare sempre maggiore sviluppo alla diffusione del canto tra la massa dei nostri compagni, alle ore 8 di stamane ha avuto luogo la già annunciata gara di canto corale tra i battaglioni e le compagnie autonome. Tutti i militari hanno cantato con impegno e nell'insieme si può dire che i risultati sono stati buoni. Erano presenti alla manifestazione, tra gli altri, il comandante di brigata, il commissario, il vice commissario e il nacelnik. Dopo brevi parole rivolte ai presenti dal compagno Cutolo che ha illustrato lo scopo della gara, si è proceduto alla premiazione dei reparti che si sono così classificati: 1° : 3° battaglione - con punti 46,5; 2°: 4° battaglione - con punti 45; 3°: 1° battaglione - con punti 41,5; 4°: compagnia armi accompagnamento - con punti 39,5. Prima di sciogliersi tutti i presenti hanno cantato in coro l'inno della Brigata «Italia». Come i giorni precedenti sono affluiti moltissimi militari italiani provenienti dai reparti dell'Armata Jugoslava. Cielo sereno. Bello. Caldo. S. ten. G. Maras
20 giugno 1945 - Mercoledì Ozalj. Il nostro gruppo art.istico-culturale dà a Karlovac al
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teatro «Hrvatski Dom» uno spettacolo per la popolazione civile e le organizzazioni di detta città. Allo spettacolo partecipano una rappresentanza dei nostri vari reparti ed alcuni componenti il comando brigata. Erano inoltre presenti il commissario della divisione ed altri membri di detto Comando. Come la volta precedente lo spettacolo è riuscito graditissimo, tanto che sono stati richiesti e concessi vari «bis». Il comandante la brigata ha rivolto brevi parole ai presenti illustrando l'opera di combattenti da noi svolta in unione ai compagni dell'Armata Jugoslava ed al vincolo solidale che ci affratella. Ha concluso ringraziando il popolo jugoslavo per la premurosa accoglienza dimostrataci. A sua volta il commissario dell'8 a divisione nel ringraziare ha formulato per il popolo italiano i migliori voti augurali, estendendoli anche per il nostro prossimo viaggio di rientro in Patria. Dopo di ciò ha avuto inizio il ballo che si è protratto fino alle prime ore del giorno successivo e che ha chiuso lietamente il trattenimento. Cielo sereno. Tempo bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
21 giugno 1945 - Giovedì Ozalj. Giusti accordi con i comandi superiori dell'Armata Jugoslava, si provvede alla smobilitazione dei pochi militari italiani che hanno chiesto ed ottenuto di rimanere temporaneamente o definitivamente entro i confini dello Stato Federale Democratico J ugoslavo. . Nei reparti continua l'attività culturale e ginnico-sportiva. Cielo sereno. Tempo bello. Afoso. S. ten. G. Maras
22 giugno 1945 - Venerdì Ozalj. Continua sempre il lavoro ginnico sportivo e quello di organizzazione per nuovi spettacoli da parte del gruppo artisticoculturale di brigata. Oltre ai diversivi in discorso quasi giornalmente i reparti si portano al fiume per far prendere il bagno ai militari che trascorrono lietamente varie ore. Non mancano poi le feste da
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ballo che spesso vengono tenute in seno ad ogni reparto con gr ande soddisfazione e contentezza dei componenti. Cielo sereno. Bello. Afoso. S. ten. G. Maras 23 giugno 1945 - Sabato Ozalj. Affinché i nostri reparti migliorino sempre più la loro forma militare, specialmente in previsione del nostro arrivo in Italia, vengono giornalmente svolte istruzioni sul saluto, comportamento in pubblico, sull'uniforme ecc. Per iniziativa del nostro comando brigata e dei superiori comandi dell'Armata Jugoslava, domani si terrà una solenne manifestazione per la scopertura di un grande cippo in onore dei nostri caduti nella guerra di liberazione contro l'occupatore nazi-fascista. Il cippo sarà rappresentato da un blocco di pietra con attorno impresse in Iingua croata le seguenti fras i del compagno Emilio Maschera: Trovammo qui Compagno! quando vedrai mia madre fede dille di non piangere madre Non sono solo pane giace con me un fucile I morti lo sanno compagno jugoslavo i vivi non lo dimenticheranno Che nessuno ardisca gettare fango sul sangue versato Fiumi di sangue dividevano due popoli nella lotta comune Che oggi l'olocausto dei compagni migliori li unisca
Il cippo sarà posto nel cimitero di Zagabria in mezzo alle croci di due tombe: nell'una è sepolto un compagno jugoslavo, nell'altra un compagno italiano che ha combattuto nella I a Divisione Proletaria. Alla cerimonia presenzierà una rappresentanza della nostra brigata. Cielo sereno. Bello. Afoso. S. ten. G. Maras
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24 giugno 1945 - Domenica Ozalj. Ha avuto luogo in Zagabria l'annunziato scoprimento di un cippo commemorativo a ricordo dei nostri caduti nella lotta di liberazione. Alla cerimonia hanno partecipato tutti i componenti il nostro comando brigata, i comandanti ed i commissari politici dei battaglioni ed una rappresentanza armata di circa ottanta compagni. Da parte jugoslava sono intervenuti una cinquantina di ufficiali, fra i quali erano presenti rappresentanti della 2a Armata, dell'8a Divisione e delle altre organizzazioni militari, assieme ad una compagnia armata, nonché rappresentanze del comando città di Zagabria, del Governo Federale Croato, giornalisti e fotografi. Prima della benedizione del cippo, ha parlato il comandante la brigata, in croato ed in italiano. Il comandante ha rivolto il saluto degli italiani all'atto della partenza per l'Italia ed ha messo in rilievo il significato immenso del cippo che, oltre a ricordare l'apporto italiano nella lotta antifascista, deve essere il simbolo della fra tellanza fra i popoli jugoslavo e italiano. Il prete ha benedetto il cippo e poi ha r ivolto anche egli brevi parole. Hanno parlato infine il vice commissario dell'8a Divisione ed un cittadino di Zagabria. Il primo ha concluso dicendo che la manifestazione è il segno della fratellanza tra due eserciti che insieme combatterono fianco a fianco per lo stesso scopo. A nome dell'8 a Divisione egli ha infine salutato la Brigata «Italia», augurandosi che sarà continuata una via di sempre più stretta amicizia fra i due popoli. Il cittadino di Zagabria ha anche voluto esprimere la riconoscenza dei croati per il contributo nostro alla lotta di liberazione. Lo scoprimento del cippo è stato fatto dal comandante Maras che ha tolto dal cippo la Bandiera italiana offerta dal comando Città di Zagabria. L'accoglienza sia all'arrivo che alla partenza, è stata cordialissima. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo. S. ten. G. Maras 25 giugno 1945 - Lunedi Ozalj. Ore 10: i battaglioni e i reparti autonomi si sono riuniti per la cerimonia della consegna dei gradi ai nuovi sottufficiali.
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In ogni reparto era presente un membro del comando di brigata incaricato di illustrare il significato della cerimonia. È stato accennato all'importanza del conferimento dei gradi di · sottufficiale da parte di un esercito straniero che riconosce ampiamente quanto in esso noi abbiamo fatto. Pertanto bisogna esserne orgogliosi ed apprezzare il fatto nel giusto valore.,. Al canto di inni patriottici, marce e canzoni rivoluzionarie italiane e jugoslave i reparti si sono sciolti. Cielo sereno. Tempo variabile. Tiepido. S. ten. G. Maras 26 giugno 1945 - Martedì
Ozalj. Ore 18: la brigata si è riunita totalitariamente per la consegna delle decorazioni e per la lettura delle proposte per la nomina di ufficiali nell'Armata Jugoslava. Oltre al Comando Brigata, è intervenuto il comandante dell'8 a Divisione d'assalto. Dopo l'omaggio alla bandiera, hanno parlato il comandante Maras ed il comandante dell'8a Divisione, i quali hanno illustrato l'importanza delle decorazioni e della nomina di ufficiali, collegando la cerimonia alla volontà reciproca di una sempre più stretta fratellanza fra i popoli italiano e jugoslavo. La consegna delle decorazioni è stata fatta personalmente dal comandante dell'8a Divisione. In serata ha avuto luogo un intimo trattenimento al quale hanno partecipato il comandante dell'8a Divisione, il comandante la Brigata ed i comandanti dei battaglioni e compagnie dipendenti della brigata. Hanno rivolto calde parole di saluto il comandante di brigata, il comandante di Divisione ed il vice commissario Sturm. Il trattenimento si è chiuso al canto delle marce e degli inni patriottici partigiani italiani e jugoslavi. Cielo coperto. Tempo variabile. Caldo. S. ten. G. Maras
27 giugno 1945 - Mercoledì Ozalj. Giunge l'ordine di rientro in Italia della brigata. Nel pomeriggio e durante la notte si provvede ai preparativi per la partenza.
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Ore 23.20: le salmerie ed i carriaggi vengono fatti partire per raggiungere lo scalo di Karlovac, per il carico sui vagoni ferroviari. Cielo coperto, variabile con pioggia. Mite. S. ten. G. Maras 28 giugno 1945 - Giovedì Ozalj. In seguito agli accordi presi a suo tempo dalla nostra delegazione con il Comando generale partigiano italiano ed allo scopo di valorizzare maggiormente l'opera da noi svolta fin qui e quello di adeguarsi agli organici dei reparti garibaldini, la nostra Brigata si trasforma in divisione d'assalto Garibaldi «Italia». Di conseguenza i quattro battaglioni e rispettive compagnie sono trasformati in altrettante brigate e battaglioni. Pertanto il nuovo organico viene a risultare:
* Comando Divisione d'assalto Garibaldi «Italia» con alle dipendenze:
* 1a brigata d'assalto garibaldina «Garibaldi». con tre battaglioni: «Ulisse Nannizzi» «Antonio Mercenaro» «Poljana» 8 * 2 brigata d'assalto Garibaldi «Matteotti» con i battaglioni: «Crni Vrh» «Francesco Bertuccelli» «Saverio Failla» * 3a brigata d'assalto Garibaldi «Mameli» con i battaglioni: «Novi Grabovac» «Cosimo Di Maggio» «Ettore Ramires» * 4a brigata d'assalto Garibaldi «Fratelli Bandiera» con battagliioni: «Antonio Longo» «Brezovac» «Marcello Piantanida»
* un battaglione armi accompagnamento di divisione denominato «Sarengrad», con due compagnie mortai e una cannoni;
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* 1 compagnia comando divisionale; * 1 compagnia genio divisionale;
* 1 sanità divisionale; * centro stampa e propaganda ed inoltre, uffici matricola, amministrazione, personale, promozioni, ricompense ecc. Ore 5: si inizia il carico sui vagoni ferroviari dei carriaggi e materiali, dopo di che vengono fatti salire gli uomini in attesa della partenza del treno alla volta dell'Italia, che avviene alle ore 9 circa. Durante il viaggio nessun incidente. Una lunga sosta nei pressi di Lubiana. Cielo coperto. Variabile con pioggia. Mite. S. ten. G. Maras 29 giugno 1945 - Venerdì
Si continua il viaggio in ferrovia giungendo a Postumia Grotte alle ore 14 circa. Dopo una sosta di alcune ore si prosegue per Sezana che si raggiunge alle 17. Nei pressi di detta località esiste la linea di demarcazione e per poter proseguire occorrono ulteriori accordi con i comandi alleati. In attesa della definizione di tali pratiche s i sosta in treno a qualche chilometro dal precisato scalo ferroviario. Cielo coperto con pioggia e vento al mattino. Sereno durante il resto della giornata. Temperatura moderata. S. ten. G. Maras 30 giugno 1945 - Sabato
Siamo tuttora in attesa della definizione delle pratiche per il nostro rientro in Italia. Attendiamo pure l'arrivo del convoglio ferroviario con i carriaggi, le salmerie ed il materiale. Ore 18: allo scopo di dare ai militari qualche possibilità di accantonamento per poter riposare sia pure per poche ore, viene fatto muovere il treno per raggiungere Villa del Nevoso, a circa trenta chilometri da Sezana. Dopo un'ora s i arriva in luogo sistemandosi alla meglio; parte degli uomini accantonati alla periferia del paese e parte negli stessi vagoni ferroviari. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo. S. ten. G. Maras
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1 luglio 1945 - Domenica Vllla del Nevoso. Ore 16: tutta la divisione si sposta in treno a Divaccia, dovendo il giorno successivo transitare per la linea di demarcazione e raggiungere la località di destinazione. Cielo coperto. Variabile con ~ioggia. Mite. S. ten. G. Maras 2 luglio 1945 - Lunedì Divaccia. Ore 2: arriva il convoglio ferroviario con i carriaggi, le salmerie ed il materiale. Dovendo proseguire per via ordinaria si provvede alle operazioni di scarico. Ore 8.30: si raggiunge la linea di demarcazione che trovasi a metà strada tra Divaccia e Sezana, e precisamente a circa quattro chilometri dal primo paese ed altrettanti dal secondo. Dopo il carico del materiale sugli autocarri fornitici dagli alleati, si consegnano i carriaggi ed i quadrupedi alle autorità militari jugoslave presenti in luogo. Ore 9.30: inizia il trasporto autocarrato degli uomini e materiali per Torre di Zuino, in provincia di Udine, che si raggiunge dopo poche ore, senza alcun inconveniente. Cielo coperto. Variabile con pioggia e vento. Temperatura incostante. S. ten. G. Maras 3 luglio 1945 - Martedì Torre di Zuino. Ore 17: tutta la divisione si trova schierata in armi ed ascolta con interessamento e soddisfazione la parola del commissario dei Gruppi Divisioni Garibaldi del Friuli, giunto in visita. Cielo sereno. Tempo bello. Mite. S. ten. G. Maras
4 luglio 1945 - Mercoledì Torre di Zuino. Nel pomeriggio giungono in visita rappresentanze femminili dei Gruppi Divisioni Garibaldi del Friuli, che si intrattengono cordialmente con i nostri militari. Cielo sereno. Bello. Tiepido. S. ten. G. Maras
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5 luglio 1945 - Giovedì
Torre di Zulno. Data la prossima smobilitazione della nostra Unità si provvede al disbrigo delle pratiche riflettenti lo stato di servizio dei singoli militari. Cielo sereno. Tempo bello. Afoso. S. ten. G. Maras
6 luglio 1945 - Venerdì Torre di Zuino. Ore 17: giunge in visita il Generale Armellini comandante la zona territoriale di Udine, unitamente a rappresentanti del Governo, della stampa e dei Gruppi Divisioni Garibaldi del Friuli. Dopo il saluto della divisione schierata in armi, ha parlato il prefato generale ed i vari rappresentanti intervenuti. Tutti hanno rivolto parole di caldo elogio ai componenti la nostra Unità che inquadrati impeccabilmente davano un superbo spettacolo di forza e vigore. Dopo il canto di vari inni patriottici la cerimonia ha avuto termine in piena e cordiale fraternità d'armi. Cielo sereno. Bello. Caldo. S. ten: G. Maras 7 luglio 1945 - Sabato
Torre di Zuino. Ore 16: in piazza 1° Maggio di Udine si svolge la cerimonia dell'inizio della smobilitazione della nostra Unità. Presenziavano rappresentanti del Governo, del Corpo Volontari della Libertà, dell'esercito italiano, dell'esercito alleato, di quello jugoslavo e di tutta la stampa italiana ed estera. Dopo la rivista hanno parlato le varie personalità intervenute, fra le quali il vescovo di Udine. Tutte hanno valutata e messa in giusto rilievo la nostra opera di combattenti in terra straniera dichiarandoci i veri assertori della libertà e annoverandoci tra i primi soldati della nuova Italia. Dopo il saluto festoso, affettuoso, ammirato e riconoscente del popolo friulano, la cerimonia ha avuto termine con la sfilata di tutti i nostri reparti. Successivamente sono state versate le armi agli alleati. Cielo sereno. Bello. Afoso. S. ten. G. Maras
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8 luglio 1945 - Domenica Torre dJ Zuino. Continua il lavoro per la sistemazione e definizione delle pratiche riguardanti i militari. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo. S. ten. G. Maras 9 luglio 1945 - Lunedì Torre di Zuino. Il già noto lavoro d'ufficio, con particolare riguardo a quello amministrativo. Cielo sereno. Bello. Tiepido. S. ten. G. Maras 10 luglio 1945 - Martedì Torre di Zuino. Si attende al disbrigo delle pratiche relative all'invio in licenza ordinaria dei militari, in attesa delle pratiche definitive per la smobilitazione. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo. S. ten. G. Maras 11 luglio 1945 - Mercoledì. Torre dJ Zuino. Ore 7.45: sul piazzale antistante il comando divisione si trovano inquadrati tutti i reparti che assistono alla celebrazione della S. Messa in suffragio dei nostri caduti. Ore 21: una nostra rappresentanza di cento uomini, invitata dal comando a lleato, assiste ad una proiezione cinematografica in inglese che viene data nel locale teatro. Cielo sereno. Bello. Afoso. S. ten. G. Maras 12 luglio 1945 - Giovedì Torre di Zuino. Ore 7.30: parte il 1° nucleo di militari che si reca in licenza, composto di circa 930 uomini. Con gli automezzi forniti dagli alleati vengono trasportati alla stazione ferroviaria di Udine da dove proseguiranno per le varie regioni di residenza. Cielo sereno. Bello. Caldo. S. ten. G. Maras 13 luglio 1945 - Venerdì Torre di Zuino. Continua il già noto lavoro d'ufficio. Cielo sereno. Tempo bello. Afoso. S. ten. G. Maras
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14 luglio 1945 - Sabato Torre di Zuino. Si provvede al disbrigo delle pratiche relative alla partenza in licenza del 2° scaglione di militari che avverrà domani. Cielo sereno. Bello. Afoso. S. ten. G. Maras
15 luglio 1945 - Domenica Torre di Zuino. Ore 7.30: parte il 2° scaglione di militari che si recano in licenza, composto di circa 1130 uomini. Gli stessi vengono autotrasportati fino agli scali ferroviari utili al proseguimento per le rispettive regioni. Cielo sereno. Tempo bello. Afoso. S. ten. G. Maras
16 luglio 1945 - Lunedì. Torre di Zuino. Continua il lavoro d'ufficio per il disbrigo delle già note pratiche r iflettenti i militari. Cielo sereno. Bello. Afoso. S. ten. G. Maras
17 luglio 1945 - Martedì Torre di Zuiino. Si attende al disbrigo delle pratiche per l'invio in licenza dei rimanenti militari stabilito per domani. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo intenso. S. ten. G. Maras
18 luglio 1945 - Mercoledì Torre di Zu ino. Ore 7: con le già note modalità parte il 3° ed ultimo scaglione di militari che si reca in licenza, composto. di poco più di seicento uomini. Ore 8: anche il comando di divisione e quelli delle brigate dipendenti con i rispettivi uffici si spostano ad Udine in attesa della partenza per la località di sistemazione dell'ufficio stralcio divisionale. Cielo sereno. Bello. Caldo intenso. S. ten. G. Maras
19 luglio 1945 - Giovedì Udine. Lavoro interno d'ufficio. Giungono alcuni militari iso-
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lati reduci dalla J ugoslavia, dei quali in maggioranza appartenenti ai nostri reparti e già ricoverati all'ospedale per cause varie. Dopo di avergli corrisposta la somma stabilita vengono inviati in licenza. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo afoso. S. ten. G. Maras
20 luglio 1945 . Venerdì Udine. Continua il già noto lavoro d'ufficio per la sistemazione e definizione d elle varie pratiche interessanti i militari. Cielo sereno.. Bello. Caldo. S. ten. G. Maras 21 luglio 1945 · Sabato Udine. Ore 19.30: a mezzo di un autocarro fornitoci dal locale comando militare territoriale si intraprende il viaggio per Roma dove sarà sistemato l'ufficio stralcio d ivisionale. Cielo ser eno. Tempo bello. Caldo. S. ten. G. Maras 22 luglio 1945 · Domenica Ore 3: si giunge a Padova da dove si riparte per Ferrara dopo poche ore di sosta. Ore 14: si a rriva a Ferrara dove ci si ferma fino alle 22 e poi si prosegue per Bologna. Cielo sereno. Bello. Caldo afoso. S. ten. G. Maras 23 luglio 1945 - Lunedì Ore 4: si raggiunge Bologna dove ci si ferma fino alJe 17 circa, ripartendo per Firenze. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo intenso. S. ten. G. Maras 24 luglio 1945 · Martedì Ore 2: si a rriva a Firenze dove si sosta varie ore per riparazione delle gomme dell'automezzo ed altro e per poter riposare. Ore 21: si riparte alla vol ta di Roma. Cielo sereno. Bello. Caldo afoso. S. ten. G. Maras
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25 luglio 1945 - Mercoledì Ore 19: s.i giunge a Roma e, giusti preventivi accordi col Ministero delfa Guerra, ci si sistema alla Casa di soggiorno dei militari alle armi in via Guidubaldo Del Monte n. 24, dove viene impiantato l'ufficio stralcio divisionale. Cielo sereno. Bello. Caldo intenso. S. ten. G. Maras
26 luglio 1945 - Giovedì Roma. Lavoro d'ufficio pel disbrigo delle varie pratiche. Cielo sereno. Bello. Caldo afoso. S. ten. G. Maras 27 Zuglio 1945 - Venerdì Roma. Continua il già noto lavoro d'ufficio. Cielo sereno. Tempo bello. Caldo. S. ten. G. Maras 28 luglio 1945 - Sabato Roma. Lavoro d'ufficio per la definizione di pratiche interessanti i militari. Cielo ser eno. Bello. Caldo intenso. S. ten. G. Maras 29 luglio 1945 - Domenica Roma. Lavoro interno d'ufficio. Cielo sereno. Tempo bello. Afoso. S. ten. G. Maras 30 luglio 1945 - Lunedì Roma. Il già noto lavoro d'ufficio. Cielo sereno. Bello. Caldo intenso. S. ten. G. Maras 31 luglio 1945 - Martedì Roma. Disbrigo pratiche d'ufficio. Cielo sereno. Tempo bello. Afoso. Per chiusura del ciclo operativo
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APPENDICE AL DIARIO DELLA BRIGATA «ITALIA»
Documento 1
Comando Brìgata << ITALIA» nella 1 a Di vis. Prolet. J .A. n. Prot. 0/16 Posizione, lì 11.4.1945
AI COMANDI DEI BATTAGLIONI E ALLA COMPAGNIA D'ACCOMPAGNAMENTO POSIZIONE Dopo le favorevoli operazioni di Brcko sul fronte dello Srem si svilupperà nelle giornate del 12 e 13 l'offensiva generale avente come obiettivo la presa di Vinkovci e Vukuvar. L'azione si svolgerà secondo i piani già a conoscenza dei comandi inferiori. La nostra Divisione attaccherà frontalmente con azione prevalente nel settor e della III e XIII brigata, mentre la I e la nostra B rigata svolgeranno un'azìone coadiuvante. La III Br igata inizierà l'attacco nel settore: a destra Kneblov Salas a sinistra quota 141. Avvenuto lo sfondamento continuer à in direzione: Kneblov Salas, Brzovac, Kragino, Voce, quota 123, Koenigsdorferov salas, Papugin salas, Notin salas, Cigliana, Zlopolje, quota 110, da dove con m inori forze attaccherà Pst. Grabovo e Pon il grosso Sotin. La XIII brigata alla destra della III attaccherà in dìrezione: Sls. F ..... quota 129, quota 115, quota 125, quota 122, Sv.Hija, Pst. Fridrihova, Fst. Kipovac, quota 123, Sotin. II battaglione carri a rmati manovrerà con la III e la XIII Brigata. La I Brigata attaccher à lungo la strada Sarengrad-Mohovo da dove continuerà verso Opatovac - Sotin, congiungendosi il più presto possibile con la sa Brigata della XXI Divisione che sbarcherà fra Sotin e Opatovac.
