TOMO III
STATO MAGGIORE DELI.:ESERCITO UFFICIO STORICO
J.F.C. FULLER
Le battaglie decisive del mondo occidentale e loro influenza sulla storia Volume III Dalla Guerra Civile Americana alla fine della Seconda Guerra Mondiale (traduzione di Raffaele Noviello)
Roma 1988
PROPRIETÀ LETTERARIA DELLA EDIZIONE IN LINGUA ITALIANA Tuili i dirilli riservati. Vietato fa riproduzione anche parziale senza autorizzazione.
© By SME - Ufficio Storico - Roma 1988 Titolo dell'opera originale THI; DECISIVE BATTLES 01' THE WESTERN WORLD ANO THEIR INFLUENCE UPON HISTORY From Amtnco.n C'ì"il UQr to the tnd of ti" Second Jt·Orld K'Qr
A_· ..
...
CAPITOLO I
La rivoluzione industriale e la nascita dell'imperialismo americano
1. Quadro storico La rivoluzione francese e le guerre napoleoniche eliminarono i resti del feudalesimo dall'Europa ; la più grande rivoluzione , cui il mondo abbia mai assistito , è da ascrivere all' impiego del carbone, del vapore e di macchinari , che modificarono sostanzialmente la concezione della vita. Dopo il risveglio del nazionalismo propagato dalle rivoluzioni francese ed americana, nel secolo successivo, a seguito della battaglia di Waterloo, furono messe in campo forze di proporzioni tali da cambiare la faccia del mondo e da trasformare la guerra da uno scontro di tipo gladiatorio al confronto tra eserciti espressione di continenti. Già nel 1825- solo lO anni dopo la sconfitta finale di Napoleone Stendhal in « Racine e Shakespeare » scrive: « Quale cambiamento dal 1785 al 1824! ». In duemila anni di storia, non si era forse mai verificata una tale rivoluzione nei costumi , nelle idee e nelle concezioni di vita. Prima del1785 ricordato da Stendhal , la rivoluzione industriale, favorita dalla macchina a vapore, aveva avuto quasi un secolo di gestazione. Si può dire che era stata generata dal motore a vapore realizzato da Thomas Savery e da quello di Thomas Newcomen ideato nel 1705. Ma non accadde fino al 1769- anno di nascita di Napoleone e di Wellington- che James Watt, un realizzatore di apparecchiature meccaniche di Glasgow, concepisse il motore a pressione di vapore e successivamente, nel 1782, inventasse il motore a doppia azione. Nel1769 il francese Cugnot inoltre realizzò e guidò la prima macchina con motore a vapore e nel 1785 giunse al telaio sempre a vapore di Edmund Cartwright. Si arriva così alla data iniziale menzionata da Stendhal. Dal1785, in virtù dello sviluppo della macchina a vapore e dell'introduzione del particolare processo per la realizzazione del tondino di ferro,
4
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
l'Inghilterra effettuò un balzo in avanti e stabilì , durante le guerre napoleoniche, il virtuale monopolio dei manufatti industriali. L'ammiraglio lord Cocbrane (futuro decimo conte di Dundonald) , il 2 giugno 1818, alla Camera dei Comuni mise in evidenza che l' Inghilterra sarebbe incorsa nella rovina più totale se non vi fosse stata la tempestiva utilizzazione della macchina. La scoperta che la polvere da sparo poteva essere usata come propellente aveva provocato un fiorire di invenzioni che avevano cambiato le tecniche di guerra; così accadde per l'impiego del vapore, che si rivelò una fonte di energia capace di rivoluzionare gli eserciti; fu allora possibile trasferire e rifornire gli eserciti a mezzo di navi a vapore e per ferrovia. Inoltre , furono conseguiti considerevoli miglioramenti delle armi e della loro produzione di massa. Le due principali invenzioni nel campo militare della prima metà del XIX secolo furono l'innesco a percussione c i proiettili cilindro-conoidali. La realizzazione del primo fu possibile grazie alla scoperta del fulminato di mercurio nel 1800. Sette anni più tardi, il reverendo A. Forsyth brevettò una polvere a percussione per l'innesco principale e nel 1816 Thomas Shaw di Filadelfia inventò la capsula a percussione. L'altro miglioramento si verificò nel1823, quando il capitano Northon del 34° reggimento britannico realizzò una pallottola cilindro-conoidale a base cava ; tale configurazione del proiettile gli consentiva , durante il movimento nella canna, di espandersi e dj aderire all'anima della stessa. Essa fu rifiutata dal governo britannico e fu adottata più tardi in Francia; successivamente, nel 1849, rientrò con il nome di « pallottola Minié » in Gran Bretagna, il cui esercito adottò sia la pallottola sia il fucile Minié che furono introdotti in servizio nel 1851. Queste due invenzioni rivoluzionarono l'impiego della fanteria: la capsula trasformò i moschetti in arrni impiegabili in ogni conruzione meteorologica e ridusse il numero delle mancate partenze dei colpi; la pallottola trasformò il moschetto nell'arma più micidiale del secolo. La capsula rese possibile la realizzazione del bossolo che, a sua volta , consentì di realizzare il sistema a retrocarica. Detto bossolo segnò una rivoluzione , dal momento che impediva la fuoriuscita dei gas dalla culatta e, dopo vari tentativi , raggiunse la perfezione con la realizzazione della cartuccia con capsula centrale. Mentre altre nazioni discutevano sui vantaggi e sugli svantaggi dell'uso dell' acciarino e della cartuccia a percussione , la Prussia, nel1841 , dotò alcuni reggimenti del fucile a retrocarica Dreyse, noto anche come fucile ad ago, un'arma con otturatore e bossolo di cartone. Tuttavia, a causa della fuga di gas dalla culatta, la gittata risultò inferiore a quella del Minié , rispetto al quale però potevano essere sparati sette colpi al minuto invece di due . Il vantaggio principale , comunque, non derivava dalla maggiore rapirutà di tiro, ma dal fatto che poteva essere caricato rimanendo proni sul terreno , senza doversi alzare tra un colpo e !"altro.
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL' IMPERIAUSMO AMERICANO
5
I miglioramenti delle artiglierie furono più lenti. Sebbene il caricamento a retrocarica e le canne ad anima rigata fossere note, solo nel 1885 fu realizzato il primo cannone a retrocarica di una certa efficacia. Il suo costo , tuttavia, fu così elevato che nessuna nazione ne approvvigionò fino allo scoppio della guerra in Crimea, quando alcune armi da 203 mm . in ghisa, ad avancarica e ad anima liscia , furono trasformate in artiglierie ad anima rigata e retrocarica. La loro maggiore gittata e precisione trasformarono il bombardamento di Sebastopoli in qualcosa di orrendo. AJla fine della guerra tutte le potenze sperimentarono proietti per artiglieria a retrocarica e ad anima rigata. Il razzo fu l'altra arma realizzata all'inizio del XIX secolo; in realtà è da considerare il più antico dei proiettili con propeUente esplosivo. Per secoli era stato usato largamente in Asia in funzione esclusivamente anticavalleria e fu il razzo impiegato dal sultano Tipu , nell' assedio di Seringapatam nel 1799, che suggerì a l colonnello William Congreve, inventore di fama, l'idea di migliorarlo. Egli precisa che realizzò razzi di peso variabile da due once - una specie di proiettile di moschetto autopropulso - a trecento once. Nel 1806, essendo stati i suoi razzi sperimentati con successo durante l'attacco a Boulogne, sentenziò: « Il razzo costituisce , in verità, un'arma destinata a cambiare l'intero sistema di condurre una guerra »; una profezia che si avvererà, comunque, solo durante la seconda guerra mondiale. Mentre si verificavano tali mutamenti , la propulsione a vapore, con la realizzazione di motori marini e locomotive, gettò le basi per la concezione di navi da battaglia completamente nuove ed offrì agli eserciti la possibilità di assumere dimensioni e proporzione gigantesche. Sebbene la ruota a pale fosse già stata scoperta fin dai tempi di Roma e possa essere considerata il mezzo più ovvio per la propulsione in acqua, uno dei primi tipi di nave a vapore costruita dal virginiano Jarnes Rumsey nel1775 , usò la propulsione a getto d'acqua: una pompa a vapore aspirava acqua a prua e la espelleva a poppa. Ma lo stesso Rumsey e tutti gli altri primi costruttori di navi a vapore furono eclissati dal giovane americano Robert Fulton , uomo di inventiva straordinariamente geniale. Questi , nel 1797, presentò all' Ammiragliato i piani per la realizzazione di una nave ad immersione denominata « Nautilus >>. Prove con questo primo prototipo di sommergibile (1) furono effettuate nel porto di Brest nel 1801 , durante le quale il mezzo rimase sott'ac-
(') Nel 1776 David Bushnel realizzò un sommergibi le a forma di tartaruga , col q uale , duran te la guerra americana di indipeodenz.a. si immerse sotto la nave da battaglia bri tannica "Eagle" c tentò di colpirla con un siluro. Per un errore di stima. la prova faUi.
6
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDE. TALE
qua per circa un 'ora. Nel 1803, Fulton effettuò esperimenti (2) con una nave a vapore nella Senna , sotto gli occhi attenti di Napoleone, che ne apprezzò il valore e che, il 21luglio 1804, scrisse che l'idea di azionare le navi utilizzando il vapore « è una di quelle che cambierà la faccia del mondo .... una grande verità, una verità reale e palpabile e davanti ai miei occhi ». Fulto n ritornò in America nel 1807 e costrul una nave a vapore migliorata -la Clermont - che superò la distanza delle 150 miglia tra New York ed Albany in meno di 32 ore. In precedenza aveva inventato un siluro, che fu sperimentato d a lord Keith contro la flottiglia francese aJ largo delle acque di Boulognc nel settembre del1804. Nel l813 realizzò la prima nave da battaglia a vaporela « D emologos » - più tardi ribattezzata « Fulton ». Era una nave a due scafi, al centro dei quali era sistemata la ruota a pale; le fiancate, in legno , avevano uno spessore di 147 cm. - Questo mostro rese palesemente evidente che dovevano essere adottati due provvedimenti: un sistema di propulsione meno vulnerabile ed una protezione meno rozza e voluminosa. Il primo problema fu risolto con l'adozione dell'elica, realizzata dal capitano John Ericson dell'esercito svedese nel 1836, ed il secondo con l'utilizzazioone del ferro al posto del legno, come proposto dal Congreve già nel 1805. Ma solamente con la guerra d i Crimea l'imperatore Luigi Napoleone ordinò la costruzione di una flottiglia di cannonniere con scafi corazzati, che potessero resistere a colpi anche esplodenti. Ne furono costruite cinque , con corazze in ferro di dieci centimetri di spessore. armata con cannoni da 56 libbre e munite di propulsione ausiliaria a vapore. Il loro successo fu completo, Non solo fu provata, oltre ogni dubbio , la necessità di corazzare gli scafi delle navi, ma si evidenziò anche il fatto che le corazzze avrebbere richiesto la disponibilità di proiettili più potenti, che sottintendevano il ricorso all' introduzione im servizio di artiglierie ad anima rigata. Subito dopo la guerra di Crimea, Francia e Gran Bretagna costruirono le prime due corazzate a vapore: la « Gioire » e la « Warrior ». Quest'ultima, lunga circa centoquindici metri e con 8830 tonnellate di dislocamento, disponeva di motori che sviluppavano una potenza di 6000 CV che consentivano di raggiungere una velocità di 14,5 nodi ed era armata con 28 cannoni da 178 mm. e protetta da una corazza di circa 12 cm. di spessore. Passando dal mare alla terra ferm a , scopriamo che la prima locomotiva efficace fu realizzata in Inghilterra da Richard Trevithick nel 180 l e ~·
(') La prima vera nave a vapore fu la " Charlone Dundas •. vara ta nel golfo di Fonh nel l802. La prima ad attraversare l'Atlantico fu l'americana " Savannah • costruita nel 1819.
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO AMERICANO
7
che la prima ferrovia fu costruita da George Stephenson nel 1825 per collegare Stockton a Darlington. Sebbene la locomotiva fosse di completa fabbricazione britannica, non è pura coincidenza che la nazione che diede i natali a Clausewitz fosse la prima ad intravedere la suprema importanza della strada ferrata in guerra. Così, nel1833, F. W. Harkot evidenziò che una ferrovia tra Colonia e Minden ed un'altra tra Magonza e Wesel avrebbero contribuito enormemente alla difesa della Renania e C.E. Pònitz sollecitò la costruzione generalizzata di ferrovie per proteggere la Prussia dalla Francia, dalla Russia e dall'Austria. Contemporaneamente Friedrich List, un economista di rara genialità, evidenziò che dallo status di potenza di seconda categoria, dovuto alla posizione centrale del paese, circondato da potenziali nemici, la Prussia avrebbe potuto elevarsi al rango di grande potenza grazie alle ferrovie. « Poteva essere trasformata in un vero bastione nel cuore dell'Europa. La velocità di mobilitazione, la rapidità con cui le truppe avrebbero potuto essere manovrate dal centro alla periferia e gli altri ovvi vantaggi degli spostamenti per linee interne, assicurate dall'adozione del binario, avrebbero potuto avvantaggiare la Germania più di ogni altra nazione ». Nel 1833, prima che fosse posato un solo elemento di binario, quest'uomo progettò il completo sistema ferroviario tedesco che in sostanza è rimasto immutato fino ai nostri giorni e 13 anni più tardi- l'anno della sua morte- il primo spostamento consistente, a mezzo ferrovia, fu effettuato per trasferire a Cracovia un corpo d'armata prussiano forte di 12.000 uomini al completo di cavalli e artiglieria. Dopo questo esperimento, lo stato maggiore prussiano effettuò un esame accurato ed approfondito sul reale valore delle ferrovie in operazioni belliche. Sebbene Prussia, Austria e Russia avessero accumulato ulteriori esperienze in proposito durante i movimenti insurrezionali del1848-1850, non fu fino alla guerra italo-francese del1859 che gli spostamenti di truppe per ferrovie furono definitivamente sanzionati. Così si verificò che il genio di George Stephenson diede vita alla teoria del Clausewitz della nazione armata, perchè senza la ferrovia gli eserciti di massa del XIX secolo non avrebbero potuto essere né manovrati né riforniti .
Quando lo Jomini (3) esaminò questi sviluppi così come si erano verificati dal 1836, si convinse che la guerra sarebbe diventata << uno scontro sanguinoso ed irrazionale tra grandi masse equipaggiate con armi di inimmaginabile potere distruttivo , che si sarebbe potuto assistere di nuovo a
(3) Il barone Henri Jomini, scrittore svizzero di cose militari , servl col grado di colonnello nell 'esercito napoleonico e fu aiutante di campo del maresciallo Ney. Dopo il 1813 diventò generale di corpo d'armata nell'esercito russo ed aiuta n te dello Czar.
8
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
guerre tra popoli come quelle del IV secolo, che avrebbero potuto riproporsi condizioni di vita simili a quelle del tempo degli Unni , dei Vandali e dei Tartari ». Inoltre, lo Jomini evidenziò che, se i governi non si fossero adoperati per proscrivere la ricerca e Io sviluppo di tali mezzi di distruzione , la fanteria sarebbe stata costretta a« riadattare corazzature del medio evo, senza le quali un battaglione sarebbe stato annientato prima di arrivare a contatto col nemico e che si sarebbe potuto verificare di nuovo di vedere gli uomini in armi ed i loro cavalli coperti di pesanti armature ». Con la rivoluzione industriale si verificarono cambiamenti più profondi di quelli che lo Jomini avrebbe potuto prevedere. I vecchi canoni sui quali si basava la concezione dal lavoro manuale furono velocemente modificati; i lavoratori furono strappati alle loro case ed ai loro villaggi e furono indirizzati nelle fabbriche , luoghi del benessere nazionale e sedi della rivoluzione sociale. La povertà diffusa provocò emigrazioni di massa, una delle quali molto estesa si verificò tra il 1831 e il1852, quando oltre tre milioni di persone abbandonarono la Gran Bretagna e l'Irlanda diretti negli Stati Uniti; molti di coloro che non poterono recarsi nel nuovo mondo abbracciarono il socialismo, il nuovo culto generato dalla rivoluzione industriale. I tre modellatori di questo periodo esplosivo furono i tre Carlo Clausewitz, Marx e Darwin. D primo , nel suo libro « Sulla Guerra » (1832), propugnò il ritorno alla vita spartana , che a sua volta trasformò gli stati in macchine da guerra; il secondo, nel « Manifesto Comunista » (1848), gettò le basi di un socialismo fondato sulla lotta e l'antagonismo di classe; il terzo, nella « Origine delle Specie » (1859), avanzò l'ipotesi apocalittica della sopravvivenza della specie solo attraverso un conflitto senza fine. Tutti e tre profetizzavano lo scontro delle masse in guerra , nella società e nella biologia. Quando l'era della macchina era ancora agli albori, vi fu la generale convinzione che essa avrebbe generato un lungo periodo di pace, ma le differenze tra gli stati si acuirono , recarono discordia e contribuirono all'affermazione sempre crescente di nazionalismi ; quando poi i paesi extraeuropei divennero industrializzati , il problema assunse connotazione mondiale: si passò dalla guerra limitata a quella totale ed il totalitarismo diventò la filosofia dominante del periodo. La prima guerra totale industriale fu la guerra civile americana, che può essere considerata il primo grande conflitto dell'era del vapore ; l'obiettivo degli stati del nord , o Stati Fe derali, fu la resa incondizionata ed, in altri termini , la vittoria totale. Assunse le connotazioni di una crociata che, avvalendosi di tutti i ritrovati messi a disposizione dalla rivoluzione industriale, scrisse un capitolo radicalmente nuovo nella storia della guerra.
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO AMERJCANO
9
Mentre la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche tra vagliavano l'Europa, un nuovo impero prese forma nel Nord America: i territori indiani furono incorporati e sorsero nuovi stati. Nel 1803 l'acquisto dalla Francia per 11.250.000 dollari della vasta regione della Louisiana raddoppiò l'estensione degli Stati Uniti, che diventarono ancora più grandi con l'acquisto della Florida dalla Spagna nel 1819. Quest'ultima annessione portò gli Stati Uniti a confinare con l'America spagnola e diede inizio a continui contrasti con i nuovi vicini. Nel 1821 il Messico si separò dalla Spagna e fu seguito nel 1822 dalla Colombia, dal Cile, dal Perù e da Buenos Aires. 11 presidente Monroe , temendo che alcune potenze europee potessero tentare di impossessarsi di una o più di queste repubbliche appena nate, il 2 dicembre 1823, nel suo annuale messaggio al Congresso, annunciò tre principi, che divennero poi noti come Dottrina Monroe. In breve, essi assegnavano le Americhe agl i americani e sancivano l'esclusione dell'eiÌùsfero occidentale daJie eventuali future mire coloniali dell'Europa. Anche questa è da considerare una politica totalitaria , che creò una nuova forma di espansione: l'espansione prenotata. L'intero nuovo mondo fu sottratto ai conquistatori europei di terre e predesignato per l'eventuale sfruttamento economico da parte degli Stati Uniti. Gli attriti fra gli americani ed i messicani per il Texas sfociarono, nel 1936, nella guerra texana e, nel1846, nella guerra con il Messico, a seguito della quale gli Stati Uniti non solo confermarono l'annessione del Texas , ma si appropriarono del territorio-vasto come quello acquisito a seguito della compera della Louisiana-nel quale sarebbero poi sorti gli stati del New Mexico, Arizona, California, Nevada , Utah e parte del Colorado. Nello stesso periodo il territorio dell'Oregon (futuri stati di Washington, Oregon ed Idaho) furono ottenuti per trattato dalla Gran Bretagna e nel 1853 gli Stati Uniti attuali (meno I'Alasca) (4) furono completati con l'Acquisto Gadsen dal Messico. Così nel tempo della durata di una vita (1783-1853), nesceva un vasto impero, il quale, anche se in grandissima parte spopolato, man mano che cresceva doveva risolvere non il problema di come difendersi da attacchi esterni, ma di come evitare la sua disgregazione. Per anni la politica degli stati del sud e di quelli del nord si era basata rispettivamente sulle piantagioni e sullo schiavismo per i primi e sul commercio e le attività finanziarie per i secondi: da una parte proprietari terrieri e debitori, dall 'altra capitalisti e creditori. Dopo la rivoluzione, il sud fu rappresentato dai Repubblicani (in seguito divenuti Democratici) capeggiati da Thomas Jefferson ed il nord dai Federalisti (poi divenuti Re-
(') L'Alaska fu acquistata dalla Russia nel 1887.
IO
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MON DO OCCIDENTALE
pubblicani) capitanati da Alexander Hamilton; il divario tra le opposte tendenze aumentò man mano che i confini si allargarono . La causa principale di tale divergenza. che è da ascrivere a diversità di interessi, fu l' impotenza politica della Costitzione posta a base delle leggi che dovevano governare gli stati. Era uno strumento congegnato per governare tutto al più una schiera di parrocchiani e, pertanto, completamete inadeguata per mantenere la solidarietà di un impero in rapida crescita. Gli articoli di questa Costituzione, originata dal collasso della Confederazione , furono concordati nel1777. L'Associazione di Stati non era che una « consolidata lega di amicizia », di cui ogni stato seguiva la propria strada, poiché il Congresso non aveva alcun potere per imporre tasse, per regolare il commercio con l'estero e tra gli stessi stati americani o per far rispettare le sue decisioni. Nel1787, un'assemblea presieduta da George Washington fu tenuta a Filadelfia per la stesura della Costituzione Federale. Alessandro Hamilton , spirito e cervello della riunione, propose il sistema bicamerale: un Senato con l'unica prerogativa di dichiarare la guerra ed un'Assemblea con il potere di emettere moneta, regolare il commercio, imporre tasse, imposte dirette ed indirette, legiferare sulle dogane, pagare i debiti degli Stati Uniti ed assicurare la difesa comune della nazione. Le sue proposte furono accettate nel 1788. Tale importante cambio di rotta coincise con lo scoppio della rivoluzione francese, che tenne le nazioni europee completamente occupate lasciando gli Stati U niti liberi di occuparsi dei loro affari interni per un ventennio. Durante questo periodo di sconvolgimenti e di guerre, gli stati americani furono interessati, in modo sempre crescente, dalla rivoluzione economica che si verificò sia nel nord che nel sud. Nel sud la sgranatrice inventata da Eli Whitney rivoluzionò la lavorazione e il commercio del cotone , con il risultato che i cotonieri del sud acquisirono maggiore potere politico ed economico, inasprendo così le diatribe e le divergenze con gli stati del nord. Negli stati del sud iJ commercio era enormemente semplice; nel nord divenne sempre più diversificato a causa del volume degli affari raggiunto durante i 20 anni di guerra in Europa, che portò prosperità alla Nuova Inghilterra e agli stati, la cui economia si basava sul commercio e sfruttava il lungo embargo del 1807-1812 e del1812-1815 (deciso dall' Inghilterra durante la guerra) , che costrinse le industrie a fare ricorso estensivo all'adozione di nuovi processi di produzione. Nel nord , le tariffe doganali si rivelarono essenziali per proteggere le giovani industrie dalla possibilità di essere schiacciate dalla competizione europea; per il sud, per contro, che poteva disporre di una produzione cotoniera sempre di maggior proporzioni , si rivelarono controproducenti. Tale differenziazione portò a chiedere, in tempi brevissimi, la separazione del sud dal nord, che a sua volta fu causa della crisi , nota come «tariffe dell'odio », del gennaio 1828, che ebbe un momento particolare quando le
LA RIVOLUZI O'Ii f. INDUSTR IALE E LA 1\ASCITA DELL. IMPERIALISMO AMERI CANO
Il
navi presenti nel porto di Charleston ammainarono la bandiera a mezz'asta. Nello stesso anno , la Georgia inviò un lungo memoriale agli stati antitariffari; nel 1829 il Mississippi propose di organizzare una resistenza; nel 1832 la Virginia decretò che le tariffe doganali dovevano essere abolite. Nel1832, il Congresso soppresse la tassa su molti materiali, con il risultato che la situazione divenne più tesa e la disputa assunse toni più violenti. Subito la Carolina del Sud convocò l'assemblea statale e dichiarò nulla la legge sulle tariffe del 1828 e denuciò l'emandamento del1832; nel marzo dell'anno successivo fu raggiunto un accordo e la prima fase del contrasto sui diritti degli stati ebbe termine. Una volta sfociato dal piano economico su quello politico, il disaccordo, in tempi brevissimi, assunse connotati morali c coinvolse gli aspetti umani c di giustizia della schiavitù. Tra il 1781 ed il 1804 la schiavitù era stata abolita negli stati del nord e , nel181 9, dei 22 stati che costituivano gli Stati Uniti , 11 erano per il mantenimento della schiavitù e li contrari. La bomba scoppiò quando fu presentata aUa Camera dei Rappresentanti la legge per trasformare in stato il territorio del Missouri che, in qualunque campo si fosse schierato, avrebbe spezzato , a favore dell'uno o dell'altro schieramento, l'equilibrio in atto. Fu raggiunto un compromesso, secondo il quale il Missouri sarebbe stato ammesso come stato schiavista, controbilanciato dal nuovo stato del Maine di colorazione opposta. Fu un vero ripiego, che rimandava la soluzione del problema, come giustamente fu giudicato da Jolm Quincy Adaros, che nel suo diario annotava: « posso garantire che la questione è un puro preambolo o, se si preferisce, il titolo di un voluminoso e tragico libro » . Dal punto di vista morale, la disputa si connotò di significato religioso ed i diritti degli stati furono avviluppati da risvolti mistici che sfidano qualsiasi definizione e sui quali si potrebbe discutere all'infinito senza poter sperare di raggiungere un risultato . Nel 1829 un negro- David Walker - pubblicò un opuscolo dal titolo« Walker's Appel »nel quale si lodava il coraggio dei negri certamente superiore a quello dei bianchi ed invitava tutti gli schiavi alla rivolta; quest'ultima ebbe luogo in Virginia e fu attribuita all'opuscolo nonchè al giornale « Liberator » di Boston diretto e pubblicato da Lloyd Garrjson , i cui seguaci erano noti come abolizionisti. Dal sud furono avanzate richieste perchè fossero soppressi; inoltre, per quanto tutte le riunioni antischiaviste fossero interdette e le scuole per i negri chiuse, una vasta letteratura contro la schiavitù continuò ad essere introdotta nel sud. La controversia diventava sempre più accesa e fu attenuata solo da avvenimenti estemporanei quali l'insurrezione del Texas, il problema texano e la guerra con il Messico che, come si è visto, aggiunsero centinaia di migliaia di chilometri quadrati agli Stati Uniti. Questa espansione e la scoperta, nel1848, dell'oro in California contribuirono ad aumentare le differenze tra nord e sud. La scoperta dell'oro provocò violenti disordini in tutti i territori di nuova
12
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDEI\TALE
acquisizione: i lavoratori abbandonarono i loro posti di lavoro, i commercianti i loro negozi , i marinai le navi, i soldati le caserme, tutti attirati dall'oro. Né minacce , né punizioni furono sufficienti a trattenerli e a costringerli a tenere fede agli impegni presi. Poiché il Congresso non aveva ancora costituito un Governatorato in California , i nuovi giunti ne crearono uno in proprio. Nel settembre 1849, fu indetta un'assemblea a Monterey, dalla quale scaturì una costituzione anti-schiavista e sanzionò l'annessione formale della California all'Unione. Tale decisione fu violentemente avversata dagli stati del sud, perché avrebbe sconvolto l'equilibrio in atto ed avrebbe fatto pendere la bilancia a favore del Nord, che avrebbe conseguito il predominio al Senato. Tuttavia, dopo una serie di dibattiti, nel 1850, fu raggiunto un compromesso, che non comportò nessun risultato pratico, in quanto nei nuovi territori il problema della schiavitù rimaneva insoluto ed in un futuro non troppo lontano i territori sarebbero diventati stati. Così avvenne che, mentre gH stati del sud mantenevano immutata la situazione economica e demografica , gli stati del nord continuavano ad espandersi, dal momento che nell'ovest si riversò gente del nord , che, iniettando nelle nuove terre un flusso di idee anti-schiaviste, poneva le premesse, per il predominio del Nord sul Sud. Nel frattempo i cambiamenti, al di là delle dispute legali, diedero maggior corpo alla contesa fra le parti che si ponevano su posizioni sempre più lontane. Annualmente migliaia di emigrati arrivavano negli Stati Uniti, per nulla coinvolti nelle dispute politiche e solo preoccupati di procurarsi migliori condizioni di vita. Le ferrovie, chilometro dietro chilometro, si estendevano giornalmente: più di diecimila chilometri furono costruiti tra il 1840 e il 1850; il telegrafo fu adottato nel 1844. Lo sviluppo demografico del sud non subì incrementi, anzi la popolazione diminuì di numero dal momento che molti cittadini emigrarono verso il nord e verso l'ovest. Non fu l'esistenza della schiavitù il vero motivo di antagonismo tra il Nord e il Sud, ma la possibilità che il fenomeno ~i estendesse anche in altre regioni. Pertanto , fino a che la questione rimase irrisolta, la controversia continuò, fino a raggiungere l'apice durante la presidenza di James Buchanan (1857-1861), periodo della depressione del commercio. Nel 1858 un uomo abbastanza sconosciuto- Abraham Lincoln (1809-1865) - comparve sulla scena. Nella corsa al seggio senatoriale dell'Illinois con Stephen A. Douglas dimostrò non poco senso comune sulla spinosa questione e riuscì ad imporsi all'attenzione dell'intero paese asserendo: « una casa divisa da contrasti interni non può sussistere. Ritegno che questo governo non possa essere per metà schiavista e per metà abolizionista. Non mi aspetto che la casa crolli ma mi aspetto che cessi di essere divisa. Diventerà tutta di un colore o tutta del suo contrario >>. Successivamente, nel maggio del1858, lo stato abolizionista del Min-
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO AMERICANO
13
ne ota entrò a far parte dell'Unione, per essere seguito nel 1859 dall'Oregon (abolizionista) , che distrusse l'equilibrio numerico tra gli stati schiavisti e quelli abolizionisti. Il compromesso non era possibile e l'inevitabile scontro fu accelerato quando, nella notte del 16 ottobre , John Brown, un fanatico antischiavista, alla testa di una ventina di persone ocupò l'arsenale di Harper's Ferry in Virginia, quale premessa all'insurrezione. Questo colpo portò la controversia aJle estreme conseguenze, dal momento che molto presto manifestò la reale intenzione di massacrare tutti gli appositon; pertanto , Unione o non Unione , l'antischiavista doveva essere combattuto fino alla morte. Così stavano le cose quando il 6 novembre 1860 furono tenute le elezioni presidenziali alle quali parteciparono, in qualità di candidati, Beli , Breckinridge, Douglas, Ridge e Lincoln . Quest' ultimo fu eletto con i voti dci diciotti stati abolizionisti senza che ottenesse un solo voto nel Sud. Tale risultato rese palese al Sud che il sogno di una espansione della schiavitù era giunto alla fine e che il Nord era padrone assoluto della situazione. Immediatamente , il20 dicembre, la Carolina del Sud decise la secessione; Georgia, Alabama, Mississippi , Florida, Louisiana e Texas seguirono. Furono mobilitate le milizie; i forti federali , gli arsenali e i posti di dogana di tutti gli stati del Sud furono occupati e fu conquistato un bottino di miJle cannoni e 115.000 armi di vario tipo. IIS gennaio 1861, un comitato di senatori del Sud elaborò a Washington un programma rivoluzionario e convocò un'assemblea a Montgomery in Alabama per organizzare la confederazione degli stati secessionisti. Il 4 febbraio i delegati secessionisti si riunirono in congresso a Montgomery e formarono un governo provvisorio quale espressione degli stati confederati d'America, a capo del quale fu designato come presidente Jefferson Davis (1808-1889). Un mese più tardi Lincoln , che allora aveva cinquantuno anni, indirizzò un serio appello al Sud che finiva con queste parole: « Miei insoddisfatti compatrioti, nelle vostre mani , e non nelle mie , è posta la decisione di una guerra civile. Non ci può essere conflitto senza che voi siate gli aggressori. »
2. La Battaglia dei Sette Giorni, 1862 Quali furono le cosiderazioni e quali i problemi strategici che i contendenti dovettero fronteggiare? In sostanza erano estremamente semplici: per ristabilire l' Unione, il Nord doveva conquistare il Sud e, per mantenere la Confederazione e tutto ciò io cui credeva , il Sud doveva opporsi all'invasione. Da una parte l'atteggiamento fu offensivo e dall'altra difensivo, considerato che la conquista del Nord non fu mai presa in considerazione. ll Sud focalizzò la sua attenzione sul tentativo di indurre l'Europa
14
LE BATTAGLif O~t'I!:>IVE DE L MOI'\00 OCCIDEI'\TALE
ad intervenire per fiaccare la resistenza dell'avversario c costringerlo ad abbandonare il campo. Ugualmente importante era il problema delle risorse del Sud e di quanto potessero durare , vista la sua dipendenza dalle industrie del Nord e da quelle europee. Il 19 aprile 1861, Lincoln proclamò il blocco dei porti del Sud e , contemporaneamente , indisse l'arruolamento di 75.000 volontari, nonostante che il comandante in capo nordista- generale di corpo d'armata Winfield Scott - ritenesse che « ... 30.000 uomini sotto il comando di un abile generale avrebbero potuto risolvere il conflitto in due-tre anni » (5). Lincoln non valutò , come aveva fatto Scott, la relazione vitale tra pressione economica ed attacco militare o come la prima potesse divenire il presupposto del secondo. Di conseguenza non fu in grado di stimare la proposta Scott , che in sintesi prevedeva: l ) La conquista di New Orleans mediante l'azione congiunta di una spedizione navale e terrestre, accompagnata dal blocco di tutti i porti sudisti ; 2) La costituzione di due armate, di cui una destinata ad agire lungo il Mississippi con il compito di separare gli stati confederati occidentali da quelli dell'est, mentre l'altra doveva minacciare Richmond in modo da costringere la massa delle truppe sudiste in Yirginia (6). Dei porti tra Capo Charlcs cd il Mississippi solo nove erano serviti da ferrovie: Newbern, Beaufort, Wilmington , Charleston, Savanoah, Brunswick , Pensacola, Mobile e New Orleans. Entro la fine dell'aprile 1862, tutti , ad eccezione di Mobile, Charleston e Wilmington , furono chiusi aJ traffico , grazie soprattutto a!Ja decisone di Scott di occupare Fort Monroe, i cui cannoni consentirono di proteggere tutte le spedizioni dirette contro le coste sudiste. Nonostante la decisione di Scott fosse stata contrastata e addirittura derisa, sta di fatto che la guerra sarebbe durata molto meno, se i rimanenti tre porti fossero stati occupati nel1862 e se si considera, ad esempio, che allo scoppio delle ostilità negli arsenali confederati c'erano poco più di 200.000 moschetti, per lo più obsoloeti, che 100.000 furono richiesti subito in loro sostituzione e che più di 400.000 furono importati negli anni 1862-63. Il colonnello William Lamb , comandante di Fort Fisher dal luglio 1862 fino alla sua caduta, sostiene che vi era un andirivieni di almeno 100 navi nel porto di Wilmington ... « dirette a Nassau con una regolarità quasi pari a quella dei pacchi postali » (7).
(' ) ''Leading American Solidiers", di R.M. Johnston ( 1907), pag. 130. ( 6) "Paper~ of thc Military Historical Society of Massachussets (MHSM)'' Vol. Xlll , pag. 396 e "Campaigns of the army of the Potomac", di William Swinton (1866) , pag. 41 -42. (') M.H.S .M. Vol. XIU , pagg. 405-406. Ancora il 23 aprile 1862 troviamo che il gen. Lee suggerl al brigadier-generale French a Wilmington che • potreste armare il reggimento di Wilmington dando picche
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO AMERICANO
15
li s~dfi d'Unillnt e quelli Conltcl
Fig. 1: La Confederazione, 1861-1865
Poichè costretto dalla politica e dalle circostanze, il Sud doveva, per forza di cose, difendersi, Jefferson Davis avrebbe dovuto capire che le frontiere politiche e quelle strategiche delle Confederazione non potevano coincidere. Il confine strategico si estendeva dal Potomac lungo la catena degli Allegani fino a Chattanooga, lungo il fiume Tennessee fin quasi a Savannah e quindi fino a Fulton per completarsi a Little Rock sul fiume Arkan-
agli uomini delle banerie pesanti e passando i loro moschetti ai reggimenti disarmati; potreste sanare le carenze armando alcune delle compagnie centrali con picche, se le compagnie laterali hanno i fucili • ("The War of the Rebellion: A Compilation of the Official Records of tbe Union and Confederate Armies », Vol. lX, pag. 463, citato come W.R. Vds. , anche lbid. Vol. IX pag. 419).
15
16
LE BATTACUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDEI'\TALE
sas. Avesse capito quanto sopra e che gli stati del Kentucky, Tennessee e Missouri non erano altro che posizioni avanzate rispetto alla principale linea di difesa, la sua strategia si sarebbe concretizzata meglio. Avrebbe dovuto accorgesi che l'area Chattanooga-Atlanta costituiva il punto chiave del sistema difensivo , dal momento che le due principali linee ferroviarie correvano attraverso queste due città e congiungevano l'intera area strategica con i porti di Memphis , Vicksburg, New Orleans, Mobile, Pensacola , Savannah, Charleston , Wilmington e Richmond. Fosse stata persa, soprattutto sotto il profilo dei rifornimenti, l'area Chattanooga-Atlanta, l'intera operazione avrebbe interessato solo le Caroline e la Virginia (8). Avesse D avis compreso questa strategia, si sarebbe anche accorto che la catena degli Allega n i tagliava in due l'area tra il Mississippi e l'Atlantico, suddividendola in due distinti teatri, sia sotto il profilo politico sia sotto quello strategico. Sul piano politico, la sicurezza delle due capitali e dei loro governi fu il fattore predominante, mentre il teatro strategico fu in gran parte definito sulla base delle linee di penetrazione costituite dai fiumi Mississippi , Tennessee, Cumberland e Ohio. Egli avrebbe dovuto inoltre capire che, dal momento che uno dei modi più sicuri per vincere la guerra era quello di indebolire il Nord (in altre parole prolungare la guerra indefinitivamente) , la strategia più corretta avrebbe dovuto essere quella di far gravitare il grosso delle forze intorno a Chattanooga e di far ricorso ad una condotta delle operazioni a carattere offensivo-difensivo nel Tennessee, mentre forze di copertura avrebbero dovuto operare in Virginia. Una tale impostazione, se accompagnata dalla dovuta vigoria , non solo avrebbe protetto gli stati abbondanti di risorse del Mississippi, dell'Alabama e della Georgia, ma avrebbe contribuito a tener aperte le porte per l'Arkansas e la Louisiana e a fornire considerevole aiuto al Kentucky. Si potrebbe obiettare che, se fosse stata adottata tale svolta strategica, i Federali avrebbero potuto occupare la Virginia e spingersi a sud attraverso le Caroline. Ciò è da ritenere improbabile pcrchè, anche se la Virginia fosse stata occupata, i Confederati avrebbero avuto la possibilità di far ripiegare il grosso delle Loro forze verso ovest e non sarebbe stato facile superare le difficoltà del terreno della parte orientale, com'era già avvenuto nel1775-83. Che cosa fece il generale Nathaniel Greene nel Nord-Carolina nel 1781?. Evitò gli scontri definitivi e fece ricorso a manovre rapide intese a colpire i punti deboli e le retrovie dei britannici. Se i federali fossero penetrati nella Carolina del Nord , avrebbero do-
(') Secondo il censimento del 1850 tutti gli altri stati del Sud insieme possedevano un quarto dei bovini del Texas.
LA RIVOLUZIONE lNOUSTRJALE E LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO AMERICANO
17
vuto fare affidamento sulla ferrovia di Danville, che con il proseguire dell'attacco sarebbe stata certamente esposta a maggiori possibilità di offesa. La sua protezione inoltre avrebbe potuto incidere in modo determinante sulla disponibilità delle unità combattenti, incaricate della protezione dell'importante asse ferroviario e del sicuro controllo di estese fasce laterali di terreno, e rallentare così l'avanzata. Per quanto riguarda i Federali, la mancata adozione del piano Scott se non nell 'ultima parte della guerra e l'impossibilità da parte di Lincoln di disporre di un generale capace di intravedere i vantaggi strategici di portare la guerra nel Tennessee orientale comportarono l'adozione di una strategia vaga e per giunta confusa. L'idea di Lincoln non fu accettata fino alla sconfitta di Rosecrans e Chickamauga nel settembre 1863. Ciò avvenne soprattutto perchè , dall'inizio del conflitto e nei due anni successivi, l'attenzione fu rivolta al teatro politico della guerra, che includeva la capitale nemica. Nelle mani di Lincoln e di Davis fu posto il destino di un popolo diviso; il primo era il prodotto della terra, Davis dello studio, l'uno aveva respirato la libertà della natura e poteva esprimere i propri convincimenti e le proprie idee con parabole, l'altro aveva respirato l'aria dei monasteri e la sua anima era diventata rigida come le pergamene sulle quali si era formata. Lincoln era molto umano, Davis altezzoso, autocratico e continuamente assiso sul piedistallo della sua presunzione. Un uomo di poco spirito, che poteva dare disposizioni, ma che non sapeva nè discutere nè ascoltare e che non poteva tollerare nè collaboratori nè oppositori. Poiché faceva affidamento suJI'intervento europeo per affrettare la fine della guerra, concretò una politica estera basata essenzialmente sulla necessità del vecchio continente di ricevere il cotone. All'inizio della guerra l'onorevole James Mason , incarkato d'affari in Europa per la Confederazione, sostenne che le scorte di cotone dell'Europa si sarebbero esaurite entro il febbraio del 1862 e che l'intervento del vecchio continente sarebbe stato inevitabile; invece, prima della fin e del 1861, l'Europa stava imparando a vivere senza il cotone . Davis non poteva ammettere di sbagliarsi e basò il futuro del suo governo e del suo popolo su tale convinzione e perse. Dal canto suo, Lincoln poggiò la sua fede su ciò che riteneva fossero i diritti dell'umanità. Non ammetteva la divisione definitiva del Nord dal Sud, ma considerava quello americano un solo popolo ed una sola nazione, nella convinzione che l'Unione era più vecchia di qualsiasi stato e che era stata la stessa Unione a dar vita ai vari stati e nella fede che qualunque cosa fosse successa la nazione non poteva rimanere divisa. La sua più grande difficoltà fu quella di mantenere l'unità del Nord, in modo da poterla imporre anche al Sud. La concezione dello stato di Jefferson Davis fece naufragio perchè il principio fondamentale della sua politica prevedeva che ogni stato aveva il diritto di decidere il proprio destino: non fu, in pratica, in
18
LE BATIACLIE DECISIVE DEL MO:-I DO OCCIDE:-ITALE
grado di unificare gli sforzi. In sintesi , Lincoln era un imperialista, mentre Davis era ancora un colonialista. Poichè la Confederazione era enormemente vasta , preminentemente agricola e con una rete stradale disastrosa , i suoi abitanti adottarono con naturalezza la guerriglia , come avevano già fatto i loro antenati durante la guerra d'indipendenza. Per conquistare un siffatto popolo, le operazione nordiste avrebbero dovuto assumere carattere di metodicità, dal momento che il valore individuale e l'iniziativa sono combattute meglio con la disciplina e la solidarietà. Sfortunatamente, ì Federali deciseo di attuare tale concezioni sulla base dell'esempio europeo: copiarono invece di creare. Allo scoppio delle ostilità , disponendo di un comando e di un piccolo eser-· cito regolare, e si limitarono ad accrescerne proporzioni e condizioni di spirito , senza modificarne le strutture. In breve il Sud , sebbene meno pronto e preparato miJìtarmente, sì dimostrò più coesivo e libero da pastoie, il soldato sudista fu il migliore combattente individuale del suo tempo. In proposito il generale confederato D .H . Hill scrive:« Sempre autosufficiente, ubbidiente quando ne aveva voglia , mal disposto verso l'addestramento e la disciplina, fu ìnsuperabile come esploratore e sulla linea di contatto come scaramucciatore. Del coraggio spalla a spalla, dell'addestramento e della disciplina sapeva poco e se ne preoccupava meno. Quindi sul campo di battaglia egli fu tutto fuorchè una macchina. Chi ha mai avuto l'occasione di vedere una linea di confederati avanzare che non si sia spezzata come le corna di un ariete? Ognuno avanzava urlando ed allineandosi su se stesso » ( 9) . Tale individualismo fu anche largamente favorito dai progressi nel settore degli armamenti verifìcatosi nei venti anni precedenti. Nelle guerre napoleoniche i moschetti, con la loro gittata utile di meno dì cento metri, erano stati considerevolmente superati dal cannone con colpì di mitraglia, che era diventata così l'arma più micidiale. Ma nel 1861 il moschetto era stato sostituito dal fucile ( 10), che poteva essere impiegato fino quasi ai 500 metri e che aveva ripreso il sopravvento sul cannone , sia ad anima liscia sia rigata. Tutti i procedimenti d'impiego del fuoco subirono considerevoli cambiamenti. Il cannone , schierato a tergo delle fanterie, diventava arma di sostegno , mentre la fanteria iniziava il fuoco a 350 metri , invece dei 50-100 previsti in precedenza. Il risultato pi.ù consistente di tale mutamento fu la soppressione dell'assalto alla baionetta; il fuoco individuale mirato, oltre a dare risultati migliori della salva di cannone, richiedeva iniziativa e comportava perdita di sistematicità. Pertanto
9 ( )
"' Papers of the Southern Historical Society" , Vol. Xlii , pag. 261. Il fucile Miniè ebbe larga diffusione. Aveva le seguenti caratteristiche: poco meno di 5 Kg.; canna a quattro rigature lunga quasi un metro; cal. 17.8 mrn .; alzo da 90 a 900 m.. ( 10)
LA RIVOLUZIONE 11\DLSTRIALE E LA :>!ASCITA DELL' IMPERIALISMO A.\IERlCANO
19
il fucile meglio si adattò ai prccedimenti d'azione dei confederati ed alloro carattere. Durante la guerra, l'equipaggiamento del soldato sudista pesava al massimo 18 Kg. (' 1) cd era costituito essenzialmente dal fuci le, da una scatola di cartucce, da una vecchia coperta e dallo spazzolino da denti, mentre quello del soldato nordista arrivava a circa 27 Kg. (1 2). Una buona descrizione della tattica usata dal soldato sudista è fornita dal colonnello Taylor, che scrive:« Fui meravigliosamente impressionato .... dal soldato sudista e dalla sua indipendenza in battaglia in contrasto con i movimenti del soldato-macchina .... Per primo ne veniva avanti uno, quindi un altro e quindi ad intervalli due o tre; seguivano poi spostamenti laterali e retrogradi quando l'azione diventava intensa ; si verificava, a seguire, una reiterazione dei movimenti; uno o due alla volta o a piccoli gruppi, incoraggìandosi a vicenda, avanzavano; gli ufficiali ondeggiavano le loro sciabole e li incitavano ad avanzar·e; quindi, urlando, l'intera linea muoveva in avanti rapidamente senza ordine o geometria, ma irresistibilmente , spazzando via qualunque cosa sul suo cammino ( 13) ». A sua volta, Watson- un soldato sudista- dice dei propri avversari: « Ciò che depose molto a loro sfavore fu la stretta aderenza alla rigidità militare ed alla disciplina; rimanendo rigorosamente inquadrati e conservando la formazione lineare anche in campo aperto, diventavano bersagli di cospicue dimensioni per il fuoco dei loro avversari, che combattevano in ordine sparso, si inginocchiavano al momento dello sparo e costituivano un obiettivo di minori proporzioni .... Essi , consci della superiorità delle loro armi rispetto alle nostre, indietreggiavano per colpirci a distanza, mentre noi li inseguivamo per portarci a distanza utile per il tiro. Ciò fu per noi un considerevole vantaggio. Denso fumo copriva la nostra avanzata, mentre la loro ritirata Li costringeva a rinunciare a tale possibilità e li rendeva bersagli ben visibili . l nostri uomini si adagiavano sul terreno per caricare l'arma, quindi avanzavano e si buttavano a terra di nuovo per mettersi in condizione di avere una visione del nemico traguardando al di sotto della coltre di fumo e per poter mirare con calma, mentre il fuoco avversario, erogato a caso ne l fumo, passava alto sulle nostre teste » ( 14). In breve, il soldato nordista era un semi-regolare c quello sudista un semi-guerrigliero. L'uno fu imbavagliato dalla disciplina, l'altro fu gratificato dall'iniziativa. In battaglia il confederato combatteva come un« ber-
(") ~Life in the Confederate Army" di William Watson (1887), pag. 184. "The Campaign of Chancellom-ille". del maggiore John Biglow (1910) pag. 175. (U) "Generai Lee: His Campaign in Virginia. 1861· 1865" , di Walter H . Taylor (1906), pagg. 176-
( 11)
177. ( 1•)
William Watson, pagg. 230 e 294.
20
LE BATTACUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
serker (15), ma al di fuori della battaglia cessava di essere un soldato. Ad esempio, il sudista Robert Stiles sostiene che durante l'avanzata verso Gettysburg si fermò in una casa, chiese da bere , si riposò, parlò del più e del meno, scrisse una lettera e, dopo aver bighellonato per un paio d'ore, raggiunse la propria unità. Nell'esercito confederato l'allontanamento dai reparti era un inalienabile diritto , una pecca che vanificò molto spesso il sucesso. Queste, in breve, furono le condizioni di base del conflitto, che iniziò alle 14.30 del 12 aprile 1861, quando i Confederati bombardarono Fort Sumter, che si arrese a mezzogiorno del 14 aprile. Quando i cannoni iniziarono il fuoco , il colonnello Robert E. Lee (1807-1870) prestava ancora· servizio nell'esercito degli Stati Uniti. Il 20 aprile presentò le dimissioni e, dopo tre giorni , fu reso responsabile della difesa della Yirginia , che aveva deciso la secessione dagli Stati Uniti, ma non l'adesione alla Confederazione. Quest'evento fu di grandissima importanza per il Sud dal momento che Lee era tenuto nella massima considerazione come soldato e come cittadino. Figlio del generale Henry Lee (Light Horse Harry) era nato a Stratford (Virginia) il 19 gennaio 1807 e nel 1831, quando sposò Mary Randolph Custis, pronipote di Martha Custis, moglie di George Washington; era diventato il rappresentante di una famiglia che più di ogni altra aveva contribuito alla liberazione americana. Il suo primo provvedimento fu quello di mandare il colonnello Thomas J. Jackson, che sarebbe diventato presto famoso con il soprannome « muro-Jackson », ad occupare Harper's Ferry. Più tardi , il10 maggio, fu nominato comandante in capo delle forze della Confederazione, incarico che mantenne fino al 6 giugno, quando Jefferson Davis ne assunse il controllo diretto, nominò Lee suo capo di stato maggiore e gli affidò l'incarico di rinforzare il nord della Yirginia, ove furono destinati il generale Joseph E. Johnston con 11.000 uomini ad H arper's Ferry ed il generale Peter G .T. Beauregard a Manassas Junction con 22.000 uomini. Questo fu troppo per il popolo e la stampa di Washington , la cui ansia di muovere all'attacco ed il cui slogan « A Richmond » forzarono la mano a Lincoln e al generale Scott. n 181uglio il generale Irvin McDowell , dopo aver concentrato circa 36.000 uomini non ancora completamente addestrati a Centerville, avanzò fino a Bull Run nei pressi di Manassas Junction. Il 21 1uglio fu sconfitto ed i suoi uomini, in preda al panico e in rotta , si ritirarono su Washington. La battaglia, pur non presentando risvolti strategici rilevanti, ebbe grande influenza sulla concezione globale della conduzione della guerra: i politici sudisti si convinsero in modo esagerato delle capacità e possibilità
(U) Guerriero leggendario norvegese che combatteva con cieca ira. (N.d.T.).
LA RJVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO AMERICANO
21
dei loro soldati e furono indotti a sottovalutare le reali possibilità del nemico; Lincoln e il suo governo rimasero così scossi che fino al 1864 condizionarono ed influenzarono ogni operazione destinata a svilupparsi ad est dei monti Allegani, dando priorità assoluta alla difesa di Washington . Il giorno successivo alla battaglia Lincoln convocò nella capitale il generale di divisione George B. McClellan, comandante dell'armata dell'ovest nelI'Ohio ed il27 luglio gli conferì il comando dei 50.000 uomini presenti nella zona della capitale, che fino a quel momento erano stati agli ordini del generale Scott. L'ufficiale, nato il 3 dicembre 1826, aveva partecipato alle operazioni in Messico, aveva fatto parte della commissione militare inviata alla guerra di Crimea ed aveva dato le dimissioni dall'esercito nel 1857 per diventare ingegnere capo della Compagnia Ferroviaria Centrale dell'Illinois. Uomo di straordinaria energia, di eccellenti doti organizzative e dal fascino non comune, subito si impose alle truppe, che da quel momento assunsero la denominazione di Armata del Potomac, la quale raggiunse una forza di quasi 150.000 uomini entro il 27 ottobre. Il 4 agosto, presentò al governo una valutazione approfondita della situazine, secondo la quale era necessario un esercito di 273.000 uomini. Più tardi, resosi conto che una tale forza non poteva essere resa disponibile, modificò le proprie convinzioni e cominciò a prendere in considerazione, con le forze disponibili, la possibilità di avanzare su Manassas o dovunque i Confederati fossero. Ma in dicembre si ammalò e l'operazione che aveva concepito fu rimandata fino a primavera. Mentre era riuscito ad imporsi ai suoi soldati, McClellan fallì nello stabilire un colloquio con i politici, soprattutto perchè non si dimostrò mai ben disposto verso di loro. La colpa, tuttavia, non fu tutta sua perchè, come scrive John C. Ropes: « Pochi uomini in posti chiave durante una grande guerra hanno mai dato una così manifesta e chiara prova di completa incapacità nel dare direttive ai militari come Lincoln ed il suo ministro della gu~rra Stanton » (1 6). Dietro i politici stava il pubblico, che aveva dimenticato BulJ Run e chiedeva nuovamente ed insistentemente di avanzare. Avesse McClellan avuta un'idea più chiara della situazione o maggiore intuizione, li avrebbe accontentati occupando Norfolk ( 17) o eli-
( 16) M.H.S.M. Vol. I, pag. n. Per ulteriori elementi su Stantoo si veda anche "Tbe story of Civil War" di John Codman Ropes (1894) ; Vol. l. pag. 225 e "Personal Memories" di U.S. Grant (1885-1 886) Vol. I, pagg. 104-105. (" ) Il generale Webb sostiene: • La conquista di Norfolk avrebbe dato un nuovo corso alle cose • (The Peninsula: " McCiellan's Campaign of 1862", 1882, pag. 31); si vedrà che tale affermazione era anche troppo veritiera. Scrivendo a Sta nton il24 aprile 1862, Gideon Welles afferma: • ... ma la conquista di Norfolk sarebbe stata, secondo me, subito dopo New Orleans, il colpo più decisivo per conseguire la soppressione della rivolta» (stessa opera. pagg. 170-171).
22
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
minando una o più batterie confederate sul Potomac. Invece egli non prese in considerazione le loro insistenze, quando avrebbe potuto accontentarli e tirarli dalla sua parte con un minimo di comprensione della situazione e soprattutto con un'azione limitata. Mentre era ammalato. Lincoln- manifestamente contento di essersi liberato di lui - prese l'inusitata decisione di interpellare i comandanti in sottordine, Franklin e McDowell, al quale ultimo disse: « Se non si fa qualcosa subito, tutto va a fondo; se il Generale McClellan non vuole impieg~re la sua armata, vuoi dire che la « presterà » e gli sarà dimostrato come avrebbe dovuto comportarsi» ( 18) . Quando McClellan rientrò io servizio il 27 gennaio 1862, Lincoln, senza consultarlo, cercò di mettere fine ad un ritardo ingiustificato con l'ordine di un'avanzata generale dell'esercito e della marina degli Stati Uniti contro le forze ribelli. Fu questo certamente uno degli ordini più straordinari dell'intera guerra. Naturalmente non accadde nulla. Il 3 febbraio, McClellan propose di rinuciare all'avanzata via terra su Richomnd a causa delle disastrose condizioni delle strade che impedivano qualsiasi movimento e di effettuare, al contrario, il movimento via fiume per attaccare Urbana sul basso Rappahannock oppure, se non fosse stato possibile sbarcarvi, dirigersi contro Mob Jack Bay o Fort Monroe. Il presidente ed il suo ministro della guerra si misero in allarme, perchè tale operazione significava l'impiego deLl'armata destinata alla difesa di Washington, con i Confederati ancora attestati a Manassas Junction. Alla fine, raggiunto l'accordo 1'8 marzo, Lincoln emanò un altro dei suoi ordini personali con il quale disponeva che non doveva essere apportato alcun cambiamento all'ordine base dell 'armata del Potomac, senza prevedere di lasciare in ed intorno a Washington una forza che fosse ritenuta, dal comandante in capo e dai comandanti di corpi d'armata, sufficiente a garantire la completa sicurezza della città. Non furono fatte obiezioni a tale disposizione; ma di fatto, per convincere McClellan a rinunciare alla sua idea, gli fu vietato di spostare la sua armata ad Urbana. Si verificarono, poi, due eventi che convinsero McClellan della scarsa resa operativa del suo schema di manovra. Il primo fu il memorabile scontro di H ampton Roads del 9 marzo tra le due corazzate « Monitor » (federale) e « Virginia » (confederata), più nota con il nome di « Merrimac >>. Nessuna delle due navi rimase seriamente danneggiata; tuttavia la « Monitor » dimostrò di poter competere con la sua rivale e proteggere quindi il trasporto dell'armata del Potomac a Fort Monroe. Il second~
(") Swinton. pag. 80.
LA RI VOLVZIOI"E ll" OL'STRIALE E LA NASCITA DELL' I\I PI" RIALIS \10 .\ \I E RICA:-\0
23
evento fu l'evacuazione delle batterie del Potomac da Johnston nello stesso giorno della battaglia a Manassa Junction. Quattro giorni più tardi McClellan convocò i suoi quattro comandanti di corpo d'armata - McOowell (I corpo d'armata), Summer (II corpo d'armata)- per un consiglio di guerra, durante il quale fu deciso che lo sbarco dell'armata avrebbe avuto maggior possibilità di riuscita a Old Point Conforto Fort Monroe e che una forza di 40.000 uomini sarebbe stata sufficiente per garantire la protezione di Washington. Tali decisioni furono accettate dal presidente e si diede inizio all'imbarco delle truppe: il primo convoglio salpò il 17 marzo. Purtroppo , nè Lincoln, nè Stanton si erano preoccupati di stabilire quali unità e quale comandante sarebbero rimasti nella capitale e quando McCiellan suggerì che uno dei suoi più abili generali- Franklin - avrebbe dovuto assumere il comando della guarnigione, Lincoln, non condividendone la scelta, nominò il generale Wadsworth, un ufficiale volontario di scarsissima esperienza. Quando McCiellan obiettò, Stanton replicò« che Wadsworth era stato prescelto perché era necessario, per motivi politici, tenere nel dovuto conto gli interessi agricoli di New York e che era inutile discuter l'argomento, perché la decisione non sarebbe stata cambiata » ( 19). Il discorso rimase aperto fino al primo aprile , quando, mentre era sul punto di imbarcarsi per Fort Monroe, McCiellan scrisse a Stanton informandolo che « per il presidio e la difesa di Washington, al comando del generale Wadsworth, sarebbero rimasti circa 18.000 uomini, compresi quelli delle batterie in allestimento » ( 20) e quindi meno della metà del numero deciso ed approvato dal presidente, il 31 marzo. Tuttavia, come Swinton evidenzia, oltre alla guarnigione vi erano nei dintorni della capitale le seguenti truppe: 7. 780 a Warrenton , 10.859 a Manassas, 35.467 nella valle eli Shenandoah e 1.350 sul basso Potomac, per un totale di 73.456 uomini tra ufficiali, sottufficiali e truppa (21). Sebbene McCiellan fosse perfettamente conscio che stava contravvenendo nell'ordine del presidente dell'8 marzo, Washington non correva nessun pericolo; infatti McClellan aveva appena imbarcato le prime aliquote che Johnsont ricevette l'ordine di sbarcare la sua armata da Rapidan a Richmond e di assumere il comando di tutte le forze dislocate nella penisola e Norfolk, quelle cioè che erano rispettivamente sotto il comando di
( 19) " MacCiellan's Own Story .. , pag. 226. Contemporaneamente, quando McCtellan era assente da Washington , Lincoln colse l'occasion e per emanare un ordine per rilevarlo dal comando di tutte le armate ed assegnargli la sola armata del Potomac (W.R. Vol. V, pag.54). McCieUan apprese la notizia dalla stampa. (lD) W.R., Vol. V, pag.61. (1') Swinton, pag. 92.
24
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Magruder e Hugger. Quando i Federalmpresero terra, Lee, che il 13 maggio aveva assunto la responsabilità delle operazioni , raccomandò che l'armata di Johnston fosse mandata in rinforzo a Magruder. Davis fu d'accordo e 13.000 uomini organizzarono posizioni fortificate lungo il fiume Warwick. Dopo aver sbarcato il II , il III e il rv corpo d'armata, McCiellan ordinò a quest'ultimo di iniziare ad avanzare (il contatto con Magruder avvenne quasi subito). Egli intendeva inoltre spingere il I corpo d'armata di McDowell contro Gloucester non appena fosse arrivato da Alessandria, in modo da prendere sul fianco Yorktown , struttura fondamentale del dispositivo sudista. Il 6 aprile, però, fu informato da Stanton che il presidente, a causa della scarsa difesa assicurata dalle truppe rimaste a Washington, aveva deciso di trattenere il I corpo d'armata nei pressi della capitale. McClellan stigmatizzò con le segue nti parole la decisione presa: « è la cosa più infame cui la storia avesse mai assistito ... il provvedimento di privare un generale di 35.000 uomini mentre si trovava sotto il fuoco » ( 22). L'occupazione di Gloucester avrebbe comportato la disponibilità del fiume York per la flotta , la quale avrebbe potuto aggirare la difesa di Yorktown. Poichè ciò era impossibile, McCiellan decise di assediare Yorktown . Il 3 maggio Johnston arretrò la sua armata a Williamsburg, dove tre giorni più tardi fu combattuta una sanguinosa battaglia. Il 10 maggio i Confederati affondarono la « Merrimac » e evacuarono Norfolk. Questo importante evento consentì l'agibilità del fiume James da parte delle navi federali , le quali potevano avvicinarsi fino a circa 10 chilometri da Richmond. Il 16 maggio, McCiellan stabilì il suo comando alla Casa Bianca sul fiume Pamunkey, 30 chilometri ad est dalla capitale sudista. Gli eventi futuri provarono che la scelta di stabilire il comando alla Casa Bianca fu un provvedimento poco fe lice; ttuttavia è da tener presente che, al mo mento, essa era situata a meno di 100 chilometri dalla zona in cui era schierato il corpo d'armata di McDowell, che era stato spostato a Fredericksburg, dove era in attesa dell'arrivo della divisione di Shield prima di intraprendere il movimento verso sud su Richmond. La Casa Bianca era pertanto ben protetta contro attacchi portati sul fianco e McClellan era ben situato per coordinare un'azione contemporanea di tutti i suoi corpi d'armata contro la capitale nemica. Ne l frattempo la situazione sudista era peggiorata. « Gli sbandati - diceva Johnston a Lee il 9 maggio - sono sparsi per tutto il territorio e Richmond è piena di assenti dai reparti. Gli uomini sono motivati quando sono in presenza del nemico, ma altre volte, per evitare costrizioni, abbandonano i loro reg-
(%2) "McCiellan's Own Story". pag. 308 e pag. 310.
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DEll'IMPERIAliSMO AMERICANO
25
gimenti in gran numero. Pe r metterei in condizione di disporre dell'intera armata per la battaglia è necessario avvertirli con molti giorni d'anticipo » (23). La situazione nella capitale era così disperata che furono fatti preparativi per evacuare gli archivi militari e perfino Jefferson Davis, con una lettera a Johnston parlò di un « momento molto difficile per la causa del Paese » (24); questa lettera fu scritta il 10 maggio, il giorno della presa di Norfolk e dieci giorni prima che Johnston scrivesse a Lee: « Siamo impegnati in una specie di guerra che non potremo mai vincere. È chiaro che il generale McClellan si atterrà al sistema adottato l'estate scorsa e si affiderà, per conseguire il successo, all'artiglieria e al genio. Noi non siamo in grado di competere in nessuno dei due campi. Dobbiamo pertanto cambiare la nostra linea d'azione, passare all'offensiva , riunire tutte le truppe di cui disponiamo ed attraversare il Potomac, mentre Beauregard con tutti i soldati disponibili nell'ovest invade l'Orno. Le nostre truppe hanno sempre dimostrato di prediligere l'offensiva riflettendo così lo spirito di tutta la Confederazione .... Noi non potremo mai pervenire al successo se consentiamo a McCiellan , a causa delle nostre scelte difensive, di godere di una libertà d'azione tale da decidere il modo più redditizio di condurre la guerra » (25). Quando McCiellan partì per Fort Monroe, Lincoln, invece di porre le forze dislocate nella capitale e dintorni sotto unico comando, suddivise la zona in altri tre settori, ciascuno sotto il comando autonomo di un generale: McDowell , Fremond e Banks. Il primo fu reso responsabile della difesa di Washington , il secondo e il terzo della valle di Shenandoah. Similmente, nel campo sudista la difesa di Richmond preoccupò Jefferson Davis il quale , con l'approvazione del generale Lee, si convinse che la minaccia principale alla capitale sarebbe venuta quasi certamente dal corpo d'armata di McDowell proveniente da nord. La loro linea d'azione prescelta fece affidamento sulla paura di Lincoln ed infatti un'opportunità in tal senso si presentò quando Jackson, che fronteggiava Banks nella valle di Shenandoah, suggerì di sferrare un attacco (26). Lee accettò il suggerimento nella considerazione che un tale colpo avrebbe comportato l'ordine a McDoweU di portarsi verso nord, lontano cioè da Richmond e da McCiellan. Subito dopo Jackson si mosse contro l'avversario e fece precipitare Lincoln e Stanton in tale stato di panico che il 24 maggio fu emanato a McDowell l'ordine di « sospendere per il momento il movimento su Richmond e di inviare immediatamente a Shenan-
('-') W. R. Vol. XIV pag. 503. (~) W.R . Vol. XIV pag. 508. ('-') W.R. Vol. XIV pag. 477. (2") W.R. Vol. XVlll pag. 870.
26
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
doah 20.000 uomini con il compito di raggiungere e, se possibile , superare la linea ferroviaria di Manassas Gap » (2'). Contemporaneamente McClellan fu messo al corrente di questo cambiamento. Quando arrivò quest'ordine , McCleallan si trovava 12 chilometri a sud di Fredericksburg, in attesa di muovere su Richmond non appena il generale Fitz-John Porter, alla testa di l2.000 uomini scelti, avesse sottratto iJ controllo di Hanover Junction ai Confederati. Seguì uno scontro violento il 27 maggio, in seguito al quale l'ala destra dell'armata del Potomac si portò a circa 20 chilometri dal carro comando di McDowell. Questo secondo insuccesso di McDowell - in circostanze molto meno giustificabili del primo - rese impossibile l'efficace piano concepito da McClellan . Lincoln non era riuscito ad intravedere che la difesa più sicura di Washngton era legata ad una immediata avanzata su Richmond , evitando così la trappola tesa dallo scaltro Jackson nella valle. Ropes scriveva: « Che la concentrazione di 150.000 uomini nelle immediate vicinanze di Richmond avesse potuto suggerire la sua immediata evacuazione è cosa certamente molto probabile. Era, in ogni caso, il provvedimento più ovvio che le autorità federali potessero prendere . Che quest'azione non fosse intrapresa fu da attribuire completamente alla decisione del presidente Lincoln che , contrariamente alle pressanti rimostranze dei generali responsabili della condotta delle operazioni contro Richmond , mandò in fumo deliberatamente una delle più promettenti occasioni per la sconfitta dei Confederati e la cattura della loro capitale, che il destino o la fortuna potessero mettere a disposizione ». ll richiamo di McDowell lasciò l'armata del Potomac divisa, perchè tra il 20 e il 24 maggio il IV corpo d'armata seguito dal III aveva superato il Chickahominy, mentre il II il V ed il VI prendevano posizione sulla riva settentrionale del fiume . Questi ultimi erano comandati rispettivamente da Summer, Porter e Franklin. Sebbene tale articolazione fosse stata adottata per stabilire il contatto con McDowell, quando questi effettuò il movimento verso la valle McCiellan non adottò nessun provvedimento per modificare la situazione; di conseguenza la sua armata rimase separata da un fiume infido che, sebbene non molto largo , costituiva un formidabile ostacolo militare a causa del terreno paludoso laterale. McClellan sospese il suo movimento in avanti e predispose il gettamento di ponti sul Chickahominy, mentre Johnston , a Richmond, quando si accorse della situazione poco felice nella quale McClellan era venuto a trovarsi , assegnò al generale Longstreet il compito di annientare Keyes e Heintzelman. Ne scaturì la sanguinosa e di-
(")W.R. Vol. XVlll pag. 219.
LA RIVOLUZIONE IN DUSTRIALE. E. LA NASCITA DELL' IMPER IALISMO AMER ICANO
27
sordinata battaglia di Fair Oaks o Seven Pines, iniziata il 31 maggio e protrattasi fino allo giugno. Intorno alle sette di sera, Johnston fu gravemente ferito e sostituito dal generale Gustavus W. Smith , che il giorno successivo, per ordine del presidente, passò il comando al generale Lee. Sebbene questa battaglia non sia stata decisiva, non c'è ombra di dubbio sul fatto che McClellan, il 2 giugno, avrebbe dovuto lanciare una poderosa offensiva; lo avesse fatto , vi sarebbero state molte probabilità di mettere in rotta il nemico. Invece egli si dedicò alla costruzione di ponti che, a causa della pioggia , tennero occupata la sua armata per le successive tre settimane. Di sicuro modificò la dislocazione delle sue forze: ritirò tutte le truppe, ad eccezione del V corpo d'armata di Fitz-John Porters, che fu spostato da nord a sud del Chickahominy , e cominciò ad effettuare complessi lavori campali da Golding's Farm a White Oak Swamp e immediatemente ad est del ruscello Beaver Dam , mentre le provenienze da sud furono «fortemente organizzate a difesa con trincee» (28). Durante tale periodo e anche per soddisfare le pressanti richieste di rinforzi, furono inviati ed inglobati nel corpo d'armata di Porter la divisione di McCall, forte di 9.500 uomini , ed 11.000 uomini provenienti da Baltimora e Fort Monroe. Il 20 giugno l'armata di McClellan era forte di 105.445 (29) uomini. Completata la costruzione dei ponti, non ci sono dubbi che McClellan avrebbe dovuto dare inizio alle operazioni offensive , se non altro perchè Jackson era ancora nella valle e in qualsiasi momento poteva attaccare la linea di comunicazione con la Casa Bianca, la quale si presentava completamente esposta a causa della ritirata di McDoweLI. Egli certamente si rese conto di tale possibilità, peraltro confermata da una scorreria di un reparto di cavalleria nemica 1'11 giugno , perchè com'è noto prese la precauzione di spostare, utilizzando il corso d'acqua, un'ingente quantità di scorte dalla Casa Bianca a Harrison's Landing sul fiume James; inoltre dispose che fossero effettuare azioni di ricognizione nella zona compresa tra la ferrovia e White Oak Swamp e lungo gli itinerari che adducevano al James. Contemporaneamente le condizioni di Lee si presentavano ugualmente difficili, non solo perchè l'armata era fortemente demoralizzata per l'insuccesso di Fair Oak, ma soprattutto perchè aveva perso credibilità e fiducia. Nell'agosto e settembre 1861 egli aveva fallito in West Virginia e da allora , fino alla sua convocazione a Richmond del13 marzo 1862, non si era mai fatto vedere da coloro che assicuravano la difesa costiera di Georgia, Carolina del Sud e Florida. Pertanto egli era completammente sconosciuto ai suoi uomini e, come dice il generale Long, suo segretario
(18) W.R. Vol. XIII pag. 490. 29 ( ) W .R : Vol. XIV pag. 238.
28
LE BATTACUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
militare, « non ne godeva la fiducia (30). Quando Lce si rese conto che Richmond doveva essere tenuta a tutti i costi, il suo primo provvedimento assennato fu quello di renderla sicura da azioni da sud mediante una serie di lavori che si estendevano da« Chaffin's Bluff, sul fiume James .... ad un punto sul Chickahominy leggermente a monte di New Bridge» (3 1). Contemporaneamente riorganizzò la propria armata, composta da sei divisioni: Longstreet, Huger, D.H. Hill, Magruder, Whiting e A.P. Hill . Una volta portata a termine tale attività, fece ricognire le posizioni federali il 5 giugno e la stessa sera scrisse al presidente avanzando la proposta che Jackson, se fosse stato rinforzato , avrebbe potuto attraversare il Maryland e colpire la Pennsylvania. Poi aggiunse:« Sto organizzando una linea in grado di sostenere con un'aliquota delle nostre forze l'attacco frontale , mentre con il resto dell' armata tenterò di aver ragione di McCiellan >> (32). Questa comunicazione potrebbe essere considerata il primo elemento che fa preludere alla battaglia dei Sette Giorni , perchè tre giorni più tardi, a seguito di ulteriori ricognizioni, Lee scriveva a Jacksoo: « Se nella valle sussiste una situazione che non impedisca di abbandonarla in pochi giorni e Lei può organizzare le cose in modo da ingannare il nemico fino a fargli credere di essere presente in forze, La prego di farmi sapere se è in grado di ricongiungersi all'armata nei pressi di Richmond al momento opportuno. Prenda tutte le precauzioni necessarie perchè se si presentasse l'occasione di infliggere al nemico un colpo decisivo, non si può perderla » (33). L'l l giugno, Lee gli scrisse nuovamente informandolo che gli stava inviando in rinforzo sei reggimenti al comando del generale di brigata Lawton ed altri otto agli ordini del generale di brigata Whiting, in modo da schiacciare « le forze che lo fronteggiavano ». Nello stesso dispaccio aggiungeva di presidiare i passi, di « spostarsi rapidamente ad Ashland col treno o con qualsiasi mezzo .... c di eliminare tutte le forze tra il Chickahominy cd il Pamunkey, tagliando le linee di comunicazione del nemico .... mentre l'armata attaccava frontalmente McCiellan » ( 34). Il generale Taylor scrive di questi rinforzi: « Per ingannare il nemico, il generale Lee .... mandò nella valle un considerevole complesso di forze sotto il comando dei generali Whiting, Hood e Lawton. II movimento fu
(30) " Memoirs of Robert E. Lee" di A.L. Long (1886) , pag. 163. (") Long, pag. 164. Il suo aautante di campo, colonnello Charles Marshall riporta che. per aver intrapreso tale attività, Lce fu accusato dalla stampa di sprecare tempo (uPapers of Colone! Charles Marshall", pag. 79). ( 37) "Lee's Dispatches'', editi da 0.$. Frceman (1915) pagg. 6-7. (>l) W . R .. Vol. XVIII. pag. 908. 116 giugno, Jack.son aveva scritto a Johnston accennando al fatto che le sue unità potevano essere nece~sarie a Richmond. Pertanto. sembrerebbe aver avuto la ~lessa idea. ("') W. R ., Vol. XIV. pag. 589 e Vol. XVIII. pag. 910.
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO AM ERICANO
29
fatto in modo palese e subito portato a conoscenza di Washington, dove provocò l'effetto sperato, secondo il quale Jackson si accingeva ad invadere il Maryland dalla Valle. Le unità raggiunsero Stanton in treno il 17 e, senza scendere dal treno, tornarono indietro a GordnsviJle, dove si unirono a J ackson » (35). Contemporaneamente, per scoprire l'esatta situazione sul fianco destro di McCiellan , Lee spedì il generale J. E.B. Stuart ed i suoi 1.200 cavalleggeri in ricognizione verso la ferrovia del fiume York. Entro ill3 giugno Stuart aveva accertato che la difesa di McClellan non si prolungava oltre Beaver D ame che non v'erano segni che McClellan intendesse cam biare la sua base di operazioni. Ma l' informazione più importante e di maggior valore ottenuta dal generale Stuart fu quella relativa al fatto che il nemico aveva tralasciato di fortificare la cresta tra la foce del Beaver Dam ed un affluente del Pamunkey, per cui Lee sperò di colpire le linee di comunicazione e le retrovie di McClellan proprio partendo da tale posizione. L'importanza di questa informazione fu largamente annullata dall'aver spedito una forza così consistente e per giunta agii ordini di un comandante così impulsivo come Stuart, il quale, invece di tornare indietro una volta assolto il compito, intraprese molte azioni di disturbo contro gli elementi periferici dello schieramento di McClellan, attaccando le retrovie, le colonne dei rifornimenti e le zone di schieramento dei servizi: fece così trasparire quanto bolliva in pentola. Dopo aver girato attorno a McClellan, il 15 giugno Stuart ritornò a Richmond, dove Lee, dopo aver sentito il suo rapporto, scrisse a Jackson di indire una riunione e quindi, accompagnato dal colonnello Long, si recò a ricognire le posizioni federali a nord del Cbickahominy. Si convinse di dove impiegare Jackson sul fianco destro di McClellan e ne mise al corrente Longstreet durante il suo viaggio di ritorno. Nel frattempo Jackson, alla ricezione della lettera di Lee del15 giugno, diede l'ordine di spostare i suoi 18.500 uomini verso la ferrovia di Virginia Centrai, precedette le sue unità alla Frederick's Hall, dove arrivò domenica 22 giugno, partecipò alla funzione religiosa dal Sabbath e verso l'una del mattino del lunedì partì c percorse a cavallo i 75 km. per raggiungere il posto comando di Lee, dove arrivò verso le tre del pomeriggio. « Se avesse usato il treno per Ricbmond - scrive il generale Alexander -sarebbe arrivato nella prima mattinata di domenica. Lo stesso avvenne per le sue brigate, le quali si presero una giornata di riposo sospendendo il movimento la domenica. Era costume del generale, d'altra parte, annotare le domeniche che non erano state celebrate come feste a causa di combattimenti o di marce e di cogliere la prima occasione per pareggiare i conti, dedicando un giorno intero, anche durante la settimana , al riposo
(") .. Destruction and Reconstruction", pag. I02.
30
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCI DE ' TALE
e alla celebrazione del culto » (36). La perdita di tutto questo tempo, come vedremo, fu la causa prima che mandò in fumo la campagna di Lee. Al suo arrivo, Lec immediatamente indisse rapporto , al quale pa rteciparono anche Longstreet e i due Hill ed illustrò la manovra che intendeva attuare. Nelle sue linee generali prevedeva che, mentre Huger e Magruder presidiavano le posizioni fortificate ad est di Richmond e a sud del Chickahominy, Jackson aggirasse sulla destra le posizioni di McCiellan a nord del fiume per cadere sulle sue retrovie, minacciare le sue linee di comunicazioni e costringerlo alla ritirata. Sare bbe ro quindi inte rvenuti Longstrcet ed i due Hill - muovendo in direzione del ruscello Beaver Dam ..:.._ per attaccarlo frontalmente mentre si ritirava. NaturaJmente il successo dell'operazione dipendeva dallo stretto coordinamento tra l'avanzata di Longstreet e dei due Hill e l'attacco di Jackson . Avrebbe dovuto ugualmente essere chiaro che, se McCiellan prima o dopo l'azione si fosse ritirato a sud del Chickahominy , il grosso delle armate di Lee sarebbe stato messo in condizione di non pote r intervenire nella battaglia. Ma Lee sapeva quanto McCiellan fosse cauto e si era convinto che non avrebbe saputo cogliere tale opportunità - che in ogni caso avrebbe richiesto lo spostamento delia sua base di operazioni sul fiume James- c che si sarebbe ritirato invece lungo la pe nisola su Fort Monroe. (37). Secondo Free man , la forza totale di Lee e ra di 67.000 uomini e quella di Jackson di 18.500, per un totale generale di 85.000; essa era suddivisa come segue: - forze di difesa: divisione Magruder con 12.000 uomini e divisione Huger con 9.000; - forze di attacco: divisione Jackson con 18.500, rinforzata dalla divisione di cavalleria Stuart , forte di 1.800 uomini armati di sciabola; - forze per l'inseguimento: sulla destra la divisione Longstree t con 9.000 uomini , al centro la divisione D.H. Hill con 9.000; - forze in difesa del fiume James: la divisione H olmes con 6.500 uomini ed il gruppo Wise con 1.500; - riserva di artiglieria: 23 batterie con 3.000 uomini al comando del generale Pendleton;
( '") Alexander, pag. 115: • Di domenica Jackson non solo SI rifiutava di scrivere una lellera, ma anche di leggerla; si organizzava , peraltro. in modo tale che il servizio postale non dovesse recapitare le sue missive nella giornata del Signore. « Sono convinto che, se avessi comballuto di domenica invece che di lunedì , la nostra causa ne avrebbe sofferto gravemente "· ("Mcmoirs of Stonewall Jackson" di Mary Anna Jackson. pag 75). (" ) W.R., Vol. Xli , pagg. 493-494 e "Generai Lec of thc Confederate Army·• di Fitzhugh Lee (1895). pag. 162.
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL'IMPERlALISMO AMERICANO
31
Fig. 2: La Battaglia dei Sette Giorni , 25 g.iugno-1 luglio 1862
- cavalleria a sud del Chickahominy: 1.200 uomini (38). McCiellan dal canto suo, senza contare i 10.000 uomini di Fort Monroe, disponeva di 117.000 uomini , dei quali solo 105.000 erano impiegabili ; egli pertanto godeva di una superiorità numerica di circa 20.000 effettivi.
("') R.E. Lee: "A Biography di Douglas Southall Freeman" (1934), Vol. 11, pagg. 116-117.
32
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
n 23 giugno, il servizio segreto di McCiellao venne a conoscenza di una voce, secondo la quale stava per essere attuato un piano molto articolato contro l'esercito nordista. n giorno seguente si apprese da un disertore che Jackson era in movimento da GordonsviUe verso Frederick's Hall per colpire le retrovie il 28 giugno. Nonostante tutto , McClellan ordinò un movimento in avanti della sua prima linea il 25 giugno; seguì lo scontro memorabile di Orchard Grove. L'avanzata avrebbe dovuto essere la premessa di un movimento generale su Richmond (26 giugno). Ma quando rientrò al suo comando quella sera fu messo al corrente che altre voci erano state raccolte sull'avanzata di Jackson ; condivise senza discussione un rapporto secondo il quale Beauregard si era ricongiunto con Lee e telegrafò a Stanton che 200.000 Confederati avevano preso posizione contro l'esercito federale . Sebbene sia Lee che McCielland fossero ambedue convinti di essere in inferiorità numerica di circa l a 2, la differenza ne l modo di impostare la battaglia fu determinata dal fatto che il primo aveva deciso di attaccare ed il secondo di ritirarsi. In verità, le linee di comunicazione di McClellan erano debolmente protette dai 30.000 uomini di Porter, che rappresentavano la sola forza nordista a nord del Chickahominy; tuttavia, McCiellan avrebbe dovuto capire che, per sferrare un attacco decisivo, Lee non poteva fare affidamento sulle sole forze di Jackson e pertanto, per avere ragione dell'ala destra nordista, avrebbe dovuto indebolire la sua ala destra e rischiare la sconfitta da parte delle forze federali schierate a sud del Chickahominy. Come si è visto, Lee indebolì la destra del suo dispositivo e lasciò a disposizione di Magruder e Huger solo 21.000 uomini, con i quali fare fronte ad un nemico tre volte superiore. Una volta accettato il rischio, soprattutto sulla base della accennata valutazione deUa personlità di McClellan, il successo dipendeva dall'azione di Jackson; se questi riusciva a battere Porter prima che gli arrivassero i rinforzi , allora , come scrive il generale Alexander « Lee avrebbe conseguito un gran successo, il più grande successo nel quale un generale sudista potesse sperare » (39). Sfortunatamente per Lee e per l' intero sud , Jackson fallì, non solo perchè , come s'è visto, i suoi uomini trascorsero la domenica in preghiera e non in marcia, ma soprattutto perchè il lunedì fecero così scarsi ed inconsistenti progressi che il martedì mattina non erano riusciti ad arrivare più lontano della stazione di Bever Dam, a circa 30 km. da AshJand- dove , per contro, era stato previsto che Jackson si accampasse nella notte di lunedì - ed a circa 40 km. dalla ferrovia Virgina Centrai vicino alla chiesa Stark dove, dall'ordine n. 57, era previsto vi giungesse alle 3 di notte del 26 giugno. In realtà C") Alexander , pag. 112.
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO AMERICANO
33
egli superò detta ferrovia alle 9 del mattino e marciò solo per poco più di 10 km., per fermarsi intorno alle 5 del pomeriggio a Hundley's Corner, n0nostante si trovasse a tre Km. dalle retrovie di Porter e potesse udire in distanza gli echi di un nutrito fuoco. (40). Nel frattempo Lee aspettava ed il mezzogiorno trascorse. Verso le due del pomeriggio arrivò la notizia che i Federali stavano evacuando alcune postazioni di artiglieria. Lee, Longstreet e D .H. Hill si portarono sulle posizioni avanzate per constatare la veridicità del fatto. All'improvviso, furono uditi gli echi d'intenso fuoco verso nord e fu ritenuto che finalmente Jackson fosse arrivato. In realtà non era Jackson , ma la divisione di A.P. Hill , il quale aveva deciso di non attendere oltre ed aveva iniziato ad avanzare senza aspettare ordini. I Federali cominciarono a retrocedere attraverso Mcchanicsville diretti alle posizioni , peraltro scarsamente organizzate, che avevano predisposto oltre il ruscello Beaver Dam. HiU le attaccò a fondo e fu respinto con gravissime perdite. Poichè questo attacco prematuro provocò l'arretramento dei Federali opposti a Longstrett e D .H.Hill, fu necessario ordinare l'avanzata delle loro divisioni; Hilllanciò la brigata di Ripley « in un attacco frontale contro il punto forse più forte dell'intero dispositivo nordista »,come scrive il generale Alexander, che aggiunge: « un attacco senza speranza come questo non s'era mai verificato .... i soldati vi furon o uccisi in tale quantità da richiamare l' idea di un vaso di zucchero invaso da uno sciame di mosche » (4t). Così il primo scontro della battaglia dei Sette Giorni si concluse in un tremendo smacco per Lee, il quale la stess,a sera inviò un messaggio urgente, con cui ordinava ad Huger « di tenere le posizioni per tutta la notte a costo di ricorrere al combattimento corpo a corpo con le baionette » (42). Essendo stato scoperto il piano, cominciò a temere che McClellan potesse far arretrare Porter a sud del Chickahominy da dove, con tutte le armate , potesse scagliarsi contro Magru der ed Huger, avanzare su Richmond ed isolare l'esercito sudista dalla capitale (43).
(<O) Scrive Longstreet; • Jackson si avvicinò, marciò in vicinanza del luogo degli scontri e senza peraltro attribuire al fatto sufficiente attenzione si accampò a Hundley's Corner • . (pag. 124). Page aggiunge che il 26 giugno la guida di Jack son perse l'orientamento pcrchè i Federali avevano tracciato una nuova strada. U nome della guida era Lincoln Sydoor ("Generai Lee, M an an d Soldier" di Thomas Nelson Page, 1911 - pag. 304). (' 1) Alexander, pagg. 119, 121. (") W.R . Vol. XIV , pag. 617 ( 41) Margruder nel suo rapporto a Lee datato 12 agosto 1862 scrive: • Se McCieUan avesse concentrato le sue prime forze e le avesse fatte avanzare in colonna contro un qualsiasi punto del nostro dispo~im·o.... per quanto le unità di testa potessero subire anche gravi perdite. avrebbe certamenle conseguito il successo. essendo in grado di conquistare le nostro posizioni intorno a Richmond •.
34
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MO!IIOO OCCIDENTALE
Che McClellan avesse dovuto farlo è fuor dubbio; ma come Swinton sostiene: « L'operazione era per la sua intrinseca audacia al di fuori della portata del genio metodico del comandante nordista » ( 44). Invece , avendo ricevuto un rapporto dal suo servizio segreto, secondo il quale Lee disponeva di 180000 uomini, decise di ritirarsi verso il James e stabilirvi una nuova base , dalla quale riimpostare le operazioni offensive. Per proteggere la propria ritirata avrebbe dovuto o far arretrare Porter a sud del Chickahominy oppure mandargli rinforzi. Non fece niente di tutto ciò ma, all'alba del 27 giugno, avendo saputo che Jackson s'era ricongiunto a Lee, ordinò a Porter di ritirarsi e presidiare le posizioni predisposte lungo la Boatswain's Swamp nelle vicinanze di Gaines's Mill ; ordine che fu eseguito con successo. Mentre Porter migliorava le sue nuove posizioni, Lee si portò a Walnut Grove Church, ad est di Mechanicsville, per incentrarvi A.P. Hill e Jackson, che non sentì di doversi scusare per la sosta a Hundley's Corner. Lee, convinto che la prossima battaglia sarebbe stata combattuta sul ruscello Powhite , che scorre immediatamente ad ovest di Boatswain's Swamp, illustrò il suo piano secondo il quale, mentre A.P. Hill sostenuto sulla destra da Longstreet investiva Powhite, Jackson e D. H. Hill avrebbero attaccato Porter sul retro. In altri termini, A.P. Hill e Longstreet dovevano spingere i Federali nelle braccia di D. H. Hill e Jackson. Come al solito gli ordini di Lee furono verbali. Alle due di pomeriggio la battaglia ebbe inizio con un furioso attacco di A.P. Hill, convinto che tutte le unità di Jackson si sarebbero mosse nello stesso momento. L'attacco fu respinto e Lee ordinò a Longstreet di venire avanti sulla destra. Si susseguì una serie di assalti, respinti uno dopo l'altro. Sebbene Lee spedisse messaggeri a Jackson incitandolo a muoversi, questi aveva nuovamente perso l'orientamento e come scrive Long, «esse ndo costretto a fare inversione di marcia per portarsi sulla via giusta, causò un ritardo di alcune ore, che mandarono in fumo l'azione del generale Lee e di fatto tutto il piano d'attacco » es) . Egli fece di più: rovinò tutto. Alle quattro del mattino Porter , che si era difeso valorosamente, fu rinforzato dalla divisione di Slocum (9.000 uomini), inquadrata nel corpo d'armata di Franklin. Alla fine , verso sera. Jackson arrivò in linea e Lee ordinò un attacco generale lungo tutto il fronte. Il centro, tenuto da Porter , fu sfondato e furono catturati 22 cannoni e 2.800 prigionieri fra i quali 1.200 feriti. Così Lee vinse la battaglia di Gaines's Mill, che gli costò circa 8.000 uomini tra morti e feriti, mentre
(") Swinton, pag. 147. (<)) Long .. pag. 172.
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO AMERICANO
35
•Old Cold Harbor
Clll•wlOA Cl T4y(t), O~Adlelt
SLOCUM
lt'";.,J./4)
Fig. 3: Battaglia di G aine's Mill , 26 giugno 1862
il suo avversario, rinforzato da due brigate del corpo d'armata di Summer, effettuò una ordinata ritirata. « Brevemente: si può dire di questa battaglia - scrive Alexander- che fu lasciata nelle mani dei comandanti di divisione fino a quando era Oirmai persa. Solo all'ultimo momento si impose la volontà e si fece sentire la mano del comandante in capo. Ma se quel mattino la marcia di Jackson fosse stata eseguita con quella velocità che gli era abituale in tali occasioni e fossero state scagliate, durante l'azione di A.P. Hill, tutte le sue forze contro l'ala destra di McClellan , ne sarebbe venuta fuori quasi certamente una facile vittoria » ( 46 ).
(~)Alexander, pag. 132.
36
LE BATTAGLIE DECISlVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Quella notte, mentre Porter si ritirava ordinatamente a sud del Chickahominy, i comandanti di corpo d'armata sudisti furono informati dell'intenzione di McClellan di ritirarsi a Harion's Landing sul fiume James. I ponti sul Chickahominy furono quindi distrutti (41). L'impiego errato della cavalleria di Lee, più che la distruzione dei ponti, rallentò l'avanzata. Stuart, invece di essere inviato ad operare sulla destra di McClellan, ricevette l'ordine di cooperare con la divisione di Ewell, incaricata di organizzare un'azione contro la ferrovia dello York River, da dove Jackson aveva già fatto sloggiare i Federali. « Così -scrive sir Frederick Maurice- si privò dei propri occhi ». ( 48 ). Non fu prima del30 giugno che Stuart ricevette l'ordine di riattraversare il Chickahominy, con il risultato che arrivò troppo tardi per prendere parte alla fase fin ale della battaglia dei Sette Giorni. Lee, senza la sua cavalleria, non fu mai in grado di accertare o di sapere se McClellan si stava ritirando verso Fort Monroe o verso lo James. Nel frattempo , l'armata di McClellan era fortemente impegnata tra il Chickahominy e la Whitc Oak Swamp a costruire due ponti sul ruscello White Oak Swamp. Non appena il primo fu ultimato, fu attraversato dal IV corpo d'armata di Keyes, che doveva prendere posizione a sud in modo di bloccare le strade di Charles City, New Market e Quaker. Quindi transitò l'artiglieria di riserva seguita, nelle prime ore del 29 giugno, da una mandria di 2.500 capi e dal supporto logistico (3.600 carri e 700 ambulanze). L' intero convoglio fu al sicuro dall'altra parte entro il pomeriggio. . Lo stesso giorno McClellan inviò a Stantoo uno dei più straordinari messaggi che siano stati mai compilati. Si concludeva con queste parole: « Le dico chiaramente che, se riesco a mettere in salvo l'esercito, non debbo ringraziare nè lei nè nessun'altra persona a Washington. Avete fatto di tutto per portarlo alla rovina » ( 49). Soltanto poco dopo l'alba del 29 giugno Lee venne a conoscenza del fatto che McCiellan si stava ritirando verso il James. La qual cosa elevò le sue condizioni di spirito e lo fece esclamare: « Quale occasione più favorevole può mai capitare ad un soldato di quella di attaccare il proprio nemico mentre è in ritirata e mentre si accinge, per giunta, a cambiare base d'operazioni? » (SO). Quindi emanò gli ordini che ritenne appropriati, per distruggere com-
("') Questi ponti erano: Foot Bridge, Duane's Bridge, Woodbury lnfamry Bridge, Woodbury and Alcxander Bridge e Surnmer's Uppcr (o Grapevine) Bridge. l ponti della ferrovia cd il Bottom's Bridge furono bruciati la mattina del 28 giugno (W.R., Voi.XJI, pag. 118 e Vol. XIII . pagg. 192 e 200). (<~~~) " Robert E. Lee the Soldier··, di sir Fredcrick Maurice (1925). pag. 115. ( 49) "McCiellan Own Story", pagg. 424-425 . ("') Freeman, Vol. Il . pag. 166.
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO AMERICANO
37
pletamente le armate nemiche (come al solito anche questi verbali): EweU doveva rimanere a Bottom's Bridge e passare agli ordini di Jackson; Stuart doveva sorvegliare i passaggi meridionali sul Chickahominy, mentre Jackson doveva ricostruire il ponte Grapevirre e attaccare, quanto prima, le retrovie del nemico; contemporaneamente Magruder doveva avanzare lungo la strada di Williamsburg e Huger lungo quella di Charles City ed attaccare il fianco destro; Longstreet e A.P. Hill dovevano attraversare il Chickahominy a New Bridge, trafilare a tergo di Magruder e Huger, raggiungere la strada di Darbytown e bloccare le unità di testa nordiste sul James. Di nuovo l'azione si basava su Jackson che, con D.H.Hill ed Ewell ai suoi ordini, disponeva di 25.000 uomini e quindi della colonna più numerosa. Dopo aver emanato i suoi ordini verbali, Lee si recò prima da Magruder e poi da Huger, col quale rimase. Da quel momento perse il controllo dello sfruttamento del successo , poichè i suoi comandanti subordirrati non cooperarono per niente tra Loro , nè comunicarono col comando superiore . Il risultato fu una completa confusione. Tanto per cominciare, Magruder erroneamente ritenne che Huger avesse ricevuto l'ordine di operare lungo la strada di Williarnsburg e di sostenere la sua azione; convintosi, per giunta, di aver di fronte un nemico di gran lunga superiore, chiese rinforzi a Lee, il quale decise di inviargli le due brigate in riserva della divisione Huger, che fu autorizzato a riprenderle sotto il suo comando una volta che si fosse convinto che il rinforzo non fosse necessario. In tal caso Huger doveva spingere in avanti l'intera divisione. Poichè Huger decise che Magruder non aveva bisogno delle due brigate , queste ultime furono richiamate, con il risultato che l'intera azione ebbe un ritardo tale che furono percorsi, quel giorno, meno di 10 Km. Nel frattempo Magruder aspettava che Huger si schierasse sulla sua destra e Jackson sulla sua sinistra. Quando disperò di veder giungere Huger, si mise in contatto con Jackson attraverso il generale D.R. Jones, che comandava una delle sue brigate. Apprese così che Jackson non poteva venirgli in aiuto poichè aveva« altre cose più importanti da fare ». Magruder quindi attaccò la retroguardia nordista e la costrinse a ripiegare su Savage Station, che si trovava lungo la direzione d'attacco di Jackson. Quando la sera tardi Lee venne a conoscenza di ciò, scrisse a Magruder: « Apprendo dal maggiore Taylor che Lei ha l'impressione che il generale Jackson abbia avuto l'ordine di non sostenere la sua azione. Al contrario , gli è stato ordinato di aiutarla in ogni caso e di effettuare l'inseguimento con tutto il vigore possibile » ( 51 ).
(~ 1 )
W.R. Vol. XIII, pag. p[)l.
38
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Percbè Jackson non si attenne a questi ordini e quali erano le altre cose importanti da fare ? Sono state avanzate molte ipotesi , delle quali la più probabile è quella che siccome il 29 gi ugno era domenica e , come scrive il generale Alexander « Jackson era un rigoroso osservante, la maggior parte delle sue unità siano rimaste accampate per l'intera giornata fino a dopo mezzanotte. Quindi si misero in movimento verso le due e trenta del lunedì >> ( 52). Tutte queste incomprensioni e la devozione di Jackson consentirono a McClellan di sottrarre il grosso delle sue forze all'azione nemica e di farle ritirare, tra il 28 e il 29 giugno, al di là della palude, mentre Longstreet ed Hill , che erano avanzati per più di 20 km. lungo la strada di Darbytown fino ad Atlee's Farm (a sud della Baptist Cburch), furono lasciati senza direttive nè ordini e con il generale T.H.N. Holmes ed i suoi 6.000 uomini , che si erano portati giù per la strada di New Market , sul loro fianco destro. Quella notte Lee emanò gli ordini per il giorno seguente: l. Holmes doveva avanzare lungo la strada di New Market ed occupare una forte posizione difensiva sulle alture di New Market in prossimità dell'intersezione della strada di New Market con quella di Long Bridge; 2. Magruder doveva ritirarsi da Savage Station , portarsi per la via più breve sulla stada di Darbytown ed assumere la funzione di riserva generale; 3. Longstreet e A. P. Hill dovevano continuare il loro movimento giù per la strada di Darbytown fino a quella di Long Bridge ed attaccare iFederali nQn appena stabilito il contatto; 4. Huger doveva muovere lungo la strada di Charles City ed aprire il fuoco con l'artiglieria non appena giunto a distanza d'impiego; 5. Jackson, insieme con Whiting e D.H. Hill, doveva marciare verso il ponte di White Oak Swamp, attraversarlo ed attaccare il nemico alle spalle; 6. Stuart , come già per l'ordine precedente, doveva seguire e tenersi in misura di fornire il suo apporto sulla base della situazione (53). L'apertura del fuoco da parte delle artiglierie di Huger costituiva l'inizio ed il segnale per l'avanzata generale. Il giorno seguente, di buon mattino, Lee si diresse a Savage Station , dove incontrò Jackson , che a sua volta aveva raggiunto Magruder alle 3.30 di notte . A proposito Robert Stiles riporta: « I due generali si scambiarono calorosi saluti ... Stavano l'uno di fronte all 'altro .... Jackson cominciò a parlare con voce nervosa e con impeto, mentre tracciava sul terreno dei segni con la punta del piede de-
( 52)
Alexander. pag. 136.
(Sl) Freeman, Vol. II , pagg. 177-178.
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO AMERICANO
39
stro. Tirò due lati di un triangolo con velocità e precisione; quindi partendo dalla fine della seconda linea, cominciò a tracciarne una terza verso la prima. Quest'ultima fu tracciata lentamente e con esitazione, spostando Io sguardo dal disegno al viso di Lee e viceversa e parlando più sommessamente; quando alla fine la terza linea fu tracciata ed il triangolo fu completato , alzò il piede, Io battè con forza e disse: - Lo abbiamo in pugno- e ordinò che gli fosse portato il cavallo » ( 54). Quindi Lee si rivolse a Magruder, al quale illustrò gli ordini. Si mosse e raggiunse Longstreet, le cui unità più avanzate stavano per raggiungere l'incrocio con la strada di Long Bridge. Verso mezzogiorno il nemico fu segnalato sulla strada di Willis Church. La divisione Longstreet assunse lo schieramento per la battaglia e subito dopo iniziarono le scaramucce con gli elementi avanzati del corpo d'armata di Heintzelman. Alle due e trenta del pomeriggio sì udirono colpi d'artiglieria in direzione della divisione Huger, che furono considerati da tutti il segnale d'inizio della battaglia. Quando essi cessarono verso le 15, le brigate avanzate di Longstreet avevano ormai ingaggiato il combattimento con le truppe federali. Contemporaneamente Lee ricevette un rapporto da Holmes - in quel momento in movimento lungo la strada di New Market- col quale gli segnalava che si potevano vedere sulla collina di Malvern colonne nemiche in ritirata verso sud e che, se ciò era vero, significava che McClellan era quasi riuscito a sottrarsi alla trappola. Per verificarlo, Lee spinse il cavallo al galoppo lungo la strada di Long Bridge e, quando arrivò all'incrocio con la New Market , appurò che l'informazione era esatta. Mentre Lee era via, Longstreet ordinò a Magruder di muovere in aiuto di Holmes, ma quando il comandante in capo fece rientro modificò l'ordine, facendolo tornare indietro per rinforzare lo stesso Longstreet, dal momento che Huger e Jackson non avevano ancora aperto il fuoco. Allora Lee vide chiaramente che, se Longstreet e A.P. Hille avessero ancora esitato, il nemico si sarebbe sottratto alla manovra. Ordinò pertanto alle 17 che avanzassero tra i boschi e le radure intorno a Glendale e Frayser's Farm , località da cui prese il nome la battaglia nota anche come battaglia di Nelson's Farm. L'attacco non risultò coordinato, ma fu un insieme di azioni non collegate. La brigata di testa di Longstreet attraversò i boschi e le radure con tale impeto da lasciare indietro i reparti che ne dovevano sostenere l'azione e sebbene la divisione McCall , che costituiva il centro del dispositivo nordista, fosse costretta a retrocedere, le divisioni Hooker e Kearney del corpo d'armata Heintzelman mantennero le posizioni laterali. Queste divisioni, con il concorso della divisione Sedgwick e di altre unità non impe-
C'') Robert Stiles, pagg. 89-99.
40
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
gnate per l'inattività di Huger e Jackson , impedirono a Longstreet ed Hill di raggiungere la strada di Quaker, lungo la quale i reparti logistici nordisti muovevano diretti a Malvern Hill. L'attacco conseguì poco o quasi niente oltre la cattura di 14 cannoni e alcune centinaia di prigionieri. Nel frattempo Huger, in ottemperanza agli ordini ricevuti , si era messo in movimento lungo la strada di Charles City ed avanzava con estrema cautela perchè temeva di rimanere con il fianco sinistro scoperto, fino a quando Jackson non avesse iniziato la propria azione. Trovata la strada ostruita da alberi abbattuti, si accingeva a liberarla dagli ostacoli quando si rese conto che sul suo fronte operavano unità distaccate delle d ivisioni Slocum e Sedgwick, contro le quali fece intervenire l'artiglieria, per battere gli elementi che gli ritardavano il movimento. Invece di abbandonare la rotabile e muovere fuori strada tra gli alberi, continuò ad avanzare lungo la via e a rimuovere gli alberi che il nemico abbatteva in numero per lo meno pari a quello che i suoi uomini riuscivano a sgombrare. Così non riuscì a percorrere più di tre chilometri prima che cadesse l'oscurità, né si preoccupò di mandare qualche messaggio a Lee, il quale a sua volta si guardò bene di chiedere notizie della situazione. Contemporaneamente Jackson, con la divisione Ewell in supporto, sprecò tanto tempo nel recupero di fucili ed equipaggiamenti a bbandonati dal nemico che impiegò fino a mezzogiorno per percorre i 10 km . che lo separavano dal ruscello White Oak Swamp, dove trovò il ponte distrutto e una batteria nordistadi Franklin- che aprì il fuoco contro la parte meridio nale del suo schieramento. A questo punto si verificò il più strano avvenimento di tutta la campagna. Potrebbe essere comprensibile che il rispetto fanatico di Jackson per il Sabbath possa avere comportato l'inattività del 22 e 29 giugno, ma non si spiega il suo comportamento del lunedì 30 giugno, a meno che non si pensi che stesse recuperando qualche domenica in cui non avesse rispettato le leggi del suo credo. Ancora una volta Jackson rimase fermo . Sebbene il ponte fosse saltato , il ruscello era largo mediamente dai tre ai cinque metri. Immediatamente a nord del ponte c'erano quattro guadi Chapman, Jourdain , Fisher e Brackett- e a sud quello di Carter. Il 2° Virginia cavalleria del colonnello Mumford passò al di là del corso d'acqua senza difficoltà alcuna, così come fece il generale Hampton il quale, tornato indietro chiese ed ottenne da Jackson il permesso di costruire un ponte per l'attraversament<? delle fante rie, che fu realizzato in pochi minuti. Su quanto avvenne dopo, Hampton scrive: « Al mio ritorno sulla sponda del fiume occupata da noi , trovai il generale Jackson seduto su un pino abbattuto lungo il bordo della strada che portava al guado; sedetti anch'io sul tronco dell'albero, misi al corrente il generale del fatto che il ponte era stato completato e lo aggiornai sulle posizioni nemiche. Egli abbassò il cappello sugli occhi , che d'altra parte erano chiusi e, dopo avermi ascoltato
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO AMERICANO
41
per pochi minuti, si alzò senza profferire parola... .. il mattino seguente Franklin con il resto delle truppe federali erano concentrati sulla collina di Malvern .... credo che, se Franklin avesse potuto essere annientato a White Oak, l'esercito federale avrebbe potuto essere distrutto » ( 55) . Dabney, che in quel momento era con Jackson, attribuisce quest'inattività alla « mancanza di riposo » e al « peso di gigantesche preoccupazioni )); scrive: « Addormentatosi per l'eccessiva fatica mentre mangiava la minestra, si riebbe e disse: "È ora, signori, di andare a letto e di alzarsi domani all'alba per vedere se domani possiamo fare qualcosa!". Comunque trovò il tempo, nonostante le fatiche della giornata, di scrivere alla signora Jackson, con un cuore pieno di pietà, di struggimento e di apprensione per la felicità familiare >) (56). Durante la sera e la notte le forze nordiste, che si erano concentrate a Frayser's Farm , si ritirarono in buon ordine e di iniziativa sulla collina di Malvern, senza ricevere ordini di McClellan che, il 29 giugno, dopo aver dato disposizioni ai suoi comandanti di corpo d'armata, lasciò la battaglia nelle loro mani e si spostò a Malvern Hill per organizzare la difesa. Bene scrive Ropes: « Se la sua armata fosse stata battuta quel giorno, McClellan sarebbe stato destituito e giustamente. Che i comandanti di corpo d'armata, per quanto cooperassero tra loro cordialmente ed efficacemente, agissero quel giorno di propria iniziativa e senza una testa che li coordinasse è evidenziato dal fatto che, di notte, Franklin (come egli stesso sostiene) si assunse la responsabilità di spostarsi sul fiume James » ( 57). Così si concluse la battaglia di Frayser's Farm che, secondo Freeman, « fu una delle grandi occasioni perdute nella storia dei Confederati >>. Alexander scrive dal canto suo: ~< Ho spesso pensato che Lee, rivedendo in retrospettiva la guerra, abbia dovuto considerare che nessun giorno, in quattro anni , sia stato più sfortunato di quel30 giugno 1862. Fu, senza dubbio, l'opportunità della sua vita, perchè la Confederazione era in condizioni splendide, disponeva di un numero di uomini che non aveva prima e non avrebbe più avuto ed in nessun altro periodo il morale o l'effetto di una vittoria avrebbe potuto essere più grande che in quella occasione » (58). Presto nella mattinata del 1° luglio, la divisione Magruder arrivò a Frayser's Farm, sostituì subito le esauste unità di Longstreet e Hill e si mise in contatto con J ackson , cb e alla fine aveva attraversato il Wbite Oak
(55) Alexandcr. pagg. 150-151. Si veda anche "Battles and Leaders", Vol. II pag. 381 e "Papers of Colone! Charles Marshall", pagg. 110-112 . (56) Dabney, pag. 467. (57) Ropes, Vol. li, pag. 199. (SII) Alexander , pag. 155.
42
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDE:-JTALE
Swamp. Lee emanò quindi gli ordini per la continuazione dell'inseguiment o. Jackson doveva muovere lungo la strada di Willis Church e Magruder su quella di Quaker (59), mentre le brigate di Mahone e Ransome di Huger dovevano seguire Jackson. Armistead e Wright dovevano avanzare verso sud lungo la rotabile che dalla strada di Charles City, attraverso la Long Bridge, portava alla Malvem HiU. Le divisioni di Longstreet e A .P. Hill dovevano rimanere in riserva e Holmes doveva sostare, intanto, sulla strada di New Market. Lee, come al solito, lasciò l'esecuzione del piano ai suoi comandanti di divisione. Nel frattempo McCiellan aveva riunito la sua intera armata su Malvero Hill, una posizione intrinsecamente forte,che era stata accuratamente ricognita da Fitz-John Porter. Era un pianoro lungo quasi 2.500 metri da nord a sud e largo poco più di un chilometro, delimitato a sud daJ ruscello Turkey Island Creek, protetto a nord-est e ad est dal corso d'acqua · noto col nome di Western Run; era circondato, come dice Lee, da un terreno rotto e fittamente boscoso e da una palude attraversata da pochi sentieri per giunta molto difficili. Secondo McClellan, il suo schieramento era il seguente: « Il corpo d'armata di Porter tenne la posizione di sinistra (la divisione Sykes sulla sinistra e quella di Morell sulla destra) .... La divisione Couch era dislocata sulla destra di Porter; subito dopo venivano Kearney c Hooker; quindi Sedgwick e Richardson; di seguito Smith e Slocum ; infine il resto del corpo d'armata di Keyes fino al fiume. Una brigata di Porter era stata distaccata sulla sinistra ai piedi della collina a protezione del fianco per contrastare azioni provenienti dalla strada di Richmond » ( 60). Dopo aver emanato gli ordini, Lee si portò nelle linee avanzate per esaminare le posizioni nemiche e scoprì che l'artiglieria nemica era disposta a « mezzaluna da nord a nord-est » con la fanteria schierata immediatamente a tergo. Dopo un esame dettagliato, fece ritorno al comando e sposò la tesi di Longstreet, la quale prevedeva di attaccare con l'appoggio della artiglieria, il cui inizio dell'azione di fuoco avrebbe dovuto coincidere con il « grido di battaglia » emesso dalla brigata di Armistead. Quest'ordine fu emanato alle 13.30. Dopo alcuni ritardi , l'artiglieria iniziò l'azione, che si rivelò di scarsa efficacia, e fu subito contrastata dal fuoco a massa dei cannoni nordisti. « Questa artiglieria- scrive AJexander- fu così inefficace da far rientra-
(") W.R . Vol. XJO, pag. 607. Ouaker e la Willis Church erano sulla stessa strada; Lee credette che si trattasse di due strade distinte. ( 00) ··McCteUan's Own Story" pag. 434.
LA RIVOLUZIOI':E INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO AMERICANO
...
........ .....
...
~ :'
.·
\':,. ...
' ,:.....
(\
~
~\•
~'?.:
•l• •l• •l• •l• .,.
_
• Q,.J~>i,~,-ç.... <1<1 4"<H. PtHrro-? "-·· --'...--...
J.y,.,. •.,, ,,. ~~ttWl
N
• t-
o
~
~
;=1-- -- - 1 - - - -1
Fig. 4: Battaglia di Maivem Hill. l luglio 1862
t
43
44
LE BATTAGLIE DECISJVI! DEL MONDO OCCIDENTALE
re ogni velleità di attacco c costrinse Lee a decidere definitivamente di non effettuare l'azjone alle 15. Del provvedimento fu informato il solo Longstreet c non gli altri generali, dal momento che fu ritenuto che non ve ne fosse alcuna necessità evidente » ( 61). Subito dopo Lee, presa la decisione di effetture una manovra aggirante, si portò verso est per trovare un punto favorevole per J'azjonc. Dopo una veloce ricognizione definì la direzione e l'obiettivo d'attacco; stava per emanare gli ordini , quando ricevette un aggiornamento della situazione, secondo il quale i Federali avevano iniziato a ritirarsi. Magrudcr stava arrivando sulla destra ed Armistead aveva ricacciato indietro il nemico. Abbandonò quindi l'idea di colpire McCiellan sul fianco ed incaricò il capitano Dickinson, aiutante di campo di Magruder, di portare il seguente ordine al suo comandante:« ll generale Lee ordina di accelerare il movimento, di schierare tutte le truppe sulla fronte e di sfruttare il successo al seguito di Armistead, dal momento che il nemico ha iniziato ad abbandonare l'altura » (62). Magruder era arrivato sulla destra dello schieramento nordista intorno alle 16 ed aveva iniziato ad esaminare il terreno dell'azjone, quando ricevette il suddetto ordine; prima che potesse completare la ricognizione ri cevette con ritardo l'ordine per l'azione precedente delle 13.30 (quella rientrata). Convinto che quest'ultimo fosse quello da mettere in pratica ( 63 ) ed ignaro di quanto fosse accaduto alle 16.45, iniziò l'attacco contro Crew House Hill , contrastato da un micidialissimo fuoco d'artiglieria. « Non ho mai visto niente di più eroico e grandioso dell 'avanzata delle nove brigate agli ordini di Magruder - scrive D .H . Hill . Sfortunatamente esse non si mossero insieme e furono battute l' una dopo l'altra. Non appena, superato il bosco, ognuna di esse si stagliava nella radura , veniva battuta da 50 o 100 cannoni , che aprivano varchi paurosi nei suoi ranghi; ma quegli eroi insistettero nell'avanzata fino a portarsi a breve distanza dalle bocche da fuoco , dove venivano annientati dalle riserve, alle cui azioni sfuggivano solo pochissime squadre. Molti di loro dovevano percorrere più di 800 metri allo scoperto, battuti frontalmente dal fuoco dell'artiglieria terrestre e da quello ancora più micidiale delle grosse bocche da fuoco delle navi. Non fu guerra , fu un macello, un assassinio » ( 64 ). Ancora . DH. Hill udl urla sulla sua destra seguite dal cre pitare dei fucili e, pensando che fosse il segnale per l'inizio dell'attacco- non era stato avvertito che l'azione e ra stata annullata- ordinò alla sua divisione di
61 ( ) Alexander, pagg. 160-161. Vds anche Freeman, Vol. Il pag. 209. Il framrnishiamento delle unità confederate nel piano mostra chiaramente questa confusione. (62) W.R. , Vol. Xlii pagg. 677-678. ("') lbid., Vol. Xlii. pag. 669. ( 64) "Battles and Leaders~ . Vol. Il. pag. 394.
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO AMERICANO
45
avanzare. Andò incontro a llo stesso fuoco massiccio c micidiale d'artiglieria. Magruder chiese rinforzi a Longstreet e D.H. Hill a Jackson e, così, sempre più uomini furono immessi in quell'inferno, fino a che l'oscurità non mise fine alla carneficina (65). Lee aveva fallito. Cavalcò tra i bivacchi del resto della sua armata alla ricerca di Magruder. « Generale Magruder - chiese- Perchè mai avete attaccato? » « In ottemperanza ai vostri ordini , che sono stati per giunta confermati » rispose senza esitazione Ma gru der. « Lee non rispose, perchè non c'era altro da aggiungere » ( 66). Quella notte Stuart tornò da Chickahominy. II 2 luglio McCiellan , invece di contrattaccare Lee, come Porter, Hunt e Summer consigliavano, decise di continuare la sua ritirata verso Harrison's Landing e spostò, sotto una pioggia torrenziale, la sua base d'operazioni dal Pamunkey al J a mes. Nel frattempo, Lee aveva mandato Stuart e la sua cavalleria all'inseguimento ed aveva ordinato a Jackson (senza D . H. Hill) , Longstreet e ad A.P. Hill di muovere verso sud, mentre il resto dell'armata, ad eccezione di Holmes che fu rispedito indietro a Drewry's Bluff, rimaneva a Malvern Hill. Quel 2 luglio avanzarono per soli 3-4 chilometri. II giorno seguente, Lee ricevette un messaggio da Stuart, il quale lo informava di aver raggiunto Harrison's Landing e di aver scoperto che esso era dominato dal vasto altopiano di Evelington Heights, non occupato nè presidiato da nessuno. Inviato il dispaccio, Stuart, famoso più per la sua foga che per la sua intelligenza, diede il tocco finale alla follia, alla stravaganza e all'insipienza che avevano caratterizzato la campagna. Invece di evitare Evelington Heigbts, in modo da non attirare l'attenzione di McClellan sulla loro importanza , mandò avanti pochi cavalieri con un solo pezzo d'artiglieria e per di più pochissime munizioni, ed apri il fuoco sul sottostante campo nemico, con il risultato che McCleUan subito occupò l'altura in forze. Il 3 luglio, Longstreet sbagliò strada e Jackson percorse solo 5 km. Il giorno seguente, Lee si portò in avanti e trovò il suo esercito schierato in ordine di battaglia, pronto ad iniziare l'azione per la conquista dell'altopiano di Evelington; una rapida ricognizione rivelò che esso era saldamente in mano nemica e non esistevano le condizioni per sperare di sferrare con successo un attacco. Il 7 luglio emanò un ordine del
(65) Riguardo al caos imperante, vds , M. H.S.M. , Vol. l pagg. 266-267. (66) Freeman, Vol. Il , pag. 2 18.
46
LE BAITAGUE DECISfVE DEL MONDO OCCIDE:-ITALE
giorno, nel quale ringraziava tutto l'esercito , che due gio rni dopo ripiegava su Richmond. Il prezzo pagato nei sette giorni susseguenti al25 giugno fu veramente alto per ambedue i contendenti . Lee perse 19.739 tra morti e feriti e McCiellan 9.796, ai quali vanno aggiunti 6.053 dispersi. (67). Così ebbe termine quella che fu probabilmente la più interessante ed istruttiva campagna dell'intera guerra. t quasi certo che McCiellan avrebbe potuto occupare Richmond , nonostante la sottrazione delle forze di McDowell , come è quasi vero, nei limiti consentiti delle ipotesi, che Lee avrebbe potuto sopraffare l'armata de l Potomac se Jackson in quei sette giorni avesse avuto quella grinta e quella padronanza dimostrate in seguito. Che ambedue gli uomini abbiano fallito nel conseguire gli scopi desiderati e gli obiettivi programmati è da attribuire solamente alla loro condotta, perchè le truppe combatterono con immenso valore. McClellan , per quanto ottimo ufficiale di stato maggiore, era un indeciso e Lee, sebbene fosse un comandante audace, si rivelò un pessimo organizzatore. Questo biasimo per Lee può essere avvalorato da quanto sostengono due generali confederati. D .H . Hill scrive: « Durante tutta la campagna noi attaccammo proprio quando e dove il nemico voleva che lo facessimo. Ciò fu dovuto alla nostra scarsa conoscenza del terreno e alla mancanza di ricognizioni del campo di battaglia » (68). Il generale Richard Taylor recita: « In verità, si può asserire che da Cold Harbor a Malvern Hill fu un susseguirsi continuo di equivoci grossolani e di errori enormi . l comandanti confederati avevano le stesse nozioni del terreno sul quale operavano che d ell'Africa Centrale » ( 69). Sebbene Lee faccia menzione della « mancata conoscenza della zona » nei suoi rapporti e per quanto avesse fatto uso, durante la campagna, di schizzi approntati da un ragazzo di dieci anni , non sembra che abbia mai capito che era sua precisa responsabilità preccuparsi di organizzare un efficace servizio informazioni ed un reparto responsabile dei rilievi topografici. Tuttavia , nonostante le manchevolezze denunciate dai due comandanti in capo ed i limiti evidenziati dalle loro truppe, certamente costituite da dilettanti e non da professionisti , l'errore più grossolano non è
("') "Numbers and Losscs in the Civil War in America, 1861-65'' (1901) di Thomas L. Livermorc, pag. 86. (~) "Batti es an d Leaders'". Vol. Il pag. 395. ( 69) "Oestruction and Reconstruction", pag. 107·108. Jefferson Oavis scrive:« ... non disponiamo di carte topografichc della zona nella quale operiam o: i nostri generali non conoscono le strade e le loro guide poco di più delle strade che portano dalle loro case a Richmond ,. ("The Rise and Fall of the Confederate Govemment'", (1881) Vol. li, pag. 142).
LA RIVOLUZIONE INDUSTRJALE E LA NASCITA DELL'JMPERIALISMO AMERICANO
47
da attribuire a loro , ma al generale Henry Wagner Halleck, che a Washington aveva sostituito Stanton nella direzione delle operazionj. Quando, ad Harrison's Landing, McClellan chiese il permesso di riprendere l'avanzata su Richmond - per inciso la stessa operazione con la quale nel1865 il generale Gran t pose fine alla guerra- Halleck rifiutò l'autorizzazione. Di conseguenza il 3 agosto, contro il parere del suo comandante, l'armata del Potomac, non ancora battuta ed in possesso di tutta la sua capacità operativa, fu costretta dalla miopia militare di un generale pedante e di scarsa apertura mentale ad abbandonare la campagna. L'importanza della battaglja dei Sette Giorni sta in quello che non riuscì a conseguire. Avesse McCiellan perduto la sua armata - cosa che non accadde grazie agli errori madornali dell'esercito sudista - sarebbe stato certamente possibile che, per lo meno temporaneamente, ne seguisse la disfatta dell'Unione; se avesse Lee perduto il suo esercito e con esso Richmond - cosa che non si verificò per la miopia dei Federali - come sostengono due storici americani « gli orrori della ricostruzione non si sarebbero verificati, la schiavitù non sarebbe stata abolita con la violenza, la società sudista non sarebbe stata distrutta ed il Sud avrebbe avuto una certa voce in capitolo su qualsiasi decisione sull'emancipazione presa in seguito » (1°) . In conclusione, l 'importanza politica di questa prima battaglia della Guerra Civile sta nel fatto che, invece di accorciarlo, prolungò il conflitto di quasi tre anni e condizionò sostanzialmente quanto accadde dopo.
(11>) "The Growth of the America n Republic .. , di Samuel Elio t Morison ed Henry Steele Commager (1942), Vol. l , pag. 686.
l
i
CAPITOLO II
La guerra civile americana continua, 1862-1863
l . Quadro storico Durante i 12 mesi che seguirono iJ fallimento di McClellan nell'occupare Richmond furono combattute cinque battaglie nel settore orientale, ma nessuna fu decisiva. La prima fu la seconda battaglia di Manassas o di Bull Run (29-30 agosto 1862), nella quale i Federali, al comando del generale John Pope, ebbero la peggio. Dopo un mese Lee fu respinto da McClellan nella battaglia di Sharpsburg o Antietam (17 settembre 1862). Seguì la battaglia di Fredericksburg (13 dicembre 1862), nella quale l'attacco condotto dal generale Ambrose E. Burnside fu annullato da Lee. Ebbe luogo quindi la battaglia di Chancellorsville (1-4 maggio 1863), dove Lee accerchiò il generale Joseph Hooker, mandando in fumo i suoi piani. Fu combattuta, infine, la battaglia di Gettysburg (1-3 luglio 1863) nella quale Lee fu respinto dal generale George T. Meade. Tutte queste battaglie furono impostate su una strategia sbagliata. Ambedue i contendenti furono così ossessionati dalla idea di conquistare la capitale avversaria, ritenuta la via più breve ed il modo più veloce per sconfiggere il nemico , che considerarono il Potomac o il James e non l'area Chattanooga-Atlanta, iJ centro di gravità delle operazioni. Come già sottolineato, se quella zona fosse stata occupata dai Federali, la Confederazione sarebbe stata tagliata logisticamente in due ed il settore nordorientale avrebbe potuto subire un attacco su due fronti; finchè era tenuta dai sudisti, anche con la perdita di Richmond, la guerra avrebbe potuto durare indefinitamente. Con le cinque battaglie, invece, fu conseguito solo un reciproco logoramento, che si risolse in un vantaggio per i nordisti , che potevano meglio far fronte alle perdite. Mentre la guerra si combatteva nello scacchiere orientale, nell'ovest, più per le circostanze che per calcolo, l'importanza rivestita dal« centro di
50
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
gravità strategico » prendeva sempre maggior consistenza nelle considerazioni di un oscuro ufficiale: Ulysses G. G ran t ( 1822-1885). Dopo essersi fatto onore nella prima guerra messicana , Grant era stato costretto a lasciare l'esercito per ubriachezza; allo scoppio della guerra civile fu nominato comandante del 21 o reggimento di fanteria « Illinois » ed il 4 settembre 1861- era stato promosso nel frattempo generale di brigata - aveva stabilito il suo comando a Cairo , cittadina di importanza strategica perchè da essa si dipartivano le vie fluviali verso Vicksburg, New Orleans, Louisville, Pittsburg, NashviUe e Chattanooga. Per bloccarle i sudisti avevano realizzato consistenti lavori di rafforzamento sul Mississippi ed avevano costruito Fort Henry sul fiume Tennessee e Fort DoneJ: son sul fiume Cumberland, ad est dei quali avevano schierato forze sotto il comando de l generale Albert Sidney Johnston , con l'ordine di spingersi nel Kentucky meridionale. Grant capì l'importanza di Paducah sul fiume Ohio, che occupò il 5 settembre. Due mesi più tardi il generale Henry Wagner H alleck ed il generale Don Carlos Buell assunsero rispettivamente il comando dei dipartimenti del Missouri e dell'Ohio. Per separare le forze sudiste operanti nel Missouri da quelle impegnate nel Kentucky, Grant ottenne l'autorizzazione ad attaccare Fort Henry e Fort Donelson, che conquistò rispettivamente il 6 ed il 16 febbraio 1862. Questi successi ebbero grande importanza strategica, perchè costrinsero i sudisti a ritirarsi precipitosamente verso i porti d'imbarco, aprirono la strada verso Yicksburg e privarono , avendo occupato il Kentucky ed aperta la strada all'invasione del Tennessee , la Confederazione di 175.000 reclute potenziali. Nel frattempo , Johnston si era ritirato verso Corin th , mentre il 24 febbraio Buell occupava Nashville e suggeriva di condurre un'azione contro la linea ferroviaria Memphis-Charleston. H alleck sposò l'idea e affidò, essendo geloso di Grant, la spedizi one al generale C.G. Smith. Subito dopo H alleck ottenne il comando di tutte le forze federali nell'ovest e , poichè questo provvedimento poneva Buell ai suoi ordini , decise di muovere con tutte e due le armate contro Corinth. Contemporaneamente Smith stabiliva il suo quartier generale a Savannah e Gran t - tenuto nuovamente nella dovuta considerazione- sostituì Halleck , con il vincolo di rimanere sulla difensiva fino all'arrivo di Buell , che si trovava ancora a Columbia . Appena assunto il comando, Grant concentrò tutta l'armata nei pressi degli approdi di Pittsburg e Crump , nei pressi di Shiloh, ed attese che giungesse Buell, il quale aveva comunicato che contava di essere a Savannah prima del 5 aprile. Intanto Johnston , che era stato rinforzato dalla divisione del generale Beauregard e dalla divisione del generale Braxton Bragg, decise, alla testa dei suoi 45.000 uomini, di attaccare Grant prima che fosse raggiunto dalle unità di Buell. Il risultato fu la sanguinosa battaglia di Shiloh del6-7 aprile
LA GUERRA CIVILE AMERICANA CONTINUA, 1862-1863
51
nella quale, dopo un successo iniziale, Johnston fu messo in rotta. L'll aprile Halleck assunse direttamente il comando delle operazioni ed occupò Corinth il 30 maggio. U 10 giugno Buell iniziò il movimento diretto a Chattannoga e il giorno seguente Halleck fu richiamato a Washington e nominato comandante in capo di tutte le forze terrestri dell'Unione. li 30 luglio Grant, diventato comandante nel frattempo del Dipartimento del Tennessee occidentale, chiese ad Halleck il permesso di avanzare contro Van Dorn, schierato ad Holly Springs e Grand Junction, senza ricevere l'autorizzazione fino al18 settembre; quando potè iniziare il movimento fu protagonista di due spettacolari battaglie - Iuka e Corinth- che costrinsero i sudisti a ritirarsi verso sud. Nel frattempo, il 1° maggio, l'ammiraglio David G. Faragut aveva Liberato la foce del Mississippi ed il generale Benjamin F. Butler aveva occupato New Orleans, mentre il 6 giugno, con la vittoria navale di Memphis, l'ammiraglio Davis assicurava il controllo della parte superiore del Mississippi. Queste azioni comportavano che la città di Vicksburg rimanesse l'unico punto di collegamento tra gli stati confederati ad est e a ovest del Mississippi. Grant ne individuò l'importanza e, dopo aver chiesto insistentemente di agire, fu autorizzato ad attaccare l'azione il6 novembre. La situazione che Grant si trovò a fronteggiare era la seguente: Bragg, che aveva sostituito Beauregard il 27 giugno, aveva di fronte nel Tennessee orientale Buell, il cui punto di debolezza era costituito dal proprio fianco destro esposto, per cui anche se avesse conquistato Chattanooga, poteva essere facilmente costretto ad abbandonare la città se fosse stato attaccato da occidente, cioè dall'Alabama settentrionale. Gran t si rese conto del fatto che tutta la sua campagna dipendeva dalle possibilità di Buell, La cui azione a sua volta era strettamente connessa con la sicurezza di cui poteva godere la sua armata nel movimento verso Vicksburg; tale movimento avrebbe allontanato i rinforzi confederati da Buell. Poichè si rese conto che lui e Buell dovevano cooperare strettamente, Grant chiese ad Halleck di metterlo al corrente della situazione. L'unica risposta che ricevette fu: « Combatti dove meglio ti pare ». Per quanto riguarda La situazione confederata, Bragg, quando sostituì Beauregard, trovò il grosso d ella sua armata a Tupelo. Intanto l'avanguardia di Buell aveva raggiunto Decherd , dove il 13 luglio il generale Nathan B. Forest fece un'incursione nelle sue retrovie a Murfreesboro e lo costrinse a fermarsi. Bragg, avendo deciso di riconquistare il Tennessee orientale, invadendo il Tenneessee centrale e il Kentucky meridionale, diede ordine di rinforzare il generale Kirby Smith a Cumberland Gap, affinchè potesse attaccare Louisville, base di operazione di Buell, mentre egli stesso vi convergeva da Chattanooga. Ancora, questa volta per una incursione a Gallatin, sulla ferrovia tra Nashville e Bowling Green , Buell fu costretto a rimandare l'azione; nello
52
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
stesso momento Kirby Smith avanzò da Cumberlad Gap, fece arretrare le deboli forze nemiche che aveva di fronte e, il2 settembre , stabilì il suo comando a Lexington, da dove minacciava Louisville e Cincinnati. Nel frattempo Bragg si spostò a Sparta e Buell concentrò le sue forze a Murfreesboro. Seguì una corsa verso nord: Buell si portò a Bowling Green e Bragg avanzò su Glasgow. Ma invece di seguire Buell e di prendere Kirby Smjth sul retro, Bragg, lasciò da parte ogni norma di strategia , decise di neongiungersi con Kirby Smith, non per combattere una battagJja ma per instaurare una nuova capitale secessionista a Frankfort. Subito dopo, l'ala sinistra di Bragg, al comando di Hardee, avanzò su Perryville e 1'8 ottobre attaccò Buell . Seguì una battaglia molto intensa: durante la notte seguente Bragg si ritirò e , dopo un inseguimento subito sospeso, Buell trasferì le sue truppe a Bowling Green e a Glasgow. TI 30 ottobre fu sostituito dal generale William S. Rosecrans, la cui armata dell'Chio fu ribattezzata l'armata del Cumberland. Il 26 dicembre, Rosecrans mosse da Nashville e l'ultimo giorno del 1862 ingaggiò Bragg a Murfreesboro, la cui battaglia non risultò decisiva ma comportò per Bragg perdite così pesanti che fu costretto a ritirarsi a Chattanooga , dove si acquartierò per l'inverno. In precedenza il generale John A. McCiernand, un subordinato di Grant e più politico che militare, che aveva insistentemente chiesto a Washington dimetterlo al comando di una nuova armata da costituire a Memphis, da dove aveva intenzione di muovere giù per il Mississippi ed agire contro Vicksburg, allora tenuta dal generale John C. Pemberton. Grant , venuto a conoscenza di questa proposta e non convinto delle capacità di McCiernand di gestire un comando indipendente, decise di accelerare l'effettuazione di un'azione che stava preparando. Il13 novembre aveva informato Halleck che la sua cava11eria aveva conquistato Holly Springs, ma che non aveva nessuna intenzione di spingersi più a sud fino a quando non avesse completamente organizzato le sue linee di comunicazione. A quel punto, invece, decise di iniziare l' azione appena possibile e di inviare il generale William T. Sherman , per fiume , da Memphis a Vicksburg, mentre egli stesso avanzava da Grand Junction . Il suo piano prevedeva di far ritirare Pemberton da Jackson verso Grenada , di indebolire così le forze sudjste a Vicksburg e di facilitare l'attacco di Sherman. Il 12 dicembre , quando Grant era a circa 60 miglia a sud di Grand Junction , Sherman mosse alla testa di 32.000 uomini e sbarcò a Milliken's Bend il giorno di Natale. Il 29 dicembre combattè la battaglia di Chicksaw Bluff e fu respinto . Il 2 gennaio 1863 McCiernand , più anziano di grado , arrivò a Milliken's Bend ed assunse il comando della spedizione. Man mano che Grant si spingeva verso sud, aumentavano le difficoltà di rifornimento, che furono superate in parte organizzando una base di materiali a Holly Springs.
LA GUERRA CJVILE AMERICANA CONTINUA , 1862· 1863
53
Nel frattempo Jefferson Davis , preoccupato per la piega che stavano prendendo gli avvenimenti, nominò il generale Joseph E. Johnston comandante in capo di tutte le forze confederate tra le montagne Blue Ridge ed il Mississippi. Quando arrivò a Chattanooga, Johnston ordinò a Bragg di inviare la sua cavalleria ad effettuare incursioni sulle linee di comunicazione di Grant. IJ20 dicembre quest'ordine fu eseguito: Van Dom fece irruzione su Holly Spring, sorprese la base di rifornimenti e la distrusse. Quest'incursione sconvolse i piani di Gran t e fece abortire sul nascere l'azione di Sherman. Temendo l' incompetenza di McClernand , Grant chiese ed ottenne l'autorizzazione di H aleck a ritirarsi su Memphis ed assumere il comando della spedizione. Il 10 gennaio Grant ritornò a Memphis; il 30 era a Young's Point alla foce del fiume Yazoo, ove subentrò a McClernand.
2. L'Assedio di Vicksburg e la battaglia di Chattanooga,
1863. La conquista di Vicksburg, situata sulla riva sinistra del Mississippi, richiedeva che Grant stabilisse una base d'operazioni sulla riva del fiume, vuoi a nord vuoi a sud . Sebbene fosse convinto che sarebbe stato più conveniente stabilirla a sud della città fortificata , si rese conto che non avrebbe potuto organizzarla fino a quando non fossero cessate le pioggie invernali e non si fosse abbassato di conseguenza il livello delle acque. D 'altra parte, sapeva che non poteva rimanere inoperoso, ma doveva fare qualcosa , dal momento che le condizioni politiche nella capitale erano pericolosamente precarie (!). Fu costretto, quindi , come egli stesso scrive, << ad effetture una serie di attività diversive per impegnare il tempo, per stornare l'attenzione del nemico, per non tenere inoperose le truppe e per soddisfare le aspettative del popolo americano. Ero, d'altra parte, pienamente convinto che tutti quei tentativi non avrebbero condotto a nulla , anche se ero pronto a sfruttarli , se si fosse presentata anche la minima occasione favorevole » (2). Gli sforzi furono concentrati sul forzamento del passo di Yazoo, sulla conquista di Steel's Bayon e D eer Crek, sulla realizzazione di un canale tra il Mississippi ed il lago Providence e di una circonvallazione intorno a Bayon che portasse a sud di Milliken's Bend.
(') Lincoln ed Halleck premevano affinchè agisse quanto prima (W.R. Vol. XXXVI , pag. 10). (l) ·' Personal Memoirs of U.S. Grant (1885-1886)", Vol. I, pag. 446.
54
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Non abbiamo alcuna intenzione di entrare nel merito di queste operazioni, che furono complesse, richiesero una enorme forza lavoro e sirivelarono , dal momento che nessuna di esse conseguì risultati pratici nel quadro generale dell'assedio , soltanto un ottimo mezzo di addestrame nto pe r l'intera armata. U giorno successivo a quello in cui Grant assunse il comando a Young's Point, il generale James H . Wilson propose al generale Rawlins, capo di stato maggiore di Grant , « di sospendere i lavori di scavo del canale, smontare dura nte la notte le artiglierie delle navi, far muovere via terra le truppe sulla riva del fiume , impiegare le navi per trasferire le unità sulla riva orientale del fiume ovunque fosse possibile trovare un approdo sicuro ed una strada asciutta che portasse alle colline retrostanti, inoltrarsi, quindi, nell'entroterra per sorprendere e disperdere il nemico ed attaccare, infine , Vicksburg alle spalle » (3). Rawlins espose il piano a Gran t, il quale , mentre Sherman lo dichiarò inattuabile, non e mise alcun giudizio. La verità è che non poteva permettersi di correre rischi , nè poteva a mmettere che quella era l'unica linea d'azione possibile, proprio quella che aveva intenzione di attuare quando le acque del fiume fossero diminuite di livello ed i flutti avessero perso di impetuosità. Non poteva mettere in pratica il sugge rimento , non solo perchè esso era il piano di Wilson, che per giunta coincideva con quanto aveva egli stesso già previsto di attuare (4), ma temeva che se Pc mberton , che comandava la piazzaforte di Vicksburg, fosse venuto a conoscenza delle sue inte nzioni, avrebbe preparato la contromanovra per contrastarlo. Questo tipo di gue rra , di cui molti episodi furono quasi dettati dalla disperazione, fu organizzata soprattutto per ingannare il nemico, in modo da poter sorprendere Pemberton, quando fosse iniziata l'azione vera. In occidente, confortate dal fatto che i soldati morivano a migliaia per la febbre malarica da palude, si levarono proteste contro la prudenza e la lentezza di Grant, del quale Badeau scrive: « Egli fu dichiarato decisamente privo di genio ed energia; i suoi confusi e continui tentativi rite nuti frut to di un cervello completamente incapace; la sua perseveranza fu catalogata come cocciuta ostinazione; la sua pazie nza come pigra stupidità » (5).
(J) Lettera del generale Wilson, riportata dal colonnello W.B. Liverrnore in "Tbc Story of the Civil War"'. parte lll , libro l, pag. 234. (') " Avevo avuto in mente, per tuno l'inverno, di effettuare un movimento via terra fino ad un punto a sud di Vicksburg dal quale iniziare poi l'azione, sfruttando uno dei tanti tentativi per acquisire una base d'operazioni. Tuttavia ciò non avrebbe potuto verificarsi fino a quando non si abbassasse il livello delle acque. Pertanto non misi al corrente del piano nemmeno gli ufficiali del mio comando, fino a quando non fu necessario iniziare la fase preparatoria dell'azione " (""Grant 's Memoirs", Vol.l, pagg. 460-461).
(' ) "Military History of Ulysses S. Grani" di A. Badeau (1868), Vol. l, pag 180.
55
LA GUERRA C IV ILE AMERICANA CONTINUA. 1862-I863
Livingston • .,of'
/
,t~
~· • 8rownsvilk
l Log<~"
2 Hol'"t~ 1 (ro<icu 4 {;ur
s Ostvl.o•s 6 8/11ir
1
s'"a;,
8 MckLJ.w-
l
.;
o
t
bi:=i====l=::::l"J'~
Fig . 5: La Campagna di Vicksburg, 1863
Egli ebbe un solo amico che lo sostenne a spada tratta, un uomo che non aveva mai conosciuto: Lincoln , il quale, ad ogni richiesta di sostituzione, infallibilmente ed onestamente rispondeva: « Non posso buttare a mare quest'uomo, egli combatte » . Entro la fine di marzo la necessità politica di un attacco a Vicksburg diventò sempre più pressante, per cui, come il livello del Mississippi cominciò a diminuire, Grant decise di spostare la sua armata a sud della città. Il 4 aprile scriveva ad Halleck: « C'è un sistema di secche, all'altezza di Milliken's Bend ed in vicinanza di Young's Point, che consente la navigazione di chiatte e piccoli battelli da Richmond a New Carthag. Le draghe
56
LE BAITAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
sono impegnate nella costruzione di un canale che attraversi le secche. Sto approntando tutte le chiatte necessarie per trasportare soldati ed artiglieria ed ho scritto al colonnello Allen di mandarmene altre insieme con corde per trainarle . Con esse dovrebbe essere facile trasportare i rifornimenti a New Carthage o in qualsiasi punto più a sud. Mi aspetto che una parte della flotta neutralizzi le batterie di Vicksburg, mentre l'esercito si muove lungo questo nuovo itinerario. Una volta a New Carthage muoverò o contro Warrenton oppure più probabilmente contro Grand Guli. Da ognuna di queste due località vi sono ottime strade per Vicksburg e da Grand Gulf c'è una buona rotabile sia per Jackson sia per Black River Bridge, senza attraversare il fiume Black ... Terrò tutta l'armata insieme e dimostrerò che non sono tagliato fuori dalle mie linee di rifornimento né posso essere battuto se non in una battaglia leale » (6).Quando il piano fu portato a conoscenza dei comandanti in sottordine , Sherman, McPhersoo e Logan non lo condivisero ed il primo, in particolare, sostenne che Vicksburg poteva essere espugnata solo da nord e che quindi era necessario ritornare a Memphis. Ma Grant si rendeva conto che la situazione politica non consentiva di tornare indietro. Sebbene avesse ai suoi ordini circa 97.000 uomini , (1), solo 51.000 erano nelle vicinanze di Vicksburg ed erano organizzati in tre corpi d'armata, ciascuno con una forza media di 17.000 uomini: il Xlll di McCiernand, il XV di Sherman ed il XVII di James B. McPherson. Sul fronte opposto Pemberton disponeva più o meno dello stesso numero di uomini (8) ed esattamente 13.000 a Vicksburg, 4.000 ad Haine's Bluff, 9.000 tra Vicksburg e Port Gibson, 5.000 a Jackson, 10.000 nello stato del Mississippi e 11.000 a Por t H udson. 11 6 aprile New Carthage fu occupata da McCiernand, a seguito del quale sarebbero avanzati McPherson ed eventualmente Sherman. Ma per ingannare il nemico , la divisione Steele del corpo d'armata Sherman fu inviata 150 miglia verso nord in direzione di Deer Creek con il compito di compiere scorrerie in tutta la zona, mentre il colonnello Grierson alla testa di 1.800 cavalieri fu inviato ad effettuare un'incursione di quasi 1.000 chilometri attraverso lo stato del Mississippi (9). Queste due mosse inganna-
( 6 ) W.R., Voi.XXXI , pag. 26. (') lbid., Voi.XXXVlll pag. 249. Come al solito io questa guerra è difficilissimo giungere alle cifre esatte. F. V. Greene, in "The Mississippi" (1909) pag. 136. stima la forza di Pemberton a ohre 50.000 e afferma che Grant cominciò la sua campagna con circa 41 .000 e che in nessun momento,prima dell'assedio, superò i 45.000 uomini . Nelle sue" Memori e ~(Vol. I, pag. 481) Gran t dice che il7 maggio aveva 33.000 uomini e il suo avversario circa 60.000. ln .. Battles and Leaders" (Vol. 111, pag. 549) si asserisce che l'effettiva forza di Grant variò da 43.000 all 'inizio della campagna a 75.000 al suo termine. ( 1) W.R .. Vol. XXXVlii, pag. 702. ( 9 ) Vds. Badeau. Vol. l, pag. 189.
LA GUERRA CIVILE AMERICANA CONTINUA, 1862-1863
57
rono completamente Pemberton, il quale riferì a Richmond che il nemico era in continuo movimento, che lo sforzo principale di Gran t era concentrato contro Deer Creek e che le voci, secondo le quali le unità si erano spostate verso sud lungo la riva occidentale del Mississippi, dovevano essere considerate destituite di ogni fondamento. Durante la notte del 16 aprile, l'ammiraglio David D. Porter riuscì ad eludere le batterie di Vicksburg con un convoglio di battelli fluviali con a rimorchio chiatte, scortati da sette corazzate. Il 20 aprile, furono emanati gli ordini definitivi per l'effettuazione del movimento verso sud: McClemand sulla destra, McPherson al centro e Sherman a sinistra. Due giorni più tardi un secondo convoglio con rifornimenti superò senza intoppi le batterie di Vicksburg. Il 24 aprile, Grant ricognì Grand Gulf e quattro giorni dopo il corpo d'armata di McClernand fu concentrato a Parkin's Plantation, da dove il 29 aprile fu trasportato a Hard Times ove, sbarcato e poi reimbarcato, era pronto a muovere verso il Grand Gulf. Porter aprì il fuoco sulle batterie con scarsi risultati; Grant decise, di conseguenza, di far sbarcare gli uomini e di far muovere le imbarcazioni oltre le batterie con il favore della notte. All'alba del30 aprile il corpo d'armata di McCiernand ed una divisione di McPherson furono reimbarcati a De Shroon's e sbarcate sulla riva orientale del fiume a Bruinsburg, mentre Sherman con la divisione Blain e otto cannoniere effettuava un'azione diversiva contro Haine's Bluff per distrarre Pemberton. Sullo sbarco, Grant scrive: « Provai un sollievo come mai m'era capitato prima. E' vero che Vicksburg non era stata ancora presa, nè i suoi difensori si erano demoralizzati per i nostri movimenti effettuati in precedenza , ma ero riuscito a mettere piede in territorio nemico, anche se un ampio fiume e la fortezza di Viksburg mi separavano dalla base logistica e dai rifornimenti; ero sulla terra ferma e sulla stessa riva del fiume sulla quale si trovava il nemico. Tutte le campagne precedenti, le fatiche, leprivazioni ed i pericoli sofferti, fin dal precedente mese di dicembre, erano stati affrontati per il conseguimento di questo obiettivo » ( 10). Quattro mesi di stratagemmi, di azioni finte, di lotta con marcite, acquitrini, paludi, secche e foreste e di fatiche raramente sopportate in guerra furono le premesse che resero possibile questo sbarco. Pemberton fu completamente colto di sorpresa. Le sue forze erano schierate tra Grand Gulf e Haine's Bluff; il suo fianco sinistro era quasi sguarnito e fu travolto dal primo attacco condotto dall'armata sbarcata. Entro le due del pomeriggio del 1° maggio, la divisione di testa di McClemand s'era portata più di otto miglia ad est di Bruinsburg, dove venne a contatto con il nemico ,
( 10) ..Grant 's Memoirs" Vol. l, pagg. 480481.
58
LE BATTAG LIE DEC ISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
che tentava di fermare l'avanzata di Grant su Bayo u Pierre in modo da consentire l'arrivo di rinforzi da Vicksburg. Fu una speranza vana, perchè l'azione nordista, iniziata all'alba a Port Gibson, aveva travolto il fianco destro dello schieramento confederato, che era in ritirata verso nord ed era incalzato da McPherson. Questi , il 3 maggio , costrinse il nemico a ritirarsi oltre il fiume Big Black, con il risultato che il Grand Gulf, minacciato alle spalle, fu evacuato. Fu così realizzata una testa di ponte che consentì di spostare la base d 'operazioni da Brwnsburg a Grand Gulf. Grant si trovò di fronte ad una difficoltà eccezionale nella storia della guerra. Stava operando in territorio nemico, con il grosso delle forze sudiste schierate tra la sua base d'operazioni a Grand Gulf e la sua principale base logistica a Memphis. Sebbene la flotta avesse il completo controllo del Mississippi , la linea dei rifornimenti non era completamente sicura, dal momento che ogni convoglio doveva superare un tratto di fiume esposto al fuoco delle batterie di Vicksburg, che non solo era fortemente organizzata a difesa, ma era anche collegata dalla ferrovia a Jackson, da dove potevano affluire tempestivi rinforzi . C'era anche il pericolo di essere preso tra due fuochi, qualora i confederati avessero deciso di concentrare le loro forze a Jackson. Comunque Pemberton, nonostante la netta inferiorità numerica, si trovava in una posizione che, secondo le più elementari norme della guerra , non era affatto da considerare senza speranza; il suo nemico agiva in territorio ostile e presumibilmente avrebbe dovuto impiegare una considerevole parte delle forze per proteggere gli itinerari dì rifornimento. La zona, inoltre , per le caratteristiche del terreno e per la vegetazione favoriva enormemente la difesa. Contenere Grant a Yicksburg, mentre le forze sudiste si concentravano a Jackson , non sembrava un compito al di fuori delle possibilità di Pemberton. Grant, per contro, correva molti più rischi. La sua azione dipendeva essenzialmente dalla regolarità dei rifornimenti. In un primo tempo pensò (1 1) di inviare 15.000 uomini in rinforzo al generale Banks per la conquista di Port Hudson, per poter quindi spostare la base logistica da Memphis a New Orleans ma, quando fu informato che Banks non poteva iniziare il movimento prima del 10 maggio, ( 12) decise, come egli stesso scrive, di « dare inizio all'azione autonomame nte rispetto a Banks, di correre il rischio di essere tagliato fu ori dai rifornimenti , di distruggere le forze ribelli schierate a protezione della parte posteriore di Vicksburg e di investire o catturare la città » (13).
( 11 ) W.R., Vol. XXXV Ili, pag 192. (") l bid. , Vol. XXXVI , pag. 30. (Il) "Grant's Memoirs", Vol. l, pagg. 491-492.
LA GUERRA CIVILE AMERICANA CONTINUA, 1862-1863
59
In altre parole avrebbe attaccato il nemico alle spalle e contemporaneamente non avrebbe lasciato proprie retrovie da attaccare. Questa decisione disorientò completamente Pemberton, che non riuscì ad intuire l'audacia di Grant, non potendo concepire che avrebbe osato attaccare senza prima assicurarsi le linee di rifornimento; basò quindi tutte le proprie azioni sull 'assunto che Grant si sarebbe comportato come un normale generale. Oltre alla strategica validità della decisione di Grant, che comunque rimaneva legata alla possibilità di alimentare l'armata, la situazione politica esigeva che non si perdesse tempo. La battaglia di Chancellorsville si era appena conclusa e se Grant non avesse agito con tempestività, correva il rischio di essere sostituito e di vedere la sua armata spezzettata, perchè Washington era stata gettata nel panico dall'audace manovra di Lee. Così stavano le cose quando Halleck, venuto a conoscenza di quello che Grant aveva in animo di fare, (1 4) gli spedì l'ordine categorico di tornare indietro e di cooperare con Banks. Fortunatamente per Grant non c'erano telefoni a sud di Cairo, per cui l'ordine, che arrivò dopo che l'azione aveva avuto inizio, non potè essere eseguito. « Se tuttavia il comandante in capo fosse stato in grado di far giungere l'ordine al suo subordinato, la battaglia di Vicksburg non avrebbe mai avuto luogo » (1 5). La situazione di Grant era la seguente: egli riteneva di avere di fronte una forza doppia della sua. Sapeva che il governo, ancora sotto l'effetto della sconfitta di Hooker a Chancellorsville, doveva vivere nel panico al pensiero che egli non solo si era andato ad infilare negli infiqi terreni del Mississippi, senza disporre addirittura di linee di rifornimento , ma aveva di fronte due armate, delle quali una appoggiata ad un fortezza e l'altra in condizione di usare un'importante linea ferroviaria. Inoltre non disponeva di alcun mezzo di trasporto regolamentare ... « il convoglio delle munizioni era un'accozzaglia di mezzi di trasporto che andavano dal calesse al carretto, al pianale per il trasporto delle balle di cotone; in pratica, tutto ciò che poteva essere usato nelle piantagioni o nelle fattorie per i comuni lavori o per Io svago. Quei veicoli avevano un aspetto indescrivibile: erano trainati da buoi e da muli, con i finimenti più strani e strampalati » ( 16). Il29 aprile Grant aveva dato l'ordine a Sherman di sospendere l'azione dimostrativa nei confronti di Haine's Bluff e di spostarsi a marce forzate ad Hard Times. Il 3 maggio gli ordinò (1 7) di organizzare un convoglio
(") Secondo Grant , Halleck « era un soldato troppo colto per concordare su una campagna condotta in violazione dei principi della guerra » ("Ulysses S. Grant" di W.C. Church , 1906, pag. 163). Vds. anche Badeau, Vol. l, pag. 221 e W.R ., Vol. CIX pag. 406. ( 15) Badeau , Vol. l, pag. 221. 16 ( ) Church, pag. 164. ( 17 ) W.R., Vol. XXXVIII, pag. 268.
60
LE BAITAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
di 120 mezzi e di traghettarli a Grand Gulf, dove dovevano essere caricati con 100.000 razioni fornite daJle navi trasporto. Tale provvedimento avrebbe consentito di distribuire cinque giornate di razioni a Sherman e due giornate a McClemand e McPherson, (1 8) che già disponevano di razioni per tre giorni. Questa era tutta l'autonomia che Grant era disposto ad assicurare ai suoi uomini . Sherman protestò vibratamente, poichè non riteneva affatto possibile rifornire l'armata disponendo di una sola strada. Invitò Grant a « fermare tutte le unità fino a quando non fossero state per lo meno parzialmente rifornite e di agire quindi con la massima celerità, perchè la strada sarebbe stata certamente battuta dal fuoco nemico » ( 19). Grant replicò: « Non faccio conto sulla possibilità di rifornire l'armata con razioni complete da Grand Gulf. So che è impossibile senza construire una nuova strada. Intendo che siano portate razioni costituite da pane secco, caffè e sale, nell'intesa che il resto sarà fornito , per quanto possibile, daJie risorse locali » ( 20). Quale era il piano di Grant, una volta messo piede a Port Gibson? La cosa più ovvia era marciare direttamente su Vicksburg, come avrebbe fatto un "bon général ordinaire". Ma Grant si comportò diversamente: sapeva che forze confederate al comando di Gregg- la cui entità non era ancora nota -si stavano concentrando ad est e a nord-est di Vicksburg. Se avesse deciso di avanzare direttamente su Vicksburg, tali forze si sarebbero certamente mosse per sostenere l'azione degli assediati ed egli si sarebbe trovato in una situazione di netta inferiorità numerica. Pertanto decise di non cacciarsi nel mezzo dei due blocchi di forze , fino a quando erano in grado di darsi appoggio reciproco, ma di muovere contro Jackson in modo da attirare le forze sudiste ad est di Vicksdburg verso il nodo ferroviario , batterle prima che Pemberton potesse uscire dalla sua fortezza e infine distruggere la ferrovia a Jackson. Con ciò si sarebbe protetto da azioni contro le sue retrovie quando fosse venuto il tempo di agire contro Vicksburg e, nello stesso tempo, avrebbe interrotto la linea di rifornimento principale di Vicksburg. In breve, la sua idea, più che un piano d'attacco, era di incidere sulle linee di comunicazioni di Vicksburg in modo da isolare la fortezza e nello stesso tempo distruggere quelle forze nemiche che avrebbero potuto agire contro le sue retrovie. Il successo dipendeva non tanto dall'audacia quanto dalla rapidità di
('') Se questo è esano sembrerebbe che, come dice Grani, la sua forza totale assommasse a 33.000 uomini: 55.000 razioni per il corpo d'armata di Sherman e 22.000 per ciascuno dei due rimanenti suggeriscono una forza media dei corpi d'armata di 11 .000 . ( 1') W .R., Vol. XXXVIll , pag. 285. (lO) W.R .. Vol. XXXVIII, pag. 285.
LA GUERRA CIVILE AM ERJCANA CONTINUA, 1862-1863
61
esecuzione ed è per questo che i dispacci di Grant parlano sempre di urgenza. A Sherman il 3 maggio scriveva: « Non mi sembra necessario ricordarvi dell'immensa importanza della celerità dei vostri movimenti>> (21). 115 maggio ad Hurlbut: « Inviate la divisione di Lauman a Milliken's Bend ... Fatelo muovere per brigate, man mano che si rendono disponibili i mezzi di trasporto >> (22). Al responsabile della logistica a Grand Gulf: « Non si devono verificare ritardi dovuti a mancanza di energia o a formalità; caricate senza attardarvi a mettere a posto le carte necessarie per le requisizioni e i relativi rimborsi >>. Ad un ufficiale del suo comando: « Accertatevi che il responsabile della logistica a Grand Gulf carichi tutti i carri ... emanate, a mio nome, tutti gli ordini che assicurino la più veloce esecuzione delle mie disposizioni .... Ogni giorno di ritardo vale 2.000 uomini per il nemico ». E di nuovo il 6 maggio: « Inviate razioni con ogni mezzo .... quanti convogli sono stati caricati con razioni ed inviati? Voglio sapere il più esattamente possibile ogni dettaglio sull'andamento delle operazioni di rifornimento. Quanti carri sono stati traghettati oltre il fiume? Quanti devono essere ancora spostati? Quanti nuclei sono stati inviati a prelevare razioni? » ( 23 ). Il vigore e l'energia di Grant elettrizzarono gli uomini fino al punto che ogni attività ne risentì. McPherson fu inviato a Hankinson's Ferry (24 ) a protezione del fianco sinistro; unità da ricognizione furono distaccate ogni giorno per esplorare le strade e la zona; nuclei di approvvigionamento furono spinti in ogni direzione alla ricerca di tutto ciò che potesse essere commestibile. Il piano di Grant prevedeva di appoggiare l'ala sinistra del suo schieramento al fiume Big Black , in modo da garantire sicurezza ai corpi d'armata di Sherman e McClemand, che avrebbero agito in direzione della ferrovia Vicksburg-Jackson nel tratto tra la Edward's Station e Botton, mentre McPherson si sarebbe mosso lungo la direzione Utica-Raymond-J ackson. Il 7 maggio ebbe inizio il movimento ed il 12 maggio Sherman e McClemand raggiunsero Fourteen Mite Creek. McPherson, venuto in contatto con la brigata di Gregg a circa 9 km. ad ovest di Raymond , la impegnò, la costrinse alla ritirata e si accampò alla periferia della città. Grant aveva così raggiunto le posizioni desiderate; la sua ala sinistra fece sosta lungo il Big Black , mentre l'ala destra era stata resa sicura dalla sconfitta di Gregg. Pemberton, da parte sua, s'era aspettato il movimento di unità di
(
21
)
W.R., Vol. XXXVIII, pag. 268.
( 22) W.R .. Vol. XXXVlll, pag. 274 . (!') Badeau, Vol. l, pagg. 223-224.
(") Traghetto di Hankinson.
62
LE BAITAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Grant verso sud , ma l'aveva ritenuto un'altra azione diversiva. Quando venne a conoscenza del fatto che Gran t aveva preso terra , telegrafò il l o maggio a Johnston perchè gli inviasse rinforzi ( 25). Questi gli ordinò di concentrare tutti i suoi uomini contro Grant, mentre Jefferson Davis anch'egli convinto che il movimento fosse non più di un' incursione (26) egli dava disposizione di rimanere a Vicksburg e Port Hudson . Di questi due ordini contraddittori Pemberton, nella convinzione che Gran t dovesse ritirarsi entro breve tempo per carenza di rifornimenti , preferì ottemperare al secondo. Decise, pertanto, di assicurare il possesso della linea del Big Black, in modo da attaccare, non appena se ne fosse presentata l'opportunità, le linee di rifornimento (inesistenti) di Grant e mantenere agibile la ferrovia Vicksburg-Jackson , che costituiva a sua volta la propria linea di rifornimento. Il 3 maggio, Pemberton concentrò il grosso delle sue forze tra Vicksburg e Big Black. L'11 maggio ordinò a Gregg di ritirarsi verso Jackson, se fosse stato attaccato , ma di impegnare a sua volta Grant sul fianco , nel caso si fosse diretto contro Edward's Station. ll12 maggio, come già visto, Gregg fu costretto da McPherson ad eseguire il primo dei due ordini. Il giorno successivo Pemberton diede l'ordine a tre divisioni, - Bowen, Loring e Stevenson - di portarsi ad Edward's Station entro il 14 maggio. Durante la notte del 13 Johnston arrivò a Jackson da Tullahoma ma, trovata la ferrovia presidiata da Sherman, telegrafò a Richmond: << Sono in ritardo » (27) ed ordinò a Pemberton di attaccare Grant alle spalle. << Sono arrivato - egli scrisse - ed ho appreso che il generale Sherman si è incuneato tra di noi. È importante ristabilire le vie di comunicazioni in modo che possiate essere rinforzato. Se possibile, attaccatelo sul tergo immediatamente. Le unità qui a Jackson possono fornire concorso .... il tempo è molto importante )) (28). Pemberton, sempre convinto che Grant doveva ritirarsi e che in quel momento avrebbe potuto operare contro le sue retrovie, non ottemperò all'ordine di Johnston e lo informò, nella mattinata del 17 maggio, che 17.000 uomini si sarebbero spostati a Dillon. << Lo scopo è quello di tagliare le linee di comunicazione e di rifornimento del nemico e costringerlo ad attaccarmi » (29). Nel frattempo , il12 maggio, il corpo d'armata McPherson aveva rice-
(1~) W.R ., Vol. XXXVIIl, pagg. 807, 810e 8 17; vds. anche W.R. Vol. XXXVI , pagg. 214 e 129. (") ldib. Vol. XXXVI. pag. 327. A "The Rise and Fall of the Confederate Govemmem", di Jefferson Oavis (1881), Vol. U , pag.
404 .
(%1) W.R., Vol. XXXVIII, pag. 870. W.R .. Vol. XXXVI , pag. 262.
9 (' )
LA GUERRA CIVILE AMERICA~·M CONTINUA, 1862· 1863
63
vuto l'or<tine di muovere su Clinton per distruggere la ferrovia, mentre Sherman e McCiernand convergevano su Raymond. Questi movimenti erano preliminari per la conquista di Jackson. In proposito Grant scrive: « Poichè il mio scopo ultimo era l'assedio di Vicksburg, dovevo distruggere tutte le possibilità di aiuto; decisi pertanto dj agire rapidamente contro Jackson » ( 30). Durante la notte del 13 maggio ed il mattino del giorno successivo cadde una pioggia torrenziale e nonostante tutto Grant si mosse a grande velocità. Il 14 maggio, McPherson si mosse da Clinton verso Jackson , così come fece Sherman, partendo da Mississippi Springs, mentre McClernand provvedeva alla loro sicurezza inviando una brigata a Clinton ed occupando Raymond. L'attacco a Jackson fu inizialmente ritardato dalla pioggia, perchè si temette che le munizioni potessero fare cilecca, una volta che gli uomini fossero stati costretti ad esporle all'acqua. L'azione iniziò alle 11 e term inò alle 16 con la conquista della città. Costretto ad abbandonare Jackson, Johnston si ritirò a Canton Road ed il 15 maggio scrisse a Pemberton: « L'unico modo per riunire le nostre forze è quello che voi vi dirigiate direttamente su Clinto n, dove io posso confluire con circa 6.000 uomini » (31) . La situazione delle forze sudiste era paradossale: Johnston era in movimento verso nord per congiungersi con Pemberton , che a sua volta si stava dirigendo a sud e sud-est da Edward's Station per tagliare le inesistenti linee di comunicazione di Grant. Durante la notte del 14 maggio Pemberton aveva 9.000 uomini nei dintorni di Vicksburg, che non era minacciata, c circa 14.000 in movimento da Edward's Station; Johnston- ormai nei pressi di Calhoun- era alla testa di 12.000 uomini , che sarebbero diventati 22.000 con quelli in afflusso dalle retrovie. V'erano così 45.000 soldati, suddivisi in tre aliquote, contrapposti ad una forza nemica numericamente uguale, la quale però era concentrata e pronta ad attaccare una qualsiasi delle aliquote, sicura di godere <ti un favorevolissimo rapporto di forze. Pemberton, che nella notte del 15 maggio aveva raggiunto la periferia dj Raymond, ricevette per la seconda volta l'ordine di ricongiungersi con Johnston, abbandonò l'idea di attaccare le retrovie di Grant e si diresse a nord. Sfortunatamente l'ordì ne di Johnston del 13 maggio era stato affidato a tre corrieri, uno dei quali era un soldato nordista arruolatosi con i Confederati. Questi recapitò la sua copia al generale McPherson, che la inoltrò, la sera del 14 maggio, a Grant il quale , sicuro che Pemberton avrebbe ottemperato all'ordine ricevuto e si sarebbe quindi mosso da Edward's Station per raggiungere Johnston, emanò tempestivamente gli or-
(•) "Gram's Memoirs~, Vol. l, pag. 499. (") W.R., Vol. XXXVIll , pag. 882.
64
LE BAITAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
dini per illS: McPherson doveva ritornare a Bolton, tenendolo costantemente informato sulle fasi del movimento , mentre il corpo d'armata Sherman , me no la divisione Blair, rimaneva a Jackson e distruggeva la ferrovia (32). Entro la sera Grà~·t aveva concentrato 32.000 uomini tra Bolton e R aymond e si stabiliva col comando a Clinton. All'alba del 16 maggio , Pemberton.jnformò Johnston che, considerato che non poteva raggiungere Clinton , sarebbe .tornato ad Edward's Station per prendere la strada di Brownsville. Pertanto Grant, appreso da due dipendenti della ferrovia Vicksburg-Jackson che Pemberton con 25.000 uomini si era diretto ad est la sera precedente , mise in stato d'allarme la divisione Steele del corpo d'armata Sherman, che fu sulla strada entro un'ora. Diede quindi l'ordine a McPherson , schierato sulla destra, di avanzare lungo la Clin ton Road su Champion's Hill e a McClernand, schierato a sinistra, di puntare lungo le strade Middle e Raymond su Edward's Station. Entro le 7 .30, quando ebbero inizio le prime scaramucce, Grant si portò in avanti, raggiunse il posto comando di McPherson ed ordinò, poco più tardi, a McCiernand di iniziare il movimento ed attaccare. La posizione tenuta da Pe mberton era intrinsecamente forte. Non solo la fronte del suo schieramento controllava le tre strade lungo le quali muovevano le divisioni di testa di G ran t , ma il suo fianco sinistro era protetto da Champion's Hill e dal rio Baker, nonchè da terreno scosceso, boscoso e con un fitto sottobosco « difficile - come dirà Grant - da attraversare con le unità anche se non difeso ». TaJe difficoltà fu subito evidente. Un suo rapido esame serve a spiegare le molte opportunità perse, un anno più tardi, in terreni similari della Yirginia. Sebbene la divisione Smith , che agiva lungo la strada R aymond , fosse la prima a venire in contatto con il nemico, la sua avanzata risultò estrememente lenta , così come avvenne per Osterhaus sulla strada Middle. Queste due divisioni si scontrarono con forze di gran lunga numericamente inferiori anche se ben sistemate, che sarebbero state spazzate via in pochi minuti se fosse arrivato da McCiernand l'ordine di attaccare. Ma il terreno coperto da fitta vegetazione non consentì di determina re l'entità della forza contrapposta ed indusse il generale ad agire con estrema cautela. Per tutta la giornata non si fu in grado di superare la situazione di stallo che, senza ragionj reali, s'era creata. Contemporaneamente, sulla destra, la divisione Hovey era stata impegnata severamente , per proteggerne il fianco destro, la divisione Logan fu spin ta in avanti per attaccare Champion's Hill da nord, mentre Crocker riceveva l'ordine di rinforzare Hovey , che cominciava a correre pericoli anche frontalmente.
(") W.R .. Vol. xxxvnr. pagg. 310-312.
LA GUERRA CIVILE AMERICANA CONTINUA, 1862-1863
65
L~ situazione a questo punto era la seguente: Hovey, nonostante il rinforzo ricevuto, riusciva a fare ben poco contro Champion's Hill, mentre suJia sua sinistra, a causa dell'attacco abortito da parte di McClernand, il nemico godeva della più ampia libertà d'azione e di manovra. Logan, non consapevole di quanto stava accadendo, come d'altra parte non lo era lo stesso Gran t, si era aperto la strada alle spalle del nemico sulla Champion's Hill , si era schierato perfettamente parallelo alla linea di difesa nemica ed aveva il completo controllo dell'unica strada lungo la quale Pemberton potesse ritirarsi. Nello stesso tempo una brigata deiJa divisione McArthur, che pochi gioni prima aveva raggiunto Grand Gulf, stava muovendo verso nord sul fianco sinistro di McCiernand. Pertanto, sebbene Grant non se ne fosse ancora reso conto, l'armata di Pemberton si trovava, senza nessuna ombra di dubbio, circondata, quando Hovey chiese nuovamente rinforzi. Grant, temendo che la fronte di Hovey potesse essere spezzata, ordinò a McPherson di sganciare parte della divisione Logane di spedirla a sostegno di Hovey. L'attacco che seguì fu coronato da successo, soprattutto perchè la linea di ritirata del nemico era ora aperta. Grant spinse tempestivamente avanti le divisioni Osterhaus e Carr per lo sfruttamento del successo, con l'ordine di proseguire fino a Big Black e se possibile superarlo. Quella notte il posto comando di McPherson si trasferì sei miglia ad ovest dell'area degli scontri, mentre Carre Osterhaus si accampavano a Edward's Station. Le perdite della battaglia furono: 2438 per Grant e 4082 per Pemberton (33). Sconfitto a Champion's Hill, Pemberton abbandonò l'idea di dirigersi a nord per congiungersi con Johnston. La verità è che non poteva più muovere luogo la strada per Brownsville , ma avrebbe potuto ritirarsi con il favore della notte oltre il Big Black, bruciare i ponti e, abbandonando Vicksburg, salvare la sua armata spostandosi prima verso nord e successivamente verso est diretto a Canton. Invece sì ritirò sul Big Black e riferì a Johnston che aveva circa 60 giorni di razioni a Vicksburg e che, con l'avanzata di Grant, sarebbe stato costretto ad abbanqooaré Haine's Bluff. Johnston rispose: « Se non è troppo tardi, evacuate Vicksburg e dirigetevi a nord-est » ( 34) _ Ricevuto questo messaggio a mezzogiorno del 18 maggio, Pemberton riunì il consiglio di guerra, il quale considerò Vicksburg « il punto più importante della Confederazione » e che pertanto non doveva essere abbandonato (35)_ All'alba del 17 maggio, Grant riprese l'inseguimento e verso mezzo-
(H) Livermore, Parte III , Libro U, pag. 310.
(") W.R. , Vol. XXXVI, pag. 241 e Vol. XXXVIII, pag. 888. (lS) W.R., Vol. XXXVIII , pag. 890.
66
LE BA TIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIOEJI:TALE
giorno sfondò lo schieramento sudista. Per i Confederati , come scrive lo stesso Pemberton: « Molto presto si creò una situazione di "sauve qui peut" (36). Le sue truppe, completamente demoralizzate, si ritirarono a Vicksburg (37). Molti sbandati vi si erano già rifugiati; il ponte sul Big Black fu bruciato ed Haine's Bluff abbandonato . La mattina del 18 maggio Sherman , utilizzando l'unico pontone disponibile dell'armata Grant, superò il fiume a Bridgeport e la stessa notte, accompagnato da Grant, raggiunse Walnut Hills. L'obiettivo della campagna- un terreno elevato, asciutto, libero da attività nemiche ed idoneo alla sistemazione di una base logistica - era stato raggiunto. Sherman si rivolse a Grant ed esclamò: « Fino ad ora non avevo mai creduto che la vostra spedizione potesse essere coronata da successo. Non ero mai riuscito finora ad individuarne chiaramente lo scopo. Ma questa è una campagna; questo è già un successo, anche se non prendessimo mai la città >> (38). In verità fu un successo pieno , il più grande nella vita di Grant e , sotto il profilo strategico, mai più eguagliato. Grant affidò la responsabilità di Haine's Bluff alla Marina, ristabilì le sue linee di comunicazione ed emanò gli ordini perchè l'azione contro la fortezza avesse inizio alle 14, « Facendo affidamento- come egli scrive- sulle precarie condizioni del morale del nemico causate dalla serie di rovesci subiti in campo aperto » (39). L'assalto fallì perchè, nonostante durante gli ultimi due giorni i Confederati « avessero corso come pecore ... ora erano al riparo delle loro trir:tcee che avevano preparato molto tempo prima .... e si sentivano a casa. Il loro morale aveva ripreso quota » ( 40). C'erano buoni motivi per ordinare il primo assalto, ma ve ne erano pochi o forse nessuno per farne eseguire un secondo. Di ciò Grant dice« L'attacco doveva cominciare alle 10 del 22 luglio su tutta la linea con l'impiego massiccio di tutte le batterie schierate. I comandanti di corpo d'armata regolarono gli orologi alle nove , in modo che tutti potessero cominciare contemporanamente » (4l). Fu messo a punto ogni dettaglio e l'attacco avrebbe potuto avere successo se Grant avesse concentrato lo sforzo in un solo punto invece che lungo tutta la linea.
( 36)
W.R., Vol. XXXVI , pag. 367. "Si salvi chi può". (") La divisione del generale Loring, non potendo superare il Big Black, si ritirò verso Jackson per ricongiungersi con Johnston. ('*) Badeau, Vol. l , pag. 281. ('•) W.R. , Vo l. XXXVI, pag. 54. (tO) Greene, pag. 170. (' 1) "Grant's Memoirs" . Vol. l , pag. 531.
LA GUERRA CIVILE AMERICANA CONTINUA, 1862-1863
67
« All'improvviso ... quasi come per magia ogni cannone e ogni fucile smisero di sparare ... il silenzio fu quasi palpabile all'improvvisa sospensione del fuoco da parte di tantit cannoni (circa 180) e del crepitio di tante migliaia di fucili. Ma il silenzio durò pochissimo. All'improvviso sembrò che daJie viscere della terra fosse catapultata fuori una massa compatta di truppe federali, organizzate in numerose colonne d'attacco, che urlando si scagliarono in avanti - in una corsa impetuosa con le baionette innestate e senza sparare un colpo- dirette contro le posizioni avanzate della linea di difesa confederata ... quando furono giunti a portata di tiro (in pratica appena partiti) le truppe sud:iste,che non erano più di 9.938 a difesa di una linea lunga 5 km., si alzarono e rimasero in piedi nelle loro trincee, sparando salve su salve contro il nemico avanzante; nello stesso tempo le unità io riserva portatesi in prossimità deiJe trincee e sparando al di sopra delle teste dei propri commilitoni, sovrapposero il loro fuoco micidiale. Ogni cannone eruttava continuamente ed incessantemente proietti e schariche di mitraglia ... » ( 42). Questa descrizione dell'attacco, scritta dal generale S.D. Lee, dice tutto. Esso fallì perchè fu lanciato su una fronte troppo ampia, che non poteva essere sostenuta dal fuoco di copertura. Sfortunatamente McClernand, credendo che i suoi uomini fossero riusciti ad impossessarsi di alcune trincee, chiese rinforzi urgenti a Grant. Fu ordinato un secondo assalto, anch'esso fallito. Poichè la fortezza non potè essere conquistata, Grant fu costretto a cingerla d'assedio. Il campo trincerato di Vicksburg era lungo circa quattro miglia e largo poco più di tre, con la linea più esterna di trincee lunga più di sette miglia. Lo schieramento di Grant si estendeva per più del doppio e, pertanto, fu necessario organizzar~ la parte arretrata contro possibili attacchi, dal momento che Johnston stava raccogliendo una poderosa armata nei pressi di Canton. Il 23 maggio, Grant comunicò ad Halleck che, se non avesse ricevuto aiuto da Bancks, sarebbero stati necessari consistenti rinforzi. Queste richieste furono subito accolte dal comandante in capo ed un mese più tardi l'armata di Grant poteva contare su 71.141 uomini e 248 cannoni (43). L'assedio fu portato avanti con metodicità. Furono scavate una linea di trincee da Haine's Bluff a Warrenton ed un'altra dallo Yazoo al Big Black. Quest'ultima fu affidata a Sherman ed ai suoi 30.000 uomini. Alle 10 del 3 luglio bandiere bianche apparivano sul campo confederato ed un aiutante di campo attraversò le linee nordiste con una lettera di Pemberton che chiedeva l'armistizio; Grant, di rimando, pretendeva la resa incon-
{'2)
"Publications of the Mississippi Historical Society", Vol. III , pag. 60. (4l) Greene, pag. 188.
68
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
dìzionata. Quando il difensore manifestò il suo rifiuto, Grant modificò la sua decisione io una resa con condizioni. Vi furono diversi motivi per tale cambiamento. In primo luogo, se avesse insistito sulla resa incondizionata, i prigionieri non avrebbero potuto essere liberati sulla parola , ma avrebbero dovuto essere trasportati sotto scorta a Cairo con un grande dispendio di personale e di risorse. In secondo luogo, l'effetto morale di una resa accordata il 4 luglio (44) non poteva assumere significati e connotazioni politiche particolari. Alle 10 di sabato 4 luglio, i circa 31.000 uomini che costituivano il presidio di Vicksburg ammassarono le loro armi davanti al nemico e, dopo aver deposto su di esse le loro bandiere, ritornarono in città dove cominciarono a fraternizzare con i nordisti. Il 1° luglio Johnston con i suoi 27.000 uomini era accampato tra Brownsville ed il Big Black. Il 4 luglio subito dopo la resa di Pemberton, Sherman, alla testa di 40.000 soldati gli mosse contro. Due giorni più tardi attraversò il Big Black mentre Johnston , nella speranza che il suo antagonista fosse costretto ad attaccare pressato dalla scarsità di acqua, si ritirava su Jackson, che evacuava il16luglio, non avendo Sherman sferrato l'attacco; questi non insegui l'avversario per non attraversare una zona priva d'acqua di circa 90 miglia e si ritirò il 25 luglio su Vicksburg. Le perdite di questa campagna sono istruttive perchè, molto ingiustamente, Gran t era stato soprannomi nato "macellaio". Dal 30 aprile aveva vinto cinque battaglie, aveva conquistato Vicksburg ed aveva occupato Jackson al costo di 1.243 morti, 7.095 feriti e 535 dispersi per un totale di 8.873 uomini (4S); aveva, per contro, inflitto al nemico circa 10.000 perdite tra morti e feriti e catturato 37.000 ( 46) tra ufficiali , sottuficiali e truppa, inclusi 15 generali e 172 cannoni. La differenza tra le perdite dei due contendenti è da attribuire essenzialmente alJa strategia di Grant , il quale basò i suoi piani sulla sorpresa e mise a calcolo rischi che solo la ricerca della sorpresa poteva giustificare. Nei 18 giorni che seguirono il superamento del Mississippi, sconfisse il nemico a Port Gibson , dove creò una base d'operazioni temporanea , marciò per più di 300 chilometri e vinse le battaglie di Raymond, Jackson, Champion's Hill e Big Black River- quattro nello spazio di sei giorni . Durante
(") Anche Pemberton si rese conto di ciò. Egli dice: • Ero convinto che in quella data avrei Otte· nuto termini di resa migliori, ben conscio della vanità del mio nemico ..... » (W. R .. Vol. XXXVI, pag. 285). Il 41uglio gli Stati Uniti festeggiano l'anniversario dell'Indipendenza (N.d.T .). ('') Badeau, Vol. l , pag. 339. W.R .. Vol . XXXVII, pag. 167, riporta perdite per un totale di 9.362 uomini. (<4) W. R ., Vol. XXXVI, pag. 58. (") Greene, pagg. 170-171. Le perdite durante i primi 18 giorni assommarono a circa 3.500 uomini. a fronte di quelle di Pemberton che perse 8.000 uomini e 88 cannoni.
LA GUERRA CIVJLE AMERICANA CONTINUA, 1862-1863
69
tutto questo periodo i suoi uomini ebbero a disposizione razioni per soli cinque giorni e ricorsero alle risorse naturali per il resto del tempo. Bene dice Greene: « Dobbiamo tornare alle battaglie napoleoniche per riscontrare risultati altrettanto brillanti conseguiti nello stesso lasso di tempo e con perdite così contenute ». (47) Alle 7 del 9luglio, Port Hudson si arrendeva senza condizioni al generale Banks ed una settimana più tardi « il battello a vapore Imperia! , preveniente da St. Louis con un carico commerciale, attraccava ad un pontile di New Orleans, dopo aver percorso l'intero fiume indisturbato e senza essere oggetto di alcuna azione ostile da parte di nessuno dei due contendenti ». (48). Il sud s'era spaccato in due: Vicksburg e non Gettysburg determinò la crisi della confederazione. Due giorni più tardi, 1'11 luglio, Grant propose ad Halleck di effettuare una spedizione dal lago Pontchartrain con il compito di conquistare Mobile , (49), da dove effettuare, quindi, un'azione contro l'armata di Bragg, allo scopo di indurre il nemico ad inviare rinforzi da Chattanooga, di cui sarebbe risultata cosi più agevole la conquista. Come alternativa suggerì , inoltre, di effettuare scorrerie in tutta la Georgia, al fine di distruggere tutto ciò che poteva essere utilizzato per il sostentamento dell'armata di Lee. Per quanto Grant sollecitasse l'adozione delle sue proposte per tutte il mese di agosto e settembre, Halleck non ne accettò nessuna ed ancora una volta frenò Grant, così come aveva fatto l'anno precedente dopo le vittorie di Shiloh e Corinth. Con il veto posto all'azione contro Mobile e per l'inazione che seguì, la magnifica armata di Grant fu disciolta. Il IX corpo d'armata fu inviato nel Kentuky, 4.000 uomini rinforzarono Banks in Louisiana, 3.000 Schofield nel Missouri, una brigata Natchez ed il resto fu impiegato nell'ingrato compito di dare la caccia alle bande dei guerriglieri (50). II 7 agosto Grant ricevette l'ordine di cedere anche il XIII corpo d'armata al generale Banks. Per definire i dettagli di questo cambio di dipendenza si recò a New Orleans, dove fu vittima di un serio incidente: il suo cavallo scattò all'improvviso a causa di una locomotiva e lo sbalzò di sella. Il 13 settembre ricevette un telegramma urgente da Hallech , con il qua-
('") "Abraham Lincoln: A History", di J.B. Nicolay e J. Hay (1890), Vol. VII. pag. 327. ('9) W.R. , Vol. XXXVII! . pagg. 529-530. (~') Non debbono essere trascurati i problemi creati dalla guerriglia che Gran t e tutti i comandanti nordisti furono costretti ad affrontare. Nell'est, questo tipo d'azione fu in qualche ll)-Odo organizzata; nell'ovest si tramutò in assassini, ruberie e terrorismo. Quando catturati i guerriglieri venivano di norma fucilati . Il generale Crook ed un reparto di cavalleria una volta si scontrarono con una banda di venti guerriglieri, di cui dodici furono uccisi ed otto catturati. Nel suo rapporto si legge:~ Durante il trasferimento al campo gli otto prigionieri furono cosi sfortunatj da cadere dal carro e rompersi l'osso del collo ». Ac· cadeva nel Tennessee (M.H.S.M.-Vol. XIV , pag 81).
70
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
le gli si ordinava di mandare « tutte le forze disponibili a Memphis e quindi a Corinth e Tuscumbia , in rinforzo a Rosecrans » ( 51 ). Mentre operava contro Viksburg, Grant aveva chiesto che Rosecrans - ancora a Murfreesboro - muovesse contro Bragg per impedirgli dì mandare rinforzi a Johnston. Ma il 3 giugno Burnside, che con l'armata dell'Ohio doveva muovere da Lexìngton nel Kentuky per cooperare con Rosecrans, ricevette l'ordine di inviare consistenti rinforzi a Grant e non fu prima del 23 giugno che Rosecrans riprese la sua marcia lungamente interrotta per muovere contro Bragg. ll 1° luglio, Bragg evacuò Tullahoma ed attraversò il Tennessee e quando il16 agosto Burnside avanzò su Knoxville e fu in grado di fornire protezione al fianco sinistro di Rosecrans, quest'ultimo decise di effettuare un'azione diversiva sul fianco destro di Bragg e di superare il fiume Tennessee a sud dì Chattanooga. Bragg fu completamente ingannato da questa manovra ed il 9 settembre Rosecrans occupò Chattanooga . E fin qui sulla strategia di Rosecrans non v'era nulla da eccepire, ma in seguito , convinto che Bragg fosse in piena ritirata , lanciò la sua armata all'inseguimento e sì trovò con le unità malamente schierate e disposte per affrontare un nemico che invece era ben sistemato e ben concentrato. Per uscire da questa situazione di crisi, il 19 e il 20 settembre, fu costretto a combattere la battaglia di Chickamauga (52), nella quale fu seccamente battuto e fu salvato dalla completa distruzione dalla valorosa azione difensiva del generale G.N. Thomas, detto poi « la roccia di Chickamauga ».Si ritirò su Chattanooga , abbandonando il Monte Lookout che dominava la città. Questa battaglia fu una della più sanguinose della guerra: si scontrarono 55.000-60.000 nordisti con 60.000-70.000 sudisti; i primi persero 16.336 uomini ed i secondi 20.950 fra morti, feriti e dispersi ( 53). A Chattanooga, Rosecrans fu assediato. Questo disastro richiamò l'attenzione sulla grande importanza strategica dì Chattanooga, dove Rosecrans sì trovava immobilizzato. Fino ad allora i dipartimenti del Tennessee, del Cumberland e deii'Ohio erano stati comandati rispettivamente da Grant, Rosecrans e Burnside, che Halleck da Washington non era mai riuscito a far cooperare. A questo punto furono fusi nella Divisione Militare del Mississippì. Il 29 settembre Halleck telegrafò a Grant di inviare tutti i rinforzi possibìlì a Rosecrans ed il 3 ottobre scriveva: « È desiderio del ministro della guerra che il generale Grant, non appena sia in condizione di muovere, sì
(") W.R .• Voi Lll , pag. 592. (Sl) Chickamauga sign ifica in indiano il «fiume di sangue •· (SI) "Banles and Leaders", Vol. Ili, pagg. 673-676, e ..The Armyof lhe Cumberland" di H .M. Cisl (1909) pag. 228.
LA GUERRA CIVILE AMERICANA CONTI NUA, 1862· 1863
71
rechi a Cairo e ne dia notizia per telegrafo >> ( 54) . Grant, ancora zoppicante, rispose da Columbus: « Il vostro dispaccio del 3, con il quale mi si comunicava di recarmi a Cairo, mi è stato recapitato alle 11.30 del 9. Sono partito lo stesso giorno con iJ mio comando e sono appena arrivato qui in città, da dove proseguirò per Cairo >> (55). Giunto a Cairo ricevette l'ordine di raggiungere non Louisville, dove si stava dirigendo, ma Indianapolis, dove incontrò Stanton, << scalpitante neJJa sua veste da camera ». Da questi fu posto all'istante al comando di tutte le truppe tra i monti Allegani ed il Mississippi. Assunta la carica , assegnò immediatamente il dipartimento del Cumberland al generale Thomas ed il 19 ottobre salì su un treno che lo portava in prossimità di Chattanooga, per raggiungere la quale era necessario effettuare gli ultimi 100 chilometri a cavallo . In proposito il generale Howard scrive: << A quel tempo Grant non poteva montare un cavallo a lungo. I soldati lo portarono a braccia nei tratti di terreno più rotti. Superando disagi e sofferenze raggiunse la città ed il generale Thomas la sera del 23 ottobre » ( 56). Le condizioni dell'armata del Cumberland, prima che Thomas ne assumesse il comando, erano veramente deplorevoli. Rosecrans aveva avuto contrasti e discussioni con Halleck e occupava posizioni non facilmente difendibili. Il suo schieramento presentava la parte posteriore schiacciata contro il fiume Tennessee, l'ala sinistra appoggiata al rio Citico e la fronte dominata dal Missionary Ridge ( 57), che si elevava dalla piana di 300-400 piedi. Questo costone era separato da Monte Lookout dalla soglia di Rossville Gap, attraverso la quale scorreva il fiume Chattanooga. Il Monte Lookout, con i suoi 2.400 piedi, dominava la città e la ferrovia, che, risalendo la Valle Lookout, raggiungeva Decatur e Trenton. Le fortificazioni sudiste partivano dall'estremità settentrionale di Missionary Ridge, correvano lungo il costone, attraversavano la valle e finivano sul Monte Lookout, che era stato abbandonato da Rosecrans nella convinzione che le sue unità non fossero sufficienti per assicurarne il possesso. Il generale William F. Smith condivise tale decisione perchè, se non l'avesse fatto , avrebbe «sottratto alla sua fronte circa 8.000 uomini» (58). Sarebbe stato opportuno, comunque, o mantenere il possesso anche della montagna o eva-
(S<) W.R., Vol. LIII, pag. 55. (SS) W.R. , Vol. LUI , pag. 375. ( 56) Church , pag. 199. ( 5 ') Costone del Missionario. Così chiamato dagli indiani, che, in tempi passati, avevano imposto ai missionari di non spingersi oltre quel punto verso ovest. Rossville prende ii nome da Ross, capo dei Cherokee. Chananooga, in indiano, significa « il nido dell'aquila ». ( 58) W.R., Vol. Llll , pag. 721.
72
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
cuare Chattaoooga , perchè il rimanervi , con la montagna nelle mani del nemico, comportava il rischio di perdere non solo la città, ma anche gli uomini. II colonnello Livermore sostenne tale linea d'azione e fu dell'opinione che Rosecrans avesse abbandonato l'altura per aver sopravvalutato le forze di Bragg che, il primo ottobre, disponeva di 41.972 uomini schierati su una fronte di sette miglia, mentre il generale nordista aveva ai suoi ordini 38.928 uomini , (59) che potevano assicurare una densità di 6.500 soldati per miglio lungo la linea che correva dal rio Citico, a Monte Lookout e, al rio Lookout ». Livermore aggiunse: « L'esempio della difesa condotta , cinque mesi prima , dai sudisti per sei settimane su sette miglia di trincee con 22.000 uomini contro una forza della stessa entità o addirittura più numerosa di quella di Bragg ... avrebbe ampiamente giustificato il tentativo di Rosecrans di attestarsi sulla linea da rio Citico a rio Lookout Crcck » (60). Sebbene avesse perso la linea di rifornimento costituita dalla ferrovia, contro la quale il 30 settembre la cavalleria di Wheeler aveva effettuato un 'incursione distruggendo 400 vagoni con relativi carichi e scorte (61) un colpo mortale per i trasporti - Rosecrans non fece alcun tentativo di spingere natanti lungo il fiume. A Chattanooga erano attraccati due battelli a vapore, che giornalmente avrebbero potuto trasportare 200 tonnellate di rifornimenti da Bridgeport ad un punto di approdo nelle vicinanze dell 'isola William da dove, con carri, potevano esser trasferiti fino alla città, che non distava più di quattro miglia (62). Fu utilizzato invece un percorso tortuoso e montagnoso a nord del fiume , che si snodava per 60-70 miglia, con il risultato che gli uomini furono vettovagliati insufficientemente e gli animali non ebbero tutto il foraggio necessario . Boynton scrive: (( Migliaia di cavalli e muli ... morirono per mancanza di cibo. Ai comandi di brigata vi furono ufficiali che vissero praticamente con un po' di granoturco; ci furono comandi di reggimento dove il cibo giornaliero era costituito da farinata di granoturco o avena ; vi furono ufficiali di grado elevato che si nutrirono per giorni di carne di maiale rancida e di pane ammuffito » ( 63 ). Queste affermazioni sono convalidate dal generale W.F. Smith e dallo stesso Grant (64). Il primo sostiene che quasi 10.000 tra muli e cavalli
(" ) W.R., Vol. LII , pagg. 914-915. ('") M.H.S .M., Vol. Vlll. pagg. 285-286. ( 61) W .R., Vol. Llll , pagg. 114, 231. (") W.R., Vol. LII , pag. 890; Vol. Ull. pag. 102 e Vol. UV. pagg. 67e 74. (.:1) "Sberman's Historical Raid" , di H .V. Boynton (1875), pag. 69. Ciò fu deuo nell875 ed~ stra· no scoprire che lo stesso ufficiale scrivesse nel IS92: « Non si verificò mai che gli uomini soffrissero, nè mai le unità del Cumberland si scoraggiassero o si demoralizzassero "· (M.H .S. M., Vol. Il. pag. 381). (") M.H.S.M., Vol. VI li , pag. 167.
LA GUERRA CIVILE AMERICANA CONTINUA. 1862· 1863
73
morirono e che « non ne erano rimasti abbastanza per trainare un pezzo d'artiglieria o per trasportare gli ammalati ... la carne era così scarsa che i soldati usavano dire .... che stavano vivendo con mezza razione di pane duro e carne seccata sullo zoccolo dell'animale » (65). Sarebbe difficile trovare un esempio più calzante di un reparto paralizzato dall'inefficienza del suo comandante, che era completamente crollato sotto il peso della sconfitta. C.A. Dana , del gabinetto del ministro della guerra, il 16 ottob~e in una lettera al dipartimento della guerra riportava: « Niente può scongiurare il ripiegamento delle unità da questo posto entro una settimana ... Il generale Rosecrans sembra non accorgersi del pericolo che lo sovrasta e spreca il tempo interessandosi d'inezie in un modo che è molto difficile immaginare ... Tutto questo tempo prezioso è sprecato perchè il nostro inebetito e complessato comandante non è in grado di percepire la catastrofe che sta per abbattersi su di noi, nè di concentrarsi sul modo per evitarla. Non avevo mai visto niente che potesse sembrare così deplorevole e, nello stesso tempo , senza speranza » ( 66). Così stavano le cose quando Grant arrivò a Chattanooga la sera del 23 ottobre. Il primo impegno di Grant fu quello di ristabilire una linea di rifornimento; essa poteva essere realizzata solo assicurandosi il possesso ed il controllo della valle Lookout. Se avesse intravisto tale pericolo, Bragg avrebbe certamente occupato in forze non solo la valle ma anche i passi che attaversavano il Monte Raccoon e Grant non si sarebbe trovato a risolvere un problema quasi impossibile. Hooker era a Bridgeport dove, secondo l'ordine di Rosecrans del 1° ottobre, doveva costruire un ponte sul fiume. Era necessario disporre di almeno un punto sulla riva sinistra del Tennessee in vicinanza del traghetto di Brown ed era giunto alla conclusione che quello era il punto che meglio si prestava al superamento del fiume. Al suo arrivo Grant, dopo aver effettuato a sua volta la ricognizione del luogo, approvò la proposta di Smith e gli ordinò di precedere al forzamento del corso d'acqua il 27 ottobre . Alle tre di quel giorno 1.500 uomini, al comando di Smjth, lasciarono Chattanooga su 52 imbarcazioni, che costeggiarono la riva destra del Tennessee fino a quando non arrivarono ad un punto prestabilito, dove gli uomini si misero ai remi , attraversarono il fiume , sbarcarono, travolsero i deboli presidi, occuparono le alture sulla riva sinistra del fiume e si organizzarono a difesa. Smith fu in grado di telefonare al capo di stato magiore del generale Thomas: « Da questo posto non posso più essere sloggiato »
("') "Grant's Memoirs", Vol. II , pag. 25 e W.R ., Vol. LVI , pag. 216. ("') W.R., Vol. L, pagg. 218-219 e pagg. 202, 215.
74
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCI DENTALE
(67 ). Così fu salvata Chattanooga, al costo di quattro morti e 17 feriti. Quella stessa notte, l'avanguardia di Hooker si inoltrò nella valle Lookout ed alle 15 del 28 ottobre la testa del grosso delle forze raggiunse Wauhatchie. Alle 23, il generale Thomas telegrafava ad Halleck : « La strada per Bridgeport è libera. Noi abbiamo due navi a vapore - una a Wauhatchie ed una a Bridgeport - che partiranno domani ... dopo questa operazione, disponiamo di due strade idonee al transito di carri ed abbiamo conquistato il fiume ; spero di ricevere i primi rifornimenti tra pochi giorni » ( 68). «Entro cinque giorni dall'arrivo di Grant a Chattanooga la strada per Bridgeport era stata aperta ed entro una settimana si cominciarono a distribuire alle truppe razioni complete, vestiario e munizioni; si diffusero una serenità ed una gioia di vivere che non erano state assaporate da parecchie settimane . Nè gli ufficiali nè gli uomini si consideravano più vinti » ( 69). La notte tra il 28 ed il 29 ottobre Longstreet attaccò Hooker a Wauhatchie , ma fu facilmente respinto. I federali furono aiutati dai loro muli che si impaurirono e si lanciarono in una corsa incontrollata contro Io schieramento nemico, che si spezzò e cedette, nella convinzione di subire una carica di cavalleria. Entro le 4 del 29 la battaglia era terminata, la linea « Cracker » aveva tenuto e no n sarebbe stata più impegnata (70). Ristabilita la linea dei rifornimenti, Grant si interessò di come farsi raggiungere dal corpo d' armata di Sherman fermo a Corinth. 1127 ottobre« un individuo dai capelli neri e completamento coperto di polvere , con uno strano vestito e ancora più strano comportamento », si avvicinò alla casa del generale a Iuka . Si trattava del caporale Pike, il quale aveva remato giù per il Tennessee sotto il fuoco nemico con un messaggio, nel quale si ordinava al generale di portarsi nel più breve tempo possibile a Bridgeport ; Sherman vi arrivò il 13 novembre. Nel frattempo la posizione di Burnside a Knoxville cominciava a preoccupare seriamente Washington, che iniziò ad inviare dispacci su dispacci, con i quali sollecitava Grant ad intraprendere al più presto un'azione per allentare la pressione del nemico sul collega. Longstreet aveva avuto un violento diverbio con Bragg, convinto che Longstreet potesse muovere su KnoxviJie, distante più di 100 miglia, di-
(•1) W. R., Vol. LlV, pag. 54. ('") W.R., Vol. UV, pag. 41. ("') ~Grant's Memoirs", Vol. II , pag. 38. (70) ll29 quando ispezionava gli avamposti , Gran t, poiché si trovavano sotto il fuoco , decise di con· tinuare accompagnato dal solo trombettiere. Giunto ad una posizione, il comandante urlò: « Fuori la guardia per il Generale Comandante! •; egli rispose: « Non importa"· Aveva appena pronunciato queste parole, quando udl una sentineUa sudista , d a n a poeo lontano gridare: • Fuori la guardia per il Ge· nerale Comandante-il Generale Grant! "· Grant salutò e prosegui.
LA GUERRA CIVILE AMERICANA CONTINUA, 1862-1863
75
struggere Burnside e rientrare a Chattanooga prima che Grant potesse intervenire. Poichè anche il presidente ne era convinto, fu ordinato che Longstreet muovesse contro Knoxville. Il generale iniziò il movimento il 4 novembre e, quando Grant ne venne a conoscenza, il 7 novembre, diede l'ordine (71) a Thomas di attaccare immediatamente Bragg in modo da costringere Longstreet a tornare suoi suoi passi. Thomas, di rimando, fece presente di non essere in condizioni di ottemperare all'ordine, in quanto non era in grado di spostare un solo cannone. Grant gli precisò di usare « muli , cavalli degli ufficiali ed animali di qualsiasi tipo ovunque li potesse trovare » (n). Thomas, per quanto sconvolto dall'ordine, il 7 novembre andò in ricognizione con il generale Smith per esaminare le possibilità di movimento esistenti tra la foce del Chickamauga Sud e Missionary Ridge. Durante la ricognizione Smith fece notare a Thomas che la conformazione del terreno suggeriva una manovra aggirante che cadeva sul fianco destro di Bragg. Se coronata da successo, l'azione avrebbe minacciato inoltre il tergo dello schieramento sudista ed avrebbe isolato Longstreet nel Tennessee orientale. AJ ritorno, informarono delle loro conclusioni Grant, il quale immediatamente revocò l'ordine precedente (73). Dopo aver esaminato la proposta dei due generali, Gran t ordinò a Smith di approfondire l'esplorazione della regione e di preparare il materiale necessario per la realizzazione di un secondo ponte a Chattanooga o al traghetto di Brown e di un terzo sul Chickamauga Sud. U 14 novembre , Grant informò (74) Burnside che Sherman avrebbe superato il Chickamauga Sud entro pochi giorni e che un attacco generale sarebbe quindi stato sferrato contro Bragg. Due giorni più tardi Grant si recò con Thomas, Smith e Sherman ad una posizione avanzata che consentiva di avere una visione panoramica della foce del fiume e Sherman , dopo aver studiato attentamente il terreno, chiuse di scatto il suo cannocchiale ed esclamò: « Posso farlo » ( 75) L'idea di Grant era quella di effettuare un doppio avvolgimento con le forze di Sherman e quelle di Hooker che facevano fulcro su quelle di Thomas. Sherman doveva attaccare sulla destra di Bragg, aggirarlo e minacciare o se possibile occupare la ferrovia aJie spalle di Bragg, che sarebbe stato costretto o ad indebolire il centro del suo schieramento o a perdere la sua base logistica a Stazione Chickamauga (76). Hooker doveva
(' 1)
W.R., Vol. LVI , pag. 634. (12) W.R., Vol. LVI , pag. 73. ('l) W.R. , Vol. LVI , pag. 29, e - sanles and Leaders", Vol. Ili , pag. 716. (1•) W.R., Vol. LV , pag. 30. ('') M.H.S.M. , Vol. VIli , pag. 195, e "Grant's Memoirs", Vol. Il , pag. 58. ( 16) "Grant's Memoirs", Vol. Il , pag. 55.
76
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
avanzare dalla valle Lookout verso la valle Chattanooga , muovere quindi contro Rossville e minacciare Missionary Ridge da sud. Thomas doveva tenere al centro e muovere in avanti in sincronia con Sherman, spostandosi obliquamente in modo da formare una linea d'attacco continua (77). La principale difficoltà di Grant era quella che, da Monte Lookout e da Missionary Ridge, Bragg era in grado di controllare tutti i movimenti effettuati dentro ed intorno a Chattanooga. Al fine di confondergli le idee e convincerlo che Grant intendeva attaccarlo sul fianco sinistro, Sherman ricevette l'ordine di attraversare il fiume a Bridgeport , far muovere la sua divisione di testa lungo la Trenton Road e quindi dirottare alcune unità verso Monte Lookout (questo movimento fu effettuato ed una brigata si accampò sulla montagna il 18 novembre) ('8). Le rimanenti forze di Sherman dovevano prendere la strada del traghetto di Brown , muovere verso il fiume Chickamauga Sud come se avessero intenzione di dirigere su Knoxville e, quindi , nascondersi tra le colline sul lato opposto della foce del fiume, dove non era possibile essere visti da Monte Lookout. Una brigata doveva muovere verso il Chickamauga Nord, dove 116 pontoni e rano pronti per scendere lungo il fiume per effettuare uno sbarco sulla riva sinistra . « Tutto- disse Sherman- fu organizzato con una precisione che s'impose alla mia ammirazione » (79). Questi movimenti ingannarono in parte Bragg e, se la pioggia e lo stato pietoso delle strade non avessero ritardato Sherman, avrebbero potuto essere coronati da pieno successo. Alle 21.45 del 20 novembre Hardee, che comandava l'ala sinistra dello schieramento di Bragg, ordinò di bloccare i passi di Monte Lookout e disse ad uno dei suoi comandanti in sottordine: « Imponete alla vostra brigata avanzata di effettuare una difesa ad oltranza, in modo da darmi il tempo di inviare rinforzi. State continuamente aU'erta. Il generale Bragg è convinto che il nemico stia facendo una serie di movimenti sulla vostra sinistra » ( 80). Sfortunatamente per Grant, le truppe di Sherman non furono pronte ad attraversare il fiume la notte del 22 novembre (80bi~) e nel pomeriggio del 2lla marcia della sua divisione, da Trenton verso Wauhatchie, era stata individuata ed aveva indotto, il pomeriggio seguente, Bragga rinforzare l'ala destra del suo schieramento (81).
{") W.R., Vol. LV , pagg. 130, 131, 154, 184 e " Battles and Leadcrs», Vol. 111, pag. 716. (") W.R., Vol. LV , pag. 583. (") W.R., Vol. LV , pag. 571. (80) W.R. , Vol. Lv, pag. 668. (-) Movimento inizialmente disposto per il 21. Vds. W. R., Vol. LV. pag. 31. (") X.R., Vol. LV. pag. 671.
LA GUERRA CIVILE AMERICANA CONTINUA, 1862-1863
77
Durante la notte del 22 novembre un disertore si presentò alle linee nordiste ed avvertì che Bragg stava ripiegando. Sostenne che due divisioni erano state inviate contro Sherman, che si riteneva stesse per attaccare Steven's Gap - sul Monte Lookout - e che il grosso delle truppe di Bragg era concentrato tra il suo posto comando e la montagna. Questo movimento - sempre che l'informazione fosse stata esatta- combaciava perfettamente con il piano di Grant, che intedeva proprio allontanare il nemico dal punto prescelto per l'attacco di Sherman. Non è stato accertato che Grant se ne fosse reso conto, ma aveva certamente ricevuto la notizia (82) che Knoxville era stata attaccata e ritenne che il movimento di Bragg fosse una mossa per coprire l'invio di altre truppe alla città. Intanto, le autorità da Washington gli rivolgevano quotidiani appelli perchè soccorresse Burnside. Inoltre, il 20 novembre era stato intercettato il seguente messaggio in codice di Bragg: « Nel caso a Chattanooga vi fosse ancora personale non militare, sento mio dovere suggerire che la prudenza consiglia di evacuarlo al più presto » ( 83 ). Grant capì che questa lettera si riprometteva di metterlo fuori strada ma, quando mise insieme il suggerimento di Bragg con la notizia portata dal disertore, con le preoccupazioni relative a Knoxville (84 ), con il fatto che Sherman non poteva superare il fiume Tenessee fino alla notte tra il 23 ed il 24 novembre e con il fatto che il corso d'acqua, ingrossato dalle pioggie, metteva in pericolo la stabilità dei ponti , ordinò a Thomas (85) di effettuare un'esplorazione in forze la mattina del23 per cotrollare lo schieramento di Bragg. Thomas spinse in avanti le sue unità, fino a disporle parallelamente, ad un miglio di distanza, allo schieramento di Bragg sistemato sul Missionary Ridge. Questo movimento cambiò sostanzialmente il compito previsto per Thomas nell'ordine del 18 novembre (86) e rivelò a Bragg il pericolo che correva sul fianco destro. Nella notte del 23, Bragg ordinò alla divisione di Walker di spostarsi da Monte Lookout a Missionary Ridge (87) e ad una brigata di occupare posizioni in prossimità della confluenza del Chickamauga Sud (88). Entro la notte del 23 le unità di Sherroan, ad eccezione della divisione
(82) W.R., Vol. LVI, pag. 206. (83) W.R., Vol. LV , pag. 32. ( 84 ) Grant scrive: • Non ricevendo notizie da Burnside (i fili del telegrafo erano stati tagliati) e sollecitato dalle preoccupazioni di Washiogton sul suo conto, non potevo più rimandare l'azione in suo aiuto. Decisi pertanto di anticipare al 23, con l'armata del Cumberland, l'azione che era stata prevista per il24 ~- ("Grant's Memoirs", Vol. Il , pag. 62). ("') W.R., Vol. LV, pag. 32. (M) lbid., Vol. L V, pag. 31. ( 87) lbid., Vol. LV, pag. 718. ( 88) lbid. , Vol. LV, pagg. 745-746.
78
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
o 1 ~ ~==='===1==:±:==::1/fl///./
N
Fig. 6: La Battaglia di Otattanooga, 23-25 novembre 1863
Osterhaus che si trovava ancora ad ovest del traghetto di Brown, erano pronte a muovere. Ad Osterhaus fu comunicato di mettersi agli ordini di Hooker, se non fosse stato in grado di traghettare entro le 8 del 24. A mezzogiorno , le unità di testa di Sherman al comando del generale Smith si imbarcarono e discesero lungo il fiume Chickamauga Nord. Alle due del mattino furono sbarcate in prossimità della confluenza del Chickamauga Sud ed iniziarono contemporaneamente le operazioni per il traghettamento della fanteria di Sherman. Entro l'alba due divisioni erano dall'altra parte. Furono , quindi, lanciati un ponte di 450 metri sul Tennessee ed un altro sul Chickamauga Sud, che consentirono di inviare una brigata di ca-
LA GUERRA CIVJLE AM ERICANA CONTIN UA, 1862· 1863
79
valleria verso Charleston con il compito di distruggervi la ferrovi a. Alle 13, Sherman iniziò il movimento articolato su tre colonne divisionali , delle quali quella di sinistra muoveva avanzata al coperto del Chickamauga Sud , e quella di destra arretrata e disposta in ordine di combattimento in modo da garantire una pronta e reattiva protezione . Alle 15.30, le teste delle colonne avevano raggiunto una collina a nord di Missionary Ridge , quando Sherman, invece di spingersi attraverso la galleria ferroviaria, ordinò alle divisioni di fermarsi e di trincerarsi per la notte. « Questo fu l'errore più grossolano - sostiene il generale Smith- dell'operazione » ( 89). Quale era stata la difficoltà di Sherman? Per quanto il problema sia stato dibattuto da molti storici, esso non è stato analizzato a fondo. Era il 24 novembre e pertanto , normalmente, entro mezz'ora sarebbe diventato buio. Durante tutto il giorno era caduta una pioggia sottile e le nuvole erano basse (90). Già prima delle 16 era così buio sul Monte Lookout che Hooker era stato costretto a sospendere il movimento (9 1). Sebbene si sappia che l'intera cavalleria di Sherman aveva superato ambedue i ponti entro le 15.30, non è noto quando l'artiglieria cominciò a superare i fiumi. Non potè essere molto prima delle 14, probabilmente più tardi, perchè durante la notte tra il 23 e il 24 Thomas, che non aveva cavalli per trainare l' artiglieria , era stato costretto a prendere in prestito quelli di Sherman per spostare in avanti i 40 cannoni dell'armata del Cumberland sulla riva settentrionale del Tennessee « Per assicurare la protezione del punto dove i ponti dovevano essere lanciati » ( 92). In breve la situazione di Sherman dovrebbe essere stata la seguente: la collina di Tunnel Hill era distante ancora più di due chilometri ; la visibilità era scarsa; la notte si stava avvicinando e solo una parte delle sue artiglierie era disponibile. Se avesse deciso di avanzare fino alla collina , che poteva anche essere fortemente presidiata, non vi sarebbe giunto prima dell'oscurità. Una volta giuntovi , l'ala destra si sarebbe trovata quasi due miglia più avanzata rispetto a quella sinistra di Thomas. Se fosse stato attaccato sul fianco, le sue unità avrebbero potuto essere travolte e respinte verso il Chickamauga Sud. In ogni caso avrebbe avuto , al buio, molte difficoltà per scegliere posizioni idonee per trincerarsi. Con questo non si vuole sostenere che egli non avrebbe dovuto correre il rischio di portarsi in avanti , ma che devono essere attentamente valutate e soppesate tutte le circostanze prima di condannarlo. Sembrerebbe che l'errore di Sherman
(
89 )
M.H.S.M., Vol. VIII , pagg. 202 e 228.
(90) MGrant's Memoirs", Vol. II, pag. 68. ( 91 )
Ibid., Vol. Il , pag. n .
(92) "Grant's Memoirs", Vol. Il , pag. 66.
80
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
non sia stato quello di fermarsi dove in effetti si attestò, ma quello di non aver chiarito a Grant che non aveva raggiunto la parte settentrionale di Missionary Ridge. Quella notte Grant scrisse a Thomas: « Il generale Sherman ha raggiunto Missionary Ridge e il tunnel, incontrando scarsissi93 ). ma resistenza ... Mentre Sherman avanzava, Thomas assicurava la tenuta della posizione nello shieramento. Il ponte a Brown's Ridge fu travolto dalla corrente prima che la divisione Osterhaus potesse attraversarlo e , a mezzanotte del 24 novembre, Thomas, su direttiva di Grant, ordinò ad Hooker di occupare la cima di Lookout (94). All'alba del 24, Hooker avanzò tra una leggera nebbia e scalò la montagna compresa la « palizzata sovrastante », le rocce a picco, cioè , che costituivano la cima della montagna. Durante la notte, spinse in avanti nuclei di tiratori scelti che fecero sloggiare il nemico dalla sommità. « Poco prima dell'alba un gruppo di soldati prese possesso delle rocce che formano il punto più alto dell'altura. Avevano con loro una bandiera che tennero arrotolata fino aJ sorgere del sole. Nel momento in cui furono illuminati dai suoi raggi , sventolarono la bandiera, le cui stelle e strisce furono ben visibili alle migliaia di commilitoni che aspettavano più in basso » (95). Quella sera, Grant comunicò a Washington le posizione della sua armata e, il giorno successivo, ricevette risposta sia da Lincoln che da Halleck. Il primo gli telegrafava « ricorda Burnside », mentre il secondo rispondeva: « Temo che Burnside si trovi in cattive acque e che ogni ulteriore ritardo possa risultare fatale » . Ciò era poco incoraggiante e dimostra a quali pressioni fu sottoposto Grant perchè muovesse in aiuto del collega. Poco dopo mezzanotte , Grant ordinò ( 96) a Sherman di inziare l'azione non appena fosse diventato chiaro e a Thomas scrisse:« Il vostro attacco , che dovrà essere contemporaneo , sarà strettamente coordinato con quello degli altri. Le vostre truppe o muoveranno direttamente contro le postazioni nemiche o si sposteranno sulla sinistra in relazione all'azione sviluppata dall'avversario ... Se le posizioni raggiunte da Hooker sulla montagna possono essere tenute da una piccola forza e se non fosse in grado di raggiungere la cima da dove si trova attualmente , è da prevedere che egli muova lungo la valle con tutte le forze che può distogliere e che cerchi di raggiungere la cima di Monte Lookout lungo la prima strada che si presta alla bisogna » (9'). >)
(
(.,) W . R., Vol. LV , pag. 44. (") W . R . . Vol. LV . pag. 106. ("') M.H .S.M., Vol. VII, pag. 391. Vds. anche W. R., Vol. LV, pag. 122. (96) W . R., Vol. LV , pag. 40. (.,) W . R., Vol. LV , pag. 44.
LA GUERRA CIVILE AMERICANA CONTINUA, 1862·1863
81
Ovviamente« la cima di Monte Lookout » era un lapsus per« cima di Missionary Ridge » ( 98) e Thomas, che se ne era reso conto, alle 10 del 15 novembre ordinò ad Hooker di muovere lungo la strada di Rossville per attaccare Missionary Ridge (99) - il che significa la parte meridionale dell'altura. Un po' più tardi Grant, che si trovava in quel momento con Thomas ad Orchard Knob, decise che Thomas non avrebbe dovuto iniziare iJ movimento contemporaneamente a Sherman, ma aspettare fino a quando Hooker non avesse raggiunto Missionary Ridge ( 100)- ovviamen. te per sfruttare il successo di Hooker del 24, se fosse stata favorevole anche l'azione di quel giorno. Durante l'esplorazione condotta iJ 23, Thomas aveva scoperto che Bragg stava muovendo una divisione da Monte Lookout a Missionary Ridge. Questo spostamento, se da una parte facilitava l'avanzata di Hooker, dall'altra avrebbe ritardato quella di Sherman . La mattina del 23, la divisione Cleburne ed una brigata di Bukner erano alla Stazione Chikamauga, in movimento per raggiungere il generale Longstreet. Non appena Thomas attaccò, Bragg ordinò a Cleburne di schierare immediatamente la sua divisione dietro Missionary Ridge. Il mattino del 24 novembre, quando Sherman stava ancora superando il fiume Tennessee, Bragg ordinò a Cleburne di inviare una brigata a proteggere il ponte ferroviario sul Chickamauga Sud della linea Est Tennessee-Georgia, perchè fosse disponibile per un'eventuale ritirata e quindi , alle 14, gli fece pervenire l'ordine di spostare le altre tre brigate sull'estremità settentrionale di Missionary Ridge, vicino alla galleria ferroviaria e di assicurare l'integrità del ponte alle sue spalle ad ogni costo (1°1). Di fatto, quando Sherman raggiunse le posizioni, che occupò nella notte tra il 24 e il 25, Cleburne era riuscito a sistemare a difesa una sola brigata tra il nemico e la galleria ( 102). Nel mattino del 25 la divisione Cheatham ed una brigata di quella di Stevenson arrivarono da Monte Lookout, dove il resto dell'unità si presentò solo nel tardo pomeriggio (1 00 ). li mattino del 25 novembre si presentò chiaro e Junùnoso e Gran t, da Orchard Knob , potè avere una visione completa della parte sinistra del campo di battaglia. Sherman si mosse all'alba come previsto e dopo uno scontro di più di due ore, Grant, dal suo posto d'osservazione, avendo notato che« colonne su colonne venivano inviate da Bragg contro il dispositivo nordista »,
('") Vds. nota a piè pagina 232 di M.H.S.M., Vol. VIli e •·Grant's Memoirs", Vol. Il , pag. 75. (99) W.R ., Vol. LV, pag. 115. ("") "Grant's Memoirs" , Vol. Il, pag. 75 e W.R., Vol. LV, pagg. 34, 96, 112. 113. ( 101 ) W.R., Vol. LV, pag. 745. ('C2) M.H.S. M. , Vol. Vlll, pag. 205. ('ll.l) W. R.. Vol. LV, pagg. 701, 726.
82
LE BATI AGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ordinò a Thomas di inviare la divisione Baird in rinforzo di Sherman, anche se questi non l'avesse richiesto. Bragg all'improvviso cominciò ad ammassare unità nella stessa direzione (1<>~). « Questo- disse Grant- era quello che volevo. Ma ormai era pomeriggio avanzato ed avevo aspettato di vedere Hooker superare la cresta in vicinanza di Rossville e costringere Bragg a concentrare le sue forze anche in quella nuova direzione» (IOS). Nel frattempo Sherman, non riuscendo a capire perchè Thomas tardasse ad avanzare, alle 12.45 chiedeva dove fosse il collega , il quale rispose: « Sono qui; l'ala destra del mio dispositivo sta portandosi da Monte Lookout a Missionary Ridge » ( 106). Grant stava ancora trattenendo la progressione di Thomas, perchè l'evoluzione della battaglia lo aveva indotto a modificare il suo piano originale. Poichè Sherman era stato fermato e rimanevano scarse possibilità di sfondare sulla sinistra, Grant stava aspettando l'attacco di Hooker sulla destra per lanciare l'azione di Thomas contro il centro, che Bragg avrebbe certamente indebolito per rinforzare la parte del dispositivo sottoposta alla nuova minaccia. Hooker aveva iniziato il movimento nella prima mattinata del 25 novembre, ma era stato attardato dai Confederati che avevano bruciato il ponte sul rio Chattanooga. Di conseguenza, l'unità nordista aveva perso diverse ore per il superamento dell'ostacolo fluviale e non era riuscita a raggiungere Rossville Gap prima delle 15. Quando vi giunse, attaccò con immediatezza , conquistò Missionary Ridge, ma omise di comunicare il suo successo al generale Thomas. Grant, avendo giudicato che la posizione di Sherman fosse diventata critica , alle 15.30 ordinò a Thomas di avanzare e di attaccare le trincee alla base del costone (107). Quest'ordine , quando messo in relazione alle direttive impartite a Thomas durante la notte del 24, fu inteso come la prima fase per la conquista del costone. In contrapposizione alle interpretazioni date a questo ordine da un considerevole numero di storici e particolarmente dal generale Smith, gli « Official Records » della guerra non lasciano alcun dubbio sul suo significato. Il generale Baird, nel suo rapporto , scrive che un ufficiale del comando di Thomas portò al suo superiore l'ordine verbale di attaccare le trincee ed aggiunse « che l'azione doveva essere considerata preparatoria per un attacco generale contro la montagna e che senza ombra di dubbio il Generale Comandante intendeva che io
( 104)
lbid., Vol. LV, pag. 34. "Graot's Memoirs'', Vol. Il. pag. 78. (106) W.R., Vol. LV, pag. 44. 1 ( 07) Ibid., Vol . LV. pag. 34. Thomas, sempre lento, tardò a farlo e Gran t in persona ordinò l'avan zata. un'ora più tardi ("Grant's Memoirs", Vol. Il , pag. 79). ( 1<»)
LA GUERRA CIV I LE AMERICANA CONTINUA, 1862-1863
83
prendessi parte all'azione e che fossi in grado di raggiungere la cima della altura » (108). Dana scrive: « L'azione violenta delle nostre truppe per la conquista della vetta fu uno dei più grandi miracoli della storia militare » (1 09). Ma non fu niente fuori dal comune, fu solo un atto come tanti altri. Missionary Ridge era protetto da due linee di trincee, ognuna delle quali era difesa da uomini schierati ad un passo di distanza tra loro, con l'artiglieria che erogava un fu oco ficcante e pertanto non completamente efficace. Quando la prima linea -quella delle trincee menzionata da Grant -stava per essere conquistata, i suoi difensori si ritirarono e molti di essi trafilarono attraverso la seconda. Il generale sudista Manigault, che comandava una brigata della divisione Hindman, scrive: « L'ordine dei reparti svanì e ciascuno nel tentativo di porsi in salvo prese la direzione più breve per raggiungere la sommità del costone ... le truppe alla fine raggiungevano la cima esauste e senza fiato ... la maggior parte era così demoralizzata che continuò la corsa sul versante opposto in modo da porre la cresta tra sé e il nemico » ( 110). Ovviamente Grant intendeva conquistare il costone, ma non prevedendo che i militari che difendevano la linea avanzata si demoralizzassero tanto presto, aveva ordinato di conquistare solo il primo ordine di trincee. Gli attaccanti , vedendo il nemico in rotta, istintivamente lo seguirono , conquistando così l'obiettivo d'un solo balzo. La difficoltà di trattenere gli uomini, quando il nemico è in rotta completa, è ben nota ad ogni soldato che abbia partecipato ad un'azione del genere. La continuazione dell'attacco non fu causata da un miracolo, ma dallo stesso istinto di combattere. Ciò non toglie assolutamente nulla al valore dimostrato dagli uomini di Thomas e spiega completamente quanto avvenne. Poichè l'attacco fu coro nato da successo, l'avanzata di Hooker costituì l'atto decisivo della battaglia. Travolto sulla fronte, Bragg non poteva fronteggiare quest'azione Sllll fianco. Grant , invece di vincere la battaglia con l'ala sinistra come aveva inizialmente pianificato , conseguì il risultato con la destra. Che avesse dovuto farlo , dopo l'errore commesso nell'ordinare una ricognizione in forze a Thomas il 23 novembre , non si ripercuote negativamente sulle sue qualità di comandante; il fatto dimostra, al contrario, che il suo piano e lo schieramento assunto erano fl essibili e potevano essere adattati a qualsiasi circostanza. L'inseguimento fu tempestivamente iniziato, ma sospeso il 28 novem-
01 (' ) W.R., Vol. LV pag. 508. Vds. anche «Banles and ~aders", Vol. !U, pagg. 724-726, per il resoconto del brigadier generale Joseph E. Fullerton. ("") X.R., Vol. LV, pag. 69. 110 ( ) "Military Memoirs of a Confederate", di E.P. Alexander (1907), pag. 478.
