LA SEZIONE CANNONI DA 65/17 PER FANTERIA

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f ASC1C::OLO

RISTAMPA

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del Dicembre 1931•X ·

LA SEZIONE CANNONI DA 65/17 PER FANTERIA ( ~on 49 illustrazioni)

T en. coL di fanteria Dqmenico Barbato ·Disegni del ten. Alber,to Morgani

Lira

17° migliaio· jsrrrtrro Poucunco

DELLO STATO -

1931-X

·


. ESERCITO E NAZIO;NE ,,

RIVI~T:A PER L'UFFICIALE ITALIANO IN SERVIZIO ATTIVO ED IN CONGEDO Direttore : ALBER'l'O BALDINI ·Di,erione"' A·mminisirazione: RoMA • Vu NAPOLI (Palazzq dfl :Minisfe,ro qelJa ~ut'rra)

Esee in fa('cicoli mensìli riccomente illustrati, di 160 e tratto i •eguenti argomenti: 11 Storia generale e militar,e -• • • Ordinamento dell'Esercito • Forma· zione ed impiego delle varie armi e specialità nella battaglia - Tecnica dei matel'iali bellici e lol'o uso - Rifornimenti dei . mezzi di vita e, di lotta alle forze cemhattenti • • • Cenni sn le altre forze armate • • • Statistica., Economia politica e Politica generale • • · • Questioni colo• biali II a • Geografia e topo·gtafia • • • Le BeUe Arti e la guer,8 • • • - · Avv,~imenti politici del mese • • • E({ucuione fisica e· Sports • • • Notizie su gli _Eserciti esteri "r.• • Chi_arimenti cif ca l'int~rpretazione di leggi e regolaìi'.i'enti mj}itari a richiesta degli àbbonàti • a • Jliassunto di quanto si scrive . di importante nelle principali pubblicazioni nosti'aDe e straniere• • , Bihliogra6a • • •Vita-degli U:fficiaU in Cong~do {

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editi

MANUALETTI DI TECNICA' E DI GULTURA MILITARE dall~ Rivista "ESERCITO E NAZIONE .,,

LA SEZIONE CANNONI DA 65/17 PE-R FANTERIA (con 4,9 illustrazioni) . . Testo del ten. col. Domenico Barbato ·

/ ·

Disegni del ten. Alberto Morgani

ROMA IsTJTuTo PoLIGRA"F-ICo ORLI.o S TA1~0

, 1931- X


ProprietĂ riservata - Praibita la riproduzione, anche parzial.e .

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INDICE

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1 ESEMPIO. -

La sezione cannoni da 65/17 pe1· fanteria nell'azione difensiva..

Pag.

2° EsEMP!O. -

La sezione cannoni da 65/17 per fanteria nell'attacco.........

»

22

APPENDICE. -

Descrizione del materiale.... . . . ...... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

»

31 ·

2 -

La Sezione cannoni da 65/17 per fanteria .

6


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LA SEZIONE CANNONI DA 65/ 17 .

,

PER FANTERIA

(l)

·Il cannone da 65/17 per fanterià è il 65 da montagna, di fabbricazione italiana. Durante l'ultima guerra, come materiale dell'artiglieria da ·montagna e someggiata, fece ottima prova. Dopo la guerra, essendosi armatal'artiglieria da montagna e someggiata con l'obice da 75/13 (preda bellica), che per varie ragioni risponde meglio allo scopo, si rese disponibile il 65 montagna. La fanteria, cui l'esperienza della guerra ha dimostrato la necessità di avere in proprio un mezzo di accompagnamento di conveniente potenza, ha potuto così sostituire, nel modo più economico possibile, il cannoncino da mm. 37 (di scarsa potenza) con il 65 montagna. Ls, predetta bocca da fuoco passando a far parte dell'armamento della fanteria ha subìto alcune modificazioni che ne hanno migliorata la mobilità e la possibilità di tiro. Nei riguardi della mobilità è stato adottato un avantreno che permette il traino in terreno vario (non molle, non rotto, non a forti pendenze); nei riguardi della possibilità di tiro è stata diminuita la potenza della carica di lancio. Questa, prima, consentendo una gittata assai maggiore, non necessaria ai pezzi per fanteria, determinava una traiettoria troppo tesa, specialmente alle brevi distanze. L'attuale carica, consente invece una gittata massima utile di 26 ettometri e, alle distanze intorno ai 1500 metri (che sono le distanze medie di tiro dei pezzi da 65 /17) determina una traiett oria piuttosto curva, quindi più adatta ai tiri al di sopra delle proprie truppe.

*** In questo manualetto verrà esa,minato l'impiego della sezione cannoni da 65/17 nell'azione offensiva e in quella difensiva. La descrizione del materiale e delle munizioni è contenuta nell'appendice.

(1) La sezione cannoni da 65/17 per fanteria è costituita di un comando di sezione , . · e di tre pezzi. Il comando di sezione comprende: il capitano comandante, il sottufficiale addetto, tre graduati specialisti per il tiro· e per i collegamenti (di riserva), il personale per i ser· vizi vari., tre ca.rrette da munizioni 65/17, due ca.r rette da battaglione leggere, dodici muli da tiro (due per ogni carretta e due di riserva). ,, Ogni pezzo comprende: l'ufficiale subalterno comandante, il sottufficiale capo pezzo, il graduato comandiwte dei muli scarichi e addetto al rifornimento munizioni, quattro specialisti per il tiro e per i collegamenti, quattro zappatori, il personale per i servizi vari, dodici muli da salma. · . . In tota.le la sez~one comprende: 4 'Ufficiali,. 127 11:omini di truppa (compreso i sottufficiall), 36 quadrupedi da salma, 12 qu adrupedi da tiro, 3 carrette per munizioni 65/17, · 2 carrètte da battaglione leggere, -1 biciclet~a, 3 can~oni.


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6-

1° Esempio. LA SEZIONE CANNONI DA 65/17 PER FANTERIA NELL'AZIONE DIFENSIVA. Il I battàglione del 15° fanteria, inquadrato, a.Ile ore 8 del 25 marzo riceve ordine di organizzare a difesa, fronte ad ovest, il settore del1a posizione di resistenza indicato nella figura. 1. Nell'antimeriggio del 27 marzo gli viene assegnata in rinforzo la .sezione cannoni da 65/17, meno un .pezzo (1), ritratta dalla zona di sicurezza. Gli ordini che il comandante della sezione cannoni ha ricevuto alle ore 11 del 27 marzo dal comandante del I battaglione, per quello che più specialmente interessa, sono i seguenti:. \ i due pezzi da 65/17 prendano posizione nella zona compresa tra le quote .321 e 307 di R.ne Angeli, con il compito di eseguire tiro d'arresto

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• -

Limiti settore di battaglione:;

contro. carri armati che eventualmente accompagnassero l'attaceo nemico e contro quelle armi automatiche avversarie che all'artiglieria della difesa non riuscisse di poter battere; . i pezzi debbono poter svolgere azione efficace su tutta la fronte del battaglione; in particolare lungo la direzione: C. Ferrara - q. 219 .,.. C. Bernardi, via più probabile di irruzione di . carri armati; la linea di•-resistènza si svolgerà lungo le pendici ovest degli spe· . roni di q: 219, q. 223, q. 186, q. 216. .Il comandante del battaglione informa inoltre che « mtende tenere saldamente l'altura di q. 321 per farne base di contrattacco sul fia,nco del nemico che tentasse di a':anzare seguendo l'impluvio di q. 241 », e che il suo posto . · di coniando sarà stabilito nei pressi di q. 305. , _Il .comandante della sezione riceve ·l'ordine superiore mentre il suo reparto si trova nei pressi di q. 282 di R.ne A+tgeli. Egli pensa di dover anzi-· ·· (1) Il comandante dello se~ione può in combatt~n:ento, condune t11tta la sezione.o due pezzi riuniti. Ciascun pezzo ha p~raonale e mezzi per essere impiegato anche faolatamente ,


-7-

tutto procedere a1Ja rìcognizione del terreno, facendovì interverure il tenent ·. più anzianò, il maresciallo addetto al comando di sezione, .gli zappatori e alcuni specialisti · per il tiro e collegamento muniti di goniometro e di materiale di collegamento (J ). E perciò, dopo avere ordinato che la sezione si occulti nel bosco che copre le pendici norrl di M: Muro, egli inizia, col personale predetto, la ricognizione, dirigendosi verso · l'altura di q. 321. Nel corso della ricognizione, il capitano si iipromette: lo studio particolare del terreno sul quale deve agire la sezione, in precedenza già da lui esaminato sulla carta al 25.000; la scelta delle postazioni dei pezzi e dell'osservatorio; la scelta della località dove sosteranno i muli scfyrichi e il nucleo munizioni; la ricerca dei dati occorrenti per l'azione inID1ediata. Raggiunta l'altura di q. 321 il comandante la sezione può da essa osservare tutto il terreno che interessa la difesa del battaglione. Precisa quindi i limiti della zona d'azione della sezione (nel caso in esame , -corrispondono a quelli del settore assegnato al battaglione), limiti che egli, prima di iniziare la ricognizione, aveva già tracciati sulla carta al 25.000: a destra, la congiungente: O. Naldi - Fontanile di q. 158 - O. Portaccio - pendici nord dello spe1·òne di q. 279 - q. 317; a sinistra, q. 151 di C. Villani - pendici sud del costone di q. 216 -q. 249 di M. Muro. Il terreno, per la parte che interessa è costituito (v . fig. 1) dalle propagini occidentali delle altUI'e di q. 321 e di q. 307, che incise variamente da numerosi impluvi concorrono a formare la testata del Fosso Forcelle; succes-. · :s ivamente da un'ampia piana, a larghe ondulazioni affatto scoperte, degradante dolcemente verso ovest. Il capitano precisa ora le posizioni più avanzate occupate dalle truppe -del battaglione, per stabilire i limiti che queste impongono all'azione dei pezzi nei riguardi della distanza e dell'altezza di sicurezza (2). (1) Gli specialisti pel tiro sono istruiti nel maneggio del goniometro e nell'impiego -dell'alzo panoramico; quelli pei collegamenti .sono particola.r mente abilitati all'uso del telefono e delle segnalazioni alfabetiche e convenzionali con ba,n diere. (2) Là distanza di aicurezza delle truppe più avanzate dal bersaglio in terreno pianeg;giante è cli m. 200 circa (per la dispersione del tiro e per il raggio d'azione dei proietti); quella ,delle truppe amiche dai pezzi è di 500 metri (per non subire gli effetti degli scoppi prematuri alla bocca, che però molto eccezional· mente si verificano) (fig. a). La distanza di sicurezza delle truppe dal bersaglio diminuisce: quando il terreno tra le truppe e il bersaglio sale (con forti pendenze, diFlg. a. stanza di sicurezzà ridotta sino ai 150 metri) e quando le truppe sono molto più basse dei pezzi e del bersaglio; in tal caso diminuisce anche la distanza di sicurezza dai pezzi (fig. b). La distanza di sicurezza delle truppe dal bersaglio aumenta: quando iJ terreno tra le truppe e il bersaglio discende (alle maggiori distanze, se la pendenza è sensibile, la diFig. b. stanza di sic'W'ezza dovrà arrivare sino ai 400 metri) (fig. e). Altezza di sùnirezza. - In terreno pianeggiante o leggermente ondulato non conviene tirare al di sopra di truppe amiche se il bersaglto è a distanza infe· riore agli 800 metri dai pezzi (per la ten· sione della traiettoria). Fig, c. 3 -

La se.<d,me cannoni da 65/17 pe.r fanteria.


- 8-

Circa la distanza di sicurezza, egli può accertare che ad est della mulattiera: q. 155 - O. Bazzani - q. 141, dato che il tèrreno degrada verso ovest, la sezione non potrebbe agire senza compromet:tere la sicurezza delle truppe avan.zate del battaglione (1). Per quanto concerne l'altezza di sicurezza, egli può constatare che oltre tale limite è consentito battere senza danno alle truppe amiche più avan-

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Fig. 2.

zate, data là mancanza di ostacoli di rilievo fra la postazione dei pezz(e la mulattiera predetta di O. Bazzani. TI capitano continua la sua ricognizione percorrendo materialmente la zona nella quale devono essere collocati i pezzi; gli riesce così di potere scegliere postazioni che, per il compito commessogli, consentono l'azione su tutto il set,t ore del battaglione. Egli osserva che la pn,rticolare formazione del terreno gli permette ,di poter òccupare postazioni scoperte e postazioni defilate dalla Piana del Roseto, utilizzando cosi le prime (fìg. 2) per eseguire tiro a puntamento diretto contro bersagli molto mobili (carri armati); le seconde per battere, pur st~ndo al coperto, tutti glj altri obiettivi che si presenteranno entro il settore d'azione della sezione. (1) La. mulattiera dista a un dipresso 300 metri dal m,wgine estei'no della posizione di resistenza; dalle postazioni dei pezzi llOO metri ciFca. .


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0rdina quindi: al subalterno più anziano di fare avanz·aref la sezione .e di far prendere posizione ai pezzi sulle postazioni defilate; agli zappatori di prepaa:are le piaizzuole (1) e 4i provvedere al mascheramento (2); al maresciallo di sistemare sul Tovescio di q. 307 il nucleo munizioni (3) (1) Devo1;to essere costruite in modo da consentire al pezzo di ·battere tutto il settore di difesa.del battaglione; quindi dovranno permettere ampio spostamento della coda del'cannone. (2) Il mascheramento delle postazioni deve sempre precedere l'esecuzione dei lavori occonenti p er l'allestimento delle pia.zzuole, in modo da consentire agli zappatori di lavora1·e, p er quanto ;possibile, occ'lùtati alla vista di osservatori terrestri ed aerei. -.;;'~ ' (3) Ogni pezzo ha un nucleo di compatt imento ed un nucleo munizioni. Il primo è composto di sette uomini (capo pezzo, punt-atore, tiratore, caricatore, porgitore, 1° e 2°

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e di far sostare i muli scarichi nella zona alberata sottostante all'altura stessa. . Orientato il subalterno più anziano sulla sit uazione ed indicatogli sul terreno i punti di riferimento e la probabile direzione di attacco, il ~omandante la sezione ricava i seguenti dati per la preparazione del tfro a· pqntaménto diretto (fig. 1): · · Casa Villani: km. 1,900; alzo 19 hm; alzo minimo (1) rispetto al1& linea di resistenza nella suddetta direzione hm. 11. Casa Ferrara: km. 2,075; alzo 20 3/,1; alzo minimo rispetto alla linea di resistenza nella suddetta direzione hm. 11. Capanna di q. 175: k.m; 1,100; alzo 11; alzo minimo rispettò alla linea di resistenza nella suddettà direzione hm. 11. Fontanile di q. 158: km. 1,450; alzo 14 1/i;. alzo minimo rispetto alla linea di resistenza nella suddetta direzione hm. 12. Stabilite sul terreno 1~ postazioni ù.ei pezzi e predisposto per l'azione immediata a puntamento diretto, il comandante della sezione cogli specialisti di collegamento e tiro si reca a q. 305 dove intende impiantare il suo posto di comando (osservatorio), post o che risponde a queste favorevoJi condizioni: vicinanza al comando del battaglione (stabilito nei pressi di q. 305); ampio campo di vista del settore di azione; distanza non rilevante dalla linea dei pezzi. mtimata la scelta dell'osservatorio, il capitano vuole ora che il suo posto di comando sia subito collegato con le postazioni (2). aiutante), il secondo di cinque uomini (graduato comandante i muli scarichi ed addet to

al rifornim ento munizioni, tre zappatori, allievo operaio).