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In relazione a quanto sopra e per adempimento dei propri compiti assegnati alla nostra Brigata ordiniamo
1°) Il 1° e il 2° battaglione nella notte tra l'l l e 12 corr. daranno il cambio al 3° battaglione della I Brigata nel settore Babin - Doì quota 98. 2°) Il 3° battaglione di immediata riserva si porterà nella seconda linea. Il 4° battaglione, avvenuto lo sfondamento seguirà la I Brigata fino ad Opatovac dove si riunirà con il grosso della Brigata. 3°) La preparazione d'artiglieria inizierà alle 4,45 del 12 aprile e durerà 15 minuti con gli ultimi tre minuti di fuoco intenso. L'attacco della fanteria inizierà puntualmente alle ore 5. 4°) Il 2° battaglione punterà tra il Grubanovljev Sls. e Rakov Sls. puntando quindi su Srednjak - quota 123 ed investirà Ohovo dall'ovest collaborando così con il 1° battaglione e la I Brigata. 5°) Il 1° battaglione, dopo l'occupazione di Srubanovljev Sls. con la sua ala destra costeggierà il canalone che porta a Ohovo investendo ... _ . . dal sud. 6°) Il 3° battaglione seguirà i due battaglioni che operano l'attacco. In quanto questo non riuscisse si porterà sulle linee che avrà occupato nel frattempo la XIII brigata da dove punterà dritto al nord, seguendo sul di dietro i camminamenti nemici. 7°) Dopo la presa di Ohovo col 2° battaglione alla sinistra e il I O alla destra si seguirà il canalone del Lesinir Dol puntando su Opatovac. 8°) Occupato Opatovac i battaglioni si sistemeranno in difesa con il 4 ° battaglione a cavallo della strada che va per Setin con la destra. sul Danubio quota 113 e la sinistra a la strada secondaria parallela alla principale Opatovac - Sotin. Il 3° battaglione dalla predetta strada fino a Sv. Hija. Su tale linea i battaglioni si sistemeranno a difesa. Il 1° e 2° battaglione riceveranno istruzioni sul posto. 9°) La compagnia d'accompagnamento riceverà istruzioni verbali sull'impiego delle armi e sull'itinerario. 10°) Il Comando di Brigata si troverà a Grubanovljev Sls., a metà della Skrita Srednjak, sul costone sinistro del Lezimir Dol, Opatovac.
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11 °) Il gruppo del pronto soccorso sarà nei pressi del Comando Brigata. Parole di combattimento: 12 apri le SREM - SRBIJA 13 aprile ZORA - ZAGREB Collegamenti: Per tutto il tempo delle operazioni i battaglioni te rranno collegamento fra di loro ed alle proprie ali con la XIII e specialmente con la I Brigata. Collegamenti razzo: ASSALTO due razzi bianchi in direzione del ne mico. Richiesta di fuoco - razzi rosso e bianco in direzione dell'obiettivo.
Richiesta carri armati verde e bianco razzo in direzione del nemico. Cessate il fuoco: due razzi rossi in aria. Siamo qui: serie di tre r azzi (questo è il segno già importante che bisogna dare spesso per il collegamento e specialmente appena presso la posizione). Quando i battelli della marina sovietica lancieranno un razzo bianco rispondere con il segnale «Siamo qui» (tre razzi verdi). Per sapere l'identità dei battelli si lancia un razzo bianco al quale i battelli risponderanno con il segnale «Siamo qui ». Per il collegamento con aerei adoperare il segnale «Siamo qui».
Morte al fascio - Libertà ai popoli
IL COMMISSARIO Maggiore F/to Tindari
IL COMANDANTE Capitano F/to Maras
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Documento 2 Comando Brigata «ITALIA» nella 1 a Divisione Proletaria J.A. n. Prot. 0/18 Posizione lì 13/4/1945
AI BATTAGLIONI DIPENDENTI POSIZIONE
Dopo la rottura del fronte, avvenuta ieri, il nemico si sta ritirando precipitosamente su tutti i settori; tanto che alcuni nostri reparti non hanno potuto mantenere più il collegame_nto. Reparti dell' 11 a Divisione, dopo la presa di Negoslavsi, Letrovci, Jankovci, oggi nel pomeriggio in direzione di Nustar hanno occupato Ceric. Il Korpus Macedone, continuando ]'avanzata verso Vinkovci, questa mattina hanno occupato Irkovci quasi senza combattimento. Questa sera alle ore 21 la nostra Divisione, 1'11 a, la 21 a e alcune Divisioni del Corpus Macedone attaccheranno Vinkovci. il settore della nostra Djvisione va da Novo Selo alla ferrovia Vinkovci Vumovar. La III Brigata attaccherà da J armina, la I da Ostrovo mentre la XIII sarà di riserva a Nostar, con un battaglione a Markusica-Antin. La nostra Brigata ha avuto il compito di proteggere l'attacco da eventuali tentativi nemici da Nord-Ovest. Per assolvere i compiti a noi affidati
ordiniamo 1°) Il 2° ed il 4° battaglione si porteranno secondo gli ordini già dati verbalmente a Bobota, sistemandosi in difesa e pattugliando le zone antistanti le proprie posizioni. Il 2° battaglione si sistemerà dalla strada Trpinje-Ossjek al Boski kanal poco più avanti dall'altezza del cimitero. Il 4° battaglione da quota 88 alla cappelletta a Sud-Ovest di Bobota. Detti battaglioni manderanno due compagnie / una per battaglione / ai paesi, rispettivamente per
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BRIGATA ITALIA
il 4° e 2° battaglione, di Korog e Silas. Le due compagnie avranno esclusivo compito esplorativo in profondità e quindi loro compito principale sarà di non impegnarsi a fondo ma quel tanto che è necessario per vedere la reazione avversaria; loro compito principale è di osservare e riferire. 2°) Il 1° battaglione si porterà a Vera sistemandosi dalla strada Trpinje-Osjek al paese di Vera incluso, provvedendo a pattugliare la zona antistante. Dovrà essere mandata al più presto una forte pattuglia in direzione di Balj per prendere collegamento con i reparti vicini della III Armata. 3°) Il 3° battaglione rimarrà a Trpinje nel settore ad esso assegnato verbalmente, provvedendo alla sicurezza da lato NordOvest e Nord. Il gruppo esploratori del 3° battaglione con gli esploratori della Brigata si recheranno in esplorazione verso Osiek. 4°) Il gruppo pronto soccorso si recherà a Sobota. 5°) Il mezzo telefono od eventualmente corrieri a cavallo informare questo Comando tempestivamente di tutte le novità o notizie portate dalle pattuglie. Morte al fascio - Libertà ai popoli
IL COMMISSARIO Maggiore F/to Tindari
IL COMANDANTE Capitano F/to Maras
PARTE SECONDA
SALVATORE LOI
ITINERARIO TRICOLORE IN BALCANIA settembre 1943-maggio 1945
I PREMESSA
La brigata d''a ssalto «Italia», composta di militari del nostro Esercito, ai quali si aggregarono pure alcuni appartenenti alla ~farina, all'Aeronautica ed alla P.S., combattè in Jugoslavia durante il secondo conflitto mondiale, nel periodo post armistizio, nei . ranghi del movimento armato partigiano. Questo era organizzato nel Narodno Oslobodilacka Vojska Jugoslavje - NOVJ, cioè Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia - EPl.J. La Unità fu costituita nell'ottobre 1944, ma le sue vicende operative vanno datate a partire dal settembre 1943; in quell'epoca ebbe infatti inizio l'attività, pur quasi sempre distaccata, di due dei quattro battaglioni che in seguito furono inquadrati nei suoi organici, depositari di una efficienza combattiva già consolidata. Della «Italia» si è avuta per lunghi anni una conoscenza limitata e imprecisa per una serie di circostanze ed anche di equivoci, non ultimo quello dovuto al fatto che il battaglione Garibaldi, che ne fu il primo e più saldo reparto, venne non di rado identificato in maniera errata, o quanto meno imperfetta, nel contesto rievocativo delle non poche omonime formazioni di vario livello, che operarono su diversi fronti dai giorni dell'armistizio fino al termine della guerra. La disponibilità congiunta, per il periodo settembre 1943 ottobre 1944 del Diario storico del battaglione Garibaldi, nonché della relazione e del Diario - memoria dei comandanti del battaglione Matteotti, e del Diario storico della «Italia» per l'arco di tempo dall'ottobre 1944 al giugno 1945, consente di ricostruire fin dalla sua origine la storia di quella Unità. È una storia che nel presente volume viene proposta nella maniera più immediata ed in certo senso più interessante, attraverso la lettura di tali Atti, riprodotti fedelmente nella loro stesura integrale. È di tutta evidenza che in questo caso si è abbandonata la tradizione strutturale
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costantemente rispettata nel campo della storiografica, per cui i testi sia di impostazione scientifica sia di carattere memorialistico si realizzano, nel loro tessuto di fondo, con la rievocazione in chiave narrativa, accompagnata da commenti, e interpretazione, dei fatti pur esaurientemente puntualizzati nei carteggi ufficiali. Questi ultimi, di solito, vengono collocati in Appendice, parte considerata secondaria e di pura verifica. Alla luce di quanto premesso, la presente monografia non vuole essere una trasposizione descrittiva della storia della «Italia», quella storia che si ricava invece - come si è detto - dalla lettura diretta dei Diari. Questa nota, scevra di intenti di «ricostruzione» dei fatti d'arme di cui la brigata fu protagonista, mira a collocare in un più vasto orizzonte, ancorchè per rapidi accenni, la guerra combattuta in Jugoslavia in quegli anni; integra gli Atti con la citazione di Caduti e decorati, e si propone di sottolineare i momenti di particolare rilievo emotivo e pragmatico di quella campagna di guerra. Come abbiamo al riguardo osservato, i Diari dei battaglioni Garibaldi e Matteotti, e quello della brigata «Italia» narrano una storia che si delinea e si commenta da sé, in termini esaurienti, attraverso la loro lettura diretta. Il trasferirne e adattarne i contenuti in una rievocazione tradizionale permetterebbe forse di pervenire ad un migliore dosaggio espositivo, ma nulla potrebbe aggiungere sul piano della conoscenza di quei lontani eventi. Gli Atti qui trascritti hanno una notevole importanza in quanto testimoniano, con attendibilità, situazion i che per le circostanze di tempo e di luogo in cui maturarono ebbero un carattere fuori dal comune. I tre Diari presentano notevoli differenze: quelli dei due battaglioni divergono nettamente fra di loro come impostazione, ed a sua volta quello della brigata si distacca da essi per l'ampiezza del quadro operativo che propone. Tuttavia consentono di cogliere, anche dove cedono il campo all'inespresso ed allo sfumato, tutti gli aspetti della travagliata vicenda di cui furono protagonisti tanti nostri compatrioti alle armi. Ed è sotto tale profilo che, più avanti, ci soffermeremo in un esame separato dei documenti. Per agevolare infine la visione sistematica degli awenimenti nel loro susseguirsi, questa monografia riporta anche un riassunto cronologico dei fatti più salienti che contrassegnarono la vita, e l'impegno, della brillante Unità e dei reparti che la costituivano.
II LA BUFERA DELL'8 SETTEMBRE
I soldati italiani che, già alle armi, continuarono a combattere dopo le convulse giornate del settembre 1943, dovettero anzitutto emergere da una gravissima crisi di natura sia psicologica che materiale. Per comprendere con quale spirito e con quanta decisione essi ripresero la lotta, è bene rievocare lo sbandamento in cui inevitabilmente, e incolpevolmente, essi piombarono allorchè ad essi giunse la notizia dell'armistizio concluso fra gli Alleati ed il nostro paese. Particolarmente drammatica fu la situazione che coinvolse le Unità dell'Esercito, e soprattutto quelle che si trovavano in territori stranieri, con compiti di occupazione e di presidio. Il nodo cruciale fu rappresentato dalla mancanza di ordini inequivocabili e tempestivi, come le circostanze richiedevano. Cerchiamo di ripercorrere le fasi dli quei dolorosi avvenimenti. I primi orientamenti a far uscire l'Italia dal conflitto sganciandola dall'alleanza con la Germania, incominciarono a farsi strada alla fine del 1942 quando, dopo la battaglia di El - Alamein, si capì che la guerra era irrimediabilmente perduta per l'Asse. A determinare una tale convinzione non fu l'esito di quell'epico scontro, conclusosi con una sconfitta peraltro «gloriosa», bensì la constatazione che la superiorità in uomini e mezzi dell'avversario era divenuta tanto schiacciante da far considerare addirittura irragionevole ogni previsione di un riequilibrio sia pure parziale. Gli Alleati potevano infatti contare sul supporto, praticamente inesauribile ed in fase di sempre crescente espansione, dell'imponente apparato produttivo degli Stati Uniti; per contro l'industria bellica dell'Asse, sottoposta alle incessanti, violente offese dell'aviazione nemica, ed a corto di materie prime, era ridotta in pratica allo stremo.
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Gli orientamenti ai quali si è fatto cenno, presero corpo anzitutto negli ambienti della Corte e in talune alte sfere militari. Secondo documenti segreti custoditi negli archivi britannici - rimasti per lungo tempo impenetrabili - allo stesso Comando AJleato del Medio Oriente sarebbero giunti, all'inizio del 1943, cauti ma inequivocabili segnali in tal senso da qualche area della Balcania dove erano dislocate nostre grandi Unità. Con la caduta della Tunisia - maggio 1943 - terminarono le operazioni di guerra in Africa Settentrionale. Due mesi dopo gli Alleati intrapresero, con un impressionante impiego di uomini e di mezzi, l'invasione della Sicilia. Mentre nell'isola si combatteva aspramente, il 25 luglio cadde il regime fascista. Per bocca del nuovo primo ministro, maresciallo Pietro Badoglio, l'Italia si impegnò, con una dichiarazione ufficiale non priva di una certa solennità, a continuare la lotta a fianco dei tedeschi. Di fatto, però, il governo appena insediato decise di avviare trattative con gli Alleati per concordare il distacco dalla Germania. Di allacciare i primi rapporti vennero incaricati due consiglieri d'ambasciata, Lanza d' Ayeta e Berio, che inviati rispettivamente a Lisbona ed a Tangeri vi contattarono le locali rappresentanze diplomatiche britanniche. Emerse subito, ed in maniera inequivocabile, il punto di vista della controparte: gli Alleati non intendevano «negoziare» un armistizio con l'Italia, la quale doveva semplicemente arrendersi senza condizioni, ponendosi «nelle loro mani»; in ogni caso i preliminari dovevano svolgersi sul piano militare. Il Governo ed il Comando Supremo, anzi per meglio dire il maresciallo Badoglio ed il generale Ambrosio, Capo di Stato Maggiore Generale, avocarono a sé la gestione del delicato affare. Essi incaricarono di tenere i rapporti con gli Alleati il generale Castellano; mancando notizie di quest'ultimo, qualche tempo dopo affidarono l'identico compito al generale Zanussi, dello Stato Maggiore dell'Esercito. Il che rese ancor più confusa la già complicata situazione. Non è quest a la sede per ricostruire, nelle loro varie fas i, le vicende che portarono alla conclusione ed alla proclamazione dell'armistizio. Per quel che riflette la condotta italiana va detto che il generale Castellano ebbe la pretesa di trattare inter pares, e cullandosi in quella illusione rese in pratica del tutto ininfluente e privo di persuasività il suo operato. Pressato dagli Alleati che non facevano
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che ripetere, con monotonia, che l'Italia doveva arrendersi e rimettersi alla loro discrezione, il nostro plenipotenziario sottoscrisse l'armistizio «corto», che in forza dellç clausole inserite nel testo originario per volere del Foreign Office londinese implicava l'automatica accettazione delle condizioni, durissime, enunciate nell'armistizio cosiddetto «lungo», da sottoscrivere a più alto livello in un secondo momento; allorché riferì sulla sua missione al rientro a Roma, il maresciallo Badoglio ed il generale Ambrosia incorsero in un inesplicabile equivoco sulla data della proclamazione e della entrata in vigore dell'armistizio, che ritennero - chissà perché dovesse avvenire non prima del 12 settembre. Va soggiunto che lo stesso Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, generale Roatta, dopo l'effimera partecipazione del generale Zanussi ad alcuni colloqui con gli Alleati (la sua presenza fu considerata fastidiosamente dal generale Castellano) venne praticamente tenuto all'oscuro di tutto, o quasi: basti ricordare che, mentre per il mondo si diffondeva la notizia dell'intervenuto armistizio, egli si trovava a normale colloquio col generale Westphal, capo di Stato Maggiore delle forze germaniche in Italia, presso quel Comando! Anche la condotta degli Alleati nelle circostanze che andiamo sommariamente rievocando r.1on fu esente da errori di natura sia psicologica sia strategica. Senza addentrarci nei particolari, ci limitiamo a qualche citazione. Lo stesso comandante in capo delle forze anglo americane nel Mediterraneo, generale Eisenhower, giudicò in termini molto severi l'inserimento delle menzionate clausole aggiuntive nel testo dell'armistizio «corto»: parlando con suoi collaboratori definì il patto offerto, anzi imposto all'Italia, ora «uno sporco affare», ora «una autentica truffa», ora «un accordo disonesto». Il condottiero statunitense considerò inoltre del tutto inopportuna la decisione, adottata dai vertici politici alleati, di configurare l'armistizio come una resa incondizionata del nostro paese. Ed ancora: pago della conquista della Sicilia, le cui basi assicuravano la necessaria autonomia di volo alle f9rmazioni di bombardieri da impiegare nei raids contro i grandi centri industriali dell'area danubiana occupata dai tedeschi, era contrario all'invasione della penisola italiana, ritenendo che l'attacco decisivo alla Germania doveva essere portato con uno sbarco oltre la Manica. Furono i britannici, come noto, a proporre ed ottenere che le operazioni proseguissero con vigore anche nello scacchiere me-
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diterraneo, e ciò anche - potremmo meglio dire soprattutto - per ragioni di prestigio. Si era infatti previsto che un loro generale assumesse la responsabilità di quelle operazioni, sostituendo il generale Eisenhower designato a guidare l'invasione dell'Europa dalle coste della Normandia. Ora, se può comprendersi quell'atteggiamento motivato da un senso di orgoglio, è invece difficile giustificare, negli stessi britannici, la ratio operativa che riuscirono ad imporre. Due erano le possibili direttrici di attacco al continente europeo da sud: la penisola italiana e quella balcanica. Fu prescelta la prima, che era la più ardua come i fatti dimostrarono, e venne scartata la seconda, che era stata prospettata con maggiore avvedutezza strategica e politica ai vertici militari britannici proprio da un loro alto esponente, il generale Wilson, comandante in capo delle forze del Medio Oriente. Ma la decisione ultima spettava agli uomini del Governo di Londra, e in tale sede il parere del ministro degli esteri Eden, animato da un inguaribile rancore nei confronti del nostro paese, prevalse su quello del premier Churchill. Il maresciallo Badoglio ed il generale Ambrosia furono estremamente reticenti sullo sviluppo dei rapporti con gli Alleati, anche nei confronti di alcune alte cariche alle quali pur competevano gravissime responsabilità: si imposero una riservatezza che, almeno a determinati livelli, non aveva ragione d 'essere e procurò conseguenze drammatiche. Il distacco dalla Germania era, come suol dirsi, nell'aria; ma occorrevano direttive precise ed inequivocabili sul come comportarsi quando fosse scoccata l'ora X. Alla Marina e alla Aeronautica poteva essere sufficiente un preavviso breve, anche di poche ore, perché si adeguassero alla nuova situazione, cosa che non poteva valere per l'Esercito, che inquadrava centinaia di migliaia di uomini, in gran parte dislocati lontano dalla madrepatria. È bene ricordare, per chiarezza espositiva che le Grandi Unità che presidiavano Erzegovina, Montenegro, Albania, Grecia ed Egeo erano alle dipendenze dirette del Comando Supremo, mentre dallo Stato Maggiore dell'Esercito dipendevano quelle di stanza in Italia, in Croazia, in Provenza ed in Corsica. Lo Stato Maggiore dell'Esercito, col foglio 111 CT in data 10 agosto 1943, aveva impartito ai Comandi dipendenti le direttive per fronteggiare la situazione che si sarebbe determinata col distacco dalla Germania; per tassativa disposizione del Comando Supremo aveva però precisato che per passare all'azione si dovevano atten-
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dere ulteriori ordini. Superesercito fece poi seguito con le note Memorie 44/0P e 45/0P, che a causa dell'accennato equivoco sulla data dell'annunzio dell'armistizio pervennero a destinazione troppo tardi (o non pervennero affatto) e per giunta formulate in termini ambigui imposti da Governo e Comando Supremo. Né va dimenticato che il menzionato equivoco fece cadere nel nulla il «piano Gambara», perfezionato la sera del 7 settembre, che se posto in atto avrebbe sicuramente evitato lutti alla popolazione e devastazioni al territorio nazionale. Le Grandi Unità che dipendevano dal Comando Supremo ricevettero disposizioni poche ore prima della proclamazione dell'armistizio, o non le ricevettero per nulla, come nel caso della 9a Armata, che presidiava l'Albania. Non vi è da stupirsi se la notizia della cessazione delle ostilità contro gli Alleati piombò come un fulmine a ciel sereno tra le nostre Forze Armate, e le immediate reazioni germaniche le investirono con la violenza di una bufera. L'annuncio giunse improvviso, mancavano ordini inequivocabili, vi fu un accavallarsi di disposizioni non di rado contraddittorie e addirittura indecifrabili. Ne derivò un disorientamento generale, temperato da iniziative di comandi soprattutto minori: era il primo atto di una tragedia recitata in un proscenio di sangue.
III CRISI NEL TERRITORIO DELLA DALMAZIA
Ad essere più duramente coinvolte nella drammatica situazione furono le Unità dell'Esercito, e tra esse, in particolare, quelle che si trovavano lontane dalla madrepatria. Nei riflessi di questa nota, e del suo contenuto, è da esaminare la situazione che si creò in Dalmazia, dove si trovavano le Unità di appartenenza degli ufficiali e dei m ili tari di altro grado che si riunirono dando vita ai battaglioni Garibaldi e Matteotti. La Dalmazia (ed isole antistanti) allora annessa era presidiata dal XVIII Corpo d'Armata che inquadrava: divisione «Zara», divisione «Bergamo », truppe suppletive (60° raggruppamento artiglieria da posizione, 4° e 11 ° bersaglieri, 2° raggruppamento cavalleria, unità varie), servizi. Era già in corso la preventivata contrazione del controllo territoriale facendo affluire verso la costa i numerosi presìdi diseminati nell'interno della regione, quando giunse la notizia dell'armistizio. Il 9 mattino il comandante, generale Umberto Spigo, ricevette l'ordine di applicare la «Memoria 44» e fece arretrare l'occupazione sulla linea Zrmanje - Mocropolje - Krka - Perkovic - Kosiak Klissa - Strobezio. Dispose anche il ricupero dei presìdi di Knin, Drnis e Signo, e di altri minori, per formare consistenti masse di manovra con gli altri reparti delle divisioni. I tedeschi ne bloccarono però il trasferimento, come vedremo più avanti. Nell'ultimo contatto avuto col Comando della 2 2 Armata (da cui il XVIII Corpo dipendeva, unitamente al V ed all'XI, ed alla 1 a divisione celere) il generale Spigo fu autorizzato a trattare, all'occorrenza, con i tedeschi. Questi ultimi violarono sistematicamente tutte le intese. Su due piroscafi diretti a Venezia furono sgomberati da Zara 500 uomini e il Comando del XVIII Corpo. Il generale Spigo, giunto in Italia, riuscì ad eludere la sorveglianza degli elementi di sicurezza germanici, sottraendosi alla cattura e all'internamento.