84
LE BATIAG U E DECISIVE DEL MONDO OCCiDENTALE
bre, perchè il dovere principale di Grant era quello di alleggerire la pressione su Burnside. Il 29 , dopo essersi accertato che Bragg fosse in piena ritirata, Grant ordinò a Sherman di marciare su Knoxville, (1 11 ) dove arrivò il 6 dicembre per scoprire che Longstreet aveva tolto l'assedio il 4 e si era ritirato nella valle di Holston. ll 30 novembre Grant spostò il suo comando a Nashville e lasciò Thomas al comando dell'importante posto, ormai saldamente io possesso dei nordisti. Grant in questa battaglia perse 5.815 uomini su un totale di circa 60.000 (112) , mentre Bragg, che dopo la partenza di Longstreet era rimasto con non più di 33.000 uomini , perse 3.000 soldati tra morti e feriti , 5471 prigionieri, 6.175 armi di vario tipo e 40 cannoni (113). Le vittorie di Grant" a Vicksburg e a Chattanooga segnarono, molto probabilmente, iJ destino della Confederazione. La prima separò gli stati ad est del Mississippi da quelli ad ovest e la seconda sbarrò la direzione di penetrazione verso nord nel Tennessee ed aprì la strada verso Atlanta, la porta post~riore per prendere alle spalle Lee in Virginia. II 3 marzo 1866 Lincoln, che alla fine aveva trovato il tipo di generale che aveva cercato e di cui aveva bisogno, chiamò Grant a Washington e lo nominò comandante in capo. Giunse nella capitale il 9 marzo e subito si mise al lavoro per preparare i piani che dovevano portare alla fine della guerra e che prevedevano di bloccare Lee in Virginia mediante una serie ininterrotta di attacchi, mentre Sherman , dopo aver occupato Atlanta, si metteva in grado di attaccarlo aJle spalle. In breve, attuare un attacco su due fronti contro quanto rimaneva dell'esercito sudista c farlo scomparire dalla scena. Questa campagna ebbe inizio nell'est il 4 maggio 1864. Dopo sei settimane di combattimenti senza quartiere nella selvaggia Virginia- l'area boscosa a sud del Rapidan - Grant costrinse Lee a rifugiarsi nella città trincerata di Richmond che, non potendo attaccare frontalmente per il valore impeditivo delle sue difese, aggirò a metà giugno , attraversando il fiume James a Wilcox's Landing. Da qui attaccò Petersburg- la chiave per Richmond- attraverso la quale passava la linea dei rifornimenti sudista, che sfortunatamente , a causa dell'incapacità dei suoi subordinati , non riuscì a conquistare. Da allora sino alla fine di marzo del 1866 l'armata del Potomac fu essenzialmente impegnata in una guerra d'assedio. Quattro giorni dopo la partenza di Grant, Sherman si mosse da Chattanooga verso sud per attaccare il generale Joseph E. Johnston. Storicamente, la sua
( 111 )
1127 Grant diede disposw oni a Tbomas a ffincht inviasse ti corpo d'armata di Granger a Knox· ville. n 29, scopeno ohe non era ancora partito, mandò invece Sherman ("Grant's Memoirs", Vol. Il , pagg. 90-92). (m) " Banles and Leaders", Vol. Jll. pag. 711. ("l) H .M. Cist , pag. 258.
LA GUERRA CIVlLE AMERICANA CONTINUA, 1862-1863
85
campagna è di interesse particolare, perchè Sherman rappresentava il generale di una nuova specie, che ripudiava le convenzioni militari del diciannovesimo secolo e conduceva la guerra con pugno d'acciaio e in modo spietato. Dopo un sanguinoso combattimento, ill0 settembre, occupò Atlanta - la porta del sud- e ne fece evacuare l'intera popolazione, non volendo lasciare nemici alle spalle. Spiegò ad Halleck, che con la promozione di Graot era stato nominato capo di stato maggiore a Washington: «Se il popolo emana uo sospiio contro le mie barbarie e crudeltà, risponderò che la guerra è guerra e non un'attività alla ricerca di popolaiità. Se vogliono la pace, loro ed i loro parenti devono porre fine alla guerra » ( 114). Per il diciannovesimo secolo, questa era una nuova concezione, nel senso che un fattore decisivo della guerra - il potere di decidere la pace - veniva trasferito dal governo al popolo e che la pace poteva essere un prodotto della rivoluzione. Ciò significava spingere il pricipio di democrazia ai suoi estremi, e con esso introdurre la teoria dell'attacco psicologico o ciò che, nel parlaie corrente dei nostri giorni, è chiamato « guerra fredda». Di Sberman, il maggiore W. Nicols, uno dei suoi aiutanti di campo, dice « È un democratico nel senso migliore della parola. Non ha nulla di europeo. È un vero prodotto delle nostre istituzioni » ( 115). In seguito, quando Sherman iniziò la sua famosa marcia attraverso la Georgia, fece di questa nuova concezione della guerra il suo principio guida ed intraprese l'azione comtro il popolo del sud nello stesso modo e con la stessa virulenza impiegati contro l'esercito. Niente che assomigliasse a questa marcia s'era più visto in Occidente dai tempi delle scorrerie e dei saccheggi di Tilly e Wallenstein, durante la Guerra dei Trent'anni e, se si vuole, di alcune razzie delle guerre napoleoniche. La guerriglia sudista, come nota Sherman , aveva commesso e continuava a perpetrare molti atti bruta)j; ma quelle atrocità dovevano essere considerate atti individuali e non l'idea guida di una politica. Non è quindi lontano dal vero Jefferson Davis, quando soprannomina Shermao « l' Attila del continente americano » (' 16). Il terrore costituiva uno dei fattori di base della politica militare di Sherman, come egli stesso afferma e come si può desumere dalle due affermazioni che seguono: « Fino a che possiamo ripopolare la Georgia , è inutile occuparla; ma la distruzione completa delle sue strade, delle sue case e del suo popolo riduce la loro cap~cità militare ... posso effettuare
"Personal Memoirs of Generai W.T. Sberman" (1875), Vol. Il , pag. 132. "Tbe Story of the Great March" (1865) , pag. 80. ('" ) Jefferson Davis, Vol. Il, pag. 279.
(
114 )
(" 5)
86
LE BATTACUE DECISIVE D EL MON DO OCCID ENTALE
una marcia e far piangere l'intera Georgia » ( 117) . << Non stiamo solo combattendo l'esercito nemico , ma un popolo nemico e dobbiamo far assaggiare ai vecchi e ai giovani, ai ricchi e ai poveri la mano pesante della guerra ... La verità é che l'intero esercito anela di riversare il suo insaziabile desiderio di vendetta sulla Georgia. Quasi tremo per il suo destino» (1 18). Sherman, come Nichols, era convinto che il suo esercito fosse « uno strumento di giustizia divina )) ( 119). Hitchcock, un altro suo aiutante di campo , dice più o meno la stessa cosa: « È una guerra che non può durare. Dio dacci la pace- ma non può esserci azione di pace se non ci rimettiamo completamente al governo: sembra che non possa essere raggiunta se non attraverso il terrore della guerra (1 20) ••• Sherman ha perfettamente ragione, l'unica possibilità dì porre fine a questa terribile e spaventosa guerra é di renderla terrificante oltre ogni Limite » ( 121). Il 21 dicembre cadde nelle mani dell'orda nordista, seguita per giunta da migliaia di predoni negri , la città di Savannah che Sherman , il giorno successivo, dedicò al Presidente Lincoln come dono dì Natale (122). Quindi furono devastate le Caroline (123). I danni provocati da Sherman in Virginia furono incalcolabili e, per giunta, per 1'80% furono solo inutili distruzioni da cui non trasse alcun vantaggio (1 24). Mentre tutto ci ò accadeva nel sud, Grant, nel nord , stava conducendo un'azione senza sosta contro la ferrovia di Petersburg e , il15 gennaio 1865, con la conquista di Fort Fisher, che proteggeva l'entrata al porto di Wilmington, costrinse infine Lee, le cui difficoltà di rifornimento erano diventate disperate , ad avanzare al Governo Confederato la proposta di abbandonare Richmond (125). Subito dopo, quando Grant apprese che Sherman non sarebbe stato in grado di avanzare contro Roanoke fino allO aprile , decise di non aspettarlo e di attaccare immediatamente. Il 30 marzo, per eliminare le trincee del lato destro di Petersburg, ordinò al generale Philip H . Sheridan ed alla sua cavalJeria di occupare l'incrocio stradale di Five Forks. La battaglia che seguì , ill0 aprile , costrinse il generale Pickett a ritirarsi, mise a disposizione di Gran t la ferrovia South Side che corre da Petersburg a Lynchburg e segnò il destino di Petersburg.
(111) W.R. , Vol. LXXIX , pag. 162. ( 118) lbid., Vol. XCII , pag. 799. ('") Nicbols , pag. 101. ( llll) " Marching with Shennan, Letters and Diaries, of Henry Hitchcock." ( 1927), pagg. 35 e 53. ("') fbid .. pag. 35. (IZ2) " Memoirs" di Sherman, Vol. Il , pag. 231. ('" ) Nicbols, pagg. 189-190. Vds. anche pagg. 86, 93 , 102 e 116. ('"') W.R., Vol. XCII, pag. 13. «In quasi tutti i suoi messaggi dopo che aveva raggiunto il mare, Sherman gongolava per la disrruzjone di beni • ("History of the United States" di Rbode ( 1895), Vol. v. pag. 22. ('25) W.R. , Vol. XCVIII , pag. 1044.
LA GUERRA CIVILE Al\<IERICAKA COI'TIN UA, 1862-1863
87
Il giorno successivo Grant conquistò le posizioni a sud di Petcrsburg, divise l'armata .di Lee in due c costrinse, mentre Sheridan respingeva tutte le unità dell'ala occidentale sudista oltre l' Appomattox , l'ala orientale arifugiarsi nella città. L'occupazione successiva della città, il 3 aprile, costrinse Lee ad abbandonare Richmond e a ritirarsi lungo la ferrovia per Danville . Quando l'armata della Virginia del Nord fu abbandonata al proprio destino, Grant ordinò al II e al VI corpo d'armata di muoversi verso nord in direzione dell' Appomattox e di impegnare il nemico alle spalle, mentre Sherman , il V corpo d'armata e quello di Ord si dirigevano verso la stazione di Appomattox dove, secondo informazioni ricevute, Lee intendeva rifornirsi . La sera dell'8 aprile Sherman raggiunse la stazione e respinse le avanguardie sudiste verso Court House. Il giorno successivo, il generale confederato mosse all'attacco ma , quando si accorse di avere il V corpo d'armata e quello di Ord alle spalle, preferì alzare bandiera bianca ( 126). Poco più tardi, alla casa McLean, in una piccola stanza con un tavolo e due o tre sedie, Robert E. Lee , comandante di 7872 fanti e 2100 cavalieri , con 63 cannoni e senza neppure una razione, si arrendeva a Ulysses S. Grant. Aveva così termine « la rivoluzione dei pastori e dei contadini contro la macchina , contro l'era a vapore. Gli epigoni di HarniJton contro i figli di Franklin » (1 27). Dopo due anni di guerra fratricida l' Unione veniva ristabilita e probabilmente nasceva un impero che , estendendosi dall' Atlantico al Pacifico , era virtualmente inattaccabile. Fungendo da anello fra l'Europa ad oriente e l'Asia ad occidente, poteva trovarsi ad avere tra le mani l'ago della bilancia della potenza mondiale. Sebbene la guerra avesse profondamente sconvolto l'economia del sud , che doveva dedicare anni di ricostruzione alle rovine della guerra , il nord godette , oltre che della vittoria, di una prosperità senza precedenti . « Mai in precedenza- scrivono Morison e Cammager - il popolo americano aveva dimostrato maggiore vitalità, mai prima la sua vitalità era stata accompagnata da così incauta irresponsabilità. Alla generazione che aveva salvato l' unità ogni cosa sembrò possibile: non c'erano mondi, eccettuati quelli dello spirito, che non potessero essere conquistati. Gli uomini si gettarono sul continente con spietata avidità , come se avessero dovuto privarlo delle sue ricchezze » ( 128). Le risorse del nuovo impero erano inesauribili: ferro, carbone, petrolio, forza lavoro ed energia abbondavano. Invenzioni scaturivano da disegni a tavolino , aumentavano i prodotti delle fabbriche e i raccolti della terra , mentre centinaia di migliaia di immigrati popolavano città e campagne.
( 126)
W.R. , Voi XCV, pagg. 1109·1110.
('V) "John Brown's Body" di Stephen Vicent Benét, pag. 375 (ed. Inglese 1929). (124) "The Growth of the American Republic" (1942), Voi, pag.ll, pag. 9.
88
LE BATTAGUE DECISIVE D EL MONDO OCCIDENTALE
Le 35.000 miglia di ferrovia esistenti nel 1865 diventarono 200.000 nel
1900, superando così la rete europea. È stato stimato che la guerra costò ai belligeranti 20 miliardi di dollari e , come Marx sostiene, « lasciò dietro di sé un colossale debito nazionale, una conseguente accresciuta pressione fiscale , la creazione di una aristocrazia finanziaria nel vero senso della parola e la cessione di una enorme parte di terre ni pubblici a compagnie che specularono sullo sfruttamento minerario, sulle ferrovie (129), ecc.; io una sola parola, l'accentramento dei capitali realizzato a passi da gigante » (1 30). Entro due generazioni dalla fine della guerra , gli Stati Uniti diventarono il più grande paese capitalista e la più grande potenza industriale del mondo. Stephen Vincent Benét la definisce« la grande bestia metaiJica »e descrive il suo sorgere dai titanici eventi della guerra civile in questi versi suggestivi: Dal vigore di John Brown scaturiscono i grattacieli, dal suo cuore sgorgano palazzi armoniosi, buJloni e rotaie, dinamo e motori, colonne di fumo di giorno e lingue di fuoco di notte, città d'acciaio che si protendono verso il cielo , simili ad enormi gabbie roteanti ornate dal delizioso gioiello dell'elettricità , avviluppate nel vapore, nere di splendore , più bianche del vestito di damasco di una sposa dai riverberi metallici , figli dell'Era del motore. Abbiamo innalzato il genio a governatore del mondo (1 31 ). Seguirono stimolo e voglia di produrre in pace con la stessa intensità con cui si distrugge in guerra. Come già accennato in precedenza , per la prima volta nella storia moderna lo scopo della guerra si concretò nella distruzione non solo delle forze armate nemiche , ma anche dell'intera società dalle fondamenta , stravolgendo l'ordine politico, sociale ed economico. Lee, come sostiene Rhodes (1 32), assomigliò , nelle caratteristiche essenziali, a Washington e pertanto come mentalità appartenne al 18° secolo, all'era « agricola » della storia. Sherman e, sotto molti aspetti, anche Grant. Sheridan e gli altri generali nordisti appartennero, spiritualmente e moralmente , all'era della rivoluzione industriale, guidati dal principio dell'effi-
(119) " In tOlale il Governo Federale elargl alle ferrovie 158.293.3n acri, circa l'area del Texas • (lbid .. Vol. Il, pag. 112). ('lO) "Capitai" (Everyman's Library) , Vol. Il , pagg. 857-858. (U') "John Brown 's Body", pag. 376. ( 112) " History of the United States-. Vol. 111, pag. 413.
LA GUERRA CIVILE AMERICANA CONTINUA. 1862-1863
89
cienza che, governata da una sola legge - lo scopo giustifica i mezzi non ammetteva che concezioni morali o spirituali o comportamenti tradizionali le sbarrassero il passo. Sherman, che deve essere considerato il primo dei moderni generali tota)jtari, trasformò il conflitto in guerra totale da condurre non solo contro gli uomini in armi , ma contro l'intera popolazione e fece del terrore l'asse portante della sua strategia. A lui, più che a qualsiasi altro , deve essere attribuito l'odio che scaturì dalla guerra civile. Nel campo dei procedimenti d'azione, il fucile trasformò la difesa nella forma più economica e redditizia di guerra e rese l'attacco molto più difficile e « costoso » . Questa trasformazione è descritta così dal colonnello Theodore Lyman: « Metti un uomo in una buca ed una batteria dietro di lui la sommità di una collina e vedrai che sarà in grado di sconfiggere un nemico tre volte superiore, anche se non è un buon soldato » (1 33) e, nel seguente modo , da Frank Wilkeson: « Prima di lasciare North Anna scoprii che la nostra fanteria era stanca di attaccare trincee. Ogni uomo asseriva che un buon soldato dietro un riparo equivaleva a tre uomini allo scoperto » (1 34) . Tale concetto provocò un progressivo incremento delle dimensioni degli eserciti. Altri cambiamenti - e molti di essi rimasero sconosciuti per molti anni dopo la fine della guerra - si verificarono nella cavalleria, le cui cariche erano diventate inefficaci, neJI'artiglieria , i cui cannoni ad anima rigata s'erano andati sempre più imponendo per la loro efficacia e nell'impiego della baionetta, che era stata completamente detronizzata. « Credo che nemmeno un uomo sia stato ucciso con la baionetta » (1 35) scrive un testimone oculare ed il generale John B . Gordon aggiunge: « Le baionette allineate e scintillanti erano uno spettacolo bello da vedere quando spuntavano sulla fronte di una linea d 'attacco , ma raramente si bagnarono di sangue. La baionetta ha fatto i suoi giorni » (1 36) . Il maggiore medico G. Hart scrive di aver visto pochissime-ferite da baionetta: « se si eccettuano quelle accidentali ... credo che non superino in tutto la mezza dozzina le ferite di questa natura che io abbia curato » ('37) . È facile criticare l'abilità tattica di Grant, di Lee e degli altri genera)j di questa guerra, ma si dovrebbe tener presente che essi evevano pochi precedenti cui riferirsi. In ogni caso, il fucile era una nuova arma . Quando
(t:13) "Meade 's Headquaners" , 1863-1865, (1922), pag.224. ("'') "The Soldier in Battle, or Life in the Ranks of the Army of the Potomac" (1896), pag. 99. ( 131) "Life in the Confederate Army" di William Wastson, pag. 217. ( 136) "Reminisce nces of the Civil War" (1904) pagg. 5 e 6. Vds. anche "Memoirs ofthe Confederate War of l ndependence" di Heros von Borck (1886), Vol. l, pag. 63 , e Vol. II pag. 50. ( 137) M. H.S.M., Vol . Xlii, pag. 265.
90
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
critichiamo , dovremmo ricordare che ancora nel periodo 1914-1950 sette soldati professionisti su otto continuavano a credere nella baionetta. La guerra combattuta da Grant c Lee, da Sherman c Johnston e dagli altri assomiglia moltissimo alla prima guerra mondiale. Nessun'altra guerra, nemmeno quella russo-giapponese del1904-1905, presenta le stesse caratteristiche. Fu una guerra di pallottole e trincee, di ostacoli, di abbattute e perfino di reticolati , ostacolo che i confederati soprannominarono « una diabolica invenzione cui solo gli yankee potevano far ricorso >>, quando rimasero intrappolati a Drewry's Bluff e « furono massacrati come pernici » (1 38). Fu una guerra impressionante per la sua modernità, con mortai realizzati in legno rinforzato all'esterno da fil di ferro, con bombe a mano, razzi e trappole esplosive dalle forme più svariate. Furono impiegati fucili a ripetizione e mitragliatrici Requa e i palloni aerostatici furono usati da ambedue i contendenti , anche se i sudisti non ebbero molta fiducia nella loro utilità ( 139) . Si parla anche di granate esplosive ( 140) e lanciafiamme ( 141 ) e , nel giugno 1864, il generale Pendleton chiese al suo ufficiale addetto a Richmond se poteva fornirgli con« bombe asfissianti »,che emettessero «gas offensivi » per causare« un effetto soffocante ». La risposta fu « non ne abbiamo a portata di mano; normalmente non ne abbiamo in magazzino; le costruiamo su ordine » ( 142). La modernità non finisce qui. Furono impiegati navi corazzate, treni protetti, mine terrestri, siluri ( 143), lampade da segnalazione e telegrafo campale. Un sottomarino fu costruito da Horace L. Huntley a Mobile: lungo 6 metri, alto 1,5 e largo 1,05 era « mosso da un'elica azionata all'interno da 6 o 8 uomini » ( 144). II 17 febbraio 1864 affondò la U.S .S. « Housatonic »allargo di Charleston, insieme con la quale andò a picco. Le nazioni europee, se avessero studiato e mandato a memoria la lezione della guerra civile, non avrebbero, tra il 1914 ed il 1918, commesso i colossali errori di cui la prima guerra mondiale è infarcita.
('>&) "Battles and Leaders", Vol. IV , pag. 212. ( 1-"') "The Times"- Corrispondente speciale - l Gennaio 1863. ("") '·Campaigns and Bacùes of the Army of Norlhem Virginia" di Georgc Wise (19 16), pag. 160 ("') " Meade's Headquaners" del colonnello Theodore Lyman, pag. 284. ('") W.R. , Vol. LXIX, pagg. 888-889. ("3) ··Batùes and Leaders". Vol . Il , pag. 636. ("') M.H.S.M., Vol. XlV, pag. 450, 453.
CAPITOLO III
L'espansione della Prussia
l. Quadro storico Mentre gli stati semindipendenti americani si fondevano in un solo impero, l'Europa centrale assisteva ad una nuova nascita , frutto del vuoto di potenza lasciato dalla disgregazione del Sacro Romano Impero. ll Congresso di Vienna del 1815 aveva cercato di riempire tale vuoto con la creazione della Confederazione Germanica, costituita da 3~ stati sovram, con l'obiettivo di garantire la pace interna ed esterna della Germania. U suo organo di governo fu la Dieta, convocata permanentemente a Francoforte sul Meno, dove era rappresentato ogni stato. Di fatto, la Dieta non ebbe nessun potere perchè fu un senato senza camera dei deputati, un congresso e non un parlamento. Più importante della Confederazione Germanica fu la creazione della Zollverein prussiana o unione doganale. Nacque da una idea di Friederich List, il quale sosteneva che, finchè esistevano le barriere doganali fra i vari stati tedeschi, i prodotti britannici avrebbero continuato ad inondare la Germania, con il risultato di non consentirle di diventare un paese industriale. Per porre fine a questa assurda situazione tutte le gabelle, che sotto voci diverse interessavano ben 3000 prodotti , furono abolite all'interno della Prussia e, nell'ottobre dell'anno successivo, fu firmato il primo trattato doganale tra la Prussia e il piccolo stato sovrano dello SchwarzburgSonderhausen. Questo originò subito la nascita di due unioni doganali una a nord e l'altra a sud - che nel 1829 decisero di abolire fino al 1841 tutte le tasse sui prodotti scambiati. Nel1848 il trattato fu rinnovato e, tre anni dopo, interessava l'intera Confederazione Germanica , ad eccezione dei soli possedimenti austriaci. Inevitabilmente, l'unione commerciale portò in direzione del controllo politico e , quindi , verso l'idea di una mutua sicurezza militare. Sebbene si sia sentito parlare molto della Pax Europea , i quarant'anni
92
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
successivi a Waterloo furono un perido di frenesie e incubi, durante i quali reazione e rivoluzione si susseguirono con alterne fortune. Non era stato ancora reinsediato Luigi XVII a Parigi che la reazione si scatenò in tutta la sua virulenza. In Francia il Tricolore ed il divorzio furono aboliti ; in Spagna la Chiesa chiese ed ottenne il ripristino dell'Inquisizione; in Austria l'imperatore fu sostenitore dello « status quo » ed il principe Metternich , suo primo ministro , considerò l'unificazione della Germania un « progetto infame»; in Inghilterra Wbig e Tory, dimentichi dell'assalto della rivoluzione industriale, chiesero provvedimenti protettivi per gli interessi agricoli e per il commercio all'interno dell'Impero; Alessandro di Russia, religioso fanatico, convinse l'imperatore d'Austria ed il re di Prussia a firmare , in nome della Indivisibile Trinità, la Sacra Alleanza, che bene si attagliava a creare occasioni per una maggiore espansione della Russia; in seguito tutti i monarchi sottoscrissero tale trattato, ad eccezione del principe reggente di Inghilterra , che rifiutò, del sultano e del papa, che non furono interpellati. Sebbene, nei vent'anni che seguirono , non sia stata combattuta nessuna guerra, l'insorgere del nazionalismo contro la reazione trasformò questo periodo in uno dei più sanguinosi della storia occidentale. Le colonie ispano-americane si ribellarono alla Spagna ed il Brasile al Portogallo; la Spagna e il Portogallo furono sconvolti dalla rivoluzione e, in nome della Santa Alleanza, la Francia invase la Spagna; i greci si ribellarono ai turchi ed in Russia si ebbe, alla morte di Alessandro, la Rivolta di Dicembre. Nel 1827 Inghilterra Francia e Russia, con l'assenso della Grecia, intervennero contro i turchi ed il 20 ottobre affondarono la flotta turca a Navarino. La Russia invase la Persia e, nel 1828, la Bulgaria. Alla fine , nel 1830, si giunse alla resa dei conti. Parigi fu percorsa dalla rivoluzione, Carlo X fu detronizzato e Luigi Filippo chiamato a sostituirlo; il Belgio si ribellò all'Olanda e la Polonia alla Russia; Hannover e Resse Casse! furono interessati da rivolte, Austria, Ungheria, Svizzera ed Italia da violente manifestazioni. Nel 1931, i polacchi furono sconfitti ad Ostrolenka e la costituzione fu sospesa; lo Stato della Chiesa , che si era ribellato all'Austria, fu occupato. Nel 1832 i francesi assediarono Antwerp . Nel 1833 sir Charlcs Napier, con straordinaria audacia, distrusse la flotta di don Miguel al largo di Capo San Vincenzo e nel 1834 scoppiò in Spagna la« guerra carlista "• che per sette anni coprì di sangue la penisola iberica. Finalmente, nel 1837, con l'avvento al trono d' Inghilterra della regina Vittoria , si stabilì un periodo di relativa calma per una decina d'anni. l successivi avvenimenti rivoluzionari si ebbero nel 1848, non più con lo scopo di cambiare le forme di governo ma le strutture sociali, dal momento che le condizioni di vita delle classi meno abbienti erano diventate sempre peggiori con il progredire dell'industria . Nel 1847 fu fondata a Londra da Marx ed En$els la Lega Comunista, che lasciò la Marsigliese ai
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
93
borghesi ed adottò un nuovo formidabile inno di battaglia - l 'Internazionale- cantato a piena gola dai lavoratori: Debout! !es damnés de la terre! Debout! les forçats de la faim Le raison tonne en son cratère, C'est l'éruption de la fin . Du passé faisons table rase, Foule esclave, debout, debout! Le monde va changer de base: Nous ne sommes rien, soyons tout! ( 1) Il 22 febbraio 1848, Luigi Filippo e la regina scivolarono dalla porta posteriore delle Tuileries e si involarono per l'Inghilterra, con il nome di signore e signora Smith. Raramente una rivoluzione era cominciata con uno spargimento di sangue così esiguo. Il diritto al lavoro fu posto alla base della nuova riforma e , a sua garanzia, fu sciolta la Guardia Nazionale e furono distribuite le armi ai lavoratori . In giugno, il generale Cavaignac, nominato dittatore, capeggiò la parte occidentale di Parigi contro la parte industriale orientale, controllata da Pujol e domò la rivolta con i cannoni. « I combattenti - scrive C.A. Fyffe- combatterono non per un principio politico o una forma di governo, ma gli uni per la conservazione e gli altri per il sovvertimento di una società basata sul mantenimento della proprietà privata ». Tuttavia la Francia ne rimase così gravemente sconvolta che il duca di Wellington scrisse: « La Francia ha bisogno di Napoleone! Non riesco ancora a vederne uno ... Dov'è? » In Inghilterra vi fu un grande fermento, ma le dimostrazioni inscenate dai cartisti furono un fallimento. Nel 1849 la legge sul grano fu abolita e la Gran Bretagna adottò il libero mercato. Nel frattempo, la rivoluzione scoppiò a Vienna e fu seguita da sommosse generalizzate in tutto l'impero. Carlo Alberto di Savoia, con dietro tutta l'Italia, ad eccezione del Papa, e spinto da Cavour, dichiarò guerra all'Austria. Battuto a Santa Lucia ed a Custoza il 23 marzo 1849, fu definitivamente sconfitto a Novara e costretto ad abdicare in favore di suo figlio Vittorio Emanuele (1849-
1 ( )
In piedi , dannati della terra' In piedi , forzati della f;une ! La ragione tuona oel suo cratere , È l'eruzione della fine. Del passato facciam piazza pulita Folla schiava , in piedi , in piedi! U mondo cambierà radicalmente: Noi non siam niente, siam tutto !
94
LE BATTAGLIE DECISIVE. DEL MON DO OCCIDENTALE
1878). Anche l'Ungheria aveva preso fuoco; i cechi si ribellarono in Boemia e serbi e croati impugnarono le armi. Queste rivolte portarono ad una nuova rivoluzione a Vienna e l'abdicazione di Ferdinando I in favore di suo nipote Francesco Fiuseppe (1848-1916), un ragazzo di 18 anni. L'Ungheria si rifiutò di riconoscerlo e, poichè il governo austriaco non fu capace di domare la rivolta, la Russia fu invitata ad intervenire in nome della Santa Alleanza; il 9 agosto 1849, gli ungheresi furono travolti a Temesvar e fu posta così fine alla rivolta. In Germania, benchè i lavoratori, che seguirono l'esempio dei francesi, manifestassero per una più equa suddivisione dei profitti, la rivoluzione scoppiò più per motivi nazionalistici che sociali. Nel febbraio del 1847 Federico Guglielmo IV (1840-1861) era stato costretto a convocare una Dieta prussiana, che immediatamente si sostituì a quella del1815 e autorizzò la convocazione di un Parlamento Nazionale Tedesco a Francoforte per la costituzione di una nuova Germania. Era in corso il dibattito , quando Schleswig e Holstein si ribellarono alla corona danese ed un esercito prussiano fu inviato a sostenere l'Holstein. La Russia si schierò con i danesi e Francesco Guglielmo, impaurito, supplicò il parlamento nazionale di chiedere un armistizio. Nonostante questo atteggiamento pusillanime, il parlamento gli propose successivamente di diventare imperatore di Germania, carica che egli, con l'Austria in subbuglio, avrebbe potuto ricoprire senza che qualcuno si opponesse. Essendo però contrario alla politica democratica del Parlamento, fece presente che avrebbe potuto accettare la proposta solo se fosse stata sanzionata dai principi e dalle città Hbere. Ciò costituì un colpo mortale per le speranza dei patrioti tedeschi. Per rimediare al passo falso , Federico Guglielmo concluse un trattato con i re di Hannover e di Sassonia per concordare una nuova costituzione. Ne scaturì il suggerimento di nominare, al posto di un imperatore, un capo supremo coadiuvato da un Collegio di Principi, che governasse su una « Unione Tedesca ». La proposta fu accettata ma, sfortunatamente per Federico Guglielmo, il momento propizio era passato. L' Austria, che era riuscita a mettere ordine in casa sua, separò Sassonia ed Hannover dall'Unione e spaccò la Germania in due parti: una favorevole alla Russia e l'altra all'Austria. Manifestazioni nello Resse Casse! portarono sull'orlo di una guerra, che Federico Guglielmo non era preparato a combattere, e così il 29 novembre 1850 ad Olmiitz sottoscrisse ogni richiesta dell'Austria: l'Unione fu disciolta e la Prussia fu costretta a riconoscere la vecchia Dieta di Francoforte. Mai , fin dalle giornate nere di Jena, la Prussia aveva più sofferto momenti così oscuri. Nel frattempo in Francia, dopo « le giornate di giugno », Cavaignac aveva continuato a governare come dittatore fino a quando, non essendo
L' ESPANSIONE DELLA PR USS IA
95
riuscito a formare un governo stabile, non fu sconfitto da Luigi Napoleone nelle elezioni del 10 dicembre 1848. Finalmente compariva sulla scena l'uomo che, meno di un anno prima, Wellington aveva invocato invano. Era il terzo figlio di Luigi Bonaparte e Ortensia Beauharnais, figlia di Giuseppina, e pertanto nipote di Napoleone. Era un astuto opportunista politico, che aveva ogni intenzione di sfruttare la gloria d~J grande zio. Nel maggio 1850, quando l'Assemblea ridusse il numero di elettori da nove a sei milioni - una decisione altamente impopolare - Luigi Napoleone sfruttò quest'opportunità. Sebbene un anno prima si fosse dichiarato un ardente sostenitore del suffragio universale, sostenne la decisione dell'Assemblea per accelerarne la rovina. Quando un amico gli fece notare: « Ma tu cadrai con essa», egli rispose: « Al contrario, quando l'Assemblea sarà sull'orlo del precipizio, io le darò la spinta finale » . D opo aver screditato l'Assemblea, adulò il clero, promise prosperità alla borghesia e benessere ai lavoratori e distribuì sigari e salsicce ai soldati, fino a quando da semplice « citoyen >> (2) diventò « notre prince >> (3). Una volta che ebbe predisposto con estrema cura ogni cosa, il 2 dicembre 1851 sciolse il governo e l'anno successivo fu eletto, con voto plebiscitario , Imperatore dei Francesi col nome di Napoleone III. Mentre egli era intento ai suoi progetti , a Londra fu tenuta la Grande Esposizione. « Sembrò - scrive Fyffe l'emblema e l'annuncio di una nuova era della storia dell'umanità, nella quale non c'era posto per la guerra ... eppure l'epoca, alla quale l'Europa stava per affacciarsi, si rivelò alla fine un'epoca preminentemente di guerra. Nei successivi 25 anni non vi fu nessuna delle grandi potenze che non si trovasse coinvolta in un conflitto con i suoi avversari >>. Il primo di questi conflitti fu la guerra di Crimea: sebbene il pretesto per il suo innesco fosse la vecchia pretesa della Francia di Luigi Napoleone di considerarsi garante dei sacri luoghi della Palestina, la causa reale fu la politica espansionistica della Russia e l'aspirazione di Nicola I (1825-1855) di ottenere il controllo dei Dardanelli. Una volta sicura del sostegno delle potenze occidentali, la Turchia dichiarò guerra alla Russia nell'ottobre 1853 e all'inizio del 1854 scesero in campo la Francia e la Gran Bretagna e, più tardi , il Regno di Sardegna. Questa guerra pose fine al periodo di 40 anni senza conflitti che seguì Waterloo e le sue conseguenze furono fatali alla pace dell'Europa. Dal 1856 al 1878 il vecchio continente fu afflitto da cinque grandi guerre, che affondavano le loro radici nella contesa di Crimea. Subito dopo la guerra di Crimea, quando la Russia era senza aiuto e
2 ( ) •
Cittadino "· Era il comune, livellatore appellativo dei sudditi della l ' Repubblica Francese
(N.d.T.). (' ) « li nostro principe ».
96
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDE~TALE
la Gran Bretagna era completamente assorbita dalla rivolta in India, il rivoluzionario Felice Orsini fece un tentativo per assassinare Luigi Napoleone a Londra. Ciò non solo causò forti contrasti tra Francia e Gran Bretagna, ma atterrì l'imperatore al punto che si convinse che sarebbero stati organizzati, a meno che non prendesse le armi in favore dell'Italia, altri attentati contro la sua vita. Questo portò alla guerra franco-austriaca del 1859 che, dopo la vittoria francese di Solferino, ebbe termine il 10 novembre con il trattato di Villafranca, nel quale la Francia ebbe Nizza e la Savoia, e tutta l'Italia- ad eccezione di Venezia e Roma- fu unificata sotto Vittorio Emanuele. Di queste due guerre risultano di un certo interesse i seguenti avvenimenti militari: in Crimea fu usato per la prima volta il cloroformio; la stampa comiciò ad esercitare un'influenza decisiva e, per la prima volta, corrispondenti dei giornali accompagnarono gli eserciti; James Cowen, un filantropo, propose di impiegare carri corazzati dotati di falci da spingere contro la fanteria nemica; il tedesco Bauer costruì per la Russia un sottomarino, il « Diable Marin »; lord Dundonald ripropose una sua idea del 1812, che prevedeva l'impiego di zolfo acceso per soffocare i presidi delle fortezze e che, sebbene la sua proposta non fosse mai stata collaudata, predisse che il gas come arma « sarebbe stato alla fine riconosciuto come mezzo di guerra »; nel 1859, per la prima volta in guerra, la ferrovia ebbe un uso estensivo; cannoni ad anima rigata furono impiegati in gran numero e, in considerazione delle sofferenze dei feriti di Solferino, vide la luce la prima Convenzione di Ginevra del 1864. Dalla umiliazione di Olmiitz la Prussia aveva recuperato posizione e, con l'ascesa in trono di Guglielmo I (1861-1868) il 2 gennaio 1861, si riaccesero tutte le speranze di grandezza. Guglielmo era nato nel 1777 ed aveva preso parte nel 1814 alla battaglia di Arcis-sur-Aube. Soldato per istinto ed educazione, nel suo primo discorso dal trono proclamò: « L'esercito prussiano sarà in futuro la nazione prussiana in armi », parole che dovevano cambiare il destino dell'Europa e con esso quello del mondo. Si dedicò subito alla riorganizzazione dell'esercito, con il fine di creare un'effettiva forza di guerra di 371.000 soldati , sostenuta da una riserva di 126.000 militari e da una milizia di 163.000 uomini. Nominò il conte von Room ministro della guerra, il conte von Moltke capo di stato maggiore generale e, nel 1862, Otto von Bismark presidente del consiglio. La politica di Bismark fu semplice e diretta- cacciare l'Austria daiJa Germania- e, poichè la Russia non si era ancora ripresa dalla guerra di Crimea e la Francia , per quanto formidabile , era impegnata a risolvere i suoi problemi col Messico, fissò chiaramente i suoi obiettivi , che si riproponeva di conseguire alla prima occasione favorevole; questa si presentò nel 1863 quando, per l'ascesa al trono di Danimarca di Carlo IX, gli eserciti di Sassonia e di Hannover marciarono contro I'Holstein. Col pretesto
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
97
di ristabilire la pace, Bismarck convinse l'Austria ad aiJearsi con la Prussia. Nel 1864 scoppiò la guerra Schleswig-Holstein, che si concluse in ottobre con il Trattato di Vienn a, in virtù del quale i due ducati furono posti sotto il controllo congiunto a ustro-prussiano. Bismarck, prevedendo che lo Schleswig-H olstein sarebbe diventato oggetto di contesa e che avrebbe portato alla guerra con l'Austria promise, in modo di isolare l'antagonista, a Luigi Napoleone di !asciargli libertà d'azione in Belgio e in alcune province della Re nania, se fosse riuscito a persuadere l'Austria- ben sapendo che avrebbe rifiutato - a vendere Venezia all'Italia. Contemporaneamente riaprì la questione della Federazione Tedesca e firmò, 1'8 aprile 1866, un trattato d' alleanza con l'Italia per il problema di Venezia. Luigi Napoleone, conscio della tempesta che stava per abbattersi sull' Europa e convinto che fosse giun to il momento per denunciare i trattati del1815 , offrì di schierarsi a fianco della Prussia in cambio delle provincie sul R eno. Bismarck non intendeva privarsene e, con l'Italia dalla sua parte, ordinò all'esercito di invadere I'H olstein in modo di far precipitare la situazione. Il 12 giugno, l'Austria troncò le relazioni diplomatiche. Il conflitto che seguì non fu una guerra di aggressione nel vero senso della parola, né una guerra dii conquista, ma una guerra di diplomazia e/o di rettifica. Lo scopo della Prussia non era di umiliare l'Austria o di indebolirla, ma di persuaderla che il nazionalismo tedesco era una forza vitale ed in ascesa, che pretendeva l'unità del popolo tedesco. Bismarck non intendeva, per nessuna ragione al mondo, trasformare l'Austria in un nemico alla ricerca eventualme nte di rivincite, perchè sapeva che un giorno Germania e Francia si sarebbe ro contese l'egemonia sull'Europa e voleva che, nell'occasione, l'Austria rimanesse neutrale. Quando a pprese che gli a ustriaci si stavano conce ntrando in Moravia per avanzare nella Boemia, Moltke decise di invadere quest'ultima con due armate, la I armata al comando del principe Federico Carlo e la TI armata agli ordini del principe ereditario. L'una doveva muovere su Miichengratz e l'altra su Trautenau-Nachod , da dove dovevano proseguire per ricongiungersi a Gitschin. Quando il principe Federico Carlo fu in prossimità di Miichengratz, gli austriaci, comandati da Clam-GaJias, si ritirarono a Gitschin e, allorchè il principe ereditario sconfisse R amming a Nachod e SkaJjtz, il maresciallo Bcnedek (comandante in capo austriaco) ordinò una ritirata generale a Sadowa. I l 30 giugno le due armate prussiane erano in condizione di neongiungersi con breve preavviso ed , il 3 luglio, fu combattuta la battaglia di Koniggratz, nota anche come battaglia di Sadowa. La J• armata attaccò gJj austriaci durante il mattino e .Ila Il" armata, nel pomeriggio, intervenne sul fianco destro del dispositivo nemico, travolgendolo. Sebbene la vittoria fosse decisiva- gli austriaci persero quasi 45.000 uomini tra morti , fe riti c prigionieri - Benedek si ritirò con circa 150.000 effettivi , perchè le due
98
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
armate prussiane si trovavano in uno stato tale di confusione da far escludere qualsiasi tentativo di inseguimento e di sfruttamento del successo. Il 18 luglio, Moltke emanò l'ordine di avanzare su Wagrarn , dieci miglia a nord di Vienna, costringendo Vienna a chiedere l'armistizio, che fu subito concesso. Subito dopo la sconfitta di Kon iggratz, l'imperatore Francesco Giuseppe telegrafò a Luigi Napoleone perchè intervenisse ma questi, dopo la ritirata dal Messico, non aveva nessuna intenzione di imbarcarsi in una guerra, anche perchè non si era aspettato vittorie così rapide da parte della Prussia. La pace fu firmata e con i trattati da Praga, Berlino e Vienna, l'Italia ottenne Venezia e la Prussia incorporò Hannover, SchleswigHostein, Hesse, Nassau e la città libera di Francoforte sul Meno. La Sassonia fu lasciata intatta, gli stati a nord del Meno costituirono la Confederazione Tedesca del Nord sotto la Prussia e quelli a sud del corso d'acqua formarono l'Unione del Sud. Per calmare i sentimenti liberali, al suo ritorno a Berlino Guglielmo istituì il Parlamento Federale e non si oppose alla formazione di un nuovo partito denominato « Liberali nazionali », nel cui programma primeggiava l'obiettivo di conseguire l'unione delle due Germanie, quella del nord e quella del sud. Tale fusione, a d ispetto del Parlamento delle Dogane (Zollparlament), voluto dai due gruppi di stati, avrebbe richiesto molto tempo, se l'imperatore francese no n avesse premuto contro la Germania al punto di renderla inevitabile. Fece quello che Bismarck aveva preveduto che facesse. Già prima che fosse fumato il trattato di Praga, aveva preteso la riva sinistra del Reno in cambio dell'accresciuta potenza prussiana e, in quel momento , rinnovò la proposta. La paura della Francia spinse l'Unione del Sud nelle braccia della Confederazione del Nord e fu realizzata un'alleanza offensiva-difensiva con il re di Prussia. Tutto ciò che mancava era una guerra comune contro un unico nemico, per saldare insieme le due metà della Germania te nute separate. Bismarck vi lavorò con tutto l'ardore di cui era capace.
2. La Battaglia di Sedan, 1870 Le cause della guerra franco-prussiana furono, da una parte, la determinazione deUa Prussia di riunificare tutti gli stati tedeschi sotto la sua guida e, dall'altra, il proposito della Francia di non consentirla, nonchè la vecchia animosità tra galli e teutoni. Poche nazioni confinanti avevano avuto relazioni pessime come quelle tra Francia e Germania . Fra il 1675 ed il 1813, l' una aveva invaso l'altra non meno di 14 volte, alla media di una volta a decennio. Inoltre, la Francia era stata per secoli « la grande nation »e la potenza dominante dell' Europa; ora, il segreto timore che la sua gloria stesse per aver fine aveva risvegliato il suo temperamento irasci-
l 'ESPANSIO:-IE DELLA PRUSSI A
99
bile e puntiglioso. Fin dal1789, le fondamenta politiche dell'Europa erano state scosse: il potere era passato da re e corti a demagoghi e parlamenti per diventare il trastullo della stampa e del popolo e lo strumento dei grandi interessi finanziari ed industriali. La causa immediata- la scintilla che diede fuoco a tutte le animosità - fu poco più di uno strano incidente; è tuttavia di tale interesse da richiederne la descrizione dettagliata , anche perchè costituisce il classico esempio di come le guerre possano avere inizio nell'era della democrazia. Nel settembre del1868, un ammutinamento nella flotta spagnola portò alla caduta della regina Isabella II e alla nomina a reggente del maresciallo Prim . Poichè la maggio ranza del popolo non era favorevole alla repubblica , Prim offrì la corona di Spagna ad un principe straniero dopo l'altro, ma senza successo. Alla fine , nel febbraio 1870, intraprese negoziati segreti con Bismarck il quale suggerì, come possibile candidato, il principe Leopoldo di Hohenzollern-Sigmaringen, imparentato con la real casa di Prussia. Prim si mise in contatto con il principe, che acconsentì ad accettare la richiesta , sempre che vi fosse stato il consenso di Luigi Napoleone e del re di Prussia. Prima scrisse a Guglielmo, che rimase profondamente colpito dalla notizia, respinse, non essendo stato messo al corrente di quanto stava accadendo, la proposta e mise immediatamente Prim a conoscenza della sua decisione. Ulteriori negoziati ebbero luogo fra Prim e Bismarck fino a quando il 13 luglio 1830, il giornale spagnolo « Epoca » rivelò i retroscena della vicenda. Più sorpreso di Guglielmo fu Luigi Napoleone , che con immediatezza protestò violentemente contro la Spagna e la Prussia. I giornali francesi pubblicarono sull'argomento articoli di fuoco , nei quali si ventilavano i propositi di restaurare l'impero di Carlo V. Parigi diventò così isterica che il 5 luglio Edoardo Vaillant, politico francese , scrisse nel suo diario: « Mi sembra che questa sia guerra o che vi siamo molto vicino ». Il giorno seguente, l'imperatore francese convocò il Consiglio di Stato , nel quale si discusse di mobilitazione e fu deciso, su suggerimento del duca di Gramont, ministro degli esteri , di dare mandato al conte Benedetti, ambasciatore francese a Berlino, di recarsi ad Ems, dove il re di Prussia stava facendo una cura termale , per esortarlo a convincere Leopoldo a ritirare la sua candidatura. n 9luglio, Guglielmo ricevette Benedetti e gli comunicò che non aveva alcuna intenzione di incoraggiare Leopoldo e che il problema riguardava solo Madrid. Luigi Napoleone, non soddisfatto della risposta , fece telegrafare a Benedetti: «Chiediamo che il re vieti al principe di persistere nel suo atteggiamento e gli ordini di ritirare la candidatuta ». Quando ne fu informato, Guglielmo, molto seccato, diede a Benedetti il permesso di contattare direttamente Leopoldo . Questi si trovava in Svizzera, per cui il telegramma fu ricevuto da suo padre , il quale immediatamente rispose assicurando, a nome di suo figlio, che la candidatura sarebbe stata ritirata (cosa che egli aveva, come capo
100
LE BATIAGLIE DECISIV E DEL MONDO OCCID ENTALE
della famiglia , il diritto di fare). Venuto a conoscenza della piega presa dagli avvenimenti, Guglielmo ne fu soddisfatto e considerò chiuso il problema, contrariamente a quanto fece Luigi Napoleone, il quale fece dare a Benedetti l' incarico di incontrare nuovamente il re ed ottenere la sua personale assicurazione che avrebbe vietato a Leopoldo di presentare, di nuovo ed in futuro , la candidatura. Alle 9 del 13 luglio, il re ricevette calorosamente Benedetti ad Ems e gli dimostrò tutta la sua soddisfazione per il fatto che la notizia della rinuncia di Leopoldo fosse stata pubblicata dalla stampa tedesca. Benedetti, di rimando, avanzò la nuova richiesta del suo imperatore, alla quale Guglielmo rispose con queste parole: « I miei cugini sono uomini d'onore; se hanno ritirato la candidatura, si può essere sicuri che non la ripresenteranno in futuro » e pose termine al colloquio. Quando venne a conoscenza di quanto era successo Bismarck, attraverso il suo rappresentante ad Ems, pregò il re di porre fine a quei contatti fuori dalle regole e di ritornare alla corretta procedura dei negoziati condotti da ambasciatori e ministri. Guglielmo fu d'accordo. Benedetti, sollecitato da Gramont, chiese nuova udienza al re, il quale rifiutò di incontrarlo e mise al corrente Bismarck di quanto era avvenuto, !asciandolo libero di decidere se fosse il caso di informarne le ambasciate e la stampa. Il primo ministro ricevette il dispaccio del re il 13 luglio, si avvalse della libertà di azione consentitagli e fece il seguente comunicato: « Poichè l'ambasciatore francese ha chiesto al re ad Ems di autorizzarlo ad inviare a Parigi un dispaccio, nel quale si impegna a non consentire una ripresentazione della candidatura, Sua Maestà ha rifiutato l'ambasciatore e, attraverso un aiutante di campo, lo ha informato di non avere ulteriori dichiarazioni da fare sull'argomento » . Che Bismarck abbia travisato il « telegramma di Ems » è pura invenzione , perchè egli si limitò a mettere in forma telegrafica ciò che il re gli aveva comunicato e perchè, in ogni caso, non era previsto che fosse reso di dominio pubblico, come avvenne. Egli sapeva che i francesi erano pronti alla guerra e , come disse più tardi: « Era fondamentale che noi fossimo attaccati .... se avessi comunicato il testo alla stampa e lo avessi telegrafato alle ambasciate sarebbe stato subito conosciuto a Parigi ..... ed il suo effetto sul toro gallico sarebbe stato quello di un drappo rosso » (4). Non appena il telegramma fu pubblicato a Parigi, l'imperatore riunì il Gabinetto. Era in seduta , quando giunse un telegramma, spedito da Benedetti , di tono molto più moderato di quello di Bismarck. Gramont, per evitare la guerra, propose di convocare una conferenza europea , nella
(•) Gli elemenri dell'• incodente do Ems • sono tratri da: Hist oore de France Con temporaine (Er· nest Lavisse. 1921), Vol. VII , pagg. 209-219.
L'ESPANSIONE DELLA l'RUSSIA
101
quale fosse deciso che le famiglie reali non avrebbero dovuto permettere ai loro membri di accettare corone straruere. L'imperatore era favorevole all'idea, ma l'imperatrice non approvò e, pertanto, la proposta fu scartata, senza che fosse suggerita un'alternativa. La folla corrunciò a manifestare a Parigi, cantando la « Marsigliese », che era proibita, e urlando « Viva la guerra, a Berlino ». A dispetto degli avvenimenti dj Thiers e Gambetta, l'Assemblea, influenzata dal clamore della folla, cominciò a proprendere per la guerra, cbe fu ufficialmente dichiarata il 19 luglio. La Francia aveva sperato nell'alleanza dell'Austria e dell'Italia, con le quali aveva effettuato dei sondaggi, cui erano state date risposte vaghe. Soltanto quando l'uragano stava per scoppiare Luigi Napoleone inviò un suo personale rappresentante a Vienna per discutere l'alleanza con l' Austria, la quale, il20 luglio- il giorno successivo alla dichiarazione di guerra- notificò la propria neutralità. Anche la Danimarca decise di rimanere fuori dal conflitto c l'Inghilterra, che aveva sempre manifestato la sua opposizione alla guerra, non si lasciò convincere a sostenere la Francia, soprattutto perchè, il 25 luglio , Bismarck fece pubblicare una lettera sul giornale« The Times »,nella quale rendeva dj pubblico dorrunio il progetto francese del 1866 di annettersi il Belgio. La Francia, quindi, rimase sola e , cosa peggiore, con la convinzione, che datava dal1815, della invincibilità francese fondata sulla leggenda napoleonica. Questa illusione fu minata alla base da un popolo diviso ed in cerca di profitti e da un governo bric-à-brac (5), « un cadavere sul quale, simili ad avvoltoi, si gettarono gli speculatori ansiosi di spartirsi il bilancio dello stato ». ( 6) « Mentre i soldati davano prova dell'antico coraggio innato nei francesi, nel governo, ncll'amrrunistrazione, nel comando, nella direzione, nella preparazione, nelle scienze, nell'artiglieria c nei rifornimenti aglì arsenali regnavano un grande abbandono e il più completo degli sfaceli ...... voilà le matérialisme. Il raille la terre et blasphème le ciel! » (7). Il generale Trochu dice più o meno le stesse cose: ogni rivoluzione dal 1815 « ha esasperato le ambizioni, provocato la competizione, confuso nella mente delle masse la verità con il falso, il giusto con l'ingiusto ed ha sostituito al patriottismo ed al pubblico interesse i profitti personali » ( 8). È del tutto incomprensibile che l' imperatore ed i suoi consiglieri ab-
(') d• anticaglie (N.d.T.). (•) • Un Ministère de la guerre de vingt-quatre jours "del gen Cousin de Montauban . conte di Palikao (1871) pag. 78. ( 7) • Le Deux Abimcs" del conte Alfred dc la Guérronière, (187 1), pagg. 19-25. • ... ecco il materialismo. Esso schernisce la terra e bestemmia il cielo! • (") • Une page d'histoire contemporaine dcvam I'Assemblée Nationale • del generale Trochu (1871 ). pag. 18.
102
LE BATTAGLIE DECIS IVE DEL MONDO OCCIDENTALE
biano potuto vivere in una così completa ignavia, dal momento che venivano messi accuratamente al corrente dal tenente colonnello Stoffe!- addetto militare a Berlino, dotato di eccezionale spirito d'osservazione e per nulla timoroso di presentare le lacune della Francia- sulle condizioni della Prussia. I suoi rapporti sono così illuminanti che vale la pena di riportarne alcuni. 26 maggio 1868. « Durante la Messa il sacerdote invoca innanzi tutto la benedizione del Signore per il re e per l'esercito. Le altre amministrazioni dello stato vengono dopo ... che contrasto con la priorità data all'esercito in Francia, dove non è altro che una massa d'uomini, falliti della vita, che perdono ogni giorno di più lo spirito militare e la disciplina ». 12 agosto 1869. « I punti principali che cerco di chiarire sono: l. la guerra è inevitabile e il suo scoppio è affidato al caso; 2. la Prussia non intende attaccare la Francia, non cerca la guerra e farà di tutto per evitarla; 3. la Prussia, comunque, è abbastanza lungimirante da prevedere che la guerra che non vuole sicuramente ci sarà; pertanto sta facendo tutto quello che è necessario per evitare di essere colta impreparata quando un incidente qualsiasi la farà scoppiare; 4. la Francia, per leggerezza, sconsideratezza e, soprattutto, per ignoranza della situazione, non dimostra la stessa avvedutezza della Prussia ». « A cosa assistiamo, per contro, in Francia? Una camera che esalta se stessa come espressione del popolo e nel quale si riflette per leggerezza, vanità ed inconsistenza ... il cui patriottismo si estrinseca in recriminazioni vendicative ed astio premeditato; una Camera che nasconde la sua incapacità ed impotenza sotto fiumi di retorica, che pretende di essere la sola a preoccuparsi del benessere del Paese e che, per guadagnare una facile e faziosa popolarità, si mette a discutere col governo su fatti che interessano un solo soldato, un solo franco ... si sta adoprando per indebolire la Francia, si sta consegnando nelle mani del suo più formidabile ed acerrimo nemico ... una stampa sempre vana e vuota, i cui giornali più importanti dissertano sugli argomenti più importanti senza comprenderne il significato, cercando solo di servire i partiti e non la Francia ... la Francia ha imparato a ridere di tutto; i valori più sacri non sono più rispettati; l'amore di patria, l'onore, la religione sono presentati come concetti ridicoli e degni di scorno ad una generazione frivola e scettica ... non sono questi segni palpa bili di una decadenza vera e reale? » ( 9). Questa era la situazione francese descritta non da stranieri, ma da un francese e questo stato di cose si rifletteva esattamente nell'esercito che in Algeria, in Crimea, in Italia , in Cina ed in Messico aveva imparato a di-
( 9) "Military Reports" del tenente colonnello barone Stoffe!, addetto militare in Prussia dal 1866 al 1870 (edizione inglese del 1872) pagg. 93-142.
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
103
sprezzare gli ufficiali c a convincersi che l"« elan » ( 10) del soldato francese )i sarebbe dimostrato irresistibile. Nel 1859 il detto « c'est le général soldat qui a gagnè ma bataille de Solferino » sottintendeva che i generàti godevano poco credito e che il suo spirito era incoraggiato dalla stampa democratica ( 11). Le condizioni in Prussia erano completamente diverse. L'esercito era aristocratico e non democratico e re Guglielmo lo aveva fatto diventare quello che egli voleva che fosse: la nazione prussiana in armi. Fin dall'umiliante Convenzione di Olmiitz lo stato maggiore aveva accettato come credo il testo « Sulla Guerra » di Clausewitz, che corre l'obbligo di riassumere dal momento che, dal 1866, aveva cominciato ad influenzare la concezione e la condotta della guerra. Questi i passi più salienti: « La guerra è solo la continuazione della politica di uno stato con altri mezzi ... la guerra non è solamente un atto politico, ma anche un autentico strumento politico, una continuazione della politica ... la guerra è solo una parte della politica generale di un paese e, pertanto, per nessuna ragione, può essere considerata un'attività indipendente ... non è la guerra un altro modo di far politica? ... la guerra appartiene alla sfera politica e deve essere considerata ad essa connessa e da essa assume connotazione ... se si attua una politica di grandezza e di potenza, nello stesso modo deve essere concepita la guerra ». Sulla natura della guerra Clausewitz scrive: « la guerra non è altro che un duello su grande scala ...... Non parlateci di generali che conquistano la vittoria senza spargimento di sangue ........ La guerra è un atto violento spinto alle estreme conseguenze ..... Il nostro scopo è la distruzione del potenziale nemico ...... La distruzione delle forze nemiche è in verità l'obiettivo di tutti i combattenti .... Più una guerra è presa sul serio, più essa è uno sfogo di animosità ed ostilità ». Questo porta ad una terza serie di concetti sull'offensiva: « C'è un solo modo di fare la guerra- attaccare il nemico ... Il combattimento è la sola attività in guerra >>. Ciò postula una superiorità numerica: « La migliore strategia è quella di essere sempre forti ..... Una guerra deve essere affrontata con tutto il potenziale che una nazione può esprimere ....... Una guerra di popoli nella civilizzata Europa è fenomeno ed espressione del diciannovesimo secolo ». La guerra richiede superiorità morale ed intellettuale: « IJ coraggio è la più alta virtù ..... Le supreme qualità sono il talento
('O) Impeto, slancio. (") ..Taotical Deductions (rom the Warof 1870-71" di A . Von BoguJawski (edizione inglese, 1872), pag. 8. « È il gtnerale soldato che ha vinto la battaglia di Solferino ~-
104
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
del comandante, la virtù militare dell'esercito e lo spirito nazionale ..... . Non esiste niente in guerra che sia più importante dell'obbedienza ». In riferimento ai procedimenti d'impiego: « La disponibilità di un fuoco efficace, nella guerra moderna, è senza dubbio il fattore più importante ..... La difesa è più forte dell'attacco, ma persegue un obiettivo negativo ...... L'attacco è in se stesso positivo, mentre la difesa è negativa ...... Solo grandi battaglie possono conseguire grandi risultati ». Infine, sull'organizzazione: « La guerra si divide in organizzazione e condotta ... ... Ogni cosa è molto semplice in guerra, ma la cosa più semplice è la più difficile ...... La guerra non è arte o scienza, ma vita sociale » (12). Moltke, per quanto attento lettore di Clausewitz e convinto assertore delle sue idee, non ne applicò la dottrina ciecamente , ma adattò le sue teorie alle condizioni dei suoi tempi, che erano molto diverse da quelle dei tempi di Napoleone, dalle cui campagne erano scaturiti i principi del libro « Sulla guerra ». La ferrovia stava rivoluzianando le concezioni logistiche, gli eserciti stavano assumendo proporzioni mai conosciute priJt1a e la condotta di una guerra richiedeva comandi ben organizzati ed 'addestrati. Inoltre, il caos verificatosi a Kòniggditz aveva terrorizzato Moltke, così come l'attacco avvolgente lo aveva elettrizzato. Già nel 1861 , si era convinto che la fanteria non poteva né doveva essere attaccata frontalmente ed aveva paragonato il suo schieramento ad un fosso pieno d'acqua, che non poteva essere superato. Dopo il1866, aveva posti altri punti fermi nelle sue convinzioni: un uomo che sparava da fermo era avvantaggiato rispetto ad un altro che erogava fuoco mentre avanzava per l'attacco; il principio napoleonico di realizzare concentrazioni prima della battaglia poteva essere integrato da quello della concentrazione durante la battaglia; il principio napoleonico dello sfondamento frontale doveva essere sostituito con quello degli attacchi decisivi sui fianchi. Nel 1869 emanò una serie di « Istruzioni per gli alti comandi di truppe », nelle quali si legge: « Concentrazioni di truppe molto consistenti sono in se stesse una calamità. Una grande unità che si concentri in un solo punto rende difficili i rifornjmenti , non può essere agevolmente alloggiata , non può marciare, non può operare , non può sopravvivere a lungo , deve solo combattere. Un comandante di elevato livello ha il compito di mantenerla diradata durante le fasi preparatorie e di concentrarla tempestivamente sul luogo decisivo della battaglia .... Un puro e semplice attacco fro ntale può conseguire qualche piccolo successo, ma a prezzo di grandi
( " ) ~on War" ( " Sulla guerra • ) di Cari von Clausewitz (edizione inglese, 1908)-citazioni trane dal l e II volume.
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
105
perdite. Noi dobbiamo , pertanto, tendere ai fianchi dello schieramento 13). nemico Un problema serio che Moltke non affrontò mai fu quello di dotare la fanteria prussiana di un fucile più efficace del Dreyse che, per quanto mi7 gliorato, era in servizio dal1841. Nella guerra del1866 si era già dimostrato nettamente inferiore al fucile austriaco ad avancarica Lorenz, anche se la verità non era apparsa evidente per la maggiore velocità con cui era possibile caricarlo rimanendo in posizione prona. Tuttavia , gran parte di questa sua superiorità avrebbe potuto essere eliminata se gli austriaci avessero impiegato meglio la loro arma ad anima rigata, adottata nel1863, che aveva una gittata efficace di 450 metri e non aveva niente da invidiare all'altra. Moltke si rese conto di tutto ciò e, quando seppe che la fanteria francese era stata dotata del fucile a retrocarica Chassepot, che aveva una gittata di 900 metri, il doppio cioè di quello prussiano , sperò di compensare la caratteristica negativa del fucile in dotazione con l'artiglieria, che era nettamente superiore a quella francese, che usava ancora cannoni di bronzo ad avancarica. Questi non erano stati radiati dai francesi , perchè avevano un'arma segreta nella manica. Si trattava della mitragliatrice Reffeye a 25 canne coassiali, con gittata fino ai 1200 metri e con una cadenza di 125 colpi al minuto. Si era progettato di usarla per sostituire le granate a mitraglia, ma la sua realizzazione era stata così accuratamente tenuta segreta che fu distribuita ai soldati solo pochi giorni prima che scoppiassero le ostilità e fu poi impiegata - come sostiene Reffeye - « in modo perfettamente idiota ». I principali punti di forza o di debolezza dei due eserciti, comunque , non sono da ricercare nelle armi di cui erano dotati, ma nei rispettivi stati maggiori. In Francia, come g1à abbiamo avuto modo di vedere, la mancanza di uno stato maggiore efficiente era stato uno dei principali motivi della rovina finale di Napoleone L Questo aspetto non era stato notato affatto nel1815 e quando, nel1870, ~a guerra scoppiò, gli ufficiali dello stato maggiore del Secondo Impero erano damerini o impiegati, giovani di sangue bleu completamente impreparati o barbe bigie avvilite e sommerse dalla routine. Il maresciallo Bazaine aveva così scarsa fiducia nel suo stato maggiore che vietò agli ufficiali, che ne facevano parte, di farsi vedere sul campo di battaglia ed impiegò, alloro posto, gli ufficiali del suo ufficio, come aveva già fatto Napoleone 60 anni prima. E ciò in contrasto ed a dispetto di quanto, il 25 febbraio 1868, aveva scritto Stoffe!: « Di tutti gli elementi di superiorità, che manifesteranno la loro portata in caso di guerra, il più grande ed il più decisivo sarà quello che la Prussia trarrà dal suo corpo di >) (
( 13) "The Developmeot of Strategica! Science during the 19"' Century", del tenente generale von Ciimmerer {edi zione inglese, 1905) pag. 214.
106
LE BATTAGLI E DECISIV E DEL MONDO OCCIDENTALE
stato maggiore ..... il nostro non può essergli nemmeno lontanamente paragonato .... La composizione dello stato maggiore prussia no, nella prossima guerra , costituirà l'elemento più formidabile di superiorità in favore dell'esercito » ( 14) . Fin dai giorni in cui Scharnhorst e Massenbach organizzar ono per la prima volta la branca informativa e ne stabilirono i compiti, lo stato maggiore generale prussiano s'era imposto con tale rapidità che nel 1866 la sua autorità era diventata sovrana ed indiscussa. Cosl nel 1870 si può capire che, per quanto attiene alle responsabilità, il capo di stato maggiore Moltke veniva prima del re , comandante in capo. Da ciò discende che il comando supremo diventò meno personale e, di conseguenza, l'iniziativa, in modo sempre più crescente , venne trasferita dal comandante in capo ai comandanti delle armate e dei corpi d'armata. Ne risultò che la regolamentazione tattica divenne di primaria importanza, quale l'unico mezzo per coordinare l'azione di tutti. In breve, l'arte della guerra si fece meccanica e dottrinale. Una descrizione del metodo di lavoro adottato dagli stati maggiori è descritta dal generale von Verdy du Vernois (1 5). Ogni mattina veniva tenuta una riunione presieduta dal capo di stato maggiore, nella quale veniva discussa la situazione e si prendevano le decisioni, che venivano quindi presentate al re e, approvate, diramate ai comandi subordinati interessati. Questo sistema di lavoro giornaliero aveva un grande difetto: non teneva in nessuna considerazione l'imprevisto e lasciava le decisioni nelle mani dei comandanti sul posto , che non sempre erano in grado di adottare i provvedimenti tempestivi di fronte a situazioni nuove. II piano generale di guerra prussiano fu preparato, la prima volta , nel 1867 e da allora era stato più volte modificato. E ra caratterizzato da spirito altamente offen sivo cd era molto semplice nelle sue linee essen1iali: Pang1 come <.hrezione e l'attacco alle forze nemiche, sempre e ovunque, come obiettivo. Prevedeva l'impiego di tre armate: la I armata al comando del generale von Steinmetz e composta dai corpi d'armata VII ed VIII e da una divisione di cavalleria , per un totale di 60.000 uomini; la III armata del principe Carldo Federico, con i corpi d 'armata prussiani V e Xl , i corpi d 'armata bavaresi I e II , la divisio ne di fanteria Wiirttemberg e Baden e una divisione di cavalleria, per un totale di 130.000 uomini; la II armata in riserva , al comando del re di Prussia , con i corpi d'armata sassoni IX e Xli, per un totale di 60.000 uomini, dislocata a Magonza.
(") " Military Reports", pagg. 43·56. (") " With the Royal Headquarters io 187().71" di J. von Verdy du Vemois (ed. inglese, 1897), Vol. l pagg. 30-31. Un resoconto completo sullo stato maggiore prussiano viene fornito in "The German Ge· nera! Staff' di Walter Gorlitz" (ed. inglese , !953).
L'ESPANSION E DELLA PRUSSIA
107
Inoltre i corpi d' armata I , II e IV, una divisione regolare e quattro divisioni territoriali erano schierati in prossimità della frontiera austriaca e della costa danese. Moltke aveva correttamente previsto che la Francia non sarebbe stata in grado di mettere in campo più di 250.000 uomini a fronte dei suoi 381.000 e che, per la situazione delle ferrovie , sarebbe stata costretta aradunare le sue unità tra Metz e Strasburgo, con il risultato dì ritrovarsi l'esercito diviso in due partì dai Vosgi. Decise , pertanto , di concentrare le sue tre armate dietro le fortezze del medio Reno; la J nei pressi di Wittlich, La III tra Zandau c Rastatt e la II tra Homburg e Neuenkirche, semerata in modo da assicurare tempestivo intervento a favore di ognuna delle prime due. Se avessero i francesi tentato un attacco preventivo improvviso prima di completare la mobilitazione, Moltke, che tra l'altro non escludeva una tale possibilità , s'era schierato in modo da poter rinforzare qualsiasi punto del suo dispositivo in tempi molto più brevi di quelli necessari all'avversario per concentrare in tal luogo le sue unità , vuoi in Alsazia, vuoi in Lorena. Di queste sue predisposizioni dice: « Soprattutto, il piano di guerra si basava sulla risoluzione di attaccare il nemico quanto prima ovunque lo incontrassimo e sul criterio di mantenere le forze tedesche così concentrate da poter realizzare sempre la superiorità locale in qualsiasi punto del campo di battaglia. Come rendere esecutive que te idee guida fu lasciato al tempo e al caso; solo lo spostamento verso la frontiera fu organizzato in ogni dettaglio » (16). Il piano dell'imperatore francese, da parte sua , che pure appariva efficace e ben congegnato sulla carta, in realtà fu talmente basato su congetture che alla fine si rivelò su icida. Il maresciallo Leboeuf, ministro della guerra, aveva calcolato - o meglio aveva sperato- che a nove giorni dall'inizio della mobilitazione avrebbero potuto essere disponibili 150.000 uomini in Lorena e 100.000 in Alsazia e che si potesse raggiungere, immediatamente dopo, i 300.000. Poichè l'imperatore sapeva che l'esercito prussiano sarebbe stato più forte di circa 100.000 uomini, decise di effettuare un attacco preventivo ancor prima che fosse completata la mobilitazione francese. Convinto che un attacco improvviso verso est avrebbe comportato l'abbandono della Prussia da parte degli stati tedeschi del sud e la possibilità che l'Austria e forse anche l'Italia si schierassero al suo fianco, decise di radunare 150.000 uomini a Metz, 100.000 a Strasburgo e 50.000 a Chalons, di spingere in avanti le prime due masse , di concentrarle, di attraversare il Reno, invogliare alla neutralità gli stati tedeschi del sud, con-
16 ( ) "The Franco-German War of 1870-71" del feldmaresciallo oonte Helmut voo Moltke, (ed. in· glese, 1891) pagg. 10-11.
108
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
giungere le sue forze con quelle austriache e muovere insieme su Berlino passando da Jena, mentre la flotta minacciava l'Elba e il Baltico. Questo grandioso schema di manovra ovviamente richiedeva un'attenta preparazione ed un minuzioso coordinamento; invece, quando la guerra fu dichiarata, nell'esercito francese il caos era sovrano, mentre la mobilitazione prussiana si svolgeva con una precisione cronometrica. Nulla era stato previsto: gli accampamenti non furon o organizzati percbè nessuno sapeva dov'erano le tende; le tabelle di movimento dei tre ni non erano state approntate; alcune unità non avevano armi, ad altre mancavano i mezzi di trasporto , ad altre ancora il sostegno sanitario ; i magazzini furono trovati vuoti e le fortezze senza rifornimenti . Il 10 agosto, il giorno in cui il conte Palik.ao fu chiamato a Parigi per essere nominato ministro della guerra (1 7), ricevette una lettera da un generale al fronte , con la quale veniva informato che « nei depositi non ci sono pentole, piatti o stufe, né bidoni o borracce per le ambulanze; in breve, non ci sono ambulanze per le divisioni ed i corpi d'armata; fino al 7 non è stato possibile ottenere un mezzo di trasporto di qualsiasi genere per i feriti. Quel giorno migliaia di feriti furono lasciati nella mani del nemico; non era stata attuata nessuna predisposizione per il loro recupero ....... se per quattro giorni i nostri soldati sono vissuti sulla carità della popolazione locale, se le nostre strade sono piene di sbandati che muoiono di fame , è tutta colpa dello stato, che se ne deve vergognare ...... Il 6 fu dato l'ordine di far saltare un ponte, non fu possibile trovare polvere in tutto il corpo d'armata, né presso i genieri , né presso l'artiglieria » (1 8). Con l'aumentare della confusione, l'idea di invadere la Germania meridionale fu abbandonata e la flotta partì per l'Elba senza soldati a bordo. Lo stato di dispersione e le distanze tra i corpo d'armata (' 9) convinsero l'imperatore di riunirli in due armate. Una, costituita dal I corpo d'armata e da una divisione del VII , per un totale di 35.000 uomini, fu posta agli ordini del maresciallo Mac Mahon nei pressi di Strasburgo; l'altra , che prese il nome di armata del Reno , riunì, sotto il comando dell' imperatore a Metz, i corpi d'armata Il , III , IV, V e la Guardia per un totale di 128.000 uomini ; il VI corpo d'armata, in riserva a Chalons, comprendeva 35.000 soldati e fu posto agli ordini del maresciallo Canrobert, mentre il resto del VII corpo d 'armata fu lasciato a Belfort per controllare le vie· di facilitazione della Foresta Nera. Quando il 28 luglio l'imperatore
(1
1) li maresciallo Leboeuf era partito per il fronte con l'imperatore. Un ministère de la guerre de 24 jours • di Palikao, pagg. 57-59. ('') C'erano nominalmente sette corpi d'armata e la Guardia. ma il VI e il VII corpo d'armata non vennero mai messi insieme. I corpi erano il l (Mac Mahon) a Srrasburgo; il U (Frossard) a Forbach; il III (Bazaine) a St. Avold; il IV (Palikao) a Lione~ il V (de Failly) a Bitche; il VI (Canrobert) a Chalons; il Vll (Fél ix Donay) a Belforte COlmar; la Guardia (Boubaki) a Met.z. ( 18) •
l....._ .
olfwlchituo
oOi.lrirt!.
~
.i
BEl~ / o
~..
....
r: !;l
,-,, !
',
· • ·t<h.
~
__w.;;~~rg , -..---:,.../Jearl,rw.h~ . ~
....
w•• t~tr .....,..
oWO.t~
z i5 z (/)
!!l
o
//
!!l
~ """"c:
~----· ~ .s.,~c'Dw,l"" ttf~.lt.-~loftCOit ~
~
:;;:
~,o, ,~._,.
N
!
s.........
l,. ••, h...-
...
T
\v'~
o l.,.. "';· ~
~~ t•• 'td--=t
7
·~"MoiiJ
o
\0
Fig. 7: La Guerra Franco-Prussiana , 1870-1871
l IO
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
assunse iJ comando supremo, il corpo d'armata era pronto a scendere in campo. L'esitazione dei capi fece passare immediatamente la strategia da adottare nelle mani del popolo. Le vie di Parigi erano stracolme di folla che chiedeva a gran voce l'immediata invasione della Germania. Queste manifestazioni forzarono la mano dell'imperatore ed ill0 agosto il maresciallo Bazaine ebbe l'ordine di iniziare il movimento verso la Saar. Oltre al nuovo corpo d'armata , Bazaine aveva ai suoi ordini il II ed il V. Spinse avanti il V (de Failly) e, i12 agosto, venne a contatto con un distaccamento dell'VIII corpo d'armata della ra armata prussiana a Saarbriicken , che siritirò. Moltke, quindi , diede ordine a Steinmetz di concentrare la sua armata nella zona della n• e contemporaneamente ordinò alla III• di attraversare la frontiera con il compito di evitare che i francesi trasferissero truppe dall'Alsazia alla Lorena. Il 3 agosto, il maresciallo Mac Mahon occupò Weissenburg con la divisione di Abel Donay che, inconsapevole dell'avvicinarsi della III armata prussiana, fu sorpreso il giorno seguente durante il bivacco. Donay fu ucciso, mentre la divisione si ritirò per congiungersi con Mac Mahon nelle vicinanze di Worth, dove erano stati concentrati 32.000 fanti e 4.500 cavalieri . 115 agosto, la III• armata con 75.000 fanti e 4.500 cavalieri prese contatto con i francesi che, vagamente a conoscenza della consistenza numerica nemica, pianificarono un'avanzata per il 7, mentre il principe ereditario , che aveva le sue unità impegnate su ampi spazi, decideva di rimandare l'attacco fino a quando non avesse concentrato i suoi corpi d'armata. Ciò non doveva accadere, perchè una scaramuccia tra avanguardie, all'alba del 6, coinvolse il II corpo d'armata bavarese ed il V prussiano, scatenando la battaglia di Worth . Fu lo scontro maggiore della guerra e, nonostante gli attacchi tedeschi non fossero strettamente coordinati, i francesi, dopo aver dimostrato il loro indiscusso valore, non furon o in grado di fronteggiare la superiorità numerica, manovrarono in ritirata e poi ripiegarono precipitosamente attraverso i Vosgi diretti a Neufchàteau, che raggiunsero il14 agosto. D a qui le unità di Mac Mahon furono inviate per ferrovia a Chalons, dove arrivarono il 19. In questa battaglia imprevista, ognuno dei due contendenti perse tra morti e feriti dai 10.000 agli 11.000 uomini e la IH• armata fu colta così impreparata al combattimento che non tentò nemmeno l'inseguimento. Prima che la battaglia di Worth fosse combattuta, Moltke aveva in mente di concentrare, entro il 6 agosto, la I• e la Il" armata dietro la Saar, dove avrebbero poi sostato in attesa che la III si fosse impadronita dei passaggi dei Vosgi. Ma quando apprese dell'azione di Saarbrucken , l'impetuoso Steinmetz vi si diresse a tutta velocità, così come fecero le unità di testa della Il" armata del principe Federico. In quel momento Saarbrucken era occupata dal II corpo d'armata di Frossard che, quando venne a cono-
L'ESPANSION E DELLA PRUSSIA
Ili
sccnza del disastro di Mac Mahon a Weissenburg, ritenne di trovarsi in posizione troppo esposta ed il 5 agosto si ritirò sulle alture di Spicheren , poche miglia più a sud. Il 6 agosto. l' avanguardia della II• armata fu sottoposta a fuoco da parte degli avamposti di Frossard, provocando l'intervento della 143 divisione del generale von Kameke, il quale, sicuro di avere a che fare con una sparuta retroguardia, non attese ordini, ma assegnò ad una brigata il compito di travolgere Rothemberg, che costituiva il centro dello schieramento di Frossard . Nuovamente come a Worth , la battaglia ebbe inizio prima che l'esercito prussiano fosse pronto. Tuttavia, man mano che gli scaglioni successivi giungevano nella zona dello scontro, Kameke fu in grado di attaccare con maggiore veemenza Rothemberg, per cui Frossard , convinto di trovarsi in inferiorità numerica - cosa non vera- ordinò il ripiegamento. Di nuovo non vi fu inseguimento, perchè la cavalleria prussiana si trovava molto indietro. Lo scontro di Spicheren costò ai francesi 4.000 uomini ed ai prussiani 5.000 tra morti e feriti. I due disastri di Spicheren e Worth diffusero un panico indescrivibile nel quartier generale dell'imperatore a Metz, per cui fu emanato l'ordine di ritirarsi a Chalons. Quando questi avvenimenti furono resi noti a Parigi , il governo sotto la reggenza dell'imperatrice dichiarò che, se l'esercito si fosse ancora ritirato, nella capitale ci sarebbe stata la rivolta. Di conseguenza, il 9 agosto, i piani furon~ modificati: a tutte le unità ad est di Metz fu diramato l'ordine di arrestarsi; la città doveva essere tenuta ad ogni costo . Questo provvedimento causò la separazione delle forze, perchè mentre Bazaine si arrestava, Mac Mahon continuò a ripiegare. Lo stesso giorno, il ministero Ollivier cadde ed.il partito imperiale capeggiato dall'imperatrice affidò il governo al generale conte Palikao che , allo scoppio delle ostilità, era al comando del IV corpo d'armata di stanza a Lione. Il giorno seguente, 10 agosto , questi assunse la direzione della guerra e da quel momento la strategia militare diventò una creatura della politica. Il suo « Apologia », pubblicato nel 1871 , è illuminante perchè mostra la totale incapacità di gestire una guerra da parte di una assemblea, espressione di una democrazia debole. Tra l'altro, illustra come ogni mattina alle 8 si riunisse il consiglio dci ministri, dove non si faceva che discutere senza costrutto. Il 9 agosto, fu stabilito di arruolare 500.000 soldati in otto giorni , mentre il giorno successivo si insinuava che, se fossero stati armati , avrebbero potuto rivelarsi più pericolosi degli stessi prussiani. L'11 fu approvata la risoluzione che prevedeva il sacrificio dell'ultimo écu (2°) e dell' ultimo uomo, mentre il18 ed il 23 Jules Favre continuava a tuonare: « È di armi che abbiamo bisogno ». Al che la sinistra gridava: « Armi!
("') Scudo (moneta francese.).
112
LE BATTAGLIE OECISNE DEL MONDO OCCIDENTALE
Armi! », al solo scopo di rovesciare il governo. Questa era la classe politica che avrebbe dovuto assumere la drrezìone delle operazioni. 1112 agosto l'imperatore, sebbene continuasse a rimanere con l'esercito, cedette il comando supremo al maresciallo Bazaioe. Questo passaggio di responsabilità avvenne in un momento critico, pechè il 13 la I• armata di Steinmzetz, schierata all' ala destra, raggiungeva il fiume Nìed ad est di Metz, mentre la na armata del principe Federico reaHzzava una testa di ponte oltre la Mosella a Pont-à-Mousson e l'avanguarrua della lii• armata del principe ererutario si avvicinava a Nancy e Lunéville. Tutte e tre le armate stavano convergendo da est e da sud su Bazaine il quale, nemmeno lontanamente a conoscenza di quanto stava avvenendo, decise, quando si rese conto che Metz non era il luogo ideale per accettare lo scontro, di abbandonare la linea della Mosella e di ritirarsi sulla Mosa all'altezza di Yerdun. Per facilitare il ripiegamento ordinò di costruire ponti sulla Mosella , dei quali, sfortunatamente, parecchi furono travolti dalla furia delle acque ingrossate dalla pioggia con il risultato che, il 14 agosto, il grosso del suo esercito, che si trovava ancora ad est di Metz, fu attaccato a Colombey e Borny dal VII corpo d'armata di Steinmetz e riuscì a stento, col favore della notte, a superare la Mosella e a prendere posizione - fronte ad est - a cavaliere della strada Metz-Yerdun. Ciò significava che, a meno che i prussiani non fossero sconfitti, la ritirata verso Yerdun non poteva più essere effettuata e che la sola via di ripiegamento rimasta aperta era costituita dalla strada Metz-Briey-Montmédy, che portava o a Rethel o a Sedan. Mentre Bazaine schierava le sue truppe, la 5• divisione di cavalleria della II armata superò la Mosella a Pont-à-Mousson ed il 15 agosto venne in contatto con la cavalleria francese nei pressi di Yionville e Rezonville. Al tramonto, anche l'Xl corpo d' armata aveva superato la Mosella a Pontà-Mousson ed il III a Novéant. Il giorno successivo, alle 9, un violento attacco sferrato dal III corpo d'armata di von Alversleben innescò la battaglia di Vionville, nota anche sotto il nome di Mars-la-Tour. Fu un combattimento disperato, nel quale talvolta i prussiani si trovarono in difficoltà e , sebbene si concludesse con un nulla di fatto, si rivelò strategicamente decisivo a favore di Moltke, dal momento che pose Bazaine in condizione di non poter più effettuare un ripiegamento verso la Mosa e lo costrinse, dì conseguenza, a ritirarsi su una posizione tra St. Priva t e Gravelotte a nordest ed est di Mctz. Nella battaglia ognuno dei due contendenti perse circa 16.000 uomini. Il 17 agosto, il ripiegamento di Bazaine fu effettuato senza alcuna intederenza nemica , poichè Moltke era impegnato a far serrare sotto la massa della I• e II• armata (meno il IV corpo d'armata), che erano in movimento verso Toul per prendere contatto con la III• armata. Il giorno successivo, fu combattuta la battaglia di Gravelotte , nota anche sotto il nome
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
..
113
,. ,A.w._ '' twui,~ , él.,.• ~~iV• . • •
Fig. 8: Le Battaglie di Vionville e G ravelotte, 1870
di St. Privat , alla quale presero parte 200.000 prussiani e 140.000 francesi. Lo contro, violento e a fasi alterne, subì una svolta nel pomeriggio, quando i prussiani riuscirono ad aprirsi la strada sul fianco destro dello schieramento francese, travolsero le unità a presidio di St. Privat e costrinsero Bazaine a rifugiarsi nella città fort ificata di Metz, con il risultato di isolarlo da Parigi e da Mac Mahon, che il 16 era stato raggiunto dall'imperatore. Gravelotte fu la battaglia p~ù sanguinosa dell'intera campagna: i prussiani persero più di 20.000 uomini fra morti e feriti, mentre le perdite francesi assommarono a 13.000 morti e 5.000 prigionieri. Il piano originale prussiano non contemplava la ritirata del grosso delle forze francesi a Metz, ma soltanto che la fortezza fosse impegnata da un
114
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MO:-IDO OCCIDENTALE
certo numero di divisioni territoriali. Poichè questa ritirata non prevista richiedeva la costituzione di una forza ad hoc, tutta la P armata e la maggior parte della IJa, per un totale di 150.000 uomini , furono poste sotto il comando del principe Federico, con la direttiva di tenere Bazaine inchiodato nella sua piazzaforte. La III• armata, con 85.000 uomini , rimase al comando del principe ereditario di Prussia , mentre la Guardia, i corpi d'armata IV e XII , forte di 138.000 uomini, costituivano l'armata della Mosa agli ordindi del principe ereditario di Sassonia. Il 20 agosto, le avanguardie della III• armata superarono la Mosa a Void e si spinsero in avanti verso Ligny-en-Barrois e Bari-le-Due, mentre l'armata della Mosa , su una fronte molto ampia ; che si estendeva da Briey a Commercy , si diresse verso Verdun. Ambedue tendevano a raggiungere Parigi per costringere i francesi ad accettare battaglia ad est della capitale. Il 23, l'armata della Mosa raggiunse la riva destra del corso d'acqua a Verdun, non riusci ad occupare con un colpo di mano la fortezza e spinse avanti la cavalleria in direzione di Clermont e St. Ménehould. Nel frattempo, a Chalons, il maresciallo Mac Mahon , ricevuto l'ordine di costituire una nuova armata - nota poi come armata di Chalonsvi provvide tra il 18 e il 20 agosto. Era una forza eterogenea composta dal I corpo d'armata (Ducrot) con 32.000 uomini , dal V (de Failly) con 22.000 effettivi , dal VII (Félix Douay) con 22.000 soldati, dal XII (Lebrun) con 41.000 fanti , da due divisioni di cavalleria, nonchè da alcune divisioni di fanteria di nuova costituzione , unità di fanteria marina, unità di evacuati da Worth ed un certo numero di « guardie nobili » parigine, che sino ad allora si erano ammutinate. L'armata comprendeva 166 battaglioni, 100 squadroni e 380 pezzi d'artiglieria, per un totale di 130.000 uomini. Molte delle unità erano cosi scarsamente addestrate che il generale Lebrun fu costretto a distribuire cinque colpi di fucile ad ogni uomo, in modo da fargli apprendere i primi rudimenti di caricamento e puntamento dell'arma (2 1). A Chalons, Mac Mahon decise di ritirarsi su Parigi , sostenuto in tale decisione dal generale Trochu , che era giunto in zona il 16 agosto per assumere il comando del XJIT corpo di annata in via di costituzione . Il 10 agosto, Trochu aveva scritto ad un consigliere dell'imperatore, suggerendo che le unità di Bazaine dovevano ritirarsi su Parigi. La proposta fu accettata da Napoleone, ma non condivisa da Palikao, che annullò l'ordine di ritirata (22 ) . Il 17, giorno successivo all'arrivo dell'imperatore a Metz, fu tenuta una riunione, nella quale fu deciso che Napoleone ritornasse a Parigi per assumere la direzione del governo , avendo ormai lasciato il co-
(l 1) • ( 11)
•
Bazeilles-Sedan • del generale Lebrun (1884) pag. 9. Una page d'hjstoire contemporaine " di Trochu, pagg. 20-29.
L' ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
115
mando delle truppe a Bazaine. Il suo primo atto fu quello di nominare Trocbu governatore di Parigi e di affidargli , come primo compito, quello di ritornare nella capitale per annunciare il suo ritorno e la decisione di farvi ripiegare anche Mac Mahon (23 ). Trochu arrivò in città la notte del 18 agosto e fu ricevuto subito dall'imperatrice che , messa a conoscenza del mandato del nuovo governatore, esclamò: « Generale, solo i suoi nemici hanno potuto suggerire a Napoleone di tornare a Parigi; non arriverebbe alle Tuileries vivo ..... No, generale , l'imperatore non deve tornare a Parigi , deve rimanere a Chalons ...... e voi difenderete Parigi ; assolverete il vostro compito senza l'imperatore » ( 24). Dopo alcune obiezioni , Trochu fu d 'accordo. Si presentò a Palikao, che lo ricevette in malo modo, dichiarò assurde le sue proposte e gli rese palese che mai sarebbe stato d'accordo sull'idea di far ritirare Mac Mahon su Parigi (25 ). Da quel momento l'azione di Trochu fu intralciata da ogni tipo di ostacolo. Mentre Trochu portava a termine la sua missione, Mac Mahon si preparava ad effettuare il ripiegamento; il 21 agosto si ritirò su Rheims, mentre i suoi uomini effettuavano scorribande nella zona, provocando l'ostilità della popolazione. Per tutto il 22, le unità rimasero in città , dove si presentò Roucher, presidente del senato ed inviato di Palikao, per convincere l'imperatore a non ritornare a Parigi , a sospendere la ritirata e ad imporre a Mac Mahon di portarsi a Metz. Quando il generale venne a conoscenza del nuovo ordine, telegrafò a Parigi : « Come posso raggiungere Bazaine se non ho le minime cognizioni della situazione in atto e non so niente delle sue intenzioni? » ( 26). Il messaggio era stato appena spedito, quando arrivarono due telegrammi , uno da Bazaine, il quale informava che aveva intenzione di ritirarsi verso nord e l'altro del consiglio di reggenza, indirizzato a Napoleone, nel quale si poteva leggere: « Con decisione unanime , presa in aderenza alla particolare situazione .... .. il non aiutare ed abba n-. donare Bazaine da solo avrebbe effetti catastrofici a Parigi. A fronte . di tale disastro, non c'è la sicurezza che la capitale possa essere difesa » . La risposta dell'imperatore fu: « Domani partiremo per Montmédy » (27) . ll 23 agosto, pertanto , l'armata si mosse diretta a Bethiniville, con gli uomini alla ricerca disperata di rifornimenti nelle campagne e, il 24, puntò su Rethel, dove si fermò tutto il 25. Il 26, Mac Mabon raggiunse Tourte-
(Il) Ibid., pagg. 31 -33. Vedasi a·nche • Ba:~:eilles-Sedan • di Lebrun, pagg. 3-4. (") • Une page d 'histoire contemporaine • di Trochu, pagg. 34-35. (lS) Ibid., pagg. 36-37 e 42-45. (,.) • Bezeilles-Sedan • di Lebrun, pag. 39. (21) Lavisse, Vol. VII, pag. 238.
116
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ron ed, il giorno successivo, Chesne-Populeux, dove fu informato che il principe ereditario di Sassonia aveva superato i Vosgi , era avanzato su Nancy e aveva poi puntato verso nor d-ovest. Mac Mahon emanò gli ordini per i movimenti del 28: il XII corpo d'armata avrebbe puntato su La Becase, il V su Nouart o Buzancy, il VII su Stonne ed il I su Raucourt. Mentre Mac Mahon effettuava. il suo largo giro verso ovest in modo da scivolare oltre il fianco destro del nemico e ricongiugersi con Bazaine , l'armata deJJa Mosa e la III" avanzavano verso ovest con l'ordine di raggiungere, il 26 agosto, l'allineamento Vitry-St. Ménehould. La cavalleria prussiana effettuava esplorazioni sul fronte ed il 24 entrava a Chalons per scoprire che era stata evacuata. Furono trovate lettere, nelle quali si leggeva che Mac Mahon era sul punto di raggiungere Metz e che si trovava a Rheims con 150.000 uomini. Queste notizie sorpresero Moltke, il quale non poteva credere che il suo nemico potesse commettere l'errore grossolano dì lasciare aperta la via per Parigi e di marciare lungo il fronte avversario , con la frontiera belga così vicina al suo fianco sinistro. Ma il giorno successivo l'informazione fu confermata da un telegramma di Londra e dai giornali di Parigi - in modo particolare dal« Temps », che non mantenne niente segreto - (28) per cui , il 26, furono diramati gli ordini ad ambedue le armate di dirigere a nord . Lo stesso giorno il quartier generale prussiano si spostò da Bar-le-Due a Clermont ed il 27 il corpo d'armata di testa - il XII sassone dell'armata deJJa Mosa- ricevette l'ordine di dirigersi su Stenay e di assumere atteggiamento difensivo fino all'arrivo della III• armata. Due giorni dopo un ufficiale dì stato maggiore francese fu catturato con addosso gli o rdini di Mac Mahon a due dei suoi corpi d'armata, fornendo così al comando prussiano << una completa e piena conferma dei movimenti delle unità francesi, come essi erano stati previsti » (29). I quattro corpi d'armata della IIJa armata avevano intanto serrato sotto; la 5• divisione di fanteria fu proiettata in avanti verso Attigny contro le linee di comunicazione nemiche, mentre la 6• seguiva da presso la retroguardia avversaria. n quartier generale reale fu spostato a Grandpré e fu deciso di dare battaglia il giorno seguente, prima che i francesi potessero superare la Mosa (30) . L'armata della Mosa d oveva attaccare in direzione di Beaumont e la III" armata tra Beaumont e Le Chesne. Quando apprese che Bazaine non sì era mosso da Metz e che due armate nemiche si stavano dirigendo contro le sue linee di comunicazione, Mac Mahor sospese il movimento in avanti e ordinò di ripiegare su Mézières. Il 28 agosto un altro
(~) Vds. "The Franco-German War" del Mollke, Vol. l, pag. 95/ ( 29)
"With the Royal Headquaners", di Verdy du Vemois, Vol. l, pag. 116.
(JO) "The Franco-German War" del Moltke, Vol. l , pag. 102.
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
117
dispaccio urgente da Parigi lo convinse a riprendere la marcia su Montmédy. Nel frattempo, questi ordini e contrordini avevano completamente demoralizzato i suoi uomini. Il 30, quando fu stabilito il contatto con il nemico, il V corpo d'armata di Failly fu sorpreso a Beaumont dal IV corpo d'armata prussiano, mentre gli uomini stavano ritirando le razione ed i cavalli delle batterie d'artiglieria erano all'abbeverata (31) . Questa sorpresa costò a Mac Mahon circa 5.000 uomini e 42 pezzi d'artiglieria. Si convinse che non poteva più proseguire secondo i piani e, tra le 20 e le 21, ordinò a Lebrun di dirigersi con il XII corpo d'armata verso Sedan. Gli disse: « Questo è stato un giorno sfortunato ..... tuttavia la situazione non è disperata. Le unità tedesche che abbiamo di fronte sono forti di 60.00070.000 uomini. Se ci attaccano, tanto meglio, ritengo di poterli sospingere nella Mosa » ( 32). Questa errata valutazione sulla forza nemica doveva portarlo alla rovina. Quella notte Moltke diramò i seguenti ordini:« L'avanzata ...... deve essere ripresa domani al più presto possibile ed il nemico deve essere attaccato con estremo vigore ovunque viene individuato su questo lato ( occidentale) della Mosa; deve essere sospinto nel punto più stretto tra il fiume e la frontiera belga. Il distaccamento del principe ereditario di Sassonia ha il compito particolare di evitare che l'ala sinistra dello schieramento nemico si ritiri verso est. A tale scopo si ritiene che, sempre che sia possibile, due corpi d'armata dovrebbero avanzare lungo la riva destra della Mosa ed attaccare, sul fianco e sul retro , qualsiasi formazione nemica incontrata nella zona di Mouzon. Allo stesso modo, la llP armata deve impegnare il nemico sulla fronte e sul fianco. Le posizioni d'artiglieria devono essere scelte in corrispondenza dei punti più forti del terreno su questa riva ed essere in grado di disturbare la marcia e, se possibile, gli accampamenti delle colonne nemiche nella pianura della riva destra da Mouzon in giù. Se il nemico devesse attraversare la frontiera belga senza essere immediatamente disarmato, deve essere inseguito senza indugio » (33). Nel frattempo, in Algeria, il fato aveva prescelto l'uomo destinato a sancire la disfatta francese. Alle ore 20.35 del 22 agosto il generale Wimpffen, comandante della piazza di Orano, ricevette un telegramma da Palikao con l'ordine di recarsi subito a Parigi. Partl con una nave il 24 agosto, sbarcò a Marsiglia il 27 ed il giorno successivo alle 20 raggiunse la capitale. Trovò Palikao impegnato fino alla mezzanotte e non riuscì a vederlo prima delle 13 del giorno
(l') Vds. • Bazeilles-Sedan • eli Lebrun , pag. 62. (ll) • Bazeilles-Sedan • di Lebrun, pag. 74. (JJ) "Milit ary Correspondence of Moltke", di Spenser Wilkinson , (1923), pag. 122.
118
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
seguente, quando venne informato che Bazaine si accingeva ad attaccare frontalmente il principe Carlo Federico, mentre Mac Mahon lo aveva già impegnato alle spalle (34). Palikao suggerì di sostituire il generale Trochu, che« cherche trop à gradir sa personalité » (35), con de Wimpffen il quale, da parte sua, rifiutò, accettando invece di rimpiazzare de Failly al comando del V corpo d'armata. Ricevuto un rotolo di carte topografiche delle zone sbagliate, il mattino del 29 agosto, mentre si accingeva a salire sul treno che doveva portarlo al fronte, fu raggiunto da un messaggero che gli consegnò una lettera firmata da Palikao, nella quale si leggeva: <<Nel caso che il maresciallo Mac Mahon non si rivelasse all'altezza della situazione, voi prenderete il comando delle truppe attualmente ai suoi ordini. Vispedirò una lettera ufficiale che sanzioni tale provvedimento e potrete usarla quando e come vorrete» (36). Il generale de Wimpffen arrivò a Rheims a mezzogiorno. A Rethel , poichè la zona non era sicura, lasciò il treno e partì in carrozza alle 19 per Mézières, dove arrivò alle 8 del 30 agosto. Riprese quindi il treno per Bazeilles, dove regnava il caos più completo. Alle 21 venne a sapere che Mac Mahon stava ripiegando verso Sedan. All'una del31 riuscì a raggiungere Sedan, le cui strade di accesso erano già bloccate da ogni sorta di mezzi di trasporto ed alle 9 si presentò a Mac Mohon, che lo ricevette molto cordialmente. Seguì un animatissimo scontro verbale con de Failly, che non sapeva nulla della sua sostituzione e che, comunque, fu costretto a cedere il comando a de Wimpffen, il quale non fece alcuna menzione dell'altra importante lettera. Mentre le due armate prussiane avanzavano secondo le ultime istruzioni rivevute, l'armata di Chalons si rifugiava disordinatamente in Sedan . L'imperatore vi era giunto la sera precedente e, senza consultare Mac Mahon , aveva fortunatamente annullato l'ordine relativo all'avanzata del XIII corpo d'armata di nuova formazione da Mézières a Sedan. Quando i corpi d'armata di Mac Mahon entrarono nella fortezza, il XII (Lebrun) ricevette l'ordine di difendere Bazeilles e le colline di fronte a La Moncelle e Daigny , con il I (Ducrot) sulla sua sinistra, fronte a Givonne, mentre il VII (Félix Douay) occupava llly ed il V (de Failly) era tenuto in riserva. Sedan non disponeva di rifornimenti adeguati. Nei magazzini non vi erano più di 200.000 razioni, mentre un convoglio con 800.000, fatto segno a fuoco di artiglieria, aveva ricevuto l'ordine di ritornare a Mézières prima che potesse effettuare le operazioni di scarico (37). Sembre-
{ 34)
•
Sedan • del generale Wimpffen (1871), pag. 121.
(J0) Ibid., pag. 122. • che cerca troppo di farsi grande •. { 36)
Ibid., pag. 124. Histoire de la Guerre de 1870-1871 •, di Pierre Lehautcourt (Palat) , 1907, Vol. VI, pag.
(l 7) •
492.
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
119
rebbe che solo Mac Mahon fosse convinto che l'annata sarebbe stata costretta a rimanere a Sedan, visto che Lebrun la considerava un « nid à bombes ». Verdy du Vemois descrive la situazione con le seguenti parole: « la città è sotto di noi come su un vassoio, tanto che è possibile vedere tutte le attività che si svolgono nelle strade. Palazzi e chiese offrono un panorama imponente, incorniciato dalle ben visibili linee fortificatone. Dietro, la città si staglia su una linea di colline dal dolce pendio , sulle quali si distingue nettissimo un grosso accampamento francese , animato da gran movimento. Sulla cresta delle alture ...... a sinistra della pianura, c'è una larga zona boscosa. La linea delle colline in profondità, che già appartengono allo stato confinante, completa il quadro » (38). La mattina del 31 agosto, le unità bavaresi della III• armata, animate da volontà offensiva, attraversarono con traghetti e sul ponte ferroviario a sud di Baseilles la Mosa, ma furono respinte dal XII corpo d'armata di Lebrun. Il secondo ponte non era stato fatto saltare , forse perchè Mac Mahon intendeva usarlo per la prevista e progettata avanzata su Metz; ma quando alla fine, verso le 17, ordinò a Lebrun di distruggerlo, la polvere risultò bagnata e prima che altra potesse arrivare da Sedan, il ponte fu rioccupato dal nemico (39). Più o meno la stessa cosa si verificò con i ponti di Douzy e Donchéry. Esistevano ordini per la demolizione del primo , ma non furono eseguiti da nessuno ; un nucleo di genieri fu inviato da Sedan per far saltare il secondo ma, mentre si procedeva all'ispezione del ponte, il treno ripartì per Mézières, portando via polvere ed attrezzatura , prima che fossero scaricate (40). O vunque regnava confusione. Quando il generale D ouay decise di fortificare le sue posizioni, Mac Mahon lo fermò dicendo: « Macchè fortificazioni! Non intendo assolutamente rinchiudermi come a Metz, intendo dare battaglia manovrando ». Douay replicò: « Vi daranno tempo e modo di farlo? » (4 1) Quindi Mac Mahon si allontanò ed impiegò molte ore ad ispezionare il fronte e ad interessarsi di problemi di poco conto. Poco da meravigliarsi se quella sera Ducrot era disperato. Si rivolse al dottor Sarazin esclamando: « Nous sommes dans un pot de chambre et nous y serons emme rdés » (42). Alle 20, il generale Douay chiedeva: « Cosa ne pensasse della situazione » al generale Doutrelaine, il quale rispondeva: « Credo, generale, che non ci siano speranze ». Douay
(~)
"With the Royal Headquarters" di Verdy du Vernois, Vol. I, pag 127. • 'Bazeilles-Sedan • dj Lebrun, pagg . 88-89. Vds. anche • Belfon, Reims, Sedan •, del pri ncipe Bibesco, pag. 128. ( 40) • Histoire de la guerre de 1870-71 • di Palat, Vol. VI , pag. 484. (.,) Ibid., pag. 96. 42 ( ) • Récits sur la dernière guerre franco-allemande • dj Sarazine ( 1887), pag. Il S. • Siamo in un vaso da notte, e saremo coperti di merda • . ( ' 9)
__,-,......__ ...__..,
~~il"LC,/1:?
.........
--../
_.;"
\,_
N
o
-------- ...., ...
N
_.,...-.-....,
'---
'•~ul;, ~9nt·<11.11· 8ois.
Vivirrs •
t
"""',
J#lc A,..,.r,,..e
eu CN~IIt
l
' l
l!ri»>eourt~
... __
l
l
"'""·r i i
• ViRCFS · Ctma~
-
....
• r.....~ •••, ~ - ........ • ~ub&c......t
~ -----
',
-- .::-..,_
i' i"" or- ~....
c::::J
,,,J,,.l,.
-
T•'CHh /
r
m
Cl
§
o
cm o
!!l Cii
< m om
r 3::
o
Pouru· St:Rtm~J•
z
8 4 ....., ... ... 7
'
;; ,'
... ,., \
'
;/,
''
' '
om
-
z
~ m
r
.u........~
"'- ' '
][
• ~au{Our t
Fig. 9: Battaglia di Sedan, l seuembre 1870
§
'*'-J~
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
121
rimase in silenzio per un momento, quindi riprese: « Questo è anche il mio parere .... .. non rimane altro, mio caro Doutrelaine, che fare del nostro meglio prima di essere sopraffatti » (43). Quella notte Pau! Déroulède, un soldato del 3° zuavi, scrisse un breve lettera a matita a sua madre: « Sedan, 31 agosto 1870. Domani ci sarà battaglia. Vigilia di Jena o di Waterloo, quale delle due? Solo il Signore sa. Ti bacio e ti voglio bene . Paul >> (44). Moltke non credeva che Mac Mahon potesse accettare battaglia in condizioni così sfavorevoli e riteneva che o ripiegasse su Mézières durante la notte o avanzasse verso Carignan o si ritirasse attraverso la frontiera belga. Non emanò , di conseguenza, alcun ordine e lasciò che i due suoi comandanti di armata avanzassero in ottemperanza delle direttive diramate il30. Il principe ereditario decise di impiegare la sua armata in modo che: - i corpi d'armata XI e V muovessero all'alba su Vrigne-aux-Bois passando da Donchéry; - la divisione Wi.irttemberg superasse la Mosa a Dom-la-Mesnil e passasse in riserva; - il II corpo d'armata bavarese avanzasse con una divisione diretta a sud di Douzy e l'altra tra Frénois e Wadlincourt; - il I corpo d'armata bavarese rimanesse a Remilly per cooperare con l'ala sinistra dell'armata della Mosa. Gli ordini del principe ereditario di Sassonia per l'armata della Mosa furono: - una divisione della Guardia doveva muovere su Villers-Cernay e l'altra su Francbeval; - il XII corpo d'annata avrebbe diretto su La Moncelle passando da Lamécourt; - il lV corpo d'armata avrebbe inviato una divisione a Remilly per cooperare con il I corpo d'annata bavarese e mentre l'altra rimaneva in riserva a Mairy (45). L'armata di Chalons aveva intanto occupato completamente il triangolo tra i fiumi Mosa, Floing e Givonne; il XII corpo di armata (ala destra) occupava Balan , Bazeilles, La Moncelle e La Platinerie; il VlJ (ala sinistra) era schierato dal Floing a Illy ; il I (centro) congiungeva le due ali, mentre il V era tenuto in riserva a Vieux-Camp. Sfortunatamente per i francesi, durante la notte del 31 agosto ed in contrasto con gli ordini emanati, gli avamposti del XII corpo d'armata si erano ritirati dalla Mosa e da
(") • Belfort, Reims, Sedan • di Bibesco, pag. 132. (") "1870-Feuilles de Route • di Paul Déroulède, pagg. 175-176. (") Vds. "The Franco-Cerman War, 1870-1871" (Relazione Ufficiale Tedesca. trad. inglese 1881-1884}, Vol. Il, parte I, pagg. 307-309.
122
L E BATIAGUE DECISIVE DEL MON DO OCCIDENTALE
Bazeilles. Ciò consentì al generale von der Tann, comandante del I corpo d'armata bavarese, di attraversare il ponte ferroviario alle 4 del 1° settembre, agevolato da una densa nebbia, e penetrare in profondità fino a Bazeilles (46). I francesi contrattaccarono valorosamente e respinsero i bavaresi. Nel frattempo , i sassoni avevano raggiunto La Moncelle, contrastati solo da una inconsistente retroguardia , e alle 8 la loro artiglieria, che intanto aveva ricevuto rinforzi, aveva messo fuori combattimento le bocche da fuoco avversarie. Alle 7 (4 7), mentre questa azione era in pieno svolgimento, Mac Mahon fu così seriamente ferito da una scheggia d'artiglieria, mentre ispezionava il XII corpo d'armata, che non fu più in grado di esercitare il comando e designò il generale Ducrot a succedergli. Alle 8 Ducrot fu messo al corrente di tale decisione e , poichè non conosceva niente del piano di Mac Mahon nè aveva ricevuto alcuna istruzione, decise di passare immediatamente all'azione. Fin dall'inizio era stato contrario all' idea di accettare battaglia in condizioni così sfavorevoli; quando gli fu portata la notizia del suo nuovo incarico stava osservando le numerose colonne nemiche in movimento verso nord-ovest per accerchiare l'ala sinistra del suo schieramento. Si girò verso gli ufficiali del suo comando ed esclamò: « Signori , sono stato appena nominato comandante dell'armata. Non c'è un solo momento da perdere. Dobbiamo ritirarci subito sull'altopiano di Illy, che non solo ci consentirà di stabilire il momento del ripiegamento a nostro piacere , ma ci metterà anche in grado di decidere cosa fare con una certa calma » (48). Il suo capo di stato maggiore suggerì che sarebbe stato opportuno mettere innanzitutto al corrente l'imperatore di tale decisione. A questa osservazione Ducrot si girò verso di lui ed urlò: « Que I'Empereur aille se faire f .... ou il voudra, è lui che ci ha messo in questa insostenibile situazione » (49). Tempestivamente diramò gli ordini ai suoi corpi d'aramata I e XII di rompere il contatto e di portarsi a Illy, a premessa di un ripiegamento su Mézières. Lebrun all'inizio temporeggiò e poi, alle 9, cominciò ad evacuare Bazeilles. Dalle lO l'avanzata dei bavaresi diventò più agevole e prima delle llla cittadina era nelle loro mani. A questo punto si verificò un evento molto raro nella storia. L'armata di Chàlons aveva già avuto , dall'inizio della battaglia che durava da circa tre ore, due comandanti e si preparava ad averne un terzo, il generale de Wimpffen, comandante il I corpo d'armata schierato a Vieux-Camp. Alle
('•) Ibid. pag. 3 12. (" 7) • Bazeilles-Sedan •. di Lebrun, pag. 100. (••)• Sedan • di Ernest Pi card (1912), pag. 33. (Desposi7.ione Ducrot). In • La Journ~é de Se· dan • di Ducrot (1871) viene fornita una versione leggermente diversa. ('9) • La guerre de 1870-71 • (Storia Ufficiale Francese), Vol. ill, pag. 55. • Che l'Imperatore vada a farsi f. .. dove gli pare ... •.
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
123
7.15 era venuto a conoscenza del ferimento del maresciallo Mac Mahon (5°) e , dopo un'ora o poco più , del fatto che era stato sostituito dal generale Ducrot (51) e decise che fosse giunto il momento di fare uso della lettera di Palikao. Alle 8.30 si recò in visita al generale Lebrun e, convinto che respingere l'attacco bavarese avrebbe voluto significare la vittoria francese, diventò furioso quando apprese l'ordine di ritirata di Ducrot. Tirò fuori la lettera , si proclamò comandante in capo e, rivoltosi a Lebrun , esclamò: « sospendete immediatamente il movimento ordinato dal generale Ducrot ..... non ci sarà una ritirata su Mézières. Se l'armata deve ripiegare, lo farà su Carignan e non su Mézières » ( 52). Scrisse quindi una frettolosa nota per Ducrot, con la quale lo metteva a conoscenza della sua sostituzione (53). Ducrot , non appena ricevette la missiva, si precipitò al comando del V corpo d'armata ed, in una conversazione col nuovo comandante, scoprì che egli non aveva nessuna cognizione del campo di battaglia e non sapeva nemmeno cosa fosse llly (54). De Wimpffen annullò l'ordine di ritirata e alle 10.30 incontrò l'imperatore che, messo al corrente delle intenzioni del nuovo comandante, fu pervaso da un grande senso d'agitazione.« Vostra Maestà non deve avere timori- disse de Wirnpffen entro due ore a partire da questo momento noi avremo sospinto il nemico nella Mosa » ( 55). Il principe ereditario di Sassonia fu impegnato sulla Givonne. Alle 7.30 re Guglielmo ed il suo comando si portarono sulla piccola altura a sud-ovest di Frénois per osservare l'avanzata della IJJa armata, che aveva abbandonato i bivacchi alle 3. L'XI corpo d'armata aveva attraversato la Mosa a Donchéry e stava marciando verso il rombo delle artiglierie. La strada era ottima e la sua avanguardia, non incontrando alcuna resistenza, era passata attraverso St. Albert ed aveva occupato St. Menges. Alle 10, sette dei suoi battaglioni cominciarono a prendere posizione contro Illy, con il sostegno di 62 cannoni schierati ad Hattoy. Il fuoco dell'artiglieria fu così efficace che il generale Marguerite ordinò al generale Galliffet di caricare la fanteria nemica in avvicinamento verso nly. Questi attaccò decisamente e valorosamente, ma fu respinto con gravi perdite.
("') • St:dan •. di Wimpffen , pag. 158. (") • La Guerre de 1870-1871 • (S toria Ufficiale Francese), Vol. ID, pag. 66 e • BazeiUes-Sedan •. pag. 110. (") • Bazeilles-Sedan • di Lebrun, pagg. 111-112. (" ) • La Journée de Sedan • di Ducrot, pagg. 28-29 e • Sedan • di Wimpffem, pag. 162. Quest 'ultimo è poco auendibile, diverse parole del documento originale sono state cambiate. (") • La Journt!e de Sedan • di Ducrot. pagg. 30-31. (~) lbid., pag. 32. Vds. anche • Histoire de la Guerre de 1870-71 "di Palat, Vol. VT, pag. 546, per una versione leggermente diversa.
124
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Quando questo avvenimento fu riportato a Wimpffen , questi cominciò ad intravedere il pericolo ; ma il peggio doveva ancora venire. Il corpo d'armata del principe ereditario, cbe aveva proseguito nell'avanzata immediatamente a ridosso dell' Xl, spinse in avanti 60 pezzi d'artiglieria nel bosco di Hattoy per rinforzare l'azione dei 48 cannoni dell'Xl corpo d'armata già in azione. Il fuoco di questi due gruppi, aggiunto a quello delle armi dell'armata della Mosa, mise fuori combattimento le batterie francesi. Mezz'ora dopo, l'ala sinistra della III armata e l'ala destra dell'armata della Mosa si ricongiunsero nei pressi di llly ed accerchiarono le forze francesi. Il re, Bismarck, Moltke, Roon, principi, duchi, cannonieri ed aiutanti di campo si radunarono sulla collina nei pressi di Frénois. Furono raggiunti dal colonnello Walker, plenipotenziario militare d'Inghilterra, e dal generale Sberidan- il famoso vincitore della battaglia di Five Forks. « Verso le 11 - scrive Moritz Busch- si alza dalla fortezza, che tra l'altro non sta sparando, una scura colonna di fumo grigio orlata di giallo. Dietro di essa i francesi sparano furiosamente e, al di sopra della vegetazione della valletta, si intravvede un gran numero di nuvolette provocate dallo scoppio di bombe, non si sa se francesi o tedesche; qualche volta si ode il crepitio di una mitragliatrice » ( 56). Mentre la III• armata accerchiava da sinistra i francesi, la Guardia Prussiana, che aveva occupato alle 8 Villers-Cernay, aggirava l'ala sinistra del I corpo d'armata francese e faceva entrare in azione 120 cannoni contro le batterie nemiche schierate ad ovest della Givonne. Ancora una volta questa concentrazione di fuoco si rivelò micidiale; costrinse la fanteria francese a cercare rifugio nei boschi della Garenna, già pieni di fuggiaschi. Alle 10, i sassooi occuparono Daigny e spinsero avanti 29 batterie al gran galoppo. A questo punto della battaglia, il principe Hohenlohe scrive: « l'effetto del loro fuoco a distanze così ravvicinate fu veramente terrificante ....... Lo spettacolo della carneficina fu orribile; le sp~ventose grida delle vittime dei nostri colpi si potevano sentire dal punto, ben lontano, in cui ci trovavamo ..... La nostra superiorità sul nemico fu così schiacciante che noi non subimmo alcuna perdita. Le batterie spàravano come se fossero in addestramento » ( 57). « Erano le 13- continua Busch- Il nostro fuoco aveva spazzato via più della metà delle posizione nemiche dalle alture sull'altro lato della città ...... Tra le 14 e le 15, il re si avvicinò al luogo dove mi trovavo e disse a coloro che gli stavano intorno, dopo aver osservato a lungo la periferia della città: « Stanno concentrando grandi masse sulla sinistra, per cui ritengo che stiano tentando di rompere l'accerchiamento » (58). ("') ·· Bismark m thc Franco-German War" , di Busch {1879), Vol. l, pag. 97. (") ··Leuers on Anillcry" del principe Kraft w Hohenlohe-Jngelfingen (edizione inglese dell890). pagg. 93-94. ("') "Bismarck in the Franco-German War", di Busch (1879), Vol. l, pagg. 98-99.
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
125
Era nel giusto. La divisione di cavalleria del generale Marguerite si preparava ad attaccare verso il Floing. Alle 14, Ducrot, che si era reso conto della situazione disperata che si era creata, raggiunse Marguerite e lo implorò di aprire una strada per la sua fanteria nello schieramento nemico. Egli condivise immediatamente la proposta, ma fu mortalmente ferito durante la ricognizione. Galliffet, accompagnato da pochi ufficiali e cacciatori, penetrò nello schieramento nemico tino alla zona dove era schierata la riserva. Sulla via del ritorno, arrivarono a tiro di un battaglione prussiano, il cui comandante, ammirato da tanto coraggio, ordinò di non aprire il fuoco . I soldati francesi gridarono « viva l'imperatore » e gli ufficiali tedeschi, di rimando, li salutarono mentre si allontanavano al galoppo (59). Sebbene il destino dell'armata di Cbalons fosse ormai deciso, il generale de Wimpffen sembrava ignaro della situazione reale; nel momento in cui il nemico stava attaccando i francesi sul << Calvario d' Illy »,spedì il seguente messaggio al generale D ouay: « Ho deciso di aprirmi la strada attraverso le linee nemiche e raggiungere Carignan in modo da arrivare fino a Montmédy. Voi coprirete il ripiegamento. Raccogliete sotto il vostro comando tutte le truppe che ora si trovano nei boschi (della Garenna) » (60). La situazione in cui si trovava il VII corpo d'armata di Douay è descritta dal principe Bibesco con queste parole: « L'onta della sconfitta si avvicina ai fossati di Sedan, che devono inghiottire i resti del nostro sfortunato esercito, formato da unità provenienti da tutti i corpi d'armata e da tutte le armi. Da ogni punto dell'orizzonte arrivano i colpi d'artiglieria, che sgominano le unità sul fronte, sui fianchi e nelle retrovie. Tra urla di paura mescolate a gemiti, sulla destra , un'ambulanza è avvolta dalle fiamme ed è polverizzata da colpi d'artiglieria. intorno a noi traini d'artiglieria esplodono ed aumenta il numero delle vittime. Dovunque si possono vedere, isolati o a gruppi, cavalli senza cavalieri della nostra valorosa ed eroica cavalleria, esausta e colpita a morte » (61). Fra le 12 e le 13, il corpo d'armata di Lebrun resistette isolato ed i bavaresi non riuscirono a superare Bazeilles. Pe r aprirsi la strada verso Carignan, de Wimpffen decise di lanciare nella battaglia il V corpo d'armata e spingere il nemico ne!Ja Mosa. Per sostenere questo disperato tentativo, aveva dato quest'ordine a Douay e, nello stesso tempo, aveva ordinato a Ducrot di riunire il suo corpo d'armata e di dirigersi su Bazeilles, passando da la Monce!Je. Alle 13.30, spedl il seguente messaggio all'imperatore: « Sire. ho deciso di forzare le linee nemiche sul fronte del generale Lebrun
('") Vds. • Sedan • di Emest Picard, pagg. 108-109. ("") • Bel ford·Reims-Sedan" di Bibesco, pag. 154. 61 ( ) • Belford-Reims-Sedan "di Bibesco. pag. 155.
126
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MOJ\00 OCCIDENTALE
e del generale Ducrot, piuttosto di essere fatto prigioniero a Sedan. Prego Vostra Maestà di porsi nel mezzo dei suoi soldati, in modo che essi possano avere l'onore di aprirle la strada della ritirata » ( 62). Luigi Napoleone si trovava a Sedan quando gli fu recapitata questa nota ; la lesse, scartò la proposta e prese in considerazione la possibilità di riassumere il comando e trattare la resa. Mentre ponderava quest'ultimo atto del suo regno, il corpo d'armata di Ducrot si dissolveva e si muoveva senza meta dentro e fuori Sedan. Mentre Ducrot superava il fossato della cittadella, un ufficiale urlò: « La bandiera bianca è issata! ». In quel momento Ducrot ricevette gli ordini di Wimpffen . Scrive: « La situazione all'interno di Sedan era indescrivibile: le strade, le piazze ed i cortili erano bloccati da carri, carrozze, cannoni , impedimenta e resti dell'esercito in rotta. Bande di soldati senza armi o equipaggiamento arrivavano di corsa in cerca di rifugio nelle case e nelle chiese, spingendosi e schiacciandosi l'uno sull 'altro alle porte di ingresso alla città. Attraverso questa folla galoppavano cavalieri ventre a terra e cannonieri sui loro traini , che si aprivano il varco nella massa dei fanti impazziti. Quelli che non avevano perso la calma si erano dati al saccheggio, mentre altri gridavano: « Siamo stati traditi , siamo stati venduti da traditori e codardi » (63). Ducrot si presentò all'imperatore, che esclamò: « Perchè si continua a sparare? Ho fatto alzare la bandiera bianca! » . Pregò Ducrot di scrivere una nota, con la quale si ordinava di cessare completamente il fuoco. Ducrot ottemperò, ma si rifiutò di firmarla (64) , dal momento che il comandante in capo era de Wimpffen e nello stesso modo si comportò il generale Faure, capo di stato maggiore. L'imperatore dettò un'altra lettera, questa volta per de Wimpffen e la diede a Lebrun affinchè la portasse al comandante in capo (65) , il quale però si rifiutò di Jeggerla. Quando Lebrun gli fece presente che la bandiera bianca era stata già issata« No! No! - gridò de Wimpffen- io non capitolerò. Ammainate la bandiera . Intendo continuare a combattere » (66) . De Wimpffen si recò di corsa a Sedan , non per vedere l'imperatore, ma per riunire tutti gli uomini disponibili per sferrare un contrattacco. Con l'idea di stimolare i fuggiaschi in preda al terrore urlava: « Bazaine si avvicina! Bazaine si avvicina! » ( 67) e, sebbene alcuni si riunissero intorno
("') « Sedan •, di Wimpffen, pag. 170.
(03) .. La Joumte de Sedan •, pag. 46. (") Ibid., pag. 48-51. (") " Bazeilles-Sedan "• di Lebrun, pag. 133. (66) Ibid. , pag. 135. (6') Vds. " Sedan "• di Picard, pag. 147.
L' ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
127
a lui, la maggior parte continuò a scappare via. Alla fine riuscì a raccogliere circa 1200 uomini e 2 cannoni e si diresse con essi verso Balan. Fu un gesto finale di pazzia. Questa banda di uomini eroici e dementi andò incontro ad un nugolo di pallottole provenienti da ambo i lati e si rititrò urlando verso la fortezza. A questo punto de Wimpffen rivolto a Lebrun esclamò: « Mi dimetto dall'incarico di comandante io capo; prendete voi il mio posto >> ( 68). Natural mente Lebrun rifiutò l'onore e, alle 18, l'i mperatore informò il generale Ducrot che desiderava che egli assumesse il comando. Questi rifiutò e così fece Douay. A questo punto de Wimpffeo, gesticolando , urlò: « Sire, se ho perso la battaglia, se sono stato sconfitto, è stato perchè i miei ordini non sono stati eseguiti, è avvenuto perchè i vostri generali si sono rifiutati di obbedirmi » (69). Ducrot gli si piazzò davanti e smentì le sue affermazioni. Seguì una violenta disputa. Alla fine de Wimpffen accettò l' inevitabile e condivise la proposta di recarsi al quartier generale nemico ed offrire la resa dell'esercito. Poco prima che questa scena avesse luogo, un ufficiale bavarese si era portato al galoppo sulla collina di Frénois, dove si trovava ancora il quartier generale reale ed informò il re della decisione francese di capitolazione. « Alle 18.30 circa una guardia d'onore dei corazzieri apparve poco distante ed il generale francese Reille, portatore della bandiera della resa di Napoleone, si portò lentamente sulla collina. Smontò a 10 passi dal re, si avvicinò, si tolse il berretto e porse una lettera con un grande sigillo rosso » ('0). Il re l'aprì e lesse: Monsieur mon Frère , N'ayant pu mourir au milieu de mes troupes, il ne me reste qu'à remettre mon epée eotre !es mains de Vostre Majesté. Je suis de Vostre Maiesté le bon -Frère, ·Napoleon Sédan, le Ier Septembre, 1870 ( 71 ) Conferì con il suo cancelliere e scrisse quindi la risposta. Il generale Reille, accompagnato da un ufficiale e da un trombettiere ulano, che por-
(68) " Bazeilles-Sedan " di Lebrun , pag. l 41. (") " La Joumée de Sedan "• di Oucrot , pag. 52.
(70) "Bismark in the Franco-German War" di Busch, Vol. l , pag. 101. (1') • Signor Fratello mio , non avendo potuto morire fra i miei Soldati, non mi resta che rimettere la mia spada nelle mani di Vostra Maestà. Sono il buon Fratello di Vostra Maestà, Napoleone. (Sedan. l settembre 1870). (N .d.T.) .
128
LE BATIAGLIE DECISNE DEL MONDO OCCfDENTALE
tava la bandiera bianca , ritornò a Sedan all' imbrunire. « La città stava ancora bruciando in tre punti e le rosse fiamme , attraversando le colonne di fumo che si levavano sopra Bazeilles, mostravano che da quella parte si combatteva ancora. Ma la tragedia di Sedan si era ormai compiuta e la notte cadeva sulla scena » ( 72). Il mattino seguente, verso le 6, a casa del dottor Jeanjot a Donchéry, una voce esclamava: « Vostra eccellenza! vostra eccellenza! c'è qui ungenerale francese (Reille) alla porta; non capisco cosa vuole ».Bismarck saltò giù dal letto, si vestì velocemente e si precipitò a Sedan. Non appena potè, il dottor Busch lo raggiunse in una casa solitaria, a circa 800 passi dal ponte sulla Mosa a Donchéry, « una casa ad un solo piano, dipinta di giallo, con quattro finestre sulla facciata , con imposte bianche al piano terra e con veneziane bianche al primo piano ». Busch scrive: « Subito dopo un piccolo uomo massiccio venne avanti, dietro la casa, con un cappello rosso bordato d'oro, un cappotto con cappuccio nero bordato di rosso e con pantaloni rossi. Si rivolse prima ai francesi, alcuni dei quali erano seduti su uno scranno. Calzava guanti bianchi e fumava una sigaretta » ( 73 ) . Era l'imperatore. Si era arreso alla Prussia, ma la capitolazione dell'esercito era lasciata a de Wimpffen. Dopo una lunga discussione, si decise la resa incondizionata (14 ). Le perdite delle due armate germaniche assommarono a 460 ufficiali e 8500 uomini tra morti e feriti; (75) i francesi per contro ebbero 3000 morti, 14.000 feriti e 21.000 prigionieri (76) che, aggiunti agli 83.000 prigionieri della resa e ai 3000 disarmati in Belgio, facevano un totale di 124.000 perdite. Fecero parte del bottino 3 bandiere, 419 pezzi d'artiglieria e mitragliatrici, 139 cannoni da fortezza , 1072 carri e 6000 cavalli. « La vittoria di Sedan- scrive lo storico ufficiale tedesco - corona gli sforzi combinati dei comandanti tedeschi e dei loro uomini con un successo quasi senza precedenti nella storia ». Queste parole non sono esagerate. Egli continua: « con la sconfitta di un 'intera armata la dinastia oapoleonica in Francia rovina per la terza volta nella polvere. Istantaneamente, come il bagliore di un lampo, la notizia si sparge attraverso i "reami" di Germania e attraverso l'intera Europa, dove viene ricevuta da una parte con incredibile entusiasmo e dall'altra con incredula meraviglia. L'esercito tedesco, tuttavia,
(n) .. Bismarck in the Franco-Gennao War~. di Busch, Vol. l, pag. 102. ('l) "Bismarck in the Franco-Gennan War", di Busch, Vol. l, pagg. 103-104. ('•) Per la capitolazione, vds. -The German Official History• (1881-1884), Vol. Il , parte l , pagg. 402-409 e "The French Offida! History", Vol. III , pagg. 242-273. (n) Per maggiori dettagli, vds. "The Gennan Official History• , Appendice L (76) lbid., Vol. Ul, parte l, pag. 408. Le cifre ufficiali francesi sono 799 ufficiali uccisi o feriti e 23.689 uomini uccisi , feriti o dispersi.
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
129
non ancora conscio della portata politica della sua vittoria, lancia, con l'avversario ai suoi piedi, occhiate verso la capitale francese >) (n). Cosa accadeva intanto a Parigi in una giornata così fatale? Alle 10.35, il comandante della l" divisione del XIII corpo d'armata a Mézières telegrafò a Palikao: « Sono stato informato in questo preciso momento che re Guglielmo e suo figlio, che hanno dormito la notte scorsa a Clermont nelle Argonne, sono in piena ritirata >>. Più tardi arrivò un dispaccio da Bruxelles, spedito alle 19.25: « Mac Mahon questa mattina ha sconfitto i prussiani; questa mattina Bazaine li stava inseguendo verso Sedan >>. Questo rapporto fu confermato da Londra alle 12.30 del 2 settembre (18). Sembrava che si stesse giocando in borsa. Quindi giunse la lettera di de Wimpffen a Palikao, che cominciava: << Mio generale, posso dire: venni, vidi e fui sconfitto .... » ( 79), che fece piombare Parigi nel caos. Il4 settembre , l'assemblea fu sopraffatta da una folla che urlava« viva il socialismo >>. Palikao cadde e fu sostituito da Trochu, che egli aveva sempre perseguitato, a capo del governo: l'ultima fase della guerra, la più lunga, ebbe inizio. Entro la fine di settembre Parigi era circondata e mentre Metz, Belfort, Strasburgo, Toul , Verdun e Mézières resistevano, la Difesa nazionale costituì nuove unità. In seguito, tutte le fortezze, ad eccezione di Belfort, caddero ed il 17 dicembre ebbe luogo il bombardamento di Parigi. ll 29 gennaio 1871 Parigi capitolò. Per oltre 200 anni era stata il centro politico europeo; Berlino prese il suo posto fino al 1918. Un avvenimento, accaduto 11 giorni prima della capitolazione, fu altrettanto importante. Il 18 gennaio 1871, nella Sala degli Specchi del palazzo di Versailles, al centro della quale è riportata la scritta« Le Roy governe par Lui-Meme », Guglielmo I di Prussia fu proclamato imperatore di Germania. Diventò così realtà il sogno di Wallenstein di 240 anni prima. Un altro avvenimento di uguale portata storica si verificò quando, con il ritiro delle truppe francesi da Roma durante la guerra, i mercenari del Papa deposero le armi ai piedi di Vittorio Emanuele. Si realizzava così l'unità d'Italia, evento auspicato dal Machiavelli tre secoli a mezzo prima. Alla resa di Parigi seguirono disordini e il 18 marzo fu istituita La Comune, per la quale morirono- in una guerra fratricida- 30.000 tra uomini, donne e bambini. Alla fine, il 10 maggio, fu firmato il Trattato di Francoforte, che fu poi ratificato dall'Assemblea Nazionale il 18. I suoi
(n) "German Official History", Vol. li , parte I , pag. 416. ( 711) • Un Ministère de la Guerre •, di Palikao, pagg. 74-75. (19) lbid ., pag. 121.
130
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
termini erano moderati ed in nessun modo vendicativi: l) il pagamento di una indennità di 200.000.000 sterline, 2) il diritto della Germania ad essere trattata dalla Francia come nazione favorita nei rapporti politici , 3) l'annessione dell'Alsazia e della Lorena (8°). Sebbene allora Leopoldo von Ranke e la maggior parte dei tedeschi ritenessero giusta l'annessione dell'Alsazia (una provincia essenzialmente tedesca) e della Lorena orientale (principalmente francese) sarebbe stato più saggio per la Prussia rinunciare ai vantaggi strategici e valutare le implicazioni politiche del provvedimento, che non solo umiliava una nazione orgogliosa, ma ipotecava il futuro, poicbè dalla Pace di Francoforte in poi, ogni nemico dell'impero germanico avrebbe potuto contare sulla Francia quale alleato potenziale, se non addirittura di fatto. Così l'annessione dell'Alsazia e della Lorena diventò un punto dolente della pace europea. Quali furono le ripercussioni di questa guerra sulla storia? Innanzitutto la capitolazione e l'umiliazione della Francia -un risentimento che non si spense mai nel cuore dei francesi - trasformarono la Germania in « Regina del Continente » (8 1). Una seconda ripercussione fu che il sorgere della potenza germanica, oltre a mutare gli equilibri in Europa, minacciava quella « Pax Britannica » che aveva evitato la degenerazione del conflitto in una guerra generale in Europa. Una terza conseguenza fu che la Gran Bretagna fu costretta a porre fine alla secolare contesa con la Francia, in modo da riequilibrare in Europa la potenza tedesca. Una quarta fu che, quando dopo la guerra la Germania si avviò a diventare paese industriale, uno scontro con la Gran Bretagna per la conquista dei mercati mondiali divenne inevitabile. In futuro ci sarebbero state solo due potenze militari e commerciali in Europa, la Gran Bretagna dominante sui mari e la Germania in posizione egemonica sulla terraferma. Come nei giorni di Napoleone, per quanto in Europa vi fosse spazio sufficiente per ospitare una mezza dozzina di grandi potenze che sapessero convivere in concordia, esso si dimostrò insufficiente per due sole di esse, sebbene nessuna
( 80) Quando, nel settembre 1871, il giornale "National Zeitung" riportò le proprie rimostranze per i! trattamento riguardoso che era stato riservato all'imperatore francese durante la prigionia, Bismarck
non condivise assolutamente tale punto di vista.« Il sentimento popolare, la pubblica opinione- disse -hanno sempre condiviso tale linea di condotta. Il popolo ritiene che, nei conflitti tra stati, il vincitore debba, codice morale alla mano, giudicare il vinto ed infliggergli una punizione per quello che ha fatto non solo al vincitore, ma anche ad altri. Questa è una richiesta completamente irragionevole. Punizioni e rivincite non hanno niente a che vedere con la politica, la quale non deve essere mischiata con la nemesi né deve aspirare ad esercitare il ruolo di giudice ..... Nel caso in questione, la domanda dovrebbe essere: « Quale dei due ci è pii) utile- un Napoleone trattato male o un Napoleone trattato bene? • Non è affatto impossibile che un giorno egli possa risorgere di ouovo dalla polvere. ("Our Chancellor", di Moritz Busch, ed. inglese 1884, Vol. I , pagg. 98-99). ( 8 ') Thomas Carlyle in una lettera a "The Times" l'Il novembre 1870.
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
131
delle due desiderasse scendere in guerra con l'altra. Questo fatto ineluttabile, che aveva condizionato la storia del continente fin dalla caduta di Roma, produsse una paura generalizzata che, attraverso l'industrializzazione, portò alla militarizzazione dell'Europa, fino a che , prima della fine del XIX secolo, tutte le nazioni , anche se con gradi diversi di efficienza, erano diventate nazioni armate. E poichè gli aggettivi « militare » e « politico » sarebbero da allora diventati intercambiabili, non è di scarsa importanza esaminare brevemente come la guerra franco-prussiana influenzò l'arte della guerra. Innanzitutto è da considerare il ruolo crescente dell'artiglieria nei riguardi della fanteria. La situazione creatasi, giorno dopo giorno durante la guerra, è descritta in modo molto efficace da un ufficiale francese fatto prigioniero a Sedan, il quale attribuisce il successo tedesco ai« cinque chilometri d'artiglieria » ( 82). n predominio del cannone e di tutti i ritrovati tecnici che seguirono fornirono uno stimolo tremendo alla scienza e all'industria , che cominciarono a diventare la base della guerra. Come la cavalleria aveva ceduto il passo alla fanteria, così la fanteria stava cedendo lo scettro all 'artiglieria. Le guerre stavano per diventare sempre più industrializzate e il progresso industriale esigeva che la controparte militare procedesse di pari passo. In secondo luogo, l'utilizzazione estesa della ferrovia per scopi militari agevolò la rapida realizzazione di eserciti di massa. L'idea della nazione in armi , sebbene si fosse affermata già ai tempi di Guibert e fosse stata ribadita e meglio configurata da Clausewitz, non era stata resa operante fino alla realizzazione della ferrovia. Fu la locomotiva che irreggimentò le nazioni , democratizzò gli eserciti e trasformò la pace in un periodo di preparazione alla guerra. Una terza influenza fu la crescente importanza assunta dagli stati maggiori. In una struttura così complessa come un esercito moderno, i vantaggi erano ovvi, anche se pericoli e difetti non furono approfonditi, o lo furono superficialmente, quando la guerra ebbe termine. Guglielmo Perrero, nel suo saggio « Il problema della pace », sottolinea che, tra il 1870 e il1914 , il potere di fare la guerra e quello di mantenere la pace, che in precedenza erano nelle mani di uno stesso uomo o di una stessa autorità, furono separati; il primo divenne prerogativa degli stati maggiori ed il secondo dei civili e dei diplomatici. « Ma cosa avrebbero potuto fare civili e diplomatici - egli scrive - quando le vecchie regole dell'arte di mantenere la pace erano state rese inefficaci dai nuovi metodi di condurre una guerra? I soldati perfezionavano le tecniche di guerra; i diplomatici
{' 2)
Citato da " Decisive Battles Since Waterloo ,. di Thomas W. Knox (1889), pag. 358.
132
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
smarrivano l'arte di mantenere la pace ..... non potendo lavorare al manteniment~ della pace, i diplomatici, a loro volta, incominciarono a pr~pa rare la strada della guerra, realizzando e facendo fallire alleanze. Due potenze avevano firmato l'armistizio del 1871, ma quando fu impugnato nel 1914 furono due formidabili gruppi di potenze che si confrontarono, armati fino ai denti » (83). In altre parole, più perfetto dtiventa l'aspetto tecnico della guerra, meno realizzabile appare la possibilità politica di limitare la sua portata, fino a che la situazione del mondo diventa così esplosiva che un colpo di pistola, sparato in un angolo oscuro e remoto , è sufficiente ad innescare una guerra mondiale. Tutto ciò induceva a pronosticare che le guerre nazionali avrebbero ceduto il passo a guerre tra coalizioni e che in futuro una nazione, a meno che non facesse parte di un'alleanza , non avrebbe avuto risorse sufficienti per affrontare, con successo e da sola, un conflitto. Infine, i difetti mostrati dall'organizzazione dello stato maggiore prussiano inducono a porsi qualche domanda sulla gestione delle attività e del comando. La massima famosa di Moltke era « innanzitutto renditi conto, poi rischia » ed in questa guerra i rischi non furono grandi; inoltre se avessero dovuto essere affrontati da un normale buon generale , che si avvalesse di un normale comando efficiente, avrebbero potuto essere superati con facilità. Così come era strutturato , il sistema prussiano conteneva molti difetti, che non vennero alla luce per lo stupido comportamento dei francesi. Valgano da esempio l'insubordinazione del generale Steinmetz (il leone di Nachod), che Bismarck soprannominò «uno spargitore di sangue a buon mercato », ed il modo precipitoso con cui furono combattute le battaglie di Spicheren, Worth o Colombey, delle prime due delle quali Verdy du Vemois dice: « Ambedue le battaglie presentano un aspetto singolare, in quanto furono combattute contro la volontà del comandante in capo » ( 84). Una confessione straordinaria. Moltke può essere considerato un generale « su rotaie » perchè il suo sistema di guerra fu diretto e rigido. Fu un organizzatore veramente grande , che faceva affidamento più sulla logica che sul caso. Per il conseguimento del successo, la sua arte si basava sull'adozione di una dottrina piuttosto rigida estatica , messa in moto da direttive più che da ordini. Per lui la guerra di massa era una guerra di incidenti , nei quali il genio veniva dopo lo spirito offensivo. Mentre Napoleone I guidò e controllò sempre fino alla fine dell'azione i suoi eserciti, Moltke portava le sue armate sulle basi di partenza e quindi abdicava a~ comando, che passava nelle mani dei
(83) "Peace and War", pag. 132. Per il ferrero il periodo 1870-1914 fu armistizio e non pace. ("') "With the Royal Headquarters in 1870-71" Vol. I, pagg. 56-57.
L'ESPANSIONE DELLA PRUSSIA
133
comandanti in sottordine, che agivano in piena autonomia. Il 31 agosto ed il l o settembre non emanò alcun ordine, se si eccettuano pochi suggerimenti al generale Blumenthal, capo di stato maggiore della III" armata. Non aveva mai previsto l'accerchiamento dei francesi, che fu dovuto alla loro stupidità, all'iniziativa dei comandanti prussiani e al superbo comportamento dell'artiglieria prussiana. Moltke non è un generale da emulare, ma da studiare. I suoi calcoli erano precisi, i rischi corsi contro avversari abili potrebbero essere condannabili, perchè era disposto a lasciare troppa iniziativa ai suoi subordinati. Infine , la guerra dimostrò , come scrive Thiers, « che in un grande duello di popoli, sempre che gli imprevisti siano equamente distribuiti o non ci sia grande divario di mezzi , la vittoria arride a quella nazione che gode di superiorità tecnologica e coesione morale >> ( 85). La volontà di vincere ed i mezzi a disposizione furono i pilastri della potenza. Questo solo fatto emerse chiaramente e si impose all'attenzione generale, nella confusione dottrinale dell'arte militare durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.
('') • Le Dcux Abimes,. di Alfred dle la Guéronnière, pag. 16.
CAPITOLO IV
La nascita dell'imperialismo giapponese e l'espansione della Russia nell'Estremo Oriente. l. Quadro storico Mentre americani e prussiani ponevano le basi dei loro rispettivi imperi, il Giappone emerse dalla sua cortina di bambù ed imboccò la stessa strada. Gli elementi che accelerarono questo cambiamento violento furono biologici ed industriali. Il Giappone, sovrappopolato, non produceva riso sufficiente per sfamare il suo popolo; mentre era in grado di mettere sul mercato prodotti industriali in abbondanza, con grave turbativa degli equilibri degli scambi. Ambedue queste cause richiedevano una espansione al di là dei mari giapponesi e la conquista di territori che assorbissero la popolazione esuberante e di mercati per piazzare i prodotti industriali. A causa della crescente competizione tra le nazioni industrializzate , era solo una questione di tempo prima che il Giappone non occidentaJjzzato fosse coinvolto nel vortice capitalista. Fin dal1638, quando in tutto il Giappone-con l'eccezione di un piccolo posto commerciale olandese sull'isola di Deshima (vicino a Nagasaki) -la religione cristiana ed il commercio estero furono soppressi dallo Shogunato (o Ticonato), non erano avvenuti contatti con l'occidente. Nel luglio 1853, il presidente Fillmore inviò il commodoro Perry e quattro navi da battaglia per negoziare, a nome degli Stati Uniti , un trattato di amicizia con il Tenno (Mikado). Poichè la proposta fu rifiutata , l'anno successivo Perry tornò con sette navi da guerra e riuscì , poichè lo Shogun non aveva mezzi per opporsi alla forza , a concordare il trattato, in base al quale Shimoda e Hakodaté furono aperte al commercio americano. Così, dopo più di due secoli di indisturbata tranquillità, la cortina di bambù fu perforata. Immediatamente,
136
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
nello spiraglio aperto si precipitarono Gran Bretagna, Russia, Olanda, Francia e Prussia, che riuscirono a strappare gli stessi privilegi degli statunitensi. Per capire quello che seguì , è necessario spendere qualche parola sul sistema di governo giapponese. Fin dagli inizi del XVII secolo , il potere era passato dalle mani del Tenno (re del cielo), che e ra il capo divino dello stato teocratico shintoista, in quelle dello Shogun capo dell'esercito, che era diventato dittatore assoluto di un paese feudale , nel quale i baroni dell'Europa medioevale erano sostituiti dai daimios. Ogni daimjo disponeva di una milizia costitujta da samurai, soldati professionisti che si attenevano a norme particolari di combattimento chiamate Bushido. Vivevano secondo le tradizioni del passato e si opponevano violentemente all'instaurazione di qualsiasi contatto con gli europei , in contrapposizione con i mercanti, che auspicavano il commercio con gli stranieri, con la prospettiva di incrementare le loro entrate. Come risultato, il popolo si divise in due fazioni, quella che richiedeva libero scambio dei prodotti con l'occidente e quella che si batteva per evitare tale evenienza. Quando nel1858 il console generale americano in Giappone, senza il consenso del Tenno- al quale spettava ancora la ratifica dei trattati internazionali- cercò di imporre un nuovo trattato allo Shogun, i daimios ed i loro seguaci cominciarono ad assassinare gli europei, con il risultato che gli occidentali aumentarono le loro pretese. Di conseguenza, la situazione era diventata sempre più tesa , quando, nel febbraio del 1867, mo rì il Tenno e gli successe Mutsuhito (Meiji Tenno, 1867-1912), un ragazzo di 15 anni. I daimios, approfittando della possibilità offerta da una vecchia regola, si sollevarono contro lo Shogun e lo costrinsero ad abdicare, provocando così la rivoluzione del1868, che abolì lo Shogunato e riattribuì il potere al Te nno, che fu proclamato imperatore del Giappone. Quando si consideri l'arretratezza del paese, i cambiamenti che seguirono alla cacciata dello Shogun sanno di miracoloso e possono essere solo spiegati dal grande risentimento creatosi in Giappone a seguito dell'imposizione dei trattati commerciali e particolarmente delle clausole dei diritti extr aterritoriali. Se l'uomo bianco , sostenuto dai suoi cannoni, poteva permettersi di ottenere simili risultati, cosa non sarebbe riuscito a fare il valoroso, intelligente ed antico popolo giapponese se avesse avuto armi proprie? La visione di grandezza , acquisita attraverso il potere della polvere da sparo , fu la molla che fece scattare ed alimentò la riforma nipponica. Nel 1869, tutti i 237 daimios consegnarono i loro feudi al Tenno; ne l 1870, fu pubblicato il primo giornale, a Yoko hama; nell871, il feudalesimo fu abolito e due milioni di samurai furono posti in pensione. La professione delle armi, fino a que l mo mento privilegio dei samurai, fu estesa al popolo; fu introdotto il servizio milita re obbligatorio; l'esercito e la marina furono
LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO GIAPPONESE E L'ESPANSIONE DELLA RUSSIA
137
modernizzati adottando, per il primo , concetti e metodi francesi e tedeschi e, per la seconda, il sistema britannico; il Tenno diventò il capo divino delle forze armate. Bencbè nel1889 venisse introdotto un embrionale sistema parlamentare, l'esercito e la marina furono posti al di fuori del suo controllo. Generosamente finanziato dai capitalisti europei ed americani e grazie ed una sterminata forza di lavoro a buon mercato, il Giappone si trasformò rapidamente da paese agricolo in nazione industriale. Le entrate fi nanziarie, aumentate in modo vertiginoso , furono destinate per metà alle forze armate; la popolazione dai 32 milioni del 1868 raggiunse i 45 milioni nel 1903. I cantieri britannici costruirono per il Giappone navi da guerra per la marina militare ed una flotta di navi di linea e da carico per la marina mercantile e fornirono macchinari per gli arsenalj; i tedeschi vendettero armamenti terrestri; gli australiani fornirono la lana ; il Sud America inviò fertilizzanti; la Malesia stagno e gomma; la Scandinavia polpa di legno; l'India e gli Stati Uniti cotone e ferro. L'occidente si trasfomlò in balia per l'Estremo Oriente e, prima che il secolo finisse, il Giappone aveva realizzato, in una sola generazione , quello che l'Europa era riuscita a costruire in 20 generazioni di duro lavoro. Da un sistema feudale, assimilabile a quello europeo del XIV secolo, si proiettò prepotentemente alla soglia del1900 come nazione completamente industrializzata e come potenza navale e militare. Tuttavia, nonostante fosse estremamente occidentalizzato , il Giappo ne rimaneva attaccato al passato e nel cuore portava vividi i ricordi e le tradizioni del Bushido. Questa sorprendente trasformazione, con l'accento sulla potenza militare, richiedeva un'espansione al di fuori dei propri confini, che inevitabilmente significava scontro con la Cina ed attriti con gli stati europei che, come avvoltoi, volavano sul decadente impero cinese. Tra questi, a causa della contiguità territoriale con l' impero cinese, la più temibile era soprattutto la Russia, che era essenzialmente una potenza orientale ed i cui contatti con la Cina risalivano al 1567, quando Ivan il Terribile aveva aperto l'ambasciata a Pechino. Ma dopo il 1689, quando nei primi anni di regno di Pietro il Grande Mosca firmò il trattato con la Cina, secondo il quale l'impero moscovita veniva esteso fino ai confini con la Manciuria , l'espansione zarista verso est s'era fermata fino al1847. Quell'anno il grande amministratore conte Muraviev fu nominato governatore generale della Siberia orientale. Nel 1849, costrui la fortezza di Petropavlosk (bombardata durante la guerra di Crimea) sulla costa orientale della Kamchatka e l'anno successivo realizzò il porto di Nicbolaievsk alla foce del fiume Arnur. Nel 1851, inoltre , si accinse ad impadronirsi dell'intero corso fluviale. Dopo aver fondato le città di Blagovesbchensk e Kharbarovsk sulle sue rive, nel 1858, in base al trattato di Aigun, ottenne daUa Cina l'annessione del vasto territorio sulla riva sinistra del fiume , che raggiungeva un 'esten-
138
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
sione pari a 3 volte e mezza quella della Francia. Quando la Cina fu sconvolta dalla rivolta del Taiping, il generale Ignatiev approfittò della situazione- comportamento usuale per la Russia - e sfruttò in modo così mirabile le paure del governo cinese che, nel 1860, ottenne l'annessione di oltre 173.000 miglia quadrate- la provincia marittima della M anciuria , con le sue 600 miglia di coste, sulle quali subito dopo fu costruito il porto di Vladivostok. Successivamente, la Russia si adoperò per acquisire l'isola di Sakhalin; sebbene la metà meridionale appartenesse al Giappone, che non era in grado di opporsi al famelico colosso, nel 1875 fu raggiunto un accordo, secondo il quale Mosca si annetteva l 'intera isola ed al Giappone veniva riconosciuto in cambio il diritto sulle isole Kurili. Il Giappone iniziò i suoi primi passi espansionistici in quel periodo. Prendendo a pretesto il trattamento riservato ad alcuni marinai naufraghi da parte delle autorità di Formosa - parte dell'impero cinese- invase l' isola e, nel 1875, accettò di ritirare le sue forze in cambio del pagamento di una indennità ed il riconoscimento, da parte della Cina, dei suoi diritti sulle isole Ryukyu. Seguì il primo incidente con la Corea: quando un forte coreano aprì il fuoco contro una sua nave, il Giappone, che aveva imparato intanto il sistema dell'uomo bianco di usare la minaccia di guerra come arma diplomatica, nel 1876 mandò una flotta nelle acque coreane, costrinse il governo a firmare un trattato d'amicizia ed ottenne che tre forti fossero aperti al commercio giapponese. Fu questa un'importante concessione, poichè la Corea costituiva la porta d'accesso del Giappone al continente asiatico e la possibilità che la Russia potesse bloccarla aveva costuito un incubo per i nipponici. Sapevano che la Russia intendeva procurarsi un porto sulla costa coreana, così come sapevano che il corrotto e decadente governo coreano non era capace di fronteggiare anche la più leggera pressione diplomatica moscovita. Il secondo incidente si verificò nel 1884, quando fu attaccata la sede della delegazione giapponese a Seui: l'incidente fu composto senza fare ricorso alla forza. La Russia, in quel frangente, mostrò di aver tali interessi nella Corea che, nel1885 , la Gran Bretagna si sentì obbligata ad intervenire, occupare l'isola di Kyobunto (Port Hamilton) allargo della costa meridionale della Corea e mantenerne il possesso per due anni. Ma l'aveva appena abbandonata che, nel 1888, la Russia concludeva un trattato con Seui, con il quale si assicurava filiali! commerciali a Chemulpo, Seui e Pusao, noochè in altre città minori. Sei anni più tardi si verificò il terzo incidente. Fin dal 1884 il paese era travagliato da tumulti e nel1894 , quando questi si trasformarono in aperta rivoluzione, il governo chiese aiuto alla Cina, che inviò 2.000 soldati. Lo stesso provvedimento fu adottato da Tokyo, dando così l'avvio alla prima guerra cino-giapponese, che si trasformò in una serie di trionfi nipponici.
LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO GIAPPONESE E L'ESPANSIONE DELLA RUSSIA
139
li 15 settembre, l'esercito cinese fu travolto a Payong-Yang dal generale Nodzu e, due giorni dopo, la flotta fu sconfitta dall'ammiraglio Ito nella battaglia di Yalu. Il 21 novembre, il maresciallo Oyama conquistò Port Arthur , la cui perdita costrinse la Cina a chiedere la pace che, firmata a Shimonoseki il 17 aprile 1895, prevedeva l' annessione , da parte del Giappone, della penisola di Liao-tung, di Formosa e delle isole Pescatori , nonchè il riconoscimento dell'indipendenza della Corea ed il pagamento di 25 milioni di sterline. Ma si era appena asciugato l'inchiostro con il quale era stato redatto il documento che Russia, Germania e Francia si opposero alla cessione della penisola Liao-tung. Il Giappone , non in grado di opporsi con la forza alla pressione d elle tre potenze, l'abbandonò in cambio del pagamento di tre milio ni e mezzo di sterline. Subito dopo tale avvenimento, l'ambasciatore russo a Pechino iniziò le trattative con il primo ministro imperiale Li Hung Chang. Ne l189 1 la Russia aveva iniziato la costruzione della fe rrovia transiberiana, che nel 1895 aveva già raggiunto Chita, in prossimità del confine con la Manciuria, da dove avrebbe dovuto proseguire per Vladivostok. Se fosse stato possibile attraversare la Manciuria, la linea ferroviaria si sarebbe accorciata di 600 miglia. Li Hung Chang acconsentì, costretto dalla situazione, ad accordare l'autorizzazione. In seguito, nel 1897, Mosca si assicurò l'affitto della penisola di Liao-tung e l'autorizzazione a costruire un tratto ferroviario da Harbin , sulla linea Mosca-Vladivostok, a Port Arth ur e Talien, che fu ribattezzata Dalny (Darien). Quasi contemporaneamente la Germania ottenne dalla Cina l' affitto di Kiao-chow, la Gran Bretagna quello di Wei-hai-wei e la Francia quello di Kwang Cho Wan. l problemi non tardarono a manifestarsi. La rivalità tra le potenze occidentali ed il loro modo borioso di calpestare gli interessi cinesi portarono, nel 1900, alla rivolta dei Boxer, così denominata percbè fomentata dagli appartenenti alla società segreta « Iho Cu'i.ian » (Armoniosi Pugni patriottici), i quali massacrarono tutti gli europei che poterono cd assediarono le ambasciate straniere. Da Berlino il kaiser Guglielmo II o rdinò alle sue truppe in Cina di affrontare i rivoltosi in modo così risoluto che, per migliaia di anni, nessun cinese avrebbe più dovuto osare alzare gli occhi su un tedesco. Nello stesso tempo, uno sconosciuto rifugiato russo in Svizzera, Vladimir Ilyich Ulyanov, in futuro noto con il nome di Lenin, esortava l'umanità oppressa della Cina a rompere le proprie catene. A metà giugno , dopo un assedio di otto giorni, le ambasciate a Pechino furono liberate da un forza internazionale che comprendeva un contingente giapponese c, il 7 settembre 1901, fu ristabilita la pace nella Cina, che fu costretta a pagare un'indennità di oltre 55 milioni di sterline (1) . Due conseguenze
(') 450 mi(joni di « taels •.
140
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
collaterali di questa rivolta e della relativa repressione si rivelarono di eccezionale importanza. La prima fu che i giapponesi si resero conto dell'inefficienza dei russi e della loro incapacità a mantenere e gestire forze consistenti nell'Estremo Oriente, per cui potevano non essere temuti. La seconda fu che i britannici rimasero così colpiti dalla efficienza nipponica che, per garantire il mantenimento della pace nell'estremo oriente, il 20 gennaio 1902, rinunciarono alla loro politica isolazionista e contrassero un'alleanza a scopi difensivi con Tokyo. Due mesi più tardi, fu firmato un trattato tra Russia e Cina, in virtù del quale la prima si impegnava a ritirare, in fasi successive, le proprie truppe daJia Manciuria . Ma lo czar non aveva nessuna intenzione di mantenere fede all'accordo e ciò divenne manifesto quando, nel1903, istituì la carica di vicerè dell'Asia orientale con lo scopo di salvaguardare gli affari russi in quella che e ra chiamata la sfera di influenza moscovita in Cina. Quando i giapponesi si resero conto che la Corea era compresa in quella sfera, offrirono di riconoscere le pretese della Russia sulla Manciuria in cambio di analogo riconoscimento di Mosca delle pretese giapponesi sulla Corea, proponendo, inoltre, che a tutte le nazioni fosse garantito il diritto di commercio in ambedue gli stati. Mentre i negoziati procedevano, uno speculatore russo, Berobrazov , ottenne dal governo di Seul la concessione per il taglio di boschi sui fiumi Yalu e Turmen , attività nella quale era interessato finanziariamente l'entourage dello czar. Per portare a termine il progetto, furono fatte pressioni sul governo russo, non solo perchè fossero rinforzate le guarnigioni in Manciuria e la flotta orientale, ma anche perchè fossero inviate truppe nella zona dello Yalu , per la protezione diretta di tutto il personale ivi impegnato. Per prevenire provvedimenti in tal senso, l'ambasciatore giapponese a San Pietroburgo ricevette la direttiva di concludere un accordo entro il 4 febbraio 1904. Il giorno successivo, non essendo stata raggiunta nessuna intesa, furono rotte le relazioni diplomatiche con la Russia e fu ordinata la mobilitazione dell'esercito e della marina giapponesi.
2. L'assedio di Port Arthur, 1904-1905 La guerra russo-giapponese del1904-1905 rappresenta una svolta della storia occidentale, non solo perchè fu una prova di forza tra una potenza asiatica ed una semi-europea, ma soprattutto perchè si rivelò una sfida alla supremazia occidentale in Asia. Quando, 5 febbraio 1904, le trombe suo-
LA NASCITA DELL'IMPERIAl-ISMO GIAPPONESE E L'ESPANSION E DELLA RUSSIA
14)
narono l'adunata per la guerra , in realtà fecero rimbombare in tutto l'oriente un suono di risveglio e l' Asia si scosse dal suo antico sonno. Dal punto di vista europeo, nessun teatro di guerra avrebbe potuto essere immaginato più lontano della Manciuria e del Mar Giallo e pochi teatri d'operazione avrebbero potuto essere tanto poco idonei all 'impiego di eserciti modernamente organizzati. La Manciuria era un paese primitivo e privo di strade e, per quanto montagnoso, le sue pianure e le sue valli erano intensamente coltivate. 11 principale raccolto era il kao-liang (grano alto), che raggiungeva altezze dai quattro ai cinque metri e che trasformava , poco prima del raccolto, la zona in una fitta giungla. Il clima è, d'estate, molto caldo, con temperature che raggiungono i 45 gradi all'ombra , e d'inverno estremamente rigido. In luglio, agosto e , spesso , in settembre le piogge cadono in abbondanza ed il terreno si trasforma in un mare di fango. Il capitano Soloviev, che partecipò a quella guerra , scrive: « Il fango raggiunge la pancia dci cavalli , copre i mozzi delle ruote dei carri pesanti che affondano nella melma .... . solo gli "arba s" (vere piattaforme su enormi ruote) cinesi riescono a superare tali paludi e le enormi buche delle strade della Manciuria » (2). Immediatamente prima e dopo le piogge, la campagna è spazzata da accecanti nuvole di polvere e, tra novembre e marzo, è completamente coperta di ghiaccio. Tuttavia , per la condotta di operazioni militari, la principale difficoltà non era rappresentata dal clima, ma dalla mancanza di strade , che presentò aspetti negativi particolarmente per i russi , costretti a combattere a circa 5.500 miglia dalle loro basi: la distanza tra Mosca e Port Arthur. Questa enorme distanza era coperta dalla ferrovia transiberiana e dal suo tronco collaterale da H arbio a Dalny, che era costeggiato dalla Strada dei Mandarini da Nukden a Port Arthur per un tratto di 262 miglia. La ferrovia era stata costruita in tutta economia: era ad un solo binario e non c'erano stazioni o strutture accessorie che consentissero l' agevole spostamento di un esercito di grandi dimensioni. A peggiorare la situazione, quando scoppiò la guerra , intorno al lago Baikal, che era largo circa 30 miglia , un tratto di linea di circa 100 miglia non era stato ancora costruito. Tra novembre ed aprile, quando il lago era gelato, i rifornimenti venivano facilmente trasportati sulla superficie ghiacciata , ma dovevano essere spediti per strada negli altri periodi. Per avere un'idea di quanto fossero lenti i movimenti, basti pensare che occorreva un mese per spostare un battaglione da Mosca a Port Arthur. Oltre a queste due linee di comunicazione, che imponevano le direttrici delle operazioni terrestri, c'era il mare , il cui controllo era vitale per il Giappone. Altrettanto vitale era la Corea, che offriva una linea di rifornimento
( 1) « Actual Experiences in War ~ .del capitano L.Z. Soloviev (1906), pag. 34.
142
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
relativamente sicura diretta in Manciuria e che, all'occorrenza, poteva essere utilizzata per il ripiegamento in caso di sconfitta. Oltre la Corea era situato Port Arthur, che consentiva ai russi , finchè ne avessero mantenuto il possesso, il controllo delle linee di comunicazione nipponiche. I giapponesi erano quindi costretti ad attaccarla, dividendo così le loro forze terrestri. Ciò si tramutò in un vantaggio enorme per i russi, il cui unico problema si riduceva nell'individuare il modo di guadagnare il tempo necessario per concentrare in Manciuria forze sufficienti per affrontare le forze terrestri nemiche. L'importanza della conquista di Port Arthur, come simbolo della superiorità nipponica , era da porre sullo stesso piano della distruzione della flotta russa. Nel 1894, il Giappone s'era già impossessato della città, ma era stato costretto ad abbandonarla non essendo ancora militarmente così forte da potersi permettere di presidiarla e difenderla. Il riconquistarla non soltanto avrebbe giustificato la guerra, ma avrebbe dimostrato soprattutto la superiorità del Giappone sulla Russia e, di riflesso, quella dell' Asia sull'Europa. In breve , che fosse più o meno giustificata sotto il profilo della strategia Inilitare, la conquista di Port Arthur fu un cardine delle decisioni dei giapponesi e la molla spirituale delle loro operazioni. I principali fattori che governarono la strategia di guerra possono essere così riassunti: l) finchè esisteva l'interruzione sulla ferrovia transiberiana nella zona del lago Baikal, i rifornimenti russi ne avrebbero risentito e sarebbero stati molto lenti; 2) il porto di Vladivostok era inagibile d'inverno per il ghiaccio, mentre que!Jo di Port Arthur era accessibile tutto l'anno. Se il secondo fosse stato occupato dai giapponesi prima dell'inverno, non solo la flotta di Vladivostok sarebbe stata tagliata fuori ma, se i russi avessero dovuto mandare in oriente la flotta del Baltico, essa si sarebbe trovata senza una sicura base d'operazioni. Si può dire che l' interruzione della transiberiana al Baikal condizionò le operazioni terrestri ed il ghiaccio quelle navali; 3) i giapponesi, una volta che fossero riusciti a strappare Port Arthur ai russi , avrebbero potuto concentrare tutte le forze terrestri in una battaglia decisiva, le cui enormi perdite avrebbero certamente indotto l'avversario ad abbandonare la guerra; 4) Tokyo combatteva per raggiungere un compromesso e non per una vittoria totale, che era al di fuori delle sue possibilità. Una volta stabilito quale era lo scopo dei giapponesi, la prossima domanda era: come conseguirlo nel modo Inigliore? Primo: era ovvio che Port Arthur poteva essere conquistato solo da terra. Secondo: le unità, che conducevano l'operazione, dovevano essere protette con forze di copertura contro minacce dal nord. Terzo: doveva essere garantito il controllo del Mar Giallo , dal momento che le basi d'alimentazione erano in Giappone. E questo introduce il problema navale. Quando la guerra fu dichiarata (lO febbraio), le flotte nell'estremo oriente erano così suddivise:
143
LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO GIAPPONESE E L'ESPANSIONE DELLA RUSSIA
Tipo di nave Corazza te di 1• classe « 2• « Incrociatori di 1• classe (( (( 2• « (( 3• Cacciatorpediniere Siluranti Cannoniere e Corvette
Russia
G iappone
7
6 1 8
((
((
((
9
12 2 25
13 19
17
85
12
16
Delle navi rus e, quattro incrociatori di 1• classe erano di stanza a Vladivostok ed uno a Chemulpo e quindi la flotta di Port Arthur, aJ comando del contrammiraglio Stark, aveva un potenziale inferiore a quella giapponese, agli ordini del contrammiraglio Togo. Tuttavia , questo vantaggio era ridimensionato dal fatto che la Russia disponeva anche della flotta del Baltico. Se questa si fosse unita a quella di Port Arthur, avrebbe decisamente messo in condizioni d'inferiorità il nemico, poichè iJ Giappone non aveva corazzate in riserva , nè possedeva un cantiere in cui poterle costruire (3). Pertanto era indispensabile per esso catturare o distruggere le navi russe in Estremo Oriente prima che la flotta del Baltico potesse arrivare dall'Europa. Ciò significava operazioni terrestri. Sebbene il numero dei soldati addestrati raggiungesse i 4.500.000 per i russi e gli 800.000 per i giapponesi, la sproporzione perdeva il proprio significato se si considera che Tokyo, allo scoppio delle ostilità, poteva schierare rapidamente la parte migliore del proprio esercito costituita da 283.000 uomini e 870 pezzi d'artiglieria, mentre, nell'esteso territorio ad est del lago Baikal , l'e.:ercito di campagna russo disponeva di non più di 83.000 soldati e 186 cannoni (cui si aggiungevano i 25.000 soldati da fortezza e circa 30.000 guardie della linea ferroviaria) che per giunta non avrebbero potuto essere rinforzati rapidamente , a causa dello scarso potenziale di trasporto della transiberiana. Ambedue gli eserciti erano costituiti con militari di leva , il cui servizio durava 3 anni in Giappone e 5 anni in Russia ; dopo tale periodo, il soldato russo era assegnato alla riserva, dove rimaneva fino ai 43 anni di età. Per aver un'idea dello sbalorditivo progresso militare conseguito dai giapponesi con l'introduzione del servizio obbligatorio , basta pensare che il colonnello Teruda , che comandava un reggimento in guerra , aveva combat-
( 1) .. Official History (N ava! and Military) of the Russo·Japanese War " curata dalla Sezione Storica del Comitato di Difesa Imperiale (1910). Vol. l. pag. 41.
144
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
tuto prima di allora una sola volta, con la corazza e l' ascia (4 ). Per contro, per rendersi conto degli scarsissimi p.rogressi della Russia, è sufficiente ricordare che i riservisti , invece di essere inseriti in unità in servizio attivo, costituivano reparti autonomi , che alla fine si dimostravano quasi inutili. Il capitano Soloviev scrive dei riservisti: « In generale, questi rozzi e barbuti individui, oltre ad essere scontenti, sono cupi, infingardi e codardi. Il loro atteggiamento non ha niente di bellicoso. Vogliono dormire bene e mangiare fino alla nausea, sparlano dei superiori, sono pieni di bellicosità negli accampamenti, ma diventano pecore in battaglia » ( 5). Dalla fine della guerra franco-prussiana erano stati realizzati sostanziali miglioramenti degli armamenti. I più importanti erano stati l'introduzione e l'adozione dei fucili a canna più corta e della polvere da sparo senza fumo, impiegati , per la prima volta e su larga scala, nella guerra del Sud-Africa del1899-1902, dove il vecchio terrore del nemico visibile fu sostituito dalla sensazione paralizzante di avanzare contro un avversario invisibile, con la paura generalizzata che fosse ovunque. L'attaccante era attanagliato dal terrore, più che scosso da un pericolo ben localizzato, mentre il difensore, protetto sempre da elementi naturali o artificiali del terreno , era in condizione, in virtù delJa celerità di tiro delle armi , di assicurare la difesa di spazi inconcepibili nella passate guerre e di concentrare e sovrapporre il fuoco contro gli scaglioni nemici avanzanti. Così, i Boeri schierarono, nella battaglia del fiume Modder, 3.000 uomini su un fronte di 7 km., a Magersfontein 5.000 su 10 km. e a Colenso 4.500 su 12 krn. e le loro linee, nonostante fossero tenute da così pochi uomini, resistettero a tutti gli assalti e non furono mai sfondate. Questi episodi segnarono la fine degli attacchi frontali coronati dal successo. La lezione generale scaturita dalla guerra boera è riportata in tutto il suo valore nella « Storia Ufficiale Tedesca )), che recita: « Nel Sud-Africa non vi fu solo la contesa tra la pallottola e la baionetta, ma soprattutto quella tra il soldato addestrato ad effettuare movimenti meccanici e quello armato di fucile, che agiva di propria iniziativa .... È fortunato quell'esercito i cui effettivi, liberati dal peso di vecchie concezioni, agiscono sotto la spinta del naturale, libero e stimolante buon senso » ( 6). Oltre al fucile a ripetizione, la rozza mitragliatrice del 1870 era stata sostituita da un numero incredibile di nuovi prototipi molto migliorati: Gatling, Gardener, Nordenfeldt, Hotchkiss, Colt, Maxim. Quest'ultima, realizzata da Hiram S.
(<) "Port Arthur: the Siege and the Capitulation", di Ellis Ashmead Bartlett (1906), pag. 265. (S) "Actual Experiences in War", pag. 46. Vds . anche "The Russian·Army the Japanese War'', del generale Kuropatk.in (trad. inglese, 1909), pagg. 280 e 289. { 6) "The War in South Africa" . Resoconto Ufficiale Tedesco. (edizione inglese, 1906), Vol. Il, pagg. 336, 344.
LA NASCITA DEU'IMPERJALISMO GIAPPONESE E l'ESPANSIONE DELLA RUSSIA
145
Maxim nel1884, diventò la regina delle battaglie nella 1• guerra mondiale, avendo colpito più uomini di qualsiasi altra armata, nonostante la sua breve vita e la scarsa considerazione di cui godeva presso i soldati. Fin dall'adozione delle canne rigate, le artiglierie avevano fatto enormi progressi. Nella guerra russo-turca del 1877-1878, il generale Oukanov aveva detto: « l'artiglieria diventerà il flagello dell'umanità ...... Non può essere molto lontano il giorno in cui l'artiglieria si alzerà dalla posizione di arma di sostegno al rango di arma principale ». Un passo decisivo verso tale traguardo fu compiuto quando le proposte , avanzate dal generale Wille in Germania e dal colonnello Langlois in Francia nel 1891-1892, furono accolte pochi anni più tardi e furono realizzate armi a tiro rapido che, assorbendo la forza di rinculo con organi elastici, consentirono di adottare nuovi traini di artiglieria, completati da scudi protettivi a prova di pallottola, con conseguente introduzione nel campo di battaglia del concetto di corazzatura. Fino a quando non comparvero queste nuove armi, il fucile a ripetizione aveva dominato la scena, ma il suo predominio venne insidiato dalle armi a tiro rapido, che non solo avevano maggiore gittata, ma potevano essere impiegate da posizioni defilate , che le rendevano non individuabili. Le armi dei due eserciti non erano molto diverse, ma tra i loro uomini v'era un abisso incolmabile. In quello giapponese , la lealtà, il patriottismo e la dedizione fino all'estremo sacrificio erano considerati i valori più grandi delle virtù civili e militari; nell'esercito russo essi e rano sconosciuti. lirisultato fu che il soldato giapponese « obbediva agli imperativi dell'onore e del dovere » (7). Tadayoshi Sakuri definisce i suoi commilitoni, proiettili umani, e, l'essenza del « Yamato Damashii »(spirito del vecchio Giappone) (~). Nell'altro campo, Kuropatkin scrive dell'esercito russo: « Mantenere la disciplina in un esercito è impossibile quando la massa della nazione non ha rispetto per l'autorità e quando le autorità temono veramente quelli che devono governare >> ( 9). Sulle differenze morali è ancora più illuminante, quando scrive: « Sebbene le nostre informazioni sui materiali e sugli armamenti nemici potessero essere considerate buone , noi sottovalutammo- se non addirittura trascurammo - l'aspetto del morale dei loro soldati. Non facemmo alcuna attenzione al fatto che, per molti anni, l'educazione del popolo giapponese era stata ispirata a concetti di spirito marziale e patriottismo. Non scorgemmo e non capimmo nulla dei metodi educativi di un paese dove i bambini nelle scuole elementari imparavano ad amare la patria e ad essere eroi. Il credo della nazione basato sul pro-
(') " Human Bullets", di Tadayoshi Sakuri (1907), pag. XJ . (') lbid., pag. 138. (' ) "The Russian Anny and the Japanese War", di Kuropatkin , Vol. Il , pag. 124.
146
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
fondo rispetto dell'esercito, la volontà individuale e l'orgoglio di prestar servizio militare, la disciplina ferrea esistente tra i vari gradi e l'influenza dello spirito del samurai sfuggirono alla nostra attenzione e, contemporaneamente, non affe rrammo l'importanza del profondo risentimento che ingenerammo nei loro cuori quando li privammo dei frutti della loro vittoria sui cinesi » (10). Un esercito incredibilmente inefficiente ed afflitto da un enorme vuoto morale e spirituale. Ad esempio , mentre a Port Arthur « agli ufficiali russi era vietato conoscere la topografia delle fortezze ..... ad un numero non indifferente di ufficiali dello stato maggiore giapponese, travestiti da pescatori , coolies, ecc., era permesso muoversi tra le batterie senza alcuna' restrizione; le linee telefoniche civili e militari seguivano lo stesso percorso e consentivano a chiunque, per induzione, di ascoltare i più segreti messaggi militari ...... Dopo la battaglia dello Yalu, reparti in rinforzo necessari con urgenza, che erano stati spediti con le divise da recluta invece che con quelle delle truppe addestrate furono, in osservanza ai regolamenti , rispediti indietro per più di 200 miglia per procurarsi divise più decenti » (Il) . L'addestramento e la capacità operativa dei due eserciti era diretta conseguenza delle differenze morali: il giapponese seguiva fedelmente il moderno modello tedesco, il russo era incredibilmente arretrato. Il generale di Négrier commenta: « IJ culto della baionetta era stato spinto al punto tale che essa rimaneva innestata sempre ed in ogni circostanza. Gli ufficiali tentavano con ogni mezzo di convincere i loro uomini che essi dovevano avere soprattutto fiducia nella baionetta , continuando a ripetere, senza posa , le parole di Souvaroff << La pallottola è una cosa matta; solo la baionetta sa di cosa si tratta ». Le loro nozioni sul fuoco erano altrettanto antiquate. Alla fine di agosto del 1904, i russi sparavano salve come ai tempi di Apraxine (1671-1728) ('2) . « I nostri uomini -scrive il generale Tretyakov - non sono abituati ad agire d'iniziativa e gli ampi spazi in cui sono schierati non consentono agli ufficiali di far arrivare gli ordini , nè a voce nè con l'esempio. Fu una vera fortuna che noi fossimo i difensori e non gli attaccanti! ( 13). E.K. Nojine ci informa che gli ufficiali russi chiedevano a gran voce: « prima riga, di-
10 ( ) lbid .. Vol. l, pagg. 214-215. (") "Thc Truth about Port Arthur", di E.K. Nojine (1908), pagg. 8,9,14 e 39. Risulta anche che, dopo aver costrui to tra molte difficoltà una mongolfiera, si scoprì che a Port Arthur • non c'era mezzo di produrre idrogeno» (" My Experiences at N an Shan and Port Arthur", del tenente generale N.A. Tretya.kov, 1911, pag. 259). ( 12) " Lessons of the Russo-Japanese War" (1906). pag. 57. 13 ( ) " My Experiences at Nan Shan and Port Artllur", pag. 27.
LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO GIAPPONESE E L'ESPANSIONE DELLA RUSSIA
147
temi perchè i giapponesi sono matti »e che i soldati rispondevano in coro: « perchè, quando attaccano, le loro linee si estendono troppo » (1 4 ).
Il contrasto tra i due modi di dirigere la guerra fu egualmente marcato. Il comando e lo stato maggiore giapponese erano stati organizzati sul modello prussiano, mentre molti generali russi non avevano mai , secondo Kuropatkin, comandato grossi reparti e lo stato maggiore e ra composto di soldati da ufficio e burocrati. Quando la guerra fu dichiarata l'ammiraglio Alexiev, vicerè dell'Estremo Oriente e favorito dello czar, fu nominato generalissimo di tutte le forze terrestri e navali russe in estremo oriente, a dispetto della sua inesperienza militare e quando , il 27 marzo , il generale Kuropatkin arrivò a Liao-yang ( 15) per assumere il comando dell'esercito, fu instaurato un duplice sistema di comando che durò fin dopo la caduta di Port Arthur, quando Alexiev fu richiamato a Mosca e Kuropatkin fu nominato supremo rappresentante dello czar. Fu una combinazione fatale, perchè i due uomini raramente si incontrarono e le interferenze continue di Alexiev in problemi militari, che non era in grado peraltro di capire, portarono ad un disastro dopo l'altro. Nel 1903, quand'era ministro della guerra a Pietroburgo, Kuropatkin era dell'idea che la miglior oluzione in caso di guerra fosse l'evacuazione della penisola di Liao-tung. Il 6 agosto presentò un memorandum allo czar, nel quale sottolineava La necessità di assumere atteggiamento difensivo. « Non possiamo , nelle fasi iniziali delle ostilità,- scriveva- difendere i nostri territori nel sud della Manciuria , se i giapponesi ci attaccano con tutte le forze a loro disposizione. Noi non dovremmo, pertanto, fare affidamento sulla disponibilità di Port Arthur per un considerevole periodo di tempo e, in modo da evitare sconfitte parziali, dovremmo ritirarci verso Harbin, fino a quando i rinforzi giunti dalla Russia non ci metteranno in condizione di riprendere l'offensiva » (1 6 ). Questi suggerimenti non furono condivisi dallo stato maggiore della marina, che invece proponeva: « I nostri piani d'operazione dovrebbero basarsi sull'assunto che la nostra flotta, per i rapporti di forza esistenti, non può essere sconfitta e che è assolutamente da escludere che i giapponesi abbiano la capacità di effettuare sbarchi a Newchuang (Ying-Chou) e nel golfo di Corea » (1 7 ).
(" ) "The Truth about Port Arthur''. pag. 13. ('S) Kuropakin era nato ili7 marzo del 1845. Nel 1876 prestò servizio nello stato maggiore di Skobelev e nella guerra russo-turca era suo capo di stato maggiore ( 1877· 1878). Era uomo di buon carauere e un ouimo ufficiale di stato maggiore , ma come generale mancava di audacia e spregiudicatezza, mal· grado una volta avesse detto: « Generalmente parlando. l'uomo che prevale in guerra è l'uomo che ha meno paura della morte "· ( 16) "Thc Russian Army and thc Japanese War•·, Vol. Il, pagg. 29-30. (") Ibid .• Vol. l , pag. 224.
148
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
MOTJEN
LING
TEN·SHI/1· LIN6
Ta·shih-chiao
20
IO
0
·--··- t· ---·t·-- -
20
t--
Fig. IO: La Guerra Russo-Giapponese , 1904-1905
In breve, prima che iniziasse la guerra esistevano due piani in completa antitesi: uno, sostenuto da Kuropatkin , prevedeva la soluzione del conflitto con Io scontro decisivo sulla terraferma e l'altro, avanzato da Alexiev, sul mare. U risultato fu l'adozione di provvedimenti di compromesso. Divenuto comandante delle truppe in Manciuria , Kuropatkin adottò il suo piano ma, poichè era stato deciso di mantenere la flotta a Port Arthurdecisione che si rivelò simile a quella adottata per l'armata di Bazaine a Metz nei confronti di Mac Mahon- fu costretto a modificarlo. Invece di
LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO GIAPPONESE E L' ESPANSIONE DELLA RUSSIA
149
concentrare le sue forze ad Harbin o nelle sue immediate vicinanze, fu costretto a dislocarle a Liao-Yang (350 miglia più a sud) e a distaccare una serie di avamposti verso Port Arthur. Questa soluzione non fu condivisa da AJexiev il quale, convinto che la flotta disponibile a Port Arthur avrebbe conseguito il controllo dei mari , ritenne indispensabile assicurarsi il possesso del porto - l'unico in mani russe non soggetto alla minaccia del ghiaccio- con o senza rinforzi. Egli si trovava allora in città e, quando il 5 maggio partì per il nord , rimase così colpito dalla situazione precaria che vi regnava che ordinò a Kuropatkin di rinunciare alla sua linea d'azione difensiva. Constatata la non completa disponibilità del generale a mettere in pratica i suoi ordini, persuase lo zar ad attribuire al generale ogni responsabilità del destino futuro di Port Arthur. A questo punto, Kuropatkin avrebbe dovuto dimettersi dall'incarico. Nel frattempo i giapponesi riesaminavano i loro piani . Avevano individuato nella supremazia navale l'elemento decisivo del confronto, ma si erano anche convinti che non poteva esserci flotta , per quanto potente, che fosse in grado di scacciare i russi dalla Manciuria e che, fino a quando non li avessero sconfitti sulla terraferma, non v'era possibilità di vincere la guerra. Pertanto misero a punto un piano che prevedeva di: l) impegnare al più presto la flotta nemica e , nel caso si fosse rifiutata di accettare battaglia, bloccarla in Port Arthur, nonchè conquistare da terra la città prima che arrivassero i rinforzi ; 2) sbarcare tre armate sulla spiaggia settentrionale della baia di Corea sotto la protezione della flotta e , non appena possibile, una quarta armata per attaccare Port Arthur. Le prime tre armate dovevano dirigere su Liao-Yang ed agire come forza di copertura per la quarta che, non appena avesse conquistato la città, si sarebbe ricongiunta alle altre per « vincere tutte insieme una Sedan » prima che la Russia, con l'arrivo dei rinforzi , potesse disporre della superiorità numerica. Come si vedrà in seguito, il punto debole del piano fu costituito dall'aver sottovalutato la forza reale lasciata a difesa di Port Arthur, che non potè essere travolta come era avvenuto nel 1894. Inoltre , i giapponesi erano convinti che l' importanza strategica della città fosse assimilabile a quella di Plevna , la cui caduta aveva segnato la fine della guerra turco-russa del1877-1878. I giapponesi non aspettarono la dichiarazione ufficiale dello stato di belligeranza e, non appena furono rotte le relazioni diplomatiche, cominciarono ad attuare il loro piano. Il 6 febbraio 1904 Togo, con la sua flotta , abbandonò Sasebo al largo degli stretti di Tsushima e il giorno successivo era in mare aperto, alla ricerca della flotta russa, mentre una flottiglia di motosiluranti scortava tre navi da trasporto truppe verso Chemulpo. Alle 6 dell'8 febbraio, Togo era in prossimità di Round Island, 60 miglia ad est di Port Arthur e, la stessa notte, lanciava un attacco con motosiluranti contro le navi nemiche , delle quali tre furono colpite e costrette a rifugiarsi in porto . Il giorno seguente , la flotta da battaglia russa uscì dal porto ed
ISO
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ingaggiò un combattimento che non portò a nessun risultato decisivo ma che, nonostante fosse durato solo 40 minuti , consentì ai giapponesi di proclamarsi potenza marittima di prima classe e infranse il mito della supremazia navale russa. Da quel momento, la flotta di Mosca si mise sulla difensiva. Il 12 febbraio fu sferrato un secondo attacco, cui seguì fino al 3 maggio una serie di attività di blocco e minamento del porto, durante le quali, il12 aprile, la nave ammiraglia -la "Petropavlovsk"- finì su una mina ed affondò con a bordo l'ammiraglio Makarov, cervello e cuore dell'intera flotta ( 18). Nel frattempo, il 9 febbraio, e ra stato effettuato una sbarco a Chemulpo, dove era stata costituita la base d'operazioni della Ja armata, comandata dal generale Kurolki. 11 27 febbraio, era stata occupata Pingyang; seguì, sette giorni dopo, la presa di Anju. Ill 0 maggio fu combattuta la prima battaglia della guerra sul fiume Yalu tra le truppe di Kuroki e quelle del generale Zasulich, che fu costretto a ritirarsi. Fu una vittoria importante, perchè abbassò il prestigio della Russia in tutto il mondo. La notizia che una nazione orientale relativamente piccola aveva , nel primo scontro, sconfitto una grande potenza occidentale, attraversò come una meteora l' intera Asia ed e levò in modo incredibile il prestigio del Giappone nell 'area. La mossa successiva fu quella di isolare Port Arthur. Il 5 maggio la n• a rmata, agli ordini del generale Oku e costituita dalla 1", 2'1, 3° e 4• divisione, cui si aggiunse più tardi la s•, iniziò lo sbarco delle truppe a Pi-tzu-wo. Il luogo distava solo 40 miglia da Po rt Arthur, e ciò rendeva le operazioni molto rischiose. L o sbarco , che richiese circa tre settimane, fu effettuato con pieno successo. Oku avviò le prime truppe sbarcate verso Port Adam, lasciò la 5• divisione in retroguardja c, con le forze rimanenti, mosse verso Kin-chou, dove si trovò faccia a faccia con i distaccamenti russi che presidiavano Nan-Shan. Intanto, ill9 maggio, il generale Kawamura era sbarcato con la l()a divisione ( 19) a Taku-Shan per saturare lo spazio esistente tra la J• e la I l" armata. Per quanto possa sembrare strano, lo sbarco della Il" armata giapponese colse di sorpresa i russi. Cosa ancor peggiore, il generale Stossel, comandante di Port Arthur, non aveva preso nessuna precauzione, non aveva effettuato alcuna pianificazione, nè era assolutamente preparato a contrastare l'inaspettata operazione nemica. 1114 aprile, l'ammiraglio Alexiev era arrivato alla fortezza per organizzarvi la ilifesa ma , il giorno in cui il nemico aveva cominciato a sbarcare il primo scaglione della Il" armata, abbandonò in tutta fretta la città diretto a nord. Rimasto solo, Stòssel dimostrò tutta la sua incompetenza, ecces-
( 18) Makarov era succeduto all 'ammimglio Stark 1'8 marzo. In questo disastro peri anche il celebre pittore Vereshchagin. ( 19) Questo distaccamento fu in seguito rinforzato e inquadrato nella IV• armata del generale Nodzu, che ne assunse il comando il 16 luglio.
LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO GIAPPONESE E L'ESPANSIONE DELLA RUSSIA
151
siva anche per un russo. Era un uomo di vedute ristrette, la cui stupidità e la cui ignoranza avvantaggiarono il suo avversario più che un rinforzo in uomini e armi. Gli ordini contenuti nel suo ordine n. 187 danno un'idea, per quanto non completa, della reale portata delle sue capacità militari: « Oggi, vicino alla chiesa, ho incontrato due ufficiali con una signora, che indossava il cappello di ufficiale ... Non credo che debba soffermarmi sul come sia fuor di luogo , per un'appartente al sesso femminile, indossare un cappello militare con coccarda, quando persino agli ufficali in congedo o della riserva non è concesso, per regolameto, simile privilegio » ( 20). Il 28 febbraio emanò un proclama con il quale stabiliva che « non ci sarebbe stata ritirata » e concludeva affermando che « non v'erano posti verso i quali ritirarsi ». Inoltre, nonostante ciò e nonostante la popolazione della fortezza fosse di circa 55.000 persone , acconsentì a che fossero evacuate tonnellate di derrate alimentari a lunga conservazione e si scoprì che, alla stazione ferroviaria , la «montagna di pacchi , utilizzata come punto di riferimento - una specie di arco di trionfo per l'ingresso aJla città vecchia- era tutta .... vodka » (21). Ai suoi ordini operava, in qualità di comandante della fortezza, il generale Smirnov, militare competente e preparato, al quale egli creava difficoltà ad ogni piè sospinto. Il 18 giugno, Kuropatkin spedì un ordine con il quale gli ordinava di cedere il comando e di lasciare Port Arthur con una nave militare. Egli mise da parte il messaggio e non diede seguito alle disposizioni; come si vedrà in seguito, fu un caso a rovescio di quello della famosa lettera di Palikao. Mentre Stossel , con il suo bizzarro comportamento, preparava un possibile disastro, Oku aveva ultimato le attività organizzati ve per lanciare l'attacco contro Nan-Shan che, nonostante le scarse opere di difesa approntate dai russi, si presentava come un obiettivo difficile. Era ubicata nella parte più stretta della penisola, che non misurava in quel punto più di 3.000 metri. Osservata dagli avamposti giapponesi, appariva inespugnabile e molto probabilmente si sarebbe dimostrata tale anche di fatto , se la sua guarnigione fosse stata impiegata con oculatezza e al completo: dei 16.000-18.000 uomini disponibili al suo interno ne furono impiegati , contro la forza di Oku composta da 38.500 effettivi, solo 3.500. Gli ordini per l'attacco furono impartiti il 24 maggio quando, secondo Noj ine, i subordinati di Stossel invece di dare corso alle istruzioni ricevute « scrivevano memorandum fiume senza contenuto c senza costrutto e si accingevano a fare l'opposto di quanto ordinato ... Il giorno precedente la
("') ~The Tru1h aboul Pon Anhur .. , d1 Noijne. pag. 48. Egli considerava il marciare fuori passo un crimine lale da inviare al vicerè un rappono speciale sull'argomenlo (pag. 195). ( 11 ) lbid .• pag. 48.
152
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
battaglia vi fu una confusione indescrivibile, da incubo: nessuno sapeva cosa doveva fare o perchè >> (22). U giorno seguente Kin-Chou fu travolta ed il giorno dopo, alle 5, appena Nan-Shan fu visibile nella foschia, fu iniziato il bombardamento. Un'ora dopo una flottiglia giapponese si presentò nella baia di Kin-Chou ed aggiunse il fuoco dei suoi cannoni a quello 'terrestre. Entro le 11 l'attacco era fallito, ma quando fu lancìato nuovamente le artiglierie russe rimasero senza munizioni. Alle 16, la 4• divisione schierata sulla destra del dispositivo giapponese si portò , avanzando a piedi nell'acqua bassa della baia, sulla sinistra del nemico , ne travolse lo schieramento e minacciò il centro e l'ala destra. I russi a quel punto arretrarono in piena rotta, quando « nella debole luce, le vampe dell'artiglieria nemica si stagliarono contro la massa scura del monte Samson come lunghe linee di fuoco, in una via vai di strisce dorate dai movimenti sinuosi >> ( 23 ). AUe 19.25 il Sol Levante cominciò ad incombere su Nan-Shan e la linea di fanteria nemica, rimasta per lungo tempo senza il sostegno dell'artiglieria, si spezzò e provocò panico nelle posizioni arretrate. Il generale Tretyakov scrive: « Il tumulto e la confusione furono incredibili , furono uditi spari a salve di artiglieria provenienti dai bivacchi alle nostre spalle. Insieme con gli ufficiali che erano con me , mi precipitai verso le posizioni arretrate .... .. per ristabilire l'ordine. Ingiunsi anche alla banda di suonare una marcia con quanto fiato aveva in corpo e, grazie a Dio , le note marziali riportarono fiducia tra gli uomini in fuga >> ( 24 ). Le perdite giapponesi subìte nella prima battaglia di Port Arthur furono pesanti: 4.885 tra morti e feriti. Quelle dei russi , considerato il numero contenuto dei soldati impegnati , furono altissime: 1.416, corrispondenti al 40% della forza schierata. Ciò suggerisce che vi deve essere stato qualcosa di sbagliato nel soldato russo come combattente. Sebbene, in assoluto, i giapponesi avessero subìto perdite gravi per il conseguimento della vittoria, va considerato che il prezzo pagato per la conquista di un porto come quello di Dalny fu quasi insignificante. Essi vi trovarono moli intatti (25) , senza i quali sarebbe stato quasi impossibile raggiungere lo scopo finale dell'intera operazione: l'assedio e poi la conquista di Port Arthur. Una volta caduta Dalny nelle loro mani , fu sbarcata 1'11• divisione , che insieme con la l" divisione diede vita alla III" armata , sotto il comando del generale Nogi, che ricevette l'ordine di sospingere i russi verso sud fino
(22) "The Truth about Port Arthur" , pag. 58. ( 23) Ibid., pag. 67. ("') " My Experiences at Nan-Shan aod Port Arthur'', pag. 62. (l5) "The Russo-Japaoese War" (Relazioni Ufficiali) , compilate da M. Kinai (trad . inglese, 1907), Vo l. l, pag. 296.
~
-•.--t-----
<l
..:t
~
" ~
·~ ~ t: h:
LA NASCITA DELL'IMPERIAUSMO GIAPPONESE E L'ESPANSIONE DEllA RUSSIA
o
153
§
i .: ::>
= o
t:
~
Q..
~
<>
:0 o :0
~
< cO ~
154
LE BAITAGLI E DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
a costringerli a rifugiarsi in Po rt Arthur, mentre Oku, con le divisioni 3•, 4" e 58 , muoveva verso nord pe r fermare il generale Stackelbe rg, inviato in soccorso della fortezza. Tra il 14 e il 15 giugno , Oku stabilì il contatto con Stackelberg e lo costrinse a ripiegare. Nel frattempo Nogi, che ne l 1894 con una brigata e con soli 18 uomini uccisi aveva conquistato Port Arthur, assunse atteggiamento difensivo in attesa che arrivassero in rinforzo la 9• ed a ltre unità, che cominciarono a sbarcare a D alny il 7 luglio. Il 26 dello stesso mese sferrò il primo attacco e, dopo un combattimento all'ultimo sangue, s'impadronì di H si-Shan. Seguì , il 30, la conquista di FengHuang-Shan (Hozan). Con la sua perdita, la resistenza russa subì un grave colpo e, ad eccezione di T a-Ku-Shan e H siao-Ku-Sha n , le unità che presidiavano la linea di d ifesa esterna alla città furono ritirate. Con questo provvedimento ebbero termine le operazioni in campo aperto e, per più di un mese, l'offensiva giapponese. Port Arthur fu isolato e, se Kuropatkin non fosse giunto in soccorso o se non fossero giunti rinforzi dall'Europa , l'unico compito di Stossel sarebbe stato quello di resistere all'assedio , che e ra condizionato da tre e lementi: uo mini , viveri e fortificazioni. 1114 maggio, senza calcolare gli equipaggi delle navi, aveva ai suoi o rdini 41.899 uo mini e 506 pezzi d'artiglieria, forza no n disprezzabile per re spingere gli attacchi di un ne mico che, quando fu rinforzato dalla 73 divisione, aveva a disposizione 63 battaglioni , tre squadro ni , diciassette compagnie del genio e 474 cannoni , per una forza oscillante tra gli 80.000 ed i 90.000 uo mini. La situazio ne delle scorte era meno soddisfacente. A metà luglio , per una guarnigione di 45.000 soldati e 4.500 cavalli , consistevano in: farina per 180 giorni , avena per 37, carne per 18 (13 di carne salata e 5 di carne fresca), sottaceti per 15, zucchero per 190, thé per 320, foraggio per 150 (26 ) . Saltuariame nte, comunque, tali scorte venivano reintegrate da navi che riuscivano a superare il blocco navale. L a difesa e ra organizzata su tre linee: I) un sistema di trincee formidabili, per quanto di scarso valore tattico, circondava la città vecchia; 2) parallelo alle mura cinesi , a circa 3.500 metri dal centro della città vecchia, v'era un sistema di forti in cemento, collegati tra loro da camminamenti e potenziati da trincee. Q uesta linea fortificata si estendeva ad ovest del fiume Lun (Lun-Ho) in modo da proteggere la città nuova ed il porto; 3) o ltre questa linea principale esisteva un sistema di colline e posizioni fortificate. I due gruppi più impo rtanti e rano quello di Ta-Ku-Shan e H siao- Ku-Shan ad est della città e quello della collina di quota 174, Namako Yama , Akasaka Yama, collina di quota 203 e False Hill ad ovest. Molti lavori di fortificazione non er ano stati completati e la presenza
( 16)
"Official History, etc .... Vol. 1. pag. 324.
LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO GIAPPONESE E L' ESPANSIONE DELLA RUSSIA
l 55
del « kao-liang » già alto nelle campagne riduceva il campo di vista. Il filo spinato , che scarseggiava, valeva il su~ peso in oro (27) ed il parco mezzi da trasporto presentava deficienze allarmanti (28). Nogi avéva ricevuto il compito di acquisire il controllo dei mari e di effettuare, muovendo subito dopo verso nord, il ricongiungimento con il maresciallo Oyama che, il 6luglio, era stato norrunato comandante supremo delle forze giapponesi in Manciuria . Il dispositivo dj attacco giapponese era schierato da Louisa Bay (a nord della collina di quota 174) a Ta-Ho-Bay (foce delTa-Ho). Una volta che Ta-Ku-Shan e Hsiao-Ku -Shan fossero state occupate, la III" armata sarebbe stata in grado di prevenire sortite provenienti da qualsiasi direzione. Nogi pertanto decise, quale prima azione da intraprendere, la conquista di queste due colline. Per agevolare la loro conquista (la prima si elevava per 180 metri sul livello del mare), fece effettuare un cannoneggiamento dalle 4.30 alle 19.30 di domenica 7 agosto , al termine del quale iniziò l'avanzata della fanteria. A causa dell'abbondante pioggia e dell'oscurità, gli attaccanti riuscirono ad attestarsi solo sulle pendici basse della collina. « Il fumo degli spari copriva ogni cosa ed i neri scrosci di pioggia potevano essere paragonati a leoni infuriati. Di fronte a noi la collina si elevava in tutta la sua imponenza, così alta da sembrare che volesse baciare il cielo. Perfino le scimmie avrebbero fatto fatica a scalarla » (29). Così descrive le scena e la situazione di quella notte Sakuri. Il giorno seguente, la pioggia continuò a cadere fino alle 15.30, quando l'artiglieria riprese a sparare con tale efficacia che molti difensori forono costretti ad abbandonare le loro profonde e ben protette trincee; quelli che rimasero, invece, si opposero disperatamente all'avanzata dei giapponesi. Verso le 20, Ta-Ku-Shan fu conquistata ed alle 4.30 del giorno successivo su Hsiao-Ku-Shan cessò ogni resistenza. Venuto a conoscenza della situazione, lo czar ordinò all'ammiraglio Vitgeft, che alla morte dell'ammiraglio Makarov aveva assunto il comando della flotta , di abbandonare Port Arthur e di ricongiungersi alla squadra navale di Vladivostok. Egli fece il primo tentativo alle 8.30 dellO agosto, con 6 corazzate, 5 incrociatori ed 8 cacciatorpediniere, approfittando di una bassa fosch ia. Alle 11.30 fu individuato dalle cacciatorpediniere giapponesi, che alle 121o sottoposero a fuoco navale. Cercò di rompere il contatto, fidando dj poter sfuggire al combattimento col sopraggiungere del buio, ma alle 16.30 fu di nuovo attaccato e, dopo circa un'ora e mezza
( 27) "My Experiences at Nan Shan and Port Arthur", di Tretyakov, pagg. 126 e !52. (28) lbid., pag. 148. ( 29) .. Human bullets", pag. 184.
156
LE BATTAGLIE DECISIVE DEl. MONDO OCCIDENTALE
di combattimento, trovò la morte quando un colpo d'artiglieria da 12 pollici centrò la nave ammiraglia, la « Tsarevicb ». Alla sua morte seguirono ordini confusi e contradditori , a seguito dei quali quattro navi, un incrociatore e tre caccia rientrarono a Port Artbur, mentre il resto della flotta , agevolato dall'oscurità , si diresse verso i porti cinesi , dove le navi furono internate, ad eccezione del « Novik » che fu affondato. Così ebbe fine la prima vera battaglia navale, che consentì al Giappone di godere del completo controllo dei mari fino all'arrivo della flotta del Baltico. E questa, secondo Nogi , essendo ben lontana dall'essere pronta per raggiungere i mari orientali , non sarebbe mai partita se Port Arthur fosse stato espugnato entro breve tempo. Alla luce di tale convinzione decise di accelerare le operazioni per la conquista della fortezza. Sebbene questa fosse una comprensibile decisione , anche perchè era la prima volta che veniva tentata un'azione contro una fortezza difesa con fucili a ripetizione, mitragliatrici ed artiglierie a tiro rapido , é più difficile da giustificare che il generale Nogi potesse credere di riuscire a travolgere la difesa di un nemico come quello russo, che aveva fino ad allora dato prova di determinazione e volontà di combattere . Il 16 agosto , secondo le usanze in vigore, fu inviata a Port Arthur una delegazione con la proposta di resa che , rifiutata , indusse Nogi a stabilire l'effettuazione del primo attacco generale per il 19. Il fronte principale di intervento prescelto si estendeva dalla batteria Chi-Kuan al forte SungShu , mentre un attacco sussidiario sarebbe stato lanciato contro la collina di quota 174. Poichè la maggior parte dell'operazione fu condotta di notte e molto spesso a distanze ravvicinate, la confusione fu tale che è meglio lasciare la descizione di quello che ayvenne ad un osservatore e ad un partecipante alla battaglia. 1122 agosto, il corrispondente inglese Federico Villiers, che muoveva con la III• armata, scriveva: « È l'una di notte ed il combattimento continua ancora furiosamente. Tre, dei nove riflettori di cui i russi pare siano dotati , sono impiegati incessantemente in questo settore del campo di battaglia, sciabolando i pendii della collina; razzi illuminanti scoppiano in continuazione e si sfioccano come petali , che si adagiano lentamente al suolo. La luce che producono è così vivida che la luna sembra un tenue bagliore d'argento nel cielo. I colori di questo tipo di azione potrebbero essere riprodotti in tutti i loro toni solo da Whistler. Il viola cupo della montagna contro il blu notte del cielo, il giallo pallido della luna, i raggi biancastri dei riflettori , il colore incandescente dei razzi illuminanti, le lingue rossastre delle vampe dei cannoni e i lampi gialJi delle granate scoppianti, tutti filtrati dalla dolcezza di un leggero velo di fumo , che ondeggia nella valle e sui pendii della collina , danno alla scena un carattere magico ed unico, come mai mi era stato dato di vedere in nessuna di tutte le guerre ,
LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO GIAPPONESE E L'ESPANSIONE DELLA RUSSIA
157
alle quali ho assistito nella mia lunga carriera » ( 30). Nojine descrive la battaglia, vista dalla parte opposta, con queste parole: « Alle 23 Nogi diede il segnale di inizio dell'attacco e subito dopo una valanga umana si avventò su per la collina, con i giapponesi che spuntavano dalla valle, dalle buche, dalle rovine. I fucili e le mitragliatrici crepitarono, i cannoni tuonarono e l'aria fu trasformata in un inferno di fuoco , attraversato dai sibili de!Je pallottole e da!Je traiettorie dei colpi delle artiglierie. I riflettori che spazzavano i fianchi della collina, i razzi che scoppiavano nel cielo dopo averlo attraversato come enormi serpenti e le centinaia di colpi che sembravano globi di luce vivida, eclissavano la luce delle stelle ed abbagliavano i piccoli eroici fanti che ci attaccavano. Correvano in avanti, cadevano, si rialzavano e continuavano ad avanzare con ostinazione e ranghi compatti. Tra gli abbaglianti raggi dei riflettori, i lampi degli scoppi delle granate si coloravano di rosso sangue. Il rumore diventò un'orribile ed assordante mescolanza di suoni: colpi, gemiti, lamenti , urla, invocazioni , ordini , detonazioni, clangore di armi. Ma all'improvviso tutto ebbe fine, il clamore gradualmente si attenuò, l'attacco era stato respinto. Di fronte a noi non v'era anima viva, solo file di morti e di feriti. Mai potrò scordare quella notte ». Un secondo assalto fu sferrato alle 2 del mattino. Fallì e fu seguito un'ora più tardi da un terzo tentativo. Scrive Nojine: « Fu dato il segnale ed una nuova ondata di uomini freschi si spinse in avanti. Questa volta si trattava del vero attacco, condotto- da una massa non di uomini ma di tigriimpazzite, ferite ed assetate di sangue. Il nostro fuoco, per quanto attento e preciso non ebbe successo; la massa avanzava con la forza di un'onda gigantesca che tutto travolgeva. Veniva avanti, per quanto illuminata dai riflettori e dai razzi, irresistibilmente e puntava, decisamente e con risolutezza, verso la breccia creata nelle mura cinesi ....... » (31). Tuttavia fu respinto e così ebbe termine , all'alba del24 agosto, il primo attacco in forze , con il quale i giapponesi conquistarono la fortificazione di Pan-lung (orientale ed occidentale) e la collina di quota 174, mentre tutte le altre posizioni rimanevano nelle mani dei russi. Questa battaglia disperata costò ai russi 3.000 uomini tra morti e feriti ed ai giapponesi circa 15.000. Fu una lezione imparata a caro prezzo, che
(lO} "Port Arthur, Three Montbs with tbe Besiegers", di F. Villiers, pagg. 26-27. Sull'uso dei riflettori, Ashmead Bartlett scrive: « Questa fm la prima occasione in cui sono stati usati riflettori come arma di difesa in reale combattimento durante operazioni terrestri, ed i risultati superarono le più ottimistiche previsioni. Mi è stato detto da alcuni superstiti che essi mettono allo scoperto ogni cosa di fronte a sé, costringendo gli uominni a vagare attorno senza meta cercando riparo da questo terribile avversario . Ma tutti i loro sforzi sono vani , perchè i raggi seguono ogni loro movimento e le mitragliatrici seguono i raggi "· ("Port Arthur: The Siege and the Capitulation", pag. 265). (3 1) "The Truth about Port Arthur", pag. 183-184.
158
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
convinse Nogi del fatto che la porta nord-est della fortezza poteva essere conquistata solo con normali procedimenti di assedio, che avrebbero richiesto mesi e mesi di attività. Poichè ciò significava che non si poteva fare più affidamento sui rinforzi di Nogi (che avrebbe dovuto cedergli la IIJa armata) il maresciallo Oyama il25 agosto - giorno successivo a quello in cui fallì l'attacco decisivo a Port Arthur- lanciò le sue tre armate nella grande battaglia di Liao-Yang che, se fossero stati disponibili gli 80.000 uomini di Nogi, si sarebbe trasformata, con molta probabilità, in una vittoria giapponese decisiva. Invece, il 3 settembre, Kuropatkin si sottrasse allo scontro ritirandosi verso nord dopo aver perso, tra morti e feriti, 16.500 uomini, a fronte delle 23.615 perdite giapponesi. Durante questa battaglia e fino alll9 settembre non si verificò nulla di importante sul fronte della III• armata. Fu inviata a Tokyo la richiesta di obici di grosso calibro che fossero efficaci contro le fortificazioni permanenti e fu iniziata l'attività sistemauca per aver ragwne delle opere della difesa. Mentre questi lavori procedevano, il generale Nogi selezionò come prossimi obiettivi il ridotto del Tempio e il ridotto delle Opere Idrauliche nel settore orientale e Namko Yama e la collina di quota 203 nel settore ovest. Se si pensa che egli aveva occupato Port Arthur nel 1894, sembra strano che fino a quel momento avesse attribuito scarsa importanza alla conquista dell'ultima di tali posizioni , perchè certamente doveva sapere che, dalla sua sommità, si poteva dominare completamente il porto e che pertanto era il punto chiave di tutto il sistema difensivo russo. Entro ill3 settembre, i lavori di assedio erano stati spinti fino a 70 metri dal ridotto delle Opere del Tempio. Simultaneamente fu lanciato un assalto contro Mamako Yama e la collina di quota 203; il primo fu conquistato il 20, mentre tutti gli attacchi contro il secondo fallirono e comportarono gravi perdite , dal momento che i giapponesi immisero cocciutamente nello scontro colonne su colonne a ranghi serrati. Anche se questa azione fosse stata coronata da successo, il vantaggio sarebbe stato pagato con un prezzo di vite umane troppo alto e, con il suo fallimento, contribuì soltanto ad elevare il morale dei difensori. Se i risultati dell'assedio non avessero, con l'arrivo degli obici da 280 mm. , preso una piega diversa entro la fine del mese , non rimaneva altra speranza che prendere la fortezza per fame. Per come s'erano messe le cose, l'artiglieria diventava l'elemento decisivo della battaglia e tutte le bocche da fuoco disponibili -474 pezzi d'artiglieria ed altrettanti mortai- entrarono in azione. Di tutti, il pezzo da 280 mm. , 18 armi complessivamente, era senza dubbio il più efficace, seguito dalle 16 armi da 150 mm. e dalle 28 da 120 mm .. Tutta l'artiglieria era stata collegata per telefono al quartier generale e veniva rifornita di munizioni da Dalny. Gli obici da 280 avevano una gittata di 9 km ed utilizzavano granate da 250 kg. Contro Port Arthur furono sparati un milione e mezzo di colpi, di cui 36.000 da 280 mm. , che furono soprannominati « granate treno »
LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO GIAPPONESE E L'ESPANSIONE DELLA RUSSIA
159
per il rumore che producevano durante la traiettoria. Il primo bombardamento, con i pezzi da 280 mm. , fu effettuato il 1° ottobre ed è così descritto da Nojine: « ...... Una colonna di fumo, terra e pietre si levò dal forte Chi-Kuan-Shan, come se un albero gigantesco fosse stato sradicato, lanciato in aria e poi fatto cadere. Da quel momento, con regolarità cronometrica, alberi fantastici proliferarono, con cadenza di pochi minuti , in punti differenti lungo tutto il fronte nord-orientale e noi udivamo i boati di tremende esplosioni. Otto di queste si sono verificate oggi nei forti di ErhLung-Shan ed hanno provocato gravi danni alle casematte » (32). Gli effetti di queste armi formidabili possono essere paragonati con quelli delle bombarde giganti di Maometto II nel 1453. Le difese permanenti cominciarono a cedere e, fatto ugualmente importante per i giapponesi, poichè parte del porto poteva essere osservato da Namako Yama, alcune delle navi da battaglia furono colpite alla fonda. Furono iniziate le attività d'assedio alla collina di quota 203 mentre, nel settore orientale, sul quale era concentrata ancora l'attenzione di Nogi, venivano ultimate le operazioni preparatorie per sferrare un secondo attacco generale il 30 ottobre. 1116, furono conquistate le trincee avanzate di Erh-lung-Shan ed, il 26, quelle in profondità, contemporaneamente a quelle di Sung-Shun. Alle 4.30 del30, una mina fu fatta esplodere sotto il forte di Erh-lung ed, alle 9, fu lanciato un attacco simultaneo contro tutti i lavori di fortificazione tra la batteria Chi-Kuan e il forte Sung-Shu. Fu condotto di nuovo in formazioni compatte, fu ancora respinto e si trasformò anche questa volta in un vero massacro: dilaniato dai colpi a mitraglia delle artiglierie, sommerso dagli scoppi di bombe a mano e preso d'infilata sui fianchi dalle raffiche delle mitragliatrici, lo schieramento giapponese fu costretto a ripiegare con gravissime perdite. L'attacco, effettuato nuovamente il 31, fu ancora respinto. Nonostante la resistenza opposta dai russi, la situazione a Port Arthur si deteriorava velocemente. Mancavano i viveri; la lista degli ammalati si allungava paurosamente; le gelosie e gli intrighi tra i comandanti di grado elevato si acuivano; la notizia della ritirata di Kuropatkin a seguito della battaglia di Shaho , combattuta tra il 12 ed il 24 ottobre, non incoraggiava certamente i difensori. Questa era la situazione quando, il 15 ottobre e dopo innumerevoli rinvii, la flotta del Baltico, agli ordini dell'ammiraglio Rozhestvenski, salpò da Libau. Era composta da otto corazzate, quattro incrociatori pesanti, otto incrociatori leggeri , nove cacciatorpediniere e da navi di sostegno. Sebbene alcune di queste navi non fossero di recente costruzione e, poichè le corazzate giapponesi si erano ridotte da sette a cinque - due erano incappate su mine e quindi erano affondate - se Ro-
(") Ibid . pagg. 206-207.
160
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
zhestvensk.i fosse riuscito a congiungersi con la flotta di Port Arthur, Togo avrebbe potuto essere sconfitto. Diventò pertanto imperativo che le navi alla fonda a Port Arthur fossero distrutte a qualsiasi costo . Poichè ciò presupponeva la conquista della collina di quota 203, fu deciso di sferrare un . terzo attacco il 26 novembre, giorno in cui la flotta del Baltico lasciava Dakar nel Senegal per l'Oceano Indiano. L'intervallo di tempo tra il fallim ento del secondo attacco generale e la data decisa per il terzo tentativo- 26 novembre - fu riservato agli oscuri combattimenti condotti nei cunicoli e nelle caverne scavate per raggiungere la fortezza. « Per un mese intero scrive Ashmead Bartlett - nella fetida atmosfera di anguste gallerie di cemento, con il pericolo imminente dello scoppio di mine, di granate a mano e di cariche di dinamite ed esposti alla morte che poteva venire da una pallottola o da una baionetta, i lavori di scavo dei giapponesi procedettero , senza pausa e non individuati , con lo scopo di sloggiare il loro altrettanto cocciuto avversario dalle fortificazioni interrate » (33). Gli stessi obiettivi del primo furono assegnati anche al terzo attacco e il 26, nel settore orientale, si ripeterono gli stessi violenti scontri, che si conclusero col medesimo risultato: fallimento con gravissime perdite. Fu a questo punto che il generale Nogi decise di concentrare gli sforzi per conquistare, costasse quel che costasse, la collina di quota 203, che fu sottoposta a violentissimi bombardamenti, il 26 ed il27 , per preparare la strada alla fanteria. La collina di quota 203 era una posizione naturalmente forte, resa ancora più forte da strutture artificiali. Sulla sua sommità, c'era un fortino di notevoli proporzioni con due torrioni e completamente circondato da due reticolati di filo spinato. L'intervallo tra la quota e False Hill era disseminato di massi e Akasaka Yama era circondata da trincee costruite con tutti i crismi, con alla sommità un fortino principale, sulla destra del quale si elevavano dei fortini sussidiari di minori dimensioni (34). La difesa delle tre colline era affidata al colonnello Tretyakov, che aveva a disposizione circa 2.200 uomini. Il bombardamento, i cui effetti trasformarono la posizione in modo da farl a apparire un vulcano in eruzione, continuò firlo alle 17 del27 novembre, quando il fuoco fu spostato, per lanciare l'attacco sulla collina di quota 203 e su Akasaka Yama. Col favore dell'oscurità, gli attaccanti raggiunsero i reticolati e ne mantennero il possesso fino al giorno seguente. « Combatterono come demoni -scrive Nojine - si batterono fin o a cadere esausti , fino allo svenimento; un intero battaglione fu lette-
(U) "Port Arthur etc.", p ag. 233. ("') " M y Expcriences, etc", pag. 218.
LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO GIAPPONESE E L'ESPANSiONE DELLA RUSSIA
161
ralmente spazzato via dalla faccia deiJa terra )) (35). Il bombardamento continuò per tutta la notte e, alle 8.30 del 29 novembre, fu lanciato un altro attacco, che fu respinto da un contrassalto condotto dal colonnello Tretyakov. La stessa cosa si verificò su Akasaka Yama.
Il 30 novembre, la lotta fu ripresa e continuò fino al 4 dicembre. Il cielo era sereno e la temperatura molto bassa. Nojine così descrive gli avvenimenti: « Fu un combattimento molto dUTo ed aspro quello che ebbe luogo su quel maledetto posto; fu la lotta della carne contro il fuoco e l'acciaio, contro le fiamme del petrolio, la liddite, la piroxilina, la melinite ed il fetore dei cadaveri in decomposizione » (36). Alla fine , il 5 dicembre, quando Nogi completò le operazioni preparatorie, un nuovo assalto fu lanciato contro la dannata collina. Un reggimento occupò Akasaka Yama, mentre una brigata s'impadroniva della collina di quota 203. L'assalto cominciò tra le lO e le 11; una compagnia penetrò alle 11.30 nel fortino della collina , per trovarvi pochissimi difensori ancora vivi. La battaglia ebbe termine alle 17, quando sul punto dominante dell'altura sventolò, nell'aria densa di polvere, la bandiera del Sol Levante. Questa collina, scrive Ashrnead Bartlett: « Avrebbe potuto essere il luogo ideale per una conferenza sulla pace. Probabilmente non si sono mai visti nella storia tanti morti concentrati in così piccolo spazio fin dal tempo in cui i fra ncesi occuparono la grande fortezza di Borodino ...... l giapponesi sono orribili a vedersi da morti , perchè il colore della pelle diventa quasi verde e conferisce loro un aspetto innaturale ..... Non vi erano praticamente corpi intatti , i fianchi della collina erano coperti da membra sparse, teste, pezzi di carne e tronchi senza forma di quello che una volta era stato un corpo umano, frammisti a schegge, fucili spezzati, baionette ritorte, granate e massi sradicati dalle viscere della terra dalle esplosioni » (37). Quale fu il costo in vite umane? 400 russi uccisi e dai 10.000 agli 11.000 giapponesi tra morti e feriti. Sebbene il costo pagato dai giapponesi fosse alto, il dividendo pagato su questo investimento di vite umane fu la flotta russa che poteva essere chiaramente vista nel porto dalla sommità della collina di quota 203. Il 6 dicembre le sue navi furono bombardate e nei giorni seguenti furono ridotte a un ammasso di rottami. In tal modo l'ammiraglio Togo fu libero di
(") "The Truth about Port Arthur", pag. 244. (J6) lbid., pag. 252. (JT) -Pon Arthur. etc..... ". pagg. 328-330. Una descrizione simile viene data da David H . James in "The Rise and Fall of the Japanese Empire" ( 195 1), pag. 137.
162
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
dirigersi nei porti giapponesi per rifornirsi e prepararsi allo scontro con la flotta del Baltico, che stava per giungere all'isola di Madagascar. La fine dell'assedio si avvicinava, anche se la conclusione sarebbe avvenuta per fame: l'attività di pesca era cessata, 40 sterline venivano inutilmente offerte per un maiale, un uovo costava mezza sterlina e 15 kg. di aglio erano stati venduti per 64 sterline. « L'8 dicembre la razione viveri giornaliera a Port Arthur era composta da 200 gr. di biscotti (in aggiunta alla razione di pane) , 200 gr. di carne di cavallo ed 1/3 di pinta di vodka » (38). La mancarJZa di cibo e la situazione generale indussero il generale Stossel a convocare un consiglio di guerra il12 dicembre, nel quale fu deciso che fosse prematuro arrendersi , nonostante la distruzione della flotta. Così l'assedio continuò e si cominciarono a costruire posizioni difensive con una nuova linea realizzando , tra l'altro , gallerie sotto i forti. Il 15 dicembre, il generale Kontratenko, soldato energico e volitivo sul quale l'intera guarnigione riponeva completa fiducia, fu ucciso da una granata da 240 penetrata nella casamatta. Con la sua morte le speranze degli assediati si affievolirono. Gli sforzi principali degli attaccanti furono concentrati contro i forti Chi-Kuan, Erh-lung e Sung-shu. Alle 14.30 del18 dicembre, due cariche furono fatte esplodere sotto il primo ed « una immensa nube si innalzò sulla posizione ...... nascondendo completamente il forte alla vista ». Quando la polvere ed il fumo si diradarono, scrive Bartlett « Sui vertici nord-occidentali , dove precedentemente si innalzavano gli alti bastioni di color giallo, si stagliava nitido un cratere a forma di "V". Attraverso la voragine si precipitarono all'attacco centinaia di figure vestite di nero; la fanteria giapponese non aveva perso tempo e, quando il fumo non si e ra ancora diradato, si era precipitata attraverso la breccia » (39). Tuttavia i combattimenti continuarono fino all'alba del 19 dicembre, quando il presidio si arrese. Il 28, Erh-lung subì la stessa sorte e lo stesso avvenne il 31 per Sung-shu; l'intera guarnigione fu annientata dall'esplosione di migliaia di granate stipate nel fornello da mina reali~ato dai giapponesi. Per ultimo, ill0 gennaio, le mura cinesi io prossimità del forte Chi-Kuan furono evacuate ed i difensori si ritirarono a Wang-tai , da dove furono scacciati La conquista di Wang-tai segnò il destino della fortezza. Il generale Stossel, venuto a conoscenza dell'accaduto e senza consultare Smirnov , inviò un parlamentare al generale Nogi con la proposta di capitolazione. Ricevuta la disponibilità del nemico al negoziato, fece issare la bandiera bianca di resa il 2 gennaio. I rispettivi rappresentanti si incontrarono a
("') "Official History". Vol. Il, pag. 601. (:19) "Port Arthur, etc.", di Ashmead Bartlett, pag. 352.
LA NASCITA DELL' IMPERIALISMO GIAPPONESE E L' ESPANSIONE DELLA RUSSIA
163
mezzogiorno ed entro le 21.45 furono firmati gli accordi in lingua inglese. Quando furono resi noti, un gran numero di soldati russi abbandonò le armi e si diede al saccheggio della città. Il 4 gennaio, le fortificazioni non conquistate furono consegnate ai giapponesi insieme con 546 pezzi d'artiglieria, 83.000 granate, 2.250.000 colpi per fucile e mitragliatrice ed una quantità non indifferente di derrate alimentari. Quindi 878 ufficiali e 23.481 soldati russi marciarono fuori della fortezza per diventare prigionieri di guerra. Le perdite dell'assedio furono: 31.000 tra morti , feriti e dispersi per i russi e, per i giapponesi, 57.780, ai quali andavano aggiunti i 33.769 malati , di cui 21.023 affetti da beriberi (40). II risultato immediato della resa fu che Nogi e la lll" armata si resero disponibili per rinforzare il maresciallo Oyama, che cosi poté contare su 300.000 uomini a fronte dei 310.000 di Kuropatkin . 1112 febbraio iniziò a Mukden la più grande battaglia della guerra. Il fronte si estendeva per 40 miglia, con ambedue i contendenti sistemati in trincee. Durò fino al 18 marzo quando , occupata Mukden dai giapponesi , Kuropatkin si ritirò su Harbin. I russi persero 60.000 uomini ed i giapponesi 71.000. Nel frattempo la flotta del Baltico, predestinata alla distruzione, si era portata lentamente verso est circondata da una miriade di navi appoggio. Il 9 maggio entrava nel Mare della Cina; il 27 , fu attaccata ed annientata dall 'ammiraglio Togo negli Stretti di Tsushima. « Ben !ungi dall'essere di alcun sostegno alle nostre forze di terra - scrive Kuropatkin - Rozhestvenski ci diede il colpo mortale. Fu la sconfitta della squadra a Tsushima che ci costrinse ai negoziati ed alla pace, nel momento in cui l'esercito era pronto a passare all'offensiva con una forza di l milione di uomini » (4 1). La verità è che ambedue i contendenti erano esausti: fisicamente i giapponesi e moralmente la Russia , dove scioperi e tumulti si stavano già verificando a Pietroburgo. Cosi avvenne che, quando il lO giugno intervenne il presidente degli Stati Uniti , si diede inizio ai negoziati che portarono alla firma del Trattato di Portsmouth, il 29 agosto. La Russia acconsenti ad evacuare la Manciuria, a cedere al Giappone la penisola di Liaotung- incluse Port Arthur e Dalny - nonchè la metà meridionale dell'isola di Sakhalin e a riconoscere la prelazione giapponese sulla Corea. Questi furono magri risultati e perdite contenute, se si considerano la durata e l'intensità della guerra, il numero dei morti e dei feriti e le risorse impegnate. Inoltre, valutare solo questi risultati significherebbe trascurare, come fecero sfortunatamente le nazioni europee, gli elementi rivolu-
<-> Per ulteriori panicolari sulle perdite, vds. "Official History'', Vol. 111 , appendici 21 e 22. (") "The Russian Army and The Japanese War", Vol. l , pag. 241.