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Quando il pezzo è in batt,eria il nucleo munizioni si scinde da quello di combattimento, e i muli, scarica.t i delle diverse parti del pezzo (o distaccati se trainato), vanno a mettersi al coperto, il m eno possibile discosti (non oltre i 300 :(lletri) affinchè il rifornimento ed il collegamento non si rendan o difficili. Il coman dante dei muli scarichi provvede al rifornimento munizioni, servendosi degli zappatori e dei due aiutanti; questi ultimi dopo avere coadiuvato i serventi nelle va.r ie operazioni di presa di posizio:i;te, si portano presso il nucleo munizioni di cui passa.no a far parte. · Se il pezzo agisoe isolato il posto rifornimento munizioni è per pezzo ; quando in vece agiscono d ue pezzi insieme o l'intera sezione, è conveniente fare un unico posto il cui funzionamento è -affidato 111 sottufficiale addetto al comando della sezione. Per il rifornimento delle munizioni in combattimento, ogni pezzo h a con sè (someggiati o trasportati a spalla in appositi zainetti) 80 colpi; di questi una ventina stanno vicino al cannone, gli altri al n ucleo m unizioni e, secondo il bisogno, vengono fatti affluire alle post azioni per mezzo degli zainetti per munizioni capaci di 5 granate ciascuno, spalleggiati dagli uomini del nucleo munizioni. Le carrette del comando di sezione cannoni trasportano 10 cofani munizioni ciascuna. Ogni cofano .contiene 10 proietti, sicchè ogni pezzo ha presso il comando di sesezione 100 colpi. Altri 100 colpi per pezzo sono sulle carrette dellà squadra della se- . zione munizioni per· cannoni da 65/ 17 presso il comando di brigata di fanteria (t ota.le 280 colpi per pezzo). Le carrette della sezione cannoni, in combattimento, sta.n no al posto rifornimento munizioni reggimentale, dove vanno a rifom irsi i muli porta ~unizioni dei singoli pezzi ed a loro vo~ta le. carrette del posto munizioni ~i .1·e~gir?,en~o vanno a rifornirsi alle carrette della r1spett1va squadra della sez10ne mun1z10m d1 b rigata. (1) In questo caso si intende l'alzo al d isotto del quale n on si può tira re senza com. promettere la sicurezza delle p roprie truppe. Quando vi è un ostacolò tra il pezzo e l'obiettivo s'intende per alzo minimo la graduazione d'alzo che dà alla bocca da fuoco un'inclinazione tale da' permettere il passaggio delJa i;raiettoria più bassa sopra l'ostacolo. · Diminuendo tale graduazione e conseguentemente l'inclinazione della bocca da fuoco, le t raiettorie incontrerebbero l'ostacolo, ed il tiro sull'obiettivo n on potrebbe essere effettuato. (2) La sezione cannoni dispone dei materiali di collegamento per la costituzione di otto stazioni telefoniche ( 6 chilometri di filo) e 6 stazioni da segnalazioni con bandiere e con artifì.zi da segnalazioni varie.


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11 -

Dà quindi ordine: ai telefonisti di stendere una linea telefonica tra l'osservatorio e le postazioni; ai segnalatori con bandiere a lampo di colore di impiantare due stazioni ottiche, l'una . .... ~ei pre_ssi di 9-·. 305, l'altra nelle Ct.:;,o,.o~;;;; . Bocc~ ·, - • .Punlot<>r~ ....-· immediate vicm.anze delle podo/uqcq stazioni (collegamento multiplo). I muli escono dal bosco di M. Muro molto distanziati per non attrarre l'attenzione dell'eventuale osservazione aerea, e percorrendo la mulattiera quota Ttrofore Tre110 e 282 - q. 307, giungono sul rove.rii/fa scio di quest'ultima quota(fot.1). Quivi i materiali vengono "' A ~ Codo " 11 A,uf-,:m/8 scaricati e, con traino a fune, ruote ij trasportati alle piazzuole, dove i pezzi sono composti (fot. 2). Il comandante della sezione procede quindi alla preparazione del tiro a puntamento indiretto (1), compiendo le seguenti operazioni:

. i. .

(I) Dicesi « tiro apuntament,o indiretto» perchè non si dirige la linea di mira direttamente al bersaglio, ma ad • Alhen:> "/'ero,o un alt1·0 punto chiamat.o ~ falso scopo », come diremo in seguito. .~ Nel tiro a puntamento diretto, mvece. il puntatore fatta segnare all'in• J " s;,eoof!/To t,ro dico del tambu~ co//~.,geunenll: ro delle distanze la distanza pezzo - b'ersaglio espressa in ettom eti·i, spostando opportunamente il pezzo 4 in dh-ezione (per ,"d • 2f i grandi sposta.Mu,,i.r,,m/ ( 20•ttf/',) ' m enti fa muo~· Fig. d. vere'lii, coda, per i piccoli si se1·ve • Sf Mupù:1ònt A del volantino di direzione) ed in eleva(i?octtçp,; zione (agisce sulla ma.novella di elevazione), fa, coinoide1·e l'incrocio dei fili del cannocchiale con il cent1·0 del bet·• 4-r / ·d , saglio (fig. d) assicurandosi che la bolJ,a /'içteri::,i, .<t,~ c u cina .:della li vella di sbandamento sia central,a. ~ All'infuori dell'alzo segnato sul tamburo delle distanze, tutte le. altl'e . . Co/Pant:10,:re • • • ) lfflr, J;,ec,o-(j-1,";,e,· ,I hrc, i,rr!lrluazioni devono essere 1n posizione ,nuh'.s,:crich/ • ,:d , ,:u/f,e_yon,en/'/ ($) e 0 iniziale, cioè 1 ysiri indici devono segnare: O sulla ghiern della direzio_ne, • ~ ,n·r,yèr,i't [2) Osul tamburo moltiplica,t-ore della dire- _ .L,t!j',Y..em:;'a_ zione, O sulla ghiera del p !!,t·allelismo, O sul t a mburo moltiplicatore ,1el para.Ile- "' ·C onc/ucen/e, Iismo, O sulle indicazioni di paraJlelismo u/o é"n _ -,,,,c0 /;;,,f,èo::,one 7 della testa d'alzo, 10 sulla last,rina del collimatore, O sul tamburo moltiplica- . d<'/ coni:o <'he /'t?rru. tore del collimatore,. 10 st1gli ettogra.di del sito, O sul tamburo moltiplicator6 FORl!.UIONE Dl UN Pl'!ZZO SOMEGGUTO IN COLONNA. èìel sito.

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12 -

1) Dare il parallelismo ai pezzi; 2) Misurare la distanza goniometro-,pezzo base; 3) Calcolare il dislivello esistente tra il pezzo base ed il goniometro

Fot,. n. 1.

4) La direzione relativa ai vari punti di riferimento; 5) Il sito relativo ai vari punti di riferimento.

Fot. n. 2,

Pamllelismo. - Poichè da quota 305 si vedono ambedue i pezzi, il capitano messo in sta,zione il goniometro col pia,tto porta inÊ!ici orizzontale si serve di questo st.rument,o per dare il parallelismo.


-13 -

Disposto il disco gTaduato in modo che gli indici del piatto segnino: O (l'indice principale), 32 (l'indice secondario) e O quello del tamburo molti-

plicatore, egli collima col filo verticale del micrometro all'alzo a cannocchiale panoramieo del pezzo base (quello di destra) (1). Fissa, quindi, il corpo del goniometro ed agendo sul tamburo moltiplicatore, collima aU'alzo a ,cannocchiale panoramico del pezzo di sinistra. A collimazione avvenuta legge sul disco graduato 32 - che si trova immediatamente a sinistra dell'indice del parallelismo (2) - e la graduazione 12 - che si trova in corrispondenza dell'indice del tamburo moltiplicatore della direzione. Il valore dell'angolo di parallelismo è quindi: 32.00°0 per il pezzo base; 32.12°0 per il 2° pezzo. Misura della distwnza goniometro - pezzo base. - Il comandante della sezione fatta collocare verticalmente vicino al pezzo base una palina, di cui gli è nota la lunghezza (2 metri), collima ad essa con il :filo verticale del cannocchiale del goniometro e legge sul :filo stesso l'angolo, espresso in millesimi, che delimita le due estremità della palina. Applicando la formula (3): D:(km.)

=

d (m) (Y.

(dove D è la distanza espressa in chilometri dà trovare, d è l'altezza della palina (2 metri), cx è l'a,ngolo di 8°0 letto sul goniometro) trova: _ -2 metri _ 1 950 D .goo - "m. 0 ,Dislivello esistente tra pezzo base e goniometro. - Per calcolare questo dislivello il capitano dipge il cannocchiale del goniometro all'alzo del pezzo base e fa coincidere con questo l'incrocìcchio dei :fili micrometrici; centrata, quindi, la _b olla della Uve11a del sito legge la graduazione degli ettogradi sul (1) Pezzo base è il pezzo che si prende come base per le operazioni di prepa.r a-zione del tiro a puntamento indii-et,to. (2) L'indice che è dalla parte del pezzo. (3) La formula esprime la relazione che passa fra: angolo espresso in millesimi, lunghezza dell'arco sotteso, raggio corrispondente alla circonferenza di cui l'arco è una parte (distanza). A grandi raggi e per piccoli angoli l'arco si può considerare rettilineo (fìg. e).

~ d(m) .l}(Xm)

Flg. e.

Conoscendo due dei tre elementi: angolo; fronte, distanza,, ·si può sempre trovare l'altro: a, (m) l} oc = D (km.) 2) d (m) = D (km) x oc 3) D (km)= d (m)

oc Dove oc è l'angolo, d (m) è la fronte espressa in metl'i, D (km) è la distanza espressa. in chilometri. Per ? ngoli superiori ai 300°0 i valori non sono più sufficienteme~te esatti.


- · 14-

settore graduato (9) e dei millesimi . sul tamburo moltiplicatore (80), <·ioè 9.80°0 • Quindi il sito è negativo ed uguale a - 20°0 (1). Con la formula su riportata trova il valore di quest o adislivello

d (m) = a· X D (km .)= 20°0 x km. 0,250 = 5 m.

Direzione relativa ai va1·i punti di riferimento. - Tenendo sempre ~fissa. la bas~ del goniometro nella posizione dalla quale ha collimato al pezzoJ base,

,'=1

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Flg. 3.

gira il canocchiale e punta al primo obiettivo, la Casa Villani, in modo che l'incrocio dei fili micrometrici coincida con il centro del bersaglio. Legge quindi la graduazione che segnano gli indici della direzione (ettogradi e millesimi) e vede che l'angolo AGO (fig. 3) ha il valore di 18.87°0 • (1) La graduazione origine del sito è 10.00°0 e corrisponde all'orizzonte dello strumento che esegue l'operazione, cioè l'alzo a canocchiale panoramico. Al di sopra di 10.00°~ il sito è positivo, al di sotto è negativo, cioè: nel primo caso il punto di cui i,i vuole conoscere il sito è sopra l'orizzonte del pezzo, nel secondo caso sotto.

,..


-15-

Ma egli sa che se dopo aver fatto segnare al cannocchiale del pezzo base

il parallelismo 32.00°0 e l'angolo di direzione 18.87°0 collimasse, con il filo

verticale al falso scopo (1), il prolungamento dell'asse della bocca da fuoco O' M' (fig. 3) sarebbe parallelo alla congiungente goniometro-bersaglio; e che se il pezzo avesse ricevuto anche i dati in elevazione corrispondenti alla distanza ed al sito del bersaglio, facendo partire un colpo, questo cadrebbe tanto a sinistra, quanto dista il pe,zzo dalla O M (fìg. 3). Occorre quindi correggere· l'angolo di _direzione letto sul goniometro, aggiungendo ad esso un angolo di convergenza o parallasse (2). Questo angolo (in gradi millesimali) egli lo trova approssimativamente -dividendo la distanza G B espressa in metri (lunghezza della perpendicolare abbassata dà G sulla congiungente pezzo base-bersaglio) per la distanza B O espressa in chilometri: GB

quindi:

= metri 225; B O =

BOG

=

GB BO

=

m. 225

Km. 1,850.

km. 1,850

= 1,2100

L'angolo di direzione verrà a risultare perciò uguale a 18.87°0 + 1,21 oo, ossia 20.08°0. Facendo segnare l'indicato parallelismo e la direzione 20.08°0 ai congegni di mira dei due pezzi, e collimando al falso scopo (goniometro) muovendo i pezzi medesimi, questi risultano paralleli fra di loro. Il prolunga, mento dell'asse del pezzo base è diretto al bersaglio, quello del pezzo di sinistra spostato a sinistra di quant o ~ l'intervallo tra i due pezzi. Ma il capitano yuole convergere il tiro di ambedue i pezzi sul bersaglio; quindi dà al secondo pezzo (di sinistra) un angolo di convergenza il cui - lo trova con 1a so1·t f 1 à (m) · · valore 1 a ormu a: rt. = D (km) m cm: d è uguale all'intervallo tra i pezzi espresso in metri, cioè 15 metri; D è uguale alla distanza del -bersaglio espresso in chilometri, cioè km. 1,9, quindi, l'angolo di convergenza è uguale a 7°0 • Il pezzo di sinistra per portare il tiro verso destra, deve. aggiungere a 20,08°0 i 7°0 di convergenza. La direzione risulta così: per il pezzo base di 20.0800; per il secondo pezzo di 20.15°0. . Quindi il capitano passa alla ricerca dei dati riflettenti l'a_ngoJo di sito ,e l'angolo di elevazione.