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La divisione «Zara», alla quale era affidato il compito di presidiare la omonima provincia, aveva numerosi distaccamenti dislocati lungo il confine della Dalmazia storica, ed uno particolarmente consistente a Knin. All'annunzio dell'armistizio il comandante la divisione, generale Carlo Viale, ordinò il rientro di tutti i presidi nell'area della città capoluogo. I tedeschi intercettarono le colonne in movimento. Forze motorizzate germaniche giunsero nel pomeriggio del 9 settembre alle porte di Zara; dopo una serie di contrastanti orientamenti emersi nel corso di affannose trattative, i tedeschi ebbero via libera nella occupazione della città. Il presidio di Knin, rimasto privo di collegamenti col comando divisionale, venne accerchiato da truppe croate e germaniche (114a divisione cacciatori); i suoi uomini furono invitati a collaborare ma opposero un netto rifiuto; circa duecento di essi riuscirono ad unirsi ai partigiani. Il territorio della Dalmazia meridionale era occupato dalla divisione «Bergamo», che nella sua giurisdizione comprendeva, tra l'altro, la Piazza di Spalato ed i settori di Salona, Traù, Signo, Sebenico, Drnis, Almissa. La divisione, comandata dal generale Emilio Becuzzi, inquadrava notevoli forze. Questi erano i suoi organici: reggimenti di fanteria 25° e 26°, compagnia arditi, g9a legione della milizia, XV battaglione mortai, 15 a compagnia cannoni, 4° reggimento artiglieria, reparti del genio, servizi. Disponeva inoltre di queste truppe suppletive: 2° reggimento appiedato di cavalleria, 15a compagnia T.M., unità minori. Erano infine alle dipendenze operative della «Bergamo» anche le truppe destinate alla difesa della Piazza di Spalato: XVII brigata costiera (comando del 159° reggimento costiero e reggimenti territoriali 156° e 157°), 4° reggimento bersaglieri, IX battaglione carabinieri territoriale, CVI battaglione mitraglieri, 1° squadrone del II battaglione carri L, reparti meccanizzati e autoblindati della 1a divisione celere «Eugenio di Savoia», battaglioni territoriali mobili CCXI, CCXXVIII, CCXXIX, battaglioni presidiari V e X, 324a compagnia presidiaria alpini, CIII gruppo del 6° reggimento artiglieria pesante, 125a compagnia telegrafisti di Corpo d'Armata, V battaglione minatori di Corpo d'Armata. A Spalato avevano sede, oltre quello della «Bergamo», anche i comandi della Piazza, dell'artiglieria e del genio del XVIII Corpo d'Armata, affidati rispettivamente ai generali Alfonso Cigala Fulgosi, Salvatore Pelligra, Raffaele Policardi.
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Il 9 settembre pervenne al comando della «Bergamo», dal XVIII Corpo, l'ordine di applicare la Memoria 44, però con modifiche che la rendevano praticamente inoperante. La situazione si fece molto confusa. I tedeschi riuscirono ad eliminare i nostri presìdi di Drnis e di Signo, e l' 11 occuparono Sebenico. Il giorno precedente la torpediniera Giovannini era partita da Spalato, riportando in patria tutte le bandiere dei Corpi. A tutti i distaccamenti disseminati nell'interno fu ordinato dal comando divisionale di rientrare nella zona costiera: alcuni furono sopraffatti dai tedeschi, altri sia pure a prezzo di gravi perdite raggiunsero Spalato. Gli uomini qui concentrati furono in buona parte trasferiti in Italia unitamente ad un gran numero di civili, su piroscafi, aerei e mezzi della Marina militare. Giunsero ordini superiori imprecisi e contrastanti, che disponevano ora la adesione ai partigiani, ora la consegna delle armi ai tedeschi, che nel frattempo erano impegnati a diversi chilometri dalla città da consistenti formazioni titin.e. Il generale Becuzzi sottoscrisse il 16 settembre una intesa con i partigiani, ed il 23 partì per l'Italia sulla torpediniera Areiusa, affidando il comando delle truppe al generale Pelligra. Con le forze della XVII brigata costiera ed i residui reparti della «Bergamo», il generale Cigala Fulgosi organizzò la estrema difesa di Spalato. La situazione ormai precipitava: il 27 settembre i tedeschi, facendo intervenire anche la divisione «Prinz Eugen», occuparono la città. Il comando germanico tradusse dinanzi ad un tribunale di guerra i generali Pelligra, Cigala Fulgosi e Policardi che, condannati a morte, affrontarono con fierezza e serenità il plotone di esecuzione. A Trilj, il 1° ottobre, vennero soppressi con raffiche di mitragliatrice 46 ufficiali italiani: 5 colonnelli, 1 tenente colonnello, 1 maggiore, 23 capitani e 16 subalterni. Numerosi ufficiali, soprattutto inferiori, erano caduti combattendo, fedeli al giuramento prestato nelle Scuole e nelle Accademie. La vicenda della divisione «Bergamo», concludendo, può essere considerata emblematica del trauma spirituale e dello sbandamento operativo che sconvolsero molte Unità italiane a causa dell'annunzio inatteso e improvviso dell'armistizio, e della carenza, o mancanza assoluta, di una azione diretta di comando. A tal riguardo sentiamo il dovere di esprimere un giudizio del tutto personale, non per rinfocolare polemiche, ma in nome della verità.
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Difettarono, è ben vero, ordini precisi e tempestivi da parte delle Autorità centrali: tale circostanza, mentre concede innegabili attenuanti là dove in periferia una azione di comando s i fosse rivelata per forza di cosa carente, non potrebbe in alcun modo giustificarne la assenza totale nei momenti più drammatici. Vi è chi sostie ne che la «divisione ·Bergamo• oppose accanita resistenza per molti giorni alle colonne nemiche in marcia, infliggendo ad esse gravi perdite». In codesta tesi aprono peraltro un varco impietoso molte testimonianze di differente tenore, secondo le quali la «Bergamo», intesa come entità organica forte degli apporti di tutti i suoi componenti, dal comandante all'ultimo gregario, non combattè affatto: alle aggressioni del nuovo nemico si opposero sparuti gruppi di suoi ufficiali e soldati, con impennate ora di fierezza ora di disperazione.
IV LA VIA DEL DOVERE
Il Diario del battaglione Garibaldi è anzitutto la conferma di una verità che merita di essere sottolineata: nello sfacelo generale che, per la serie di concause illustrate nelle pagine precedenti, travolse pressoché totalmente le truppe italiane di stanza nel territorio de]la Jugoslavia occupata e dell'intera area balcanica nel tragico settembre 1943, quella formazione fu la prima ad assumere un atteggiamento ben preciso e scevro di incertezze, e ad inserirsi come unità compatta e operativamente valida nel quadro di una lotta violenta e senza quartiere. Il reparto nacque saldo ed efficiente: i quadri e gli effettivi, all'atto della sua costituzione, erano in grande prevalenza formati di carabinieri, militari che per un'antica vocazione all'obbedienza e per un intramontabile senso del dovere sanno vincere ogni pur aspro conflitto emotivo. Non siamo poi lontani dal vero se aggiungiamo che la presenza nei suoi ranghi, fin dai primi giorni, di un notevole numero di bersaglieri rappresentò una forza aggregante che fece convergere nel battaglione molti sbandati di varia provenienza. La proverbiale matura severità dei carabinieri, e l'altrettanto proverbiale slancio giovanile e spregiudicato dei bersaglieri si amalgamarono integrandosi ip. maniera perfetta. A dare credito a questa nostra affermazione concorre un fatto ben sintomatico. Dopo i duri combattimenti sostenuti nel settore Jajce-Mrkonjié Grad dal 3 al 5 aprile 1944, la 1a divisione proletaria segnalò, nel suo ordine del giorno n. 428, i reparti ed i singoli che si erano distinti in quei fatti d'arme. Ebbene, tra i reparti encomiati figura il Garibaldi, e fra i singoli vengono citati il s. ten. Maras ed il ten. Mongilardi, entrambi bersaglieri, comandanti rispettivamente della 1 a compagnia e del battaglione, il brigadiere Guerrini ed i carabinieri Tirapelle e Savoia. Il Diar io del Garibaldi possiede tutti i requisiti dell'atto ufficia-
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le, essendo compilato secondo le regole previste per i reparti «in campagna». Redatto con uno stile asciutto e rigorosamente gergale, ci dice tutto sulla vita e sulle vicissitudini del battaglione. Apprendiamo in primo luogo che la sua costituzione fu dovuta alla iniziativa di due ufficiali superiori dell'Arma, i ten. colonnelli Luigi Venerandi e Attilio Venosta, che alla data dell'armistizio comandavano, nell'ordine, il IX battaglione CC.RR. mobilitato, ed i carabinieri del XVIII Corpo d' A. I due ufficiali concorsero anche alla costituzione del battaglione Matteotti in Livno; aggregati poi al Comando Supremo delle forze partigiane, continuarono ad adoperarsi per il recupero e l'inquadramento di militari italiani sbandati. Contingenti del nuovo reparto furono subito impegnati a Naklice, a Zrnovnica e in difesa del ponte di Blato. Il 4 ottobre il reparto, che dal 24 settembre aveva assunto il nome dell'Eroe dei due Mondi, venne ufficialmente inquadrato nell'EPLJ (Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia) come 5° battaglion.e della I brigata proletaria, facente parte della omonima 1a divisione. Sotto la stessa data ne furono definiti i quadri e l'ordinamento: comandante cap. Francesco Elia, compagnia comando cap. Cesare Giancola, 1a compagnia ten. Ilare Mongilardi, 2a compagnia s. ten. Edmondo Leone, 3a compagnia ten. Felice Mambor. Una settimana dopo, con 60 militari affluiti da varie località, fu costituita la 4a compagnia, soppressa il 22 ottobre e ricostituita 1'8 dicembre, con elementi parzialmente inabili e disarmati, e affidata al s. ten. Innocente Cozzolino. Il 13 ottobre intanto, grazie ad un apparecchio radio fornito dal comando partigiano, gli uomini del Garibaldi appresero la notizia della dichiarazione di guerra alla Germania, e si sentirono ancor più legittimati nella scelta che avevano operato. Nello stesso giorno venne assegnato, al battaglione, per collegamento, un ufficiale partigiano, il cap. Jovo Pejkovié come nacelnik (carica rispondente a quella di vicecomandante o aiutante maggiore a livello di battaglione e di brigata, e di capo di stato maggiore a livello di divisione e di Korpus). Scorrendo le pagine del diario seguiamo continui spostamenti del Garibaldi nei mesi di ottobre e novembre. Il 16 ottobre il battaglione ha il suo primo caduto: è il fante Giuseppe Lo Sasso, di Potenza. L'indomani viene colpito a morte un altro fante, Ulisse Nannizzi, mentre rimane gravemente colpito il caporal maggiore Tonino Montanarini, che spirerà poche ore dopo.
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L'inverno intanto incalza rigido e spietato, ed incalza pure una violenta offensiva nemica, quella che la storiografia indica come la VI. Il battaglione italiano si trova in zona di Sujica, ed il 17 dicembre si accinge ad investire quel centro con altre foqnazioni partigiane. Ma il nemico previene l'azione, sferrando con successo un poderoso attacco. Il Garibaldi perde dodici uomini fra caduti e feriti. Nel battaglione affluiscono altri ufficiali. Il 29 dicembre il ten. Mongilardi ne assume il comando, che abbandonerà il 2 ottobre 1944 perché ferito. La fine del 1943 vede il reparto attestato su posizioni che fronteggiano Travnik, con sede del comando a Pulac. Il 1° gennaio 1944 il cappellano don Cesare Tartari celebra la Messa al campo. Anche se il Diario, nella sua fredda formulazione, non lo riporta, è certo che il pensiero di tutti i bravi militari del battaglione è rivolto, in quella ricorrenza, alle famiglie lontane. Il 9 gennaio il Garibaldi inizia una serie di trasferimenti, eseguiti spesso rompendo l'accerchiamento operato dal nemico. Il 22 gennaio la 3 a compagnia deve fronteggiare un insidioso attacco avversario. Il 2 febbraio il battaglione giunge in zona Divicani dove per oltre cinquanta giorni terrà le posizioni che sbarrano eventuali provenienze da Jajce, Sibenica e Lendiéi. Un plotone del Garibaldi partecipa, con altre unità, ad una puntata contro lo schieramento nemico di Jajce, disposta per saggiarne la consistenza. L'avversario a sua volta compie azioni sporadiche di disturbo; violenti sono gli attacchi che sferra il 27 febbraio ed il 2 marzo, quest'ultimo contro l'abitato di Magarovéi, dove è attestato un plotone della 1 a compagnia, rinforzato da una squadra mi traglieri della 2 a. Nella notte sul 25 marzo la squadra arditi, formata di carabinieri e guidata da un bravo sottufficiale sardo, il brigadiere Pasqualino Cappai, effettua con successo un colpo di mano dimostrativo sul ponte di Jajce_ L'episodio è puntualmente annotato nel Diario, tuttavia ci sembra opportuno dedicargli un sia pur breve spazio anche in questa sede. n comando nemico di Jaice aveva fatto pervenire al battaglione un messaggo invitandolo alla resa. Latori della ... risposta furono il brigadiere Cappai ed i suoi arditi. La squadra si spinse fino a dieci metri dal corpo di guardia che sorvegliava il ponte e depose un messaggio nel quale si respingeva sdegnosamente l'invito
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a cedere le armi. Quindi lancio di bombe a mano e nutrite scariche di fucilieria contro il corpo di guardia i cui uomin i si astennero prudentemente dal reagire. Alle 3 la squadra arditi, eseguita la sua missione, poteva fare rientro incolume alla base di partenza. Il 1° aprile... intermezzo distensivo: trattenimento artistico nel teatrino di Mrkonjié Grad, sede del comando di brigata. Il coro del battaglione vi partecipa e «riscuote vivi applausi». Ci sorge, in tutta sincerità, un dubbio: la citazione del Diario risponde al vero, oppure lo spirito di corpo (fattore comunque sempre encomiabile) forzò in quel caso la mano del compilatore? Il 3 aprile il nemico muove all'assalto, anche con unità della divisione «Prinz Eugen», delle posizioni tenute da altri battaglioni della brigata, che sono costretti a ripiegare. Il Garibaldi accorre in sostegncf del 1° battaglione, e contrasta l'avanzata dell'avversario, il quale dilaga nella vallata di Magalj Dal e punta su Mrkonjié Grad, che riesce ad occupare verso le 1O. Il battaglione italiano si ritira, ordinatamente, sulle quote a nord ovest della città. L'indomani il Garibaldi attraversa il passo di Kliué e si attesta su nuove posizioni, di riserva a due battaglioni della brigata schierati sui rilievi sovrastanti il lago di J ezero. Il 5 aprile il nemico; forzato il passo di Kliué, avanza sulla rotabile per Glamoc costringendo le unità della brigata a ripiegare, sempre peraltro combattendo con accanimento. A sera il Garibaldi si concentra a Mali Podgorje, dove si trovano i comandi della brigata e della 1 a divisione proletaria. L'ordine del giorno n. 428 del 10 aprile (ne abbiamo già fatto un rapido accenno) della menzionata divisione, elogia i reparti che si sono segnalati nel duro cicJo operativo «per coraggio e abnegazione». Il testo si apre, molto significativamente, con la citazione della unità italiana: ENCOMIAMO
I Il battaglione Garibaldi della 1 a brigata proletaria per aver assolto i compiti affidatigli e per avere distrutto il nemico nel settore di Mile Magaljdol; per il coraggioso e disinteressato (rectius: spontaneo = N.d.A.) intervento ed aiuto al vicino 1° battaglione della stessa brigata.
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Particolarmente del battaglione: - Maras Giuseppe, comandante della 1a compagnia, per il giusto ed accorto comando diretto della compagnia per tutto il tempo, dal primo sparo alla fine delle operazioni; per il personale sangue freddo e l'esemplare responsabile comportamento in tutti i momenti del combattimento. - Mongilardi Ilare, comandante del battaglione, per l'accorto impiego del battaglione, per la proficua iniziativa in aiuto ai re parti vicini e per il coraggio personale. - Guido Guerrini, caposquadra della 1a compagnia e la sua squadra per la coraggiosa esecuzione dei compiti relativi alla sicurezza del battaglione, che aveva preso nuove posizioni, permettendo al nemico di avvicinarsi ad una distanza tale da poterlo colpire con certezza. - Gino Tirapelle e Angelo Savoia, combattenti della 1a compagnia, per l'iniziativa spontanea del recupero di un'arma pesante dalla postazione già in mano del nemico, malgrado loro stessi fossero carichi di un mitragliatore Breda. <<
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(omissis) ............ ................................
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Il testo dell'encomio fu trasmesso da Radio Libera Jugoslava e ripreso da Radio Londra e Radio Mosca. Dal 7 aprile il battaglione è in sosta a Potkrai Spirié, dove si riordina assumendo, per superiore disposizione, un assetto parzialmente modificato: comandante è sempre il ten. Mongilardi; plotone comando serg. magg. Armando Neri; 1 a compagnia s. ten. Giuseppe Maras; 2a compagnia s. ten. Vito Pirrellì; 3a compagnia m.llo dei CC.RR. Carlo De Carolis; compagnia pesante (3 i;nitragliatrici e 1 mortaio da 81) s. ten. Edmondo Leone. Il 12 aprile il Garibaldi è schierato sulle alture che consentono · di controllare le provenienze da Jezero verso Mrkonjié Grad, all'aJtezza di Majdan. Il 21 dello stesso mese avviene un rimaneggiamento nei quadri del battaglione: il s. ten. Pirrelli subentra nel comando della compagnia pesante al s. ten. Leone che viene trasferito, come subalterno, alla 1 a compagnia; il s. ten. in spe dei bersaglieri Ilio Muraca assume il comando della 2 a compagnia. Il 22 alcuni reparti del Garibaldi ripiegano sottç la pressione del nemico. Il 25 la 2 a compagnia respinge il nemico di fronte a Stupna. Si giunge al 2 maggio: i nostri reparti, ad eccezione della 3 a compagnia che rimane in posizione sono coinvolti nell'attacco, fallito, condotto da sette battaglioni partigiani contro il presidio
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avversario di Mrkonjié Grad. Dal Diario del Garibaldi emerge l'asprezza di quei combattimenti. Trascorrono alcuni giorni di relativa calma, animati da reciproche azioni di disturbo. Il 16 due compagnie del Garibaldi, la 1 a e la 3a, concorrono all'altezza di Grabec-Gromile all'arresto di una operazione del nemico, che ha posto in seria crisi il 6° battaglione della brigata. Il 25 e 26 maggio il battaglione è severamente impegnato nel quadro di un attacco sferrato in zona Drvar all'improvviso da truppe germaniche scelte. Dopo alcune ore è costretto a ripiegare, unitamente al grosso, delle formazioni partigiane. Si distingue la 2a compagnia (s. ten. Muraca). È scattata quella che la storiografia della guerra in Jugoslavia chiama la VII offensiva germanica, e che si concluderà il 28 giugno con l'attraversamento della rotabile Mosta-Sarajevo da parte delle stremate e decimate formazioni partigiane che riusciranno in tal modo a sottrarsi all'annientamento. Tito nei primi giorni è sfuggito alla cattura facendosi portare in salvo a Bari su un aereo pilotato dal ten. col. Vivian Street, della missione britannica di collegamento presso il suo comando. Poi insedierà il suo Quartier generale a Lissa (Vis) presidiata dai reparti inglesi, e successivamente farà rientro in Jugoslavia. Il Garibaldi - come pure il Matteotti - è duramente impegnato in quelle lunghe, estenuanti e sanguinose vicende. Il Diario del battaglione, nelle sue fredde e rapide citazioni, per giunta vergate nel corso di concitate circostanze, può solo in parte riproporre la realtà di quegli avvenimenti. Dopo 48 ore di accaniti scontri il Garibaldi ha già esaurito le munizioni, e può rifornirsene con l'appoggio della XIII brigata. Riferiscono i reduci: « ••.• I reparti erano fortemente impegnati a combattere di giorno ed a sganciarsi di notte, passando spesso attraverso le file nemiche, nel massimo silenzio, con gli zoccoli dei muli avvolti negli stracci. In quei momenti era quasi proibito respirare, ed i reparti sfilavano nei boschi, carponi se il terreno era scosceso, in fila per uno a pochi metri dalle sentinelle tedesche. In poco più d'un mese sono stati coperti a piedi circa 2.000 chilimetri, in condizioni che normalmente si dovrebbero definire impossibili». Dal 2 giugno la 1 a compagnia (s. ten. Maras) è tagliata fuori dal grosso del battaglione, ed in primo momento è data per dispersa.
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Gli uom1m, compatti, vagano per giorni nella immensa e fitta foresta di Mlinista, senza mai incontrare anima viva che non fosse un nemico. Si nutrono di foglie di betulla, si dissetano con neve squagliata. L'8 giugno il reparto rientra al battaglione. Il 23 giugno il Garibaldi ingaggia un violento combattimento contro l'incalzante nemico. La 2 3 compagnia (s. ten. Muraca) va all'assalto al grido di «avanti garibaldini». La appoggia la 1 a compagnia. L'indomani il battaglione effettua un lungo trasferjmento, sotto la pioggia. Il 25 nuovo duro combattimento, nel corso del quale si pone iin evidenza la 3 3 compagnia. Verso le ore 12 il Garibaldi, che ha protetto lo sfilamento di una lunga colonna, si sgancia dal nemico. Nel Diario, sotto quella data, si legge: « ... gli uomini sono stanchi, parecchi non possono seguire la colonna». Ed il 26 giugno vi figura questa annotazione: « ... È ormai un mese che si combatte e che si marcia senza il minimo riposo. Quasi tutti sono affetti da deperimento organico». Gli uomini del Garibaldi hanno dato tutto ciò che potevano dare. È interessante ricordare che in quelle contingenze il battaglione assunse il nome di «Alpi». Il superiore comando aveva deciso di mutare la denominazione di tutti i reparti, per ingannare il nemico. Per le azioni che abbiamo ricordato il s. ten. Muraca, che comandava la 2 a compagnia, è stato insignito a distanza di molti anni della Medaglia di fraternità e unità con corona d'oro. La stessa decorazione jugoslava è stata concessa al s. ten. Maras e alla bandiera della brigata «Italia». Ha poi inizio la lunga marcia verso la Serbia. Il nemico ha intrapreso la graduale evacuazione delle aree meridionali della Balcania e si dirige, praticamente senza gravi ostacoli - ove si eccettuino sporadici scontri di retroguardia - nel cuore dell'Europa dove prevede, raccorciando il fronte, di poter esercitare la estrema difesa. Il 18 agosto 1944, il battaglione si collega in zona Bijela Voda con la divisione «Garibaldi», colà giunta. Nuovo impegno, il 2 ottobre a pochi chilometri da Ub, dove il battaglione affronta unità avversarie. In quel combattimento rimane ferito il ten. Mongilardi, che ha guidato con mano ferma il battaglione per diversi mesi. Altri feriti e un caduto, il carabiniere Attilio Ortu, sardo.
