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La formazione dello Stato Maggiore Pag
realizzazione, oltre ai normali indumenti in panno, di “una redengotte, e un gilé e pantaloni di tela bianca”.
Riteniamo che con questa descrizione si intenda il gilet e il pantalone di fatica in tela, anziche in panno, e per redengotte la così detta veste a manche per il servizio in caserma. Tali capi di abbigliamento, sebbene ufficialmente nel corredo del soldato, probabilmente non erano ancora stati distribuiti alle reclute ed ai battaglioni rientrati dalla campagna in Meridione. La concentrazione di tutti i reparti avviene a Milano, dove vengono acquartierati. In data 10 Vendemmiaio anno XII (3 ottobre) Bonaparte scrive a Berthier85 ordinando una rivista della Divisione da tenersi il 20 Vendemmiaio. Il Ministro della Guerra scrive in stessa data a Murat86 , comunicandogli tale ordine e richiedendo al più presto uno stato della situazione, specificando che si tale documento si sarebbe stabilita la data di partenza della Divisione. Tale data viene fissata con una lettera di Bonaparte del 30 Vendemmiaio Anno XII (23 ottobre) che vuole la divisione in marcia al passo del Sempione per il 1° Frimaio87. Gli ordini vengono trasmessi a Pino dal generale Charpentier, Capo di Stato Maggiore dell’Armée d’Italie, e questi ne accusa ricezione con una lettera del 13 Brumaio (5 novembre)88 .
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La formazione dello Stato Maggiore
La struttura dello Stato Maggiore della Divisione viene predefinito già nei primi progetti da parte di Pino. Basandosi su una divisione teoricamente formata da due brigate sipensa quindi di mettere a disposizione della spedizione due generali di brigata ed un Aiutante-Comandante con il ruolo di capo dello Stato Maggiore. Una prima indicazione dei candidati viene già fatta nella lettera del 20 agosto indirizzata a Marescalchi. In questa lettera Pino propone la scelta di un generale di brigata tra Bonfanti, Teulié e Millosewitz, oltre a proporre già il nome di Mazzuchelli per lo Stato Maggiore. Sarà solo con l’aggiunta della 2° Mezza Brigata di fanteria leggera e la sostituzione della compagnia di artiglieria a piedi con uno squadrone a cavallo che porterà la necessità di aumentare a due i generali di brigata. La scelta cadrà, su richiesta di Pino, sui generali Teulié e Bonfanti. In questo momento la Repubblica dispone, nei propri ruoli attivi, di soli cinque generali di divisione, di cui uno impiegato come Ministro (Trivulzi), uno impiegato nel corpo di occupazione del Meridione (Lechi), uno alla Divisione dell’interno (Fiorella) ed un polacco (Dombrowski). I generali di brigata sono solo una decina e oltre ad essere impiegati sul campo ricoprono ruoli di Capo-Divisione presso il Ministero. È appunto il caso di Bonfanti, il più giovane dei generali italiani per anzianità, che è a capo della 2° Divisione del Ministero della Guerra. Originario di
85 Vedi Annessi, C N, Lett. 8097, pag. 179 86 Vedi Annessi, SHD, B 14 9, Documento 09, pag. 110 87 Vedi Annessi, C N, Lett. 8178, pag. 179 88 Vedi Annessi, SHD, B 14 11, Documento 15, pag. 113
Milano, arruolatosi durante la prima Cisalpina, raggiunge il grado di Capo Battaglione, promosso al Grado di Capo di Brigata nel Fruttidoro dell’anno VII, si batte durante la campagna del 1799 contro l’invasione austro-russa. Viene promosso al grado di Generale in data 4 Messidoro Anno IX (23 giugno 1801). Allo stesso Modo l’aiutante-Comandante Mazzuchelli Luigi, originario di Brescia, e già in servizio come Capo di Stato Maggiore della Divisione già al comando di Pino, viene destinato alla divisione.