Sito. - Puntato il goniometro all'obiettivo (linea orizzontale del micrometro ai piedi di esso) il capitano centra la bolla della livella del sito e legge le graduazioni segnate dagli indici (ettogradi e millesimi): 9.22°0. Questo, però, è il sito dell'obiettivo rispetto al goniometro; occorre trovare invece quello dell'obiettivo rispetto al pezzo. · . Oon la nota formula d (m) = cx x D (k1rn) il capita.no trova in metri 11 dislivello goniometro-obiettivo. · (1) Che in questo caso è il goniometro, perchè il parallelismo è stato dato con questo. (~) 4d _ogni. aumento di direzione corrisponde uno spostamento del tiro verso destra; a;d ogru d~mmuz1one ,1no sp?stamento del tii·o verso sinistra. Nel caso in esame, si aggiunge 1 angolo d1 parallasse perche occorre spostare la bocca _da fuoèo verso destra. 4 -

La sezione cannQnt cùt 65 I 17 per fanteria.


- 16 -

Della, formula, egli conosce: ct. oo (10 .0ooo - 9.22°0

= 78°0)

e D (7cm)

(distanza goniometro-obiettivo km,. 1,850), quindi: <Z ( m) = 78°0 X 7cm. 1,850•= m. 144. Tra, casa, Villa,ni ed il goniometro vi è un dislivello di 144 metri, e poichè il pezzo base è di 5 metri più basso del goniometro, il dislivello pezzo base-obiettivo è di metri ·139, Nuovamente a,pplica.ndo la, formuletta a. 00 = }; (~~) dove à (m) = 139 m.;

D (7cm) = 7,m. 1,9 ct.oo ·

=

m,. 139 = 7300 , 7cm. 1,9

e poichè il sito di casa Villani è negativo la graduazione di sito che il capitano dà è: sito = 9.27°0 (per ambedue i pezzi, perchè le postazioni sono ad eguale livello). Eleva~'ione. - Il capitano sa già che la distanza pezzi-obiettivo è di km. 1,9, quindi clà: alzo 19, espresso in ettometri. Correzioni preventive (1). - Il capitano passa quindi alla correzione dei dati tabulari. I pezzi sono a quota inferiore ai 500 metri, la distanza obiettivo-pezzi è di cima 2 chilometri, quindi egli deve aumentare l'alzo di ½ hm. La temperatura è di 18° circa, quindi deve diminuire l'alzo di hm.½· L'atmosfera è calma; le bocche da fuoco hanno sparato poco di più di 1000 colpi ciascuna; i da.ti avanti calcolati rimangono perciò immutati. Calcolati in tal guisa i dati relativi a tutti i punti caratteristici, egli, servendosi del telefono, li comunica all'ufficiale più anziano sulla linea dei pezzi, distinguendoli con un numero progressivo. Il tenente più anziano segna i dati su di un taccuino e-li comunica subito dopo ai capi-pezzo, che pure ne prendono nota. Miglioranwnto dei clati. - Il comandante la sezione, ultimata la preparazione goniometl'ica, utilizza il tempo che h a a disposizione per mi(1) Sono quelle che devono essere fatte prima di eseguire il tiro, per correggere i dati tabuJa.r i che sono stati calcolati in base alle seguenti condizioni: · temperatura. 7° cent,icrrndi; · quota del pezzo m. 1000 s. 1. m. (valevole da 500 a 1500 met,ri m . s. 1. m.); atmosfera calma ; velocità ini,;,,i~lP.: quella tabulare. Vàriando ,ma di quest-e condizioni occorre variare anche i dati di tiro da comunicare. ai pezzi. . . d 1' 10° r1spe . tto ai. 70, occorre dimi , . • • Per ogni, aument o o d'unmuzione nuu·e o d a.ument are l'alzo di ¼ di hm p er ogni chilometro di disté.nza. A quota inferiore ai 500 metri occorre aumentare l'alzo di ¼ di hm. per o~i chilometro di distanza; e per quote s uperiori ai 1500 occorre diminuire l'afa!:' di_ 1/,1 d1 hm. per ogni chilometro di distanza e per ogni 500 metri di quota. Con vento forte, che spiri in direzione trasversale al tiro, si dève aumentar~ o diminuire la direzione di 8°0 a seconda che il v ento spiri, rispetto a.I piano di tiro, da destra o da sinistra. Con vento forte in direzione del tiro o contrario ad esso si deve diminuire od aumentare l'alzo di ,¼ , di hm.'per ogni chìlometro di distanza.


-17-

gliorare con operazioni più esatte i dati ricavati; quindi ricava per autodeterminazione il suo posto di comando e per coordinate polari il pezzo base della s~zione. · , Come prima operazione egli determina il punto esatto d~l suo posto di comando ed a tale scopo si serve del goniometro. Disposte le gradua,zioni O e 32 del disco gTaduato in corrispondenza rispettivamente dell'indice principale e dell'indice secondario ed osservato che , lo zero del rocchetto moltiplicatore della direzione sia in corrispondenza dell'indice dei millesimi, muovendo il corpo del goniometro dirige l'asse ottico del cannocchiale ad un punto ben visibile sul terreno e .sulla carta topografica: la casa Nuovo (:fig. 4). · Fissa quindi il corpo del goniometro ed agendo sulla vite micrometrica dei piccoli spostamenti collima con uno dei fili verticali del cannocchiale allo spigolo della costruzione. Sempre lasciando fissato il co1ipo del goniometro, svincola per mezzo dell'apposito congegno, il disco graduato e rivolge il cannocchialealla direzione di un altro punto ben visibile: il segnale trigonometrico di M. Bruno; girando poi · il tamburo moltiplicatore della direzione, fa cqllin1are come prima, uno dei fili verticali col punto prescelto. Legge quindi sul disco graduato il n. 15 (ettograd.i) (1) e sul rocchetto moltiplicatore il n. 14 (millesini) segnato dal rispettivo --"""-''-"-'-'-'--"-.;;... r indice. L'angolo che la direzione: goniometro - segnale trigonoFlg. 4. metrico di :fiL Bruno fa colla direzione: goniometro-Casa Nuovo è 15,04°0 •

Con analogo procedimento egli· collima infine ad un- terzo punto: il se· gnale trigonometrico di ì\lI. Alto e legge l'angolo 39,02°0 • Sul rapportatore lucido, di cui è fornit o, .tracci<li due linee che pa,rtendo dal centro della circonferenza vàdano ad intersecarla, una in corrispondenza della gra,duazione 15,04°0 l'altra in corrispondenza della graduazione 39,02°0 (fig. 5). Sovrnppone il rapportatore alla carta topografica e con opportuni spostamenti fa pa,ssare la linea che segna la graduazione zerO' sulla casa N:iiovo; é1uella che segna 15,0400 sul segnale trigonometrico di M. Bruno ed infine quella che segna 39,02°0 sul ségnale trigonometrico di M. Alto . Avvenuta la perfetta coincidenza delle linee con i punti indicati, fora con uno spillo la carta topografica in corrispondenza del centro della circonferenza gTaduata; il foro indica la posizione in cui si trova il goniometro. Stabilita in tal modo la posizione del goniometro, il capitano passa a precisare sulla ca,r ta topografi.ca quella del pezzo base. Tenendo sempre fisso il diametro principale del goniometro (O - 32 nella direzione della casa Nuovo, dirige l'asse ottico al cannocchiale del pezzo (1) Questo numero si trova in corrispondenza dell'indice principale od immediatamente a sinistra se l'indice è tra due gradua-zioni.


-18 -

base e legge l'angolo che la direzione goniometro-casa Nuovo fa con la direziene gonio:i;netro-pezzo base. Segna tale angolo ,sul rapportatore lucido che sovrappone alla carta t opografica faoendo coincidere il centro del rapportatore con il punto autodeterminato dall'osserv..atorio e l'asse O - 32 sul caposaldo di orientamento (casa Nuovo). Il pezzo base si trova sulla direzione della retta che con la O - 32 forma l'angolo di 37.oooo (fig. 6). Riportando su detta retta alla scala 1: 25.000 la distanza goniometropezzo base (250 m.), il capitano viene ad avere esattamente la posizione del pezzo base. Stabilito in tal modo sulla carta topografica il punto di stazione del goniometro e la postazione del pezzo base, i dati di distanza Ê di sito relativi ai vati obiettivi il capitano li può ricavare senz'altro da questa: la distanza la misura con il doppio decimetro; il sito lo trova dividendo la differenza di quota pezzo - .obiettivo espressa in metri per la distanza dell'obiettivo espressa in chilometri. In tal modo il capitano si è ~ostituita una base nota (peizo base-gonio640 G'20

630

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19 -

metro) di 250 metri, Dalle due estremità egli può intersecare gli obiettivi ed avere cosi la possibilità di determinare più esattamente le l9ro distanze. Per eseguire ·ciò si serve di un pezzo di carta qualsiasi sul quale ad una scala grande (1: 10.000) riporta la base di 250 metri (2 ½ cm) (1). Da G çon il goniometro orientato al pezzo base misura l'angolo che l'obiettivo che si vuol determinare (la capanna . di q. 175) fa colla direzione G A: 18,640°

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·~

(fìg. 7).

Xndi si porta con il goniometro in A (oppure si può servire del cannocchiale del Fig. 6. pezzo che, però, deve mettersi in posizione tale da vedere l'obiettivo) e collima alla capanna di q. 1'75 COD; il goniometro orientato nella direzione A G, e legge l'angolo 52,90°0. Sovrappone poi il rapporta,tore lucido al pezzo di carta sul quale ha segnato la base A G, centro del rapportatore in G e diametro O 32 sulla direzione A G (O dalla parte di A), e traccia sul foglio di carta una retta che passando per G faccia con la direzione G A un angolo di 18,64°0. . 7 Fa coincidere quii+di il centro del rapportatore con A e disponendo il diametro O - 32 sulla ·direzione A G (O dalle parte di G) traccia un'altra retta che passando per A fa ·con la A G un angolo uguale a 52,90°0. Queste due rette s'incontrano in • un punto S. Il capitano con il doppio deci.metro misura la lunghezza A S = centimetri 10,75 corrispondente alla scala 1: 10.000 a km. 1,075. Sulla carta topogra:fièa, servendosi del rapportatore lucido, col cen·tro di esso sul punto in cui si trova il pezzo base, traccia una retta che con la base pezzo-,-goniometro faccia un angolo GAO = 52,9000. · Su questarettaallascalal: 25.000 (scala della carta topografica) riporta la distanza di S = cm. 4,3 e trova la posizione dell'obiettivo. Seguiamo ora le operazioni che G vengono compiute su di un pezzo e ~ala 'Flg. 7.

1:10.000

(1) Non si sexve d ella carta al 25.000 per avvantaggiarsi di una s cala più grande e per comodità di disegno. ·


-

20 -

precisamente sul secondo, per eseguire il puntamento sul bersaglio di C. Villani (1). I dati relativi a questo bersaglio sappiamo che sono, per il secondo pezzo: Parallelismo: 32,1200; Direzione: 20,1500; Sito: 9,25°0 ; Alzo: 19. B

..

A

'

' \o '

ll'lg. 8 .

Flg. 9.

· ,B = Direz.lono arbitrarln. dell'asso della bocca da

fuoco.

CD,= Direzione dell'asse ottico del canoccWale panoramico dopo segnato li parallelisiun 32 (ghiera} P. 12°0 (rnoltiplic~.toro) .

AB = Direzione arbitrarla dell'asse della bocca da fuoco. CD'= Direziono dell'asse ottico del canoccWRle panorn• mlco dopo segnn.to li parallelismo 32,12°0 e direziono 20,15° 0 •

Ricevu.to dal ::capo pezzo il parallelismo 32,12°0, il puntatore sposta con la mano la ghiera a doppia graduazione e mette in corrispondenza dell'indice del parallelismo il n. 32; girando .il rocchetto moltiplicatore del parallelismo fa segnare all'apposito indice il n. 12°0. Per segnare l'angolo di direzione 20,15°0 , svincola la testa del panoramico e - seguendo con l'occhio le gTaduazioni della ghiera - la fa ruotare sino a che in corrispondenza dell'indice della direzione viene a t rovarsi il n. 20; gira, poi, il rocchetto moltiplicatore della direzione e fa segnare all'indice del rocchetto stesso 15°0 • Per segnare il sito agisce sul rocchetto moltiplicatore del sit o sino a quando gli indici degli ettogradi e dei millesimi non segnano la graduazione indicata. Flg. 10. Segna l'alzo, girando il tamburo delle distanze sino a che non viene a trovarsi AB = Direzione dell'asso della bocca da fuoco dopo a.vere collimato al falso scopo con in corrispondenza dell'indice il n . 19. oarallelismo 32,12 e direzione 20, 15° CD = Direzione asse ottico canocchlale J>anoraFatto ciò è necessario spostare il mico ooUimato n.l falso scopo con paralpezzo per fargli assumere l'angolo di direlelismo 32,12 e <llrezlonc 20,15. 00

0•

(1) Attribuzioni del nucleo di combattimento: ·Oapa pezza: p rovvede servendosi degli zs.ppatori, alla sistemazione del pezzo in batte!'ia (terreno di appoggio delle ruoté e del vomero, mascheramento ecc.); sorve~lia le operazioni dei serventi ed occorrendo li coadiuva; dà gli ordini al comanda n te dei m uh scarichi pel' il rifornimento delle munizioni; Puntatore: gradua l'alzo e punta il pezzo; Porgitore: prende le munizioni dai cofani, ne toglie il tappetto di ·zingo, vi avvita l'innesco, quindi li ;porg_e; Oarùatare: nceve le munizioni dal porgitore e le introduce nella camera; Tiratore: apre e chiude la culatta e fa par~ire il colpo; l O e 2° aiutante: coadiuvano i serventi nelle varie operazioni di pre.~a di posiziono e del mascheramento, aiut.ano il puntatore nel primo puntamento, dopo di che si portano al nucleo munizioni.