164
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
zionari del conflitto. Non solo furono sanciti mutamenti tattici innovatori, ma un nuovo modo di gestire la politica del mondo si affacciò all'orizzonte. Quando la guerra ebbe inizio i procedimenti d'impiego russi erano ancora quelli dell'inizio del secolo XIX, mentre quelli giapponesi si rifacevano ai più recenti manuali europei, che però fin dall'inizio delle ostilità dimostrarono di essere già in qualche misura obsoleti, come si può dedurre dal seguente passo: « Sarete senza dubbio meravigliato - disse un ufficiale giapponese all'addetto militare francese dopo la battaglia di LiaoYang - dalla differenza fra quello che avete visto qui e quello cui avete assistito nella vostra Patria in tempo di pace. Non rimanemmo meno sorpresi noi stessi. I nostri manuali, come voi sapete, sono identici, nel contenuto, a quelli degli eserciti europei. Anche noi cominciammo ad operare secondo quanto previsto dai libri di tattica e così fummo in grado di superare le difese di Nan-shan in un solo giorno il27 maggio . Ma a quale costo! ....... Imparammo la lezione e, grazie alle esperienze maturate, abbiamo appreso non solo a non attaccare troppo velocemente, ma ad avanzare con il sostegno deli 'artiglieria e sfruttando il terreno >> ( 42). Il motivo di tutto ciò fu la crescente efficacia della pallottola e delJa granata; in altre parole, il dominio del proiettile (43) aumentò l'ampiezza della terra di nessuno, separò sempre di più gli antagonisti e rese più aleatorio il risultato degli scontri decisivi che, a loro volta, comportarono battaglie più lunghe, costrinsero l'attaccante ed il difensore a fare sempre maggiore ricorso alla vanga e spinsero agli estremi l'esaurimento fisico e morale del combattente. Paragonati al modo di guerreggiare del 1870 e 1878, i mutamenti furono radicali . Sebbene potessero essere impegnate decine di migliaia di uomini, i campi di battaglia sembravano vuoti. E tuttavia l'aria era satura di pallottole, ognuna delle quali indeboliva la forza morale del soldato. Di conseguenza la disciplina intelligente, in contrapposizione a quella automatica , assunse grande importanza. D al 1905 il soldato non dovette soltanto obbedire, ma anche pensare, per sapere come sopravvivere e, nello stesso tempo, combattere bene non per poche ore, ma per giorni. Questo imperativo di sopravvivenza trasformò la vanga in un complemento del fucile, come una volta lo scudo lo era stato per la spada, ed accentuò l'importanza dei reticolati, delle mitragliatrici (artiglieria portatile antipersonale) e delle granate di artiglieria.
('") "Lessons of the Russo-Japanese War "• pag. 62. ( 43) Per quanto concerne le perdite, vds. « Étude sur le caractères gtntraux de la guerre d'extr~me· Orient ,. del capitano F. Culmann. 1909. Da esso si traggono queste cifre: rapporto tra le perdite dovute ad armi bianche e a proienili, per i russi 1,7:98,3, per i giapponesi 3:97. Tra le perdite causate da bombe e quelle prodotte da pallonole, il rapporto è per entrambi di 15:85. La proporzione tra uccisi e feriti fu 1:4,9 per i russi e 1:3,7 per i giapponesi (pagg. 33,34,50).
LA NASCITA DELL'IMPERIALISMO GIAPPONESE E L'ESPANSIONE DELLA RUSSIA
165
Dopo la guerra, la mitragliatrice venne comunque tempestivamente modificata in modo da poter essere alimentata lateralmente, come avevano suggerito anche le indicazioni scaturite daJla guerra anglo-boera del 1899-1902. I russi l'avevano soprannominata « il tubo del demonio» (44 ) e Tadayoshi Sakuri ne parla nei seguenti termini: «il nastro è inserito nella carnera di scoppio della canna e lavora come la pellicola di un vitascope (45). E che suono produce! Sentito da vicino è una rapida successione di tap, tap, tap; da lontano assomiglia al rumore prodotto da un telaio a vapore di notte, quando tutto intorno è silenzio. È un suono orribile e sgradevole! I russi consideravano quest'arma il loro migliore amico ..... Ogni qualvolta un'unità attaccò una posizione nemica, fu invariabilmente questa mitragliatrice che ci procurò i danni peggiori e apri fa lle nel nostro dispositivo » ( 46). Kuropatkin dice più o meno la stessa cosa: « Il valore delle mitragliatrici è ora così grande che non possiamo fame a meno. A mio parere, ogni compagnia ne dovrebbe avere una e sei uomini dovrebbero essere addetti al suo trasporto e a quello delle munizioni » (4 7). Assieme alle pallottole, trincee e ferro spioato resero le posizioni sempre più inattaccabili ; l'importanza dell'artiglieria crebbe continuamente ed il fuoco indiretto superò di gran lunga quello diretto. U generale Tretyakov dice in proposito: « Gli avvenimenti hanno dimostrato a chiunque che cosa veramente significhi la superiorità dell'artiglieria. Colui che riesce a far tacere i cannoni e glli obici dell'avversario può conquistare le sue posizioni senza ricorrere ad un combattimento aspro perché, una volta assicuratosi il controllo del fuoco nemico, può scegliere il punto in cui sferrare l'attacco, concentrarvi tutta la propria artiglieria e quindi travolgerlo con un numero di uomini relativamente basso » (48). Dovrebbe essere tenuto presente in proposito che, durante questa guerra, le difese erano costituite da una sola linea di trincee, che potevano quindi essere sopraffatte dal fuoco a massa delle artiglierie, e non da profonde zone di trinceramento, che non avrebbero potuto essere battute interamente dai cannoni, che non avevano una gittata sufficiente per colpirle. Pertanto, fino a quando furono adottate tali soluzioni , il maggiore britannico J.M. Home, poteva giustamente scrivere: « Mi ha grandemente impressionato, tra tutto quello che visto, il fatto che l'artiglieria è diventata un'arma decisiva e che tutte le altre sono da ritenersi complementari. L'importanza dell'artiglieria non può essere compresa in tutta la sua por-
(..) "Actual Experiences in War'' di Soloviev, pag. 33. ('j) Uno dei nomi attribuiti alle prime forme di cinema. (N.d.T.) (*) " Human Bulletts", pagg. 152· 153. (") "The Russiao Army and The Japanese War", Vol. Il , pag. 134. ('18) " My Experiences a t Nan Shan an d Port Arthur'', pag. 113.
166
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
tata, se non ci si convince che, a parità di tutto il resto, il contendente che ha la migliore artiglieria vincerà sempre ..... Sono così fermamenente convinto dell'importanza dell'artiglieria che mi sembra quasi una questione da prendere in seria considerazione se l'artiglieria non debba essere potenziata a detrimento delle altre armi. La fanteria può, se necessario, essere addestrata in circa tre mesi, mentre l' artiglieria non può essere improvvisata. Con gli straordinari progressi conseguiti dall' artiglieria comincia a prendere piede la convinzione che , se il fuoco della fanteria non può essere impiegato a distanze superiori ai 500 m. , le artiglierie devono intervenire oltre tale limite per neutralizzare la fanteria, prima che arrivi a distanza che le consenta di impiegare efficacemente i propri fucili » ( 49) . Dopo la guerra, tuttavia, questi cambiamenti nella tattica non furon o esaminati con la dovuta attenzione. La necessità di disporre di un maggior numero di artiglierie fu sottovalutata, nè fu apprezzata correttamente la potenza distruttiva della mitragliatrice, soprattutto quando abbinata a reticolati di fil o spinato o schierata in trincee, nè fu rono intuite o individuate le implicazioni connesse con l'impiego dei gas arsenicali asfissianti , usati dai giapponesi nel loro ultimo attacco contro il forte Chi-Kuan (S0) . Più importante di questi mutamenti nel campo tattico, fu l'influenza della vittoria del Giappone sulla politica mondiale. Essa sconvolse la R ussia, la quale fu attanagliata dal virus della rivoluzione che per lungo tempo era rimasto nella fase di incubazione. La Germania, liberatasi dalla paura di essere attaccata sulle frontiere orientali, co ncentrò tutti i suoi sforzi ad occidente, rompendo così l'equilibrio che si era stabilito in Europa e costringendo la Gran Bretagna a ripudiare la sua politica di isolamento , che era stata l'asse portante della Pax Britannica, e a spostare le sue simpatie verso la Francia, nell'intento di ristabilire l'equilibrio. Inoltre, la sfida portata dal Giappone all'uomo bianco ne indebolì il prestigio in Asia e io Africa e sferrò un colpo mortale a tutti gli imperi coloniali . Al momento, tale pericolo no n fu valutato in tutta ta sua portata, anche se nel suo trattato « Il problema della politica nazionale e coloniale e la Terza Internazionale », M. Pavlovich sottolinea che « la rivoluzione russa del 1905 giocò lo stesso grande ruolo nella vita dei popoli asiatici di quello della rivoluzione francese in Europa. In Turchia diede impulso alle attività rivoluzionarie, che portarono alla caduta di A bdul Amid, fece grande impressio-
("~) ''The Russo-Japanese War, Reports from British Officers", Vol. III , pagg. 209·210. ("') 11 generale Tretyakov dice: « l giapponesi temarono di seacciarci dalla capponiera di questo forte bruciando materiale imbevuto di arsenico. l nostri uomini vennero soffocati dai fiumi e le sentine!· le nelle casematte dovevano essere cambi ate dopo pochi minuti . Fort Ehr-lung si trovava in situazione analoga "- (pag. 287). La capponiera era un casotto in grado di contenere una decina di soldati, all estito nel fossato delle fortezze a protezione contro scavi di mina ed esploratori nemici . (N.d.T.).
LA NASCITA DELL'IMPERIAUSMO GIAPPONESE E L'ESPANSIONE DELLA RUSSIA
167
ne in Persia, che fu la prima nazione asiatica ad organizzare tumulti contemporaneamente contro il despotismo dei propri capi e la rapacità dei paesi europei. Lo stesso si può dire della Cina. Ma l'interventismo europeo ovunque frustrò i sogni di libertà e di indipendenza nazionale » (51). In Africa, l'influenza fu egualmente profonda. L' inglese Dicey, che visse in quel continente per 40 anni, scrive: « Improvvisamente e inaspettatamente, il convincimento secondo cui le forze native, anche se valorose, erano costrette a sottomettersi agli europei, fu scosso fino alle fondamenta quando si scoprì che la Russia, ch'~ra ritenuta in Oriente la più grande potenza d' Europa , era stata scalzata dal piedistallo dalla vittoria giapponese, che il suo esercito era stato costretto alla resa, che la sua marina era stata distrutta e che le sue fortezze erano state catturate da una potenza relativamente piccola e debole il cui popolo, per quanto valoroso potesse essere, non era né cristiano né caucasico. Si può dire in verità che i nativi africani ...... non sapevano nulla .... del Giappone. Ma non credo ci fosse città o villaggio, in tutta l' Africa, che non avesse saputo direttamente o indirettamente che gli invasori russi dell'Estremo Oriente erano stati messi in fuga come pecore da una razza sconosciuta e per giunta non europea » ( 52). Ma fu in India - il pilastro della potenza imperiale britannica- dove la parola rivoluzione assunse il suo significato più pieno. « Un moto di eccitazione attraversò le provincie settentrionali,- scrive C. F. Andrews perfino nei villaggi più lontani si parlava della vittoria giapponese, mentre gli uomini sedevano in cerchio e si passavano la "huqqa" nelle serate ..... Un console turco con grande esperienza dell'Asia occidentale mi disse che nell'interno era possibile vedere ovunque i contadini più ignoranti rallegrarsi di questa notizia. L'Asia fu scossa da un'estremità all'altra ed il sonno di secoli fu finalmente infranto ..... Un nuovo capitolo stava per essere scritto nel libro della storia del mondo ..... La gloria e la grandezza dei vecchi tempi dell'Asia sembravano destinati a ritornare» (53). A sostegno di quanto sopra, Pradhan scrive: « È impossibile esagerare gli effetti della vittoria giapponese sull'animo degli indiani >> ( 54). Gli studenti indiani cominciarono a studiare la storia del Giappone per scoprire cosa gli avesse consentito di infliggere una ferita così profonda ad una delle più grandi potenze europee. Trovarono la risposta nel patriottismo giapponese, nel sacrificio fino alla morte e nell'unità nazionale. Queste erano le qualità che avevano superato la potenza delle armi. L'af-
(") Ripresa da "History of NationaJism in the East~. di Hans Kohn. pag. 130. (!.l) "TTte Egypt of the Future~, di Edward Dicey (1907). pagg. 139-140. (") "The Renaissance in lndia~. di C.F. Andrews (1912), pag. 4. (S<) ''lndia's Struggle for Swaray" di R.G . Pradhan (1930), pag. 75.
168
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
fermarsi del Giappone fu considerato un dono divino. Gli studenti indiani si riversarono verso il Sol Nascente, da dove tornarono arricchiti di conoscenze- vere o false che fossero - nel1907 , 1908 e 1909, per diventare parte attiva del movimento Swadeshi e per aiutare una causa che la vittoria giapponese aveva rinvigorito in modo impensabile prima della guerra. Tutti questi stupefacenti avvenimenti furon o innescati e favoriti dal conflitto combattuto nell' estremo lembo dell'Asia com'era avvenuto , circa 450 anni prima, all'estremità orientale dell'Europa. La resa di Port Arthur del 1905, come la caduta di Costantinopoli del 1453, può perciò giustamente essere annoverata tra i pochi veri grandi eventi della storia .
CAPITOLO V
Le origini della Ja Guerra Mondiale
l. Quadro storico Con il compimento del «Manifesto Destino» in America, con l'emergere del secondo Reich in Europa, con l'ascesa dell'imperialismo giapponese nell'Estremo Oriente, con l'espansione crescente degli imperi della Gran Bretagna , della Francia e della Germania (l) e con la scoperta dei vasti giacimenti auriferi nel Sud Africa, (2) si affaccia un'era comparabile a quella dei Diadochi, nella quale le rivalità e le alleanze tra Germania, Francia , Gran Bretagna e Russia prepararono un'epoca di conflitti mondiali. Come sempre si verifica nella storia, le cause sono da ricercare nei risultati della precedente guerra , quella del 1870-71, dal cui termine Bismarck, da quando fu al potere fino al 1890, attuò una politica intesa a rendere stabile e sicura la pace che la Germania aveva vinto, mediante l'isolamento della Francia ed il mantenimento di relazioni amichevoli con la Russia. Per conseguire il primo obiettivo, il 2 ottobre 1879, concluse con l'Austria un trattato difensivo che prese il nome di Duplice Alleanza. Due anni più tardi la Francia effettuò una mossa a suo favore con l'occupazione della Tunisia , che irritò talmente l'Italia da farle sottoscrivere la Duplice, che diventò Triplice Alleanza. Non si verificarono altri avvenimenti di rilievo fino al 15 giugno 1888 quando, alla morte di Federico III, suo figlio Guglielmo II di Hohenzollem (1888-1918), nipote della regina Vittoria, diventò imperatore di Germania. Uomo eccitabile , impulsivo, cocciuto,
(') Tra ill870 e la fine del secolo la Gran Bretagna ac~uisì 4.754.000 miglia quadrate di territorio , la Francia 3.583.580, la Germania 1.026. 220, il Belgio 847.000 e gli Stati Uniti si impadronirono dei resti del vecchio impero spagnolo. (2) Tra il 1850 e il 1853la produzione mondiale annua d'oro sall da 1.819.600 a 6.350. 108 once, indi rimase costante fino al 1892, quando salì rapidamente fino a raggiungere 21.529.300 once nel 1908.
170
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCJDENTALE
attivo, pio, patriottico, vuoto e teatrale, giocava a fare l'autocrate ed appena salito aJ trono dichiarò: « C'è un solo padrone in Germania e quello sono io». Si pavoneggiava a posare come supremo signore della guerra e, sebbene tenesse il paese lontano dalla guerra per 24 anni, la sua lingua senza freni, i suoi discorsi infuocati e la sua smisurata ambizione fecero di lui la « mosca spagnola » (3) della politica internazionale. Nel 1890 lincenziò Bismarck e negli anni successivi la Francia, profondamente preoccupata dal nuovo padrone della Germania, avviò con la Russia dei negoziati che, nel1893 , portarono ad un'aJieanza difensiva tra i due paesi. Due anni più tardi, lo czar Nicola II (1894-1918) visitò Parigi , dove ricevette un'accoglienza calorosissima. Cosi erano state costituite due alleanze. Tuttavia, poicbè la Gran Bretagna s'era autoesclusa da ambedue, la pace in Europa non correva seri pericoli. Se anche l'antagonismo fosse sfociato in un conflitto, la guerra non avrebbe potuto, senza il coinvolgimento del paese d'oltre Manica, estendersi al di fuori dell'Europa. Sfortunatamente questa situazione non doveva durare a lungo percbè nel 1895 iniziò il periodo espansionistico della Germania, anticipato dal suo imperatore nel discorso per il 25° anniversario della fondazione dell'impero, ne l quale sostenne che l'impero tedesco smetteva di essere puramente continentale per diventare mondiale. Sarebbe stato più saggio non farne parola. La nuova « Weltpolitik » del Kaiser era, comunque, lo sbocco inevitabile della rapida industrializzazione della Germania, fin dalla conclusione della guerra franco-prussiana. Tra il 1870 ed il 1855, la popolazione era aumentata da 41 a 55 milioni di tedeschi, per il cui mantenimento era sempre più necessario ricorrere aJ commercio estero. Per sostenere i suoi commercianti in tutte le parti del mondo, era imperativo diventare una potenza mondiaJe. Sfortunatamente , ciò significava la rivalità con la Gran Bretagna. Inoltre, nel1898 , per garantire la politica espansionistica dell'imperatore, fu approvata dal Reichstag.la legge per la realizzazione di una flotta di maggiori dimensioni. Il memorandum che accompagnava la proposta conteneva una dichiarazione truculenta, nella quaJe era chiaramente detto che la marina doveva diventare tale che « anche per le più grandi potenze del mare, una guerra con la Germania avrebbe comportato tanti e tali rischi da mettere in forse la loro stessa supremazia ». Fu un colpo diretto alla Gran Bretagna, che si trovava sull'orlo della guerra con la Francia per l'incidente di Fashoda. Poi , nel 1899, ebbe luogo la guerra anglo-boera, che attizzò l'universale ostilità contro l'Inghilterra, che si ritrovò isolata. Al suo scoppio, seguì un'altra legge a favore della marina tedesca, con la
(' ) Cantaride. Questo insetto era considerato un afrodisiaco con potenti doti irritanti e stimolanti (N .d.T.) .
LE OR!GlNl DELLA J• GUERRA MONDIALE
171
quale si sanciva che la forza permanente della flotta doveva essere costituita da 38 corazzate e 20 incrociatori pesanti e che ogni nave doveva essere sostituita ogni 25 anni. Tale era la situazione quando, il 22 gennaio del 1901, morì la regina Vittoria e salì al trono suo figlio Edoardo VII (1901-1910). L'ostilità dimostrata dalla Germania verso la Gran Bretagna durante la guerra del Sud Africa, l'espansione della flotta e la politica piena di fanfaronate del Kaiser prepararono in Inghilterra il terreno per una violenta propaganda contro la Germania il cui popolo, a sua volta, rispose con analoga acrimonia. Tale stato di cose fece passare in second'ordine l'aspetto essenziale della contesa tra i due paesi: non era il fatto che la Germania fosse intenzionata a scatenare una guerra con l'Inghilterra e a di tentare di invaderla - un popolare mito britannico - ma quello che l'enorme espansione del commercio tedesco oltre mare e la crescita della marina mercantile, giorno dopo giorno, erodevano Io spazio per i traffici commerciali della Gran Bretagna. Tra il1894 ed il 1904, il volume degli affari esteri tedeschi era balzato da 365 a 610 milioni di sterline e, nello stesso periodo, il tonnellaggio delle navi mercantili era aumentato del 234 per cento. I contrasti per il commercio si erano acuiti a livello critico. Nel1907, quando l'ambasciatore americano a Roma, Henry White, fu inviato dal Dipartimento di Stato a Londra per sondare il punto di vi ta londinese nei riguardi della Conferenza dell'Aia, Allan Nevins nel suo « Henry White, Thirty Years of American Diplomacy » (Henry White, trent'anni di diplomazia americana), registrò La seguente conversazione tra White e Arthur Balfour: « Balfour: Noi siamo probabilmente pazzi a non trovare una ragione per dichiarare guerra alla Germania prima che costruisca troppe navi e ci sottragga il primato del commercio . White: Voi siete un uomo di sentimenti elevati nella vita privata. Come potete mettere a calcolo qualcosa di così politicamente immorale come la necessità di provocare un conflitto con una nazione inoffensiva , che ba tutti i diritti di possedere una marina equivalente a quella britannica? Se proprio volete competere con il commercio tedesco, lavorate di più. Balfour: Ciò vorrebbe dire abbassare i nostri standard di vita. Forse sarebbe più facile combattere una guerra. White: Mi meraviglio nel sentire che, di tutti gli uomini , proprio voi enunciate tali convinzioni. Balfour: È una questione di giusto o sbagliato? Forse si tratta solo di continuare a mantenere la nostra supremazia». Il punto da evidenziare della conversazione non è se Balfour fosse o no un cinico senza principi , ma quello che la rivoluzione industriale aveva portato alla affermazoine di una competizione economica per l'esistenza nella quale l'autoconservazio ne postulava un ritorno alla legge della giungla. Lo scontro primordiale tra l'uomo e la bestia era stato sostituito dalla competizione industriale tra le nazioni, nella quale tutte le parti in causa
172
LE BATTAGLI E DECISIVE DEL MONDO OCCIDEN TALE
avevano assunto le caratteristiche animalesche. L'l l settembre 1919, in un discorso tenuto a St. Louis, il presidente Woodrow Wilson affrontò il nocciolo del problema quando disse: « Perchè, miei concittadini, vi è forse un uomo , una donna , - !asciatemi dire, un bambino- che non sappia che il seme della guerra moderna è costituito dalla rivalità industriale e commerciale? .... .. Questa guerra, fin dalle sue origini , fu commerciale ed industriale , non politica ». Nello stesso periodo John Maynard Keynes scriveva nel suo "The Economie consequences of the Peace" (Le conseguenze economiche della Pace): « La politica di potenza era inevitabile e non c'è veramente nulla di nuovo da imparare su questa guerra o sugli scopi per cui fu combattuta; la Gran Bretagna ha eliminato, come aveva già fatto nei secoli precedenti, un concorrente commerciale .... ». La condizione d'isolamento in cui l' Inghilterra era venuta a trovarsi durante la guerra in Sud Africa fu interrotta da Edoardo VII nel 1903, quando , durante la primavera , si recò in visita a Parigi, dove fu fischiato all'arrivo ed acclamato alla partenza; il suo fascino e l'antipatia per il Kaiser suo nipote avevano rotto il ghiaccio. La sua visita fu seguita da una serie di accordi tra i governi che, nell'aprile del 1904, portarono all'intesa franco-britannica, un trattato di amicizia che doveva sfociare in un 'alleanza militare segreta e cambiare il corso della storia britannica. Lloyd George annota , nei suoi « War Memoirs » (Ricordi di guerra) , che appena raggiunto l'accordo lord Rosebery gli chiese « Bene, posso ritenere che voi siate soddisfatto , come tutti gli altri, dell'accordo con i francesi? « Lo rassicurai che ero compiaciuto per il fatto che , alla fine , le relazioni tese e le situazioni di contrasto fossero state superate ed appianate. Quattro anni più tardi , l'ammiraglio Jobn Fisher, Primo Lord del Mare, fu ancora più preveggente quando scrisse: « Azzardo una profezia (ma, del resto, sto solo dicendo cose ovvie) secondo la quale, se dovessimo offrire una specie di garanzia alla Francia che consentisse di sbarcare truppe inglesi in Europa per una guerra a fianco della Francia contro la Germania, l'Inghilterra subirebbe il più grave colpo che abbia mai avuto; non una sconfitta - perchè noi non soccomberemmo mai - ma un colpo mortale alle nostre risorse economiche e lo scadimento della nostra marina da un ruolo principe ad uno sussidiario ». Nell'accordo , i due governi composero i principali dissidi tra loro e stabilirono le sfere di influenza coloniale: da una parte alla Gran Bretagna veniva assicurata libertà d'azione in Egitto e dall'altra la Francia aveva mano libera in Marocco, del quale però doveva essere garantita l'integrità territoriale. Tuttavia , in ottobre, fu stilata una convenzione tra Francia e Spagna per la spartizione del paese africano ed una copia del documento segreto fu inviato a lord Lansdowne, segretario degli affari esteri , il quale, nonostante l'evidente contrasto con gli accordi presi in precedenza, l'approvò. Questa disonesta transazio-
LE ORIGINI DELLA t• GUERRA MONDIALE
173
ne doveva dimostrarsi un vaso di Pandora pieno di guai, che non tardarono a manifestarsi. Nel marzo del 1905 il Kaiser, che non era a conoscenza di nessuno dei due trattati, ebbe il sospetto che il Marocco potesse diventare una seconda Tunisi e si recò in visita a Tangeri. Fu organizzata contro di lui una campagna così violenta che, per prevenire lo scoppio di un conflitto, il presidente Theodore Roosvelt si presentò sulla scena internazionale e suggerì di indire una conferenza. Essa fu tenuta nel gennaio del 1906, ad Algesiras, e le grand!i potenze confermarono la loro garanzia per un Marocco indipendente. Il provvedimento allontanò lo spettro dello scontro , ma lasciò l'Europa divisa in due blocchi ostili - uno favorevole alla Germania e l'altro antitedesco - ed indusse Edward Grey, che aveva sostituito Lansdowen come segretario degli esteri, a chiedere alla Francia di indire riunioni segrete tra i rispettivi stati maggiori dell'esercito e della marina allo scopo di rendere più compatto ed incisivo il blocco antigermanico. Già nel 1904, l' ammiraglio John Fisher aveva convinto il governo del suo paese a spostare il centro di gravità della flotta da Gibilterra al Mare del Nord e, l'anno successivo, quando varò la prima corazzata della classe « Dreadnought »,sconvolse l'intero programma navale tedesco, perchè la nuova nave da battaglia rendeva obsolete tutte le navi similari esistenti. Subito dopo la Conferenza di Algesiras, il governo britannico firmò un accordo con la Russia nel quale, tra le altre cose , fu stabilito di dividere la Persia - paese indipendente - in tre zone: una russa, una inglese ed una terza con funzioni di cuscinetto tra le prime due. Quest'accordo ridusse per Mosca i pericoli provenienti dall'Estremo Oriente e le consentì, come sostiene Gooch nella sua "History of Modern Europe" (Storia dell'Europa Moderna) , di « interessarsi al gioco molto più pericoloso che si svolgeva in Europa ». Così fu realizzata la Triplice Intesa per fronteggiare la Triplice Alleanza con il risultato che, in caso di guerra, la Germania avrebbe dovuto fronteggiare la minaccia nemica su due fronti. Mentre la crisi del Marocco scuoteva le relazioni internazionali, « un panico navale », iniziato dal signor Mulliner della Coventry Ordnance Company, attanagliò il governo , l'opposizione ed il popolo inglese e diventò di proporzioni talmente irragionevoli che John Fisher decise di informare il re, al quale, alla fine del 1907, scriveva: « È incontrovertibile che fino al mese di marzo di quest'anno la Germania non aveva varato nessuna nave del tipo« Dreadnought », nè ha cominciato a costruire, negli ultimi 18 mesi , una sola corazzata o un grosso incrociatore .... metà dell'intera flotta da battaglia tedesca equivale solamente agli incrociatori pesanti inglesi ..... Questa è la verità: l'Inghilterra possiede sette corazzate della classe« Dreadnought » e tre incrociatori « Dreadnought »che sono, a mio parere, ancora migliori delle« Dreadnoughts »; in totale dieci co-
174
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
razzate, mentre la Germania, nel marzo scorso, non aveva ancora cominciato a costruire nessuna corazzata ..... Abbiamo 183 cacciatorpediniere e 40 sommergibili. La Germania dispone di 48 cacciatorpedinere e di un solo sommergibile ..... L'ammiraglio T irpitz, il ministro della marina tedesca, ha appena affermato, in un documento segreto ufficiale, che la marina inglese è allo stato attuale quattro volte più potente di quella del suo paese. Così stanno le cose; noi ci accingiamo inoltre a mantenere questa forza con piena capacità operativa ...... Ma noi non vogliamo dire tutto ciò al mondo intero ». Più tardi, il 21 marzo 1909, in una lettera a lord Esher, Fisher scriveva: « La ferma determinazione di quatt ro anni ha portato ora alla disponibilità di due flotte nelle acque inglesi, ognuna delle quali è incomparabilmente superiore all'intera flotta germanica mobilitata per la guerra ..... Questa situazione non cambierà per anni. ..... Così dormite tranquillo nel vostro letto!. ..... l tedeschi non si stanno preparando a combatterci ...... . No! È il costante timore di una seconda Copenaghen, che essi temono di vedersi rovesciare addosso da un Pitt o da un Bismarck » . Balfour, capo dell'opposizione, sebbene fosse certamente al corrente di ciò, nelle elezioni generali del gennaio 1910 attaccò violentemente la Germania, solo per terrorizzare il popolo e indurlo a votare per i conservatori . Dichiarò che la Gran Bretagna e ra in pericolo e che la sua potenza navale era inadeguata. Disse: « Sono perfettamente convinto che voi potete trovare, tra le minori potenze, un'assoluta unanimità di opinione sul fatto che uno scontro tra la Germania e l'Inghilterra prima o poi è inevitabile ». Winston Churchill ribattè: « L'attitudine del partito conservatore nei riguardi della marina è stata una vera dhgrazia ...... hanno tentato con tutti i mezzi di diffondere il panico senza che esistesse una sola ragione; hanno fatto di tutto per peggiorare le relazioni tra le due grandi nazioni senza motivo alcuno ». L'essenza del problema navale creatosi era da attribuire alla politica dei vari governi inglesi , che avevano fatto di tutto per concentrare l'attenzione del popolo sulla sola espansione navale inglese e tedesca, senza tener conto che la Germania aveva altre motivazioni alla base della sua politica navale, che non prevedeva certamente la guerra contro la Gran Bretagna. La situazione della flotta non era considerata fattore molto importante per il caso di una guerra contro la Francia e la Russia (la sola eventualità presa in considerazione), e lo stato delle cose non era mutato quando l'ammiraglio Tirpitz, nel1900 , aveva detto: << Noi dovremmo essere in grado di bloccare la flotta russa nei porti baltici e di evitare, nello stesso tempo, l'ingresso delle navi francesi in quel mare ». I seguenti dati , che si riferiscono alle costruzioni effettuate dal1909 al 1914, parlano da soli.
LE ORIC JN[ DELLA 1• GUERRA MONDIALE
1909 1910 1911 1912 1913 19 14
175
Gran Bretagna
Francia
Russia
Germania
f. 11.076.551 14.755.289 15.148.171 16.132.558 16.883.875 18.676.080
f.4.517.766 4.977.682 5.876.659 7.114.876 8.093.064 11.772.862
f. 1.758.487 1.424.013 3.215.396 6.897.580 12.082.516 13.098.613
f.l0.177.062 11.392.856 11.701.859 11.491.187 11.010.883 10.316.264
Se si aggiungono le spese nel settore navale dell'Austria e dell'Italia per il1914- rispettivamente 4.051.976 e 3.237.000 sterline - a quelle sostenute nello stesso anno dalla Germania, si può benissimo vedere che, allo scoppio del conflitto, la Triplice Intesa spendeva, per nuove costruzioni , la metà della somma della Triplice Alleanza e che Francia e Russia investirono circa due volte e mezza di quanto vi destinasse la Germania. È difficile capire come qualcuno potesse dire che la crescita navale della Germania potesse minacciare l' Inghilterra ed appare ancora più incredibile che ciò venisse ripetuto con insistenza fin dal 1909. Perchè? Il motivo non era che la marina della Germania minacciasse la Gran Bretagna , ma quello che, come Balfour aveva detto a White, le sue navi mercantili stavano rimpiazzando quelle inglesi nei mercati mondiali e che la sua produzione industriale stava oscurando quella del paese d'oltre Manica . Se queste tendenze fossero continuate, sarebbe diventato possibile il collasso dell'economia inglese. Il 6 maggio 1910, Edoardo VII moriva e gli succedeva il figlio Giorgio V che, ancor prima dell' incoronazione, si trovò a gestire la situazione di crisi del Marocco, scoppiata il 22 giugno 1911. Il governo francese, deciso a conseguire il completo controllo nel paese africano e sollecitato dal « Cornité du Maroc », occupò Fez col pretesto di proteggere i propri connazionali. Sebbene non ancora a conoscenza dell'accordo segreto del 1904, il governo tedesco, sostenendo che si stava violando il Trattato di Algesiras, inviò la cannoniera « Panther » ad Agadir per proteggere i suoi interessi commerciali ed i suoi sudditi. In proposito Lloyd George, allora cancelliere del tesoro, tenne un discorso alla Mansion House (residenza ufficiale del sindaco di Londra) , che quasi provocò una guerra generale. Entro novembre fu raggiunto un accordo, per il quale la Francia otteneva mano libera in Marocco e la Germania una fetta di Congo francese. Ciò non soddisfece l'Italia che, temendo che la Francia occupasse quanto prima Tripoli , col pretesto ormai diventato abituale di proteggere il commercio ed i connazionali , dichiarò guerra alla Turchia , invase Tripoli ed occupò Rodi ed altre isole del Dodecanneso. È però giunto il momento di tralasciare gli avvenimenti dell'Europa occidentale per occuparsi di quelli della parte orientale del continente,
176
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
dove l'imperialismo seguì una strada ugualmente pericolosa. Umiliata dal Giappone in Estremo Oriente , la Russia rivolse la propria attenzione verso occidente per riassumere il ruolo che era stata costretta ad abbandonare dopo Plevna, tanto più che, diventata alleata della Francia e membro della Triplice Intesa, le sue prospettive di espansione verso ovest erano più propizie di quanto non lo fossero state nel 1877. Il suo obiettivo era quello di diventare l'ago della bilancia delle potenze europee, ripromettendosi la liquidazione della Turchia e l'indebolimento del morale austriaco e della resistenza fisica della Germania. Per raggiungere i propri scopi, intendeva avvalersi degli stati balcanici ed, in modo particolare, della Serbia e della Bulgaria. La prima aveva ottenuto l'indipendenza nel1878, mentre la seconda era ancora tributaria del sultano. Poichè questa posizione anomala da lungo tempo aveva inasprito gli animi dei bulgari , il 5 ottobre 1908 il principe Ferdinando proclamò il suo paese regno indipendente. Subito dopo tale decisione, l'Austria si era annessa la Bosnia e l'Erzegovina. Questa era un'occasione che la Russia non doveva perdere ed il governo si adoperò per realizzare l' unità degli stati balcanici diffondendo l'idea che , se non avessero rinunciato ai loro rispettivi antagonismi e non si fossero organizzati per una difesa comune, sarebbero stati inghiottiti l'uno dopo l'altro dall'impero austro-ungarico. Il risultato fu la costituzione della Lega Balcanica, che vide nella guerra itala-turca un'occasione per espandersi a spese degli ottomani. L' 8 ottobre 1912, quasi alla fine del conflitto italo-turco, il Montenegro dichiarò guerra alla Turchia e fu seguito da Bulgaria , Serbia e Grecia. La Macedonia fu travolta dai serbi, Salonicco fu occupata da greci e bulgari che, dopo aver sconfitto i turchi a Kirk Kilisse e Lula Burgas, furono arrestati a Chatalja poche miglia ad oves di Costantinopoli. Il 3 dicembre, fu concordato l'armistizio e la pace fu firmata a Londra il 30 maggio 1913. Non si era ancora asciugato l'inchiostro del documento che iniziò la disputa sulle spoglie. Senza dichiarare guerra, i bulgari aggredirono serbi egreci, i rumeni entrarono nel conflitto ed i turchi, governati dal mese di gennaio da Enver Pascià, riconquistarono Adrianopoli. I bulgari furono sconfitti e , quando il 10 agosto il Trattato di Bucarest pose fine alla II• guerra balcanica , il territorio turco in Europa si ridusse ad Adrianopoli, a Costantinopoli ed alle aree circostanti, compresa la penisola di Gallipoli. Sebbene i due conflitti balcanici avessero quasi escluso la Turchia dall'Europa , la seconda guerra si rivelò controproducente per la Russia, a causa della frattura che si verificò nella Lega Balcanica. Essa lasciò l'Europa in un tale stato di tensione, che non era improbabile che si verificasse un nuovo incidente,che consentisse a San Pietroburgo di attuare la sua politica ai danni dell'Austria. Questo stato di cose fu percepito dal colonnello E. M. House- ambasciatore viaggiante del presiedente Woodrow Wilson- il quale, nella primavera del1914, visitò Berlino cd inviò un dispac-
LE ORIGINI OEu.A l • GUERRA MONDIALE
177
cio al presidente col quale comunicava: « L'intera Germania è carica di elettricità. I nervi di tutti sono tesi. Basta una sola scintilla per far esplodere la situazione )>. Più tardi aggiungeva: « Se la Gran Bretagna acconsente, Francia e Russia piomberanno sulla Germania e sull'Austria ». La Russia temeva che il consenso dell'Inghilterra non arrivasse mai. Da Londra, l'ambasciatore russo Benckendorff scriveva al ministro degli esteri Sazanov: « È impossibile continuare a dar credito all'intesa anglorussa, se la tensione tra l'Inghilterra e la Germania viene a mancare ». Questa comunicazione è da mettere in relazione con i tentativi tedeschi di superare le divergenze con Londra. La cosa che la Russia temeva di più erano i ritardi; l'imperatore Francesco Ferdinando, erede al trono, era contrario al movimento per la Grande Serbia. La Russia era determinata a costringere, ricorrendo ad ogni mezzo, gli jugoslavi a guardare verso San Pietroburgo e non in direzione di Vienna. Questa era la situazione quando, il 28 giuno 1914, l'arciduca e sua moglie furono ~c;sassinati a Serajevo e l'era degli stati in contesa divenne realtà. Secondo Bogitshevich, l'incaricato d'affari serbo in Germania, « la Serbia aveva già ricevuto l'assicurazione della Russia che questa volta non sarebbe stata lasciata sola ». Inoltre, scrive:« E cosa ancora più importante, la Serbia deve aver ricevuto l'assicurazione che la guerra contro la Germania e l'Austria era stata decisa e l'assassinio dell'erede austriaco ha fornito un ottimo pretesto per la guerra, solo perchè Inghilterra e Francia hanno consentito alla Russia di fa rsi trascinare nel conflitto, che in se stesso avrebbe dovuto essere uno scontro locale tra Austria e Serbia ... .. Se sir Edward Grcy avesse semplicemente dichiarato alla Russia ed alla Francia (la Germania non avrebbe avuto bisogno di venirne a conoscenza) che l'Inghilterra non era interessata nel conflitto - riservandosi la piena libertà d'azione - la guerra europea non sarebbe certamente scoppiata. Ma tutto ciò si basa ovviamente sulla supposizione che l'Inghilterra non si fosse ancora talmente impegnata da precludersi ogni via di ritirata. Sfortuna· tamente, non solo per la Gran Bretagna ma per il mondo intero, questo fu quello che accadde. Organizzata in segreto, l'intesa del 1904 si era tramutata in un a irrevocabile alleanza militare occulta. Il 23 luglio un ultimatum austriaco, con scadenza di 48 ore, fu presentato a Belgrado; per prevenire interferenze da parte della Russia, sir Edward Grey sollecitò la Serbia a promettere piena soddisfazione. Ma Sazanov la pensava diversamente e dichiarò che l'ultimatum doveva essere considerato un atto d'aggressione e che il solo modo di evitare la guerra con la Germania era quello di far sapere a Berlino che si sarebbe trovata di fronte le forze dell'intera Intesa . La Russia ordinò quindi la mobilitazione parziale. A sua volta la Germania sostenne che il problema doveva essere risolto soltanto dall'Austria e dalla Serbia e che l'interferenza da parte di qualsiasi potenza sarebbe stata seguita da conseguenze di portata in-
178
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
calcolabile. Circondata da Francia, Inghilterra e Russia , era una brutta situazione per avventarsi in una guerra generale. Il « Libro Bianco » tedesco riporta: « Se i serbi continuano, con il sostegno della Russia e della Francia, a minacciare l'esistenza dell'Austria, ne seguiranno il graduale collasso di ques'ultima e la soggezione di tutti i paesi slavi alla Russia. Sarà così resa insostenibile la situazione della razza teutonica nel centro d'Europa. Un'Austria debilitata nel morale, sotto la pressione del panslavismo russo, non sarebbe più un alleato sul quale contare di fronte all'atteggiamento sempre più minaccioso dei confinanti orientali ». La Germania decise pertanto di schierarsi al fianco della sua alleata. Il 25 luglio, la Serbia diede una risposta conciliante all'ultimatum au~ striaco, che fu però respinta perchè incompleta. L'Austria ordinò la mobilitazione generale e, il28, dichiarò guerra alla Serbia. 1129, il cancelliere tedesco convocò sir Edward Goschen, ambasciatore inglese a Berlino, e gli notificò che, se il suo paese fosse rimasto neutrale, la Germania- in caso di vittoria contro la Francia - ne avrebbe rispettato l'integrità territoriale. La proposta fu respinta. Il 31luglio, l'ambasciatore tedesco a San Pietroburgo ricevette ordine di presentare un ultimatum alla Russia, affinchè sospendesse la mobilitazione entro 12 ore, e di avvertirla che, in caso contrario, anche la Germania avrebbe mobilitato. Poiché l'ultimatum non ricevette risposta, il 1° agosto Germania e Russia si ritrovarono automaticamente in guerra e la Francia iniziò la mobilitazione generale. Il 2 agosto, l'Italia dichiarò la sua neutralità (4) e sir Edward Grey informò la Francia che se la flotta tedesca avesse attaccato il territorio francese del Canale della Manica, la Gran Bretagna sarebbe intervenuta con le sue navi . Nel frattempo, all'alba del 2 agosto, pattuglie di cavalleria tedesca avevano superato la frontiera con iJ Lussemburgo e, alle 7.20, l'ambasciatore tedesco a Bruxelles presentò una nota al governo belga, con la quale si richiedeva libertà di passaggio per le truppe tedesche nel suo territorio; se fosse stata concessa la Germania si impegnava a lasciare al Belgio, alla fine della guerra, l'indipendenza e l'integrità territoriale. La risposta era richiesta entro 12 ore: fu negativa. Il 3 agosto, il re del Belgio fece un appello personale al re d'Inghilterra perchè salvaguardasse il suo paese. Alle 18.45, la Germania dichiarò guerra alla Francia e nove ore dopo al Be lgio. Alle 15 del4 agosto, sir Edward Goschen ricevette istruzioni dal ministero degli esteri perchè si facesse rialsciare dalla Germania l'assicurazione che la neutralità del Belgio, che era garantita da un trattato, sarebbe stata rispettata. Fu allora che von
(') L'Austria non dichiarò guerra alla Russia fino al 6 agosto.
LE ORIGINI DELLA t • GUERRA MONDIALE
179
Bethman-Hollweg rispose:« Per un semplice pezzo di carta, la Gran Bretagna sta per scendere in gue rra contro una razza affine ». A mezzanotte del 4 agosto, l'Inghilterra dichiarava guerra aiJa Germania. Sono stati fatt i molti commenti sulle parole del cancelliere,che comunque erano abbastanza veritiere, nei riguardi del Trattato del1839 che , se non era proprio soltanto uo pezzo di carta, era certo poco più di una reliquia (S). Gli obblighi che da esso discendevano all'Inghilterra non e rano ben definiti e non vi era nessuna clausola che impegnasse l'Inghilterra a mandare truppe in Belgio per fare guerra a qualsiasi potenza che violasse i suoi territori. Pi ù tardi (1 '8 maggio 1915) "The Times" scriveva « Anche se la Germania non avesse violato la neutralità belga , l'onore e gli interessi britannici avrebbero costretto I' Jngihilterra a schierarsi con la Russia c la Francia contro la Germania ». Se l'editore avesse usato le parole« Diplomazia segreta e segreti obblighi , dei quali il Parlamento non sapeva assolutamente niente » sarebbe stato più corretto .
2. Le battaglie della Marna e di Tannenberg, 1914 La guerra che scoppiò a causa della contesa serbo-austriaca si tramutò molto presto in conflitto mondiale. Il motivo per cui tutte le grandi potenze coinvolte , compresi il Giappone e la Turchia (che si schierarono rispettivamente per l' Intesa e l'Alleanza il 23 agosto ed il 29 ottobre) e l'Italia (che scese in guerra a fianco dell' Intesa il 24 maggio 1915) presero parte alla grande conflagrazione, fu che tra i rispettivi imperi vi erano dispute di fronti era (6). Quando gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Germania e furon o seguiti da alcuni stati del Sud America e da altre nazioni , il conflitto diventò globale e non una sola grande potenza ne rimase fuori per agire, al limite , come arbitro.
(' ) Vale la pena di riportare le parole della regina Vittoria sugli obblighi derivanti da tali tipi di trattati. Riferendosi al trattato del 1852. che garantiva riotegrità della Danimarca. quando si verificarono controversie per lo Schleswig-Holstein. scrisse: • li solo modo di preservare la pace in Europa è quello di non assicu rare assistenza alla Danimarca ....... La Danimarca dopo t uno è meno importan te della pace in Europa e sarebbe pazzia mandare a fuoco l'intero continente a causa dei vantaggi immaginari connessi con il mantenimento dell'integrità della Danimarca ». (') Più tardi la Romania ed il Portogallo si schierarono con gli Alleati e la Bulgaria con le Potenze Centrali. La Grecia provò a rimanere neutrale ma. quando gli Alleati occuparono Salonicco, fu costrena a fa.re fronte comune con loro.
180
L E BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENT ALE
È chiaramente impossibile, per uno scontro di così grandi dimensioni , trattare in questo libro tutte le campagne, sebbene molte di esse abbiamo avuto conseguenze storiche rilevanti. Inoltre, si ritiene più proficuo dedicare alcune delle pagine che potrebbero essere utilizzate per la descrizione delle operazioni , alle teorie militari dell'anteguerra dei principali belligeranti ed in particolare a quella francese e a quella tedesca- che influenzarono maggiormente la tattica - prima di passare alla trattazione della prima battaglia decisiva. Senza prendere in esame queste teorie , sarebbe impossibile spiegarsi le ragioni per cui , nonostante le disastrose sconfitte subite dalla Germania durante le prime sei settimane di guerra, il conflitto si trascinò fino al no~ vembre del 1918. E furono le complicazioni che scaturirono dalla lunga durata del conflitto, che cambiarono sostanzialmente il corso della storia. I 40 anni che precedettero lo scoppio delle ostilità, durante i quali prolificarono numerose teorie militari, furono caratterizzati essenzialmente da un notevole progresso industriale e tecnologico e rappresentarono, se non l'infanzia, certamente l'adolescenza dell'attuale era scientifica. Tra i tanti teorici militari che si presentarono sulla scena , uno eccelle su tutti: I.S. Bloch, che affrontò dalle radici il problema della guerra. Era un banchiere ed economista polacco che, nel 1897, pubblicò un'approfondita analisi della guerra moderna intitolata « La guerra del futuro ed i suoi risvolti tecnici, economici e politici » di cui, nel 1899, un' edizione ridotta a cura di W.T. Stead fu pubblicata in inglese col titolo "Is War now Impossible?" (La guerra è ora impossibile?). Bloch sosteneva che la guerra assume le forme conferitele dal progresso e, poichè la civiltà del XIX secolo aveva ormai superato l'era dell'agricoltura per vivere la fase industriale, il suo carattere era cambiato. Scriveva: « A cosa serve parlare del passato quando si tratta di affrontare una serie nuova di situazioni e di considerazioni? Si pensi un attimo cosa erano le nazioni un centinaio di anni addietro e cosa sono adesso. In quei giorni, prima che fossero inventati telegrafi, ferrovie , navi a vapore, ecc. , gli stati erano più o meno omogenei, autosufficienti ed isolati tra loro .... Tutto ciò è cambiato ... Ogni anno l'interdipendenza delle nazioni, a causa delle necessità di sopravvivenza, diventa sempre più marcata .... Quindi, la prima conseguenza che una guerra comporterebbe sarebbe che ogni potenza sospenderebbe i rifornimenti alla nazione con cui si trova in conflitto ..... Il militare sta perdendo prestigio mentre l'economia si sta facendo largo nella società ... La guerra come impresa commerciale ed economica è assurda; oggi è una specie di furto , di appropriazione indebita degli averi di un altro ... Il segno più visibile e significativo della fine della guerra è stato l'introduzione del fucile a ripetizione ... Per naturale evoluzione il soldato ha perfezionato a tal punto il meccanismo del massacro, da assicurare in pratica la propria estinzione ». Questa descrizione del moderno
LE ORIGINI DELLA t• GUERRA MONDIALE
181
campo di battaglia è esatta e si adatta perfettamente alla guerra che fu combattuta diciassette anni dopo. E le sue predizioni sulla guerra non sono meno accurate: « All' inizio si verificheranno massacri di portata così terrificante da rendere impossibile disporre di truppe da lanciare nella battaglia decisiva. Tenteranno di farlo , credendo di combattere ancora con i vecchi metodi , e riceveranno una tale lezione che abbandoneranno ogni altro tentativo per sempre ..... La guerra, invece di essere uno scontro faccia a faccia nel quale i combattenti misurano la propria superiorità fisica e morale, diventerà una situazione senza sbocchi , in cui nessun esercito sarà capace di imporsi all'altro; ambedue i contendenti si attesteranno sulle posizioni raggiunte, minacciandosi a vicenda e non trovando mai l'opportunità di sferrare l'attacco finale e decisivo ... Questo è il futuro della guerra -non combattimenti , ma carestia, non l'uccisione di uomini , ma la bancarotta di nazioni e la disgregazione dell'intera organizzazione sociale .... Nel prossimo conflitto, ognuno sarà infossato in una trincea. Sarà una grande guerra di trincea. La vanga sarà indispensabile al soldato quanto il fucile .... Tutte le guerre assumeranno in parte le caratteristiche delle operazioni d'assedio ..... i soldati potranno combattere come vorranno: la decisione finale dipenderà dalla disponibilità di viveri » (1). Bloch predisse che, un uno scontro tra la Triplice Intesa e la Duplice Alleanza, sarebbero scesi in campo dieci milioni di uomini, e che il fronte sarebbe stato di tali dimensioni da rendere impossibile l'azione di comando, che la cavalleria sarebbe stata inutile, che i tempi della baionetta erano tramontati e che l'artiglieria sarebbe stata l'arma dominante. Sebbene questa descrizione fornisse un quadro esatto di un futuro conflitto, Bloch mancò di seguire la sua tesi fino alla sua logica conclusione. Se si ammette che fosse nel giusto, allora si doveva concludere che la sola cosa impossibile era che una guerra si verificasse ancora. La validità delle sue previsioni era legata all'ipotesi che le condizioni del suo tempo rimanessero statiche, mentre invece la fine del secolo fu testimone di una ventata di inventiva, destinata a rivoluzionare la guerra ancora più di quanto avesse fatto l'uso del cavallo nel terzo millenio avanti Cristo. Delle molte invenzioni di quel periodo, le due più importanti per le sorti di un conflitto furono il motore a combustione interna ed il telegrafo senza fili (8).
(l) Tratto dalla prefazione («Conversazioni con !"autore " di W.T. Stead "Js War now lmpossiblc?" (1899). (8) Le altre furono: il telefono elettrico di Beli (1876), la turbina a vapore di Parson (1884), il pneumatico di Dunlop (1888), il nastro trasponatore senz.a fine di Batter ( 1888). Inoltre, Rutherford e Soddy erano al lavoro, all'inizio del secolo. attorno alla teoria nucleare dell'atomo che avrebbe poi condotto all'invenzione della bomba atomica.
182
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
n motore a benzina trovò le prime applicazioni commerciali per merito del dr. N.A. Otto nel1876 (9) e fu migliorato, nove anni più tardi, da Gottlieb Daimler, il quale assemblò un piccolo motore a combustione interna ad una bicicletta e realizzò il primo veicolo a benzina (1°). In seguito, fu adattato ai veicoli a quattro ruote e , nel1895, ebbe luogo la prima gara automobilistica da Parigi a Bordeaux e ritorno, nella quale il vincitore coprì la distanza di 744 miglia ad una velocità media di 15 miglia orarie. Più tardi si verificò la sua utilizzazione più rivoluzionaria: il17 dicembre 1903, a Kill Devii Hill , presso Kitty Hawk nella Carolina del Nord, Orville Wright effettuò un volo di 12 secondi con un aeroplano a motore. Sei anni dopo Blériot superò la Manica con un aeroplano in 31 minuti. Dopo 8.000 anni, la leggenda di Dedalo si era avverata. Era stata individuata una fonte di energia che nel giro di mezzo secolo avrebbe cambiato il modo di fare la guerra. La teoria della seconda invenzione - il telegrafo senza fili - fu concepita per la prima volta da Rudolf Hertz, il quale dimostrò che, in determinate condizioni, una scintilla elettrica crea un effetto che si propaga nello spazio sotto forma di onde elettriche. Ciò attirò l'attenzione di Guglielmo Marconi il quale, realizzata un'attrezzatura capace di catturare queste onde, riuscì a trasmettere un « messaggio senza fili » nel1897, ad una distanza di nove miglia e, nel 1901 , a più di 3.000 miglia. Queste due invenzioni introdussero nel campo della guerra possibilità che si rivelarono di portata maggiore della polvere da sparo e del motore a vapore. La prima non solo comportò una rivoluzione nei trasporti su strada e nella guerra terrestre, ma, risolvendo il problema del volo, consentì di sfruttare la terza dimensione. La seconda conferì virtualmente alla guerra una quarta dimensione, dal momento che le trasmissini senza fili superavano ed annullavano tempo e spazio. Furono così creati due nuovi campi di battaglia: il cielo e l'etere. Questi cambiamenti, insieme con quelli che scaturirono da altre invenzioni meno importanti ed aggiunti ai progressi conseguiti nel campo metallurgico, chimico, elettrico e biologico , misero in moto forze molto diverse da quelle attivate dal carbone e dal vapore. Lo spirito più che la materia, il pensiero più che l'azione e soprattutto l'immaginazione furono innescati alla ricerca di nuove forme di potenza. Apparvero nuove sostanze, nuove fonti di energia furono impiegate e nuove concezioni di vita presero forma . n mondo assumeva nuove abitudini - mentale, morali e fisi( 9) Come concenzione non rappresentava una novità, in quanto la prima idea è da attribuire a Chri· stian Huygens (1680). ( 10) NeUo stesso anno (1885) Butler in inghilterra f.e ce muovere un triciclo con un motore a benzolo ad accensione elettrica.
LE ORIGINI DELLA I • GUERRA MONDIALE
183
che - ed iniziava un processo destinato a trasformare la rivoluzione industriale nella cività della tecnica. Isolati dal progresso civile, i militari non potevano accorgersene. Non si resero conto che, affermandosi sempre più il tecnicismo, la potenza militare avrebbe dovuto tenere il passo e che la prossima guerra sarebbe stata più uno scontro tra industrie e tecnici , che fra eserciti e generali. Anche Io stesso M. Bloch non riuscì ad individuare questa verità. Pochi soldati e marinai furono lungimiranti e quelli che ebbero la capacità di vedere chiaramente il futuro non furono in grado, come lui , di intuire che l' industria e la scienza avevano già messo a loro disposizione armi di tale potenza che, se impiegate correttamente, avrebbero potuto evitare una guerra d'attrito. Parecchi, pur continuando a credere nella guerra di movimento, dimostrarono ostilità verso le novità e non vollero condividere le idee di Bloch. Ad esempio, nel1912, un noto militare francese affermava: « In una guerra tra Francia e Germania non prevediamo uno scontro di tale natura (guerra di trincee) ..... Le battaglie in campi trincerati come quelle di Plevna o Mukden non saranno mai possibili in una guerra con i francesi » ( 11 ). La Trimurti di questa eresia era costituita dai generali Foch, Grandmaison e Langlois, che capeggiarono una corrente di pensiero con cui potevano competere soltanto i dervisci del Sudan (12). D loro principio guida si basava sull'assioma che il morale fosse l'unico mezzo che potesse sconfigge re le paiJottole: pura stregoneria. Foch citava, approvandole, le parole di Joseph de Maistre: « Una battaglia perduta è solo una battaglia che si crede di aver perso , non essendo possibile perderla fisicamente ''· Aggiungeva: « Pertanto può essere persa solo moralmente e , quindi , è solo moralmente che può essere vinta; per questo possiamo estendere l'aforisma dicendo che una battaglia vinta è quella nella quale non ci si dichiara battuti » ( 13). Sull'onda di tale sofisma , riteneva che<< ogni miglioramento conseguito nel campo deiJe armi da fuoco , alla fine, aumenta le capacità
(Il) Tratto da "A Criticai Study of German Tactis'" del maggiore De Pardieu (1912) pag. 117. Il punto di vista francese sulla guerra che si approssimava è riassunto dal generale Herr nel suo • L' Ar· tillcric ~ {1923) pagg. 4-5. Tra l'altro dice: « La guerra sarà breve, con rapide mosse in cui la manovra giocherà un ruolo dominante. Sarà una guerra di movimento. La battaglia sarà anzitutto una lotta tra te fanterie .... l'esercito dovrà essere un esercito di persone e non di materiali. L'artiglieria sarà solo un'arma accessoria ... la necessità di artiglierie pesanti si farà sentire raramente.... on servirà a niente sovraccaricarsi con un'artiglieria troppo numerosa .... "· ('2) Essi trassero ispirazione da « Éludes sur le combat • del colonnello Ardant du Picq, che esagerava il valore del fattore morale in guerra . La suu teoria era abbastanza vera per il combattimento corpo a corpo dei tempi classici; lo era meno per il combattimento col moscheto e la baionetta, ma era quasi del tutto fuorviante per la guerra col fucile. Dopo il 1871 il suo libro affascinò l'esercito francese. (Il) -'The Principles of War". Edizione inglese del 1918. pag. 286.
184
LE BA TIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
offensive ». Pertanto, in battaglia,.c'è un solo principio da seguire: l'attacco! » (1 4) Sembra che abbia sottovalutato il fatto che per sferrare un attacco coronato da successo si dovesse riesumare il vecchio concetto napoleonico sulle azioni offensive, che recitava « è con le artiglierie che si fa la guerra » (1 5). Il conte von Schlieffen, capo di stato maggiore generale (1891-1905), recepì anche se parzialmente tale principio (16) e, per realizzare la superiorità dell'attacco suJla difesa, incrementò il numero delle artiglierie pesanti ma non si rese conto che tale provvedimento non era, da solo, sufficiente e che detta superiorità poteva essere conseguita soltanto quando fosse stato realizzato un nuovo ordinamento deJle forze adeguato all'impiego dell'artiglieria. Questo fu il problema tattico principale con il quale si confrontavano tutti gli eserciti dopo la guerra russo-giapponese e non era affatto un problema oscuro (17). Esaminati gli aspetti più nascosti della tattica del tempo, vediamone ora quelli più evidenti alle soglie del conflitto. Dopo la guerra franco-prussiana, gli stati maggiori dei due paesi revisionarono periodicamente i loro manuali d'impiego e, dopo il1905, ambedue sancirono che la dottrina tattica da mettere a base del loro addestramento non poteva essere che esclusivamente offensiva e che la baionetta rimaneva la regina dell'ultima fase deiJ'attacco. Le differenze esistenti tra i due stati maggiori erano dovute essenzialmente alle caratteristiche tradizionali e nazionali dei loro popoli. Sotto il profilo intellettuale, i tedeschi sono ponderati e metodici , mentre i francesi sono pronti e cauti. I francesi seguirono Napoleone e credettero nelle azioni offensive, che servissero ad acquisire in un primo tempo informazioni sul dispositivo nemico e sferrare quindi il colpo decisivo nel punto prescelto azione durante. l tedeschi ritenevano invece di dover marciare direttamente contro il nemico che, una volta localizzato, andava attaccato impegnadolo a fondo sulla fronte e avvolgendolo contemporaneamente sui fianchi. Il loro sistema era quello di Sparta: un muro umano in movimento senza una riserva generale. Quello francese per contro era di tipo romano: una fronte più leggera con riserve consistenti alle spalle. I tedeschi ammettevano che non era possibile sfondare frontalmente, ma erano anche convinti che fosse necessario farlo per limitare le possibilità di manovra del nemico. I francesi ritenevano che gli attacchi sui fianchi potes-
(") !bid .. pag. 32. ('S) "Correspondance", Vol. XXX. pag. 447. ( 10) Altrettanto fece l'ammiraglio sir John Fisher in Inghilterra; cosi si ebbe il varo della prima nave da battaglia "Dreadnought'', nel 1905. ( 11) Vds. "Memoirs of an Unconventional Soldier" di J.F.C. Fuller (1936), pagg. 23-26.
LE ORIGINI DELLA 1• GUERRA MONDIALE
185
sero essere prevenuti, mentre non era possibile sottrarsi a quelli frontali. In breve, i metodici tedeschi credevano in un piano sostenuto dalla forza pura , mentre gli individualisti francesi avevano fiducia in una manovra adeguata al terreno e alla situazione. I tedeschi, convinti che il sistema del nemico non poteva che portare al disordine , basarono il loro credo sulla fiducia incondizionata nei comandanti e nella pianificazione. I francesi , persuasi che la sistematicità tedesca avrebbe comportato massacri eccessivi e avrebbe instupidito gli attaccanti, sposarono convinti l'idea di disporre di soldati dotati di iniziativa. Nei riguardi dell'impiego della fanteria , i tedeschi sancirono le seguenti modalità di condotta dell'attacco: iniziare con il fuoco intenso di tutte le armi schierate sulla fronte; avanzare poi fino a quando sottoposti al fuoco efficace nemico; intensificare quindi il fuoco per ammorbidire le posizioni dell'avversario ; strisciare dagli 800 ai 400 metri dalle linee avanzate e fermarsi nuovamente per erogare fuoco mirato, e guadagnare la superiorità facendo tacere le armi del difensore; proseguire fino ai 100 metri e lanciarsi quindi nell'assalto , da concludere con l' impiego della baionetta. Nel caso fosse impossibile effettuare il movimento fino ai 100 metri , si doveva sospendere l'attacco per portarsi in avanti di notte e procedere all'assalto all'alba. La teoria francese era basata sulla dottrina di Ardant du Picq secondo la quale si doveva avanzare, sotto la protezione di un fuoco pianificato, fino ai 400 metri - al qual punto, si riteneva , per l'impossibilità di erogare fuoco mirato, le perdite sarebbero diminuite - e, quindi, procedere e conquistare le posizioni con la baionetta.
:t
Ambedue gli stati maggiori studiarono l'impiego dell'artiglieria nella guerra della Manciuria. I francesi ritennero che i risultati conseguiti dai cannoni giapponesi fossero stati esagerati, mentre i tedeschi scoprirono che i duelli d'artiglieria e l'attacco della fanteria erano un solo e non due separati atti della battaglia. Ambedue scoprirono i vantaggi derivanti dall'impiego a tiro indiretto delle artiglierie che non fornivano sostegno diretto all'attacco dei fanti , ma i tedeschi disdegnarono di impiegare le armi da posizioni defilate nella convinzione che, godendo di una superiorità numerica nei riguardi dei francesi , aprendo simultaneamente il fuoco da posizioni allo scoperto, avrebbero potuto rapidamente travolgere l'antagonista. La maggiore differenza comunque fu nella concezione d'impiego degli obici. Dopo Plevna i tedeschi avevano adottato l'obice leggero e dopo Mukden introdussero in servizio quello pesante. I francesi non riponevano molta fiducia in tale tipo di arma , poichè consideravano insufficiente il calibro da 75 mm . e non idoneo per la guerra di movimento l'ingombrante obice pesante; quando i tedeschi sottolineavano nei loro documenti il tremendo effetto dei colpi sul morale , i francesi obiettavano che i prussiani
186
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
avevano bisogno di essere stimolati dal rumore, al contrario del soldato francese, che era troppo intelligente. Queste erano le teorie in circolazione tra il 1905 ed il 1914 e dei due eserciti era certamente quello germanico che aveva imparato di più dalla guerra in Manciuria. Ma ambedue le parti non intrawidero la lezione principale: la supremazia del proiettile - pallottola o granata - nelle operazioni difensive e la logica conseguenza che imponeva l'uso di trincee. Ambedue mancarono di notare che, se la guerra non fosse stata vinta al primo scontro, a causa della pallottola, un conflitto, tra milioni e non tra centinaia di migliaia di uomini, sarebbe diventato una guerra di posizioni, che avrebbe richiesto un incremento enorme di artiglierie e del relativo munizionamento. Allo scoppio delle ostilità la consistenza dei due eserciti era la seguente:
Divisioni di fanteria Divisioni di cavalleria
Francia
Gran Bretagna
Russia
Belgio
Serbia
Germania
Austria
62
6
114
6
11
87
49
10
2
36
l
11
11
Nonostante la diversità di armamenti, in linea di massima le divisioni potevano essere considerate equivalenti. Quasi tutti i trasporti erano ancora basati sul cavallo; i camion cominciavano appena ad affacciarsi sulla scena e, alla dichiarazione di guerra, il ministero della guerra britannico ne possedeva soltanto ottanta. Automezzi, tuttavia, erano usati dai più alti comandanti e dal personale dei loro stati maggiori. L'aereo era agli albori: l'esercito tedesco possedeva 384 aereoplani e 30 dirigibili, i francesi 123 aerei e 10 dirigibili, gli inglesi 63 velivoli. Queste macchine erano impiegate essenzialmente per la ricognizione. Rispetto al passato, probabilmente l'unico settore in cui erano stati conseguiti miglioramenti concreti era quello delle trasmissioni, che metteva a disposizione delle divisioni una compagnia telefonisti, in grado di assicurare i collegamenti con i comandi superiori, laterali e dipendenti e dotata anche di apparecchiature radio-telegrafoniche. l piani d'operazioni tedeschi e francesi non avevano niente in comune , se si eccettua che ambedue erano basati sull'offensiva. Per quanto riguarda quello francese è il caso di entrare in ulteriori dettagli, perchè è un classico esempio di come un piano non dovrebbe essere stilato. Il 29 giugno 1911 , il generale Messimy fu nominato ministro della guerra del governo Caillaux, diventando così il quarto destinato a ricoprire l'incarico in quattro mesi. Tre giorni più tardi, incontrò per la prima
lE ORIGINI DEllA 1• GUERRA MONDIALE
187
volta il generale Miche!, vice presiedente del Consiglio Superiore di Guerra e comandante in capo predesignato in caso di guerra, ed il colonnello de Grandmaison, capo ufficio operazioni dello stato maggiore. Questi ultimi due non si incontrarono facci a a faccia e, alle spalle di Miche!, fu ordito uno di quegli intrighi che costellano malauguratamente la democrazia francese. Il generale Miche! prevedeva che i tedeschi, in caso di guerra, avrebbero potuto attuare due provvedimenti !)mobilitare contemporaneamente le loro riserve e le unità attive; 2) effettuare lo sforzo principale attraverso il Belgio. Pertanto, a suo parere , era essenziale che le riserve francesi fossero mobilitate allo stesso modo e che il piano d'azione si basasse sulla necessità di contrastare la suddetta avanzata tedesca. Il dispositivo suggerito prevedeva: 490.000 uomini tra Lilla e Avesnes, 280.000 tra Hirson e Rethel, 300.000 tra Montmédy e Belfort e 220.000 in riserva nei dintorni di Parigi , con l'orientamento a rinforzare questo o quel gruppo, non appena i piani tedeschi fossero risultati chiari (1 8). Per diverse ragioni , questo piano suonò anatema allo stato maggiore, che obiettò soprattutto che il connubio tra unità in servizio attivo a reparti in riserva avrebbe ritardato le operazioni offensive e che non si poteva sottovalutare il fatto che, fin dal1813, i tedeschi, ideatori del sistema della riserva , non avevano mai mescolato insieme soldati in servizio e truppe provenienti dal congedo. Messimy venne a conoscenza de!Ja disputa e fu anche informato che tre membri del Consiglio Superiore di Guerra - i generali Gallieni , Dubail e Durand- erano contrari a Miche!. Per sbarazzarsi di quest'ultimo, il 19 luglio convocò una seduta del Consiglio e , quando la votazione sul problema della riserva ebbe un risultato sfavorevole , invitò Miche! a dare le dimissioni, con il pretesto che aveva perso la fiducia dei colleghi. Così avvenne che il solo uomo che aveva intravisto cosa stava per accade re e come l'evento poteva essere fronteggiato, fu silurato. Messimy si guardò intorno per un successore. Inizialmente pensò al generale Gameni , che poi scartò per il fatto che aveva votato contro Miche!, e si rivolse al generale Pau , che rifiutò. Interpellò quindi il generale Joffre , che non aveva mai comandato un'armatanemmeno sulla carta - e che non aveva nessuna idea del lavoro di stato maggiore. Joffre accettò e chiese di avere come capo di stato maggiore il generale Foch (1 9), che fu rifiutato percbè era cattolico. Messimy sostiene che Joffre fu prescelto perchè possedeva « una personalità forte, incisiva ed altera .... un' intelligenza spiccata ..... capacità
('8) Per il piano completo del generale Miche!. vds. 1914 • Les erreurs du haut commandement •, del generale Percin {1922). pagg. 42-49. ( 19) - Tbe Memoirs of Marshal Joffre". edizione inglese del 1932, Vol. l. pag. 12. Queste memorie non vennero scritte da Joffre , ma da uno degli ufficiali del suo stato maggiore.
188
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDEI'\TALE
decisionale , anche se non rapida ..... ed un imperturbabile sangue freddo» (211). Per come stavano le cose, poichè Messimy era solo lo strumento deUa camariiJa dello stato maggiore, che di fatto aveva il controllo dell'esercito, la ve rità potrebbe essere che irresponsabilmente lo stato maggiore avesse fatto il nome di Joffre- come sostiene il generale Percin- poichè lui non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare e, pertanto , sarebbe stato facile fargli fare quanto si desiderava (2 1). In altre parole, secondo lo stato maggiore generale Joffre avrebbe dovuto essere solo un buon pupazzo da ventriloquo. Joffre era figlio di un lattaio di Rivesaltes ed era nato nel 1852. Era il tipico contadino francese - scaltro anche se con poca immaginazione, ostinato, astuto, riservato e pratico. Conosceva i propri difetti e cercava di nasconderli. Raramente aveva scritto un memorandum o ne aveva letti uomo dall'animo semplice, preferiva le soluzioni non complicate ed il suo stato maggiore gli forniva una semplice sintesi dei problemi che doveva risolvere- come generale era un« vuoto strategico »,nel quale si agitavano gli ufficiali del suo entourage. Tuttavia, da buon contadino combattivo, salvò la Francia, perchè non evitò le responsabilità e perchè era un uomo dì grande coraggio ed anche di grande brutalità. Sebbene si fosse scelto personalmente i suoi più stretti collaboratori, non esitò ad allontanarli in massa quando, durante la guerra, non si dimostrarono aU'altezza della situazione. In un mese - dal 2 agosto al 6 settembre - furono sostituiti due comandanti d'armata, dieci di corpo d'armata e trentotto di divisione, l'equivalente cioè di circa la metà dei generali posti ai suoi ordini (22). La teoria della « massa più velocità », propugnata in quei tempi dallo stato maggiore , fu condivisa pienamente dal suo temperamento di sfondatore. L'offensiva diventò il suo solo ed unico credo e fu condivisa pienamente dal presidente Fallières, che nel1912 aveva asserito:« Siamo determinati a marciare diritti contro il nemico senza esitazioni ... soltanto l'offensiva si addice al temperamento dei nostri soldati » (23). Così Joffre diventò lo strumento di una scuola di occultismo militare, una setta bergsoniana, come Pierrefeu definisce lo stato maggiore, la cui dottrina fu basata sul discredito dell'intelligenza e favorì il culto dell'intuitìvo (24 ) . Questi occultisti militari , sostenuti dal « Comitato delle Ferriere
("') Citato da " Les lois éternellcs de la guerre"· del generale Arthur Boucber (1925}, Vol. Il. pagg. 144-145. (2') • Les errcurs du commandcmcnt •, pag. 121. ( 22) • Mes Souvenirs •, del generale Adolphe Marie Messimy (1937) pagg. 349-350. (ll) "The Memoirs of Masbal Joffre", Vol . l, pag. 30. (") • Plutarque a 'menti •, di Jean de Pierrefcu {192'2), pag. 38.
LE ORIGINI DELLA 1• GUERRA MONDIALE
189
di Francia » , furono il cervello di Joffre, da cui scaturì il piano di guerra. Fu di una semplicità patetica, basato , come dice Jean di Pierrefeu , « interamente sull'idea mistica dell'offensiva » ( 25 ), come s'era già verificato per i precedenti piani n. 15 c n. 16, elaborati dal generale Bonnal. Era questi un profondo, ma cieco studioso di Napoleone, considerato, per l'eruzione vuota di cui era in possesso, stratega di punta dei suoi tempi. Saturo e accecato da letture su Napoleone, non fu in grado di trasferire le sue cognizioni nella mutata situazione. Pensò in termini di losanghe di uomini e in quadrati di battaglioni , ma non di ferrovie, fucili a ripetizione ed artiglierie a fuoco rapido. La sua idea maestra fu la semplicità ad ogni costo. Poichè, come sosteneva, i tedeschi avrebbero spiegato una decina di corpi su una fronte dai 60 agli 80 chilometri tra Toul ed Epinal, la sola cosa da fare era di organizzare un quadrato di battaglioni, di 800.000 uomini su tre linee di armate, di cui la prima con una, la seconda con tre e La quarta con una. Si sarebbe avuto uno scontro frontale tra il dispositivo nemico e la prima linea, al coperto della quale avrebbero manovrato la seconda e la terza. Era la manovra di Jcna in grande, nella quale Bonnal si era convinto di aver scoperto la strada segreta per la vittoria (26). I giovani intellettuali di Joffre , partendo dal piano n. 16, si misero al lavoro per redigere il piano n. 17, che si basò sue due postulati. Il primo prevedeva che i tedeschi non avrebbero schierato fianco a fianco metà della riserva a reparti in servizio attivo e non avrebbero avuto, pertanto, forze sufficienti per attaccare contemporaneamente il Belgio e la Lorena. II secondo si compendiava nella convinzione che nessuno potesse resistere al soldato francese in attacco e che, quindi, la sola cosa da fare era di concentrare l'esercito tra Mézières ed Epinal e muovere in avanti. Dietro tutto questo c'era l'insistenza del Comitato delle Ferriere il quale sosteneva che i giacimenti di ferro della Lorena dovevano essere protetti. Joffre accettò ciecamente queste ide.e e, sebbene affermi di essere stato convinto che i tedeschi non avrebbero impiegato forze della riserva (27), né avrebbero attaccato attraverso il Belgio, scrisse tuttavia nelle sue Memorie: « Conoscevamo il loro piano di mobilitazione datato 9 ottobre 1913, sapevamo che in esso era previsto che unità della riserva sarebbero state impiegate nello stesso modo dei reparti in servizio attivo » ( 28 ). Egli inoltre asserisce di essere venuto in possesso di una carta topografica di un'esercitazione effettuata da!Jo stato maggiore generale tedesco nel1905 ,
(H) lbid., pag. 55. 26 ( } " Les lois tterneUes de la guerre •. di Boucber, Vol. Il , pag. 126. (21) "The Memoirs of Marshal Joffren, Vol. l, pagg. 61 e 64. (13) lbid .. Vol. l, pag. 145.
190
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
nella quale era previsto il movimento dell'ala destra attraverso il Belgio, e di un piano di una esercitazione sulla carta del 1906 che confermava lo stesso movimento (29). Per provare che lo stato maggiore era nel giusto, si giunse ad un livello così avvilente che, nell913, il tenente colonnello Buat compilò un documento « La radunata tedesca » che sostenne di aver trovato in una carrozza ferroviaria. In esso si rilevava che i riservisti tedeschi non sarebbero stati impiegati in prima linea e che la loro avanzata sarebbe stata effettuata lungo la riva destra della Mosa verso Mézières. A dispetto del fatto che Joffre e compagni fossero intenti a giocare il ruolo di Napoleone, sembrerebbe che non avessero mai avuto un piano. Egli scrive: « Non vi fu mai un piano d'operazioni scritto ... Non adottai nessuna idea preconcetta se non la determinazione di ricorrere aiJ'offensiva con tutte le forze disponibili ... ... Pertanto decisi di limitare i nostri studi all'individuazione delle modalità per realizzare una concentrazione delle forze, che rendesse possibile l'attuazione di un qualsiasi piano d'operazioni » ( 30). Tuttavia, come si vedrà, questo è esattamente quanto la concentrazione che egli aveva adottato mancò di realizzare. Essa prevedeva: l) I• armata (Dubail): a Charmes-Arches-Oarney; posto comando ad Epinal, 5 corpi d'armata dell'esercito attivo, 4 divisioni di fanteria e 2 di cavalleria, per un totale dì 256.000 uomini ; 2) Il" armata (de Castelnau): a Pont St. Vincent-Mirecourt; posto comando a Neufchàteau ; 5 corpi d'armata, 3 divisioni di fanteria e 2 di cavalleria, per un totale di 200.000 uomini; 3) III• armata (Ruffrey): a St. Mihiel-Damvillers; posto comando a Verdun; 3 corpi d'armata, 3 divisioni di fanteria ed l di cavalleria, per un totale di 168.000 uomini; 4) IV• armata (de Langle de Cary); a Vavincourt-Bar le Duc-Void; posto comando a St. Dizier; 3 corpi d'armata ed l divisione di cavalleria, per un totale di 193.000 uomini; 5) V• armata (Lanrézac): a Grandpré-Suippes-Chaumont-Porcien, posto comando a Rethel; 5 corpi d'armata, 5 divisioni di fanteria ed 1 di cavalleria, per un totale di 254.000 uomini; 6) corpo d'armata di cavalleria (Sordet): 3 divisioni a Mézières;
(l9) lbid., Vol. l, pagg. 63 e 46. È interessante notare che Jaurès, nel suo« L'Année nouvelle » (1899) a pag. 537 aveva predetto che i tedeschi avrebbero usato le loro formazioni di riserva e avrebbero mosso attraverso il Belgio. ()O) Ibid., Vol. l , pag. 69. Quando nell919 fu chiamato dalla Commissione Briey e gti fu chiesto: « Chi elaborò il piano di guerra? •, rispose: « Lo stato maggiore »e, invitato a fare i nomi degli ufficiali che vi avevano lavorato , affermò: « Non ricordo ...... Un piano è un'idea , sta nella testa di qualcuno e non viene riportata sulla carta..... Mi state chiedendo un sacco di cose alle qua ti non posso rispondere. Non so niente» (Tratto dalle pagg. 179-278 dell'appendice di « Les erreurs du haut commandement •, che riporta i verbali completi della Commissione).
iti
r
a;; r i
"')"•
N
,.;.
... '
5t.p,j. 1 ~
r-
... ~'"""('
-~
'
....,
l
r.u .,~L
'
/
r
l
l
l
r
(TI
o
~
C)
g o
m
r
!.: -; C)
c:
m
;>:!
~
:::
o
z ~ (TI
o
Fig. 12: Schieramenti francesi e tedeschi, agosto 1914
-c
192
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
7) protezione del fianco destro: 3 divisioni a Vesoul; 8) protezione del fianco sinistro: 3 divisioni a Sissonne. Questa era dunque l'articolazione decisa dallo stato maggiore generale ed accettata da Joffre, la cui idea, quando fu dichiarata la guerra, era di far muovere la I• armata su Baccarat-Sarreburg e la n•armata su Chateau Salins-Sarreburg e travolgere il nemico. Il piano del suo antagonista, per quanto egualmente offensivo, era molto diverso. Nel 1905 il conte von Schlieffen, che era succeduto come capo di stato maggiore a von Moltke nel 1891, rimaneggiò il piano esistente rovesciandolo. L'idea di Moltke prevedeva un'offensiva contro la Russia e un'azione difensiva nei riguardi della Francia; ma poicbè la sconfitta dei russi nella guerra con i giapponesi aveva alterato l'equilibrio delle forze, Scblieffen decise di opporsi ai russi con sole 10 divisioni e con le truppe locali e di concentrare tutto il resto contro la Francia. La strategia prescelta non fu quella di Canne, come molti suggeriscono, ma quella di Leuthen. Egli prevedeva che i francesi avrebbero concetrato le forze là dove poi realmente le radunarono e decise di spiegare sette armate sulla linea Krefeld - Mulhausen con il centro in corrispondenza di Thionville - Metz e precisamente cinque a nord e due a sud di quest'ultima località. La prima aliquota doveva essere costituita da 35 .corpi d'armata e mezzo sostenuti da sette divisioni di cavalleria, sedici brigate di truppe territoriali e sei divisioni di Ersatz, mentre la seconda avrebbe compreso cinque corpi d'armata e tre divisioni di cavalleria. Quindi , prevedeva di avanzare obliquamente facendo perno su Metz ; l'ala sinistra doveva prendere contatto con l'aliquota principale dell'esercito avversario, doveva fissarla o, se non fosse stato possibile, ritirarsi ed attirare il nemico verso il Reno. Nello stesso tempo, l'ala destra doveva muovere attraverso il Belgio, scivolare a sudovest di Parigi , dirigersi quindi verso est, cadere alle spalle dei francesi e costringerli a ritirarsi verso la Germania e la Svizzera. Per essere sicuro che l'ala destra fosse forte abbastanza decise, quando già tutto era stato fissato, di sottrarre due corpi d'armata all'ala sinistra per schierarli sulla destra. Quando si esamina il piano che fu alla fine adottato dal suo successore, è importante ricordare i fattori che guidarono la strategia di Schlieffen: l ) l'ala destra doveva agire attraverso un paese ostile ma idoneo per le caratteristiche del terreno ad operazioni offensive ed essere forte abbastanza da assediare Antwerp, Narnur, etc .... e Parigi, che era il centro della Francia e la base di alimentzione dell 'esercito; 2) l'ala sinistra agiva in un terreno idoneo alla difesa e doveva solo essere abbastanza forte da trarre in inganno i francesi, fino al punto di convincerli che valesse la pena di attaccare. Il suo ruolo era difensivo. Nel 1906, Schlieffen passò questo piano al suo successore conte von Moltke, che era stato prescelto dal Kaiser nella convinzione che il suo
LE ORIGINI DELLA l • GUERRA MONDIALE
193
nome avrebbe avuto effetto terrificante sui paesi vicini. In questo si può rilevare la chiave di lettura dell'intero sistema di comando tedesco, che era tanto dipendente dalla monarchia quanto quello francese era politicamente corrotto. Dopo il1870, come si era verificato dopo il1763, l'esercito tedesco si cullò sugli allori e, quando Guglielmo II ereditò il trono, si adoperò per realizzare un esercito da parata, un giocattolo con il quale divertirsi. Poco disposto a tollerare militari di reale valore, li ntise da parte ed assegnò i più alti incarichi a principi reali, generali da parata che sapevano poco o niente di guerra. Il generale von Moltke fu una delle sue creature: non aveva frequentato la scuola di guerra ed aveva trascorso gran parte delle sua carriera militare come aiutante di campo di suo zio e del Kaiser. Nel 1914 aveva 68 anni, idee superate ed era imbevuto delle opinioni di suo zio, al quale si rifaceva supinamente. Convinto che l'esercito dovesse essere comandato dallo stato maggiore e che il comandante in capo fosse solo una figura rappresentativa, considerava la sua funzione come quella di colui che dà il via ad una gara: tutto ciò che doveva fare era di alzare la bandiera e poi di lasciare la condotta delle operazioni ai suoi generali. Non credeva nel controllo degli ordini dati , nè tantomeno nei contatti diretti con i suoi subordinati e, come si vedrà, in questi campi manifestò le più gravi lacune. Moltke, nonostante avesse accettato il piano Schlieffen, ne cambiò completamente lo spirito, malgrado tra il 1906 ed il 1914 fossero stati costituiti parecchi nuovi corpi d'armata. Lasciò le cose più o meno come erano sul fronte russo, destinandovi quattro corpi d'armata tratti dal servizio attivo e dalla mobilitazione, una divisione di mobilitazione, una divisione di cavalleria ed alcuni reparti della difesa territoriale, per un totale di 200.000 uomini. Sul fronte francese, non solo alterò la proporzione tra le due aliquote ma, rinforzando l'ala sinistra, si organizzò per combattere una battaglia tipo Canne e non tipo Leuthen (31).
(3') Sir James Edmonds nel suo volume "A Shon Story of World War 1", (1951) pag. 16 scrive: • Nell912, a causa della mutata situazione e della necessità di proteggere l'area industriale della Renania. Schlieffen (che nel frattempo aveva scritto uo libro su Canne. che considerava un modello di battaglia di annientamento) suggerì di modificare il suo piano del l 90S in quello che fu poi attuato. Qò fu rivelato nell934, durante il regime di Hitler, da un ufficiale che aveva esaminato le carte del generale von Moltke "· Se questo è vero, allora il senso strategico di Schlieffen doveva essersi profondamente deteriorato all'età di 79 anni, perchè la regione dei Vosgi è una delle aree più idonee alla condotta di operazioni difensive di tutta l'Europa occidemaJe ed il tentare di effettuare attraverso di essa un'azione per un rapido avvolgimento sarebbe stato un vero atto di pazzia. Su questo problema, Gorlitz. nel libro "The German Generai Staff' a pag. 142, scrive: « Fino al19121o Schlieffen era ancora alle prese con il suo piano teorico ed in quell'anno- aveva scoperto l'affermarsi della dottrina offensiva ad ogni costo francese- cominciò a sviluppare l'idea di attaccare lungo tutta la linea dal Belgio alla Svizzera. Ma anche sul letto di morte continuò ad essere assillato dal grande piano, se si pensa che le sue ultime parole furono: " Ve· dete di rinforzare l'ala destra" ».
194
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Il colonnello Tappen, capo ufficio operazioni, sostiene che tale cambiamento fu dovuto a motivi tecnici quali le ferrovie, ecc. (32). Si devono nutrire seri dubbi sulla sua affermazione, perchè sembra che la ragione vera risieda nelle pressioni esercitate dai prìncipi di sangue reale che pretesero che fossero rinforzate le armate messe ai loro ordini. Nel 1910 Moltke annullò la sottrazione di due corpi d'armata all'ala sinistra e concentrò le sei divisioni Ersatz nei dintorni di Metz. Infine, quando si resero disponibili nove divisioni di nuova costituzione, decise di assegnarne una, insieme con un'altra tolta dal fronte russo, all'ala destra e le rimanenti otto alla sinistra. La costituzione iniziale delle sette armate tedesche si modificò come segue:
l) I• armata (von K.luck): posto comando a Grevenboich; sette corpi d'armata, tre divisioni di cavalleria e tre brigate di truppe territoriali, per un totale di 320.000 uomini , con il compito di marciare in un primo tempo su Aix-la-Chapelle e quindi su Bruxelles; 2) lP armata (von Biilow): posto comando a Montjoie; sei corpi d'armata, due divisioni di cavalleria e due brigate territoriali, per un totale di 260.000 uomini , con il compito di conquistare Liegi e successivamente di avanzare con l'ala destra su Wavre e con la sinistra su Namur; 3) III• armata (von Hausen): posto comando a Priim ; quattro corpi d'armata ed una brigata di truppe territoriali, per un totale di 180.000 uomini , con il compito di muovere verso ovest con l'ala destra su Namur e la sinistra su Givet; 4) IV• armata (duca di Wiirttemberg): posto comando a Treviri ; cinque corpi d'armata ed una brigata di truppe territoriali, per un totale di 180.000 uomini, con il compito di dirigersi verso ovest con l'ala destra su Framay e con la sinistra su Attart, a nord di Arlon ; 5) V• armata (principe ereditario): posto comando a Saarbriicken; cinque corpi d'armata, una divisione di fanteria, due divisioni di cavalleria e cinque brigate di truppe territoriali, per un total~ di 200.000 uomini, con il compito di procedere con l'ala sinistra su Thionvillc e la destra su Forenville; 6) VI• armata (principe Rupprecht di Baviera): posto comando a St. Avold; cinque corpi d'armata, tre divisioni di cavalleria e quattro divisioni di Ersatz, per un totale di 220.000 uomini , con il compito di avanzare verso la Mosella, attaccare i francesi e fissarli ; 7) VII" armata (von Herringen): posto comando a Strasburgo , tre corpi d'armata, una divisione di fanteria, due divisioni di Ersatz e quattro
(ll) « Jusqu'à la Marne en 1914 •. del generale Tappen (ed. francese). pag. 97.
LE ORIGINI DELLA t• GUERRA MONDIALE
195
brigate di truppe territoriali, per un totale di 125.000 uomini, con il compito di marciare verso il fiume Meurthe o di contrattaccare in Lorena. Era rimasta l'ombra del piano detto Schlieffen; la sostanza era stata completamente alterata dai cambiamenti apportati nella composizione delle forze delle due aliquote, incentrate su Thionville-Metz. La vecchia soluzione assegnava 59 divisioni all'ala destra e 9 a quella sinistra. Nel nuovo piano si prevedeva di schierare 55 divisioni a nord e 23 divisioni a sud. Nel piano Schlieffen la proporzione era di 100 a 15, mentre in quello di Moltke era diventata di 100 a 42. Inoltre, dal momento che Schlieffen intendeva spostare due corpi d'armata dall'ala sinistra alla destra non appena le forze francesi fossero state intrappolate in Alsazia e Lorena , la proporzione di 100 a 15 si modificava in 100 a 9, in modo che l'ala sinistra potesse essere respinta verso est. Con le nuove decisioni, si realizzarono due ali offensive, di cui quella meridionale, invece di agevolare il movimento nemico verso est per poterlo poi accerchiare più facilmente con l'ala destra, lo spingeva in direzione opposta, con il risultato di sottrarlo alla manovra tendente a colpirlo alle spalle. Non era più nè Canne, nè Leuthen. Darle l'uno o l'altro nome significava far rivoltare nella tomba o Annibale o Federico. Mentre si approntava l'enorme falange germanica, forte nella forma ma debole nella struttura e mentre lontano, nella Prussia orientale, il generale von Prittwitz si preparava a fronteggiare con la sua ridotta schiera le orde russe, discordia e discussioni su problemi futili si verificavano a Parigi. ln maggio, il generale Messimy era stato nominato nuovamente ministro della guerra ed era, così si sostiene,« costantemente attaccato al telefono alla caccia di notizie o intento ad emanare ordini senza senso, per niente conscio dell'importanza e della portata del suo incarico » (33). « Il 31luglio, furono discussi solo i provvedimenti economici » ( 34 ). Il 2 agosto, fu decisa la mobilitazione e il 3 Joffre convocò a rapporto i suoi comandanti d'armata. Riservato come al solito, delineò vagamente le « linee generali dello schema di manovra », che avrebbero « probabilmente attuato ». Era la combinazione di due attacchi, uno portato in Lorena e l'altro a nord dell'allineamento Verdun-Toul (35). Il 4 stabilì il suo quartier generale a Vitry-le-François, mentre Moltke rimase a Berlino, da dove più tardi si spostò a Coblenza. II giorno in cui Joffre riunì i suoi comandanti d'armata, l'avanguardia del corpo di cavalleria del generale von der Marwitz superava la frontiera
e') "Britain at the War: A French lndictment"", del gen. Huguet (ed. inglese, 1928), pag. 31.
e•) ~The Memoirs of Marshal Joffrc··, Vol. I , pagg. 124-125.
(l>) Ibid., Vol. l, pag. 135. È estremamente difficile scoprire che cosa accadde. Durante !"inchiesta Briey Joffre disse di non aver mai riunito i suoi generali, dal momento che sapevano rutti esattamente cosa fare. Durante la guerra accadono simili contraddizioni.
196
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
belga a Gemmenich e, il 5 agosto, fu avanzata la richiesta di resa a Liegi , che fu respinta dal generale Leman. Il giorno successivo , l'attacco tedesco fallì. Ludendorff, generale commissario della II• armata, assunse il comando dell'azione e il 7 i suoi uomini s'infiltrarono tra i forti e penetrarono in città. D 12 agosto furono portati in avanti alcuni obici da 420 mm. che polverizzarono i forti e consentirono ai tedeschi di impadronirsi di Liegi il giorno 16. Nel frattempo, un distaccamento della I• armata era e ntrato in Mulhausen e il7 agosto, individuati cinque corpi d'armata sul fronte belga (36), Lanrézac informò Joffre della possibilità che i tedeschi operassero lungo la riva sinistra della Mosa e si sentì rispondere: « Meglio così » (37). Ancora convinto che il grosso delle forze tedesche fosse nell'area Thionville-Metz, 1'8 agosto Joffre ordinò alla Ja e alla Il' armata di prepararsi ad attaccare ( 38 ). Ciò significava che un terzo delle sue forze doveva penetrare io Lorena. L'attacco fu sferrato il 14 agosto, quando, in ossequio al piano, la VI• armata del principe Rupprecht si ritirò. Nel frattempo Lanrézac continuava ad avvertire lo stato maggiore del fatto che il grosso delle forze tedesche era in Belgio, senza sortire nessun effetto, fino al 15 agosto, quando Joffre ammise- fu la prima volta- che « tale ipotesi cominciò a prendere consistenza» (39). Fu talmente assillato dall'idea che, entro il 17, costituì la nuova armata della Lorena al comando del generale Maunory, aJ quale affidò il compito di proteggere il fianco sinistro della II• armata « da forze che avrebbero potuto debordare dal campo trincerato di Metz » ( 40). Il fianco destro della II" armata era già protetto dall'armata d'Alsazia del generale Pau, che era stata costituita il 9 agosto. Anche se Joffre non se n'era ben reso conto, la situazione delle sue I• e li• armata era critica e sarebbe diventata peggiore se Rupprecht avesse continuato a ritirarsi. Al contrario, sollecitato dal suo ambizioso capo di stato maggiore, colonnello von Dellmensingen - il comandante di fatto della VI• armata- ottenne il permesso di schierare anche le sei divisioni Ersatz e con la VII• armata, che e ra già stata messa ai suoi ordini, contrat-
( 36) Vds. "La preparation de la guerre et la conduite des operations~ del maresciallo Joffre (1920) , pag. 32, e "The Memoirs of Marshal Joffre", Vol. l, pag. 141. ('') " Histoire iUustrée de la guerre de 1914 •, di Gabriel Hanotaux (1920-1927), Vol. VIli , pag.
246. ( 38) Vds . «La prtparation de la guerre, etc. " pag. 68, e • La conduite de la guerre jusqu à la ba· taille de la Mame "· del ten. col. Grouard , pag. 5. ('") ~The Memoirs of Marshal Joffre~, Vol. l. pag. 159. Sembrerebbe che tale • ipotesi abbia pre· so forma il 17 e non ill5, perchè un comunicato ufficiale del16 affermava: • l'attacco improvviso attra· verso il Belgio era miseramente fallito •· (Yds. Percin, pag. 117). ("') Tbid .. Vol. l. pag. 166.
LE ORIGIN I OEu.A 1• GU ERRA MONDIALE
197
taccò i francesi il 20 agosto; spinse così la Ja e la II• armata francese fuori della trappola nella quale si erano cacciate e le costrinse a ritirarsi fino al Grand Couronné di Nancy e al fiume Meurthe . Il primo colpo era stato inferto al piano Schlieffen-Moltke e l' azione sbilanciò talmente il dispositivo germanico che Moltke abbandonò definitivamente l'idea che l' ala sinistra fosse un serbatoio per la destra ed adottò l'ipotesi del doppio avvolgimento. Così si verificò che , dal 25 agosto al 7 settembre, la VI" e la Vll• armata si frammentassero in mille rivoli in una zona idonea alla difesa , proprio là dove Schlieffen aveva invano tentato di convincerli a non attaccare. Mentre Rupprecht e Dellmensingen eviravano il piano tedesco di guerra, Joffre « assassinava » i suoi generali. Poichè l'attacco era fallito , era necessario trovare dei responsabili da dare in pasto al generale Messimy. « Datemi una ghigliottina ed avrete in cambio la vittoria » (41) urlava e, il24 agosto, ricevette una Lettera da Messimy: « Rappresento che, come nel 1793, esistono ancora due soli tipi di punizione, la destituzione e la morte. Voi volete vincere: pe r conseguire tale traguardo , impiegate pure i metodi più rapidi , brutali , energici e decisivi » (42). Fortunatamente per la Francia , il 27 agosto Messimy fu destituito. Due giorni prima che Rupprecht sferrasse il suo attacco , le armate tedesche Ja, Il" e 111• iniziarono la loro avanzata attraverso il Belgio, costringendo le forze nemiche a ripiegare su Antwerp. A quel punto, fu inferto il secondo colpo al piano Schlieffen-Moltke: al generale von Kluck fu ordinato di destinare il III corpo d'armata in riserva nell' area di Antwerp; fu depauperato così di circa 35.000 uomini. Quando poi fu raggiunta Namur , il piano ricevette il terzo colpo : la Il" armata ricevette l'ordine di distaccarvi il corpo d'armata deUa Guardia e la III• armata di inviare l'XI corpo d'armata e la 7• divisione del VII corpo d'armata in riserva. li 21 agosto la IP armata prese contatto con la V• armata francese e Kluck, passato agli ordini di Billow, ricevette disposizioni di muovere verso sud-ovest e non più verso occidente. Venne così inferto il quarto colpo al piano: se si fosse continuato come previsto, l'armata, invece di scontrarsi frontalmente con il corpo di spedizione inglese a Mons, lo avrebbe aggirato e molto verosimilmente lo avrebbe sopraffatto. Il 22 agosto, fu raggiunto il fiume Sambre. Due giorni prima che ciò si verificasse, Joffre affermò: « la manovra tedesca mi è perfettamente chiara» (43). Era proprio così? Da quello che
(") • Mes Souvenirs • , di Messimy. pag. 350. ('l) • The Memoirs of Marshal Joffre-, Vol. l, pag. 184 ( 43) [bid .. Vol . l, pag. 170.
198
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
fece, sembrerebbe che avesse soltanto una vaga idea del rullo compressore tedesco, che si muoveva attraverso il Belgio. Invece di cercare di schiacciare l'ala destra germanica, lanciò la III• e la IV• armata attraverso il difficilissimo terreno delle Ardenne per tentare di isolarla dalla sua base di alimentazione ed ordinò alla v• armata di contrastare, insieme con il corpo di spedizione inglese, le cui ultime unità stavano ancora sbarcando, l'avanzata. Arlan e Neufchateau furono gli obiettivi iniziali dati alla IIJa e IV• armata, la cui avanzata portò allo scontro frontale con la IV• e la V• armata tedesca. Seguì la battaglia delle Ardenne o, come la chiamano i tedeschi, di Longwey e Neufchateau, nella quale la IV• armata francese fu respinta con gravi perdite e, il 24 agosto, la lll• fu costretta a ritirarsi dietro la Mosa. Come s'era già verificato con l'offensiva in Lorena, anche quest'attacco fu un completo disastro. Nel frattempo la V• armata francese agli ordini di Lanrézac si era portata sul Sambre. Il 27 agosto si scontrò frontalmente con la II• armata di Biilow e fu attaccata sul fianco destro dalla III• armata. Ne scaturi la battaglia di Charleroi- per i tedeschi di Namur- nella quale Lanrézac fu costretto a ripiegare e sir John French a ritirarsi su Mons dove, una volta isolato dal resto delle forze, fu attaccato dalla I• armata di Kluck e costretto a portarsi più indietro. Quel giorno la situazione generale vedeva l'intera ala sinistra francese in ripiegamento e tutta l'ala sinistra tedesca frammentata sulla bassa Mosella, tra Toul, Nancy e St. Die. Per comprendere gli avvenimenti che seguirono sul fronte occidentale è necessario esaminare gli eventi del fronte orientale. TI piano russo prevedeva di arrestare i tedeschi con la Ja armata, mentre III•, rva, v• ed VIII', con la lP armata in riserva nell'area di Varsavia, avrebbero effettuato una vigorosa offensiva contro gli austriaci e la IX• rimaneva a Pietrogrado per respingere una eventuale invasione tedesca. Immediatamente dopo la mobilitazione, questo piano fu modificato per poter aiutare la Francia: la n• armata fu destinata ad operare contro la Prussia insieme con la I• e la IX• ne prese il posto come riserva. In tal modo furono costituiti due gruppi di armate; quello nord-occidentale agli ordini del generale Jilinski, che comprendeva la l" armata di Ronnenkampf e la JJ• di Samsonov e quello sud-occidentale, comandato da Ivanov , che inglobava le armate III" , IV•, V• ed VIII". Comandante in capo era il granduca Nicholaj Nikolaievich. La I• e la II• armata furono schierate, rispettivamente, nel distretto di Vilna e sul Nare w. La l" era costituita dai corpi d'armata III , IV e XX, sostenuti da cinque divisioni di cavalleria, mentre la n•era articolata nei corpi d'armata II , TV , XIII, XV, XXIII e su tre divisioni di cavalleria. Sebbene queste due armate sotto il profilo quantitativo - la Ja aveva 200.000 uomini e la II• ne inquadrava 250.000 - fossero enormemente superiori all'VIU• armata tedesca schierata nella Prussia Orientale, qualitativamente,
LE ORIGINI DEu.A 1• GUERRA MONDIALE
199
come organizzazione di comando e preparazione di comandi, non potevano reggere assolutamente il confronto. Inoltre, il sistema ferroviario tedesco era, senza possibilità di paragone, superiore a quello russo. Sebbene fossero stati conseguiti miglioramenti dalla fine della guerra con i giapponesi, l'esercito russo era rimasto quello di sempre, un ragazzo con un cuore enorme che non aveva idee e si sorprendeva di ogni cosa. I generali erano incapaci e, ciò che era peggio, non vedevano l'ora di scendere in battaglia. Gli stati maggiori erano grottescamente inefficienti ed un'idea del loro valore si può avere rifacendosi a quello della IJa,che « aveva una bussola, ma non disponeva di carte topografiche ». Il generale Knox, ufficiale di collegamento britannico con la suddetta armata, scrive che in un'occasione« viaggiava con me un giovane eccentrico, figlio di un produttore di cioccolata di Varsavia, il quale faceva parte dello stato maggiore solo perchè potesse disegnare delle caricature » (44 ). Il piano originale Schlieffen era stato approvato nel1905 , quando la Russia era molto debole, e si basava sul particolare andamento della Vistola che descrive , nel suo corso, una immensa « S », con al centro Varsavia, con Danzica alla sua estremità settentrionale , con Cracovia al sud e con le fortezze di Thorn (a nord) e di Sandomir (sud) in corrispondenza delle curvature della « S ». Schlieffen elaborò il piano su tale intelaiatura e, poichè supponeva che il grosso delle forze russe si concentrasse tra Varsavia e Sandomir, decise di operare con uno schieramento di forze molto debole al centro e con due poderose ali: c gli austro-ungarici, a sud, avrebbero attaccato in direzione di Lublino e i tedeschi, a nord, avrebbero agito verso Pultusk . Sicuro che lo schieramento russo avrebbe richiesto dalle sei alle sette settimane, ritenne che sarebbe stato in grado di far fronte alla situazione con l'armata del nord fino a quando, travolta la Francia e con un rapido trasferimento di forze dal fronte occidentale, avrebbe potuto sferrare un'operazione tipo Canne. Nel 1913, la situazione era cambiata. I russi si erano ripresi dalle sconfitte della guerra del 1904-1905 ed avevano migliorato il sistema ferroviario occidentale. Moltke giustamente valutò che la loro mobilitazione avrebbe richiesto meno tempo e decise che sarebbe stato necessario destinarvi un'intera armata e precisamente l'VIII", neJJa quale fece confluire le seguenti unità: I corpo d'armata (generale von François), XVII corpo d'armata (generale von Makensen) , XX corpo d'armata (generale von Scholtz) , I corpo d'armata della riserva (generale Below), 3• divisione della riserva (generale von Morgen), l" divisione di cavalleria (generale Brecht) e tre brigate della territoriale, nonchè tutte le truppe deJJe fortez-
(") ""With the Russian Army, 1914-1917"". del generale sir Alfrcd Knox (1921.). Vol. l, pagg . 78 e
200
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ze della Prussia orientale. Il comando del1' annata fu affidato al generale von Prittwitz, che , in caso di attacco condotto da soverchianti forze russe, aveva ricevuto la direttiva di ritirarsi sulla riva sinistra della Vistola (45). Non appena fu dichiarata la guerra il generale Conrad, capo di stato maggiore generale delle forze armate austro-ungariche, lanciò un'offensiva contro Lublino e fu respinto fino a Lemberg. Von Prittwitz aveva schierato i suoi 160.000 uomini, (senza contare la Landsturm) come segue: l) presidiava il fronte da Angerburg al Baltico , sul fiume Angerapp e a sud del Pregel, con il I corpo d'armata della riserva e i corpi d'armata I e XVII ed aveva destinato la guarnigione di Kòningsberg all'area a nord del Pregel, lungo il Dcime; 2) aveva schierato il XX corpo d'armata da Johannisburg a Thorn, con base a Deutsch-Eylau , con il compito di proteggere la ferrovia con la quale giungevano i rifornimenti dell'armata. Lo schieramento era rinforzato dai presidi di Thorn e Graudenz. Il generale von Prittwiz aveva già ultimato il dispositivo, quando R ennenkampf, secondo la radicata tradizione russa e senza attendere che fosse completata la mobilitazione delle unità arretrate dei servizi, attraversò la frontiera il17 agosto, respinse a Stallupònen le unità avanzanti tedesche e sconfisse l'ala sini~tra dell'VIII• armata a Gumbinnen. A questo punto il sistema di alimentazione s'interruppe e lo scartame nto dei binari ferroviari cambiò , restringendosi (46). Quattro giorni più tardi, Samsonov penetrava nella Prussia orientale occupando il 22 agosto Willenberg e, il 23, Ortelsburg e Neidenburg. La sua avanzata fu ancora più caotica. Eccone una descrizione tedesca: « Interi corpi d'armata avanzavano da Byelostok senza pane e farina ed erano costretti ad attingere alle razioni di riserva. Ancor prima di giungere al Narew, l'ordine delle truppe in marcia era pessimo e dal fiume fino aUa frontiera prussiana le colonne furono costrette a marciare nella sabbia. I nervi erano così scossi che le truppe sparavano ad ogni velivolo e talvolta anche ai propri automezzi. Il comando d'armata era completamente all'oscuro dei movimenti nemici ; i comandanti dei corpi d'armata venivano messi a conoscenza soltanto delle azioni immediate che sarebbero state condotte dalle unità vicine; non era stato loro comunicato nulla, ad esempio, del compito dell' armata di Rennenkampf » (4 7). Non c'era coordinam ento tra le unità della II• armata e tra questa e la l". Il II corpo d'armata, che aveva avuto l'o rdine di muovere tra la I• e la Il" armata, non riuscì a stabilire il contatto con nessuna delle due. È stato
(.,) Vds. kThe War of Lost Opponunities", del generale von Hoffmann (edizione inglese, 1924), pag. 12. (<6) Vds. "Memoirs and lmpressions ofthe War and Revolution in Russia. 1914-1917'', del generale Basi! Gourko (1918), pagg. 31 , 62. ('1) Tratto da " With the Russian Army" di Knox, Vol. I. pag. 84.
LE ORJGIN[ DELLA l" GUERRA MONDIALE
VIU" ARMATA
POLANb
N
-
T!DEICII/
c::::::l FRIINiFJI
Fig. 13: Battaglia di Tannenberg, 26-31 agosto 1914
201
202
LE BA TIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ventilato che questo stato di cose era dovuto al disprezzo che Samsonov nutriva per Rennenkampf, anche se sembra che una ragione migliore potrebbe essere individuata nell'inefficienza della cavalleria russa ed in particolare dei cosacchi, che erano poco più che briganti. L'insuccesso delJ'VIII• armata a Gumbinnen, per quanto non fosse che un incidente tattico, portò alle più stupefacenti conclusioni strategiche. In primo luogo Rennenkampf, che aveva subito delle grosse perdite , si fermò a considerare se ritirarsi o meno. Per dimostrare quanto possa essere strana la mentalità russa, si riporta un passo del generale Knox, relativo ad una situazione di cui era stato testimone: « B ..... chiese al generale se poteva andare a letto ed ottenne il permesso a condizioni che non si spogliasse. Era sdraiato da un'ora quando fu svegliato da Rennenkampf, che gli comunicò che ormai poteva svestirsi, visto che i tedeschi avevano cominciato a ritirarsi » ( 48). Come Knox sottolinea, quello era il momento di esercitare ogni sforzo per tener dietro ai tedeschi in ripiegamento e certamente non quello di spogliarsi. In secondo luogo Samsonov, convinto che I'VTII• armata fosse stata travolta , ordinò di avanzare con precauzione, perse il contatto con Rennenkarnpf e si diresse verso Deutsch-Eylan per isolare Prittwitz dalla sua base operativa. In terzo luogo Prittwitz, venuto a conoscenza dell'avanzata nemica, cadde nel panico ed ordinò la ritirata sulla Vistola. Su suggerimento dei gc nerali Griinert e Hoffmann, abrogò poi, fortunatamente per la Germania, l'ordine, poichè la II• armata russa era più vicina al fiume di quanto non lo fosse quella germanica. Decise quindi di attaccare l' ala sinistra di Samsonov e, la sera del 20 agosto, emanò il seguente ordine: il XX corpo d'armata doveva scontrarsi con Hohenstein ; il II corpo d'armata e la 3• divisione deiJa riserva doveva spostarsi per ferrovia sulla destra del XX; la guarnigione di Konigsberg doveva tenere le posizioni Pregei-Deime e il I corpo d'armata della riserva, insieme con il XVII corpo d 'armata , doveva ritirarsi verso ovest. Stranamente gli avvenimenti di Gurnbinnen ed il nervosismo di Prittwitz diedero un corso agli eventi che ebbero ripercussione sull'intera campagna, non solo ad est, ma anche ad ovest. Quando la notizia di Gumbinnen e la copia dell'ordine di ritirata sulla Vistola che, sebbene prevista dal piano, «avrebbe portato- come sostiene Ludendorff- alla completa rovina » ( 49), furono ricevute a Coblenza, vennero decisi due cambiamenti: l) trovare un nuovo comandante per I'VIIP armata; 2) inviare rinforzi
(") Ibid. Vol. I, pag. 88. (49) " My War Memoriesn, del generale Ludendorff (edizione inglese. 1920), Vol. l, pag. 45.
LE ORIGIN l DELLA t• GUERRA MONDIALE
203
ad est (argomento trattato più avanti). Fu inviato un telegramma al generale Paul von Hindenburg, un vecchio soldato nato nel 1847 ed un veterano delle guerre del1866 e de l1870-1871, in pensione ad Hanover, proponendogli di sostituire Prittwitz. La sua risposta fu: « Sono pronto» ( 50). Lo stesso giorno (22 agosto) fu inviata una lettera al generale Ludendorff, con la quale lo si nominava capo di stato maggiore di Hindenburg. Ludendorff si trovava tra Wavre e Namur e, quando fu raggiunto dalla notizia del nuovo incarico, si infilò in una macchina e si precipitò a Coblenza. Si presentò a Moltke, che gli spiegò la situazione orientale nei particolari , indi- a sua richiesta - furono spedite a Prittwitz le seguenti direttive: « Il I corpo d'armata della riserva, il XVII corpo d'armata e le riserve della guarnigione di Konigsberg si arrestino immediatamente. D I corpo d'armata non si sposti a Gosslershausen, ma nei pressi delle posizioni occupate dal generale Scholtz , nella zona ad est di D eutsch-Eylan. Tutte le unità disponibili delle guarnigioni di Thorn , Kulm , Graudenz e Marienburg si spostino a Strasburg e Lautenberg ..... In tal modo nella parte sud-occidentale della P russia orientale si crea una forza consistente che può intraprendere un'azione offensiva, mentre le unità a nord possono continuare il ripiegamento verso sud-ovest o essere spostate direttamente a sud per concorrere all'azione contro la Il" armata russa sul Narew » ( 51). Senza che Ludendorff lo sapesse, provvedimenti quasi indentici erano già in atto, su suggerimento di Griinert e Hoffmann . Una volta emanati gli ordini Ludendorff si affrettò verso Hannover, dove incontrò Hindenburg, insieme col quale si recò a Marienburg, che raggiunsero nel pomeriggio del 23 agosto. Lì appresero che la situazione era cambiata, che la decisione di ritirarsi dietro la Vistola era stata abbandonata (52), che le unità di Rennenkampf non avevano ripreso l'azione, che la 37• divisione schierata sulla sinistra del XX corpo d'armata era stata sottoposta ad un attacco veemente ed era in ritirata , che era stato intercettato l'ordine di inseguimento emanato in chiaro da Samsonov e che , cosa molto più importante, il piano d'operazioni di Jilinski era stato trovato addosso ad un ufficiale russo catturato. D a esso si desumeva che l'armata di Rennenkampf doveva aggirare da nord i laghi Masuri ed avanzare contro le posizioni dell'allineamento lnsterburg-Angerburg, per attaccare le forze tedesche presumibilmente schierate dietro l'Angerapp, mentre l'armata Narew attraversava la linea Lòtzen-Prtelsburg per cadere sul fianco dei tedeschi (53) . Nel frattempo , Samsonov si spostava lentamente verso ovest su una
("') ··out of my Life~ . del maresciallo voo Hindenburg ( ediz. inglese 1920). pag. 81. (j') "Out of my Lifc~ di Hindenburg. pagg. 87-88.
(") "My War Memories" di Ludendorff. Vol. I, pag. 47. (") "Out of my Life", pag. 87.
204
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
fronte di 60 miglia, con un dispositivo che prevedeva, da sinistra: I , XXIII, XV , XIII e VI corpo d'armata . Il li era stato sostituito con il I e trasferito alla I• armata. Questo provvedimento aveva aumentato l'intervallo tra le due armate, che assunse dimensioni maggiori quando Samsonov, per agevolare i rifornimenti, ordinò all'ala sinistra di convergere sulla ferrovia Nowo Georgiewsk-Mlawa-Soldau . L'occhio acuto di Ludendorff notò immediatamente la frattura e decise di sfruttarla a suo vantaggio, lasciando un leggero velo di forze di fronte a Rennenkampf e concentrando tutte le unità possibili contro Samsonov . Scrive: « Gradualmente, durante il periodo dal 24 al 26 agosto, il piano d'azione prese forma in tutti i suoi dettagli. 11 grande problema era se sarebbe stato realmente possibile ritirare ili corpo d'armata della riserva ed il XVII corpo d'armata dalle loro posizioni (contro Rennenkampf) e riunirli alle altre unità dell'VIlla armata per sferrare un colpo massiccio contro l'armata Narew. Dipendeva dallo stesso Rennenkampf, perchè , se avesse saputo come sfruttare il successo di Gumbinnen e fosse avanzato celermente, il mio piano sarebbe saltato .. ... Scoprimmo , pian piano, che Renneokampf avanzava lentamente. I due corpi d'armata potevano essere gradualmente spostati ...... in direzione sud verso Bischofsburg-Neidenburg. Inoltre, il XVII corpo d'armata, sotto la protezione della 18 divisione di cavalleria e del I corpo d'armata della riserva , fu spostato a sud attraverso Schippenbeil verso Bischofstein. Non appena scivolò a tergo del I corpo d'armata delle riserva e, il26 agosto, si mosse da Bischofstein verso Bischofsburg, il I corpo d'armata si mise in movimento a sua volta, a sud di Schippenbeil , diretto a Seeburg. Solo la 1• divisione di cavalleria rimase a fronteggiare Rennenkampf nelle vicinanze e a sud di Schippenbeil. Di questa divisione , il 26, anche la P brigata ricevette l'ordine di sganciarsi e di portarsi , passando per Rosse!, a Sensburg. Di conseguenza, a partire dal 27 agosto, soltanto due brigate di cavalleria, schierate tra il lago Maur ed il fiume Pregel, fronteggiavano 24 fortissime divisioni di fanteria ed alcune di cavalleria di Reennenkampf. 1 due corpi d'armata stavano avanzando alle spalle dell'armata di Narew da Neidenburg ad Allestein. In questo modo esponevano le loro retrovie, per niente protette, all'armata di Rennenkampf, che si trovava a soli due o tre giorni di marcia. Quando cominciò la battaglia dell'alba del 27 .... le formidabili truppe di Rennenkampf incombevano come minacciose nubi di tempesta a nord-est » (S4). Era un piano di suprema audacia e buona impostazione, che diede luogo non solo alla più brillante battaglia di tutta la guerra , ma si rivelò
("') ~My Wv Memoriesn, Vol. l. pagg. 47-49.
LE ORIGI l DELLA 1• GUERRA MONDIALE
205
uno dei più decisivi sotto il profilo tattico. « Un generale- scrive Ludendorff- ha gravi responsabilità e necessita di nervi d'acciaio. I civili sono ancora troppo propensi a credere che la guerra sia soltanto la sol uzione di un problema aritmetico. È tutto fuorchè questo. Da ambedue le parti si traduce in uno scontro di forze fisiche e psicologiche, in cui l'inferiorità numerica rende tutto più difficile. Significa lavorare con uomini con diverso grado di forza di carattere e con le loro vedute. La sola qualità nota e costante è la volontà del comandante » (55). Sono parole sacrosante che racchiudevano la grande verità per cui l'azione di comando, nella sua forma più completa, è una combinazione di volontà e di intelligenza e non una semplice faccenda di calcoli. La battaglia, che fu combattuta il 26 agosto, può essere suddivisa in due azioni. Mentre metà del XX corpo d'armata, sostenuta dalle truppe territoriali del generale von der Goltz, si opponeva al centro al grosso delle forze di Samsonov, il I corpo d'armata e l'altra metà del XX attaccavano l'ala sinistra russa a Usdau e costringevano il I corpo d'armata russo aripiegare; contemporaneamente, da nord, il I corpo d 'armata della riserva, con il XVIl sulla sua sinistra, si scagliava contro il VI corpo d'armata russo e costringeva una delle divisioni al ripiegamento verso Bischofsburg. Erano così state aperte le vie sui fianchi per attaccare il centro di Samsonov costituito dai corpi d'armata XI11 , XV e XXIII. Mentre si effettuavano i movimenti concentrici, Samsonov si interessava dell'avanzata del XV corpo d'armata, sebbene« non avesse notizia di tutte le altre unità sotto il suo comando » (56). Era preoccupato, perchè non aveva ancora ricevuto una sola lettera da sua moglie (57) e, quando venne a conoscenza dell'attacco portato contro il suo I corpo d'armata, si allacciò la sciabola e uscì per vedere cosa stava succedendo. Il giorno successivo, mentre Rennenkampf continuava a muovere lentamente verso Konigsberg, l'attacco continuò. Sul fianco sinistro di Samsonov si creò una grande confusione, per cui le truppe a Niedenburg fu rono prese dal panico, mentre al centro molti uomini del XIII corpo d'armata, quando raggiunsero Allenstein , ebbero l'impressione di essere entrati a Berlino (58). Quella sera, sul fianco sinistro germanico, il I corpo d'armata della riserva occupò Wartenburg, circa 8 miglia a nord-est di AJlenstein. li XVII corpo d'armata, suJJa sua sinistra, si avvicinò a Bischofsburg ed il XX, al centro, molto esausto, si attestò sul terreno, mentre sulla sua destra il I corpo d'armata , ancora nelle vicinanze di Usdau, si pre-
('') lbid., pag. 53. (") "Memories and lmpressions, etc.~. di Gourko, pag. 64. (") "Witb the Russian Anny, 1914-1917", Vol. I, pag. 68. ('') 1bid .. Vol. I, pag. 84.
206
LE BATIAGLIE DECISIV E DEL MONDO OCCIDENTALE
parava ad avanzare su Niedenburg. Il centro del dispositivo di Samsonov si spostò lentamente in avanti tra Allenstein e Gilgenburg. Gli ordini di Ludendorff per il 28 agosto furono i seguenti: il I corpo d'armata doveva occupare Neidenburg; il I della riserva ed il XVII dovevano abbandonare l'inseguimento del VI corpo d'armata russo e dirigersi verso sud-ovest in direzione di Passenheim contro il fianco destro del XIII corpo d'armata russo , mentre il XX avrebbe assunto l'offensiva e le truppe territoriali di Goltz avrebbero attaccato Hohenstein. La sua idea prevedeva che mentre il centro tedesco attaccava, le due ali avrebbero accerchiato i russi, dirigendo su Willenburg. Nonostante le cose si mettessero male per i tedeschi il mattino del 28, nel pomeriggio Hohenstein fu occupata e, poco più tardi , il I corpo d'armata della riserva raggiunse la zona a sud di AJlenstein , mentre il I corpo d'armata si opponeva efficacemente al fianco sinistro dello schieramento centrale russo a nord di Neidenburg. Il giorno seguente, il I corpo d'armata russo provocò una situazione di crisi sulla destra dello schieramento tedesco quando sferrò alle spalle del Io corpo d'armata un attacco, che fu respinto quando il doppio avvolgimento si serrò contro l'ormai condannato centro di Samsonov. La fine era vicina. Il 30 agosto il centro russo fu circondato ed il 31 - « il giorno del raccolto » come lo definisce Hindenburg- fu spedito il seguente dispaccio al Kaiser: « Mi permetto umilmente di comunicare a sua maestà che il cerchio intorno al grosso delle forze russe fu chiuso ieri. l corpi d'armata XIII , XV, e XVIII (XXIll) sono stati annientati. Abbiamo già preso più di 60.000 prigionieri, tra i quali i comandanti del XIII e XV corpo d'armata. Le artiglierie sono ancora nelle foreste e si sta procedendo al loro recupero. Il bottino è immenso, anche se non posso fornire dati di dettaglio. I corpi d'armata non accerchiati- il l ed il VI- hanno subito gravi perdite e si stanno ritirando, in rotta , attraverso Mlawa e Myszaniec » (59). Mentre dai bivacchi tedeschi sparsi nella foresta si levavano i canti di vittoria della battaglia di Leuthen , Samsonov, accompagnato da cinque ufficiali del suo stato maggiore, si affrettava a piedi nel buio verso la frontiera russa. Alla fine , esausto, cominciò a rimanere indietro ed alla fine scomparve. Quale sia stata la sua fine non è noto, ma si ritiene che si sia suicidato (60). Così ebbe fine questa grande battaglia, che Ludendorff chiamò la battaglia di Tannenberg, dal nome del villaggio situato a nord di Usdau , come risposta alla vittoria ivi riportata dai polacchi e dai lituani sui cavalieri teutonici nel 1410.
(~ "Out or my Life", pag. 99. (60) Un drammatico resoconto delle sue ultime ore viene fornito dal generale Gourko, vds. "Mc· morics and lmpressions, etc.", pag. 65-67.
LE ORIGINl DEUA l" GUERRA MONDIALE
207
La battaglia non ebbe un'influenza decisiva sulla guerra ma, se fosse stata persa, ne avrebbe completamente cambiato il corso. Tuttavia per come si verificò, le sue conseguenze sul fronte occidentale furono considerevoli. In quel teatro, di tutti i giorni di guerra, probabilmente il più fatale per francesi e tedeschi fu il 25 agosto, quando il comandante in capo francese prese una decisione memorabile e quello tedesco fu costretto a prenderne una equivalente spinto da un suo subordinato, il colonnello Tappen, capo ufficio operazioni a Coblenza. Tappen riteneva che in occidente fosse già stata riportata una grande, decisiva vittoria (61 ) e, in apprensione per quanto avveniva nella Prussia orientale, s'era convinto che fosse necessario inviarvi immediatamente rinforzi. Questo suggerimento combaciava con l'intenzione· originale di Moltke di ritirare, non appena possibile, sei corpi d'armata dal fronte occidentale ed inviarli in Prussia Orientale. Essi dovevano essere presi due dall'ala sinistra, due dal centro e due dalla destra. Sollecitato da Tappen , che riteneva giunto il momento opportuno, Moltke rappresentò la sua idea a Rupprecht ed al principe ereditario, i quali protestarono così vigorosamente contro la proposta che decise di prenderoe soltanto uno dalla naarmata ed un'altro dalla Ili". Tappen telefonò, allora , a Ludendorff informandolo che tre (si c.!) corpi d'armata ed una divisione di cavalleria avevano ricevuto l'ordine di trasferirsi al fronte orientale. Ludendorff rispose che non erano necessari ; Tappen rispose « che quelle unità potevano essere sottratte ». n giorno successivo telefonò di nuovo e spiegò « che soltanto l'XI corpo d'armata ed uno della guardia della riserva (ambedue impegnati nell'esercito di Namur), noncbè 1'8• divisione di fanteria sarebbero partite, mentre il V corpo d'armata ..... rimaneva in occidente ...... ». Ancora una volta il generale Ludendorff replicò « che sarebbero arrivati troppo tardi per la battaglia in corso » e che pertanto non erano necessari (62). Parrebbe che questa conversazione non sia mai venuta a conoscenza
(6 1) • Jusqu'à la Marne en 1914 "• del generale Tappen , pag. 112 (Vds. anche • Documents Allemands sur la bataillc de la Marne "· 1930). (62) "Tbc War of Lost Opportunities", di Hoffmann, pagg . .34-35. Il generale Hoffmann dice che la prima di queste chiamate ebbe luogo • In uno degli ultimi giorni della battaglia di Tannenberg " (Vol. l , pag. 58), il che è probabilmente esatto. Inoltre, afferma: « La decisione di indebolire le forze sul Fronte Occidentale era prematura .... ma fu panicolarmente fatale il fatto che i rinforzi destinati al Fronte Orientale fossero tratti dall'ala destra , che stava corobanendo lo scontro decisivo •, (Vol . l, pagg. 5859). E ancora: • Se Moltke non avesse mandato il Corpo di Riserva della Guardia e l'Xl Corpo .. .. tutto sarebbe andato bene. Se proprio voleva mandare qualcosa, avrebbe dovuto prendere i Corpi dall'ala sinistra" · (vds . "Army Quarterly", Vol. 111 , pag. 50). Il generale von Kluck dice le stesse cose (vds. " The March on Paris''. cdiz. inglese 1920, pag. 77).
208
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDE NTALE
di Moltke. Comunque il risultato fu che la Il" armata ricevette l'ordine di ritirare il corpo d'armata di riserva della Guardia e la III" armata di dare l'Xl corpo d'armata e l'Sa divisione di cavalleria. Ci sono pochi dubbi sul fatto che queste armate fossero prescelte perchè i loro comandanti non erano principi reali, anche perchè avevano già ceduto altre unità: illll corpo d' armata ed il IX della riserva per Antwerp ed il VII per Maubeuge , nonchè minori distaccamenti per Bruxelles e Givet. In tutto l'ala destra era stata ridotta da 34 a 25 divisioni, il che significa, contando le perdite, di un terzo della forza iniziale. Mentre avveniva questa grave menomazione , peraltro non nota ai francesi , del piano Schlieffen-Moltke, il completo abbandono del Piano 17 e la serie di sconfitte subite dai francesi avevano gettato Parigi nel panico. Tuttavia, il 25 agosto, durante un consiglio dei ministri, il neo presidente Viviani, fece un lungo discorso sullo stato delle finanze e Doumergue sulle relazioni italo-albanesi. Nel bel mezzo di questo futile dibattito , Messimy saltò in piedi urlando: « Je me f..... dell' AJbanie. Il problema reale è che entro 10 giorni i tedeschi potrebbero presentarsi a Parigi! » (63). Fu pertanto deciso di costituire un'armata che proteggesse la capitale e di sostituire il generale Miche!, detestato da Messimy, col generale Gallieni che assumeva la carica di governatore di Parigi. Due giorni più tardi Messimy fu destituito ed al suo posto fu nominato ministro della guerra Millerand. Non è facile stabilire chi fu il primo a lanciare l'idea di costituire una forza di difesa della capitale. Gallieni sostiene di averlo suggerito verso le 15 del 25 agosto (64) , mentre Joffre afferma che l'ordine fu dato alle 7 dello stesso giorno (65). Con molte probabilità, l'ordine fu emanato prima che si riunisse il consiglio dei ministri , dal momento che esso non si riuniva mai così presto. L'ordine recita: « Se la vittoria non arride al nostro esercito e se sarà costretto a ritirarsi, un 'armata di almeno tre corpi d' armata di truppe in servizio attivo deve essere spostata nel campo trincerato di Parigi , per assicurarne la difesa » (66). Sembra che quest'ordine sia stato ricevuto alle 11.30 (67). Nel frattempo Joffre, secondo quanto si legge nelle sue « Memorie », pensò qualcosa di simile perchè nella sera del 25 agosto decise di creare una nuova armata da schierare a lato dei Britannici, in modo che potesse portarsi sul fianco destro dei tedeschi. Doveva essere costituita dal VII
( 63) • Mes Souvenirs ,., pag. 368-370. (") • M~moires du Général Galliéni "· (1926), pag. 21. ( 63) "The Memoirs of Marshal Joffre", Vol. l, pag. 193 ( 66) Dalla storiografia ufficiale francese « Les Armées Françaiscs dans la Grand Guerre» , tomo l, Vol. Il, annesso n. 372, pag. 263. ( 6') « 1914 Les erreurs du haut commandement " • di Percin. pag. 276.
LE ORIGINI DELLA 1• GUERRA MONDIALE
209
corpo d'armata e da una divisione tratti dall'Alsazia , da due divisioni prese dal campo trincerato di Parigi e da due divisioni dell'armata della Lorena. Inoltre sostiene che, alle 9, ricevette un ordine emanato alle 7 dal ministro della guerra e che« non c'era nessun reale legame tra l'idea di costituire un'armata di manovra nella regione di Amiens e quella di mandare tre corpi d'armata a difendere il campo trincerato di Parigi , qual'era invece il contenuto della decisione del ministro » ( 68). Qualunque cosa sia avvenuta, resta il fatto che quella sera emanò la « Istruzione generale n. 2 » (manca l'ora di diramazione), nella quale si legge:« Nella considerazione che è impossibile sviluppare l'offensiva che e ra stata pianificata, le operazioni future si riprometteranno di costituire sulla nostra sinistra una massa di manovra che consenta di riprendere l'offensiva. Sarà composta dalle armate britanniche IV• e v• e da nuove unità sottratte al fronte orientale, mentre le altre armate conte rranno il nemico per quanto sarà necessario ....... .. .. Un nuovo gruppo , comprese formazioni trasportate per ferrovia (il VII corpo d'armata, quattro divisioni e probabilmente un altro corpo d'armata di militari in servizio attivo) sarà costituito, tra il 27 agosto ed il 2 settembre, nella zona di Amiens tra D omarten-Ponthieu e Corbie o dietro la Somme tra Picquigny e Villers-Bretonneux. Questo gruppo si terrà pronto a riprendere l'offensiva in direzione di St. Pol-Arras o Arras-Bapaume » ( 69). Quest'armata, nota come VI•, fu creata il giorno successivo e fu posta agli ordini del generale Maunoury (7°) , proprio quando Kluck attaccò i britannici a Le Cateau, facendo loro abbandonare le posizioni, anche se non sfruttò il successo effettuando l'inseguimento. Joffre allora si rese conto che, se i due corpi d 'armata di John French fossero stati distrutti , la progettata manovra della VI• armata sarebbe diventata impossibile ed ordinò , conseguentemente, alla v • armata di Lanrézac, che il27 agosto era disclocata immediatamente a sud del fiume Oise, di allegerire la pressione sugli inglesi lanciando iJ contrattacco. Nel contempo Moltke, che si ostinava ciecamente a rimanere a Coblenza- 200 miglia dal vivo dell'azione - emanò, il 28, la seguente direttiva: « L'esercito francese sta combattendo per guadagnare tempo, e per facilitare l'offensiva russa. L'obiettivo dell'esercito germanico, pertanto, è di avanzare il più rapidamente possibile, di non consentire ai francesi di guadagnare tempo, di non con-
(Ile) ..The Memoirs ofMarshaJ Joffre .. , Vol. l , pagg. 190-193. L'autore delle • Memorie » di Joffre è spesso inattendibile. A pag. 146 fa dire a Joffre che i123 agosto egli si accorse che i tedeschi stavano
impiegando unità della riserva poi, il 25 agOSto, scrive: " Convinto com'ero che i tedeschi stessero impegnando. per le loro operazioni offensive, soltanto corpi d'armata in servizio attivo . ecc.... ("') • Les Armées Françaises, etc."· Tomo l. Vol. II, annesso 395, pagg. 278-280. Vds. anche il testo del Tomo l, Vol. 11, pagg. 116 e 58:0-581. ("') lbid ., annesso 619. pag. 421.
210
LE BATTAGLiE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
sentire loro di organizzare nuove unità e di impossessarsi di quante più armi e materiali possibili. La Ja armata proceda verso la bassa Senna, muovendo ad ovest deli'Oise. La Il" marci su Parigi. La III" su Chateau-Thierry. La IV• su Épemay. La V• su Verdun. La VI• e la VII" contengono l'avanzata del nemico nella Lorena e nell'Alsazia. Se l'avversario oppone una forte resistenza sull'Aisne e successivamente sulla Marna, potrebbe essere necessario correggere il movimento verso sud-ovest dirigendosi verso sud » (11). Veniva così riconfermato il piano Schlieffen-Moltke, anche se avvelenato da molti dubbi. Simultaneamente Kluck, quando si rese conto che l'ala sinistra francese si stava ritirando verso sud e sud-est , giunse alla conclusione che fossè di decisiva importanza individuare il suo fianco e spingerla lontano da Parigi. Propose a Biilow che la Il" e la l" armata cambiassero direzione spingendosi verso l'interno. Aveva appena avanzato questo suggerimento che arrivò la direttiva di Moltke del 27 agosto, nella quale si scoprì che detto movimento non era escluso (72). Tuttavia non fu apportato nessun cambiamento e, il 29, mentre la Ja armata veniva a contatto col distaccamento di territoriali del generale d' Amade sulla sua destra e contemporaneamente si apprendeva dell'arrivo del nemico ad Amiens e Moreuil , fu combattuta la battaglia di Guise-St. Quentin tra Biilow e Larézac. Non fu decisiva. I francesi scivolarono indietro senza essere inseguiti, mentre anche l'armata britannica continuava a retrocedere. Joffre s'incontrò con sir Joho French ma senza risultato (73) , perchè il generale Berthelot, capo di stato maggiore di Joffre « anche questa volta ..... non riuscì ad apprezzare la portata della minaccia nemica al fianco sinistro dei francesi » (74 ). Nemmeno Kluck capì completamente il pericolo che costituivano le unità francesi ad Amiens per il suo fianco destro. Era così convinto della vittoria che sembra non si sia degnato nemmeno di segnalarlo e che si fosse sempre più interstardito neiJ'idea di effettuare il movimento verso l' interno. Alle 9.30 del 30 agosto, fece i preparativi per metterlo in atto e alle 17.55 seppe da Biilow che aveva battuto i francesi, che questi erano in ritirata e che, il 31 agosto, la II• armata si sarebbe fermata a riposare. Alle 18.30, arrivò un altro messaggio da Biilow, che chiedeva la collaborazione della l" armata con queste parole: « Per ricavare i maggiori vantaggi possibili dalla vittoria, si richiede con urgenza un movimento verso l'interno, da parte della I• armata, incentrato su Chauny e diretto con-
71 ( ) Tratto da« Liaison, 1914 " • del generale di brigata E. L. Spears (1932), pagg. 533·534. Vds. anche "The Campaign of the Marne, 1914" di Sewe11 Tyng (1935), pagg. 371-374. (") "Tbe Marcb on Paris", di von Kluck , pagg. 75-76. ('3) Vds "Memoirs of Marshal Joffre", Vol. l, pagg. 213·214. (") "Britain at tbe War", di Houguet (1928). pag. 75
LE ORIGINI DELLA 1• GUERRA MONDIALE
211
tro la Linea La Fère-Laon ». Poichè ciò combaciava con la propria idea, ottemperò immediatamente ed informò il comando supremo:« La Ja armata ha modificato la direzione verso l' Oise ed avanzerà sul XXXI nei pressi di Campiègne e Noyon per sfruttare il successo della Il" armata >> (75). Moltke, spostatosi nel frattempo a Lussemburgo, condivise ed inviò il seguente messaggio: « La 111 3 armata sta convergendo a sud verso l'Aisne .. .. . e sfrutterà il successo in tale direzione. I movimenti iniziati dalla I• e Il" armata sono conformi agli intendimenti dell'alto comando » (76). Come sottolinea Biilow: « Quest'ordine era della massima importanza. Secondo ogni evidenza, esso ignorava che fin dal291e truppe nemiche si erano ritirate ad Amiens, Moreui l, Mo ntdidier e Roye e che forze consistenti avevano già attaccato l'ala destra della I• armata a Villers-Bretonneux , ad est di Amiens » ( 77 ). La colpa comunque resta di Kluck, che mai aveva dato notizie di questi attacchi, e di Moltke che , dislocato com'era 150 miglia a nord-est, avrebbe potuto benissimo starsene a Berlino. Mentre venivano effettuati questi importantissimi cambiamenti, che significavano la fine del piano Schlieffen-Moltke nella forma e nella sostanza, a Londra lord Kitchener, che era stato nominato segretario di stato per la guerra il6 agosto, si aJiarmò nell'apprendere l'intenzione di sir John French di ritirarsi a sud-ovest di Parigi, cosa che significava in pratica l' abbandono della campagna. Seguì una battaglia telegrafica che terminò quando Kitchener si precipitò in Francia. In quel momento, il 31 agosto, la conversione della I• armata tedesca fu individuata da un aereoplano britannico e la sua posizione fu confermata da un ordine caduto in mano alleata. Subito Joffre fu informato della novità. Fu il giorno seguente, 1° settembre, che segnò l'inizio di una serie di battaglie, passate alla storia come battaglie della Marna. Se è vero che, se non fosse stata costituita la VI• armata , non sarebbero state combattute, è ugualmente vero che, se Kluck non avesse effettuato il movimento verso ovest , le sue quattro divisioni - due del v n corpo d'armata più la 55• e la 56• - sarebbero state, con molte probabilità, eliminate facilmente. Quel giorno Joffre, ottenuto dal ministro della guerra di avere la capitale sotto il suo comando, o rdinò a Maunoury di ripiegare su Parigi , spostò il suo quartier generale a Bar-su-Aube ed emanò la « Istruzione generale n. 4 »,nella quale si legge: « Non appena la v• armata si sarà sottratta alla minaccia di accerchiamento portato al suo fianco sinistro, la III" , la
(" ) "The Marcb o n Paris", di von Kluck , pagg. 82-83. ('6) " Mon rapport sur la bataille dc la Marne • di von Biilow, (ediz. francese, 1920) pag. 51. (") lbid., pag. 51.
212
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
IV• e la V ripasseranno aU'offensiva .. .... Se le circostanze lo consentono, aliquote della l" e della Il" saranno chlamate, durante l'azione, a partecipare all'offensiva. Infine le truppe mobili del campo trincerato di Parigi potrebbero essere chiamate a prender parte all'azione generale » (18 ). Quest'ordine, per quanto vago, conteneva un ben preciso accenno ad un c~ntrattacco portato da Parigi e la sua ambiguità potrebbe essere in parte attribuita all'incertezza di Joffre sul comportamento degli inglesi , poichè sir John French era ancora in piena ritirata. Nel frattempo , nel campo tedesco, per quanto si sapesse che i francesi stavano facendo affluire, in tutta fretta, truppe a Parigi ( 79), Biilow ricevette da Moltke l'ordine di fa~ muovere la sua ala sinistra verso est in modo da sostenere la III" armata ( 80 ). Con ciò fu allontanato dalla I• armata. Il giorno seguente, 2 settembre, i britannici continuavano a retrocedere e Kluck sospendeva l'inseguimento e spostava il III ed il IX corpo d'armata verso Chàteau-Thierry per portare aiuto a Biilow ( 81 ) . Aveva appena attuato quanto sopra che ricevette il seguente ordine da Moltke: « È mio intendimento sospingere i francesi verso sud-ovest, lontano da Parigi. La l" armata si muoverà a scaglioni dietro la II• e sarà responsabile della protezione dei fianchi delle altre armate » ( 82). Kluck commenta nel suo libro: « Sembrava che il comando supremo , tuttavia, fosse fermamente convinto che non ci fosse bisogno di preoccuparsi della guarnigione di Parigi per operazioni condotte fuori della linea dei forti della capitale » ( 83 ) e, invece di fermarsi ad assumere la nuova funzione di protezione dei fianchi - era già una giornata di marcia più avanti della Il" armata- mise da parte l'ordine di Moltke e si spinse verso Chiìteau-Thierry, cioè lontano da Parigi. Nel frattempo , mentre il generale Maunoury si ritirava su Parigi , Joffre inviò una nota segreta ai suoi comandanti d'armata, con la quale ordinava di portarsi sull'allineamento Pont sur Yonne- Méry sur SeineArcis sur Aube - Brienne le Chateau - Joinville e quindi « rinforzare l'ala destra con due corpi d'armata tratti daJI'arena di Nancy ed Épinal. A quel momento riprendere l'offensiva su tutto il fronte. Garantirsi la sicurezza del fianco sinistro con tutta la cavalleria tra Montereau e Melun. Chiedere all'armata britannica di partecipare alla manovra, schierandosi sulla Senna tra Melun e J uvisy , da dove muovere quando la v• armata inizia l'azione.
( 13) • La préparation de la guerre, etc. » di Joffre, pagg. 95-96. (") • Jusqu'à la Marne en 1914 "• pag. 115. ("") • Mon rapport sur la bataille de la Marne "• di von Biilow, pag. 54. (8') "The March on Paris" di von Kluck, pag. 91. (112) Ibid., pag. 94. (83) lbid. pag. 95.
LE ORIGINI DELLA l" GUERRA MONDIALE
213
Contemporaneamente la guarnigione di Parigi agirà in direzione di Meaux » (84). n punto straordinario di quest'ordine è che un ripiegameto su Joinville avrebbe significato l'abbandono di Verdun, iJ perno intorno al quale ruota va l' intera ala sinistra francese. Se questa fortezza fosse stata abbandonata, il fronte sarebbe stato tagliato in due parti e nessuna sortita da Parigi avrebbe potuto salvare la situazione. Fortunatamente per il generale Joffre, il generale Sarrail, che aveva sostituito Ruffrey il 30 agosto, trascurò l'ordine e, invece di ritirare la sua ala destra , si attestò saldamente a Verdun e arretrò l'ala sinistra di circa 15 miglia fino a quando non si trovò fronte ad ovest. Ciò provocò una soluzione di continuità col fronte della IV• armata nella quale si avventò il principe ereditario tedesco , che fu così attaccato sui fianchi. È evidente che Joffre, nella sua nota del 2 settembre, aveva commesso un errore. Tuttavia, mentre Moltke rimaneva in monastica clausura a Lussemburgo , Joffre agiva. A lmeno faceva qualcosa che, anche grazie a Sarrail, aveva un valore e contribuiva gradualmente a chiarire la situazione: se la destra avesse retto a Verdun e se il centro non fosse stato costretto a ritirarsi, non poteva essere possibile attaccare con l'ala sinistra? Così cominciò a focalizzare la sua attenzione sulla sinistra. Poi si verificarono due avvenimenti: primo, egli sostituì Lanrézac con il generale Franchet d'Espérey - probabilmente il più abile dei generali francesi e, secondo, cominciò a seguire con maggiore attenzione Galliéni. Strano a dirsi, fino a quel momento Joffre lo aveva lasciato all'oscuro delle sue intenzioni e, per ragioni inspiegabili, Gallieni fu, quel giorno, il solo generale a ricevere l' Istruzione n. 4 (85). Subito considerò la possibilità di far avanzare l'armata di Maunoury su Meaux (86). Verso mezzogiorno, per la prima volta, apprese del movimento di Kluck verso est (87) e chiese istruzioni per Maunoury, suggerendo di farlo spostare a nord della Marna verso il fiume Ourcq. Joffre rispose che« parte delle sue unità in servizio attivo potevano essere spinte a nord-est in qualsiasi momento, in modo da minacciare il fianco destro dei tedeschi » ed incoraggiare gli inglesi (88). Allora, improvvisamente, le ombre del dubbio si ispessirono nuovamente e Joffre scrisse a Mìllerand: « Come una delle potenze alleate, è nostro dovere resistere, guadagnare tempo e contenere le poderose forze tedesche ..... La mia decisione pertanto è di attendere alcuni giorni prima di
("') " Liaison, 1914 • di Spears, pagg. 365-366. (115) " Mémoires du Général Galliéni •, pag. 71. ("') Ibid., pag. 81. (") lbid. , pagg. 93-94. Vds. anche • Les Carncts de Galliéni ,. (1932), pagg. 58-59. (88) • Memoirs of Marshal Joffre •. Vol. I, pag. 241.
214
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
lanciare l'offensiva ..... di far riposare le truppe e di prepararci all'eventuale battaglia con il concorso dei britannici e delle truppe mobili di Parigi »
(89). Ciò significava una battaglia di logoramento seguita eventualmente in futuro da un attacco in data da definire. Nel frattempo, il generale von Kluck continuava ad avanzare. Nel suo ordine del 4 settembre si legge: « La I• armata continuerà ad avanzare al di là della Marna domani in modo da spingere le forze francesi verso ovest. Se i britannici oppongono resistenza devono essere travolti » ( 90). Contemporaneamente , Biilow s'era convinto che la v• armata francese fosse in rotta (91 ). Nonostante questa rosea previsione, il giorno successivo un certo nervosismo cominciò a regnare a Lussemburgo. Fu deciso di spostare il comando della VII" armata e due suoi corpi d'armata dall'ala sinistra alla destra (92). Nel frattempo Kluck continuava ad avanzare, nonostante le scaramucce che il suo IV corpo d'armata sosteneva con le pattuglie di Maunoury, nella convinzione che dietro di esse vi fosse poco o niente. Nel campo alleato, il fatto che la battaglia fosse imminente e non, come Joffre riteneva , lontana di parecchi giorni, emerse confusamente da una serie di caotiche riunioni. Joffre, che pensava ancora in termini difensivi, creò una nuova armata affidata al generale Foch, da schierare tra la IV• e la V• . Ritornò poi all'idea dell'offensiva e alle 12.45 telegrafò a sir Jobn Frencb chiedendogli se la sua armata fosse pronta per sferrare un attacco il giorno successivo (93). Simultaneamente inviò un messaggio identico a Franchet d'Espéry (94). Galliéni e Maunoury, invitati da Joffre a mettersi in contatto con sir John French, si presentarono al comando inglese a Melun alle 15 e, non trovando il generale, concordarono col suo capo di stato maggiore, sir Archibald Murray, che il giorno 5 gli inglesi si sarebbero ritirati per fare spazio e consentire alla VI• armata di avanzare verso Meaux e che, il 6 e il 7, «facendo perno sull'ala destra si sarebbero schierati fronte ad est, in modo da ricongiungersi con l'ala sinistra alla VP armata francese ». Insieme avrebbero poi attaccato il fianco destro della ra armata tedesca mentre la v• armata francese l'avrebbe trattenuta (95 ). Al suo ritorno sir John French approvò il piano, ma un po' più tardi il gene-
( 39)
« PluLarque a menti • , di Picrrefeu, pagg. 98-99. Vds. anche« Liaison »,di Spears,pagg. 372-
373. (90) "The March on Paris", pag. 100.
(91) « Mon rapport sur la bataille de la Marne •, pag. 56. 92 ( ) " Jusqu'à la Mame en 1914 », di Tappen. pagg. 106. 116. (93) « Liaison, 1914 », di Spears, pag. 399. ( 94) « Memoirs of Marsbal Joffre », pag. 246. (95) Vds . « Liaison , 1914 »di Spears. pagg. 406-407 e « Mémoires, di Galliéoi, pagg. 119-128.
LE ORIGINI DELLA 1" GUERRA MONDIALE
215
rale sìr Henry Wìlson, sottocapo dì stato maggiore, si presentò con un piano completamente diverso. Cosa era successo? Franchet d'Espérey, porta tosi a Bray-sur-Seine per avere un colloquio con sir John French, si incontrò invece , alle 15, con Wilson e, dopo avergli spiegato che la P armata tedesca era in crisi, con le linee di comurucazioni esposte e scollata dalla n• armata , propose che il5 settembre: l) la v • armata avrebbe dovuto raggiungere l'allineamento Sézanne-Provins, pronta ad attaccare nel settore Sézanne-Courtaçon, 2) la VI" avrebbe dovuto portarsi suii'Ourcq e cadere sul retro e sul fianco della I• armata tedesca, 3) l'armata britannica avrebbe dovuto concorrere saturando l'intervallo tra la V• e la VI" armata e puntando su Montmìrail, mentre la cavalleria di Conneau ne proteggeva il fianco destro. Queste proposte furono immediatamente telegrafate a Joffre e portate a sir John French che, ormai completamente sconcertato, non fece nulla ...... Quando il telegramma arrivò, Joffre ricevette una telefonata da Galliéni , che lo informava di essere pronto a muovere e che la collaborazione degli inglesi era essenziale. Un'ora più tardi - alle 22 - Joffre emanò « l'Istruzione generale n. 6 », con la quale disponeva che il 6 settembre doveva essere effettuato un attacco contro il fianco esposto di Kluck . I punti principali erano: l) la VI• armata superava I'Ourcq e muoveva in direzione di Chateau-Thierry; 2) l'armata britanruca schierata fronte ad est, nel tratto Changis-Coulornmiers, si teneva pronta ad attaccare verso Montmirail; 3) la v• armata nel settore Courtaçon-Esterney-Sézanne attaccava da sud a nord; 4) la IX• armata proteggeva il fianco destro della V• armata ed assicurava il possesso del limite della zona paludosa di St. Gond; 5) la IV• armata si teneva pronta e menteneva il contatto con la III"; 6) la III•, mentre arretrava la parte destra del suo schieramento, faceva avanzare il centro e l'ala sinistra per attaccare il fianco sinistro delle forze nemiche in movimento ad ovest delle Argonne (96). Per quanto strano, questa avrebbe dovuto essere una battaglia tipo Canne. Mentre il centro dello schieramento francese- armate v •, TV• e IX• - conteneva le armate tedesche n•, III' e IV• in una grande sacca, le due ali francesi - la VI" armata francese e quella britannica a sinistra e la III' francese sulla destra- dovevano agire verso Rbeims , per attaccare, con la prima aliquota e verso est, la Ja armata tedesca e, con la seconda aliquota, la V• tedesca muovendo verso ovest. Quella notte Galliénì ordinò a Maunoury di tenersi pronto ad attaccare se sir John French avesse deciso dì cooperare (97). Mentre al quartier
(..) • La préparation de la guerre, etc. "• di Joffre, pagg. 108-110. (97) • Mémoires du Général Galliéni •· pag . 112.
216
LE BATTAGLIE DECISfVE DEL MONDO OCCrDENTALE
generale francese fervevano le attività, Moltke, che fino a questo momento si era attenuto aJla teoria della non interferenza di suo zio, cominciò a dubitare della bontà del proprio comportamento man mano che giungevano le notizie di movimenti di truppe francesi verso Parigi. Alla fine, preoccupato pe r la sicurezza del fianco destro delle sue armate, alle 19 del4 settembre inviò a Tappen il seguente messaggio: « La I• e la II• armata devono fermarsi fronte ad ovest per assicurare la protezione contro minacce portate nell'area di Parigi; in particolare la l", tra I'Oise e la Marna , occupi i punti di superamento della Marna ad ovest di Chàteau-Thierry e la Il", tra la Marna e la Senna, occupi i passaggi sulla Senna tra Nogent e Mèry (compresa) » (98). Quest'ordine fu ricevuto alle 7.15 del5 settembre. Alle 11, il generale von Gronau, comandante del TV corpo d'armata della riserva, che agiva come distaccamento fiancheggiante della P armata, attaccò le alture di Monthyon , sorprese le avanguardie della VI• armata francese , che quel mattino aveva iniziato il movimento in avanti, e le respinse. Quest'episodio diede inizio alla battaglia della Mama e preoccupò il comando supremo francese , che non aveva ancora perfezionato lo schieramento. Seguì un combattimento accanito, che costrinse Gronau , una volta trovatosi in grosse difficoltà per la eccessiva superiorità numerica dell'avversario, a ritirarsi di sei miglia, senza essere per fortuna inseguito. Non appena venne a conoscenza di quanto era accaduto, Kluck ordinò al generale von Linsingen di manovrare con il suo II corpo d'armata pe r correre in aiuto di Gronau. Poco prima che questa decisione fosse presa, il tenente colonnello Hentsch , un ufficiale dello stato maggiore di Moltke, era giunto al posto di comando di Kluck che, ancora convinto che le armate sulla sinistra stessero avanzando vittoriosamente , rimase di stucco nell'apprendere che V•, v ia e vnaarmata erano state fermate e che i movimenti per ferrovia di truppe francesi da est verso Parigi (99) avrebbero potuto comportare una ritirata generale sull'intero fronte tedesco. Nel frattempo l'ansia di Joffre circa le intenzioni di sir John French era giunta e tali livelli che, alle 14, andò a trovarlo a Melun, gli spiegò l'importanza vitale della cooperazione e terminò esclamando: « Signor maresciallo, è la Francia che vi supplica >). Sir French provò a rispondere in francese , ma non trovò le parole e, rivolto ad un ufficiale inglese, esclamò: « Dannazione, non posso spiegarglielo. Ditegli che tutto quello che un
('") "Tbc March on Paris", di Kluch, pag. 105. (99) Jbid .• pag. 107.
LE ORlGINI DELLA t• GUERRA MONDIALE
217
uomo può fare i nostri uomini Jo fa ranno » (1 00). Così finalmente la cooperazione era stata stabilita e Joffre emanò il seguente proclama alle sue truppe « Ci accingiamo ad ingaggiare una battaglia, dalla quale dipende il destino del nostro paese; è importante ricordare a tutti che il tempo di arretrare è passato; tutti i nostri sforzi devono essere rivolti ad attaccare c cacciare indietro il nemico. Le unità che non riescono più ad avanzare devono, ad ogni costo, attestarsi sul terreno che hanno conquistato e morire sul posto piuttosto che cedere. Nella situazione che abbiamo di fronte non si può tollerare nessun atto di debolezza » ( 101 ). La battaglia della Marna - iniziata il 5 settembre con l'attacco a sorpresa di Gronau contro le unità di testa del generale Maunoury- era destinata a veder oscillare, per sette giorni, il fronte occidentale da Verdun a Senlis e fu costituita da numerosissimi combattimenti, dei quali saranno esaminati solo quelli , vitali, verificatisi sul fianco destro della falange germanica. Essi possono essere raggruppati nella battaglia dell 'Ourcq, in quella dei due Morin e in quella « dell' Intervallo ». Per quanto riguarda la prima, i combattimenti iniziati il 5 settembre furono alimentati il giorno seguente da von Linsingen, che arrivò a Trilport alle 5 del mattino. A dispetto della lunga marcia appena effettuata, sei ore più tardi lanciò il suo corpo d'armata nello scontro, che subito si estese verso nord lungo tutto il fronte della VIa francese ( 102). Nonostante il serrato combattimento, von Kluck non s'era convinto della gravità della situazione. Tuttavia , a seguito di una richiesta urgente di von Linsingen, inviò il IV corpo d 'armata del generale von Arnim , che arrivò in zona il 7 settembre, quando la situazione era diventata così precaria che Kluck si convinse a richiamare gli altri suoi due corpi d'armata , il Ili ed il IX (1°3). Questa decisione, come si vedrà, portò ai più fatali risultati , perchè i due corpi d'armata, nel momento in cui ricevettero l'ordine di rientrare, erano impegnati contro la v• armata francese e garantivano la sicurezza della n· armata tedesca. Il loro movimento retrogrado quindi non solo ne lasciò scoperto il fianco , ma rese più ampio l'intervallo esistente tra la II• e la I• armata. Inoltre, come Billow rileva, il loro arretramento alzò il morale degli uomini di Franchet d'Espérey (104).
( 100)
•
Liaison, 1914 "di Spears, pag. 417. Vds. anche " Memoirs of Marshal Joffre" , Vol. l , pagg.
253·254. "The Memoirs of Marsbal Joffre", Vol. l, pag. 255. In tutto, pare che il generale Maunoury avesse al suo comando circa 150.000 uomini. Vds. « M~moires du Général Galli~ni "• pagg. 11(}.111. (100) La sera del 6 seuembre fu trovato su un prigioniero un ordine di Joffre che rivelava la serietà dell'attacco (Vds. « Jusqu'à la Mame en 1914 •. di Tappen, pag. 116). ( 100) « Mon rappon sur la bataille de la Marne •. di Biìlow, pag. 68. ( 101)
( 1"')
218
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCfDENTALE
Kluck prese la decisione senza consultare nè Biilow né Moltke, non solo perchè egli non era più sotto il controllo del primo, ma anche perchè Moltke aveva perso ormai ogni potere d'intervento. Dal 5 all'8 settembre, nemmeno un solo ordine fu inviato alla l" o alla Il" armata dal comando supremo ( 105) . Quel giorno anche la situazione di Maunoury era molto precaria e Galliéni mise insieme circa 1.200 taxi parigini per inviargli rinforzi ( 106) . L'8 settembre, Maunoury tentò di aggirare il fianco destro del nemico ma senza successo e Kluck, non appena il III ed il IX corpo d'armata rientraro no, progettò di prendere a sua volta sul fianco i francesi il giorno successivo, convinto di una faci le e subitanea vittoria. Ma il fato decise diversamente . La battaglia dell'Ourcq ebbe inizio mentre i corpi d'armata di von Kluck , il III del generale von Lochow ed il IX del generale von Quast, si accingevano ad eseguire l'ordine di Moltke, che prevedeva la protezione del fianco esposto della naarmata. All'improvviso, un violento ed inatteso concentramento delle artiglierie francesi si abbattè su di loro: a loro insaputa, il corso della battaglia era cambiato. La V• armata francese, che era stata considerata battuta , fu su di loro. Luchow e Quast spinsero tempestivamente in avanti i loro corpi d'armata e subito lungo tutta la linea si accese un feroce combattimento tra le due unità tedesche ed i corpi d'armata - XVHI, III e I - dell'ala sinistra dello schieramento di Franchet d'Espérey, mentre il X era impegnato sulla loro destra. I francesi quel giorno avanzarono per circa un miglio e, fermati , ricevettero l'ordine di ancorarsi al terreno. Il giorno successivo ripresero l'attacco in direzione di Montmirail. Sebbene Biilow si fosse attestato, la situazione era abbastanza seria da suggerire un ripiegamento dietro il Pe tit Morin,che fu effettuato poi durante la notte tra il 7 e 1'8 settembre, dando così il colpo finale all'ordine di Moltke del 4 settembre. In tal modo avvenne che, fino all'8 settembre, i francesi non riuscirono a riprendere il contatto , perchè fino ad allora il III ed il IX corpo d'armata tedeschi furono in movimento verso l'Ourcq in ottemperanza all'urgente chiamata di Kluck. Durante la giornata furono respinti reiterati attacchi frontali fancesi e, nella notte tra 1'8 ed il 9, il generale de Maud'huy ,
("") In • La direction supreme de rarmée pendant la bataille de la Marne • (Documenti tedeschi), pag. 133, il tcn . col. Muller-Lobnitz scrive:« Perfino durante la battaglia il comando supremo si astenne da ogni intervento "· Egli ci informa che il generale Tappen gli disse: " ll comando supremo credeva fos· se meglio lasciare mano libera ai comandanti delle armate "· (""') Vds. «La véritable histoire des taxis de la Mame "·del comandante Henri Carrt (1921).
LE ORIGINI DELLA l* GUERRA MONDIALE
219
comandante del XVIII corpo d'armata, conquistò Marchais-en-Brie ad ovest di Montmirail. Questo successo, come sottolinea il signor Tyng, fu un evento di suprema importanza, perchè la cattura della cittadina, oltre a rendere Montmirail indifendibile, « costrinse Biilow ad ordinare al VII e X corpo d'armata di arretrare sulla linea Margny-le-Tboult , una posizione con andamento nord-sud. Fu un arretramento di dieci chilometri verso est, che lasciò scoperto il fianco destro della n• armata tedesca, schierata fronte ad ovest e non a sud , e pose fine ad ogni ulteriore possibilità di saturare la soluzione di continuità esistente tra Biilow e KJuck » (107). La migliore possibilità di vittoria rimasta ai tedeschi era quella di sfondare il fronte della IX• armata di Foch, che si estendeva da Villeneuve a Sommesous lungo la palude di St. Gond , di aggirare l'ala destra della V• e costringerla a ritirarsi . Il 6 settembre, von Hausen aveva lanciato la sua III" armata contro Foch e, alle 3 dell'8, ne aveva sorpreso l'ala destra, l'aveva costretta aripiegare ed aveva investito Fère Campenoise, senza riuscire ad entrarvi. Non è vero, come si dice, che Foch abbia riferito a Joffre « Fortemente pressato sulla destra. Il centro tiene. Impossibile manovrare. Situazione eccellente. Sto attaccando ». È vero, tuttavia,che ordinò attacchi e contrattacchi in rapida successione, ma senza risultati, anche se i suoi uomini facevano tutto quello che potevano per assicurare il possesso delle posizioni con le unghie e con i denti. Mentre Maunoury costringeva Kluck ad arretrare l'intera armata sull'Ourcq e Francbet d'Espérey forzava Biilow a ritirarsi verso nord-ovest, sir John French ed i suoi tre corpi d'armata (Hltl) si avventuravano cautamente nell'intervallo tra la I• e la II• armata, ponendo inconsapevolmente le basi del « miracolo della Marna » o, per dirla come Pierrefeu: « come sir John Frencb salvò la situazione senza capirla » (1 09). La mattina del 6 settembre French si era mosso contro quello che era un vero vuoto , perchè la notte precedente Kluck aveva arrestato il suo II corpo d'armata, così come era avvenuto prima dell 'alba per il IV. Tutto ciò che era rimasto a fronteggiare gli inglesi era costituito da due divisioni del corpo di cavalleria del generale von der Marwitz e pochi battaglioni « cacciatori >>e ciclisti. French si aprì cautamente la strada avanzando con il III corpo d'armata di Pulteney sulla sinistra, il II di Smitb-Dorrien al centro e con il I di Haig a destra e, quando il giorno successivo Biilow arretrò ed il III e IX corpo d'armata della I• armata tedesca ricevettero l'or-
('"') « The Campaign of the Marne, 1914 • di Sewell Tyng {1935), pag. 251 18 (" )
U III corpo d'armata, comandato dal tenente generale sir W. Pulteney, fu creato il30 agosto.
('C») « P1utarque a menti ", pag. 121 .
N N
o
1-.
Vcrbtrie c::;::J B"il. Ji l cpc/
' "~ 8"""'"• cre~ ,
reil
!"'
oVillcn·Colunts
rn
Cl
~
• St nlis
C'l
crn o rn
(")
(ii
• Épuna!j
D.tmm.lrtin • Monlh~one
< rn o rn
r
3: e Montmor~
.........
N
~'
~
,,.. A~ma ~.a J RAHU.~E
S
0
.
S
IO
1S
10
"''3'·".1
eVillicrs St. GcorgcJ
Fig. 14: Battaglia della Marna, 8 settembre 1914
o z
8 ~ 8rn
~
m
LE ORIGINI DELLA t• GUERRA MONDIALE
221
dine di portarsi verso nord, il II e III corpo d'armata inglesi superarono il Grand Morin, mentre il I veniva ritardato nelle vicinanze di Rozoy. Raramente, nella storia della guerra, la velocità era stata cosi necessaria. Tuttavia sir John French , sebbene ufficiale di cavalleria, fece niente o poco per accelerare il movimento delle sue unità. L'8 settembre , fu superato il Petit Morin nonostante una lieve azione di contrasto nemica c fu ripresa l'avanzata verso la Mama. In tre giorni, l'armata britannica aveva percorso 25 miglia e , poichè si trovava in corrispondenza della I• e della II• armata tedesca , tutto quello che avrebbe dovuto fare era di accelerare il movimento , portarsi in profondità e separare la testa della falange tedesca dal suo corpo. Joffre si rese conto di tutto ciò e quella sera, alle 20, ordinò alla sua armata di tenere inchiodati i tedeschi sull'Ourcq , mentre gli inglesi attraversavano la Mama tra Nogent-1' Artaud e la Ferté-sous-Jouarre, per avanzare contro la sinistra e le spalle di Kluck. Contemporaneamente, ordinava alla v• armata di proteggere il fianco dei britannici. Nel frattempo cosa faceva Moltke a Lussemburgo? Solo,con le poche informazioni sufficienti per procurargli le più gravi ansietà, mandò a cercare il tenente colonnello Heutsch, gli disse di recarsi a visitare le cinque armate dell'ala destra e di accertarsi dell'esatta situazione. In quel momento , nè lui nè alcuno del suo stato maggiore si sognarono di mettere a calcolo la necessità di un arretramento generale; (110); tuttavia la situazione era tale da richiedere che venissero date ad Heutsch direttive scritte e non, come avvenne , soltanto verbali; Heutsch , in proposito , scrive: « li capo dello stato maggiore generale mi ha dato la facoltà, nel caso fosse necessario , di ordinare alle cinque armate di ritirarsi dietro il Veste lungo le alture a nord delle Argonne e mi è stato assegnato il compito di ordinare, se necessario, il ripiegamento delle armate suJJ'allineamento Sainte-Ménehould-Rheims-Fismes-Soissons. Mi sono stati dati i pieni poteri per dare ordini in nome del comando supremo » ( 111 ). Heutsch, che non era un ottimista, lasciò Lussemburgo alle 11 dell'8 settembre, si recò prima alla v •, IV• e III" armata ed arrivò a Montmort, sede del comando della n• armata , alle 19.45. lvi scoprì che Billow, convinto della necessità di un ripiegamento delle sue unità, aveva già deciso di effettuare il movimento (112). Alle 7 del 9 settembre, Heutsch partì per Chézy, dislocazione del posto comando della t• armata,dove, sebbene la distanza fosse di sole 25 miglia , non arrivò prima di mezzogiorno a causa del movimento di truppe
La direction supr~me de l'armée, etc. •, di Muller·Ulbnitz, pag 137. lbid., pag. 138-139. ("') • Mon rapport sur la bataille de la Marne •, pag. 66. ( 110 ) •
{ 111 )
222
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
lungo la strada. Ad ogni miglio constatò confusione e disordine ( 113), condizioni d'altra parte normali nelle retrovie di un'armata in ripiegamento. Ciò , oltre ad accentuare il suo pessimismo, deve averlo indotto a credere che la situazione fosse disperata. Giunto al quartier generale di Kluck, mentre parlava di quanto stava avvenendo con il capo di stato maggiore generale von Kuhl - arrivò la notizia che la li" armata aveva iniziato ad arretrare. Heutsch, che s'era reso conto che l' intervallo tra la l" e la Il" armata aveva raggiunto le 30 miglia e che gli inglesi vi si erano inoltrati , si avvalse della facoltà datagli da Moltke, per ordinare che anche la I• armata si ritirasse. Il provvedimento fu attuato senza l'approvazione di Kluck, che per giunta non era molto distante (1 14). È indubbio che ad Heutsch fosse stata conferita l'autorità di dare l'ordine, ma è fuor di dubbio che, essendo di suprema importanza, non avrebbe dovuto darlo ad altri che a Kluck in persona. L 'essersi comportato in modo diverso dimostra come la presunzione dello stato maggiore generale si fosse sostituita all'autorità dei generali comandanti. Sembrerebbe che Kluck non abbia incontrato Heutsch e che, venuto a conoscenza dell'accaduto, accettasse senza discutere, a dispetto della sua stessa valutazione dei fatti (IIS) probabilmente per il suo timore nei confronti dello stato maggiore generale. Sebbene non sapesse che i francesi sulla sua destra stavano esaminando la possibilità di un ripiegamento, doveva essere a conoscenza della disordinata e cauta avanzata dei britannici nell 'intervallo tra lui e Biilow . Se avesse ignorato l'ordine di Heutsch ed agito secondo il principio « quando in dubbio, colpisci », non solo avrebbe potuto respingere Maunoury, ma avrebbe paralizzato , con tale decisione, i britannici e si sarebbe tirato dietro anche Biilow. Come Gorlitz sottolinea, ciò assomiglia a quanto Seydlitz fece a Zomdorf ed aggiunge: « ma questo tipo di decisioni non erano di moda ai tempi di Gugliemo Il » (! 16). Così il piano Schlieffen-Moltke, ideato e diretto dallo stato maggiore, fu da esso stesso liquidato, perchè l' azione di comando era in bancarotta. Il mattino dell'li settembre, per la prima volta durante la campagna, Moltke si avvicinò al fronte e visitò i comandi delle sue armate. Al ritorno si ammalò seriamente ( 117) e fu sostituito immediatamente dal generale von Falkenhayn. Tannenberg e la Marna furon o due battaglie decisive: l'una sotto il profilo tattico, l'altra per le conseguenze strategiche. La prima non com-
(113) « La direction suprème de J'armée "· di MuUer-LObnitz, pag. 161. ("') Vds . "The March on Paris", di Kluck , pag. 137. ( 11S) "The German Generai Stafr', di Walter Gorlitz (edizione inglese, 1953). pag. 162. ( 116} lbid., pag. 162. ( 117) Vds. • Jusqu'à la Marne en 1914 •, di Tappen, pag. 121.
LE ORIG INI DELLA t • GUERRA MONDIALE
223
portò òsultati di òlievo, se non quello di esaltare le capacità di Hindenburg e di convincere lo stato maggiore geòerale della relativa facilità di sconfiggere la Russia. Inoltre , se la battaglia fosse stata vinta dai russi, gli effetti sulla Germania e sull'Europa avrebbero potuto essere terribili. Al contrario la seconda, che si risolse soltanto in parziali successi tattici, comportò risultati strategici così significativi che sir James Edmonds è, senza ombra di dubbio, nel giusto quando definisce la vittoria di Joffre « una delle più decisive del mondo » ( 118). Significò che la Germania aveva perduto l'unica e sola possibilità di battere la Francia prima di attaccare la Russia a fondo. Un motivo è da individuare nel fatto che, come Bloch aveva predetto, la guerra di movimento era degenerata in assedio. A causa delle innumerevoli tòncee, l'iniziativa passò dagli stati maggiori al potenziale industòale delle nazioni in conflitto. Dove tali potenziali erano deboli , come in Russia , la guerra di movimento, sebbene su scala ridotta, fu ancora possibile, ma dove erano notevoli, come in Francia e in Gran Bretagna , scomparve del tutto. Per il futuro la decisione in Occidente fu affidata sempre più alle fabbriche che non agli e serciti e al potenziale navale che assicurava o non riusciva a far affluire i rifornimenti per l'industria. Come Bloch aveva previsto, l'ultimo arbitro fu la fame. Andando più a fondo nella questione, deve essere sottolineato che vi fu un giudizio fondamentalmente errato nei òguardi del piano Schlieffen, che , se fosse stato valutato correttamente, poteva , e probabilmente lo avrebbe fatto, frenare la Germania dallo scendere in guerra senza il sostegno dell'Inghilterra o, quanto meno, della sua neutralità. Questa errata valutazione influì sul modo e sui tempi di affrontare la guerra sui due fronti . Se la Germania avesse dovuto combattere solo contro la Francia o la Russia probabilmente - applicando alla lettera il piano Schlieffen - la Francia sarebbe stata posta in ginocchio entro sei settimane dall'inizio delle ostilità e sarebbe seguita una pace di compromesso con la Russia. Ma , per come stavano le cose nell' agosto del 1914- il fronte occidentale includeva Gran Bretagna e Francia - anche se l'esercito inglese avesse subito la stessa sorte di quello dell'alleata, l'integrità dell ' isola d'oltre Manica sarebbe òmasta comunque inviolata. La domanda che sorge spontanea è: se il piano Schlie ffen fosse stato coronato da successo, si sarebbe conclusa la guerra? La risposta stoòca è: no! Come ai tempi di Napoleone, l'Inghilterra avrebbe continuato la guerra fino ad organizzare un'altra coalizione o fino a che essa stessa e la Germania fossero arrivate al collasso economico, e
( 118 )
·· History of the Great War. France and Belgium. 1914.. , Vol. l. pag. 295.
224
LE BATTAGLI E DECIS IVE DEL MONDO OCCi DENTALE
allora si sarebbe posto fine alle ostilità con una pace negoziata secondo il tradizionale stile britannico. Molte volte in passato, quando l'Inghilterra era stata coinvolta in una guerra continentale, la lezione storica era stata che fino a quando essa aveva il dominio del mare, che comportava frontiere inattaccabili e linee di comunicazioni sicure, nessuna nazione continentale, per quanto dotata di potentissimi eserciti, era riuscita a togli~rle l'iniziativa. Questo fu l'elemento determinante, non solo del collasso della Germania nel 1918, ma anche di quello ancora peggiore del 1945. E ambedue le volte la Germania lo sottovalutò.
CAPITOLO VI
Stasi tattica e cambio di obiettivi.
l. Quadro storico Le operazioni che seguirono alla battaglia della Marna portarono ad un cambiamento radicale del modo di condurre la guerra. Ognuno dei contendenti cercò di prendere sul fianco l'avversario, rinforzando l'ala nord dello schieramento a discapito di quella del sud. Ma la corsa fu così serrata che terminò in un nulla di fatto a Nieuport sul Canale. Quindi si scopri che il fucile a ripetizione aveva reso la difesa talmente remunerativa rispetto all'attacco che, giunti a contatto con il nemico , per poter sopravvivere e continuare a combattere era indispensabile consolidarsi in trincee. Così, come Bloch aveva sentenziato, il risultato fu la guerra di posizione e di assedio. Nessuno era preparato a fronteggiare una situazione del genere e meno di tutti i britannici, che erano così male equipaggiati per tale compito che utilizzarono, per le bombe a mano, lattine di marmellata e trasformarono i contenitori del munizionamento d'artiglieria in mortai da trincea. Furono riscoperte le catapulte e furono ricavati dai tronchi d'albero cannoni di legno, che vennero utilizzati per lanciare o sparare contenitori d'olio pieni di esplosivo. Cominciarono a susseguirsi linee di trincee e, sebbene fosse possibile conquistare a costo di un sanguinoso attacco la prima, la profondità del sistema , accoppiata a robusti reticolati, non consentiva di effettuare penetrazioni significative. Così, fino all'avvento del carro armato, vanga e filo spinato sopraffecero fucili e cannoni e sul fronte occidentale la mobilità scomparve sul fronte occidentale per cedere il passo alla guerra di posizione. Nel frattempo ad oriente, a causa della disastrosa ritirata degli austriaci verso Dunajec, il 15 settembre, Hindenburg ricevette l'ordine di mantenere il possesso della Prussia Orientale con un minimo di forze e di trasferire la massa sulla sinistra dello schieramento austriaco. Completata
226
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
l'operazione, il 1° novembre, fu nominato comandante in capo del fronte orientale. Era ancora troppo debole per tentare un'azione decisiva e, quando i russi ripresero ad avanzare minacciando la Slesia e rioccupando parte della Prussia orientale, il Kaiser si preoccupò talmente che fece pressioni su Falkenhayn perchè sospendesse le operazioni ad ovest e rinforzasse Hindenburg. Ciò avvenne quando i combattimenti nell'area di Ypres si impantanarono nel fango delle Fiandre. Per salvare l'Austria, era indispensabile far sloggiare i russi dai Carpazi; su suggerimento del maresciallo Conrad von Hotzendorf, capo di stato maggiore dell'esercito austriaco, fu deciso di sfondare il fronte russo tra Gorlice e Tarnow, di effettuare quindi un'aggiramento a tergo del fianco sinistro dei russi e tagliare le loro linee di comunicazioni. Sul fronte orientale, il piano poteva trovare applicazione, perchè la difesa russa poggiava su poche trincee, per giunta senza reticolati , presidiate da unità di scarsa consistenza. Alle 6 del2 maggio 1915, dopo quattro ore di bombardamenti , la fanteria tedesca ed austriaca iniziò l'attacco, sfondò il fronte russo e catturò 140.000 prigionieri. Ma poichè le strade erano rivoli di fango, l' inseguimento e lo sfruttamento del successo furono così lenti che non fu prima del 5 agosto che i russi furono costretti ad abbandonare Varsavia. Seguì la caduta di Grodno e Kovno ed entro la fine di settembre, dopo aver perso 325.000 prigionieri e più di 3.000 pezzi d' artiglieria, i russi furono costretti a ripiegare sull'aJlineamento Riga-Dvinsk-Pinsk-Tarnopol-Czernowitz. Sebbene non completamente battuti, erano diventati cosi deboli (1) che gli eserciti delle Potenze Centrali poterono, nel 1916, permettersi il lusso di scegliere l'obiettivo che preferivano. La situazione russa era diventata ancora peggiore quando la Turchia s'era alleata con la Germania e, per capire perchè ciò si fosse verificato, è necessario fare un passo indietro negli avvenimenti del periodo prebellico. Nel 1889, per rafforzare la Duplice Alleanza , il generale von der Goltz fu prestato alla Turchia per riorganizzare l'esercito: dopo due anni, le difese dei Dardanelli erano state portate a liv~ ll i di modernità ed efficienza. Venti anni più tardi , quando fu stipulata l'intesa franco-britannica, l'ammiraglio sir John Fisher, allora Primo Lord del Mare, studiò il problema dei Dardanelli e giunse alla conclusione che forzare il passaggio , anche con il sostegno dell'esercito, sarebbe stato un azzardo. Nel 1906 e nel 1911 , lo stato maggiore generale britannico esaminò il problema e decise che, non essendo possibile effettuare un'azione di sorpresa, il tentativo di
( ' ) « Ancor prima della fine della campagna del 1914 - scrive U oyd George -la resistenza del· l" esercito russo minacciava di crollare per la mancanza di equipaggiamento"· (" War Memoirs". 1933. Vo l. l , pag. 441).
STASI TATTICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
227
sbarcare un esercito nella penisola di Gallipoli sarebbe stato troppo avventato per poterlo proporre. Nel frattempo, l'intesa britannica con la Russia aveva spinto la TUrchia verso la Germania e , per propiziarsi i turchi, fu inviata una missione navale a Costantinopoli. Per contrastare tale attività la Germania , nel 1913, inviò in Turchia una missione militare composta da 70 ufficiali capeggiati dal generale Liman von Sanders e, il 2 agosto 1914, fu firmata un'alleanza difensiva segreta, che fu seguita immediatamente dalla mobilitazione dell'esercito turco e dal minamento dei Dardanelli. [l trattato era stato appena firmato quando un evento inaspettato lo fece sfociare nella fase attiva. Due navi da guerra, in costruzione nei cantieri britannici per la Turchia, furono requisite dal governo inglese e due navi tedesche che si trovavano nel Mediterraneo - la « Goeben » e la « Breslau » - dopo una serie di azioni avventurose con le quali riuscirono ad eludere la flotta francese e britannica, entrarono nei Dardanelli il lO agosto ed approdarono a Costantinopoli, dove non furono internate, ma vennero nominalmente comperate dai turchi, in rimpiazzo di quelle requisite da Londra. Quest'evento, più di qualsiasi altro, determinò il destino della guerra nel Mediterraneo: in settembre, una squadra navale inglese fu inviata a controllare i Dardanelli, rendendo così insostenibile nella capitale turca la presenza della missione navale inglese, che fu ritirata. Ciò lasciò la missione tedesca padrona della situazione e fu lampante come una guerra delle potenze alleate contro la Turchia diventasse ormai probabile. Non tardò a verificarsi. Il 29 ottobre, una squadra navale turca, sotto comando tedesco, penetrò nel Mar Nero e bombardò Odessa, Sebastopoli e Teodosia . ll giorno successivo, l'ambasciatore russo a Costantinopoli chiese di rientrare ed il governo britannico pretese l'espulsione della missione militare tedesca entro dodici ore. Poichè questo ultimatum fu ignorato , la Russia dichiarò guerra alla Turchia il2 novembre, seguita da Francia e Gran Bretagna il 5. Ciò significava che tutte le speranze alleate di usufruire di un collegamento con la Russia da sud erano svanite. L'esercito turco, costituito da 36 divisioni, al comando del tedesco Liman von Sander (il cui capo di stato maggiore era il g,e nerale Bronsart von Schellendorf) era così articolato: I• armata,con dodici divisioni a Costantinopoli ed una nella penisola di Gallipoli; Ira armata, con cinque divisioni sulla costa dell'Asia Minore ed una nella parte asiatica dei Dardanelli; Ili" armata, su undici divisioni destinate al Caucaso; due divisioni nello Yemen; due divisioni in Mesopotarnia; due divisioni nello Hejaz. Con l'andar del tempo, vennero costituite altre 70 nuove divisioni. Sebbene fosse a corto di armamenti e munizioni, che non erano stati completamente rimpiazzati dopo la guerra dei Balcani, Enver Pascià decise due campagne- una contro i russi nel Caucaso e l'altra contro l'Egitto. Lo scopo della prima era di impossessarsi dei campi petroliferi di Baku;
228
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
in dicembre Enver Pascià guidò l'avanzata della III• armata contro Kars. Sebbene disponesse nominalmente di 190.000 uomini , poteva contare solo su 66.000 combattenti; era male equipaggiato e senza mezzi di trasporto organizzati e pertanto fu costretto e fare affidamento sulle risorse locali delle zone attraversate. Prima della partenza, dichiarò a von Sanders che, una volta occupata Baku, avrebbe continuato l'azione attraverso l' Afganistan contro l'India. Al contrario, fu sorpreso tra le montagne dai russi e dalla neve, per cui, il5 gennaio 1915, fu costretto a ritirarsi. Il 23 gennaio la sua armata era stata ridotta da11a fame e dal freddo a 12.400 uomini. Tuttavia, la sua avanzata aveva impensierito il granduca Nicola al punto che, il 2 gennaio, aveva chiesto alla missione militare britannica in servizio presso il suo comando di suggerire a lord Kitchener di organizzare un'azione dimostrativa navale e terrestre nei confronti della Turchia , in modo da costringerla a ritirare le sue truppe dal Caucaso e migliorare, così, la situazione russa. Fu una richiesta modesta, che tuttavia portò alla campagna più disorientata e pasticciona, nonchè una delle più costose mai ingaggiate dall'impero britannico.
2. Le battaglie di Sari Bair e della baia di Suvla, 1915 Quando la corsa dei britannici e dei tedeschi verso il Canale si concluse a Nieuport, la guerra di movimento fu così improvvisamente a rrestata dalla vanga che lord Kitchener esclamò: « Non so cosa si debba fare. Questa non è guerra ». Sfortunatamente era ancora guerra, come potevano testimoniare i soldati (2). Ma i ministri non sono soldati di truppa e furono cosi stravolti dalla piega presa dalle operazioni che scaricarono la colpa sui generali. Churchill , Primo Lord dell'Ammiragliato , esclamò: « In presenza di questa situazione di stallo, l'arte militare rimase muta; i comandanti ed i loro stati maggiori non sapevano fare altro che ricorrere all'attacco frontale che, per esperienze e addestramento, e rano portati a rigettare; non disponevano di soluzioni alternative a quella' dell'esaurimento » (3). Il 31 dicembre, Lloyd Gcorge aggiun se: « Non vedo da nessuna parte segni che dimostrino che i nostri comandanti e capi militari stiano facendo qualcosa per districarsi da questa situazione insoddisfacente » (4 ).
(' ) • l nemici si atu.rono e cominciarono ad avanzare. Vennero subito fermati : con il parapeno come appoggio per i nostri fucili, era impossibile sbagliarli. L'anacco terminò quasi prima di cominciare .... lO uomini che tenevano una trincea potevano facilmente fermarne 50 che tentassero di prenderla "· (MOld soldiers never Die- . del soldato Frank Richards. 1933, pag. 36). (1) The World Crsisi, 1915, di Winston Churchill (1932), pag. 20. (') War Memoirs of David l.Joyd George, (1933). Vol. l , pag. 356.
STASI TATTICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
229
Così si verificò che, quanto più silenziosi diventavano i militari , tanto più cresceva l'altezzosità ed il tono di voce dei politici. Ma poichè, a quel tempo, non esisteva alcun organo di direzione strategica all'interno o all'infuori del governo, nessun ministro aveva alcuna idea di cosa i suoi colleghi stessero facendo. « Gli uomini responsabili delle attività di governo » scrisse l'ammiraglio Wemyss « Sono ignoranti di tutte le tecniche; credono che il loro campo sia solo quello di dire "Fallo" per poi aggiungere quando è fatto "Sbagliato" » (~). Qual'è il risultato? Il generale sir William Robertson fornisce la risposta: « Il segretario di stato alla guerra perseguiva risultati decisivi sul fronte occidentale; il Primo Lord dell'Ammiragliato organizzava una spedizione militare nei Dardanelli; il segretario di stato per l'India rivolgeva l'attenzione ad una campagna nella Mesopotamia , ..... il segretario di stato per le Colonie si occupava di guerricciole locali in Africa; il cancelliere dello Scacchiere, Lloyd George, tentava di ottenere il ritiro della maggior parte dell'armata dalla Francia per destinarla a qualche teatro operativo del Mediterraneo orientale » ( 6). Ciò accadeva quando l'armata britannica nelle Fiandre aveva già perso metà dei suoi uomini e non esistevano nell'isola soldati che li potessero rimpiazzare. Di tutte le soluzioni politiche, strano a dirsi, la proposta dei Dardanelli era antecedente alla battaglia della Marna. Il 20 agosto, Veoizelos, primo ministro greco, con la completa approvazione del re Costantino, pose tutte le risorse militari e navali greche a disposizione delle potenze dell'Intesa, ma l'offerta, per timore di inimicarsi la Turchia , fu respinta da sir Edward Grey (7). Nonostante ciò, Churchill discusse il problema con Iord Kitchener ed il giorno successivo « Churchill chiese al capo di stato maggiore imperiale di destinare due ufficiali dell'esercito e dell'ammiragliato allo studio di un piano per la conquista, con forze greche, della penisola di Gallipoli, allo scopo di consentire l'ingresso di una flotta britannica nel Mar di Marmora » (8). Così nacque l'avventura dei Dardanelli, che fu contrastata da lord Fisher, che propendeva per uno sbarco nel Baltico. Ma poichè la sua proposta richiedeva disponibilità di truppe e Iord Kitchener non poteva fornirne, il progetto Dardanelli guadagnò favori, nonostante la Grecia si rifiutasse di aderire fino a che non si fosse ottenuta la dichiarazione di guerra della Bulgaria alla Turchia. Ciò comportò l'archiviazione del piano fino a
(') ··The Life and Letters of Lord Wester Wemyss", di lady Wester Wemyss (1935). pag. 194. (•) •·Gallipoli, The Fading V•sion ", di John North, (1936). pag. 83. (') "War Memoirs". di Uoyd George . Vol. l. pag. 390. (•) ~Military Operatioos GaUipoli", (Storia Ufficiale Britanniea) del generale dì brigata C .F. Aspinaii -Oglander (1929), Vol. l, pag. 41.
230
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
quando due divisioni australiane non arrivarono , aJla fine di novembre , in Egitto. Churchill vide l'occasione per dar vita alla sua idea e ordinò ai mezzi che avevano trasportato i militari di rimanere in Egitto e di tenersi pronti per una probabile spedizione (9). Nel frattempo , su suo ordine , era stata effettuata un'azione di guerra senza senso: il 3 novembre, due giorni dopo che l'ambasciatore britannico aveva lasciato Costantinopoli, l'ammiragliato ordinò il bombardamento dei forti dei Dardanelli. Quest'azione mise sull'avviso Jevad Pascià, comandante della fortezza, che si convinse di dover dedicare il suo tempo e le sue energie ad organizzare e migliorare le difese con qualunque mezzo ( 10). Dopo di ciò, Churchill fu sempre ossessionato dall' idea di occupare Costantinopoli , dove e ra ubicata la sola fabbrica di munizioni di tutta la Turchia. Sotto il profilo puramente strategico l'idea era brillante ma, senza un adeguato esercito greco per realizzarla, era da dilettante, perchè l'Inghilterra non era in grado di combattere su due fronti ed il suo esercito non era nè equipaggiato nè addestrato per combattere in un teatro d'operazioni come quello di Gallipoli. Ipnotizzato dal risultato-« la strada più corta per una pace vittoriosa » ( 11 ), come amava definirla- non consentì che l'inadeguatezza dei mezzi disturbasse mai .la sua visione. Non si può non concordare con John North quando scrive che la responsabilità della campagna dei Dardanelli è del solo Churchill , (U) o con l'ammiraglio Keyes quando sostiene che « se lui non avesse proposto al governo quell'avventura, nessuno mai si sarebbe sognato di intraprenderla » ( 13). Contro l'opinione di sir William Robertson (14), che diventò capo di stato maggiore imperiale in dicembre, Churchill forzò il governo a prendere una decisione sui Dardanelli e ne vinse le resistenze , che peraltro non furono mai , per incapacità, molto forti. Il risultato fu che l'impero britannico fu spinto ad intraprendere una campagna che , alla fine , si rivelò disastrosa come quella di Saratoga. Il 1° gennaio 1915, furono sottoposti all'attenzione del consiglio di guerra di nuova costituizione due documenti: il primo dal tenente colonnello Maurice Hankey (più tardi lord Hatikey), segretario del consiglio , ed il secondo da Lloyd George. Hankey suggeriva che la Germania poteva
9 ( )
''The World Crisis, 1915", pag. 47. "The Official History", Vol. l. pag. 35. ( 11) Citato da "The DardaneUes Campaign", di Henry W. Nevinson, pag. 23. 11 ( ) "Gallipoli , the Fading Vision". pag. 54. ( 13) ":rhe Naval Memoirs of Admiral of the Fleet Sir Roger Keyes" , (1934) , Vol. 1. pag. 344. (") • Questo prgetto è stato spesso menzionato prima della guerra , e ogni volta con l'opposizione dello stato maggiore generale. Dal punto di vista militare non era un progetto accettabile "· ("Soldiers and Statesmen" , de l feldmaresciaUo sir W. Robertson, 1926. Vol. l, pag. 83). ( 10)
STASI TATTICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
231
essere battuta facilmente attraverso la Turchia e che, se il Mar Nero fosse stato riaperto ai traffici, il prezzo del grano sarebbe diminuito e che 350.000 tonnellate di materiale imbarcato avrebbero potuto essere liberate. Lloyd proponeva di indirizzare le operazioni sul fronte occidentale contro l'Austria, partendo da Salonicco (1 5). Questa proposta fu messa da parte per l'enorme quantità di truppe necessarie. La richiesta del granduca Nicola, motivata dalla situazione critica nel Caucaso, venne ricevuta a Londra il giorno successivo tramite l'ambasciatore britannico a Pietrogrado, quando di fatto la crisi era stata ormai quasi superata. Kitchener, senza approfondire l'argomento, telefonò: «Per favore, rassicurate il granduca che saranno intrapresi i passi necessari per effettuare un'azioni dimostrativa contro i turchi » ( 16). Contemporaneamente Fisher presentava a Churchill un piano grandioso, con il qual~ proponeva un attacco contro la Turchia da portare a termine in tempi brevissimi: 75.000 uomini ritirati dalla Francia dovevano sbarcare nella baia di Besika, un secondo sbarco doveva essere realizzato ad Alessandretta ed un terzo (dimostrativo) ad Haifa. « Contemporaneamente - continuava Fisher - i greci dovrebbero sbarcare nella penisola di Gallipoli , i bulgari marciare su Adrianopoli ed operare, insieme con i russi ed i serbi , contro l'Austria, mentre l'ammiraglio Sturdee forzerà i Dardanelli con navi della classe "Majestic" e "Canopus" » (1 7).
Churchill tolse le sovrastrutture da questo piano strategico e sposò l 'idea essenziale di forzare i Dardanelli con vecchie navi da battaglia. Telegrafò all'ammiraglio Carden: « Ritenete fatt ibile il forzamento dei Dardanelli effettuato da sole navi? » (18) Il 5 gennaio Carden rispose: « Non ritengo che i Dardanelli possano essere travolti con azione improvvisa. Possono essere forzati con operazioni prolungate di un considerevole numero di navi » (1 9). Ciò fu sufficiente per invogliare Churchill- contro il reciso parere di lord Fisher (20), dell'ammiraglio Jackson (2 1) e di Lloyd George, (22) che
(" ) Vds . ··war Memoirs" , di Uoyd George, Vol. l, pagg. 374-380. ('6) ·'Official History•·, Vol. l, pag. 52. ( 17) Ibid , Vol. I, pag. 54; Vds. anche "The World Crisis, 1915'', pagg. 95-96. (18) "The World Crisis", 1915, pag. 97. (" ) lbid. pag. 98. (2<>) Lord Fisher dichiarò di essere stato • istintivamete contrario • al piano di Carden, percbè era sicuro che sarebbe stato un fallimento ("Dardanelles Commission", Primo Rapporto , 1917, para. 68). ( 21 ) Egli disse: « Sarebbe una vera follia tentare di entrare nel Mar di Marmora senza che la peni· sola di Ga ll ipoli fosse tenuta da truppe amiche o che ogni cannone su ambo i lati dello stretto fosse stato preventivameote distrutto» ("The Dardanelles Campaign", di Nevinson, pag. 31). (22) Vds. il suo "War Memoirs", Vol. l, pag. 226.
232
LE BATIAGLlE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
non approvavano che non fosse previsto l'impiego di truppe (23 ) - ad intraprendere l'operazione ed a segnare un punto a suo favore nei confronti di Kitchener. Così lord Kitcbener « ingoiò il piano Dardanelli- scrive Lloyd George - che prese l'avvio » (24 ). Il 13 gennaio Churchill presentò il piano al consiglio di guerra e mise in evidenza che , se l'azione non avesse conseguito i successi sperati, il bombardamento poteva essere sospeso e la flotta ritirata. Ciò convinse il governo (25 ). Due giorni più tardi telefonò a Carde n: « Prima si comincia meglio è ...... Continuate a perfezionare il vostro piano » ( 26) e, il 19 gennaio , mandò un cablogramma al granduca Nicola, informandolo che il governo aveva deciso di forzare i Dardanelli. Alla fine , il28 gennaio, quando il consiglio di guerra si riunì nuovamente, sebbene Fisher si opponesse alle operazioni e tentasse di dimostrare i pregi dell'azione da lui proposta per il Baltico, Kitchener considerò l'attacco navale di vitale importanza. Balfour non avrebbe potuto immaginare operazione di sostegno più efficace e sir Edward Grey era convinto che avrebbe influenzato l'atteggiamento di tutti i paesi dei Balcani. Non doveva essere impiegato un solo soldato , la marina doveva, in proprio , forzare i Dardanelli e conquistare Costantinopoli (27). Così la proposta diventò realtà e divenne di pubblico dominio, perchè lord Bertie, allora ambasciatore inglese a Parigi , scrisse: « La spedizione dei Dardanelli era nota solo ad una cerchia ristretta; Louis Mallet ne senti parlare ad una cena da Leopold de Rothschild, che aveva appreso la notizia da A lfred de Rothscild , che ne sarebbe venuto a conoscenza durante la sua visita giornaliera a Kitcbener nel suo ufficio di guerra, al n. 10 di Downing Street. Non esistono più segreti al giorno d'oggi » (28). Era stato appena raggiunto l'accordo sull'azione, che fu ritirato in ballo il progetto Salonicco , che fu nuovamente respinto, ma che fece riemergere l'inte rrogativo sulla necessità o meno di sostenere l'azione di navi con forze terrestri. 1116 febbraio, vi fu una nuova riunione per riesaminare il problema e si decise di inviare nei Dardanelli la 29• divisione, ponendo così le basi per un attacco terrestre. Tre giorni più tardi, Kitchener comunicò di non poter mettere a disposizione la 29•, che fu sostituita dalle divisioni australiane e neozelandesi ancora ferme in Egitto. A questo punto,
(") • Egli (Churchill) continuava a dire che poteva farcela senza l'esercito • (Testimonianza di sir Anhur Wilson alla "Dardanelles Com mission" , Primo Rappono , para. 88). (2') " War Memoirs", Vol. I , pag. 395. ('S) "Official History", Vol . I, pag. 59. (26) "The World Crisis". 1915, pag. 1J L (l') Vds. "Of(icial Hìstory'', Vol. l, pag. 61. Vds. anche "Dardanelles Commission", Memorandum del sig. Rocb, para. 25. (26) "The Diary of Lord Benie ofThame", 1914-1818 (1924), Vol. I, pag. 134, sono la data del27 marzo 1915.
STASI TATTICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
233
Churchill si convinse che sarebbero stati necessari per lo meno 5.000 uomini e, per la prima volta, rappresentò che« sarebbe stato impossibile per la flotta mantenere aperti i Dardanelli alle navi mercantili >> ( 29). li 24 febbraio, Lloyd George gli chiese se , in caso di fallimento dell'attacco navale, l'esercito avrebbe effettuato un attacco terrestre e la sua risposta fu: « No » (30). Quando si considera quante incognite e quanti rischi fossero impliciti nell'operazione e come il successo dipendesse completamente dalla sorpresa , il provvedimento successivo fu suicida. La flotta ricevette l'ordine di bombardare i forti dei Dardanelli, e operò per assolvere il compito il 19 ed il 25 febbraio. I forti furono danneggiati abbastanza per permettere, il 26, lo sbarco di nuclei di 50-100 marinai o marines e di ridurre in pezzi tutti i cannoni di Sedd-el Bahr e di altri due forti sulla riva asiatica (31) , al prezzo di un morto e sei feriti (32). Nel frattempo, il 23 febbraio, l'isola di Lemno fu occupata dai marines e, quando i greci protestarono, il governo britannico chiamò in causa la necessità di guerra. Per inciso, era la stessa scusa utilizzata dai tedeschi quando invasero il Belgio. Quando il bombardamento ebbe inizio, nella penisola di Gallipoli v'era la sola 9• divisione turca mentre la 3• era schierata dall'altra parte , nella zona asiatica. Entro il 4 aprile , furono rispettivamente rinforzate, l'una dalla 5•, 7• e 19• e l'altra dall'l!" divisione. Così si era verificato che, non appena il governo aveva deciso di non impiegare truppe, si era cambiata idea e si erano ritenute necessarie. In seguito , non appena fu concordato di utilizzarle, fu sferrato l'attacco navaJe senza attendere che fossero disponibili. Invece di attendere che le unità terrestri fossero pronte pèr sfruttare il bombardamento navale, il giorno successivo all'azione della navi, Jord Kitchener avvisò il generale Maxwell, comandante in Egitto, di approntare 30.000 soldati australiani e neozelandesi, al comando del generale sir W.R. Birdwood e« di tenerli pronti all'imbarco, previsto verso il 9 marzo, su navi mandate dall'Inghilterra, perchè sostenessero la marina nella cattura ed occupazione dei forti » (33) . Poi improvvisamente, il 24 febbraio, il consiglio di guerra si rese conto che l'impetuosità di Churchill aveva precipitato l'operazione in un pozzo senza fondo o, come scrive lo storico ufficiale: « se un successo nei DardanelJi avesse portato i Balcani nella sfera alleata, un fallimento avrebbe conseguito l'effetto opposto. L'inizio del bombardamento aveva attirato l'atten-
(l') ~official History, Vol. l , pag. 71. ('") "War Memoirs'' , Vol. l , pag. 418. (" ) "The World Crisis, 1915" , pag. 193. (l2) ''Naval Memoirs" , di Keyes, Vol. l, pag. 198. ('l) "Official History'' , Vol. I, pag. 73.
234
LE BATTAGLIE DECJSTVE DEL MONDO OCCIDENTALE
zione mondiale al punto che, per rispetto del prestigio inglese, l' impresa doveva essere portata a termine a qualsiasi costo ..... Churchill sostenne che il paese era completamente impegnato a veder coronata da successo l'operazione Dardanelli » ( 34). li 4 marzo vennero tentati altri sbarchi, che furono però fortemente contrastati ed ogni sforw per superare i campi minati fu stroncato dal tiro delle artiglierie, indirizzato dai riflettori. Il 5, la « Queen Elizabeth » ed altre navi da battaglia aprirono il fuoco contro i forti degli stretti e lo continuarono fino a112 marzo: ogni colpo fece avvertire in Turchia la minaccia incombente. Mentre il bombardamento era in corso, un altro errore grossolano prese corpo, questa volta nella Russia, proprio a favore della quale era stata intrapresa l'operazione contro la Turchia. li l o marzo Venizelos informò il governo britannico di essere pronto a sbarcare tre divisioni nella penisola di Gallipoli: in una simile occasione, il fatto poteva essere considerato un regalo del cielo, miracoloso come quello dell'ariete di Abramo. La decisione fu comunicata allo czar che, il 3 marzo, rispose: « li governo russo non può consentire che i greci siano coinvolti in operazioni nei Dardanelli, perchè certamente si avrebbero delle complicazioni » (35). Tale rifiuto era motivato dalla perplessità relativa a chi sarebbe toccata, in caso favorevole, Costantinopoli , che il governo britannico aveva già promesso alla Russia , quale bottino di guerra. li 7 marzo, il governo Venizelos cadde e il 12, giorno in cui ebbe termine il bombardamento, il poco edificante avvenimento diventò di dominio pubblico. Nel momento in cui fu effettuato il rifiuto suicida, il consiglio di guerra si riunì nuovamente ed ancora una volta Kitchener decise di non mettere a disposizione la 29• divisione. 115 marzo ricevette un telegramma dal generale Birdwood , il quale rendeva manifesti tutti i suoi dubbi sulla capacità della marina di forzare da sola i Dardanelli (36). Kitchener cambiò opinione , si prese tutta la responsabilità dell'azione e mise a disposizione la divisione navale di Porto Said. Il 16 marzo, la 29a divisione salpò. Questa decisione- presa con tre settimane di ritardo- fu seguita da un altro errore marchiano. Una volta sancito di impiegare la 293 divisione, Kitchener si guardò intorno per scegliere il comandante dell'operazione. Si rivolse al generale sir Ian Hamilton, militare di considerevole esperienza di guerra, leale, cavalleresco, pieno di immaginazione ed in grado di gestire stampa e giornalisti , ma uomo di scarso carisma, che potrebbe essere descritto come un R.B. Cunningham Graham in uniforme . Quando di-
(l"') " Official History·•, Vol. l, pag. 75. (") "The World Crisis", 1915 , pag. 201. ( 16) lbid., pag. 188.
STASI TATIICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
235
scusse la situazione con lui , IGtchener disse: « Se la fl otta riesce a passare, Costantinopoli cadrà da sola e voi non avrete vinto una battaglia, ma la guerra » (37 ) . Tuttavia non gli diede alcuna direttiva, ma soltanto una vecchia carta non aggiornata e gli mise fretta perchè partisse il 13 marzo. Al suo arrivo a Mudros (porto di Lemmo) il 17 marzo, il generale Hamilton scoprì che l'ammiraglio J .M. de Robeck aveva in quello stesso giorno sostituito l'ammiraglio Carden e che, quando la 29• divisione aveva -lasciato l'Inghilterra, le autorità portuali avevano imbarcato le truppe in modo tale che non potevano essere sbarcate pronte al combattimento. Le navi avrebbero dovuto essere scaricate e ricaricate non certamente a Mudros, ma ad Alessandria, con altre tre settimane di perdita di tempo. Il giorno che lord Kitchener prescelse sir Ian Hamilton quale comandante della spedizione, Churchill, invece di attendere che fosse elaborato un piano di operazioni combinate, telegrafò all'ammiraglio Corden: « Vi suggeriamo di considerare che si è creata una situazione per cui è necessario ... ... travolgere e conquistare i forti degli stretti con il fuoco del maggior numero di navi possibili , impiegate a distanze ravvicinate» (38). Così si ripeteva l'errore grossolano del 19-25 febbraio. L'attacco fu effettuato il 18 marzo e andarono perse tre navi da battaglia, incappate in una zona minata. De Robeck informò quindi l'ammiragliato che intendeva rinyiare il prossimo tentativo fin o alla metà di aprile, quando l'esercito sarebbe stato pronto per entrare in azione. La verità sembrerebbe essere, come commenta l'ammiraglio Keys che «Egli in realtà, dopo le perdite del18 marzo, non desiderava rischiare le sue navi in un nuovo attacco navale ed aveva salutato, con un respiro di sollievo, la possibilità di effettuare un'azione combinata, che prometteva di conseguire il successo senza che la flotta corresse rischi » (39). Mentre i turchi scavavano alacremente trincee per salvarsi la pelle, la 29• divisione sbarcava ad Alessandria. Si scoprì che era stata equipaggiata per una guerra di movimento in un paese con ottimo sistema rotabile, era carente di cannoni e di munizionamento e aveva solo limitati materiali sanitari e da trincea e che ormai non esisteva più nessuna segretezza sull'operazione: un ufficiale dello stato maggiore di Hamilton aveva ricevuto una lettera ufficiale da Londra , spedita con la posta ordinaria ed indirizzata al « Contingente per Costantinopoli » (4°). Il 22 marzo, fu tenuta una riunione a bordo della « Queen Elizabeth », della quale il generale Hamilton scrive: « Non c'eravamo ancora
("') "Gallipoli Diary~ , del generale sir lan Hamiltoo {1920), Vol. l,pag. 16. ( 18) "The World Crisis , 19t5" di ChurchiU, pag. 218. (lt) "Naval Memoirs" , di Keyes, Vol. t , pag. 274. ("") "Official History'', Vol. t, pag. 110.
236
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
seduti che de Robeck ci disse che non avrebbe raggiunto alcun risultato senza l'aiuto delle mie truppe .... la carne (che poi saremmo noi) è quasi sul fuoco » (4 1). L'idea di effettuare lo sbarco a BuJair fu scartata , poicbè s'era saputo che era stata trincerata , e fu deciso , invece, di sbarcare sulla punta della penisola, con il risultato che le forze britanniche avrebbero dovuto avanzare attraverso una strettoia, come un passo non stretto fra montagne , ma dal mare. La consistenza delle forze da impiegare in questa difficilissima operazione era (42):
29• divisione (Alessandria) Corpo d'armata ANZAC ('3) (Alessandria) Corpo d'armata ANZAC (43) (Mudros) t• divisione coloniale francese (Alessandria) Divisione navale reale (P.to Said) TOTALI
navi
uomini
animali
mezzi
15
17.649
3.962
692
30 5
25.784 4.854
6.920 698
1.271 147
22 12
16.762 10.007
3.511 1.390
647 347
84
75.056
16.481
3.104
Nel frattempo , tra il 18 marzo ed il 25 aprile- quando fu effettuata la prima azione di sbarco britannica- i turchi avevano avuto tempo sufficiente per trincerarsi e preparare le coste per opporsi ad una invasione, anche se solamente il 26 marzo il feldmaresciallo Liman von Sander fu nominato comandante in capo delle forze della penisola ; quel giorno sbarcò a Gallipoli ed assunse il comando. Resosi conto che le forze erano state schierate in un cordone, le riarticolò in tre gruppi: « La 5• e la 7• divisione furono schierate nella parte superiore del golfo di Xeros ; la 9• e l'appena costituita l~ furono schierate sul lato asiatico insieme con la 3• che arrivò beo presto, via mare » (44 ). Nonostante i suoi uomini fossero miseramente equipaggiati, es) ne apprezzò la capacità combattiva, che gli inglesi per contro sottovalutavano, dimentichi di Plevna e delle sue lezioni . Il gene-
('') "Gallipoli Oiary", di Hamilton Vol. l , pag. 41. (<>) ·•Official History", Vol. l, pag. 127. (<3) Australi an and New Zeland Army Corps (Corpo d 'Armata Australiano e Neozelandese): ANZAC. ( 44) '"Five Years in Turkey", di Liman von Sanders (ediz. inglese 1927) pagg. 60-61. (ojj) Quando arrivarono dei sacchetti da sabbia, «c'era il rischio che i comandanti li usassero per fare pezze alle lacere uniformi dei loro uomini • · (Liman von Sanders, pag. 74).
STASI TATTICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
237
rale Kannengiesser scrive: « Il soldato turco, l"' Ascaro", era anatolo o tracio , scarsamente colto, ma coraggioso e fedele , ... .. contento di poco, non prendeva nemmeno in considerazione il discutere l'autorità di coloro che gli erano sopra. Seguiva il suo capo senza discutere ..... Ai turchi piace avvertire la volontà di un comandante energico e sentire di essere guidati da una mano forte per la conquista di un obiettivo preciso » ( 46 ). Sebbene lo scopo finale dell'operazione fosse quello di occupare Costantinopoli, quello immediato era di forzare gli stretti tra Kilid Bahr sulla sponda europea dei Dardanelli e Chanak sulla riva asiatica. lvi gli stretti si restringono fino a 1.500 metri e fu poco più a nord- a Nagara (Abido dove la corrente non era troppo forte che, nel 480 A.C., Serse costruì il suo ponte; in quel punto attraversarono Alessandro nel 334 a.C., Barbarossa nel 1190 e Orkhan nel 1356. Fu qui che Ero (47) attraversò a nuoto l'Ellesponto, così come fece lord Byron, secoli dopo. Sulla riva occidentale di questa sottile striscia d'acqua si trova la penisola di Gallipoli che a Bulair, nel nord, non supera i 4.000 metri di larghezza, e si allarga fino a 12 migHa tra Suvla ed un punto poco più a nord di Ak Baslù. La penisola si restringe nuovamente fino a 4,5 miglia tra Gaba Tepe e Maidos, poi sì allarga ancora e si rastrema infine sino a Capo Ellade. La maggior parte di questa Hngua di terra è collinosa, attraversata da strette valli, dirupi e gole e culmina nei 700 piedi s.l.m. di Achi Baba. Quando fu dichiarata la guerra, vi erano fortificazioru soltanto a Bulair, all'entrata dei Dardanelli e all'altezza degli stretti. Gli ultimi due erano difesi da oltre 100 cannoni, dei quali solo quattordici erano moderni, che disponevano di scarsissimo munizionamento. I forti Kilid Bahr e Chanak, costruiti da Maometto II nel1462, erano di tale notevole fattura che , durante il bombardamento del 18 marzo, le granate da 15 pollici della « Queen Elizabeth » inflissero solo lievi danni. C'era una sola strada che correva da Gallipoli a Maidos e, pertanto, le comunicazioni principali con Costantinopoli avvenivano per mare, con un viaggio della durata di circa 12 ore. Questo, in breve, era il teatro di guerra. U piano di sir Ian Hamilton prevedeva: l ) finti attacchi a Bulair e Kum Kale; 2) sbarchi in cinque punti a Capo Ellade e precisamente, da est ad ovest, la spiaggia « S » nel Golfo Morto, le spiagge « V » e « W » su ambedue i lati di Capo Ellade e le spiagge « X »ed << Y » sulla riva occidentale; 3) lo sbarco simultaneo di altre unità immediatamente a nord di
(") MThe Campaign in Gallipoli", di Hans Kannengiesser Pascià , (edizione inglese dell927), pagg. 146-147.
(") Perwnaggio della Jeueratùra greca e alessandrina. Sacerdotessa di Afrodite, riceveva ogni notte la visita dell'amante leandro che - guidato dalla fiaccola da lei esposta- auraversava a nuoto lo stretlo provenendo da Abido. Morto l'amante in una burrasca, si uccise geuandosi nei flutti . (N.d.T.).
238
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Gaba Tepe, con l'obiettivo di avanzare su Maidos e prendere alle spalle le forze turche che si fossero opposte all'azione effettuata a Capo Ellade. Il piano sulla carta era ottimo ma il successo, più del solito, dipendeva dall'esecuzione, che richiedeva al massimo grado ferma azione di comando, controllo ed audacia. Se queste si fossero verificate, avrebbe potuto essere coronato da successo, anche perchè, come si constatò in seguito , le guarnigioni costiere turche erano di scarsa consistenza. 11 26 aprile, giorno in cui ebbero luogo i primi sbarchi , a sud di Achi Baba c'erano solo due battaglioni di fanteria ed una compagnia di genieri ; alla spiaggia « Y » nemmeno un uomo; alle spiagge « U » e « V » due compagnie; alla spiaggia « S » un plotone e alla spiaggia « X » dodici uomini. Ancora, solo la « W »e la « V »erano difese da filo spinato e mitragliatrici (48). Sfortunatamente, nonostante il coraggio degli uomini fosse notevole, l'azione di comando fu fallimentare. Alle spiagge « W » e « V » si verificarono disastrosi ritardi e le forze alla spiaggia« X »furono troppo scarse. Alla « V >> lo sbarco dalla « River Clyde » fu contrastato così efficacemente che le operazioni furono rinviate fino al26 aprile. Alla « Y », dove 2.000 uomini presero terra senza sparare un solo colpo e rimasero indisturbati per undici ore, regnò il disordine più completo . Per quanto non contrastati, gli uomini non avanzarono su Krithia, ma furono reimbarcati ed allontanati dalla zona. Nel frattempo, australiani e neozeland esi sbarcavano a nord di Gaba Tepe, un miglio a nord della zona prevista, in un luogo chiamato più tardi insenatura Anzac. La loro azione fu una vera sorpresa e fu raggiunta, a seguito di una penetrazione di 3,5 miglia, una zona da cui fu possibile vedere le acque scintillanti deglj stretti che segnò il punto più vicino all'obiettivo mai raggiunto durante l'intera campagna. lvi furono attaccati da Mustafa Kemal e costretti ad arretrare in tale disordine, che il generale Birdwood ordinò la ritirata ; provvedimento giustamente non condiviso da sir Hamilton , che replicò: « Siete riusciti a superare la fase più scabrosa. Ora non dovete far altro che scavare, scavare, scavare, fino a quando non sarete salvi » (49). Parole inquietanti, perchè scavare significava che il momento della sorpresa era passato e che, p ertanto, l'intera operazione era fallita. Così le premesse di una delle più gravi tragedie della storia britannica furono incise sulle rocce della penisola di Gallipoli, da dove Alessandro s'era mosso alla conquista dell'oriente. Lo sbarco era riuscito , anche se l'obiettivo non era stato raggiunto. Cominciava la seconda fase dell'invasione, con una serie di attacchi fron-
(4) "Official History", Vol. l, pag. 221. (~) "Official History", Vol. l, pag. 270.
239
STASI TATTICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
111/R
N
t
= E6E' o
Fig. 15: Gallipoli e i Dardanelli, 1915
tali, senza speranza e costosissimi in vite umane, come non si erano ancora visti sul fronte occidentale. Ad Anzac, dove la testa di ponte conquistata misurava circa 400 acri, non fu tentata un'offensiva fino aJ 6 agosto, mentre ad Ellade, basandosi soprattuto sull'ingiustificato ottimismo del generale Hunter-Weston, comandante della 29• divisione e di tutte le truppe G.O.C. nella zona Ellade (~).furono combattute tre sanguinose battaglie ; la prima, la seconda e la terza battaglia di Krithia. La prima, che ebbe luogo tra il 27 ed il 30 aprile, fu malamente concepita, fu condotta nel caos più completo e comportò la perdita di circa 3.000 uomini. Questo fallimento fu seguito da un attacco turco effettuato con determinazione il 1° maggio, che fu respinto. Il 6-7 maggio, ebbe inizio la seconda, che terminò 1'8 con gli stessi risultati de!Ja prima e costò
(lO) Il 24 maggio vennero raggruppate neii"VIII corpo d'armata.
240
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
6.500 uomini, quasi un terzo di quanti vi presero parte. n 19 maggio, i turchi attaccarono nuovamente, questa volta contro Anzac e subirono perdite per 10.000 uomini , a fronte di quelle australiane e neozelandesi che non superarono i 600 tra morti e feriti. Seguì la terza battaglia di Krithia: sotto la protezione di 78 cannoni terrestri e di quelli della flotta , l'VIII corpo d'armata avanzò ed andò incontro ad una nuova ecatombe: perse 4.500 uomini dei 16.000 impegnati (oltre a 2.000 francesi), 60 dei 70 ufficiali e 1.000 dei 1.900 marines della 2• brigata navale. L'obiettivo delle tre battaglie era Achi Baba , ritenuto (erroneamente, come dimostrò alla fine della guerra iJ capitano Keyer, commodoro dell'ammiraglio de Robeck) ( 51 ), la chiave di volta dell'intera area degli Stretti. Le operazioni terrestri, esaurita la spinta iniziale, arrivarono ad un punto di stalla. Nel frattempo, il giorno successivo al primo sbarco, l'Italia denunciò la Triplice Alleanza e, secondo quanto previsto dal Trattato di Londra, si schierò con le potenze alleate. n 23 maggio entrò in guerra contro l'Austria. IJ 2 giugno sir lan Hamilton telegrafò a lord Kitchener, comunicando che « sembrava che i turchi stessero organizzando l'impiego di circa un quarto di milione di uomini contro il corpo di spedizione )) ( 52). Queste cifre esagerate fecero rabbrividire il governo , il quale costituì la Commissione per i Dardanelli , che si riuni la prima volta il7 giugno per esaminare tre alternative: lasciare le cose come stavano ; abbandonare l'impresa ed evacuare la penisola; inviare consistenti rinforzi. Sotto la pressione di lord Kitchener e Churchill, fu adottata la terza soluzione e fu deciso di inviare altre cinque divisioni che dovevano, secondo Churchill, essere impiegate per occupare l'istmo di Bulair (53). Questa proposta fu respinta, perchè l'ammiraglio de Robeck riteneva che la minaccia dei sommergibili tedeschi nel golfo di Saros costituisse un rischio troppo grande. Anche il generale Birdwood si schierò contro uno sbarco cosi a nord e propose un'azione di grosse dimensioni che partisse da Anzac, dove le condizioni erano tali da convincere ogni soldato a combattere con grande impegno. Lo storico ufficiale- testimone oculare- scrive: « Il calore di mezzogiorno era intenso, non v'era quasi riparo ai raggi del sole e lo scarso rifornimento d'acqua nelle trincee riusciva a malapena a vincere la bruciante sete degli uomini . Il nauseabondo lezzo dei cadaveri insepolti nella terra di nessuno inondava tutta l'area del fronte , si susseguivano con frequ enza dense nubi di polvere contaminata e, nonostante le misure preventive adottate dai medici, il repellente flagello delle mosche smisurate (conosciute delle truppe come « mosche da cadaveri » ) era tale da rendere impossibile
(51) "Naval Memoirs, 191().19I5", Vol. l, pag. 325. (S>) "Offici.al History .. , Vol. Il, pag. 42. (") 41le World Crisis, 1915", pagg. 396-397.
STASI TATTICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
241
mangiare un boccone senza correre il rischio di ingoiare i pestiferi insetti. Un barattolo di carne o di marmellata, appena aperto, veniva coperto da uno spesso strato di mosche e, per i militari nelle trincee, un pezzo di velo con cui coprirsi la faccia durante i pasti o durante il sonno non aveva prezzo ~~ (54). Quando fu deciso di costituire con tre delle cinque divisioni un nuovo corpo d'armata, il IX, sir Ian Hamilton propose di affidarne il comando al generale Byng o al generale Rawlinson, ambedue ottimi ufficiali impegnati in quel momento in Francia. Poichè erano meno anziani in grado del generale Mahon, comandante della l()a divisione del IX corpo d'armata, il comando fu affidato al generale di corpo d'armata sir Frederick Stopford. Non poteva essere fatta scelta peggiore. Sessantunenne, era di bell'aspetto, affabile, ma incompetente. Durante la guerra in Sud Africa era stato segretario militare di sir Redvers Buller, Non era mai stato al comando di truppe ed era un uomo malato. Mentre si facevano tali preparativi , il generale Hamilton non si preoccupò di preservare le forze al suo comando, ma le lanciò in tre attacchi inutili, il 21 giugno, il 28 giugno ed il 12-13 luglio , nella zona di Ellade. Perse 7.700 britannici e 4.600 francesi, l'equivalente cioè di un'intera divisione. Ricevuta la promessa di rinforzi , Hamilton cominciò a considerare il suo nuovo piano. Innanzitutto si rese conto che l'insenatura di Anzac era troppo stretta e troppo poco profonda per lo schieramento di cinque divisioni e, per guadagnare spazio, decise di effettuare uno sbarco nella baia di Suvla, cinque miglia più a nord, al quale dovevano seguire due attacchi simultanei con l'obiettivo di occupare le alture tra Kiretch Tepe e Koja Chemen Tepe e da lì a Gaba Tepe. Sulla carta il piano era ineccepibile, non solo perchè era noto che la zona della baia di Suvla era difesa da un velo di forze, ma anche perchè, se i turchi fossero stati sorpresi, si dovevano attraversare solo quattro miglia di terreno piano e allo scoperto prima di raggiungere le alture circostanti: a nord-est il Tekke Tepe, di 900 piedi, ad est lo sperone Anafarta di 350 e a nord il Kiretch Tepe di 650. Se queste alture fossero state occupate in 24 ore, l'ala destra dello schieramento turco che fronteggiava le unità ANZAC sarebbe stata aggirata, cosa che avrebbe certamente reso possibile l'occupazione di Koja Chemen Tepe (collina 971), punto chiave degli Stretti. Per il duplice attacco, sir Hamilton disponeva di due corpi d'armata:
(") ·· Official History". Vol. Il , pagg. 72-73. Vds. anche '"The Dardanelles Camaign", di Nevinson , pag. W7 .
242
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDE!IITALE
l'ANZAC ed il IX. U primo era costituito dalla 1• e 2• divisione australiana
e dalla divisione mista australiana neozelandese; il secondo dalle divisioni 10", 11", 13•, 53• e 54•; nella zona di Capo Ellade, inoltre, era schierato 1'VIII corpo d'armata , composto dalle divisioni 23•, 42•, 52• e dalla divisione di marines, nonchè il « Corps Expéditionnaire d' Oricnt »su due divisioni , per un totale di tredici divisioni di fanteria. Prescelse le isole Mudros, lmbros e Mitilene quali basi avanzate e stabilì il suo posto comando ad Imbros. L'attacco fu fi ssato per il 6 agosto, notte di luna nuova, e prevedeva le seguenti azioni: mentre l'VIII corpo d'annata impegnava le forze turche che aveva di fronte , Birdwood doveva effettuare prima un finto attacco à Lane Pine, in modo da attirarvi il nemico che occupava le alture di Sari Bair e , quindi, investire le alture sguarnite e conquistare la collina 971, la collina« Q »e Chunuk Bair entro l'alba del 7 agosto. Per quest'azione la 13• divisione fu distaccata dal corpo d'armata ANZAC. Seguiva, durante la notte tra il6 ed il7, lo sbarco dell'lP e della lO• divisione a sud di punta Nibrunesi; la prima doveva occupare, prima dell 'alba del 7 , Lala Baba, punta Suvla, Kiretch Tepe, le colline Chocolate e « W » e Tekke Tepe, mentre due brigate della seconda dovevano avanzare all'alba del 7 e dirigersi su Anafarta in modo da minacciare alle spalle i turchi schierati sulla collina 971 e dintorni. Questo piano era completamente sballato. Il corpo d 'armata ANZAC era fisicamente distrutto e la zona, nella quale doveva operare, era indescrivibilmente difficile. La 10• e 1'11" divisione erano addestrate a metà e l'area era coperta da un fitto sottobosco, per cui solo fanteria leggera altamente addestrata e condotta da ufficiali esperti avrebbe potuto effettuare, con successo, l'azione. Sir Harnilton non aveva ufficiali e truppa di tanto calibro; il suo piano, nonostante fosse bene impostato sulla carta, era un azzardo. Il generale Stopford non fu informato del piano prima del 22 luglio, quando gli fu imposto che le colline Cbocolate e « W » venissero catturate con un colpo di mano prima dell'alba (55) e gli fu precisato che l'azione doveva essere condotta con vigore e coraggio. Inizialmente condivise il piano, ma subito dopo cominciò ad avere dei dubbi , forse perchè il generale Mahon molto giustamente lo considerò troppo intricato. Mise in risalto la sua scarsità di artiglierie e, quando scoprì che tutte le sue unità dovevano essere sbarcate sulle spiagge « A » (( B » e « C >> situate a sud della punta Nibrunesi, convinse (56), contro il parere degli esperti navali , il generale
{" ) " Official HiStoryr, Vol . Il , pag. 148. ('") Vds. " Naval Memoirs'" , di Keyes, Vol. I. pag. 378.
STASI TATII CA E CAMBIO DI OBIETIIVI
243
Hamilton a spostare il punto di sbarco « A » entro la baia e immediatamente a nord di « Cut ». Fu , come si vedrà, un errore. Il prossimo errore deve essere attribuito a sir l an Harnilton e precisamente al suo eccesso di segretezza. Nessuna unità aveva idea di cosa dovesse fare: le carte topografiche non furono distribuite fino alla sera del 6 agosto e nessuno, ad eccezione degli ammiragli e dei generali , fu informato sul compito (57). Fisicamente e mentalmente l'operazione fu un salto nel buio.