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Ed eccoci alla battaglia di Belgrado, l'ultima affrontata dal Garibaldi come reparto inquadrato nella I brigata proletaria. Emerge ancora lo spirito combattivo del battaglione nel cui comando, al bersagliere Mongilardi, è subentrato un altro bersagliere, il s. ten. Maras. Questo il bilancio di sangue: quattro morti e diversi feriti. In merito al comportamento del reparto in quei fatti d'arme, trascriviamo da una pubblicazione jugoslava: « ... A questo punto il comando della I Brigata ha schierato nell'edificio (Teatro Nazionale) l'intero battaglione Garibaldi. Era noto che gli italiani combattono in modo eccellente dentro i bunker. Essi anche questa volta lo hanno dimostrato praticamente. Sono riusciti a mantenere il Teatro Nazionale ed a respingere diversi assalti dei tedeschi. Così nel Teatro Nazionale e intorno ad esso è stato «rappresentato» uni <lei più sanguinosi episodi della lotta per la liberazione di Belgrado» (Da: Milos Vuksanovié, La I brigata proletaria, Beograd, 1981, p. 380). Dobbiamo aggiungere che alla battaglia di Belgrado fu presente, indirettamente, anche la divisione «Garibaldi». Questa aveva infatti ceduto all'omonimo battaglione ed al Matteotti, alcune settimane prima, 5 ufficiali, 10 sottufficiali e 263 uomini di truppa. Ce lo ha riferito l'allora capitano, oggi generale, Angelo Graziani. A Belgrado viene costituita la brigata «Italia»; il Garibaldi, affidato alla sicura guida di un carabiniere, Primo Ciocioni, è il 1° battaglione della nuova Unità. Il Diario del Garibaldi, pur nella sua stringata formulazione, fornisce la immagine vera e vibrante della vicenda di un reparto che fu e volle essere, fin dalla origine, intransigente nel culto di due principi: il senso del dovere e l'amore di patria. Aggiungiamo: della patria italiana.
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Se la nascita del Garibaldi fu un evento straordinario, soprattutto perché il battaglione si dimostrò in grado di operare nel volgere, si può dire, di poche ore, la creazione del Matteotti ebbe del prodigioso. Il primo nucleo di quella formazione fu costituito da un gruppo di ufficiali e soldati della divisione «Bergamo», che si aggregarono a Boban alla I brigata partigiana dalmatina: entrarono in azione il 24 settembre 1943 effettuando una ricognizione sul Kozjiac e schierandosi sul Kostac. L'autore dell'autentico «miracolo» per cui un raggruppamento disomogeneo di uomini avviliti e sfiducati si tramutò in reparto compatto ed efficiente fu il tenente di fanteria i.g.s. (incaricato grado superiore), oggi generale in posizione ausiliaria, Adriano Host. Questo ufficiale possedeva, già prima dell'8 settembre, un curriculum brillante: decorato di croce di guerra al v.m. nel settembre 1942 e trasferito in s.p.e. per merito di guerra nel febbraio 1943 per il suo comportamento nelle dure operazioni di presidio della Jugoslavia occupata. Meriterà due altre ricompense al valore e una promozione per merito di guerra nel periodo successivo all'armistizio. Ci sembra opportuno, anzi fondamentale, prima di ripercorrere nelle fasi più importanti le vicende del Matteotti, indugiare sull'andamento del colloquio che il 10 settembre 1943 Adriano Host, accompagnato da alcuni ufficiali inferiori anch'essi del 25° fanteria «Bergamo», ebbe a Fragovic col locale comandante partigiano Milié. Host si disse pronto a combattere contro il comune nemico; alle perplessità manifestate da Milié ribattè: «Se non ci gradite, lasciateci liberi di agire per conto nostro; se non lo ritenete possibile, ebbene io che per tenere fede al mio onore di ufficiale mi sono sottratto alla prigionia dei tedeschi per non cedere loro le armi, userò queste se necessario, anche contro me stesso».
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Alla domanda di Milié se parlava anche a nome dei suoi colleghi, Host ribattè: «Lo chieda a loro». Il comandante partigiano lo fece ed ottenne uguale risposta, rimanendone colpito. Un contributo alla formazione del battaglione lo diedero i ten. colonnelli dei carabinieri Venerandi e Venosta, già «padri» del Garibaldi. Ci soffermiamo ora sui due Atti relativi al Matteotti, estesamente trascritti nella prima parte di questo volume.
Per la nostra Italia La relazione di Adriano Host ha un significato che si avverte anzitutto nella sua dra mmati cità. È redatta con freddezza, anche quando l'autore sembra cedere alla emozione, e rispecchia fedelmente la realtà spirituale di quei giorni tormentati. Adriano Host volle e seppe creare un reparto tutto italiano, che guidò ottimamente alla prova del fuoco, superando non poche difficoltà. E non è detto che s ia partito, come suol dirsi, dal nulla. Egli mosse da ben peggio, da una condizione che possiamo definire disperata. Il battaglione prese consistenza a Livno, con il progressivo, caotico affluire in quella città di militari di vari reparti, in piccoli gruppi o singolarmente. Molti raggiunsero Livno dopo avventurose traversie, ognuna delle quali potrebbe fare storia a sé: fra le tante merita di essere segnalata la esperienza che un ufficiale, il s. ten. Avio Clementi, già del 25° fanteria «Bergamo» e in seguito comandante di compagnia del Matteotti, ha descritto in un mirabile libro di memorie (Topo Misko proletario d'acciaio, Roma, 1984). Si trattava, per la quasi totalità, di elementi sbandati nel senso più lato del termine: si presentavano quasi tutti laceri, scalzi, disarmati, affamati, in condjzioni fisiche precarie quando non allarmanti, e profondamente vulnerati nello spirito; moltissimi erano dimentich i di ogni pur rudimentale senso di disciplina. Host avviò la sua azione su quel primo nucleo di connazionali; alternando pazienza a fermezza riuscì a recuperare, anzitutto moralmente, quegli elementi, riconducendoli allo stato di buoni soldati, quali si erano dimostrati prima della tragedia dell'armistizio. Il bravo uffic iale, nella sua delicata opera, fu aiutato dai subalterni della «Bergamo» che condivisero con lui quelle tormentate
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vicende. Non potè invece contare sull'appoggio del nuovo alleato, il quale Lo osteggiò in maniera fin troppo evidente. È una denunzia che figura senza veli nella relazione, e che trova conferma nell'altro documento da cui si ricava la storia del Matteotti. A proporre tale denominazione fu il tenente del genio Ugo De Negri, ingegnere, iscritto nel 1924 alla sezione giovanile di Napoli del partito socialista. Lo scritto di Adriano Host, crudo ed essenziale, non abbisogna di commenti. Non possiamo tuttavia esimerci dal dedicargli una breve annotazione. Il creatore di quel reparto non ha una parola di vanto (e legittimamente avrebbe potuto dirla) per quanto egli fece, ma esprime il rammarico per quanto gli venne impedito di fare. E poi colpisce il dolore (stato d'animo nel quale accomuna gli ufficiali che insieme a lui subirono il provvedimento adottato dal superiore comando partigiano) di dovere abbandonare i suoi uomini , dopo averli riorganizzati e guidati a combattere «per la nostra Italia ». La relazione di Adriano Host meriterebbe una aggettivazione altamente elogiativa. Ci limitiamo a dire che essa è, anzitutto, un documento «di stile».
Conservare le nostre caratteristiche italiane L'altro atto che si riferisce al Matteotti è il Diario del ten. Parmeggiani. Al contrario dell'omonimo documento del Garibaldi, che con più incisiva «ufficialità» privilegia quasi esclusivamente il fattore operativo e ordinativo, pur senza trascurare gli aspetti spirituali, il diario in esame dà risalto primariamente al dato psicologico, anche se nel suo panorama non viene tralasciata la puntualizzazione degli impegni bellici del reparto. Più che un documento «di campagna», è una testimonianza umana di ricordi che il compilatore ha fissato in una successione cronologica pressochè completa, riportando sensazioni e avanzando osservazioni, e che possiede anche un valore storico militare nei riferimenti a organici, marce, scontri a fuoco. Autore di quelle pagine è - come si è detto - Aldo Parmeggiani, tenente di fanteria dell'Esercito italiano, che nel Matteotti ricoprì incarichi di rilievo: vice comandante il 15 ottobre 1943 (data di costituzione del battaglione), altre mansioni in seguito, comandante dal 5 febbraio 1944, allorché si trovò ad essere l'unico ufficiale operativo nel reparto, «superstite» della giubilazione che
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colpì tutti i colleghi, ricordata dal capitano Host nel suo rapporto. Quando poi, nell'ottobre dello stesso anno, fu creata la brigata «Italia», ne divenne vice comandante e capo di stato maggiore. Il Diario merita anzitutto una considerazione di natura letteraria, considerazione decisamente positiva, sia per gli aspetti formali che per l'accennato substrato psicologico del testo. L'Autore è professore, insegnante di lettere italiane e latine in un liceo classico; quand'anche non lo si sapesse, tale sua condizione emerge da un singolare lapsus espositivo: rievocando infatti una vicenda giudiziaria di guerra, conclusasi amaramente, parla di istruttoria e di «interrogazione», anziché di interrogatorio. Acuto osservatore, Parmeggiani sa scandagliare nel profondo degli animi, primo fra tutti del suo, cogliendovi i vari stati emotivi: sconforto e sicurezza, disagio e serenità, irritazione e allegria, scetticismo e convinzione, disperazione e fiducia, illusione sognata e repentino ritorno alla dura realtà. Individui e gruppi, scene d'ambiente ed episodi di guerra, sentimenti e caratteri, sono disegnati ora con rapidi tratti ora con un sapiente indugio descrittivo. Una spontanea immediatezza impronta tutte le pagine, siano esse rieovocatrici di avvenimenti tragici e talora agghiaccianti, oppure intrise di una filosofica, e tutta italica, accettazione di un aspro quanto ineluttabile presente. Frequente è il «rifugio» nella cultura, un sostegno che no tradisce mai: il pensiero corre a Verdi, Goethe, Beethoven, Cecchi, Betti, Eraclito, Marx, Kant, Hegel: il ricordo degli splendidi mosaici di Ravenna si sovrappone alla visione di povere moschee in rovina. Non trova spazio, nel Diario, alcunché di convenzionale: della partecipazione del coro del Matteotti a serate artistiche (nei rari momenti di sosta operativa) ora si annota il successo riportato, dovuto soprattutto agli «a solo» di Dal Moro dalla squillante voce tenorile, ora si riferisce che il complesso «fa schifo». Frequenti sono i passaggi intessuti di ironia e di umorismo: si osserva con ammirazione il sorvolo di imponenti stormi di bombardieri anglo-americani, ma subito il pensiero si raccorcia in più prosaiche considerazioni: «ci gettassero almeno una scatoletta di carne». Senza reticenze è narrata la lotta contro scabbia, cimici, pidocchi, fame, sporcizia, anch'essa una vera e propria guerra. E guerra è pure quella contro la iniziale ostilità dei locali: famiglie che
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rifiutano di ospitare i militari del battaglione; se vi è un furto i primi ad esserne accusati sono - inutile dirlo! - gli italiani. Eppure sono essi spesso vittime di ruberie, o di baratti non equi e talora forzosi di cinturoni, fondine, giberne con individui che «vogliono bardarsi come cavalli». Quella ostilità, occorre dirlo, era in molti casi giustificata. Non erano poche le famiglie che avevano perso loro congiunti nelle dure operazioni antiguerriglia prima dell'8 settembre, e che ancora consideravano gli italiani come nemici. Parmeggiani sottolinea la gioia dei momenti di riposo, nella paglia, assaporando la sonnolenza, fumando una sigaretta. E infine la nostalgia struggente deHa famiglia lontana, che prorompe soprattutto nelle care ricorrenze natalizie e pasquali. Nel contesto generale del Diario emerge un motivo molto frequente: il voler cogliere - in chiave sapientemente consolatoria spunti di allegria anche nelle ore più dure. In tale senso Parmeggiani - non ce ne vogliano i-suoi corregionali- è un «napoletano» (di quella perenne scuola in cui riecheggiano la filosofia e la tragedia dell'antica Grecia) trapiantato in terra friulana. Nel concludere queste che non sono, né vogliono essere, pure divagazioni estetico-filologiche, dedichiamo un accenno particolare alle pagine datate 17 e 18 aprile 1944. Vi è ricordato un evento di morte che coinvolse emotivamente l'intero reparto, la cui narrazione è drammaticamente cadenzata nella descrizione di stati d'animo, di suoni, di! immagini della natura. E beo si capisce come l'indomani l'Autore annoti: «bella giornata di sole, è finalmente primavera, volano le rondini». Fu per lui, e per tutti, come uscire da un incubo. Il Diario di Parmeggiani è caratterizzato da una intelligente stesura. Ci fa comprendere quale fosse la situazione, quando ad esempio il compilatore riferisce (26 novembre 1943) di avere distrutto ruolini e indirizzi, evidentemente per prudenza. Dal 22 ottobre era giunto al battaglione appena formato un tale «Antonino» (nome di copertura) con l'incarico di commissario politico. Era costui un italiano fuoriuscito che - ricorda Parmeggiani - piombò alla stregua di un ciclone in mezzo al nuovo reparto, pretendendo di fare e disfare a modo suo. Se confidava di ricevere una accoglienza calorosa, va detto che rimase deluso; fu infatti guardato con sospetto ed anche, parlando per eufemismi, con un
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senso di profondo e malcelato disagio. Lo si avverte nelle righe del Diario dedicate al particolare argomento, sebbene formulate con la cautela imposta da una realtà ancora indecifrabile. Se ne ha conferma esplicita nelle parole di diversi reduci da noi interpellati. «Antonino» si mise subito al lavoro per realizzare un suo progetto, che era quello di indottrinare, naturalmente ad indirizzo unico, i militari del Matteotti. In tale prospettiva considerò prioritario lo scardinamento del vincolo di subordinazione faticosamente ripristinato tra gregari e superiori: riteneva infatti che gli ufficiali avrebbero ostacolato la sua azione, e decise pertanto di demolirne il prestigio presso la truppa. A tale scopo propose che ai «consigli » di compagnia fosse consentito di contestare i comandanti ed e leggerne i successori. Ebbe successo in un solo caso. Host ed i suoi ufficiali, appoggiati da queJli del Garibaldi nel corso di alcune visite al battaglione confratello, contrastarono decisamente l'opera disgregatrice di «Antonino». Il 30 novembre chiesero ai soldati di sottoscrivere un impegni di disciplina e obbedienza ai comandanti. Il comissario politico tentò animosamente di dissuadere i militari dall'ottemperare. Host recatosi al comando della 1 a divisione proletaria avanzò due precise istanze: che il Matteotti (tale nome fu consacrato ufficialmente qualche giorno dopo) mantenesse la sua configurazione autonoma e quindi i suoi uomini non venissero frazionati in altre formazioni, e che «Antonino» fosse immediatamente sostituito. La fermezza de l bravo ufficiale sortì i risultati sperati. La truppa firmò il vincolo di subordinazione; 170 uomini chiesero di restare al proprio battaglione, e 50 di passare al Garibaldi. Il Matteotti aveva vinto la sua battaglia di dignità; da allora in poi nessuno attentò alla sua conquistata immagine di reparto tutto italiano. Le difficoltà non erano però terminate. «Antonino», destinato alla 9a divisione, abbandonò il battaglione proferendo minacce: in cuor suo forse giurò di ottenere la testa di Host e degli altri ufficiali; come vedremo in seguito vide coronato il suo «sogno» sia pure in maniera indiretta e tardivamente, quando cioè la disgregazione spirituale del reparto era divenuta ormai improponibile. Per diversi mesi almeno differenti furono «metodi e scopi» (come dire posizioni di fronte al nuovo alleato) del Matteotti rispetto al Garibaldi: lo annota Parmeggiani nel suo Diario (30 novembre 1943).
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Il 3 dicembr e fu accantonata la proposta, in un primo tempo presa in considerazione, di costituire con i due battaglioni una brigata italiana. Lo stesso giorno Host fu convocato a rapporto personalmente dal comandante la 1a divisione proletaria, Koca Popovié. Nel corso del colloquio gli venne freddamente avanzata questa domanda; come giudicava, lui fiumano, l'annessione della sua città alla Jugoslavia? Il bravo ufficiale scansò la insidia di quel singolare quesito rispondendo che era «per una istituzione di stati fratelli, senza barriere». A ricoprire la carica di commissario politico del battaglione fu destinato Milan (?) Zagora, ufficiale montenegrino, il cui arrivo ovviamente non suscitò entusiasmi, ma riuscì comunque meno sgradito di quello del predecessore. Zagora era persona di ottimo livello culturale; tuttavia nell'obbligato disimpegno del suo compito si mosse non di rado, forse suo malgrado, in maniera pesante, o quanto meno senza una misurata sensibilità. Ad esempio, diede una spietata caccia... anagrafica al capitano Host, omonimo per cognome ad un esponente fascista, Giovanni Host Venturi, più volte sottosegretario e ministro in governi presieduti da Mussolini. È qui opportuno fare alcune considerazioni. L'istituto del commissario politico riesce per lo meno inconcepibile (parlando per eufemismi) a chi ritenga che al comandante operativo, e soltanto ad esso, debba competere la cura spirituale, oltre che addestrativa, degli uomini che guiderà contro il nemico e incontro alla morte. Ancor più inammissibile è il fatto che al commissario politico si attribuisca un grado superiore a quello del comandante operativo: e ciò perché il grado, in un reparto in armi, ha un suo significato gerarchico ben preciso. Naturalmente il discorso muta quando si parla di coloro che vennero chiamati a ricoprire tale incarico, e il cui comportamento può essersi manifestato secondo una triplice casistica: abusando del superpotere ad essi attribuito; agendo da galantuomini almeno nei limiti consentiti dall'espletamento del poco simpatico compito; operando con senso di fratellanza sincera nei confronti dei commilitoni. Da diversi reduci della «Italia» abbiamo appreso dell'ottimo comportamento dei montenegrini Zagora e Vujosevié, dello sloveno Sturm, e del connazionale Carlo Cutolo. L'attività denigratrice nei confronti degli ufficiali italiani non conobbe soste, come fra l'altro è dimostrato dall'episodio che
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citiamo. Nel Diario si legge che il 16 dicembre 1943 a Blagaj i militari del Matteotti furono invitati ad assistere ad uno spettacolo che si teneva nel teatro locale. Ebbene, nel programma era compreso un atto unico di argomento satirico - tragico con due protagonisti principali: «cetnico trionfio e ufficiale italiano elegante e fifone». Tralasciamo ogni considerazione sul buongusto di quella messinscena, e poniamoci piuttosto una domanda. Avevano riflettutto gli autori di quel brillante, si fa per dire, copione sul fatto che ufficiali da loro emblematicamente presentati in un personaggio inetto si erano battuti ottimamente alla testa dei loro reparti? E che fino all'8 settembre 1943, prima del tragico sfacelo conseguente all'armistizio, non avevano perduto un solo metro dei territori affidati al loro presidio? E che dire dei giovani ufficiali italiani, eleganti ma non certo fifoni, che armata manu salvarono un enorme numero di innocenti nel periodo delle spietate persecuzioni razziali? Si ebbe la pretesa di .« sconfiggerli» immeserendone la immagine sulla scena di un teatro; ma ben diverso fu il verdetto del campo di battaglia, prima e dopo 1'8 settembre. Ci è grato ritenere - ne siamo sicuri - che gli ufficiali italiani presenti in sala abbiano provato nel loro intimo un senso di sdegno. Nel Diario di Parmeggiani non si accenna a reazioni clamorose, che però avrebbero fatto il gioco di chi concepì quella evidente provocazione. Il 5 febbraio 1944, dunque, gli ufficiali che avevano compiti operativi vennero tutti, meno uno, distaccati come «osservatori» presso diversi battaglioni dell'EPLJ. Ne abbiamo già fatto accenno. Dobbiamo per obiettività riferire che ai proponimenti dello staff (politico e non militare) del superiore comando partigiano diede una mano una iniziativa a dir poco sconsiderata assunta da alcuni ufficiali italiani. Questi - ai quali riconosciamo le attenuanti della difficile situazione psicologica - presentarono una domanda di ... dimissioni (sic!). Il più freddo e giudizioso s.ten. Avio Clementi annotò, nel suo diario personale, che si trattava di una vera e propria scempiaggine (ad essere sinceri usò un termine ben più eloquente, oggi dominante nel lessico dei liceali). Al Matteotti rimase, come si è già detto, il solo Parmeggiani quale comandante, affiancato da un nacelnik jugoslavo. Fatto singolarmente fastidioso: gli ordini operativi gli pervenivano non solo in slavo, ma in grafia cirillica, a lui sconosciuta ma ben nota al
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vicecomandante. Permeggiani annota quella circostanza (24 aprile 1944) con una amarezza che cela la irritazione. Degli ufficiali allontanati con quel provvedimento, potè rimanere al battaglione il s. ten. Ovidio Gardini, rinunziando al grado che avrebbe poi riassunto quando, costituita la brigata «Italia», ebbe il comand,9 del 3° battaglione Mameli. Si sottrasse inoltre all'allontanamento il s . ten. Cutolo, che si trovava in ospedale e, dimesso, fece rientro al reparto. Continuò a fungere da intendente il tenente Fontanarosa. La notizia della giubilazione degli ufficiali del Matteotti giunse ad «Antonino»? Se ne venne a conoscenza fu per lui, a torto o a ragione, come appenderne idealmente gli scalpi alla cintura. Ed ancora: nel Diario figurano riferimenti negativi sul comportamento del Garibaldi nei primi mesi di attività, come pure sugli ufficiali dei carabinieri che in quel periodo ne costituivano in gran parte i quadri. Poiché il compilatore non poteva aver constatato de visu quei fatti, è evidente che le sue citazioni derivavano da notizie imprecise che alteravano la verità, a lui pervenire indirettamente ed accolte in buona fede. Dopo aver ricostruito per linee essenziali il clima - non quello atmosferico anch'esso poco clemente - nel quale sorse e si venne consolidando il Matteotti, rivolgiamoci ora alle principali tappe del suo crescente inserimento nel contesto della guerra in atto. Il 15 ottobre 1943, data della costituzione ufficiale, il battaglione aveva una forza di 54 uomini, suddivisi in tre nuclei attorno ai quali, con l'arrivo di nuovi elementi, si sarebbero formate altrettante compagnie organiche. Armamento: 40 fucili. Comandante il capitano Adriano Host, vice comandante il ten. Parmeggiani, alla testa delle compagnie i subalterni Magini, Frisani e Lanza, intendente Fontanarosa. Il 26 novembre la forza era salita a 280 uomini, di cui 23 ufficiali; la dotazione in armi comprendeva 100 fucili e u,n fucile mitragliatore; invariati erano rimasti i quadri, salva la costituzione del ten. Lanza col s. ten. Avio Clementi, avvenuta quindici giorni prima. Il 5 dicembre il Matteotti, entrato a far parte della III brigata Krajska, ebbe assegnata una Schwarzlose e fu sottoposto ad un profondo riordinamento. Il Diario riporta: « ... un commissario di battaglione, loro, un vice commissario, nostro; tre commissari di compagnia nostri e tre istruttori loro; sei commissari di plotone
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nostri e sei loro istruttori». Parmeggiani conclude: <,Il loro apporto è preponderante? Ma dobbiamo conservare le nostre caratteristi-
che italiane». I primi ardui, e quasi disperati problemi che si dovettereo affrontare furono di indole logistica: equipaggiamento, vitto, armi. I soldati erano, fatte poche eccezioni, stracciati e scalzi, e nemmeno il tradizionale «arrangiarsi» italico poteva opporre alcun rimedio ad una condizione resa ancora più tragica dal sopravvenire dell'inverno. A fine novembre 1943 un plotone era considerato scelto e «scattante» perché i suoi 30 componenti avevano tutti le scarpe! I rifornimenti di vestiario giunsero dietro ripetute e insistenti r ichieste del capitano Host; così dai 4 pantaloni e 6 camicie del novembre si passò, due· mesi dopo, a 60 paia di scarpe (che sostituirono altrettante opanke) e 60 pastrani. Era qualcosa, considerando la povertà delle scorte, ed il fatto che i magazzini si trovavano spesso al di là delle linee nemiche. In quanto al cibo, nel Diario ricorre con frequenza la annotazione «cinghia», una scarna parola che però dice tutto. Un accurato accertamento effettuato dal medico divisionale a metà novembre 1943 diede questo risultato: ben 94 uomini del battaglione presentavano i sintomi di una grave denutrizione. A proposito di un trasferimento tattico del reparto, nel Diario si legge: «6 dicembre 1943... in coda alla colonna il gregge di pecore, un vitellino e una mucca». Un quadro poco marziale, che farebbe sorridere se non esprimesse il senso di una lotta per non cedere agli agguati della fame, sovente più inesorabile del piombo. In seguito il problema del vettovagliamento si normalizzò. Per quel che concerne le armi si è già accennato agli iniziali 40 fucili, divenuti 100 a fine novembre 1943. Di fatto oltre la metà degli uomini del battaglione era disarmata e veniva impiegata in lavori campali, nel trasporto di feriti barellati e in altri servizi. Quella situazione si protrasse a lungo se nel Diario, ancora in data 28 marzo 1944, la forza del Matteotti è così indicata: 218 uomini, 92 fucili, 4 fucili mitragliatori, 1 mitra, 1 mortaio. Il 3 aprile al battaglione fu assegnata una mitragliatrice. Giornata in un certo senso memorabile fu quella del 22 aprile, allorché il reparto ricevette ben 10 fucili mitragliatori e 6000 colpi. «Adesso siamo leoni», fu il commento di Parmeggiani.