-21-

zione e l'angolo di tiro corrispondenti ai rispettivi valori già segnati sull'alzo (figg. 8-9-10 ). Per quanto riguarda la direzione, il puntatore sposta il pezzo in modo da dirigere il cannocchiale al falso scopo stabilito (goniometro) di guisa che mentre la linea di mi.ra è dfretta al falso scopo il prolungamento dell'asse della bocca, che con quella fa un angolo di 20,15°0 , è diretto al bersaglio. Una volta diretto l'asse ottico al falso scopo gira il rocchetto moltipli-0atore del collimatore (eclimetro), e, tenendo l'occhio all'ocula,r e del cannocchiale panoramico fa coincidere esattamente uno dei fili verticali del cannocchiale col falso scopo (:fig. 11). Per l'eleva,zione il puntatore agisce sul manub1:io di elevazione e solleva l:1 bocca da fuoco sino a centrare la bolla della livella del siLo. Compiuta questa operazione la bocca da fuoco ha assunto l'angolo di tiro voluto. Ma il capitano sa che il tiro deve essere assicurato anche con scarse visibilità (nebbia, fumo, oscurità), e che in tale ,ca-so il falso scopo (goniometro), data la distanza, non si vedrebbe, ed il tiro non potrebbe essere effettuato . Di qui la necessità di procurarsi un falso scopo più vicino al quale riferirsi nei casi sopradetti. ·, Ordina quindi che ogni comandante di pezzo faccia eseguire il cosidetto riporto di puntamento della direzione su di una palina - falso scopo, collocata vertica,1mente una cinquantina di metri dai pezzi. Fig, Jl. Di notte detta palina verrà illuminata (1). A - Fnlso scopo. Esaminiamo questo riporto del puntamento sulla palina - falso scopo riferendoci al pezzo base. Il comandante del pezzo, comunica al capo pezzo, e questi al puntatore, i dati relativi alla fuezione dell'obiettivo di C. Villani. Il puntatore fatto segnare all'alzo l'angolo di direzione 20,08°0 , muovendo il pezzo, collima al falso scopo (goniometro), indi, a collimazione avvenuta,, fermo il pezzo; e spostando la sola testa del panoramico ecl il collimatore, tTaguarda alla palina-falso scopo e legge l'angolo di fuezione segnato, che comunica al capo pezzo. 43.66°0 è il nuovo valore che ha assunto la direzione dell'obiettivo di C. Villani riferita al nuovo falso scopo (la palina) (2). Legge quindi l'inclinazione dell'eclimetro che è 10,87°0 , comunicandola pure al capo pezzo. Uguale procedimento viene applicato per tutti gli altri obiettivi, cosicchè per ognuno di essi si 4a,nno due -valori dell'angolo di direzione, uno riferito al falso scopo - goniometro ed uno riferito alla palina. (1) Si appenderà alla palina una lanterna che, opportunamente mascherata con carta nera, lasci uscire la, luce soltanto da una fesslU'a di ampiezza pari al diametro della :ealina. (2) Quando i falsi scopi sono molto vicini, come in questo caso, è necessario fissal'e sul terreno, vertioa.lmente ed esatta.mente sotto ~l'alzo, un paletto. Esso deve essere il centro di rotazione del pezzo nei vari spostamenti ai quali è soggetto, di modo che l'e.fzo venga a trovarsi sempre allo stesso ptmto. Se ciò non si verifica si hanno degli errori in direzione tanto più grandi quanto più g1'ande è lo spostamento subito dall'alzo del pezzo da.I posto dal quale sono stati calcolati i dati d el puntamento.


-

22 -

La preparazione del tiro a puntamento indiretto è così ultimata, ed il comandante la sezione si servirà di questo per battere bersagli poco mobili che si presenteranno nel settore d'azione. . Il tito risulta inquadrato su numerosi punti di riferimento sui quali o nelle immediate vicinanze potranno comparire i bersagli. Verificandosi il secondo caso basterà al capitano apportare delle piccole modifiche ai dati di cui è già in possesso, per potere aprire il fuoco efficacemente e sollecitamente. · Se gli si presenteranno invece bersagli molto mobili e corazzati o comunque bersagli che richiedano l'esecuzione del tiro a puntamento diretto, egli farà. occupare le postazioni scoperte. Data la breve distanza tra quelle defilate e queste, il tempo che si impiega per il passaggio dalle une alle altre è minimo1 e quindi è sempre possibile avere i pezzi pronti per le diverse azioni da svolgere. ·

2° Esempio.. LA SEZIONE CANNONI DA 65-17 PER FANTERIA (l\iENO UN PEZZO) NELL'ATTACCO, IN RINFORZO AD UN BATTAGLIONE DI 1 SCAGLIONE. Il II b.a tta-

°

glione del 16° fanteria, in posizione di attesa sull'altura di q. 212 di regione Corvino, deve, alle ore 7 del 10 aprile, attaccare il nemico con obiettivole alture di riva destra del Fosso Pianella, dopo un'ora di preparazione di artiglieria. Al battaglione. sono assegnati in r,inforzo la sezione cannoni da 65-17 reggimentale (meno un pe,zzo) e un plotone carri armati leggeri mod. 1930. Le informazioni e gli ordini che il comandante. la sezione cannoni riceve a,lle ore 18 del 9 aprile dal comandante del battaglione, per quanto principalmente interessa, sono (:fig. 12): « Individua,,te armi automatiche sulle pendici ovest del costone di. q. 220, nei pressi di q. 202, su q. 182; segnalati rincalzi alla testata dei fossi Carpineto e Pianella. Il II battaglione, inquadrato, agirà fra i limiti: a destra (col III battaglione): Capanna di q. 176 - q.145 (sul Fosso Spalletta) - q. 180 - q. 156 (sulla sinistra del .fosso Pianella-); a sinistra (col 1/15° fanteria): q. 190 (sul fosso Rosati) - q. 220 - · q. 232 - q. 50 (sul fosso Caselli). Intendo esercitare lo sforzo principale per la sinistralungo la direzione q. 202 - q. 221 - q. 164, così da avvolgere per l'alto le successiv~resistenze ·nemiche. Ordino: . . compagnie 5a e 6a avanzate, 5a rinforzata da un plotone mitragli~ri a sinistra; 7a compagnia in rincalzo. Obiettivi: di attacco

j 5a compagnia, costone di q. 232

· · · · · · · · I 6a compagnia, altura di q. 214

10 intermedio ..... ) 5a compagn~a q. 202

.

20 intermedio ... ·

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6a compagma q. 170

5a compagn~~' costone di_ q. 242 6a. compagnia costone d1 q. 204.


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Ct:1nnorl/ '(rne//d ur1.,r1ezzo,J.

/7€!m1C~e /nd/,,dua/e Fig. 12.

Di1·ezione di attacco: 5a compagnia, , direzione del battaglione; 6a compagnia, q, 170 - q. 204 - q. 214. . La compagnia di Tincalzo avanzerà a sbalzi lungo la direzione del bat taglione, in modo da trovarsi : ... .. . ~·


-

24 -

Il plotone carri armati, in posizione cli partenza sulle pendici nord dell'altUl'a di q. 212, agirà con la 5a compagnia. Muoverà alle ore 7,5, con compito di spianamento del centro di q. 220 e delle altre resistenze nemiche che si rivelassero :fino al raggiungimento del primo obiettivo intermedio; ripiegherà quindi in posizione di attesa nel ramo sud del fosso Spalletta. Sorpasserà reparti avanzati 5a compagni a dietro la sommità del costone di q. 212. , Organizzcizione dei f'twohi: •••••.,•

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La sezione cannoni, in posizione sul rovescio dell'altur;a. di q. 212, accompagnerà l'attacco, controbattendo in particolare le armi anticarro che si svelassero durante l'azione. Appena le compagnie avanzate avranno raggiunto il 1 ° e 2° obiettivo intermedio, si sposterà, a scaglioni di pezzo, rispettivamente sui costoni di q. 202 e di q. 242. . :8attaglione sarà appoggiato, in particolare, dal III gruppo del 10° artiglieria . ....... . ......... . .. . ...... . .... . ........................... . P unti di riferimento per richieste di fuoco: Casa Valente (A), fontanile cli q. 205 (B), capanna presso la q. 204 ( 0). Sarò inizialmente nei pressi di q. 212, quindi seguirò direzione attacco battaglione.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . : ..

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.

L'ordine del comandante del battaglione inquadra l'azione che dovrà svolgere la.sezione cannoni e ne definisce i compiti. Il comandante della sezione, a sua volta, per avere partecipato ai combattimenti del I battaglione (azioni delle avanguardie che hanno rovesciato gli elementi avanzati nemici) ha potuto: orientarsi sulla situazione,osservare · in gran parte il terreno occupato dal nemico nel settore che interessa, individuare approssJmativamente le postazioni -delle armi automatiche avversarie rivelatesi durante i combattimenti stessi. Ha avuto inoltre la possibilità. di riconoscere nei particolari il terreno che da q. 212 degrada al fosso Rosati, E perciò, ricevuto l'ordine superiore, egli può, a ragion vedutn,, disporre per la sistemazione dei due pezzi in posizione defilata; :fissare il posto rifornimento munizioni e dei muli scarichi in località adatta; scegliere il proprio osservatorio nei -pressi del comando di battaglione e non molto lontano dai pezzi;· definire i collegamenti (fig. 12). Il capitano passa quindi alla preparazione del tiro a puntamento indiretto, che assicuri l'intervento della sezione durante la notte. Egli individua prima sul t erreno la direzione base (corrispondente all'incirca alla metà del settore d'azione del battaglione) e la indica all'ufficiale più anziano, il quale la fa · assumere approssimativamente al pezzo base. Sceglie poi come falso scopo di orientamento il punto trigonometrico di 1Yionte S. Pietro e ordina che sia misurato dai pezzi l'alzo minimo, per una zona


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di 500 millesimi a destra e a, sinistra della di1·ezione base assunta d ai pezzi (1). (1) L'ufficiale più anziano prç>Vvede per la misura zione dell'alzo minimo, eseguita. da entrambi i pe-,:;zi, nel m odo seguente: f ermo il pezzo, il puntatore gira la testa àel cannocchiale e collima al falso scopo pren d endo nota della graduazione che 1·isulta in corrispondenza degli indici della. direzione (16.000o). Per misurare gli alzi nella metà di destra del settore, porta la graduazione a 17,00°0 e agendo al volantino di dfrezio11e, pllnta nuovamente a l falso scopo (la bocca da fuoco ruota in tal modo verso destra di 100 millesimi); apre quindi la culatta e, tragua..-dando lungo l'anima del. pezzo, agisce a l volan tino di elevazione fino a sfiorai·e i! ciglio dell'ostacolo; centra la bolla del sito con il tamburo dell'alzo e legge sul ta1Dburo medesimo il valore corrispondente all'inclinazione ( 4 ettometri). Sposta. poi la direzione in corrispondenza delle gradmizioni 18.00°o, 19.0ooo, 20.0000, 21.00° 0 e ripete le operazioni. Per la metà di sinistra del settore il puntatore fa segnare alla direzione le g ra duazioni 15.00°o, 14.00oo, 13.00°o, 12.00° 0, 11.0000 e si regola analoga.mente(fì~.13) Il procedimento indicato si riferisce ad ostacolo vicino ai pezzi. Se l'ostacolo è invece lontano, si fa segnare all'alzo la distanza dell'ostacolo e si punta direttamenteilpezzo allasommità, di esso; quindi, fm'rno il pezzo, si f a segnare al congegno di sito dell'alzo il sito del bersa.glio, si centra la bolla agendo al tamburo òelle distanze e si legge su questo la gmduazion"' che risulta in corrispondenza dell'indice. Il valoredell'alzo minimo è dato dalla dio,tanza così trovata aumentata dihrn. 2 (di hm 4se sull'ostacolo vi sono truppe amiche).

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Ricevuti i valori del1 'alzo minimo (che si aggirano intorno ai 400 metri per la zona centrale e la sinistra del settore, e intorno ai 500 metri per la destra di esso), egli li aumenta di 2 hm (l}. e segna approssimativamente sulla carta topografica la zona in angolo morto non battuta dalle posizioni defilate. Fatta quindi innalzare presso il pezzo base una palina (per la misumzione della distanza dal goniomet ro) il capita.no raggiunge il suo posto di comando, dadove chiede al pezzo base (quello di sinistra, più vicino al goniometro} l'angolo di orientamento (2 ). Tale angolo gli serve per poter mettere il diamet ro principale del goniometro parallelo· alla direzione di orienta·mento (3}. L'angolo di orientamento comunicato è 2.04°0 • Egli allora operando al goniomet ro, fa. prima ruotare il disco graduato finchè la gradua,zione 2 non coincida con l'indice dei valori opposti, poi, agendo al o moltiplicatore della direzione, fa segnare al relativo indice i 4 millesimi, Quindi, facendo ruoJ'trez,one o''1/ o',t7merrq ,Pr,n<",j,,o/e c/c,/gop;iftmer= "'~'"" ço//,;nq/'o tare tutto il corq/,Pe,uo òv.u con/qfrqduo.r/Qne 2,04 J~r.1do 0'////7,//Ce po del goniometro sul sostegno F ig. 14. tubolare, . colli,l~çQndU/,1ç

(1) Perchè la traiettoria più bassa del cono di dispersione n on intercetti sicuramente il ciglio dell'ostacolo. · · (2) Ricevuto il comando «orienta.mento» il puntatore del pezzo base, fermo il pezzo collima al punto trigonometrico e legge alla direzione 16.00°0; quindi collima al goniometro e trova 13.96°0. Detrae 13.96°0 da 16.00°0 e comunica il risultato (2.04° 0) al comandante del pezzo, il qua.le, a sua volta lo comunica al comandante la sezione. Qualora l'angolo letto al goniometro fosse superiore all'angolo letto al falso scopo (ciò sarebbe acca.duto anche nel caso in esame se il goniometro fosse stat o a sinisbra anzichè a dest,ra della congiungente pezzo base - falso scopo), si aggiunge al primo angolo 64.00°0. (3) L'operazione (quando il goniotpetro non è molto scostato dalla- direzione di orientamento) può essere compiuta anche con il calcolo app.r ossimato collimando col goniomet,ro tanto a destra (o a sinistra) del falso scopo, di quanto il goniometro si trova a destra (o a · sinistra) della. direzione stessa.