•
"
l preparativi per lo sbarco fu rono organizzati meticolosamente, se si pensa che si prevedeva di portare al seguito 400 tonnell ate d'acqua; ma essi monopolizzarono talmente l'attenzione dello stato maggiore di Stopford, che si occupò solo dello sbarco e per niente dell'azione da compiere a terra, con il risultato che l'occupazione delle colline Chocolate c « W )> fu completamente dimenticata. La critica va estesa anche a sir Hamilton, nelle cui istruzioni finali emanate al IX corpo d'armata il 29 luglio, si legge: « II vostro obiettivo principale è quello di occupare la baia di Suvla ..... si dovesse verificare, tuttavia , che voi riusciate a conquistare l'obiettivo impiegando solo una parte delle forze, il vostro prossimo impegno sarà quello di fornire tutto il sostegno possibile al generale comandante deiI'ANZAC nella conquista della collina 305 (collina 971) , avanzando su Biyuk Anafarta .... .. Tuttavia si richiama la vostra attenzione specialmente sul fatto che, come è noto, sulle colline Yilghin (Chocolate) e Ismail Oglu Tepe (Green) sono schierate artiglierie in grado di erogare fuoco sul fian co e sul retro delle unità che attaccano la collina 305 (971) ... ... se, pertanto , è possibile , senza pregiud icare l'assolvimento del vostro compito primario, conquistare dette colline durante le fasi iniziali del vostro attacco, saranno enormemente facilitati roccupazione ed il possesso della collina 305 (971) » ( 58). Questo insistere sul fatto che lo sbarco fosse l'obiettivo principale fu il più grande errore, la causa e l'origine del disastro, perchè era un mezzo c non il fine . L'ultimo errore va attribuito a Stopford, il quale non aveva idea di cosa fosse l'azione di comando: non sbarcò con le sue truppe, né stabilì il suo posto comando sulla spiaggia, ma decise di rimanere a bordo del << JonquiJ », da dove non si mosse per tutto il giorno 7. Se il compito di sir Hamilton non era facile , e certamente non lo fu, quello di Liman von Sanders era molto ma molto più difficile. Sebbene avesse temuto uno sbarco a Bulair, aveva tuttavia sospettato che i britannici si proponessero di occupare Koja Chemen Tepe e che pertanto effettuassero una sbarco nella
(") -The DardancUes Campaign". di Ncvinson , pag. 298. (la) ~official History ", Vol. Il, Appendice 3.
244
LE BATTAGLI E DECISIVE DEL MON DO OCCrDENTALE
baia di Suvla, così come aveva ritenuto possibile che prendessero terra a sud di Gaba Tepe, dove aveva inviato la 9" divisione del colonnello Kannengiesser. In agosto, il suo schieramento prevedeva: tre divisioni a Kum Kale, tre a Bulair, tre sul fornte dell'ANZAC, al comando di Essad Pascià, due a sud di Gaba Tepe e cinque a sud di Ellade. A Suvla aveva inviato poche unità, note come distaccamento Anafarta, comandato da un ufficiale bavarese, il maggiore Willmer, e composto da tre battaglioni di fanteria , una compagnia genio, uno squadrone di cavalleria, diciannove pezzi d'artiglieria e un battaglione lavori. Willmer, ufficiale eccezionalmente capace, si rese conto immediatamente che le forze a sua disposizione erano troppo deboli per opporsi a uno sbarco e che tutto quello chè avrebbe potuto fare era di ritardare l'occupazione, da parte dell'invasore, dello sperone di Anafarta per 36 o 48 ore, dopo di che avrebbe avuto bisogno di rinforzi . Distaccò in avanti un velo di avamposti e presidiò le seguenti località: - Kiretch Tepe con due compagnie della gendarmeria di Gallipoli; - Collina 10 con tre compagnie della gendarmeria di Broussa; - le colline Chocolate e Green con tre comagnie del I/31° reggimento; - Lala Baba con una compagnia del 1/31° reggimento con un posto di osservazione sulla punta Nibrunesi. Sistemò la sua riserva tra Baka-Baba e la collina « W », a cavaliere della strada tra la baia e Anafarta Sagir. Djsponeva in tutto di circa 1.500 uomini con cui fronteggiare un nemico forte di 25.000 effettivi. Alle 14.30 del 6 agosto, si scatenò sul fronte di Ellad la battaglia combinata che doveva decidere la campagna e molti altri destini connessi. Il comandante dell'VII corpo d'armata non effettuò l'attacco secondo gli ordini ricevuti (fissare l'avversario), ma sventatamente cercò di conquistare Krithia ed Achi Baba, senza riuscire nell'intento e perdendo circa 2.000 uomini dei 4.000 di cui disponeva. Due ore più tardi, ebbe inizio la battaglia di Anzac, che si aprì con un attacco contro le posizioni turche di Lone Pine. Sebbene coronato da successo, provocò una conseguenza sfavorevole, perchè impensierì Essad Pascià, che chiamò in rinforzo due reggimenti della 9• divisione di Kannengiesser. Questi, arrivati in posto, si trovarono in condizioni di rinforzare Chunuk Bair quando fu attaccata il giorno successivo. Mentre l'attenzione turca era concentrata su Lone Pine, due colonne al comando del generale Johnston e del generale Cox iniziarono il movimento alle 19.30 per occupare il crinale di Sari Bair, tra la collina 971 e la collina Battleship. L'operazione era complicata se non impossibile. Ashmead Bartlett scrive: « Fu lanciato contro posizioni cosi forti e difficili che non ne erano mai state attaccate prima di simili , da parte di unità addestrate alla guerra moderna. Gli uomini avrebbero dovuto scalare la montagna durante la notte su un terreno sconosciuto, cosi tortuoso, rotto e coperto di fittissima vegetazio-
245
STASI TATIICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
( ~
......·
..,
~
·
N
- - - ---- (•'···~ ,,. J,.,,..,,~J
-~ -·-· - · -l•l•••" J: l11lrJ
" "' 4 o l lloo/OJ t:::::::::::è=:::i::::::==:i:=::±:::=====:::=:l
Fig. 16: Battaglia di Sari Bair, 6-10 agosto 1915
ne che, se avessero dovuto effettuare un attacco simile per addestramento, in tempo di pace, avrebbero avuto un compito troppo arduo solo nel raggiungere la sommità di Sari Bair nel tempo prescritto » ( 59). La colonna di destra (Johnston) , al coperto delle ombre create dai riflettori delle navi, mosse lungo Table Top per raggiungere Chunuk Bair
(") "Tbe Unce nsored Dardanelles" , (1928), pag. 222.
246
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MON DO OCCID ENTALE
entro l'alba. Parte della colonna perse la strada e il resto piombò nella confusione. Intanto la colonna di sinistra (Cox), si spostò lungo la costa, girò a destra e si diresse in direzione delle colline 971 e« Q ». Prese un itinerario sbagliato , cadde in un 'imboscata, fu ritardata e si ritrovò con gli uomini esausti. Così l'intera operazione iniziale fi nì in un fiasco: 650 tra ufficiali e truppa, dei 1.200 impegnati , persero la vita. Mentre si sviluppavano questi avvenimenti, alle 5.30 del 7 agosto, Mustafa Kemal, appreso che le truppe britanniche si stavano attestando sullo sperone di Rhododendron - immediatamente ad ovest di Chunuk Bair - chiamò la sua divisione in riserva, la 19•, e le ordinò di occupare il crinale principale. Contemporaneamente, due reggimenti di Kannengiesser furono inviati da Essad Pascià per occupare lo stesso crinale, nel tratto da Chunuk Bair alla collina 971. Kannnegiesser si spinse in avanti con una pattuglia e raggiuse Chunuk Bair verso le 19. Nel frattempo , Liman von Sanders, resosi conto che era arrivato il momento critico e temendo che il colpo principale potesse essere sferrato contro Bulair, telegrafò a Feizi Bey , comandante responsabile della zona , perchè stesse all'erta e gli ordinò, avendo deciso che Sari Bair dovesse essere rinforzata , di spostare verso sud tre battaglioni nel minor tempo possibile. Intanto la colonna di destra di Johnston era riuscita a riordinarsi alla meno peggio e , alle 10.30 del 7 , spinse in avanti cinque compagnie all'attacco di Chunuk Bair, sotto la protezione del fuoco terrestre e navale; ma quasi immediatamente venne aperto il fuoco sugli uomini di Kannengiesser e i varchi paurosi aperti fra gli attaccanti fecero falli re l'operazione. Questo awenimento ed il fatto che la colonna di sinistra di Cox era troppo esausta per intraprendere una qualsiasi azione, indussero il generale Godley, comandante dell 'operazione , a sospendere l'attacco fino all'8 agosto , quando Johnston doveva occupare Chunuk Bair e Cox le colline « Q» e 971. Cox aveva a disposizione in tutto tredici battaglioni, che erano stati suddivisi in quattro colonne, i cui obiettivi erano: - prima colonna , pendici settentrionali d i Chunuk Bair ; - seconda colonna, cima meridionale della collina « Q »; - terza colonna , cima sette ntrionale della collina « Q »; - quarta colonna, sperone Abdul Rahman c collina 971. Mentre la quarta colonna , che aveva iniziato il movimento alle 3, fu subito individuata e la terza e la prima colonna erano troppo disperse per effettuare un'avanzata, la seconda si spinse in avanti per congiungersi con il I battaglione del 6° reggimento Gurkhas, che aveva occupato una posizione in profondità. Ma gli uomini erano troppo stanchi per riuscire a raggiungere l'unità Gurkha. Il maggiore C.J.L. Allanson, comandante del l/ 6°, li aspettò invano ed alla fine decise di attaccare da solo la collina « Q ». Dopo un aspro combattimento , raggiuse un pianoro a 100 piedi dalla cresta e vi si trincerò; alle 14 il generale Godley, ignaro dell'eccellente avan-
STASI TATTICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
247
zata, sospese le attività fino aJ giorno seguente. Nel frattempo Johnston aveva ordinato un attacco per le 3.30, che, sebbene partito tardi, raggiunse la cima del crinale senza trovare, contro ogni aspettativa, resistenza alcuna. Le due compagnie del battaglione Wellington , comandato dal te nente colonnello W.G. Malone, vi si attestarono. «Gli uomini avevano un morale altissimo. Lontano , sulla cresta, la luce delJ'alba mostrava sentieri e strade alle spalle del nemico schierato ad Anzac, che alla fine stava per essere preso sul fianco. Davanti a loro si stagliavano le acque degli Stretti: l'obiettivo della spedizione. La vittoria sembrava vicina » (ro) . Non si conosce il perchè i turchi avessero abbandonato Chunuk Bair, ma , poichè mantenevano ancora il possesso delle colline « Battleship » e « Q », quando la luce dell'alba fu sufficiente, aprirono un fuoco micidiale sui fianchi deUe unità , peraltro di scarsissima consistenza , di Malone. Le due compagnie Wellington combatterono eroicamente e mantennero le loro posizioni esposte sulla sommità del crinale fino a quando quasi tutti furono uccisi e, con essi, i loro comandanti. Così fu perduta Chunuk Bair, perchè non era stata conquistata la collina « Q ». Il generale Godley , tuttavia, decise di rinnovare l'attacco per il giorno 9. Abbandonò l'idea di conqu_istare la collina 971 e limitò l'obiettivo al crinale principale tra Chunuk Bair e la collina « Q », che dovevano essere conquistate rispettivamente da Johnstoo e Cox, mentre il generale A.H. Baldwin , comandante della 32• brigata della 13• divisione , attaccava tra questi due punti di vitale importanza. L'azione doveva essere condotta io stretto coordinamento e completa cooperazione. Come cadde la notte, Baldwin avanzò lungo una pista non ricognita, che comportò 1\LOghe soste e notevoli ritardi. Subentrò la confusione, soprattutto quando l'unità si accorse che la pista portava ad un precipizio e si rese indispensabile fare marcia indietro. Poichè, intanto, i rinforzi di Allanson s'erano smarriti per strada, fu costretto ad attaccare nuovamente con le sue sole forze. Non appena il fuoco di preparazione d'artiglieria fu spostato, raggi\LOse la cima della cresta ; l'aveva appena conquistata quando una seconda azione d 'artiglieria si abbattè sulle sue unità e lo costrinse a riportarsi nelle posizioni iniziali. La sua descrizione dello sfortunato evento è la seguente: « Il frastuono dell'artiglieria era indescrivibile; la collina, che era quasi verticale, sembrava sprofondare. Mi resi conto che se ci fossimo affrettati verso la cima , nel momento in cui il fuoco cessava, avremmo potuto raggiungere la vetta. Sistemai le tre compagnie nelle trincee e dissi loro che, nel momento in cui fossi balzato in avanti agitando una bandiera rossa, tutti dovevano seguirmi. Erano le 5.15. Mai avevo visto un tale fuoco di preparazione
(60) ''Official History'", Vol. Il , pag. 2 13.
248
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
d'artiglieria: le trincee erano ridotte in pezzi e la precisione era meravigliosa. Noi eravamo poco più in giù della zona di arrivo dei colpi. Alle 5.18 non era cessato; cominciai a chiedermi se il mio orologio non segnasse l'ora sbagliata. Alle 5.20 silenzio. Aspettai tre minuti per essere sicuro e per non correre rischi. Quindi saltammo fuori con perfetto sincronismo; iniziando un'avanzata perfetta e bella da vedersi..... Sulla cima ci scontrammo con i turchi; Le Marchand cadde trafitto da un colpo di baionetta al cuore. Io ne presi uno nella gamba e, per un tempo che mi parve di circa dieci minuti, combattemmo corpo a corpo, a pugni, a calci, usando pistole e fucili come clave ed, alla fine , i turchi si girarono e si allontanarono; mi sentii un uomo veramente fiero; il punto chiave dell'intera penisola era nostra e le perdite per conseguire un tale risultato non erano state eccessive. Sotto di noi si potevano ammirare gli Stretti, mezzi di trasporto si muovevano lungo le strade per Achi Baba. Guardando intorno, mi resi conto che non eravamo sostenuti e pensai che avrei fatto un'ottima cosa se avessi inseguito i turchi che si erano ritirati davanti a noi. Ci affrettammo verso Maidos, ma avevamo percorso appena 100 piedi quando all'improvviso arrivarono sei colpi di aggiustamento dai doctici pollici della nostra marina e crearono una confusione indescrivibile. Fu un disastro deplorevole; eravamo stati scambiati certamente per i turchi e fummo costretti a ritirarci. Fu uno spettaccolo terribile: il primo colpì un gurkha in pieno viso; il luogo si trasformò in un ammasso di sangue, membra ed ossa. Noi tornammo velocemente verso la cima e da qui alle nostre posizioni di partenza sull'altro versante » (61). Così ebbe termine la battaglia del costone di Sari Bair, uno scontro dove il valore la fece da protagonista e dove la confusione raggiunse valori superati solo nello sbarco della Baia di Suvla. Quest'ultima operazione, come sostiene Liman von Sanders, fu l'apice politico-militare della campagna (62) e, diversamente da Sari Bair, fu un'azione che non presentò ostacoli insormontabili. Tuttavia anch'essa fu rovinata dalla pochezza dell'azione di comando e dall'inesperienza delle unità che vi presero parte. Alle 9.30 del 6 agosto, la 32• e la 33• brigata dell'lP divisione (generale F. Hammersley) si avvicinarono nell'oscurità più fitta alla spiaggia « B », dove non trovarono nemmeno l'ombra del nemico. Entro le 22 sbarcarono quattro battaglioni, che fortunatamente non subirono perdita alcuna e non dovettero scontrarsi con il nemico, perchè gli uomini erano stanchissimi per essere stati in piecti per cticiassette ore. Fu occupata LaJa
61 ( ) Tratto da "World Crisis, 1915.. , di Churchill, pag. 442. Questo resoconto fu scritto 48 ore dopo l'accaduto. La Marina negò di aver effettuato un secondo bombardamento. Si dice vi siano rimasti uccisi 150 uomini. (62) "Five Years in Turkey" , pag. 90.
STASI TATTI CA E CAMBIO DI OBIETTIVI
249
...········
..
).:;;~
lrid"'Y
·'":·
...
•
..,
,-......··· ..: ( . ·
.f Fig. 17: Battaglia deUa Baia di Suvla, 6-10 agosto 1915
Baba e fu aperta la strada per la conquista della collina 10, che non fu raggiunta solo percbè nessuno conosceva la sua esatta ubicazione. Nel frattempo la 34a brigata, al comando del generale W.H. Sitwell , entrava nella baia di Suvla, ma non riuscì a prendere terra con il grosso degli uomini prima dell'alba , percbè nell'avviciname nto alla costa , per un errore degli addetti alla segnalazione della rotta , una nave andò a cozzare su uno scoglio, a 50 piedi dalla riva, ritardando così le attività di sbarco. Per peggiorare la situazione, la 1Qa divisione (generale sir B.T. Mahon), che avrebbe dovuto sbarcare nella spiaggia« A »per occupare Kiretch Tepe, fu sbarcata parte sulla spiaggia « C » e parte in una spiaggetta, di cui non si conosceva l'esistenza, a nord della« A ». Le unità si frammischiarono e regnò una gran confusione . Seguirono ordini e contrordini in rapida successione, mentre i tiratori scelti turchi, come i fucilieri americani del 1777, abbattevano gli invasori in rapida sequenza. La situazione non mutava con il passare delle ore. Solo al tramonto cominciò a prendere forma un attacco contro la collina Chocolate, che diventò incisivo quando scesero le tenebre, con il favore delle quali furono conquistati l'altura ed i pendii occidentali della collina Green. Intanto , sulla sinistra non si era riusciti che a creare una piccolissima testa di sbarco a Kiretch Tepe; tutte le colline circostanti rima-
250
LE BATTAGUE DECIS IVE DEL MOKDO OCCIDE TALE
nevano in mano turca e più della metà del IX corpo d'armata- 22 battaglioni in tutto- non era ancora entrata in azione; le unità impegnate avevano, per contro, perso 100 ufficiali e 1.600 uomini , « l'equivalente cioè dell'intera forza turca che avevano di fronte » ( 63). Il piano terrestre era fallito, così come aveva fatto fiasco quello della marina, che non era riuscita , per la generale confusione, a sbarcare artiglierie, munizioni, acqua , rifornimenti, mezzi di trasporto, animali da tiro. A terra non si riusciva a trovare un goccio d'acqua , anche se a bordo ve n'era in grande abbondanza; gli uomini che avevano esaurito il contenuto delle borracce quasi impazzivano per la sete. Si vedevano molti soldati sulla spiaggia, che << cercavano di succhiare acqua attraverso i buchi che avevano fatto con la baionetta neJJe manichette » (64 ). Kannengiesser descrive lo sbarco come esso fu visto dai turchi: « La baia di Suvla è stipata di navi. Abbiamo individuato dieci navi da trasporto, sei navi da battaglia e sette navi-ospedale. Sulle spiagge un gran numero di soldati in completo disordine simili ad una colonia di formiche messa in subbuglio da una presenza estranea ...... non si combatteva da nessuna parte » (65). Per tutto il 7 agosto , scrive lo storico ufficiale: « Il quartier generale _n on esercitò alcuna influenza sul corso delle spedizioni della baia di Suvla e la sua inattività di quel giorno, che alla luce degli eventi successivi può essere cosiderata una delle crisi dell'intera guerra mondiale, si può solo spiegare con l'eccesso di fiducia ». Perchè sir lan Hamilton , quando si rese conto che nemmeno la coUina « 10 »era stata conquistata, non diede ordine di procedere verso Suvla? « Se lo avesse fatto - continua lo storico- ed avesse preteso un'avanzata immediata, la durata della guerra mondiale si sarebbe certamente accorciata » (66). II comandante in capo se ne stava sulla sua isola aspettando notizie, mentre il generale Stopford si compiaceva , a bordo della sua nave, del fatto che i suoi uomini avessero preso terra, e costringeva quasi all'ammutinamento il commodoro Keyes (67 ) , che si era recato da lui per chiedere cosa fare. Ambedue i generali aspettavano la notizia della vittoria o della sconfitta, come se si fosse trattato di una corsa di cavalli. Tale modo di concepire l'azione di comando sfugge ad ogni definizione; tuttavia discendeva direttaiJlente dalla teoria di Moltke sullo stato maggiore, secondo la
(") "Official History". Vol. l , pag. 261. (") " ava! Memoirs'" di Keyes, Vol. l , pag. 396. (OS) "The Campaign in G allipoli", pag. 205. (66) "Official History" . Vol. Il . pagg. 263-264. ( 6 ') "N aval Memoirs" , Vol. l. pag. 397.
STASI TATIICA E CAMBI O DI OBIETIIVJ
251
quale i generali comandanti cessano di esercitare la loro azione nel momento in cui c'è più bisogno di loro, cioè quando inizia la battaglia. Mentre sir Ian Hamilton e sir Frederick Stopford aspettavano che i loro telefoni squillassero, dalla parte turca fervevano le attività. Alle 6, Willmer aveva telefonato a Liman von Sanders per notificargli che il nemico, sotto la protezione di numerose navi da battaglia, era sbarcato a punta Nibrunesi. Il comandante in capo turco si fece un'idea di quello che stava per accadere, si rese conto che Bulair era salva e che gli obiettivi nemici erano la collina 971 e Chunuk Bair ed ordinò a Feizi Bey di inviare a sud due delle sue tre divisioni e precisamente la 7• e la 12•. Nello stesso tempo disponeva che tutti gli uomini che si trovavano sulla costa asiatica dei D ardanelli si dirigessero a Chanak e si portassero quindi in zona europea. Era in grande ansietà, perchè nessuno di questi rinforzi avrebbe potuto essere in zona prima di 36-48 ore. Nel frattempo , potevano le scarsissime forze a disposizione di Willmer arrestare l'invasione? Questo era il problema. La risposta sembrava decisamente negativa. Ma a quel punto si verificò qualcosa che fece intravvedere uno spiraglio di speranza. Alle 19, il maggiore Willmer comunicava: « Lo sbarco delle unità nemiche è continuato per tutto il giorno. Al momento l'entità delle forze può essere valutato a mezza divisione. TI nemico non ha ancora sferrato nessun vero attacco. Al contrario, avanza timidamente » (68) . Ciò significava probabilmente un guadagno di 24 ore. All'una dell'8 agosto, le unità di Willmer erano disposte come segue: tre compagnie della gendarmeria di Gallipoli sul costone di Kiretch Tepe; 1.100 uomini e cinque pezzi di artiglieria da montagna tra Baka Baba e la collina « W »; due batterie ad est del costone di Tekke Tepe. I rinforzi più vicini erano costituiti da tre battaglioni partiti da Bulair che , sfiniti , bivaccavano due miglia ad est di Turshun Keui. L'8 agosto - il giorno più critico dell'intera campagna- era domenica. Per l'intero IX corpo d'armata fu giornata festiva. U comandante in capo era talmente tagliato fuori dai suoi generali che alle 10.50 mandò a Stopford il seguente messaggio: « Voi ed i vostri soldati vi siete comportati finora in modo veramente splendido. Per favore dite ad Hammersley quanta fiducia ripongo in una sua rapida e splendida avanzata » ( 69). « Splendida » e « rapida »! Oltre ad un disordinato sbarco praticamente non era stato concluso niente altro e , ancora peggio, Stopford non era capace di fare alcunchè, come scrive lo storico ufficiale: « La causa prima
(68) "Official History". Vol. Il, pag. 266. ( 69) "Dardanelles Commission", Rapporto finale, pag. 41 e , "Gallipoli Diary'', di Hamilton, Vol. Il , pag. 59.
252
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
dell'inazione del giorno 8 fu la mancanza di una decisa azione di comando non solo suiJe spiagge ma anche presso i comandi dci corpi d'armata e persino al quartier generale ...... Dopo una notte di quiete, il mattino dell'8 fu assolutamente identico. In un cielo senza ombra di nubi,il sole splendeva magnificamente. Le armi del nemico tacevano. Se si eccettua un occasionale colpo di fucile isolato sparato dalle parti di Kiretch Tepe, intorno non v'era traccia o rumore di guerra. Le spiagge della baia erano ricoperte di gente che faceva il bagno. Il generale Stopford ed il suo capo di stato maggiore erano ancora a bordo della "Jonquil" e non avevano ancora messo piede a terra » (7°). Non giungendo notizia al quartier generale, fu deciso di inviare il colonnello Aspinall (il futuro storico ufficiale) a terra, per rendersi conto di cosa stesse accadendo. Alle 9.30 sbarcò e constatò uno stato di indicibile pace in tutta la baia. Recatosi a bordo della « Jonquil » trovò il generale Stopford in eccellenti condizioni di spirito, che lo apostrofò con queste parole: « Bene Aspinall, gli uomini si sono comportati splendidamente e sono stati magnifici ». « Ma non hanno raggiunto le colline » rispose Aspinall. « N(\- ribatté Stopford - ma sono sbarcati ». Quindi, avendo aggiunto che avrebbe dato gli ordini per effettuare un'avanzata il giorno successivo, Aspinall inviò il seguente messaggio al quartier generale: « Sono appena stato a terra,dove bo trovato la più completa calma. Non c'è fuoco di fucileria, nè d 'artiglieria e apparentemente non ci sono turchi. Il IX corpo d'armata sta riposando. Ritengo che siano state perse occasioni d'oro e mi preoccupo per la situazione » (' 1}. Mentre Aspinall era a terra , al quartier generale giunse la notizia che unità turche erano in movimento verso Tekke Tepe ed il generale Stopford ricevette l'ordine di accelerare i tempi. Egli rimbalzò l'ordine ai suoi comandanti di divisione, aggiungendo però che « nella considerazione delIa carenza di artiglierie, non voglio che siano attaccate posizioni organizzate con trincee e presidiate da forze consistenti » ( 72). Risultato: non fu fatto nuUa. Finalmente sir lan Hamilton decise di scendere a terra, ma non lo poté fare fino alle 16.30, perchè la sua nave aveva spento le caldaie. Si recò prima alla « Jonquil »,dove trovò Stopford « felice » perchè convinto che «ogni cosa era a posto e stava andando benissimo >>. Stopford gli comunicò che « aveva deciso di rimandare la conquista del costone di Kiretcb (che avrebbe potuto richiedere una battaglia in piena regola) fino al mattino successivo ». A questo proposito sir Ian Hamilton scrisse più tar-
('O) Official History. Vol. II, pag. 268. lbid., Vol. Il , pag. 277. n tenente colonnello Maurice Hankey, che accompagnava il colonnello Aspinall, vedendo costruire trincee , disse a un ufficiale del comando: • Pare che vi stiate mettendo al riparo "· e ricevette la risposta: • O aspettiamo di restare qu:i per un bel po'! • . (12) " Gallipoli Diary", di Hamilton, Vol. Il , pag. 61-64. ('1)
STASI TATTICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
253
di: « Stiamo qui proprio per combattere una battaglia regolare - fu quello che avrei voluto rispondergli- ma non lo feci». Decise quindi di recarsi al comando di Hammersley, dove Stopford si scusò di non poterlo accompagnare ..... « Perchè non si sentiva troppo bene, essendo appena tornato dalla spiaggia (che distava 400 metri), e voleva far riposare un po' le gambe». Al comando di Hammersley , Hamilton trovò una pace caotica. « Sembrava di essere in presenza di una divisione vittoriosa che si riposava e si rifocillava e che sembrava necessitasse di almeno dodici ore per poter organizzare e tentare anche la più semplice azione. Ciò è quanto percepii e per quanto non avessi detto parola , certamente ognuno si rese conto di cosa pensassi » (73). Quando ebbe ordinato di effettuare immediatamente un attacco sul costone di Tekke Repe, cominciò la ricerca delle unità da impiegare e, una volta che furono trovate, ricevettero ordini e contrordini. Mentre si organizzava l'azione, i rinforzi tedeschi provenienti da Bulair, esausti, occuparono la cresta del costone. Così svanì la sorpresa e si trovarono schierate l'una contro l'altra due forze numericamente equivalenti. « Durante l'intera giornata dell'8 - scrive Kannengiesser - la dea della Vittoria tenne la porta spalancata al successo di Stopford, che si rifiutò di varcarne la soglia ...... nessuno venne avanti. 'Era , in breve, un quadretto di pace , molto somigliante ad una giornata trascorsa in campeggio dai boy scouts. Contemporaneamente, nel campo avverso, sotto lo stesso sole, le truppe della 7• e della 12• divisione si spostavano a marce forzate e su e giù per la collina di Bulair: dalla riva asiatica lungo la strada del sultano assolata e senza ombra; da Erenkoi i battaglioni turchi e le batterie si affrettavano verso le stazioni d'imbarco di Tchaoak Kale {Chanak). Sarebbero arrivati in tempo? Questa era la principale preoccupazione del maresciallo che aspettava nei pressi di Anafarta )} (14 ). Mentre il comandante in capo britannico era furioso e pensava a ciò che avrebbe voluto dire, senza peraltro dirlo, il maresciallo Lirnan von Sanders era tutto fuoco e completamente preso da quello che doveva fare. Prima dell'alba prese il cavallo, andò incontro ai rinforzi e, quando s'imbattè in un ufficiale della 7• divisione, si sentì dire che sia la sua che la 12• erano ancora abbastanze lontane. Con ansia, da un'altura, osservò l'orda degli invasori. Tra il nemico e la posizione dove si trovava , erano schierati solo 400 uomini sulla collina (( W )), 300 su Kiretch Tepe e nessuno tra le due posizioni . Quella sera apprese da Willmer che Feizi Bey non era ancora arrivato; convocò quest' ultimo e, quando si sentì dire che le sue unità erando così stanche da non poter entrare in azione prima del mattino del
(?l) lbid .• Vol. Il , pag. 67. ( 7•)
"The Campaign or Gallipoli", pag. 220.
254
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
9 agosto, cosa fece Sanders? Lo destituì all'istante e nominò Mustafà Kemal Bey comandante di tutte le truppe di Anafarta , perchè lo « riteneva un comandante che godeva delle responsabilità » e~). D 7 e 1'8 agosto furono giorni di crisi, il 9 ed il 10 furono per contro decisivi. Dopo una serie di o rdini e contrordini , Kammersley ricevette l'ordine di attaccare lo sperone di Anafarta alle 5 del 9 e Mahon di occupare Tekke Teme. L'azione dell'Ha divisione iniziò io piena confusione e terminò nel caos più completo. Mentre i battaglioni di testa della 32• brigata si avvicinavano all'obiettivo, arrivarono i rinforzi turchi che si schierarono sull'altro lato del costone; nello scontro che segui , i turchi misero in rotta gli attaccanti. « Nonostante le 48 ore di ritardo, la corsa per Tekke Tepe fu persa per meno di mezz'ora » ( 76). L'attacco della 33• brigata fu appena meno caotico: durante l'avanzata , moltissimi si sbandarono demoralizzati ed i rimanenti raggiunsero Asmak Dere, dove si fermarono e si trincerarono. Intanto a Kiretch Tepe, dopo una breve avanzata iniziale, gli attaccanti della 10• divisione fecero altrettanto, imitati dal generale Stopford, che nel frattempo aveva stabilito il suo posto comando a terra . « Portatomi sul lieve pendio di Kiretch Tepe Sirt - scrive sir lan Hamilton - trovai Stopford, a circa 500 metri ad est di Ghazi Baba , impegnato a controllare i lavori effettuati dalla compagnia genio per la realizzazione di un posto comando a prova di scheggia per lui e per il suo stato maggiore. Era completamente occupato nel lavoro e sollecitava i genieri a costruire i ricoveri perfettamente e con la dovuta cura, dal momento che probabilmente in quel luogo avrebbe dovuto passare un bel po' di tempo » (77) . Il giorno successivo la 533 divisione - che nel frattempo era sbarcata - fu lanciata nella battaglia per riconquistare la col)jna « Scimitar », persa il giorno 9, e per assaltare lo sperone di Anafarta. Furono effettuati due attacchi, che fallirono entrambi. Ashmead Bartlett così commenta quei giorni di scontri : « Nessuno sembrava sapere dove fossero i posti comando delle brigate e delle divisioni. I soldati erano alla ricerca d'acqua, gli ufficia)j cercavano le loro unità ed i cecchini turchi erano alla caccia delle loro prede ...... Dove avevo visto un turco il giorno precedente sembrava che quel giorno ve ne fossero dieci ...... Pochissimi uomini rimanevano nelle trincee, la maggior parte scendeva giù per la collina, si nascondeva tra i cespugli e, quasi al sicuro dai colpi d'artiglieria, aspettava gli attaccanti ...... I loro cecchini balzavano da
(") ~Five Yea.r$ in Turkey.. , pag. 851. (") ~official History~. Vol. Il. pag. 288. {") Gallipoli Oiary, Vol. Il , pag. 72.
STASI TATTICA E CAMBIO DI OBIETTIVI
255
cespuglio a cespuglio, da un albero all'altro, da dosso a fosso , colpendo i nostri uomini non appena se ne presentava l'occasione e senza che alcuno prendesse provvedimenti contro la loro micidiale attività » ('8). Quel giorno anche Mustafa Kemal Bey sferrò un attacco. Il 9, aveva seguito le attività del lX corpo d'armata e, iliO, s'era portato verso Chunuk Bair. Dopo aver effettuato le ricognizioni, decise di conquistare lo sperone di Rhododendron. Alle 4.45, consistenti formazioni turche si stagliarono contro l'orizzonte sopra il crinale, travolsero i difensori della trincea avanzata c conquistarono il Pinnacle e la Farm. Dopo di che l'attacco perse impeto. Così, il lO agosto, terminavano le battaglie di Sari Bair e della baia di Suvla. Quanto erano costate all'invasore? Dei 50.000 britannici, furono persi tra morti, feriti e dispersi 18.000 uomini. li 12 agosto, Ashmead Bartlett annotava: « Siamo sbarcati di nuovo ed abbiamo scavato un'altro cimitero » ( 79). Il resto della campagna può essere riassunto in breve. Stopford fu sostituito dal generale sir Julian Byng, che già all'insorgere dell'esigenza Gallipoli aveva fatto parte della rosa dei candidati. « Questa è una guerra per uomini giovani » , scriveva lord Kitchener, con esattamente sei mesi di ritardo. Peraltro sir Ian Hamilton , che era stato responsabile del fallimento dell'operazione tanto quanto Stopford, rimase e il 21-22 agosto ordinò un altro inutile attacco frontale nella zona di Suvla che costò, tra morti, feriti c dispersi, 5.300 uomini su un totale di 14.300 impegnati. Le conseguenze immediate del fallimento britannico furono la mobilitazione , il 25 settembre, dell'esercito di Bulgaria che, il 14 ottobre, dichiarò guerra alla Serbia, e la decisione di lord Kitchener di ritirare due divisioni britanniche dai Dardanelli per schierarle a Salonicco. Seguì quindi l'irreparabile: Mackensen alla testa di nove divisioni tedesche e austriache attraversò il Danubio e conquistò Uskub il 22 ottobre, Nish il 2 novembre e Monastir il 2 dicembre, mettendo in ginocchio la Serbia e consentendo di rifornire Costantinopoli di armi e munizioni tedesche. Il 14 ottobre, sir lan Hamilton fu richiamato a Londra e sostituito da sir Charles Munro, che raggiunse il teatro d'operazioni il 28 ottobre e , due giorni dopo, suggerl l'evacuazione totale di tutte le forze britanniche. La richiesta gettò nel panico Asquith , che , il2 novembre, decise di affidare la condotta della guerra ad una commissione composta da non meno di tre e non più di cinque componenti. Il provvedimento avrebbe dovuto essere preso da un anno e forse più. Il 4 novembre, lord Kitchcner fu inviato nei Dardanelli per rendersi conto
("') ~The Unce nsored Dardanelles-. pagg. 190-192. (") lbid., pag. 197.
256
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
della situazione e fornire il proprio parere c~); la sua risposta confermò che l'evacuazione era inevitabile. Ma Churchill - nel frattempo sostituito da Balfour come Primo Lord dell'Ammiragliato- si adoperò perchè fosse effettuato un ulteriore attacco navale, nonostante il fine strategico non potesse ormai più essere conseguito. Nel suo tentativo di rimettere insieme i cocci, fu sostenuto dal commodoro Keyes, che si battè ovunque e comunque per tale operazione, convinto che il forzamento degli Stretti avrebbe posto fine a « tutto l' affare ».Non si rendeva conto che la Germania e la Turchia ormai avevano acquisito continuità territoriale e che la flotta , anche se fosse riuscita a bombardare Costantinopoli , non avrebbe potuto fare altro. Né sapeva, a quel tempo, che « turchi e tedeschi stavano organizzando una controffensiva su larga scala, che prevedeva anche l'impiego di gas » ( 81}. Questo, comunque, avrebbe potuto immaginarselo. Il 27 novembre, iniziò una tempesta terribile, che interessò la penisola per 72 ore e causò la morte di centinaia di uomjni . « Soltanto a Suvla, durante i tre giorni di tormenta si verificarono più di 5.000 casi di congelamento e più di 200 uomini morirono di freddo » ( 82). L'avvenimento acuì la situazione di crisi al punto che, sebbene il generale Munro fose convinto che l'evacuazione potesse costare dal 30 al 40% degli uomini e dei materiali presenti sulla penisola, il comitato di guerra dopo molti tentennamenti decise di evacuare in un primo tempo soltanto Anzac e Suvla e, quindi , acconsentì a ritirare le unità anche da Ellade. L'operazione relativa alle prime due località fu effettuata il 20 dicembre ed il reirnbarco del personale della terza si concluse entro il 9 febbraio 1916, senza che un solo soldato rimanesse ucciso. Così si concluse l' unica operazione dell'intera campagna coronata da successo. Erano stati sbarcati 410.000 britannici e 70.000 francesi ; le perdite, tra morti, feriti , prigionieri, dispersi e ammalati gravi ammontarono a 252.000 uomini (83). Le perdite turche raggiusero le 218.000 unità, di cui 66.000 morti (84). I materiali abbandonati furono di tale entità, che « ci vollero quasi due anni perchè i turchi li raccogliessero tutti » ( 85). Si concluse così uno dei più grandi disastri della storia della Gran Bretagna , che può essere paragonato all'assedio di Siracusa del 415 a.C. , in cui si rivelò l'incapacità di una democrazia di condurre una guerra. Come Churchill sottolineò, « nessuno ebbe il potere di dare ordini chiari e brutali, che fossero eseguiti senza discutere. Il potere era suddiviso e diluito
(.,) ··war Memoirs", Vol. l. pag. 520. (") "Tbe Campaign in Gallipoli~. di Kannengiesser pag. 238. (12) "Official History", Vol. Il. pag. 434. (*') Per i dettagli , vds. MOfficial History~. Vol. Il , pag. 484. ("') ~Five Years in Turkey·•, di Liman von Sanders, pag. 104. (Il$) Ibid., pag. 103. Vds. anche "The Gallipoli Campaign~. di Kannengiesser, pag. 253.
STASI TAmCA E CAMBIO DI OBIEmVI
257
tra i vari personaggi che esecitavano l'attività di governo » ( 86). Pertanto, come scrive Lloyd George, «Non vi fu coordinamento degli sforzi. Non vi fu un piano d'azione generale. Non vi fu la sensazione dell'importanza del tempo » (87). Ma , cosa peggiore di tutte , non vi fu giudizio, nè appropriata valutazione delle necessità, nè tentativo di verificare l'adeguatezza dei mezzi disponibili a fronte degli scopi da raggiungere. Fosse stato fatto , sarebbe apparso chiaro che l'unica soluzione pratica sarebbe stata quella di non effettuare ovvi attacchi frontali ma di fare affidamento sulla sorpresa. Questa avrebbe potuto essere conseguita con unità relativamente piccole che, bene addestrate, agissero inaspettatamente agli ordini di comandanti audaci a Bulair o nelle sue vicinanze- l'entrata posteriore- e subito dopo si fosse proceduto al forzamento dei Dardanelli -l'entrata principale- e al bombardamento di Costantinopoli. Quest'operazione, sebbene comportasse rischi e fosse un azzardo, come d'altra parte è previsto per tutte le azioni di sorpresa, sarebbe stata legittimata dalle circostanze e , se fosse fallita all'inizio, avrebbe potuto essere sospesa tempestivamente con una minima perdita di prestigio commisurata ad un fallimento di piccole proporzioni. Ritornando all'operazione che fu effettuata , una sagace ed efficace azione di comando non avrebbe potuto mitigare, se non addirittura evitare, il disastro? È una domanda importante, la cui risposta rivela la totale colpevolezza del sistema di comando allora in auge. Come nel1777 a Burgoyne, anche a sir Ian Hamilton fu chiesto di assolvere un compito molto difficile. Come si verificò per il suo predecessore, Hamilton fu diretto da un governo in continuo dibattito, i cui componenti niente sapevano di guerra e, come il suo antesignano, era un generale sfortunato; si dovrebbe sempre tenere presente che fortuna e sfortuna sono generalmente sottoprodotti del carattere. L'assenza di sorpresa degli sbarchi iniziali non può essere attribuita ad Hamilton, nè gli si possono addebbitare le manchevolezze del sostegno del fuoco navale. Se gli ammiragli avessero rischiato le loro navi da battaglia come molti tenenti di vascello avevano rischiato i loro sommergibili , non ci sono dubl:!i che gli Stretti avrebbero potuto essere forzati in qualsiasi momento tra il 25 aprile ed il 7 agosto. Lord Fisher ha motivi per esclamare: « Può l'esercito vincere la guerra , prima che la marina la perda? » (88). Ma una volta deciso l'attacco navale, egli, da buon ufficiale di stato maggiore, avrebbe dovuto allinearsi al suo comandante, senza avanzare tutte le obiezitmi che esternò. Basta leggere le sue « Memorie » per reo-
(") "The Worl Crisis, 1915" , pag. 514. (•) "The World Crisis, 1915", di Churchill. pagg. 498-499. (") ~war Memoirs", di Uoyd George , Vol. l, pag. 422-423.
258
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
dersi conto che egli fu più un buon democratico che un ammiraglio. Quello che mancò fu la determinazione di Churchill nel dire « Fatelo » e « Fatelo di nuovo ». Ma, senza il sostegno dell'ammiragliato, avrebbe dovuto possedere la ferma decisione di Napoleone per pronunciare tali parole. Ma fu nelle operazioni che seguirono che l'azione di comando raggiunse livelli pericolosamente bassi. Come soldato, sir lan Hamilton era il tipico prodotto del periodo antecedente alla guerra del Sud Africa, quando i conflitti erano considerati problemi tra gentiluomini, lo spirito di squadra tarpava l'iniziativa individuale e l'azione militare era intesa come un'attività sportiva. Per completare il quadro deve essere tenuto presente che, alla fine della guerra sud-africana, fu creato uno stato maggiore generale che prese largamente a modello l'esercito tedesco. Fu sposata l'idea di Moltke, secondo la quale l'iniziativa , una volta cominciata l'azione , doveva essere delegata ai comandanti subordinati. Mentre Liman von Sanders, il comandante in capo turco, era sempre sul luogo dell'azione e accettava di buon grado le responsabilità, sir lan Harnilton se ne stava comodamente al suo quartier generale e poteva scrivere il seguente commento sulla guerra: « n comandante in capo dei nostri giorni è talmente lontano dal luogo dello scontro che questo è stato il primo fuoco di moschetteria al quale mi sono trovato presente, fin dall'inizio del conflitto » ( 89), quando ormai erano passati quattro mesi dall'inizio dell'operazione. Si potrebbe chiedere perchè non esercitò il comando e perchè non impose la sua volontà ai suoi subordinati come faceva Liman von Sanders. Ve lo immaginate quest'ultimo scrivere: « Incontrai Stopford . Discussi con lui per più di un'ora; Braithwaite (suo capo di stato maggiore) stava facendo la stessa cosa con Reed >> ( 90), oppure: « Non furono le mie mani legate dalla maggiore anzianità di grado di Mahon? » Forse che Sanders si sentì le mani legate quando sostituì Fezi Bey con Mustafa Kemal? Alla spiaggia« Y », sir Ian Hamilton non prese alcun provvedimento, sebbene avesse constatato come tutto stesse andando per il verso sbagliato. « ..... Roger Keyes avanzò l'idea che queste truppe avrebbero potuto essere destinate alla spiaggia « Y »,dove avrebbero potuto non incontrare alcuna resistenza ...... Braithwaite aveva qualche dubbio, sulla ortodossia della soluzione dal punto di vista dello stato maggiore generale , poichè non era certo che non fosse in contrasto con quella prevista dai piani di Hunter - Weston .. ... Ma l'idea mi parve semplicemente dettata dal buon senso ». E ancora: « Non me la sentii di forzargli la mano; non si trattava
(39) Gallipoli Diary'' , Vol. Il, pag. 74. (90) lbid. Vol. li, pag. 92.
STASI TATTICA E CAMBIO 01 OBIETTIVI
259
di problema tale da ...... » C11). Nessun problema? quando la vittoria era
ancora completamente in bilico? Nella baia· di Suvla, come scrive John North, « diventò prigioniero nella sua isola » ( 92 ) , mentre Liman von Sanders e Mustafa Kemal erano l'attività in persona. Di quest' ultimo lo storico ufficiale sottolinea: « Raramente nella storia l'esercizio delJ'autorità da parte di un solo comandante di divisione ha esercitato , in tre differenti occasioni , una così profonda influenza non solo sul risultato di una battaglia , ma anche sull'esito di una campagna e forse sul destino di una nazione » (93). Tutto ciò può essere detto, in negativo, per sir Ian Hamiltoo ed il suo letargo. Cosa avrebbe potuto comportare un esito positivo della campagna , se fosse stata impostata sulla sorpresa e fosse stata coronata da successo? Molti ritengono che sarebbero stati conseguiti l'alleggerimento della pressione su!Ja Russia , la neutralità o la cooperazione attiva degli stati balcanici , il salvataggio deiJa Serbia, la sconfitta della Turchia e l'accerchiamento della Germania da est in un momento io cui era solidamente agganciata ad ovest. Con tutta probabilità, la Russia non solo avrebbe potuto resistere ma, secondo Kannengiesser, «senza Gallipoli, i russi non avrebbero avuto la rivoluzione » ( 94 ). Inoltre, non si sarebbero avute le estenuanti campagne in Macedonia, Mesopotamia, Egitto e , più tardi , in Palestina e il gran numero di soldati impegnati in teatri di guerra secondari, insieme con gli eserciti degli stati balcariici, avrebbero consentito alle potenze alleate di lanciare, se necessario, due milioni di uomini contro l'impero austro-ungarico. Poichè esso era già impegnato su due fronti , è probabile che sarebbe stato sopraffatto prima dell'autunno del 1916. Sebbene queste siano solo ipotetiche possibilità, non sono in alcun modo impossibili, perchè Costantinopoli significò per la Germania quello che Chattanooga era stato per la Confederazione nella guerra civile americana. L'8 agosto 1915, il giorno successivo a quello dello sbarco di Stopford nella baia di Suvla , l'ammiraglio von Tirpitz scriveva: « Grossi scontri stanno avendo luogo fin da ieri nei Dardanelli. ..... La situazione è ovvia-
( 91 )
lbid. , Vol.' l , pag. 132-133. "Gallipoli, the Fading Vision", pag. 256. (tl) "Official History", Vol. U, pag. 486. L'ammiragljo Keyes scrive: • Sembra che, in una guerra moderna, lo stato maggiore ritenga che il comandante non debba correre alcun rischio ...... devono esserci le occasioni in cui l'intervento personale e l'nione di comando del comandante costituiscono i nove decimi della battaglia • {"Naval Memoirsfl, Vol. l, pag. 319). (..) "The Campaign of Gallipoli", pag. 269. (
91 )
260
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
mente molto critica. Dovessimo perdere i Dardanelli, la guerra sarebbe decisa a nostro sfavore » ( 9S). E fu proprio perchè tutti questi avvenimenti erano stati effettivamente possibili che nessuno discusse con sir Edward Carson quando, alla Camera dei Comuni, affermò che il ritiro da GaUipoli era stato « il più grosso disastro che si era verificato nel corso della guerra » (96).
("') ~Erinnerungen~. di Alfred von Tirpitz (1918), pag. 491. (,.) ~official History", Vol. Il, pag. 385.
CAPITOLO VII
La continuazione della guerra 1915-1918
l. Quadro storico La Gran Bretagna era il centro di gravità della coalizione alleata. Per vincere, le Potenze Centrali dovevano estrometterla daUa guerra. Ciò richiedeva la sconfitta della Francia e della Russia e la vittoria sui paesi neutrali, che fornivano sostegno ed approvvigionamenti cosicchè, con gli alleati fuori combattimento , non potesse organizzare una nuova coalizione. La Gran Bretagna, da parte sua, doveva appoggiare ed alimentare l'alleanza. In passato , lo scopo era stato raggiunto mediante il blocco dei porti nemici, il sostegno degli alleati e l'impiego del suo piccolo esercito in azioni diversive. Adesso, sebbene fosse diventata la banca e l'arsenale dell' alleanza, non aveva effettuato il blocco totale fin dall'inizio e l'esercito non era stato impiegato in compiti diversivi , ma era stato immesso nel teatro d'operazioni principale della guerra. Tuttavia, quando le operazioni giunsero allo staUo , il governo britannico non continuò nella sua nuova politica continentale, ma ritornò a quella tradizionale di diversione. Anche prima che fosse decisa l'azione dei Dardanelli , erano state intraprese due azioni diversive: l'una in Egitto, per proteggere il Canale di Suez, e l'altra nel golfo Persico, per difendere i campi petroliferi anglopersiani di Abadan. Più tardi, come si è visto, fu inviata una spedizione anche a Salonicco. Queste operazioni diversive si trasformarono rapidamente in vere e proprie campagne e, nel 1917, quando la Russia venne a trovarsi in condizioni precarie e la disponibilità di uomini per gli alleati raggiunse livelli più critici, la prima si trasformò nella campagna di Palestina, nella quale fu impegnata una forza di 340.000 soldati, la seconda nella campagna di Mesopotamia, che assorbi 400.000 effettivi e la terza nella campagna di Macedonia, dove - dei 600.000 uomini impegnati- ben 202.000 furono
262
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
britannici. Queste tre operazioni costarono alla Gran Bretagna, tra morti, feriti e dispersi, 174.500 soldati, ai quali vanno aggiunte le 214.000 perdite subite a Gallipoli. Questo spreco di vite umane fu una delle cause principali che prolungarono la durata della guerra, di poco meno importante della grave decisione di non effettuare il blocco navale delle Potenze Centrali fin dall'inizio: ma il governo inglese fu trattenuto dalla Dichiarazione di Londra del 1909, che si rifaceva alla Dichiarazione di Parigi del1856. Questa divideva i rifornimenti di guerra in due categorie: alla prima appartenevano i materiali bellici , il cui commercio era severamente vietato, e la seconda contemplava viveri e rifornimenti destinati alle forze armate, i cui scambi erano lasciati alla discrezione di colui che effettuava il blocco. Poichè era impossibile dimostrare che i rifornimenti di combustibile fossero destinati, attraverso paesi neutrali, alla Germania , il blocco britannico risultò impastoiato nelle fasi iniziali . La Dichiarazione di Londra fu riveduta una prima volta il 20 agosto del 1914 ed una seconda il 29 ottobre. Si conseguì il risultato di decurtare considerevolmente l'ingresso di rifornimenti in Austria e in Germania il cui governo, in risposta, il 4 febbraio 1915 dichiarò che tutti i mari britannici ed irlandesi sarebbero stati, dal 18, oggetto di blocco da parte dei sommergibili tedeschi. Fu una decisione politica folle , perchè il provvedimento britannico aveva già provocato all'Inghilterra l'ostilità dei paesi neutrali, ed in modo particolare degli Stati Uniti, e perchè il blocco effettuato dai sommergibili avrebbe inevitabilmente modificato l'atteggiamento degli stessi paesi neutrali a favore della Gran Bretagna, che avrebbe fomentato l'avversione alla Germania di tutti i paesi neutrali che commerciavano anche a Londra. Gli avvenimenti provarono subito la veridicità di tale affermazione. Il 1° maggio una nave mercantile statunitense fu affondata e tutto il mondo neutrale rimase esterrefatto nell'apprendere, una settimana più tardi, che il « Lusitania » era stato mandato a picco da siluri tedeschi. Per sfruttare l'ondata di avversione causata dall'affondamento di una nave così grande, il 15 maggio il governo di Londra emanò una direttiva con la quale dichiarava illegale il movimento di tutti i materiali , di qualsiasi natura , diretti alo provenienti daJia Germania. Fu realizzato così il blocco totale. Contemporaneamente il Kaiser, preoccupato dal comportamento che potevano assumere gli americani, ordinò di sospendere tutti gli attacchi contro le navi passeggeri e le navi neutrali . Se gli Stati Uniti avessero posto l'embargo sulle munizioni , probabilmente le Potenze Alleate sarebbero state messe in ginocchio, perchè le loro fabbriche non avevano assolutamente la capacità di produrre quanto richiesto dai loro eserciti. Quando l'ala qestra tedesca fu arrestata a Nieuport, il fronte occidentale assunse la forma di un grande saliente, la cui convessità rivolta ad ovest si sviluppava dalla Manica ai Vosgi , e presentava l'apice nei pressi di
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 1915-1918
263
Compiégne. Il piano di Joffre per il1915 prevedeva di eliminare il saliente mediante due offensive, condotte l'una dai britannici da Artois verso ovest e l'altra dai francesi da Champagne verso nord, con obiettivo comune la zona ad ovest di St. Q uentin. Questo piano costituì l'essenza della stategia francese per tutta la guerra e, per la sua realizzazione, furono combattute nel 1915: la prima battaglia di Champagne (20 dicembre-17 marzo), la battaglia di Soissons (8-14 gennaio), la battaglia di Neuve-Chapelle (10-13 marzo), la battaglia Festu bert (15-25 maggio), la seconda battaglia di Artois (9 maggio-18 giugno), la battaglia di Loos (25 settembre-15 ottobre) e la seconda battaglia di Champagne (25 settembre-6 novembre). Nessuna conseguì più di un piccolo incavo nel saliente. Alle prese con l'inverno sul fronte russo e conscio del fatto che tutti i vani tentativi effettuati dagli alleati per sfondare il fronte occidentale avevano creato uno spirito disfattista io Francia, verso la fine del1915 Falkenhayn decise ancora una volta di continuare ad effettuare lo sforzo principale ad occidente. Il suo piano prevedeva di riprendere la guerra sottomarina e di sferrare un'azione offensiva a Verdun, che fu prescelta come obiettivo proprio perchè era considerata imprendibile dai francesi. Se fosse riuscito ad averne ragione, la sua perdita avrebbe potuto fare scendere così in basso il morale della Francia, che avrebbe potuto portare al suo collasso totale e di conseguenza, all'isolamento della Gran Bretagna. li 21 febbraio 1916 ebbe inizio la battaglia di Verdun. Come si era già verificato ogni volta che erano state attaccate posizioni fortificate , lo sfondamento non riuscì e l'azione si protrasse fino all'l l luglio, quando i tedeschi poterono contare 281.000 perdite a fronte delle 315.000 sofferte dai francesi. Ad una settimana dall'inizio della battaglia entrarono in azione anche i sommergibili , che ottennero risultati così brillanti da far ritenere che i tedeschi avessero trovato il modo di battere definitivamente il loro implacabile nemico. Ma il 24 marzo, quando fu silurata senza preavviso la nave postale Sussex in servizio tra Folkeston e Dieppe, gli Stati Uniti minacciarono di rompere le relazioni diplo matiche con la Germania, se non fosse stato modificato il modo di condurre la guerra sottomarina. Questa minaccia impensierì il Kaiser al punto da imporre alla sua marina di attaccare solo obiettivi militari. Il 7 luglio, inoltre, il governo britannico denunciò la Dichiarazione di Londra. La battaglia di Verdun aveva sconvolto i piani alleati per l'offensiva di primavera, ma aveva fatto raggiungere l'accordo tra Russia, Francia e Gran Bretagna per l'operazione combinata che fu iniziata il 5 giugno sul fronte orientale dal generale Brusilov. Fu la prima notizia piacevole per gli inglesi, dopo la battaglia navale allargo dello Jutland del31 maggio e la morte di lord Kitchener, avvenuta in mare cinque giorni più tardi. Sebbene, entro il 20 giugno, 200.000 austriaci si fossero arresi ai Russi, tra il 16 e il 23 Brusilov fu contrattaccato
264
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
decisamente dai tedeschi e respinto. Tuttavia, l'offensiva fu continuata fino all7 agosto, data entro la quale i russi persero più di un milione di uomini e si trovarono allo stremo. Quando l'offensiva di Brusilov era al culmine, il 1° luglio, dopo una lunghissima preparazione ed un bombardamento durato sette giorni, francesi e britannici -questi ultimi al comando di sir Douglas Haig - iniziarono l'offensiva sulla Somme, che si trasformò subito in una battaglia d'attrito. Durò fino al 18 novembre e causò circa 600.000 perdite per parte. Nel frattempo , il 27 agosto, la Romania dichiarò guerra alle Potenze Centrali e due giorni più tardi Falkenhayn fu sostituito da Hindenburg come capo di stato maggiore generale. Il 6 dicembre Bucarest si arrese ai tedeschi. Con la battaglia della Somme lo stallo su tutti i fronti diventò così completo che nessuno sembrava potesse avere la capacità di conseguire la decisione sul campo di battaglia e si cominciò a prendere in considerazione, a Londra, Berlino e Vienna, la possibilità di arrivare alla pace. n 14 novembre lord Lansdowne, ministro senza portafoglio nel governo di coalizione Asquith , presen!ò al gabinetto un memorandum col quale proponeva di prendere in esame la possibilità di negoziare la pace. Cinque giorni più tardi , la Germania ed i suoi alleati produssero quattro documenti identici, con i quali manifestavano il desiderio di tentare la via della pace. Ma che la Germania fosse sincera fu messo in dubbio dagli avvenimenti che seguirono. n 18 dicembre il presidente Woodrow Wilson indirizzò una nota a tutti i belligeranti, con la quale chiedeva di « indicare » i precisi obiettivi che, se raggiunti, sarebbero stati di loro soddisfazione, ed il 22 gennaio 1917 in un discorso al senato si dichiarò per una pace « senza vincitori ». Invece di aderire alle proposte del presidente o di offrire di cedere l' Alsazia-Lorena alla Francia,cosa che, secondo il ministro della giustizia francese Viviani , avrebbe indotto la Francia ad uscire dalla guerra, il 31 gennaio il Kaiser ordinò che dal l o febbraio fosse ripresa la guerra sottomarina senza alcuna restrizione. Contemporaneamente, oltre a questa folle decisione, negli Stati Uniti si venne a sapere che la Germania stava effettuando pressioni sul Messico , perché concludesse una alleanza offensiva a tre, comprendente anche il Giappone, che sarebbe entrata in vigore nel caso gli americani fossero scesi in guerra. Ciò esasperò talmente l' America che, il3 febbraio , essa ruppe le relazioni diplomatiche con Berlino, dando , anche se i negoziati continuavano, un colpo mortale ai tentativi di pervenire alla pace. n motivo per cui fu commessa una simile stupidità è da ricercare nel fatto che a Berlino si era convinti che il morale dei russi avesse raggiunto il punto di rottura e che , se il danno che la guerra sottomarina aveva già provocato avesse potuto essere aggravato, la Gran Bretagna poteva essere messa fuori causa prima che gli Stati Uniti potessero far sentire il loro peso
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 1915-1918
265
militare. Chiaramente, la Germania avrebbe dovuto attendere fino al collasso della Russia e poi , quando ormai si erano create le premesse per l'attacco decisivo sul fronte occidentale, attuare la guerra sottomarina in tutta la sua portata. Le previsioni tedesche sulla Russia erano corrette. U 1916 era terminato a Pietrogrado con un evento pieno di tristi presagi. li 29 dicembre il monaco Rasputin, uomo di fiducia della Czarina, fu assassinato e, da allora, la situazione era precipitata. L'8 marzo 1917 si verificarono tumulti a Pietrogrado, durante i quali i negozi di pane furono saccheggiati, provocando l' intervento delle truppe che però, invece di aprire il fuoco sui rivoltosi, massacrarono i propri ufficiali. Nella capitale erano presenti 190.000 soldati: si ammutinarono tutti , a partire dalla Guardia Imperiale. U 12 la rivoluzione era in pieno svolgimento: il Palazzo d'Inverno fu invaso, gli edifici pubblici furono dati alle fiamme e le prigioni, inclusa la fortezza dei SS. Pietro e Paolo, furono aperte, consentendo la liberazione dei reclusi. Il 15 maggio Nicola 11° abdicò e, tre giorni più tardi, fu formato un governo provvisorio retto dal principe Lvov. Brusilov fu nominato comandante in capo e Kerensky ministro della giustizia. Questi diventò in maggio ministro della guerra e successivamente, in luglio, primo ministro. n 22 marzo il governo provvisorio fu formalmente riconosciuto dalle potenze alleate. La rivoluzione di marzo fu seguita da un allargamento della guerra. n 6 aprile, gli Stati Uniti dichiararono guerra alle Potenze Centrali e, quasi contemporaneamente, il governo tedesco spedì Lenin (VIadimir Ilych Ulyanov, 1870-1924) a Pietrogrado, con un treno sigillato. Questi furono i due eventi più portentosi deUa guerra, destinati a spostare l'asse della politica mondiale . U 6 aprile 1917 fu il giorno più fatale per la storia europea da quando Varo aveva perso le sue legioni. Strano a dirsi , il presidente americano se ne rese conto. La notte dell 0 aprile - il giorno precedente a quello in cui inviò il suo messaggio di guerra al Congresso- sembra che, in una conversazione con Frank Cobb del« World »di New York , abbia detto: << .... La guerra sovvertirà il mondo che conosciamo; fino a quando ne siamo rimasti fuori , si é verificata una preponderanza di stati neutrali; se scendiamo in guerra tutto il mondo sarà coinvolto. Ciò significherebbe che noi dovremo perdere il lume della ragione insieme con tutti gli altri e smettere di valutare i pro e i contro. Significherebbe che la maggioranza dei popoli di questo emisfero diventerebbe assetata di guerra , smetterebbe di pensare e destinerebbe tutte le proprie energie alla distruzione dell'avversario. Una dichiarazione di guerra alla Germania significherebbe una sua sconfitta e di tali proporzioni che si portrà avere solo una pace imposta, una pace vittoriosa. Significherebbe effettuare la ricostruzione secondo modelli di guerra, perchè, alla fine di essa, non ci sarebbe nessuna nazione non coin-
266
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
volta, che possa fungere da modello di pace. Ci saranno solo standard di guerra. Una volta che i popoli saranno coinvolti nella guerra, dimenticheranno che sia mai esistita qualcosa chiamata tolleranza. Per combattere bisogna essere brutali e senza pietà e tali sentimenti si infiltreranno in ogni fibra della vita nazionale, infettando il Congresso , le corti di giustizia, la polizia ed ogni uomo della strada. Jl conformismo sarà la sola virtù e chiunque non si adeguerà, pagherà le conseguenze » . Se la pubblica opinione, sobillata fino all'esasperazione dalla propaganda, non avesse costretto Wilson ad effetture il passo fatale , con la Russia ormai all'SO% fuori dalla guerra e la Germania libera di concentrare i suoi sforzi contro la Francia, é quasi certo che, senza il sostegno americano, Francia e Gran Bretagna sarebbero state costrette sulla difensiva , che la Germania non sarebbe riuscita a sfondare il fronte in modo decisivo e che, poichè in maggio l'Ammiragliato britannico aveva cominciato a fronteggiare adeguatamente, con l'introduzione dei convogli ( 1), la minaccia sottomarina , una pace negoziata sarebbe stata raggiunta grazie all'intermediazione degli Stati Uniti , prima che Lenin potesse salire in sella. La decisione americana di entrare nel conflitto viene messa sotto accusa da Ramsay Macdonald, capo del partito laburista britannico. Il 17 agosto, egli inviò una dichiarazione alla Casa del Colonnello e al presidente, nella quale affermava: « la maggioranza del nostro popolo condivide l'entrata in guerra degli Stati Uniti , ma una minoranza, di gran lunga più numerosa di quella indicata dai gionali o dall'opinione pubblica che fa la voce grossa, pur considerando il provvedimento con sentimento non ostile lo respinge decisamente. É giunta a tale conclusione perchè non ritiene che sia necessario l' intervento militare ame ricano per costringere una qualsiasi delle potenze coinvolte nella guerra a sottoscrivere una pace ragionevole e perché pensa che l'America, fuori dalla guerra, potrebbe fare molto di più per la pace e per l'attuazione di sani prinipi che non partecipando allo scontro, e potrebbe avere una migliore influenza per il raggiungimento della pace ... . Mentre si può avere una pace senza vincitori , la storia dimostra che, come regola , le nazioni hanno conquistato vittorie senza pace .... Ciò le costringerebbe ad accettare volentieri attività politiche svolte in parallelo con le operazioni militari ». Anni più tardi - nell'agosto del 1936- si dice che Churchm , in una intervista rilasciata a William Griffen, editore dell'« Enquirer »di New York , abbia dichiar ato « l'America avrebbe dovuto pensare ai propri affari e rimanere fuori dalla guerra. Se non avesse partecipato al conflitto, gli Alleati avrebbero raggiunto la
( 1) Dopo l'adozione del sistema dei convogli, che usufruirono anche dell'assistenza degli Stati Uni · u , le perdite di 159 navi nel mese di aprile, si ridussero fino alla fine dell'anno ad una media mensile di 75.5 scali e non fu piìl silurata una sola nava utilizzata per il trasporto delle truppe.
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 1915-1918
267
pace con la Germania nella primavera del1917. Se ciò fosse avvenuto, non si sarebbero verificati i collassi della Russia ed il relativo avvento del comunismo , la crisi italiana ed il fascismo, e la Germania non avrebbe firmato il Trattato di Varsailles, che portò il nazismo al potere in Germania. Se gli Stati Uniti fossero rimasti fuori dalla guerra, tutte queste dottrine rivoluzionarie non affliggerebbero l'intera Europa e non farebbero cadere tanti governi parlamentari e, se la Gran Bretagna avesse firmato la pace ai primi del 1917, si sarebbe salvato più di un milione di francesi , americani e britannici, senza contare le altre vite umane ». Con la Russia virtualmente fuori dalla guerra e con l'America non ancora di fatto coinvolta, la linea d'azione più saggia che francesi e britannici avrebbero potuto adottare non avrebbe potuto che suggerire operazioni decisamente difensive ed un impiego economico delle truppe, in attesa che gli Stati Uniti o rganizzassero il loro strumento bellico. Invece, decisero di effettuare un'offensiva estiva verso est partendo da Arras e verso nord da Rheims. Quando i tedeschi si resero conto di cosa si stesse preparando , per mettersi in condizione di fronteggiare meglio la minaccia fino all'arrivo dei rinforzi dal fronte russo si ritirarono dalle posizioni più avanzate del grande saliente occidentale nella zona che essi chiamavano la « Siegfried Stellung » e gli alleati la « Linea Hindenburg ». Si trattava di vasto sistema di trincee che si esteqdeva dalle vicinanze di Arras fino a poche miglia ad est di Soisson. Questa ritirata sconvolse i piani dell'offensiva congiunta alleata, che si frantumò in due battaglie separate. Quella di Arras (9 aprile-15 maggio) e quella di Aisne (16-20 aprile) , di cui la prima costò ai britannici 158.000 uomini, mentre la seconda, condotta dal generale Nivelles che aveva sostituito Joffre ne~ dicembre del 1916, fallì miseramente e comportò la perdita di 187.000 soldati francesi. Cosa peggiore, seguirono consistenti ammutinamenti che indussero i francesi, per il momento, ad abbandonare ogni velleità offensiva. Il 15 maggio, Nivelles fu sostituito da Pétain. Inoltre, all'est, il 29 giugno fu lanciata l'offensiva Kerensky che , entro il 18 luglio, comportò tali e tante perdite da rendere impossibile qualsiasi altra azione russa del genere. Prima della battaglia della Somme , sir Douglas Haig aveva proposto che la battaglia decisiva venisse combattuta nelle Fiandre e, per sottrarre alla pressione tedesca i demoralizzati francesi ad occupare le basi dei sommergibili germanici di Ostenda e Zeebrugge , decise di conquistare in un primo tempo il crinale di Messines e di sfondare poi il fronte a Ypres per avanzare infine su Bruges e Ghent. Il 21 maggio, con il fuoco di copertura di 2.266 cannoni e di 19 gallerie di mina caricate con 1.000.000 di libbre di esplosivo, ebbe inizio la battaglia di Messines,che portò il l4 giugno alla conquista del costone. Quindi , il 31 luglio, dopo un fuoco di preparazione d'artiglieria durato tredici giorni , iniziò una serie di combattimenti noti come la terza battaglia di Ypres.
268
LE BATTAGLIE DECISIV E DEL MONDO OCCIDENT ALE
Il terreno era acquitrinoso e , per gli incessanti bombardamenti , si trasformò in una vera e propria palude , nella quale gli attaccanti combatterono e guazzarono nella melma fino al 20 novembre, quando la battaglia ebbe termine , con una perdita di 244.897 uomini (2) . Insistere, alla fine di agosto, in questa battaglia tatticamente impossibile , fu un imperdonabile dimostrazione di cocciutaggine da parte di Haig , perchè verso il 20 del mese i francesi si erano ripresi abbastanza da sferrare un attacco a Verdun , che fu continuato fino al15 dicembre con le solite pesanti perdite. Nel frattempo in Italia, tra il 24 ottobre ed il 4 novembre , gli italiani avevano subito una catastrofica sconfitta a Caporetto, nella quale persero 305.000 uomini , dei quali ben 275.000 furono fatti prigionieri. Per evitare che l'alleato uscisse dal conflitto, furono inviate in Italia con tutta fretta truppe francesi e britanniche ed il 20 novembre, Haig attaccò i tedeschi a Carnbrai, senza effettuare il fuoco di preparazione d'artiglieria ed impiegando, per la prima volta , carri armati a massa. Cominciò con un successo strepitoso ed il 5 dicembre, per mancanza di riserve, terminò in un faUimento e con la perdita di 45.000 uomini . Alla fine di dicembre 1917 i britannici erano allo stremo, i francesi erano moralmente esausti, gli italiani sul punto di abbandonare la scena e gli americani non ancora sufficientemente coinvolti per riempire parte dei vuoti enormi che si erano creati a seguito delle pesanti perdite subite . Intanto, il 7 novembre (il 25 ottobre secondo il vecchio calendario da cui la denominazione di « rivoluzione d'ottobre » ) Lenin e Trotsky (Lev Davidovich Bronstein) conquistavano il potere a Pietrogrado e rovesciarono il governo Kerensky. Un mese più tardi , quando le ostilità tra russi e tedeschi furono sospese, l'impero zarista cominciò a disintegrarsi. n 22 gennaio 1918 l' Ucraina dichiarò la propria indipendenza,che il 9 febbraio fu riconosciuta dai tedeschi con il primo trattato da Brest-Litowsk. Successivamente, tra il 16 febbraio ed il 30 maggio Lituania, Lettonia , Estonia, Bielorussia, Georgia, Azerbaijan, Armenia, Nord Caucasia e i cosacchi del Don e Kuban si proclamarono indipendenti. Quindi , per mettere in ginocchio il governo bolscevico e per porre termine aUa massiccia propaganda di Trotsky , il 18 febbraio i tedeschi ripresero le ostilità , cui seguì immediatamente la disponibilità dei bolscevichi a concordare una pace. Ciò portò alla firma del secondo trattato di Brest-Litovsk del 3 marzo, con cui il governo bolscevico riconosceva l'indipendenza della Finlandia e dell'Ucraina, cedeva Courland , Lituania, Polonia, Batum e Kars (queste ultime due ai turchi), smobilitava l'esercito
(%) Sono cifre fornile da sir James Edmond ("A Short His1ory of World War 1"'. 1951 , pag. 252). Secondo I'MO!ficial Stralegical Abstract" bri1annico (1920). tra il 31 luglio ed il 31 dicembre le perdile subile nella 1erza battaglia di Ypres ammon1arono a 380.335 e in quella di Messines a 108.882.
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 1915-1918
269
e si impegnava ad astenersi da qualsiasi tipo di propaganda in Germania. Il 7 maggio, seguì il trattato di Bucarest con la Romania. Mentre la Russia si trovava in piena anarchia, il presidente Wilson prendeva in considerazione la possibilità di giungere ad una pace e, 1'8 gennaio, delineò al Congresso il suo programma in quattordici punti, ai quali ne aggiunse altri quattro in seguito. Molto idealistici nel contenuto, essi catturarono l'immaginazione di tutti in un mondo stanco della guerra ed offrirono aUa Germania l'opportunità di concludere il conflitto con una pace negoziata. Il Kaiser ed i suoi consiglieri si rifiutarono però di prendere in considerazione l'offerta, almeno in parte perchè, mentre Wilson agitava il suo ramosceUo d'ulivo, in America si vociferava che si dovevano adottare, nei riguardi dei tedeschi , i provvedimenti più duri e che la pace doveva essere imposta a Berlino. Pertanto, proprio quando la guerra era stata ridotta ad un solo fronte , il comando supremo tedesco decise di mettere fuori combattimento francesi e britannici, prima che gli americani potessero mettere sulla bilancia tutta la loro potenza. Se non si era disposti all'accettazione dei quattordici punti, quella era senza dubbio l'unica linea d'azione praticabile perchè, come aveva sottolineato Ludendorff, il coUasso deUa Russia aveva causato un tale senso di sollievo in Germania che ognuno era desideroso di riprendere l'offensiva e paventava qualsiasi campagna difensiva, di fronte aUa crescente quantità di materiale messa a disposizione del nemico. Infine, il cappio del blocco marittimo stava per soffocare la Germania e soltanto una offensiva poteva rompere il cerchio rapidamente. L'errore del comando supremo non fu queUo di decidere di effettuare l'offensiva , ma quello di aver prescelto come obiettivo i testardi britannici invece dei francesi ormai stanchi della guerra. Rinforzando il fronte occidentale con le 70 divisioni recuperate in Russia, il piano tedesco prevedeva di sfondare in corrispdondenza della IV e V armata britannica a nord e a sud di Péronne e , una volta effettuata la penetrazione, di far ruotare verso nord l'ala destra per separare i britannci dai francesi. Il 21 maggio la « Kaiserschlacht » (battaglia dell'imperatore) ebbe inizio, con il favore della nebbia e con l'impiego del gas e fu coronata da un tale successo che il 26, per far fronte alla situazione, il generale Foch fu nominato coordinatore degli eserciti alleati. Tuttavia il 5 aprile la spinta offensiva si esaurì e i tedeschi si trovarono con un grande saliente, il cui apice era situato nove miglia ad est di Amiens ... Frustrati nei loro intenti neU'area della Somme, il 9 aprile i tedeschi lanciarono un poderoso attacco contro la I• armata britannica a cavaliere della Lys, azione che si esaurì entro il 30 e valse ai tedeschi la creazione di un nuovo saliente. Soltanto dopo queste due battaglie senza risultati tangibili il comando
270
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENT ALE
supremo tedesco decise di attaccare i francesi sull' Aisne. Alle nove del mattino del 27 maggio iniziò la terza grande offensiva; furono travolte le difese del costone di Chemin des Dames e, entro la sera del 28, fu realizzato un grande saliente tra Rheims e Soissons. Il 3 giugno fu raggiunta la Marn a Chateau Thierry e a ciò segui una pausa fino a19, quando l'attacco fu ripreso , ma solo per esaurirsi il 14. Il 6 luglio fu sferrata l'ultima azione offensiva tedesca, ad ovest e ad est di Rheims, che però per la strenua resistenza opposta dagli alleati, consegui scarsi successi. Per prevenire la continuazione dell'offensiva verso Parigi, Foch decise di contrattaccare il fianco destro del saliente e, il 18 1uglio, operò verso est partendo da Villers Cotterets; entro il 2 agosto riuscì a respingere i tedeschi fino all'allineamento Rheims-Soissons. Dal 21 marzo fino a questa azione, ciascuna delle due parti su bi perdite per un milione di uomini. Per i tedeschi furono definitive, perchè non potevano essere rimpiazzate, mentre, a favore dell'avversario, ormai più di un milione di americani era arrivato in Francia e ne continuavano a giungere al ritmo di un quarto di milione al mese. Così gli statunitensi, come Ludendorff disse, « diventarono il fattore decisivo della guerra ». Comunque non erano gli americani che avrebbero vinto la battaglia che l'avrebbe decisa.
2. La battaglia di Amiens, 1918 La battaglia di Amiens, nota anche come la battaglia di Montdidier per i francesi , fu lo scontro più decisivo dell' intera guerra, poichè portò non solo al collasso delle armate tedesche sul fronte occidentale, ma anche al superamento della guerra di posizione e, di conseguenza, ad una rivoluzione tattica dell'impiego delle forze. Tuttavia, se i tedeschi avessero analizzato il loro esercito del 1914, dando la dovuta importanza alla artiglieria a tiro rapido ed alle mitragliatrici- armi che ebbero il predominio sul campo di battaglia nei primi anni del secolo- invece che ai fucili a ripetizione, probabilmente non vi sarebbe stato staJio nelle operazioni e la Francia sarebbe stata travolta con la stessa rapidità che fu conseguita nel 1940, con altri due sistemi d'arma dominanti: il carro armato e l'aereoplano. Ma i tedeschi non si erano organizzati in tal modo né, da altra parte, lo erano gli avversari e, come si é visto, la pallottola di fucile consentiva alla vanga di disporre di tempo sufficiente per realizzare trincee a prova di pallottole e di neutralizzare la potenza del cannone. Quando, poi, tutti gli eserciti moltiplicarono le disponibilità di artiglìerie e mitragliatrici , sia per difendere che per attaccare i trinceramenti, la difesa, come aveva previsto Bloch, continuò a mantenere il predominio. Per eliminare lo svantaggio inizialmente si tentò di distruggere trincee e reticolati con intense e pro-
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 1915-1918
271
lungate azioni di fuoco di preparazione d'artiglieria (3) che, sebbene generalmente garantissero un successo iniziale, contemporaneamente trasformavano il campo di battaglia in una zona cosparsa di crateri, che si rivelavano ostacoli così formidabili da impedire il movimento di mezzi di rifornimento come gli stessi reticolati e le trincee, che avevano demolito (4). Inoltre queste battaglie d'artiglieria, anche quando erano coronate da successo, lasciavano l'attaccante in un saliente, che é una posizione tatticamente svantaggiosa. Così l'artiglieria, che con i suoi effetti riduceva o impediva i movimenti, non riuscì a giocare un ruolo determinante nella guerra di movimento ed offrì alle mitragliatrici un'area piena di crateri che ne migliorava l'impiego. Come risultato finale, lo stallo, invece di essere superato o eliminato dal fuoco d'artiglieria, ne uscì molto rafforzato . Poichè il cannone non riusciva a risolvere il problema, il 22 aprile 1915 i tedeschi tentarono ad Ypres la carta del gas ( 5) che, dopo un successo iniziale, quando furono adottate le maschere antigas lasciò il problema insoluto. Più tardi , nel tentativo di arrivare a risultati concreti agendo sul morale dei combattenti, ambedue i contendenti fecero ricorso agli attacchi aerei contro la popolazione civile; si conseguirono solo effetti dimostrativi, in quanto anche se additarono la strada da percorrere in un deplorevole futuro , durante tutta la guerra non raggiunsero mai potenza ed entità tali da garantire risultati decisivi (6). Tutti questi tentativi furono irrilevanti perchè l'essenza del problema non era stata capita. Non si trattava di rimuovere trincee e reticolati, ma di neutralizzare le pallottole; bisognava trovare il modo di rendere inefficace la massa dei fucilieri e dei mitraglieri nemici, non con gradualità ma contemporaneamente. Ovviamente la risposta era una corazza a prova di pallottole e non un aumento della capacità distruttiva del colpo. Agli inizi della guerra il problema era stato messo a fuoco in Inghilterra dal colon-
(') L'entità del fuoco di preparazione britannica su bi continui incrementi: neUa battaglia di Hooge (!915) 18.000 granate; in queUa della Somme (1916) 2.000.000; ad Arras (1917) 2.600.000; a Messines (1917) 3.500.000; a Ypres (IJI') (1917) 4.300.000. (') Durante la terza battaglia di Ypres le truppe e i pezzi in prima linea dovettero essere riforniti da cavalli someggiati, come nel combattimento in montagna. (') Verso la fine del1915 i tedeschi impiegarono il fosgene , nella primavera del17 gas sternutatorio (difenilcloroarsina. o • croce blu " )e iprit e (dìc:loroetile. o • croce rossa " ) . Quest'ultimo era un liquido vescicante altamente volatile e quindi un'arma formidabile . Gli americani persero 74.n9 uomin i, per attacchi con i gas, cioè il 27,3% del totale. la maggior parte dei quali per iprite , (di questi solo 1.87% furono colpiti mortalmente). ( 6 ) Contro l'Inghilterra furono portati Ili attacchi durante i quali furono sganciate 8.500 bombe per circa 300 tonnellate uccidendo 1413 persone ferendone 3407 e causando danni alle cose per tre milion i di sterline. In Germania furono uccise 720 persone, 1.754 furono ferite e i danni alle proprietà am· montarono a 1.175.000 sterline.
272
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
nello E.D. Swinton (1) e da altri, e in Francia, dal generale Estienne. Costoro , nella convinzione che i soldati non potessero essere appesantiti o che non avrebbero addirittura avuto la forza di trasportare una corazza a prova di pallottole, proposero, rifacendosi ai marinai delle corazzate, di racchiudere i soldati in veicoli corazzati che potessero muovere fuori strada su cingoli e non su ruote. Cosi fu concepito il carro armato, una nave terrestre con propulsione autonoma e a prova di pallottole, che entrò io azione per la prima volta il15 settembre 1915, sul campo di battaglia, devastato dai colpi d'artiglieria, della Somme. In realtà questa soluzione aveva precedenti antichissimi (8) ed era stata riproposta in tempi più recenti con estrema competenza dal colonnello C.B. Brackenbury in un articolo dal titolo « Artiglieria campale corazzata», apparso su ''The Nineteenth Century Review" del luglio 1878. Vale la pena riportarne alcuni passi, perchè in esso prende corpo l'idea del carro. In forma sintetica, queste le argomentazioni di Brackenbury: la principale lezione scaturita dalla battaglia di Plevna era che « le truppe di qualsiasi specialità, dotate di protezione, sono praticamente invincibili fino a che il nemico le attacca frontalmente »; l'effetto del fuoco di artiglieria « aumenta con il decrescere della gittata »; « la potenza distruttiva dell'artiglieria alle corte distanze é praticamente illimitata »; « essendo enormemente aumentata » la capacità operativa della fanteria fino alle distanze che ne consentono l'impiego più efficace. Pertanto era necessario' individuare il modo per proteggere gli artiglieri dalle pallottole. Brackenbury suggeriva di spingere in avanti « spessi scudi (io sezioni) in grado di proteggere gli artiglieri contro il fuoco dei fanti in uno o , se necessario, due carri per ogni batteria. Quindi l'artiglieria avrebbe potuto attendere con tutta calma qualsiasi attaccante, sicura di distruggerlo molto prima che potesse raggiungere la linea pezzi. Tutte le ansie per sfuggire alla cattura si dissolverebbero e si potrebbt!ro definire procedimenti tattici basati sull'assunto che l' artiglieria non deve fuggire in presenza di coloro che ha di fronte .... Se si dovessero scontra re due schieramenti d'artiglieria, certamente colui che é al sicuro dalle schegge delle granate e dal fuoco della fanteria avversaria deve avere ragione del nemico .... Se si riescono ad eliminare i nove decimi delle perdite (morti e feriti) ed il rischio della cattura , ci si può permettere di escludere gli imprevisti ..... Certamente come le navi da battaglia possono trasportare scudi di ferro tali da assicurare la protezione contro le più grosse artiglierie, così l'artiglieria può trasportare corazzature sufficienti a rendere inefficaci il fuoco della fanteria e le scheg-
(') Vds. il suo libro "Eyewitness- (1932). (' ) "Thanks in the Great War». di J .F.C. Fuller (1920). cap. l.
LA CONTINUAZIONE DEllA GUERRA 191S.1918
273
ge .... Il fuoco del fante é diventato negli ultimi anni così micidiale che l'artiglieria, prima o poi, deve adottare inevitabilmente misure di difesa ..... Si aggiunga che le corazzature difensive, che possono essere trasportate dall'artiglieria e non dalla fanteria o dalla cavalleria, creeranno un nuovo fattore di potenza che deve necessariomente e profondamente modificare le tattiche del campo di battaglia. La sua definitiva affermazione é sicura come é certo che la notte segue il giorno. Si deve sperare che l'Inghilterra sia d'.esempio e non segua a rimorchio le altre nazioni » ( 9). Quello che stupisce nella proposta di Brackenbury é che egli si rese conto che« l'effetto morale é l'obiettivo al quale tendere in una battaglia, perchè morti e feriti non influiscono sul risultato finale ». Egli intravide, come era già avvenuto con Federico, « che avanzare significa conquistare » e percepì il terrificante effetto morale conseguito da un'avanzata continua. Questa era l'idea base del pensiero della« Scuola della baionetta » che era valida nella sua concezione, ma che era impossibile attuare nelle condizioni che caratterizzavano il campo di battaglia del1914. La« scuola della granata » del1914-1917 non sfiorò nemmeno tale concetto: non aveva potuto o saputo accorgersi che il problema non era quello di ridurre in pezzi le posizioni nemiche, ma quello di fare avanzare le artiglierie sotto iJ fuoco delle mitragliatrici nemiche e che, se tale avanzata fosse stata realizzata, essa si sarebbe dimostrata non solo estremamente distruttiva ma anche estremamente demoralizzante. Ciò é esattamente quello che iJ carro armato- un'artiglieria semovente - conseguì , risolvendo i due più grandi problemi che avevano afflitto gli eserciti daiJ'introduzione in servizio delle armi da fuoco e , precisamente, come conciliare fuoco e movimento e come armonizzare movimento e protezione. Esso migliorò la mobilità sostituendo la potenza muscolare con quella meccanica; incrementò la sicurezza neutralizzando le pallottole con la corazzatura; aumentò il potere offensivo evitando al soldato di trasportare la propria arma e al mulo di tirarla. Il carro , assicurando protezione dinamica al fante , gli fornì contemporaneamente la possibilità di combattere staticamente: impose i procedimenti navali al combattimento terrestre. I carri furono impiegati correttamente per la prima volta a Cambrai , il20 novembre 1917, dove non fu usato il fuoco di preparazione dell'artiglieria, ma al contrario i carri , in gruppi di tre, operarono come una catena mobile di batterie d'artigliera corazzata precedendo la fanteria. Con lievi modifiche, tale procedimento fu mantenuto fino alla fine della guerra e l'impiego del mezzo corazzato ridusse enormemente le perdite in relazione al territorio conquistato. Nonostante
( 9 ) Ciò non doveva accadere . la sua idea fu realizzata dal colonnello Shummann e provata nelle manovre autunnal i tedesche del 1899 e 1890. Fu anche adottata dall"esercito rumeno (~J ournal or tbe Royal United Service Institutioo··. Voi x:xrv. pagg. 867-889 e 1029-1035).
274
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
quella battaglia dimostrasse che era stata trovata una vera e reale soluzione allo stallo delle operazioni, la mancanza di riserve portò però al fallimento tattico e non fu che nella battagla di Amiens che, impiegando su grande scala le stesse soluzioni, si raggiunsero risultati coronati da completo successo. Contemporaneamente all'introduzione di quella che sarebbe poi diventata « la guerra corazzata », si verificò Jo sviluppo della guerra aerea -la forma più mobile di conflitto- sollecitata anch'essa daiJa situazione di stallo. Inizialmente l'aereo fu impiegato esclusivamente per l'osservazione e la direzione del fuoco d'artiglieria e, successivamente, per la ripresa fotografica necessaria per disporre della situazione degli schieramenti' d'artiglieria nemica. Questi compiti stimolarono il combattimento aereo, ma fu soltanto con l'adozione, neiJa primavera del 1815, del monoplano tedesco Fokker, sul quale fu installata una mitragliatrice che sparava tra le pale dell'elica, che ebbe inizio il combattimento aereo vero e proprio. Il bombardamento delle posizioni d'artiglieria e di altri obiettivi fu tentato inizialmente durante la battaglia di Loos; aerei con compiti di ricognizione e ricerca del nemico furono impiegati per la prima volta nella battaglia della Somme; attacchi a bassa quota contro le trincee e gli schieramenti d'attiglieria furono perfezionati durante le battaglie di Messinese Cambrai; il 1° aprile 1918 fu costituita la Royal Air Force (RAF) come forza armata indipendente io sostituzione del Royal Flying Corps (RFC). I progressi fu rono così consistenti che, a fronte dei 165 ufficiali, 1264 soldati e dei 63 aereoplani con cui operava l'RFC in Francia nel 1914, nella primavera del 1918 la RAF comprendeva 291.175 uomini e 22.000 velivoli , dei quali 3.300 impiegati in prima linea. Si trattava della forza aerea più grande del mondo. Questi sviluppi iniziali devono essere tenuti presenti quando si esamina la grande battaglia decisiva combattuta ad est di Amiens tra 1'8 e 1'11 agosto. Verso la fine di giugno, quando la situazione britannica nel settore di Amiens era migliorata di molto, il generale sir Henry Rawlinson, comandante della V• armata (il cui numero, dopo la sua ultima sconfitta , era stato cambiato in IV•) deCise che la 4• divisione australiana occupasse il paese di Hammel e i boschi ad est di Carbie. Il 4luglio, sostenuta dalla 5• brigata carri, conquistò gli obiettivi come previsto dai piani e con perdite così insignificanti (1°), che il giorno seguente Rawlioson suggerì ad Haig un'ope-
('0) Fu la battaglia di Hamel , più di quella di Cambrai,cbe sancì la reputazione dei carristi britannici (si veda "Tanks in the Great War" , cap. XXVll e "Memoirs of an Unconventional Soldier" di J.F.C. Fuller (1936) pagg. 287-290).
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 19 1S. I9 18
275
razione simile, ma di portata di gran lunga maggiore. Con tale progetto in mente, ill2 luglio, Haig propose a Foch - che due giorni prima era stato promosso Maresciallo di Francia - un'offensiva che avrebbe consentito di spostare il fronte ad est e sud est di Amiens e liberare la città e la ferrovia Amiens-Parigi, ambedue battute dal fuoco delle artiglierie tedesche. Foch condivise l'idea e, il giorno successivo, Rawlinson fu invitato ad elaborare il piano d'azione , che fu presentato il17 luglio ed approvato il 23 da Foch ed Haig. D piano era quello di Hamel « allargato » e si riprometteva un'avanzata limitata alla conquista della vecchia linea difensiva esterna di Amiens, perduta nell'aprile precedente e che, sul fronte deiJa IV• armata, correva da le Quesnel lungo la strada Arniens-Roye , attraverso il paese di Caix fino ad est di Méricourt sulla Somme. Mentre attendeva l'approvazione di Haig, Rawlinson aveva convocato una riunione il 21lugJio, al suo quartier generale a Flexicourt, alla quale parteciparono i suoi tre comandanti di corpo d'armata, il generale Arthur Currie canadese, il generale John Monash australiano e il generale Richard Butler del3° corpo d'armata, nonchè il generale Charles Kavanagh , comandante della cavalleria, ed i rappresentanti della RAF e delle unità carri. Durante il rapporto , il piano originale diventò un po' più ambizioso ed il numero dei battaglioni carri da impiegare fu elevato da otto a dodici. Il 261uglio, Foch emanò l'ordine formale dell'operazione che cominciava: « l. L'obiettivo dell'operazione é quello di liberare Amiens e la ferrovia Parigi-Amiens e di sconfiggere il nemico costringendolo a ritirarsi dall 'area tra la Somme e l' Avre. 2. Per conseguire tale risultato , l'offensiva, protetta a nord dalla Somme, deve essere spinta il più avanti possibile in direzione di Roye >> (1 •). Lo scopo era Io stesso, ma l'obiettivo veniva collocato ben oltre la linea di difesa esterna di Amiens poichè Roye si trovava otto miglia a sudest di le Quesnel. L'inizio dell'operazione fu fissato per 1'8 agosto. Il 28 luglio, Foch ampliava l'operazio ne, passando la I• armata francese del generale Debeney agli ordini di Haig, con la direttiva di impiegarla offensivamente sul fianco destro di Rawlinson. Infine, il 5 agosto, ad una riunione presieduta da Haig, lo scopo dell'operazione fu radicalmente cambiato. Non solo fu deciso di impiegare anche la III" armata francese , che era schierata sulla destra della I•, ma Rawlinson ricevette l'o rdine di organizzare un attacco ad ovest della linea difensiva esterna di Amiens e, per facilitare l'avanzata della HP a rmata francese tra Montdidier e Noyon, di
( 11 ) ~Military Operantions France and Belgium , l 918~ (~Brìtish Official History·· a cura di sir James E. Edmonds. 1947), Vol. IV, pag. 3.
N
...... a..
IV• RRMRTR Q'Owuriwt r
(Il
l:ll
~
!: o ~
(Il
~
r· 11./?,YPT/1
t}li tourt
o
(Il
r 3:
o :z N
g ~
XVII/~
;RHPTP
P:)
Nu'];iJ IJC C. P
!
,..
3
4
s Htj/J:t
~
(Il
t#,PHAM ~
! ;_ l>
6
x·c.P
Fig. 18: Battaglia di Amiens, 8 agosto 191~
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 1915-1918
277
conquistare la linea Roye-Chaulnes. Per assolvere i nuovi compiti, gli fu messo a disposizione il corpo d'armata di cavalleria. Raddoppiare la profondità della penetrazione tre giorni prima dell 'inizio dell'attacco significava che i comandanti di corpo d'armata non disponevano di tempo sufficiente per modificare tutte le predisposizioni di dettaglio per un'azione di quel tipo. Ne seguiva che i piani, così com'erano, avrebbero dovuto adattarsi ad una situazione che non era mai stata presa in considerazione e sembrava che né Foch né Haig si fossero preoccupati delle diverse caratteristiche che il terreno presentava nella zona degli ulteriori obiettivi. A nord della Somme, il terreno era attraversato da burroni e speroni , che costituivano ostacoli seri per i carri, anche se la distanza dagli obiettivi era più breve, perchè le linee della difesa esterna di Amiens erano ubicate a meno di 5.000 metri dalla linea di partenza dell'attacco. A sud della Somme e fino alla linea di difesa esterna di Amiens si snodava un terreno idoneo all'impiego dei carri, dove i tedeschi non avevano effettuato lavori consistenti, oltre il quale si trovava parte del campo di battaglia del 1916, che presentava trincee abbandonate, reticolati e crateri provocati dallo scoppio di granate. Non solo esso comportava difficoltà all'impiego dei carri e della fanteria , ma costituiva una ideale area protettiva per le mitragliatrici nemiche. Pertanto, avendo esteso la profondità della penetrazione fino alla linea Roye Chaulnes-Somme, gli attaccanti dovevano condurre due operazioni: una pianificata, fino alla linea di difesa di Amiens e una , non pianificata , da Amiens, attraverso il vecchio campo di battaglia, fino alla linea Roye-Chaulnes. Poiché quest'ultima non poteva essere condotta d'impeto, sarebbero state nececessarie grosse riserve di carri e di fanteria, che purtroppo non erano disponibili. Ciò, come si vedrà, ridusse come si era già verificato a Cambrai, la battaglia di Amiens ad una operazione della durata di un solo giorno. L'8 agosto il generale Rawlinson disponeva: (a) sulla sinistra, del ill corpo d'armata con la 12•, 18• e 58• divisione schierate sulla fronte , la 47• a protezione del fianco sinistro e la 33• americana in riserva; (b) al centro, del corpo di armata australiano con la 2• 3• e 4• divisione in prima schiera e la 1• e 5• in riserva; (c) sulla destra, del corpo d'armata canadese con 2• e 3• divisione avanzate e l • e 4• in riserva; (d) del corpo d'armata di cavalleria costituito da 1", 2• e 3• divisione; (e) della 5• brigata della RAF con sei squadroni da caccia, otto squadroni da ricognizione e tre squadroni di bombardieri; (f) della 3•, 4• e s• brigata e del 100 battaglione del corpo d'armata carri; (g) di una riserva generale basata su 7•, 32• e 63• divisione. La fronte d'attacco si estendeva da Moreuil a sud fino al fiume Ancre a nord: da Moreuil alla strada Amiens-Roye era affidato al XXXI corpo d'armata francese , dalla strada Amiens-Roye fino alla ferrovia Villers Bretonneux-Chaulnes al corpo d'armata canadese; da questa ferrovia fino
N -.J
00
Caratteristiche dei veicoli corazzati usati 1'8 agosto 1918
Mark V
Mark IV
Mark V Star
caratteristiche Lunghezza Peso Equipaggio Armamento
semovente
Originale
Derivato
Originale
Derivato
Originale
Derivato
26 piedi 5 poilici 28 tonnellate l Ufficiale 7 Truppa 2 da 6 1ibbre 4 cannoni Lewis 105 h.p. 3.7 miglia/ora
26 piedi 5 poilici 27 tonnellate l Ufficiale 7 Truppa 6cannoni Lewis 105 h.p. 3.7 miglia/ora
26 piedi 5 poilici 29 tonnellate l Ufficiale 7 Truppa 2 da 61ibbre 4 ca. Hothckiss 150 h.p. 4.6 miglia/ora
26 piedi 5 poilici 28 tonnellate l Ufficiale 7 Truppa 6 cannoni Hothckiss 150 h.p. 4.6 miglia/ora
32 piedi 5 poilici 33 tonnellate l Ufficiale 7 Truppa 2 da 6 libbre 4 ca. Hothckiss 150h.p. 4.0 miglia/ora
32 piedi 5 poilici 32 tonnellate l Ufficiale 7 Truppa 6 cannoni H othckiss 150 h.p. 4.0 miglia/ora
20 piedi Opoilici 14 tonnellate l Ufficiale 2 Truppa 4cannoni Hotchkiss Due45 h.p. 8.3 miglia/ora
30 piedi Opoilici 34 tonnellate l Ufficiale 3 Truppa l cannone Lewis 105 h.p. 3.0 miglia/ora
2.0 miglia/ora 15miglia IO piedi
3.0 miglia/ora 25 miglia lO piedi
3.0 miglia/ora 25 miglia lO piedi
2.5 miglia/ora 18 miglia 14 piedi
2.5 miglia/ora 18miglia 14 piedi
5.0 miglia/ora 40miglia ?piedi
1.75 miglia/ora 15 miglia 11 piedi e 6 pollici
Motore (pot.) Velocità max Velocità di 2.0 miglia/ora crociera Raggio d'azione 15 miglia IO piedi Fossato superabile
• • • •
carro Medio MarkA
Il carro Mark V Star poteva portare 20 uomini oltre all'equipaggio. l semoventi erano progettati in origine per montare un obice da 6 pollici o da 60 libbre. Il semovente c il Mark IV trasformato potevano trasportare 10 tonnellate di dotazioni. l raggi d'azione sono indicativi, in relazione alla natura del terreno.
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 1915-1918
279
al fiume Somme al corpo d'armata australiano; da qui all ' Ancre al III corpo di armata. L'azjone del primo giorno prevedeva che canadesi e australiani effettuassero l'attacco principale , mentre francesi e britannici costituivano fianchi difensivi rispettivamente sulla destra e sulla sinistra. Il campo di battaglia fu diviso in tre linee-obiettivo: linea verde (primo obiettivo) e linea rossa (secondo obiettivo) da raggiungere da parte di tutti i corpi d'armata; linea blu continua e tratteggiata (terzo obiettivo), assegnata rispettivamente agli australiani e ai canadesi. Era prevista una sosta di due ore sul primo obiettivo per consentire alla seconda ondata di serrare sotto e scavalcare la prima. Le unità carri furono assegnate come segue: la 4• brigata carri (1°, 4°, soe 14° battaglione) al corpo d'armata canadese; la sabrigata carri (2°, 8°, 13° e 1S0 battaglione) al corpo di annata australiano; il1()<> battaglione carri al III corpo d'annata, la 3• brigata carri (3° e 6° battaglione) al corpo d'annata di cavalleria. Le caratteristiche dei carri di cui diponevano i battaglioni sono riportate nella tavola riepilogativa. n 3° e il 6° battaglione disponevano di 48 carri medi A (Whippet) ciascuno e, ad eccezione dellOO e dei1S0 , che avevano ognuno in organico 36 carri Mark V Star, tutti gli altri avevano 36 Mark V più sei in riserva per effettuare gli sfondamenti. In tutto scesero in campo 324 carri pesanti e 96 Whippet , e altri 42 furono tenuti di riserva; v'erano anche 96 carri rifornimento (derivati dal Mark IV) e 22 semoventi cingolati adibiti anch'essi al rifornimento, per un totale generale di S80 mezzi cingolati. Infine era disponibile anche ill7° battaglione carri, su dodici veicoli protetti , inglobato ne lla s• brigata carri che operava con gli australiani . Questa disponibilità e distribuzione erano più che sufficienti per garantire l'avanzata fino alla linea di difesa esterna di Amiens, ma insufficienti per raggiungere, il 9 agosto, l'allineamento Roye-Chaulnes, perchè era previsto che tutte le divisioni e tutti i carri fossero impiegati il giorno 8 e, pertanto, avrebbero dovuto riorganizzarsi prima di iniziare le operazioni previste per il 9. Le forze attaccanti del giorno 8 erano eccessive e molto addensate. La fronte divisionale raggiungeva appena i 2.000 metri all'inizio e i 3.000 sull'obiettivo. Se il tempo lo avesse consentito, tali valori avrebbero potuto essere aumentati e, se ciò fosse stato fatto, probabilmente due divisioni di fanteria e due battaglioni carri avrebbero potuto aggiungersi alle tre divisioni in riserva. Inoltre , se il corpo d'annata di cavalleria e i suoi battaglioni carri non fossero stati impiegati prima, cinque divisioni di fanteria , tre divisioni di cavalleria fresche e quattro battaglioni carri avrebbero potuto continuare la battaglia nel fatidico giorno 9. Continuare l'avanzata era molto importante perchè , per mantenere la spinta offe nsiva c sfruttare il momento favorevole era necessario non solo
280
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
travolgere le divisioni nemiche di prima schiera, ma anche non consentire loro di riaversi, prima dell'arrivo della riserva, ed era importante sospingere le truppe in rotta verso le unità ancora integre, nella consapevolezza che quello era il modo più sicuro per disorganizzare e demoralizzare le truppe non ancora coinvolte direttamente nel combattimento. Furono interessate all'attacco la II• e la XVIII• armata tedesche l'una comandata dal generale von der Marwitz e l'altra dal generale H utier. La fronte della H• armata si estendeva dalle vicinanze di Méaulte , sul fianco sinistro del secondo corpo d'armata, alla foresta di St. Hubert , tre miglia e mezzo a sud di Moreuil ; la fronte della XVIII• dalla foresta di St. Hubert a Noyon , che coincideva con il fianco destro della III• armata francese. La II• armata disponeva di dieci divisioni in prima schiera e quattro in riserva, e la XVIII• rispettivamente di undici e quattro. Sulla fro nte della IV• armata, i procedimenti d'azione impiegati furono quelli di Cambrai. l carri avrebbero dovuto disporsi mille metri dietro la linea di partenza della fanteria e, prima d el momento dell'inizio dell'attacco , che fu fissato per le 4,20 (ora zero) , avrebbero dovuto muoversi in avanti , mentre gli aerei coprivano, con il rombo dei loro motori, il rumore dei carri in movimento fino alla linea di partenza. Da qui i carri dovevano precedere avanzando sotto la protezione di un fuoco di sbarramento mobile, (1 2) erogato da un terzo delle artiglierie dell'armata, mentre gli altri due terzi battevano le posizioni delle batterie d'artiglieria nemiche. Poichè la Ja armata francese disponeva di pochi carri , era previsto che, con inizio all'ora zero, fosse effettuato un violento fuoco di sbarramento sulle trincee e sulle batterie nemiche, per 45 minuti; dopodichè sarebbe iniziata l'azione del XXXl corpo d'armata . Ottocento aerei erano a disposizione della IV• armata e 1.104 della I• armata francese . Prima della battaglia, le armate tedesche contrapposte disponevano solo di 365 velivoli e, pertanto, gli alleati godevano del dominio del cielo. Invece di cercare di mantenerlo durante la battaglia, furono assegnati alla RAF altri compiti: cooperare con i corpi d'armata, bombardare e mitragliare qualsiasi obiettivo terrestre, effettuare i rifornimenti di munizioni alle unità e bombardare i centri ferroviari di Chaulnes, Roye, Nesle e Péronne, nonchè i punti di attraversamento della Somme. Il corpo d'armata di cavalleria e la 3• brigata carri ricevettero il compito di scavalcare, alla prima occasione, le unità di testa canadesi cd australiane, conquistare le difese esterne di Amiens e manteneme il possesso fino a quando non avessero ricevuto il cambio. Dovevano, quindi, avanzare verso sud-est in direzione di Roye-Chaulnes, tagliare le linee di comunicazione nemiche ed agevolare la progressione francese.
('l) Tale azione fu usata per la prima volta nel 1916 durante la baltajl.lia della Somme.
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 1915-1918
281
Era un compito fantasioso, che fu fortemente criticato dal comandante e dallo stato maggiore del corpo d'armata corazzato , che sostenevano che i carri ed i cavalli non potevano operare insieme con successo, perchè gli uni erano protetti , mentre i secondi erano vulnerabili alle pallottole. Fu suggerito che il modo migliore per agevolare l'avanzata francese sarebbe stato quello di mantenere alla mano i due battaglioni carri Whippet fino a quando la fanteria ed i carri Mark V avessero effettuato lo sfondamento e, in successione, di spingerli in avanti da Villers-Bretonneux verso R osières, di far loro effettuare una conversione a destra, per irrompere verso sud , su ampia fronte , nelle retrovie della Il" e XVIII• armata tedesche e raggiungere eventualmente la zona a sud-est di Montdidier. Il generale Rawlinson considerò la manovra troppo rischiosa e decise di attenersi al compito iniziale (13). Segretezza e sorpresa dovevano caratterizzare l'azione. Le truppe dovevano rimane re ignare dello scopo e degli obiettivi fino a 24-36 ore prima dell'ora zero; tutti i movimenti dovevano essere effettuati di notte; le ricognizioni ed i tiri di inquadramento d'artiglieria erano proibiti; le normali attività dovevano continuare a costituire l'impegno di tutti i giorni, le strade in pavé dovevano essere coperte con terra o paglia; i luoghi di discarica dovevano essere camuffati; un intenso fuoco di interdizione doveva essere constantemente in atto per contrastare la ricognizione aerea nemica nelle retrovie. Nonostante tutte queste precauzioni , il 29 luglio la 5• divisione australiana, schierata allora nel settore a nord della Somme, effettuò scioccamente un' incursione e catturò 138 prigionieri. Il 6 agosto seguì la prevedibile ritorsione. La 27• divisione (Wiirttemberg) tedesca lanciò un violento attacco su una fronte di 4.000 metri contro il punto di saldatura tra 18• e 58• divisione del III corpo d' armata , allora in prima linea, penetrò per 800 metri nelle posizioni nemiche e catturò 236 prigionieri. Quest'attacco sconvolse completamente l'attività preparatoria del III corpo d'armata e , come s i vedrà, portò a conseguenze disastrose 1'8 agosto . Fra il 29luglio e le prime ore de11'8 agosto , senza alcun intoppo, quattordici divisioni di fanteria, tre di cavalleria, tre brigate di carri e più di 2.000 pezzi di artiglieria furono concentrati ad est di Amiens su una fronte di circa dieci miglia, entro la distanza di intervento di un nemico che nulla sospettò. Fu un capolavoro di o rganizzazione e di attività di stato maggiore. La notte tra il 7 e 1'8 agosto era una splendida notte senza luna, ma aUe tre del mattino cominciò ad alzarsi una foschia che , quando poco dopo le quattro i carri mossero lentamente in avanti dalle loro zone di attesa
(Il) ~Memoirs of an Unconventional Soldier~. pag. 299.
282
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
verso le linee di partenza della fanteria, era diventata così fitta che la visibilità era quasi nulla. Esattamente alle 4,20 , con un frastuono indicibile, 2.000 pezzi di artiglieria aprirono il fuoco . Un uragano di granate si abbattè sulla linea di difesa esterna di Amiens e sulle artiglierie nemiche, mentre lo sbarramento mobile d'artiglieria iniziava 200 metri sul davanti della fanteria e dei carri avanzati , per spostarsi verso il nemico di 100 metri ogni tre minuti. Nonostante la foschia avesse costretto le truppe attaccanti a rompere le formazioni d'attacco e non avesse consentito l' impiego degli aerei fino alle 9, la sorpresa a sud della Somme fu completa. Guidati , a causa della nebbia, dalla prima ondata di fucilieri, i carri di testa avanzavano, seguiti da piccole colonne di fanteria su unica fila , dietro le quali muovevano i supporti , raggruppati in compagnie. La terra di nessuno, profonda circa 500 metri , fu superata rapidamente e la prima linea difensiva avversaria ripiegò in rotta. Sul fianco destro, i tedeschi furono sorpresi dall'estensione della fronte d'attacco. Moreuil fu conquistata entro le 9; fu quindi effettuato un nuovo bombardamento di tre ore e venti minuti , alla fine del quale il IX corpo d' armata francese, sulla destra del XXXI , iniziò ad avanzare, ma fu subito fermato suii'Avre. Più tardi il XXXI occupò Mézières, fu nuovamente arrestato per un ulteriore bombardamento; alle 17,30, riprese il movimento ed alle 21 conquistò Fresnoy, ma non riuscì ad entrare a le Quesnel. Se si considera che disponevano di pochi carri armati , i francesi non si comportarono male: a fronte di 3.500 perdite, catturarono più di 5.000 tedeschi e 161 pezzi di artiglieria. Nel frattempo , sulla sinistra , il III corpo d'armata incappò in uno sbarramento di gas e fu costretto ad operare con le maschere antigas indossate, con grave pregiudizio della resistenza fisica degli uomini , che si esauriva molto presto. Tuttavia , nonostante gravi perdite, entro le 7,40 fu raggiunto il primo obiettivo. dopo di che fallì ogni successivo tentativo di progressione , con il grave risultato che il fianco sinistro degli australiani , a sud della Somme , rimase esposto al fuoco d'infilata delle batterie nemiche schierate nei pressi di Chipilly. Il fallimento del lll corpo d'armata deve essere attribuito, in larga misura se no n completamente, all'incursione australiana del 29 luglio (1 4). Sul fronte canadese , le brigate avanzate della 3•, t• e 2• divisione raggiunsero il loro primo obiettivo entro le 7,45 ed il secondo verso le 11, quando la 4• divisione serrò sotto per lo scavalcamento . In quel momento sparavano poche armi nemiche e la fanteria nemica era in così completa
(") " British Official History , 1918'', Vol. IV, pag. 154.
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 1915-1918
283
rotta che molti ufficiali presenti « pensarono che i veicoli corazzati avrebbero potuto andare dappertutto » ( 15). Questo era vero perchè, come si vedrà in seguito, un carro fu fortunato abbastanza da allontanarsi dalla cavalleria e darne dimostrazione. A partire dal secondo obiettivo i carri Mark V Star, (1 6) che trasportavano nuclei di mitraglieri, erano stati spinti in avanti con la 4• divisione canadese per occupare il terzo obiettivo. Nello stesso tempo, la 3• divisione di cavalleria e la 3• brigata carri avevano ricevuto l'ordine di portarsi in avanti ed occupare Rosières. L'avanzata finale canadese iniziò alle 12,40 ed entro le 15,50 aveva raggiunto il terzo obiettivo su tutta la fronte , ad eccezione di le Quesnel. Indubbiamente quel paese sarebbe stato conquistato se i francesi non fossero stati fermati a le Fresnoy. Intanto, sul fronte australiano (1 7 ), la 2• divisione sulla destra e la 3• sulla sinistra avevano iniziato l'avanzata ed entro le 6,20 avevano raggiunto il primo obiettivo. Si erano quindi fermate per consentire lo scavalcamento della 4• e della 5• divisione, incaricate di conquistare il secondo e terzo obiettivo. Quando queste ultime ripresero l'azione alle 8,20, il 15° battaglione ebbe il compito di sostenerle, mentre la l" brigata di cavalleria ed i carri Whippet venivano schierati sulla fronte insieme al 17° battaglione carri (auto blindate) , i cui mezzi erano stati trainati dai carri armati sulle strade coperte di buchi. Entro le 9,15 il secondo obiettivo fu raggiunto dalla 5• divisione mentre la 4•, sulla sinistra, si attardava a causa del fuoco delle batterie nemiche schierate sul costone di Chipilly e non riusciva ad occupare l'obiettivo assegnatole fino alle 10,30. Le brigate di testa della 5• divisione insistettero nell'azione e raggiunsero il terzo obiettivo tra le 10,30 e le 11, mentre la 4• rimaneva indietro a causa del fuoco d'infilata tedesco e solo dopo aver sofferto gravi perdite ed aver perso molti dei suoi carri riuscì a raggiungere il suo obiettivo finale, ad eccezione di una parte sulla estrema sinistra. Durante l'intera avanzata di canadesi ed australiani, i carri dimostrarono tutta la loro efficacia nel superamento della resistenza delle mitragliatrici nemiche. Tuttavia, come a Cambrai, il loro effetto principale riguardò il morale dell'avversario: la fanteria tedesca, in presenza di un'arma che non riusciva a fermare , si sentì impotente ed istintivamente si portò indietro ; non perchè decimata dal fuoco del cannone da sei libbre e dalle mitragliatrici - sarebbe stato errato aspettarsi effetti del genere - ma a causa della continuità del movimento dei carri, che creava un senso di potenza inar-
(';) lbid., pag. 52. ('~) Avevano poca potenza, erano lenii ed ingombranti. Gli uomini trasportati soffrivano per i gas di sunco e molto spesso quando sbarcavano non erano più in grado di combattere. ('') La l ' divisione australiana arrivò dal nord soltanto il7 agosto. e fu tenuta in riserva di corpo d'armata .
284
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
restabile. Quando i mezzi corazzati dovettero vedersela con l'artiglieria, la questione cambiò. Durante la giornata furono messi fuori combattimento dalle batterie 109 carri ( 18), vale a dire il 25% di tutti quelli impiegati, percentuale che rimase quasi costante per ogni giornata d'impiego dei carri per il rimanente periodo di guerra. Ma per quanto riguardò il loro ruolo futuro , la lezione più evidente dell'8 agosto fu il cospicuo fallimento del tentativo di far operare insieme carri e cavalleria. Come era stato previsto dallo stato maggiore del corpo corazzato, tale combinazione si rivelò impossibile. Non si fornivano appoggio reciproco , anzi si ostacolavano. I cavalieri potevano muovere più velocemente dei Whippet, che furono lasciati indietro durante l'avvicinamento, ma la cavalleria non poteva affrontare il fuoco dei fucili e delle mitragliatrici, mentre i Whippet avanzavano indisturbati durante l'attacco. Il risultato fu un continuo movimento a singhiozzo, dove i carri avanzavano, la cavalleria si ritirava ed i carri tornavano indietro per convincere quest'ultima a venire avanti. Inoltre i Whippet , poichè non avevano ricevuto un obiettivo preciso , si tramutarono in qualcosa poco più efficace di guerriglieri corazzati, che davano la caccia alle mitragliatrici spostandosi da un punto all' altro del campo di battaglia. Il giorno 8, sebbene arrivassero notizie di brillanti cariche di cavalleria (1 9) e di splendide azioni nei pressi di Rosières e Chaulnes, la massa dei cavalieri non superò mai la linea blu , ma catturò un considerevole numero di nemici tagliati fuori dal grosso a causa della velocità dell'attacco. Parecchio prima dell'imbrunire , furono costretti a ritirarsi per consentire l'abbeverata dei cavalli , costringendo i Whippet a seguirli . Fu allora evidente che, se il3° ed il6° battaglione carri fossero stati seguiti da fanteria montata su veicoli , che - come quelli blindati - avrebbero potuto essere trainati fino alla linea blu dai Whippet, e se i fanti, una volta sbarcati dai mezzi , avessero potuto avanzare a piedi a seguito dei carri, probabilmente le alture intorno a Lihons e Chaulnes avrebbero potuto essere conquistate durante il pomeriggio dell'S. Se detto terreno fosse stato occupato , allora, poichè l'unica ferrovia che consentiva il rifornimento della Il" e della XVIII' armata tedesche correva da Chaulnes verso sud passando per Roye, l'intera forza germanica schierata di fronte alla Ja armata francese si sarebbe quasi certamente ritirata. Due avvenimenti verificatisi durante la battaglia sostengono questa possibilità. Il primo è connesso all'azione del 17° battaglione carri (veicoli blindati) comandato dal tenente colonnello E.J . Carter ed il secondo all'a-
( 11) Quasi tutti, tunavia, erano riparabili. (") Ce ne fu una presso Harbonni~res, ma il nemico risultò essere una colonna di trasporti tedesca: 46 dei suoi componenti furono uccisi o cauurati dalla ta brigata di cavalleria.
LA CONTINUAZIONE DEllA GUERRA 1915-1918
285
zione di un solo Whippet che si trovò isolato dalla cavalleria ed effettuò un'incursione da solo. Il primo avvenimento accadde dopo che i veicoli blindati erano stati trainati fino a Warfusée-Abancourt, poco più ad occidente della linea verde e da soli, senza l'appoggio di altre truppe, si erano portati a Foucaucourt, alcune miglia ad est della linea blu, terzo e finale obiettivo. Arrivarono di sorpresa su un posto comando tedesco e lo gettarono nel panico. Approfittando della confusione, i carri si diressero a nord e a sud della strada Amiens-Brie. Quelli che muovevano verso sud incontrarono colonne di automezzi, ufficiali a cavallo e gruppi di equini, presumibilmente appartenenti al comando del corpo d'armata tedesco situato a Framerville ed aprirono il fuoco a brevissima distanza. Quattro ufficiali furono uccisi da un solo colpo. Subito dopo fu raggiunto il posto comando e la bandiera australiana fu alzata là dove pochi minuti prima sventolavano le insegne di un comandante di corpo d'armata tedesco. Quasi contemporaneamente un carro individuò un treno tedesco sulla linea ferroviaria Amiens-Chaulnes e lo mise fuori combattimento. Più tardi fu catturato dalla cavalleria. I carri che si erano diretti a nord entrarono in Proyart e Chuignolles, mentre due di essi muovevano verso la Somme. A Proyart i tedeschi, che furono sorpresi mentre stavano pranzando furono sottoposti a fuoco e si precipitarono in tutte le direzioni. Quindi i carri si diressero ad ovest e videro in lontananza unità nemiche sloggiate dalle loro trincee dagli australiani. Per sorprenderle, si occultarono alla periferia di Proyart e , quando il nemico giunse a breve distanza, aprirono il fuoco uccidendone un gran numero. l fanti si dispersero e mossero fuori strada in direzione di Chuignolles, dove incontrarono altri mezzi corazzati , furono sottoposti nuovamente a fuoco e si dispersero ancora. Nei pressi di Chuignolles un carro ebbe l'occasione di far « pratica in movimento »: sparò con le sue mitragliatrici ad un autocarro carico di soldati fino a farlo finire in un fosso. Altri carri si accodarono ad una autocolonna nemica e la seguirono senza creare sospetti , fino a quando non si crearono le condizioni di aprire il fuoco con alzo zero. Nonostante la metà dei carri fosse fuori combattimento entro la fine della giornata, non si verificarono , tra gli equipaggi , casi di feriti tanto gravi da dover essere evacuati. Il secondo avvenimento fu ugualmente singolare. « Scatola musicale » era un carro Whippet della compagnia B del 6° battaglione carri, ed era comandato dal tenente C.B . Arnold. Il mattino dell'8, dopo aver superato la 2• divisione australiana , stava muovendo lungo la ferrovia Amiens-Brie, quando perse il contatto con la cavalleria cooperante. La prima azione ebbe luogo tra Warfusée-Abancourt e Bayonvillers, dove attaccò alle spalle una batteria di artiglieria , mettendola fuori combattimen-
286
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
to. Si diresse, quindi, su Guillaucourt, avanzò verso est parallelamente alla ferrovia e fornì aiuto a due pattuglie di cavalleria. Più tardi, mentre si avvicinava ad Harbonnières, aprì il fuoco contro un reparto nemico intento a confezionare cariche, uccidendone una sessantina. Infine aprì il fuoco , a distanza tra i 200 e i 400 metri, contro reparti nemici in ritirata ed autocolonne, prima di incendiarsi ed essere messo fuori combattimento (2°). La confusione creata da questi dodici veicoli blindati e dal Whippet fu fenomenale e se i loro risultati fossero moltiplicati per il numero dei Whippet impiegati il giorno 8, non sarebbe probabilmente esagerato presumere che , se fossero stati concentrati intorno a ChauJnes, avrebbero potuto sconvolgere l'intero sistema di comando e logistico tedesco da Albert a Montdidier e da lì a Noyon, su una fronte di circa 50 miglia. Al di là di questi « avrebbe potuto essere », la battaglia dell'8 agosto fu il più grande trionfo alleato dopo la Marna. Subendo 12.000 perdite, le due armate avevano ucciso e ferito 13.000 avversari, catturato 15.000 prigionieri e 400 cannoni e avevano sfondato il fronte tedesco. Tutto ciò che rimaneva da fare era sfruttare il successo iniziale senza dare tregua al nemico. Ma questa era l'unica cosa per la quate non erano preparati, anche perchè il campo della precedente battaglia della Somme imponeva , con le sue buche, che la guerra di movimento cedesse il passo a quella di posizione. Sebbene il carro fosse stato concepito come un'arma contro la trincea , trovava il suo ruolo vero nella guerra di movimento. I 300 carri rimasti , ancora in condizioni di essere impiegati , avevano gli equipaggi esausti e necessitavano di riparazioni e rifornimenti di munizioni e carburante. Il risultato fu che solo 145 avrebbero potuto essere pronti per il giorno 9. Intanto, poichè Ludendorff si era opposto ad una ritirata fino alla linea Hindenburg - che molto probabilmente sarebbe stata la decisione più realistica da prendere- sei divisioni tedesche in riserva erano state inviate in tutta fretta per rinforzare la lP e la XVIIJa armata ed altre sette erano in arrivo. Per il 9, il generale Rawlinson ordinò alla IV• armata di avanzare fino all'allineamento Roye-Chaulnes-Bray sur Somme-Dernancourt, mentre i francesi si dirigevano su Roye . Ma, come scrive il suo capo di stato maggiore: « A causa delle difficoltà di rifornimento e di altri motivi, il movimento non iniziò prima delle 11 e , per alcune brigate , non prima delle 13. Ne risultò un combattimento scoordinato per tutta la giornata , con gli attacchi delle varie divisioni e brigate che cominciavano in tempi differenti. Alcune azioni fu rono effettuate dalla sola fanteria senza il contributo delle altre armi » (2 1). ("') U rapporto completo di Amold è contenuto in "Tanks in t be Great War" . pagg. 230-235. (" ) "The Story of tbe Fourth Army" , del generale sir Archibald Montgomery , pag. 52.
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 191S..I918
287
Inoltre, sul fianco destro, l'attacco francese fu di breve durata (22). Prima di sera, tuttavia, il fronte era stato spostato 'approssimativamente in corrispondenza deli 'allineamento Bouchoir-Rouvroy-Méharicourt-Framerville-Méricourt-Dernancourt. Nella notte tra il 9 e il lO, il corpo d'armata australiano ricevette l'ordine di estendere il proprio settore a nord della Somme e la 32• divisione fu inviata in rinforzo alla 3• divisione canadese. Per i britannici gli obiettivi rimanevano gli stessi del giorno precedente. 1110 agosto il fronte venne esteso, ad opera della III" armata francese, che entrava in azione schierandosi sulla destra della l" armata; come già verificatosi il 9, vi fu scarso coordinamento fra le unità della IV• armata, le cui brigate si muovevano cadenzando l'avanzata sui propri obiettivi autonomi intermedi. La resistenza tedesca era diventata considerevolmente più consistente ed altre divisioni venivano immesse nello scontro. Sul fronte della l" e III" armata francesi , poicbè la XVIII" armata tedesca era in ripiegamento , l'avanzata fu rapida, mentre nel settore della IV• il corpo d'armata canadese non progredì per più di due miglia, gli australiani ancor meno ed il III corpo d'armata raggiunse completamente l'obiettivo del primo giorno. Fu chiaro ad Haig e Rawlinson che sull'intera fronte della IV• armata l'offensiva si stava esaurendo, per cui nelle prime ore del giorno 10, nell'intento di sospendere l' attacco in quel settore e iniziarlo più a nord, Haig inviò un ufficiale del suo comando presso il generale sir Henry Home, comandante della Ja armata britannica, perchè attuasse il piano dell'azione già prevista per la conquista di La Bassée e del costone di Aubers in contemporaneità con l'avanzata della n• armata verso Kemmel e della III• verso Bapaume. Subito dopo la diramazione di questi ordini, il maresciallo Foch arrivò al posto comando avanzato di Haig. Poichè ciò significava la continuazione di una battaglia completamente frontale contro posizioni sempre più forti , Haig propose di rallentare l'attacco ad est di Amiens e , mentre la l" e la IJa armata si approntavano, affidare l'azione offensiva alla III" armata di sir J ulian Byng, che era schierata in linea sulla sinistra de1la IV•, la quale a sua volta aveva di fronte il fianco destro tedesco , il cui obiettivo era costituito dalla I• armata francese. Ma Foch confidava sul fatto che il nemico fosse così demoralizzato da non poter opporre che scarsa resistenza. Era arrivato a tale conclusione per il comportamento tedesco tenuto nei confronti della I• e III" armata francese. Sembrerebbe che non fosse a conoscenza del ripiegamento in atto della XVIII" e di parte della Il" armata te-
( 22)
« La Bataille de Montdidier "• del maggiore M. Daille (1922), pag. 197.
288
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
desca , e la stessa cosa potrebbe dirsi anche di Haig il quale , convinto a metà da Foch , ordinò di dare esecuzione alla direttiva del maresciallo di Francia , nonostante il parere contrario di Rawlinson . Gli ordini emanati dalla IV• armata la sera dellO agosto prevedevano che il III corpo d'armata rimanesse sulla difensiva per tutto il giorno successivo , mentre i corpi d'armata australiano e canadese attaccavano la Somme tra Ham e Péronne, per creare teste di ponte sulla riva destra del fiume. L'ala sinistra della I• armata francese, da parte sua, doveva procedere contemporaneamente alla conquista di Ham. li giorno 11 apparve evidente che Haig e Rawlinson erano nel giusto e che Foch non aveva valutato correttamente la situazione. « A causa del crescente fuoco d'artiglieria nemica, della mancanza di carri armati e di un sufficiente sostegno dell'artiglieria- scrive il generale Montgomery - gli attacchi canadesi furono sospesi da sir Arthur Currie nella mattinata dell'l l » (23). Gli australiani, dopo un impegnativo combattimento, conquistarono Lihons e, verso mezzogiorno, a seguito di un massiccio bombardamento, i tedeschi lanciarono una serie di decisi contrattacchi contro Chilly e tra Damery e Fouquescourt sulla vecchia linea del fronte del febbraio 1917. Per quanto respinti, essi dimostravano chiaramente che era giunto il momento di porre fine alla battaglia. Alle 15 Rawlinson tenne rapporto ai comandanti di corpo d'armata a Villers-Bretonneux, dove fu deciso di sospendere le operazioni offensive fino al 15 agosto. Il 12, il corpo d'armata di cavalleria fu fatto rientrare nelle retrovie per assumere le funzioni di riserva. Così, ufficialmente, ebbe fin e la battaglia di Amiens. Tuttavia quando , il 14, Haig visitò Foch a Sarcus, fu nuovamente invitato ad attaccare il nemico nel settore Chaulnes-Roye. Haig scrive nel suo diario: « Rifiutai di farlo , perchè le località avrebbero potuto essere conquistate solo al prezzo di gravi perdite di uomini e carri armati .... Manifestai il mio pensiero a Foch senza mezzi termini e gli lasciai capire che ero responsabile verso il governo e il popolo dell'impiego delle forze britanniche. TI comportamento di Foch cambiò repentinamente e precisò che tutto quello che voleva era di essere messo tempestivamente a conoscenza delle mie intenzioni ..... Ma nonostante quello che disse allora, Foch ed il suo stato maggiore avevano insistito molto negli ultimi cinque giorni perchè attaccassi lungo la riva meridionale ed assicurassi il pos-
(ll) ~The Story of the Fourth Army'', pag. 61.
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 1915-1918
289
sesso dei ponti sulla Somme a monte di Péronne, a dispetto delle difese dei tedeschi e delle perdite britanniche » (24 ). Le perdite di questa grande battaglia furono: 24.232 francesi, 22.202 britannici , 75.000 tedeschi (stimate). I francesi catturarono 11.373 uomini e 259 cannoni ed i britannici 18.500 soldati e 240 cannoni . Tra morti e feriti le perdite alleate e tedesche furono quasi identiche (25). Nè Foch , nè H aig si resero conto allora di quanto la battaglia fosse stata decisiva , ma i soli eventi del giorno 8 furono sufficienti ai generali tedeschi e ai loro soldati per convincerli che si trattava di una catastrofe. Il generale Ludendorff dichiarò il giorno 8 « il giorno più nero dell'esercito germanico in tutta la guerra » (26). Né egli fu solo in tale asserzione. L'autore della monografia ufficiale sulla battaglia di Amines così descrive la situazione di quel giorno fatale: « Quando il sole del giorno 8 scomparve all'orizzonte, la più grande sconfitta che l'esercito tedesco avesse mai sofferto dall'inizio della guerra era un fatto compiuto (27). Tali affermazioni non erano meditate espressioni della riflessione post-bellica , ma sentimenti spontanei del momento. U generale von Cramon, plenipotenziario militare di Germania presso il quartier generale austriaco, scrive: « Gli avvenimenti sul fronte occidentale ebbero un effetto devastante in Austria. Il convincimento che i tedeschi avrebbero potuto compiere qualsiasi miracolo era così profondamente radicato nella massa del popolo austriaco che la disillusione li colpì con la violenza di una martellata. Lo stesso imperatore rimase completamente scosso. Mi convocò mi informò che il mancato successo sul Piave non aveva prodotto nel suo popolo un'impressione così preoccupante come il cambiamento della situazione sul fronte occidentale » (28). Il motivo quasi universalmente accettato della sconfitta tedesca fu identificato nell' impiego a massa dei carri armati da parte delle potenze alleate . Ma , pur riconoscendo che il carro ebbe un ruolo preminente nella débacle tedesca, se non vi fossero state ragioni più profonde, con molta probabilità i risultati della battaglia non sarebbero stati molto diversi da quelli della battaglia di Carnbrai. Delle molte cause del collasso germanico, la prima e più importante fu il blocco navale. Fino alla primavera del 1918, se non fosse stato per il
(
24 )
"The Private Papers of Douglas l·laig, 1914-1919", (a cura di Robert Blake. 1952). pagg. 313-
324. (b) "British Ofricial Hist.Ory, 1918", Vol . IV, pagg. 154-155. (") "My War Memoires", Vol. li. pag. 679. (11) " British Official History , 1918", Vol. IV.pag. 88.
("Il) "Ouatre ans au G.Q.G . Austro-Hongrois". pag. 285.
290
LE BATTACUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
grano rumeno ed ucraino, le potenze centrali si sarebbero arrese per fame. Anche con questi rifornimenti le loro popolazioni pativano stenti e, con l'aumentare delle contrazioni dei loro stomaci, i cuori si abbattevano. Inoltre, nonostante il soldato al fronte fosse nutrito meglio di tutti i civili in patria, aveva il morale a pezzi per la convinzione che il susseguirsi delle offensive da marzo in poi s'era rivelato vano e che il loro risultato s'era tramutato in operazioni difensive,che non facevano più intravedere l'alba di una ripresa dell'iniziativa. Il soldato tedesco era oppresso dall'idea della famiglia che pativa la fame e dal timore di un futuro senza speranza e c'è poco da meravigliarsi quindi che Ludendorff abbia riportato nei suoi scritti che, durante la battaglia, le trupp~ in ritirata gridavano alle riserve in afflusso: « Dannati, state solo prolungando la guerra » ( 29 ). Questo era il retroterra della pietosa situazione della Germania, contro la quale la potenza dei carri conseguì magnifici risultati. In proposito , sir James Edmond sottolinea correttamente che l'effetto materiale del carro fu ininfluente rispetto agli enormi risultati sul morale e cosi scrive: « l tedeschi si compiacquero nell'attribuire la sconfitta subita sul campo ai carri armati. La scusa non può essere condivisa se si effettua un attento esame » ( 30). Ciò che ancora manca quello che il colonnello Brackenbury aveva intuito chiaramente 40 anni prima: « L'effetto morale dev'essere l'obiettivo principale di una battaglia ». Non fu la potenza distruttiva del carro che costrinse l'autore della monografia tedesca ad intitolare "Die Katastrophe des 8 august , 1918", ma il terrore che essa provocò , perchè non accellerò la ritirata finale, ma la rotta iniziale. Senza il carro non ci sarebbe stata la sorpresa iniziale così come fu ottenuta la mattina dell'8 e fu l'improvviso attacco che innescò il panico. Inoltre la sensazione di completa impotenza che attanagliò il soldato a piedi quando si trovò in presenza di un antagonista che nessuna pallottola di fucile o di mitragliatrice poteva arrestare, causò l'esagerazione del pericolo incombente, che giustificò alla fine l'ignomirlia di una resa immediata e di una fuga. Queste esagerazioni riempivano le pagine della stampa tedesca. Ad esempio , il barone von Ardenne scrisse sul<< Berliner-Tageblatt »: << L'attacco sferrato dai carri contiene qualcosa di spaventoso e demoniaco. Può atterrire i superstiziosi ...... Nella battaglia in corso il nemico ha fatto uso di 500 mostri corazzati. In aggiunta ad essi c'erano numerosi carri Whippet che sfondarono le nostre linee ad una velocità superiore a quella di un treno espresso »(!) In un ordine della ua armata tedesca del 25 agosto, si legge<< Gli individui con carattere ansioso (di norma ogni soldato sotto il fuo-
(l'l) ~My War Memories". Vol. Il , pag. 683.
(""') "British Official History, 1918", Vol. IV, pag. iv.
LA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA 1915-1918
291
co) videro ovunque squadroni di carri, masse di cavalleria e spesse linee di fanteria ». Un prigioniero tedesco disse: « In molti casi, gli ufficiali ed i soldati giunsero a considerare l'avvicinarsi dei carri un motivo sufficiente per non combattere. Il loro senso del dovere è sufficiente per farli combattere contro la fanteria ma, se appaiono i carri, molti ritengono di essere giustificati se si arrendono » (3 1). Come si vedrà, nella seconda guerra mondiale si verificarono situazioni analoghe. Ludendorff non fece errori nel gestire la situazione creata dai carri e scrive: «Tutto ciò, che avevo temuto e contro cui avevo messo tutti in guardia, è diventata realtà qui, in un solo posto. La nostra macchina bellica non è stata più efficiente. La nostra potenza combattiva ne ha grandemente sofferto, nonostante la maggior parte delle nostre divisioni ancora combatta eroicamente. L'8 agosto ha provocato il declino di tale potenza bellica oltre ogni dubbio e ad un punto tale, per quanto riguarda le riserve, che non ebbi nessuna speranza di trovare una soluzione strategica che consentisse di rovesciare la situazione a nostro vantaggio. Al contrario, mi convinsi che ormai non avevamo più , per quanto le cose possano essere possibili in guerra, gli elementi di base sicuri per la elaborazione dei piani di guerra del comando generale, ai quali avevo anch'io fino ad allora collaborato. La direzione della guerra, come avevo avuto occasione di asserire iTJ precedenza, ha assunto ora le caratteristiche di un irresponsabile gigçg d'azzardo, cosa che avevo sempre considerato fatale. n destino della mania era per me una posta troppo alta. La guerra doveva essere.conèH.isa » (3 2). L'll agosto l'imperatore tedesco convocò i più alti comandanti dell'esercito ad A vesnes, dove era ubicato il posto comando di Hindenburg, e pronunciò le storiche parole: « Vedo che dobbiamo tirare le somme. Abbiamo quasi raggiunto il limite delle nostre possibilità di resistenza. Dobbiamo porre fine alla guerra » (33). Due giorni dopo fu indetta un'altra riunione a Spa, dove~Ludendorff illustrò la situazione militare e spiegò che << non essendo più.· pòssil:>ile costringere il nemico a chiedere la pace a seguito di un'offensiva e poichè la difensiva da sola non è in grado di raggiungere tale obiettivo ..... la fine della guerra dovrebbe essere proposta lungo i canali diplomatici ». L'imperatore diede la direttiva al ministro degli esteri, von Hintze « di iniziare i negoziati per la pace, se possibile, con la mediazione della regina d'Olanda » ( 34).
Ger-
(") "Weekly Tanks Notes" , 10 agos.to-2 novembre, 1918, pag. 9, 14, 25 e 26. ( 32) "My War Memories", Vol. Il , pag. 684. (33) "British Official History", Vol. IV, pag. 140. ( 34 ) "My War Memories", Vol. II, pagg. 684-687.
292
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Intanto il successo dell'8-11 agosto aveva innescato « la battaglia finale della guerra mondiale » come la definisce Ludendorff. Essa comprese una serie di offensive portate contro ambedue i lati del grande saliente occidentale, segnando cosi un ritorno alla strategia del maresciallo Joffre. II 20 agosto , le operazioni furono iniziate simultaneamente dalla x • e dalla III• armata francesi , tra Soissons e Roye, e dalla III• armata britannica a nord di Albert. Immediatamente dopo, il fronte d'investimento fu esteso a sud della Somme ad opera della IV• armata britannica. Si susseguirono, in rapida successione, battaglie su battaglie e , il 12 settembre, la !•armata americana intervenne nella mischia con il compito di eliminare il saliente di St. Michiel. La guerra in occidente era entrata nella sua fase finale. Per usare una espressione di Foch , fino all' Il novembre si sarebbe avuto « Tout le monde à la bataille ». D 26 settembre, tra la Mosa e Rheims, la I• armata americana e la IV• francese attaccarono il 27 fecero lo stesso la III• e la I• britanniche, tra Epéhy e Lens. II 28, da Armientères alla Manica intervennero la II• britannica, quella belga e la VJa francese e , il 29, tra La Fère ed Epéhy, la l* britannica. Intanto, in Macedonia, il fronte balcanico era stato sfondato dalle armate alleate al comando del generale Franchet d'Espérey e la Bulgaria aveva chiesto la sospensione delle ostilità; il 19 settembre il generale sir Edmond Allenby iniziava la battaglia di Megiddo ed entrava a Damasco il 1° ottobre. Il 30, la Turchia era fuori dalla guerra. Ormai schiacciato dalla sconfitta, alle 6 del pomeriggio del28 settembre, Ludendorff entrò nella stanza del maresciallo Hindenburg e suggerì che non si poteva più rimandare la richiesta di armistizio .« Non prendemmo in considerazione l' abbandono di territorio all'est, egli scrive, convinti che l'Intesa sarebbe stata pienamente conscia dei pericoli che potevano venire a noi e agli alleati dal bolscevismo » (35). In questo si sbagliava; tuttavia , il 5 ottobre, furono accettati i quattordici punti del presidente Wilson come base per negoziare l'armistizio.
(") Ibid . Vol. II , pag. 721.
CAPITOLO VIII
La lotta tra l'Italia e l'A ustria
l. Quadro storico Quando il colpo di pistola di Serajevo innescò la guerra, l'Italia non era assolutamente preparata per affrontarla , né come membro della Triplice Alleanza né schierandosi con l'Intesa. Era ancora militarrnente disorganizzata per la sua recente guerra contro i turchi in Tripolitania ed era sconvolta politicamente da socialisti , repubblicani ed antimonarchici. Le circostanze la costrinsero a dichiarare la propria neutralità. C'erano alcuni che sostenevano che, se fosse rimasta fuori del conflitto, avrebbe perso il prestigio di potenza di prima classe; tra questi primeggiavano due uomini: il poeta Gabriele d' Annunzio ed il giornalista Benito Mussolini, che cominciava ad affacciarsi alla soglia della notorietà . n primo si appellava agli intellettuali ed il secondo alle masse; insieme, formavano una coppia di grandi possibilità. Quando la guerra ebbe inizio, Mussolini era giornalista dell'« Avanti », organo ufficiale del partito socialista. Figlio di un fabbro , era nato nella provincia di Forlì il 29 luglio 1883. n 15 novembre 1914 si dimise dall'« Avanti » e fondò un proprio giornale-« Il Popolo d'Italia »-e dieci giorni più tardi fu espulso dal partito socialista. Riuni, quindi, i suoi seguaci nei« Fasci rivoluzionari d'azione », ponendo le premesse di una nuova teoria politica, che entro dieci anni doveva sfidare sia le liberai-democrazie sia il comunismo, non solo in Italia, ma in tutta Europa. Furono l'energia e la costanza di questi due uomini, più di altri fattori , che risvegliarono lo spirito combattivo del popolo italiano e che, in combinazione con le pressioni di Londra, con l'attacco imminente nei Dardanelli e l'offerta di un prestito di cinquanta milioni di sterline da perfezionare a Londra, persuasero l'Italia, il 26 aprile 1915, a schierarsi con gli alleati e a dichiarare guerra all'Austria. Sebbene più preparati nella primavera del 1915 di quanto avessero potuto essere nell'autunno del 1914,
294
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
gli italiani erano ancora lontani dall'essere pronti ad intraprendere una guerra dj prima grandezza. Inoltre il terreno della frontiera con l'Austria non si prestava ad essere usato come base di partenza per un'offensiva, non solo a causa del saliente trentine, il cui apice si trovava solo 15 miglia a nord di Verona, ma anche perchè 300 delle 350 miglia erano costituite da terreno d'alta montagna e le altre 50 si snodavano attraverso il Carso, situato immediatamente a nord del golfo di Venezia, che era tutto intorno cinto da rilievi collinari. Il risultato fu che il comandante in capo italiano , generale Cadorna , nato nel 1850 e soldato di considerevole preparazione ed abilità, fu costretto dalle circostanze strategiche ad attaccare in corrispondenza della parte più stretta del fronte: egli era inoltre convinto che gli austriaci sarebbero stati , nel frattempo , impegnati dai russi nel nord e dai serbi nel sud. Quando la guerra fu dichiarata , queste possibilità svanirono: la Russia cedette il passo agli attacchi di Mackensen e la Serbia fu ben presto resa inoffensiva. II 23 giugno, Cadorna iniziò l'offensiva con la prima battaglia deli'Isonzo e , da allora fino alla primavera del 1917, furono combattute le undici battaglie dell' l~onzo ed una serie dj scontri nel Trentine. Queste operazioni costarono all'esercito italiano 280.000 perdite nell915 , 483.000 nel 1916 e 323.000 nel1917 e fruttarono poco o niente , oltre alla morte, alferimento e alla cattura di un equivalente numero di austriaci. Questa carneficina era destinata a portare al disastro, specialmente in Italia, dove la popolazione non era preparata a sostenere i disagi e le privazioni della guerra. Un milione di perdite, in poco più dj due anni di conflitto, fece inorridire la popolazione e socialisti ed i non-interventisti se ne resero ben conto. Ogni ucciso o ferito faceva salire le loro azioni e conduceva verso la bancorotta quelle dei sostenitori della guerra di logoramento. Quello che questi ultimi non riuscivano a capire era che la validità della loro teoria, secondo cui la vittoria veniva pesata in tonnellate di carne umana, dipendeva da quale delle due parti fosse capace di maggiore resistenza. L'effetto morale di tale teoria, e non quello fisico, fu il fattore determinante: l' Italia si trovava allo sbando. Si rende, per questo, indispensabile esaminare come il problema del morale della nazione costituisca la premessa del più grave disastro militare italiano della storia contemporanea e come quest'ultimo, a sua volta, creò le condizioni del più grande successo militare: la battaglia di Vittorio Veneto. Fu innanzitutto e soprattutto una questione di governo. Fin dallo scoppio della guerra non era stato adottato nessun provvedimento per consolidare o per rinvigorire il morale della popolazione. Il governo si rifugiò nella politica del laisser faire , sperando nel meglio, e non si preoccupò di sopprimere la propaganda sovversiva; anche se fu instaurata la censura, ad esempio, il giornale socialista« Avanti »,che quotidianamen-
LA LOTTA TRA L'ITALIA E L 'AUSTRIA
295
te conteneva articoli nei quali insinuava che si trattasse di una guerra di signori o di plutocrati, non solo fu distribuito tra i soldati, ma fu perfino lanciato dal nemico sulle trincee italiane con aerei e, secondo il Villari, « La Stampa» di Torino del Giolitti (ex primo ministro)« ... sistematicamente condusse una campagna disfattista, instillando gradualmente un veleno antipatriottico negli animi dei suoi numerosi lettori ». Più aggressivo diventava il partito socialista, tanto meno il governo poteva sperare di contenere gli effetti negativi con le buone maniere: un mostro non poteva essere distrutto da un gattino. Quale il risultato? L'audacia della sovversione indusse il popolo a credere io quello che gli veniva detto. Quando il.deputato Treves proclamò « il prossimo inverno non più un uomo nelle trincee», le sue parole rimbombarono attraverso le città, i paesi e villaggi e, sovrapponendosi al costante aumento del costo della vita e alla scarsità di generi di prima necessità, mandarono in pezzi il morale della popolazione. In aggiunta, quando il governo tentò di intraprendere qualche azione, i risultati si rivelarono invariabilmente molto più disastrosi di quelli prodotti dal suo letargo. Ad esempio, quando a Torino nel1917 fu organizzato uno sciopero dei lavoratori addetti alla fabbricazione di munizioni, migliaia di essi furono inviati per punizione al fro nte nella zona di Caporetto. Di questo provvedimento George M. Trevelyan dice: « So da quanto mi fu riferito da quelli che erano a Caporetto ... che i soldati non facevano segreto delle loro intenzioni e che molti dei loro ufficiali vivevano nel terrore per quello che i propri uomini avrebbero potuto fare nei loro confronti e si preoccupavano della loro incolumità, soprattutto di notte >>. Altri due fattori, ambedue di carattere internaziona.le, concorsero ad accelerare tale disastro morale: furono la Chiesa cattolica e il bolscevismo, allora ai suoi primi passi. l preti, capeggiati dal Papa, seminavano disfattismo: l'ultima cosa desiderata dal papato era una nazione veramente unita. I bolscevichi, intenti a perseguire la distruzione di tutti gli stati organizzati, miravano agli stessi risultati. Il signÒr Villari scrive: « Le organizzazioni socialiste e comuniste si adoperavano per diffondere il convincimento che se la rivoluzione russa, che praticamente aveva posto fine alla guerra sul fronte occidentale ancor prima di Brest-Litovsk, fosse stata imitata in Italia, la pace sarebbe stata raggiunta anche sul fronte italiano . Speravano di pervenire aUo scopo mediante un ammutinamento al fronte e pregustavano l'illimitato potere che avrebbero acquistato. Alcuni di loro, senza dubbio, erano sul libro paga dei servizi segreti tedeschi ed austriaci, come fu provato da certi documenti trovati dai servizi segreti italiani nel consolato austriaco a Zurigo, ma molti di loro erano spinti da ambizioni personli, mentre forse pochi potevano essete sinceramente convinti. .. Al convegno del gruppo dirigente del partito socialista, nella primavera del 1971 a Firenze, fu decisa, nonostante si trattasse di un gruppo minoritario, la politica di completa solidarietà con i bolscevichi russi e si convenne sulla necessità di ef-
296
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
fettuare ogni sforzo per distruggere lo spirito combattivo dell'esercito italiano ... ». Ciò era relativamente facile, perchè nella guerra in montagna reparti ed unità sono impiegati in piccoli gruppi, che possono essere influenzati in tempi brevi da sobillatori. Inoltre, col protrarsi del conflitto, gli ufficiali validi e sperimentati si riducevano sempre più per le perdite ed i loro rimpiazzi non sempre erano in grado di sostituirli degnamente, di capire le situazioni e di farsi capire e rispettare dagli uomini. Il generale Cadorna, peraltro, era un mediocre conoscitore di uomini, e sembra che non abbia mai afferrato l'effetto demoralizzante della guerra di posizione. n 1917 fu un anno disastroso sotto il profilo del morale per tutte le potenze alleate: la Russia era in uno stato di anarchia; la guerra sottomarina tedesca era all'apice e raccoglieva grandissimi risultati; le armate britanniche in Francia languivano nelle zone paludose delle Fiandre; la disciplina dell'esercito francese era talmente intaccata, che non fu possibile organizzare nessuna azione durante l'estate di quell'anno. In tale quadro di generale sfacelo, l'Italia e l'Austria occupavano i primi posti. I loro eserciti erano dissanguati dai continui attacchi; le loro attività fino a quel momento erano riuscite solo a ricoprire di cadaveri il campo di battaglia, non erano approdate a nessun risultato concreto ed avevano costretto gli uomini a scavare bucine sempre più profonde in un terreno fangoso , senza un barlume di speranza. Alla fine , il 25 agosto, quando ancora era in corso una sanguinosissima battaglia sull'altipiano della Bainsizza, l'Austria si rivolse alla Germania per aiuti e, quattro giorni più tardi, il generale von Waldstatten presentò al generale von Arz, capo di stato maggiore austriaco, un piano d'operazioni che prevedeva un attacco congiunto austro-tedesco sul fronte Plezzo-Tolmino-Gorizia , sul quale erano già schierate ventitrè divisioni austriache con 1800 pezzi di artiglieria. Von Waldstatten suggeriva di concentrarvi altre 14 divisioni , 7 tedesche e 7 austriache, più altri 1000 pezzi di artiglieria, e di sferrare l'attacco principale tra Plezzo e Tolmino contro la na armata italiana, in modo da costringerla, insieme con la III" armata schierata sulla sua sinistra, a ritirarsi oltre il fiume Tagliamento e quindi verso Padova. Il piano fu accettato dal maresciallo von Hinderburg, che incaricò il generale von Below di condurre l'operazione. L'attacco, preceduto da una improvvisa, violenta e breve azione di preparazione di artiglieria, del tipo di quella effettuata con successo contro i russi a Riga, doveva essere sferrato il 24 ottobre. Nonostante il comando supremo italiano avesse ricevuto da disertori austriaci, tra il16 ed il20 ottobre, numerose informazioni su quanto si stava organizzando, il fronte (a dispetto degli ordini dello stesso Cadoma) fu rinforzato con numerosissime unità invece di essere assottigliato. Inoltre , le riserve furono schierate così a ridosso delle unità di prima schiera da es-
LA LOTIA TRA L'ITAUA E L'AUSTRIA
297
sere coinvolte nel fuoco di preparazione delle artiglierie avversarie. Alle 2 del 24 ottobre, iniziò il tiro delle artiglierie austro-tedesche ed un inferno di fuoco e di bombe caricate a gas si abattè sulle prime linee e sulle riserve. Alle 9,30 fu sfondato, a Fornace, il settore tenuto dal IV corpo d'armata della Ila e, alle 16, fu occupata dai tedeschi Caporetto, che diede poi il nome alla battaglia. Non è il caso di esaminare nei dettagli quello che segui; ci serve solo delineare i risultati che furono conseguiti. Il 26 ottobre , Cadorna ordinò che l'intera II• armata si ritirasse sul Tagliamento ed il giorno seguente fece pervenire lo stesso ordine alla IIJa armata, comandata dal duca d' Aosta iJ quale, nonostante la situazione di rotta completa in cui si trovava la Il" armata, effettuò un ordinato ripiegamento. Il 31 ottobre, le forze austro-tedesche raggiunsero il Tagliamento; il 4 novembre , l'ala destra dello schieramento effettuò una manovra avvolgente, incuneandosi fino a Pordenone; il 6, fu raggiunto il Livenza; il 7, fu effettuato un nuovo avvolgimento che consenti agli austriaci di attestarsi a Conegliano; il 9 ed il lO, fu raggiunta la riva sinistra del Piave, dove la spinta offensiva si esauri, a soli 30 Km. da Venezia. Nonostante molte unità italiane si fossero battute strenuamente durante la disastrosa ritirata, La propaganda socialista raggiunse completamente il suo scopo con la.II• armata. I risultati furono catastrofici: sebbene le perdite, tra morti e feriti, fossero rispettivamente di 10.000 e 30.000 uomini , si arresero 265.000 soJdati e furono lasciati nelle mani del nemico 3.152 pezzi di artiglieria , 3000 mitragliatrici, 1732 mortai da trincea ed un'ingente quantità di materiale. Il paese venne immediatamente a conoscenza di tanto disastro anche perchè il generale Cadorna, nella sua collera, emanò un comunicato per far conoscere la verità sui tradimenti: l' Italia prima sbalordl e poi realizzò il miracolo della guerra insorgendo incredibilmente dalle ceneri della sconfitta. « Improvvisamente- scrive Travelyan - come per incanto , gli uomini, a Torino, a Firenze e nei più sperduti paesi n i del nord e del sud si resero conto di cosa avesséro prodotto con le loro lamentele, i loro piagnistei per la pace quando non v'erano condizioni di pace ..... ». E in un baleno, in questo momento delicato, ci si scrollò di dosso il decadimento morale di una generazione e l' Italia si attrezzò per combattere l'ultima battaglia del Risorgimento. Per diritto di prestigio , il primo italiano a suonare il segnale della riscossa fu re Vittorio Emanuele II il quale, il 19 settembre, proclamò: « Poichè mai il mio casato ed il mio popolo, muniti da una sola volontà , sono arretrati davanti al pericolo , anche ora noi guardiamo in faccia le avversità senza battere ciglio ........ Italiani e soldati , costituite un solo esercito; ogni atto di codardia è tradimento, ogni discordia è tradimento, ogni
298
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
recriminazione è tradimento ». Si pronunciò D'Annunzio e parlò Mussolini , fino a che ogni paese ed ogni città insorse come Pietro l'Eremita . Così l'intera nazione fu animata dallo stesso spirito, mentre Parigi e Londra alla fine si accorgevano che Venezia costituiva un punto vitale dell'intero teatro ed inviavano a sud undici divisioni. A Rapallo, furono create le premesse dell' unità di comando, che, strano a dirsi , richiese ancora un'altra catastrofe,- quella del marzo del 1918 - prima di essere realizzata. Cadorna fu sostituito dal generale A. Diaz, un uomo di minore capacità ma con maggiore doti nel campo della conoscenza degli uomini , il quale, sostenuto dal suo sottocapo di stato maggiore , generale Pietro Badoglio, iniziò a riorganizzare un esercito con più carattere e forza morale di quello che era stato perso.
2. La battaglia di Vittorio Veneto, 1918 Quando assunse la carica di capo di stato maggiore, il gen. Diaz intendeva dare inizio ad una operazione offensiva ma , quando verso la metà del marzo 1918 venne a sapere che anche gli austriaci intendevano fare la stessa cosa, decise di non anticipare il loro attacco e di aspettare. n piano austriaco era un compromesso e come tale non era il migliore. n feldmaresciallo Conrad von Hotzendorf, ex capo di stato maggiore dell'esercito austriaco ed allora al comando della X• ed XJa armata sul fronte trentino , premeva fortem ente affinchè l'attacco fosse sferrato sull'altopiano di Asiago, mentre Boroevic, al comando della VJa armata e di quella dell'lsonzo che fronteggiavano il basso Piave, avrebbe dovuto effetture un attacco dimostrativo. Boroevic, che non intendeva ricoprire un ruolo di secondo piano, pretese però che l' operazione fosse condotta nel modo diametralmente opposto. Il risultato fu che il generale Arz, capo di stato maggiore dell'esercito, che era più un aiutante di campo dell'imperatore che un capo di stato maggiore, risolse il problema accettando ambedue i piani , escludendo, però, gli attacchi dimostrativi (1). A seguito di ciò, l'offensiva consisteva in « un solo attacco, condotto su due fronti )) (2). Mentre l'attacco di Conrad veniva sferrato a cavaliere del Brenta, per realizzare un corridoio sul fronte montano che consentisse di accerchiare quella parte dell'esercito italiano che si trovava dietro il Piave, l'attacco di
( 1) • Quatre ans au G.Q.G. Austro-Hongrois,. del generale A. von Cramon (Edizione francese) pagg. 27().272. Cramon fu plenipotenziario militare tedesco presso il comando supremo austro·ungarico . (2) "The Baule of the Piave'' , edito dal comando supremo del Regio Esercito Italiano (Edizione in· glese del 1924). pag. 17.
LA LOTIA TRA L'ITALIA E L'AUSTRIA
299
Boroevic era diretto verso la zona Treviso-Mestre, con obiettivo principale la riva del fiume Bacchiglione. Era stata appena decisa tale linea di azione, quando ebbe inizio il normale flusso di disertori dalle linee austriache a quelle italiane. 11 generale Gathorne-Hardy, capo di stato maggiore di lord Cavan, che comandava il XIV corpo d'armata, scrive: «Poco prima dell'offensiva del giugno 1918, tre ufficiali austriaci si presentarono alle linee britanniche accompagnati dai loro attendenti che trasportavano i loro corredi. Ulteriori informazioni dettagliate erano poi sempre disponibili, perchè captate dai posti di ascolto britannici. L'esperienza non era riuscita in nessun modo a far loro limitare l'uso indiscriminato dei telefoni campali, che da soli riuscivano a fornire all'esercito italiano le notizie più dettagliate di quanto si andava organizzando, fosse fuoco di preparazione d'artiglieria, o fossero attacchi veri e propri » (3). Tuttavia, Arz era convinto del successo e scriveva al maresciallo Hinderburg: « Sono sicuro che, come risultato delle nostre offensive che ci porteranno all'Adige, conseguiremo la completa disfatta militare dell'Italia » ( 4 ). Alle 3 del 15 giugno, la battaglia che avrebbe preso il nome di Battaglia del Piave, iniziò con un breve e intenso fuoco di artiglieria; può essere riassunta come segue: l'attacco di Conrad sull'altopiano di Asiago fu stroncato quasi sul nascere, mentre il tentativo di Boroevic sul Montello conseguì qualche risultato. [l giorno seguente, la pioggia a dirotto ostacolò fortemente i tentativi degli austriaci di superare il Piave e, nonostante i violenti attacchi del 17, il 18 essi furono costretti a desistere. Il giorno successivo gli italiani lanciarono i loro contrattacchi , che continuarono fino al 6 giugno; finchè cioè, ogni soldato austriaco fu ricacciato dalla riva destra del fiume. In breve, l'attacco austriaco fu un fiasco completo che costò 150 mila uomini tra morti , feriti e prigionieri (5). Travelyan è dell'opinione che questa sconfitta « può essere aggiunta alla lunga lista delle battaglie decisive mondiali » ( 6). In qualche modo egli è nel giusto, perchè non solo essa fu la prima grande vittoria del1918, ma perchè creò le premesse per Vittorio Veneto. A sua volto Lloyd George sottolineò che « essa arrivò nell'ora più fatidi ca dell'intera guerra » (1), che è anche vero, perchè privò la Germania di qualsiasi speranza di aiuto austriaco sul fronte occidentale. Quando Hindenburg chiese 6 divisioni austriache, Arz in un primo tempo rifiutò di mandarne alcuna, quindi ac-
(3) "The Army Quanerly~. Vol. 111, pag. 26. ( 4 ) "The War on tbe ltalian Front", di Luigi Villari (Ediz. inglese dell932) pag. 197-198. (S) « Ouatrc Ans au G.O.G. Austro- Hongrois •, di Cramon. pag. 282. In "The Baule of the Piave", te cifre dei prigionieri sono 524 ufficiali e 23.951 soldati (pag. 81). (6) "S<:cnes from ltaly's War", di Travelyan (1919) pag. 215. (') "ltaly's part in Winning the World War". del colonnello Girard Lindsley Mc Entree. pag. 99.
300
LE BATTAGUE DECISIV E DEL MONDO OCCIDENTALE
consentì e, alla fine, si rivolse per la decisione all'imperatore, che informò Ludendorff che non poteva far nulla fino a quando « non avesse discusso il problema con sua moglie >> (8). Secondo Cramon , « la battaglia di giugno ebbe le più gravi conseguenze sia per la situazione interna della monarchia sia per la situazione generale, non solo per la sconfitta in se stessa, ma anche per le perdite subite dall'esercito austriaco ..... . Al parlamento ungherese furono profferiti i più acidi apprezzamenti nei riguardi dell'alto comando. La richiesta dei quarantottisti, che pretendevano la liberazione delle armate ungheresi dalle mani senza coscienza dei generali austriaci, ebbe le più ampie ripercussioni tra i partiti di ogni colore ....... L'imperatore e l'imperatrice furono pubblicamente accusati di tradimento e collaborazione con il nemico » ( 9). Fu l'inizio della fine dell'impero austro-ungarico. Sebbene una calma relativa regnasse sul fronte del Piave durante i rimanenti mesi dell'estate e dei primi dell'autunno di quell'anno titanico, i contrattacchi italiani sul Piave furono immediatamente seguiti, come si é già ricordato, da una serie di terrificanti offensive alleate in Francia , in Macedonia e in Palestina. Sebbene esse creassero le premesse per la sconfitta finale delle potenze centrali , doveva ancora essere combattuta una grande battaglia, la quale, per quanto non abbia in alcun modo accelerato la fine della guerra, tuttavia ebbe una grande infl uenza sul futuro dell'Europa. Fu la battaglia di Vittorio Veneto. Subito dopo la battaglia del Piave, lord Cavan ed il generale Graziani ( 10) sollecitarono la ripresa vigorosa dell'offensiva nella convinzione che, nello stato di demoralizzazione in cui versavano le unità austriache, essa avrebbe portato al collasso della monarchia bicipite. Ma il generale Diaz non voleva rischiare. Era un militare molto cauto il quale, nonostante le pressioni del maresciallo Foch (che da luglio era stato nominato coordinatore di tutti gli eserciti alleati) non cambiò parere fino a quando non fu lanciata in Francia la grande offensiva alleata , il 26 settembre. Solo aJlora lui ed Orlando, primo ministro del governo italiano, diedero ascolto a Foch; e nonostante tutto rimane in dubbio se avrebbero dato ascolto al maresciaJio francese, qualora i tedeschi non avessero proposto al presidente Wilson , il 5 ottobre, un armistizio al quale avrebbero aderito anche gli austriaci. Tale avvenimento, come sembra, pose
(") " Quatre Ans au G.Q.G. Austro· HongroiS •. di Cramon, pag. 276. (") Ibid. , pag. 282. ("') Vds. "Military Operations, ltaly, 1915-1919", ("British Official History'') a cura di sir James E. Edmonds e del maggior generale H.R. Davies (1949), pag. 247, e "The Army Quartely", Vol. l, pug. 16.
300
LA LOTTA TRA L'ITAUA E L'AUSTRIA
301
fine alle loro esitazioni, non perchè avessero intenzione di attaccare, ma perchè temettero che, se la guerra fosse finita senza che l'Italia potesse vantare una sonora vittoria , la loro posizione al tavolo della pace sarebbe stata molto debole. Secondo il VÙlari (1 1), l'idea sulla quale sviluppare l'offensiva fu suggerita dal colonnello Nicolosi , capo ufficio operazioni della III• annata, ed adottata dal generale Badoglio , che elaborò in dettaglio il piano di operazioni. Questo , nelle linee generali, prevedeva di sfondare le linee austriache nel basso Piave, in modo da separare le armate nemiche, che presidiavano quel settore di fronte , da quelle impegnate nel Trentino e, quindi, di effettuare un movimento avvolgente verso ovest tendente a travolgere il settore montano. L'obiettivo dello sfondamento era Vittorio Veneto che, una volta occupata, avrebbe consentito di controllare le comunicazioni ferroviarie austriache che portavano al Piave e, quindi, di paralizzare la maggior parte dell'ala sinistra dello schieramento avversario dal momento in cui si dava inizio all'azione avvolgente verso ovest contro la sua ala destra ( 12). Per attuare il piano furono schierate, il 5 ottobre, altre due armate: la x• e la XII•. Lo schieramento italiano prevedeva, da destra a sinistra: - la III" armata (duca d'Aosta) su quattro divisioni; - la X• armata (lord Cavan) su XIV corpo d'armata britannico (7• e 23• divisione) e XI corpo d'armata italiano (23• e 27• divisione); - VIII• armata (generale Caviglia) sud quattordici divisioni; - La XH• armata (generale Graziani) su quattro divisioni, compresa una francese; - la IV• armata (generale Giardino) su nove divisioni; - la VI• armata (generale Montuori) su sei divisioni, di cui u.na britannica ed una francese; - la I• armata (generale Pecori-Girardi) su cinque divisioni; - la VI" armata (generale Tassoni) su quattro divisioni. Alla riserva generale erano stati destinati la IX• armata (generale Morrone) su sei divisioni italiane e una cecoslovacca, più un reggimento di fanteria americana; ed il corpo d'armata di cavalleria (conte di Torino) su quattro divisioni di cavalleria. Le forze contrapposte erano costituite da due gruppi di armate austriache, il « Piave »ed il« Trentino ». rispettivamente comandati dal ma-
( 11)
"The War on the ltalian Front", pag. 248. Vds ... Vinorio Veneto» (RaJl'porto del Comando Supremo sulla Banaglia di Vinorio Veneto) traduz. inglese. pag. Il . ( 12)
302
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
resciallo Boroevic e dell'arciduca Giuseppe. Il loro limite di settore era costituito dal fiume Cismon. Il primo gruppo comprendeva l'armata dell'Isonzo (14 divisioni e mezza) , la VI• ar~ata (7 divisioni e mezza) e il gruppo« Belluno» (12 divisioni) ed aveva il fronte HP, X•, VIlla, XII" e IV• armata italiane. n secondo gruppo di armate era costituito dalle armate XJa (9 divisione) e X• (9 divisioni), contrapposte alle armate italiane VI•, I• e VII•. Complessivamente 57 divisioni di fanteria , 4 di cavalleria e 7700 pezzi di artiglieria alleati fronteggiavano 52 divisioni di fanteria, 6 di cavalleria e 6030 cannoni austriaci (1 3). I compiti assegnati alle armate italiane schierate contro il gruppo di armate « Piave » prevedevano che la X• e l'VIII• penetrassero nel settore Grave di Papadopoli-Montello e, in particolare, che la X• proteggesse il fianco destro dell'VIII• fino a che quest'ultima non avesse raggiunto l'allineamento Sacile-Vittorio ed avesse tagliato le linee di comunicazioni della VI• armata austriaca. La XII" armata doveva sostenere sulla sinistra l'VIII", mentre la IV• - sulla sinistra della XII• - doveva agevolare la progressione di quest'ultima mediante un attacco portato sul Monte Grappa. La III", sulla destra della X•, doveva aspettare fino a che quest'ultima non avesse superato il Piave e, solo allora, doveva avanzare verso est. II compito della VI•, l", e VIP armata era di fissare gli austriaci nel Trentina fino alla conquista di Vittorio Veneto e, solo allora, nella seconda fase della battaglia, dovevano iniziare a muovere verso nord contro la XI• e x• armate austriache, mentre l'VIII•, sostenuta dalla IV•, avrebbe dovuto agire in direzione ovest contro il fianco sinistro del gruppo di armate «Belluno ». La prima di queste due operazioni collegate doveva essere preceduta da attività preliminari, intese a conquistare la Grave di Papadopoli e a costituire una testa di ponte sulla riva sinistra del Piave con la x• armata ed alcune uoHà dell'VIII•. L'attacco generale sarebbe cominciato solo quando questi due obiettivi fossero stati raggiunti. 1116 ottobre avrebbe dovuto essere il giorno D ma, a causa della pioggia e dell'innalzamento conseguente delle acque del fiume, tutto fu spostato al 24, tranne le attività preliminari , che furono previste per la notte precedente. Questo è importante, non solo perchè costrinse a prevedere il superamento di un corso d'acqua in piena ma perchè, come si vedrà, il mancato successo dell'VIII• armata nell'assolvimento del suo compito principale comportò che l'attacco della x• diventasse l'operazione principale della battaglia. Le Grave di Papadopoli erano la più grande di un gruppo di isole e isolotti formati da rami minori del fiume Piave che avevano la forma di
(')) Vds. "Britisb Official H istory" , pagg. 264-265 e Villari , pag. 252.
ç: r
~
>
-1
~
r
:i
t:
>
!'Il
r
,r,.;..u l
> 15i -1
"'
;;
• ~.a~~~+•v~
ll~RII? riCO
VJ
Fig. 19: Battaglia di Viuorio Veneto, situazione del 23 ottobTe 1918
o
VJ
304
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
una losanga. Complessivamente, questo gruppo era lungo circa quattro miglia e mezzo e nella parte più larga, al centro, era largo circa due miglia. Tra la riva destra del fiume e Papadopoli scorreva il corso d'acqua principale -largo dai 250 ai 700 metri- e l'isola, che emergeva solo pochi piedi, era lunga circa quattro miglia e larga mediamente poco più di un chilometro. Quando il fiume era in piena , come lo era allora , la corrente era così forte da trascinare via un uomo e, in quel momento, il corso d'acqua principale era inguadabile. In questo settore, le difese austriache erano costituite da due ordini di trincee. Il primo, denominato Kaiserzone, era profondo circa duemila metri ed era appoggiato ad un terrapieno, chiamato il Bund, che confinava con il margine orientale della losanga. Le trincee del Bund, che era alto circa tre metri, erano protette da reticolato ed i loro avamposti erano stati spinti fino a Papadopoli e ad altri isolotti. Il secondo ordine di trinceela Kònigzone- era sistemato a circa sei miglia ad est del Piave e correva lungo la riva sinistra del fiume Monticano, che aveva origine a sud di Vittorio Veneto e sfociava nel Livenza ad est di Oderzo. L'operazione preliminare della x• armata di Cavan doveva svilupparsi in due fasi: la prima per l'occupazione di Papadopoli e la seconda per la realizzazione della testa di ponte sulla riva sinistra del Piave ; ciò significava il superamento del Bund. Queste due operazioni dovevano essere condotte nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre , con il favore dell'oscurità, ed il forzarnento del fiume verso Papadopoli doveva essere effettuato con barchini e passerelle. Il primo scontro fu ingaggiato dalla 22• brigata della 7• divisione. Poichè erano disponibili solo dodici barchini italiani, ognuno dei quali poteva trasportare solo sette uomini oltre ai due pontieri italiani di equipaggio, non potevano essere trasportati più di ottantaquattro uomini a viaggio. Alle 20.15 del 23 ottobre partì la prima ondata e , nonostante la furia delle acque, i pontieri governarono le loro barche con sorprendente abilità. E.C. Crosse, cappellano della 7• divisione scrive: - « È impossibile descrivere completamente l'assistenza fornita dagli italiani addetti alle barche ..... la loro abilità fu assolutamente fantastica. In principio dubitammo della loro perizia, poi non riuscimmo a crederci, e alla fine ne fummo convinti. Nelle loro mani una barca sul filo della corrente era docile come un gattino e, a parte la maestria che dimostrarono, il loro continuo sforzo ed il loro coraggio furono ugualmente spettacolosi » (1 4). Quando fu assicurato un approdo a Papadopoli, i plotoni di testa della 22• brigata travolsero i piccoli avamposti ungheresi e quindi si diressero sulla destra , avanzando verso sud giù per l'isola. Non appena iniziato il
l " l "The Defeat of Austria as seen by the 7'" Division" ( 1919) pag. 48.
LA LOTTA. TRA L 'ITALIA E L 'AUSTRIA
305
movimento si alzarono verso i cieli i razzi d'allarme austriaci (1 5). Mentre veniva effettuato il trasbordo delle prime unità, furono realizzate due passerelle su barche le quali , poichè potevano essere battute di giorno dal fuoco delle mitragliatrici, furono smantellate subito dopo l'attraversamento di due battaglioni. Entro le 5 del 24 tutti gli obiettivi della 7• divisione erano stati conquistati, mentre la 37• divisione italiana, che aveva avuto il compito di attraversare il Piave più a sud, non aveva concluso niente. Sei dei suoi battaglioni avevano raggiunto l'isola Caserta, dove erano stati fermati dal fuoco delle mitragliatrici nemiche. Subito dopo questa operazione coronata da successo sulla destra, un'altra operazione preliminare fu iniziata al centro. Nella nebbia ebbe inizio un bombardamento di artiglieria tra il Piave ed il Brenta e alle 7.15, quando la nebbia cedette il posto ad una violenta pioggia, unità della IV• armata, sostenute sulla destra da reparti della XIP, travolsero le unità che difendevano i pendii del Monte Grappa. n Monte Asolone fu conquistato e perduto: si andò incontro ad un fuoco di mitragliatrici così violento che ovunque ogni attacco fu respinto. Ambedue i contendenti combatterono con grande foga e coraggio. Cramon elogia gli austriaci e lord Cavan i loro nemici. Pochi giorni più tardi, quando la IV• armata conquistò quella formidabile posizione, Cavan scrive: « La loro vittoria finale fu uno dei risultati più eroici, soprattutto quando si pensa che i loro attacchi cominciarono prima che iniziasse qualsiasi tentativo di superare il fiume. n loro compito, pertanto, di attaccare il grosso delle forze nemiche sul Monte Grappa e lontano dai punti prescelti per il forzamento, fu assolto con un senso del dovere degno di un posto d'onore nella loro storia militare » (1 6). Il 25 ottobre continuarono i loro attacchi e, sebbene non ottenessero risultati concreti, il 26 ed il 27 ottobre riuscirono a costringere gli austriaci ad impiegare le loro riserve e , pertanto, fornirono un valido contributo alle operazioni generali. Intanto, a causa della pioggia e della piena del fiume , il generale Diaz aveva posticipato ogni ulteriore avanzata del XIV corpo d'armata al giorno successvio, quando la pioggia cessò e fu ripreso il forzamento del fiume. « Per nascondere le operazione al nemico, i fasci di luce dei fari austriaci della riva opposta furono resi inutilizzabili dalla luce dei fari della 3• compagnia italiana elettricisti (assegnata alla 23• divisione), che si schierò in un punto sulla riva del fiume circa 500 metri più a nord e diresse i propri fasci di luce parallelamente e frontalmente ai punti prescelti per il
(") Segnalavano che un attacco nemico era in corso. ( 16) ~The Army Quarterly". Vol. l. pag. 17.
V-l
o
o-.
~'--..c..a..a•
r
[TI ti)
>
~
QCod~
Cl
c
[TI
~
o ~
~
u;
.
't
<
v.~,, .
~
[TI
-4~
N
o
""~ .......,.
[TI
r i:
Sp•.. ••no~•-'
iJi - . ~.p:;,0/~~ l .· /;••/~,,..,.
...
:.• -~,.
';l>
''\~ "'' C..A .
~
l
1
J
•
J
'
'
•
g
..... .
g
-9 ... ..,
'<"<-
<>~
'9~ ~'9
• ,..
al!-..dclla
~
-~'•
XVIII ' C. /l .
o z
-9~
~Pento di Pia"'
.......
i3 z ;' [TI
r
[TI
"<9
..-·
.....
-::;.
lf~l;i
Fig. 20: Battaglia di Vittorio Veneto , lo sfonda mento del Piave, 23-29 ottobre 1918.
LA LOTTA TRA L'ITALIA E L'AUSTRIA
307
superamento, creando così un perfetto schermo protettivo all'osservazione nemica » ( 17). Il momento di inizio della conquista dell'isola fu fissato per le 21.30, quando la luna avrebbe offerto sufficienti condizioni di luce. Entro le 9 del 26, l'intera isola era nelle mani britanniche ed italiane. La 37• divisione italiana già prima di allora aveva completato l'attraversamento , partendo dall'Isola Maggiore. Il 26 ottobre fu costruito un ponte di barche di 300 metri a nord di Salettuol e , alle 18, Diaz ordinò alla X•, VII• e XII• annata di iniziare la già rinviata operazione di superamento del Piave. Il 27 ottobre, la XII• armata realizzò una testa di ponte sulla riva sinistra all'altezza di Pederobba e l'VIII • armata riuscì a conquistare alcune posizioni a sud di Sernaglia. La X• armata attaccò con le divisioni 23• e 7• del XIV corpo d'armata sulla sinistra e la 37• (seguita dalla 23• dell 'Xl corpo d'armata italiano) sulla destra . Sotto la protezione di un fitto fuoco di sbarramento, iniziato alle 6.25, le truppe d'assalto delle prime due divisioni mossero tra i cespugli e quindi, poichè l'acqua era così alta da arrivare al petto e scorreva ad una velocità di dieci nodi, sollevarono le armi e si immersero nel ramo orientale di fiume. Il fuoco di sbarramento fu quindi sospeso ed il Bund, che era stato sotto il fuoco d'infilata d'artiglieria proveniente da sinistra , fu travolto. Entro le 7, i britannici conquistarono l'intera metà destra del rilevato, con la 37• divisione italiana che ancora non entrava nel pieno dell'azione, a causa delle difficoltà incontrate nel superamento del corso d'acqua, che fu completato poco più tardi. A quel punto, Diaz decise che il XVIII corpo d'armata (33• e 56• Div.)- riserva della VIII• armata - passasse alle dipendenze di Ca van, in modo che questi disponesse di unità sufficienti per la protezione del fianco sinistro,che l'VIII• armata non poteva altrimenti assicurare. Subito dopo aver conquistato il Bund, riprese l'avanzata delle divisioni britanniche 23• e 7• che, alle 8.30, raggiunsero l'obiettivo successivo senza che, neanche questa volta , la 37• divisione vi partecipasse. Ciò non impedì a Cavan di continuare l'azione e di impossessarsi della Kaiserzone entro mezzogiorno. Nella notte tra il 27 ed il 28, molte unità rimaste ancora ad ovest del Piave ebbero ordine di muovere verso est, ma le difficoltà di superamento del corso d'acqua furono tali che solo due brigate riuscirono a portarsi oltre il fi ume e ad inserirsi nel dispositivo sulla sinistra del XIV corpo d'armata. ('1) ~aritisb Official History", pag. 2n. Nel settore deUa settima divisione furono impiegati due fari per illuminare l'area degli obiettivi ; esperimenti avevano dimostrato che se il fascio di luce era indirizzato sufficientemente in alto. il riverbero consentiva agli attaccanti di vedere senza essere visti e che i migliori risultati si ottenevano dirigendo il fascio immediatamente al di sopra del punto da conquistare •. (ibid .. pag. 257).
308
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Nonostante l'inferiorità numerica, venne loro ordinato l'attacco previsto e , alle 9 del 28, sotto la protezione di un fuoco d'appoggio fornito dall'artiglieria della 23• divisione britannica, una delle due brigate raggiunse Santa Lucia dove si ricongiunse con l'ala sinistra della 23• divisione, mentre l'altra si portava a Mercatelli , a nord di Nervesa, e prendeva sul fianco la fanteria e l'artiglieria austriache che sino a quel momento non avevano consentito all'VIII corpo d'armata dell' VIII" armata di stabilire un testa di ponte a Ponte Priula. Sebbene Santa Lucia non fosse stata conquistata, la minaccia portata su Mercatelli costrinse gli austriaci a ritirarsi e a rendere quindi possibile la costruzione dei ponti, da parte dell'VIII" armata, durante la notte se~ guente. Mentre si sviluppavano tali azioni, alle 12.30 del 28 ottobre , il XlV corpo d'armata iniziò l'avanzata con la 23• divisione in direzione di Vazzola-Santa Lucia e la 7• su Vazzola-Rai. Raggiunti ambedue gli obiettivi, compagnie delle due divisioni ricevettero il compito di conquistare, con il favore della notte, i ponti sul Monticano, che furono fatti saltare dal nemico non appena si profilò la minaccia. Di conseguenza, all'alba del29 , le due divisioni erano ben lontane dagli obiettivi previsti. li 28, l'Xl corpo d'armata italiano raggiunse Tempio con l'ala sinistra e costituì un fianco difensivo tra lo stesso Tempio e Ponte di Piave. Il giorno 28 la III" armata rimase ferma , mentre la VIlla armata fu impegnata per tutta la notte nella costruzione di ponti. Nonostante i fianchi esposti , il pomeriggio del28Iord Cavan ordinò alla X• armata di riprendere l'avanzata il giorno successivo per raggiungere con il XVII corpo d'armata Cadogne-Fontanellette e con l'Xl corpo d'armata Fontanellette-Tempio. I primi due obiettivi non furono raggiunti perchè Boroevic, preoccupato per il numero crescente di ammutinamenti tra le sue truppe , aveva deciso, la sera del 28, di ritirarsi verso la frontiera austriaca e di coprirsi il ripiegamento con reparti freschi portati in avanti per costituire una forte retroguardia. I corpi d'armata XVIII e XIV , pertanto , incontrarono dura resistenza sulla linea del Monticano e , nonostante i massicci bombardamenti effettuati dalla RAF, gli austriaci mantennero le posizioni per tutto il giorno; fu solo all'imbrunire che gli attaccanti riuscirono a superare il Monticano e non su tutta la fronte, in quanto l'ala destra non riuscì ad aver ragione della resistenza nemica. Osservatori della RAF, intanto, avevano riferito che le strade nelle retrovie erano affollate da unità in ritirata. Mentre la X• armata era impegnata con la retroguardia di Boroevic, l'VIII corpo d'armata dell' VIII• armata superò il Piave a Ponte Priula e spinse in avanti le due divisioni di testa che, non incontrando resistenza nemica , si portarono sulla sinistra del XVII corpo d'armata oltre Susegana all'altezza della rotabile SuseganaConegliano. Da qui , appena caddero le tenebre, una colonna di lancieri e bersaglieri ciclisti fu spinta in avanti con il compito di conquistare Vittorio
LA LOTTA TRA l ' ITAUA E l 'AUSTRIA
309
Veneto, che fu occupata nella mattinata del 30 ottobre. La vra armata austriaca rimase senza vie dì ritirata ed in preda alla più completa confusione. Frattanto la XII• armata aveva trovato difficoltà a mantenere le sue linee di rifornimento oltre il Piave , nei pressi dì Pederobba , e la situazione era stata peggiorata dal fallimento degli attacchi della IV• annata portati, il 29 ottobre , al Monte Grappa. Secondo gli storici ufficiali austriaci, il 29 ottobre fu la giornata decisiva dell'intera campagna. « Il 29 ottobre -scrivono - a causa della confusione che regnava all'interno della monarchia e dello sbandamento crescente in seno all'esercito e alla marina, l'alto comando imperiale era giunto alla conclusione che era impossibile continuare a battersi. Di conseguenza, quella sera da Baden furono impartite direttive al maresciallo Boroevic dì evacuare il Veneto e di opporre al nemico la resistenza ritenuta localmente necessaria. Quando quest'ordine giunse ad Udine, la VI• armata e l'ala settentrionale dell'armata dell'Isonzo erano ormai in piena ritirata. Dopo tre giorni di aspri combattimenti, per consentire il ripiegamento delle unità , il cui morale era già stato fiaccato dalla pressione esercitata dal nemico, i reparti si ritirarono, durante la notte tra il29 ed il 30 ottobre , sulle propaggini delle montagne a nord dì Vittorio Veneto, su Sacile ed oltre Brugnera, al di là del Livenza » (18). Poichè tutti i rapporti pervenuti dagli aerei, il giugno 29 , evidenziavano una ritirata generale sul fronte del Piave, il generale Diaz ordinò alla III" armata ,che fino a quel momento era rimasta ferma sulla destra della X•, di effettuare un'avanzata il giorno successivo. Inoltre , spinse in avanti le sue quattro divisioni di cavalleria , una delle quali fu inserita tra l'VIII" e la X• armata con il compito di conquistare il Livenza a nord di Sacile. Alle 9 del 30 ebbe inizio Io sfruttamento del successo da parte della X• armata ma, nonostante la scarsa resistenza incontrata fino al Livenza , l'avanzata fu lenta. Al cadere delle tenebre , furono raggiunti il Meschio ed il Livenza ma , poichè tutti i ponti erano stati fatti saltare e nessuno dei due fiumi era guadabile, fu necessario arrestarsi fino a quando non fu portato in avanti il materiale da ponte. Durante il giorno, solo una divisione della lli• armata superò il Piave; l'avanzata dell'VIU• incontrò scarsa resistenza; la XII• penetrò pochissimo nelle montagne; la IV• continuò a sostare. Per tutto il giorno 30, l'offensiva fu affidata alle sole forze aeree. Le colonne austriache sulle strade che si dipartivano da Conegliano costituirono obiettivi molti remunerativi per la RAF e furono bombardate e mitragliate senza pietà, con effetti terrificanti , come si può desumere dai rapporti di due testimoni oculari:
( 18 )
" British Official History", pagg. 3 15-316.
310
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
« È dubbio- scrive il generale Gathorne-Hardy -
che in alcun altro teatro durante la grande guerra, la RAF abbia potuto disporre di obiettivi come quelli che attaccò in Italia il 29 e il 30 ottobre. È certo che i piloti sfruttarono pienamente ogni occasione che si presentò. In quei due giorni, la strada Conegliano-Pordenone era stipata di colonne di ogni specie in movimento verso est. Su di esse, i pochi squadroni britannici spararono 30.000 colpi e sganciarono tre tonnellate e mezza di bombe da quote bassissime. Successive ricognizioni ed esami effettuati sui risultati conseguiti su quella strada quasi portarono alla convinzione che quella forma di guerra avrebbe dovuto essere vietata in futuro » (1 9) . Il reverendo E. C. Crosse scrive: « Ciò che sopra tutto richiamava l'attenzione, mentre la divisione muoveva lungo la strada Sacile-PordenoneUdine nella mattina del 2 novembre, erano i resti di quell'immane carneficina effettuata dagli aerei nei giorni precedenti. Era evidente che i nostri aereoplani avevo battuto massicciamente la strada , mentre l'armata austriaca era in piena ritirata e in nessuna parte - nemmeno in Francia era possibile reperire testimonianze così evidenti degli orrori della guerra. Giudicando dalle vittime, la strada doveva essere stata affollatissima e i due fossi profondi che la costeggiavano avevano reso impossibile alle colonne qualsiasi tentativo di allontanarsene. Cavalli morti , armi abbandonate e molti austriaci dilaniati giacevano allo scoperto nella strada e l'orrore della situazione non poteva essere certamente in alcun modo lenito dallo spettacolo molto frequente di civili in preda alla fame che asportavano, per nutrirsene, carne dai cavalli uccisi » ( 20). Il generale Diaz emanò i seguenti ordini per il 31 ottobre: la III" e la X• armata dovevano raggiungere iJ Livenza e costruirvi i ponti necessari; l'VIII•, per isolare gli austriaci sul Monte Grappa, doveva avanzare su Feltre e Belluno; la XII• e la rv• dovevano continuare l'azione, mentre la VJa attaccava nel settore Asiago » . A causa della ritirata del gruppo di armate austriaco « Belluno », l' VIII•, la XII• e la rv• armata ottennero considerevoli successi, senza però catturare i grandi bottini che avevano sperato. Sul fronte meridionale, la X• fu impegnata, per tutta la giornata, nella costruzione di ponti sul Livenza, mentre la IIP serrava sotto sulla sua destra . I compiti per ill0 novembre furono i seguenti: il corpo d'armata di cavalleria doveva spingersi verso l'lsonzo; la III• e la X• armata sul Tagliamento; l'VIII• oltre Belluno; la II•, rimasta incastrata nel frattempo dietro l'VIII• e la IV•, assumeva le funzioni di riserva dislocandosi a Feltre; la IV• doveva muovere verso Bolzano. La VI•, la I• e la VII• armata dovevano in-
( 19)
"The Amty Quan erly", Vol. 111, pag. 34.
(lò) "The defeat of Austria as seen by the 7"' Division ". pagg. 91·92.
LA LOTTA TRA L'ITAUA E L'AUSTRIA
311
seguire il nemico in movimento verso Trento-Bolzano, la VI• puntando direttamente verso nord, la I• lungo la valle dell'Adige e la VII- verso nordovest, lungo la valle del Noce (2 1). Nessuna delle azioni previste incontrò resistenza e dovunque erano visibili segni della disordinata ritirata nemica; le strade e i sentieri di montagna erano cosparsi di mezzi e materiali distrutti e danneggiati. L'inseguimento fu effettuato fino al 4 novembre e, secondo il Villari, gli austriaci lasciarono nelle mani del nemico 387.000 prigionieri (22). Sembrerebbe un'esagerazione , dal momento che gli austriaci sostengono che « non vi erano più di 260.000 soldati sul fronte italiano » (23) e che la X• armata , che sostenne il peso dei combattimenti, perse meno di un decimo della forza complessiva. Villari fa ammontare le perdite italiane a 38.000 uomini, 24.000 dei quali caduti sul Monte Grappa. Le perdite del XIV corpo d'armata furono di 1.622 uomini . L'armistizio di Villa Giusti rappresentò lo sbocco di una lunga serie di tentativi effettuati dall'Austria per uscire dalla guerra. Fin da quando era salito al trono il 21 novembre 1916, l'imperatore Carlo aveva avuto una sola idea: uscire dalla guerra , non solo per le sconfitte subite dal suo esercito, ma soprattutto per gli effetti che il blocco economico comportava sulla stabilità interna della monarchia bicipite. La scarsità di cibo era il fattore determinante e , fin dalla primavera del1917, erano disponibili solo« i quattro-quinti del minimo necessario di grano, di cui una buona metà era importata dalla Romania , fonte che si sarebbe esaurita nei prossimi dodici mesi » (2'1). Gli storici ufficiali britannici riportano che, dall'agosto 1914, il numero dei bovini in Austria ed Ungheria era sceso da 17.324.000 a 3.518.197 e quello dei suini da 7.678.000 e 214.000. Quando, il 9 ottobre, fu rÌlcevuta la risposta del presidente Wilson alla richiesta congiunta di armistizio avanzata da Austria , Germania, Turchia e Bulgaria, si scoprì che essa poneva, quale condizione preliminare, l'evacuazione di tutti i paesi occupati. Se ciò non fosse accaduto, non si sarebbe cominciato a parlare di negoziati. Venuto a conoscenza di questo, Carlo emanò immediatamente l'ordine al maresciallo Boroevic e alJ'arciduca Giuseppe di prepararsi alla ritirata dall'Italia settentrionale. Quindi, per propiziarsi il presidente americano, il 16 ottobre Carlo emanò un « manifesto » al suo popolo, basato sul decimo dei Quattordici Punti del presidente, nel quale si leggeva:« Ai popoli dell'Austria-Ungheria, la cui pace tra le nazioni deve essere salvaguardata ed assicurata, dovrebbe essere assicurata la più libera opportunità di autonomo sviluppo ». Le parti salienti
(2') • Vittorio-Veneto », pagg. 28-29. (22) ''The War on the lt alian Front'', pag. 274. (D) "Britisb Official History~. pag. 355. f') ~The War on the ltalian Front". pag. 379.
312
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
del «Manifesto» erano: « L' Austria, in armonia con la volontà del suo popolo, diventerà uno stato federale, nel quale ogni nazionalità formerà una comunità a sè stante sul territorio nel quale è dislocata. Detta riorganizzazione .... si ripropone di assicurare indipendenza a tutti gli stati nazionali, proteggendo al tempo stesso gli interessi comuni. Mi rivolgo ai popoli, sulla cui autoderminazione sarà fondato il nuovo Reich, perchè cooperino al grande disegno di costituire consigli nazionali (Nationalrathe), i cui membri, scelti tra quelli dei parlamenti dei Reich (esistenti) di ogni nazione, facciano gli interessi delle varie nazioni nell'ambito di quelli più generali e mantengano i collegamenti col mio governo» (25). Era dinamite politica. Invece di mantenere uniti i popoli dell'impero austro-ungarico, il « manifesto » li esortava a separarsi e portò alla completa disintegrazione della Monarchia Bicipite. Il 29 ottobre, per ordine dell'imperatore, un parlamentare austriaco si presentò alle linee italiane per iniziare le trattative. Poi il31, Wilson, aggiungendo ulteriore dinamite alla sua politica di rottura, pretese che il completo soddisfacimento delle richieste degli slavi austro-ungarici fosse condizione preliminare dell'armistizio; in precedenza aveva già riconosciuto il Consiglio Nazionale Cecoslovacco come un governo cobelligerante alleato. I reggimenti ungheresi cominciarono a disertare; la flotta austriaca si consegnò ai croati; governi autonomi furono costituiti a Budapest, Praga, Laibach, Seraievo, Cracovia e Lemberg; un governo neutrale fu costituito a Vienna per liquidare il potere centrale, n 2 novembre , furono accettate le condizioni armistiziali italiane; il 3 l'Austria cessò le ostilità ed il121 'imperatore Carlo rinunciò alle sue preroga6ve di governo, dopo di che fu proclamata la repubblica in Vienna e la vecchia monarchia austro-ungarica cessò di esistere. Nel frattempo , in Germania si era sviluppata una situazione analoga. Quando, il 2 ottobre, fu ricevuta la risposta di Wilson , il governo tedesco era preparato a condividere la proposta di ritirare le sue truppe dai territori occupati. Una settimana più tardi , Wilson pretese la cessazione della guerra sottomarina ed anche tale richiesta fu accolta. Poi, il23 ottobre , in una terza nota dichiarò che, se fosse stato costretto a negoziare con i militari e gli esponenti monarchici della Germania , avrebbe preteso non l'apertura di negoziati di parte , ma una resa incondizionata. Poichè l'accoglimento di tale richiesta avrebbe significato la fine del governo io carica e la sua sostituzione con una assemblea socialista rivoluzionaria , Ludendorff suggerì che i negoziati fossero interrotti. I politici si rifiutarono e Ludendorff si dimise .
('-') Ibid ., pagg. 361-362.
LA LOTIA TRA L'ITAUA E L'AUSTRIA
313
n 3 novembre, gli equipaggi tedeschi a Kiel si ammutinarono e Berlino fu in preda alla rivoluzione. Il giorno seguente cominciarono a fiorire comitati di soldati e di lavoratori sull'esempio dei modelli bolscevichi . La richiesta di abdicazione del Kaiser assunse toni tali che, il 9 novembre, il cancelliere tedesco principe Max di Baden , senza consultare l'imperatore, proclamò la sua abdicazione e quella del principe ereditario e la costituzione della repubblica. Il IO novembre Guglielmo II si rifugiò in Danimarca e il giorno seguente, alla stazione di Rethondes nella foresta di Compiègne fu concluso l'armistizio tra la Germania, gli Alleati e le Potenze Associate. Di tale calamità per la Germania, Ludendorff scrive: « Tutto ciò per cui eravamo vissuti, tutto quello per cui avevamo versato fiumi di sangue per anni era stato spazzato via. Non avevamo più una patria di cui essere fieri. L'ordine nello stato e nella società era svanito. Ogni autorità era scomparsa . Caos, bolscevismo , terrore , antigermanesimo di nome e di fatto fecero il loro ingresso in Germania.. . Si assisteva a scene che nessun prussiano avrebbe ritenuto mai possibili dopo il 1806 » (26). In questa tragedia dalle dimensioni spaventose, Vittorio Veneto non ebbe alcun ruolo, perchè, prima che la battaglia fosse combattuta, le campane a morte per la Germania avevano già suonato ad Amiens. Nè Vittorio Veneto accelerò il collasso dell'Austria perchè, essendo il suo destino legato a quello tedesco, la sconfitta della Germania significava comunque la sua caduta. In cosa consiste, allora, l'importanza di Vittorio Veneto? Innanzi tutto sono da evidenziare le ripercussioni sul morale del popolo italiano . Dopo la disfatta austriaca sul Piave, la vittoria fece leva sullo spirito nazionalistico risvegliatosi dopo Caporetto: senza i miti che ne scaturirono, l'Italia quasi certamente sarebbe stata preda del bolscevismo . A loro volta , tali miti furono utilizzati da Mussolini e tramutati in catalizzatori che risvegliarono lo spirito del Risorgimento. II giorno successivo alla firma dell' armistizio, egli scriveva sul « n Popolo d 'Italia »: È una grande ora di gioia divina, in cui il tumulto dell'emozione arresta i battiti del cuore e ci dà un groppo alla gola. La lunga passione, coronata alla fine dal trionfo, fa scorrere lacrime perfino da occhi che molto hanno visto e tanto hanno pianto. Siamo ad Udine. Di più, siamo a Trieste. Siamo a Trento. Chi è l'italiano , degno di tale nome, che non afferra l'immenso significato storico di quanto è stato fatto in questj giorni dalle nostre eroiche armate? Lasciamo che un grido di ringraziamento si levi dalle piazze e dalle strade, dalle Alpi alla Sicilia. Viva, Viva, Viva l' Italia » (27) . ( 26) ''My War Memories", Vol. II , pag. 766. (2') Ripreso da "The War on the ltalian Front" pag. 724. del Villari.
314
LE BAlTAGUE DECISIVE DEL MON"DO OCCIDENTALE
Era più di un peana di vittoria; era un grido di battaglia che sfidava tutte le forze sovversive e corrotte che minavano lo spirito nazionale in Italia. Senza Vittorio Veneto, Mussoliru sarebbe rimasto un oscuro scrittore e la prima grande vittoria sul bolscevismo non sarebbe mai stata vinta. Invece egli diventò un oracolo ispirato da una nuova fede e il secondo aspetto importante di Vittorio Veneto non si riferisce al fatto che la filosofia del fascismo fosse buona o cattiva, ma che essa annunciava l'avvento di un'epoca di guerre ideologiche che avrebbero lasciato perplesso l'intero mondo, perchè con il trionfo di Lenin sullo zarismo era nata una nuova era di crociate e Mussolini era il primo crociato occidentale. L'Italia aveva subito perdite per un milione di morti e circa il doppio di feriti. Con la crisi causata dalla guerra e con milioni di uomini che soffrivano la fame, costituiva un'ottima preda per la rivoluzione. « L'esempio della Russia - scrive il Villari - esercitò immensa influenza e fu preso a paragone; i leaders estremisti socialisti .... mantenevano stretti contatti con Mosca e descrivevano le condizioni della Russia come quelle di un Paradiso in terra, convincevano un gran numero di lavoratori che, se un simile regime fosse stato introdotto in Italia, ognuno sarebbe stato felice senza nessun bisogno di lavorare » ( 28 ). Seguì un'epidemia di scioperi rivoluzionari e disordini. Quando nel giugno del1919 diventò primo ministro, Francesco Nitti consentì a socialisti e comunisti di operare liberamente e , temendo di non resistere alla follia bolscevica , tentò di guadagnarsi il loro sostegno. Poichè disprezzava l'esercito, scatenò una campagna selvaggia contro coloro che servivano nell'esercito o vi avevano prestato servizio. I militari venivano insultati nelle strade, le medaglie venivano strappate dai loro petti e non pochi furono assassinati da bande di ribaldi pagati da politici. Disertori e criminali militari furono liberati, la disciplina fu scossa .. . » Proprietari terrieri grandi e piccoli, coltivatori diretti e contadini che si rifiutavano di obbedire alle loro ingiunzioni furono boicottati , ridotti alla fame, derubati e , non raramente, assassinati. Il latte veniva rifiutato ai bambini dei genitori boicottati, l'assistenza medica era rifiutata agli ammalati e perfino i morti non potevano essere seppelliti. Nessuna bandiera tricolore poteva essere esposta ad una finestra, senza che la casa venisse danneggiata e gli abitanti brutalmente oltraggiati » (29). L'uomo che si oppose più ardentemente a tale ritorno allo spirito di Caporetto fu Mussolini. Il 23 marzo 1919, reclutò nel suo piccolo ufficio editoriale il primo fascio di combattimento, un gruppo di giovani che
(lt) "The Awakening of ltaly". pagg. 50-51. (19) Jbid. pagg. 158-159.
LA LOTIA TRA L 'ITALIA E L' AUSTRIA
315
avrebbe lavorato alla rigenerazione dell'Italia. Subito gruppi si aggiunsero a gruppi, tutti composti principalmente da ex-soldati, uomini che ricordavano i sacrifici sopportati in guerra e che avevano imparato che, senza disciplina e cameratismo, non si poteva conseguire niente che avesse valore. I fasci si ispiravano allo spirito di Vittorio Veneto e fu grazie a loro che il predominio socialcomunista fu abbattuto, prima nella pianura padana e poi nel resto d'Italia. L'8 novembre, Mussolini inquadrò i suoi sostenitori nel partito fascista. Secondo le sue stesse parole, il suo scopo era quello di sostenere la « visiòne integrale di quell' Italia che a Vittorio Veneto aveva inaugurato un nuovo capitolo della sua storia ». Lo spiegava come segue: « La Nazione è un organismo comprendente una illimitata serie di generazioni, di cui gli individui sono semplici elementi transitori: essa é la suprema sintesi di tutti i valori materiali e non materiali della razza ... Le istituzioni politiche sono efficienti solo se i valori nazionali trovano in esse espressione e protezione » ( 30). Questo doveva essere il seme di una nuova concezione di vita in Italia; una sfida non solo al bolscevismo, che doveva trovare la sua fine nella polvere, ma anche al materialismo che aveva generato la guerra e che aveva rovinato le nazioni economicamente , socialmente e moralmente. Nel 1922, nell'anniversario di Vitto rio Veneto , Mussolini ordinò a quattro colonne dei suoi seguaci di marciare su Roma, « un evento di significato più profondo per l'Europa -scrive Francis Neilson - della ritirata di Brunswick da Valmy » (31) e , su proposta di Salandra, fu nominato primo ministro dal re . Una volta al potere, ripulì la stalla d'Augìa (3 2) italiana. « Povertà, scontento e malattie regnavano ovunque. La disoccupazione era in aumento e, in G ran Bretagna, si doveva ricorrere ai sussidi per prevenire la rivolta del popolo. Il contrasto tra l'Italia e gli altri paesi europei, dopo due anni di governo fascista , era così manifesto da far considerare Mussolini uno dei più grandi uomini d'Europa » (33). Nel 1927, quando Winston Churchj!l visitò Roma, si sostiene che abbia detto a Mussolini: « Se fossi stato italiano, sono sicuro che sarei stato con voi con tutto il mio essere fin dall'inizio , per partecipare alla vostra trionfante azione contro gli appetiti bestiali e le passioni del leninismo » ( 34).
(.10) lbid. , pag. 166. (l') "The Makers of War", (1950) pag. 138. (lZ) Re degli Epei, possedeva mandrie sterminate . Come 6- fatica, Ercole dovette ripulirgli le stalle, e ci riusd deviando il corso del fiume Alfeo (N.d.T .). ('13) lbid., pag. 138. f'') lbid .. pag. 139.
316
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Le conseguenze della prima delle guerr~ mondiali su sconfitti e vincitori, e attraverso loro sulla storia, ebbero la portata di un cataclisma. Le conquiste di migliaia di anni furono sconvolte e l'equilibrio fra le potenze europee fu distrutto. Tre imperi scomparvero nella polyere. La Germania era alla rovina economica e fu amputata di fette di territorio lungo tutti i suoi confini: l'Alsazia-Lorena ritornò alla Francia e parte della Slesia e Poznam furono date alla resuscitata Polonia. La Russia cessò di essere un paese cattolico e l'autocrazia di Marx soppiantò quella degli Czar. L'impero austro-ungarico fu suddiviso in una miriade di piccoli stati senza basi economiche e la Turchia fu quasi ridotta al suo originale sultanato di Rum. Nè i vincitori ne uscirono molto meglio. La Francia, dissanguata, ne sortì demoralizzata e ridotta a potenza di second'ordine; la Gran Bretagna, che prima della guerra era la banca del mondo, finì col diventare un paese debitore e alla « Pax Britannica » subentrò la Lega delle Nazioni: una fantasia per rimpiazzare una realtà. GUStati Uniti rimasero con i debiti di una guerra, nella quale erano entrati alla cieca, senza prevederne minimamente le conseguenze negative che avrebbero dovuto fronteggiare. Il Giappone, che aveva sostenuto un ruolo secondario, fu il solo a venirne fuori trionfante. Il suo impero si estese e la guerra gli consentì di assurgere a posizioni di dominio nell'Estremo Oriente e nel Pacifico occidentale. Questi furono i disastrosi risultati di una conduzione politica fallimentare. Di tutti questi disastri, la rivoluzione russa e la sostituzione della pace britannica con la Lega delle Nazioni furono , storicamente. quelle che ebbero maggiori ripercussioni. Poichè lo scopo della prima era la rivoluzione mondiale e l'obiettivo della seconda la pace nel mondo, e poicbè non rimase alcuno che potesse fungere da arbitro, il mondo fu diviso ideologicamente in due da un manicheismo politico. Non si trattava di uno scontro tra le potenze della Luce e delle Tenebre , ma tra un mondo da salvare- ad opera della democrazia americana- ed un modo da conquistare, da parte dell'autocrazia russa. Ciò significava l'inversione dell'affermazione di Clausewitz, secondo la quale la guerra è la continuazione di una politica di pace. In altre parole, poichè ambedue le politiche erano globali, si giunse all'affermazione di uno stato globale di conflittualità. Sebbene la« Pax Britannica »non fosse riuscita a prevenire lo scoppio delle guerre continentali, essa aveva evitato che assumessero proporzioni mondiali e, in tal modo, aveva esercitato il ruolo di arbitro internazionale. Se la « Pax Britannica » era stata distrutta dalla guerra, ciò era avvenuto per l'inetta politica britannica ed americana che aveva coinvolto nella guerra tutto il mondo. Questa inettitudine merita di essere approfondita, percbè l'eliminazione della « Pax Britannica » fu un evento storico della stessa portata catastrofica della sopressione della « Pax Romana ». Quando, nel « Riccardo Il », Shakespeare paragona l'Inghilterra ad
LA LOTTA TRA l 'ITALIA E l'AUSTRIA
317
« una fortezza costruita dalla natura contro le invasioni ed il pericolo di guerra » e la soprannomina « questa pietra preziosa immersa in un mare d'argento, ... », riassunse gli elementi base della « Pax Britannica ». E quando, ai suoi giorni, Napoleone dichiarò che<< L'Inghilterra non potrà mai essere una potenza continentale e nel caso lo tentasse sarebbe la sua rovina » non fece altro che avvalorare l'affermazione di Shakespeare. In breve , il mare condiziona e suggerisce la politica estera dell'Inghilterra e di tutti i suoi ministri degli esteri. Chatham se ne rese perfettamente conto, quando comprese che l'Inghilterra avrebbe potuto accrescere il suo potere come impero coloniale e non come potenza continentale. In seguito anche Canning ebbe le stesse convinzioni. << Non dico - dichiarò - che non è compito della Gran Bretagna aiutare i deboli contro i forti. Dico, al contrario , che è suo dovere principale; ma affermo che noi dobbiamo preoccuparci di fare il nostro dovere da soli. La prima condizione per entrare in guerra ... è che la guerra deve essere giusta; La seconda è che, essendo di per se stessa giusta, noi ci si possa impegnare con giustizia; in terzo luogo ... che noi si possa interferire senza detrimento e pregiudizio per noi stessi » (35 ). Anche Disraeli lo capì. « L'astensione dell' Inghilterra da interferenze non necessarie negli affari europei è la consegueza non di un declino di potenza, ma di accresciuta forza. L'Inghilterra non è più una pura e semplice potenza europea, è la metropoli di un grande impero marittimo, che si estende fino ai confini dell'oceano più lontano. Non è perchè l'Inghilterra si è rifugiata in uno stato di apatia che essa quasi sistematicamente declina di interferire negli affari del continente europeo; ma perchè è orientata ad occuparseoe, come avveniva nel passato, solo quando la necessità e la convenienza lo richiedono » ( 36). Infine , Wiston Churchill all'inizio della sua carriera aveva le stesse convinzioni. Quando, il 13 maggio 1901, si discuteva alla Camera dei Comuni il problema della difesa, sostenne: « Qualunque potenza europea deve organizzare e sostenere innanzittutto un grande esercito; noi al contrario, in questa fortunata e felice isola, aiutati daJla nostra posizione insulare, possiamo dedicare tutte le nostre energie ed attenzioni alla flotta. Perchè dovremmo sacrificare una possibilità che ci consentirebbe sicuramente di vincere, per impegnarci in un campo nel quale siamo destinati a perdere? » (37). Nonostante questo enorme errore iniziale - il ripudio della « Pax
(U) "The Foreign Policy of Canning, 1822·1827", di Harold Temperly (1925), pag. 463. ( 36) "The Cambridge History of British Foreign Policy" Vol. 111, pagg. 9·10. (") "Parliamentary Debates" ("Hansard") Vol. XCIU. Quarta Serie, 13 maggio 1901, coli. 1574· 1575.
318
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Britannica » da parte della stessa Inghilterra- se gli Stati Uniti non fossero entrati in guerra a fianco delle potenze dell'Intesa è probabile che, nel 1917, il conflitto sarebbe terminato con una pace negoziata e che·molti dei lutti che seguirono all'intervento americano non si sarebbero abbattuti sull'Europa. Pertanto , e senza ombra di dubbio, il 6 aprile 1917 fu il più nero di tutti i giorni della storia europea. Nonostante, come ricordato in precedenza, il presidente Wilson avesse previsto le calamità che sarebbero seguite all'intervento americano , il suo popolo accecato daJia propaganda non si era reso conto che gli Stati Uniti erano potenzialmente così forti che, se si fossero astenuti dal parteciparvi, sarebbero diventati arbitri del mondo. Essi non riuscirono nemmeno ad intuire che, con molte probabilità, la partecipazione americana avrebbe deciso le sorti del conflitto e che, quando questo fosse terminato, non sarebbe rimasta nessuna potenza che potesse giuocare il ruolo di arbitro o paciere. Se non fosse stato per la propaganda, dai cui tentacoli fu serrato come in una morsa, si può sostenere che Wilson non avrebbe ripudiato la politica estera che nel 1794 Washington delineò al governatore Morris e che fino ad allora aveva permesso agli Stati Uniti di salire gli scalini della potenza. « La pace - egli disse - è sempre stata in cima ai miei pensieri fin dalle prime avvisaglie, già prima che cominciassero i problemi in Europa. La mia politica è stata e continuerà ad essere, fino a che avrò l'onore di rimanere nella mia carica, quella di instaurare rapporti d'amicizia senza vincoli di sorta con tutte le potenze della terra, di non immischiarmi negli affari degli altri, di pensare ai nostri problemi, di rimanere neutrale e di essere a disposizione di tutti per eventuali richieste, essendo convinto che la nostra politica ed i nostri interessi lo richiedano. Niente che non sia il rispetto di noi stessi e della giustizia , che è essenziale ad ogni carattere nazionale, ci devono coinvolgere in una guerra » ( 38) . La più macroscopica calamità della guerra fu che Wilson non fu capace di attenersi a queste parole. Ciò condizionò ogni evento , inclusa la rivoluzione russa, perchè la sua politica di guerra rese l'Europa esposta al contagio bolscevico. Quello che non vide o non potè intuire fu che, una volta coinvolto nel conflitto, l'unica via per contenere il contagio era quella di salvare quello che rimaneva della stabilità europea, di sostenere i governi traballanti, di ristabilire le frontiere del1913, di opporsi a tutte le annessioni territoriali e di combattere le rivoluzioni rinvigorendo i governi europei esistenti, evitando di indebolirli in alcun modo.
('") '1'he Growth of the American Republic", di S.E. Morison e H.S. Commager (1942), Vol. l. pag. 358.
LA LOTTA TRA L'ITALIA E L'AUSTRIA
319
Già dai tempi di Carlo Magno, che istituì la Marca Orientale (l' Austria) come baluardo della Cristianità contro gli slavi e tutti gli altri barbari dell'est, i popoli germanici cominciarono a costituire due grandi bastioni - quello settentrionale situato in Brandeburgo/Prussia e quello meridionale in Austria -che proteggesse l'Europa dall'Asia. Wilson si adoperò per indebolire il bastione settentrionale quando rifiutò di trattare con Guglielmo II ed il suo governo, a meno che non accettassero i termini di una resa totale, ed eliminò quello meridionale completamente, a dispetto delle esigenze storiche. n 17 ottobre 1805, poche settimane prima della battaglia di Austerlitz, Talleyrand scrisse a Napoleone: « La monarchia austriaca è una combinazione di stati male assortiti. La loro potenza è conseguentemente debole, ma è un argine adeguato contro i barbari (i russi), che ne impongono la necessità. In fututo l'impero asburgico offrirà la schiena all'Europa e la fronte all'est, proteggendo in tal modo la civiltà occidentale dall'aggressione russa ». E, nel 1848, lo storico cecoslovacco Frantisek Palanky scrisse: «Se l'Austria non e~istesse, dovremmo inventarla. La disgregazione dello stato austriaco in piccole repubbliche sarebbe un invito all'imperialismo germanico e russo» (39). Ciò che Wilson non capì fu che, secondo quanto sostenuto dalla risoluzione Kremsier, la vecchia Austria era un nobile tentativo di « riunire tutte le terre e le razze della monarchia in un grande corpo politico » e che, sotto Francesco Giuseppe, nove nazionalità avevano imparato a vivere insieme e a lasciar vivere e che, anche se non si amavano, almeno sirispettavano e combattevano come un solo esercito. Invece, egli diede asco! t o alle voci dei fuorusciti ed in modo particolare a T. U. Masaryk (futuro presidente cecoslovacco) e fu così indotto a credere che la monarchia asburgica fosse un relitto reazionario sopravvissuto al Medio Evo ed il carceriere di popoli in condizione di schiavitù. Secondo R.W. Seton-Watson, stretto amico di Masaryk, lo scambio di note di Wilson durante la battaglia di Vittorio Veneto « compromise le difese diplomatiche di Vienna e Budapest, fece abortire sul nascere il progetto della federazione austriaca avanzato dall'imperatore ed estorse a lui ed al suo governo il riconoscimento della Cecoslovacchia e della Jugoslavia come una parte essenziale del nuovo assetto europeo. La monarchia bicipite soccombette sotto l'impatto della diplomazia Wilsoniana .. .nessun fattore vi contribuì più delle decisioni presidenziali » (40). Oltre alle colpe della conduzione politica, un'altra causa, questa volta
(.lY) " Danubian Federation", dellen. col. F.O. Mikscbe, pag. 30.
("') "Mararyk in England" (1943), pagg. 113·114.
320
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
militare, evidenzia le molte catastrofi della guerra. Fu lo stalla delle operazioni che , come Bloch aveva previsto, seguì alle azioni iniziali e che , come egli aveva profetizzato, portò alla decisione finale attraverso fame, bancarotta, sovvertimento dell'intero ordine sociale. Non vi fosse stato stalle , il blocco non sarebbe stato efficace. Fu un blocco alleato - quello navale e non quello terrestre - che alla fine distrusse la volontà del nemico e si abbattè su ogni uomo, donna e bambino, su ogni industria e su ogni fattoria nel territorio nemico. Solo se le Potenze Centrali fossero state in grado, all'inizio, di sfondare il fronte nemico- il che si sarebbe tradotto in un accorciamento del raggio del blocco - e fossero arrivate alle aree agricole produttive, il blocco non avrebbe avuto alcuna conseguenza. Un esempio affine può essere considerato il superamento del contro-blocco sottomarino, spezzato dal sistema dei convogli. Così come andarono le cose, si può calcolare che, durante gli ultimi due anni del blocco, « 800.000 non combattenti morirono in Germania per fame o malattie attribuibili direttamente alla sottonutrizione: circa 50 volte le perdite subite dalle navi inglesi silurate » (4 1). Il carattere della guerra fu rivoluzionario come i suoi risultati e ciò si verificò principalmente a causa dell'uso sempre più esteso della propaganda. Moralità e comune decenza furono bulttate al vento e sotto questo profilo il conflitto si differenziò in modo marcatissimo dalle guerre napoleoniche e franco-prussiane, nelle quale generalmente i contendenti si guardarono bene dall'alimentare rivoluzioni (42). L'uso di atrocità come arma diventò universale e, col protrarsi della guerra, la gente divenne più credulona e selvaggia , fino a che il raziocinio si trasformò in animalità primitiva ed in volontà isterica di arrecare danni al nemico con ogni mezzo, per pazzesco e condannabile che fosse. Quando scrisse sugli effetti della propaganda britannica, esercitata tra il 1914 ed il1917 sul popolo americano, Yames Duane Squires sostenne: « Sottoposti al fuoco serrato di tali notizie (che i soldati tedeschi tagliavano le mani ai bambini belgi) sul comportamento del nemico e di altre altrettante assurde (43), gli americani si lanciarono in guerra con un isterismo emotivo, che poteva essere soltanto spiegato comprendendo il potere della propaganda su una nazione in stato di guerra. Coloro che non accettano l'ideologia della guerra sono di solito
41 )
''Unfinished Victory", di Arthur Bryant (1940) pag. 3. Si veda anche alle pagg. 9 e 10. Napoleone avrebbe potuto scatenare a proprio vantaggio l'« incombente animalità • dei servi russi e ucrruni, e avrebbe potuto suscitare una rivoluzione in Francia durante i 100 giorni , ma se ne astenne ("Napoleon~ , di Eugene Tarle, 1936, pagg. 289, 381). Il duca di Wellington aveva in orrore l'idea di fomentare rivoluzioni in qualsiasi paese e Bismark non aveva simpatia per la Comune di Parigi. ("') Per un gran numero di altre atrocità atribuite dalla propaganda, vds, "Falsehood in War Time~ di Arthur Ponsonby (1936). (
42 ( )
320
LA lOTIA TRA l'ITALIA E l 'AUSTRIA
321
pochi e per giunta senza poteri. L'estasi quasi primitiva che potè fare presa sull'animo americano è stata recentemente riassunta in modo indimenticabile: « Odiammo con una passione collettiva che era esilarante. Ricordo di aver partecipato ad una grande riunione nel New England, tenuta sotto gli auspici della Chiesa Cristiana, dove un partecipante chiese che il Kaiser, quando catturato, fosse bollito nell'olio e tutti i presenti si alzarono in piedi per gridare la loro isterica approvazione. Questi erano i nostri stati d'animo. Questa era la specie dì pazzia che ci aveva preso » ( 44). I mezzi di lotta furono altrettanto rivoluzionari perchè, per la prima volta nella storia della guerra, le battaglie erano combattute sia tra le industrie sia tra gli eserciti. La produzione di armi si rivelò più decisiva della disponibilità di uomini. Dio sembrava parteggiare più per le grandi industrie che per i grandi battaglioni e, molto spesso, più per i carri armati e le artiglierie che per i fucili e le baionette. Come scrive J. T. Shotwell: « Durante gli anni dal1914 al1918 .. .la guerra passò definitivamente nella fase industriale della storia economica .. .l'industria della guerra è la combinazione di due tecniche: la tecnica della pace che alimenta la guerra con le sue risorse e la tecnica della distruzione » (45). I profitti di guerra passarono dal bottino dei generali e delle truppe ai guadagni dei finanzieri, dei manufatturieri e dei produttori bellici. Dei molti cambiamenti che germinarono durante il conflitto, probabilmente il più infausto fu che, contrariamente a quanto comunemente accettato, la guerra garantì la salvezza della democrazia nelle sue varie forme. Dal1918 in poi , anche più che durante le guerre di religione, le emozioni di massa avrebbero dominato le relazioni umane. E liminando la ragione dal senso di governo e dalla strategia, « la democrazia creò un demone, spense la luce col sangue » ed apposero un sigillo di pazzia e di crudeltà suJla pace e sulla guerra ( 46 ).
(..) MBritish propaganda at Home and in the Unites States from 1914 to 1917'' di Squires {1935), pagg. 67-68. Nell'appendice sono elencati 277libri e pubblicazioni di propaganda britannica inviate negli U.S .A. tra queste due date. Vds. anche MSpreading Gerrns of Hate~ di George Sylvester Viereck (1931) . ('S) " War as an lnst rument of National Policy" (1929) pagg. 34·35. (") Per la bellicosità delle democrazie vds. i libri di Hoffman Nickerson "Can We 1,-imit War?" (1934) e "Tbe Anned Horde" (1940) .
CAPITOLO IX
La Rivoluzione Russa
l. Quadro storico All'inizio del secolo XIX tutte le nazioni evolute erano passate dall'economia agricola a quella industriale ed i progressi effettuati erano talmente evidenti che all'uomo industriale sembrò che le nuove conquiste derivanti dalla macchina a vapore avessero reso arcaico tutto quello che apparteneva al passato. Il progresso materiale fu confuso con la felicità ed il determinismo economico accettato come una nuova religione. « La macchina e l'universo- scrive Lewis Mumford in "Technics and Civilization" (1) - furono identificati e messi insieme come se si trattasse di formule matematiche e scientifiche; l'asservimento alla macchina fu la principale manifestazione di fede e di religione: la causa principale delle azioru umane e la fonte di molti prodotti umani ». L'uomo che nell'Era della Fede era stato considerato solo poco meno di un angelo, fu ridotto allo stato di un animale economico: « la bestia da preda » di Oswald SpengJer. Per capitalisti e socialisti il culto di Mammona (la ricchezza) sostituì quello di Dio e, poichè portò ad una guerra di classe, i socialisti proposero la falsità che le classi potessero essere abolite e pertanto introdussero una contraddizione nel credo mammonico, perchè il determinismo economico porta alla diversità e non all' uniformità dello status sociale. Questa contraddizione fu affrontata da Marx, che decise di fare per il proletariato - i lavoratori dell'industria - quello che Calvino aveva fatto per gli eletti, perchè la sua visione apocalittica diede loro, come è stato ben detto, « la certezza di un trionfo predestinato dalla maestà delle leggi dello stesso universo ». n mondo sociale non doveva essere aggiustato o
( 1)
Pubblicato da George Routledge e figli , Ltd .. Londra, 1934.
324
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
riformato, ma essere, al contrario, rivoltato sotto sopra perchè, secondo la sua dialettica, il nuovo credo doveva essere associato non all'amicizia ma all'inimicizia, non alla carità, ma alla violenza. L'intero ordine della Cristianità doveva essere capovolto; il principio dell'odio doveva sostituire quello dell'amore e, fino a quando la guerra del proletariato non fosse diventata totale - vale a dire mondiale- i cancelli di questo paradiso materiale non sarebbero stati aperti agli eletti. poichè, come Mumford ha evidenziato in "The Conditions of Man", Marx riteneva « che le condizioni materiali e le invenzioni tecniche fossero entità autocreatesi, esistendo già di per se stesse- primi creatori e sorgenti originarie del potere sociale ..... egli accettò il progresso tecnologico come entità assoluta ed immaginò che il proletariato avrebbe dovuto semplicemente impadronirsi della produzione capitalistica al punto dove questa era arrivata )) per approdare direttamente nell'Eldorado sociale. Per Marx, il proletariato era il nuovo messia ed il creatore di un regno terreno nel quale la spiritualità non trovava posto. Lenin accettò l'interpretazione di Marx della dittatura del proletariato, divenendo così la vittima di una ossessione teologica come era già avvenuto a loro tempo per Lutero e Calvino. Attraverso la rivoluzione, il proletariato sarebbe diventato la classe governante e, come uno stato tradizionale, avrebbe rovesciato la borghesia, alla quale avrebbe strappato tutti i mezzi di produzione, di scambio e di distruzione e, mediante la loro centralizzazione, li avrebbe utilizzati a proprio beneficio fino a che lo stato, dopo la vittoria e dopo la proletarizzazione di tutti, si sarebbe trasformato in una classe operaia autosufficiente ed autogestita. Questa semplificazione fu accettata da Lenin. Come Marx , egli non si era mai sporcato le mani con una giornata di lavoro manuale e non conosceva alcunchè degli aspetti umani della vita del lavoratore. Come quelle del maestro, le sue vedute sull'amministrazione nazionale ed industriale erano ingenue. Dichiarò« Dobbiamo rompere i vecchi , assurdi, primitivi , disprezzabili e disgustosi pregiudizi, secondo i quali soltanto i ricchi (cioè i colti) possano amministrare lo stato; ogni lavoratore di qualsiasi grado e condizione, purchè sappia leggere e scrivere, può fare un lavoro organizzativo; in regime socialista, tutti amministreranno a turno e si abitueranno in tempi brevi a non aver bisogno di nessuno che li guidi )) . Ciecamente credette che « l'elettrificazione ed il socialismo )) fossero la strada maestra per raggiungere la Nuova Atlantide comunista e non si rese conto dell'evidente contraddizione insita nel credo marxiano. Poichè ognuno avrebbe posseduto tutto, nessuno sarebbe stato padrone di niente e poichè ciò sottointendeva l'eliminazione degli incentivi individuali , chi sarebbe stato capace di far lavorare il prossimo? Ciò richiedeva la creazione di una nuova classe di dirigenti e comportava, di conseguenza, che l'assunto secondo il quale il proletariato diventava classe dirigente era insensato.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
325
Quando il 7 novembre 1917 (la « Rivoluzione d'Ottobre»), Lenin, grazie alle particolari doti organizzative di Trotsky, diede inizio ai moti per la conquista del potere, era quasi uno sconosciuto. Ma poichè in Russia tutti conoscevano Esser, il capo del partito radicale semisocialista, che aveva grosso seguito tra i contadini, egli stipulò con lui un accordo e, tra 1'8 novembre ed il 31 dicembre, emanò 193 decreti.