Riteniamo importante donare una descrizione dei soggetti che compongono lo Stato Maggiore della Divisione tramite un documento estremamente interessante proveniente dalla mano del Vice-Presidente. Invitato da Bonaparte a fornirgli un quadro complessivo di tutti gli ufficiali dello Stato Maggiore e degli ufficiali superiori dei diversi corpi, Melzi non risparmia critiche e duri giudizi. Questo documento, rintraccaito da Zaghi nei Carteggi Melzi, sembra essere una copia non trasmessa al Primo Console, ma abbiamo notizia che comunque un documento di questo genere sia arrivato a Parigi, forse in una forma più edulcorata. In questo documento infatti così di descrive il
generale Bonfanti: “Uno de’ migliori scolari del professor Fontana, ciò che gli fece abbracciar di preferenza l’artiglieria. Ha servito poco in linea. Ma al molto talento e molte cognizioni nelle matematiche, unisce un ardente desiderio di distinguersi”; e così scrive di Mazzuchelli: “Ha del talento ed anche della disinvoltura, capacissimo delle sue funzioni, ma con poca tenuta nella persona e disordinato ne’ suoi affari.”89 . Più particolare è la nomina di Teulié in seno al corpo destinato alla spedizione. Pietro Teulié, milanese, di origine piccolo borghese e arruolatosi fin dal 1796 nelle milizia cisalpine, si trovava al momento dimesso dalle sue funzioni di generale a causa dell’implicazione nel noto affare Ceroni, che aveva colpito diversi alti esponenti come anche il cittadino Cicognara. Ben visto sia da Melzi che da Pino, la sua riabilitazione viene espressamente richiesta a Bonaparte. È con lettera dell’8 Vendemmiaio anno XII (1 ottobre 1803)90 che il Primo onsole comunica la propria approvazione per questa scelta al Vice-Presidente. Dobbiamo sottolineare come questa scelta si rivelerà estremamente fortunata a causa delle complicazioni che conoscerà il comando della spedizione. La sua carriera militare comincia nel 1796 quando, lasciata la carriera di avvocato, entra nelle milizia Cisalpine raggiungendo il grado di Capo Battaglione nell’anno V, Aiutante Generale nello stesso anno e Generale di brigata il 17 Messidoro anno VIII. Ha combattuto in tutte le campagne della repubblica fino all’espatrio in Francia nel 1799 da Livorno e poi il ritorno al seguito di Bonaparte nel 1800.
Tra gli ufficiali superiori della Divisione resta infine da segnalare l’Aiutante di campo del generale Pino, il Capo Squadrone Giacomo Pino, suo fratello minore ed il Capo Battaglione del Genio
89 Vedi, Annessi, C ME, Bozza di rapporto da inviare al Cittadino Presidente, pp. 240 e seguenti 90 Vedi Annessi, C N, Lett. 8095, pag. 178
Costanzo, assegnato alla Divisione. Sempre nello stesso rapporto di Melzi, del primo si dice che
“non conosce il suo mestiere, e non si cura di impararlo.” Oltre a questi ufficiali, nello Stato Maggiore, troviamo altri numerosi, ufficiali con il ruolo di Aiutanti di campo o ufficiali addetti alla corrispondenza. Vi sono altri due capitani, Banco e Rivaira, al seguito del generale Pino. I capitani Teulié, suo fratello minore, e Jacopetti servono sotto il generale Teulié; mentre i capitani Errmolao Federigo, di origine veneta, e Bianchi d’Adda servono come aiutanti del generale Bonfanti. Vi sono infine i Capitani aggiunti allo Stato Maggiore Pas, il tenente aggiunto Lonati, il Capitano d’artiglieria Begani, il capitano di cavalleria Schiazzetti, il capitano Lavergne ed il Sottotenente Nava, tutti agli ordini dell’Aiutante Comandante Mazzucchielli.
Di fianco a questi ufficiali troviamo poi altri ufficiali facenti parte dei corpi tecnici che seguono la Divisione per garantirne l’amministrazione e la sussistenza. Primo fra tutti il Commissario di guerra Ferreri, nominato dal Ministero, ed il Sotto-ispettore alle rassegne Gilles Rougier, di orgine milanese. Questi due ufficiali, sebbene inizialmente fosse previsto che accompagnassero le truppe italiane solo fino a Ginevra, resteranno poi in servizio presso la Divisione per tutta la campagna a causa sia delle necessità tecniche di personale di lingua italiana, sia della gestione finanziaria lasciata in carica ale casse italiane. Proprio in qeusta funzione viene inviato alla Divisione anche un Pagatore di guerra nella persona di Francesco Barinetti91 . Citiamo infine la presenza di un ufficiale superiore di Sanità, nella persona del chirurgo milanese Solenghi92. Facente parte del comando della Divisione, l’ufficiale di sanità era affiancato da altro personale, normalmente nel numero di almeno un chirurgo per corpo. Così troviamo che la 1° Mezza Brigata di linea ha al suo seguito il chirurgo di 2° classe Giuseppe de Filippi, laureato a Pavia nel 1803, ed in un altro corpo il chirurgo Leopoldo Benvenuti, originario di Chioggia93 . Inoltre ogni corpo ha al suo seguito un cappellano militare, i quali sono già in servizio fin dalla metà del 1803 con designazione da parte di Melzi. Per la 1° di linea troviamo Bononzi Guglielmo, Cittadella Luigi e Terrighi ottavio, mentre per la 1° leggiera Caldarini Zaccaria e Ridolfi94 . Ufficialmente questa è la composizione dello Stato Maggiore, restando gli altri ufficiali superiori nell’organico dei corpi. Riteniamo comunque importante fornirne un breve commento vista l’importanza che tali ufficiali ricoprono nella gestione dei singoli reparti e nei rapporti col comando
91 Cfr. A. Zanoli, op.cit., Vol. II, pag. 320 92 Cfr. A. De Francesco, Vincenzo Solenghi, ufficiale medico browniano, in Armi e Nazione : dalla Repubblica cisalpina al Regno d’Italia (1797-1814), a cura di Maria Canella, Atti del convegno storico tenutosi a Milano nel 2002, Milano, 2009 93 Cfr. A. Forti Messina, Sanità militare e patria italiana, in Armi e Nazione : dalla Repubblica cisalpina al Regno d’Italia (1797-1814), a cura di Maria Canella, Atti del convegno storico tenutosi a Milano nel 2002, Milano, 2009 94 Cfr. A. Zanoli, op. cit., Vol. I, pag. 13
della Divisione. Anche in questo caso, il commento di Melzi permette di avere una chiara immagine dei diversi ufficiali.