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' ma all'alzo del pezzo base (che ha misurato l'angolo). Stringe in:fì.ne la ghiera del sostegno e rettificà la collimazione con l'apposita vite micrometrica. Ha così ottenuto che mentre il cannocchiale è diretto al pezzo base, il diametro principale del goniometro, cioè il piano verticale- passante per i due indici, è parallelo alla direzione di orientamento (lVL S. Pietro) (fig. 14). Il capitano collima, poi, col goniometro, alla palina fatta drizzare presso il pezzo.base, e vede che essa è compresa sulle graduazioni del filo verticale del micrometro con un angolo di 16°0• Divide quindi la lunghezza della mira (2 metri) per il valore dell'angolo (16°0 ) e trova che la distanza del goniometro dal pezzo è di 125 metri. Ciò fatto, fermo sempre il corpo del goniometro, egli collima ai vari bersagli e ai punti di riferimento e rileva i seguenti dati, che comunica subito all'ufficiale più anziano perchè possa. provvedere, prima che annetti, a far eseguire dai capi pezzo, per ciascuna delle direzioni indicate, il riporto del puntamento sulle paline falso scopo, collocate in vicinanza dei pezzi, 50 metri cil'ca. dietro la sezione (1). Fafao scopo: il · punto trigonometrico di ìVL S. Pietro: Centro n. 1 (q. 220) Direzione 14,82°0 (2); .· Sito 10.1600 (3); Alzo 6 ¼Centro n. 2 (q. 202): Direzione 1s.2soo; Sito 9.88°0 ; .Alzo 6 ½, Centro n. 3 (q. 182) Direzione 23.14°0 ; Sito 9.53°0 ; .Alzo 6 ½. Punto di riferimento A (Casa Valente): Direzione 24.2300; Sito 9.50°0 ; .Alzo 6 ½Punto di riferimento B (fontanile di q. 205): Direzione 18.28°0 ; Sito 9.95°0 ; . .Alzo 9 3 /,1• Punto di riferimento O (Capanna q. 204): Direzione 20.9200; Sito 9.95°0 ; . .Alzo 11 ½Ultimate le operazioni che assicurano l'intervento della sezione durante la notte, il capitano ·ordina che i pezzi rimangano puntati sul centro n. 2 per eventuali tiri di arresto. Si presenta poi al comandante del b'attaglione per

(1) Sulle paline, in caso di bisogno, saranno accese le lanterne da batteria. (2) Il capitano girando il cannocchiale del goniometro verso sinistra sino a portare l'incrocicchio dei fili ai piedi del bersaglio, legge l'angolo di direzione 16.42°0 • Da quest'angolo, (dato che i pezzi sono alla sua destra e quindi debbono portare il tiro a sinistra) egli detrae quello di convePgenza di l.60°o (ricavato d ividendo l'interva.llo - in metri che intercede fra il goniometro e la congiungente pezzo base - bersaglio;interva.Uo misurato sulla perpendicolare calata dal goniometro sulla conginngente medesima), per la distanza in km - pezzo base-bet'saglio:

m 100 = 1 6000 lcrn, O, 625 ' 16,4200 _ 1.6000 = 14-.8200 (3) Sul goniometro il capitano ha letto I0.05o0 ; ma poichè fra il goniometr? ~ i pez~i vi sono 7 metri di dislivello, occorre trovare il sito del be:i;saglio riferito a-i pezzi, d1v1dendo ll dislivello suddetto (iri. metri) per _la distanza pezzi - bersaglio (in chilometri).

7cm~.~25 = O, ll 00 , da aggiungersi al sito letto sul goniometro, perchè i pezzi sono a q~ota inferiore.


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comunicargli le operazioni compiute e per indicargli materia.mente sul terreuo la zona che da,lle posta,zioui defilate non può essere battuta (1). Nella notte la sezione non è chiamata ad intervenire. Il battaglione aUe ore 7 inizia il movimento per l'attacco. La compagnia di sinistra, con l'ausilio dei carri armati, progredface sensibilmente; quella di destra, invece, prima di raggiungere il fosso Spalletta è fatta segno a intense raffiche di mitragliatrici avversa,ri.e provenienti dai pressi ·di q. 151 ed è costretta a sostare. Il comandante del battaglione non riesce a neutralizzaTe la tenace resistenza avversaria col fuoco dei plotoni mitraglieri. E poichè l'intervento dell'ar tiglieria di appoggio potrebbe non essere tempestivo, dato che il reparto è soggetto a fuoco nemico efficace, egli indica la resistenza da ba,t tere al comandante della sezione cannoni. Questi, non potendo neutr~lizzarla dalle posta,zioni occupate perchè la dfatanza è inferiore all'alzo minimo per · quella direzione, decide di fare avanzare un pezzo allo scoperto per batterla con tiro a puntamento diretto. Data, poi, la breve distanza che lo separa dalla sezione e la necessità di indicai'e rapidamente e senza equivoci il bersaglio, il capitano si reca personalmente alle postazioni, ordina al comandante del primo pezzo, al capopezzo e al puntaFlg. 15. tore di seguirlo e si porta ava.nti fino a scorgere la resistenza da neutralizzare. La indica quindi all'ufficiale e ai dùe serventi e impa,rtisce gli ordini per l'apertura del fuoco. La posizione scelta per il tiro a 1,mntamento diretto è a circa 75 metri avanti e a ovest di quelle defilate; il pezzo può quindi raggiungerla con sposta.mento a braccia in pochi minuti. · Non appena.pronto in batteria (fìg. 15) il suo comandante ap1·e il fuoco al comando: « Contro il bersaglio indicato, puntamento ai piedi del cespuglio, alzo 5 ¼, colpi due ». I due colpi cadono a cavallo del bersaglio; l'ufficiale ripete il comando: << colpi due »• .Anche i nuovi colpi ca,dono vicinissimi al cespuglio. Le mitragliatrici del centro avversario tacciono. « Con gli stessi dati: colpi 4, celerità 8". Dopo sparati i 4 colpi, che cadono tutti sul centro o molto vicini ad esso, il ,capitano ritiene di aver neutralizzata la resistenza avversaria e ordina che sia cessato il fuoco. Al comando « a braccia indietro » il pezzo viene rapidamente riportato nella postazione defilata,.

(1) Il comandanto del b attaglione, nella organizzazione dei mezzi di fuoco a sua disposizione terrà. conto delle possibilità di intervento della sezione e farà dislocare i plotoni mitraglieri in modo da. colmare la lacuna. In caso di bisogno egli _ordinerà ai peizi di agire da. posizioni scoper te più avanzate con tir o a puntamento diretto.


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Eliminata la resistenza di q. 151, anche la compa.g11ia di destra riesce a. raggiungere il fosso Spalletta; ma non appena incomincia a risalire il costone di casa Valente è nuovamente arrestata da efficacissimo. fuoco di mitragliatrici appostate nei pressi della casa stessa, al riparo del tiro delle armi automatiche dell'attacco. Il comandante del battaglione dispone quindi che la sezione cannoni apra il fuoco sul nuovo obiettivo. _ Il capitano appena ricevuta la nuova richiesta di fuoco ordina all'ufficiale più anziano di preparare il tiro su casa V a.lente (per la quale ha già i dati di tiTo ). Alla comunicazione « sezione pronta » egli dà il comando « secondo pezzo colpi uno >>. Il proiettile scoppia in diTezione di casa Va,!ente; ma il capita.no (che osserva col goniometro) rileva che le postazioni delle mitragliatrici nemiche sono 90 millesimi a destra dello scoppio, e dato che goniometro e pezzi sono, quasi alla medesima distanza dal bersaglio (1), egli dà integralmente le correzioni con il comando: · <e Direzione in più 90° 0 - secondo pezzo colpi uno ». Il colpo è lungo e spostato a destra di 5°0 • cc Direzion~ in meno 5°0 - secondo pezzo colpi uno ». Il colpo è giusto in direzione e lungo in gittata. cc Alzo in meno 1 ettometro secondo pezzo colpi due ». I . due colpi sono corti. B <e Alzo in più mezzo ettometro - secon".' .?uni<> e// ari-~~~ .,:eel do pezzo colpi due)), ;mveu,,. · Il tiTo è an.cora corto ma il bersaglio èstato compreso tra du.e alzi scalati di solo mezzo, et,tometro (61½ e 6). . L'aggiustamento può quindi considerarsi ultimato, e il capitano passa senz'altro al tiro di efficacia: <e Alzo 6 ¼ - primo pezzo direzione in. meno 3200 (2) per sezione colpi 6, celerità 10". Il battaglione può quindi raggiungere iì primo· obiettivo intermedio e proseguire nel suo attacco ..

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m. .loo:.lf'm o.8ooc .!R5".• Fig. 16.

(1) Quando vi è sensibile differenza fra la distanza:c osservatorio-bersaglio e quella: pezzi-bersaglio, e l'osser-· vatorio è vicino alla direzione del tiro, le correzioni in millesimi devono essere riferite a quest'ultima distanza.. Si riduce perciò in metri la deviazione in millesimi letta, sul goniometro, moltiplicandola per la distanza in chilometÌ·i osservatorio-bersaglio. Si esprimo quindi _il 1:istùta~oin millesimi riferito ai pezzi, dJvidendo_ la <;1evia~10ne (1~i metri) pet· la distanza pezz1-bersa.gho (m chilometri), (fig. 16). ' , (2) Il primo pezzo_ è quello ~i d~tra, p_e~che qua-lunquè sia la nu:rnera.z~one orgro-nca, 1 pezzi m posta-· zione vengono n1.unerat1 dalla destra. . Esso· ha seguito l'a.ggiustame!-1-to segnando le varia-· zioni d'alzo e di direzione co11:1un~cate ~ pezzo base. . . Deve ,ora diminuire la dll'ez1one di 3~00 perchè 11' comandante la sezione vuole concentrare 11 tiro della sezione sul bersaglio. I 3200 1·a~p~esenta11:o la con~.~rgenza riferita_ai du~pezzi la quale e m funz1on~ del! mterva_Jlo . fra 1. p~z~l, e della distanza del bersaglio. Sono stati ricavati dividendo detto interva.llo (20 metri) per la dista.nza deh bersaglio (knr:- 0,625).


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n capitano, in relazione agli ordini ricevuti dal comandante del battaglione, dispone che la. sezione, a scaglioni di pezzo e trainata (1) raggiunga il costone di q. 202, e prenda posizione a circa 200 metri ad est di casa Valente. Il comandante del secondo pezzo (di sinisti'a), che deve muovere per primo, provvede quindi per lo spostamento. Il capita.no, a sua volta, impartiti gli -ordini al comandante del primo pezzo (che rimane in posizione) circa i possibili interventi nell 'azione, anche di iniziativa, e convenuto il segnale per l'avanzata del pe,zzo stesso, precede con i suoi speèialisti per il tiro e per il .collegamento e e-on due zappatori. Egli può così riconoscere l'itinerario, provvedere a facilita.r e il movimento, scegliere e fare allestire le nuove postazioni, raccogliere i nuovi dati di tiro, prendere cont atto con il comandante del battaglione che, nel proseguire dell'attacco si è spostato, a sua volta, sul costone ,di q. 202, di dove oFganizzerà nuovamente il fuoco delle armi a sua ~isposi:zione per la conquista del 2° obiett ivo intermedio. Dopo circa 20 minuti di avanzata lungo un percorso per molti tratti coperto e non molto accidentato, il secondo pezzo arriva in prossimità della J>OSizione da occupare. Mentre sta per raggiungere, spinto .a braccia, la nuova postazione, giunge, ,dal vicino posto di comando del battaglione, il capitano con l'ordine di. aprire subito il fuoco contro una nuova resistenza rivelataisi 100 metri circa a nord.est di q. 204. Perchè l'intervento possa avvenire nel minor tempo possibile ·(la compagnia di sinistra, oltrepassato il fosso Martina è investita in pieno da iuoco· efficacissimo e subisce gravi. perdite) il capitano si fa segufre senz'altro -0.al pezzo (che è spinto avanti a braccia con gli scudi già applicati) e fattolo · affiorare appena- al ciglio, lo· fa rapidamente puntare al centro da battere con un alzo stimato a vi.sta e fa aprirè il fuoco, aggiusta.ndolo con opportune variazioni come abbiamo esaminato nei tiri precedenti. Il pezzo rimasto sulle posizioni di q. 212 ha iniziato a sua volta lo sposta. . :mento in avanti (2). Il battaglione prosegue quindi, seppure lentamente, nel suo attacco. Le compagnie avanzate raggiunto il 2° obiettivo intermedio, procedono .-all'occupazione dell'obiettivo di' attacco. Il comandante della sezione,· per gli ordini ricevuti, dispone per lo spo:stamento dei pezzi, ·con analogo procedimento, sul costone di q. 242. La scelta. delle nuove postazioni dei pezzi è molto laboriosa perchè lo sperone che precede l'obiettivo di attacco limita alquanto le possibilità di tiro e la visione diretta del costone da attaccare: Infatti il capitano è costretto a spostarsi verso il limit~ di sinistra del :settore del battaglione, presso la q. 242, e scegliere le postazioni a circa 100 . .metri a sud-est delli:i, quota stessa. Dopo. circa mezz'ora, la nuova posizione è occupata, e la sezione è pronta ·per intervenire a nuove eventuali richieste di fuoco da parte del coma.ndante · .d el II battaglione. · ( 1) Quando il terreno lo consente il traino è da preferirsi al someggio perchè permette di entrare molto più celermente in azione, facilita l'occrutamento e diminuisce la vulnerabilità con vantaggio dell'economia di quadrupedi. · (2) Il maresciallo addetto al rifornimento munizioni in seguito ad ordini del CO · m andante la sezione, provvedé a far spostare i muli con i cofani 11,ncom _pieni da.I fosso ·Rosati al fosso Spalletta e ad inviare i incli scarichi a rifornirsi presso le carrette della . .sezione.


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APPENDICE. DESCRIZIONE DEI.r MATERIALE.

Il cannone da 65 /17 per fanteria (fig. 17) comprende la bocca ila fuoco, coi suoi congegni e l'affusto scomponibile. Pesa con. gli scudi kg. 573 circa. Carreggiata m. 0,96.