II 9 novembre, decretò che le terre dei ricchi proprietari dovevano essere distribuite ai contadini: il provvedimento non aveva niente a che vedere con il marxismo, dal momento che Marx giudicava i contadini« i barbari della civilizzazione »,ma gli assicurò il sostegno dell'SO% della popolazione russa. Né Esser, né i contadini, a quel tempo, sospettarono minimamente che il motivo della decisione era quello di usare i contadini per eliminare la borghesia, in attesa di eliminare in un secondo tempo anche loro. Successivamente, il 27 novembre, con un altro decreto, tutte le industrie furono trasferite ai lavoratori, che si trasformarono in classe governante ed il Soviet dei commissari del popolo diventò la loro espressione di governo, con il compito di organizzare la produzione e dirigere la politica comunista. Il risultato immediato fu che, poichè i lavoratori non erano io grado di organizzare o dirigere qualcosa, le industrie si paralizzarono, le fabbriche si trasformarono in sedi di discussioni. Inoltre, dato che i lavoratori non avevano soldi per acquistare il cibo, i contadini smisero di coltivare la terra , ad eccezione di quella indispensabile ai loro bisogni. Così l'esperimento marxista dimostrò di essere pura illusione; aveva creato solo confusione e ciò soprattutto perchè aveva omesso di prendere in considerazione la natura umana. Eppure dimostrò qualcosa di inestimabile valore per il futuro: che il modo più sicuro per neutralizzare l'economia di un potenziale nemico era quella di esportare il comunismo di Marx nel suo stato. Lenin fu costretto ad allontanarsi di un primo, decisivo passo dalla teoria di Marx. Il 20 dicembre, formò una forza speciale di polizia - la CECA - sull'esempio della vecchia OCRA (Okrana) zarista. Formalmente essa avrebbe dovuto combattere la controrivoluzione, di fatto doveva costringere la nuova classe governante ad eliminare le disfunzioni e a cominciare a lavorare. Poichè il cibo doveva essere prodotto innanzitutto per i lavoratori, esso fu strappato con la forza ai contadini e, per questa decisione, Esser ed il suo partito ruppero l'intesa con Lenin. Era troppo tardi! Seguì immediatamente un regime di terrore instaurato dalla CECA e l'esperimento marxista fu affogato nel sangue. Lenin costituì quindi un comitato politico di cinque membri, scelti tra i più prestigiosi del partito bolscevico, che sotto la sua guida cominciò a governare utilizzando la CECA e l'Armata Rossa, che era stata organizzata da Trotsky. Il risultato
326
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
fu la guerra civile, che provocò l' intervento straniero, e che perciò rende opportuno esaminare la politica estera di Lenin. Fin dai primi giorni della rivoluzione tutti i bolscevichi erano stati d'accordo su un punto fondamentale: la rivoluzione non avrebbe potuto sopravvivere se non fosse stata estesa a tutto il mondo. Era una sfida all'ordine secondo cui era organizzata la società sotto il profilo sociale, politico ed economico. Non solo offriva al mondo una nuova concezione di vita, ma postulava che questa non poteva essere attuata fino a quando il vecchio mondo non fosse stato distrutto . Già il14 aprile 1917 Lenin aveva proclamato che « il mondo imperialista non poteva vivere fianco a fianco con una rivoluzione socialista vittoriosa» e, il12 marzo 1919, a nome del Comitato Centrale, all'ottavo congresso del partito comunista russo, presentò un rapporto che diceva: « Noi non stiamo vivendo in uno stato, ma in un sistema di stati e l'esistenza della repubblica sovietica fianco a fianco con gli stati imperialisti per un lungo tempo, è impensabile . Uno dei due alla fine deve trionfare e, prima che questa fine si avvicini, una serie di paurose collisioni tra la repubblica sovietica e gli stati borghesi sarà inevitabile ». lo futuro , Stalin ripetè queste parole moltissime volte e sintetizzò la politica internazionale sovietica come segue: « I compiti del partito in politica estera sono: l) utilizzare ogni contraddizione e conflitto tra i paesi capitalisti che ci circondano allo scopo di disintegrare il capitalismo; 2) non risparmiare nessun mezzo per sostenere le rivoluzioni proletarie in occidente; 3) adottare tutte le misure necessarie per rafforzare i movimenti di liberazione nazionale dell'est; 4) rendere sempre più forte l'Armata Rossa». Per rendere operativa questa guerra sovversiva mondiale, nel marzo del 1919 Lenin fondò la Terza Internazionale o Comintern, uno strumento che legava insieme tutti i partiti comunisti nel perseguire la rivoluzione mondiale e il primo compito era quello di istituire un regime comunista in Germania. A seguito delle insistenze di Poincaré, Clemenceau, Foch e Klotz in Francia e di altri in Gran Bretagna, la Germania era ancora afflitta dal blocco e , per la disperazione, molti tedeschi erano diventati bolscevichi. La politica francese si adattava in modo così completo ai giochi che Lenin aveva in animo di attuare che il suo piano, secondo le sue stesse parole, era « di unire il proletariato di Germania, Austria e Cecoslovacchia con quello di Russia e quindi creare una potente unione agraria ed industriale da Vladivostok al Reno , dal golfo di Finlandia alle acque del Danubio, capace di autosostenersi e di opporre al capitalismo reazionario britannico un gigante rivoluzionario che, con una mano , avrebbe disturbato la tranquillità dell'oriente e, con l'altra, avrebbe sconfitto il capitalismo pirata dei paesi anglo-sassoni. Se c'era qualcosa che potesse costringere la
LA RIVOLUZIONE RUSSA
327
balena britannica a« danzare »,sarebbe stata l'unione di una Russia rivoluzionaria con un Centro Europa altrettanto rivoluzionario ». Uno dei pochi uomini che si rese conto di questo pericolo fu Lloyd George che, il 25 marzo 1919, rese manifesti i suoi punti di vista: « Il più grande pericolo che percepisco, nella presente situazione, è la possibilità che la Germania unisca il suo destino a quello dei bolscevichi e ponga le sue risorse e le sue capacità intellettive ed organizzative a disposizione di uomini che sognano di conquistare il mondo al bolscevismo con la forza delle armi. Questo pericolo non è campato in aria. Se la Germania abbandona lo Spartacismo (allora incoraggiato dalla Francia) essa legherà inevitabilmente il suo destino a quello del bolscevismo . Se ciò awiene, tutto l'Est europeo sarà coinvolto nel vortice della rivoluzione bolscevica edentro un anno ci troveremo contro circa tre milioni di uomini che saranno forgiati in un gigantesco esercito da generali tedeschi e da istruttori tedeschi , con mitragliatrici tedesche e pronto a sferrare un'offensiva contro l'Europa occidentale ». Poichè l'obiettivo strategico di Lenin era la rivoluzione mondiale, anche le sue tattiche dovevano essere rivoluzionarie. ll loro scopo non era quello di persuadere il nemico a cambiare parere con la forza delle armi , ma con quella delle idee: in altre parole,di indebolirlo internamente e portarlo quindi all'autodistruzione. Prima del trattato di Brest-Litovsk aveva detto « Cediamo spazio per guadagnare tempo », perchè aveva previsto che, una volta che la rivoluzione si fosse affermata ad ovest, essa avrebbe consentito alla Russia di recuperare il terreno perduto e, per giunta, senza combattere . Egli disse: «Dobbiamo ricorrere a tutti gli stratagemmi, manovre e metodi illegali , per entrare in tutte le organizzazioni, rimanervi e svolgere attività comunista alloro interno a tutti i costi ..... 11 partito comunista entra in tali istituzioni non per fare un lavoro costruttivo, ma per insegnare alle masse a distruggere dall'interno l'intero apparato dello stato borghese e lo stesso parlamento ». La Germania era il centro della rivoluzione mondiale di Lenin e Trotsky, perchè rappresentava il centro strategico di gravità dell'Europa che, una volta occupato, avrebbe consentito di conquistare l'intero continente, ormai non più difendibile. E quando l'Europa fosse stata ridotta ad un paese vassallo della Russia, anche il Mediterraneo non avrebbe più potuto essere tenuto ed il Medio Oriente avrebbe potuto essere bolscevizzato e l'Africa sovvertita. AJia fine , quando tutto il vecchio mondo fosse stato sovietizzato, la conquista psicologica del nuovo mondo avrebbe potuto essere intrapresa e la repubblica sovietica mondiale realizzata. La composizione dell'impero russo impedì a Lenin di mettere mano a questo piano grandioso. Era un mosaico di popoli soggiogati tenuti insieme dalla autocrazia centripeta dello Czar moscovita, la sola che riuscisse ad evitare l'esplosione delle forze centrifughe dello scontento. A causa di
328
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ciò , il rovesciamento del governo zarista del marzo 1917 portò immediatamente a rivolte nazionali tra i non moscoviti , con il risultato che in tempi diversi- principalmente a seguito della rivoluzione d'ottobre- quindici gruppi di popoli soggiogati dichiararono la loro autonomia. n primo ad intraprendere tale passo fu l'Ucraina, il più popoloso di tutti i gruppi, che il 17 marzo 1917 costituì il Consiglio Centrale di Liberazione e che, successivamente, il 20 novembre, si proclamò formalmente Repubblica Nazionale. Lenin , poichè non fu in grado di impedirlo , riconobbe l'indipendenza ucraina e immediatamente cominciò ad organizzare un governo ombra comunista a Karkov, che venne allo scoperto il 17 dicembre , proclamando l'Ucraina una repubblica sovietica e , secondo la tecnica leninista, chiese aiuto al governo sovietico, che l'accordò. Ebbe cosi inizio la guerra d'indipendenza ucraina, che doveva durare fino al 1921. Intanto, immediatamente dopo la rivoluzione d'ottobre, il generale Alexeyev organizzò nel sud della Russia un esercito di volontari di russi bianchi (imperialisti) , per combattere il bolscevismo. A lui si unirono subito il generale Kornilov e il generale Denekin . ll primo fu ucciso nel marzo 1918 e , quando Alexeyev morì nel successivo settembre, Denekin assunse il comando di tutte le forze russe bianche nel sud della Russia . Due mesi più tardi , l'ammiraglio Kolchak innalzò la sua bandiera contro rivoluzionaria ad Omsk. Nel momento in cui. le Potenze Centrali soccombevano , la guerra civile infuriava in quasi tutta la Russia . Nel frattempo, l'intervento straniero aggiunse confusione al caos che già ragnava. Ebbe inizio quando i francesi sostennero i prigionieri cecoslovacchi catturati dai russi e da essi inquadrati in un corpo d'armata per combattere le Potenze Centrali . Dopo il trattato di Brest-Litovsk, i cecoslovacchi avevano deciso di passare sotto il comando dei francesi e, poichè non potevano attraversare la Germania, si avviarono per raggiungere la Francia passando per Vladivostok. Verso la fine del 1918 le forze interventiste in Russia avevano raggiunto la cifra di quasi 300.000 unità- tra francesi, britannici , americani, italiani, giapponesi, tedeschi baltici, polacchi, greci, finnici , cechi , slovacchi, estoni e lituani -ed erano presenti ad Arcangelo, Murmansk, Finlandia, Estonia , Lituania e Polonia, così come nel Mar Nero, sulla ferrovia transiberiana e a V1adivostok. Nell'aprile del1919, Kolchak raggiunse Kazan e Samara sul Volga, mentre Denekin avanzava ver~ nord dal Mar Nero. Considerando Kolchak il più pericoloso, Trotsky gli inviò contro il generale Tukhachevski, il quale vinse la battaglia di Busulug, superò il Volga , attraversò gli Urali ed inseguì il suo nemico fmo a Vladivostok per circa 5000 miglia. Nel mese di ottobre, fu iniziata la campagna contro Denekin , che si era portato ad Orel , da dove fu respinto ed una volta in ritirata, a causa dei banditi e dei partigiani che infestavano le sue retrovie , non fu in grado di arrestare i suoi uomini fino a quando non raggiusero
LA RIVOLUZIONE RUSSA
329
Novorossik sul Mar Nero , da dove i superstiti furono inviati al generale Wrangel in Crimea. Quasi contemporaneamente, il generale Yudenich, allora in avanzata su Pietrogrado, fu sospinto verso il confine con l'Estonia. Iniziò, così, il collasso dell'interventismo. Due potenze non volevano arredersi: il Giappone, che mirava ad espansioni territoriali nella Siberia orientale, e la Francia. I francesi, poichè temevano di perdere i crediti per quanto avevano anticipato alla Russia zarista e paventavano che, quale rivincita del Trattato di Versailles, la Germania potesse unirsi ai bolscevichi, adottarono una politica che si rivelò contradditoria. Da una parte cercavano di restaurare il governo zarista, presumendo che ne sarebbe stato poi grato alla Francia, e dall'altra tendevano a creare una Polonia più grande che, come loro alleata, avrebbe potuto minacciare la Germania da est. n 5 novembre 1916 l'indipendenza della Polonia era stata sancita dalle Potenze Centrali; quando 1'11 novembre 1918 esse uscirono sconfitte dal conflitto, il Consiglio di Reggenza nominò Joseph Pilsudski (1867-1935) comandante in capo di tutte le truppe polacche. La sua prima azione fu quella di nominarsi capo del governo ed il suo secondo atto fu quello di notificare a tutti i belligeranti e alle potenze neutrali che la Polonia era una stato indipendente. Pilsudski, rassicurato dalle buone intenzioni e dal sostegno, anche in crediti e munizioni, della Francia, non ebbe bisogno di grandi incoraggiamenti per avanzare enormi richieste territoriali , perchè il punto fondamentale deLla sua politica estera era quello di restaurare le frontiere polacche del 1772- grosso modo la linea della Ovina e del Dnieper- e di fare della Polonia la nazione guida di una confederazione antibolscevica. Nell'aprile del1919, travolse la Lituania, sopraffece Lida ed occupò Vilna. In maggio invase la Galizia orientale, che era stata proclamata Repubblica Ucraina Occidentale dal generale Petliura che, nel novembre 1918, era diventato capo del governo nazionale ucraino. In tal modo cominciò la guerra polacco-ucraina. Il Consiglio Supremo deLle Potenze Alleate si interessò pochissimo di queste campagne e non riuscì a valutare che tipo di uomo fosse Pilsudski, così 1'8 dicembre fissò la frontiera orientale polacca lungo la riva del fiume Bug, che nell'anno successivo divenne nota come linea Curzon. Pilsudski non fu per niente soddisfatto e, subito dopo tale decisione, la situazione in Ucraina diventò talmente critica che, nella primavera del1920, Petliura si accordò con il polacco e, il 22 aprile, fu firmata la pace a Varsavia. La Polonia riconobbe l'indipendenza dell'Ucraina e cominciò di sostenerla contro la Russia.
330
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
2. La battaglia di Varsavia, 1920. La guerra civile in Russia mise in evidenza un generale di valore: Mikail Tukhachevski. Era un abile soldato, la cui visione della civiltà rifletteva in modo così esasperato gH aspetti asiatici del bolscevismo che, per capire gH indirizzi e gli obiettivi futuri della rivoluzione russa, è opportuno approfondirne l'esame. Nato nel 1892 da nobile famigHa , la cui discendenza risaHva ai conti di Fiandra, sebbene sua madre fosse un'italiana aveva il carattere dei tartari. Da lei aveva ereditato l'aspetto somatico latino, i capelli neri ed un' intelligenza pronta, che gli consentiva di capire l'animo russo e di collocare i tartari e i loro problemi nel quadro generale della Russia. Nel1914 fu nominato sottotenente della guardia imperiale e , l'anno successivo, fu fatto prigioniero dai tedeschi. Per istinto era un barbaro romantico, che aborriva la civiltà occidentale. Aveva l'animo di Gengis Kan , di Ogdai e di Batu. Autocratico, superstizioso, romantico e spietato , amava le sterminate pianure, il rumore degli zoccoli delle mandrie numerose e temeva l'ordine freddo e per niente romantico della civiltà. Odiava la cristianità e il cristianesimo, perchè avevano sopraffatto il paganesimo e la barbarie ed avevano privato i suoi compatrioti dell'estasi del dio della guerra e del fascino del « carnevale della morte ». Disprezzava gli ebrei perchè avevano contribuito a fare attecchire in Russia « la peste della civiltà » e« la morale del capitaHsmo ». Diceva: «l'ebreo è un cane, figlio di un cane , che dissemina le sue pulci dappertutto » (2). Quando fu rinchiuso a Ingolstadt, disse a Fervacque, suo compagno di prigionia: « Un dem~nio o un dio anima la nostra razza. Dobbiamo ubriacarci, perchè non siamo ancora in grado di ubriacare il mondo. Ma il giorno arriverà » ( 3). Un giorno Fervacque lo sorprese mentre dipingeva, con colori violenti e contrastanti, la testa di un idolo atroce. Alla domanda di cosa si trattasse , rispose: « Non ridere! Ti ho già detto che gli slavi sono alla ricerca di una nuova reHgione . Stanno per sposare il marxismo, del quale alcuni aspetti sono troppo moderni e troppo civilizzati. È possibile mitigare questo deplorevole stato di cose ritornando ai nostri dei slavi, che sono stati privati delle loro prerogative e della loro forza , ma che tuttavia possono ancora riconquistarle. C'è Daschbog, il dio del sole; Stribog, il dio della tempesta; Wolos, il dio delle arti e della poesia ed anche Pierounn il dio della guerra e del lampo. A lungo ho esitato per scegliere il
(') • Le chef de l'année rouge : Mik ail Tukacbevski • di Pierre Fervacque (1928) , pag. 24. (') lbid., pag. 67.
331
LA RIVOLUZIONE RUSSA
MOWI
eKMAiliCcH
N
l
r
ROHilN!P.
= -
/inu Ut11~fidtt 1 5ivgm1 1/ntt po!JC<ht J ytutJJ"
~l/li( t. JtH i c l /tht t1J J qo1lt>
- ·-•- hoJr;c,, pot.. c... Jfl l rf.Z. - - - - - ftonfiuw p.:>IJu /1 Jt/ <9!1.1
1"'. i i .t
1"0
l
Fig. 21: Campagna Russo-Polacca, 1920
mio dio particolare , ma dopo lunga riflessione ho scelto Pierounn perchè, una volta che il marxismo abbia attecchito in Russia , si scateneranno le guerre più devastanti .. .. avremo un caos che non avrà termine fino a quando la civiltà non subirà la totale rovina » (4).
(') lbid. , pagg. 73-75.
332
LE BATTAGUE DECIS IVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Questo non era un improvviso ed immaginario capriccio causato dalle condizioni della prigionia: quando Tukhachevski era bambino, i suoi tre fratelli scandalizzarono la loro governante francese battezzando, tra urla spaventose, tre gatti « in nome del Padre , del Figlio e dello Spirito Santo » (5). Ogni virtù occidentale lo terrificava. « Cos'è l'onore? - gridava una parola sorpassata, che deve essere lasciata agli occidentali » ( 6) . Ai suoi occhi, la distruzione giustificava tutto, perchè apriva la porta che riportava ai Seljuk, ai Tartari e agli Unni. « Seriamente- diceva - sarebbe un bene per l'umanità se tutti i libri fossero bruciati, in modo da potersi immergere nelle fresche acque dell'ignoranza . Credo perfino che sia l'unica via per evitare che l'umanità diventi sterile ». Ciò che si augurava era di tornare ai giorni di Ivan il Terribile: « allora Mosca diventerà il centro del mondo dei barbari >>. « Se Nicola II avesse soltanto seguito le orme di Pietro il Grande e di Caterina Il , i russi sarebbero stati molto docili , perchè essi amano avere un despota ». « Se Lenin sarà capace di liberare la Russia dai vecchi ceppi dei pregiudizi e di spogliarla delle strutture e delle concezioni occidentali, io lo seguirò. Ma deve radere al suolo tutto e riportarci liberamente indietro verso la barbarie » ('). Nel 1937, Stalin lo fece fucilare ed in buona compagnia, perché con Uborevitch, Primokov, Putna ed altri era tornato al suo dio: la distruzione. Questo strano e vulcanico uomo, la cui anima era in rivolta contro la civiltà , era destinato ad incrociare la spada con Pilsudski , che era un convinto antirusso quanto lui era un antieuropeo. Di quest'ultimo lord D 'Abemon , che aveva avuto eccezionali opportunità di osservarlo , dice: « Un patriota ardente ed un uomo di immenso coraggio e forza di carattere. Uno scettico convinto néi confronti dei metodi ortodossi, fossero essi applicati nella sfera militare o nel campo politico; amante del rischio, il suo polso batteva normalmente solo quando correva pericolo personale ..... Oltre al pericolo, si diceva che amasse l'intrigo: rivoluzionario per temperamento e per circostanze, era incline alla segretezza e all'azione indiretta » ( 8). Furono queste caratte ristiche - coraggio , segretezza ed anticonformismo - accoppiate al successo, che fecero di Pilsudski una figura leggendaria. Il giorno pr~cedente alla sua morte, il 12 maggio 1935, si rivolse al generale Smigly-Rudz dicendo: « Essere vinto e non arrendersi è vittoria,
(S) Ibid .. pag. 20. ( 6 ) lbid .. pag. I l i. (') lbid., pag. 62. {' ) .. The E ightecnth Decisive Baule ofthe World'' . dlel visconte D 'Abem on (1920). pagg. 38-39.
LA RJVOLUZIONE RUSSA
333
vincere e cullarsi sugli allori è sconfitta » (9). La prima metà di questa frase sintetizza la sua concezione del comando. Prima di descrivere la campagna che seguì immediatamente alla firma del Trattato di Varsavia, è bene dare un'occhiata alle forze contrapposte. Ambedue erano improvvisate, caoticamente equipaggiate ed afflitte da una crescita troppo rapida. Nel novembre del 1918, quando Pilsudski assunse il comando , l'esercito polacco era costituito da 24 battaglioni, tre squadroni e cinque batterie; nel gennaio del 1919 erano diventati rispettivamente 100, 70 e 80, per un totale di 110.000 uomini. Un anno più tardi gli uomini erano 600.000, organizzati in 21 divisioni e sette brigate di cavalleria; ma la maggior parte erano ancora in formazione. Sebbene i soldati fossero numericamente sufficienti, la Polonia mancava di munizioni e non aveva arsenali. Il problema più grave era costituito dalla scarsità di cavalli, perchè durante i sei anni di guerra il paese era stato ripetutamente setacciato per le rimonte; come si vedrà in seguito, la carenza di cavalleria fu il maggior punto debole di Pilsudski. Qual'era l'esercito del suo nemico? Tukhachevski una volta disse a Fervacque: « L'Armata Rossa non è come la vostra - la francese. È 'un'orda , la cui forza è quella di un'orda »(!O). Sebbene quest'affermazione fosse stata fatta durante la guerra mondiale, le sue parole conservavano tutto il loro valore anche nella campagna del 1920, perchè l'esercito che fronteggiava Pilsudski non era altro che un'accozzaglia di contadini -la cui sola preoccupazione era quella di tornare a casa - frammischiata da un esiguo numero di fanatici rivoluzionari. Per quanto fosse meglio equipaggiata dei polacchi - le unità raccogliticce di Derakin e Kolchak erano state rifornite con milioni di libbre di armamenti francesi e britannici l'Armata Rossa scarseggiava considerevolmente di mezzi di trasporto e di ufficiali addestrati. I primi erano costituiti da migliaia di carri agricoli e le deficienze dei secondi erano state ripianate ricorrendo ad ufficiali dell'esercito imperiale. Ma poichè la loro lealtà era sospetta, Trotsky affiancò dei commissari ad ogni formazione. Molti di quest'ultimi erano ebrei e , secondo lord D 'Abernon, « essi fecero di tutto nelle loro divisioni - gestirono i rifornimenti ed i viveri, diedero ordini e decisero gli obiettivi » ( 11 ). Sia i polacchi che i russi volevano la pace disperatamente, ognuno però alle proprie condizioni che, per i primi , erano le frontiere del1772 e , per i secondi, la continuazione della rivoluzione mondiale. Così accadde che, quando il22 dicembre 1920 il go-
''Pilsudsld Marsbal of Poland-, di Eric J . Patterson (1935) pag. 127. ('O) « Le chef de l'aJmée rouge " , pag. 36. ( 11 ) lbìd., pagg. 68,76.
( 9)
334
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
vemo sovietico invitò quello polacco a negoziare la pace, non fu raggiunto alcun accordo, anche se la proposta di sedersi al tavolo delle trattative era stata accettata. Alla fine , il 25 aprile, la schermaglia diplomatica ebbe fine per l'offensiva improvvisa lanciata da Pilsudski ad ovest di Zhitomir, con la quale si riprometteva di conquistare Kiev e quindi, dopo aver effettuato una conversione verso nord , di impegnare Tukhachevski, che sarebbe venuto a trovarsi sul suo lato sinistro. Agli ordini di Pilsudski l'esercito polacco, sostenuto sulla destra da due divisioni ucraine comandate da Petliura e da alcune unità rumene, si diresse verso il Dnieper e, il 7 maggio, occupò Kiev. Le forze in campo erano le seguenti. Russi: a nord del Pripet il gruppo di armate occidentale, comandato da Tukhachevski, costituito dalle armate IVa, XV•, III" e XVI•, nonchè dal II corpo d'armata di cavalleria (Gay Kan); a sud del Pripet il gruppo di armate sud-occidentale agli ordini di Yegorov, comprendente le armate XII• XIV• e cinque divisioni di cavalleria sotto Budienny. In tutto, all'incirca, 200.000 uomini; Polacchi: a nord del Pripet, le armate l" e IV•, con un'armata in riserva in via di costituzione nei pressi di Vilna e, a sud del Pripet, le armate III", Il" e VI", per un totale di circa 120.000 uomini (1 2). Sebbene la superiorità numerica russa avesse la sua importanza, sopratutto perchè il grosso era opposto al fianco sinistro polacco, che risultave essere la parte più debole dello schieramento,il fattore più importante era costituito dal fatto che l'area tra il Bug ed il Dnieper era tagliata a metà dalle paludi della Polesia, una zona praticamente inagibile ad unità consistenti. Ciò significava che un'operazione sull'intero fronte condotta dai due gruppi di armate si sarebbe subito trasformata in due azioni separate, senza possibilità di cooperazione. Quando il compagno Sergei Kamenev, comandante in capo di tutte le forze sovietiche, si rese conto di ciò, ordinò a Tukhachevski di attaccare l'ala sinistra dei polacchi. Era spinto a quest'azione perchè, da rivoluzionario fanatico, sognava di abbeverare i suoi cavalli nel Reno ( 13) e di portare la guerra nell'Europa occidentale, dopo essere passato sui cadaveri dei polacchi. A quel tempo Trotsky, riferendosi a Pilsudski , lo definiva un « Napoleone di terz'ordine » e fece, il 2 maggio, la seguente previsione: « Non ci sono dubbi che la guerra della borghesia polacca contro i lavoratori ed i contadini ucraini e russi finirà con la rivoluzione dei lavoratori di Polonia. Sarebbe pura mancanza di spi-
('Z) È impossibile dare la forza esatta di ambo le parti, che cambiò continuamente durante la cam· pagna. (Il) « Le chef de l'armée rouge », di Fervacque, pag. 123.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
335
rito se ci spaventassimo ai primi successi di Pilsudski. Essi sono inevitabili. Sono stati previsti. Sono il risultato degli sviluppi iniziali delle nostre relazioni con la Polonja. Più l'ala destra dei polacchi penetra nell'Ucraina, attirandosi la reazione dei patrioti ucraini di ogni specie, più fatale risulterà il colpo che sferrerà l'Armata Rossa » (1 4). Strategicamente tutto ciò era corretto e quando, il15 maggio, Tukhachevski scelse come obiettivo il nodo ferroviario di Molodechno e lanciò la sua XV• armata, il suo scopo era quello di spingere le truppe polacche neUe paludi di Pinsk. Sebbene l'attacco fallisse, Pilsudski ne rimase scosso e , prima che potesse rinforzare la sua ala sinistra, subì un altro formidabile attacco proveniente da sud. Quest'azione era diretta da Budieony, che aveva partecipato, da militare semplice, alla guerra russo-giapponese e che, il 18 maggio , alla testa di 16.700 cosacchi sostenuti da 48 cannoni, cinque treni corazzati, otto carri corazzati e dodici aeroplani, battè l'ala destra di Pilsudski nei pressi di Elizavetgrad. Si diresse poi verso nord, attaccò le forze polacche a sud e sud-ovest di Kiev, sfondò ed entrò a Berditchev e Zhitomir. 115 giugno, la III• armata polacca fu quasi circondata, ma il 13 riuscì a rompere l'accerchlamento e si ritirò verso ovest inseguita dalla cavalleria di Budienny che, il 3 luglio, superò I'Horyn e due giorni dopo occupò Rovno, da dove si mosse in direzione di Lutzk, Dubno e la periferia di Lvov (Lemberg). Come riferisce Pilsudski: « seguì il panico e la stessa Polonia cominciò a dare segni di cedimento. Per le nostre truppe, che non erano preparate a fronteggiare questo nuovo strumento offensivo, la cavalleria di Budienny divenne invincibile, una forza leggendaria. Si dovrebbe ricordare che più un esercito arretra e più la paura e l'ossessione sfuggono al dominio della ragione, fino a diventare assolute ed incontrollabili. Così per me cominciò a crearsi il più pericoloso di tutti i fronti quello interno » (!S). A quel punto, tutto quello che poteva fare per fronteggiare tale situazione critica era salvare l'ala sinistra, che era stata in parte accerchlata , a seguito deUa sconfitta dell'ala destra, e pertanto ne ordinò la ritirata . Mentre la sinistra dello schieramento di Pilsudski era in ritirata, Tukbachevski decise di riorganizzare le sue caotiche armate. Durante il mese di giugno raccolse ed incorporò quasi 100.000 disertori (16) e , sebbene lamentasse la mancanza di equipaggiamenti, pianificò la sua futura offensiva, che aveva più sapore politico che non militare. E ra convinto che « la situazione in Polonia fosse favorevole alla rivoluzione » e che una grossa rivolta del proletariato cittadino e contadino aspettasse solo il suo arrivo
("') ''History of the Russiano Revolution~ di Trotsky (1932-1935}, Vol. III, libro 2. pag. 102. ( 11) « L"année 1920 •. di Joseph Pilsudski (1929), pag. 51. (' 6 ) lbid. , annesso l « La marche au delà de la Vistula "· di M. Tuk.hachevski, pag. 215.
336
LE BATTAGU E DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
« sulla frontiera etnografica della Polonia » per esplodere. Inoltre ritene-
va che l'Europa fosse pronta per la rivoluzione e che << una rapida e vittoriosa offensiva avrebbe ipnotizzato i popoli e li avrebbe fatti rivolgere verso est » . Era arrivato a queste conclusioni sulla base di esagerate descrizioni che circolavano sulle condizioni preva~enti: in Germania , ove il popolo pareva aspettasse soltanto « il segno della rivolta »; in Inghilterra, ove la situazione sarebbe stata identica a quella della Russia del 1904; in Italia , dove i lavoratori si diceva avessero occupato tutte le fabbriche e le installazioni industriali . Egli lanciò allora un'avanguardia di propagandisti per preparare il terreno alla sua orda ( 17). Su questa strategia, lord D'Abemon scrive : « Mosca disponeva di una schiera di spie , propagandisti , emissari segreti ed amici occulti, che penetrarono nel territorio polacco e minarono la resistenza di certi elementi della popolazione .. ... I servizi resi da questa gente disarmata non erano meno efficaci di quelli ottenuti dalla pressione militare. Il sistema adottato era quello di evitare gli scontri frontali finchè possibile e di aggirare le posizioni nemiche con attacchi sui fianchi , l'infiltrazione e la propaganda » ( 18) . Nonostante fosse un abile generale, come amministratore Tukhachevski era di una inefficienza senza speranza , come molti russi. Tartaro nel cuore, intendeva vivere sulle risorse locali ed il suo sistema di rifornimenti ricordava quello di Attila o di Genghis Khan. Fervacque probabilmente esagera quando afferma che i suoi 200.000 soldati erano seguiti da un' orda di 800.000 tra politici , poliziotti e pedoni , il cui compito era quello di bolscevizzare i territori conquistati , abbassando gli standard di vita ed uccidendo borghesi ed aristocratici ( 19). Tuttavia la sua esagerazione non dev'essere poi così grande, perchè Tukhachevski stesso riferisce che le sue armate IV•, XV•, III" e XVI" erano seguite da 33.000 carretti da contadini ed ironicamente aggiunge: « Era un peso enorme per gli abitanti del luogo » (20) . Questo numero di carri , ciascuno con circa sei uomini, implica che quasi 200.000 uomini saccheggiavano le retrovie russe, mentre la propaganda spianava lo ro la strada sulla fronte. È problematico dire quale fosse la forza dei contendenti alla fine di giugno . Sembrerebbe che le armate polacche disponessero di circa 120.000 uomini e quelle russe di 200.000. Tukhachevski parla di 150.188 soldati , di
(") lbid .• pagg. 231-232. (") "The Eighteenth Decisive Battle of the World", pag. 28. Era una propaganda a doppio taglio. Chamberlain ne sottolinea gli effetti demoralizzanti sui soldati dell'Armata Rossa quando. giungendo alla periferia di Varsavia. essi • scoprirono che c'erano diversi lavoratori nelle file dei volontari giunti a rinforzare le unità polacche che combattevano contro di loro "· ("The Russian Revolution, 1935. Vol. Il. pag. 317). (") • Le chef de l'armée rouge "· pag. 124. (lO) • L'année 1920 "· annesso l. pag. 218.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
l
337
cui 80.942 armati di fucile, 10.521 di sciabole e 68.715 con armi di fortuna , (2 1) mentre Pilsudski afferma che il numero complessivo a disposizione dell'avversario era di 794.645 uomini, di 150.572 cavalli, per un totale di 200.000 combattenti ( 22 ). Qualunque sia il numero esatto, resta il fatto che l'esercito russo era costituito da un'orda armata con fucili a ripetizione. Con la strada preparata dalla propaganda, Tukhachevski lanciò le sue quattro armate in un attacco tra i fiumi Ovina e Pripet all'alba del4luglio, lungo la direttrice costituita dalla linea ferroviaria Smolensk-Brest-Litovsk, dove incontrò un'accanita resistenza organizzata dalle annate polacche I• e IV• che tuttavia , trovandosi in inferiorità numerica di quattro a uno, furono costrette a ripiegare. Non era stato fatto nessun tentativo di ancorarsi, con trincee, al terreno (23), perchè Pilsudski si era convinto che i lavori campali venivano vanificati , quando il fronte era esteso, dal ridotto numero di uomini disponibili e potevano essere sempre aggirati dalla cavaUeria nemica . n 7 luglio, l'intero fronte polacco era in piena ritirata. L'll ebbe inizio la battaglia di Vilna, che cadde in mano alla IV• armata sovietica il14. La situazione polacca diventò ancora più critica quando l'esercito Lituano si schierò con i bolscevichi. « Per adesso- scrive Pilsudski - la continua avanzata di Tukhachevski produce l'impressione di qualcosa di irresistibile, una nuvola mostruosa e pesante che nessuno ostacolo riesce a fermare ..... Sotto la minaccia di questa nuvola carica di grandine, lo stato si accinge ad affondare; gli uomini tremano e l'animo dei nostri soldati comincia a cedere » (24). Ovunque intorno a lui avvertì disperazione ed impotenza in tumultuosa crescita; la completa dissoluzione della Polonia appariva imminente. Mentre Pilsudski si affannava per tenere insieme le sue armate, Tukhachevski continuava ad avanzare: il18 luglio, ordinava alla sua IV• armata di forzare, per il21 , il Niemen a sud di Grodno , alla XV• di attraversarlo per il 22, e aUa III• e alla XVI• di superare il fiume Shara , a nord e sud di Slonim. Ma l'avanzata progredì più velocemente dei suoi ordini: il19, Gay Khan e la sua cavalleria occupavano Grodno e, il21 , Tukhacevski inviò il seguente messaggio a Mosca: « Grodno è stata occupata il 19 e Slonim ieri. Questi successi dimostrano che la linea del Niemen e dello Shara è stata forzata e che il nemico in ritirata non dispone di altre posizioni sulle quali possa arrestarci. Si può presumere di poter completare l'operazione
(>' ) lbid .. pag. 217. (") lbid .. pag. 16, che ci1a .. Approvisionnemenl de l'année rouge sur le fronl occidenla1 • di Fro· lotr (in russo) . (l") l bi d. , pagg. 78,84. ("') 1bid.' pagg. 113·114.
338
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
in tre settimane » ( 25 ). Kamenev fu così contagiato da questa prospettiva, che ritenne i polacchi ormai battuti senza alcuna possibilità di ripresa e suggerì di sottrarre un'armata a Tukhacevski per costruire una riserva. Mentre a nord del Pripet i polacchi si ritiravano, a sud la loro III" armata, al comando del generale Smigly-Rydz, era talmente bersagliata dai cosacchi di Budienny da perdere rapidamente energia e spirito combattivo. Pilsudski scrive: « A sud , la cavalleria di Budienny era il motore della guerra >> (fii). Quando Grodno cadde , Tukhacevski ordinò di occupare Varsavia il 12 agosto. Egli giustificò la sua mancata sosta per riorganizzare i servizi di retrovia ed il non aver atteso i 60.000 uomini di rinforzo , già in movimento per raggiungerlo, col fatto che, essendo il nemico in rotta , l'unica cosa da fare era quello distargli addosso con tutta l'energia disponibile (27). E così fece , mentre Pilsudski pianificava di attestarsi sulla linea del Bug e contrattaccare il fianco sinistro del nemico. Ma il 22 e 23 luglio questa linea cadde assieme a quella del Niemen e il l"' agosto i polacchi dovettero abbandonare anche Brest-Litovsk. La posizione di Pilsudki divenne disperata e , poichè le paludi polesiane erano state aggirate, si aspettava ormai che i due gruppi di armate sovietici si sarebbero uniti e avrebbero travolto le sue forze demoralizzate. Fortunatamente, la situazione non era compromessa come appariva, perchè Wrangel era uscito dal suo rifugio in Crimea e così minacciava le retrovie di Yegorov al punto che Tukbachevski si lasciò convincere a distaccare parte della XII" armata (28) per mandarla in suo aiuto. Tale provvedimento non ebbe riflessi favorevoli immediati sulla situazione polacca , ma ebbe un'importante influenza sulle operazioni a metà agosto. D 2 agosto, Pilsudski entrò a Yarsavia per apprendere che il Narew era in mano nemica. Il giorno seguente Lomza cadde e l' intera Ja armata polacca si ritirò nella capitale. La distruzione sembrava imminente ma, ancora una volta, la situazione non era senza speranza, perchè la rapidità dell'avanzata bolscevica, quasi 300 miglia in 30 giorni ,aveva gettato nel disordine il sistema di rifornimenti di Tukhachevski , che era quasi vicino al collasso. La situazione era tale per cui'i russi non potevano nè arrestarsi nè ritirarsi: fermarsi e riorganizzarsi significava la fame. Tutto ciò che restava loro da fare era spingersi avanti. Inoltre la situazione politica favoriva la continuazione dell'attacco. In Austria, Cecoslovacchia e Germania i lavoratori si rifiutavano di consen-
(") lbid., pag. 286. ("') lbid .. pag. 120. (21) lbid., annesso l. pag. 234. (28) lbid., note alle pagg. 298-299.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
339
tire il transito di munizioni dirette in Polonia. Il 6 agosto, il partito laburista inglese pubblicò un volantino nel quale affermava che i lavoratori di Gran Bretagna non avrebbero preso parte alla guerra come alleati della Polonia. A Parigi i socialisti francesi, attraverso il loro organo« L' Humanité », parlavano di una guerra contro la repubblica sovietica scatenata dal governo polacco per ordine dell'imperialismo anglo-francese e sostenevano « non un uomo, non un soldo, non una granata per la Polonia reazionaria e capitalista. Lunga vita alla rivoluzione russa. Lunga vita all'internazionale dei lavoratori » ( 29), mentre a Danzica i portuali si rifiutavano di scaricare le munizioni. Di tutti i popoli europei , i soli ungheresi rimanevano amici dei polacchi , perchè sotto l'odioso regime di Bela Kun avevano assaggiato i frutti della rivoluzione bolscevica (30). Questo cupo sfondo politico della ritirata polacca di 375 miglia convinse Francia e Gran Bretagna dell'imminenza di una vittoria sovietica. « Niente poteva apparire più sicuro del fatto che le forze sovietiche avrebbero conquistato Varsavia » (3 1). Fin dal12luglio, la convinzione della sconfitta aveva assalito il governo britannico. Quel giorno, lord Curzon, ministro degli esteri, che credeva nell'eresia di una possibile pace con i bolscevichi , indirizzò una nota al governo sovietico, non solo pe r proporre una tregua, ma anche perchè fosse riconosciuta la linea del Bug quale frontiera tra Polonia e Russia. Cinque giorni più tardi, Chicherin propose di tenere una riunione e, il 10 agosto, Lloyd George alla Camera dei Comuni suggeriva alla Polonia di accettare la pace secondo i termini russi che, tra l'altro, prevedevano la limitazione dell'esercito polacco a 60.000 uomini ed una milizia armata di lavoratori « sotto il controllo dell'organizzazione dei lavoratori di Russia, Polonia e Norvegia » (32). Poichè ciò significava la completa bolscevizzazione della Polonia, il trattato fu respinto da Pilsudski il quale, come si vedrà, quattro giorni prima che Lloyd George desse il suo impaurito suggerimento e mentre si trovava nella solitudine del palazzo Belvedere , aveva avuto l'idea luminosa che doveva cambiare l'intero corso della guerra. Nel frattempo il tifone bolscevico avanzava verso ovest e, poiché bisognava fare immediatamente qualcosa , Gran Bretagna e Francia decisero di inviare una missione a Varsavia.
(29) "The Poland of Pilsudski ''. di Robert Machray, pagg. 112-113. (lO) Il 27 maggio 1919 Lenin cosl S<:riveva ai comunisti ungheresi: • Siate fermi . Se vi sono esitazioni tra i socialisti che sono venuti con voi ieri, o tra i piccoli-borghesi. riguardo alla dittatura del proletariato, eliminante gli incerti senza pietà. La fucilazione è il giusto destino per i codardi, in tempo di guerra "· (""Collected Works~ di Lenin. Vol. XVI. pag. 229). (") ""The Eighteenth Decisive Battle of the World ", di D'Abemon , pag. 15. (») "The Russian Revolution . 1917-1921". di William Henry Olamberlin (1935). Vol. II , pag. 208. Vds . anche "The Soviets in World Affairs" di Louis Flscher {1930), pag. 267. e "The Eighteenth Decisive Battle of the World'", pagg. 70-71.
340
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Lord D 'Abernon , ambasciatore inglese a Berlino , ebbe l'ordine di recarsi a Parigi, dove sarebbe stato raggiunto dal generale Weygand e da altri, per poi recarsi in tutta fretta a Varsavia. Quando la missione vi arrivò, il 25 luglio , scoprì che Pilsudski voleva granate e non consigli. Ritorniamo alla guerra. Al suo arrivo a Varsavia , Pilsudski si trovò a far fronte aHa seguente situazione. La testa di ponte era ben trincerata e difesa da 43 batterie di artiglieria pesante. Inoltre, era protetta sul fianco dai punti forti di Deblin (Ivangorod) a sud , di Modlin (Novo-Georgievsk) a nord e di Plock, sulla Vistola, ad ovest. Soddisfatto per lo stato delle difese , le lasciò com'erano , evitò i diplomatici impegnati a prendere in seria considerazione i termini di pace sovietici e , come Joffre prima della battaglia della Marna, rimosse dagli incarichi molti dei suoi subordinati, affidando poi al generale Haller la difesa di V arsa via e costituendo una nuova armata, la V•, agli ordini del generale Sikorski. La situazione nelle 200 miglia del fronte si presentava come segue: l'esercito polacco era suddiviso in due gruppi- uno intorno a Varsavia e l'altro intorno a Lvov- collegati da un debole velo di forze al centro. Il gruppo nord era costituito dalle armate v• (34.000) , I• (38.000) , IJa (12.000) più la rv• (23.500) ancora in ripiegamento dal fiume Bug. Il gruppo sud comprendeva la VI• (22.000) attorno a Lvov , J'VIll•, l'armata ucraina e rumena (24.000) - più a sud- nonché la III•, che assicurava il collegamento e la continuità di schieramento con il gruppo nord. Da nord a sud, di fronte a questa linea sottile erano schierati il gruppo di armate dell'ovest di Tukhachevski ed il gruppo di armate del sud-ovest di Yegorov. Il primo era costituito dalle armate IV• (28.000), rinforzata dal III corpo d'armata (4.700) di cavalleria di Gay Khan, la XV• (26.000), la IIJa (20.000), la XVJa (20.700) ed il gruppo di Mozyr (8.000); il secondo dalla Xli" (22.500) , dalla XIV• (18.000) e dalla I• armata di cavalleria (30.000) di Budienny. Complessivamente 178.500 tra polacchi e ucraini fronteggiavano 177.900 bolscevichi. Poiché il grosso di ambedue gli eserciti era nei pressi di Varsavia, il consiglio di Weygand a Pilsudski fu di difendere la linea della Vistola, mentre veniva preparata una controffensiva a tergo dello stesso fiume. Questa sua soluzione era sostenuta da molti generali polacchi , che erano favorevoli a un contrattacco che partisse da Modlin con l'ala destra imperniata sulla Vistola . La loro idea prevedeva di sopraffare l'ala destra sovietica, di sospingerla a sud del fiume Bug e di tagliarla fuori dalla linea ferroviaria Varsavia - Bialystok. Mentre Weygand ed i generali polacchi discutevano, Pilsudski ascoltava. Non approvava nè dissentiva. Le loro discussioni parve lo lasciassero senza un'idea precisa. La notte tra il 5 ed il 6 agosto, si ritirò nel suo studio del palazzo Belvedere e tutto il suo travaglio interiore è così rivelatore, che vale la pena di riportarlo come lui lo descrive. « È passata alla storia
LA RIVOLUZIONE RUSSA
341
- scrive- una meravigliosa espressione della più grande autorità del genere umano in fatto di guerra - Napoleone- il quale disse di se stesso che, quando doveva prendere un'importante decisione, era come una fanciulla sul punto di dare aUa luce un figlio. Dopo quella notte, mi sono spesso ricordato del profondo significato di quel concetto. Egli, che disprezzava la debolezza del gentil sesso, paragonava se stesso , un gigante di volontà e di genio, ad una fragile giovane donna sul suo letto , in preda alle doglie del parto. Egli era solito dire a se stesso che, in quei momenti, era un pusillanime. Anch'io , preda della stessa pusillanimità, non riuscivo a risolvere il problema di quell'assurda battaglia, che condannava il grosso delle forze alla difesa passiva di Varsavia. Nella mia opinione, il contrattacco non poteva essere lanciato da Varsavia né da Modlin. Ciò avrebbe significato un attacco frontale contro il punto più forte del nemico che io ritenevo concentrato davanti a Varsavia e che , fino a quel momento , non era stato arrestato né dai miei uomini né dai miei comandi in sottordine. E inoltre l'incubo della sconfitta e le scuse dei codardi si stavano diffondendo in tutta la città ». Le meditazioni di Pilsudski lo portarono a rendersi conto del fatto che mantenere Varsavia non era sufficiente e che, per ristabilire il morale del suo esercito, si imponeva un'offensiva. Ma dove poteva prendere gli uomini per sferrare un contrattacco? Questo era il problema che lo affliggeva: se li sottraeva da una delle ali, la popolazione di Varsavia o di Lvov sarebbe quasi certamente caduta in preda al panico, che avrebbe potuto quasi certamente coinvolgere anche i soldati. Riesaminò le sue carte topografiche ed i suoi rapporti e fu colpito dalla lenta ritirata della IV• armata. « La naturale direzione nella quale il nemico la stava spingendo - scrive - portava alla Vistola tra Varsavia e D eblin. In queUa direzione non esistevano nè ponti nè mezzi per superare il fiume. Se il nemico avesse accentuato la sua pressione al centro , l'armata poteva essere incastrata contro la Vistola e trovarsi in posizione estremamente critica. Era , pertanto , necessario farla deviare o verso Varsavia o verso Deblin , oppure dividerla in due parti , l'una diretta a nord e l'altra a sud » (33). Alla fine prese la propria decisione: ordinare al grosso della IV• armata di dirigere su Deblin ; nello stesso momento in cui la cavalleria di Budienny sarebbe stata ritirata , avrebbe anch'egli fatto ritirare due divisioni dalla prima linea -la P e la 3• della Legione - dal settore a sud verso Deblin. Decise così, pur avendo presente il rischio che, se Budienny fosse venuto a conoscenza della sua manovra, avrebbe certamente continuato ad avanzare. Infine , poichè il successo del contrattacco era così incerto, decise di assumere personalmente il comando. Se si dà un'occhiata alla situazione che aveva di fronte, si scopre che
e') « l 'Année 1920 », pagg. 136-141.
342
LE BATfAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
la sua idea di base prevedeva di sfruttare a proprio vantaggio la separazione delle forze nemiche: le truppe di Tukhachevski erano concentrate intorno a Varsavia e quelle di Yegorov e Budienny intorno a Lvov. L'intero fronte nemico si sviluppava diagonalmente da nord-ovest a sud-est e le due armate erano collegate da un debole centro nelle vicinanze di Lublin , nei pressi del fiume Wieprz. Se si poteva far fronte al nemico a Varsavia e a Lvov, Pilsudski era convinto che, qualora fosse riuscito ad incuneare le sue forze a sud del Wieprz tra Deblin e Lublin - cioè ad angolo retto rispetto al debole centro del nemico - avrebbe potuto attaccare la XVI• armata di Tukhachevski alle spalle e, contemporaneamente, evitare che essa potesse penetrare nella parte più debole del suo schieramento (al centro) tra Varsavia e Deblin. Inoltre, egli sapeva che il gruppo Mozyr, che era schierato tra le armate sovietiche XVI• e XJI•, era troppo debole e diluito su una lunga fro nte , per opporre troppa resistenza; pertanto , come egli stesso scrive: « Era in quella direzione (il Wieprz) che, in ottemperanza all'ordine del6 agosto, era diretta la distribuzione delle forze per la battaglia di Varsavia » (34) e ciò nonostante il fatto che, quel giorno ed il giorno seguente, le tre divisioni (14•, 16• e 21") della IV• armata non si fossero ancora sganciate dal nemico. In più, non solo si rese conto che la ritirata della IV• armata avrebbe comportato una marcia di fianco in presenza del nemico, ma che la ritirata della l" e della 3• divisione della Legione avrebbe aperto la porta a Budienny (35). Se avesse potuto effettuare il contrattacco con estrema rapidità, e non bisogna dimenticare che disponeva di poca cavalleria , allora sarebbe stato possibile, una volta disperso il gruppo Mozyr, piombare alle spalle della XVI• armata sovietica, che si trovava già- come sapeva - in uno stato di crescente confusione a causa delle manchevolezze nel sistema di rifornimenti di Tukhachevski (36). Accentuare quel caos era la freccia morale che egli intendeva scoccare dal suo arco strategico - il Wieprz. Se avesse avuto successo, le unità arretrate dalla XVI• armata sovietica sarebbero state schiacciate contro le retro vie delle armate III•, XV• e IV• schierate intorno a Varsavia e, una volta sconvolto il loro sistema di rifornimenti , le stesse armate a Varsa via -la I• e la v•- avrebbero potuto sferrare il contrattacco. In sintesi , la sua grande idea prevedeva di contrattaccare con il grosso delle proprie forze: un'operazione di potenza innescata dal contrattacco della IV• armata . la cui azione avrebbe avuto effetti positivi sul morale delle altre unità. Il generale Camon sostiene che, presa
( 34 ) lbid .. pag. 142. (lS) Ibid .. pag. 146. 36 ( ) Per le condizioni delrarmata di Tukhachevski in quel momento. vd;, . • La Manocuvre Liberatrice » di Camon. (1929) pag. 109.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
343
nel suo insieme, la manovra era napoleonica perchè prevedeva un'azione sul tergo. Sarebbe meglio attribuirla ai canoni di Alessandro, perchè ricorda molto da vicino la strategia impiegata nella battaglia di Arbela, dovesi ricorderà - il grande macedone arrestò l'ala destra dello schieramento nemico, sfondò la parte debole centrale sinistra ed attaccò, quindi, l'ala destra alle spalle. E ciò era quanto Pilsudski intendeva fare. Il piano del polacco, una volta formulato, fu criticato severamente dai generali e dal suo stato maggjore, che furono frastornati daJI' audacia dell'azione, soprattutto perchè si sentivano come topi preda di un gatto, impersonato da Tukhachevski . Costoro, invece di chiedere alloro capo forze per dare maggiore vigore al contrattacco, non trovarono niente di meglio che supplicarlo di rinforzare Varsavia (37). Pilsudski fu irremovibile; il 6 agosto, emanò l'ordine per assumere gli schieramenti (38). Fissò per il17 il giorno d'inizio dell'azione poi , il 12, lasciò Varsavia per Dublino. Quale era il piano di Tukbachevski? Sapeva benissimo che Lenin (39) attribuiva grandissima importanza alla caduta di Varsavia e, ora che si trovava alle sue porte, cosa doveva fare? Ma vedeva per contro che la penuria di forze non gli consentiva di sferrare un attacco frontale o di impegnare contemporaneamente ambedue le ali nemiche e che era , pertanto, costretto a scegliere di investire una sola delle due ali. Per attaccare l'ala destra, avrebbe avuto bisogno, così sostiene, di riorganizzare in modo complicato il dispositivo tattico e di modificare le linee di rifornimento che attraversavano Kleshcheli e Brest-Litovsk. Decise perciò di investire la sinistra dello schieramento polacco e di tagliarne il collegamento con Danzica , nonostante fosse conscio che l'armata d'ala sulla destra sarebbe venuta a trovarsi esposta ad azioni provenienti dalla Prussia orientale, con conseguenze disastrose, in caso di fallimento dell'operazione. Faceva affidamento, per la sicurezza della parte sinistra del dispositivo, sull'armata di Yegorov. L'8 agosto emanò gli ordini per iniziare l'attacco il giorno 14, secondo le seguenti modalità: - la IV 3 armata doveva muovere a nord di Varsavia per forzare la Vistola
(:17) Vds. « La Campagne Polono·Russe de 1920 », pagg. 70-77. Commentando questo, il generale Camon scrive: " Nel quartier generale polacco, come in quello tedesco del 1914 e in altri dello spesso periodo , l'ufficio operazioni si considerava superiore al comandante - che dopo tutto era solo un dilet· tante -e il comando ritornò ripetutamente sull'idea di fermare l'avanzata sovietica con un contrattacco lanciato sulla fronte dal fianco sinistro • ("La Manoeuvre Liberatrice •, pag. 31), che era anche l'idea del generale Weygand. (•) Vds. " La Campagne Polono-Russe de 1920 •, di Silcorski {1929),pagg. 53-56 e« La Manocuvre Liberatrice •. di Camon. pagg. 34-4 1. (.19) Nel suo "Collected Works~. Vol. XVII , pag. 308.1eggiamo: «L'intera Germania ribolll quando le nostre truppe si avvicinarono a Varsavia " ·
344
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
e Plock e garantirsi, in proprio , la sicurezza da azioni provenienti da Thorn; - la xva armata aveva il compito di attaccare in direzione di Plonsk; - la IW doveva dirigersi su Wyszograd-Modlin; - la XVI• doveva puntare su Nowo-Minsk - Garwolin e forzare la Vistola a sud di Varsavia, mentre il gruppo Mozyr superava il fiume nelle vicinanze di Deblin. L'ordine si concludeva con queste parole: « A causa dell'altissimo morale delle nostre truppe, abbiamo il diritto di contare sulla vittoria » ( 40). Disse ciò nonostante fosse venuto in possesso di una copia dell'ordine di Pilsudski del 6 agosto, nella convinzione, però, che fosse falso. Se si esaminano i suddetti ordini, si scopre immediatamente che essi prevedevano un attacco generale sferrato dal grosso delle forze sovietiche in direzione della parte settentrionale di Varsavia. Il punto debole dell'azione non stava nel numero dei soldati a disposizione, ma nella mancanza di un comando unico. Kamenev era a Mosca , Tukhachevski rimaneva a Minsk e Yegorov era nelle vicinanze di Lvov- ad oltre 200 miglia di distanza. E, cosa peggiore, questi ultimi due erano ai ferri corti. 1110 agosto, Kamenev ordinò a Yegorov di trasferire la cavalleria di Budienny alle dipendenze di Tukhacevski ma, poichè il messaggio non potè essere decifrato, fu necessario domandarne La ritrasmissione, che richiese tre giorni. Quindi, il13, quando fu possibile capirne il testo , Yegorov cominciò a fare le sue rimostranze. Egli non era interessato all'operazione Varsavia, ma si preoccupava di occupare Lvov, Przemysl e Sambor, e una volta forzato il Dniester, di portare la guerra in Romania. Il risultato fu che l'ordine fu accantonato e Budienny marciò su Lvov come aveva già fatto precedentemente l'orda tartara di Chmielnicki. Cosa avveniva, nel frattempo, nel campo avversario? Pilsudski scrive che i giorni dal 6 al 12 agosto furono densi di ansietà , mentre osservava il nemico che si schierava intorno al suo fianco sinistro. L'll Tuckachevski lanciò un attacco su Pultusk , presidiata , come scrive Sikorski, da truppe talmente mal ridotte che sembravano « cadaveri viventi >) sbrindellati e a piedi nudi (41). Questa vecchia fortezza sbarrava gli attraversamenti del Narew, superato il quale- cosa che i bolscevichi fecero -l'unica linea difensiva rimasta fino alla Vistola era costituita dal fime Wkra ,che confluisce nel Bug nelle vicinanze di Modlin. Per i polacchi, la perdita di Pultusk fu in parte compensata dalla magnifica manovra in ritirata attuata, a partire dal Bug, dal generale Smigly-Rydz con la P e 3• divisione della Legione. Il giorno 13, gli ordini finali di Tukhachevski, che prevedevano un at-
("') « L'Ann~e 1920 " • Annesso l, pagg. 244-245.
(") «La Campagne Polono-Russe del 1920 "• di Sikorski,pag. 79.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
345
tacco generale da sferrare il giorno seguente , furono inviati in chiaro ed intercettati; di conseguenza , il personale diplomatico straniero si ritirò in tutta fretta da Varsavia per portarsi a Lodz. Come visto, il piano di Tukhachevski prevedeva di investire Varsavia da nord e, una volta tagliate le linee di comunicazione, di cadere alle spalle del nemico. Il giorno 13 la sua XVI" armata avanzò contro il fianco meridionale della città, con la III• armata schierata immediatamente a nord, mentre la xv• muoveva verso il Wkra, diretta a Nasielsk , e la IV• ne aggirava il fianco destro per colpire Plock. Quel giorno, la III• armata lanciò un attacco contro le difese esterne di Varsavia , che correvano attraverso Radzymin. Furono fermate dalla I• armata polacca, mentre la V•, agli ordini di Sikorslà, presidiava la linea del Wkra . Pilsudski, accompagnato da cinque ufficiali del suo stato maggiore, stabilì il comando a Pulawy, immediatamente a sud di Deblin e , in quello stesso 13 agosto, visitò le unità della IV• armata e rimase sfavorevolmente impressionato da quello che vide. Le truppe erano così male equipaggiate che, come egli stesso dice: « Durante tutta la campagna non avevo mai visto fino ad allora straccioni di tal fatta » (42). Visitò un' unità dopo l'altra, parlò agli uomini e fece tutto il possibile per risollevame morale ed infondere loro fiducia in se stessi. 1114 agosto, Radzymin cadde, consentendo cosi ai bolscevichi di portarsi a quindici miglia da Varsavia. Simultaneamente, a seguito di un poderoso attacco lanciato contro Sikorski sul Wkra, la situazione diventò così critica che il generale Haller sollecitò Pilsudski a lanciare il suo contrattacco con un giorno d'anticipo sulla data fissata. Questi si convinse ad accettare la proposta, pur sapendo che altre 24 ore sarebbero state di valore immenso per l'organizzazione generale. Il 15 agosto la battaglia sul Wkra continuò ed un gruppo di otto mezzi blindati polacchi operò con effetti notevoli nell'area Raciaz-DrobinBielsk. Sikorski scrive: « Con grande perizia si infiltrarono tra le unità nemiche, attaccarono avampos6 , distrussero colonne di rifornimenti e sconvolsero il sistema di comunicazioni , rendendo un servizio di incalcolabile portata. Raddoppiarono la loro efficacia sfruttando in modo egregio la mobilità, ingenerarono confusione nelle retrovie delle divisioni russe e diedero l'impressione che stessero spianando la strada ad una formidabile offensiva » (43). Il giorno successivo, violenti attacchi bolscevichi furono respinti a Nasielsk; ma sotto la loro protezione la IV• armata di Tukhachevski si diresse a sud verso Plock , Wloclawek , Bobrowniki e Nieszawa, tutte ubicate sulla Vistola; l'ultima di queste città era situata circa diciotto miglia a sud-est di
( 42 ) •
( 41)
•
l 'Année 1920 ... pag. 147. la Campagne Polono-Russe d c 1920 "· pag. 181.
346
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Thorn . La situazione polacca diventava s·empre peggiore in quanto, nonostante la I• armata resistesse bene a Varsavia, l'ala sinistra di Sikorski fu travolta e un forte attacco si sviluppava nelle sue retrovie nelle vicinanze di Plonsk. A quel punto, arrivò da Wieprz la salvezza. Quel mattino , Pilsudski lanciò la sua controffensiva, che durante i pochi giorni successivi si incuneò per 150 miglia nelle posizioni russe. Il giorno della Vergine, 16 agosto 1920, il Rubicone della Polonia, il fiume Wieprz, fu superato e la IV• armata si mosse con obiettivo la strada Varsavia-Brest. Diversamente da Tukhachevski, che era rimasto a Minsk, Pilsudski passò l'intera giornata in automobile e si spostò da un punto all'altro del campo di battaglia per incoraggiare i suoi uomini e per valutare, di persona e tempestivamente, la situazione. La cosa che più lo meravigliò fu l'assenza delle truppe nemiche . Sulla sinistra Garwolin fu occupata senza resistenza e pertanto, per il17, Pilsudski decise di spingere in avanti l'ala destra del dispositivo « per cercare tracce del nemico fantasma e per accertare se si trattasse di una trappola ». Anche il giorno 17 si spostò senza sosta per il campo di battaglia: consumò, quel giorno, la colazione presso il comando della 21• divisione in prossimità dell'importante stazione di Lukow, sulla linea Brest-Litovsk. Tutti sostenevano « che non c'erano in giro consistenti formazioni nemiche e gli fu detto con entusiasmo che l'intera popolazione civile offriva assistenza, con il risultato che i pochi gruppi nemici presenti in zona venivano attaccati con forconi dai contadini sostenuti dalle mogli armate di bastoni » ( 44 ). Di quel giorno Pilsudski scrive: « Stavo sognando? Solo pochi giorni prima un vero e proprio incubo mi aveva ossessionato: un movimento irresistibile e potente, un movimento simile a mostruose tenaglie che si stringevano intorno alla mia gola e mi soffocavano. Era proprio vero che cinque mie divisioni , liberamente e senza nessuna parvenza di resistenza nemica, stavano baldanzosamente avanzando attraverso le stesse regioni che solo recentemente avevano, nella mortale agonia della ritirata, cedute al nemico? Nonostante la gioia di questo sogno, sembrava impossibile che potesse essere vero. Le suggestioni di un intero mese circa la superiorità del nemico che rifiutavano di dissolversi. Questo sogno avrebbe potuto non essere vero. Questi erano i pensieri che si affollavano nel cervello, quando arrivai quella sera a Garwolin » ( 45). Poche ore più tardi, mentre sedeva sul suo letto bevendo una tazza di thé, lontano, verso nord, udì il rombo di un canno-
(") • L'Année 1920 », pag. 152. (U) • L'Année 1920 "• pag, 152.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
347
PRU//IA
Hrubics~w•
'H-t--'i Fig. 22: Battaglia di Varsavia, 16-25 agosto 1920
348
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ne. « Quindi c'è un nemico! Non è un'illusione- esclamò- La vergogna, che in precedenza mi aveva assalito per lo shock e per il terrore , quando ero rimasto preda di quel mostruoso incubo che mi aveva avviluppato con le sue illusioni, non era frutto dei sogni di un pazzo. Il nemico esisteva: ne era la prova il rumore della battaglia che giungeva alle mie oreccchie proveniente da nord » ( 46). Il giorno seguente il cannoneggiamento era terminato e, sebbene incombesse la minaccia dei cosacchi presenti nel territorio , uscì ugualmente con la sua macchina e si diresse a Kolbiel per raggiungere le retrovie della 14• divisione, che aveva occupato la città durante la notte ed era ormai in movimento verso Nowo-Minsk. Quando arrivò , trovò che l'intera XVI• armata russa era in rotta ed ordinò al suo autista di prendere la strada di Varsavia, in modo da poter coordinare l'avanzata della I• e della V• armata con il contrattacco in atto. Fu una decisione sfortunata, come egli stesso riconosce, perchè quando la sua presenza non fu più avvertita l'inseguimento perse mordente, con il risultato che buona parte del 18 agosto fu gettato alle ortiche. Si accusò, inoltre, per non aver assunto il comando diretto della I• e V• armata, perchè, se lo avesse fatto , si sarebbe trovato in una posizione migliore per imporre la propria volontà ai suoi comandanti , che erano ancora attanagliati dal terrore che li aveva così a lungo ossessionati. Egli scrive: « Ognuno si basava sulla più piccola manifestazione di attività nemica per poter ancora credere nella possibilità di un disastro anzichè della vittoria » ( 47). Il 18 agosto emanò i seguenti ordini: - III• armata: assicurare il possesso dell'area Lublino-Chelm e dare la caccia a tutti i resti della XII• armata sovietica presenti in zona; - Il": occupare Brest-Litovsk ed inseguire il nemico in direzione di Bialystok; - IV• armata: avanzare a marce forzate verso nord in direzione della linea ferroviaria Malkinia-Bialystok , occupare Brok e Wyzskov e spingere il nemico verso frontiera tedesca; - I• armata: avanzare verso nord-est, lungo l'asse Varsavia-WyzskovOstrow-Lomza, con la cavalleria sulla sinistra ed operare verso la frontiera tedesca; - V• armata: distruggere il corpo d'armata di cavalleria di Gay Khan , avanzare su Mlawa-Przasnysz ed isolare tutti gli elementi della XV• armata che si trovavano ad ovest di tali località. Sfortunatamente, la I• armata polacca era stata cosi frazionata da non essere in grado di ottemperare gli ordini. Ciò impedì la totale distruzione
(") lbid., pagg. 152·153. ('') lbid., pagg. 165·166.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
349
delle forze di Tukhachevski. Quando Pilsudski lanciò il suo contrattacco, Tukhachevski era ancora a Minsk, a 300 miglia da Varsavia e al doppio della distanza che aveva separato Moltke dal fronte durante la battaglia della Marna. Sembrerebbe che si fosse messo in condizione di perdere i contatti non solo con il nemico, ma con le sue stesse armate , se si pensa che soltanto il 18 ricevette una telefonata dal comandante della sua XVI• armata che lo informava di essere sottoposto ad attacchi nemici. Gli fu detto anche che l'attacco dei polacchi bianchi non doveva essere considerato cosa seria (48). Tukhachevski era un generale troppo in gamba per avere la stessa opinione dell'azione nemica ed emanò, di conseguenza, questi ordini: la IV• armata doveva arretrare, concentrarsi nell'area Gichanow-Przasnysz-Makow e, durante il movimento , fornire concorso al ripiegamento della xv•, che doveva contrastare la progressione nemica ed agevolare, a sua volta, la manovra della IV•, mentre la XVI• si sganciava per portarsi a tergo del fiume Liwiec, protetta sul fianco sinistro dal gruppo Mozyr. La XII• doveva arrestare il nemico che aveva superato il Wieprz, attaccandolo sul fianco. Infine, la III• e la XVI• armata ricevettero l'ordine di inviare una divisione ciascuna a Drohiczyn e Janow per costituire una riserva per l'intero fronte (49). Tukhachevski sostiene di aver previsto la necessità di un ripiegamento generale a tergo dell'allineamento Grodno - Brest-Litovsk. Questa parrebbe essere stata una decisione maturata in seguito, perchè la verità è che, evidentemente cosa a lui non nota, metà delle sue unità erano già in rotta, mentre l'altra metà - la IV• e buona parte della XV• - era talmente in crisi che i suoi ordini non avrebbero potuto essere eseguiti. Come poi accadde, quelli inviati alla IV• armata furono soggetti a gravi ritardi di trasmissione e, quando furono ricevuti, poichè il comandante non era stato messo a conoscenza della vera situazione generale e la credeva ancora favorevole , vennero ignorati e fu continuato il superamento della Vistola per poter attaccare Varsavia alle spalle. Entro il21 agosto, l'intera ala destra di Tukhachevski era in completa rotta. Prima la XVI" armata sovietica, poi la III" e, infine , la xv• erano state travolte sul fianco più dal terrore che dai combattimenti. Man mano che si riversavano verso est in preda al panico , nell 'intero campo di battaglia scoppiava il pandemonio; reparti, piccole unità e numerosissimi sbandati, frammischiati a migliaia di carri per i rifornimenti , si dirigevano nel più disordinato dei modi verso il Niemen. Nel frattempo i cenciosi uomini di Pilsudski continuavano l'inseguimento, miglio dopo miglio, senza sparare un colpo. A nord e a nord-ovest
('") lbid .. annesso l, pagg. 2.50-251. (..) lbid., annesso l, pagg. 251-252.
350
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
di Varsavia , l'ala destra della XV• armata sovietica diede vita ad un combattimento disperato a Ciechanow; ma , costretta ad abbandonare la località il 19 agosto e successivamente anche Mlawa il 20, coinvolse nel suo movimento retrogrado l'organizzazione Jogistica della IV• armata, che era schierata in corrispondenza dei passaggi sulla Vistola , a Wloclawek e Plock. L' unica unità sovietica che si distinse nel disastro generale fu il corpo d'armata di cavalleria di Gay Khan . Il 20 si ritirò su Mlawa, lanciò un attacco notturno contro Konopki distruggendo un battaglione polacco. Costretto infine a ritirarsi verso est a Chorzele, si aprì la strada attraverso due reggimenti nemici a Myszyniec. Quindi si diresse a Kolno, dove si trovò di fronte la IV• armata polacca, che poche ore prima aveva preso possesso della posizione. Nonostante le soverchianti forze nemiche e la penuria di munizioni, attaccò lo stesso e il 25 agosto fu schiacciato, ormai stremato, contro la frontiera tedesca, come era accaduto alla IV• armata sovietica. Alla fine, il 25 agosto, i resti del gruppo di armate sovietiche dell'ovest raggiunsero la linea Grodno - Brest-Litovski - Wlodawa, dove ebbe termine l'inseguimento da parte dei polacchi. Il bottino fu immenso: 66.000 prigionieri oltre ai 30.000 - 40.000 disarmati in Germania, 231 cannoni, 1.023 mitragliatrici e 10.000 carri di munizioni e rifornimenti vari. Le perdite sofferte dai polacchi, tra luglio ed agosto, furono di circa 50.000 uomini, mentre quelle sovietiche si aggirarono sui 150.000. Nonostante questa grande vittoria, la campagna non era conclusa: seguirono altre due operazioni, una a sud e l'altra a nord. La prima fu effettuata da Sikorski, che diede inizio alla sua offensiva il12 settembre ed occupò, il18, Kovel, Lutzk , Rovno e Ternapol e, il20, Pinsk. La seconda fu diretta dallo stesso Pilsudski che, dopo una manovra magistrale , attaccò Tukhachevski il 20 settembre , distrusse la Il" armata sovietica nella battaglia del Niemen ed occupò Grodno, il 26. Questa vittoria fu immediatamente seguita dalla battaglia della Shara (Szczara) (50), nella quale i resti delle armate sovietiche furono costretti a ritirarsi fino a Minsk . In questi due scontri, Pilsudski prese 50.000 prigionieri e 160 cannoni. IliO ottobre, fu concordato un armistizio il 18 marzo 1821 , con il trattato di Riga, fu definita la frontiera orientale della Polonia che rimase immutata fino al1939. Aveva cosi fine una campagna di notevole importanza, combattuta fra due eserciti improvvisati e di dimensioni limitate, ma in un teatro di guerra vastissimo. Fu la campagna della mobilità e della sorpresa, completamente
("') Per queste due battaglie vds. gli articoli del generale francese Faury sulla " Revue Militaire Fran~ise • di febbraio e marzo 1922 e del marzo 1929. Faury era stato aggregato nel 1920 al generale
Skierski. che comandava la rv• armata polacca.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
. 351
diversa da quelle combattute durante la Ja guerra mondiale. Fu lo scontro fra eserciti condotti da giovani generali, dove la cavalleria giocò un ruolo importantante, dove le trincee non furono prese in considerazione e dove soprattutto gli uomini risultarono più importanti dei materiali ed i generali più decisivi dei loro stati maggiori. L'influenza di questa battaglia, decisiva per la storia, fu valutata in tutta la sua importanza da Tukhachevski che l'aveva persa e da lord D' Abernon che vi aveva assistito. Invece, strano a dirsi, la sua importanza fu poco compresa in Europa occidentale, e anche in seguito non ebbe la risonanza che meritava. Subito dopo la sconfitta. Tukhachevski scriveva: « in tutti i paesi europei il capitalismo vacillava; i lavoratori stavano sollevando la testa e correndo alle armi. Non esiste il più piccolo dubbio che, se avessi vinto sulla Vistola, la rivoluzione avrebbe preso piede sull'intero continente europeo ... Esportare la rivoluzione è possibile ..... e se non fosse stato per i nostri errori strategici e la nostra sconfitta sul campo di battaglia, probabilmente la guerra con la Polonia sarebbe stato il collante che avrebbe unito la rivoluzione d'ottobre con quella dell'Europa occidentale ...... Non può esservi il minimo dubbio che, se fossimo riusciti a sconfiggere l'esercito polacco dei borghesi e dei padroni, la rivoluzione della classe lavoratrice di Polonia sarebbe stata un fatto compiuto e la conflagrazione non si sarebbe arrestata sulla frontiera polacca. Come un fiume in piena, sarebbe dilagata su tutta l'Europa. L'Armata Rossa non dimenticherà mai questo esperimento per l'esportazione della rivoluzione e, se per caso la borghesia europea ci invitasse a nuovi scontri, l'Armata Rossa avrebbe successo nel distruggerla e nel fomentare la rivoluzione nel vecchio continente » (51 ). Più tardi, in un articolo pubblicato sulla « Gazeta Polska »del 17 agosto 1930, lord D 'Abernon emise il seguente giudizio: «La storia della civiltà moderna non conosce avvenimento più importante della battaglia di Varsavia del 1920, la cui portata non è stata adeguatamente valutata. Il pericolo che minacciava l'Europa fu al momento sventato e l'intero episodio venne dimenticato. Se la battaglia fosse stata vinta dai bolscevichi , si sarebbe verificato un momento decisivo per la storia continentale, perchè non può esservi dubbio che l'intera Europa centrale sarebbe stata esposta, in quel momento , all'influenza della propaganda comunista e all'invasione sovietica, alla quale sarebbe stato difficile opporsi ..... Gli eventi del 1920 meritano attenzione anche per un altro motivo: la vittoria fu conseguita, soprattutto, grazie al genio strategico di un solo uomo e grazie all'adozione di una manovra così pericolosa da denotare non solo genio ma soprattutto eroismo .....
(51) " L'Année 1920 », pag. 255.
352
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Dovrebbe essere compito degli scrittori politici spiegare alla pubblica opinione europea che la Polonia salvò l'Europa nel1920 e che è necessario disporre di una Polonia forte ed in armonia con i paesi occidentali, perchè essa costituisca la barriera per scongiurare il pericolo di una invasione asiatica » ( 52). Inoltre, proteggendo l'Europa centrale dal contagio del marxismo, la battaglia di Varsavia riportò indietro l'orologio del bolscevismo , privò la Russia del bottino di cui aveva estrema necessità per superare la sua disperata crisi economica, contenne il flusso di scontento e quasi seppellì l'esperimento bolscevico. Nel 1920, il tenore di vita in Russia aveva raggiunto il punto più basso. ll sistema dei trasporti era paralizzato. Paragonato a quello del1914, il numero delle locomotive efficienti si era ridotto da 17.000 a quasi 4.000 e 4.000 ponti erano stati distrutti durante la guerra civile . La gente di città era alla fame ; il tifo mieteva giornalmente migliaia di vittime; il foraggio per i cavalli era in trova bile nei centri abitati; le case di legno venivano distrutte per farne legna da ardere ed il lavoratori a migliaia abbandonavano le fabbriche per battere la campagna in cerca di cibo. Nel febbraio del 1921, scioperi violenti ebbero luogo nelle fabbriche di Pietrogrado ed i marinai di Kronstadt si ammutinarono di nuovo. La situazione diventava talmente critica , che Lenin cessò di alimentare l'illusione che il proletariato fosse la classe governante per diritto di nascita. L'8 marzo convocò il decimo congresso del partito e , per procurare pane, revocò tutti i decreti socialisti che riguardavano l'agricoltura e concesse ai contadini di ritonare all' impresa privata e di impiegare salariati. Ancora, autorizzò il commercio privato interno, ma mantenne nelle proprie mani la finanza, l'industria pesante, buona parte dell'industria leggera, i trasporti ed il commercio estero. Così con la sua nuova politica economica quasi tutti diventarono ragionevolmente liberi , fatta eccezione però per il proletariato. Non fu un ritorno al capitalismo, ma una ritirata intesa a guadagnare tempo. « Un passo indietro » come era solito dire Lenin « per guadagnarne due in avanti ».Tuttavia, i risultati furono prodigiosi: i contadini cominciarono a vendere , i negozi aprirono e ricomparve il commercio privato. Tra l'ottobre 1921 e l'ottobre 1922, la produzione aumentò del 46 per cento e nell'anno successivo fu del 44 per cento superiore a quella dell'anno precedente. Il 17 ottobre 1921, Lenin ammise apertamente il suo fallimento. Ad un congresso delle truppe d'assalto del partito disse: « Eravamo convinti che sarebbe stato possibile cambiare la vecchia economia russa in uno stato su base socialista. Sfortunatamente, tale tentativo fu un grosso errore.
(~) Tratto da "'l'h e Poland of Pilsudski", pag. 118.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
353
Non essendo ancora culturalmente preparati , non possiamo distruggere il capitalismo con un solo colpo .... Nella guerra civile fummo capaci di vincere perchè stabilimmo nell'esercito la più severa disciplina. Dobbiamo ancora instaurare la disciplina brutale nel nostro esercito di lavoratori, in modo da rendere sicuro il nostro paese , la nostra repubblica »(53). La necessità - e non Marx - riportò la Russia ai tempi di Pietro il Grande e di lvan il Terribile. Il 21 gennaio 1924 Lenin morì a Gorky, nelle vicinanze di Mosca, ed il potere passò a Stalin (Joseph Dzhugashvili, 1879-1953), il quale, per·la sua violenta brutalità, era stato nominato da Lenin segretario generale del partito. Ciò che rimaneva del marxismo fu sacrificato alla tradizione asiatico-bizantina: fu rapidamente instaurato uno stato capitalista totalitario ed ognuno fu ridotto allivello di proletario. L'Ufficio Politico (Politbureau) divenne arbitro della situazione, con la polizia segreta come strumento di governo ed una burocrazia sempre più cospicua diventò la nuova classe media. Oswald Spengler scriveva nel 1931: « Ciò che il regime sovietico ha conseguito negli ultimi quindici anni, non è stato altro che la restaurazione, sotto nome diverso, dell'organizzazione politica, militare ed economica che aveva distrutto »(54 ). Un'osservazione corretta alla lettera, se si paragona la Russia di Stalin con quella di Nicola I del1839 descritta dal marchese de Custine (55). Lo stato, invece di dissolversi, fu posto come un oggetto di culto con Stalin come suo profeta onnisciente. La terminologia marxista fu conservata come linguaggio liturgico « In questo linguaggio- scrive Borin - il capitalismo di stato totalitario si chiamava comunismo. La dittatura dell'ufficio politico del partito comunista si trasformava in dittatura del proletariato. La prosperità della nuova classe governante era nota come prosperità del popolo dei lavoratori. n marxismo in Russia significava ufficio politico e polizia di stato. Chiunque pensava in modo diverso doveva morire » (56). Come Tukhachevski aveva previsto, il marxismo risultò essere una teologia troppo moderna e troppo civile per i russi ed ebbe luogo un ritorno ai loro vecchi dei slavi. L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche ritornò alla Russia storica della « terza Roma »e, con la sconfitta subìta da Tukhachevski , si rimise sul vecchio e tradizionale sentiero zarista.
(") Tratto da "Civilization at Bay•·, di V.L. Borio (1951), pag. 91. " Man and Technics" {ediz. inglese, 1932), pag. 99. (") Vds. "Joumey for our Time" , trad . di Phyllis Perm Kohler {ed. inglese 1952). (l<>) " Civilization a t Bay", pag. 103.
{14)
CAPITOLO X
Il terzo reich e le origini della seconda guerra mondiale
l. Quadro storico Le alleanze di guerra contro un nemico comune sono proverbialmente effimere perché, quando il nemico è stato sconfitto, il motivo di coagulo dell'alleanza scompare automaticamente. C'erano poche ragioni per credere che l'intesa tra America, Francia e Gran Bretagna , che aveva vinto la prima guerra mondiale, avrebbe potuto durare più della Santa Alleanza dopo Lepanto o del congresso delle potenze vittoriose dopo Waterloo. Ma, facendo il paragone con quest'ultimo caso, vi fu una profonda differenza: la « Pax Britannica »che dopo la sconfitta finale di Napoleone aveva assicurato per 100 anni un equilibrio di potenza fra le litigiose nazioni europee, fu distrutta durante il primo conflitto mondiale. Dopo di esso, grazie alla partecipazione americana alla guerra, fu sostituita dalla Lega delle Nazioni , uno strumento che non era in grado né di rimuovere le cause che avevano innescato la guerra, né di ristabilire l'equilibrio di potenza. Al contrario , la Lega imponeva rigidamente una pace secondo principi che non trovavano riscontro nella storia né nella geografia o nell'economia. Invece di essere concepita come un consesso permanente di stati sovrani per la soluzione , mediante la discussione, delle dispute tra i suoi membri, essa fu organizzata come uno strumento autocratico, che legalizzava la guerra contro qualsiasi potenza che minacciava l'integrità territoriale e l'indipendenza politica dei suoi membri e poneva fuorilegge tutte le altre forme di guerre. Fu un patto di parole senza la spada, che causava scontento e frizioni sempre crescenti e, come reazione ai suoi sforzi futili e ingenui, condusse alla crescita di tiranni, che ne sfidarono l'autorità e ne sfruttarono l'impotenza. Di questa situazione approfittarono due uomini assertori di una nuova filosofia: Benito Musso lini ed Adolfo Hitler. Essi sfidarono il mito del-
356
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCID ENTALE
l'uomo economico, fattore fondamentale del capitalismo, del socialismo e del comunismo ed esaltarono, in contrapposizione, il mito dell' uomo eroico. Questa visione era stata chiaramente definita dal famoso soldato francese René Quinton nel suo « Maximes sur la guerre »: ( 1) « L'eroe è colui che dimentica se stesso per gli altri .... La natura creò l'eroe non per vivere ma per servire .... L'eroe è unico tra gli uomini perchè la sua vita è l'apoteosi della devozioni e non del lavoro .... Le guerre hanno ridato agli uomini la religione che avevano perduto ... È la sicurezza della vita che ha fatto tramontare gli dei .... Con la morte l'uomo riscatta la vita del mondo .... Le idee , non gli uomini, sono la base del genere umano» Agli occhi di Hitler, i fini del capitalismo internazionale e del marxismo erano una cosa unica ed identica. Ambedue, diceva, avevano ripudiato « il principio aristocratico della natura »; ambedue perseguivano la distruzione della qualità, non delle cose ma della vita. Sosteneva che ambedue mancavano della giustificazione del sacrifio, che erano contro natura e che distruggevano il genere umano. D a qui il suo credo di sangue, enigmaticamente racchiuso nel suo dogma« ein Volk, ein Reich, ein Fiihrer », che perversamente mescolò con le sue confuse idee della superiorità della razza ariana e teutnoca ed arricchì con l'odio profondo verso gli ebrei. Come Cromwell creò un'associazione, non di garzone d'osteria o servitori decadenti, ma di uomini di spirito che « presero coscienza di quello che facevano ». E quando si esamina la sua bibbia autobiografica - « Mein Kampf » - si riscontrano rimarchevoli coincidenze con le massime di René Quinton: « Gli uomini non muoiono per soldi ma per ideali ... Colui che vuole vivere dove combattere - Colui che non vuole combattere in questo mondo, dove il contrasto permanente è legge di vita, non ha diritto di esistere .... Per ridare alla Germania la potenza che le spetta non dovete chiedere "cosa dobbiamo fare per produrre armi" ma "come dobbiamo nutrire lo spirito che rende un popolo capace di usare le armi?" ... La superiorità dell'ariano non è basata sulle sue doti intellettuali , ma piuttosto sulla sua volontà di dedicare tutte le sue facoltà al servizio della comunità .... Questa attitudine mentale , che costringe gli interessi personali a recedere a favore del bene comune, è il primo requisito di ogni genere di vera civiltà umana ... . ~a rinuncia della propria vita a favore della comunità è il significato principe dell'idea del sacrificio ... I posteri non ricorderanno coloro che perseguirono soltanto i loro personali interessi , ma saranno riconoscenti a quegli eroi che rinunciano sono illuminanti . I commenti di Peter F. Duker su questo credo sono illuminanti.
(') Tradotto in inglese da Douglas Jerrold col titolo "Soldierr's Testament~ (1930), da cui sono tratte le citazioni.
356
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
357
« È un errore comune e stupido - egli scrive in "The End of Economie Man"- guardare a questa esaltazione del sacrificio come a mera ipocrisia, inganno o spunto propagandistico. Essa ebbe origine dalla più profonda disperazione. Proprio come il nichilismo del 1880 in Russia attirò i giovani più nobili e coraggiosi, così in Germania e in Italia furono i migliori e non i peggiori rappresentanti della generazione post-bellica che rifiutarono il compromesso con il mondo che non offriva valori genuini, da cui attingere teorie valide per le quali vivere ». Se non si accetta e non si capisce l'antitesi tra questi due miti - l'uomo economico e l'uomo eroico - diventa quasi inspiegabile il cataclisma che sommerse il mondo nel1939 e l'era alla quale essa diede inizio diventa poco più di un capriccio della sorte. Hitler, di genitori austriaci, nacque a Braunau-am-Inn il20 aprile del 1889 e, quando fu arruolato, allo scoppio della guerra nel 1914, .nel 16° reggimento bavarese di fanteria, nessun'altra recluta poteva sostenere più di lui di essere « un vero proletario ». Per meriti propri, fu decorato di Croce di Servizio Militare con Spade, si guadagnò il Diploma Reggimentale di Coraggio e si vide concesso l'Ordine della Croce di Ferro di prima classe. E tuttavia, strano a dirsi, non raggiunse che il grado di caporale. Mentre i vincitori decretavano il loro trionfo col monumento costruito a Rethondes nella foresta di Compiègne, sul quale si legge: « Ici le 11 Novembre 1918 succomba le crimine! orgueil de l'empire Allemand, vaincu par !es peuples libres qu'il prétendait asservir » (2), il caporale Hitler giaceva in un ospedale a Pasewalk in Pomerania reso quasi cieco da un attacco di gas tossici. Pochi immaginavano che sarebbe venuto un giorno in cui questo oscuro soldato avrebbe ricevuto , ai piedi dello stesso monumento, la resa delle aquile di Francia e avrebbe fatto sventolare la sua bandiera con la svastica dall'Atlantico al Volga. Quale fu la forza che lo mise in grado di raggiungere tale risultato? In parte il suo genio politico ed in parte anche le sue rimarchevoli qualità di capo ma, soprattutto, la convinzione di essere il rigeneratore, designato dalle divinità, del popolo germanico. Era un invasato , un condensato spiritato della legge del castigo, per la quale chi infligge iniquità deve riscuotere calamità. I demoni che lo esaltavano erano il Trattato di Versailles , che non assomigliava neanche lontanamente ai Quattordici Punti di Wilson ( « Quatorze commandements! C'est un peu raide! » aveva esclamato Clemeoceau, « Le bon Dieu n'en avait que dix ») (3), l'invasione della Ruhr ope-
(l) • Qui l'Il novembre 1918 socoombette l'orgoglio criminale dell'impero tedesco , vinto dai popoli liberi ch'esso pretendeva di assoggettare • ·
(3) " Quattordici comandamenti! Questa si che è grossa! Il buon Dio non ne aveva che dieci ».
358
LE BATTAGLIE DECIS IVE DEL MONDO OCCIDENTALE
rata da Poincaré nel 1923, che aveva svalutato la moneta tedesca e fatto scomparire la classe media in Germania, l'influsso dei 750 milioni di sterline di prestiti esteri tra il 1924 ed il 1930, che aveva messo in ginocchio il popolo tedesco ed, ultimo, il crollo della borsa americana , che generò la depressione monetaria mondiale del 1929-1931. Nel1930, 17.500.000 tedeschi erano mantenuti dallo stato e , nell931, l'elettorato comunista in Germania raggiuse la cifra di oltre cinque milioni. Quell 'anno, il giornalista americano H.R. Knickerbocker, nel suo libro « Germany-Fascist or Soviet? » stimò che almeno 15 milioni di tedeschi erano alla fame, che due terzi dei votanti erano contrari al capitalismo e che più della metà era ostile al sistema politico chiamato democrazia. L'anno successivo, queste calamità portarono al trionfo di Hitler. Nell919 una nullità umana- come egli stesso si definiva- era diventata il settimo membro di un oscuro gruppo politico che si proclamava, per bocca degli altri sei iscritti , « Partito dei Lavoratori Tedeschi ». Nel1932 questo stesso partito, ribattezzato « Partito dei Lavoratori Nazionalsocialisti Tedeschi » , ricevette, nelle elezioni per il Reichstag del mese di luglio, 13.779.017 voti, su un totale di 36 milioni e , il 30 gennaio 1933, il presidente Hindenburg designò quale cancelliere Hitler, capo del partito più numeroso di Germania , con l'incarico di formare il nuovo governo. Un anno più tardi , il 30 giugno, Hitler purgò il suo partito con una serie di ignobili assassini, coi quali vennero eliminati Ernst Ròhm , iJ generale von Bredow, Gregor Strasser , il generale von Schleicher e molte centinaia di altri. Infine, quando il 2 agosto il maresciallo Hindenburg morì , la carica di presidente fu abolita ed Hitler diventò Fiihrer del popolo tedesco. Secondo quanti ne furono testimoni, l'esultanza delle masse per l'avvento al potere di Hitler fu incredibile. Quando, all'inizio del1934, Rudolf Hess prestò giuramento a Hitler a nome dell'intero partito , ai milioni di tedeschi riuniti in uno spettacolo di massa giunsero le parole che ogni cuore germanico anelava ascoltare: « Con questo giuramento noi leghiamo nuovamente le nostre vite ad un uomo, tramite il quale- questo è ciò che crediamo - forze superiori agiscono per compiere un destino; non cercate Adolf Hitler con i vostri cervelli ; ognuno di voi lo può trovare con la forza del suo cuore. Adolf Hitler è la Germania e la Germania è Adolf Hitler. La Germania è il nostro dio in terra ». Che quest'uomo straordinario sia stato un demonio o un pazzo, come sostenevano i suoi nemici, non sminuisce il fatto che egli cancellò il bolscevismo dalla Germania e realizzò cose mirabolanti. In verità sembrerebbe che egli fosse Jekill e Hyde insieme (4 ): talvolta un essere normale e tal'al-
(') L'autore . che incontrò Hitler in diverse occa~ioni . ~ dell'opinione che possedesse una doppia
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
359
tra un paranoico ispirato. Se questa non è la verità, resta difficile spiegare come mai un uomo intelligente come Lloyd George , al suo ritorno in Inghilterra dopo la visita ad Hitler nel1936, potesse dire« Non ho mai visto un popolo più felice di quello tedesco. Hitler è uno dei più grandi uomini che io abbia mai incontrato »; oppure che Winston Churchill in "Step by Step" potesse scrivere di lui « se il nostro Paese dovesse essere sconfitto spero che noi si possa trovare un campione ugualmente indomabile che sappia ridarei coraggio e ricondurci al posto che ci spetta tra le nazioni ». I traguardi di Hitler erano napoleonici : realizzare un Sistema Tedesco Continentale sotto la guida della Germania. I suoi fini non erano molto diversi da quelli del grande imperatore: liberare la Germania dal laccio del capitalismo internazionale, riunire tutti i popoli tedeschi nel Terzo Reich e conquistare, nell'Europa orientale, quello che egli definiva Lebensraum (spazio vitale) , ritenuto essenziale alla sicurezza economica della Germania, come Napoleone aveva ritenuto la Confederazione del Reno indispensabile alla sicurezza strategica della Francia. Hitler sosteneva che, fino a quando il sistema monetario internazionale si basava sull'oro , una nazione che produceva oro poteva imporre la sua volontà a quelle che ne erano sprovviste. Questo poteva essere ottenuto prosciugando le loro fonti di scambio e constringendole, quindi , ad accettare prestiti con interessi imponendo, alla fine , i propri prodotti. Diceva: « La comunità nazionale non vive del valore fittizio della moneta, ma della produzione reale, che a sua volta dà valore alla moneta. Questa produzione è la vera copertura finanziaria della moneta, non una banca o una cassaforte piena d'oro » ( 5) . Decise perciò di: l) rifiutare prestiti esteri accompagnati da interessi e basare il valore del marco sulla produzione e non sull'oro; 2) ottenere le materie importate mediante lo scambio diretto di prodotti - baratto sovvenzionando le esportazioni quando necessario; 3) porre termine a ciò che definiva « libertà di scambio », vale a dire all'arbitrio di giocare in borsa e di spostare fortune private da un paese all'altro in relazione alla situazione politica; 4) produrre moneta quando manodopera e materiali
personalità. In certi momenti era Adolfo , un uomo normale come tanti ; in altri era il Signore Iddio, e allora discutere con lui era ovviamente assurdo. (') Churchill, che quale Cancelliere dello Schacchiere reintrodusse nel1925 il riferimento all'oro in Inghilterra, nel 1931 sosteneva l'identico punto di vista . Egli disse: « Il progresso della razza umana, in quest'età di quasi terrificante espansione, deve essere bloccato e regolato da casuali scoperte di miniere d'oro? .... Chi ci può venire a dire che la civiltà umana e la società sarebbero state impossibili se non fosse capitato che l'oro facesse parte dei componenti del globo? .... Queste sono assurdità, ma stanno diventando pericoli e assurdità mortali.. .. Perciò io addito questo male e la ricerca dei metodi per rimediarvi quali primo , secondo e ten:o di tutti i problemi che devono occupare e dirigere i nostri pensieri"·
360
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
erano disponibili per .un lavoro invece dm ricorrere ai debiti per procurarseta. Poichè lo stato di salute della finanza internazionale dipendeva dalla quantità di prestiti con interessi effettuati aJle nazioni in difficoltà economiche, la politica economica hitleriana sanciva la sua rovina. Se egli avesse avuto successo, certamente altre nazioni ne avrebbero seguito l'esempio e , se fosse giunto il tempo in cui tutti i governi non in possesso d'oro avessero fatto ricorso allo scambio di beni con beni , non solo il sistema dei prestiti sarebbe cessato e l'oro avrebbe perso il suo potere , ma le banche avrebbero dovuto chiudere . La pistola finanziaria era puntata in modo particolare contro gli Stati Uniti , perchè essi possedevano la massa delle riserve auree mondiali e perchè la loro produzione necessitava di un'esportazione almeno dellO% del prodotto, per poter evitare la disoccupazione. Inoltre , poichè le brutalità messe in atto da Hitler contro gli ebrei tedeschi gli avevano comprensibilmente messo contro i fi nanzieri ebrei americani, sei mesi dopo che Hitler era diventato Cancelliere, Samuel Untermyer, un facoltoso avvocato di New York, lanciò la sfida. Proclamò la guerra santa contro il nazionalsocialismo ed invitò a boicottare i prodotti tedeschi. Cordell,Hull , segretario di stato americano, rifacendosi al « Trade Agreement Act » del 1934, ribadì che il commercio estero americano non doveva essere intralciato da controlli sugli scambi , da monopoli governativi e dal sistema del baratto. Tra il 1933 ed il 1936, Hitler aveva ridotto la disoccupazione tedesca da sei a un milione ed era ritornata una prosperità tale che , come Arthur Balfour nel 1907, pare che Winston Churchill nel 1936 abbia detto al generale americano Robert E. Wood: « La Germania sta diventando troppo forte e noi dobbiamo schiacciarla >}. Nel settembre del1937, in America, si verificò una nuova depressione economica, che si sviluppò con tale rapidità da far crollare la borsa il19 ottobre e da far elevare, il mese successivo , il numero dei disoccupati a undici milioni e quello dei sottoccupati a cinque milioni e mezzo. Era necessario fare qualcosa per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica da tale disperata situazione interna - soprattutto perchè erano imminenti le elezioni presidenziali- e così il 5 ottobre, a Chicago, il presidente Roosevelt tenne il suo famoso « Discorso della Quarantena ». Parlò di « una paura crescente per la calamità incombente ... Il presente regno del terrore ... le fondamenta stesse della civiltà sono seriamente minacciate ... nessuno immagini che l'America non possa essere coinvolta e che l'emisfero occidentale non sia attaccato » e disse clhe i provvedimenti più semplici da prendere erano quelli di imporre all'aggressore una quarantena internazionale. Bernard Baruch disse al generale George C. Marshall: « Ci accingiamo a bastonare quel compagnone di Hitler, che non potrà raggiungere alcun risultato ». Quale risultato? Presumibilmente , quello nel campo del
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
361
baratto, perchè nel settembre del1939 Baruch rilasciò un'intervista, dopo un colloquio avuto col presidente, nella quale disse: « Se noi abbassiamo i nostri prezzi, non c'è ragione per cui noi non possiamo conquistare quei clienti abbandonati, a causa della guerra, dai paesi belligeranti. In tal caso, il sistema di baratto della Germania sarà distrutto». Anche in Gran Bretagna era in atto una campagna similare contro il baratto e il 9 marzo 1939 l'ambasciatore polacco a Londra comunicò al suo governo che R.S. Hudson, il segretario del parlamento per il commercio estero, gli aveva detto: « Il governo britannico non era ... disposto ad abbandonare un solo mercato europeo e a rinunciare ai vantaggi economici che ne derivavano a favore del Reich tedesco .... Ci stiamo adoperando per portare a termine accordi nel campo economico per sconfiggere il sistema tedesco basato sul baratto >>. La guerra economica intrapresa era così serrata che Robert E. Sherwood riporta (in "The White House Papers of Harry L. Hopkins") che, nell'aprile del 1939, l'addetto militare americano a Berlino riferiva: « La situazione attuale, esaminata alla luce di una guerra vera che la Germania si sta accingendo a scatenare , diventa molto chiara. È una guerra economica nella quale la Germania combatte per la propria esistenza. La Germania deve avere i mercati per i propri prodotti o morire, e la Germania non morirà ». Quando si considerano queste cause economiche del secondo conflitto mondiale si deve tener presente, come per quelle della grande guerra, che il dissidio tra i due sistemi economici non fu un problema di cosa fosse giusto o sbagliato, ma di sopravvivenza. Combattere per la supremazia non fu più giusto o più sbagliato per il capitale di quanto non lo sia stato per Hitler lottare per il baratto. Ognuno di essi era di vitale importanza per le parti in causa; ambedue erano prodotto della competizione commerciale, nata con la rivoluzione industriale. Oltre a queste cause, a ltre contribuirono, tra il 1933 ed il1939, ad infiammare la situazione internazionale. Di queste, la più importante fu la violenza con cui Hitler iniziò a realizzare il suo programma di rigenerazione della Germania. Innanzitutto, il19 ottobre 1933, per sgombrare il campo politico da ogni intralcio ritirò la Germania dalla Lega delle Nazioni e, quindi, per rendere sicure le frontiere sul fianco orientale, il 26 gennaio 1934, firmò un patto di pace con la Polonia, che perse gran parte della sua efficacia quando l'Unione Sovietica entrò a far parte della Lega. Infine, il 16 marzo 1935, quando il plebiscito nella Saar risultò favorevole alla Germania , Hitler denunciò le limitazioni degli armamenti previste dal Trattato di Versailles e introdusse di nuovo l'esercito di leva, che giustificò mettendo in evidenza le enormi dimensioni dell'Armata Rossa. Il 2 maggio, tale provvedimento fu bilanciato dal Patto di Mutua Assistenza franco-sovietico, che sanciva l'impotenza della Lega, e altrettanto fece la firma dell'Accordo Navale anglo-tedesco del 18 giugno, con il quale il tonnellaggio
362
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
della flotta germanica veniva fissato nel 35% di quella britannica. La crisi successiva doveva incrementare ulteriormente la potenza di Hitler e portare la Lega alla dissoluzione. Secondo i trattati segreti della prima guerra mondiale, all'Italia era stato promesso il controllo economico deiJ 'Abissinia e, in cambio della pace in Tunisia, nel gennaio 1935 anche la Francia si era accordata con Musso! in i sull'Abissinia, che pure era membro della Lega. Mussolini, non essendo riuscito ad ottenere soddisfazione a Ginevra, il 3 ottobre invase l'Abissinia e il 18 novembre, su proposta della Gran Bretagna, la Lega approvò sanzioni economiche contro l'Italia. Esse non si rivelarono di alcuna efficacia, ma spinsero Mussolini nelle braccia di Hitler. Alla fine , le 50 nazioni della Lega ne uscirono irrimediabilmente screditate e il 7 marzo 1936 Hitler dichiarò il patto franco-sovietico, che stava per essere ratificato, una violazione del trattato di Locarno e rioccupò la Renania demilitarizzata. Seguì una nuova crisi. Sin dal febbraio 1936l'inettitudine del governo del fronte popolare in Spagna aveva portato il paese in tale caos che , per arginare l'anarchia, i118 luglio il generale Francisco Franco issò la bandiera della rivolta, sostenuto dalle truppe italiane , mentre i russi davano man forte ai republicani. Si presentava così un'altra occasione, che Hitler non si lasciò sfuggire. ll 25 novembre stipulò il Patto Anticornintern col Giappone e, non appena fu evidente che Franco stava per vincere, il 13 marzo 1938 annesse l' Austria. Due settimane più tardi, i tedeschi dei Sudeti in Cecoslovacchia chiedevano una forma ridotta di autogoverno; furono subito sostenuti da Hitler, non solo per la questione razziale, ma perché la Cecoslovacchia era una pistola franco-sovietica puntata al cuore della Germania. Non aveva dimenticato che , nel1919, gli alleati avevano minacciato di bombardare la Germania, se si fosse rifiutata di sottoscrivere il trattato di pace, partendo dagli aeroporti di Boemia. La crisi rimase allo stato latente fino all 0 settembre, quando Henlein, capo dei tedeschi dei Sudeti , visitò Hitler a Berchtesgaden, L'atmosfera allora diventò cosi esplosiva che , il 15 settembre e di nuovo il 22 dello stesso mese, il primo ministro britannico Neville Chamberlain si recò in visita dal Fiihrer. Il 24 sir Eric Phipps , ambasciatore britannico a Parigi, informò lord Halifax (ministro degli esteri inglese) che « il meglio della Francia era contro la guerra, per lo meno in linea di principio » e che il solo gruppo a favore era quello dei comunisti, che erano «pagati da Mosca ». Alla fine , il 29 settembre, Chamberlain volò per la terza volta in Germania con M. Deladier e Mussolini ed incontrò Hitler a Monaco dove, per evitare la guerra, diede l'assenso all'ammissione dei Sudeti alla Germania. Si erano avuti ammutinamenti nell'esercito francese e secondo sir Neville Henderson, ambasciatore britannico a Ber-
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
363
lino, l'Inghilterra « non possedeva alcun aereo Spitfire .... aveva solo uno o due velivoli Hurricane sperimentali e solo sette moderni pezzi di artiglieria contraerei per la difesa di Londra ». Questa continua serie di crisi generò una violenta propaganda contro Hitler. La politica estera perse ogni obittività e si aggrovigliò in una animosità esplosiva che turbò talmente Goebbels , ministro tedesco della propaganda, da fargli fare appello all'ambasciatore americano a BerUno il quale, a sua volta, rispose che « il problema cruciale che si frapponeva ad un miglioramento delle relazioni con la stampa americana era costituito dalla questione ebrea ». La situazione non migliorò quando, il 7 novembre 1939, un giovane polacco ebreo assassinò il terzo segretario dell'ambasciata tedesca a Parigi, per la qual cosa si scatenò la caccia all'ebreo a Berlino, e ciò fece salire alle stelle il risentimento antitedesco in America. La situazione, come si presentava alla fine dell'anno, è magistralmente decritta dall'ambasciatore polacco a Washlngtoo conte Jerzy Potocki nel seguente rapporto al ministro degli esteri, del 12 gennaio 1939: « La pubblica opinione americana, io questi giorni, esprime crescenti sentimenti di odio per qualsiasi cosa ... connessa con il nazionalsocialismo. Soprattutto , la propaganda è completamente nelle mani degU ebrei .... Quando si considera l'ignoranza della pubblica opinione, si capisce perchè la loro propaganda sia così efficace ed abbia presa su una popolazione che non ha alcuna cognizione della reale situazione in Europa ... È interessante osservare come in questa campagna -condotta essenzialmente contro il nazionalsocialismo - non venga fatto alcun riferimento all'Unione Sovietica. Quando è menzionata, è trattata in modo amichevole e al popolo si dà l'impressione che la Russia appartenga al gruppo degli stati democratici. Grazie a questa astuta propaganda, le simpatie del pubblico americano vanno completamente alla Spagna rossa. Parallelamente a tale propagnada viene alimentata artificialmente la paura della guerra .... Non viene effettuato alcun tentativo per imprimere nelle menti degli americani che in caso di guerra gli USA debbono prendere parte attiva nella contesa schierandosi con coloro che lottano per la libertà e la democrazia. D presidente Roosevelt è stato il primo a scendere in campo per manifestare il suo odio al fascismo, ripromettendosi di raggiungere due risultati: innanzitutto distrarre l'opinione pubblica americana dalle difficoltà e dai problemi in campo economico ... inoltre, il trattamento brutale riservato agli ebrei in Germania ed il problema dei rifugiati sono fattori che alimentano l'odio esistente verso qualsiasi cosa che richiami il nazionalsocialismo tedesco. In questa campagna di odio si distinguono, per il loro attivismo, intellettuali, ebrei come Bernard Baruch; Lehman, governatore dello stato di New York; Felix Frankfurter, giudice neoeletto alla suprema corte di giustizia; Morgeothau, ministro delle finanze, ed altri personaggi molto noti dell a cerchia di amicizie di Roosevelt. Tutti
364
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
si adoperano perchè il presidente diventi il campione della libertà degli uomini, della libertà di religione e della libertà di parola .... Questo particolare gruppo di persone che occupano posizioni importanti nella vita pubblica americana e che desiderano essere considerati rappresentati del vero americanismo e campioni di democrazia, sono, in verità, legati all'ebraismo internazionale, intimamente coinvolto negli interessi della razza. Il ruolo idealista del presidente Roosevelt quale campione dei diritti umani è per loro un vero dono del Cielo. In tal modo gli ebrei sono riusciti non solo a costituire un pericoloso centro capace di alimentare odio ed inimicizie, nel Nuovo Mondo, ma anche a dividere il globo in due parti avverse, pronte a scatenare una guerra. L' intero problema viene affrontato e contrastato in modo veramente insolito e misterioso. Roosevelt ha ricevuto il potere di dare vitalità alla politica estera americana e, nello stesso tempo, di creare riserve di armamenti per una guerra futura, per lo scoppio della quale gli ebrei si stanno deliberatamente adoperando » (6). Due giorni dopo che aveva compilato questo dispaccio, il conte Potocki ebbe l'assicurazione da William C. Bullit , ambasciatore americano in Francia, che, in caso di guerra, gli Stati Uniti sarebbero stati pronti « ad intervenire attivamente a fianco della Francia e della Gran Bretagna ». Seguì una nuova crisi perchè , non appena fu data tale assicurazione, Hitler decise di completare la conquista della Cecoslovacchia, tormentando un colpo di stato che portò alla liberazione della Slovacchia e, il 15 marzo 1939, all'occupazione di Praga e alla proclamzione del Protettorato di Boemia e di Moravia. Non pago di tali aggressioni, egli si era mosso per conseguire il suo obiettivo finale: i124 ottobre 1938, il ministro degli esteri Ribbentrop aveva suggerito all'ambasciatore polacco a Berlino che il suo governo avrebbe dovuto consentire << la riannessione di Danzica al Reich »ed avrebbe dovuto consentire << la costruzione extraterritoriale di una strada e di una linea ferroviaria attraverso Pomorze, attraverso cioè il corridoio polacco a proposito del quale, venti anni prima, Lloyd George aveva dichiarato << prima o poi porterà ad una nuova guerra nell'est europeo ». Seguirono discussioni, durante le quali Cbamberlain propose una formula per cui Gran Bretagna , Francia, Polonia e Russia avrebbe dovuto sottoscrivere una dichiarazione che<< li costringesse ad agire di comune ac-
(•) uGerman White Paper of Polish Documents'', New York (1940), pagg. 29-31. Rivolgendosi al Reiehstag (Parlamento del Reich) il30 gennaio 1939, Hitler disse: • Oggi voglio farvi un'altra profezia: se i finanzieri giudei internazionali in Europa e fuori riescono un 'altra volta a precipitare il popolo in una guerra mondiale. il risultato non sarà la bolseevizzazione del mondo e con essa la vittora dell'ebraismo, bensì l'annientamento della razza ebraica in Europa" · Ciò sarebbe stato anche troppo vero poichè. secondo Goebbcls: «Circa i160o/o dovrà essere el iminato; solo il 40% può essere usato per i lavori forzati ,. (Diari. pag. 103).
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
365
cordo in presenza di ulteriori ambizioni aggressive della Germania ». Stranamente il ministro degli esteri polacco Joseph Beck rifiutò di aderire alla proposta e, cosa ugualmente inspiegabile, quando Beck suggerl di firmare invece un accordo bilaterale polacco-britannico, Chamberlain si dichiarò d'accordo e il 27 marzo il ministro degli esteri inglese infomava Beck che, se i polacchi fossero stati costretti a difendersi da un attacco germanico, la Gran Bretagna avrebbe impiegato « tutte le sue forze e risorse per fornire assistenza ». L'accordo fu reso pubblico il 31 marzo. Le garanzie offerte al governo polacco da parte di Chamberlain ebbero effetto immediato su Hitler che, conscio del fatto che un attacco alla Polonia avrebbe significato la guerra su due fronti, il 3 a prile emanò una direttiva con la quale chiedeva che si approntassero i piani per l'invasione della Polonia dopo ill 0 settembre. ll17 aprile, proprio per evitare la guerra su due fronti, iniziò trattative con il Cremlino. Fino a questo punto è chiaro che la guerra era stata decisa da tutti fuorchè da Hitler. Karl von Weigand , decano dei giornalisti americani in Europa, scrive che il25 aprile fu convocato all'ambasciata americana a Parigi, dove Bullitt gli confidò: « La guerra in Europa è stata decisa. La Polonia ha avuto l'assicurazione del sostegno della Francia e della gran Bretagna e respingerà tutte le richieste tedesche. L'America sarà in guerra dopo che Francia e Gran Bretagna vi sarenno state coinvolte » (7). Queste affermazioni trovano riscontro in "The White H ouse Papers of H arry Hopkins", dove l'autore scrive che, quasi contemporaneamente, Winston Churchill confidava a Bernard B aruch « la guerra scoppierà molto presto. Noi vi saremo coinvolti ed anche voi (Stati Uniti) vi prenderete parte. Lei se la godrà dall'altra parte dell'Atlantico, mentre io vi prenderò parte molto da vicino ». Durante l'estate la crisi ebbe fasi alterne, con Chamberlain ed Hitler alla caccia del sostegno sovietico: il primo per onorare la promessa fatta ai polacchi ed il secondo per evitare la guerra su due fronti. Alla fine, il 23 agosto, vinse il tedesco. Quel giorno fu firmato a Mosca un patto di non agressione tra Germania e U RSS che, secondo un protocollo segreto, si accordarono per la spartizione della Polonia. Il 24, il trattato fu reso di pubblico dominio ed il giorno seguente fu ratificato l'accordo anglo-polacco del 27 marzo.
(') L'autore incontrò von Weigand a Berlino ill9 aprile. e questi gli disse di aver appreso da un'alta autorità che la Germania si aspettava di sottomettere la Polonia in un minimo di tre o un massimo di sei settimane, che non ci sarebbe stato attacco al fronte occidentale e che l'Italia sarebbe probabilmente ri· masta neutrale. Della garanzia inglese alla Poloni a, disse: « Beh, penso che il vostro Primo Ministro ab· bia commesso il più grosso errore della vostra storia da quando avete approvato lo Stamp Act •·
366
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
II l o settembre - anniversario di Sedan - le truppe tedesche, senza che fosse dichiarata la guerra, attraversarono la frontiera polacca e Roosevelt indirizzò un appello a Gran Bretagna, Francia , Germania e Polonia perchè non bombardassero le città non fortificate e la popolazione civile. Hitler approvò immediatamente la proposta presidenziale e , il giorno 2, i governi francese e britannico rilasciarono una dichiarazione nella quale manifestavano l'intenzione di condividere i sentimenti umanitari espressi dal presidente. Alle 9 del 3 settembre, l'ambasciatore inglese a Berlino presentò un ultimatum al ministero degli esteri tedesco secondo il quale, se non fosse stata data entro le undici l'assicurazione della sospensione delle ostilità, la Gran Bretagna avrebbe dichiarato guerra alla Germania. A mezzogiorno, l'ambasciatore francese consegnava un ultimatum similare con scadenza alle cinque del pomeriggio. Ambedue non ebbero risposta. Quando Hitler ricevette la sfida britannica sedette immobile , in silenzio, e quando Paul Schmidt, suo interprete, lasciò la stanza, Goring gli si rivolse dicendo: « Se perdiamo questa guerra, Dio abbia pietà di noi ».
2. La seconda battaglia di Sedan e la caduta della Francia, 1940 II fine della guerra di Hitler era socratico e biologico (8), come è chiaramente espresso in « Mein Kampf ». « La politica estera di uno stato di popolo- scrisse Hitler - deve innanzi tutto prevedere il dovere di assicurare l'esistenza della razza di cui uno stato è costituito. Ciò deve essere ottenuto stabilendo una salutare e naturale proporzione tra il numero e la crescita della popolazione da una parte e le risorse del territorio in cui vive dall'altra ..... Io definisco salutare proporzione quella in cui il benessere del popolo è garantito dalle proprie risorse del suolo e del sottosuolo » ( 9 ). Mise in evidenza che nel1914-19181a Germania non aveva potuto essere potenza mondiale solo perchè non era stata in grado di nutrire la sua popolazione e che non lo sarebbe mai diventata fino a quando non si fosse assicurato quanto necessario. Il suo spazio vitale doveva essere ricercato non ad ovest o a sud, ma ad est, « nella Russia e negli stati confinanti ad essa soggetti » (1°). Lo scopo era di creare un impero carolingio nell'Europa
( 8) Vds . Vol. l , pag. 3 della presente opera. (9) "Mein Kamp f ', traduz.ione di James Murph y (edizione inglese, 1939) pag. 523. ('O) Ibid .. pag. 533.
TL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
367
orientale anzichè in quelJa occidentale, che potesse essere talmente autosufficiente da non poter essere minacciato in futuro da nessuna alleanza tra le potenze europee. Poichè ciò significava, nel caso il piano hitleriano avesse avuto successo, che si sarebbe stabilita un'egemonia in Europa, il governo britannico naturalmente - alla luce della tradizione politica per cui era indispensabile mantenere l'Europa divisa - si rifiutò di toUerarlo. Ma, poichè nè Francia nè Gran Bretagna erano preparate per affrontare una guerra, la loro politica avrebbe dovuto consentire ad Hitler di impelagarsi nell'Europa orientale, dove quasi certamente si sarebbe trovato in guerra con la Russia e, contemporaneamente, avrebbero dovuto riarmarsi a ritmi vertiginosi. Se lo avessero fatto, qualunque dei due dittatori avesse vinto , Francia e Gran Bretagna si sarebbero trovate alla fine in un equiHbrio di potenza senza dubbio a loro favorevole. Invece, compromesse com 'erano con la loro alleanza con la Polonia , dichiararono una crociata ideologica contro l'hitlerismo ( 11) e il 4 settembre 1939, in una trasmissione radio al popolo tedesco , Chamberlain disse: « In questa guerra non combattiamo contro il popolo tedesco, per il quale non nutriamo alcun risentimento. ma contro un regime tiranno e spergiuro » (1 2). Per conseguire tale risultato, gH alleati avrebbero dovuto dividere i tedeschi in due gruppi poHtici - i pro e gli anti-hitleriani - ed offrire ai primi le migliori condizioni e ai secondi quelle peggiori . Avrebbero dovuto stringere alleanza con tutti i tedeschi che si opponenano ad Hitler ed aiutarli , in ogni modo possibile , per attaccare il regime dall'interno erovesciarlo con una rivoluzione. Che ciò potesse essere fatto era stato evidenziato dal capitano S. Payne Best, agente britannico in Olanda. « Allo scoppio delle ostilità - scrive - il nostro servizio informazioni disponeva di elementi probanti, secondo i quali Hitler si trovava a fronteggiare l'opposizioni di molte persone che ricoprivano le più alte cariche nelle forze armate e nell'amministrazione dello stato .... Secondo tali informazioni, il movimento di opposizione aveva assunto tali prpporzioni da poter organizzare un'aperta rivolta e rovesciare il nazismò » ( 13). Tale asserzione è avvalorata da Walter Gorlitz. Secondo lui, prima che Hitler invadesse la Danimarca e la Norvegia l'ammiraglio Wilhelm Canaris, capo deii'Abwehr (il servizio controinformativo d~i!e forze arma-
(") Questa dichiaraz.ione fu unanine. Churchill dice: « Non si tratta di combattere per Danzica o per la Polonia. Noi stiamo combattendo per salvare il mondo intero dalla pestilenza della tirannide na· zista e io difesa di ciò che vi ~ di più sacro per l'uomo •(12) « Documents oonceming Gennan - Polisb Relations (1939) •, N. 144, p. 195. (Il) The Venlo lncident (1950). p . 7.
368
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
te) (1 4) avvertì il personale diplomatico danese e norvegese a Berlino di che cosa si stava preparando; il generale Franz Halder, capo di stato maggiore generale, si adoperò percbè re Leopoldo fosse messo al corrente dell'imminente invasione del Belgio e, il 9 maggio 1940, Canaris inviò un ultimo avviso, a mezzo di Oster (suo capo di stato maggiore) all 'addetto militare olandese a Berlino, per informarlo· dell'intenzione di Hitler di invadere l'Olanda (1 5). Durante l'intera guerra Hitler fu circondato da traditori (16). A dispetto delle informazioni di Chamberlain del 4 settembre, una volta che furono definiti gli obiettivi della guerra psicologica , le due potenze alleate si ritrovarono nella condizione di poterli conseguire solo mediante il ricorso alle armi. Quasi della stessa mostruosità si dimostrarono i loro errori in campo militare, dove si rifecero , per la strutturazione delle forze, alle esperiente maturate durante la prima metà della grande guerra
(") n Comando Supremo Tedesco era cosi organizzato: Comandante Supremo Hitler Alto Comando delle Forze Armate Ober Kommando der Wehrmacht r-----(OK~ ----~
Capo di SM Keitel
Alto Comando dell'Esercito
Ca po Ufficio Operazioni J odl
Oberlcommando des Heeres
Alto Comando dell'Aeronautica Oberkommando der Luftwaffe
Alto Comando della Marina Oberlcommando der Kriegsmarine
(OKH)
(OKL)
(OKM)
l
l
l
Cte in capo Brauchitsch
Capo di SM Halder
Cte in capo Goring
Capo di SM Jeschonnek
Cte in capo Raeder
Capo di SM Schniewind
(") "The German Generai Staff', di Walter Gorlitz (1953) pagg. 364 e 372-373. Vds. anche" Gli anni critici del generale barone Geyr von Schweppenburg. (1952), pag. 195. Fabian von Schlabrendorff ( « Rivolta contro H itler "• pag. 39) chiama Oster « l'effettivo direttore del movimento di resistenza •. 16 ( ) l seguenti libri lo mettono m evidenza: "Tbe von Hassell Diaries". di Ubich von Hassel (ed. inglese 1948); "Revoh agaist Hitler" di Fabian von Schlabrendorff (ed. inglese 1948): "Tbe Geman Opposition to Hitler", di Hans Rothfels (cd. USA 1948) e "Germany's Underground" di Allen Welsh Dullcs (cd. USA 1947).
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
\
369
-il periodo della staticità delle operazioni- invece che alla seconda parte- quello della mobilità- mentre Hitler, in contrasto con la maggioranza dei suoi generali, fece esattamente il contrario. Per capirne il significato, è necessario illustrare brevemente le nuove teorie tattiche scaturite dalle esperienze del precedente conflitto. Come accade in guerra , è sempre lo sconfitto che fa tesoro delle lezioni apprese. Mentre il vincitore guarda alla guerra come ad un incidente liquidato, il perdente va alla ricerca delle colpe e degli errori commessi. Per la Russia e la Germania, gli ammaestramenti più importanti furono individuati nelle crescente necessità di l) un autorità politica sempre più coinvolta, 2) una disciplina nazionale di guerra, 3) una autosufficienza economica, 4) una tecnologia avanzata asservita allo strumento militare. Gli stessi fattori erano considerati peraltro influenti anche in tempo di pace, quale premessa indispensabile alla guerra. Per quanto attiene all'ultimo summenzionato fattore, erano stati sperimentati tre nuovi tipi di sistemi d'arma - l'aeroplano, il carro armato ed i gas tossici - e gli esperimenti avevano messo in luce la necessità di incrementare la potenza dei cannoni , che si erano imposti come arma regina. Il carro armato era stato usato come un cannone semovente; l'aeroplano come un cannone o una mitragliatrice a lunga gittata; il gas come un bomba a frammentazione molecolare. Se la guerra fosse durata un altro anno, sarebbe apparso evidente che carri armati ed aeroplani non erano armi, ma mezzi di trasporto sui quali si poteva collocare qualsiasi cosa fino al limite della capacità di portata. Inoltre, si sarebbe visto che si trattava di mezzi dalle nuove capacità di trasporto, il cui uso era reso possibile dalla disponibilità di carburante , e che intorno ad essi si poteva creare una nuova organizzazione militare, cioè armate corazzate ed armate aerotrasportate e non soltanto cannoni semoventi e artiglieria aerea. Due principali e distinte teorie si fecero strada durante quel periodo sperimentale, l'una riguardante i carri armati e l'altra gli aerei. La prima fu elaborata in dettaglio dall'autore di questo libro , nel maggio del 1918, in uno studio intitolato « L'attacco paralizzante » che, posto in visione al generale Foch , fu accettato come base per la campagna estiva del 1919, con il nome di« Piano 1919 ». In esso si legge: « Ormai, la forza combattiva di un gruppo di uomini è legata alla loro organizzazione; se possiamo distruggere l'organizzazione si potrà annullare la loro capacità operativa e raggiungere, quindi, l'obiettivo. Vi sono due modi per distruggere tale organizzazione: neutralizzandola (disperdendola) o rendendola inoperante (inefficace). In guerra il primo comprende le uccisioni, i ferimenti , la cattura ed ìl disarmare i soldati nemici (guerra al corpo) ; il secondo prevede di rendere inattiva la sua organizzazione di comando (guerra al cervello). Prendendo ad esempio l'uomo: il primo metodo si ha quando il corpo è sottoposto ad una serie di ferite leggere che possono comportare soltanto
370
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCC IDENTALE
la morte per dissanguamento, il secondo può essere paragonato ad un colpo al cervello. l cervelli di un esercito sono gli stati m aggiori delle armate, dei corpi d'armata e delle divisioni . Se potessimo portarli via improvvisamente da un settore del fronte tedesco, il collasso del personale sotto il loro controllo sarebbe solo un problema di o re , anche se l'attacco fosse condotto con forze inadeguate .... Mentre la dottrina ora in vigore prevede di distruggere gli uomini (cioè il corpo) , dovre·mmo adottarne una che miri a neutralizzare« il comando », non dopo che le truppe sono state disorganizzate , ma prima di. sferrare l'attacco, in modo da sorprenderle in uno stato di completa confusione quando inizia la nostra azione ». I mezzi più idonei erano carri armati veloci sostenuti da aerei, seguiti in un secondo tempo da truppe tradizionali. I carri, sotto la copertura aerea, dovevano sfondare i punti prestabiliti del fronte tedesco e puntare diritti ai posti comando d'armata , di corpo d 'armata e divisionali e ai centri logistici, per crearvi un vero pandemonio. Doveva indi seguire un normale attacco ( 17). L'esponente di punta della teoria sull'impiego degli aerei fu il generale italiano G iulio Douhet, che definì la sua dottrina nel libro « Il dominio dell'aria »,scrivendo: « La guerra futura coinvolgerà ancora una volta tutti gli stati e tutte le loro risorse .... .la guerra terrestre assumerà le caratteristiche di staticità come nella guerra mondiale .... si stabiliranno fronti continui ...... Tutte le teorie e le concenzioni della guerra di movimento falliranno contro questi fronti senza soluzioni di continuità ». Quale allora la risposta? La guerra deve essere trasferita nell'aria per attaccare la popolazione civile . Una volta che essa sia travolta dal terrore, l'intero apparato governativo - e con esso la direzione della guerra - andrà in crisi. « Questa disintegrazione delle nazioni - afferma Douhet nell'ultima guerra fu indirettamente conseguita dalle azioni degli eserciti in campo. In futuro sarà ottenuta dalle forze aeree , prima che eserciti e marine abbiano il tempo di completare la mobilitazione » (18). Queste due diverse teorie avevano un punto in comune: il loro fine ultimo era afferente al morale più che al fisico; la prima prevedeva di annullare la volontà dei comandi dell'esercito e la seconda quella popolazione civile. Ambedue cercavano di superare lo stalla che aveva condizionato
( 1') Di S.F.C. Fuller: " Memoirs of an Unconventional Soldier" , (1936) Cap. Xlii , e ·•on Fumre Warfare··. (1928) cap. IV. ('f) MTbe Command or the Air" (edizione inglese-1943) pau. 142. 116. 51.52,
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
371
l'ultima guerra in modo esasperante, rendendo inefficaci i lunghi fronti inattaccabili e non accerchiabili. I comportamenti militari che derivarono da queste due teorie, o dalla loro mancata applicazione, determinarono le caratteristiche della guerra terrestre. Quella francese fu completamente difensiva e fece affidamento sui ricoveri della Linea Maginot , creata per rendere la guerra di posizione senza via d'uscita. Quella britannica premiò essenzialmente gli aspetti economici, prevedendo il blocco della Germania, il bombardamento delle città industriali e della popolazione civile - denominato bombardamento strategico- oltre all'invio di un piccolo esercito « in pegno » alla Francia (19). Queste politiche gemelle si basavano sull'assunto che la Germania potesse essere costretta ad accettare una ripetizione dello stallo delle operazioni che si era verificato nella guerra precedente e che essa fosse economicamente dipendente dall'estero come lo era stata venti anni prima. Eccetto che nell'aria, la guerra di movimento non venne presa affatto in considerazione ( 20). Le scelte della Germania furono basate suJI 'offensiva e concepite per aver ragione della difesa lineare degli avversari, facendo ricorso all' « attacco paralizzante », adottato come punto cardine della guerra lampo. L'esercito fu organizzato per dar vita ad una testa d'ariete che, sotto la protezione di aerei da caccia e da bombardamento impiegati come artiglierie a lungo braccio, potesse sfondare il fronte nemico nei punti prescelti. L'anima della politica militare tedesca era la guerra di movimento: un attacco rapido, improvviso e violento su un solo fronte . Questa sarebbe stata la djfferenza sostanziale tra la seconda guerra mondiale e la precedente. T uttavia non fu preso nella dovuta considerazione , sotto il profilo strategico, il fatto çhe se l'Inghilterra fosse scesa in campo a fianco della Francia , la Germania si sarebbe trovata coinvolta ugualmente in una guerra su due fronti: quello terrestre e quello navale. Aver ragione di questo secondo fronte costituiva il problema chiave per la Germania, perchè la Gran Bretagna, se avesse condiviso la sorte della Francia, sarebbe diventata, come nel passato, il centro di gravità strategico dell'alleanza. Inoltre Hitler era così impreparato a fronteggiare una guerra sul mare che, allo scoppio deiJe ostilità, si ritrovò con una flotta
('"') Nella primavera del 19391"introduzione della coscrizione obbligatoria modificò questa Situazione ma, a causa della carenza di corazzati, l"armata inglese in Francia rimase in sostanza soltanto un pe· gno di alleanza. (20) Nel settembre del 1939 l'aeronautica britan nica disponeva di 1982 aerei efficienti, di cui 480 erano bombardieri ; quella francese di 1112, compresi 186 bombardieri, in gran pane di modello superato. I tedeschi avevano 4162 aeroplani. di cui 308 da trasporto. l (rancesi erano contrari al • bombardamento strategico ~.
372
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL M0!\100 OCCIDENTALE
poco più che insignificante: soltanto 57 sommergibili, di cui 26 idonei ad operare in Atlantico, nessun mezzo di sbarco, una forza aerea non organizzata né addestrata per condurre una invasione di prima grandezza dal mare e , soprattutto, non aveva un piano. n 1° settembre 1939 -l'anniversario di Sedan - Hitler invase la Polonia. Ventitrè divisioni , di cui nessuna corazzata, e pochi aerei della Luftwaffe furono lasciati a protezione del fronte occidentale, mentre 44 divisioni, di cui sei corazzate e sei motorizzate, suddivise in due gruppi di armate , superarono la frontiera polacca all'alba e, entro sette giorni, l'attacco paralizzante si dimostrò così efficace da aver ragione della resistenza polacca , fatta eccezione per Varsavia. Il 17, i russi attraversarono la frontiera orientale della Polonia, il cui governo, il giorno successivo , si rifugiò in Romania. Sebbene il generale Warlimont avesse detto « che nessun esercito tedesco era mai sceso in guerra così impreparato » (21) , non fu l'esercito tedesco ma , come sottolineato dal generale Guderian, furono le nuove divisioni corazzate e motorizzate che vinsero la battaglia in virtù della velocità operativa che sviluppavano (22). Sostenute dalla Luftwaffe, compirono quello che sembrava un miracolo, ma che di fatto era una conclusione prevista. Ad ovest , francesi e britannici rimasero nelle loro trincee, spettatori della sconfitta del loro alleato. Hitler , una volta ridotta la guerra terrestre ad un solo fronte , aveva intenzione di regolare i conti con Francia ed Inghilterra , prima di rivolgersi contro la Russia. Seguirono ritardi , dovuti all'ostruzionismo dei generali, al timore di tradimenti all 'interno dell'esercito e all'invasione della Finlandia da parte della Russia. Alla fine , il giorno d'inizio de!Je operazione fu fissato per il 20 febbraio 1940. Ma, appena fissata la data , l'ammiraglio Erich Raeder , comandante in capo della Marina, consigliò ad Hitler di occupare prima la Norvegia, in modo da disporre di basi per i sottomarini per la guerra contro la Gran Bretagna e da assicurarsi la produzione del ferro norvegese e svedese, di importanza vitale per la Germania. Si discuteva ancora su tale operazione , quando- il 17 febbraio- i britannici si impossessarono della nave tedesca « Altmark » in acque norvegesi. Quest'azione fece infuriare Hitler al punto da fargli superare ogni esitazione. Il 9 aprile fu improvvisamente occupata la Danimarca e poi, alla presenza della flotta inglese, la Norvegia venne invasa dal mare e dal cielo. Il 15 aprile, un piccolo contingente britannico s barcò nelle vicinanze di Narvik per essere seguito , il16 e ill8, da altri due reparti che presero terra rispet-
(l') « Lo stato maggiore generale tedesco •, di Walter Grlitz. pag. 348. Warlimont era souocapo di stato maggiore alle operazione deii'O.K.W .. ( 22) ''Panzer Leader'', del generale Heinz Guderian (1952), d'ora in avanti citato semplicemente come " G uderian • .
IL TERZO REICH E LE ORJGINI DELLA SECON DA GUERRA MONDIALE
373
tivamente a Namsos e Aandal snes. Tra il 2 ed il 3 maggio, questi ultimi furono ritirati e , sei giorni dopo , questo fiasco portò ad un voto di censura alla Camera dei Comuni. Il 10 maggio Chamberlain si dimise e Churchill divenne primo ministro . Il piano francese era basato sulle seguenti considerazioni: l) la Linea Maginot , che correva dalla frontiera svizzera a Longwy era inespugnabile; (23) 2) le Ardenne settentrionali , tra Longwy e Namur, non consentivano lo spiegamento e l'impiego di grosse unità ed in modo particolare di quelle corazzate; 3) le forze francesi , a causa della neutralità del Belgio (proclamata nel 1936), non potevano superarne la frontiera fino a che essa non fosse stata violata dai tedeschi; 4) i tedeschi avrebbero ripetuto il piano Schlieffen del1914. Quest'ultima considerazione era data per scontata , perchè la pianura belga si prestava all' impiego delle unità corazzate e , pertanto, il piano francese si preoccupava di come si sarebbe potuto prevenire tale eventualità. Vi e rano tre linee di fiu mi sui quali ciò poteva essere fatto: il canale Albert-Mosa da Antwerp a L iegi, la linea del Dyle tra A ntwerp e Namur e la linea dello Scheldt (Escaut) da Antwerp a Toumai. Ma nel l 939, poichè i belgi decisero di appoggiare sul secondo allineamento la loro principale posizione difensiva , le possibilità francesi si ridussero a due e furono elaborate nel Piano D (D yle) e nel Piano E (Escaut) . Il 17 novembre 1939, il primo fu prescelto dal cons iglio di difesa nazionale ed approvato dal generale Gamelin, il comandante supremo francese. Esso prevedeva che, mentre l'esercito belga (18 divisioni) abbandonava la posizione sul canale Albert-Mosa e arretrava suJla linea del Dyle tra A ntwerp e Louvain, le forze alleate comprendenti il corpo di spedizione britannico (sei divisioni, eventualmente nove) al comando del generale lord Gort , la Ja armata francese (sei divisioni) e la IX• (nove divisioni) - agli ordini rispettivamente del generale Blanchard e del generale Corap - si schierassero inizialmente tra la Manica e Mézières, facessero perno sul fianco sinistro della II• armata francese (sette divisioni) comandata del generale Huntziger - che presidiava il fronte tra Mézières e Longwy - ed avanzassero fino al Dyle. Il contingente britannico doveva portarsi tra Louvain e Wavre, la I• armata tra Wavre e Namur , la IX• sulla Mosa tra Namur e Mézières. Oltre a ciò, la vna armata francese (sette divisioni) comandata dal generale Gi-
(ll) Le fortificazionei di frontiera, note come Linea Maginot, non furono continuate da Longwy alla sponda della Manica perchè non avrebbe ro potuto passare a nord dell'area tndusuiale francese sen· u attraversare il confine meridionale del Belgio. D'altra parte, fa rle passare più a sud avrebbe signifi· catola certezza di perdere tun a o io pan e tale area. Per questo fu deciso di non continuarle ma even· tualmente di far avanzare le unità in Be lgio.
374
LE BATTAGLI E DECISIVE DEL MONDO OCCLOENTALE
l
_OLANI)A ._ __ .1: \ ___ , '-....
FRANCE
Fig. 23: Schieramento alleato , IO maggio 1940
raud, doveva portarsi a tergo del contingente britannico, non per rinforzare il fronte o agire come riserva, ma per essere impiegata in Olanda, nel caso ne fosse violata la neutralità. n generale Georges fu nominato comandante del teatro d'operazioni nord-orientale, che si sviluppava dalla Svizzera al Canale della Manica. II teatro era tenuto da due gruppi di armate: il I gruppo comprendeva le armate francesi n•, IX•, e I• ed era agli ordini del generale Billotte , mentre il II gruppo, schierato a destra, presidiava la Linea Maginot. n corpo di spedizioni britannico e la VII• armata francese erano alle dirette dipendenze del generale Georges, che disponeva anche di una riserva generale costituita da tredici divisioni , che comunque erano disperse nell' intero teatro ed il cui centro di gravità era in corrispondenza non del l gruppo di armate, ma del II (24). Sebbene 48 divisioni fossero una forza numericamente formidabile per tenere la linea del Dyle, per la loro composizione eterogenea però la
(lA) Vds. « La bataille de France Ma..-Juin , 1940 ~del magg. Pierre Lyet (1947). pag. 42, d'ora in avanti citato semplicemente come « Lyet " ·
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
375
compagine risultava molto fragi le. Inoltre, il personale delle quattro armate francesi differiva enormemente; le migliori divisioni erano state assegnate alle armate I• e Vll•, perchè avrebbero dovuto operare in terreno aperto, e le rimanenti alla IX• e alla II•, perchè sarebbero state protette dalle Ardenne. La loro composizione era la seguente: l" armata con due divisioni meccanizzate leggere (corpo d'armata di cavalleria) , tre divisioni di fanteria esistenti fin dal tempo di pace ed una di serie A (25 ); VIP armata con una divisione meccanizzata leggera , due motorizzate, una « attiva » di fanteria, una di seria A e due di serie B ; IX• armata con una motorizzata, una « attiva »di fanteria , due di serie A, due di serie B, una di fortezza e due di cavalleria ; 11• armata con due « attive » di fanteria, una di serie A , due di serie B e due di cavalleria. Da ciò si desume che il collegamento tra la Linea Maginot e Namur era debole per la qualità dei suoi uomini; l'affidamento sul presupposto che le Ardenne mal si prestavano all'offensiva non può essere oggetto di critica: l'errore fatale del pia no francese è da ricercare altrove. Poichè lo stato maggiore francese si aspettava che il grosso delle forze corazzate tedesche sarebbe stato impiegato attraverso il Belgio centrale, le tre divisioni corazzate francesi avrebbero dovuto evidentemente essere schierate a tergo del Dyle per contrattaccare le unità corazzate tedesche non appena avessero superato la linea del canale Albert-Mosa, oppure, se ciò non fosse avvenuto e l'attacco fosse stato sferrato attraverso le Ardenne, allora i corazzati francesi avrebbero potuto muovere attraverso Mons e cadere sul fianco destro del nemico. I motivi per cui non fu adottata questa soluzione saranno trattati più avanti. Prima di passare ad illustrare il piano tedesco, è indispensabile spendere poche parole sul problema del morale francese , perchè il collasso della Francia del 1940 non è da attribuire ai soli errori tattici. Dagli stranieri in generale e dagli inglesi in particolare , l'esercito francese era ritenuto il più efficiente di tutti quelli europei. Tuttavia non era affatto tale; disponeva di armamenti inadeguati , era addestrato ed impiegato in modo superato ed il suo morale, che non si era mai risollevato dallo schock subìto durante la prima guerra mondiale, era peggiorato per la corruzione e per le idee comuniste del governo del fronte popolare , formato nel1936 da Léon Blum. La popolazione era cosi apatica e disfattista che molti affermavano
(l'' ) Le " divisioni ani ve • erano quelle in vita fin dal tempo di pace; quelle di • serie A • costiiUivano la riserva di prima linea e quelle di • serie B " la riserva di seconda linea. La • fortezza • aveva funzione puramente difensiva ; la dtvisione di cavalleria era formata da una bngata a cavallo e da una brigata leggera motorizzata; quella meoeanizzata era equipaggiata con carri leggen , artiglierie e mitragliatrici su veicoli ; la fanteria motorizzata era su autocarri e le divisioni corazzate , tenute in riserva. erano costituite attorno a un nucleo di circa 150 carri ciascuna.
376
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
apertamente che un'occupazione hitleriana era preferibile alla guerra (26). Sebbene ciò fosse facilmente rilevabile, non fu fatto alcuno sforzo per renderlo di pubblico dominio, soprattutto perchè gli inglesi non volevano che si pensasse alla Francia come ad una nazione debole ed alla Germania come uno stato forte. Ecco perchè fu uno shock per sir Edward Spears quando , il25 maggio 1940, il ministro francese per le colonie George Mandel gli disse che in Francia non c'era alcun desiderio di combattere e che s'era verificata una defezione generale, un collasso di tutta la nazione (27). Tali affermazioni sono avvalorate dal generale Gamelio, che una settimana prima aveva scritto in un rapporto: « gli uomini mobilitati oggi non hanno ricevuto, durante il periodo tra le due guerre, l'educazione morale e patriottica che avrebbe dovuto prepararli al dramma che risolverà i destini della nazione ... . Lo sfondamento dei nostri fronti fu troppo spesso il risultato di fughe (sauve-qui-peut), inizialmente di carattere locale, e poi di dimensioni generali nei punti chiave, di fronte a un nemico audace, deciso a correre tutti i rischi e convinto della propria superiorità » (28). Queste parole riportano alla memoria quelle del colonnello Stoffe! prima della guerra del 1870. Il piano tedesco, noto come Piano Giallo, prevedeva l'impiego dei gruppi di armate A, B e C, comandati rispettivamente da Karl von Rundstedt, Fedor von Boch e Wilhelm von Leeb, e « non ci sono prove che Hitler avesse partecipato alla sua elaborazione » ( 29 ). Esso fu diramato dall'O.K.H. il19 ottobre e prevedeva che il gruppo di armate B, cui era stato assegnato il grosso delle unità corazzate, effettuasse uno sforzo principale a nord di Bruxelles ed uno sussidiario attraverso l'Olanda, mentre il gruppo d'armate A ne proteggeva il fianco sinistro ed il gruppo di armate C impegnava la Maginot. Hitler non era soddisfatto di tale soluzione e , secondo il generale Jodl, aveva detto che « originariamente voleva impiegare tutte le forze a sud di Liegi con l'idea di sfondare il fronte in direzione di Reims ed Amiens » ( 30). Il piano era stato allora modificato da Brauchitsch ed Halder, che aggiunsero allo sforzo principale di Bock, effettuato a nord di Bruxelles, uno sforzo sussidiario a sud di Liegi, eHminando quello previsto in Olanda: questo era il piano che i francesi si aspettavano
(26) « Molte autorità francesi sembravano preferire iJ nazismo al pericolo della dominazione comunista,. (" l was there", dell'am miraglio William D. Leahy, 1950. pag. 40. Lea hy era ambasciatore USA in Francia). ( 27) "Assignment to Catastrophe", di sir Edward Spears , (1954) Vol. l, pagg. 205-206. (lll) Citato da ibid., pag. 159. (29) "The War in France and Flanders, 1939-1940" (British O fficial History) del maggiore L. F. Ellis (1953), pag. 335, d'ora in avanti citato corne « EWs " · (3") Ellis, pag. 336, che cita il diario di Jodl del 25 ottobre 1939.
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
377
venisse attuato. Hitler non fu ancora soddisfatto, non solo perchè esso prevedeva un attacco frontale su ambedue i lati di Liegi, ma anche perchè era c<;mvinto che lo sforzo principale dovesse essere effettuato a sud di Liegi , con una divisione corazzata ed una motorizzata che puntassero su Sedan passando per Arlon (31). II giorno seguente - il 31 ottobre- Rundstedt ed il suo capo di stato maggiore generale Fritz von Manstein avanzarono autonomamente una nuova idea,che prevedeva di isolare il nemico a nord della Somme , non facendolo arretrare sotto un attacco, bensì travolgendolo con il gruppo di annate A. La proposta fu respinta da Brauchitsch. Guderian scrive che, in novembre, Manstein lo aveva convocato al suo comando e gli aveva chiesto cosa ne pensasse su di un'azione corazzata condotta attraverso il Belgio meridionale ed il Lussemburgo e riferisce di aver risposto in modo affermativo, a patto che lo sforzo fosse stato consistente (32). Manstein approntò quindi un memorandum su tale manovra, che fu approvato da Runstedt il 4 dicembre e quindi sottoposto a Brauchitsch, che si rifiutò di inoltrarlo ad Hitler. Il 28 dicembre fu emanata la direttiva con la quale si fissava per la metà di gennaio 1940 l'inizio dell'offensiva verso ovest e si precisava che Hitler avrebbe deciso dove e ffettuare la concentrazione degli sforzi , sulla base dei successi iniziali. Ciò fu seguito da un evento inatteso. II 10 gennaio , un aeroplano tedesco, che trasportava un ufficiale corriere della Luftwaffe, fu costretto ad atterrare in Belgio. Adosso all'ufficiale furono trovati documenti che contenevano buona parte del piano tedesco (33). Questo avvenimento ed il tempo avverso costrinsero a rimandare l'inizio delle operazioni, fissato per il 17 gennaio. La mossa successiva fu fatta da Hitler. Jll3 febbraio , rimise in discussione il problema di dove dovesse essere effettuato lo sforzo principale e propose che le divisioni corazzate « fossero concentrate in direzione di Sedan, dove il nemico non si aspettava l'impiego del grosso delle forze »,soprattutto perchè i documenti, catturati il 10 gennaio , avrebbero spinto il nemico a credere che « la maggiore preoccupazione tedesca fosse quella di occupare la costa olandese e belga lungo la Manica » ( 34). Manstein s'era adoperato per fare accettare la sua idea così insistentemente che Brauchitsch, per liberarsene, lo promosse a comandante di un corpo di armata di fanteria e, come era costume , prima di assumere il nuovo incarico , Mastein si presentò ad Hitler. Dopo aver pranzato con lui, colse l'occasione
(l') lbid., pag. 337, che cita il diario di Jodl del 30 ottobre 1939. ( 12) Guderian , pag. 89. (Jl) "Belgium: The Official Account of What Happened , 1939-40" (1941), pag. 14. (") Ellis, pag. 340, che cita il diario di Jodl del 13 febbraio 1940.
378
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
per illustrargli il suo piano, che fino a quel momento Brauchitsch s'era sempre rifiutato di sottoporre al Fiihrer. Poichè coincideva con l'idea di cui Hitler era alla ricerca, dopo che la sua proposta ebbe passato per due volte il vaglio di esercitazioni su carte topografiche, condotte con la tecnica del « war game », il 22 febbraio il piano di Manstein fu adottato e lo sforzo principale fu assegnato al gruppo di armate A. Di questo cambiamento Guderian scrive che Rundstedt « non aveva le idee chiare sulle prestazioni.dei carri armati» e che nessuno, eccettuati Hitler, Manstein e lui stesso, riponeva fiducia nella versione finale del Piano Giallo (35). Nel dettaglio, il piano prevedeva: - il gruppo di armate B, su XVIII• e VJa armata (28 divisioni di cui tre corazzate ed una motorizzata) doveva avanzare su una fronte compresa tra Winterswijk ed Aquisgrana (Aachen), travolgere l'Olanda ed il Belgio, occupare gli aeroporti e coprire il fianco destro del gruppo di armate A; - il gruppo di armate A, su Il", IV•, XII• e XVI" armata (44 divisioni di cui sette corazzate e tre motorizzate) doveva avanzare sulla fronte Aachen (esclusa)-Lussemburgo, sfondare tra Namur e Sedan, proseguire su Amiens-Abbeville ed accerchiare il nemico a nord della Somme; - il gruppo di armate C, su l" e vna armata (17 divisioni),doveva effettuare un finto attacco contro la Linea Maginot e tenerla sotto controllo; - la riserva generale era costituita da 45 divisioni, di cui una motorizzata. Questi erano i piani contrapposti, J'uoo basato sull'idea fissa dello stato maggiore francese, che non riusciva ad immaginare niente di diverso dalla manovra Schlieffen e l'altro , grazie ad una serie di avvenimenti, elaborato al di fuori della stessa idea fissa dello stato maggiore tedesco, che era ugualmente ossessionato dal piano Schlieffen, e basato sull'audacia e sulla novità , volute da Hitler e Manstein. Non fu questa ottusità dei due stati maggiori il solo punto in comune: lo stato maggiore tedesco comprendeva alcuni traditori e non godeva la fiducia e la stima di Hitler, che istintivamente avvertiva la situazione (36); lo stato maggiore francese, diretto dal generale Gamelio, era stato profondamente bistrattato da Paul Reynaud che, il 30 marzo 1940, era diventato primo ministro e presidente del consiglio di guerra. Assunta la carica, questi decise di liberarsi di Gamelio,
(.15) Guderian, pag. 91. Riferendosi al complotto di novembre, ordito da Beck, Brauchitsch, Halder, dr. Goerdeler e altri (l'idea era di marciare con l'esercito su Berlino anzichè su Parigi), Gorlitz scrive che il5 novembre, durante un colloquio con Brauchitsch, Hitler « urlò che sapeva benissimo che i generali stavano progettando qualcos'altro invece dell'offensiva da lui ordinata" per il 12 novembre. Benchè Gorlitz aggiunga che« lui non sapeva niente del genere "• con un uomo dalla sensibilità quasi medianica come Hitler non se ne può essere sicuri ("The German Generai Staff", pag. 365). ( 36)
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
379
O LA N DA
lrfiiRE DEL NONI>
N
t Fig. 24: Schieramento tedesco, 10 maggio 1940
che era appoggiato da Daladier, ministro della difesa nazionale, chiamato dai suoi fidi il « toro di Vaucluse », e dai suoi avversari « la mucca con le coma di gomma>>. Secondo Paul Baudouin , segretario di gabinetto, Reynaud dichiarò che Gamelio poteva essere perfetto come prefetto o vescovo, ma che come capo non aveva speranze (31). II9 maggio, Reynaud fece leva sul fallimento norvegese per liberarsi di Gamelin e, quel giorno, nella riunione del consiglio di guerra lo sottopose ad un attacco feroce, che si concluse con una sua affermazione fatta in toni aspri: « Alla luce di quanto accaduto, considero che il gabinetto abbia rassegnato le dimissioni, che notificherò al presidente della repubblica >> ( 38). La scena ne riporta alla memoria una simile del1870 ed il momento in cui ebbe luogo non fu il più opportuno, perchè proprio mentre si stava concludendo la riunione i tede-
(l1) uThe Private Oiaries of Pau! Baudouin (ed. inglese 1948) pag. 10. ("') "Tbe Private Diaries of Paul Baudonin", pag. 26. Vds. anche • Q-devant "• di Anatole de Monzie (1941),pag. 218·219.
380
LE BATI'AGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
schi attraversavano la frontiera belga e lussemburghese e involontariamente risparmiavano a Gamelio un viaggio a Limoges. Così, quando venne sferrata l'offensiva in occidente, Hitler intraprese le operazioni con un comandante in capo che avrebbe preferito marciare su Berlino e Reynaud con un generalissimo che era stato appena assassinato moralmente . Le forze impiegate nell'invasione dell'Olanda , del Belgio e della Francia furono , per i tedeschi , 134 divisioni di fanteria, dieci corazzate (39) e quattro motorizzate; per gli olandesi, otto di fanteria (40); per i belgi diciotto di fanteria; per i britannici dieci divisioni di fanteria , una brigata corazzata pesante e cinque reggimenti di cavalleria (carri leggeri) (41) ; per i francesi 90 divisioni di fanteria , tre corazzate, tre blindate, cinque meccanizzate leggere (41 ) e 27 battaglioni carri non indivisionati (43). Per quanto riguarda i carri armati , i tedeschi ne disponevano di 2.439, (44 ) i francesi di 2.460 moderni ( 45) ed i britannici di 229, di cui 171leggeri. Molti di quelli francesi erano superiori, per corazzatura e potenza di fuoco , a quelli tedeschi, la cui concezione però prevedeva l'impiego di divisioni corazzate omogenee (tattica del colpo d'ariete) al contrario di quella dei francesi , che avevano distribuito i carri alle divisioni di fanteria (tattica spicciola). Questo fu il segreto della superiorità sulla terra che, peraltro, era fuori discussione anche nell'aria. La Germania era entrata in guerra con 3.700 aerei operativi (46) e circa 600 da trasporto , mentre i francesi disponevano di soli 1.500 velivoli da combattimento (47) , gli olandesi e i belgi ne erano quasi sprovvisti ed i britannici ne avevano schierato sul continente soltanto 474, avendo lasciato gli altri in Inghilterra. Mercoledì 8 maggio, Hitler ordinò di lanciare l'attacco alle 5.35 del 10. Fin da ottobre , in dieci diverse occasioni, aveva ammassato le sue armate alle frontiere col Belgio , l'Olanda ed il Lussemburgo , ma mai prima di allora la situazione era stata così favorevole. Per portare a termine quello che il piano prevedeva , von Rundstedt aveva schierato tre armate tra Aachen e Merzig, la IV• (generale von Kluge) sulla destra, la XII• (generale von List) al centro e la XVI• (generale Busch) a sinistra . n gruppo co-
(!9) Le prime tre vennero costituite nel 1935. ('"') L'Olanda fu invasa cosi rapidamente che queste divisioni ebbero amala pena il tempo di allenarsi. (") Il IO maggio le fo rze britanniche in Francia a~sommavano a 394.165 uomini , di cui 237.319 combattenti. (") Costituite dopo la caduta della Polonia . (") Lyet, pag. 33. ( ..) Guderian, pag. 473. ('5) Lyet . pag. 33. Ne avevano anche 600 di vecchio tipo. ( ..) Ellis , pag. 44. (") Lyet . pag. 35.
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
381
razzato, al comando del generale von Kleist- la forza decisiva - era schierato al centro e consisteva di due corpi d'armata , il XIX (1", 2• e 10• divisione) sotto Guderian ed il XLI (6• e 8• divisione) sotto Reinhardt. U primo era schierato tra Vianden e Echtemach in corrispondenza della frontiera con il Lussemburgo ed il secondo a nord del primo. L'obiettivo di Guderian era Sedan e quello di Reinhardt Monthermé; ambedue dovevano realizzare teste di ponte oltre la Mosa agendo in stretta cooperazione con la Luftwaffe. Non furono dati ordini o direttive nel caso fosse stata conseguita la più completa sorpresa (48). Oltre alle suddette forze corazzate, la S• e la 7• divisione carri , al comando del generale Hoth, furono assegnate alla IV• armata e di esse la 7•, comandata da Rommel , ebbe come compito la conquista di Houx sulla Mosa. Il 7 maggio, giunsero a l'Aia notizie di un attacco imminente ma, poichè in precedenza v'erano stati molti falsi allarmi , le voci non furono raccolte. Alle 21.30 del 9 maggio, il ministro degli esteri belga ricevette una telefonata con la quale veniva informato che i posti di frontiera sentivano il rumore continuo di mezzi in movimento. Alle 3 del mattino del IO maggio arrivarono rapporti secondo i quali aerei sorvolavano l'Olanda e, un'ora più tardi , giunse la notizia che gli aeroporti belgi ed olandesi venivano bo mbardati. Subito dopo vennero bombardati gli aeroporti di Arras. Alle 5, i ministri degli esteri olandese e belga si rivolsero per aiuto a Londra e a Parigi. Alle 6.30 Gamelio telefonò al generale Georges perchè attuasse il Piano D. Alle 7.30 le avanguardie della cavalleria francese entravano in Belgio e l'ala sinistra dello schieramento alleato cominciò a ruotare con perno a Mézières per cambiare fronte e portarsi sul Dyle. Le operazioni in Olanda e Belgio si svilupparono a velocità incredibile. Entro 1'11, gli aeroporti olandesi di Waalhaven , Rotterdam , Wassennaar, Volkenburg, Dordrecht e di altre località minori erano occupati da paracadutisti tedeschi e anche i ponti sul Maas a Moerdijk erano in mano loro, mentre una colonna motorizzata da Gennap s'era infiltrata attraverso la posizione Raam-Peel ed avanzava su Moerdijk . Ln Belgio , Bruxelles, Antwerp e Namur erano state bombardate, i ponti sul Maas e Maestricht erano stati occupati. I paracadutisti tedeschi avevano conquistato anche quelli sul Canale Alberto a Bridgen, Weldwezelt e Vroenhoven e, atterrati sulla fortezza di Eben-Emael, se ne erano impossessati con un attacco verticale. Quello stesso giorno - 11 maggio- la cavalleria francese nelle Ardenne fu braccata verso ovest da ondate di cacciabombardieri Stukas, avanguardia dei corpi d'armata corazzati XIX e XLI. Entro le 17.30, dopo aver fatto saltare i ponti, la cavalleria francese era stata costretta a ritirarsi
{'") Guderian ,pag. 97.
382
LE BATTACUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
oltre il Semois e, alle 19.15, i carri di testa di Guderian raggiugevano la periferia di Bouillon. Con l'intero fronte in crisi ed i carri tedeschi che lo pressavano da vicino, il generale Corap chiese rinforzi. Il comando generale francese giustamente intuì che Io sforzo principale tedesco veniva esercitato a sud e non a nord di Namur- come era stato pianificato- ed ordinò che una divisione corazzata e tre di fanteria muovessero, il giorno 12, per rinforzare Corap e che un'altra divisione corazzata e cinque di fanteria facessero la stessa cosa per il13. Le prime dovevano arrivare nel settore della IX• armata il 17 e le seconde entro il 21: in ogni caso, come si vedrà, troppo tardi . Il mattino del 12 maggio, superando forti resistenze, Guderian sferrò un deciso attacco contro Bouillon, che conquistò. Sebbene il ponte sul Semois fosse stato demolito, fu scoperto un guado nelle vicinanze, dove attraversarono le fanterie e dove, con battelli di gomma , furono traghettati i motociclisti . Tutta la resistenza delle Ardenne vacillò. Rommel si avvicinò ad Houx, Reinhardt si portò su Monthermé e, prima del buio, la l" e la 10• divisione corazzata di Guderian occuparono la sponda orientale della Mosa a Sedan e conquistarono la vecchia fortezza. Il Belgio era stato lasciato indietro ed il mito delle Ardenne era sfatato. Alle 8.15 del 13 maggio, Guderian ordinò alle sue tre divisioni di iniziare l'attacco alle 16 di pomeriggio: la 2• doveva muovere su ambedue i lati di Donchéry, forzare il fiume , conquistare terreno a sud della località, deviare verso ovest, superare il canale Ardennes e travolgere le difese nemiche lungo la Mosa; la 1• doveva forza re il fiume tra Glaire e Torcy, rastrellare l'ansa del corso d'acqua e dirigersi quindi verso il bosco di Marfée; la 1{)8 doveva svolgere lo stesso compito nel settore Sedan-Bazeilles e conquistare le alture intorno a Pont Maugis (49). Dalle 12 alle 16 i cacciabombardieri attaccarono le difese francesi della riva destra della Mosa (50), sottoponendo a fuoco violento gli appostamenti , le trincee ed i nidi di mitragliatrice e paralizzando tutte le attività. Alle 16 intervennero anche l'artiglieria, le armi controcarri e quelle contraeree ed i carri armati scesero verso la riva orientale del fiume , creando scene di panico. Centinaia di battelli di gomma furono avvicinati al corso d'acqua e si diede inizio all'attraversamento. Nonostante gravi perdite,
("') Guderian. pag. 479. (00) Lyet (pag . 48) rileva il loro effetto psicologico, mentre il generale Mittlehauser dice: • La sorpresa tecnica in questo campo dell'aviazione fu decisiva • (citato da "The Six Weeks War" di Theodore Draper (ed. inglese 1946), pag. 71. Anche l'anonimo autore del« Diario di un ufficiale di stato maggiore " ( 1941), pag. Il , scrive: • Quando i bombardieri in picchiata calarono su di loro, essi sopponarono il rumore- non ci fu quasi nessuna perdita - soltanto per 2 ore, poi scapparono con le mani sulle orec· chie... •
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
383.
··--
FRANCIA
f.
l
i
.. t
Fig. 25: Seconda Battaglia di Sedan, 13-15 maggio 1940
entro le 17.30 i tedeschi crearono una piccola testa di ponte sulla riva occidentale e subito dopo i genieri cominciarono a costruire a Glaire un ponte, che completarono entro la mezzanotte. Per le 20, il bosco di Morfèea sud di Sedan- veniva occupato; alle 22 veniva presa Donchéry ed entro le 24 il villagio di Chémery - otto miglia a sud di Sedan - era in mano ai tedeschi. Lo sfondamento nel settore di Guderian era stato coronato dal più favorevole successo, dopo solo otto ore di violenti combattimenti. Mentre Guderian si apriva la strada verso la Mosa, Reinhardt tentava di superare lo stesso corso d'acqua a Nouzonville e a Monthermé. L'azione contro la prima cittadina fu respinta e, solo dopo due tentativi ed asperrimi combattimenti, la seconda fu conquistata grazie all'impiego di battelli di gomma. Più a nord , a Houx- due miglia e mezza sotto Dio ant - Rommel trovò il ponte ferroviario intatto , che però saltò in aria non appena i suoi uomini provarono ad attraversarlo. Sotto la protezione del fuoco dei carri armati emgato dalla riva orientale, fu realizzato alla
384
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
fine un attraversamento, fu costruito un ponte di barche e fu stabilita una testa di ponte. Se si considera che le unità francesi opposte a Rommel erano di categoria Be mediocremente armate, bisogna riconoscere che combatterono eroicamente perlomeno fino a quando poterono farlo dalle trincee. Una volta sospinte in terreno aperto, però, persero ogni efficacia combattiva. Nessuno dei passaggi tedeschi fu realizzato con facilità, come molti a quel tempo ritennero, perchè dei sette tentati solo quattro furono coronati da successo e, se i francesi fossero stati meglio armati , equipaggiati ed addestrati e se fossero stati sostenuti da carri armati ed aerei , si sarebbero avuti risultati molto diversi. Secondo il Piano D , era previsto che i belgi avrebbero potuto assicurare il possesso della linea Canale Alberto - Mosa fino a quando gli alleati avessero completato l'occupazione del Dyle; ma , come si è già visto , nonostante le robuste fortificazioni essa fu travolta tra il 10 e 1'11 maggio. Il 12, i belgi erano in piena ritirata ed il generale Blanchard spinse avanti il suo corpo d'armata di cavalleria blindata per proteggerne il movimento .retrogrado. Ciò portò al primo scontro tra carri armati della campagna , combattuto nei pressi del piccolo villaggio di Merdorp, ove la superiorità dei mezzi francesi Somua da 20 t. e da 31 t./B ne i riguardi dei carri tedeschi 10 t. Kw II e da 22 t. Kw IV fu vanificata dalle tattiche d'impiego. Il risultato fu che , dopo aver subito pesanti perdite ,il corpo di cavalleria fu costretto a ritirarsi dietro i fossi anticarro realizzati tra Perwez e Marchovelette. Il 14, i tedeschi riuscirono a crearvi con le artiglierie uno stretto corridoio, ma quando tentarono di immettervi le forze corazzate furono costr~tti a rinunciarvi , a causa del fuoco di sbarramento dei cannoni francesi. Ment~e era in corso questa battaglia, la resistenza olandese crollava e, alle 11 del15 maggio , fu firmato un armistizio, per cui l'Olanda cessava di essere belligerante. Nello stesso tempo , la VII• armata francese , che si stava dirigendo a Breda , fu respinta violentemente in Belgio e , il15 , il generale Giraud ricevette l'ordine di sostituire il generale Corap al comando della IX• armata. Fu un cambio inutile , perchè entro la sera del14, sebbene le ali destra e sinistra della IX• armata mantenessero ancora le posizioni,.il centro del suo schieramento era stato costretto ad arretrare. Il cardine dell'ala sinistra alleata era stato divelto, non c'erano riserve disponibili per « ristabilire una forte linea di resistenza che potesse fermare le unità corazzate nemiche » ( 51). Questa osservazione, fatta sette anni dopo l'evento da Lyet , è illuminante perchè dimostra come, ancora nel1947, non fossero chiare le idee sulla guerra dei corazzati. Durante tutta la campa-
(S1) Lyet. pag. 49.
IL TERZO REICH E LE ORlGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
385
gna, gli alleati commisero l'errore fondamentale di voler costituire fronti continui, con il risultato di non essere mai in grado di trovare forze sufficienti per sferrare un possenite contrattacco. Per il XIX corpo d'armata tedesco, come racconta Guderian, la notte tra il 14 e il 15 maggio fu piena di confusione a causa delle difficoltà con von Kleist, che vietò di avanzare ulteriormente. Guderian obiettò violentemente e non smise di farlo fino a quando von Kleist revocò l'ordine dato. Il 16 il grosso del XIX corpo d'armata superò di poco Montcornet e, per il giorno successivo, Guderian ordinò alla 2• e alla l • divisione carri di dirigersi su St. Quentin-Péronne , mentre la l()a seguiva sulla sinistra. L'azione era appena cominciata, il 17, quando giunse nuovamente l'ordine di fermarsi. Questa volta veniva dali'O.K.H. ( 52). La sosta non durò a lungo, perchè apparve subito evidente che le divisioni francesi, che erano state avvistate in movimento verso il fianco meridionale della penetrazione tedesca, intendevano formare un fianco difensivo e non avevano alcuna intenzione di contrattaccare. Rundstedt ritenne che non vi fossero rischi nel riprendere l'avanzata ed ordinò a von Kleist di puntare su Cambrai-St. Quentin. Non v'era nulla che si oppponesse. Lyet scrive: « 1118 maggio le divisioni corazzate nemiche trovarono il vuoto davanti a sè » ( 53). La progressione di Guderian fu rapida: entro le 9, la 2• divisione corazzata era a St. Quentin e, sulla sinistra, la l" era vicino a Péronne. Quel giorno, mentre era in ricognizione, il generale Giraud incappò in un distaccamento tedesco e fu catturato. Questo avvenimento segnò formalmente la fine della IX• armata francese. 1119 maggio , le unità tedesche raggiunsero il Canale del Nord nelle seguenti località: la 7• divisione corazzata a Marquion ; sulla sinistra, la 6• e 1'8• a Inchy-en-Artois e ad est di Beaumetz-les Cambrai; la 2• ad est di Combles; la l" a Péronne. La s• proteggeva il fianco scoperto della 7• e la 10• quello della l •. Lunedì 20 maggio, mentre la 7• divisione corazzata di Rommel attaccava Arras, ebbe inizio la corsa alla Manica con tutte le altre divisioni corazzate tedesche. L'8• raggiunse Hesdin e spinse avanti un distaccamento verso Montreuil, la 6• occupò D oullens ed avanzò fino a Le Boisle, la 2• s'impadronì di Abbeville e la l • di Amiens, dove realizzò in tempi bievissimi una testa di ponte a sud della Somme. L' intero territorio tra la Scarpe e la Somme era in mano tedesca: le linee di comunicazione britanniche erano tagliate ed era aperta la via per i porti della Manica. In undici giorni ,
(52) II l7 maggio "The Halder Diaries" riportano: « Fiibrer terribilmente nervoso. Spaventato dal proprio successo... avanza la scusa che tutto è dovuto al fianco meridionale • (Vds. anche Guderian, pagg. 109-110). ( 53) Lyet, pag. 66.
386
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
i tedeschi avevano coperto 220 miglia ed in un solo giorno - il 20 - la 2• divisione corazzata era avanzata per oltre 50 miglia ( 54). Per cercare di arrestare il nemico sull'Aisne e sulla Somme, tra il 16 ed il18 maggio, i francesi improvvisarono tre nuove armate: la vra (generale Touchon) schierata tra Attingny e Soisson sull'Aisne, la VII• (generale Frère) che incorporava anche un certo numero di vecchie unità di Giraud, a cavaliere dell'Oise tra Soissons e Péronne e la X• (generale Altmayer) lungo la Somme da Péronne al mare . Mentre si organizzava questo settore, un altro nuovo fronte si stava formando a nord. D 15 maggio, gli alleatHn Belgio ricevettero l'ordine di ritirarsi dal Dyle allo Scheldt (Piano E) io tre fasi: prima fino alla Senna, poi sul Dende r ed infine sullo Scheldt, che fu occupato il 18. I belgi tenevano la sinistra, i britannici il centro e la l" armata francese la destra di questo schieramento di 75 miglia, che si estendeva verso sud fino ad Arras, oltre cui c'era una soluzione di continuità di 25 miglia fino a Péronne. A causa della rapida avanzata tedesca del 20 maggio, il corpo di spedizione britannico e la I• armata francese si trovarono a dover risolvere il problema di come rendere sicure le loro retrovie ed il fianco destro, cioè di come garantire la sicurezza del fianco nord della breccia. Per migliorare la sua posizione, il 21 maggio, lord Gort effettuò un attacco con carri armati da Arras verso sud. Sebbene si trattasse di cosa di poco conto, l'azione colse di sorpresa i tedeschi e dimostrò loro quali rischi stessero correndo. Questo fatto creò, come scrive Guderian , « un'enorme impressione sullo stato maggiore di KJeist, e lo rese improvvisamente nervoso» ( 5S). In conseguenza di tale stato d'animo, 1'8• e la 6• divisione corazzata furono fatte arretrare ad Anvin , St. Poi, Savy e Saulty per formare un fianco difensivo a protezione deiJa parte settentrionale de!Ja penetrazione. Questa azione dimostra chiaramente che, se le divisioni corazzate francesi fossero state addestrate a sferrare contrattacchi e fossero state riurnte in corrispondenza del fianco sinistro alleato, che tatticamente sarebbe stata la posizione più corretta, il nervosismo che aveva assalito Hitler e Rundstedt fin dallS maggio sarebbe stato giustificato. Quest'ultimo, secondo il suo capo di stato maggiore generale Blumentritt, aveva un'alta considerazione del generale Gamelio e dello stato maggiore francese ed era solito affermare « il mio piccolo Gamelio certamente sa quel che fa » ( 56). Se Hitler e Rundstedt avessero avuto un'idea degli eventi che si stavano verificando sull'altro lato della collina, avrebbero scoperto che non
(") Una delle ragioni per questa rapida avanzata fu che le divisaoni corazzate vennero regolamente rifornite di carburante per via aerea. (") Guderian. pag. 114. (56) ~von Rundstedt the Soldier and the Man ... di Blumentritt. pagg. 64. 69.
IL TERZO REICH E LE O!RIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
387
esistevano motivi che giustificassero la loro apprensione ed avrebbero agito correttamente se si fossero ricordati degli effetti prodotti dagli sfondamenti dei carri avvenuti a Cambrai ed Amiens nella guerra precedente. Se avessero, poi, preso in considerazione anche il carattere volubile dei francesi e le sue conseguenze , avrebbero certamente avuto un quadro esatto dello sbandamento e del caos che regnava in campo nemico. Il 15 maggio, la notizia del crollo della IX• armata si abbattè come un uragano su Parigi. Reynaud afferrò il telefono, chiamò Daladier e chiese quali fossero i provvedimenti che Gamelin intendeva adottare. La risposta fu secca: « non ne ha alcuno » (57). Il giorno seguente il gabinetto si riunì in una situazione di indescrivibile confusione; gli archivi furono gettati fuori dalle finestre e bruciati nel cortile sottostante, i deput ati si precipitarono nelle strade alimentando le più catastrofiche e contrastanti versioni. Alle 16 arrivò Churchill (58) e, secondo Baudouin, cominciò a dire che più in profondità i tedeschi si spingevano e più vulnerabili diventavano ai contrattacchi. Quali contrattacchi e con che cosa? Reynaud chiese cacciabombardieri e Churchill promise di inviare dieci squadroni di aerei e di dirottare le forze strategiche da bombardamento dalla Rubr (59) al campo di battaglia. « Circondato come un vulcano dal fumo del suo sigaro - scrive Baudouin - Churchill disse al suo amico francese (Reynaud) che se anche la Francia fosse stata invasa ed occupata, l'Inghilterra avrebbe continuato a combattere .. ...... all'una del mattino diede una visione apocalittica degli eventi. Vedeva se stesso nel cuore del Canada dirigere, con l'Inghilterra rasa al suolo e la Francia le cui rovine erano già fredde, le operazioni di una guerra aerea del Nuovo Mondo contro il Vecchio, dominato dalla Germania » ( 60). In Inghilterra, il vento spirava meno violento. Mentre il popolo, al riparo dietro la Manica, non s'era lasciato coinvolgere più di tanto dall'avanzata tedesca, il governo aveva perso la testa e, nel momento in cui era indispensabile, per mantenere la calma delle masse, contenere il pericolo della diffusione del panico, il paese fu gettato nella confusione da una serie di provvedimenti fuori luogo. Furono eretti sbarramenti nelle strade; furono attivati posti di osservazione anche di notte; la segnaletica delle stazioni, dei paesi , delle città e degli edifici pubblici fu fatta scomparire o
(") "The Private Diaries of Paul BaudoÙin", pag. 30. ("") Churchill dice alle 17.30. Per la sua versione di questo incontro vds. "The Second World War" (1949), Vol. Il, pagg. 42-46. (5~) La Ruhr venne bombardata la prima volta il 15 maggio, ed è difficile dire a quale scopo, visto che il danno fu pari a quello che avrebbe potuto produrre una manciata di piselli scagliata contro la grande piramide (vds. "Berlin Diary" di WiUiam L. Shirer (ed. inglese s.d.) pagg. 293-295 e 318). (60) "The Private Diaries of Paul Baudouin" , pag. 33.
388
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
cancellata; centinaia di persone leali, il cui solo crimine era quello di considerare la guerra una pazzia, furono arrestate o trattenute, alcune anche per anni, senza essere incriminate o sottoposte a processo. Di quei giorni un anonimo riferisce: « lo stato maggiore francese era stato paralizzato da questa guerra di movimento poco ortodossa. Le fluide situazioni createsi non erano contemplate nei testi militari ed i cervelli ancora dall914 dei generali francesi responsabili della concezione dei piani operativi delle forze alleate non erano in grado di funzionare o di prendere decisioni adeguate alla nuova e straordinaria realtà » ( 61 ). ll20 maggio, il generale Weygand, che era stato richiamato dalla Siria il 17, visitò il fronte settentrionale e « sopra ogni altra cosa - scrive Baudouin - era stato colpito dal panico che i tedeschi erano riusciti a creare nelle nostre unità con le loro divisioni corazzate ed i loro aeroplani. Il loro tentativo di creare confusione e panico era stato coronato dal più pieno successo. Quale doveva essere la risposta? In considerazione della scarsità - o meglio della quasi indisponibilità - di armi controcarri, era necessario fare agire i cannoni da 75 insieme aJla fanteria ed usarli come revolver » (62). La velocità, la novità delle tattiche , l'impossibilità di correggere i dispositivi iniziali, la quasi completa indisponibilità di informazioni sicure e , soprattutto , la mancanza di tempo per reagire, avevano paralizzato il comando alleato (63). Dopo la riunione del 16 maggio fu applicata alJa crisi la tradizionale panacea francese: il rimpasto del governo. Il 17, Reynaud richiamò Weygand dalla Siria ed il maresciallo Pétain dalla Spagna. Il 18, Daladier fu nomimato ministro degli esteri. Reynaud assunse il ministero della difesa, sostitui quale comandante in capo Gamelio con Weygand e prescelse Pétain come vice primo ministro. Quando il generale Weygand visitò il fronte settentrionale, il 20 maggio, si premurò di organizzare una riunione a Ypres con re Leopoldo, il generale Billot e lord Gort, per concordare un piano d'azione. Sfortunatamente, lord Gort non fu in grado di parteciparvi. Il piano concordato era quelJo che era già stato preso in considerazione da Gamelio , Georges e Billotte e che prevedeva di effettuare un duplice contrattacco contro la penetrazione tra Arras e la Somme: parte del I gruppo di armate avrebbe agito verso sud e la Vll• armata verso nord. Appena raggiunto l'accordo , Weygand tornò a Parigi passando per Cherbourg. Allora il fato si intromi-
(") ··The Diary of a Siaff Officier~, pag. 27. (f>l) ''The Diaries of Pau! Baudouin" pag. 36. Weygand dice : c La condizione prevalente tra gli alti gradi era la confusione. mentre la fermezza di spirito che nell914 aveva consentito ai gradi inferiori di far fronte ai disastri delle prime settimane pareva non esistesse piìl » ("The Role of Generai Weygand" del magg. J. Weygand , ed. inglese 1948; pagg. ~41) . ( 63) Vds. Lyet,pagg. 71-74.
L-
Dover e
t= o-i l'li
••u' "'• •
,.,~
[o~ ndlr J,IIJ
n x
l'li
H IN! C /l
l'li
r
rn
, l
t'
St• V1lcry · .,. . U u,
o
l
E
\\
-- ~
O.OI.ns ' eMontmt,.ail
~o
,.
'
~
--- ~ lfiJ/,'J
e s b _a ... nc
st ~
.. .......ld
"~
(
A.lo<lo \
\
o !!!
Cl>
8:z: ~ c
"rn
e 3:
o :z: o
~
rn
w
Fig. 26: L'invasione ledesca deUa Francia, maggio-giugno 1940
00 \()
390
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
se: subito dopo la partenza, Bilotte ebbe un incidente stradale mortale ed il suo successore, generale Blanchard, non era al corrente della situazione generale. Il 22 maggio, si riunì a Parigi il consiglio supremo di guerra alleato e fu deciso che, mentre l'esercito belga si ritirava suii'Yser, otto divisioni britanniche e francesi avrebbero attaccato, il 24, verso sud-ovest in
direzione di Bapaume e Cambrai , mentre la VII" armata francese, allora schierata a sud della Somme, sarebbe intervenuta verso nord (64 ). Per quanto possa convincere sotto il profilo teorico , il piano era irrealistico, perchè non prendeva in considerazione la situazione caotica e fluida in atto a nord. 1123, la VII• armata cominciò a muovere come pianificato, ma fu immediatamente arrestata e riuscì a raggiungere la Somme in un solo punto. Gort riferì che non poteva fare niente più di una sortita e la Ja armata francese non era ancora pronta a muovere. Il giorno successivo, i britannici compresero che il contrattacco non era che un sogno e Gort ottenne l'autorizzazione a ritirarsi verso la costa. Seguì uno scontro verbale o meglio una guerra di accuse, ove i francesi accusavano i britannici e questi ultimi rovesciavano a loro volta le colpe. La rapida avanzata tedesca del 20 maggio mise in apprensione Rundstedt , che si preoccupava della lunghezza del suo fianco meridionale esposto. Si aspettava che il nemico messo alJe strette cercasse di uscire dalla non favorevole situazione tentando· di sfondare in direzione della Somme ed era a conoscenza delle forze francesi che da sud erano in movimento verso la Somme. Inoltre, assieme al comando supremo tedesco, aveva cominciato a prendere in considerazione il Piano Rosso- il movimento verso sud oltre la Somme- che poteva aver inizio una volta che l'ala sinistra dello schieramento alleato fosse stata travolta. « Questa preoccupazione crescente per le operazioni del Piano Rosso- scrive il maggiore Ellis è la chiave per spiegare la condotta tedesca della guerra nel nord da questo momento in poi » (65). Per essere in condizione di fronteggiare la problematica controffensiva alleata, alle 6 circa del mattino del 22 maggio Rundstedt ordinò, attraverso il comando della IV• armata, che i gruppi corazzati di Hoth e Kleist si fermassero fino a che non fosse meglio chiarita la situazione e, alle 11 del 24, Hitler visitò il comando di Rundstedt e condivise la decisione di fare arrestare le forze mobili sull'allineamento Lens-Béthune-Aire-St. Omer-Gravelines , mentre il gruppo di armate B continuava ad incalzare il nemico e le unità di Rundstedt costituivano l'incudine per il martello di
(") Per il piano completo vds. Ellis.pag. Ili. e Churchill, Vol. Il , pag. 50. (6~) Ellis, pag. 120.
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
391
Bock. Inoltre, Hitler insistette sul fatto che era necessario risparmiare le forze corazzate per operazioni future. Infine , quando il Fiirher partì, Rundstedt emanò una direttiva nella quale si leggeva: « Per ordine di Hitler ... l'allineamento Lens-Béthune-Aire-St. Omer-Gravetines (Linea del Canale) non deve essere superato » (M). In quelle circostanze fu un ordine appropriato. Le divisioni corazzate tedesche necessitavano di una sosta e del tempo per un controllo dei mezzi - la metà dei carri armati di Kleist ed il 30% di quelli di Hoth non erano impiegabili (67 ) - e poichè il grosso delle armate francesi a sud dell' Aisne e della Somme non era stato ancora sconfitto, era indispensabile fermarsi. Inoltre, come evidenzia il maggiore Ellis, i comandanti tedeschi mai più credevano che potesse essere effettuata un'evacuazione su larga scala dalle spiagge della Manica come quella che , in seguito, l'ammiragliato britannico ed il gabinetto di guerra riuscirono ad organizzare. Il 25 maggio (68), l'O.K.H. autorizzò Rundstedt ad attraversare la Linea del Canale, ma egli non si mosse prima del 26, quando Hitler emanò personalmente l'ordine di riprendere l'avanzata in direzione di TournaiCassei-Dunkerque. Leggendo l'attenta ed approfondita analisi effettuata dal maggiore Ellis sugli ordini, gli appunti e i diari storici relativi al periodo 23-27, non si possono che condividere le sue conclusioni:« La responsabilità di Hitler in ordine alla sosta delle unità tedesche è stata completamente travisata. Non furono i suoi ordini a provocarla il giorno 24, perchè essa era già in atto il 23: Hitler la condivise soltanto. Egli non la impose per il 25 ed il 26, perchè aveva reso Rundstedt specificatamente responsabile delle decisioni sulle attività operative da intraprendere. Ma egli fu personalmente responsabile della sospensione della sosta e dell'ordine di riprendere l'attacco il 27 » (69). Anche se non si condividesse tale versione e fosse accettata la testimonianza di Blumentritt (1°), secondo il quale l'ordine di arrestarsi fu dato a Rundstedt per telefono su disposizione di Hitler, non fu questa discussa sosta, come si vedrà in seguito, il motivo principale che consentì aJ corpo di spedizione britannico di sfuggire alla morsa tedesca a Dunkerque. Quando il gruppo di armate di Rundstedt si fermò, quello di Bock continuò ad avanzare e, il 25 maggio, sfondò il fronte belga sul Lys. Subito
(66) lbid , pagg. 138, 139. ( 6') lbid. , pag. lSI. ( 63) lbid , pag. 150. ( 69) lbid., pagg. 350-351. Il punto di vista opposto è registrato dal capitano Liddell Hart nel suo "The Other Side of the Hill", (1951) , cap. XII. ( 10) "Von Rundstedt" , pag. 75. Si tratta di un libro impreciso e sembra sia stato scritto quasi interamente sulla base dei ricordi.
392
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Gort, resosi conto che Bock, se avesse potuto sfruttare il successo, avrebbe isolato il corpo di spedizione britannico e non gli' avrebbe consentito di raggiungere il mare, abbandonò ogni velleità di sferrare il contrattacco verso sud ed ordinò che la s• e la soa divisione, che aveva tenuto in riserva, si schierassero in corrispondenza della breccia aperta dai tedeschi e ne contenessero la progressione. Quel giorno Boulogne fu conquistata dai tedeschi e Calais cadde nelle loro mani l'indomani. Fortunatamente per l'ala sinistra alleata l'ammiragliato britannico, quando fu informato il 19 maggio del fatto che Gort stava prendendo in considerazione una ritirata verso la costa, incominciò a pianificare tempestivamente l'evacuazione, denominata « Operazione Dynamo ». Il 26, quando il piano era ormai consolidato, diede l'avvio aJla sua attuazione. Si era appena in tempo, perchè a mezzanotte del giorno successivo Leopoldo ordinò il cessate il fuoco (1 1) al suo esercito; una decisione che stupì Parigi e che diede modo a Reynaud di accusare di tradimento il re e a Pétain di esclamare: « Siamo alla fine. Dobbiamo capitolare >>. Contemporaneamente Weygand continuava a sommergere Gort con richieste di contrattacco! n 29 maggio, l'ala sinistra alleata costituì un quadrilatero che si estendeva da Nieuport a Comines, a Marvelle, ad Hazebrouck, a Casse! e a ovest di Dunkerque, per un'estensione di circa 30 miglia per 20. II giorno 29, il suo lato meridionale fu fatto arretrare verso nord fino a PoperingheLizeme ed il 30 fino al canale Bergues-Furnes, sei miglia a sud della costa. Ciò costrinse gli alleati nella loro ristretta testa di ponte finale che per fortuna era, dal punto di vista della difesa, molto forte. A sud delle dune di sabbia della riva dell'oceano, il terreno presentava una fitta rete di dighe che, in sistema con i fossi ai lati delle strade, costituiva un ostacolo quasi insuperabile per i carri armati. Già il27 maggio, i tedeschi sapevano che le truppe britanniche stavano per essere evacuate dalle spiagge di Dunkerque e si posero il problema di come contrastarne l'imbarco . Gòering ed Hitler, secondo Guderian, ritennero« la supremazia aerea tedesca forte abbastanza da far fallire l'evacuazione » ( 72). Non v'era niente di eccezionale in tale visione; se gli inglesi avevano potuto convincersi, dal 15 maggio in poi, che i bombardamenti della Ruhr avrebbero fermato l'avanzata tedesca, l'errore di Gòering ed Hitler era certamente meno grossolano.
(" ) Che questo sia stato fatto senza avvertimenti o consultazaoni preventive. come affermano Churchill ("The Second World War". 1949, Vol. Il , pag. 84) e M. Reynaud ( • La France a sauvé I'Europe •, 1941, Vol. 11. pagg. 234-237) non è esatto: vds. "'The Surrender of King Leopold"', di Joseph P. Kennedy e James M. Landis (New York, 1950). (12) Guderian, pag. 120.
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
393
Halder sostiene che Hitler « non consentì la completa distruzione dell'esercito britannico ,faceodo ritirare i carri armati tedeschi che ormai erano alle spalle del nemico » ('3) e Rundstedt - in una intervista rilasciata a Milton Schulman dopo la guerra - afferma che egli avrebbe voluto far intervenire nella battaglia cinque divisioni corazzate, ma che gli fu impedito da Hitler: « un incredibile errore» come lo definisce (14). Tuttavia il 28 maggio Guderian - il generale delle unità corazzate di testa - dopo aver smantellato le difese avanzate nemiche, rappresentò al capo di stato maggiore del gruppo KJeist che « un attacco di carri non avrebbe sortito effetti su un terreno paludoso reso impraticabile dalla pioggia (era piovuto abbondantemente nelle ultime 24 ore) »e che la fanteria della XVIII• armata del gruppo di armate B , che allora stava serrando sotto verso il XIX corpo d'annata, « era più indicata delle unità corazzate per combattere in quel tipo di terreno » (15). Kleist condivise e tutte e tre le divisioni di Guderian si ritirarono , presurnibilmente per ordine di Rundstest, dal momento che è improbabile che Kleist prendesse una tale decisione autonomamente. La verità è che la zona era un esteso ostacolo anticarro e che Hitler , che poteva essere rite nuto un esperto di impiego dei carri più della maggioranza dei suoi generali, aveva considerato un errore madornale il loro intervento nella zona di Dunkerque. Fin dal 9 ottobre 1939, aveva sentenziato che il « carro armato doveva essere impiegato nei compiti che meglio poteva assolvere. In nessun caso i carri devono essere coinvolti in situazioni in cui non possano manovrare liberamente , come tra le vie cittadine belghe » (16). E ciò era tanto più vero se riferito al terreno paludoso belga. L'evacuazione fu un successo fenomenale , come lo erano state molte ritirate britanniche e , nonostante i violenti attacchi aerei, fu eseguita con metodo e senza panico. Tra il 26 maggio ed il 3 giugno, 366.162 uomini, di cui 224.320 britannici, furono trasportati in Inghilterra con 765 navi inglesi di tutti i tipi e di tutte le stazze (n). Che Hitler desiderasse il loro scampo, come molti dei suoi generali banno asserito, è un mito come le affermazioni riferite alla sospensione delle operazioni del23 maggio o all'ordine di Hitler di fare arretrare le divisioni corazzate. Le cause del successo non risiedono in quello che fecero o non fecero i tedeschi , ma vanno ricercate nelle attività preparatorie effettuate dall'ammiragliato britannico, nel magnifico comportamento delle retroguar-
( 73) "Hitler as War Lord", pag. 30. (7•) "Defeat in tbe W est", ( 1947), pag. 43. ('") Ellis, pag. 208, cbe cita il diario del XIX corpo d'armata. (") Ibid., pag. 351. (") Per i vari tipi , vds. Ellis, pagg. 219-321.
394
LE BATTAGUE DECIS IVE DEL MON DO OCCIDENTA LE
die della I• armata francese , nella meravigliosa resistenza degli uomini del generale Gort, nel superbo lavoro della marina reale, nel coraggio sprezzante della RAF di fronte della superiorità della Luftwaffe, nell'iniziativa di centinaia di possessori di piccole barche e , non ultimo , nel fatto che la testa di ponte di Dunkerque era una fortezza naturale. L'impresa con cui, in presenza del più potente esercito e della più forte forza aerea del mondo, un terzo di milione di uomini venne tratto in salvo in Gran Bretagna in nove giorni, galvanizzò la popolazione di tutto l'impero. Fu un' operazione unica ed il suo completamento, il3 giugno , segna il giorno in cui spiritualmente il popolo britannico , comple tamente rinfrancato , entrava in guerra. Per la Francia, lo stesso giorno significò la catastrofe. Mentre l'evacuazione di Dunkerque era in pieno svolgimento, i passaggi sulla Somme - conquistati dai tedeschi il 20 maggio - furono trasformati in grosse teste di ponte. I francesi improvvisarono quella che doveva poi diventare famosa col nome di « Linea Weygand »,che si estendeva da Abbeville a Longuyon. Era presidiata da due gruppi di armate, il III e il IV, comandati rispettivamente dal generale Besson e dal generale Huntziger. n primo era composto dalla X• armata schierata tra il mare e Corbie, dalla VII• fra Corbie e Coucy e dalla VI• tra Coucy e Neufchatel; il secondo daJla IV• fra Neufchatel e Attigny e dalla IJa fra Attigny e Longuyon, dove si saldava con la Linea Maginot. Come si vedrà, l'idea base era ancora quella del fronte continuo, nonostante i francesi non avessero forze sufficienti per presidiarlo. Dopo gli avvenimenti di Dunkerque si erano ritrovati con 43 divisioni di fanteria , tre corazzate, tre di cavalleria e 13 da fortezza , schierate a presidio della Linea Maginot e quindi senza alcuna possibilità di manovra. Inoltre, erano presenti in Francia 140.000 soldati britannici, che davano vita però ad una sola divisione di fanteria , la 51", e aJla l" divisione corazzata, che era sbarcata a Le Havre il 15 maggio. Il 26 maggio, Weygand adottò un nuovo piano difensivo. Non dovevano esservi più ritirate, si doveva ricorrere all'utilizzazione intensiva di boschi, fattorie ed abitati per assicurare il mantenimento del fronte. Doveva essere organizzato ':l" sistema di caposaldi che, anche se circondati , dovevano essere tenuti fino all'ultimo uomo, senza preoccuparsi degli aggiramenti effe ttuati dai carri tedeschi. Tatticamente l'idea sarebbe stata efficace, se i francesi avessero disposto di un sufficiente numero di reparti corazzati ben addestrati per effettuare contrattacchi tra i caposaldi ; poichè però dette forze non erano disponibili, il provvedimento fu un vero suicidio. Al fronte erano presenti 137 divisioni tedesche; con sorprendente rapidità, i gruppi di armate A e B furono riorganizzati per quella che Weygand definì « la Battaglia di Francia ». Il gruppo di armate B, composto , tra l'altro , da sei divisioni corazzate, al comando di Kleist ed Hoth , fu schierato tra AbbeviUe e La Fère, mentre il gruppo di armate A , con le
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
395
quattro divisioni corazzate di Guderian, fu reso responsabile del settore La Fère-Montmédy. L'ordine per l'Operazione Rossa fu emanato dalI' O .K.H. il 31 maggio. Nelle linee generali prevedevano che il gruppo di armate B (von Bock) sfondasse le difese sulla Somme tra Abbeville e Péronne e che il gruppo di armate A (von Rundstedt) investisse il nemico suii' Aisne, non appena si fossero profilati i primi successi di von Bock. Ambedue le azioni dovevano essere condotte principalmente dalle divisioni corazzate, che furono raggruppate in coppie: la S• e la 7• ad ovest di Amiens, la 9• e la 10• ad Amiens e la 3• e la 4• a Péronne. La 5• e la 7• furono assegnate alla IV• armata, responsabile del settore della Somme, dal mare ad ovest di Amiens. U loro compito era quello di sfondare il centro della x• armata francese , di spingerne l'ala sinistra- IX corpo d'armata e 51" divisione britannica - contro la costa e superare la Senna a Rouen , mentre la 9•, la 10•, la 3• e la 4• divisione, inquadrate nella VI• armata tedesca, sulla sinistra della IV•, avrebbero fatto irruzione attraverso l'ala destra della x• armata francese e la sinistra della VII•. li 28-29 maggio, e nuovamente il 4 giugno, furono effettuati due attacchi - abortiti sul nascere - per eliminare le teste di ponte tedesche. n 5 giugno, mentre R eynaud effettuava un nuovo rimpasto del governo , alle 4 del mattino i tedeschi sferrarono l'offensiva. Come a Sedan , lo sfondamento conseguito dalla s• e dalla 7• divisione fu immediato e, quando la x• armata francese si ritirò sul Bresle, le due divisioni si portarono sul fianco destro del IX corpo d'armata francese, costringendolo a ripiegare verso Dieppe. L '8 giugno le due divisioni corazzate raggiunsero la periferia di Rouen, dopo un'avanzata di circa 70 miglia in tre giorni. Il 9, quando Rouen fu occupata, la S• e la 7• divisione si diressero a nord e, il 10, caddero alle spalle del IX corpo d'armata francese, già impegnato sulla fronte da tre divisioni di fanteria, e da una motorizzata. L'esito dello scontro fu la resa del corpo d 'armata e della 51" divisione britannica il 12 giugno. Fu una superba manovra , una Dunkerque in miniatura, ma senza evacuazione. Nel frattempo la 9• e la l ()a divisione corazzata avevano sfondato l'ala destra della X• armata francese e la 3• e la 4• aveva protetto l'avanzata della VI• armata nel suo movimento iniziale. A compito ultimato, tutte e quattro le divisioni furono poste in riserva tra Noyon e St. Quentin. Rouen era appena caduta in mani tedesche che, alle 16.30 del 9 giugno , aveva inizio la battaglia dell' Aisne, che si apriva con un violento fuoco di artiglieria contro le posizioni della VI• e della IV• armata francese, cui seguiva, alle 5 del mattino, l'attacco della XII• armata tedesca sferrato tra Neufchàtel e Attigny. La P e la 2• divisione di Guderian, mantenute inizialmente arretrate, si scontrarono con forze corazzate francesi a Juinville e, dopo un aspro combattimento dall'esito favorevole, si riunirono con la 6• e l'Su, insieme con le quali sfondarono l'ala destra della VI" arma-
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
396
ta ed il fronte della IV• armata francesi e si diressero verso Chalons e St. Dizier. L'll , le quattro divisioni corazzate in riserva furono immesse anch' esse nella battaglia: la 3• e la 4• avanzarono su Chateau-Thierry e la 9• e la 10•.si mossero lungo una direzione parallela. II 12 ed il 13 le otto divisioni corazzate realizzarono un largo varco tra la VI" e la n• armata francesi, dovuto al crollo della IV• armata. Quando il 12 il generale Réquin , comandante della IV•, telefonò al generale Touchon, comandante della VI", per chiedere aiuto , quest'ultimo rispose: «Dovrei correre in tuo soccorso ma è assolutamente impossibile. n mio corpo d'armata sulla destra è in grave crisi. Tra Montmirail e Sézanne c'è un carosello di carri, per fronteggiare i quali non ho assolutamente nulla » (78). La rapidità dell'avanzata, che aveva portato le truppe tedesche a St. Dizier il14 giugno e sulla frontiera svizzera il l?- in linea d'aria, 200 miglia da Rethel - era da ascrivere in parte al tipo di difesa adottato da Weygand. Gudrian sostiene che, poichè i francesi si asserragliarono nei loro caposaldi, i suoi carri godettero di una grandissima libertà di manovra negli intervalli, attraverso i quali poterono proseguire rapidamente in profondità, lasciando alla fanteria che seguiva il compito di attaccarli (79). La rapidità del successo fu dovuta in parte anche all'Italia, che il 10 giugno aveva dichiarato guerra alla Francia, peggiorando oltremodo la situazione. Dall'inizio della battaglia dell' Aisne fino al 25 giugno si entra nella fase della fantasia politica, in cui la lotta contro i mulini a vento passa dal romanzo alla realtà. n 10 giugno il governo abbandonò Parigi e, insieme ad alcuni milioni di rifugiati (80), prima cercò scampo a Tours e quindi a Bordeaux. Il 14, Parigi fu occupata dai tedeschi ed il cuore della Francia cessò di battere; seguirono le proposte più disperate ed utopistiche, elucubrate per la maggior parte dal fertile cervello di Churchill: la Gran Bretagna doveva essere difesa come un fortino; il governo francese e 500.000 soldati dovevano cercare rifugio in Algeria (81) ; un sollevamento popolare doveva essere proclamato e, cosa ancora più irrealistica, i francesi dovevano fare largo ricorso alla guerriglia e logorare i tedeschi al punto di farli soccombere per fame. Di queste idee fantastiche, fortunatamente per Churchill, non fu presa in considerazione quella di trasferire il governo in Algeria, perchè se lo si fosse fatto - come evidenzia Weygand- il provvedimento più logico da parte tedesca sarebbe stato quello di invadere il Nord-Africa, la cosa che Churchill avrebbe dovuto temere di più .
Lyet, pag. 133. Guderian, pag. 124. (80) Weygand (op. cit. , pag. 108) dice « circa sei milioni "· (81) Ibid.,pag. 108. L'Africa settentrionale francese possedeva • una piccolissima fabbrica di car( 78) ( 79)
tucce»!
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDLALE
397
Il 16 giugno, quando l'immaginazione del primo ministro britannico toccò il fondo di 1.000 anni di litigiosa storia franco-inglese con la proposta di una « unione indissolubile » tra Francia e Gran Bretagna, Reynaud rimase così indignato ed interdetto che diede le dimissoni ed il presidente Lebrun incaricò Pétain di formare un nuovo governo. Pétain aveva 84 anni. Durante la l" guerra mondiale era stato proclamato salvatore della Francia; ora veniva richiamato per essere il suo becchino. Sebbene fosse un soldato lento e cauto, agì con una prontezza incredibile per la sua età. A lle 12.30 del 17 giugno, chiese all'ambasciatore spagnolo di consegnare ad Hitler una richiesta di armistizio, che fu firmato a Rethondes nello stesso vagone ferroviario in cui era stato concluso l'armistizio dell'li novembre 1918 (82 ). Tre giorni più tardi le ostilità cessavano e la Gran Bretagna rimaneva sola. In sei settimane la Francia era stata sopraffatta. Quale fu il costo per i tedeschi? Secondo Hitler, 146.492 perdite e secondo lo storico ufficiale britannico 156.556. In ogni caso, meno di un terzo delle perdite subite dagli inglesi nella battaglia della Somme del 1916 ( 83). L'intera campagna fu una drammatica vendetta dell'attacco paralizzante. « L 'alto comando francese - scrive il maggiore Ellis- fu battuto non solo dalla superiorità numerica e dalla bontà degli equipaggiamenti, ma dalla velocità operativa del nemico e dalla propria incapacità di prevedere ed organizzare in anticipo » ( 84 ). Lord Gort, che dovrebbe sapeme più di chiunque altro, scrisse nei suoi "Dispatches": « La velocità con la quale il nemico sfruttò le penetrazioni nello schieramento francese, la disponibilità ad accettare i rischi per raggiungere gli scopi e lo sfruttamento di ogni successo all'estremo limite enfatizzarono, anche più completamente che nelle campagne del passato, il vantaggio che spetta al comandante che sa come usare al meglio il tempo e come dominarlo senza diventarne schiavo» (8S). Dopo la caduta della Francia, l'Inghilterra si ritrovò sola e, fino a che non fosse riuscita ad organizzare una nuova coalizione, non era certamente in condizione di vincere la guerra. Ma era ben !ungi daJI'essere sconfitta, perchè aveva ancora la supremazia sul mare e, come la sua potenza mari nara aveva consentito di trarre in salvo il suo esercito dal continente, così avrebbe potuto risbarcarvene un altro non appena se ne fosse presentata
(C) 1 termini dell'armisti:c;io furono miti: la Costitu:zione della Tena Repubblica rimase in vigore, 40 dipartimenti non vennero occupati, fu consentito un esercito di 100.000 uomini in Francia e 180.000 in Afriea, la flotta e l'impero francese rimasero intatti. (") t interessante notare che dopo Dunkerque 191.870 inglesi e altre truppe furono evacuati dalla Francia. (") Ellis, pag. 321. (") Supplemento alla klondon Gazette" del IO ottobre 1941. patt. 5931.
398
LE BATTAGLIE DECIS IVE DEL MONDO OCCIDENTALE
l'opportunità. Fino a quando l' Inghilterra rifiutava di accettare la sconfitta, la Francia avrebbe dovuto non solo essere controllata ma addirittura presidiata. Di conseguenza essa era, sotto il profilo strategico, un grosso peso per Hitler e lo sarebbe diventata sempre di più se avesse ulteriormente ampliato lo sviluppo costiero delle sue conquiste. Così veniva stabilito un secondo fronte non attivo, che richiedeva per la sua difesa un dispendio di unità combattenti tedesche a discapito di una loro completa concentrazione sul fronte attivo che, secondo gli obiettivi di guerra hitleriani, era adesso costituito dalla Russia. Era di vitale importanza per Hitler eliminare questo fronte non attivo prima di rivolgersi ad est. Quando si considera, dal punto di vista tedesco, l'importanza di detto problema, risulta quasi inspiegabile percbè, quando nell 'autunno del 1939 fu decisa l'offensiva ad occidente, non fosse stata prevista anche un'invasione dell'Inghilterra . L' unico motivo per cui non fu fatto non può essere altro che perchè Hitler accarezzava la convinzione secondo cui, una volta sconfitta la Francia , I'Inghjlterra avrebbe accettato una pace negoziata ( 86). Sembrerebbe che, a dispetto dell' irrefutabile logica di Clausewitz (87) , nè lui nè alcuno dei suoi generali comprendesse che, poichè l'Inghilterra era in guerra con la Germania e non poteva essere direttamente attaccata, essa era il centro di gravità di tutte le possibili alleanze contro la Germania e che, come durante le guerre napoleoniche, la perdita di un alleato continentale era di secondaria importanza, fino a che altri potenziali alleati erano presenti sulla scena mondiale. Se avesse attaccato la Russia prima di risolvere il problema inglese, egli avrebbe automaticamente fatto sorgere un'altra coalizione contro la Germania, che inevitabilmente avrebbe portato a ciò che temeva di più: un conflitto su due fronti attivi . Il 18 giugno - giorno successivo a quello della richiesta di armistizio avanzata da Pétain - il conte Ciano, genero di Mussolini , annotava nel suo diario: « Hjtler è ora come il giocatore d'azzardo che ha fatto il grande colpo e vorrebbe alzarsi dal tavolo senza rischiare oltre » ( 88). Ma non poteva farlo fino a che l' Inghilterra era in guerra con la Germania e , poichè sotto la direzione del bellicoso Churchill essa non mostrava di voler abbandonare il campo, ricorse ad un grande bluff per metterla in ginocchio: la minaccia di un 'invasione, denominata operazione « Leone Marino » ,
(86) Vds."The Memoirs of Field-Marshal Kesselring" (ed. inglese 1953), pag. 65. Nel 1935 Hitler disse all 'autore che una delle cose che l'avevano colpito di piìl nella I• guerra mondiale era stata la te· nacia degli inglesi. Pare che nel 1939 lo avesse dimenticato. 87 ( ) « Possiamo .... stabilire come principio che se noi possiamo assoggeuare tutti i nostri nemici ba t· tendone uno solo, allora la sconfina di quello deve essere l'obteuivo della guerra, perch~ in lui noi colpiamo il centro di gravità dell'tntero conflitto. (~On War". ed. inglese 1908, Vol. IU , pag. 108). ( 88) "Ciano's Diary. 1939·1943" , (edizione inglese , 1947), pag. 267.
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
399
ma che più propriamente avrebbe dovuto essere chiamata « Volpe di Mare». U 2 luglio il progetto fu preso vagamente in considerazione e , due settimane più tardi, fu emanata una direttiva nella quale si stabiliva: « Poichè l'Inghilterra, a dispetto della sua situazione militare senza speranza, ha dimostrato finora di non voler giungere a nessun compromesso, ho deciso di cominciare ad organizzare e , se necessario, di effettuare un 'invasione dell'Inghilterra. Tale operazione è imposta dalla necessità di eliminare la Gran Bretagna come base dalla quale possono partire azioni belliche contro la Germania. Se sarà necessario, l'isola sarà occupata » ( 89). Lo sbarco doveva essere effettuato di sorpresa su una fronte molto larga- da Ramsgate all'isola di Wight - e tutti i preparativi dovevano essere ultimati entro la metà di agosto: assurdità palese dal momento che era previsto l'impiego di 39 divisioni- 13 in prima schiera e 26 a sostegno e dovevano essere concentrati e sistemati nei porti sulla Manica l. 722 chiatte, 471 rimorchiatori, 1.161 barche a motore e 155 navi da trasporto (90). 1119luglio, in un discorso al Reichstag, Hitler fece un'offerta ufficiale di pace all'Inghilterra, che non ebbe alcun effetto sul governo inglese. L'operazione« Leone Marino »continuava ad andare avanti , con la data spostata allS settembre. 113lluglio, in risposta all'ammiraglio Raeder, Hitler scriveva: « La decisione sull'effettuazione dell'operazione,che può avere inizio in settembre oppure può essere rimandata a maggio del 1941, sarà presa dopo che l'aeronautica avrà completato gli attacchi aerei di una settimana concentrati sull'Inghilterra meridionale >> ( 91 ). Questa era un'altra assurdità perché, come sostiene Kesselring: « Era chiaro ad ogni persona di buon senso, incluso Hitler, che l'Inghilterra non poteva essere messa in ginocchio dalla sola Luftwaffe, se non altro perchè la Luftwaffe da sola non avrebbe mai potuto aver ragione della flotta britannica » ( 92 ). La verità è che, con l'eccezione di Goring comandante della Luftwaffe, nessuno credeva nell'operazione « Leone Marino » (93 ): certamente non gli ammiragli tedeschi, non i generali, né lo stesso Hitler che, secondo
(") "Hitler and his Admirals". di Anthony Maniensse n, (1948), pag. 69. (!IO) Quando si ricordi che i preparativi pe r l'invasione del Nord Africa nel 1942 richiesero ben più di nove mesi, il mese concesso da Hitler rende ridicola l'operazione. 91 ( ) "Hitler's Strategy", di F.H. Hinsley {1951 ), pag. 71. In questo giorno Hitler menziona per la prima volta l'invasione della Russia (vds. " Halder Diaries". 31 luglio 1940). 92 ( ) " Memoirs". pagg. 68 e 66. (93) Vds. Guderi an, pag. 138.
400
LE BATTAGUE DECIS IVE DEL MONDO OCCIDENTALE
il generale Blumentritt, in luglio disse in privato a Rundstedt che « non intendeva eseguire l'operazione » ( 94). All'inizio d'agosto, la Luftwaffe disponeva di 2.669 aerei operativi, di cui 1.015 bombardieri , 346 cacciabombardieri, 933 aerei da caccia monomotori e 375 bimotori, contro i quali la RAF poteva schierare 1.350 aerei -di cui 704 caccia - al comando del maresciallo dell'aria Hugh Dowding. La caccia tedesca godeva di una considerevole superiorità numerica , ma doveva combattere sul mare e sul territorio nemico , ove ogni aereo nemico colpito avrebbe potuto avvalersi dell'apporto della contraerea. Il Messerscbmitt, inoltre, guadagnava quota meno rapidamente dello Spitfire britannico e , soprattutto, la RAF poteva avvalersi del radar e la Luftwaffe no. La Battaglia d'Inghilterra ebbe inizio il 12 agosto e passò attraverso due fasi. Nella prima furono attaccate le stazioni radar ma, poichè si riuscì a distruggerne una sola, Goring erroneamente concentrò la sua offensiva contro gli aereoporti del sud-est dell'Inghilterra e sulle navi mercantili sulla Manica. Questa fase raggiunse l'apice tra il 24 agosto ed il 6 settembre, quando la Luftwaffe fece volare quasi 1.000 aerei al giorno. Il 7 settembre cominciò la seconda fase , con il bombardamento di Londra, che si sostituiva agli obiettivi dell'invasione, in quanto Hitler ritenne che un attacco su grande scala contro la capitale avrebbe potuto essere decisivo e che un bombardamento sistematico e prolungato di Londra avrebbe potuto produrre un atteggiamento del nemico tale da rendere completamente non necessaria l'operazione « Leone Marino » ( 95). Così fu messa in pratica la teoria del Douhet,che si dimostrò un fallimento grottesco. Che Hitler realmente credesse che il bombardamento di Londra avrebbe gettato nel panico la Gran Bretagna sembra dubbio; sembra più probabile che la sua intenzione fosse quella di compensare il fallimento iniziale e di ricambiare il bombardamento della RAF su Berlino del 25-26 agosto, per risollevare l'animo della popolazione tedesca ed impressionare i russi. Il fatto che questi ultimi fossero stati tenuti presenti è avallato dalla decisione , presa il 27 agosto , di trasferire dieci divisioni da ovest ad est, probabilmente perchè il fallimento della prima fase della Battaglia d'Inghilterra avrebbe potuto incoraggiarli. Il 3 settembre, la data dell'invasione fu pospostà al 29 ed esattamente due settimane dopo fu presa la decisione definitiva: poichè le forze aeree britanniche non erano state completamente sconfitte e mostravano anzi di essere in piena ripresa e poichè le
("') « Von Ru ndSledt •. pag. 87.
(" ) Vds. ibid. , pag. 81.
IL TERZO REICH E LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
401
condizioni atmosferiche erano instabili , il Fiihrer decise « di rimandare a data indeterminata l'operazione "Leone Marino" » ( 96). Giustamente , in Inghilterra e in tutto l'impero britannico, la Battaglia d' Inghilterra fu propagandata come una grande vittoria: mai prima d'allora le isole britanniche avevano corso un pericolo così reale nè il Comando Caccia dell'Aeronautica era stato costretto ad usare l'ultima cartuccia, come veniva detto in giro , per dare più risalto al pericolo tedesco. Poichè l'avvenimento si verificò subito dopo la disfatta della Francia, esso non solo dimostrò che i tedeschi non erano invincibili, ma fece sembrare ridicolo Hitler ed incrementò enormemente il prestigio inglese. Inoltre, la Battaglia d'Inghilterra non fu l'ultimo dei fattori che stimolò il sostegno americano e costrinse Hitler a scagliarsi sulla Russia prima che l'Inghilterra uscisse dalla guerra; cosa che, come si vedrà portò alla sua rovina.
(..) lbid. , pag. 89.
CAPITOLO XI
Operazione Barbarossa e legge affitti e prestiti
l. Quadro storico Appena sospeso l'attacco diretto contro l' Inghilterra, Hitler ripiegò sulla strategia indiretta. Già il 30 giugno , in un memorandum sulla continuazione della guerra contro l'Inghilterra, il generale JodJ aveva suggerito, come alternativa all'operazione « Leone Marino », di occupare gli accessi al Mediterraneo di Gibilterra e del Canale di Suez , intervenendo in stretta cooperazione con Spagna e Italia. Due mesi più tardi - il 21 agosto - Ciano annotò nel suo diario di essere completamente occupato nella pianificazione per l'attacco da sferrare il 6 settembre all'Egitto e che il generale Keitel aveva detto aJ Duce che la conquista del Cairo era più importante di quella di Londra. Lo stesso 6 settembre, l'ammiraglio Raeder presentò un rapporto ad Hitler dove, a sostegno dell'idea di Keitel, scriveva: « L'organizzazione di questa operazione deve cominciare subito, in modo da poterla completare prima che gli U .S. A. possano intervenire. Non dovrebbe essere di secondaria importanza, ma dovrebbe essere uno dei principali colpi contro la Gran Bretagna ». L'idea era strategicamente valida, perché l'Egitto era non solo il centro delle linee di comunicazioni dell' impero britannico, ma anche l'unica base oltremare situata ad una distanza che consentisse l'attacco all'Europa. Se all'Inghilterra fossero stati sottratti Egitto e Gibilterra, il Mediterraneo sarebbe diventato un lago italiano, la Turchia avrebbe potuto essere eliminata e sarebbe stata aperta la strada per la Russia passando per l'Armenia e la Georgia; la Gran Bretagna inoltre si sarebbe trovata in condizioni così disperate che l'ardore americano nell'aiutarla sarebbe caduto a zero. Se tali obiettivi fossero stati raggiunti , l'Inghilterra sarebbe stata costretta a chiedere una pace negoziata perché, senza il sostegno economico americano, non avrebbe potuto continuare la lotta. Hitler non respinse i
404
LE BATTAGLI E DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
suggerimenti di Reader , ma li prese in considerazione ed iniziò i negoziati con la Spagna. Innanzitutto decise di intensificare la campagna sottomarina e di continuare il bombardamento di Londra. Quindi , il23 ottobre, incontrò Franco ad Hendaye per ottenere il libero passaggio delle sue truppe attraverso la Spagna. Fece pressioni per un accordo immediato che, contrariamente alle sue aspettative, Franco si rifiutò di fare. Cinque giorni più tardi l'intera situazione cambiò improvvisamente: senza nessun avviso ad Hitler, Mussolini invase la Grecia. Fu un errore strategico madornale, perché coinvolgeva l'Italia in una guerra su due fronti, proprio quando si trovava in serie difficoltà nel rifornire le truppe di Graziani in Nord Africa. L'immediata conseguenza di questo colpo di follia fu l'occupazione britannica di Creta e Lemno il 3 novembre. Poiché la disponibilità dell' isola dimezzava la distanza di volo tra l'Egitto e i campi petroliferi rumeni, Hitler decise, mentre continuavano i preparativi per occupare Gibilterra, di imporre la sua volontà su Bulgaria e R omania e di invadere Iugoslavia e Grecia. Il 17 dicembre, re Boris di Bulgaria fu convocato in Germania, dove fece però prevalere il suo buon senso. Dieci giorni più tardi il generale Antonescu effettuò un colpo di stato in Romania e si alleò con l' Asse. S'erano appena verificati tali avvenimenti che un altro imprevisto sconvolse i piani di Hitler. TI 9 dicembre, sir Archibald Wavell, il comandante inglese in Medio Oriente, sconfisse Graziani nella battaglia di Sidi Barrani; la sconfitta fu tale da costringere Hitler a correre in aiuto degli italiani. Senza perdere un minuto, il 10 dicembre ordinò che alcune squadriglie della Lutfwaffe si schierassero nell'Italia meridionale per attaccare i convogli inglesi e decise di spedire in Nord Africa almeno una divisione corazzata agli ordini di Rommel. Inoltre, cosa più importante, la sconfitta italiana preoccupò talmente Franco che la progettata occupazione di Gibilterra fu accantonata; questa decisione, accoppiata all'avanzata britannica nell'Egeo , spinsero Hitler ad una de-cisione fatale: attaccare la Russia prima di avere sistemato le cose con l'Inghilterra. II 16 dicembre, emanò la direttiva n. 21 , designata col nome di operazione « Barbarossa », nella quale si legge: « Le forze armate tedesche devono tenersi pronte a schiacciare la Russia Sovietica con una campagna rapida, anche prima della fine della guerra con l'Inghilterra. Per tale scopo l'esercito dovrà impiegare tutte le unità disponibili, fatte salve le esigenze di sicurezza da attacchi di sorpresa nei territori occupati ... I preparativi devono essere completati entro il 15 maggio 1941... L'obiettivo finale dell'operazione è quello di stabilire una linea difensiva contro la Russia asiatica che corra approssimativamente dal Fiume Volga ad Arcangelo». Inoltre Hitler prescrisse che la concentrazione delle forze per la « Barbarossa » fosse camuffata come organizzazione della « Leone Marino »e del progettato attacco alla Grecia. Doveva essere messo in atto« il
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFIITI E PRESTITI
405
più grosso inganno della storia » . Questo non era affatto un gesto dettato dalla frustrazione; dietro tale decisione vi era una logica: se l'Inghilterra non veniva a patti - così ragionava - ciò significava che riponeva la sua sola ed unica speranza nell'intervento della Russia e dell'America. Se la Russia , quale possibile alleata , fosse stata eliminata , l'Inghilterra si sarebbe ritrovata con i soli Stati Uniti. Ma, poiché nessuno di loro avrebbe potuto trovare un alleato continentale, avrebbero gli Stati Uniti continuato a sostenere l'Inghilterra? Se la risposta fosse stata negativa, allora la Gran Bretagna sarebbe stata costretta a negoziare ed anche se l'America avesse continuato a fornire aiuti e sostegno, i due alleati avrebbero dovuto vederseta con l'intera potenza tedesca su un fronte e probabilmente con il Giappone su un altro. Secondo Martienssen (!), la direttiva del 18 dicembre di Hitler« fu forse uno dei più grandi errori militari di tutti i tempi ». Gli avvenimenti provarono più tardi che in realtà lo fu , anche se inizialmente vi fu un fattore che aveva fatto credere ad Hitler di poter probabilmente travolgere completamente il colosso sovietico in pochi mesi: la composizione dell'impero sovietico. Come visto nel quadro storico del Capitolo IX, la Russia era un mosaico di popoli sottomessi che, nel 1940, si opponevano in modo violento all'autocrazia dei loro capi bolscevichi, cosi come si erano rifiutati di sottoporsi al volere degli Czar in passato. Se Hitler avesse capito cosa ciò significava avrebbe offerto agli ucraini , ai Bielorussi (Russi bianchi) , ai Turcomanni e a tutte le altre minoranze la liberazione del gioco sovietico e l'autonomia senza restrizioni. Egli avrebbe dovuto entrare in Russia come un liberatore e non come conquistatore ; se lo avesse fatto , avrebbe causato una tale esplosione per cui l'URSS si sarebbe disintegrata. È vero che ciò non gli avrebbe procurato lo spazio vitale voluto, ma è anche vero che, una volta distrutto l'impero sovietico, avrebbe potuto imporre la sua volontà sulle singole repubbliche. Come si vedrà - lasciando da parte l'aspetto morale -le sue atrocità, verso i popoli soggiogati e verso gli stessi moscoviti, non furono tanto fuori luogo quanto intempestive perché , allimite, avrebbero potuto comportare vantaggi soltanto se fossero state perpetrate dopo la caduta del regime sovietico. Per questa ragione avrebbero dovuto essere rigorosamente evitate prima del collasso. Sebbene Hitler fosse brutale quanto Lenin, era certamente meno astuto; mentre Lenin aveva capito come asservire la brutalità al suo disegno politico, Hitler per la sua rozzezza d'animo - ne divenne la vittima e alla fine ne rimase strangolat·O. Intanto il suo nemico più implacabile, il presidente Roosevelt, non
(l) Editore di « Fuhrer Conferences on Naval Affairs ,. ed autore di « Hitler and his Admirals » (1948).
406
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
era rimasto inoperoso e, a dispetto delle sue dichiarazioni ufficiali sull'intento di mantenere gli Stati Uniti fuori della guerra, si adoperò per provocare alcuni incidenti che ve li avrebbero fatti precipitare. Il suo scopo, simHe a quello di ChurchiJI, era di distruggere l'hitlerismo completamente fin dalle radici. Proclamava che non c'era niente di più importante nel mondo che battere Hitler e che sarebbe stato impossibile conseguire tale obiettivo se l'Inghilterra avesse negoziato la pace col nemico. A dispetto della legge internazionale, delle leggi americane e dello status di paese neutrale, Roosevelt fece tutto quanto era in suo potere per aiutare l'Inghilterra. Il suo solo problema fu quello di superare lo spirito isolazionistico degli americani, il fatto cioè che la maggioranza degli statunitensi non voleva essere coinvolta negli affari altrui. La sua politica per aver ragione di tale difficoltà si mosse lungo due binari: come Maometto II, aveva la pace sulle labbra e la guerra nel cuore. Diceva: «Noi non prenderemo parte a guerre straniere e noi non spediremo il nostro esercito , la nostra marina o la nostra aeronautica a combattere in terre straniere ... ... l'ho già detto prima, e lo dirò ancora ...... sempre. l vostri ragazzi non saranno inviati in nessuna guerra che non ci interessi .... . Il vostro presidente vi dice che questo paese non scenderà in guerra ». Ma non perse alcuna occasione per provocare Hitler e spingerlo a dichiarare guerra a quello stesso popolo , al quale prometteva ardentemente la pace. Fornì alla Gran Bretagna navi da guerra, fece sbarcare soldati americani in Islanda e fece organizzare il pattugliamento delle rotte atlantiche per proteggere i convogli britannici: vere e proprie azioni di guerra. 11 pericolo maggiore che gravava sull'Inghilterra non proveniva né dall'attacco diretto né dalla strategia indiretta. La Battaglia d'Inghilterra era stata vinta e quella del Mediterraneo era sotto controllo; ma dove la Gran Bretagna era impegnata io una disperata azione di retroguardia era nella battaglia del dollaro. Senza dollari per pagare cibo, munizioni e naviglio, era costantemente sull'orlo della bancarotta. Fino a quel momento aveva sempre pagato alla consegna, ma alla fine del1940 stava dando fondo alle ultime risorse e, se non fossero state in qualche modo ripianate, non le restava che l'ultima possibilità di una pace negoziata. La situazione era così disperata che, 1'8 dicembre, Churchill in una lunga lettera informava Roosevelt che si avvicinava il momento in cui non avrebbe potuto effettuare alcun ulteriore pagamento (2). Giustamente sostenne che quella
( 2) " Avevamo pagato oltre 4.500 milioni di dollari in contanti. Ce n'erano rimasti soltanto 1.000 milioni, la maggior parte in investimenti, molti dei quali non erano prontamente commerciabili. Era chiaro che non potevamo andare avanti cosl. Anche $pogliandoci di tutto l'oro e di tutte le proprietà al· l'estero, non avremmo potuto pagare la metà di quel che avevamo ordinato, e l'estendersi della guerra rendeva neceS$3rio per noi avere dieci volte tanto ».(Churchill, in ''The Secood World War", 1949, Vol. Il , pag. 493).