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Veniamo ora alle operazioni di guerra. Come già ricordato, un contingente degli uomini che avrebbero dato corpo, dopo qualche settimana, al Matteotti, combattè fin dal 24 settembre 1943. Tre giorni dopo si ebbe uno scontro a fuoco nei dintorni di Muc, col primo tributo di sangue: due feriti. In data 2 ottobre il Diario annota brevemente: «alle 5 attacco a Priluka »; un caduto e alcuni feriti. Il 7 violento scontro a fuoco col nemico sulla strada Tomislavgrad- Imotski. Per ordine del comando dell'VIII Korpus una compagn ia di formazione - 3 ufficiali e 60 uomini - del costituito battaglione che ha la sua sede in Livno partecipa ad una azione su Bosansko Grahovo (28 ottobre - 1° novembre 1943). Si trascorre in relativa tranquillità il Natale a Pulac, ma l'indomani, alle 4, il battaglione è in marcia (il Diario riporta: <<buio, fango, sentiero ripido, neve, cavalli cadono, corde rotte, si perde la direzione») diretto a Jajce. Si debbono percorrere, a piedi, circa 45 chilometri. Dopo altri drammatici trasferimenti - 130 chilometri in tre giorn i - il Matteotti raggiunge Han Sladojec dove il 5 gennaio 1944 è investito da una colonna motorizzata tedesca. Si combatte aspramente per oltre tre ore, finché il reparto riesce a sganciarsi dalla pressione nemica. Cosi riferisce Parmeggiani. Il s. ten. Avio Clementi, allora comandante di compagnia, ci ha rilasciato su quei duri scontri una testimonianza precisa e suggestiva, confortata dall'approvazione di Adria no Host,che trascriviamo fedelmente: «Nella notte del 31 dicembre 1943 il Matteotti, in coordinazione con altre cinque brigate partigiane, si porta all'attacco improvviso di Banjaluka, impegnando in violenti combattimenti per le strade i tedeschi che sono costretti ad asserragliarsi nelle caserme. Il 3 gennaio 1944, dopo la cattura di notevoli quantità di materiali, di viveri e di armi, i reparti partigiani iniziano il ripiegamento, ed il Matteotti svolge funzioni di retroguardia. Il 5 gennaio il battaglione viene investito, nella piana di Han Sladojec (pendici del monte Maniaca), da una colonna motocorazzata tedesca ed ingaggia un aspro combattimento con le poche armi leggere di cui dispone per oltre quattro ore, subendo queste perdite: 2 morti, 15 feriti fra cui cinque ufficiali, 10 dispersi catturati dal nemico e subito fucilati. La colonna tedesca resta però bloccata per 24 ore ed alcuni ospedali mobili partigiani r iescono a portarsi in salvo».
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Il 5 febbraio 1944 ha luogo il più volte menzionato radicale rinnovamento dei quadri del battaglione: il comando è affidato al ten. Parmeggiani, comandanti delle tre compagnie vengono nominati, nell'ordine, il bersagliere Arturo De Mattia, il caporal maggiore dei bersaglieri Adolfo Zanella e (.........). Nella seconda metà del mese di maggio il Matteotti è schierato sulle quote che sovrastano Livno, poi viene spostato a Vidimlije. Questa è la sua forza: 218 uomini, 130 fucili, 10 fucili mitragliatori, 1 mitragliatrice, 1 mortaio. Come si scorge, non tutti gli effettivi sono armati. Il 25 maggio il battaglione ingaggia un combattimento frontale sul passo di Koricna, tra Livno e Glamoc, sistemandosi sulle postazioni che dominano la antistante pianura. Il comando della III brigata Krajska, di cui il Matteotti costituisce il 6° battaglione, ha pensato bene di affidare agli italiani la difesa di quel passo, sapendo bene che da «vecchi soldati» avrebbero combattuto meglio dei partigiani in uno scontro frontale. Il battaglione si comporta ottimamente, pagando un alto tributo di sangue: 10 morti e 12 feriti. È in corso la VII offensiva germanica, della quale abbiamo già riferito nel paragrafo che precede, riguardante il Garibaldi. Per oltre un mese il Matteotti è severamente impegnato, e riscuote un elogio da parte del comando di brigata. Riferiscono alcuni reduci che nel 1983, visitando il Museo di Drvar sentirono da molti locali parlare con ammirazione del «comportamento degli italiani» in quei giorni. La loro risposta fu «quegli italiani siamo noi». Nei mesi successivi il battaglione si scontra col nemico a Brdianj ed in zona Pljevlja. Il 26 agosto impegna unità bulgare di occupazione a Rozastvo, ed il 15 settembre aggancia una retroguardia avversaria nei sobborghi a nord di Valjevo. U Matteotti, come la maggior parte delle formazioni dell'EPU, è in marcia verso Belgrado. Dal 14 al 20 ottobre 1944 prende parte alla battaglia per la conquista della antica capitale. Si conclude la sua attività operativa nei ranghi della III brigata Krajska. Poniamo termine a questi nostri sparsi riferimenti con una considerazione: il Diario di Parmeggiani si presenta, agli occhi del lettore, come una vera e propria «ballata» della sopravvivenza.
VI DA BELGRADO A ZAGABRIA
Dopo 1'8 settembre l'Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia - EPLJ accolse di buon grado, come è noto, nei suoi ranghi ufficiali, sottufficiali e militari di truppa nostri connazionali, i cui reparti erano rimasti travolti dalle vicende armistiziali. Fu tuttavia riluttante a riunirli in reparti organici italianj, fatta eccezione dei pochissimi casi in cui essi vi si aggregarono in formazioni già aventi, almeno embrionalmente, una certa consistenza in armi ed una evidente compattezza di natura disciplinare. Raramente però l'EPLJ rinunziò ad inserire sparsamente nei suoi reparti gli specialisti, quali genieri ed artiglieri. Un fatto del tutto particolare per la sua dimensione fu quello della divisione «Garibaldi», nata in Montenegro dalla fusione della «Venezia» e della «Taurinense», Unità che per oltre due mesi, attraverso difficoltà di ogni genere e sovente tragiche, avevano serbata inalterate la propria fisionomia e la propria capacità operativa, respingendo inviti a collaborare e intimazioni di resa da qualsiasi parte ad esse provenissero. Alla fine del novembre 1943, dopo aver attivato il collegamento diretto col nostro Comando Supremo di Brindisi, ed averne ricevuto precise disposizioni, diedero luogo alla nuova formazione che entrò a far parte dell'EPLJ dopo trattative inter pares col II Korpus partigiano. Dobbiamo aggiungere che però la «Garibaldi» fu generalmente impiegata non con la sua intera forza divisionale, bensì per brigate distaccate in differenti settori operativi. Il battaglione Garibaldi, come abbiamo più volte sottolineato, ebbe la sua base iniziale nel robusto nucleo di carabinieri ed in quello, sia pur minore, di bersaglieri; proiettando da Spalato nella non lontana Livno il prestigio immediatamente acquisito fin nei primi impegni, concorse al sorgere del Matteotti, anch'esso come reparto del tutto italiano.
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Riportiamoci ora brevemente ad un argomento già sfiorato, quello dei dinieghi più o meno motivati opposti dall'EPLJ a che le formazioni italiane acquistassero una ampiezza organica maggiore. Fu una «filosofia» defatigatoria e riduttiva, non dissimile del resto da quella cui si ispirò, nel nostro territorio nazionale, la M.M.l.A. - Sottocommissione Alleata per l'Esercito Italiano, nella quale spadroneggiavano i britannici. Dalla lettura dei Diari si capisce che i ten. colonnelli Venerandi e Venosta prospettarono, a fine ottobre 1943, la aspirazione a riunire in un unico corpo il Garibaldi e il Matteotti; ma non se ne fece niente. Nel Diario del primo battaglione - Bijela Voda, 10 agosto 1944 - si accenna al progetto di costituire col Garibaldi, il Matteotti e un battaglione di formazione della divisione «Garibaldi», affluita in quella zona, una brigata da intitolare «Mazzini» e da· porre alle dirette dipendenze della 1a proletaria. Anche quella iniziativa cadde nel vuoto, e - ci sia consentita una divagazione forse si evitò che l'Eroe dei due Mondi fremesse nella sua tomba, se è vero quanto abbiamo appreso dei rapporti non precisamente amichevoli che intercorsero fra Lui e l'Apostolo. Il progetto «Mazzini » rimase sulla carta. Fu invece una bella realtà la costituzione della brigata «Italia». Dobbiamo dire che nell'ordine a firma del ten. colonnello Markovié, capo di stato maggiore della 1a divisione proletaria, la nuova Unità era denominata «brigata italiana»; ma i bravi ufficiali e gregari, non del tutto paghi di quella dizione pur chiaramente indicativa della nazionalità, la chiamarono, fin dal primo giorno, «Italia» come atto di amore verso la patria ancora lontana. Tale denominazione, fu qualche mese dopo riconosciuta ufficialmente anche dall'EPLJ. La brigata ha la forza iniziale di tre battaglioni: Garibaldi, Matteotti e Mameli. Il 18 novembre la brigata incorpora un nuovo battaglione, che un mese dopo verrà in titolato Fratelli Bandiera. Nei quattro battaglioni sono stati equamente r ipartiti i «veterani» ed altrettanto equamente suddivisi i connazionali liberati dai campi di concentramen to tedeschi in Serbia. I quadri della brigata, che conta circa 3.000 uomini, sono così stabiliti: - comandante - vicecomandante e capo di stato maggiore
s. ten. Giuseppe Maras ten. Aldo Parmeggiani
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- 1° battaglione Garibaldi - 2° battaglione Matteotti - 3° battaglione Mameli - 4° battaglione F.lli Bandiera
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carab. Primo Ciocioni caporal m. Adolfo Zanella s. ten. Ovidio Gardini brig. CC. Guido Guerrini
Dirige il servizio sanitario il capitano medico Rosario Cecchinelli, che è coadiuvato dal ten. Montessori, da soldati italiani e da drugarice (compagne) infermiere. La brigata ha pure la sua intendenza. Presto potrà organizzare una compagnia armi di accompagnamento, posta al comando del serg. magg. Eugenio Tacconi. La Unità ha un equipaggiamento decoroso, ed una buona dotazione di armi (2.300 fucili, circa 100 armi automatiche fra cui 10 mitragliatrici, 2 pezzi controcarro da 47/32 e 10 mortai da 81. I tempi delle marce nella neve con i piedi ricoperti di stracci, della caccia al fucile abbandonato sul campo da un caduto sembrano un ricordo lontano (non spento però, perché è ancor oggi vivo nei superstiti). Una parziale mancanza di indumenti pesanti imporrà a molti uomini nuovi sacrifici e stoicismi nel rigido inverno trascorso nello Srem, come è evidenziato nel Diario della brigata (18 dicembre 1944). La «Italia» trascorre venti giorni a Belgrado. Si riordinano i ranghi dei reparti, anche ripianando le perdite subite, si selezionano attentamente fra i connazionali provenienti dalla prigionia gli elementi da incorporare, e viene svolto un severo addestramento teorico e pratico. La Unità, per struttura e articolazione organica, risponde ai canoni strettamente militari; vi si rafforza il senso della disciplina, si cura molto la forma, si mira a rinvigorire il morale degli uomini con iniziative anche culturali. Nella designazione dei comandanti di vario livello si ha riguardo non tanto al grado, quanto alle qualità emerse in combattimento. È una procedura poco ortodossa, che può sembrare discutibile ai sosteni tori della sacralità dell'annuario, ma è innegabile che nel caso della «Italia» essa diede ottimi risultati. Un esempio per tutti: il comando della brigata venne affidato a Giuseppe Maras, sottotenente poco più che ventenne e per giunta dei bersaglieri, due requisiti non proprio rassicuranti sul possesso di quella saggezza alla quale deve ricorrere chi è chiamato a guidare al fuoco una Unità di tale consistenza. Maras, già distintosi per ardimento come
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comandante di plotone, di compagnia e di battaglione, guidò ottimamente anche la brigata. Il 23 novembre 1944 la «Italia» inizia il movimento verso la zona di impiego. È lo Srem, la grande pianura pannonica che si stende interrotta ora da tratti paludosi, ora da modesti rilievi. La regione fu una delle province in cui l'impero romano divise l'Illirico. Il clima è spietato, torrido d'estate e glaciale d'inverno. La brigata raggiunge il 2 dicembre il settore di Pistinac, dove schiera in prima linea il Matteotti, tiene di rincalzo il Garibaldi, e attesta nelle immediate retrovie gli altri due battaglioni. L'indomani si accende una sanguinosa battaglia che si protrae per alcuni giorni, con fasi alterne. I reparti italiani subiscono dure perdite. Fra i caduti è Ettore Rarnires, già alpino del 4° reggimento, comandante di compagnia del Mameli: è la prima medaglia d'oro della brigata. Il testo della massima ricompensa concessa alla sua memoria è riportato in extenso in un successivo capitolo di questa monografia; ne anticipiamo la parte conclusiva: « ... una seconda raffica lo colpiva a morte, e mentre la sua formazione raggiungeva la posizione conquistata esalava la sua anima generosa di Eroe gridando: non importa, viva l'Italia ». La brigata avanza; suoi reparti entrano in Tovarnik il giorno 7, mentre l'indomani il battaglione Fratelli Bandiera occupa Tompojevci catturando prigionieri e materiale bellico. L'«Italia» si è comportata bene e un primo riconoscimento adorna la sua bandiera. Il giornale Borba (Lotta) di Belgrado nel suo numero del 13 dicembre ne loda le attività. La brigata si schiera a Spajinske Njive; il 20 dicembre riceve il cambio da reparti bulgari. Trascorso in relativa serenità il Natale, la «Italia» il 1° gennaio 1945 è nuovamente in linea, ancora nel settore di Spajinske Njive. Qui il giorno 17 la brigata è assalita in forza dal nemico e ne rimane travolta come tutte le altre formazioni partigiane. Il Diario annota con obiettività l'andamento di quello sfortunato fatto d'arme, senza celare la sconfitta patita o attenuarne la portata. Parla di momenti di panico e di «forte sbandamento, motivo per cui i reparti si trovano con appena un terzo o un quarto della forza». Le perdite di quella nera giornata sono molto gravi: 25 caduti, oltre 80 feriti, circa 1.300 dispersi. La relazione del Comando della 1a divisione proletaria è molto
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severa nei confronti della brigata italiana. Ma qualche attenuante i nostri connazionali la meritano. Il caporal maggiore Loreto Marcucci, comandante della 1 a compagnia del battaglione Fratelli Bandiera, rilasciò all'autore di un denso e documentato saggio (G. Scotti, Ventimila Caduti, Mursia, Milano, 1970) una testimonianza, ivi riportata a p. 249. Afferma Marcucci che il nemico attaccò con carri armati che non fu possibile arrestare perché le formazioni jugoslave,dotate di adeguati pezzi, si ritirarono (il bravo combattente usa un termine, di gergo meridionale, molto più incisivo) e che comunque i reparti italiani resistettero fino al limite di ogni possibilità, evitando anche che l'ospedale della 6a divisione venisse catturato. La «Italia» assommava già tradizioni talmente elevate da poter superare il pur difficile momento. Ecco la brigata intraprendere immediatamente l'opera di ricostituzione dei ranghi, grazie al recupero di numerosi degli elementi dati per dispersi, che rientrano gradualmente ai reparti. Fino al 1O febbraio i suoi battaglioni sono alternativamente impiegati in azioni di disturbo. Trasferita a Bingula, diversi chilometri dietro la prima linea, la Unità in breve tempo riacquista e anzi rafforza la sua immagine. Il 17 marzo viene spostata in zona Sarengrad, sul Danubio, col compito di proteggere il fianco destro della 1 a divisione proletaria da eventuali puntate offensive del nemico che si trova sulla opposta sponda del fiume. A tale scopo la brigata costruisce trinceramenti sulla riva destra, ed attiva una costante azione di vigilanza, c~n posti fissi e pattuglie mobili. L'avversario non lascia tregua col fuoco delle sue artiglierie e dei mas che sfrecciano nel fiume. Il 12 aprile l'intero fronte è in movimento. I battaglioni italiani muovono all'attacco riuscendo ad avere la meglio sulla accanita resistenza dell'avversario. Nei giorni successivi avanzano sporadicamente contrastati da retroguardie avversarie. Il balzo offensivo si conclude il 29 aprile; in quelle operazioni la Unità ha avuto 73 morti e un centinaio di feriti. Nei combattimenti della prima giornata è caduto il caporal maggiore Enrico Bertani, già del 1° artiglieria alpini della «Taurinense», comandante di plotone del battaglione Garibaldi: è la seconda medaglia d'oro della «I talia». Nella motivazione, anch'essa trascritta estesamente in altra parte di questa breve rievocazione, si legge:« ... mentre alla testa dei suoi uomini andava a ll 'attacco di una munita posizione nemica, cadeva
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gravemente colpito al petto. Conscio deJJa propria fine rifiutava ogni soccorso ... ». È interessante l'annotazione, non trascritta nel Diario della Brigata, che si legge nel Diario del battaglione Garibaldi (continuato _ovviamente anche dopo l'incorporazione nel reparto superiore), sotto la data del 15 aprile. « .. .Le lunghe marce dei giorni precedenti per l'inseguimento e l'agganciamento del nemico in rotta hanno ridotto gli uomini in condizioni di grande stanchezza. Pertanto per ordine del Comando dell'Armata Jugoslava viene requisito un numero di carri tale da permettere agli uomini di tutto il battaglione di essere da questi trasportati. Le marce quindi si effettuano da ora con più celerità e si percorre un maggior chilometraggio giornaliero». Dal 15 aprile pertanto tutta la Brigata italiana divenne ... carrotrasportata». Il 30 aprile la brigata si sposta, per un breve periodo di riposo, a Plostina dove i bravi combattenti hanno una gradita sorpresa. Gli abitanti del luogo sono tutti di origine italiana: discendono da gruppi di famiglie che vi ·s i trasferirono dopo il 1870, ed hanno conservato inalterato nel volgere di molti decenni il ricordo della patria dei loro antenati, nelle tradizioni e nella lingua. Naturalmente l'accoglienza è molto calorosa. Dopo qualche giorno la brigata riprende il movimento. L'obiettivo è Zagabria, i cui sobborghi sono raggiunti il 10 maggio. Alcuni scontri con unità ritardatrici avversarie hanno causato nuove perdite, peraltro non gravi. La guerra è finita e gli uomini attendono con ansia di poter rientrare in Italia. I reparti dal 27 maggio vengono concentrati ad Ozalj, dove si organizzano manifestazioni artistiche e culturali, e gare ginnico sportive. Una cerimonia di alto significato ha luogo il 24 giugno nel cimitero di Zagabria: viene scoperto un cippo a ricordo dei Caduti della «Italia». Intervengono: il comando della brigata ed una rappresentanza dei singoli reparti, cinquanta ufficiali della 2 a Armata e della sa divisione dell'EPLJ, una compagnia di formazione in armi, esponenti del governo federale di Croazia, giornalisti. Onori militari, discorsi e, soprattutto, grande commozione. Il 25 presso ciascun battaglione e reparto autonomo si procede alJa consegna dei gradi ai sottufficia)i di nuova nomina. L'indomani, dinanzi alla brigata schierata al completo, ha luogo la consegna
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di decorazioni e vengono comunicate le proposte di nomina ad ufficiale dell'EPLJ. L'auspicato ordine di rientro in patria giunge il 27 giugno; il trasferimento viene effettuato per ferrovia fino a Divaccia, da dove si prosegue con autocolonne. Il 2 luglio, attraversata la linea di demarcazione, la brigata arriva a Torre di Zuino, in provincia di Udine. Prima di lasciare il territorio jugoslavo la «Italia » ha assunto una più che giustificata e legittima decisione. Nel Diario si legge che, anche a seguito di intese intercorse con le Autorità partigiane italiane, ed avuto riguardo al raffronto, in effettivi e armamento, con le formazioni analoghe operanti nel territorio nazionale, la brigata si trasforma in divisione. I quattro battaglioni vengono elevati a brigate, e le compagnie a battaglioni. La Unità, nel nuovo ordinamento adottato, presenta questa configurazione organica: Comando Divisione d'assalto Garibaldi «Italia»: -
1a brigata d'assalto garibaldina Garibaldi su tre battaglioni denominati - «Ulisse Nannizzi » - «Antonio Mercenaro» - «Poljane »
-
2 3 brigata d'assalto Garibaldi· Matteotti
su tre battaglioni denominati - «Cmi Vrh» - «Francesco Bertuccelli » - «Saverio Failla» - 3 3 brigata d'assalto Garibaldi. Mameli su tre battaglioni denominati - «Novi Grabovac,; - «Cosimo Di Maggio» - «Ettore Ramires » - 4 3 brigata d'assalto Garibaldi. Fratelli Bandie ra su tre batlaglioni denominati -. «Antonio Longo» - «Brezovac» - «Marcello Piantanida»
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- un battaglione armi d'accompagnamento di divisione denominato «Sarengrad», su due compagnie mortai e una cannoni - una compagnia comando divisionale - una compagnia genio divisionale - sanità divisionale - centro stampa e propaganda, uffici matricola, amministrazione, personale, promozioni, ricompense, ecc. È opportuno soffermarsi sulle denominazioni delle varie unità divisionali: le nuove brigate mantengono quelle dei battaglioni di origine, i nuovi battaglioni vengono intitolati a fatti d'arme emblematici e a valorosi Caduti. Chi sono? Nannizzi, fante, è stato uno dei primi a lasciare la vita sul campo, il 17 ottobre 1943, Mercenaro, carabiniere, ha illuminato col suo eroismo la dura giornata del 17 gennaio 1945; il fante Bertuccelli, medaglia d'argento, è morto a Tovarnik il 3 dicembre 1944, il bersagliere Saverio Failla, medaglia d'argento, è caduto a Lipovac il 21 aprile 1945; il caporalmaggiore Cosimo Di Maggio, medaglia d'argento, è morto a Trnova Gore il 25 aprile 1945, Ramires è una medaglia d'oro; Longo, caporal maggiore dei bersaglieri, è caduto a Tovarnik il 7 dicembre 1944, il marò Marcello Piantanida la lasciato la vita sul campo a Pmiavor il 2 febbraio 1945. Il pomeriggio del 6 luglio giunge a Torre di Zuino il generale Armellini, comandante la zona militare territoriale di Udine, unitamente a rappresentanti del Governo e della stampa e dei Gruppi divisioni «Garibaldi» del Friuli. Il generale rivolge un caldo elogio alla «Italia», impeccabilmente schierata in armi. L'indomani, nella piazza 1° maggio di Udine, si svolge lfl cerimonia ufficiale d'inizio della smobilitazione della Unità. Alla «Italia» rendono gli onori rappresentanze dell'Esercito Italiano, delle Forze Alleate e dell ' EPLJ, nonché Autorità politiche e religiose. I combattenti della divisione vengono inviati in licenza pre-congedo, per scaglioni. Il comando della «Italia» ed i relativi uffici si spostano ad Udine, e di qui partono alla volta di Roma che raggiungono il 25 luglio impiantandovi l'ufficio stralcio di visiona le per il d isbrigo delle numerose pratiche. Il Diario si chiude alla data del 31 luglio 1945.