Fig. 17.

Diametro delle ruote cm. 70; altezza del ginoccl;tiello m. o;671. Distanza fra la punta del vomero e la linea di appoggio delle ruote m. 2,25~ Campo di tiro - con vomere interrato: elevazione 20°; depressione 8°; direzione so. BOCCA DA FUOCO (:fig. 18) - di acciaio al nichelio, mono-

blocco, cioè tutto d'un pezzo: calibro mm. 65, lunga 17 calibri. L'anima, ad eccezione del primo tratto, è solcata da 24 righe a passo costante volgenti da destra verso sinistra. La parte rigata è lunga· mm. 905,2; quella non rigata, che costituisce la camera del bossolo, mm. 176,8. Pesa kg. 100 circa compreso l'otturatore.

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Flg, 18.

1. Ritegno a zampa. 2. Alloggiamento chiavistello d'unione ,illa slitta. 3, Nervature di culatta. 4. Talloni di someggio. 5. Piano del livello a doppia graduazione. 6. Ritegno a. zampa. 7, Alloggiamentò chiavistello d'unione alla slitta. 8. Culatta con nervature. 9. Tatroni di someggio. 10. Camera per il dente della stan ~a di oacterìa. 11. Risalto anu 1a:·, . .


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Sulla superficie superiore della bocca da fuoco si nota: in c1ùatta un piano J)er livello a doppia graduazione e una vite nel cui foro può essere avvitata una tacca di mira; in volata, altra vite nel foro nella quale può essere avvitato un mirino. Tacca e mirino permettono di eseguire ù tiro quando manchi !'alzo. In tal caso l'angolo di tiro è dato col livello a doppia graduazione. Ott1iratore (figure 19e 20). - Costituisce il congegno di otturazione ed ha in sè anche i congegni di scatto e percussione. È a i vite tronco conica. Si compone delle seguenti parti principali: vitone, sportel'o, 2

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Ff:r. 19. 1. Maniglia di spnro.

2-3. Sportello. 4. Tappo eccentrico. 5. Vite di ritegno del tappo eccentrico. 6. Congegno di sicurezza di sparo. 7. Levo. di maneggio. 8. Impugnatura della leva dl maneggio (In posizione di sparo)

leva di maneggio, tfrante del vitone, ferma vitone, permtssore con mollone e niolla anteriore; leva di armamento, ripulsore della leva di armaniento, congegno di sicurezza cli sparo, tappo ecctmtrieo dell'otturatore, mamiglia dspcwo, estrattore, vite di ritegno del tappo eccentrico. Congegno di ot·turazione

(fig. 21). - Il vitone è un blocco di acciaio tronco co nico con mozzo cilil1clrico forato eccentrica.mente per il passaggio del percussore. Nella superficie tronco conica presenta tre segmenti a vite e tre lisci. Sulla base piana maggiore è incavato, per il passaggio del manicotto dello sportello. Attraverso il vitone, parallela.mente al suo asse, ma spostato di mm. 5 in alto quando la culatta è chiusa, vi è l'alloggiamento del percussore.

Lo sp01tello è un anello di acciaio con un braccio ripiegato la cui e:s tremità forata serve per dare passaggio al perno della . leva di maneggio. Anteriormente lo sportello si prolunga in un mwnicotto, con la parte superiore .asportata, che penetrando nell'apposito incavo del vitone, serve a sostenerlo. SuUa parte anteriore dello sportello sono praticati: un alloggiannento pel ,, .tirante del vitone e un incastro per il ferma vitone . .All'interno del manicotto sporge il dente destinato a fa.re avanza,r e e retrocedere il vitone rispet,t o a.Uo sportello di 1 /6 di passo, quando si chiude e si

'


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apre la culatta, penetrando nella scanalatura elicoida,le pratica,ta .sulla per:ficie cilindrica del mozzo. Sulla faccia posteriore dello sportello si notano: a destra un incastro per il ripitlsore della leva d'a,rmamento, in ba,sso l'incastro del congegno di siciirezza di sparo

ed in alto, a sinistra, il piolo d' cirresto dell'impiignatiira della, leva di maneggio quando essa si

trova abbattuta a sinistra nella posizione di someggio. Nel braccio ripiegato dello sportello è inca,strato un urtatoio per l'estrat tore, di acciaio temprato, :fissato allo sportello mediante una vite. Il tappo eccentrico passa attraverso l'anello dello sportello e si incastra nel mozzo del vitone mediante innesto a baionetta. Il congegno di scatto e percussione (fig. 22) è costituito da un permissore con mollone e mo1-

1. 2. 3. 4. 5. G. 7. 8. 9. 10. 11.

\'.itone. Sportello. Manicotto di sostegno del vit onc. Percussore. Molla anteriore antagonista del percussore,. Vite di ritegno del ta.ppo eccentrico. Tappo ecceotrico. Leva di maneggio. Impugnatura della leva di maneggio. Le,;a d'armamento . Scanalatura elicoidale.

la anteriore antagonista, da una leva d'armamento e da una maniglia di sparo. Funzionamento. - n· per..cussore che scorre dentro il mozzo cilindrico del vito:ne, è normalmente agganciato, col suo dente d·i scatto, al becco di scatto a molla della · leva d'armamento. Quando il tiratore tira la maniglia di sparo, la leva, d'armamento ruota intorno al proprio perno e con essa si sposta il becco di scatto a molla, che obbliga il :percussore a, retrocedere comprimendo il mollone. Ad un certo momento il dente di scatto scivola dal becco di scatto a molla .e il percussore reso libero, spinto dal mollone, Ya a percuotere l'innesco. In questo istante la molla .anteriore, che per la spinta in avanti del percussore si era compressa, si ridistende rimandando · indietro il peTCussore, il quaie

8 L 2. 3. 4.

Vitone. Sportello e manicotto di $OStegno riel vtt-0ne. Leva d'armamento. Urtatoio.

[). Ts.ppo eccentrico.

6. 7. 8. 9. 10.

Estrattore. Percussore . Mani~lia di sparo della leva d'arm:imento. Congegno di sicurezza e Sl)M'O. \'ite di ritegno. del tappo eccentrico. Fl?. 2-0.


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può così ripresentare il suo dente di scatto al becco di scatto a molla della, leva d'armamento, a sua volta ritornata nella sua posizione ordinaria per l'azione del repulsore a molla (pistoncino a molla che spinge costan4 temente la leva contro lo 7 sportello).

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Congegno d·i siowrezz(t. La prima sicurezza è data, dalla posizione eccentrica dell'otturatore rispetto all'anima1 2 per cni se l'otturatore non è ben chiuso, il percussore non può colpire l'innèsco e perciò non può provocare la accensione della carica. Inoltre vi sono: · 6 8 una così detta sioiwezza / 3 ~ di sparo data da un blocchetto che spinto da una molla contro un intaglio del tappo eccentrico, impedisce a questo di Fig, 21. muoversi :fissandolo allo spor1. Sportello visto anteriormente. 6. Tirante del vitone. tello. Viene così ad essere im2. Sportello visto posteriormente. 7. Fo.irrrn, vitone. 8. 'fappo ecoontdco. 8. V i to di ritegno del tappo mobilizzato anche il vitone che 4. Vitone vi~to posteriormente. eccentrico. col tappo eccentrico è soli5. leva dl maneggio dell'otturatore. dale. Per .aprire l'otturatore è necessario premere sulla superficie zigrinata del blocchetto, in modo da costringerlo a disinnescarsi ed a liherare il tappo eccentrico. Durante il tiro questo disinnescamento avviene automaticamente perchè il blocchetto, per inerzia, rimane indietro rispetto alla 1 massa rinculante e non può llWfil, riprendere la sua posizione iniziale perchè urta contro un risalto del tappo; una sicurezza contro gli spari fortuiti data dal cont rasto dell'çi.ppend-ioe della leva d'armamento con l'imp1tgn(it1ira della leva di maneggio, allorchè detta im6 6 4 pugnatura è in posizione di someggio, cioè abba.ssata per mezzo di un arresto a molla, ed agganciata ad un Flg. 22. piol,o dello sportelw. In tale 4. P~rcussore oon molla wanterlnre. posizione sono impediti tan- 1.2. Estrattore. Molla del J)('rcu.ssore. 5. llipulsore della lova d'armamento. to l'apertura dell'otturatore 8. leva d'armamento. 6. Congegno dl sicurezza e sparo. quanto lo scatto. 0<:>igegn!> di _estrazione. - È costituito da un estrattore a leva imperniato in un mta·,]lo d1 destra della culatta. Una delle estrèmità dell'estrattore

r


-

35-

appoggia sotto il borclo del bossolo, l'altra contrasta, quando l'otturatore viene aperto, contro un risalto di acciaio indurito dello sportello chiamato 1,irtatoio. Scomposizione e 1'.ioomposizione del:Z'otturdtore. - Per togliere l'otturatore dal pezzo occorre: aprire l'otturatore agendo alla le-va di maneggio dopo averne soll~vata if.'impugnatura,; estrarrè verso l'alto la leva di maneggio; Per sooniporlo: svitare la vite di ritegno del tappo eccentrico; spingere in arvanti il congegno di .sicurezza di sparo; far ruotare di 1 /6 (li giro verso destra il tappo eccentrico ed estrarlo dal suo alloggiamento. Flg, 23. Ciò fatto, togliere la leva d'arma- · 1. Sala. mento, il percussore con le sue molle, il 2. '.l.'ubo copri sa.la. . 3. Sostegno di cul:a per il t,raiuo. ripulsore della leva d'armamento, il con• . Maniglie anteriori. 5. Camera por gli arpioni <legli scudi laterali. - gegno di sicurezza di sparo, il vitone, il 6. Ititegni a molla della sala. ferma vitone e il tirante del vitone. 7. Sedile per il tiratore. R. Sedile per li puntatore. Per ricomporlo si opera in senso in9. Sc1uadrette cil sostegno per gli scudi durante Il traino. 10. Maniglie posteriori. - verso, cioè: _ :1. Ritegni a molla del sedili. si mettono a posto il ti,rante ed il ferma vitone; si investe il mozzo del vitone sul manicotto dello sportello in modo che il dep.te che sporge all'iinterno del manicotto stesso possa penetra.1'e nella sca. / _ nalatura elièoidale praticata nel · vitone; si mettono nei loro alloggiamenti dello sportello .il ri; pulsore e il blocchetto di sicu7 rezza di sparo; si applicano al tappo eccentrico la leva di armamento ed il percussore avendo l'avvertenza che il dente di questo sia dalla parte stessa del becco di scatto, e si introduce il tappo nel suo alloggiamento; si o-ira il tappo eccentrico verso sini~tm di 1 /6 di giro e si avvita la sua vite di ritegno. È possibile il cambio del Flg. 24. per!3ussore anche ad otturatore 1. Sostegno di culla .. chiuso. 2. Chiavistello d'ancoraggio del sostegno di culla. 3. Piolo d'arresto a molla. Affusto (fìg. 17). - Com4. Gancio per Il traino. 5. Vite maschlt1 di punteria con occhio. prende: una testata di affusto con ~ 6. Vite femmina. 7. R uota dentata calettata al!a chiocciola. sala, due ruote, una coda d'affu8. Coppln di ruote dontate. 1). Manubrio di elevazione. sto, un freno -a culla, una slitta.


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36 -

:Pestatà ll'ctff usto (figg. 23, 24, 25). - È formata da due cosc'iaU di lamiera d'acciaio, riuniti t,r a loro da cala.streUi e dal tubo di salci; comprende il congegno il;i pimtcimento in elevazione, il congegno cli puntamento in direzione e l'ciffitstino. Peso kg. 120. Tra le modificazioni apportate al pezzo da 65 /17 per fanteria, _sono da notare: et) il sostegno di culla che serve a impedire che nel traino sia tormentato il congegnQ di puntamento in elevazione; b) le sq,uadrette di sostegno degli scudi durant e il tradno. · 1

Congegno di p'i,1//1,tarnento in elevazione (fig. 24). - Trova~i fra i cosciali posteriormente al manicotto centrale. ' Comprende: una doppia vite di punteria (formata da una vite ma.schio e da una femmina); una chiocciola oscillante alla quale è calettata una ruota · dentatci; un rocchetto dentato conico; un albero di 1·imando; un albero motore che termina esterna.mente· al cosciale sinistro con manubrio di manO'lwa o manovella di dfrezione. Fig. 25.

L'wffust'ino (fig. 25) si compone di una. suola di piintamento formata da due tiranti fissati anteriormente alla testa della vite maschia e d'un affustino propriamente detto con due fianchi, il quale può scorrere late.ralmente tra due gi1ride oircolciri fisse all'affusto. Sui due fianchi dell'affustino sono praticati due inocwi simili ad orecchioniere, n.ei quali è imperniata la raU.a a perni reggi ciiZZa, la quale porta i'alloggicirnento per il bocciolo del fre1w; a detta ralla è avvitata superiormente una,. ghierci ci piastra, sopra. la zona esterna della quale viene a prendere appoggio la base del bocciolo del freno. Apposito ritegno a molla della piastra à ralla . trattiene il bocciolo nel suo · àlloggiamento; latéra.ìmente ~ ~ \ l d ~ s, ~_i,1 alla piastra a ra11a sono im- · ~ '[] I [u:=...iCi:==uv :-1il.f'\~ erniate le estremità posteP siori dei due tiranM della ~ s ruola' di puntamento. La ,____...., 3 5 suola di puntamento è dill'ig. 26. yisa in due tiranti per po- 1. Fusi di sal:i. per gli acciarini. · d"1pend ent·,1· 3.2. Occhi t erl l. ren d. ere lll. Ocelli per arpioni scudo e per acciarino·con:coperohletto di traino. dalla testa della Vite ma- 4. Occhi per i gane! delle funi. . S.chia fil mira, ne} caso in ,;. Ino.wi per i ritc,gni a molla del t uboJcopri siila. cui~ per caduta od urti · incurvandosi i tirant,i stessi, fosse resa malagevole l'unione del freno alla testata. Congegno cli d'irezione. - È costituito da un volwntino <li clirezione collegato con una vite perpetiia che fa sistema con un settore clentcito atto a spostare l'a.ffustino lungo le guide circolari. · F'l.tnzionamiento. - Il movimento del volantino si trasmetté al meccanismo vite perpetuarsettore dentato; il quale costringe l'affustino a spostarsi e con esso la bocca da fuoco. 1. Affustino

2. Guide circolRri dell'aff11stino. 3. RaUa a perni reggi culla con pla.st11J. d'a.ppog· gio del freno. 4. Allogg!amento del bocciolo del freno. 5. Ritegno a molla <lei bocciolo del fr~110. 6. Volantino <lei freno. 7. Tiranti della suola di puntamento.