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITTI E PRESTITI
407
fu una delle più importanti lettere da lui mai scritte: essa cambiò l'andamento dell'intera guerra. Roosevelt la ricevette mentre era in crociera ai Caraibi e ne ponderò il contenuto per parecchi giorni. Il17 dicembre, in una conferenza stampa, parlò di come liberarsi del pazzesco e volubile dominio del dollaro e, il29 , mandò in onda per radio una delle sue incandescenti ed educative chiacchierate. Cominciò con la solita affermazione circa il suo proposito di mantenere il popolo, i suoi figli ed i suoi nipoti fuori dall'ultimo fossato della guerra. Per atterrirli e renderli uniti aggiunse che mai prima, sin dai tempi di Jamestown e Plymouth Rock, la civiltà americana aveva corso pericoli gravi come quelli attuali e che, se la Gran Bretagna fosse stata battuta, le potenze dell'Asse avrebbero controllato l'Europa , l'Asia, l'Africa , l'Australia (sic) e gli Oceani. Quindi continuò dicendo: «Tutti voi potreste ritrovarvi a vivere davanti al mirino di un'arma caricata con pallottole esplosive ». Arrivò poi al punto cruciale del suo discorso: « Noi dobbiamo essere il grande arsenale della democrazia. Abbiamo rifornito la Gran Bretagna di ingenti quantitativi di materiale e ne daremo di più in futuro », per finire con la solita profferta del ramosceiio d'olivo: « abbiamo ogni buona ragione per sperare, sperare nella pace ». Il grande arsenale della democrazia si riferiva alla legge Affitti e Prestiti - « un atto legislativo per promuovere la difesa degli Stati Uniti »presentata al Congresso il10 gennaio 1941, approvata al Senato 1'8 marzo (con 60 voti favorevoli e 31 contrari) e firmata 1'11 dal presidente, che nello stesso giorno proclamò che la difesa della Gran Bretagna e della Grecia era « vitale alla sopravvivenza degli Stati Uniti »;privilegio che veniva riconosciuto anche alla Cina 4 giorni più tardi. I poteri riconosciuti al presidente da questa legge erano senza precedenti e Io mettevano in condizione di designare quale beneficiario del provvedimento qualsiasi paese al mondo, di produrre qualsiasi tipo di munizionamento decidesse, di vendere, trasferire, scambiare, affittare e prestare qualsiasi materiale da guerra desiderasse , di riparare e ricondizionare gli armamenti dei paesi da lui preferiti, di fornire ai governi di questi ultimi qualsiasi informazione sui progressi tecnologici nel campo dei materiali bellici che egli ritenesse necessario rilasciare, di fissare i termini e le condizioni di consegna e di pagamento. Poteva fare tutto ciò a suo piacimento, « nonostante le restrizioni fissate da qualsiasi altra legge precedente». La firma dell'Atto degli Affitti e Prestiti, 1'11 marzo 1941, fu un evento fata le per la storia del mondo come lo era stata la dichiarazione di guerra del 6 aprile 1917. Avendo reso possibile l'alleanza degli Stati Uniti con tutte le potenze che combattevano l'Asse, mise il presidente in condizione di fare la guerra, dichiarata o no, in qualsiasi punto del globo. Ciò significò anche che, se l'America fosse entrata in guerra, ancora una volta non sarebbe rimasto nessun arbitro disponibile.
408
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Nel 1917, Woodrow Wilson aveva previsto dove stava andando, ma nel 1941 Franklyn D. Roosevelt imboccò ciecamente la strada della guerra globale. Per legare la legge Affitti e Prestiti con la Dichiarazione dell'Indipendenza Americana, fece dare alla legge il 0° 1776, l'anno in cui fu firmata. Inoltre, invece di liberare l'Europa , la sua condotta doveva diventare lo strumento per portare mezzo mondo nella sfera e sotto il dominio di Mosca. Le atrocità di Hitler si risolsero in profitti per Stalin e la eecità del presidente americano portò al trionfo del dittatore moscovita. Il primo passo di Hitler per la progettata invasione della Russia prevedeva il consolidamento tedesco nei Balcani, in modo da proteggere il fianco destro e le spalle e rendere sicuri i campi petroliferi rumeni. Tutto fu pronto per il 28 febbraio e, quel giorno, con la connivenza di re Boris, la Bulgaria fu occupata ed entrò a far parte del Patto Tripartito , che era stato firmato da Germania , Italia e Giappone, il 27 settembre. Si fece quindi pressione sulla Iugoslavia e sulla Grecia, e quest'ultima si rivolse per aiuti all'Inghilterra. Il 24 marzo, il governo iugoslavo cedette ma tre giorni più tardi, quando le truppe tedesche si accingevano a superare con la sua autorizzazione la frontiera iugoslava, il generale Simovitch fece un colpo di stato e denunciò la capitolazione. Con la solita rapidità, il6 aprile Hitler ordinò alle sue truppe di superare la frontiera iugoslava e, undici giorni dopo, l'esercito iugoslavo si arrendeva. Nel frattempo, il 7 marzo, truppe britariniche avevano cominciato a sbarcare al Pireo e si erano appena schierate in linea con i greci che, 1'8 aprile, furono attaccate. Il 21, la Grecia era fuori dalla guerra. Un mese più tardi fu lanciato un attacco di paracadutisti su Creta e , il 27 maggio, l'isola era in mani tedesche. Sopraffatta la Grecia, il 30 aprile- ad un rapporto tenuto ai suoi generali - Hitler fissò per il 22 giugno la data di inizio dell'operazione « Barbarossa >>. In realtà, la data dove·va essere stata fissata alcuni giorni prima, perché il 24 aprile l'addetto navale tedesco a Mosca telegrafò all'O.K.M .: «Ci sono voci in giro di un probabile pericolo di guerra tra la Germania e l'Unione Sovietica ... secondo il consigliere dell'ambasciata d'Italia, l'ambasciatore britannico prevede che il 22 giugno sarà il giorno fissato per lo scoppio delle ostilità ». Mentre erano in corso le campagne di cui si è appena visto, Rommel aveva dato inizio alla prima offensiva in Libia. Entro la metà di aprile aveva riconquistato quasi tutto quello che Graziani aveva perso. Il suo successo era stato così fulmineo che, il 30 maggio, l'ammiraglio Raeder ed il suo stato maggiore in un memorandum- definito « uno dei più importanti documenti di tutta la guerra »-proponevano di effettuare «un'offensiva decisiva verso l'Egitto e Suez per l'autunno del1941 ».Ma Hitler non avrebbe dato loro ascolto fino a quando non si fosse completata l'operazione « Barbarossa ». Quello che non riuscì a comprendere fu che la conquista deiJa lugo-
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITTI E PRESTITI
409
slavia e della Grecia aveva reso ancora più vasto il fronte non attivo e che esso si sarebbe ancora ingrandito fino a quando i britannici avessero conservato il possesso dell'Egitto e del Medio Oriente. Aveva già sbagliato nel non conquistare l'Africa nord-occidentale dopo la caduta della Francia , ora scartava l'opportunità di impadronirsi dell'Egitto, dopo il crollo della Grecia. Ambedue furono errori madornali e il perché li abbia commessi sembra debba essere attribuito alla sua incapacità di valutare il valore e gli effetti del potere marittimo, che assumeva sempre più importanza man mano che il fronte non attivo si andava estendendo.
2. Le battaglie per Mosca Con l'occupazione di Creta, Hitler aggiunse un'altra conquista alla sua lunga serie di affermazioni, e raggiunse un traguardo che nessun generale in tutta la storia dell'umanità aveva mai conseguito in così breve tempo. Aveva occupato la Polonia in 27 giorni , la Danimarca in uno, la Norvegia in 23, la Francia in 39, l'Olanda in cinque, il Belgio in 18, la Jugoslavia in 12, la Grecia in 21 e Creta in 11. La Russia, nonostante il suo strapotere, aveva impiegato più di 100 giorni per mettere in ginocchio la Finlandia. Con tali precedenti alle spalle e la presunta inefficienza russa che lo invogliava, si convinse di poter travolgere il gigante sovietico prima del sopraggiungere deiJ'inverno, nella certezza , accettata peraltro da quasi tutto il mondo, che fosse una cosa fattibile e non trascendentale. Si aspettava di distruggere la capacità combattiva dei russi e di raggiungere la linea Volga-Arcangelo entro tre o quattro mesi e si riprometteva, a vittoria conquistata , di destinare 56-60 <tivisioni al controllo dei territori invasi e di impiegare il resto delle sue forze contro l'Inghilterra. Questo è il motivo per cui , prima che cominciasse la campagna, non fu previsto di approvvigionare indumenti invernali per più di un quinto del suo esercito (3). Elemento essenziale per una campagna così rapida era lo stato del terreno all'inizio e , poiché la primavera del1941 era stata eccezionalmente piovosa e ancora in maggio il Bug ed i suoi affluenti erano in piena (4), è improbabile, come spesso si è sostenuto, che le campagne iugoslava e greca abbiano ritardato l'inizio dell'invasione di circa sei settimane e che, quindi, siano state uno dei principali fattori che portarono al fallimento dell'operazione « Barbarossa ». La causa è invece da attribuire maggiormente alla scelta degli obiettivi. La distruzione del potenziale bellico russo richiedeva la de-
(' ) Vds. uThe German Generai Stati", di Walter Gorlitz (1953), pag. 389. (') Guderian. pag. 145.
410
LE BATTAGLIE DECISNE DEL MONDO OCCIDENTALE
finizione di un obiettivo che fosse difeso fino all'ultimo uomo dall'esercito russo e che lo costringesse ad accettare battaglia in un'area, non distante dalla frontiera tedesca, dove potesse essere sviluppato l'intero potenziale tedesco. Un obiettivo che aveva tali requisiti era Mosca, che era il centro nodale della rete ferroviaria e, pertanto, strategicamente indispensabile. In più, era la Mecca del comunismo ed il quartiere generale di un governo altamente centralizzato ed era il grande centro industriale che impiegava oltre un milione di lavoratori. Questo era l'obiettivo previsto da Brauchitsch ed Halder, del quale però Hitler non volle nemmeno sentir parlare ed a proposito del quale disse: « Soltanto cervelli completamente fossilizzati ed imbevuti delle concezioni dei secoli passati possono individuare nella capitale un obiettivo degno di tal nome. I moderni interessi sono situati a Leningrado e Stalingrado, dove fertilissimo è il terreno del bolscevismo. Distruggete queste due città ... ed il bolscevismo sarà sepolto » ( 5). Questa visione dei problemi non è assurda come potrebbe sembrare a prima vista, perché Hitler intuiva che il problema che egli doveva risolvere era molto diverso da quello posto a Napoleone. Non era solo una pura questione strategica - la sconfitta delle armate russe - ma era profondamente politica: la sconfitta del regime bolscevico. Essa si poteva conseguire non con l'occupazione delle città, ma fomentando la rivoluzione all'interno della Russia (6). Se avesse assunto dall'inizio dell'operazione il ruolo di liberatore , avrebbe avuto il diritto di considerare i suoi generali senza cervello. Ma immaginare che l'occupazione di Stalingrado e Leningrado, soltanto per i loro nomi, avrebbe sconvolto il sistema sovietico fu un pezzo di mistica fa ndonia, che diventò ancora più irreale quando sullo stesso piano furono messi anche gli obiettivi economici: la conquista delI'Ucraina e del Caucaso. II primo si riprometteva di privare la Russia delle principali risorse alimentari e del 50% delle sue industrie ed il secondo di sottrarle Le più importanti riserve petrolifere. Il risultato fu una confusa molteplicità e proliferazione di obiettivi che frazionarono oltremodo l'esercito tedesco e costrinsero ad adottare mezze misure. A dispetto dell'epiteto di« cervelli fossilizzati » indirizzato ai generali tedeschi, la direttiva 21 fu un compromesso tra la visone dei capi militari e quella del loro Fiihrer. Non si rinunciò a Mosca e fu assegnato un ruolo secondario a Leningrado e all'Ucraina con il rischio che, a meno che non fosse stato un autunno eccezionalmente asciutto, la capitale non sarebbe stata occupata prima dell'inverno. Le linee generali del piano prevedevano, nelle intenzioni, che il gros-
(S) '' Hitler as War Lord .. , di Franz Halder , (1950), pag. 41. ( 6 ) U parere di Kleist è illustrato in "The Other Side of the Hill .. , di B.H. Liddell Hart ( 1951), pag.
259.
410
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITTI E PRESTITI
411
so dell'esercito schierato nella Russia occidentale fosse distrutto con audaci operazioni, basate su profonde penetrazioni effettuate da colonne corazzate, e che si impedisse alle unità nemiche in grado di combattere in ampi spazi di ritirarsi all'interno della Russia. Facendo ricorso , ad ogni occasione, allo sfruttamento dei successi iniziali, si doveva raggiungere un allineamento in profondità , tale da non consentire alle forze aeree avversarie di disporre di aereoporti, dai quali fosse possibile decollare per attaccare il territorio metropolitano tedesco: esattamente l'allineamento Volga-Arcangelo già menzionato. Il piano proseguiva , dopo un paragrafo destinato ai compiti dei finnici e dei rumeni, con la parte relativa alla condotta delle operazioni , i cui passi più importanti erano: « La zona di operazioni è suddivisa in due areequella nord e quella sud - separate dalle paludi del Pripet. Lo sforzo principale sarà effettuato a nord, dove saranno impiegati due gruppi di armate, di cui quello meridionale- che risulterà al centro dell'intero schieramento - avrà il compito di investire le posizioni a nord e nei dintorni di Varsavia, con due formazioni corazzate e motorizzate eccezionalmente forti, e di eliminare le forze avversarie nella Russia Bianca. Ciò creerà una situazione che consentirà a forti formazioni di truppe mobili di deviare verso nord per distruggere il nemico negli stati del Baltico, in cooperazione con il gruppo di armate settentrionali che avanzerà dalla Prussia orientale in direzione di Leningrado. Solo dopo aver completato tali azioni, che dovranno portare alla conquista di Leningrado e di Kronstadt, si potranno iniziare le altre operazioni offensive per occupare l'importante nodo di comunicazioni e centro di produzione degli armamenti di Mosca » ..... « Il gruppo di armate impiegato a sud delle paludi del Pripet effettuerà il suo sforzo principale partendo dalla zona di Lublino e dirigendosi a Kiev, con il compito di cadere sul fianco e sul tergo delle forze russe con robuste formazioni corazzate e di travolgere il nemico lungo Dnieper ~> ... • •. « Una volta che la battaglia a nord o al sud del Pripet si sarà conclusa , si passerà allo sfruttamento del successo tendendo ai seguenti obiettivi: - a sud, la rapida occupazione dell'importante zona economica del bacino del Don ; - a nord , la veloce conquista di Mosca. La cattura di queste città dovrebbe determinare una vittoria decisiva sotto il profilo sia politico sia economico; dovrebbe, comunque , comportare la neutralizzazione del nodo ferroviario vitale della Russia » (1).
(1) " panzer Leader"' , di Guderian, appendice XXII, che riporta per esteso la Direttiva 21.
412
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
FINLANbiA
L OMit•
1-.:rt; •
•
l
eluhk
)
l
l
R.oovno• / /
elvw l (LulktJ): l
ll
ROMANIA
.. Fig. 27: La campagna di Mosca, 1941-1942
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFim E PRESTITI
413
La composizione dei tre gruppi di armate delineata nella direttiva era la seguente: - gruppo di armate Nord, feldmaresciallo von Leeb: XVIII armata di von Kuchler, XVI armata di Buscb e IV gruppo corazzato di Hoeppner, per un totale di venti divisioni di fanteria, tre corazzate e tre motorizzate, sostenute dalJa I• flotta aerea del generale Keller. Sul fianco sinistro era schierata l'armata finnica (maresciallo Mannerheim), che comprendeva sedici divisioni (150.000 uomini) e quattro divisioni tedesche, due di fanteria e due motorizzate; - gruppo di armate Centro, feldmaresciallo von Bock: IX• armata di Strauss con il terzo gruppo corazzato di Hoth e la IV• armata del feldmaresciallo von Kluge con il II gruppo corazzato di Guderian, per un totale di 31 divisioni di fanteria , 9 corazzate, 7 motorizzate ed una di cavalleria, sostenute dalla Il' flotta aerea del feldmaresciallo Kesselring (8); - gruppo di armate Sud, feldmaresciallo von Rundstedt: IV• armata del feldmaresciallo von Reichenau, XVIP armata di von Stuelpnagel ed il 1° gruppo corazzato di von K.Jeist , per un totale di 30 divisioni di fanteria , 5 corazzate e 4 motorizzate. Comprendeva inoltre il m corpo d'armata italiano (4 divisioni) del generale Messe, il Jo corpo d'armata ungherese, la l" divisione slovacca ed un reggimento croato. Disponeva della IV• flotta aerea di Loehr. Più a sud erano schierate l'Xl• armata tedesco-rumena nonché la III• e IV• armata rumene, nominalmente comandate dal generale Antonescu, con il compito di proteggere il fianco sud del dispositivo tedesco ; - riserva generale: 24 divisioni di fanteria , 2 corazzate e 2 motorizzate (9). Riguardo alla composizione delle forze due punti meritano particolare attenzione: l'uno riguarda i carri armati e l'altro i mezzi di trasporto. Quando la campagna nell'ovest ebbe termine , per incrementare il numero delle divisioni corazzate, i carri armati previsti per ognuna di esse furono ridotti alla metà. La produzione annua era allora di non più di 1000 mezzi e , quando l'invasione ebbe inizio, l'intera linea carri tedesca era composta da circa 3200 unità. In seguito , la produzione mensile aumentò forse da 80 a 210, ma ancora in misura assolutamente non adeguata per fronteggiare l'enorme consumo, figurarsi per aumentare il numero delle divisioni corazzate.
(') Tali dati sono tratti da ~Hitler's Oefeat in Russia" del generale W. Anders , pp. 32·34. Altre fonti differiscono lievemente. ( 9) D 3 luglio del 1941 entrambi i gruppi corazzati dipendevano temporaneamente dalla IV• armata e i corpi d'armata di fanteria della IV• armata vennero inquadrati nella Il' armata agli ordini del generale von Weichs.
414
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Ancora più importante fu il secondo punto, che trovò limiti nella scarsità di carburanti, che erano appena sufficienti per consentire di motorizzare solo una parte delle divisioni. I mezzi di trasporto divisionali erano trainati per la maggior parte da quadrupedi. Poiché la Germania non poteva produrre autocarri in numero sufficiente, le nuove divisioni si videro assegnati prodotti dell' industria francese, che non si dimostrarono abbastanza robusti per percorrere le accidentate strade russe. Senza dubbio si può affermare che la mancanza di veicoli cingolati da trasporto fu un fattore di vitale importanza per il fallimento della campagna, come lo era stata la mancanza di ferri da cavallo e buoi per Napoleone nel 1812. Per quanto attiene al piano russo. come avviene per qualsiasi altra operazione , si incontra la prima e solita difficoltà: la mancanza di documentazione. Non ne esiste, perché la storia sovietica è subordinata alla sua politica, che peraltro è in continua evoluzione, e perché nessun generale osa scrivere le proprie memorie. Né il governo sovietico pubblicherebbe una storia ufficiale, per timore che la sua pubblicazione possa compromettere futuri cambiamenti politici ( 10). Si dispone quindi di fonti straniere ed in particolare tedesche, che poco si prestano per stabilire con certezza la verità. Si sa che invece di utilizzare i vasti spazi della Russia per logorare inizialmente l'avanzata tedesca e contrattaccare in forze quando lo sforzo avesse perso spinta, l'alto comando russo schierò le proprie forze in prossimità delle frontiere della Germania del 1941. Secondo il generale Markoff, che aveva prestato servizio nell'esercito russo al tempo degli Czar, quando cominciò l'invasione « non v'erano riserve in profondità per sostenere l'azione delle unità schierate sulla fronte , perché la difesa in profondità era stata accantonata come una soluzione senza senso. Non esistevano piani di difesa, né erano stati previsti. Giganteschi depositi riempiti all'inverosimile con armi, munizioni e carburante erano stati dislocati non in profondità, ma così vicino alla frontiera da ritrovarsi entro il raggio d'azione dell'artiglieria nazista » ( 11). Inoltre è noto che, nel giugno 1941 , l' Armata Rossa non si era ancora ripresa dalle purghe del 1937-1938 (nelle quali furono liquidati tre marescialli, 13 comandanti d'armata, 57 di corpo d'armata, 110 di divisione e 220 di brigata, la metà cioè degli ufficiali anziani) e che si trovava ancora in fase riorganizzativa. Secondo gli standard
('") n colonnello G.A. Tokaev, un ufficiale caucasico dell'esercito russo che nel 1948 cercò as.ilo in occidente. serive: " ... bisogna ricordare che oeU'Unione Sovietica qualsiasi tentativo di ricostruire la vera storia perfino del passato recente~ considerato un 'offesa mortale • ( • Betrayal ofan Ideai •, 1954, pag. 6). ( 11 ) Dull'articolo pubblicato su "The Saturday Evening Post" del 1950, n. 46. Citato da Raymond L. Gartoff nel suo " How Russia Makes War" (edizion e inglese 1954). pag. 437.
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITII E PRESTITI
415
occidentali doveva essere considerata una forza combattiva primitiva che, pur possedendo secondo le stime tedesche 15.000 carri armati e 10.000 aeroplani - peraltro obsoleti - era organizzata in modo superato: i mezzi di trasporto ed il sistema dei rifornimenti erano arcaici ( 12), i procedimenti di impiego complessi e macchinosi. Come le passate guerre avevano già dimostrato, i soldati erano, però , duri combattenti che, per quanto mancassero di iniziativa, possedevano una straordinaria resistenza ai disagi e alla fatica. Quando la campagna ebbe inizio, sempre secondo fonti tedesche poco attendibili, lo schieramento delle forze russe prevedeva ( 13): - il gruppo finnico dei generali Meretzkov e Govorov su 20 divisioni di fanteria, 2 di cavalleria e 5 brigate corazzate, schierate a cavaliere del lago Ladoga , con il compito di opporsi ai finlandesi; - il gruppo del baltico del maresciallo Voroshilov su 19 divisioni di fanteria, 7 di cavalleria e 5 brigate corazzate, schierate in Lituania e Lettonia, a protezione di Leningrado ; - il gruppo della Belorussia del maresciallo Timoshenko su 50 divisioni di fanteria e 2 brigate corazzate, schierate nella Polonia orientale e nella Belorussia ad ovest di Minsk, a protezione di Mosca; - il gruppo deli'Ucraina del maresciallo Budienny su 69 divisioni di fanteria e 28 brigate corazzate, schierate nella Polonia sud-orientale e nella Bessarabia , a protezione deii'Ucraina. Secondo il generale Halder, il 21 giugno 1941 la forza stimata dell'esercito sovietico schierato nella Russia occidentale comprendeva 154 divisioni di fanteria , 25 1/2 divisioni di cavaJleria e 37 brigate corazzate ed aveva di fronte 102 divisioni di fanteria tedesche, 19 corazzate, Il motorizzate , 5 speciali e una di cavalleria (1 4 ). La forza della Russia non doveva essere individuata tanto nelle dimensioni delle sue forze armate ma, come ai tempi di Carlo XII e Napoleone , nei suoi immensi spazi , le strade non curate, le vaste fo reste, i larghi fiumi, le paludi , nonché le brevi estati , i lunghi inverni ed il disgelo primaverile. In aggiunta a tutto ciò, v'erano la scarsità e lo scartamento più largo delle ferrovie ed il tipo di terreno che non si prestava all'impiego di carri armati e veicoli a motore. Durante le piogge le strade diventavano rivoli di fango e, nei giorni asciutti, erano ricoperte di gelo o da uno strato di polvere, che intasava i motori dei carri armati e, durante l'inverno, le gelate erano frequentemente così intense che i motori non andavano in moto, fino a quando non venivano riscaldati con fuochi accesi sotto i veicoli . Era assolutamente indispensabile per i te-
(ll) Vds . "An Outspoken Soldier", del tenente generale sir Giffard Martel (1949) , pag. 226. ( 13) In gran parte citato da " La défaite Allemande à l'est"', del colonnello Léderrey {1951) pag. 31. ('') "The Halder Diaries". (1950, " Infantry Jouman 21 giugno 1941, Vol. VI. pag. 160.
416
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
deschi sottomettere la Russia fino al Volga nel più breve tempo possibile e prima che tutte le sue risorse umane fossero mobilitate, se non volevano correre il rischio che la campagna diventasse , sul piano tattico, uno scontro interminabile. Per conseguire una rapida vittoria, Hitler ripose tutta la sua fiducia nella superiorità dei procedimenti d'impiego tedeschi. La sua idea prevedeva di eliminare le armate russe una dopo l'altra mediante un susseguirsi di ampie manovre di accerchiamento , facendo avanzare due gruppi corazzati su ambedue i fianchi dell'unità prescelta , penetrando rapidamente in profondità, convergendo quindi alle sue spalle, isolandola dalle sue fonti di alimentazione e paralizzandone i comandi. Contemporaneamente, la fanteria doveva impegnare il nemico sulla fronte , effettuando due sforzi sui fianchi per realizzare un accerchiamento a più breve raggio e quindi procedere all'eliminazione delle unità circondate. Questi procedimenti furono messi in atto a partire da domenica 22 giugno 1941 quando, alle 3.15, sulla fronte del gruppo di armate Centro - quello che ci interessa di più in questo capitolo - iniziò l'azione di fuoco dell'artiglieria e 25 minuti dopo partì il primo attacco di bombardieri. Alle 4.15, da Suvalki a BrestLitovsk, i gruppi corazzati III (Hoth) e II (Guderian) mossero per accerchiare il gruppo di armate di Timoshenko ad ovest di Minsk. Durante l'avanzata iniziale alcuni carri di Guderian erano stati condizionati per il superamento dei guadi e muniti di apparato Schnorkel - adottato poi anche dai sommergibili tedeschi- che consentirono di superare il Bug in immersione (1 5). Nonostante i diversi avvertimenti ( 16) , il Cremlino fu colto di sorpresa. Halder scrive: « sembra che la sorpresa tattica del nemico sia stata conseguita lungo l'intero fronte. Tutti i ponti sul Bug, così come in tutti gli altri corsi d'acqua lungo la frontiera , non erano difesi ... Che il nemico sia stato colto di sorpresa , è evideozato dal fatto che le truppe sono state catturate nei loro alloggiamenti, che gli aerei negli aeroporti erano coperti con teloni e che molte unità, resesi conto di quanto stava accadendo, si siano rivolte ai loro comandi per chiedere cosa fare ... Il gruppo di armate Centro riporta che sono in corso aspri combattimenti sulla strada Brest-Litovsk-Minsk e che l'organizzazione di comando russa è in completa confusione » (1 7). Entro il 24 giugno erano stati distrutti più di 2000 aerei russi in volo e a terra. Scrive Kesselring: « Dal secondo giorno in poi tenni sotto controllo la battaglia con i bombardieri russi pesanti provenienti dall'interno della Russia. Mi sembrava quasi un crimine attaccare
(") Vds. "The Other Side of the Hill ", di B.H. Liddell H art , pag. 268. e Guderian , pag. 153. Nel 1918 un tipo di schno rkel venne suggerito dal Britisb T ank Corps per attraversare il Reno nel 1919. 16 ( ) Vds. " How Russia Makes War", pagg. 434-435. 1 ( ') " Halder Diaries" , 22 giugno 1941, Vol . VI , pagg. 161· 162.
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITTI E PRESTITI
417
quei lentissimi aerei raggruppati in formazioni tattiche incredibili. Un aereo dopo l'altro si presentava, sprovveduto, ad intervalli regolari e diventava facile preda della nostra caccia. Fu un vero infanticidio » ( 18). Il 25 giugno, le divisioni corazzate di Hoth raggiunsero il loro obiettivo - Minsk- ed il giorno successivo furono raggiunte da quelle di Guderian. Mentre la fanteria tedesca era ancora molto indietro, le tenaglie si chiusero su Timoshenko. Il 3 luglio, sotto una pioggia torrenziale che trasformò le strade in fango (1 9) , ebbe termine la prima grande battaglia della campagna, quella di Bialystock-Minsk. Secondo l'ammiraglio Assmann costò ai russi 290.000 uomini in soli prigionieri, 2.585 carri armati e 1.449 cannoni (1{1). Nel frattempo , il gruppo di armate Nord conquistava Dvinsk e forzava la Ovina, mentre il gruppo di armate Sud superava il Bug nei pressi di Chelm ed avanzava su Lutsk e Rovno. Halder era così esultante per questi successi iniziali che, il 3 luglio , annotava nel suo diario: « Probabilmente non è eccessivo sostenere che la campagna di Russia è stata vinta nello spazio di due settimane)) (21 ). Con ciò non intendeva dire che l'invasione aveva dato risultati tali da poter essere considerata cosa fatta , ma che la sua prima fase era stata vinta ed era nel giusto. Qual'era la seconda fase? Essa iniziò con una discussione tattica, che dimostra quanta poca armonia ed identità di vedute regnassero nell'alto comando tedesco. Il piano originale prevedeva che i due gruppi corazzati del gruppo di armate Centro si dirigessero direttamente su Smoleosk-RosJavl e l'O .K.H . era ancora di questa idea. Ma poiché le fanterie erano io ritardo di circa 14 giorni, Hitler, che voleva procurarsi prigionieri, non intendeva proseguire oltre per disintegrare l'organizzazione del comando nemico , ma desiderava che parte delle divisioni corazzate tornassero indietro ed aiutassero le fanterie a ripulire le sacche nemiche. Era sostenuto io questa sua opinione da Kluge, ma non da Hoth e Guderian, che volevano proseguire nell'azione, mentre Bosk proponeva di porre ambedue i gruppi corazzati alle dirette dipendenze di Kluge, in modo da non aver più niente a che vedere con il loro impiego . Hitler condivise ed approvò questa soluzione il 3 luglio. Seguì quindi una serie di ordini contraddittori e Guderian -uno dei pochi generali tedeschi che rifiutava di essere pietrificato da Hitler - ta-
"The Memoirs of Field·Marshal Kesselring", (ediz. inglese 1953), pag. 90. "Halder Diaries", 3 luglio 1941 . Vol. VI , pag. 194. ("') "The Battle for Moscow, Tuming Point of the war~. del vice ammiraglio Kun-Assmann , da "Foreign Affairs", Vol. 28, n . 2, pag. 314. Durante questa campagna enormi quantità di carri furono catturate a causa della mancanza di carburante. (") ~Halder Diaries", 3 luglio 1941 . Vol. VI , pag. 196. ( 18)
( 1' )
418
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
gliò il nodo gordiano. Si preparò per riprendere l'avanzata e , prima che KJuge potesse intervenire, l'organizzazione era in uno stato così avanzato che non fu possibile fare marcia indietro . Il risultato fu che, il 7 luglio , i due gruppi ripresero l'azione, quello di Hoth verso Vitebsk e quello di CJuderian su Mogilev e Orsha. La mitica Linea Stalin, che correva da Narva a Polotsk, a Vitebsk , ad Orsha, a Mogilev e quindi, passando per Vinnitza, al Mar Nero, fu sfondata e, nonostante l'intervento di Kluge, i carri armati di Guderian superarono il Dnieper il lO luglio. Per niente impressionati dai robusti contrattacchi russi, raggiunsero Smolensk il 16 luglio. Quattro giorni più tardi, fu catturata Elnya -50 miglia a sud-est di Smolensk, sul Dnieper - dove le unità di Guderian furono sottoposte a massicci contrattacchi. li gruppo di Hoth intervenne a nord di Smolensk. Così, entro ii16JugHo, due terzi della strada per Mosca erano stati percorsi: 440 miglia erano state coperte ad una media di venti al giorno. La battaglia di Smolensk durò fino all'8 agosto e si concluse con un altro accerchiamento durante il quale, tra il3 ed il25 luglio, il gruppo di armate Centro reclamò, come bottino, 185.487 prigionieri 2.030 carri armati e 1918 cannoni (22). Questa audace e brillante avanzata fu una delle più rimarchevoli operazioni corazzate della guerra. Secondo il generale Blumentritt, il terreno presentava grosse difficoltà al movimento dei carri: «vaste foreste vergini, enormi marcite, strade terribili e ponti che non consentivano, per la scarsa portata, il passaggio dei mezzi corazzati ». La grande ed incompleta strada idonea al movimento di mezzi a motore, che portava dalla frontiera a Mosca, era l'unica rotabile che un occidentale poteva chiamare strada, mentre tutte le altre erano solo piste di polvere. « Un tale terreno presentava limitazioni al movimento dei carri ma era addirittura quasi impraticabile per i mezzi di trasporto che li seguivano e che, essendo per la maggior parte ruotati , non potevano muovere fuori strada, né su di essa se la terra si trasformava in fango. Una ora o due di pioggia erano sufficienti per provocare l'arresto delle truppe corazzate. Era uno spettacolo straordinario, con gruppi di mezzi disseminati lungo centinaia di miglia, incollati al terreno fino a quando il sole non si faceva strada tra le nuvole e prosciugava i pantani >> ( 23 ) . Un ulteriore ostacolo era costituito dal fatto che, ogni qualvolta c'era una difficoltà nelle retrovie, KJuge fermava l'avanzata finché il problema non veniva risolto. Si potrebbe osservare che un valido generale carrista dovrebbe tenere gli occhi puntati là dove si combatte e si vince e non, come un cauto organizzatore di compagnie di trasporti, sulla coda del suo con~oglio. Mentre questa rimarchevole operazione era in pieno svolgimento, il 5 luglio il gruppo di armate Nord sfondò la Linea
(21) uHalder Diaries", 25 luglio 1941 , Vol. VI. pag. 270. \.,) "'The Other Side of the Hili" . pag. 271.
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITTI E PRESTITI
419
Stalin nella zona del lago Peipus, conquistò Ostrov, Pskov e Porkhov e poi avanzò su Novgorod per isolare Leningrado da est. Nello stesso tempo il gruppo di armate Sud superò la Linea Stalin tra Zhitomir e Berdichev e puntò su Kiev. Hitler era un uomo che normalmente non si allontanava da una idea consolidata, come Giovanna d'Arco non poteva abbandonare le sue voci angeliche. Una volta che aveva preso una decisione, si atteneva alla linea prescelta, come se si fosse trattato di un dettame divino. Questo è il motivo per cui non volle abbandonare o modificare la Direttiva 21 e, più le sue armate penetravano all'interno della Russia, più si convinceva ad attenervisi. Quando, il 19 luglio, la battaglia di Smolensk era al suo apice, non aspettò la sua fine ed emanò la Direttiva 33. Prevedeva due operazioni condotte dai due gruppi corazzzati del gruppo di armate Centro. Il II (Guderian), in cooperazione con il gruppo di armate Sud , doveva concorrere ad accerchiare le forze russe intorno a Kiev, muovendo contro di loro con direzione sud. Il III (Hoth) doveva intanto avanzare verso nord, tagliare le linee di comunicazione Leningrado-Mosca ed attaccare, insieme con il gruppo di armate Nord, Leningrado. « Ebbe inizio così - scrive Assmann - il momento di svolta della guerra che riuscì incomprensibile perfino ai russi-« il miracolo della Mama », fu definito da un loro generale- e che doveva salvare Mosca, come era avvenuto per Parigi nel1914 » (24). In realtà non si trattò di svolta, perché il « miracolo della Mama »era implicito nella Direttiva 21. Timoshenko aveva avuto successo nel sottrarre quasi mezzo milione di uomini dalla battaglia di Smolensk e, dopo averli fatti ripiegare, si accingeva a schierarli su una nuova linea difensiva vicino a Mosca. Essi avevano sostenuto combattimenti veramente aspri e, costernato, Halder scoprì che i russi possedevano più delle 200 divisioni che l'O .K.H. aveva inizialmente stimato: ne erano già state identificate 360. Nonostante ciò, I'O.K.H. voleva continuare ad avanzare verso Mosca, mentre Hitler non intendeva dare ascolto a Brauchitsch ed Halder. 1126luglio, pur di iniziare l'operazione verso sud, diede ordine al gruppo corazzato di Guderian di accerchiare, in cooperazione con la II• armata tedesca, una grossa concentrazione di forze nemiche a Gomel. Il commento di Halder su tale decisione è chiarificatore: « Questo piano implica lo slittamento delle nostre operazioni dal livello strategico a quello tattico. Se l'attacco ad un piccolo concentramento di forze nemiche diventa il nostro solo obiettivo, la campagna diventerà una serie di successi di piccola portata, che farà avanzare il
( 24)
"The Battle for Moscow··, pag. 315.
420
LE BAlTAGUE DECISIVE DEl MONDO OCCIDENTAlE
nostro fronte di centimetri. Adottando tale politica , si eliminano tutti i rischi tattici e ci si mette in condizione di saldare gradualmente tutte le soluzioni di continuità tra i gruppi dì armate, con il risultato, però, che si impiegheranno tutte le nostre forze per espandere il fronte a discapito della profondità dell'azione. Così facendo si finirà col cadere in una guerra di posizione » (25). Ciò è quasi esattamente quello che poi si verificò. Mentre si discuteva ancora sull'operazione Gomel, iJ 4 agosto fu tenuta una riunione presso il comando del gruppo di armate Centro dove il feldmaresciallo Bock, sostenuto da Hoth e Guderian, fece pressioni perché si continuasse l'avanzata su Mosca. Ma Hitler mise tale proposta da parte e disse che la zona industriale di Leningrado era l'obiettivo principale, al quale seguiva l'Ucraina , i cui prodotti erano di vitale importanza per la prosecuzione della guerra da parte della Germania. Inoltre, per salvaguardare i campi petroliferi rumeni dagli attacchi aerei russi, considerava essenziale occupare la Crimea. Sei giorni più tardi , l'attacco del gruppo di armate Nord a Leningrado veniva respinto. Tra il 4 ed il 21 agosto fu perduto del tempo prezioso in discussioni sugli obiettivi. Ma Hitler fu irremovibile e il 21 agosto diramò la Direttiva 34, nel cui paragrafo di apertura si legge: « Il principale obiettivo da conseguire ... prima dell'arrivo dell'inverno, non è la conquista di Mosca, ma piuttosto, nel sud , l'occupazione della Crimea e del bacino industriale e carbonifero del Donetz, insieme con l'isolamento della regione petrolifera russa del Caucaso e , nel nord, l'accerchiamento di Leningrado ed il congiungimento con i finlandesi » ( 26) . Come nella Direttiva 33, l'operazione principale era quella di facilitare l'avanzata del gruppo di armate Sud verso RostovKharkov mediante un doppio avvolgimento , condotto dalle ali dei gruppi di armate Centro e Sud per distruggere la V• armata russa ad est di IGev. « Fino a quando non abbiamo accerchiato Leningrado, non ci siamo ricongiunti con i finlandesi e non abbiamo distrutto la V• armata sovietica- vi si legge - dovremo segnare il passo, riorganizzarci ed impiegare, quindi, le forze per attaccare e battere il gruppo di armate Timoshenko con ogni prospettiva di successo. Mosca è di secondaria importanza » (27). Brauchitsch inviò Guderian perché persuadesse Hitler ad abbandonare questa follia, che avrebbe portato ad una campagna invernale. Ma quando Guderian incontrò Hitler, il 23 agosto, tutto quello che si sentì dire fu che i generali tedeschi non sapevano nulla degli aspetti economici della guerra
"Holder Diaries", 26 luglio 1941, Vol. VI , pag. 271. Vds. anche Guderian , pagg. 182-183. lbid., 22 agosto 1941, Vol. VII , pag. 59. ( 11) lbid., Vol. II, pagg. 60, 61. ( 15)
~)
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITTI E PRESTITI
421
(28). Guderian ricevette l'ordine, il25 agosto, di iniziare il movimento e di dirigersi ad est di Kiev. Vale la pena di riportare il parere di Kesselring su questi aspetti del problema, perché dimostra quanto grande sia stato l'errore di Hitler. « Se alla conclusione della battaglia di accerchiamento di Smolensk ... fosse continuata, dopo una breve pausa ragionevole, l'azione contro Mosca, è mia opinione che la capitale russa sarebbe caduta in nostre mani prima dello inverno e prima dell'arrivo delle divisioni siberiane. La cattura di Mosca sarebbe stata decisiva, perché l'intera Russia europea sarebbe stata tagliata fuori dal suo potenziale asiatico e l'occupazione dei vitali centri economici di Leningrado, del bacino del Donez e dei campi petroliferi di Maikop non sarebbero stati problemi insolubili per il 1942 » ( 29). Il 17 agosto, nonostante la conquista di Narva , il secondo attacco del gruppo di armate Nord a Leningrado fallì e, all'inizio di settembre, Timoshenko, non più fronteggiato dalle unità corazzate tedesche, contrattaccò poderosamente la IV• armata tedesca e dichiarò di aver distrutto 8 divisioni.
La battaglia di Kiev, che iniziò il 25 agosto e terminò il 26 settembre, fu la più grande manovra d'accerchiamento della guerra. Si riprometteva di distruggere il grosso del gruppo di armate del maresciallo Budienny nel vasto saliente che si estendeva da Trubechevsk (a nord) a Kremenchug (a sud), con Kiev al vertice del triangolo. Il piano tedesco prevedeva l'effettuazione di due accerchiamenti, uno a breve raggio e l'altro in profondità. Il primo doveva essere realizzato dalla Il" armata (von Weichs) che muoveva in direzione sud partendo da Gomei-Novosybkov e dalla XVII• (von Stuelpnagel) verso nord , iniziando da Kremenchug-Cherkasy, mentre la VI• (von Reichenau) ingaggiava il grosso delle forze russe nella zona di Kiev. L'accerchiamento in profondità era assegnato al II e al I gruppo corazzato, comandati rispettivamente da Guderian e da von Kleist. L'uno doveva avanzare (verso sud) da ovest di Trubechevsk su Lokhvitsa e l'altro (verso nord) da Kremenchug su Lubny, per congiungersi a circa 125 miglia ad est di Kiev. Il 9 settembre Guderian occupò Romny dove, il16, stabilì il suo posto comando e prese contatto con il gruppo di Kleist. La Il" armata aveva superato il Desna a Chernikov e nelle sue vicinanze, mentre la XVIII si era mossa verso nord su un'ampia fronte tra Kremenchug e Cherkasy, protetta sul fianco destro da un distaccamento che muoveva lungo la Poltava. Il 17, le unità agenti a breve raggio cominciarono a ser-
(28) Guderian, pagg. 199-200. ( 29) ~Memoirs", pag. 98.
422
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Fig. 28: Battaglia di l(iev, agosto-settembre 1941
rare su Yagotin e Piriatin- da 50 a 90 miglia ad est di Kiev - ed il19, nel caos più completo (30), Kiev fu occupata dalla Vl• armata tedesca. Il16 settembre, giorno in cui ebbe termine la battaglia, I'XIa armata di von Manstein sfondò sull'istmo di Perekop e travolse la Crimea. Il bottino catturato nella battaglia di Kiev fu immenso: oltre ai 565.000 prigionieri, comprendeva 884 carri armati, 3.718 cannoni e 3.500 autoveicoli. Si può capire come mai Hitler fosse soddisfatto al punto da definirla « la più grande battaglia nella storia del mondo », contrariamente ad Halder che la catalogò come « il più grande errore strategico della campagna d'oriente » (31).
(.IO) "Halder Diaries", 19 settembre 1941, Vol. Vll , pag. 111. (") "The Battle for Moscow", pag. 119.
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITII E PRESTITI
423
Dal punto di vista strategico quest'ultimo era nel vero. Se Hitler avesse compreso il significato politico dell'Ucraina, avrebbe potuto trasformare la battaglia di Kiev nell'operazione decisiva di tutta la guerra e sterminare il bolscevismo. Fin da!J'inizio della campagna, le sue armate avevano catturato quasi 1.500.000 russi, oltre 7.000 carri armati e circa 9.000 pezzi di artiglieria. Il primo dato è significativo, perché la cattura di un tal numero di soldati nella prima fase di una guerra che doveva durare quasi quattro mesi, è unico nella storia. I motivi sono forniti dal generale Anders, che scrive: « Già la prima battaglia del 1941 evidenziò la scarsa inclinazione del soldato sovietico a combattere in difesa della 'Patria del proletariato' ed il suo astio per il regime, che era condiviso dalla grande maggioranza della popolazione dell'URSS. Molti soldati consideravano la guerra come un'opportunità di cambiamento politico in Russia, desideravano la vittoria tedesca e pertanto si arrendevano in massa .. . La resa non si limitò alla truppa e ai gradi bassi; molti ufficiali di rango elevato si presentavano al nemico offrendosi di combattere contro i sovietici» (3 2). Uno di questi fu il capo di stato maggiore di Timoshenko. La cosa che meraviglia è che Hitler, uomo di eccezionale perspicacia politica , che aveva fatto affidamento sul crollo del regime sovietico come prima conseguenza dell'invasione, non abbia fatto nessun tentativo di accattivarsi i popoli conquistati della Russia occidentale , ma deliberatamente abbia deciso di inimicarseli. Questo colossale errore politico gli fece perdere la campagna del1941 ed aggiunse insuperabili difficoltà ai problemi che seguirono. Per lui fu « aut Caesar aut nullus » e sembrerebbe che il rilevantissimo numero di prigionieri catturati non gli abbia rivelato l'orrore delle masse russe per il regime sovietico, ma lo abbia indotto a ritenere che la resa fosse dovuta soltanto allo strapotere delle sue armate. Sembrerebbe che non si fosse reso conto degli avvenimenti: quando l'invasione era ancora nelle fasi iniziali, i tedeschi furono accolti come liberatori delle popolazioni, gli ucraini li consideravano i salvatori dell'Europa (33), i belorussi (russi bianchi) erano desiderosi di combattere a fianco dei tedeschi, tutti i reggimenti cosacchi disertavano, georgiani, armeni, turcomanni, tartari, usbechi, ucraini, bielorussi e cosacchi si arrendevano in massa. Spesso i soldati tedeschi erano accolti da contadini con fiori e doni e Guderian dice che « donne uscivano dai loro villaggi per portarsi quasi sul campo di battaglia per offrire vassoi di legno pieni di pane, burro e uova e, per lo meno nel suo caso, gli impedivano di continuare ad andare avan-
(ll) " Hitler's Defeat in Russia" del generale W . Anders, pag. 168. ('13)
"The Goebbels Diaries (1948) , pag. 135.
424
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ti, se prima non avesse accettato il cibo » (l4). Ancora nel mese di dicembre 1941, Rundstedt, nel lasciare Uman, ebbe in dono fiori e una tovaglia ricamata. A Rostov, scrive Erich Kern, « in tutta la città c'era gente che aspettava nelle strade pronta a festeggiarci e a darci il benvenuto » e, una volta, una vecchia donna russa lo ringraziò per essere stato gentile con lei e gli disse prima di partire « devo dirle una grande verità; il popolo russo non sarà salvato dall'uomo con il cannone più grande ma da quello con il cuore più grande ». Mai prima Kem aveva « assistito ad una trasformazione così subitanea. In giro non c'era bolscevismo. Il nemico era scomparso. Ovunque si incontrava popolazione ben disposta ed osannante. L'impero sovietico si stava sfaldando dalle fondamenta » ( 35) . Se Hitler avesse posseduto la saggezza della vecchia donna russa che aveva detto a Kem « la grande verità >}, nonostante i suoi madornali errori strategici avrebbe potuto sconfiggere l 'impero sovietico e sfilare per Mosca inghirlandato di fiori. Molti avevano previsto una possibilità del genere (36) e particolarmente Alfred Rosenberg, un baltico che aveva capito la situazione e le condizioni che regnavano in URSS. Subito dopo l'inizio dell'invasione era stato nominato ministro dei territori orientali e, il 7 luglio 1941, in un documento suggeri la politica che intendeva seguire: « La Russia non è mai stata una nazione, ma una federazione di nazionalità e, come sostiene Mommsen, un recipiente di terracotta tenuto insieme dal cerchio arrugginito dello zarismo ». U compito tedesco non era quello di rinforzarlo, ma diromperlo , non di imporre un nuovo sistema politico ai popoli conquistati, ma di riconoscere ogni nazionalità ed appoggiare l'indipendenza di ogni nazione. Proponeva di conseguire tale risultato isolando dalla Russia occidentale tre grandi blocchi di popolazioni e di trasformali in stati cuscinetto tra il resto della Russia e l'Europa. Oltre alla Finlandia , che era già indipendente, la Bielorussia e gli stati baltici dovevano formare un blocco, l'Ucraina il secondo e il Caucaso il terzo. Ogni tentativo di sottomettere gli Ucraini, diceva, « significherebbe mettere un soldato dietro ogni contadino ». Per quanto riguardava la Russia vera e propria - l'area tra Leningrado, Mosca e gli Urali - proponeva: « Dovremmo rendere manifesto che noi non combattiamo il popolo russo ma il sistema bolscevico ... le nostre battaglie sono intraprese per consentire una riorganizzazione basata sulla autodeterminazione delle nazioni russe » e terminava sostenendo che i due com-
(l'') Guderian, pag. 193.
(") ~oance of Death" (trad . inglese 1948), pagg. 102, 69, 94, 86. Kem era sououfficiale nella uLeibstandarte Adolph Hitler" . (") Tra glj altri Halder, il conte di Scbuleoburg, il precedente ambasciatore tedesco a Mosca, Goebbels e la maggior parte dei generali .
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITTI E PR ESTITI
425
piti più importanti della Germania in Russia erano: « Salvaguardare le fonti di alimentazione e l'economia di guerra e liberare per sempre la Germania daUa pressione politica da est: questo è lo scopo politico per cui combattiamo ... » (37). Hitler non prese in considerazione tale proposta e, il16 agosto 1941, in un rapporto ai suoi mirmidoni , illustrò la sua politica: « Fondamentalmente - disse - la nostra Linea di condotta prevede di tagliare la gigantesca torta con maestria , in modo che essa possa essere prima sottomessa, poi amministrata ed infine sfruttata ... I russi hanno ricevuto l'ordine di organizzare una guerriglia dietro le nostre Linee. Questo è un vantaggio per noi: ci offre l'opportunità di distruggere chiunque è contro di noi ... in nessun caso, nessuno, fatta eccezione per i tedeschi , può possedere un'arma. Ciò è particolarmente importante, perché è sbagliato indurre popolazioni occupate a fornirci aiuto militare, anche se può sembrare, a prima vista, più conveniente. .. L'intera zona baltica deve diventare territorio del Reich. Anche la Crimea deve essere inglobalta nel Reich, con possibilmente una larga zona al nord ... La colonia del Volga tedesco deve diventare territorio del Reieh ed allo stesso modo la zona intorno a Balru .... Deve essere prevista l'affiliazione della Finlandia come stato federale e Leningrado deve essere rasa al suolo ed affidata ai finlandesi ... Naturalmente, i vasti territori devono essere pacificati quanto prima; ciò può essere conseguito fucilando chiunque dimostri di non gradire i nostri metodi )) (38). Questa politica fu resa operante e, sebbene Rosenberg rimanesse ministro dei territori orientali, la loro pacificazione - come fu definita- fu affidata ad Himmler ed al suo Servizio di Sicurezza, organizzazione gemella della Gestapo e non dipendente dall'O.K.H ., che vi si oppose fortemente. Fu questo infame Servizio di Sicurezza, e non l'esercito, a perpetrare le carneficine di massa. Già agli inizi del1942 il dottor Berthold, un dipendente di alto rango dell'amministrazione tedesca in Polonia , disse a von Hassel che il brutale trattamento, riservato ai russi ed agli ucraini, era qualcosa che superava ogni immaginazione (39). Ad esempio, poiché era stata trovata danneggiata una stazione radio a Kiev, erano stati fucilati 400 uomini. Erich Kern sostiene che il bolscevismo, proprio nel momento in cui era in bancarotta, fu salvato da Himmler e dai suoi assassini.
(") Tratto da " Russian World Ambitions and World Peace~, di R. llnytzky (1953), pagg. 4-12. (lf) lbid. pagg. 12-15, ove cita i documenti presentati come prove di fronte al Tribunale MìJjtare In· tcmazionale di Norimbcrga nel 1945-46. Vds. altresì "Hhler, a study in Tyranny" di Alao Bullock (1952), pagg. 633-644. (:19) "The von Hassel Diaries, 1938·1944" (1948), pag. 219. Perfino Gocbbclsscrisscsul suo diario, ii2S aprile 1942: " Alla lunga non possiamo pretendere altri lavoratori dall'oriente se ti trattiamo come animali all'interno del Reich " (pag. 136).
426
LE BATTAGLI E DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
« Fornendo al popolo russo un fervore del tipo napoleonico - egli scrive - abbiamo messo i bolscevichi in condizione di raggiungere un consolidamento politico che va oltre le loro più ottimistiche speranze ed abbiamo fornito alla loro causa il motivo di una guerra patriottica » ( 40). E Gorlitz scrive: « Il fatto che la distruzione del bolscevismo cominciò subito a significare semplicemente lo sforzo di decimare e sottomettere gli slavi, fu il più fatale di tutti gli errori dell'intera campagna » ( 4 1). Questa follia si spinse al punto da stimolare la guerriglia, proclamata da Stalin, entro 14 giorni dall'inizio del'invasione e menzionata, per la prima volta, dai tedeschi il 25 luglio 1941. Ma fu soltanto a dicembre che la minaccia prese corpo. Questo accadde innanzitutto per le atrocità commesse dal Servizio di Sicurezza tedesco e, in secondo luogo, a causa della scientifica diabolicità del! 'N. K. V. D. (Polizia di Sicurezza russa), che controllava il movimento partigiano. Il primo compito dell'N.K.V.D. fu quello di porre fine al collaborazionismo con i tedeschi e, solo dopo che questo risultato fu raggiunto, si passò a distribuire compiti militari ai partigiani. Poiché il modo più semplice per assolvere il mandato era quello di terrorizzare la popolazione civile, l'N.K. V.D. inizialmente lasciò in pace i tedeschi e si dedicò, anima e corpo, ad instaurare un regime di terrore dietro le linee tedesche. Uomini e donne furono addestrati a tal fine; essi o passarono attraverso le linee tedesche, o furono paracadutati alle loro spalle ed organizzarono bande di soldati sbandati e futuri partigiani in squadre di terroristi. I tedeschi non furono quasi molestati in questa fase iniziale della campagna partigiana e non presero alcun provvedimento a favore della popolazione ma, man mano che la paura per i partigiani cresceva, il prestigio dei tedeschi scemava. Quando la popolazione fu così terrorizzata da non poter più collaborare con l'invasore, i partigiani ricevettero la direttiva di rapire soldati tedeschi, di torturarli a morte e di esporre i loro corpi mutilati in posti che avrebbero fatto incriminare gli abitanti locali. Seguirono le rappresaglie tedesche: villaggi furono bruciati, ostaggi fucilati, mandrie sequestrate e qualche volta interi distretti, nei quali operavano i partigiani, furono devastati. L'esito delle rappresaglie fu trascurabile, perché tutto ciò che i partigiani dovevano fare era di spostarsi in un altro distretto e ripetere le loro diavolerie. Ma per i tedeschi i risultati furono disastrosi. I contadini, privati dei mezzi di sostentamento e pieni di odio per coloro che avevano accolto come liberatori, si unirono ai partigiani a decine di migliaia. Il 6 marzo 1942, Goebbels annotava nel suo diario: « I partigiani controllano vaste aree della Russia occupata e vi stanno instaurando un regime di ter-
( 40) ( 41 )
"Dance of Death", pag. 108. "The German Generai Staff" , pag. 397.
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITII E PRESTITI
427
rore ». Più tardi il loro numero raggiunse le centinaia di migliaia e diventò una minaccia così formidabile che Hitler fu costretto a modificare la sua politica. Ma ormai era troppo tardi (42). Non appena ebbe inizio la battaglia di Kiev, Hitler cambiò improvvisamente la sua strategia. Immobilizzato a Leningrado , decise di cingerla d' assedio e non di conquistarla e , non appena fosse stata risolta favorevolmente la situazione di Kiev - che era sicuro di portare felicemente a termine in circa dieci giorni -di distruggere le forze di Timosbenko ad ovest di Orel-Rzhev e di marciare trionfalmente su Mosca. Questa decisione fu esplicitata nella Direttiva 35 , diramata il 6 settembre. I gruppi di armate Nord e Sud dovevano rinforzare, con le unità corazzate, quello centrale, che subito dopo doveva sferrare l'offensiva come segue: - la IV• armata (feldmaresciallo von KJuge) ed il IV gruppo corazzato (Hoeppner) al centro, tra Smolensk e Roslav , dovevano accerchiare Viazma da sud; - la IX• armata (Strauss) ed il III gruppo corazzato, sulla sua sinistra tra Smolensk e Olenino, dovevano accerchiare Viazma da nord; - la Il" armata (von Weichs) , tra R oslav e Novgorod-Seversky, doveva accerchiare Briansk. Diversamente dalle precedenti battaglie, nelle quali dopo che erano state realizzate due penetrazioni veniva rastrellato lo spazio circoscritto, dovevano essere effettuate due manovre avvolgenti su una fronte di oltre 300 miglia, approssimativa!'lente la distanza tra Londra e Berwick-onTweed. Inoltre, invece di attaccare Leningrado, il gruppo di armate Nord doveva fornire sicurezza al fianco sinistro del gruppo di armate Centro, mentre il gruppo di armate Sud contribuiva all'azione con una contemporanea avanzata su Poltava-Kharkov-Izyum. Il 30 settembre, il via alla grande battaglia di Viazma-Briansk fu dato da Guderian, che si mosse da Novgorod-Seversky, sorprendendo completamente i russi; entro il 1° ottobre era penetrato in territorio nemico per 85 miglia (43). Il 2 ottobre, fu lanciato l'attacco principale da nord e sud di Smolensk. La sua irruenza fu così travolgente che, e ntro la sera del 3, le fanterie si erano incuneate in territorio nemico per 25 miglia e le forze corazzate per più di 30. Quel giorno Guderian catturò Orel. Il 4, il gruppo corazzato di Hoth cominciò a convergere a nord di Viazma , il gruppo di
(") In gran parte ricavato da ·'Hjller's Defeat in Russia", dal generale Anders, cap. VII. Qò che rese cosi formidabile la guerra partigiana fu il fatto che poteva essere diretta via radio e rifornita dal· l'aria. L'implacabilità della N.K.V.D. anche contro gli stessi partigiani, è illustrata da quest'ordine del· l'Il maggio 1943: « l riperuti rapporu con le donne (partigiane) hanno prodotto vari casi di gravidanza. Queste donne sono un fastimo per il reggimento. fucilatele ! " (Anders, pag. 211). ('J) Guderian, pag. 230.
428
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Fig. 29: Battaglia di Viasma-Briansk, ottobre 1941
Hoeppner avanzò a nord-est di Roslav per poi dirigersi a nord, mentre Guderian lanciava il suo gruppo parte in direzione di Briansk verso nord e parte su Mitsensk, che fu occupata. Il 7 Viazma fu accerchiata da Hoth ed Hoppner; il giorno seguente, Briansk fu circondata da Guderian e dalla n• armata, che effettuò delle marce tremende. Il rastrellamento durò fino al 20 ottobre; durante tale azione furono occupate Gzhatsk il 9, Kaluga il 16 e Mozhaisk- a sole 65 miglia da Mosca- il 18. Anche quella volta il bottino ed il numero dei prigionieri fu astronomico: 663.000 uomini, 1242 carri e 5412 pezzi d'artiglieria. La minaccia su Mosca sembrò cosìi grande che, ad eccezione di Stalin, il governo sovietico abbandonò la capitale si ritirò a Kuibishev (Samara)
OPERAZIONE BARBAROSSA E LECCE AFFITTI E PRESTITI
429
sul Volga; Budienny fu sostituito da Timoshenko ed il maresciallo Zhukov prese il posto di quest'ultimo per organizzare la difesa di Mosca, non organizzandovi una resistenza ma effettuando un contrattacco. Sembrò, ai russi e a tutto il mondo, che il destino di Mosca fosse segnato . Hitler, in uno scoppio di comprensibile euforia, annunciò che le forze armate russe erano state distrutte e persino il pessimistico Halder annotò nel suo diario: « Con una direzione oculata delle operazioni e con condizioni metereologiche moderatamente buone , non possiamo non prevedere di accerchiare Mosca » (44). Ciò era abbastanza vero e , se la battaglia di Viazma-Briansk fosse stata combattuta un mese prima, la cosa sarebbe stata ancora più certa. Ma in ottobre qualsiasi offensiva su larga scala non poteva che essere un azzardo per le condizioni atmosferiche e, quando Mozhaisk fu raggiunta, ormai pioveva. Le strade diventarono fiumi di melma e quella di Orel-Tula si fece cosi impraticabile che la II• armata corazzato di Guderian- così veniva chiamata dal 6 ottobre - rimase ferma per giorni fino a quando non ricevette i rifornimenti necessari per via aerea. Il 29 ottobre si portò a due miglia da Tula, che non riuscì a conquistare e dove fu costretta a fermarsi fino a quando il gelo non solidificò le strade . Nel fratte mpo, il gruppo di armate Nord si era avvicinato a Tikhvin e allago Ladoga ed aveva stabilito il contatto con il gruppo di armate Centro a Ostashkov, a sud dei monti Valdai. Il gruppo di armate Sud si era portato a Bielgorod e Kharkov e, nella battaglia del Mar d'Azov, aveva catturato 100.000 prigionieri , 672 pezzi d'artiglieria e 212 carri armati ; a sud la l" armata corazzata (von Kleist) aveva occupato Stalino, mentre in Crimea l'XI• armata era avanzata su Sebastopoli e Kerch. Durante la notte tra il 3 ed il 4 novembre si ebbe la prima gelata che, sebbene agevolasse il movimento sulle strade, comportò disagi tremendi per le truppe tedesche, che non avevano equipaggiamento invernale. Il 7, si verificarono molti casi di congelamento e , il 12, la temperatura precipitò a 15° sotto lo zero. Si discusse se si dovesse continuare o sospendere l'offensiva. Rundstedt voleva sospenderla ma, poiché Mosca era a sole 40 miglia, Hitler non volle prendere in considerazione la proposta, sostenuta , questa volta, da Brauchitsh, Halder e Bock. 1113 novembre fu tenuta una riunione dei capi di stato maggiore , a seguito della quale furono emanati gli ordini per quella che fu denominata « l'offensiva d'autunno »; Mosca doveva essere conquistata e si doveva far saltare il Cremlino » a testimonianza della caduta del bolscevismo » {45 ) .
(.,) "Halder Diaries". 8 ottobre 1941 , Vol. II. pag. 147. (") "The O ther Side of the Hili", pag. 285.
430
LE BATTAGLIE DEC ISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Il piano d'azione prevedeva che la IV• armata di von Kluge - 36 divisioni in tutto- doveva effettuare un attacco frontale su Mosca mentre, sulla sua sinistra, i gruppi corazzati di Hoth e Hoeppner accerchiavano la città da nord e ovest. Intanto sulla sua destra, l'annata corazzata di Guderian avrebbe fatto la stessa cosa da sud. Il fianco nord di questo triplice attacco doveva essere protetto dalla IX• armata e quello sud dalla II•. La battaglia di Mosca ebbe inizio il 16 novembre, con Hoth che avanzò lentamente verso sud-est, occupò Klin il 23 e raggiunse, il 28, il canale Volga-Mosca a Krasnaya-Poliana -14 miglia dalla capitale - ad una distanza tale da scorgere le torri del Cremlino. Più a sud, Hoeppner si portò a Zvietkova, ad ovest di Mosca e Guderian, aggirata Tula, raggiunse Kolomna . Per la prima volta furono catturati soldati siberiani. Il successo delle due ali corazzate dipendeva dai progressi della IV• armata al centro perché, se fosse stata fermata , si sarebbero trovate isolate a nord e a sud di Mosca. E questo è ciò che si verificò. L'azione aveva appena avuto inizio, che il fianco destro della IV• armata fu sottoposto ad un contrattacco così massiccio che Kluge fu costretto ad impiegare le sue riserve e a fare arretrare l'ala sinistra ed il centro fino al19 novembre, quando riprese ad avanzare. Sebbene facesse alcuni progressi, il feldmaresciallo von Bock fu così « profondamente impressionato dall'asprezza degli scontri » che, il 22, prese personalmente il comando delle operazioni e, come scrive Halder, con estrema energia spinse in avanti tutto ciò che poteva immettere nella battaglia. Come egli stesso disse, la situazione era identica a quella della Marna del1914, « quando anche l'ultimo battaglione impiegabile poteva far pendere favorevolmente la bilancia >> . Nonostante la sua energia, l'ala destra della IV• armata era però così esausta che non riuscì a muoversi. I russi immisero nello scontro unità su unità , ma, sebbene von Bock temesse che« l'operazione diventasse una seconda Verdun e cioè un bruto scontro frontale di attrito » ( 46), l'ala sinistra della IV• armata continuò a premere e, il 30 novembre, il centro ricevette l'ordine di riprendere l'attacco per l'indomani . All'inizio fece ottimi progressi ma, il 2, la sua avanzata fu fermata da una forte resistenza organizzata nelle foreste intorno a Mosca. E quindi, come scrive il generale Blumentritt, capo di stato maggiore di von Kluge : « Piccole nostre unità della 258• divisione di fanteria entrarono realmente nella periferia di Mosca, ma i lavoratori russi uscirono dalle fabbriche e combatterono con martelli e altri attrezzi in difesa della loro città. Durante la notte i russi contrattaccarono massicciamente le unità isolate che ave-
(..) Quanto precede è basato su "H alder Diaries" dal1 6 al 29 novembre 1941, Vol. VU. pagg. 164192.
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITrl E PRESTITI
431
vano superato loro difese. Il giorno seguente , i comandanti dei nostri corpi di armata riferirono che non ritenevano più possibile sfondare le linee nemiche. Io e von Kluge avemmo, quella sera, una lunga discussione e, alla fine, egli decise di ritirare le unità più avanzate. Fortunatamente, i russi non si accorsero del loro movimento retrogrado e così fummo in grado di toglierle da una situazione intricata e di farle sistemare sulle posizioni originali in buon ordine. Ma avevamo subito in quei due giorni perdite gravissime» (47). L'indomani, quando la temperatura cadde a- 32°, poiché « le unità non erano abbastanza forti da catturare Mosca », a malincuore Guderian decise di ritirarsi. (48). L'offensiva finale contro Mosca era fallita , non tanto per la resistenza russa quanto per le condizioni del tempo. La neve era caduta per giorni, venti gelidi avevano soffiato in continuazione e le gelate avevano bloccato le ferrovie e le strade. Gli autocarri avevano smesso di funzionare, le caldaie delle locomotive non potevano essere accese, i soldati non potevano essere riforniti, i carri armati riuscivano a muovere solo dopo ore di riscaldamento, gli aerei erano inservibili perché il carburante gelava, gli apparati di puntamento si appannavano ed erano quindi inservibili, le mitragliatrici non sparavano e , cosa peggiore di tutte, migliaia di uomini che non avevano equipaggiamento invernale erano colpiti da congelamento e centinaia morivano per il freddo. Che il soldato tedesco, completamente impreparato per operazioni in climi freddi, sia riuscito a fare quello che ha fatto è una delle più grandi testimonianze di capacità di adattamento e di resistenza che la storia militare registri. Mentre si combatteva per Mosca, il 21 novembre, la I• armata corazzata di von Kleist occupava Rostov da dove i tedeschi , a seguito di un violento contrattacco lanciato da Timoshenko, furono costretti ad evacuare e ad arretrare verso ovest. Questo fu il primo grosso contrattacco russo della campagna coronato da successo e , quando il feldmaresciallo von Rundstedt chiese l'autorizzazione perché Kleist si ritirasse su una posizione difensiva sul fiume Mius, ricevette ordine di Hitler di non farlo per nessuna ragione. Rundstedt non se la senti di obbedire e chiese di essere rilevato dal comando. Le sue dimissioni furono accolte ed il feldmaresciallo von Reichenau, comandante della VI" armata, ne prese il posto. Nel frattempo, von Kleist era stato obbligato a continuare a cedere terreno al nemico ed Hitler fu costretto, poco dopo, a sanzionare il ripiegamento sulla linea del Mius. La ritirata della IV• armata durante la notte del 3 dicembre fu effet-
("') ··on the Other Side of the Hiu··. pag. 107. ('*) Guderian , pag. 260.
432
LE BATTAGU E DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
tuata appena in tempo per evitare un grande disastro perché, subito dopo , il maresciallo Zhukov lanciò la controffensiva, che aveva a lungo preparato ed alla quale parteciparono molte divisioni fresche siberiane. li 6 dicembre sfondò le linee tedesche ad est di Kalinin e, il giorno seguente, costrinse il nemico ad abbandonare Klin. Il colpo fu così formidabile ed i tedeschi erano talmente impreparati a sostenerlo, che Halder propose di far ritirare la IV• armata sulla Linea Mozhaisk-Rzhev-Ostashkov. Hitler rifiutò di autorizzare la ritirata. n 9, il fronte della II• armata fu sfondato a Livny e, il giorno seguente, fu operata una rottura delle posizioni tenute da Guderian ad ovest di Tula. Subito dopo, la controffensiva diventò generale su tutto il fronte, dal Golfo di Finlandia al Mar Nero. Il 18 dicembre si ammalò il feldmaresciallo von Bock, che fu sostituito da von Kluge e, il giorno sucessivo, il feldmaresciallo von Brauchitsch fu rilevato dall' incarico ed Hitler assunse il comando supremo dell'esercito tedesco. Il giorno seguente emanò il suo primo ordine: « Ogni uomo deve combattere sul luogo che occupa. Non si abbandonano le posizioni attuali se non esistono posizioni organizzate arretrate » (49). Quando a Berlino giunsero rapporti sulla controffensiva russa e con essi la grave notizia secondo la quale l'America era diventata belligerante , la capitale fu scossa dalle fondamenta. Scrive Arvid Fredborg: « L' inquietudine si diffuse tra la popolazione. l pessimisti ricordavano la guerra di Napoleone con la Russia e subito fu rispolverata tutta la letteratura su La Grande Armée. Gli indovini si indaffaravano con il destino di Napoleone e ci fu un grande incremento degU addetti agli oroscopi ... Anche i più devoti nazisti non volevano la guerra con l'America. Tutti i tedeschi avevano un grande rispetto della sua potenza. Nessuno poteva dimenticare come l'intervento americano avesse deciso la prima guerra mondiale. La retrospettiva del1917 non era confortante » ( 50). Sebbene i generali tedeschi continuassero a suggerire di ritirarsi , sia Guderian sia Hoeppner furono sostituiti nel comando perché avevano ripiegato senza autorizzazione; Hitler, il visionario, prevedeva che una ritirata poteva solo finire come quella napoleonica. Sebbene fosse stata la sua ostinazione che aveva portato la situazione sull'orlo del disastro, doveva essere la sua stessa ostinazione a salvare l'esercito dall'abisso. Il suo rifiuto di abbandonare la Russia o di portarsi ad
("') "Halder Diarie5'', 20 dicembre 1941, Vol. VII, pag. 235. ("') Behind the Steel WaLI , (1944) pagg. 60-61. Fredborg era un giornalista svedese a Berlino.~ in· teressante sapere che vi era grande richiesta delle " Memoirs" di Caulaincourt. Esse vennero diligente· mente studiate da von Kluge ( ''The Other Side of tbe H ili", pag. 284) e alla fine ne fu vietata la circolazione ( " How Russia makes War". pag. 443).
OPERAZIONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITTI E PRESTITI
433
ovest di Smolensk, senza dubbio, salvò le sue armate da una catastrofe ancora più grande di quella del 1812. Il problema di Hitler era quello di mettere al riparo gli uomini prima che morissero congelati e di assicurare le linee di rifornimento, indispensabili per riequipaggiare e nutrire gli uomini. Le linee di comunicazioni vitali nel settore di Mosca erano costituite dalle ferrovie Mosca-Rzbev-Velikye Luki , Mosca-Viazma-Smolensk, Mosca-Kaluga-Briansk e Mosca-Tula-Ore!, che erano collegate dalla bretella Velikye Luki-Vitebsk-Smolensk-Briansk-Orel. Inoltre , da Ore! si dipartiva una ferrovia verso sud per Taganrog sul Mar d'Azov. Su tutte queste linee v'erano uno o più depositi avanzati , dai quali venivano rifornite le truppe al fronte. I più importanti erano: Staraya Russa, Rzhev, Viazma, Kaluga, Briansk, Ore!, Kursk e Kharkov. Tra loro erano ubicati depositi minori , pieni di materiali e protetti. Era indispensabile manteoerne il possesso e farvi arrivare le truppe . flitler decise di trasformare tali depositi in campi trincerati e di ripiegare su di essi o nelle loro vicinanze. Con ciò avrebbe procurato ricovero per gli uomini, che avrebbero potuto sistemarvisi, mentre venivano rimesse in piena efficienza le linee di comunicazione (51). Il suo piano non era una ritirata, come aveva fatto Napoleone, ma una manovra all'indietro. Ognuna delle principali zone fortificate copriva molte miglia quadrate e talune di loro avrebbero potuto accogliere una intera armata. I tedeschi le denominavano Igels ( « porcospini »)sull'esempio dei quadrati formati dai soldati svizzeri medievali armati di picca per resistere alla cavalleria, perché le loro difese erano efficaci in tutte le direzioni. Talvolta erano riforniti per via aerea. Io generale, l'avanzata russa non fu tanto una controffensiva quanto una manovra di infiltrazione su ampia fronte, che aggirava i punti forti della difesa tedesca e si insinuava tra loro. Poiché i movimenti dovevano essere fatti fuori strada, i russi fecero affidamento soprattutto sulle div1siQhl · cosacche rinforzate da artiglieria e fanteria montate su slitte e da unità sciatori ; i carrelli a ruota degli aerei, inoltre, furono sostituiti da robusti sci. I combattimenti diventarono estremamente brutali e violenti , soprattutto per le azioni effettuate da bande di guerriglieri nelle retrovie tedesche. Il ripiegamento tedesco interessò l'intero fronte ed assunse carattere di maggiore profondità nel settore di Mosca tra Kalinin e Tula. Quando
(") Migliaia di locomotive e di veicoli tedeschi erano blocati dal gelo. Rimediare al danno richiese settimane .
434
LE BAlTACLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
queste due città furono conquistate, furono attuate azioni a tenagHa contro Rzhev, Gzhatsk e Viazma. Alla fine di dicembre Kaluga fu occupata dai russi. Fu il successo più importante di tutta la campagna d'inverno, perché Kaluga era uno dei maggiori « porcospini ». Da Kaluga i russi avanzarono a nord-ovest verso Yukhnov, un« porcospino » a sud-est di Viazma e crearono un saliente nello schieramento tedesco. Nello stesso tempo , più a settentrione, aggirarono da ovest Rzbev diretti a Vitebak, a nord della quale raggiunsero Velikye Luki. Queste due avanzate intorno a Viazma portarono i russi a 50 miglia da Smolensk. Nel frattempo , il20-22 gennaio, era stata occupata Mozhaisk. Sul fronte di Leningrado, Tikvin fu abbandonata dai tedeschi il 9 dicembre e, quando i russi serrarono sotto e attraversarono il fiume Volkhov, i tedeschi collegarono Schi.isselburg con Novgorod, dando inizio così alla guerra di posizione . Nell'estremo sud, i russi sferrarono una controffensiva in Crimea ed aggirarono i« porcospini »di Taganrog, Stalino e Artemovsk per concentrare tutte le forze disponibili contro quello di Kharkov , che resistette, benché Losovaya, poco più a nord , fosse stato conquistata e l'avanzata nemica fosse giunta fino a 90 migHa da Poltava. A metà inverno , con l'aumento dello spessore della neve , i tedeschi si aspettavano una tregua. I russi, invece, continuarono le loro infiltrazioni anche se non ottennero risultati decisivi, se non nel settore di Leningrado, dove costruirono una camionabile sul lago ghiacciato di Ladoga , stabilirono il contatto con Leningrado e, il 22 febbraio , isolarono una parte considerevole della XVIa armata nell'area di Staraya-Russa. Sul fronte centrale, in febbraio e marzo, i russi consolidarono le posizioni raggiunte e furono catturati i piccoli « Igel »di Sukhinichi e Yukhnov. In aprile, il disgelo comportò uno stalla delle operazioni, fatta eccezione per la Crimea , dove i tedeschi fecero qualche progresso contro Kerch , che durante l'inverno era stata riconquistata dai russi , insieme a Theodosia. Le perdite tedesche in questa campagna sono fornite da Halder. Tra il 22 giugno ed il 31 dicembre 1941 , assommarono a 830.403 uomini, di cui 173.722 morti (52) , e tra il 22 giugno 1941 ed il28 febbraio , a 1.005.646, di cui 210.572 morti (53). Non è detto se queste cifre comprendono le perdite per il freddo che secondo Goebsels, fiino al 20 febbraio 1942, furono 112.627, di cui 14.357 con grosse amputazioni ( 54). Le perdite russe non possono essere accertate e non sono probabilmente note agli stessi sovietici ma , secondo Raymond Cartier, entro ill0 geo-
(") " Halder Diaries". 5 gennaio 1942, Vol. Vll, pag. 248. ('-') lbid., 5 marzo 1942, Vol. Il, pag. 279. (") "The Goebbels Diaries". pag. n.
OPERA.Z IONE BARBAROSSA E LEGGE AFFITII E PRESTITI
435
naio 1942, l'Armata Rossa s'era ridotta a 2.300.000 uomini. Questo , sostiene, rappresentò il valore più basso dei livelli di forza fino al 1946 (55). Nel giugno 1941, l'Armata Rossa era forte di oltre 5.000.000 di soldati e non sembra quindi esagerata l'affermazione tedesca di aver catturato ben più di 2.000.000 di militari russi. Sebbene queste enormi perdite di uomini potessero essere facilmente rimpiazzate, i materiali bellici necessitarono dell'aiuto inglese ed americano, che peraltro non fu sufficiente. Secondo il professore Prokopowicz, entro il dicembre 1941 i tedeschi avevano occupato il 26,6% della Russia europea , che conteneva il40% della popolazione forniva il39,3% del prodotto agricolo, il 49% dei cavalli, il 45% del bestiame, il 66,6% del ferro ed il 60% del carbone (56). A fronte di tali perdite, il tracollo morale tedesco ebbe un valore incalcolabile . Negli Igel , durante i mesi invernali, la punta di diamante della Grande Armata venne smussata ed il suo vecchio splendore non poté essere restaurato, nonostante l'apporto degli italiani, dei rumeni e degli altri cobelligeranti. Inoltre, i guadagni economici in Russia non furono pari ai danni prodotti dal blocco navale britannico ed americano. Infine, quale fu il significato del fallimento di Hitler nella conquista di Mosca? La risposta dell'ammiraglio Assmann è che fu « il punto di svolta della guerra ». Ma se ciò fosse vero, cosa sarebbe successo se Hitler avesse invece conquistato Mosca? Oltre la capitale si estendeva un territorio non conquistato profondo 4.500 miglia e, fin dall'll dicembre, gli Stati Uniti erano stati coinvolti nella guerra contro la Germania. È verosimile che, in quel momento critico per Hitler, Stalin avrebbe potuto accettare una pace negoziata e, se lo avesse fatto, il Fiihrer si sarebbe fidato di lui circa il rispetto dei termini del trattato? n punto di svolta non fu la mancata conquista di Mosca, ma l'astuzia di Roosevelt nel far entrare l'America in guerra, cosa che avrebbe potuto essere evitata, o mitigata nei risultati, soltanto se Hitler avesse capito che, come il problema di Roosevelt era quello di unire l'America in una guerra contro la Germania , il suo era quello di staccare i popoli sottomessi della Russia dal loro padrone al Cremlino. Sebbene sia un ipotetico interrogativo, sembrerebbe probabile che, se fosse arrivato come liberatore, avrebbe potuto far sfasciare l'esercito russo e rovesciare il regime sovietico molti mesi prima che Roosevelt raggiungesse il suo obiettivo e, se fosse riuscito a farlo , la cosa peggiore che lui temeva - la guerra sui due fronti avrebbe potuto 'essere evitata. Il suo errore fu politico più che strategico;
(") Citato dal gen. Anders (pag. 80) da "Les secrets de la guerre devoil~s par Nuremberg" (1946), pag. 297. ("') Citato da Léderrey in " La défaite Allemande à l'est "• pag. 58.
436
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
egli si lanciò contro la testa dura del suo antagonista invece di colpirlo nel punto debole del suo piede d'argiUa. Se si fosse scagliato contro quest'ultimo - avesse cioè fatto affidamento sulla controrivoluzione e non suUa conquista- non vi sarebbe stata nessuna svolta. In ogni caso, l'esito finale della guerra sarebbe stato diverso: o la Germania sarebbe stata sconfitta senza l'aiuto russo o la guerra sarebbe terminata con una pace negoziata nella quale il Cremlino non avrebbe avuto alcun ruolo.
CAPITOLO XII
Il problema russo e l'estensione della guerra al Pacifico
l. Quadro storico Alle 21 del giorno in cui Hitler invase la Russia, Churchill disse in una trasmissione radio al popolo britannico: « Devo rendere di pubblico dominio una decisione del governo di Sua Maestà ... Noi abbiamo un solo obiettivo ed un unico irrevocabile scopo. Siamo decisi a distruggere Hitler ed ogni traccia del regime nazista ... Noi non colloquieremo mai , noi non negozieremo mai con Hitler o con q4alcuno della sua banda ... ogni uomo, ogni stato che combatte contro il nazismo può contare sul nostro aiuto. Ogni uomo, ogni stato che marcia con Hitler è nostro nemico ... Questa è la nostra politica e questa è la nostra determinazione. Ne scaturisce pertanto che noi dobbiamo dare tutto l'aiuto che possiamo alla Russia e al popolo russo ». Da ciò e da espressioni simili si evince che Churchill non aveva idea dei compiti che gli erano stati affidati, quando era stato nominato primo ministro e ministro della difesa. Innanzitutto, il primo dovere avrebbe dovuto essere quello di assicurare una pace vantaggiosa per il suo paese e capire che non ci sarebbe stato nessun vantaggio né morale né politico sostituendo Hitler con Stalin. In secondo luogo, poiché aveva postuJato l'estirpazione di Hitler e dell'hitlerismo come suo scopo, avrebbe dovuto fare una netta distinzione tra regime nazista e la massa del popolo tedesco. Se lo avesse fatto, si sarebbe accorto che l'alleato più conveniente sarebbe stata la grossa fazione contraria ad Hitler in Germania, che gli avrebbe assicurato la più ampia collaborazione , se avesse fatto una dichiarazione più accorta. Ma, sopraffatto dalle sue emozioni, commise lo stesso errore grossolano di Hitler, che non aveva saputo fare distinzione tra popolazioni pro ed anti-Stalin in Russia. Questa grossolanità prolungò la guerra per anni e, nonostante la vittoria finale, perse la pace e fece della guerra un'assurdità .
438
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
In terzo luogo , legato com'era alla P olonia dal t rattato anglo-polacco, di fronte alla sua spartizione - della quale Hitler era colpevole quanto Stalin - Churchill non avrebbe dovuto spingere impulsivamente il suo paese nelle braccia dei sovietici, ma avrebbe dovuto prender tempo fino a quando Stalin non avesse chiesto il suo aiuto e, solo allora , avrebbe dovuto offrirlo, a patto che fosse prima annullato il patto di Ribbentrop-Motolov del 23 agosto 1939 e che i prigionieri polacchi e i deportati in Russia fossero rilasciati. Altrettanto sprovvisto di abilità di statista fu il presidente americano che, ossessionato dall'idea di raccogliere voti , diligentemente coltivava i comunisti ed i loro fiancheggiatori che erano arbitri dell'equilibrio di potere nello Stato di New-York . li risultato fu , come scrive un autore americano, che quando Hitler invase la Russia, il dipartimento del New Deal diventò « un luogo di sosta per le innumerevoli termiti comuniste >>. Incredibilmente, questa infiltrazione ebbe talmente successo che i comunisti americani- agenti del Cremlino - ottennero posti di prestigio e di potere in molti ministeri (1). Fu il lavoro di questi agenti che fuorviò il presidente ed aiutò conseguentemente a definire la sua politica nei riguardi della Russia durante la guerra. Quando Hitler invase l'URSS, Roosevelt non ritenne di dover fissare un prezzo per l'aiuto americano, come ad esempio la garanzia contro annessioni sovietiche di territori stranieri ma , come Churchill , ciecamente sposò la causa russa ed immediatamente incominciò a spedire, con la legge Affitti e Prestiti, beni alla Russia . Ma il problema del presidente rimase: come doveva fare entrare gli USA in guerra? La risposta fu quella di provocare il Giappone, visto che Hitler non abboccava. La situazione di crisi tra America e Giappone era andata peggiorando fin dal 1931. Quell'anno, soprattutto per trovare uno sfogo allo sviluppo demografico in rapida ascesa e per procurarsi materie prime per le industrie, il Giappone s'era annessa la Manciuria, ribattezzata Manchukuo, e vi aveva insediato un governo fantoccio che proteggesse i suoi interessi economici . Quest'azione sollevò le ire di Henry L. Stimson , segretario di stato del presidente Hoover, il quale annunciò che gli Stati Uniti non avrebbero riconosciuto il governo fantoccio. Inoltre , accusò il Giappone di aver violato il Patto Kellog-Briand del 1928, che era già stato rotto dalla
(') Per una ventina o più di questi agenti, vds. "The Twenty·Year Revolution (rom Roosevelt 10 Eisenhower" , di Chesly Manly (1954), pagg. 99-103. Manly cita le seguenti prove davanti alla sottocommissione del Senato ill4 agosto 1951: "Direi che i nostri migliori (agenti comunisti) erano Henry Dexter White e Laucblin Currie... ~ U primo divenne sottosegretario al Tesoro e il secondo assistente amministrativo del presidente per gli affari orientali.
IL PROBLEMA RUSSO E L'ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
439
Russia nel 1929 con l'attacco alla Cina. Egli esagerò l'importanza degli interessi economici americani in Cina e fu sostenuto da un gruppo di uomini d'affari che dichiararono che il capitalismo americano avrebbe subito un crollo « se non fosse riuscito a conquistare nuovi mercati »e che« la Cina, con i suoi potenziali 400 milioni di abitanti, era essenziale per l'affermazione del sistema economico americano ». Inoltre , egli sollecitò l'applicazione di sanzioni e di embarghi; ma il presidente Hoover non gli prestò ascolto. Le cose andarono diversamente con il suo successore presidente Roosevelt che, come egli stesso disse, nutriva la più profonda simpatia per la Cina, perché i progenitori di sua moglie avevano fatto affari in quel lontano paese. Non solo sostenne la politica di Stimson di non riconoscere il Manchukuo ma, appena ne ebbe la possibilità , decise di portare la flotta americana al massimo del tonnellaggio consentito dal Trattato di Washington del 1921. Alla fine del 1934, il Giappone rese noto che non si sarebbe sentito più vincolato dal trattato di Washington, dopo che fossero trascorsi, da quel momento , i due anni di preavviso previsti. Quindi, nel luglio 1937, subito dopo che il Giappone aveva ripreso la guerra con la Cina, Roosevelt cominciò a studiare come avrebbe potuto costringere i giapponesi alla sottomissione, ricorrendo ad un blocco congiunto anglo-americano per colpire a morte il commercio nipponico e, nel gennaio 1938, mandò una commissione, in tutta segretezza, a Londra perché ne organizzasse i dettagli. Nel marzo 1939, lord Halifax, ministro degli esteri britannico, invitò il presidente americano a trovare una scusa per concentrare la flotta americana nel Pacifico , in modo da esercitare la massima pressione psicologica possibile sul Giappone. Un anno più tardi , nell'aprile del 1940, R oosevelt, contro il parere della marina, ordinò che la flotta del Pacifico, allora di stanza in California, si portasse alle Hawai . Nel frattempo , il segretario Morgenthau, sostenuto a spada tratta da Stimson e da alcuni uomin!Ì d'affari, aveva proposto il boicottaggio dei prodotti giapponesi e la proibizione di esportare carburante in Giappone. Ebbero talmente successo che, a metà giugno 1941, furono proibite tutte le spedizioni di carburante dai porti della costa orientale verso quelli della costa occidentale, cosa che comportò un calo delle spedizioni verso il Giappone. Contemporaneamente Morgenthau e Stimson sollecitarono l'arresto dei commerci dei giapponesi , sequestrando tutti i loro beni. Mentre venivano avanzate queste proposte, il 23 giugno il Giappone costrinse il governo di Vichy ad approvare la sua temporanea occupazione dell'lndocina e , poiché ciò costituiva minaccia diretta per Burma e Malacca ed indiretta per le Filippine, Roosevelt chiese il parere dell'ammiraglio Harold D. Stark , capo delle operazioni navali, circa l'applicazione di un embargo al Giappone. L'ufficiale preparò un memorandum, nel quale metteva in evidenza che « un embargo avrebbe potuto provocare un attac-
440
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
co giapponese a breve scadenza contro Malacca e le Indie Orientali Olandesi » e che un embargo sulle esportazioni « certamente avrebbe provocato un irrigidimento di coloro che gestivano il potere (in Giappone) nel persistere nella linea d'azione prescelta. Inoltre sembra sicuro che, se il Giappone avesse intrapreso azioni militari contro britannici ed olandesi , avrebbe certamente interessato anche le Filippine, il che ci coinvolgerebbe immediatamente in una guerra nel Pacifico ». R assicurato sul fatto che un embargo avrebbe spinto il Giappone in guerra, il 25 luglio R oosevelt annunciò che i depositi bancari giapponesi in America sarebbero stati sequestrati (Inghilterra e Olanda si accodarono) e il 31 vietò l'esportazione di carburante e pezzi di ricambio per aerei al Giappone. Fu dichiarata così la guerra economica ai nipponici. Poiché ciò significava che la guerra nel Pacifico era all'orizzonte, il passo successivo fu fatto da Churchill , che si ripromise di fare entrare gli USA in guerra il più presto possibile. Organizzò un incontro con Roosevelt nella Baia di Placentia , a Terranova. Lì , tra 1'8 ed il 13 agosto, fu tenuta la Conferenza Atlantica e si dice che, poco prima che cominciasse, Roosevelt si sia espresso nei riguardi di Churchill come di uno che « sapeva che, senza l'America , la Gran Bretagna non poteva continuare la guerra ». La difficoltà non stava nel come fargliela fare, ma nel fatto che solo il Congresso la poteva dichiarare e , quando il problema fu posto sul tavolo, la risposta fu: « Io non potrò mai dichiarare guerra; io posso farla. Se dovessi chiedere al Congresso di dichiararla , potrebbe seguire una discussione di tre mesi ». Egli stava, d'altra parte, già facendo guerra alla G ermania; voleva farla anche al Giappone. Pertanto promise a Churchill che gli Stati U niti « anche se non attaccati, sarebbero entrati in guerra nell'Estremo Oriente». Promise anche che, al suo ritorno a Washington , avrebbe spedito una nota provocatoria all'ammiraglio Nomura, l'ambasciatore giapponese accreditato alla Casa Bianca. Cosa che fu fatta il17 agosto e , tra le altre cose, l'ambasciatore si sentì dire: « ... questo governo ritiene ora necessario dire al governo giapponese che se Tokyo effettua altri passi nella direzione di una politica o di un programma militare di dominazione , con la forza o con la minaccia della forza, nei riguardi dei paesi confinanti , il governo degli Stati U niti sar à costretto ad intraprendere tutti i passi necessari per salvaguardare i legittimi diritti ed interessi d eli' America e degli americani e per garantire la salvaguardia e la sicurezza degli Stati U niti >>. Poiché tali affermazioni non potevano essere rese pubbliche , la Dichiarazione Atlantica, o Carta, fu un imbroglio. Non fu più di un atto pubblicitario e non si intese mai considerarla un documento formale tra stati , né fu mai firmata o ratificata; fu soltanto ciclostilata e distribuita . Era un documento altamente idealistico , nel quale si stabiliva che non vi sarebbero stati cambiamenti territo riali senza l'approvazione liberamente espressa delle popolazioni interessate, che tutti i popoli avrebbero
IL PROBLEMA RUSSO E L' ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
441
dovuto godere del diritto di scegliersi la forma di governo sotto il quale desideravano vivere , che tutti gli stati, vincitori e vinti , dovevano aver accesso, su un piede di uguale parità, al commercio e alle materie prime del mondo e che, dopo la completa distruzione della tirannide nazista, doveva stabilirsi una pace che avrebbe consentito a tutte le nazioni di progredire in sicurezza nei loro confini , così che tutti gli uomini di tutti i paesi potessero vivere la loro vita in piena libertà e senza paura. Se vi si fossero attenuti , sarebbe stato impossibile metterla in atto: come poi si verificò , tutto quello che ottenne fu di deludere il mondo. Tuttavia , finché non fu smantellata alla Conferenza di Teheran, fece una propaganda di prima classe e fu probabilmente il più grande imbroglio della storia. Poiché l'embargo imposto al Giappone significava che prima o poi i nipponici avrebbero dovuto ritirarsi dalla Cina o rompere il blocco , subito dopo la fine della Conferenza Atlantica essi si adoperarono con Washington perché l'embargo fosse sospeso. Inoltre, a settembre, in vista della guerra , cominciò un intenso traffico di messaggi in codice, fra Tokyo e il console generale ad Honolulu, con richieste di dati ed informazioni di dettaglio su Pearl Harbour nell ' isola di Oahu, e la flotta americana del Pacifico di stanza in quella località. Senza che i giapponesi lo sospettassero, gli americani erano riusciti a decifrare il loro codice (denominato « Magie » ) ed erano in grado di comprendere il contenuto dei messaggi. Poiché i colloqui per tentare di sanare la situazione non portavano a nessun risultato, il 22 novembre fu inviato un messaggio aU'ammiragHo Nomura - nel frattempo gli era stato affiancato il vice ambasciatore Saburo Kurusu - nel quale si specificava che, se i negoziati non avessero avuto esito favorevole e no n fosse stato firmato un accordo entro il 29 novembre, « gli avvenimenti avrebbero seguito il loro corso con automatismo ». Poiché ciò poteva significare un attacco di sorpresa di qualunque genere e poiché la flotta americana e le unità dell'esercito nel Pacifico non erano ancora pronte a far fronte ad un attacco , il 22 ed il 25 novembre il segretario di stato Corde! Hull elaborò una proposta , nella quale suggeriva un allentamento della tensione per 90 giorni , durante i quali Giappone e Stati Uniti potevano riprendere le relazioni economiche, oell'intesa 'che non fosse ro portate a termine ulteriori conquiste territoriali. Tale disegno non fu mai consegnato a Nomura perché, il25 novembre, Owen Lattimore, consulente americano e filorusso di Ciang Kai-Shek, inviò un telegramma a Lauchlin Currie, consulente del presidente per l'Oriente, nel quale prospettava che l'allentamento della pressione economica avrebbe pericolosamente accresciuto i vantaggi giapponesi in Cina e che sarebbe stato disastroso per la fiducia della Cina nell' America ». Inoltre il 25 il presidente, dopo aver espresso il timore che i giapponesi potessero attaccare anche la domenica successiva {1° dicembre) , fece una significativa dichiarazione
442
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
nella quale sottolineava che « il problema era come comportarsi per far sì che essi (i giapponesi) sparassero il primo colpo, senza che arrecassero gravi danni agli americani ». La proposta di Hull non indicava irn che modo lo avrebbe ottenuto e così fu rimpiazzata dal documento dei Dieci Punti che, secondo la storia quasi ufficiale ( "The Undeclared War" di William L. Langer e S. Everett Gleason) discendeva da un memorandum sottoposto da Henry Dexter White a Henry Morgenthau, ministro del tesoro. Esso conteneva le proposte americane per risolvere la disputa tra i due paesi , ma in realtà era un ultimatum . In cambio di un nuovo accordo commerciale e del dissequestro dei beni giapponesi, si chiedeva di stipulare un accordo di non aggressione con Washington , Mosca, l'Olanda, Chungking e Bangkok, di ritirare le forze dalla Cina e dall'Indocina francese , di non sostenere nessun regime in Cina diverso da quello di Ciang Kai-Shek, di concludere un trattato commerciale con gli Stati Uniti, che dovevano rimanere nazione privilegiata, e di allineare lo yen al dollaro. Non poteva esservi nessun dubbio sul fatto che quelle proposte significassero un ultimatum. Il governo giapponese decise di accettare la sfida e di rispondere effettuando un'operazione per la q uale si stavano preparando da tempo. Senza dichiarare la guerra, il Giappone intendeva attaccare i possedimenti britannici ed americani nell' Estremo Oriente e la flotta americana del Pacifico a Pearl Harbour. Poiché era importantissimo che essa rimanesse nel porto, Nomura e Kurusu ricevettero il mandato di continuare a negoziare , in modo da non mettere in allarme gli Stati Uniti. Secondo il contrammiraglio RobertA. Theobald ( 2), il presidente Roosevelt , che era completamente informato su quanto stava avvenendo, decise, per essere sicuro di trascinare l'America in guerra - e niente poteva farlo megtio di un attacco di sorpresa contro il territorio americano - che non si dovesse fare niente per far capire ai giapponesi che ci si aspettava un loro attacco di sorpresa. Pertanto, fatta eccezione di un messaggio di avvertimento diramato il 27 novembre , che non faceva nessun accenno alle Hawaii, egli non informò l'ammiraglio H.E. Kimmel, comandante della flotta del Pacifico né il generale W.C. Short, comandante della guarnigione delle Hawaii, di quanto stava per accadere. Tra il 2 ed il 5 dicembre, Tokyo inviò una serie di messaggi con i quali ordinava ai consolati d'oltreoceano di distruggere codici, cifrari e documenti segreti. Era una sicura indicazione di una guerra imminente, ma
(2) Vds. il suo wThe Fina! Secret of Pearl Harbour", (1954). Theobald eomaodava gli incrociatori a Pearl Harbour al tempo dell'auaceo e l'ammiraglio William F. Halsey - uno dei più eminenti uomini di mare degli Stati Uniti- scrisse un'introduzione al suo libro. Vds. anche "Admiral Kimmel's Story''. del eontrammiraglio Husband E. Kimmel (1955).
IL PROBLEMA RUSSO E L' ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
443
nessuna di queste informazioni vitali fu portata a conoscenza di Kimmel e Short. Infine, il 6 dicembre, l'ambasciatore giapponese a Washington ricevette un messaggio in quattordici puntate; era la risposta al documento americano del Dieci Punti del 26 novembre, a premessa della quale era stata inviata una disposizione con cui si stabiliva che, quando l'intero messaggio fosse stato ricevuto, doveva essere messo « in forma piana, comprensibile e corrente » ed essere tenuto segreto fino al momento della consegna al governo degli Stati Uniti, momento che sarebbe stato fissato con messaggio a parte. Entro le 17.30 di quel giorno , le prime tredici parti di quel messaggio erano state decodificate (dagli americani) e consegnate nelle mani del presidente Roosevelt. Dopo averle lette, esclamò: « Ciò significa guerra ».E scrive l'ammiraglio Theobald: « ... L'ultimo giorno critico passò e non fu inviata una parola ai comandanti alle Hawaii su quanto stava succedendo». Nella prima mattinata del 14 dicembre, arrivò la quattordicesima parte. Era una appena dissimulata dichiarazione di guerra , che fu seguita immediatamente da un altro messaggio, col quale si disponeva che i due ambasciatori giapponesi portassero tutte le quattordici parti al governo degli Stati Uniti alle 13 locali di quello stesso giorno. D 7 dicembre l'ammiraglio Stark, capo delle operazioni navali, arrivò nel suo ufficio alle 9.25 e , sebbene gli venisse fatto notare che alle ore 13 di Washington corrispondevano le ore 7.30 delle Hawaii , non ritenne necessario inviare all'ammiraglio Kimmel un messaggio di avvertimento, nonostante i pressanti suggerimenti dei suoi collaboratori. Due ore più tardi, il generale George C. Marshall, capo di stato maggiore dell'esercito, arrivò al ministero della guerra e fu messo al corrente dell'ultimatum giapponese. Poiché la data e l'orario di partenza indicavano che circa alle 13 sarebbe stato sferrato un attacco alle forze americane in qualche punto del Pacifico, stilò un messaggio per i generali in comando delle forze nell'Estremo Oriente, nei Caraibi e alle Hawaii , nel quale si leggeva: « I giapponesi hanno presentato un documento dal quale si evince un ultimatum, che scade alle 13, ora di Washington ... mettete le unità in allerta. Informate le autorità navali di questo messaggio ». Ma questo importantissimo messaggio non fu inviato con la linea militare, a mezzo della quale avrebbe raggiunto il generale Short in 30-40 minuti, ma fu trasmesso utilizzando il telegrafo pubblico e fu recapitato al comando del generale Short sei ore dopo che i giapponesi avevano attaccato Pearl Harbour, affondato o danneggiato diciotto navi americane- incluse otto navi da battaglia - ucciso o ferito 4.575 soldati e distrutto 177 aerei. Così l' America precipitò in guerra ed una delle consegu enze fu che Pearl Harbour la fece diventare, di fatto , alleata di Mosca.
444
LE BATI'AGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Questa incredibile storia, di come m giapponesi furono indotti passo passo alla guerra dalla manovra del presidente Roosevelt, è sintetizzata dall'ammiraglio Theobald: « Così, mant,e nendo una debole flotta del Pacifico (3) alle Hawaii, come invito ad un attacco di sorpresa e negando al comandante della flotta le informazioni che avrebbero potuto rendere l'attacco impossibile, il presidente Roosevelt fece precipitare gli Stati Uniti in guerra, il 7 dicembre 1941, Egli spinse una nazione completamente eccitata in guerra, perché nessuno sospettò di come l'attacco di sorpresa giapponese calzasse con i suoi piani. Disastroso come fu sotto il profilo navale, l'attacco a Pearl Harbour si dimostrò il preludio diplomatico della completa sconfitta delle potenze dell'Asse». Potrebbe sembrare ugualmente possibile che il presidente ed i suoi principali consiglieri fossero così ossessìonati dalla certezza che il colpo giapponese potesse essere sferrato nel Pacifico occidentale, che la possibilità di un attacco alle Hawaii non fosse stato proprio preso in considerazione, a dispetto del fatto che le grandi manovre del1932 avevano esaminato il caso di una difesa congiunta terrestre e navale di Pearl Harbour. Di questa esercitazione, Richard N. Current scrive nel suo « Secretary Stimson: a Study in Statecraft » (1954): « All'alba di domenica mattina, portaerei nemiche in avvicinamento ad Oahu da nord-est colsero i difensori completamente di sorpresa. Gli aerei attaccanti affondarono ogni nave in porto, distrussero tutti gli aerei prima che potessero decollare. Così decisero i giudici di campo ». Che un così importante ammaestramento avesse potuto essere dimenticato non ha niente di eccezionale. Come si è visto, nella campagna di Gallipoli della prima guerra mondiale gli studi dello stato maggiore britannico del1906 e 1911, che avevano evidenziato le difficoltà ed i pericoli di uno sbarco sulla penisola di Gallipoli , furono trascurati o dimenticati nel 1915. Lo stesso nel 1941 avvenne per la decisione che era scaturita dalle esercitazioni della scuola di guerra britannica del 1924-25, che prevedeva la minaccia maggiore a S.ingapore proveniente via terra. Qualunque alternativa si accetti, l'entrata in guerra degli Stati Uniti fu la logica conseguenza della legge Affitti e Prestiti, che mantenne la Gran Bretagna in guerra e dell'embargo , che spinse il Giappone ad entrarvi. Ambedue furono strumenti economici e, poiché gli Stati Uniti erano la più grande potenza economica del mondo, dal momento in cui entrarono in guerra diventarono potenzialmente il beUigerante più importante. Sfortunatamente per il mondo, poiché i suoi uomini guida mancavano di senso della storia e consideravano la guerra un gioco letale e non uno trumento
(l) Debole in quanto la flotta americana era numericamente inferiore a quella giapponese e le sue tre portaerei non erano a Pearl Harbour al momento dell'attacco.
IL PROBLEMA RUSSO E L'ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
445
di politica, le battaglie cominciarono a perdere il loro significato politico, non appena l'America entrò in guerra. Ciò fu di tale portata che, durante la seconda metà del conflitto, i risultati furono come non mai neutralizzati dagli eventi politici. Così si verificò che conferenze, come quelle di Casablanca, Teheran e Yalta, furono non solo molto più decisive di qualsiasi battaglia, ma annullarono le decisioni del campo. Inoltre, mentre nel campo militare, a causa degli enormi progressi tecnologici, i generali comandanti diventavano schiavi di una schiera di tecnici ed industriali, nella sfera politica il potere passò sempre più, dai gabinetti e dai parlamenti, nelle mani di singoli uomini di governo- capi di stato - che talvolta, consigliati come erano da militari sempliciotti e da politicanti impre parati e delusi dalla loro stessa propaganda, commisero i più macroscopici errori strategici e politici. La prima di queste conferenze decisive fu tenuta a Washington, verso la fine di dicembre 1941, e prese il nome in codice di « Arcadia ». Churchill lasciò l'Inghilterra, il 12 dicembre, ed arrivò a Washingtoo il 22. Prima della partenza, il segretario di stato Anthony Eden si era recato in Russia e, mentre era ancora in mare, Churchill ricevette da Mosca un rapporto sulla prima conversazione avuta con Stalin, uno statista che mai commise l'errore di considerare la guerra qualcosa di ~iverso da uno strumento di politica. ln dettaglio e subito, Stalin chiarì ad Eden quale avrebbe dovuto essere l'assetto dell'Europa alla fine della guerra. Propose la suddivisione della Germania in piccoli stati e la restaurazione degli Stati Baltici, della Finlandia e della Bessarabia, così come erano prima dell'attacco tedesco; pretese che la « Curzon Line »diventasse la futura frontiera russo-polacca e fece pressioni perché tali orientamenti ottenessero l' immediata approvazione dell'Inghilterra. Con questa « bomba » nella borsa Churchill si presentò alla Casa Bianca. I lavori della conferenza possono essere suddivisi io due parti: una militare e una politica. La pianificazione militare fu eccellente sotto ogni profilo. Fu creato, per la condotta delle operazioni, uno strumento di controllo noto come « Comitato Congiunto dei Capi di Stato Maggiore »,con sede a Washington. Comprendeva i capi di stato maggiore, i loro rappresentanti , britannici ed americani; non fu p!ievisto volutamente nessun elemento russo. Inoltre, nonostante l'attacco giapponese, si confermò (4) che l'offensiva contro la Germania sarebbe stata prioritaria rispetto alla guerra nel Pacifico e fu raggiunto il seguente accordo: « Nel1942, i metodi ed i modi
(') Era stato stabilito la prima volta alla conferenza degli stati maggiori anglo-americani del 27 marzo 1941.
446
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MON DO OCCIDENTALE
per aver ragione della Germania saranno ... bombardamenti sempre più numerosi effettuati da americani ed inglesi ... supporto all'offensiva russa in tutti i modi possibili ed operazioni il cui maggiore obiettivo sarà quello di conquistare l'intera costa nord-africana. Non sembra prevedibile che, nel1942, possa essere lanciata un'offensiva su larga scala contro la Germania , fatta eccezione per il fronte russo ... ma nel 1943 può essere possibile che ci si possa aprire la strada, attraverso il Mediterraneo , dalla Turchia verso i Balcani e , con sbarchi , nell'Europa occidentale. Tali operazioni saranno la premessa dell'assalto finale alla stessa Germania ». La seconda parte dei colloqui fu il fatale inizio della fine - l'avvio di una politica che doveva costare la pace dei due alleati occidentali. Fu una sprovveduta idea del presidente Roosevelt , che fu da lui stesso denominata « Grande Disegno ». Era un ritorno alla politica wilsoniana del 191718, senza i Quattordici Punti , e può essere paragonata ad un boccale di birra politica: tutta schiuma. La proposta prevedeva che, una volta finita la guerra , le nazioni del mondo si riunissero in una grande organizzazione per la pace. Tale associazione di potenze sovrane doveva prendere a modello il sistema interstatale americano ed essere basata sui principi della Carta Atlantica. Poiché era indispensabile che questa banda di fratelli includesse anche la Russia , si doveva fare tutto il possibile per avere la collaborazione di Stalin. A parere del presidente, ciò non presentava difficoltà insuperabili, perché Harry Hopkins, la sua « eminenza grigia » (5) che aveva incontrato Stalin subito dopo l'invasione tedesca , gli aveva detto che era ridicolo pensare a Stalin come ad un comunista ; egli non era niente di tutto ciò, era soltanto un grande russo nazionalista e patriottico. Qualunque fosse stata la sua visione del futuro dell'Europa , avrebbe dovuto venir convinto. Sebbene il presidente no n se ne rendesse conto , l'acquiescenza alla Russia doveva diventare l'innesco della politica alleata. Questo sublime non senso , battezzato dal presidente « Nazioni Unite », fu accettato dai partecipanti alla conferenza come programma di pace delle potenze alleate e , ill 0 gennaio 1942, fu firmata una dichiarazione congiunta dagli Stati Uniti e dal Regno Britannico, nonché da altre 24 nazioni, Russia compresa. Essa confermava la Carta Atlantica e proclamava che i firmatari erano ~~ convinti che la completa vittoria sui loro nemici era essenziale per difendere la vita, la libertà, l'indipendenza e la libertà di religione e per preservare i diritti umani e la giustizia nei loro paesi e in tutti gli altri , e che erano impegnati in uno sforzo comune contro le forze selvagge e brutali che cercavano di soggiogare il mondo ».
(' ) Sberwood lo chiama • il vic~·presidente di fatto • ("The White House Papers·· of Harry L. Hopkins, 1946, Vol. l, pag. 267): Churchill: • alto fra i Paladini • , e Dewey Short, rappresentante del Missouri: " Il Rasputin dell a Casa Bianca • .
IL PROBLEMA RUSSO E L' ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
447
Fu creata, così, una politica che doveva rendere vana ogni vittoria conseguita dai due grandi alleati occidentali , e che avrebbe riportato gli slavi sull'Elba , sostituendo Hitler con Stalin.
2. La battaglia dell'Isola Midway, 1942 Il Giappone si trovava in ottima posizione per travolgere i possedimenti britannici ed americani , ma non era abbastanza forte per colpire i loro territori metropolitani: ii massimo in cui poteva sperare era una vittoria limitata. Non era una situazione nuova, poiché nelle due maggiori guerre precedenti- con la Cina nel1894 e con la Russia nel1904- s'era trovato di fronte lo stesso problema. In ambedue i casi, il suo successo era scaturito dalla sua abilità ad impiegare la potenza navale in modo da evitare un conflitto illimitato. In ambedue i casi, per la sua supremazia navale , aveva potuto conquistare obiettivi territoriali di limitata entità e sfidare il nemico a riprenderli , nella consapevolezza che non avrebbe potuto a causa dell'inferiorità navale. Il Giappone ritenne che , anche se la Germania fosse stata sconfitta - cosa molto improbabile nel 1941 - la Gran Bretagna sarebbe stata troppo esausta per affrontare un 'altra grande campagna e , per quel momento, anche se non avesse sconfitto l'America, si sarebbe trovato in una posizione tale , che gli Stati Uniti avrebbero preferito una pace piuttosto che continuare una guerra che poteva durare anni. Per mettersi in condizione ottimale per far fronte ad una lunga guerra, il Giappone non solo doveva conquistare le Indie Orientali olandesi per essere economicamente abbastanza forte per sostenere il peso di un conflitto, ma doveva spingere le sue conquiste in pieno Pacifico, in modo da sottrarre basi aeree e navali agli americani. Se fosse riuscito nel suo intento , quale sarebbe stata allora la situazione del nemico? Pochi dati forniscono una risposta esauriente: tra San Francisco ed Honolulu corrono 2.400 miglia, tra Londra e Colombo 5.600; Honolulu dista 5.600 miglia da Manila e Colombo 1.580 da Singapore; Singapore si trova a 3.020 miglia da Yokohama e Manila, via Shangai, a 2.160 da Yokohama. Approssimativamente 10.000 miglia , che si traducono in 20.000, se si considera andata e ritorno di percorso marittimo per gli anglo-americani. Per questo motivo, i giapponesi decisero di fare affidamento su una strategia di logoramento: approfittare della situazione e, finché erano in tempo, eliminare innanzitutto la flotta americana alle Hawaii - la sola forza navale in grado di minacciarli - e, in un secondo tempo, sottrarre agli inglesi ed agli americani Singapore e Manila , le loro principali basi navali nel Mare della Cina meridionale. Si sarebbero poi spinti nel Pacifico per stabilirvi una zona difensiva di tale profondità che sarebbe stato pos-
448
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
sibile cedere spazio per guadagnare tempo e far durare la guerra tanto a lungo, da indurre il nemico ad accettare una pace negoziata. La zona poteva essere paragonata ad un sistema trincerato, la cui fronte si sviluppava con direzione sud da Paramushiro , la più settentrionale delle isole Kurili, all'isola Wake e poi, passando per le isole Marshall e Gilbert, alle Ellice, da dove puntava ad ovest lungo le Salomone e la Nuova Guinea ed infine, passando per Timor, su Giava e Sumatra, per attestarsi infine a nord di Burma. Più indietro , la linea delle riserve correva dalle isole Bonin aJie Marianne indi a Yap, Palau, Morotai, Halmahera, Amboina e Timor, dove si congiungeva con la linea precedente o linea esterna. Come una trincea di raccordo, le isole Caroline , da Palau alle Marshall e alle Gilbert , congiungevano questi due allineamenti: un« camminamento »che fiancheggiava la linea di avvicinamento americana al Pacifico centrale , che si sviluppava dalle Hawaii a Manila su Luzon , passando per Midway, Wake e Guam. Sebbene la strategia adottata dai giapponesi fosse difensiva nello spirito, la loro tattica, che si basava sulle forze aeree, era offensiva-difensiva. Già padroni delle isole Marianne, Caroline e Marshall, i nipponici vi avevano creato una rete di aeroporti situati ad una distanza tale tra loro da consentire il sostegno reciproco ed avevano in animo di attuare lo stesso criterio nelle isole conquistate al nemico. Con ciò si ripromettevano , nel caso che un'isola qualsiasi fosse attaccata, di concentrarvi le forze aeree dalle basi viciniori, in attesa dell'arrivo di rinforzi dal Giappone. Entro tale reticolato, la flotta giapponese agiva come forza d'urto che, sotto la protezione fornita dagli aerei dislocati sulle isole , poteva contrattaccare in forze le unità navali nemiche: il sistema riproduceva quello dei caposaldi ( « porcospini ») e delle colonne corazzate attuato dagli eserciti sulla terraferma. Prima della guerra, la dottrina aeronavale generalmente in vigore prevedeva, come nel passato, che le battaglie nel mare fossero combattute dalle corazzate, mentre il compito primario delle portaerei restava quello di proteggere la flotta assicurando un « ombrello aereo ». Tale dottrina fu messa in discussione dal comandante in capo della marina giapponese , ammiraglio Isoroku Yamamoto , che fu uno dei primi a sostenere che, poiché l'aeroplano aveva una portata maggiore del cannone, la portaerei doveva assumere un ruolo preminente (6). Ne seguiva che il suo compito pri-
(•) Nel 1937, esaminando questo problema, l'autore era dell'opinione che la ponaerei avrebbe so· stituito la nave da battaglia nel ruolo principale" percht le bombe lanciate dall'allo surdassano quanto a giuata le bombe di cannone • e che penanto" la guerra navale sarebbe stata mollo diversa da com'era nel 1914-18 • (''Towards Armageddon". 1937. pag. 196).
~l c
~
.-·
~
..
.:-o..."~
IL PROBLEMA RUSSO E L' ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
i,. •
i
449
450
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
mario era quello di attaccare la flotta nemica - ed in particolare le portaerei - e che la protezione della flotta assumeva un ruolo secondario. Sotto la sua competente ed abile guida, entro il dicembre 1941 la flotta giapponese raggiunse le dieci portaerei, delle quali la più recente era una nave di 30.000 tonnellate che sviluppava una velocità di 30 nodi. Alla stessa data, gli americani ne avevano sette, tre delle quali facevano parte della flotta del Pacifico (7). Decimata la flotta a Pearl Harbour ed affondate, tre giorni dopo, la corazzata « Prince of Wales » e l'incrociatore « Repulse » al largo di Kuantau in Malacca, era stata aperta la strada per mettere in atto la strategia e la tattica previste. Per la metà di aprile 1942, le forze aeronavali si dimostrarono così efficaci che non solo i giapponesi avevano conquistato ai loro nemici le grandi basi navali di Singapore e Manila (ad eccezione della fortezza di Corregidor) ed avevano travolto Malacca, Burma, Borneo, le Indie Orientali olandesi e le Filippine, ma, con l'eccezione del piccolo presidio australiano di Port Mores by sulle coste settentrionali del Mar dei Coralli nella Nuova Guinea orientale, avevano stabilito una catena di aeroporti fino all'Australia. Sul loro perimetro difensivo avevano occupato le isole Gilbert ed avevano stabilito, a Rabaul nella Nuova Bretagna e nelle Salomone settentrionali, una serie di basi di aerei con l'intenzione di spingersi sempre più a sud ed a sud-est verso le Nuove Ebridi, la Nuova Caledonia, le Fiji e Samoa per poter interrompere le linee di comunicazione tra gli Stati Uniti e l'Australia. Nei quattro mesi successivi a Pearl Harbour avevano conquistato un impero che, se avessero potuto mantenerlo, avrebbe procurato loro tutte le materie prime e tutta la manodopera necessaria per combattere la guerra indefinitamente. Nonostante questi successi iniziali, il piano giapponese non aveva tenuto nella giusta considerazione due fattori fondamentali: non solo sfidava le due più grandi potenze navali , ma anche le due più grandi potenze industriali del mondo e gli Stati Uniti non potevano essere neutralizzati permanentemente, anche se la Germania avesse vinto la guerra in Europa. Ciò che i giapponesi sottovalutarono fu che il potenziale industriale americano era così immenso da poter superare tutti gli ostacoli strategici di spazio e di tempo e che gli Stati Uniti erano una potenza che, come
( 7)
Le portaerei giapponesi pesanti erano: « Zuikaku •. « Shokaku •, « Soryu » , « Hiryu "•
« Kaga •.e« Akagi •; quelle leggere: « Ryujo •, « Hasho "• Zuiho »e« Shoho •· Le ultime due era-
no cacciasommergibili trasformati. Le portaerei americane erano tutte pesanti: « Lexington • e« Saratoga • (incrociatori da battaglia trasformati) , « Ranger » , « Enterprise •, « Yorktown •, « Wasp • e « Homet ,., I giapponesi stavano costruendo 5 portaerei pesanti e due grandi navi passeggeri erano in corso di trasformazione in portaerei. Secondo il programma conclusivo americano era prevista la costruzione di 17 portaerei pesanti, 9 leggere e 78 da scorta.
IL PROBLEMA RUSSO E L'ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
451
avrebbero dovuto sapere, avrebbe scelto di sconfiggerli a qualsiasi costo, piuttosto che negoziare una pace limitata. Di tutti gli errori di Tokyo, questo fu il più grande: il Giappone ritenne che l'America avrebbe barattato una brutta figura con una guerra di breve durata, quando esso stesso si accingeva a rischiare la propria esistenza in una lunga guerra piuttosto che « perdere la faccia » ritirandosi dalla Cina. Una volta che i giapponesi ebbero realizzato il loro perimetro difensivo e si furono installati saldamente a R abaul nella nuova Bretagna e a Lae e Salamaua nel nord-est della Guinea , il problema di Yamamoto diventò una questione di tempo, spazio e risorse. Sapeva che, se gli americani avessero potuto fruire di molto tempo , sarebbero stati in grado di allestire una flotta di gran lunga superiore di quella giapponese e che, se fossero riusciti a farlo, avrebbero conseguito il pieno controllo del Pacifico. Decise , mentre l'iniziativa rimaneva nelle sue mani, di sfruttare lo spazio in modo che il nemico, ancora debole, fosse costretto ad ingaggiare battaglia e diventasse sempre meno pericoloso. Era indispensabile scegliere obiettivi che il nemico non potesse permettersi di abbandonare. Ve ne erano tre: nel Pacifico settentrionale le Aleutine, in quello centrale Midway e Hawaii e, a sud , Nuove Ebridi , Nuova Caledonia, Fiji e Samoa. Le prime isole controllavano la rotta settentrionale attraverso .il Pacifico, le seconde quella centrale e le ultime quella meridionale. Il secondo obiettivo era il più importante, perché le Hawaii erano la base della potenza navale americana nel Pacifico , però erano troppo lontane dal Giappone per essere un obiettivo facile e pratico . Non così le Midway, distanti 1.135 miglia, che, se fossero state conquistate, avrebbero potuto ospitare una base giapponese per aerei e sommergibili e avrebbero costretto gli americani a scendere in campo aperto, perché sarebbe stata compromessa la funzione anche delle Hawaii. Per importanza , seguiva il terzo obiettivo , perché, se gli americani avessero dovuto abbandonare la Melanesia, avrebbero perso il contatto con l' Australia, che significava per loro quello che l'Egitto era per la Gran Bregana; una base oltremare situata sul fianco meridionale del territorio metropolitano del nemico. Sebbene il primo obiettivo fosse il meno importante dei tre, le Aleutine, nel Pacifico settentrionale, costituivano il legame tra gli Stati Uniti, la Russia orientale ed il Giappone come, nell'Atlantico del nord , l'Islanda era l'anello di congiunzione tra l'America e la Gran Bretagna e la Russia nord-occidentale. Per sfruttare tale situazione , che al momento favoriva la strategia giapponese, Yamamoto decise, per prima cosa, di attirare il nemico verso sud e subito dopo verso nord, mentre egli avrebbe concentrato rapidamente le proprie forze al centro, avrebbe occupato Midway e lo avrebbe
452
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
HIIK
PEI
CO R Ili. l! ()
f'.,.fp Il,' r.'tlt111ÌM< .~.. ftti,J,,, ill't11frò
Fig. 31 : Battaglia del Mar dei Coralli, 4-8 maggio 1942
costretto ad accettare una importante battaglia. Per l'operazione a sud fu deciso di occupare Port Moresby e Tulagi nelle Salomone meridionali. A questo compito furono destinate cinque fo rze separate: due gruppi di invasione di stanza a Rabaul, sede dell'ammiraglio lnouye, di cui uno per Port Moresby e l'altro per Tulagi, e tre gruppi dislocati a Truk nelle Caroline. Questi ultimi comprendevano: un gruppo di supporto con una portaidrovolanti, che doveva stabilire una base nelle Louisiades, al largo della Nuova Guinea; un gruppo di copertura con una portaerei leggera, la « Shoho ». una forza d'attacco, costruita intorno a due portaerei pesanti - la« Shokaku »e la« Zuikaku »- al comando dell'ammiraglio Takagi , per la sicurezza dell'operazione contro interferenze nemiche. Tulagi doveva essere occupata il 3 maggio , dopo di che i tre gruppi di supporto, di copertura e d'attacco si dovevano riunire ai due gruppi d'invasione, che dovevano lasciare Rabaul il 4 maggio. Attraverso la ricognizione effettuata dai sottomarini e i messaggi intercettati di cui si conosceva il codice, apparve subito chiaro all'ammira-glio Chester W. Nirnitz, nuovo comandante della flotta del Pacifico a Pearl Harbour, che qualcosa stava accadendo nel Mar dei Coralli, e come fu sicuro che si stava organizzando un attacco a Port Moresby, il 29 aprile diede ordini al vice ammiraglio Frank Fletcher, in quel momento in navigazione nella zona delle Samoa con una forza navale comprendente le por-
IL PROBLEMA RUSSO E l'ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
453
taerei « Lexington » e « Yorktown », di procedere per il Mare dei Coralli e di agire in relazione alla sÌituazione (8). La sera del l o maggio Fletcher riunì la sua flotta in un punto a 250 miglia a sud-ovest di Spirito Santo, nelle Ebridi settentrionali, e cominciò a rifornire le navi. Durante tale operazione, l'ammiraglio ricevette dal generale Mac Arthur un rapporto, nel quale si diceva che aerei australiani avevano individuato truppe che sbarcavano a Tulagi. Fletcher non aspettò che la« Lexington »completasse il rifornimento, ma si diresse a Guadalcanal con la« Yorktown »e, alle 7 del 4 maggio, quando si trovava 100 miglia a sud-ovest di quell'isola, gli aerei della« Yorkfown »attaccarono il convoglio giapponese a Tulagi senza procurare, però, grossi danni al nemico. Dopo aver ripreso a bordo gli aerei, la « Yorktown »si diresse a sud, si riunì alla « Lexington » e trascorse il resto della giornata facendo rifornimento. La sera del 6 maggio, Fletcher puntò verso le Louisiades e, il mattino successivo, raggiunse un punto 115 miglia a sud dell'isola Rosse!. Da qui mandò in ricognizione alcuni aerei che, alle 8.15, comunicarono di aver avvistato due portaerei e quattro incrociatori a nord delle Luisiades. Furono lanciati 97 aerei , che erano appena decollati, quando ci si accorse che il messaggio parlava in realtà di due incrociatori e due cacciatorpediniere. Quasi contemporaneamente , gli aerei giapponesi localizzarono Fletcher e l'ammiraglio Inouye, quando ricevette la notizia a Rabaul alle 9, ordinò al gruppo di invasione di Port Moresby , in quel momento diretto a Jomard Pass, di tornare indietro. Alle 11 gli aerei della « Lexington », che precedevano quelli della « Yorktown >>, mentre superavano l'isola di Tagula avvistarono la portaerei leggera « Shoho » del gruppo di copertura e l'attaccarono. Pochi minuti dopo furono raggiunti dagli aerei della « Yorktown » ed insieme danneggiarono la portaerei nemica al punto che alle 11.30 affondò. La forza d'attacco di Takagi s'era avvicinata da nord e, alle 6 dell'8 maggio, arrivata a circa 100 miglia a est-sud-est dell'isola Rosse! , organizzò un'azione di ricerca , con la quale ebbe la fortuna di incontrare aerei in rientro sulle portaerei americane. Furono seguiti e venne segnalata la posizione delle navi. Quasi nello stesso tempo si levarono in volo diciotto aerei da ricognizione americani della « Lexington »,che alle 8.15 avvistarono la forza d'attacco a circa 175 miglia a nord-est. Istantaneamente Fletcher ordinò ad ambedue le portaerei di far decollare gli aerei mentre, quasi contemporaneamente, Talkagi dava lo stesso ordine. Seguì una battaglia
( 8) Per la forza delle unità giapponesi e americane vds. "History of United States Naval Operations in World War II" . di Samuel Eliot Morison (1949). Vol. Ili. pagg. 17-20.
454
LE BATIAGU E DECISIVE DEL MON DO OCCIDENTALE
incrociata, nella quale la « Zuikaku » sparì tra i flutti , la « Shokaku » fu seriamente danneggiata prendendo anche fuoco ed ambedue le portaerei americane furono colpite. Alle 11.40, la battaglia era terminata e Fletcher avrebbe potuto pretendere di averla vinta , se non si fosse verificata a bordo della « Lexington » un'esplosione, che portò all'abbandono della nave e ne procurò poi l'affondamento. Durante il pomeriggio l'ammiraglio Nimitz, che era stato tenuto informato dell'andamento dello scontro, ordinò a Fletcher di abbandonare il Mare dei Coralli e Takagi , convinto di aver affondato ambedue le portaerei , si diresse a Truk. « Così - scrive l'ammiraglio King- ebbe fine il primo scontro navale di una certa portata durante il quale , per la prima volta nella storia , navi di superficie non s'erano scambiate nemmeno un colpo » ( 9). Fu la prima battaglia di questo genere. Già il 5 maggio l'alto comando giapponese aveva emanato gli ordini per le operazioi di Midway e delle Aleutine , dove era previsto di impiegare cinque raggruppamenti di forze: - forza di spedizione avanzata: vice-ammiraglio Komatsu , sedici sommergibili ; - forza d'attacco: ammiraglio Nagumo, quattro portaerei (« Akagi », « Kaga », « Hiryu » e << Soryu »), due corazzate , due incrociatori e dodici cacciatorpediniere; - forza per l'occupazione di Midway: ammiraglio Kondo, gruppo di copertura su due corazzate, due incrociatori e sette cacciatorpediniere, gruppo appoggio su quattro incrociatori e quattro cacciatorpediniere, gruppo trasporto su 12 navi con 5 ..000 uomini e 11 cacciatorpediniere, gruppo idrovolanti su due portaidrovolanti ed un cacciatorpediniere , gruppo dragamine su quattro unità; - forza principale: ammiraglio Yamamoto (comandante in capo), su tre corazzate, una portaere i leggera, due portaidrovolanti e 13 cacciatorpediniere. Distaccata , la forza di supporto delle Aleutine , vice ammiraglio Takasu, quattro corazzate e due incrociatori ; - forza Zona Nord: vice ammiraglio Hosogaya , seconda forza mobile su due portaerei leggere, una portaidrovolanti e dodici cacciatorpediniere e due forze d'occupazione su sei navi con 2.000 soldati (1°). Il piano d'operazioni prevedeva che il 3 giugno, per confondere il comando nemico e per coprire gli sbarchi nelle isole di Attu e Kiska , nelle
( ' ) u A Repon to the Secretary of the United States Navy" , dell'ammiraglio E mesi J . King coma n· dante in capo della non a U.S.A. e capo delle operazioni navali ( 1944). pag. 37. ( 10) Vds. Morrison. Vol. IV. pagg. 77. 87-89 e I n-173 per i pan icolari.
IL PROBLEMA RUSSO E L'ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
455
Aleutine occidentali, la seconda forza mobile sferrasse un massiccio attacco aereo su Dutch Harbour, la base navale americana nell'isola di Unalaska. Subito dopo tale azione, la forza d'attacco doveva, per prima cosa, << ammorbidire » Midway e, successivamente, se attaccata dalla flotta del Pacifico, contrattaccarla, mentre la forza principale si sarebbe portata in suo aiuto. Nel frattempo, Midway doveva essere occupata e trasformata in base aerea. La forza di supporto delle Aleutine doveva prendere posizione a metà strada tra Midway e le Aleutine e tenersi pronta ad intercettare qualsiasi forza nemica che arrivasse da nord o vi si dirigesse. Questo piano era completamente sbagliato e la distribuzione delle forze deplorevole. Ambedue erano complicati, lo scopo era confuso ed il principio della massa ignorato. Invece di decidere che la distruzione delle portaerei nemiche era l'obiettivo principale, Yamamoto coinvolse le proprie portaerei nell'occupazione di Midway, che sarebbe stata sua senz'altro una volta distrutti gli elementi principali della flotta nemica. La sua migliore linea d'azione avrebbe dovuto ignorare dd tutto Midway fino alla distruzione delle portaerei. Avrebbe dovuto tenere alla mano tre portaerei fino a quando non avesse scoperto la posizione di quelle americane e, nel frattempo, avrebbe potuto affidare il compito di « ammorbidire » Midway alle sue corazzate e ai suoi incrociatori - peraltro più indicati per l'assolvimento di tale compito- protetti da una sola portaerei. Invece, come si vedrà, quando il nemico scoprì la posizione delle portaerei giapponesi, queste ultime avevano già esaurito la loro capacità operativa e non erano più in grado né di attaccare né di difendersi adeguatamente. Sembrerebbe che le ultime attività della flotta del Pacifico, ed in particolare l'attacco aereo su Tokyo del18 aprile, avessero spronato Yamamoto ad attaccare Midway, oppure che, cosa da ritenere più probabile, egli facesse affidamento su una completa sorpresa. Se quest'ultima supposizione è corretta, sfortunatamente per lui, commise un errore madornale perché, immediatamente prima della battaglia del Mare dei Coralli, l'ammiraglio Nimitz aveva intuito qualcosa circa l'offensiva giapponese nel Pacifico centrale e il 14 maggio, decifrando i messaggi nemici ( 11), aveva appreso che Yamamoto intendeva attaccare sia Midway sia le Aleutine subito dopo il 1° giugno. Nimitz aveva immediatamente emanato gli ordini per concentrare le sue forze a Pearl Harbour: Fletcher fu richiamato dal Pacifico meridionale e l'ammiraglio Halsey che, con le portaerei « Enterprise » e « Hornet », aveva effettuato il 18 aprile l'attacco su Tokyo ed era in navigazione per raggiungere Flet-
( 11 )
Vds. "War for the World", di Fletcher Prali (1951), pag. 45.
11 11/IE JJI
·~
,_
VI
O>
O..tch Hatbou!Jf""
~ • nu '
""
F
# JISK:"
Cb
1 Jol..l!
11
çt/10 •
~OAII
,~
•
E>
uNAlASMA
1/ort. O 3
~;.~,.o
f;;
\)i
"""
b)
>
~
(~IOHIILE
C'l
c
(){LL' Qt[Q JtTTC Il
(11
o
11.' F0/1.1./J HOIJ ILE
~
c;;
<
(11
o(11
f.nto Jj oMOnfro di ,. fld<~er t .Sprun<t. ,
r
~
Do,.. ., dd 2 «Jiusn•
o~ IDWAV OP"C. 44,.U..
' n• oJIII\4
n_u.
~rPPINe
~~.... f>u,j ~rbour
SAIP4H . .IIAM ~
~"'"'()
J , :.,...
MAI\ I IINAI
( ·ltJ:JMi• o
o z
\PWAWAII
~u/o 111 H~iJon . 'iCI. IV. IJ60 '"
Fig. 32: Battaglia dell' Isola di Midway, 4-6 giugno 1942
8
~ a (11
z
~
IL PROBLEMA RUSSO E L'ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
457
cher, ricevette l'ordine di tornare indietro a tutta forza. Quando Fletcher arrivò, la « Yorktown » fu riparata in tutta fretta e, poiché Halsey era ammalato, il contrammiraglio Raymond A. Spruance assunse il comando delle sue unità. Il 27 maggio Nimitz, che rimase a Pearl Harbour durante tutta la battaglia, emanò la sua valutazione finale della situazione. Mise in risalto l'enorme superiorità della flotta giapponese, l'alta probabilità di un tentativo per occupare Midway ed il fatto che il principale obiettivo nemico sarebbe stato costituito dalle portaerei americane ( 12) . Ordinò quindi a Fletcber e a Spruance di portarsi inizialmente a nord-est di Midway e fuori della portata d'azione degli aerei nemici, perché stimava che i velivoli a grande autonomia basati a Midway avrebbero scoperto le portaerei nipponiche, prima che i giapponesi localizzassero quelle americane. Le forze agli ordini di Fletcher erano costituite da tre portaerei, sette incrociatori pesanti, un incrociatore leggero, 14 cacciatorpediniere e 19 sommergibili. Le navi, ad eccezione dei sommergibili, erano divise in due gruppi: il n. 17, agli ordini di Fletcher, comprendeva la portaerei « Yorktown », due incrociatori e cinque cacciatorpediniere, mentre il n. 16, comandato da Spruance, era costituito dalle due portaerei « Enterprise » ed « Hornet », da sei incrociatori e da nove cacciatorpediniere. Midway era presidiata dal 6° battaglione Marines del colonnello Harold D. Shannon, da distaccamenti di squadroni da ricognizione (32 aerei Catalina) , un gruppo aereo dei Marines (54 caccia e bombardieri) e un distaccamento dell'aviazione dell'esercito (23 bombardieri pesanti « fortezze volanti » ) ( 13). Le missioni di ricognizione aerea iniziarono il 30 maggio e cercarono il nemico fino a 700 miglia da Midway; ma poiché le condizioni atmosferiche non erano delle migliori e le forze nemiche erano coperte da uno strato di nubi basse, fu soltanto il 3 giugno che qualcosa fu avvistato. Quel giorno, alle 9, il pilota di un Catalina scoprì 30 miglia a prua quello che ritenne fosse il grosso della flotta nemica. Alle 11, furono individuate undici navi con rotta verso est e, quando questa informazione fu ricevuta a Midway, si levarono in volo nove fortezze volanti. Alle 18, a 570 miglia dall'isola, individuarono il gruppo trasporti, che bombardarono ma non colpirono: la battaglia aveva avuto inizio. Quando fu effettuata quest'azione, le tre portaerei erano 300 miglia a est-nord-est di Midway e 400 miglia ad est del punto da cui i giapponesi prevedevano di lanciare gli aerei della forza d'attacco ; sebbene il rapporto ricevuto da Fletcher indicasse che le navi attaccate appartenevano alla for-
( 12) Vds. Morison , Vol. IV, pag. 84. (" ) Per tutti i dettagli vds. ibid. , Voi; IV, pagg. 90-93.
458
LE BATIACUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
za principale , egli giustamente valutò che le portae rei giapponesi si sarebbero avvicinate a Midway da nord-ovest e che le unità individuate dovevano essere unità da trasporto. Per impedire al nemico di scoprire la sua posizione, cambiò direzione dirigendosi a sud e avvicinandosi a Midway . Alle 4.30 de14 giugno, mentre era a circa 200 miglia a nord dell' isola, furono lanciati dalla « Yorktown » dieci ricognitori. In quel momento, le portaerei di Nagumo si trovavano 240 miglia ad ovest di Midway e stavano lanciando il loro primo attacco. Sebbene la visibilità non fosse troppo buona, i velivoli avversari furono avvistati dai ricognitori americani partiti da Midway e , alle 5.45, arrivò il messaggio: « Molti aerei nemici diretti a Midway - distanza 180 miglia >>. Fu poi ricevuto un altro messaggio col quale si comunicava che erano state individuate due portaerei e due corazzate. Fletcher non aspettò altre informazioni e alle 6.07 ordinò a Spruance di « procedere verso nord-ovest e di attaccare le portaerei nemiche quando sicuramente individuate ». Lo informò anche che lo avrebbe seguito con la« Yorktown >> non appena fossero rientrati i ricognitori (1 4). Quindici minuti prima che fosse dato quest'ordine, il primo attacco aereo giapponese - 36 siluranti , 36 cacciabombardieri , 36 caccia al comando del tenente Tomonaga - fu scoperto dal radar di Midway mentre i velivoli erano a 43 miglia a nord-ovest dell'isola. Fu dato l'allarme: ogni aereo in grado di decollare lasciò le piste e alle 6. 16, a 30 miglia al largo dell'isola, lo squadrone caccia del Corpo dei Marines- 26 aerei in tutto -si scontrò con la formazione giapponese e , per la netta inferiorità numerica, fu quasi distrutto » (1 5) . Sull' intera isola- scrive un ufficiale americano - regnò un silenzio di morte dopo il fracasso del decollo. Era una meravigliosa giornata di sole. Gli uomini tutti tesi alla scoperta del primo aereo nemico; io dovevo ricordare loro di stare attenti ognuno al proprio settore. Quindi vedemmo i giapponesi e la tensione sparì. Un momento dopo eravamo in piena azione » ( 16). Sebbene le installazioni dell'isola subissero danni considerevoli , pochi uomini furono uccisi e nessuna pista di atterraggio fu resa inservibile. Alle 6.50 l'attacco era finito. Pochi minuti prima che le bombe giapponesi fossero sganciate su Midway, l' ammiraglio Nimitz aveva ordinato al capitano Simard, comandante dell'aeroporto dell'isola , di inviare tutti i velivoli contro le portaerei nemiche e di affidare la difesa dell'isola ai soli cannoni. Dieci siluranti decollarono proprio poco prima che cominciasse l'attacco e, alle 7.10, individuarono le portaerei giapponesi ma, senza aver messo a segno nemmeno un colpo, sette di loro furono abbattuti.
(") lbid., Vol. IV , pag. 130. (u) Vds. " Marines at Midway", del tenente eolonneUo Roben D. Heinl {1948), pag. 27. (' 0) Citato da ibid .. pa!!. 30.
IL PROBLEMA RUSSO E L'ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
459
Al termine della prima ondata di aerei, Nagumo fece levare in volo dei ricognitori e, alle 7, ricevette un messaggio da Tomonaga, che aveva appena finito di bombardare Midway, che segnalava la necessità di un secondo bombardamento dell'isola ; immediatamente dopo giunse il contrattacco da Midway, che confermava la giustezza della richiesta. Nagumo prese quindi una decisione fatale « revocò la condizione di "pronti a muovere" dei 93 aerei destinati all'attacco delle navi di superficie non appena individuate ed ordinò che fossero ricoverati negli hangar, per liberare il ponte necessario agli aerei di ritorno da Midway, e che sostituissero i siluri con bombe (un lavoro che dlurò più di un'ora) per un secondo attacco all'atollo)). Inoltre, tra le 7.28 e le 8.20, ricevette tre informazioni: la prima riportava che le navi nemiche erano state avvistate a 240 miglia da Midway, la seconda che si trattava di cinque incrociatori e cinque cacciatorpediniere e la terza che sembrava che vi fosse anche una portaerei. Ma per il momento non poté far nulla, perché doveva tenere i ponti liberi per gli aerei di Tomonaga in rientro, che cominciarono ad arrivare alle 8.35. Nel frattempo, le sue portaerei avevano respinto tutti gli attacchi provenienti da Midway, senza subire alcun danno. Pochissimo tempo prima che Nagumo prendesse la sua decisione fatale circa l'effettuazione di un secondo attacco a Midway, l'ammiraglio Spruance aveva stabilito di lanciare tutti i suoi aerei contro le portaerei nemiche e, alle 7.02, gli aerei della« Hornet >>e della« Enterprise >> cominciarono a decolJare. Si trattava di 20 caccia, 67 cacciabombardieri e 29 aerosiluranti, i quali impiegarono, poiché bisognava portare parte di essi dagli hangar ai ponti di volo, più di un'ora per completare il decollo. Fletcher, che navigava sulla stessa rotta di Spruance, non era sicuro che non vi fossero altre portaerei nemiche oltre a quelle avvistate e decise di non impiegare i velivoli della « Yorktown ». Poiché però fino alle 8.38 non ne furono individuate altre, ordinò che la metà dei cacciabombardieri ed aerosiluranti si levassero in volo scortati dalla caccia. Alle 9.06, diciassette bombardieri, dodici siluranti e sei caccia abbandonarono la portaerei. Mentre si effettuavano queste operazioni, Nagumo continuò a navigare verso Midway con le sue quattro portaerei e le relative navi di scorta e, nonostante arrivassero messaggi su messaggi circa l'avvicinamento di aerei nemici provenienti da una portaerei nemica, egli non fu in grado di contrastarne l'azione fino alle 9.05, quando arrivò l'ultimo aereo di Tomonaga. Quindi cambiò rotta di circa 90 gradi. Poiché nessun aereo americano era riuscito a vedere nemmeno l'oro-
( ") Morison , Vol. IV, pag. 107.
460
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
bra di Nagumo, gli squadroni di Spruance ritennero che le portaerei giapponesi dovessero trovarsi verso Midway. Il risultato fu che, quando i primi 35 cacciabombardieri della « Hornet » raggiunsero la posizione nella quale si aspettavano di incontrare il nemico, non trovarono nulla. Continuarono con rotta verso Midway, non incontrarono la propria portaerei e o atterrarono nelrisola o finirono in mare , avendo esaurito iJ carburante. Contemporaneamente, gli aerosiluranti della « Homet >> agli ordini del tenente Waldron, che avevano perso i loro caccia di scorta volando tra le nubi , non furon ·) capaci di localizzare il nemico e tornarono verso nord. Alle 9.25 circa , Waldron avvistò tre portaerei giapponesi all'orizzonte. Sebbene fosse senza scorta , decise di attaccare. I quindici velivoli si lanciarono contro le navi nemiche, ma furono tutti abbattuti e dei 30 piloti uno solo si salvò. Lo squadrone aerosiluranti dell'« Enterprise >>,agli ordini del tenente Lindsey , fece poco meglio. Era decollato contemporaneamente agli aerosiluranti della « Hornet » con una scorta di sei caccia ma, per errore, questi ultimi si erano uniti aJia caccia decollata dalla « Hornet »,che poi aveva perso contatto, come si è già visto, con Waldron. Il risultato fu che Lindsey, ~uando subito dopo le 9.30 avvistò le portaerei giapponesi , era senza scorta e , quando andò all'attacco, perse dieci dei suoi quattordici aerei. Era appena terminata quest'azione che, alle 10, lo squadrone aerosiluranti della « Yorktown », agli ordini del tenente Massey, si presentò sulla scena. La sua scorta di sei caccia fu messa subito fuori combattimento, come avvenne di dieci dei dodici siluranti. Così, dei 41 aeroplani impegnati, solo sei tornarono e non un solo colpo era stato messo a segno. « Tuttavia- scrive il contrammiraglio Morisnn - furono l'indomito coraggio e la ferma volontà di questi giovani pilvti di mezzi sorpassati, a rendere possibile la vittoria che seguì. La pressione che essi esercitarono sulle portaerei giapponesi evitò che il nemico facesse decollare molti più aeroplani e, attirando su di sé la caccia e costringendo gli Zeke (aerei giapponesi) a scendere a pel d'acqua , resero possibile agli squadroni bombardieri, che seguivano a pochi minuti d'intervallo, attaccare praticamente senza incontrare resistenza e sganciare le loro bombe sui ponti di volo pieni d'aerei in fase di rifornimento » ( 18). Bisogna tener presente, però, che le portaerei giapponesi non erano dotate di radar di scoperta e , poiché i nipponici ritenevano che un attacco di aerosiluranti fosse il più pericoloso ed il più remunerativo, in quella fase
('") Morison. Vol. IV , pag. 121.
IL PROBLEMA RUSSO E L'ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
461
della guerra inviavano i loro caccia principalmente contro i siluranti nemici (1 9). Non appena ebbe termine l'attacco degli aerosiluranti, arrivarono dunque i cacciabombardieri dell'« Enterprise » e quelli della « Yorktown >>. I primi, per un totale di 37, erano suddivisi in due squadroni al comando del tenente Mc Clusky, che era decollato alle 7.52 senza scorta di caccia e, mezz'ora dopo, aveva raggiunto il punto nel quale si aspettava di incontrare le portaerei nemiche, che non trovò. Per poco più di un'ora continuò la ricerca e quindi tornò verso nord. Venti minuti dopo - alle 9.55 - avvistò un incrociatore giapponese che navigava a tutta velocità in direzione nord-est ; poiché sospettò che fosse in rotta per raggiungere il grosso della formazione , continuò lungo la rotta della nave e , circa dieci minuti dopo, vide in distanza due portaerei giapponesi che tentavano di sottrarsi all'attacco degli aerosiluranti. Ordinò immediatamente ad uno dei suoi squadroni di attaccare la « Kaga » e all'altro l'« Ak.agi ». Giunti a distanza utile per effettuare la picchiata , furono accolti da una difesa contraerei non troppo efficace e non incontrarono una consistente reazione da parte della caccia nemica , che era impegnata a bassissima quota contro gli aerosiluranti e non in grado di risalire in tempo. L'« Akagi » aveva 40 aerei in rifornimento sul ponte di volo e alle 10.26, due minuti dopo che si era sottratta all'attacco degli aerosiluranti americani, fu colpita da due bombe ; la seconda sfondò il ponte degli hangar e fece esplodere i siluri immagazzinati. In pochi istanti fu avvolta dalle fiamme che non fu possibile domare e, alle 10.50, fu abbandonata; l'ammiraglio Nagumo si trasferì con la sua bandiera sull'incrociatore leggero Nagara. All'alba del 5 giugno, l'<< Akagi >>fu finita ed affondata da un cacciatorpediniere giapponese. Quattro bombe del secondo squadrone di Mc Clusky colpirono la << Kaga », i cui aerei avevano appena completato il rifornimento; ponte di volo e hangar furono danneggiati seriamente e, come era avvenuto per l'« Akagi », diventò un inferno di fuoco e fu anch'essa abbandonata prima che esplodesse e affondasse. Pochi minuti prima che l'<< Ak.agi » e la « Kaga » andassero incontro al loro destino, i diciassette cacciabombardieri della « Yorktown » al comando del tenente Leslie, che aveva seguito una rotta più diretta rispetto agli altri squadroni , attaccarono la « Soryu », il cui ponte di volo era anch'esso pieno di aerei in rifornimento. Tre bombe da 1.000 libbre andarono a segno e, come l'« Ak.agi »e la « Kaga », diventò una torcia in fiamme e fu abbandonata. Alle 14 fu attaccata , senza essere colpita, dal sommer-
(") Vds. ~Sea Warfare. 1939-1945" del capitano John Creswell della Royal Navy (1950), pag. 1~.
462
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
gibile « Nautilus »e, cinque ore dopo, saltò in aria ed affondò. Dei cacciabombardieri impegnati in quest'azione, I'« Enterprise »ne perse quattordici e la « Yorktown » due. Rimaneva ancora la portaerei giapponese « Hiryu » che, fino a quel momento, era sfuggita agli attacchi. Era di molto avanti alle altre tre. Subito dopo le 10.50, nel momento in cui Nagumo abbandonava l'« Akagi » e passava temporaneamente il comando delle forze d'attacco al contrammiraglio Abe, che comandava le forze di superficie, quest'ultimo apprese dai suoi ricognitori che una portaerei americana con la sua scorta era stata certamente individuata 240 miglia a nord di Midway. Si trattava della « Yorktown », che egli decise di attaccare immediatamente con la « Hiryu ». Alle 11 decoiJarono diciotto cacciabombardieri e sei caccia seguiti, alle 13.31, da una formazione di dieci aerosiluranti e sei caccia. Quasi nello stesso tempo, in preparazione di un'azione della flotta per il 5 giugno, Yamamoto ordinava all'ammiraglio Kondo, comandante del gruppo di copertura , di portare avanti le sue corazzate e gli incrociatori; coinvolgeva nell'ordine anche la forza di supporto deiJe Aleutine e le due portaerei leggere della forza Zona Nord. Quando la prima formazione di aerei era già in volo, la « Yorktown »,sotto la protezione di dodici caccia, stava rifornendo gli aerei che erano tornati e, mentre era intenta in tale operazione, poco prima di mezzogiorno, i suoi radar individuarono ae.rei nemicì in avvicinamento da ovest-sud-ovest a circa 40 miglia. Pochi minuti dopo, arrivarono i cacciabombardieri della « Hiryu »: dodici furono abbattuti o allontanati, ma sei superarono lo schermo dei caccia della « Yorktown » e misero a segno tre bombe. Una colpì il ponte di volo, un'altra il fumaiolo mettendo fuori uso parte delle caldaie e la terza penetrò fino al quarto ponte dove fece sviluppare un intenso fuoco. Sebbene esso fosse domato, la nave rimaneva ingovernabile, per cui l'ammiraglio Fletcher si trasferì con la sua bandiera sull'incrociatore « Astoria ». Entro le 13.40, le caldaie erano state riparate in modo sufficiente da permettere una velocità di diciannove nodi e ci si accingeva a rifornire i caccia quando fu ricevuto il messaggio da parte di un incrociatore di scorta , che aveva individuato sul radar una seconda ondata di aerei in avvicinamento. Quattro caccia della« Yorktown »erano già in aria e vi fu giusto il tempo per farne decollare altri otto, parzialmente riforniti. Furono insufficienti per fronteggiare il nemico e cinque aerosiluranti della « Hiryu », volando all'altezza dei fumaioli ed anche più bassi, superarono il fuoco di sbarramento e lanciarono i loro siluri ad una distanza di 500 metri dalla « Yorktown ». Due andarono a segno, trapassarono i serbatoi del carburante e danneggiarono il timone. Seguì subito uno sbandamento e, poiché si temette che la portaerei potesse capovolgersi, alle 15 fu abbandonata.
IL PROBLEMA RUSSO E L'ESTENSIONE DELLA GUERRA AL PACIFICO
463
Prima che la« Yorktown »fosse attaccata, erano stati fatti decollare aerei da ricognizione, che avevano avvistato la « Hiryu »con corazzate ed incrociatori , a poco più di 100 miglia a nord-ovest della Yorktown. Venuto a conoscenza di ciò , l' ammiraglio Spruance ordinò all '« Enterprise » di lanciare un attacco con 24 cacciabombardieri comandati da Mc Clusky che, alle 17, avvistò la « Hiryu », l'attaccò e mise a segno quattro bombe, perdendo soltanto tre aerei. La portaerei seguì la sorte delle sue sorelle; fu in brevissimo tempo avvolta dalle fiamme, che non fu possibile domare. Alle 13.15 del5 giugno fu abbandonata e due ore più tardi fu affondata da cacciatorpediniere giapponesi. Quando Yamamoto conobbe la sorte delle sue quattro portaerei e seppe che ancora due di quelle americane erano in grado di combattere, abbandonò l'idea di un grande attacco portato da tutta la flotta e , alle 2.55 del 5 giugno, ordinò una ritirata generale. Nel frattempo, per evitare di impegnare le sue unità in un combattimento notturno con la fl otta nemica, Spruance fece ritiraFe l'<< Enterprise » e la « Hornet >>verso est. Durante il ripiegamento di Yamamoto, due dei suoi incrociatori, il« Mikuma » e il<< Mogarni >>, andarono in collisione e rimasero talmente danneggiati da rimanere indietro. La mattina del 5 giugno , furono attaccati , senza subire danni , da aerei basati a terra a Midway e,alle 9.30, Spruance modificò la rotta dirigendosi ad ovest per dare la caccia al nemico. Ma era troppo tardi per riagganciare Yamamoto. Il mattino presto del 6 giugno fu effettuato un volo di ricognizione da parte dell'« Enterprise », che localizzò i due incrociatori danneggiati nemici e , tra le 8 e le 13.30, 112 aerei decollarono dall'« Enterprise »e dalla« Hornet »e li attaccarono. li << Mikuma >>fu affondato, mentre il« Mogami >>, sebbene colpito da quattro bombe, che lo ridussero ad un rottame, riuscì a rifugiarsi a Truk. Alla fine, la sera del 6, quando si trovava a 400 miglia da Midway , Spruance decise di abbandonare l'inseguimento. I suoi piloti erano esausti, le sue navi erano a corto di carburante e c'erano poche possibilità di raggiungere il nemico. Cambiò rotta dirigendosi ad est, verso il punto dove le sue navi cisterna stavano aspettando. Così ebbe fine la battaglia delle Midway, ma non senza un'altra grave perdita per gli americani perché, durante la sera del 6 giugno, la « Yorktown >>,che si trovava in quel momento nelle mani di un nucleo di tecnici che avrebbero potuto salvarla, fu silurata e mandata a fondo da un sommergibile giapponese, che affondò anche un cacciatorpediniere di scorta. << La battaglia di Midway- scrive l'ammiraglio King - segnò la prima sconfitta decisiva subita dalla marina giapponese in 350 anni >> (2°). Fu
{
20 )
"United Statcs Navy, etc.", pag. 39. Nel 15921a flotta giapponese fu decisivamente sconfitta al
464
LE BATIAGUE DECIS IVE DEL MONDO OCCIDENTALE
una delle rare battaglie in cui una flotta numericamente inferiore abbia improvvisamente strappato la vittoria ad una forza superiore cambiando, cosi , il corso della guerra. La distruzione di due terzi delle portaerei giapponesi (2 1} sconvolse i piani tattico-strategici di Tokyo per assicurarsi il controllo del Pacifico mediante un sistema di capisaldi ed una forza mobile e costrinse i nipponici a passare in difensiva; assicurò , per il resto della guerra, agli Stati Uniti il controllo del Pacifico centrale, mise in forse l'occupazione giapponese di Attu e Kiska nelle Aleutine e ridimensionò l'ambizioso progetto di conquistare Fiji, Sarnoa e Nuova Caledonia, per tagliare i collegamenti tra USA e Australia. Infine, inferse un colpo mortale al prestigio giapponese. Come la battaglia del Mare dei Coralli, a parte il fuoco contraerei e l'azione dei sommergibili , la battaglia delle Midway fu combattuta esclusivamente tra aerei imbarcati ; non un colpo fu sparato fra le navi . La portaerei fe.ce tutto da sola: era la nave ammiraglia e tutte le altre non erano che navi di scorta o ausiliarie.
la rgo delle coste della Corea daU'ammiraglio coreano Yi·Sun . ln questa battaglia i coreani avevano ri· cope rto con un solido tetto di legno le loro navi , per proteggere gli equipaggi dai proiettili, e avevano circondato i letti con cavalli di frisia per impedire l'abbordaggio. l giapponesi non seppero cosa fare. (") Le sole ponaerea rimaste erano la " Zutkaku " e la • Shokaku •. ancora in riparazione.
CAPITOLO XIII
La guerra in Nord Africa
1. Quadro storico L'entrata in guerra degli Stati Uniti non solo fece assumere al conflitto un'estensione mondiale, ma ne mutò anche il carattere, che diventò illimitato. Gli oceani Pacifico ed Indiano si aggiunsero agli altri teatri operativi: l'Altantico , la Russia e il Nord Africa. Poichè non rimaneva, in tutto il globo , una potenza che potesse fungere da arbitro, il problema del dopoguerra - il tipo di pace da realizzare- diventò di suprema importanza. Se lo scopo dei due alleati occidentali -Stati Uniti e Gran Bretagna -era quello di distruggere l 'hitlerismo, non si conseguiva alcun vantaggio rimpiazzando Hitler con Stalin. Così , poichè il fallimento di Hitler nell'occupare Mosca aveva dimostrato che la sua aspettativa di eliminare dalla guerra la Russia prima che vi partecipassero anche gli Stati Uniti non s'era avverata, l'obiettivo delle potenze occidentali era chiaramente diventato non solo quello di estirpare l'hitlerismo, ma contemporaneamente di evitare che Stalin ne prendesse il posto. Se non vi si riusciva , allora, più la Germania veniva schiacciata, più l'occidente subiva una sconfitta politica. Questo doppio obiettivo poteva essere conseguito solo se la Germania fosse stata costretta ad uscire dalla guerra prima che la Russia sviluppasse completamente il suo potenziale. Poichè gli alleati occidentali non potevano sperarare di sconfiggere le armate tedesche ed occupare la Germania prima che ciò diventasse possibile, la sola loro linea d'azione razionale stava nell'aiutare la Russia per evitarne la sconfitta, mentre essi si mettevano in contatto con la grossa fetta della popolazione tedesca antinazista perchè attuasse una rivoluzione all'interno del Reich e , nello stesso tempo , convincevano o costringevano l'Italia ad abbandonare la lotta. Se questo ultimo obiettivo fosse stato conseguito mentre fomentavano la ri-
466
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
volta in Germania, allora, se si eccettuava l' improbabile caso di un rinnovo del patto nazi-sovietico del1939-1941 , qualunque cosa fosse successa in Russia gli alleati occidentali si sarebbero trovati in una posizione strategicamente vantaggiosa, non solo per attaccare al centro il fronte meridionale della Germania, che si estendeva dalla Baia di Biscaglia al Mar Nero, ma anche per attaccare, sul fianco sud, un•avanzata russa verso l'Europa orientale e centrale e mettere l'URSS in ginocchip. Vienna e non Parigi era l'obiettivo delJa loro strategia. Dovevano trovare la chiave giusta per risolvere questi problemi: fomentare la rivoluzione in Germania e, contemporaneamente, occupare, o per lo meno minacciare, Vienna. Se fossero riusciti, vi sarebbero state molte probabilità di eliminare il nazismo mentre Hitler era ancora impegnato in Russia e, quindi , sarebbero diventati arbitri della pace, che sarebbe seguita aJJa guerra. Fu per questa ragione , ed avrebbe dovuto essere ovvio anche aJJora come lo fu aJJa fine della guerra, che Stalin fece tante pressioni perchè si aprisse un secondo fronte nella Francia settentrionale. Ciò significava mantenere gli alleati il più lontano possibile da Vienna. L'importanza dell'obiettivo politico - la rivoluzione aJJ'interno del Reich - non fu presa in considerazione. Al contrario, il13 gennaio 1942 si tenne a Londra una conferenza dei governi alleati, dove non fu esaminata la cooperazione con gli anti-nazisti , ma l'opportunità di punire i seguaci di Hitler come criminali di guerra alla fine del conflitto: un atto di stupidità difficile da eguagbare, perchè ti modo più ovvio e redditizio per punirli era quello di persuaderli ad aiutare gli anti-nazisti a liberare il loro paese dell'hitlerismo durante la guerra. Inoltre, il 26 maggio, il governo britannico commise assolutamente l'inutile errore di firmare con la Russia un trattato d'alleanza per vent'anni, senza specificare niente riguardo ai territori: ciò sottintendeva che la Russia aveva mano libera per l'espansione nell'Europa orientale nel caso la Germania fosse stata sconfitta. Churchill aveva buone ragioni per scrivere: « Stalin era pienamente soddisfatto ». Fare uscire l'Italia dal conflitto era, in ogni caso, un'operazione possibile ed il problema fu discusso, per la prima volta, dai capi di stato maggiore alla conferenza« Arcadia », quando fu esaminato il piano per invadere il Nord Africa: Ormai i britannici erano a mal partito con gli italiani e i tedeschi in Libia; i francesi in Marocco ed A lgeria non potevano apporre un'efficace resistenza; le difficoltà, che gli italiani dovevano superare per rifornire le loro forze in Libia, erano così grandi che era loro quasi impossibile mantenere più di una armata di moderate dimensioni; i due alleati occidentali , infine, avrebbero disposto quanto prima di uomini e materiale sufficienti per garantire una invasione del Nord Africa coronata da successo. Quando nell'aprile del1941 il generale Rommel, di fatto comandante
LA GUERRA IN NORD AFRICA
467
delle forze dell'Asse in Libia- il comandante ufficiale era il generale Bastico- iniziò la sua prima campagna e respinse il nemico fino alla frontiera egiziana, sir Archibald Wavell irrigidì la resistenza a Tobruk, privando, così, il nemico deU'unico ottimo porto ad est di Bengasi, che era 340 miglia ad ovest di Tobruk. Sebbene il suo possesso comportasse la riduzione delle forze di Wavell in Egitto di due divisioni, esso impose l'arresto ad un'ulteriore avanzata verso ovest dell'avversario, allungandogli la distanza dei rifornimenti e costringendolo ad attaccare Tobruk. In effetto, fino a quando non l'avesse conquistata, non gli sarebbe stato possibile continuare l'avanzata verso Alessandria. Poichè non si ha intenzione, in questa sede, di considerare in dettaglio le battaglie che seguirono, è comunque utile valutare i motivi per cui la Libia fu, per parecchio tempo, teatro delle fluttazioni più rapide di tutta la guerra: ognuno dei due contendenti, a turno, avanzò speditamente fino a quando non perse capacità operativa e, quindi, fu costretto a retrocedere in fretta per non essere annientato. Il motivo principale è da individuare soprattutto nei rifornimenti e nelle linee di comunicazioni che, come un pezzo di elastico, potevano essere allungate, senza compromettere completamente il sistema, fino a 300-400 miglia dalle basi - Tripoli da una parte ed Alessandria dall'altra. Ma poichè queste due basi distavano tra loro oltre 400 Iniglia, iJ tentativo di allungare le linee di rifornimento più del consentito, senza creare una grossa base intermedia, comportava il rischio di rompere l'elastico. II problema dei rifornimenti, per ambedue i contendenti, fu quello di come aumentare l'elasticità dei rispettivi sistemi. Ciò poteva essere fatto soltanto realizzando dei grossi depositi di materiali presso le loro basi principali per spingere poi progressivamente in avanti le basi di rifornimento avanzate. Poichè ambedue i contendenti erano separati dalla rispettive aree metropolitane dal mare, il problema era condizionato dalle linee di comunicazioni marittime. Quando l'Italia entrò in guerra,le linee di comunicazioni britanniche con Alessandria e Suez dovevano passare per il Capo di Buona Speranza, una rotta di 12.000-13.000 miglia, 37 volte più lunga di quella italiana tra Messina e Tripoli. Ma, finchè Malta rimaneva in mani inglesi, era molto più pericoloso attraversare il Mediterraneo che non l' Atlantico e l'Oceano Indiano. Le probabilità di riuscire superare quelle 1.400 miglia di comunicazioni terrestri erano perciò di gran lunga a favore degli inglesi e se Hitler, dopo la caduta della Francia, avesse accettato la proposta dell'ammiraglio Raeder di occupare Gibilterra, gli inglesi sarebbero stati costretti a lasciare Malta e si sarebbe avuta una situazione diametralmente opposta. Il1° maggio 1941 Rommel tentò di occupare Tobruk, ma fallì. In agosto, il 35% dei suoi rinforzi e dei suoi rifornimenti fu affondato sulle rotte del Mediterraneo e fu soltanto ad ottobre, quando gli affondamenti raggiunsero quasi il 75% , che il comando supremo tedesco tentò di ridurre le
468
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
perdite , inviando nel Mediterraneo 25 sommergibili che fino ad allora avevano operato nell'Atlantico. Subito la situazione migliorò, al punto che Rommel cominciò a riconsiderare la possibilità di una nuova avanzata, ma, prima che potesse iniziarla, il 18 ottobre il generale Claude Auchinleck, che aveva sostituito Wavell, attaccò le forze dell'Asse nei pressi di Sidi Rezegh e , dopo una dura battaglia , lo costrinse a ritirarsi fino ad Agheila, una posizione naturalmente forte nell'estremità meridionale del Golfo di Sidra. Poichè a quel punto l'elastico britannico era stato teso fino al punto di rottura, Auchinleck avrebbe dovuto ordinare il ripiegamento , soprattutto perchè il comando supremo tedesco aveva scoperto l'importanza di Malta, che, in dicembre , fu violentemente attaccata dall'aria. Contemporaneamente, la flotta britannica fu messa sotto pressione da sommergibili, aerei e mine . Fu affondata la portaerei « Ark Royal », così come lo furono la corazzata « Barham >>,due incrociatori,; due sommergibili ed un cacciatorpediniere e , nella notte del 18 dicembre , le corazzate « Queen Elizabeth >> e « Valiant » furono messe fuori combattimento da « siluri umani » (maiali) nel porto di Alessandria. La sit~azione inglese era diventata così pericolosa che , entro la fine dell941, le f~rze navali nel Mediterraneo orientale erano state ridotte a tre incrociatori ed una manciata di cacciatorpediniere. Inoltre, durante il gennaio 1942- non una sola tonnellata di materiali dell'Asse andò perduta nei viaggi anraverso il Mediterraneo ed il risultato fu che, il 21 gennaio- cinque g:io,r...ni dopo la fine dell'offensiva di Aucbinleck- Rommel attaccò per la secp119a volta ed , entro il 7 febbraio respinse il nemico fino all'allineamentq~l Gazala-Bir H acheim, circa venti miglia ad ovest e a sud di Tobruk, i Fu quest'azione, subito dopo il falliroe~o della campagna russa , che alla fine persuase Hitler a dare ascolto all'amPliraglio Raeder il quale , il13 febbraio 1942, sottolineò che « un attac<X> ,italo-tedesco contro la posizione chiave di Suez sarebbe stato della più grande importanza strategica ». Quindi , il12 marzo, Raeder sollevò la questione di Malta e ne sollecitò la conquista, che avrebbe facilitato enormemen~~.!.'offensiva su Suez. Hitler condivise e, durante il mese di aprile, gli attacchi contro Malta furono intensificati: furono effettuate, quel mese·, 6.715 sortite a premessa di un'invasione dell'isola dal mare e dal cielo (operazione Hercules), da condurre con forze italo-tedesche in maggio. Poi però cambiò opinione, decise di rinviare l'attacco a metà luglio e pretesef prima di attuarlo, che Rommel espugnasse Tobruk e completasse la cornquista della Libia. Stabilì quindi che solo quando questi fosse stato pronto a marciare su Alessandria,avrebbe avuto luogo l'operazione contro Malta . Nel frattempo,all'inizio di maggio, Auchinlek cominciò ad organizzare una nuova offensiva per il 7 giugno; ma Rommel, che aveva ricevuto rinforzi, lo precedette. La sera del 26 maggio , sferrò un attacco al fianco
l
LA GUERRA IN NORD AFRICA
469
sinistro nemico a Bir Hacheim, occupò quella posizione chiave , si diresse a nord e, dopo quasi quattro settimane di combattimenti disperati, conquistò Tobruk il 21 giugno, catturando 33.000 prigionieri ed un immenso bottino. Due giorni dopo, attraversò la frontiera egiziana, respinse il nemico fino a Marsa Matruh e da qui all'allineamento che andava da Tel el Eisa sulla costa, dieci miglia ad ovest di El Elamein (60 miglia ad ovest di Alessandria) fino alla depressione di Qattara, 35-40 miglia più a sud. Questa linea fu occupata dai britannici il 30 giugno. Contemporaneamente, il 15 giugno, quando Rommel era ancora inchiodato davanti a Tobruk, Hitler cambiò nuovamente idea e, poichè aveva dubbi sulla capacità degli italiani di occupare Malta, decise di non procedere contro l'isola fino a quando non fosse stata ammorbidita dai continui attacchi aerei e ridotta alla fame dal blocco . Alla fine , quando Rommel, fermato sulla linea di El Alamein, chiese urgenti rinforzi e rifornimenti, questi furono sottratti alle forze destinate all'operazione Malta. Secondo il parere del feldmaresciallo Kesselring che, come comandante in capo del teatro sud , era il superiore diretto di Rommel, ciò non solo rese impossibile l'invasione di Malta, ma fu « un colpo mortale alla conquista dell'intero Nord Africa >) . Quando Tobruk cadde, Churchill si trovava a Wasbington per discutere col presidente Roosevelt la possibilità di realizzare una bomba atomica, la guerra subacquea ed il iProblema di aprire un secondo fronte in Francia nel 1943 ed un fronte sussidiario nel Nord Africa nel1942. Egli scrive che la caduta di Tobruk fu uno dei peggiori colpi che avesse mai subito e che il presidente molto cavallerescamente corse in suo aiuto. Sebbene l'esercito americano ne avesse assoluto bisogno, gli diede 300 carri armati Sherman e 100 pezzi d'artiglieria semoventi, che furono subito imbarcati o spediti a Suez. Immediatamente dopo questo generoso regalo, fu tenuta una riunione per considerare la futura strategia e furono discussi tre problemi. Il primo fu il trasferimento di forze americane in Gran Bretagna in previsione dell'invasione della Francia nel1943 (nome in codice« Bolero »). Ma poichè fu ritenuto essenziale, per aiutare la Russia , fare qualcosa nel1942, il secondo problema riguardò l'invasione del Nord Africa francese (nome in codice « Gymnast ») e, per terzo argomento, un'azione limitata in Francia, con lo scopo di occupare Cherbourg o la penisola di Brest (nome in codice « Sledgehammer »). La terza soluzione era stata già accettata dal ministro della guerra britannico 1'11 giugno, perchè e ra il piano preferito del generale Marshall. Ma, poichè i capi di stato maggiore inglesi lo ritennero totalmente non fattibile , dopo il suo ritorno in patria Churchill scrisse al presidente 1'81uglio, suggerendo che esso dovesse essere abbandonato, e raccomandò il piano Gymnast come l'unico ed il migliore per aiutare la Russia. «Qui - disse
470
LE BATTAGLIE DECISTVE DEL MON DO OCCIDENTALE
- è il vero secondo fronte del1942 ». Se fosse stato coronato da successo, gli alleati avrebbero minacciato da vicino l'Italia e parecchie forze aeree tedesche avrebbero dovuto essere sottratte al fronte russo. Ma Marshall si oppose così violentemente che il presidente rispose che , se Churchill non fosse riusciuto a convincere Marshall che il suo progetto non era fattibile, l'America avrebbe dovuto cambiare la sua strategia e concentrare tutti i suoi sforzi nel Pacifico. Per sbloccare la situazione creatasi, il 18 luglio il generale Marshall e l'ammiraglio King si recarono a Londra. Seguirono due incontri con i capi di stato maggiore e , poichè questi non vollero desistere dalle posizioni assunte, il problema fu ripresentato al presidente. Questi, non potendo superare l'opposizione britannica, consigliò di accettare l'effettuazione del piano « Gymnast ».Sembra che, per placare Marshall ,l'azione sia stata ribattezzata « Torch » e, il giorno successivo - 25 luglio- il presidente inviò un telegramma, con il quale stabiliva che lo sbarco in Africa del Nord dovesse aver luogo non più tardi del 30 ottobre. Alla fine la data fu posposta all'8 novembre. Quando Auchinleck si ritirò sulla linea di El Alamein, la sua situazione per tre giorni fu così critica che si preparò a portarsi più indietro, sul Delta. Fortunatamente per lui, l'armata di Rommel era esausta. Da quando aveva investito Bir Hacheim aveva percorso 400 miglia e la sua spinta offensiva s'era esaurita. Disponeva soltanto di 50 carri armati tedeschi e di 54 italiani ed aveva di fronte unità corazzate di gran lunga più numerose. Sebbene ognuno dei due contendenti tentasse di aver ragione dell'avversario, entro la fine di luglio il fronte si stabilizzò e si passò ad una guerra di posizione. Il 2 agosto Churchill si recò in volo al Cairo, sostituì Auchinleck con il generale Harold Alexander, quale comandante in capo, e nominò il tenente generale Bernard Montgomery comandante dell'VIII• armata in Egitto.
2. Le battaglie di El Alamein, 1942, e di Tunisi, 1943 Le prime tre settimane del luglio 1943, sul fronte di El Alamein , furono dedicate ad attacchi e contrattacchi. Rommel si proponeva, come obiettivo prioritario, di non far diventare statiche le operazioni , al contrario di quanto si riprometteva Auchinleck, che alla fine riuscì nel suo intento. L'esito dello scontro, tuttavia, continuava a dipendere essenzialmente dai rinforzi e dai rifornimenti che ognuno dei due contendenti riusciva aricevere. Alle prese con tale situazione , Rommel calcolò che avrebbe goduto di una certa superiorità, rispetto al nemico , fino a metà settembre ; ma le sue
LA GUERRA IN NORD AFRICA
471
previsioni non si avverarono perchè, dalla fine di luglio, Auchinleck dirottò le sue forze aeree daH' impiego sulla linea di contatto verso i porti di Marsa Matruh, Bardia e Tobruk, lasciando così disponibile per Rommel la sola Bengasi , che distava 680 miglia, come unica base sicura da cui attingere i rifornimenti. Il risultato fu che, alla metà di agosto, a quest'ultimo mancavano ancora 16.000 uomini, 210 carri armati, 175 veicoli cingolati e 1.500 autocarri; la sua armata consumava il doppio di quanto riuscisse ad arrivare in Africa attraverso il Mediterraneo e , se non fosse stato per l'enorme bottino che aveva catturato in Marmarica e nell'Egitto occidentale , « non avrebbe potuto - come egli stesso scrisse -sopravvivere » ('). Rommel fu aspramente criticato per non essersi fermato sulla frontiera egizjana, dopo la presa di Tobruk. È abbbastanza vero che, se avesse fatto una cosa del genere, avrebbe certamente accorciato le distanze dei riforn imenti; ma ciò non avrebbe risolto il problema perchè, alla lunga, finchè Malta rimaneva in mano ai britannici, sarebbe stato impossibile disporre di rinforzi e rifornimenti superiori a quelli del nemico. Inoltre, una volta fallita l'azione tendente a travolgere la linea di El Alamein, egli non poteva portarsi su una linea più arretrata, perchè non aveva mezzi di trasporto sufficienti per alimentare le unità avanzate e , contemporaneamente , organizzare la posizione retrostante. Poicbè rimanere dov'era non risolveva il problema di eliminare il nemico dall'Egitto, si rese conto che l'unica alternativa era quella di attaccare, non quando fosse completamente pronto -cosa nella quale no n poteva sperare - ma prima che il nemico avesse ripianato le sue perdite. Si dovrebbe ricordare che, poichè Rommel era ufficialmente alle dipendenze del maresciallo Bastico, il maresciallo Cavallero, capo di stato maggiore dell'esercito (per Ciano erano l'uno « imbroglione » e l'altro « ciarlatano ») {2) era responsabile del sostegno logistico delle unità di Rommel. Per chiarire il problema di rifornimenti, Rommel chiese a Cavallero e al feldmaresciallo Kesselring di incontrarsi in Egitto, cosa che avvenne il 27 agosto. Quando fu garantito che sarebbero state inviate 6.000 tonnellate di carburante, di cui un sesto trasportato con aerei, Rommel decise di attaccare. Per essere completamente sicuro, si rivolse a Cavallero e gli manifestò, a chiare lettere, che l'azione dipendeva completamente dall'arrivo dei rifornimenti; a l che il generale rispose: « Potete iniziare la battaglia, i carburanti sono già per strada » (3). Sfortunatamente per Rom-
(') ..The Rom mel Papefli'', a cura di B.H. LiddeU Hart (1953). pag. 269. (') "Ciano's Diary" (cd. inglese 1947). pagg. 518-519. (') .. Rommel", di Desmond Young, (1950) pag. 168 e "Memoi.-.." di Kesselring (1953) pag. 130.
472
LE BATTAGU E DECISIVE DEL MONDO OCCrDENTALE
mel, Kesselring non menzionò il recente arrivo a Malta degli aerei Spitfire, che modificava completamente la situazione. Mentre Rommel era alle prese con tali problemi , 1'8 agosto arrivò al Cairo iJ generale Alexander, che fu raggiunto quattro giorni più tardi dal generale Montgomery, che assunse il comando dell' VIII• armata. Montgomery era un uomo dinamico ed estremamente sicuro di sè. Noto ai suoi ufficiali e ai suoi soldati come « Monty », era maestro di pubbliche relazioni e pubblicità, audace nel parlare e prudente nell' agire. Sebbene talvolta facessero sorridere i suoi ufficiali , le sue pompose e napoleoniche frasi: « Sono orgoglioso di essere con voi .. .. Voi avete fatto quest'armata quale essa è . Voi l'avete resa famosa nel mondo ... Voi ed io insieme avremo ragione di questa situazione ... U Signore possente in battaglia ... Colpendo il nemico come foste sei volte superiori di numero, ecc. » elettrizzavano gli uomini . Dopo la sonora sconfitta , l'VIII" armata aveva bisogno di un nuovo motore traente e Montgomery lo fornì. Appena arrivò al posto comando dell'armata, indisse una riunione del suo stato maggiore e disse che il suo mandato prevedeva la distruzione delle forze dell' Asse nel Nord Africa e che , se qualcuno dei presenti non era convinto di potercela fare , manifestasse apertamente i suoi dubbi. Aggiunse che aveva dato ordine che fossero bruciati tutti i piani che prevedevano un'ulteriore ritirata , che la difesa del Delta non aveva , per lui , alcun significato e che entro un paio di settimane avrebbe attaccato volentieri, ma che non l'avrebbe fatto fino a quando non si fosse sentito pronto. Per poter sferrare l'attacco con successo, era necessario disporre di un corpo scelto, come l' Afrika Korps e , pertanto, ne avrebbe creato uno con due divisioni corazzate ed una motorizzata. Inoltre era indispensabile che il comando delle unità terrestri e quello delle forze aeree fossero ubicati molto vicini, in modo che la pianificazione dell'azione che aveva in animo di effettuare fosse frutto di una concezione comune fin dall'inizio (4) . Oltre alla posizione di Uadi Akarit a nord di Gabes, la linea di El Alamein era la sola nel Nord Africa che non poteva essere aggirata da sud. Il problema tattico di Rommel consisteva nel come penetrarvi ed era una questione non facile da risolvere , sia per gli estesi campi minati che pe r la profondità della linea di difesa stessa, che si poteva avvalere di posizioni forti anche nella fascia arretrata. Le mine erano state posate da Tel el Eisa, in prossimità del Mediterraneo , all'Hunter's Plateau, che cingeva la depressione di Qattara , il cui limite nord era costellato di dirupi scoscesi; le posizioni in profondità erano costituite da due costoni, il Ruweisat che, con i suoi 200 piedi di quota, si svilupava dal centro del settore verso est,
(') Vds. ··Operation Victory", del maggior generale sir Francis de Guingand, capo di stato maggiore deii'VTII• armata, ( 1947), pagg. 136-138.
LA GUERRA IN NORD AFRICA
473
e l'Alam el Haifa, immediatamente a sud-est , che nei punti più alti raggiungeva quote doppie del precedente e che correva in direzione nord-est verso El Hamman sulla ferrovia Alessandria-Marsa Matruh. TI piano di Auchinleck, che Alexander e Montgomery accettarono quale base per il loro, prevedeva di mantenere il più a lungo possibile il possesso dell'area tra la costa ed il costone Ruweisat, di difendere con poche forze e con molti campi minati l'area immediatamente a sud fino all'Hunter's Plateau e di presidiare in forze l' Alam el Haifa in modo che, nel caso il nemico fosse riuscito a sfondare il fronte a nord o a sud del costone Ruweisat, si potesse contrattaccarlo sul fianco o, nel caso fosse riuscito a penetrare lungo il costone stesso, lo si potesse impegnare frontalmente. Quando Montgomery assunse il comando dell'VIII•, trovò che il fronte era tenuto dal XXX e dal XIII corpo d'armata, il primo schierato a nord del costone Ruweisat ed il secondo a sud di esso. L'uno era costituito dalle divisioni 9• australiana, l a sudafricana e 5• indiana e dalla 23• brigata corazzata, l'altro dalle divisioni 8• neozelandese e 7• corazzata. Alexander manteneva in riserva 1'8• e la 10• divisione corazzata, la 44• e 51• di fanteria nonchè la 1• e la 50' di fanteria in riordinamento. Montgomery chiese subito la 44• e la lQa corazzate, l'una per il presidio dell'Alam el Haifa e l'altra quale forza mobile da dislocare sulla sua estremità occidentale. L'armata di Rommel era schierata come segue: a nord la 164• divisione di fanteria tedesca , quindi il XXI corpo d'armata italiano con le divisioni « Trento » e « Bologna » e la brigata paracadutisti tedesca di Ramcke ed infine la divisione « Brescia » del X corpo d'armata. Tutte queste unità erano dislocate in prima schiera. Come forza d'urto, Rommel aveva l'Afrika Korps, costituito dalla 15• e dalla 21" divisione corazzata tedesche, la 90• divisione di fanteria motorizzata tedesca ed il XX corpo d'armata italiano , che comprendeva le divisioni corazzate « Ariete » e « Littorio » e la divisione di fanteria « Trieste ». In posizione più arretrata , a Marsa Matruh e Bardia, aveva in riserva le divisioni « Pavia », « Folgore » e « Pistoia ». Il piano di Rommel prevedeva di effettuare un finto attacco a nord, un'azione di fissaggio al centro e l'attacco principale a sud. Nella notte tra il 30 ed il 31 agosto dovevano essere realizzati, nella parte più meridionale del settore , varchi nei campi minati- che egli riteneva deboli , ma che in realtà erano consistenti- ad opera della fanteria tedesca ed italiana. All'alba del31, l'Afrika Korps doveva trafilare , conquistare l'Alam el Haifa e dirigersi nella zona a sud-ovest di El Hamman . Nel frattempo la 90", l'« Ariete >> e la « Littorio » dovevano sfondare a nord dell'Afrika Korps e proteggere il fianco sinistro durante l'avanzata. L'idea era quella di isolare il nemico dalle sue fonti di alimentazione, mentre la 903 leggera ed il XX corpo d'armata mobile italiano prima avrebbero fissato il nemico e poi lo avrebbero distrutto . Egli cercava una battaglia decisiva, per il cui sue-
474
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
cesso era indispensabile che l'Alam el Haifa fosse conquistato molto presto nella giornata del 31. Secondo il generale Alexander, le forze contrapposte nella metà meridionale del fronte erano numericamente grosso modo equivale nti. Ambedue i contendenti avevano 300 pezzi di artiglieria e 400 armi controcarri; Rommel disponeva di 500 carri armati tra medi e leggeri, mentre il XIII corpo d'armata poteva contare su 300 carri medi, 80 leggeri e 230 autoblindo. Oltre a ciò era presente la 23• brigata corazzata, con i suoi 100 carri armati, che fungeva da riserva ( 5). Nonostante la parità di forze, Rommel si trovava in netta posizione d 'inferiorità, percbè per metà i suoi carri armati erano italiani e non possedevano reale capacità operativa. Per Rommel , la battaglia di Alam el Haifa fu un tentativo disperato, percbè il piano sul quale si basava era l'unico possibile con le forze a disposizione e, proprio per questo, Montgome ry lo aveva previsto. Per Montgomery, la cui intenzione era quena di affidarsi ad una difesa ad oltranza fino a quando non fosse stato pronto ad attaccare, fu un'opportunità mandata dal cielo; non solo gli consentì di ricostruire il morale della sua armata ma, nello stesso tempo, gli permise di indebolire quello del suo nemico e , quindi, di duplica re le possibilità di successo di un suo eventuale attacco. Per contrastare l'azione offensiva nel settore meridionale del suo fronte, Montgomery vi aveva schierato campi minati su campi minati così che, nella notte del30-31 agosto, quando tedeschi ed italiani cominciarono a realizzare i varchi, trova rono molte difficoltà ed andarono incontro aritardi non previsti. A peggiorare tali difficoltà, il generale von Bismark, comandante della 21" divisione corazzata , fu ucciso dallo scoppio di una mina ed il comandante dell' Afrika Korps, gene rale Nebriog, fu gravemente ferito. Inoltre, Rommel e ra così ammalato da non pote r abbandonare il mezzo su cui si muoveva. Questo è conside rato da D esmond Young « forse lo svantaggio più grave», perchè R ommel- come Carlo XII « faceva molto più affidamento sul suo giudizio diretto dell'andamento di una battaglia che su qualsiasi piano previsto » ( 6). Il risultato di queste sfortune fu che non vi fu sorpresa, che la prevista progressione dell' Afrika Korps fu ritardata, che la 90• divisione lo fu ancora di più e che l'« Ariete » e la « Li t torio » non riuscirono a superare i campi minati. Rommel, privato della metà della sua forza d'urto, fu costretto ad int~rrompere la puntata verso nord-est e a restringere l'attacco dell'Afrika Korps all'estremità occidentale del costone Alam El Halfa. La sua avanzata fu così rallentata dalla sabbia e dagli attacchi aerei che, alle 16, fu costre tto a sospenderla.
(' ) Despatches··, supplemento a ''The London Gazettc'', 3 febbraio 1948, pag. 845. (6) " Rommel '' , pag. 169.
LA GUERRA IN NORD AFRICA
475
Durante la notte tra il 31 agosto ed il ] 0 settembre, le forze itala-tedesche furono talmente martellate dalla RAF che, il 1° settembre, Rommel dovette abbandonare ogni ulteriore tentativo di effettuare un'azione di grande respiro. Seguirono combattimenti episodici sull'Alam el Haifa . Nel frattempo Montgomery, quando si rese conto che ormai la battaglia era nelle sue mani, spostò la lO• divisione corazzata da sud ad ovest del costone con l'ordine di tenersi in misura di sferrare un contrattacco in direzione sud , insieme alla 2• divisione neozelandese, non appena l'offensiva nemica si fosse esaurita. Il 2 settembre, mentre era ancora sotto continui attacchi aerei nemici e si trovava ancora a corto di carburante, Rommel rinnovò l'attacco, ma con cosi scarso successo che fu costretto ad ordinare di sospenderlo entro la mattina del3. Montgomery, a quel punto, sferrò il contrattacco e, contemporaneamente, ordinò alla 7• divisione corazzata di operare contro iJ fianco meridionale del dispositivo avversario. Dopo aspri combattimenti respinse il nemico fino ai campi minati alle 7 del 7 settembre e sospese la battaglia. Le perdite di Rommel furono di circa 3.000 uomini tra morti, feriti e dispersi , 50 carri armati, 15 pezzi d'artiglieria , 35 armi controcarri e 400 autocarri (1), mentre Montgomery subì perdite per 1.640 uomini tra morti feriti e dispersi , oltre a 68 carri armati e 18 pezzi controcarri messi fuori combattimento (8). Secondo Kesselring, Rommel, se non fosse stato ammalato, non avrebbe mai sospeso la battaglia perchè aveva « completamente accerchiato il nemico » ( 9). Questa è un'affermazione che lascia perplessi, soprattutto perchè fatta da un soldato di grandissima esperienza. Non vi fu alcun accerchiamento e, una volta cominciata la battaglia, Rommel non potè non convincersi che il predominio dell'aria goduto dal nemico avrebbe portato ad una sconfitta. Egli ha molto da dire su tale questione e, tra l'altro, afferma: « Chiunque abbia il controllo dell'aria è io condizione di infliggere perdite così gravi alle colonne dei rifornimenti nemici che serie deficienze si fanno subito sentire. Mantenendo sotto costante controllo le strade che portano al fronte , è possibile ottenere una completa interruzione dei rifornimenti diurni e costringere il nemico a far muovere le sue colonne solo di notte, causandogli cosi un'irreparabile perdita di tempo. Ma un flusso continuo dei rifornimenti è indispensabile ; senza di esso un esercito di immobilizza e non è io grado di intraprendere nessuna azione »
(") "The Rommel Papers". pag. 283. (8) " Despatches" di Alexandcr, pag. 846. (') " Memoirs" , pag. 131.
476
LE. BA1TAGLIE. DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Mf.f)J TERR!lNE o
...--.. ~. ::=' -~ ·' -....·;;;:::.---· \\1\~f\\
N
.......--·-····...,
------~--\
~•pnlllonc l 4
l 1 l
Q
J; QArTIIRR o
f
IO
O
. ____________
l_~~~~==============~H~~~'·_•
i119/cJi
trdt~tb/ <::)~ ~i-~_fi_dn_i
____________________~
Fig. 33: Battaglia di Alam el Haifa. 31 agosto 1942
( 10). Questa affermazione dovrà essere tenuta presente quando verrà trat-
tato il ruolo svolto da Rommel nella campagna di Normandia del 1944. « Con il fallimento di questa offensiva - scrive Rommel -si dissolveva la nostra ultima opportunità di conquistare il Canale di Suez » (11).
( ' 0) ~The Rom mel Papers-, pag. 285. (") lbid .. pag. 283.
LA GUERRA IN NORD AFRICA
477
Egli sapeva che la battaglia per i rifornimenti era irrimediabilmente persa, perchè era a conoscenza del fatto che un grosso convoglio « di oltre 100.000 tonnellate di materiali ed armi moderne per l'VITI• armata sarebbe arrivato a Suez agli inizi di settembre » (1 2). Di fatto vi arrivò il 3 settembre, con il dono particolare dei 300 carri Sherman del presidente Roosevelt. Sapeva, inoltre, che il nemico avrebbe attaccato, con molte probabilità, io una notte di luna piena (1 3). Kesselring osserva: « Era giusto , in tale situazione, aspettare l'offensiva britannica? » ed aggiunge che né I'O.K.W. nè il Comando Supremo italiano si sarebbero opposti ad una ritirata ( 14). Sebbene tale supposizione sia altamente improbabile, la possibile ragione per cui Rommel rimase dov'era è da ricercare sia nel fatto che un ripiegamento volontario non fosse di suo gradimento, sia che gli mancassero carburanti e mezzi di trasporto per farlo. Quest'ultimo motivo è avallato da Ciano che, il 2 settembre, annotava nel suo diario: « Tre delle nostre petroliere sono state affondate in due giorni « ed il 3 » la stasi di Rommel continua e , ciò che è peggio , continua l'affondamento delle nostre navi » (1 5) . Ma, se Rommel si fosse ritirato prima della successiva luna piena, i piani di Montgomery sarebbero andati in fumo . Quali che fossero le sue ragioni, decise di non muoversi e di accettare battaglia. n suo piano prevedeva di contenere il nemico con una serie di avamposti sulla fascia avanzata di campi minati, per la cui realizzazione erano state impiegate 500.000 mine ed un numero enorme di bombe d'aereo e granate britanniche, e di combattere la battaglia difensiva nella zona minata uno o due chilometri più indietro. Sul fianco settentrionale aveva schierato le divisioni tedesch.e 164• (avanzata) e 90• (arretrata) , aveva affidato la difesa del rimanente settore alle divisioni italiane ed aveva diviso in due gruppi le divisioni corazzate -la 15• e la « Littorio » a nord e la 21 • e l'« Ariete » a sud. Tatticamente tale distribuzione era errata e diversa da qualsiasi altra fino ad allora adottata da Rommel. Molto probabilmente vi fu costretto dalla mancanza di carburante. Complessivamente disponeva di 300 carri armati italiani di scarso valore operativo e a mala pena in grado di funzionare e 210 carri armati tedeschi , di cui 30 erano Panzer IV con cannoni da 75 mm. ed i rimanenti Panzer III con cannoni da 50 m.m. Poichè, in quel momento, era molto malato , decise di rientrare in Germania e , il 22 settembre, lasciò il comando al generale Stumme , un
('2) Ibid., pag. 269.
( ") Prima deUa battagli a di Alam e l Haifa Rommel scrisse: « La luna piena, indispensabile per le nostre operazioni. stava già calando. Ogni ulteriore ritardo avrebbe significato rinunciare per sempre a ogni speranza di riassumere l'offensiva .. (ibid., pag. 274). (" ) "Memoirs", pagg. 123-133. (U) "Ciano's Diary''. pag. 500.
478
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
esperto ufficiale carrista , e lo informò che, se il nemico avesse attaccato, sarebbe immediatamente rientrato. Fu una soluzione non soddisfacente. Di ritorno in Germania, il lO ottobre ricevette il bastone di feldmaresciallo, che gli era stato conferito immediatamente dopo la presa di Tobruk. Mentre Rommel era alle prese con il suo non invidiabile problema, il suo avversario, generale Montgomery, si preparava per una offensiva su grande scala. li 10 agosto, Churchill gli aveva dato la direttiva di distruggere le forze italo-germaniche « alla prima occasione » , ma non ne aveva fissato la data, che dipendeva da molti fattori. Innanzitutto, l'Operazione « Torch » era stata programmata per 1'8 novembre ed era di vitale importanza che , per vincere la resistenza francese in Marocco ed Algeria, le forze dell'Asse in Egitto fossero sconfitte prima di iniziare l'invasione. In secondo luogo, poichè i 300 carri Sherman non sarebbero arrivati fino ai primi di settembre, poichè sarebbero state necessarie alcune settimane per addestrare gli uomini sui nuovi mezzi e poichè era indispensabile la luna piena per sferrare l'offensiva , la data d'inizio non poteva essere che la notte tra il 23 ed il 24 ottobre. Un altro problema era di ordine tattico: dove doveva essere sferrato il colpo decisivo, su una fronte di 40 miglia? Poichè i campi minati nella parte meridionale avevano meno valore impeditivo di quelli a nord e poichè una penetrazione a sud avrebbe costretto il nemico verso nord , proprio dove era ubicata la linea dei rifornimenti - la strada costiera- fu deciso di sferrare l'attacco principale a nord, in modo da conquistare una testa di ponte sulla strada costiera ed isolare il grosso del nemico dai rifornimenti. Risolto questo, il problema successivo era di tattica spicciola. Poichè i campi minati costituivano ostacolo per i carri armati così come i reticolati lo erano per la fanteria - nel settore nord i primi avevano una profondità dai quattro ai cinque chilometri - fu deciso che la fase iniziale dell'attacco assumesse le caratteristiche di un'azione di vecchio stampo, condotta dalla fanteria sostenuta da nuclei addetti all'apertura di varchi nei campi minati e dal fuoco di artiglieria, aerei e carri schierati in posizione arretrata . n 6 ottobre , Montgomery diramò il piano d'operazioni. L'attacco principale fu affidato al XXX corpo d'annata (tenente generale sir Oliver Leese) , su un fronte di quattro divisioni, largo da sei a sette miglia. Il suo compito era di realizzare due corridoi nei campi minati: quello settentrionale a sud di T el el Eisa e quello meridionale sulle propaggini nord del costone Miteiriya. Appena portata a termine tale azione, il X corpo d'armata (tenente generale sir Herbert Lumsden) composto dalle divisioni corazzate l" e 10•, doveva trafilare ed attaccare le unità similari nemiche. Nel frattempo , per ingannare il nemico ed impegnare la 21 • divisione corazzata nella parte più meridionale del settore, il XIII corpo d'armata (tenente generale sir B.C. Horrocks) e la 7• divisione corazzata dovevano effettuare
LA GUERRA IN NORD AFRICA
479
uno sforzo sussidiario co ntro il fianco destro italo-tedesco. In tutto, Montgomery disponeva di sette divisioni di fanteria, un'unità della Francia libera, una brigata greca, tre divisioni e sette brigate corazzate, per un totale di 150.000 uomini , 1.114 carri armati, dei quali 128 erano Grant e 267 Sherman (ambedue i tipi armati con cannone da 75 mm.), 2.182 pezzi d'artiglieria, di cui 1.274 erano armi controcarri di vario tipo. L'azione doveva avere inizio con fuoco d 'artiglieria diretto inizialmente contro le batterie nemiche e, successivamente, quando sarebbe entrata in azione la fanteria, contro le posizioni difensive avanzate. Dal 6 ottobre alla notte del 23 , la RAF (500 caccia e 200 bombardieri) dovevano intensificare l' attività contro le linee di comunicazione nemiche, intervenire quindi insieme all'artiglieria e concentrarsi, infine, contro le aree di dislocazione delle unità corazzate nemiche. Inoltre, esisteva un elaborato piano d'inganno,cbe si riprometteva di realizzare la sorpresa strategica. Il primo scopo era quello di occultare, il più possibile, i vari concentramenti di forze ed il secondo di ingannare il nemico sulla data , sulla direzione e sul punto dell'attacco facendo ricorso a carri, veicoli , piazzole, strutture logistiche, posti comando falsi, realizzati nei modi e con i materiali più svariati. Fino all'invasione della Normandia, fu il piano d'inganno più elaborato mai attuato, che obbediva al principio di nascondere ciò che si aveva e di mostrare ciò di cui non si disponeva (1 6 ) . Alle 21.40 del 23 ottobre, con una luna splendente, l'intera artiglieria dell'VIII" armata aprì il fuoco contemporaneamente , con quasi 1.000 cannoni, sugli schieramenti d'artiglieria nemici. Venti minuti dopo entrò in azione la fanteria (1 7 ) e sulla fronte del XXX corpo d'armata, entro l'una del 24, furono conquistate, senza perdite eccessive, le posizioni avanzate dell'organizzazione difensiva italo-tedesca. Fu effettuata quindi , per riorganizzarsi, una sosta di mezz'ora, dopo di che fu ripreso l'attacco, che incontrò una vigorosa resistenza. Nonostante tutto, entro le 5.30 gli australiani occuparono la maggior parte degli obiettivi previsti e i neozelandesi tutti i loro mentre, al centro, la 51 a divisione fu arrestata da robusti caposaldi a metà del corridoio settentrionale, a circa 1.500 metri dal suo obiettivo e, a sud, la l" divisione sudafricana fu fermata per parecchie ore. Il X corpo d'armata superò la linea di partenza alle due, ma i pionieri , che agivano a seguito della fanteria, impiegarono tanto tempo a neutralizzare le mine, che non riuscirono prima delle 6.30 a realizzare un corridoio
( 16) Vds . "The Camouflage Story" di Geoffrey Barkas (1952). cap. 6. ( 17) È interessante il fatto che , per agevolare le truppe a individuare le loro posizioni e a rendersi conto di quando avevano raggiunto i loro obiettivi , i fasci di luce dei proiettori vennero diretti verso il cielo. (''Operation Victory". pag. 164).
480
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
MEDITERP.RNEO
l
\
Jt:) (5I
N
8 ,
•
•
...
l
'll l
l
l
l
l
\ l
'
•
Fig. 34: Battaglia di El Alarnein, 23 ottobre-4 novembre 1942
LA GUERRA IN NORD AFRICA
481
sufficiente alla 9• brigata corazzata - seguita dalla 10• divisione corazzata -per iniziare l'azione. Quest'ultima conquistò delle posizioni sul costone Miteiriya, ma fu sottoposta ad un fuoco così massiccio da non poter continuare ad avanzare. Contemporaneamente, la 2• brigata corazzata e la 1• divisione corazzata, nel corridoio nord, erano rimaste attardate dalle mine e dal fuoco d'artiglieria e non fu che alle 15, a seguito di un'intensa azione di artiglieria e di un attacco portato congiuntamente dalla 61" divisione di fanteria e dalla l" divisione corazzata,che fu realizzato completamente il corridoio. Questi ritardi non consentirono di raggiungere i traguardi pianificati e non resero possibile lo sfondamento il 24. A sud, il XIII corpo d'armata ottenne risultati così scarsi che Montgomery ordinò ad Horrocks di non insistere nell'azione prevista e di fare ricorso ad attacchi locali, senza coinvolgervi la 7• divisione corazzata. La situazione dell'Asse sli deteriorava rapidamente perchè, sebbene gli avamposti si fossero battuti con veemenza, il terrificante bombardamento nemico aveva sconvolto il sistema delle comunicazioni in modo così efficace da paralizzare l'azione dei posti comando. Il generale Stumme si portò in avanti all'alba del24, per scoprire cosa stesse accadendo e, subito dopo, ebbe un attacco di cuore e morì. Quando l'accaduto fu noto - molte ore dopo - il generale von Thoma, comandante dell' Afrika Korps, assunse il comando dell'intero settore. Quando la battaglia ebbe inizio, Rommel era in ospedale a Semmering e, il pomeriggio del24, ricevette una telefonata da Keitel, che gli chie·deva se era in condizioni di tornare in Africa. Rispose affermativamente e, alle 7 del 25 decollò per Roma dove, arrivato alle 11, incontrò il generale von Rintelen , addetto militare nella capitale italiana, dal quale seppe che « nel teatro di guerra africano erano rimaste solo tre dotazioni di carburante, sufficienti a far percorrere ad ogni mezzo soltanto 300 km. » (1 8). L'esperienza aveva dimostrato che ogni dotazione veniva consumata in una giornata di combattimento e, pertanto, era ovvio che la battaglia era già persa, perchè senza carburante l'armata non poteva reagire contromanovrando ai movimenti del nemico. Quella sera, Rommel apprese da von Thoma che le munizioni erano così scarse che Stumme era stato costretto a vietare di battere con l'artiglieria le zone in cui si concentrava il nemico durante la notte tra il 23 ed il 24 e che, il 24 ed il 25, la situazione dei carburanti era talmente peggiorata che aveva reso impossibili azioni a grande respiro e che solo alcuni battaglioni della 15• divisione corazzata erano stati in grado di contrattac-
(" ) ''The Rommel Papers", pag. 304.
482
LE BATTAGLI E DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
care (1 9) ed avevano subìto, però, perdite così gravi che la divisione disponeva, ormai, solo di 31 carri armati. Nonostante deficienze così gravi , le forze dell'Asse attuarono una difesa così determinata che Montgomery, resosi conto di quanto gli costassero cari quegli attacchi che si sbriciolavano, decise di spostare il punto di applicazione dello sforzo più a nord ed ordinò al XXX corpo d'armata di impiegare la divisione australiana, per effettuare un attacco in direzione della costa , in modo da completare l'accerchiamento del nemico rimasto nella sacca a nord del costone di TeJ el Eisa. Nello stesso tempo, alla l" divisione corazzata fu assegnato il compito di aprirsi la strada verso ovest con obiettivo la località che gli inglesi chiamavano costone Kidney e i tedeschi collina di quota 28 (20). L'azione che ne seguì fu la più cruenta dell'intera battaglia. Gli australiani avanzarono con successo, ma la l" divisione corazzata non conseguì risultati apprezzabili fino al calar delta notte, perchè Rommel immise nel combattimento le divisioni corazzate 15• e « Littorio »ed un battaglione di bersaglieri. A proposito scrive: « Fiumi di sangue sgorgarono su miserabili lembi di terra » ed aggiunge, quando ormai era sopraggiunta la notte: « Mai prima in Africa s'era visto un fuoco contraereo così intenso. Centinaia di granate traccianti inglesi s'incrociavano nel cielo e l'aria diventò un inferno di fuoco » (21). Alla fine , durante la notte, la 1• divisione sudafricana e la 2• neozelandese superarono di circa 1.000 metri il costone Miteiriya e la 7• brigata motorizzata de!Ja l • divisione corazzata raggiunse il costone Kidney. Il 26 ottobre, fu evidente a Montgomery che la spinta offensiva del suo attacco andava scemando e che la zona, che avrebbe consentito di scardinare il sistema difensivo nemico, era ancora saldamente tenuta da un robusto shieramento controcarri. Decise di assumere temporaneamente atteggiamento difensivo, di riordinare le unità e di costituire, con forze non ancora impegnate, unità che potessero reiterare l'attacco a nord. Ordinò che la 2• divisione neozelandese fosse sostituita dalla l • divisione sudafricana e passasse in riserva e che il settore dei sudafricani fosse assegnato alla 4• divisione indiana, che passò alle dipendenze del XII corpo d'armata . Inoltre dispose che quest'ultimo inviasse a nord la 73 divisione corazzata e tre brigate di fanteria. Mentre si effettuavano questi movimenti , nella notte del 26-27 ottobre, Rommel spostò a nord la 21• divisione corazzata che , il 27, attaccò violentemente il costone Kidney, da dove fu respinta con tali perdite , che
( 19 ) Ciò è confermato da Alexander. che scrive:« Questi tentativi non vennero compiuti in forze, ma ad opera di gruppi di cambattimento comprendenti 2().40 carri ciscuno ,. ("Despatcbes~. pag. 854). ("') O " depressione •· Vds. " Operation Victory". pag. 202. (21) "The Rommel Papers.., pagg. 306-307.
LA GUERRA IN NORD AFRICA
483
Montgomery potè ritirare la 1• divisione corazzata e la 24• brigata corazzata per destinarle in riserva. Nello stesso tempo, ordinò alla 9• divisione australiana di attaccare il nemico nel settore costiero nella notte tra il 28 ed il29. Apparentemente Rommel si aspettava quell'attacco e, per rinforzare la sinistra del suo schieramento, fu costretto a depauperare il settore meridionale praticamente di tutte le armi pesanti e delle unità tedesche e a rimpiazzarle con parte della divisione « Ariete » che era stata impiegata a, nord. L'attacco australiano fu sferrato col sostegno di un massiccio fuoco d'artiglieria , alle 22 del 29, in direzione della strada costiera tra Sidi Abd el Rahman e Tel el Eisa. Per sei ore, la battaglia fu combattuta con estremo furore e « continuamente - scrive Rommel -formazioni di bombardieri britannici sorvolarono la zona e sganciarono i loro carichi mortali sui miei soldati o illuminarono la zona con la luce accecante dei loro razzi illuminanti )) (22). n combattimento fu così intenso che , il mattino del 30, Rommel cominciò a prendere in considerazione la possibilità di un ripiegamento verso le posizioni di Fuka , che si sviluppavano dalla costa, a 50 miglia da El Alamein , verso sud in direzione deJia depressione di Qattara. Questo è il primo caso di una prevista ritirata che, a dispetto della virulenza dei combattimenti, venne abbreviata a causa della mancanza di carburante. Il 27 ottobre, ne erano state trasportate dalla Luftwaffe solo 70 tonnellate e , il 29, Ciano annotò nel suo diario: « Un'altra petroliera è stata affondata oggi ....Bismark ha appreso da Rintelen che Rom mel è ottimista circa la qualità delle sue truppe , ma è letteralmente atterrito per la situazione dei rifornimenti . In questo momento manca non solo di carburante , ma anche di munizioni e di cibo » (23) . Durante la mattina del29 ottobre, Montgomery si rese conto del fatto che la 90• divisione era stata spostata nella zona di Sidi Abd el Rahman e, poichè ciò indicava che Rommel aveva intuito che egli intendeva sfondare lungo la strada costiera, decise di spostare il suo attacco principale a sud , così che potesse coinvolgere essenzialmente gli italiani. Per mascherare tale operazione e tenere impegnata la 90" divisione, ordinò alla 9• australiana di riprendere l'attacco nella notte del 30-31. Nel frattempo, la 2• divisione neozelandese doveva tenersi pronta a realizzare un varco nel dispositivo nemico , poco più a nord del corridoio settentrionale già realizzato, e una volta portato a termine il compito il X corpo d'armata, con le divisioni corazzate 1", 7• e 10•, doveva trafilarvi e portarsi in pieno deserto. L'operazione fu denominata « Supercharge ». Montgomery scrive: « L'o-
(U) lbid .. pag. 312.
(13) ''Ciano's Diary~. pag. 515.
484
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
perazione doveva portarci in terreno aperto e consentire la disintegrazione delle forze di Rommel in Egitto. Dovevamo costringere le unità corazzate nemiche ad accettare battaglia e sconvolgere le loro linee di comunicazione. I compiti della 2• divisione neozelandese prevedevano una penetrazione di sei chilometri su una fronte di quattro. Avevo chiarito che, se il XXX corpo d'armata non riusciva a raggiungere i suoi obiettivi, le divisioni corazzate dovevano aprirsi la strada da sole » {14 ). Il30 ottobre, Rommel effettuò la ricognizione delle posizioni di Fuka e , sebbene si rendesse conto del fatto che la fanteria italiana, a causa dell'assoluta mancanza di mezzi di trasporto, sarebbe stata un vero peso morto nel deserto , previde di caricarne il maggior numero possibile sui mezzi di trasporto dei rifornimenti , facendoli poi muovere di notte, mentre le rimanenti forze motorizzate , su ampia fronte, coprivano la ritirata. « Ma prima - scrive- dovevamo aspettare la massa nemica, per essere sicuri che sarebbe stata tutta impegnata nel combattimento e gli avversari non potessero, all'improvviso, concentrare le loro forze in un punto del nostro fronte ed operare uno sfondamento » (25) . Ciò si verificò quella notte , quando gli australiani rinnovarono l'attacco verso la costa e, dopo averla raggiunta si diressero ad est ed isolarono i fanti corazzati della 164• divisione nel saliente nord. Ma molti dei fanti, aiutati dai contrattacchi sferrati da unità della 21 • divisione corazzata e daJia 90" divisione leggera, riuscirono a rompere l'accerchiamento. L'intenzione originale di Montgomery era stata quella di attuare « Supercharge » la notte successiva all'attacco, ma fu costretto dalla situazione a rimandarla di 24 ore e non fu fino aiJ'una del 2 novembre che fu un grado di iniziarla , dopo un violento fuoco aereo e di artiglieria. Protette da tale sbarramento di fuoco , due brigate deiJa 2• divisione neozelandese, sostenuta dalla 23• brigata corazzata , iniziarono a muovere su una fronte di quattro chilometri, con il compito di realizzare un corridoio profondo altrettanti chilometri neiJe posizioni nemiche, in modo da poter consentire l'immissione della 9• brigata corazzata. Questa, prima deiJ'alba, doveva spingersi in profondità di altri due chilometri fino alla pista che correva da Sidi Abd el Rahman verso sud e stabilire una testa di ponte dalla quale le divisioni corazzate 1•, 9• e 10• potessero sfociare in pieno deserto ed ingaggiare una battaglia decisiva. Il nuovo corridoio fu realizzato senza eccessive difficoltà ma quando, poco prima dell'alba, la 9• brigata corazzata raggiunse la pista , incontrò una formidabile difesa controcarri e perse 87 carri armati , pari al 75% del totale di cui disponeva. Nel frattempo , la l" divisione corazzata era sfocia-
("') ··Et Alamein 10 1he River Sangro•·, pag. 22. ( 25) .. The Rommel Papen ... pag. 31 4.
LA GUERRA lN NORD AFRICA
485
ta dal corridoio ed era stata impegnata dall' Afrika Korps. Seguì un durissimo scontro intorno a Tel e l Aqqaqir. Sebbene i carri di Rommel fossero inferiori a quelli del nemico, perchè i loro cannoni da 50 mm. e 49 mm. (italiani) avevano scarso effetto sui Grant britannici e sugli Sherman americani , gli attaccanti furono costretti a fermarsi e a rinunciare a penetrare in profondità. Ciononostante Rommel non si faceva illusioni; si rendeva conto che la battaglia era persa. Non solo v'erano segni di disgregazione nei reparti (unità della "Litttorio" e della "Trieste" si affrettava verso le re trovi e) ma la situazione dei rifornimenti - come scrive - era assolutamente disperata. Durante la giornata la sua armata aveva consumato 450 tonnellate di munizioni e solo 190 ne erano state scaricate a Tobruk da tre cacciatropediniere; per di più l' Africka Korps disponeva di soli 35 carri armati efficienti. « Quello aH ora era il momento- scrive Rommel- per ripiegare sulla linea Fuka , soprattutto perchè i britannici, fino ad allora, avevano agito con esitazione e le loro operazioni erano state contraddistinte sempre da estrema e , spesso, incompre nsibile cautela » (26). Egli allora fece quello che lui stesso definisce un erro re. Il mattino presto del 3 novembre inviò il suo aiutante di campo, tenente colonnello Berndt , a Berlino perchè chiedesse piena libertà d'azione in Africa. Non dubitava che sarebbe stata accordata ed ordinò ad una parte delle unità italiane di retrocedere. Alle 10.30, ricevette la risposta di Hitler: rimanere sul posto e non cedere un metro di terreno. « Alle vostre truppe - vi si legge - voi non potete mostrare altro che la via della vittoria o della morte » ( 27). Rommel sospese quindi il ripiegamento e, la sera stessa, inviò nuovamente Berndt da Hitler per informarlo che rimanere sul posto significava essere distrutti . Il 4 novembre, Kesselring arrivò al posto comando di Rommel e, secondo quest'ultimo, gli disse: « il Fuhrer ha imparato dalle esperienze nell'est che , in circostanze come queste, il fronte deve essere mantenuto ad ogni costo >> ( 28). Nelle sue "Memorie", Kesselring dà una versione diversa e scrive di aver detto a Rommel « che non c'era dubbio che la disposizione di Hitler fosse da considerare una follia e che il suo ordine doveva essere ignorato », e che si sarebbe assunto lui tutte le responsabilità per tale decisione ( 29).
('") fbid .• pag. 319. (") Per la risposta completa, vds. ibid., pag. 321. (lll) Ibid .• pag. 323. (29) " Memoirs··. pagg. 135. 136. Sembrerebbe che qualche volta Rommel e Kesselring non siano andati d'accordo. Ciò è confermato da Ciano. che il9 seuembre 1942 annota: • Adesso in Libia stanno bisticciando, e Kesselring è corso a Berlino a lamentarsi di Rommel. Si parla di un possibile richiamo di Rommel " ("Diary-, pag. 502).
486
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Quando, il mattino del 3 novembre, Montgomery apprese che il nemico stava ripiegando verso ovest, ordinò alle Forze Aeree del Deserto di concentrare il loro sforzo sulle colonne dell'Asse in ritirata . Ma fu soltanto al calar della sera che ordinò alla 51" divisione e ad una brigata delJa 4• divisione indiana di iniziare il movimento su una fronte di quattro chilometri, di sfondare la parte meridionale dello schieramento controcarri nemico e di realizzare un corridoio attraverso il quale poter immettere nella battaglia le sue tre divisioni corazzate. L'azione fu ultimata entro la mattinata del 4. Di questa ultima azione della battaglia, Rommel fornisce la seguente drammatica descrizione: « Si potevano vedere enormi nubi di polvere a sud e sud-est del mio posto comando , dove l'azione disperata dei piccoli ed inefficaci carri italiani del XX corpo d'armata si sviluppava c<intro le centinaia di carri pesanti britannici, che attaccavano sul fia nco destro non protetto. Mi fu più tardi riferito dal maggiore von Luck , (che avevo incaricato di saturare, con suo battaglione , la soluzione di continuità tra gli italiani e l'Afrika Korps) che gli italiani, che in quel momento rappresentavano la nostra fanteria motorizzata più forte , combatterono con coraggio esemplare. Von Luck fornì tutto l'aiuto possibile con i suoi cannoni , ma non fu in grado di cambiare il destino del corpo d'armata corazzato italiano. L'uno dopo l'altro i carri furono colpiti e presero fuoco, mentre, per tutto il tempo, un violento fuoco d'artiglieria si abbatteva sugli schieramenti della fanteria e dell 'artiglieria italiane. L'ultimo messaggio arrivò daJI'« Ariete »verso le 15.30: « i carri armati nemici hanno sfondato a sud dell'Ariete. L' Ariete è ora circondata ... » ( 30). Al calar della sera, il XX corpo d'armata era stato distrutto; sulla sinistra, l' Afrika Ko rps aveva subìto uno sfondamento al centro ed il suo comandante , generale von Thoma , era stato catturato (3 1); un corridoio di dodici chilometri d'ampiezza era stato realizzato nello schieramento dell' Asse; Rommel non disponeva né di riserve né di carburante. A dispetto dell'insano ordine di Hitler, la ritirata divenne necessaria e Rommel cercò di salvare quello che poteva delJa sua armata. Il mattino successivo, arrivò da Berlino un messaggio che autorizzava il ripiegamento. Che Rommel riuscisse a far retrocedere anche le sue unità motorizzate fu possibile, innanzitutto, per l'istintiva cautela di Montgomery e, in secondo luogo, per la riluttanza della RAF ad effettuare attacchi a bassa quota come aveva invece fatto , con successo, dopo la battaglia di Vittorio Veneto. Secondo il generale Alexander, l'armata inglese poteva ancora impiegare« quasi 600
(:lO) '"The Rommel Papers'' . pag. 324-325. (" ) Fu accompagnato da Montgomery, che lo invitò a cena presso la mensa ufficiali. (Vds. '"Ope· ration Victory". pagg. 208-209).
LA GUERRA IN NORD AFRICA
487
carri armati contro gli 80 tedeschi » (32); era necessario soltanto un pizzico d'audacia da parte di Montgomery per trasformare la ritirata nemica in rotta. In secondo luogo, de Guingand scrive: « Con la sostanziale superiorità aerea che avevamo e visto lo stato di disorganizzazione del nemico, sembrò a noi dell'esercito che la RAF avesse a portata di mano« un obiettivo da sogno ». In realtà, i risultati sembrarono molto scoraggianti. Quando mi ritrovai sulla strada tra la zona di El Alamein e Daba, mi aspettavo di trovare tracce di devastazione e di completa catastrofe, ma i resti visibili dei veicoli distrutti erano molto pochi e distanti tra loro. Dopo Daba erano stati conseguiti risultati migliori ma, anche lì, molti dei mezzi che trovammo s'erano fermati percbè rimasti senza carburante» (3'). Ciò è attribuito soprattutto alla fiducia che la RAF riponeva nel bombardamento ad alta quota invece -che nel mitragliamento a bassa quota, con la conseguenza che l'addestramento al volo radente era stato trascurato. Se non fosse stato per tale motivo, de Guingand è del parere che la ritirata di Rommel sarebbe stata paralizzata. La difficoltà maggiore del ripiegamento Rommella trovò nello sganciamento nella notte del 4-5 novembre, quando regnava il caos; ma fortunatamente il suo antagonista, timoroso di lanciare un inseguimento di notte, arrestò le proprie forze. « II 5 novembre - scrive Montgomery - ' mi riorganizzai per l'inseguimento » ( 34). Così perse diciotto ore preziose. Dopo aver riorganizzato le forze, decise che il X corpo d'armata (l" e 7• divisioni corazzate e 2• divisione neozelandese) agisse in testa, che il XXX corpo d'armata diventasse riserva schierandosi tra El Alamein e Marsa Matruh e che il XIII rastrellasse il campo di battaglia. Nonostante questo ritardo, effettuando un movimento di fianco attraverso il deserto, quasi tagliò fuori il nemico a Marsa Matruh. Ma il 6 novembre l'avanguardia della l" divisione corazzata fu costretta a fermarsi per mancanza di carburante (35) e Rommel riuscì ad « allestire una difesa in grado di respingere gli attacchi nemici, anche perchè il nemico continuava ad agire con grande cautela » ( 36) ed aggiunge: « le condizioni sulla strada erano indescrivibili. Colonne in completo disordine - costituite da mezzi frammischiati tedeschi ed italiani- ostruivano la strada tra i campi minati (a sud di Marsa Matruh). Talvolta si verificava qualche movimento in avanti che, subito dopo, si interrompeva. Molti veicoli erano al traino e mancava carburan-
(") "Despatches", pag. 858. In realtà i tedeschi avevano 20 mezzi efficienti. ('') "Operation Victory". pagg. 209-210. Kesselring scrive:« Fummo fortunati che alle forze aeree nemiche non fosse stato insegnato a sterminare il nemieo in ritirata malgrado ve ne fossero molte opportunità, come per esempio al Passo Halfaya » . ("Memoirs", pag. 136). (3') '·El Alamein to the River San.gro", pag. 25. ( 3S) Per i commenti di Liddell Hart su questo , vds. "The Rommel Papers", pag.342. (.16) lbid .. pag. 341.
488
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
te , perchè la ritirata ne aveva considerevolmente incrementati i consumi » (31). Ad aumentare le difficoltà di ambedue i contendenti, ed in modo particolare dell'attaccante, il 6 una pioggia torrenziale rese le piste nel deserto inagibili . Per 24 ore l'inseguimento fu sospeso e, secondo Montgomery, la pioggia salvò Rommel da una completa distruzione (38). A Sollurn, nonostante gli attacchi aerei, Rommel effettuò rifornimenti per altre 60-100 miglia. Era l'ultimo carburante in Cirenaica e, da quel punto in poi, si poteva fare affidamento soltanto su quello inviato via aerea. Lasciò Tobruk il12 novembre e Bengasi il19 , da dove si diresse al suo vecchio rifugio di Marsa el Brega, ad est dì Agheìla . Il 25 novembre, le avanguardie di Montgomery riuscirono ad agganciarlo. Per tutto questo lungo e rapido inseguimento di circa 800 miglia in venti giorni, lo scopo principale di Montgomery non fu quello di distruggere il nemico, ma di catturare i porti di Tobruk e Bengasi, da utilizzare eventualmente come basi di rifornimento. « Questo - scrive Alexander -fu il compito delle forze aJI'inseguimento, che dovevano essere ridotte, man mano che si procedeva , per le crescenti difficoltà dei rifornimenti >> (39). Ciò non rapprensentava una novità, perchè tutte le campagne precedenti in Nord Africa avevano dimostrato - come osserva AJan Moorehead - che i « nove decimi della guerra nel deserto sono battaglia di rifornimenti » ( 40). È quasi incomprensibile come, molto prima che sì combattesse ad El Alamein, non fosse stato istituito in Egitto un efficiente servizio dei trasporti ; ma la risposta è abbastanza semplice: il comando della RAF in Inghilterra era così ossessionato dal bombardamento strategico che quasi completamente ignorò l'importanza dei rifornimenti aerei. Se vi fosse stata una mentalità aerea più aperta, si sarebbe scoperto che la rivoluzione portata dall'aereo non era quella del bombardamento verticale, che si sovrapponeva a quello orizzontale o lo sostituiva, ma quella che trasformava Io spazio in strade e pertanto apriva completamente nuovi orizzonti nel campo della logistica. Le maggiori difficoltà di Montgomery nel campo dei rifornimenti sa-
( 37) lbid., pag. 340. (") "El Alamein to the River Sangro". pag. 25. (") "Despatches", pag. 859. ( 40) ''The End of Africa". (1943), pag. 104. Su questo problema Moorehead scrive nell 'agosto 1942: • U nemico poteva ottenere i rimpiazzi e i rinforzi tre volte più velocemente di noi. Spesso usava aerei per trasportare molti rifornimenti e rinforzi al fronte . Cosi arrivavano dieci volte piLI rapidamente che per mare o per terra . Noi non usiamo ancora alcun aereo per trasporto truppe • (~A Year of Battle". 1943, pag. 237).
LA GUERRA IN NORD AFRICA
489
rebbero state risolte, se fosse stato disponibile un adeguato servizio di trasporto aereo. Questa, al di sopra di tutti gli altri ammaestramenti, fu la più importante lezione di tutta la campagna. Come al soJjto , le perdite della campagna variano secondo la fonte. Secondo Rommel, tra il 2 ottobre ed il19 novembre, sotto le voci morti, feriti e dispersi, i tedeschi subirono rispettivamente perdite per 1.100, 3.900 e 7.900 uomini e gli italiani 1.200, 1.600 e 20.000, per un totale generale di 35.700 (4 1). Secondo Alexander, tra il 23 ottobre ed il 7 novembre, i dati stimati per l'Asse furono 10.000 morti , 15.000 feriti e 30.000 prigionieri , per un totale di 55.000, a fronte delle perdite britanniche che furono di 13.500 uomini tra morti , feriti e dispersi e 500 carri armati messi fuori uso (42). L'8 novembre, mentre Rommel era in piena ritirata , ebbe inizio l'operazione « Torch » e l'armata americana, comandata dal generale Dwight D. Eisenhower, sbarcò nel Nord Africa a Casablanca, Orano ed Algeri, dove presero terra rispettivamente le unità del generale di divisione George S. Patton, del generale di divisione Lloyd P. Fredenhall e del generale di corpo d'armata K.A.N. Anderson. I primi due comandavano unità americane ed il terzo britanniche; le unità di Fredenhall ed Anderson costituivano la I• armata agli ordini di Anderson. Sebbene la decisione di effettuare l'operazione « Torch >> fosse stata presa il 25 luglio, i relativi piani non furono approvati che sei settimane più tardi. I motivi di tale ritardo, che non resero possibile un'invasione ai primi di ottobre, in tempo per conseguire risultati decisivi prima delle piogge invernali , furono dovuti alle divergenze tra Churchill e i capi di stato maggiore americani, su dove aprire il secondo fronte richiesto con insistenza da Stalin. Il primo sosteneva i Balcani , per controllare e contenere l'espansione russa verso il Medi terra neo orientale e per sconfiggere, contemporaneamente, la Germania ; i secondi premevano perchè si agisse nel nord della Francia, perchè credevano in Stalin , come lo presentava la loro propaganda , e perchè la configurazione poJjtica dell'Europa alla fine della guerra era al di fuori della portata delle loro capacità politico-strategiche. Questo ritardo avrebbe potuto rivelarsi producente se fosse stata effettuata un'occupazione a sorpresa di Biserta e Tunisi - i punti chiave della Tunisia- e fu per tale motivo che, fin dall'inizio, l'ammiraglio Andrew Cunningham, comandante in capo navale della « Torch »,aveva con insistenza proposto di sferrare un attacco contro la prima città, o almeno contro il porto di Bona, nonostante i rischi degli attacchi aerei provenienti dalla Sicilia e dalla Sardegna. Strano a dirsi , i capi di stato maggiore americani,
(") ~The Rommel Papers", pag. 358. (O) ~oespatcbes~, pag. 858.