vn QUEI DUECENTO CARABINIERI
I patrioti che nel '60 sbarcarono sul suolo siciliano al seguito di Giuseppe Garibaldi, allorché l'Eroe dei due Mondi dava avvio alla più memorabiJe ed esaltante impresa del nostro Risorgimento, sono passati alla storia come «I Mille» anche se erano 1.089. Una commossa rievocazione poetica chiama «i trecento di Sapri», sebbene il loro numero fosse differente, coloro che si aggregarono a Carlo Pisacane nello sventurato tentativo del '57. Obbedendo alla tradizione, molto diffusa, che indica in cifra tonda i protagonisti di eventi militari importanti per Ja loro dimensione, o quanto meno ricchi di significato, ricordiamo come «quei duecento carabinieri» i bravi nostri connazionali dagli alamari d'argento che in terra jugoslava formarono il nerbo iniziale del battaglione Garibaldi nelle amare giornate del settembre 1943. Perché ad essi dedichiamo queste pagine? Non per privilegiarli rispetto ai commilitoni di altre armi e specialità, tutti meritevoli al pari di loro, e nemmeno per controbattere le annotazioni sfavorevoli che figurano nei loro riguardi in uno dei Diari: abbiamo detto in proposito che esse dipesero da equivoci provocati artificiosamente, e ciò a nostro parere è bastevole. Riteniamo invece doveroso riservare ad essi questo breve indugio narrativo perché grazie alla coesione disciplinare di cui diedero immediata prova prese il via la lunga vicenda del battaglione Garibaldi e della stessa brigata «Italia». Quei carabinieri non erano duecento, ma comunque non molti di meno. Una nostra ricerca di certo non esente da lacune e imperfezioni ci ha permesso di individuare 161 nominativi, che trascriviamo in ordine alfabetico, ponendo in testa l'elenco di coloro che morirono sul campo di battaglia: Caduti: v. brig. Paolo Bartolomei, Enrico Covino, Lorenzo Franciosa, Ambrogio Gatta, Giuseppe La Calandra, Pietro Mazza, Anto-
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nio Mercenaro, Giuseppe Orsi, Attilio Ortu, Mario Patrizi, Aldo Piscini, app.to Martino Salamida, Pietro Solinas, Esterino Spadoni, Andrea Vulpes;
Reduci: Angelo Aldrovandi, Demetrio Angioni, Annunzio Antonucci, app.to Antonino Barrale, brig. Vito Battista, Severino Belletti, Vittorio Bertorelli, Vincenzo Bianchi, app.to Mario Bicchieddu, v. brig. Carlo Bottigelli, Giovanni Bozzoni, Castaldo Burcheri, Filippo Calabria, Salvatore Calabrò, Amato Calderoni, Pietro Canu, brig. Pasqualino Cappai, Gino Cardinali, Angelo Cardini, Davide Casasanta, Luigi Case, Renato Cassetta, Giovanni Cavalieri, Giuseppe Cecconi, brig. Pietro Cerrina, Galileo Cianfione, Tommaso Ciani, Primo Ciocioni, Ivo Cipressi, m.llo Antonio Cirillo, Bruno Colantoni, Giovanni Corda, Pietro Cristina, Stefano Cura, app.to Rizieri Dall'Agnol, brig. Sabino D'Amato, Carmine D'Andrea, Giovanni D'Antuono, m.llo Carlo De Carolis, Salvatore De Cieco, brig. Orazio Dello Jacovo, Aldo De Santis, v. brig. Marino De Santis, Omero de Santis, Francesco Diana, brig. Antonio Di Mastropaolo, Giuseppe Diovano, v. brig. Settimo Donati, Amedeo DonoJato, Angelo Durante, Aldino Eboli, Pietro Eccati, capitano Francesco Elia, Luigi Erriu, Emiliano Fable, brig. Attilio Falso, Delfino Farinelli, Renzo Ficoroni, Giuseppe Filacchione, Giotto Filesi, Giuseppe Formento, Primo Frasson, Salvatore Fresu, Ciro Galano, Tommaso Galliano, Lorenzo Ghisa, Filippo Giammartino, capitano Cesare Giancola, Giovanni Giannandrea, Aldo Gioia, Salvatore Glorioso, Aldo Grosso, v. brig. Alfredo Guerra, brig. Guido Guerrini, Mario Guzzinati, Guido La Barbera, v. brig. Paolo La Carrubba, Rocco Lancia, Angelo Loreti, Luciano Macari, tenente Felice Mambor, Natale Manfredi, Pietro Manfrin, Giovanni Manin, Alberino Manzata, Severino Marangoni, Amedeo Marchetto, Italo Marchiani, Sante Màriani, brig. Corrado Marzoccoli, Giovanni Matrundola, m.llo Francesco Mazzarino, Franco Meazza, Giuseppe Miccoli, app.to Antonio Micelli, Luigi Migliori, m.llo Natale Mogavero, Giovanni Mongili, Tommaso Monti, Francesco Murgia, Laurente Neirotti, Ermete Nervo, v. brig. Giovanni Nuzzo, Lino Oddi, Enrico Orlando, Franco Orpianesi, app.to Tigellio Palinas, Tullio Panane, m.llo Cosimo Pascarello, Ignazio Pastorino, Antonio Piano, Rocco Picciolo, ... Piccolini, Sisto Pie1trobono, Pietro Pietroletti, Giuseppe Piovano, Antonio Piro, Giuseppe Pruneddu, Angelo Remondi, app. to Enrico Rezza, brig. Giuseppe Roca, Giuseppe Romano, Gigilio Rosaia,
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Sileno Salari, Angelo Savoia, Teresio Scarzella, Cosimo Sciarra, brig. Mario Secci, Antonio Siffu, Orlando Sirci, Albino Storti, Giovanni Taverna, m.llo Amilcare Terranino, sottotenente Luigi Tinto, Costante Thoux, Gino Tirapelle, Giovanni Battista Toscano, Massimino Toti, Pietro Toto, Giuseppe Trapolino, Pietro Trolese, Giuseppe Velia, Francesco Vendetti, ten. colonnello Luigi Venerandi, ten. colonnello Attilio Venosta, Alberto Zamaretti. Emerge dal Diario del Garibaldi l'azione appassionata e assidua che i ten. colonnelli Venerandi e Venosta svolsero sia per la formazione di quel reparto, sia per convincere i comandi partigiani con i quali dal 14 settembre 1943 ebbero contatti pressochè quotidiani, della opportunità di recuperare i militari itahani sbandati raggruppandoli in formazioni autonome, e di rifornire queste ultime, per quanto possibile, di vestiario, armi e viveri. I capitani Elia e Giancola, ed i subalterni Mambor e Tinto si impegnarono anch'essi in quella delicata - aggiungiamo pure fondamentale - attività durante le brevi pause operative. In combattimento assolsero tutti compiti di rilievo. Alla fine del 1943 gli ufficiali dei carabinieri abbandonarono il Garibaldi, perché rimpatriati o perché destinati ad altro incarico. Nel battaglione l'impronta spirituale dell'Arma non venne tuttavia a mancare anche in seguito. A tenerla ben desta furono, col loro comportamento, i sottufficiali, gli appuntati, i carabinieri semplici. Al maresciallo De Carolis fu affidato il comando di una compagnia. Ecco il brigadiere Cappai effettuare, con la sua squadra arditi, l'incursione dimostrativa sul pohte di Jajce (25 marzo 1944) da noi già ricordata. Abbiamo pure menzionato la citazione nell'Ordine del giorno n. 428 della 1a divisione proletaria, che meritarono il brigadiere Guerrini ed i carabinieri Tirapelle e Savoia per l'eroismo dimostrato nei combattimenti del 3-5 aprile 1944 a Magalj Dol. Un breve inciso: nell'elenco dei decorati di ricompense al v.m. italiane, ed in quello, tutt'altro che scarno, di insigniti di distinzioni militari dell'EPLJ abbiamo vanamente cercato il nome di Angelo Savoia. Un ... dimenticato? E perché? Costituita la brigata «Italia», i fedelissimi si fecero ancora onore, per fermezza ed ardimento. Comandante del 1° battaglione Garibaldi fu nominato il carabiniere Ciccioni, che si era segnalato più volte per coraggio, e che
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guidò il suo reparto fino al termine della campagna dando sempre prova di capacità. Il Garibaldi, col concorso del 2° battaglione Matteotti, conquistò in zona Pistinac il 3 dicembre 1944 munite posizioni nemiche, muovendo all'assalto attraverso campi minati: alla testa dei suoi uomini era il bravo Ciocioni. Il Garibaldi superò la durissima prova del 17 gennaio t 945, si battè ottimamente in aprile a Sarengrad e Lipovac, ebbe i suoi ultimi caduti nei sobborghi di Zagabria. Ciocioni meritò tre ricompense al v.m. e due riconoscimenti jugoslavi, uno dei quali molto alto. Quando la «Italia» formò il suo 4° battaglione Fratelli Bandiera, a comandarlo fu designato il brigadiere Guido Guerrini, che abbiamo già menzionato fra i citati all'Ordine del giorno della 1a divisione proletaria per i fatti d'arme di Magalj Dol. Il suo reparto entrò per primo, 1'8 dicembre 1944, a Tompojevci, subì gravissime perdite nell'infausto combattimento di Spajinske Njive, si comportò egregiamente a Sarengrad e nell'avanzata verso Zagabria. Guido Guerrini fu insignito di una ricompensa al v.m. e di due distinzioni dell'EPLJ. L'ardimento e l'abnegazione dei carabinied possono essere simbolicamente identificati nella figura di Antonio Mercenaro, sardo per audacia anche se non per carattere, essendo estremamente estroverso. Mercenaro si era già messo in evidenza nel luglio t 944 quando, sebbene ferito gravemente, aveva continuato ad azionare il suo fucile mitragliatore, arrestando una pattuglia avversaria. Cadde a Spajinske Njive, il 17 gennaio 1945, rivolto il viso verso l'avanzante nemico che poi, con stile prettamente ustasci, infierì vilmente sul suo corpo. Quando la «Italia» si elevò al rango divisionale, un battaglione della brigata « Garibaldi» fu intestato alla memoria dell'eroico Antonio Mercenaro. In questo stesso paragrafo e in altre parti della presente monografia il lettore può riconoscere le perdite subite, e le decorazioni ricevute da quell'ammirevole contingente di soldati dagli alamari d'argento. Vogliamo, da parte nostra, aggiungere una annotazione. La Bandiera dell'Arma è stata insignita recentemente di medaglia d'oro al v.m. ,per gli eventi di guerra settembre 1943 - maggio 1945. Ebbene, un frammento di quell'oro lo hanno guadagnato proprio i carabinieri che servirono tanto degnamente la Patria nei ranghi della brigata «Italia».
VIII CADUTI E DECORATI DEI REPARTI DELLA BRIGATA «ITALIA»
Riposano, in terra jugoslava, 213 militari che servirono nei ranghi della «Italia». Quasi tutti caddero in combattimento o per ferite riportate con le armi in pugno, pochi per malattia, alcuni in nome di una legge di guerra, spietata ma pur sempre legge. Vanno indistintamente accomunati nella pietas che il senso della morte promuove nelle coscienze. In quell'ideale Albo d 'oro sono presenti caduti di ogni regione d'Italia: 16 piemontesi e aostani, 3 liguri, 13 lombardi, 15 veneti, 10 friulani e giuliani, 2 trentini, 13 toscani, 12 emiliani e romagnoli, 8 marchigiani, 4 umbri, 17 del Lazio, 25 pugliesi, 16 della Campania, 7 abruzzesi, 6 lucani, 2 del Molise, 11 calabresi, 15 siciliani, 8 sardi. Ed ancora: un fiumano, uno zaratino, 3 nativi di località jugoslave. Di altri 5 si trovarono i resti, di difficile identificazione individuale. Di quei caduti diamo l'elenco per formazione di appar tenenza, ed indicando la data della morte:
- battaglione Garibaldi Lo Sasso Giuseppe Nannizzi Ulisse Montarini Tonino Capelli Valerio Salamida Martino Cimarelli Pierino Valli Arcangelo Aronica Vincenzo Del!'Alma Onofrio Cavarischia Nello De Santis Libero Salvi Guerrino
16.10.1943 17.10.1943 18.10.1943 3.12.1943 17.12.1943 17.12.1943 17.12.1943 17.12.1943 7.1.1944 27.2.1944 2.3.1944 4.3.1944
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Bellotti Is idoro Franciosa Lorenzo Filiberti Tito Lepore Domenico Capuani Nando La Calandra Giuseppe Mazza Pietro Bartolomei Paolo Lupi Sante Magurano Luigi Failla Giuseppe Urbinati Adamo Piscini Aldo Bianco Pietro Covino Enrico Ortu Attilio Ciccaderi Mario Ginobili Renato Paoleottoni Amedeo Panarotto Antonio Salucci Agostino Camporese Aldo Colosio Battista Gatta Ambrogio Mercenaro Antonio Bianchet Dino Casaioli Quintilio Tiberi Alfonso D'Elfonso Pietro Scarso Ignazio Piro Vittorio Lattanzi Giacomo Laguda Giuseppe Milesi Domenico Lippi Ettore Esposito Raffaele Bertani Enrico Tommasi Sebastiano Della Pasqua Marino
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3.4.1944 3.4.1944 ..5.1944 26.5.1 944 26.5.1944 14.6.1944 14.6.1944 25.6.1944 25.6.1944 25.6.1944 12.7.1944 20.7.1944 ... 8.1944 20.9.1944 23.9.1944 4.10.1944 17.10.1944 18.10.1944 18.10.1944 18.10.1944 4.12.1944 4.12.1944 4.12.1944 17.1.1945 17.1.1945 17.1.1945 17.1.1945 17.1.1945 17.1.1945 17.1.1945 17.1.1945 27.1.1945 27.1.1945 16.2.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945
ITINERARIO TRICOLORE IN BALCAN IA
Altavilla Raffaele Collazzo Gino (Luigi) Baffoni Giuseppe Cappiello Vito Riolo Vito Marabelli Giovanni Pipino Mario Morano Francesco Locozzi Emilio Redoglia Francesco Laforgia Umberto Bedini Antonio De Cieco Mario Sciolti Oronzo Vignaroli Placido Donati Silvio Barberini Pietro
- battaglione Matteotti Cudia Pietro Framba Marino Campagna Sergio Sangalli Vittorio Gherdovich Francesco Martini Egisto Gioitta Salvatore Cavagna Francesco Gaboardi Pietro Zane Erminio Berti Umberto Tedeschi Guido Parrino Teodoro Toffolutti Silvano Corsi Avio Carnevale Luca Moschillo Pasquale Catenacci Pietro Ferrazzan Attilio Sosic Emilio
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12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 20.4.1945 21.4.1945 21.4.1945 22.4.1945 22.4.1945 22.4.1945 22.4.1945 23.4.1945 9.5.1945 9.5.1945 9.5.1945 10.5.1945
2.10.1943 14.10.1943 5.1.1944 5.1.1944 8.2.1944 8.2.1944 18.4.1944 18.4.1944 27.5.1944 1.6.9144 1.6.1944 19.6.1944 23.6.1944 23.6.1944 23.6.1944 23.6.1944 23.6.1944 23.6.1944 23.6.1944 23.6.1944
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Climan Silvano Nik Ludovico Codutti Settimio Cherubini Giovanni Guerrisi Vincenzo Modolo Lino Spilabotti Carmine Tamburini Attilio Bertuccelli Francesco Sancarlo Agostino Boasso Domenico Bicucci Quirino Ruzzemente Ercole Lorenzini Vittorio Zacconi Vincenzo Chiariello Luigi Fioratto Dino Guzzo Domenico Leongrande Domenico Pacini Elido Danelus Zeffirino Bottoni Massimo Orione Arturo Palumbo Vincenzo Salvatore Gallizzi Antonio Di Pasquale Antonio Diani Aldo Pascale Domenico Serazzolo Giorgio Suriano Cataldo Mafezzoli Vittorio ·Gallotta Giuseppe Failla Saverio Ruttar Attilio Verrengia Giuseppe Alberti Nello Bennati Gino Bardazzi Mario Sessa Giovanni
23.6.1944 23.6.1944 2.12.1944 3.12.1944 3.12.1944 3.12.1944 3.12.1944 3.12.1944 6.12.1944 6.12.1944 7.12.1944 7.12.1944 7.12.1944 19.12.1944 18.1.1945 28.1.1945 30.1.1945 7.2.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 12.4.1945 14.4.1945 17.4.1945 21.4.1945 21.4.1945 21.4.1945 21.4.1945 22.4.1945 22.4.1945 5.5.1945 8.5.1945 9.5.1945
ITINERARIO TRICOLORE IN BALCANIA
- battaglione Mameli Ramires Ettore Paravan Giulio Cuccas Dino Balestrieri Stefano Poluzzi Mario Siravo Giacinto Gatto Gregorio Ripaci Giuseppe Morelli Giovanni Mauro Vincenzo De Simone Germano Dal Cin Antonio Astori Mario Sacco Luciano Badii Mario Spiezia Vitaliano Ramondi Angelo Baccolini Fernando Di Franco Michele Castellucci Guido Meo Ciro Traverso Francesco Alberini Enzo Gasparini Sebastiano Giovannico Antonio Di Maggio Cosimo Baria Mario Marà Giovanni Sassone Antonio Cosentino Angelo Padovan Aldo Gioia Giovanni Manzionna Antonio Marteddu Sergfo Cecere Salvatore Galati Vito Ventura Giovanni Manazzone Orfeo Becattelli Bruno
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4.12.1944 4.12.1944 4.12.1944 4.12.1944 4.12.1944 4.12.1944 4.12.1944 4.12.1944 6.12.1944 11.12.1944 14.12.1944 15.1.1945 17.1.1945 17.1.1945 17.1.1945 18.1.1945 3.2.1945 18.2.1945 27.3.1945 3.4.1945 12.4.1945 21.4.1945 21.4.1945 21.4.1945 22.4.1945 25.4.1945 25.4.1945 25.4.1945 25.4.1945 25.4.1945 25.4.1845 27.4.1945 27.4.1945 27.4.1945 27.4.1945 27.4.1945 28.4.1945 25.5.1945 2.7.1945
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- battaglione Fratelli Bandiera Greco Vito Guglielmi Guglielmo Giardino Giovanni Ferraglio Ferdinando Vecchietti Michele Longo Antonino Mancini Domenico Feola Salvatore Orsi Giuseppe Dondi Agostino Panetta Domenico Jurescio Domenico Collettini Giuseppe Piantanida Marcello Fusco Filippo Errante Antonio Villa Mario Atzei Renzo Ravalli Salvatore Vedovati Giacomo Angelini Mario Pittao Fernando Perin Daziano Vulpes Andrea Colella Giovanni Di Cristino Ciro Donati Anchise Guglielmi Dante Daffonchio Enrico Patrizi Mario Lust Bruno Coletta Nicolangelo
2.12.1944 4.12.1944 4.12.1944 5.12.1944 6.12.1944 7.12.1944 11.12.1944 13.12.1944 8.1.1945 17.1.1945 17.1.1945 26.1.1945 2.2.1945 2.2.1945 15.2.1945 30.3.1945 19.4.1945 21.4.1945 21.4.1945 21.4.1945 21.4.1945 22.4.1945 27.4.1945 27.4.1945 27.4.1945 27.4.1945 27.4.1945 27.4.1945 27.4.1945 30.4.1945 30.5.1945 24.6.1945
Compagnia armi di accompagnamento Rebizzo Armando Abete Dante Solinas Pietro
30.1.1945 28.3.1945 2.6.1945
lTINERARIO TRJCOLORE IN 8ALCANIA
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Compagnia Comando Postié Zivan Spadoni Esterino
5.4.945 28.4.1945
Intendenza Vettorato Luigi Redaelli Carlo Micié Spiro
3.4.1945 18.4.1945 7.6.1945
Come già accennato, sono infine da comprendere fra i caduti, per documenti o altri segni distintivi trovati accanto a salme rese irriconoscibili: Bellomo Sebastiano Serdino Pietro Meglio Alfonso Fusaro Vincenzo Serichelli Giovanni
5.12.1944 17.1.1945 17.1.1945 17.1.1945 17.1.1945
* * * La rassegna dei decorati della brigata «Italia » si apre, come è doveroso, con la citazione degli insigniti della massima ricompensa al valore, due caduti e uno vivente. La medaglia d'oro è stata concessa alla memoria di Ettore Ramires, già volontario, a 17 anni, in un reparto di camicie nere in Albania, nel 1940, poi alpino del 4° reggimento in Montenegro, ed entrato a far parte della brigata, battaglione Mameli, alla data della costituzione in Belgrado. Ne trascriviamo la motivazione: Comandante di compagnia di partigiani, in un violento combattimento per espungare munitissime posizioni nemiche, contro le quali altri reparti avevano inutilmente lottato, trascinava all'assalto la sua formazione, galvanizzandola con l'esempio. Conquistate le prime posizioni e ferito in pieno petto _da una raffica rifiutava il soccorso e trascinandosi sul terreno incitava iJ proprio reparto all'ultimo assalto. Una seconda raffica lo colpiva a morte e, mentre la sua formazione raggiungeva la posizione conquistata, esalava la sua anima generosa di Eroe griando: Non importa, viva l'Italia». Quota Poljane, 3 dicembre 1944.