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37 -

SaJ,a, d'a/jusw (ftg. 26). - È di a-cciaio ed è cava.. Vi si notano due fusi di sala; due oochi per gli acciarini; due occhi per gl·i (lfl'pioni dello scudo nei quali si applicano per il traino gli appositi acciarini con copercbietto; àue occhi per i ganci delle fimi di trai?'w; due inca1ri per i

ritegni a molla. La sala può essere sfilata dalla testata quando occorra. Ruote à'affiisto (fìg. 27). - Si compongono di un cerchione di acciaio, sei gavelli di legno, 12 razze di-legno, 1 mozzo a piastra con contropias·t ra unita con 6 chiavarcle, 12 staffe a bicchiere, una bronzina. Peso della ruota kg. 25; diametro cm. 70. Ooàa à'affiisto (fìg. 28). - È costituita da due cosciali di lamiera. Vi si notano un cassettino per il trasporto di accessori, l'allogFig. 27. giamento del maschio àeU'avwntreno, un v o1nero ribaltabile, un dente di roccia, maniglie 1. G1wello di legno. 2. Ocrchlone d'acciaio. per il maneggio, un dente e un chiavistello di 3. Mozzo a phl9tra con contropla•tra. !. Ohlavarda per l'unione della controunione alla testata, una camera per la mapia.stra alla piastra. novella di mira. 6. ltazzo, 6. Staffa a biceli iere. Pesa kg. 62. 7. Staffa rinforzata 8. Bronzina. Slitta (fìg. 29). - N formata da una tavola di acciaio che, supe1'iormente, a mezzo di un contro ritegno a zampa e del chiavistello semicilindrico, trattiene la bocca da fuoco. Inferiormente ha la supe.rfìcie semicilindrica che abbraccia quella del cilindro del freno. Posteriormente, presenta un incastro a T per l'unione all'asta del freno. Pesa kg. 68,400.

5

Flg . 2ò. 1. 2. S. 4. 6. ù. 7.

Coperchio del cnssettiuo. '.Maniglie anteriori. Maniglie posteriori. Dente di roccia. Vomcro. Chiavistello del vomero. Fianchi.

s.

Ca.mereile per le cinghio elle fissano lo scudo nel traino. Impugnatura del chiavistello di unione a l111, testata. Ling11ettit e nottolino di chiusura del cassettino. Occhio per Il c:b!avistello del vomero ribaltato. Alia ad occhio del chiavistello d'unione. 13. Dente d'unione alla t estat,n. 14. Piastre forate por il masch io dell'avantreno.

O. 10. 11. 12.

Freno ci culla (fìgg. 30 -31). - Si compone ~i un corpo di cu~la. nel quale è ricava,t o il cilindro de.I freno. Nel ?o.rp~ d1 _cul~a sono pure ricavate d11.,e sca-nala,ture guida della slitta con guanutma di bronzo. Per unire il freno alla testata d'affusto, sulla parte inferiore piana del corpo cli culla si nota posteriormente un bocciolo che entra nell'apposito


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38

;.alloggiamento della ralla dell'affustino ed anteriormente due risalti acl alia -0on chiavistello, per assicurare il freno a culla alla testa della vite maschia ,di. mira e un'appendice con occhio per l'ancoraggio al sostegno di ctùla du:rante il traino·

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8

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,çopra

Vis:o d:.

Flg. 20.

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I. Incastro a T pc! ritegno a linguetta della testa del freno. 2. Alette lateraU gulda per le nervature guida. 3. Alloggiamento pel ritegno n zampa. 4 . Alloggiamento del cll111VlsteJlo semlcllindrico di unione olln bocca dn fuoco. 6. Rialzo perno con due spallette per la manovra di scavalcamento e di Incavalcamento della bocca da f1•oco. 6. Sguscio anteriore per la manovra d'lncavalcamtmto e scnvnlcamento del!cannon". 7. SpaJlette del rialzo perno. 8. Sporgenze lnterall deJla slltta. 9. O cohlo di SOSPClllliOno. 10. Aletto laterali della slitta.

Il cilindro del freno è chiuso anteriormente da un tappo a vite e poste-.riormente da un premistoppa e contiene nel suo interno: un'asta regolatrice avvitata al tappo di chiusura anteriore, uno stan,;·t uffo, nel cui gambo cavo penetra l'asta regolatrice e le molle ricitperatrici

Ywtc. d: .sopra

<'. ..,

7

.. su1ori• 'b b.

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Scanalature guida. Guarniture di bronzo delle scanalature guida. Cllindro del freno. :Bocciolo per l'unione dell'nffustlno. 6 Sgusci d'alleggerimento. o·. Attacco per Il braccio d'alzo. 7 R loaro di spalla per il punti\tore. Appendice con occhio d'ancoraggio per l' unione al sostegno di culla.

1. 2. 3. 4.

s:

Flit. 30.


-

39-

le quali ·sono investite suÌ gambÒ dello ·stant.uffo e a,ppoggiano a.:n teriormente contro . l'embolo _e posteri.o rment e contro un anello. a sfere interpost o tra esse ed il premistoppa. Posteriormente il gambo dello stantuffo sporge dal cilindro attraverso il premistoppa. Alla sua estremità è avvi1;ata la testata posteriore dello stantuffo, la quale porta il ritegno a linguetta che serve a rendere solida.l e lo stantuffo alla slitta. Il riouperatoi:e si compone di sei molle d'accia.io a sezione rettangolare, tre a passo destro e trè a passo sinistro, disposte a.Jternativamente; esse si investono esternamente al gambo dello stantuffo. Sono immerse nella glicerina e riparate da qua,lsiasi urto. Peso kg. 68 circa.

Fig. 31. 1. Ritegno a linguetta.

2. Testata })ost eriore dello atm1turio .

8. 4. 5. 6. 7. 8. O.

Alette laterali. . Alloggia.m ento pel ritegno ;, ziiiupa. I Alloggiamer,to pel chi,wlstell,> semlcillndrico. Ria.Jr.o })Crno. , Sg nsclo anteriore. Cilindro del (reno. Bocciolo. /

10.r~appo}(ìvite- antcriorc . -::.':·l -~ 11. Prem1stopp1t. 12. Asta regolatrice. 13. Stantuffo a gambo cavo. 14. Rlcuperat ox~ a m.olla. 15. )~mbolo . '. 16. Sfogato io dell'Mtn regoJàt rice. 17, Valvola a molht, 18. Rosetta a sfere •

...,,

~

.l!1unzionamento. All'attd dello sparo cannone e slitta, rincula.ndo, trascinano lo stantuffo. La glicerina passa nella parte anteriore .del cilindro sfuggendo attraverso la lu.ce centrale dell'embolo, luce che per la. forma dell'asta regolatrice, che resta ferma, impicciolisce sempre più, fino a scomparire alla fine del rinm;llo. · · · La diminuzione della luce di efflusso significa aumento di resistenza e quindi dell 1azione frenante; quando la glicerina non può più pas~are fa~ilmente attraverso l'embolo, penetra nell'interno delPasta regolatrice · attraverso appositi fori praticati nel terzo posteriore della medesima' e da qui vincendo la resistenza di una valvola a molla, va a ·riempire la cavità posteriore del gambo dello stantuffo. , · ; · Cessato il rinculo, le molle ricuperatrici, compresse tra l'embolo e il cuscinetto a sfere, si ridistendono e fanno ritornare il pezzo m batteria. Questo movimento è regolato e addolcito dalla glicerina, che dà;ll.a parte _posteriore del gambo (poichè la valvola è chiusa) passa in quella anteriore attraverso tre scanalature di lunghezza diversa praticate nella -superfì.ce interna del gambo stesso. Di queste scanalature, all'inizio del ritorno se ne hanno tre, poi due, poi una e infine nessuna. . Il freno del 65/17 contiene litri 4,060 di glicerina con acqua alla densità di 1,182 a 15 centigradi (cil'ca 70 parti di glicerina e 30 di acqua) . · Peso del ,freno kg. 68,300.


-

40-

S<mdi (fì.g. 32). - Sono di lamiera di acciaio di mm. 4 e comprendono gli scudi di affusto e lo scudo p(!ff munizioni. Gli scudi di affusto si compongono di uno scudo centrale e di due sc1,di laterali. Lo scudo centrale e quello di riparo munizioni sono pieghevoli per mezzo di due cerniere. I ~ - ----.. - - -- ---..- -----:::;rlr-- ---..,,.--- -----..

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1 • Cerm'ere. Flg. 82. 1. Cerniere. 2. Giunto a rubinetto. 3. Il ltegno a rotella eon lmpu.,'"'llatura. 4. Cannoniera. 5. Finestra per l'alzo. 6. Cuscinetti elnstfcl.

7. Sp11cco per Il passaggio delle ruote. 8. Arplor:I p('r MSicuraro lo scudo alla testata. 9. Attacchi a perno.

10. Feritoia per funi manovra.. 11. 'follone d'arresto per Il traino.

Gli scudi laterali hanno uno spacco per il passaggio delle ruote e due arpioni per l'unione alla testata. Pesano complessivamente kg. 104. Avantreno (fìg. 33). - Comprende un tubo portastanghe, con maschio a forcella, una sala con due ruot e, due stanghe. Il maschio è l'elemento di unione dell'avantreno alla coda d'affusto; inferiormente ha una

forcella elastica.

. . (..'. .

Le ruote, del diamet ro di mm. 40, sono in lamiera.

Flg. 88. 1. Tubo!!porta.~st11ngho.

2. Masoiilo. · S. Forcella elastica. 4. Allogglnmento per le st.nnghe. 6. Appendici rlcur,e di acciaio delle stanghe, 6. Attacchi elastici del:e Hre!le,

Le stanghe sono in legno e terminano posteriormente con una a;ppendice di acciaio ricurva che si introduce nell'ailoggiamenlo del t1tbo porta stanghe. P esa kg. 71,200 comprese le tirelle e le false tirelle. Alzo panoramico (fi-

gura 34). - Comprende, un braccio d'alzo con vite


-

41..:.-

di pressione e piastra d'attacco alla cu11::!'i un corpo d'alzo con l'attacco a T per l'unione al braccio d'alzo; un cann>?cchiale panoramico da 65/17 modi-

· . ficato, a doppia gradazione, tipo 2. Nel corpo d'alzo si notano: la vite ~i sbandamento che muove l'alzo su un piano normale a quello del sito, corr~gge gli sbandamenti dovuti a differenze di livello nel piano · d'appoggio sul terréno delBossoLo GRANATA. " le ruote; una livelletta di Scala a ,1, sbandamento, in relazione alla vite di sbandamento; un)alletto del!corpo d'alzo

l

2

Fig, 34, 1, Rocchetto di . maneggio graduato f del collimatore.

2. ili.cercatore a tace,1, di mira. 3. Nasello dl .svincolo della vite dl

Fig, 85.

dlrezlone.

4, Indica degli ettogradi ·del para.1-

· Ieliamo. Ghiera con graduazione degli ettogradi ·del parallelismo o della · dlrezlone. 6. Indico degli ettogra.dl della di· rezlone. 7. Oculare mobile 8. Rocchetto moltiplicatore del mli· lesimi di parallelismo. 9. Livella di sbandamento. 10. Livella del sito. 11. Scatola del alto. - 12. Vite tangenziale del sito, 13. Vite di sbandamento. 14, Tamburo delle distanze. 15, Galletto del corpo d'alzo. 5

.

,;Bossolo di ottone. ~· .Parte olllndrlca del bossolo. · :Ji'ond~llo, 3 • 'Orlo dl appoggio. ~- Parte cilindrica o bossolo. 6 • tarle ogivale. 7· •ondcllo. • orona di forzamento. ~· , asola di centra.mento. • ,rappo ogiva. Yite ritegno del tappo ogiva. 12• /3poletta a percussione. · innesco 1no. 13• arioa dimod. rinforzo. 14• a.rica di inflammnzlone. aricn di BCOJ)J)iO.

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. .. . ile distanze; un livello . àel ~ito _co~ c~e serve a ~mmob1Iiz~are 11. tamburo de lti licatore graduato m rmll~SJ.D?li VI te tangenziale P:ovv1sta d1 .tam~uro md e€ri e mezzi ettometri ?on inà!ce un tambu1·0 _delle dist.anze graduato m ettoifsta d'alzo girevole mediante vi~e scorrev~le m apposita _nervatura: Una tamburo moltiplicatore gradua~o m tangenziale del parallelismo, mumta del t: sono incise due tacche corrIBpon millesimi da 1 a 100. Sulla testa d'alzo JO millesimi), e graduate rispettidenti alla rotazione di un ettogrado (10 vamente con O e 100. · i1a base del panoramico con oculare Il cannòcchiale panoramico porta: u. svincolo e moltiplicatore graduato mo bile; una vite di direzione con nasello d1


-

42 -

in millesimi da uno a cento; una ghiera girevole con due gradazioni da O a 64: quella superiore del parallelismo, quella inferiore della direr,ione · un collimatore con rocchetto di maneggio munito di graduazione in ettog~adi e in millesimi: serve ad alzare ed abbassare la visuale dell'orizzonte; un ricercatore con t acca di mfra, per facilitare la ricerca del punto cui mirare. Munizioni (figg. 15-36). - Il 65/17 per fanteria usa uno speciale cartoccio granata (l'insieme della granata pronta per lo sparo e del cartoccio a bossolo, formanti un complesso unico) con spoletta a percussione ; pesa kg. 4,942

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..... , "'1

·=·· ..,

Flg. S7 . 1. Ghleru. d 'n.rregto dolso~egno t ubolt1ro. 2. Giunto sferico. Sostegno tubola.re. 4. Te8ta del sostegno tubolare. I>. Galletto per llssare la. baso dei goniometro nl sostegno. · o. Vite micrometrica per 1 piccoli spostamenti della. base. 7. Scatola della. base. 8. Piatto porta. Indici. 9. Moltiplicatoro della. direzione. 10. Linguette del congegno di svincolo della direziono. 11. Dlsconzhnuta.logtaduato In ottogrndl. 12. Supporto a culla. 18. Bottone della vlto tangenziale p or I movimenti vert!Cllll. lt. Bott-0ne d1 arresto delln culla.. 15. Culla. 16. Oculare del canoccltiale. 17. Obiettivo del canoccblalo. 18. Livello del congegno di sito. 19. Oradu..ulone del sito in ottogrndl. 20. Moltiplicatore del alto.

s.