490
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
pur essendosi battuti per aprire un secondo fronte in Francia a settembre, operazione incomparabilmente più rischiosa, rimasero così scossi dalle gravi perdite subite in agosto da un convoglio per Malta fortemente scortato, che non se la sentirono di sanzionare uno sbarco ad est di Orano. Inoltre, poicbè temevano che il generale Franco potesse occupare Gibilterra e chiudere il Mediterraneo, insistettero perchè parte delle forze d'invasione prendessero terra a Casablanca. Nel successivo rapporto al comitato congiunto dei capi di stato maggiore, come riportato da Chester Wilmot, Cunningham affermava: « È per me motivo di perdurante rammarico il fatto che l'audace concezione di un attacco iniziale in quell'area (Bona) o finanche più ad est non sia stata condivisa . .Se fossimo stati disposti a spingere anche forze di scarsa consistenza nei porti ad oriente, l'Asse sarebbe stata prevenuta nella loro occupazione ed il successo sarebbe stato completo ». Wilmot commenta: « Il conseguente prolungamento della campagna d'Africa fino alla tarda primavera del 1943 escluse la possibilità di effettuare un'invasione attraverso la Manica quell'anno. La strategia alleata non fu in grado di recuperare i mesi che erano stati persi nella discussione , avvenuta tra le due sponde dell'Atlantico, circa l'operazione« Torch » (43) . Nonostante tutto, sembrerebbe che l'invasione abbia sorpreso Hitler completamente, anche se riesce difficile capire perchè, visto che già il 9 ottobre Ciano annotava nel suo diario: « Tutte le informazioni e le conversazioni portano a concludere che. gli anglosassoni si preparano a sbarcare in forze nel Nord Africa da dove, in prosieguo di tempo, intendono lanciare i loro colpi contro l'Asse. L'Italia è geograficamente e logicamente il primo obiettivo » ( 45). (
44 )
Gli sbarchi furono ostacolati solo blandamente dai francesi e l'll novembre l'ammiraglio Jean Darlan, che si trovava in visita in Africa , si ribellò al governo di Vichy, ordinò di cessare il fuoco e si unì agli alleati (46). Hitler, sebbene completamente impreparato ad opporsi all'invasione, reagì con straordinaria prontezza. Ordinò l'occupazione della Francia di Vichy, il che causò l'affondamento della maggior parte della flotta francese a Tolone, ed inviò , in tutta fretta, truppe a Tunisi e Biserta. Il 10 novembre, arrivarono due reggimenti, che furono seguiti da una teoria di unità che comprendeva il 100 reggimento carri , la 334" divisione, il 501° batta-
(•~) ·"'fhe Struggle ror Europe'', (1952) pag. 114. (..) Vds. "Behind the Steel \Vali"' , di Arvid Frcdborg (1944). pag. 149. ( •5) •·Ciano's Diary", pag. 508. Vds. anche pag. 520. per il 7 novembre. ('..) Si potrebbe notare a questo punto che l'invasione ru un flagrante ano di aggressione contro un paese neutrale come quelli commessi da Hitler. e il maresciallo Pétain lo considerò tale.
LA GUERRA IN NORD AFRICA
491
glio ne carri con i nuovi Tigre (47), la divisione corazzata Hermann Gòring e diverse unità italiane. Quale comandante fu desiganto il generale Juergen von Arnim. Se Rommel avesse ricevuto, tre mesi prima, la metà di quelle forze, il risultato di El Alamein poteva essere molto diverso. Dopo essersi assicurate le basi, Eisenhower prevedeva di inviare la P armata verso est per conquistare i porti di Tunisi e Biserta. Subito dopo gli sbarchi, infatti, fu dato il via all'avanzata. ll12 novembre , il porto di Bona fu occupato da un commando di paracadutisti e, tre giorni dopo, unità americane e britanniche furono paracadutate nei pressi di Tebessa e Souk el Arba. Quindi , due brigate furono spinte in avanti con tutti i mezzi di trasporto disponibili e, dopo uno scontro con i tedeschi, il 25 novembre raggiunsero Medjez el Bab ed il fiume Medjerda, 25 miglia a sud-ovest di Tunisi. Per gli alleati il problema dei rifornimenti divenne acuto e fu reso più grave dalla pioggia torrenziale e dagli attacchi aerei alle navi. Entro novembre furono effettuati 29 rifornimenti aerei in luogo di quelli via terra, che erano molto difficoltosi. Da Algeri a Medjez el Bab correvano più di 300 miglia e i migliori aeroporti erano in mano all'Asse. Mentre le strade si trasformavano in rivoli di melma, gli aerei da trasporto tedeschi continuavano ad iniettare unità in Tunisia. Entro Natale lo stallo delle operazioni fu completo. Medjez el Bab era tenuta dalla P armata che, però , aveva perso le alture immediatamente a nord ed in particolare Jebel el Ahmera (Longstop hill). La linea di contatto si estendeva verso sud, mediante una serie di caposaldi, fino a Fondouk , e tale situazione si protrasse fino a metà febbraio 1943. Quando lo stallo era al suo punto culminante, il 14 gennaio 1943, Churchill ed il presidente Roosevelt s'incontrarono a Casablanca per discutere il futuro andamento delle operazioni . Le sedute delle due rappresentative, alle quali nessuno dei due prese parte personalmente, abbracciarono i problemi di tutto il mondo e, per quanto d'interesse della campagna d'Africa, le decisioni più importanti prevedevano che, una volta avuta ragione delle forze dell'Asse in Nord Africa, fosse invasa la Sicilia e che, quando l'VIII• armata sarebbe entrata in Tunisia, il generale Alexander sarebbe diventato vice di Eisenhower e comandante del XVIII gruppo di armate, che avrebbe compreso tutte le forze di terra in Tunisia. Ma tutte queste decisioni diventarono poca cosa al confronto della risoluzione del presidente e del primo ministro, per la quale la resa della Germania, dell'Italia e del Giappone doveva essere incondizionata. Come arrivarono a tale decisione non è ancora chiaro. Secondo El-
(") Erano tra i più formidabili c<~rri comparsi durame la guerra: avevano una corazza frontale di 102 mm .. un cannone da 88 mm. e raggiungevano una velocità di 18 miglia all'ora.
492
LE BA TIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
11~ D I TERRflNE
O
TUNISIA l<oairo•u•n •
ALGERIA
ax
Fig. 35: La Campagna di Tunisia, 8 novembre 1942-12 maggio 1943
LA GUERRA IN NORD AFRICA
493
liott Roosevelt, figlio del presidente, fu il padre che per primo usò la frase « resa incondizionata » durante la seconda colazione del 23 gennaio, alla quale parteciparono soltanto il presidente, Churchill, Hopkins ed egli stesso, e Churchill disse: « Perfetto! ed io potrò sentire come Goebbels ed il resto di loro urlerà ». Inoltre, Elliott scrive che suo padre commentò: « Del resto è quello che i russi vogliono. Non potrebbero desiderare niente di meglio. Resa incondizionata. Zio Joe avrebbe potuta concepirla egli stesso » ( 48). Goebbels - maestro di propaganda - deve aver gioito enormemente. Il 27 marzo 1942, aveva annotato nel suo diario: << Se fossi stato nei panni del nemico avrei dovuto, fin dal primo giorno, adottare lo slogan di combattere contro il nazismo e non contro il popolo tedesco. Fu così che Chamberlain iniziò fin dal primo giorno di guerra ma, grazie a Dio, gli inglesi non hanno continuato su questa strada » (49). Ed il 12 aprile 1943: « Ma, dopo tutto, gli inglesi stanno facendo lo stesso errore, senza dubbio su istigazione di Churchill. Si astengono io ogni modo dal dire qualcosa di concreto sugli scopi deJJa guerra. Io posso solo aggiungere, grazie a Dio; perchè se dovessero stilare un programma di pace sulla base dei Quattordici Punti di Wilson, ci creerebbero indubbiamente grosse e gravi difficoltà »(50). Per quanto riguarda zio Joe, cioè Joseph Stalin, sebbene egli non avesse altra intenzione se non quella della resa incondizionata, non era così sempliciotto da informame il suo nemico. Vero discepolo di Lenin , il 23 febbraio 1943, pubblicamente disse: «Sarebbe ridicolo identificare la banda di Hitler con il popolo tedesco e con la Germania » ed aggiunse che era « una stupida bugia ed una calunnia senza senso » proclamare, come faceva la stampa estera, che lo scopo dell'Armata Rossa era quello di « sterminare il popolo tedesco e distruggere lo stato germanico » ( 51 ). La versione del presidente è molto diversa. Egli sostiene che l'affermazione non fu premeditata e che ad una conferenza stampa del 23 gennaio« il pensiero s'incuneò nel mio animo ..... e la cosa successiva di cui mi resi conto fu che lo avevo detto » ( 52). Sebbene nel quarto volume della sua "The Second World War", Churchill sia vago sull'intera vicenda ed ammetta che più tardi fece « alcune erronee affermazioni circa l'incidente della resa incondizionata » ( 53), a quel tempo gli era perfettamente chiaro, e 1'11 febbraio 1943 disse alla Camera dei Comuni: « Fu solo dopo
(48) "As He Saw lt". (1946) pag. 117. (<i) The Goebbels Diaries, pp. 102. ('") Ibid., pag. 251. (") ''America's 2nd Crusade", William H . Chamberlin, ll950) pag. 289. (52) "The White House Papers", Vol. Il, pag. 693. (") Pag. 616.
494
LE BAITAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
completa, fredda , sobria e matura considerazione di questi fatti , dai quali certamente dipendono le nostre vite e le nostre libertà, che il presidente, con la mia approvazione quale componente del gabinetto di guerra, decise che la nota della Conferenza di Casablanca dovesse contenere la resa incondizionata di tutti i nostri nemici » (S4). Ciò è confermato da Sherwood , stretto collaboratore ed amico di Roosevelt, il quale sostiene che l'annuncio del presidente della resa incondizionata fu profondamente valutato, che l'affermazione di Roosevelt fu un atto politico meditato e che quello che il presidente andava affermando discendeva dalla convinzione che non avrebbe dovuto esserci una pace negoziata , nè si doveva stilare una nuova Dichiarazione dei Quattordici Punti che contenesse « clausole aggirabili », che portassero ad un altro Hitler ( 55) . Più tardi, il 24 maggio 1944, Churchill disse più o meno le stesse cose alla Camera dei Comuni:« ma il principio della resa incondizionata .... . interessa, allo stato dei fatti , la Germania nazista ed il Giappone ed il principio in se stesso esclude il pericolo di un documento simile ai Quattordilci Punti di Wilson, che potrebbe essere utilizzato dalla Germania, dopo la sua sconfitta, per reclamare che la sua resa fu accettata proprio in considerazione di quanto in esso contenuto » ( 56). « Evidentemente Churchill non si rese conto - commenta Chamberlain - che il motivo vero delle critiche non erano i Quattordici Punti, ma il fallimento nell'incorporare onestamente i principi dei Quattordici Punti nei trattati di pace >> (S?). Le implicazioni di questo slogan sconsiderato furono ancora più fatali, per il futuro dell'Europa occidentale, della autodeterminazione di Woodrow Wilson . Si potrebbe osservare che uno statista non dovrebbe mai affermare pubblicamente qualcosa che lo leghi ad una decisione irreversibile e che, fra tutti, Churchill avrebbe dovuto sapere, per sua ripetuta esperienza, che l'essenza di una politica di successo è l'abilità di cambiare opinione senza perdere la faccia. Innanzitutto , la resa incondizionata comportava che la guerra non poteva essere più considerata uno strumento di politica creativa - la realizzazione di una pace stabile e conveniente - ma diventava strumento di pura distruzione. A Casablanca fu liberato un avvoltoio che divorasse le viscere dell'Europa. Come i Borboni, Roosevelt e Churchill non avevano imparato nulla e non avevano dimenticato niente. Ambedue avevano davanti agli occhi l'esempio della pace abortita del1919, dalla quale era sorto Hitler e, seb-
(" ) "Parliamcntaty Debatcs". vol. 386, col. 1473. (SS) "The White House Papers. etc". Vol. II. pagg. 693-694. ( 10) .. Parliameotary Debates", 5• serie . vol. 400. col. 783-784. (") "America's 2nd Crusade", pag. 290.
LA GUERRA IN NORD AFRICA
495
bene sia gli esperti in guerra psicologica americani sia quelli britannici spingessero perchè venisse definito che cosa si intendeva per resa incondizionata, tutti i loro tentativi cozzarono contro la dura cocciutagine di Roosevelt. Quando il 16 marzo 1944 la commissione, istituita dai capi di stato maggiore per studiare le implicazioni dello slogan, raccomandò che gli alleati dichiarassero che mentre i' criminali di guerra sarebbero stati perseguiti non vi sarebbe stata ritorsione iodiscriminata contro il popolo tedesco, perchè la cooperazione della Germania sarebbe stata necessaria alla futura pace dell'Europa, la risposta di Rooosevelt dell 0 aprile fu« negativa, perchè non ammetteva compromessi » ( 58). Di tutti i giudizi che sono stati dati su questo mostruoso e grave slogan, il più importante è quello fatto da uno statista che aveva tutte le carte in regola per farlo. Nel suo libro « Politics Trials and Errors », lord Hankey scrive: « Fece diventare la guerra più crudele, rese inevitabile combattere fino alla fine , chiuse la porta ad ogni possibilità di offrire condizioni o di aprire negoziati , diede ai tedeschi e ai giapponesi il coraggio della disperazione, rafforzò la posizione di Hitler che si presentava quale unica speranza per la Germania, aiutò la propaganda di Goebbels e rese inevitabile lo sbarco in Normandia e la successiva avanzata cosparsa di distruzioni attraverso la Francia settentrionale, il Belgio, il Lussemburgo, l'Olanda e la Germania. Il protrarsi della guerra consentì a Stalin di occupare l'intera Europa orientale, dì stabilire la cortina di ferro e dì conseguire, in un sol colpo, buona parte dei suoi obiettivi contro il cosiddetto capitalismo, che comprendeva anche le socialdemocrazie. Disfacendosi di tutti i più competenti amministratori in Germania e in Giappone, questa politica rese impossibile , dopo la guerra, la stesura di un trattato di pace e ritardò la ripresa e la ricostruzione non solo io Germania e Giappone , ma ovunque. Può anche aver avvelenato le nostre future relazioni con i paesi che c'erano stati nemici. Non solo i paesi nemici, ma quasi tutti gli stati si erano dissanguati a causa di questa politica, che ci aveva lasciati tutti, ad eccezione degli Stati Uniti, impoveriti e in terribili ristrettezze. Inoltre, sfortunatamente, questa politica, così contraria allo spirito del Sermone sulla Montagna, non fece niente per rafforzare la posizione morale degli alleati » (S9). D giorno in cui fu presa questa decisione fatale, Rommel , che aveva cominciato a ritirarsi dalle posizioni di Marsa el Brega il 12 dicembre, abbandonò Tripoli e si diresse verso il Mareth, una posizione naturalmente
("') Vds . "Per-suade or Pcrish", di Carroll Wallace, pag. 320. (" ) Pubblicato nel 1950. pagg. 125·126. Dal 1906lord Hankey fu successivamente Segretario del Consiglio Privato. Segretario del Gabinetto e del Comitato di Difesa Imperiale, membro del Gabinetto di Guerra.
496
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
forte del Golfo di Gabes, dove, mentre Montgomery era impegnato a riattivare il porto di Tripoli, decise di attaccare il II corpo d'armata americano ad ovest di Faid, in modo da rendere sicure le sue retrovie. 1114 febbraio , irruppe attraverso gli americani , il20 occupò il passo di Kasserine ed avanzò su Thala e Tebessa per sconvolgere le linee di comunicazione della I• armata nemica. Il 23 fu arrestato dai rinforzi americani e britannici e costretto a ritirarsi. Quel giorno fu incaricato di assumere il comando di tutte le forze dell' Asse in Tunisia, che furono organizzate in due gruppi, la V• armata corazzata, a nord , comandata dal generale von Arnim e la P armata italiana a sud , composta dali'Afrika Korps e dai corpi d' armata XX e XXI e posta agli ordini del generale Messe. Quando Rommel tornò alle posizioni del Mareth, decise di attaccare l'VIII" armata di Montgomery a Medenine , prima che potesse ripianare completamente le perdite. Il 6 marzo , iniziò l'azione e fu costretto a ritirarsi. Tre giorni più tardi, lasciò temporaneamente il comando a von Arnim e si recò, passando per Roma , al comando O.K. W. in Russia per sottoporre ad Hitler i piani per riportare la sua armata in Europa. Fu un viaggio infruttuoso e, visto che era molto ammalato, fu invitato da Hitler a prendere una lunga licenza per malattia, prima di rientrare in Africa « per intraprendere l' azione contro Casablanca » ( 60). Il 30 marzo , Montgomery attaccò Messe a Mareth e - con una superba manovra che richiamava quella di Lee a Chancellorsville - aggirò il suo fianco destro, costringendolo a ripiegare sulle posizioni di Uadi Akarit. Qui, il 6 aprile, lo attaccò di nuovo , costringendolo ad un'ulteriore ritirata su Enfidaville. Il giorno successivo, nei pressi di Gafsa, una pattuglia americana si ricongiunse con una pattuglia della 4• divisione indiana; il10, l' VIII" armata entrò a Sfax; Sousse cadde il 12 e, il 13, fu ripreso nuovamente il contatto con le unità di Messe a Enfidaville. Terminava cosi l'inseguimento dell' VIII• armata, protrattosi per 1.800 miglia. Quando, il19 febbraio , il generale Alexander assunse il comando del XVIII gruppo di armate, i suoi due compiti principali prevedevano di conquistare spazio sufficiente in pianura, in modo da poter realizzare aeroporti da cui decollare per battere le linee di comunicazione nemiche con la Sicilia, e di distruggere, il più presto possibile, le forze dell'Asse conquistando Tunisi e Biserta che servissero come basi per l'invasione della Sicilia. Entro la metà di aprile, aveva assolto il primo dei due compiti e, per dimostrare cosa intendeva conseguire, il 18 aprile abbattè oltre 50 aerei di una grossa formazione tedesca che trasportava truppe (61 ) . Il secondo
(tO) Vds. "The Rommel Papers~, pag. 419. ( 61 ) "Despatches", di Alexander , pag. 878.
LA C UERRA IN NORD AFRJCA
497
compito rimaneva e costituiva un formidabile problema , non solo perchè tutte le forze nemiche in Africa erano concentrate in Tunisia, ma anche perchè la conformazione montana dell'area rendeva molto difficile la loro sconfitta. Si trattava di più di 200.000 uomini, l'equivalente di quattrodici divisioni, tre delle quali erano corazzate. La posizione che occupavano, a metà aprile, si estendeva verso ovest da Enfidaville a sud della stretta di Pont du Fahs, si sviluppava quindi verso nord, fino ad est di Medjez el Bab e si congiungeva, infine , con direzione nord-ovest attraverso la zona montana del .Kraumirie, con la costa, circa dodici miglia ad est di Tabarka. Per annientare queste forze , AJexander disponeva di sei corpi d'armata: X e XXX dell'VIII•, V e IX della I• armata, II americano e XIX francese , per un totale di 300.000 uomini (62 ) . Il piano di AJexander prevedeva di impegnare, a sud, il fianco sinistro del nemico con l'VIII• armata; di attaccare a nord il fianco destro con il II corpo d'armata USA, con il compito di conquistare Biserta; di sfondare il centro dello schieramento nemico, in corrispondenza della Medjerda, assicurandosi la strada per Tunisi . Contemporaneamente, il XIX corpo d'armata francese avrebbe effettuato uno sforzo sussidiario verso nord a Pont du Fahs. Quando lo schieramento nemico fosse stato diviso in due troncomdall'azione condotta al centro, il piano prevedeva di « far manovrare la maggior parte della I• armata verso sud e di sospingere il nemico isolato nella parte destra della penetrazione contro le posizioni saldamente tenute dall'VIII• armata », così da non consentire a von Arnim e Messe di farripiegare le loro forze nella penisola di Capo Bon , dove avrebbero potuto difendersi per lungo tempo (63). L' ll aprile, AJexander ordinò a Montgomery di rinforzare la I• armata con la l • divisione corazzata ed il giorno seguente decise di dare inizio il 22 aprile all'operazione , che doveva svilupparsi nel seguente modo: come movimento preparatorio , l'VIII• armata avrebbe attaccato e conquistato le posizioni di EnfidaviUe nella notte del19-20 aprile; il 22 aprile, la I• armata si sarebbe aperta la strada nella valle della Medjerda; a data da stabilirsi, il corpo d'armata francese avrebbe avanzato su Pont du Fahs; il 23 aprile, il ll corpo d'armata USA avrebbe attaccato lungo la strada Sidi Nsir, con obiettivo finale il passo di Chouigui. L'attacco dell'VIII• armata iniziò alle 21.30 del19 aprile ed Enfidavile fu conquistata ma, a nord, la resistenza nemica fu tale che, il21, Montgomery decise di rinunciare al suo sforzo principale e di concentrarsi sul forzamento del passo costiero. Quando si rese conto di quanto stava avve-
("') n generale Manel ("Our Annoured Forces". 1945, pag. 237) dice che Alexander a~reva 1400 carri e il suo avversario 120. (61) - oespatches". di Alexander. pag. 878.
498
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCC IDENTALE
nendo, von Amim, la notte successiva, arrestò l'avanzata della Ja armata con un violento contrattacco sferrato tra Medjez el Bab e Goubellat , ma non riuscì a raggiungere gli obiettivi che si era ripromesso e rese possibile la ripresa dell'azione da parte della I• annata nella mattinata del 22 aprile. Seguì , ancora una volta , un combattimento cruento, durante il quale von Arnim concentrò il grosso delle sue unità corazzate contro il nemico e non fu prima del 26 aprile, che la 78• divisione del V corpo d'armata ebbe ragione delle resistenze ed occupò Jebel el Ahmera (Longstop Hill) , posizione chiave della valle Medjerda. Nel frattempo, il 25, una ritirata delle unità tedesche da sud di Pont du Fahs consentì ai francesi di portarsi a distanza ottimale per agire contro quel passo. Mentre si combatteva la battaglia al centro, il li corpo d'armata USA effettuò un' avanzata importante sull'intera fronte dalla Medjerda alla costa e, il 30 aprile, la 34• divisione americana conquistò dopo aspri combattimenti la difesissima Jebel Tahent (Collina 609) a nord-est di Sidi Nsir, ·che aprì la strada per Mateur (64). Poicbè l'azione dell'VIU• armata s'era dimostrata un fallimento, Alexander pensò di incrementare la capacità operativa della I• armata e , il 30 aprile, ordinò a Montgomery di cederle la 7• divisione corazzata, la 4• divisione indiana e la 201" brigata Guardie, tutte unità della forza del deserto occidentale , che avevano vinto la battaglia di Sidi Barrani. Furono assegnate al IX corpo d'armata, con il quale Alexander intendeva sferrare il suo attacco decisivo alla strada Medjez-Massicault e quindi a Tunisi. Sulla sua destra, doveva essere sostenuta dalla l" divisione corazzata che agiva nella zona di Goubellat e , prima della sua entrata in azione, il V corpo d' armata , sulla sua sinistra , doveva occupare Jebel Bou Aoukaz per rendere sicuro il fianco. Dopo di ciò, la 46• divisione , a nord della Medjerda, e la l" e la 78• a sud (tutte e tre del V corpo d'armata) dovevano mantenere aperto il corridoio realizzato nelle posizioni nemiche dal IX corpo d'armata. Più ad est, per agganciare le forze nemiche , il XIX corpo d'armata francese doveva attaccare Jebel Zaghouan e l'VIII• armata doveva effettuare attacchi a breve raggio a nord di E nfidaville. Durante l'esecuzione di tutte queste azioni, il li corpo d'armata americano doveva continuare a muovere verso Biserta. L'attacco del IX corpo d'armata fu fissato per il 6 maggio: doveva essere sviluppato , su una fronte di tre chilometri , dalla 4• divisione britannica sulla destra e dalla 4• indiana a sinistra, seguite rispettivamente dalla 6• e 7• divisione corazzata. Le prime due dovevano muovere, sotto la protezione di un intenso fuoco di artiglieria integrato da quello degli aerei , fino ad una profondità di sei chilometri e realizzare un corridoio libero da
("') In " A Soldier's Story" (1951), pag. 87, il generale Ornar N. Bradley fornisce un interessante resoconto sul ruolo dei carri nel combattimento in montagna.
LA GUERRA IN NORD AFRICA
499
mine. Subito dopo, le due divisioni corazzate sarebbero passate in prima schiera per portarsi fino a dodici chilometri da Tunisi. Non dovevano effettuare rastrellamenti, nè dovevano tentare di attaccare il nemico sulla destra o sulla sinistra. Alexander sperava di impadronirsi di Tunisi prima che il nemico ne organizzasse la difesa. « Se questi ordini- scrive- possono essere seguiti alla lettera, sono convinto di impiegare la tecnica .della guerra lampo contro i suoi stessi ideatori e prevenire una Dunkerque africana » ( 65 ). Il pomeriggio del 5 maggio, dopo un violento combattimento, la l a divisione del V corpo d'armata travolse Jebel Bou Aoukaz e, alle 3.30, la 4• divisione britannica e la 4a indiana avanzarono, sostenute dal fuoco di 400 pezzi d 'artiglieria e dalle forze aeree tattiche (66) . La veemenza dell' attacco fu insostenibile per i difensori e, alle 11.30, le due divisioni raggiunsero i loro obiettivi. Immediatamente dopo, le divisioni raggiunsero i loro obiettivi. Immmediatamente dopo, le divisoni corazzate 6• e 7• mossero in avanti , travolsero i pochi carri della 15a divisione corazzata tedesca, irruppero attraverso lo schieramento controcarri nemico e, prima che cadesse la notte, occuparono Massicault. Nel frattempo, sotto la pressione continua del II corpo d'armata USA, il fronte nemico aveva subito una flessione con concavità al centro e, il 2 maggio, la ta divisione corazzata americana conquistò Mateur. Il 7 maggio , la 34• divisione del II corpo d' armata irruppe attraverso il passo Chouigui e prese contatto con l'ala sinistra della l" armata. Alle prime luci del 7 maggio, le divisioni corazzate 6• e 7• iniziarono il movimento da Massicault; alle 8.30 fu occupato il villaggio di St. Cyprien; alle 14.45, 1'11° Ussari ed ill0 Derbyshire Yeomanry entrarono in Tunisi. Subito dopo Biserta fu occupata dai carri del II corpo d'armata USA. Non appena la situazione fu sotto controllo, la 7• divisione corazzata ebbe l'ordine di portarsi, con direzione nord, a Protville, secondo quanto previsto dal piano, la 1a di attenersi alla stessa disposizione muovendo verso ovest da Mateur; col loro movimento intrappolarono i resti di tre divisioni tedesche, che si arresero il 9 maggio. Nello stesso tempo, per isolare le forze dell'Asse tra la l" e l'VIII" armata ed evitare che potessero rifugiarsi nella penisola di Capo Bon, la 6• divisione corazzata, seguita dalla 4•, imbocca la strada che da Tunisi portava alla penisola, mentre la l • procedeva sul suo fianco destro da Goubellat. Il primo ostacolo che incontrarono fu il passo di Hamman Lif, alla
(65) ··oespatches··, pag. 881. ("") Furono compiute 2.146 sortite. Vds. "Report of tbe Commanding Generai of the (U .S.) Army Air Forces" , 4 gennaio 1944, pagg. 43-44.
500
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
base del Golfo di Tunisi, difeso dalla divisione Hermann Goring e da alcuni cannoni da 88 mm .. La 6a divisione corazzata vi rimase inchiodata fino al mattino del 10 maggio , quando un nucleo di carri armati riuscì ad infiltrarsi lungo la battigia e ad aggirare e conquistare la posizione. Que llo che seguì è descritto magistralmente da Alan Moorehead: « Essi, senza incontrare eccessiva resistenza , s'incunearono fino ad H ammamet nelle dieci ore che seguirono. Travolsero aeroporti, officine , depositi di munizioni e carburanti e schieramenti di aritiglieria. Non si fermarono a prendere prigionieri , gli avvenimenti lo rendevano ormai superfluo. Se una cometa avesse percorso la strada, difficilmente sarebbe riuscita a suscitare la stessa impressione. I tedeschi erano ormai completamente frastornati . Ovunque guardassero scorgevano carri armati britannici ...... generali tedeschi smisero di dare ordini dal momento che ormai erano completamente tagliati fuori da coloro ai quali i loro ordini erano diretti e che diminuivano ogni ora di più ... .. In una situazione di dubbi e di paure , l'armata tedesca mise la coda tra le gambe e si affollò sulle strade di Capo Bon alla ricerca di barche. Quando sulle spiagge si resero conto, alla fine , che non c'era naviglio - né alcuna traccia di aerei - l'armata tedesca diventò una folla sbandata » (67). Alexander Clifford scrive: « Il cervello ed il centro nervoso dell'armata erano paralizzati e niente poteva più funzionare in modo coerente » 68 ( ). Era la ripetizine del crollo della Francia. 1112 e 13 maggio, il generale von Arnim ed il maresciallo Messe si arresero: 250.000, tra italiani e tedeschi, deposero le armi e solo 663 riuscirono a fuggire per mare. Alle 14.15 del 13, Alexander inviò il seguente messaggio a Churchill: « Signore , è mio dovere comunicare che la campagna in Tunisia è terminata. Ogni resistenza nemica è cessata. Siamo padroni delle coste del Nord Africa » ( 69'). Dopo due anni e mezzo di andirivieni nell'Africa del Nord , le battaglie decisive di El Alamein e Tunisi posero fine alla prima campagna vittoriosa alleata della guerra. Era stata stabilita una base dalla quale l' Italia poteva essere attaccata direttamente ed era stata perciò aperta la strada per il Centro Europa. Tutto ciò che rimaneva da fare all'America e alla Gran Bretagna era di sfruttare, con la massima rapidità, il successo e costringere l'Italia a uscire dalla guerra. Il primo passo per conseguire tale scopo fu l'invasione della Sicilia il IO luglio, che portò, il 24 luglio a Roma, al colpo di stato del Gran Consiglio del Fascismo, alla caduta di Mussolini e alla designazione, da parte
"The End of Africa'", (1943) pag. 201. "Three against Rommel" (1943) pag. 411. (~) "Despatcbesfl, pag. 884.
( 67)
( 68)
LA GUERRA IN NORD AFRICA
501
di re Vittorio Emanuele, del maresciallo Pietro Badoglio come capo del governo. Poichè ciò faceva presagire propositi di pace, gli alleati occide ntali avrebbero dovuto fare del loro meglio per assecondarli, ma furono bloccati dalla loro politica di resa incondizionata. In un discorso del 26 luglio, il presidente Roosevelt proclamò: « I nostri termini per l'Italia rimangono gli stessi di quelli per la Germania ed il Giappone: resa incondizionata. Noi non avremo nessuna collusione col fascismo in nessuna forma, modo o maniera. Non permetteremo che rimanga traccia del fascismo » (7°). Poichè negli Stati Uniti si ritenne che il governo Badoglio fosse fascista, il suo riconoscimento fu avversato in maniera esasperata. Nonostante la sua irrevocabile affermazione, lo stesso giorno il presidente telegrafò a Churchill: « È mia convinzione che dovremmo avvicinarci il più possibile alla resa incondizionata, seguita da un buon trattamento del popolo italiano )) (11). Questa interpretazione morbida del principio sembra sia dovuta all'intervento di Eisenhower e dei capi di stato maggiore, che mettevano in evidenza l'enorme vantaggio che poteva scaturire dall'avere un governo italiano, di qualunque colorazione politica, con l'autorità di approvare una resa immediata » (n). Ma tre giorni dopo Churchill telefonò al presidente che non toccava agli alleati rendere noti i termini di un armistizio al nemico. Toccava « al governo avversario chiedere formalmente l'armistizio sulla base dei principi della resa incondizionata » ( 73). Quest'ultima affermazione era un capolavoro di non senso perchè, secondo l'articolo 36 della Convenzione di Pace dell'Aia del1907, un armistizio è la sospensione delle operazioni militari decisa di comune accordo, che può essere stabilito secondo i termini in esso contenuti. Non è, quindi, una capitolazione. Seguì una violenta disputa su che cosa si dovesse intendere per « resa incondizionata ». 113 agosto, il marchese d ' Ayeta, inviato di Badoglio, arrivò a Lisbona per informare l'ambasciatore britannico che l'Italia tutta era desiderosa di pace e voleva cooperare con gli alleati. Tre giorni dopo, un altro inviato, il signor Berio, avvicinò il rappresentante britannico ad Algeri, con l'autorità di aprire le trattative per un armistizio negoziato. Eden, ministro degli esteri,inviò un messaggio a Churchill -che si trovava in mare diretto a Quebec-per chiedergli:« Non dovremmo rispondere che .... il governo Badoglio deve, come primo passo, notificare che l'Italia si arrende senza condizioni? E se accetta , non dovremmo informarla circa le modalità con le quali intendiamo cessare le ostilità contro l'lta-
("') ..The White House Papers, etc. ", Vol. n, pag. 738. (' 1) "The Second World War", di Churchill, (1952), Vol. V, pag. 51. ( 72) "The White House Papers, etc." , Vol. n pag. 739. (" ) "The Second World War", Vol. V, pag. 56.
502
LE BATIACUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
lia? » . A margine del foglio del messaggio, Churchill annotò in rosso: « Non perdete l'autobus » e rispose:« Voler insitere sulla resa incondizionata con nessuna prospettiva di pietà, nemmeno elargita come atto di grazia, non può portare a nessuna resa » (74 ). È un peccato che non vi avesse pensato quando era a Casablanca. Così la disputa continuò; inviati andarono su e giù tra Roma e Lisbona-Madrid, finchè alla fine, il 2 settembre, in un oliveto presso Siracusa , quelli che dovevano diventare noti come i « termini dell'armistizio » o io altre parole « i termini della resa militare » furono firmati , per l' Italia, dal generale Castellano e dal generale BedeU Srnith , capo di stato maggiore di Eisenhower, per gli alleati . Infine, il 5 settembre, Churchill informò Stalin di questo trionfo politico; che la punta dello stivale italiano era stata invasa il 3 settembre e che lo scopo dominante rimaneva quello di « uccidere i tedeschi e far sì che gli italiani uccidessero i tedeschi nella quantità maggiore possibile » (15). Sfortunatamente per gli alleati, la disputa aveva fornito ad Hitler più di quattro settimane per inviare rinforzi in Italia. r primi risultati della resa incondizionata furono che le vittorie di El Alamein e Tunisi venero cancellate e che i risultati positivi che dovevano scaturire da quelle battaglie decisive si trasformarono per gli alleati nella campagna più svantaggiosa di tutta la guerra. I vantaggi immediati , tuttavia , non possono essere sottaciuti, perchè la conquista del Nord Africa aveva riaperto il Mediterraneo, aveva reso disponibili tonnellate di naviglio, aveva raddoppiato l'area dell'Europa occupata che poteva essere minacciata, aveva incrementato enormemente il « fronte passivo »di Hitler, aveva sottoposto a prova pratica le operazioni anfibie di grande portata; inoltre, aveva reso meno spigolosi i rapporti di cooperazione tra americani e britannici e aveva amalgamato le loro unità combattenti.
("') lbid., Vol. V, pag. 91. (") lbid., Vol. V, pag. 99.
CAPITOLO XTV
Le origini della campagna di Stalingrado.
l. Quadro storico La situazione che Hitler doveva affrontare nella primavera del 1942 era molto diversa da quelle dei nove mesi precedenti. Allora il suo prestigio era all'apice: le sue armate erano entrate vitoriosamente nella Russia, l' Inghilterra era isolata e l'America, per quanto truculenta, era ancora nominalmente neutrale. Ora doveva fronteggiare una guerra su due fronti, la cosa che aveva temuto di più. Per uscire da questa situazione pericolosa, avrebbe dovuto rendersi conto che, poichè per la sua politica sbagliata si era ritrovato contro tutta la popolazione russa e non poteva più sperare di conquistare la Russia con una rivoluzione interna, gli rimanevano due sole alternative: o distruggere la potenza militare russa o renderla inoffensiva prima che americani e britannici potessero sviluppare tutta la loro potenza. Aveva già provato a perseguire la prima, ma aveva fallito. I russi disponevano di un vasto territorio per ritirarsi, cosa che comportava un progressivo decadimento delle linee di comunicazione tedesche attraverso un territorio ostile, e non c'era motivo per ritenere che, nel1942, si potessero conseguire successi maggiori di quelli dell'anno precedente. Ad Hitler rimaneva perciò soltanto la seconda alternativa. Che cosa richiedeva? Innanzitutto l'occupazione di Mosca, per paralizzare le comunicazioni russe; in secondo luogo, l'occupazione di Vologda per bloccare i rifornimenti ameri~n i da Arcangelo; in terza istanza, l'occupazione di Kirov, Kazan, ùlanovsk, Kuibishev e Saratov per isolare le armate russe ad ovest degli Urali dalle risorse della Russia asiatica. In breve , doveva stabilire una linea difensiva lungo l'alto e medio Volga , come previsto nella Direttiva nr. 21 del18 dicembre 1940. Se ciò poteva essere fatto entro il1942, allora si sarebbe creata una situazione ad est , per cui la capacità operativa della Russia sarebbe diminuita al punto che, prima che Gran Bretagna ed
504
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
America potessero scendere in campo in forze, sarebbe stato possibile lasciare un minimo di forze in Russia e concentrare il massimo sforzo ad occidente. Ma Hitler non attuò questa politica. Adottò una linea d'azione che prevedeva, innanzitutto, di rafforzare il suo potenziale militare con la conquista dei campi petroliferi russi e , in secondo luogo, faceva affidamento sulla sempre maggiore debolezza del nemico, a causa delle perdite subite. Il piano adottato fu elaborato da Hitler in persona perchè, fin dalla mancata occupazione di Mosca, egli raramente si consultava con il suo stato maggiore. Sopravvalutò la capacità delle sue armate così come sottovalutò quella del nemico e , quando gli fu presentato uno studio nel quale si sosteneva che Stalin era ancora in grado di schierare 1.500.000 uomini a nord di Stalingrado oltre ai 500.000 nel Caucaso, secondo Halder, egli si scagliò contro l'ufficiale che stava leggendo il documento con i pugni chiusi e con la bava agli angoli della bocca e gli vietò di continuare a leggere un tal mucchio di idiozie. Halder annota: « Le sue decisioni non avevano più nulla in comune con i principi della strategia, .... come era avvenuto per il passato. Erano il prodotto di una natura violenta,che seguiva gli impulsi del momento , una natura che non ammetteva limiti alla possibilità e che tramutò il desiderio in padre dell'azione ». Fu influenzato enormemente in ciò dagli industriali e dai suoi esperti, che costantemente gli ricordavano che se non fossero stati conquistati i campi petroliferi del Caucaso il suo Reich sarebbe crollato. Accettò senza difficoltà il suggerimento come oro colato e decise che l'occupazione dei campi petroliferi diventassero l'obiettivo della campagna del 1942. Fu persuaso così facilmente perchè, fin dall'inizio della guerra, la scarsità di carburanti era stata il suo incubo. Nel1941 , i consumi erano stati di 8.929.000 tonnellate ed era stato possibile continuare la guerra utilizzando 1.400.000 tonnellate tratte dalle scorte, che, escluse le necessità della marina, erano scese, alla fine del 1941, al limite di 797.000 tonnellate: approssimativamente l'esigenza di un mese. Nel 1941, i campi petroliferi rumeni avevano fornito 5.500.000 tonnellate, metà delle quali destinate alla Romania ed al suo esercito, e la produzione di carburanti sintetici era stata più o meno la stessa. Insieme, non erano sufficienti per le esigenze di una campagna su due fronti: la disponibilità del carburante necessario era, in verità, un problema vitale. Tuttavia rimaneva il fatto che le guerre si basano sulla strategia e, sebbene questa abbia una componente economica - viveri, carbone, petrolio, ferro- la sicurezza in questo campo non può compensare la mancanza di buon senso militare. Hitler avrebbe dovuto pensarci prima di avventurarsi in una guerra ma, una volta attraversato il Rubicone, v'erano scarse possibilità di vincerla, se la strategia veniva subordinata all'economia. Secondo Goebbels, che il 20 marzo 1942 discusse la situazione con Hitler, questi aveva« una visione perfettamente
LE ORIGINI DELLA CAMPAGNA DI STALINGRADO
505
chiara per la prossima primavera ed estate. Non vuole- scrive- prolungare la guerra più del necessario. Se questi scopi sono raggiunti, egli è deciso , in ogni circostanza, a porre fine alla campagna all'inizio del prossimo ottobre e ad acquartierarsi per l'inverno. Intende , possibilmente, realizzare una gigantesca linea difensiva e lasciare la campagna ad oriente qualunque sia il risultato acquisito ». Goebbels commenta: « Probabilemente ciò potrebbe significare una guerra di un centinaio d'anni nell'est, ma la cosa non ci preoccupa ». Ad eccezione di una pressione locale da effettuare contro Leningrado, Hitler decise di assumere atteggiamento difensivo sull'intero fronte e, qualunque cosa abbia potuto dire al dottor Goebbels , non aveva intenzione di conquistare Mosca. li suo obiettivo era di occupare il Caucaso fino all'allineamento Batum-Baku e, per mascherare tale operazione, stabilire una linea difensiva lungo il Don , da Voranezh a Stalingrado. Per portare a termine quest'azione, decise di sfondare iJ fronte russo tra Taganrog e Kursk. Il piano era completamente sbagliato. Non solo le truppe a disposizione - soprattutto quelle tedesche - erano insufficienti per effettuare simultaneamente ambedue le operazioni, ma il prevedere di diluire le forze di copertura su una distanza di oltre 360 miglia significava offrire un enorme fianco esposto ai contrattacchi russi. Se questi avessero sfondato questo punto vulnerabile ed occupato Rostov, tutte le forze tedesche nel Caucaso sarebbero rimaste isolate dalle basi di rifornimento. Sembrerebbe che, quando prese queste decisioni, Hitler non si sia per niente informato sulle linee ferroviarie russe che portavano nella zona di Voronezh-Stalingrado, di cui Saratov costituiva il centro strategico. Saratov era collegata per ferrovia a Mosca, per ferrovia e per fiume alla regione industriale degli Urali, con la ferrovia ad est del Volga ad Astrakhan e per ferrovia a Chkalov sul fiume Ural, in prossimità del quale correva un oleodotto fino ai campo petroliferi del Caspio. Truppe, munizioni, carburante e rifornimenti vari potevano pertanto essere fatti affluire nella zona di Saratov da Mosca, Arcangelo, Siberia, Kazakh , Caucaso e Persia. Inoltre, gli allacciamenti ferroviari laterali TuJa-Penza-Syzran, MichurinskTambov-Saratov.,. Tambov-Balashov-Kamishin e Vçronezh-Rojestvenskoe-Stalingrado, messi in sistema con gli assi longitudinali Mosca-Voronezh e Gorki-Penza-Balashov, assicuravano all'area a nord del Don ampie possibilità per il concentramento di truppe e rifornimenti. A sud di Stalingraqo, Astrakhan aveva un ruolo simile, anche se subordinato. Attraverso Saratov era collegata, a mezzo ferrovia, all'intera Russia non occupata, e attraverso il Caspio, aUa Persia e quindi al resto del mondo. Per questo il Mar·e Caspio, nel sud, ricopriva Io stesso ruolo che, nel nord, era del Mar Bianco. Stalingrado aveva scarsa importanza strategica: era troppo distante per fornire concorso alle forze operanti nel
506
LE BATIACUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Caucaso e per sbarrare il Volga in modo più efficace di quanto potesse Saratov. In ogni caso il Volga era bloccato dal ghiacC'·o per cinque-sei mesi all'anno. Nella primavera del 1942, Hitler disponeva di 232 divisioni, delle quali 171 erano tedesche e 61 dei paesi satelliti . Le prime comprendevano 134 di fanteria, 24 corazzate e 13 motorizzate ; le seconde 22 rumene, 10 italiane, 10 ungheresi , 17 finlandesi , una spagnola ed una slovacca e, tra queste , quattro erano corazzate. Sebbene fosse un esercito numericamente superiore a quello del1941 , era più debole. Le divisioni dei paesi satelliti erano armate ed equipaggiate nei modi più diversi -secondo Antonescu, le rumene erano quasi inefficienti- e la consistenza delle divisioni di fanteria tedesca era stata ridotta da nove a sei battaglioni e solo dieci delle 20 divisioni corazzate erano state portate al massimo dei livelli organici, perchè era stata data priorità alla costruzione dei sottomarini. Per le gravissime perdite subite nel1941 , l'Armata Rossa del1942 era composta largamente di asiatici, le forti popolazioni unne de n'Asia centrale che nei secoli passati avevano seguito Attila e Gengis Khan. Sebbene di scarsa intelligenza e quasi analfabeti, possedevano immensa naturale tenacia e resistenza. Non solo si rifornivano attingendo alle risorse delle regioni nelle quali operavano , ma ripianavano , nello stesso modo, anche le perdite del personale: tutti gli uomini abili che incontravano sulla loro strada venivano arruolati ed immessi direttamente nelle unità combattenti . Il feldmaresciallo von Manstein dice che la spinta offensiva dell'Armata Rossa era identica a quella dell'esercito rivoluzionario della Francia, una combinazione di fanatismo e di terrore ed il generale D ittmar sostiene che la principale risorsa russa fu la totale indifferenza delle tmppe, dovuta a qualcosa di più del fatalismo. Secondo il feldmaresciallo von Ruodstedt, nessuno dei generali russi del 1941 era preparato ma , entro la primavera del 1942, la guerra aveva fatto mettere da parte quel ciarpame e non pochi dei comandanti di alto grado erano efficienti quanto quelli tedeschi , in particolare il maresciallo Zhukov, che nel 1921-1923 aveva studiato strategia sotto il generale von Seeckt in Germania. Tuttavia, per compensare il basso livello intellettivo della massa delle truppe, i piani tattici e le operazioni dovevano essere semplici e rigidi e , di conseguenza, facili da intuire. Secondo Manstein, l'esercito sovietico era molto più idoneo all'azione offensiva che non a quella in ritirata . Il gran numero di unità che poteva essere messo in campo permetteva di attaccare contemporaneamente in molte parti del fronte ; ondate dopo ondate, la fanteria avanzava fino a che trovava un punto debole dove, poi, venivano inserite le unità corazzate per realizzare lo sfondamento. Nel 1942, le formazioni corazzate russe erano costituite da soldaticontadini ed il carro armato russo T 34, semplicissimo nella concezione ,
LE ORIGINI DELLA CAMPAGNA DI STALINGRADO
507
era superiore a qualsiasi carro tedesco fino a quando non entrarono in servizio i Pantera e i Tigre nel1943. La cavalleria era ancora impiegata su larga scala e si dimostrava particolarmente efficace durante il disgelo primaverile. I mezzi di trasporto non erano tenuti nella dovuta considerazione e, secondo il generale Geyr von Schweppenburg, se non fosse stato per le migliaia di autocarri della legge Affitti e Prestiti che, nel 1942, cominciarono ad arrivare dall'America, le armate russe non sarebbero sopravvissute alla campagna del 1942. Contro tale convinzione devono essere tenute presenti, comunque, le affermazioni di un considerevole numero di generali tedeschi, rilasciate dopo la guerra al capitano Liddell Hart, nelle quali sostenevano che il più grande vantaggio russo era dipeso dalla capacità di operare senza disporre di una regolare catena di rifornimenti. Il generale von ManteuffeU sentenziò: « L'avanzata dell 'Armata Rossa è qualcosa che gli occidentali non possono immaginare. Dietro i carri armati avanza una enorme orda, per la maggior parte a cavallo. Il soldato porta una specie di zaino sulla schiena contenente croste di pane e vegetali procurati durante il movimento attraverso i villaggi e le campagne. I cavalli mangiano la paglia dai tetti delle case e non trovano molto di più . I russi sono abituati a sopravvivere, in questo modo primitivo, fino a tre settimane. Non si possono fermare, come avviene con un esercito regolare , tagliando le loro linee di comunicazioni , perchè difficilmente esiste qualche colonna di rifornimenti da attaccare » (1). Sebbene Halder fosse ancora capo di stato maggiore, il piano per la campagna del1942 fu elaborato interamente da Hitler che, in aprile, rimaneggiò nuovamente il dispositivo: fu disciolto il gruppo di armate Sud , che diede vita ai gruppi di armate A e B. Il primo, comandato dal feldmaresciallo List, era composto dalla l" armata corazzata (generale von Kleist) e dalla XVII• armata (generale Ruoff) , ed era sostenuto dalla IV• flotta aerea; aveva il compito di conquistare il Caucaso. Il secondo, con il compito di proteggere il fianco del gruppo di armate A mediante l'occupazione dell'area di Stalingrado, era affidato al feldmaresciallo von Bock e comprendeva la n• armata (generale von Wlichs), la IV• armata corazzata (generale Hort) e la Vl8 armata (generale von Paulus) ed era sostenuto dalla Luftwaffe del Don. Dietro questi due gruppi di armate, in seconda schiera, erano dislocate la lP armata ungherese, l'VIII" italiana e la III• rumena, nonchè - in Crimea - l' XP armata di von Manstein, che comprendeva la IV• armata rumena. In tutto 60 divisioni tedesche, di cui dieci corazzate e sei motorizzate e 43 divisioni alleate. L'operazione combinata dei due gruppi di armate, denominata in codice « Blau » doveva essere condotta nel seguente modo: « Da sud di
(') Ciò non era vero per le formazioni corazzate e motorizzate.
508
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Kursk, la IV• armata corazzata doveva avanzare su Voronesh , ma non occuparla. Seguita dalla VI•, doveva quindi dirigersi a sud-ovest e muovere lungo la riva destra del Don verso Stalingrado; quando tale movimento fosse iniziato, le armate II• tedesca, Il" ungherese, VIII• italiana e III• rumena, dovevano assumere il controllo e la difesa del fiume fino ad ovest di Stalingrado. In seguito, la IV• armatta rumena doveva difendere il settore a sud di Stalingrado. Avvalendosi di tale manovra , il gruppo di armate A doveva avanzare, partendo da Taganrog-Izyum , in direzione di Rostov sul basso Don; la I• armata corazzata doveva aprire la strada alla xvm• armata, che avrebbe iniziato l'azione offensiva non appena la l' avesse superato il Don; all'azione avrebbe partecipato anche la Xl" armata, una volta conquistata la Crimea ». È opportuno, a questo punto, illustrare brevemente il metodo che Hitler usava per impartire ordini, perchè esso portò ad una incredibile confusione. Ogni sera , ai comandi delle armate venivano comunicate le posizioni approssimative raggiunte dalle unità; tali elementi venivano quindi trasmessi al comando supremo e presentati ad Hitler il mattino successivo, quando venivano emanati gli ordini per la giornata. Poichè questi raggiungevano le unità suJia linea di contatto non prima del tardo pomeriggio , quando le posizioni molto spesso erano già cambiate, si rivelavano, di conseguenza , non più validi. Quando non venivano eseguiti, diventavano fronte di violenti alterchi. Paragonato al sistema napoleonico, quello di Hitler era estremamente dilettantesco (2). L'8 maggio 1942, Manstein riprese la campagna in Crimea con l'Xl• armata, che era composta di sette divisioni tedesche e sei rumene: furono sfondate le difese intorno a Kerch, che fu occupata il 15. Le perdite dei russi furono incredibili, perchè Manstein catturò 150.000 prigionieri, 1.133 pezzi d'artiglieria e 255 carri armati. ll 2 giugno cinse d'assedio Costantinopoli e, dopo un mese di aspri combattimenti, la città si arrese insieme con 100.000 russi. Nel frattempo , il maresciallo Timoshenko aveva sferrato una violenta offensiva a nord-est e sud-est di Kharkov i112 maggio. Sfondò le difese tedesche, attaccò Krasnograd ed esaurì quindi la capacità operativa. Il 17 maggio fu contrattaccato dalla I• armata corazzata di KJeist, sostenuta dalle armate XVII• e VI", e fu respinto. Non fu in grado di far ripiegare le sue unità intorno a Izyum , che furono circondate il 26 maggio. Il giorno seguente, furono costrette a capitolare. Questo attacco non riuscito, che non intaccò le posizioni tedesche, costò a Timoshenko 240.000 prigionieri, 2.026 cannoni e 1.249 carri armati. In azioni successive, in giugno, intorno a Volchansk, Izyum e Kupyansk i tedeschi catturarono altri 38.000 russi (3).
(l) Vds. Vol. Il , cap. Xlii .
(') Tune queste cifre sono di fonte tedesca e potrebbero quindi essere esagerate.
LE ORIGINI DELLA CAMPAGNA DI STAUNGRAOO
509
Hitler, comprensibilmente, gioì per tali risultati, che Io convinsero di essere nel giusto, a fronte dei suoi generali che, secondo lui, continuavano a sbagliare: non c'era più nulla da temere dai russi ed entro ottobre l'operazione« Blau »avrebbe portato alla fine vittoriosa della guerra nell'est.
2. La battaglia di Stalingrado, 1942-1943 Il 28 giugno 1942, la campagna di Stalingrado ebbe inizio con un' improvvisa avanzata della Il" armata e della IV• armata corazzata del gruppo di armate B dalla zona di Kursk verso est, in direzione di Voronezh. Colse di sorpresa i russi che, a causa della mancanza di strade ad est della linea Kursk-Izyum, non si aspettavano un'azione di vasta portata in quell'area e pertanto difendevano la linea del fiume Oskopl con uno schieramento molto sottile, che in alcuni punti si riduceva a piccoli avamposti. II 30 giugno, la VI" armata mosse verso est partendo da Bielgorod-Volchansk e l'avanzata di tutte e tre le armate fu così rapida che ad Hitler sembrò che la resistenza russa fosse alla fine. Il 3 luglio , le avanguardie della na armata e della IV• armata corazzata si avvicinarono a Voronezh e quelle della VI", che nel frattempo aveva superato l'Oskol, spingevano per raggiungere Korotoyak sul Don. ll5 luglio fu raggiunta Voronezh, dove ebbe luogo il primo cruento combattimento; ma Hitler , poichè non intendeva conquistare la città, ordinò alla IV• armata corazzata di puntare, non appena sostituita dalla Il" armata, a sud lungo il Don, mentre la VI' armata si dirigeva a sudest su Rossosh. Erano appena cominciate tali operazioni quando, il 9 luglio, partendo dalla zona tra lzyum e Kupyansk , la ra armata corazzata si mosse lungo la riva settentrionale del Donetz, conquistò Lisiachiansk e il 10, quando era in prossimità di Millerovo , la IV• armata corazzata occupò Kantemirovka. Lo scopo di queste azioni era di cadere sulle retrovie russe (4) nella zona di Rostov e, nello stesso tempo, di proteggere l'avanzata della Ja armata corazzata da nord ed est. Poiché un tentativo di entrare aVoronezh causò un ritardo che irritò Hitler, ill31uglio il feldmaresciallo von Bock fu sollevato dal comando e sostituito dal generale von Weichs; il comando della lP armata fu affidato al generale von Salmuth. D generale Halder così descrive la situazione del 161uglio: « Da nord di Kamieosk fino a Millerovo si sviluppano numerosi e confusi combattimenti, nei quali elementi nemici, accerchiati dalla I• armata corazzata ad est e dalla IV• armata corazzata a nord, stanno tentando di sfuggire alla trappola, in piccoli gruppi e in tutte le direzioni. Contemporaneamente,
(') "The Halder Diaries», 11 luglio 1942, Vol. VII, p<>g. 347.
510
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ad est di questa massa isolata, la « Grossdeutschland » e la 24• divisione corazzata stanno dirigendo, a tutta velocità , verso il Don senza incontrare seria resistenza nemica » ( 5). I russi abbandonarono Voroshilovgrad il171uglio e si ritirarono verso sud-est, inseguiti accanitamente dalla XVII• armata, che era avanzata da nord di Taganrog. Lo stesso giorno, la l" armata corazzata superò il Donetz a Kamiensk e più a settentrione, ad ovest del Donetz, la IV• armata corazzata mosse discendendo il Don, con la VI• armata sul fianco occidentale: nessuna delle due incontrò resistenza. Fu il 17 che Hitler prese un provvedimento che portò alla rovina della campagna. Temendo che la I• corazzata di von Kleist non fosse abbastanza forte per forzare i passaggi sul basso Don , ordinò ad Hoth di spostare il grosso della sua IV• armata corazzata in suo aiuto. In tal modo, la VI• armata si sarebbe trovata da sola a continuare l'avanzata su Stalingrado. Halder si oppose con vigore a tale cambiamento (6). Ma Hitler non volle ascoltare. Tuttavia avrebbe dovuto rendersi conto chiaramente che , se fosse stato mantenuto il ritmo della progressione, Stalingrado sarebba caduta prima che ne fosse stata organizzata la difesa, e che la spinta offensiva della VI" armata dipendeva soprattutto dai risultati conseguiti dalla IV• armata corazzata. Così, ancora una volta per un massiccio spostamento di unità , Hitler fece fallire l'intera campagna. Come si è già visto, nel 1941 non riuscì a conquistare Mosca perchè aveva dirottato le forze corazzate di Guderian verso Kiev. Questa volta, non conseguì la cattura di Staliogrado, soprattutto perchè modificò la direttrice d'attacco di Hoth dal medio al basso Don. La battaglia per i passaggi sul Don fu caratterizzata da estremo vigore e, il 19 luglio, le avanguardie della JV• armata corazzata conquistarono una testa di ponte a Tsymlanskaya . Due giorni dopo, la I• armata corazzata di Kleist piombò su Rostov da nord e, secondo Halder, travolse « un nemico completamente demoralizzato » ( 7). Jl221uglio , le difese più interne di Rostov crollarono e la XVll" armata superò il Don in quattro punti. La VI• armata aveva continuato la sua avanzata verso Stalingrado e, il 24 luglio, raggiunse la riva del Don ad ovest della città. 11 23 luglio, la confusione causata dalle due armate corazzate nella zona di Rostv, indusse Hitler ad indire una riunione durante la quale, con una scenata violenta, addossò interamente la colpa di quanto stava accadendo allo stato maggiore generale. Halder annotò nel suo diario: « La situazione sta diventando sempre più intollerabile . Non c'è modo di lavorare seriamente. Questa cosiddetta direzione della guerra è caratterizzata da
(') ..The Halder Diaries", 16 luglio 1942, Vol. VII, pag. 352. (6) lbid., 23 luglio 1942. Vol. VII , pag. 358. (7) lbid .. 21 luglio 1942, Vol. Vll, pag. 356.
LE ORIGINI DELLA CAMPAGNA DI STALJNGRADO
Fig. 36: La Campagna di Stalingrado, 1942-1943
511
512
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
reazioni patologiche alle impressioni del momento e da totale mancanza di conoscenza di cosa significhi organizzazione del comando e sue relative possibilità (ad es., Hitler è incapace di comprendere che le sue continue interferenze stanno provocando un totale disordine) » ( 8). Nonostante le intromissioni di Hitler, i russi avevano dimostrato una tale incapacità di opporsi all'avanzata tedesca che la campagna si era rivelata un successo senza merito. La situazione sovietica era così critica che il Cremlino, mediante i suoi agenti America e Gran Bretagna, lanciò una serrata campagna propagandistica , perchè venissse aperto immediatamente un secondo fronte in occidente (9). Ciò portò al mancato sbarco britannico a Dieppe che, tuttavia, spinse Hitler ad ordinare a due delle sue migliori divisioni di spostarsi in occidente (10). Obbligati ad abbandonare il basso Don , i russi ripiegarono sul fiume Manich , da dove furono costretti alla ritirata dalla l" armata corazzata di von Kleist, che il 27 luglio cominciò il movimento su ampia fronte verso il Mar Nero, articolata su tre colonne: una puntò su Voroshilovsk , una su Maikop e l'altra , nel mezzo, su Armavir. Alla fine di luglio , la situazione era la seguente: a nord, la VI• armata, per la mancanza di carburante e munizioni ( 11 ) e per la scarsa disponibilità di unità corazzate dovuta al dirottamento della TV• armata corazzata, fu arrestata sul Don dopo violenti combattimenti, immediatamente ad ovest di Kalach; la IV• armata corazzata aveva raggiunto Proletarskaya sulla ferrovia Novorossisk-Stalingrado; a sud, la I• armata corazzata era avanzata fino all'allineamento Maikop-VoroshiJovsk , mentre la XVII• armata e la IV• armata rumena, dopo aver messo il nemico in rotta ( 12), erano in movimento dalla Crimea verso Novorossisk e Tuapse. Il 30 luglio, Hitler prese nuovamente una decisione fatale, quando fece dire da Jodl ai suoi generali in riunione: « ..... il destino del Caucaso si deciderà a Stalingrado; in vista dell'importanza della battaglia , sarà necessario dirottare forze dal gruppo di armate A al gruppo di armate B .... la I• armata corazzata deve, immediatamente, dirigersi a sud e sud:est per tagliare la strada al nemico che è sospinto verso il Don dalla XVII• armata, prima che raggiunga il Caucaso ». H alder scrive: « Questo è il provvedi-
( 1) lbid., 23 luglio 1942, Vol. VII. pag. 358. (') Vds. " Hitler's Defeat in Russia" del generale W. Anders (1953), pag. 105. ( 1") Vds. M The Other Side of the Hill", a cura di B.H. Liddell Hart (1951}, pag. 313. 11 ( ) Halder registra, il25 luglio (Vol. VII , pag. 360} « Mancanza di carburante e munizioni " e, il 291uglio (Vol. VII, pag. 362) « ...il rifornimento di carburante alla VJ• armata non funziona . lnsoppor· tabili tirate riguardo agli errori degli altri, che non sono altro che ordini di lui (Hitler)- correttamente eseguiti - per l'ammucchiata di forze corazzate nell'area di Rostov •. ( 12) lbid. 30 luglio 1942, Vol. VII, pag. 363.
LE ORIGINI DELLA CAMPAGNA DI STALINGRADO
513
mento più insensato mai preso. Il nemico sta fuggendo a tutta velocità e sarà sui rilievi meridionali del Caucaso molto prima delle nostre unità corazzate e così stiamo per realizzare un'altra inutile congestione di forze davanti al fronte nemico » ( 13). Per ottemperare alla prima di dette disposizioni , il 1° agosto l'armata corazzata di Hoth fu restituita al gruppo di armate B ( 14) con l'ordine di muovere verso nord-est lungo la ferrovia Novorossisk-Stalingrado. Incontrò inizialmente scarse resistenze e la sua avanzata fu rapida; il 3 agosto occupò Kotelnikovo, ma da quel momento fu oggetto di tale contrasto che, il 9 agosto, fu costretta alla difensiva e , di conseguenza, dovette abbandonare l'idea di occupare Stalingrado da sola. Mentre Horth era cosi impegnato, la VI• armata riprese l'offensiva e , nonostante una forte resistenza , conquistò un passaggio sul Don , cacciò i russi da Kalach e si organizzò per il balzo finale verso Stalingrado. n 23 agosto , raggiunse il Volga a nord della città e ne occupò la periferia settentrionale. Subito dopo, conquistò la zona tra il Don ed il Volga - da Kachalinskaya a Dubovka - e , il 2 settembre, stabili il suo contatto con Hoth a Kotelnikovo. 1112 settembre il suo comandante, generale von Paulus, ricevette l'ordine da Hitler di prendere d'attacco la città il 15. A sud, il gruppo di armate A avanzò, incontrando scarsa opposizione, a tutta velocità: la XVII• armata su Krasnodar e Novorossisk , e la I• armata corazzata su Voroshilovsk e Maikop. Il 3 agosto, furono occupate Armavir e Voroshilovsk e, il 9, quando la XVII• armata conquistò Krasnodar, la I• armata corazzata raggiunse i campi petroliferi di Maikop e , il giorno seguente, le sue unità schierate ad est s'impadronirono di Piatigorsk. Secondo il colonnello Léderrey, che si rifà al« Journal »di Krilov, la rapida avanzata di Kleist fu dovuta in parte all'ammutinamento della divisione cosacca del Kuban del generale Lvov. In seguito, 15.000 dei suoi componenti, tra ufficiali e soldati , furono mandati ad Astrakhan, dove un uomo su tre fu fucilato ( 15). Il 22 agosto, uomini di Kleist piantarono la bandiera con la svastica sulla cima .del Monte Elbrus (18.526 piedi) ( 16). Il 25 fu conquistata Mosdok sul. fiume Terek. Il 6 settembre Novorossisk, ultima base navale sul Mar Nero, si arrese alla XVII• armata. Nonostante questi risultati, dalla metà dj agosto, la capacità offensiva e la spinta del gruppo di armate A erano rapidamente diminuite e , il 9 settembre, Keitel informò Halder che Hitler aveva deciso di rimuovere dall'incarico il feld
(Il) lbid .. 3 luglio 1942, Vol. VII , pag. 363.
(") lbid., l agOSIO 1942, Vol . Vll , pag. 365. (") • la défaile allemande à l'esi ,., (1951), pag. 94. (' 6) "The Halder Diaries", 22 agosto 1942, Vol. VII, pag. 380. Circa 5650 metri s.l.m.
514
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
maresciallo List {11), che fu rimpiazzato dal generale von Kleist, ed al comando della la armata corazzata subentrò il generale Eberhard von Mackensen. Questi cambi non risolvettero, in alcun modo, il problema, perchè la causa della perdita di velocità operativa era dovuta a mancanza di carburante. « Il grosso dei rifornimenti - sostiene von Kleist - arrivava per ferrovia attraverso la strozzatura di Rostov, poichè la rotta del Mar Nero non era considerata sicura. Una certa quantità di carburante giungeva per via aerea, ma il totale che affluiva era insufficiente ad assicurare lo svolgimento delle attività previste per l'avanzata, che si arenò proprio quando le nostre possibilità erano migliori ..... Ma questa non fu l'unica causa del fallimento. Noi avremmo ancora potuto raggiungere i nostri obiettivi, se le mie forze non mi fossero state sottratte , unità dopo unità, per concorrere all'attacco di Stalingrado. Oltre ad una parte delle mie unità motorizzate, dovetti cedere tutti i reparti controaerei e le forze aeree, ad eccezione di quelle da ricognizione » (' 8). « Altri generali - scrive Liddell Hart- confermarono la testimonianza di Kleist sulle cause del fallimento e specialmente la mancanza di carburante: le divisioni corazzate furono talvolta costrette a rimanere ferme per settimane in attesa di rifornimenti. Per l'insufficienza dei carburanti, anche i mezzi di trasporto si fermarono e la benzina arrivò a dorso di cammello .... » ( 19). ll 12 settembre, quando Stalingrado sembrava dovesse cedere , l'avanzata nel Caucaso fu arrestata sull'allineamento Tuapse-Elbrus-Ordzhonikidze-Mosdok-Elista; (20); il fronte tedesco nel sud, che si sviluppava da Kursk e Voronezh , attraverso Stalingrado, Melista ed Elbrus fino a Tuapse, era lungo più di 1.250 miglia. Aggiungendole alle 800 tra Kursk e Leningrado, il fronte tedesco in Russia era ben oltre le 2.000 miglia. Quando si pensa alle forze e alle risorse a disposizione di Hitler, alla lunghezza delle linee di comunicazioni e alla formidabile guerriglia russa attuata nelle retrovie, risulta evidente, più di ogni altra cosa, l'inettitudine di Hitler a confrontarsi con problemi strategici. Nel 1942, Stalingrado era una lunga e stretta città industriale di circa 500.000 abitanti. Si estendeva per circa diciotto miglia lungo la riva destra del Volga immediatamente a nord dell'ansa del fiume , da dove esso scorre con direzione sud-est fino ad Astrakha n, sul Mar Nero. Era anche un grande porto interno, libero dal ghiaccio per metà dell'anno e, nella sua
(") Jbid., 9 settembre 1942, Vol. Vll , pag. 391. (") "The Other Side of the Hill,., pag. 303. (" ) l bid., pag. 305. ("') Etista , a metà strada tra Mosdok e Stalingrado, fu occupata il 16 agosto.
LE ORIGINI DE LLA CAMPAGNA DI STALING RADO
515
parte settentrionale, erano situati tre grossi gruppi di industrie, che producevano più di un quarto dei trattori e dei veicoli industriali dell'URSS, nonchè carri armati , cannoni ed altre armi. Ad ovest dei due gruppi più meridionali, si elevava la collina Mamaiev, chiamata anche «altura del ferro », dalla quale era possilbile una estesa vista del Volga. A settembre , grazie alle interferenze di Hitler e al conseguente rallentamento dell'avanzata della VI" armata, i russi avevano potuto disporre di tempo per fortificare la città , che era comandata del generale Chuykov. Ad est dei quartieri settentrionali e meridionali di Stalingrado, il Volga , come il Piave, scorre attraverso molti filoni creati da isolotti; il filone principale è largo da due a due miglia e mezza. Presentava ai tedeschi un grosso problema per la realizzazione di ponti che , finchè non venivano realizzati, non consentivano di investire la città su suo lato orientale. Se i tedeschi avessero potuto attestarsi sulla riva sinistra del fiume, allora una forza relativamente piccola e ben trincerata sarebbe stata in grado di far cessare il traffico fluviale , completare l'accerchiamento e consentire di prendere la città per fame. È abbastanza interessante approfondire l'esame di questo aspetto, perchè in quasi tutti i forzamenti di corsi d'acqua difesi, il fattore determinante non è la larghezza del fiume - anche se è importante - ma l'ampiezza della fronte investita dall'attaccante. Se questa è estesa, effettuando attacchi finti in più punti, l'attaccante può ingannare il suo antagonista fino a quando , prima o poi , sarà in grado di lanciare un ponte in qualche punto non difeso, o difeso con poche forze , e realizzare una testa di ponte sulla riva opposta. Poichè è necessario un tempo più lungo per lanciare un ponte su un fiume largo come il Volga, si rende indispensabile interessare una zona più ampia per condurre finti attacchi. TI problema iniziale tedesco era quello di definire questo fronte operativo. Essi invece, decisero di effettuare l'attacco diretto, cioè di conquistare la città d'impeto.
Quando il generale von Paulus occupò la zona tra il Volga ed il Don, vi ubicò i suoi aeroporti e i depositi di materiale. Alimentare le unità non era un compito facile, perchè i rifornimenti arrivavano luogo due ferrovie indipendenti - la Novorossisk-Stalingrado e la Rostov-Stalingrado. Quest'ultima, che passava per Tchirskaia, con una breve deviazione per Kalach, era in uno stato pietoso ed era costantemente interrotta dai partigiani. Hitler s'era reso conto del fatto che le unità, che tenevano il Don a nord-ovest di Stalingrado, erano inadeguate per il compito che avevano ricevuto, ma volle credere che una rapida conquista della città avrebbe reso disponibili forze sufficienti per inviarvi rinforzi . Halder non condivise e, quando divenne ovvio che Stalingrado non poteva essere travolta, propose
516
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCLDENTALE
di abbandonare l'operazione e di ritirarsi verso ovest. Hitler, al contrario, sottrasse unità all'ala difensiva e le inviò a von Paulus (21). Questo atto di follia , in concomitanza con una robusta controffensiva lanciata dai russi nella zona di Rzhev, portò allo scontro finale tra Hitler ed Halder, con il risultato che quest'ultimo fu sollevato dall'incarico e sostituito dal generale Kurt Zeitzler, allora in Francia (22). La battaglia vera e propria per Stalingrado iniziò il 15 settembre e, dopo una settimana di combattimenti disperati , i tedeschi raggiunsero il centro della città. D 26 ed il 27 irruppero nella zona industriale e s'impadronirono dell'« altura del ferro », da dove furono ricacciati il 29. Furono quindi fatti affluire rinforzi e , il 4 ottobre, l'attacco fu rinnovato col sostegno di carri ed aerei. Per dieci giorni l'azione fu condotta con la più crudele ferocia , strada per strada , casa per casa, giorno e notte, fino a quando gli attaccanti furono fisicamente e psicologicamente esausti. Stalingrado era diventata una seconda Verdun. Hitler ordinò un cambiamento di tattica; l'attacco venne sospeso e sostituito da un bombardamento sistematico effettuato da artiglieria ed aerei. Fu un'operazione senza senso perchè sostituì aJle case le macerie, che erano più facilmente difendibili. La battaglia diventò questione di prestigio; Stalin era determinato a mantenere il possesso della città che portava il suo nome e , proprio per questo, Hitler era ugualmente determinato a sottrarre l'abitato al suo avversario. Metro per metro , in superficie e sotto di essa, gli attaccanti si aprirono la strada tra le macerie, in quella che divenne famosa come la « Rattenkrieg » ( 23). Il 9 novembre , Hitler annunciò che non doveva essere ceduto un solo metro quadrato di terreno ( 24). La battaglia continuò fino al12 novembre quando, con un attacco su tutta la fronte , i tedeschi raggiunsero il Volga a sud della città. A metà novembre, la situazione tedesca era la seguente: - la IV• armata corazzata, considerevolmente ridotta e costretta neiJe retrovie per essere riportata ai livelli organici previsti, era nella zona di Kotelnikovo; - la VI• armata era intorno a Stalingrado ed assicurava il controllo della zona tra il Volga ed il Don e del Don tra Kachalinskaya e Kletskaya, ad eccezione dj una piccola testa di ponte tenuta dai russi a Kremenskaya; - ad ovest di Kletskaya fino a Veshenskaya era schierata la lll" armata rumena e, fin dal2 novembre, anche la IV• rumena; parte della Xl" arma-
(>1) Vds. il resoconto di Warlimont in ~The Other Side of the Hill", pag. 315. (22) "The Halder Diaries~, 24 settembre 1942, Vol. VII, pag. 397. Questo brano conclude i "Diaries", e il prezioso Halder da questo punto ci abbandona. ('l) Guerra di topi. ("') "Hider's Defeat in Russia", pag. 119.
LE ORIGINI DEll.A CAMPAGNA DI STALINGRAOO
517
ta di Manstein era stata fatta affluire per garantire la sicurezza del fianco destro e proteggere la ferrovia Novorossisk-Stalingrado. D resto dell'armata di Manstein ebbe l'ordine di portarsi sul fronte di Leningrado; - nel Caucaso, le unità avanzate del gruppo di armate A erano ancora nei pressi di Mosdok ed una debole forza rumena teneva Elista; - a nord della III• armata rumena, sul Don tra Veshenskaya e Pavlovsk, era sistemata l'VIII• armata italiana, a nord della quale si trovava la Il" armata ungherese fino a Korotoyak, dove si congiungeva alla n• armata tedesca nella zona di Voronezh. Si era agli inizi di novembre, quando l'attenzione di Hitler fu attratta dagli avvenimenti in Nord Africa. La battaglia di El Alamein era stata combattuta e vinta da Montgomery il 5 novembre ed il Marocco e l'Algeria erano stati invasi da Eisenhower 1'8 novembre. Per far fronte a quest'allargamento della guerra nel sud , i rinforzi tedeschi non furono inviati in Russia, ma in Francia e Tunisia. Era il momento propizio per una controffensiva russa. Non fu una decisione ispirata ed improvvisa da parte dei sovietici, perchè fin dai primi di luglio si erano preparati a sferrare l'attacco e , a novembre , quando sarebbero stati favoriti dall' inverno, avevano concentrato le loro forze nelle foreste a nord del Don. Inoltre , in preparazione del colpo da vibrare, mentre il nemico esercitava la pressione nel Caucaso e si avvicinava a Stalingrado, avevano effettuato una serie di violenti attacchi nella zona di Voronezh, per tenervi impegnata la II• armata tedesca ed avevano portato a termine anche azioni locali lungo il Don. Avevano conquistato un certo numero di guadi sul Don e vi avevano stabilito alcune teste di ponte, inclusa una a Serafimovitch. 11 25 ottobre fu ricevuto , aii'O.K.W., un messaggio secondo il quale i russi avevano cominciato a costruire ponti; la notizia fu confermata, il 2 novembre, dalla ricognizione aerea. Due giorni più tardi, agenti tedeschi riportarono che il Cremlino aveva deciso di lanciare, in un prossimo futuro, una potente offensiva o sul Don o contro il gruppo di armate Centro. [n realtà i russi intendevano effettuarle ambedue. Queste azioni erano state pianificate ed organizzate dal maresciallo Zhukov e dal suo capo di stato maggiore, generale Vassilevski. L'offensiva sul Don doveva essere condotta in tre fasi da tre armate a nord del fiume, in concomitanza con un attacco a sud di Stalingrado. Le tre armate settentrionali erano comandate dal generale Rokossovski, dal generale Vatutin e dal generale Gorlikov ed erano rispettivamente schierate nei settori Volga-Serafimovitch, Serafimovitch-Veshenskaya e Veshenskayasud di Voronkzh. Esse fronteggiavano, approssimativamente, la VI• armata tedesca e la III• rumena, l'VIII• armata italiana, la II• armata ungherese. L'attacco a sud doveva essere condotto dall'armata del generale Yeremenko contro la IV• armata rumena sulle colline Ergeni. La seconda controffensiva doveva essere lanciata contro il settore centrale tedesco tra
518
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Vielikye-Luki e Rzhev, così da impedire l'invio di rinforzi sul fronte del Don; l'azione cominciò il 25 novembre, ma non ne tratteremo. Lo scopo dell'offensiva del Don era quello di eliminare la VP armata tedesca con un'azione concentrica su Kalach, effettuata dalle armate di Rokossovski e Yeremenko , mentre l'armata di Vatutin ne proteggeva il fianco destro. Quando l'attacco era in corso, Vatutin doveva sfondare il settore dell'VID• armata italiana ed avanzare su Likhaya sulla ferrovia Stalino-Stalingrado e, quindi , su Rostov, dove si concentravano i rifornimenti tedeschi in afflusso. Gorlikov doveva seguire Vatutin e sfondare nel settore della lP armata ungherese, costringere la lP armata tedesca verso ovest e , quindi, avanzare a sud-ovest su Bielgorod e Kharkov. Il 19 novembre, l'offensiva fu iniziata da Rokossovski. Con tre corpi d'armata corazzati e quattro di cavalleria in prima schiera e 21 divisioni di fanteria in seconda, egli uscì dalle teste di ponte tra Serafimovitch e Kletskaya, sfondò la destra del dispositivo della ura armata rumena e, mentre la sua ala destra in cooperazione con la sinistra di Vatutin inseguiva il nemico in rotta verso il fiume Chir, con il centro avanzò su Kalach . Immedi(ltamente dopo , la sua ala sinistra mosse contro le unità tedesche nella zona tra)!. Volga e il Don, ma fu respinta dalla VP armata. Il giorno successivo Yeremenko, con due corpi d'armata corazzati e nove divisioni di fanteria , si aprì la strada attraverso la IV• armata rumena sulle colline Ergeni e, successivamente, mentre la sua ala sinistra avanzava su Kotelnikovo, l'ala destra si diresse a nord verso Kalach, dove si riunì con Rokossovski il 22 novembre. Ciò significava che la VI• armata , con circa 270.000 uomini, era accerchiata; ma i russi non erano sufficientemente org~rtiz~aù per impedire che von Paulus rompesse l'accerchiamento, cosa che avrebbe potuto fare in qualunque momento durante tutta la settimana seguente. ·· Quando la notizia dell'offensiva russa raggiunse il comando supremo tedesco, il generale Zeitzler fece pressioni su Hitler perchè ordinasse a von Paulus di uscire da quella situazione ed era quasi riuscito nel suo intento, quando Goring - incorreggibile pallone gonfiato- asscicurò che avrebbe rifornito le unità accerchiate con 500 tonnellate giornaliere di munizioni, carburante e viveri. Il24 novembre, a causa di questa fanfaronata, Hitler ordinò a von Paulus di organizzare a difesa le posizioni chiudendosi « a riccio » e decise che quell'armata diventasse nota come la« fortezza di Stalingrado ». Rimaneva da risolvere il problema di come far uscire von Paulus da quella situazione di crisi. Per una volta Hilter fece una cosa giusta. Convocò il più abile ed esperto dei subordinati, il feldmaresciallo von Manstein , che si trovava a Vitebsk; ribattezzò la sua XP armata - largamente dispersa- gruppo di armate del Don, comprendente la VI" armata , la IV• armata corazzata oltre a IIJa e IV• armate rumene. Il compito di Manstein non era quello di
LE ORIGINI DELLA CAMPAGNA DI STAUNGRADO
519
aprire un varco per la ritirata deiJa VI" armata, perchè Hitler non aveva nessuna intenzione del genere, ma di sconfiggere i russi che l'accerchiavano e di ricostituire il fronte di Stalingrado. A causa delle scarse comunicazioni ferroviarie , la situazione dei rifonimenti di von Paulus era diventata assai precaria , fino a diventare, aiJa fine, molto critica. La sua armata aveva bisogno di 700 tonnellate di materiali al giorno e, secondo il generale Anders (25), I'O.K.W. sapeva che, una volta finite le sue scorte, l'armata avrebbe avuto bisogno di una quantità doppia. GOring aveva garantito di inviare 500 tonnellate, anche se aveva mezzi sufficienti a trasportame solo 300, senza tener conto, peraltro , delle prevedibili perdite di velivoli e delle possibili condizioni metereologiche avverse. Il tonnellaggio dei materiali inviati , tra il 26 novembrequando ebbe inizio l'operazione- ed il 3 gennaio, non è specificato da Greiner, che tuttavia annota che il 4 gennaio furono inviate 250 tonneiJate; il 5, 150 tonnellate; il 6, 45 tonnellate; e, da allora fino al 21, quando sembrerebbe che i rifornimenti via aerea siano cessati definitivamente (26 ), la media giornaliera fu ben al di sotto delle 100 tonnellate. Solo duranté il mese di dicembre, quest'inutile operazione costò alla Luftwaffe 246 aerei da trasporto. Quando, il 27 novembre, Manstein assunse il comando del gruppo di armate del Don, la situazione si presentava come segue: i resti della m• armata rumena, rinforzata da unità raccogliticce tedesche agli ordini del generale Karl Hollidt, tenevano in modo precario il settore nord da Vashenskaya sul Don fino al Chir. Nel settore sud, la IV• armata corazzata di Hoth ed i resti della IV• rumena erano dislocati nella zona di Kotelnikovo , dove erano stati fatti affluire anche rinforzi da nord e dal Caucaso. La Vl" armata era schierata fra questi due settori ed intorno a Stalingrado. Rapporti da diverse fonti sostenevano che i russi , a nord del Don, stessero concentrando forze contro l' VIU• armata italiana e la II• armata ungherese. Il piano di von Manstein, in gran parte imposto da Hitler, prevedeva che l'armata corazzata di Hoth avanzasse lungo la ferrovia KotelnilovoStalingrado contro Yeremenko, per sospingerlo dalle posizioni occupate e, quindi , che investisse il fianco destro di Rokossovski , mentre von Paulus lo avrebbe attaccato da Stalingrado. Era previsto, poi , di impiegare il gruppo di Hollidt ad est, ohre il Chir, contro il fianco di Rokossovski: in sintesi , di sconfiggere Yeremenko e poi di accerchiare Rokossovski. La se-
(U) " Hitler's Defeat in Russia", pagg. 126- U1, ove cita • Die Oberste Wehnnachtflirung ,. di H el· mut Greiner (1951), pag. 425. (l') 1bid., pagg. 127-128 e pagg. 425-435.
520
LE BAT'T'ACU E DECISIVE DEL MONDO OCCID ENTALE
conda operazione costituiva un compito quasi impossibile e sembrerebbe che Hitler disponesse di scarse informazioni sulla consistenza dell'armata di Vatutin. Il12 dicembre ebbe inizio la controffensiva di von Manstein , che conseguì consistenti risultati nei primi due giorni, dopo di che si affievolì . Tuttavia, entro il 21 dicembre , le unità tedesche si portarono a 30 miglia dalle posizioni di von Paulus. La situazione di von Manstein a quel punto diventò così critica che il feldmaresciallo ritenne necessario non attenersi alle direttive di Hitler ed inviò a voo Paulus l'ordine di tenersi pronto a tentare uno sfondamento per ricongiungersi al gruppo di armate Don nelJe prossime 24 ore. Paulus rispose di non essere in grado di ottemperare all'ordine, perchè i suoi carri armati avevano carburante sufficiente per percorrere solo venti miglia e , per quanto pressato dai suoi generali in sottordine ad abbandonare tutto il materiale che non poteva essere portato al seguito e ad aprirsi Ja strada con la fanteria , si rifiutò di farlo. Sembra che la verità fosse che non aveva intenzione di abbandonare Stalingrado senza l'ordine specifico di Hitler . La decisione di von Manstein era stata così improvvisa perchè , il 14 dicembre, Hollidt era stato violentemente attaccato da Vatutin. Il 17, le sue posizioni su! Chir cedettero. Il giorno seguente , l'ala destra ed il centro di Vatutio attraversarono il Don ghiacciato ed investirono l'VIlla armata italiana che, il19, veniva messa in rotta verso il Donetz. Minacciato come era di accerchiamento , il 24 dicembre von Manstein ordinò ad Hoth di inviare rinforzi a Hollidt e quindi di ritirarsi velocemente verso ovest. Il giorno di Natale Hoth era in pieno ripiegamento. Il 29 dicembre , von Paulus inviò il generale Hube, comandante del suo XIV corpo d'armata, ad illustrare la situazione della VI• armata ad Hitler. Fu un viaggio inutile , perchè Hitler ordinò di resistere a Stalingrado fino a primavera. Tuttavia , lo stesso giorno, dopo essere stato ripetutamente sollecitato da Zeitzler a ritirare il gruppo di armate A dal Caucaso, acconsentì. Le settimane seguenti fu rono spese da von Manstein in un disperato tentativo di tenere un corridoio aperto pe r il ripiegamento del gruppo di armate A. L'azione fu coronata da successo e , il 17 gennaio, Kleist raggiunse il Don, che superò entro il 22. Mentre era in atto questa ritirata, Gorlikov attaccò la n• armata ungherese e la mise in rotta. Alla fine di gennaio 1943, l'intero fronte tedesco del Don era crollato ed un intervallo di oltre 200 miglia separava il fianco sinistro di Manstein a Voroshilovgrad da Voronezh nel nord. La situazione all'interno della fortezza di Stalingrado si deteriorò rapidamente: le razioni viveri furono ridotte al di sotto dellivelJo di sopravvivenza, cominciò a mancare il munizionamento per le artiglierie, si esaurirono i medicinali ed il carburante, anche quello per cucinare ; il tifo e la
LE ORIGINI DELLA CAMPAGNA DI STALINGRADO
521
dissenteria fecero migliaia di vittime ed il fr~ddo decimò le unità (il termometro segnava 28 gradi sotto lo zero) . L'8 gennaio, Rokossovski invitò von Paulus a capitolare e, ricevutone il rifiuto , il 10 ordinò un attacco generale contro l'armata allo stremo. Il 14, l'aereoporto di Pitomnik, a quattordici miglia dal centro della città, fu conquistato dai russi: a quel punto , la situazione di von Paulus era diventata così critica, che riferì ad Hitler che le sue truppe non potevano sopportare più a lungo le soffer,e nze che stavano superando giorno dopo giorno. La risposta fu: « La capitolazione è impossibile. La VP armata farà il suo storico dovere a Stalingrado fino all'ultimo uomo, per consentire la ricostituzione del fronte orientale » ( 27). Il 25 gennaio, i russi occuparono anche l'ultimo aeroporto tedesco rimasto, la cui perdita privò von Paulus di ogni contatto col mondo esterno. Il 31 gennaio, Hitler lo promosse feldmaresciallo e, lo stesso giorno, la radio della Vta armata inviò l' ultimo messaggio: « I russi sono fuori dal nostro ricovero. Stiamo distruggendo la stazione » (28). Subito dopo, ad eccezione del XI corpo d 'armata comandato dal generale Strecker, la VI• armata depose le armi ; il 2 febbraio , anche l'Xl corpo di armata si arrese. Quando Hitler ricevette la notizia della resa , in un primo tempo paragonò la VI• armata ai Trecento delle Termopoli e dichiarò che essa aveva dimostrato al mondo« il vero spirito della Germania nazionalsocialista e la sua lealtà al Fiirher » e, subito dopo, inveì contro von Paulus ed urlò che , come Varo, avrebbe dovuto gettarsi contro la sua sciabola piuttosto che accettare la sua prigionia (29 ) . Con von Paulus, si arresero 23 generali , 2.000 ufficiali, 90.000 soldati e circa 40.000 militari dei servizi non combattenti e civili. Circa 34.000, feriti ed ammalati, erano stati evacuati per via aerea durante l'assedio ed oltre 100.000 furono uccisi, morirono per malattia, per fame e freddo o furono lasciati malati o feriti a Stalingrado. Se si può credere a Erich Kern, questi ultimi furono massacrati dai russi , che lanciarono cariche esplosive nei rifugi-ospedale e , il 3 febbraio , migliaia furono bruciati vivi nell'enorme rifugio Timoshenko, i cui ingressi furono fatti saltare con la dinamite. Kern sostiene, inoltre, che dei 90.000 prigionieri 40.000-50.000 morirono di fame entro le prime settimane nel campo di prigionia di Bektoffka sul Volga, a circa 40 miglia a sud di Stalingrado » (30). Per quanto riguarda le perdite dei materiali , Chester Wilmot afferma che « i dati dell'alto coman-
( 27) "Hitler, a Study in T yranny" d i Alan Bullock, (1952) pag. 631, in cui cita la tesimonianza di vor Paulus al processo di Norimberga . (28) Citato da "Hitler's Defeat in R ussia'" di Anders, pag. 142. ( 29) "Hitler , a Study in T yranny", pag. 631-632. ("') "Dance of Death" (1948), pag. 246.
522
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MON DO OCCIDENTALE
do mostrano che a Stalingrado la Werhmacht perse l'equivalente di sei mesi di produzione di mezzi corazzati e veicoli , di tre-quattro mesi di artiglierie e di due mesi di armi portatili e mortai » (3 1). A queste perdite, secondo il generale Pickert che era responsabile dei rifonimenti aerei della VI" armata, bisogna aggiungere oltre 500 aerei da trasporto (32). Stalingrado fu una seconda Poltava, dove Hitler fu il responsabile della propria rovina, così come era avvenuto per Carlo XII nel1709. Nell'animo di un centinaio di milioni di russi si accese il mito deU 'invincibilità sovietica: se avevano potuto batter le legioni di Hitler, che cosa avrebbero mai potuto temere da quelle nazioni che erano state travolte nella polvere? Le vittorie tedesche avevano spinto l'Europa nel caos. Questa vittoria decisiva, che seguiva a ruota quella di El Alamein e che avveniva nel momento in cui, in Tunisia, il fascismo toccava il fondo, infondeva fiducia ai popoli sottomessi d'occidente. Stalingrado trasformò Stalin nel campione di tutto ciò in cui avevano così ardentemente sperato. Sfortunatamente, dovevano essere disillusi. Nonostante la vastità della sconfitta tedesca, Stalingrado fu solamente il segnale deiJa rovina di Hitler, non la sua causa. Essa, come già descritto nel capitolo XI , fu dovuta al fatto che, nella sua cieca arroganza, non era riuscito a discernere tra i potenziali amici presenti nelle popolazioni russe sottomesse e i suoi veri ed attivi nemici. Anche America e Gran Bretagna commisero lo stesso errore quando non fecero alcuna distinzione tra nazisti e anti-nazisti in Germania e non stabilirono il secondo fronte all'interno dei confini del Terzo R eich . Se Io avessero fatto , pur continuando a sostenere la Russia, il crollo tedesco a Stalingrado avrebbe loro aperto la strada, che quasi certamente avrebbe portato aJla fine della guerra nella primavera o estate del 1943. A causa dell'inutile sacrificio della VI• armata mai, in nessun altro momento durante la guerra, la rivolta contro Hitler fu così vicina al successo come nel gennaio 1943. Furono coinvolti i generali Beck e Zeitzler e molti dei feldmarescialli. Senza la sicurezza del sostegno anglo-americano, però, essi non avevano nulla da offrire al vasto gruppo di ufficiali dei gradi medi che esitava. Dopo la guerra, uno dei cospiratori disse a Francis Russell: « La nostra cospirazione fu una grande tragedia. Avremmo potuto porre fine alla guerra con un anno e mezzo di anticipo, se il vostro governo ci avesse incoraggiato ...... Avevamo i nostri intermediari in Svezia, volevamo sapere quali erano le condizioni degli anglo-americani, quali i limiti di un nuovo governo se avessimo rovesciato Hitler. Essi presero il no-
(li) '"The Struggle for Europe". pag. 149. (.U) " Defeat in lhe West"', di Mihon Shulman (1947), pag. 72.
LE ORIGINI DEllA CAMPAGNA DI STALINGRAOO
523
stro memorandum, che fu dato ad Eden , ma non ci fu data mai risposta » (33) . li 22 gennaio, le due fazioni ribelli- quella che voleva rimuovere Hitler con la forza , cosa che poteva significare solo assassinio, e quella che lo voleva sottomettere al volere dello stato maggiore - si incontrarono nella casa del conte Peter von Wartenburg in Berlino-Lichterfelde per appianare le differenze. Il giorno successivo, prima che giungessero ad una decisione, arrivò da Casablanca il proclama di Roosevelt e Churchill circa la resa incondizionata; una formula che, secondo Gorlitz, diede un colpo mortale ad ogni speranza del governo ombra , o degli elementi d'opposizione all'interno dello stato maggiore, di poter negoziare con un nemico in nome di un « governo rispettabile » ( 34). Nonostante questi contrattempi, il13 marzo, il primo piano per assassinare Hitler fu attuato da un gruppo di ufficiali presso il posto comando di von Kluge. Sfortunatamente per loro, la bomba infilata nell'aereo di Hitler non esplose (35). Furono poi effettuati, nel 1943, altri sei attentati alla sua vita. « La morte - scrive Gorlitz- ormai seguiva non vista Hitler: cosa che dimostra quanto debole fosse la base reale della sua superiorità » ( 36). A questo punto della guerra, la cosa più sconcertante fu la cecità politica degli statisti americani e britannici, che non riuscirono a capire la situazione politico-strategica che avevano sotto gli occhi. Ciò è reso manifesto dallo scambio di note tra sir Samuel Hoare (in seguito visconte di Templewood) ambasciatore britannico in Spagna ed il conte Jordana, ministro degli esteri spagnolo, avvenuto subito dopo la sconfitta tedesca a Stalingrado, che vale la pena riportare con qualche particolare. Il punto di vista di Franco era« che erano in atto due guerre separate , quella nell'est contro il comunismo nella quale la Spagna era direttamente interessata e quella dell'ovest tra gli anglo-sassoni ed i tedeschi, nella quale la Spagna non era coinvolta » (37). Per convincerlo che v'era una sola guerra, sir Samuel Hoare entrò in corrispondenza col conte Jordana e, il 19 febbraio 1943, affermò in un memorandum: « La vittoria alla fine di questa guerra arriverà agli alleati ; non sarà una vittoria russa, ma una vit-
(lJ) "The New English Review, Giugno 1948, pag. 551. ().1) "The German Generai Stafr {1953), pag. 430. Chester Wilmot scrive che« quando gli Alleati proclamarono la loro pretesa di "resa incondizionata", perfino comandanti come von Kluge e von Manstein, che prevedevano dove la politica di Hitler stava portando la Germania, rifiutarono di agire contro di lui. Dal momento che pareva che gli Alleaù fossero decisi a distruggere la casta militare tedesca .... ,. ("The Struggle for Europe", pag. 166). (35) Vds. " Revolt against Hitler~, di Fabian von Scblabrendorff (1948), cap. VI. (lli) "The German Generai Staff", pag. 434. (>') "Ambassador on Special Mission", dell'on. sir Samuel Hoare (1946), pagg. 184-185.
524
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
toria nella quale l'impero britannico e gli USA avranno l'influenza più grande possibile. Tanto più che Stalin dichiarò, il 6 novembre 1942, che la futura politica russa non avrebbe interferito negli affari internazionali degli altri paesi ». Il 21 febbraio, Jordana rispose a questa nota e, tra le altre cose, scrisse: « Se gli eventi nel futuro si svilupperanno come è accaduto finora , sarà la Russia che penetrerà profondamnete nel territorio tedesco. E noi poniamo questa domanda: se dovesse accadere, quale sarà il più grave pericolo non solo per l'Europa, ma per la stessa Inghilterra: una Germania non sconfitta completamente e con forze sufficienti per fungere da bastione contro il comunismo, una Germania odiata da tutti i paesi confinanti, che perderebbe tutta la sua autorità anche se territorialmente intatta, o una Germania "sovietizzata" che fornirebbe certamente alla Russia quella forza aggiuntiva dovuta alla sua preparazione-propensione per la guerra, ai suoi ingegneri, alle sue maestranze e ai suoi tecnici , che metterebbero la Russia in condizione di realizzare un impero senza precedenti daJI' Atlantico al Pacifico? ..... E noi poniamo una seconda domanda: esiste nel centro Europa, in questo mosaico di stati senza consistenza o unità, dissanguati da guerre e denominazioni straniere, un paese che possa contenere o rintuzzare le ambizioni di Stalin? Non esiste certamente nessuno ..... Dobbiamo essere sicuri che, dopo la dominazione tedesca, l'unica dominazione che può affermarsi in quei paesi è il comunismo. Per tale ragione noi consideriamo la situazione estremamente grave e riteniamo che il popolo in Inghilteraa debba riflettere con calma sul problema, perchè se la Russia dovesse conquistare la Germania, non rimarrebbe nessuno a contrastarla ..... Se la Germania non esistesse, gli europei dovrebbero inventarla .e sarebbe ridicolo pensare che il suo posto possa essere preso da una confederazione di lituani , polacchi, ciechi e rumeni, che sarebbero rapidamente trasformati in stati della confederazione sovietica ..... >>. Il 25 febbraio, sir Samuel Hoare replicò: « Il ministro sostiene che il grande pericolo per l'Europa è il comunismo e che una vittoria russa farà diventare l'Europa comunista ..... Il punto di vista britannico è molto diverso ....... Sarà una sola nazione capace di dominare l'Europa alla fine di questa guerra? La Russia necessiterà, almeno, di un lungo periodo di ricostruzione, durante il quale dipenderà enormemente dall'impero britannico e dagli Stati Uniti per gli aiuti economici ..... Purtuttavia, dando pieno credito ed ammirazione all'esercito russo, siamo convinti che la vittoria finale non sarà di un solo alleato ma di tutti gli alleati. .... Vi saranno , quindi , grossi eserciti britannici ed americani sul continente ..... Saranno composti da truppe fresche e di prima qualità, i cui effettivi non saranno stati falciati da anni di guerra estenuante sul fronte russo. Per quanto ci riguarda, sono sicuro di presagire che, in quel momento, la Gran Bretagna sarà la potenza militare più valida in Europa ..... L'influenza britannica in Eu-
LE ORJGINI DELLA CAMPAGNA DI STALINGRADO
525
ropa, secondo me , sarà più grande di qualunque momento del passato fin dalla caduta di Napoleone ..... Non dobbiamo, tuttavia, eludere le nostre responsabilità per la civiltà dell'Europa o privarci della nostra potenza con un prematuro ed unilaterale disarmo ..... Non c'è motivo di credere che l'alleanza creata per le esigenze della guerra non possa continuare in pace e procurare una forza di pace e stabilizzatrice nella politica europea » (38). Questa corrispondenza dimostra, in contrasto con il sobrio realismo spagnolo , l'idealistica politica di guerra seguita da americani e britannici, che rivelò i suoi limiti ed i suoi errori già quattro giorni dopo che era stato conseguito l'obiettivo fissato il 22 giugno 1941: distruggere Hitler ed ogni traccia del regime nazista. Infatti , il 12 maggio 1945, in un telegrammadetto il telegramma della « cortina di ferro » - indirizzato al presidente Truman, Churchill scriveva: « Sono profondamente preoccupato per la situazione in Europa ... Chiunque può vedere che, in un breve lasso di tempo , la nostra potenza militare nel continente è svanita, ad eccezione di poche forze per presidiare la Germania ... Quale sarà la situazione fra uno o due anni, quando americani e britannici smobiliteranno e la Francia non si sarà ancora riarmata su grande scala, quando disporremo di un pugno di divisioni, per lo più francesi, e quando la Russia potrà decidere di manteneme 200 o 300 in servizio attivo? Una cortina di ferro è calata sulle sue frontiere. Noi non sappiamo cosa sta avvenendo dietro di essa. Sembra che non debbano esservi dubbi che tutti i territori ad est della linea Lubecca-Trieste-Corfù saranno presto completamente nelle sue mani ..... Così una larga fascia di alcune centinaia di miglia di territorio occupato dai sovietici ci isolerà daJia Polonia .... Nel frattempo l'attenzione dei nostri popoli sarà occupata ad infliggere pene severe alla Germania, che è rovinata e prostrata e che è in balia dei russi , che potrebbero occuparla con una rapida avanzata se decidessero di volere le acque del Mar del Nord e dell'Atlantico » (39). In questo appello apocalittico al nuovo presidente, si rivela l'importanza politica della battaglia di Stalingrado. A causa della politica alleata della resa incondizionata, che cristallizzò tutto quello per cui il presidente e Churchill si battevano, essa fu , con l'eccezione della battaglia di Normandia, la più decisiva di tutte le battaglie della guerra. Essa fu come sostiene il tenente colonnello F. O. Miksche - « una sconfitta per tutta l'Europa » (40)
(•) lbid. , pagg. 190-195. (.19) "The Second World War", Vol. VI , pagg. 498-499. (~ "Unconditional Surrender" (1952), pag. 254.
CAPITOLO XV
La politica dei secondi fronti
l. Quadro storico Il 1943 fu l'anno dei profondi cambiamenti politici che decisero il risultato della guerra ed influenzarono radicalmente il corso della storia. Tale svolta iniziò con la proclamazione del concetto della resa incondizionata a Casablanca che, con l'enfasi posta sulla guerra di distruzione , privò gli alleati di validi scopi politico-militari e consentì a Stalin di trarre vantaggi dalla situazione creatasi e dalle loro indecisioni. Il russo decise di sfruttare l'entusiasmo occidentale per la vittoria sovietica a Stalingrado e si rifece alla massima di Lenin: un passo indietro per guadagnarne due avanti. Il 2 maggio annunciò la soppressione del Comintern ed illuse, così , governi e popolazioni americani e britannici, i quali ritennero che il Cremlino avesse abbandonato per sempre la sua politica di interferenze negli affari interni degli altri paesi; la Russia poteva essere accettata come nazione amica e nuova realtà democratica. A causa di questo atteggiamento camaleontico e della politica della resa incondizionata, gli alleati occidentali lasciarono l'iniziativa politica a Mosca, proprio nel momento in cui l'Italia stava per crollare e si delineavano le prospettive per afferrare l'opportunità favorevole nel sud E uropa ed aprire un redditizio secondo fronte. Contemporaneamente, Hitler sovvertiva tutti i criteri che avevano guidato, fin a quel momento, le sue scelte e le sue decisioni. Abbandonò il piano che prevedeva di imporre la sua volontà in Europa e procurarsi uno spazio nella Russia occidentale , per sostituirlo con quello di diventare campione delle libertà europee . In tal modo si riprometteva di prevenire la realizzazione di uno spazio vitale sovietico nell'Europa centrale ed orientale. Sapeva che tutte le nazioni erano atterrite dall'idea di una vittoria russa e che la vecchia politica inglese si opponeva al predominio in
528
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Europa di un qualsiasi paese. Sostituì il « Lebensraum »con la « Festung Europa », 1111pemiò la sua propaganda sulla resa incondizionata, trasformandola in una trasfusione di sangue per i tedeschi, e proclamò una crociata dell'Europa contro l'Asia. In sintesi questi furono i radicali cambiamenti politici del 1943. Nonostante una politica opaca, le prospettive strategiche dell'America e della Gran Bretagna erano ottime. Entro la primavera del 1943, avevano avuto ragione dei sottomarini tedeschi e la cosiddetta Battaglia dell'Atlantico era stata vinta (!) ; era stata conquistata la superiorità aerea; la produzione dell'industria americana aveva raggiunto valori di picco; la Gran Bretagna s'era ripresa dal disastro di Dunkerque e stava allestendo un poderoso esercito. Il problema alleato era quello di come impiegare questo vasto potenziale ; in altre parole, come e dÒ ve realizzare il così lungamente atteso secondo fronte , che era stato concordato ed accettato fin dalla Conferenza Arcadia e quali delle tre possibili direzioni utilizzare per effettuarlo: attraverso il Mediterraneo, nei Balcani , nell'Europa occidentale. Poichè non era stato possibile aprirlo nel 1942, quando Stalin Io richiedeva insistentemente, pur di concludere qualcosa per soddisfare Mosca era stato effettuato lo sbarco in Nord Africa, solo come attività sostitutiva, neLl'intesa tuttavia che l'invasione della Francia ( « Bolero » ) non avrebbe subìto intralci . A lla Conferenza di Casablanca era stato deciso di creare uno stato maggiore interforze - retto dal generale di corpo d'armata F.E. Morgan come capo di stato maggiore del comandante supremo alleato designato (COSSAC)- per la stesura del piano definitivo per l'invasione della Francia nella primavera del1944. Il piano sostituiva la denominazione di « Bolero » con il nome di« Overlord ». Inoltre, il successo conseguito con l'operazione « Torch » e in modo particolare l' invasione deLl'Italia, comportavano una complicazione strategica che doveva diventare oggetto di discussione e contesa tra Churchill ed il comitato dei capi di stato maggiore - principalmente col generale Marshall - e sconvolse la strategia alleata fino a quando fu stabilito il secondo fronte in Normandia e anche dopo. Il punto essenziale della questione risiedeva nel fatto che le idee di Churchill su dove aprire il secondo fronte non erano estremamente chiare. Quando fu creato il nuovo fronte in Italia, cominciò a battersi perchè le operazioni nella penisola procedessero alacremente e perchè non fossero distratte forze a favore dell'« Overlord »,sulla cui ne-
(') Secondo il parere del!"autore, la lona per il controllo dell'Atlantico viene erroneamente chia· mata battaglia. Fu una serie di operazioni ad hoe e coordinate la cui somma- e non un singolo scontro -fu decisiva. Può essere confrontata con la lotta per la supremazia aerea o industriale. Fu un'opera· lione continuativa che terminò soltanto con la fine della guerra.
LA POLITICA DEl SECONDI FRONTI
529
cessità s'era pur tuttavia espresso favorevolmente. Nè - e fu molto convinto di ciò- voleva aprire un altro fronte nei Balcani. Ciononostante, fin dai primissimi giorni della guerra, i suoi pensieri correvano nella direzione di un fronte sud-orientale e, nel settembre 1941, aveva espresso la convinzione che il solo modo di aiutare la Russia era quello di stabilire, insieme con i turchi, « un secondo fronte in qualche zona dei Balcani >>. Quando la Sicilia fu invasa, espresse il parere che « i Balcani rappresentavano per la Germania un pericolo più grave della perdita dell'Italia » e sperava di coinvolgere la Turchia « quando le truppe alleate avessero raggiunto l'area dei Balcani », presumibilmente la Venezia Giulia. Nonostante ciò il 20 ottobre, in una nota ad Eden - allora a Mosca - scrisse: « Non vorrei sfociare dalla stretta penisola italiana nella valle del Po .... Potrebbero i russi essere attratti dall' idea di una nostra azione attraverso l'Egeo, che coinvolga i turchi in guerra e comporti l'apertura dei Dardanelli ..... così che noi possiamo dar loro aiuto lungo il Danubio? ». A causa di questo insistente riferimento ai Balcani, il comitato dei capi di stato maggiore ritenne che Churchill propendesse per un fronte nel sud-est e non per l'effettuazione dell'« Overlord », il fronte nord-ovest. Sebbene non si voglia attribuire a Churchill un'idea che non ebbe mai, sembrerebbe che la sua posizione di quel tempo, se messa a confronto con quella del comitato dei capi di stato maggiore, non fosse molto lontana da quella di Constantin Fotitch , ministro iugoslavo a Washington. Il 16 ottobre, Fotitch pose al presidente Roosevelt la questione di un'invasione dell'Europa attraverso i Balcani ed evidenziò che tale strategia, già suggerita da Churchill , avrebbe evitato l'installazione di regimi fantocci sovietici nei Balcani e nel Centro Europa. n presidente replicò che il problema sarebbe stato risolto tenendo presente solamente gli aspetti militari. Fotitch osservò « che era una costosa assurdità combattere una guerra per soli motivi militari, senza perseguire obiettivi morali e politici ».Sembrerebbe che l'essenza della divergenza consistesse nel fatto che, mentre il presidente ed il comitato dei capi di stato maggiore intendevano conseguire una pura vittoria militare, Churchill puntasse l'occhio sugli aspetti politici del risultato della guerra, cosa che coinvolgeva allo stesso modo sia la Germania, sia La Russia . Se ciò è corretto, allora, senza dubbio , egli aveva ragione, perchè una guerra senza fine politico è un nonsenso militare. Ma era ciò corretto? È difficile da stabilire perchè il 25 luglio, il giorno delle dimissioni di Mussolini, Churchill decise di inviare Fitzroy Maclean in missione presso il maresciallo Tito e, quando Maclean evidenziò che, se i partigiani jugoslavi avessero vinto, Tito avrebbe con molte . probabilità stabilito in Jugoslavia un regime comunista strettamente legato a Mosca e chiese quale fosse il punto di vista del governo di Sua Maestà in tale evenienza, Churchill rispose: « Fino a quando l' intero Occidente
530
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
sarà minacciato dal pericolo nazista, non possiamo permetterei di distrarre la nostra attenzione dal problema attuale per considerazioni politiche a lungo termine ». « Il mio compito - scrive Macleao- era di scoprire semplicemente chi stava eliminando più tedeschi e suggerire il modo con cui avremmo potuto aiutarlo ad uccideme di più. Le considerazioni politiche dovevano essere ritenute aspetti di secondaria importanza » (2). Perfino il 27 febbraio 1945, dieci settimane prima che la guerra finisse , Churchill disse al parlamento, riferendosi ai due principi che guidavano la sua filosofia nei riguardi dei problemi continentali: « mentre la guerra è in corso, dobbiamo aiutare chiunque aiuti ad eliminare l'unno; quando il conflitto sarà finito troveremo la soluzione per elezioni libere e democratiche >>. Apparentemente non gli passò mai per la testa che la Russia, poichè avrebbe certamente eseguito la maggior parte dell'eliminazione dei tedeschi , avrebbe cercato una sua propria soluzione. Il 17 agosto, quando i tedeschi avevano appena subito la catastrofica sconfitta nella grande battaglia di Ore-Kursk, paragonabile a quella patita a Stalingrado , Churchill e Roosevelt, accompagnati dal comitato dei capi di stato maggiore, si incontrarono a Quebec per discutere l'operazione « Overlord » . Le loro discussioni più importanti prevedevano, quale condizione migliore per la riuscita dell'« Overlord », che si desse altissima priorità al bombardamento della Germania,che le risorse da destinare all'« Overlord » avessero priorità su quelle per le operazioni nel Mediterraneo, che uno sbarco nel sud della Francia- operazione denominata in un primo tempo « Anvil » ed in seguito « Dragoon » - venisse effettuato in concomitanza con l'« Overlord »e che la data per l'« Overlord »fosse fissata per il la maggio 1944. Queste decisioni importanti furono poca cosa rispetto al contenuto di un documento che Harry H opkins portò con sè alla conferenza. Era intitolato « la posizione della Russia » e conteneva una previsione strategicomilitare elaborata ad altissimo livello negli USA. In esso si affermava: « La posizione post-bellica della Russia sarà dominante . Con la Germania ridotta all'impotenza , non esiste in Europa una nazione che possa opporsi alla sue forze militari. È vero che la Gran Bretagna sta creando una situazione nel Mediterraneo che potrebbe rivelarsi utile per bilanciare lo strapotere della Russia in Europa. Tuttavia, anche in quell'area potrebbe non essçre in grado di opporsi alla Russia , se non viene aiutata in qualche modo. Le conclusioni , su tali premesse, sono ovvie. Poichè la russia costituisce fattore decisivo della guerra, deve avere ogni assistenza e deve essere fatto ogni sforzò per conquistarne l' amicizia. Allo stesso modo, poi-
(>) "Eastem Approacbes" (1949) pag. 281.
LA POLITICA DEl SECONDI FRONTI
531
chè non esiste alcun dubbio che dominerà l'Europa dopo la sconfitta dell' Asse, è ancora più necessario sviluppare e mantenere relazioni il più amichevoli possibili con l'URSS. Infine, il fattore più importante che gli Stati Uniti debbono prendere in considerazione con la Russia è la prosecuzione della guerra nel Pacifico. Con Mosca alleata nella guerra contro il Giappone, il conflitto può avere fine prima e con minore dispendio di vite umane e di risorse. Se la guerra nel Pacifico dovesse essere condotta con la Russia non amica e con attitudine negativa, le difficoltà aumenterebbero enormemente e le operazioni potrebbero non avere un esito felice ». Questa valutazione si riflette in un telegramma inviato da Churchill al feldmaresciallo Smuts pochi giorni dopo la conclusione della conferenza. « Ritengo - diceva - che la Russia sarà la più grande potenza terrestre del mondo alla fine della guerra e spazzerà via due potenze militari, Germania e Giappone». Queste previsioni significavano che, schiacciata la Germania, il totalitarismo di Stalin, in Europa, si sarebbe sostiuito a quello di Hitler: per gli alleati occidentali, la guerra avrebbe perso il suo fine politico e sarebbe stata, di conseguenza, un'assurdità continuarla . Sembrerebbe che questa vitale ed importante conclusione non sia stata discussa al momento. Se fosse stata posta sul tappeto , sarebbe apparso evidente che, per conseguire il loro scopo politico, era essenziale che le potenze dell'occidente non solo distruggessero l'hitlerismo, ma contemporaneamente evitassero che fosse rimpiazzato dallo stalinismo. E , se si tralascia l'uso della guerra psicologica, ciò poteva essere conseguito solo se si adattavano le operazioni militari al fine politico. Col tempo a loro disposizione, avrebbero potuto sposare una sola linea d'azione e cioè accettare, come secondo fronte , quello che allora il generale Eisenhower ed il generale Alexander stavano stabilendo in Italia, rinunciando all'« Overlord ». Se fosse stata prescelta tale soluzione Alexander, rinforzato con le risorse destinate all'« Overlord » - ed in particolare i mezzi da sbarco- mediante una serie di operazioni anfibie effettuate lungo lo Stivale avrebbe potuto rapidamente costringere il feldmaresciallo Kesselring a ritirarsi dietro il Po e, con uno sbarco successivo a Trieste, lo avrebbe indotto a lasciare l'Italia o a rischiare di rimanere isolato. Tale soluzione, che era fattibile, avrebbe assicurato agli alleati occidentali la disponibilità della strada per Vienna , Budapest e Praga. In ogni caso, il comitato dei capi di stato maggiore avrebbe dovuto intravvedere che, invece di attaccare la punta del saliente tedesco Leningrado - Brest - Atene, la strategia imponeva che, ferma restando la disponibilità di mezzi , la penetrazione tedesca venisse attaccata alla sua base lungo la direzione Trieste-Lubecca. Poichè era meno difficile investire il primo obiettivo che non il secondo, il nuovo fronte nell'area di Trieste era da consi-
532
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
derare, al momento, l'unica opzione praticabile per contenere il sistema totalitario russo. La conferenza successiva, quella dei ministri degli esteri degli stati alleati che era stata già concordata a Quebec, fu tenuta a Mosca a partire dal 18 ottobre. Eden pose in discussione due grossi problemi . ll primo riguardava una riunione dei tre capi di governo dei paesi alleati , richiesta da lungo tempo da Roosevelt ; Stalin fu d'accordo, ma pretese che la conferenza fosse tenuta a Teberan. Il secondo concerneva il secondo fronte ed Eden riferì a Churchill che i russi erano completamente e ciecamente ancorati all'invasione della Francia settentrionale. Il primo ministro replicò che Eden dicesse a Stalin: « lo non permetterò che ..... la grande e fruttuosa campagna in Italia ... sia messa da parte e termini io un disastro, in vista del passaggio della Manica in maggio. La battaglia deve essere alimentata e combattuta fino alla vittoria. Noi faremo del nostro meglio per l'« Overlord », ma non è di alcuna utilità pianificare una sconfitta sul campo per dare una temporanea soddisfazione politica .... Eisenhower ed Alexander devono ricevere quello di cui banno bisogno per vincere la battaglia e non importa quale sia l'effetto su operazioni successive». Questa fu una breve e fugace apparizione di chiarezza strategica. Cba tale chiarezza di idee durasse così brevemente fu dovuto alla convinzione di Roosevelt , secondo la quale egli era la Bella e Stalin la Bestia, che poteva essere trasformata in un dolce Principe col quale l'Europa potesse vivere felicemente per sempre. Quando William C. Bullit, già ambasciatore americano a Mosca, vivacemente fece presente che la sua politica verso la Russia sarebbe fallita perchè Stalin non poteva esser creduto, il presidente replicò: « Bill .... non discuto la logica del suo ragionamento. Ho la sensazione che Stalin non sia quel tipo d'uomo. Harry dice che non lo è e che non vuole altro che la sicurezza del suo paese. Ed io credo che , se gli do quello che posso e non gli chiedo niente in cambio - noblesse oblige - egli non tenterà di annettersi qualcosa e lavorerà con me per un mondo di pace e democrazia ». Con questo stato d'animo, il13 novembre, il presidente partì per il Cairo, dove si incontrò con Churchill e Ciang KaiSbek e, il 27 novembre, s'imbarcò con Churchill per Teheran per incontrare Stalin. Prima di lasciare il Cairo, lui e Churchill avevano convenuto di rimandare ogni decisione sulla strategia anglo-americana per il 1944 fino alla fine della Conferenza. Tuttavia, i capi di stato maggiore americani avevano già consolidato le loro idee e, secondo Sherwood, erano preparati « per la battaglia di Teberan, nella quale americani e russi avrebbero formato fronte comune ». Ciò fu facilitato dalla sistemazione stabilita per il presidente ed il primo ministro. Churchill fu alloggiato nella legazione britannica e, per essere sicuro di poter controllare il presidente, col pre testo della sicurezza, Stalin invitò
LA POLITICA DEI SECONDI FRONTI
533
Roosevelt a sistemarsi nell'ambasciata sovietica e non nella legazione americana. La prima sessione plenaria fu tenuta il29 novembre e , poichè non era stata approntata un'agenda, le discussioni furono generiche e confuse. Sembra che, come al solho, Churchill sia stato il più loquace ; ciò stava mirabilmente bene a Stalin che, unico dei« Tre Grandi >>,sapeva esattamente cosa voleva. Soprattutto anelava alla creazione del secondo fronte in Francia a maggio e seccamente chiese a Churchill se credeva nell'« Overlord »o se pensava ad essa solo per accontentare i russi. Il primo ministro rispose che non c'era motivo eli accantonare il piano e che sarebbe diventato operante in maggio, giugno o luglio, ma che il problema più urgente riguardava cosa si doveva fare nel Mediterraneo durante i prossimi· cinque mesi. Enfatizzò l'importanza dei Balcani e suggerì di fornire aiuti a sostegno dei partigiani di Tito in Jugoslavia e sottrarli a quelli di Milkailovich. Dopo la conquista di Roma, disse, non ci sarebbe stata avanzata oltre la linea Pisa - Rimini. Tuttavia , quando fu sollevata la questione dell'invasione della Francia meridionale - che Stalin favoriva - egli disse che, sebbene non si opponesse, preferiva un movimento a botta dritta dal nord Italia che, attraverso la penisola istriana e la valle di Lubiana, tendesse a Vienna. Stalin fu irremovibilmente contrario a questo piano e a qualsiasi avventura nei Balcani o in Turchia. Il problema Polonia fu sollevato da Churchill. « Niente era più importante- disse- della sicurezza della frontiera occidentale russa». La Polonia doveva cedere tutti i suoi territori ad est delJa Linea Curzon (approssimativamente la linea Ribbentrop-Molotv) alla Russia ed essere compensata ad ovest con territorio tedesco. « Se la Polonia pesta i piedi della Germania- sottolineò- la cosa non può essere evitata », percbè era necessaria una forte Polonia ed aggiunse che egli avrebbe sempre sostenuto lo spostamento della frontiera polacca verso ovest. Stalin suggerì che ai polacchi dovesse essere consentito di spostarsi verso ovest fino all'Oder. Disse che non voleva niente che appartenesse ad altri popoli , ma che avrebbe desiderato Konigsberg- che gli apparteneva. Churchill replicò che i polacchi sarebbero stati pazzi se non avvessero accettato le linee Curzon e Oder e che egli stesso avrebbe loro ricordato che, se non fosse stato per l' Armata Rossa, sarebbero stati completamente sterminati. In ogni caso, non ·sarebbe morto di crepacuore per la cessione di una parte della Germania, sebbene il fatto comportasse lo slittamento di una popolazione di nove milioni di persone. Questa fu la fine delJa Carta Atlantica e delle garanzie anglo-polacche del 1939. Evidentemente Churchill aveva dimenticato che, il27 dicembre, aveva detto a Jan Ciechanowski , ambasciatore polacco negli Stati Uniti: « Noi non dimenticheremo mai cosa il glorioso popolo polacco ha fatto e sta facendo .... .la Gran Bretagna ba per obiettivo il ristabilimento della libertà e dell'indipenden-
534
LE BATTAGU E DECISI VE DEL MONDO OCCIDENTALE
za della vostra nazione travolta da Hitler. Posso assicurare che la Gran Bretagna non smetterà di combattere fino a quando non avrà raggiunto tale scopo >>. Dopo la Polonia, fu il turno della Finlandia. Churchill sostenne che « alla Russia doveva essere garantita la sicurezza di Leningrado e delle vie di facilitazione che vi adducevano >> e che l' Unione Sovietica doveva diventare «una potenza aero-navale del Baltico». Come per la Polonia, sembra che non sia stato fatto nessun accenno all'attacco, senza provocazione, alla Finlandia del1939. Anzi, poichè i finlandesi avevano reagito nel1941 , Stalin pare abbia chiesto la riapplicazione del trattato del1940, la cessione di Hango o Petsamo ed il pagamento del 50% dei danni sofferti durante la guerra. 11 problema della Germania fu esaminato a lungo. Stalin fece subito capire che voleva la suddivisione; il presidente appoggiò con entusiasmo la proposta e suggerì di dividerla in cinque parti: l) Prussia, 2) Hannover e Germania nord-orientale, 3) Sassonia , 4) Hesse-Darmstadt ed Hesse Casse!, 5) Baviera, Baden e Wurttemberg. Ogni parte doveva autogovernarsi, mentre Kiel, il canale di Kiel, Amburgo, la Ruhr e la Saar sarebbero state poste sotto la giurisdizione delle Nazioni Unite. Churchill avanzò un'altra ipotesi. Ritenne che le radici del male fossero in Prussia , nell'esercito prussiano e nello stato maggiore (3) e propose di isolare la Prussia; Baviera, Wurtemberg, Palatinato, Sassonia e Baden dovevano essere separate e si doveva costituire una confederazione non aggressiva tra Baviera, Austria ed Ungheria. « Noi tutti temevamo - scrive - la potenza di una Germania unita .... . Sarebbe stato possibile, pensai , concludere con essa una pace dura ma onorevole e nello stesso tempo creare, in forme moderne , quello che era stato l'impero austro-ungarico ». Stalin fu del parere contrario. Non vedeva differenze sostanziali tra i tedeschi del nord e quelli del sud - « tutti i tedeschi combattono come bestie », disse. Austria ed Ungheria dovevano esistere indipendentemente e , dopo il frazionamento delJa Germania, non era conveniente realizzare una nuova coalizione danubiana. Stalin rassicurò il presidente che non avrebbe dovuto nutrire timori per il Pacifico, perchè l'URSS avrebbe dichiarato guerra al Giappone non appena fosse stato sconfitto Hitler. « Allora - disse - con l'unione dei nostri sforzi , vinceremo ». Questa espressione delfica piacque enormemente al presidente e ai suoi capi di stato maggiore e sembrerebbe che ,
( 3) Affermazione stupefacente, che dimostra quanto poco Churchill sapesse dell'antagonismo tra stato maggiore e regime nazista.
LA POLITICA DEl SECONDI FRONTI
535
per gratitudine e all'insaputa di Churchill, Roosevelt in una delle molte conversazioni private con Stalin, abbia discusso la possibilità di un fronte comune contro la Gran Bretagna ed abbia proposto di sostenere , di comune accordo, Ciang Kai-Shek contro Churchill sul problema di Hongkong e Shangai. La spiegazione di Elliott Roosevelt è che « la cosa più importante da chiarire con Stalin era che Stati Uniti e Gran Bretagna non costituivano blocco comune contro l'Unione Sovietica ». Inoltre , Roosevelt menzionò a Stalin « la possibilità che la Russia potesse accedere al porto di Darien in Manciuria » (che si trovava, peraltro , in territorio cinese). Alla fine , si concordò su poco: sostenere i partigiani in Jugoslavia; incoraggiare la Turchia a scendere in guerra; effettuare l'operazione « Overlord »nel maggio 1944; stabilire rapporti tra gli stati maggiori delle potenze . In conclusione, Stalin vinse su tutto il fronte , Churchill non raccolse niente, ad eccezione della collaborazione del supercomunista Tito, ed il presidente ricevette i ringraziamenti di Stalin. « Sotto la spinta russa e con l'approvazione degli americani -scrive Wilmot - gli interessi della strategia generale alleata furono allontanati dall'area di interesse dell'URSS . Già da prima di Teheran era apparso inevitabile che l'attuazione della resa incondizionata nei riguardi della Germania avrebbe comportato per la Russsia il ruolo di potenza dominante nell'Europa orientale, ma non era apparso in alcun modo inevitabile che l'influenza moscovita si estendesse profondamente nell'Europa Centrale e nei Balcani. Dopo Teheran divenne quasi certo che sarebbe accaduto. Così la Conferenza di Teheran non solo determinò la strategia militare per il 1944, ma fece propendere la bilancia politica dell'Europa del dopoguerra in favore dell' Unione Sovietica. 111° dicembre, la conferenza si concluse e, il giorno seguente, Roosevelt e Churchill rientrarono al Cairo. Eisenhower fu prescelto come comandante supremo dell'« Overlord » il 6 dicembre ed il comitato dei capi di stato maggiore decise che l'« Overlord >>e l'« Anvil »sarebbero state le principali attività del 1944, che sarebbero state effettuate in maggio e che non doveva essere intrapresa nessun'altra operazione , in tutto il mondo, che ne pregiudicasse la riuscita.
2. La battaglia di Normandia, 1944. L'invasione della Normandia fu lo sforzo supremo delle potenze alleate in Europa e per quanto tatticamente decisivo, fu un inglorioso fallimento per quanto riguardò la pace ed i chimerici sogni del presidente Roosevelt. Il motivo fu , come sottolinea lo storico ufficiale americano , che il comitato dei capi di stato maggiore sviluppò « una prospettiva puramente militare, che trattò le implicazioni politiche soprattutto con l'inten-
536
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
dimento di evitarle » ( 4). Questa versione è pienamente corroborata dal presidente che, in una conversazione con suo figlio a Teheran, disse:« Elliott, i nostri capi di stato maggiore sono convinti di una sola cosa. Il modo migliore per uccidere il maggior numero di tedeschi con perdite minori possibili per gli americani è quello dii effettuare una grande invasione e quindi schiacciarli con tutto quello che abbiamo. È una cosa che condivido. Ho senso anche per zio Joe. È considerata ottimale da tutti i nostri generali e lo è sempre stata fin dall'inizio della guerra ....... È accettata dall'Armata Rossa. È il modo più rapido per vincere la guerra. Questo è tutto. Il problema è che il primo ministro si preoccupa troppo del dopoguerra e di cosa accadrà all'Inghilterra ..... È spaventato dal fatto che i russi diventino troppo forti. Può succedere che essi diventino predominanti in Europa. Se questo sia un male dipende da molti fattori. L'unica cosa di cui sono sicuro è questa: se il modo di salvare vite americane, se la via per vincere nel più breve tempo possibile la guerra è ad ovest e ad ovest soltanto, senza perdere uomini , mezzi e materiali tra le montagne dei Balcani, e se i capi di stato maggiore sono convinti di ciò, così sia » ( 5). Per tutto questo capitolo, il lettore deve tenere a mente queste parole. Esse spiegano perchè e come l'invasione della Normandia e gli eventi che seguirono portarono all'affermazione, su mezza Europa, del regime dittatoriale sovietico, abietto quanto quello che la Russia aveva aiutato a distruggere. Subito dopo la nomina del generale Eisenhower a comandante dell'operazione « Overlord », furono attribuite le seguenti cariche: il generale Henry Maitland Wilson diventava comandante supremo britannico nel Mediterraneo, il maresciallo dell 'aria Arthur Tedder, vice-comandante di Eisenhower; il generale Bernard Montgomery, comandante delle forze di invasione - XI gruppo di armate- fino a quando Eisenhower non avesse trasferito il suo quartier generale in Francia. Oltre a tali incarichi , l'ammiraglio Bertram Ramsay ottenne il comando delle forze di spedizione navali alleate ed il maresciallo dell'aria Trafford Leigh-Mallory quello delle forze di spedizione aeree alleate. 111° gennaio 1944, Montgomery lasciò l'Italia per l'Inghilterra, interruppe il viaggio a Marrakesh, dove Churchill era in convalescenza, e prese visione della bozza del piano preparato dal generale Morgan. Prevedeva
(') "United States Army in World War O" (Sto ria Ufficiale Americana) « Attacco atlraverso la Manica ~ di Gordoo A. Harrison (1951), pag. 92. (5) « As He Saw lt •, di Elliott Roosevelt, (1946) pag. 185.
LA POLITICA DEI SECONDI FRONTI
537
di effettuare l'invasione nella Baia della Senna, tra Grandcarnp e Caen, con un corpo d'annata su tre divisioni, che sarebbe poi diventato di nove entro il quinto giorno. Dopo il suo arrivo in Inghilterra, il 2 gennaio, Montgomery esaminò il piano a fondo e giunse alla conclusione che la fronte di sbarco era troppo stretta e le forze d'invasione troppo deboli. Nella riunione con Rarnsay e Leigh-Mallory fu deciso che l'azione avrebbe dovuto aver luogo su una fronte di due armate , la P americana sulla destra con due divisioni nella prima ondata e la Il" britannica sulla sinistra con tre divisioni. Per far fronte a tale incremento di forze, la fronte fu estesa, verso ovest, fino a Les Dunes de VarreviiJe , sulla costa orientale della penisola del Cotentin e , verso est, fino a Cabourg, ad oriente del fiume Ome. Il limite di settore tra le due armate era costituito dalla linea Port en Bessin- Bayeux (località incluse nel settore inglese). Poichè questo aumento di forze richiedeva ulteriori mezzi da sbarco, fu proposto di posporre la data dell'invasione (D-day) dal 1° al 31 maggio, il modo da disporre della produzione di mezzi di un altro mese e da poter spostare i battelli da sbarco destinati all'operazione « Anvil » (l'invasione nel sud della Francia). La carenza di mezzi da sbarco non era dovuta alla produzione, ma alla distribuzione. Alla data dell 0 maggio l'ammiraglio King, comandante della flotta USA, aveva a disposizione il grosso dei mezzi da sbarco ma, poichè propendeva per le attività nel Pacifico e non in Europa, ne aveva assegnato solo un piccolo numero all'« Overlord ». Il punto cruciale delle difficoltà, come evidenzia Henry L. Stimson, segretario di stato per la guerra, era nel fatto che il comitato dei capi di stato maggiore non era in grado di prendere una decisione con il parere contrario di uno dei suoi membri e che solo il presidente, che era riluttante ad intervendire (6), aveva l'autorità per far superare i djsaccordi. I risultati furono che la data dell'« Anvil »,che doveva coincidere con l'« Overlord », fu posposta e che il generale Alexander fu privato dai mezzi per effettuare operazioni anfibie su per l'Italia, con la conseguenza che la campagna andò in sfacelo. Il 21 gennaio , Eisenhower accettò il piano modificato, la cui idea generale prevedeva: l) assicurarsi una testa di ponte in Normandia da nord dell'estuario del Carentao fino all'Ome; 2) occupare Cherbourg e i porti della Bretagna; 3) minacciare, una volta attestatisi saldamente sul continente, di sfondare nella zona di Caen con la Il" armata britannica, per far convergere le riserve nemiche in quel settore; 4) intervenire, non appena ciò fosse accaduto, con la 18 e la III• armata USA (1) sul fianco occidentale
(') ~on Active Service in Peace and War~ (edizione inglese s.d .) pag. 287. (T) La rn• annata doveva seguire la 1• in data successiva al D-day.
538
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MON DO OCCIDE NTALE
ed avanzare con direzione sud , verso la Loira; 5) far ruotare l'intero fronte con fulcro su Caen e puntare con l'ala destra alla Senna (8) . Al di là della Manica, Eisenhower aveva di fronte il feldmaresciallo von Rundstedt che, nel marzo 1942, era stato nominato comandante in capo del fronte occidentale, che comprendeva Francia, Belgio e Olanda. Nella primavera del 1944, aveva a disposizione due gruppi di armate ed il gruppo corazzato ovest. Comprendevano le seguenti unità: - gruppo di armate B (feldmaresciallo Rommel) su LXXXVIII corpo d'armata (generale von Christiansen) con tre divisioni, in Olanda; XV• armata (generale von Salmuth) su quattro corpi d'armata con diciassette divisioni, tra Antwerp e l'Ome; Vll• annata (generale Dollmann) su tre corpi d'armata con quindici divisioni (una sulle isole della Manica) tra l'Ome e la Loira; - gruppo di armate G (generale Blaskowitz) comprendente I• e XIX• armata, rispettivamente su cinque ed otto divisioni . La prima era dislocata nell'area tra la Loira ed i Pirenei centrali e la seconda sulla costa mediterranea tra Perpignano e Mentone. In tutto c'erano 48"tlivisioni , di cui 38 dislocate lungo la costa e dieci all'interno. Di queste ultime, cinque erano situate tra la Schelda e la Somme, due tra la Somme e la Senna e tre in Normandia. D gruppo corazzato ovest (generale barone Geyr von Schweppenburg) era responsabile dell'impiego e dell'addestramento delle dieci divisioni corazzate e meccanizzate, ubicate come segue: a nord della Loira, l" divisione corazzata SS (Leibstandarte Adolf Hitler) a Beverloo (Belgio); 2• divisione corazzata nella zona di Amiens; 116• corazzata ad est di Rouen; 12• divisione corazzata SS (Hitler Jugend) nell'area di Kisieux; 2ta divisione corazzata nei pressi di Caen; divisione corazzata « Lehr » nei dintorni di Orléans a sud della Loira; 17• divisione meccanizzata SS nelle vicinanze di Poitiers; 11" divisione corazzata nella zona di Bordeaux; 2• divisione corazzata SS (Das Reich) a Tolone; 9• divisione corazzata ad Avignone. Di queste divisioni , 2•, 116•, 21" e 12• SS erano agli ordini di Rommel e le altre erano in riserva generale (9). La III• flotta aerea (maresciallo dell'aria Sperrle) , che era ridotta a 90 bombardieri e 70 caccia, era alle dirette dipendenze di Goring, nonostante fosse ubicata in Francia. Nel loro insieme , le unità non erano di prima qualità, comprendevano invalidi e stranieri e la maggior parte dei mezzi di trasporto erano trainati da cavalli. Il cosidetto Vallo Atlantico, che costeggiava le rive olandesi, belghe
( 1) " Normandy to the Baltic ... del feldmaresciallo Montgomery (s.d.), pagg. 15-16. (') ~Panur Leader", del generale Heinz Guderian (1952), pagg. 331-332.
LA POLITICA DEl SECONDI FRONTI
539
e francesi, era stato realizzato dalJ 'Organizzazione Todt e nel 1943, con l'eccezione dei porti e del settore del Passo di Calais, era costituito da poco più che lavori in terTa. Nel novembre 1943 Rommel , quando diventò comandante del gruppo di annate B , ricevette l'ordine di ispezionare le difese costiere senza metterne al corrente Rundstedt e, nel suo rapporto ad Hitler datato 31 dicembre, espresse il suo parere. Secondo lui « il grosso dell'operazione di sbarco nemica avrebbe interessato il settore della xva annata, tra Boulogne e l'estuario della Somme » (1°). Tuttavia, egli rivolse la propria attenzione anche alla Normandia, probabilmente perchè Hitler era uno dei pochi che riteneva che lo sbarco avrebbe potuto essere tentato in quella zona ( 11). Il risultato fu che le difese costiere nella baia della Senna furono incrementate: furono realizzati lavori in cemento, schierati campi minati e reticolati, costruiti ostacoli anticarro di ogni genere sulle spiagge e sotto il livello dell'acqua. Estese zone del terreno paludoso intorno all'estuario del Carentan furono allagate. La zona in cui dislocare la riserva strategica diventò argomento di discussione accademica tra Rundstedt e Rommel , perchè fin dal1941 Hitler s'era convinto che, se fosse stato tentato uno sbarco, esso doveva essere affrontato con una resistenza ad oltranza sulla spiaggia. Rom mel. era della stessa opinione e, a causa della superiorità aerea. nemica eh~, séc:?nd-9. una sua giusta valutazione, avrebbe ostacolato i m <?v~mçnti !Jiumi, vqle~~ che, oltre a presidiare la costa in forze, le riserve, 'in inòdo· particolare qpelle cora~ate , fossero dislocate aridosso delle unità <t~. presi qiav.ano: l~ spiaggia ( 12). Rundstedt , sostenuto da Geyer e dal generale Gudeiian, ispettore generale delle truppe corazzate (13), con valutazione altrettanto giusta sosteneva che, finchè non si fosse conosciuta la zona di sbarco del nemico, tale soluzione poteva significare posizionare in modo errato le riserve e non poter far fronte alle esigenze. Il risultato fu un compromesso; la 21" divisione corazzata fu lasciata a disposizione di Rommel , mentre la 1163 , la 12• SS e la« Lehr » non potevano essere impiegate senza l'autorizzazione preventiva di Hitler. Il più grande difetto dell'intero piano di difesa fu che Hitler si arrogò il diritto di emanare direttamente ordini a Rommel, Sperrle e agli altri generali, che avrebbero dovuto invece dipendere direttamente da Rundstedt . Non vi fu cioè unità di comando duran!e la campagna. Le forze destinate per l'lhvasione e pronte in Inghilterra erano 17 divisioni britanniche- di cui tre canadesi- 20 americane, una francese ed
("') ~The Rommel Papers~. a cura di B .H. Liddell Hart (1953), pag. 453. ( 11 ) Vds. "Von Rundstedt", di Guenther Blumentritt (1952), pag. 218, e "The Struggle for Europc", di Chester Wilmot (1952), pag. 205. ( 12) "The Rommel Papers", pagg. 468-469. (" ) "Von Rundstedt", pag. 213.
Ul
~
XXI Ci~llf/"' 1 ti'Rnrult!
--------~~l
r Rfln#l~ V./.11.
S.rfltur •.
St v..•t· l•· Houavc•
l'H.(/YbtY
Vf ll.
l"i'l. R.
Z''PIY.
tli"Pit'.
"'r~~
2t'JJII'.
1
,.,,~
.rPtr
!Q'/11. • ·
., ,
·
6' DIV.
Il' 1/rAUftl 6r'/li1111ÙJ
l
l
·
RIR PI'UR IEHN,
lltl',llloiN1c
l 'f R.
l l
t\ !l'lfY.
•
3 ~t.
U~~M~tsc
r;;
,.~,.., ~~~
O)
~
!: 111
o
~ Vi
~
o r
111
3:
o
z
8 ~
o
111
~
r
111
Fig. 37: L'invasione della Normandia, 6 giugno 1944
LA POLITICA DEI SECONDI FRONTI
541
una polacca; 5049 aerei da caccia, 3.467 bombardieri pesanti, 2.343 da combattimento di altro tipo, 2.316 da trasporto e 2.591 alianti. Il totale dei mezzi da sbarco, dei mercantili e delle navi da guerra superava le 6.000 unità (1 4). Vi erano anche carri armati d'assalto del genio, carri-ponte per il superamento dei fossi anticarro, carri che posizionavano passerelle su terreni soffici e sulle spiagge, carri-rampa che consentivano il superamento (ad altri mezzi) di scarpate , carri-sminatori, carri anfibi ( 15) e carri-illuminanti con proiettori per le operazioni notturne ( 16). Settanta vecchie navi mercantili e quattro vecchie navi da guerra furono atrezzate per la sistemazione dei frangi-flutti (detti in codice« uva spina») in ogni settore divisionale, furono approntati due porti artificiali (in codice« gelsi »),costruiti con cassoni in calcestruzzo, che potessero essere rimorchiati attraverso la Manica; era disponibile anche una pipe-line (in codice« Pluto » ) che, stesa attraverso il Canale, avrebbe consentito di far arrivare il carburante dalle navi direttamente sulle spiagge della Normandia. L'ordine di battaglia , per l'attacco iniziale, era il seguente: - unità paracadutiste: divisioni 6• britannica, 82• e 10ta americane; - l" armata U.S .A. (tenente generale Ornar N. Bradley): VII corpo d'armata (maggior generale J .L. Collins) su quattro divisioni: 4•, 9()a, 9" e 79"; V corpo d 'armata (maggior generale L. T. Gerow) su tre divisioni: 1•, 29•
e 2•; - II• armata britannica (tene nte generale M.C. Dempsey): XXX corpo d'armata (tenente generale G.C. Bucknall) su tre divisioni (SO•, 7• e 49") ed 8• brigata corazzata; I corpo d'armata (tenente generale J.T. Croker) su tre divisioni (3• canadese, 3• britannica e 51" scozzese) 2• brigata corazzata canadese, commandos, 4• brigata speciale, 27" brigata corazzata, l" brigata speciale e 4• corazzata. Tra esercito, marina ed aeronautica erano impegnati 2.876.439 uomini. Gli obiettivi sono indicati nella cartina. Si può vedere che i due gruppi paracadutisti dovevano garantire i fianchi, con le divisioni U.S.A. 82• e 101" nella zona di Ste. Mère-Eglise sulla destra dell'area d'invasione e con la 6• divisione britannica tra Cabourg ed il fiume Ome sulla sinistra. Furono assegnate ai quattro gruppi d'attacco cinque aree: « Utah » al VII corpo d'armata U.S.A.; « Omaha » al V corpo d'armata U.S.A.; « Gold », « Juno » e « Sword » ai due corpi d'armata britannici. Gli obiettivi per il D-day sono riportati nella cartina. Probabilmente il più im-
(") ··crusade in Europe", di Dwighl D. Eisenhower (ediz. U.S.A. 1948). pag. 53. ('') kNormandy to the Baltic", pag. 24. l carri anfibi erano nol.i come 0 .0 . ("duplex drive") perchè muniti sia di cingoli che di doppi getti propulsori. (") "The Secondo World War~. di J.F.C. Fuller (1948), appendice, pagg. 413-415.
542
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
portante provvedimento nell'organizzazione dell'invasione fu l'adozione di una razionale politica di bombardamento strategico. Fin dall'll maggio 1940, quando Churchill inaugurò il bombardamento delle città tedesche (! 7) , la decisione di distruggere le aree industriali e residenziali s'era dimostrata un vero fallimento; non aveva ridotto la produzione, che era continuata ad aumentare a piccoli passi o a balzi , ed aveva rafforzato anzichè intaccato il morale della popolazione civile tedesca ( 18). Era troppo dispersivo per essere decisivo e fu, pertanto, scelto di concentrare l'azione su due soli obiettivi ritenuti di vitale importanza: i trasporti e le fabbriche di carburante sintetico. Il generale Cari C. Spaatz, comandante delle forze aeree strategiche U .S.A., preferì le seconde cd il maresciaJio dell' aria Arthur Tedder le prime. Dei due, Tedder fece la scelta migliore ed ottenne anche priorità d'impiego perchè i mezzi di trasporto offrivano la sola prospettiva di disorganizzare il nemjco in tempi brevi, mentre gli effetti del bombardamento delle fabbriche di carburante si sarebbero sentiti dopo molti mesi. II 30 marzo 1944 fu accolta e attuata la proposta di Tedder e finalmente il bombardamente strategico, per lo meno allora, diventò veramente strategico. Il piano prevedeva di lirrutare la mobilità del nemico sconvolgendo le ferrovie in Francia e in Belgio. L'idea generale prevedeva di isolare non solamente la zona di sbarco alleata ma l'intera aerea avanzata tra la Senna e la Loira, distruggendo i ponti stradali e ferroviari sui due fiumi. Se ciò fosse stato conseguito, sarebbe stato difficile per il nemico spostare la XV• armata ad ovest della Senna e le urutà dislocate nel sud della Francia a nord della Loira. Con l'eccezione della zona tra Orléans e Fontainebleau, queste demolizioru avrebbero trasformato la zona avanzata in un'isola strategica. Al di là di questi due corsi d'acqua, fu scelta una seconda linea di interdizione lungo la Mosa ed il Canale Alberto, i cui punti di superamento erano vitali per i rifornimenti della XV• armata tedesca. Fu deciso di demolire tali passaggi per far sì che le linee di rifornimento della xv• armata risultassero paralizzate e che gli itinerari di afflusso presentassero gravissime difficoltà anche alle unità operative. Ciò significava che la VII* armata tedesca non avrebbe potuto essere rinforzata con tempestività erapidità da est. L'obiettivo primario dell'operazione di attacco alle ferrovie fu individuato nella distruzione dei mezzi di locomozione ed in particolar modo dei depositi di locomotive. Furono localizzati e selezionati 80 di questi« centri nevralgici »ed entro il D-day 50 di essi furono gravemente danneggiati. Aj primi di maggio , il colonnello Hoffner, che era il capo servizi trasporti fer-
(" ) Vds. "Bombing vindicated", di J.M. Spaight (1944), pagg. 68, 74. ( 18) Vds . ''United States Strategie Bombing Survey, Over-all Report (European War) •, 1945.
LA POLITICA DEl SECONDI FRONTI
543
roviari di von Rundstedt , riferì all'OKW che servivano 100 treni al giorno per mantenere la Wehrmacht in Francia, che nel mese di aprile si era riusciti a fame viaggiare solo 60 e che si era scesi a 32, perchè le ferrovie francesi non ricevevano più il carbone belga (19). Il D-day , nella regione del nord, 1.500 delle 2.000 locomotive erano immobilizzate o perchè danneggiate o per mancanza di carbone ed il traffico era sceso al 13% del livello di gennaio. Il 5 giugno, « dei 24 ponti stradali e ferroviari sulla Senna tra Parigi ed il mare, 18 erano stati distrutti, tre erano chiusi al traffico per riparazioni ed i rimanenti tre erano sottoposti ad una tale minaccia aerea da non poter essere usati per movimenti su grande scala durante il giorno » (20). Durante i tre mesi precedenti al D-day furono sganciate 66.000 tonnellate di bombe, « creando così - scrive Churchill - un deserto ferroviario intorno alle unità tedesche in Normandia » ( 21 ). Oltre a tali operazioni, furono effettuati attacchi aerei preparatori contro difese costiere nemiche, stazioni radar ed aeroporti, che furono bombardati sistematicamente per parecchie settimane ed il giorno precedente al D-day furono messe fuori uso dieci batterie pesanti di stazioni radar in Normandia. Complessivamente, furono sganciate su detti obiettivi più di 14.000 tonnellate di bombe. Nella stessa notte furono rese inefficaci le rimanenti stazioni radar, così che non furono individuati i lanci delle unità paracadutiste, nè furono scoperte le truppe attaccanti fino a quando non si avvicinarono agli obiettivi. I compiti navali più importanti erano di scortare la flotta d'invasione, di realizzare canali nelle barriere di mine e di appoggiare col fuoco delle navi gli sbarchi. L'ammiraglio Ramsay disponeva di due gruppi navali: la forza orientale del contrammiraglio Vian, responsabile della cooperazione sul settore britannico, e la forza occidentale dell'ammiraglio Kirk, che doveva fornire sostegno nel settore americano. In totale, furono assegnati alle due forze 29 flottiglie di cacciamine. Fu attuato un elaborato piano di inganno per sostenere l'operazione, con lo scopo specifico di fuorviare il nemico circa la data dell'invasione, cercando di dargli ad intendere che un tentativo attraverso la Manica sarebbe stato effettuato circa sei settimane dopo il giorno in cui sarebbe realmente avvenuto e che l'attacco sarebbe stato sferrato nell'area del Passo di Calais. Per ogni missione aerea sulla Normandia, ne furono lanciate due nell'area di Calais e per ogni tonnellata di bombe sganciate ad ovest di Le Havre, ne furono lanciate due tonnellate a nord. Inoltre, molti aerei finti
(''} Citato da Wilmot in MThe Struggle for Europe", pag. 211. (lO) Ibid., pag. 212. (21) wThe Second World War", Vol. V, pag. 465.
544
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
furono schierati negli aeroperti sud-orientali inglesi ; un quartier generale finto fu costruito a Dover; strade e ferrovie fasulle furono realizzate nel Sussex e nel Kent. Dei molti problemi sui quali Eisenhower fu chiamato a decidere, uno dei più intriganti fu la scelta del D-day. « Fu deciso- afferma Montgomery- che le migliori condizioni si sarebbero avute se l'H-hour ( « ora H », la vecchia « ora zero » ) fosse stata fissata a 40 minuti dopo il crepuscolo nautico del giorno in cui, in quel momento , alla marea mancassero tre ore per raggiungere il suo valore più alto » ( 22); ma poichè il flusso della marea nella Manica non consentiva di ottenere contemporaneamente le stesse condizioni su tutte le spiagge, si dovette decidere una diversa ora H per ogni spiaggia; esse variavano tra le 6.30 e le 7.45. Inoltre, poichè era desiderabile che l'invasione avvenisse con una notte di luna piena, il D-day poteva coincidere con uno solo di tre giorni per ogni mese lunare; i primi tre dopo il 31 maggio erano il 5, 6 e 7 giugno. Fu scelto il primo di essi: la luna piena era il giorno 6. La tabella dei tempi prevedeva che le unità paracadutiste, trasportate con 2.395 aeroplani e 867 alianti, prendessero terra alle due; che il bombardamento aereo, al quale partecipavano 2.219 velivoli, cominciasse alle 3.14; che le navi aprissero il fuoco alle 5.50 e che la prima ondata delle forze d'invasione , trasportata in 4.266 navi e mezzi da sbarco , prendesse terra appunto tra le 6.30 e le 7.45. All'ora prevista ebbe inizio il bombardamento massicccio delle difese costiere e degli ostacoli sulle spiagge nemiche, sulle quali vennero sganciate 7.616 tonnellate di bombe. Quindi , mentre la IJa forza aerea britannica e la IX• americana sostenevano le flottiglie d'invasione, i cannoni pesanti delle flotte bombardavano le postazioni fisse delle batterie e gli appostamenti in cemento dei tedeschi (23) . Le difese campali speditive furono attaccate, a distanza ravvicinata, con cannoni di caJibx:.o inferiore. infine, mentre la prima ondata si avvicinava alla spiaggia,- fu erogato ùii fuoco di sbarramento, che doveva essere sospeso non appena le truppe sbarcavano. Per questo , come afferma il comandante Edwards, cacciatorpediniere e mezzi da sbarco pesanti - il moderno equivalente delle vecchie batterie galleggianti - ararono letteralmente ogni metro quadrato di spiaggia con colpi ad alto esplosivo e, per incrementare il volume di fuoco, furono lanciati razzi dai mezzi da sbarco. « Per il fuoco di prepanu;ione alle corte distanze e per completare l'azione di "aratura" del terreno·'-:-_scrive il comandante Edwards - ognuno di quei mezzi aveva una capacità di fuoco equivalente ad oltre 80 incrociatori leggeri o quasi
(") "Normandy to the Baltic". pag. 26. ( 23) Entrambi i bol)'lbardamenti fecero poco danno alle casematte in cemento (vds. "Supreme Com· mander's Re port. pat:' 27).
LA POLITICA DEI SECONDI FRONTI
545
a 200 cacciatorpediniere» (24). Queste attività godettero della copertura costante di dieci squadroni di aerei da -caccia e, dove il mare lo consentiva, le unità di fanteria furono precedute da carri armati anfibi. Eisenhower scrive « L'impiego di un gran numero di carri armati anfibi che fornissero fuoco di sostegno ..... era stato un elemento essenziale dei nostri piani e, nonostante le gravi perdite cui andarono incontro soprattutto per le condizioni del mare..... resta dubbio che le unità di fanteria avrebbero potuto arrestarsi saldamente sulle spiagge, se non avessero fruito del supporto di fuoco di quei mezzi » ( 25). L'operazione dei paracadutisti ebbe sostanzialmente successo, nonostante le avverse condizioni meteorologiche. La & divisione britannica fu lanciata nei pressi di Breville; la 101• americana prese terra a sud di Ste . Mère-Eglise e 1'82• immediatamente ad ovest. La prima divisione s'impossessò dei ponti sull'Ome e fece saltare quelli sul Dives; la seconda occupò i paesi di Pouppeville e St. Martin-de-Varreville, ad ovest della spiaggia « Utah »; la terza, nonostante avesse preso terra in un'area molto vasta, occupò Ste. Mère-Eglise e bloccò la strada Caen-Carentan-Cherbourg. Queste attività si abbatterono in modo sconvolgente sul nemico che, a causa delle pessime condizioni atmosferiche, era stato colto impreparato, ma non era stato completamente sorpreso poichè, tra le 21.15 e le 21.30 del 5 giugno, era stato intercettato un messaggio radio che - decodificato - rivelò che si chiedeva al Movimento di Resistenza Francese di tenersi pronti a combattere dalla mezzanotte del 5 giugno. Entro le 22.30, i gruppi di armate A e B e la III• flotta aerea furono allertati ma, sfortunatamente per i tedeschi, il generale Rommel s'era recato a trovare la moglie ad H eerlingen, nei pressi di Ulma; Sepp Dietrich, comandante del I corpo d'armata corazzato SS, era a Bruxelles e Dollmann,cornandante della VII" armata, era a R ennes impegnato a dirigere un« war game » (26). Verso l'una del 6 giugno, l'O. K.W . fu informato del contenuto del messaggio intercettato e, tra le 2 e le 3, dei lanci di paracadutisti inglesi ed americani. Quando furono comunicati gli sbarchi avvenuti sulle spiagge, Rundstedt chiese di poter impiegare le divisioni corazzate in riserva, ma non ottenne l'autorizzazione che tra le 15 e le 16, quando era troppo tardi per farle intervenire quello stesso giorno. Ciò, secondo Blumentritt, accadde perchè Hitler era solito lavorare nelle prime ore della mattinata e dormire quindi fino a poco prima di mezzogiorno. Poichè nessuno del-
(l') "Operation Neptuoe" (1946), pag. 89. (l>) "Supreme Commaoder's Report", pag. 30. L'autore propose per primo l'uso di carri anfibi in una conferenza, tenuta alla Royal United Service lnstitutione l' li febbraio 1920, intitolata « Lo sviluppo della guerra marinima sulla terraferma e la sua influenza sulle future operazioni navali >t,. (") Vds. "Von Rundstedt~, pag. 221.
546
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
I'O.K.W. ebbe il coraggio di svegliarlo, ebbe informazioni dettagliate solo quando l'invasione era in pieno svolgimento da diverse ore (27). Nessuno degli sbarchi dal mare fu respinto; tutti furono coronati da successo, anche se in misura diversa. Sulla spiaggia« Utah »,la 4• divisione U.S.A., preceduta da carri anfibi che erano stati messi in acqua a circa cinque chilometri dalla riva, penetrò sulla terraferma per oltre sei miglia e si ricongiunse con la 101• divisione. Sulla spiaggia« Omaha »,i due raggruppamenti della 29• e della l" divisione U.S.A., privati , a causa delle condizioni del mare del sostegno dei carri anfibi, incontrarono accanita resistenza da parte della 352• divisione tedesca e rimasero bloccati sul bagnasciuga fino al tardo pomeriggio, quando penetrarono fino alla strada costiera. La Il" armata britannica, che impiegò carri anfibi, fu più fortunata perchè, sebbene l'ala destra della SO• divisione, sulla spiaggia « Gold », avesse i:n'Xlotrato accanita resistenza a le Ha mel (due Iniglia ad est di Arromanches), l'ala sinistra avanzò fin quasi alla strada Bayeux-Caen. Sulla spiaggia « Juno >>, la 3• divisione canadese incontrò una fortissima resistenza sulla spiaggia ma riuscì a penetrare, impegnandosi a fondo, per quasi sette miglia. Sulla sinistra della Il" armata, l'attacco della 3• divisione britannica sulla spiaggia « Sword >> si sviluppò secondo i piani e, entro il tardo pomeriggio, conquistate Bieville e la maggior parte di Ouistreham, le divisioni 3• britannica e 3• canadese respinsero il contrattacco della fanteria tedesca sostenuta da circa venti carri della 21• divisione corazzata. Il contrattacco fu condotto in modo disordinato. In assenza di Rommel, il generale Speidel ordinò alla 21" divisione di portarsi in avanti, ma nel frattempo il suo comandante, generale Edgar Feuchtinger, ne aveva già impegnato parte contro gli aviosbarchi neinici ad est dell'Ome e, prima che fosse assolto il compito, ricevette l'ordine di farla rientrare per fronteggiare la situazione critica che si era creata ad ovest dello stesso Ome. L'unità non fu in grado di intervenire fino alle 15 e, per mancanza di fanteria, dopo aver raggiunto la costa fu costretta a ripiegare sotto il fuoco dell'artiglieria controcarri semovente. Per tutta la giornata, le forze aeree alleate mantennero la supremazia aerea assoluta. La Luftwaffe non riuscì ad abbattere uno solo degli aeroplani, che effettuarono 14.600 sortite. Al calar della notte, tra il Vire e l'Ome, gli alleati avevano sfondato il Vallo Atlantico per un fronte di circa
27 ( ) Ibid., pag. 225. Secondo Fabian von Schlabrendorff, quando il generale Hans Speidel (capo di stato maggiore di Rommel) telefonò al generale Jodl aU'O.K. W., l'ufficiale di servizio non osò svegliarlo fino alle 9, e a sua volta Jodl attese un'altra ora prima di informare Keitel. « Entrambi si consideravano strettamente vincolati dall'ordine di non disturbare mai il sonno di Hitler. Così, fu soltanto al solito rapporto di mezzogiorno che Hitler ebbe la notizia"· (" Revolt against Hitler», pagg. 129-130).
LA POLITICA DEl SECONDI FRONTI
547
30 miglia , anche se riJllanevano delle sacche di resistenza e sebbene non fossero stati raggiunti gli obiettivi previsti. Hitler, Rundstedt e Rommel- che era ritornato al fronte nel pomeriggio del 6- furono d'accordo nel ritenere che l'attacco sferrato ad ovest della Senna fosse una finta , intesa a mascherare l'operazione principale che doveva aver luogo al Passo di Calais. Decisero di non far intervenire la xva armata e di fronteggiare la situazione con quanto era disponibile in Ioco. Il piano di Rommel prevedeva di contenere le teste di ponte realizzate dagli americani e di contrattaccare i britannici nella zona di Caen con il I corpo d'armata corazzato . Poichè l'azione doveva aver luogo senza ulteriori ritardi, Dietrich ricevette l'ordine di non attendere l'arrivo della divisione corazzata« Lehr », ma di contrattaccare con le divisioni corazzate SS 21& e 12• non appena fosse stato in grado di farlo, il 7 giugno. Subito dopo la mezzanotte del 6 il generale Kurt Meyer, comandante della 21" divisione corazzata SS, arrivò al posto comando di Feuchtinger a Caen. Tra tutti e due disponevano di circa 160 carri armati, che erano una forza formidabile, ma, a causa di ritardi dovuti al rifonimento di carburanti, aggravati peraltro da massicci attacchi aerei effettuati all'alba e dal coinvolgimento della 21" divisione corazzata in un attacco portato dai britannici a nord di Caen, Meyer entrò in azione solo con parte della sua divisione. Si lanciò contro i canadesi che in quel momento minacciavano Caen da ovest e, nella mattinata dell'8, Rommel ordinò a Dietrich di rinnovare l'azione con tutte e tre le divisioni tra Caen e Bayeux. Ciò non fu possibile, perchè la divisione corazzata « Lehr » non era ancora arrivata e la 21" non era in grado di sganciarsi. Tutto ciò che Dietrich riuscì a fare fu di rinforzare Meyer, il quale attaccò nuovamente i canadesi, che erano avanzati fino a Bretteville, sulla strada Caen-Bayeux. Ma le sue fanterie rimasero isolate dai carri armati e, prima dell'alba del 9, un contrattacco canadese rìconquistò il terreno perduto. Dopo questa operazione non riuscita, Rommel decise di rimandare il contrattacco fino a quando non avesse concentrato le sue unità corazzate. « Dal 9 giugno in poi- scrive Speidel - l'iniziativa passò agli alleati , che combatterono la battaglia interamente a modo loro » (28). Tale asserzione è avvalorata da Rommel che il giorno 10, in un lungo rapporto ad Hitler, scrisse:« Durante il giorno, tutto in nostro trafficosu strada, fuoristrada e per ferrovia- è rimasto completamente bloccato da bombardieri e cacciabombardieri, col risultato che il movimemento delle nostre unità sul campo di battaglia è quasi paralizzato, mentre il nemico può manovrare in piena libertà. Ogni tentativo di far muovere qual-
('8) "We Defended Nonnandy", pag. 99.
548
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
cosa nelle retrovie è vanificato dai continui attacchi ed è molto difficile far arrivare i rifornimenti essenziali di carburante e munizioni alle truppe » (29). Montgomery aveva realizzato, entro il 12, la sua testa di ponte, che resisteva egregiamente: erano stati sbarcati 326.000 uomini, 54.000 automezzi e 104.000 tonnellate di materiale ( 30). Entro la stessa data, il VII corpo d'armata americano aveva raggiunto Montebourg, a nord-est di Ste. Mère-Eglise ed aveva conquistato Carentan, ad est del quale s'era ricongiunto con il V corpo d'armata U.S.A., che s'era portato fino al Vire, otto miglia a nord di St. LO, aveva occupato la foresta di Cerisy ed aveva spinto l'ala sinistra di parecchio oltre Balleroy. Nel settore britannico, il XXX corpo d'armata s'era impadronito di Bayeux ed era avanzato fino alla strada Balleroy-Caen. Sulla sua sinistra, iii corpo d'armata aveva stabilito un fronte che da Bretteville, passava attorno a Caen e si sviluppava fino aSte. Honorine, da dove l'ala sinistra piegava verso nord fino a Franceville-Piage sulla Manica, ad ovest di Cabourg. Nonostante il fallimento di Rommel nel ributtare a mare il nemico, in Germania si accese una nuova speranza nella notte tra il12 ed il13: la prima bomba volante era caduta su Londra. Era un aereo a reazione senza pilota, con un testa esplosiva di 1.000 Kg. Tuttavia, nonostante i considerevoli danni che riusciva a causare, le aspettative si rivelarono molto presto infondate ed i risultati inferiori al previsto (31). Una volta respinto il contrattacco tedesco, Montgomery decise di conquistare Cherbourg e Caen, la prima per disporre di un porto che assicurasse i rifornimenti (che fino a quel momento arrivavano attravero i porti galleggianti e venivano scaricati direttamente sulle spiagge) e la seconda per assicurarsi un fulcro sul quaJe appoggiare l'azione da sviluppare sul fianco occidentale. Rommel, dopo il fallimento di Caen, decise di opporsi a qualsiasi avanzata nemica verso Cherbourg e, tra il 13 ed il15 giugno, effettuò un violento tentativo, ne l quale fu impiegata la 17° divisioni corazzata SS, per sfondare nella zona limite di settore tra i corpi d'armata U.S.A. VII e V, nell'area di Carentarn. Ma fu nuovamente respinto. Sullo slancio gli americani conquistarono Montebourg e , il 14, 9a e 82° divisione avanzarono verso ovest su St. Sauveur-le-Vicomte , che occuparono il 16. Due giorni dopo, raggiunsero la costa occidentale della penisola di Coten-
('") "The Rommel Papen,., pagg. 476-477. (lO) "Normandy to t be Ba ltic", pag. 57. 1 (' ) ln tutto vennero lanciate su Londra circa 8000 bombe volanti, di cui 2400 andarono a segno; 23.000 abitazione furono distrutte, oltre 7000 danneggiate, 6000 persone furono uccise e 18.000 ferite. L'8 settembre cadde suUa città la prima bomba a razzo a lunga gittata (V2) . Era un'arma nuova e rivoluzionaria, con velocità notevole e raggio d'azjone massimo di 200 miglia, ma era troppo imprecisa per poter essere altro che un'arma per incutere terrore.
LA POUTICA DEI SECONDI FRONTI
549
tin e Barneville. Diventò quindi operativo l'VIII corpo d'armata U.S.A., che prese alle dirette dipendenze le due divisioni paracadutisti e la 9(}& e fece fronte a sud per fornire sicurezza all'avanzata del VII corpo d'armata su Cherbourg. Il 19 giugno, la pianificazione alleata fu sconvolta da una furiosa ed imprevista tempesta, che durò tre giorni, mise fuori uso il porto artificiale americano « gelso » a St: Laurent-sur-Mer e danneggiò quello britannico ad Arromanches. Quando tornò il sereno, si scopri che 800 mezzi da sbarco s'erano incagliati sulle spiagge e che la flotta alleata aveva subito perdite cinque volte superiori a quelle patite nel D-day. Il 21 giugno, 4•, 79• e 9• divisione del VII corpo d'armata U.S.A. si portarono a ridosso di Cherbourg ed il giorno successivo, sostenute dal fuoco navale, iniziarono l'attacco alla fortezza ,che era comandata dal generale Karl von Schlieben. Il 25 ebbero ragione delle difese, il 26 catturarono Schlieben ed il 27 la città si arrese con 39.000 uomini. Il porto fu trovato cosi danneggiato , che non fu possibile utilizzarlo fino alla fine di agosto. Mentre veniva travolta Cberbourg, il 25 giugno , il XXX, l'VIII ed il I corpo d'armata della n• armata britannica sferrarono un massiccio attacco contro Caen. Il terren9 era estremamente difficile ed era fortemente minato. Il centro dell'VIII corpo d'armata riuscì a raggiungere il fiume Odon ad ovest di Caen, mentre gli altri due corpi d'armata fecero scarsi progressi. n 29 , si scontrarono con la l" e la 2• divisione corazzata SS, che erano seguite dalla 9• divisione corazzata e da elementi della 10• divisione corazzata SS, ambedue fatte affluire dal fronte orientale. La decisa resistenza delle unità nemiche indussero Montgomery ad attestarsi sulle posizioni raggiunte e a riorganizzarsi. Quando il secondo fronte , così a lungo preteso da Stalin, fu aperto in Normandia, i russi approntarono la loro offensiva estiva. Il 23 giugno, l'azione ebbe inizio tra Vitebsk e Gomel e, per la fine di luglio, fu raggiunto il Niemen. Seguì , i113 luglio, una secpoda grande offensiva a Pripet e, diciassette giorni dopo , fu superata la Vistola a sud di Sandomir. Entro la metà di agosto, la situazione tedesca era catastrofica: i russi erano sui Carpazi e alle frontiere dèlla Prussia orientale. Il 22 agosto, a seguito di un colpo di stato a Bucarest, il governo romeno capitolò e, tre giorni dopo, la Finlandia chiese l'armistizio. Dall0 luglio la caduta del terzo Reich non era più in dubbio ; l'ora per l'azione decisiva in Normandia stava per scoccare e la fine della guerra era in vista. Il giorno successivo alla caduta di Cherbourg, Rundstedt e Rommel furono convocati a Berchtesgaden e , il 29 giugno, in una riunione con Hitler, Rundstedt chiese carta bianca e Rommel propose che la VII• armata · fosse fatta arretrare fino alla Senna. Hitler non volle nemmeno ascoltare
550
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ed il risultato fu che, il 3 luglio, Rundstedt presentò le dimissioni e fu sostituito dal feldmaresciallo von Kluge. Nel frattempo, Montgomery decideva di occupare Caen e, contemporaneamente, di far avanzare la l" armata americana verso la linea Coutances-St. Lò, a premessa dell'azione sul fianco occidentale. Questa doppia offensiva fu iniziata da Bradley il 3 luglio ma, a causa delle difficoltà del terreno e dell'accanita resistenza nemica, furono fatti scarsissimi progressi. Il 7-8 luglio ebbe luogo l'attacco a Caen, una tipica battaglia montgomeriana basata sui materiali. Il comando bambardieri della RAF fu chiamato a sostenere l'avanzata di Demps·ey e, sebbene Montgomery sostenesse che <<esso ebbe un ruolo importante nella riuscita dell'operazione » (3 2), testimoni oculari non sposano la sua tesi (33). Furono sganciate 2500 tonnellate di bombe su Caen, le cui strade furono così bloccate dalle macerie che fu impossibile farvi muovere i carri armati, fino a quando non furono realizzati passaggi con le ruspe (34). Il ritardo causato dai bombardamenti consentì ai tedeschi di ritirarsi da Caen sulle rive settentrionali e meridionali dell'Ome e di impedire così lo sfondamento. Il 10 luglio sopraggiunse la crisi: l'offensiva fu arrestata, i tedeschi a Vaucelles bloccavano la via per la pianura di Falaise e quattro divisioni tedesche erano state spostate dalla Francia meridionale per rinforzare l'ala destra della VIII" armata. Poichè questi rinforzi consentivano a Rommel di disimpegnare le divisioni corazzate, che cominciarono a portarsi in corrispondenza del settore americano, diventò imperativo per Montgomery rinnovare l'attacco per indurre il nemico a sospendere i movimenti. Il suo piano prevedeva che, mentre Bradley si riforniva di munizioni e si organizzava per conquistare St. Lò, a premessa di un'azione ad ampio respiro (operazione « Cobra » ) da iniziare il 20 luglio, Dempsey, nella notte del15-16luglio, simulasse un attacco ad ovest di Caen cui, ill7, seguisse un attacco decisivo (operazione« Goodwood »)sferrato dall'VIII corpo d'armata e da tre divisioni corazzate dalla testa di ponte sull'Ome ad est e sud di Caen. In una nota al generale Richard O'Connor, Montgomery spiegò il suo piano come segue: « Una vittoria sul fianco orientale ci metterà in condizione di conseguire i risultati che vogliamo sul fianco orientale. Il fianco orientale però è un bastione dal quale dipende il futuro dell'intera campagna nel nord-ovest europeo » (35).
(") "Normaody to the Baltic", pag. 74. (l)) vds. "Eclipse" di Alan Moorehead (1945), pag. 112, e "European Victory" di John d'Arcy Dawsoo (s.d.), pagg. 87·88. ( 1') Il generale de Guingand, capo di stato maggiore di Montgomery, annota:« Il problema fu al· !ora che si era provocata troppa distruzione e la nostra avanzata era ostacolata dagli effetti del bombar· damento » ("Operation Victory" , 1947, pag. 396). (3.!) Citazione tratta da "The Struggle for Europe", di Wilmot pag. 354.
LA POUTICA DEI SECONDI FRONTI
551
In sintesi, l'azione si riprometteva di attirare il maggior numero possibile di unità tedesche verso Caen, in modo che fossero lasciate poche forze per contrastare la Ia armata di Bradley nell'area di St. Lò. L'attacco simulato inizialmente riuscì ad ingannare i tedeschi e va ricordato per l'impiego di un provvedimento che prese il nome di « luna piena artificiale». I fasci di luce di moltissimi proiettori furono puntati sulle nuvole, che riflettevano il chiarore verso la terra (36). La notte successiva, tuttavia, una missione di ricognizione della Luftwaffe individuò, impiegando razzi illuminanti, correnti di traffico sui ponti dell'Ome. Esse facevano presagire un'azione di sfondamento e indussero Rommel, la mattinata del17 luglio, a portarsi sulle posizioni avanzate per controllarne l'organizzazione difensiva. Durante il ritorno, nel pomeriggio, mentre percorreva la strada da Livarot a Vimoutiers (nei pressi del paesino di Ste. Foy-Mootgomery) subì l'attacco di un aereo nemico e rimase così seriamente ferito da essere ritenuto io un primo momento morto. Quando von Kluge venne a conoscenza dell'accaduto, non designò il successore di Rommel, ma assunse il comando diretto del gruppo di armate B. L'attacco del18 luglio (operazione« Goodwood >>) fu un'azione degna del miglior Montgomery. Il piano prevedeva di costruire ponti sul canale Orne, di farli attraversare da tre divisioni corazzate (Guardie, 7• ed 11") sostenute da carri e fanteria e quindi, con il sostegno di un colossale fuoco d'appoggio, dirigersi a sud verso Falaise per accerchiare e distruggere tre divisioni tedesche. Per favorire l'avanzata dei carri armati, bombardieri pesanti dovevano intervenire massicciamente su ambedue i lati di un corridoio largo quattro chilometri e ridurre al silenzio tutte le armi controcarri che potessero agire contro i fianchi delle colonne corazzate attaccanti. All'interno del corridoio , bombardieri leggeri dovevano sganciare bombe a frammentazione contro personale, senza creare crateri e consentire, così , il movimento dei carri, che dovevano avanzare attraverso tale corridoio ripulito dal nemico e con l'appoggio continuo di fuoco di artiglieria. Eisenhower scrive che l'azione fu preceduta « da quello che fu l'attacco aereo più massiccio e più concentrato mai impiegato a favore di operazioni terrestri ». Furono sganciate 12.000 tonnellate di bombe, di cui 5.000 in meno di 45 minuti e, contemporaneamente, fu effettuato un massiccio bombardamento navale ad integrazione dell'intervento aereo (37). Sfortunatamente per Montgomery, i tedeschi fecero ritirare le unità ed appron-
(.16) La pretesa di Montgomery cbe questo espediente « fu usato per la prima volta in battaglia • (''Normandy to Lhe Baltic", pag. 78) non è fondata. Come abbiamo visto nel capitolo VILI , esso venne impiegato per la prima volta dalla 7• divisione britannica, in Italia. nell'agosto del 1918. (37) "Supreme Commander's Reporc", pag. 45·46.
552
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
tarano una linea difensiva controcarri poche miglia più indietro della zona maggiormente investita dall'intenso fuoco aero-navale. I cannonieri rimasero nei ricoveri durante il bombardamento indi, usciti dalle posizioni interrate, aprirono il fuoco contro le centinaia di mezzi schierati su quel terreno piatto. Misero fuori combattimento dai 150 ai 200 carri armati -l' II• divisione corazzata ne perse più di cento - e successivamente , durante la notte, bombardieri tedeschi attaccarono in forze le posizioni britanniche. li giorno seguente, il tempo si mise al peggio e la pianura di Caen si trasformò in un mare di fango , ponendo così fine alla battaglia (38). Le condizioni del tempo convinsero Eisenhower a rimandare l'attacco di Bradley (operazione« Cobra») fino al 25 luglio , quando l'azione doveva riprendere con tre divisioni in prima schiera con obiettivo la linea Marigny-St. Gilles. Raggiuntala, altre tre divisioni fresche si sarebbero dovute portare in prima schiera e, dopo aver effettuato una conversione ad ovest, avrebbero attaccato Coutances e Granville. Era previsto , inoltre, che cacciabombardieri attaccassero tutti i ponti nemici sul fiume Vire a sud di St. Lò , in modo da isolare l'area dell'azione. Quindi « all'l.40 - scrive il generale H .H. Amold, comandante delle forze aeree dell'esercito- i P47 Thunderbolt, con bombe e spezzoni incendiari, attraversarono la zona da est ad ovest suddivisi in sette ondate, intervallate di due o tre minuti . Dopo di ciò , per un'ora , più di 1.500 fortezze volanti ed aerei Liberator sganciarono 3431 tonnellate di esplosivo. Seguirono 8 ondate di P38 Lightning in 20 minuti, lanciando ancora bombe incendiarie. Infine 400 bombardieri medi attaccarono la parte meridionale dell'area con bombe da 500 libbre, concentrando l'azione sugli incroci stradali e sulle unità tedesche corazzate di fanteria dislocate nel paese di St. Gilles. Le bombe incendiarie innescarono fuochi che si svilupparono incontrollati negli accampamenti e nelle posizioni occupate dai tedeschi » (39). Come per l'azione di Caen , « questo attacco aereo non causò al nemico un gran numero di perdite, ma produsse grande confusione e, come a Caen , l'effetto paralizzante fu solo temporaneo ..... L'avanzata fu contrastata da un intenso fuoco di artiglieria , erogato dalle posizioni non neutralizzate dagli aerei » (40). L'attacco della fanteria fu effettua to su una fronte di quattro miglia e fu sostenuto da carri in posizione arretrata e, cosa molto importante, con
(:18) Secondo il generale Wisch, comandante della l• divisione corauata, la sera del Hi luglio i suot cani Pantera sorpresero un centinaio di carri inglesi in posizione e ne misero fuori combattimento 40 durante la notte e altri 40 il mattino successivo. (~Defeat in the West" di Milton Schulman, 1947, pag. 141). ('') "Second Repon", 27 febbraio 1945, pagg. 11 e 14. (<O) "Supreme Commander's Repon" . pagg. 47-48.
LA POLITICA DEl SECONDI FRONTI
553
la cooperazione delle forze aeree. « Con le nostre truppe avanzavano scrive il generale Arnold- cacciabombardieri ed aerei da caccia, inseriti in maglie radio comuni e nella stessa organizzazione di comando , precedevano le unità terrestri, battendo gli obiettivi indicati ..... aerei da caccia, in collegamento radio diretto con i carri armati , orbitavano al di sopra delle colonne corazzate. Ufficiali dell' esercito chiamavano al fuoco gli aerei contro carri e/o artiglierie che si apponevano alla progressione. I piloti degli aerei davano ai comandanti terrestri la situazione e comunicavano gli agguati organizzati dal nemico e le difficoltà lungo gli itinerari prescelti. Le unità corazzate tedesche, senza ricognizione aerea, combatterono in situazione di svantaggio » (41). Cinque giorni dopo , fu costituita ufficialmente ed affidata al generale Patton la III" armata U.S.A., composta dall'VIII, XII, XV e XX corpo d'armata; il generale C.H. Hodges assunse il comando della I• armata U.S.A. (V, VII e XIX corpo d'armata); le due armate diedero vita al XII gruppo dì armate del generale Bradley. Tale provvedimento lasciò a Montgomery il comando del solo XXI gruppo d'armate, costituito dalla II• armata britannica e dalla I• armata canadese , divenuta operativa il 23 luglio e posta agli ordini del generale H.D.G. Crearer. Comunque, fino a settembre, Montgomery continuò ad avere il controllo di tutte le forze terrestri di Eisenhower . . Quando fu conquistata Coutances, il piano prevedeva che la ITI• armata U.S.A. sì dirigesse a s.ud, operasse passando per Avranches nella Bretagna, occupasse la zona Rennes-Fougères, facesse quindi una conversione ad ovest e s'impadronisse dei porti dì St. Malo e Brest, mentre la l" armata U .S. A. avanzava per conquistare l'area Mortaio-Vire. Nello stesso tempo, la II• armata britannica doveva operare in direzione della zona di Caumont. Questa volta, qualunque fosse stato il tempo metereologico, Eisenhower decise « di effettuare un'offensiva generale e, se necessario, di buttare al vento ogni preoccupazione» (42). Era ormai tempo di adottare un provvedimento del genere, perchè aveva il completo controllo del cielo e disponeva di una superiorità numerica di due a uno per il personale e di tre a uno per carri armati ed artiglierie. Il29luglio, i carri di testa di Patton superarono la Senna a sud di Coutances e, due giorni dopo , fu conquistata Avranches. « Non vi sonO' ora ostacoli di rilievo - scriveva Eisenhower - tra noi e la Bretagna ed è stato creato il fianco scoperto che ci eravamo prefissi. Il nemico è in uno stato di completa disorganizzazione ...... » (43). Contemporaneamente, Montgo-
( 41 ) ''Second Report", 27 febbraio il945, pag. 14. ('") "Supreme Commander's Report", pag. 50. (')) l bid., pag. SO.
554
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
mery lanciò le sue unità a sud di Caumont, precedute da un massiccio bombardamento effettuato da 1.200 aerei. Evrecy ed Esquay, a sud-ovest di Caen, furono travolte il 14 agosto e Villers-Bocage fu occupata il giorno successivo. Dopo la conquista di Granville ed Avranches, Patton incontrò scarsissime resistenze. Il 2 agosto entrava a Rennes, aggirando St. Malo. Entro il 6, fu raggiunto il fiume Vilaine da Rennes al mare e la penisola della Bretagna fu tagliata fuo ri. Il 7 agosto, la 6• divisione corazzata americana raggiunse la periferia di Brest ed il 10 Nantes era in mano americana. Il giorno successivo all'occupazione di Rennes , Bradley ordinò a Patton di lasciare un minimo di forze in Bretagna e di puntare, con il grosso delle sue unità, su Parigi. Patton diede inizio all'operazione il4 agosto. Fu evidente per von Kluge, minacciato com'era dall'azione di Patton proveniente da Avranches, che l'unica cosa sensata da fare fosse di ritirarsi sulla Senna; ma Hitler non volle ascoltare e, il giorno in cui Patton mosse in direzione di Parigi, ordinò a Kluge di riunire otto delle nove divisioni corazzate, affinchè nella notte del 6-7 agosto fossero lanciate da Mortaio contro la strozzatura delle linee di comunicazione di Patton ad Avrancbes. Sarebbe stato un provvedimento abbastanza sensato , se Kluge avesse avuto la supremazia aerea; ma, poichè così non era, fu una decisione suicida (44 ). Kluge era ben consapevole di tutto questo , ma poichè era stato coinvolto nel tentativo di assassinare Hitler del 20 luglio (45) , temeva, se avesse manifestato il suo disaccordo ad Hitler , di essere sospettato di tradimento. Nonostante la sua paura, si rese conto che era impossibile disimpegnare dalla battaglia più di quattro divisioni corazzate - 250 carri armati in tutto - e due divisioni di fanteria. Sfortunatamente per Kluge, i suoi preparativi non sfuggirono alla ricognizione aerea nemica e, non appena ne fu messo a conoscenza, Bradley fece schierare cinque divisioni, tra Vire e Mortaio , per contrastare la minaccia nemica. Ordinò inoltre a Patton di mantenere tre divisioni in posizione arretrata a St. Hilair, perchè si trovassero sul fianco meridionale della direttrice d 'attacco tedesca. Il 6 agosto , Montgomery chiese a Bradley
(") Secondo il generale Sayerlein: «senza l'aeronautica U.S .A. e la RAF questo attJ!CCO ....si sarebbe tradotto in una netta vittoria. Pertanto, come riotera battaglia di invasione- e questa era l'opi· nione di Rommel e deUa maggior parte dei generali comandanti -questo scontro fu perduto soltanto a causa deUa totale supremazia aerea di cui godevano gli Alleati ~ ("The Rommel Papers" , pagg. 49(}. 491). (") Per questo complotto, vds. " Revolt agaiost Hitler" di Fabian von Schlabrendorff, cap. X. Gli alleati apprezzarono cosi poco il vantaggio di una rivolta antinazista che dopo il 20 luglio affermarono • che la rimozione di Hitler dal potere non comporterebbe alcuna modifica alla pretesa di Mresa incon· dizionata" ,. ("The Struggle for Europe", pag. 318). Io effetti l'attentato rafforzò , invece di indebolirla, la posizione di Hitler.
LA POUTICA DEI SECONDI FRONTI
555
di ordinare a Patton di far muovere il suo XV corpo d'armata, che il giorno precedente aveva conquistato Le Mans, verso nord su Alençons, in modo da concorrere all'azione effettuata dai canadesi contro Falaise e cadere così alle spalle del nemico da nord e da sud. Questa manovra fu individuata da Kluge la mattina dellO e , poichè non poteva contrastarla, si rese conto che era indispensabile ritirarsi dalla zona di Mortaio. Tuttavia esitò a suggerire all'O.K. W. tale necessità fino a mezzogiorno dell'll e , per giunta, lo fece in terminii vaghi. La risposta fu che, una volta respinto il XV corpo d'armata americano, si attenesse all'ordine di effettuare il contrattacco. Ma prima che potesse eseguire l'ordine, il XV corpo d'armata conquistò, il12 agosto , AJençons ed entro la sera del giorno successivo avanzò fino ad Argentan, ponendo la maggior parte della VII" armata tedesca in situazione critica. Occupò un saliente a forma di salsiccia, profondo 40 miglia e largo 15 alla base (Falaise-Argentan) per cui, qualunque ordine Hitler tentasse di dare, la ritirata era diventata obbligatoria. Per far riprendere l'avanzata di Patton su Parigi, il12 agosto Bradley sostituì il XV corpo d'armata ad Argentan con il V della I• armata americana e , ill4, i canadesi ricominciarono l'azione verso Falaise, che non riuscirono ad occupare prima del 16. Quel giorno,il XII corpo d'armata di Patton conquistò Orleans, il XX entrò a Chartres e , 24 ore dopo, il XV era a Dreux, da dove mosse verso Nantes sulla Senna, a nord-ovest di Parigi, e il 19 conquistò una testa di ponte oltre il fiume. Nel frattempo, Hitler aveva sostituito Kluge, sospettato di tradimento, con feldmaresciallo Walter Model (47) . n 17 agosto, il V corpo d'armata americano da Argentan ed il IV canadese con la 1" divisione corazzata polacca da Falaise mossero per completare l'accerchiamento della zona nella quale i resti di quindici divisioni tedesche ed elementi di altre unità erano schiacciati in un'area lunga venti miglia e larga dieci. Le uniche vie di salvezza rimaste passavano per Chambois e St. Lambert, che erano sotto il fuoco terrestre erogato da ambedue i fianchi e venivano bombardate incessantemente dagli aerei. « I P47 Thunderbolt- scrive il generale Arnold - sorpresero colonne di carri armati ed autoveicoli tedeschi in movimento, con i mezzi serrati al punto che i paraurti si toccavano, sulle tre strade di Argentan. Gli aerei bombardarono gli elementi di testa delle colonne, bloccandone il movimento , e si avventarono sul resto mitragliando e bombardando ..... incessantemente per tutto il giorno nonostante la contraerea nemica e le pessi-
("') "Normandy to the Baltic", pag. 97. È strano che questi veicoli non siano stati usati prima, poichè i mezzi corazzati per il rrasporto della fanteria furono costruiti fin dal 1918. (") Kluge lasciò il comando a Model il 16 agosto e pochi giorni dopo si suicidò. Rommel fu costretto a fare la stessa cosa il 14 ottobre.
556
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
me condizioni atmosferiche. Il fumo , lungo alcune strade, era così denso, che i piloti non furono in grado di computare esattamente gli obiettivi colpiti, ma stimarono di aver distrutto 1.000 veicoli. Il giorno successivo, nellà 'zona loro assegnata, aerei Spitfire, Mustang e Typhoon della RAF ne distrussero un altro migliaio » ( 48). Nonostante questo terrificante intervento, il 20 agosto la 2• divisione corazzata si aprì la strada attraverso le unità canadesi e tenne aperto, per sei ore, un corridoio attraverso il quale poterono ripiegare i resti della VII' armata. Che i tedeschi potessero sfuggire all'accerchiamento, e più di un terzo lo fece, accadde perchè l'azione da Falaise era stata intrapresa con forze insufficienti e perchè la sostituizione del XV corpo d' armata con il V aveva rallentato la progressione a nord di Argentan. La distruzione della VIJa armata- e non l'occupazione di Parigi- avrebbe dovuto essere l'obiettivo strategico di quel momento. Eppure più tardi, nell'aprlie del1945 (come si vedrà) quando Berlino era alla portata di Eisenhower fu preso il provvedimento opposto. Il 15 agosto, mentre la battaglia di Falaise era all'apice, ebbe inizio l'operazione « Dragoon », precedentemente denominata « Anvil ». Se fosse stata effettuata immediatamente prima dell'« Overlord »o contemporaneamente, avrebbe avuto qualche effetto positivo sotto il profilo strategico ma ora, dopo il D-day, aveva perso la sua ragion d'essere. Quest'impiego diversivo di forze indebolì la capacità operativa di Alexander che, dopo la caduta di Roma del 4 giugno, aveva progredito celermente verso nord, ma che non era più in grado di avanzare nel cuore dell'Europa, col risultato di privare la vittoria in Normandia del suo significato strategico. Dopo lo sbarco favorevole del 6 giugno, la sconfitta della Germania era diventata sicura, qualsiasi cosa fosse accaduta: era giunto il tempo di sposare la strategia alla politica. Sebbene, nella situazione creatasi, la Normandia e la Polonia fossero i teatri militari decisivi della guerra, il teatro politico più importante rimaneva la linea Vienna-Praga-Berlino. Se gli alleati occidentali avessero raggiunto per primi tale linea, nonostante gli assurdi impegni presi a Teheran, sarebbero stati in grado di gestire e condizionare enormemente la pace finale. Se invece vi fossero arrivati per primi i russi, allora, condizionati dalla potenza militare di Mosca, sarebbero stati costretti a subirne l'iniziativa. Ciò fu previsto da Churchill, dai capi di stato maggiore britannici, dal generale Wilson, da Alexander e da Montgomery. TI 19 giugno, Wilson aveva fatto notare ad Eisenhower che, se l'obiettivo strategico era quello di sconfiggere la Germania nel 1944, « la strategia migliore per dare aiuto
(") "Second Report", del generale Aroold pagg. 14 e 28.
LA POUTICA DEI SECOI{DJ FRONTI
557
all'attacco nella Francia settentrionale » era « di infliggere un colpo che costringesse U nemico a sottrarre divisioni dalla Francia e, nello stesso tempo , convincerlo della possibilità di essere sconfitto nel 1944 >>. Invece dell'« Anvil » propose « una continuazione della campagna di Alexander nella valle del Po e verso Lubiana , minacciando, in tal modo , un'area di vitale importanza non solo per il nemico » (49) ma, incidentalmente, anche per la stessa Russia. Ma Eisenhower non ne volle sapere e dello stesso avviso furono anche i capi di stato maggiore americani e , in modo particolare, il generale Marshall. Churchill mette in risalto che « essi sostennero rigidamente il principio che prevedeva di concentrare al massimo le forze nel punto decisivo,che secondo loro era costituito dal nord-ovest europeo » (50). Ciò che non riuscirono a comprendere fu che un punto decisivo di primaria importanza deve essere politicamente conveniente e strategicamente conseguibile e che far sbarcare un esercito nel sud della Francia per conquistare probabilmente le strutture sportive invernali della Foresta Nera era la cosa meno decisiva che potessero fare. Al contrario, il suggerimento di Wilson , che tendeva a Vienna, avrebbe conseguito una vittoria in Francia con risultati di enorme portata, perchè avrebbe portato americani e britannici del cuore dell'Europa, unica zona nella quale la guerra poteva essere vinta politicamente. L'obiezione di Eisenhower secondo il quale« in quel periodo non esistevano possibilità di contribuire in modo più decisivo ..... alla completa e finale sconfitta delle forze tedesche dell'azione sussidiaria lungo la valle del Rodano » ( 51 ) dimostra che, ancora nel 1948, non era riuscito a capire che la guerra è uno strumento della politica. Eisenhower fu sostenuto dal presidente, che aveva motivazioni politiche per comportarsi in tale modo. In un lungo messaggio spedito a Churchill il 29 giugno, Roosevelt scriveva: « Da quando fu deciso a Teheran di effettuare l"' Anvil", non posso prendere in considerazione, senza consultare Stalin, nessuna proposta di un suo annullamento . . . . . . Inoltre, alla luce di considerazioni prettamente politiche, io non potrei mai sopravvivere ad un fallimento , anche di scarsissima entità, dell'« Overlord », se si venisse a sapere che forze di una certa consistenza sono state distolte per essere impiegate nei Balcani » ( 52). Per il presidente , il punto decisivo non era né nel nord-ovest della Francia né nell'Europa centrale, ma nelle elezioni presidenziali di novembre e l'« Anvil »,almeno in parte, fu effettuata per garantirgli una nuova elezione.
(":) " Report by the Supreme Allied Commander Mediterranean. etc~ (1948) , parte Il . pag. 35. (lO) ''The Second World War". Vol. VI , pag. 52. ( 51 ) "Crusade in Europe", pag. 294. (52) "The Second World War" di Winston S. Churchill. Vol. VI , pag. 664.
558
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Fu per questo che, in luglio, Alexander ricevette l'ordine di cedere il VI corpo d'armata U.S.A. (tre divisioni), la Forza di Spedizione Francese (tre divisioni in Italia e quattro in Nord Africa) ed un'aliquota considerevole delle sue forze aeree, al comando del generale Alexander M. Patch, per l'invasione della Francia meridionale del15 agosto. Churchill mette in evidenza che la V• armata americana del generale Clark fu ridotta da 250.000 a 153.000 uomini ( 53) e che la campagna di Alexander fu completamente compromessa. Dieci giorni dopo lo sbarco della VIJa armata U.S.A., che non incontrò nessuna resistenza tra Cavalaire ed Agny sulla Riviera ( 54), Parigi fu liberata dalla 2• divisione corazzata francese del genrale P.E. Ledere. La battaglia di Normandia era alla fine e la VII" armata tedesca era in rotta. « Se si considerano i materiali abbandonati- scrive il generale Dietrich, che condusse la ritirata- il superamento della Senna fu un disastro della stessa portata di quello della sacca di Falaise » ( 55). La battaglia costò ai tedeschi poco meno di mezzo milione di uomini, di cui 210.000 prigionieri, 3.000 pezzi d'artiglieria, 1.500 carri armati, 2.000 aerei, 20.000 veicoli ed una enormità di materiali. Il t o settembre, Eisenhower assunse il comando diretto di tutte le sue forze terrestri e Montgomery, promosso maresciallo, ebbe il XXI gruppo di armate. Era stata vinta una seconda Jena ed era stata aperta la strada per Berlino; non rimaneva che mettere a frutto la vittoria, come Napoleone aveva fatto nel1806. Ma, sfortunatamente per gli alleati, per le circostanze ed ancora di più per la differenza di carattere Eisenhower non era né un Montgomery, né un Napoleone. Quando il conflitto ebbe inizio, Eisenhower era un tenente colonnello appena promosso nelle Filippine e prestava servizio presso lo stato maggiore del generale Mac Arthur. Fino ad allora e fino al luglio 1942, quando fu prescelto a spese di ben 366 ufficiali più anziani di lui per assumere il comando dell'operazione« Torch »,non aveva comandato che un battaglione di fanteria. La sua visione della guerra era quella tipica di molti americani. Diceva che la guerra era una crociata, nella quale doveva essere conseguita la completa distruzione delle forze dell'Asse, in modo da reaLizzare un mondo migliore (56). « Di tutta la mia vita- disse durante la campagna elettorale per la presidenza del 1952- gli avvenimenti più im-
(") lbid., Vol. Vl, pag. 76. (") II 15 settembre le divisioni francesi erano rillnite nella I• armata francese (generale Lattre de Tassigny) che assieme alla VII• armata U.S .A. era inquadrata nel VI gruppo di armate al comando del generale J. L. Devers. (SS) Citato in "The Struggle for Europe", pag. 434. ("') "Crusade in Europe", pag. 157.
LA POLITICA DEl SECONDI FRONTI
559
portanti sono stati quelli che i fattori spirituali hanno trasformato in crociata ..... come si potrebbe altrimenti spiegare lo sbarco coronato da successo in Nord Africa e le campagne che seguirono in Sicilia ed in Italia se non in termini di crociate? ..... Come avrebbe potuto essere conquistata la fortezza hitleriana d'Europa e come avrebbero potuto le armate tedesche essere costrette a ritirarsi ed essere alla fine neutralizzate , se lo spirito di ogni uomo impegnatovi non fosse stato quello di un crociato? » ( 57) . Nel 1944, Henry Morgenthau cita la sua definizione dell'intero popolo tedesco come« una massa di paranoici » ( 58). Egli sosteneva, inoltre, che l'appartenenza alla Gestapo e alle SS avrebbe dovuto essere considerata prova di colpevolezza e che la Germania avrebbe dovuto essere eliminata, perchè potenza guerrafondaia (59). Sembra che non si sia mai chiesto se questo dovesse essere compito degli alleati occidentali o della Russia, anche perchè, a suo giudizio , « il russo comune aveva le stesse caratteristiche dell'americano medio » (60) e perchè « esaminando le relazioni russo-americane del passato, non c'erano motivi per guardare al futuro con pessimismo: ambedue erano senza il marchio d'infamia di imperi coloniali conquistati con la forza » (61). Quando si critica la sua gestione del comando, bisognerebbe tener presente che fu messo, dalla sua rapida carriera, in una posizione veramente difficile quando fu designato comandante alleato. Sembrerebbe che egli non fosse un soldato altamente preparato e che non avesse estese cognizioni sulle relazioni tra strategia e politica. « Le valutazioni politichescrive- sono compito del governo , non del soldato » ( 62): cosa che, se pur vera in astratto, è spesso fatale sul piano pratico, soprattutto quando il soldato è un generale comandante in capo. Poichè era un ufficiale abbastanza giovane e di carattere più amabile che forte , fu dominato dal generale Marshall e si adeguò oltre misura, per darla vinta ai subordinati. La situazione diventò ancora più difficile perchè comandava un esercito alleato , dove invidia e gelosie, se non allo stato attivo , erano spesso presenti allo stato latente. Era indispensabile creare armonia tra i suoi generali, e vi riuscì in modo mirabile. Ma era ugualmente indispensabile , per vincere la guerra nel minor tempo e ad un prezzo molto basso, che la strategia non dovesse essere subordinata alla concordia. Poiché non seppe capirlo, come generale fu più un coordinatore che un co-
("') "The Times", Londra, 22 ottobre 1952. ($8) ~Arnerica's 2nd Crusade", di William Henry Chamber lin (1950), pag. 303. ("') "Crusade in Europe", pag. W. (60) lbid .• pag. 474. ( 61 ) Ibid., pag. 457. Queste sarebbero affermazioni singolari anche per uno scolaretto. (62) Ibid., pag. 80.
560
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
mandante in capo. Per tenere occupati e tranquilli i suoi baroni, tagliò la sua torta strategica a fette e ne diede una porzione a ciascuno , violando così il principio della concentrazione degli sforzi e prolungando , di conseguenza, il conflitto. I documenti del comando supremo alleato mostrano che, al 31 agosto, erano stati sbarcati 2.052.297 uomini e 436.471 veicoli e che, nella Francia settentrionale, Eisenhower disponeva di 29 divisioni di fanteria più l'equivalente di quindici divisioni corazzate. « Il rapporto di capacità operativa - sostiene N .H. Cole - era approssimativamente di due ad uno a favore degli alleati. .. .. La superiorità alleata per quanto riguarda i cannoni era di due e mezzo ad uno, quella in carri armati di venti a uno. Inoltre gli alleati disponevano di 13.891 aerei da combattimento, nonchè di centinaia da ricognizione, collegamento e trasporto, contro i 573 velivoli di ogni tipo della m• flotta aerea tedesca » (63) . Sebbene non conoscesse tali rapporti, Eisenhower sapeva, come d'altra parte Bradley, « che dai primi di settembre la forza tedesca era stata disorganizzata e decimata. I resti delle unità tedesche a nord delle ArdeQne equivalevano ad undici divisioni, di cui soltanto due corazzate (64). L'unico problema che Eisenhower doveva risolvere era di come sfruttare il successo. Le sue quattro armate nella Francia settentrionale erano in linea: la I• canadese a sinistra, la Il" britannica e la ra americana al centro e la Il" americana a destra. Tutte insieme avevano realizzato un grande saliente da Abbeville nel nord ad Orleans più a sud , con l'apice a Verdun. Lanciarsi all'inseguimento con tutte e quattro le armate non era possibile perchè, sostiene Eisenhower, la autocisterne di carburante erano decisamente insufficienti e , per mantenere la spinta della III" armata, era stato già costretto a rifornirla con aerei (65 ). Il suo problema era di decidere quale delle sue armate dovesse essere fermata in modo da disporre di carburante sufficiente e concentrarlo per alimentare quelle incaricate di effettuare lo sfruttamento del successo. Montgomery aveva esaminato il problema ; già il17 agosto aveva suggerito a Bradley che, superata la Senna, avrebbe dovuto essere effettuata un'offensiva potentissima, non lungo tutto il fronte ma a nord delle Ardenne. Il 23 agosto, propose ad Eisenhower« un'azione massiccia oltre il Reno nel cuore della Germania settentrionale, dove poteva essere sviluppata la superiorità delle unità corazzate. « Se possiamo mantenere - seri-
{
63 )
"The United States Army in Worl War II; The Lorraine Campaign" a cura di H.M. Cole
(1950), pagg. 2·4.
"A Soldier's Story", pag. 411. "Supreme Commander's Report", pag. 60. Vds. anche "Second Report" del generale Arnold, pag. 30, e "Despatch" di sir Trafford l..eigh-Mallory sulla " London Gazette" del 31 dicembre 1946. ( 64 )
( 6!)
LA POLmCA DEI SECONDI FRONTI
561
ve - la forza e l' impeto delle nostre operazioni oltre la Senna in modo sufficiente per mantenere il nemico in rotta fino al Reno ed aprirci la strada su tale corso d'acqua prima che il nemico possa ricostituire un fronte , allora potremmo godere di un grosso vantaggio » ( 66). Ma, per alimentare tale sforzo , doveva essere temporaneamente fermata la m• armata di Patton. Eisenhower non volle condividere, ritenedolo politicamente impossibile, perchè non sarebbe mai stato accettato dal pubblico americano (67). Sotto il profilo militare, sostenne che la proposta era completamente fantasiosa e la definì « azione a punta di spillo » (68). Il piano di Eisenhower prevedeva di avanzare su ampia fronte, gravitando sulla sinistra e , nello stesso tempo, di far avanzare la m• armata verso est in direzione del bacino della Saar, perchè si ricongiungesse con il VI gruppo d'armata , in movimento lungo la valle del R odano. « Questa saldatura dell'intero fronte - scrive - era indispensabile, avrebbe consentito di impiegare tutte le nostre unità per combattere il nemico ed avrebbe evitato la necessità di costituire un fianco difensivo, nel quale le nostre truppe non avrebbero dovuto assolvere che un compito negativo e statico ..... Noi volevamo schierare tutta la nostra potenza contro il nemico, tutte le unità mobili e tutto ciò che poteva contribuire direttamente alla completa distruzione di tutte le sue forze » ( 69). La decisione sembrerebbe dovuta alle proteste di Bradley e di Patton, tese ad indurre Eisenhower a non attribuire a Montgomery il ruolo più importante, ma anche al fatto che il comandante supre mo non inte rpretò né valutò esattamente la situazione. Non sfruttò la sua vittoria, ma cominciò i preparativi per una successiva battaglia e mancò , così , l'opportunità di far assumere al suo successo portata strategicamente decisiva. Non ci è dato di sape re se l'azione massiccia di Montgomery potesse essere coronata da successo , ma certamente possiamo dire che era quello che i generali tedeschi si aspettavano. « Fin dall'inizio del conflitto - scrive Wilmot - Rundstedt ed altri generali tedeschi.. ... avevano dichiarato che un'azione concentrata e potente dal Belgio , condotta a settembre , avrebbe avuto successo ... Blumentritt dice che uno sfondamento in massa col sostegno aereo avrebbe fatto a pezzi il debole fronte tedesco e posto fine alla guerra nel 1944 » ( 70). Liddell Hart avalla tale parere. « Tutti i generali tedeschi ai quali ho parlato - scrive - erano dell'opinione che il comando supremo alleato
(") "Nonnandy to the Baltic", pag. 119. ('') Citato da Wilmot in "the Struggle for Europe", pag. 468. (..) •·Crusade in Europe", pagg. 252 e 306. (69) lbid., pag. 226. ("') " The Struggle for Europe", pag. 539.
LONDR~!ic·
lJ1
o-.
RU H R.
N
Oiiu&orf
I NGHILTERRA
Dow,..
ol>ltn>.•
LR
l""
l'Il ti)
MRNICR
;»
g l""
;
Cher~·~
o ~
(ii
. lisic.l.lt
L;vorot • r-
• r~liiSC
~
< rn
.r,,.,
•
o
rn
• Vi moubtrt
r
'i:
~UmtN rt
·Ct~oa~'
•A~nl.tn
o z
•Dre.u•
8 ~
CMrme.S
()
s
Épinal
l'Il
z
1-!ulho.ue •
•
.~\'f..
~"~·:~ .~
8&Jfort •
/~,
c~~ /~
~i,iou.• 4\l' l't' • S..•n~on//5 Vll.Z. ERA ..\<>~~o'> ,y
i·~~· ~ t ~· ·~
Fig. 38: La linea del fronte alleato, l settembre 1944
,,
~
l'Il
LA POLITICA DEI SECONDI FRONTI
563
aveva perso una grande occasione per porre fine alla guerra nell'autunno del 1944. Concordavano con Montgomery quando sosteneva che il modo migliore per conseguire tale risultato era di concentrare tutte le risorse possibili in un'azione a nord , diretta a Berlino » (7 1). Infine, il generale Speidel dice: « Gli avvenimenti delle ultime settimane di agosto erano come un torrente in piena che niente poteva contenere ..... Quindi accadde qualcosa di inatteso, una variante tedesca del miracolo della Marna del 1914: l'inarrestabile avanzata alleata all'improvviso si dissolse .... La ragione principale è da attribuire ai metodi del comando supremo alleato ..... Se gli alleati avessero continuato ad incalzare i tedeschi in ritirata, avrebbero avuto ragione della resistenza di ogni uomo e posto fine alla guerra con mezz'anno d'anticipo. Non c'erano forze terrestri tedesche di una certa importanza che potessero essere immesse nel combattimento e non avevamo quasi niente da far intervenire dall'aria » (n). Per dare un ulteriore colpo alla strategia alleata, durante la seconda Conferenza di Quebec, che ebbe inizio il 10 settembre, Henry Morgenthau, ministro del tesoro americano che nel1944 cominciò ad avere un ruolo decisivo nella definizione della politica estera U.S.A. (73), presentò un piano su come comportarsi con i tedeschi. Era un documento elaborato essenzialmente da Harry Dexter White, sottosegretario di Morgenthau che, il 14 agosto 1951, fu citato davanti alla sottocommissione sulla sicurezza del senato e dichiarato agente sovietico (14 ). Nelle sue linee essenziali (75), il piano prevedeva che la Germania fosse privata della Prussia, della maggior parte della Slesia, della Saar e di una fascia del territorio sulla riva sinistra del Reno. Il resto della Germania doveva essere suddivviso in tre zone: settentrionale, meridionale ed internazionale. Quest'ultima si estendeva da Francoforte al Baltico e Brema e comprendeva la Ruhr; nel documento si specificava che in essa« tutte le industrie e le fabbriche non distutte dalla guerra dovevano essere o smantellate e trasferite in altra area oppure completamente disattivate e che si dovevano portare via tutte le attrezzature dalle miniere, che dovevano essere previsti , in sede di riparazioni di guerra, provvedimenti che costringessero i tedeschi, oltre che a trasferire le industrie e le attrezzature, a lavorare forzatamente fuori dei confini della Germania >>. Un'ultima proposta riveste un interesse particolare perchè, se fosse stata attuata, avrebbe comportato il dominio della
(") "The Other Side or the Hill", pag. 429. (12) "Wc Dcfcnded Normandy" , pag. 151-153. (73) Vds. "Memoirs or Cordell Hull" (ed. inglese 1948) Vol. l, pag. 207 . ('') Vds. "The Twenty-Year Revolution rrom Rooseveh 10 Eisenhower", di Chesly Manly {1954), pagg. 102-103. (15) Vds. "Germany in Our Problem". di Henry Morgenthau jr. (1945). pagg. 1-4.
564
LE BATTACUE DECISIVE DEL MONDO OCCiDENTALE
Russia sulla Germania; infatti nel documento si legge: « La responsabilità principale della politica e dell'amministrazione in Germania dovrebbe essere assunta dalle forze militari dei paesi confinanti ed , in modo particolare, da russi, francesi, cecoslovacchi, polacchi, greci, olandesi e belgi. Alla luce di tale programma, i soldati americani potrebbero essere ritirati dall'Europa in tempi brevi ». Il piano di Morgenthau fu accettato dal presidente e da Chruchill e, il 15 settembre, si cominciò a lavorare ad un accordo particolare, per il quale le industrie della Ruhr e dalla Saar sarebbero state poste fuori uso o distrutte. Le due zone dovevano essere poste sotto il controllo di un'organizzazione internazionale, che avrebbe sovrinteso allo smantellamento delle industrie e si sarebbe assicurata che non fossero rimesse in attività ricorrendo a sotterfugi. Questo programma per l'eliminazione delle industrie di guerra nella Saar e nella Ruhr si riprometteva di trasformare la Germania in un paese prevalentemente agricolo e pastorale. Il primo ministro ed il presidente concordavano su tale prospettiva » (76). li 24 settembre, il piano divenne di pubblico dominio (77) e , poichè sembrava che definisse nei particolari ciò che avrebbe significato la resa incondizionata, esso coòyinse anche i milioni di tedeschi che erano contrari al regime nazista che era meglio continuare a combattere sotto Hitler, piuttosto che accettare una simile pace da Cartagine, e risvegliò in loro lo spirito del 1813. Con le parole di Macbeth , il grido di ogni tedesco fu: «Si suoni la campana a martello! Scoppi la bufera! Venga la rovina! almeno·m.otircmo con le armi in pugno». Da questainsana trasfusione rinvigorente al morale tedesco e con l'adozione della strategia dell'attacco su ampia fronte di Eisenhower, durante l'~utunno vi fu una serie di offensive disperate , alle quali fu opposta un'.altrettanto disperata difesa, lungo le 350 miglia di fronte da Nijmegen a Colmar, fino alla controffensiva di metà dicembre sferrata da Hitler nelle Ardenne, che chiaramente dimostrò la follia della strategia lineare di Eisenhower.. Nonostante il suo fallimento, essa costò agli alleati 77.000 uomini e fu un colpo tremendo al prestigio americano, simile a quello dell'attacco di sorpresa giapponese a Pearl Harbour. Stalin ne rimase così im-
('•) Per un quadro completo, si legga " On Active Service in Peace and War" di Henry Stimson e Mc. George Bundy, pag. 33. (") Fu pesantemente criticato e quando Stimsoo, segretario alla guerra U.S.A. , lesse al presidente le frasi riguardanti la trasforma?inne della Germania in un paese pastorale,« egli fu sinceramente seon· cenato da questo e disse d• non . • ·,si reso conto di aver dato l'avallo a tutto questo con la propria firma e che evidentemente l'aveva fatto senza pensarci molto • (Jbid., pag. 336).
LA POLITICA DEI SECONDI FRONTI
565
pressionato che colse l'opportunità, proprio perchè i suoi alleati occidentali erano in crisi, per aderire alla richiesta di un altro incontro dei Tre Grandi da effettuarsi alla fine di gennaio, al quale il presidente aveva lavorato fin dalla sua rielezione. Inoltre, poiché Hitler aveva impiegato nelle Ardenne tutta la sua riseJrVa strategica, Stalin decise di iniziare la sua campagna invernale a metà gennaio nella speranza che, prima dell'incontro dei Tre Grandi, le sue armate occupassero l'intera Polonia per potersi presentare alla conferenza con il fatto compiuto. L'offensiva russa, condotta da Zhukov e Koniev , ebbe inizio il12 gennaio. Si abbattè come una valanga sul fronte tedesco e progredì a tale velocità che, entro il 4 febbraio, i due marescialli avevano fatto raggiungere alle loro unità Kiistrin e Breslavia sull'Oder. Lo stesso giorno i Tre Grandi s'incontrarono a Yalta in Crimea. Su suggerimento di Churchill la conferenza fu denominata profeticamente « Argonauta »: in effetti Stalin vi ricoprì il ruolo di Giasone e trionfalmente portò con sè al Cremlino le spoglie della Polonia e di altri paesi. Roosevelt lasciò l'America alla volta della Crimea con grandi speranze e gravissima impreparazione (18); la guerra in ~uropa · sta~ per aver fine e la pace si affacciava au•onzzonte. Era giuntci""ii·mori)ento di avere assicurazioni sulla piena collaborazione di Stalin. Gli se"t:nbtava. un compito facile, perchè non riusciva ad intravvedere interessi cO'nd·astanti t,fa la Russia e l'America. Inoltre, poichè Churchill era un imperialista convinto e poichè fondalmentalmente riteneva che Stalin non fosse della steSsa specie, per liquidare gli imperi britannico, francese ed olandese.in f\,sja aveva bisogno del sostegno del russo. Aveva anche necessità del suo-'al'uto per mettere fuori causa Tokyo, dal momento che i suoi ca,pi ·ai st~to maggiore gli avevano rappresentato che, per conquistare il Giappone, gii Stati Uniti avrebbero potuto subire « perdite per un milione di uomini » ( 79). Prima che la conferenza avesse inizio, aveva ormai deciso di accordare a Stalin carta bianca in Europa, in cambio di quanto aveva bisogno in Asia.' A causa del realismo di Stalin e dell'idealismo del presidente - che era assistito da Harry Hopkins e, tra gli altri, da Algar Hiss del dipartimento di stato - i risultati della conferenza di Yalta furono quelli di una super-Monaco. Fu concordemente stabilito che la Germania fosse suddivisa in zone e che ognuna di esse fosse occupata da un'esercito alleato, che la resa incondizionata rimanesse alla base della pace, che dovesse essere preteso il lavoro forzato dei tedeschi a favore dei vincitori e che le riparazioni di guer-
(711) Vds. "Speaking Frankly~ di James F. Bymes (ed. inglese s.d.) , pag. 23. (19) "On Active Service in Peace and War" , di Henry L. Stimson, pag. 365.
566
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ra ammontassero a venti milioni di dollari , metà dei quali a favore della Russia. Quando Stalin promise di partecipare alla conferenza delle Nazioni Unite di aprile, la Polonia, per la cui integrità la Gran Bretagna era scesa in guerra, fu abbandonata ai lupi russi. La sua frontiera orientale fu fissata in corrispondenza, grosso modo, della linea Curzon e quella occidentale sul Neisse; la Commissione di Lublino di tirapiedi sovietici , che su istigazione del Cremlino s'era, il 31 dicembre 1944, proclamata governo provvisorio della Polonia Democratica Liber ata, fu, con l'inserimento di pochi elementi del governo fuoriuscito , ufficialmente riconosciuta , a condizione che fossero tenute libere elezioni. Queste però non sarebbero state supervisionate da osservatori neutrali, perchè il fatto avrebbe costituito un insulto per i polacchi! Infine, dopo che la Polonia fu abbandonata nelle mani di sovietici, in una riunione segreta, dalla quale Churchill fu escluso, Roosevelt si assicurò l'appoggio di Stalin contro il Giappone. In cambio riconobbe lo « status quo » nella Mongolia Esterna, assicurò la restituzione alla Russia di tutti i territori perduti nel 1904-1905, dell'isola di Sakhalin meridionale e delle Curili e concordò il controllo congiunto russo-cinese delle ferrovie orientali e meridionali della Manciuria. Poichè la maggior parte di quei territori era cinese, sembrerebbe che il presidente o si fosse dimenticato dell'imperialismo e della Carta Atlantica o fosse « non compos mentis ». La conferenza si concluse iliO febbraio e, al pranzo che seguì, quando fu proposto un brindisi alla salute di Stalin, ChurchiiU, con chiara visione profetica disse: « ..... so che, in pace e in guerra, il maresciallo Stalin continuerà a condurre il suo popolo di successo in successo » ( 80). Il giorno seguente fu firmata e diramata una dichiarazione dei Tre Grandi che, tra l'altro, conteneva buona parte delle proposte economiche del piano di Morgenthau e si concludeva con una affermazione secondo la quale , nello spirito della carta Atlantica, gli accordi offrivano la certezza a tutti gli uomini di ogni parte della terra « di vivere in libertà e senza paura » ( 81 ). Tre giorni prima che queste parole di speranza fossero rese di pubblico dominio ebbe inizio, in condizioni atmosferiche tremende, L'ultima fase dell'avanzata massiccia a mo' di falange di Eisenhower verso il R eno. Il fiume fu raggiunto sulla sinistra dalla l" armata canadese, di fronte a Emmerich , il 14 febbraio , mentre la IX• armata americana, sulla destra dei canadesi, non vi riuscì che il 3 marzo perché, oltre che dalle avverse condizioni atmosferiche, fu rallen-
(80) ~The Wbite House Pape~. etc:·. Vol. n, pag. 857. " Stalin rispose d'ouimo umore • . (ChurchiU, Vol. VI , pag. 343). (*') Per il testo completo, vds. ~Roosevelt aod the Russians, etc." di Edward R. Steujnius, pagg.
295-302.
LA POLITICA DEl SECONDI FRONTI
567
tata dalla difesa disperata dei tedeschi. Il 5 marzo, poi , ele menti avanzati del III corpo d'armata della l" armata americana conquistarono il ponte sul Reno a Remagen. Infine, il22 marzo, Patton superò il fiume nei pressi di Oppenheim , a sud di Magonza e , il giorno seguente , il XXI gruppo di armate e la IX• armata - comandati da Montgomery - lo superarono a Wesel. Dal Reno i tedeschi si ritirarono nella Ruhr, dove organizzarono un'accanita resistenza , ma furono circondati e il13 aprile il feldmaresciallo Mode!, con 325.000 uomini , capitolò. La strada per Berlino era aperta ed i russi, agli ordini di Zhukov e Koniev, erano ancora suli'Oder e sul Neisse. Lo stesso giorno, a sud, il maresciallo Malinovsky occupò Vienna, il più meridionale dei grandi centri politici e strategici dell'Europa centrale. Rimanevano ancora Berlino e Praga. C'era pochissimo spazio tra la prima città ed Eisenhower, non esistevano difese organizzate e non c'era traccia di armate; sebbene Berlino fosse al centro della concordata zona russa d'occupazione , non era stato mai previsto che un qualsiasi altro esercito alleato non la potesse conquistare. Era indispensabile che Eisenhower avanzasse contro la capitale, anche perchè i russi avevano infranto o trascurato tutti i punti più importanti dell'accordo di Yalta: Berlino in mano agli anglo-americani avrebbe consentito ad Inghilterra e Stati Uniti di pretendere che Mosca onorasse gli impegni assunti. « Se non rimettiamo le cose al loro posto - scrisse Churchill - il mondo vedrà subito che io e Roosevelt abbiamo sottoscritto un programma fraudolento, quando abbiamo firmato gli accordi in Crimea » (82). Ciò avrebbe dovuto essere ovvio, ma le valutazioni politiche erano di secondaria importanza per Eisenhower , il quale riteneva che Hitler intendesse abbandonare Berlino e ritirarsi nel « ridotto nazionale » (Austria occidentale e Baviera meridionale) (83). « l fattori militari, quando il nemico è sull'orlo della sconfitta finale - scrive- sono, a mio avviso, più importanti delle considerazioni politiche connesse con l'occupazione della capitale. La funzione delle nostre forze doveva essere quella di sconfiggere l'esercito nemico, piuttosto che sprecare la nostra potenza nell'occupazione di città vuote o distrutte» (84 ). Ecco perchè il suo piano prevedeva di lasciare Berlino ai russi e , con Bradley, spostare la sua direttrice d'attacco attraverso la Germania
(112) "The Second World War,., Vol. Vl, pag. 370. (83) Bradley scrive: « Mesi prima il servizio informazioni ci aveva fano giungere la voce di un fan· tastico complou o nemico per una ritirata di truppe nelle Alpi Austriache .... per un'ultima resistenza ad oltranza.... Mi stupisce che noi lo si sia potuto credere cosl ingenuamente •. ("A Soldier's Story". pag. 536). ("') "Supreme Commander's Report", pag. 131.
568
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
N
t
l T A L l A
· ·--· -··.. Cooi/Ji t dt' i!Vo
_ _ J.i~t~ili Il'; .& qtu ~ Fro.l,in Offihnl;/t ltlilpt" ri'l/11
-=- Frt>n/.;,, ,,,-_,,t,/t tllil'tÌIIf'll"ll li (Jr/J IYifDII
l'O
100
IlO
Fig. 39: Zone d'occupazione alleata. Frontiera Russa del 1945 paragonata con quella di Carlo Magno dell'814
centrale per congiungersi con il maresciallo Koniev nell'area Lipsia-Dresda ed isolare, così, Hitler dal « ridotto nazionale »; intanto l'ala destra, comandata da Patton, avrebbe occupato quel mitico covo e l'ala sinistra di Montgomery si sarebbe diretta su Amburgo e il Baltico. Già il 28 marzo Eisenhower aveva comunicato l'essenza del suo piano a Washington, Londra e Mosca; Stalin ne fu entusiasta e Churchill s'infuriò, ma inutilmente , percbè i capi di stato maggiore americani sostennero Eisenhower. Il 31 marzo, Marshall telegrafò ai capi di stato maggiore britannici: « La batta-
LA POLITICA DEJ SECONDI FRONTI
569
glia in Germania ha raggiunto ormai il punto in cui tocca al comandante sul campo decidere quaH provvedimenti adottare. Non sembra opportuno non sfruttare deHberatamente i punti deboH del nemico. L'unico obiettivo dovrebbe essere una rapida e completa vittoria » ( 85 ). Il 6 aprile affermò: « I vantaggi psicologici e politici che discenderebbero dalla possibile conquista di Berlino , prima che la compiano i russi , non devono far soccombere la necessaria considerazione di carattere militare che, secondo il nostro parere, deve prevedere la distruzione e la disorganizzazione delle forze armate tedesche » (86). Le avanguardie della IX8 armata americana entrarono a Magdeburgo 1'11 aprile e, il giorno successivo, superarono l'Elba. « In quel momento -scrive Bradley- avremmo potuto probabilmente spingerei su Berlino, se avessimo avuto la volontà di accettare le perdite che la presa della capitale comportava. Zhukov non aveva ancora attraversato l'Oder e BerHno si trovava a metà strada tra le nostre forze » (87). U 14, due giorni dopo la morte del presidente Roosevelt, sostituito da Harry S. Truman , Eisenhower fermò le sue armate sull'Elba e il 21 informò l'alto comando sovietico che, fatta eccezione per un'avanzata su Lubecca, non intendeva superare l'Elba nè la frontiera occidentale della Cecoslovacchia e che la sua Ili" e VII• armata avrebbero occupato il ridotto nazionale! Anche Praga fu abbandonata ai russi. L'incubo che, fin dallo sbarco alleato in Normandia, aveva minacciato Hitler con le fauci spalancate di un mostro , improvvisamente prese corpo e serrò le zanne. Il 29 aprile, il generale Heinrich von Veitinghoff, comandante delle forze tedesche in Italia con quasi un milione di uomini , si arrese senza condizioni al maresciallo AJexander. Alle 15.30 del giorno successivo Hitler si sparò ed il 2 maggio i russi si insediarono a Berlino. Due giorni dopo l'ammiraglio Friedeburg ed altri esponenti dell'alto comando tedesco, al posto comando tattico di Montgomery a Liineburger Heide, dove nel1935 Hitler aveva assistito alle prime manovre, firmarono un armistizio col quale si prevedeva la resa di tutte le forze tedesche in Germania nord-occidentale, Danimarca ed Olanda . Tre giorni dopo fu firmata la resa incondizionata della Wehrmacht da Jodl e Friedeburg al quartier generale di Eisenhower a Rheirns; a mezzanotte dell'8-9 maggio le ostilità cessarono ed il 9 i russi entrarono a Praga . Per la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, i frutti della battaglia di Normandia furono come le mele di Sodoma, che si trasformarono in cenere appena colte. Hitler e le sue legioni erano stati annientati ed al loro posto
(") -crusade in Europe", pag. 402. (M) Citata da Wilmot in "The Struggle for Europe", pag. 693. ( 87)
''A Soldier's Story", pag. 537.