La 1° Mezza Brigata Leggera è comandata da Ferrent, di origine francese, e che non riscuote molte
lodi. È così descritto: “Non è stimato nel suo corpo. Ha poca fermezza, si abbandona frequentemente al vino ed ha finora tenuto un contegno poco decente al suo grado. Non conosce abbastanza l’amministrazione, ed è stato varie volte (dai suoi ufficiali) incolpato di poca probità. Non ha date prove di valore nella campagna dell’anno VII all’isola d’Elba, ove si trovò. Sopravegliato però e corretto potrà divenire sufficientemente capace di comandare un corpo, avendo già una lunga pratica del servigio.” Sotto di sé ha i Capi Battaglione Mazzoni, Palombini e Girard. Sebbene il primo sia riconosciuto come incapace nel suo mestiere, di Palombini così scrive: “È il
migliore fra i capi di battaglione. Ha molto coraggio e cognizioni pratiche; è onesto e zelante per il servigio. Non è al fatto però di tutto ciò che è amministrazione e corrispondenza, per cui, al presente almeno, non sarebbe in caso di comandare una mezzobrigata. È uno dei più anziani del suo grado.” La 2° Mezza Brigata leggera è comandata da Bertoletti, il quele forse riscuote i maggiori elogi:
“Ufficiale distinto. Coraggioso, intelligente e di una straordinaria attività. Nel suo corpo vi è buona tenuta e disciplina; pochissima istruzione per circostanze, ma egli è capace di introdurla in poco tempo. La prima delle sue qualità è la fermezza, il primo dei suoi difetti la durezza. Non è troppo, né abbastanza scrupoloso in amministrazione. Non conosce che una sola via di condurre gli uomini: non quella dell’onore, non quella della persuasione, ma quella del rigore, per cui non è mato. Non ostante si ha in lui un capo per mezzo del quale si otterrà dal suo corpo tutto quello che si vorrà.”. I Capi Battaglione Varese, Baratta e Cotti, vengono descritti come non particolarmente dotati, ma capaci di ottimi risultati se spronati dal loro comandante per il primo, e più avezzo al lavoro d’ufficio il secondo. La 1° Mezza Brigata di linea è comandata da Fontana, che viene così descritto: “È capace per il suo posto; è stimato ed amato da suoi ufficiali e sa cattivarsi l’animo de’ suoi superiori. Mantiene però più apparenza che sostanza nel suo corpo. Ha un contegno decente, ha delle cognizioni pratiche: non conosce l’amministrazione che nelle parti che favorir possono il di lui interesse.” I Capi Battaglione Rossi, Moroni e Audifred vengono descritti come capaci, sebbene non adatti ad un comando superiore chi per inadeguatezze come Rossi, chi per un problema col vino di audifred. Il 2° Reggimento ussari è comandato da Balabio, cognato di Pino, che causerà più problemi alla Divisione costringendo il governo a rimpatriarlo. Tali problemi, già tracciati da Melzi, sono principlamente di origine finanziaria. Così leggiamo: “Ha poca, pochissima onestà nell’amministrazione,
che conosce molto bene; non è abbastanza fermo per mantenere l’esatta disciplina nel suo corpo, ne è molto istruito nelle manovre. La disciplina e l’istruzione del reggimento provengono da un buon corpo d’ufficiali, che però d’altronde è imbevuto dello spirito di dilapidazione, per cui si ha molta ragione di temere che arrivi il corpo a St. Omer in uno stato po soddisfacente.” I Capi Squadrone, Pignatelli e Zanetti sono descritti invece come capaci, istruiti e desiderosi di distinguersi.