Flg. 36.

circa. Comprende : 1m bossolo per la ca,rica di lancio - wna carica di lancio una granata torpedine da 65/17. Il bossolo è di ottone di forma cilindrica nell'interno, all'esterno leggermente tronco-conica, con pareti di grossezza crescente verso la bocca. Il fondello con orlo d'appoggio dà, ad otturatore chiuso, la chiusura dell'anima del cannone; al ·e.e ntro del fondello avvitato in apposita chl.occiola, è l'innesco del bossolo modello 1913. Ha la dicitura « fanteria ». La carica di lancio è di balistite in piastrelle del peso di gr. 65 e delle · dimensioni di 0,5 x 5 x 5 millimetri. Essa è tenuta a sito in tondo al bossolo mediante un rocchetto di legno, un batuffolo di crine vegétale ed altri accessori.


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Il proietto è una granata torpedine di acciaio, del peso di kg. 4,270 circa, esternamente colorata in vernice grigia. È costituito da un bossolo (o bicchiere), da un tappo ogiva, da una carica di scoppio di kg. 0,232 di trotyl fuso e da una carica d'infiammazione.

Bossolo e ta.ppo ogi''?a sono avvitati insieme e sono fissati con una vite di ritegno. .Al tappo ogiva viene avvitata la spoletta a percussione mod. 1910. Sulla parte cilindrica si nota, verso il fondello, la corona di forzament? di rame, ·e verso la base del tappo ogiva una fascia di centramento ricavata dal metallo stesso del bossolo. Il ta.ppo ogiva è esternamente e anteriormente foggiato ad ogiva per dare la forma appuntita al proietto; posteriormente ha un'appendice filettata per avvitarvi il bossolo; assialmente ha un foro a vite che tiene inferiormente avvitata una carichetta detta di rinforzo e riceve superiormente la spoletta a percusFlg. 38. sione, alla quale, al momento dello sparo, si avvita 1. Mira 2. Indice del moltlpllcatoro l'innesco di spoletta 1910. del sito. S. Vito tangenzlalo per gli Normalmente però il cartoccio granata è privo scostamenti della cuffia tanto dell'innesco di bossolo, come dell'innesco di nel senso verticale 4. Indice principale. spoletta: al loro posto sono avvitati tappetti di zinco 6, Svincolo per l grandi spostanienti della direzione. o di eclastite (sulla spole.t ta) e inneschi sparati (sul bossolo). 1 Il 65/17 impiega inoltre: c~rtocci granata a carica di scoppio speciale, ridotta per scuola di tiro che hanno la superficie esterna del proietto colorata con vernice nera ed un cartoccio granata per istruzione çhe è uguale nella forma esterna a quello ordinario, ma non ha organi interni e materia esplosiva. Per le esercitazioni a salve adopera un cartoccio a salve da 65/17 il quale ha il proietto di legno dolce formato da ventiquattro spicchi tenuti insieme da quattro legature di · spago incassate in apposite scanalature. Ha una carica di lancio speciale da salve. Freno a scwrpa. - È costituito da una scarpa di acciaio con catene per l'unione alla testata. Si applica a una ruota dell'affusto nelle forti discese. Pesa kg. 6.

ll'lg. 89. 1. Mira

2. Finestrella per l'lllumloazlone del micrometro. 3. Allogglomeoto per l'orlentatore 11111.goetico (non In distribuzione alla lanteda). 4. Indice secondario o del valori opposti. 5. Vite mlcrometrlca per la rettifica della colllmazlone.

.Armatu1·a da basto. - È costituita da un robusto telaio di lainiera con due cavalletti per l'unione agli arcioni del basto ·- Serve per assicurare al basto le varie parti dell'affusto, la bocca da fuoco ~ l'av~ntreno. Quella per il trasporto dell'av3:ntren? e modificata con l'applicazione di due fianchi, e di due gole reggi sala a forma di U. Cof a;n,o per m11,nizioni. - È di leg:no; munito di maniglie per il trasporto a mano e di catenelle per


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la sospensione ai ganci del basto. Contiene 10 cartocci granata e ha due alloggiamenti per le scatole degli inneschi. Pesa vuoto kg. 14; pieno kg. 65 circa. Stanga da batteria - M an()'l)ella di mira. - SeTVono per caricare e sc~rical'e la bocca da fuoco e le parti dell'affusto. La manovella serve inoltre per gli spostamenti della coda del pezzo in batteria. · Goniometro modello Bufla modifica'to (fìgg. 37-38-39). - È lo strumento di p~·e~isione che pe~·mette la mis_ura sul terren~ di angoli azimutali e di :mgoli di sito. Consta di una base, d1 un cannocchiale e di un treppiede. La' base comprende: Lùt:(/()-V d "/>~ 9~~~ una scatola e un corpo di r ·d.st:·c;, goniometro. La misura degli angoli azimutali è ottenuta mediante il movimento di Ull disco azimutale graduato in ettogradi (da O a 64), rispetto ad un piatto (o anello) porta indici reso fisso al treppiede. Il disco azimutale è rigidamente collegato con un piano di collima; zione costituito dal piano I.Base verticale passante per l 'as2. Piedi. S. Rocchetto graduato per il sito. se ottico del ca,nnocchiale. ,. Rocchetto graduato di elevazione. r.. Settore dentato porta llvdlo. La graduazione è se~ O. Livello a bolla d'aria. gnata sul disco nel senso 7. Vite di rettlOca del livello. opposto al movimento del(loto destroJ le lancette dell'orologio, cosicchò, essendo , gli indici fissi, quando il piano di collimazione ruota verso destra, gli indici segnano angoli crescenti. Il piatto, su uno dei ' suoi diametri (detto diametro principale), porta due indici, di cui uno è detto p1'incipale o dei valori diFlg. 40, retti, l'aJtro secondario o dei valori opposti. La misura degli angoli di sito è ottenuta, mediante il movimento della culla su cui è investito il cannocchiale, intorno ad un a.sse perpendicolare al piano di collimazione. La culla ha sulla sua faccia inferiore curva una corona dentata sulla quale agisce una vite tangenziale comandata da apposito bottone. Per la lettura di piccoli angoli azimutali o di sito il cannocchiale è munito di un piccolo vetro (micrometro) sul quale sono incisi due assi ortogonali graduati in millesimi (di 2 in 2 con numerazione di 10 in 10 il filo verticale; di 10 in 10, con analoga numerazione, quello orizzontale). Quadrante a livello a doppia graduazione. - Per il puntamento in elevazione in sostituzione dell'alzo (:fig. 40) . 1

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Manualetti di Cultura Militare di "ESERCITO E NAZIONE,, SERIE SPECIALE

''LUNGO I CONFINI DELLA PATRIA,, " F.SERCITO E NAZIONE,. ba i.m.ziata la pubblicazione di una speciale eerie cli monografie geografiche per una esposizione volgarizzata delle caratteristiche dei CONFINI ITALICI TERRESTRI E MARITTIMI, con particolare riguardo all'aspetto militare. L'importanza di questa originale iniziativa è evidente. Essa mira ad offrire ai ,iovani il meuo di conoscere i 11o&tri termini geografici attuali, con una passe,pta bmgo le coste e fra cippo e cippo dello regione alpina. Sarà fatto rilevare natural,. mente senza entron in minuti particolari, il valore delle frontiere cbe UD ,eco)o di passione patriottica ha dato all'Italia. La parte descrittiva di ciascuna zona sarà preceduta da un riassunto sintetico che darà al lettore UJJa prima idea d'insieme.' La trattazione dei singoli tratti di confine è affidata ad ufficiali particolannente eaperti delle :r.one descritte. Ogni fascicolo sarà corredato da numerose illustrazioni e cartine, Complessivamente la nqova serie si comporrà di dodici fascicoli; quattrC> per i confini marittimi e otto per quelli terrestri e precisamente :

I -

L'ALTO TIRRENO (pubblicato).

Il - IL BASSO TJRRE;NO (pubblicato):· . Ili - LO JONIO, LE COSTE LIBICHE /E ll. DODECANESO (in preparazione). IV - L'ADRIATrCO (pubblicato). V - LA FRONTIERA ITALO-FRANCESE- Le Alpi Marittime (in preparazione). VI - LA FRONTIERA ITALO-FRANCESE. Le Alpi Cozie e Graie (in preparazione).

VII - LA FRONTIERA ITALO.SVIZZERA - Dal Monte Dolent (gruppo del Monte VIII -

IX X Xl -

Bianco) a Cima Cugn (PaHo di S. Jorio) (in preparazione), LA FRONTIERA ITALO.SVIZZERA - Da Cima Cugn al Piz Lat (Passo di Resia) (in preparazùme). LA FRONTIERA ITALO-AUSTRIACA - Dal Piz Lat alla Vetta d'Irelia. (in preparazione). LA FRONTIERA ITALO-AUSTRIACA - Dalla Vetta d'Italia a Monte Forno. (in preparazione). LA FRONTIERA ITALO-JUGOSLAVA - La zona di con6ne in generale

(pubblicato).

JII - LA FRONTlERA lTALO-JUGOSLAVA - !a linea del confine Giulio (pubblicato). L'ordine di pnbblicazione di questi inanualetti potrà e11ere invertito per utiliz... zare i lavori nou appena siano presentati dagli autori. Si prevede che la collezione sarà completa entro l'estat1i del 1932.

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JI prezzo per l'intera serie di 12 manualetti, per coloro che si

prenoteranno e invieranno contemporaneamente l'importo è ridotto a

LIRE QUATTORDICI


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I NOSTRI " MANUALETTl.Dl TECNICA MILITARE ,, Sono opuscoli di. volga.rlzzazlone e di prl,no orlentaMent9 per còloro cche poi dovran~o o vorJ'411no acquisire maggiori particolari sul principali argomenti tnteressanti le Fe>rze Armate e, sopratl(tto, sono un mezzo efficace, speditivb e della massima eeo1,1omla per . gU ufficiali in congedo, t quali trovano in pssl la posslblUtà dl rinfrescare la memoria sa le cognhloni ap1rese ira passato, agglornand.ole, con le sopra,vvenute modificazioni nel mezzi teC(licl e nel loro trnptego, Gli stessi quadri inferiori permanenU potranno trovare in questi MANUALETTI an utile vade-1;11ec:am, I MANUALETTI si racçomandara& altresi al giovani (gruppi antversl• tarl, avanga(Jrdlstl, St!ldeìatl in genere, dorolavorltttl, ecc.) al qaaU servono di attle preparazione «Wademplme~to Ife· douerl mlUtarl .cal saraflìio plà t4rdi chiamati, E itaflne poHono intereuare"qaanti clt~adlni, vivencfo fuori del ranghi delle F.orze Armate, setJtono la convenienza dl cognizioni elem~tarl, ma chiare e prm;Jse, ira una mat•rla il cui lnteress• sociale e nazionale f .oidente. Di questi Manaalettif(Zrà parte anche una serie speciale sul confini d'Italia, L'UNlO~~ NAZIONALE UFFICIALI 1fif CO~GEOO D'ITALIA si è associata · a questa inlzlatlva in un modo doppiamente efficace: apportando l'appoggio della saa 11alda orgaraizzazlòne e della sua uasta ramlficaùone nel paese; e concedendo ai propri inscritti, che ne fararano richiesta a traverso gU organi della istitazio~e, uno sconto sul prezzo. già assai modico, di coperttraa. E ciò anche allo scopo di agevolare a ciasc1Ut ufficiale in oongedo la t:osUtazlone di araa piccola f>i6lloteca personale di minuta tecnica miUtare · con una speH trascura&lle anche per le borse più modeste. . Tatti gU altri acquirenti potranno rivolgersi per l'acquisto all'amrnini• str~ione della RirJlsta E;iercito ! N.u:iooe - palazzo d<il tili11istero della gi,erra, ·via NapoU,· Roma - oppitre all'Ufficio pubbUcazionl cflll Ministero della guerra, che ha locati di ùendita accesslbiU at pul@ltco nell'artdron9 dell'lngre,:,,o flrlnctpale del detto- Ministero in ola XX s'ettemf>re. ·

. Manualetti pubblicati ? l

1. Co111e si legge ~la carta topograflcà, - U, Il piotone di fa,.teria nel c;'°rn~attlnunto. - III.' I.e ,;Ufese, '.contr(? gli aerei e contro i ias. - l\', Tiro di artlglterilz. - V.:~Le artni detla f a11terta. - VI, Nozioni genera c,sal mate• rlale ,d'artlgHarla. '- VU. I bersaglieri;. il urol:lo dl patttJglla In b.icicl~tta 1 il plq.tone ; ia compagnia, - VIII. C.e artiglierlè campali nell~eserclto lta• llano. - IX-• .Lii compagn,ia dl fanterla nel oornbattlmento, - X. n batta· gllone di fartterla nel è.otnf>altlménto. - X.I. I servlzl della fanteria. - XU. GU amitl aaslllatf del Com[>atten(e (caoatl1>, malb, a11in1>, ecc,). - XIII. L.e arti• glterlé pesanti/ .oampall e pesanti neWeserolto Italiano. - XIV. Radlotele~ graf'4 e racllotetefotda. - XV. I.a sulone cannoni da 65/11 per f{lllterlq. XVI. i aarf'i armatl . nel comf>attlmenf{>. - XVII, Scalate ln montagna. --~VIII. J iavori del campo dl battaglia coi mezzi <fel battaglio1,1e,

Di prossima ptthblicazione' : Mitragfieri. in azione (La compagnia mttraglleri nel co~&attlmento), I laporl del campo dl battaglia coi mezzi della diOl.sione. - Rilievi panora•. mlcl spelfltlol, ·- Slcarez::r:a ln marcia ed ,. stadone. - C..a guerra chimica.

Ogni manualttto è post~ in vendita al prezzo

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