570
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
si erano insediati Stalin e le sue orde asiatiche. Poichè « la vittoria, la vittoria ad ogni costo » ( 88) era stata lo scopo principale degli alleati e poichè a causa delle loro insistenze sul fatto che « dovevano essere la sconfitta, la rovina ed il massacro di Hitler, escludendo ogni altro proposito, lealtà o scopo il loro obiettivo primario » (89), Stalin, - il più grande realista, la cui strategia s'era sempre perfettamente sposata con la sua politica- era riuscito ad imporre il suo credo messianico su Estonia, Lettonia, Lituania, parte della Finlandia, Polonia, Germania centrale ed orientale, un terzo dell'Austria, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Ungheria, Romania e Bulgaria. Vienna, Praga e Berlino , spina dorsale dell'Europa, erano sue e, fatta eccezione per Atene, lo erano tutte le capitali dell'Europa orientale. La frontiera occidentale della Russia era stata spostata dalle paludi del Pripet alla Turingia, a 750 miglia di distanza e, come ai tempi di Carlo Magno, gli slavi erano sull'Elba. Un migliaio d'anni di storia europea erano stati cancellati. Questi furono i frutti della battaglia di Normandia, generati da una inetta strategia e da una politica di pura distruzione.
( 88) "The Secood World War" , di Winston S. Churchill, Vol. II , pag. 24. (" ) lbid., Vol. III , pag. 21.
CAPITOLO XVI
Prosecuzione della guerra nel Pacifico, 1942-1944.
l. Quadro storico Dopo la battaglia di Midway, il problema che gli Stati Uniti dovevano risolvere consisteva nel come puntare attraverso le linee di difesa esterna ed interna della fortezza oceanica giapponese per arrivare alla fine a travolgere la cittadella e cioé il G iappone. Il problema fu risolto, com'era avvenuto per tanti altri assedi, traendo vantaggio dal contorno più esterno della fortezza che, come già detto in precedenza, si estendeva come un enorme saliente con la base d a Burma a Paramushiro nelle Kurili ed il cu i vertice coincideva con le Isole EU ice, in direzione delle Fiji e delle Samoa. Strategicamente, il saliente controllava il Pacifico occidentale e in una certa misura l'Oceano Indiano. Ma - fortunatamente per gli Stati Uniti e la Gran Bretagna - il Giappone non disponeva di forze sufficienti per controllare i centri strategici dell'Indiano e, nello stesso tempo , combattere una lotta mortale nel Pacifico. Se ne fosse stato capace, sarebbe riuscito ad intralciare le rotte marine tra il Medio Oriente e l' India, cosa che probabilmente avrebbe comportato l'occupazione dell'Egitto da parte di Rommel e, probabilmente il collasso di Timoshenko nel Caucaso, che non avrebbe potuto essere rifornito attraverso la Persia , nonchè quello di Ciang Kai Schek in Cina. Era l'Oceano Indiano che , insieme alla Russia , separava il Giappone dai suoi alleati occidentali. Tokyo perse la guerra perchè non fu in grado di controllare simultaneamente i due fianchi del saliente con forze sufficienti. Avrebbe dovuto essere evidente fin dall'inizio, che il pericolo maggiore era insito in un attacco contemporaneo su ambedue i fianchi. I suoi nemici individuarono con chiarezza che il loro problema poteva essere risolto solo ripetendo sul mare la stupenda manovra di Canne . Essi si resero conto del fatto che, se avessero ammassato sufficie nti risorse, sarebbero stati in condizione di
V1
--l
N
'\
.,
''
&OHIH
..,
.
"'}\
\
\
'\
•• HAVIAI
MAliAHA l• .....
tl/PP/NE
l
$AIPU l) TIHIAH J
l
J~
{l Il ~
. , ,,. ,
,AL"U
,.v.,//
/
,
a;.' ~·
c
[TI
c;;
/' c~ Jto l urt l
•• / / ;
4>.0 # •
......
MOlOTAif
~
C>
c ~
6UAt<AII /
C::.<>g
~ ID
TlUK • •
e.
.
•
•
< [TI
c
m ~
OCERNO
\l l l l l
l
AMMlA.~II•'a -.NIIQVA IIILAHDA
- -
l
0((t1JENTRLE
._ •
.~
PHotHit
ll
- · SA MOA • •• f iJI
t HUOV[ •rNU!>f
Fig. 40: La strategia nel Pacifico occidentale, 1942-1944
z
g a
z ;;! !;;
t t.,I.ITU 0AM11) ~
:!::
o
m
-- ~ ~~:I"
•
r
8
...... '' --------. . ,,!/ lLLI:l
PIIUF/CO
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO. 1942·1944
573
condurre a termine l'operazione perchè avrebbero potuto attaccare il saliente lungo quattro direttrici: dall'India e dall'Alasca per colpire la base , dalle Hawaii e dall'Australia per abbattersi contro la parte apicale. Il saliente consentiva al Giappone di operare per linee interne in modo vantaggioso finchè il nemico era debole ma, quando questi avesse disposto di forze sufficienti per portare la minaccia da più direzioni, la potenza aereo-navale nipponica non sarebbe risultata sufficiente per concentrarsi in più di un punto e, contemporaneamente, controllare e difendere il resto del perimetro della fortezza. Infatti, dalla battaglia di Midway in poi, i limiti imposti dalla natura alla strategia giapponese lavoravano a favore del nemico, che poté guadagnare tempo per concentrare la potenza necessaria, per costringere l'avversario a diluire la propria e per strappargli l'iniziativa. Americani e britannici compresero chiaramente che le direttrici da Burma e dall' Alaska contro la base del saliente rappresentavano una risoluzione operativa di secondaria importanza rispetto a quelle delle Hawaii e dell'Australia dirette contro la parte apicale, anche perchè, avendo la vittoria di Midway consolidato il possesso della base aereonavale nell'isola, rimaneva da rendere sicura anche l'Australia . Ciò postulava che i giapponesi non estendessero le loro conquiste alla Nuova Guinea e non portassero l'apice del saliente oltre le Samoa perchè, se vi fossero riusciti, si sarebbero trovati nella posizione migliore per operare contro le Linee di comunicazione del Pacifico meridionale, dirette dagli Stati U niti all' Australia. Il centro strategico di tale sub-teatro d'operazioni era Tabaul nell'isola della Nuova Bretagna, che è situata tra il mare di Bismarck, che bagna la costa settentrionale della Nuova Guinea , ed il Mare dei Coralli, che si affaccia sulla sponda nord-orientale dell'Australia e sullo stretto di Torres. Se Rabaul fosse stata neutralizzata o fosse stata occupata dagli americani , non v'erano da temere ulteriori espansioni del vertice del saliente; inoltre Rabaul si trovava sul fianco sinistro della direttrice proveniente dalle Hawaii , che si sviluppava lungo tre direzioni: quella centrale, passando per le isole Wake e MarshaU , raggiungeva Guam e le Saipan; la destra, per le Midway e le Marcus, l'arcipelago Bonin ; la sinistra per le Gilbert e Truk, le isole Palau e Yap. Rabaul, inoltre, era situata 800 miglia a sud di Truk - principale base giapponese nelle Caroline- e cioè entro il raggio d'azione degli aerei ivi stanziati. Se Rabaul e Truk venivano neutralizzate, sarebbe stato perciò realizzato un corridoio , in cui non potevano intervenire aerei nemici sia per azioni condotte dall' Australia verso le Mo rotai passando per la Nuova Guinea, sia per operazioni effettuate dalle Hawai verso le Palau. Questi due obiettivi, insieme con le Marianne, erano di vitale importanza strategica , perchè erano situati sulla circonferenza interna del sistema difensivo giapponese.
574
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
In sintesi, le soluzioni del problema alleato erano le seguenti: neutralizzare Rabau1 e sfondare poi il fianco meridionale del saliente; penetrare a nord del sistema difensivo nemico tra l'isola di Wade e le GiJbert; quindi, una volta conseguiti questi due obiettivi, attaccare la circonferenza interna tra Morotai e Saipan e travolgere le Filippine, isolando così il Giappone dal suo impero meridionale di recente conquista; muovere, infine, daJle Filippine contro le isole giapponesi. Questo piano strategico doveva essere attuato da distinti raggruppamenti di forze: uno basato in Australia al comando del generale Mac Arthur e l'altro nelle Hawaii agli ordini dell'ammiraglio Nirnitz. La sua attuazione fu facilitata da eventi già menzionati . La battaglia del Mar dei Coralli aveva vanificato l'occupazione giapponese di Port Moresby assicurando di conseguenza, ad australiani ed americani, il controllo dello stretto di Torres, mentre la battaglia di Midway aveva comportato per i giapponesi tali perdite di portaerei da costringerli ad abbandonare i piani per l'occupazione della Nuova Caledonia e delle Fiji e a preoccuparsi invece della sicurezza della loro base di Rabaul. Per garantirla, decisero di effettuare due operazioni strettamente interdipendenti e simultanee: la prima per stabilire una serie di avamposti nelle Salomone e la seconda per la conquista di Port Moresby. Se vi fossero riusciti, la strada per Rabaul poteva essere controllata e bloccata con l'impiego delle forze aeree. La seconda operazione doveva avere inizio con un'avanzata da Gona e Buna, sulJe coste settentrionali di Papua, attraverso la catena di Owen Stanley, per respingere gli australiani di Port Moresby verso nord dentro Ja giungla; quindi, dovevano essere occupati Milne Bay e l'aereoporto neJJe vicinanze sul lato orientale di Papua, da cui gli aerei, in cooperazione con quelli basati a Guadalcanal, potevano assicurare il controllo dell'accesso settentrionale aJ Mar dei Coralli; infine , una volta conseguito detto controiJo e mentre gli australiani erano aJJe prese con le unità di Gona e Buna, sarebbe stato effettuato un lancio di paracadutisti per la conquista di Port Moresby. In tal modo i giapponesi speravano di tagliare le linee di comunicazione tra Port Moresby e Darwin, che era iJ terminale settentrionale della ferrovia transaustraliana Adelaide-Alice Springs. Era un progetto audace, ma complicato, e i giapponesi non avevano forze sufficienti per metterlo in atto. Per rendere inefficace la prima metà di tale minaccia, iJ 7 agosto 1942 una spedizione americana, partendo dalla Nuova Zelanda, sbarcò nelle Isole di Florida e Guadalcanal. Inizialmente incontrò scarsa resistenza ed occupò un aereoporto giapponese non completato suiJa seconda isola; seguì una serie di scontri navali , che iniziarono con la battaglia dell'isola di Savo del 9 agosto ed ebbero termine con la battaglia di Tassafaronga del 30 novembre , quando la situazione dei giapponesi a Guadalcanal diventò insostenibile. Nel fattempo , anche queiJa a Papua era peggiorata e durante il gennaio 1943 era diventata così critica che , a febbraio, i rinforzi per
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942-1944
575
Guadalcanal approdati nella zona di Rabaul furono dirottati a Papua e le rimanenti forze a Guadalcanal furono ritirate. La seconda parte delle operazioni ebbe inizio il 21-22 luglio con l'occupazione giapponese di Gona e Buna, cui seguì un'avanzata verso le posizioni australiane di Kokoda , a circa metà strada da Port Moresby. n 26 agosto una forza di 2000 giapponesi fu sbarcata a Milne Bay, ma incontrò una tale resistenza che fu costretta a ritirarsi e - poichè tutte le riserve erano necessarie per Guadalcanal - non fu tentato un secondo sbarco. Scomparsa tale minaccia, il 3 novembre gli australiani, riforniti per via aerea, cacciarono il nemico da Kokoda e lo sospinsero verso la costa settentrionale di Papua, dove alla fine fu in gran parte distrutto. Fu questo disastro che costrinse i giapponesi ad abbandonare GuadalcanaJ e ad impegnare tutte le riserve a Lae e Salamaua nella Guinea nord-orientale per sbarrare la strada verso la Nuova Bretagna e quindi verso RabauL Infine, il 3-4 marzo 1943, ebbe luogo la battaglia del mare di Bismarck, nella quale un convoglio di truppe e rifornimenti diretto da Rabaul a Lae fu quasi completamente distrutto da un attacco aereo alleato. La seconda fase dell'azione giapponese si concluse nello stesso modo disastroso della prima ed ambedue dimostrarono chiaramente che l'iniziativa strategica stava sfuggendo dalle mani dell' impero del Sol Levante. Quando la campagna di Papua ebbe termine, Mac Arthur spostò le proprie forze verso Salamaua , mentre i giapponesi rinforzavano la loro linea difensiva tra Rabaul e Hollandia , nella Nuova Guinea Olandese , per rendere più consistente il fianco destro del loro schieramento. Non fu tuttavia prima di agosto che Mac Arthur fu pronto per avanzare in forze e assicurarsi il controllo degli stretti di Vitiaz e Dampier, che separano la Nuova Guinea dalla Nuova Bretagna. Con forze anfibie partite dalla baia di Milne e da Buna, sbarcò sulla penisola di Huon e il 16 settembre occupò Lae. Poi il 2 ottobre conquistò Finscbafenn, sulla punta della penisola di Huon, e vi stabili una grossa base di rifornimento che consentiva, oltre alle attività logistiche, l'organizzazione di operazioni anfibie contro la Nuova Bretagna e la costa settentrionale della Nuova Guinea. La prima di queste azioni ebbe inizio il 15 dicembre con lo sbarco effettuato ad Arawe nella nuova Bretagna. Nelle Salomone, intanto , il 1° novembre marines americani erano sbarcati nell'isola di Bougainville, dove realizzarono aereoporti che consentivano agli aerei da caccia di spingersi fino a Rabaul, sulla quale diventò cosi possibile effettuare ininterrotti attacchi aerei partendo dalla Nuova Bretagna e da Bougainville , nonchè da Green lsland: per quanto non occupata da Mac Arthur, la città fu neutralizzata dagli aerei. Quando fu evidente che per le perdite subite in mare i giapponesi non erano più in grado di rifornire adeguatamente i loro numerosi distaccamenti lungo la costa settentrionale della Nuova Guinea, Mac Arthur de-
Vl -..! <:7-
...,
"'
O(Ef/NO
P/l C/ FICO
r
m
~
~
cm
/"""'<..r-9
<o_,.
.6lU" L
l:)
l)~~
USAI" VILLE ..
CMOIHUL
~~T~ISAl[L ,.~
...v
C.tOI'-1
MOli
H/lx P.'
ll!?nFUR!l
1
, ••.,~ .._ IA'IfO
6UADALGIINAL
/lrtfh g,· TD.ilJUJ
-.·,~ LOUISIADt
~-
.. MALAITA ~·' . ~
SAN U.1$TO~l
~
m m
l:)
r
3:
~ g ~
~ 11 R R
Prl
Fig. 41: Le campagne nel Pacifico deÌ Generale Mac Arthur, 1942-1944
C O R 11 L L t
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942-1944
577
cise di non aprirsi la strada sistematicamente ma di effettuare una serie di sbarchi anfibi appoggiati dai velivoli delle portaerei e diretti contro obiettivi largamente intervallati , che consentivano di penetrare profondamente nel dispositivo nemico. n primo fu eseguito nelle isole Admiralty , che furono occupate in febbraio-marzo , e costrinse i giapponesi, per la nuova minaccia a Rabaul, a spostare la loro principale base di operazioni a Hollandia. Ma Mac Arthur intuì le loro intenzioni e decise di effettuare il suo successivo sbarco a Hollandia , aggirando così tutti i distaccamenti nemici tra le due località. Questo balzo di 600 miglia fu effettuato il 22 aprile. I giapponesi furono colti completamente di sorpresa e più di 50.000, dislocati ad est, rimasero isolati. In seguito , dopo una serie di sbarchi, il 30 luglio fu occupata Sansapor nella Penisola di Vogelkop. Cosi, in poco più di dodici mesi , Mac Arthur avanzò per circa 1300 miglia subendo perdite irrilevanti e isolando 135.000 giapponesi, ai quali non rimase alcuna speranza di ripiegamento. Con la presa di Sansapor ebbe fine la campagna della Nuova Guinea e, con il balzo seguente, iniziò quella delle Filippine. n 15 settembre fu effettuata l'azione contro l'isola di Morotaì , ubicata sulla linea difensiva interna , con la quale rimasero tagliati fuori oltre 30.000 giapponesi a Halmahera , e Mac Arthur si portò a 300 miglia dalJe Filippine. Con la conquista dell'isola - cosa molto importante- veniva raggiunta l'area focale nella quale la seconda delle grandi campagne del Pacifico - quella dell'ammiraglio Nimitz- si combinava con quella di Mac Arthur in una sola grande offensiva. Mac Arthur e Nimitz si trovavano in presenza di problemi diversi: il primo usufruiva di basi a terra, mentre per il secondo la flotta fungeva da base di operazioni e da forza d'attacco. Si trattava di un'organizzazione che presentava quattro elementi: una base galleggiante mobile , una flotta , una forza aerea ed una forza terrestre. Questa struttura concepita, realizzata e resa operativa entro diciotto mesi dalla battaglia di Midway rappresentò senza ombra di dubbio la più grande realizzazione organizzativa della storia navale. Questo strumento di distruzione consentì a Nimitz e ai suoi ammiragli di agire su una fronte così ampia da costringere i giapponesi a diluire le loro scarse forze, ed in particolare quelle aeree , su spazi talmente vasti da poter raramente, e forse mai, concentrarle in uno dei punti critici. Di conseguenza, poichè per la maggior parte le isole del Pacifico erano troppo piccole per essere trasformate in posizioni difensive di un certo valore e non consentivano di sistemare guarnigioni di forza tale da assicurare una resistenza .prolungata, esse potevano essere sopraffatte prima che fosse possibile farvi affluire rinforzi. Inoltre , una volta che una o più basi aeree fossero state realizzate e messe in funzione su un gruppo di isole, le rimanenti venivano a trovarsi completamente tagliate fuori da ogni tipo dì aiuti e potevano essere tranquillamente lasciate indietro ed abbandonat~ alloro
578
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
destino e alla fame. Lo strumento bellico americano era non solo potentissimo, ma anche autosufficiente: in grado cioè di assolvere ogni tipo di operazioni e di funzioni, inclusi i rifornimenti , le manutenzioni e le riparazioni, nonchè di effettuare azioni anche a larghissimo raggio. Per questo ebbe rapidamente ragione della strategia difensiva giapponese e trasformò la vastità del Pacifico da elemento a favore dei nipponici in fattore a loro mortalmente contrario. Nella primavera del 1943 l'attacco suJ fianco settentrionale del saliente fu preceduto da una serie di operazioni preparatorie che si estrinsecarono in attacchi aerei lanciati dalle portaerei (contro l'isola di Wake il24 ed il 27 luglio e contro l'isola Marcus - importante base aerea che serviva da scalo per la lunga linea di rifornimento- il 30 agosto) e in sbarchi sulle più importanti isole delle Marshall. Ai primi di settembre furono occupate l'isola di Baker nel gruppo della Fenice e Nuku Fetau e Nanumea nelle Ellice. La fase iniziale della campagna comprese l'invasione dell'isola di Makin, degli atolli di Abemama nelle Gilbert e di Tarawa, dove furono effettuati sbarchi rispettivamente l' l , il 2 ed il 21 novembre. Makin fu conquistata il 23, Tarawa il 24 ed Abemama lo stesso giorno dello sbarco, non avendovi incontrato alcuna resistenza. Dette operazioni si ripromettevano di eliminare ogni ulteriore rischio per le Ellice, prima di sferrare l'attacco principale. Ciò indusse i giapponesi a ritenere, erroneamente, che il nemico intendesse effettuare lo sforzo principale verso le Salomone a sostegno della campagna di Rabaul e non scoprirono la verità fino a quando Nimitz sferrò il suo colpo successivo, che si abbattè sulle Marshall , 500 miglia a nord-oves delle Gilbert . Anche questa volta lo scopo non fu quello di occupare tutte le isole ma solo quelle nelJe quali esistevano buoni aeroporti. 111° gennaio 1944 fu occupata senza combattere Majuro , con il suo ottimo porto , ed il 2 febbraio fu attaccato l'atollo di Kwajalein che oppose un'accanita resistenza per quattro giorni. TI 2 febbraio marines americani invasero Namur eRoi e, tra il 19 ed il 22, fu conquistato l'atollo di Eniwetok. Poiché Nimitz intendeva agganciare le Caroline e iniziare la terza fase della campagna con l'azione contro le Marianne e poichè l'isola di Truk nelle Caroli ne era la principale base navale giapponese nel Pacifico centrale , l'ammiraglio Spruance ricevette l'ordine di neutralizzarla. L'operazione fu portata a termine dalle portaerei il 17-18 febbraio e costrinse i giapponesi a ritirarsi dall'isola. L'attacco alle Marianne fu diretto contro le isole di Saipan, Tinian e Guam, che furono pesantemente bombardate tra il lO ed il12 giugno; seguì il 15 lo sbarco nella prima delle tre. Fu la più importante operazione mai effettuata nel Pacifico centrale, perchè il possesso delle Marianne non solo avrebbe sfondato la linea difensiva interna nemica , ma avrebbe anche
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942-1944
579
consentito agli americani di tagliare le linee di comunicazione giapponesi con le Caroline e di disporre di una base d'operazioni contro le isole Bonin, da dove sarebbe stato possibile bombardare le stesse isole del Giappone. Nel periodo degli sbarchi a Saipan, una potente flotta nipponica, comprendente nove portaerei, entrò nel Pacifico ad ovest deUa stessa isola. Era comandata dall'ammiraglio Ozawa, che intendeva distruggere il gruppo navale agli ordini di Spruance, che stava in quel momento proteggendo lo sbarco. Ozawa organizzò l'operazione prevedendo che gli aerei deUa sua flotta partissero dalle portaerei, attaccassero il nemico e continuassero verso le basi aeree di Guam da dove - una volta rifornitisi potessero raggiungere le portaerei attaccando nuovamente il nemico durante la rotta di ritorno. In tal modo, avrebbe potuto mantenere le sue navi fuori dal raggio d'azione degli aerei nemici. Il 19 giugno diede il via all'operazione, che si dimostrò la più potente mai effettuata contro le forze di superficie, per il gran numero di aerei impiegati. Ma essa mancò talmente del necessario coordinamento che oltre 300 aerei furono abbattuti e due portaerei furono affondate da sommergibili americani. U 20, Spruance si diresse ad ovest e, quando fu localizzata la flotta giapponese, tra le 18,20 ed il tramonto fece levare in volo 216 velivoli, che affondarono una portaerei e due navi cisterna e danneggiarono quattro portaerei , una corazzata, un incrociatore pesante ed una nave cisterna. Sebbene questa battaglia, nota come la battaglia delle Filippine- la più importante combattuta dopo quella di Midway- non comportasse la sperata distruzione della flotta giapponese, la perdita di tre portaerei e la quasi completa distruzione degli equipaggi aerei addestrati significarono che la potenza aereo-navale giapponese era virtualmente finita come forza operativa. I combattimenti per Saipan durarono 25 giorni e la resistenza organizzata nemica cessò soltanto il 9 luglio. Seguì la caduta del generale Togo e del suo governo, che fu sostituito da un nuovo gabinetto retto dal generale Koiso. L'invasione successiva interessò Guam. Lo sbarco ebbe inizio il 21luglio; entro il 10 agosto, la guarnigione giapponese veniva annientata. Infine, l'isola di Tinian fu invasa il 24 luglio ed occupata dopo nove giorni di combattimento. Alla conquista di Tinian seguì una pausa delle operazioni che durò fino all'8 settembre, quando la III" forza anfibia, comandata dal vice-ammiraglio Wilkinson, apparve allargo delle isole Palau. 1115, fanterie e marines americani sbarcavano sull'isola di Peleliu. Lo stesso giorno in cui Mac Arthur invadeva Morotai , la flotta del Pacifico centrale avanzava sul suo fianco destro. Venivano così poste le premesse per la riconquista delle Filippine.
580
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
2. La battaglia per il golfo di Leyte, 1944. Alla fine dell'estate 1944 l'avanzata delle fone del generale Mac Arthur e dell'ammiraglio Nimitz aveva posto il Giappone in gravissimo pericolo. Sebbene la flotta dell'ammiraglio Soemu Toyoda fosse ancora intatta, le perdite subite dalla marina mercantile avevano colpito l'economia con un effetto quasi paralizzante ed un'ulteriore avanzata nemica verso ovest avrebbe potuto porre completamente fine al commercio, che ancora aveva luogo, oltre lo scudo formato dalle isole Filippine-Formosa-Ryukyu. La mancanza di carburante era già diventato un problema cruciale per la marina, al punto che non era più possibile rifornire le navi di stanza nelle acque territoriali ed era stato necessario trasferire una parte di esse nelle isole Lingga, in vicinanza di Singapore. Quando, dopo la guerra, a Toyoda fu richiesto di illustrare la situazione che aveva dovuto fronteggiare nel settembre del 1944, egli spiegò che, se avesse perso le Filippine , le linee di comunicazione verso sud ne avrebbero risentito al punto che, anche se la flotta avesse potuto fare ritorno nelle acque giapponesi, non avrebbe potuto disporre di carburante per rifornirsi. Se fosse rimasta nel Pacifico meridonale, d'altro canto, non avrebbe ricevuto rifornimenti di armi e munizioni. « Non sarebbe stato sensato - aggiunse - perdere le Filippine per salvare la flotta » ( 1). Come, allora, potevano essere mantenute? Nonostante la scarsità di carburante e le perdite subite nella battaglia del Mar delle Filippine, la situazione giapponese non era ancora completamente senza speranza. Il nemico agiva a migliaia di miglia dalle sue basi metropolitane, mentre il Giappone disponeva dell'aereoperto più vicino a circa 500 miglia di distanza e - poco più lontano- di tutti quelli che erano stati realizzati nel Pacifico. Di conseguenza, Toyoda decise di impiegare la flotta di superficie ovunque il nemico avesse attaccato, e di fare assegnamento sul sostegno degli aerei basati a terra. Il piano che scaturì da tale decisione fu denominato « Sho » (conquistare) e doveva rivelarsi il più grande sforzo giapponese in tutta la guerra. L'operazione fu anche una delle più spregiudicate azioni navali mai effettuate. Prima di esaminarla nei dettagli, é necessario richiamare gli eventi che seguirono all'avanzata di Mac Artbur e Nimitz, perchè essi sottrassero al piano ogni possibilità di riuscita. Quando fu evidente che la flotta giapponese sarebbe stata costretta a combattere con la protezione degli aerei basati a terra, poco prima di con-
( '} "The Battle for Leyte Gulf' di C. Vann Woodward , (1947), pag. 21. Woodward era ufficiale ad· detto alle informazioni nell'ufficio del Capo delle Operazioni Navali.
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942-1944
581
quistare Morotai e Peleliu Mac Arthur e Nimitiz decisero di impadronirsi di altre isole in vista del balzo su Mindanao , in programma per la metà di novembre, contro i cui aereoporti l'ammiraglio Halsey, comandante della III• flotta americana, iniziò intanto una serie di bombardamenti. Per la scarsa resistenza incontrata, il 13 settembre questi suggeri di sospendere tutti gli sbarchi preparatori ed intermedi e di effettuare quanto prima un'azione contro l'isola di Leyte. Mac Arthur, Nimitz ed il comitato dei capi di stato maggiore concordarono, stabilirono che lo sbarco avesse inizio il 20 ottobre e fecero spostare la base principale della flotta del Pacifico da Eniwetok nelle Marshall , all'isola di Ulithi (1000 miglia più ad ovest), che fu occupata il 23 settembre. Nel frattempo,dopo l'abbandono di Truk, i giapponesi avevano stabilito la loro base a Brunei Bay nel Borneo occidentale. Tra il10 e il16 ottobre Halsey bombardò Okinawa , Luzoo e Formosa conseguendo tali risultati che Toyoda privò le sue portaerei, comandate dall'ammiraglio Jisaburo Ozawa, della maggior parte degli aerei, che furono inviati a Formosa. Nella battaglia che seguì, la più grande mai verificatasi fino ad allora tra navi ed aerei basati a terra, furono distrutti 650 velivoli giapponesi. Ciò comportò la perdita della maggior parte degli equipaggi di Ozawa ed inflisse così un grave colpo al piano « Sho » . Questo piano era stato concepito per fronteggiare una delle quattro seguenti possibilità di attacco americano: contro le Filippine; contro Formosa e Ryukyu ; contro Kyushu , Shikoku e Honshu; contro Hokkaido. Si basava sull'impiego completo ed ottimale della potenza del fuoco navale della flotta e degli aerei dislocati a terra in sostituzione di quelli delle portaerei. La flotta fu suddivisa in due squadre: una costituita dal grosso delle corazzate e degli incrociatori, al comando dell'ammiraglio Takeo Kurita e dislocati sulle isole di Lingga, e l'altra dalle portaerei superstiti, private della maggior parte dei loro veivoli , agli ordini dell'ammiraglio Ozawa e dislocate nel Mare Interno. Se si fossero verificate le premesse per l'attuazione del piano « Sho >>, l'ammiraglio Ozawa si sarebbe diretto verso il punto minacciato per fungere da esca e attirare le portaerei nemiche. Quindi Kurita, liberato dalla minaccia costituita dalle portaerei avversarie e sostenuto dalle forze aeree basate a terra, si sarebbe aperta la strada verso l'area interessata dall'attacco nemico e avrebbe distrutto i mezzi navali da sbarco. « L'intero piano si basava sulla potenza del fuoco di superficie e si riprometteva di impiegarla là dove poteva infliggere al nemico le perdite più consistenti. Non ci si preoccupò di riservarsi una via di scampo » (2), né ci si aspettava che le forze di Ozawa potessero scampare all'attacco
(2) "The Campaigns of the Pacific War~, U.S. Stategic 8omb Survey (Pacific). 1946, pag. 281.
582
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
N
11111?
-+-
(/NE/E
rfERIDIONRLE'
PALAU
-"
,.,.. .. .."'
• '
, ....... HALMAMUA
p
Fig. 42: Piano Sho n. t modificato, onobre 1944
NUOVA C.UIIUA
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942·1944
583
nemico. In sintesi, l'operazione era una missione disperata e vale la pena di sottolineare che, se anche avesse avuto successo , la perdita delle navi ,
che in modo suicida era prevista, non avrebbe potuto essere ripetuta: era davvero giocare il tutto per tutto. Alla fine della guerra, disse: « Costituire un'esca, fu un nostro compito principale: agire da richiamo. La mia flotta non era in grado di fornire la dovuta protezione alle forze di Kurita perchè eravamo troppo inferiori di numero; così tentai di attaccare quante più portaerei americane potetti e di essere , nello stesso tempo, esca ed obiettivo delle vostre azioni .... Il compito principale fu il completo sacrificio » (3). Appare evidente quanto fosse disperata la situazione giapponese, se solo si mettono a confronto le forze contrapposte. Le due flotte americane , la III• e la VII•, comandate rispettivamente dall'ammiraglio William F. Halsey e dall'ammiraglio Thomas C. Kinkaid, operavano l'una agli ordini di Nimitz e l'altra di Mac Arthur. Non c'era un comandante supremo. La III• flotta era costituita da otto portaerei , otto portaerei leggere , sei nuove e veloci corazzate, sei incrociatori pesanti , nove incrociatori leggeri e 58 cacciatorpediniere. Era organizzata nella Task Force n. 38, comandata dall'ammiraglio Mare A. Mitscher e divisa in quattro Task Group: n. l dell'ammiraglio John S. Mc Cain; n. 2 del contrammiraglio Gerald F. Bogan; n. 3 del contrammiraglio Frederick C. Sherman; n. 4 del contrammiraglio Ralph E. D avison. La VII" flotta comprendeva in tutto 738 navi ed era suddivisa in tre Task Force: una di copertura e di supporto e le altre due anfibie. Facevano parte della prima sei vecchie corazzate, cinque incrociatori pesanti, sei incrociatori leggeri , 43 navi scorta, 86 cacciatorpediniere, 11 fregate e 44 siluranti. Vi erano comprese navi della marina australiana. Di fronte a questa enorme quantità di navi, c'erano le flotte degli ammiragli Ozawa e Kurita. La prima comprendeva una portaerei - la « Zuikaku »-tre portaerei leggere, due corazzate trasformate in portaerei-« Ise » e« Hyuga » -due incrociatori pesanti, quattro incrociatori leggeri e 17 cacciatorpediniere; la seconda era composta da sette corazzate tra cui la « Yamato »e la « Musashi » (4) , 11 incrociatori pesanti, tre incrociatori leggeri e 19 cacciatorpediniere. La componente aerea di Ozawa era ridotta a 52 aerei da caccia, 28 cacciabombardieri e 29 aerosiluranti , i cui equipaggi avevano un addestramento talmente affrettato che, una volta abbandonata la nave , non erano in grado di riappontarvi ed avevano ricevuto l'ordine di dirigersi sui campi di aviazione sulla terraferma. Prima della battaglia, la marina
(3) "The Battle for U:yte Guir' , pag. 129. (•) 64. 000 tonnellate invece delle previste 35.000; erano le piò potenti corazzate del mondo. Sviluppavano oltre 26 nodi di velocità ed ognuna montava nove cannoni da 18 pollici.
584
LE BA TIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
trasferì neUe Filippine la I• e la II• flotta aerea, per un totale di circa 400 velivo]j, che si andarono ad aggiungere ai circa 200 aerei dell'esercito pronti sulle isole per l'azione. Il 16 ottobre, le forze di attacco e di supporto di Mac Arthur arrivarono aJ largo del golfo di Leyte mentre infuriava una tempesta. Sebbene non fosse possibile disporre del sostegno delle forze aeree, furono occupate le isole di SuJuan, Dinagat e Homonhan e furono dragati dalle mine tre corridoi che adducevano alle spiagge di Leyte. Il 20 ottobre, sotto la copertura fornita da un terrificante bombardamento aereonavale, la VI• armata, comandata dal generale Walter Krueger, sbarcò a Leyte. Non appena fu informata dell'avvenimento, Tokyo apportò all'operazione n. l del piano « Sho » gli opportuni correttivi, suggeriti dalla particolare situazione locale. U golfo di Leyte si trova tra la spiaggia orientale di Leyte stessa e le rive meridionali delle isole di Samar; vi si può accedere da ovest attraverso lo stretto di Surigao nella parte meridionale, o attraverso lo stretto di S. Bernardino a nord. Per sfruttare queste due possibi}jtà di accesso, Toyoda decise che, mentre Ozawa portava a termine la sua missione attirando le portaerei nemiche ad est di Capo Engafio nell'isola di Luzon, Kurita dividesse in due le sue forze ed attaccasse con l'aliquota più consistente attraverso S. Bernardino e con le forze rimanenti, comandate dall'ammiragUo Shoji Nishimura e costituite da due corazzate ( « Fuso » e « Yamashiro » ) un incrociatore pesante ( « Mogami » ) e quattro cacciatorpediniere, attraverso Surigao. Per rinforzare Nishimura, Ozawa ricevette l'ordine di cedere due incrociatori pesanti, un incrociatore leggero e sette cacciatorpediniere (la V• flotta) che, al comando dell'ammiraglio Kiyohide Shima, dovevano spostarsi ad ovest di Luzon per sostenere l'azione di Nishimura. Il piano« Sho »,a seguito dei correttivi apportati, sembrava estremamente sagace sulla carta ma, per essere coronato da successo, richiedeva un coordinamento molto attento e dettagliato, che non fu nemmeno preso in considerazione. Non fu nominato un comandante responsabile, Shima non seppe niente del piano di Kurita, nè Nashimura fu messo ai suoi ordini. Mentre Ozawa e Kurita venivano posti agli ordini di Toyoda, Shirna dipendeva dal comando dell'area sud-ovest, al quale fecevano capo tutti gli aerei della marina trasferiti a terra. Il risultato fu la più completa confusione. Alle 8 del 17 ottobre, secondo quanto previsto dal piano riveduto e corretto, tutte le forze navali giapponesi furono poste in stato di allarme e Kurita mosse da Lingga per Brunei Bay , dove doveva rifornirsi. Vi giunse il 20 ed il 22 partì verso nord per il Mare di Sibuyan. Fu seguito da Nishimura, che si diresse verso lo stretto di BaJabac ed il mare di Sulu. Shima iniziò il movimento dalle Pescadores ed il pomeriggio del 23 arrivò a Co-
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942-1944
if Il R
IHLLE
r!LIPP!NE
11/IRE' /J! JIlL Il
NllRE P! t E'LE'BEf
Fig. 43: Battaglia del Golfo di Leyte. 23-26 ottobre 1944
585
586
LE BAlTAGLIE DECISIVE DEL MO~DO OCCIDENTALE
ron Bay; Ozawa, che lasciò il Mare Interno il20, si presentò allargo della punta nord di Luzon il 29. Questi movimenti portarono a quattro az io ni separate strettamente connesse e molto differenti tra loro , - che insieme diventarono famose come la battaglia del Golfo di Leyte - una delle più straordinarie battaglie della storia navale. La prima di tali azioni -la battaglia del Mare di Sibuyan- fu combattuta tra le navi di Kurita ed i velivoli delle portaerei di Halsey , e fu preceduta da un colpo di indicibile malasorte per Kurita. Poche ore dopo che la sua flotta , che chiameremo Forza Centrale per distinguerla da quella Settentrionale di Ozawa e da quella Meridionale di Nishimura , muovesse da Brunei Bay, fu localizzata da due sommergibili americani - il « Darter » e il « Dace »-che immediatamente riferirono all'ammiraglio Halsey di aver individuato una forza navale nemica composta da 11 scafi, in prossimità del Palawan Passage. Kurita non si accorse della loro presenza e subì un grave colpo alle prime luci del 24 ottobre quando la sua nave am- · miraglia, l'incrociatore pesante « Atago », fu improvvisamente silurato dal « Darter ». Poco dopo la nave affondava. Quindi il « D ace » silurò un altro degli incrociatori pesanti giapponesi , il« Maya »,che colò a picco in quattro minuti; stessa sorte toccò ad un terzo, il « Takao »,che fu così seriamente danueggiato da dover essere abbandonato. In 24 ore la Forza Centrale perse quasi un terzo dei suoi incrociatori pesanti. Quando Halsey ricevette la notizia dal « Darter » e dal « Dace », si trovava a circa 300 miglia ad est di Luzon . Poche ore prima aveva ordinato al task group di Mc Cain di portarsi a Ulithi per riapprovvigionarsi. Non lo richiamò e , poiché il suo compito era quello di distruggere la flotta giapponese, mentre Kinkaid proteggeva lo sbarco, tornò verso ovest fino a portarsi a 60 miglia dall'isola Polillo, da dove i suoi aerei da ricognizione potevano efficacemente controllare il Mare di Sibuy. Non ritenne però valesse la pena di fare una ricognizione dell'area a nord e nord-est di Luzon. Alle 8.20 del24 ottobre, H alsey ricevette il rapporto di un pilota in ricognizione , che comunicava di aver individuato circa mezz'ora prima , a sud dell'isola di Mindoro, due grosse squadre navali nemiche prive di potaerei. Era la Forza Centrale di Kurita. Poiché era evidente che passando per lo stretto di S. Bernardino esse avrebbero potuto raggiungere il golfo di Leyte entro l'alba del 25 , Halsey si preparò a lanciare i suoi aerei verso ovest e contemporaneamente ordinò a Mc Cain, che si trovava circa 500 miglia ad est, di invertire la rotta. Subito dopo giunse un altro rapporto da parte dei ricognitori operanti nel Mare di Sulu, secondo il quale una flotta nemica era in movimento a sud-ovest dell'isola Negro: era la Forza Meridionale di Nishimura. Poco dopo, fu attaccata da 26 aerei che, come al solito, pretesero di aver messo
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942·1944
587
a segno numerosi colpi. In realtà solo la corazzata« Fuso »ed il cacciatorpediniere « Shigure » subirono lievi danni. Poichè le forze Centrale e Meridionale potevano raggiungere prima dell'alba del 25 il golfo di Leyte, Halsey decise di impiegare tutti gli aerei disponibili contro la prima delle due, ritenuta la più importante. In quel momento un altro rapporto comunicò la presenza di una terza squadra navale dislocata a nord-est di quella di Nishimura. Era la va flotta di Shima, che si ritenne facesse parte d,e ua Forza Meridionale, come in realtà avrebbe dovuto essere. Poiché la Forza Meridionale si stava dirigendo verso il Mare di Mindanao, Kinkaid si preparò ad affrontarla. Alle 9.10, Halsey lanciò il primo attacco con gli aerei del gruppo di Bogan e si accingeva a farne seguire un altro ad opera del gruppo di Sherman, quando fu individuata una formazione di aerei nemici diretta proprio verso le navi di Sherman. Era seguita da una seconda ondata, e poi da una terza, per un totale di circa ·60 aerei. L'azione di Sherman fu rimandata; seguì un combattimento furioso, nel quale gli americani pretesero di aver abbattuto 120 aerei nemici, perdendone soltanto 10. Durante l'azione la portaerei U.S.A. « Princeton » fu colpita da una bomba di 550 libbre e poco dopo saltò in aria ed affondò. L'aspetto peculiare dell'attacco fu che gli aerei giapponesi erano del tipo imbarcato e non era stata individuata nessuna portaerei né ·nella Forza Centrale né in quella Meridionale. In realtà essi provenivano dalla Forza Settentrionale di Ozawa, della cui presenza Halsey non era a conoscenza, non avendo inviato aerei da ricognizione a nord-est di Luzon. Alle 10.20 i velivoli d'attacco di Bogan avvistarono la Forza Centrale mentre girava attraverso lo Stretto di Tablas, ad est dell'isola di Mondoro. Incontrarono un terrificante fuoco contraerei, che consentì a Kurita, malgrado i molti colpi a segno vantati dagli americani, di continuare lungo la rotta prevista. Nonostante ciò l'ammiraglio giapponese era preoccupato: aveva saputa che Nishimura era stato attaccato, non aveva notizie di Ozawa, non era a conoscenza dei risultati conseguiti dagli aerei basati a terra contro le formazioni navali americane e, cosa peggiore, non disponeva di copertura aerea, perchè i velivoJj che gli erano stati destinati erano stati dirottati nel golfo di Leyte. AUe 13.15 segnalò la sua posizione ad Ozawa e 15 minuti più tardi subì un altro attacco aereo nemico, che fu seguito da altri due. Erano state colpite quattro delle sue corazzate, comprese le gigantesche« Yamato »e« Musashi », e quest'ultima versava in condizioni disperate. Erano rimasti danneggiati molto seriamente anche un incrociatore pesante e due cacciatorpediniere, che furono costretti ad abbandonare la scena della battaglia. Di fronte a queste crescenti perdite l'ammiraglio ebbe l'impressione che la sua misssione stesse per fallire e , temendo ulteriori attacchi mentre si trovava in bracci di mare stretti, alle 15.30 cambiò rotta dirigendosi ad ovest verso il mare aperto. Alle 16 comunicò la
588
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
sua decisione a Toyoda, ad Ozawa e ai comandanti della l" e Il" flotta aerea. Poi, non essendo più sottoposto ad attacchi nemici, alle 17.14 virò nuovamente, puntando sullo stretto di S. Bernardino. Poco più tardi ricevette la risposta di Toyoda al suo precedente messaggio: « Continuate ad avanzare fidando neiJa divina provvidenza ».Dopo la guerra questo ermetico testo fu spiegato da Toyoda, il quale precisò« che il danno non poteva essere eliminato o ridotto ritirandosi e pertanto si doveva continuare in ottemperanza al compito ricevuto, anche se l'intera forza poteva essere totalmente distrutta » ( 5). Quando , alle 20 , Ozawa ricevette il messaggio di Kurita a Toyoda relativo alla decisione di ripiegare, si convinse di essere rimasto solo a far fronte all'intera flotta nemica, richiamò le navi spinte in avanscoperta e si ritirò verso nord ; ma quando altri messaggi chiarirono la situazione, a mezzanotte si diresse nuovamente a sud-est determinato ad impegnare la sua flotta fino alla completa distruzione. Quando fu effettuato il terzo attacco aereo giapponese contro le navi di Sherman, Halsey, fino ad allora profondamente assillato dal fatto che non era stata individuata nessuna portaerei nemica , inviò uno squadrone da ricognizione a nord-est di Luzon che, alle 16,40 comunicò di aver individuato, 130 miglia ad est della costa settentrionale di Luzon , una forza navale nemica composta da quattro corazzate, cinque o sei incrociatori e sei cacciatorpediniere. Ancora nessuna portaerei. Pochi minuti più tardi, arrivò un altro messaggio, con ìJ quale si comunicava che, attraverso una squarcio nelle nuvole, erano state localizzate , quindici miglia a nord della forza navale precedentemente segnalata, due portaerei pesanti ed una leggera e quattro incrociatori, scortati da cacciatorpediniere. Così, alla fine , fu risolto il mistero delle portaerei. Si trattava di due gruppi di navi, di cui uno era la Forza Settentrionale di Ozawa. Due ore prima di ricevere questa notizia di vitale importanza, Halsey aveva preavvisato l'ammiraglio Mitscher di tenersi pronto a costituire una task force sussidiaria, la n. 34, per attaccare la Forza Centrale giapponese, nel caso tentasse di forzare lo stretto di S. Bernardino. Doveva comprendere quattro corazzate, due incrociatori pesanti e due leggeri, nonchè due squadroni di cacciatorpediniere tratti dai gruppi di Bogan e Davison. Quando poi fu localizzata la Forza Settentrionale, Halsey, che nel frattempo aveva ricevuto la notizia che gli attacchi aerei avevano inflitto gravi perdite alla Forza Centrale, invece di ridurre, come avrebbe dovuto fare un ammiraglio di grande esperienza come lui, le esagerate perdite inflitte al nemico, le accettò per buone così come gli erano state riferite e, a causa
(') Citato in '·Japanese at Leyte Gulf: The Sho Operation", di James A . f'ield jr. (1947), pag. 72.
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942-1944
589
dell'errata valutazione, prese la più grave ed importante decisione della battaglia. Sapeva di avere di fronte tre distinte forze navali nemiche e, essendo stato informato che Kinkaid si accingeva a respingere quella Meridionale , avrebbe potuto escluderla dal suo piano. Egli riteneva inoltre che, delle due rimaste, la Forza Centrale fosse virtualmente fuori combattimento e attraverso i rapporti ricevuti, attribuì alla Forza Settentrionale un potenziale enormemente superiore a quello reale. Sulla base di queste premesse errate, come egli stesso dice, decise « di attaccate la Forza Settentrionale con tutte le forze disponibili e non si preoccupò di controllare lo stretto di S. Bernardino » ( 6). Infine, calcolò di poter distruggere la Forza Settentrionale e di ritornare allo stretto in tempo per fronteggiare la Forza Centrale, nel caso qualcuna delle navi nenùche non danneggiate avesse tentato di attraversarlo. Sembrerebbe che si sia lasciato talmente fuorviare dall' idea di distruggere la Forza Settentrionale da trascurare completamente la sicurezza del fianco nord d i Kinkaid. Ci si potrebbe ben chiedere se sarebbe stato possibile incorrere in tale errore, se fosse stato presente un comandante supremo con una visione completa della battaglia. La mancanza di una tale figura fu senza dubbio lo sbaglio cruciale americano. Alle 20.20, Halsey diede avvio al suo piano. I gruppi di Bogan e Davison ricevettero l'ordine di riunirsi con quello di Sherman e, ad operazione avvenuta , di tenersi in misura di costituire la task force 34, mentre Mitscher, con altre 90 navi, si dirigeva a nord per attaccare la Forza Settentrionale all'alba. « Ogni scafo- scrive Woodward -lasciò lo Stretto di S. Bernardino. Non fu lasciato nemmeno un cacciatropediniere a montare la guardia » (1). Oltre a ciò Halsey ordinò al gruppo di Mc Cain di non dirigersi verso il Golfo di Leyte, ma di puntare le prue verso nord per partecipare all'attacco contro la Forza Settentrionale il mattino seguente. Infine, informò Kinkaid del suo piano ed aggiunse che si stava dirigendo a nord (( con tre gruppi per attaccar e, all'alba, le portaerei nenùche » (8) . Sedici minuti più tardi, Halsey ricevette un messaggio radio dalla portaerei (( Independence )), con il quale veniva informato che la Forza Centrale giapponese era stata individuata da uno dei ricognitori notturni tra le isole Burias e Masbate. Se la notizia era esatta ciò significava che la formazione nemica, da quando era stata attaccata l'ultima volta, avrebbe dovuto muoversi ad una velocità di 24 nodi; cosa impossibile per una flotta duramente colpita. Si ritenne pertanto che, se il rapporto era esatto, le
(') Citato da Woodward. pag. 80. (1) lbid., pag. 81. (') lbid., pag. 81.
590
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCfDENTALE
navi avvistate non potevano essere che pochi scafi scampati all'attacco. Fu inviato un messaggio a Kinkaid per informarlo che « parte » delJa Forza Centrale era stata localizzata, specificandogli la posizione. Nonostante questa notizia, Halsey si affrettò verso nord trascinando con sè i gruppi di Bogan, e Davison. Altri rapporti - di cui uno troncato, che risultò incomprensibile- arrivarono dall'« Independence » e, nelJ'ultimo messaggio trasmesso alle 12.11 del 25 ottobre, fu segnalata una colonna di corazzate 40 miglia ad ovest dello Stretto di S. Bernardino; malgrado ciò Halsey continuò a muovere verso nord ad una velocità di 25 nodi,senza informare Kinkaid dell'ultimo avvistamento. Dopo aver ricevuto iJ messaggio di Toyoda, nel quale si parlava di « divina provvidenza » , Kurita, senza la corazzata « Musashi » e l'incrociatore pesante« Myoko », si diresse verso lo Stretto di S. Bernardino e, alle 22.24, trasmise da11a « Yamato » il seguente ordine: « La l" divisione di attacco (corazzate) proceda verso sud lungo la costa orientale da Samar ed attacchi Tacloban (il punto di sbarco più a nord nel golfo di Leyte). Si raccomanda di impegnare l'intera divisione nell'azione in modo da raggiungere gli scopi » (9). A mezzanotte la Forza Centrale superò, senza incontrare resistenza e senza essere individuata, lo stretto; né esisteva altra nave americana tra i giapponesi e la flotta di Kinkaid , in quel momento impegnato dalla Forza Meridionale nella battaglia dello Stretto di Surigao. L'ammiraglio Kinkaid, quando venne a conoscenza della presenza della Forza Meridionale nel Mare di Sulu, si preparò ad affrontarla senza tentennamenti, anche perchè convinto che Halsey controllasse lo Stretto di S. Bernardino. Sapeva che Halsey aveva intenzione di costituire la task force 34 e così, quando gli fu comunicato che H alsey si dirigeva a nord con tre gruppi, ritenne naturalmente che la task force 34 sarebbe rimasta a guardia delJo stretto di S. Bernardino. D suo piano prevedeva di bloccare lo stretto di Surigao con tre gruppi di navi: una linea di corazzate ed incrociatori a nord dello stretto; a sud di questa, tre squadroni di cacciatorpediniere schierati tra le isole Leyte e Dinagat; più indietro , nel Mare di Mindanao , tutte le motosiJuranti. In tutto, le forze destinate a questa operazione e poste agli ordini del contrammiraglio Jesse R. Oldendorf, ammontavano a sei corazzate, quattro incrociatori pesanti e quattro leggeri, 26 cacciatorpediniere e 39 motosiluranti. Quando le motosiluranti presero posizione, a circa 100 miglia dalla linea di battaglia, la notte era scura ed il mare calmo. AIJe 22, i loro schermi radar captarono le navi avanzate nemiche al largo dell'isola di Bohol. Subito dopo aprirono il fuoco , i razzi illuminanti diffusero un chiarore sul
(') lbid ., pag. 87.
PROSECUZIONE DELLA GUE RRA NEL PACmCO. 1942·1944
591
mare ed i fasci di luce dei riflettori soJcarono il ciclo. Ma a causa di una inefficienza temporanea deUa radio, Oldendorf fu messo al corrente del combattimento in corso solo dopo mezzanotte. L'azione continuò fino alle due e poco più tardi la nave ammiraglia di Oldendorf, l'incrociatore pesante « LouisviiJe », localizzò con il radar le prime navi giapponesi a circa 25 miglia. l cacciatorpediniere dello squadrone 54 ricevettero l'ordine di suddividersi in due aliquote e di attaccare la colonna nemica su ambedue i fianchi: l'aliquota di sinistra fu in grado di aprire il fuoco aUe 3, a circa 11000 metri. Seguì l'azione dell' altra aliquota, che sparò da circa 8000 metri e alle 3.19 conseguì i primi risultati. Quindi intervenne a meno di 7000 metri lo squadrone 24 e, alle 3.45 circa, la nave ammiraglia di Nashimura , la« Yamashiro », fu colpita d a una salva di siluri che centrarono la santabarbara, il cui scoppio spezzò in due la nave. Prima di affondare , però, Nashimura ebbe il tempo di ordinare al comandante della « Fuso » di continuare l'attacco con tutte le navi. Quando fu emanato quest'ordine, le corazzate non erano ancora intervenute nella battaglia, perchè non erano arrivate a distanza di tiro. Olendorf fece partecipare allo scontro lo squadrone 53 (di cacciatorpediniere) suddiviso in due parti, l'una a babordo e l'altra a tribordo deUa formazione nemica. « L'avvenimento più importante e più incredibile- scrive Woodward - fu che i giapponesi continuarono ad inoltrarsi nello stretto, nella trappola pronta a scattare. Più progredivano più si avverava il sogno di ogni ammiraglio: sorprendere una colonna nemica su ambedue i fianchi e scaricarle contro il fuoco di tutte le navi ». << Eravamo neUa posizione ideale - esclamò il comandante della nave ammiraglia - una posizione sempre sognata, studiata ed approfondita nelle manovre effettuate alla scuola di guerra, che non si osava mai sperare si verificasse nella realtà. Era una vecchia concezione riportata sui testi di tattica, perfetta in teoria, ma quasi impossibile nella pratica » (1°). Alle 3.50 tutte le navi americane sulla linea di battaglia aprirono il fuoco tra i quindici e i venti chilometri e si diressero con lo squadrone di cacciatorpediniere n. 56 verso il centro dello stretto. << Fu lo spettacolo più affascinate cui abbia mai assistito -scrisse il comandante di un cacciatorpediniere -le scie curve dei proiettili traccianti neU'oscurità, sembravano una teoria continua di vagoni illuminati di treni che si inerpicassero su per una collina. All'inizio non si scorgevano gli obiettivi ma subito dopo seguivano scoppi ed esplosioni a significare che un'altra nave nemica era stata colpita » ( 11 ). Si contarono dieci esplosioni. La « Fuso »ed il« Mogami »,
('") lbid ., pag. IlO-Ili . ( 11 ) lbid ., pag. 113-114.
592
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
che avevano cambiato rotta verso sud, erano in fiamme. Ad un certo punto l'azione dei cacciatorpediniere diventò talmente confusa che, alle 4.10, Oldendorf ordinò a tutte le navi di cessare il fuoco , per scongiurare il pericolo che gli americani si scambiassero colpi tra di loro {12) . Pochi minuti dopo una grossa nave giapponese scomparve dagli schermi radar: si trattava della corazzata « Fuso >). Mentre l'azione era al culmine, i cacciatorpediniere e le motosiluranti U.S.A. riportarono di aver individuato una nuova flotta nemica di 5o più navi; era la v• flotta dell'ammiraglio Shima. Questi aveva osservato il silenzio radio per non svelare la sua presenza e non aveva informato Nishimura del suo arrivo. A mezzanotta intercettò un messaggio radio, che annunciava che Nishimura era stato attaccato da motosiluranti e, tre ore più tardi, udì un'altra trasmissione della controparte che passava l'ordine di evitare i siluri . In quel momento egli stava accingendosi ad entrare nello stretto e alle 3.21 l'« Abukuma >>, nave comando del suo schieramento esterno di cacciatorpediniere , fu colpita da un siluro ed uscì dalla scena. Venti minuti dopo , mentre procedeva a 28 nodi, la nave ammiraglia (la « Nachi >>) avvistò dietro una densa cortina di fumo una nave in fiamme. Si trattava del « Mogami >> che, per quanto sembrasse ferma, procedeva ad una velocità di otto nodi . Nel fumo fu perso di vista e , poco dopo, « Mogami » e « Nachi > > vennero a collisione e quest' ultima rimase seriamente danneggiata. « Lo scontro - scrive Field - pose finalmente fine allo sforzo tragicomico effettuato nello Stretto di Surigao. La II• forza d'attacco diversiva (V• flotta di Shima) girò intorno per pochi minuti , emise una cortina fumogena e si ritirò » (1 3) . Alle 4.31 Oldendorf ordinò l'inseguimento, che fu abbandonato dopo un'ora perchè, come concordato con Kinkaid, dalle portaerei dal largo di Samar vennero lanciati attacchi aerei contro le navi superstiti e danneggiate. Furono affondati il « Mogami >>e la « Abukuma ». Delle navi di Nishimura, una sola sfuggì alla distruzione, il cacciatorpediniere « Shigure >>. Gli americani persero un sola motosilurante. Alle 7.28 del 25 ottobre, Oldendorf ricevette da Kinkaid un messaggio di congratulazioni per la vittoria riportata. Dopo dieci minuti arrivò un secondo messaggio molto diverso: corazzate giapponesi si stavano avvicinando all'entrata orientale del Golfo di Leyte e stavano sparando sulle navi scorta della V II• flotta. Il piano aveva funzionato . Si trattava della Forza Centrale di Kurita. A corto di carburante , quasi senza siluri e con
{ 12) Il -Gran t~ . della squadra cacciatorpediniere n. 56. fu colpito da una ventina di proiettili, di cui I l provenienti da incrociatori americani. (" ) "Thc Japanese: at Leyte Gulf" , pag. 92.
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACrFICO, 1942-1944
593
pochissime munizioni , l'ammiraglio Oldendorf si diresse al Golfo di Leyte. Mentre si combatteva la battaglia dello Stretto di Surigao, Halsey si dirigeva a nord-est per attaccare all'alba la Forza Settentrionale allargo di Capo Engafio. alle 2 del 25, uno dei suoi aerei da ricognizione avvistò sei navi nemkhe a circa 80 miglia dalla sua posizione e dopo mezz'ora un altro aereo segnalò la presenza di un altro gruppo più numeroso a poppa del primo. Immediatamente ordinò che Mitscher costituisse la task force n. 34 con sei corazzate, due incrociatori pesanti e tre leggeri e 18 cacciatorpediniere tratti dai tre task group, e che fosse posta al comando di Willis A. Lee , il quale ebbe l'ordine di precedere i gruppi di portaerei. Alle 3, Halsey informò Nimitz e Kinka id sulla posizione della Forza Settentrionale precisando chei tre task group muovevano insieme. Questo messaggio lasciò molto perplesso Kinkaid, il quale all 4.10, chiese urgentemente se le corazzate di Halsey erano ancora a difesa dello stretto di S. Bernardino. Sfortunatamente H alsey non venne a conoscenza della richiesta fino alle 6.04, quando rispose che le corazzate avevano seguito i gruppi di portaerei. Nel frattempo , verso le cinque erano decollati velivoli della prima ondata di attacco di Mitscher , ma soltanto alle 7.35 la forza settentrionale , che nel frattempo si era riunita, fu localizzata 140 miglia a nord-est mentre si accingeva a virare verso sud. Furono individuati pochi aerei giapponesi in volo a protezione delle portaerei e , cosa ancora più strana , non fu scorto un solo velivolo sui ponti delle navi. L'attacco di Mitscher ebbe luogo e, nonostante l'intensità del fuoco contraereo, la « Zuikaku » fu gravemente danneggiata, una portaerei leggera fu affondata ed un'altra fu lasciata immobile nell'oceano . Poco prima che questa azione avesse inizio, Halsey aveva ordinato a Lee di fronteggiare il nemico e, alle 8 , dispose che il gruppo di Mc Caio, in quel momento a 260 miglia a sud-est, intervenisse nella battaglia non appena possibile. Aveva appena emanato tale direttiva quando ricevette un messaggio urgente da Kinkaid, il quale annunciava che le corazzate e gli incrociatori giapponesi avevano aperto il fuoco contro le sue navi di scorta a nord-est del golfo di Leyte. Pochi minuti dopo giunse un'altra comunicazione , con la quale si richiedevano urgentemente le corazzate della III• flotta al largo dell' isola Samar. · Halsey si trovava 350 miglia a nord del Golfo di Leyte ed ordinò a Lee di serrare sul nemico alla velocità di 25 nodi e a Mc Cain , che era ancora più lontano, di correre in aiuto di Kinkaid. Quindi, in rapida successione, giunsero una terza e una quarta richiesta di aiuto da parte di Kinkaid , il quale informava di avere di fronte quattro corazzate e otto incrociatori e di trovarsi a corto di munizionamento per i cannoni delle corazzate. La notizia sembrò impossibile ad Halsey perché, se fosse stata vera, stava a si-
594
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
gnificare che la forza centrale di Kurita, che il giorno precedente era stata data per quasi completamente distrutta dai rapporti effettuati dagli aerei , era invece praticamente intatta. Halsey rispose a Kinkaid che Mc Cain era già in movimento per correre in suo aiuto e continuò verso nord a piena velocità. Alle 10, Halsey ricevette un messaggio da Nimitz, che chiedeva cosa fosse successo delle sue corazzate. Immediatamente dopo, giunse un'altra urgente richiesta di aiuto di Kinkaid , che non fu presa in considerazione. La task force 34 continuò verso nord e fu lanciato il secondo attacco aereo di Mitscher. Alle 11.15, quando le corazzate si trovavano a meno di 45 miglia dal nemico , Lee ricevette l'ordine di invertire la rotta verso sud abbandonando così l'inseguimento. Dopo l'emanazione di tale direttiva, quattro incrociatori e 10 cacciatorpediniere furono distaccati dalla task force 34 con l'ordine di ricongiungersi ai loro gruppi di appartenenza e a Bogan, il cui gruppo comprendeva una portaerei pesante e due leggere, fu ordinato di dirigersi a sud con le corazzate. Mitscher fu lasciato con i task group di Sherman e Davison contro la Forza Settentrionale, della quale si sapeva che facevano parte due corazzate. Poichè Halsey ne aveva sei e poichè, nonostante rutti gli sforzi e la buona volontà non era possibile raggiungere il golfo di Leyte prima delle 8 del26, appare strano che non ne abbia lasciato due a Mitscher. Lascia ancora più perplessi il fatto che a mezzogiorno abbia sciolto la task force 34 e che alle 16, completato il rifornimento carburanti, abbia costituito una nuova task force con due delle corazzate più veloci, tre incrocia~ tori e otto cacciatorpediniere, che mezz'ora dopo si diressero a tutta velocità a sud. Bogan fu lasciato con quattro corazzate. Se due di loro fossero state date a Mitscher, con molta probabilità la Forza Settentrionale sarebbe stata annientata e Halsey avrebbe raggiunto il suo scopo. Nel frattempo Mitscher continuò a lanciare attacchi aerei contro la forza Settentrionale, che aveva rivolto le prue verso nord e che si vide affondare la « Zuikaku » e la portaerei leggera « Zuiho »e danneggiare gravemente la portaerei leggera « Chiyoda >>. Quindi Mitsher lanciò all'inseguimento una squadra di incrociatori e cacciatorpediniere al comando del contrammiraglio Du Bose, con il compito di affondare la « Chitozu » e qualsiasi altra nave che incontrasse. Quando Ozawa si diresse a nord aveva ancora due corazzate « Ise » e « Hyuga » - tre incrociatori leggeri e circa otto cacciatorpediniere , che furono attaccati per la quinta e ultima volta dagli aerei che, pur vantando di aver messo a segno 22 bombe sulle corazzate, non arrecarono che danni lievi. Alle 19.30, un cacciatorpediniere giapponese comunicò ad Ozawa che la squadra di Du Bose era composta da due corazzate - notizia non esatta - accompagnate da incrociatori e cacciatorpediniere. L'ammiraglio nipponico si sentì abbastanza forte per affrontarlo e ordinò
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO. 1942-1944
595
a tutte le navi di invertire la rotta e serrare sugli americani. Woodward sottolinea che la battaglia, nella sua fase finale , assunse toni comici. L'inseguitore diventò preda e l'inseguito si trasformò in attaccante e, sebbene nessuno dei due contendenti lo sapesse, erano i giapponesi e non gli americani a disporre della superiorità locale ( 14). Per due ore Ozawa fonò le macchine in direzione sud ma fu evitato da Du Bose. Il giapponese invertì ancora una volta la rotta ed ebbe fine così la battaglia di Capo Engaiio, come era già avvenuto nella battaglia di Quatre Bras, dove le unità di D'Erlon vagarono su e giù tra i due campi di battaglia. In ambedue i casi, informazioni errate e comandanti impulsivi furono i motivi dei rispettivi fiaschi. Quando Kurita lasciò lo stretto di San Bernardino dopo la mezzanotte del 24 ottobre navigò verso est fino alle 3 e quindi mise la prua verso sud-est, lungo le coste di Samar. Due ore e mezza dopo ricevette un messaggio da Shima, il quale gli comunicava che la squadra di corazzate di Nishimura era stata distrutta e che il « Mogami » era gravemente danneggiato. Ciò poneva Kurita in una situazione critica perchè significava che era rimasto solo davanti al nemico. Il sole si levò alle 16.14 e, dieci minuti dopo, i radar della« Yamato »segnalarono aerei nemici. Le sedici portaerei di scorta e i relativi cacciatorpediniere, al comando del contrammiraglio Thomas L. Sprague , furono suddivisi in tre gruppi: Meridionale (contrammiraglio Thomas Sprague), Centrale (contrammiraglio Felix B. Stump) e Settentrionale (contrammiraglio C.A.F. Sprague) , che furono dislocati rispettivamente 90 miglia a sud-est, SO miglia a nord-est e 60 miglia a nord-nord-est dell'Isola di Suluan. Il terzo, che sopportò il peso dell'attacco , era costituito dalle poertaerei di scorta « Fanshaw Bay », « Saint Lo », « White Plains », « Kalinin Bay », « Kitkun Bay » e « Gambier Bay » e da uno schermo di sette tra cacciatorpediniere e cacciatorpediniere da scorta. Alle 5.30, furono fatti levare in volo gli abituali ricognitori e, alle 6.47, un aereo della « Saint-Lo » comunicò di aver individuato una squadra di corazzate, incrociatori e cacciatorpediniere 20 miglia a nord del Gruppo Settentrionale americano. Pochi minuti dopo , con sua costernazione, un segnalatore della « Kitkun Bay » vide all'orizzonte, attraverso il telescopio, le sovrastrutture delle corazzate e degli incrociatori di Kurita. Subito dopo una salva di colpi cadde tra le navi americane; aveva aperto il fuoco la« Yamato »ad una distanza di oltre 30 chilometri. Cominciava così la battaglia di Samar. Subito C.A.F. Sprague si rivolse a Kinkaid per aiuto e fu proprio questo messaggio che causò la prima richiesta urgente di rinforzi di Kinkaid a
(") Woodward, pag. 161.
596
LE BATIAGLI E DECISIVE DEL MONDO OCC IDENTALE
Halsey. Il nemico , dalla posizione segnalata da Sprague, si trovava a tre ore di navigazione dal Golfo di Leyete e quindi l'intera VI• flotta , i mezzi da sbarco e la testa di ponte erano in serio pericolo. La situazione sembrò catastrofica a Kinkaid, soprattutto perchè non era preparato ad affrontarla. Le sue corazzate e gli incrociatori si trovavano ancora nello Stretto di Surigao e, per giunta, erano a corto di carburante e munizioni. 11 suo primo provvedimento fu quello di ordinare a Oldendorf di organizzare una forza di tre corazzate, cinque incrociatori e due squadre di cacciatorpediniere, di dirigere all'imboccatura orientale del Golfo di Leyte e di rifornirsi. La seconda decisione fu quella di ordinare ai gruppi Centrale e Meridionale di lanciare tutti gli aerei possibili contro il nemico in avvicinamento. Quando questi ordini furono emanati, fortunatamente per le portaerei di Sprague, una tempesta scoppiò improvvisa riducendo la visibilità a mezzo miglio. Se non fosse stato per la pioggia, sarebbero state distrutte. Nel frattempo Kurita avanzava su tre file, con le corazzate al centro e con incrociatori e cacciatorpediniere su ambedue i lati. Sebbene fosse convinto della superiorità nemica decise di approfittare della « possibilità mandatagli dal cielo » e « previde- disse- di mettere innanzitutto fuori combattimento le portaerei di scorta per evitare i decolli e gli appontaggi degli aerei e quindi , di annientare l'intera Task Force » (1 5). Il suo primo obiettivo era quello di ridurre le distanze, gettare lo scompiglio tra le portaerei di scorta e di impedire loro di mettersi con la prua controvento a nord-est per lanciare gli aerei. Subito dopo intendeva entrare nel Golfo di Leyte, impegnare il nemico, distruggere i mezzi di trasporto e ritirarsi quindi attraverso lo Stretto di Surigao. Quando il temporale finì, i giapponesi si erano portati a circa 20 chilometri e, poichè le portaerei di Sprague stavano per essere accerchiate, alle 7.40 quest' ultimo ordinò dì effettuare un attacco con i cacciatorpediniere. Mentre, protette da uno schermo nebbiogeno, le portaerei sì affrettavano verso sud, i cacciatorpediniere mossero all'attacco infiltrandosi tra le colonne di navi avversarie. Agendo con la massima spregiudicatezza, misero a segno alcuni colpi ma persero tre unità. Kinkaid definì l'azione « uno degli atti più valorosi ed eroici della guerra » (16) Woodward scrive : « Le alte colonne d'acqua causate dall'esplosione dei colpi diventarono una scena alla quale le portaerei si abituarono ben presto. Si levavano improvvise con altezze variabili fino ai 150 piedi in ragione dei calibri e quelle prodotte dagli scoppi delle granate da diciotto, sedici e quattordici pollici, si distinguevano benissimo da quelle più basse causate dai colpi da
('S) "'The Japanese at Leyte Gul r' di James A. Field, pag. 100. ( 16) "'The Battle at leyte Gulr· di C. Vann Woodwa.rd. pag. 182.
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942·1944
597
otto e cinque pollici. Le portaerei manovravano tra loro con perizia ed abilità » ( 17). La « Fanshaw Bay » accusò sei colpi da otto pollici, la « Kalinin Bay » quindici e la « Gambier Bay » uno solo, a seguito del quale, immobilizzata, fu però colpita di nuovo ed affondata. Nonostante la tremenda tempesta di fuoco che si abbattè su loro, le portaerei del Gruppo Settentrionale- nei 30 minuti che seguirono il momento d'inizio dell'azione- riuscirono a far decollare 65 aerei da caccia e 44 aerosiluranti; molti erano dotati però soltanto di bombe da 100 libbre, non molto efficaci. Tuttavia quattro aerei della « Kitkun Bay », armati con bombe da 500 libbre , danneggiarono seriamente uno degli incrociatori giapponesi che più tardi, a seguito di scoppi al suo interno, affondò. A partire dalle 8.50 affluirono aerei provenienti dal Gruppo Centrale che, armati con bombe più pesanti , «cambiarono probabilmente- secondo Woodward- il corso della battaglia » (1 8). Alle 9.25 circa , quando la sorte del Gruppo Settentrionale sembrava ormai segnata, Kurita ruppe improvvisamente il contatto e si diresse a nord. Sembra che il motivo di questa inaspettata decisione sia da attribuire alla mancanza di informazione su quanto accadeva al di fuori del suo campo di vista. In precedenza aveva inviato due aerei in missioni di ricognizione e nessuno dei due era rientrato; non sapeva che oltre l'orizzonte i suoi incrociatori si trovavano a cinque miglia dalle portaerei nemiche e si era invece convinto che fossero riuscite ad allontanarsi. « Ancora deciso a penetrare nel golfo, -scrive Field - preoccupato dalla necessità di risparmiare carburante, soprattutto per i cacciatorpediniere .... e prevedendo di essere sottoposto ad attacchi aerei sempre più massicci, decise di rompere il contatto e di radunare e riordinare le sue forze, che si erano,. durante lo scontTO, largamente intervallate e disperse» (1 9 ). Così , alle 9.11, inviò l'ordine a tutte le navi di cessare il fuoco e di concentrarsi per dirigersi a nord. Alle 9.30, fu sospeso l'iseguimento e la fase di superficie della battaglia ebbe termine. Le portaerei di scorta americane si erano appena sottratte al fuoco nemico, quando furono attacccate dai Kamikaze (20) , cioè da aerei d'attacco suicidi. Già nello stesso giorno attacchi similari erano stati effettuati sul Gruppo Meridionale. Su grande scala ed organizzati, questi attacchi furono i primi del loro genere; durante il 25 e 26 ottobre affondarono una portaerei di scorta e ne danneggiarono gravemente altre quattro. I giapponesi
(") lbid., pag. 183. (18) lbid. , pag. 190. ('') ~The Japanese at Leyte Gulr. pag. 109. ("') Il corpo dei« Kamikaze • prese il nome dai • Kami • (dei) che, secondo la leggenda. avevano distrutto la floua deU'invasore mongolo Kublain Kban nell'agosto del 1281.
598
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
fecero ricorso a tale tipo di azione a causa dello scarso addestramento di molti dei loro piloti ed il loro impiego era già stato proposto ad Ozawa fin dal mese di giugno. Questa forma d'attacco doveva diventare la principale modalità d'impiego delle forze aeree giapponesi. Dopo essersi sottratta al contatto, la flotta giapponese girò in tondo per due ore durante le quali, secondo il capo dello stato maggiore di Kurita, contrammiraglio Koyanagi, furono ricercate e vagliate notizie sul nemico e fu necessario proteggere dagli attacchi aerei americani quattro incrociatori danneggiati. La forza di Kurita si era ridotta a quattro corazzate , due incrociatori pesanti e due leggeri e sette-dieci cacciatorpediniere e sembra che, fino a mezzogiorno, l'ammiraglio abbia discusso con il suo stato maggiore se fosse sufficientemente forte per impegnarsi contro un avversario che, svanita la sorpresa, era completamente preparato allo scontro. Fino a mezzogiorno, così scrive nel suo rapporto , era deciso a portare a termine la missione fioo all'ultimo uomo. Cambiò quindi idea e, dopo la guerra, ne spiegò il perchè. « Non era una questione di carburante - disse - . Non fu presa in considerazione la possibilità di tornare in patria. Avevamo sufficienti munizioni .. .non fu un problema di distruzione o meno. L'interrogativo fu se potevamo conseguire qualcosa di positivo nel Golfo » (2 1) . AUe 12.36 decise di abbandonare la missione e diresse decisamente a nord, in modo da superare lo Stretto di $.Bernardino e portarsi il più a occidente possibile durante la notte . Dalle 16.36 del 25 ottobre Halsey aveva puntato le prue verso sud navigando a 28 nodi di velocità e , subito dopo mezzanotte, si trovava allargo dello sbocco orientale dello Stretto di S. Bernardino, attraverso il quale la Forza Centrale di Kurita era già sfilata. Durante il movimento , aveva ordinato ai gruppi di Bogan e Mc Caio di ricongiungersi a nord-est dello stretto entro le 6 del 26 e di far levare in volo aerei da ricognizione verso ovest. Due ore più tardi la Forza Centrale fu localizzata nello Stretto di Toblas a nord est dell'isola di Panay. Furono lanciati gli aerei da quattro portaerei di Mc Caio e da due di quelle di Bogan; si pretese che molti colpi fossero stati messi a segno sulla « Yamato » e sui due incrociatori pesanti di Kurita, ma anche questa volta i danni furono sopravvalutati e le navi continuarono la loro rotta verso ovest a tutta velocità . SeguiiOno altri attacchi , durante i quali furono affondati un incrociatore leggero ed un cacciatorpediniere. Fatta eccezione per attacchi condotti da Kamikaze contro
(l') Field, pag. 125. Un altro motivo potrebbe esser-e individuato nel fatto che egli era convinto di avere di fronte portaerei vere e proprie e non portaerei di scorta e che, serrando le distanze , sarebbe stato certamente battuto e tutte le sue navi sarebbero state affondate.
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942-1944
599
le portaerei di scorta, la battaglia del Golfo di Leyte era alla fine; nella notte del 28 ottobre, l'ammiraglio giapponese raggiunse il luogo da cui era partito: la baia di Brunei. Per gli americani la battaglia si risolse in una vittoria con perdite minime, per i giapponesi fu una sconfitta catastrofica. Durante i quattro giorni di scontri , i primi persero una portaerei leggera, due portaerei di scorta, tre cacciatorpediniere ed una motosilurante, i nipponici tre corazzate, una portaerei pesante e tre leggere, sei incrociatori pesanti e quattro leggeri e nove cacciatorpediniere. La marina giapponese aveva cessato di esistere e, eccetto che per gli aerei basati a terra, aveva ceduto al nemico il completo controllo del mare. Quando l'ammiraglio Ozawa fu interrogato , alla fine della guerra, sull'andamento della battaglia affermò: « Dopo quella battaglia, le forze di superficie navali furono relegate ad un ruolo completamente secondario , così fummo costretti a fa re affidamento sulle sole forze terrestri, sugli attacchi condotti dai "kamikaze" e sulle residue unità aeree. Non vi furono altri compiti assegnati alle navi, ad eccezione di quelli affidati ad alcune navi speciali ». « L'ammiraglio Mitsumasa Yoni, ministro della marina del gabinetto Koiso, disse di aver capito che la sconfitta a Leyte significava la perdita delle Filippine e, in quadro più allargato, che la fine era vicina » ( 22 ). Questa verità più ampia non fu intuita dal presidente Roosevelt e dai suoi collaboratori, che non valutarono i risvolti politici della loro schiacciante vittoria. Considerarono la guerra come uno scontro tra diavolo e acqua santa , invece di un avvenimento con scopi terreni, nei quali intervenire con precisione chirurgica. Non riuscirono a capire che uno statista deve usare la guerra come un chirurgo impiega il bisturi e che se l'uomo politico, quali che siano le cause del conflitto , si ripropone come scopo la distruzione del nemico, allora i militari devono agire come veri e propri macellai. Ma se, al contrario, Io scopo è costruttivo, allora il loro comportamento deve assomigliare a quello di un provetto chirurgo, che interviene per curare e conservare vite umane. Un 'operazione chirurgica può non riuscire per scarsa preparazione, per errore , o perché non si è capito il quadro clinico; ma se il medico interviene come può operare un macellaio, allora si confondono ruoli e scopi e non vi sono alternative ; la guerra, per essere un sano e funzional e strumento, postula un fine politico, che possa essere conseguito e che sia strategicamente possibile. Dopo la battaglia del golfo di Leyte, questa possibilità strategica aveva assunto contorni ben definiti: il Giappone non poteva più ottenere o neppure sperare in una vittoria. Poichè era condannato a perdere la guer-
(Zl) Jbid .. pagg. 230-231.
600
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
ra, agli Stati Uniti si presentava essenzialmente il problema politico di come costringerlo ad accettare la sconfitta con il massimo vantaggio per gli americani. Era un problema molto più facile di quello da risolvere in Europa, . dove dovevano essere presi in considerazione gli alleati. La guerra con il ·Giappone, per il 95% era prettamente americana ed era essenziale vincerla nel modo più proficuo ed in piena autonomia per evitare complicazioni future. Se ciò fosse stato capito, si sarebbe compreso che la Russia era la sola potenza che potesse interferire e che era indispensabile per gli Stati Uniti concludere lo scontro con Tokyo prima, o tutt'al più immediatamente dopo, il crollo della Germania, cioè finchè Mosca era ancora alle prese con Berlino. Era possibile? La risposta è un incontrovertibile «si ». Dovevano però essere tenuti presenti i centri di gravità politici e strategici, nei confronti dei quali operare. La situazione economica del Giappone, a causa dell' industrializzazione, era diventata più vulnerabile e fragile di quella riportata nel precedente quadro storico al IV capitolo. Nel 1941, quando Tokyo attaccò Pearl Harbour, il suo potenziale e-eonomico era un decimo di quello americano e il suo terreno coltivato non superava il 3%, anche se doveva alimentare una popolazione di più della metà di quella statunitense. Poichè il Giappone dipendeva dalla Manciuria e dalla Corea per la maggior parte delle materie prime e per i rifornimenti di grano, che dovevano attraversare il Mare del Giappone ed il Mare Giallo , le navi mercantili nipponicbe costituivano il centro di gravità della sua strategia globale. L'attacco al naviglio giapponese diventava il compito principale dei sottomarini USA. Secondo l'ammiraglio Spruance, il ruolo che essi ·e bbero nella sconfitta del nemico non può essere valutato abbastanza se non si valutano i seguenti dati: all'inizio del conflitto il Giappone disponeva, considerando le navi con più di 500 tonnellate di stazza, di sei milioni di tonnellate di naviglio, al quale vanno aggiunti i quattro milioni di tonnellate costruiti o catturati durante la guerra. Ne furono affondate 8.900.000 tonnellate, di cui il 57,4% fu mandato a picco dai sottomarini (23). Invece di concentrarsi contro le navi mercantili e costringere Tokyo alla resa per collasso economico, la strategia dei capi di stato maggiore mirava ad invadere le isole giapponesi. A premessa di tale risultato, subito dopo la battaglia ~ Leyte, fu iniziato il bombardamento sistematico delle isole metropolitane giapponesi, partendo dalle Marianne. Su 66 aeree urbane furono sganciate 104.000 tonnellate di bombe e 29.400 tonnellate sul-
(
23 )
pag. Il.
"United States Strategie Bombing Survey", Summary Report (Guerra nel Pacifico). 1946,
PROS ECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942-1944
601
le zone industriali (24 ). È vero che i bombardamenti ridussero la produzione, ma la perdita di naviglio mercantile rimaneva il fattore dominante del declino giapponese, perchè era l'interruzine del flusso dei rifornimenti di carbone, carburante, materie prime e commestibili e non la distruzione di fabbriche ed aree urbane che potevano infliggere il colpo decisivo alla sua economia. La perdita di naviglio, infatti, ridusse l' importazione di ferro, che a sua volta fece diminuire la disponibilità di acciaio e quindi la costruzione di navi ; la popolazione , inoltre, subiva gli effetti negativi della mancanza di viveri, che non affluivano in quantità sufficienti. Nella « United States Strategie Bombing Survey » si legge: « Gli attacchi contro le aree urbane e contro specifiche fabbriche contribuirono, in buona percentuale , al declino dell'economia giapponese; tuttavia, in molti altri campi gli effetti furono di gran lunga maggiori. Molte raffinerie rimasero senza greggio , le fabbriche di alluminio non ricevettero bauxite , le fonderie furono a corto di ferro e carbone, le fabbriche di munizioni senza acciaio ed alluminio. L'economia giapponese fu in larga misura distrutta dalla mancanza di importazioni e , solo secondariam ente, dagli attacchi aerei. Un' ulteriore azione contro il naviglio mercantile, tesa ad eliminare le importazioni dalla Corea e dalle coste limitrofe e i movimenti tra le isole , accoppiata con attacchi condotti contro il sistema ferroviario, avrebbe esteso e moltiplicato gli effetti già conseguiti dagli attacchi contro le navi nemiche. La maggior parte del traffico costiero era già stato dirottato sull'inadeguato sistema ferroviario . Le principali miniere di carbone nipponiche erano ubicate in Kyushu e Hokkaido; il traffico, effettuato in precedenza con navi, utilizzava la ferrovia ed in particolare le gallerie di Kanmon e il ferry-boat Hakkodate-Aomori. Le ferrovie di Honshu sono costituite da poche linee principali , che passano su ponti ed altri punti vulnerabili .... Un attacco contro le gallerie di Kanmon , il ferry-boat di Hakkodate, i 19 ponti e altri tratti vulnerabili della linea, consentirebbe di creare cinque distinte zone di interdizione, che eliminerebbero praticamente ogni possibilità di trasferire carbone .. .. e completerebbero lo strangolamento economico del Giappone. Si ritiene che un tale attacco, se fosse stato previsto e pianificato in anticipo, avrebbe potuto avere inizio nell' agosto 1944 ..... Si é stimato che, per effettuare la completa interdizione del sistema ferroviario , sarebbero state sufficienti 650 sortite a vista effettuate con B 29 che sganciassero 5.200 tonnellate di bombe ad alto esplosivo » ( 25 ). Se si mettono a confronto questi ultimi dati con le 15.000 sortite e le 104.000 tonnellate di bombe sganciate sulle città giapponesi , risulta evi-
(l') lbid., pag. 17. (ll) Ibid .• pag. 19.
602
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
dente il grave errore strategico commesso dai capi di stato maggiore. Sfortunatamente il presidente ed suoi collaboratori non intravvidero nemmeno il centro di gravità politico, che si configurava nella persona dell'imperatore (Tenno o Re Celeste) (26) i~ quale, poichè era il comandante delle forze armate e agli occhi del popolo costituiva una divinità, rappresentava l'espressione massima ed il simbolo supremo della vita e del pensiero giapponese. Inoltre , egli non poteva assolutamente ordinare al suo popolo di accettare una resa senza condizioni, perchè - se avesse acconsentito - sarebbe stato accusato di essere diventato un criminale di guerra e, pertanto, processato o fucilato a vista. (27 ). Ai primi del 1944 il contrammiraglio Takagi, membro dello stato maggiore della marina giapponese, dopo aver analizzato gli eventi della guerra, giunse alla conclusione che il Giappone non avrebbe potuto vincerla e che si doveva, pertanto, cercare una pace di compromesso. Ma non fu che dopo la perdita di Saipan, in luglio, che la sua idea fu accettata nonostante l'opposizione del generale Hideki Yojo, primo ministro e capo indiscusso della linea dura, il quale fu costretto a dare le dimissioni. Fu sostituito dal generale Kuniaki Koiso, che istituì un Consiglio Supremo per la conduzione della guerra, composto da sei membri , con il compito di esaminare a fondo i vari aspetti del conflitto; ma poichè le cose andarono di male in peggio, il 5 aprile 1945, quattro gioni dopo lo sbarco americano a Okinawa, diede le dimissioni. Gli successe l'ammiraglio Kantaro Suzuki. Lo stesso giorno, il governo sovietico annunciò che non avrebbe rinnovato il patto di neutralità con il Giappone, la cui scadenza sarebbe avvenuta entro dodici mesi. Suzuki doveva cercare il modo di porre fine alla guerra (28); non aveva nessuna intenzione però di perseguire tale scopo fino a
(") Secondo il • Kojiki ,. (la Bibbia scintoista) il primo sovrano del Giappone era il nipote della dea del sole Amaterasu, il cui santuario era ad !se. Da lui discendevano , in linea ininterrotta, tutti gli imperatori del Giappone. Perciò ognuno di essi veniva considerato un • Tenshi ,. {Figlio del Cielo). (11) Secondo il piano Morgenthau , tutti gli elencati come criminali di guerra dovevano essere fuciliati appena catturati e • il presidente si era espresso a favore dell"esecuzione senza processo ,. ("On Active Service in Peace and War". di Henry L. Stimson e Mc George Bundy - edizione inglese, 1949 pagg. 33&-339). {") Al tempo della Conferenza di S. francisco, che iniziò il25 aprile 1945, sembra circolassero voci sul desiderio del Giappone di por termine alla guerra. ll 29 aprile, in un messaggio al "Washington Daily News" John O'Donnell riferl: • Un altra storia attualissima è che i giapponesi hanno comunicato a Washington la loro concezione di resa incondizionata. Dietro tutto questo c·~ il fatto che i giapponesi vogliono venire a patti con noi prima che la Russia, che per ora~ io pace con Tokyo, si inserisca nel quadro e chieda come bottino molti possedimenti giapponesi che essi preferirebbero vedere sotto controllo americano piuttosto che sovietico. Siccome il Cremlino sta facecdo la voce grossa con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti , dopo l'amore e raccordo di Yalta, la verità~ cbe il nuovo gabinetto giapponese, convinto che la sconfitta totale sia solo questione di tempo, vorrebbe far pace con noi adesso, mentre la Russia è ancora fuori gara •· {Riprodotto nel " Daily News", 25 aprile 1955).
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942-1944
603
quando l' unica soluzione era la resa incondizionata e di conseguenza decise, anche per salvaguardare la figura dell'imperatore, di continuare a combattere. A giugno l'imperatore , che fin da gennaio si era sempre più convinto che bisognava porre fine al conftitto , diede il suo assenso a che Hirota, ex primo ministro, avvicinasse Jacob Malik, ambasciatore sovietico a Berlino. 1124 giugno ebbero inizio le consultazioni, che non approdarono a nulla e indussero ad inviare il principe Konoy in missione a Mosca per ottenere la mediazione russa. Contemporaneamente Sato, ambasciatore giapponese a Mosca, era stato incaricato di informare il governo sovietico che in nessun caso Tokyo avrebbe accettato la resa incondizionata. Doveva persuadere il Cremlino di ricercare altri termini su cui iniziare le trattative di pace. Nel frattempo , anche Washington aveva preso in considerazione l'opportunità di porre fine al conflitto, cercando di individuare modalità e procedure: il ministro della guerra sosteneva l' invasione e i bombardamenti massicci , altri erano dell'avviso che, se si fosse adottata una versione razionale della resa incondizionata, i giapponesi avrebbero potuto sospendere le ostilità, anche se « rimaneva da risolvere il problema non facile del furturo status dell'imperatore » {29). Si era formata la convinzione, scaturita dagli interrogatori dei prigionieri di grado elevato, « che i giapponesi, pur propensi ad arrendersi, erano trattenuti dall'effettuare tale passo dalla paura che potesse essere abolito l'istituto dell'impero e che l'imperatore fosse punito come criminale di guerra » ( 30). Mentre si discuteva sul problema, i progressi relativi alla bomba atomica erano giunti al punto da farla considerare di certa riuscita (3 1). Nell'aprile del1944 Stimson istituì una commissione con il compito di forn irgli tutti i dettagli sulle sue possibilità di impiego. IJlo giugno , la commissione proponeva , se l' ultimo esperimento fosse stato positivo, di usare l'ordigno contro il Giappone e senza nessun preavviso. Stimson , che era stato consigliere di Roosevelt sulla politica atomica e lo era stato anche di Truman, esaminò il rapporto e il 2 luglio presentò le sue risultanze al presidente. Propose, come alternativa all'invasione del Giappone, l'impiego della bomba atomica e suggerì che il suo impiego fosse preceduto da un avvertimento, con il quale fossero resi noti « l'aspetto diverso e distruttivo dell'arma che stava per essere utilizzata » e la « ine-
( 29) Vds. MUnited States Anny in World War Il", Dipartimento della Guerra, Posto Comando di Washington: Division Operazioni, di Ray S. Chine (1951 ), pagg. 333-347. (-"') "Secretary Stimson: A Study in Statecraft" di Richard N. Current, (1954) , pag. 224. (31) Churchill nomina per la prima volta quest'anna il30 agosto 1941 ("The Second World War", Vol. ili, pag. 730) e il dr. Goebbels il 21 mano 1942 ("The Goebbels Oiaries", pag. 96).
604
LE BATTAGLI E DECISIVE DEL MONDO OCClD ENTALE
vitabilità della completa distruzione che ad essa si accompagnava » . Aggiungeva anche, come suo parere personale, « di non escludere che si potesse accettare una monarchia costituzionale retta dalla dinastia allora regnante, per aumentare sostanzialmente le possibilità che il Giappone cedesse » (32). Il 17 luglio, giorno di inizio della conferenza di Potsdam, che si riunì a Cecilienhof, già residenza del principe ereditario di Germania, e alla quale partecipava anche Stimson , giunse agli americani la notizia che l'esperimento finale , effettuato il giorno precedente ad AJamogordo nel Nuovo Mexico , era stato coronato da successo. Quando Truman e Churchill furono informati dell' accaduto, si trovarono d'accordo sul fatto che, poichè era prevista la perdita di un milione di americani e di mezzo milione di britannici per l' invasione del Giappone, l'impiego della bomba avrebbe risparmjato tali lutti ai loro paesi. « L'incubo di una tale catastrofe svaniva. -scrive Churchill - Al suo posto subentrava la visione, chjara e nitida, della fine dell'intero conflitto, conseguita mediante uno o due scoppi apocalittici ... senza aver bisogno dei russi » (33). n suo grande alleato era di diverso avviso. Stettinius, al riguardo, scrive: « Anche al tempo della Conferenza di Potsdam , dopo la prima esplosione atomica.... .i militari insistevano sul fatto che l' Unione Sovietica doveva impegnarsi nell'Estremo Oriente. Sia a Yalta che a Potsdam, gli stati maggiori si erano mostrati preoccupati dalla presenza Giapponese in Manciuria. Considerate il fior fiore dell'esercito giapponese, queste forze ... erano ritenute in grado di prolungare la guerra anche dopo che Tokyo si fosse arresa, a meno che la Russia non fosse entrata in guerra contro di loro e avesse provveduto ad eliminarle ... In pratica l'intervento sovietico nella Corea settentrionale fu concordato dopo Yalta per consentire la partecipazione di Mosca alla resa delle truppe giapponesi » ( 34). Prima che gli incontri avessero inizio, tutti i messaggi tra Tokyo e Sato furono decifrati a Washigton, che si avvalse ancora una volta del Magie, come aveva già fatto nel passato in occasione dell'attacco a Pearl Harbour e, il131ugUo, fu decifrato il seguente messaggio inviato dal ministero degli esteri a Sato: « Incontrate Molotov prima della sua partenza per Potsdam .... Comunicategli il grande desiderio di Sua Maestà di porre fine alla
(l2) "On Active Service in Peace and War", pag. 368. (ll) "The Second World War", Vol. VI, pagg. 552·553.
(") " Roosevelt and the Russians: Tbe Yalta Conference", pag. 96. A quel tempo • meglio deU'e· sercito giapponese in Mand uria era costituito da soldati di scarso valore . Gli uomini esperti ed addestra· ti erano stati ritirati e sostituiti eon reclute e convalescenti; inoltre , erano senza carburante.
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO. 1942·1944
605
guerra .... la resa incondizionata è il solo ostacolo alla pace ...... » (35). Questa posizione chiara e disperata del Giappone apriva la strada alla fine immediata del conflitto ma, il26 luglio, fu presentato a Tokyo il seguente ultimatum: « Noi invitiamo il governo del Giappone a proclamare subito la resa incondizionata di tutte le forze armate e a dare la piena assicurazione di un buon comportamento dei militari nel rendere operante tale provvedimento. L'alternativa è una completa e totale distruzione » (36). Non fu detta una parola circa l'imperatore, perchè sarebbe risultata inaccettabile alle masse americane, sottoposte ad una propaganda antiimperiale. Due giorni dopo, Suzuki respinse l'ultimatum, aggiungendo che « non era degno di essere reso di pubblico dominio » ( 37). Poichè l'entrata in guerra della Russia era stata fissata per 1'8 agosto, fu deciso di sganciare due bombe, una su Hiroshima il 6 agosto e l'altra su Nagasaki il 9 (38). TI mattino presto del 6 agosto un aereo B-59, con a bordo una delle due bombe atomiche allora esistenti, si avvicinò ad Hiroshima. Alle 8.15 l'ordigno - attaccato al paracadute - iniziò la sua traiettoria, mentre l'aereo si allontanava a tutta velocità per sfuggire agli effetti dell'esplosione. Uno o due minuti più tardi apparve sulla verticale della parte nord-occidentale della città un globo enorme di fuoco , con una potenza di scoppio uguale a quella prodotta da 20.000 tonnellate di tritolo, a una temperatura di circa 150 milioni di gradi (sette volte più elevata di quella esistente al centro del sole) (3 9) e con una pressione stimata a centinaia di migliaia di tonnellate per pollice quadrato. Si sviluppò una tempesta di fuoco , che innescò contemporaneamente centinaia di focolai d'incendio, dei quali il più lontano distava quattro chilometri dal centro dell'esplosione. Quattro miglia quadrate e mezza della città furono completamente bruciate, 70.000/ 80.000 persone rimasero uccise e circa 50.000 ferite. All'una del 9 agosto (ora di Tokyo), i russi superarono il confine con la Manciuria incontrando scarsa resistenza. Nello stesso giorno, un altro ordigno fu sganciato su Nagasaki ed il consiglio supremo di guerra decise di sottomettere il problema della resa incondizionata all'imperatore , il quale si pronunciò per la pace. Il 10, una trasmissione radio da Tokyo an-
(" ) "Japan's Decision to Surrender", di Robert J. C. Butow. {1954) pag. 130. (,.) Per l'intero testo . vds. ibid., appendice C, pagg. 243·244. (") "Oo Active Servire in Peace and War". pag. 369. (li) li prof. P.M.S. Blackeu. nel cap. X del suo ~Military and Political Consequeoccs of Atomic Energy" (1948). suggerisce che la bomba fu sganci ata per costringere il Giappone ad arrendersi all 'A· merica anzichè alla Russia . È un suggerimento fantasioso, perchè la pace col Giappone - purchè non implicasse l'umiliawne totale - si sarebbe potuto ottenere con negoriati in qualsiasi momento, fin dal maggio precedente. (") ~Tbe Nature of the Universe", di Fred Hoyle (1950), pag. 42.
606
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
nunciò che il governo giapponese era pronto ad accettare i termini della dichiarazione alleata di Potsdam del 26 luglio, « nell'intesa che la suddetta dichiarazione non escludesse la possibilità di richiedere che fossero mantenute le prerogative dell'imperatore quale supremo regnante » ( 40). Quando, passando per la Svizzera, la comunicazione ufficiale raggiunse Wasrungton , Truman chiese il parere dì Stimson , il quale rispose: « Anche se il problema non fosse stato sollevato dai giapponesi, noi stessi avremmo dovuto prevedere di trattare con l'imperatore e mantenerne il prestigio, in modo da poter controllare le molte unità giapponesi disseminate nel Pacifico, le quali non riconoscerebbero altra autorità. Inoltre , si rende necessario utilizzare l'imperatore per evitare che si verifichino altre sanguinose lwo Jima ed Okinawa in Cina e Nuova Zelanda. Il Tenno è la sola autorità prevista dalla concezione giapponese dello stato » ( 41). Questo era buon senso. La risposta alleata dell'll agosto conteneva, tra l'altro, il seguente paragrafo: « Dal momento della resa, l'imperatore ed il governo giapponese incaricato di reggere lo stato risponderanno al comandante supremo delle forze alleate » ( 42). II 14 agosto, l'imperatore accettò il contenuto dell'accordo di Potsdam; fu concordato il « cessate il fuoco » ed il 2 settembre, esattamente 6 anni dopo che Francia e Gran Bretagna avevano dichiarato guerra alla Germania, gli inviati giapponesi firmarono la resa a bordo della corazzata americana Missouri nella Baia di Tokyo. La seconda guerra mondiale era terminata. Vale la pena di riportare in proposito alcuni commenti di Stimson. fu viziato da un doppio malinteso: il significato di una guerra e gli obiettivi degli americani in quel momento. II problema vero non era se la resa poteva essere raggiunta senza l'impiego dell'ordigno atomico, ma se un comportamento diverso, sul piano diplomatico e militare, poteva portare alla resa in tempi più brevi. A questo punto diventava di vitale importanza la conoscenza dettagliata della situazione e delle intenzioni nemiche. Interviste rilasciate dopo la guerra indicarono chiaramente che una larga parte del governo giapponese era disposta, fin dalla primavera, ad accettare sostanzialmente gli stessi termini di resa, sui quali fu poi raggiunta l'intesa. Informazioni su tale propensione erano disponibili per il governo americano .... Una volontà americana, che manifestasse chiaramente la disponibilità a lasciare all'imperatore le sue prerogative, avrebbe potuto accorciare il periodo di guerra. Questa soluzione fu « Il problema- secondo lui -
("') vds. Butow, appendice D , pag. 244. (") '"On Active Service in Peace and War", pag. 371. ("') Vds. Butow, appendice E. pag. 245. ln pratica, il Comandante Supremo divenne lo Shogun.
PROSECUZIONE DELLA GUERRA NEL PACIFICO, 1942-1944
607
proposta e difesa con veemenza da Grew e dai suoi sostenitori nel maggio 1945 )) (43). La guerra poteva terminare nel maggio 1945. Se non fosse stato per la decisione lunatica della resa incondizionata, ciò avrebbe potuto veramente aver luogo; la Russia, qualunque cosa avesse fatto, non avrebbe avuto mano libera per espandere la sua influenza sull 'Estremo Oriente. Cosa ugualmente importante , la bomba atomica non sarebbe stata sganciata. « La mia impressione fu che - scrive l'ammiraglio William D. Leahy, capo di gabinetto di Roosevelt e Truman- essendo stati i primi ad impiegarla, noi avessimo adottato standard morali simili a quelli delle popolazioni barbare dei secoli bui. .... vi è la pratica certezza che nostri potenziali nemici possano disporne in futuro e che una bomba atomica sarà un giorno impiegata contro di noi ... L'utilizzazione dell'ordigno atomico in guerra ha riproposto la crudeltà esercitata contro i civiU come ai tempi di Gengis Khan ... Questi nuovi e terribili strumenti di guerra incivile rappresentano un moderno tipo di barbarie indegna della cristianità » ( 44).
(•') "On Active Servire in Peace and War,., pagg. 371-372. Joseph C. Grew fu segretario di stato facente funzione. (" ) " l Was Therefl. pagg. 441-442 . Parole simili furono scritte sullo« Osservatore Romano,. del 7 agosto 1945: • Questa guerra giunge ad una catastrofica conclusione. Incredibilmente, quest'arma di· struttiva rimane una tentazione per la posterità che, lo sappiamo per amara esperienza, impara così poco dalla storia ...
EPILOGO
La seconda guerra mondiale in retrospettiva e in prospettiva La seconda crociata americana si concluse in modo ancora più disastroso della prima. Questa volta, l'agente provocatore non era stato il Kaiser tedesco, ma il presidente americano, il cui odio per il nazional-socialismo e la cui brama di potere coinvolsero il popolo statunitense nel conflitto , che diventò ancora una volta mondiale. Dai documenti tedeschi catturati non si evince né risulta alcunchè che avalli la pretesa del presidente, secondo la quale Hitler aveva in animo di scatenare una offensiva contro l'emisfero occidentale; anzi, fino a quando l'America non entrò in guerra ci sono fatti evidenti che dimostrano che un conflitto con Washington era la cosa che il Fiihrer desiderava assolutamente evitare. Uno dei primi a sconsigliare Roosevelt di farsi coinvolgere nella disputa europea fu proprio il suo predecessore, il presidente Herbert Hoover. « Mi opposi e protestai contro ogni passo o provvedimento politico che ci potesse coinvolgere nel secondo conflitto mondiale - disse alla radio il 10 agosto 1954- e, soprattutto nel giugno del1941, quando la Gran Bretagna vide scongiurato il pericolo di una invasione dalla decisione di Hitler di rivolgere il suo esercito contro la Russia, feci presente che lo scherzo più colossale di tutta la storia sarebbe stato quello di dare aiuto al governo sovietico. Insistei che dovevamo lasciare che i due dittatori si esaurissero l'un l'altro. Affermai che il risultato del nostro intervento sarebbe stato quello di favorire la diffusione del comunismo in tutto il mondo. Feci presente, con tutte le mie forze, che se fossimo rimasti in disparte sarebbe venuto il momento in cui avremmo potuto fare affermare nel mondo una pace duratura. Non ho rimpianti né accuse da muovermi. Le conseguenze hanno dimostrato che avevo ragione ».
610
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Subito dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti fu pubblicato un libro di un professore dell'Università di Yale (4S), che conteneva la seguente affermazione: « Se la politica estera di uno stato deve essere pratica, essa non dovrebbe essere definita in termini di sogni fumosi , ma in termini che discendano dalla realtà delle relazioni internazionali e del potere politico ». Egli proponeva, come obiettivi della politica americana, il predominio nel nuovo mondo e il bilanciamento della potenza nel vecchio. Poichè tale equilibrio era stato sconvolto sulle opposte sponde dell'Atlantico e del Pacifico , l'obiettivo di guerra americano doveva essere quello di ripristinarlo . «Ciò- scriveva- non richiede la distruzione della Germania e del Giappone, la cui scomparsa dalla scena delle potenze aprirebbe l' Europa e l'Estremo Oriente alla dominazione russa. Uno stato russo dagli Urali al Mare del Nord non comporta miglioramenti rispetto ad uno stato tedesco dal Mare del Nord agli Urali ». Lo stesso ragionamento era valido per l'Estremo Oriente e perciò proseguiva: «Il pericolo di un'altra conquista giapponese in Asia deve essere eliminato; ma ciò non significa inevitabilmente l'annientamento della potenza militare giapponese e la resa del Pacifico occidentale alla Cina o alla Russia ». Questa politica, che sarebbe stata adottata dopo la guerra ( 46), era valida anche per la Gran Bretagna perchè la sua posizione era analoga a quella degli Stati Uniti. I suoi obiettivi avrebbero dovuto essere la sicurezza del suo impero ed il mantenimento dell'equilibrio di potenza in Europa ed Asia e, per le identiche ragioni fornite da Spykman, nessuno dei suoi obiettivi richiedeva la distruzione dei suoi nemici. Quando le due grandi potenze occidentali riunirono i loro potenziali bellici, la Russia diventò il punto cruciale del loro problema di guerra. Fu ovvio che dovevano sostenere la Russia nello scontro contro il loro comune nemico , ma avrebbe dovuto essere ugualmente evidente che gli aiuti non avrebbero dovuto comportare il predominio deii' URSS; se ciò si fosse verificato, allora il problema sarebbe rimasto irrisolto. Come già visto in precedenza, la politica di Roosevelt fu diametralmente opposto a quella propugnata da Spykman; la resa incondizionata
(45) "America's Strategy in World Poli t ics: The United States an d the Bai ance of Power~, di Nicholas J. Spykman (1942), pagg. 446, 460. (46) Alcuni anni dopo la guerra, uno storico francese sottolineava: « La meta che la strategia oa:i· dentale si ~ ora fissata in Giappone come in Germania non ~molto diversa dalla situazione che sarebbe sorta naturalmente se di fosse conclusa la pace prima delringresso delle truppe sovietiche in terra tede· sca e in Manciuria, e prima della completa distruzione dei due paesi e delle loro forze a.r mate. Noi stia· mo tentando di cancellare le conseguenze di una vittoria troppo completa per tornare ad un tipo di vit· tori a che consenta la resurrezione dei vinti •. ('"The Century of total War", di Raymond Aron, ediz. in· glese 1954, pag. 194).
EPILOGO
611
non aveva niente a che ved!ere con l'equilibrio di potenza e, sullo stesso piano , deve essere considerata la politica di Churchill che, tre giorni dopo il suo avvento al potere, proclamava: « Vittoria, vittoria ad ogni costo » (47 ). Queste politiche erano il dritto ed il rovescio della stessa idea: distruzione totale. Che Churchill , uomo con vedute militari senza dubbio più larghe di quelle del presidente , abbia potuto insistere su tale fine , appare incredibile soprattutto se si pensa al suo commento sulla prima guerra mondiale. « Governi ed individui -scrisse - si adeguarono a questo ritmo della tragedia e continuarono ad esercitare una violenza senza speranza, uccidendo su scala sempre maggiore, fino a che non furono inferti aJJe strutture della società degli uomini dei colpi mortali , che non saranno assorbiti in un secolo e che potrebbero essere fatali alla civiltà moderna ... La vittoria fu conseguita a così caro prezzo che riesce difficile distinguerla dalla sconfitta. Essa per giunta non dà nemmeno sicurezza ai vincitori ... La più completa vittoria conquistata con le armi non è riuscita a risolvere il problema europeo o a rimuovere i pericoli che hanno portato alla guerra » (48). La sua scelta di « vittoria ad ogni costo » diventa ancora più strana quando si legge il suo commento sulla seconda guerra mondiale « La strategia umana - scrive- ha raggiunto i suoi valori più alti: dopo tutte le privazioni e i sacrifici di centinaia di milioni di persone e dopo tutte le vittorie della Giusta Causa, non abbiamo ancora raggiunto la Pace e la Sicurezza e ci troviamo ancora ne lla morsa di pericoli ancora maggiori di quelli che abbiamo superato » ( 49). Che confessione di fallimento ! Se si considera che Roosevelt e Churchill debbono essere annoverati tra i più eminenti dei presidenti e dei primi ministri degli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, si resta molto perplessi nel doverlo ammettere. Cosa li indusse ad adottare una politica tanto fatale? Azzardiamo una risposta: odio cieco! I loro cuori travolsero la loro logica e le emozioni annebbiarono i loro cervelli. Per loro, la gue rra non fu un conflitto politico nel senso normale della parola ma fu uno scontro manicheo tra il bene ed il male ; per tirarsi dietro i loro popoli scatenarono una propaganda violentissima contro il diavolo, che essi stessi avevano invocato. Poichè identico fu il comportamento di Hitler, non deve apparire strano che << The Economist » pubblicasse l' li agosto 1945: << Alla fme di una guerra da incubo. combat-
(' 1)
"The Second World War", Vol. II , pag. 24. "The World Crisis, 1915'' (1923) pagg. 17·18. (..) "The Second World War", Vol. l. pag. VIII.
( 43)
612
LE BAITACLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
tuta per sconfiggere Hitler, gli alleati stanno facendo una pace hitleriana. Questa è la reale portata del loro fallimento ». C'è da rimanere stupefatti se si esaminano i convincimenti e le posizioni alleate, come quella di sir Samuel H oare (50) nei riguardi della Russia dopo Stalingrado, quando fu evidente che la stella di Hitler stava precipitando e quella di Stalin risplendeva di luce sempre più fulgida; si resta addirittura sbalorditi se si pensa che sia stato possibile , alla prima conferenza di Quebec, discutere ed adottare la politica verso la Russia contenuta nel documento Hopkins (51) . Il fatto che abbiano entrambi creduto a quanto Mosca andava affermando può essere spiegato soltanto con la scarsa conoscenza della storia russa da parte di Roosevelt e Churchill o con lo stato di catalessi nel quale erano stati sprofondati dalla loro propaganda filosovietica. Per 200 anni la Russia aveva bussato alla porta orientale dell'Europa e , per più di un secolo, statisti e storici europei di fama avevano chiarito ai loro popoli le aspirazioni moscovite. È opportuno riportare quello che sostenevano , non solo perchè i risultati della guerra rivelarono quando essi fossero nel giusto , ma anche perchè il futuro ha le sue radici nel presente. Ciò che quegli uomini avevano capito era che la Russia non è mai appartenuta all'Europa; la sua cultura non ha niente in comune con quella latina; non aveva mai preso parte alle Crociate; non era stata interessata al Rinascimento, alla Riforma, alla Guerra dei Trent'Anni e non aveva subito gli effetti della scoperta del Nuovo Mondo e della Rivoluzione Francese. Fin dalla battaglia di Poltava, i moscoviti erano stati considerati dagli europei « i turchi del nord ''• la testa di ponte della minaccia asiatica all'occidente. Chateaubriand si rese conto di tutto ciò e desiderò ardentemente visitare la Russia, perchè si era convinto che essa minacciasse di sottomettere il mondo (52). Custine visitò la Russia nel 1839 e scrisse : « Essi aspirano a governare il mondo dopo averlo conquistato ; essi tendono a sottomettere con le armi tutti i paesi che possono raggiungere e, quindi, a controllare il resto del mondo col terrore » ( 53). De Tocqueville configurò un' Europa disunita alla mercè di un Filippo russo (54) . Nel1823l'Abate de
("') lbid., pagg. 539-541. (SI) ibid ., pagg. 546-547.
(») Vds. "Liberty or Equality: The Challenge of our Ti me", di Erik von Kuehnelt·Leddihn (1952), pag. 75. (») "Joumey for our Time: The Joumals of the Marquis de Custine", tradotto da P.P. Kohler, (1953) pag. 164. (") Vds . "Liberty or Equality. etc.". pag. 77.
EPILOGO
613
Pradt, a quel tempo ambasciatore di Napoleone I a Varsavia, scrisse: « Sull'altra riva della Vistola si erge una cortina, che non consente di ve-
dere chiaramente cosa stia accadendo all'interno dell'impero russo. Come accade nei paesi d 'Oriente dai quali, d 'altra parte, Mosca ha ereditato i caratteri, il potere è concentrato nelle mani del principe: egli parla poco, scrive meno e pubblica niente. In un paese organizzato per nascondere ogni cosa al popolo , l'individuo riesce difficilmente ad avere convinzioni proprie e tale limitazione è valida anche per i militari russi ..... Fin dai tempi di Pietro il grande, la politica moscovita è stata sempre orientata verso la conquista; si potrebbe dire che per un secolo il governo sia stato esercitato da un solo uomo, con una sola idea: ingrandire metodicamente e continuamente il paese » (SS). Nel 1850 Donoso Cortes fu profetico: « ..... quando non saranno rimasti in Occidente che due antagonisti - i saccheggiatori ed i saccheggiati - allora, signori, suonerà per la Russia l'ora propizia. Essa potrà marciare senza colpo ferire , con le armi in spalla, sulle nostre terre; il mondo, signori , potrà assistere al più grande castigo della storia, che si rifletterà in modo catastrofico sull'Inghilterra, le cui navi nulla potranno contro il colossale impero , che si estenderà da una parte nell'Europa e dall'altra fino all'India ... La Russia combatterà solo per infliggere sconfitte .... per poter proteggere i paesi conquistati. Se una nazione sottomessa si considererà alleata della Russia, in quel momento diventerà vittima e preda. Le vittorie della Russia conducono alla protezione: alla sua mortale protezione » ( 56). Storici successivi non sono stati meno profetici. Nel 1878 (secondo quanto scrive Keuhnelt-Leddihn) Constantin Frantz « era convinto che la Russia avrebbe invaso l'Europa occidentale, che in un a futura guerra tra Mosca e Londra Washington avrebbe avuto un ruolo determinante e che il futuro apparteneva all'America e alla Russia >> (S7). Poco prima che scoppiasse il primo conflitto mondiale, Richard von Kralik, storico austriaco, rifacendosi all'invasione delle orde asiatiche nel continente europeo scriveva:« L'Europa anche adesso deve temere l'impero russo , che è composto da elementi mongoli e serni-mongoli. Talé situazione rappresenta il contrasto più rilevante nella storia del mondo, che si traduce nell'antagonismo est-ovest. Il futuro in nessun modo potrà risparmiarci sgradevoli sorprese. È possibile che gli asiatici si spingano fino alla Francia e alla Spagna, come già è avvenuto nell'VIII secolo o che si impadroniscano del-
(») " Parall~le de la puissance anglaise et russe relativement à I'Europe" ( 1823), pagg. 154, 156. ( 56) Tratto da "Liberty or Equality; The Challenge of our Ti me", di Erik von Keuhnelt·Leddihn , pagg. 78,89. (") 1bid .. pag. 76.
614
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTA.L E
la Germania come nel secolo XIII o che si presentino a Vienna , come già fatto dai Turchi nel XVI e XVII secolo .... Né é impensabile che possa essere l'America a spingere l'Est europeo sul suolo occidentale dell'Europa » (58). Certamente, prima che la seconda guerra mondiale si abbattesse sul vecchio continente, gli statisti occidentali avrebbero dovuto essere consci di tali predizioni e, sebbene nessuno voglia suggerire che presidenti e primi ministri devono trovare il tempo per interessarsi di storia, ci si dovrebbe almeno aspettare che lo facciano i ministri degli esteri e i servizi informativi, perchè la conoscenza del nemico - reale o potenziale- è, in ogni caso, di estrema importanza e non si deve limitare al territorio, alle risorse e alle forze armate. Quanto meno , si sarebbe dovuto tener presente quanto Lenin andava dicendo circa lo scontro inevitabile tra gli stati borghesi e l'Unione Sovietica. Al contrario, gli alleati si coalizzarono per attribuire a Mosca il ruolo di vittima. Le orde asiatiche sono di nuovo in Germania e sono anche penetrate nelle mura di Vienna. La ruota della Storia ha compiuto un intero giro e la minaccia, che l'Europa si trova di fro nte, non è diversa da quella dei tempi di Serse e D ario. Si aggiunga che il Giappone, controparte deJla Russia in Estremo Oriente, è stato eliminato e si noterà come sia stata spalancata a Mosca la porta per inondare con il comunismo la Cina. Queste sono state le conseguenze politiche della guerra. Le conseguenze militari non furono meno degne di nota. Ad Hiroshima la teoria nucleare deJI'atomo e la capacità dell'uomo di trasformare artificialmente un elemento in un altro, cosa che ha rivoluzionato la fisica , diventarono un fatto tangibile anche al più ignorante ed illetterato essere umano. Ciò ispirò il terrore a tutta la terra , non perchè 70.000-80.000 uomini erano morti, ma perchè una sola bomba, gestita da un solo uomo, aveva compiuto una simile strage. I risultati del 6 agosto 1945 scossero le consolidate teorie sulla guerra dalle fondamenta. Se una sola bomba poteva poverizzare una grande città cosa avrebbero prodotto centinaia di ordigni in un eventuale prossimo conflitto? La concezione corrente circa la guerra fu privata del suo significato politico e fu ridotta ad un'assurdità. Diventò anacronistica la teoria secondo la quale i conflitti sono strumenti di politica , trasformando la possibilità di minaccia di guerra tra uomini armati in deterrenza di estremo olocausto. Ciò significa che non ci saranno più guerre? Certamente no, perchè in un'era ideologica le cause fondamentali di conflitto sono profondamente
($8) !bi d ., pag. 302.
EPILOGO
615
psicologiche e non possono essere eliminate né da un negoziato né dalla forza fisica. Tutto questo porta soltanto a sostenere che un certo tipo di guerra è diventato obsoleto ed è stato sostituito da un altro. Per mancanza di un vocabolo migliore la nuova forma, nell'era dell'uomo massificato, è stata denominata guerra fredda; essa è una combinazione di guerra psicologica (le cui armi sono essenzialmente gli stati emotivi) di guerra economica (che tende a distruggere la stabilità finanziaria) di guerriglia (che è la più primitiva forma di guerra) e di guerra civile (che ne é l'espressione più brutale). M. Aron fa rilevare che la guerra fredda é una guerra limitata, « non nella posta in palio, ma nei mezzi impiegati » (S9) e può essere paragonata agli scontri metodici di scarsa entità che per un secolo e mezzo si susseguirono dopo la guerra dei Trent'Anni. Ma vi è una profonda differenza: la possibilità improvvisa di scatenare una guerra nucleare la rende enormemente catastrofica, esercitando cosi deterrenza nei riguardi dell' avversario. La Russia è l'esponente di punta di questa guerra. Minacciando metodicamente di farla esplodere, subito dopo la fine del conflitto riusci a stabilire il proprio dominio su oltre I:Ul terzo dell'Europa senza sparare un solo colpo, proprio perchè cominciò a scatenarla con la propaganda , il sabotaggio e la sovversione in ogni paese non comunista del mondo , nell' assunto che tutte le nazioni che non avevano e non hanno accettato il comunismo erano e sono nemiche di Mosca. Inoltre , secondo quanto fa notare Aron, gli esperti militari occidentali non si sono ancora liberati delle concezioni tradizionali abbastanza da comprendere che la guerra fredda è la vera guerra che ha condizionato tutte le epoche e che la battaglia contro la propaganda e la sovversione deve essere combattuta senza sosta. «L'eliminazione dai sindacati degli agitatori stalinisti -scrive - spesso significa una conquista , che può e~sere paragonata alla disponibilità di una nuova divisione per l'esercito >~ ( 60) . Un'altra limitazione materiale da superare per combattere una guerra è rappresentata dagli altissimi costi degli ordigni nucleari e dei loro vettori. Non è possibile neppure per le nazioni di medie dimensioni dotarsi di un completo arsenale delle armi e dei mezzi necessari per affrontare una guerra; anche se alcune di esse fossero economicamente forti abbastanza per farlo , molte non riuscirebbero a procurarsi le materie prime con cui costruire gli ordigni né a trovare terreni disabitati dove condurre gli esperimenti nucleari. Queste limitazioni hanno portato alla divisione strategica del mondo
('") "Tbe Ce.ntu ry of Total War", pag. 171. (60) Ibid .. pag. 233.
616
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
tra due superpotenze, la Russia e l' America, ognuna delle quali si batte per l'ideologia, che mai cambierà. Come ai tempi di Abraham Lincoln « una casa nella quale non regni l'unità non può esistere. Non può essere mezza libera e per metà schiava ... deve per forza diventare l'una cosa o l'altra ». La coesistenza degli incompatibili è generatrice di guerra. Nel1823, nel trattare le conseguenze delle guerre napoleoniche , nelle prime pagine del suo trattato l'Abate de Prad t scrisse le seguenti parole a proposito del paragone tra la forza dell'Inghilterra e quella della Russia: « Due bandiere sono state issate alle due estremità dell' Europa, una sul mare ed una sulla terra. Inghilterra e Russia sono le due potenze predominanti in Europa ... Lo scopo politico di Londra è di opporsi a chiunque voglia dominare sul continente perchè controllerebbe le libertà politiche dell'Europa. La Russia è questa potenza dominante ed è quindi per costituzione il nemico delle libertà europee » (6 1). L'Union Jack, bandiera della Pax Britannica, è stato ammainato. Oggi , in sua vece, sventolano Stelle e Strisce per fronteggiare Falce e MarteiJo . La domanda per eccellenza posta dalla seconda guerra mondiale è: quale sarà ammainata? Il futuro ci riserverà una « Pax Americana » o una « Pax Tartarica »? Noi ci permettiamo di azzardare una previsione: la risposta non sarà data dalla potenza militare della Russia o delJ' America ma dai contrastanti sistemi politici, sociali, economici e culturali. Chi di Idro due sarà il più attrezzato per risolvere i problemi cruciali posti aiJ'uomo dalla rivoluzione industriale: le condizioni dell'uomo, il suo governo ed il modo di vivere in un mondo completamente meccanizzato?
(") • Parallèle de la puissance anglaise e1 russe, el c. • pagg. l e 168-169.
INDICI
INDICE DEI NOMI DI PERSONA
A Abdul Amid , 166 Abe, Hiroaki (contrammiraglio giapponese), 462 Adam, John Quincy , Il Alessandro (Magno). 237.238. 243 Alessandro (il Grande Zar di Russia), 92 Alexander, A.P. (generalesudista). 29. 30 nt, 32. 33, 35, 38. 41 nt . 42, 44 nt, 83 nt
Alexander (feldmaresciallo, Lord inglese), 470. 472, 473, 474 , 482 nt. 488, 489,491, 496,497,498.499, 53 1,532, 537' 556, 558, 569 Alexander, Oifford . 500 Alexander, M . Pacth . 558 Alexeyev, Mikbail Vasilievitch (generale russo), 328 Alexiev (ammiraglio, viceré russo del Far East), 155 , 156 Allanson, C.J.L. (maggiore). 246, 247 Allen (colonnello nordista), 64 Allenby, Edmond (generale), 292 Altmayer, Robert (generale francese) , 386 Anders, W. (generale inglese), 413 nt, 423. 427 nt. 512 nt. 519, 521 nt Anderson, K.A.N. (luogotentcntc generale U.S.A.), 489 Andrews, C.F.. 175 Annibale. 203
Antonescu (generale rumeno poi feldmaresciallo), 404, 413, 506 Aosta (duca di) , 297, 301 Ardenne (barone delle), 290 Annistead, L.A. (brigadiere generale confederato), 42, 44 Amim, Juergen (generale tedesco), 491.496. 497. 498, 500 Amim, Sixt (generale tedesco) . 217 Amold, C.B. {luogotentente comandante di carro leggero nella battaglia di Amiens). 285 Amold, H.H. (generale U.S.A.F.), 552, 553 , 555, 556 nt, 560 nt Aron, M , 615 Arz, Freiherr (generale austriaco), 296, 298. 299 Aspinal (colonnello), 252, 253 Asquit, H.H. ( Primo Ministro), 256, 264 Assmann (ammiraglio tedesco), 417, 419, 435 Attila , 336, 506 Auchinleck, Claude (generale), 468, 470, 471, 472, 490, 499 , 531, 532, 537. 556, 557. 558. 569 Ayetta (marchese), 501
B Badeau, 54nt,56nt ,59,61 nt;66nt,68 nt
620
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Badoglio, Pietro. 298. 301. 501 Baird (generale federale, comandante di divisione). 82 Baldwin, A.H. (generale), 247 Ba1four, Artbur, 171 , 174, 175, 232, 256. 360 Banks, N.P. (generale federale). 25. 58. 59, 67, 68 Barbarossa, Federico . 237 Barkas, Geoffrey. 479 Bartlett, Ellis Ashmead. 144 nt. 157 nt, 160. 161. 162. 244. 255 Barucb, Bemard. 360. 361. 363. 365 Bastico, Ettore, 467, 471 Batu . 330 Baudouin, Paul, 379. 387. 388 Baver, 104 Batter. 181 Bayerlein, Fritz (generale). 554 nt Bazaine, Achille (maresciallo di Francia). 105. IlO. 111. 112. 113. 114 , 115. 116. 118. 126. 129. 148 Beauhamais, Ortensia, 95 Beauregard, Peter G.T. 20. 25. 32 Bec:k, Joseph (ministro degli esteri polacco), 365, 378, 522 Bela, Kum. 339 Beli, J ohn (candidato nel 1860 alle elezioni presidenziali negli U.S. A), 13 BeiJ (studioso del Telefono). 181 Below, Otto (generale tedesco). 191, 296 Benckendorff, Alessandro (ambasciatore russo a Londra nel 1914). 177 Benedec, Ludwig, 97 Benedetti, Vincent (ambasciatore francese a Berlino nel 1870). 99. 100 Benet, Stephen Vincent , 97 nt . 88 Berio, 501 Berndt, A.D.C. (tenente colonnello tedesco), 477 Bero~razov (speculatore russo). 140 Berthelot, Henry Matbias. 210 Berthold, D. . 425 Bertie. 232
Besson (generale francese). 39-l Bibesco (principe) , 119 nt, 121 nt. 125 Biglow, John. 19 Billotte (generale francese). 373, 388. 390 Birdwood, W.R. (generale inglese). 233,234,238.240.242 Bismark, Otto von, 96, 97, 98, 99, 100. 101. 124. 128 nt. 130 nt. 132, 169. 170. 174.320 Bismark (generale tedesco). 474, 483 Blain (generale federale). 57 Blair (generale federale). 64 Blake, Robert, 288 Blanchard (generale francese), 373, 384. 390 Blaskowitz, J ohannes, 538 Bleriot, Louis (trasvolatore della Manica). 182 Bloch, I.S. 180. 181, 183. 223, 225, 2 70. 320 Blum, Leon. 375 BlumenthaJ (generale prussiano), 133 Blumentritt (generale tedesco), 383. 391.400.418,430.545,561 Bogan, Gerald F. (contrammiraglio U .S. N.). 583.587.589,590,594,598 Bogitshevich, M. (incaricato d'affari Serbi in Germania), 177 Bogulawski, A . . Ili nt Bock, Fedor (generale tedesco). 232 nt. 376, 391, 392, 395,413.417, 420,429. 430. 432. 507. 509 Bonnal (generale francese). 189 Borio, 353 Boris (re di Bulgaria). 404. 408 Boroevic, Bojna (generale austriaco), 298,299. 302, 308. 309, 311 Boucher, Arthur (generale francese). 188. 189 Bowen, J .B. (generale confederato), 62 Boynton. 72 Brackeobury, C.B.. 272. 273. 290 Bradtey, Ornar N. (generale). 450, 511. 552. 553. 554. 555. 560. 561. 567, 569
62 1
INDICI
Bn~gg,
Braxton (generale confederato), 52, 53, 69, 70, 72, 73, 74 , 75, 76, 77, 81, 82, 83, 84 Braithwaite (capo di S.M. di Stopford), 259 Bn~uchitsch , Walter (feldmaresciallo tedesco), 368, 376, 377, 378 nt, 410, 419, 420, 429, 432 Breckinridge, John C. , 13 Breckt (generale tedesco), 191 Bredow (gene rale tedesco). 358 Briand, 438 Brown John, 13, 87 , 89 Brunswick, 315 Brusilov, Alexei (generale russo), 263, 264, 265 Buat, 190 Buchanan, James, 12 BucknaU, G.C. (luogotenente generale inglese), 541 Budienny (generale russo), 334, 335, 338,340.341.342.344.415,429 BueU, Don C. (generale federale) , 52 Bukner (generale confederato), 21 Buller, Redvers, 241 BuUit, William C. , 364, 365, 532 Bullock, Alan, 425, 521 Biilow (generale tedesco), 194 , 197, 198,210, 211 , 212,214, 217.218, 219, 221. 222 Bundy, Mc. George, 564 nt . 602 nt Burgoyne, 258 Burnside, Ambrose E. (generale federale), 49, 70, 74, 75 , 77, 80. 84 Busch, Moritz, 124, 128, 138 nt Busch, Emest (feldmaresciallo) , 380, 413 Bushnel, David (inventore del primo sottomari no), 5 Butler, Richard (luogotenente generale tedesco). 182. 275 Byng, Julian (generale). 241,255,287 Byrnes, James, 565 Byron {lord), 237
c Cadorna, Luigi, 294, 296, 297, 298 CaiUaux (capo del governo fra ncese), 186 Calvino, 323, 324 Camon (generale), 342, 343 nt Canaris, Wilhelm (ammiraglio tedesco), 367, 368 Canning, 317 Carden, S.H. (viceammiraglio inglese), 231, 232, 235 Carlile, Thomas, 130 nt Carlo X di Fra ncia, 92 Carlo Alberto di Savoia, 93 Carlo V di Spagna , 99 Carlo Federico (p rincipe tedesco), 106, 118 Carlo (imperatore d 'Austria), 312 Carlo Magno, 319, 570 Carlo Xll di Svezia , 415 , 474, 522 Carr, Eugene (generale federale) , 69 Carré, Henry, 218 nt. Carter, E.J. (tenente colonnello), 284 Cartier, Raymond, 434 Cartwright, Edmond. 3 Castellano, G. (ge nerale italiano), 502 Caterina Il di Russia, 332 Caulaincourt, 432 nt Cavaignac, Louis Eugène, 93, 94 Cavallero, Ugo . 471 Cavan (lorde generale), 299. 300, 301 , 304, 305, 307' 308 Caviglia, Enrico (ge nerale italiano). 30-1 Cavour, Camillo Benso, 93 Chamberlain, Neville, 362, 364, 365, 367. 368. 373, 493. 494 Chamberlin, William Henry, 339 nt, 493 nt, 559 nt. Cbantham, 317 Chateaubriand, 612 Cbeatham, B.F. (generale confederato), 81
622
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Cb.icherin, Boris, 339 Chine, Ray S. , 603 nt. Chitchener, 229 Cbmielnielò, 344 Christiansen (generale tedesco), 538 Church, W.C., 59 nt. Churchill, Wiston S. , 174, 228, 229, 230, 231 , 232, 233, 234, 235, 240, 248 n t. 256, 257. 258, 266. 315, 317, 359, 360, 365, 373, 387, 390, 392 nt. 396, 398,406,437,438,440,445,446,466, 469, 470, 478, 489, 491 ' 493, 494, 500, 501, 502, 523. 525, 528, 529, 530, 531. ~2.~3.534,5~.s36.~2.sa.~6.
557, 558, 564. 565, 566, 567, 568, 603 nt, 611 ,612 Ciang-Kai-Shek, 441,442,532,535,571 Ciano, Galeazzo, 398, 403, 471, 477, 483. 485, 490 Ciecbanowslò, Jan (ambasciatore polaccco negli U.S.A), 533 Cist, H.M. . 70, 84 Oam, GaUas Edward, 97 Clark, Mark (generale inglese), 558 Clausewitz, Cari von, 6. 8. 104. 131, 316, 398 Cleburne, P.R (generale confederato), 81 Clemenceau, Georges, 326. 357 Cobb, Frank, 265 Cocbrane (lord ammiraglio). 4 Cole, N.H, 560 Coliins, J . L. (maggior generale), 541 Commager, Henry Steele, 47, 87 Commager, N.S., 318 nt Conneau (generale), 215 Congreve, WiUiam (inventore del razzo congreve). 5, 6 Conrad, Hotxendorf (generale austriaco), 192. 226. 298. 299 Corap (generale francese), 373, 382, 384 Cordel, Hull, 360 Cortes, Donaso, 613 Costantino (re di Grecia), 229 Coucb (generale confederato). 42
Coven, James, 96 Cox, H. V. (generale inglese), 244,246, 247 Cramon (generale tedesco), 289, 298 nt, 300, 305 Crearer, H.D.G . (tenente colonnello), 553 Creswell, John, 46 1 nt Crocker Marceltus M. (generale federale) , 64 Croker, J .T. (tenente generale), 541 CromweU, Oliviero, 355 Crook (generale federale), 69 nt Crosse, E.C., 304, 310 Cutmann, E. (capitano), 164 Cugmot (ingegnere francese inventore del carro a vapore), 3 Conningbam, Andrew (ammiraglio U.S.N). 489. 490 Cunningham, Graham R.B. , 234 Currie, Lauchlin (assistente del presidente Roosvelt per gli affari esteri). 441 Currie, Arthur, 275, 288 Cummt, Ricbard, 444, 603 Cunon (lord), 339 Costine, 612 Custis, Mary Randolph, 20 Custis, Marta (moglie di George Washington), 20
D D'Abemon (lord), 333, 336, 339 nt, 340, 351 D'Abney (generale confederale). 41 Daille, M (maggiore), 286 Daladier, Edouard. 362. 379. 387, 388 D' Amade (generale tedesco), 210 Dana, C.A., 73, 83 D'Annunzio, Gabriele, 293, 298 Dario. 614 Darlan, J ean (ammiraglio), 490 Darwin, Charles. 8 Davis, Jefferson (presidente dei confcde-
623
INDICI
rari), 16, 17, 18, 20, 24 Davis, Cbarles (ammiraglio federale), 53 Davison, Ra.lph E. (contrammiraglio), 583, 589, 590, 594 Dawson, John d'Arcy, 550 nl Debeney (generale francese), 235, 236, 240
De Castelnau (generale francese), 190 De Costine (marchese}, 353 De Failly (generale francese). 110, 114. 118 De Guingand (generale), 550 De La Guérroniére, Alfred (conte}, 101 , 133 n t De Langle, De Cary (generale france· se), 190 Dellmensingen, von Colone!, 196, 205 De Maistre, Joseph. 183 De Maud'Huy (generale tedesco), 210 De Montauban, Cousin (generale}. 101 Dempsey, M.C.( tenente generale), 541, 550 Denekin, Anton (generale russo), 328 De Pardieu (maggiore), 183 nt De Pradt (abate), 613, 616 Derton , 595 De Robeck, J.M., 235, 236, 240 De Rothscild, Alfred, 232 Dé Roulède, Paul, 121 Der Tann (generale francese), 122 De Tassigny, Lattre (generale francese). 558 nt De Tocqueville, 612 Devers, J .L. (generale francese). 558 n t De Wimppeffen, 122, 123, 125, 127 , 128. 129 Dexter, Hemy, 438 Diaz, Armando, 298, 300, 305, 307, 309, 310 Dicey, Edward, 167 nt Dickinson (capitano confederato). 44 Dietrich, Sepp (generale}, 545, 547,558 Disraeli, Benjamio, 317 Dittmar, Kurt (generale}, 506
Dollman, Friedrich (generale tedesco), 538, 545 Dorrien, Smith. 2 19 Douay, Abel, 110 Douay, Felix, 114, 118, 119, 125, 127 Doug1as, Stephen A. , 12 Doutrelaine (generale francese), 119, 121 Douhet, Giulio, 370, 400 Dowdiog, Hugh, 400 Draper, Theodore, 382 Dubail (generale francese), 187, 198 Du Bose, Laurence T. (contrammiraglio), 594, 495 Ducrot, Auguste Alexander, 114, 118, 119, 122, 123, 124,. 126, 127 Duker, Peter F. , 356 Dulles, Alleo Welch , 368 nt Dondonald (ford), 96 Dunlop (inventore del pneumatico), 181 Du Picq, Ardant (colonnello), 183 nt, 185 Durand (generale), 187 Du Vemois, von Verdy (generale francese), 106, 116 nt, 119, 132
E Eberard, von Mac Kensen, 514 Eden, Anthony, 445, 501, 523, 529, 532 Edmond, James E. , 93 nt, 223, 268, 275 , 290 Edoard VII (re di Inghilterra), 171 , 172, 175 Edwards, 544 Eisenhower, Dwight D. (generale poi presidente) , 438 nt, 489, 491 , 501 , 502,517,531,532,535, 536, 537,538, 544, 545, 551 ' 552, 553 , 556, 557' 558, 560, 561' 564. 566, 567' 569 Elisabetta D (di Spagna), 99 EUis, L.F. (maggiore inglese), 376 nt, 377 nt. 380 nt, 390, 391, 393 nt. 397 Elliot (vds anche Roosevelt), 536
624
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Engels, Frederick, 99 Enver Pasdà, 116, 119, 228 Ericson, Jobn (capitano), 6 Ersatz, 206 Ero, 237 Esher (lo rd), 174 Esser (leader del partito contadino russo), 174 Essad Pascià, 244, 246 Estienne, T.E . (generale), 272
F Fabian, von Sehlabrendorff, 368 nt Failly, Cbarles (genera le francese), 117 FaJkenhayn, Erich (generale tedesco), 222, 226, 263, 264 Fallières (presidente francese), 188 Faure (generale francese), 126 Favre, Jules, 111 Fede rico Guglielmo IV (di Prussia). 94 Federico, Carlo (pri ncipe prussiano), 97, 110, 112, 114 Federico 111, 169 Federico II, 195, 273 Feizy Bey, 246, 251,254,259 Ferdinando (principe di Bulgaria), 176 Ferrero, Guglielmo, 131, 132 Fervacque, Pierre, 330, 333, 334, 336 Feuchtinger, Edgar, 546, 547 field, Jr. James A., 588 nt, 592, 597 F'dlmore, Millanl (presidente degli U.S. A), 135 F'asher, John (ammiraglio inglese), 172, 173, 174, 184, 226, 229, 231,232,258 fisher, Louis, 339 nt fitz.John-Porter (generale federale), 26, 27, 42 Fletc:her, Frank (cont rammiragli U.S.N), 452, 453, 454, 455 ,457, 458, 459, 462 Foc:h, Fenlinand (maresciallo di Francia), 183, 187, 214, 2 19, 269, 270.
275,276, 287 , 288, 291,300, 326, 369 Forsyth, A. (inventore di una polvere a percussione), 4 Fotitc:h, C~1antin (ministro Jugoslavo a Washington), 529 Francesco Giuseppe (imperatore d' Austria), 94, 98, 319 Franc:esc:o Ferdinando (arciduca), 177 Franco, Francisco. 362, 404, 490 Franc:bet, d'Espérey (generale francese), 213, 214,215.217.218,219,292 François (generale tedesco), 191 Frankfurter, Felix (giudice della corte suprema degli U.S. A}, 363 Fran.klin, William B. (generale federale), 22, 23, 26, 34, 40, 41 , 87 Frantz, Costantin , 613 Fredborg, Arvid, 432 FredenhaU, U oyd P. (maggiore generale) , 489 Freeman, Douglas SauthaD, 28 nt, 30, 31 nt, 36 nt , 38 nt, 41, 44, 45 Fremont, Jobn C. (generale federale), 25 Frencb, Jobn (generale confederale), 14, 190, 209, 210, 211, 212, 214, 215 , 216, 219, 22 1 Frere (ge nerale francese), 386 Friedeburg, Hans Georg (ammiraglio), 569 Friederich, List, 91 Frossard, Cha rles August (generale francese), 110, 111 Fuller, J .F.C., 184, 272 nt, 274 nt, 370 nt
Fulle rtown, Joseph E. (generale), 91 nt Fulton, Robert, 5, 6 Fyffe, C.A, 93
G GaUieni, J ospeb-Simon (generale francese), 187,208,213,214. 215,217, 218 Galliffet, Gaston-Aiexandre Auguste
625
INDICI
de, 123, 125 Gamelio, M . (generale francese) , 373, 376,378, 380,381, 386, 387, 388 Garloff, lùymond L. , 414 Gathome-Hardy, J . Francis (generale inglese) , 299, 310 Gay, Kan, 334, 337, 340, 360 Gensis Khan, 330, 336, 506, 607 Georges, Alphonse (generale francese), 374, 381, 388 Gerow, L.T. (maggiore generale), 541 Geyer, von Schweppenburg, 368 nt, 507,541 Giardino, Gaetuo, 301 Giasone, 565 Giolitti, Giovanni, 295 Giorgio V (re d' rnghilterra). 175 Giovanna d'Arco, 419 Giraud, Henry (generale francese) , 373, 384, 385 , 386 Giuseppe (arciduca d'Austria), 302, 311 Gleaso, Everett S., 442 Godley, A. (generale inglese), 246,247 Goebbels, Josepb (ministro tedesco della propaganda). 363 , 364 nt , 425 nt , 426, 493, 495. 504 , 505, 603 nt. Goerdeler, Karl , 378 Goltz von der (generale tedesco), 205. 206,226 Goocb, 181 Gordon, John B.. 89 Goring, Hermann W. , 366, 368, 392. 399, 400, 491 , 500, 518, 519, 538 Gorlitz, Walter, 106, 222, 367. 372 nt 378, 409 nt, 426, 523 Gorlikov (generale inglese), 517, 518, 520 Gort (generale inglese), 373, 386, 388, 390, 392, 394, 397 Goseben, Edward (ambasciatore inglese a Berlino), 178, 179 Gottlieb (studioso del motore a combustione interna). 182 Gourko, Basel (generale russo), 200 nt. 205 nt, 206
Govorov (generale russo), 415 Grand·maison (generale francese), 183, 187 Granger (generale federale). 84 nt Grammont (duca di , ministro degli esteri francese), 99, HlO Grant, Ulisses S. (generale federale) , 21 nt, 47, 52, 53, 54. 55, 56, 57. 58. 59 60, 61,62,63,64,65,66,67,68,69. 70, 71 , 72, 73, 74 Graziani (generale francese) . 300. 301 Graziani, Rodolfo (generale italiano), 404, 408 Greene, F.V., 56 nt. 66 nt, 67 nt, 68 nt, 69 Greene Nathaniel, 16 Gregg, Jobn (generale confederato), 60, 61. 62 Greiner, Helmutb, 519 Grew, Josepb C. , 607 Grey, Edward, 173, 177, 178, 229, 232 Grierson, B.H. , 56 Griffen, William, 266 Gronau (generale tedesco), 216. 217 Grouard (ten . col. francese), 204 nt Guderian, Heinz (generale tedesco), 372.377, 378.380 nt.381,383.384.386 392, 393, 395, 396, 399, 409 nt, 411 nt, 413, 416, 417, 418, 419, 420, 421, 423, 427 , 428, 429, 430,431 , 432,510, 539 Guglielmo l {di Prussia), 96, 98. 99, 100, 101 , 103, 123, 129 Guglielmo U (di Germania), 139. 169, 193, 222, 313, 319 Guibert, Jacques Antoine Hippolyte , 131 Guingand, Francis, 472, 487
H Haig, Douglas (generale poi feldmaresciallo inglese) , 219, 264, 267, 268, 274 . 275, 276, 287, 288 Halder, Franz, 368, 393,410,415,416, 417 , 419.422.429.430, 432. 434 , 504, 507 , 509,510, 512. 513, 515. 5 16
626
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Halifax (ministro degli esteri inglese), 362, 439 Halleck, Henry Wagner (generale federale), 47, 53, 55, 59, 67 , 69, 70, 71, 74, 80, 85 Haller (generale polacco) , 340, 345, 376, 378 nt Halsey, William F. (ammiraglio U.S.N.), 442 nt, 445, 457, 581, 583, 586, 587, 588, 589, 590, 593, 594 Hamel, 275 Hamilton, Jan (generale inglese), 234, 235, 23, 237, 238, 240, 241, 242, 243, 251,252,253,254, 256,258, 259 Hammersley, F. (generale inglese), 248, 252, 253 Hampton, Wade (generale confederato), 40 Ha.nkey, Maurice (tenente colonnello poi Lord), 230, 253, 495 nt Hanotaux, Gabriel, 196 Hardee, William (generale confederato), 52, 76 Harkot, F.W. , 7 Harrison, Gordon A., 536 nt Hany, 532 Hart, G. (maggiore medico) , 90 Hassel von, 425 Hay, J., 69 Hausen von (generale tedesco), 194, 219 Heinl, Robert D. (colonnello U.S.A), 458 Heintzelman, Samuel P. (generale federale), 26, 39 Henderson, Neville (ambasciatore inglese a Berlino), 362 Henlein, 362 Hentsch (tenente colonnello tedesco), 216, 221, 222 Hero, von Borck, 89 nt Herr (generale), 183 nt Hertz, Rudolf, 182 Herringen (generale tedesco) , 194 Hess, Rudolf, 358 Hill, A.P. (generale confederato), 28,
30,33,34,35,37,38,39,40,41,42,45 Hill, D.H. (generale confederato), 18, 28, 30, 33, 34, 37, 38, 44, 45, 46 Himmler, Heinrich, 425 Hindenburg, 206, 223, 225, 226, 264, 267, 286, 291 , 292, 296, 299, 358 Hindman, Thomas C. (generale confederato), 83 Hinsley, F.H., 399 nt Hintz (segretario di Stato tedesco), 291 Hirota, Former (primo ministro giapponese), 603 Hiss, Algar, 565 Hitchoc.k (aiutante di campo di Sherman), 86 Hitler, Adolf, 193, 355, 356, 357, 358, 359, 360, 361, 362, 363, 364, 365, 366, 367, 368, 369, 371, 372, 376, 377, 378, 380, 381' 386, 390, 391' 392, 393, 397' 398, 399, 400, 401, 403, 404, 405, 406, 408, 409, 410, 416. 417, 419, 420, 421, 422, 423, 424 , 425, 427, 429, 431 , 432, 433,435,437,438,447,465, 466,467, 468,469,485,586,490,493,494,495, 496, 502, 503, 504, 505, 506, 507, 508, 509, 510, 513,514, 515, 516, 517, 518, 519, 520, 521, 522, 523, 524, 525, 527, 531, 534, 539, 545 , 547, 549, 554, 555. 564,565, 567, 568, 569, 570, 609,611, 612 Hoare, Samuel (ambasciatore inglese in Spagna) . 523 , 524, 612 Hodges, C.H. (tenente generale), 553 Hoeppener, Erich (generale), 405, 419, 420, 422, 424 Hoffman (generale tedesco), 192 nt, 194, 195, 199 Hoffner (colonnello tedesco). 542 Hohenlone, Ingelfingen Kaftzn , 124 Hohenstein (generale russo), 194 Hollidt, Karl (generale tedesco), 519 Hollweg, Bethman . 179 Holmes, T.H.N., 30. 38. 39, 42, 45 Holstein, 94 Home, J.M. (maggiore tedesco), 165 Hood, John B. (generale confederato), 28
627
INDICI
Hoover, Herbert, 438, 439, 609 Hoplùns, Harry L., 365. 446, 493. 530, 565 , 612 Home, Henry (generale inglese), 287 Horrock.s, Brian C. (tenente generale inglese), 478. 481 Hort, (generale tedesco), 507 Hoth, Hennan (generale tedesco). 381, 390, 39 1, 394, 413,416. 417, 418. 419. 420, 427. 428, 430 Houguet. 210 ·nt House E.M. . 176 Hovey, Atvin P. (generale federato), 64. 65 Howard (generale), 71 Hsogaya (ammiraglio giapponese), 454 Hube (generale tedesco). 520 Hudson, R.S. (segretario per il commercio d'oltremare), 361 Huger, Benjiamin (generale confederato), 24, 28, 30, 32, 33, 37, 38, 39, 40. 42 HuU, Cordel. 411, 442 Hunt, Henry J. (generale federato) , 45 Huntley, Horace L. (costruttore del sottomarino), 90 Hunter, Weston A. (tenente generale inglese), 239, 259 Huntziger (generale francese) , -313, 394 Hutier (generale tedesco), 279 Hyde, 358 Huygens, Christian. 182 nt
J Jackson, Thomas J . (generale confederato), 20. 25, 26, 27, 28, 29, 30, 32. 34, 35.36, 37, 38, 39, 40,41, 42,44. 46 Jackson, Mary Anna, 30 nt , 33 Jackson, Henry (ammiraglio), 244,245, 246, 247 James, David H., 161 Javarès, 198 nt Jeaniot, 128 Jefferson, Davis (generale confederato). 13. 15. 25, 46, 53, 62, 85 Jefferson, Thomas, 9 Jekill, 358 Jeschonnek, 368 Jevad Pascià, 230 Jlinski (generale russo), 190, 195 Jodl, Gustav (generale tedesco). 376, 377 nt. 403, 512. 546 nt, 569 Joffre (generale francese) , 187, 188, 189, 190, 192. 195. 196, 208, 209, 210. 211,212, 213. 214, 215, 216, 217, 219, 221,223, 263, 291, 340 Johnston, Joseph E. (generale confederato), 20, 25, 26, 27, 28. 53, 62. 63, 64, 66 n t, 67, 68, 84, 90 Johnston, Albert S. (generale confederato), 14 nt. 23. 24, 26 Jomini, Henry, 7, 8 Jooes, D .R. (generale confederato). 37 Jordan (conte, minist ro degli esteri spagnolo), 524, 525
I
K
lg~,t.atiev, Pau! Nidaolas (generale c diplo-
Kameneke (generale russo) , Ili Kamenev, Sergei (gene rale russo), 334. 338, 344 Kammersley, 254 Kannengiesser (generale), 237, 244. 246. 250. 253. 256, 257 nt Kars, 228 Kavanagh, Cha rles, 275 Kawamura (generale giapponese) , 150
m~ico russo).
138
Dnytzky, R.. 425 lnouye (ammiraglio giapponese), 452, 453 lto (ammiraglio giapponese), 139 luka (generale), 64 l van (il terribile). 137, 332, 353 Ivanov (generale russo), 190
628
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Keamey, Philip (generale federato) , 39.42 Keitel, Wilhelm (feldmaresciallo), 403, 481, 513. 546 Keith (lord ammiraglio), 6 Keller, Alfred (generale}, 413 KeUog. 438 Kema.l Mustafà, 238,246, 254, 255,259 Kennedy, Joseph, 392 nt. Kerensky, Alexander Feodorovitth, 265, 267, 268 Kem, Erith, 424, 425, 521 Kesselring, Albert. 398, 399, 413, 416, 417 nt, 421 ,469, 471, 472 Keuhnelt-Leddihn, 613 Keyes, Era~'lllus , 26, 36, 42 Keyes, Roger (ammiraglio), 230, 235, 239 nt, 242 nt, 250 nt, 251, 256, 259 Keyer (capitano), 240 Keynes, John Mainard. 172 Kimmel, H.E. (ammiraglio americano comandante la flotta del Pacifico all'epoca dell'attacco di Pearl Harbour), 442 King, Emest J . (ammiraglio c-in-c della flotta degli U.S.), 437, 454, 41>3, 470 Kinkaid, Tbomas C. (contrammiraglio U.S.N.), 583,586,587. 5R9. 590,592, 593. 594. 595 Kirby, Smith , 52 Kirk, Alan G. (ammiragli U.S.N), 543 Kitcbener (lord), 211, 228, 231, 232, 233, 234, 235, 240, 255, 256, 263 Kleist, Paul L.E. (generale), 381, 385, 386, 390, 391, 393, 394 410 nt, 413, 421.429, 431, 507,508, 510, 512, 513, 514, 520, 554, 555 Kluck, Alexander (generale tedesco), 194, 197, 198,207, 209,210,211, 212, 213,214, 215,216,217, 218, 219 Kluge, Gue nther (generale tedesco), 380,413,417,418,426,430,431,432, 523, 550, 551 Knickerbotker, H.R.. 358 Knox, Alfred (maggiore tedesco), 199. 200. 202
628
198,
Knox, Thomas W., 131 nt Kohler, Phillis Perm, 353 nt Kobn, Hans, 167 nt Koi.so, Kuniaki, 579, 599. 602 Kolcbak (ammiraglio russo). 328 Komatsu (vice ammiraglio giapponese). 454 Kondo (vice ammiraglio giapponese). 454,462 Koruev (federmaresciallo russo), 565. 567, 568 Konoye (principe giapponese), 603 Kontratenko (generale russo) , 162 Kornilov (generale russo), 328 Koyanag (contrammiraglio giapponese), 598 Kremsier, 319 Kuhl (generale tedesco) , 222 Koroki (generale giapponese), ISO Koropatkin, AJexie N. (generale russo), 144 nt, 145, 147, 148, 149, 151. 154, 158, 159, 163, 165 Kwusu, 442 Kocbler, Georg (generale tedesco), 413 Korita, Takeo (ammiraglio giapponese), 581, 583,584, 586, 587, 588, 590. 592, 594, 595 Kort, Zeitzler, 516 Kralik, Ricba.r d, 613 Kruege, W alter, 584
L Lamb, William (colonnello confederato). 14 Landi.s, James M. , 392 nt Langer, WiUiam L. , 442 Langlois (colonnello francese), 145. 183 Lansdowne (lord, segretario agli affari esteri), 172, 173, 264 Lanrenzac, Chartes (generale francese), 190, 196, 198, 209, 210, 213 Laoman, Jacob G. (generale federale), 61
629
INDICI
Lavisse, Ernest, 100, 115 nt Lattimore, Owen, 441 Lawton, Alexander R. (brigadiere generale confederato), 28 Leahi, William O.. 376, 6fJ7 Leboeof, Edmond (maresciallo di Francia e ministro della guerra), 107, 108 Lebrun (generale francese comandante del XII Corpo). 114.115 nt, 117,118, 119, 122, 123, 125, 126, 127 Lebrun (presidente della Francia) , 397 Ledere, Phillipe de Hautec.loque. 558 Leddihn-Kuebnelt, Erik, 612 nt Léclerrey (colonnello francese) , 415 nt, 513 Lee Robert, E. (generale confederato), 14, 19, 24, 25, 27, 28, 29, 30, 32, 34,36,37,38,39, 41 , 42,44, 45,46,47 Lee, Henry, 20, 32, 33 Lee, Fitzbugb . 30 nt. Lee, WiUis A. (viceammiraglio U.S.N.), 593, 594 Leeb, Wilbelm (generale tedesco), 376, 413 Leese, Oliver (tenente generale), 478 Lehman, Herbert H. (governatore di New York}. 363 Leigb-Mallory, Strafford (primo maresciallo dell'aria), 535, 537 Lemann, Gerard Matbieu, 196 Le Marchand , 248 Lenin (Vladimir, Flyich Ulyanov). 265, 266, 268, 314, 324. 325, 326, 327. 328. 332,343,352.405,493,527,614 Leopo1do (re del Belgio), 368, 392 Leopoldo, von Ranke, 138 Leopo1do (principe di Hohenzollern-Sigmaringen), 99, 100 Liaison, 114 nt LiddeU, Hart B.H. , 391 nt, 410 nt. 416 nt, 471 nt, 507,512 nt. 514,539 nt, 561 Li Hong Chang (ministro giapponese), 139 Lincoln, Ambramo (presidente U.S.A), 12, 13.14, 17, 18,20,21 ,22, 25, 26, 53 nt, 55, 69, 80, 84, 86, 616
Lindsey, E.E. (ufficiale della U.S.N .), 460, 461 LindsJey, Mc Entry Girard, 299 nt Linsingen (generale tedesco), 216, 217 List, Friedrich (economista), 7 List (generale tedesco), 380, 507, 514 Livermore, Thomas L., 46 Livennore, W.B. (colonnello), 54 nt, 55 nt, 72 Lloyd, Garrison, Il Uoyd, George Oavid, 172, 175, 218 nt, 228, 229, 230, 231, 232,233, 257,299, 327' 339. 359. 364 Lòbnitz, Muller, 218 nt, 221 nt, 222 nt Locbow (generale tedesco), 218 Loehr, Alexander (generale tedesco), 413 Logan, John A. (generale federato) , 56, 64, 65 Long, A.L. (generale confederato), 27, 28,28,34 Longstreeet, James (generale confederato), 26, 28, 30, 33, 34, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 44, 45, 74, 75, 81,83 Loring, William W . (generale confederato) , 62. 66 nt Luck (von maggiore tedesco). 486 Ludendorfl', Erich (generale tedesco). 2M,~,W5,W6,W7,2~ ,2M,286,
288,289, 290-, 291, 300, 312, 313 Luigi, Napoleone, 6, 95, 96, 97. 98. 99, 100, IO!, 126 Luigi XII (di Francia). 92 Luigi Filippo (di Francia). 92. 93 Lwnsden, Herbert (tenente generale), 478 Lutero, 324 Lvov (generale russo), 265. 513 Lyet, Pierr, 374 nt, 380 nt, 384, 385, 388, 396 nt Lyman, Theodore (colonnello), 89. 90 nt
629
630
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
M Mac Artbur, Douglas (ge nerale U .S.A). 453.558.574.575.577.579, 580.58 1.583.584 Mac Clusky, C.W (ufficiale della U.S.N.). 460. 462 Mc Donai d, Ramsay. 266 Macbiavelli, Nicolò. 129 Macbray, Robert. 339 nt Mackensen Fit.r oy M. P .. 294 Mackensen, Eberbard (generale), 529 Maclean, Fitroy. 529. 530 Mac Mabon, Marie-Edmé-Patrice (maresciallo di Francia), IlO. Ili. 113. 114, 115, 116,117.1 18. 11 9, 121.122,123, 129, 148 Magruder, John Bankbead (generale confederato). 24. 28. 30. 32. 33. 37. 38. 41. 44. 45 Mabon, B.T. (generale). 241. 242. 254, 259 Mabone, William (generale di B. confederato). 42 Makarov (ammi raglio russo). 150, 155 Makensen (generale tedesco). 19 1. 256 Malik, Jacob (ambasciatore sovietico a Tokio). 603 Malinovsky (maresciallo russo), 567 Mallet, Louis, 232 Malone, W.C. (tenente colonnello). 247 Mandel, George. 376 Manigault , A .M. (generale confederato), 83 Manly, Chesly, 438 nt. 563 Mannerbeim (feldmaresciallo). 413 Manstein, Fritz (gene rale tedesco). 37, 378. 422. 506, 507, 508. 5 17, 5 18, 5 19, 520. 523 nt Manteuffel (generale), 507 Maometto Il, 237. 406 Marconi, Guglielmo. 182 Marguerite, J ean-August (generale) , 123, 124 Markoff (generale russo). 414
Marsbal, Olartes (colonnello confederato). 28 nt. 41 nt Marshal, George C. (generale. capo di S. M. dell'eserci to U .S.A). 243. 469. 470, 528. 557. 559, 568 Martel, Giffard. 415 nt Miartienssen . ~05 Miarwitz, von der (generale tedesco). 195. 219. 279 Marx, Carlo . !!. !!8. 92. 316, 323. 324. 353 Masaryk, T .G .. 319 Mason, James. 17 Massenbacb . 114 Massey, L.E. (ufficiale della U.S.N). 460 Maunoury, Michel Joseph (generale francese). 196, 209. 211, 212. 213. 214,216. 218 Maurice, Frederick . 36 Max (principe di Baden). 313 Maxim, Horam S.. 144 MaxweU (generale governatore d'Egitto). 238 Mac Artbur, John (ge nerale federato), 65 Mac Cain, J ohn S.. 583, 586. 589. 593. 594. 595. 598 Mc CaJI, George A. (generale confede rato). 27. 39 Mac Clellan , George B. (generale federato}. 21. 22, 23. 24. 25, 26. 27, 28. 29. 30.31.32.33.34.35.36.38.39.41.42. 44. 45. 46. 47. ~9 M c Clemard, John A . (ge nerale federato), 52, 53. 56. 57. 60. 63. 64. 65. 67 Mc DoweU, lrvin (generale federato), 20. 21, 22, 23, 24, 25. 26, 27,46 Mc Pherson, Jamcs B. (comandante federato). 56. 57. 58, 60, 61. 62, 63. 64. 65 Meadc, Gcorge D. (generale federato). 49 Meretzkov (generale russo), 415 M esse, Giovanni. 413. ~96. 497. 500 Messimy, Adolphe Marie (generale francese ministro della guerra). 186. 187 .
631
INDICI
188, 195, 197. 208 Meyer, Kurt (generale tedesco) , 555, 567 Miche! (generale francese). 187. 188, 208 Miguel (ammiraglio spagnolo), 92 Milkailovich , 533 MiUerand, Etienne AJexander, 208,213 Mikscbe, F.O., 525 Mitscber, Mare A . (viceammiraglio U.S.N .), 583, 588, 589, 593, 594 Mittlebauser, 382 Model, Walter (feldmaresciallo tedesco), 555, 567 Molotov, Vyacbeslav, 438, 533 Moltke, Helmut (feldmaresciallo prussiano) , 96. 97. 98, 104, 105. 106, 107. 110, 112, 116, 117, 121, 124, 132, 133, 192, 193, 194. 195, 197 , 199, 203, 207, 208.209. 210.211,212. 216. 218,221, 222. 251, 258 Mommsen, 424 Monasb, J ohn (tenente generale australiano). 275 Monroe, James (presidente degli U .S.A.), 8 Montgomery, Arcbibald (feldmaresciallo inglese), 286 nt , 287, 470, 472, 473, 474,475, 477,478,479, 481 , 482, 484, 486. 487. 496, 497. 498. 517. 536. 537. 544. 548, 549, 550, 551 ' 553, 554, 556, 558,560,561,563,567,568,569 Montuori (generale). 301 Monzie, Anatole. 379 Moorehead, AJan. 488, 500 Morell, George W. (generale federato), 42 Morgan, F.E. (generale), 528, 536 Morgen (gene ra le tedesco). 191 Morgenthau, Henry (segretario fi nanziario degli U.S.A.), 363, 439, 442, 559, 563, 564. 566. 602 nt Morison, Samuel Eliot. 47 nl , 87, 453 nt, 454 nt, 457 nt, 460 Morris, S.E.. 311:! Morrone, 301
Mozir (generale russo), 340, 342, 344 Mulliner, 173 Mumford (colonnello confederato), 40 Munford, Levis, 323 Munro, Charles (generale), 256, 257 Muraviev, 137 Murphy, James, 366 Murray, Archibald. 214 Mussolini, Benito, 293, 298, 313, 314. 315, 355. 362. 398, 404, 500, 529 Mutsuhito (impera1o re giapponese), 136
N Nagumo (vice ammiraglio giapponese). 454. 459, 460. 461. 462 Namako, Yama, 159 Napier, Cbarles, 92 Napoleone l , 3, 6, 93, 104, 105, 130, 132. 184. 189. 190,223. 258, 317 .319, 320 nt, 341, 359, 414, 415, 432, 525, 558, 613 Napoleone 111 (Luigi Napoleone), 95, 114, 115, 127 Narev, R. (generale russo), 203, 204 Nehring (generale 1edesco), 474 Nellson, Francis, 315 Nelson, Thomas, 41 nt Nevins, Allan. 171 Nevinson, Henry W. , 230, 231. 243 nt Newcomen, Thomas, 3 Nidterson, Hoffman, 321 Nicola l di Russia, 95, 345 Nicola D di Russia (zar di Russia), 170, 265. 332 Nicola, Nikolaievich (granduca), 228, 231' 232 Nicolay, J .B. . 69 nt Nicols, W., 85, 86 Nicolosi, Mario (colonnello italiano), 309 Nikolaievicb, Nicholaj (granduca russo), 190
632
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Nimitz, Chester W. (ammiraglio), 452, 454, 455, 457, 458, 574, 577, 578, 580, 581, 583 Nishimura, Shoji (viceammiraglio giapponese), 584, 586, 587, 590, 592 Nitti, Francesco, 314 NiveUes, Robert George, 259, 260 Nodzu (generale giapponese), 139, 150 Nogi, Maresuke (generale francese), 152, 154, 155 , 156, 158, 159, 160, 161 ' 162, 163 Nojine, E .K. , 146, 151 nt, 157, 159, 160, 161 Nomura (ammiraglio giapponese ambasciatore negli U.S.A), 440, 441, 442 North, John, 229 nt, 230 Northon (capitano inglese inventore della pallottola. troncoconica) , 4
o O'Connor, Richard (tenente generale), 550 O'Donnel, John, 602 nt Ogdai, 330 Oglander, Aspinal C.F., 229 nt Oku Yasukata , 150. 151 , 154 Oldendorf, Jesse R. (contrammiraglio U .S.N.), 590, 591 , 592, 593, 596 Olliver, Emile (ministro francese) , 111 Ord, Edward O.C. (generale federato), 87 Orkham, 237 Orlando, Vittorio Emanuele (primo ministro italiano), 330 Orisini, Felice, % Oster, Hans (ammiraglio), 368 Osterhaus, Peter J. (generale federato), 64, 65. 79, 80 Otto, N.A. (inventore del primo motore commerciale a benzina), 182 Oukanov (generale russo), 145 Oyama, Wao (maresciallo giapponese) , 139, 155, 156, 163 Ozawa, Jisaburo (ammiraglio giappone-
se), 579, 581, 583 , 5~. 586, 587, 588, 594, 595, 598, 599
p Palanky, Frantisck, 319 Palat, 119 nt, 123 nt Palikao (conte di, ministro francese della guerra), 111, 114, 115, 117, 118, 123, 129, 151 Parson (inventore della turbina a vapore), 181 Patterson, Eric J., 333 Patton, George S. (maggiore generale), 489, 553, 554, 555, 561, 567 Pau, Gérald (generale francese) , 187, 196 Paulus, Friedrich von (feldmaresciallo tedesco), 507, 513. 515, 516, 518, 519, 520, 521 Pavlovich, M., 166 Payne, Best S. (capitano inglese), 367 Pecori-Giraldi, 301 Pemberton, John C. (generale confederato), 52, 54, 56, 57, 58, 59, 60, 61 , 62, 63, 65, 66, 67, 68 Pend, Leton WiDiam N. (generale confederato), 30, 90 Percin (generale), 187, 188, 197, 208nt Perry, Matthew Galbraith (commodoro U.S.N.), 135 Petain, Henry-Pbilippe (generale francese) , 267, 388, 392, 397, 398,490 Petliura, Hetman (generale ucranio), 329, 334 Pllipps, Eric (ambasciatore inglese a Parigi) , 362 Picard, Emest, 122 nt, 126 nt Pichert (generale tedesco) , 522 Pichett, George E. (generale confedera· to), 86 Pierrefeu, Jean de, 188, 189, 214 nt 219 Pietro Il Grande (di Russia), 332, 353 613 Pietro l'Eremita, 298
INDICI
Pike (caporale), 74 Pitt, William, 174 Poincaré, Raymond (presidente francese), 326, 344, 345, 346. 350, 352 nt Ponitz, C.E ., 7 Ponsonby, Artbur, 320 Porter, Fitz-Jobn, 26, 32, 33, 34. 36, 45 Porter, David D. (ammiraglio federato), 57 Pope, John (generale federato), 49 Potodd, Jerzy (ambasciatore polacco a Washington), 363, 364 Pradham, R.G. . 167 Prim, Juan (maresciallo, reggente di Spagna), 99 Primokov, 332 Prittvitz von (generale tedesco), 195, 200,202 Prokopowicz, Professor, 435 PuJteney, W. (tenente generale), 219 Putna, 332
Q Quast (generale tedesco), 218 Qumton, Renè, 356
R Racine, 3 Raeder, Ericb (ammiraglio C. in C. della marina germanica), 368. 372, 399. 403, 404,408,467,468 Ramcke (comandante della B. paradutisti tedesca), 473 Ramming, 97 Ramsay, Bertram (ammiraglio). 536, 537. 543 Ransome, Robert (generale confederato), 42 Rawlins, Jobn A. (generale federato). 53 Rawlinson, Henry (gene rale), 241, 274, 276. 280. 286, 287. 288
633
Rasputin. 264 Reed. 259 Relleye. l 05 Reicbenau, Walter von (feldmaresciallo tedesco), 413, 421 , 431 Reille (generale francese). 127. 128 Reinhardt (generale tedesco), 381 , 382, 383 Rennenkampf (generale), 198, 200, 202, 203, 204, 205 Réquin (generale francese). 396 Reynaud, Paul (primo ministro francese), 378,379,380,387,388,395, 397 Ribbentrop, Joac:bim , 364 . 438. 533 Rkcardo Il , 316 Ridge, 13 Ric:bards, Frank. 228 nt Ricbardson, lsnel B. (gene rale federale), 42 Rintelen von (generale tedesco), 481, 483 Roanoke, 86 Rokossovski, 517. 518, 519, 521 Rohm, Emest. 358 Rommel, Erwin, 38 1, 382, 383, 384, 404, 408. 466, 467, 468, 469, 470, 471, 472. 473, 474, 475. 476, 477 478 , 481 . Q2 ,Q3,~.4~,Q6 , Q7 , 4~,Q9 ,
491, 495, 496, 500 nt, 538, 539, 545, 546.547. 5Q. 549.550.55 1. 554 nt, 571 Ronnenkampl (generale), 192, 194, 195, 196, 197 Roon von (ministro prussiano della guerra), 96, 124 Roosevelt, EUiot (figlio del presidente U.S.A.). 493,523.535,557.565,569 Roosevelt, Fra.nkJin D. (presidente degli U.S.A), 408, 435, 438, 439, 440, 442, 443. 444, 446, 469. 491. 494. 495 , 501. 529.530,532,533,535.566,567,599, 603, 607, 609, 610, 611, 612 Roosevelt, Theodore (presidente degli U.S.A). 173, 360, 363, 364, 366,405, 406. 407, 446 Ropes, John C. , 21, 26, 41 Rosebery, 172
634
LE BATIAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Rosecrans, WiJiiam S. (generale federato), 52, 70, 71, 72, 73 Rosenberg, Alfred, 424, 425 Ross, 71 Rothemberg (generale tedesco), 111 Roucher (presidente del senato francese), 115 Routledge, George, 328 nt Rozhestvenski (ammiraglio russo), 159, 163 Rumsey, James, 5 Rundstedt, Karl Rudolf Gert (generale tedesco) , 376, 377, 378, 380, 385, 386, 390, 391' 393, 395, 400, 413, 424. 429, 431,506,538,539, 543,545,547, 549, 550, 561 Ruoff, Richard (generale tedesco), 507 Rupprencht (principe di Baviera), 202, 204, 205, 227 Rufl'rey (generale francese) , 190, 213 Russel, Francis, 522 Rutherford , 181
s Saburo, Kurusu, 441 Sakuri, 155 Salandra, Antonio, 315 SaJmuth von (generale tedesco), 509, 538 Samsonov (generale russo) , 190, 192, 194, 195, 196, 197, 198 Sanders, Liman (generale tedesco), 227,228, 236, 243, 246,248,251, 254, 257 nt, 258, 259 Sanzonov (ministro degli esteri russo), 177 Sarazin (dottore), 119 SarraiJ (generale francese), 213 Sato (ambasciatore giapponese a Mosca), 603 Savery, Thomas, 3 Schamhorst, 106 Schellendorf, Bronsart(generale tedesco), 227
S.:hlabrendorff, Fabian , 513, 523 nt, 546 nt, 554 nt S«:hleicher, Kurt (generale tedesco) , 358 Sdtleswig, Holstein, 94 Sdtlieben, Karl von (generale tedesco), 549 SchJieffe, Grar von (feldmaresciallo), 184, 192, 193, 197, 199, 208, 210,211, 222, 223, 373, 378 Schmidt, Paul, 366 Scniewind (capo di S.M. della marina germanica), 368 Schofield (generale federato), 69 Scholtz (generale tedesco), 199, 203 S.:ott, Winfield (generale federato), 14, 17, 20, 21 Schulman, Milton , 393 Schweppenburg, Geyr, 538 Sedgwick, John (generale federato), 39, 40, 42 Seeckt, Hans von (generale tedesco), 506 Serse, 237, 614 Seton, Watson, 319 SeydJitz, 222 Shakespeare, William, 3, 316, 317 Shannon, Harold D. (colonnello dei marines), 457 Shaw, Thomas, 4 Sheridan, Philip H. (generale federato), 86, 87, 124 Sherman, William T. (generale federato) , 52, 53, 54, 56, 57, 59, 60, 61, 62, 63, 64, 66, 67, 68, 72 n t, 74, 75, 76, 77, 78, 79, 80, 81 Sherman, Frederick C. (viceammiraglio della U.S.N.), 583,587,588,589,594 Sherwood , 446, 494, 532 Shields, James (generale federato), 24 Shima, Kiyohide (viceammiraglio giapponese), 584, 587, 592, 595 Sh.ort, W.C. (generale comandante della guarnigione nelle Hawai), 442, 443 Short, Dewey (rappresentante del Missauri), 446
INDICI
ShotweU, J.T., 321 Sbumman (colonnello), 1:73 Sikorski (generale polacco), 340, 344, 345, 346, 350 Simard, C.T. (capitano della U .S .N .), 458 Simovitch (generale iugoslavo) , 408 SitweU, W .H . (generale inglese), 250 Skobelev (generale russo) , 147 nt Slocum, H enry W . (generale federato), 34, 40, 42 Smigly-Rydz (generale polacco!) , 332, 338, 344 Smimov (generale russo) , 151 , 162 Smith, Gustavus W . (generale confederato), 27 Smith, WiUiam F. (generale federato), 42.64, 72, 73, 75, 80, 81,82 Smith, Bedell (capo di S.M di Eisenh ower), 502 Smuts, Jan Chmtian (feldmaresciallo tedesco),. 531 Soddy, 181 Soloviev, L.Z. (capitano russo), 141 nt , 144 , 165 nt Sordet (generale francese) , 190 Souvarofl' (generale russo), 146 Spaatz, Cari C. (gene rale comandante delle forze aeree st rategiche degli U.S.A ) , 542 Spaight, J.M.. 542 Spears, Edward L., 210 nt, 2 13 nt, 214 nt, 376 Speidel, Hans (generale tedesco) , 546, 547, 563 Spengler, Oswald, 323, 353 Sperrle (maresciallo dell'aria). 538, 539 Sprague, Thomas, Spragus, 596
595
Spruance (ammiragli o USA). 459, 460, 463, 578, 579
457, 458.
Spykman, Nickolas J .. 610 Squires, Yames Duane. 320. 321 nt Stackelberg (generale russo) , Stalin (Joseph Dzhugasbvili).
154 326, 332,
635 ~3 . ~8,Q6,4~ . 4~ . ~7.4~.445 ,
446. 447, 465, 466, 489, 493, 495 , 502, 504, 516, 524, 527, 528, 531 , 532, 533, 534, 535 , 549, 557, 565. 566, 567. 570 Stanton, Edwin M. (segretario della gue rra dei federati), 21 ,23, 25, 32, 36, 47. 71 Stark (viceammiraglio ru sso), 143, 151 nt Stark, Harold D. (ammiraglio comandante in capo delle operazioni navali degli U .S.A .) , 439, 443 Stead. W.T. , 180, 181 nt Steele, Frederick (generale federato) , 56, 64 Steinmetz, von (generale prussiano), 106, 110, 112. 132 Stendhal, Henry Beyle, 3 Stephenson, George (costruttore della prima vera ferrovia) , 7 Stettinius, Edward R. , 567 nt Stevenson, Carter L. (generale co nfederato) , 54, 73 Stoffe! (barone e tenente colonnello addetto militare francese a Berlino), 102, 105 , 376 Stiles, Robert , 20, 38, 39 nt Stimson, Henry L. (segretario di stato americano) , 438, 439, 537, 564 nt , 602 nt , 603, 60Q Stopford, Frederich (tenente generale), 241.242 , 243,251 , 252.253 , 254, 255, 256, 259 Stossel (generale russo comandante a Port Arthur), 151 , 152, 154. 162 Strasser, G regor, 358 Straus (generale tedesco) . 413, 427 Stuart, J .E.B. (generale confederato), 29. 30, 36, 37 , 38, 45 Stuelpnagel, Heinrich von (generale) , 477. 481 Stump, Felix B . (con tram miraglio U .S.N .) , 606 Sturdee, Frederick (ammiraglio), 231 Summer, Edwin V. (comandante del corpo dei federati). 26, 35, 45 Suzuki, Kantaro (ammi rag.lio giappone-
636
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
se), 602 Swinto, William , 14 nt Swinton, E.D. (colonnello), 22 nt , 23, 34, 272 Sykes, George (generale federato), 42
T Tadayoshi, Sakuri, 145 , 165 Takagi (ammiraglio giapponese), 452, 453, 454, 602 Takasu (ammiraglio giapponese), 454 Tappen (colonnello giapponese), 194, 207, 214 nt, 216, 217,218,222 Tassoni, Giulio, 301 Taylor, Richard, 46 Taylor, WaJter H. , 19, 28, 37 Tedder, Artbur (primo maresciallo del· l'aria), 536, 542 Telleyrand, 319 Temperly, Harold, 317 Teruda (colonnello russo), 143 Tbeobald, Robert A. (ammiraglio della U.S.N.), 442, 443, 444 Thiers, Adolpbe, 133 , 134 Tboma, Ritter von (generale tedesco), 481, 486 Thomas, G.M. (generale federato), 70. 71, 74, 75, 76, 77, 79, 80,81 , 82,83 , 84 Tilly, 85 Timosbenko (maresciallo russo), 415, 416,417, 419,423,427, 429, 431, 508, 571 Tipo (sultano), 5 Tirpiz, Alfred von (ammiraglio), 174 Tito (maresciallo), 529, 533 Togo (ammiraglio giapponese), 143, 149, 160, 161 ' 163 Tokaev, G.A. (colonnello russo), 414 nt
Tomonaga (tenente giapponese), 458. 459 Torino (conte di), 301 Touchon (generale francese), 386, 396 Toyoda, Soemo (ammiraglio giappone·
se), 580, 581, 584, 588, 590 Trafford (vds anche Leigh-Mallory), 536 Tretuakov, N.A. , 146, 152, 154, 160, 161, 165, 166 T.revelian, George M., 295, 297, 299 Ttrèves (Trier), 295 Trrevitbick, Ricbard, 6 Tl'ochu, Louis-Jules, 101, 114, 115, 118, 129 Tl'otsky (Lev Davidovich Bronstein) , 268, 325, 327, 328, 333, 334, 335 Truman, Harri S. (presidente degli U.S.A), 525, 569, 603, 606, 607 Tukbachevsk.i, Mikail (generale russo), 328, 330, 332, 333, 334, 335, 336. 337. 338, 340, 342, 343, 344, 346, 350, 351' 353 Tyng, Sewel, 210 nt, 219
u U bicb, von Hassel, 368 nt Uborevitcb , 332 Untermyer, Samuel, 360 Ulianov, 265
v Vailant, Edoardo , 99 Van Doro, Earl (generale confederato), 53 Varo, 265, 521 Vassilevski (generale russo), 517 Vatutin (generale russo), 517, 518, 520 Veitingboff, Heinricb von (generale), 569 Venizelos, Eleutherios (primo ministro greco), 229, 234 Vereshchagin, ISO Vian, Philip (ammiraglio inglese), 543 Viereck, George Silvester. 321 nt Villari , 295, 299 nt. 301, 311, 313, 314
637
INDICI
Villiers, F., 165 nt Vitgift (ammiraglio russo), 155 Vittoria (regina Vittoria), 92, 169. 171, l79nt Vittorio Emanuele LI, 93, 96, 297 Vittorio Emanuele 111, 501 Viviani, René {presidente francese), 208, 264 Vladimir, Uyich Ulyanov (poi Lenin), 139 Voroshilov (ma resciallo russo), 415
w Wadsworth, James S. (generale federato), 23 Waldron, J .C. (tenente della U.S. N.), 460 Waldstatten, von (generale tedesco) , 296 Walker, David, Il, 77 Walker (colonnello. plenipotenziario inglese in Prussia). 24 Wallace, Carrol, 495 nt Wallenstein , 85. 129 Warlimont (generale). 372. 516 nt Wartenburg, Peter, 523 Wasbington, George. 10, 20. 88 Waston, William , 97 nt Watson, William , 27 Watt, James, 3 Wawd, Archibold (feldmaresciallo), 404, 467, 468 Webb (ge nerale) , 21 nt Weichs, Maximilian von (generale tedesco), 413 nt, 421 , 427, 509 Welles, Gideom , 21 nt Wellington {duca di) , 3, 93, 95,247,320
343, 365, 388, 3\11, 394,396 Wbeeler (generale confederato), 72 White, Henry (ambasciato re americano a Ro ma). 171, 175, 442 White, Harry Dexter, 563 Whiting, W.H.C. (generale confederato), 28. 38 Wbitney, Eli, IO Wilkenson, Frank, 89 Wilk:inson, Spencer. 117, 579 Wille (generale tedesco), l 5 l Wilmer (maggiore tedesco), 244, 251, 252, 254 Wtlmont, Chester, 490, 521. 523 nt , 535, 539 nt, 550, 561 Wilson, James H . (generale confederato), 54 Wllson, Woodrow (presidente degli U .S. A.), 172, 176, 264, 266, 269, 292,300,311 ,3 12,318,3 19,357,408, 493, 494 Wilson, H enry, 215, 536, 556, 557 Wilson, Artbur, 232 nt Wimpfen (gene rale francese), 117, 118, 124, 126 WtSch (generale tedesco) , 552 Wise, George, 90 nt Wlichs , (generale tedesco), 507 Wood, Robert E. , 360, 361 Woodward, C. von, 580, 590, 595, 596, 597 WrangeJ, Peter Nikolaievich (generale russo), 329, 338 Wright (generale confederato), 42 Wright, Orville, 182 Wurttemberg, 194
y
nt
Wemyss (ammiraglio). 228 Wemyss, Wester {lady), 229 Weygand, Maxime (generale),
340,
Yamamoto, lsoroku, 448, 451, 454, 455, 462, 463 Yegorov, 334, 338, 340, 342, 343, 344
638
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCI DENTALE
Yeremnko (generale russo), 517, 518, 519 Yojo, Hideki (generale giapponese),
602 Yoni, Mitsumasa (ammiraglio ministro della marina giapponese), 599 Young, Desmond, 474 Yudenich (generale russo), 329
z Zasulich (generale russo), 150 Zeitzler, 518, 520, 522 Zorndorf, 222 Zhukov, 429, 432, 506, 517, 565, 567, 569
INDICI
639
INDICE NOMI DI LOCALITÀ
A Aachen, 380 Aandalsnes, 373 Abadan, 261 Abancourt, 284, 285 Abbe"ille, 385, 394, 395, 560 Abido (vds a nche Nagara), 237 Achi Ba ba, 237, 238, 244, 248 Adelaide, 524 Adrianopoli, 176 Agadi.r , 175 Agheila, 468, 488 Agny, 558 Aiax-la-Chapelle, 194 Aigun, 137 Aire, 390, 391 Ak Basbi, 237 Alam el Haifa , 473, 474 Alamogordo, 604 Albany, 6 Albert, 285, 291, 373 Alençon, 555 Alessandretta , 231 Alessandria ( USA) , 24 Alessandria (d'Egitto), 235, 467. 468, 473 Algeri, 489. 491, 501 Algesiras, 173, 175
Alice Springs, 574 Allestein, 196, 197, 198 Amburgo. 534, 568 Amiens, 209, 210, 211 , 269, 270, 274, 275 , 276, 277' 279, 280, 281, 284, 285, 287, 288, 289, 313, 376, 385, 387, 395, 538 Anafarta, 242, 243, 254 Angerburg, 192, 195 Anju, 144 Antietam, 49 Antwerp, 92, 192, 197. 208, 373, 381 , 538 An-vin , 386 Anz.ac, 240, 241 Aomori , 601 Arawe, 575 Arcangelo, 328, 503, 505 Arches, 190 Arcis-sur-Aube, 96, 212 Argentan, 555, 556 Artan, 190 Arton, 194, 377 Arma-vir, 512 , 513 Armiemtères, 292 Arras, 209, 267, 271 , 321, 386, 388 Arromancbes, 549 Artemovsk, 434 Artois, 263 Asbland, 28. 32
640
LE BATIAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Asiago, 310 Astrakban, 505, 514
Atene, 531, 570 Atlanta, 16, 49, 84, 85 AUart, 194 Attigny, 116, 386, 394, 395 Aubers, 287 Austertitz, 319 Avesnes, 187, 291 A vignone, 538 Avold, 194 Avrandles, 553, 554
B Baccarat, 192 Baden, 309 Bayonvillers, 285 Baka-Baba, 244, 252 Bairo, 227, 228, 425. 505 Balan, 121, 127 Balasbov, 505 Balleroy, 548 Baltimora, 17 Bapaume, 209, 287, 290 Bardia, 471, 473 Bar-le-Due, 114, 116, 190 Bameville, 549 Bar-sur-Aube, 211 Batum, 505 Bayeux, 537, 546, 547, 548 Bayou Pierre. 58 Bazeilles, 114 nt, 115 nt, 117 nt , 118, 119, 121, 122, 125, 382 Beaufort, 14 Beaumetz-Lesèambrai, 385 Beaumoot, 116, 117 Bektotlka, 521 Belfort, 108, 119 nt, 129, 187 Belgrado, 177 Belluno. 302, 310 Bengasi, 467,471,488 Bercbtesgadeo, 549
Berdkbev, 335, 419 Bergues, 392 Berlino, 98, 99, 101,102,108, 129,139, 176, 177, 178, 195. 197,211, 264,269. 313, 340, 361, 364, 366, 368, 380, 400. 432, 485, 523, 556, 558, 563, 567, 569, 570, 600, 603 Benvick-on-Tweed, 427 Besika. 223 Betbiniville, 115 Betbune, 390. 391 Bever-Dam, 32 Beverloo, 538 Bialystok, 340, 348, 417 Bielgorod, 429, 509, 518 Bielsk, 345 Big-Black, 62, 68 Bir Hacbeim , 468, 469, 470 Bisdlofsburg, 196, 197 Bischofsteio, 196 Bise.r ta, 489,491, 497, 498, 499 Bitdle, 108 nt Biyuk, 243 Btack River Bridge, 56 Blagoveshcbensk, 137 Bobrowoiki, 345 Bocage, 554 Bolton, 64 Bolzano, 310, 311 Bona, 490, 491 Bordeaux, 396, 538 Bomy, 112 Boucboir, 286 Bouillon, 382 Boulogne, 5, 6, 392, 539 Bowling Green , 52 Braunau-am-lnn, 357 Bray-sur-Seine, 215 Bray-sur-Somme, 286 Breda, 384 Brema, 563 Br~avia , 565 Brest, 5, 346, 531, 553, 558 Brest-Litowsk, 268, 295. 327, 328, 337,
l :-l DICI
33S. 343. 346. 348. 34Y. 350. 416 Bretonneux , 209, 277 BretteviUe. 547, 548 Breville, 545. 546 Briansk. 427. 428, 429. 439 Bridgen . 381 Bridgeport . 73. 74 Brie, 284. 285 Brienne-le-Cbàteau. 212 Briey. 112. 114 Bro k, 348 Bro ussa. 244 Brown. 78 Brownsville. 64. 65, 68, 73, 75 Bruges , 267 Bruinsburg, 57. 58 Brunei, 581. 584 Brunswick, 14 Bruxelles, 129, 178. 194, 208. 376.381, 545 Bucarest , 176. 2M. 269, 549 Budapest . 312. 319. 531 Bulair. 236, 237, 246. 252 . 257 Bull run, 20, 49 Buna, 574 . 575 Burma , 571 Busulug, 328 Buzancy. 116 Byelostok, 192
c Ca bourg. 537,541,548 Cadogne . 308 Caen, 537,538,545,546.547.548,549, 550, 55 1, 552, 554 Cairo . 50. 59. 68, 71.403. 470,472. 532, 535 Caix. 275 Calais. 392. 539 Calhoun . 63 Cambrai. 268, 273. 274. 277. 279. 283. 289. 385. 387' 390
641
Campiègne. 211 Canne, 191, 192. 193, 195,215 Canton Road. 63. 65. 67 Caporetto, 268. 295, 297, 313 . 314 Carbie, 274 Carentan. 545. 548 Carignan, 121, 122. 125 Cartagine. 564 Casablanca. 445. 489. 491. 494. 496, 502, 523, 525. 528 Cassel, 391 , 392 Caumont. 553. 554 Cavalaire. 558 Cecilienhof, 604 Centerville, 20 Chàlons, 107.108, 110. 11 1, 114, 115 , 116, 118, 12 1, 122,123,396 Cbambois, 555 Champagne. 263 Champion's Hill, 64. 65. 68 Cbanak, 229. 243 Chanchellorsville, 49. 59 Cbangis, 215 Cb ari eroi, 190 Charles, 14 Charles City, 3, 37, 38, 40, 42 Charleston, 14, 16. 50. 79 Charmes, 190 Chartres, 555 Cbatalia. 176 Chàteau-Salins, 192 Chàteau-Thiery, 210,212.216,270.396 Chattanooga. 15. 16. 49. 50. 51. 52. 53, 69. 70, 71, 72, 73, 74, 75, 84.260 Cbaulnes. 276, 277,279.280, 284,285, 288 Chaumont, 190 Chauny, 210 Cbelm. 348, 417 Cbémery. 383 Chemulpo. 158. 143, 149. ISO Cher bourg. 388. 469. 537. 545. 548. 549 Cberkasy. 421 Chemikov. 421
642
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Chesne-Populeux, 116 Cbezy, 221 Chicago, 360 Cbickamauga, 17, 70, 81 Cbicksaw-Biuff. 52 Chilly, 288 Cbipilly, 282 Chita . 139 Chkaloy, 505 Cborzele, 350 Chuignolles. 284. 285 Chungking, 443 Chunuk-Bair. 244, 246, 247, 255 Ciechanow , 350 Cincinnati , 52 Clermont, 114, 116, 129 Ointon, 63, 64 Coblenza, 195. 202. 203, 207, 209 Colmar , 108. 564 Colombey , 112. 133 Colonia, 7 Columbia . 50 Columbus. 71 Combles, 385 Comines. 392 Commercy, 114 Compiègne , 263, 313 CQpenaghen , 174 Conegliano, 297. 308. 309. 311 Corbie, 201, 394 Corinth , 50.51,69. 70.74 Corfù. 525 Costantinopoli. 168. 176,227, 230, 232, 234, 235. 237. 256. 257, 260, 508 Coucy. 394 Coulommiers, 215 Courtaçon. 215 Coutances st. Lo . 550. 552, 553 Cracovia. 7. 191. 312 Crump. 50 Cumberland-Gap . 51, 52 Custoza , 92 Czernowitz, 226
D Daba, 487 Daigny, 118, 124 Dakar. 160 Dalny, 141 , 152, 163 Damasco, 292 Damery, 288 Damvillers, 190 Danville, 17. 87 Danzica. 339. 343 Darby-Town, 37, 38 Darien , 535 Darlington, 7 Damei, 190 Darwin. 574 De blin. 340. 341. 342. 344, 345 Decatur. 64, 72 Decberd, 44 Deer Crek. 53. 56. 57 Dernancourt, 286 De Shroon's, 57 Deutsch. 200. 202, 203 Dieppe. 263, 395 Dillon , 62 Dinant , 383 Domarten. 209 Dom-La-Mesnil. 121 Donchéry. 119, 121. 122. 128. 382. 383 Dordrecht, 281 Dover, 544 Doullens. 385 Douzy. 119, 121 Dresda , 568 Dreux, 555 Drewry's Bluff. 45 Drobin. 345 Drohic-zyn . 349 Dublino. 343 Dubno , 335 Dubovka, 513 Dunajec, 225
643
INDICI
Ounkerque, 391, 392, 393, 394, 395, 499, 528 Outch Harbour, 455 Ovinsk, 226, 417
E Eben, 381 Echtemach, 381 Edward's Station, 62. 63 El Alamein, 469, 471 , 472, 483, 487, 491, 500, 502, 517, 522 Elbrus, 514 El Gazala, 468 El Hamman, 473 Elista, 51 4, 517 Elizavetgrad, 335 Elnya, 418 Emael, 381 Emmerich, 566 Ems, 99. 100 Enfidaville , 496, 497. 498 Epamay, 210 Epény, 292 Épinal, 189, 190, 212 Erenkoi, 254 Esquay. 554 Estem ey, 215 Evrecy, 554 Eylau, 200, 202, 203
Fvenze, 295, 297 Fasher, 14, 86 Fasmes, 221 Five Forck, 124 Flexincourt, 275 Folkeston, 263 Fondouk, 491 Fontainebteau, 542 Fontanellette, 308 Forenville, 194 Formosa, 581 Fornace, 297 Forth, 6 Foucaucourt, 284 Fougéres, 553 Fouquescourt, 288 Fourteen Mile Creek, 61 Fracbeval, 121 Framayl94 Framenille, 284, 286 Franceville, 548 Francoforte, 52, 91 , 94, 98, 129, 130, 563 Frederick's-Burg, 24, 26, 51 Frederick's-Hall, 32 F~nois , 121, 122, 124 Fresnoy, 282 Fulton, 15 Fumes, 392
G F Faid , 496 Falaise, 55 1, 555, 556, 558 Feltre, 310 Feng-Huang-Shan, 154 Fére. 219, 394 Ferté-sous-Jouarre. 221 Festubert, 263 Fez, 175 Filadelfia, 4 Finschafen , 574
Gaba-Tepe , 237,238, 241 Gabes, 472, 496 Gafsa, 496 Gallipoli, 237, 244, 250, 252, 253, 254, 255,257,259.260,262, 444 Gambetta, 101 Garvolin, 344, 346 Gemmen.ich. 96 Gennap, 381 Gettysburg, 20, 49, 69 Gbent, 267
644
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Gibiliterra, 404, 490 Gichanow, 349 Gilgenburg, 206 Gitscbin, 97 Givet, 94, 208 Givonne, 118 Claire, 382, 383 Glasgow, 3, 52 Gloucester. 24 Gomel, 419, 421. 549 Gona, 574, 575 Gordonsville, 29, 32 Gorizia. 297 Gorky, 353, 505 Gorlice, 226 Goubellat, 498. 499 Grandcamp, 537 Grand Gulf, 56, 58. 60. 61, 65 Grand Junction, 51. 52 Grandprè, 116, 190 Granville, 552, 554 Graudenz, 192. 195 Gravelotte, 112, 113 Gravelines. 390, 391 Grenada. 52 Grevenboich, 194 Grodno, 226, 337, 338, 349, 350 Grosslershausen. 195 Guadalcanal, 453. 574, 575 Guilaucoùrt, 285 Guise, 210 Gumbinnen, 192, 194, 196 Gzhatsk, 428, 434
H Haifa, 231 Haig, 287 Haine's Bluff, 56, 59. 65. 66. 67 Hakodate, 135, 601 Ham, 287 Hammel , 274
Hampton Roads. 22 Rango, 534 Hankinson's Fcrry, 61 Hannover, 98 Hanover-Junction , 26, 195 Harbin, 139, 141, 147, 149, 163 Harbonniéres, 284, 295 Hard Times, 59 Harper's Ferry. 20 Harrison's Landing, 27, 36, 45 Hattony, 123 Hazbrouck, 392 Heerlingen. 545 Heide , 569 Hendaye, 404 Hesdin, 385 Hesse. 98 Hiroshima, 605, 612 Hirson, 187 Hohenstein. 206 Hollandia, 575 Hollidt, 520 Hol1y Springs, 51, 52 , 53 Homburg, 107 Honolulu , 441 Honshu, 601 Houx, 381, 382, 383 Hsiao-ku-shan, 154 Hsi-Shan. 154 Hurlbut, 61
I lena, 94, 108 llly ' 118, 121' 122, 123, 124, 125 lndianapolis, 71 lnchy-en-Artois, 385 lncolstadt, 330 lnste rburg. 195 luca, 51 l wo Jima, 606 l zyum , 427, 508, 509
645
INDICI
J Jackson, 56,58,60,61.62,63,64,66,68 Jamestown. 407 Janow, 349 Jebe1-Bou-Aouxaz, 498, 49Q Jebel el Ahmera, 498 Jebe1Tahent , 498 Jebel Zaghouan, 498 Jena. 121 , 189.558 Jobannisburg, 192 Hobnston. 23,70 .toinville. 212,213, 395 Jomard Pass, 453 Juvisy, 212
K Kachalinskaya . 513 , 516 Kalach, 512.5 13,51 5,518 Kalinin, 432 Kaluga, 428, 433, 434 Kamiensk. 509, 510 Kamisbin , 505 Kanmon, 503 Kantemi Rovka , 509 Karbarovsk, 137 Karkov, 328. 420, 427, 429, 433, 434, 508.518 Kazan. 328, 503 Kemmel, 287 Kerch, 508 Kiao-chow. 139 Kiel, 313, 534 Kiev, 334.335, 41 1. 41 9.420,421. 422, 423, 425,427, 510 Kilid Babr, 237 Kin-O.ou. 150. 152 Kiretcb Tepe, 241, 244, 250. 252, 253, 254 Kirk Ki1isse , 176 Kirov, 503
Kissieux, 538 Kitty Hawk , 182 KJeshcheli. 343 KJetskaya , 516,518 Klin, 430. 432 Knoxville. 70. 74. 75, 76. 77, 84 Koja Chemen Tepe , 241 Kokoda, 575 Kolbiel, 348 Kolno, 350 Kolomna . 430 Koniggriitz. 97.98.104 Konigsberg, 533 Koninsberg, 192, 194, 195 , 197 Konopki, 350 Korotoyak, 509,517 Kotelniko"o, 513. 516.518. 519 Kovel. 350 Kovno. 226 Krasnaya. 430 Krasnodar, 513 Krasnograd, 508 Krefeld . 192 Kremenchug, 421 Kremenskaya. 516 Kritia, 237. 238, 244 Kronstadt, 352, 411 Kuantau, 450 Kuibishev, 428, 503 Kuln, 195 Kum KaJe. 237 Kupyansk. 508. 509 Kursk, 433, 505. 508, 509. 514 Kiistrin , 565 Kwang Cho Wan, 139
L La Bassée , 287 La Becase , 116 Lae. 45 1,575 L'Aia, 381,500
646
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Laibach, 312 La Ferè, 2ll, 292 , 395 Lamécourt, 121 Lamoncelle. 118, 121 , 122, 125 Laon, 211 Lautenberg, 203 Le Boisle. 385 Le Cbateau. 209 Le Chesne, 116 Le Havre, 394, 543 Le Mans. 555 Lemberg, 192, 312 Leningrado, 410. 411 , 415 , 419, 420. 421 , 424, 425.427, 434, 505, 514, 517, 531 , 534 Lens, 292, 390, 391 Lepanto, 355 Le Quesnel, 275, 282 Leuthen, 192, 193, 195, 206 Lexin.g ton, 52, 70 Liao Yang, 147, 149, 164 Lichterfelde, 523 Lida, 329 Liegi, 96, 373, 376. 377 Ligny-en-Barrois, 114 Lihons, 284, 288 Likhaya, 518 Lilla, 187 Limoges, 380 Linchburg, 86 Lingga, 584 Lione , 119 Lipsia, 568 Lisbona, 501 , 502 Lisiacbiansk. 509 LittJe-rock, 15 Livarot. 551 Livermore , 65 Livny, 432 Lizerne, 392 Lodz, 345 Lokbvitsa, 421 Lomza, 338, 348
Londra, 92, 95, 96, 116, 175 , 176, 177, 211, 227, 235, 240, 262, 264, 293, 298, 361 , 381 , 400, 401, 403, 404, 427, 438, 466, 471 , 568, 613, 616 Longuyon, 394 Longwey, 190 Longwy, 373 Loos, 263 Losoaaya, 434 I...Otzen, 195 Louisville, 50, 51 , 52, 71 Louvain, 373 Lubecca, 525, 531 , 569 Lubiana, 533 , 557 Lublino, 191 , 192, 342, 348, 411, 566 Lubny, 421 Luky, 418, 433, 434 Lukow, 346 Lula Burgas, 176 Liineburger, 569 Luneville, 112 Lussemburgo, 211, 213, 214, 221 Lutzk, 335, 350, 417 Luzon, 581 , 587 Lvov, 335, 340, 341 , 342, 344
M Madrid, 502 Maestridtt, 381 Magdeburgo, 569 Magonza, 7 , 106, 567 Maidos, 237 , 238, 248 Maikop, 421 , 512, 513 Mairy, 121 Malkinia, 348 Manassas Junction, 20, 21, 22, 23, 49 Manassas-Gap, 27 Marcbais-eo-Brie, 211 MarcboveleUe, 384 Mareth, 496 Margny-le-Thoult, 219 Marieoburg, 195
INDICI
Marigny-st-GiUes, 552 Marquion. 385 Marow, 349 Marrakesb, 536 Marsa-ei-Brega, 488, 495 Marsa-Matruk, 469, 470, 473, 487 Marsiglia , 117 Mars-la-Tour, 112 MarveUe, 392 Mateur, 498, 499 Maubeuge, 200 Meaux, 213, 214 Mechanicsville, 33, 34 Medenine, 496 Medjez-ei-Bab, 491 , 497, 498 Megiddo, 292 Méharkoart, 286 Melista, 514 Melo, 212, 214, 216 Meadjez-Messicaah, 498, 499 Meapbis, 16, 50, 51 , 52, 56, 58, 70 Meatoae, 538 MercateW, 308 Mérkoart, 275, 286 Merdorp, 384 MeJ'ZÌI, 380 Méry-sur-Seine, 212, 2 16 Messines, 267, 268, 271, 274 Mézières, 116, 118, 11 9, 121, 122, 123, 129, 189, 190, 281, 373, 381 Metz, 106, 107 , 108, 111 , 112 , 113, 114, 115, 11 6, 119, 129, 148, 192, 194, 201 Michurinsk, 505 MiUerovo, 509 MiUiken's Bend, 52 Milne-Bay, 574, 575 Minden, 7 Minsk, 344, 346,349.350, 415, 416,417 Mirec:ourt, 190 Missionary Ridge , 76, 81 Miszaniec:, 206 Mitsensk , 428 Mlawa, 204, 206, 348, 350
647
Mobile , 14, 16, 69 Mob-Jac:k-Bay, 22 Modlin, 340, 341 , 344 Moerdij.k, 381 Mogilev, 418 Molodechno, 335 Mooac:o, 565 Monastir, 256 Monroe (forte) , 14, 22 , 23, 25 , 27, 30, 31 , 36 Mons, 190, 197, 375 Mootbourg, 548 Montc:omet, 385 Montdidier, 211 , 270, 275 , 280, 285 , 287 Montereau, 212 Monterey, 20 Montgomery, 12 Montbermé, 381 , 382, 383 Montbyon, 216 Montbjoie, 194 Montmedy, 112, 115, 116, 125 , 187, 387 Montmirail, 215, 218, 219, 396 Montreuil, 385 Moreuil, 210, 211 , 277, 279, 281 Morotai, 521 Mortaio, 554, 555 Mortin, 553 Mosca, 137, 138, 139, 140, 141 , 150, 173, 314, 337, 344, 353, 365, 408, 409, 410, 411, 443, 445 , 465, 503, 504, 505, 510, 527, 528, 529, 531 , 532, 556, 568, 600, 603. 604, 612, 613, 614, 615 Mosdok, 514, 517 Mouzon, 117
Mozhaisk, 428, 429 , 432, 434 Miicbengritz, 97 Mudros, 235 Mukden, 163, 185 Mulbausen, 192, 196 Murfreesboro, 51 , 52, 70 Murmansk, 32H Myszyniec:, 350
648
LE BAlTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
N
Nol'éant, 112 Nol'gorod, 419, 427, 434 Nol'osybkol', 421 Nowo Georgiewsk, 96 Nowo-Minsk, 344, 348 Noyon, 211, 275, 279, 285, 395 Nukden, 141
Nachod, 97 Nagara, 237 Nagasa.kì. 135, 605 Namsos, 373 Namur, 190, 192 , 194, 197, 203, 373, 375, 381 Nancy, 112, 116, 190,197,212 Nan Sban, 146, 150, 151 , 152 154 164 165 ' ' ' o Nantes, 554, 555 Oabu, 444 Nana , 418, 421 Odeno. 304 Nanik, 372 Odessa, 227 Nasbl'ille, 50, 52, 84 Nasielsk. 345 Olùnawa, 581, 602, 606 Nassau, 14, 108 Old Point Confort, 23 Olenino, 427 Nnarrino, 92 Olmiitz, 94, 96, 103 Neidenburg, 200, 204, 205, 206 Omsk, 328 Nervesa, 308 Nesle, 280 Oppeneim, 567 Orano, 117, 489, 490 Neuenkirche, 107 Orchard-Knob, 81 Neufcbiteau . l IO. 190 Ordzhonikidze, 514 Neufcbatel, 394, 395 Ore-Kursk, 530 Neul'e-Cbapelle, 263 Newbem, J4 Orel, 328. 427, 429, 433 New Cartag, 55,56 Orleans, 538, 542, 555, 560 Newchuang, 147 Ome, 538 Orsba, 418 New Market, 36, 38, 39, 42 Ortelsburg, 192 New Orteans, 14, 16, 21, 50, 51, 58, 69 Ostasbkol', 429, 432 New Yort , 6, 23, 266, 360, 364 nt, 438 Ostenda, 267 Nicbolaien k , 137 Nieszawa, 345 Ostrolenica , 92 Ostrow, 348, 419 Nieuport, 225, 228, 262, 392 Ouistreham, 546 Nijmegen. 562 Nisb , 256 Nizza , 94 Nogent, 216, 221 p Norfol.k, 21, 23, 24, 25 Norinberga, 521 Padol'a , 296 Nouzomrille. 383 Paducab, 50 Nol'ara, 93 Papadopoli, 304 No"art, 116 Paramusbiro. 57!
INDICI
Parigi, 92, 93,' 99, 100, 101 , 108, 110, 111, 113, 114, 115, 116, 117, 129, 170, 187, 192, 195, 209, 210, 211 , 212, 213, 214, 216, 232, 252, 270, 275' 298, 320 nt, 340, 365, 381, 387, 388, 390, 392, 396, 419, 556, 558 Pasewalk, 357 Passenhein , 206 Pa\IIO\ISk, 517 Payong-Yang, 139 Peart Harbour, 441, 442, 443, 444, 450, 455 , 457, 504, 600, 604 Pech.ino, 145 Pederobba, 307, 309 Peel, 381 Peleliu, 581 Pensacola , 14, 16 Penza, 505 Perdignano, 538 Péronne, 287 , 288, 385. 386, 395 Perry"ille, 52 Perwez, 384 Petersburg, 84 , 86, 87 Petropa\IIO\ISk. 137 Petsano, 534 Piatigorsk, 513 Picqoigny, 209 Pietroburgo, 147, 163 Pietrogrado, 190, 231, 265, 268 , 329. 352 Pingyang, 150 Pinsk, 226, 335 , 350 Piriatin , 422 Pisa, 533 Pitomnik. 52 1 Pittsborg, SO Pi-Tzu-Wo , 150 Plage, 548 Platinerie. 1.21 Plema, 236, 272 Plezo, 297 Plymooth Rock, 407 Plock, 340, 344, 345 , 350 Plonsk , 344 , 346
649
Poitiers, 538 Poliana, 430 Polotsk, 418 Polta\la, 427, 434, 522, 612 Pomorze, 364 Pont·à-Mousson , 112 Pont-do-Fans, 497, 498 Ponte di Pian , 308 Pont Maogis, 382 Pordenone, 297, 310 Porto Said, 234 Ponte Priola, 308 Ponthieo, 209 Pont. St. Vincent, 190 Pont sor Yonne, 212 Poperinghe, 392 Porcien, 190 Porkho", 419 Port Adam , 150 Port Arthur, 139, 140, 141, 142, 143, 144. 146. 147 , 148, 149. 150, 151 , 152. 154, 155, 156, 157, 160, 161 ' 162, 163, 165 nt Port-en-Bessin, 537 Port-Hamilton , 138 Port-Hodson , 56, 58 , 62, 69 Port-Gibson , 56, 58, 60, 68 Port-Moresby , 450, 452, 453, 574, 575 Port-Smooth, 163 Postdam, 604, 606 Pooppe\lille, 545 Poznam, 316, 317 Praga, 98, 312.364, 53!, 556, 567, 569 , 570 Pretelsborg, 203 Pripet, 549 Proletarsk.aya , 512 Prot\lille, 499 Pro\lins, 215 Prum. 194 Przasnysz, 348, 349 Proyart. 284, 285 Przemysl . 344 Psko" , 419
650
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Pulawy , 345 Pultusk. 191 , 344 Pusan. 138
Q Quaker, 36, 40, 42 Quebec, 501 , 530, 532, 563, 612
R Raam. 381 Rabaul. 450. 451. 452. 453, 571 , 577, 578 Rac:iaz, 345 Radzymin, 345 Rai. 308 Ramsgate, 399 RapaJJo. 298 Rapidian, 24 Raucourt, 116 Rawl.inson. 287 Raymond. 61 . 63. 64. 68 Remagen, 567 RemeUy. 121 Rennes. 545.553.554 RestaH, 107 Rezonville, 112 Rethel. 112. 118. 121 , 187. 190,396 Rethondes, 313, 357, 397 Rheims. 115, 116. 118, 119 nt, 215, 221 , 267.270. 292, 376, 569 Rhodrodendron , 255 Richmond. 14. 16. 20. 22, 23. 24. 25. 26.27.28.29.30.32 , 33, 42.46, 47.49. 55, 57 , 62. 84, 84, 86, 87 Riga , 226. 296. 350 Rivesaltes. 188 Rimini. 533 Rojestvenskoe. 505 Roma. 5. 96. 129. 131. 406. 500, 502. 533. 556 Romny. 421
Rosecrans, 17 Rosieres, 280, 282 , 284 Roslave, 417, 427, 428 Rossel, 204 Rossosh, 509 Rossville Gap. 71 , 76, 81 , 82 Rostov, 420, 424 . 431, 505, 508, 509. 510, 512 nt, 514, 515 , 518 RoHerdam, 381 Rouvroy, 286 Rouen, 538 Roven. 395, 538 Rovno, 335. 350. 417 Roye, 211,275,276, 277,279, 280,284. 286. 288. 291 Rozov , 22 1 R:zhev, 427, 432, 433, 516. 518
s Saarbnichen. 110, 194 Sacile, 302. 309, 310 Sadowa, 97 Saint-Ménehould, 221 Saipan. 602 Salamaua. 415 , 575 SaleHuol, 307 Salonicco. 176. 232. 261 Samara, 328 Sambor, 344 Sandomir, 191. 549 San Pietroburgo. 140, 176. 177. 178 Sansapor, 577 Santa Lucia, 93, 308 Saratoga. 230 Saratov, 503. 505. 506 Sarcus. 288 Sari Bair, 228, 246, 248 Saneburg. 192 Savoia. 96 Sasebo. 149 Savy. 386 Saulty. 386
65 1
INDICI
Sannnah,
14 , 15, 16. 50, 86 Schippenbeil, 196 Sc.hleswig-Hostein, 98 Schiisselburg, 434 Sebastopoli, 5, 227 , 429 Sedan. 98. 117, 118, 120, 121 , 122 nt, 123 nt, 125, 126, 128, 129. 149, 366, 367' 372 , 381, 382, 383, 395 Seeburg, 196 Semmering, 481 Senlis, 2 17 Sensburg, 196 Ser~~fimovic , 517, 518 Ser11jevo, 177, 293, 312. Serincapatan, 5 Sernaglia, 307 Seui, 146 , 148 Seversky, 427 Sézanne, 215, 396 Sfu , 496 Shal'll, 350 Slulrpburg, 49 Shenadoath, 28 Shiloh, 50, 69 Sh.i moda, 135 Sbimonoseki, 139 Sidi Abel el Rahman, 483, 484 Sidi Barl'IIRÌ, 404, 498 Sidi Nsir, 498 Sidi Rezep , 468 Singapore, 444 Sil'llcusa, 502 Sissone, 192 S. Francisco, 602 Skalitz, 97 Slonim . 337
Souk el Arba, 491 Sousse, 496 Spa, 291 Spicheren, 111 , 132 Spirito Santo , 453 St. Albert, 123 Stalingr~~do, 410, 504, 505, 506, 508, 509, 510, 512. 5 13 , 514, 515,516, 517, 518, 519, 520, 521 , 522, 523, 525 , 527, 530, 612 Stalino, 434 , 518 StaltupC)nen, 192 Stanton, 29 Star~~ya russa, 433, 434 St. Avold, 108 nt St. Cyprien, 499 St. Die, 190 St. Dizier, 190. 396 Steel's Bayon, 53 Ste Honoriae, 548 Ste-Mére-Eglise, 545, 548 Stenay, 116 Steven's Gap , 77 St. Foy-Montogmery, 55 1 St. Gond, 215, 219 St. Hilair, 554 St. Lambert, 555 St. Laarent-sur-mer , 549 St. LO, 548, 551 , 552 St. Louis, 69, 172 St. Malo, 553 , 554 St. Menges, 123 St. Martin-de-Varreville, 545 St. Ménehould, 114 St. Mihiel, 190, 291 St. Omer, 390, 391 Stockton, 7
Smolensk , 337, 417 , 418, 41 9, 421 , 427, 433, 434 Soissons, 221. 263, 267, 270, 291 , 385
Stone, 11 6 St. Poi, 209, 386
Soldau, 196 Solferino , 96
St. Privat , 112, 113 St. Quintin, 2 10 , 263, 385, 395
SoUum . 488 Sommesous, 219
Strasburg, Str~~tford ,
107, 108, 129. 194. 203 20
652
LE BAITAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
St. Sauveur-le-Vicomte, 548 St. Hubert. 279 Suez, 409 Suippes. 190 Sukhinichi. 434 Sumter, 20 Susegana, 308 Suvalki, 416 Suvla, 228, 237, 241 , 248, 260 Sizran, 505
T Taganrog, 433, 434, 505, 508, 510 Taku-Sban, 150. 154, 155 Talien , 139 Tambov, 505 Tangeri. 173 Tannenberg, 179, 206. 207, 222 Tamopol , 226 Tamow, 226 Tcbanak-Kale , 254 Tchirskaia, 515 Tebessa. 491. 496 Teberan, 441, 445. 532, 535, 536, 556, 557 Tekke Teme, 254 Tekke Tepe, 241 , 253 Tel El Aqqaqir, 485 Tel El Eisa, 469. 478, 483 Temesvar, 94 Tempio, 308 Temapol. 350 Tbala, 496 Theodosia, 227, 434 Tbiers, 101 TbionviJJe, 192, 194, 195 , 196 Thom, 199, 200, 203, 344, 346 ìLkhvin, 429, 434 ìupiz, 260 Tobruk, 467, 469, 471, 478, 485, 488 Tokio, 138, 139, 142, 143. 440, 441.
442, 45 1. 455, 464, 465,571, 584,600, 602, 603, 604, 605 Tolmino 296 Tolone, 490, 538 Torcy, 382 Torino, 295, 297 TouJ, 11 2, 129, 189, 190, 195 Toumai, 373, 391 Tours, 396 Tourteron, 11 5 Trautenau, 97 Trento, 311 , 313 Trenton, 71, 76 Treviri, 194 Trieste, 313, 525, 531 Trilport, 217 Tripoli, 175, 467, 495 , 496 Trubecbevsk, 421 Truk. 452, 454, 573. 581 Tsymlanskaya, 510 Tuapse, 512, 514 Tula, 429, 430. 432, 433, 505 Tulagi, 452, 453 TuJJaboma, 54, 62 Tupe1o , 51 Tunisi, 489,49 1,497,498,499,500,502 Tuscumbia, 62 Tunhum Kevi, 252
u Uadi Akarit, 472, 496 Udine , 309, 310 Ula.novsk, 503 UJma, 545 Uman. 424 Urbana. 22 Usdau, 205, 206 Uskub. 256 Utica, 61
653
INDICI
v Valmy. 315 Varsavia . 199, 226, 329. 330, 333. 336. 338. 339,340. 34 1,342.343,344, 345, 346,348,350,35 1,352,372, 411, 6 13 Vaucelles. 550 Vavincourt, 190 Vauola, 308 Velikye, 433, 434 Veneua. 96. 97.98, 294.298 Verdun, 112, 114, 129, 190, 195 , 210, 213. 217, 263, 268, 430. 516. 560 Verona. 294 Versailles, 267, 329. 357, 361 Veshenskaya. 516, 517 Veseoul. 202 Vianden, 381 Viazma. 427. 428, 429, 433, 434 Vichy, 439. 490 Vielikie, 518 Vienna. 93. 94. 97. 98. 101 , 177, 264. 312, 319. 466. 531, 533. 556. 557, 567, 570, 614 Vieux-Camp. 121, 122 Villafranca, 96 Villeneuve, 219 Villers. 209, 211, 277.554 Villers-Bretonneux, 280, 288 Vìllers-Cemay, 121, 124 Villers-Cotterets. 270 Vilna. 190. 329. 334, 336. 337 Vìmoutiers, 551 Vincenzo (Capo San) , 92 Vinnitza . 418 Vionville, 11 2 Vitebsk, 419. 433, 434. 518, 549 Vitry-le-François, 195 Vitry-St.-Menehould, 116 Vittorio Veneto, 294. 298. 299, 300, 301, 302. 304. 308. 313. 314, 315, 319 Vladivostok. 138, 139, 142, 143, 155. 328 Vocksburg. 59, 60. 61. 62. 63. 64, 65.
66,67,68,84 Void, 190 Volcbansk, 508, 509 Volkenburg, 381 Vologda, 503 Voranezh, 505, 508. 509. 514, 517 Voroshilovgrad, 510, 512. 513 Vrigne-aux-Bois. 121 Vroenhoven, 381 Vyszograd, 344
w Waa1haven, 381 Wadlincourt, 121 Wagran. 98 Walnut Hills, 66 Warfusée, 284, 285 Warrenton, 23, 56, 67 Wartenburg, 205 Washington, 13, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26,29.36.51.52.59. 70. 74. 77.80.84, 85, 318, 438, 440. 441. 442, 443, 445, 469, 529, 568. 602, 603, 606, 609, 613 Wassennar, 38 1 Waterloo, 3. 92. 95. 121, 131,355 Wauhatchie, 74, 76 Wavre, 194, 203. 373 Wei-Hai-Wei, 139 Weissenburg, 110. 111 Weldwezelt, 381 Wessel, 7. 567 White Oak Swamp. 27 Wicksburg. 16, 50. 51, 52, 53, 54. 55, 56, 57,58, 70 Wieprz, 346 Wight. 39 1 Wilcox's Landing, 84 WiUenburg, 200, 206 William (isola di). 72 Williamsburg, 24. 37 Willis Churcb , 42 Willington. 14, 16. 22, 86
654
LE BATTAGUE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
Witdioo. JU7 Wlodawek, 345, 350 Wlodawa. 350 Worth-ou-Colombey, 110,
Ypres, 226, 267, 268, 271. 388 Yorktowo. 24 Yukhnov, 434 l l l.
114,
132
z y Yagotin, 422 Yale, 610 Yalta, 445. 565. 567. 602, 604
Zaodau , 115 Zeebrugge. 267 Zhitomir. 334, 335, 419 Zurigo, 295 Zvietkova, 430
INDICE DELLE CARTE
l. La Confederazione, 1861-1865. 2. La battaglia dei Sette Giorni , 25 giugno-11uglio 1862. 3. La battaglia di Gaines's Miti , 26 giugno 1862. 4. La battaglia di Malvern Hill , l luglio 1862. s. La campagna di Vicksburg, 1863. 6. La battaglia di Chatfanooga, 23-25 novembre 1863. 7. La guerra franco-prussiana , 1870-1871. 8. Le battaglie di Vionville e Gravelotte , 1870. 9. La battaglia di Sedan, l settembre 1870. 10. La guerra russo-giapponese , 1904-1905. 11. L'assedio di Port Arthur, 1904-1905. 12. Gli schieramenti francesi e tedeschi, agosto 1914. 13. La battaglia di Tannenberg, 26-31 agosto 1914. 14. La battaglia della Marna, 8 settembre 1914. 15. Gallipoli e i Dardanelli , 1915. 16. La battaglia di Sari Bair, 6-10 agosto 1915. 17. La batttaglia della Baia di Suvla, 6-10 agosto 1915. 18. La battaglia di Amiens, 8 agosto 1918. 19. La battaglia di Vittorio Veneto- Situazione del23 ottobre 1918 20. La battaglia di Vittorio Veneto - Lo sfondamento sul Piave, 23-29 ottobre 1918. 21. La campagna russo-polacca, 1920. 22. La battaglia di Varsavia, 15-25 agosto 1920. 23. Lo schieramento alleato, l O maggio 1940. 24. Lo schie ramento tedesco, 10 maggio 1940. 25. La seconda battaglia di Sedan , 13-15 maggio 1940.
Pag. » » » » ))
)) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) ))
))
)) )) ))
))
»
»
15 31 35 43
55 78 109 113 120 148 153 191 201 220 239 245 249 276 303 306 331 347 374 379 383
656
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
26. L'invasione tedesca della Francia, maggio-giugno 1940. 27. La campagna di Mosca, 1941-1942. 28. La battaglia di Kiev, agosto-settembre 1941. 29. La battaglia di Viasma-Briansk, ottobre 1941. 30. La strategia difensiva del Giappone, 1941. 3 1. La battaglia del Mar dei Coralli , 4-8 maggio 1942. 32. La battaglia dell'isola di Midway, 4-6 giugno 1942. 33. La battaglia di Alam El Haifa, 31 agosto 1942. 34. La battaglia di El A lamein, 23 ottobre-4 novembre 1942. 35. La campagna di Tunisia, 8 novembre 1942-12 maggio 1943. 36. La campagna di Stalingrado, 1942-1943. 37. L'invasione della Normandia, 6 giugno 1944. 38 La linea del fronte alleato, l settembre 1944. 39. Zone occupate dagli aUeati e frontiera occidentale russa nel1945 , paragonate con la frontiera orientale di Carlo Magno dell'814 40. La strategia nel Pacifico occidentale , 1942-1944. 41. Le campagne nel P acifico del generale Mac Arthur. 42. Piano SHO n° 1 modificato, ottobre 1944. 43. La battaglia per il golfo di Leyte, 23-26 ottobre 1944.
» » » » » » ))
» )) ))
))
»
»
»
» )) ))
»
389 412 422 428 449 452 456 476 480 492 511 540 562
568 572 576 582 585
INDICE GENERALE
CAPITOLO 1: La rivoluzione industriale e la nascita dell'Imperialismo americano Pag. Quadro storico . )) · La battaglia dei sette giorni , 1862.
3 13
CAPITOLO li: La guerra civile americana continua, 1862-1863. Quadro storico. · L'assedio dj Vicksburg e la battaglia di Chattanooga, 1863.
49 53
CAPITOLO III: L'espansione della Prussia. Quadro storico. · La battaglia di Sedan , 1870. CAPITOLO IV: La nascita dell'imperialismo giapponese e l'espansione della Russia nell 'Estremo Oriente. Quadro storico. · L'assedio di Port Arthur, 1904-1905. CAPITOLO V: Le origini della I• guerra mondiale. Quadro storico. · Le battaglie della Marna e di Tannenberg, 1914. CAPITOLO VI: Stasi tattica e cambio di obiettivi. Quadro storico. · Le battaglie di Sari Bair e della Baia di Suvla, 1915. CAPITOLO VII: La continuazione della guerra, 1915-1918. Quadro storico. · La battaglia di Amiens, 1918. CAPITOLO VIII: La lotta tra l' Italia e l'Austria . Quadro storico. · La battaglia di Vittorio Veneto, 1918. CAPITOLO IX: La rivoluzione russa . Quadro storico. · La battaglia di Varsavia, 1920.
)) ))
)) ))
)) ))
)) ))
))
>>
» ))
» »
)) ))
91 98
135 140
169 179
225 228
261 270
293 298
323 330
658
LE BATTAGLIE DECISIVE DEL MONDO OCCIDENTALE
CAPITOLO X: Il terzo Reich e le origini della na guerra mondiale. Quadro storico. La seconda battaglia di Sedan e la caduta della Francia , 1940. CAPITOLO XI: Operazione Barbarossa e legge Affitti e Prestiti. Quadro storico. · Le battaglie per Mosca. CAPITOLO XII: Il problema russo e l'estensione della guerra al Pacifico. Quadro storico. · La battaglia dell' isola Midway , 1942.
»
355
))
366
»
403 409
)) ))
437 447
CAPITOLO XIII: La guerra in Nord Africa. Quadro storico. · Le battaglie di El Alamein, 1942, e di Tunisi , 1943.
))
»
465 470
CAPITOLO XIV: Le origini della campagna di Stalingrado. Quadro storico. · La battaglia di Stalingrado , 1942-1943.
»
503
))
509
CAPITOLO XV: La politica dei secondi fronti. Quadro storico. · La battaglia di Normadia , 1944.
»
527
»
535
))
571
»
580
))
609
Indice dei nomi di persona.
l)
619
Indice dei nomi delle località.
»
639
Indice delle carte.
))
655
CAPITOLO XVI: Prosecuzione della guerra nel Pacifico, 1942-1944. Quadro storico. · La battaglia del golfo di Leyte, 1944. EPILOGO: La II guerra mondiale in retrospettiva e in prospettiva.
Slab T1p. U. Ouintlly S p A