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L'altra medaglia d'oro alla memoria fu quella conferita ad Enrico Bertani, già caporal maggiore del 1° reggimento artiglieria alpina di stanza in Montenegro, ed inquadrato nel battaglione Garibaldi della brigata dopo la caduta di Belgrado. Eccone la motivazione: Caporal maggiore di artiglieria alpina distaccato in territorio oltremare, non esitava, subito dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, ad arruolarsi nelle formazioni partigiane locali. Non appena le vicende della lotta lo permisero, rientrava ai reparti volontari italiani e, nominato comandante di plotone, prendeva parte ai fatti d'arme di un intero ciclo operativo sempre emergendo per alto valore ed elevato senso del dovere tanto che, benché ferito, rifiutava di essere ricoverato in luogo di cura. Durante un aspro combattimento, mentre alla testa dei suoi uomini andava all'attacco di una munita posizione nemica, cadeva gravemente colpito al petto. Conscio della propria fine rifiutava ogni soccorso e chiedeva insistentemente che il suo corpo prossimo a divenire esanime fosse buttato fuori dal camminamento per non intralciare l'avanzata dei compagni. Luminoso esempio di coraggio e sprezzo del pericolo». Sarengrad, 12 aprile 1945.
Con la concessione della medaglia d'oro sono stati giustamente premiati i meriti del comandante la brigata «Italia», Giuseppe Maras. La motivazione dice: Giovane sottotenente dei bersaglieri, sorpreso dall'armistizio in territorio nemico, si univa immediatamente alle formazioni partigiane trascinando con sé decine di ufficiali e soldati delle unità regolari in servizio in Dalmazia. Al comando, prima di minori formazioni e successivamente, grazie alla sua decisione, audacia e alle proprie capacità, al comando di una divisione partigiana d'assalto, sosteneva numerosi e cruenti, epici combattimenti contro l'agguerrito nemico, in condizioni spesso penose ed estremamente rischiose. Nel corso di ventidue mesi di guerra conduceva instancabilmente i suoi uomini per centinaia di chilometri, sempre battendosi brillantemente contro l'oppressore e mettendo in evidenza le più alte qualità di trascinatore ed organizzatore. Con il suo altissimo esempio, e con la sua nobile figura di comandante, di patriota e di combattente per la libertà, teneva alto in terra straniera l'onore della Patria al cuo nome aveva consacrato la sua divisione partigiana. Zara-Zagabria, 9 settembre 1943 - 11 maggio 1945.
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Un'alta decorazione ottennero i due ufficiali superiori dei carabinieri alfa cui opera si deve la costituzione del Garibaldi e, per buona parte, del Matteotti. Al ten. colonnello Luigi Venerandi fu concessa la croce di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia con questa motivazione: Ufficiale di elevatissime doti morali e militari, trovandosi oltremare all'atto della proclamazione dell'armistizio, in tragici momenti di disorientamento e di smarrimento generale, indirizzava i dipendenti sulla via tracciata dalla tutela dell'onore militare e del prestigio e buon nome dell'Esercito costituendo, fra difficoltà e pericoli, il primo reparto italiano che, a fianco di formazioni di altro esercito, combatteva valorosamente e vittoriosamente contro il comune nemico tedesco. Dalmazia - Jugoslavia, 5 ottobre 1943 - 17 dicembre 1943.
Di un identico riconoscimento fu insignito il ten. colonnello Attilio Venosta, con la motivazione che riportiamo: Ufficiale di elevatissime doti morali e militari, trovandosi oltremare all'atto della proclamazione dell'armistizio, in tragici momenti di disorientamento e di smarrimento generale, aderendo alla iniziativa di pari grado più anziano, costituiva il primo reparto italiano che a fianco delle formazioni di altro esercito combattè valorosamente, rafforzando il prestigio italiano in terra straniera. Dalmazia - Jugoslavia, 8 settembre 1943 - 10 giugno 1944.
Sulla scorta delle indicazioni fornite dal comandante la brigata, medaglia d'oro Maras, e delle ricerche effettuate presso l'Ufficio ricompense del Ministero della Difesa-Esercito, è stato possibile formare un quadro delle decorazioni al valor militare concesse, oltre le cinque già citate, a combattenti della «Italia». Ne riportiamo l'elenco, non senza precisare che si può essere incorsi in più d'una omissione, in mancanza di un ruolino ufficiale e completo di quanti militarono in quella Unità.
Trasferimento in spe e promozione per merito di guerra: Felice Mambor, Luigi Tinto, Cesare Giancola, Carlo De Carolis, Primo Ciocioni, Giovanni Giannandrea, Gino Tirapelle, Francesco Vendetti, Adriano Host.
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Medaglia d'argento al v.m. - alla memoria: Amedeo Paolettoni, Aldo Camporese, Ettore Lippi, Umberto Laforgia, Guido Tedeschi, Pasquale Moschi Ilo, Attilio Ferrazzan, Antonio Tamburini, Francesco Bertuccelli, Attilio Ruttar, Gregorio Gatto, Giuseppe Ripaci, Cosimo Di Maggio, Mario Baria, Sergio Marteddu, Marcello Piantanida, Atzei Renzo, Dante Guglielmi, Ercole Ruzzemente, Zeffirino Danelus, Saverio FaiUa; - viventi: Ilare Mongilardi, Primo Ciocioni, Gujdo Guerrini, Pasqualino Cappai, Ovidio Gardini, Aldo Parmeggiani, Antonio Motta, Secondo Minati, Giuseppe Spampinato, Innocente Cozzolino, Carlo Cutolo, Vincenzo Isceri, Mario Secci. Medaglia di bronzo al v.m. - alla memoria: Dino Bianchet, Raffaele Esposito, Marino Della Pasqua, Gino Luigi Collazzo, Giuseppe Baffoni, Vito Cappiello, Antonio Bedini, Oronzo Sciolti, Placido.Vignaroli, Pietro Barberini, Erminio Zane, Settimio Codutti, Giovanni Cherubini, Carmine Spilabotti, Agostino Sancarlo, Massimo Bottoni, Vincenzo Salvatore Palumbo, Aldo Diani, Domenico Pascale, Giuseppe Gallotta, Giuseppe Vereugia, Giulio Paravan, Giacinto Siravo, Luciano Sacco, Francesco Traverso, Salvatore Cecere, Vito Galati, Salvatore Ravalli, Giovanni Colella, Ciro Di Cristino, Esterino Spadoni; - viventi, Antonio Di Mastropaolo, Adriano Host, Francesco Elia, Gino Tirapelle, Primo Ciocioni. Croce di guerra al v.m. - alla memoria: Agostino Salucci, Mario Pipino, Domenico Boasso, Antonio Giovannico; - viventi: Adriano Host, Avio Clementi, Luigi Frisani.
Secondo dati comunicati dal comandante la brigata, risultano essere state avanzate proposte di ricompensa anche nei confronti di: Antonio Mercenaro, Alfonso Tiberi, Pietro d'Elfonso, Ignazio Scarso, Sebastiano Tommasi, Raffaele Mario Altavilla, Vito Riolo, Francesco Morano, Giovanni Marabelli, Emilio Locozzi, Francesco Redoglia, Giuseppe FailJa, Umberto Berti, Antonio Di Pasquale, Giorgio Serazzolo, Nello Alberti, Dino Cuccas, Mario Poluzzi, Vitaliano
ITINERARIO TRICOLORE IN BALCANIA
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Spiezia, Enzo Alberini, Angelo Cosentino, Aldo Padovan, Giovanni Gioia, Daziano Perin, Mario Angelini, Fernando Pittao, Mario Patrizi (caduti), Amatorino Amadori e Adolfo Zanella (viventi).
Da Comandi dell'EPLJ (Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia) sono state conferite a combattenti della brigata onorificenze militari di vario grado. Medaglia della fraternità e unità con corona d'oro: Bandiera della brigata, Giuseppe Maras, Ilio Muraca. Stella partigiana con fucili incrociati (riservata ai comandanti di reparto): Primo Ciocioni, Giuseppe Maras, Aldo Parmeggiani. Ordine per i meriti verso il popolo con raggi d'argento: Amatorino Amadori, Franco Colombo, Umberto Corradini, Raffaele Colleati, Mario Au tilio Ceccarelli, Ovidio Gardini, Emilio Maschera, Venceslao Usai, Adolfo Zanella, Carlo Cutolo. Ordine al valore: Giuseppe Bengardino, Enrico Bertani, Angiolino Bini, Stefano Bamestrini, Gino Busoli, Francesco Besaldo, Massimo Bottoni, Francesco Bertuccelli, Antonio Buonvecchi, Silvio Boi, Enrico Barazzetta, Domenico Bellotto, Mario Bellei, Giovanni Colella, Vladimiro Caiol, Domenico Callà, Gino Cortinovis, Aldo Camporese, Annunziato Costantini, Giusepe Carlascio, Isidoro Cossutta, Giovanni Cavalieri, Pietro Canu, Carlo Cutolo, Primo Ciocioni, Zivko Cozmina, Renzo Cavagnolo, Angelo Cosentini, Enrico Castagnoli, Michele Carusillo, Cosimo Di Maggio, Rocco Damiano, Gabriele De Angelis, Arturo De Mattia, Pietro d'Elfonso, Zefferino Danelus, Salvatore Dragonetti, Giuseppe De Vito, Vincenzo Diamantino, Venuto De Agostini, Paolo D'Amico, Albino Eboli, Raffaele Esposito, Saverio Failla, Ugo Frausin, Nestore Fecchio, Attilio Ferrazzan, Carlo Feruso, Rocco Ferrero, Vincenzo Ferrarucci, Guido Guerrini (due volte), Vito Calati, Carlo Gamba, Cesare Giovinutti, Enrico Graziani, Salvatore Glorioso, Dante Guglielmi, Gregorio Gatto, Ovidio Cardini, Mario Gatani Tindaro, Mario Guzzinati, Umberto Crisci, Aldo Gioia, Giuseppe Gallotta, Vincenzo Isceri, Ettore Lippi, Giovanni Lo Schi avo, Giacomo Lughi, Giovanni Lillaz, Antonio Longo, Vittore Michelon, Sergio Marteddu, Francesco Murgia, Bruno Marazzini, Pasquale Moschillo, Giuseppe Maras, Primo Merzari (due volte), Ilare Mongilardi, Pietro Mazza, Luigi Moretti, Giovanni Maiuri, Loreto Marcucci, Lino Modolo, Secondo
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SALVATORE LOI
Minati, Antonio Mercenaro, Antonio Novielli, Attilio Nodari, Nicola Ottonello, Aldo Parmeggiani, Daziano Pe rin, Giovanni Pianfetti, Emilio Penna, Piero Pignoli, Pierino Ponti, Domenico Panetta, Angelo Quaroni, Ettore Ramires, Nicola Rossi, Erminio Rossetti, Giuseppe Ripaci, Nello Robertelli, Rodolfo Ricchizzi, Mauro Rustici, Antonio Ricci, Agostino Scarpellini, Nicola Santa ngelo, Giovanni Segala, Saverio Sgubin, Antonio Sottilotta, Salvatore Scollo, Amedeo Serloni, Oliviero Spessot, Giuseppe Spampinato, Elvio Sterpetti, Eugenio Tacconi, Francesco Toccacelli, Emanuele Tongiani, Guido Tedeschi, Antonio Ta mburino, Gino Tirapelle, Bruno Toti (due volte), Sebas tiano Tommas i, Enrico Tagliolini, Donato Tria, Ugo Vichi, Antonio Venanzi, Guido Verzaroli, Letterio Villani, Luigi Zamengo, Aldolfo Zanella, Edoardo Zaro. Nel concludere questa rassegna sentiamo il dovere di riportare estesamente il testo della motivazione con cui venne concessa la medaglia d'argento al v.m. ad Ilare Mongilardi, tenente dei bersaglieri, che per dieci mesi guidò al fuoco il battaglione Garibaldi. Questo perché la sua morte, avvenuta dopo che, per ferita, aveva lasciato il comando del r eparto, è rimasta ci rcondata di mistero. Ecco intanto la motivazione della ricompensa: L'8 settembre 1943 raccoglieva numerosi dispersi formando con essi un reparto organico e, prodigandosi fino all'estr emo limite delJe umane possibilità, lo rendeva perfezionato strumento di guerra, tenacemente votato al combattimento, col quale superava eccezionali difficoltà di vita e di lotta. Consapevole dei gravi rischi, si portava sempre ove maggio re era il pericolo, trascinando con l'esempio i dipendenti a i quali sapeva infondere entusiasmo e ardimento. Guidava il suo reparto in numerosi e spesso impari combattimenti contro il secolare nemico della Patria, in ogni occasione confermando le sue qualità di coraggioso comandante e suscitando l'ammirazione dell'alleato. Dalmazia, Croazia, Bosnia, Sangiaccato, Serbia, 8 settembre 1943 - 31 ottobre 1944.
Allo scopo di delinearne, nella sua completezza, la bella figura, diciamo che Ilare Mongilardi si era comportato ottimamente, prima dell'armistizio, nelle operazioni di anti guerriglia, meritando una medaglia di bronzo al v.m ., il 17 maggio 1942. E veniamo ora alla sua morte, rimasta avvolta nel mistero.
ITINERARIO TRICOLORE IN BALCANIA
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Ferito in combattimento il 2 ottobre 1944, Mongilardi fu ricoverato in ospedale e poi trasferito in Italia. Ultimatavi la convalescenza, volle raggiungere nuovamente il teatro di guerra jugoslavo, per attivarvi, col consenso del superiore comando partigiano, un collegamento fra la neo costituita brigata «Italia» ed il nostro Stato Maggiore. Recava con sé, per l'adempimento di quel compito, una radio ma non un cifrario. Decise quindi di ritornare in Italia per farselo assegnare e quindi fare ancora rientro in Jugoslavia. Era il Natale 1944, in zona Zemun. Mongilardi, con diversi ufficiali componenti una missione alleata, si imbarcò su un aereo in partenza per l'Italia, e da allora nulla si seppe di lui. Le Autorità jugoslave comunicarono che l'apparecchio su cui aveva preso posto era da considerarsi perduto per cause di guerra, casistica molto frequente in quel periodo. Si credette di attribuire a quell'aereo i rottami rinvenuti in una località montana; fra le salme che giacevano nelle vicinanze non fu possibile riconoscere quella di Mongilardi. Quella fu la versione ufficiale. Non possiamo esimerci dal dire, con profonda amarezza, che quella bella figura di bersagliere e di comandante meritava una sorte migliore di quella che la fatalità gli riservò, negando una croce ai suoi resti mortali. Ma la storia balcanica, quasi per un disegno del destino, si presenta non di rado intessuta di eventi rimasti senza luce, perché maturati dietro un sipario pesante, e dalle molte ed imperscrutabili pieghe.
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SALVATORE LOI
CADUTI DELLA BRIGATA «ITALIA » Periodo operativo Reparto
sett.-dic. 1943 *
Battaglione Garibaldi Battaglione Matteotti Battaglione Mameli Battaglione F.lli Bandiera compagnia A.A. compagnia comando Intendenza Salme non identificate come attribuzione di nome Totali
8 2
gen.-ott. 1944 *
24 20
nov. 1944 fine della guerra **
Intera
campagna
36 39 39
68 61
-
-
-
32
-
-
2 3
32 3 2 3
-
-
5
5
10
44
159
213
-
3
39
• ln quel periodo operat ivo la for'la del Garibaldi era di 400 • 500 uomini, quell a del Mat1eot1i oscillava dai 300 ai 380 uomini. •• In quel periodo operativo la forza di ogni battaglione era di circa 1000 uomini.
RICOMPENSE AL V.M. CONCESSE A COMBATTENTI DELLA BRIGATA «ITALIA » Tipo di decorazione
• -
alla memoria
2
Medaglia d'Oro Ordine Militare d' Italia Promozione o trasferimento in spe per merito di guerra Medaglia d'argento Medaglia di bronzo Croce di guerra al valore
21 31 4
Totale
58
a vivenli
Totali
3 2
1
-
2
-
9 13
5 3 33
9 34 36 7
91
L'EPU conferì a combattenti della brigata •Italia. le distinzioni militari qui indicate: Medaglia della fraternità e unità con corona d'oro Stella partigiana con fucili incrociati (riservata ai comandanti di reparto) Ordine per meriti verso il popolo con raggi d'argento Ordine al valore
Tota~
3 3 9 135
1~
IX CRONOLOGIA
1943
13 settembre
A Spalato, per iniziativa dei ten. colonnelli dell'Arma Luigi Venerandi e Attilio Venosta, viene costituito il battaglione Garibaldi, composto di circa 200 carabinieri ed altrettanti bersaglieri, e militari di altri reparti. Ne assume il comando il capitano Francesco Elia.
17 settembre
Battesimo del fuoco del Garibaldi a Zrnovnica. Un reparto del battaglione è schierato da diversi giorni a Naklice, per impedire eventuali sortite del nemico da Almissa.
19 settembre
Il grosso del battaglione Garibaldi prende posizione a Gata.
25 settembre
Un reparto di formazione del Garibaldi raggiunge il ponte di Blato, sul Cetina, per interdire possibili provenienze nemiche da Signa.
4 ottobre
Il Garibaldi viene ufficialmente inquadrato nella I brigata proletaria dell'EPLJ,· come 5° battaglione di quella Unità. Si definiscono i quadri del reparto.
15 ottobre
A Livno, con militari della divisione «Bergamo» affluiti da vicine località, si costituisce per iniziativa del tenente i.g.s. Adriano Host e di altri ufficiali inferiori del 25° Fanteria «Bergamo» un
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SALVATORE LOI
15 - 17 ottobre
29 ottobre 14
novembre
1° dicembre
17 dicembre
29 dicembre
secondo battaglione italiano, che verrà denominato Matteotti. Il comando è assunto dal tenente Host, che saprà fare della nuova formazione un ottimo strumento di guerra. Il Garibaldi è chiamato ad operare in zona Veceriska. Il battaglione ha i suoi primi caduti. Battesimo del fuoco, come formazione organica, del Matteotti. Il Garibaldi si sposta a Cardaéi, col compito di impedire al nemico l'avanzta da Travnik verso la piana del Vrbas. Il Matteotti è inquadrato nella III brigata Krajska, come 6° battaglione di quella Unità partigiana. Il Garibaldi è attaccato dal nemico in zona Baljci di Sujica - Ravno. Perde 13 uomini, fra morti e feriti. Il ten. Mongilardi assume il comando del Garibaldi, sostituendo il capitano Elia.
1944
1 - 5 gennaio 7 gennaio
22 gennaio 5 febbraio
22 febbraio
Il Matteotti è impegnato in zona Banjaluka - Han Sladojec. Il Garibaldi respinge una puntata offensiva di consistenti formazioni ustasci contro le posizioni di Slokiéi. Il Garibaldi combatte in zona Jajce. Il ten. Panneggiani subentra al tenente Host nel comando del battaglione Matteotti. Un plotone del Garibaldi effettua una azione dimostrativa su J ajce per saggiare la consistenza delle forze nemiche ivi concentrate.
ITlNERARIO TRICOLORE IN BALCANIA
27 febbraio
25 marzo
3 - 5 aprile
3 - 4 maggio 25 maggio 2 - 3 giugno
14 giugno 18 - 19 giugno
23 giugno
25 giugno 2 ottobre
14 - 20 ottobre 28 ottobre
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Improvviso attacco sferrato da formazioni avversarie contro le posizioni del Garibaldi in zona Divicani. Riuscito colpo di mano della squadra arditi del Garibaldi, comandata dal brigadiere Cappai, contro il presidio nemico del ponte di Jajce. Il battaglione Garibaldi è severamente impegnato a Magalj-Dol. Per il suo comportamento viene citato all'ordine del giorno della 1a divis ione proletaria che inquadra la brigata di appartenenza. Intensa attività di pattuglie sulla linea tenuta dal battaglione Matteotti. Il Matteotti si distingue a Koricna. Il Matteotti è duramente impegnato a Mljnista, nelle operazioni di difesa del Comando supremo partigiano. Il Garibaldi si batte in zona Idovac. Il M_atteotti, con l'intera III brigata Krajska della quale fa parte, è impegnato sulla Vitreus e sullo Strug. Il Garibaldi combatte in zona Restovo, mentre il Matteotti, a Crni Vrh, è investito da forle nemiche e subisce gravi perdite. Il battaglione Garibaldi è impegnato in combattimento a Suka Jela. Fatto d'arme di Vrhovine. Il ten. Mongilardi, ferito.cede il comando del Garibaldi al s. ten. Ma ras. I due battaglioni italiani partecipano alla battaglia di Belgrado. Viene costituita la brigata «Italia», che inquadra il Garibaldi, il Matteotti ed il battaglione di nuova formazione Mameli. Ne assume il comando il s. ten. Maras.
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SALVATORE LO!
18 novembre
Viene costituito il 4° battaglione della brigata, che un mese dopo verrà intitolato Fratelli Bandiera. Si registra un continuo afflusso di militari provenienti dalla prigionia, e ciò consente pure d i ripianare le perdite dei battaglioni veterani.
2 dicembre
La brigata «Itali a» raggiunge la zona di impiego.
3 · 19 dicembre
Operazioni nella piana de llo Srem, alle quali partecipano tutte le unità della brigata.
1945
1 - 16 gennaio
La brigata è schierata nel settore di Spajinske Njive, dove alterna in prima linea due battaglioni per volta.
17 gennaio
Violento attacco del nemico, che è coronato dal s uccesso.
20 gennaio
La brigata viene ritirata a Calma, dove è impiegata nell'apprestamento delle opere campali della linea principale di resistenza.
21 - 31 gennaio
La brigata attende alla sua riorganizzazione, e grazie all'afflusso di nuovi connazionali, riordina gli organici dei battaglioni, e costituisce la compagnia armi d i accompagnamento e la compagna genio.
2 febbraio
Il 1° battagl ione Garibaldi da Prnjavor muove all'attacco delle antistanti posizioni nemiche. Nella notte dello stesso giorno il 4 ° battaglione Fratelli Bandiera attacca alcuni caposaldi dell'avversario dinanzi a Tovarnik.
3 febbraio
Azione dimostrativa del 3° battaglione Mameli contro obiettivi nemici.
ITINE.RARlO TRICOLORE lN BALCANIA
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5 febbraio
Il 2° battaglione Matteotti opera nel settore della III brigata.
6 febbraio
Nuova azione dimostrativa compiuta dal 2° battaglione Matteotti.
17 marzo
La brigata «Italia» si sposta a Sarengrad, quale riserva della 1 a divisione proletaria di cui fa parte.
19 marzo - 1O aprile
La brigata assolve il compito di proteggere il fianco destro della 1a divisione da eventuali puntate offensive del nemico attraverso il Danubio. Costruisce trinceramenti sulla riva destra del fiume e svolge una quotidiana attività di vigilanza con pattuglie mobili.
12 aprile
Il nemico, assunta l'iniziativa, sfonda il fronte nel tratto tenuto dalla III brigata, coinvolge.Q.do in aspri combattimenti il 1° battaglione Garibaldi ed il 2° Matteotti, che muovono decisamente al contrattacco.
20 - 22 aprile
La brigata «Italia» è severamente impegnata in zona Lipovac.
25 - 27 aprile
Il 3° battaglione Mameli ed il 4° Fratelli Bandiera concorrono all'operazione della I brigata proletaria verso Novska.
5 - 9 maggio
La brigata «Italia» avanza combattendo in direzione di Zagabria.
11 maggio
I reparti della brigata «Italia» sfilano nel centro della antica capitale della Croazia.
mese di maggio
Molteplice attività di riordinamento, di cultura e ginnico-sportiva.
27 giugno
Alla brigata «Italia», che dal 26 del mese precedente è concentrata in Ozalj, perviene l'ordine di rientro in patria.
316
SALVATORE LO!
28 giugno
La brigata «Italia», per adeguarsi agli organici dei reparti garibaldini operanti nel territorio nazionale, si trasforma in divisione, con questo ordinamento: Comando, compagnia comando, quattro brigate, battaglione armi di accompagnamento, compagn ia genio, sanità, centro stampa, propaganda e affari vari.
mese di luglio
La Unità, rientrata in patria, viene progressivamente smobilitata.
I X
CONSIDERAZIONI
Questa monografia, lo ribadiamo, non intende costituire la storia della brigata «Italia» e dei suoi reparti. Vi sono raccolte le impressioni riportate nella lettura dei Diari. Sono naturalmente impressioni del tutto soggettive, che non si propongono di commentare e tanto meno interpretare gli avvenimenti che quegli atti documentano. La vicenda della brigata «Italia» è intessuta di varie componenti, derivanti da altrettanti aspetti di una realtà molto complessa. Non è esclu so che taluni valutino la storia della brigata in , chiave ideologica, quasi che la Unità avesse combattuto una guerra di parte. Francamente una tesi siffatta ci lascierebbe molto perplessi. Ne lle strutture dell'EPLJ, e quindi della Unità italiana, esistevano i commissari (o delegati) politici, dotati di ampi poteri, a partire dai plotoni; nei periodi di riposo s i tenevano corsi dottrinari e propagandistici con un orientamento preciso e rigido. Eppure lo abbiamo appreso dalla fonte più autorevole - degli oltre quattrom ila uomini che combatterono nella «Italia» non più di duecento rientrarono in patria ufficialmente caratterizzati, come tessera, secondo l'insegnamento ricevuto. Nella maggioranza, unitamente all'amore per la Patria lontana, si andò r invigorendo il sentimento della Libertà, secondo la scelta consapevolmente operata nel tragico settembre 1943. Uno dei motivi più rilevanti della storia della brigata è quello spirituale. Si pensi alla situazione psicologica nella quale i nostri connazionali si t rovarono all'improvviso coinvolti, e la asprezza dell'ambiente che in molti casi ne raffrenò l'ansia di riacquistare una dignità di uomini e di soldati. Abbiamo parlato, a proposito del Matteotti, di una vera e propria lotta per la sopravvivenza: ma fu una lotta non già fine a se stessa, bensì col traguardo di riprendere il posto sulla linea di combattimento.
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SALVATORE LOI
La asprezza dei comportamenti cui abbiamo accennato si manifestava, a detta di molti reduci, da parte dello staff politico, di rigida estrazione stalinista, e molto più raramente nei rapporti fra combattenti. La «Italia» fu una Unità militare nel senso più tradizionale del termine. Lo fu nella disciplina, nell'ordinamento, nella forma. Né valgono a smentire questa nostra osservazione gli episodi di contestazione degli ufficiali che si verificarono nei primi difficili tempi del Matteoui. E nemmeno attenua la nostra affermazione il fatto che, nel progressivo assetto dei reparti, non sempre si tenesse conto dei gradi ricoperti. Non si trattò, tuttavia, in quei casi, di uno stravolgimento di ruoli: infatti, alla luce degli incessanti fatti d'arme, avevano fatto «grado » i comportamenti sul campo. Ma vi è di più. L'EPLJ conferì numerose promozioni: Maras maggiore, Gardini e Parmeggiani capitani, Ciocioni e Zanella tenenti, Guerrini, Minati, Murgia, Cozzol ino, e altri, sottotenenti, Amadori, Ra mires, De Carolis ed altri, alfieri. Questo nel dicembre 1944. Quei nostri connazionali non rifiutarono il grado ricevuto, anzi sia mo certi che ne siano stati orgogliosi, trattandosi di un riconoscimento che proveniva dallo straniero, sia pure alleato, al quale non difettavano di certo capacità e mezzi per premiare i meriti di comando e combattentistici. Tuttavia essi continuarono ad evidenziare, anche ufficialmente, il grado da essi ancora rivestito nelle Forze Armate italiane. Non fu, codesta, una prova di fedeltà verso quelle stellette con le quali essi avevano prestato il giuramento? Il Diario storico della brigata reca, ogni giorno, questa firma del suo comandante: s. len. Giuseppe Maras. Ed ancora. Abbiamo riferito della decisione, adottata collegialmente dai combattenti della brigata, di elevare la loro Unità al rango divisionale. Non fu, come forse qualcuno potrebbe pensare, una sceneggiata di colore «messicano», con la sola variante, immaginaria, di un agitare di logore bustine invece dei sombreros: fu un provvedimento giusto, onesto, ineccepibile. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo con convinzione. E fu anche, c i sia consentito aggiungere, una decisione molto saggia nella sua immediatezza. I bravi combattenti della «Italia» furono probabilmente molto scettici su una eventuale altrui presa in considerazione, formula gergale che troppo spesso rimane sulla carta. Perché il trascorrere del tempo sovente scolorisce i meriti autentici, ed ingigantisce per converso
ITlNERARJO TRICOLORE IN BALCANIA
319
quelli meno autentici, attorno ai quali diventano folla i protagonisti veri o supposti. Garibaldi, non dimentichiamolo, fece pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale i nominativi delle 1.089 camicie rosse che con lui posero piede in Sicilia nel '60, forse per evitare che nel volgere degli anni diventassero centomila. Ed infine, un'ultima osservazione. Abbiamo detto che la Unità fu denominata per alcuni mesi, nel carteggio ufficiale dell 'EPU, brigata italiana. Ma i nostri sempre la chiamarono «Italia»: fu una magnifica testimonianza del loro amore per la Patria lontana. Quali deduzioni si possono trarre dalle annotazioni qui riassunte? Ammettiamo che taluni interpretino nella vicenda della brigata una inversione di tendenza, o il manifestarsi di un orientamento sopito, di natura ideologico - politica. Ciò può essere avvenuto per molti, e forse per moltissimi. Ma chi consideri quegli eventi in chiave collettiva, può parlare a buon diritto di continuità nell'adempimento del proprio dovere, nel quadro di un capovolgimento di fronte, deciso dal Governo legittimo. Non accadde ciò anche per i romeni ed i bulgari? In questa luce ci è grato considerare la bella storia della brigata «Italia», una storia che si snoda in un itinerario tutto tricolore, nel segno della virtù che rende forte il soldato: la Obbedienza.
Una pagina del Diario del battaglione Garibaldi.
Tenenti colonnelli dei carabinieri Luigi Venerandi e Attilio Venosta. «Padri» del battaglione Garibaldi, essi concorsero pure al sorgere cd al consolidarsi del battaglione Matteoui.
Il battaglione Garibaldi attraversa, in formazione di marcia, la città di Bugojno (ottobre 1943).
Una pagina del Diario-memoria del battaglione Matteotti.
Tenente dei bersaglieri Ilare Mongilardi, che comandò a lungo il battaglione Garibaldi.
renente i.g.s. Adriano Ho· a. che creò il battaglione Watteolli, e ne fu il primo :omandante. È con lui, a :inistra, il sottotenente \vio Clementi (Mazin, di·embre 1943).
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) Dal Comando del I.Corpo l'roleturio 2 mlì[~eio 19'1 4
Al Comando <lel Dattngliono Itnlio.no "Euttcotti"
Miei cari compoe;ni, Per diverse circostanze di forza maggiore sono stato vnri mes i ..,.; ho lontano da voi e senza diretti contatti ma io non certo dimenticati e ogni giorno vi ho seguito con.il mio pensiero nelle vostre fatiche e nei vostri disagi. Come i genitori prov_ano __ unn soddisfazione riflessa nel sentire che i 11..ropr1 figli si r·anno onore I èos':f: io :mi eon~---senti to- orgoglioso quundo ho saputo che il vostro confratello battaglione "Gariba.ldi" _era stato citato all'ordine del giorno del Comando ~'upremo dcll Esercito di Tito . ' per eroico comportu:nen-t;o in <:01,1battimento . Qu esto riconoscimento onora . noi tutt i e tiene alto il nostro prestigio . La citazione & stata difi'usa nel mondo do. radio Londra e radio Bari , Se voi del " l.!attcot ti II non ave= te a ncora avuto l onore toccato ai vo!:ltri compae;ni , è solo perchè le cir= costanze non ve ne hanno dato fino ad ora 1 occasione ma io so che il vo= stro mor ule è elevato,che i Comandi dai quo.li dipendete sono molto contch, ti di voi e che , prescmto.ndosi 1 occasione sapret e distineuervi come il I "Garibaldi". Voi qui in terra straniera ed Al leo.tu date,in oc;ni modo;il vostro concors o a l la causa dell Italia e.dcc;li Alleati , In otto mesi di lotta e di , !lUCr.i.ficL non vi è mai giunta una voce 1·1co,,c,:.,;c;ente ne ,m <liuto dalla. t.!adre Patria mo. 0ra ·:no motivo <Ii ~per'o:re che le cos e comb ino e , d accordo con il Comando Korpus,sto_.cercando di · ottenere che questa riconoscenza e questo ail,.!,to cui avete dii-i ttò, di ven= . . tino una realtà.Ora nel Governo della Italia liberata sono stati porta= t i sost anziali cambiamenti:il Maresc i allo Dadoglio ha riunito nel Governo e;l i esponenti ài tutte le forze piu vitali della Nazione e di tutti i par: t it i formando una coalizione antifo.3cista capace di sostenere la guerra contro il ìhz1-ì?a.3cismo. A questo nuovo Governo saranno fatti conoscere 11 ,rostro valore e 11 vostro sacrificio;.con questo nuovo Governo si cerca ora di prendere contatto perche vi riconosca e apprezzi ciò che voi avete fatto o anco= ra. farete . ~
~vanti àunque ancora e sempre s ul Ìa via. del dovere con spirito in= domito e con fede rinnovata,E ' quando tornerete in Italia non a.npena le circostanze lo poriaettera.nno , ri torne1·ete collie un reparto eroic..:i e vitto= :doso che ha saputo tenere alto qui 7 , a , ; n i Partiziani l'onore del soldato italiano.
-,,r--O
~,?'/.?~
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Lettera che il «colonnello Silvio» (nome di coperlura del ten. colonnello Venosla) inviò il 17 maggio I 944 al comando del ballaglione Malleotti.
Il tenente Mongilardi, in p rima linea, osserva le posizioni nemiche.
Att raversamento del fiume Lim su una passerella di fortuna (agosto 1944).
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J...-.A.R CONIG RA!T.A
li ·5 ·a gosto 194 4
D~ G&binett.o Guerra ) a t Gari baldi
_._.______ ·. -----nr , . 156/G- alt }Torne · mio,- uffici""li tu.tt:i; 4.ue~to ·r:in:!: s :teJ:o et
stato Y.'asg iore . . , invio · s.&.lu.ti: . - et V.ivi.$1::irr.o co.ir:pic.1.cirr'w1.to ·' - er oici battaelioni n . tteòtti et Gc:1riba.ldL riunitì ··;v~lor.o= si co~battenti ~it~li.:i.ni Di vi sione Garib~ldi c on, augurio che oo.me per il . Péa.c$ato c·Òntinuèr~ • ·a . tenére éil téi, no,rré. I ta= lia in terra '_-b a+ci.nica:,:alt ..?'in:j.stro' Cas.....ti .:lt s .~~ .R. f,, (
Telegramma del 18 agosto 1944 a firma del ministro della guerra Casati e dello S.M.R.E. indirizzato ai battaglioni Matteoui e Garibaldi, ai quali giunse forse per il tramite della divisione «Garibaldi».
Il battaglione Garibaldi in m arcia verso Valjevo (settembre 1944).
Battaglia di Belgrado. Una pattuglia del battaglione Garibaldi in una strada della città (ottobre 1944).
Ufficiali in una cerimonia celebrat iva. Al centro il tenente Aldo Parmeggiani, che comandò il battaglione Ma11eo1ti e fu poi capo di S.M. della brigata «Italia•.
Una pagina del Diario della brigata «Italia,,.
•
·- ·-
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-· ... -.~.....
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Giuramento della brigata «Italia» (Berkasovo, dicembre 1944).
Azione di pattuglia nella piana dello Srem.
.
-
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Ricovero del battaglione Matteotti sul fronte dello Srem (fe bbraio 1945).
SottoLi;: nente Giuseppe Mar as, medagl ia d'oro al v.m., comandante del battaglione Garibaldi e successivamente della brigata «Italia».
La stazione ferroviaria di Nova Kapela, distrutta durante un combattimen to (aprile 1945).
Ambrogio Bertani, alpino, medaglia d 'oro a l v.m. alla memoria.
Un reparto della brigata «Italia• in marcia durante l'ultima offensiva (aprile 1945).
Si :.ittraversa la Zagravacka Gora.
La brigata «I talia» muove verso Zagab ria con ogni mezzo reperito (maggio 1945).
I combattenti della brigata «Italia» in attesa dei convogli che li riporteranno in patria. Al centro, il comando della brigata in un'ultima. festosa rassegna.
Il cippo che nel Cimitero di Zagabria ricorda i Caduti della brigata «Ital ia».
INDICE DEI NOMI DI PERSONA
L'indice che segue riporta i nominativi di quanti sono stati citati nel contesto narrativo della monografia Itinerario tricolore in Balcaoia. Nella monografia il lei/ore troverà inoltre elencati: - nel capitolo VI I gli appartenenti all'Arma dei Carabinieri che combalterono nei ranghi dei vari battaglioni della brigata •Italia»; - nel capitolo V[[/ i Caduti ed i decorati al v.m. (o proposti per una ricompensa al v.m.) della stessa brigata.
Amadori, Arnatorino, caporale, p. 318 Ambrosio, Vittorio, capo di S.M. Gènerale, p. 256, 257, 258 Antonino, nome di' copertura · di comm. politico, p. 277, 278, 281 Armellini, Quirino, generale, p. 292 Badoglio, Pietro, capo del Governo, p. 256,257,258 Becuzzi, Emilio, generale, p. 262, 263 Berio, Alberto, diplomatico, p. 256 Bertani, Enrico, medaglia d'oro al v.m., p. 289, 304 Bertuccelli, Francesco, fante, p. 292 Cappai, Pasqualino, brigadiere CC, p. 267, 295 Castellano, Giuseppe, generale, p. 256, 257 Cecchinelli, Rosario, capitano medico, p. 287 Churchill, Winston, primo ministro britannico, p. 258 Cigala Fulgosi, Alfonso, generale, p. 262,263 Ciocioni, Primo, carabiniere, p. 272, 287,295,318 Clementi, Avio, sottotenente, p. 274, 280, 281, 283
Cozzolino, Innocente, sottotenente, p . 266,318 Cutolo, Carlo, sottotenente, p. 279, 281 . Dal Moro, ....., fante, p. 276 De Carolis, Carlo, maresciallo CC, p. 269,295,318 De Mattia, Arturo, bersagliere, p. 284 Di Maggio, Cosimo, cap. magg. dei bersaglieri, p. 292 Eden, Anthony, ministro degli esteri britannico, p. 258 Eisenhower, Dwight, generale americano, p. 257, 258 Elia, Francesco, capitano CC, p. 266,295 Failla, Saverio, bersagliere, p. 292 Fontanarosa, Angelo, tenente, p. 281 Frisani, Luigi, sottotenente, p. 281 Gambara, Gastone, generale, p. 259 Gardini, Ovidio, sottotenente, p. 281,287,318 Giancola, Cesare, capitano CC, p. 266,295
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SALVATORE LO!
Graziani, Angelo, capitano, p. 272 Guerrini, Guido, brigadiere CC,p.
Nannizzi, Ulisse, fante, p. 266, 292 Neri, Armando, serg. magg., p. 269
268,269,287,295,296,318 Ortu, Attilio, carabiniere, p. 271 Host, Adriano, tenente i.g.s., p. 273,
274,275,278,279,281,282,283
Parmeggiani, Aldo, tenente, p. 275,
Host Venturi, Giovanni, ministro,
Longo, Antonio, cap. magg. dei bersaglieri, p. 292 Lo Sasso, Giuseppe, fante, p. 266
276, 277, 278, 280, 281, 282, 283, 284,286,318 Pejkovié, Jovo, nacelnik, p. 266 Pelligra, Salvatore, generale, p. 262, 263 Piantanida, Marcello, marò, p. 292, Pirrelli, Vito, sottotenente, p. 269 Pisacane, Carlo, patriota, p. 293 Policardi, Raffaele, generale, p. 262, 263
Magini, Alighiero, sottotenente, p.
Popovié, Koca, comandante partigiano, p. 279
p. 279
Lanza, Renzo, tenente, p. 281 Lanza d' Ayeta, diplomatico, p. 256 Leone, Edmondo, sottotenente, p.
266,269
281 Maras, Giuseppe, sottotenente, p.
266, 269, 270, 271, 272, 286, 287, 304,305,318 Marcucci, Loreto, cap. magg., p. 289
Ramires, Ettore, medaglia d'oro al v.m., p. 288, 292, 303, 318 Roatta, Mario, capo di S.M. dell'Esercito, p. 257
Markovié, ufficiale jugoslavo, p.
286 Mambor, Felice, tenente CC, p. 266,
295 Mercenaro, Antonio, carabiniere, p.
292,296 Milié, comandante partigiano, p.
273,274 Minati, p. 318
Savoia, Angelo, carabiniere, p. 265,
269,295 Scotti, Giacomo, scrittore, p. 289 Spigo, Umberto, generale, p. 261 Street, Vivian, ufficiale britannico, p. 270
Sturm, Anton, comm. politico, p.
279
Mongilardi, Ilare, tenente, p. 265,
266,267,269,271,272, 308,309 · Tacconi, Eugenio, serg. magg., p. 287 266 Tartari, don Cesare, cappeJlano, p. Montessori, Pierpaolo, tenente me267 dico, p. 287 Tinto, Luigi, sottotenente CC, p. 295 Muraca, Ilio, sottotenente, p. 269, Tirapelle, Gino, carabiniere, p. 265, 270, 271 269,295 Murgia, Francesco, carabiniere, p. Tito, comandante dell'EPLJ, p. 270 318 Montanarini, Tonino, cap. magg., p.
Mussolini, Benito, capo del governo, p. 279
Venerandi, Luigi, ten. colo.nnello CC. p. 26~ 274~ 286,295,305
ITINERAR10 TRICOLORE IN BALCANIA
Venosta, Attilio, ten. colonnello CC. p. 266,274, 286, 295, 305 Viale, Carlo, generale, p. 262 Vujosevié Jovan., detto, Lola, comm. politico, p. 279 Vuksanovié Milos, scrittore jugoslavo, p. 272 Westphal. Siegfried, capo di S.M. delle forze germaniche in Ita-
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lia,p. 257 Wilson, Henry M ., generale britannico, p. 258 Zagora, Milan(?), comm. politico, p. 279 Zanella, Adolfo, cap. magg. dei bersaglieri, p. 284, 287, 318 Zanussi, Giacomo, generale, p. 256, 257
INDICE DEI NOMI GEOGRAFICI
Almissa, p. 262, 311 Balici di Sujica, p. 312 Banjaluka, p. 283, 312 Bari, p. 270 Belgrado, p. 272, 284, 287, 288, 303, 313 Bijela Voda, 271, 286 Blagaj, p. 280 Blato, p. 266, 311 Bingula, p. 289 Boban, p. 273 BosanskoGrahovo,p.289 Brdianj, p. 284 Brezvvac, p. 291 Brindisi, p. 285 Calma, p. 314 Cardaéi, p. 312 Cetina, p. 311 Cmi Vrh, p. 291, 313 Danubio, p. 289, 315 Divaccia, p. 291 Divicani, p. 267, 313 Drnis, p. 261, 262, 263 Drvar, p. 270, 284 El-Alamein, p. 255 Fragovic, p. 273 Gata, p. 311 Glamoc, p. 268, 284 Grabec, p. 270 Gromile, p. 270 Han Sladojec, p. 283, 312
Idovac, p. 313 Imotski, p. 283 Jajc~ ~ 265,267,283,295,312,313 Jezero, p. 268 Klissa, p. 261 Kliuc, p. 268 Knin, p. 261, 262 Koricna, p. 284, 313 Kostak, p. 261, 273 Kozjiak, p. 273 Krka, p. 261 Lendici, p. 270 Lipovac, p. 296,315 Lisbona, p. 256 Lissa (Vis), p. 270 Livno,p.266,274,283,284,285,311 Londra, p. 258,269 Magalj Dol (Magaljdol), p. 268, 295, 296,313 Magarovci, p. 267 Majdan, p. 269 Mali Podgorje, p. 268 Maniaca, p. 287 Milano, p. 289 Mile, p. 268 Mlinista, p. 270, 313 Mokropolje, p. 261 Mosca, p. 269 Mostar, p. 270 Mrkonjié Grad, p. 265, 268, 269, 270 Muc, p. 283
ITINE RARIO TRICOLORE IN BALCANIA
Naklice, p. 311 Novi Gabrovac, p. 291 Novska, p. 315 Ozalj, p. 290, 315 Perkovié, p. 261 Pistinac, p. 288 Plievlja, p. 284 Plostina, p. 290, 296 Poljane, p. 291, 303 Potenza, p. 266 Potkrai, p. 269 Priluka, p. 283 Prnjavor, p. 292, 314 Pulac, p. 267, 2.83 Ravno, p. 312 Restovo, p. 313 Roma, p. 258, 29.2 Rozastvo, p. 284 Salona, p. 262 Sarajevo, p. 270 Sarengrad, p. 289,296, 304,315 Sebenico, p. 262,. 263 Sibenica, p. 267 Signo (Sinj), p. 261, 262, 263, 311 Slokici, p. 312 Spajinske Njive, p. 288, 296, 314 Spalato, p. 262, 263, 265, 285, 311
Spirié, p. 269 Strobezio, p. 261 Strug, p. 313 Sujica, p. 267 Suka Jela, p. 313 Tangeri, p. 256 Tomislavgrad, 283 Tompojevac, p. 288, 296 Torre di Zuino, p. 291, 292 Tovarnik, 282,292,314 Traù,p. 262 Travnik, p. 267,312 Trilj, p. 263 Trnova Gore, p. 292 Ub, p. 271 Udine, p. 291, 292 Valjevo, p. 284 Veceriska, p. 312 Vidimlje, p. 284 Vitreus, p. 313 Vrbas, p. 312 Vrhnovine, p. 313 Zagabria, p. 290, 296, 304, 315 Zara, p. 261,262,304 Zemun, p. 309 Zrmanje, p. 261 Zrnovnica, p. 266, 311
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INDICE GENERALE
Presentazione .......................................................................... Pag.
3
Parte Prima DOCUMENTI POCO CONOSCIUTI
7 Avvertenza ............................................................................... Pag. Nota grafico-fonetica .... ... ...... .... .... .... .... .... .. .. ........ ................. » 8 I. Diario storico del battaglione Garibaldi ........................... » 9 II. Battaglione Matteotti. Relazione del primo comandante e diario-memoria del secondo comandante.. .................... » 107 III. Diario Storico della brigata «Italia» .............................. » 167
Parte Seconda SALVATORE LOI ITINERARIO TRICOLORE IN BALCANIA
I. Premessa .............................................................................. Pac. II. La bufera dell'8 settembre ................................................ » III. Crisi nel territorio della Dalmazia ... ........... ..... .... .... ... .... » IV. La via del dovere ............................................................... » V. Sopravvivere! ...................................................................... » V.I. Da Belgrado a Zagabria .. ... .... ... ...... ............ ........ .... .. ..... ... » VII. Quei duecento carabinieri .............................................. » VIII. Caduti e decorati dei reparti della brigata «Italia» .... » IX. Cronologia ................................................................ ........ : » X. Considerazioni ...... .... .... .... .... ..... ............ ....... .... .... ........ ..... »
253 255 261 265 273 285 293 297 311 3 17
Indice dei nomi di persona..................................................... Indice dei nomi geografici ... ... ..... .... .... ............. .. ... ..... ..... ....... Indice generale ........................................................................
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/ LEGENDA
- - - - Battaglione
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